Elementi scombinati

di alenefos
(/viewuser.php?uid=116103)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: La richiesta ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Go! ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: La città di Ralga ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Squalo ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Nella grotta ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: La sposa in fuga ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Sei davvero bellissima ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Il falso matrimonio ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Soli ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: La richiesta ***


Ciao a tutti! E’ da tantissimo che non pubblico qualcosa e così ho deciso di iniziare a scrivere una storia che mi gira in testa da un po’! La serie di Slayers è da sempre una delle mie preferite e spero che possiate divertirvi seguendo questa avventura che vedrà insieme i miei beniamini Xelloss e Philia!
Spero di ricevere commenti (sono bene accetti anche consigli e critiche) e pareri!
Un bacio e
Buona Lettura!

CAPITOLO 1: LA RICHIESTA

Chiedere aiuto a lei era l’ultima cosa che Xelloss si auspicava. Abbassarsi ad implorare la sua collaborazione era davvero snervante. Ma era necessario, per non dire indispensabile.
Certo, dal loro ultimo incontro era passato un po’ di tempo. Neanche troppo, giusto un anno.
Ma per Xelloss era stato un anno a dir poco rivoluzionario.
La sua esistenza era profondamente cambiata. O forse, era lui che non era più lo stesso.

Materializzatosi in cima ad un albero, vide in lontananza il piccolo paese sperduto tra le colline, ora nere per la notte priva di luna.
Cercò con lo sguardo l’ultimo stabile in fondo a tutte le case. Era una graziosa abitazione a due piani.
In basso era situato un negozietto stracolmo di vasi ti terracotta di tutte le dimensioni.
Subito sopra c’erano le camere.
Xelloss sparì per ricomparire accanto ad una finestra della casa.
Sparì ancora e si materializzò nella stanza che era, sin da subito, il suo obbiettivo.

Nel buio, i suoi occhi color ametista si dischiusero osservando ogni singolo angolo con la stessa capacità con la quale un gatto ispeziona la notte.
Per un demone come lui, era un gioco da ragazzi.
Nell’oscurità, distinse la figura della ragazza che dormiva nel suo letto.
La osservò un po’, con molta attenzione. Improvvisamente scomparve per materializzarsi in maniera fulminea su di lei. Le chiuse la bocca con la mano e con il braccio bloccò la sua reazione.
Philia si  svegliò si soprassalto, spaventata.
Si dimenò non riuscendo a rendersi conto della situazione e non vedendo il volto del suo aggressore.
Poi, ne udì la voce.
<< Sta calma! Sono io, Philia! >>.
Gli occhi di lei si spalancarono nel buio.
La voce che aveva sentito era, per lei, inconfondibile.
La ragazza, ex vestale dei draghi di fuoco, era di nuovo in presenza di quell’essere che per tanto tempo aveva ritenuto spregevole, meschino, vigliacco. Colui che aveva ucciso milioni di suoi simili durante l’antica guerra tra demoni e draghi.
Con lentezza, Xelloss tolse la mano dalla bocca di lei.
Si aspettava una qualche reazione isterica e forsennata. Si aspettava che lei estraesse, da qualche posto ignoto, la solita gigantesca mazza chiodata, come era solita fare ogni volta che si sentiva in pericolo o in imbarazzo.
Ma non fu così.
Xelloss scese lentamente dal letto a restò in piedi a fissare, nel buio, la ragazza che lo guardava esterrefatta.
Muovendo appena lo sguardo sulla candela poggiata sul comodino, il demone la accese, e vide finalmente e chiaramente la giovane.
Philia era seduta al centro del grande letto e si stringeva al petto la coperta.
Era ancora più bella dell’ultima volta che l’aveva vista. O forse, era quella lieve fiamma della candela che la illuminava segnando i tratti del viso di lei, come tracce su una tela.
Riprese il suo solito atteggiamento “burlone” e sghignazzo un << Ciao! >>.
Un lampo…e si ritrovò dritta sulla faccia la pesante e lucente mazza chiodata di Philia.
La ragazza era riuscita a stupirlo. Quella fanciulla restava imprevedibile, più di chiunque al mondo!

<< Cosa ci fai qui, schifosissimo insetto ripugnante?! >> Urlò lei piena di rabbia e spavento.
<< Anche io sono felice di vederti! >> Rantolò lui.

***

Poco più tardi, seduti al tavolo della cucina, davanti ad una fumante tazza di caffè, Xellos spiegò il motivo della sua visita.
<< Da quando abbiamo sconfitto Dark Star, abbiamo diviso le nostre strade. Ma per me sono iniziati i problemi! >> Esordì Xelloss mentre sorseggiava il suo thè.
Philia, avvolta un una ingombrante vestaglia rossa, lo guardava curiosa.
<< Da un anno… >> continuò << I miei poteri stanno subendo delle mutazioni, ed il più delle volte, non rispondono al mio volere, mettendomi nei guai. Anche gli incantesimi più semplici mi sfuggono, e in alcuni casi non riesco neanche ad evocarli. Capirai che per uno che fa il mio lavoro… >>
<< Il tuo non è un lavoro! >> Lo interruppe Philia << Tu giri a piede libero sterminando e distruggendo. Quello non è un lavoro! >> Ribadì.
Temendo la mazza chiodata di lei, che solitamente era agganciata alla giarrettiera della ragazza, Xelloss continuò con cautela:
<< Dicevo…insomma…per dirla in breve…da quando io e te abbiamo unito i poteri per attaccare Dark Star nello scontro finale, il mio potenziale ha subito dei contraccolpi. Non sono più come prima >>.
<< Non sei più un demone? >> Chiese lei scettica.
<< Certo che lo sono! Ma non come prima. Ed ho incontrato problemi su problemi dal momento che né il mio capo, né altri della mia stirpe, riescono ad aiutarmi…e la cosa li ha mandati su tutte le furie. E poi sono diventato completamente inaffidabile! Non potendo controllare i miei poteri, non posso portare a termine delle missioni >> Concluse lui secco.
<< E perché sei qui? >> Chiese lei.
<< Non trovando risposte tra i miei simili, ho deciso di cercare tra i maghi. Ho incontrato così una vecchietta che vive come un’eremita su una montagna che sovrasta un paesino non molto lontano da Sailoon, dove regna la nostra vecchia conoscenza, Amelia. Ebbene, questa vecchina è molto potende, ed ha capito che la fonte del cambiamento…sei tu! >>
<< Io? Cosa c’entro io? >>
<< Da quando ho fuso i miei poteri con te è iniziato quest’incubo! Quindi sono venuto qui per chiederti di partire con me! Se mi segui, questa potente maga potrà realizzare un incantesimo che possa sciogliere la linea di fusione che ci lega e che mi sta distruggendo le giornate! >>.
<< Ma sei impazzito? Io non posso lasciare mica tutto! >>
<< Avanti! Philia ma ti rendi conto che ci ho messo un anno a capire che il problema è stata quella fusione e che questo è l’unico modo per risolvere?! >>
<< Xelloss, magari tu non hai impegni né doveri, ma io ho un bambino a cui badare!!! >>.
Xelloss si raggelò.
<< Bam…bambino? >> Chiese balbettante.
<< Certo! >> Confermò lei.
<< Io…ecco…non avevo idea…non potevo immaginare che una petulante, manesca e sgraziata ragazza come te potesse trovare un marito disposto a sopportarla! >>.
Diretta e luminosa come una saetta, la mazza chiodata guizzò da sotto la vestaglia di Philia x scagliarsi con veemenza su Xelloss.
<< Senti, scarafaggio, sei venuto qui per insultarmi o ti serve il mio aiuto? >>
<< Scusa ma la notizia è scioccante! Ma non eri una vestale? >> Chiese sconvolto.
<< Ex vestale! E comunque non è mio! E non sono sposata! >>
<< Eh? >>
<< E’ Valgarv! >> Disse lei.
<< Valgarv? Il drago? >> Rispose Xelloss esterrefatto << Lo stesso Valgarv che abbiamo distrutto e che… >>
<< E che era rinato… >> Philia completò la frase << Si, lui >>.
<< Lo hai tenuto? >>
<< L’ho allevato! Lui non mi appartiene >>. Rispose la ragazza mentre si alzava dal tavolo e si dirigeva in una piccola stanza accanto a quella nella quale Xelloss l’aveva trovata.
Il ragazzo la seguì in silenzio e si affacciò con lei nella piccola stanza.
In una culla, un bimbo dell’età di un anno, dormiva placido.
<< E così, lo hai cresciuto… >> Mormorò Xelloss.
<< Si. Capisci perché non ti posso seguire? >> Bisbiglio lei.
<< Si ma…così io non potrò mai tornare come prima! Se non mi aiuti…non so cosa fare! >>.
Philia chiuse la porta della stanza e ritornò in cucina, seguita da Xelloss.
Si sedette al tavolo e lo guardò dritto negli occhi ametista.
Xelloss si sentì addosso quello sguardo cristallino che un demone come lui difficilmente sopportava.
<< Se vengo con te… per quanto tempo staremo via? >> Chiese seria.
<< Tre mesi >>. Rispose Xelloss.
<< Come so che non è una trappola? >>
<< Mi hai colpito ben due volte con la tua mazza chiodata…in passato non accadeva. Non riesco a prevedere neanche sciocchezze simili! Sono orribilmente vulnerabile! >> La voce di Xelloss era piena di rabbia e frustrazione.
Poi seguì un silenzio imbarazzante.
Per la prima volta, Xelloss era costretto a pendere dalle labbra di Philia.
<< Sai… >> Esordì lei << …Che Jiras e Armace, sono venuti con me in questo piccolo paesino…e mi aiutano con l’attività… >>
<< Si…gli ex scagnozzi di Valgarv… >> Commentò Xelloss.
<< Proprio loro! Magari possono sostituirmi e…e a malincuore dovrò chiedergli di badare al piccolo Valgarv…se è davvero necessario che io venga con te >>.
Lo sguardo di Xelloss guizzò per la sorpresa.
<< Ma appena avremo finito, mi riporterai qui, incolume! >> Concluse lei.
Xellos la guadò con aria seria.
<< Si! >>


 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2: Go! ***


CAPITOLO 2:  Go!

Già alle prime luci dell’alba, Philia era pronta.
Aveva messo in un bauletto da viaggio l’indispensabile, ed aveva preparato la sua carrozza, quella con la quale trasportava per il paesino i vasi del suo negozio.
Xelloss non lo aveva previsto, ma spostarsi con un mezzo trainato, non era di certo una cattiva idea.
In realtà, Philia sperava solo che viaggiare in carrozza gli avrebbe fatto guadagnare tempo.
Poco più tardi Jiras ed Armace arrivarono in negozio.
Rivedere dopo un anno la faccia di Xelloss non li entusiasmò.
Entrambi erano stati fedeli servitori di Valgarv, ma dopo il cambiamento del ragazzo, e la successiva lotta contro di lui, avevano preso parte come Rina, Philia, Xelloss, Gourry, Amelia e Zelgadis, alla lotta conclusiva che lo distrusse.
Una scelta dolorosa per loro che avevano per lui una grande ammirazione ed un affetto molto forte.
Ancora più scioccante fu sapere che il demone era tornato per chiedere l’aiuto della loro adorata Philia.
<< Ho bisogno che vi prendiate cura di Valgarv al posto mio >> Stava dicendo Philia << Siete gli unici di cui possa fidarmi! >>.
<< Ma dimmi, sei sicura che questo tizio non ti stia tendendo una trappola? >> Chiese la volpe Jiras guardando dritto verso Xelloss.
<< Ti ricordo che sono dalla vostra parte! Non ho motivazioni per rapirla! E se avessi voluto farlo, ora non saremmo qui! >> Rispose Xello divertito.
Armace intanto era andato a prendere il piccolo Vargarv che si era svegliato sentendo tutto quel vociferare.
Solo allora Xelloss lo vide come si deve.
Il piccoletto ricordava moltissimo il Valgarv adulto che avevano sconfitto. Stessi capelli verdi, stesso sguardo furbo…e c’era anche la stessa insopportabile attrazione tra lui e Philia.
O meglio…tempo addietro, Philia, dopo aver scoperto che la sua razza, quella dei draghi dorati, aveva sterminato la razza di Valgarv, si era spogliata del suo ruolo di vestale del Re dei draghi di fuoco.
Aveva anche tentato di far ragionare il ragazzo per non farlo cadere vittima del potere di Dark Star. Ma non ci era riuscita, e la cosa l’aveva sconvolta.
Inoltre, prendere parte all’attacco che lo aveva distrutto era per lei insopportabile, ma vedere scendere dal cielo, dopo lo scontro, una pallina di luce che si era rivelata essere la nuova  forma di Valgarv, le aveva dato un nuovo scopo.
Ora poteva rendere a quell’essere una vita più giusta e serena.
Insomma, tra loro c’era sempre stato un legame molto forte, pur essendo molto diversi.
Valgarv tese le manine verso Philia che lo prese in braccio e lo baciò e strinse dolcemente.
Xelloss la fissò. Non amava scene melense e d’amore. Ma in genere, aveva avuto sempre poche occasioni per osservare da vicino dei bambini.
Philia si accorse dei suoi occhi puntati addosso e gli mostrò il marmocchio.
<< Eccolo! Non morde! >> Disse scherzando.
<< E’ strano!...Ed anche bruttino…non è molto cambiato! >> Rispose lui facendo un passo indietro.
<< Che c’è Xelloss…paura di un moccioso? >> Gracchiò il gigantesco Armace.
<< No! >> Disse secco << Ma tienimelo lontano! >> Commentò guardando Philia.
Dopotutto, Xelloss era pur sempre un demone e non si trovava a suo agio con “cose” carine e tenere.
Qualche ora dopo, ultimati i preparativi per il viaggio, erano tutti pronti.
Il sole era ormai alto nel cielo ed era giunto il momento di mettersi in viaggio.
Philia salutò i suoi amici abbracciandoli calorosamente. Poi si concesse qualche minuto col piccolo Valgarv.
Infine, chiuse in suo baule nella carozza e passò davanti, accanto a Xelloss che teneva in mano le redini di un bellissimo cavallo marrone, con la criniera nera.
<< Mi mancherete tutti! Mi raccomando, state attenti a Valgarv! >> Gridò la ragazza dal cocchio che si allontanava lungo la strada del paese.
<< Stai tranquilla! >> Le urlarono i due amici << E tu, Xelloss, ricordati che se non ti prendi cura di Philia verremo a scovarti, chiaro?! >>.
<< Tsk! >> Si limitò a commentare Xelloss.

