Accettami per quello che sono.

di MayaNp994
(/viewuser.php?uid=179821)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione: Edward Swan ***
Capitolo 2: *** 1. Nascondere la verità -Bella- ***
Capitolo 3: *** 2. Nessuno mi rifiuta -Ed- ***
Capitolo 4: *** 3. Giochiamo dunque -Bella- ***
Capitolo 5: *** 4. Giornata al parco con Alice -Ed- ***
Capitolo 6: *** 5. Di nuovo lui. -Bella- ***
Capitolo 7: *** 6. Cosa ha fatto Jacob?! -Ed- ***
Capitolo 8: *** 7. Lui è MIO! -Bella- ***
Capitolo 9: *** 8. Pentito -Ed- ***
Capitolo 10: *** 9. Pettegolezzi e Damon. -Bella- ***
Capitolo 11: *** 10. Alice, Non mi incasinare le idee. -Ed- ***
Capitolo 12: *** 11. Ma Edward è perfetto. -Bella- ***
Capitolo 13: *** 12. Vuoi tornare con me? -Ed- ***
Capitolo 14: *** 13. Damon, perdonami -Bella- ***
Capitolo 15: *** 14. Idiota -Ed- ***
Capitolo 16: *** 15. Addio Forks -Bella- ***
Capitolo 17: *** SEGUITO! ***



Capitolo 1
*** Introduzione: Edward Swan ***


INTRODUZIONE: Edward Swan
 
Un dolore allucinante.
 
Non riesco a muovere un muscolo durante quel lasso di tempo in cui le contrazioni si fanno più forti.
 
Volevo solo mettere fine a quella agonia. Volevo spingere ma il dottore mi frenava.
 
Mia madre era al mio fianco, la sua mano nella mia, continuava a dirmi che da lì a poco sarebbe finito tutto, che la parte più dolorosa sarebbe stata la prima.
 
Uscì la testa e tutto fu più semplice.
 
Una nuova voce riecheggiò in sala parto, un nuovo pianto.
 
Eccolo lì, un scricciolo. Nacque il mio piccolo Edward.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 1. Nascondere la verità -Bella- ***


Capitolo 1. Nascondere la verità.
 
Sono Isabella Swan, studentessa modello ed estremamente altruista, ho diciassette anni.
 
Vivevo a Phoneix da quando ne avevo cinque. I miei genitori si sono separati perché i loro gusti e le loro opinioni erano sempre, e dico sempre, diverse e contrastanti.
 
Non riesco a spiegare la mia storia senza che due lacrime solchino il mio volto, rigandolo con linee fredde ed amare.
 
Quando avevo quindici anni ebbi il mio primo rapporto sessuale con il mio, quasi, ragazzo.
 
Fu così dolce e sensibile che non credetti a nessuna diceria su di lui e le sue scopate giornaliere con le altre.
 
Però, quando lo vidi, mi resi conto che, a volte, credere ai pettegolezzi faceva bene.
 
Mi lasciò per messaggio dopo appena due giorni dalla nostra notte di fuoco.
 
Il mese dopo mi accorsi di essere incinta e per quanto pericoloso e pauroso potesse essere, lo dissi a mia madre. Stranamente non reagì come mi aspettavo, non mi picchiò, non mi sgridò… Svenì e basta.
 
Non mi parlò per una settimana, ma quando si accorse che quel comportamento non mi aiutava per niente, la smise e cominciò a fare la persona adulta e responsabile… per una volta.
 
Non andai più a scuola, ma ebbi un insegnante privato e così riuscii a passare il primo anno di liceo.
 
Avevo sedici anni quando partorii il mio piccolo Edward e non provai mai felicità più grande nel sentire il suo pianto dolce risuonarmi nelle orecchie per la prima volta.
 
Era parte di me.
 
Per accudire mio figlio, persi il secondo anno di liceo.
 
Mi sembrava più che logico, dato che un neonato ha costantemente bisogno della sua mamma.
 
Quando compì un anno di vita, mi trasferii a Forks con lui, nella speranza di trovare persone migliori ed una vita meno complicata.
 
 
 
Arrivammo davanti a casa di mio padre, Charlie, alle sette del mattino con il mio Edward in braccio.
 
Suonai.
 
-Bells!!- rispose mio padre aprendo la porta sorridente
 
-Papà!- dissi abbracciandolo stando attenta al mio scricciolo.
 
-Come è stato il viaggio per voi due?- disse guardando suo nipote con occhi lucidi e del tutto “innamorati”.
 
-E’ stato abbastanza lungo e stancante. – dissi –Ma finalmente siamo arrivati!- sorrisi e anche lui.
 
-Quindi questo è il mio nipotino?- Charlie sapeva quello che mi era successo ma non aveva mai visto mio figlio prima. Il mio scricciolo era stupendo, occhi marroni come i miei, capelli neri e i lineamenti sono dolci e delicati.
 
-Si. Ma te lo presento meglio quando si sveglia.-
 
Lascia Edward sul divano, coperto da un plaid rosso e mi avviai con mio padre verso la cucina.
 
Tutto era uguale a come ricordato, le foto sue e di mia madre erano state sostituite con quelle di un’altra donna, doveva essere la nuova fidanzata, o moglie, di mio padre.
 
-Bella da domani inizierai il secondo anno di liceo.- disse secco mio padre.
 
-Ma papà! E Edward?- dissi spaventata all’idea di lasciare mio figlio da solo.
 
-Ci penserà Sue. Lei ha un bambino della sua stessa età e si potrà prendere cura anche di lui.- sospirai.
 
-Cosa sanno di me?-
 
-In che senso?- disse non capendo la mia domanda.
 
-Papà Forks è un piccolo paese con pochi abitanti, le notizie girano… cosa sanno di me e di Edward?-
 
-Ah. Sanno che tu sei mia figlia e che Edward è tuo fratello.-  Mi irrigidii. A cosa serviva quella farsa. Prima o poi avrebbero saputo la verità ed allora sarebbe stato troppo tardi per tornare indietro.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 2. Nessuno mi rifiuta -Ed- ***


Capitolo 2. Nessuno mi rifiuta!
 
Lasciai casa mia con la mia Volvo grigio metallizzata e con mia sorella, mio fratello e la sua ragazza, partimmo per quel carcere che gli adulti definiscono, scuola.
 
Appena entrati nel parcheggio, Alice, la mia sorella folletto, corse verso il suo fidanzato Jasper, prima o poi dovranno farlo santo perché riesce a sopportare mia sorella e le sue folli giornate di shopping.
 
Rosalie e Emmett, gli altri due, nemmeno il tempo di scendere dalla macchina, si stavano già baciando come forsennati.
 
Quando invece scesi IO, una sfilza di oche mi si attorniarono tutte intorno e mi chiedevano sempre la stessa cosa. Cosa che non rifiuto mai.
 
Edward!! Nell’aula di spagnolo?- mi disse Lauren.
 
-Contaci- e le feci l’occhiolino. Liquidai tutte le altre.
 
Andai verso Alice e Jazz, che mi guardavano schifati, e mi dissero di comportarmi bene visto che quel giorno sarebbe arrivato un nuovo alunno.
 
-Come si chiama questo ragazzo?- chiesi.
 
-Ragazza…  Comunque Isabella Swan-
 
-La figlia del capo Swan è tornata a casa? Come mai?- chiese Jazz.
 
Sapevamo che la figlia del capo della polizia viveva con la madre in un’altra città e che tornava solo per l’estate. L’avevo già adocchiata qualche anno prima ma da due anni non si faceva vedere.
 
-Non ne sono sicura, ma c’entra qualcosa con suo fratello Edward.-
 
-Che buon gusto che hanno in fatto di nomi- scherzai vantandomi.
 
Ridemmo di gusto.
 
Sentimmo una portiera sbattere e la vidi. Una dea di prima categoria, capelli setosi e castani, occhi profondi, color cioccolato ed un corpo slanciato e snello che farebbe sognare chiunque lo abbia sotto di se… Ok Edward il tuo lato indecente sta emergendo. Calma i bollenti spiriti.
 
Scossi la testa e mi avviai verso di lei per conoscerla.
 
-Ciao- dissi con un sorriso.
 
-Ciao.- disse secca.
 
-Come va?-
 
-Bene.- Ok. Qualcuno è un po’ asociale.
 
-La buona educazione richiede che tu me lo domandi come io ho fatto con te.- dissi sempre sorridente, anche se dentro stavo urlando per l’irritazione.
 
-La buona educazione dice anche che non si dovrebbe andare a letto con una ragazza e corteggiarne un’altra, nuova per giunta.- Perspicace la ragazza.
 
-E chi te lo dice che ci sto provando?- Mi guardò di sbieco. Aveva veramente capito tutto di me solo con uno sguardo.
 
-Andiamo. Vengo da Phoneix… di ragazzi come te ce ne sono a migliaia. E poi tu sei Edward Cullen… la tua “fama” ti precede.- disse.
 
-Sei sicura di non volere il mio aiuto?- dissi suadente.
 
-Non voglio aiuto da te.- e poi se ne andò. Rimasi basito. Nessuna ragazza aveva mai avuto il coraggio, non che la voglia di scaricarmi in quel modo.
 
Tornai dai miei fratelli che avevano osservato la scena e che sogghignavano divertiti.
 
-Hai trovato pane per i tuoi dente Eddino Caro.- Oh benissimo quando Emmett mi chiama così, devo stare attento a tutte le sue battute squallide e scommesse inadeguate.
 
-Dai Emmy Pooh… non essere crudele con Ed. In fin dei conti è la prima volta che gli succede…- rise Rose.
 
Non riuscivo a prestare attenzione alla loro conversazione, dovevo capire cosa avesse spinto Isabella Swan a respingermi.
 
Alla prima ora avevo biologia, non avevo voglia di seguirla così andai nell’aula di musica.
 
Entrai in classe e la vidi al telefono, mi avvicinai per sentire quello che diceva.
 
-Si.. Si.. Non le mangia le zucchine. No. A lui piacciono gli omogeneizzati di carne.. Si. Va bene passamelo.- Un sorriso si stampò sul suo volto. Ma cosa diamine aveva?
 
-Amore mio. Si sono la mamma.- Mamma?! –Dai retta a Sue ok? Me lo prometti? Bravo. Edward? No. Non devi piangere amore mio. Tra poche ore la mamma sarà a casa e ti porterà al parchetto ok? Si. Anche il gelato. Va bene? Fai il bravo… ti voglio bene. Ciao scricciolo.- e mise giù.
 
Si girò e si pietrifico quando mi vide. Io avevo un ghigno stampato il faccia. Volevo la vendetta.
 
-Da quanto tempo sei qui?- disse appoggiando il telefono sul piano.
 
-Da quando hai iniziato a parlare con Edward… Mamma!- sogghignai.
 
-Non sono affari tuoi. –
 
-Lo so. Ma nessuno può trattarmi come hai fatto tu e farla franca. Credo che a Jessica Stanley, la pettegola della scuola, interesserà sapere che Isabella Swan ha avuto un bambino ed è per questo che ha saltato un anno di scuola.-
 
-Non mettere in mezzo mio figlio.. Altrimenti..-
 
-Altrimenti cosa?
 
-Cazzo Edward.. Non posso credere che tu sia così..-
 
-E come credevi che fossi?- dissi avvicinandomi. Lei si allontanò.
 
-Credevo fossi diverso dallo stronzo che mi ha messa incinta invece.. sei la sua copia sputata..  Vuoi dirlo a Jessica, o come si chiama?.. diglielo.. a me non importa.. se non fosse stato per mio padre, io avrei detto subito che il mio scricciolo era mio figlio. Non me ne vergogno. Mio padre invece pensa che nascondendolo potrei avere una vita normale. Ma tu fai quello che vuoi.. a me non importa.-  disse spingendomi di lato per passare. –Comunque ho conosciuto i tuoi fratelli.. Sono davvero simpatici.. Ringraziali per la gentilezza che mi hanno riservato. E salutami anche Rosalie e Jasper. Addio Edward.-
 
Cosa avevo fatto? Avevo davvero ricattato una ragazza diciassettenne con un bambino? Ma che diamine mi prendeva?
 
Andai verso il pianoforte. Si era dimenticata il telefono.
 
Guardai il display e vidi un piccolo bambino. Occhi marroni, identici a quelli di Isabella, capelli neri ed un naso un po’ schiacciato.
 
Era stupendo e lei lo aveva cresciuto tutto da sola.  Mi diedi del mostro ed uscii a grandi passi dall’aula nella speranza di incontrarla.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 3. Giochiamo dunque -Bella- ***


Capitolo 3. Giochiamo Dunque.
 
Minacciarmi con mio figlio… che cosa squallida. Andai in classe e vidi tutti i volti girati sulla mia figura. Odiavo essere al centro dell’attenzione.
 
-Ho sentito…- bisbigliò una -… Che ha una storia con Edward Cullen.-
 
Scoppiai a ridere. –Ti sbagli.- le dico.
 
Lei arrossì semplicemente.
 
Dopo quel momento di divertimento tornai subito seria ed arrabbiata. Nessuno e dico Nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di ricattarmi con una cosa che per me è di vitale importanza.
 
Mi tastai le tasche dei pantaloni per vedere dov’era il cellulare. Ma mi accorsi che non lo avevo con me.
 
Stupido Cullen. L’ho dimenticato in aula di musica.
 
-Professore posso uscire due minuti?-
 
-No, Swan.-
 
-Per favore, dovrei andare in bagno.-
 
-No, Swan.-
 
Mi incazzai di brutto e dissi quello che ero solita dire a Phoneix quando i professori non mi mandavano in bagno.
 
-Cazzo prof. Ho le mie cose! Posso andare in bagno?!- dissi quasi urlando.
 
Scoppiarono tutti a ridere guardando la faccia imbarazzata del professore di inglese.
 
-Certo, Swan. Vada.-
 
Uscii ed andai direttamente verso l’aula dove incontrai e mi scontrai con Edward.
 
Mi guardai in giro. Non c’era.
 
Quell’idiota di Cullen. Dovevo cercarlo per vedere se ce lo aveva lui.
 
Passeggiai per un po’ nei corridoi. Sentii dei gemiti e dei sospiri provenire dall’aula di… Spagnolo, a quanto mi risulta.
 
-Edward! Edward!!- che svergognata!! Cazzo e se la sentiva qualcuno. Poi urlare “Edward” durante l’orgasmo non mi sembrava il massimo della vita. Se solo quella puttanella avesse saputo quanto il “suo” Edward fosse viscido.
 
