Fino alla fine.

di x_harrysdimples
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 2: *** Capitolo due. ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre. ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno. ***


Capitolo uno.

"La vita è un sogno da cui ci si sveglia morendo."


Camminava avanti e indietro lungo la spiaggia a piedi nudi e, diversamente dal suo solito, non sembrava aver fretta. Anzi, tutto il contrario.
‘’Chi sono io?’’ ‘’Perché sono qui?’’ ‘’Per quale motivo mi trovo in questo posto?’’
Cosa avrebbe fatto? E, soprattutto, cosa avrebbe dovuto fare?
Le domande erano troppe, i ricordi ancora di più.
Voleva andare via, scappare.    
Era sicura che andandosene avrebbe messo fine a tutte le sofferenze, a tutti quei fantasmi che la perseguitavano da ormai 19 anni.
Quel posto, quella città e le persone che l’abitavano le riportavano alla mente troppi momenti che avrebbe preferito dimenticare.
Si soffermò ad osservare, mentre si sedeva sulla gelida sabbia a gambe incrociate, le onde scagliarsi violentemente contro gli scogli appuntiti. Si soffermò poi ad osservare il cielo che, a causa della tarda ora, stava pian piano sfumando verso un colore roseo. Si sistemò al meglio la gonna color panna che portava quel giorno e si strinse nel suo maglioncino preferito, ripensando alla promessa che lei e Simona, la sua migliore amica, si erano fatte quattro anni prima, all’età di 15 anni.
 
Le due ragazze erano chiuse in bagno a fumare di nascosto ed era notte inoltrata, ma del sonno non ce n’era traccia. Simona asprirò dalla sua sigaretta, mentre l’altra si affacciò alla finestra.
‘’Andiamo via, andiamocene.’’ disse la più piccola, Alice.
‘’E dove vuoi andare?’’
Alice aspirò un po’ di fumo per poi sospirare e buttarlo fuori dal naso  ‘’Lontano da qui, andiamo a Londra.’’
‘’Sarebbe un sogno - disse Simona con aria sognante spostandosi una ciocca di capelli biondi dal viso - ma è impossibile Ali, lo sai..’’
La più piccola sospirò nuovamente e sorrise tristemente – ‘’Lo so..’’
Simona non sopportava vederla così triste e amareggiata e, in quell’esatto momento, le venne un colpo di genio - ‘’Ci sono Ash! Ci sono!’’
‘’Certo Wendy, sei qui. Ovvio che ci sei..’’
Ash e Wendy. Erano questi i loro soprannomi, solo loro.
‘’Ma non in quel senso babbea! Io a 16 anni voglio lasciare la scuola, no? Posso sempre lavorare e guadagnare qualche soldo. Se poi lo metto da parte e non lo uso per stronzate, come mio solito, potremmo anche farcela!’’ rispose la maggiore tutta sorridente.

‘’E magari io posso darti una mano, mi organizzo con i compiti e  con la danza. Il modo si trova.’’
‘’Ma Ash, non ce n’è bisogno, davvero. Tu vai gia a danza, poi devi studiare e..’’ ‘Wendy’ non fece in tempo a finire la frase che la piccola ‘Ash’ la interruppe bruscamente.
‘’Chiudi quella boccaccia Guendalina Bla Bla, se ti dico che ce la faccio allora ce la faccio.’’
‘’Sei sicura?’’
‘’Ovvio.’’
‘’Ma proprio sicura?’’
‘’Ti dico di sì!’’
‘’Sicura al 100%?’’
‘’Simona se non la smetti ti lancio la lavatrice addosso.’’ sbottò Alice alterata, tentando invano di alzare un sopracciglio.
‘’Okay sto zitta.’’ rispose Simona alzando le mani in segno di resa e ridendo per il comportamente della sua amica.
‘’Quindi ce ne andiamo?’’ chiese speranzosa la più piccola.
‘’Ce ne andiamo.’’ sorrise l’altra.
                                                       
Alice sorrise a quel ricordo. Erano così piccole, ingenue e sognatrici, ma allo stesso tempo così tanto furbe.
C’è da dire che il passare degli anni non le aveva cambiate poi tanto però, erano sempre le stesse ragazze di prima se non per qualche particolare.
La ragazza respirò profondamente, inalando l’odore che il mare emanava in quella non troppo fresca giornata primaverile.
Aveva deciso.







