Giusto e sbagliato

di persemprelui
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo-Prigionia ***
Capitolo 2: *** Regalo di compleanno ***
Capitolo 3: *** Sopravvivenza ***
Capitolo 4: *** Contatto ***
Capitolo 5: *** Luci luminose ***
Capitolo 6: *** Ritorni ***
Capitolo 7: *** Strane scoperte ***
Capitolo 8: *** Ricerche e domande ***
Capitolo 9: *** Vicini ***
Capitolo 10: *** Respiri ***
Capitolo 11: *** Visioni ***
Capitolo 12: *** John Bristow ***
Capitolo 13: *** Cassiopea Lyra Black ***
Capitolo 14: *** Niente è come sembra ***
Capitolo 15: *** Matrimoni ***
Capitolo 16: *** La resa dei conti ***
Capitolo 17: *** Epilogo-Un anno dopo ***



Capitolo 1
*** Prologo-Prigionia ***


Sdraiata su quello che doveva essere lo scheletro di un materasso, mi guardai intorno: buio, talmente profondo che i miei occhi dovettero abituarsi, se non fosse stato per la minuscola finestra.
Puzza, di sconfitta, di chiuso, lerciume. Quell’odore acre mi riempì le narici.
In lontananza, i lamenti di altre ragazze come me, interrompevano il silenzio intorno a me.
Chiusi gli occhi e immaginai di essere ad Hogwarts, nel mio comodo letto da caposcuola, in una delle sue bellissime stanze, con il suo profumo di pino e di fresco. Ripensai al svegliarsi la mattina e trovare la colazione pronta sulle lunghe tavolate; ripensai alle lezioni, alle sue aule vuote, alla mia amata biblioteca. Immaginai, nella mia mente, Hogsmade decorata per Natale, con la neve fresca che scendeva fitta, ricoprendo il terreno.
 
Io, Hermione Jean Granger, membro del magico trio, prigioniera di qualche sconosciuto.
Di qualcuno tanto crudele, da rinchiudere delle ragazze innocenti in posti come questo.
 
Dopo la fine della guerra, i Mangiamorte avevano preso il sopravvento, portando solo distruzione e dolore.
Nella mia testa riecheggiavano ancora urla e lamenti.
Non avevo più notizie di Harry, Ron, Nev, Ginny, Luna da.. oddio quanto tempo era passato ormai? Sentii le loro risate, rividi i loro volti felici e sorridenti, nonostante tutte le sofferenze provate.
Portai le mani al viso e cominciai a singhiozzare piano. Mi mancavano tremendamente e avevo bisogno di loro, della loro forza e sentivo che quella, sarebbe stata la mia fine, la fine di tutto quello che avevo fatto per il mio mondo magico.
 
Era stato tutto inutile. Lui aveva vinto comunque, ed ora, teneva tutti in pugno.
 
Ancora con questi pensieri, sentii un rumore fuori dalla mia cella; passi veloci, voci concitate, urla. Mi appiattii contro il muro, quando la porta si aprì di scatto, facendo un frastuono assurdo. Sulla soglia la sagoma di quello che doveva essere un uomo, si stagliava minacciosa.
Non lo conoscevo, nonostante fosse in controluce ne ero certa e a confermarlo fu la sua voce, a me sconosciuta
<< Alzati e vieni con me, finalmente è arrivato il vostro turno, sei contenta?>>
Il sarcasmo nella sua voce mi fece rabbrividire, ma… turno per cosa? Dove volevano portarci?
Tremai ed uscii dalla cella.
Una luce accecante m’investì.
 



Ed eccomi tornata con un’altra storia, diversa dalla precedente.
Spero di non deludervi!
Ciaoo e alla prossima!

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Capitolo 2
*** Regalo di compleanno ***


Camminavo per quei corridoi bui con un lenzuolo logoro e puzzolente addosso, il freddo pungente mi entrava nelle ossa come tanti piccoli aghi.
Arrivati davanti ad un’altra porta scura, il mio accompagnatore mi spinse dentro con poca grazia.
<< Preparati e vedi di muoverti. Non abbiamo tempo da perdere qui. E vestiti decentemente>>
<< O-ok>> risposi flebilmente. Non avevo voglia di ribattere, anche se gli avrei tirato un pugno in faccia molto volentieri.
Entrai nella stanza e lo sconosciuto chiuse la porta alle mie spalle con un tonfo. Mi ritrovai sola.
Guardai attentamente quella stanza e notai che era arredata elegantemente: un letto a baldacchino faceva capolino in mezzo alla stanza, un lampadario enorme, situato sopra la mia testa, illuminava la stanza; di fronte a me un maestoso armadio in mogano. Mi avvicinai ad esso e lo aprii.
Wow.
C’erano vestiti di tutti i tipi, eleganti, sportivi… ma che merlino di posto era quello?
Notai un bagno e vi entrai: una bellissima vasca apparve davanti ai miei occhi e decisi di farmi un lungo e “rilassante” bagno.
 
Uscita dalla vasca tornai nella stanza e mi posizionai davanti l’armadio. Cosa avrei dovuto indossare? Non sapevo nulla di quello che avrei dovuto fare, di quello che mi sarebbe aspettato, come potevo sapere cosa mettere?
Rimasi a fissare il mobile di fronte a me e alla fine decisi di indossare un abito lungo leggero, mono spalla, stile impero. I capelli legati in una coda di cavallo
Nero, come il mio stato d’animo, come la mia anima in quel momento.
Uscii da quella stanza, dove lo sconosciuto mi stava ancora aspettando
<< Bene, bene non sei poi così male. Sono sicuro che sarà molto soddisfatto>> disse ghignando
Soddisfatto? Chi?
L’inquietudine in me crebbe ancora di più e in silenzio, lo seguii nel corridoio già percorso all’andata.
 
Ci smaterializzammo non so dove, a causa della benda che mi era stata messa sugli occhi e iniziammo a camminare per quello che doveva essere un vialetto, poiché sentivo la ghiaia sotto i piedi.
<< Finalmente>> una voce fredda e glaciale arrivò fino alle mie orecchie e rabbrividii, forse troppo per essere Giugno.
<< Scusi signore, ma l’ho dovuta far rendere presentabile>>
Nessuna risposta, solo dei passi pensanti che si allontanavano.
< Muoviti, sei già in ritardo>> il padrone di quella voce mi prese per un braccio e mi spinse brutalmente all’interno di una casa.
Mi trascinò per qualche minuto poi, di botto, si fermò. Lo sentii aprire una porta e venni investita dall’odore del fumo mischiato a quello dell’alcol e in quel momento la paura che non mi aveva mai assalita durate tutti quegli anni, s’insinuò in me. Paura, profonda paura.
<< Era ora!>> la voce di un ragazzo mi riscosse dai miei pensieri
<< Ecco a voi e tanti auguri al festeggiato da parte mia. Credo si divertirà molto>> scoppiò a ridere e lo sentii allontanarsi. Rimasi immobile e mi abbracciai con le braccia. Sentivo… freddo.
Sentii una mano calda prendere la mia e condurmi più avanti.
<< Benvenuta. Ci sarà da divertirsi sul serio>> rise << sei il regalo di compleanno per un nostro caro amico… gli verrà un colpo>>
<< In tutti i sensi>> sentii dire ad un altro mentre cercava di trattenere una risata.
<< Cos-cosa do-dovrei fare i-io?>>
<< Oh lo vedrai e non toglierti la benda>>
Mi condusse in un’altra stanza e chiuse la porta alle mie spalle.
Sola, senza sapere dove mi trovassi. Intorno a me silenzio, l’odore di fumo e alcol, si sentiva fino a li, poi all’improvviso la porta si aprì e potei sentire un terzo odore: menta fresca.
Risate sguaiate invasero la stanza, ma io rimasi immobile
<< Buon compleanno amico! Non divertiti troppo eh e non fare nulla che io non farei!>> urlò scatenando la risata dei suoi compari
<< Sai che non potrei mai deluderti>>
Quella voce.
La sua voce.
Sperai con tutto il cuore di essermi sbagliata.
<< Buona serata!>> ancora risate e la porta si richiuse.
 
Passi lenti che si avvicinavano, mani calde dalle dita lunghe e affusolate mi accarezzarono le spalle e i fianchi. Potevo sentire la sua presenza dietro di me. Rabbrividii quando le sue mani si posarono sulla benda, sfilandola.
Aprii gli occhi e mi ritrovai in una camera da letto, mi fece voltare verso di lui e vidi le sue pupille dilatarsi.
I miei timori erano fondati: Draco Lucius Malfoy era in piedi davanti a me ed io pregai di sprofondare nel terreno in quel preciso istante. Non poteva essere vero, doveva essere un incubo. Godric aiutami.
<< Che cazzo ci fai tu qui?>> si allontanò da me come scottato << se è uno scherzo non è divertente>> si diresse verso la porta e a quel punto parlai
<< Uno scherzo Malfoy? Pensi che io mi stia divertendo? Non ho vissuto con la smania di diventare la puttana di un Mangiamorte>> sputai con cattiveria. In due falcate fu di nuovo accanto a me e mi afferrò un polso, stringendolo
<< Ritira quello che hai detto Mezzosangue>> sibilò tra i denti
<< E perché mai? Non è forse quello che sei Malfoy?>>
Mi guardò intensamente, serio. Guardai i suoi occhi grigi, che per anni mi avevano osservata con odio e disprezzo.
Ci odiavamo da sempre e questo non sarebbe mai cambiato.
<< Non credo che tu sia nella posizione di poter attaccare qualcuno Granger, o sbaglio? Dove sono i tuoi amichetti, ti hanno abbandonata? Nessuno verrà a salvarti>> mi disse con cattiveria ed io m’irrigidii. Aveva dannatamente ragione; nessuno sapeva dove fossi, nessuno sarebbe venuto a prendermi.
Rimasi immobile, il mio polso ancora tra le sue dita
<< Lasciami>> gli dissi fredda
<< E’ appena iniziato il tuo inferno Mezzosangue, non ti darò tregua finché non ti vedrò piegata e distrutta. Non hai scampo>> mi lasciò lì, da sola, ed io mi accasciai al suolo, tra le lacrime.
 
La mattina dopo mi svegliai, il cuscino bagnato dalle lacrime e ricordai tutto: prigioniera in quella casa con Draco Malfoy pronto a distruggermi e non sapevo nemmeno cosa avrei dovuto fare li.
Mi vestii e scesi al piano inferiore, dove cominciai a curiosare in giro. Ad un tratto delle voci mi bloccarono
“ Piaciuto il tuo regalo?”
“ Da morire Blaise, che cazzo ti è passato per la testa? Dico ce la fai? Parliamo della Mezzosangue, per Salazar a momenti non mi veniva un infarto”
“ Il solito esagerato. Pensavo avresti apprezzato, insomma è l’unica che non si sia mai concessa a te, era l’occasione per prenderti una rivincita su Granger la frigida”
Rabbrividii a quelle parole.
“ Non ci tengo proprio, grazie”
Sospirai
“ Devi ammettere che non è male, dai. Insomma, è tutto al posto giusto”
“ Possiamo cambiare argomento?” lo sentii sbuffare
“ E va bene… allora pronto per le nozze?” scoppiò in una risata fragorosa
“ Merlino Blaise, sei davvero spossante, quasi peggio di Astoria e ho detto tutto”
Doveva sposarsi con la sorella minore della Greengrass, ma… erano così giovani. Distratta non mi accorsi di alcuni passi che si avvicinarono alla porta e di una mano che l’aprì
<< Cosa credi di fare?>> alzai lo sguardo e lo vidi di fronte a me fasciato in un pantalone nero e una camicia bianca.
<< Niente>>
<< Non farmi perdere la pazienza>> sibilò
<< Cosa diavolo ci faccio io qui? Cosa vuoi da me? A quanto pare devi sposarti, quindi non vedo in cosa io posso esserti utile>>
La sua risata crudele riempì il corridoio
<< Granger, Granger, Granger, dovresti conoscermi no? Io non riesco ad avere una sola donna>> ghignò
<< No-non oserai…>>
Arrivò ad un centimetro dal mio viso
<< Ci sarà da divertirsi>> sbarrai gli occhi. Avrebbe potuto leggerci paura, inquietudine, odio, terrore.
<< E poi>> continuò << devo ancora scartare il mio regalo di compleanno>> ghignò sfiorandomi lascivamente una guancia. Rientrò nella stanza, sbattendomi la porta in faccia.
Rimasi in mezzo al corridoio. Gli occhi ancora sgranati.
 
Il mio inferno era iniziato con quella frase.

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Capitolo 3
*** Sopravvivenza ***


Quella sera ci sarebbe stata la tanto attesa festa d fidanzamento tra Draco Lucius Malfoy e Astoria Greengrass e da quando ero arrivata, una settimana prima, non avevamo fatto altro che prepararci all’evento.
Mi faceva fare tutte le mansioni degli elfi domestici.
Ero la sua serva. Poteva esserci qualcosa di più frustrante? Forse. Essere la sua puttana, quello sarebbe stato davvero il colmo, ma per fortuna, non si era ancora azzardato a toccarmi, probabilmente troppo impegnato a spassarsela con la futura moglie. Non si vergognavano a fare tutto quel casino? A nessuno interessava sentire i loro ripetuti gemiti e le loro urla.
Scacciai quei pensieri e continuai a preparare il giardino per quella sera.
<< Ma guardate un po’, non pensavo sarebbe stato possibile assistere ad una cosa del genere>> mi voltai e vidi tre visi fin troppo conosciuti: Pansy Parikinson, Daphne e Astoria Greengrass apparvero, mi duole ammetterlo, in tutta la loro bellezza ed eleganza
<< Signorina Greengrass>> dissi guardandola negli occhi. Mai abbassare lo sguardo è sintomo di debolezza.
<< Per Salazar Granger come ti sei ridotta?>> esordì il carlino << ricordavo che eri brutta, ma ora…>> lasciò la frase a metà volutamente e scoppiò a ridere, scatenando l’ilarità di Astoria.
<< Ehm grazie Signorina Pu-ehm Parkinson>> mi guardò torva.
<< Spero vada tutto bene questa sera Granger, mi raccomando non combinare casini, o… te la farò pagare>> dicendo queste parole si era avvicinata al mio viso.
Povera piccola Astoria, innamorata di un bastardo.
 
Voltai loro le spalle e continuai a mettere a posto. Le sentii allontanarsi, ma quando mi voltai di nuovo, trovai Daphne Greengrass ancora li
<< Le serve qualcosa?>>
MI guardò e poi mi stupì, letteralmente
<< Stai bene?>> mi aveva davvero chiesto se stavo bene? Daphne Greengrass?
<< Co-come? Io… be’ si>> mi sforzai di sorridere
<< Hermione io…>>
<< Come mi hai chiamata?>>
Sorrise alla vista del mio sguardo stupito e poi continuò << io non ti ho mai odiata o disprezzata. Ho sempre pensato che fossi brillante e perspicace, ed ora… mi dispiace così tanto>> abbassò lo sguardo. Debolezza.
<< Io… io>> non sapevo cosa dire e lei venne in mio soccorso
<< Senti so che potrà sembrarti strano, ma… puoi contare su di me per sopravvivere qui dentro. So come puoi sentirti>>
<< Perché?>>
<< Cosa?>>
<< Perché stai facendo tutto questo? Ti ha detto Malfoy di fare la carina con me, di tenermi a bada?>> scetticismo
<< Niente di tutto questo. Senti la guerra ha cambiato tutti>> spostò lo sguardo su Malfoy, ora intento a parlare con Zabini << be’ quasi tutti>> sorrisi impercettibilmente << non sei l’unica che ha visto dolore e distruzione, che è stata segnata, in qualche modo. C’è stato un momento in cui ho pensato di non farcela, di crollare. È per questo che voglio aiutarti a rendere questa tua permanenza qui, accettabile>> mi sorrise. Sembrava sincera, così annuii
<< Be’ grazie Green…>>
<< Daphne. Chiamami Daphne>>
<< Grazie Daphne>> un ultimo cenno e si allontanò da me.
 
La serata proseguiva in un miscuglio di falsità e alterigia. Come potevano quelle persone risultare così false?
Facevo avanti e indietro tra il giardino e la cucina, senza un attimo di sosta e il caldo di Giugno non aiutava per nulla. Mi sentivo stanca, senza forze, spossata e mi appoggiai allo stipite delle porta della cucina. Dovevo riposarmi, solo un minuto. Chiusi gli occhi e respirai profondamente
<< Mezzosangue muoviti, gli ospiti hanno sete, non sei qui per oziare>> la voce di Malfoy arrivò dritta alle mie orecchie, come una doccia d’acqua fredda
<< Si Signore, arrivo subito>> dissi tra i denti
<< Meglio per te>> ghignò, allontanandosi.
Lo guardai andare via e il mio odio per lui, crebbe a dismisura.
 
A festa finita, dopo aver aiutato gli elfi a sistemare giardino e cucina, mi ritirai nella mia stanza. Ero stravolta; mi diressi verso il bagno e iniziai a far scorrere l’acqua della vasca. Quando m’immersi sentii i muscoli del corpo rilassarsi. Merlino era così bello e confortevole. Era stata una settimana deprimente e orribile, chiusa in quella casa gigantesca e trattata come la peggiore delle donne. Non sapeva nemmeno cosa fosse il rispetto, ma da uno come lui, cosa mi sarei mai potuta aspettare?
Uscita dalla vasca, con un telo addosso, tornai nella stanza e mi diressi verso l’armadio, non che avessi molto scelta su cosa mettere, e mentre continuavo a guardare l’interno del mobile, una voce alle mie spalle mi gelò
<< Buonasera Mezzosangue>> il disprezzo nella sua voce mi fece tremare, ma non mi voltai. Lo sentii avvicinarsi e rimasi immobile, mi afferrò per un braccio, facendomi voltare violentemente
<< Sto parlando con te, Sanguesporco!>> odio nei suoi occhi
<< Lasciami>> sibilai
<< Ti piacerebbe>> mi strattonò e mi ritrovai con la schiena contro il suo petto, bloccata da un suo braccio, una mano teneva fermo il mio polso; sentii l’altra spostare un po’ l’asciugamano e accarezzarmi la coscia. Chiusi gli occhi e trattenni il fiato, mentre lui passava la punta del naso sul mio collo, inspirando il mio profumo
<< Ti avevo avvertita: devo ancora scartare il mio regalo>> sussurrò nel mio orecchio e mi sentii fremere. Era come se al mio corpo piacessero quelle attenzioni, quelle carezze. No, ti prego no.
<< Lasciami andare>> cercai di dimenarmi << perché non vai dalla tua futura moglie eh? Mi è sembrato non ti dispiacesse sbattertela questa settimana>>
<< Oh sei gelosa Granger? Bastava dirlo, mi sarei occupato di te prima, mi dispiace>> mi fece rivoltare verso di lui e potei vedere un ghigno crudele sul suo volto
<< Gelosa Malfoy? E di cosa? Io non sono una delle ochette che ti scopavi a scuola, hai capito? Io non cadrò ai tuoi piedi e non mi strapperò i capelli se non mi guarderai. Non aspettarti proprio nulla da me>> sputai con cattiveria
<< Forse non hai capito la situazione Mezzosangue. Tu. Mi. Appartieni.>> scandì quelle parole e lo guardai con ribrezzo << farai tutto quello che voglio, sei mia>>
<< Non osare alzare un dito su di me Malfoy>> mi dimenai, ma lui era troppo forte
<< Piccola ingenua secchiona, fai tanto la santarellina, ma…>> mi baciò il collo, poi il lobo dell’orecchio << non hai scampo>> sussurrò e lentamente fece scivolare l’asciugamano ai miei piedi.
Ero nuda.
Nuda davanti all’uomo che odiavo di più al mondo.
 
La mia paura più grande si stava per realizzare.
 
Mi baciò. Un bacio rabbioso e privo di passione. Cercai di negargli l’accesso alla mia bocca, ma con un morso sul labbro, riuscì ad intrufolarsi.
Sentii le sue mani risalire la mia schiena, i fianchi, fino a stringermi il sedere. Mi fece avvicinare al letto, facendomi distendere e in men che non si dica, lo ritrovai sopra di me. Niente carezze, niente gentilezze. Nulla di nulla, il vuoto.
Come poteva trarre piacere da quella situazione? Come poteva eccitarlo una cosa del genere? Continuò imperterrito quello strazio, mentre io stavo ferma, immobile, ma quando sentii la sua bocca chiudersi attorno al mio capezzolo, controvoglia, gemetti maledicendomi. Non potevo provare piacere, non in quel momento, non così. Entrò in me con un colpo secco e trattenni un urlo, stringendo le lenzuola tra le dita. Chiusi gli occhi e cercai d’isolarmi mentre lui continuava a muoversi dentro di me, con forza.
Non stava succedendo davvero, Malfoy non stava, davvero, facendo sesso con me, no no no no…
 
Quando l’orgasmo lo colpì, si accasciò su di me, spostandosi poi al mio fianco. Sentii il suo respiro affannato regolarizzarsi pian piano, mentre continuavo a guardare il soffitto, immobile.
Mi sentivo sporca, impura, violata e mi odiavo. Mi odiavo per aver provato, anche solo per un secondo, piacere.
Lo vidi alzarsi e ricomporsi, poi lentamente si diresse verso la porta e prima di uscire si voltò verso di me. Le sue parole mi ferirono, ancora
<< La prossima volta ti pregherei di essere più partecipe. Odio le donne prive d’iniziativa>> senza neanche farmi rispondere uscì dalla stanza, lasciandomi sola, su quel letto così freddo.
 
Sotto la doccia, quella notte, pulii il mio corpo con la spugna e strofinai talmente violentemente da lasciarmi dei segni su tutto il corpo. Ma a cosa sarebbe servito lavare via il suo odore? Non mi avrebbe riportata indietro nel tempo.
 