Non mi importava quello che pensavano di lui. Rivolevo il mio cellulare ed ero quasi sicura che ce lo avesse lui.
 
Entrai nell’aula senza vergognarmi o imbarazzarmi per quello che vidi.
 
Edward steso per terra dietro una fila di banchi e la tizia sopra di lui… mi venne il vomito.
 
Si accorsero di me. Io battevo il piede per terra.
 
-Swan!!- disse Edward sorpreso di vedermi.
 
-Cullen.- dissi fredda.
 
-La conosci?- disse la tizia ancora ansimante.
 
-Non ti sforzare carina.. Non perdere la concentrazione… io rivoglio solo il mio cellulare. Dove lo hai messo Cullen?-
 
Aspettai la fine della loro trombata e mi rispose.
 
-Dentro i pantaloni. Te lo eri scordato e volevo riportartelo dopo scuola.- disse sorridendo.
 
-Non guardarmi con quella faccia da schiaffi Cullen. Per me non sei nessuno. Se neanche vederti nudo, mentre scopavi con una tipa, mi ha smosso, cosa credi possa fare un sorrisetto..-
 
-Come siamo aggressive.. non ne hai motivo.- Non ne ho motivo?! Ma che si era fumato? Tutte le aiuole della scuola?
 
-Sei affetto da personalità multipla Cullen…-
 
Appena la tizia se ne andò continuai. –Tu mi hai ricattato. Hai messo in mezzo MIO FIGLIO. Non ti dovevi nemmeno permettere di nominare il mio scricciolo. Sono davvero tentata a cambiargli nome.-
 
-Come siamo esagerati Isabella.- disse avvicinandosi più del lecito.
 
Gli tirai una ginocchiata nel sottoventre e si piegò in due dal dolore.
 
-Stai lontano da me e da mio figlio.- Presi il cellulare dai suoi pantaloni e me ne andai.
 
Tornai a lezione e la seguii svogliatamente. Avevo una voglia matta di picchiare qualcuno e di abbracciare il mio piccolo.
 
Fu una brutta scelta ricominciare la scuola. Non ero più abituata alla gente che non sapeva un cazzo della vita e si scopava il primo che passava.

Io non ero più quel genere di ragazza. Ero cambiata.

Da quando incontrai Jake e mi concessi a lui, non ho mai più pensato di concedermi ad altri. Quando mi ha lasciata, volevo solo sparire.

Il dolore che mi avvolse quando mi arrivò quel messaggio, si rifugiò dentro me e non volle più abbandonarmi. Ogni volta che provavo ad essere aperta con qualcuno, una fitta mi colpisce il cuore e mi costringe ad essere fredda e ad andare piano.

Jacob era la copia di Edward.

Non c’era letto che non conosceva. Era stato con tutte. Io ero solo un’altra tacchetta da aggiungere alle sue conquiste.

Non mi farò fregare di nuovo. Non questa volta. Edward vuole giocare? Giochiamo dunque.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 4. Giornata al parco con Alice -Ed- ***


Capitolo 4. Giornata al parco con Alice.
 
Quella ginocchiata che mi diede mi faceva ancora male quando uscii dall’aula.
 
Lauren non mi guardava negli occhi, troppo imbarazzata per l’intrusione di Bella.
 
Quella ragazza mi piaceva sempre di più.. Oh non pensate sentimentalmente.. Le donne, per me, sono solo delle brave compagne di letto.
 
La conversazione che fece con suo figlio mi balenava ancora in testa, gli voleva molto bene. In fin dei conti era una parte di lei. Dovevo ammettere che un paio di volte, guardando Alice e Jazz o Emm e Rose insieme, immaginavo come fosse stare insieme a qualcuno seriamente.
 
Svegliarsi insieme, fare l’amore. Dolci baci, abbracci, gelosie e paranoie.
 
Tutte queste cose non le avevo mai provate.
 
-Eddinoooo!!-  Oh No! Era Emmett insieme agli altri –Eddinooo!! Allora? Come è andata con la tizia?- indicò Lauren.
 
-Male.. Sono rimasto insoddisfatto per colpa della Swan.- dissi sbuffando.
 
-L’abbiamo conosciuta! È troppo simpatica, è una ragazza seria e condivide il mio modo di vedere la vita.-
 
-Cioè?-  chiesi insieme a Rose.
 
-Vedere tutto positivamente e ridere sempre.- disse serio.
 
Quasi ci spaventammo per quell’ondata di serietà che sconvolgeva il suo volto. Non era mio fratello. Dov’era Emmett?!
 
-RIDATEMI MIO FRATELLO!!- scherzai.
 
-Ah.Ah.Ah. davvero molto divertente Edward.-
 
Vidi che Alice se ne stava in disparte persa nei suoi pensieri. –Ehi.- dissi
 
-Edward.. Posso chiederti un favore?-
 
-mmm.. dipende.-
 
-Vieni al parco con me dopo? Voglio stare un po’ all’aria aperta.-
 
-Non puoi chiedere a Jazz?- chiesi, era strano che lo chiedesse a me.
 
-Non può.- disse facendo gli occhi da cucciolo che mi convincevano sempre.
 
-Va bene Folletto, vengo con te.- dissi rassegnato.
 
Arrivò la pausa pranzo e vidi Bella seduta al nostro tavolo.
 
Fantastico. Pensai.
 
-Bellissima quella maglietta Alice, dove l’hai comprata?-
 
-In un negozio a Port Angeles.-
 
-Mi ci accompagni qualche giorno?- disse Isabella entusiasta.
 
Ad Alice le si illuminarono gli occhi. Era la prima volta che qualcuno, a parte Rose, le chiedeva di accompagnarla a fare shopping.
 
-Certo!! Oggi ti va?- chiese Alice, ormai su di giri.
 
-Emm.. Non posso, oggi devo stare con mio f..- si stava tradendo. –Fratello.- poi abbassò lo sguardo.
 
Mi avvicinai alla sua sedia e mi sedetti di fianco a lei.
 
-Cullen.- disse fredda.
 
-Isabella.-
 
-Chiamala Bella..- disse Jasper. –Isabella è così.. così.. formale.-
 
Lei sorrise. –Si, hai ragione. Preferisco Bella.-
 
Odia il suo nome. Benissimo un motivo in più per usarlo.
 
Se ne andò e noi pure.
 
Le lezioni erano troppo noiose ed infatti non le seguii per niente.
 
Tutti i professori mi detestavano perché cercavano in tutti i modi di mettermi in difficoltà, ma riuscivo sempre a districarmi dai problemi che mi ponevano davanti. Non stavo attento a scuola, ma studiavo molto a casa.
 
La scuola finì e come promesso, dopo pranzo, verso le quattro accompagnai Alice al parco.
 
Ci sedemmo su una panchina e cominciammo a scherzare e a ridere quando sentii una voce che, stranamente, mi era molto familiare.
 
-No! Ahahah, cosa fai! Edward!! Ahahaha, Non schizzare la mamma!!- Era Bella.
 
Quello che aveva detto a scuola era la verità, non si vergognava di suo figlio e non le importava se la gente avesse sentito quello che diceva.
 
Lo prese in braccio e cominciò a dargli dei teneri baci sul volto. Ero rapito da quella scena e dalla bellezza di entrambi.
 
-Vuoi il gelato Edward? – Non risposi a mia sorella. –Edward!!- mi scosse un pochino e ritornai in me.
 
-Eh? Cosa?Cosa hai detto?- dissi confuso.
 
-Ho detto vuoi il gelato?-
 
-Si, vado a prenderli io. Fragola, cioccolato e panna montata Alice?- chiesi anche se sapevo che era così.
 
-Ovvio!!- disse battendo le mano come una bambina di cinque anni.
 
Andai verso il chioschetto dei gelati ed incontrai Bella con il suo bambino, intenti a scegliere i gusti per la loro coppetta. –Mamma,Blu!!- disse il piccolo.
 
-Blu?- chiese, lui fece di sì con la testa. –Scusi che gusto è quel gelato blu?-
 
-Quello blu, è solo fiordilatte con del colorante blu. Niente di che.- disse il gelataio sorridendole. Lei ricambiò.
 
-Allora vogliamo due coppette tutte blu! – il bambino cominciò ad abbracciare Bella e a battere le mani, come poco prima aveva fatto Alice.
 
Rimasi incantato.
 
-Lei signore?-
 
-Io vorrei due coni: Fragola, cioccolato e panna montata.-
 
Lei mi vide e diventò subito fredda e sul suo volto, dove prima albergavano la felicità e la serenità, era rimasto solo il disprezzo per quello che vedeva: IO.
 
Tornai da Alice e lei mi sorrise.
 
-Hai visto che bello il suo fratellino?-
 
-Si.- dissi freddo.
 
-Le vuole molto bene, sembrano molto legati.- e non sapeva quanto.
 
-Già, sembra anche a me.-
 
-Perché non ti sopporta?- chiese tutto d’un tratto.
 
Oddiosantissimo. E adesso che diamine le dicevo: Sai Alice, ho scoperto che il suo fratellino è in realtà suo figlio e visto che ero super irritato per il suo comportamento di questa mattina, l’ho ricattata dicendole che lo avrei detto alla Stanley.
 
Ma invece risposi: -Non ne ho la minima idea.-
 
Prima o poi avrei sistemato questa situazione? Solo il tempo me lo avrebbe detto.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 5. Di nuovo lui. -Bella- ***


Capitolo 5. Di nuovo lui.
Ma si può sapere perchè ce lo dovevo avere sempre tra i piedi?
Mi giravo a destra e trovavo Cullen, mi giravo a sinistra e mi ritrovavo nuovamente Cullen.
Ma che era? un incubo?
Poi vederlo al parco mi aveva messo di malumore.
-Mamma.- disse il mio scricciolo.
-Dimmi Patato.-
-Gelato.- rispose indicando le due coppette che avevo ancora in mano.
-Oh, scusa amore. - Ci sedemmo su una panchina e cominciai ad imboccarlo come facevo sempre.
Lo sapevo che lo stavo viziando, ma diamine era il mio piccolo e tenerissimo Edward e volevo comportarmi come una mamma affettuosa. Ne avevo tutto il diritto.
Appena alzai gli occhi mi ritrovai ancora Edward Cullen che mi guardava.. Ma che diavolo voleva?
-Ehi Cullen, se mi guardi un altro po' va a finire che mi consumi.- dissi.
-Non ci posso fare niente Isabella.- rispose calcando sul mio nome, lo faceva a posta!! Va beh comunque non avrei apprezzato se lui mi avesse chiamato con il mio diminutivo, così non dissi nulla.
-Non mi presenti a tuo fratello?- disse evidenziando troppo l'ultima parola.
Lo fulminai con lo sguardo.
-Non voglio che mio figlio conosca un ragazzo quasi uguale a quell'idiota di suo padre.- dissi velenosa come un serpente a sonagli.
-Attenta Swan, potrei offendermi e fare cose veramente sgradevoli.-
Eh no! Basta adesso!
-Come ti ho detto a scuola, fai come ti pare... come puoi constatare adesso, non mi vergogno di dire che questo bellissimo bambino è mio figlio.- Due persone si girarono verso di me e mi guardarono sbalordite.
-Sicura?- disse lui con un ghigno stampato su quella faccia da idiota.
-Certo che ne sono sicura Cullen. E pensare che fino a qualche anno fa ero come te.- dissi sputando quelle parole.
-Ti avrei voluta conoscere allora... Saresti stata più interessante.- rispose.
-Si, come un pugno in un occhio... se vuoi puoi anche dire a quell'oca di “come si chiama” tutto quello che vuoi, sinceramente a me non importa.. Credevo comunque che ti fossi pentito.. ma vedo che non è così..-
-Mi stavo pentendo ma.. dopo mi hai tirato una ginocchiata sul mio preziosissimo collega.- disse indicandosi i pantaloni. -e non potevo perdonartelo.-
-Ti ho fatto male? - dissi dolcemente.
Lui rimase stranito da quel mio sbalzo d'umore. Proprio quello che volevo.
Si avvicinò e mi disse “sensualmente” -Moltissimo.-
-Allora sono arrivata al mio scopo.- dissi prendendo in braccio il mio bambino che continuava a tirarmi la maglietta. -Dimmi piccolo.-
Indicò Edward -Non ti preoccupare questo... coso... non ci importunerà più.-
-pff .. coso!- blaterò lui.
Mi incamminai quando vidi che Edward mi seguiva.. non mi voltai.
-Bellaaa!!- disse una voce che conoscevo bene, Alice.
-Ciao Alice!! come stai?-
-Bene bene. Ti piace la sorpresa che ti ho fatto?- la guardai con aria interrogativa.
-Non capisco.-
-Ho portato Edward al parco.- Eh!? E quella sarebbe una sorpresa?!
-Che?!- rispose lui per me. -Mi hai trascinato al parco solo per fare una “sorpresa” a questa qui?-
-Si!! Siete una bellissima coppia.- disse lei sicura di quello che diceva.
-Alice... Ti sbagli... non ci possiamo vedere.-
Sbuffò poi le si aprì un sorriso a trentadue denti quando vide mio figlio.
-Bella questo è il tuo fratellino?- mi chiese.
-Certo. Edward questa è Alice.. Con lei puoi parlare.. basta che non parli con quel tizio là!- dissi indicando Cullen.
Alice rise. -Ciao! Ma lo sai che sei proprio un bel bambino!- disse facendo la vocina dolce.
Che tenera che era. Proprio una ragazza che vorrei avere come amica. Forse lo era già... Chissà se Cullen con la sua presenza potrà cambiare almeno un pochino.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 6. Cosa ha fatto Jacob?! -Ed- ***


Capitolo 6. Cosa ha fatto Jacob?
 
Quando tornai a casa, ero incazzato nero con Alice. Mi aveva trascinato al parco solo per fare un “piacere” a Isabella.. Ma che cavolo le passava per la testa!!
 
Io non la sopportavo, lei non mi sopportava… Insomma, non ci sopportavamo..
 
Era l’unica cosa di cui eravamo veramente certi. L’irritazione e la rabbia salivano a mille appena ci vedevamo o scambiavamo un semplice sguardo.
 
-Ma che diamine avete? Perché non riuscite a stare nello stesso posto senza scannarvi? Dio vi conoscete da un giorno e già provate odio reciproco?!- sbraitò Alice.
 
-Si. – Decisi di risponderle a monosillabi.
 
-Perché? –
 
-Boh –
 
Sbuffò e in quel momento sembrò che il finestrino, per lei, fosse diventata un’opera decisamente interessante.. una cosa da non perdere.
 