Writer's space:
Allora, innanzitutto, ciao a tutte! Ci tengo a precisare che questa è la mia prima fanfiction e che non sono molto esperta, ma amo scrivere e in molti mi hanno consigliato di postarla (grazie Simona, Mario, Gianluca e voi altri ahah) perciò eccola qui :)
I prossimi capitoli saranno più lunghi, non preoccupatevi, questa è solo una sorta di anticipazione.
Ditemi che ne pensate con una recensione, anche piccola. Accetto critiche, ma non insulti pesanti.
Al prossimo capitolo, una bacio a tutte :)
Alice

 

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Capitolo 2
*** Capitolo due. ***


Capitolo due.

''Abitua la tua mente a trovare il lato positivo di ogni cosa.''

1 Settembre, 5 mesi dopo.
Alice aprì gli occhi alle 5.30 svegliata dalla fastidiosa insistenza della sveglia e, andando alla cieca, andò ad aprire le persiane per far entrare un po’ di luce nella stanza. Gesto completamente inutile dato che, essendosi svegliata fin troppo presto, nel cielo risplendeva solo il flebile bagliore della luna.
Si mise un giacchetto sulle spalle e scese in cucina per prepararsi la colazione. Dopo aver finito di mangiare andò a lavarsi e indossò la sua tuta, larga al cavallo e stretta alle caviglie con qualche borchia qua e la, nera, una semplice cannottiera bianca, uno smanicato di jeans e delle scarpe da ginnastica. Quello non era proprio il suo stile, ma voleva essere comoda per il viaggio. Piastrò i lunghi capelli castani, un filo di trucco e dopo aver controllato un’ultima volta se nella valigia ci fosse tutto, andò a salutare la sua famiglia.
-Appena arrivi mandami un messaggio, ti prego.- le disse la madre con le lacrime agli occhi.
-Lo farò, non preoccuparti.- così dicendo l’abbracciò sussurrandole un dolce ‘Ti voglio bene.’ al quale la madre rispose con un ‘Anche io, non immagini quanto.’
-Allora parti..- disse suo fratello, per meglio dire fratellastro, guardandola tristemente. Quei due avevano sempre condiviso tutto. Dalla prima cotta, al primo amore. Non esistevano segreti fra loro.
-Così sembrerebbe.- rispose Alice sorridendogli dolcemente.
-Vieni qui.- disse allargando le braccia. La ragazza non se lo fece ripetere due volte e lo strinse subito a sé.
-Mi mancherai sorella stupida!- disse lui stringendola di più.
-Anche tu fratello idiota, tanto!- rispose lei.
-Hai lavorato sodo per inseguire il tuo sogno e ora guardati! Stai per partire per Londra! Sono così fiera di te.- ‘sono così fiera di te’. Alice non riusciva a credere che quelle parole fossero uscite dalla bocca di sua sorella. Quella ragazza che non faceva altro che ripeterle costantemente che doveva tornare con i piedi a terra e smetterla di fantasticare così tanto. I sui occhi si riempirono di lacrime al suono di
quella frase. Si abbracciarono. Rimasero in quella posizione per un tempo indecifrabile.
-Ti voglio davvero bene.- le sussurrò la sorella. –Anche io, grazie di tutto.-
-Allora signorina, ricordati di farti sentire spesso o tua madre rischia un infarto!- cercò di rallegrare la situazione il suo patrigno, facendo ridere tutti.
-Certo, non preoccupatevi! Starò bene, anzi benissimo!- rispose Alice più sorridente che mai.
-Ovvio, può fare tutto quello che vuole! Vero signorinella?- rise il fratellastro fratello.
-Zitto tu! Va a finire che mi segregano dentro casa a vita e addio sogni di gloria!- rispose Alice ridendo.
-Vai o farai tardi! Vieni a trovarci a Natale, mi raccomando!- le disse la madre con un sorriso palesemente finto. Era distrutta. Non che non fosse felice per sua figlia, ma si sa che per un genitore è sempre difficile vedere il proprio figlio crescere.
-Ovvio! Potrei mai perdermi gli abbondanti pasti di nonna?- rispose lei riferendosi all’odioso vizio di sua nonna di cucinare troppe cose fin troppo pesanti.
-Ti vogliamo bene!- gli dissero tutti ridendo per quell’affermazione.
-Ve ne voglio anche io!- rispose Alice mandando a tutti un bacio volante mentre si dirigeva verso l’auto parcheggiata nel vialetto.

