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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Capitolo 1: L'inizio di tutto *** Capitolo 2: *** Capitolo 2: La bocciatura alle porte *** Capitolo 3: *** Capitolo 3: La situazione peggiora *** Capitolo 4: *** Capitolo 4: La luna a un palmo dal naso *** Capitolo 5: *** Capitolo 5:D’accordo, combattiamo! *** Capitolo 6: *** Capitolo 6: Dodici avversari *** Capitolo 7: *** Capitolo 7: In trappola *** Capitolo 8: *** Capitolo 8: Cercando idee *** Capitolo 9: *** Capitolo 9:Forza Usako! *** Capitolo 10: *** Capitolo 10: Figlia di chi? *** Capitolo 11: *** Capitolo 11:Custode del cristallo d’argento. *** Capitolo 12: *** Capitolo 12: Energia solare *** Capitolo 13: *** Capitolo 13:Il Silver Millennium *** Capitolo 14: *** Capitolo 14: La fedeltà delle guerriere *** Capitolo 15: *** Capitolo 15: Un grave reato *** Capitolo 16: *** Capitolo 16:Brillamento solare *** Capitolo 17: *** Capitolo 17: Acque rosse *** Capitolo 18: *** Capitolo 18:Acqua e vegetazione ***
Salve a tutti. Questa è
la prima volta che scrivo di SailorMoon e non pensavo che avrei mai pubblicato una storia. Per
quanto mi piace l’anime e manga, trovo che sia un po’ complicato gestire tutti
i personaggi che compaiono, o almeno per me lo è, ma ho voluto provarci lo
stesso.
Probabilmente il
personaggi non sono tutti IC, soprattuttoUsagi, ma per quanto riguarda lei, l’ho voluto fare di
proposito.
Avverto che alcune cose
potrebbero non coincidere con il manga o anime, ma anche questo è puramente
voluto.
Qui sotto riporto
i nomi italiani dei
personaggi nel caso qualcuno non conoscesse quelli giapponesi:
Usagi=Bunny
Ami=Ami
Rei=Rea
Makoto=Morea
Minako= Marta
Mamoru=Marzio
Milord=TuxedoKamen
Haruka:Heles
Michiru=Milena
Hotaru=Ottavia
Setsuna=Sidia
Shingo=Sam
Bhevi auguro buona lettura.
Ciau.
Capitolo 1: L’inizio di tutto
Usagi era giù di morale. Era stata appena
rimproverata dai suoi genitori, dopo che questi erano tornati dall’incontro genitori
e insegnanti del suo liceo.
Usagi aveva sempre studiato poco, in
quanto non amava stare chiusa in casa sopra una marea di libri, ma in quel
periodo i suoi voti erano calati ulteriormente e la bocciatura quell’anno era davvero vicina.
Era nella sua camera
dopo che la madre l’aveva costretta a fare i compiti, ma la ragazza sebbene
facesse di tutto per concentrarsi, non ci riusciva. Per la testa aveva ben
altro e più precisamente, l’ultimo nemico che minacciava la terra e soprattutto
lei…tanto per cambiare. Questa volta non solo la terra era sotto attacco, ma
anche la luna e questo le creava ulteriori problemi in quanto strettamente
legata al satellite.
Un alone scuro
avvolgeva la luna e quella forza oscura le dava la sensazione di soffocamento.
Erano diversi giorni
infatti che la ragazza si sentiva strana.
A causa dei sogni di
Rei, delle sensazioni delle outhers Sensi e delle
profezie di SailorSaturn,
alle guerriere era ben chiaro che i nuovi attacchi puntavano a eliminare
l’ultima erede del Silver Millennium, per vendicarsi
di un terribile affronto subito nel passato.
I ricordi del regno
della luna, erano ancora confusi nella mente di Usagi.
Ricordava qualche
momento della sua vita a corte, della sua morte a causa dell’attacco della
regina Periglia, ma non aveva ricordi di altri nemici
che li avessero minacciati, nè la regina Selene
gliene aveva mai parlato quei pochi momenti in cui si erano incontrate.
Quindi il nuovo nemico
era un mistero e non sembrava volersi mostrare, attaccava e basta, come se volesse
prendere Usagi per sfinimento o semplicemente
torturarla.
Le guerriere non
potevano fare molto, oltre a combattere gli automa che venivano inviati e
resistere agli attacchi di una delle servitrici del misterioso nemico. Avevano
fatto ricerche, ma non avevano trovato niente che potesse condurle alla base
segreta dell’avversario. Avevano troppe poche informazioni.
Con questi pensieri in
testa, Usagi lanciò la matita a terra e, sconsolata,
appoggiò la testa sui libri.
Luna guardò la ragazza
con aria preoccupata. Lei era la prima a ricordare a Usagi
che il suo compito era quello di studiare, ma sapeva del brutto periodo che
ella stava passando.
La ragazza di quei
tempi aveva perso il buon umore e quel suo carattere allegro ed euforico che la
caratterizzava.
Vi era già stato una
sorta di cambiamento nel carattere di Usagi, dopo lo
scontro con Galaxia. Non era uscita illesa da quella
battaglia, non dopo aver visto morire tutte le sue amiche e aver perso l’amore
della sua vita. Vi era stata una sorta di maturazione.
Anche se cercava di
essere la Usagi di sempre, quella esperienza l’aveva
segnata nel profondo e non poche erano le nottiin cui si svegliavaterrorizzata
da incubi che le rivangavano quanto accaduto.
Ci pensava Luna a
calmarla in quei momenti e la mattina dopo Usagi
indossava la maschera della ragazza spensierata che tutti conoscevano,
per non far preoccupare i genitori, sebbene il
dolore provato non abbandonava i suoi occhi.
“Forza Usagi, vedrai che si risolverà anche questa!” disse la
gatta, cercando di incoraggiare la ragazza.
Usagi alzò la testa e sospirando disse
“Non sono pronta per un’altra battaglia Luna, io…i ricordi di Galaxia sono troppo vivi nella mia mente. Se dovesse
succedere nuovamente qualcosa di brutto alle mie amiche o a Mamoru,
io…io impazzirei!”
“Usagi,
posso capire quello che hai provato, ma non ti poi tirare indietro. Sei una
guerriera Sailor e come tale ti devi comportare!”
disse Luna.
“Lo so, lo so. Non è
il caso che tu me lo dica. Non mi sto tirando indietro, ho solo detto che non
sono pronta e ho paura di fallire!” disse Usagi,
prendendo un respiro profondo.
“Sono sicura che ci
riuscirai, hai le tue amiche ad aiutarti, insieme batterete anche questa
minaccia. Non sei sola!” disse Luna.
“Forse riusciremo a
sconfiggere il nemico, ma…dubito di riuscire a rimettermi in pari con la
scuola. Quest’anno mi sono lasciata troppo andare!”
Luna non sapeva cosa
dire. Ripeterle che non era colpa sua non le sarebbe servito a niente, anche
perché non poteva raccontare ai suoi genitori e insegnanti chi fosse realmente
e quindi sperare che in quel frangesse chiudessero un occhio. Sapeva anche che
le preoccupazioni che stava affrontando Usagi,
preoccupavano anche le altre, sebbene in modo minore. Avevano spesso a che fare
con i nemici e questo distoglieva tutte quante dai loro doveri scolastici, Ami
compresa. Quest’ultima però riusciva comunque a
mantenere una media alta grazie al suo genio. Rei e Makoto
erano messe male, ma non rischiavano ancora la bocciatura, mentre Minako era nella stessa situazione di Usagi.
“Luna, quando ero Serenity come me la cavavo nello studio?” chiese
improvvisamente Usagi.
“Non amavi studiare
nemmeno allora, ma comunque non te la cavavi male!” disse Luna ricordando i
tempi passati.
“Davvero? A volte
vorrei aver mantenuto certe qualità della mia passata me stessa. Se me la
cavavo, perchè ora no? E purtroppo anche se ricordassi qualcosa del mio
passato, dubito che quanto studiato, mi aiuterebbe al momento!” disse Usagi sconsolata.
“Lo credo anche io!”
disse Luna sorridendo “Quando eri Serenty non
esisteva tutto quello che voi giovani studiate al giorno d’oggi!”
Usagi sbuffò nuovamente e si prestò a
raccogliere nuovamente la matita e provare a mettersi di nuovo a studiare.
“Dai, ti aiuto io.
Però che non diventi un’abitudine!” disse Luna saltando sulla scrivania.
All’ora di cena Usagi scese al piano di sotto e si sedette a tavola. Ikuko servì la cena, accertandosi prima che la figlia
avesse svolto i suoi doveri scolastici.
“Bene, voglio che da
oggi fino alla fine dell’anno, tu rientra a casa subito dopo le lezioni e ti
metta in regola con gli altri tuoi compagni. Non uscirai con le tue amiche fin
quando non sarò io a consentirtelo e potrai invitare a casa solo una di loro
per darti ripetizioni. E soprattutto niente Mamoru,
intesi?” disse la madre di Usagi con tono duro.
“Ma mamma, non
posso…io…” cominciò Usagi sapendo di non poter
obbedire alla madre, a causa di forze maggiori.
“Intesi?” chiese
nuovamente Ikuko guardando duramente la figlia.
Usagi annuì tristemente e continuò a
mangiare in silenzio.
La cena, una volta
rumorosa, era riempita solo dalle notizie del telegiornale, che come al suo
solito, forniva a tutte le famiglie della regione, notizie alquanto allarmanti.
“Passiamo ora all’ultima notizia riguardante il nostro
satellite. Ancora misteriose sono le cause del suo improvviso offuscamento.
Alcuni teorici sostengono che la luna si stia allontanando molto velocemente
dalla sua solita orbita, facendo si che la sua luce ci appaia meno luminosa.
Non sappiamo quali possano essere le conseguenze per il nostro pianeta se la
luna dovesse improvvisamente perdersi nello spazio. Alcuni scienziati ritengono
che questo non accadrà, altri sostengono che dobbiamo prepararci a improvvisi
cataclismi come i maremoti e alzamento delle maree e
a un continuo oscillamento dell’asse terrestre.
Vi terremo aggiornati sulla situazione, grazie per la vostra
attenzione!”
“Certo che questa
storia mette i brividi! La luna che scompare, non voglio nemmeno pensare a
quali catastrofi andremo incontro!” disse Kenji, il
padre di Usagi.
“Secondo me è opera di
alieni e SailorMoon e le
altre guerriere lo combatteranno fino alla morte se è necessario, ma ci
salveranno!” disse Shingo, turbando Usagi, che un’eventualità del genere non voleva nemmeno prenderla
in considerazione…non di nuovo.
Usagi posò la posata nel piatto, avendo
improvvisamente perso l’appetito. Si alzò da tavola, ma prima che potesse
recarsi nella sua stanza, il campanello suonò. Andò ad aprire e si trovò
davanti Mamoru e Chibiusa.
La bambina, tornata dal futuro, infatti aveva passato il pomeriggio con il
ragazzo e aveva avuto il permesso di stare con lui fino a tarda serata.
“Ciao Mamoru, ciao Chibiusa!” disse Usagi con poca enfasi, cosa alquanto strana da parte sua. I
due interpellati si scambiarono uno sguardo confuso prima di chiederle cosa
avesse. Usagi scosse la testa, non avendo voglia di
rispondere, ma questo suo atteggiamento fece preoccupare ulteriormente i due.
Non poterono però porle altre domande che la madre di Usagi
intervenne.
“Chibiusa, entra in
casa per favore!” disse alla piccola prima di rivolgersi a Mamoru
“Ti ringrazio di averla accompagnata a casa, ma Usagi
è in punizione per il suo andamento scolastico e le ho proibito di vederti fino
a nuovo ordine!”
“Cosa, ma…” cominciò Mamoru per poi essere interrotto dalla donna.
“Sei un bravo ragazzo Mamoru e mi dispiace, ma devo far capire a mia figlia che
la vita non è un gioco. Deve crescere e smettere di comportarsi come una
bambina!”
Mamoru e Chiubiusa
osservarono Usagi, la quale aveva la testa china e
stringeva i pugni con forza.
Il ragazzo avrebbe
voluto dire qualcosa, aiutarla, ma venne sorpreso quando vide Usagi tenersi il petto e cadere sulle ginocchia in preda a
un forte dolore.
Mamoru la sostenne immediatamente urlando
il suo nome, facendo trasparire dal tono della sua voce la sua preoccupazione.
Ikuko si chinò anch’essa cercando di
portare soccorso alla figliae il
continuo urlare il nome di Usagi, attirò l’attenzione
anche del padre e del fratello della ragazza.
“Usagi,
tesoro cosa ti succede?” chiese Kenji spaventandosi a
vedere a terra la sua bambina.
La ragazza aprì
lentamente gli occhi e guardando al cielo, li spalancò terrorizzata. Chibiusa segui il suo sguardo ed ebbe la sua stessa
reazione.
“Guardate la luna!”
urlò la bambina indicando il satellite.
Nessuno poteva credere
ai propri occhi, non avevano mai assistito a niente del genere. La luna,
diversamente da come avevano appena detto in televisione, era molto vicina,
quasi da poterla toccare e quanto stava avvenendo sulla sua superficie, era ben
visibile a tutta la parte della terra che in quel momento non era illuminata
dal sole.
Diverse meteoriti
stavano colpendo ripetutamente la superficie del satellite, creando nuovi
crateri.
Mamoru strinse la mano di Usagi, vedendola stringere gli occhi e trattenere il
respiro come a voler far calmare il dolore che al momento provava.
“Dobbiamo portarla in
ospedale?” chiese Shingo, non riuscendosi
a spiegare il malessere della sorella.
Mamoru la sollevò e la prese in braccio
“No, non credo. Penso sia solo un malore dovuto allo stress di questi giorni. Usagi mi ha raccontato di essere alquanto agitata
ultimamente!”
Ikuko e Kenji
gli credettero, pensando che lo stress fosse dovuto
alla scuola.
Usagi nel frattempo si era addormentata e
sebbene il suo respiro fosse ancora un po’ affannoso, sembrava dormire
tranquilla.
Capitolo 2 *** Capitolo 2: La bocciatura alle porte ***
Capitolo 2: La bocciatura alle porte
L’importanza della luna
Capitolo
2: La bocciatura alle porte
La mattina dopo
essersi sentita male, Usagi si svegliò presto, non
dando la possibilità alla sveglia di suonare. Fece attenzione a non destare
Luna e dopo essersi preparata, uscì per recarsi a scuola. Lasciò solo un
bigliettino per tranquillizzare i suoi sulla sua salute. Voleva un po’ di
tranquillità, cosa che non avrebbe avuto se avesse aspettato il risveglio dei
genitori. Questi, infatti, l’avrebbero riempita di domande e lei avrebbe dovuto
mentire su come si sentiva.
Odiava raccontare loro
delle bugie e non metterli al corrente di come si sentiva. Avrebbe voluto avere
un rapporto di fiducia con i genitori, quello che c’era prima che diventasse
una Sailor…un periodo in cui non vi erano segreti tra
loro.
La ragazza era seduta
al suo posto con la testa appoggiata al banco e si godeva quella tranquillità
mattutina, che sarebbe terminata al suono della prima campanella.
Diversi minuti dopo la
porta di classe si aprì e vi entrarono Ami e Makoto.
Esse furono sorprese di vedere la loro amica già presente in aula e passato quell’attimo di stupore, le due corsero accanto a Usagi.
“Usagi,
hai visto cosa è accaduto ieri sera? I telegiornali non fanno altro che
parlarne. Mi domando cosa abbiano in mente i nostri nemici!” disse Makoto, appoggiando la sua cartella su di un banco.
“Mi sembra evidente, eliminare
la nostra principessa. Gli attacchi alla luna devono essere dei messaggi di
minaccia, in quanto la luna rappresenta Usagi” disse
Ami.
Usagi sospirò “Non solo l’ho visto, l’ho
anche sentito!” disse abbassando la testa.
Le ragazze spalancarono
gli occhi “Cosa vorresti dire?”
“Che nel momento in
cui quegli asteroidi hanno colpito la luna, mi sono sentita come se mi
strappassero il cuore!” disse Usagi, portandosi la
mano proprio dove aveva provato dolore la sera prima.
“Vuoi dire che tu avverti
tutto quello che accade alla luna. Per questo eri sempre strana in questo
ultimo periodo. Sentivi anche l’oscuramento della luna che è causa dell’energia
malvagia dei nostri nemici?” chiese la guerriera di Giove sgranando gli occhi.
Usagi annuì.
“Perché non ci hai
detto niente?” chiese Makoto sconvolta.
“Non volevo farvi
preoccupare. Inoltre non potete fare molto per aiutarmi!” disse Usagi, riappoggiando la testa sul banco.
“Avresti dovuto
dircelo comunque. Avremmo trovato una soluzione e…insomma non devi soffrire da
sola, altrimenti cosa servono le amiche?” disse Minako,
facendo sussultare le presenti, essendo giunta alle loro spalle senza che esse
se ne accorgessero.
“Minako
ha ragione, però…noi avremmo dovuto accorgerci che qualcosa non andava. Anche Mamoru è stato male quando quelli della luna spenta hanno
attaccato il pianeta con il loro potere oscuro!” disse Ami “Era logico pensare
che quanto accaduto alla luna, avrebbe avuto ripercussioni su Usagi. Ognuna di noi è collegato al pianeta che gli dona i
poteri. Che stupida che sono stata anon
pensarci!” disse la ragazza di mercuri, sentendosi in colpa. Si domandava a
cosa potesse servirle il suo genio, se non era stata nemmeno in grado di capire
cosa provasse l’amica.
“Ma non capisco. Ha un
senso che Usagi sia collegata alla luna e Mamoru alla terra e che quindi stiano male se questi
vengono attaccati, ma da quanto ne so, Giove è un pianeta con una forza di
gravità tale da attirare a sé molti asteroidi e io non mi sono mai accorta di
niente!” disse Makoto confusa “Non dovrei stare male
anche io?”
“Credo che siamo in
grado di percepire la sofferenza del pianeta quando questo soffre per cause non
naturali e sia quanto successo a Mamoru e quanto sta
succedendo ad Usagi, è tutto tranne che naturale. È
il potere oscuro dei nemici a fare questo. È l’unica spiegazione plausibile”.
Disse Ami, tirando fuori il suo computerino, per
cercare di cogliere qualche aggiornamento sulla condizione del satellite
terrestre “Ora sembra che la luna sia al suo posto, ma c’è una cosa che mi
sfugge. L’avvicinamento estremo del nostro satellite alla terra che è avvenuta
ieri sera, sia che sia dovuto dai nostri nemici o meno, avrebbe dovuto
provocare uno squilibrio enorme sui mari di tutto il mondo e sulla gravità terrestre,
invece non sembra esserci stato alcun cambiamento. Dubito che i nostri nemici
si siano preoccupati di abbassare la forza gravitazionale della luna in modo
proporzionale all’avvicinamento col nostro pianeta o che abbiano creato una
sorta di isolamento perché non accadessero disastri!” disse Ami confusa, la
quale si aspettava inondazioni a causa di tsunami o
persone e oggetti che improvvisamente cominciavano a volare.
Le ragazze rimasero in
silenzio, cercando di capire il mistero, finchè Ami
ebbe una illuminazione “Non può essere!”
“Cosa?” Chiese Makoto.
“Sei tu Usagi a impedire che ciò avvenga!” disse Ami meravigliata.
“Ma…ma come?” chiese Minako guardando la sua amica, che non aveva ancora alzato
la testa dal banco.
“Nessuna di noi ha un
potere tale da poter compiere una tale impresa, ma Usagi
si, con il cristallo d’argento!” disse Ami “Ho ragione?”
Usagi sollevò il capo, sospirò e annuì “Da
quando ho avvertito che la luna cominciava a essere strana, ho fatto
affidamento al potere del cristallo d’argento, affinché potesse proteggere la
terra, nel caso la luna non avesse potuto, per qualche motivo, compiere i suoi
doveri!”
Le ragazze
spalancarono gli occhi, incredule alle loro orecchie.
Nel pomeriggio le
ragazze si erano riunite al tempio di Rei, mancava solo Usagi
a causa del divieto che sua madre le aveva imposto.
“Non posso crederci,
ditemi che state scherzando!” chiese Rei sbattendo le mani sul tavolino.
Ami scosse la testa.
Lei, Makoto e Minako,
avevano informato della situazione anche Rei, Luna e Artemis.
“Ma è impazzita? Come
può fare una cosa del genere?” chiese nuovamente la sacerdotessa del tempio.
“Avrei dovuto capirlo
che c’era qualcosa che non andava. Usagi è spesso
stanca e anche pallida a volte, come se si sentisse svuotata dalle sue energie.
Ora capisco il perché. Perché non me ne ha parlat?”
disse Luna “Proteggere l’intero pianeta dalle possibili devastazione che lo
squilibrio della luna può causare, le deve costare uno spreco di energie
immane!”disse la gatta abbassando le
orecchie.
“Ha detto che non
voleva farci preoccupare!” Disse Makoto sbuffando. Le
cose finivano sempre per complicarsi quando si nascondevano le cose tra loro,
sebbene non lo facessero con cattiveria.
“Ma ci deve essere
qualcosa che possiamo fare!” disse Minako speranzosa.
“Ha ragione, non
possiamo lasciarle fare tutto questo da sola!” disse Ami determinata.
“Purtroppo ragazze,
non credo che possiate fare qualcosa per aiutarla. Infondo è compito di Usagi proteggere la terra, è pur sempre la principessa
della luna e…” cominciò Artemis, prima di essere
interrotto.
“Non è solo compito
suo Artemis. È compito di tutte noi, come nostro è il
dovere di proteggere lei!” disse Rei arrabbiata.
“Calmati Rei, quello
che intendeva Artemis è che se fosse Marte, Venere,
Giove o Mercurio a causare problemi alla terra, spetterebbe alla custode del
pianeta stesso proteggere il pianeta. La luna è dominio di Usagi
e solo lei può fare qualcosa!” disse Luna, rattristandosi per la sua impotenza
di fronte a quanto stesse avvenendo.
Usagi era tornata a casa e nonostante la
madre le avesse ordinato di mettersi subito sui libri, non poté fare a meno di
buttarsi sul letto. Si sentiva estremamente stanca, quel giorno più del solito.
Non le importava di
scaturire l’ira dei genitori. Quel giorno la voglia di mettersi a studiare era
ancora meno. Si svegliò quando sentì le urla della madre, che entrata in camera,
si arrabbiò vedendola addormentata. Usagi cercò di
farla calmare, ma ci pensò Luna ad aiutarla.
La gatta salì sulla
scrivania della ragazza, facendo cadere a terra il libro di matematica. La
ragazza lo raccolse e cercando una scusa per spiegare alla madre perché non
avesse svolto gli esercizi, vide che la pagina del libro che doveva compilare,
era stata completamente risolta. Usagi guardò con la
coda dell’occhi Luna, la quale le fece l’occhiolino.
Usagi non potè
fare a meno che ringraziare di cuore la sua amica gatta, perché almeno per quella
sera se la sarebbe cavata.
Ma i problemi non
terminarono. Usagi, dovendo compensare altri
squilibri naturali che la luna stava portando a causa delnuovo nemico, per la stanchezza un giorno si
addormentò durante una verifica di storia. L’insegnante Haruna,
non accettando che ciò avvenisse, convocò immediatamente i suoi genitori.
Ami avevano cercato di
svegliarla sperando che non venisse beccata, ma i loro tentativi furono vani.
Ami, Minako e Makoto aspettarono la
loro amica fuori dalla porta dell’ufficio del preside e sentirono i rimproveri
che ella dovette subirsi.
Ikuko si scusava per il comportamento
tenuto della figlia e intimava la ragazza a fare lo stesso. Usagi
obbedì, ma in realtà avrebbe voluto urlare e scappare. Invece si vide costretta
addirittura a promettere che da quel giorno in poi i suoi voti sarebbero
migliorati.
“So benissimo che hai
sempre avuto difficoltà a scuola, ma questo tuo calo drastico dei voti e delle
tue amiche, mi fa credere che voi facciate ben altro che studiare!”disse l’insegnante
Haruna, appoggiata dal preside e infierendo sul
morale della ragazza “Pensavo che frequentare la signorino Mizuno
avrebbe creato in te qualche giovamento, invece vedo che anche lei è calata
nello studio…per non parlare delle altre!”
La porta della stanza
si aprì di scatto e Ami, non potendo sopportare altro, urlando disse “Adesso
basta!”
Ikuko, Usagi,
l’insegnante Haruna e il preside, rimasero di stucco
a tale comportamento.
“Signorina Mizuko, è questo il comportamento da tenere?” chiese il
preside.
“è la stessa cosa che
vorrei chiedere a voi. Usagi non ha niente a che fare
con il mio peggioramento scolastico e mi infastidisce parecchio che accusiate
la mia amica delle mie mancanze!” disse Ami alzando la voce.
“Si, e anche delle mie!”
disse Makoto.
“Emie!” si unì al coro Minako
“Non avete alcun diritto di aggredire così Usagi, se
solo sapeste che persona meravigliosa è e cosa fa per tutti noi!” disse
stringendo i pugni.
“Ragazze!” disse piano
Usagi commossa.
“Io posso giudicarla solo
per quello che vedo durante le ore scolastiche e cioè uno scarso rendimento. Mi
dispiace signorina Tsukino, ma dopo quest’oggi, non credo che tu possa fare molto per evitare
la bocciatura!” disse il preside sfogliando i registri dell’insegnante per osservare
i voti della ragazza.
“Cosa ma…le dia
un’altra possibilità!” implorò Ikuko.
“Mi dispiace signora,
ma le insufficienze di sua figlia sono irrecuperabili ormai!” disse il preside
dispiaciuto.
Ikuko si arrese e rassegnata, salutò i
presenti e se ne andò, seguita da Usagi.
Ecco qua il secondo capitolo. Spero
sia di vostro gradimento.
Capitolo 3 *** Capitolo 3: La situazione peggiora ***
Capitolo 3:
Capitolo 3: La situazione peggiora
Dopo aver ricevuto la
notizia di una probabile bocciatura, Usagi e sua
madretornarono a casa.
Il tragitto verso
l’abitazione fu carico di ansia e i giorni successivi non alleggerirono la
tensione che si era venuta a creare in casa Tsukino.
I rimproveri arrivavano quando Usagi meno se
l’aspettava e il costante controllo che i genitori avevano su di lei, facevano
sentire la ragazza come in gabbia. Si meravigliava che non le avessero ancora
chiesto di domandare il permesso per andare in bagno.
Usagi non riusciva più a reggere quella
situazione e un giorno, durante il pranzo della domenica, quando i suoi
genitori le stavano nuovamente rinfacciando la sua negligenza, si alzò di
scatto dalla sedia e sbattendo i palmi sul tavolo e rovesciando il suo
bicchiere d’acqua, urlò “Adesso smettetela. Non potete rinchiudermi in casa e
trattarmi come se fossi una stupida ragazzina immatura e superficiale! Anch’io
ho bisogno dei miei spazi e…” cominciò prima di essere interrotta dal padre, che
con un finto tono calmo disse “Ah, quindi noi ti trattiamo come una stupida
ragazzina immatura e superficiale? E tu come chiameresti una che perderà l’anno
scolastico perché invece di studiare, va chissà dove a divertirsi. Non hai idea
di quando ci hai deluso Usagi!” finì Kenji.
La ragazza sussultò.
Lo sguardo che suo padre le aveva lanciato dicendo quelle parole, era un
qualcosa che Usagi non avrebbe mai potuto
dimenticare.
Ikuko lasciò cadere la posata, incredula
alle parole del marito. Erano arrabbiati con lei, questo sì, ma arrivare a dire
che per loro era una delusione, era eccessivo.
La donna non avrebbe
mai considerato la sua bambina una delusione. Sapeva che sua figlia era una
brava ragazza sempre disponibile ad aiutare il prossimo. Si era solo lasciata
troppo andare. Cosa che molti giovani facevano. Anche loro avevano commesso
degli errori in giovane età, chi per un motivo, chi per un altro, ma quegli
errori avevano permesso loro di diventare le persone che erano. E Usagi avrebbe trovato la sua strada, ne era sicura.
Non aveva però
intenzione di allentare la presa con Usagi. Sapeva
che era giusto punirla, per impedirle di perdere completamente la strada, ma a
suo avviso il marito era stato troppo duro.
Certe parole non si
dimenticavano facilmente, anche se dette solo per rabbia. Perché Ikuko sapeva che il marito stravedeva per la figlia e
probabilmente si era già pentito di quanto aveva appena detto.
Ikuko spostò il suo sguardo su Usagi preoccupata, per la reazione che la sua bambina
avrebbe potuto avere.
La ragazza infatti, si
sentì ferita dalle parole del padre. Quel dolore che il suo genitore le aveva
appena dato, era più forte di quello creato quando veniva attaccata la luna.
Abbassò lo sguardo per poi scappare a rinchiudersi in camera, non riuscendo più
a sopportare gli sguardi della sua famiglia su di sé.
Chibiusa era rimasta paralizzata, durante
tutto quell’attimo. Aveva paura di peggiorare la
situazione anche solo respirando.
Era già stato strano
per lei sentire Usagi alzare la voce con i propri
genitori, ma non si sarebbe mai immaginata che la serata sarebbe andata a
finire in quel modo.
Non riusciva a capire
cosa potesse provare Usagi in quel momento. Nel
futuro aveva ricevuto dei rimproveri dai suoi genitori, ma non erano andati
oltre a un semplice castigo. Nemmeno quella volta che aveva preso il cristallo
d’argento di nascosto.
Ricordava di essersi beccata una bella
ramanzina per quella faccenda, ma nonostante il suo gesto, vedeva negli occhi
dei suoi genitori solo amore, non delusione per aver quasi portato alla
distruzione del suo mondo.
Si alzò da tavola
senza dire niente e lentamente salì le scale per dirigersi verso la porta di Usagi. Poteva sentire i singhiozzi della ragazza anche da
fuori la porta. Sospirò. Voleva tirarla su di morale perché conoscendo Usagi, sapeva che quella serata avrebbe pesato parecchio su
di lei. L’avrebbe resa meno sicura di sé stessa, in quanto si sarebbe domandata
come sarebbe riuscita a mantenere la pace sulla terra, facendo si che le
persone vivessero felici, se non riusciva nemmeno a rendere felici i suoi
genitori.
Ma Chibiusa
sapeva che ci sarebbe riuscita, non solo perché Usagi
era la sua mamma del futuro, ma perché vedeva in lei quella forza di volontà
che sperava di aver tanto ereditato.
Le ragazze si erano
nuovamente date appuntamento al tempio di Rei per studiare, ma ci rinunciarono,
appena Luna le mise al corrente di quanto successo prima a Usagi.
La guerriera di marte
aveva preso a battere nervosamente un dito sul tavolo. Trovava tutta quella faccenda
ingiusta e assurda. Lei era sempre la prima a sgridare Usagi
per certe cavolate che faceva e quando prendeva le cose troppo alla leggera. Ma
si era sempre accorta se la sua amica aveva dei problemi. Non riusciva a capire
come dei genitori non potessero capire lo stato d’animo del proprio figlio.
Non si sarebbe stupita
se fosse stato suo padre a non accorgersi del suo stato d’animo, ma lei
nonaveva con l’uomo quel rapporto che Usagi poteva vantare di avere con i suoi genitori. Tutto
questo le metteva rabbia e Usagi gliene faceva venire
ancora di più.
Lei aveva capito che Usagi era strana e stanca in quel periodo, tutte loro lo
avevano notato. Non avevano però capito da cosa potesse dipendere e Usagi non parlava. Erano convinte che il malumore della loro
principessa fosse il residuo dello scontro con Galaxia,
dato che era passato molto poco tempo dal termine di quella storia. Aspettavano
che fosse Usagi a fare il primo passo, quando sarebbe
stata pronta a confidarsi con loro, ma invece avevano scoperto che era qualcosa
di ben più grave, qualcosa di cui lei avrebbe dovuto metterle al corrente.
Strinse i pugni per
questo. Come aveva potuto Usagi tacere su cosa stesse
passando? Avevano sempre affrontato i nemici insieme, visto la morte in faccia
tutte insieme, rimaste unite in qualunque situazione e unite avrebbero dovuto
affrontare questa nuova minaccia.
Non le importava se Usagi riteneva che loro non potevano aiutarla per la
questione luna. Loro avrebbero potuto occuparsi da sole dei mostri che di tanto
intanto comparivano, farle qualche compito di nascosto in modo che i suoi voti
non fossero calati così tanto. Invece aveva taciuto e ora ne pagava la
conseguenze.
“BakaUsagi.Le sta
bene, alla fine se l’è andata a cercare lei!” urlò la ragazza alzandosi in
piedi e cominciando a camminare avanti e indietro.
“Rei!” disse Amiriprendendola.
“Cosa? Non dirmi che
la difendi! Anche a te ha dato fastidio il suo silenzio!” disse Rei alzando la
voce facendo sussultare le ragazze.
“Si, ma…se non ci ha
voluto mettere al corrente delle sue difficoltà, un motivo ce l’avrà avuto.
Chissà cosa sperava di ottenere facendo tutto da sola!” disse Ami
rattristandosi.
“Non ha scusanti
questa volta Ami. Lo so che sei preoccupata per lei, lo siamo tutte, ma ciò non
toglie che Rei ha ragione!” disse Makoto. Tutte
ritenevano che Usagi avesse sbagliato.
“Ormai è fatta
ragazza, piuttosto mi domando se in qualche modo possiamo alleggerire un po’
questa situazione! Ami, forse con qualche ripetizione puoi ancora aiutare Usagi a risollevarsi. Magari vedendo che ha deciso di
impegnarsi, gli insegnanti cambieranno idea e i genitori la perdoneranno!”disse Minako
speranzosa.
“Non so se servirà a
qualcosa. Dubito che ormai Usagi possa recuperare. Su
questo l’insegnante Haruna ha ragione. I suoi voti
sono disastrosi. Forse ci sarebbe una speranza raccontando quello che sta
succedendo, sperando ovviamente nella comprensione dei genitori e degli
insegnanti!” disse Ami.
“Allora avanti,
facciamolo!” disse Rei “Chi di noi glielo dice?”
“Rei, le vostre
identità devono rimanere segrete. Potreste mettervi in pericolo se tutti
sapessero chi siete. Per non parlare delle persone che rischierebbero la vita venendo a conoscenza di tale verità!”
disse Luna, cercando di far ragionare la guerriera di marte che era ormai fuori
di sé.
Minako non era da meno, sebbene lo fosse
più per le sorti che erano toccate all’amica, che del suo tacere, e chiuse il
libro con rabbia, sorprendendo le sue compagne. “Ho preso la mia decisione. Non
studierò più nemmeno io!”
“Esatto, Usagi sta passando tutto questo per la salvezza dell’intero
pianeta e perché noi non possediamo i poteri per aiutarla. Non la lascerò
affondare tutto da sola. Voglio esserle vicino e se non posso starle accanto in
questo momento difficile, almeno le starò accanto il prossimo anno di scuola!”
disse con determinazione la guerriera di Venere.
“Un gesto carino Minako, ma non credo che Usagi
sarà contenta di questo!” disse Chibiusa, che fino a
quel momento era rimasta in disparte. “Luna, anche io sono una discendente
della luna e anche se la mia è quella futura, io non posso prendere parte del
peso che Usagi si porta dietro?”
La gatta sgranò gli
occhi alle parole della piccola, le diede un dolce sorriso, per poi abbassare
le orecchie e scuotere la testa.
“Sei molto coraggiosa
piccola, ma come hai detto tu, sei la custode della luna futura. Anche per
questo i tuoi poteri sono molto limitati rispetto a quelli di SailorMoon!” disse la micina.
“Cioè vuoi dire che i
suoi poteri sono limitati perché viene dal futuro e non perché è una bambina?”
chiese Minako sorpresa.
“Lei è la figlia di Usagi quindi il suo potenziale è uguale al suo, solo che
non essendo al momento la custode del cristallo, non ha poteri molto forti.
Quelli che ha, gliel’ha donati sua madre, altrimenti ne sarebbe completamente
priva!”spiegò Artemis
agitando la coda. Cercava di non darlo a vedere, ma anche lui era nervoso per
la situazione. Lui era il consigliere della principessa insieme a Luna, ma si
ritrovò a pensare che non l’aveva guidata poi molto in quegli anni. Era sempre
stata Luna al suo fianco. Infatti tra lui e Usagi,
non c’era quel rapporto di amicizia che legava Luna a lei e che legava lui a Minako.
“Fantastico, quindi
sarò potente in un lontano futuro mentre ora sono completamente inutile!” disse
la bambina sbuffando.
“Suvvia Chibiusa, ognuno di noi fa quello che può e anche tu sei
utile alla nostra squadra!” disse Makoto, poggiando
una mano sulla spalla della bambina.
Improvvisamente, con
sorpresa di tutti, Rei uscì nel cortile guardandosi intorno preoccupata. Aveva
avvertito qualcosa di malvagio e cercò di individuare il luogo da cui proveniva
quella fonte di energia.
“Rei? Cosa succede?”
chiese Makoto, mettendosi in allerta.
“Sento una forte
energia negativa!” Rispose l’interpellata.
