twinmoon oltre l'amore

di Yuuki_92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 aprile 2000. incontro ***
Capitolo 2: *** L'incubo ***
Capitolo 3: *** Sopravvivere ***
Capitolo 4: *** Ricominciare ***
Capitolo 5: *** L'incontro ***
Capitolo 6: *** Chiarimenti ***
Capitolo 7: *** Il biglietto ***
Capitolo 8: *** Sperare , Pensare , Sentire ***
Capitolo 9: *** Come due cavi elettrici ***
Capitolo 10: *** Controvento ***
Capitolo 11: *** Dolci imprevisti ***
Capitolo 12: *** Pensieri Indiscreti ***



Capitolo 1
*** 1 aprile 2000. incontro ***


Fin dalla prima infanzia fui educata alle arti magiche, in quanto mia madre era una delle streghe nere più potenti di cui avevo sentito parlare, ma avendo sposato mio padre la mia era una magia bianca e pura. Vivevo in un piccolo regno,conosciuto con il nome "Delle due Lune", ero la seconda donna che sarebbe diventata regina al momento della morte di mio padre, o a meno che lui decidesse di abdicare. Avevo tutto ciò che si potesse desiderare, ma ciò nonostante mi sentivo come un uccellino in una gabbia d'oro. Sapevo che nonostante fossi circondata di tutto ciò che volevo mi mancava qualcosa, e quel giorno forse lo capì. Avevo ancora dodici anni quando lo vidi per la prima volta, e in quella mattina di primavera sapevo che la mia vita sarebbe cambiata definitivamente. - Principessina Emanuela...gli ospiti che aspettava vostro padre sono arrivati. Con queste parole la mia Tata mi riportò con i piedi per terra. - Gli amici di Papà sono tutti antipatici!- dissi io. Lei mi guardò attentamente, fece una smorfia assurda: non dovevo essere molto presentabile... Mi fece cambiare tre vestiti diversi! Alla fine indossavo un vestitino turchese, secondo me lo indossavo molto bene, ma era sempre mamma a decidere se era consono o no all’occasione. Portavo i capelli lunghi, castani e pieni di boccoli , e secondo la mia personale opinione ero piuttosto carina. Ero certa che tutti gli amici e i parenti dei miei genitori fossero terribilmente antipatici,e quel giorno fu la conferma di tutti i miei sospetti. Arrivata nella sala vidi "lui" ridere con il suo fratellino. Questo ragazzo dal sorriso sghembo e dai capelli scuri attirò subito la mia attenzione, forse però non tanto come quella che io attirai in lui. Andai vicino a mio padre, mentre quell'idiota di mio fratello Nicolas riempiva di domande quel ragazzo, anche se io non ne capivo il motivo. - Andrea...lei è la nostra principessa Emanuela!- disse mio padre avvicinandosi insieme a me. Il ragazzo mi squadrò, come se volesse spogliarmi: mi sentivo molto in imbarazzo. - Bellissima!- sussurrò tenendo lo sguardo fermo nel mio . La risposta: semplice smorfia di imbarazzo sul mio viso... cercai in tutti i modi di congedarmi da quell'incontro che , a parte gli occhi di quel tizio fissi su di me, era noiosissimo. Ci riuscii, così mi recai di nuovo in giardino, c'era una così bella giornata di sole, l'ideale per stare vicino al laghetto. Qualcosa in me stava cambiando, lo sapevo bene, forse stavo solo crescendo, ma conoscere Lorance, credo mi avesse fatto entrare in contatto con l'amore. L'unica cosa che mi faceva stare in pensiero era il fatto che mio padre non avrebbe mai dovuto sapere ciò, non avrebbe mai tollerato una mia probabile relazione con un domestico del palazzo. - Emanuela... Non riconobbi quella voce, ma appena mi voltai capii chi fosse. - Principessa prego!- risposi pronta. Il signor Andrea si avvicinò per guardarmi negli occhi, e questo mi diede tanto fastidio; cominciò a giocare con i miei capelli. - Siete bellissima Principessa Emanuela!- mi disse. La mi risposta? Vergogna! Vergogna! Vergogna! Il mio viso sicuramente era andato in fiamme. - Pedofilo!- sbuffai e scappando ( anzi "afrettandomi", perché una principessa non corre). Mi rinchiusi in camera, per tutto il giorno, rifiutandomi di uscire, mi sentivo troppo in imbarazzo. Ovviamente cercarono di farmi uscire in tutti i modi, ma non ci riuscirono. Andai a letto senza cena, non riuscivo a prendere sonno, mi sentivo irrequieta. Le lune illuminavano la camera enorme, ma sta notte stranamente la luce mi infastidiva,il letto troppo grande,le coperte, tutto mi infastidiva, così mi alzai, ma rimasi scioccata, dal vedere un'ombra che mi fissava. Era lui! Un urlo squarciò il silenzio della notte del palazzo. La paura mi immobilizzò a letto, era come se ogni mio muscolo stesse tremando, tanto da non accorgermi che mi avevano raggiunta mia madre con mio fratello. - Cosa è successo?- chiese mia madre. -C...c...c...c'era qualcuno che mi fissava... -Amore...no!- mi abbracciò stretta mentre io iniziavo a piangere disperata. - E' stato solo un brutto sogno!- mi disse e cullandomi dolcemente mi addormentai. Trascorsi la notte con mia madre che mi fece tranquillizzare, ma avevo mille dubbi; avevo davvero visto qualcuno? O avevo sognato tutto? Ma se ciò era vero dovevo farmi forza e scendere a fare colazione, con il sorriso migliore che potessi mostrare. Il mio stomaco brontolò; avevo fame! Vestita di rosa uscii dalla mia camera, percorsi il corridoio pieno di finestre, raggiunsi la lunga scalinata. Raggiunta la sala da pranzo, non vidi nessuno, credevo di essere arrivata in ritardo,invece ero in anticipo. Da brava principessina mi sedetti al mio posto, tamburellando con le unghia la scansione dei secondi sull'enorme tavolo, che ormai le cameriere avevano finito di sistemare. Quando qualcuno entrò in sala... -Nervosa Principessa?- mi chiese l'ospite. -Qualcuno ha disturbato il suo sonno sta notte?- continuò dicendo. -Eravate voi?- ero sotto shock. Mi si avvicinò lentamente, mi spostò i capelli di lato, mi baciò il collo, brividi mi invasero lungo la schiena, e mi sussurrò all'orecchio: - Sei bellissima a letto! Per fortuna arrivarono gli ospiti insieme ai miei genitori. - Come ti senti piccola?- mi chiese mio padre baciandomi delicatamente sulla guancia. Ovviamente la fame svanì, ma dovevo mangiare anche solo qualcosa, riuscii a prendere solo il mio solito latte. Andai in biblioteca, quel giorno era una noiosissima giornata di studio, speravo che studiando potessi riuscire a non pensare al mio Lorance Non l'avevo ancora visto ,forse stava lavorando, sicuramente mi stava pensando, anche lui aveva saputo della notte precedente e probabilmente anche lui era preoccupato per ciò che avevo visto. Improvvisamente sentii i passi di qualcuno venire verso di me. Mi girai e vidi il mio professore di "storia della magia" che mi guardava accigliato, come se volesse dirmi qualcosa. Da quell'espressione capii che dovevo rimettermi a studiare. Allora posai lo sguardo sul libro; gli occhi del professore erano ancora fissi su di me. Ne percepivo la presenza. Dovevo leggere il "Mito del Dragone", sembrava interessante! Parlava della prima regina donna che era salita al trono Giselda, era stata una strega molto potente, infatti era stata lei a salvare lei il popolo da Aldeniore e dal suo possente drago Spirenonde. Da allora il mio regno non aveva più avuto scontri con i regni confinanti. Mi sarebbe piaciuto diventare come la mia antenata Giselda, forte e coraggiosa, ma non c'erano motivi di battaglie, e il Regno viveva in perfetta tranquillità. Ma la cosa che più mi faceva innervosire era quel Aldeniore che voleva conquistare e poi distruggere il pianeta. Ma perché voleva farlo? Non gli bastava il suo? Troppe manie di grandezza...mi stavo annoiando, dopotutto eravamo noi povere streghette a dover imparare queste "favole". Sospirai e guardai fuori dalla finestra, le lune stavano sorgendo quindi era quasi buio, era già sera? Possibile? Mi girai e non vidi nessuno, ero rimasta sola, da quanto tempo ero li? Chiusi il libro e ne aprii un altro. -Principessina! Mi voltai, ero ancora alle prime armi con l'uso della magia, ma ciò nonostante ero in grado di percepire ogni piccolo movimento che provenisse nella camera in cui stavo. E adesso, qualcuno era entrato nella biblioteca, ma non ero riuscita a sentirlo, mi ero concentrata troppo sulla lettura e forse ero anche un po’ debole, e miei poteri avevano abbassato la guardia. Volevo capire da dove provenisse quella voce così flebile. Tornai ai miei libri, cercando ancora di percepire qualcosa ma mi sentivo debole e non individuai nulla. Però sentivo la sua presenza, il suo odore e più indistintamente il suo respiro, il suo battito del cuore. E finalmente eccolo...stava arrivando. Ero terrorizzata. Ma chi era? Cercai di riprendere la lettura , non volevo voltarmi, ma qualcosa nella stanza cambiò nuovamente. -Principessina...continuate a studiare? Era lui, appoggiato all'enorme libreria, non mi guardava , ma spogliava svogliatamente un libro. -Oggi c'era molto sole...perché un bimba vivace come voi non è uscita a giocare?