Poggiò le valige nel portabagagli della sua 500 bianca e rossa e si affrettò a chiamare Simona per dirle che stava passando a prenderla.
Poco più lontano da Alice, c’era una Simona più felice che mai.
-Allora Simo, hai preso tutto?- chiese sua madre per l’ennesima volta.
-Si mamma.- rispose la ragazza un po’ scocciata dall’insistenza della madre.
-Cerca di capirmi, è difficile lasciarti andare.- disse la madre mentre una lacrima le solcava la guancia. A quella frase il cuore di Simona accellerò il battito e una lacrima solcò la sua guancia, così le due si strinsero in un caloroso abbraccio.
-Ti voglio tanto bene piccola mia.-
-Anche io.-

Le due sciolsero l’abbraccio a causa del suono del campanello. La ragazza si affrettò a rispondere.
-Ti ho chiamata 15 volte, sbrigati o perderemo il volo!- disse Alice con apparente calma.
-Oddio scusa, non avevo sentito il telefono! Esco subito!- si giustificò immediatamente.
-Ti aspetto, muoviti!-
- E’ tardi, tardi, tardissimo! – urlò la più grande in preda al panico per poi andare ad abbracciare tutti i suoi cari. Sua sorella e i suoi due amati fratelli.
-Allora io vado! Vi voglio tanto bene, ricordatevelo.-
-Buona fortuna per tutto amore. Appena arrivi fammi uno squillo.- rispose sorridente la madre.
-Certo.- disse la ragazza per poi abbracciarla, lasciarle un bacio su una guancia e sparire fuori al cancello.
Quando Alice vide Simona arrivare non potè non pensare che fosse una ragazza davvero stupenda, sia fuori che dentro. Aveva dei lunghi capelli scuri, ma non troppo, e lisci che le arrivano sul seno, occhi di un colore indecifrabile alla luce del sole e nocciola al buio. La carnagione abbastanza scura in confronto a quella della sua amica, famosa per la sua pelle candida come la neve. Indossava dei leggins neri, una maglia lunga e bianca, un giacchetto di pelle nero e delle scarpe sportive ma con un po’ di tacco.
-Ciao dormigliona! Dormito bene?- chiese Alice alla sua amica.
-So dove vuoi arrivare. Non mi sentirò in colpa per aver dormito qualche minuto di più ed aver fatto tardi.- rispose Simona.
Alice iniziò a ridere e scosse la testa. –Mi conosci troppo bene, eh?-
-Ovvio baby.- disse la maggiore facendole un occhiolino un po’ mal riuscito.

-Ma come sei sexy quando fai quell’occhiolino!-
-Parla quella che non sa fischiare!-
-E zitta su. Siamo arrivate!- disse euforica Alice mentre scendeva dalla macchina e prendeva le valige.

Fatto il check-in, le ragazze salirono sull’aereo.
-Posto 5, posto 6, posto 7.. eccoli! Posto 10 e posto 11.- disse contenta Simona.
-Wendy dammi un pizzicotto.- disse ad un tratto Alice mentre si sedeva.
-Cosa?-
-Ho detto dammi un pizzicotto. Ho paura che tutto questo sia solo un sogno!-