*

Dopo diverse ore di viaggio a velocità sostenuta, arrivarono in un piccolo paese che si affacciava sul mare.
<< Ci fermiamo? >> Chiese Philia.
<< Si. Siamo arrivati a Ralga! Ora ci cerchiamo una locanda! >>
<< Locanda? >>
<< Certo! Non so tu…ma io ho fame! >> Rispose Xelloss.
<< Da quando in qua hai bisogno di mangiare? >>
<< Da quando i miei poteri si comportano autonomamente! Ho iniziato ad avere difetti nel mio stile di vita e di tanto in tanto ho anche fame e sonno! >>
<< Senti… >> Disse la ragazza << Se vuoi, possiamo anche dormire nella carrozza. L’ho svuotata, ripulita e l’ho attrezzata con due vecchi materassi e coperte. Non sono granchè, ma almeno così non abbiamo da sostenere una spesa simile per la durata dei tre mesi…inoltre, facendo i turni, potremo guidare e continuare il viaggio! >>
Xelloss sorrise beffardo: << Dovrei dormire assieme a te? >>
Philia arrossì rendendosi conto dell’equivoco che aveva appena creato.
<< No! No! Ma che hai capito? Ci sono due materassi separati! >>
<< La carrozza non è enorme… >> La interruppe lui.
<< Ah! Senti, fai un po’ come ti pare e prenditi una stanza! Non ti voglio nella mia carrozza! >>
<< Ahahah! Sempre la solita! Ma non preoccuparti! Delle stanze ed il resto me ne occupo io! Sarai mia ospite in questo viaggio! >>
<< Scordatelo! >> Sbottò lei << Io dormirò qui! >>
E la sua voce venne coperta da un roboante tuono. Seguì uno scroscio improvviso e venne giù il diluvio.
In pochi secondi Philia si ritrovò zuppa, così come Xelloss.
<< Bene! >> Commentò il ragazzo << Dormi pure qui, se preferisci! Io scendo e vado in quella locanda laggiù! >>.
E scese dal cocchio avviandosi, mentre Philia correva ad aprire lo sportello sul retro della carrozza.
Vi si fiondò all’interno e Xelloss sentì che ci si stava praticamente barricando dentro.
Passarono pochi minuti e Xelloss bussò alla carrozza.
<< Che vuoi? >> Chiese lei.
<< Apri, scema! Ti gelerai qui! >>
Ma Philia non rispose.
<< Avanti!...Non ti sto regalando nulla! Consideralo uno scambio alla pari…dopotutto, tu mi stai facendo un grosso favore! >>.
Seguì ancora un po’ di silenzio, poi sentì nuovamente il rumore di carene e lucchetti, e lo sportello si aprì.
<< Ok…se la metti così… >> Disse Philia scendendo dalla carrozza accompagnata dal baule da viaggio.
Lo porse a Xelloss e si incamminò verso la locanda.
<< Hey! Ho detto che sei mia ospite, non che sono il tuo facchino! >> Le urlò.
<< Ricordatelo, ti sto facendo un “grosso favore”! >>
Il ragazzo allora si caricò il baule che era in realtà piccolo ma estremamente pesante e si incamminò.
<< Non la sopporto!!! >>.
Arrivati alla locanda, si concessero una cena e chiesero due camere.

*

L’indomani, Xelloss portò la carrozza e la sua compagna di viaggio al porto della piccola città.
<< Cosa ci facciamo qui? >>  Chiese lei.
<< Ci imbarchiamo! Che altro! >>
<< Cosa??? E per dove? >>
<< Semplice, andremo a Seillun passando per il mare! >>
<< Ma…ma… >>
<< Così arriveremo più in  fretta! E tranquilla, ci sono navi che possono caricare carrozza e cavallo! >>
<< Non se ne parla! Non mi faccio trascinare per un mese in mare! Sailoon la raggiungeremo in carrozza! >> Disse lei col tono di chi non ammette repliche.
Xelloss non aveva assolutamente voglia di scatenare la rabbia della ragazza, che aveva l’abitudine di trasformarsi in un maestoso drago dorato ogni volta che perdeva il controllo.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3: La città di Ralga ***


CAPITOLO 3: La città di Ralga

Ormai erano già a due settimane di viaggio, e le giornate erano trascorse non senza problemi.
Xelloss era sempre il solito irritante “scarafaggio”, e Philia la solita petulante.
Insomma, continuavano ad odiarsi come loro solito, pur condividendo ore su ore di viaggio, e riuscendo a riposarsi mentalmente solo nel distacco notturno delle camere delle locande.
Quella mattina, Philia si era svegliata per concedersi  un bagno caldo.
Alla finestra risuonava il tintinniò insistente della pioggia che imperversava dal giorno precedente.
Partire con quel diluvio non era il massimo, così decisero di fermarsi alla locanda in attesa che il temporale passasse.
Improvvisamente, Philia sentì qualcuno bussare alla sua porta.
Si strinse addosso la vestaglia e andò ad aprire, ritrovandosi davanti agli occhi Xelloss, visibilmente pallido ma con le guance arrossate.
<< Che hai? >> Chiese lei.
<< Buongiorno! >> Rispose lui.
<< Si, scusa…buongiorno! >>
<< Non dovresti aprire la porta senza prima chiedere chi stia bussando! Sei una ragazza! >>
Philia arrossì per quel rimprovero inaspettato. Sembrava quasi che Xelloss potesse provare preoccupazione. Ma rimandò subito indietro quel pensiero. Era troppo assurdo.
<< Ti senti bene? >> Gli chiese << Non hai una bella faccia! >>
<< E tu sei racchia! >>
SBAM!
La mazza chiodata era stata più veloce di lui…non era riuscito ad evitarla…neanche stavolta!
Philia si ricompose e la rimise subito nella giarrettiera.
Xelloss si mosse barcollando e si sedette in poltrona.
<< Che hai? >> Chiese ancora lei.
<< Niente…sono stanco…e non so perché >>
La ragazza si avvicinò e gli sfiorò la fronte.
<< Scotti molto, credo tu abbia la febbre! Dev’essere colpa dell’acquazzone che abbiamo preso ieri per tutto il giorno >>
<< Non posso avere la febbre…sono un … >>
<< Non dovresti neanche avere sonno o stanchezza… >>
<< Non voglio avere la febbre…mi sento strano! >>
<< Coraggio alzati! >> Gli intimò la ragazza.
Lo accompagnò in camera e lo costrinse a mettersi a letto.
Xelloss non aveva idea di cosa significasse sentirsi spossati, e stare a letto lo faceva sentire un’idiota.
<< Mi sa che ci converrà aspettare che ti passi! >>
<< No…mi basta solo dormire un ora o due! >>
…le ultime parole famose.

***

Sette ore più tardi, Xelloss aprì gli occhi e trovò Philia che dormiva su una poltrona, con un libro tra le mani.
Ma a svegliarlo era stato un rumore…improvvisamente lo sentì di nuovo.
Qualcuno bussava alla porta.
Anche Philia aprì gli occhi e fissò prima il ragazzo, poi la porta.
Si alzò e si accostò poggiando la mano sulla maniglia della porta:
<< Chi è? >> Chiese. Stavolta aveva seguito il consiglio di Xelloss ed aveva chiesto prima di aprire.
<< Ehm…sono l’oste…potrei parlarvi? >>
Philia guardò Xelloss che fece segno di “si” con la testa.
L’uomo si scusò per l’intrusione e si rivolse al ragazzo.
<< Poco fa è venuto un uomo, un giovane. Mi è sembrato un tipo losco, a dire il vero. Ha chiesto se avevo tra i miei ospiti un ragazzo ed una ragazza…e dalla descrizione ho capito che parlava di voi… >>
<< Gli ha detto che siamo qui? >> Lo interruppe prontamente Xelloss.
<< No…no, signore! Per caso avevamo anche spostato la vostra carrozza nelle nostre scuderie, quindi suppongo che non l’abbia vista e magari, una volta uscito, è andato via! >>
Philia fissò Xelloss che aveva un volto serissimo.
<< Xel…che succede?! >> Chiese.
<< Dobbiamo andarcene, ed in fretta! >> Rispose lui correndo a prendere le sue cose per rimettersi in viaggio.
<< Non capisco…spiegami! >> Disse lei.
<< Non ora! >> Poi guardò l’oste << Tu! Perché ci hai coperti? >> Chiese in modo quasi aggressivo.
<< Dovresti ringraziarlo! >> Gli disse stizzita Philia.
<< Io non mi fido di nessuno! Allora, perché? >> Aggiunse rivolgendosi di nuovo all’oste.
L’uomo, un signore sulla sessantina, si sentì quasi a disagio.
<< Ecco…ho visto che questa ragazza oggi non ha fatto altro che andare su e giù prendendo acqua fresca e chiedendoci asciugamani ed erbe mediche per…per lei, giovanotto. E’ una fanciulla buona. Avevo paura che si trovasse in pericolo >>. Concluse l’uomo rigirandosi il cappello tra le mani.
Philia avvampò per la vergogna e Xelloss la fissò sconcertato.
<< Va bene >> Disse all’uomo << Mi perdoni per aver dubitato! >> concluse.
<< Non importa, immagino che anche lei voglia proteggere questa ragazza.

Poco più tardi, Xelloss e Philia erano chiusi all’interno della carrozza. Erano usciti dalla locanda coperti da mantelli e si erano infilati nelle scuderie.
Adesso viaggiavano al trotto guidati dall’oste.
Dopo un po’, la carrozza si fermò e l’oste scese e li fece uscire.
Philia scese per prima e ringraziò l’uomo che le disse di sbrigarsi a salire al posto di guida.
Poi salutò Xelloss e gli si avvicinò bisbigliando.
<< Il tipo che vi cerca ha una cicatrice molto profonda sulla mano destra. Di te ha chiesto ben poco ma ha fornito molti dettagli sulla ragazza! State attenti e tienila d’occhio! Proteggila! >> Disse velocemente.
Xelloss lo guardò preoccupato.
<< Perché ci ha aiutati? >>
<< Semplice, ragazzo, ho capito che voi siete i buoni! >> E facendogli l’occhiolino si allontanò.
Li salutò ancora e si diresse verso la città.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4: Squalo ***