Le ragazze non
dovettero discutere su cosa fare, era loro tutto chiaro.
Misero mano alle loro
penne e una volta trasformate, si recarono sul luogo individuato da Rei.
Si diressero al parco
della loro città dove le cinque ragazze, trovarono diversi automa, portare
scompiglio tra la gente che, fino a un momento prima, passeggiava
tranquillamente.
“No, ce la vedremo da
sole!” Disse Rei chiamando a sé un attacco e indirizzarlo verso un automa.
Riuscì a sconfiggerlo senza problemi e le sue compagne fecero un passo indietro
spaventate dalla guerriera.
“Wow, Rei fa paura
quando è arrabbiata!” disse Chibiusa, nascondendosi
dietro le gambe di Makoto.
“Avanti il prossimo!”
urlò Rei agguerrita, ma una risata riecheggiò nell’aria.
“Benvenute guerriere Sailor!” disse una voce, che le ragazze purtroppo già
avevano incontrato.
Una figura si
materializzò nel cielo a diversi metri da terra e donò alle presenti uno
sguardo cattivo e divertito.
Era Kayoko, la servitrice del nemico che più volte era apparsa
in quel periodo a dare fastidio. I suoi attacchi non avevano una vera e propria
logica. Non avevano bisogno di energia, di cuori puri o altro.
Attaccava solo per un
motivo: tentare di catturare SailorMoon. Le guerriere però avevano notato lo scarso impegno
che ci metteva. Dato che quando capiva di aver perso se ne andava
tranquillamente, come se il fatto di aver fallito non costituisse un vero e
proprio problema.
Ella era una donna dai
capelli rossi mossi e gli occhi dello stesso colore, vestita con un lungo abito
nero e con bordature bordeaux. Portava maniche lunghe larghe e una scollatura
abbondante a forma di V. Al fianco teneva una cintura argentata, che più per
bellezza, la indossava per appendervi una frusta
“Allora, dove si trova
la vostra cara principessa? Si nasconde per caso?”chiese per poi sospirare “Che
peccato, vorrà dire che dovrò divertirmi solo con voi!” disse, per poi con un
gesto della mano dare l’ordine ai suoi automa di attaccare. Non erano molto
differenti gli uni dagli altri. Sembravano delle semplici silhoutte
nere in tre dimensioni, ma solo perché di aspetto erano semplici, non era detto
che non nascondessero delle insidie.
“Ehm SailorMars, credi ancora di
poter sfruttare la tua rabbia per poterli eliminare senza problemi?” chiese SailorVenus.
“Prima l’ho preso alla
sprovvista, sta volta dovremo sudare per sconfiggerli!” disse la guerriera di
marte.
Venus sbuffò “è quello che temevo!”.
SailorJupiter si
preparò a colpire, invocando il suo elemento, il fulmine e lo indirizzò verso
l’automa, che senza pochi problemi si era gettato verso di lei. Il fulmine
centrò il suo bersaglio, ma una cosa che non si sarebbe aspettare accadde. Il
colpo della guerriera venne assorbito e successivamente scagliatogliindietro.
“SailorJupiter!” urlò SailorMercury affiancandola, preoccupata per l’amica. Per quanto
il fulmine potesse essere il suo elemento, una scossa elettrica non era uno
scherzo, ma con suo grande sollievo vide la sua compagna rialzarsi.
“Accidenti che
scossa!” disse SailorJupiter.
“Ora tocca a me!
Fascio di luce, azione!” urlò la guerriera di Venere riuscendo a colpire due
automa, dato che si trovavano uno dietro all’altro. Ne annientò però solo uno.
“Ehm…li ho colpiti
entrambi vero? Non mi sono sbagliata!” chiese confusa la ragazza “Sembra che
nonostante il loro aspetto, alcuni automa siano più semplici da battere di
altri!” disse SailorJupiter.“Ami?
Tu che dici?” Chiese la ragazza, vedendo che la sua compagna si era messa
all’opera per capirne di più su quel mostri.
“Ragazze, fate molta
attenzione. Alcuni di questi automa sono dei buchi neri. Assorbiranno qualunque
nostro attacco e se vi catturano, per voi e finita. Vi ritroverete ad
affrontare una forza gravitazionale inimmaginabile e nel giro di pochi secondi
di voi non resterebbe niente!” disse Ami spaventata all’idea.
Kayoko scoppiò a ridere “Esatto. Ho voluto
farvi credere che quegli automi erano facili da sconfiggere per poi farvi
cadere in trappola, ma purtroppo il gioco è durato poco. Ma sono comunque
curiosa di vedere se riuscirete a cavarvela. Fossi in voi mi arrenderei e mi
farei catturare. È una morte rapida infondo e non lenta come quella che vi aspetta.
Fossi in voi, ci farei ci rifletterei sopra!” disse Kayoko
incrociando le braccia, aspettando il continuo della lotta.
“Che cosa vorresti
dire?” chiese SailorMars,
guardando male l’avversaria, la quale sorridendo le rispose “Sopravvivi e lo
vedrai!”
“Ho un’idea ragazze,
se facessimo in modo di far scontrare gli automi fra di loro, si assorbirebbero
a vicenda!” disse SailorChibiusa,
sperando di aver avuto una buona idea, in quanto sapeva che il suo potere non
era in grado di sconfiggere nemmeno gli automa che erano facilmente distruttibili.
“Sei un genio Chibiusa, però… ne rimarrebbe sempre uno!” disse SailorVenus.
“Bhe
uno è meglio di dieci, venti o quanti sono!” disse Jupiter
“Però mi domando come possiamo farli scontrare. Non possiamo farli arretrare,
non temono i nostri colpi!”
“No, ma c’è una cosa
che possiamo usare a nostro vantaggio!” disse Ami sorridendo “Gli automa non
sono dotati di una grande intelligenza, anzi, direi che sono molto stupidi,
quindi anche i metodi più banali potrebbero farli cadere in trappola!”
“Quindi ci mettiamo a
correre, ci facciamo inseguire, ci veniamo in contro e ci scansiamo all’ultimo
secondo?” chiese SailorVenus.
“Bhe
nei cartoni animati funziona!” disse Chibiusa alzando
le spalle.
“Allora siamo
d’accordo. Chibiusa tu stai in disparte. A loro ci
pensiamo noi!” disse SailorMars,
per poi attirare l’attenzione di qualche automa e dare il via al loro piano.
Chibiusa sbuffò. Voleva essere d’aiuto alle
guerriere, ma pensando alla possibilità di finire in un buco nero, le fece
prendere la decisione di concentrarsi sul tifo per le guerriere.
Saltò di gioia quando
vide che il loro piano era andato in porto.
Ora solo un automa era
rimasto da sistemare.
“I miei complimenti
guerriere, ma ora cosa farete?” chiese Kayoko, che continuava
a godersi lo spettacolo, in quanto il suo obbiettivo quella volta non si era
fatto vedere.
“Te lo faccio vedere
io cosa ho intenzione di fare!”disse Chibiusa
prendendo il suo scettro e liberare i suoi piccoli cuori rosa. Questi però non
sfiorarono minimamente la nemica, in quanto ella era librata in aria.
“Scendi giù se ne hai
il coraggio!” gridò la piccola attirando l’attenzione dell’ultimo automa, che
cogliendo di sorpresa le guerriere, si appiatti come un ombra nel terreno e a
una velocità elevata si diresse verso la bambina.
“SailorChibiusa, attenta!” urlò SailorMars, correndo verso la bambina, ben conscia che non
sarebbe giunta in tempo a salvare la piccola.
Chibiusa si girò e sgranò gli occhi a
trovarsi davanti l’automa che la sovrastava e sembrava volersi gettare su di
lei.
Ma in quello stesso
istante, un attacco chiamato da una voce conosciuta alle guerriere, disintegrò
l’automa, salvando la piccola guerriera.
“SailorMoon!” la chiamarono all’unisono le guerriere,
vedendo la ragazza all’entrata del parco che ancora teneva in mano lo scettro
puntato nella direzione dove pochi secondi prima vi era il nemico.
“Grazie SailorMoon, sei arrivata giusto
in tempo!” disse la piccola.
“Ami, mi sembrava che
avessi detto che i nostri colpi non lo sfiorassero!” disse SailorJupiter confusa.
“Forse la volontà di
un genitore di proteggere il proprio bambino è più forte dei buchi neri!” disse
SailorVenus, sebbene non
credesse fosse quella la motivazione.
Ami girò il suo
computer portatile verso le compagne mostrando loro quanto accaduto. “Sembra
che Usagi abbia accidentalmente colpito l’unico punto
debole dell’automa. Lo chiamerei colpo di fortuna!”
Kayoko guardò la nuova arrivata con un
ghignò. Era giunto il suo momento, il momento che tanto aspettava, un’altra
possibilità di catturare la paladina della giustizia e condurla al patibolo.
“Era ora che arrivassi
SailorMoon! Cosa ti
succede? Mi sembri un po’ affaticata!” disse la donna, vedendo il fiatone della
ragazza.
“Cos’è? I continui
cambiamenti di posizione della luna, il suo offuscamento e il suo ripetuto
bombardamento, creano in te qualche problema per caso?” chiese divertita.
Sapeva che durante quell’attacco alle guerriere, la
sua padrona avrebbe provveduto ad attaccare la luna. Era concordato. Indebolire
SailorMoon per metterla
alle corde, ma la guerriera li aveva colti alla sprovvista non presentandosi.
Rei sgranò gli occhi a
quelle parole e si avvicinò verso Usagi “Ci sono
stati altri attacchi?” chiese facendo trasparire tutta la sua preoccupazione.
La rabbia che provava
nei suoi confronti poco prima, era svanita in un secondo quando temette per la
salute della sua amica.
La ragazza annuì “Si,
e se continuano così la luna rischia di essere danneggiata pesantemente, senza
che io possa fare qualcosa per impedirlo. Posso estendere il mio potere per
proteggere la terra, ma non arrivo fino alla luna!” disse stringendo i pugni.
“Stai già facendo del
tuo meglio Usagi!” disse Rei comprensiva, poggiandole
una mano sulla spalla.
“Si ma…cosa
succederebbe se la luna dovesse subire un cambio d’orbita? Se si avvicinasse o
allontanasse dal nostro pianeta? Io non posso far si che le ripercussioni sulla
terra vengano mitigate o addirittura evitate. Non sono così potente!” disse Usagi abbassando la testa.
“Infatti non lo sei, SailorMoon. Se fossi in grado di
proteggere il pianeta, che gusto ci sarebbe nel distruggerlo? E il divertimento
sta nel fatto che sarà solo colpa tua. La grandiosa principessa della luna che
dovrebbe sorvegliare il pianeta azzurro e mantenere la pace nel sistema solare,
che non è capace di proteggere la terra dal suo stesso satellite. Uh come mi
sentirei a pezzi al posto tuo! ” disse Kayoko
divertita dall’espressione di tutte le guerriere che la guardavano con
disprezzo.
SailorJupiter affiancò
anch’ella Usagi e le disse “Ascoltami bene Usagi. Affronteremo tutto questo insieme e troveremo un
modo per risolvere la situazione. Fino ad ora nessuno ci ha mai fermato,
giusto?” disse Makoto, facendole un sorriso.
Usagi sorrise e annui, prima di sentirsi
improvvisamente debole e cadere sulle ginocchia.
La nemica approfittò
del momento, per attaccare e catturare SailorMoon. Liberò la sua frusta e la puntò contro la ragazza, ma
data la sua vicinanza con Usagi, SailorMars si mise in mezzo e alzando il braccio, le fece
da scudo, per poi trovarsi l’arto immobilizzato.
“SailorMars!” Urlò Usagi.
“Perché ti sei messa
in mezzo. Mi stai complicando le cose!” disse con un finto broncio la nemica.
“Non ti permetterò di
prendere Usagi!” disse Rei afferrando la frusta,
cercando di tirare giù la sua nemica.
“Tanto prima o poi
sarà in nostro potere, perché rimandare l’inevitabile?!” disse Kayoko tranquillamente. Sembrava proprio che non le fregasse
molto dell’esito della missione, avendo la certezza della loro vittoria, il
nemico da cui prendeva ordini, non le faceva pressione, perché comunque andava,
avevano loro il coltello dalla parte del manico.
“Questo lo dici tu!”
disse Ami, ricorrendo alle bolle di nebbia, per impedire la visuale alla
nemica.
Kayoko sbuffò “Proprio vero, che se non si
conosce il nemico, non si fa altro che sottovalutarlo!” disse e allentando la
presa su SailorMars,
approfittò della nebbia per scendere e avvicinarsi alla sua preda.
“Ragazze sta
scendendo!” urlò la ragazza di mercurio, che grazie ai suoi occhiali, era in
grado di vedere attraverso la nebbia.
“Un attacco difensivo
piuttosto inefficacie se colpisce anche voi!” disse Kayoko,
dietro le spalle di SailorMoon,
la quale non fece in tempo a voltarsi che si ritrovò, imprigionata tra le
braccia della donna, che le aveva portato una mano al collo.
“Io sono nata e
cresciuta in un pianeta lontano dove l’oscurità regna sovrana. Vuoi che una
cecità del genere, non mi abbia dato la capacità di muovermi anche in
situazione dove la mia vistanon mi
aiuta? Mi dispiace, ma…vi siete fregate da sole e ora la vostra adorata
principessa è mia!”.
Le guerriere erano
alle strette.
Usagi guardò le compagne e fece un cenno
della testa, come a dire loro di attaccare. Ma le ragazze indugiarono in quanto
la loro amica sarebbe stata colpita.
Poi finalmente l’uomo
mascherato che traeva sempre in salvo le guerriere nei momenti più difficili
arrivò. Kayoko, sentendosi graffiareil braccio da una rosa, sebbene il dolore non
fosseacuto, lasciò la presa per la
sorpresa e Usagipotè
approfittarne per fuggire.
Kayoko sbuffò per l’arrivo di un altro
combattente della giustizia e riprendendo quota disse “Ti è andata bene SailorMoon, ma la prossima volta
chi può dirlo!” Salutò con un falso tono amichevole le guerriere, per poi
dissolversi nel nulla.
TuxedoKamen
affiancò Usagi e la guardò preoccupato.
La ragazza accennando
un sorriso lo ringraziò di cuore, dandogli poi un bacio che lui non ricambiò.
Al contrario allontanò Usagi da sé posandole le mani
sulle spalle e guardandola dritto negli occhi, le chiese “Stai bene?”.
Usagi sussultò e dopo un attimo di
incertezza disse “Si, non…non mi ha fatto niente!”
“Non mi riferivo a
questo, ma…al tuo continuo utilizzo del cristallo per proteggere la terra!”
disse Mamoru con un tono di voce tra il preoccupato e
l’infastidito.
“Le ragazze te l’hanno
detto!” disse Usagi abbassando la testa, preparandosi
a sorbirsi una ramanzina dal suo amato.
Mamoru non era contento di essere stato
messo al corrente di quanto la sua Usako stava
facendo. Non voleva essere messo in disparte solo perché lei non voleva farlo
preoccupare o perché nell’ultimo periodo non riuscivano a vedersi.
Loro erano destinati a
stare insieme, a diventare una persona sola e i problemi di uno dovevano essere
anche dell’altro, per sostenersi e incoraggiarsi a vicenda.
Avrebbe voluto
sgridarla, ma quando aveva appreso qualche minuto prima di giungere sul campo
di battaglia, lo fece desistere, sapendo che Usagi
una volta scoperto cosa successo, ne sarebbe rimasta distrutta.
Usagi non sentendo il rimprovero arrivare,
si spaventò. Preferiva essere sgridata piuttosto che affrontare il mutismo di Mamoru, ma alzando lo sguardo, sentì un respiro di
sollievo. Mamoru le stava sorridendo dolcemente, non
era arrabbiata con lei.
“Vai a casa Usagi e riposa!” disse accarezzandole una guancia.
Le guerriere
osservarono la loro amica allontanarsi insieme a Chibiusa,
per poi domandare a Mamoru cosa succedesse.
Il suo comportamento
era sembrato strano e se era stato zitto, doveva esserci un motivo grave.
“Usagi
non ce la fa più a reggere il peso di questa situazione!” disse Mamoru, continuando a guardare il punto dove Usagi era scomparsa dietro l’angolo.
“C-cosa
vuoi dire?” chiese preoccupata Rei.
“La terra, non è più
protetta come lo era prima, Usagi sta esaurendo le
sue energie!” disse l’uomo girandosi verso le ragazze che lo guardavano
preoccupate. Lui era il custode del pianeta e poteva avvertire se qualcosa non
andava.
“In questi giorni non
ho avvertito nessun cambiamento sulla terra, nonostante l’avvicinamento della
luna, ma poco fa, ho avvertito uno squilibrio nella natura!” Fece una pausa,
avrebbe voluto mitigare la notizia di quanto stava per dire loro, ma non c’era
un modo facile “Diversi paesi e città del mondo che si trovano sulle coste,
sono stati sommersi da potenti tsunami!”
Capitolo 4 *** Capitolo 4: La luna a un palmo dal naso ***
Capitolo 4:
Capitolo 4: La luna a un palmo dal naso
Usagi si sentiva a pezzi dopo l’ultima
battaglia, nonostante sapesse di non aver fatto poi molto. Erano state le sue
compagne ad affrontare i numerosi automa e poteva affermare che se l’erano
cavata egregiamente.
Sorrise a quel
pensiero. Non aveva dubbi che le altre Sailor fossero
in grado di cavarsela anche senza il suo aiuto. In genere era lei quella che
doveva sempre essere tirata fuori dai guai.
Fece un profondo
respiro, sperando che parte della sua stanchezza venisse espulsa dal suo corpo
insieme all’aria.
La sera era ormai
giunta. La ragazza aveva indossato il suo pigiama con i coniglietti per
prepararsi per la notte, ma come era sua abitudine prima di addormentarsi, andò
alla finestra ad osservare la luna.
Era bella come sempre.
La sua luce era brillante, come non la vedeva più da giorni e la sua grandezza
nel cielo era tornata normale.
Si sentì in parte
rassicurata da questo. Significava che il nemico la stava lasciando in pace,
anche se temeva che quella tregua momentanea, le fosse stata concessa solo
perché i suoi avversari si stavano preparando a qualcosa di dannoso.
Le vennero i brividi a
solo pensiero. Cosa potevano fare ancora?
Decise di smettere di
pensarci e di godersi per un po’ quella tranquillità, sebbene sapesse che non
poteva abbassare la guardia.
Poco dopo qualcuno
bussò alla porta. Usagi aprì gli occhi e chiese chi
fosse.
La porta si aprì con
un cigolio e nonostante la luce che penetrava dalla finestra non fosse molta,
la ragazza riuscì benissimo a decifrare il viso di colei che era entrata nella
stanza.
“Cosa c’è Chibiusa!” disse facendo leva sul braccio sinistro per
sollevarsi.
La bambina era vestita
col suo nuovo pigiama che sua madre le aveva comprato, non riuscendo più ad
entrare nel precedente.
Usagi si ritrovò a pensare che Chibiusa era cresciuta parecchio da quando era arrivata da
loro la prima volta, ma da come si comportava in quel momento, sembrava sempre
la stessa dolcissima bambina di sei anni, che aveva bisogno di aiuto.
Chibiusa la guardava timidamente e
giocherellava con i piedi indecisa se parlare o meno.
Usagi scostò le coperte e le chiese “Ti
vergogni di chiedermi se puoi dormire con me?” chiese divertita.
“Cosa? Io sono grande
ormai, non ho bisogno di compagnia la notte!” disse la bambinaarrossendo e voltando il capo.
“Si, sei grande…una
grande rompiscatole!” disse Usagi prendendola in
giro, per poi sdraiarsi nuovamentee
stringersi fortemente le coperte addosso, come se non volesse cederle a
nessuno.
“Allora lasciami dormire!”
disse girandosi dall’altra parte.
Ci fu silenzio per
qualche secondo e Usagi, non sentendo rumori, capì
che Chibiusa non si era ancora mossa.
“Ehm…Usagi!” disse nuovamente Chibiusa.
“Uhm?” chiese la
ragazza girando la testa e osservarla con un solo occhio.
“Forse…forse non sono
poi così grande! Posso stare con te?” chiese infine la bimba.
Luna, seduta ai piedi
del letto, sorrise a quella scena e si intenerì a vedere come Usagi era ben contenta di avere Chibiusa
al suo fianco.
Sapeva che le era
mancata tanto quando era tornata nel futuro. Immaginava anchequanto doveva essersi spaventata all’idea di
non averla a causa della scomparsa di Mamoru.
Ora che però le cose
si erano sistemate, Usagi la stringeva ogni volta che
poteva come a volersi accertare che fosse veramente presente.
Quella notte Usagi riuscì a riposare tranquillamente, come ormai non
faceva più da tempo. Era caduta in un sonno profondo, interrotto solo quando la
sveglia si decise a suonare. Nemmeno i calci di Chibiusa
l’avevano destata durante la notte.
Ormai Usagi aveva preso l’abitudine a stare in uno stato di
dormiveglia, spaventata all’idea di perdere il controllo sul cristallo
d’argento e quindidi non essere in
grado di fermare le calamità naturali, se i nemici si fossero nuovamente messi
a giocare con la luna.
Il suo corpo però
aveva talmente tanto bisogno di riposo, che il cristallo d’argento disobbedì
agli ordini della sua custode, abbassando la guardia per una notte intera e
permettendo così alla ragazza di recuperare le forze.
Aveva funzionato. Usagi si sentiva come non mai,ma la notizia di diversi maremoti in diverse
parti del mondo, apprese al telegiornale la mattina successiva, furono per lei
un duro colpo.
“Come ho potuto
perdere la concentrazione? Come? Io…io…tutte quelle persone, io…” chiuse gli
occhi, mentre delle lacrime cadevano in modo copiose sulle sue guance.
“Usagi
non è colpa tua!” disse Ami cercando di rincuorarla.
Le due ragazze si
trovavano nella toilette della scuola, dove Usagi si
era rintanata dicendo all’insegnate Haruna che
sarebbe andata in infermeria a causa di un forte mal di testa.
Ami e le altre non credettero minimamente a quella balla, sapendo quanto
successo.Tuttavia, nonostante tutte
avessero voluto seguire la loro amica perparlarle e rassicurarla, solo Ami chiese il permesso di uscire.
Dato la sua bravura a
scuola, anche se un po’ calata ultimamente, la professoressa Haruna non le negò il permesso di assentarsi dall’aula.
Aveva capito che la sua richiesta di andare in bagnoera solo una scusa per raggiungere Usagi e avendo visto lo stato della ragazza, non riuscì a
dire di no.
Ora erano lì, davanti
alla porta di un bagno a discutere.
“Usagi,
tu hai tutto il diritto di riposare!” le disse Ami asciugandole una lacrima.
“No, non ce l’ho. Mi
ero ripromessa che avrei fatto di tutto per proteggere questo pianeta dallo
squilibrio e invece non…non ho percepito nessun movimento lunare sta notte e ho
fatto morire quella gente!” disse tra le lacrime e mordendosi poi le labbra “A
volte vorrei non essere io la principessa Serenity!
Non sono adatta a questo compito!”.
Ami a quelle parole si
arrabbiò e guardandola con rimprovero, urlò “Non voglio sentirti mai più dire
questa assurdità!”
Usagi sgranò gli occhi sentendo la voce
alterata della compagna, solitamente calma e pacata.
“Tu hai dei poteri che
ti sono stati dati, perché puoi fare grandi cose. Al momento ti possono
sembrare una disgrazia, ma Usagi…queste tue capacità
sono un dono!” continuò la ragazza di mercurio, facendo scemare lentamente la
voce.
“Tu sei destinata a
grandi cose, lo sappiamo tutti…lo abbiamo visto tutti. Sei destinata a
diventare la regina di un mondo che per anni non conoscerà la guerra, la paura,
il male. Vivrà momenti di armonia e di gioia. Dovresti essere fiera di essere
destinata a questo. Abbiamo salvato il mondo così tante volte e so per certo
che nonostante le difficoltà incontrate, tu abbia provato la stessa
soddisfazione che ho provato io. Come avremmo potuto fare una cosa del genere
se non eravamo adatte a ricevere questi poteri?” chiese Ami, fermandosi un
attimo a osservare Usagi, la quale non fiatava, ma
sembrava cominciarsi a calmare.
Ami le sorrise e
dolcemente le sposto una ciocca di capelli birichina dal viso “Questo è solo un
altro momento di difficoltà, supereremo anche questa! Abbi fiducia in te stessa
e poi lo sai che noi siamo qui al tuo fianco!”
Usagi abbassò il capo “Non abbiamo mai
perso degli innocenti però. Nessuno a parte noi ci ha mai rimesso la vita!”
Ami scosse la testa
“Questo non possiamo darlo per certo. Molti nemici hanno creato danni alla
città. Non sappiamo se qualcuno si è fatto male e non sapendolo, non ci siamo
poi preoccupate più di tanto. Ora invece ne siamo consapevoli grazie alla
televisione, ma non è colpa tua Usagi. È una guerra e
le vittime purtroppoci saranno,
soprattutto dato che si sta giocando con l’equilibrio naturale!”
Usagi annuì e sospirò.
“Inoltre tu ti dai la
colpa di quanto successo perché ti sei addormentata, ma gli tsunami
non sono accaduti sta notte!”
Usagi spalancò gli occhi “Cosa?”
Ami annuì tristemente
“è così. Mamoru ce l’ha riferito a fine battaglia.
Tutto questo è successo ieri pomeriggio!”
“Non è possibile io…io
ho mantenuto la concentrazione il più possibile, anche quando la luna è stata
sotto attacco!”
“Si, ma Usagi, il tuo corpo non ce la fa. Non puoi pretendere
troppo da esso, né il cristallo d’argento te lo permetterà. Tu usi il cristallo
per proteggere noi, ma il cristallo ha sempre protetto te in primis. È grazie a
lui che sei tornata in vita dopo lo scontro con Metallia
e anche noi. Tu hai espresso un desiderio e lui lo ha esaudito per te! Il
cristallo ha un potere immenso, ma è limitato dal suo custode, ma non è colpa
tua se sei un essere umano. Pensaci! Tu stai facendo tutto quello che puoi per
salvaguardare questo pianeta e nessuno dirà il contrario. Cosa dovremmo dire
ioe le altre guerriere allora? Noi
stiamo ferme a guardare la distruzione del pianeta e del tuo fisico. Hai perso
anche quella vivacità che avevi un tempo e noi non possiamo fare nulla. Questo
è molto frustrante per noi!”
Usagi si asciugo le lacrime e sorrise “Bhe,come hai appena detto, ognuno fa quello che può no?”
“Esatto Usagi. È questo quello che volevo farti capire!”.
Ami abbracciò l’amica,
perché nonostante fosse riuscita a rincuorarla, sapeva che aveva ancora bisogno
di sfogarsi.
La campanella
dell’intervallo suonò e nemmeno il tempo di finire di squillare, che Makoto e Minako si erano
precipitate a cercare le loro amiche.
La seconda travolse
addirittura un’altra allieva della scuola che si stava apprestando ad entrare
nella toilette.
“Oh, siete qui!” disse
Makoto “Tutto bene?” chiese con voce preoccupata la
ragazza di giove.
Minako non diede a Usagi
il tempo di risponderle. Si avvicinò a lei e si mise a studiarla da cima a
fondo, fino a fermarsi a fissarla negli occhi.
“Si, direi di si. O
almeno non sembra più uno zombie come prima!” disse Minako
incrociando le braccia e sorridendo. “Però dovresti fingere di avere davvero il
mal di testa, perché la professoressa stava andando in infermeria e dato che
non ti troverà, potresti avere qualche problema!”
Usagi sbuffò, mentre tutte e quattro
uscivano dal bagno per recarsi in aula.
“Ah eccovi qui a voi quattro. Mi dite cosa state combinando?”
disse la voce dell’insegnante dietro le loro spalle, facendole sussultare.
“Voi non me la raccontate giusta!” disse, per
poi spostare l’attenzione su Ami“Piuttosto
lunga la tua sosta in bagno signorina Mizuno!”
“Ehm…professoressa…vede
io…” cominciò Ami imbarazzata, non sapendo cosa inventarsi.
“Si, si, avevo capito
quali erano le tue intenzioni. Usagi è stata lasciata
dal suo ragazzo e tu volevi consolarla!”
Le ragazze
stralunarono gli occhi.
“Ma veramente io non…”
iniziò Usagi, per poi essere interrotta dalla
professoressa che aveva travisato tutto.
“So come ti senti
ragazza mia, ma ce ne sono di ragazzi al mondo, perché soffrire per uno di
loro!” disse la donna, con un portamento di chi di quelle cose se ne intendeva.
“La professoressa ha
ragione, Usagi!” disse Makoto
facendo l’occhiolino. La professoressa non sembrava arrabbiata e quindi era
meglio se avessero tenuto il gioco.
“Su! Le prossime tre
ore dovranno essere utilizzate per finire di sistemare il cortile per le gare
scolastiche di domani. Prendilo come un modo per non pensare a quel
disgraziato!” disse la professoressa, spingendo delicatamente Usagi, verso le scale per farle raggiungere i suoi compagni
di squadra.
L’indomani il cortile
della scuola era allestito a festa. I giochi scolastici erano sempre motivo di
svago per i ragazzi e le loro famiglia.
Sul prato vi erano
diverse bancarelle che servivano da mangiare alle persone, mentre sul campo
sportivo, posto al centro dell’istituto, erano sistemati gli ostacoli che i
ragazzi delle varie classi avrebbero dovuto superare per vincere le gare.
A quell’avvenimento
ci andò tutta la famiglia di Usagi, anche se la
ragazza non sapeva esattamente dire se per fare il tifo per lei o per
sorvegliarla.
Ma non le importava,
perché quel giorno ci sarebbe stato anche Mamoru.
“E quello cosa ci fa qui?” disse Kenji, quando vide Usagi saltare
al collo del ragazzo.
Avrebbe voluto
strangolare Mamoru per averle appena messo le mani
addosso, anche se per un semplice abbraccio.
Il padre della ragazza
non riusciva a sopportare l’idea che la sua bambina mettesse le ali tutto ad un
tratto e lasciasse il nido. Era ancora piccola infondo. Era soltanto ieri che
teneva Usagi tra le sue braccia, cullandola per farla
addormentare e solo quella mattina le aveva tolto le rotelle dalla bici.
Non era pronta per i
ragazzi e da una parte era sollevato che a causa del divieto di uscire di casa,
non lo aveva più visto quel tipo.
“è il suo ragazzo, era
ovvio che venisse!”rispose Ikuko “E oggi la punizione
di non vederlo fino a nuovo ordine, temo sia da abolire, in quanto non puoi
cacciare via Mamoru!” continuò la donna divertita
dalla scenata che suo marito stava facendo.
“Vuoi scommettere?”
disse alzandosi una manica della camicia azzurra che indossava, come se avesse intenzione
di picchiare il ragazzo.
“Vuoi forse picchiarlo
papà?” chiese Shingo “Non potresti scegliere un
momento in cui non ci sono testimoni? E poi cosa importa se quell’impiastro
ha un ragazzo, piuttosto povero lui!” disse il fratello di Usagi,
non perdendo la palla al balzo di prenderla in giro.
Kenji sbuffò e si calmò, ma i suoi spiriti
bollenti tornarono a farsi sentire quando vide Chibiusa
saltare in braccio a Mamoru come se quell’uomo fosse stato suo padre.
“Anche Chibiusa gli
è sempre appiccicata!” disse contrariato l’uomo.
Ikuko sorrise a vedere Usagi
e Chibiusa insieme a quel ragazzo e non potè fare a meno di pensare che quei tre sembravano una
famigliola felice.
Le gare ebbero presto
inizio. Rei, presente anch’ella nonostante non fosse la sua scuola, Minako, Usagi, Ami e Chibiusa, fecero il tifo per Makoto
che stava per affrontare la corsa agli ostacoli.
I combattimenti Sailor erano perfetti per tenersi in allenamento e per la
ragazza di giove non era difficile evitare gli ostacoli. Al contrario, con tutte
le volte che aveva dovuto schivare gli attacchi nemici, quella corsa le era
sembrata una vera passeggiata.
Le sue amiche la
pensavano esattamente allo stesso modo e di fatto non si meravigliarono quando Makoto ottenne il primo posto.
Vennero successivamente
chiamati i partecipanti alla corsa dei 100 metri, tra cui vi erano Usagi e Minako.
La prima si sentiva
abbastanza in forma per poter affrontare la gara.
“Ehi Usagi, chi perde paga il gelato all’altra!” disse Minako, sicura di vincere.
“Ci sto!” disse Usagi
sorridendo.
Doveva ammettere che
si stava divertendo tutto sommato. Per un po’ era riuscita a dimenticare i
problemi creati dai nemici e cercò di aggrapparsi a quella sensazione di
serenità il più possibile.
Lo starter sparò un
colpo di pistola e la corsa cominciò.
Minako e Usagi
erano in parità sebbene due ragazzi fossero davanti a loro, ma non importava
loro di arrivare prima di tutti, volevano solo arrivare prima dell’altra.
Usagi con uno sprint riuscì a superare
l’amica, ma un’improvvisa fitta al petto la fece inciampare e cadere a terra
dolorante.
Minako corse in avanti non accorgendosi
subito di quanto accaduto, ma vedendo che la ragazza non la raggiungeva più, si
voltò. Trovandola ancora a terra, comprese che non era la sua goffaggine la
causa della sua caduta e urlando il suo nome, l’affiancò.
Le grida della
guerriera di venere, attirarono l’attenzione di tutti e la gara venne
interrotta, per prestare soccorso a Usagi.
La famiglia della
ragazza e i suoi amici la circondarono.
Mamoru fu il primo a soccorrerla, ma si era
dovuto scostare per fare spazio alla madre della ragazza.
Ikuko sollevò la testa di Usagi e gliela fece posare sulle gambe, sperando di fare
sentire la figlia più comoda.
“Tesoro, che ti
succede?” chiese la donna preoccupata. Aveva riconosciuto i sintomi di quanto
aveva. Erano gli stessi dell’ultima volta, quando la ragazza era svenuta
nell’ingresso di casa. Quella volta aveva creduto che si trattasse solo di
stress, ma vedendo la figlia soffrire in quel modo, comprese che qualcosa di
ben più grave l’affliggeva.
Cominciò a domandarsi
se la ragazza in quel periodo avesse sofferto di quegli attacchi e non avesse
detto niente per sua spontanea volontà. Non ne sarebbe stata sorpresa. I loro rapporti
erano stati difficili ultimamente, soprattutto tra lei e Kenji
e probabilmente Usagi non aveva voluto confidarsi con
loro.
Guardò il suo viso
pallido e si ritrovò a pensare che più volte l’aveva vista con un pallore
simile, sebbene non così accentuato. Pensava fosse dovuto alla pressione bassa
o al periodo nero che stava passando.
Si diede della stupida
per non aver pensato a qualcosa di peggiore. Sperava solo che non avesse
qualche malattia o problemi al cuore, dato che continuava a tenersi stretta il
petto.
“La stanno attaccando
di nuovo!” disse tra sèMamoru
stringendo i pugni con rabbia, prima di spalancare gli occhi a causa di un
forte squilibrio naturale.
Nessuno però noto la
sua reazione e preferì così. Tanto se stava succedendo quello che sentiva,
nessuno poteva porre rimedio. Solo Usagi poteva fare
qualcosa dove ancora c’era speranza, ma le condizioni della ragazza, non gli
fecero sperare che essa potesse nuovamente espandere il potere del cristallo
troppo presto.
Avrebbe voluto avere
lui il potere di proteggere la terra, infondo era lui il custode del pianeta.
Avrebbe voluto togliere quel macigno dalle spalle della sua Usako
e caricarselo addosso. Voleva aiutarla, vederla di nuovo essere la ragazzina allegra
e spesso infantile, quando non doveva svolgere il suo ruolo di guerriera della
giustizia. Invece l’unica cosa che poteva fare era vedere la sua amata a terra
sofferente, senza poterla nemmeno stringerla tra le braccia a causa della
presenza dei genitori. Senza riuscire a proteggerla, proprio come era accaduto
ai tempi del Silver Millennium.
Si sentiva così inutile
La famiglia di Usagi e anche se sue amiche, chiamarono il nome della
ragazza ripetutamente. Speravano di captare un segno che riferiva loro che la
fase critica dell’attacco era passato.
Sentendosi chiamare, Usagi aprì leggermente gli occhi, per poi dire in un
sussurro “La lu-na…”
Per i presenti che non
conoscevano la storia, quella parola fu priva di significato.
“La luna? Che centra
la luna?” disse Shingo confuso.
“Forse ha battuto la
testa e meglio chiamare un’ambulanza!” disse l’insegnante Haruna,
giunta per assicurarsi delle condizioni della sua allieva.
“Non è…possibile!” disse
Rei alzando la testa capendo cosa Usagi volesse che
facessero e rimase sbalordita a ciò che
i suoi occhi le stavano mostrando.
Le altre guerriere
ebbero la sua stessa reazione e a definire dalle urla che si alzarono
nell’intero cortile, anche la folla era rimasta incredula a ciò che videro.