Isabella Swan mi aveva smontato in meno di dieci secondi.  Non ero nemmeno riuscito a presentarmi e a fare le solite cose per conquistarmi la simpatia di quelle nuove.
 
Sapete, sorrisi sghembi, occhi dolci, parole sensuali e tenere allo stesso tempo.
 
No! Nulla di queste cose fu fatta. Che nervi… Decisi di ignorarla.
 
DUE MESI DOPO________________________________________________________
 
-mancano ancora due ore… Che palle..! – disse Rose a Alice.
 
Alice da un po’ di tempo non mi parlava più, non capivo cosa avesse.
 
-Già, ieri Bella mi ha detto una cosa sconcertante..- disse ad un tratto. Cosa le avrà mai detto di così scioccante?
 
-Cosa ti ha detto?- dissi io seguito a ruota da Rose e Emmett. Jasper si faceva gli affari suoi, il suo stile di vita è molto chiaro : SE FELICE VUOI CAMPARE, I CAZZI TUOI TI DEVI FARE.
 
Ed ha ragione. Lui non ha mai avuto problemi con nessuno, proprio perché non gli importava dei pettegolezzi o cose varie.
 
-Edward non è suo fratello…- sgranai gli occhi. –è suo figlio.. – Tutti la guardavano come se fosse un’aliena. Io non mi stupii come loro.. lo sapevo già.
 
-Mi ha detto anche altre cose che dopo ti racconto Rose. Non posso raccontarle a tutti.-
 
Rose era molto curiosa. Lei pensava che Bella ancora dovesse avere il suo primo rapporto.. invece venne a scoprire che era anche andata oltre.
 
-Ma scusa..- disse Emmett serio. Quel giorno era da evidenziare, Emmett SERIO!! Non ci potevo credere. –Il padre del bambino dov ‘è?-
 
-Lui non lo sa.. e non le ho chiesto nient’altro.-
 
Le suonò il telefono ed un sorriso le si stampò sul volto –Jacob!! Come stai?- disse Alice.
 
Sorrisi anche io involontariamente, Jacob era il mio migliore amico da sempre, mi insegnò lui tutto quello che sapevo sulle ragazze. Ascoltai la conversazione.
 
-Davvero!? Vieni qui a farci visita? – e cominciò a saltellare come una bambina per tutta la mensa.
 
-Va bene Edward ti viene a prendere all’aeroporto!! – disse e riattaccò.
 
Bella arrivò e chiese perché fossimo tutti così euforici e contenti. Noi rispondemmo dicendo che un nostro caro amico ci veniva a trovare e che stava con noi per varie settimane.
 
-Beh, se è simpatico come tutti voi, sarei felice di conoscerlo.- disse dolcemente. Poi guardandomi disse. –Cullen.- e fece un cenno con la testa, a cui risposi con lo stesso gesto.
 
-Allora Swan, come va con Newton?- dissi ghignando.
 
-Cullen, dovrei staccarti la testa dal collo… Come cazzo ti è venuto in mente di dirgli che gli andavo dietro… ora non riesco più a scrollarmelo di dosso…- poi sorrise –Però.. bacia bene..-
 
Bacia bene?! Ohmmerda … Edward, perché ti interessa?!
 
-uuuuh!! Racconta!!- disse Emmett.
 
-Allora..- e cominciò il suo racconto, mi sorpresi quando notai che avevo talmente schiacciato il mio panino che adesso sembrerebbe più o meno una piadina.
 
Jasper mi guardò sorridendo .. –Problemi con il pranzo Edward?- disse Bella.
 
-No. –
 
-Povero panino. cosa ti avrà mai fatto di male?- e tutti risero.. ma che cavolo c’era da ridere!
 
Sbuffai e me ne andai.
 
 
 
Ero intento a fumarmi una sigaretta quando vidi Isabella uscire dalla mensa preoccupata.
 
Quando mi vide sospirò di sollievo.
 
-Swan, cosa c’è che non va?- chiesi.
 
-Edward – disse respirando velocemente –Mi devi fare un favore.-
 
-Io? Perché?- dissi, non si era mai abbassata a chiedermi favori. Ero sorpreso e devo ammettere che a quel punto cominciai a preoccuparmi seriamente.
 
-Perché sei l’unico che può accompagnarmi a casa in meno di cinque minuti.- disse prendendomi per mano e trascinandomi vicino alla mia volvo.
 
Era il primo contatto vero tra noi. Una scarica elettrica mi invase il corpo.
 
-Bella, vuoi dirmi che succede? Mi stai facendo venire l’ansia.-
 
-Mio figlio sta male. Voglio andare a vedere che cos’ha. Per favore Edward.- disse pregandomi.
 
Mi stava pregando?! Ok, la situazione doveva essere davvero grave.
 
-Perché non me lo hai detto subito, muoviti Sali!-
 
Percorsi la strada velocemente, non mi importava se mi prendevo una multa, l’importante era portare Bella dal suo bambino.
 
Vidi che lei si stava torturando le mani. La fermai e gliene strinsi una. -Calmati, sono sicuro che non è niente.- dissi sorridendo.
 
-Edward, ti ringrazio tanto per quello che hai fatto ora.- disse stringendomi la mano. Un’altra scarica mi percorse la schiena.
 
Arrivammo davanti casa sua in sette minuti esatti e mi diede un bacio sulla guancia prima di scendere dalla macchina. Ma che diamine mi stava accadendo?
 
Le mandai un messaggio poco dopo.
 
 
 
To: Bella.
 
Mi raccomando, quando sai cos’ha dimmi se sta bene o meno. E.
 
 
 
From: Bella.
 
Non ti preoccupare Ed. Edward sta bene.. Ha solo un po’ di influenza. Grazie per quello che hai fatto prima. A domani B.
 
 
 
Avevamo parlato senza scannarci! Una cosa veramente strana.
 
Tornai a scuola e mi circondai solo da pensieri con Lei come protagonista.
 
 
 
Passarono due giorno da quel fatidico evento. Non ci parlammo più tanto.
 
Jacob mi aveva riferito che sarebbe arrivato quel pomeriggio e così lo andai a prendere.
 
-Jake!! – dissi battendogli il cinque.
 
-Ehilà Ed!!- mi salutò ridendo.
 
-Allora, cosa hai combinato di bello in questi anni?-
 
-Lascia stare, mi sono fatto così tante tipe che non mi ricordo nemmeno come si chiamavano..-
 
-Com’erano?- chiesi curioso. Lui viveva a Phoneix. Lì aveva una vasta scelta di ragazze, invece qui a Forks sono sempre le solite galline.
 
-Bravissime.. ma una in particolare, cioè l’unica di cui mi ricordo il nome, è stata una vera Bomba!!- disse ridendo.
 
-come si chiama?-
 
-Isabella.-
 
Rimasi di sasso, poi pensai, non era mica l’unica al mondo con quel nome. Scossi la testa e lo accompagnai a casa mia.
 
Entrammo e vidi Alice saltare addosso a Jacob. Gli voleva un bene immenso e lui contraccambiava,
 
Vidi altre due figure femminili, Rose e Bella.
 
Rose era felice, Bella aveva gli occhi vuoti.
 
Mi spaventai alquanto.
 
Andai da lei e le chiesi cosa c’era che non andasse.
 
Non rispose.
 
-Ciao, Bella.- disse Jacob.
 
Come diavolo faceva a conoscerla?
 
-Vi conoscete? – disse Alice.
 
-Devo andarmene di qui.- disse lei ancora con lo sguardo perso nel vuoto e corse via.
 
Che cosa le aveva fatto per farla scappare così? Poi feci due più due.
 
-Lei era Isabella?- dissi incazzato nero.
 
-Oh, sì!- disse con un sorriso.
 
-Dimmi che non sei stato il suo primo. – disse neutra Alice.
 
-Va bene, non te lo dico.-
 
Lui era il padre del bambino. –Sei un idiota, deficiente, bastardo!!- gridò Rose.
 
-Ehi, piano con i complimenti.- disse ridendo.
 
Lo presi per la maglietta e gli dissi tutto quello che avevo da dire.
 
-Tu, l’hai sedotta e abbandonata?-
 
-Ovvio, come faccio con tutte, amico.-
 
-Tu. Sei. Un. Grandissimo. Idiota.-
 
-Perché?- disse sconcertato.
 
-Dimmi che hai usato il preservativo ed io ti lascio andare,-
 
-Emm.. Non credo. Ma che cazzo c’entra adesso? –
 
Gli tirai un pugno che lo fece svenire li davanti a tutti gli occhi sconcertati e tristi dei miei familiari e amici più stretti.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 7. Lui è MIO! -Bella- ***


Capitolo 7. Lui è MIO!
Che cosa stava facendo Jacob a casa Cullen?
Era lui l'amico simpatico che dicevano?
Volevo molto bene a tutti i componenti di quella famiglia ma, finchè Jacob restava in quella casa, io non avevo intenzione di fare più alcuna visita.
Lo sapevo che era un comportamento abbastanza immaturo.. ma mi aveva illusa, sedotta e abbandonata.. in più ero rimasta incinta di lui.
Il mio scricciolo non doveva conoscere suo padre, non lo meritava. Doveva avere una figura maschile sempre presente e premurosa in tutto.
Aveva poco più di un anno e non volevo rovinargli l'infanzia.
Dovevo delle spiegazioni a molte persone, a Jacob per primo ma, in quel momento non me la sentii di chiamare nessuno e non volevo di certo dire a quel bastardo di suo figlio.
Poi tra un pensiero e l'altro mi soffermai su Edward Cullen.
Era stato molto gentile nei miei confronti e quando gli dissi che mio figlio stava male non aveva esitato neanche un attimo ad accompagnarmi a casa.
Forse dovrei ricredermi sul suo conto. Forse un cuore ce l'ha anche lui.
 
Si fece mattina e puntualmente mi alzai con mezz'ora di anticipo. Mio figlio dormiva ed era così tenero che me lo sarei mangiato come un bignè alla crema.
Amavo molto il mio piccolo Edward. Non me ne sarei mai separata.
Dovevo lottare per lui.
Dovevo essere forte per lui.
Dovevo chiarire con Jacob per lui.
Dovevo fare tutto per lui, dovevo fargli avere una vita serena ed equilibrata. Sapevo che ero ancora una bambina ed un figlio era una responsabilità enorme ma.. quando mi chiesero che se avessi voluto, avrei potuto abortire, un pezzo di cuore si spezzò e come se il mio piccolo avesse già le orecchie, mi misi le mani sulla pancia per non fargli ascoltare. -Shh!!- dissi allora -Così lo spaventate- .
Mangiai e preparai la colazione a Sue e a suo figlio ed infine misi su la caffettiera per fare il caffè a Charlie.
Era ora di prendere in mano le redini della mia vita e affrontare le conseguenze delle mie azioni passate. Non c'era più tempo di scappare dai problemi, tanto prima o dopo me li sarei trovati davanti ancora una volta.
Quanso Sue arrivò io salutai il mio scricciolo con un bacio sulla fronte ed uscii di casa per andare a scuola.
Il mio pick-up andava più lento del solito, neanche lui era dalla mia parte. Sbuffai.
Presi il cellulare e mandai un messaggio ad Alice
 
To: Alice
Alice, il mio Pick-up mi ha abbandonato... mi potresti venire a prendere?
 
From: Alice.
Certo arrivo subito.
 
Neanche cinque minuti dopo la mia migliore amica arrivò con la sua porsche davanti a casa mia.
-Dai sali Bella. Ci stanno aspettando tutti.-
-Davvero?- dissi mentre salivo in auto.
-Si.- e sorrise come solo Alice sapeva fare.
-Alice.. Ti devo chiedere scusa per ieri.. ero incazzata ed estremamente triste. Rivederlo non mi ha fatto bene.- dissi abbassando gli occhi.
-Sono io che ti devo chiedere scusa. Se avessi saputo non lo avrei mai invitato. Ed inoltre devo chiederti scusa per un altra cosa.- disse diventando un po' nervosa.
-Cosa hai fatto Alice?- dissi insospettita.
-Ho detto agli altri che Edward è tuo figlio.- disse. Si aspettava uno schiaffo o una sfuriata. Ma non avevo intenzione di fargliela.
Un sorriso mi si aprì sul volto. -Oh Grazie Alice!!- dissi abbracciandola.
-Prego.. Ma di cosa?-
-Di averglielo detto... io non ci sarei mai riuscita..- dissi sospirando di sollievo. -Non hai detto anche del ricatto di Edward vero?-
-No. Ma lui secondo me sospetta qualcosa.-
Arrivammo nel parcheggio della Forks High School e vidi i Cullen. Erano solo loro. Dov'era Jacob? Dovevo chiarire con lui una buona volta.
Quando mi videro sorrisero tutti. Ma che diamine gli prendeva?
Emmett e Rose mi abbracciarono.. No. Mi stritolarono.
Jasper mi diede un bacio sulla guancia e mi scompigliò i capelli.
Risultato: Vestiti sgualciti, capelli in disordine ed imbarazzo.. Molto imbarazzo.
Edward guardava furente qualcosa dietro di me, gli altri si erano irrigiditi. Mi sentii toccare una spalla.
Mi voltai ed ero a pochi centimetri dal viso di Jake. No. Dovevo chiamarlo Jacob.
-Bella.. Possiamo parlare?- mi disse con voce suadente e sensuale. Era ovvio che non voleva solo parlare.
Poi vidi che aveva un occhio nero. Che diamine era successo?
-Jake... Che cazzo ti sei fatto?-
-Già.. Jake Cosa ti sei fatto, sentiamo!- disse Emmett ghiagnando.
-Edward mi ha dato un cazzotto..-
Mi voltai verso colui che era stato chiamato in causa e lo vidi. Rigido come pochi, rosso in viso e gli occhi verdi, erano stretti come due fessure.
Mi girai di nuovo verso Jacob. -Avrà avuto buone ragioni per farlo..- Sicura che non dipendesse da me il fatto che si erano menati.
-Allora... Possiamo parlare?-
-Va bene. Dopo scuola però.- dissi fredda. Dovevo far intendere che avrei solo parlato. Niente di più e niente di meno.
-Ti aspetto.-
 