CAPITOLO 4: Squalo
 
Una volta addentratisi nel bosco, Philia prese le redini e portò al galoppo il cavallo.
La carrozza era abbastanza leggera, e l’animale non doveva sforzarsi oltre il dovuto.
Nel frattempo, Xelloss restò seduto con la schiena premuta verso il cocchio. Era visibilmente provato e stanco e dopo essersi rifiutato diverse volte di tornare nella carrozza, passate alcune ore di viaggio, iniziò a dare i primi segni di cedimento.
Sembrava addormentarsi di continuo, ma in realtà, pensò Philia, doveva essere la febbre che aumentava.
In lontananza si udiva il rumore di acqua che scrosciava. Probabilmente erano vicini ad un fiume.
Non passò molto, che lo raggiunsero.
Philia prese a seguire il tracciato dell’acqua ed arrivò ad una radura dove il fiume si trasformava un uno stagnetto, per poi proseguire il suo corso.
Si fermò e svegliò Xelloss.
<< Hey! E’ quasi buio! >>
<< Ti do’ il cambio… >>
<< No, non possiamo proseguire, è pericoloso! E poi, nelle tue condizioni, non è il caso! >>
<< Ma… >>
<< No! >> Gli intimò lei.
Xelloss era troppo stanco per opporsi. Scese barcollando ed entrò nella carrozza dove un letto improvvisato lo attendeva.
Philia aveva reso quei giacigli di  fortuna sia comodi che caldi, e Xelloss si liberò del mantello e del maglione per mettersi sotto le coperte.
Philia invece continuava ad armeggiare tra le sacche che aveva portato con se.
Poi la vide aprire la porticina.
<< Dove vai? Non uscire! >>
<< Tranquillo, mi serve solo dell’acqua! Arrivo! >>
E si fiondò fuori portandosi una brocca di coccio.
Tornò dopo pochi secondi e richiuse la carrozza con i chiavistelli.
<< Mi spieghi come mai si chiude dall’interno? >> Chiese Xelloss curioso.
<< Semplice, ci metto i vasi per il trasporto e la lascio fuori dal negozio! Non può restare aperta! >>
<< Ma se i chiavistelli sono dentro, vanno chiusi standoci all’interno! E poi? >>
<< E poi c’è una botola che solo io conosco. Esco da lì! I chiavistelli all’esterno potrebbero essere manomessi, quindi ho adottato questa soluzione!>>
<< Ah! >>
Il effetti, la ragazza era meno ingenua di quanto Xelloss immaginasse…ma restava comunque anche parecchio stralunata.
Philia prese un fazzoletto di stoffa e lo immerse nell’acqua della brocca per poi metterlo sulla fronte di Xelloss, coprendogli anche gli occhi.
<< Ora stai buono e non toglierlo. Devo cambiarmi! >>
<< Grazie per avermi coperto la vista, non ci tengo a vedere una racchia senza veli! >>
<< Ringrazia che hai la febbre, scarafaggio! >> Ribattè lei, stizzita!
<< Se acida! >>
<< E tu un idiota! >>
<< Ahahahahahahah! >> Rise lui.
Poi si accorse dell’improvviso silenzio attorno a loro,
Non fiatò e restò immobile ad ascoltare i rumori della natura, fuori.
Sentiva l’acqua del fiume ed il silenzio del bosco, fitto al punto tale che neanche il vento riusciva a penetrare tra le fronde.
Poi udì un nuovo fruscìo…ma stavolta era lì, nella carrozza.
Intuì che Philia si stava liberando del suo solito abito rosa caramella.
Si sentì avvampare, e non per la febbre. Si sentiva rigido come uno stoccafisso e provò a concentrarsi sul suono dell’acqua…ma con la vista coperta, il continuo movimento della stoffa sembrava martellante più delle onde trascinate dalla furia del fiume.
E l’immaginazione prese il sopravvento. Così l’immagine di lei, del suo profilo, del suo corpo, iniziarono a materializzarsi, accompagnati da pensieri insol…
<< Xellos?! >>
<< Eh?! Cosa? Si! Non ho fatto niente! >> Disse lui tutto d’un fiato.
<< Accipicchia! Stai delirando! >> Disse togliendogli il fazzoletto e bagnandolo di nuovo.
Con la vista finalmente libera, potè vedere la ragazza che aveva indossato una camicia da notte.
Xelloss la guardò mentre tornava a bagnargli il viso col pezzo di stoffa, come se lo stesse accarezzando.
Istintivamente lui aprì la bocca ed emise un sospiro di sollievo, avvertendo il refrigerio.
<< Come ti senti? >>
<< Uno schifo! >>
<< Domani starai meglio, devi solo dormire un po’! >> Disse lei.
<< E’ questo…quello che hai fatto tutto il giorno?... Parlava di questo l’oste? >>
<< Penso di si >> Rispose lei, calma.
<< Dovrei ringraziarti? >>
<< No… so che non è da te, quindi non me lo aspetto! >> Rispose lei facendogli la linguaccia e bagnando ancora la stoffa << E poi chissà in che modo me lo faresti scontare! Mi bastano i nostri battibecchi! >>
Xelloss li lasciò sfuggire una risata.
Philia intanto avvicinò il suo materasso a quello di lui, in modo da potersi stendere e riuscire a continuare le cure rinfrescanti.
<< Non ti stai avvicinando troppo? Potrei fraintendere! >> Disse Xelloss in tono scherzoso.
<< Gli insetti non sono di attrattiva, per me! Smettila! >> Rispose lei arrossendo << Lo sto facendo per te! E magari dovrei infischiarmene! >>
<< Si…forse dovresti…ma non lo stai facendo…grazie… >>
Philia gli sorrise. Poi tornò seria:
<< Mi spieghi che cosa è successo alla locanda? Chi è il tipo che ti segue? >> Gli domandò.
Xelloss  fece un sospiro.
<< Si fa chiamare “Lo squalo”. E’ della mia stirpe ed è un subordinato di Deep Sea Dolphin, uno dei cinque signori delle tenebre. Anche io sono un subordinato di uno dei cinque, ma il mio capo non mi mette in scontro con nessuno degli altri. Cerchiamo di non prevaricarci. Squalo però ha deciso di farmi fuori non appena ha saputo che i miei poteri sono vulnerabili…ed è da un anno che mi insegue e… >>
Guardò Philia.
<< E dà la caccia a te perché non vuole che io ti porti fino al villaggio della maga per risolvere la questione>>.
<< Come fa a sapere di me? >>
<< E’ molto…molto potente >> Disse Xellos << Ma non ti preoccupare. Arriveremo alla città della maga, prima di lui! Non devi avere paura! >>.
Philia si rannicchiò e si strinse nelle coperte. Allungò una mano e rimise sul volto del ragazzo il fazzoletto bagnato.
<< Ora dormiamo! >> Disse sottovoce.
Ma il ragazzo si girò e trascinò il materasso di lei, attaccandolo al suo. Poi si portò praticamente al bordo del suo giaciglio, trovandosi faccia a faccia con lei.
Philia rimase attonita dal gesto di lui e non ebbe il coraggio di proferire parola.
Restò come ipnotizzata davanti agli occhi di lui. Attimi che sembrarono interminabili.
Poi Xelloss si addormentò. Con la mano stringeva ancora un lembo delle coperte di Philia.
Lei gli toccò la mano. Era calda.
Poi gli toccò la fronte. Scottava terribilmente.
E quella vicinanza li fu utile. Riusciva a bagnare e ribagnare con piccolo lembo di stoffa, senza esporsi troppo dalle coperte e senza essere percorsa dal freddo della piccola “stanza” arrangiata.
Si ritrovò a chiedersi se Xelloss non l’avesse avvicinata proprio per questo. Ma si rispose che era solo un puro caso e niente di più.

*

Il mattino seguente, Xelloss aprì gli occhi.
Si sentiva molto meglio rispetto alla notte precedente.
Philia dormiva, e lui uscì dal cocchio cercando di fare il minor rumore possibile, anche se, con tutti quei lucchetti e chiavistelli, era difficile.
Quando riuscì ad aprire la porticina, si trovò inondato dalla luce del sole che filtrava tra le fronde.
Si portò nei pressi del fiume per rinfrescarsi e bere.
Sganciò il cavallo dalla carrozza e lo lasciò libero di fare lo stesso.
<< Hey! >>
La voce di Philia lo fece trasalire. La ragazza si meravigliò della cosa. Non era cosa solita il coglierlo di sorpresa.
<< Sei davvero nei guai se riesco ad arrivarti alle spalle senza che tu te ne accorga! >> Esclamò.
Xelloss sbuffò: << Si! Direi di si!...Persino un drago insignificante come te potrebbe mettermi
in difficoltà! >>
<< A chi hai detto “drago insignificante” ??? >> Urlò Philia sfoderando la sua arma da sotto la gonna e gettandosi contro di lui per colpirlo.
Ma Xelloss si smaterializzo per comparire alle sue spalle dandole una spinta e gettandola in acqua.
<< Aaaaaaah!!! E’ gelidaaaaaaa!!! Scarafaggiooooooo!!! >>
<< Ahahahahahahah! >>
E si recò a rimettere il cavallo legato alla carrozza, pronto per ripartire.
<< Stupido insetto!!! >> Continuava ad urlare la ragazza cercando di uscire dal fiume gelido, ma senza successo a causa delle rocce scivolose << Dammi una mano, idiota!!! >>
Xelloss tornò da lei e l’afferrò per un braccio per tirarla fuori.
<< Cavolo! Sei pesante! Hai messo su qualche chilo! >>
Per tutta risposta, Philia fece forza sul braccio e se lo trascinò in acqua.
Quando riemerse, anche Xellos lanciò un grido per l’acqua gelida.
<< Ma è freddissima!!! Tregua! Usciamo di qui! >>
Di nuovo, tornò sull’erba ed aiutò Philia ad uscire. Ma questa, inciampò e gli cadde addosso.
In effetti, essendo in realtà un drago, nella forma umana, Philia manteneva comunque un certo peso fisico pur avendo una corporatura normalissima.
<< Ahi! Sei un pachiderma! >>
<< Idiota! >> Disse Philia cercando di alzarsi e togliersi da quella imparazzante situazione, ma qualcosa li interruppe.
<< Bene, bene! Che bel quadretto! >> Disse una voce.
Xel e Philia scattarono, separandosi ed alzandosi in fretta.
<< Chi sei?! >> Chiese Philia.
<< E’ lui! >> Commentò Xelloss a tono basso, fissando il nuovo arrivato con aria minacciosa.
<< Xelloss! >> Esordì il demone appena comparso << Non è stato facile scovarti, ma come vedi… >>
“Lo Squalo” aveva le sembianze di un giovane, proprio come Xelloss.
Aveva dei folti capelli blu notte, a spazzola, ed il volto segnato da disegni azzurri, simili alle trame presenti sulla corazza di alcune tarantole. L’abito grigio che indossava, ricordava vagamente un’uniforme da battaglia e alla cintura aveva una spada riposta in un fodero nero.
<< Sono riuscito a mettere il topolino in trappola! >> Aggiunse lo Squalo.
<< Non cantare vittoria! Ci siamo appena incontrati! >> Disse Xelloss raccogliendo da terra il bastone magico, sormontato dalla sfera rossa, che portava sempre con sé.
<< Philia, prendi la carrozza e precedimi! Io sono un po’ impegnato! >> Disse Xelloss.
<< No! Lo affronteremo insieme! >> Rispose Philia.
<< Ti ho detto di andare! >> Ribattè lui.
Philia allora decise di eseguire l’ordine e salì alla guida del cocchio.
Aveva ancora gli abiti. Partì e si lasciò alle spalle il suo compagno di viaggio.
<< Non credere che la lascerò andare! >> Disse lo Squalo << E’ lei l’obbiettivo principale! Distruggere te, poi, sarà ancora più divertente! >>
E così dicendo, sfoderò la spada. Era una spada priva di lama, ma formata di energia.
Si scagliò in aria, levitando, e si gettò all’inseguimento della carrozza.
Xelloss gli si parò davanti ingaggiando una battaglia con lui.
Philia intanto guidava il carrò sempre più velocemente, attraversando il bosco, fino a ritrovarsi di fronte ad una sorta di miniera. L’ingresso era una grossa grotta scura.
Philia fermò la carrozza guardandosi attorno. Ma quella appariva come l’unica via per continuare la strada.
Udendo in lontananza il boato di incantesimi che risuonavano,decise di addentrarsi nella galleria.

La carrozza procedeva a passo lento, e Philia invocò un incantesimo per materializzare una sfera di luce.
Continuò a camminare per un quarto d’ora, arrivando presto in prossimità dell’uscita. La galleria si diramava in tanti cunicoli che portavano alle miniere sottostanti, ma la via principale era un vero e proprio passaggio che attraversava la montagna.
Una volta fuori, attese…ma di Xelloss ancora nessuna notizia.
I minuti passarono. Ancora e ancora…
Spazientita, prese la decisione di tornare indietro da sola, visto il tragitto breve, per poter aiutare il ragazzo nella battaglia.
Liberò il cavallo per permettergli di riposarsi e si incamminò tornando nel tunnel.
Iniziò a correre e in poco tempo raggiunse nuovamente l’entrata. Ed il rumore della battaglia era molto più vicino.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5: Nella grotta ***


CAPITOLO 5: Nella grotta

Lo scontro imperversava.
Xelloss continuava ad attaccare con tutte le sue forze.
Nonostante i problemi che aveva con i suoi poteri, sembrava riuscire a contrastare senza troppe difficoltà la potenza di Squalo.
Ma il demone era davvero potente e si fiondava freneticamente contro Xelloss.
Stava per colpirlo alle spalle, quando Xelloss si girò di scatto parando il colpo con il suo bastone.
Ad un tratto, un lampo di luce sfiorò Squalo.
Philia aveva cercato di coglierlo di sorpresa, ma non era servito.
<< Sciocca! Cosa credi di fare?! >> Le urlò il demone sollevando il braccio e lanciandole un potente raggio infuocato. Philia lo bloccò congelando l’incantesimo e frantumandolo.
<< Sei brava! >> Sussurrò.
<< Philia, ma cosa ti è venuto in mente? Scappa! Torna indietro! >>
Ma Philia continuò a scagliare incantesimi e Xelloss fu costretto a seguire il suo esempio.
Nonostante la superiorità numerica, però, Squalo schivò ogni tentativo dei ragazzi e si lanciò contro Philia, colpendola e facendola cadere a terra.
Xelloss allora attaccò il nemico gettandoglisi addosso e trasformandosi in un turbine nero, allinterno del quale non si vedeva nulla.
Philia ne udì solo  la voce.
<< Torna alla carrozza e nasconditi! Corri! >>
Philia esitò, ma poi si rese conto che era più di intralcio che di aiuto, e corse via, verso la grotta.
Ma Squalo la vide. Atterrò Xel con un colpo fortissimo e prese ad inseguire la ragazza.
Xelloss si trascinò fino a rialzarsi e gli corse dietro.
In lontananza, vide la grotta, e Philia che vi correva all’interno.
Poi vide Squalo lanciare un onda di energia dritta sulla roccia.
Il rumore che ne derivò fu assordante. Tutto iniziò a tremare e la roccia prese a sgretolarsi.
Xelloss superò, correndo, Squalo, e si lanciò all’inseguimento di Philia, nella grotta che crollava.
<< Ci rivedremo, Xelloss!!! >> Sentì alle sue spalle, mentre il nemico si dissolveva nel nulla.
Continuò a correre fino a che la vide. Correva forsennatamente ed era prossima all’uscita.
<< Corri! >> Le urlò.
Philia allora si voltò e lo vide. Era ferito.
Tornò indietro andandogli incontro.
<< No! No! Non venire qui! >>
Ma lei lo raggiunse e cercò di aiutarlo ad uscire. La roccia, però, crollò intrappolando il ragazzo bloccandogli la gamba con un grosso masso.
Philia si gettò a terra tentando di spingere via il masso.
<< Va’ via! >>
Ma nulla, lei era ostinata.
Xelloss vide che il soffitto su di loro cadeva a pezzi e prese Philia sotto di se, abbracciandola e facendogli da scudo con il suo corpo, mentre tutta cadeva giu.