La luna era
vicinissima alla terra, questa volta molto di più dell’ultima volta. Si
potevano benissimo percepire i vari dislivelli della superficie lunare e
contare tranquillamente tutti i crateri che il satellite portava, in quanto,
nonostante fosse giorno, essa era visibilissima.
“Quella cos’è?” chiese
Minako, indicando un punto preciso sulla superficie
della luna,
Una crepa, ad occhio e
croce profonda diversi chilometri, si stava espandendo sulla luna, deturpandone
la faccia visibile.
“Non è possibile, una
cosa del genere si può verificare solo nel caso in cui un terremoto scuotesse
il suolo roccioso della luna, provocandone la rottura!” disse Ami incredula a
quanto avvenisse “Cosa diavolo stanno cercando di fare i nostri nemici?”
“Stanno cercando di
far abbassare totalmente la guardia a Usagi e
purtroppo ci stanno riuscendo!” disse Mamoru, vedendo
che la sua ragazza, aveva perso i sensi a causa del dolore.
La gente del posto
però non si preoccupava di una banale crepa sulla luna. Loro erano spaventati
da ben altro e cioè dall’imminente apocalisse che si stava per abbattere su di
loro.
“Quanto vorrei che
tutto questo fosse solo un brutto sogno!” disse Chibiusa
posando lo sguardo sul volto addormentato di Usagi.
Aveva paura, doveva ammetterlo.Paura
per Usagi, paura per tutti loro, paura per l’intero
pianeta e quest’ansia crebbe quando nell’aria si
sentirono echeggiare delle risate.
I presenti nel cortile della scuola,
confusi da quanto stesse succedendo, si guardarono intorno quando sentirono
delle risate nell’aria.
In un primo momento pensarono che le risa provenissero
dalle casse dell’audio poste in cima a diversi pali posizionati attorno al
campo sportivo, ma dovettero ricredersi quando dal nulla, apparve una figura.
Altri non era che Kayoko,
la servitrice del nemico misterioso. Ella tornava a creare scompiglio e questa
volta i problemi non erano pochi per le guerriere, se avessero dovuto trasformarsi
per difendersi.
Non sapevano però, se la donna avesse
attaccato lì per pura coincidenza o perché fosse a conoscenza delle loro
identità.
Sperarono vivamente la prima, ma la scelta
del luogo e del momento, non le fecero illudere troppo.
Istintivamente le guerriere, si disposero
davanti a Usagi con fare protettivo.
Kayoko le guardava divertita e fu allora che
compresero che ella sapeva esattamente chi erano.
Ma le sorprese non erano finite. Infatti,
poco dopo, accanto a lei apparve un’altra figura.
Anch’essa donna, con un abito nero lungo a
dolce vita senza maniche e con unaspaccatura a lato che cominciava dalla coscia. Il tessuto dell’abito
doveva essere di un materiale molto leggero a giudicare dalla facilità con cui
si muoveva al vento. Il colore scuro del vestito faceva spiccare maggiormente
la sua carnagione candida, i lunghi capelli bianchi e gli occhi color ghiaccio.
Diversamente da quello di Kayoko, sul suo viso non si leggeva divertimento. Era
tremendamente seria e con rabbia guardava colei che stava cercando.
“Finalmente ci incontriamo Serenity!” disse, sebbene l’interpellata non potesse
rispondere.
La gente cominciò a mormorare su chi
fossero quelle donne, da dove provenissero e che cosa volessero, ma nessuno
sapeva trovare risposta a queste domande.
“Chi sei tu?” chiese Rei, lanciando
un’occhiata di fuoco alla nuova nemica. Non le piaceva come si stavano mettendo
le cose, ma giurò di proteggere Usagi con tutta sé
stessa e dalle occhiate che si era scambiata con le sue compagne, seppe dire
con certezza che loro erano pronte a fare la stessa cosa.
Avrebbero evitato di trasformarsi però,
almeno fin quando non si sarebbe ritenuto davvero necessario, perché nascondere
le loro identità si era sempre dimostrato una delle loro priorità.
“Il mio nome è Kendra,
sovrana di un pianeta remoto del sistema solare e presto conquisterò la luna e
tutto ciò che essa dovrebbe controllare. Compreso questo stupido pianeta
abitato da esseri insignificanti. Vi conviene inchinarvi tutti al mio cospetto,
se volete avere una minima possibilità di sopravvivere!” disse con cattiveria,
ma non staccando gli occhi dalle guerriere. Sapeva infatti, che senza di loro
non avrebbe avuto difficoltà a sottomente il genere umano, ma le SailorSenshi potevano renderle
più noioso l’attuazione del suo piano.
Il panico si diffuse tra la folla. Alcuni
tentarono di scappare, ma con un gesto della mano, la nuova nemica bloccò tutte
le uscite disponibili di quell’edificio.
“Non riuscirete a sottrarvi al mio dominio
sciocchi umani, ma potremmo trovare un accordo!” disse Kendra,
per poi fare un cenno col capo a Kayoko, orinandole
di continuare.
“Vedete, io e la mia padrona stiamo
cercando di catturare SailorMoon
e di impossessarci del suo cristallo d’argento, ma…bhe
sembra che quella ragazzina sia piuttosto sfuggevole!” cominciò la donna,
guardando le guerriere“Ammetto che fino
ad ora non mi sono impegnata più di tanto ad acciuffarla, dato la soddisfazione
che provavamo a torturarla, ma…la mia adorata signora si è stufata di giocare.
Potremmo prendercela tranquillamente senza problemi e distruggervi, ma abbiamo
deciso di essere magnanime. Vi daremo la possibilità di decidere di
consegnarcela di vostra spontanea volontà, così da conquistarvi la simpatia
della mia padrona, che potrebbe anche decidere di risparmiarvi!” finì Kayoko, spostando il suo sguardo sulla gente che sembrava
confusa, oltre che spaventata.
Era una situazione spassosa per lei. Si
sentiva potente a incutere tutto quel timore a quelle piccole formiche che dal
basso la guardavano con occhi che la supplicavano di non far loro del male.
“Allora, cosa volete fare?” chiese dopo un
attimo di silenzio.
“Ma SailorMoon non è qui!” disse un uomo ad alta voce.
“Non sappiamo dove sia!” disse un’altra
donna, sperando di vederle andare via, non trovando ciò che stavano cercando.
“Silenzio miseri mortali. So bene che
nessuno di voi conosce l’identità di colei che rischia ogni giorno la vita per
voi e che da qualche mese ha protetto la terra dall’essere sommersa dalle acque
dei vostri oceani!” disse Kendra infastidita.
SailorMoon era colei
che doveva avere il controllo sulla terra e sul sistema solare e il fatto che
dovesse nascondersi, le sembrava una cosa inaccettabile per una principessa.
“Di cosa stai parlando?” chiesero diverse
persone.
“Diverse parti del mondo sono state
sommerse in questi ultimi giorni!” disse la professoressa Haruna
“E nessuno può essere in grado di fermare una catastrofe naturale, nemmeno SailorMoon!”
Kendra lanciò un’occhiata alla donna e disse
“Vedo che avete molta fiducia nella vostra super eroina. Mi stupisco anche del
fatto che una professoressa che trascorre tanto tempo con i suoi allievi, non
si sia mai accorta di avere SailorMoon nella sua classe!” disse, facendo sussultare la
professoressa Haruna, la quale rimase di stucco, non
riuscendo proprio a immaginare chi potesse essere.
“Per non parlare dei suoi genitori
terrestri!” disse infine la donna.
Le guerriere Sailor
strinsero i pugni. La donna stava andando troppo vicino a smascherare le loro
identità.
Kendra allargò le braccia e si rivolse nuovamente
alle persone presenti “Guardate cosa sta succedendo. È una cosa normale che la
luna sia così vicina? No, poveri idioti! Sono io che controllo il vostro amato
satellite e ci sto giocando come voglio, distruggendo così l’equilibrio
naturale. Gli oceani alla vicinanza della luna avrebbero dovuto alzarsi a
dismisura e sommergere le terre emerse, le terre su cui voi costruite le vostre
case, già instabili in condizioni normali, dovrebbero subire slittamenti mai registrati
fino ad oggi e la gravità della luna avrebbe già dovuto farvi imparare a
volare, ma niente di tutto questo è accaduto. Voi non vi siete accorti più di
tanto di questi eventi perché la custode della luna, SailorMoon, ha usato i suoi poteri per proteggere la terra
dai cataclismi!”
Le persone cominciarono a mormorare tra di
loro. In effetti, a tutti era sembrato strano che la luna non avesse comportato
i danni elencati dalla donna, infondo gli scienziati avevano predetto
praticamente la fine del mondo.
“Adesso consegnatemi SailorMoon o per voi è la fine!” urlò Kendra,
azzittendo tutti.
Le ragazze non sapevano se era la scelta
giusta o meno, ma loro mani erano già posate sulle loro penne della
trasformazione. Però tre voci a loro conosciute, le fecero desistere dal loro
intento di entrare in azione.
“Meteorite di Plutone!”
“Maremoto di Nettuno.
“Bomba di Urano, azione!”
Tre potenti attacchi provenienti dal nulla,
andarono verso le nemiche, le quali però, non si spostarono. Mantennero
compostamente la loro posizione, aspettando che le nuove arrivate, scoprissero
che i loro colpi sarebbero stati vani.
Infatti essi si scontrarono contro una
barriera invisibile, che vanificò i loro attacchi senza problemi.
Le quattro guerriere del sistema solare
esterno, Sailor Urano, Sailor
Nettuno, SailorPluto e SailorSaturn, comparvero con un
balzo davanti alle Sailor del sistema solare interno,
pronte a intervenire in loro soccorso.
“Wow, sono arrivate le guerriere Sailor, siamo salvi!” disse Shingo
felice.
Era entusiasta all’idea di vedere le Sailor in azione, ma soprattutto, sebbene non lo avrebbe
mai ammesso, sperava che tutto si sistemasse per il meglio, per portare sua
sorella da un dottore.
Chi li vedeva dall’esterno, avrebbe detto
che tra lui e Usagi non scorreva buon sangue. Infatti
loro due litigavano spesso e si stuzzicavano, ma non per questo voleva dire che
non si volessero bene.
“Non esserne troppo sicuro ragazzino!”
Rispose SailorSaturn, non
staccando gli occhi dalla nemica e rinforzando la presa sulla sua falce.
“Come avete fatto ad entrare? Ho sigillato
tutte le uscite!” disse Kayoko confusa.
“Per questo può essere utile saper guidare
un elicottero!” Rispose la guerriera di urano, per poi rivolersi a colei che
l’aveva resa una guerriera “Come facciamo ad abbattere la barriera che le
protegge?”
“Il mio specchio non riesce a rivelare
nessun punto debole!” disse Sailor Nettuno abbassando
lentamente il talismano, ma nell’istante in cui compì l’azione, si accorse che
qualcosa non andava. Si sentì improvvisamente più leggera e capì di stare
volteggiando in aria.
Diverse urla si diffusero nel cortile della
scuola, quando alcune persone e oggetti cominciarono a staccarsi da terra.
“Cosa sta succedendo?” chiese Kenji, che insieme a Mamoru,
cercava di tenereIkuko
e sua figlia a terra, per impedire che quest’ultima
si facesse ulteriormente male.
“Accidenti! La forza gravitazionale della
luna, ci sta attirando a sè!” disse SailorPluto, stringendo il suo
scettro con forza.
“SailorMoon abbiamo bisogno di te!” gridò la guerriera del tempo,
sperando che la sua principessa riprendesse i sensi.
Di fatto avvenne. Usagi
sentendo il richiamo di aiuto di una delle sue compagne, aprì leggermente gli
occhi.
Si sentiva stordita e indolenzita e ci mise
qualche istante a mettere a fuoco le cose e a comprendere cosa stesse
succedendo.
Appena possibile riacquistò il controllo
sul cristallo d’argento, facendo sì che la gravità tornasse lentamente alla
normalità.
Kayoko sorrise divertita “E brava SailorMoon. Cerchi ancora di
rimettere le cose a posto eh? Peccato che non ti sia accorta che la perdita di
concentrazione sul tuo cristallino magico, ha portato a conseguenze maggiori
che a una semplice mancanza di gravità!”
Usagi sgranò gli occhi, spaventata all’idea di
cosa volessero dire quelle parole. “C-cosa vuoi dire?”
chiese debolmente, cercando di mettersi a sedere, una volta che il dolore aveva
cominciato a scemare.
“Usagi? Cosa ti
prende?” chiese Ikuko, vedendo la reazione della
figlia a quella frase. “Tranquilla, vedrai che si sistemerà tutto e ti
porteremo in ospedale a controllare le tue condizioni!” disse la madre,
accarezzandole i capelli.
La donna si preoccupò quando vide la
serietà della figlia e il suo continuo fissare quelle strane donne, che
minacciavano di ucciderli tutti.
Le sembrò quasi che sua figlia sapesse
qualcosa di quella faccenda.
Mamoru strinse i pugni, avendo una vaga idea a cosa
si riferisse la donna e Ami, avendo cominciato a caricare sul suo computer i
dati per accertarsi sulla condizione attuale terrestre, lo avrebbe scoperto da
li a poco, se non fosse stata distratta da quanto avvenne dopo.
“Arrendetevi
guerriere Sailor, non avete modo di sconfiggermi. Lo
ripeto per l’ultima volta consegnatemi SailorMoon e il cristallo d’argento e forse consentirò a tutti
voi di sopravvivere!” disse Kendra.
“Fossi in voi accetterei questa offerta
generosa!” disse Kayoko divertita.
“Non ti consegneremo mai la nostra
principessa!” disse SailorSaturn
agguerrita e appoggiata dalle altre OutherSenshi, che con i loro sguardi fecero comprendere a Kendra che loro quattro, non si sarebbero mosse da lì fin
quando Usagi non sarebbe stata al sicuro.
“Io farei scegliere cosa fare agli altri
esseri insignificanti che ci sono qui. So bene che voi vi fareste uccidere
piuttosto che consegnarmi la vostra amica!”Cominciò Kendra,
per poi aumentare il tono di voce “Allora gente, voi per cosa avete deciso?”
Chiese la donna, guardando la folla impaurita.
La gente cominciò a mormorare tra loro. Kendra era sicura del risultato del verdetto. Aveva spiato
gli umani per così tanto tempo, sperando di trovare prima o poi la reincarnazione
di Serenity, che aveva appreso molte cose su di loro.
La maggior parte delle informazioni ottenute erano irrilevanti, ma sapeva di
poter puntare sull’egoismo dell’umano per vincere quella partita. Voleva distruggere
SailorMoon non solo
fisicamente, ma anche psicologicamente e l’egoismo umano avrebbe potuto fare a caso
suo. Nessuno si sarebbe sacrificato per proteggere qualcuno che non lo meritava
e, a parer suo, SailorMoon
non era da meno.
“Anche se decidessimo di consegnartela, il
problema rimane. Non sappiamo chi sia SailorMoon!” disse un uomo della folla, che era stato scelto tra
la gente per fare il porta voce di tutti.
Kayoko sorrise soddisfatta e disse “In questo
posso io. SailorMoon è
molto più vicino a voi di quanto pensate!”.
La gente cominciò a guardarsi intorno per
vedere se scorgevano qualche traccia della paladina vestita alla marinara.
Alcuni gridarono alla guerriera di consegnarsi di sua spontanea volontà, ma non
trovando niente, aspettarono il verdetto della donna.
Kayoko fissò il suo sguardo su Usagi, la quale la guardava con preoccupazione, perché
sapeva che sarebbe stata smascherata da li a poco.
Kendra per la prima volta accennò a un sorriso a
vedere che le cose si stavano mettendo bene per lei e disse “Allora SailorMoon, il popolo ha scelto.
Sarai contenta di vedere come gli umani ti voltano le spalle pur di salvarsi,
nonostante tu passi la tua adolescenza a sacrificare te stessa per garantire
loro la sopravvivenza. Allora che mi dici? Ti consegni a me o no…Usagi!”
I genitori dell’interpellata spalancarono
gli occhi e un profondo terrore si impossessò di loro. Sentirono come se l’aria
venisse estirpata dai loro polmoni e il loro cuore prese a battere talmente
veloce che per un attimo sembrò che potesse sfondare la loro cassa toracica.
Ripresasi dallo shock Ikuko
urlò “Cosa? No… ti stai sbagliando, mia figlia non è SailorMoon! Non è possibile” disse stringendo la sua
bambina “Diglielo Usagi!”.
Ikuko guardò la ragazza negli occhi, sperando
che smentisse quanto quella donna avesse affermato. Lei però non disse niente.
“Se mia sorella fosse SailorMoon, a quest’ora il mondo
sarebbe davvero stato distrutto e ancora prima del tuo arrivo!”disse Shingo.
Il ragazzino sapeva molte cose su SailorMoon. Conosceva il suo
valore e il suo coraggio e la sua determinazione. Erano tutti lati che Usagi al contrario non aveva. Sua sorella era sempre stata
una fifona, piagnucola e goffa, un’immagine ben diversa dalla paladina della
giustizia.
“Povera SailorMoon, mi fai solo pena. Nemmeno i tuoi familiari si sono
accorti di quanto hai sofferto in questi anni. Loro pensavano solo ai tuoi voti
scolastici. Non so tu, ma io mi sarei sentita a pezzi a sentire mio padre dirmi
che sono una delusione per lui!” disse Kayoko
divertita, cercando di girare il dito nella piaga.
Usagi abbassò la testa a quelle parole.
Kenji invece sussultò. Si sentì tirato in causa
e provò una grande vergogna.
Si era pentito subito di quanto detto quel
giorno a tavola e aveva cercato di parlare con la ragazza per chiarire. Ma ogni
volta che lui e Usagi incrociavano gli occhi, la sua
bambina abbassava il capo e se poteva, cercava di nascondersi al suo sguardo.
Sapeva di averla ferita, ma non sapeva come
porre rimedio al suo errore.
“Ti ho osservato da quando ho scoperto la
tua vera identità SailorMoon
e non immagini quanto tu sia patetica. Combattere per questi esseri…Tsè…provo solo disgusto. Al tuo posto non starei li ferma a
farmi sgridare e insultare, al contrario userei il grande potere in tuo
possesso per distruggere la vita sull’intero pianeta!” disse Kendra, incrociando le braccia al petto e con una smorfia
disgustata sul volto.
Usagi si stancò presto di quella presunzione e
si alzò lentamente in piedi con l’aiuto di Mamoru, il
quale le impediva di crollare a terra. Sua madre le era sempre accanto e terrorizzata,
non sembrava voler lasciare la presa sul braccio della figlia.
“Usagi, ti prego
dimmi…dimmi che tutto questo è un equivoco!” disse Kenji
con voce tremante, ma la ragazza non rispose a lui, si rivolse direttamente
alle nemica, dandogli comunque all’uomo la risposta che cercava.
“Non importa quello che la gente pensa o
dice di me. So di avere mille difetti e per la maggior parte delle volte so che
hanno ragione. Sono sbadata, fifona, pigra, con la testa tra le nuvole e tutto
il resto. I miei genitori fanno bene a rimproverarmi quando non faccio il mio
dovere e se lo fanno, è perché mi vogliono bene. Poco mi importa se non
capiscono del perché di certi miei comportamenti e di come possa sentirmi io ad
udire certe cose. Niente e nessuno mi potrà dire o fare qualcosa che mi farà
desiderare vendetta verso questo magnifico pianeta e gli esseri umani!” disse Usagi, liberandosi dalla presa della madre e afferrando la
sua spilla.
“Usagi!” disse la
madre spaventata da cosa volesse dire quel gesto.
“Usagi, ne sei
sicura?” chiese Rei avvicinandosi a lei.
“Ormai mi hanno scoperto! Che senso ha
continuare a fingere che questa non sia la verità? Ci sono troppe vite in
gioco!” disse Usagi, guardando seriamente la
guerriera di marte.
“Non mi riferivo a quello, ma… Usagi, sei troppo debole per combattere!” cominciò Rei
preoccupata.
“Al momento non credo che la mia salute sia
la priorità!” Rispose Usagi all’amica, la quale,
arrendendosi, tirò fuori la penna che le avrebbe donato i poteri di marte.
Ikuko guardava sua figlia preoccupata. La vedeva
pallida e respirare ancora con affanno.
“Usagi, non so
cosa quelle donne stanno cercando di fare, né so perché ce l’abbiano con te, ma
ti prego non entrare in questa faccenda!” la implorò.
Kenji appoggiò la moglie e afferrando un bastone
disse “Tua madre ha ragione. Ci penserò io a proteggerti figliola!”
L’uomo era pronto a tutto pur di impedire
che a sua figlia venisse fatto del male. Aveva capito che con un bastone non
avrebbe potuto fare molto a delle donne che potevano creare barriere, muovere
la luna e volare, ma ci avrebbe tentato lo stesso.
L'intervento di Mamoru
gli impedì di fare sciocchezze, il quale fissandolo gli disse "Abbia un po' di fiducia in Usagi"
“Allora SailorMoon, sto aspettando!” disse Kendra.
Usagi fece un respiro profondo per prendere
coscienza di se stessa e quando sentì Chibiusa
stringerle la mano, si sentì pronta e urlò“Potere dei petali di stelle, vieni a
me!”
“Potere del prisma di luna, vieni a me!”
disse Chibiusa appoggiandola nella sua decisione.
Le due ragazze si trasformarono sotto lo
sguardo stupito di tutti, che nonostante quello che i loro occhi vedevano,
coloro che conoscevano Usagi, non riuscivano ancora a
credere che proprio lei fosse SailorMoon.
Shingo soprattutto. Era rimasto a bocca aperta e
gli occhi spalancati. Quasi non riusciva a respirare quanto fosse grande la
sorpresa.
“Ehi, non vorrai lasciarci indietro!”
dissero all’unisono le altre guerriere.
Tutte si trasformarono, Mamoru
compreso, riunendo così l’intero gruppo Sailor.
“Ma sono tutte…” cominciò Ikuko incredula, portandosi una mano alla bocca.
“…Guerriere Sailor!”
finì l’insegnante Haruna sconvolta. Conosceva alcune
di quelle ragazze da anni ormai e non avrebbe mai pensato che potessero
nascondere un tale segreto.
“Finalmente! Ho aspettato a lungo il
momento della vendetta. Ora dimmi, chehai intenzione di fare?” chiese Kendra,
guardando la guerriera della luna.
“Se io mi consegno a te, hai davvero
intenzione di lasciare stare gli abitanti della terra?” chiese Usagi determinata
“Usagi, no!”
disse Kenji facendo un passo verso di lei.
“Oh ma certamente! Osi mettere in dubbio la
parola della mia padrona?” chiese Kayoko con un
sorriso, un sorriso che non lasciava molto sperare.
“No, tu non farai una stupidaggine del
genere!” disse Sailor Urano, avvicinandosi alla sua
principessa e prendendola per un braccio.
Si era immaginata che SailorMoon avrebbe tentato di trattare col nemico, pur di
salvare vite umane. Era il suo modo di essere. Aveva troppa fiducia nel
prossimo, anche quando era palese che era mal riposta e lei si era ripromessa
ti farle aprire gli occhi, quando la sua natura buona cercava troppo di
prevalere.
“SailorUranus ha ragione. Non ti permetteremo di fare questa sciocchezza!”
disse SailorVenus fissando
Usagi.
“Il futuro del pianeta dipende da te,
principessa!” Disse SailorSaturn.
SailorMoon abbassò la
testa “Non posso stare qui e condannare a morte queste persone e l’intero pianeta,
lo capite?”
“Andiamo, non sarai così ingenua da credere
che quella arpia sta dicendo la verità? Dopo che ti avrà catturato, ci ucciderà
comunque. Quindi usa il tuo potere e annientala!” disse Shingo
prendendo a pugni l’aria.
“Io sono d’accordo con Shingo,
Usako!” disse Mamoru,
regalandole un sorriso di incoraggiamento.
“Anch’io!” disse Chibiusa.
“Tutte siamo d’accordo con questo!” dissero
le altre Sailor.
Usagi sorrise e guardando l’enorme luna, disse
“D’accordo, combattiamo!”
Questo capitolo anche se l’avevo già
scritto, l’ho completamente cambiato e quindi ci ho messo più tempo a
pubblicare. Spero che possa essere un po’ credibile.
Buona lettura.
Capitolo 6: Dodici
avversari
“D’accordo, combattiamo!” disse Usagi, facendo sospirare di sollievo i suoi genitori e le
sue compagne, sebbene non potessero ancora rilassarsi del tutto.
La folla invece era divisa a metà. Vi erano
persone che gioivano allo spirito combattivo delle guerriere, altri invece,
avrebbero preferito che la loro paladina della legge si fosse consegnata, non
credendo che ella potesse davvero riuscire a sconfiggere il nemico.
Queste persone non avevano idea degli
avversari che le Sailor avevano affrontato in
passato.
Avevano semplicemente sentito da alcuni
giornalisti, di sporadiche battaglie che le ragazze avevano affrontato con dei
mostri, in genere con uno soltanto alla volta. Non sapevano quanto potessero
essere forti quegli automa, ma dubitavano che questi avessero avuto le capacità
che invece mostravano quelle due donne.
Kayoko sbuffò quando capì che era andata male,
mentre Kendra non fece una piega.
Sperava sì in un esito diverso, ma in fin
dei conti non si era sorpresa più di tanto della resistenza della guerriera
della luna.
La donna fece un cenno con la testa alla
sua servitrice, la quale comprese quali erano le intenzioni della sua padrona.
Non voleva ancora sporcarsi le mani, quindi
avrebbero ancora cercato di portare SailorMoon allo sfinimento e Kayoko era
entusiasta all’idea.
Quest’ultima fece apparire davanti a sé, diversi
portali dentro i quali sembrava di vedere un pezzo di universo con diverse
stelle al suo interno.
Le Sailor si
misero in guardia. Ami cercava di capire che intenzioni avessero le nemiche.
Una notte, mentre rimuginava sugli attacchi
nemici, ebbe un’intuizione. I loro avversari le stavano mettendo in difficoltà
utilizzando vari elementi che costituivano lo spazio. Il loro giocare con la
luna, gli asteroidi che ci lanciavano contro, gli automa che inglobavano al
loro interno dei buchi neri e ora quei portali che nascondevano al loro interno
delle stelle.
Provò a pensare a diversi elementi
dell’astronomia, che potevano aiutarla a capire a cosa sarebbero andate presto
incontro, ma quelle stelle, disposte in un determinato modo, differente da
portale a portale, non le diedero idee.
Poi le contò e allora comprese. Erano in
tutto dodici ela disposizione di alcune
di quelle stelle, le sembravano familiari. I nemici non volevano usare contro
di loro l’astronomia, questa volta si sarebbero basati sull’astrologia.
“Fate attenzione ragazze, qualsiasi cosa ne
uscirà fuori da quei portali, avrà a che fare con le costellazioni dello
zodiaco!” disse Ami lanciando un’occhiata alle compagne.
“Intendi dire che voglio usare i segni
zodiacali contro di noi?” chiese Sailor Nettuno
sorpresa e spostando il suo sguardo verso i portali, vide delle sagome comparire.
“Stanno arrivando!” disse infine la
guerriera di Nettuno.
Da li a pochi secondi dodici esseri dalle
caratteristiche più disparate, ma riconoscibili, si trovavano davanti a loro.
Le guerriere si misero a studiarne uno ad
uno, cercando anche un modo per affrontarli.
Vi erano:
-Capricorn: un essere con il busto da donna, il corpo da
capra e la coda di una sirena. Aveva capelli castani con un’acconciatura
strana, che si divideva in due code che stavano perfettamente immobili, come se
non un alito di vento sfiorasse quei capelli. Fu a quel punto che le guerriere
si domandarono se quelle code che andavano verso l’indietro fosseroo
effettivamente capelli o le corna che caratterizzava il segno del capricorno.
-Acquarius: Una ragazza bella e con un sorriso sulle labbra.
A vederla non sembrava minacciosa, ma le ragazze sapevano di non dover
sottovalutare il nemico, soprattutto se questo sembrava innocua. Non aveva una
vera consistenza solida, era più acqua che era stata plasmata in forma umana. I
suoi lunghi capelli si muovevano come onde del mare e i particolari del
vestito, anch’esso d’acqua, lo facevano sembrare di seta. In mano teneva una
grossa anfora.
-Pisces: erano esattamente quello che le guerriere si
aspettavano. Due grossi pesci, simili a delle carpe, uno blu e uno rosso.
Avevano l’aria stupida e continuavano ad aprire e chiudere la bocca. Ma le
spine presenti sulle pinne di entrambi gli avversari, fecero comprendere che
anche loro potevano nascondere delle insidie.
-Taurus: un essere simile al Minotauro. Grande, grosso
emuscoloso, con corna tutte usurate per
il troppo utilizzo, ma comunque dolorose se avessero infilzato qualcuno.
Sfregava il piede destro a terra, alzando della polvere. Era pronto per la
battaglia.
-Gemini:
era un essere solo con due teste. Il corpo un po’ deforme in quanto sembrava
che si fossero fusi insieme. Uno aveva sul volto un sorriso, l’altro era triste
e se uno di loro voleva cambiare espressione, di conseguenza anche l’altro lo
faceva, stando a simboleggiare il loro doppio volto. Avevano entrambi capelli
forti e ricci, tanto da sembrare parrucche di clown.
-Cancer: Anch’essa una ragazza dal bell’aspetto
come Acquarius, ma il suo volto non era
tranquillizzante, infatti sembrava incavolata, pronta a stringere qualcuno
nelle sue tenaglie, poste al posto delle mani. Aveva un abitino color salmone
semplice, in stile grego con qualche bordatura dorata,
che si abbinavano al cerchietto situato tra i suoi capelli rossi tagliati a caschetto.
-Leo:
un leone dalla criniera di fuoco e dalle zanne talmente lunghe da essere
incapace di chiudere la bocca, senza che questi spuntassero fuori. Veniva chiamoto dai suoi colleghi, tigre dai denti a sciabola,
nomignolo che lo infastidiva e che lo portava a incrementare il fuoco della sua
criniera fino ad avvolgerlo completamente per investire coloro che aveva osato
chiamarlo in quel modo.
-Virgo: una ragazza dalla pelle bianca e dai capelli
biondo cenere e due occhi azzurri capaci di incantare, se non avesse una brutta
cicatrice sul volto che le deturpava la sua bellezza. Lei accusava il fatto di
non aver mai avuto un ragazzo proprio a causa di quello sfregio che si portava
dietro.
-Aries: dall’aspetto poteva sembrare una bambina sugli
otto anni. Assomigliava molto a Chibiusa. Anch’essa
aveva i capelli rosa. Li portava legati in due codine che le cadevano davanti e
dai capelli le spuntavano due corna arrotondate. I suoi occhi grandi e marroni
avevano già adocchiato la sua avversaria e SailorChibiusa fece un passo indietro, quando capì che segno
zodiacale ce l’aveva con lei.
-Libra:
una ragazza dai capelli viola che sembravano aver vita propria. Questi si
dividevano perfettamente in due e sembravano sempre alla ricerca di qualcosa da
pesare. Anch’essa indossava un vestito in stile greco corto e aveva uno sguardo
che non prometteva niente di buono.
-Scorpio: come Taurus era di
grosse dimensioni. Aveva l’aspetto di un umano palestrato.
Era a petto nudo e portava dei pantaloni ben attillati che lasciavano
intravedere la forma di ogni singolo muscolo. Aveva delle forbici in mano
intrisi di una sostanza violacea, esattamente come quello che colava dal
pungiglione della sua coda. Sulla testa non aveva dei capelli, ma tanti piccoli
scorpioni agguerriti, sebbene non potessero abbandonare il capo del loro
portatore e pungere qualcuno.
-Sagitarius: un centauro molto affascinante dai lunghi capelli
biondi e occhi verdi. Anch’esso a petto nudo con una sola stringa di pelle larga,
che gli copriva in parte i pettorali e che gli consentivano di portarsi dietro
la sua faretra, apparentemente priva di frecce, mentre dove vi era la unione
tra il corpo umano e quello di cavallo, vi era una cintura dorata dove
appendeva vari tipi di arco, i quali erano di piccole dimensioni, finchè non venivano estratti.
Le persone terrorizzate da quei mostri si
erano andate a nascondere dove potevano, accalcandosi contro i muri, altri erano
scappati nelle aule, sperando di trovare qualche finestra aperta da cui poter uscire.
Kenji, Ikuko e Shingo guardavano quegli esseri a bocca aperta. Non avevano
ancora digerito la notizia della scoperta dell’identità di SailorMoon, che ora avrebbero dovuta vederla in azione,
rischiando la sua vita per loro.
Ikuko ebbe l’istinto di raggiungere Usagi, che si trovava insieme alle sue compagne, pronta a
dare battaglia, ma Kenji la fermò.
La guardò e scosse la testa. Non dovevano
intromettersi e come aveva detto Mamoru, avrebbero
dovuto avere fiducia in lei.
Andarono a nascondersi dietro qualche
albero, sebbene non fossero i primi ad aver avuto quell’idea,
ma erano ancora troppo scoperti. Speravano solo di non intralciare le
guerriere.
Kendra e Kayoko non
dissero nulla. I dodici segni zodiacali sapevano quello che dovevano fare. La
prima li aveva fatti reclutare e addestrare. Non erano cattivi per natura, al contrario,
ma Kendra era riuscita a far loro il lavaggio del
cervello, facendo cambiare loro la parte da cui stare.
“Ragazze siamo undici contro dodici, direi di
prenderne uno a testa!” disse Urano cercando il suo avversario.
“E quello che avanza?” chiese SailorVenus.
“Se ne occupa la prima che riesce a
sbarazzarsi del suo avversario!” disse Urano alzando le spalle.
“Aspettate un attimo!” disse Ami agitata “Non
possiamo eliminarli!”
“Cosa?” chiese SailorJupiter.
“SailorMercury ha ragione. Sia che crediate o meno
nell’astrologia, anche loro fanno parte dell’universo e la loro sparizione
potrebbe compromette l’equilibrio delle cose!” Disse Mamoru,
mentre veniva guardato da Usagi, la quale voleva
capire cosa realmente dovessero fare.
“Esatto. Pensateci! Se la loro eliminazione
portasse all’esplosione delle stelle che li compongono? Si creerebbero numerosi
buchi neri che unendosi si potrebbero anche trasformare in un enorme aspirapolvere
che potrebbe aspirare tutto intorno a sè e non
possiamo escludere che la forza gravitazionale si faccia sentire anche nel
nostro sistema solare. Sappiamo ancora così poco sull’universo da poter solo
fare ipotesi, ma comunque non vale la pena di rischiare!” disse Ami cercando di
essere il più chiara possibile.
“Allora ci limiteremo a stenderli!” disse Sailor Urano, sfoderando un pugno contro la sua propria
mano.
SailorVenus sospirò
“Facile più a dirsi che a farsi!”
Lo scontro tra le guerriere e i segni
zodiacali cominciò. Le ragazze non ebbero la possibilità di scegliere con chi
scontrarsi, che ogni segno aveva adocchiato la guerriera con cui scontrarsi.
Solo il segno dei pesci era rimasto imbambolato e non sembrava volersi muovere.
Aries era andata incontro a Chibiusa
e fermandosi, la guardò sorridendole dolcemente, traendo in inganno la bambina,
che le sorrise di rimando, prima di vedere la sua avversaria saltarle addosso e
cominciare a tirarle i capelli. Chibiusa cercò di
difendersi a sua volta tirandole l’acconciatura e più che una battaglia tra una
Sailor e un nemico, sembrava una zuffa tra bambine
che stavano litigando per il possesso di una bambola.
Seguendo l’esempio di Aries,
anche gli altri segni zodiacali andarono all’attacco. Scorpio
scelse SailorSaturn e tra
loro incominciò uno scontro falce contro aculeo velenoso. La ragazza di saturno
era abile a parare i colpi, anche grazie al suo scudo di saturno, ma doveva
fare attenzione al suo veleno, capace di penetrare anche le sue difese, agendo
come un forte acido.
Taurus scelse di battersi con Sailor
Urano. Gli sembrava la più tosta e la più portata allo scontro fisico. Ma il
segno non aveva tenuto conto di una cosa. Lui era sicuramente il più forte
fisicamente, ma la sua mole lo rendevano pesante, mentre Sailor
Urano, grazie alla sua agilità, riusciva a schivarlo facilmente prendendolo
anche in giro. La guerriera però non aveva tenuto conto di un’arma del toro e
si ritrovò a terra quando ricevette una frustata dalla coda dell’essere. Fece
appena in tempo a fare una capriola all’indietro, prima che venisse calpestata
da uno zoccolo del toro.
Virgin scelse SailorPluto come suo avversario. Lei non aveva delle vere e
proprie armi come la maggior parte dei suoi colleghi, ma Pluto
ebbe difficoltà ad aver la meglio contro la ragazza. Essa infatti usava
l’elemento terra per prenderla alla sprovvista, scavando fosse per poi
rimbucare dal nulla, colpendo la guerriera da sotto.