Quando andai in corridoio Alice e Rose mi continuavano a sbraitare contro e cercavano di farmi cambiare idea.
-Lasciate perdere..- disse Edward ad un tratto. -Non vedete che muore dalla voglia.- concluse.
-Tu devi stare solo zitto. Non ti permetto di dire cose del genere. Non sai niente di me e della mia vita e non ti permetto di fare supposizioni su quello che accadrà o meno con Jacob.- risposi. Ero infuriata. Ma come si permetteva. Non poteva capirmi.
Andai in classe e mi isolai dal mondo. -Signorina Swan..- mi chiamò il professore.
-Che vuole?- dissi acida.
-Vorrei chiederle a cosa sta pensando se non le dispiace.-
-Si che mi dispiace ed anche parecchio. Se adesso mi vuole scusare.-
Mi alzai e uscii dalla classe con grande disapprovazione del mio professore di Scienze.
Andai nell'aula di musica e mi sedetti al pianoforte.
Presi delle lezioni e ,durante la gravidanza, imparai più che altro a suonare la ninna nanna di Brahms. Quella che mi serviva di più. L'unica che faceva addormentare il mio scricciolo.
Cominciai a suonare e due lacrime mi scesero sul viso.
Non sapevo cosa fare. Perchè Jacob doveva tornare proprio in quel momento e proprio quando stavo pensando di cambiare vita?
Perchè doveva rovinarmi la vita un'altra volta?
Cosa diavolo avevo fatto di male da meritarmi tutto questo?
Dalla rabbia schiacciai troppi tasti contamporaneamente facendo produrre un suono che di melodico non aveva proprio niente.
-Qualcosa non va?- disse una voce alle mie spalle.
Mi voltai e vidi Emmett.
-Orso... No.. Va tutto bene- dissi asciugandomi quelle poche lacrime che avevo versato.
-Ne sei sicura? Bella lo sai che puoi parlare con me.- disse sedendosi vicino a me.
-Non è niente davvero.. Sono solo un po' giù di morale per la ricomparsa di Jacob.. Cercavo di farmi una nuova vita con il mio bambino ma lui Mi scombussola la mente..-
-Provi ancora qualcosa per lui?- chiese stupito.
-Si.. ma non ne senso che intendi tu.-
-E che cosa provi nei suoi confronti?-
-Provo rabbia, delusione, tristezza e mi fa male pensare che potrei cedere di nuovo.- dissi abbassando lo sguardo. Non volevo pensare a quella eventualità.
-Non cederai.- rispose sicuro Emmett. -Mi fai un favore?-
-Certo.-
-Se ti mette le mani addosso dagli un bel gancio destro..- fece la dimostrazione -Così!-
-Vorresti darmi delle lezioni fratellone?- chiesi ridendo.
E rimanemmo per tutta l'ora ad allenarci a dare pugni come si deve. Emmett era la mia ancora di salvezza. Faceva battute imbarazzanti ma era un dolce e tenero ragazzo.
Appena suonò la campanella, lo abbracciai forte e gli feci un sorriso che riservavo solo agli amici più veri.
Ce ne andammo ognuno nelle rispettive classi.
Alla seconda ora avevo spagnolo. Non ascoltai una parola. Ero troppo immersa nei miei pensieri.
Passai così il resto delle lezioni fino alla pausa pranzo.
Mi avviai verso la mensa e mi sedetti vicino ad Edward e Alice.
-Allora? hai cambiato idea?- mi chiese Rose. Feci cenno di no.
-Non ti preoccupare Fiorellino mio.. Bella sa come difendersi!- e mi fece l'occhiolino a cui risposi con una risata.
Tutti ci guardavano straniti, tranne Edward che mi ignorava.Cosa gli prendeva?
 
Arrivò il momento fatidico. Era appena suonata l'ultima campanella. Dovevamo tornare a casa.
Uscii e sperai con tutto il mio cuore che Jacob non si presentasse.
-Sei sicura che vuoi farlo?- mi chiese Jasper.
-Già Bella ripensaci.- si intromise Alice.
-Ragazzi, andrà tutto bene.- li baciai tutti sulla guancia, anche Edward. Mi guardava stupito.
Mi guardai in giro e lo vidi. Accanto alla sua fidata modo, come un fotomodello. Deglutii rumorosamente.
Emmett mi fece segno di stare calma. Respirai affondo e mi incamminai verso di lui.
Più mi avvinavo, più la voglia di voltarmi si faceva sentire. Volevo scappare dalla causa del mio dolore.
Mi arrestai un po' distante da lui. Meglio non correre rischi.
-Cosa c'è? Hai paura di avvicinarti troppo?- disse con voce strafottente.
-Si. Cosa vuoi.- dissi.
-Dritta al punto. Come mi piaci quando fai così.- Ci stava provando?! Eh si, ci stava provando!!
-Chiudi quella bocca e dimmi che cazzo vuoi.-
-Come faccio a dirtelo se devo chiudere la bocca?- Ringhiai.
-Parla.- dissi acida.
-Va bene. Perchè sei scappata ieri?- Cazzo. Proprio la domanda che volevo evitare.
-Non ci arrivi?- domandai scettica.
Negò con la testa. Sbuffai. -Jacob... Sei stato il mio primo... Mi hai illusa.. Mi hai usata e buttata via.. Come cazzo volevi che reagissi? Volevi che ti dicessi che ero felice di vederti e già che c'ero ti potevo anche dare un bel bacio?!-
-Non sarebbe stato male. Perchè gli altri erano così sconvolti quando hanno saputo che ero stato il tuo primo?-
-Perchè loro sanno cose che tu ... non sai.. e non saprai mai..-
-Intendi il bambino?- chiese. Rimasi di sasso.
-Co- Co-Come fai a sapere di mio figlio?- risposi balbettando. Come faceva a saperlo? Chi diavolo glielo ha detto?
Perchè le cose non andavano mai come avevo sperato?
-Perchè pensi sia venuto qui.-
-Mi stai dicendo che sei venuto qui per vedere mio figlio?- chiesi.
Mi prese le mani e le strinse -Nostro figlio Bella...- disse sorridendo.
Mi incazzai. -NO! Lui è MIO!!! - sbraitai. -Come cazzo ti permetti a considerarlo nostro?! Tu chi sei per lui?-
-Sono il padre!- rispose urlando.
-No! Non lo sei! Non sei nessuno! Non c'eri quando è nato! Non c'eri quando mi sono resa conto di essere incinta! Tu non C'ERI e non ci sarai mai!-
-Perchè?-
-Perchè si.. Tu adesso ci sei, ma domani chi lo sa. Sei una persona irresponsabile ed immatura! Conosci tutti i letti delle ragazze di Phoneix e non voglio che  MIO figlio cresca con te accanto. Non ci sei stato fino ad ora e sono stata benissimo come lo è stato lui. Quindi non venirci ad importunare- dissi voltandogli le spalle. Mi incamminai. Lo avevo lasciato senza parole come tutti quelli che avevano ascoltato la conversazione.
Sapevo che l'indomani avrei fatto i conti con i pettegolezzi.
Andai da Alice che mi abbracciò mentre scoppiai in lacrime. Aveva sentito tutto come gli altri Cullen.
-Alice.. Mi...Mi.. Mi puoi portare a casa perfavore.. Ho bisogno di riposo. Non mi sento affatto bene.- Vidi Edward. Sgranai gli occhi.
Aveva le gote bagnate dalle lacrime. Piangeva per me?

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 8. Pentito -Ed- ***


Capitolo 8. Pentito.
-Tu devi stare solo zitto. Non ti permetto di dire cose del genere. Non sai niente di me e della mia vita e non ti permetto di fare supposizioni su quello che accadrà o meno con Jacob.-
Questo mi disse. In effetti non sapevo niente di lei. Lei che con un bacio sulla guancia mi ha fatto provare emozioni fortissime. Mi attraeva.
Era come un calamita per le disgrazie. Ed era una disgrazia attirarmi a lei.
Non voleva un'altra storia come quella che le aveva rovinato la vita, ed io non volevo nulla di serio.
Avevamo vissuto vite diverse. Lei aveva vissuto situazioni che la segnarono. Ebbe un bambino.
Io me ne fregavo dei sentimenti delle ragazze e cambiavo partner ogni dodici ore.
Vederla parlare con Jacob mi fece pensare che essere come lui non era quello che pensavo, insomma, c'erano conseguenze a cui non avevo pensato. Il sesso poteva portare a complicazioni.
-NO! Lui è MIO!!! Come cazzo ti permetti a considerarlo nostro?! Tu chi sei per lui?-
-Sono il padre!- rispose quel cane.
-No! Non lo sei! Non sei nessuno! Non c'eri quando è nato! Non c'eri quando mi sono resa conto di essere incinta! Tu non C'ERI! e non ci sarai mai.-
Aveva sofferto tanto. Non me ne ero mai reso conto. Io non volevo farle del male. Era fragile ma si nascondeva dietro una maschera da dura che non le si addiceva.
-Perché?- chiese Jacob
-Perché si.. Tu adesso ci sei, ma domani chi lo sa. Sei una persona irresponsabile ed immatura! Conosci tutti i letti delle ragazze di Phoneix e non voglio che MIO figlio cresca con te accanto. Non ci sei stato fino ad ora e sono stata benissimo come lo è stato lui.-
Sentire la conversazione mi fece capire che le avevo fatto anche io del male. L'avevo ricattata perché non era caduta ai miei piedi. Perché non mi trattava come tutte le ragazze facevano. Avevo messo in mezzo la sua unica ragione di vita, ma lei non si era scomposta. Mi vennero le lacrime agli occhi ripensando a quello che le avevo fatto passare. Ora si che mi ero pentito. Dovevo farmi perdonare. Volevo sapere qualcosa di più su di lei. Volevo esserle amico.
Quando torno da noi tremava ed era sbiancata.
Appena Alice l'abbracciò, scoppiò in lacrime. Io la guardavo e non feci in tempo ad asciugarmi che altre due gocce mi scesero dagli occhi.
-Alice.. Mi...Mi.. Mi puoi portare a casa perfavore.. Ho bisogno di riposo. Non mi sento affatto bene.- disse Bella.
Mia sorella la prese e la portò verso la macchina. Lei mi vide versare le uniche lacrime che abbia mai fatto vedere ad un pubblico.
Quando se ne andarono mio fratello e il mio “quasi cognato” mi guardarono stupiti.
-Eddino stai bene?- mi chiese Emmett.
-Non lo so.- dissi asciugandomi le guance.
-Edward sei uno straccio. Cosa ti prende?- mi disse Jasper realmente preoccupato.
-Ragazzi vi devo dire una cosa che ho fatto a... Bella..-
-Cosa le hai fatto?- mi chiese Jazz. Era già alterato... Benissimo!
-Basta che non mi fracassiate la testa.-
-Non te lo posso promettere..- ringhiò Emmett.
-Oh va bene. Allora..- e gli raccontai tutto. Loro rimasero zitti per tutta la durata del racconto. Nei loro occhi vedevo rabbia e delusione. Cosa ci potevo fare se quella ragazza a volte riesce a tirar fuori la parte peggiore di me?!
-Edward ma ti sei ammattito? Ma ti rendi conto di quello che le hai fatto!? Adesso capisco perchè in tutto questo tempo ti lanciava solo occhiatacce e saluti da far ghiacciare il sangue... non la biasimo Edward.- mi gridò contro Jazz.
-Cazzo Jasper lo so che ho sbagliato! -
-Te ne sei accorto troppo tardi.- e se ne andò.
-Emmett...- dissi girandomi verso di lui. Non riuscii a finire la frase che mi arrivò un pugno.
Quella era la settimana dei cazzotti.
Se ne andò anche lui lasciandomi lì come un deficiente a massaggiarmi la guancia.
 
Quando rientrai nessuno fece caso a me.
Alice non c'era. Rosalie era con Emmett sul divano e Jasper era in cucina ad armeggiare con la caffettiera.
Non sapevo come dovevo comportarmi in questa situazione.
Dovevo chiedere scusa a Bella. Ecco cosa dovevo fare.
Uscii di casa e un armadio mi fermò.
-Dove vai?- disse Jacob.
-Non sono affari tuoi.- ringhiai.
-Edward mi stupisci. Non eravamo amici?-
-Ma ti rendi conto di cosa cazzo hai combinato?- urlai.
-Tu non sei da meno Edward.- si intromise Alice che si materializzò dal nulla.-Anche tu hai combinato un casino enorme con Bella.-
-Le stavo andando a chiedere scusa.-
-Bravo.. Ti sei svegliato fratellino! Allora? Quando le chiederai di uscire?- disse Alice tutta pimpante. Ma che aveva capito?
-Non le chiederò di uscire.- dissi secco.
Sbuffò. -Altrimenti ti spacco la faccia.- concluse Jacob con un tono che voleva essere minaccioso. A me faceva solo ridere.
-Si. Si. Come no. Comunque Jacob.. Come hai fatto a sapere di Edward?-
-Edward? -
-Si. Il figlio di Bella si chiama così.- Il cane mi trucidò con lo sguardo.
-Come mai l'ha chiamato così?- mi prese per la maglietta come feci io il giorno prima.
-Non guardare me. Io non sono stato a Phoneix quando è nato. Non ho avuto questo piacere.- Mi guardò truce.
-Non ne ho idea di perchè si chiami così il bambino ma vorrei tanto sapere perchè ne sei a conoscenza.- disse Alice così seria da far paura.
-Me l'ha detto sua madre quando è nato.-
-La madre di Bella?- chiesi stupito. -Le ha fatto questo? Perchè?-
-Perchè io le piacevo molto. Credeva fossi il ragazzo giusto per sua figlia.. ed ha ragione. Sapendo che Bella ha un carattere abbastanza Testardo e tende ad ingigantire le cose, credette che la situazione era meno grave di quella che le raccontò la figlia.- disse sghignazzando. -Che donna ingenua.-
Appena sentii quell'ultima frase presi la mia fidatissima Volvo e mi avviai per casa Swan.
 