*

Philia si ridestò con un forte mal di testa e la vista annebbiata.
Non riusciva a rendersi conto di dove si trovasse. Sentiva solo un gran peso addosso.
Il tempo di mettere a fuoco e di ricordare…e si ritrovò a terra, con Xelloss addosso, che la teneva ancora stretta.
<< Oh! Xelloss! Xel!! Svegliati! >>
Erano entrambi incastrati sotto la roccia. Philia sentiva di avere una gamba immobilizzata e non aveva idea dei danni che potesse avere il ragazzo.
<< Xel! Ti prego rispondi! >> Continuò a dire cercando di scuoterlo come poteva.
Ma il ragazzo non dava alcun tipo di segno. Nessun movimento o lamento.
Minuto dopo minuto, la ragazza continuò ad urlare il suo nome nel tentativo di ridestarlo.
Poi, crollò in un pianto disperato abbracciandolo ed aggrappandosi a lui, tra i singhiozzi.
Un abbraccio a senso unico. Lo stringeva e piangeva continuando a chiamarlo.

Xel sentiva qualcosa. Un suono…una voce!
Si…doveva essere una voce che lo stava chiamando.
Si sentiva stanco e dolorante, ma allo stesso tempo avvertiva qualcosa che lo stava scaldando.
Aveva il collo bagnato e non capiva perchè.
Aprì gli occhi a stento, spaesato e rintontito.
Due mani gli stringevano la stoffa sulla schiena quasi graffiandolo. E la voce addesso era chiara, anche se dei singhiozzi la rompevano. Quel calore sul collo, era il respiro di Philia, misto alle lacrime.
Xelloss avrebe voluto parlare ma non ci riuscì. Era troppo frastornato e quello che gli stava accadendo gli sembrò così inverosimile che credeva di stare immaginando tutto quanto.
Si abbandonò a quella sensazione, mai provata prima, di un abbraccio.
Qualcosa che un tipo come lui avrebbe trovato disgustoso, eppure, in quel momento gli appariva indescrivibilmente difficile da interrompere.
Con un po’ di coraggiò provò a farfugliare qualcosa.
La sua voce era quasi un sibilo, ma basto per far cessare per una manciata di secondi i singhiozzi di Philia.
E Xelloss quasi si pentì di aver parlato, quando avvertì la stretta sulla sua schiena diminuire.
<< Philia… >> Sussurrò << Sto…sto…nghh… >> Ma il dolore gli impediva di parlare ed una smorfia di dolore gli comparve sul volto.
<< Xel! >> Rispose lei sconvolta << E’ colpa mia!... E’ colpa mia! >> Continuò tornando a
singhiozzare. << Credevo che tu…che tu…non rispondevi…ed io ti ho chiamato e richiamato, ma…non parlavi… >>
I singhiozzi si fecero più forti e Philia lo strinse di nuovo.
<< Sto bene >> Rispose lui con un filo di voce << Sto bene…non è colpa tua…ascoltami, riesci a smaterializzarti? >>
<< …No…ci ho provato, ma non ci riesco! Non so perché… >>
<< E’ opera sua!...Ci provo io… >>
<< No! >> Lo bloccò lei << Sei troppo debole! >>
<< Devo tentare! >>
Xelloss fece appello a tutte le energie che gli erano rimaste e si concentrò riuscendo a localizzare col pensiero l’immagine della loro carrozza. Chiuse gli occhi e si teletrasportò con Philia fuori di lì.
Ma una volta fuori, caddero entrambi a terra, privi di sensi, accanto al cocchio, sotto gli occhi del cavallo che li fissava impotente.

*

<< Buongiorno, signorina! Come stai? >>
Due occhioni color nocciola, fissavano Philia.
Una ragazzina dai vaporosi capelli castani era seduta su una seggiola accanto al letto nel quale Philia si trovava.
<< Ma…dove sono? >> Chiese Philia.
<< Sei a casa mia! Io sono Priscilla! Io e mio padre ti abbiamo trovata mentre eravamo alla ricerca di legna, nel bosco.
<< E Xelloss??? >> Domandò Philia ricordandosi solo allora della situazione e del suo compagno di viaggio.
<< Tranquilla, il tuo fidanzato è di là, sta bene! >> Disse la ragazzina.
Philia cambiò colore un paio di volte.
<< Non è il mio fidanzato! E’ solo il mio compagno di viaggio! >> Rispose imbarazzata << Ma come sta? E’ ferito? >>
<< Davvero non  è il tuo fidanzato? Che peccato! E’ un ragazzo così bello! E comunque si è ripreso molto in fretta! Dimmi la verità, è un mago?! >>
<< Una specie! >> Rispose Philia alzandosi.
<< Vieni con me! >> Disse Priscilla << Ti porto da lui! >>.

Scesero al piano di sotto e si ritrovarono in una calda ed accogliente cucina che profumava di spezie. Su un camino acceso, bolliva un grosso pentolone. Xelloss era seduto lì vicino e stava conversando con un uomo, mentre una bellissima donna dai capelli corvini stava sistemando la tavola.
<< Ah! Si è ripresa! >> Disse con un largo sorriso ai due uomini, vedendo Philia arrivare.
<< Sa…salve… >> Disse Philia imbarazzata.
La donna le corse incontro.
<< Come stai? Ti senti meglio? >> Le chiese.
<< Si, grazie! >>
<< Splendido! Appena in tempo per la cena! >> Continuò la donna muovendosi velocemente per sistemare il resto << Ah, io sono Celine! E quello è mio marito, Gin! >>.
L’uomo la salutò con la mano. Accanto a lui, Xelloss le sorrise.
Philia si avvicinò presentandosi all’uomo e ringraziandolo. Poi si rivolse a Xelloss.
<< Mi sembri in forma! >>
<< Si, sto molto meglio! Sai che ho addirittura fame? >> Rispose lui col suo solito fare sorridente.
<< Non essere screanzato! Comportati da ospite! >> Commentò Philia a mo’ di “maestrina”.
<< Che ti dicevo?! >> Disse Xelloss all’uomo << E’ insopportabile! E’ così da quando si sveglia a quando va a dormire! >>.
<< Ma insomma! La vuoi piantare?!?!?! >>
L’uomo rise nel vedere quella scena.
<< Tesoro, ti ricorda nulla? >> Disse alla moglie.
<< Si! Noi non facevamo altro che battibeccare così! >> Rispose lei, concludendo con una risata.
<< Hey! Noi non siamo una coppia! >> Risposero all’unisono Xel e Philia.
I due coniugi risero divertiti mentre Xel e Philia si guardavano come fossero cane e gatto.

Più tardi, approfittando di un momento di distrazione dei padroni di casa, Xelloss si accostò a Philia.
<< Dobbiamo uscire di qui o li metteremo in pericolo! >> Le sussurrò.
<< Lo penso anch’io >> Rispose lei.
<< Ragazzi! >> Li richiamò Gin << Resterete qui per la notte, vero? >> Chiese con un sorriso.
<< Per noi è un piacere! >> Disse la ragazzina col suo sguardo arzillo.
<< Vi ringraziamo molto per la vostra ospitalità >> Rispose Xelloss << Ma dobbiamo rimetterci in viaggio a tutti i costi, siamo in ritardo sulla tabella di marcia ed abbiamo un evento importante al quale non possiamo mancare! Dobbiamo ripartire stanotte stessa o non saremo in grado di raggiungere per tempo la nostra città >> Concluse Xelloss alzandosi dal tavolo.
<< Che peccato! >> Disse Celine.
In poco tempo, rimessa sulla strada la carrozza e fatti i dovuti controlli pre-partenza, la strana coppia era pronta a rimettersi in marcia.
Ringraziarono la famiglia per l’ospitalità e per essersi presi cura di loro.
Celine uscì di casa con una sacca piena di provviste. Pane, marmellata, frutta e formaggi.
<< Questo è per voi, ragazzi! >> Disse consegnando il tutto a Philia.
<< Oh! No! Non dovevi! >>
<< Coraggio! Almeno avrete qualcosa di genuino da mandare giù! >> Sorrise lei << La prossima città la incontrerete solo dopo due o tre giorni di viaggio, quindi vi tornerà utile! >>.
Ringraziarono ancora, li salutarono e partirono alla volta della prossima città.

*

Erano ancora provati dallo scontro avvenuto al mattino e riuscirono a viaggiare solo per tre ore.
Poi, la stanchezza cominciò a prendere il sopravvento e decisero di fermare la carrozza per riposarsi.
Trovarono una roccia lontana dalla strada e vi nascosero dietro il cocchio.
Entrarono all’interno e accesero una candela.
<< Credi che ci attaccherà di nuovo? >> Chiese Philia a Xelloss.
<< Non ne ho idea. Mi auguro che non lo faccia stanotte…sono troppo stanco! Questa condizione è insopportabile! Non riesco ad avvertirne la presenza, non ne prevedo l’arrivo…è snervante! >>
<< Ma perché vuole eliminarti? >>
<< Solo per aumentare di grado! E’ un subordinato di Deep Sea Dolphin, e lei non va molto d’accordo col mio capo. Sono entrambe molto competitive. Riuscire a distruggere uno dei subordinati dell’altra le porterebbe ad avere maggior controllo e maggior potere…ma ti prego, cambiamo discorso, sono davvero insofferente a questa situazione! Non essere nel pieno dei miei poteri mi infastidisce terribilmente! >>.
<< Lo immagino..però la condizione semi-umana non è poi così brutta, tolti gli aspetti negativi del fatto che sei perseguitato! >> Commentò Philia.
<< La condizione umana è bella se puoi viverla tranquillamente…prendi quella famiglia che ci ha aiutati! Noi demoni non lo faremmo mai! E loro invece ci hanno accolti in casa loro. E…si respirava un clima strano… >>
<< Che intendi con “Strano” ? >> Chiese Philia.
Xelloss ripensò ai sorrisi, alle occhiate complici dei coniugi, alla serenità di quella famiglia.
<< Nulla di particolare…non so spiegarlo…ma, piuttosto, tu devi spiegarmi una cosa… >> Disse lui cambiando discorso.
<< Cosa? >>
<< Perché nella grotta mi stringevi e piangevi chiamandomi? >>.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6: La sposa in fuga ***


CAPITOLO 6: La sposa in fuga

<< Perché nella grotta mi stringevi e piangevi chiamandomi? >>.

Xelloss le aveva fatto una domanda che le aveva gelato il sangue. Rispondere, adesso, era la cosa più difficile del mondo.
<< Rispondimi >> Chiese con voce pacata.
Philia lo fissava sconcertata, con le labbra serrate. Alla luce della candela si riusciva ad intravedere appena il rossore che le colorava il viso.
<< Mi chiamavi >> Continuò Xelloss, con un tono di voce che pareva avere quasi un retrogusto dolce, alle orecchie di Philia. << E ho sentito >> Seguitó lui << le tue mani che si aggrappavano alla mia schiena…mi stringevi. E il mio nome lo hai ripetuto così tante volte, da riuscire a farmi riprendere conoscenza >> Concluse.
<< Io…io… >>
Biascicó Philia. Ma non riusciva a spiegarlo, di certo non a lui.
<< Avevo solo paura! >> Disse quasi con veemenza << Tu non rispondevi, ed io non riuscivo ad usare i miei poteri! >> Tagliò corto lei. E prese ad armeggiare con le coperte infilandocisi e coprendosi del
tutto << Buona notte! >>.
Xelloss restò in silenzio dopo quella risposta evasiva e chiaramente falsa. Ed i suoi dubbi restarono lì ad affollargli la mente.
Philia invece, sotto le coperte era al sicuro, ma solo dallo sguardo di lui. Non era al sicuro da se stessa non dai suoi tormentati pensieri, riaffiorati con la domanda postagli da Xelloss.
Nessuno poteva sapere che dalla fine della battaglia contro Valgarv, Xelloss era diventato l’incubo costante di Philia. Qualcosa era scattato in lei già dai loro battibecchi ai tempi dei viaggi con Rina e gli altri.
Poi c’erano state tante e tante occasioni, nella quali, chissà perché, finivano col ritrovarsi sempre gomito a gomito.
Ma tornata alla sua vita di tutti i giorni, si era ritrovata a pensare a lui non più come all’odioso nemico…come allo “scarafaggio” insopportabile, ma come a Xelloss…si, è vero, era un demone, suo nemico per natura.
Eppure i suoi pensieri su di lui erano tremendamente lontani dal disprezzo.
Iniziò a rendersi conto di quanto la sua presenza la incuriosisse. Lo cercava col pensiero ogni volta che ne aveva l’opportunità. E si beava dei piccoli ma intensi ricordi di loro due insieme, nelle loro avventure.