Con questo suo metodo di combattimento non
fece nemmeno fatica a schivare gli attacchi della guerriera, finchèSailorPluto,
stanca di giocare, lanciò un meteorite di plutone
dentro una delle fosse dentro la quale la ragazza si era appena nascosta,
stanandola e colpendola.La terra si
aprì sotto i piedi della guerriera e dopo un forte bagliore, trovò Virgin a terra priva di sensi. Il colpo era stato forte e
diretto e l’avversaria non aveva avuto scampo.
Cancer aveva scelto SailorMercury. Attaccava sia con le chele, che avrebbero
già più volte tagliato i capelli della guerriera se questa li avesse portati
lunghi, sia con getti d’acqua che gli uscivano sia dalle chele, che dalla
bocca. Vi era uno scontro tra getti d’acqua, ma le due avversarie erano alla
pari. L’unica cosa che le distingueva era la resistenza. Cancer
era infatti molto più resistente di Ami, la quale non riuscendo più ad attenere
attivo il suo potere sull’acqua, si era dovuta gettare a terra, per impedire di
essere investita dal getto d’acqua. Questo se l’avesse colpita non le avrebbe
fatto chissà quale danno, il male ci sarebbe stato se, grazie alla potenza del
getto, fosse stata scaraventata contro un muro o una finestra.
Ami continuò a schivare i colpi, finchè non decise di tentare una mossa che non usava da
ormai parecchio tempo. Usò le bolle di nebbia con azione congelante, proprio
nell’istante in cui Cancer stava sparando un altro
getto e questo, cominciando a congelare, portò il corpo della nemica a subire
gli stessi effetti fino a far diventare il segno del cancro, un bel ghiacciolo.
Mentre il corpo di Ami si riposava, la sua
mente continuava a lavorare.
“Il cancro ha usato l’acqua!” disse per poi
guardarsi intorno “Il segno della vergine ha usato la terra!” disse guardando
il campo dissotterrato dove si trovava SailorPluto con la sua avversaria sfinita. Successivamente spostò
lo sguardo verso SailorVenus
che stava combattendo con Leo, il quale sembrava un po’ seccato nell’aver
scelto l’avversaria sbagliata. Infatti SailorVenus non aveva difficoltà a contrastare gli attacchi del
fuoco del segno, in quanto la luce, il suo elemento, era di sicuro più potente
e più forte.
“Il leone usa il fuoco!” disse Ami e poi si
ricordò. Ogni segno zodiacale era legato a un elemento: fuoco, aria, terra e
acqua.
Ogni Senshi era
stata scelta dal proprio avversario in base alle capacità simili o per potenza
fisica, come lei con Cancer e SailorMars con Sagitarius. Questi
ultimi infatti si stavano sfidando a suon di frecce di fuoco, non avendo
nessuno dei due la meglio sull’altro.
“Ragazze, ogni segno è caratterizzato da un
elemento, cercate di scontrarvi con il vostro opposto. Tu Sailor
Nettuno usa il tuo potere con Leo e Sagitarius, SailorJupiter, concentrati sui
segni d’acqua. Fai attenzione l’acquario anche se fatto d’acqua è un segno d’aria.
SailorMars dai una mano a Sailor Urano con il toro!” gridò alle sue compagne, ma non
tutte erano riuscite a liberarsi del proprio avversario mettendo in atto il
piano della ragazza.
“Mancano i segni d’aria. L’aria viene
sconfitta dalla terra, chi tra noi ha questo elemento?” si domandò Ami
guardandosi intorno. Vide Mamoru battersi con Gemini,
il quale sembravaferito a causa delle
rose che l’uomo gli aveva lanciato.
“Bene, Mamoru
deve aver già capito tutto!” si disse tra sé la guerriera, per niente sorpresa.
Successivamente spostò lo sguardo su Usagi. La guerriera della luna si stava scontrando con Capricorn, forse uno dei segni piùduri da battere a causa della sua
testardaggine. Difficilmente si sarebbe arreso, anche se stremato.
Usagi però non sembrava molto concentrata sul
suo avversario. Si limitava a schivare i colpi e quando vi era qualche momento
di pausa, lanciava delle occhiate veloci a SailorChibiusa, la quale se le stava ancora suonando con Aries.
Si rotolavano entrambe per terra,
continuando a picchiarsi, ma Chibiusa fu presto svantaggiata
quando, trovandosi sotto l’avversaria, quest’ultima
le diede una testata che le fece perdere i sensi.
“SailorChibiusa!” urlò Usagi e schivando
un nuovo attacco di Capricorn, si abbassò a terra per
fare lo sgambetto alla capra, la quale perse l’equilibrio.
La ragazza della luna approfittò del momento
per andare in soccorso di Chibiusa.
Alzò il suo scettro puntandolo contro Aries, quando questa si stava nuovamente preparando ad
attaccare la bambina priva di sensi.
“scettro della luna eterna.. luce dei
petali di stelle.. entra in azione!” urlò la ragazza, colpendo in pieno Aries, la quale si mise a urlare.
Una luce accecante si sprigiono e al suo
spegnimento, Aries era ancora lì, ma qualcosa di
diverso la caratterizzava. Aveva lo sguardo confuso e si guardava attorno
cercando di capire la sua situazione.
Quando vide ai suoi piedi Chibiusa svenuta, cercò di prestarle soccorso, sebbene non
sapesse cosa fare.
SailorMoon le si
avvicinò e disse “Tu sei Aries vero? Eri sotto il
controllo di Kendra per caso?”
Aries alzò le spalle non sapendo cosa
rispondere. La sua testa era annebbiata. Non ricordava nulla.
“Puoi tornare a casa. Non ce l’abbiamo con
te, ma stai attenta alle brutte influenze!” continuò Usagi.
La bambina sorrise e annuendo, si avvicino
al suo portale e vi entrò dentro. Alla sua sparizione, anche il portale
scomparve.
“Ottimo lavoro SailorMoon. Pensi di poter anche far tornare un po’ di sale
in zucca anche agli altri?” Chiese SailorMars, non riuscendo a liberarsi di Sagitarius
per poter aiutare Sailor Urano. Anzì,
ogni volta che cercava di allontanarsi, il cavallo la superava e le si parava
davanti.
“Posso provare!” disse SailorMoon, prima di trovarsi nuovamente Capricorn davanti che la guardava con gli occhi stretti a
fessure.
“Meteorite di Plutone!”
urlò Setsuna, intervenendo in soccorso della sua
principessa.
“Occupati di Virgin
e di Cancer. Sono già fuori combattimento, dovrebbe
essere facile ritrasformarli!” spiegò la guerriera del tempo. Di fatto fu così
e liberando i due segni dall’influenza del male, anche altri due portali si
chiusero.
Sailor Nettuno riuscì a liberarsi per qualche
istante dalle grinfie di Acquarius, la quale, essendo
un segno d’aria, aveva la meglio suo potere dell’acqua.
La guerriera di Nettuno ebbe il tempo solo
di chiamare a sé il potere del maremoto di Nettuno e scagliarlo contro Leo,
prima di ritrovarsi imprigionata dal potere dell’acquario, che l’aveva
imprigionata in una tromba marina, con un vento tagliente, che le stava, non
solo lacerando l’abito, ma anche provocando diversi graffi.
Leo si sentiva esausto a causa dello spegnimento
del fuoco a causa dell’acqua, ma provò comunque ad attaccare nuovamente con i
suoi artigli, ma il potere curativo di SailorMoon, lo sorprese e da li a poco, anch’esso era tornato innocuo
tanto che SailorVenuspotè avvicinarsi per accarezzarlo dietro le orecchie.
SailorMoon però non
perse tempo e andò in soccorso di Sailor Nettuno,
ancora imprigionata in quel vortice d’aria che oltre a ferirla, le provocava
una sensazione di soffocamento. La ragazza della luna riutilizzò nuovamente il
suo potere e sebbene Acquarius non fosse esausta, non
fece resistenza e anch’ella guarita se ne andò.
Rimanevano ancora sette segni zodiacali da
combattere, ma nella frenesia della lotta, nessuno si rese conto che l’unico di
loro a non aver ancora mosso un passo, si era gonfiato a dismisura.
I due pesci del segno zodiacale dei pesci
si erano trasformati e se prima sembravano due carpe, ora somigliavano più a
dei pesce palla. Rilasciarono una scarica di aculei, i quali andarono a colpire
tutto quello che incontravano. La gente per fortuna era riuscita a proteggersi.
Mamoru era corso in soccorso di Chibiusa
e stringendola a sé, l’aveva protetta con il suo mantello. Sailor
Urano si nascose tranquillamente dietro Taurus, il
quel venne colpito, senza però alcun danno. SailorMoon, fece da scudo a Sailor
Nettuno, già mal ridotta di suo, ma SailorJupiter fece da scudo a sua voltaa SailorMoon. SailorPluto
riuscì a proteggere se stessa roteando velocemente il suo bastone, mentre Capricorn, nel tentativo di colpirla mentre era distratta,
venne colpito al fondo schiena da diversi aculei, facendolo imbestialire e
facendolo puntare sulla causa del suo dolore.
SailorSaturn si era
protetta con lo scudo di Saturno, del quale usufruirono volentieri anche SailorMars, SailorVenus, Scorpio e Sagitarius.
Kayoko sbuffò a vedere che ad uno ad uno i segni
zodiacali guarivano dalla loro influenza, ma Kendra,
avvertendo qualcosa disse “Richiama i segni zodiacali rimasti. Sta arrivando!”
Kayoko ben consapevole di cosa stesse parlando
obbedì e dopo che tutti i segni zodiacali scomparvero all’interno dei loro
portalidisse “Sei stata in gamba SailorMoon e anche voi guerriere
Sailor, ma ora voglio vedere cosa vi inventerete!”
Kendra prese la parola “Ricordati SailorMoon, se vuoi salvare
queste persone, la mia offerta di consegnarti a me di tua spontanea volontà e
ancora valida!” disse per poi sparire, liberando così anche le vie di uscite,
anche se nessuno se ne accorse, troppo sconvolti da quanto era successo.
SailorMoon sospirò e si
buttò sulle ginocchia esausta. Tra l’attacco alla luna e il suo ripetuto
utilizzo del potere per aiutare i segni zodiacali, si sentì svuotata dalle sue
energie. I suoi genitori l’affiancarono immediatamente e Ikuko
strinse fortea sé la figlia,
domandandole come si sentisse. Era sollevata che tutto fosse finito e che tutti
erano ancora vivi.
“Sono
solo stanca mamma, non preoccuparti! Piuttosto Chibiusa
come sta?” Chiese Usagi alzandosi in piedi e raggiungendo
Mamoru che teneva in braccio la sua futura bambina.
“è solo svenuta, ma domani avrà un bel
bernoccolo in testa!” disse sorridendo.
“Che sollievo!” disse SailorMoon, mentre si girava a controllare anche le sue
compagne. Solo Sailor Nettuno sembrava ferita, ma Hotaru stava già provvedendo a curare le sue ferite.
Sta quasi per affermare che per quella
volta era tutto finito, finchè le urla disperate di
Luna e Artemis la misero in allarme.
“SailorMoon è terribile!”
I due gatti erano terrorizzati e prima che le
guerriere potessero chiedersi il perché, i presenti udirono al di fuori delle
mura scolastiche, diverse urla di disperazione.
“Cosa sta succedendo?” Chiese Shino preoccupato, sopprimendo la sua curiosità di saperne
di più sui due gatti parlanti.
“Luna calma, cosa è successo?” chiese SailorMars, guardando la micina dall’alto verso il basso.
“Il pianeta terra è stato completamente
sommerso dalle acque e sta…sta arrivando uno Tsunami gigantesco
anche qui!” disse Artemis con il fiatone.
Usagi sbiancò “Non è possibile!Io…io non sono
riuscita a…a difendere la terra, mi dispiace!”
“Non dispiacerti, non è ancora tutto
perduto. Noi siamo ancora vivi e troveremo un modo per risolvere il problema!”
disse Sailorjupiter
cercando di restare calma.
“Saremo vivi ancora per pochissimo tempo!”
disse SailorMercury,
notando l’enorme onda, alta come minimo una cinquantina di metri, oscurare il sole e dirigersi
verso di loro in tutta la sua potenza.
Tutti cominciarono a urlare, parenti e
amici si abbracciarono terrorizzati, ma nessuno provò a scappare, sapendo che
sarebbe stato completamente inutile.
L’onda, alta come minimo una cinquantina di
metri, si avvicinava all’edificio scolastico sempre più.
Sui volti di tutti i presenti, guerriere Sailor comprese, vi si poteva leggere il terrore.
Le ragazze non si erano mai trovate ad
affrontare madre natura, né sapevano come poterla contrastare.
Sailor Urano strinse i pugni dicendo “Accidenti!
Non può finire così!”.
Anche la guerriera che non si fermava mai
davanti a nulla e che non mostrava timore dinanzi a niente, di fronte a quell’onda gigantesca si considerò sconfitta. Anche volendo
combatterla, lei sapeva di non avere il potere di farlo.
Sailor Nettuno era nella sua stessa condizione.
Lei aveva il potere sugli oceani, ma una tale forza della natura era troppo
anche per lei. Era come chiedere a un muratore di usare la palla della sua gru,
per distruggere in un colpo solo un muro lungo chilometri.
“Cosa possiamo fare?” domando Rei,
voltandosi verso Ami.
Quest’ultima non stava nemmeno provando a usare
il suo pc per trovare una soluzione. Le servivano
dati per poter ideare un piano, dati che lei non aveva: La giusta altezza
dell’onda, la sua massa d’acqua, quanti detriti la componevano e a quale
velocità andasse.
Mamoru guardò Chibiusa
e Usagi. La prima era ancora priva di sensi, mentre
la seconda fissava ammutolita l’onda. Conoscendola, l’uomo sapeva che in quel
momento, si stava dando la colpa di quanto stesse succedendo, mentre a suo
avviso la colpa era sua. Aveva sentito che qualcosa non andava sul suo pianeta,
ma mai si sarebbe immaginato una catastrofe del genere.
L’uomo strinse a sé la bambina sentendo una
stretta al cuore. Se fosse servito a qualcosa, si sarebbe messo davanti a quell’onda a braccia aperte, pur di fermarla e salvare la
vita alle persone che amava, anche se allo stesso tempo si ripeteva, che anche
avendo avuto la possibilità di salvare Usagi in quel
modo, se lui fosse perito, non avrebbe salvato Chibiusa.
Ne sarebbe uscito sconfitto in ogni caso.
SailorSaturn, che era
dovuta crescere in fretta e che si era ritrovata da un giorno all’altro a
essere una guerriera con un grande potere, in quel momento si sentiva piccola,
una bambina che avrebbe tanto voluto abbracciare il padre che non vedeva da un
po’. Fece istintivamente un passo indietro, come se volesse nascondersi dietro SailorPluto, la quale
l’affiancava.
La guerriera del tempo era seria e sembrava
concentrata in qualche pensiero. Strinse a sé il bastone, per poi stendere le
braccia in avanti e dire “Fermerò il tempo!”
Le guerriere sussultarono a quell’affermazione, sapendo a cosa andava incontro. Le era
proibito fare una cosa del genere, anche se per una buona causa.
“No!” urlò Usagi
“Non servirebbe a niente. Moriresti e poco dopo l’onda continuerebbe la sua
corsa!” disse terrorizzata all’idea di perdere una delle sue compagne.
SailorPluto abbassò il
bastone, sapendo che la sua principessa aveva ragione. Fermare il tempo avrebbe
concesso a tutti loro solo qualche minuto in più di vita, nient’altro.
La gente aveva cominciato a invocare
l’aiuto delle guerriere Sailor, sperando vivamente
che potessero fare qualcosa. Anche le persone che poco prima avrebbero
consegnato SailorMoon al
nemico su un piatto d’argento, chiedevano alle ragazze vestite alla marinara di
fare un miracolo.
Usagi chiuse gli occhi e si concentrò. Si
sentiva debole e il potere che sentiva scorrere nelle vene non era a
sufficienza per proteggere quelle persone, ma tentò il tutto per tutto e sempre
mantenendo la concentrazione, chiese alle sue compagne di donarle i loro
poteri.
Le ragazze annuirono e mettendosi in
cerchio attorno a SailorMoon,
cercarono dentro di loro la concentrazione necessaria per esaudire la richiesta
della loro principessa.
Ognuna di loro invocò i poteri del proprio
pianeta guardiano e dopo essere avvolte ognuna da una luce colorata diversa,
trasmisero la loro forza a Usagi.
Quest’ultima si era trasformata nella principessa
Serenity appena ebbe estratto il cristallo d’argento
del suo corpo.
Teneva l’oggetto tra le mani, in attesa che
questo si ricaricasse grazie alle sue amiche.
Quando il cristallo tornò a splendere di
una luce intensa, la principessa Serenity lo alzò in
cielo e, facendo la sua preghiera, domandò al cristallo di proteggere tutti
loro.
Sentendo quanto forte e nobile fosse il
desiderio di Serenity di salvare quelle persone e le
sue amiche, il cristallo sprigionò una potentissima luce che abbagliò tutti i
presenti.
Allo spegnersi di quel bagliore, Serenity tornò a vestire i panni di SailorMoon e ,sollevando la testa, potè
vedere cosa il cristallo avesse progettato per la loro salvezza.
Tutti rimasero meravigliati nel vedere
l’onda che passava sopra di loro, senza che questa li spazzasse via. Vedevano i
detriti sbattere contro qualcosa e compresero che una cupola di cristallo li
avvolgeva e li proteggeva.
Kenji, Ikuko e Shingo rimasero, per l’ennesima volta, in quella mezz’ora,
a bocca aperta.
Non avevano parole per esprimere quanto
sentissero nel profondo, ma le loro menti si domandavano se la stessa persona
che in quel momento li stava proteggendo, fosse veramente la loro Usagi.
Ikuko non riuscì a trattenere le lacrime. Era
così fiera della sua bambina.
Kenji provava le stesse emozioni della moglie,
ma era preoccupato per le sorti di Usagi. Era stata magnifica
e una vera combattente, ma si domandava se alzare una barriera protettiva con
quel gioiello che le aveva visto usare, le causasse fatica, debolezza o perfino
dolore.
Lo tsunami che
passava su di loro, sebbene fosse una cosa spiacevole da vivere, creava degli
effetti di luci spettacolari all’interno della cupola. Tutto si era tinto di
blu e le increspature dell’acqua illuminate dal sole e dalla luna, creavano un
ambiente quasi romantico, se non fosse per la situazione assurda in cui si
trovavano.
Ci furono urla di gioia tra le persone, ma
improvvisamente la dura realtà li colpì.
La professoressa Haruka
diede voce ai pensieri di tutti e avvicinandosi a SailorMoon domandò “Usagi,
cosa…cosa è successo a chi si trovava lì fuori?”
SailorMoon la guardò
negli occhi e la professoressa potè leggervi al loro
interno il dolore che provava. La ragazza però non riuscì a reggere lo sguardo
rattristato della professoressa e chinò il capo.
“Vuoi dire che oltre a noi non c’è rimasto
più nessuno sulla terra?” chiese Shingo all’armato,
ricordando le parole di Artemis che facevano
riferimento alla completa inondazione del pianeta terra.
Mamoru, che aveva lasciato Chibiusa
alle cure delle altre guerriere Sailor, si avvicinò a
Usagi, mettendole una mano sulla spalla. La ragazza
lo guardò con le lacrime agli occhi, ma lui le sorrise dolcemente.
Sapeva che la sua amata, confusa dalle
parole del gatto bianco e di Kendra, temeva per
l’intera popolazione umana “L’umanità non è stata decimata, alcune persone
hanno trovato rifugio sotto terra non venendo colpiti dalla violenza dello Tsunami, altrinon
sono stati proprio colpiti dall’onda. Diversecittà e paesi sorgono su colline e montagne e le acque non hanno
raggiunto tutti i luoghi!”
“Ne sei sicuro?” chiese Usagi,
volendo delle certezze.
Mamoru annuì “Si, avverto che c’è ancora vita al
di fuori del Giappone. Però voglio essere sincero. Quasi i due terzi della
popolazione mondiale è stata spazzata via. Le aree pianeggianti non si sono
salvate!” disse Mamoru rattristato “A quanto pare Kendra, ha giocato con la luna, anche su altri parti del
mondo!”
Usagi strinse forte Mamoru,
il quale ricambiò l’abbraccio. Iniziò a piangere silenziosamente, bagnando
l’abito del suo ragazzo, al quale però non importava. Lui voleva esserle vicino
e consolarla. Le accarezzò i capelli, gesto che la rilassava molto e nel
frattempo le sussurrava nell’orecchio che sarebbe andato tutto bene. Che
avrebbero combattuto insieme, perché lui non aveva intenzione di lasciarla
sola. Non di nuovo.
“Ora lo ammazzo!” disse Kenji
camminando verso la coppia, non approvando la troppa confidenza che Mamoru stava dimostrando nei confronti della figlia.
Ikuko gli si parò davanti “Ti sembra il momento
di fare il padre protettivo?”
“Fosse anche l’ultimo uomo sulla terra e
lei l’ultima donna, io non gli consentirei nemmeno di sfiorarla con lo
sguardo!” disse Kenji rosso in viso per la rabbia.
“Suvvia caro, sono così carini. Ti devo
ricordare cosa facevamo noi più o meno alla loro età? Cercavamo posti appartati
per baciarti in santa pace!” disse Ikuko posando le
mani sul petto del marito e facendo pressione, dato che esso non aveva ancora
intenzione di arrestare la sua camminata.
“Si, ricordo, ma noi..noi…”
“E ti ricordi anche perché ci
nascondevamo?” chiese Ikuko sorridendo dolcemente.
Kenji sbuffò e si calmo, ricordando le giornate
trascorse a sfuggire dalle grinfie del padre di lei “Le cose ora sono diverse!”
disse convinto.
“E in cosa di grazia?” chiese la moglie
alzando un sopracciglio.
Kenji scoppiò in un pianto disperato “Lei è la
mia bambina!”
“La tua bambina ora è cresciuta Kenji. Guarda cosa è stata in grado di fare e ciò
nonostante ancora si accusa di non essere stata in grado di fare di più. Se ha
bisogno del suo ragazzo per consolarsi, lasciala fare. Noi possiamo fare ben poco
per lei!” disse cominciando a vedere sfocato a causa delle lacrime “Io vorrei
poterla aiutare in questo momento e incoraggiarla, ma non posso minimamente
immaginare cosa ella stia provando. Non ho io il peso del mondo sulle spalle.
Non posso dirle che ci sono passata anche io e che le cose si sistemeranno,
perché non lo so. Mentre Mamoru e le sue amiche,
sanno esattamente cosa sta provando, quindi per favore, se vuoi aiutare Usagi, fa che siano le persone che possono capirla
totalmente ad aiutarla ad affrontare questa situazione. Farai il genitore
preoccupato quanto tutto si sarà risolto. E poi non andranno oltre agli
abbracci e baci qui dentro davanti a tutti. Quindi il tuo timore che i due
ragazzi si spingano troppo oltre è insensato!”
Kenji guardò la mogliee asciugandole una lacrima, le disse “Hai
ragione cara, starò buono, ma continuerò ad odiare quel ragazzo!”
Quando Usagi si
calmò un po’, le guerriere Sailor andarono ad
appartarsi un po’ per discutere della situazione.
Chibiusa aveva ripreso lentamente i sensi e ancora
non riusciva a credere di trovarsi sotto all’oceano Pacifico.
“Ragazze, cosa possiamo fare ora?” chiese
la bambina non nascondendo la paura che sentiva.
“Non lo so. Non ne ho la più pallida idea!”
disse SailorVenus,
appoggiandosi al tronco di un albero e facendo cadere la testa all’indietro. La
situazione era stressante e lei, che come Usagi
trovava del positivo in tutto, quella volta non riusciva a trovare niente per
cui rasserenarsi.
“Qualcuna per caso ha qualche proposta da fare?
Una scappatoia ci dovrà pur essere! Insomma di situazione disperatene abbiamo affrontate, anche se non come
questa!” disse SailorJupider,
battendo nervosamente il piede sull’erba, calpestando così i piccoli fiorellini
che davano un tocco di colore al campo sportivo, quando questo non era
addobbato a festa.
Shingo, che non voleva perdersi nemmeno una
parola delle Sailor, decise di seguirle e magari
aiutarle se ne avesse avuto la possibilità.
“Ce l’avete sempre fatta no? Riuscirete
anche questa volta. Ne sono sicuro!” disse il ragazzino non perdendo la
speranza.
“Shingo ha
ragione, se ci arrendiamo adesso, si che è finita!” disse Chibiusa,
ritrovando un po’ di quella grinta che era stata spazza via insieme all’onda.
“Non abbiamo intenzione di arrenderci
Piccola Lady, non abbiamo solo idee di come affrontare la situazione!” disse SailorPluto, accarezzando la
testa della bambina.
“Inoltre non sappiamo quanto può reggere la
barriera creata da Usagi!” disse Rei, guadando
preoccupata la sua amica che era rimasta un po’ in disparte insieme a Mamoru, a osservare ciò che aveva creato, ma comunque
abbastanza vicina da sentire i dialoghi delle guerriere.
“Le acque si ritireranno presto…o almeno
dovrebbero no? Poi qualcosa possiamo inventarci!” disse SailorSaturn osservando l’acqua sopra di loro “Ora la
situazione ci sembra disperata perché non possiamo uscire, ma dopo un maremoto,
le acque tornano sempre al loro posto!”
“No, le acque non si ritireranno. La luna è
ancora estremamente vicina alla terra ed è fissa sopra di noi!” disse Usagi, non staccando gli occhi dalla barriera.
Kenji si avvicinò alla figlia e dopo aver
lanciato un’occhiataccia a Mamoru, che cominciò a
sudare freddo, le chiese “Come puoi essere tanto sicura?”.
Usagi accennò un sorriso al padre, sapendo che
non riusciva a capire “Io rappresento la luna. Io sono la luna se vogliamo
metterla così e difficilmente non sai dove si trova la tua persona, papà!”
Kenji non seppe cosa rispondere. Non riusciva a
capire come sua figlia potesse essere tanto legata al satellite. Poteri o meno,
gli sembrava una cosa incomprensibile.
“Ma avere la luna così vicino ti…come
dire…ti danneggia?” chiese preoccupato.
Usagi scosse la testa “No, io non risento la sua
vicinanza, anzì potrei dire di sentirmi potenziata
dalla sua presenza, ma…come vedi quello che può essere buono per me, è dannoso
per tutti gli altri!” disse stringendo i pugni.
“Ma perché è successo tutto questo? Io non
riesco a capire. Come può la luna fare tutti questi danni? Mi sembra
incredibile!” disse Shingo confuso. Non amava
l’astronomia e quel poco che aveva studiato a scuola, lo aveva completamente
cancellato dalla sua memoria.
“La forza gravitazionale della luna
consente le maree, alzando il livello del mare in base alla posizione in cui si
trova. Ora la luna è sopra di noi e i mari, attratti dalla sua forza di
gravità, rimarranno concentrati su tutto il Giappone e all’esatto opposto del
nostro paese. Per fartela semplice Shingo, se la luna
si trova a nord, le acque dei mari si innalzano a nord e a sud, mentre ad est e
ovest, l’acqua si sarà abbassata e a giudicare dalla quantità d’acqua sulle
nostre teste, in certe parti del mondo, la marea che prima ha devastato tutto,
ora si è completamente ritirata, anche più del dovuto!” disse Ami cercando di
essere il più chiaro possibile.
“Quindi il Giappone e buona parte
dell’Europa e Africa sono pressoché sommerse, mentre parte dell’Asia e
dell’America sono quasi all’asciutto?” chiese Shingo,
chiedendo conferma di quanto avesse capito.
Ami annuì, prima di ricevere un’altra
domanda. Anche la professoressa Haruna aveva seguito
il gruppetto di ragazze e questo perché una domanda lecita le ronzava in testa
da quando aveva visto la luna così vicina.
“Ma se la luna è così vicina presto o tardi
non si sconterà con la terra? È troppo vicina perché non venga catturata dalla
forza gravitazionale del nostro pianeta!”
“Non ha tutti i torti!” disse SailorVenus, che al solo
pensiero le vennero i brividi. Alzò la testa per assicurarsi che il satellite
non fosse ancora più vicino a loro, sebbene a causa sia dell’acqua che della
luce del sole ancora presente, esso non fosse molto visibile ad occhio nudo.
“La luna è stabile. Non si avvicina, né si
allontana, né si muove intorno alla sua orbita. Kendra
la vuole ferma lì per un motivo!” disse Usagi
sospirando.
“Mi sembra ovvio, vuole impedirci di
scappare!” disse Nettuno incrociando le braccia e spostando il peso sulla gamba
destra.
Mamoru decise di unirsi alle guerriere e disse
“Credo tu abbia ragione. Vuole portarci all’esasperazione, sperando che Usagi si consegni a lei o che siamo noi stessi a
consegnarla, quando perderemo del tutto la testa!”
SailorSaturn fece un
passo verso Mamoru e lanciando un’occhiatapreoccupata a Usagi
chiese “Perché la principessa sta lì in piedi a guardare in alto?”
Mamoru sorrise tristemente e, tornando a guardare
la sua amata, disse “Ha solo paura di perdere nuovamente il controllo del
potere del cristallo d’argento e di far cadere la barriera. Osservandola, può
aumentare il suo potere e rimediare, nel caso si dovesse creare una falla!”
“Ma ora che la luna è vicina, il suo potere
non dovrebbe essere più potente? Dovrebbe avere il controllo della situazione
no? L’ha detto lei che con il suo satellite vicino, si potenziava!” disse Kenji appoggiato dalla moglie.
Quella situazione li stava facendo
esasperare. Volevano la garanzia che Usagi non
corresse nessun pericolo, ma purtroppo per loro, non ebbero questa
rassicurazione.
“Appunto! Non dovrebbe essere in grado di
sconfiggere il nemico e di rimettere tutto a posto? Dopotutto, lei è SailorMoon, no?” chiese Shingo, che aveva sempre considerato SailorMoon come la paladina più forte del mondo.
Rei sorrise tristemente all’entusiasmo del
fratello e rispose ai familiari della sua amica “Non è così! Cioè SailorMoon è potente, più
potente dinoi, questo è vero, ma Usagi non è inesauribile. È pur sempre un essere umano, con
necessità umane e il corpo non può gestire tutto questo stress! Soprattutto
dopo il costante utilizzo che ha fatto del suo potere in questo periodo!”disse Rei sospirando.
Shingo rimase deluso dalla risposta.
“E se usassimo il teletrasporto?
Però non possiamo trasportare tutti fuori di qui!” disse SailorSaturn, per poi sbuffare, quando comprese che il suo
piano era stato accantonato da lei stessa.
“Noi combattiamo per proteggere il pianeta,
se usassimo il teletrasporto per salvaresolo noi stessi, che senso avrebbe avuto
lottare fino ad adesso?” disse SailorVenus, cercando di rilassare i suoi nervi accarezzando il
pelo morbido di Artemis che gli si era rifugiato in
braccio.
“Ti ricordo che il nostro compito non è
solo quello di proteggere la terra, ma anche la principessa. Finchè lei è viva ci sarà sempre un motivo per combattere!”
disse Sailor Urano.
“A quale scopo?” disse Usagi
con una voce alterata, che fece voltare tutti verso di lei “Ripetete sempre che
io devo essere protetta a tutti i costi. Ma a cosa servirebbe rischiare la
vostra vita per salvare la mia? Il nemico vuole me e non si fermerà davanti a
niente. Dovrei vedervi morire tutti quanti nuovamente davanti ai miei occhi e
affrontare quella solitudine e quel dolore che la battaglia contro Galaxia ha scaturito in me? No! Potete chiedermi qualunque
cosa, ma non di riaffrontare dei momenti del genere!” disse Usagi,
girandosi a guardare in modo severo le sue compagne.
Ikuko e Kenji la osservarono
e videro il dolore nei suoi occhi. Non riuscivano a immaginare cosa la loro
figlia avesse affrontato in quegli anni.
“Ma perchénon capisci? Tu sei l’unica speranza per questo pianeta. Finchè tu sarai in vita, le cose si possono sistemare!”
disse Sailor Urano alzando la voce e guardando con
uno sguardo duro la sua principessa.
“Ma andiamo Haruka
guardati intorno. A sentire Mamoru ben poche cose si
sono salvate sul nostro adorato pianeta, come pensi che io possa sistemare le
cose?” disse Usagi esasperata.
“Come hai potuto proteggere la terra fino a
questo momento e come avresti il potere di distruggere il pianeta, puoi anche
salvarlo!” disse Sailor Urano incrociando le braccia
“Tu sei forte!”
Usagi abbozzò a un sorriso triste “No, non è
vero!”
“Usagi, ma…!”
disse Ikuko debolmente, facendo voltare la ragazza
verso di sé, che la guardò dispiaciuta.
“è così mamma, io non sono così potente
come tutti credono. Non sono riuscita a proteggere la terra dall’influenza
della luna come avrei dovuto o non ci troveremmo chiusi in una cupola
sott’acqua senza via d’uscita. Se ho il potere di distruggere il pianeta, non
vuol dire che ho la forza di fare il contrario. Distruggere ci vuole niente,
ricostruire e tutta un’altra cosa. Per abbattere questa scuola ci vorrebbe
semplicemente qualche bomba ben posizionata e via, cadrebbe giù come se fosse
di carta, ma quanto lavoro ci vorrebbe per ricostruirla? E stiamo parlando di
un palazzo, hai idea di cosa vuol dire dover ridare vita alla maggior parte del
pianeta? No, non credo…non ce l’ho nemmeno io!” disse Usagi
fissando la guerriera di Urano, fronteggiando il suo sguardo.
“Forse è vero! Non mi rendo conto di cosa
voglia dire, ma se pensi che noi ti sopravvalutiamo troppo, tu al contrario ti
sottovaluti. Sono convinta di questo perché ti ho già sottovalutato in passato.
Non avrei scommesso un soldo su di te la prima volta che ci siamo incontrate.
Non credevo che saresti riuscita a salvare il pianeta dall’esercito del
silenzio e invece non solo ci sei riuscita, ma hai anche protetto SailorSaturn, la guerriera che
noi outherSenshi eravamo
convinte di dover eliminare. E che dire di Galaxia?
Sei riuscita a sconfiggerla, a cambiarla e a confinare Chaos
nell’oscurità dell’universo. Hai avuto successo anche quella volta ed hai fatto
tutto da sola!”rispose Urano.
“Non definirei la vostra morte e quella di Mamo-chan un successo!” Urlò Usagi
con le lacrime agli occhi. Mamoru corse immediatamente
al suo fianco e la strinse al suo petto, sentendosi nuovamente in colpa per
averla abbandonata.
Ikuki e Kenji guardarono
la figlia sconvolti. Pensare che le sue compagne e il suo ragazzo fossero
morti, fece venire loro un tuffo al cuore.
Quanto avrebbero voluto portare loro un
fardello del genere e ridare serenità Usagi.
“Ma poi siamo tornate in vita. Tutto si è
risolto!” disse SailorSaturn.
“Si, ma non sono stata io a ridarvi la
vita, è stata Galaxia o non so quale altra fonte di
potere, ma ora non sareste qui se fosse stato per me!” disse Usagi singhiozzando. Non riusciva a sopportare più quella
pressione che tutti le caricavano addosso.
“Io non sono più potente di voi, sono
potente grazie a voi. Se fossi stata da sola saremmo stati tutti sommersi!”
disse Usagi mordendosi le labbra.
“Fino a prova contraria sei tu che stai
proteggendo tutti noidall’essere
sommersi con quella barriera!” disse SailorJupiter, puntando il dito in aria.
“Sono riuscita ad innalzarla solo perché mi
avete donato i vostri poteri!” disse Usagi
esasperata.
“Solo perché sei stremata, ci saresti
riuscita da sola altrimenti!” disse SailorSaturn convinta di quello che diceva.
“Forse si, forse no, ma ciò non toglie che
io non ho tutto quel potere che voi pensate!” disse cercando di trattenere i
singhiozzi “Fate troppo conto sui miei poteri, ma io…io…non…non…”
“Adesso calmati Usako!”
disse Mamoru stringendola più forte, per poi
rivolgendosi alle ragazze disse “Adesso stiamo pretendendo un po’ troppo da
lei!”
“Mamoru ha
ragione! Il cristallo d’argento ha un potere sconfinato e potrebbe davvero
ricostruire il pianeta, ma il suo potere è proporzionale al potere della sua
custode e cresce insieme a lei. Quindi Usagi davvero
potrebbe non avere questa capacità. In questi anni di lotta il suo potere, come
anche il vostro, è aumentato, ma forse non abbastanza!” disse Luna.
“Neo
QueenSerenity nel futuro
ha potuto fare qualcosa di simile, anche se il pianeta più che distrutto era
addormentato sotto una coltre di ghiaccio, ma aveva il cristallo d’argento da
molto più tempo di Usagi. Quindi per ora non
stressiamola troppo, una cosa per volta! E tu principessa, tranquilla. Stai
facendo un ottimo lavoro!” disse SailorPluto abbozzando un sorriso.
“Non ottimo, grandioso! Anche se poche,
queste vite sono importanti e tu stai facendo quello che è necessario per
preservarle!” disse Chibiusa, cercando di
incoraggiare Usagi, la quale ringraziò le due
abbozzando un sorriso.