-disse provocandomi -Lo studio è importante! A quella mia affermazione scoppiò in una risata fragorosa, così virile, da farmi vergognare a morte. Volevo essere forte ma la vergogna mi induceva a scappare, eppure ero incapace di distogliere lo sguardo da lui, nonostante che i miei poteri non fossero ancora molto sviluppati, non sentivo provenire da lui nessuna fonte magica o simile. Chi era costui che mi attirava così in un baratro senza vie di uscita. In due giorni dalla sua comparsa aveva già turbato la mia serenità in quella vita fatta solo di lusso. - Vi prego Emanuela non scapate...- mi sfiorò impercettibilmente, e quel tocco mi provocò un brivido, un tuffo ai centri nervosi . Il mio nome pronunciato da quella voce bassa e roca mi fece battere il cuore all'impazzata, voleva quasi uscire fuori dal petto. - Voglio andare via...- sussurrai, ma la mia voce mancava di convinzione, forse volevo essere partecipe di quel dannato gioco che aveva iniziato? - Oggi è il mio compleanno, sapete?- cambiò argomento all'improvviso tanto che non me ne accorsi subito. Possibile che sapeva prendere ogni mio punto debole? Forse per questo l'odiavo tanto, più del dovuto. Quando mi era intorno, dentro di me si mischiavano emozioni in continuo contrasto tra loro, non riuscivo ad essere lucida, credo che persino i miei poteri che sentivo precari, si affievolivano, perché non riuscivo più a concentrarmi sulle stanze o sulle persone che mi circondavano. Possibile che ciò che mi stava succedendo fosse causa dell'adolescenza? No, non penso,non ero una ragazza comune; non potevo piegarmi così sotto qualcuno che conoscevo da così poco tempo, eppure non ero innamorata di quell'inserviente di nome Lorance? Raccolsi un po’ della mia debole forza, per rispondergli:- No! Mi dispiace non ho neanche un regalo per voi... - Vi sbagliate Emanuela!- mi rispose pronto:- Il regalo che voglio è qui, tutto per me, è tutto ciò che voglio! Forse perché ero sempre cresciuta in mezzo agli agi, ed ero una ragazzina viziata e al volte schizzinosa, ma non riuscivo a cogliere la minaccia in quello che aveva detto, ma mentre la cercavo, le sue labbra furono sulle mie . Mi dibattevo contro le sue mani che cercarono con forza di avvicinarmi al suo petto. Mi stringeva forte a se, e ogni forma di resistenza da parte mia contro la sua forza sovraumana era inutile. Con forza entrò la sua lingua nella mia bocca, che non era mai stata esplorata da nessuno, ero vicina alle lacrime, mi sentivo violata . Sentivo il suo corpo attaccato al mio,indossava un paio di jeans , che strofinavano lungo le mie gambe scoperte dalla gonna, forse un po’ troppo corta. Avrei dovuto smetterla di mettere vestiti di questo genere con lui che mi ronzava intorno. Si allontanò subito dopo aver goduto nel aver preso il mio primo bacio. Non guardò subito me, ma guardava verso la porta, mentre io volevo solo scappare, rifugiarmi in un posto segreto del palazzo, dove lui non potesse trovami, dove non potesse torturarmi con le sue odiose battutine e adesso persino con i suoi baci, ma lui mi tratteneva. - Grazie per il regalo principessa! Il suo tocco, il suo bacio mi avevano turbato in una maniera tale, da non capire se stessi godendo di quel tocco così intimo e mi vergognai a morte al solo pensiero di quel bacio e al suo tocco diabolico. - I vostri servi mi spiano principessa! La sua voce mi riportò con i piedi per terra, pensai a Lorance, avrebbe potuto vedere ...sicuramente aveva visto tutto! Dovevo cercarlo e spiegargli che non era successo niente. Come prima cosa però dovevo calmarmi, così andai in camera mia, ma con mia grande sorpresa era già lì che mi aspettava. - Emanuela, come avete potuto farmi questo? Io mi fidavo di voi... Le lacrime mi velarono gli occhi, il ragazzo di cui ero innamorata si sentiva tradito da me, ma io davvero non avevo fatto nulla... -Ti giuro...che non è come credi...io non volevo... - Non mentite principessa! A voi piace il Duca, sicuramente godete mentre vi bacia! Lorance, il mio Lorance non mi credeva e mi feriva ripetutamente. Le parole mi morirono in gola, per la frustrazione di essere perseguitata da un uomo ossessionato da me, ma lui non riusciva a vedeva ciò che stava succedendo? Mi avvicinai a lui, sentivo il desiderio di toccarlo, di abbracciarlo, ma lui mi respinse freddamente. - Perché non mi credi?- domandai piangendo. - Perché siete solo una ragazzina frivola!- mi disse lui ancora più freddo. In quel momento entrò Andrea, la causa di tutti i miei problemi, guardò Lorance con un tale disprezzo. - Vi prego diteglielo voi...che non sono… stata io a baciarvi...- lo supplicai - Che sta succedendo qui? Il mio mondo mi crollò addosso. A quel punto guardò anche me con disprezzo e distacco, cercavo un appoggio in lui, ma a quanto sembrava non voleva collaborare - Emanuela...non dovreste negare ciò che avete desiderato così a lungo! E così dicendo confermò i sospetti di Lorance. Avrei voluto dire qualcosa, ma non ci riuscii. Andrea mi sorrise malizioso e uscì dalla camera. Mi voltai per guardare di nuovo Lorance che stava in silenzio: - Ti giuro che non è ciò che sembra! - Principessa...se lui è qui un motivo ci sarà...non credete? Secondo voi, vostro padre lo lascerebbe venire qui così tranquillamente? Siete promessa a lui! Tra noi non potrà mai esserci nulla! Ero sotto shock, come poteva pensare davvero questo? Ma poteva essere davvero questo il motivo per cui Andrea e la sua famiglia si trovavano al palazzo? E se fosse stato davvero questo il motivo come avrei reagito? Mentre questi pensieri mi tormentavano, mi lasciò sola, con le mie lacrime, con il mio dolore, con la mia tristezza. Per l'ennesima sera mi rinchiusi in camera, con la mia depressione, ormai avevo bagnato tutto il cuscino, quando sentii aprire la porta. Mi alzai di botto e guardai verso di essa, e vidi mia madre, così in un gesto rapido mi asciugai gli occhi anche se non potevo fare molto. - Piccola...stai male?- era preoccupata. - Tutto ok! Sono solo un po’ pensierosa...-le risposi mentre prendeva posto accanto a me e mi accarezzava i capelli. - A cosa pensi? Pensavo a tante cose, ma mi vergognavo al solo pensiero che il duca Andrea aveva rubato il mio primo bacio. Così le dissi solamente ciò che mi preoccupava davvero. - Perché il Duca Andrea e la sua famiglia sono qui mamma?- le domandai. - Per il semplice fatto che tuo padre e il padre di Andrea sono amici fin da giovani, e volevano ricordare un po’ i vecchi tempi!- mi rispose, continuava con le sue amorevoli carezze. - Mamma...io sarò libera di amare chi vorrò?- le domandai cercando una risposta alla domanda che non riuscivo a farle. - Tesoro ancora sei così piccola! Per caso ti sei innamorata di Andrea? E' molto carino! Mi sorrise affettuosa, come solo lei sapeva fare, ma io non riuscivo a sentire nulla per Andrea se non odio. - No mamma, non è come pensi! Ti ho fatto un'altra domanda, sarò libera di scegliere chi amare?- ero decisa di sapere la verità, non avrei sposato Andrea neanche se mi avessero obbligato. - Tesoro...perché pensare al matrimonio alla tua giovane età? Ancora le tue labbra non hanno toccato neanche quelle di un uomo...- sorrise accarenzandomi, come si sbagliava. Forse mi sarei dovuta consigliare con lei ma mi vergognavo troppo per dirle ciò che era successo. - Comunque...- riprese:- Non credo che tuo padre ti lasci sposare un uomo qualunque, intercederà sempre lui nelle tue scelte. Mamma non aveva nominato Andrea, ma adesso si era fatta molto seria. E se adesso quella supposizione fosse vera? - Riposati piccola mi sembri piuttosto stanca. Mamma mi diede un bacio e mi lasciò sola nella stanza. Il giorno dopo non vidi Andrea per tutta la mattina, e non si presentò neanche a pranzo. Adesso quello che si nascondeva era lui? Come facevo di solito mi rintanavo nella mia camera dopo il pranzo, era stupenda con le finestre aperte che davano sull'enorme giardino e il sole pomeridiano che illuminava di arancione tutta la stanza, e l'aria primaverile mi facevano sentire sempre meglio, nei miei momenti no. All'improvviso, qualcuno disturbò il mio momento di riflessione bussando alla porta. Era il duca Andrea. - Cosa volete ancora?- domandai quasi in preda alla disperazione. - Ho pensato fino ad un momento fa a ciò che è successo ieri, e sono qui per chiedervi scusa.-mi sorrise :- Per questo per farmi perdonare vi ho portato questo piccolo dono!- e solo in quell'istante mi accorsi che portava un vassoio con dei biscotti e del the. Forse valeva la pena di rivalutare l'accaduto, seduti davanti a una tazza di the, dopotutto era stato un baciò cosa poteva succedere? - Posso...?- mi domandò indicando il tavolo, acconsentii non poteva succedere nulla. Mi versò del the aveva un odore particolare, tipo lavanda. - Ha un buon profumo!- dissi. Lui sorrise languido. Iniziai a sorseggiare il liquido profumato, ma all'improvviso il volto del ragazzo che mi stava davanti iniziò a volteggiare insieme alla stanza, e quella fu l'ultima cosa che ricordavo.