Xelloss era nella stessa assurda situazione di Philia.
Anche lui era perso, da un anno, dietro a dei sogni decisamente insoliti per un tipo come lui.
La ragazza non era più un semplice insignificante drago dorato. Era diventata l’oggetto di un indeterminato e vastissimo numero di contorti pensieri.
E ad ogni sogno ad occhi aperti, corrispondeva un senso di rabbia e nervosismo latente.
La notte era ormai inoltrata, e Xelloss non chiuse occhio nemmeno per un minuto, ascoltando ogni singolo respiro della sua compagna di viaggio, chiedendosi se dormisse o fingesse di essere tra le braccia di Morfeo, per evitare di dover rispondere sinceramente a quella sua diretta domanda.
Poi, qualcosa lo distrasse.
Un rumore che proveniva dall’esterno!
Sembrava che ci fosse qualcuno.
<< Philia!...Hey! >> Sussurrò Xelloss.
<< Che c’è? >>
Si…era stata sveglia tutto il tempo proprio come lui, data la celerità della risposta.
<< Ssshhh! Ascolta! >> Disse Xelloss << C’è qualcuno! >>
<< Squalo? >>
<< No…ne dubito! Vado a vedere! >>
E così dicendo si smaterializzò ed apparve fuori dalla carrozza soprendendo alle spalle l’intruso ed immobilizzandolo.
Un urlo acutissimo gli risuonò nelle orecchi e Philia scese di corsa sfoderando l’arma chiodata.
<< Chi sei? Perché ci segui? >> Urlò Xelloss.
<< Vi prego, non fatemi del male! Credevo che la carrozza fosse vuota! >> Disse una voce femminile.
Xelloss e Philia voltarono il malfattore e lo liberarono del mantello che lo nascondeva.
Era solo una giovane fanciulla dai capelli biondi.
<< Vi prego! >> Disse ancora << Non credevo ci fosse qualcuno all’interno! >>
<< Volevi rubare la nostra carrozza, non è così? >> Disse Xelloss con tono minaccioso.
La giovane si spaventò e crollò a terra piangendo disperatamente.

*

Entrati tutti nella carrozza, Philia chiese spiegazioni, mentre Xelloss osservava con diffidenza la nuova arrivata.
<< Il mio nome è Rin. Perdonatemi, ma cercavo un mezzo per fuggire dalla città qui vicino. Sono scappata stanotte e devo allontanarmi prima che i miei fratellastri mi vengano a cercare! Sono certa che si sono già accorti della mia mancanza da casa! >> Stava spiegando.
<< Ci hanno detto che la cittá piú vicina é a tre giorni da qui. Da dove arrivi? >> Intervenne Xelloss. << Prima della prossima cittá troverete il mio paese, Sillon. É piccolo. ma abbastanza importante poiché vi é un porto commerciale >>. << Capisco >> Disse Xelloss << E da chi fuggi? >> Chiese ancora Xelloss.
<< Sarebbe più corretto dire “ Da cosa “ …in quanto vogliono che io mi sposi dopodomani, con un ragazzo che non amo! >>
<< Ma è terribile! >> Disse Philia.
<< Io sono stata adottata dalla nobile famiglia dei Malgan, ma non sono mai stata amata come una figlia.
I miei genitori adottivi non hanno avuto figlie femmine, ma solo maschi…sei per l’esattezza! Ed io sono per loro come una serva…o peggio, un oggetto! Servo solo per essere data in sposa al figlio della ricchissima famiglia dei Cirren. Loro sono a capo di quasi tutti gli scambi e commerci marini. Posseggono navi e ricchezze! >>
<< Ma perché devi sposare questo “riccone”? >> Domandò Philia.
<< Perché moltissimi anni fa, prima ancora della mia nascita, i miei nonni adottivi avevano commissionato ai Cirren un viaggio in mare per il trasporto di una grandissima quantità di loro ricchezze. Si trattava di cimeli preziosissimi, eredità delle famiglie dei coniugi Malgan. Ma una terribile tempesta fece affondare la nave ed il suo tesoro. L‘equipaggio si salvò, ma era impossibile restituire ai miei nonni le loro ricchezze.
Così i Cirren dissero che avrebbero permesso ad uno dei loro eredi di sposare la prima  figlia femmina che  fosse nata nella famiglia dei Malgan…ma non essendoci fanciulle, e non volendo attendere la nuova generazione, i miei mi hanno adottata, per avere la possibilità di beneficiare del denaro che gli spetta! >>
Philia era a bocca aperta per lo stupore: << Ma anche se l’eredità gli spetta, non è giusto che tu debba sacrificarti sposandoti con qualcuno che non ami! Non lo permetterò mai! Ti aiuterò! >> Proclamò.
<< Cosa??? >> Intervenne Xelloss << Non dire sciocchezze! La cosa non ti riguarda! E poi sono beghe familiari, meglio non immischiarsi! >>
<< Ma come puoi essere tanto insensibile?! >> Lo accusò Philia
<< Dico solo che non sono cose che ci riguardano! Abbiamo già il nostro viaggio da affrontare! >>
<< Una persona non può sposare qualcuno che non ama! Nessuno può obbligare una ragazza a distruggere così la sua esistenza! Rin sarà condannata all’infelicità, se non l’aiutiamo! >> Continuò Philia.
Rin, dal canto suo, restava con lo sguardo fisso a terra, mortificata e triste.
<< Se non vuoi aiutarla, non importa! >> Disse Philia a Xelloss << Ma dovrai aspettare comunque il tempo necessario perché io possa cercare di darle una mano! >> Concluse.
Rin scattò con viso verso Philia: << Davvero mi aiuterai? >>
<< Certo! Dov’è che volevi andare? >>
<< Ecco…io…in realtà speravo di trovare un mezzo x tornare in città senza essere scoperta ed arrivare al porto…dove mi aspetta Daren! >> Spiegò Rin.
<< Chi è Daren? >>
<< E’ il mio fidanzato prima che la mia famiglia ci impedisse di vederci…ma appena ha saputo dell’annuncio del matrimonio mi ha fatto recapitare di nascosto, da un pescatore che viene spesso da noi, un biglietto in cui dice che mi attende, il giorno del matrimonio, al porto, per fuggire insieme! >>
<< Dunque sei una sposa in fuga!...Beh! Inventiamoci un piano decente e cerchiamo di risolvere tutto alla svelta! Abbiamo un viaggio da proseguire! >> Intervenne Xelloss fingendo un aria disinteressata.
Il volto di Rin si illuminò di gioia mentre Philia restò esterrefatta da quel comportamento… Xelloss che dava una mano??? Bah! Probabilmente, era davvero il suo unico scopo quello di riprendere al più presto il viaggio verso la maga che lo avrebe aiutato!
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7: Sei davvero bellissima ***


CAPITOLO 7: “Sei davvero bellissima!”

La notte era ancora nella sua piena oscurità quando Xelloss, con uno sforzo altissimo, riuscì a teletrasportare se stesso, Philia, Rin e carrozza, nella città nella quale si trovava il palazzo della sposa fuggiasca.
Per prima cosa, raggiunsero il porto per avvertire Daren, il fidanzato di Rin, della faccenda.
Ma Rin sapeva che il ragazzo era sorvegliato dalla famiglia di lei, per evitare eventuali sabotaggi al matrimonio.
Portò così Xelloss e Philia in un lato nascosto del porto, dove si trovava la barca di Vejo, fratello di Daren. La famiglia non sapeva della parentela dei due ragazzi, e quello, per Xelloss, era l’elemento sorpresa da sfruttare!
Vejo dormiva nella stiva del suo peschereccio.
Nel salire sulla barca, Philia inciampò in una corda rovinando a terra con un tonfo.
Subito, da sotto coperta, si sentì uno scalpitare frenetico!
In pochi secondi, il ragazzo che stavano cercando, uscì armato di spada.
Ci vollè poco però, per abbassare l’arma. Il tempo di accorgersi della presenza di Rin.
<< Rin? >>
<< Vejo, tu vuoi bene a tuo fratello? >> Gli chiese a bruciapelo la ragazza.
<< Ce…certo! Che domande! >> Rispose lui.
<< Bene! >> Intervenne Xelloss << Allora ti spiegheremo tutto, ma dobbiamo sbrigarci! >>
Ma avevano solo poche ore per attuare il piano che Xelloss aveva in mente. Dovevano sbrigarsi!

<< Riporteremo subito Rin al castello e alle prime luci dell’alba… >> Stava spiegando Xelloss << Io e Philia andremo a ritirare l’abito da sposa di Rin. Ci recheremo dunque a consegnarlo al castello dei Malgan, spacciandoci per i garzoni del sarto. Poi… >> Disse rivolgendosi a Philia << Tu,  Philia, prenderai il posto di Rin, indossandone abito e velo, in modo da non mostrare apertamente il suo volto. Ed attenderai che vengano a chiamarti per la cerimonia. Al contrario, Rin uscirà con me e la ricondurrò qui alla barca di Vejo.
Quindi, Rin partirà da sola, mentre io e Vejo andremo a prendere Daren. Sai navigare, vero Rin? >> Chiese Xelloss.
<< Si, certo! >> Confermò la ragazza. >>
<< Però dovremo poi tirare fuori la tua amica dal castello, o sarà in pericolo! >> Disse Vejo.
<< Per quello io e te, Vejo, andremo, con Daren, al castello e bloccheremo lo sposo! >>
<< Cosa? No! No! Lui arriverà scortato dai suoi parenti! Dobbiamo inventarci altro! Siamo solo in tre! >> Protestò Vejo.
<< Tranquillo! Ipnotizzerò i familiari del ragazzo e mi sostituirò a lui! >>
<< Ma ti riconosceranno! >> Disse Vejo.
<< No! >> Intervenne Rin << Siamo fortunati! Né io né i miei genitori abbiamo mai visto lo sposo…nei matrimoni combinati non è insolito che accada! >>
<< Esattamente come avevo previsto! >> Commentò  Xelloss.
<< Scusate! >> Si intromise Philia, sentendosi messa da parte << Ma in tutto questo, io cosa devo fare? >>
<< Tu nel frattempo attenderai le damigelle, ma a quel punto, essendo già pronta, ti fingerai così in ansia da essere intrattabile…insomma interpreta te stessa! >>
<< Come ti permetti, lurido insetto?! Ti disintegro! >> Urlò Philia già sul piede di guerra.
<< Vedi Rin >> Disse Xelloss << Lei non troverà mai marito! >>
<< Brutto idiota! >> Continuò Philia nel tentativo di saltargli addosso per distruggerlo.
<< Dai, calmatevi! >> Ma le parole di Rin erano sormontati dalla schermaglia di insulti dei due.
<< Insomma, piantala Philia! >> Disse ancora Xelloss << Non devi fare altro che fingerti Rin ed arrivare nella sala del ricevimento dove ti attenderò io, all’altare… >>
A Rin e Vejo non sfuggì l’improvviso acceso rossore sulle guance di Philia.
<< All’altare? >> Chiese lei.
<< Si, dobbiamo dare a Vejo e Daren il tempo di tornare alla barca e salpare. Raggiunta Rin, Vejo tornerà indietro, lasciando gli sposini alla loro fuga. Una volta tornato al castello, interromperà la cerimonia entrando nella sala. A quel punto, potremo… ingaggiare battaglia e tentare la fuga! >>
<< Ma, Xelloss…ci saranno centinaia di invitati! >> Disse Vejo.
<< Lo so, ma una volta che sarai da noi, potrò smaterializzarmi portando con me te e Philia. E’ necessario che tu torni, altrimenti, appena scopriranno l’inganno, verranno a cercarti e allora saranno guai! >>
Rin abbassò lo sguardo e Vejo le mise una mano sulla spalla.
<< Rin…stai tranquilla! Questa è l’occasione per tutti noi per abbandonare questa città bigotta e senza prospettive! >>
<< Ma qui hai il tuo lavoro! >>
<< Il mare è ovunque, Rin…ma l’amore no! Tu devi rincorrere il tuo! E magari, in un altro posto, anche io incontrerò il mio! >> Concluse Vejo.
Philia sorrise… << Rin, Vejo ha ragione! Lo facciamo per te!...Lui è disposto a sacrificare tutto per aiutare il vostro sogno!...Dal canto mio…apprezza lo sforzo! Devo fingere di sposare questo scarafaggio!!! >>
<< Ma sentila! Sono io che mi sto sacrificando! >> Commentò Xelloss.