Dopo quella notte, la tortura si ripeté ancora, ancora e ancora.
Sempre lo stesso ciclo: lui si presentava in camera mia a fine giornata e andava via dopo aver “consumato”. Era uno strazio, sentivo che i miei nervi stavano per non reggere più e a quel punto… cosa avrei fatto a quel punto?
Continuai a pulire l’argenteria del Manor e mi soffermai a guardare fuori dalle grandi vetrate; Giugno inoltrato, quasi un mese dal mio arrivo li e rimpiangevo la mia cella.
<< Ehi!>> mi voltai e vidi Daphne in piedi sulla soglia
<< Ciao>> salutai a mia volta e lei dovette prendere quel saluto come un invito, perché si sedette di fronte a me
<< Come sta andando?>>
<< Oh una meraviglia, sono tutti così gentili con me. Non desideravo altro>> dissi ironicamente
<< Ok, scusa, pessima domanda>>
La guardai e mi sentii in colpa
<< No, scusa tu. È che… non è facile. Sono nervosa e non so per quanto resisterò>> sospirai e guardai l’argenteria tra le mie mani << ma comunque, che ci fai qui? Se cerchi Malfoy non c’è>>
<< Oh nono io volevo solo vedere come stavi, tutto qui>> mi sorrise
<< Grazie sei molto gentile>>
<< Be’ dato che forse non vuoi essere disturbata, vado. Blaise mi starà aspettando>> disse alzandosi
<< Tu stai con Blaise?>> chiesi curiosa
<< Già. Non sembra, ma è davvero molto carino e dolce, anche se ha la fama dello stronzo serpeverde a causa di Draco. Insomma non sarà l’uomo perfetto, ma lo amo>> parlava di lui sognante << Mia sorella pensa che io sia una stupida: “ma non vedi che ti mette le corna? Si vede lontano un miglio. Non essere cieca”>> sospirò << Blaise non mi ha mai tradito>>
<< Come fai ad esserne sicura?>>
<< Occlumanzia>>
Rimasi stupita. Lei davvero leggeva la mente di Zabini.
<< So cosa stai pensando, ma non mi sento in colpa, ho solo bisogno di certezze. Tutto qui>> sorrise impercettibilmente << Astoria dice quelle cattiverie solo perché non vuole essere l’unica ad avere un fidanzato che le mette le corna. Così pensa che tutti gli uomini si comportino come Draco. Sapeva a cosa andava incontro. Lui è quel tipo di uomo che non riesce ad avere solo una donna, gli piace troppo scoparsele tutte>> a quelle parole sobbalzai, pietrificandomi.
<< Che c’è, ti senti bene?>> mi chiese avvicinandosi.
Non risposi, continuando a guardare l’argenteria.
<< Non ci posso credere>> la sentii dire in un secondo momento << cosa ti ha fatto?>>
<< Io… niente>>
<< Hermione…>> un sibilo
<< Daphne ti prego. Tanto non c’è soluzione. Non preoccuparti>>
<< Non c’è soluzione? Reagisci per Merlino!!>>
<< Reagire Daphne? E cosa potrà mai cambiare? Pensi che se lo pregassi, smetterebbe? Be’ si in effetti, è conosciuto per essere un uomo magnanimo, che ascolta le richieste altrui e che non tratta le donne come oggetti. Come ho fatto a non pensarci prima? Devo solo pregarlo e reagire vero?>> ero fuori di me, anche se sapevo che lei non centrava nulla << non tutti sono come Blaise, ok? Non tutti sanno apprezzare le donne per quello che sono. Non tutti s’innamorano Daphne>> mi guardava, come spaventata
<< Perdonami. Hai ragione, io non so cosa si prova, ma… per favore Hermione non abbatterti. Saper affrontare le situazioni difficili è sempre stata la tua forza>> mi guardò speranzosa
<< Questa non è una situazione difficile. Questo è un incubo>> la guardai un’ultima volta ed uscii dalla stanza. L’argenteria pulita tra le mani.
 
 

“ … per favore Hermione non abbatterti. Saper affrontare le situazioni difficili è sempre stata la tua forza”

 
Le parole di Daphne continuavano a rimbombarmi nella testa. Sapevo che aveva ragione, ma come avrei potuto reagire?
La invidiavo perché lei aveva Blaise, io invece ero sola, completamente sola e pensai a Ron, a quello che saremmo potuti essere, diventare; a quello che avremmo potuto costruire se le cose fossero andate diversamente, ma purtroppo era quella la triste realtà e prima mi fossi abituata, meglio sarebbe stato per me. Forse dovevo solamente lasciarmi andare davanti all’evidenza. Forse avrei dovuto accontentarlo e fare quello che mi chiedeva, ma… come avrei potuto? Come avrei fatto a guardarmi in faccia ancora?
<< Mezzosangue>>
Mi voltai e lo vidi ad un centimetro la mio viso
<< Bentornato>> in un secondo la sua mano afferrò il mio collo
<< Cos’hai detto a Daphne?>> sbarrai gli occhi. Come sapeva?
<< I-io n-n-niente>>
<< NON MENTIRMI!>> mi urlò in faccia. Faticavo a respirare e le lacrime presero il sopravvento.
Sentii la sua mano risalire sui miei fianchi
<< T-ti p-prego n-no no no>> chiusi gli occhi per non doverlo guardare in volto.
<< Che non succeda più Mezzosangue, la tua vita è già complicata, non vorrai renderla ancora di più, giusto?>> sentivo il suo alito sul viso: menta fresca.
Poi così com’era arrivato se ne andò ed io rimasi ad occhi chiusi, scossa dai singhiozzi.
 

“Io cerco semplicemente di combattere come fanno tutti gli altri e di rimanere viva in un mondo che mi vuole morta.”

 
Forse per sopravvivere, avrei dovuto solamente consegnarmi a lui.
Forse per sopravvivere, avrei dovuto solamente perdere me stessa e rimanere viva.
 
Ma ero ancora viva?
 
Quella notte spronai me stessa, mi convinsi che avrei dovuto essere più partecipe, che così facendo mi avrebbe dato pace, ma come ogni carceriere degno di nota, Malfoy quella notte non si presentò.
 
Un respiro di sollievo e una muta preghiera tra le labbra.

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Capitolo 4
*** Contatto ***


5 Luglio.
Un mese esatto dal mio arrivo. Un mese di preghiere. Un mese di pianti strazianti.
Daphne era l’unica che riusciva a tirarmi su il morale durante le sue viste. Ricordavamo i tempi della scuola, le raccontai di Ron, della mia amicizia con Harry, di quanto mi mancassero quei momenti e le piccole cose. Lei mi raccontò di come aveva vissuto la sua infanzia all’ombra di Astoria, nonostante fosse la sorella maggiore.
Era incredibile quando potesse ingannare l’apparenza.
 
<< Granger questa sera verranno a cena i miei amici e Astoria, chiaro?>>
<< Si Signore>>
Eccola lì, un’altra stupida cena con i suoi stupidi amici scimmioni.
Presi un bel respiro e mi misi al lavoro.
 
Stavo servendo le prime portate, quando la voce sgradevole del carlino attirò la mia attenzione
<< Dovrò sicuramente stare attenta al cibo, di sicuro la Granger lo avrà contaminato con il suo sanguesporco>> lei e Astoria risero. Vidi Daphne scuotere la testa
<< Pansy cambi mai repertorio?>>
<< Tua sorella è diventata una palla Tori, a scuola era molto più simpatica>> vidi la piccola Greengrass annuire
<< Che problemi hai Daph?>>
<< Oh nessuno>> tagliò corto lei e la ringraziai mentalmente.
Arrivata a servire la futura Signora Malfoy, qualcosa dovette andare storto perché la pietanza che stavo servendo, finì sui miei vestiti.
Quella piccola puttana mi aveva versato il cibo addosso di proposito!
Ok, respira Hermione, stai calma.
<< Per Salazar Granger stai più attenta, questo vestito è costato una fortuna>> vidi tutta la tavolata ridere di gusto, tranne Daphne.
<< Mezzosangue sei un disastro. L’eleganza non è certo il tuo forte, vero?>> la voce fredda e meschina di Malfoy, mi colpì. Perché faceva più male del solito?
<< Mi scusi Signorina>> sentivo tutti gli occhi puntati su di me, mi rintanai in cucina per preparare la seconda portata
<< Si può sapere che problemi hai?>>
<< Niente Signore, dev’essermi scivolato il piatto>>
<< Vai a cambiarti, sei ridicola>> annuii e mi diressi verso la mia stanza.
 
Verso mezzanotte a Malfoy Manor erano rimasti solamente gli uomini, li sentii parlare
“ Daphne mi ha detto che ti sei scopato la Granger” esordì Zabini
“ Daphne dovrebbe farsi i cazzi suoi”
“ Be’ amico non penso sia una scoperta che te la saresti portata a letto. Dimmi, com’è?” Immaginai un ghigno sul volto di Nott, dopo aver posto quella domanda squallida
“ Normale”
“ Normale? Ma che razza di risposta è?”
“ Quello che pensi idiota. È normale”
“ Probabilmente è solo perché non è a suo agio” perspicace Zabini, che acume.
“ E dovrebbe importarmi? Lei deve fare solamente due cose: sistemare casa e soddisfarmi. Chiedo molto?”
O no Malfoy, cose banali, davvero
“ Se ti sentisse Astoria”
“ Non farmici pensare. Si può essere così petulanti?” disse scatenando l’ilarità dei suoi amichetti.
Be’ Furetto cavolo, sei proprio innamorato perso eh.
 
Mi allontanai da quella conversazione e tornai in cucina.
Poco dopo, una voce alle mie spalle, mi fece sobbalzare
<< Buonasera Granger>>
MI voltai. Appoggiato alla porta, a braccia conserte, mi osservava
<< Nott>>
<< Allora come te la passi?>>
<< Alla grande, non si vede?>> un sorriso falso nella sua direzione
<< Be’ magari posso aiutarti a farti ambientare, che ne dici?>> dicendo questo si era avvicinato sempre di più, mentre io mi appiattivo contro il bancone della cucina. Mi afferrò per i fianchi ed io m’irrigidii
<< Dai non essere così restia, Malfoy dovrà solo ringraziarmi dopo e anche tu>>
Mi allontanai da lui e lo guardai dritto negli occhi
<< Il fatto che il tuo amico si sia preso il diritto di scoparmi, non vuol dire che hai il permesso di mettermi le mani addosso! Non sono una puttana Nott, ne’ la sua ne’ la tua. Sono una vittima. Vittima di quell’essere spregevole che tu chiami amico>>
<< Non fare la preziosa>> si avvicinò stringendomi a lui
<< Non faccio la preziosa razza d’imbecille>>
<< Moderata i termini. Devo ricordarti cosa sei tu qui?>>
<< E tu lasciami andare. Lasciami ho detto!>> il mio tono di voce sempre più alto.
Tentai di respingerlo e quando cercò di baciarmi scostai il viso. Sentivo le sue mani dappertutto.
Quello doveva essere un incubo, per forza. Non stava accadendo sul serio!
D’un tratto una voce alle sue spalle ci bloccò. Era la fine, me lo sentivo.
<< NOTT! Levale le mani di dosso>>
<< Dai Draco, vuoi avere l’esclusiva? Fai divertire anche me, l’hai detto pure tu che non è chissà cosa, magari riesco a farla sciogliere un po’. Ti stai per sposare, perché non la cedi a me?>>
Sei davvero un troglodita Nott.
Continuava a stringermi a sé e scoppiò a ridere.
<< Lasciala andare Theo>> uno sbuffo e mi ritrovai libera.
<< Va’ via Mezzosangue>> lo guardai, incapace di muovermi, confusa. Non che pensassi avrebbe fatto una cosa a tre, ma… quella sua reazione mi confondeva.
<< Sei sorda per caso? Sparisci!>>
Uscii dalla cucina e andai in camera mia. Decisi di mettere la camicia da notte e mi sedetti sul letto, lo sguardo fisso sul muro. In attesa, di non so bene cosa.
Mezz’ora dopo, la porta della stanza si spalancò, mostrando un Draco Malfoy furioso. Mi guardò per un tempo indefinito ed io mi alzai, guardandolo. Dal nulla, all’improvviso, si avventò sulle mie labbra stringendomi a lui.
 
Cosa Merlino stava succedendo?
 
Non saprei dirvi cosa mi spinse a farlo, se la gratitudine per avermi salvata o altro, ma pochi secondi dopo, risposi a quel bacio così strano, aggrappandomi al suo collo e accarezzandogli i capelli.
E mi sentii desiderata, per la prima volta da quando ero lì, sentivo che mi voleva davvero. C’era qualcosa nel suo modo di toccarmi, di baciarmi, diverso, più dolce per i suoi standard.
Chiuse la porta dietro di lui con un tonfo e continuò ad accarezzarmi, baciarmi. Ci staccammo e lo guardai negli occhi, ora di un grigio più scuro. Avevo sempre pensato che fossero belli, ma in quel momento c’era qualcosa di più, un qualcosa che mi diede il coraggio per cominciare a slacciargli la camicia. E bottone dopo bottone, apparve davanti ai miei occhi il suo petto, sul quale indugiai per diversi minuti: pettorali e addominali scolpiti, braccia muscolose che mi presero in braccio, adagiandomi sul letto. Nessuna cattiveria, nessun modo brusco. Sembrava un’altra persona.
Mi sfilò camicia da notte e mutandine; i suoi pantaloni erano già finiti chissà dove e mi accarezzò dolcemente: gambe, fianchi, il profilo del seno ed io, ormai con il fiato corto, lo guardai. Osservavo ogni suo movimento, come se non volessi perdermi un attimo di quelle sensazioni e poi… mi baciò con desiderio, passione.
Mi guardò e continuando a farlo penetrò in me, nessun fastidio, nessun dolore. Iniziammo quella danza e mi sembrò la cosa più naturale del mondo. Sentii una sua mano afferrare la mia gamba per avvicinarmi di più a lui.
 

Contatto.

 
Cosa poteva essere successo? Come poteva aver cambiato atteggiamento così radicalmente? Con quei pensieri strinsi le lenzuola, per poi portare le mie mani sulla sua schiena e graffiarla. Un gemito sulle mie labbra, una spinta più forte, occhi negli occhi e l’orgasmo arrivò.
Mi guardò ancora e vidi un guizzo nei suoi occhi. Si alzò per rivestirsi ed io mi misi seduta sul letto, coperta dal lenzuolo.
Arrivato alla porta puntò il suo sguardo nel mio e vidi di nuovo quella maschera glaciale.
<< Finalmente Mezzosangue. Forse dovrò, davvero, ringraziare Nott>> un ghigno ed uscì.
Guardai la porta chiusa per quelli che mi sembrarono anni.
La mia caduta dal Paradiso all’Inferno; guardavo ad occhi sbarrati la porta, dandomi della stupida per aver pensato, anche solo per un momento, che tutto fosse perfetto.
 
Ed, ora, rieccomi sotto la doccia a massacrarmi il corpo con la spugna, un dolore sordo, lacrime mischiate a quelle gocce d’acqua. Mi sedetti per terra, rannicchiandomi. Piansi, fino allo stremo.
 
 
Quella notte, durante l’amplesso, nessuno dei due si accorse di una luce bianca che li aveva circondati e chiusi come in una bolla.

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Capitolo 5
*** Luci luminose ***




DRACO
 

Cosa mi era preso?
Ripensai alla notte precedente e quella domanda s’insinuò tra i miei pensieri.
Lei era la Granger, la Mezzosangue Zannuta, la So tutto io per eccellenza. Come avevo potuto lasciarmi andare in quel modo? Lei non significava nulla, era solamente una delle tante, eppure… eppure vederla tra le braccia di Nott, aveva fatto crescere in me, una rabbia cieca.
Chiusi gli occhi, seduto alla scrivania nel mio studio e mi rilassai sulla sedia
 

“Graffi sulla schiena, labbra morbide al sapore di fragola, dita tremanti che slacciano bottoni, occhi socchiusi e gemiti trattenuti. Occhi color nocciola annebbiati dal desiderio”.

 
Sentii la sua pelle morbida sotto le dita e mi svegliai. Non potevo fare certi pensieri, non su di lei, per quando fosse sensuale e fragile. Io dovevo distruggerla e farle credere che m’importasse di lei, era stato il primo passo. Ghignai, quando un bussare alla porta mi fece tornare serio.
<< Avanti>>
<< Buongiorno amore>> per Salazar che voce starnazzante. Come avrei resistito tutte le mattine?
<< Si buongiorno>> si avvicinò a me e si sedette sulle mie gambe
<< Cosa vuoi Astoria?>> chiesi spazientito
<< Volevo salutarti e sapere come stavi. Mi manca passare le notti con te>> mi sorrise maliziosa << non dev’essere divertente stare con quella Mezzosangue>>.
Ah ecco il punto.
La guardai e mi alzai facendola spostare. Bloccai la porta e insonorizzai la stanza. Mi voltai verso di lei, che mi guardava languida
<< Non voglio fare sesso con te Astoria, quindi smettila di guardarmi in quel modo. Mi fai innervosire>> dissi freddo
<< E allora cosa c’è?>>
<< E’ questo il problema vero? La Granger…>>
Vidi il suo sguardo mutare. Marmo.
<< Tu non vuoi che io stia da solo con lei. Quanto sei caduta in basso eh? Hai talmente paura di perdermi che versi il cibo addosso alle serve per farle incolpare. Dovresti essere più sicura di te stessa, piccola Tori. Non credi?>> mi avvicinai al suo viso e la guardai negli occhi. Per fortuna avevo insonorizzato la stanza.
<< Pensi che io sia stupida? Ho visto come la guardi sai? Te la scopi non è vero?!>> e di nuovo quegli strilli da pazza
<< Piantala>>
<< No! Non la pianto, ti scopi quella saguesporco e poi vieni da me. Mi viene il ribrezzo. Ti diverti? Sentiamo ti diverti?!?!>>
Mi stavo innervosendo, non sapevo bene per cosa.
<< Chiudi quella bocca, non credo siano fatti tuoi>> le dissi freddo.
Si alzò dalla sedia, avvicinandosi a me come una furia
<< Come prego? Sono la tua fidanzata, ci dobbiamo sposare e mi vieni a dire che non sono fatti miei? Stai lontano da lei Draco>>
Piccola ingenua. Volli sfidarla ancora di più. Mi avvicinai a lei, sfiorandole in naso con il mio
<< Altrimenti?>>
<< Non provocarmi. Non sai di cosa sono capace>>
Scoppiai a ridere fragorosamente, poi tornai serio.
<< Sparisci>>
La vidi sbloccare la porta ed uscire come una furia.
Salazar aiutami tu.
 
 


HERMIONE
 

Stavo sistemando il salotto, quando il rumore di passi veloci mi distrasse, facendomi alzare lo sguardo
<< TU!>> Astoria Greengrass mi puntava il dito contro, furiosa.
<< Cosa?>>
<< Sta lontana da lui Mezzosangue>>
Non capivo.
<< Da chi?>>
<< Non fare la finta tonta. Sta lontana da Draco, hai capito? Io sono la sua fidanzata, io lo sposerò! Tu non centri niente con lui>>
<< Non so di cosa sta parlando>> le diedi le  spalle e continuai a pulire
<< GUARDAMI QUANDO TI PARLO!>> mi voltai, ad occhi sbarrati. Certo che le donne ferite e tradite strillano parecchio.
<< Lo vedo come ti guarda e si vede lontano un miglio che ti ha portata a letto, ma lui è mio. Quindi te lo ripeto: STA. LONTANA. DA. LUI>>
<< Parli di lui come se fosse un oggetto, non l’uomo che ami. Ti ascolti? Te lo puoi tenere, a me non interessa. Io non voglio tutto questo e se avessi potuto me ne sarei andata tempo fa. Pensi che io mi diverta? Che abbia bramato tutto questo? Cresci un po’ Astoria, non tutte vogliono le stesse cose e soprattutto non tutte hanno la possibilità di scegliere come vivere la propria vita. Smettila di piangerti addosso e tira fuori le palle. Se vuoi Malfoy prenditelo è tutto tuo, ma di certo io non posso impedire che lui mi porti a letto. Lo conosco io come lo conosci tu>> un ultimo sguardo e me ne andai lasciandola da sola in salotto.
Il rumore di una smaterializzazione e lei era sparita.
 
Sei morto Malfoy.
 
<< Tu razza d’imbecille!>> entrai nel suo studio come una furia
<< Modera i termini Granger>>
<< Io non modero proprio un tubo. Per poco la tua ragazza non mi lancia una maledizione e io dovrei “moderare i termini”??>>
<< E’ solo gelosa, niente di che>>
<< Niente di che? Devi smetterla, non è una cosa normale quella che fai. Dovresti pensare a lei, prendertene cura, non sbatterti tutti gli esseri viventi femminili di questo pianeta!>>
Si avvicinò a me, prendendomi un polso
<< Non immischiarti Granger. La mia vita privata non ti riguarda>> ringhiò ad un centimetro la mio viso
<< Mi riguarda finché sono la causa di queste discussioni, mi riguarda dato che hai deciso di portarmi a letto!>>
<< No! Non ti riguarda perché tu non sei nulla. Il niente assoluto. Come se non esistessi. Sei la feccia di questo mondo. Tu non conti Mezzosangue>>
Le sue parole mi colpirono come una secchiata d’acqua gelata. Trattenni le lacrime e non abbassai lo sguardo. Non potevo dargliela vinta, non poteva vedere quando le sue parole mi avessero ferita.
<< Sei un codardo>> gli sputai in faccia, mi liberai dalla sua presa e fuggii, il più lontano possibile da lui.
 
Aprii l’armadio per cambiarmi. Feci cadere l’asciugamano per terra e mi vestii. Nel chiudere l’armadio però qualcosa attirò la mia attenzione: una sfera luminosa bianca vorticava tra i vestiti. Mi voltai per afferrare qualcosa per potermi proteggere, non avendo una bacchetta, ma quando riportai il mio sguardo nel punto di prima, era svanita.
Avevo sognato? Probabilmente era sta un’allucinazione dovuta alla troppa stanchezza. Si sarà stato sicuramente quello.
Mi misi a letto e mi addormentai, cercando di non pensare alle sue parole.
 

“… non sei nulla. Il niente assoluto. Come se non esistessi. Sei la feccia di questo mondo. Tu non conti Mezzosangue”.

 
Quella mattina ricevetti la visita di Daphne
<< Buongiorno Herm!>>
<< Buongiorno a te Daph>> dissi mentre sistemavo la cucina << sembri radiosa>>
<< Oh lo sono, io… sono incinta Hermione>> disse in un sussurro. Mi girai di scatto verso di lei
<< Merlino davvero??>>
<< Si! Ho fatto la visita questa mattina e… oddio sono così felice>> l’abbracciai. Ero davvero contenta per lei, meritava tutto quello. Poi s’incupì
<< Scusa Herm, vengo qui a dirti quanto sono felice, mentre tu vorresti solo urlare e scappare>>
<< Daphne! Non dirlo neanche per scherzo! Hai fatto benissimo a dirmelo, sono cosi contenta. Non devi assolutamente pensare che tu non possa dirmi delle cose per paura di sentirti in colpa. Hai capito?>> la vidi annuire e mi venne in mente una cosa
<< Perché ha detto a Draco che ti ho raccontato che mi ha portata a letto?>>
<< Cosa? Io non gli ho detto niente Herm. Non ho parlato con lui, non avrei mai fatto una cosa del genere>>
Ma…
<< Allora come ha fatto a saperlo? Io… io non capisco>>
Mi guardò perplessa
<< Non lo so Herm, forse qualche elfo ci ha sentite parlare?>>
Rimasi in silenzio per un po’. Chi poteva essere stato? Eravamo solo noi nella stanza quel giorno.
<< Si sarà così Daph>> tagliai corto, sorridendole.
 
Seduta sul letto della mia stanza ripensai ai miei amici. Dove potevano essere? Chissà se stavano bene, se avevano cominciato a cercarmi.
Speranze vane.
Mi sentivo così sola, abbandonata ad un destino infimo e mi sentivo persa, smarrita. Avrei mai ritrovato la strada di casa?
<< Signorina Hermione>>
Non mi ero nemmeno accorta che fosse arrivato
<< Dimmi Tippy>>
<< Padroncino la vuole vedere>>
Un fremito e ripensai alla notte insieme e a com’era riuscito a distruggermi ulteriormente.
<< Grazie Tippy, vado>> mi alzai da letto e mi diressi verso il suo studio. Quel corridoio buio m’inquietava.
Arrivai alla sua porta e bussai. Un avanti in lontananza ed entrai.
<< Voleva vedermi signore?>>
<< Si Granger>> finalmente si degnò di guardarmi << questa sera verranno a cena i miei futuri suoceri e Astoria…>>
<< Preparerò tut…>>
<< Non ho finito>> si alzò dalla sedia e si avvicinò a me. Lo guardai in quegli occhi grigi
<< Dovrai stare quassù, in camera tua>>
Cosa? Non capivo
<< Se posso Signore, perché?>>
<< Perché non voglio sorbirmi le lamentele di Astoria sul fatto che lavori qui e sei sempre in mezzo. Rischio seriamente di perdere la pazienza>> sorrisi impercettibilmente << così eviteremo anche, che la mia futura moglie ti versi del cibo addosso per la sua stupida gelosia>>
Lo guardai perplessa. Lui sapeva la verità?
<< Cos’è quello sguardo Mezosangue? Daphne mi ha raccontato, ma comunque avevo visto per conto mio la dinamica. Non potevo dare ragione a te Sanguesporco>> ed ecco l’ennesima coltellata; ogni dannata volta che pronunciava quei soprannomi con disprezzo.
<< Certo, signore>> si avvicinò ancora di più a me.
Aveva qualcosa di strano nello sguardo, ma non sapevo dire cosa. Mi guadava in quel modo così magnetico… distolsi lo sguardo e lo sentii ridere
<< Povero, sciocca Mezzosangue… Sparisci e non farti vedere fino a domani mattina>>
 
Quella sera tornò in camera mia e in silenzio aspettai che finisse.
Umiliazione.
Sperai che dopo il matrimonio quella tortura sarebbe finita.
Sotto la doccia, graffiai il mio corpo, ormai una tela di segni lunghi e rossi: frustrazione, dolore, umiliazione, impotenza e per un attimo pensai a Daphne, al suo bambino. Una piccola gioia in quel mondo di odio e ribrezzo.
 