Le Sailor del
sistema solare interno, si avvicinarono a Usagi
strofinandole la schiena, facendole capire che loro le erano vicine e che non
le avrebbero chiesto più di quello che lei poteva.
“Tornando al discorso di prima, io direi di sentire altre proposte per
uscire da qui se ne avete, ma se non viene inclusa la salvezza di queste
persone allora meglio tenere quelle idee per sè, intesi
Capitolo 8: Cercando idee
Le guerriere continuarono a proporre
diversi piani, ma nessuno si era dimostrato funzionale.
“Ragazze, qui non ci siamo. Qui stiamo
parlando di un piano di evacuazione pertutte
le persone qui presenti, nessuna esclusa. Abbiamo già perso parecchie vite sul
pianeta, cerchiamo di preservarne il più possibile. Se vi vengono in mente
altre idee ditele pure, ma se sapete già che non prevede la salvezza di tutti,
allora non proponetele!” disse Mamoru togliendosi il
cappello e passandosi una mano tra i capelli, gesto che in genere faceva quando
era nervoso. Usagi, lo sapeva e strinse la presa sul
suo ragazzo, dalla quale non si era ancora separata.
Si sentiva più calma rispetto a prima. Mamoru le aveva permesso di sfogare tutte le sue lacrime e
aveva compreso che le sue compagne avevano capitocome si sentisse.
Non le avrebbero fatto più pressione o
almeno sperava. Sapeva che il compito più duro era sempre spettato a lei a
causa delle sue origini, ma non per questo dovevano fare affidamento solo sulle
sue forze, perché lei non era infallibile.
Rei era quella che l’aveva compreso più di
tutte.
Forse grazie al rapporto che c’era tra loro
due, per quelle volte che lei si era confidata con la guerriera di marte perché
necessitava di qualche consiglio o forse perché la sacerdotessa era l’unica a
considerare tutte loro come esseri umani prima di ogni altra cosa. Erano umani
che avevano ancora i ricordi e poteri di vite in cui erano alieni e non
extraterrestri che si camuffavano da uomini.
Le
ragazze continuarono a proporre altre idee e SailorJupiter propose la sua, convinta che essa potesse essere la
soluzione “Se teletrasportassimo tutti in un altro
tempo?” chiese per poi rivolgersi a SailorPluto “Dovresti essere in grado di farlo!”
La
guerriera di Plutone scosse debolmente la testa “Si,
ho il potere per farlo, ma…non mi è concesso di fare una cosa del genere!”
“Allora
che serve avere il controllo sul tempo, se non puoi praticamente mai usarlo?”
chiese SailorVenus
confusa.
“Io
sono solo la guardiana del tempo, non sono la padrona. Chrono
è colui che lo padroneggia e se uso il mio potere senza il suo consenso, ci
saranno solo ripercussioni!” rispose SailorPluto sospirando “Non dico questo perché ho paura di
rimetterci la vita, qui non si parla solo di me, tutti verremmo puniti se
facessi oltrepassare la porta del tempo a questa gente. A nessuno è concesso di
conoscere il proprio futuro, né tanto meno di andare nel passato con il rischio
di cambiarlo!”
Le
guerriere guardarono Pluto con aria confusa e la
donna comprese quale era loro domanda.
“Per
voi è stata fatta una eccezione, ma sinceramente voi tutte sapete poco del
vostro futuro. Siete a conoscenza del fatto che continuerete a proteggere la
principessa, ma questo è il vostro compito, come il mio, quindi più che
conoscenza di quello che sarete, è stata una conferma di quello che siete!” Setsuna fece una pausa e si rivolse a Usagi
e Mamoru “Per voi invece la questione è più
complessa. Vi è stato concesso di sapere molto sul vostro avvenire e di
viaggiare nel futuro, perché la terra è stata minacciata da un nemico
proveniente da quel tempo. Concedendovi uno sguardo sul futuro, vi ha permesso
di comprendere meglio cosa fare per annientarlo, macredo che voi vi siate accorti che delle
ripercussioni ci sono state e scommetto che le vivete ogni giorno sulla vostra
pelle!” disse SailorPluto
con uno sguardo serio.
Usagi
abbassò la testa “Hai ragione. Sarebbe stato meglio non sapere!”
Ikuko
e Kenji si guardarono confusi perché non
comprendevano di cosa stessero parlando, mentre le guerriere si scambiarono uno
sguardo stranito, come a voler capire il perché di quella affermazione.
“Ma
Usagi…cosa stai dicendo?” chiese SailorVenus, la quale avrebbe dato tutto l’oro del mondo
per sapere se avrebbe esaudito il suo desiderio di diventare una star.
“Usako ha ragione. Non fraintendete, siamo contenti di come
dovrebbe svilupparsi il nostro avvenire, anche se certe cose ci terrorizzano,
ma sapendo quello che ci aspetta, come possiamo fare liberamente le nostre
scelte, senza che ci sfiori per la testa l’idea che quell’azione
che stiamo facendo, non cambi le cose. Una mossa sbagliata e il nostro futuro è
cambiato. È noi abbiamo molto da perdere!” disse Mamoru
guardando Chibiusa, la quale si morse il labbro.
Aveva
avuto anche lei lo stesso pensiero.
Sua
madre le aveva detto di non accennare niente sugli eventi del futuro, per
lasciare libera scelta a Mamoru e Usagi,
ma più volte si sentiva prendere dal panico, pensando che a causa anche di un
solo piccolo cambiamento, lei sarebbe potuta non nascere. Nel caso i due
avessero concepito un figlio prima del previsto, non sarebbe stata lei e se lo
avessero concepito dopo idem.
Doveva
solo sperare che le cose andassero per il meglio, ma a dirla tutta, lei sapeva
che qualcosa era già diverso, come lo sapeva SailorPluto.
Nel
suo tempo, nessuno mai aveva attaccato Neo QueenSerenity, con la luna e il mondo non era mai stato sommerso
dalle acque.
“Uhm,
non ci avevo pensato. Mi dispiace!” disse SailorVenus vergognandosi un po’. Quello che per lei un momento
prima era una fortuna, in quel momento le sembrava quasi una maledizione. Lei
in fondo non aveva conosciuto sua figlia e non doveva temere di perderla a
causa di una scelta diversa da quella della futura sé stessa.
Le
sailor tacquero per qualche istante, finchèSailorJupiter
disse “Io non ho altre idee ragazze”.
Usagi
chiuse gli occhi sospirando e staccandosi, a malincuore, dal caldo abbraccio di
Mamoru, riprese la sua postazione a controllo della
barriera.
“Usagi, stai bene?” chiese Mamoru
con un tono preoccupato.
La
ragazza annuì, “Voglio solo controllare che il mio momento di debolezza non
abbia intaccato la barriera, ma sto bene!”
“Tu
dici di stare bene anche quando non è vero!” disse Rei incrociando le braccia.
“In
questo momento sto bene…davvero!” rispose abbozzando un sorriso all’amica “Ho
ancora parecchia energia!”
“Si,
ma non resisterai per sempre!” disse Chibiusa,
ponendosi davanti alla ragazza e con determinazione le chiese “Forse se mi dai
il cristallo d’argento, posso sostituirti quando sarai stanca!”
La
bambina voleva aiutarla. Voleva mostrare che poteva essere la degna erede di SailorMoon, ma soprattutto
voleva che Usagi non si trovasse in pericolo e non
perché era sua madre, ma perché le voleva bene.
Quest’ultima
sorrise, ma scosse la testa.
“Ma
perché no?” chiese la bambina demoralizzata, pensando che non le venisse
concessa l’opportunità di aiutarla solo perché era piccola.
“Chibiusa ha ragione. Se fate a turno non vedo cosa ci possa
essere di male, ognuna di voi può così riposare per essere al pieno delle forze
quando combatterete!” disse Shingo, avvicinandosi
alle guerriere.
Ami
appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo e disse “So che sei preoccupato per
tua sorella Shingo e questo ti fa onore, ma il
cristallo d’argento può essere usato solo da Usagi.
Ognuno di noi ha il suo potere e nessuna può sostituire l’altra!”
“Ma
io posso prendere il posto di Usagi!” disse Chibiusa “Avrò i suoi stessi poteri un giorno!”
“Chibiusa, il tempo di passare il cristallo d’argento a te a
Usagi, la guardia si abbasserebbe e la barriera si
romperebbe!” disse Mamoru.
“Si
romperà comunque quando Usagi non reggerà più lo
sforzo! Allora perché non tentare?” disse Chibiusa
arrabbiata, pestando un piede a terra.
SailorPluto le si avvicinò e abbassandosi per poterla
vedere in faccia, le rispose “Piccola Lady, il cristallo riconosce come suo
custode una persona per volta. Hai potuto usare quello del futuro, nonostante
la custode fosse tua madre, perché in quel momento leinon era disponibile. Inoltre devi tenere
conto che il cristallo del futuro è ben conscio della tua presenza. Lui sa che
sarai la sua prossima custode, ma per il cristallo di Usagi,
tu ancora non esisti!”
“E
se andassi a prendere il cristallo d’argento del futuro?” chiese la piccola,
speranzosa di aver trovato una soluzione efficace.
“Lasceresti
il tuo futuro senza il suo protettore!” disse Pluto
“Inoltre, questo avvenimento, non essendosi mai verificato nel tuo tempo, può
aver modificato il futuro più di quanto possiamo immaginare e non sappiamo cosa
troveresti. La terra potrebbe anche essere ormai un luogo disabitato o non
esserci più un pianeta terra!”
“Ma
io sono ancora qui, quindi i miei genitori sono ancora vivi!” insistette la
piccola.
“Può
darsi, ma forse sei ancora qui, perché lo sbalzo temporale non ti ha ancora
colpito o perché in questo tempo i tuoi genitori sono vivi e quindi hai ancora
speranze di nascere, oppure…” SailorPluto sospirò “Nemmeno io che sono la custode del tempo,
capisco bene come funzionino queste cose. So solo che non è così semplice. Ci
possono essere tanti motivi perché tu sia qui. Può anche essere per volere del
padre del tempo. Lui volendo può separare i tempi. Non lo so Piccola Lady, mi
dispiace!”
Gli
occhi di Chibiusa si riempirono di lacrime,
sentendosi nuovamente inutile.
“Ma
di cosa state parlando? Cos’è questa faccenda del tempo, del futuro
e….e…insomma, se non ci trovassimo in questa assurda situazione, direi che avere
una fervida immaginazione?” Chiese Kenji esasperato,
sbattendo la mani sulle gambe, volendo comprendere di più.
“Ma
dai papà. Ora che hai visto di cosa sono capaci le guerriere Sailor, ti sorprendi che si possa viaggiare nel tempo?
Eppure da quanto ho capito, Chibiusa lo ha fatto. Non
è del nostro presente, viene appunto dal futuro!” disse Shingo,
che affascinato dagli intrighi delle battaglie Sailor,
non si perdeva nemmeno una parola, arrivando addirittura a dimenticare che
poteva lasciarci le penne da li a poco.
Ikuko
invece aveva ascoltato tutto, senza fare domande, ma il suo cervello stava
lavorando. Guardò Chibiusa e cominciò a ragionare. Da
quanto affermato dalle Sailor, la bambina non poteva
occupava quel grado di parentela che aveva sempre creduto. Lei non poteva
essere sua zia, se Chibiusa non era ancora nata.
Osservò la bambina e si ricordò di una cosa che aveva pensato a un sacco di
volte. Lei e Usagi si assomigliavano come due gocce
d’acqua. Si portò una mano alla bocca per coprire il gemito che lo stupore le
portò, comprendendo la verità.
“Cosa
c’è tesoro?” chiese Kenji, notando lo sguardo
sorpreso della moglie.
Ikuko
scombussolata, scosse la testa “N-niente,
caro…n-niente!” disse tornando a fissare Chibiusa e
poi spostando lo sguardo alle spalle della figlia.
Passarono
diverse ore e la situazione non cambiava.
Le
persone cominciavano a perdere la calma.
Ritrovarsi
in una cupola infondo al mare, con la luce che veniva sempre meno a causa del
calare del sole e il pensiero di non aver più niente al di fuori, li stava
facendo impazzire.
“Dobbiamo
riuscire a tenerli calmi! Se si diffonde il panico è finita!” disse SailorMars.
“Ci
penso io!” disse Sailor Urano che con poca grazia
disse alla folla che loro stavano cercando di fare del loro meglio per trovare
una soluzione e che se volevano dare loro una mano, dovevano smettere di
comportarsi come pazzi.
Vedendo
la poca delicatezza dell’amica, intervenne Michiru a
calmare le acque e a spiegare la situazione. Non mentì alla gente. Raccontò
loro che erano veramente nei guai, ma che le guerriere Sailor
avrebbero fatto di tutto per tirarli fuori da quella situazione. L’unica cosa
che chiedeva era un po’ di collaborazione.
Alcune
persone si incaricarono di distribuire il cibo ai presenti, ma la visione diventava
sempre più difficile e fu allora che SailorJupiter, ricorrendo ai suoi poteri, alimentò i lampioni e
le luci della scuola, riuscendo così a illuminare il luogo come se ci fosse
ancora il sole.
“Ottimo
lavoro SailorJupiter!”
disse Artemis.
“Per
così poco! Vorrei poter fare di più!” disse la guerriera interpellata.
Usagi
si sedette a terra, sciogliendo la trasformazione e immediatamente le sue
compagne e genitori la circondarono, pensando a un malore.
“Usagi, che cos’hai?” chiesero le guerriere all’unisono.
La
ragazza le guardò e disse con un tono quasi divertito “Ragazze, mi sono solo
seduta!”
Le
guerriere scossero la testa e si scambiarono un
sorriso.
“Sicura
che va tutto bene?” Chiese Ikuko inginocchiandosi
davanti alla figlia.
“Si, mamma. Restare trasformata richiede
energie, così almeno ne risparmio un po’!”
SailorSaturn tirò un sospiro di sollievo “Ci hai fatto
preoccupare, principessa!”
“Ma
perché continuate a chiamarla principessa?” chiese Shingo
curioso.
Usagi
guardò il suo fratellino e i suoi genitori.
Non
sapeva se dire la verità era una cosa buona o meno. Si era sentita sollevata
quando avevano scoperto la sua vera identità, dato che non avrebbe più dovuto
mentire. Ma non era facile raccontare loro che aveva vissuto un’altra vita, con
un'altra famiglia e con un ragazzo che amava alla follia e che l’aveva seguita
sia nella morte che nella reincarnazione.
Decise
che era meglio aspettare, per consentire a Mamoru di
restare vivo ancora un po’, perché suo padre lo avrebbe ucciso quando avrebbe
scoperto che ancora prima di nascere sulla terra, loro due avevano già avuto
una relazione seria.
“è
una lunga storia!” tagliò corto la ragazza, facendo mettere il broncio a Shingo che non aveva potuto soddisfare la sua curiosità.
Sailor
Nettuno cominciò a innervosirsi e per scaricare un po’ i nervi, iniziò a fare
avanti e indietro. Il mare era il suo territorio e avrebbe dovuto avere una
sorte di controllo su di esso. Ora che non doveva più combattere la potenza
dell’onda e che il mare era calmo, non avrebbe dovuto avere problemi a
controllarlo, ma per quanti sforzi facesse, non riusciva a farsi obbedire dalle
acque come voleva.
“Michiru, la forza gravitazionale è troppo forte perché tu
possa controllare l’oceano. Non sprecare energie!” disse Usagi,
girando la testa per poterla vedere almeno con la coda dell’occhio.
Le
guerriere guardarono l’interpellata sorprese. Nessuna di loro si era accorto
dei tentativi della guerriera di Nettuno.
“Come
fai a sapere quello che sto facendo? Non ho detto niente a nessuno!” disse Michiru sorpresa.
“Sento
la pressione marina aumentare e diminuire come se qualcuno cercasse di
allontanare le acque e dato che la luna è ancora ferma al suo posto e che fino
a prova contraria sei tu la guerriera dei mari…bhe…ho
tirato le somme!” rispose Usagi.
“Ma
se alleggerisco la massa d’acqua che si trova su di noi, per te è anche meno
faticoso riuscire a tenere la barriera alzata!” disse Michiru.
“La
resistenza che dovresti fare tu per alleggerire il carico d’acqua sulle nostre
teste, ti costerebbe un grande spreco di forze. È un lavoro più duro di quanto
stia facendo io!” disse Usagi. “Io sto combattendo
contro il peso delle acque, non contro la forza gravitazionale della luna! Il
mare cercherà in tutti i modi di tornare ad assumere la posizione che la luna
gli impone!”
“Puoi
davvero sentire queste cose Usagi?” chiese Kenji, incredulo a quanto le sue orecchie sentissero.
“Solo
grazie al cristallo d’argento!” rispose Usagi,
alzando le spalle. “Il lavoro lo fa lui a me fa il resoconto togliendomi le
energie!”
Kenji
sbuffò e spazientito dalla situazione disse “Ma perché non ci hai detto niente
sulla tua identità? Io e tua madre ne avevamo tutti i diritti. Sei nostra
figlia e dobbiamo sapere tutto quello che ti riguarda. Avremo anche potuto
chiudere un occhio le volte che ti abbiamo sgridato perché eri in ritardo, o a
causa del tuo rendimento scolastico?”
“Non
potevo! E a parte questo ultimo periodo, ho sempre studiato poco perché non
avevo voglia…anche se riuscivo sempre a rimediare a qualcosa grazie alle mie
amiche!”
“E
invece quest’anno ci siamo lasciate andare anche
noi!” disse Jupiter grattandosi la testa.
“Se
dicevatela verità, si poteva…” cominciò
Ikuko, venendo interrotta da SailorPluto.
“è
un segreto. Tutte noi avevamo l’obbligo di tenere nascosta la nostra esistenza,
finchè non sarebbe arrivato il momento!”
“Inoltre
rivelare le nostre identità avrebbe potuto costituire un pericolo per le
persone che ci sono vicino!” disse SailorMars prendendo la parola e mordendosi un labbro.
“Esatto,
sapendo la verità, mia madre avrebbe fatto di tutto per proteggermi, anche
mettersi davanti a un mostro. Credo che voi avreste fatto lo stesso per Usagi!” disse Ami, rattristandosi e lasciandosi sfuggire
qualche lacrima. Aveva cercato di resistere, concentrandosi su come uscire da
quel pasticcio, ma quella conversazione la fece cedere e il suo pensiero andò a
sua madre. Quest’ultima non era presente alla gara a
causa del lavoro e quindi minime erano le possibilità che si fosse salvata
dallo tsunami.
Minako
le appoggiò una mano sulla spalla. La capiva benissimo e l’abbracciò facendosi
sfuggire qualche singhiozzo, in quanto anch’essa aveva perso i suoi genitori.
Rei
strinse i pugni fino a farsi male. Pensare che suo nonno e Yuri
non ci fossero più era un dolore immenso, un dolore che però doveva
controllare. Se avesse potuto, avrebbe urlaro e usato
il suo potere contro qualche albero o oggetto per sfogarsi, ma sapeva che non
era il momento di perdere la calma.
Quando
tutte le persone presenti nell’edificio erano state sfamate, i volontari che si
erano occupati di preparare i panini ne offrirono alcuni anche alle guerriere.
“Avete
provveduto a dare da mangiare prima a tutti gli altri?” chiese Mamoru.
Secondo
gli accordi che avevano preso le Sailor e TuxedoKamen, la folla avrebbe
dovuto essere sfamata per prima.
Sebbene
loro tutti necessitassero di energie, il loro primo pensiero erano quelle
persone che contavano su di loro.
La
professoressa Haruna, una delle volontarie, si
avvicinò a Usagi e le diede la sua razione di cibo.
“Tieni,
immagino che tu sia affamata, Usagi!”
La
ragazza sorrise “Si, in effetti un po’ lo sono. Grazie!”
L’insegnante
Haruna ricambiò il sorriso “Sai, con questa faccenda
ho appurato che sai parecchie cose sulla luna, potrei anche pensare di alzarti
il voto di scienze!”
“Mi
salverebbe dalla bocciatura?” chiese Usagi con la
bocca piena, dopo aver dato un morso enorme al suo panino.
“Chi
lo sa? Dopo quanto scoperto, cioè sapere quanto ti impegni per proteggere il
mondo, io potrei fare anche uno strappo alla regola, ma sai che non dipende
solo da me, ci sono anche gli altri insegnanti!”
Usagi
alzò le spalle “La ringrazio, ma…nessun favoritismo. Non salvo la terra per
avere qualcosa in cambio, così come le mie amiche!”
“Lo
so, ma io credo che tutti noi vi dobbiamo qualcosa!”disse l’insegnante
dispiaciuta di non poter fare niente per ricambiare.
Chibiusa
intervenne sedendosi accanto a Usagi “Bhe che male c’è ad approfittarne? Io accetterei!” disse
addentando un panino.
Usagi
sorrise divertita, ma il suo riso venne cancellato quando sentì al petto una
sensazione conosciuta.
Si
piegò in avanti e portò le mani all’altezza del cuore. Strinse gli occhi
cercando di immettere aria nei polmoni, sentendosi sempre più soffocare.
Chibiusa
urlò, attirando l’attenzioni di tutti.
Mamoru,
gridando il nome della sua amata, fu il primo a raggiungerla.
Controllò
le sue condizioni, riconoscendone i sintomi. In un primo momento credette che il malore fosse dovuto dal cristallo
d’argento, ma in genere, quando Usagi ne faceva
troppo uso, si sentiva stanca, al massimo sveniva. Non le mancava l’aria e non
le causava dolore. Poteva essere solo uno il motivo. Il nemico la stava
nuovamente attaccando colpendo la luna.
La
fece sdraiare, non trovando la posizione rannicchiata che aveva assunto molto
favorevole alla sua respirazione.
Usagi
aveva preso a fare respiri superficiali e veloci, rischiando così di entrare in
iperventilazione.
Mamoru
le prese una mano e l’appoggiò sul suo petto, dicendo alla ragazza di seguire
il suo respiro, di sentire quando il suo petto si alzava e abbassava. Le disse
di provare a imitarlo per calmare il suo respiro.
La
ragazza aprì leggermente gli occhi per guardare l’uomo, che la incitava a
continuare quando vide che stava facendo bene, ma una forte fitta le mozzò il
respiro e Mamoru sgranò gli occhi a quanto vide.
“Cosa
le sta succedendo?” chiese Ikuko terrorizzata, la
quale aveva affiancato la figlia dalla parte opposta di Mamoru.
Nessuno
rispose. Quello che avevano visto aveva colto di sorpresa tutti.
I suoi genitori spostavano lo sguardo dalla
loro figlia alle guerriere Sailor, cercando sia
spiegazioni, che un segno da parte loro che avrebbero fatto di tutto per
aiutarla.
Si sentirono persi quando videro gli
sguardi impanicati delle ragazze, come se esse non
avessero la minima idea di cosa fare.
Potevano solo provare e SailorMars decise di tentare una carta che ormai non usava
più da tempo.
Per fortuna, sebbene non usasse più quel
tipo di purificazione, aveva conservato qualche pergamena nel suo vestito.
Erano vecchie e un po’ stropicciate, ma il loro stato non avrebbe influenzato
il loro funzionamento.
Prese una pergamena tra l’indice e medio
della mano destra, se la porto al viso e chiudendo gli occhi cominciò a
formulare la sua preghiera di liberazione.
Aprì gli occhi di scatto e piegandosi sulle
ginocchia, applicò il foglio sulla fronte di Usagi.
La guerriera di marte si morse l’unghia del
pollice nervosamente, mentre aspettava il funzionamento della sua arma, ma
questa, a causa dell’energia negativa che avvolgeva Usagi,
si sciolse come neve al sole.
Abbassò la testa sconfitta e strinse
diversi fili d’erba, arrivando a macchiare di terra i suoi guanti bianchi.
Ami aveva già capito di cosa si trattasse,
ma per avere una conferma, chiese a SailorJupiter di staccare la corrente elettrica che alimentava
con il suo potere.
Ci furono diverse grida per l’improvviso
black out.
La visione infatti era praticamente
assente, cosa strana in quanto, nonostante fosse ormai calata la notte e sopra
le loro teste ci fosse parecchia acqua, la luna piena cosi enormemente vicina
alla terra, avrebbe comunque dovuto a rischiarare un po’ l’ambiente.
La luce arrivava solo a tratti, come se
delle nuvole passassero velocemente davanti alla luna, permettendo il passaggio
dei raggi lunari solo di rado.
Era l’energia oscura del nemico che si
muoveva intorno al satellite a creare quell’effetto
di luce e buio, ma questa sembrava voler sopprimere la luce sempre di più.
“è proprio quello che temevo!” disse Luna
abbassando le orecchie, in quanto quel fenomeno l’aveva già visto, anche se era
molto meno accentuato. Infatti Usagi non si era mai
sentita male fino a quel punto a causa di un semplice oscuramento della luna.
Sentiva solo un peso sul petto che di tanto in tanto le faceva mancare il
respiro come se avesse corso per diverso tempo.
Quella volta invece sembrava che la massa
nera che circondava la luna, fosse più fitta e cercasse proprio di
strangolarla.
SailorJupiter fece
tornare la luce, facendo placare quei brontolii da parte delle persone, dei
bambini presenti soprattutto, che intimoriti dal buio si erano messi a piangere
a squarciagola.
Chibiusa stava dietro le spalle di Mamoru e osservava quanto stava succedendo. Poi le venne un
idea“Ragazze, noi non possiamo creare
una sorta di barriera che la protegge? Le Sailor del
futuro hanno protetto mia madre dal raggio nero della luna nera, magari noi
possiamo fare la stessa cosa!”
“SailorChibiusa ha ragione, vale la pena di tentare!” disse SailorSaturn che aveva già
prontamente dato la mano all’amica.
Le altre ragazze mettendosi in cerchio,
seguirono l’esempio della guerriera della distruzione e invocando i loro
poteri, crearono si una sorta di protezione, ma non contro quell’alone
scuro. Se qualcuno avesse lanciato loro una bomba, Usagi
sarebbe stata al sicuro, ma il nemico si era dimostrato ancora più subdolo.
Mamoru spinse maggiormente la mano di Usagi contro il suo petto, incitandola a continuare a
concentrarsi sulla respirazione, sebbene anche lui, terrorizzato che le potesse
capitare qualcosa, facesse fatica a respirare.
“Purtroppo non possiamo fare niente!” disse
Ami “Lei riflette solo il malessere della luna”.
Sailor Urano si avvicinò a un albero e presa da
un attacco di rabbia, sfoderò un forte pugno contro la corteccia dell’arbusto,
danneggiandolo e ferendosi la mano. Non sentì però dolore, non verso la mano almeno
“Accidenti! Ci deve pur essere qualcosa che possiamo fare! Non riesco a stare
ferma a vederla in quelle condizioni!”
Usagi con uno scatto che sorprese Mamoru, si liberò dalla sua presa. Si voltò da un lato,
portò le ginocchia vicino al petto e stringendo le mani intorno alla testa,
urlò.
“Usagi!”
gridaronoi parenti della ragazza e Shingo si ritrovò a cercare di reprimere le lacrime,
sebbene con scarso risultato.
Chibiusa si sentì paralizzata. Non aveva mai
sentito Usagi o sua madre urlare in quel modo, ma
presto ebbe una nuova ragione per cui sentirsi spaventata. Cominciò a sentire
una strana sensazione nel petto e sentendosi improvvisamente debole, cadde
sulle ginocchia. Sembrava quasi stesse simulando il malessere di Usagi.
SailorPluto l’affiancò
immediatamente. Sentiva una distorsione temporale e ora poteva anche vederla.
“Piccola Lady!”
“C-cosa mi sta
succedendo?” chiese la bambina, cominciando a lampeggiare di tanto in tanto.
“Chibiusa!”
urlano le innersenshi,
temendo che il lampeggiare della bambina potesse indicare una cosa soltanto.
Mamoru strinse gli occhi. Avrebbe voluto correre dalla
sua bambina, ma non voleva lasciare Usagi. Sapeva che
doveva fare qualcosa per lei in primis, o per Chibiusa
non ci sarebbe stato niente da fare.
Ikuko, che aveva compreso chi fosse in realtà Chibiusa, avendo visto diversi film dove venivano
rappresentati le conseguenze che andavano a colpire il futuro se il passato
veniva cambiato, cominciò a tremare.
Calde lacrime cominciarono a scendere in
modo copioso dalle sue guance, per poi fare la fatidica domanda “Usagi sta per morire?” chiese quasi in un sussurro. “Chibiusa è sua figlia, vero? Se lei sta scomparendo vuol
dire che…che…” si portò le mani al viso non riuscendo a finire la frase.
Kenji guardò sconvolto la moglie, sia per la
questione di Chibiusa, ma soprattutto per aver
sentito la parola morte, abbinato al nome di sua figlia.
Nessuno volle rispondere.
Come si poteva dire a un genitore che c’erano
probabilità che sarebbero sopravvissuti a loro figlio? Eppure qualcosa non
tornava e fu SailorVenus a
dare voce al suo pensiero.
“Qualcosa non va! Fino adesso Kendra e Kayoko non hanno mai
provato ad uccidere realmente Usagi. Hanno sempre
parlato di catturarla. Avrebbero fatto molto di più alla luna se l’avessero
voluta morta!”
“Non sarebbe la prima volta che un nostro
nemico si diverte a infierire sulla sua vittima!” disse Sailor
Urano.
“No, credo che SailorVenus abbia ragione. Usagi
non è in pericolo di vita!” disse SailorPluto.
Mamorula
guardò con la coda dell’occhio, attendendo spiegazioni, perché tutto quello che
vedeva, lasciava pensare alla peggior delle ipotesi. Riprese Usagi fra le sue braccia e la strinse a sé.
Poco gli importava se suo padre era lì
davanti a lui.
“Di cosa stai parlando SailorPluto!” chiese Sailor
Nettuno confusa.
“Sto avvertendo una distorsione temporale
molto forte, che riguarda la Piccola Lady, ma questa distorsione non riguarda la
una sua sparizione, ma un suo cambiamento!”
“C-cosa vuoi
dire?” chiese Chibiusa, cercando di rimanere
concentrata sebbene avesse una fifa tremenda.
“Stanno facendo il lavaggio del cervello a Usagi in questo momento. Stanno cercando di farle cambiare
morale!” disse SailorPluto,
sorprendendo tutti.
“Ma è impossibile!” disse Sailor Urano.
“No, non è impossibile, è quello che
percepisco! Se Usagi dovesse cambiare e dovesse
comunque avere la piccola Lady, le insegnerebbe a essere una persona diversa e
probabilmente malvagia.” disse SailorPluto .
Chibiusa strinse gli occhi a quella affermazione.
“Non intendevo dire che non può accadere
una cosa del genere, ma che è impossibile che riescano a trasformare Usagi. È la persona più buona che ci sia al mondo e probabilmente
in tutto l’universo. Vi ricordo che il seme di stella di Usagi
è il più luminoso di tutti quelli che Galaxia aveva
raccolto in giro per l’universo, per non parlare del suo cuore. Brilla talmente
tanto da aver sospettato che dentro di esso si nascondesse un talismano! Usagi non può diventare malvagia!” disse Sailor Urano “Non dopo quello che essa rappresenta!”
“Aspettate un attimo ragazze!” disse il
padre di Usagi alzandosi in piedi “Capisco poco di
quello che state dicendo, ma credo di essermi fatto un idea di come funzionino
le cose. Se Usagi e la luna sono due cose uguali,
allora come può essere trasformata? La luna è sempre stata simbolo di purezza e
ha sempre rischiarato le tenebre in cui cade la terra quando cala il sole!”
“Non ha tutti i torti signore, ma non ha
tenuto conto di una cosa!” disse la guardiana del tempo sospirando “La luna ha
anche un lato oscuro!”
Kenji spalancò gli occhi e si buttò a terra
rassegnato.
Mamoru stringendo un pugno disse “Se vogliamo
metterla su questo piano, allora la luna non è sempre piena, e ci sono giorni
in cui essa non è proprio visibile. Allora Usagi
dovrebbe trasformarsi in continuazione in base allo stato della luna?. Essere
un giorno buona, un giorno cattiva e un altro metà e metà!” disse spostando lo
sguardo sulle guerriere “Sarà anche strettamente collegata alla luna, ma non è
la luna nel vero senso della parola. Se fosse così allora il maleficio che
stanno architettando i nemici, verrebbe cancellato completamente alla prossima
luna piena. Ma non è così e la nostra nemica ha ben chiaro questo concetto. Sa
che Usagi non è la luna, ma che attraverso essa può accededere al suo cuore e alla sua mente ed è quello che
sta succedendo. Spera così di sopraffarla, ma io sono sicuro che non accadrà. Come
la luna viene considerata bella per la sua luminosità grazie al sole che le
permette di brillare, Usagi è la persona che è grazie
all’amore che la circonda. Noi tutti l’amiamo e lei ama noi. Questo la rende così
speciale…l’amore incondizionato. Per questo lei non cambierà e combatterà affinché
ciò non accada!”
“Ma al momento la tua teoria non sembra
essere molto convincente. A me sembra che il maleficio della vostra nemica stia
funzionando!” disse Shingo, continuando a osservare l’aura
nera che avvolgeva la sorella.
“Lasciando la luna da parte, in quanto
essere umano anche Usagi avrà un lato oscuro come
tutti e il nemico sta giocando proprio su questo…sulla debolezza umana. Ma Mamoru ha ragione, lei combatterà e il fatto che stia
soffrendo così e un chiaro segno che non si vuole arrendere!” disse SailorMars giocando nervosamente
con le mani “Dobbiamo solo avere fiducia!”
Chibiusa si sentiva sempre più soffocare da quella
sensazione. Provava sentimenti che aveva già provato prima, quando si era
trasformata nella Black Lady e non voleva rivivere quella situazione,
soprattutto non dopo aver cercato di fare del male alle persone che amava.
“Mamma!” urlò Chibiusa
spaventata.
Nella mente di Usagi
c’era il caos. Vedeva cose che non erano mai accadute e era cosciente di
questo, ma erano comunque dolorose e non riusciva a sottrarsi da quella forza
oscura che l’aveva intrappolata in quel mondo di ricordi falsi. Il nemico
continuava imperterrito nella sua opera, ben conscio che prima o poi la ragazza
avrebbe cominciato a credere in quello che vedeva.
Ma qualcosa riuscì a oltrepassare quelle
tenebre, la voce di qualcuno.
Usagi sentendo l’appello disperato di Chibiusa, aprì leggermente gli occhi e girando la testa
verso di lei, poteva vedere cosa le stesse succedendo.
I loro occhi si incrociarono e Usagipotè leggere la supplica della
bambina afare qualcosa, a impedire che qualcosa
potesse effettivamente cambiare il loro futuro.
“C-Chibiusa!”
disse debolmente tornando a stringere gli occhi.
Mamoru non riusciva più a sopportare quella
condizione e decise di usare il suo potere. Lo aveva usato con Chibiusa quando questa rischiava di morire a causa dell’estrazione
del suo cuore puro.
Non era la stessa situazione, ma sperava
che trasmettendo il suo potere in Usagi, questo
potesse oltrepassare quelle tenebre che l’avvolgevano e ad esserle di aiuto in
qualche modo.
Le prese la mano e si concentrò.
Le loro mani si illuminarono di una luce
dorata e l’aura nera, spaventata da quella fonte di potere, sembrava tenersi
lontana da quella zona del corpo della ragazza.
“C-cosa, stai facendo?
Non le stai facendo del male vero?” chiese Kenji vedendo
l’azione di Mamoru.
Non gli piaceva quel ragazzo, ma se poteva
aiutare sua figlia, non avrebbe cercato di ucciderlo per quel contatto con la
mano…non in quel momento almeno.
“No, cerco di darle un po’ della mia
energia, sperando possa servirle a qualcosa!” disse Mamoru,
non staccando gli occhi dal volto sofferente di Usagi.
“Bravissimo Mamoru!”
disse Ami facendo un sorriso. Sapeva che Usagi era
forte, ma come avevano constatato prima, non poteva combattere da sola e ora
finalmente qualcuno aveva trovato un modo per starle accanto.
“Si, può essere una buona idea, ma il potere
del principe potrebbe non bastare, se Kendra non
abbandona il suo intento di soffocare la luna con il suo potere oscuro!” disse SailorPluto, vedendo che col
passare dei minuti non vi erano miglioramenti nella piccola Lady.
“Forza Usagi, noi
siamo qui con te!” urlò SailorJupiter,
che nervosamente aveva preso a giocare con i capelli, gesto che non era di sua
consuetudine.
“Chi-chibiusa!”
disse Usagi nuovamente con un filo di voce. A causa
della sua debolezza, aveva già condannato la maggior parte degli abitanti della
terra, non voleva che ora per colpa sua anche la bambina soffrisse. Si aggrappò
a quella luce dorata che le infondeva un po’ di calore, allontanando
leggermente il freddo che sentiva a causa delle tenebre che l’avvolgevano.
“Ma-mo-chan!”
disse stringendo con maggiore potenza la mano dell’uomo, il quale senti tutt’a un tratto, il suo potere venire risucchiato da Usagi.