*

Col favore dell’oscurità, Rin si era arrampicata fino alla sua stanza.
I rovi aggrappati alla parete erano stati un buon aiuto per la fuga di poche ore prima, ed ora erano altrettanto fondamentali.
La stanza era come l’aveva lasciata.
Il giorno si avvicinava…la sua libertà era vicina. I suoi parenti l'avrebbero trovata nella sua stanza e non avrebbero sospettato nulla.
Usciti dal negozio del sarto, Xelloss e Philia erano in prossimità del palazzo.
<< Cerca di tenere la testa bassa, Philia, e seguimi! >>
<< Va bene! >>.
<< Chi va là? >> Chiese una guardia.
<< Ci manda il sarto! Abbiamo l’abito per la sposa! >> Disse Xelloss.
<< Consegnatemelo, lo farò recapitare alla sposa >> Aggiunse la guardia.
<< Mi dispiace, buon uomo, ma il mastro sarto ci ha dato precisi ordini. La ragazza che è con me deve aiutare la sposa a vestirsi…l’abito è pregiato e delicato, non può essere toccato da chiunque! >> Commentò Xelloss con fare saccente << Vede, si tratta di una stoffa proveniente da… >>
<< Va bene! Va bene! >> Lo interruppe la guardia! Sbrigatevi! >>

*

Arrivati alla porta di Rin, bussarono, e la ragazza li lasciò entrare.
<< Veloci! Philia, dai a Rin il tuo mantello ed indossa quel vestito! >>
<< Vieni dietro il paravento! >> Disse Rin a Philia << Ti aiuto! >>.
Ma l’impresa non si rivelò semplicissima. Indossare l’abito sembrava un’impresa.
<< Ma dove va questo nastro? >>
<< Credo sulla schiena! >>
<< Cosa? Perché hai una mazza chiodata agganciata alla giarrettiera? >> Chiese Rin sconvolta.
<< Non è il momento! Passami i guanti! >>
<< Ma perché ci sono tutti questi bottoni? >>
<< Aspetta…Rin…le scarpe? >>
<< Ci sono! Le prendo! >>
<< Insomma! Vi date una mossa? >> Chiese Xelloss dall’altra parte del paravento.
<< Xelloss, questo abito è una trappola! >> Disse Rin.
<< No, Rin…quell’abito sarà di certo normale, è la “sposa” che è pessima! >>
<< Scarafaggio, ringrazia che io non possa venire lì a distruggerti! Non posso rovinare quest’abito! >>
<< Philia, tu dovresti essere un drago dorato e pacifico, in teoria… >> Rispose Xelloss.
<< Non ho tempo di mettermi a litigare con te! Dobbiamo sbrigarci! >> Disse Philia uscendo dal paravento.
Aveva indossato il vestito da sposa. Xelloss non poté fare a meno di restare immobile a guardarla per qualche attimo: era una visione.
Per qualche istante si fissarono senza una parola.
Rin se ne accorse e, sentendosi di troppo, prese ad armeggiare con una sacca che aveva preparato per partire.
<< Che c’è? >> Disse Philia con un filo di voce.
<< Io… niente…dobbiamo fare presto! >> Disse lui distogliendo l’attenzione dagli occhi cristallini della ragazza << Rin, nascondi la sacca nella custodia dell’abito da sposa e metti il mantello! Dobbiamo scappare! >>.
Rin fece come gli era stato detto e poi abbracciò Philia.
<< Grazie infinite! Tu stai salvando il mio amore! >> Le disse.
<< E’ un onore, Rin! Sii felice con il tuo Daren! Anche se non lo conosco, sono certa che è un ragazzo meritevole del tuo affetto! >>
<< Lo é! >> Confermò Rin. Poi abbracciandola ancora le sussurrò… << Ti auguro di trovare l’amore…o forse, é più vicino di quanto tu immagini! >>.
Staccandosi da lei, la guardò con un cenno di intesa e Philia arrossì.
Poi si avviò con Xelloss verso la porta.
<< Ah! Aspetta! >> Disse Xelloss << Il velo! Dov’è? Cerca nella custodia, Rin! >>
<< Eccolo! Dimenticavamo la cosa più importante! >>
Xellos afferrò il velo e andò verso Philia << Ti aiuto! >>
Lo alzò sulla sua testa e cercò di incastrare il fermaglio tra i capelli di lei.
La loro vicinanza li imbarazzava entrambi, ma non c’era tempo, dovevano attuare la seconda fase del loro piano.
Una volta completato il tutto con il velo, Philia era pronta.
<< Appena usciamo, copriti con la parte anteriore del velo e cerca di non farti vedere! >> Disse incalzante e a bassa voce.
<< Va bene! >> Rispose Philia.
<< E stai attenta! >> Aggiunse.
<< Lo farò! >> Disse lei guardandolo negli occhi.
<< Vado!...Sei davvero bellissima! >> Commentò in un sussurrò udibile solo a lei.
Philia restò imbambolata chiedendosi se aveva davvero udito quelle parole uscire dalla bocca di Xelloss, mentre il ragazzo si allontanava, scortato da Rin che la salutò con uno sguardo pieno di gratitudine.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8: Il falso matrimonio ***


Capitolo 8: Il falso matrimonio

<< Xelloss, sicuro che Philia non corra rischi? >> Chiese Rin mentre attraversavano il paese per dirigersi al porto.
<< Arriveremo in tempo per la cerimonia, non temere! Mi sostituirò allo sposo e Vejo e Daren mi aiuteranno ad entrare! >>
? << Ma loro a cosa ti servono? >>
<< Devono rubare i documenti matrimoniali! >>
<< Cosa? >>
<< Come si vede che sei ingenua! >> Disse Xelloss << I matrimoni combinati vengono registrati su un documento cartaceo al momento della loro stipula. Tale documento è però un contratto magico. E viene poi conservato dalla famiglia della sposa per  essere reso alla famiglia dello sposo, durante la cerimonia! >>
<< Non sapevo dell’esistenza di questo documento! >> Disse Rin sconcertata << Ma è tanto importante? >>.
<< Il documento contiene un incantesimo. Lega te ed il futuro sposo in un vincolo, attraverso un filo d’argento creato con la magia ed imprigionato nella carta. In qualunque luogo ti recherai, saresti rintracciabile! >> Continuò Xelloss.
<< Cosa? >>
<< E’ così! Hai un’incantesimo su di te che permetterà di localizzare la tua posizione! >>
<< E…cosa? Come farò allora? >>
<< Eri fuggita, sarebbe stato uno scherzo farti imbarcare, no? Ma sapevo che i matrimoni combinati hanno questo contratto…e gli sposi non sono mai a conoscenza della cosa! Quindi, dovremo attendere il  momento delle promesse, durante la cerimonia! Solo allora avverrà il passaggio della pergamena! E in quel momento, Vejo e Daren dovranno prenderla e Daren stesso dovrà strapparla in due! Solo così si spezzerà l’incantesimo! La pergamena può essere distrutta solo dai genitori degli sposi o, in alternativa, da un individuo spinto da vero amore per uno dei due che devono sposarsi! >>.
<< Come sai tutte queste cose? >>
<< Beh…diciamo che so molte cose! >>

*

Arrivarono finalmente alla barca di Vejo.
Rin, salutati i due ragazzi, partì per il mare aperto lasciando Xelloss e Vejo al resto della missione.
I ragazzi raggiunsero in poco tempo la barca di Daren. Vi saltarono sopra e presero a chiamarlo.
Da sotto coperta, emerse un bellissimo giovane molto alto e muscoloso. Nonostante l’aspetto imponente, era molto gentile e cordiale, e i suoi occhi brillarono alla vista di Vejo.
Daren era infatti sconvolto dall’imminente matrimonio della sua Rin, e conoscere Xelloss e scoprirne il piano, fu per lui una svolta meravigliosa a quella giornata iniziata col tormento del suo amore
impossibile.
Il tempo delle spiegazioni, e partirono di nuovo alla volta del castello.
Questa volta, però, dovevano entrare senza dare troppo nell’occhio e l’arrivo dei carri carichi di vivande, fu una fortunatissima casualità!
I carri portavano cibi di tutti i tipi, e un numero non ben definito di inservienti. Mischiarsi a loro fu un gioco da ragazzi!

*

Chiusa nella sua stanza, Philia si rimirava in continuazione nello specchio, accarezzando la gonna dell’abito da sposa.
Il vestito sembrava realizzato su misura per lei…ma in effetti, lei e Rin si somigliavano abbastanza.
Si girò attorno pensando a quale destino avrebbe atteso i due amanti in fuga.
L’idea del matrimonio combinato le appariva terribilmente crudele e meschina.
Improvvisamente, qualcuno bussò alla porta e Philia si coprì velocemente con il velo.
<< Avanti! >>
Una donna dall’aria sofisticata, con un sontuoso abito rosso, entrò con passo veloce.
<< Bene, vedo che sei pronta! >> Disse con tono aspro e quasi acido.
<< Si >> Rispose Philia cercando di camuffare la voce.
<< E vedi di comportarti come si deve! Non accetterò altre uscite come quelle che hai fatto in passato! Il tuo animo ribelle sfogalo dopo il matrimonio con quell’allocco del figlio dei Cirren! >>
<< E’ un’ingiustizia! >> Si lasciò sfuggire Philia.
La donna si voltò di scatto e coprì la distanza tra lei e Philia in pochissimi passi. Arrivò a fronteggiarla e la minacciò quasi sibilando.
<< Ricordati che senza di noi saresti solo una sguattera! Ti stiamo offrendo un’opportunità che molte ragazze sognano! E poi, il tuo matrimonio ci renderà quello che ci spetta di diritto! Quindi vedi di comportarti come si deve e non fare scherzi! >>
<< Un matrimonio senza amore non è il sogno di nessuno! >> Ribattè Philia << Nessuna ragazza lo vorrebbe! >>
<< Tu sei solo una sciocca ragazzina! >> Ribattè la donna con cattiveria << Se non avessimo avuto bisogno di te per questo matrimonio, ora saresti chissà dove! >>
<< Io per voi sono solo un oggetto?! >>
<< No…no…sono affezionata ai miei oggetti! >> Rispose lei scoppiando in una risata sguaiata ed aspra.
E uscì dalla camera sbattendo la porta e chiudendola a chiave dall’esterno.
Philia battè i pugni su un tavolo e si ritrovò a tremare di rabbia.
La vita di Rin doveva essere stata tremenda in quella famiglia adottiva e lo scontro con quella che era certamente la sua matrigna, aveva dato a Philia la carica per recitare ancor meglio la sua parte.
Si tolse il velo dal volto e si aggiustò l’abito.
Lo specchio rifletteva il suo volto arrossato dalla rabbia.

*

<< Stai zitto e vedi di non farci fare brutta figura, Jason! >> Stava dicendo un corpulento gentiluomo ad un giovane dall’aria poco sveglia. Il ragazzo aveva i capelli raccolti in un codino e Xelloss notò che somigliavano molto ai suoi sia in lunghezza che colore.
<< Io non voglio sposarla! Non lo voglio e basta! >> Ribattè il ragazzo nel suo abito nuziale.
<< Taci! Abbiamo un debito, e lo pagheremo! E finalmente non avremo più vessazioni da questi bifolchi neoarricchiti! >> Disse una donna con un abito color pesca pieno di bellissimi ricami.
<< Ma madre… >>
<< Stai zitto! Sei un tale idiota che dovresti ringraziarci per questo matrimonio! Quale donna potrebbe mai sposarti se non costretta? Sei una tale nullità… >> Ribadì la donna.
Il giovane si ammutolì, amareggiato e arrabbiato.
In un angolo, Xelloss, Vejo e Daren ascoltavano e guardavano la scena, restando ben nascosti.
<< Bene! >> Disse Xelloss. << Lasciate fare a me! >>
I due coniugi si stavano allontanando, lasciando il giovane da solo.
Xelloss afferrò un cesto di frutti e si mise a camminare verso il ragazzo, confondendosi con il viavai di camerieri e servi.
Urtò volontariamente il ragazzo e rovesciò a terra le varie primizie.
<< Mi scusi, signore! >> Disse fingendosi dispiaciuto.
<< No, non si preoccupi, l’aiuto! >> Rispose il ragazzo chinandosi e raccogliendo delle mele.
<< Non è felice di sposarsi, signorino? >> Chiese Xelloss amichevolmente.
<< No, signore. Scapperei anche ora se potessi, ma vi prego, posso commissionarvi una cosa della massima segretezza? Ovviamente sarete ricompensato! >> Disse il ragazzo a bassa voce.
<< Dite! >>
Il giovane estrasse dalla tasca una pergamena molto piccola ed arrotolata.
<< Sono più che certo che fuori dal castello c’è una giovane dai cappelli corvini…si chiama Leen…è molto bella. Vi prego, trovatela e datele questo. Ditele anche che…beh…non importa. Datele solo questo
biglietto! >> E lo consegnò a Xelloss assieme a delle monete d’oro.
<< L’amate? >> Chiese Xelloss in un sussurro.
<< Si. Ma all’altare pronuncerò il mio “no” e non ho idea di cosa mi accadrà. Ma di certo, non accetterò di sposare nessuna donna che non sia la mia Leen! >>
Xelloss sorrise: << Allora è il vostro giorno fortunato! >>
Prendendolo da parte, Xelloss decise di coinvolgere nel piano il giovane Jason.
Guardò verso Vejo e Daren, ed i due lo raggiunsero.
Il piano era lievemente modificato.
Adesso, Xel avrebbe preso il posto del compiacente Jason. E Vejo avrebbe aiutato il ragazzo ad uscire, trovare la sua amata e arrivare al porto, dove avrebbero atteso Daren per poter fuggire.
<< Sei anche tu vittima di questa orrenda situazione! >> Disse Daren a Jason << Devi perdonarmi…ti ho odiato non immaginando quanto soffrissi anche tu >>.
<< Ti capisco >> Rispose Jason, mentre indossava il mantello di Xelloss << Ma stanotte saremo sotto un cielo libero! Tutti! >>.
<< Non così in fretta! Io devo ancora fingermi te!...Solo che la mia falsa sposa non è proprio una donna amorevole e delicata quanto le vostre! >> Commentò Xelloss legandosi i capelli.
Vejo rise: << Ma tu e lei…? >>
<< No! >>
<< Però… >>
<< No! >>
<< Ma…! >>
<< Vejo, muoviti e porta Jason fuori di qui! >>