-Ma non è un sogno Ali, è tutta realtà.- la rassicurò la sua amica.
-Grazie. Ti voglio bene.- disse sorridendo Alice.
-Anche io te ne voglio piccolina.-
-Non sentirti tanto grande. Hai solo un anno in più di me cara.- disse Alice facendo un ghigno all’amica, la quale ricambiò con una linguaccia.
Il viaggio passò tranquillo tra risate, scherzi e canzoni.
-Avvisiamo la gentile clientela che l’aereo sta per atterrare. Siete pregati di tornare tutti ai vostri posti e allacciare le cinture di sicurezza. Grazie per aver scelto la nostra compagnia e arrivederci.-
Le due amiche si presero per mano e sorrisero l’una verso l’altra.
Pochi minuti dopo l’aereo era atterrato.
-AAH siamo arrivate!- urlò fin troppo forte Simona, tanto che tutti i passeggeri la guardarono storto. Si girò, poi, verso la sua amica che aveva un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
-Non riesco a smettere di sorridere!- disse Alice con occhi lucidi dalla felicità.
Entrambe si diressero verso i loro bagagli e li ritirarono.
L’aereoporto era grande, ordinato, pulito e sorvegliato. I ‘bobbit’ si avvicinarono alle due ragazze chiedendo se fosse tutto a posto e loro,  con un sorriso smaliante, dissero in coro ‘Assolutamente si!’. Addirittura, c’era gente che dormiva su dei divanetti creati appositamente per chi aspettva la coincidenza del proprio volo.
Si avviarono, correndo e sempre tenendosi per mano, verso l’uscita dell’aereoporto.
Alcune persone le guardavano sorridendo e chiedendosi il motivo di così tanta felicità da parte di entrambe.
Altre invece gli rivolgevano occhiatacce.
Poi c’era chi le credeva pazze e chi, semplicemente, aveva perfettamente capito ciò che stava succedendo: avevano finalmente realizzato il loro sogno, insieme.
Uscirono dall’aereoporto in tutta fretta e l’aria di Londra le colpì in pieno viso.
-Questo è il paradiso..- rimase a bocca aperta la piccola Ali.
-E’ meglio del paradiso.-
-Ali..-
-Simona..-
Un altro sorriso spuntò sulla faccia di entrambe e i loro occhi si scontrarono. Il verde di Alice contro il nocciola di Simona.
-Ce l’abbiamo fatta.- sussurrarono all’unisono.





Writer's space:
Eccomi di nuovo qui a rompervi le palle, yessa!
Allora, prima di tutto vorrei ringraziare 'katlyn' che ha aggiunto la mia storia alle seguite. Grazie mille tesoro!
Bene bene bene, vi avviso subito che i ragazzi appariranno nel quarto capitolo. Esatto. Vi tocca aspettare ancora un po'!
Se ci riesco, vi prometto che domani posto sia il terzo che il quarto capitolo, don't worry :)
E niente, ditemi che ne pensate con una recensione possibilmente.
Un bacio enorme a tutte le 29 persone che hanno gia letto il capitolo precedente e a chi leggerà anche questo.
Al prossimo capitolo,
Alice

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Capitolo 3
*** Capitolo tre. ***


Capitolo tre.

"Quando tutto è perso, semplicemente, sorridi." -Ed Sheeran.

 

Nessuno sarà mai in grado di spiegare l’emozione che attraversò il corpo delle due ragazze nell’esatto momento in cui misero piede su un semplice marciapiede di Londra.
Ciò che provarono, non appena il loro cervello fu in grado di elaborare quello che stava succedendo, fu un qualcosa di inspiegabile.
“Meglio di quando ti svegli il venerdì mattina, guardi l’orario, ti accorgi che tua madre non ti ha svegliata per andare a scuola e quindi te ne ritorni a dormire felice che il tuo weekend sia iniziato un giorno prima.” così lo aveva definito Simona, mentre Alice non era in grado di dire nemmeno una parola. Neanche di
emettere un semplice verso.
Quando la più piccola si riprese dal suo stato di shock si rese conto che la sua amica le stava porgendo un pezzo di carta, accartocciato, da due buoni minuti e che la guardava con sguardo assassino.
-Allora, che dici, ti decidi a prenderlo mentre io chiamo il taxi?- la rimproverò la più grande.
-Ma cos’è?-
-E’ la via di casa di mia zia, genietto.-
-Vive ancora lì?-
-No, ma.. Ma mi hai ascoltata anche solo per mezzo secondo?- chiese Simona ridendo.
-Scusami, è che non riesco ancora a capacitarmi che tutto questo stia succedendo veramente.-
-Allora siamo in due, ma dobbiamo svegliarci dal nostro stato di coma se vogliamo arrivare a casa sane e salve.- continuò a ridere la maggiore.
-Giusto. Chiama il taxi dai.-
Dopo cinque minuti di attesa il taxi arrivò e le due vi salirono.
-Manchester Street, grazie.- disse Alice per poi voltare la faccia verso il finesrino e ammirare l’immensità di Londra.
-Ali guarda!- urlò Simona, per farsi sentire dall’amica che sembrava in trance, indicando fuori dal finestrino.
-Oh mio dio, quello è Buckingham Palace!-
Alice iniziò a saltellare sul posto come una bambina di cinque anni a cui viene regalata una scatola piena di caramelle, e la sua amica non potè fare a meno di ridere, per poi iniziare ad “esultare” con l’altra ragazza. Le due si beccarono anche qualche occhiataccia dal tassista, ma quanto poteva importargliene in quel momento? Il loro sogno era finalmante realtà. Erano nella città che sognavano fin da quando erano piccole e, cosa più importante, erano insieme.