Cominciò a sentire le sue energie venire
meno, ma non gli importava. Se la ragazza necessitava del suo potere per
combattere quella forza, allora avrebbe potuto prenderlo tutto.
“Forza Usako!” le
disse vicino all’orecchio.
Dal corpo della ragazza si sprigionò
improvvisamente una luce potente, che avvolse Mamoru
e la luna.
Le ragazze non compresero cosa stesse
succedendo, ma quando il bagliore scomparve, poterono gioire a quanto i loro
occhi vedevano.
Chibiusa, sentendosi improvvisamente bene, aprì gli
occhi confusa e si alzò in piedi. Guardò Usagi e,
sebbene fosse ancora a terra e priva di sensi, ella non era più avvolta dall’aura
scura.
Usagi era ricorsa al suo
potere e quello di Mamoru per vincere l’attacco
nemico e ora riposava tranquillamente tra le braccia del suo amato. Sua madre
le era accanto e le spazzolava i capelli dolcemente, come faceva quando era
piccina e la osservava quando dormiva.
Luna si era
avvicinata alla sua padrona e in un sussurro disse “Chissà quanti altri
attacchi nemici potrà contrastare!”
Mamoru sospirò, si era
fatto esattamente la stessa domanda.
Sapeva che la sua Usako era forte, ma anche gli alberi sembrano
indistruttibili, tanto da resistere a intemperie di qualunque genere, fin
quando, raggiungendo i loro limite, si spezzano sotto la potenza del vento.
Ma lui avrebbe
fatto di tutto per impedire che qualcosa di brutto potesse accaderle.
Ci avrebbe provato
con tutte le sue forze.
Usagi strinse le
palpebre e fece un piccolo gemito, segno che il suo risveglio era vicino.
I suoi occhi si
aprirono lentamente e la ragazza dovette richiuderli più volte prima di
riuscire a mettere bene a fuoco le cose intorno a lei.
“Usagi, tesoro, come ti senti?” chiese Kenji
stringendole la mano, vedendola sveglia.
Ella si sentiva
confusa e la testa pesante.
“Usagi, riesci a sentirci?” chiese Ikuko,
vedendo lo stordimento della figlia “Riesci a ricordare cosa è successo?”
La ragazza annuì e
poi con un filo di voce,rispose “S-sto
bene. M-mi sento solo m-molto stanca!” disse cercando di rassicurare i suoi,
poi il suo sguardo si spostò su Mamoru.
“Mamo-chan, scusami!”
L’interpellato
rimase sorpreso “Per cosa?”
“Ho dovuto
sottrarti parte del tuo potere per…per contrastare quella forza, non sarei
riuscita altrimenti a…a…” Usagi non terminò, le
costava fatica anche parlare.
Il ragazzo scosse
la testa “Non scusarti, hai fatto benissimo! Non ne ho risentito più di tanto!”
disse sorridendole dolcemente.
Era vero, aveva
sentito parte delle sue forze abbandonarlo nel momento in cui Usagi era ricorso il suo potere, ma la preoccupazione per
lei era talmente tanta, che non fece caso al suo stato di salute. Si sentiva
solo un po’ debole, ma niente di più. Non era neanche lontanamente paragonabile
a come si sentiva Usagi in quel momento.
Mamoru diede un bacio
sulla fronte alla sua amata e le sussurrò di riposare un po’.
Le ragazze si
intenerirono a quella scena, al contrario di Kenji e Shingo che fecero una smorfia disgustata.
Il momento venne
interrotto dalle urla e dalla gente che scappava in ogni direzione a causa
dell’acqua che aveva preso a entrare dall’apertura che si era creata quasi al
centro della cupola innalzata da Usagi.
L’attacco subito,
anche se era stato progettato per un motivo in particolare ed era fallito,
aveva portato a delle conseguenze non del tutto inaspettate dai presenti.
“L-la
b-barriera…non…non riesco…” cominciò Usagi, cercando
di mettersi inutilmente a sedere. Crollò infatti nuovamente tra le braccia di Mamoru.
“Non ti sforzare, Usako!” disse Mamoru, guardando
il buco. Non era enorme e l’acqua prima di inondare tutto, ci avrebbe impiegato
diverso tempo, ma comunque se non fosse stato fermato, l’inevitabile sarebbe
accaduto. Forse anche prima dei suoi calcoli se la debolezza di Usagi, avesse influenzato la grandezza del foro.
“Non preoccuparti
principessa, ci penso io!” disse Sailor Nettuno, alzando le braccia verso
l’altro per impedire che l’acqua continuasse a cadere. Ricorse infatti al suo
potere. Se non era in grado di spostare l’acqua a causa della forza
gravitazionale della luna, poteva almeno impedire che questa cadesse su di
loro.
Le guerriere Sailor
tirarono un sospiro di sollievo, vedendo che per il momento, il pericolo era
scampato.
Sailor Pluto si
avvicinò a Usagi e sorridendole dolcemente le disse
“Sailor Nettuno ha la situazione sotto controllo principessa, tu riposa.. Ne
hai bisogno!”
Usagi lanciò un’occhiata
alla sua compagna, domandandosi per quanto tempo avrebbe potuto reggere, ma
aveva fiducia in lei e approfittò del suo aiuto per recuperare le energie,
cadendo in pochi minuti in un sonno profondo.
Mamoru aveva appoggiato Usagi al tronco di un albero, lasciandola riposare in pace,
mentre lui si faceva una passeggiata per sgranchire le gambe e rilassare i nervi.
Purtroppo per lui
non riuscì a rilassarsi a lungo e cominciò a sudare freddo quando vide Kenji avvicinarsi a lui con uno sguardo serio.
Cercò di sembrare
calmo e aspetto che l’uomo lo raggiungesse.
“Senti un po’
giovanotto. Vorrei scambiare quattro chiacchiere con te!”
Mamoru annuì e deglutì la
saliva in eccesso “D-di cosa mi vuole parlare?”
Kenji assottigliò gli
occhi e rispose “Ti sono grato per aver salvato la mia bambina, ma continui a
non piacermi. Quindi una volta finita questa storia, voglio che tu stia alla
larga da Usagi, intesi?”
Mamoru lanciò un’occhiata
all’interpellata.
Era così bella
quando dormiva. Sembrava un angelo, una bambola di porcellana facile da
rompere, ma preziosa al tempo stesso.
Il ragazzo sorrise
e tornando a guardare Kenji, scosse la testa “Mi
dispiace signor Tsukino, ma non ho alcuna intenzione
di stare lontano da sua figlia. Io la amo e non può fare niente per impedirmi di
starle accanto!”
Il padre di Usagipotè avvertire nella sua
voce una grande determinazione.
“Tu la ami? Che
parolona. Siete entrambi giovani, Usagi soprattutto,
come potete dire di amarvi e non di essere semplicemente attratti l’uno
dall’altra! Io voglio solo che mia figlia non soffra!” disse Kenji, ignorando la moglie che sentendo la discussione, gli
chiedeva di lasciare in pace il ragazzo.
“Capisco benissimo
quello che prova e…!” cominciò Mamoru, venendo subito
interrotto da Kenji che domandò “Oh davvero? Come
puoi capirmi? Hai per caso una figlia nascosta da qualche parte?”
Il ragazzo non fece
in tempo a rispondere che il padre della sua amata spalancò gli occhi,
ricordandosi di una questione che aveva tralasciato a causa delle condizioni di
Usagi.
Si girò di scatto
verso Ikuko e urlò sconvolto “Aspetta un attimo? Chibiusa è la figlia di chi? Come può Usagi
avere una figlia?”
Ikuko si morse il labbro
nervosa, sapendo che quella discussione avrebbe mandato fuori dai gangheri il
marito.
“Bhe ecco, dato che
abbiamo appurato che Chibiusa viene dal futuro e che
somiglia a Usagi in modo incredibile e che stava
subendo una trasformazione a causa del cambiamento di nostra figlia, ho fatto
due più due. Chibiusa è nostra nipote!”
La donna si girò
verso la bambina, poco lontano da lei, e le chiese se fosse vero. Ma vedendo la
sua incertezza Ikuko, si abbassò all’altezza di Chibiusa e mettendole le mani sulle spalle, disse “Voglio
che tu mi dica la verità!”
“Ecco…io…” la
bambina alzò lo sguardo su Mamoru e su Sailor Pluto,
cercando da loro, la conferma che dovesse dire la verità. A giudicare dallo
sguardo del primo, Chibiusa comprese che il suo
futuro papà non era tanto contento all’idea, ma Setsuna,
ormai rassegnata, alzò le spalle dicendo “Ormai l’hanno scopertoPiccola Lady!”
Chibiusa sbuffò e facendo
un respiro profondo disse “Si è vero. Usagi è la mia
futura madre!”
La reazione di Ikuko la sorprese. La donna infatti non era arrabbiata per
non averle detto niente, ma era felice, contenta di sapere che un giorno
sarebbe diventata nonna.
“Sono così felice.
Non potrei desiderare una nipote migliore di te!” disse la donna commossa “Vero
caro?”
Kenji era rimasto a
bocca aperta e guardava Chibiusa come se la vedesse
per la prima volta. La studiò dalla testa ai piedi, tanto che la bambina si
sentì a disagio e per istinto si nascose dietro Mamoru,
il quale si irrigidì a sentire gli occhi del padre di Usagi
su di sé.
“Perché mia nipote
cerca protezione da te?” chiese Kenji, fulminando con
lo sguardo TuxedoKamen.
A Ikuko si illuminarono gli occhi. Le era sempre piaciuto Mamoru ed entusiasta, disse “Sei tu il padre!” non era una
domanda, era certa che fosse così.
“Cosa?” chiese Shingo, entrando per la prima volta nella conversazione “Questo
vuol dire che lui e Usagi hanno o faranno...ehm…quello
che fanno le coppie?”
“Tu! Hai osato
toccare la mia bambina. Io ti ammazzò!” urlò Kenji, avvicinandosi
a Mamoru in modo minaccioso “Ti concio per le feste,
tanto che non potrai procreare!”
Il ragazzo sbiancò
e istintivamente fece tanti passi indietro, tanti quanti erano quelli di Kenji verso di lui.
“Non oserai mettere
le tue sporche mani addosso a mia figlia!” continuò a gridare l’uomo.
Chibiusa osservò la scena
stranita e affiancando Sailor Pluto disse “Sai Pu? C’è una cosa che non ho mai
capito. Mia madre mi ha sempre detto che mio nonno ha sempre odiato mio padre,
ma non capisco perché. Insomma lui e Mamoru sono due
persone eccezionali, vogliono bene alla mamma e a Usagi,
non la picchiano mica!”
Sailor Pluto
sorrise divertita “Non credo che con mettere le mani addosso, il padre della
principessa intendesse dire picchiarla!”
“Allora cosa?”
chiese la bambina confusa.
“Bhe…vuole dire che…”cominciò Shingo,
prima di beccare un sonoro pugno in testa da Sailor Urano, la quale, guardando
storto il ragazzino disse “Una bambina non deve conoscere certe cose e nemmeno
tu dato che sei solo un moccioso!”
“Ehi, come ti
permetti!” disse Shingo mettendosi sulla difensiva,
ma vedendo l’aria infastidita della guerriera di Urano, decise che era meglio
non irritarla.
Le ragazze
lasciarono il povero Mamoru al futuro suocero, mentre
esse discutevano della situazione.
Sailor Jupiter aveva abbassato la luminosità dell’ambiente per
permettere alle persone di riposare, rendendo così però difficile guardarsi
bene negli occhi.
“Ok, ora Usagi è fuori pericolo e la cupola è sotto controllo, ma
qualcosa non mi torna!” disse la guerriera di giove.
“Neanche a me. È da
molto che ci rifletto sopra, ma non riesco a venirne a capo. Per quale motivo
la nostra nemica vorrebbe rendere Usagi cattiva?”
chiese Sailor Mars.
“Forse la vuole come
alleata, così da avere il cristallo d’argento dalla sua parte!” disse Hotaru con poca convinzione.
“Ma è assurdo. Il cristallo
d’argento è uno strumento di magia buona, ma può benissimo essere usato da
persone malvagie. La luna nera lo voleva, ricordate? Eppure Usagi,
Chibiusa e Neo Queen Serenity
erano per loro sacrificabili. Perché minacciarle se non potevano usare il
cristallo senza il loro consenso?” disse Ami, esponendo la sua ipotesi.
“Forse davvero i
malvagi non possono usarlo e la luna nera non lo sapeva! Infondo nemmeno noi
conosciamo bene i suoi poteri. È un mistero per noi, dopotutto lo usa Usagi e lei non ne parla molto!” disse Sailor Venus alzando
le spalle.
“No, il cristallo d’argento
può essere usato dai malvagi, ma ha pieno potere solo se usato da un membro
della famiglia reale. Anche se non essendoci mai stata una principessa della
luna malvagia in possesso del cristallo, non possiamo sapere qual è il
potenziale del cristallo se venisse usato per il male da un suo custode!” disse
Sailor Pluto.
“Ho come l’impressione
che sia meglio per noi non saperlo!” disse Sailor Urano.
“Quindi stiamo
ipotizzando che Kendra voglia far andare Usagi dalla sua parte, solo per avere un cristallo d’argendo...diciamo oscuro, alla massima potenza, perché se lei
lo usasse, uccidendo Usagi, questo sarebbe in teoria
più debole, anche se comunque tremendo. Dico bene?” chiese Sailor Mars.
“Bhe la cosa non mi sorprenderebbe. Chi vuole il potere, lo
vuole alla massima potenza. Anche se io ucciderei Usagi,
impossessandomi direttamente del cristallo e, anche se più debole, lo userei per
sottomettere chi mi pare e piace. Tanto chi lo conosce teme la sua fama!” disse
Sailor Venus, la quale si accorse di essere osservata da tutti in modo strano. Sorrise
imbarazzata e si portò una mano dietro la testa dicendo “Ehi, non guardatemi
come se fossi una criminale. Io stavo solo dicendo cosa farei se fossi al posto
dei cattivi. È che guardando tanti film, i malvagi fanno sempre lo stesso
errore. Pretendono tanto senza accontentarsi mai e alla fine finiscono per fare
una brutta fine!”
“Minako, questa è la realtà, non un film!” disse Artemis abbassando le orecchie sconsolato.
“Si, ma nei film c’è
sempre un fondo di verità!” disse Sailor Venus “Pensateci bene! Se Kendra avesse fatto come dicevo io, cioè prendendosi il
cristallo uccidendo direttamente Usagi, sarebbe stato
più facile per lei, soprattutto dato che sta puntando a lei attraverso la luna.
Avrebbe potuto fare di peggio, fin quando Usagi non
avrebbe più retto. Avrebbe così vinto la partita, perché per quanto possiamo
tentare, tutte noi messe insieme non so quanto possiamo essere in grado di
sconfiggere il cristallo d’argento. Invece lei si è prefissata di catturare Usagi e di cambiarla, avendo ottenuto che cosa? Ancora
niente. Il cristallo ce lo abbiamo ancora noi e Usagi
è ancora dalla nostra parte. Come si dice, abbiamo ancora le forbici dalla
parte della plastica!”
“Aspetta un secondo
Minako, si dice abbiamo il coltello dalla parte del
manico!” disse Sailor Mercury.
“Ma le forbici
fanno meno paura!” disse Sailor Venus alzando le spalle.
“Io non la penso
come te!” disse Sailor Urano incrociando le braccia.
“Ci avrei scommesso!”
disse Minako, abbassando la testa sconfitta.
“Cioè, ti do
ragione per quanto riguarda la questione dell’uccisione della principessa e
tutto il resto, ma non credo che possiamo definirci in vantaggio. Non con Usagi in queste condizioni, non con Michiru
che prima o poi esaurirà le sue forze, non con tutta quell’acqua sopra di noi,
e soprattutto non trovandoci in trappola. Che voglia o meno uccidere Usagi per avere il cristallo, è sempre lei in vantaggio. Come
hai detto tu, basta niente per uccidere la principessa e chi ci dice che non lo
farà, cambiando improvvisamente idea?” disse Sailor Urano seria, guardando Usagi addormentata su di un fianco in posizione fetale.
“Senza contare che
ha tutti noi in ostaggio. La principessa non ci penserebbe due volte a
consegnarsi per proteggerci!” disse Sailor Saturn.
“Che cosa vi
aspettavate da Usagi? È una sciocca, non pensa mai
prima di agire. A cosa servirebbe se si consegnasse!” disse Rei contrariata.
Non le avrebbe mai permesso di consegnarsi al nemico, non se per salvare la sua
di vita e soprattutto per non farle buttare via la sua di vita.
“In effetti in
qualsiasi modo la si guardi, questa faccenda fa schifo!” disse Sailor Jupiter.
“Ragazze, vi rendete
conto che con questi discorsi, stiamo dicendo che abbiamo già perso?” chiese Chibiusa preoccupata.
“Le cose al momento
stanno così Chibiusa. Le cose per noi non si mettono
bene! Qualunque cosa voglia fare Kendra uccidere o
catturare Usagi, una volta riuscita, è la fine!”
disse la guerriera di giove sospirando.
“Quindi la
sconfitta è l’unica opzione. Bene, allora Usagi ha
fatto tutta questa fatica per niente. La sua volontà di proteggere tutto e tutti
e stata solo una perdita di tempo. Poteva tranquillamente stare ferma seduta e
aspettare la morte o, la nostra morte e la sua cattura. Tanto è questo quello
che state dicendo, che siamo condannate!” disse la bambina seccata da quei
discorsi.
“Chibiusa ha ragione. Non è finita finché siamo ancora vive.
Ora ci sembra tutto nero perché siamo stanche, è notte e c’è poca luce, ma
domani mattina, con più energie in corpo, con la luce del sole e i giochi di
luce dell’acqua, la situazione ci sembrerà migliore. Io direi di riposare.
Faremo a turno in modo da monitorare la situazione e chissà…si dice che la
notte porti cosiglio, magari ci verrà in mente
qualche idea!” disse Sailor Mercury, la quale venne appoggiata da tutte.
La notte passò
tranquilla e la luce del sole tornò a schiarire il campo scolastico. La gente
cominciò a destarsi, la colazione venne servita e alcuni si domandarono se le
guerriere avevano trovato una soluzione.
Haruka aveva preso del
caffè forte per lei e Michiru. Quest’ultima non aveva
chiuso occhio, dovendo tenere alta la guardia, ma non rimase da sola, infatti
la guerriera di Urano restò sveglia al suo fianco per tutta la notte.
Le altre Sailor si
svegliarono quasi una presso all’altra, tranne per Hotaru,
che era rannicchiata contro a un muro e Chibiusa, che
dormiva accanto a Usagi, la quale non sembrava ancora
volersi risvegliare.
Kenji stava riposando
all’ombra di una quercia e anch’esso sembrava ancora dormire profondamente.
Ikuko era andata a
prendere qualcosa da mangiare per tutti e dopo aver servito le guerriere Sailor
e i due gatti, posò accanto al marito la sua colazione e quella di Shingo, che dormiva con la testa in grembo al padre.
Successivamente andò
a sedersi accanto a Usagi.
La osservò per
qualche tempo e potè vedere che rispetto alla sera
prima, il suo colorito era notevolmente migliorato. Sorrise dolcemente quando
vide che Chibiusa e sua figlia erano abbracciate. Non
sapeva se Usagi l’avesse abbracciata consapevolmente,
ma era comunque una scena dolcissima.
Le sembrava ancora
strano che quella bambina dai capelli rosa, potesse essere sua nipote e anche
se erano identiche, le due in quel momento sembravano sorelle, più che madre e
figlia. Non poteva essere altrimenti, Usagi aveva
solo sedici anni e pensarla madre di una bambina di otto, era impensabile.
Un gemito e un
leggero movimento da parte di Usagi, fecero comprendere
a Ikuko che la ragazza si stesse per svegliare.
“Uhm…mamma…ciao!”
disse la ragazza strofinandosi gli occhi e mettendosi a sedere.
Ikuko le sorrise “Come
ti senti?”
Usagi sbadigliò per poi
rispondere “Mi sento stranamente riposata. Non ricordavo più cosa volesse dire!”
Chibiusa si stiracchiò e si
mise lentamente a sedere. Si sentiva un po’ intontita, ma appena incrociò lo
sguardo di Usagi disse “Era ora che ti svegliassi!
Che tipa, noi qui a sgobbare e tu a dormire!”
“Senti un po’
pulce, anche tu eri nel mondo dei sogni fino a qualche istante fa, quindi non
fare la grande lavoratrice!” disse Usagi, facendole
la lingua.
La madre della
ragazza fu ben felice di vedere, anche se solo per quell’istante la vecchia Usagi, ma vi era una cosa che la donna si era legata al
dito ed era pronta per i rimproveri.
“A proposito Usagi, ti dovrei tirare le orecchie!” disse Ikuko, alzandosi in piedi e portandosi le mani ai fianchi.
Usagi la guardò
sorpresa, domandandosi cosa avesse potuto combinare mentre dormiva.
“Passi il fatto che
non mi hai detto che eri Sailor Moon, ma con che coraggio mi hai nascosto che Chibiusa è tua figlia?”
“Cosa? Mamma…tu…”
disse Usagi sconvolta, che a causa delle sue condizioni
si era persa un capitolo importante delle varie rivelazioni che c’erano state
da quando era iniziata quella storia.
“Si, mia cara lo
so. Sono successe parecchie cose mentre tu eri moribonda!” disse ikuko mettendo il broncio.
Usagi lanciò uno sguardo
a Chibiusa
“Ci aveva scoperto
e…bhe le abbiamo detto la verità!” disse la bambina alzando
le spalle.
“Non importa. Posso
perdonarti, ma…sono furiosa con te per un altro motivo. Come puoi essere così
irresponsabile da mandare una bambina di otto anni a combattere contro i nemici
che ti ritrovi? Come sua madre non dovresti…” cominciò Ikuko
venendo fermata dalla figlia
“Mamma…io non ho…io
non sono…non ancora e…fra anni sarò sua madre! Prenditela con la Usagi del futuro, non con me!” disse Usagi
guardando esasperata Chibiusa, la quale sorrise
divertita.
“Si, forse dovrei.
Ma il tuo bello credo che pagherà ora per quello che ha fatto il suo futuro se
stesso alla Usagi del futuro!”
Usagi guardò sconvolta
sua madre e capendo chiese “Dov’è Mamo-chan?”
Ikuko e Chibiusa indicarono l’albero sul quale Mamoru
si era arrampicato per scappare dalle grinfie del futuro suocero.
Usagi granò gli occhi “Che
ci fa lassù?”
“A quanto pare tuo
padre lo vuole uccidere per averti messo le sue sporche mani addosso e anche se
non è chiaro, non vuol dire che ti ha picchiato!”
Usagi assunse diverse
tonalità di rosso e si senti estremamente imbarazzata, soprattutto quando la
madre le annunciò che avrebbero dovuto fare un discorsetto in privato quando e
se fossero tornati alle loro vite normali.
Se quella mattina
era iniziata bene, nonostante tutto, non si potè dire
che continuò tranquillamente, infatti le tanto temute risate di Kendra, tornarono a farsi sentire.
Capitolo 11 *** Capitolo 11:Custode del cristallo d’argento. ***
Capitolo
11:Custode del cristallo d’argento.
Una
risata riecheggiò nuovamente nell’aria.
Le
guerriere Sailor si misero in allerta, sapendo già che da li a pochi secondi
avrebbero avuto una brutta sorpresa.
TuxedoKamen scese dall’albero su cui aveva passato
la notte e affiancò la sua amata, mettendole un braccio intorno alla schiena,
come a rassicurarla.
Poteva
vedere infatti che Usagi era tesa. Essere il
bersaglio principale della maggior parte dei nemici che avevano avuto, non
l’aveva abituata a tutta quella tensione.
La
ragazza ringraziò il ragazzo per il gesto con un sorriso, per poi mettere mano
alla sua spilla e chiamare a sé i suoi poteri, ritrasformandosi nuovamente in
Sailor Moon.
Kenji e Ikuko sentirono il loro corpo venire
attraversato da brividi. Non volevano rivedere la figlia in difficoltà, sebbene
avessero compreso che prima della fine di quella storia, le guerriere sailor
avrebbero dovuto affrontare diverse difficoltà.
Sailor
Nettuno si morse il labbro nervosamente. Avrebbe voluto aggregarsi alle sue
compagne per difendere la principessa, ma sapeva di dover mantenere la sua
posizione, sebbene ormai sentisse le sue energie quasi al limite. La perdita
del sonno non aveva aiutato, ma avrebbe fatto questo ed altro per preservare la
vita di Usagi. Non lo faceva solo perché era suo
compito, essendo una delle sue guardiane, voleva proteggerla perché si era
affezionata tantissimo a quella ragazzina spensierata. Le voleva un mondo di
bene e sapeva che questa era la motivazione principale per cui tutte le Sailor
si erano ripromesse di proteggerla. La questione principessa e futura regina
del pianeta, sebbene importante, veniva in secondo piano.
Kendra non si fece attendere e apparve in tutta la sua glaciale bellezza ed eleganza.
Non toccava terra, ma levitava a mezzo metro da terra.
Si
guardò intorno e sempre con la sia aria minacciosa e seria, quando vide le
guerriere fare un passo in avanti e mettersi sulla difensiva, disse “Calmatevi
guerriere, non sono qui per combattere…non ancora almeno. Sono qui per vedere
se ci sono sviluppi positivi…per me ovviamente!”
Kendra fissò Usagi, la quale cercò di reggere il suo
sguardo.
Kenji si fece coraggio e posizionandosi davanti alla sua bambina disse “Che
cosa vuoi? Ti puoi pure scordare mia figlia. Non ti permetterò di portarla via
al suo papà!” Detto questo l’uomo lanciò un’occhiataccia veloce a Mamoru, come a digli che il messaggio valeva anche per lui.
Kendra si mise comodamente a sedere sull’aria e accavallando le gambe e incrociando
le braccia disse “Come siamo coraggiosi. Mica male per un misero essere umano.
Mi piace la tua grinta, peccato però che non mi tocchi minimamente!”.
La
donna tornò a fissare Usagi e le domandò “Allora
Sailor Moon, come va? Mi sembri piuttosto arzilla nonostante quanto successo!”
“Infatti,
sto benone. Forsemi hai sottovalutato
un po’ troppo non credi?” disse seccata Usagi.
“Oh
andiamo, lo sanno tutti che se non sai a terra mezza morta è solo grazie ai
tuoi patetici amici. Quindi non fare la gran donna!” disse Kendra
annoiata.
“Lo
so! Sono la prima ad ammettere che senza imiei amici sarei persa, ma ciò non toglie che al momento posso
combatterti e non mi puoi portare via facilmente come speravi! Mi dispiace di
aver rovinato i tuoi piani!” disse la guerriera della luna.
Kendra sogghignò “Non hai rovinato niente. Prima o poi ti avrò in mio potere e
il cristallo sarà mio!”
La
donna spostò il suo sguardo alla luna e alzando un braccio in alto, disse “Che
tu stia bene o meno, credi di poter nuovamente affrontare un altro attacco come
quello di prima, se non più forte?”
Usagi sgranò gli occhi e si aggrappò a Mamoru quando
sentì nuovamente l’ondata di dolore attraversare il suo corpo.
Le
guerriere ricorsero ai loro poteri per fermare la donna, ma nuovamente una
barriera invisibile la proteggeva.
“Se
hai bisogno di una barriera per proteggerti da noi, significa che non hai un
minimo di spina dorsale. Avanti, affrontaci se ne hai il coraggio!” disse
Sailor Urano arrabbiata.
“Sempre
così combattiva! Ma sei sicura di volermi affrontare direttamente?” le chiese Kendra.
“No,
Sailor…Urano!” disse Sailor Moon cadendo sulle ginocchia “Non la s-sfidare!”
Kendra strinse il pugno, che era alzato verso l’alto, come a potenziare il suo
attacco contro la guerriera della luna “Taci tu. Perchévanificare questo suo desiderio suicida?”
Usagi strinse gli occhi e si portò nuovamente le mani al petto.
“Sailor
Moon!” la chiamarono le guerriere.
Ikuko non potendo sopportare oltre le sofferenze della sua bambina, si fece avanti
e urlò “Ti prego, lascia stare mia figlia. Prendi me al suo posto, ma liberala
da tutto questo!” disse la donna disperata e con le lacrime agli occhi.
Le
guerriere sussultarono a quelle parole, Sailor Moon in primis, spaventate
all’idea che la nemica la rapisse, per dare qualche sorta di ultimatum e
rendere quella situazione più complicata.
La
guerriera della luna si sarebbe trovata nella difficile scelta di salvare tutti
o sua madre. Sapeva bene quale sarebbe stata la sua scelta, o per meglio dire la
scelta giusta da fare, e sperava vivamente dinon trovarsi in quella situazione, perché non sapeva se avrebbe trovato
il coraggio di condannare sua madre.
Kendra abbassò il braccio, permettendo ad Usagi di
riprendere fiato e guardò con disprezzo la donna che si era appena rivolta a
lei “E così, questa è la tua madre terrestre? Coraggiosa direi, ma anche
un’illusa se pensa di poterti salvare barattando la sua vita per la tua!” disse
la nemica per poi spingere la donna violentemente a terra con un gesto del
braccio.
Ikuko colpì duramente il terreno con la spalla e rimase a terra dolorante.
“Mamma!”
urlò Usagi preoccupata. Cercò di alzarsi e correre da
lei, ma una volta in piedi, al primo passo le gambe cedettero e si ritrovònuovamente in ginocchio.
“Usako, tutto bene?” chiese TuxedoKamen, cercando di aiutarla a rimettersi in piedi,
facendo pesare un po’ del suo peso su di lui.
La
donna venne soccorsa da Kenji, Shingo
e Sailor Mercury. Quest’ultima, utilizzando il suo computer, controllò le
condizioni di Ikuko.
“Ami,
come sta?” chiese Usagi con agitazione.
“Sta
bene, ha solo una lussazione alla spalla, che si può risolvere mettendogliela a
posto!” disse Sailor Mercury guardando Sailor Moon.
Ikuko strinse gli occhi quando una fitta di dolore la colpì, ma disse “Puoi
sistemarla?” chiese alla guerriera di mercurio, la quale sussultò.
Voleva
diventare medico, ma non aveva ancora iniziato la scuola che le avrebbe
permesso di conseguire la laurea e non conosceva l’esatta procedura per
sistemare una lussazione.
“Ecco…io
non…” cominciò a dire Ami, la quale temeva di peggiorare la situazione con un
suo intervento
“Ci
penso io!” disse Sailor Urano, inginocchiandosi a terra. Le ragazze rimasero
sorprese. Nessuno, a parte Sailor Nettuno, avrebbe detto che fosse in grado di
compiere un’azione del genere.
“Ma
come…” chiese Sailor Mercury confusa.
Urano
sorrise “Sono una ragazza spericolata, mi sarò slogata la spalla almeno un
“centinaio” di volte e…sono una vera esperta!” disse e senza nemmeno dare un
avvertimento a Ikuko, le risistemò la spalla che con
un tac riprese il suo posto normale.
Vedendo
il dolore che la donna provava, Sailor Urano disse “Chiedo scusa per non averla
avvisata, ma quando ti avvertono non si è mai pronti per il passo successivo,
quindi meglio eliminare il problema senza troppe esitazione!”
Ikuko aprì gli occhi lentamente quando sentì il dolore scemare e la ringraziò.
Usagi sentì come se un peso le fosse stata tolto dal cuore “Grazie Sailor
Urano!” disse per poi vedere la guerriera alzare un braccio come per dirle
“nessun problema”.
“Avete
finito i vostri comodi?” disse Kendra per poi
sbuffare.
Sailor
Mars avrebbe voluto avere il potere di incenerirla con gli occhi.
Usagi la fulminò con lo sguardo e urlò “Non ti perdonerò mai per aver fatto
del male a mia madre!”
Senza
pensarci due volte la guerriera della luna, ricorse al suo scettro per poi
lanciare il suo potere dritto verso la barriera che proteggeva la nemica.
“E
inutile Sailor Moon!” disse Sailor Venus, dopo diversi tentativi della compagna
ad abbattere la difesa nemica.
Sailor
Moon perònon demorse e ripensando a
quanto successo alla madre, aumentò il suo potere fino a mandare in frantumi la
barriera.
Le
guerriere rimasero sorprese e Sailor Chibiusa disse
“Caspita, è proprio arrabbiata!”
Nonostante
la barriera fosse caduta, Sailor Moon fermò l’attacco e con rabbia chiese
“Perché…perché ce l’hai tanto con me? Il fatto che tu ti diverta a torturarmi, mi
rende chiaro che il tuo intento non è solo il cristallo d’argento. Hai qualcosa
che vuoi farmi pagare a tutti i costi!” disse la ragazza continuando a fissarla
con uno sguardo arrabbiato, che infastidì Kendra.
“Il
tuo sguardo...tale e quale a quello di Selene. Quanto lo detesto. Vi credete
migliori di tutto l’universo, vero?”
“Ora è
chiaro. Tu ce l’hai a morte con qualcosa che ti ha fatto la regina Selene e
dato che lei non c’è più, ti vuoi vendicare su Usagi,
in quanto sua erede!” Disse Sailor Mars innervosita da certi comportamenti, in
quanto i figli non dovevano mai pagare per colpe che avevano i genitori.
“Erede?
Erede di chi?” domandò Kenji confuso, guardando poi
sua moglie che aveva l’aria confusa quanto lui.
“Molto bene Sailor Mars, grazie per averci
illuminato su una questione che nessuno avrebbe capito!” disse Kendra con un sorriso ironico in volto, smorfia che venne
sostituita da una di rabbia quando continuò “Mia sorella mi ha confinato a
vivere nell’oscurità del sistema solare, in un pianeta sul quale i raggi del
sole a malapena lo sfiorano al punto di sua massima vicinanza…e questo è il
minimo, quindi credo di avere tutto il diritto di riprendermi ciò che mi spetta
di diritto!”
Usagi sussultò “S-sorella?” disse debolmente.
“Non
ci risulta che la regina Selene avesse una sorella. Inoltre la famiglia reale
può avere un solo erede!” disse Mamoru convinto di
quanto dicesse.
Non
che ricordasse tutti i particolari che riguardavano la famiglia passata di Serenity, ma a giudicare dall’espressione di Usagi, nemmeno lei sapeva dell’esistenza di una possibile
zia.
Kendra sbuffò “Sai cosa significa la parola eccezione? Bene quella vipera di
mia sorella fu uno strappo alla regola che incasinò la mia vita e anche quello
del Silver Millennium. Io ero destinata a diventare regina, io sarei dovuta
essere la custode del cristallo d’argento e io avrei dovuto avere il dominio
sul sistema solare. Se avessi avuto ciò che mi spettava di diritto, il regno
della luna esisterebbe ancora. Non avrei dato la possibilità a Metallia di attaccare il satellite e nemmeno di permettere
agli esseri umani, soggiogati dal suo potere, di portare morte e distruzione
nel regno. Avrei annientato ogni singolo essere che avrebbe anche solo pensato
di avvicinarsial mio reame, arrivando
anche ad annientare completamente la terra!” disse Kendra
con rabbia.
“Se
erano questi i tuoi ideali, non mi sorprende che tu non sia stata scelta per
salire al trono. Quanto hai appena detto non è infatti degno di una
regina…soprattutto non per una regina della luna. Dove sono i buoni propositi e
i buoni sentimenti che facevano parte della regina Selene?” chiese Usagi con tono accusatorio.
“Forse
sono andati a quel paese quando mia sorella mi ha rubato il cristallo
d’argento!” disse la donna con una vena pulsante sulla testa.
“Non
lo avrebbe mai fatto. La regina Selene non era assetata di potere. Se non hai
ereditato il cristallo allora significa che lui stesso non ti ha scelto come
custode e questo a causa dei sentimenti di gelosia che provavi nel cuore. Ha
scelto la regina Selene perché lei aveva un cuore puro ed era pronta a sacrificare
se stessa per il bene di tutti!” urlò Luna, difendendo la sua sovrana di un
tempo.
“Proprio come la vostra cara Sailor
Moon vero? Così schifosamente buona da scaturire una luce talmente accecante,
che anche il posto più remoto dell’universo riesce a vederla!” disse Kendra disgustata, ricordando l’accecante luce del
cristallo d’argento che aveva attraversato lo spazio, quando la ragazza lo
aveva usato contro la regina dei ghiacci, qualche tempo prima.
“Secondo
me sei solo gelosa, perché tu non hai quel potere!” disse Sailor Venus.
“Minako, non mettere il dito nella piaga!” disse Artemis agitando la coda nervosamente.
“Parla
pure quanto vuoi guerriera di venere, ma starai zitta quando io mi impossesserò
del cristallo d’argento e ricreerò il regno della luna, di cui io sarò la
regina e se mai qualcuna di voi guerriere Sailor dovesse sopravvivere, non
farete una bella vita sotto la mia tirannia!” disse Kendra
divertita.
Usagi stufa di quei discorsi fece un gesto che nessuno mai si sarebbe
aspettata. Materializzò il cristallo d’argento, facendolo volteggiare sul palmo
della sua mano.