Suonai il campanello e mi venne ad aprire il padre di Bella, nonché capo della polizia di Forks.
-Salve signor Cullen. Cosa la porta da queste parti?- chiese cordiale.
-Capo Swan, vorrei parlare un attimo con Isabella. È in casa?-
-Si, certo...- si spostò di lato per lasciarmi il via libera. -Prego entra pure. Bella è in camera sua.- disse indicandomi le scale.
Bella stava ascoltando una canzone tristissima. Con un ritmo lento e deprimente. In effetti, rispecchiava il suo stato d’animo attuale.
Bussai piano e la musica si arrestò.
-Vieni pure Papà- disse con una voce che era quasi un sussurro.
Aprii la porta -Bella. Non sono tuo padre. Posso entrare ugualmente?- chiesi con lo stesso suo tono di voce.
-Certo. Entra pure Edward.- Mi chiusi la porta alle spalle e la guardai.
Era ridotta proprio male. Era sciupata e aveva gli occhi rossi.
Non so cosa mi prese in quel momento ma mi sedetti di fronte a lei e la abbracciai.
Lei non mi respinse anzi... mi strinse a lei.
Cominciò a piangere. Quando la vedevo in quello stato mi salivano le lacrime agli occhi anche a me. Questa volta però, mi contenni.
-Bella, mi dispiace per quello che è successo tra noi due.- dissi sempre tenendola abbracciata.
-Te ne sei pentito alla fine, è questo, quello che ti distingue da Jacob. Edward tu non sei quello che sei convinto di essere.-
Quelle parole mi stupirono. Mi persi nei miei pensieri due minuti per elaborarle.
Non arrivai a nessuna conclusione così decisi di chiederglielo.
-Cosa vuoi dire?- le domandai rompendo l'abbraccio.
Mi guardava. -Voglio dire che, tu non sei quello che sembri. Non sei Edward Cullen il Playboy. Tu sei un ragazzo dolce e... da quello che ho visto fuori da scuola anche sensibile..- Ero senza parole.
-Io non mi sento così dolce e sensibile come hai detto. Dopo quello che ho scoperto su Jacob.. mi sento una schifezza. Perchè io sono come lui.- dissi abbassando lo sguardo.
-Non lo sei.- mi consolò. -Se fossi stato come lui, non saresti mai venuto qui a scusarti.- In effetti era vero. Jake non aveva mai chiesto scusa in vita sua.
-Grazie- le dissi facendole un sorriso. Lei ricambiò.
Dopo le raccontai di Jacob e della madre. Lei rimase a bocca aperta.
-Non ci posso credere!- urlò. Afferrò subito il telefono e la chiamò. Oddio Guai In Vista.
 
-Mamma!... No! Niente “Ciao tesoro come va?” … Si sono nervosa e sai perchè? Perchè ho appena scoperto che mia madre è andata a dire al padre di mio figlio della sua esistenza senza avvisarmi!!!- Era nervosissima. -Me lo ha detto Jacob!... Non me ne importa un fico secco dei suoi diritti!!... Adesso si è messo in testa di conoscerlo dannazione!!- gridò. Il capo Swan apparì sulla porta e la guardò preoccupato.
-Tesoro è meglio che ti calmi!- disse il padre.
-Già, Bella è meglio che ti siedi e respiri ogni tanto.- Ci trucidò con lo sguardo.
Oddiosantissimo. Faceva paura. Io e il capo Swan rabbrividimmo.
-Sai cosa ti dico Mamma?! Se mi porterà via Edward ti riterrò l'unica responsabile!- e riattaccò.
Tremava dalla rabbia. Aveva gli occhi neri e vuoti, la mascella contratta e stava stritolando il suo cellulare.
Quando si calmò venne verso di me e mi abbracciò.
-A cosa lo devo questo?- dissi.
-Questo abbraccio è per avermi avvertita su mia madre.- disse sorridendo.
-Mi sembrava la cosa giusta da fare.-
-Grazie Edward.- Dopo questa frase me ne andai da casa sua, con un sorriso sulle labbra ed un peso in meno sul cuore.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 9. Pettegolezzi e Damon. -Bella- ***


Capitolo 9. Pettegolezzi e Damon.
Edward mi era venuto a porgermi le sue scuse ed io le accettai con grande piacere. Sapevo che prima o poi si sarebbe pentito, lui è da quello che pensa di essere.
-Grazie.- mi disse. Il cuore accellerò e i battiti si facevano sempre più irregolari.
Gli sorrisi.
-Bella.. - Cominciò.
-Dimmi- risposi sempre con il sorriso sulle labbra.
-Oggi Jacob è venuto a casa nostra ed Alice gli ha chiesto come faceva a sapere di tuo figlio...- spiegò.
-E cosa ha detto lui?- chiesi in preda all'ansia. Volevo davvero sapere? Forse i pettegolezzi a Phoneix non si erano ancora placati. Forse lui lo aveva scoperto tramite qualche pettegola invidiosa.
-Lui ha detto che...-
-Avanti Edward!- lo incitai.
-Glielo ha detto tua madre... - disse abbassando lo sguardo per poi portarlo dritto nei miei occhi vuoti.
Glielo ha detto tua madre. Glielo ha detto tua madre. Glielo ha detto tua madre.
Queste parole si accendevano e si spegnevano come la luce di un faro nella mi testa.
Poi mi resi conto realmente di quello che mi disse.
Mia madre mi aveva promesso che non glielo avrebbe detto ed invece aveva fatto tutto l'opposto... mi aveva tradita.
-Non ci posso credere!- gridai dalla rabbia.
Presi il telefono e composi il suo numero.
 
Pronto?
Mamma!
Ciao tesoro come va?
No! Niente “Ciao tesoro come va?”
Sei un po' nervosa?
Si sono nervosa e sai perchè? Perchè ho appena scoperto che mia madre è andata a dire al padre di mio figlio della sua esistenza senza avvisarmi!!!
E chi ti ha detto questa assurdità?
Me lo ha detto Jacob!
Era un suo diritto saperlo Bella.. E' suo padre. - Lo aveva ammesso. Non ci potevo credere!
Non me ne importa un fico secco dei suoi diritti!!
Avanti Bella.. Cosa potrà mai volere da voi?
Adesso si è messo in testa di conoscerlo dannazione!!
E perchè non glielo fai incontrare, sono sicura che vi farà soltanto bene.. Lui è un ottimo ragazzo e poi chi ti prenderebbe adesso con un bambino.. Riflettici Bella. - Come? Mi incazzai più di prima.- E poi cosa ti costerebbe fargli vedere suo figlio?
Sai cosa ti dico Mamma?! Se mi porterà via Edward ti riterrò l'unica responsabile!
Bella Aspet... - Non la feci finire che riattaccai.
 
Ero piena di rabbia ed ero delusa dal comportamento di mia madre.
poi chi ti prenderebbe adesso con un bambino.. Come poteva una madre dire questo?
Quando mi accorsi che ero ancora in compagnia di Edward, gli andai incontro e lo abbracciai.
Volevo ringraziarlo per quello che mi disse, mi aveva salvato da una sorte più brutta di quella che mi era toccata. Mia madre stava già all'ora architettando qualcosa per farmi ritornare con Jacob. Se lo avessi scoperto da sola non avrei retto. Avrei ceduto alla rabbia e le avrei spaccato la faccia.
-Mi sembrava la cosa giusta da fare- disse e poi se ne andò.
Poco dopo tornò il mio scricciolo e preparai la cena secondo le sue richieste.
Lo presi in braccio ed aprii la porta del frigorifero.
Lui scelse tutto quello che voleva. Io dovevo solo trovare un modo per abbinare bene le cose che sceglieva. Scelse il pollo, i peperoni e lo yogurt.
Beh direi che con lo yogurt non si poteva fare molto.
Feci il pollo ai peperoni e come dessert la torta allo yogurt.
Mio padre e mio figlio gradirono.
-Bells, ti sei superata stasera! É tutto fantastico!!- disse entusiasta mio padre.
Mio figlio si stava addormentando sul seggiolone. Bene. Vuol dire che era pieno e soddisfatto. Mi compiacqui.
Andammo a letto e dormimmo abbracciati.
 
Arrivò la mattina dell'inferno. Dovevo fare i conti con i pettegolezzi.
Meno male che avevo i Cullen dalla mia parte. Almeno un po' di sostegno morale.
Mio padre aveva fatto riparare il Pick-Up.
Il povero motore stava andando a putt.. Bella le parole!!!
Arrivai nel parcheggio e parcheggiai.
Presi un bel respiro e scesi dal mio fidato mezzo di trasporto.
Sentivo le voci.
-Avete sentito? La swan ha un figlio!.. No ma che deficiente, ma precauzioni no?...Non ci credo. Ed io che credevo fosse ancora vergine.. La Swan? Ah si, non mi è mai, mai, mai, mai, mai andata a genio. Insomma si capiva subito che aveva qualcosa che non andava. Snobbava Edward ed inoltre ho saputo che Lei a Phoneix fare la prostituta e che questo bambino è figlio di un profilattico rotto...-
Eh no! Questo è troppo anche per la mia immensa pazienza.
Andai dietro quella che aveva parlato.
-Emm.. Jessica non ti conviene parlare così delle persone... Potrebbero offendersi.-
-Angela non me ne importa un cazzo di quella Troia da strapazzo.. Vuole fare a botte? Io sono qui.- dissi più gasata della Gazzosa che avevo nello zaino.
-Bene. Io sono qui. Tu vuoi fare a botte? Non mi tiro mai indietro.- dissi buttando a terra lo zaino.
-Ciao Bella. Che bella Sorpresa!!- disse sorridendomi falsamente
-Beh Jess cosa mi stavi dicendo?- esclamò la ragazza che dedussi essere Angela.
-Non stavo dicendo niente, Angela, cosa ti viene in mente.- Lei scosse la testa.
La mia rabbia stava arrivando ai minimi termini.
Le presi i capelli e lei strillò dal dolore. Tutti si girarono a guardarmi.
Mi misero in cerchio per vedere cosa succedeva, io cominciai a parlare fregandomene della gente.
Anche i Cullen erano presenti.
-Allora ti dirò un paio di cose...- cominciai. -1. Se vuoi puoi anche parlare male di me, non me ne importa un cazzo di quello che pensi.. in effetti se parli dietro è solo un tuo problema, vuol dire che la tua vita non è abbastanza interessante.- tutti ridevano. -2.-continuai. - Ho snobbato Edward, non perchè avevo qualcosa che non andava ma perchè proprio non mi interessava.. Non sono una lurida puttana come voi. Chiaro? 3. Prova di nuovo a mettere in giro voci come quella che a Phoneix facevo la prostituta e ti giuro che l'unica luce che vedrai sarà quella della camera d'ospedale ed inoltre MIO FIGLIO.. e questo lo dico a tutti... Non è un rifiuto umano ok? Mio figlio è un bambino come tutti.. Non è nato da un profilattico rotto e nemmeno da una scappatella... E' nato da una relazione che credevo fosse duratura e piena d'amore.. Ma non fu così. Adesso per favore vivetevi la vostra vita e lasciatemi perdere.- Continuai a stringere i capelli della pettegola. -E TU.. Tu mi fai solamente schifo.- e la lasciai andare. Lei cadde a terra e cominciò a piangere.
Angela venne verso di me e mi disse che ero stata veramente brava e coraggiosa a fare quello che avevo fatto. Le sorrisi e le restituii i ringraziamenti per avermi reso le cose più facili.
-Bellinaaaa!!- Disse Emmett. -Bellinaa!! Sei stata fantastica!! Ti devo fare un monumento! È la prima volta che la Stanley viene sconfitta in questo modo.-
Rimasi sbalordita. -Come? Nessuno di voi ha mai fatto niente per fermare quella zoccola?- dissi indicandola.
-No. Non ci interessava quello che diceva anche se era piuttosto irritante.- dissi in risposta Jasper.
-Bellaaa!!- trillò Alice. -Allora cosa è successo ieri sera con Edward?-
-Non è successo niente Alice.. cosa doveva succedere?- la guardai con sguardo stralunato. Ma che diavolo diceva?
-Uffaaa! Ma quando lo capirete che siete fatti l'uno per l'altra?-disse facendo pestare i piedi sul terreno.
Io mi misi a ridere. Non ce la facevo proprio. Io e Edward fatti l'uno per l'altra che cosa assurda!
Mise il broncio. Io l'abbracciai.
Salutai tutti, compreso Edward che in risposta mi regalò un sorriso radioso.
Eravamo amici adesso. Mi piaceva stare in sua compagnia senza lanciarci frecciatine e occhiatacce era veramente rilassante.
Entrammo ed ognuno andò nelle rispettive classi.
Io ero in banco da sola, come al solito.
-Ciao.- disse un ragazzo molto alto, muscoloso, con i capelli neri e gli occhi azzurri.
-Ciao.- sorrisi.
-E' occupato?- mi chiese indicando il posto di fianco al mio. Io negai con il capo e gli feci segno di sedersi.
-Grazie! Mi chiamo Damon Salvatore. Vengo da Parigi.- disse porgendomi la mano.
-Isabella Swan, Phoneix.- risposi stringendogliela.
-Tu sei la ragazza che ha fatto rissa oggi nel parcheggio?- Abbassai la testa imbarazzata.
Annuii.
-Sei stata grande!!- disse tutto contento. Alzai gli occhi sbalordita. -Non ho mai visto una ragazza con così tanta grinta!-
-Già! In effetti qui non ce ne sono molte come me.- Dissi ripensando a quello che dissero Emmett e Jasper prima di entrare a scuola.
-Devo dire che la modestia è una tua dote!- e poi rise ed io lo seguii a ruota.
Ci eravamo appena conosciuti e già mi sentivo a mio agio.
Era veramente bello e simpatico.. Il contrario di quelli che ho conosciuto sinora.
Parlammo e ridemmo così tanto da farci venire il mal di pancia. Sembrava di star parlando con un secondo Emmett. Mi piaceva.
Dopo una trentina di richiami da parte del prof gli chiesi:
-Damon.. Sei libero di rifiutare ma... vorrei chiederti se all'ora di pranzo vorresti pranzare con me ed i miei amici.- dissi sempre a sguardo basso.
Lui sorrise. -Mi farebbe piacere Bella.-
Suonò la campanella e ci salutammo con un piccolo bacio sulla guancia che mi fece venire voglia di averne altri. Cosa mi stava accadendo?

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 10. Alice, Non mi incasinare le idee. -Ed- ***


Capitolo 10. Alice, non mi incasinare le idee.
Arrivò finalmente la pausa pranzo in cui Bella ci presentò Damon.
Un ragazzo simpatico e divertente. Mi stava simpatico.
-Piacere, io sono Edward.- Sorrisi per poi stringergli la mano.
Bella mi guardava. E poi scosse la testa. Chissa cosa le passava per la mente.
-Piacere mio Edward. -
Bella si sedette tra me e Damon.
Era dolce, sensibile, carismatica e auto-ironica. Tutte queste qualità non le avevo notate quando ci punzecchiavamo.
-Bella.. - cominciò il ragazzo. -Puoi sentirti libera di rifiutare ma... mi chiedevo se... Vorresti uscire con me, uno di questi giorni.- disse un po' imbarazzato.
-Non ti importa che io abbia un bambino?- chiese con una luce particolare negli occhi.
-No. A me piacciono i bambini e sinceramente ti ammiro per quello che hai fatto.- sorrise.
Gli accarezzò la guancia e accettò l'invito.
Alice dopo aver sentito la risposta di Bella, si mise a saltellare come una bambina di due anni per tutta la mensa.
-Bellina!! Non farmi diventare due volte zio mi raccomando.- ghignò Emmett. Risi sotto i baffi.
Bella mi sentì e sorrise con occhi che dicevano “L'hai voluto tu!”. Rabbrividii.
-Emmettino mio... lo sai quanti nipotini o nipotine potresti avere in giro per l'America? Con questo qui- mi indicò- che non riesce a tenere il suo amichetto a posto... - risero tutti. Io mi unii a loro.
-Bella!! Mi fai conoscere Edward?- chiese Rose.
-Certo.. Anche oggi se volete.- Sorrise.
-Posso vederlo anche io o... ho ancora il divieto di parlarci?!- chiesi scherzando.
-mmmmm- si fece pensierosa.-Devo pensarci.. - disse dandomi un bacio sulla guancia.
-Sei crudele! - dissi.
Lei rise.
 