La mattina dopo scesi le scale molto lentamente, quasi senza forze.
Mi diressi verso la cucina, quando una voce mi bloccò, facendomi voltare
<< E lei cosa ci fa qui?>>
 

 





Ciao a tutte! Allora che ne pensate, vi piace?
Cosa si nasconde al Manor? Ed Hermione, cosa centra??
Alla prossima e sempre grazie a tutte voi che leggete, seguite e recensite!

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Capitolo 6
*** Ritorni ***


<< E lei cosa ci fa qui?>>
Narcissa Black Malfoy era seduta elegantemente sulla poltrona del salotto e mi guardava curiosa
<< Si-Signora Malfoy, buongiorno>>
<< Buongiorno>>
<< Sono la domestica, si insomma, mi occupo delle faccende insieme agli elfi>> le dissi come se le servisse una spiegazione e mi sentii così stupida, mentre lei mi scrutava attentamente
<< Oh capisco, be’ non sap…>> di colpo si bloccò, guardandomi ad occhi sbarrati
<< Signora Malfoy, sta bene? Vuole qualcosa da bere?>>
Come chiamata si ridestò
<< Oh nono grazie mille. Mio figlio?>>
<< Credo si…>>
<< Eccomi mamma>>
Sentii la sua voce alle mie spalle e mi spostai da un lato
<< Come stai mamma?>> le chiese premuroso. Mai visto così
<< Bene caro e tu?>>
<< Bene… Granger perché non ci porti del caffè?>> chiese con quel tono autoritario vedendomi persa a guardarli.
<< Si signore>>
 
 


DRACO
 

La vidi lasciare il salotto e mi rivoltai verso mia madre
<< Allora com’e andato il viaggio?>>
<< Cosa ci fa qui?>>
<< Chi?>> chiesi curioso
<< La Granger>> mi rispose come se fosse una cosa ovvia
<< E’ una lunga storia>>
<< Ho tempo, devo proprio rilassarmi>>
La guardai perplesso e poco dopo le raccontai tutto
<< Astoria è sempre stata una con poco cervello>> disse infine
<< Mi fa piacere che pensi questo della ragazza che avete scelto voi>>
<< L’abbiamo scelta solo perché è di buona famiglia Draco, non puoi pretendere che sia bella e intelligente>> rise ed io con lei << anche se la Granger possiede entrambe le qualità>>
<< Ok io credo che il viaggio non ti abbia fatto proprio bene. Cosa stai blaterando?>>
In quel momento il soggetto della nostra discussione si palesò
<< Ecco i caffè>>
<< Oh grazie mille cara>> le sorrise mia madre. Vidi lo sguardo della Granger confuso. Come biasimarla.
<< Si Granger, grazie. Ora puoi andare>> e ritornò in cucina
<< Sei proprio un maleducato>>
<< Posso sapere cosa ti prende? Perché sei così gentile? È la Mezzosangue>>
<< Ha il segno dei Black. Ha visto la sfera>>
Ok avevamo un problema
<< Di cosa Merlino stai parlando? Che segno? Quale sfera?>>
<< Sulla spalla destra, ha un segno bianco luminoso, sotto pelle. Si dice che sia visibile solo ai Black>>
<< E perché io non vedo questo fantomatico segno?>>
<< Perché non ci credi>> disse semplicemente << si narra che secoli fa un mezzosangue e una Black abbiano racchiuso il loro amore proibito in una sfera bianca, per salvarlo e non farlo dissolvere e che questa vaghi da allora in cerca di due anime alle quali affidare il loro amore. Solo il Mezzosangue prescelto e il Black designato e soprattutto che ci crede, possono vederla e lei l’ha vista>>
La guardai perplesso
<< E’ una cosa assurda. Come fai a credere ad una cosa del genere? Eppure ti reputo una donna intelligente>>
<< Solo quando capirai di provare amore per lei lo vedrai e solo quando crederai a questa storia vedrai la sfera e spero accada prima che tu capisca che non è solo la Granger>>
<< Io innamorarmi di lei? È una follia. Stai delirando mamma>> dissi scocciato
<< Vedremo>> si alzò e si diresse nella sua stanza, lasciandomi li, solo.
Sfere bianche, amore e mezzosangue. Guardai il caffè. Decisamente mia madre doveva smettere di berlo.
Posai la tazzina sul tavolino e m avviai verso lo studio.
 
Mi chiusi nello studio e pensai a quella storia. Era davvero una follia, non avevo mai sentito nemmeno parlare di quella storia e di cose strane nella mia vita ne avevo sentite.
Con un bicchiere di Whisky Incendiario in mano mi avvicinai alla finestra e contemplai il giardino. L’estate lo rendeva ancora più bello, poi qualcosa attirò la mia attenzione: una figura piccola e snella stava sistemando le piante di mia madre. Riconobbi subito quei capelli ricci: la Granger.
Mia madre non aveva tutti i torti, insomma che fosse intelligente era palese. Si era sempre fatta valere da quel punto di vista e bella… lo era diventata con il tempo. Di certo a 11 non mi sarei mai soffermato a guardarla con quei denti da castoro e i capelli scomposti, ma ora, a distanza di anni, dovevo ammettere che era cambiata. Le curve al punto giusto, i grandi occhi nocciola. Sempre più saccente e puntigliosa. Coraggiosa e determinata nonostante la situazione avrebbe abbattuto chiunque altro. La osservai ancora per qualche minuto e distolsi lo sguardo, come scottato. Non potevo fare certi pensieri su di lei. M risedetti alla scrivania e fissai il bicchiere che stava ancora nella mia mano.
Cinque secondi dopo mi avviai verso il giardino.
 
Arrivai alle sue spalle e seguii ogni movimento. Avevo una tremenda voglia di stuzzicarla
<< Sei davvero lenta Mezzosangue>>
<< Merlino! Mal… ehm signore mi ha fatto prendere un colpo>> ghignai << e il caldo non aiuta a fare le cose più velocemente>> puntualizzò.
<< Se tu non fossi un’incompetente, non avresti questi problemi, non credi?>> la vidi stringere i pugni
<< Si signore, mi dispiace>> mi avvicinai a lei e la vidi indietreggiare
<< Non credo sia una buona idea con la signora Malfoy qui>>
<< Io invece credo che tu debba stare zitta, una buona volta>> l’afferrai per i fianchi, stringendola a me e lei poggiò le mani sul mio petto.
<< Ti prego… no>> un sussurro, la voce rotta dall’ansia. La guardai negli occhi e…
<< Dracoooo! Draco, amore dove sei?>>
Guardai la Granger e vidi i suoi occhi spalancati per l’orrore. Le tappai la bocca con la mano, trascinandola dietro alcuni alberi per non farci vedere.
Sentivo la sua schiena a contatto con il mio petto e il suo sedere contro il cavallo dei pantaloni. Avevamo un grosso problema.
<< Shhh>> le sussurrai all’orecchio, continuando a tenerle chiusa la bocca.
Guardai verso il giardino e vidi Astoria in mezzo, che si guardava intorno. Si avvicinò al punto dov’eravamo noi e cercai di nasconderci dietro uno degli alberi.
<< Draco!>> la vidi sbuffare ed infine smaterializzarsi.
<< Dannato furetto idiota! Stava per beccarci, solo perché non riesci a tenertelo nei pantaloni!>> si liberò dalla mia stretta e tornò in mezzo al giardino. La seguii.
<< Granger fai poco la principessina raffinata, non ti si addice. L’altra notte non ti è dispiaciuto che l’abbia tirato fuori dai pantaloni, o sbaglio?>> mi guardò ad occhi sbarrati, poi con uno sguardo truce
<< Io ti odio!>> mi urlò
<< La cosa è reciproca Mezzosangue>> e la vidi sparire in casa.
Io innamorarmi di quella… meglio un troll di montagna dall’alito puzzolente.
 
 
HERMIONE
 
<< Razza d’imbecille!>> urlai entrando in casa
<< Tutto bene Signorina Granger?>> mi bloccai e sperai che quella voce non appartenesse davvero a chi pensavo. Mi voltai e la vidi, in piedi alla fine delle scale. Merda.
<< Signora Malfoy, io… mi dispiace, non volevo essere…>>
<< Oh tranquilla, so che mio figlio può essere davvero un cretino, quando vuole>> Mi sorrise ed io annuii. No, un attimo… Narcissa Malfoy mi ha davvero sorriso? E per giunta due volte nella stessa giornata? Ok, qualcosa non quadrava.
<< So che vuoi chiedermi qualcosa>>
<< Be’ io…>> forza Herm, dai << perché è così gentile con me? Insomma mi sorride, mi parla cordialmente. Perché?>>
Mi guardò intensamente, seria.
<< Ho sempre apprezzato le ragazze belle e soprattutto intelligenti, a prescindere dal loro sangue. Tu sei una mezzosangue e sei molto meglio di molte purosangue che conosco. Il sangue non fa una persona, questo>> disse indicandosi la testa << e questo>> spostò il dito verso il cuore << fanno una persona. Solo loro dicono chi sei davvero>>
La guardai come in trance. Quella donna era una scoperta.
E ad un certo punto, come un flash, mi venne in mente una cosa: chissà dov’era Lucius Malfoy.
<< E’ meglio che torni a fare le mie cose, prima che il Signor Malfoy, si alteri ulteriormente e demolisca casa>> scatenai la sua risata e dopo che ebbe fatto un cenno di saluto, me ne andai.
 

Quella notte, durante i miei soliti incubi, sognai una sfera bianca.

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Capitolo 7
*** Strane scoperte ***




Le settimane passavano e grazie alla compagnia di Daphne e Narcissa, riuscivo a non sentire il peso di quella situazione.
Sapevo che Malfoy era disturbato dal comportamento della madre e dell’amica, perché secondo lui “io non ero degna. Ero troppo in basso per poter parlare con loro”. Quel borioso, arrogante, viziato non perdeva l’occasione di rendermi la vita un inferno, per non parlare poi, della sua fidanzata: “Granger fai quello”, “Mezzosangue portami questo e lavami quello”
Non ce l’hai una casa piccola idiota? Malfoy era troppo intelligente per poter perdere tempo con quella ragazza; ecco perché s’intratteneva con me e con altre 1000 ragazze. Non volevo neanche immaginare dove le trovasse.
<< Mia sorella sta impazzendo per questo matrimonio. Non che prima fosse normale, ma ora sta rasentando il ridicolo: ha deciso di trasferirsi qui>>.
Io e Narcissa la guardammo
<< Pensa davvero che così facendo, cambieranno le cose?>> chiese la signora Malfoy pacatamente.
<< Non credo. Spera solo che lui la noti di più e la consideri>>
Ascoltavo in silenzio la conversazione. Come se m’importasse di tutto quello
<< Draco non cambierà mai. È fatto così. Ha sempre saputo che si sarebbe dovuto sposare, ma non mi pare abbia cambiato le cose>>
<< Tu che ne pensi Herm?>> la graziosa voce di Daphne mi fece spostare lo sguardo su di lei.
<< Penso che non siano affari nostri, ma… se tua sorella vuole soffrire, se vuole credere alle favole, che faccia quello che vuole. Capirà da sola come stanno le cose. È convinta che lui la ami, ma un uomo, se così si può definire, scusa Narcissa>> dissi spostando lo sguardo su di lei << che ti tradisce e ti tratta come una pezza da piedi, non ti ama>> terminai e vidi i loro sguardi, scrutarmi intensamente.
<< Hai sempre avuto una percezione delle cose molto profonda rispetto agli altri. È per questo che la gente si affida a te>> mi sorrise Daphne
<< O forse sono solo accecata dall’odio>> replicai in un sussurro.
<< Hermione…>>
<< Cosa? Devo fingere che tutto questo mi piaccia e fare come se niente fosse? Mi usa come se fossi una sgualdrina. Sono arrivata al punto di odiarmi, capite? Odio me e non lui! Odio me stessa per essere stata e continuare ad essere così debole e sottomessa, mi odio perché non reagisco e sono sempre stata una persona razionale, che non si fa sopraffare. Sono diventata l’ombra di me stessa, per colpa di una stupida guerra e un pazzo che ha deciso di trasformare il mondo magico in un inferno>> ero fuori di me << ecco cosa sono diventata>>. Le guardai con il fiatone e le lasciai lì a fissarmi.
 
Non capivano, ma come potevo biasimarle? Loro erano le vincenti. La loro parte aveva vinto, quindi di cosa si sarebbero dovute preoccupare? D'altronde erano la madre e l’amica del mio carceriere, per quanto fossero gentili con me, ma loro… loro non sapevano cosa volesse dire guardarsi allo specchio e non riconoscersi, vedere una persona totalmente diversa, un’ombra sconfitta che non sa come riuscire a salvarsi. Era frustrante non trovare più quella forza che ti ha sempre contraddistinta, per riuscire a risalire in superficie e respirare, di nuovo.
Piangersi addosso, però, non mi avrebbe aiutata ad andare avanti.
Lottare, per rimanere a galla.
Poi un flash: forse sapevo cosa fare.
 
<< Oh Granger, cercavo proprio te>> Astoria Greengrass aveva raggiunto sorella e futura suocera in giardino.
<< Mi dica>>
<< Tra poco mi traferirò qui e i vostri incontri amorosi cesseranno. Non ti permetterò di continuare a mettergli le mani addosso>> vidi Daphne e Narcissa guardarla perplesse.
Annuii
<< Sarete la benvenuta in questa casa Signorina Greengrass, questo però non la porterà dall’uomo che ama, ma se vuole crederci, io non sono nessuno per impedirglielo>> dissi nella sua direzione e lei arrivò ad un centimetro dal mio viso
<< Esatto, tu non sei nessuno Mezzosangue>>
<< Astoria…>>
<< Smettila di difenderla sempre Daphne! Sei mia sorella, dovresti stare dalla mia parte!>>
<< Tori non è una gara e lei non ha voluto niente di tutto questo. Il problema è che sei gelosa. Gelosa che Draco sia più interessato a lei che a te>>
<< Interessato a lei? Solo perché se la porta a letto non vuol dire niente>>
<< Allora perché sei così turbata? Cosa ti spaventa?>> la voce di Narcissa le fece sgranare gli occhi
<< Io… io… non sono spaventata>>
<< Non sembra cara, se attacchi una persona che in questa storia è solo una vittima>> guardai Narcissa, sbalordita. Stava davvero “sgridando” la sua futura nuora, per difendere me?
Vidi la piccola Greengrass guardarla spaesata e boccheggiare. Poco dopo si smaterializzò.
<< Grazie>> sussurrai. Mi rispose con un sorriso caloroso.
<< Cosa succede qui?>> la voce gelida di Malfoy mi paralizzò
<< O niente caro, stavamo chiacchierando>> rispose calma sua madre. Daphne gli sorrise
<< Vi pregherei di non farle perdere tempo. È già lenta senza che voi stiate qui a disturbarla e rallentarla>>
Mi stava togliendo anche quel poco di respiro che mi ero creata. Brutto bastardo.
<< Dai Draco non credo che due parole siano un dramma>>
<< Perché non torni a casa tua Daphne?>>
<< Draco!>> trillò Narcissa
<< Cosa? Vi avevo pregato di non rivolgerle la parola>>
Dovevo fare qualcosa
<< Non è colpa loro. Le ho disturbate io mentre parlavano tranquillamente, mi dispiace>>
Vidi Daphne scuotere la testa guardandomi
<< Cara…>>
<< E’ sempre colpa tua Mezzosangue. Quando imparerai a non disubbidire?>> mi afferrò un polso, stringendolo. Un gemito di dolore uscii dalle mia labbra. Mi guardava con la sua solita cattiveria
<< Sparisci>> ordinò spintonandomi. Rientrai in casa, massaggiandomi il polso.
 
 


DRACO
 

<< Sei un’animale>>
<< Non immischiarti Daphne>> le dissi freddo
<< Non immischiarti? Ma come fai eh? Non ti senti una merda? Non ti fai schifo?>>
<< Daphne cara, il bambino>>
La vidi sedersi e respirare profondamente.
<< Stai bene?>>
<< Si Cissy, grazie>>
Vidi mia madre voltarsi verso di me
<< Sei davvero un’imbecille. Più simile a tuo padre di quanto mi aspettassi. Oggi mi vergogno di te. Non ti ho insegnato a trattare le donne in questo modo, ad usarle come oggetti, a ferirle>>
<< Evidentemente non devo avere avuto un grande esempio, non credi?>> dissi freddo e me ne andai.
 
Cosa Salazar aveva di speciale quella sanguesporco? Lodata in passato e lodata oggi, quando avrebbero solamente dovuto disprezzarla. E da mia madre e la mia migliore amica per giunta! La odiavo, ogni volta di più. Volevo distruggerla eppure lei si rafforzava.
 

“Solo quando capirai di provare amore per lei lo vedrai e solo quando crederai a questa storia vedrai la sfera e spero accada prima che tu capisca che non è solo la Granger”.

 
Le parole di mia madre mi rimbombarono in testa.
Innamorarmi di lei.
Scoppiai a ridere. Non avevo mai sentito una stronzata peggiore di quella.
Con questi pensieri mi preparai per la cena di quella sera.
 
 


HERMIONE
 

<< Granger!>>
<< Si signore>>
<< Sto uscendo con mia madre. Abbiamo una cena al Ministero. Vedi di non combinare casini>>
<< Si Signore>> si smaterializzò e sorrisi impercettibilmente.
 
Avrei potuto mettere in atto il mio piano.
 
In camera mia, seduta sul letto, guardavo l’armadio davanti ai miei occhi. Mi alzai, avvicinandomi ad esso. Lo aprii e spostai i vestiti. Eccolo li: il varco.
Approfittai del fatto che lui fosse fuori casa per quella cena e lo attraversai. Mi ritrovai in un tunnel buio. Quando l’avevo scoperto, avevo pensato si trattasse di un segno, un aiuto per salvarmi.
Continuai a camminare, quando l’oscurità intorno a me si rischiarò. Ed ecco di nuovo quella luce bianca: così luminosa e brillante, eterea. Mi rendeva sempre più curiosa, tanto che rimasi a guardarla per diversi minuti, in piedi, in mezzo a quel tunnel; poi ripresi a camminare, ma qualcosa, una voce, mi fece fermare
<< Non farlo>> era spettrale e sembrava di donna, ma essendo ovattata non riuscii a distinguerla. Sapevo solo che proveniva da quella sfera
<< Hermione non farlo>> come faceva a sapere il mio nome?
Cominciai a camminare più velocemente, quando le sue parole mi bloccarono
<< Lui ha tremendamente bisogno di te>>
Lui? Lui chi?
Impegnata a farmi questa domande, non mi accorsi che quella palla di luce stava venendo verso di me. Quando mi entrò nel petto, un calore improvviso m’invase, poi mi paralizzai.
Stava crescendo in me, una nuova forza; occhi da nocciola a nero pece; d’un tratto sentii voci, risate e il tunnel scomparì
 

Un giardino immenso in fiore, con una grande quercia secolare al centro; una giornata di sole.

 
Ecco cosa si presentò ai miei occhi.
Dove Merlino mi trovavo?
Sentii ancora quelle risate e mi voltai. Quello che vidi mi fece sussultare
 

Stavo correndo ed ero felice. Il volto rilassato, gli occhi luminosi. Portavo un vestito lungo, leggero; i capelli legati in una coda di cavallo. Guardai alle mie spalle e sorrisi ancora di più
<< Non mi prenderai mai!>> un’altra risata.

 
Da chi stavo “scappando”?  Chi poteva rendermi così radiosa e felice?
Non feci in tempo a rispondermi, che mi ritrovai di nuovo nel tunnel.
 
Occhi sbarrati per lo stupore, la luce bianca scomparsa poi, il buio.
 
Un raggio di sole s’infranse sul viso, facendomi svegliare. Mi guardai intorno: ero in camera mia. Eppure io ricordavo che…
Guardai l’armadio e mi fiondai verso di esso. Lo aprii: il varco era stato chiuso!
Mille domande cominciarono a farsi strada nella mia testa. Ero sicura di non aver sognato, di aver vissuto tutto quello, ma allora… chi aveva chiuso il passaggio? Forse la stessa persona che mi aveva riportata in camera?
Ripensai alla sfera bianca, alla visione che avevo avuto, a quella strana voce.
 

Era tempo di capire cosa mi stava accadendo.

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Capitolo 8
*** Ricerche e domande ***


Da quando avevo rivisto quella sfera bianca e quella visione, il mio unico scopo era scoprire cosa si nascondesse dietro tutto quello, ma più cercavo di darmi delle risposte, di venirne a capo più non riuscivo a darmi una spiegazione. Avevo pensato che la casa fosse stregata, che qualcuno mi avesse fatto un incantesimo, addirittura che il troppo stress mi avesse giocato un brutto scherzo, ma quello che era accaduto, era stato così reale. Mi era sembrato tutto così tangibile e veritiero, come se rappresentasse un futuro prossimo. Non mi spiegavo però, come potesse essere possibile, dato che ero segregata li. Dovevo sperare che mi avrebbero trovata? Eppure la speranza si era affievolita giorno dopo giorno.
Forse nei miei amati libri, avrei trovato le risposte che cercavo, ma come avvicinarmi alla biblioteca senza essere vista e destare sospetti?
L’idea mi arrivò qualche giorno dopo come un segno, vedendo uno degli elfi entrare in cucina: Tippy.
Potevo chiedere agli elfi un aiuto, insomma ero sempre stata gentile con loro, no?
Dovevo solo trovare il modo di convincerli. Con gli elfi non si poteva scherzare.
 
<< Tippy…>>
<< Si Signorina?>>
<< Io…io devo chiederti un favore enorme e capirò se non potrai aiutarmi>>
Mi guardò con i suoi grandi occhi tondi
<< Io se posso aiutare lei Signorina Hermione>>.
Sorrisi
<< Mi servirebbero dei libri, ma non posso frmi vedere in biblioteca e mi chiedevo se tu…>>
<< Ci penso io Signorina. Tippy sarà felice di aiutarla>>
<< Oh grazie mille davvero! Allora mi…>> ma non feci in tempo a finire di parlare che era sparito.
Come avrebbe trovato quello che cercavo se non gli avevo dato nessuna informazione?
 