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Capitolo 2
*** L'incubo ***


Riaprì gli occhi in una stanza che non era la mia, fissavo l'enorme letto a baldacchino di legno scuro, diverso da quello che si trovava nella mia camera. Quella doveva essere sicuramente una stanza riservata agli ospiti. Cercai di ricordarmi come fossi arrivata lì, ma l'ultima cosa che ricordavo era che il duca Andrea era venuto nella mia camera e poi...nulla...
Sentii una strana sensazione provenire dal mio corpo, guardai sotto le lenzuola e mi accorsi di essere soltanto con gli indumenti intimi.
Cosa era successo? Dove mi trovavo? Perchè non ricordavo nulla?
- Buon giorno Principessina!- disse una voce che mi fece venire i brividi, ero nella stanza di Andrea con quasi nulla addosso, cosa era successo?
- Cosa mi avete fatto?- domandai trattenendo le lacrime, cercando di non fargli vedere quando stessi male.
- Nulla che voi non avete voluto!- disse sorridendo.
- Non è vero...io non ricordo nulla...dove sono i miei vestiti?
Avrei voluto fronteggiarlo, ma non osavo uscire da quel letto, e poi anche lui era quasi del tutto svestito, portava solo dei pantaloni neri, continuava a fissarmi con i suoi occhi così profondi.
- Non eravate così pudica sta notte principessa. Come mai?- continuava a sorridere affabile come se non avesse fatto nulla:- Chissà cosa direbbe vostro padre trovandovi in questa stanza!
Si allontanò dal letto prese una camicia da sopra una sedia e uscì dalla porta sbattendola.
Ero rimasta sola, senza vestiti in una camera che non era la mia, non poteva essere vero, doveva essere un incubo, uno scherzo del destino. Dovevo fare qualcosa prima che arrivasse qualcuno e mi trovasse in quello stato, e poi davvero mio Padre lo avrebbe saputo.
Mi alzai dal letto trascinando con me parte del lenzuolo, arrivai alla porta, ma non riuscii ad aprirla, maledetto , mi aveva chiuso dentro. Allora provai a cercare i miei vestiti ma non c'è n'era traccia.
Provai a guardare sotto al letto, magari li aveva nascosti lì, pensando che non mi sarei mai messa sotto un letto, ma non erano neanche là, e mentre mi rialzavo, la porta si riaprì, forse adesso ero pronta ad affrontare Andrea, ma non era solo...era con mio padre.
- Non avrei mai immaginato di trovarti qua!- disse con la sua voce tuonante.
- Papà non è...-
- Zitta - mi interruppe :- Hai deluso tutti con il tuo comportamento, non avrei mai immaginato ciò da te Emanuela, non ti abbiamo educato in questo modo...- la sua voce vacillò.
Avevo deluso la mia famiglia, per il semplice fatto che facevo parte di un gioco sporco di cui non volevo far parte.
Mio padre non mi guardava più adesso era pronto per uscire, ma sapevo che non era finita.
- Vestiti e raggiungi la tua stanza, oggi stesso lascerai il palazzo, andrai a studiare in un collegio lontano dal regno.
Non volevo lasciare casa mia, per qualcosa che sapevo per certo di non aver fatto, o se fosse, ero stata costretta, ero stata drogata, non sapevo neanche come ero finita in quella camera, ma anche se non avrei voluto gli occhi si velarono di lacrime quando vidi uscire mio padre fuori da quella stanza che era diventata il mio inferno personale.
E il mio diavolo si avvicino per umiliarmi ancora, mi lanciò in faccia i vestiti che indossavo il pomeriggio precedente, quando era venuto a scusarsi.
- Fine dei giochi principessa!
Restata sola in quella stanza mi rivestii in fretta e uscii di corsa.
Entrai nella mia stanza, credendo fosse l'unica stanza sicura, ma non era così.
Trovai mia madre aiutata dalle domestiche affannate a sistemare le mie cose, dentro dei grandi bauli. E poi Nicholas seduto in un angolo con il suo muso lungo, ci avevano spiegato mille volte che la gente come noi non dovrebbe mai farlo, ma lui continuava a farlo ogni qualvolta non gli andava giù qualcosa.
- Mamma...
- Vai a farti un bagno Emanuela, sistemati dopo pranzo ti aspetta un viaggio molto lungo.
Anche lei era d'accordo con mio padre? Non poteva essere vero.
- Non potete mandarla via...- la voce delicata di Nicholas si fece sentire proprio nel momento in cui ne avevo più di bisogno.
- Nicholas la decisione è stata presa, lei partirà oggi stesso.
Nick tornò a sedersi rimettendo su il broncio, neanche io volevo partire
eppure mi avrebbero messo fuori dalla porta quel giorno stesso.
- Mamma...- riprovai :- Io vorrei parlarti...
- Emanuela non c'è nulla da dire vai a fare ciò che ti è stato detto.- Aveva uno sguardo così serio, triste e deluso.
Mi rinchiusi nel bagno facendomi annebbiare dal vapore dell'acqua calda; avevo deluso tutti, eppure non avevo fatto nulla di sbagliato, mi ero semplicemente fidata della persona sbagliata, che voleva attirarmi nella sua trappola, nel suo gioco infernale. Adesso mi ritrovavo senza la mia adorata mamma, il mio papà mi aveva voltato le spalle, e a quanto sembrava nessuno voleva starmi a sentire. Se davvero avevo perso la mia verginità mi sarei sentita diversa ? Eppure non  sentivo dei cambiamenti radicali, mi guardai allo specchio, non avevo tracce di violenza, l'unica cosa che sentivo era la voragine che avevo dentro, presto avrei dovuto lasciare tutto e non sapevo cosa fare. Non volevo lasciare il mio fratellino, la mia mamma...
Uscii dal bagno con gli occhi ancora rossi a causa del pianto, sul letto trovai Nicholas.
- Ehi...
- Io so che tu non hai fatto nulla.
- Nick tra poco devo partire...è inutile non cambieranno mai idea...
- Forse dovresti fare qualcosa, ribellarti se davvero non hai fatto nulla...- aveva ragione ma non sapevo come fare
- Non saprei come fare...e poi...-
- Niente Emanuela, forse hanno ragione mamma e papà...sembri diversa, ho notato ciò già dal qualche tempo, forse da quando Lui è arrivato …- dicendo così uscì dalla camera.
Rimasi sola, non toccai cibo, non avevo appetito, la mia camera stava diventando claustrofobica, volevo uscire, ma sapevo che uscendo dalla camera avrei incontrato il diavolo in persona, quindi era meglio restare in quel buco, e aspettare che arrivasse l'ora della partenza.
Pensavo al mio fratellino, come potevo spiegargli che non ricordavo nulla di ciò che era successo? Non mi avrebbe creduto nessuno. Trascurando il fatto che i miei genitori mi volevano ascoltare. Cosa gli aveva raccontato per non farmi credere dai miei cari?
Mentre pensavo a tutto ciò, arrivarono a chiamarmi, era ora di lasciare la mia casa, la mia famiglia, il mio mondo. Ero pronta per tutto questo?
No. Non lo ero, non volevo lasciare la mia mamma. ma non c'era altro da fare. Uscii fuori dal palazzo, dove mi aspettava un macchina nera dai finestrini scuri, pensavo di trovare almeno mia madre che mi salutasse, ma l'unico famigliare che c'era era mio fratello, che piangeva, come avrei fatto io , se non mi fossi imposta di non farlo.
- Non piangere Nick, ci vedremo presto lo so !- volevo essere fiduciosa più per me stessa che per lui.
- Emanuela...- si asciugò gli occhi di quel castano scuro, così simile al mio, per guardarmi dritto negli occhi:- Promettimi di non farti più piegare da giochi assurdi come questi, e di non lasciarti deprimere facilmente ok?- mi incoraggiava, era sempre stato più forte di me!
- Va bene!- era una promessa.
Mi voltai per salire in macchina e solo allora mi accorsi del ragazzo appoggiato sulla macchina con modo spavaldo.
- Cosa volete ancora?- domandai in modo più freddo possibile.
- Nulla...- rispose con il suo solito sorriso che mi urtava:- Volevo soltanto darvi l'addio!- ed ecco di nuovo l'eco della sua risata fragorosa.
Salii in macchina infuriata, più con me stessa per avergli dato confidenza che con lui.
Guardai sparire dietro di me la mia grande casa.
 
Il viaggio fu molto lungo, presi persino un treno, mi mandavano fuori dal regno, come se stessi aspettando un bambino, era assurdo. Cambiai persino macchina una volta scesa da quel treno, ma non c'era differenza tra quella di prima e quella di adesso.
Era quasi il tramonto e dove mi trovavo adesso vi era soltanto una Luna, sentivo già la mancanza di casa, proprio mentre pensavo a ciò la macchina si fermò davanti un enorme cancello.
- Siamo arrivati Principessa.- annunciò l'autista a me sconosciuto.
Accennai un lieve sorriso e scesi dalla macchina, proprio nel momento in cui lui si apprestava ad aprirmi la portiera.
Ad accogliermi venne il preside in persona, che onore!
L’edificio che mi trovai davanti sembrava molto moderno, era pieno di finestre, doveva essere molto luminoso, il campus era enorme e pieno di fiori, doveva essere bello passeggiare lì durante le belle giornate, chissà se era permesso raccogliere qualcuno di quei fiori colorati, a casa mi era concesso, adoravo la natura che ci ospitava dando tanto e non ricevendo niente in cambio.
Entrammo in quel grande atrio, e come avevo immaginato era molto luminoso, a tinte color pastello.
- Questa è la hall, domattina dovrà passare di qui per ricevere il suo piano di studi.- iniziò il preside, dandomi tutte le informazioni, che riteneva importanti.
Adesso percorrevamo un lungo corridoio, doveva essere il dormitorio. Avevo sempre desiderato frequentare una scuola, conoscere altre persone, avere delle amiche; ma non avrei mai immaginato che sarebbe successo in una situazione simile.
- I nostri alunni di solito alloggiano in camere da tre...-  continuò lui, doveva essere un uomo di mezza età, iniziava a perdere i capelli.
- Inoltre le aule si trovano nell’edificio qui accanto, e ovviamente i dormitori sono separati. – fece una piccola pausa e ricominciò:- Vostro padre non era ha conoscenza di ciò, ha insistito molto affinché avreste avuto una camera singola, ma non è possibile.- si fermò davanti ad un porta enorme e bianca, io stavo quasi per cadergli addosso , tanto ero sovra pensiero .
- Questa è la vostra camera,  la dividerete con due splendide ragazze!- mi sorrise e mi fece entrare nella mia nuova stanza.
- Ho capito...- dissi
Lui mi guardò e disse prima che entrassi in camera:- Emanuela avete un ora per prepararvi e scendere nella la sala dei ricevimenti, che utilizziamo per avvenimenti importanti,il vostro arrivo è un esempio.-
- Ma io...non so come arrivarci...
- Tranquilla, abbiamo già pensato a tutto! Mi raccomando la puntualità!
E così mi lasciò sola, davanti a quella nuova stanza.
Respirai a fondo ed entrai. La stanza era enorme, come un piccolo appartamento con tre piccole camere, tutte con tinte pastello, era molto solare, metteva quasi allegria. Peccato che per essere felici non c'era nessuno motivo.
Rilassai i muscoli sotto un getto d'acqua calda, avevo bisogno di una doccia dopo quel viaggio stressante, speravo soltanto di poter dimenticare tutto in fretta. Scoraggiata dal pensiero di ciò che mi attendeva da lì a pochissime ore uscii dal bagno, che a quanto sembrava dovevo dividere con le mie sconosciute compagne di stanza. La mia roba era stata sistemata nell'unica camera vuota, le pareti avevano tinte lilla, toccava a me personalizzarla, visto che lì dentro vi era soltanto un letto, e l'armadio.
Mi vestii con un abito scuro, che non si addiceva affatto allo stile della scuola, ma si stava benissimo con il mio pessimo stato d'animo.
Proprio nel momento in cui mi  guardavo intorno, qualcuno entrò nella stanza.
Era una ragazza dai capelli lunghi castani e ricci, dal viso birichino.
- Ciao!- disse sorridendo porgendomi la mano: - Piacere sono Nora, una delle tue compagne di stanza!
- Il piacere è il mio...mi chiamo...
- Tutti qui sanno chi sei Emanuela! E' io mi sono proposta l'obbiettivo di farti passare la tua prima sera qui al collage in modo fantastico! Inoltre sono la tua accompagnatrice per i tuoi primi giorni di lezione.
A casa non avevo conosciuto nessuno così spontaneo e così simpatico nei suoi modi di fare.
- Cosa ti turba Emanuela?- mi guardava dritto negli occhi, poi mi si avvicinò e mi accarezzò i capelli ancora umidi.
- Siediti...ti do una sistemata a questi splendidi capelli!
Iniziò a intrecciarli con maestria, doveva essere un esperta.
- E' simpatica l'altra ragazza con cui dividiamo la camera?- domandai mentre lei mi lasciava cadere un ciuffo sul collo scoperto.
Avevamo uno specchio davanti a noi, così riuscivo a vederla in viso.
Fece un sorriso di e disse:- Io la odio! E' mia sorella!-  e si mise a ridere.
Mi sfuggì un sorriso, possibile che Nora avesse il dono di farmi sorridere?
-Pronta!- disse fiera di se.
Aveva raccolto i miei capelli in delicate trecce tutte intorno alla nuca, lasciando libero sul collo soltanto qualche ciuffo.
Sorrisi lievemente alla mia immagine riflessa nello specchio, sapevo di non essere io quella ragazza troppo pallida.
- Andiamo principessa!
 