Le
guerriere e i genitori la guardarono non capendo le sue intenzioni.
“Che
cosa hai in mente, principessa?” chiese preoccupata Sailor Saturn.
Usagi non le rispose e continuò con il suo piano.
“Vuoi
il cristallo d’argento? Prendilo!” disse la ragazza, facendo volteggiare il
cristallo verso la nemica.
“Sei
forse impazzita?” disse Rei sconvolta dal gesto della sua compagna e ebbe
l’istinto di afferrare il cristallo prima che lo prendesse Kendra,
ma Sailor Pluto la fermò, sbarrandole la strada con il suo scettro.
Rei
la guardò confusa e la guerriera di plutone scosse la testa “Fidati della
principessa, sa quello che fa! Ora tutto mi è chiaro!”
Kendra spalancò gli occhi quando capì le intenzioni di Sailor Moon “Tu sei
pazza, mi stai consegnando il cristallo d’argento di tua spontanea volontà?”
Usagi alzò le spalle “Si, prendilo pure…se ne hai il coraggio!” disse
incrociando le braccia.
Kendra guardò il cristallo e quando lo vide avvicinarsi a lei, fece
istintivamente qualche passo indietro.
Le
sailor non compresero il motivo del suo indietreggiare.
“Ha
il cristallo a portata di mano e non prova nemmeno a prenderlo?” disse Sailor Jupiter confusa.
“C’è di
sicuro qualche trucco. Sailor Moon non darebbe via il cristallo così
facilmente!” disse Sailor Urano.
“Nessun
trucco!” disse Sailor Pluto “La principessa le sta veramente cedendo la sua
fonte di potere!”
“Cosa?”
chiese Sailor Mars “Ma allora…”
“Guarda
come si sta comportando il cristallo. Si sta avvicinando a Kendra
sempre più, nonostante in passato abbia rifiutato di sceglierla come custode.
Non torna da Usagi di sua spontanea volontà. Non vi
sembra strano?” chiese Sailor Pluto.
“Dovrebbe?”
chiese Sailor Venus “So che il cristallo d’argento è legato a Usagi, ma se è lei di sua spontanea volontà a cederlo,
perché dovrebbe tornare indietro?”
“Finchè nessun altro ne proclama la proprietà, Usagi e il cristallo sono legati. Lui sta facendo quello
che la nostra principessa vuole che faccia e in questo caso, lei vuole far
ritirare o sconfiggere Kendra. Ma sarà quest’ultima a
scegliere il suo destino!”continuò
Sailor Pluto.
“Si,
ma se Kendra lo prende per noi è finita!” disse
Sailor Jupiter.
“Però
Kendra sembra più spaventata che interessata a
prenderne possesso!” disse Sailor Mars, che non comprendeva il comportamento
della nemica, sebbene ne fosse ben contenta.
Luna
comprese le intenzione di Usagi e cercò di mettere al
corrente anche le guerriere “Sailor Moon non ha mai avuto intenzione di cedere
il cristallo e anche se volesse, nelle condizioni in cui si trova ora il
cristallo, Kendra non potrebbe prenderlo!”
“Luna
ha ragione! Ci siamo domandati perché Kendra volesse
far diventare malvagia Usagi e per noi era
impossibile comprenderne la ragione senza sapere chi fosse lei in realtà!”
disse Artemis.
“Continuo
a non capire!” disse Sailor Saturn guardando Sailor
Pluto la quale spiegò “Neo Queen Serenity un giorno
mi ha spiegato come funziona il passaggio del cristallo d’argento da un membro
della famiglia reale all’altro. L’erede che ne prenderà possesso deve essere
puro, proprio come la fonte del suo potere. Se nascondesse qualche sentimento
negativo, che sia dannoso verso gli altri, il cristallo non lo riconoscerebbe
come suo custode e sparirebbe fin quando un altro membro reale non fosse stato
degno di ricevere i suoi poteri!”
“Cioè
vuoi dire che il cristallo non può essere toccato da persone malvagie? Ma non
ha senso....fino ad oggi di nemici che lo volev…”
cominciò Sailor Venus, per venire interrotta da Luna “Il cristallo d’argento
può essere toccato da chiunque e essere preso in custodia dal male come abbiamo
già detto, ma non accetterà mai di farsi manipolare da un membro della famiglia
reale della luna che ha intenzioni cattive, per farlo dovrebbe essere
trasformato, ecco perché voleva rendere malvagia Usagi!”
“Esatto.
Se io diventassi cattiva, il cristallo d’argento girerebbe il suo potere a
servizio del male e Kendra potrebbe usufruirne, dopo
che mi ha ucciso. Ma nelle condizioni in cui è ora, se prova a sfiorare il
cristallo, non so cosa succede. Potrebbe venire eliminata, purificata,
reincarnata ecc. Sono tante le possibilità e non essendo mai successo qualcosa
del genere in passato, non sappiamo cosa possa accadere di preciso. Per questo Kendra ha tanta paura di toccarlo…dico bene?” chiese Usagi, per poi fare sprigionare al cristallo una forte
energia, che andò a colpire Kendra. Ella senza più
difese, andò a sbattere duramente contro un muro dell’edificio scolastico,
cadendo poi a terra.
Dopo
aver attuato quanto gli era stato ordinato, il cristallo si diresse verso la
sua custode, che fu ben felice di riaverlo con sé.
Kendra si infuriò per quell’affronto e tornando a volteggiare, con uno sguardo
carico di odio diretto verso Sailor Moon disse “Tu! Me la pagherai per questa
umiliazione. Quando otterrò il cristallo, ti faro patire dolori che nemmeno
puoi immaginare e la stessa fine faranno le persone a cui vuoi bene!” disse
infine, per poi scomparire nuovamente nel nulla.
“Non
so come hai fatto, ma sei stata fantastica!” disse Chibiusa
sorridendo, ma il suo viso si fece serio, quando vide l’aria preoccupata di Usagi.
“Cos’hai?”
chiese la bambina.
L’interpellata
scosse la testa “Spero solo di non aver peggiorato la situazione sfidandola in
quel modo!”
“Hai
fatto bene. Non possiamo rimanere qui a subire, dobbiamo attaccare!” disse
Sailor Jupiter stringendo i pugni.
Usagi annuì poco convinta, sapendo che non potevano fare niente finchè rimanevano lì dentro. Doveva trovare una soluzione e
doveva farlo presto.
“Ragazzi,
non resisto più!” disse Sailor Nettuno stringendo gli occhi e cadendo sulle
ginocchia. Sailor Urano le fu subito accanto e alzò lo sguardo verso lo
squarcio della cupola da dove stava nuovamente fluendo l’acqua, ma questa
invece di aumentare sempre più, sembrava diminuire, finchè
la perdita non si riparò del tutto.
“Grazie
Sailor Nettuno, ora riposati. Posso senza problemi tenere la barriera alzata
ora e questo lo devo solo a te, che mi hai concesso di recuperare le forze!”
disse Usagi, per poi avvicinandosi a sua madre, per
vedere se stesse realmente bene.
Un’altra
giornata trascorse e la notte calò nuovamente. Tutti quanti erano giù di morale
e alcune persone arrivarono addirittura a pensare che sarebbe stato meglio
morire a causa dell’onda, invece che rimanere imprigionati in quella cupola
attendendo che la morte sopraggiungesse.
Quando
i viveri sarebbero terminati, tempo sette giorni e tutti sarebbero periti e una
settimana di agonia erano peggio di un’onda che li travolgeva. Alcuni di queste
persone che avevano perso le speranze, avevano anche tentato di togliersi la
vita provando a buttarsi dall’ultimo piano dell’edificio. Erano sempre dovute
intervenire le guerriere a salvarli e cercare di rincuorare un po’ coloro che
si credevano spacciati.
Quando
tutti erano addormentati, qualcuno era troppo agitato per prendere sonno-
Questa era Usagi, la quale aveva paura della minaccia
di Kendra. Se prima avrebbe semplicemente ucciso
coloro che amava, ora la loro nemica eradecisa a farli soffrire, di far provare loro una lenta agonia e lei non
voleva che questo accadesse per colpa sua.
Si
allontanò da Mamoru, accanto al quale stava dormento,
concessione che suo padre le aveva fatto,a causa della preoccupazione che in quel momento aveva verso Ikuko.
Controllò
dinon averlo svegliato e andò a
sistemarsi in centro al cortile e alzando lo sguardo consultò la luna.
“Regina
Selene, cosa devo fare?” domandò in un sussurrò.
La
mattina successiva Usagi attese che tutti fossero
svegli e riunendo tutte le guerriere disse con determinazione “Ragazze, andiamo
sulla luna!”
Le guerriere Sailor e i
parenti di Usagi sgranarono gli occhi a quelle parole
e si guardarono l’un con l’altro confusi.
“Sulla luna? Usagi, ne
sei sicura? Non c’è rimasto più niente là e poi si ripresenta il problema del teletrasporto!” disse SailorMars.
Usagi annuì “è vero, questa possibilità sarebbe da scartare in base a quanto
detto fino ad ora, ma…sta notte ho parlato con la regina Selene e…”
“Cosa? Perché non mi hai svegliato?” chiese Luna,
che avrebbe voluto anch’ella parlare con la sua amata regina.
“Anche se mi sono rivolta a lei, non immaginavo che
rispondesse al mio appello. Credevo che ormai il suo spirito fosse scomparso
per sempre e quindi…ma non ha importanza, l’importante è che sappiamo come
andarcene!” disse Usagi, giocando nervosamente con le
dita dei suoi guanti.
SailorChibiusa le si avvicinò e curiosa disse “Allora
come andremo sulla luna? Sono curiosa di vedere com’è!”
“Ma Usagi, come pensi che
possiamo sopravvivere sulla luna? Non c’è atmosfera e quindi non c’è ossigeno,”
disse Ikuko intimorita.
“Questo è il minore dei problemi. Non credo serva
molto potere per creare un po’ di ossigeno sulla luna!” disse Usagi alzando le spalle.
“Per il cibo e l’acqua allora? Non possiamo
nutrirci di rocce” chiese Shingo grattandosi la
testa.
“Se la principessa ha tirato in ballo questa
opzione, significa che ha pensato a tutto!” disse SailorSaturn, per poi spostare il suo sguardo sulla ragazza,
la quale arrossì imbarazzata “Bhe ecco…in realtà ha
pensato a tutto la regina Selene!” disse con un sorrisino nervoso.
“Ah ecco!” disse SailorMars alzando gli occhi al cielo “Ora si che sei tu! In
questi giorni hai dimostrato un’intelligenza che non ti appartiene!” disse Rei,
non con l’intento di offenderla, ma di prenderla semplicemente in giro come
faceva sempre, per allentare la tensione che tutte loro avvertivano in lei.
“Stai dicendo che sono forse stupida?” chiese Usagi facendo la linguaccia a Rei, la quale rispose allo
stesso modo.
SailorMercury intervenne fra le due “Non è il
momento dei vostri battibecchi. Usagi, come credi di
poter teletrasportare tutti quanti sulla luna? Il teletrasportoSailor non basterà!”
Usagi si girò a guardare la gente che si stava svegliando e sospirò “Dovrà
bastare. Inoltre non dovremo soltanto spostare queste persone, ma tutti gli
esseri umani sopravvissuti…il che rende il nostro compito ancora più
complicato!”
Sailor Nettuno sgranò gli occhi “Ma una cosa del genere è impossibile! Dovremo
far entrare tutti all’interno del cerchio che comporremo!”
Usagi scosse la testa “Anch’io lo ritenevo impossibile, fin quando la regina
non mi ha detto un particolare della mia vita passata che ho sempre ignorato …anzì credo che ne fossi all’oscuro anche quando ero solo Serenity!” disse Usagi battendo
ripetutamente un piede a terra.
Ikuko e Kenji si guardarono sempre più confusi.
“Di cosa stai parlando? È qualcosa di grave se il
tuo corpo risponde con questi tic nervosi!” disse SailorVenus.
“No, niente di grave, solo qualcosa di cui avrei
dovuto essere informata!” disse Usagi passandosi una
mano sulla fronte. Quanto le aveva raccontato la regina, le sembrava così
surreale.
“Dicci di cosa si tratta!” Disse SailorJupiter.
SailorMoon sbuffò “Non sto a raccontarvi tutto
quello che mi ha detto la regina Selene, ma sappiate che a quanto pare ho un’altra
fonte energetica molto potente da cui ricavare i poteri e…anche se non ho
compreso bene il discorso sull’astronomia, anche voi ragazze ce l’avete, anche
se per motivi diversi dai miei!”
Le ragazze sussultarono, non avendo mai sentito
parlare di niente del genere “E quale sarebbe?” chiesero all’unisono.
SailorPluto comprese “Tu ti riferisci al sole,
vero?”
Usagi la guardò sorpresa “Tu lo sapevi? Perché non hai detto niente?”
SailorPluto sospirò “Credo di averne sentito
parlare dalla regina Selene ai tempi del Silver millennium,
ma i miei ricordi sono molto confusi. Mi è venuto in mente solo ora. Quando hai
nominato un’altra fonte di energia, qualcosa mi è tornato in mente, ma è come
se avessi un blocco, come se non dovessi ricordare e comincio a pensare che
tutta questa faccenda sia collegata a Kendra, forse
per questo non mi ricordo di lei!”
Usagi annuì preoccupata, pensando che la regina Selene non le avesse
raccontato tutta la verità. Aveva infatti sempre cercato di cambiare argomento
quando le aveva domandato di sua sorella.
“Credo di aver compreso!” cominciò Mamoru “Il sole è fonte di vita e grazie alla sua energia
che gli esseri umani e le varie creature terresti hanno potuto svilupparsi!”
“Capisco il discorso del sole che è fonte di vita
sulla terra e che quindi potrebbe essere una fonte di energia per te Mamoru, ma che centra con tutte noi? Sui nostri pianeti non
c’è vita, nemmeno sulla luna!” disse SailorJupiter “E se c’è stata è stato grazie ai poteri dei
cristalli di ogni pianeta, non grazie al sole. Il Silver Millennium
ad esempio esisteva grazie alla protezione del cristallo d’argento, che con una
cupola creava una specie di serra dove al suo interno veniva simulato lo stile
di vita terrestre!”
“Si, hai ragione SailorJupiter, ma se sui nostri pianeti non si è creata la vita
spontaneamente non è solamente colpa del sole. Forse lo è per i pianeti di Venere
e Mercurio che sono troppo vicini e la vita verrebbe bruciata, ma su Marte ad
esempio, la vita avrebbe potuto anche crearsi. Le temperature sarebbero state
più basse rispetto alla terra, ma se il pianeta rosso non fosse stato solo
roccioso, come i nostri astronomi ritengono, degli esseri viventi con
caratteristiche particolari avrebbero potuto anche nascere e adattarsi. Cosi
come anche su Giove e forse Saturno. Invece il primo è un pianeta gassoso,
costantemente in balia di venti potentissimi e di attacchi asteroidi a causa
della sua forza di gravità. Forme di vita difficilmente avrebbero potuto
svilupparsi!”
“Per quanto riguarda Nettuno? È un pianeta fatto d’acqua,
la vita sarebbe possibile lì!” disse SailorChibiusa.
“Ci sono anche altre cose da tenere in
considerazione Chibiusa. Come l’atmosfera, la massa,
le temperature e via dicendo. Tante sono le ragioni per cui, solo sulla terra
la vita è riuscita a sbocciare!” disse Sailor
Nettuno.
“Questo tenendo conto le ricerche dei nostri
astronomi, non è poi detto che qualche forma di vita, anche unicellulare, sia
riuscita a nascere da qualche parte. Noi in genere per vita intendiamo esseri
come noi, forse perché la concezione che una volta c’era vita anche sui nostri
pianeti con fattezze umane è rimasta nella ideologia umana!” disse SailorMercury “Ma comunque sta
di fatto che tutti i pianeti sonoilluminati dal sole e se possiamo considerarlo come fonte di energia,
così come lo sono i nostri singoli pianeti, ben venga!”
“Si, ma la fonte di energia che vi può dare il sole
e proporzionata alla vicinanza di ogni pianeta a esso!” disse Usagi.
“Oh bene, questo vuol dire che io sarei la più
potente!” disse SailorVenus.
Usagi sorrise “Non aumenta la potenza dei vostri poteri, ma l’estensione e la quantità di cui potete usufruirne. Minako, se in condizioni normali potresti usare il fascio
di luce per cinque minuti senza stancarti, ora che sai che puoi trarre energia
dal sole, senza ricorrere alla tua fonte di energia personale, puoi tenere
attivo il fascio per un’ora. Questo è solo un esempio, non sono a conoscenza di
cosa il sole possa realmente farci fare e nemmeno la regina Selene ha saputo
darmi maggiori informazioni, ma anche se non aumenta la potenza dell’attacco,
durando più a lungo può comunque mettere in difficoltà il nemico, anche se nel
caso di Kendra, non so se può usufruire dell’energia
solare che tocca la luna, anche se è comunque una principessa della luna!” Usagi sospirò “Io ieri sono riuscita ad abbattere la
barriera di Kendra grazie al sole, anche se non mi
ero resa conto di usare la sua energia!”
“Ma da quanto ha rivelato il mio computer, il tuo
attacco è anche aumentato di potenza. Da quanto hai detto non dovrebbe essere
possibile!” disse SailorMercury.
Usagi sbuffò “E qui arriviamo all’altra parte della storia, che vi dirò un’altra
volta. Ora meglio prepararci. La regina Selene ha detto che è meglio teletrasportarci quando il sole è allo zenit così che Mamoru possa avere maggiore energia solare… dovrebbe essere
mezzogiorno giusto?” chiese conferma ad Ami.
“Si, quando il sole è proprio sopra di noi!” disse SailorMercury.
“Quindi in poche parole, se utilizziamo il teletrasportoSailor, utilizzando
non solo i poteri dei nostri pianeti, ma anche l’energia del sole, dovremo
essere in grado di estendere i nostri poteri anche fuori da questa cupola ed
andare a toccare anche coloro che non si trovano qui!” disse SailorMars.
Usagi annuì.
“Potrebbe funzionare!” disse SailorMars alzando le spalle.
“Secondo me non è sufficiente. Forse funzionerebbe
se tutte ricevessimo la stessa quantità di energia solare, ma io sono quella
che può contare meno su questa forza. Il mio potere non si estenderebbe di
molto, e quindi qualche essere umano potrebbe rimanere a terra!” disse SailorPluto.
“Forse basterà il potere delle altre!” disse SailorVenus.
“Forse? Ne dobbiamo essere sicuri?” chiese la
guerriera di plutone.
Usagi guardò Mamoru e lo prese in disparte per
parlargli e avere maggiori certezze. Le ragazze li guardarono confusi e
aspettarono spiegazioni quando videro i due tornare da loro “SailorPluto ha ragione, ma è qui
che intervengono Mamoru e gli esseri umani. Non
possiamo mica fare sempre tutto noi!”
“Oggi hai voglia di parlare per enigmi, Usagi?” chiese SailorMars sbuffando.
“Il cristallo d’oro prende il suo potere anche dai
sogni e desideri dagli esseri umani e questa forza può andare a sommarsi con i
vostri poteri. Ovviamente questo è possibile se il desiderio degli esseri umani
è quello di salvarsi, ma non credo che ci siano problemi a riguardo!” raccontò Mamoru.
Le ragazze annuirono in segno di comprensione.
Usagi andò dai suoi genitori e dalla professoressa Haruna,
chiedendo loro di aiutarli a radunare tutte le persone presenti, anche quelle
che si erano andate a rifugiare nelle aule.
Ci volle diverso tempo, ma quando furono tutti
presenti, le Sailor spiegarono quanto avevano
intenzione di fare.
Ci fu un certo allarmismo fra la folla, ma
appoggiarono l’idea delle guerriere, non avendo più niente da perdere.
Le guerriere Sailor si
misero in cerchio e si presero per mano. Si concentrarono cercando di sentire
il loro pianeta e i raggi del sole che toccano la superficie.
Usagi, Mamoru e Chibiusa
erano in centro, anch’essi concentrati sui loro poteri. Usagi
materializzò il cristallo d’argento, mentre Mamoru
fece comparire il cristallo d’oro e, con l’aiuto di Chibiusa,
chiese a tutti gli esseri umani di rendere reale il loro desiderio di salvezza,
di abbandonare la paura e di aggrapparsi alla loro voglia di vivere.
Quando ogni guerriera sentì scorrere nelle proprie
vene la propria forza e si sentì pronta, chiamò a sé il proprio potere.
Le ragazze vennero nuovamente circondate dai
rispettivi colori, che andarono a fondersi insieme, fino a creare una luce
bianca accecante.
Quando Usagi sentì che
tutte le amiche erano pronte e che tutti gli esseri umano erano stati colpiti
dal loro potere, ordinò al cristallo d’argento l’ultima azione da compiere e
gridò all’unisono con le altre “Trasporto planetario Sailor!”
Una luce bianca e
calda avvolse tutti gli esseri umani sopravvissuti, diffondendo nei loro cuori
una pace che mai avevano provato, ma questo senso di beatitudine scomparve,
quando questa fonte luminosa si dissipò.
Tutto attorno a loro
apparve in una distesa disseminata solo da rocce dove il colore grigio e
argento regnavano sovrani.
Il teletrasporto aveva
avuto successo e i terrestri non sapevano se esserne contenti o meno, non
vedendo nel loro futuro molta prosperità in quel luogo.
“Siamo davvero sulla
luna?” chiese Shingo guardandosi attorno.
Kenji, come a volergli dare conferma, gli
mise la mani sulle spalle e lo fece girare, dandogli la possibilità di vedere
uno spettacolo che pochi umani potevano dire di aver visto.
Dalla luna, la vista
del pianeta terra era meraviglioso, sebbene fosse più azzurro di come sarebbe
stato in condizioni normali.
Tutti quanti,
guerriere incluse, rimasero senza fiato a quello scenario, scordando per una
frazione di secondo la loro situazione.
Sailor Moon era
accanto a TuxedoKamen e
Sailor Chibiusa e si sentì improvvisamente cogliere
da un senso di nostalgia.
Tornò con la mente ai
tempi passati, quando dal balcone della sua camera, nel palazzo reale, fissava
per ore quello splendido pianeta azzurro, fantasticando sulle gite che avrebbe
potuto fare insieme ad Endymion.
Senza rendersene contò
strinse la presa al braccio di Mamotu, il quale,
guardandola con dolcezza, le domandò “Cosa c’è Usako?”
La ragazza sorrise e
scosse la testa “Niente. È solo…sembra quasi che il tempo sia tornato
indietro!” disse per poi abbracciare il ragazzo, gesto non tanto apprezzato da Kenji, il quale con il broncio disse “Non c’è niente di più
romantico di uno scenario del genere e a quanto pare quei due sono ispirati da
tale bellezza!”
“Oh tesoro, lasciali
stare, sono così carini!” disse invece Ikuko
intenerita.
Passò poco tempo prima
che le Sailor decisero di mettersi in marcia, non essendo ancora arrivati a
destinazione.
“Usagi,
dove stiamo andando? Un posto non vale l’altro?” chiese confusa la madre.
“No, dobbiamo trovare
un rifugio o quando il sole calerà, congeleremo!” rispose la ragazza.
“E dove mai vuoi
trovare rifugio qui?” disse Shingo scettico.
“Nell’antico regno del
Silver Millennium!” rispose la ragazza come se fosse la cosa più logica al
mondo, mentre in lontananza una cupola cominciò a intravedersi.
Un mormorio si diffuse
tra la gente, non riuscendo a capire come una cosa del genere non fosse mai
stata trovata dagli astronomi.
Quando la barriera fu attraversata,
le persone si guardarono intorno ancora più stupite, riconoscendo tra le rocce,
pezzi di architettura, come colonne, statue che decoravano fontane e cose del
genere.
“Usagi…fino
ad ora, io e tua madre non ti abbiamo chiesto niente nonostante la maggior
parte dei vostri discorsi fossero assurdi. Ma ora vogliamo chiarimenti. Come
spieghi tutto questo?” disse Kenji sorpreso, quando
vide quelli che erano i resti di un lungo viale che conduceva a un palazzo in
rovina.
Chibiusa strinse la mano alla ragazza quando
la vide titubante.
“Usagi?”
la chiamò la madre, cercando di invogliarla a parlare.
L’interpellata
sospirò, ma prima che potesse prendere parola, Sailor Pluto l’anticipò,
aiutandola nel difficile compito di dire chi era in realtà.
“Questo sono i resti
del Silver Millennium, un regno potente e prosperoso che per secoli ha regnato
sull’intero sistema solare, mantenendo la pace. Noi guerriere Sailor proveniamo
tutte da altri regni, presenti sui nostri rispettivi pianeti e siamo nate con
il compito di proteggere la famiglia reale della luna da possibili attacchi
nemici. I sovrani erano amati da tutti i loro sudditi per la bontà dei loro
cuori e per le grandi prodezze fatte per far si che la pace regnasse, questo
anche grazie al potere del cristallo d’argento, strumento di cui solo loro
potevano usufruirne a pieno. Con il cristallo la famiglia reale ha permesso a
questo regno di fiorire, nonostante le caratteristiche inospitali del
satellite. Ma come tutte le cose anche il Silver Millennium ha conosciuto la
sua fine. Che sia stato destino o semplice disgrazia, non si sa, ma una
tremenda battaglia con una forza oscura, che si era impossessata degli esseri
umani, ha portato alla morte di tutti gli abitanti della luna. L’unica
superstite fu la regina, colei di cui avete sentito parlare nei nostri
discorsi. La grande Regina Selene!”
“Non era tanto grande
se non è riuscita a salvare nemmeno una persona del suo popolo. Prima parlavi
di questa famiglia reale come se fosse chissà che cosa e ora invece scopriamo
che non era niente di speciale. Sinceramente non ci vedo molta differenza tra
tutti gli imperi che ci sono stati sulla terra! ” disse Shingo
portando le mani sopra la testa.
Chibiusa andò vicina a Shingo
e imbronciata gli pesto il piede “Prima di parlare arriva alla fine della
storia!”
“O-ok!” disse Shingo sorpreso dalla reazione della bambina.
“La regina Selene
richiamando a sé il potere del cristallo d’argento è riuscita a sconfiggere,
anche senon in modo definitivo, il
nemico e ormai esausta ha raccolto le sue ultime forze per salvare tutti gli
abitanti della luna, tra cui anche la nostra amata principessa Serenity, morta nel tentativo di ricongiungersi al suo
amato principe Endymion. Questa grave perdita le
spezzò il cuore, rendendola più debole, in quanto il cristallo d’argento
risponde ai sentimenti del proprio custode!”
“è riuscita a far
resuscitare i morti?” chiese Shingo sorpreso.
“No, non proprio! Ha
fatto in modo che i suoi abitanti, potessero tornare alla vita in un tempo
futuro, in un periodo di pace sul pianeta terra!” disse infine Sailor Pluto.
“Vuoi dire che degli
alieni si sono incarnati in dei terrestri?” Chiese Shingo
affascinato.
“Mettiamola così, ma a
parte le guerriere Sailor e la principessa, nessuno sa della sua vita passata e
si può ritenere al cento per cento un essere umano!” rispose la guerriera del
tempo.
Ikuko guardò sua figlia a occhi sgranati
“Quindi ti chiamano principessa perché…” cominciò la donna rivolgendosi a Usagi, non trovando però la forza di andare avanti.
Usagi sospirò “Si, io sono la
reincarnazione della principessa Serenity. Questa era
la mia casa, il mio regno e sarei dovuta diventare regina di questo posto se le
cose non si fossero messe male per noi!” disse fermandosi a guardare i suoi
genitori, che la guardavano con aria spaventata.
“Quindi tu sei sempre
nostra figlia o…oppure…” cominciò Kenji tremante.
Usagi spalancò gli occhi e si avvicinò ai
suoi genitori preoccupata.
Prese le loro
manie disse “Certo! Io sarò sempre
vostra figlia. Come potete pensare che non sia così?” chiese sconvolta “Mamma,
tu mi hai portato in grembo per nove mesi, mi hai dato alla luce, mi hai
cresciuto insieme a papà. Ho fatto i primi passi con voi, ho iniziato a parlare
con voi, ho litigato con Shingo e…abbiamo passato
tutta la mia vita insieme, come potrei non essere vostra figlia. Ho solo
vissuto un’altra vita un millennio fa, ma io… ho ben poco di Serenity. Ho qualche ricordo, qualche emozione di allora,
sono innamorata dello stesso ragazzo, ma non ho lo stesso carattere di allora,
l’unica cosa a rendermi una principessa è l’abito bianco e il marchio sulla
fronte!”
“Su questo non ci
piove!” disse Rei, prendendo la palla al balzo per punzecchiarla.
“Infatti sei ben
lontana dall’essere una principessa! Sei un impiastro, capricciosa, un pozzo
senza fondo. Ancora mi chiedo come tu possa essere mia madre!” disse Chibiusa, facendo la finta affranta.
“Vedi? Nemmeno mia
figlia e la mia guardiana mi portano rispetto e da quanto ne so le principesse
sono servite e riverite e non insultate!” disse Usagi,
facendo la linguaccia alle due.
“Bhe
se io fossi il principe, per questa mancanza di rispetto le farei rinchiudere
nelleprigioni mio palazzo!” disse Shingo, immaginandosi con un bell’abito regale e la corona
in testa.
“Sai Shingo? Non è una cattiva idea!” disse Usagi
guardando di sottecchi Rei, la quale rise nervosamente.
Ikuko accennò a un sorriso sentendosi
sollevata, mentre Kenji non si era lasciato sfuggire
una frase in particolare “Cos’è sta storia che sei innamorata dello stesso
ragazzo? Tu hai una relazione con quel bell’imbusto da più di mille anni?”
disse fulminando il ragazzo.
“Lui è la
reincarnazione del principe Endymion e quindi…
diciamo di si, anche se non stiamo letteralmente insieme da tutto questo tempo!”
disse Usagi alzando le spalle.
Mamoru si abbassò per sussurrare nell’orecchio
della ragazza “Usako, già mi vuole fare a pezzi, se
gli dici anche così firmi la mia condanna a morte!” disse deglutendo. Mentre Usagi sorrise divertita.
Il gruppo continuò a
inoltrarsi nelle rovine, finchè una voce nell’aria
attirò l’attenzione di Sailor Moon, che si fermò di scatto.
“Cosa c’è Usagi?” chiese Sailor Venus, la quale era andata a sbattere
contro la schiena dell’amica.
“Non avete sentito
qualcosa?” domandò la guerriera della luna.
“Io non ho sentito
niente! Haruka?” chiese Michiru.
L’interpellata scosse
la testa.
“Aspettate, ora sento
qualcosa anche io! Sembra quasi…” cominciò Luna.
“La voce della regina
Selene…” terminò Artemis.
Le guerriere si
guardarono intorno finchè, davanti all’entrata del
palazzo reale, una debole proiezione di un corpoapparve davanti ai loro occhi.
Era la sagoma di una
donna dai capelli bianco lilla, legati in due codini, come Sailor Moon. Indossava
un abito bianco e il suo sguardo era dolce e confortante.
Shingo si nascose dietro al padre,
balbettando “N-non credevo che sulla luna ci fossero i f-fantasmi!”
“No Shingo, questo è lo spirito della regina Selene!” disse Sailor
Mercury, inchinandosi al cospetto della regina, così come anche le altre
guerriere Sailor.
Solo Sailor Moon
rimase in piedi, insieme a Sailor Chibiusa che non
sapeva esattamente come comportarsi. Avrebbe copiato le altre guerriere, ma
d'altronde, la donna davanti a lei era sua nonna e inchinarsi le sembrava
troppo formale, anche se in fin dei conti era una estranea.
“Figlia mia,
bentornata!” disse la regina, contenta di rivedere la sua erede nuovamente a
casa.
Ikuko sussultò a quelle parole,
comprendendo che quella donna era davvero la madre della sua bambina. Non sapeva
dire esattamente cosa provasse, ma aveva paura che quella donna, la prima madre
di Usagi, in qualche modo rivendicasse la sua
maternità e le portasse via la ragazza.
“Grazie regina
Selene!” rispose Usagi sorpresa di vedere che il
corpo della donna diventava sempre più trasparente.
Notando lo sguardo
della ragazza la donna rispose “Ho consumato le mie ultime energie per creare
la cupola, in modo da alleggerire il tuo compito. Sono felice di averti potuto
vedere un’ultima volta. Sono orgogliosa di te Serenity!”
disse la regina prima di cominciare a sparire.
“No, aspetta!” disse Usagi, prima di concentrarsi e dare un po’ del suo potere
allo spirito della regina, la quale tornò ad essere ben visibile. Nessuno,
infatti, a vederla avrebbe detto che si trattava solo di uno spirito.
“Figlia mia
cosa…perché lo hai fatto? Dovevi risparmiare le tue energie per quello che devi
fare!” disse la regina confusa “Ti aspetta un duro compito!”
“Lo so, ma…non ho
avuto il coraggio di…insomma mi sei stata sempre vicina in un modo o nell’altro
e non volevo che tu…” Usagi sospirò, trovando
difficile rendere partecipe dei suoi sentimenti quella donna che in passato era
stata sua madre.
Sentiva di avere un
legame con lei, ma allo stesso tempo faceva fatica a considerarla completamente
sua madre. Si ricordava che una volta era riuscita a chiamarla mamma, ma allora
indossava i panni di Serenity e cominciò a domandarsi
se lei e Serenity fossero due entità diverse che
condividevano lo stesso corpo. Aveva così pochi ricordi del passato nei panni
di Usagi, ma quando diventava Serenity
questi ricordo sembravano diventare un po’ numerosi, più forti, riusciva
addirittura a ricordare gli odori che la circondavano nel Silver Millennium.
Sebbene anche quando vestiva i panni di Serenity,
ragionasse come Usagi, sentiva di essere in qualche modo
diversa.
La regina Selene
sorrise e con la mano destra le sfiorò una guancia, gesto che era solito fare
verso sua figlia.
La sovrana affiancò le
ragazze e rivolgendosi alle sailor disse “Alzatevi in piedi guerriere e venite
con me. Vi condurrò all’interno del palazzo, nella camera riservata al
cristallo d’argento!” si rivolse poi alla famiglia di Usagi
“Sarei felice se veniste anche voi. Conoscere il luogo dove vostra figlia ha
vissuto in passato, può aiutarvi a capire meglio Serenity.
Non voglio che ci siano problemi a causa della sua vita passata e in nessun
modo voglio che voi vi sentiate minacciati da me!” disse quest’ultima frase con
un tono di voce morbido e rassicurante, nei confronti di Ikuko.
Le persone superstite
vennero lasciate ad attendere fuori dal palazzo. Venne detto loro che avrebbero
potuto scegliere dove sistemarsi e che potevano considerare quel luogo come la
loro nuova casa.
La gente si guardò
confusa non capendo dove mai avrebbero potuto fare il nido tra quelle macerie,
ma poco tempo dopo, le loro domande trovarono risposta.
Usagi guidava il gruppo anticipando di
poco la regina Selene. Si guardava intorno meravigliata dalla grandezza del
palazzo, che consciamente a stento ricordava, ma nell’inconscio tutto doveva
essere chiaro, perché le sue gambe la condussero da sola, verso la stanza
indicata dalla regina.
La camera era spoglia
e in rovina come tutto il resto. Le mattonelle che in passato si alternavano
dal bianco al nero, erano sbiadite e impolverate, assumendo presso chè la medesima colorazione. Le tende che un tempo
pendevano e si intrecciavano tra di loro, erano cadute a causa dell’invecchiamento
dei ganci che le sostenevano ed erano rovinate in diversi punti. I vetri delle
finestre che si trovavano molto in alto rispetto alla posizione delle
guerriere, erano rotte, lasciando solo gli scheletri, mentre i frammenti di vetro,
alcuni dei quali colorati, erano sparsi a terra. Infine al centro della stanza,
vi era un piccolo altarino, fatto appositamente per il cristallo d’argento.
Esso veniva posato sul cuscinetto posto in cima e faceva fluire il suo potere attraverso
la luna, rendendola vivibile.
“Poggia il cristallo
d’argento sull’ara, figlia mia!” disse la regina Selene, facendo un cenno con
la mano, dandole il permesso di avvicinarsi.
Usagi fu un po’ titubante e la donna
comprese quale fosse il suo pensiero.
“Non ti preoccupare Serenity. Se necessiterai del suo potere, il cristallo si
materializzerà dentro di te appena lo chiamerai!”
Usagi annuì e fece quanto detto. Appena il
cristallo venne poggiato sul piccolo altare, esso cominciò a volteggiare e
lentamente cominciò ad espandere il suo potere.
Per la gente rimasta
fuori si venne a creare uno spettacolo magnifico.
Il palazzo reale, in
un gioco di luci, piano piano riacquistò il suo antico splendore. Le crepe nei muri
vennero risanate, le colonne spezzate si ricomposero, le fontane ripresero a
funzionare e i giardini intorno fiorirono. Poi una volta risanato il perimetro
reale, il potere del cristallo si diffuse anche oltre. Le abitazioni degli
antichi abitanti della luna, che erano crollati, tornarono al loro posto,
colorati e splendidi come nuovi.