Quella sera, sul letto della mia camera, trovai tre libri. Li osservai. Come Merlino sapeva quella che stavo cercando?
Come chiamato in causa si smaterializzò nella mia stanza insieme ad altri elfi. Li guardai
<< Come…>>
<< Noi sappiamo tutto Signorina Hermione. Noi riportare lei in camera sua e chiudere varco>>
Li guardai ad occhi sbarrati. Sapevano.
<< Cosa mi sta succedendo?>> chiesi
<< Non possiamo dire nulla, Signorina. Ci dispiace>> e sparirono, lasciandomi li con quei libri.
Presi il primo e lo sfogliai: antiche leggende, incantesimi. Nulla.
Presi il secondo: magia nera. Ok questo decisamente no.
Lessi il titolo del terzo: “Storia dei Black”.
Black.
Narcissa era una Black e Malfoy lo era per metà.
Iniziai a leggere vari punti. Leggende qua, leggende là, ma nulla che parlasse di sfere bianche e voci misteriose. Non sapevo più dove sbattere la testa.
Delusa, mi addormentai, il tomo ancora tra le mani e la sfera bianca nei miei sogni.
 
La mattina seguente, mi premurai di nascondere i libri prima di scendere.
Mi diressi verso il giardino e vidi Narcissa seduta a tavola
<< Buongiorno cara>>
<< Buongiorno Narcissa>> le sorrisi.
Mi chiesi dove fosse sua altezza imperiale Draco Lucius Malfoy e come se la donna accanto  a me, mi avesse sentita rispose
<< Draco è partito stamattina presto, tornerà tra qualche giorno>>
Una forte leggerezza s’impadronì di me e sorrisi. Libera per qualche giorno.
Guardai Narcissa e ripensai alla sfera bianca. Forse avrei potuto chiedere a lei. No, Hermione non fare cavolate, ma forse… no.
<< C’è qualcosa che ti turba Hermione?>> complimenti Herm, tu si che sai nascondere le tue emozioni.
<< Io… be’ ecco, io…>>
<< Si?>>
<< E’ da un po’ di tempo che mi capitano cose strane. Ho visto più volte una sfera bianca, sento una voce di donna che mi parla, che sa il mio nome, io…>> portai le mani al volto e scossi la testa << perdonami Narcissa è che… non lo so mi sembra tutto così strano. Ho visto me stessa nel futuro ed ero felice. Come… com’è possibile? Sono qui, nessuno mi salverà mai e, Merlino…>> la sentii abbracciarmi.
<< Shh cara stai tranquilla. Non devi preoccuparti di nulla. Hai me, Daphne e per quanto riguarda quella sfera, posso risponderti io, anche se forse non ti piacerà quello che dirò>> la guardai impaurita e lei appellò un libro. Lo aprì, cominciando a leggere:
 

Narra la leggenda, che secoli fa Cassiopea Black s’innamorò del Mezzosangue John Bristow.
Fu uno di quegli amori struggenti e passionali, eterni e imprevedibili, ma come tutti gli amori degni di questo nome era proibito.
Non era tollerato che una Black sposasse un Mezzosangue, rischiando di bloccare la discendenza.
Per salvare il loro amore, decisero di custodirlo all’interno di una sfera bianca e lasciarlo vagare nel tempo, in cerca di due anime da unire, due anime destinate ad amarsi incondizionatamente, anche se troppo orgogliose per ammetterlo […]
 

 
Smisi di ascoltare. Anime, amore, orgoglio. No… non poteva essere, non…
 
“Lui ha tremendamente bisogno di te”
 
Non lui. Non proprio LUI.
 
<< Hermione…>>
<< Dimmi che non è come penso. Dimmi che non siamo noi, che il Black non è lui, ti prego>>
<< Cara io…>>
<< No! TI PREGO NO! Com’è possibile? Ci odiamo, mi disprezza. Se avesse potuto mi avrebbe già uccisa>>
<< …Troppo orgogliose per ammetterlo>> la guardai
<< Qui non si parla di orgoglio. Questa è una cosa impossibile. Magari non siamo nemmeno noi!>>
<< Sicuramente la mezzosangue sei tu>>
<< Come fai ad esserne così sicura? Forse è una coincindenza, forse…>>
<< Hermione sei una ragazza intelligente, ma comunque tu hai un segno, proprio qui>> mi toccò la spalla destra << è sotto pelle, visibile solamente ai Black, ed è così luminoso. Non credevo a questa leggenda, sarò sincera, forse perché non abbiamo mai avuto a che fare con i Mezzosangue, ma quando ti ho vista la prima volta ed è apparso quel segno, mi sono dovuta ricredere>>
Ripensai a quando mi aveva guardata ad occhi sbarrati
<< E’ per questo che mi hai guardata in quel modo?>>
Annuì.
<< Sappiamo entrambe che sto dicendo la verità. Dovete solo rendervi conto di quello che state sprecando>>
Portai una mano al viso. Quello era davvero troppo. Una verità difficile, se non impossibile da accettare. Come avrei potuto innamorarmi di lui? Che mi disprezzava, mi odiava. Come avremmo potuto amarci se quello che desideravamo era ucciderci?
 
E quella splendida libertà terminò il 30 Luglio. Mi sentii di nuovo schiacciata da suo sguardo e dalle sue parole
<< Ti sono mancato Mezzosangue?>>
Tremai, ad ogni spinta, ad ogni parola.
Una tortura sentirlo ansimare nel mio orecchio.
Una liberazione vederlo andare via e scomparire tra quei corridoi bui. Bui come la mia anima e quel cuore ormai in frantumi.
 
Quello che mi aiutava, oltre a Daphne e Narcissa, era pensare ai miei amici. Speravo stessero bene, che pensassero a me, almeno ogni tanto e dentro di mi pregavo che mi stessero cercando, che presto mi avrebbero riportata a casa, ma tutto cambiò un giorno di Agosto.
Forse furono gli avvenimenti di quel giorno o la verità che ti colpisce, ma durante quelle ore calde, accadde ciò, che tempo dopo, scoprii avrebbe cambiato tutto: in piedi, su una scala, stavo sistemando una delle lanterne per la festa di quella sera. Il caldo infernale, un attimo di stanchezza e mi sentii cadere nel vuoto.
Un secondo prima di svenire completamente, sentii una voce nitida

<< Hermione…>>
 
 




Eccomi tornata da voi!!!!!
Avete passato delle belle vacanze? Spero proprio di si mie belle lettrici.
La storia sta entrando le vivo! Alla prossima :)

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Capitolo 9
*** Vicini ***


Un raggio di sole m’illuminò il viso, mi mossi nel letto e stropicciai gli occhi.
Un attimo. Cosa ci facevo a letto? Mi guardai intorno e quello che vidi al mio fianco mi bloccò: Draco Lucius Malfoy, seduto su una poltrona, dormiva rivolto verso il mio letto. Braccia conserte, lo sguardo quasi corrucciato… preoccupazione? Per me? Impossibile. Lo vidi muoversi e chiusi gli occhi, non volevo parlargli, non volevo sapere nulla, ma soprattutto non volevo vedere il suo sguardo sprezzante.
Lo sentii alzarsi, fare qualche passo e chiudersi la porta alle spalle.
Aprii gli occhi.
 
Cosa Merlino era successo?
 
Perché ero nel mio letto e mi girava la testa da morire?
Provai ad alzarmi, misi le scarpe e uscii dalla mia stanza. Scesi le scale, ma alcune voci mi bloccarono
“ Cos’è successo?” la voce apprensiva di Narcissa arrivò alle mie orecchie
“ Non lo so. Era sulla scala ed è svenuta”
“ Ma sta bene?” Daphne.
“ Quando sono uscito stava ancora dormendo”
“ Hai fatto bene a chiamarci amico. Ti vedo strano, stai bene?” Zabini?
“ Io… si sto bene”
“ Draco…”
“ Sto bene Daphne”
La sua voce era così… triste. C’era decisamente qualcosa che non andava e ne ebbi la conferma quando incrociai il suo sguardo mentre scendevo le scale e li raggiungevo in salotto: Preoccupazione.
Si stava preoccupando per me? Io… io… perché il cuore mi stava martellando furiosamente nel petto?
Si avvicinò a me e m’irrigidii
<< Stai bene? Non ti saresti dovuta alzare così presto. Non sappiamo ancora cos’hai…>>
<< Sto bene>> dissi fredda e lui mi scrutò
<< Oh Herm ci hai fatto prendere un bello spavento. Quando Draco ci ha chiamati…>> e li scollegai il cervello, spostando il mio sguardo verso di lui e giurai di aver sentito il tempo fermarsi, di aver sentito il mio cuore saltare un battito; finché ancora stretta nell’abbraccio di Daphne, la vidi: dietro di lui una sfera bianca volteggiava indisturbata. La guardai intensamente.
<< Herm cosa c’è?>> chiese la bionda staccandosi da me
<< La vedete anche voi?>> chiesi spaventata senza però, distogliere lo sguardo da lui e la sfera
<< Cosa?>> chiese Zabini
<< Quella sfera bianca, alle spalle di Malfoy>>
Sentii il sobbalzo di Narcissa e vidi a malapena l’espressione dell’uomo di fronte a me.
<< Hermione non c’è nessuna sfera bianca>> disse spaventata Daphne, ma io non l’ascoltai. Mi avvicinai a Malfoy, sempre di più, attirata per l’ennesima volta da quella luce. Lui, immobile, continuava a guardarmi confuso, ma sentivo che la sua curiosità non riusciva a farlo muovere.
Distolsi lo sguardo dalla sfera e fissai i miei occhi nei suoi.
Fu un attimo e venni, di nuovo, catapultata nel futuro:
 


Una bambina dai lunghi capelli biondi, all’incirca di 4 anni, correva a perdi fiato, verso una grande quercia secolare. La stessa della visione che avevo avuto tempo prima.
“ Cassiopea non correre!” sentii la me stessa del futuro urlare.
Mi trovavo nel patio di una grande casa in stile coloniale, appoggiata alla ringhiera.
“ Lasciala in pace Granger” quella voce, quel soprannome. Mi voltai e lo vidi: tremendamente bello fasciato in quei pantaloni neri e la camicia bianca.
Era più uomo e molto, molto più affascinante.
Si avvicinò a me abbracciandomi. Perché non mi ribellavo?
Continuai a scrutare le due figure, in attesa.
 
“ Si vede che è figlia tua. Per tutti i folletti Malfoy, rischia di farsi male!”
 
Figlia di Malfoy? Che diamine…
 
“ Non si farà proprio nulla. Lo hai detto tu, è figlia mia”
“ Merlino sei insopportabile quando fai così” mi baciò il collo
“ E mi ami da impazzire anche per questo” un altro bacio, un altro sorriso
“ Questo lo dici tu Furetto” ghignai voltandomi e lo baciai con passione.
Cos’era capitato? Com’eravamo riusciti a costruire tutto quello? Com’eravamo passati dall’odiarci all’amarci in quel modo? Ad avere un bambino…
Un gridolino eccitato ci fece voltare
“ Mamma guarda!” salutò con la manina
“ Cassiopea Narcissa Malfoy scendi immediatamente da quell’albero! Draco… ma dove?...” lo vidi dirigersi verso la quercia
“ Draco! Fa’ qualcosa!” la sua risata mi scaldò il cuore, anche se ero furiosa
“ Dannato Furetto” sentii bisbigliare la me del futuro.
“ Forza Ea scendi”
“ Ma papi…”
“ Ea…”
Uno sbuffo e la bambina scese dall’albero con un’agilità pazzesca, rifugiandosi tra le braccia del padre. Li raggiunsi
“ Ti prego Ea non farlo più, mi hai fatto prendere un colpo” mi vidi prenderla in braccio e abbracciarla
“ Scusa mami”
“ Come sei suscettibile Herm” lo incenerii
“ Sai Furetto penso di aver appena avuto una visione” dissi dirigendomi verso casa
“ Del tipo?” quel pallone gonfiato
“ Tu che dormi sul divano” mi voltai giusto in tempo per vedere la sua faccia sconvolta, poi entrai in casa.
 
La risata di Cassiopea che riecheggiava tra le mura.
 
 
 

Quando riaprii gli occhi vidi solamente un mare argentato. Sentii mancarmi le forze
<< Cassiopea…>>
Poi il buio.
 
 
 
ZABINI MANOR
 
<< Cosa pensi che stia succedendo?>>
<< Non lo so Daph. È tutto così strano. Sfere bianche, svenimenti. Almeno abbiamo appurato che non è incinta>>
<< E sei sollevato perché…?>> la guardai, seduta sul divano i lunghi capelli biondi sciolti sulle spalle, la pancia non ancora visibile
<< Andiamo Daphne non si amano, o per lo meno lui non ama lei. Come pensi che avrebbero potuto avere un bambino? Sarebbe stata una cattiveria>>
<< E perché lui non potrebbe amarla?>>
<< Non è giusta per lui. Per quanto sia intelligente e bella, lei…>>
<< E’ una mezzosangue? E quindi? Cosa ci sarebbe di così sbagliato? Hai visto anche tu come la guarda. Ha solo bisogno di tempo Blaise>>
Mi avvicinai a lei e l’abbracciai. Respirai il suo profumo: mandorla.
<< Lo conosciamo entrambi. Lui… lui ha dei problemi a lasciarsi andare. Non si è mai legato a nessuna, lui…>>
<< Lei è diversa amore. Non so come spiegartelo, ma è una sensazione. È quella giusta. Solo Hermione può salvarlo dalla sofferenza>>
La guardai in viso: così bella ed eterea. Stentavo ancora a credere che avesse scelto me, che aspettava un bambino; il nostro bambino.
Le accarezzai il viso e chiuse gli occhi. Posai le labbra sulla sua fronte
<< Spero tu abbia ragione Daph. Lo spero tanto o vivrà nell’infelicità con tua sorella>>.
Mi osservò e posò le labbra sulle mie.
Al diavolo Malfoy!
La presi in braccio e l’adagia sul divano. Feci evanescere i vestiti e la contemplai
<< Sei bellissima>>
<< Blaise…>>
Un bacio. Due. Tre. Sei. Dieci.
Entrai in lei e come ogni volta venni invaso da un senso di benessere. Sentii le sue unghie graffiarmi la schiena, il mio nome sussurrato con voce roca. Spinta dopo spinta l’amavo sempre di più; come la prima volta nella torre di Astronomia, come quando mi aveva confessato di essere incinta e come poco prima, quando aveva cercato di convincervi che la Granger era l’unica soluzione.
Mi fido di te Daphne. Sempre.
<< Ti amo Daphne>> dissi, appena raggiungemmo l’apice
<< Ti amo Blaise>>
 


DRACO
 
“ Cassiopea…”
Chi diamine era questa Cassiopea?
Aveva davvero visto quella sfera bianca?
Non stavo capendo più nulla. Avrei dovuto credere a mia madre e a quella storia strampalata? Era una follia, eppure… eppure era stato così naturale preoccuparmi per lei. Non era mai successo prima d’ora, con nessuna, ma vederla inerme tra le mie braccia mi aveva fatto provare un senso d’inquietudine.
Lanciai il bicchiere che avevo in mano contro il muro e cacciai un urlo potente. Ero così stanco; avevo dovuto annullare la festa di quella sera e sorbirmi le lamentele di Astoria, le sue urla isteriche perché, poverina, non sarebbe potuta apparire al mio fianco nell’ennesima foto. Avevo altro a cui pensare.
Appoggiai le mani al vetro della finestra dello studio e guardai fuori: buio.
Il silenzio assordante del Manor mi rimbombava in testa. Sentivo ogni piccolo rumore amplificato; sbottonai i primi due bottoni della camicia e chiusi gli occhi. Dovevo distrarmi.
 
Scesi in salotto e mi sedetti al pianoforte.
 
 
HERMIONE
 
Fui svegliata da una dolce melodia.
Stavo sognando? Ero morta e mi trovavo in Paradiso?
Aprii gli occhi e mi sollevai cautamente, una mano a tenermi la testa.
Nel silenzio di quel grande maniero una bellissima musica attirò la mia attenzione. Allora non stavo sognando, ma… chi poteva essere?
Indossai la vestaglia e scesi al piano di sotto. Davanti ai miei occhi l’immagine più bella che avessi mai visto: Draco Malfoy muoveva agilmente le lunghe dita sui tasti di quel fantastico pianoforte nero, rilasciando nella stanza una splendida melodia.
Lo guardai rapita, finché non si accorse della mia presenza
<< Cosa ci fai qui?>> una strano sguardo sul volto
<< Scusa non volevo disturbarti. Ho sentito la musica e mi sono incuriosita… Mi dispiace, me ne vado>> feci per risalire la scala, ma la sua voce mi bloccò
<< Non volevo svegliarti>> lo guardai attonita. Si era scusato? << hai più avuto giramenti di testa?>>
Lo guardai stralunata. Sembrava così diverso.
<< Non mi hai svegliata, tranquillo e no, sono in perfetta forma, grazie>> gli sorrisi impercettibilmente << era bellissima>> feci un cenno verso il pianoforte.
<< Grazie. L’ho scritta io>> la cosa non mi stupì affatto << mi ricorda la mia infanzia>> mentre lo ascoltavo mi ritrovai al suo fianco e dal nulla glielo chiesi
<< E’ stata felice?>> spostò il suo sguardo dai tasti ai miei occhi; la luce della luna li rendeva quasi trasparenti << scusa non sono affari m…>>
<< Ti sembrerà strano, ma lo è stata molto. Mio padre non è sempre stato un pazzoide con i suoi ideali strampalati ed io voglio ricordarlo com’era in quel periodo>> non gli chiesi cos’era successo, non mi sembrava… il momento giusto.
<< Suona ancora, ti va?>> gli sorrisi, mentre mi sedevo accanto a lui. Lo vidi posare le lunghe dita affusolate sui tasti.
Chiusi gli occhi e mi persi ad ascoltare quella melodia.
 
 
 
DRACO
 
La guardai chiudere gli occhi e cominciai a suonare.
Non saprei dirvi cosa mi avesse spinto a raccontarle quella storia, ma era stata la cosa più naturale del mondo, come se l’avessi sempre fatto e vederla lì, al mio fianco, era una sensazione così… strana, ma al contempo bella.
Smisi di suonare e lei aprì gli occhi. Accarezzai la sua guancia liscia, sfiorai con le dita le sue labbra e dal nulla, la baciai.
 
Fu un bacio diverso, c’era qualcosa di nuovo, inaspettato e mi spaventai, ma non mi fermai.
Approfondii il bacio e lei non si oppose.
La guardai. Così dannatamente bella, ero stato davvero così cieco?
<< Draco…>> un sussurro sulle mie labbra. Aprì i grandi occhi nocciola e non so con quale forza ci smaterializzai nella mia stanza.
 
In quel momento, non so come, non so perché, avevo bisogno di lei.
 

"Hermione"

 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 10
*** Respiri ***


 
 
 

Il numero di respiri che fate in vita vostra è irrilevante, quello che conta veramente sono i momenti che il respiro ve lo tolgono.
[La ricerca della felicità]

 
 
 
 
 
La feci distendere sul letto con delicatezza e la contemplai.
Mi guardava, i grandi occhi luminosi, poi un sorriso.
Mi distesi sopra di lei e la baciai ancora, sentii le sue piccole mani afferrarmi i capelli e stringerli piano. Le sfiorai una gamba, i fianchi. Le sfilai la camicia da notte, continuando a guardarla. Portò le mani ai bottoni della camicia, fermandosi.
<< Fallo>> sussurrai e lei mi guardò, come a voler prendere coraggio.
Un bottone, due bottoni, tre, quattro… finché non la sfilò.
Portai le mie labbra sulle sue e le sfilai le mutandine, passando poi ai boxer.
Il suo corpo perfetto, che avevo posseduto così tante volte con cattiveria e disprezzo, ora mi sembrava un tempio; qualcosa di sacro da venerare.
La sentii stringersi a me, cercare quel contatto che le avevo sempre negato e mi odiai.
 
Cosa le avevo fatto?
 
La strinsi, come se potesse svanire da un momento all’altro, come se dovessi svegliarmi da un bellissimo sogno, ma lei era davvero li, con me.
 
Entrai in lei e la sentii gemere per la sorpresa; si aggrappò alle mie spalle e legò le lunghe gambe ai miei fianchi.
Spinta dopo spinta la sentii sempre più mia, fragile ma coraggiosa, finché non invertì le posizioni e la vidi sovrastarmi: così fiera, capii perché l’avevano soprannominata “la Regina dei Grifoni”; i capelli indomabili, riusciva a trasmettere passione e lussuria attraverso pochi gesti. Così sensuale, non si rendeva nemmeno conto di esserlo, di scatenare in me una tempesta emotiva.
Combattuto perché lei era LA Mezzosangue, la Granger amica di Potter; sarebbe dovuta essere un passatempo, qualcosa con cui potersi sfogare e invece mi stava letteralmente sconvolgendo la vita e come risvegliato, mi tirai su a sedere stringendola ancora, sempre più forte.
Ci guardammo negli occhi: nessun odio, nessuna guerra, mi spostò una ciocca di serici capelli dal viso e fissò il suo sguardo nel mio: bocca dischiusa, capelli arruffati, continuavamo a muoverci in sincrono senza smettere di guardarci, come se fossimo stati catapultati in un’altra dimensione.
<< Sei bellissima>>
Si strinse a me ancora di più, lasciando andare la testa all’indietro; un gemito e poi un altro. Le mie mani sulla sua schiena liscia: le bacia il collo, il mento finché l’orgasmo non ci colse alla sprovvista.
Rimanemmo in quella posizione a riprendere fiato, la mia fronte appoggiata alla sua.
Poco dopo uscii da lei e ci sdraiammo coprendo i nostri corpi con il lenzuolo.
L’abbracciai e mi resi conto, solo dopo, di non averlo mai fatto. A conferma del mio pensiero, il suo sguardo: confuso, attonito. Volli rassicurarla, mi sentivo in dovere di farlo.
<< Non andrò via, non questa volta>> sorrise annuendo e chiuse gli occhi stringendosi a me. Appoggiai il mento sulla sua testa e chiusi gli occhi a mia volta; le accarezzai la schiena, il collo, le braccia… ma queste invece di essere lisce come il resto del suo corpo sembravano screpolate.
Aprii gli occhi e fu allora che li vidi, per la prima volta: dei segni, quasi invisibili all’occhio, ma percepibili al tatto, le ricoprivano le braccia, rossicci e lunghi
<< Chi è stato?>> aprì gli occhi e mi guardò per poi spostare lo sguardo nel punto indicato. Trasalì.
<< Chi è stato?>> ripetei e lei tornò a guardarmi. Il respiro affannato.
Aveva paura
<< Io>>
<< Cosa?>>
<< Sono stata io>> il mio sguardo saettò verso di lei
<< Perché?>> chiesi, continuando a tenerle il braccio. Abbassò lo sguardo e la sentii più fragile del solito. Le presi il mento fra le dita e le feci alzare il volto: piccole gocce salate scendevano da quegli occhi ombrati.
<< Ogni volta che venivi da me e poi andavi via, mi sentivo sporca e con la spugna cercavo di lavare via il tuo odore, il tuo tocco>>
Sgranai gli occhi.
Era colpa mia. Tutto quello era stato una conseguenza dei miei comportamenti. Le depositai tanti piccoli baci sul braccio e la sentii sorridere
<< Mi dispiace, io non av…>>
<< Non fa nulla. Ormai ero abituata a quel fastidio, ma è il passato… vero?>> mi guardò implorante, come a volere una conferma e mi sciolsi davanti a quelle pozze dorate.
<< Non accadrà più>> presi un respiro << non so spiegarti questo mio cambiamento, ma posso solo dirti che in questo momento non vorrei essere da nessun altra parte>> la baciai e sorrise sulle mie labbra.
<< Perché non me ne sono mai accorto?>> domandai guardando quei segni. Era più una domanda fatta a me stesso. Cieco.
<< Evidentemente non mi hai mai guardata davvero>> sussurrò
<< Hermione…>>
 
 



HERMIONE
 

Sbarrai gli occhi. Aveva davvero pronunciato il mio nome con quella dolcezza?
<< Non mi hai mai chiamata per nome>>
<< Io…>>
<< Ridillo>>
Mi guardò per pochi secondi e poi sorrise. Un vero sorriso, di quelli che ti scaldano il cuore, come quello che avevo visto nella visione.
 