Ci mettemmo d'accordo per le quattro di pomeriggio. Ci saremmo incontrati al parco, dove vidi Edward per la prima volta.
Non vedevo l'ora di parlare con quel bambino. Aveva l'aria intelligente, di sicuro tutto sua madre. Almeno lo speravo.
-Edward...- Alice.
-Dimmi folletto. Qualche problema?- chiesi
-No stavo pensando che ora tu e Bella siete molto in sintonia.-
-Non stiamo insieme Alice... Siamo solo amici. Tutto qui.-
-Ma l'amicizia presto o tardi si tramuterà in amore... Me lo sento.-
-Come vuoi.- dissi indifferente.
Io e Bella, una coppia? Una cosa troppo assurda. Anche se quella ragazza aveva un certo “non so che” che mi faceva impazzire. Forse solo il fatto che non si era minimamente inginocchiata ai miei piedi. Prima la vedevo come una sfida ma ora, non riesco a focalizzare minimamente quello che era lei per me. Certo la consideravo un'amica... ma sapevo che qualcosa stava e doveva cambiare tra noi. Ma non sapevo cosa.
 
Arrivarono le quattro. Andammo al parchetto come stabilito.
Alice corse da Bella, che era girata di spalle, e quando la vide emise un urlo.
Jazz si spaventò subito udendo quel terribile ed agghiacciante suono.
Andammo di corsa verso quelle due pazze per poi capire la causa di quel grido.
Bella era coperta di fango.
-Alice ma sei matta! Mi hai fatto prendere un colpo!- la sgridò Jazz.
-Scusami ma... Come hai fatto a conciarti così?- chiese con sguardo truce, indirizzato a Bella.
-Stavo giocando con Edward.- indicò il bambino nascosto dietro di lei. Era morto di paura. Poverino.
-Ciao piccolo. - dissi. -Io sono Edward. Mi chiamo come te.- dissi sorridendo.
-Ciao!- disse il piccolo Ed. La voce era allegra e solare. Non era per niente timido.
-Allora amore.. Lui è Edward – disse indicandomi. -Lui è Jasper. Lei la conosci... Poi laggiù ci sono Emmett e Rosalie.- il bambino salutà tutti con la mano.
-Bella... a cosa stavate giocando per esserti ridotta così?- chiese Alice. Scossi la testa come fece Jazz. Alice non cambierà mai.
-Stavamo giocando con il fango.- disse tutta pimpante. Il piccolo Ed battè le mani.
-Posso unirmi a voi?- Il figlio di Bella fece si con la testa.
Quando avemmo finito di giocare io e Lei ci andammo a sedere su una panchina, lasciando Edward in mano a Rose e Alice. Emmett e Jasper stavano facendo una gara di corsa nello spiazzo vicino alle giostrine per i piccoli.
-Allora... Cosa pensi di Edward? Mi chiese.
-E' un bambino stupendo... Complimenti Bella.-
-Grazie..- arrossì.
-Comunque ti posso fare una domanda?- chiesi sperando di non essere invadente.
Annuì. -Perchè lo hai chiamato Edward?-
-E' il nome di uno dei miei personaggi letterari preferiti.. Conosci Ragione e Sentimento di Jane Austen?-
Chi non lo conosceva! -Certo.-
-Mi sono ispirata all'uomo di cui Elinor era innamorata.. Edward Ferrars.- Ecco spiegato il mistero del nome.
Sorrisi.
 
Tre mesi dopo
 
From: Bella
Eddino mi devi fare assolutissimamente un favoruccio! *_*
 
To: Bella.
Cosa ti serve?
 
From: Bella
Vieni a dormire da me stanotte? Mio padre è al lavoro e sai che ho paura a stare a casa da sola..
 
To: Bella
Edward non c'è?
 
From: Bella
No. Jacob è venuto a prenderlo. =( Mi manca.
 
Quansi due mesi prima aveva permesso a Jake di vedere suo figlio e lui era così estasiato che sembrava Alice. Cioè vedere un armadio quasi uguale ad Emmett saltellare di qua e di là per la stanza è una cosa da non perdere.
 
To: Bella
Chi? Jacob o Edward?
 
From: Bella.
Jacob ovvio!! … GENIO! STO PARLANDO DI EDWARD!
 
Ridacchiai.
 
To: Bella
Non può venire Damon?
 
Si stava frequentando con Damon da quel giorno in mensa. Vederli insieme mi dava un certo fastidio.. ma non ci feci tanto caso. Sarà forse perchè la mia migliore amica era una delle personi più importanti per me e volevo solo proteggerla.
 
From: Bella
Non può... ci sono parenti in visita a casa sua. =( Comunque preferisco passare una serata con te...
 
Un sorriso mi si aprì spontaneamente sul volto. Emmett mi guardava come se fossi un alieno.
-Sta messaggiando con Bella.- disse certo. Ormai se non ci vedevamo, eravamo attaccati al telefono, se non potevamo chiamarci, messaggiavamo.
-Lascialo in pace Orso... Non vedi quanto è cotto?- ghignò Alice. -Te lo avevo detto Edward che sarebbe arrivato il momento.-
-Alice... Non mi incasinare le idee.- dissi per poi rispondere al suo messaggio.
 
To: Bella
Ok. Vengo li tra dieci minuti. Ti voglio bene.
 
From: Bella
Ti adoroooo!!
 
Il mio cuore si riscaldò solo leggendo quel messaggio. Era vero. Alice aveva ragione. Io stavo cambiando idea sul rapporto che avrei voluto con lei.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 11. Ma Edward è perfetto. -Bella- ***


Capitolo 11. Ma Edward è perfetto.
Erano passati due mesi da quando Edward Cullen ed io diventammo amici. Non mi sarei mai aspettata che da un semplice rapporto d'amicizia come il nostro, potesse nascere un'intesa tanto grande.
Sinceramente per quello che ne so, mi conosceva più lui che Damon, il mio ragazzo.
-Bella, guarda che questa notte ho un turno in centrale, quindi dovrai passare la notte sola. Va bene?- mi disse mio padre.
Charlie, da quando avevo permesso a Jacob di vedere Edward, era diventato un po' freddo nei miei confronti come se pensasse che fosse la scelta sbagliata. Beh, se lo pensava non me lo aveva mai confidato, se lo avesse fatto ci avrei pensato di più.
-Certo papà, va benissimo... Inviterò Ed..-
Fece un sorriso -Va bene, invita pure Edward e salutamelo di cuore.-
-Papà... Non penserai mica che io ed Ed abbiamo una storia vero?!- chiesi incredula per la sua faccia altamente soddisfatta.
-Io? Noo... Come potrei mai pensare una cosa del genere?- disse sarcasticamente. -Forse lo potrei pensare soprattutto perchè avendo un ragazzo e la casa libera, la prima cosa che fai è “Chiamare Edward Cullen.”-
-Non fare lo psicologo.. Sto bene con Damon e Ed è solo il mio migliore amico- credo.
Presi il telefono e con molta felicità scrissi un messaggio a Ed. Ma quella felicità a cosa era dovuta?
 
To: Ed
Eddino mi devi fare assolutissimamente un favoruccio! *_*
 
From: Ed
Cosa ti serve?
 
To: Ed
Vieni a dormire da me stanotte? Mio padre è al lavoro e sai che ho paura a stare a casa da sola..
 
From: Ed
Edward non c'è?
 
To: Ed
No. Jacob è venuto a prenderlo. =( Mi manca.
 
 
From: Ed
Chi? Jacob o Edward?
 
To: Ed
Jacob ovvio!! … GENIO! STO PARLANDO DI EDWARD!
 
 
From: Ed
Non può venire Damon?
 
Mi rattristai. Non voleva passare una serata con me?
 
To: Ed
Non può... ci sono parenti in visita a casa sua. =( Comunque preferisco passare una serata con te...
 
Avevo mentito. Damon era più che disponibile.
Cominciai a scegliere i vestiti da indossare e il film da vedere.
Mi stavo facendo bella per un ragazzo che reputavo come un migliore amico. A cui raccontavo tutto, privato o meno. Anche lui mi diceva ogni cosa.
Non essere imbecille Bella... Non vuoi piacergli... Vuoi solo stare comoda in casa... Tutto qui...
La mia testa mi diceva questo...
Ma se veramente era così... Perchè avevo scelto una minigonna ed una camicetta scollata?!
Non seppi rispondermi.
Sentii suonare alla porta e, mentre la mia mente vagava in un mondo parallelo, scesi le scale e con noncuranza aprii la porta.
-Ciao amore mio!- Oddiosantissimo, Damon!
-Ciao, Damon... Cosa ci fai qui?-  chiesi nettamente preoccupata che Edward scoprisse la mia bugia.
Ma perchè diavolo mi preoccupavo solo di Edward!?
Se Damon avesse saputo... Si sarebbe arrabbiato... e molto!
-Ho portato la pizza.- disse facendomi notare le due scatole da cui fuoriusciva un profumino deliziosamente invitante.
-Grazie.... ma non credo di sentirmi bene... forse ho un po' di febbre...- dissi toccandomi le tempie con un gesto molto realistico.
In effetti il mal di testa mi stava venendo realmente.
-Non vorrei contagiarti tesoro...- continuai.
-Va bene... Allora ci vediamo domani, se ti sentirai meglio...- mi sorrise. -Salutami Edward.-
-E'?- domandai entrando in panico.
-Se lo senti, salutamelo.-
Tirai un sospiro di sollievo -Ah...Va bene... Ciao..- e rientrai in casa.
 
Passò mezz'ora dalla visita di Damon... Mi sentivo molto a disagio.
Se entrambi avessero scoperto quella bugia che cosa sarebbe successo?
Damon mi avrebbe lasciata di sicuro, perchè avrebbe creduto che volessi restare da sola con Edward... Ma era così tanto lontano dalla realtà?
 
From: Ed
Bella... Stai dormendo?
 
Ma che razza di domanda era?
 
To: Ed
No, perchè?
 
From: Ed
Sai... Sto suonando da dieci minuti e non apri...
 
Corsi subito al piano di sotto ed aprii al mio migliore amico/ rubacuori da strapazzo/ ricattatore/ figo da paura/ Edward.
Lo guardai, sembrava fosse in procinto di andare ad una festa.
Aveva una camicia bianca che non lasciava proprio niente all'immaginazione, dei pantaloni neri che gli fasciavano le gambe e sottolineavano il basso ventre ed il lato B... e che lato B!
-Bella... - disse sventolandomi una mano davanti al volto.
-Si?- risposi riprendendomi. Mi ero incantata come una mongola.
-Sembrava avessi visto la luce!- disse con gesti teatrali.
-Divertente.- dissi sarcastica.
Ridemmo.
Quando si accomodò e sistemò la sua roba nella mia camera... Si... dormivamo insieme.. Un'altra cosa che Damon non sapeva.
 
Inizio Flashback.
-Bella... Ne ho diritto!-  mi disse Jacob quasi due mesi prima.
-No... non ce l'hai... da quando mi hai scaricata non hai più avuto nessun diritto su di me o su mio figlio!!- dissi infuriata. Pretendeva di vedere Edward tutti i weekend. Io non volevo.
Dopo la nostra litigata nel parcheggio della Forks High School mi continuava ad assillare per poter conoscere suo figlio.
-Su di te, sono d'accordo... ma io ho diritto di vedere mio figlio! Voglio conoscerlo... insegnargli le buone maniere... Insegnargli cos'è la vita... Voglio essere un buon padre per lui... Questa è la mia possibilità di cambiare... non me la negare Bella.. Perfavore... Aiutami ad aiutare me stesso.-
Mi infuriai ancora di più riscontrando nella mia testa che aveva pienamente ragione... Che stare con suo figlio, vedere cosa lui aveva generato, lo avrebbe cambiato. Lo avrebbe reso più responsabile e maturo.
-Ci devo pensare Jacob... Permettimi almeno questo.- dissi mentre pian piano mi voltai per tornarmene a casa.
Quando rientrai trovai il mio scricciolo vestito con una tenuta da pesca... Cioè il cappello del nonno. Sorrisi. Il mio ometto stava crescendo secondo i sani principi del capo Swan!
Risi mentalmente.
-Dove vai amore mio?-
-Pecciolini!- disse.
-Vai a prendere i Pesciolini con il nonno?-
Fece si con la testa.
Sorrisi.
-Papà non fargli fare troppo tardi... Me lo stai viziando troppo... -
-Andiamo Bella... Sono il nonno... Ne ho il diritto...- Ma perchè tutti mi parlavano di Diritto e non Diritto quel giorno?
-Si, hai ragione- sorrisi -Ti dispiace se invito Edward qui?-
-No. Fai pure.-
Invitai il mio attuale migliore amico a casa mia per pranzare.
Quando arrivò, gli spiegai per filo e per segno quello che mi aveva detto Jacob e anche secondo lui aveva ragione.
-Edward permetti un attimo?- chiesi.
-Certo... ma cosa dev...- non lo lasciai finire che mi lasciai andare ad un urlo liberatorio.
Lui si tappò le orecchie.
-Diavolo Bella... Se urli così su una montagna innevata fai venir giù una valanga... Altro che dinamite... Dovrebbero usare te... Sei più ecologica.- e rise.
Io misi il broncio ma poi lo seguii a ruota.
 
Alla fine, quando tornò il mio scricciolo non volle che Ed se ne andasse e quindi fu costretto a mangiare e a dormire da noi.
Visto che senza il mio bambino non riesco a dormire ed il mio letto era molto piccolo, aprimmo il divano e ci addormentammo tutti e tre.
Mi svegliai la mattina dopo e vidi che il mio piccolino era stretto tra le braccia di Edward... Sembravano padre e figlio. Gli scattai una foto con il cellulare e la misi come sfondo.
 