 

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Capitolo 3
*** Sopravvivere ***


Capitolo 3. Sopravvivere
 
Attraversammo il lungo corridoio, inizialmente in silenzio, poi Nora parlò.
- Il preside per il tuo arrivo ci ha dato due giorni di vacanza, il comitato d’istituto si è dato molto da fare per organizzare tutto credimi sicuramente ci saranno ragazze a cui non farai simpatia, solo perché hai avuto un accoglienza diversa da quella riservata a loro.
- Tu sei una di loro?- domandai
- Io e mia sorella studiamo in questa scuola grazie ad una borsa di studio, secondo te… io o lei potremmo avercela con te solo perché hai ricevuto un accoglienza diversa?
Mi sentii avvampare dalla vergogna.
- Credo di no…
- Bene!- mi sorrise. Mi trattava con dolcezza, ciò di cui avevo davvero bisogno.
- Siamo arrivate!- mi disse mentre eravamo ferme davanti all’ennesima  porta bianca .
Quando la porta si aprì ci trovammo davanti una stanza enorme, piena di addobbi e di festoni, era tutto perfetto, niente era fuori posto o superfluo. Tutto ciò che avevo davanti agli occhi era stato organizzato per me, mi fece sentire piena di attenzioni, come a casa, ma ciononostante mi sentivo in imbarazzo per essere trattata così, in modo diverso dagli altri studenti.
Le luci era talmente aggraziate, che non mi accorsi subito di tutti quegli occhi curiosi che mi fissavano, succedeva spesso anche alle serate organizzate al palazzo, con una sola particolarità io conoscevo sempre gli ospiti che venivano invitati , qui non conoscevo nessuno e avevo paura.
Il preside ci venne incontro portandomi al centro della sala per poter dare inizio alla serata danzante. Non mi piaceva ballare, solo con il mio cavaliere preferito danzavo, Nicholas, inoltre il Signor preside non era neanche molto bravo.
Non vedevo l'ora che quella sera finisse, soprattutto per lo sguardo sgarbato che mi rivolgeva una ragazza. Sicuramente doveva essere una delle ragazze di cui mi aveva parlato Nora .
- Ehi principessa ti stai divertendo?- Mi voltai di soprassalto, era la mia compagna di camera.
- Veramente sono piuttosto stanca Nora...
-Ovvio che sei stanca avrai viaggiato molto. Ora ci concederemo, dopo tutto già altre ragazze hanno lasciato la festa, come ti avevo già detto hanno organizzato tutto in fretta, anche qui è stata una giornata difficile.
 Sembrava che potesse leggere i miei sentimenti, nello stesso modo in cui si legge un libro , era così strano.
Ci  congedammo da quella festa dalla musica soave .
Arrivata nella mia camera desolata, mi venne una voglia tremenda di piangere, era vero era stata una giornata lunga e pesante, in verità erano stai più giorni …
Avevo voglia di raccontare tutto quello che era successo in questo poco tempo.
Mi sentivo così turbata, sarebbe stata la mia prima notte fuori casa, non mi era mai capitata una cosa del genere, e il nodo che mi stringeva la gola togliendomi il  respiro aumentava.
Cercavo di trattenere le lacrime, volevo essere forte, volevo superare quel momento da sola, non volevo farmi vedere da nessuno, piangere sarebbe stato solo un’altra umiliazione . Tenevo gli occhi chiusi per trattenere le lacrime, e il respiro si faceva sempre più pesante. In quel momento credo che entrò Nora .
- Emanuela...- mi  sostenne per un braccio, mi accompagnò verso il letto.
- Che succede? So che ci conosciamo da poche ore, ma stai troppo male, parla, cosa ti è successo?
Più mi trattava con dolcezza più io stavo male, il muro che cercavo di costruire cadeva a pezzi , mattone dopo mattone. In quell'istante nella camera entrò un’ altra ragazza, doveva essere la sorella di Nora.
- Finalmente questa festa assurda è finita...Ehi Nora cosa è successo?-  e anche lei si avvicinò al letto.
- L'ho trovata così...credo sia una crisi di panico...
- Hei principessina riprenditi, sei stata fortunata ad aver avuto noi come tue compagne, qui nel collegio non tutti sono gentili e soprattutto in pochi saranno buoni con te, a molte ragazze non interessa chi sei, sono invidiose. Non mostrarti mai così debole.- Ecco ciò che mi disse Sheyra per la prima volta.
- Per favore Emanuela parla con noi, cosa ti senti, io so che c'è qualcosa che non va. L'ho capito appena ti ho vista...
Guardai le due ragazze con gli occhi pieni di lacrime, e per la prima volta nella mia vita mi confidai con qualcuno della mia stessa età.
Raccontai tutto ciò che era successo, dall'arrivo di Andrea a casa mia, più raccontavo più piangevo, più mi liberavo più mi sentivo libera da quel peso enorme.
- Tu con tua madre non hai parlato di tutto ciò?- mi chiese la sorella maggiore.
Feci cenno di no.
- E' tremendo Sheyra...
- Qui starai bene. Credimi più passerà il tempo più starai meglio. Il dolore forte che senti adesso passerà, almeno solo un po’.
Tutto il vuoto che sentivo nel petto, il dolore atroce si sarebbe attenuato con il tempo? Non credevo che ciò potesse succedere , essere cacciati dai propri genitori era tremendo un dolore che non sarebbe mai passato. 
La stanchezza si faceva sentire, il letto era così comodo …
La stanza era buia , illuminata da una luce così chiara . In quella luce c’era qualcuno , non vedevo chi fosse , ma vedevo che si avvicinava. Era sempre più vicino, più lo era e più riconoscevo quegli occhi. Sentivo freddo, avevo paura .
- Emanuela …
L’urlo squarciò la notte , e solo in quel momento mentre le lacrime iniziavano a scendere mi resi conto che era stato un incubo . Lui era li , non se ne sarebbe mai andato , mi avrebbe perseguitato per sempre.
La luce si accese e con lei comparve Sheyra.
- Emy cosa è successo?- mi chiese gentile.
- Un incubo … è tutto okay davvero …
A casa quando avevo un incubo arrivava sempre la mamma a proteggermi , e spesso dopo avermi tranquillizzata rimaneva a dormire con me , mi raccontava tante storie , ma non avrei più avuto ciò.
- Stai piangendo , non credo sia tutto okay …
- Credimi …
Entrò in camera, guardò nell’ angolo e vide le mie valige ancora piene.
- Alzati cara , sistemiamo questi bei vestiti dentro l’armadio.
- Sheyra sai che sono le due di notte? – le dissi.
-  Allora cosa ci fa? Alzati da quel letto e aiutami!
In quel momento entrò nella camera anche Nora , sbadigliava, sicuramente l’avevamo svegliata.
- Che succede?- era piena di sonno.
- Aiutiamo Emanuela a sistemare le sue cose.
- Okay …
Guardavo le due sorelle che si erano mostrate così carine, erano estremamente strane e mi facevano venir voglia di ridere.
Nora apriva le valige ma era così insonnolita che tutti i vestiti caddero sul pavimento.
- Nora! Guarda che hai fatto!
Sheyra riprese sua sorella, si erano proprio carine!
- Non l’ho fatto apposta …miiii
Diedi il mio contributo a mettere in ordine la camera, ma il risultato fu che ci fu più disordine , i vestiti venivano lanciati da una parte all’altra.
Credo di non aver mai riso così.
 
Alle otto del mattino ci trovavamo nella caffetteria della scuola , era così calda con un forte odore di cioccolato , stare li dentro era una pace dei sensi.
- Emanuela dimmi, tu pensi che quel ragazzo Andrea ti abbia violentato? – Sheyra era così diretta che faceva persino paura.
Nora mi guardava mentre mangiava delle ciambelle, ne aveva mandate giù un sacco e ancora non aveva finito.
- Penso di si…
Sheyra  bevve del caffè ancora caldo, come faceva a berlo? Aveva un sapore orribile.
- Ti andrebbe di venire con me nella clinica dove faccio volontariato?
Una clinica, c’erano dei medici, mi avrebbero controllato; la cosa mi metteva a disaggio non poco.
- Va bene … - risposi voce flebile.
Anche se sarebbe stata una visita imbarazzante non potevo vivere con quel dubbio enorme , anche se ero convinta di sapere già l’esito. 

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Capitolo 4
*** Ricominciare ***


La visita era andata in modo diverso da come mi aspettavo, non ero stata stuprata, ero ancora vergine.
La dottoressa mi aveva chiesto di mia madre e del motivo per cui avevo voluto fare quella visita, non avevo saputo rispondere a nessuna delle sue domande. Sheyra mi era vicina e mi confortava, non ero mai stata trattata in modo così tenero tranne che da mia madre.
 
Dopo la visita eravamo tornate al campus, mi sentivo meglio , speravo  che i miei genitori mi avessero cercata. Non era successo nulla , non avevano chiamato lasciandomi un qualsiasi messaggio.  Mi avevano dimenticato.
- Allora Emy hai preso il tuo orario scolastico? – mi chiese Nora
- No…
-  Bene l’ho preso io! Ho anche ritirato la tua uniforme! Abbiamo la stessa taglia!
Più Nora parlava più mi rendevo conto di quanto era entusiasta.
- Abbiamo le stesse lezioni domani, sia in  prima ora , in terza e in quarta. Stai tranquilla i prof sono adorabili!
- Va bene…
- Piccola Emy c’è qualcosa che non va?
In verità non riuscivo ad essere entusiasta per quella situazione, sarei stata contenta se avrei potuto sentire la mia mamma, ma non sarebbe stato più possibile .
Ero stanca di sentirmi così, avevo la possibilità di dare davvero un senso alla mia vita ed era ora di farlo, se alla mia famiglia non importava nulla di me , neanche a me sarebbe importato più di loro. Avrei provato a dimenticare tutta questa storia assurda che mi aveva portato in questo collegio.
 
La scuola era davvero fantastica, come mi avevano già detto.  Nora e Sheyra erano davvero fantastiche. Seguire tutte le lezioni era estenuate, erano tantissime e con tantissime cose da fare , ma adoravo tutto questo , ed era vero i professori erano davvero fantastici , ero una principessa ma in classe ero una comune ragazza.
Dopo un mese di scuola la mia famiglia non si era fatta sentire. Vivevo comunque. Scoprivo che oltre le mura del mio regno , il mondo era semplicemente bellissimo , iniziavo a conoscere una nuova me , che non sopportava più la principessa capricciosa che era stata scacciata da casa.
Avevo imparato a divertirmi e adesso nonostante tutto ero felice , non volevo più che qualcuno mi facesse così male.
Avevamo la possibilità di fare gite fuori città, andavamo a fare lezione al mare o in montagna. La natura aiutava a potenziare gli incantesimi.  Grazie a tutto questo ero anche diventata molto più esperta a padroneggiare la mia magia e questo mi piaceva molto, sarei diventata forte come mia madre , così forse un giorno lei sarebbe stata orgogliosa di me.
Quando iniziai a sentirmi più serena, arrivò la tanto attesa telefonata.
Sentire attraverso quell’apparecchio la voce del mio fratellino era sicuramente la gioia più grande. Mi raccontò di quanto la mamma era stata male per il mio allontanamento , diceva che era dimagrita tanto e papà  che non ne voleva più sentire parlare, e così non ero stata l’unica a stare male.
Adesso era il momento della guarigione, il momento di ricominciare tutto dall’inizio.  