Il suo primo vero sorriso.
Per me.
 
<< Hermione>>
<< Ancora>>
<< Hermione…>> e lo baciai con trasporto. Salii sopra di lui, i miei seni a contatto con il suo petto e continuai a baciarlo. Una sua mano sulla schiena, l’altra sopra il fondoschiena, a stringermi per non farmi andare via. Lo guardai: un angelo sceso in terra.
 
Non andrò da nessuna parte Draco.
 
Stretta nel suo abbraccio ascoltavo ipnotizzata il battito del suo cuore… così uguale al mio; così diversi eppure così simili. Lontani, ma al tempo stesso vicini.
Poi dal nulla, mi fece quella domanda
<< Chi è Cassiopea?>>
<< Come?>>
<< Prima di svenire hai pronunciato quel nome>> lo guardai
<< Non mi crederesti>>
<< Mettimi alla prova>> feci leva su un gomito per portarmi più in alto di lui e nei suoi occhi vidi speranza. Lo scrutai: così bello da mozzare il fiato, il volto teso. Mi avrebbe creduta? Avrebbe creduto a quella leggenda?
Sospirai e gli raccontai della leggenda, delle mie visioni. Quando finii notai che mi stava osservando intensamente.
<< Allora è tutto vero. Pensavo che mia madre stesse delirando, che la simpatia nei tuoi confronti l’avesse fatta andare fuori di testa e invece…>>
Annuii
<< Ma ancora non ho visto il segno sulla tua spalla>>
<< Forse non ci credi del tutto e… non sei innamorato di me>> dissi, consapevole che forse nemmeno io provavo amore per lui. Non ancora.
Mi sdraiai sotto il suo sguardo silenzioso e baciò la fronte con dolcezza. Il suo tocco fermo, sempre sulla mia schiena.
Nascosi il viso nell’incavo del suo collo e respirai profondamente il suo profumo.
Sarei stata lì per tutta la vita.
<< Così avremo una bambina>>
Annuii sul suo collo.
<< E come sarà?>> spostai di poco il viso e lo guardai sorridendo
<< Oh sarà davvero meravigliosa: lunghi capelli biondi e i tuoi occhi. Un bel peperino sai? Uguale identica a te. Una degna Serpeverde innamorata del suo papà>>
<< Bella e dolce come te magari>> mi baciò il naso e poco dopo mi addormentai.
 
Per la prima volta, una notte senza incubi.

 

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Capitolo 11
*** Visioni ***



 

Per vedere cosa c'è sotto il proprio naso occorre un grande sforzo.
[George Orwell]

 

DRACO

 
Mi svegliai la mattina dopo, rinato. Come se avessi dormito per giorni.
Guardai al mio fianco e la vidi: Hermione…
Il naso all’insù, labbra dischiuse, le lunghe ciglia a nascondere gli occhi ambrati. Merlino…
Portai una mano al viso e sospirai. Mi alzai dal letto e infilai i pantaloni, ancora di spalle una voce assonnata mi fece voltare
<< Ehi>> seduta sul letto, teneva il lenzuolo sul seno per coprirsi, i suoi indomabili capelli più in disordine del solito. Mi avvicinai a lei e mi sedetti sul letto
<< Ehi, hai dormito bene?>> le accarezzai una guancia e la vidi chiudere gli occhi e sorridere
<< Benissimo>> si guardò intorno e continuò << vado a vestirmi e preparare le cose per la festa di stasera>> la vidi prendere le sue cose e avvicinarsi alla porta
<< Hermione…>> si girò. Avrei voluto dirle così tante cose, ma dalla mia bocca non uscii nulla.
<< Lo so Draco. E’ tutto come prima>> un sorriso triste sul volto. Si chiuse la porta alle spalle e mi sentii solo, come mai prima di allora; guardai la parte del letto occupata da lei e ripensai alla notte passata: alla sua pelle liscia sotto le mie mani, gemiti e sussurri.
 
Niente è come prima Hermione.
 
Finii di vestirmi e scesi in cucina.
Sarei riuscito a comportarmi come al solito? E sentii che quei cambiamenti non erano dovuti solamente alla leggenda. Qualcosa di molto più importante si stava insinuando dentro di me.
 
 


HERMIONE
 

Chiusi la porta della mia stanza e mi guardai intorno. Il vuoto.
Mi sentivo vuota dopo tutte le sensazioni provate quella notte e i suoi occhi continuavano a perseguitarmi.
 
“Sei bellissima”.
 
Mi appoggiai alla porta e cominciai a piangere.
Avrei dovuto fingere che tutto quello non fosse successo?
Fingere?
Come avrei fatto? E lui sarebbe riuscito? Che domande… ovvio che ci sarebbe riuscito: Lui era il re della menzogna.
 
Scesi al piano di sotto e la voce di Astoria Greengrass mi raggiunse come una secchiata d’acqua fredda
“Oh amore, ci pensi che tra poco più di un mese saremo sposati?”
“ Si Astoria”
“ Pensavo di fermarmi qui stanotte che ne dici?” chiese con voce maliziosa ed io trattenni il respiro. Senza aspettare che lui rispondesse entrai in cucina
<< Finalmente Granger>> sguardo superiore, avvinghiata al collo di Draco << pensi che la colazione si prepari da sola?>>
<< No signorina Greengrass>> alzai lo sguardo e incontrai quello cattivo di Astoria e quello infastidito di lui.
<< Buongiorno a tutti>> le voci di Daphne e Blaise riempirono la stanza
<< Ciao ragazzi>>
<< Finalmente sei arrivata Daph. Devi aiutarmi a scegliere il vestito per stasera>>
<< Si Tori>> rispose avvicinandosi a me. Sentivo lo sguardo di Draco sulla mia schiena. Non voltarti Herm.
<< Ciao Herm>> sussurrò. Alzai lo sguardo sulla bionda, che ora stava al mio fianco e le sorrisi.
<< Ciao Daphne>> dissi piano << come stai?>>
<< Bene>> disse radiosa << un po’ stanca, ma…>>
<< Daphne invece di perdere tempo con quella Mezzosangue, mi accompagni?>>
<< Astoria sei un…>>
<< Vai Daphne, tranquilla>> le sorrisi e continuai a preparare la colazione.
Le sentii uscire
<< Draco stai bene?>> m’irrigidii nel sentire la voce di Zabini porgere proprio quella domanda, ma non mi voltai
<< Si Blaise, io… sto bene>> iniziai a piangere silenziosamente. Era tutto troppo complicato, tutto
Uscì dalla stanza
<< Cos’è successo?>>
Feci un bel respiro
<< Perché pensi che io sappia qualcosa?>> continuai ad essere molto impegnata con i fornelli
<< Perché non ha smesso di guardarti nemmeno per un secondo>> mi bloccai. Lui… oh Draco.
Non risposi, non mi voltai, ma quando sentii la stretta di Zabini intorno al mio polso non riuscii più a trattenermi
 
“Perché non ha smesso di guardarti nemmeno per un secondo”
 
<< Granger ma che diamine…>> in piedi davanti al migliore amico del mio tormento piansi.
<< Zabini io… è cambiato tutto, tutto quanto>> alzai lo sguardo su di lui, che ora mi guardava ad occhi spalancati
<< Cos’è successo?>> ripeté ed io capii, capii che quello che avevo cercato di nascondere, stava diventando qualcosa più grande di me.
<< Io… io mi sono innamorata di lui>> un singhiozzo << è tutto così sbagliato Zabini, tutto>>
<< Ti sbagli>>
Lo guardai << Come?>> il suo sguardo non era cattivo, ma comprensivo, quasi dolce.
<< Sei l’unica che può aiutarlo. Io non l’ho mai visto così e lo conosco da sempre. Tu lo rendi diverso>>
<< E’ una follia. Lui sta per sposarsi con la sorella della tua fidanzata, nonché futura madre di tuo figlio. Io non sono nulla… nulla>>
<< Sei la sola che può aiutarlo>> mi lasciò il polso e uscì dalla stanza
 
“ Sei la sola che può aiutarlo”
Draco…
 
 
 

DRACO
 

Andai in biblioteca con la convinzione che avrei trovato quello che stavo cercando: qualcosa che mi aiutasse a capire di più su quella leggenda. Doveva esserci un dettaglio, anche piccolo che mi aiutasse a capire. Le avevo creduto fin da subito, ed ora volevo capire.
Rimasi in quella stanza per non so quante ore, immerso nei libri. Avevo quasi perso le speranze quando, proprio infondo alla biblioteca, la vidi: la sfera bianca.
Era tutto vero, proprio come l’avevano descritta Hermione e mia madre. Si era sentita in quel modo la prima volta? Confusa, affascinata?
Mi avvicinai a quella luce e alzai una mano per sfiorarla. All’improvviso non mi ritrovai più al Manor
 
Un grande giardino, faceva bella mostra di se’ davanti ai miei occhi. Una quercia secolare nel mezzo. Quello che però attirò la mia attenzione furono delle voci
“ Zabini se tuo figlio osa solo toccare la mia bambina lo uccido”
“Avanti Draco sono dei bambini!”
“ Tienilo a mente per il futuro”
Ero seduto ad una grande tavola apparecchiata con Blaise, Daphne e mia madre. Sembravano più adulti, continuai a fissarli finché una piccola risata fece voltare tutti: una bambina dai lunghi capelli biondi e gli occhi argentati correva verso il tavolo con dei fiori in mano. Un vestitino verde svolazzante. Dietro di lei, un bambino dai grandi occhi azzurri poco più grande di lei
“ Atlas! Dove vi eravate cacciati?” sentii chiedere Daphne
“ Scusa mamma ma Ea doveva prendere una cosa per lo zio Draco”
Vidi la bambina avvicinarsi al me più adulto e sorridere. Mi guardai in volto: sereno, rilassato… felice.
“ Ho preso questi per te papi” mi porse un mazzolino di fiori
“ Grazie Cassiopea” e la presi in braccio
 
Cassiopea.
Hermione l’aveva descritta perfettamente: meravigliosa e identica a me.
 
“ Ea tesoro il vestito”
“ Si nonna” si sorrisero e la piccola cominciò a sistemarsi il vestitino.
“Finalmente!” sentii Daphne gridare e tutti si voltarono verso il punto dove guardava lei.
Hermione…
Bellissima in quel vestito floreale e i capelli scomposti dalla brezza di giugno. Arrivò al mio fianco e mise davanti ai miei occhi una torta.
 
Il mio compleanno.
 
 “ Tanti auguri papi!” urlò con la sua vocina buttandomi le braccia al collo
“ Auguri amico” sorrisi a Blaise e Daphne.
Guardai la donna in piedi al mio fianco. Mia piccola Mezzosangue.
“ Buon compleanno Draco” il sorriso le illuminava il volto. Si chinò per baciarmi e le accarezzai una guancia
“ Ti amo Hermione” le sussurrai a fior di labbra.
 
La scena cominciò a vorticare e mi ritrovai in biblioteca; gli occhi sbarrati per lo stupore.
Esisteva davvero una vita dove sarei stato felice. Con lei, con loro.
Sistemai i libri e in procinto di lasciare la stanza una voce mi bloccò
<< Lo sapevo>>

 
 



Ciao ragazze!!!
Pubblico oggi perché essendo a casa malata non ho nulla da fare e almeno mi tengo impegnata! Quindi vi lascio con l’undicesimo capitolo e vi dico che ce ne saranno altri 5 + l’epilogo!
Buona lettura a tutte :)

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Capitolo 12
*** John Bristow ***


Il vero amore è come i fantasmi: tutti ne parlano, ma pochi li hanno visti. [François de La Rochefoucauld]
 

<< Lo sapevo>>
Mi voltai ma non vidi nessuno.
<< Chi c’è?>>
<< Sono qui idiota>> come si permetteva… ma chi? Spostai lo sguardo e sulla poltrona dov’ero seduto poco prima, stava ora quello che sembrava un fantasma vestito in modo decisamente “antico”.
<< Chi cazzo sei tu?>>
<< Modera i termini e porta rispetto per i più vecchi>>
<< Ma se avrai la mia età>> puntualizzai
<< Certo… da circa mille anni>> lo guardai a bocca aperta
<< Chiudi quella bocca, non si addice ad un purosangue come te>>
<< Chi sei?>>
<< John Bristow, molto piacere>> mi pietrificai. Il mezzosangue della leggenda
<< Vedo che hai collegato>>
<< Cosa ci fai qui? Cosa vuoi da me?>> dissi stizzito
<< Sono solo venuto a congratularmi. Ce l’hai fatta finalmente, non ci speravamo più>>
<< Speravamo?>> chiesi
<< Io e Cassiopea>> affermò << abbiamo atteso secoli questo momento. Secoli per trovare altre due anime e finalmente la ricerca è conclusa>>
<< E’ tutto vero allora… le visioni, la vostra storia. Tutto>>
Il fantasma annuì
<< Avevamo quasi perso le speranze, ma quando abbiamo sentito che la sfera si era finalmente stabilita, dopo un lungo viaggio, non volevamo crederci>> sorrise sollevato << Cassiopea dice che sei il perfetto Black>>
Lo guardai
<< Lo sono per metà>>
<< Si so tutto. Sappiamo tutto di te>>
Rimasi in silenzio per diversi minuti, poi porsi la mia domanda
<< Perché proprio noi? Insomma con tutti i mezzosangue e Black che ci sono stati… perché noi?>> quella domanda continuava a martellarmi in testa.
<< Perché voi due siete completamente diversi, eppure così simili>> mi guardò << da un certo punto di vista potete sembrare incompatibili, è vero: tu purosangue, lei nata babbana. Serpeverde e Grifondoro. Sleale e leale. La serpe e il grifone, eppure… entrambi avete sofferto, tutti e due state cercando qualcuno che vi aiuti a non provare dolore, a salvarvi da questa vita. Tu costretto a fare scelte sbagliate, lei prigioniera di una vita ingiusta, ma adesso… adesso cosa senti?>>
Riflettei a lungo su quelle parole: potevamo salvarci a vicenda? Era questo che volevamo, che stavamo cercando per sopravvivere?
Ripensai a quello che avevo provato la notte prima, a quello che avevo sentito nel tenerla tra le braccia, alle sensazioni nel vederla svenire e quello che comparve nella mia mente furono due grandi occhi ambrati.
Hermione.
Avevo scoperto la serenità solo osservandola con attenzione, standole accanto seduto a quel pianoforte. Era riuscita a darmi una visione del mondo diversa.
 
Adesso cosa senti?
 
<< Sento che lei è l’unica in grado di capirmi. Io non so come sia iniziato tutto questo ma… ora non vedo nessun’altra al mio fianco. Mi rende sereno e non pensavo avrei mai potuto provare qualcosa del genere, non con lei. È così bella>>
Il fantasma continuò a guardarmi e sorridere. Gli posi la mia domanda << raccontami di voi. Su tutti questi libri non c’è nulla. Cos’è successo?>>
< Ho cercato in tutti i modi di starle lontano, ma il nostro amore era troppo forte; così iniziammo ad incontrarci di nascosto e in uno di quegli incontri decidemmo di preservare il nostro amore, così creò la sfera bianca, poi fummo scoperti: io venni imprigionato e poi ucciso, lei fu obbligata a sposare quell’uomo e a vivere nell’infelicità fino alla sua morte, solo in quel momento siamo riusciti a riunirci>> sospirò e rispose alla mia muta domanda << ho scelto io di morire. Come avrei potuto vivere una vita senza di lei, senza il suo amore. Mi era stata negata la cosa più preziosa, non avevo più nulla>> un sorriso amaro spuntò su quel viso trasparente << mi sono rivisto in voi. Anche io ero così spaventato e confuso all’inizio. Morire per lei n’è valsa la pena e lo rifarei altre mille volte>>.
Mi lasciai cadere sulla poltrona, le mani a coprire il viso. Per Salazar che casino.
<< E’ tutto davvero molto interessante, ma c’è un piccolo intoppo>> dissi
<< Cioè?>>
<< Fra poco più di un mese mi sposo>>
<< Questa è una decisione che devi prendere tu Draco Malfoy>>
Non feci in tempo a ribattere che John Bristow, sparì.
 
 
Ero nel salone delle feste ad accogliere gli ospiti, con Astoria al mio fianco
 
“ Questa è una decisione che devi prendere tu Draco Malfoy”
 
Guardai quella ragazzina al mio fianco, ma in realtà non la vidi davvero. Ora che avevo visto come sarebbe stato, cosa mi avrebbe reso felice, dovevo solamente mettere da parte l’orgoglio.
Una passeggiata insomma.
Dall’altra parte della sala vidi Hermione servire da bere
<< …aco>>
<< Draco!>> distolsi lo sguardo e mi ricomposi
<< Cosa?>>
<< Devi fare il discorso amore>>
<< Si certo>>
Attirai l’attenzione di tutta la sala, sentii gli occhi di Hermione su di me
<< Buonasera a tutti e grazie per essere venuti qui questa sera>> sorrisi, ero sempre stato un bravo attore << il giorno delle nozze si avvicina ed oggi volevamo festeggiare con voi l’evento imminente. Perciò ancora grazie e divertitevi>> terminai e puntai il mio sguardo sulla Grifondoro
 
“Draco”
“ Sei bellissima”

 
<< Scusate un attimo, vorrei dire anche io due parole>> cosa aveva in mente quella psicopatica?
<< Astoria, ma cosa…>>
<< Sorpresa>> sorrise ed io guardai Daphne e Blaise per cercare di capire qualcosa, ma li vidi più confusi di me << amore e tutti voi nostri ospiti, volevo che fosse una sorpresa per il mio futuro sposo, ma non riesco a trattenermi>>
Che diamine….
<< Sono incinta>> sbarrai gli occhi, seguito da mia madre e i miei due amici. Sentii appalusi e fischi, interrotti da un frastuono: infondo alla sala, le braccia ancora a mezz’aria, cocci di vetro ai piedi, Hermione Granger era immobile. Lo sguardo fisso su di me.
Avrei voluto correre da lei, ma non feci un passo troppo sconvolto. Quello doveva essere un incubo. Vidi Daphne avvicinarsi e aiutarla con i pezzi di vetro, poi sparirono in cucina.
 
“ Questa è una decisione che devi prendere tu Draco Malfoy”
“Hermione”.
 

Merda.
 
Quella notte, mandati via gli ospiti, raggiunsi Astoria
<< Cosa vuol dire che sei incinta?>>
<< Secondo te cosa vuol dire? Aspettiamo un bambino>>
<< Come cazzo è possibile?>>
<< Qual è il problema Draco, hai spezzato il cuoricino a quella Mezzosangue?>>
La fulminai
<< Non metterla in mezzo>>
<< Sei ridicolo. Ti sei fatto abbindolare per bene eh>>
<< Pensi davvero che questo mi riporterà da te Astoria? Sei davvero così stupida, così piccola?>>
<< Forse non ti rendi conto: tu sei mio. Sposerai me, avremo un bambino>>
<< Tu non avrai proprio nulla. Vattene>> le diedi le spalle
<< Come scusa?>>
<< Hai capito bene: sparisci>>
<< Se non mi sposerai Draco, la tua piccola e inutile Sanguesporco passerà dei guai>> mi voltai di scatto e la guardai con odio
<< Non azzardarti>> dissi in un sibilo
<< Sta a te Draco>> ed uscì
 
Camminai per i corridoi come una furia, i piedi mi guidarono nell’unico posto dove sarei voluto essere.
 
Mi fermai davanti a quella grande porta marrone, la mano sulla maniglia; l’abbassai ed entrai.

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Capitolo 13
*** Cassiopea Lyra Black ***


“[…] Come ulteriore punizione a Cassiopea toccò di girare eternamente intorno al polo celeste, a volte in una posizione poco dignitosa, cioè sottosopra. In cielo è rappresentata seduta sul trono che giocherella con i suoi capelli”.
[Mitologia greca]
 

 



 

“ Sono incinta”
Due parole e tutto era svanito.
Lo sguardo attonito di Draco ancora davanti ai miei occhi.
Perché? Cosa avevo fatto di male per meritarmi tutto quello? Era troppo chiedere un po' di felicità?
Guardai il letto: volevo solo dormire, dormire e dimenticare, ma quando sentii la porta della mia stanza aprirsi e due occhi grigi fissarmi, capii che sarebbe stata una lunga notte.
 