*

<< Etcì! >> Starnutì Philia << Credo che qualcuno stia parlando di me… >> Disse tra sé e sé.
Prese il suo velo e lo scansò dal volto.
<< Devo aver capito male. Non ha detto davvero che sono bella! Me lo sono di certo immaginata! >>
Ma i suoi pensieri vennero nuovamente interrotti.
Xelloss apparve alle sue spalle facendola scattare sulla difensiva, terribilmente spaventata.
<< Ma sei pazzo?! >> Gli urlò lei.
<< Sssh!!! Piano! Vuoi che ci scoprano?! Sono venuto ad avvertirti che le cose sono cambiate! Anche lo sposo ha un amore clandestino, quindi abbiamo aiutato lui e la sua innamorata a scappare con Vejo.
<< Dici davvero? >> Chiese lei felice.
<< Si, non è stato necessario storndirlo, ne sarai felice, immagino! Ma adesso ascolta: io ti aspetterò all’altare mentre Daren sarà camuffato tra gli aiutanti del ministro che ufficializzerà la cerimonia. Subito dopo le promesse, ci sarà il passaggio di una pergamena magica dalla famiglia di lei a quella di lui. Allora Daren dovrà prenderla e distruggerla e dovremo darci tutti alla fuga! Tutto chiaro? >> Concluse Xelloss.
<< Si! >> Disse lei. Poi lo guardò. L’abito che indossava il ragazzo, di un bellissimo color oro pallido, lo faceva sembrare quasi un vero componente di una di quelle prestigiose famiglie che affollavano il castello…si, aveva un’aspetto quasi regale.
<< Però…se la pergamena viene passata dopo le promesse…il ministro ci “sposerà” davvero? >>
<< No! Nel caso dei matrimoni combinati, la domanda di rito avviene dopo! Per una questione di costume, avviene prima del bacio che chiude il matrimonio! Quindi siamo tranquilli! >>
<< Vorrei ben sperare! >> Disse Philia imbarazzata << Va bene fingere per una buona causa, ma arrivare a darti un finto bacio, no! >>
<< Puoi sempre darmene uno vero! >> Rispose Xelloss candidamente.
Philia lo guardò sconcertata.
<< Philia, scherzavo! >>
<< Ti odio! >>
<< Ehehehe! Lo so…lo avevo intuito! >> Ridacchiò Xelloss.
Poi Philia gli si avvicinò prendendolo alla sprovvista e allungandogli le bracia al collo.
Per un momento, Xelloss pensò che stesse per abbracciarlo. Ma subito si rese conto che, precisa com’era, gli stava solo aggiustando il colletto sul quale splendeva una gemma rossa.
<< Come sto? >> Chiese lui.
<< In che senso? >>
<< Come “in che senso”? Come sto? Ti piaccio vestito così? >>
<< Ma che domande mi  fai? >>
<< Avanti! >>
<< Smettila, Xel! >>
<< Tu mi piaci… >> Disse lui.
E Philia sentì il cuore fare una sorta di capriola all’indietro
<< … così, con questo vestito…sembri quasi una ragazza docile! >> Aggiunse smorzandole quella sensazione.
<< Sei un idiota! >>
<< Dai! Mi diverte troppo stuzzicarti! >> Sogghignò lui.
<< Se non fosse per quelle due coppie innamorate, non mi presterei mai ad una messa in scena come questa! >> Continuò Philia.
<< Lo so… >> Commentò lui con voce bassa.
Il colletto era a posto. Philia lo guardò negli occhi.
<< Devi andare… >> Gli disse.
<< Si >>
Per un istante si fissarono entrambi. Philia si accorse degli occhi di Xelloss che indugiarono sulle labbra di lei. Involontariamente, si trovò a fare la stessa cosa con quelle di lui.
Poi Xel prese la mano di lei e le poggiò un leggero bacio sul dorso mentre lei diventava rossa come un peperone.
<< Recita bene la tua parte e tieni pronta a trasformarti! >>
<< Cooooooosa?! >>
<< Devo andare! >>
<< No, aspetta, cosa vuoi che faccia? >>
<< Vado! >> Disse smaterializzandosi, col suo sorriso smagliante sul volto.
<< Brutto idiota! Ti odio!!! >>
Ma un rumore di chiavi la mese in allarme.
Si rimise il velo sul volto appena in tempo.
La matrigna era tornata nella stanza.
<< Andiamo! >> Disse la donna con tono autoritario.
Philia la seguì ed attraversò il castello, arrivando alla porta della sala dove sarebbe avvenuto il matrimonio fasullo.
Sperò che il piano fosse valido, e si preparò a interpretare il ruolo della “sposina”.
<< Cammina fino all’altare! >> Si disse << Andrà tutto come previsto! >>.
Il portone si spalancò e davanti ai suoi occhi si ritrovò la bellissima sala, addobbata di meravigliosi fiori.
I petali a terra tracciavano il cammino da seguire e tutti gli occhi degli invitati, vestiti di abiti preziosissimi, erano su di lei.
Camminò lentamente non riuscendo quasi a realizzare la situazione assurda nella quale si trovava.
Lei, ex vestale del re dei draghi di fuoco, stava fingendosi una sposa…e l’altrettanto fasullo sposo era Xelloss. Era una cosa così inverosimile che lei stessa avrebbe riso alla semplice idea.
Passo dopo passo, si ritrovò a guardare fisso verso Xelloss che era di spalle. Arrivata di fianco a lui, non ebbe però il coraggio di voltarsi a guardarlo. E tenendo il velo sul volto, attese l’inizio della cerimonia, individuando tra gli aiutanti del ministro, un omaccione che doveva essere di certo Daren.
Il ministro prese a recitare dei versi in una lingua antica, mentre Xel e Philia  restavano immobili attendendo il momento giusto.

*

<< Prendetevi le mani! >> Disse il ministro << E poggiate le vostre teste, una contro l’altra >>.
Philia sembrò esitare, ma Xelloss l’attirò prontamente a sé.
Mentre il ministro leggeva le promesse ad alta voce, Philia parve non ascoltare neanche una singola parola.
Nonostante il velo a separarli, le sembrò che la fronte di lui scottasse, poggiata contro la sua.
Le loro mani, strette l’una nell’altra…i respiri agitati.
Philia pensò che l’agitazione per il matrimonio da mandare all’aria fosse la causa di quel nervosismo di entrambi.
Xelloss pensava la stessa cosa e con un gesto quasi impercettibile, con un dito accarezzò la mano di lei, come per rassicurarla.
Ma quel contatto non sortì l’effetto desiderato. Tutt’altro. Philia sembrava ancora più agitata e lui avvertì le sue mani tremare.
<< Per unire gli sposi, e queste due famiglie… >> La voce del ministro sembrò interrompere il loro flusso di pensieri riportandoli lì nella sala piena di gente << …venga consegnata la pergamena del matrimonio! E fate in fretta! Credo che questi giovani attendano con ansia di suggellare questa cerimonia con un bacio! >>.
L’ultima affermazione fu espressa con un sorrisino strampalato.
Subito, il padre della sposa si alzò e si portà accanto agli sposi, con in mano la pergamena.
Il padre dello sposo lo raggiunse.
Come in un passaggio di rito, gli uomini tennero la pergamena alle due estremità.
<< Da questo momento… >> Stava dicendo il ministro, quando…
<< Ah! >> Esclamò Xelloss mettendo la mano proprio al centro della pergamena, bloccandola << Questa, signori, la prendo io! >>.
Solo allora, il padre dello sposo lo vide bene in viso.
<< Ma tu…chi sei?! >> Urlò furibondo mentre Xelloss strappava loro di mano il documeno.
<< Cari signori, i vostri figli sono al sicuro, lontani da qui e presto saranno entrambi tra le braccia dei propri innamorati! >> Disse ancora Xelloss e lanciò la pergamena a Daren che l’afferrò al volo e la strappo in due parti.
Ne emerse una luce fortissima, e nella sala echeggiarono le grida di rabbia dei componenti delle due famiglie.
I fratelli di Rin partirono all’attecco nel tentativo di prendere Xelloss che si smaterializzo e rimaterializzò evitando i colpi e i pugni dei ragazzi.
Daren ingaggiò un corpo a corpo con alcuni di loro, mentre gli invitati si davano alla fuga spaventati, sotto gli occhi del ministro incredulo.
Uno dei fratelli di Rin afferrò Philia per la vita e le strappò il velo con veemenza.
<< Questa non è Rin! >> Urlò pieno di rabbia.
Xelloss lo vide e gli si scagliò addosso in un lampo, colpendolo con un pugno in pieno viso e stringendo a sé Philia per proteggerla.
<< Adesso! >> Le urlò << Ora Philia! >>
<< C’è troppa gente! >> Disse lei nel trambusto di urla e rumore.
<< Niente storie! Trasformati o ci faranno fuori! >>
Messa alle strette, Philia dovette cedere.
Il suo corpo si illuminò di un bagliore intenso e l’abito da sposa si dissolse in brandelli rivelando la figura del suo corpo illuminata, come dall’interno, di una luce bianchissima.
I presenti beneficiarono solo di pochi istanti per vedere quella immagine.
Poi la luce si fece accecante, e quando si dileguò, al posto della giovane c’era un maestoso, enorme drago dorato…con un enorme fiocco rosa sulla coda.
Il panico si impadronì dei presenti e Xelloss urlò a Daren di raggiungerlo.
<< Me che cos’è??? >> Chiese il ragazzo spaventato.
<< Tranquillo, è solo Philia! Ora sbrighiamoci! >>
Il possente drago li afferrò con dolcezza, con il muso, e li portò sulla sua groppa. Poi spiccò il volo battendo le ali creando un gran vento ed uscendo dal palazzo, distruggendone un enorme fetta di muraglia in pietra antica.
Tutti scapparono evitando i ciottoli e le raffiche d’aria, mentre Philia volava via, portando con sé i due ragazzi.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9: Soli ***


Capitolo 9: Soli

Daren era aggrappato alla criniera di Philia con tutte le sue forze.
Il drago volava a grandissima velocità portandosi in groppa i due giovani, reduci dal tumulto della cerimonia matrimoniale mandata a monte.
In lontananza, nel mare, finalmente avvistarono le imbarcazioni di Rin e degli altri, e le raggiunsero.
La vista del drago stava per generare il panico, ma la rassicurante e sorridente faccia di Xelloss che lo precedette in volo, fino alle barche, rassicurò tutti.
Daren potè così riabbracciare la sua amata, e dopo dei brevi saluti, ripartirono tutti, ognuno verso la propria destinazione.
I giovani dovevano navigare verso la loro libertà e il loro amore; Xelloss e Philia avevano davanti ancora un viaggio e dei nemici.