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Capitolo 5
*** L'incontro ***


 
Quando si è sereni non ci rendiamo conto del tempo che passa. 
Non ero mai stata così felice e serena.  Erano passati quattro anni da quando ero andata via di casa e frequentavo il collegio di arti magiche, quattro anni da quando tutto era tornato al proprio posto, ero tornata a casa durante le vacanze estive del primo anno, il castello che ricordavo caldo e accogliente era in verità freddo e non mi sentivo più davvero a casa . Casa era la stanza che dividevo con Nora e Sheyra, eravamo ormai come una famiglia che sapeva occuparsi l’uno dell’altro. Mamma era incredibilmente felice di ciò , anche se le dispiaceva non vedermi spesso, visto che non tornavo quasi più su Twimoons .
Ero cambiata , avevo abbandonato la vecchia me , non ero più la bambina che si era fatta abbindolare da un ragazzo più grande, ciò che non ti uccide dopo tutto fortifica.
Quattro anni non cambiavano solo ciò che avevi dentro , ma ciò che gli altri vedono. I sedici anni  mi donavano molto, ero diventata alta e slanciata , e adesso ero pronta ad affrontare chiunque senza piangere, ero diventata più forte. 
-  Emy! Emy svegliati! - La prima volta che avevo incontrato Nora avevo avuto l’impressione che fosse una rompiscatole , ciò era diventata una certezza già dopo il primo mese di convivenza.
- Cosa vuoi?- praticamente stavo ancora dormendo.
- Corri a lavarti la faccia! Sheyra ci aspetta nella hall !
- Per quale motivo?
- Andiamo in una gelateria nella piazza della città. Fanno del gelato buonissimo!
Ecco il suo asso nella manica, il gelato!
- E va bene!
Ed eccoci fuori da scuola con la nostra bella divisa che faceva capire di quale costoso istituto facevamo parte, tutti portavano rispetto agli studenti della Wizard high school ,anche se alla fine non ne capivo il motivo, era una scuola costosissima con un sacco di le lezioni, alcune inutili.
Nora aveva ragione la gelateria era carinissima e il gelato era buonissimo.
- Sai Nora, io penso che se mettessi un po’ di tutta questa passione che hai per i locali alla moda e ai vestiti, saresti la migliore della classe, se non della scuola! .
Sheyra a differenza della sorella era una persona seria ed equilibrata, credo che se lei non ci fosse stata durante questi anni , insieme con Nora saremmo alla deriva.
- In effetti Nora dovresti impegnarti di più! Tra un po’ ci sono gli esami!- dissi io guardando Sheyra e nel momento in cui io la guardai ridemmo insieme.
Eravamo spensierate, questo è ciò che rende bella l’adolescenza.
- Uffi ! Alla fine non vado così male…
La Nora col broncio era bellissima!
Mentre io e Sheyra sghignazzavamo prendendola in giro, Nora si fece seria e mi guardò dritta negli occhi.
- Emanuela , non voltarti c’è un ragazzo bellissimo che non ha smesso di fissarti un attimo da
Non era la prima volta che attiravo gli sguardi maliziosi dei ragazzi, ma non mi interessava, era stato un ragazzo a rovinarmi la vita e non avevo intenzione di fare la civetta con tutti quelli che mi trovavano carina.
- A si? Lascialo guardare non mi importa!
- Emy credi a me è davvero carino!- Sheyra era come me, neanche a lei importava dei ragazzi, aveva in mente solo lo studio, quindi sei lei diceva che era un bel ragazzo quello che mi aveva messo gli occhi addosso doveva essere davvero carino. Peccato che non mi importava.
- Ho detto che non mi importa!
Mentre continuavo a dire che non mi importava arrivò la cameriera che portò altre tre coppe di gelato.
- Queste sono offerte dal signore seduto lì nell’angolo.-  ci disse.
Fu allora in quel momento che mi voltai a vedere il misterioso ammiratore.
Sembrava che il tempo si era fermato. Mi guardava negli occhi, mentre il terreno iniziava a mancarmi sotto i piedi. Andrea. Con i quattro anni che erano passati lui era rimasto uguale. Tornai a guardare le mie amiche, e notai che Nora lo stava salutando.
- Non osare invitarlo al tavolo Nora! – le dissi.
- Perché è stato carino da parte sua offrirci altro gelato!- davvero non capiva?
- Lui è Andrea …
Iniziava a mancarmi il fiato …
- Emanuela … andiamo via…
Mi tremavano le gambe, non volevo mostrarmi turbata, ero cresciuta, non mi avrebbe più fatto del male.
Sheyra mi guardava preoccupata, Nora era turbata, aspettavo un loro cenno per muovere almeno un muscolo.
- Gli vado a parlare …- dissi guardando le mie due amiche che mi guardarono sorprese .
- Emanuela sei sicura?- mi chiese Sheyra.
- Si aspetto questa occasione da diverso tempo.
Andrea mi aveva umiliata, e io adesso avrei fatto lo stesso.
Mi alzai, sistemai bene le pieghe della gonna, presi la coppa di gelato che gentilmente ci aveva offerto.
Mi avviavi lentamente verso il suo tavolo, mi guardava , sorrideva.
- Ciao…- mi sorrideva.
- Andrea?
- Si?
Adesso sorridevo anche io, presi la coppa e gli e la gettai addosso, forse era un azione infantile, ma adesso mi sentivo un pochino meglio.
Andammo via dalla gelateria e adesso mi sentivo incredibilmente furiosa, era tornato nella mia vita.

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Capitolo 6
*** Chiarimenti ***


 
La rabbia mi annebbiava la vista, non sapevo neanche ciò che dicevo. Eravamo tornati al collegio? Non ne avevo idea. 
- Emy … calmati … - Sheyra provava a calmarmi ma con scarse speranze.
- Devo fare una doccia … -  Possibilmente fredda, avrei lavato via la rabbia e la frustrazione di quelle due ore.
- Alla fine non sa neanche quale scuola frequenti , è stata una coincidenza … - Nora vedeva sempre il lato positivo, solo che io quel pomeriggio non vedevo niente di buono. La mia vita aveva trovato il suo ordine  e adesso , com’ è giusto che sia , era sbucato dal nulla Andrea , non riuscivo a fare altro che odiarlo e sentirmi ancora più arrabbiata .
- Nora , guarda come sei vestita …
Sheyra ci fece notare , un piccolissimo dettaglio molto significate che avevamo tralasciato in gelateria , la nostra divisa …
- Mer… - Ecco la risposta di Nora quando capì a cosa si riferiva la sorella.
Per la prima volta dopo u sacco di tempo mi sentii svuotata.  Finita la doccia guardai le mie amiche e presi una decisione.
- Partiamo per Twinmoons domani!
Sheyra si tolse gli occhiali e mi guardò dritta egli occhi.
- Vuoi scappare? – Sheyra continuava a guardarmi
- Non voglio scappare … voglio passare un fine settimana con la mia famiglia …
- Per me possiamo andare , non ho problemi, evadiamo dalla realtà! – Nora anche se intuiva la verità mi dava comunque ragione.
La sveglia il mattino dopo fu all’alba. Avremmo dormito in treno , e magari Sheyra avrebbe fatto delle foto assurde mentre io e Nora dormivamo.
Il viaggio fu più breve del previsto, sicuramente questa sensazione era data dal fatto che avevamo dormito per tutto il tragitto.  L’accoglienza a casa fu calorosa come sempre del resto; il cielo azzurro con l’ombra delle due lune gemelle, il profumo dei giardini appena annaffiati , mi ricordava quanto alla fine sentivo la mancanza di casa , degli abbracci di mamma , lo sguardo severo di papà e Nicholas.  
La mia camera era grandissima e piena di luce , come la ricordavo. Era così grande che ci si poteva perdere , preferivo così la cameretta che avevo al college.
Stare in camera mi faceva uno strano effetto dopo averlo visto, mi riportava indietro a quei giorni che mi avevano distrutto.
- Emy …
Nora mi guardava , aveva un espressione triste , sicuramente stava interpretando la mia inquietudine.
- Su quel balcone mi ha drogato .
- Ma hai mai chiesto ai tuoi cosa gli ha raccontato?
 Non avevo mai chiesto cosa gli avesse raccontato, non volevo riaprire quella ferita che quegli avvenimenti avevano comportato.
- No …
In quel momento entrò Sheyra con mia madre , forse era giunto il momento di chiedere , in fondo avevo il diritto di sapere .
- Tutto bene ragazze? – La mamma era sempre così dolce , era affettuosa anche con Sheyra e Nora , aveva iniziato a volergli bene da subito.
- Si certo! – Nora sorrideva , serena , come faceva ad essere sempre così spensierata?
- Mamma , posso chiederti una cosa?
Lei mi guardò , si sedette sul letto , la mamma aveva una luce speciale negli occhi, si mise comoda e ci fece sedere accanto a lei.
- Dimmi cara.
Dovevo mettere da parte la paura e parlare.
- Mamma, cosa vi raccontò Andrea ?
Mi guardò,  poi abbassò lo sguardo sulle sue mani, fissava la fede che aveva al anulare , Sheyra mi guardò e io sostenevo il suo sguardo.
- Perché mi chiedi questo proprio adesso?
- In quel periodo non mi avete fatto spiegare , non mi sono potuta difendere , non ho potuto dire cosa fosse davvero successo e non mi sono mai spiegata il motivo …
- Era così evidente … Quando arrivò Andrea con la sua famiglia , il tuo umore cambiò, eri irascibile , inquieta e stavi rinchiusa in camera , non mangiavi più nulla … -  mia madre aveva un espressione così cupa , mi dispiaceva aver tirato fuori quella discussione , ma dovevo sapere.
- Mi sembra strana questa tua richiesta. – non mi guardava , sapevo che era difficile per lei affrontare questo argomento.
- Ti prego mamma finisci …
Continuava a non guardami .
- Quella mattina , prima di colazione , tuo padre andò nel suo studio per guardare dei documenti, Andrea era li fuori dalla porta che lo aspettava …
Avrei finalmente saputo cosa gli avesse raccontato .
- Disse a tuo padre che durante la notte eri andata in camera sua , lui ti fece entrare e tu ti spogliasti . Tuo padre non gli diede credito , ma quando ti cercò in camera tua non c’eri , Andrea aveva ragione …
Avevo pensato tante volte a cosa potesse aver detto  , ma non avevo mai pensato ad una cosa del genere.
- Forse ora è tardi , ma sai mamma Andrea mi ha drogato , ricordo che era pomeriggio e quando mi sono svegliata ero solo nella sua camera mezza nuda …
Parlarne era stata dura per mia madre , ma era alquanto difficile anche per me , erano dei brutti ricordi .
- Hai ragione , parlarne adesso non ha più senso , ma credimi volevo sapere , ormai non possiamo rimediare ai nostri errori .
Mia madre mi guardò dritto negli occhi , aveva un espressione così triste.
- Ti ha usato violenza?
- No.
Mi sorrise , mi baciò sulla guancia  e uscì dalla camera.
 
Il weekend era stato rilassante , niente lezioni solo riposo.
Appena attraversammo la hall , la receptionist ci fermò.
- Signorina Emanuela , è arrivato questo biglietto per voi!
- Di chi è? – Nora non si faceva mai i fatti suoi.
-  Di Andrea …
Le due sorelle si guardarono per poi guardare me . L’incubo era ricominciato .
 
 

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Capitolo 7
*** Il biglietto ***


 
Mi tremavano le mani , non ci potevo credere , avevo in mano un biglietto di Andrea . Mi chiedevo come avesse il coraggio di fare una cosa del genere , ma non si sentiva in colpa per tutto quello che mi aveva fatto?
Sheyra prese il biglietto che tenevo tra le mani e andò in camera, eravamo ancora nella hall , non me ne ero resa conto . Nora mi prese sottobraccio , camminavamo in silenzio , non poteva sapere cosa quel essere ignobile mi avesse scritto.
- Pensi di andare ? – Sheyra ci aspettava seduta al tavolo , teneva quel biglietto tra le mani , lo odiavo .
- No …
- Ma andare dove? Cosa c’e scritto in quel biglietto ? – Nora si sentiva esclusa da quella discussione.
- Andrea mi ha invitato ad uscire … - le risposi
Nora guardò sia me che la sorella , sembrava molto più sconvolta di me .
- Come fa ad avere il coraggio di fare una cosa simile? Non ci posso credere !
La persona che doveva dare di matto ero io no Nora che ormai si aggirava per l’appartamento lamentandosi.
Non sapevo come comportarmi, il mio cervello ormai era andato in fumo. Cosa dovevo fare?  Più Nora si lamentava , più mi sentivo confusa.
- Nora ti prego basta …
- Emy è assurdo …
Guardai la mia amica dritta negli occhi , sembrava più frustrata di me .
- Basta ti prego ,ora vado a letto cercherò di riposare e dovresti farlo anche tu … domani penserò a come comportarmi .
 Dicono che la notte porti consiglio , con me non l’ho ha fatto.
Sentivo caldo , mi giravo e rigiravo tra quelle lenzuola che mi stringevano le caviglie , era una sensazione così famigliare che mi sembrava di rivivere un dèjà vu . Il lunedì mattino era sempre pesante da affrontare , ma questa volta era molto peggio. Guardai la sveglia che avevo vicino al letto  segnava le cinque del mattino , era inutile rimanere ancora a letto, così presi la tremenda decisione di alzarmi dal letto e fare una lunga doccia, magari sarebbe stata lei a darmi consiglio.
Mi stavo spazzolando i capelli ancora bagnati quando presi quella difficile decisione. Avrei incontrato Andrea, volevo vedere se si vergognava di ciò che mi aveva fatto. 
 