<< Hermione>>
<< Va’ via>> dissi brusca.
<< Hermione ti prego ascoltami. Non so come sia potuto accadere>>
<< Non sai… non sai come sia potuto accadere? Tu non sai tenertelo nei pantaloni! Ecco com’è potuto accadere. Hai un ego talmente smisurato che non riesci a stare fermo un attimo. Ti piace troppo far cadere le donne ai tuoi piedi, vero?>>
<< Io non ho voluto niente di tutto questo! Niente!>> urlò contro di me << sono stato obbligato a sposare Astoria, sono sempre stato obbligato a prendere decisioni sbagliate, decisioni che non avrei mai preso da solo. Per tutta la vita mi hanno detto cosa fare, come muovermi, come se fossi un robot>> lo guardai
<< Non devi darmi nessuna spiegazione. Io non sono niente no? Sono solo il tuo passatempo>> abbassai lo sguardo e in due falcate fu di fronte a me
<< Non puoi pensarlo davvero dopo ieri notte>> mi prese il viso tra le mani << ti ho promesso…>>
<< Cosa dovrei pensare Draco? Facciamo l’amore e il giorno dopo scopro che diventerai padre del bambino della tua futura moglie che non ami. Non posso sopportare ancora, sono stanca di soffrire, di cercare di rimanere a galla>>
<< Io non ho voluto quel bambino>> appoggiò la fronte contro la mia.
<< Sei un uomo intelligente, l’ho sempre pensato, ma come hai potuto non pensare che avrebbe fatto di tutto pur di riaverti? È un bambino, una cosa importante non puoi tirarti indietro>>
<< Posso scegliere>>
<< Puoi scegliere? Non sei così vigliacco>> scossi la testa e abbassai lo sguardo
<< Sai qual è stata l’unica volta, in tutta la mia vita, che ho scelto per conto mio?>>
Rimasi in silenzio. I miei occhi nei suoi.
<< Ieri notte>> sobbalzai e lui continuò << ed è stato stupefacente. Ti desideravo, bramavo e ho seguito il mio cuore, le mie sensazioni. Ti volevo e non mi sono fatto fermare da nulla. Ho agito e mi sono sentito libero, padrone di me stesso per la prima volta da… da sempre>> prese la mia mano e la portò al suo cuore << lo senti come batte? Quanto è veloce? Non è mai accaduto prima d’ora>>
Sotto il mio palmo, un movimento frenetico: bumbumbumbum. Era talmente ipnotico che non riuscì a staccare gli occhi dalla mia mano coperta dalla sua.
Era bastato un attimo, poche parole e tutta la frustrazione, l’arrabbiatura erano sparite. Con lui era tutto così semplice, ma al tempo stesso complicato.
Chiusi gli occhi e mi beai di quella sensazione. Riusciva a farmi rinascere… Merlino Draco.
<< Draco io…>>
<< Cosa?>>
Fissai il mio sguardo nel suo in quell’argento lucente e le parole fluirono come un fiume in piena
<< So che probabilmente per te non è lo stesso, ma io…>> deglutii << io non riesco più a fingere che sia tutto come prima. Sono successe così tante cose che non riesco più a capire chi sono, cosa voglio. Siamo cambiati e forse la leggenda ha aiutato a farci avvicinare, ma non può essere solo quello, almeno non da parte mia. C’è qualcosa di più profondo che mi lega a te; qualcosa che mi fa sentire viva solamente quando ci sei tu>> vidi i suoi occhi brillare. Meravigliosamente dannato. Si poteva essere così belli? Potevano esistere creature così splendide al mondo?
<< Draco io…>> respirai a fondo << io ti amo>>
 
 


DRACO
 

“ Io ti amo”
Quelle parole mi rimbombavano in testa.
Quando era successo? Ed io? Io l’amavo? Non mi ero mai soffermato sui miei sentimenti, perché credevo di non averne, ma lei scatenava in me di tutto.
La guardai: così fresca, i segni della stanchezza sul volto, ma sempre bellissima.
<< T-Tu…>> attonito << Hermione io…>>
<< Non devi dire nu…>>
<< Fammi parlare o sarà ancora più difficile>> le intimai e la vidi annuire << Hermione io non so cosa provo, per il semplice fatto che non so a cosa paragonare quello che sento>> le passai il pollice sulla guancia liscia << però so che tu mi hai salvato. Pensavo di non avere sentimenti, di essere un uomo dal cuore di ghiaccio, ma poi sei arrivata tu e tutto è cambiato, nonostante io non volessi ammetterlo>> mi sorrise ed io a mia volta << non so dirti se quello che sento è amore, ma ti prometto che quando lo capirò non rovinerò tutto. Non più>>
<< Oh Draco>> e mi baciò. Non m’importava di nulla, ero lì con lei, ero riuscito a dirle quelle parole, così difficili per me.
Le poggiai le mani sulla schiena facendo pressione per stringerla di più a me. Mi buttò le braccia al collo, alzandosi sulle punte e approfondendo il bacio.
<< Qualunque cosa dirò ad Astoria, qualunque mia azione, sarà solo per te>>
 
“ io ti amo”
“ Hermione”
 
 


HERMIONE
 

La mattina dopo mi alzai e un largo sorriso invase il mio viso pensando alla notte prima, a come lui era riuscito ad aprirsi, nonostante la paura e l’orgoglio. Sapevo che nonostante le sue parole si sarebbe preso cura di quel bambino e lo ammiravo nonostante non fosse nostro.
Mi preparai e feci per scendere al piano di sotto quando una voce, che avevo già sentito, mi fermò
<< Ciao Hermione>>
Davanti ai miei occhi il fantasma della donna più bella che avessi mai visto: lunghi capelli neri, occhi verdi. Elegante e raffinata, mi guardava in attesa
<< Ca-Cassiopea?>>
<< Hai sempre avuto un grande intelletto Hermione>>
Poi un flash. Il varco
<< Eri tu nel tunnel quella sera, vero?>>
Annuì lentamente
<< Sapevo già che la sfera aveva scelto voi due e dovevo fermarti a tutti i costi. Ho fatto bene a quanto pare>> mi sorrise ed io arrossii.
<< Voi due siete così… eterei. Non vi rendete conto. Le persone passano tutta la vita a cercare un amore come il vostro, non sprecatelo>>
<< E’ più complicato di quello che sembra>> sussurrai << lui deve sposarsi, tra poco più di un mese. Io…>>
<< Non resisterà se ti arrendi adesso. So che è qualcosa più grande di voi, ma è talmente bello. Ha bisogno di te e tu di lui>> si avvicinò a me fluttuando
<< Lui non mi ama>>
<< Ti ama, deve solo capirlo; è pur sempre un orgoglioso purosangue>> sorrisi. Un bellissimo purosangue
<< Sei così bella Hermione, non aver paura che lui possa desiderare qualcun’altra>>
<< Ma io non…>>
<< Lo sento. Sento quello che provi, cosa ti turba. Io so come andrà e anche tu>>
Fissai i miei occhi nei suoi
<< E se non dovesse andare così? Potrebbe succedere qualsiasi cosa. Un evento che potrebbe cambiare il futuro>>
<< Fidati di lui, di voi. Non lasciare che la paura ti blocchi>>
<< In quel futuro, quello che mi hai mostrato, non c’è il bambino di Astoria, questo come lo spieghi?>> chiesi nervosa
<< Le cose non sono mai come sembrano>>

<< Cosa vuol dire?>> chiesi confusa, ma davanti ai miei occhi di nuovo il muro.

 
Cassiopea era sparita.

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Capitolo 14
*** Niente è come sembra ***


“Ognuno vede quel che tu pari, pochi sentono quel che tu sei” [Niccolò Machiavelli]

 
 




“ Le cose non sono mai come sembrano”
Cosa Merlino voleva dire?
Scesi in cucina ancora con questa domanda per la testa.
<< Buongiorno Narcissa>>
<< Buongiorno a te cara>> rispose con un dolce sorriso << hai dormito bene?>>
<< Si grazie>> le diedi le spalle
<< Hermione… lui non sapeva nulla del bambino>> mi bloccai
<< Non…>>
<< No fammi finire>> disse con tono fermo << io lo vedo come ti guarda sai? Non l’ho mai visto così… sereno ed è così bello>>
<< So che non sapeva nulla, mi ha raccontato tutto>>
<< Non lasciarlo Hermione>> una preghiera. Si avvicinò a me prendendomi il mento
<< Non lo farò, ma è così complicato, difficile>> dissi guardandola negli occhi << che senso ha averlo trovato per doverlo perdere?>> il mio sguardo si fece triste e il suo con me
<< Hermione, tesoro, non mollare. Non lo perderai, quello che c’è tra voi è diverso, così intenso e forte. Non lasciarlo>>
Scrutai il suo viso, ora teso per la preoccupazione; contratto in una smorfia.
E’ incredibile il modo in cui ogni madre cerca di difendere i propri figli dalla sofferenza. Arriverebbero a soffrire loro stesse piuttosto che vedere piegati loro, concepiti per vivere e sperimentare, imparare, gioire, piangere. Ed io ammiravo la donna, in piedi davanti a me, più di chiunque altro. Così forte e generosa, capace di trasformarsi in un leone: ironia della sorte.
<< Non lo farò>> dissi sicura.
Per lui, probabilmente, sarei anche morta.
 
 



ZABINI MANOR
 

<< Blaise è tutto pronto per stasera?>>
<< Tutto perfetto amore>>
Lo abbracciai stretto
<< Non vedo l’ora di vedere le loro facce>> mi prese la mano e la fissò
<< Be’ devo dire che ho dato il meglio di me>>
<< Idiota>>
<< Per te questo ed altro mio amore>> sussurrò sulle mie labbra
<< Adulatore>> sorrise e mi baciò.
Mi reputavo una persona fortuna: avevo Blaise, aspettavo un bambino ed ero così felice. Lui era così premuroso ed eccitato, mi riempiva di attenzioni e in quel momento, davanti a lui, immaginai nostro figlio o figlia; immaginai i grandi occhi azzurri di Blaise e magari i miei capelli biondi, la nostra sincerità, il saper sempre trovare le parole giuste di Blaise e il mio pensare sempre positivo.
Sorrisi, ma poco dopo mi rabbuiai.
<< Cosa c’è?>>
<< Io… pensavo al bambino di Draco e mia sorella>>
<< Daph…>>
<< Come ha potuto? Ha condannato una creatura innocente a vivere nell’infelicità solo perché lei ha paura di perdere Draco, di rimanere sola>>
<< La conosci meglio di me>> mi staccai da lui, ero furiosa
<< Hai ragione… è un’egoista>> gli diedi le spalle e m’incamminai verso la porta
<< Dove vai?>> chiese seguendomi
<< Da Hermione. Stasera non ci sarà e voglio che sappia la bella notizia>> mi sorrise baciandomi
<< A dopo>>
Mi smaterializzai.
 
 



DAPHNE
 

<< Cosa ci fai qui?>>
<< Ciao Dra, anche per me è bello vederti>> salutai e lui ghignò << volevo vedere Hermione, dato che stasera non ci sarà>>
Sul suo viso uno sguardo cupo
<< Penso sia in giardino>>
Annuii e lo guardai
<< Non guardarmi così Daph, non giudicarmi>>
<< Non ti giudico. Solo non riesco davvero a capire: com’è potuto succedere?>>
Vidi sul suo viso sofferenza
<< Non lo so. Sono sempre stato attento, proprio per evitare. Non voglio un figlio, non con tua sorella>>
Sorrisi
<< Sei così cambiato Draco e finalmente riesco a vedere come sei davvero>>
Mi guardò, un sorriso rassegnato sul volto
<< E come sono?>>
<< Come ti ho sempre visto io: un ragazzo troppo solo per poter sperimentare le cose belle della vita, troppo orgoglioso per chiedere aiuto. Un ragazzo che può amare e che può essere amato>> mi avvicinai a lui e gli accarezzai il volto << perché per quanto ti possa sembrare strano ci sono persone che ti vogliono bene: io, Blaise, tua madre. Non precluderti la possibilità di essere felice>>
<< Ha detto di amarmi>> disse dal nulla
<< Chi…>> ma capii subito di chi stesse parlando << Per Salazar! Quando?>> chiesi eccitata
<< Stanotte. Ero andato da lei per spiegarle, per dirle che non voleva dire nulla. Che la notte passata con lei è stata la più bella della mia vita>> lo guardai attonita
<< Voi…>> era tutto perfetto
<< Già>>
<< Tu cosa provi per lei?>>
Lo vidi pensarci su, come se stesse pensando alle parole giuste
<< Lei… lei è così perfetta, così ingenua e bella. Non ho mai provato nulla del genere, ma fare l’amore con lei ha cambiato tutto>>
<< E’ già un passo avanti se dici fare l’amore e non sesso>>
Lo vidi ghignare
<< Sparisci Daphne>> disse ridendo
<< A stasera!>> urlai, prima di sparire.
 
 



DRACO
 

Parlare con Daphne mi aveva fatto bene, ammettere che qualcosa era cambiato era stato un passo avanti. Un enorme passo avanti per me.
Stavo camminando per i corridoi, quando un urlo eccitato mi fece fermare. Mi affacciai alla finestra e la vidi: Hermione, saltellava su e giù continuando a ripetere “oddio oddio oddio”. Abbracciò Daphne e insieme risero e la sua risata cristallina arrivò alle mie orecchie.
Un toccasana per il cuore.
Sorrisi osservando quella scena, diedi le spalle alla finestra e qualcosa attirò la mia attenzione. Mi ero completamente dimenticato di quella stanza; vi entrai, davanti ai miei occhi l’arazzo di famiglia dei Malfoy e dei Black. Lo osservai attentamente e vidi il nome di Cassiopea e Clearwater; nonni, zii. Vidi il nome dei miei genitori e mi soffermai sul mio: al mio fianco il vuoto e rabbrividii al solo pensiero che, presto, ci sarebbe stato il nome di Astoria.
Feci per uscire, ma mi rigirai di scatto. Una furia s’impossessò di me.
 
Non potevo crederci.
 
 
Zabini Manor era stupefacente quella sera, ma io non riuscivo a vederne la bellezza. Ero infuriato.
Per Salazar.
La voce di Blaise interruppe i miei pensieri
<< Signori e Signore grazie per essere venuti. È molto importante per noi avervi qui oggi>> vidi Daphne al suo fianco, radiosa in quel vestito blu.
<< Sono felice di annunciarvi che ho chiesto a questa bellissima ragazza di sposarmi e lei ha accettato>>
Applaudii e sorrisi vedendo i miei due migliori amici baciarsi e li invidiai: io non avrei mai potuto provare tutto quello, o meglio lo provavo per colei che non sarebbe diventata mia moglie.
Guardai Astoria, così inutile e insignificante. Il mio pensiero andò ad Hermione, a come sarebbe stata bella e raggiante quella sera, a come sarei stato fortunato ad aver li accanto a me.
Ancora tra i miei pensieri non mi accorsi che Blaise e Daphne si erano avvicinati
<< Oh Daph sono così felice! Ci pensi? Ci sposeremo entrambe e avremo dei bambini insieme. È così bello e…>>
<< Io non credo>> dissi freddo. Quelle stupidaggini mi stavano facendo infuriare
<< Come scusa?>> la sentii chiedere
<< Di che parli Dra?>> mi dispiace Daph. Guardai i miei amici
<< Perché non glielo dici Astoria? Perché non gli dici che sei una bugiarda?>>
<< I-io non so d-di cosa stai parlando>>
<< Ah no>> mi avvicinai a lei minaccioso
<< Draco ma che ti prende!>> sentii Blaise trattenermi
<< La tua sorellina ha mentito a tutti Daphne. Non è incinta>>
Vidi Astoria sbarrare gli occhi. Beccata.
<< Che vuol dire?>>
<< Sei impazzito amore? Certo che sono incinta>> cercò di ricomporsi, ma la voce era comunque tremante.
Mi liberai dalla stretta di Blaise e mi avvicinai nuovamente a lei
<< Forse tu non sai, piccola Astoria, che a Malfoy Manor c’è un arazzo di famiglia e pensa, io me n’ero completamente dimenticato, ma oggi sono capitato in quella stanza e l’ho osservato. Non ci ho fatto subito caso, ma poi l’ho visto, o meglio non l’ho visto: nessuna linea partiva dal mio nome, vuoto>> ghignai e le arrivai ad un centimetro dal viso << sei ridicola. Come avresti mascherato il tutto? Non sei poi così brillante>>
Mi guardava attonita, gli occhi sbarrati e lucidi
<< I-io n-non t-t-ti p-permetterò di r-rovinare t-tutto>> mi puntellò un dito sul petto.
<< Avrai il tuo matrimonio Astoria, ma da me puoi star certa che avrai solo quello>> detto questo mi smaterializzai.
 
 



HERMIONE
 

Ero seduta sul letto, cercando di pettinare quei cavolo di capelli e pensai a Daphne; ero così felice per lei. Si meritava tutto quello: così diversa da sua sorella, così dolce e romantica. Così… ottimista.
Mi alzai e andai alla finestra; la luna illuminava il giardino del Manor rendendolo ancora più misterioso. Sorrisi tra me e me afferrandomi le braccia, quando il rumore di una smaterializzazione mi fece sobbalzare. Mi voltai
 
Draco.
 
<< Non dovresti essere alla festa?>> chiesi ingenuamente.
Si avventò sulle mie labbra. Risposi al bacio, confusa, ma che Merlino stava succedendo?
<< Dra…>> cercai di allontanarmi da lui << Draco che succede?>>
Mi fissò insistentemente, mi prese per mano trascinandomi al piano superiore.
<< Draco il braccio! Me lo stai staccando!>> non rispose.
Ci fermammo davanti ad una grande porta, vidi Draco aprirla ed entrare. Non aveva ancora detto una parola, ma lo seguii comunque all’interno della stanza: era immensa e bellissima. Affreschi sul soffitto, quadri alle pareti; era una delle stanze più belle che avessi mai visto.
<< Che posto è questo?>> chiesi e finalmente interruppe quel silenzio
<< E’ la stanza dell’arazzo>> lo guardai confusa e lui dovette notare il mio sguardo, perché continuò << vedi quella parete?>> chiese ed io annuii << è il nostro albero genealogico>> guardai tutti quegli intrecci e riconobbi molti nomi; alcuni li avevo letti sui libri, altri non si potevano non conoscere. Mi avvicinai all’arazzo e lo osservai: era così affascinante. Lo sfiorai; adoravo quelle tradizioni e mi chiesi se tutte le grandi famiglie purosangue ne possedessero uno.
Mi voltai verso Draco. Ancora non capivo perché mi stesse mostrando tutto quello.
<< Perché siamo qui?>>
<< Lo vedi il mio nome?>> tornai a guardare l’albero e mi soffermai sul suo nome; passai le dita su di esso, sfiorandolo.
<< Si, allora?>>
<< Cosa vedi accanto al mio nome?>> chiese serio
<< Hai bevuto?>> mi stava prendendo in giro?
<< Cosa vedi?>> ripetè
Mi voltai e l’osservai. Cosa stava cercando di dirmi?
<< Draco non c’è nulla accanto al tuo nome>> dissi ovvia
<< Esatto>>
Lo guardai confusa. Ok, aveva decisamente bevuto
<< Sei ubriaco>> feci per andarmene, ma lui mi bloccò facendomi voltare verso l’arazzo nuovamente. Ancora alle mie spalle, lo vidi portare il dito al suo nome. La schiena a contatto con il suo petto, una sua mano sulla mia vita
<< Quest’arazzo è incantato>> cominciò << quando un Black o un Malfoy si sposano accanto al loro nome appare quello dello sposo o della sposa. È automatico>>
<< Mi hai portata qui per ricordami che sposerai Astoria? Perché non è divertente>> stavo per mettermi a piangere, perché mi stava facendo quello?
<< Ti ho portata qui perché, anche in caso di gravidanza, appare un segno accanto al futuro genitore e qui>> indicò il suo nome << non c’è nulla. È vuoto>>
Fissai il punto da lui indicato. Questo voleva dire che…
<< Non è incinta? Astoria non è incinta?>>
Un segno di diniego e mi buttai tra le sue braccia.
 
MI svegliai disturbata da un raggio di sole e sentii un peso sulla pancia. Guardai verso il basso e vidi un braccio tenermi per la vita. Voltai la testa di lato e lo vidi sdraiato a pancia in giù: il viso coperto dai capelli biondi, la schiena muscolosa scoperta, il lenzuolo a coprire quel fondoschiena perfetto.
Sorrisi tra me e me e gli spostai una ciocca di capelli dal viso.
<< Finirai per consumarmi se continui a guardarmi in quel modo>>
<< Io non ti stavo assolutamente fissando>>
Ancora con il braccio sulla mia vita mi spinse verso di lui, prendendomi alla sprovvista. Scoppiai a ridere e gli poggiai una mano sulla guancia, un accenno di barba mi fece il solletico. Mi sentivo così felice.
 
Astoria non è incinta.
“ La sposerà comunque” quella vocina nella mia testa continuava a rimbombare, ma non volli ascoltare. Non avrei lasciato che rovinasse quel momento.
<< Ho visto John Bristow>>
<< Co-cosa?>>
<< Mi è apparso e ho visto anche la nostra Cassiopea. E’ bellissima>>
Rimasi a bocca aperta. Lui… lui aveva visto. Non potevo crederci, per la prima volta non viaggiavo a senso unico.
<< Davvero?>>
Annuì, la sua mano ancora premuta sulla mia schiena. Quanto mi piaceva quel gesto. Possessione. Sono solo tua Draco, per sempre.
<< Io ho visto Cassiopea. Non la nostra, quella vera>> mi guardò << era davvero bellissima>>
Poi come in trance ripensai alle sue parole
 
“ Le cose non sono mai come sembrano”
 
Aveva cercato di avvertirmi, mi aveva dato una pista per capire che Astoria stava mentendo
<< Che c’è Herm?>>
<< Aveva cercato di aiutarmi>> dissi
<< Chi?>>
<< Cassiopea. Le dissi che nel futuro che mi aveva mostrato non c’era tuo figlio e lei mi ha risposto “ le cose non sono mai come sembrano” e li per li non ho capito cosa volesse dirmi, ma ora>> lo guardai << ora è tutto chiaro>>.
Mi baciò con trasporto, ma una voce fin troppo conosciuta proveniente dal piano inferiore ci fece sgranare gli occhi.

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Capitolo 15
*** Matrimoni ***




“ Draco, amore devo parlarti! È urgente, ti prego!”
Sentii urlare Astoria e guardai Hermione: rassegnazione, paura.
<< Vai>> sussurrò
<< Hermione…>>
<< Tranquillo Draco, vai>> la baciai e scesi dal letto.
Mi rivestii, prima di uscire la guardai un’ultima volta: mia piccola dolce mezzosangue.
 
Scesi al piano di sotto
<< Cos’hai da strillare così tanto?>> chiesi freddo
<< Oh Draco, eccoti. Io be’ ecco…>>
<< Cosa vuoi?>>
<< Draco tesoro che succede? Ho sentito urlare>> mia madre, appena entrata in cucina mi scrutava
<< Oh buongiorno Astoria>>
<< Bu-buongiorno Signora Malfoy>> disse tremante
<< Ti prego Draco lascia che ti spieghi>>
<< Cosa vuoi spiegare eh? Sei un’approfittatrice, un’arrivista. Ti sei dovuta inventare una cazzata per tenermi con te! Sei perfida>> le urlai contro << te l’ho già detto Astoria: ti sposerò, ma non avrai altro>>
<< Draco, ma…>> la voce confusa di mia madre, mi fece ricordare che lei non sapeva nulla
<< Non è incinta>>
Vidi mia madre sbarrare gli occhi, poi guardai Astoria; volevo umiliarla come lei aveva fatto con Hermione. Mi aveva mentito e capii che l’amore che decantava tanto era solo per il mio cognome.
<< Io non potevo permettere che lei ti portasse via da me! Tu sei mio>>
<< Io non sono tuo! Non lo sono mai stato. A scuola non ti ho mai considerata, guardata. Ho sempre saputo che avrei dovuto sposarti e cos’ho fatto per averti? Nulla, perché non mi è mai importato di te. Speravi di ottenere qualcosa che non avrai mai. Siamo condannati a vivere nell’infelicità>> ero fuori di me, quando in quel momento entrò Hermione.
<< TU!>> le puntò un dito contro e senza pensarci mi parai davanti a lei, come se fosse naturale
<< Non ti azzardare Astoria>>
<< Ha rovinato tutto! Andava tutto bene finché non è arrivata lei>>
<< Non ha rovinato niente perché tra noi non c’è mai stato nulla, quindi smettila di prendertela con lei!>>
Mi scagliai verso di lei, ma una piccola mano si posò sul mio braccio, facendomi fermare. Mi voltai nella sua direzione e vidi due luccicanti occhi ambrati supplicanti, guardarmi; come a dirmi “ non farlo, non ne vale la pena”. La osservai, un leggero tremore le fece spostare la mano impercettibilmente, mentre mi perdevo nei suoi occhi. In quel preciso istante, intorno a noi sparì ogni cosa
 
Mi ritrovai in un grande salotto, di una casa che non conoscevo, ma questa volta non ero solo
<< Lo vedi anche tu?>> le chiesi
<< Si… è-è la prima volta che capita>>
Eravamo nel futuro, insieme. Una voce profonda ci fece dirigere verso il giardino, che riconobbi subito: la grande quercia al centro non l’avrei mai dimenticata. Il giardino era meraviglioso: un centinaio di sedie bianche erano rivolte verso il me stesso adulto, al centro un lungo tappeto bianco.
Di fronte a noi il me più adulto stava in piedi sotto un gazebo bianco: ero vestito da cerimonia, una rosa bianca all’occhiello e sembravo… nervoso.
Dietro di me, vidi Blaise e Theo. Sedute in prima fila Pansy e Daphne; quest’ultima con un bambino moro dai grandi occhi azzurri, in braccio: Atlas…
<< Ginny…>> sentii sussurrare Hermione e la vidi: Ginevra Weasley, in piedi nella parte opposta a dov’ero io; seduto in prima fila Ronald Weasley. Questo voleva dire che li avrebbe ritrovati, ma dov’era Potter?
Osservai la donna al mio fianco: li guardava come se avesse ritrovato la strada di casa dopo un lungo viaggio ed io ero stranamente felice per lei.
A un certo punto la marcia nunziale ci bloccò. E capii.
Quello era il nostro matrimonio.
Guardai Hermione che mi fissò a sua volta a bocca aperta, gli occhi lucidi
<< Draco>> disse a fil di voce ed io le strinsi la mano.
Davanti ai nostri occhi un Hermione adulta, avvolta in un candido abito, avanzava sul tappetto bianco al braccio di… Harry Potter. Mi voltai verso Hermione e la vidi piangere, stringendola continuai a guardare la sposa e per Salazar era meravigliosa: il lungo vestito aveva sulla schiena un gioco di vedo non vedo in pizzo bianco; i capelli legati in un’acconciatura accurata, avevano qua e la dei fiori bianchi; per quello doveva esserci lo zampino di mi madre. Guardai me stesso e notai che me la stavo letteralmente facendo sotto.
“ Signori e Signore siamo qui riuniti per celebrare l’unione tra Draco Lucius Malfoy e Hermione Jean Granger…”
 
“ Draco, io prometto di esserti sempre fedele, di starti accanto, di amarti ogni giorno della mia vita. Prometto che riuscirò a renderti fiero e orgoglioso, di farti capire cosa è giusto e cosa è sbagliato e ti ringrazio per avermi amata in quel modo così speciale”
“Hermione, io prometto di esserti sempre fedele, di amarti per tutta la vita. Ti prometto che parlerò quando le parole saranno necessarie e starò in silenzio quando avrai bisogno di non sentire parole. Prometto che asciugherò ogni tua lacrime e ascolterò ogni tuo sorriso e ti ringrazio per avermi salvato e amato incondizionatamente, nonostante non lo meritassi.”
“ Bene. Vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa adesso, Draco”
Vidi me stesso sorridere e avvicinarmi a lei per poi baciarla.
 