Il viaggio durò abbastanza, ma nessuna delle due se ne rese conto. Erano troppo impegnate a premere i loro visi contro il finestrino e a godersi ogni singolo particolare che quella magnifica città offriva.
A risvegliarle dai loro pensieri fu il tassista –Sono 39£, grazie.-
-Ecco a lei.- disse la più grande porgendogli i soldi e sistemandosi i capelli scuri.
-Ehm.. tu sei sicura che sia questa la casa? Insomma è..- iniziò Alice –Uno spettacolo.- concluse Simona.
Quello che si trovarono davanti andava ben oltre le loro aspettative.
Era una deliziosa villetta, non troppo grande e dal classico stile inglese, costruita con mattoni bianchi. Il tetto era composto da tante tegole blu notte e, in cima ad esso, si trovava un fumaiolo che riprendeva il colore delle mura. Tutto intorno vi era un giardino ben curato, probabilmente la zia di Simona doveva tenerci davvero tanto visto il modo in cui, le piante, erano ben sistemate e per niente rovinate. Il portone era di un rosso caldo, per niente eccessivo. Solo quando si avvicinarono un po’ di più a quella che sarebbe stata la loro nuova casa, si resero conto che, di fianco ad essa, c’erano un garage e un'adorabile casetta del medesimo colore della casa.
-Se è così all’esterno non oso immaginare all’interno.- rise Simona.
-Ho quasi paura ad entrare, questo è decisamente troppo. Il mio povero cuore non regge.- rispose Alice.
Aprirono la porta e rimasero a bocca aperta.
I colori predominanti erano il panna, il beige e il rosso, che donavano alla casa un’aria confortevole e un po’ antica. Il salone era spazioso, con un divano davanti alla tv, appesa alla parete in cima ad un piccolo camino in pietra. Di fianco al divano vi erano due poltrone. Girando a sinistra, separata dal salone solo grazie ad un arco, si trovava la sala da pranzo che era tutt’uno con la cucina, rigorosamente in legno. C’era anche un grande bagno con tanto di vasca e doccia.
Le ragazze salirono la prima rampa di scale. Un lungo corridoio apparì davanti a loro. Simona decise di “esplorare” quel piano, mentre Alice salì all’ultimo.
Quello che si presentò davanti alla più piccola fu il paradiso. Quella che dovrebbe essere stata la soffitta, era stata trasformata in uno studio.
Le pareti erano bianche, ma il soffitto, che pendeva a destra, era di un bellissimo legno scuro. Il pavimento era dello stesso materiale e colore del soffitto. La cosa che la stupì maggiormente fu una piccola porta che portava ad un bagno privato. Alla più piccola venne un’idea.
-Simona! Cos’hai trovato di sotto?- urlò per farsi sentire dalla sua amica.
-Tre, e dico tre, camere da letto e un bagno. La camera più grande ha un letto a baldacchino, un letto in più e anche il bagno in camera! Pretendo quella!- rispose l’amica.