Quando le ragazze si alzarono io ero pronta e aspettavo loro per andare a lezione .
- Buon giorno Emy ! - Sheyra mi passò accanto correndo per arrivare prima della sorella in bagno.
Nora entrò nella camera che si stropicciava gli occhi , praticamente stava ancora dormendo .
- Buon giorno Nora!
L’insonnacchiata  mi guardò con gli occhi ancora  chiusi.
- Emy ? Sei già alzata? Sheyra è successo un miracolo ! – Come poteva avere tutta quell’energia appena alzata dal letto? Era un mistero che nessun uomo avrebbe mai sciolto.
- Non ho dormito questa notte , per questo mi sono alzata presto …
Sheyra entrò nella stanza , era già pronta , andava alla ricerca della sua borsa .
- Hai scelto la notte giusta per non dormire ! – il suo sarcasmo era incredibilmente pungente .
- Nora sbrigati , ho bisogno di caffè ! – avevo un incredibile voglia di caffeina .
 
Ci incamminavamo verso la classe della prima ora , nessuno parlava del biglietto che avevo ricevuto , si aspettavano che dicessi io qualcosa , ma quando avrei detto loro cosa pensavo di fare come avrebbero reagito?
- Andrò a quell’appuntamento !
Le due sorelle mi guardarono silenziose, nessuno parlava.
- Fai bene ad andare , ci sono delle cose che questo signore ti deve spiegare!
Era la prima volta che Sheyra era d’accordo con le mie scelte .
Non dovevo più essere succube , adesso le regole del gioco le dettavo io .

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Capitolo 8
*** Sperare , Pensare , Sentire ***


La lezione doveva essere interessate , solo che non riuscivo a seguire una sola parola del professore.  Il mio quaderno degli appunti era pieno di scarabocchi , se continuava così non sarei riuscita ad affrontare l’intera giornata.  
- Emy? Capisco che non hai dormito sta notte , ma non puoi farlo adesso  a lezione! -  Nora mi guardava ed era anche un po’ arrabbiata.
Alzai lo sguardo dal mio capolavoro :- Nora ti prego …
- Principessa ti conviene alzarti da quella sedia e andare a seguire l’altra di lezione
- Nora non capisco se vuoi litigare oggi , che hai?
Nora uscì dalla classe senza dirmi niente , non capivo perche facesse in quel modo.
Non mi parlò per le tre ore consecutive , non era mai capitato e ciò non aiutava a migliorare la situazione .
Finalmente arrivò la pausa pranzo , forse sarei riuscita a parlarle.
- Come è andata la mattinata ragazze? –
Era difficile vedere Sheyra felice e di buon umore durante le ore di lezione , sicuramente aveva incontrato quel ragazzo che le piaceva tanto ma che cercava di tenere nascosto.
Nora continuava a non parlare.
- Non bene … Nora non vuole parlare!
Sheyra guardò me e poi sua sorella :- Perché ?
- Non mi va giù il fatto che è giunta ad una conclusione del genere senza avercene parlato.-
Ecco perché non mi parlava , quello che temevo , non era d’accordo con me.
- Sorellina , è giusto che lei lo incontri , io vorrei sapere il perché si è comportato in questo modo. Tu non vorresti saperlo? 
Nora non parlava teneva gli occhi bassi sul piatto che le aveva passato la sorella , non so come avrei reagito io al suo posto , ma avevo voglia di incontrarlo e di sapere , magari dopo sarei stata più serena con il mio passato .
- Certo Emanuela ne avresti potuto parlane con noi prima di essere decisa ad andare ad un appuntamento con quell’individuo , ma io dopo tutto avrei agito come te !
Sheyra non mi guardava , beveva il suo succo d’arancia e sembrava essere tornata seria , pranzavamo in silenzio , nessuno aveva voglia di parlare .
- Però non andrai sola …
- Nora , se andiamo insieme mi mostrerò debole …
- Ti fidi di Andrea? Non ci posso credere …
Sheyra ci guardava ma non parlava , a cosa pensava ?
- Non mi fido , ma non voglio fargli credere che ho paura e adesso so difendermi , mio padre mi ha mandato in questa scuola per imparare a padroneggiare la magia con cui sono nata e adesso ne sono davvero capace !
- Nora saranno in un bar , cosa credi che possa fare in mezzo a tante persone? Rapirla? – Sheyra mi appoggiava , non era mai capitato .
- Sai cosa ti dico sorellina? Noi due andremo comunque staremo in disparte , lui non si accorgerà neanche di noi e potremo vedere così cosa succede !
Guardavamo Nora come se fosse impazzita.
- Nora parli sul serio? – chiesi .
- Ovvio !
- Vedi sorellina quando fai così sai essere intelligente !
Non ci potevo credere , erano in combutta contro di me , assurdo.
 - Vedi piccola Emy abbiamo trovato una soluzione !
In verità io avevo più paura di quelle due sorelle diaboliche che di tutti gli Andrea in giro per il mondo.
- Non ci posso credere … - ero scioccata .
- In verità io non posso credere che ci vuoi andare davvero da sola , una volta ti sei fidata di lui e ricordi cosa è successo? Sei arrivata qui che eri una ragazza distrutta ! D’accordo che vuoi incontrarlo però …
Davvero avevo paura di loro soprattutto di Sheyra .  
 
Alla fine era arrivato il pomeriggio dell’appuntamento , ero pronta , mi sentivo pronta .
Non potendo discutere la decisione delle due sorelle , le quali avevano costruito un piano ben elaborato , sarebbero arrivate nel luogo dell’appuntamento qualche minuto prima che arrivassi io, avrebbero tenuto sotto controllo la situazione da lontano . Mi faceva un po’ ridere il loro modo di comportarsi da agenti super segreti. 
Il luogo dell’appuntamento era un caffè ,  un locale raffinato e pieno di luce , aveva l’aspetto di un locale universitario. Appena entrai lo vidi subito , era seduto ad uno dei tavoli , era appartato ,leggeva una rivista bevendo da una tazza , sembrava così adulto , non lo ricordavo così , era affascinante …
Mi avvicinai al tavolo , sorpresa di vedere in una sala del genere una bambina che giocava intorno ai tavoli.  
- Mi stava aspettando ?
Alzò lo sguardo e mi sorrise , oddio cosa era quella sensazione di vuoto?
- Emanuela! Non pensavo che sareste venuta !
Si alzò e mi fece accomodare , un vero gentiluomo , dove era finito il pazzo che avevo conosciuto anni addietro?
- Non pensavo neanche io che avrei accettato di venire , voi mi avete fatto molto male e ancora dopo tutto questo tempo non ne capisco la ragione …
- Dritta al punto , vero Emanuela ? Se dobbiamo parlare proprio di ciò vuoi avete rovinato i miei pantaloni preferiti !
Sorrisi :- Andrea per quello basta la smacchiatoria  !
Scoppiò in una risata fragorosa , non ricordavo niente di così profondo da darmi un senso di vertigine.
- Volete sapere perché ho fatto lo stronzo e mi sono fatto odiare dai miei genitori? Semplice in quei giorni la mia ragazza mi lasciò e  c’è l’avevo a morte con tutte le donne del mondo , vi ho incontrato nel momento peggiore e vi ho fatto passare l’inferno e mi dispiace molto questo .
Aveva parlato tutto d’un fiato , aveva detto tutto quello che volevo sentirmi dire e non potevo credere davvero a ciò che sentivo. Aveva rovinato parte della mia vita per così poco che adesso mi sentivo infuriata .
- Andrea vi rendete conto di ciò che state dicendo? – cercavo di nascondere il nervosismo.
- Si Emanuela e mi dispiace davvero molto , purtroppo quando si ama una persona e si ci fida di questa credendo di aver creato qualcosa di stupendo e poi si scopre che ciò è solo un illusione e difficile d’affrontare.
- Eravate molto innamorato di questa donna? – la domanda uscì fuori spontanea , neanche mi sarei aspettata che avrei messo in secondo piano i miei sentimenti.
- Già ero stupido e pensavo che avrei avuto tutto !
Fummo distratti dal rumore di una tazza che cadeva a terra rompendosi in un milione di pezzi e dal pianto di una bambina . Andrea  si alzò immediatamente correndo dalla bimba che piangeva. Mi voltai alla ricerca delle mie amiche , trovai lo sguardo sconvolto di Nora mentre Sheyra ovviamente era imperscrutabile.
- Scusate Principessa , la mia bambina è un po’ pasticciona.
Andrea tornò al tavolo stringendo tra le braccia la bimba riccioluta che avevo visto entrando .  

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Capitolo 9
*** Come due cavi elettrici ***


Il viso della bimba era nascosto nell’incavo del collo del padre , doveva essersi spaventata , era curiosa mi guardava e poi si nascondeva sorridendo .
Tra tutte le possibilità esistenti quella che avesse un figlio mi sembrò la più assurda , se non lo avrei visto con i miei occhi non gli avrei creduto mai.
- Che bella bimba ! Come ti chiami piccola? – a questo punto perché non cercare di conoscere sua figlia ?
La bambina mi guardò per un attimo ma tornò a nascondersi tra le braccia del padre .
- Lei è Shadya ! Amore saluta la nostra amica dai ! – la piccola rimaneva nascosta.
Quest’ uomo era davvero la persona tanto meschina da aver convinto mio padre a cacciarmi di casa anni addietro ? La persona che avevo conosciuto non sarebbe stato così tenero con la sua bambina , era una persona così menefreghista …
- E’ una bambina bellissima Andrea , non mi aspettavo foste sposato !
- Non lo sono infatti !
Non riuscivo a crederci . Forse del resto non era cambiato .
- Dopo la vacanza a casa vostra , la ragazza che mi aveva spezzato il cuore mi informò che era incinta , mio padre voleva che la sposassi , ma alla sua famiglia non interessava un matrimonio riparatore ed eccomi qui a fare il papà part time .
Non percepivo nessuna emozione dal suo tono di voce , mi era sembrato più turbato mentre raccontava di come la madre della bambina gli avesse spezzato il cuore .
- Quanti anni avete Andrea?
Mi guardò , credo fosse sorpreso della mia domanda .
- Ventidue , sono un po’ più vecchio di voi Emanuela !
Ogni volta che pronunciava il mio nome sentivo la terra mancarmi sotto i piedi , sicuramente era la frustrazione di non avergli potuto scaricare addosso tutta la mia rabbia , visto che ero stata presa contro piede da quella bambina .
- Non siete vecchio ! – ma perché adesso portavo la conversazione a questo punto?
Vidi Nora uscire dalla sala seguita da sua sorella , era successo qualcosa che l’aveva molto turbata , con una scusa qualsiasi dovevo congedarmi .
Mi sorrideva , quella sensazione mi attanagliava lo stomaco adesso , sicuramente mi stavo ammalando , tra lo stress di scuola e quello che mi aveva provocato questo appuntamento ero sicuramente malata.
Guardai distrattamente l’orologio ed ecco la scusa.
-  Scusatemi Andrea ma per me si è fatto tardi , devo andare !
- Spero di rivederci presto ! – continuava  a sorridere .
- Io penso di no ! – sorrisi anche io e uscii dalla sala .
Non mi ero mai sentita così , la testa tra le nuvole , lo stomaco sottosopra , chissà che virus avevo preso .
Salita in macchina  Nora non mi guardava , era arrabbiata con me, per quale motivo?
- Cosa succede ?
Sheyra sbuffò , non riuscivo  capire .
-  Davvero Emy non riesci a capire ?
No non capivo …
- Cosa devo capire ? Spiegatemi …
- Ti sei innamorata di quell’essere! – Nora adesso sbraitava
- Che stai dicendo ? È assurdo ! Non sono innamorata di nessuno !
- Forse non te ne rendi conto ma è così !
Quando avevo conosciuto le due sorelle avevo capito che erano speciali , ma ciò mi fu confermato ancora prima che fosse passata una settimana dall’inizio della nostra convivenza . Iniziavo ad imparare così che Nora era in grado di percepire i sentimenti delle persone che le stavano vicine ! Per questo quella prima sera al campus era stata così accondiscendente , mi avvertiva delle ragazze che mi ritenevano una minaccia , non ho mai capito il perché il realtà ,  chi era invidioso ; sapeva un sacco di cose a cui pensavano persone con cui lei non aveva nessuna conoscenza. Mi confermò così quale era il suo dono , nessuno poteva mentirle .
-  Non è vero ! – continuavo a negare con fermezza , ma sapevo che se Nora diceva che mi ero innamorata era così.