Fine Flashback
 
Da allora dormimmo sempre insieme con o senza Edward.
La cosa strana era che, quando Damon dormì a casa mia... lo feci dormire sul divano.
Era stato un impulso.
Damon era un ragazzo fantastico, anche con mio figlio ma non lo sentivo molto in sintonia con il mio scricciolo.... Edward era praticamente perfetto con lui, tanto perfetto che ogni volta che lo vede mio figlio lo chiama “Papà”
-Bella... cosa ci vediamo oggi? The ring? O A Walk To Remember?- mi chiese.
-Tu cosa vorresti guardare?-
-Preferirei “The Ring” ma conoscendo il tuo stomaco, e soprattutto non volendo ripetere l'esperienza Vomitosa che mi hai fatto subire quando vedemmo l'esorcista... preferisco vedermi quest'altro.-
Meglio anche per me... Non mi piacque per niente vomitargli addosso.
Ma quella bambina era veramente orripilante.
-Allora, vediamolo!-
E così stavo per passare una bella e rivelativa serata insieme ad Edward Cullen.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 12. Vuoi tornare con me? -Ed- ***


Capitolo 12.Vuoi tornare con me?
Cominciammo a vedere A Walk To Remember..
Era un film discreto secondo i miei gusti. Io ero abituato ai film d'azione, dove era presente l'adrenalina pura.
                                                                                                                                                           
Ma il nostro amore... è come il vento... non lo vedo ma lo percepisco....
Bella era in lacrime..
-Che romantico Landon...- Pff... Landon. -Voi due siete uguali sai?-
-In che senso "Uguali"?-
-Nel senso che prima eri un ragazzo molto scortese con la sottoscritta.- disse mettendo su un broncio adorabile.
-Oh scusami tesoro... Mi faccio perdonare.- e cominciai a farle il solletico.
Quando non ebbe più fiato, smisi.
Ci ritrovammo in una posizione molto equivoca per quelli che non ci conoscono.
Lei sotto ed io sopra. I miei occhi nei suoi. Cominciammo ad avvicinarci e le nostre labbra si sfiorarono.
Quando mi staccai, aveva ancora gli occhi chiusi ma poco dopo cominciò ad aprirli piano piano.
-For...forse è meglio che vieni a letto con... cioè andiamo a letto ... cioè ANDIAMO A DORMIRE!- disse imbarazzata.
Feci un sorriso sghembo.
Salimmo in camera, non mi guardava in faccia. Che cosa le prendeva? In fin dei conti non era successo assolutamente niente.
Non si poteva definire neanche bacio.
Si mise dalla sua parte del letto. Non parlò più per tutta la serata... Forse lei non lo voleva.
 
Ci alzammo la mattina e me la ritrovai appoggiata al petto. Le emozioni che provai in quel momento erano indescrivibili. Erano tante.. Troppe.
Decisi di svegliarla altrimenti avrei avuto bisogno molto presto di una doccia fredda.
-Bella.- dissi con voce dolce.
-mmmmm- mugolò.
-Bella..- ripetei.
Lei fece dei movimenti un po' troppo intricati e mi diede un pugno sul naso.
-Ah! Cazzo Bella!- imprecai.
-Fammi dormire ancora un po' mamma.-
-Si... come no. Devi subirti la mia vendetta!- e cominciai a prenderla a cuscinate.
Lei cominciò a mugolare più del necessario ed a muovere i piedi in una maniera che non sembrava neanche umana.
Sentii la porta aprirsi e Edward entrò nella stanza.
-Ciao Papà!- disse abbracciandomi. Mi accorsi che c'era anche Jacob. Mi guardava in un modo spaventoso, se gli sguardi potessero uccidere, sarei già morto e sepolto.
-Mammaaaa!!- disse il bambino saltando sul letto.
Bella aprì gli occhi di scatto.
Quindi per svegliarla non devo usare i cannoni... ma Edward...  pensai.
-Amore!!! Come sei stato con Jacob?-
-Pecciolini.!!- e fece una risata che mi fece sorridere.
-Hai preso i pesciolini? Sei andato a pescare?-
annuì.
Scesi ed andai a preparare la colazione a Edward e Bella.
Jacob mi seguì.
-Come mai ti chiama Papà?- disse geloso. -E come mai tu e Bella dormivate insieme?-
-Non sono affari tuoi.- risposi.
Intando cominciai a fare il caffè e a mettere nel microonde la tazza dei pokemon di Ed e successivamente quella di Bella.
Aprii i biscotti preferiti di entrambi e li disposi su un vassoietto.
-Certo che lo sono! Edward è mio figlio e Bella è la mia donna.- mi irritò quella affermazione.
Come poteva considerare Bella come la sua donna se pur avendo saputo subito del bambino non si era fatto vivo ed aveva lasciato Bella nei guai? Come poteva considerarsi ancora degno di stare con una persona tanto straordinaria?
-La stai trattando come se fosse davvero importante per te... ma veramente... quanto ci tieni?-
-Molto.- rispose.
-Ci dovevi arrivare prima.-
-Adesso Bella sta con te, giusto?- mi chiese. La tentazione di dirgli "SI...Stiamo insieme e siamo estremamente innamorati" era fortissima.
-No.- ma optai per la verità.
-Ma dormite insieme...- mi trucidò con lo sguardo.
-Si. Hai detto bene... DORMIAMO insieme.- presi il vassoio ed andai al piano di sopra dove Bella stava giocando molto animatamente con Ed Junior.
-Papà!!! - disse saltando sul letto.
Posai la colazione sulla scrivania e mi diressi verso il bagno.
Presi una asciugamano e feci la doccia. Ormai erano passati mesi da quando dormii con Bella la prima volta. Facevo come se fosse casa mia. Come faceva lei quando dormiva da noi.
Uscii e cominciai a vestirmi.
Sentivo Bella e Jacob parlare.
-...Ho capito che per me sei importante.- disse Jacob.
-L'hai capito un po' troppo tardi non credi?-
-Bella... lo so ho sbagliato... ma devi darmi una seconda possibilità.-
-No.-
-Ti prego... Bella vuoi tornare con me?- Rimasi li ad ascoltare. Ad attendere una risposta che tardava ad arrivare. Cosa aveva in mente Bella? Voleva tornare con lui? E Damon? E IO?

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 13. Damon, perdonami -Bella- ***


Capitolo 13. Damon perdonami!
-Ti prego Bella... Vuoi tornare con me?-
Il modo diretto in cui disse la frase mi stordì.
Non era mai stato così schietto e sincero, neanche quando stavamo insieme prima che arrivasse Edward.
Cosa mi diceva che era cambiato? Nulla. E quindi quella fu la mia risposta.
Gli indicai la porta e lui prima di uscire con la coda tra le gambe si fermò sullo stipite.
-Ti amo. - Mimò con le labbra.
Non riuscivo a parlare. C'era un groppo in gola che non riuscivo a far andare via. Gli indicai nuovamente la porta e lui se ne andò. Lasciandomi con mille dubbi e con una decisione da prendere.
Non riguardava me. Ma loro.
Chi dovevo scegliere?
Damon? Il ragazzo che mi ha salvato dalla depressione in cui stavo precipitando ed a cui voglio un gran bene?
Jacob? Il padre di mio figlio. Colui a cui ho dato me stessa completamente. Colui che, ora, vuole essere il padre di mio figlio e per il quale provo ancora una forte attrazione?
Oppure, Edward? Il mio migliore amico. Lui è sempre stato con me. Mi capisce, mi ascolta e mi comprende. Lui è il ragazzo che mi fa battere il cuore. Lo è sempre stato da quando abbiamo cominciato la nostra amicizia. Lo amavo? Poteva essere.
Ero immersa nei miei pensieri intricati quando la porta del bagno si spalancò bruscamente.
Dalla piccola stanza ne uscì un angelo vestito da diciassettenne.
Restai incantata.
-Bella. -  Alzai lo sguardo sul suo viso livido.
-Edward. Sei arrabbiato per qualche motivo?-
-Non ti puoi rimettere con Jacob capisci!!??-
-Rimettermi con Jacob?-
-Non fare la finta tonta ... Ho sentito tutta la conversazione. Non è lui l'uomo per te!- il mio cuore perse un battito. Perchè diceva  tutto questo?
-Perchè dici questo?-
-Ancora non lo hai capito? Tu... Mi piaci idiota! Mi sei sempre piaciuta.- I miei occhi si spalancarono e si fecero vitrei. Gli piacevo e non me ne ero mai accorta. Mi ero messa con Damon quando potevo stare felicemente con lui.
-Anche quando ti prendevo in giro... o ti "ricattavo" ... era solo un modo per attirare la tua attenzione. Ma poi... è arrivato Damon. E ti sei messa con lui. Non avevi capito quando fossi importante? Ogni volta che ti scrivevo i messaggi, ti chiamavo o ti chiedevo qualcosa per cose ridicole... non ti è mai venuto in mente che se avessi voluto, avrei anche potuto chiederle ad Alice?... Ma invece chiamavo te. Bramavo la tua voce melodiosa. Volevo che mi dicessi quali fossero i tuoi gusti... per piacerti di più.- continuò imperterrito. -Io... Ti amo Bella. Ma capisco che per te non è lo stesso. - terminò prima di uscire dalla stanza.
Rimasi in quella posizione per quasi due ore.
Poi quando compresi, finalmente, che era Edward l'uomo che volevo, presi il telefono e chiamai i Cullen.
 
Pronto? Qui Casa Cullen. Parla Emmett.
-Emm.. sono Bella. Edward è in casa?-
 No... Bella. Edward è con Lauren.
-Lauren? ... ... ... Capisco.
Devo dirgli che hai chiamato?
No. Non dirgli niente.
Ci vediamo domani Bellina.
Ciao orso.
 
Era con Lauren!
Stava scopando con quella puttanella in qualche sudicio posto.
Subito dopo essersi dichiarato a me!
Anche io, però, avevo sbagliato. Non avevo paura di ammetterlo.
Lui si era dichiarato ed io? Stavo zitta. Muta come un pesce. Forse peggio.
Sentii suonare alla porta e, quando aprii, davanti a me un sorridente Damon mi chiedeva di entrare.
Lo feci accomodare in salotto. Dovevo dirgli che tra noi era finita. Non sapevo da dove inziare però.
-Allora Amore... Stai bene?-
-Si... però non mi chiamare così... rendi le cose ancora più difficili.-
-Cosa vuoi dire?-
-Beh... ecco... Io... Damon ti voglio bene... Sei un grande amico ed un ragazzo ideale per molte ragazze ma... Tra quelle ragazze non ci sono io.-
-Mi stai lasciando? Perchè?-
-Questa notte appena passata ho riflettuto molto e ho capito cosa voglio davvero.-
-... e cosa vuoi davvero Bella?- disse con la voce svuotata da ogni emozione.
-Voglio Edward..- dissi lasciandolo di stucco.
-Capisco...  Mi dispiace che non sia durata di più questa nostra relazione.-
-mi dispiace molto Damon... - dissi abbassando lo sguardo sul pavimento.
E fu li che lo vidi. Il portafoglio di Edward. Oddiosantissimo! Fa che non se ne accorga!
Come si dice a casa mia: La Fortuna E' Cieca ma La Sfiga Ci Vede Benissimo.
Damon lo prese e vide che era del mio, ormai non più, migliore amico.
-Edward Cullen. Quindi ... è stato qui!- disse alzandosi dal divano, arrabbiatissimo.
-Ti posso spiegare...- dissi cercando di giustificarmi.
-Ti dico io cosa succede.. Tu non stavi male. Mi hai mandato via in fretta per far si che Edward non mi vedesse. Giusto?-
Annuii abbassando la testa. Di nuovo. Ormai era inutile negare l'evidenza.
-Come hai potuto Bella?-
-Io... Io... perdonami Damon. - dissi in lacrime.
-Un giorno sicuramente ti perdonerò... ma non ora.  Addio Isabella.-
Era la seconda volta che mi lasciavano a fissare il vuoto. La seconda volta che un ragazzo per me importante, se ne andava avvilito da casa mia.
Meno male che il piccolo Ed stava dormendo.
Piansi lacrime amare quel giorno. Non uscii di casa per nessuna ragione.
Quando si svegliò il mio scricciolo cercai di essere il più serena possibile... ma non era facile..
Preparai la cena, finsi un mal di testa colossale e mi rifugiai in camera mia, chiedendo prima a mio padre se Edward potesse dormire con lui per paura di attaccargli qualcosa. Lui acconsentì.
 
Era di nuovo mattina. Dovevo fare qualcosa per far capire ad Edward cosa provavo per lui.
Mentre andavo a scuola con il mio Pick-up giurassico, lo vidi pomiciare con una ragazza di cui non conoscevo neanche l'esistenza.
Mi incazzai.
Vedere come insinuava la sua fottutissima lingua dentro la bocca del MIO Edward era una tortura. Dovevo fare qualcosa di grande. Ma cosa?
Entrai in classe senza badare a nessuno. Ne a Edward. Ne a Alice. Neanche il resto dei Cullen.
Mi guardavano tutti stupiti ma in quel momento non mi importava. Stavo riflettendo e nessuno poteva distogliermi dai miei piani malefici in fase di assestamento.
Mi sedetti alla mia postazione... e li mi venne una illuminazione.
Solo una parola: ALTOPARLANTE.
Corsi fuori dalla classe sbattendomene delle urla della prof di scienze ed andai in segreteria.
Chiesi se era possibile fare un annuncio e lei annuì.
Presi il microfono.
Lo accesi.
Respirai a fondo.
Scelsi le parole adatte e cominciai dicendo...
-Ti amo, Edward....-

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 14. Idiota -Ed- ***


14. Idiota.
Non mi andava di parlare con i miei familiari dopo essermi aperto in quel modo con Bella. E soprattutto dopo non aver avuto una risposta.
Non credevo che potesse fare tanto male.
La prima cosa che mi venne in mente di fare è andare da Lauren quindi avvisai i miei familiari e uscii. In tutti quegli anni sapevo benissimo che il sesso mi faceva dimenticare qualsiasi cosa.
Speravo solo che servisse anche questa volta.
 
To: Lauren
Scendi tra 10 min.
 