-Perfetto, aiutami a portare il letto in più qui sopra!- urlò di rimando.
-Non faccio domande, va bene.-
Alice scese in fretta e furia le scale, saltellando e sorridendo, e corse dalla sua amica.
-Dai dai dai aiutami! Ho tanto lavoro da fare di sopra!-
-Ma mi spieghi cos’hai trovato?- chiese, Simona, curiosa.
-La soffitta, cioè il vecchio studio di tuo zio, ovvero la mia nuova camera!- rispose Alice parlando fin troppo veloce.
Le due ragazze, con un po’ di fatica, riuscirono a portare il letto fino al piano superiore.
-Ma è bellissima.- disse Simona stupita.
-Lo so baby, ma è mia. Smamma.- disse la minore facendole una linguaccia.
Iniziarono a sistemare le loro cose verso le 12 am e finirono alle 3 pm. C’è da dire che ci volle molto tempo, ma ora la casa era ancora più bella di prima – se possibile.
Non appena finito, le due si buttarono a peso morto sul divano facendosi anche male. Una risata rieccheggiava nella stanza, ma venne interrotta bruscamente dallo stomaco di Alice, che iniziò a brontolare per la fame.
-Fammi indovinare…- iniziò Simona portandosi un dito sotto il mento con fare tetrale, fingendo che stesse pensado -..hai fame! Sai che novità!- conluse urlando e alzandosi di scatto, ridendo.
-Cerca di capirmi, è da quando mi sono svegliata che non mangio.- rispose Alice fingendosi offesa e mettendo il broncio, incrociando le braccia sotto il petto.
-Perché, giustamente, i due cornetti mangiati durante il viaggio e il pacco di patatine che hai divorato mentre sistemavi la camera, ballando a ritmo di “Little white lies”, non valgono..-
-L’hai detto anche tu! Mentre ballavo e sistemavo facevo attività fisica! Il mio corpo ha gia assimilato e bruciato quel che ho mangiato, quindi no che non valgono!-
-Io davvero non ho parole. Menomale che abbiamo portato qualcosa da casa. Domani dobbiamo andare a fare la spesa!- disse Simona avviandosi in cucina per preparare un piatto di pasta per entrambe.

-Ovviamente. Tu prepara qualcosa da mangiare che io testo un po’ il divano e vedo se è comodo..- rispose Alice legandosi a mezza coda, come era solita fare, i lunghi capelli castani tendenti al biondo, e raggomitolandosi sul suo nuovo divano.
Quando Simona andò in salone per avvisare la sua amica che la pasta era pronta, la trovò addormentata su un fianco, con la sua copertina di Adventure Time -perché anche se aveva 19 e 20 anni, Alice e Simona avevano una passione per i cartoni animati e, soprattutto, per la Disney- appoggiata sulle spalle.

-E’ sempre la solita.- sussurrò con un dolce sorriso sulle labbra per poi appoggiare il piatto di pasta sul tavolino di fronte al divano, e svegliarla.
Il pomeriggio passò in fretta, tra chiacchiere, risate, film, qualche schifezza da mangiare e cartoni animati. Avevano deciso che il giorno seguente avrebbero fatto un giro per Londra, e quello dopo ancora sarebbero andate a cercare un lavoro.
 
 
Detto, fatto. Era il 3 Settembre e, quel giorno, avrebbero dovuto cercare entrambe un lavoro per poter guadagnare i soldi per pagare l’affitto.
Simona riuscì a trovare un posto come aiutante di una parrucchiera. Non fu difficile per lei ottenere quel lavoro avendo gia avuto esperienza in quel campo, perciò, si può dire, che le andò più che bene. Avrebbe dovuto lavorare il lunedi, il giovedi e il venerdi, dalle 4 pm alle 7 pm.
Alice, dopo aver girato in lungo e in largo, trovò lavoro in una piccola biblioteca nel centro della città. Era un luogo accogliente e che dava un senso di pace. La ragazza aveva sempre avuto una passione per i libri, quindi fu davvero felice del suo nuovo lavoro. Avrebbe lavorato il martedi, il mercoledi e venerdi, dalle 2 pm alle 6 pm.
Non avevano più bisogno di sognare, ormai quello in cui speravano era realtà e niente e nessuno avrebbe cambiato le cose. Mai. Tutto stava andando per il meglio e Alice e Simona erano, finalmente, felici.





Writer's space:
Eccomi tornata con il terzo capitolo! Sono felice di annunciarvi che, nel prossimo capitolo, appariranno i ragazzi! 
Ho visto che ci sono state molte visite e ne sono stata davvero contenta, ma vi chiedo perfavore di lasciare una piccola, anche piccolissima, recensione! Solo per sapere se la storia vi piace o no.
Grazie ad artam che ha aggiunto la mia storia alle preferite e a katlyn che l'ha messa tra le seguite.
Al prossimo capitolo.
Un bacio, 
Alice

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