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Capitolo 10
*** Controvento ***


 
Ai giorni che seguirono all’incontro con Andrea , a fare da collante tra me e Nora era Sheyra. Nora non mi parlava , non aveva neanche il coraggio di guardarmi . Da parte mia pur sapendo che lei non si sbagliava mai non avevo voglia di darle ragione , in fondo non sapevo neanche io cosa provavo per quel ragazzo .  La mia amica mi mancava terribilmente , le giornata a scuola erano qualcosa che non avevo neanche pensato potesse accadere . Tutta quella situazione non faceva altro che rendermi ancora più confusa.
Anche le sere nell’appartamento erano terribili, non si rideva più , non stavamo più tutte e tre insieme a parlare della giornata appena trascorsa stese sul letto , raccontandoci i nostri pensieri . Sheyra e Nora non erano semplici amiche , erano le mie sorelle.
Avevo il viso nascosto tra i cuscini per attutire i singhiozzi , così non mi accorsi che Sheyra era entrata nella stanza  finche non si sedette sul letto accanto a me.
- Ehy piccola !
Non mi andava proprio di parlare , di discutere …
-  Dai Emy  fammi spazio
Se non lo avrei fatto volontariamente , senza ombra di dubbio Sheyra mi avrebbe spostata lei e magari mi avrebbe fatto cadere dal letto.
Si accomodò sul letto e mi strappò il cuscino , non la guardavo , sapevo benissimo il motivo per cui era venuta.
- Emy hai capito il perché Nora è così arrabbiata ?
Doveva avere mille motivazioni , ma no riuscivo proprio a capirne il vero motivo.
-  No …
- Nora ha paura di perdere le persone che ama. È terribilmente spaventata da dopo che i nostri genitori sono morti . Il suo dono l’ha fatta crescere dubitando delle persone. Quando i sentimenti si fanno contrastanti , lei esce fuori di testa.
Sapevo ormai da tempo che le due ragazzi avevano perso entrambi i genitori a causa di un brutto incidente , ma non avevo mai pensato che Nora o Sheyra avessero così paura di perdere qualcuno a loro caro.
-  I miei nonni non erano d’accordo che mia madre sposasse un terrestre , ne valeva dell’onore di tutta la famiglia …
Il pianeta Terra era molto simile ad Arrakis , distavano uno dall’altro milioni  di anni luce. Arrakis aveva la magia che scorreva al suo interno possedeva collegamenti con regni straordinari , avevamo la natura incontaminata dominata dalle fate e dagli elfi , nei  mari regnavano le sirene bellissime. La terra invece era in decadenza , i suoi abitanti non avevano capito come trattare quel luogo prezioso .
Qualche antenato della mia famiglia sicuramente proveniva da quel pianeta un tempo meraviglioso , e passeggiando per strada non era raro incontrare qualche terrestre . I terrestri erano pochi , non era facile raggiungere Arrakis , e quei pochi abitanti stavano riuniti tra loro , e proprio come aveva accennato Sheyra i matrimoni tra noi e loro non erano mai ben visti.
-  Noi siamo cresciute con la nonna , ci amava molto , ma tutte le volte che ci guardava si ricordava di mio padre , della tristezza che ne aveva portato la sua comparsa nelle loro vite ,  c’erano giorni che non riusciva neanche a guardarci. Nora ha sempre saputo che niente sarebbe stato più come prima.
Mi sentivo terribilmente in colpa nei suoi confronti , non sapevo come comportarmi , cosa sarebbe successo se non ci fossimo mai chiarite?
- Non pensavo che Nora soffrisse così tanto …
-  Ha sempre cercato di non far pesare tanto il suo dono , di non mostrarsi vulnerabile , di non far  vedere i suoi sentimenti .
Nora sorrideva sempre anche quando moriva dentro . Questo la rendeva meravigliosa .
-  Grazie !
Sheyra mi sorrise comprensiva come sempre , uscii dalla mia camera ed entrai in camera di Nora, era nel mio stesso stato d’animo , come potevo essere stata così stupida?
-  Nora , perdonami ti prego …
Scese dal letto e mi venne incontro, ci tenevamo strette e piangevamo insieme .
Da  quel momento qualunque cosa sarebbe successa non sarebbe stata in grado di separarci. 

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Capitolo 11
*** Dolci imprevisti ***


I giorni passavano , il rapporto con Nora era tornato perfetto come lo era sempre stato. Adoravo la mia amica così stramba e infinitamente vulnerabile , io avevo bisogno di loro , e loro avevano bisogno di me .
Andrea aveva detto o mi aveva detto che ci saremmo rivisti , ma non si fece sentire per settimane e alla fine mi andava bene così.
Nora aveva ragione ero affascinata da lui , incredibilmente affascinata , solo perché lo vedevo così intrigante che l’idea di passare del tempo con lui mi entusiasmava. Ma ovviamente non mi aspettavo di rivederlo , forse non lo avrei rivisto più e infondo era un bene .
 
Quel pomeriggio di novembre io e le ragazze eravamo incredibilmente stanche , era tempo di esami , e i professori non ci davano tregue. Camminavamo nei corridoi in silenzio come degli automi . Sheyra trascinava i piedi talmente era stanca , avevo voglia di dirgli che camminare strisciando i piedi e cattiva educazione , ma non riuscivo a darle torto visto che il corridoio che portava alla nostra camera sembrava non finire più.
 -  Oh mio amato letto ! Quanto mi sei mancato!? – la dichiarazione d’amore più bella del mondo fu di Nora che andava incontro al suo amato.
La piccola sala che divideva le tre porte dell’appartamento che dividevo con le mie amiche era sempre in ordine e ben pulita , sul tavolo di vetro che riempiva la saletta vi erano sempre dei biscotti ,tranne quel pomeriggio. Al centro del tavolo c’era  un enorme vaso pieno di rose rosse, la stanza era piena del loro profumo.
-  Ma cosa …?
Sheyra si avvicinò a guardarle, Nora sbucò dalla sua camera e ci osservò, il mio cuore batteva all’impazzata , sapevo che non avevo alcun diritto di reagire in quel modo, non sapevo se quei fiori erano stati portati per me o per le ragazze , infondo al mio cuore però speravo che le avesse mandate Andrea .
- Chi le manda? – chiesi
Sheyra si voltò verso di me : - Sono per te, le manda Andrea …
Il cuore adesso cercava di uscire dal mio petto , mi avvicinai alle due sorelle, alle rose profumatissime , ero entusiasta , finalmente si era fatto vivo e mi avevo dato un appuntamento.
- Io mi rifiuto di parlare …- Nora ovviamente era già in disaccordo con me , me lo aspettavo come lei si aspettava la mia reazione.
- Allora perché stai parlando sorellina? –Sheyra per noi due era il campo neutro , rispetto a noi due era decisamente più adulta , le ero grata di questo , perché ha sempre continuato a ricordarmi la mia strada.
- Lo sai Sheyra , non mi fido di quello li …
- Lo sappiamo tutti che non puoi sentire neanche il suo nome , ma è una decisione che spetta ad Emy , noi possiamo solo darle i nostri consigli …
- Nora … -  parlavo con gli occhi bassi , non volevo turbarla più di quanto già non fosse.
- Sai mi sento così agitata , non so come comportarmi …
Nora aveva lo sguardo fiero ormai vedeva oltre me :- Hai le farfalle nello stomaco, hai perso la ragione , incontrerai il Conte e con lui i tuoi guai …
Andò a letto , e per quella sera , io per lo meno , non la vidi più .
Più tardi quando fui sola nel mio letto , in compagnia dei miei rumorosi pensieri , presi la mia decisione , avrei incontrato di nuovo Andrea .
La colazione la mattina dopo fu tranquilla, Nora sorrideva , Sheyra ripassava i suoi appunti di divinazione e io ero tra le nuvole.
-  Sai principessa , una persona normale sarebbe in quello stato durante un corteggiamento , un bacio appassionato , dopo aver fatto l’amore … - si fermò un attimo poi sorridendo continuò :
- Lo hai visto a stento una volta , ti manda dei fiori e sei già con gli occhi a cuoricino, tesoro cerca di riprenderti!
Sheyra smise di leggere e guardò la sorella che sghignazzava , io rimasi allibita .
- Perché mi guardate così ? Ho detto solo la verità !
- Io non ho gli occhi a cuoricino!-  Obbiettai.
- Dalla mia prospettiva hai decisamente gli occhi a cuoricino! – Nora sorrideva languida sbattendo le sue lunghe ciglia.
- Ahahaha … basta Nora ti prego! – Sheyra dal canto suo non si fermava più dal ridere
- Uffa!
Non smisero di prendermi in giro per giorni e infondo era una cosa che mi piaceva , sapevo che Nora non mi teneva più il broncio , Sheyra controllava il mio guardaroba ogni giorno per scegliere cosa avrei dovuto indossare. L’idea di quell’appuntamento divertiva tutte e tre .
 
-  Come sto? – chiesi alle mie due amiche mentre mi guardavo allo specchio in cerca di difetti nell’outfit.
- Le pieghe della gonna mi piacciono un sacco , fanno tanto retrò! – Nora era entusiasta forse più di me.
- In fondo Emy saresti sexy anche con addosso solo un sacco dell’immondizia !
Io e Nora guardavamo scioccate Sheyra che tranquillamente mangiava delle palline di cioccolato.
- Io non volevo essere sexy Sheyra , sarei potuta andare anche con l’uniforme scolastica , infondo non mi importa più di tanto…
- Che sei bugiarda Principessa , se fino ad un attimo fa eri preoccupata se eri presentabile o meno!
- Scusa !- mormorai
Avevo un po’ di panico , ma era una cosa che avrei superato appena avrei varcato il cancello della scuola.
- Io non sono molto d’accordo che vada da sola …
Nora era davvero in pensiero e mi dispiaceva vederla in questo modo.
- Sorellina non ha senso che andiamo anche noi , ormai Emy deve affrontarlo da solo o non lo farà mai. –
- Sapete …- Nora ci guardò :- Non sarebbe diverso se fosse un altro ragazzo…
Le sorrisi grata di quella apprensione così materna.
 