From: Lauren
Ok. Xoxo
 
Bastava solo quello per avere qualsiasi ragazza della scuola. Ero nervoso, irritabile e triste allo stesso tempo.
Arrivai da quella esattamente dieci minuti dopo e lei era già li che aspettava. Ero sicuro che sotto al cappotto  non avesse nulla.
Ogni volta che sfioravo Lauren, il mio cervello mi faceva immaginare Bella. Bella che gemeva sotto di me. Bella che mi baciava e mi toccava.
Ogni volta che lei mi veniva in mente, spingevo più forte dentro quella poco di buono. Come se essere rude nel sesso servisse a qualcosa. Ma non servì a nulla.
Lo abbiamo fatto in tutti i modi quella sera. Ma alla fine non mi sentivo soddisfatto, felice o appagato.
Mi sentivo uno schifo. Era come se avessi tradito la donna che amavo.
Tornai a casa depresso più di prima. Il sesso questa volta non era servito ad un tubo.
-Ha chiamato qualcuno?- chiesi ad Emmett, mentre era intento a guardarsi una serie tv.
-No…- sembrava avere dubbi. Mah. Chi lo capisce è bravo.
Andai a dormire senza cenare.
Quella notte sognai Bella ed ero sicuro che, anche se il sogno non era reale, le mie lacrime erano vere.
 
Mi svegliai presto e, come un automa, mi vestii e andai a scuola.
Appena la vidi entrare al parcheggio, presi una ragazza a caso e me la feci davanti a lei. Feci vedere chiaramente le lingue che si intrecciavano. Lei se ne accorse e se ne andò con la testa bassa.
Durante tutto il giorno mi aveva ignorato. Ma non solo me anche i miei fratelli.
-Le abbiamo fatto qualcosa?- chiese Alice a tutta la famiglia.
-Non credo. Edward ne sai nulla di questa storia?- chiese Rosalie insospettita.
Feci un’alzata di spalle e me ne andai. Mentre li superavo vidi Emmett guardarmi male.
Che ce l’avesse con me per qualcosa? Mah
Mi passò di fianco altre due volte senza guardarmi in faccia, neanche per sbaglio.
Non capivo cosa avesse.. ma in fondo erano fatti miei?
Mentre passeggiavo per i corridoi, durante l’ultima ora di scuola, la vidi scappare fuori dall’aula.
-SIGNORINA SWAN, TORNI IN CLASSE O LA SPEDISCO DAL PRESIDE!- nulla da fare.
Non tornò indietro neanche con le minacce del professore che prontamente gli scrisse una nota sul registro. 
Ad un certo punto si sentì uno stridio. Era qualcuno che faceva gli annunci.
Mi annoiavo e così ricominciai a vagare come un uomo senza meta fissa…
-Ti amo Edward..- Alzai gli occhi verso l’altoparlante. Era Bella. Ascoltai attentamente.
-.. era questo, quello che avrei dovuto dirti ieri. Ma poi ci ho pensato bene. Tu dici di amarmi ma..- Singhiozzava. No. Stava piangendo per colpa mia?
-.. dopo un paio d’ore ho chiamato a casa tua e mi hanno detto che eri con Lauren…- Cazzo, Bella no.
-..Ho rifiutato Jake, ho lasciato Damon.. Ho fatto tutto questo perché ho capito cosa provo per te.. ma Edward se ti è bastato solo un po’ di silenzio per andare con un’altra.. se basta così poco per farti cedere.. .. Beh Edward, se questo è il tuo amore.. io.. Non ci voglio avere nulla a che fare.-
 E finì il messaggio.
Tutti mi guardavano. Io però non vedevo ne sentivo nessuno.
Avevo fatto un casino.
Bella mi amava ed io, stupido, non le avevo neanche dato il tempo di rispondere a quello che le avevo detto.
Le cose mi erano sfuggite di mano, un’altra volta. Cosa avevo che non andava?
Perché ero programmato per farla stare male? Prima i ricatti ed ora il sesso. Era sempre colpa mia.
Bella era la prima ragazza di cui mi ero innamorato, l’unica con cui mi ero davvero aperto. L’unica che credevo speciale, nonostante non ci siano stati rapporti di nessun genere.
Cosa sarebbe successo ora?
Mi ero sentito idiota tante volte, ma mai così tanto.
Corsi, corsi davvero tanto. Non avevo più ossigeno nei polmoni e cominciavo ad avere crampi da tutte le parti, ma poco importava.
Avevo ferito la persona che mai avrei voluto ferire. Avevo ferito l’altra metà della mia anima.
Dovevo trovarla e scusarmi. Dirle che il sesso con Lauren non significava nulla.
Dirle che l’amavo da impazzire e che volevo soltanto lei.
Ma non mi aspettavo che mi credesse. In quel momento mi importava solo che mi ascoltasse.
 Se era disposta a farlo voleva dire che qualche speranza ce l’avevo ancora.
Ed io contavo su quel po’ di speranza che mi era rimasta.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** 15. Addio Forks -Bella- ***


*ANGOLO DELLA SCRITTRICE*
Beh, siamo arrivati all’ultimo capitolo di “Accettami per quella che sono”.
Sono felice che sia finita questa storia. Erano anni che non riuscivo a darle una conclusione adatta e finalmente l’ho trovata.
Spero che comunque non vi deluda. Lunedì, 21 Aprile, inizierà la parte seconda “Ti accetto per quella che sei”  quindi mi aspetto che tutti voi, che avete recensito con tanto interesse questa prima parte della storia, starete con Bella ed Edward fino alla fine. (Fa tanto Harry Potter)
Quando la nuova storia sarà online, aggiornerò questa con un link che vi rimanda alla nuova storia almeno nessuno se la perde!
Beh, Godetevi l’ultimo capitolo.
 
Baci, Maya♥
 
15. Addio Forks.
Mi cercavano tutti.
Tutti volevano chiedermi il perché di quell’annuncio. Volevano chiedermi se davvero ero innamorata di Edward. Chi avrebbe fatto una cosa del genere se non spinto dall’amore?
Amavo Edward ma non potevo farmi trascinare in una relazione instabile. Edward ce l’aveva messa tutta, lo sapevo bene, per essere un ragazzo migliore. Ma non ragionava con l’ottica giusta.
Ero depressa, chiusa nello stanzino di casa mia a piangere. Mi sentivo bambina un’altra volta. Ma in fondo avevo diciassette anni e forse bambina lo ero ancora.
Sentii bussare.
-Bella, apri.- era mio padre. –Non puoi stare chiusa in quello stanzino per sempre..-
Singhiozzai. –Non per sempre. Ma finchè Edward non torna a casa, posso.-
Sbuffò. –Posso entrare io?-
Aprii la porta ed il mio papà un po’ extra-large entrò nello stanzino con me.
-Bella.. io capisco che puoi rimanerci male per una storia, ma non puoi abbatterti in questo modo. In fin dei conti sei una donna forte.. insomma hai avuto un bambino, per la miseria! E da quel momento ti avrò vista piangere una o due volte.. ma non per queste sciocchezze! Quindi…-
-Quindi?-
-Quindi Bella se ti serve.. cambia aria! Trasferisciti a Phoenix.-
-Non voglio tornare dalla mamma, papà.- abbassai la testa.
-Non ce n’è bisogno.- sorrise e lo feci anche io. Magari cambiare aria era la cosa migliore. Magari mi avrebbe sollevato il morale.
Avrei aspettato un paio di settimane, fino al mio diciottesimo compleanno e poi me ne sarei andata da Forks.
 
Tornai a scuola la mattina seguente ed avevo tutti gli occhi puntati su di me. Razza di galline. Non avevano proprio nulla da fare.
-Ehilà Swan!- sorrise quella vacca.
-Lauren.- risposi fredda. –Cosa ti porta da queste parti?-
-No, sai volevo solo chiederti se anche tu pensassi che Edward Cullen sia un grande “Scopatore” ma…- si mise il dito medio sulla guancia con fare sorpreso. –Ops.. scusami, tu non lo sai.-
Mi fermai e mi girai verso di lei. Faccia a faccia. –Come fai a guardarti allo specchio senza aver voglia di sputarti addosso?-
-Perché dovrei farlo?-
-Beh.. non so se te ne sei accorta ma… - misi il dito medio sulla guancia come fece lei prima. -…già che chiami il ragazzo con cui vai a letto, “Gran scopatore”, vuol dire che sei una gran vacca..-e poi me ne andai, lasciandola con la bocca aperta.
Entrai in corridoio e raggiunsi il mio armadietto. –Bellina!-
-Ciao orso!- lo abbracciai. –Come stai?-
-Bene, Bellina…- e mi guardava.
-Anche io sto bene, Emmett. Tra due settimane compirò diciotto anni e…- Non mi fece finire. Che cominciò ad esultare. Chiamò Alice e Rosalie che accorsero subito, seguite da un cadaverico Edward.
Cominciarono a progettare la mia festa di compleanno. Erano tutti convinti che fosse una grande idea.
-Tu che ne pensi, Bella?- chiese Rosalie, ad un certo punto della conversazione che non avevo minimamente ascoltato.
Guardavo solo Edward, e lui guardava me.
Abbassai lo sguardo. –Non penso sia una grande idea.- chiusi il mio armadietto dopo aver preso i libri. –Scusatemi.- e me ne andai sotto gli occhi sconcertati di tutti i presenti.
 
-Bella…- mi sentii prendere una mano. Sapevo chi era. -…Non scappare via.-
-Non scappo via.- mi voltai e lo visi livido in faccia, con occhi gonfi e due occhiaie da spavento. -… diamine Edward, cosa hai combinato…- chiesi preoccupata.
-Niente.- tagliò corto. –Voglio solo parlare.-
-Stiamo parlando.- dissi fredda.
-Di quello che è successo.-
-Ti dico io cosa è successo..- mi schiarii la voce. –Siamo diventati migliori amici e tu ad un certo punto ti sei confuso e mi hai detto che mi amavi.. ma ovviamente non poteva essere così visto che poi sei andato a scopare con quella vacca di Lauren…- Mi sgorgavano lacrime dagli occhi e cominciavo a singhiozzare. -…Io invece, idiota come sono, ci ho creduto e ho mandato a puttane tutto quello che avevo costruito.- mi asciugai le lacrime con la manica del maglioncino. -..Ho mandato via Jacob, anche se lo avrei fatto comunque, ho lasciato Damon per te!- e lo indicai. Stava piangendo anche lui. Tutto il corridoio ci stava guardando. Non mi importava. Dovevo dirgli cosa provavo. –Quindi, se hai da aggiungere qualcosa, prego Edward…-
Restò muta e piangeva. Avevo tanta voglia di abbracciarlo ma non potevo. Non volevo perdonarlo.
I tradimenti non mi erano mai andati giù. –Ti amo…- sussurrò.
-Anche io ti amo.. – dissi a voce più alta. –Ma non ho la garanzia che tu non faccia lo stesso errore..-
Mi incamminai per metà corridoio e mi voltai. –Mi spiace, Ed… ma è meglio che ognuno torni alla propria vita..-
Finì lì la conversazione più dolorosa di tutta la mia esistenza.
 
Passarono due settimane ed era il giorno del mio compleanno. Mio padre aveva insistito per invitare i Cullen a cena.
 -Benvenuti!- dissi aprendo la porta ad una esuberate Alice e tutta la sua combriccola. Sorrisi a tutti, persino ad Edward che ricambiò. Meno male che si era un po’ risollevato.
Non avevo detto ancora a nessuno della mia partenza e non avevo intenzione di farlo. Sarei sparita dalla loro vita improvvisamente come ero apparsa.
Mio padre e Sue mi avevano rimproverata per la mia scelta ma sentire i loro motivi per cui non dovrei andarmene sarebbe stata una cosa davvero triste e stressante.. mi avrebbero convinta a restare ed io non volevo.
Mi avevano portato un sacco di regali. –Voi siete dei pazzoidi!-
Il mio piccolo cercava di scartarli tutti ma non ci riusciva. Troppo nastro.
-Vuoi aprirli tu, per la mamma?-  lui annuì. Presi tutti i regali e cominciammo ad aprirli uno per uno.
Una montagna di doni preziosi. Ma quanti soldi avevano?!
-Queste scarpe costano mille dollari! L’ho visto l’altro ieri!!-
Alice sorrise ed annuì. Era pazza! –Alice non posso accettarle.-
-Bella, ti picchio se cominci a fare così.- disse minacciosa mentre gli altri scoppiarono a ridere.
-Mamma..- disse il mio piccolo Edward sbadigliò. -.. viene anche papà?- disse accoccolandosi sul mio petto.
Tutti si voltarono verso di me curiosi. –Dove andate?-
-A phoenix.- esclamò mio padre all’improvviso. Era arrabbiato.
-Per quanto?- esclamò Edward all’improvviso rivolto a mio padre. Tutti si erano incupiti. Io abbassai lo sguardo. -… tu vuoi andartene via!!- gridò. –Cosa aspettavi a dircelo? Ti sembra un comportamento da tenere?-
Mi scesero di nuovo le lacrime. –Bella, non andare via…- pure Alice e Rose piangevano. Dio, era il festival delle lacrime.
-Scusatemi ma non sono affari vostri.- dissi a voce bassa. Sembrava quasi un sussurro. -..Devo rimettere in ordine la mia vita, ricominciando da zero.-
Corsi fuori da casa, dopo che diedi mio figlio al nonno. Avevo voglia di urlare. Avevo voglia di spaccare tutto.
Mi raggiunse qualcuno. Era lui. Sapevo che era lui.
-Non puoi scappare sempre..- disse freddo. -.. odio questa parte del tuo carattere.-
Mi arrabbiai. –Odi questa parte del mio carattere?! Il mio carattere è ciò che sono!- lo guardai negli occhi. –Se davvero mi ami accetta questa decisione e accettami per come sono. Lasciami andare via.-
-Non potrò mai accettare questa decisione, Bella!- mi prese tra le sue braccia e mi strinse. –Tu non hai idea quanto vorrei cancellare quello che è stato…-
-Edward…- mi staccai un attimo da lui e mi fiondai sulle sue labbra. Le avevo sempre desiderate e quella era l’ultima occasione che avevo per assaporarle.
Erano morbide e sapevano di… Edward.
-Ora scusami.. devo andare.- Dissi staccandomi e rientrando in casa, lasciandolo da solo nel giardino.
 
Ore 7:00.
Edward dormiva quando siamo partiti da casa Swan. Mio padre aveva un piccolo appartamente a Phoenix, dove stava quando voleva venirci a trovare. In più aveva anche fatto qualche telefonata a qualche suo amico per trovarmi un lavoro. E ce l’aveva fatta.
Finalmente stavo iniziando la mia vita da persona e mamma indipendente. Ce la potevo fare.
-Addio Forks, Addio Edward..- dissi guardando fuori dal finestrino. –Forse un giorno tornerò.-
 
FINE.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** SEGUITO! ***


Ecco a voi il link per la nuova storia. Scusate il ritardo!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2537491