Strinsi la mano alla ragazza al mio fianco e ci ritrovammo, nuovamente, nella cucina del Manor.
 
 
 

HERMIONE
 

Quello a cui avevamo assistito era stato emozionante ed ora guardavo Draco, di fronte a me, ad occhi sbarrati.
<< Smettila di guardarla in quel modo. È solo una Mezzosangue Draco!!!>>
Continuai a guardarlo, non facendo caso a quelle parole, ma lui non riuscì a stare fermo
<< Ritira quello che hai detto>> le dissi ad un centimetro dal viso
<< No>>
Vidi un’ira profonda nei suoi occhi argentati e mi spaventai
<< Sparisci, non voglio vederti fino al matrimonio>>
La vidi allontanarsi e voltarsi di nuovo
<< Sarai mio Draco, che tu lo voglia o no>> detto questo si smaterializzò.
Draco uscì come una furia dalla cucina, nel momento in cui Blaise e Daphne entravano
<< Cos’è successo?>>
<< A quanto pare tua sorella ha mentito sulla maternità Daphne>> vidi la ragazza rabbuiarsi
<< Si, io… Draco ci ha reso partecipi ieri sera>>
<< Quindi il matrimonio è annullato?>> sentii chiedere Blaise e prima che Narcissa potesse dire qualcosa, fui io a rispondere
<< No. Si sposeranno com’è stato stabilito>>
<< Ma… come possono…>>
<< Herm tesoro stai bene?>> sentii la voce della bionda lontana << Herm>> mi riscossi dai pensieri
<< Si sto bene>> e mi allontanai da quel luogo, da quelle voci.
 
 
 

BLAISE
 

<< Come possono sposarsi?>> chiesi rivolto verso Narcissa
<< Penso lo faccia per non disubbidire al volere di suo padre>> rispose triste la donna
<< Suo padre è morto!>> urlai
<< Bla…>>
<< No Daphne! Lucius è morto e lui si sta rovinando con le sue stesse mani. Io non posso permetterlo>>
Mi diressi verso la porta
<< Dove sai andando?>> chiese preoccupata la mia fidanzata
<< A prendere a pugni il mio migliore amico>>
 
Entrai nel suo studio senza bussare
<< Prego Zabini entra pure>>
<< COSA CAZZO STAI COMBINANDO? Hai per caso sbattuto la testa?>>
<< Non so di cosa tu stia parlando>> lo guardai con cattiveria
<< Non sai di cosa sto parlando?>> mi avvicinai alla scrivania, poggiando le mani su essa << parlo del matrimonio che non hai annullato e del fatto che stai mandando a puttane l’unica possibilità di essere felice, l’unica cosa bella nella tua triste vita. Sto parlando di Hermione razza di idiota. Hai presente? Ex grifondoro, brillante, stupenda… ah si che ti ama?>> sottolineai per bene quelle due parole e come previsto attirai la sua attenzione << non pensavo tu fossi così stupido>>
<< La vuoi smettere di insultarmi?>> mi urlò contro alzandosi di scatto dalla sedia. Nei suoi occhi vidi un lampo.
<< Pensi che sia facile? Che io mi stia divertendo a farla soffrire? Tra poche settimane la perderò per uno stupido contratto Blaise. Perderò l’unica donna che sia mai riuscita ad amarmi e con la quale io abbia provato qualcosa, ma non posso fare altrimenti>>
<< Come prego?>>
<< Io non posso. Le farà del male e non posso permetterlo>> lo guardai lasciarsi cadere sulla sedia, confuso
<< Che significa?>>
Alzò gli occhi su di me
<< Significa che se non sposerò Astoria, farà del male ad Hermione>> lo guardai allibito
<< Non pensavo tu fossi diventato un codardo>> lo sfidai
<< Hai sentito una parola di quello che ho detto?>> domandò furioso
<< Si e sai cosa ti dico? Tu sei Draco Malfoy, non ti sei mai fatto mettere i piedi in testa o minacciare da nessuno, tantomeno da una donna>>
<< Cosa vuoi che faccia eh? Cosa diavolo vuoi da me, non ti piaceva nemmeno!>>
<< Scegli! Per la miseria Draco puoi finalmente scegliere cosa fare della tua vita, di essere felice e stai sprecando quest’opportunità>> sbraitai. Ero fuori di me << e per tua informazione io adoro Hermione>>
<< e da quando?>>
<< Da quando ha salvato il mio migliore amico dalla solitudine>>
Mi guardò intensamente
<< Non è così semplice Blaise>> sorrisi amaramente
<< Già… e tu sei un idiota>>
Uscii dalla stanza sbattendomi la porta alle spalle e raggiunsi Daphne.
 
<< Com’è andata?>>
<< Come vuoi che sia andata? Ha permesso a tua sorella di minacciarlo>>
<< Che vuoi dire?>>
<< Quello che ho detto: farà del male ad Hermione, se non la sposa>>
<< Ma… mia sorella è una… una>> le accarezzai il viso
<< Non parteciperò al matrimonio>>
<< Bla…>>
<< Come faccio Daph? Come posso guardare il mio migliore amico che si rovina con le sue mani, senza poterlo aiutare?>>
Mi sentivo sconfitto
<< Devi stargli accanto anche se pensi che stia facendo la cosa sbagliata. Lo sa qual è la tua opinione e la condivide. Non ti deluderà Blaise. Vi conoscete da sempre amore. Lui… lui ha bisogno di te>> la guardai. Quella donna era decisamente troppo per me.
Le sorrisi
<< Ti amo Daphne>>
<< Ti amo anche io Blaise>>

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Capitolo 16
*** La resa dei conti ***



 
Nei giorni che separavano il matrimonio cercai di evitare Draco in tutti i modi. Era già una sofferenza sapere che l’avrei perso per sempre, figuriamoci incontrarlo tutti i giorni.
La notte prima delle nozze, però, mise a dura prova i miei buoni propositi.
 
Entrai nella mia stanza dopo una giornata estenuante: preparare i tavoli, piatti, bicchieri. Quello che avrei voluto era dormire e basta, ma appena aprii la porta mi ritrovai due occhi grigi a fissarmi.
No ti prego, non quella sera, non in quel momento. No…
<< Vai via, per favore>> una supplica
<< Non andrò da nessuna parte, non questa notte. Permettimi di rimanere qui. Ti prego>>
lo guardai, le lacrime che cercavano di uscire
<< Non rendere tutto più difficile Draco! Non lo capisci che è finita?! E’… è tutto finito>> mi accasciai sul pavimento freddo, le mani a coprire il viso. Sentii le sue forti braccia avvolgermi, obbligandomi a guardarlo in volto
<< Hermione guardami>> scossi la testa. Non volevo guardarlo << Hermione ti prego>> alzai gli occhi su di lui, che mi asciugò le lacrime. Mi aggrappai alla sua camicia nascondendo il viso nell’incavo del collo e mi strinsi a lui. Il mio nome pronunciato dalle sue labbra così dolcemente, riusciva sempre a farmi rabbrividire.
<< Perché deve andare così?>>
<< Qualunque cosa succeda, sarai l’unica nel mio cuore. Per sempre>> piansi ancora più forte.
Era tutto così sbagliato, così ingiusto. Perché avevano messo lui sul mio cammino se poi non avrei potuto averlo. E mi maledii per essermi innamorata di lui. Sarebbe stato tutto più semplice senza quella leggenda, tutto più semplice se lui fosse rimasto il solito stronzo.
Si mise di fronte a me, il mio viso tra le sue mani e parlò
<< Vieni alla cerimonia>>
<< Cosa?? Draco non puoi chiedermi una cosa del genere. S’insospettirebbero e non voglio avere guai, per favore è già tutto troppo complicato>> mi sentii sconfitta << e poi ci sarò. Servirò ai tavoli e…>>
<< No… vieni come invitata>> lo guardai sconcertata e lui poggiò la fronte sulla mia. Vidi i suoi occhi chiudersi, come per imprimersi la mia immagine nella mente. Come poteva chiedermi una cosa del genere? Come poteva pensare che sarei stata lì a guardarlo mentre diventava di un’altra donna?
<< Hermione ti prego>> mi stava supplicando?
Gli accarezzai una guancia
<< Hermione…>> quella voce straziante mi entrò nel cuore
<< Draco>> mandai a farsi benedire tutti i buoni propositi e lo baciai.
Fu subito passione, invasi in un turbinio di sensazioni.
Stava per sposarsi ed io l’avrei perso per sempre.
Lo baciai più intensamente, mentre mi sfilava la camicia da notte.
Come avrei fatto senza di lui? Senza le sue dita febbrili, le sue labbra morbide. Non valeva la pena vivere una vita senza…
Lacrime scesero sul mio viso e prontamente le asciugò con piccoli baci; sorrisi e ripensai al tempo che avevamo perso insultandoci ed ora… ora tutto sarebbe finito.
 
“ Dovete solo rendervi conto di quello che state sprecando”
 
Lo sentii adagiarmi sul letto, lo guardai negli occhi e gli accarezzai il profilo del viso, contemplandolo.
<< Sei bellissimo>> sussurrai e mi baciò. L’avevo sempre pensato tra me e me, ma era la prima volta che riuscivo a dirglielo, a dirgli che lui per me, era l’uomo più bello del mondo.
Entrò in me e mi sentii completa, quanto mi era mancato.
Era stato come una ventata d’aria fresca nella mia vita; quel raggio di sole che aveva squarciato il buio.
Mi aveva salvata, salvata da un destino che mi avrebbe distrutta.
Mi aggrappai alla sua schiena e lasciai andare la testa all’indietro. Ad ogni spinta un ricordo
 
“ Sei bellissima”
Un’altra spinta
 
“ Non accadrà più”
“ Hermione”
 
Ancora…
 
“ Sai qual è stata l’unica volta, in tutta la mia vita, che ho scelto per conto mio?”
“ Ieri notte ed è stato stupefacente. Ti desideravo, bramavo e ho seguito il mio cuore, le mie sensazioni. Ti volevo e non mi sono fatto fermare da nulla. Ho agito e mi sono sentito libero, padrone di me stesso per la prima volta da… da sempre”.
 
“ Qualunque cosa succeda sarai l’unica nel mio cuore. Per sempre”
“ Draco…”
 
Draco
 
Draco… ti amo
 
L’orgasmo ci colse e si sdraiò accanto a me; poco dopo mi addormentai, stringendolo a me, con la consapevolezza che quella sarebbe stata l’ultima notte.
 
L’alba arrivò portando con se’ il giorno delle nozze, portando la fine di tutto.
Mi girai a guardarlo, disteso accanto a me.
Meravigliose creature gli uomini addormentati: così innocui, quasi umani e fragili.
Scesi dal letto e mi vestii, mi avvicinai a lui per lasciargli un ultimo bacio sulle labbra e uscii dalla stanza.
Persi un battito, lacrime sul viso.
Addio Draco…
 
 
DRACO
 
Quando mi svegliai lei era già andata via, evitando ad entrambi il momento dell’addio. Sentivo il suo profumo su di me, sui vestiti, in quella stanza. Sarebbe stata la mia ossessione fino al giorno della mia morte; i suo occhi ambrati mi avrebbero fatto compagnia nel buio e del suo sorriso avrei avuto solamente il ricordo.
Andai nella mia stanza e mi vestii.
Tre mesi da quando Hermione era entrata nella mia vita, tre mesi per sconvolgerla completamente. Mi guardai allo specchio mentre cercavo, invano, di fare il nodo alla cravatta. Non mi riconobbi. Ero un uomo nuovo, diverso; riuscivo a provare dei sentimenti. Tre mesi per capire che sarei potuto essere un uomo migliore anni fa. Se solo mi fossi accorto prima di quanto lei fosse bella; un bussare alla porta mi distrasse
<< Avanti>>
Narcissa Malfoy era splendida in quell’abito argentato
<< Sei bellissima mamma>>
<< Oh grazie caro>> sorrise << come ti senti?>>
<< Bene>>
Mi guardò con uno strano sguardo, quasi indagatore e si avvicinò per aiutarmi con la cravatta
<< E’ per questo che non riesci a fare un benedetto nodo?>> la guardai
<< Io…>>
<< Sii felice Draco, ti prego>> prima che potessi trovare le parole per risponderle, era già sparita.
 
Scesi in giardino per salutare alcuni ospiti e incrociai lo sguardo di Blaise. “Mi dispiace amico” pensai. Aveva avuto ragione su tutto: stavo buttando la mia vita e me ne sarei dato la colpa per sempre. Gli feci un cenno con la testa e mi diressi al mio posto su quell’altare improvvisato.
Nei miei pensieri solo un nome: Hermione…
 
Mentre Astoria camminava verso di me in quel vestito bianco, mi scoprii ad osservare Hermione. Così bella e triste.
Ripensai a tutto quello che avevo provato al suo fianco, a quella passione che ci aveva invaso, mai successo prima di lei: così piccola e fragile, così meravigliosamente coraggiosa.
Ero davvero disposto a rinunciare a tutto quello per un matrimonio con una donna che non sopportavo? Una donna che non era lei, che non aveva occhi nocciola e capelli indomabili? Ero davvero disposto a rinunciare alla felicità che provavo nello starle accanto, nello sfiorarla, nel guardarla dormire? Potevo davvero rinunciare a lei?
La guardai ancora e vidi quello che non pensavo sarei mai riuscito a vedere: quel segno luminoso sulla spalla, sotto pelle, visibile solo ai Black. Quello di cui mi aveva parlato mia madre ed io l’avevo presa per pazza.
 
“ Solo quando capirai di provare qualcosa per lei lo vedrai”
“ Io provare qualcosa per lei? È una follia. Stai delirando mamma”
 
Era lei, era sempre stata lei.
<< Draco>>
<< Ehm cosa?>>
<< Ci sei?>>
Mi risvegliai e vidi Astoria al mio fianco. Per Salazar era davvero insopportabile. Bella si, ma niente paragonata alla mia mezzosangue.
<< Cominciamo>> sentii dire al prete << vuoi tu Draco Lucius Malfoy…>> è il momento. Salvati Draco…
<< No>> dissi solamente. Intorno a me brusii e sussurri riempirono il giardino. Immaginai la faccia di Hermione.
<< Come scusa?>> sibilò la piccola Greengrass
<< Ho detto di no. Non voglio>>
<< Tu non vuoi? È sempre stato così, fin da quando eravamo bambini>> il tono di voce sempre più alto
<< Be’ le cose cambiano Astoria, per fortuna>>
Una risata cattiva uscii dalle sue labbra
<< Le cose non cambiano. Ci sposeremo com’è stato stabilito>> mi avvicinai a lei con fare minaccioso
<< Forse non ci siamo capiti Astoria. Io. Non. Ti. Sposerò. Non passerò la mia vita con te e i tuoi starnazzi, a chiedermi come sarebbe stato se avessi fatto un scelta diversa, a darmi del codardo per non aver saputo prendermi ciò che volevo>>
<< E sentiamo>> disse con un tono di scherno << cosa vuoi?>>
Era il mio momento; mi voltai verso Hermione e con me altre 300 teste
<< Io voglio te>> le dissi guardandola e lei sbarrò gli occhi << voglio litigare, fare la pace, suonare il pianoforte. Voglio guardarti dormire, fare l’amore con te senza dovermi nascondere. Voglio tutto di te: i tuoi capelli ribelli, i tuoi sorrisi sinceri, la tua risata cristallina, il tuo voler sempre avere l’ultima parola in una discussione. Io voglio la nostra bellissima Cassiopea>> mentre parlavo, mi avvicinai sempre di più a lei.
Occhi curiosi su di noi.
Guardai lei: piangeva e sperai di gioia
<< Ti ho sentita mia da quando ho fermato Theo, ma non ho voluto ammetterlo a me stesso. Ero troppo codardo, ma ora… ora io non posso rischiare di perderti>> la guardai scossa dai singhiozzi e finalmente lo dissi, dissi quello che tenevo dentro da mesi << io ti amo Hermione>>.
 
 
HERMIONE
 
“ Io ti amo Hermione”
Lo aveva detto davvero? Aveva ammesso davanti a tutte quelle persone di amarmi? Lui… Per Godric da quanto aspettavo quel momento?
Lo guardai, gli occhi lucidi. Era diventato più bello in quei dieci minuti?
Lo amavo? Da morire. Lui riusciva a farmi sentire donna.
Se avessi solo pensato a come sarebbe stato, avrei cercato di conoscerlo meglio molto tempo prima.
Ripensai ai suoi occhi grigi che ora mi fissavano in attesa.
 
“ Io ti amo Hermione”
Ti amo Hermione.
 
<< Ti amo anch’io Draco>> e senza pensarci due volte lo baciai.
Finalmente libera.
<< Non puoi farmi questo! Non con quella sanguesporco!>> la voce di Astoria arrivò dritta alle nostre orecchie
<< Sta un po’ zitta Tori, non ti vuole fattene una ragione!>> Oh mia dolce Daphne. La mia sopravvivenza
<< Sta un po’ zitta tu! Lui è mio, è sempre stato così. Quella mezzo…>>
<< Signorina Greengrass la pregherei di moderare il linguaggio in casa mia>> sentii dire Narcissa.
Vidi Astoria diventare rossa di rabbia
<< Te l’avevo detto Draco. Ti avevo avvertito>> sibilò la piccola Greengrass.
Non capii le sue parole finché non la vidi puntarmi contro la bacchetta. Draco mi si parò davanti
<< Metti giù la bacchetta Astoria>>
<< NO! Tu devi sposare me, sei mio!>>
<< E’ finita Astoria, smettila>>
<< Non finché lei sarà viva… Avada…>>
Sgranai gli occhi e vidi Draco estrarre la sua bacchetta.
<< Protego maxima!>> urlò e l’anatema rimbalzò sulla barriera.
L’urlo di Astoria riempì il giardino
<< LUI E’ MIO GRANGER, MIO!>> cominciò << e se non potrò averlo io, non l’avrà nessuna delle due>> la vidi puntare la bacchetta verso Draco e non capii più nulla
<< DRACO!>> urlai prima di mettermi davanti a lui, giusto in tempo e sentii la maledizione senza perdono che avrebbe dovuto colpirlo, infrangersi sulla mia schiena. Sbarrai gli occhi e lo guardai.
 
Draco…. Ti amo.
 