Quella calda caffetteria sembrava ormai un punto di incontro , dal quel pomeriggio in poi sarebbe stato il nostro punto di incontro.
L’ambiente caldo e il profumo di cioccolata calda mi mandò su di giri, ma quello che davvero mi fece perdere ogni cognizione fu vederlo seduto a quel tavolo , leggeva attendo , i rumori della sala non lo disturbava per niente, era seduto li così tranquillo quanto potente .
- Salve! – dissi sedendomi al suo tavolo.
Trasalì , non si era accorto di me fin a quel momento.
- Emanuela non so come farmi perdonare , è un piacere per me stare qui con voi oggi!
Il mio cuore batteva all’impazzata , non capivo più nulla, Chi ero? Dov’ero? Perché ero li?
L’unica cosa a cui riuscivo a pensare erano i suoi occhi.
- Il piacere è mio Andrea …
- Il mio comportamento è stato imperdonabile , dopo il nostro incontro non vi mandato neanche un biglietto, dei fiori niente sono imperdonabile …
Forse tutto ciò che mi era accaduto a casa quattro anni prima non era davvero accaduto , una persona così per bene non avrebbe potuto fare nulla del genere. Ero in estasi , Nora aveva decisamente ragione a dire che ero cotta di lui , più che altro ero stracotta.
- Non fa nulla , davvero … - ero rimasta molto male in verità , ma le rose che avevo ricevuto qualche giorno prima mi avevano cambiato le cose.
- Sapete Emanuela , siete diventata davvero bella , siete bellissima, gli occhi di tutti gli uomini in sala vi osservano, sono davvero fortunato ad essere il vostro accompagnatore!
Sentivo salire un calore sospetto su per il viso , sicuramente dovevo essere arrossita.
- Sono lusingata …
- Da quanto vi ho rivisto ho avuto una voglia irresistibile di baciarvi …
Oh ora si che non capivo sul serio più niente … 

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Capitolo 12
*** Pensieri Indiscreti ***


Camminavo nei giardini adiacenti al campus e non capivo cosa riuscisse a farmi andare avanti , visto e considerando che non ci stavo per niente con la testa. Avrei potuto benissimo galleggiare in aria e sinceramente non me ne sarei accorta .
Aprii la porta della camera con fare automatico , non mi ero accorta di essermi spinta così lontano.
- Oh mamma ! Cosa è successo ? – Nora era seduta sulla poltrona bianca che dominava nell’entrata della camera , mi guardava con aria interrogativa .
Per tutto il pomeriggio non avevo usato molto la bocca , per parlare per lo meno non mi era servita  e adesso non mi ricordavo più come si faceva.
- Hai perso la lingua principessa? – Adesso anche Sheyra mi osservava con la stessa espressione di sua sorella.
- … - provai ad aprire le labbra ma non ne uscì alcun suono.
Nora adesso sembrava spaventata.
- E’ tutto ok ragazze ! – finalmente ero tornata a parlare : - Andrea mi ha baciata , più volte e mi è piaciuto molto … - ero imbarazzata della mia confessione.
- Ma come? Ma che ti detto? Sei arrivata e ti è saltato addosso ? Siediti riprendi fiato , voglio i particolari! – Nora era elettrica
- Dirai a tuo fratello che Andrea , la persona che per dispetto ti ha fatto cacciare di casa ti ha baciato e che ti è piaciuto pure?  - Sheyra a differenza la notizia la infastidiva non poco , non sapevo esattamente il perché.
- Che vuoi dire? Di certo non andrò a chiamarlo per dirgli una cosa del genere , non dovrà saperlo per ora …
- Beh penso che lo scoprirà se non riprendi il controllo della tua faccia …
Nora la guardava male , il mio racconto di Andrea era stato interrotto e questo la infastidiva notevolmente.
- Beh Sheyra la ramanzina potevi risparmiarla per dopo , io voglio sapere come è andata e tu ci rompi mettendo in ballo anche Nick , è ingiusto !
Con tutto questo parlare di mio fratello mi confondevano ancora di più di come già lo ero.
- Mi spiegate dove volete arrivare per favore?
- Mentre eri fuori  con Andrea che ti baciava , ha chiamato tuo fratello avvertendoci che arriverà domani in metà mattinata , ci aspetta per pranzo ! – mi spiegò Sheyra con sufficienza .
- Oh …
Adesso ero nei guai …
Nora mi seguì per fino sotto la doccia per ascoltare quello che avevo da dire su Andrea , mi esaminò per un po’ e alla fine disse :- Credimi Emy ti voglio bene come una sorella ormai , sono davvero felice di questo tuo stato d’animo , dell’amore che stai provando, ma io non mi fido di Andrea …
Pensava sicuramente a qualcosa mentre concluse :- dovrei incontrarlo , solo in questo modo potrei  leggere i suoi sentimenti …
Ormai avevo dato il mio cuore ad Andrea , di questo ne ero certa , in qualunque caso , giusto o sbagliato era una cosa che mi faceva sentire felice quindi non l’avrei lasciata andare via facilmente.
 
- Signorina Emanuela se la lezione non è di suo interesse può accomodarsi fuori!- creare Pozioni e Filtri mi aveva entusiasmato sempre ma oggi non era quel giorno e il Professore se ne accorse.
Uscii silenziosa dalla classe , non sapendo neanche come fosse successo , un vuoto totale.
Tra poche ore e avrei rivisto mio fratello , avrei dovuto incontrare Andrea in verità, il non poterlo incontrare mi dispiaceva moltissimo, che avrei dovuto fare? Potevo incontrare entrambi? La risposta era semplice e diretta tanto che faceva male.
- Emanuela sei qui con noi oggi? – Sheyra mi stava davanti con i libri in mano , era incredibilmente di cattivo umore.
- Stai bene cara? – Nora mi era seduta accanto e mi osservava preoccupata.
Quando erano arrivate? Non ci stavo proprio oggi …
- Avevo appuntamento con Andrea questo pomeriggio …
- A lezione il tuo problema era questo Emy?
- Pozioni è una materia di corso Emy , non farti distrarre dai tuoi problemi personali , tra poco ci saranno gli esami … -  Nora era la più restia al mio incontro con Andrea eppure adesso era più tranquilla nei confronti dei miei sentimenti a differenza di Sheyra e la cosa la disturbava non poco.
-Fai una scelta Principessa, vai ad incontrare Andrea e deludi tuo fratello  , vai da tuo fratello e dai buca al Conte Affascinante … - Sheyra non mi guardava :- Tua la decisione , tua la scelta !
Purtroppo era vero. Se non avrei incontrato Nick lo avrei deluso per sempre, era venuto in città solo per me , per passare del tempo con me non potevo deluderlo assolutamente.
- Hai ragione Sheyra ! E’ una mia decisione chi incontrare. Andremo insieme a pranzo con Nick e chiamerò Andrea per spostare il nostro appuntamento.
Nora mi sorrise fiduciosa, Sheyra da parte sua non era convinta . Sapevo perfettamente cosa aveva , era preoccupata per me , lo era stata anche Nora. Entrambe le sorelle era preoccupate per me, la verità era che ormai eravamo come sorelle e questo ci faceva preoccupare l’una per l’altra.  
 
 
L’hotel dove alloggiava mio fratello era incredibilmente sontuoso, era adatto ad ospitare un principe. Mio fratello dopo tutto adorava essere circondato da cose belle ed eleganti.
Il ristorante dell’hotel era proprio come me lo aspettava grande e pomposo e sontuoso , e lui era li. Amavo incredibilmente mio fratello, avevo sempre sofferto la separazione da lui , nonostante le mie amiche che mi erano sempre vicine , lui mi mancava , mi mancava il suo modo di ridere , i suoi abbracci , mi mancava lui.
Non lo vedevo da mesi, era così cambiato , quasi più alto me, con i miei stessi occhi ,era felice di vedermi come io ero felice divedere lui. L’attimo dopo eravamo abbracciati al centro della grande sala da pranzo, era felice di aver preso questa decisione, come avevo potuto dubitarne?
-  Emy sei bellissima!
- Nick tu sei bellissimo! 
Ci somigliavamo così tanto , era uno splendore ,ed ero così felice di vederlo.
- Come stai sorellina? –
Sedevamo intorno al grande tavolo , già  pronto con le prime portate.
- Bene, vederti qui è bellissimo ! – risposi con la gioia che mi riempiva l’anima.
- Non avevo niente da fare a casa, mi annoiavo a morte , cosa fare di meglio che andare a trovare la mia cara sorellina?- sorridente come sempre il mio fratellino riempiva l’aria con la sua allegria.
- Certo , non hai da studiare? Cosa dice la mamma del tuo essere così annoiato?
- Mi ha detto che dovrei tenermi occupato, così ho deciso di costruire una casa! – sorrideva radioso davanti il piatto di ravioli in salsa rosa.
Nora lo guarda estasiata,non potevo credere a ciò che vedevo.
-  Nick … Cosa vuol dire ? Una casa … e Papà?- poteva essere vero?
- Papi approva anzi abbiamo già iniziato i lavori da tempo !
Cosa voleva dire?
- Sul serio ?
Non so, ero scioccata, una casa , ma dove?
- Ma dove state costruendo? – adesso ero curiosa , wow il mio fratellino con una responsabilità così grande.
- Qui ovvio!
Che notizia …
- Tutto questo per stare accanto a tua sorella? – Sheyra lo guardava , anche lei radiosa .
- Certo, anche per la mamma . Ne lei , ne papà vogliono ammetterlo , ma manchi tanto a casa. In questo modo mamma sarà più felice, serena!
- E’ bellissimo , Nick ! – ero commossa :- Non poteva esserci regalo più bello , Grazie fratellino!
Le lacrime arrivano silenziose e mi solcano il viso.
- Volete vederla? È qui vicino! -  Nick era entusiasta.
- Si! Si andiamo! – Nora ormai saltellava sulla sedia dall’emozione.
- Andiamo allora!
Eravamo tutti entusiasti, non c’era dubbio. Eppure ero in pensiero, Andrea mi avrebbe aspettato sul serio?
La macchina aveva i vetri oscurati e potevo guardare fuori, tranquilla chela gente non potesse riconoscermi, dopo che iniziai ad andare al collage la mia vita era diventata una curiosità interessante per le persone, mi scattavano foto e venivano anche pubblicate su diverse testate giornalistiche, la cosa mi infastidiva un po’.
 La macchina camminava tranquilla e silenziosa, potevo guardare tranquillamente fuori senza che il senso di nausea che di solito mi assaliva facesse la sua comparsa. Attraversavamo una parte della città elegante con bellissime residenze , il viale era ricoperto da alberi in fiori , sicuramente avevano un odore favoloso come il loro magnifico aspetto.
Fissavo la strada pensando ad Andrea e poi la vidi, una ragazza era seduta malamente sotto uno di quei bellissimi alberi, piangeva,era disperata , non  capii il motivo che mi colpi così tanto in lei. Alzò lo sguardo e mi fissò attraverso i vetri scuri dell’automobile , i suoi occhi verdi velati di malinconia mi accompagnarono per molto , moltissimo tempo

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