*

Finalmente in mare aperto, lontani dagli intoppi di poco prima, il drago viaggiava sfruttando le correnti. Xelloss, dal canto suo, per una volta faceva da passeggero.
Ma la quiete durò solo qualche ora.
Un fascio di luce improvviso, mancò Xelloss per un soffio.
Il ragazzo scattò di lato per poi voltarsi, ritrovandosi Squalo, il demone che era sulle loro tracce con l'intenzione di eliminarlo, pronto a colpirlo nuovamente.
<< Che succede? >> Urlò Philia accennando appena a virare.
<< Prosegui! Dobbiamo seminarlo! Sono troppo debole e sento i poteri al limite. Dobbiamo letteralmente fuggire! >> Le intimò Xelloss attuando una barriera scudo.
Philia eseguì l'ordine ed accelerò, ma decine e decine di strali partirono da Squalo, volti a colpirli e non lasciargli scampo.
Volando a zig zag e a pelo d'acqua, Philia cercò di proteggere se stessa e Xel.
Squalo lo tallonava con veemenza mentre Xelloss rispondeva ai colpi.
I poteri però, stavano come affievolendosi e non tutti gli incantesimi evocati si materializzavano. Questo era un enorme problema, specie con un avversario del tutto intenzionato a farli fuori. E, purtroppo, la barriera di protezione cedette e sparì.
Un fascio di luce investì così Philia ferendola su un lato e facendole emettere un grido tanto forte da risuonare tutto intorno.
Il drogo cercò allora di virare a destra, intravedendo in lontananza una lingua di terra.
<< Philia! Dobbiamo seminarlo! >> Gridò Xelloss.
Ma il drago, in risposta, volò verso l'alto d'improvviso, sorprendendo lo stesso Squalo. E gli ripiombò poi addosso trascinandolo sott'acqua dopo averlo afferrato nella fauci.
Xelloss finì in mare e perse di vista la scena sotto di lui. Solo il forte ribollire dell'acqua gli fece intuire cosa stesse realmente accadendo.
Nel freddo abisso, Philia stava emettendo fuoco tenendo Squalo tra i denti serrati.
Il fuoco dei draghi dorati riusciva a propagarsi per qualche metro anche sotto l'acqua, ma la cosa richiedeva un grande sforzo e Philia era anche ferita. Ma con grande caparbietà, la ragazza continuò a sputare lingue di fiamme fino a costringere Squalo a smaterializzarsi e fuggire.
Quando riaffiorò, non aveva più l'aspetto del grosso animale, ma nuovamente quello umano. Ma non ebbe tempo di spiegare a Xellos di essere riuscita a metter in fuga il nemico, che svenne, esausta per lo sforzo e per il colpo ricevuto.
Xelloss l'afferrò e la trascinò verso la lingua di terra vista in lontananza. Una lingua di terra che si rivelò essere una piccola isola.
Ma con i poteri allo stremo, dovette nuotare molto prima di poter adagiare la ragazza sulla sabbia morbida.
Il sole stava calando, ed era necessario trovare un riparo. In mare aperto, le isole erano sferzate da venti fortissimi e gelidi.

*

Una piccola rientranza in una grande roccia che costeggiava una delle montagne dell'isoletta, offriva un riparo ottimo.
Una folta ed alta vegetazione la proteggeva infatti sia dagli agenti atmosferici che dalla facile localizzazione da parte del nemico.
Una volta al coperto, Xelloss si adoperò prontamente x cercare rami e quanto necessario per alimentare un fuoco; e dei grandi rami di piante esotiche, ricche di foglie, si rivelarono utilissimi per creare un giaciglio di fortuna sul quale adagiò Philia, ferita ed ancora esanime.
Le vesti della ragazza erano fradice e si stavano coprendo di sangue nella zona dove c'era la ferita.
Incerto sul da farsi, Xelloss restò a fissarla con aria dubbiosa.
In realtà sapeva benissimo cosa avrebbe dovuto fare. Toglierle gli abiti bagnati e curare la ferita era di sicuro l'unica soluzione, ma era allo stesso tempo la peggiore idea che potesse venire ad un demone nei confronti di un drago.
In primo luogo per il loro odio storico...aiutare un drago non era uno degli sport preferiti da Xelloss. Poi c'era la questione che il drago era Philia...e Philia sapeva essere letale e vendicativa.
Ma l'azione era indiscutibilmente necessaria; il sangue si disperdeva sempre di più e bisognava agire in fretta.
Si disse che tanto, Philia lo avrebbe ucciso in un caso o nell'altro...sia che l'avesse lasciata dissanguarsi, sia che l'avesse spogliata per curarla...tanto valeva tentare, dunque!
Le tolse l'ingombrante mantello e l'abito rosa confetto, lasciandole la sottoveste bianca in delicato pizzo, e mise gli abiti ad asciugare accanto al fuoco.
Fece lo stesso con i suoi, restando anche lui con i pantaloncini e la maglia che indossava sotto gli abiti da viaggio.
Il sangue imbrattava ormai non solo la sottoveste della ragazza, ma anche le foglie dove giaceva. Deciso a non perdere tempo, Xelloss strappò la veste sul fianco e si concentrò sulla ferita.
Squalo l'aveva colpita in modo apparentemente lieve, ma tornata in forma umana, il taglio era ben più esteso e considerevole che sul fanco del drago in forma animale.
Nella sua sacca, Xelloss aveva sempre varie erbe mediche. Erano utili per sortilegi e pozioni, e furono fondamentali in quell'occasione.
Xelloss, essendo un demone, non aveva potere guaritore, di certo su se stesso poteva intervenire, ma non su un drago. Il vecchio metodo era quindi l'unico da usare, per quanto meno rapido e più doloroso.
Il bruciore della medicazione risvegliò Philia che aprì gli occhi pur sentendosi debolissima.
<< Stai ferma! La ferita potrebbe riaprirsi... >> Le intimò il ragazzo con voce calma mentre continuava ad armeggiare con una mistura di fango e foglie con cui stava tamponando il fianco della giovane.
<< Brucia... >> Sussurrò lei con voce appena percettibile.
<< Lo so, ma non conosco altri rimedi...non hai potere sufficiente per
autorigenerarti, vero? >>
<< No. Ma...dovevi proprio strapparmi la sottoveste? Era di pizzo antico! >> Protestò Philia sempre con voce bassa.
<< L'alternativa era spogliarti di tutto! >> Disse lui in tono malizioso facendola arrossire.
<< Idiota! >> Rispose lei cercando di ignorare, senza riuscirci, la provocazione.
<< Comunque dovresti toglierla... >> Aggiunse Xelloss <<...è fradicia e ti prenderai un malanno! Il nostro viaggio ha già avuto troppi intoppi! >>
<< Aiutami a toglierla. >> Chiese Philia. E Xelloss avvampò. Non credeva che il drago avrebbe accettato una simile proposta.
Restò incerto sul da farsi per qualche secondo, poi si alzò e prese il mantello di lei che era accanto al fuoco. Era lì da un po' ormai, ed era asciutto quasi del tutto.
Lo poggiò sulle gambe di lei facendolo salire man mano che saliva anche la veste. In questo modo, ciò che la stoffa bagnata scopriva, veniva coperto subito dal mantello asciutto.
Con questo piccolo stratagemma liberò la ragazza degli abiti bagnati e intrisi di sangue.
<< Grazie >> Disse Philia sinceramente riconoscente per il gesto di Xelloss. << Grazie per l'attenzione di coprirmi e grazie per le cure...so che aiutare un drago non è nei tuoi piani >>.
<< Ma tu stai aiutando me...e stai rischiando la vita. Mi sembra il minimo! >> Concluse lui. E si alzò per raggiungere il fuoco e prendere il suo mantello.
Tornò così da Philia e dopo essersi tolto anche lui la maglietta bagnata, si stese e si coprì.
Fuori, il diluvio imperversava.

*

Passate poche ore, svegliandosi, Xelloss si accorse del fuoco che si stava affievolendo e corse ad alimentarlo. Fatto questo tornò da Philia e le tastò la fronte per accertarsi che stesse bene, ma la sentì calda e intuì che avesse la febbre.
Philia aprì gli occhi. Erano lucidi.
<< Ti è venuta la febbre! >> Disse lui.
<< Prevedibile >> rispose lei << Deve essere la tua cattiva influenza ad indebolirmi! >>
<< Scherzi, vero? >> Chiese Xelloss dubbioso.
<< Niente affatto! >> Commentò Philia con sarcasmo.
<< Comunque sei bollente >>
<< Eppure sto gelando...non sento più le gambe nè le braccia! >>
Xelloss aprì i suoi brillanti occhi color ametista e e la fissò preoccupato. Poi infilò una mano sotto il mantello, toccando un braccio di lei. Era realmente gelido.
<< Stai andando in ipotermia! >> commentò frettoloso, e si infilò velocemente sotto il mantello con lei, stringendola e coprendola col proprio corpo.
<< Cosa fai? Lasciami, non... >>
<< Stai rischiando grosso! Non ci tengo ad abbracciare un drago insignificante, lo sai! E' questione di vita o di morte, e a me sei utile da viva! >>
<< Ma come osi?! E comunque, grazie! Davvero confortante! Sei solo un approfittatore! E poi non voglio essere toccata, specialmente da te! >>
<< Sei insopportabile, petulante e capricciosa, quindi ora piantala! >> Rispose con tono autoritario e secco.
Philia si zittì e tra loro cadde il silenzio. E nel silenzio, si sa...inizia a parlare tutto ciò che non ha parole.
Così Philia si rese conto che poteva sentire distintamente il cuore di Xelloss che batteva attraverso il petto premuto contro il suo, e contro la sua pelle nuda.
Dapprima si sorprese nello scoprire che il demone lo avesse davvero un cuore. Ma batteva lentissimo. Ogni singolo battito lasciava intercorrere una decina di secondi da quello successivo.
Così era anche per il respiro. Lento e sommesso, quasi impercettibile.
I capelli di lui le solleticavano il viso e in quel mare di sensazioni, cercò di smetterla di fermarsi ad ascoltare il corpo del demone.
Non poteva sapere che lui stava facendo lo stesso identico sforzo...o forse no. Xelloss era nettamente in difficoltà rispetto a lei. Lui doveva fare i conti anche con gli istinti più "maschili" ed i pensieri più "umani", e la situazione, unita al silenzio imbarazzante, non aiutava.
Oggettivamente, la bellezza e la grazia di Philia erano palesi anche per uno come lui.
Per quanto odiasse i draghi, quella ex vestale l'aveva sempre vista come una creatura dalla bellezza indiscutibile; ora però, trovarsi in quella situazione e formulare quel pensiero, non era affatto saggio. Per quanto il corpo di lei fosse gelido, lui ne avvertiva ogni singolo contorno con una chiarezza quasi snervante.
Si obbligò a portare la mente altrove, ripensando alla sua missione, al motivo che lo aveva spinto a chiedere aiuto a Philia. Doveva risolvere il suo problema con i poteri.
Un demone non poteva ridursi in quello stato.
Doveva recuperare la sua antica forza.
Improvvisamente, Philia mosse le gambe debolmente.
<< Che hai? >> Le chiese.
<< Sento le gambe intorpidite... mi fanno male... >>
Lui allungò una mano sentendo che erano ancora gelide.
<< Non sento nulla... >> Continuò lei.
<< Non senti la mia mano? >>
<< No.. >> Rispose lei.
<< Così non va...non va!... Assolutamente! >>
Philia lo guardò mentre i suoi occhi iniziavano a chiudersi.
<< Philia resta sveglia! >>
<< Non ci riesco...Xelloss, sono...stanca... >> Bisbigliò in un sussurro.
<< Ascoltami! Philia! Resta sveglia, guardami! >>
Ma Philia stava lentamente perdendo i sensi. Gli occhi chiusi e il viso pallido.
Xelloss la strinse con forza e si concentrò.
Pochi secondi di silenzio, con la pioggia che scrosciava accompagnata da vento che urlava tra le spigolose insenature della roccia.
Pochi secondi, poi il corpo del demone si illuminò si una tenue luce violacea. In uno sforzo, convogliò l'energia nel corpo della giovane, avvolgendola con quella stessa luce oscura.
Sapeva che aiutare un drago avrebbe di certo avuto delle ripercussioni sul proprio equilibrio magico e anche su quello di lei. Ma Philia gli serviva viva...e forse non era solo quell'egoistico bisogno che lo stava spingendo a quel gesto innaturale.
Pochi istanti, e iniziò a sentire il corpo di lei muoversi con lentezza, come se si stesse svegliando.
Continuando a stringerla e a passarle l'energia, iniziò a sentire che riprendeva calore.
<< Xellos >>
La voce di lei, dolce come una musica, lo ridestò facendogli interrompere il flusso magico.
<< Scusa >> Le disse << Non potevo fare diversamente o... >>
<< Grazie per avermi salvata >>
<< Sono stanco >> Sussurrò lui.
In risposta, Philia fece l'azione più inaspettata per il demone. Tese le braccia e lo attirò a sè stringendoselo al petto.
Esausto, Xelloss crollò e si addormentò tra le braccia del drago.

***

Al suo risveglio, Xelloss era solo. Scattò a sedere e si guardò intorno scorgendo Philia che si scaldava accanto al fuoco.
Aveva rimesso gli abiti strappati e sporchi di sangue e polvere.
Era splendida come un fiore tra le macerie.
<< Ti sei svegliato... >> Chiese lei voltandosi e accorgendosi di essere osservata.
<< Ehm...come stai? >>
<< Meglio...grazie. Tu hai dormito molto. Eri stremato >>.
<< Si...ma per una buona causa. Stai bene, è questo che conta! >>.
<< Beh...grazie... >> rispose lei con un filo di voce.
<< Si...ma non abituartici! La prossima volta vedi di essere più scattante! E magari perdi qualche chiletto, così Squalo avrà difficoltà a prendere la mira...ora sei pachidermica! >>
La mazza chiodata spuntò come un lampo dalla gonna della ragazza che la impugnò e centrò Xelloss in pieno.
<< Stupido demone! >>

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2247983