 
 
DRACO
 
Intorno a me non sentivo più nulla.
Tutti si muovevano frenetici, ma io non riuscivo a smettere di guardare la ragazza tra le mie braccia, inerme. Immobile come una statua di marmo; non poteva essere successo davvero; lei non poteva essere davvero morta per salvarmi.
Seduto per terra con Hermione tra le braccia, cercavo di nascondere le lacrime tra i suoi capelli; un Malfoy non piange… già, ma un Malfoy, se è per questo, non si sarebbe nemmeno dovuto innamorare.
Com’è strana la vita: lei che era sempre stata il mio opposto, la mia nemesi ora, invece, era diventata tutto ciò di cui io avevo davvero bisogno ed era morta, portandosi via la sua dolcezza, la risata contagiosa, i suoi capelli ribelli… la mia anima e il mio cuore.
Ancora con il viso tra i sui capelli sentii i singhiozzi di Daphne e la voce di Blaise
<< Dra… forse dovremmo…>>
<< No lei si sveglierà tra poco Bla>> dissi fuori di me << vero Herm? Svegliati. Possiamo stare insieme ora, ricordi? E dobbiamo aspettare Ea. Non puoi lasciarmi, non ora… ti prego Hermione>> sussurrai al suo orecchio nella speranza che lei potesse sentirmi, ma era sempre più fredda.
Alzai lo sguardo e vidi Astoria bloccata da alcuni Auror. Posai con delicatezza Hermione per terra e mi alzai
<< ME L’HAI PORTATA VIA!>> mi fiondai su di lei e presi a scuoterla. Sentivo la sua risata cattiva
<< Vi avevo avvertiti. Ora non ti avrà nessuna delle due Draco>> un sorriso crudele sul volto.
Le puntai la bacchetta addosso
<< La gelosia corrode, non è vero Astoria?>> iniziai << essere messe da parte per una mezzosangue. Un disonore per una prima donna come te?>> le sputai
<< Stai zitto! Non ti rendi conto? Sei solo Draco. Chi ti vorrà con quel brutto carattere che ti ritrovi? Sei solo>> la guardai. Le sue parole mi colpirono: ero solo o forse ero solamente morto con Hermione.
<< Credi di amarla, ma non è così>>
Sentii una rabbia cieca crescere dentro di me
<< Chiudi la bocca!>> le urlai contro << tu non sai nulla. Io la amo, hai capito? LA AMO!>> urlai con tutto il fiato che avevo in corpo, la bacchetta ancora puntata verso di lei. Ero pronto ad esplodere, ma uno strano calore mi fece voltare. Quello che vidi mi bloccò: il corpo di Hermione era circondato da una luce bianca accecante. Lo vidi librarsi in aria, i capelli ribelli svolazzanti, gli occhi ambrati chiusi. Guardai mia madre e i miei due amici: erano stupiti quanto me.
Che merlino stava succedendo? Non riuscivo a distogliere lo sguardo, troppo affascinato da quel gioco di luce, poi una voce mi richiamò
<< Draco>> capii subito che quella voce proveniva dal corpo di Hermione
<< Chi ha parlato?>> sentii chiedere Astoria, la fulminai con lo sguardo, ma quella voce profonda non ci fece caso. Poi capii…
<< Cassiopea…>> ero stupito, cosa ci faceva lei lì?
<< Non vale la pena macchiarsi di un crimine come l’omicidio Draco. Tu non sei come lei>>
<< Me l’ha portata via! Dov’è il nostro futuro perfetto adesso, eh? Dov’è? È morta. Mi ha lasciato, PER SEMPRE!>> ero furioso. Ci avevano riempito di belle parole, immagini di una vita passata insieme e invece non sarebbe successo niente di tutto quello. Caddi in ginocchio battendo i pugni sul terreno. Piansi sotto lo sguardo sconvolto di mia madre e i singhiozzi di Daphne stretta tra le braccia di Blaise; perché io non potevo avere tutto quello? Perché ero costretto a vivere una vita solo e infelice? E pensai che quella doveva essere la punizione per essere stato così meschino e cieco.
<< Oh Draco, dovresti credere di più nel vero amore sai e dovresti imparare a fidarti di chi ha gia vissuto tutto questo>>
<< Voi due siete morti, cosa c’è di uguale?>> chiesi brusco
<< John si è sacrificato, ricordi? È morto per me>>
Alzai lo sguardo su di lei
<< Bell’esempio Cassiopea, davvero. Lui è morto e tu sei rimasta imprigionata in un matrimonio che non volevi. Ora sto decisamente meglio>> sbraitai
<< E’ vero, ma alla mia morte ci siamo ritrovati>> disse piano. Stavo cercando di dirmi…
<< Stai cercando di dirmi che devo morire?>> ero sconvolto, ma ci pensai su. Quello che volevo era stare che con lei e se l’unico modo sarebbe stato morire, sarei morto.
<< Draco no…>>
Mamma. La guardai. Sapevo avrebbe capito le mie intenzioni, d'altronde era sempre stata una donna intelligente e astuta, forse troppo per un uomo come mio padre, ma si era fatta da parte per non oscurarlo, sapeva quanto lui tenesse al giudizio degli altri.
La risposta di Cassiopea interruppe i miei pensieri
<< Non ti sto dicendo questo. Devi solo credere di più in quello che vi lega e che vi ha legato fino ad oggi. Prometti che da oggi in poi lo farai Draco>> non stavo capendo nulla. Salazar cosa sta succedendo?
<< Io non… Cosa stai dicendo Cassiopea?>> chiesi confuso, ma lei non rispose.
 Se n’era andata, lasciandomi mille dubbi e domande che non avrebbero avuto risposta. La risata di Astoria arrivò dritta alle mie orecchie.
<< Sei ridicolo Draco e sei solo>> sottolineò l’ultima parola, ma non l’ascoltai. Continuai a stare inginocchiato a terra, quando ad un tratto vidi il corpo di Hermione ritornare a terra e la luce bianca sparire.
Mi avvicinai a lei e sedendomi la presi tra le braccia
<< Hermione>> sussurrai al suo orecchio, in modo tale che solo lei potesse sentirmi << mi dispiace di non essere riuscito a proteggerti, mi dispiace essere stato un bastardo, non averti notata subito, aver sprecato tutto quel tempo ad insultarti quando avrei semplicemente potuto amarti e basta. Mi dispiace essere stato così debole…>> non potei continuare che la sua dolce voce mi interruppe
<< D-d-dovevo morire… p-p-per sentir dire al Furetto che è s-s-stato un imbecille>> spalancai gli occhi e la guardai; ed ecco lì i suoi bellissimi occhi ambrati guardarmi e sorridermi.
<< Her-Hermione…>> balbettai
<< Ciao>> salutò flebilmente
<< Hermione!>> urlai facendo trasalire Daphne e mia madre che si voltarono a guardarci. L’abbracciai
<< Draco così mi uccidi di nuovo>> sussurrò
<< Non dirlo nemmeno per scherzo Granger>> mi alzai facendola alzare e guardai Astoria mentre veniva scortata ad Azkaban, lo stupore in volto.
 
Quella fu l’ultima volta che vidi Astoria Greengrass.
 
Mi voltai nuovamente verso Hermione
<< Stai bene?>> la vidi annuire. Feci per baciarla ma una chioma bionda ci fermò
<< Oh Herm!>> Daphne Greengrass le era letteralmente volata tra le braccia << ci hai fatto spaventare da morire! Stai bene? Vuoi qualcosa? Ti…>>
<< Daphne amore>> sentii dire Blaise << credo vogliano rimanere soli>>
Sorrisi nel vedere l’espressione di Daph e dopo un “ops” andarono via insieme.
<< Tutto bene ragazzi?>>
<< Si Narcissa grazie>> l’abbracciò
<< Quella ragazza ha dei seri problemi>> commentò << sono così felice tesoro, finalmente hai aperto gli occhi>> sorrise, guardandomi
<< Si mamma>>
<< Vi lascio>> e si allontanò per congedare gli ospiti.
<< Finalmente soli>> sussurrai sulle sue labbra, stringendola. Mi allacciò le braccia al collo.
<< Grazie>> sussurrò
<< Di cosa?>>
<< Per avermi riportata da te>>
<< Mi dispiace non aver saputo evitarlo, io… >> mi bloccò
<< Ehi guardami>> fissai i miei occhi nei suoi << sono qui, con te e non andrò da nessuna parte>>
<< Promettilo. Prometti che non mi farai più uno scherzo del genere. Non sacrificare più la tua vita per me. Sono io che devo proteggere te>>
<< Draco, io… >>
<< Promettilo>> dissi serio
<< Lo prometto>> e la guardai, così bella, così mia.
 
La mia boccata d’aria, dopo anni di apnea.
 
Ripensai alla richiesta di Cassiopea e chiusi gli occhi, continuando ad abbracciare Hermione

 

Te lo prometto Cassiopea








ed ecco l'ultimo capitolo! il prossima sarà l'epilogo, di già :( 
anche questa è quasi finita... my feelsssss 

 

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Capitolo 17
*** Epilogo-Un anno dopo ***


Un anno può portare con sé fin troppi cambiamenti, ed io, Hermione Jean Granger, ne so qualcosa: solo un anno fa ero stata venduta come schiava al mio peggior nemico, oggi quest’ultimo è l’amore della mia vita. Strana la vita, vero? Eppure non immagino nulla di diverso.
Questo pensavo, mentre sdraiata sul divano, guardavo il soffitto, ma soprattutto cercavo di capire come dargli quella notizia. Ero decisamente nervosa.
Draco… così diverso da me, era l’unico che riusciva davvero a capirmi. La prova l’avevo avuta un giorno di qualche mese fa
 
 
Inizio Flashback
 
Un bussare frenetico alla porta mi riscuote
“ Draco ma hai le chiavi! Ma poi perché non devi smaterializzarti?” mi dirigo verso la porta e la apro. Quello che vedo mi blocca: Draco Malfoy in piedi sull’uscio, seguito da Harry Potter, Ginevra e Ronald Weasley.
Rimango immobile a boccheggiare per quelli che mi sembrano anni
“ C-Che…” non riesco a pronunciare una parola e per fortuna l’abbraccio di Ginny mi salva dal silenzio
“ Hermione!”
“ Ginny” diciamo in coro. Non posso crederci, sono qui davanti ai miei occhi ormai coperti dalle lacrime. Sento l’abbraccio farsi più forte e capisco che Harry e Ron ci hanno raggiunte. Più di un anno, non li vedevo da più di un anno e mi era sembrata una vita, ma ora erano qui.
“ Che ne dite di entrare?” la voce di Draco ci riscuote. Lo guardo; mio amore.
Annuisco e insieme entriamo dentro casa. Ci sediamo in salotto; avrei così tante domande da porre
“ Dove siete stati per tutto questo tempo?”
Fu Harry a parlare e la sua dolce voce mi fece sorridere
“ Siamo rimasti nascosti per qualche mese non sapendo cosa aspettarci. Ti abbiamo cercata cosi tanto Herm, ad un certo punto abbiamo pensato che tu fossi morta” gli strinsi la mano
“ Sono stata catturata e venduta” guardai Draco al mio fianco “ ma ora sono libera e felice” sorrisi.
“ State insieme?” la profonda voce di Ron mi fece voltare
“ Noi…” mi voltai verso il biondino e gli sorrisi. Sembrava una follia considerando che pensavo di essere innamorata di Ron, eppure…
“ Si stiamo insieme. Ed è stata una storia mooolto sofferta” risi e guardai il rosso davanti a me << Ron, so che noi due…”
“ Tranquilla Herm. Si vede lontano un miglio che vi amate” sospirò “ quando abbiamo incontrato Malfoy al Ministero stamattina, avrei voluto cruciarlo, ma appena ha pronunciato il tuo nome dicendo che voleva portarci da te, gli abbiamo creduto; forse perché era troppo tempo che volevamo ritrovarti” sorrise “ e poi il vecchio Malfoy non ci avrebbe mai fatto un favore del genere”.
Lui… lui… Mi girai a guardarlo e lo trovai lì a sorridermi
“ Hai fatto questo per me?”
“ Sapevo che morivi dalla voglia di avere loro notizie. So quanto siano importanti per te; così quando ho saputo che Potter e Weasley lavorano al Ministero ho approfittato”
“ Ti amo” gli dico quasi con le lacrime, dandogli un leggero bacio. Mi rivoltai verso i miei amici
“ Di cosa vi occupate adesso?” chiedo curiosa
“ Io sto studiando per diventare Guaritrice, loro due invece per diventare Auror”
“ Siete scontati come al solito” disse Draco e io gli tirai una gomitata “ che c’è? Andiamo Herm…” scoppia a ridere, seguito dai miei amici.
“ Vedo che anche tu non sei cambiato poi così tanto Furetto!” ribatte Harry
“ Come dice la Signorina Granger qui presente – l’erba cattiva non muore mai-“
“ Sei davvero un cretino” mi abbraccia ed io mi sento protetta.
 
Fine flashback
 

 
 
Ancora sul divano, un picchiettare alla finestra attirò la mia attenzione. Presi la missiva e il pacco, nutrii il gufo facendogli una carezza e mi risedetti sul divano. Aprii la lettera e riconobbi subito la grafia
 

Indossa il vestito e raggiungimi.
Il collare del gufo è una passaporta.

Ti amo,
Draco

 

Sorrisi, aprendo il pacco: davanti ai miei occhi un meraviglioso vestito blu notte, ripiegato con cura.
Tutto quello m’incuriosiva, con Draco non sai mai cosa aspettarti.
 
Pronta per andare mi avvicinai al gufo e afferrai il collare; in un secondo mi ritrovai in una stanza buia… ma che diavolo?
Aprii una delle porte ritrovandomi in un grande atrio completamente buio, finché una luce fievole attirò la mia attenzione. Mi avvicinai ad essa: una porta socchiusa dalla quale filtrava la luce. Feci pressione sulla porta ed entrai; davanti ai miei occhi uno spettacolo: una stanza enorme, stracolma di libri e d’un tratto ricordo… la British Library! Oh Godric era stupefacente e proibito. Dannato Furetto.
Continuai a guardarmi intorno estasiata, non riuscivo a non smettere di guardare in alto, finché una voce, la sua voce mi fece voltare
<< Sorpresa!>>
<< Tu sei pazzo>> dissi avvicinandomi a lui e subito le sue mani mi strinsero. Elegantissimo
<< Non l’avevi ancora capito donna? Eppure credevo fosse esplicito>> sorrisi
<< Sei davvero un Furetto divertente>>
<< Lo so>> soffiò sulle mie labbra. Merlino… dopo un anno tremavano ancora le ginocchia.
<< Lo sai che è proibito stare qui?>>
<< Per Salazar Granger, quanto sei noiosa. Nessuno saprà che siamo qui… ti fidi di me?>> disse malizioso ed io sbuffai. Riusciva sempre a fregarmi. Annuii continuando a guardarlo. Mi prese per mano e lo seguii; l’avrei seguito ovunque.
Camminammo per svariati minuti finché ci ritrovammo nella sala principale della British Library: nel mio posto preferito con l’uomo più bello del mondo. Se è un sogno non svegliatemi, vi prego.
D’un tratto si ferma, proprio al centro e per poco non gli finisco addosso. Si volta a guardarmi: oro e argento. Mi abbraccia e comincia a fissarmi
<< Dr-Draco, che s-succede?>> sapeva di mettermi in soggezione con quello sguardo
<< Io ti amo>> sussurrò e se non fossi stata tra le sue braccia sarei già precipitata per terra. Lo guardai confusa e lui continuò << da quando sei entrata nella mia vita tutto è cambiato. Ero un bambino viziato, un borioso figlio di papà>> sorrisi perché quello era il modo in cui lo chiamavo io. Portai le mani alla sua giacca e la strinsi, sorridendo.
<< Quando sei morta, per quei dieci minuti, ho creduto di morire con te. Mi sei entrata dentro con una facilità impressionante ed io ancora, non capisco come hai fatto, ma ti prego continua a farlo. Per sempre>> mi baciò la fronte << tu sei così diversa dalle altre donne, così unica e potresti avere tutti gli uomini che desideri eppure hai scelto me, un bastardo, cinico e presuntuoso. Mi hai reso migliore ed io non posso fare a meno di sentirmi così, ogni giorno della mia vita>> mi resi conto solo in quel momento che stavo trattenendo il fiato. Lo guardai intensamente. Draco...
<< Per questo, mia dolce Mezzosangue>> s’inginocchiò davanti ai miei occhi e tirò fuori dal taschino della giacca una scatolina. La aprì e non potei crederci. Lui… lui mi stava… e Merlino l’anello era qualcosa d’indescrivibile.
<< Vorresti sposare questo Furetto platinato e litigare con lui per poi fare la pace, per il resto della tua vita?>>
Mi aveva appena chiesto di sposarlo? L’aveva detto sul serio? Voleva sposare me?
Dovevoo avere una faccia strana perché si rialzò guardandomi preoccupato
<< Herm, s-stai bene? Ho corso troppo vero? È solo che io ti amo e Merlino sono un’idiota, io…>>
<< Si>> dissi tutto d’un fiato
<< Si cos…>> si bloccò di colpo ad occhi sbarrati << Davvero?>>
Annuii << Perché non dovrei. Ti amo, sei l’amore della mia vita. Si e mille volte si>> gli allacciai le braccia al collo e mi baciò.
<< Me lo metti quel bellissimo anello?>>
<< Ah quindi la diligente Hermione Granger apprezza le cose frivole come i gioielli eh>>
Lo guardai di sottecchi
<< Oh ma stai zitto. Hai visto quell’anello quanto è bello?>>
<< Certo che l’ho visto, chi l’ha scelto secondo te?>> sorrise << si, Potter e la Piattola hanno dato un piccolo aiuto, ma la decisione è stata mia>>
Lo osservai stralunata
<< Hai chiesto ad Harry e Ginny di aiutarti?>> non lo feci nemmeno rispondere e lo baciai con trasporto << ti amo così tanto>>.
 
Quella notte fu passione. Profonda passione.
 
Quando la mattina dopo mi svegliai la prima cosa che vidi fu il mio anello di fidanzamento. E ripensai alla sera prima, alla bellissima sorpresa: mi aveva chiesto di sposarlo nel posto che adoravo di più al mondo, dopo Hogwarts ovviamente. Ero così felice ed ora toccava a me sorprenderlo. Scesi dal letto e mi vestii velocemente.
 
Poco dopo bussai alla porta del suo studio
<< Avanti>> entrai lentamente
Era seduto alla scrivania, lo sguardo concentrato su alcune carte
<< Ehi ciao>> mi salutò con un sorriso radioso, tornando poi a leggere quei fogli.
Come l’avrebbe presa?
<< Ciao>> feci il giro del tavolo ed arrivai al suo fianco. Mi abbracciò le gambe iniziando ad accarezzarle.
Non ci pensai due volte e gli misi, quello che avevo in mano, sulle carte che stava leggendo
<< Cos’è?>> mi chiese curioso e confuso.
<< Lo vedi questo puntino?>> e gli indicai il punto con il dito. Annuì ed io presi un bel respiro; avevo una paura tremenda.
<< Be’ ecco questa è un’ecografia. Una roba babbana>> respirai a fondo << io…>>
Mi guardò con uno sguardo spaventato
<< Herm mi stai facendo preoccupare, che succede?>>
Oh Merlino forza Hermione!
<< Sono incinta e quel puntino è il nostro bambino>> brava Herm, dritta al punto.
Alzò gli occhi di scatto dalla foto e mi guardò per poi ritornare a guardare la foto e di nuovo me.
<< Cassiopea>> lo sentii sussurrare e annuii felice.
Quanto avevamo aspettato quel momento? La paura che non sarebbe mai stata nostra riempiva le giornate e ogni volta fare l’amore era un passo verso di lei. Così desiderata, attesa. Era stata il faro della speranza.
Era anche grazie a lei se oggi eravamo così felici; la immaginavamo ogni giorno con i suoi capelli biondi e gli occhi grigi, così caparbia e dolce.
Amare qualcuno che non sai se arriverà mai è difficile, ma con lei, fin dalla prima visione, era stato diverso: l’avevo sentita mia da subito pur non avendo la certezza che sarebbe mai esistita, che avrei potuto davvero abbracciarla.
Mi ritrovai tra le sue braccia
<< Merlino Hermione la nostra Ea!>> mi aggrappai a lui e scoppiai a ridere; poco dopo mi rimise a terra
<< Non sapevo come dirtelo. Mi porto dietro questa foto da non so quanto e non sapevo come l’avresti presa. Sapevamo che sarebbe successo, ma non quando e non sapevo se questo sarebbe stato il momento giusto e… Merlino mi sto ripetendo come una scema>>
<< Ehi guardami>> prese il viso tra le mani e fissai i miei occhi nei suoi << io… per Salazar Herm sta arrivando, la nostra bambina sta arrivando. Mia e tua; come potrei non essere felice? È una vita che l’aspetto>> gli sorrisi e piansi.
Lacrime di gioia, ormai da un anno.
 
 
Quella sera decidemmo di organizzare una cena con gli amici per metterli al corrente delle novità. Vidi Draco alzarsi in piedi e chiedere un attimo di attenzione
<< Buonasera a tutti>> sorrise << vi abbiamo chiesto di unirvi a noi, questa sera, perché abbiamo due grandi notizie da darvi…>> non lo feci finire e anch’io mi alzai in piedi
<< La prima è che finalmente mi ha chiesto di sposarlo>> affermai mostrando l’anello. Gli strilli di Daphne e Ginny mi stordirono. Le vidi alzarsi da tavola e venirmi incontro per ammirarlo
<< Sei ingiusta donna, non ci ho messo poi così tanto>> disse fintamente offeso << mica chiedo di sposarmi alla prima che capita>>
<< E meno male Furetto!>> trillai scatenando una risata generale
<< Posso continuare con le notizie o pensi di interrompermi a lungo?>> chiese con un ghigno
<< No prego il palco è tutto suo signore>> sorrisi e mi risedetti
<< Bene>> prese un bel respiro e mi guardò << la seconda notizia è che Cassiopea sta arrivando>>
Vidi gli sguardi dei nostri amici confusi, poi Daphne capì
<< Sei incinta?>> chiese ad occhi sbarrati
Annuii felice e mi abbracciò, seguita da Narcissa << sono così felice cara>>
<< Anche io Cissy. Non ci speravamo più e quando ho avuto il sentore non volevo crederci>> sospirai << io però vorrei ringraziare voi due>> guardai le due donne di fronte a me << senza di voi i primi mesi a Malfoy Manor sarebbero stati peggiori di quello che sono stati. Mi avete rispettata e sorretta, quando credevo che sarei morta. Siete state la mia sopravvivenza e per questo non smetterò mai di ringraziarvi>> terminai e mi abbracciarono.
 
 

“Devi renderti conto di chi hai intorno e chi è davvero disposto a dare la sua vita per te”

 
 
 
 

4 ANNI DOPO
 
 
DRACO
 
Aprii gli occhi e la prima cosa che vidi furono due occhietti vispi identici ai miei. Se ne stava appoggiata al materasso, il viso rivolto verso di me sorretto dalle sue piccole braccia; i lunghi capelli biondi a contornarle il volto.
<< Buongiorno Ea. Che succede?>>
<< Ciao papi>> sorrise << volevo fare una sorpresa alla mamma per il suo compleanno ma sono troppo piccola e bassa per poter preparare una torta. Mi aiuti?>> la guardai, così dolce e magnifica era il connubio perfetto tra me e Hermione: intelligente, caparbia, ruffiana e altruista. Una perfetta Serpeverde. Ghignai e mi alzai dal letto. La presi in braccio e ci dirigemmo verso la cucina.
<< Allora a che torta stavi pensando?>> la vidi pensarci un attimo, concentrata per poi parlare
<< Cioccolato come piace a lei>>
<< Mi sembra perfetto>> sorrisi
Un’ora e chili di farina dopo la nostra torta era perfetta. La poggiamo sul bancone della cucina e con la magia scrissi “Tanti auguri Mami” su ordine di Cassiopea.
Poco dopo sentimmo la festeggiata scendere le scale e vidi la mini me correrle incontro.
<< Auguri mamma!>> urlò a perdi fiato
Entrarono in cucina e le guardai: poteva esserci qualcosa di più bello al mondo? Fece sedere Ea sul bancone e si avvicinò alla torta
<< E’… è meravigliosa>>
<< Al cioccolato come piace a te!>> puntualizzò Cassiopea. La vidi accarezzarla
<< Grazie amore mio>>
<< Ti voglio bene mami>> sorrisero
<< Ea tesoro, perché non vai a prepararti? Tra poco arriveranno Zio Blaise e Zio Harry>> esordii
<< E vengono anche Atlas, James e Albus?>> chiede, gli occhi brillanti
<< Ovvio! È il compleanno della mamma>> schizzò via tra le risate
<< Spero che Daphne e Ginny partoriscano delle femmine. Ha troppi uomini intorno>> esordii
<< Oh Amore, ma lei è innamorata solo di uno>> mi sorrise Hermione abbracciandomi
<< E quanto pensi che durerà?>> chiesi, un po’ in ansia.
La vidi scrutarmi
<< Per sempre. E poi ci sono io, non ti basto più?>> chiese con il broncio
<< Be’ mi accontenterò>> sorrisi
<< Sei davvero un cretino>> disse spintonandomi e soffocando una risata
<< Pensa a mangiare la tua torta>>
<< E le candeline?>>
<< Le candeline? Ma quanti anni hai donna?>> chiesi << io vado in bagno e a controllare Ea>>
Mi fece una linguaccia e quasi arrivato alla porta mi richiamò
<< Draco…>> mi girai e la guardai. Troppo bella per me
<< Dimmi>> rimase in silenzio a torturarsi le mani ed ebbi come un dejà vu: quello sguardo... << sei incinta?>> non era una domanda, voleva essere una conferma. Sul suo viso si aprì un sorriso raggiante e annuì.
Sbarrai gli occhi e mi fiondai verso di lei, abbracciandola
<< Come? Quando?>> ero senza parole
<< Secondo me due mesi fa sulla tua scrivania. Ho sempre pensato tu fossi molto più passionale in posizioni come quella>> scoppiai a ridere
<< Do’ il meglio di me in certe occasioni, lo sai>>
Mi guardò intensamente
<< Si, lo so>> la baciai.
 
Mia, per sempre.

 
 
 
 


Oddio è davvero finita? Non posso crederci.
Ringrazio come al solito tutte colore che hanno recensito o anche solo letto. Siete tutte stupende.
Tornerò al più presto, quindi alla prossima :)

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