Usagi, che nel frattempo aveva assunto le
sembianze di Serenity, rimase meravigliata da tutto
quello splendore, ma una improvvisa vertigine la fece cadere in ginocchio.
Mamoru, che aveva assunto le sembianze di Endymion, l’affianco subito.
Serenity gli sorrise “Sto bene Mamo-chan, sono solo un po’ stanca!” disse appoggiandosi al suo
petto e, chiudendo gli occhi, si addormentò.
La regina Selene si
avvicinò alla figlia e chiese “PrincipeEndymion,
mi puoi fare la cortesia di condurla nella sua stanza? Si trova infondo a
questo corridoio!”
L’interpellato annuì,
ma prima di compiere anche un solo passo, la voce preoccupata di Ikuko si fece sentire “Posso andare con lui?”.
“Non mi devi chiedere
il permesso per stare con tua figlia signora Tsukino.
La sua famiglia è la benvenuta qui. Ci sono anche delle stanze per voi,
scegliete quella che più vi aggrada e fate come se foste a casa vostra. Questo
vale anche per voi guerriere!” disse la regina Selene gentilmente.
“Grazie regina Selene!”disse Rei, per poi sospirare “E così abbiamo di nuovo
Usagi KO!”
“Ha consumato tutta
questa energia per ricreare il regno?” chiese Sailor Jupiter
rivolgendosi alla regina “Credevo che non sarebbe stato dannoso per lei
riuscire a fare tutto questo. Se no non si spiega come voi facevate a mantenere
il regno così rigoglioso tutto il tempo, senza sentirvi mai debole!”
La regina Selene
sorrise “Questo è vero, ma io ero abituata. Per Serenity
tutto questo è nuovo, inoltre tenete conto che sta usando il cristallo
d’argento anche per allontanare la luna dalla terra. Ora stiamo viaggiando
verso la sua solita orbita, in modo tale che la terra possa riacquistare la sua
solita forma, anche se per far si che torni vivibile ci vorrà dal tempo. Il
sale dei mari ha reso i terreni sommersi non coltivabili. La forza
gravitazionale della luna ha smosso inoltre diverse zolle tettoniche creando
potenti terremoti e alcune dei vulcani si sono risvegliati nonostante
dormissero da tempo!”
“Chi l’avrebbe mai
detto che un satellite poteva causare tutti questi danni!” disse Sailor Venus
esasperata.
“Mia regina, quanto
tempo ci vorrà perché tutti noi possiamo ritornare sulla terra?” chiese Sailor
Mercury.
La regina sospirò “Tutto
questo dipende dalle intenzioni che ha Serenity! Se
vuole o meno guarire solo il pianeta terra senza includerci i suoi abitanti!”
“Strano, sei stata
proprio tu a dire a mia figlia che lei aveva il potere di rimediare ai disastri
che mia sorella ha fatto. Dalla discussione che abbiamo avuto credo che voglia
provare a darti ragione, anche se questo richiederà diverso tempo!” disse la
regina Selene.
“Vuole dire che ha
intenzione di riportare la terra allo stato in cui si trovava prima che
venissimo attaccati?” chiese Sailor Mercury sgranando gli occhi.
“Direi di si!” disse
sorridendo la regina.
Le guerriere si
guardarono preoccupate, temendo per le sorti della principessa.
“Ma questo potrebbe essere
difficile per lei, potrebbe costarle la vita!” cominciò Sailor Mars allarmata,
stringendo i pugni a una eventualità del genere.
“Sailor Mars ha
ragione. La principessa non ha raggiunto la sua piena maturità nell’utilizzo
del cristallo e anche se la raggiungesse, sarebbe comunque rischioso!” disse
Luna, appoggiata da Artemis.
“Si, avete ragione, ma
tutto questo accadrebbe se usasse il suo potere per rimediare al disastro tutto
in una volta! Serenity e io abbiamo discusso
attentamente. Le persone perite che sono rimaste sul pianeta, sono state
risuscitate, ma non nel vero senso della parola. Possiamo dire che non sono più
morti, ma non sono in grado di svegliarsi, in quanto i loro corpi sono ancora
feriti e dovranno riprendersi dallo stato di decomposizione a cui erano già
andati incontro e per fare questo ci vorranno secoli e mentre guarirà i loro
corpi, il cristallo d’argento curerà anche la terra, finchè
tutto non sarà pronto per il risveglio!” spiegò la regina Selene, dando un’occhiata
a Sailor Pluto, sperando che lei capisse.
“Non può essere! Mia
regina, mi vuole dire che la terra è come se fosse caduta in un profondo sonno,
proprio come sarebbe dovuto accadere con la grande glaciazione che avrebbe
interessato il pianeta e che avrebbe dato vita a Crystal Tokyo?” chiese Sailor
Pluto sorpresa.
La regina annuì.
“Questo vuol dire che
quando torneremo a casa, il principe e la principessa regneranno sulla terra!”disse Sailor Saturn
sorpresa.
“Ma la storia non può
essere cambiata. Non così drasticamente senza che me ne rendessi conto!” disse
Sailor Pluto stranita “Non ho avvertito paradossi temporali!”
“Questo perché il destino
cerca sempre di compiersi. La principessa Kaguya,
colei che sarebbe stata la causa della glaciazione del pianeta è già stata
sconfitta, in quanto è apparsa prima del tempo e il destino ha trovato un altro
modo per portarvi al futuro che conoscete!” disse Selene per poi accarezzare la
testa a Chibiusa che sorrise timidamente.
“Accidenti, sta
accadendo tutto così in fretta!”disse
Sailor Jupiter.
“In fretta? Ci vorranno
quasi mille anni!” disse Sailor Venus “Però in effetti, credevo di avere più
tempo da trascorrere sulla terra prima del grande cambiamento!” disse sconsolata.
“è il nostro destino,
che differenza fa se accade prima o dopo? Sarebbe successo comunque!” disse
Sailor Urano sbuffando.
“Vuoi dire che tu eri
pronta a tutto questo?” chiese Sailor Mars.
Sailor Urano arrossì e
distogliendo lo sguardo disse “N-non proprio!”
Sailor Nettuno sorrise
dicendo “Le dispiace di non poter gareggiare con la sua macchina, al gran
premio che si sarebbe tenuto tra due settimane a Pechino!”
“Ehi, anche io avevo
dei progetti che volevo portare a termine prima di dover dire addio a tutto!”
disse la guerriera di Urano, mettendo il broncio e strappando una risata a
tutti.
“Bene guerriere. Ora
che sapete come stanno le cose, vi consiglio di riposare. Non sappiamo per quanto
tempo potremo goderci questa tranquillità. Kendra è
ancora la fuori e non si darà pace, finchè non avrà
attenuto ciò che vuole. Io sorveglierò su tutti voi! Andate!”
Le guerriere annuirono
e obbedirono volentieri, dato che la stanchezza cominciava a farsi sentire.
Capitolo 14 *** Capitolo 14: La fedeltà delle guerriere ***
Capitolo 14: La fedeltà delle guerriere
Ikuko, kenji e Shingo, dopo essersi assicurati che la loroUsagi stesse bene,
andaronoa cercarsi una stanza,
lasciando soli Endymion e Serenity
con gran rammarico del padre della ragazza.
Esso accettò di
andarsene, ma volle a tutti i costi la camera adiacente con quella della
figlia, in modo tale da potersi accertare che niente di sconvenienteaccadesse in sua assenza.
Mamoru appoggiò la sua amata nel letto e la
coprì dolcemente, donandole poi un bacio sulla fronte.
Si guardò in torno per
osservare l’ambiante, nel quale nemmeno nella sua vita precedente era mai
stato.
Sebbene avesse dovuto
aspettarsi tutta quella eleganza, trovandosi nella camera di una principessa,
rimase sorpreso da tutta quella regalità.
Essa era di forma
quadrata con un letto a due piazze a baldacchino in centro. Su di esso vi erano
lenzuola bianche con bordature argentate di seta e legate ai pilastri del letto
vi erano tendine bianche trasparenti. A sinistra del mobile vi era un tappeto
soffice di colore rosa pallido,che si
abbinava al colore delle pareti, sulle quali era presente una striatura bianca
poco prima del soffitto, con il simbolo della famiglia reale ripetuto più volte.
A sinistra della
stanza, accanto alla porta di legno pitturata di bianco, vi era un armadio ante
tre ante, decorato conghirigori dorati
e argentati.
Nel muro davanti al
letto si trovava una libreria enorme, con centinaia di libri, che circondava
una scrivania ben ordinata con diversa cancelleria sopra di essa. Alla parete
di destra c’era l’angolo dove Serenity si preparava
per rendersi presentabile alle cerimonie e feste. Vi era un comodino con
diversi trucchi, spazzole, fermagli per capelli. Uno specchio ovale che
permetteva di specchiarsi interamente e infine, un’enorme vetrata che si
affacciava a un piccolo terrazzo dove la visione della terra era assicurata.
Mamoru si sdraiò accanto ad Usagi e appoggiandosi sul gomito sinistro per tenersi
sollevato, la osservò dormire.
Ogni volta che si trasformava
nella principessa della luna, il ragazzo aveva l’impressione che la ragazza,
diventasse ancora più bella. La sua pelle diventava più luminosa, sui suoi
capelli dorati comparivano dei riflessi argentati e gli occhi, al momento
chiusi, sembravano brillare di più.
Cominciò ad
accarezzarle i capelli delicatamente per non svegliarla, ma ella, come se
percepisse la presenza del suo amato accanto a sé, si avvicinò maggiormente a
lui, poggiandosi sul suo petto.
Passò diverso tempo in
cui i due rimasero abbracciati e Mamoru, a
malincuore, decise che era meglio per lui recarsi nella sua stanza. Avrebbe
voluto rimanere accanto ad Usagi, ma sapeva che
sarebbe stata una pessima idea con il futuro suocero che lo sorvegliava di
continuo.
Cercò di spostarsi
lentamente, ma si rese conto che i suoi movimenti erano resi più difficili
dalla forte presa che Usagi aveva su di lui. Sembrava
come se la ragazza non volesse lasciarlo andare. Fu in quel momento che si
accorse che ella era sveglia e lo stava trattenendo a sé di proposito.
“Scusa, ti ho
svegliato!” disse Mamoru dispiaciuto.
Usagi scosse la testa esi strinse maggiormente a lui.
“Sono sveglia già da
un po’, ma tu non te ne sei accorto a causa dei pensieri che affollavano la tua
mente!”
Il ragazzo sorrise per
poi notare che la sua amata gli stava facendo quegli occhioni da cucciolo che
lo scioglievano sempre, quello stesso sguardo che faceva Chibiusa
quando voleva qualcosa.
“Dove stai andando?
Resta ancora qui con me, per favore!” disse Usagi.
Il ragazzo arrossì e
rispose “V-vorrei, ma…” cominciò, indicando poi una parete della stanza “…tuo
padre si è sistemato nella stanza accanto. Immagina perché. Meglio che non mi
trovi qui quando deciderà di farti visita!”
Serenity si tirò su e ridacchiando disse
“Dovevo aspettarmelo! Dovremo fare come in passato, quando per vederci,
dovevamo nasconderci!”
“Che poi nasconderci
non funzionava tanto. La regina Selene conosceva tutte le nostre scappatelle!”
rise Endymion.
“Già!” rispose Usagi, per poi chiedere curiosa “Non ti sembra strano che
la regina non ci abbia mai ostacolato? Di tanto in tanto mi rimproverava sul
fatto che il nostro era un amore proibito, ma non sembrava poi metterci così
tanto impegno!”
“I miei genitori
invece con i rimproveri ci andavano pesante. Mi hanno anche presentato un
centinaio di ragazze, sperando che mi scordassi di te!” disse Mamoru per poi spalancare gli occhi.
“Non credevo avessi
tutti questi ricordi! Non me ne hai mai parlato!” disse Usagi
interessata.
“In realtà….non so da
dove siano venuti fuori!” rispose sinceramente il ragazzo.
“Forse il fatto che
siamo trasformati in principi da diverso tempo, sta facendo riaffiorare in noi
diversi ricordi!”
Mamoru sembrò d’accordo con quella teoria,
ma Usagi improvvisamente si rattristò.
“Cosa c’è?” chiese il
primo, notando la sua espressione.
“Ecco…io…mi stavo
domandando se…se questi ricordi continueranno a riaffiorare, chi saremo noi
infine? Saremo ancora Usagi e Mamoru
o diventeremo solamente Serenity ed Endymion?”
Il ragazzo sembrò riflettere
sulla questione posta e disse “Se credi che una personalità possa prevalere
sull’altra, io credo che saremo chi scegliamo di essere, ma sinceramente io non
considero i noi stessi del presente e quelli del passato due entità diverse.
Entrambi fanno parte di noi, è ciò che siamo. Adesso anche se indosso i panni
di Endymion, non mi sento diverso dal solito e i
ricordi del passato del me stesso di un tempo, aumentano solo il numero di
esperienze fatte, che possono tornarmi utili. Se siamo davvero destinati a
diventare re e regina, non credi che avere un po’ della personalità e ricordi
dei noi stessi del passato possa tornarci utile?”
“Si, forse. Ora come
ora, non saprei nemmeno da che parte partire a governare un paesino,
figuriamoci un mondo intero!” disse s Usagi
sospirando.
“E poi cosa importa
chi siamo, io ti amerò per sempre comunque, che tu sia Usako
o Serenity!” disse Mamoru
per poi poggiare le labbra su quelle della ragazza per iniziare a scambiarsi un
bacio passionale, il quale venne interrotto da Serenity.
“Ma non preferiresti
che fossi più intelligente, meno pasticciona e più elegante come lo era Serenity?”
“Usako,
non è la prima volta che ti fai queste paranoie. Non so più come dirtelo. Io ti
amo per la persona meravigliosa che sei, non mi interessano quali sono i tuoi
difetti!” disse Mamoru, prendendole una mano e
portandosela al viso.
“Ma anche Neo Queen Serenity sembra essere così diversa da me. Sembra essere
così perfetta e…” cominciò Usagi, prima di essere
interrotta.
“Tu l’hai mai vista? Hai
mai visto come si comporta quando non deve avere a che fare con il pubblico? Chibiusa ne parla bene, come se fosse la donna più perfetta
al mondo, ma è logico. È pur sempre sua madre, no? Difficilmente quando si
parla di una persona che si ama, si lasciano intravvedere i difetti, perché in
fin dei conti, questi hanno poca importanza!”
Usagi annuì.
“E poi un lato non
perfetto dei Neo Queen Serenity lo conosciamo e
questo ti fa capire quanto della vecchia Usagi sia
rimasto in lei!” disse Mamoru divertito.
“Di che parli?” Chiese
Usagi confusa.
“Ti ricordi la lettera
di accompagnamento che Chibiusa ci ha fatto leggere
quando è tornata per la prima volta dal futuro? Era piena di errori di
ortografia e soprattutto scritta tutta in hiragana.
Anche uno straniero farebbe lo sforzo di metterci qualche Kanji!”
disse Endymion prendendola in giro.
“Hai ragion….Mamo-chan. Vuoi dire che non so scrivere?” disse Usagi mettendo il broncio.
“Quello che voglio
farti capire che nessuno è perfetto, nemmeno la te stessa del futuro e se anche
lei sembra più sicura di sé, non è detto che tu non lo possa diventare. Ma devi
essere tu a volerlo e non diventarlo perché ti senti
costretta. D’accordo?”
Usagi sorrise e annuì.
“Bene. Ora riposa, ci
vedremo domani mattina!” disse Mamoruper poi uscire dalla stanza.
Aprì gli occhi
sentendosi improvvisamente strana. Si guardò intorno e apparentemente sembrava
tutto nella norma, anche se l’atmosfera che regnava nella sua stanza era più
cupa, rispetto a prima.
Si alzò uscendo nel
corridoio, dove quella strana sensazione non l’abbandonò.
Sentiva dei brividi
percorrerle tutto il corpo mentre si inoltrava sempre più fra le mura del
palazzo, luogo dove poco prima era tornata la vita e che in quel momentosembrava essere nuovamente caduto in rovina.
Chiamò Mamoru, le sue amiche e i suoi genitori, entrando nelle
varie stanze, ma non trovò nessuno, né alcuna risposta giunse alle sue
orecchie.
Iniziando a sentire il
panico aumentare, continuò a cercare nelle altre ali del palazzo, giungendo poi
fino alla parte più remota dell’edificio.
Non ricordava a cosa
servisse quel luogo, ma le sembrava strano che tutte le persone che amava, si
trovassero in quel posto. Non ne vedeva il motivo.
Fece per andarsene
quando il suono di alcune voci attirò la sua attenzione.
Provenivano da dietro
a una porticina diverse dalle altre, più vecchia e mal tenuta. Dietro doveva
trovarsi la cantina.
Incuriosita aprì
leggermente la porta e vide che all’interno della stanza vi erano le sue amiche
che discutevano tra di loro.
Si domandò perché mai
avessero indetto una riunione senza avvertirla. Pensò che probabilmente
volevano discutere a proposito di un piano per proteggerla e quello
spiegherebbe il motivo per cui erano andate a rintanarsi in quel posto
“sperduto”, ma un altro dubbio l’assalì.
E se si erano riunite
per complottare alle sue spalle?
Sussultò a quel
pensiero. Mai aveva dubitato delle sue compagne e si domandò da dove quel
pensiero fosse venuto fuori.
Le sue amiche non
l’avrebbero mai tradita e proprio quando decise di tornare nelle sue stanze,
sentì dire da Sailor Mars “Io non ne posso più di quella patetica di Usagi!”
L’interpellata sgranò
gli occhi incredula a quelle parole.
Rei era solita
insultarla quando la prendeva in giro, ma le parole dette non erano mai
pronunciate con cattiveria, come era successo in quel momento.
“Nemmeno io. Se non
fosse stato per la sua incapacità, ora ci troveremo ancora sulla terra!” disse
Sailor Mercury, lasciando senza parole Usagi.
“Cosa ti aspettavi?
Non è poi così potente. Come potevamo sperare che salvasse tutto il pianeta?”
chiese Sailor Venus.
“Già, non so cosa
pensavo quando l’ho scelta per diventare Sailor Moon!” disse Luna, per poi
sbuffare.
“Tutti commettiamo
errori Luna. Non ti cruciare!” disse Sailor Jupiter.
Usagi strinse i pugni a quelle parole. Non
riusciva a capire come le sue amiche potevano cambiare faccia alle sue spalle.
Prima la elogiavano, le facevano credere di essere capace di fare
l’impossibile, poi invece loro erano le prime a non credere in lei.
“Ora però il problema
rimane. Dobbiamo sbarazzarci di lei!” disse Sailor Urano.
Serenity fece un passo indietro inorridita.
Sperava che almeno le Outher fossero ancora dalla sua
parte. Si erano dimostrate dure molte volte, ma non perché ce l’avessero con lei,
o almeno così credeva.
“Perché non la
consegniamo a Kendra? Ci penserebbe lei a sbarazzarsi
di quella piagnucolona!” disse Sailor Nettuno, sedendosi su di un barile.
“Io non credo sia una
buona idea. Una volta che saprà che l’abbiamo tradita, si unirà a lei e prima
che la nostra nemica possa fare qualcosa, la principessa potrebbe utilizzare il
suo potere per annientarci!” disse Sailor Pluto.
“è vero, solo perché
la principessa è un’imbranata che non sa fare un passo senza di noi, non vuol
dire che il cristallo sia da sottovalutare!” disse Sailor Saturn.
Usagi non riuscì più a trattenere le
lacrime, ma un barlume di speranza si riaccese in lei quando sentì la voce di Chibiusa.
“Ehi, ma che cosa vi
prender a tutti quanti? Vi rendete conto di quello che state dicendo? Volete
davvero eliminare Usagi? Non potete farlo!” disse la
piccola guerriera.
“E perché mai?” chiese
infastidito Artemis.
“Perché è mia madre!”
disse semplicemente.
“Oh già, eliminata
lei, tu sparisci!” disse Sailor Mars, alzando le spalle.
“Grazie tante, per
esservelo ricordate. Per quanto non mi piaccia Usagi,
io voglio nascere!” disse la bambina, mettendo il broncio e facendo crollare
l’ultima speranza della principessa.
Dall’ombra uscì una
persona che Serenity, fino a quel momento, non aveva
visto: Mamoru.
Dall’espressione del
viso, non provò nemmeno a pensare che lui fosse lì per difenderla.
Non aveva mai visto
tanto disprezzo sul volto del suo amato, nemmeno quando cercava di farsi odiare
quando l’aveva lasciata per proteggerla.
“Vorrà dire che non
nascerai.Non ho la minima intenzione di
stare con quella solo per te. Ogni volta che ti guardo mi ricordi lei e non so
chi delle due odio di più!” disse Mamoru infastidito.
Serenity si strinse le mani attorno alla
testa. Quella doveva essere per forza un’illusione. I suoi amici non potevano
essere così cattivi senza che lei si fosse accorta di niente e Mamoru non poteva dire quelle cose orribili a riguardo
della loro figlia futura.
Ma nonostante pensasse
quelle cose, la ragazza non riusciva a trovare pace. Se era solo un’illusione,
lei non avrebbe dovuto sentirsi come se il suo cuore venisse fatto a fettine.
Non dovrebbe sentire tutto quel dolore che provava dentro l’anima.
“Bhe
un modo per nascere ci sarebbe, ma avresti probabilmente un diverso colore di
capelli!” disse Rei.
“Cosa vuoi dire?”
chiese Chibiusa confusa.
“Potrei essere io tua
madre!” rispose la guerriera di Marte, mentre Mamoru
si avvicinò a lei, cingendole la vita, per poi darle un bacio passionale.
Usagi sentì le gambe cedere al suo peso e
si ritrovò in ginocchio, incapace di staccare gli occhi dalla scena.
Non poteva credere che
Rei e Mamoru la tradissero in quel modo.
Poi una voce nella sua
mente disse “Di cosa ti sorprendi? A Rei è sempre piaciuto Mamoru.
Sono anche usciti insieme ricordi? Si è fatta da parte solo per quella faccenda
di Endymion e Serenity, ma
la verità è che non ha mai scordato Mamoru e lui è
rimasto insieme a te solo perché si sentiva costretto!”
“No! Non è vero, Mamo-chan mi ama, me l’ho detto prima!” disse la ragazza
rannicchiandosi e scuotendo sempre più la testa, sperando di scacciare quella
voce.
“Lo ha detto solo per
farti stare zitta e per andare presto a dormire. Se ti amasse veramente,
sarebbe stato con te tutta la notte, non si sarebbe spaventato per la presenza
di tuo padre!”
“No, questo non è
vero, no!” urlò la ragazza attirando l’attenzione delle guerriere, che la
circondarono immediatamente.
“Guarda, guarda un po’
chi c’è qui!” disse Sailor Urano con disprezzo “La principessina non riusciva a
dormire per caso? Forse sotto al materasso c’era qualcosa che la disturbava?”
“Oh bene. Sono
contenta che le cose siano venute a galla, almeno non dovrò più fingere!” disse
Sailor Mercury.
“Heles,
Ami-cha…vi prego, ditemi che non è vero?” disse Usagi
in preda alle lacrime.
“è tutto vero baka.
Non so come tu non sia riuscita a capirlo prima eppure…no, non mi sorprende la
cosa. Infondo sei solo una stupida!” disse Sailor Mars abbracciando Mamoru.
“Mamo-chan…” sussurrò Usagi disperata.
“Non chiamarmi in quel
modo. Mi puoi chiamare Chiba-san. Sono stanco di giocare con te. Voglio stare
finalmente con la donna che amo!” disse il ragazzo dando un bacio nei capelli
di Rei.
“No! Vi prego!” disse
dal basso verso l’alto, mentre vedeva le guerriere avvicinarsi maggiormente
vicino a lei.
“Ragazze!” disse,
sempre più impaurita.
“Finalmente avrò la
madre che mi merito!” disse Chibiusa, facendo
sussultare Usagi, la quale vide che i codini della
bambina dal rosa, si stavano colorando di nero.
“No!” disse piano.
“No!” urlò poi con
tutto il fiato che aveva in gola.
Le urla di Serenity destarono tutti, i quali, temendo per l’incolumità
della principessa, si precipitarono nella stanza della ragazza. La trovarono
che si dimenava tra le coperte e fradicia di sudore, come se qualcuno cercasse
di farle del male.
Endymion fu il primo ad affiancare Chibiusa, la quale si trovava già nella stanza, avendo
deciso di dormire con la sua futura mamma, proprio come faceva sulla terra.
La bambina era
spaventata, soprattutto perché i suoi sforzi per svegliare Usagi,
erano stati vani.
“Usako,
Usako, svegliati!” disse Mamoru
scuotendo la ragazza. “Usako, mi senti?”
Anche le sue amiche la
chiamarono ripetutamente, senza che questa però si destasse dal suo sonno.
Sailor Mars le aveva dato anche uno schiaffo, sperando che funzionasse, ma
nemmeno quello ebbe un buon esito.
La ragazza continuava
a dormire e a farfugliare cose incomprensibili, non facendo comprendere alle
guerriere cosa stesse sognando.
“Questo non è un
incubo qualunque. È creato da qualcuno!” disse Sailor Mercury, mentre usava il
suo portatile per controllare le condizioni della sua amica.
“Il suo cervello sta
lavorando di più rispetto a quanto farebbe per un sogno e questo non è
normale!” disse la guerriera di mercurio.
“Potrebbe essere Kendra? Le sta facendo nuovamente il lavaggio del
cervello?” chiese Chibiusa terrorizzata.
“ Non è da escludere!”
disse Ami, chiudendo il computer.
Usagi continuò ad agitarsi finchè urlando, non si mise di scatto a sedere.
Si guardò intorno con
occhi sgranati, in un primo momento non riconoscendo né il postodove si trovava, né i suoi amici, che
preoccupati la fissavano in attesa che dicesse loro qualcosa.
“Usagi,
tesoro…tutto bene?” chiese Ikuko sedendosi ai piedi
del letto e accarezzandole una gamba.
La ragazza guardò
tutti i presenti e capì dai loro sguardi di non trovarsi in pericolo.
“E-era s-solo u-un
sogno?” chiese rilassando le mani, che fino a quel momento erano rimasti
serrati.
“Si, tesoro. Ci hai
fatto spaventare. Non riuscivamo a svegliarti!” disse Kenji
preoccupato.
“M-mi dispiace!” disse
in un sussurro la ragazza, abbassando la testa.
“Cosa hai sognato?”
chiese Chibiusa curiosa.
“Io…io…” cominciò Usagi scuotendo la testa “Io non lo ricordo!” disse con
voce tremante.
“Io non ti credo!”
disse Sailor Urano, che era rimasta un po’ in disparte con le braccia conserte
a osservare.
“Sailor Urano non mi
sembra il caso di sforzarla a…” cominciò Sailor Nettuno, ma che venne
interrotta dall’amica.
“Michiru,
lo vedi anche tu in che stato è. È terrorizzata e shoccata
per quanto ha visto in sogno e se è davvero opera di Kendra,
dobbiamo obbligarla a parlare o faremo solo il gioco della nostra nemica!”
disse seria la ragazza.
“Sailor Urano ha
ragione Usako. Dicci cosa hai visto. Potremo aiutarti
se…” Mamoru non terminò la frase sorpreso dal gesto
della ragazza.
Questa infatti, quando
Endymion le afferrò la mano per tranquillizzarla, si
scosse da lui velocemente, come se non volesse essere assolutamente toccata da
lui.
“Usagi!”
disse sorpresa Rei, la quale fu sorpresa quando Serenity
le regalò uno sguardo di ghiaccio. Anche se questo durò una frazione di
secondo, prima che i suoi occhi tornassero normali, il tempo fu abbastanza perché
tutti potessero accorgersi di quel cambiamento improvviso.
“Come temevo? Non è
normale che si comporti così. Cosa può aver visto da portarla a rifiutare una
carezza del principe e a guardarci in quel modo?” chiese Sailor Urano dura, ma
preoccupataallo stesso tempo.
“Principessa, qualsiasi
cosa tu abbia visto, non è reale!” disse Sailor Pluto ansiosa.
Usagi abbassò il capo e annuì “Si, credo…è
che…” cominciò, prima di sentire nuovamente la voce del sogno.
“Chi ti assicura che
quello che stai vivendo ora, non sia una menzogna?”
La ragazza si portò le
mani alla testa e ripeté quello che aveva appena sentito.
“Cosa? Usagi cosa stai dicendo? Questo non è una bugia. Noi siamo
qua davanti a te!”
La ragazza guardò le
persone confusa e chiese “Si vi vedo, ma…chi mi garantisce che non state
indossando una maschera. Chi mi garantisce che non avete intenzione di
tradirmi?” disse ripetendo sempre quello che la voce le diceva. Era come se
nella sua testa ci fosse una battaglia fra le sue paure e la ragione.
Le guerriere
sussultarono.
“No, non lo faremo
mai! Sei una nostra cara amica Usagi, ti vogliamo
bene!” disse Sailor Venus allarmata, inginocchiandosi a terra accanto al suo
letto per afferrarle una mano e stringerla forte.
“E tu queste cose le
sai bene. È solo quella perfida strega che ti mette la pulce nell’orecchio e
quello chemi fa arrabbiare e che tu le
stai anche dando retta!” disse Urano stringendo i pugni.
“Non sto dando retta a
niente è solo che…!” cominciò Usagi mettendosi sulla
difensiva, inutilmente.
“Si invece, hai appena
messo in dubbio la nostra fedeltà principessa!” disse Sailor Saturn rattristata.
Quelle parole furono
come una doccia fredda per Usagi, la quale cominciò a
piangere.
“M-mi dispiace io…io
non volevo. S-sono così confusa, io…io so che quanto ho visto non corrisponde a
verità, ma una parte di me ha sempre paura che voi mi abbandoniate. Non importa
quale sia ilmodo in cui lo facciate!”
disse cercando questa volta l’abbraccio di Mamoru,
che non glielo negò.
“Se mai ti dovessimo
abbandonare, lo faremo solo perché siamo morte e non perché vogliamo tradirti.
Io e Michiru ti abbiamo fatto credere di averti
tradito nella lotta contro Galaxia, ma solo per arrivare a lei. Non c’è mai
passato per la testa di voltarti le spalle…né a noi due, né alle altre ragazze.
Quindi non dubitare mai più della nostra fedeltà…MAI!” disse Sailor Urano con
sguardo duro “Hai capito?”
Serenity la guardò, si morse il labbro e
debolmente rispose “Si!”
“Ragazze, se la nemica
sta giocando con la sua testa, è davvero difficile riuscire a resistere. Sono
riusciti a fare il lavaggio del cervello anche a me una volta!” disse Chibiusa.
“Sailor Chibiusa ha ragione. Quando il nemico gioca con le tue
paure, a volte è difficile far prevalere la ragione. Ci sono quasi cascata
anche io, anni fa. Se non avessi fatto prevalere i miei sentimenti verso di
voi, vi avrei attaccato quella volta!” disse Sailor Mercury.
“Si, ma alla fine hai
resistito. Non hai ceduto!” disse Sailor Nettuno.
“Prima di tutto, Usagi non ha ancora ceduto, secondo i miei dubbi sono
statiinferti da un semplice automa, non
dalla fonte che lo ha creato, come è successo a Chibiusa
e sta succedendo ora a lei. La loro influenza è di sicuro maggiore,
probabilmente al loro posto, anche io sarei crollata!” continuò la guerriera di
mercurio.
“Questo succede quando non si crede in se stessi!” disse Sailor Urano.
Sailor Mercury alzò la
voce e rivolgendosi alla guerriera di urano disse “Non
possiamo essere tutti come te Heles o come voi Outhers. Voi siete più fredde di noi inners
e non so se questo vostro modo di essere sia dovuto alla vicinanza del sole ai
nostri pianeti o per il modo in cui siete cresciute, ma questo non toglie il
fatto che la differenza tra noi e voi si vede lontano un miglio!”
“Più fredde, cioè
senza sentimenti?” chiese Sailor Urano infastidita.
“Sailor Mercury non intende
dire questo!” cominciò Sailor Pluto “Noi siamo più riflessive e ci lasciamo
condizionare meno dai sentimenti, questo per il compito che ci è stato
assegnato. Noi ai tempi del Silver Millennium siamo semprestate a guardia del regno rimanendo nei
nostri rispettivi posti, mentre le inners, sebbene
avessero il nostro stesso compito, potevano incontrarsi e andare alle feste di
palazzo e fare amicizia tra di loro. Noi abbiamo sofferto la solitudine e
questo ci ha reso come dice Sailor Mercury più fredde, cioè meno incline a
esternare i nostri sentimenti. Non è un offesa, anzi forse in questo momento
per lei è più un complimento, vero?” chiese dolcemente la guerriera di Plutone.
Ami annuì “Ho sempre
ammirato la vostra forza e il fatto che non vi fate intimidire da nessuno!”
Un silenzio cadde fra
i presenti finchè un sospiro si sentì.
“Mi dispiace. Non volevo
creare contrasti fra di voi!” disse Usagi.
“Nessun contrasto. Diciamo
che questa situazione ci ha permesso di conoscerci un po’ meglio. Non credete?”
chiese Sailor Saturn alle altre, le quali annuirono.
Serenity sorrise
riconoscente del fatto che non le facessero pesare la sua momentanea debolezza,
ma per quella volta, non aveva la minima intenzione di tornare a dormire e di
permettere a Kendra di giocare nuovamente con lei.
Dopo quanto successo, Serenity difficilmente veniva lasciata sola.
Le sue amiche volevano
proteggerla dai giochi di mente a cui Kendra la
sottoponeva, ormai non solo più di notte, ma anche durante il giorno.
Accadeva tutto in
pochi secondi, un attimo prima la ragazza era tranquilla e serena, un attimo
dopo sembrava congelarsi sul posto a causa di alcune visioni che iniziavano a
tormentarla.
Quando ella diventava
scostante, o iniziava a parlare da sola, significava che la voce, di cui aveva
parlato loro, era tornata alla carica.
La voce che le
rimbombava in testa, era uguale alla sua, tanto da renderle difficile distingue
quando le cose erano vere o false.
Cominciava quindi a
domandarsi fino a che punto fosse Kendra a giocare
con lei e quanto di quello che sentiva fossero veramente i suoi pensieri e
paure.
A volte si ci
mettevano anche le immagini a complicare il tutto. Vedeva infatti i volti delle
loro amiche cambiare da un momento all’altro. Se magari la guardavano
dolcemente, vedeva le loro espressioni tramutarsi in disprezzo o vedeva ghigni
malvagi.
Anche ciò che dicevano
era diverso da quello che corrispondeva a verità.
Infatti una volta, quando Sailor Mars le chiese se andava tutto bene, quando la vide impallidire improvvisamente, Usagi nella sua immaginazione la sentì esprimere l'odio che provava nei suoi confronti.
L’unica cosa che
riusciva a non farla cedere, era il senso di colpa che aveva provato quando
Sailor Saturn le aveva fatto notare che aveva messo
in dubbio la loro fiducia. Si era sentita malissimo e ogni volta cercava di
aggrapparsi a quel sentimento per scacciare via i brutti pensieri.
La regina Selene
osservava la figlia con preoccupazione, temendo che quanto successo in passato
si verificasse nuovamente.
Aveva paura che la sua
bambina potesse cedere al male, proprio come era successo con sua sorella.
Non potendo stare a
vedere la storia ripetersi, andò a cercare Mamoru “Principe
Endymion, c’è una cosa che vorrei mostrarti!”
Il ragazzo annuì e
dopo aver chiamato anche Sailor Mercury, secondo la richiesta della regina, i
due seguirono quest’ultima in una stanza che sembrava non venire utilizzata da
molto prima che il regno venisse distrutto, dato che essa non era tornata come
nuova come tutto il resto del Silver Millennium.
Per passare il tempo,
Sailor Venus, Sailor Jupiter, Sailor Saturn e Sailor Nettuno, andarono a fare un giro per
assicurarsi che tutto fosse tranquillo, mentre il restante delle guerriere
rimaneva a palazzo a sorvegliare la principessa.
Anche la famiglia di quest’ultima
si unì al tour sulla luna, i quali rimasero alquanto sorpresi nel vedere che
tutto era molto simile alle città terrestri. Infatti, sebbene il regno fosse
esistito tempi orsono, era molto avanzata. Le abitazioni però erano basse,
infatti niente doveva risultare più alto del palazzo reale.
Vi erano luci colorate,
schermi in giro come a Tokyo che in momenti normali probabilmente avrebbero
proiettato qualcosa, invece di essere spenti come in quel frangente. Vi erano
negozi ovunque, con le saracinesche chiuse e la gente andava in giro
incuriosita, anch’essi cercando di esplorare il satellite.
Le strade erano molto
affollate, tanto che le guerriere si domandarono se ci fosse spazio per tutti.
Facendo un rapido calcolo, avrebbero dovuto essere presenti all’incirca due
miliardi di persone provenienti da tutto il mondo e la luna non era mai
arrivata ad avere tanti abitanti.
Infatti videro che
molte persone si erano sistemate per strada, non trovando un rifugio libero,
mentre altri, che avevano preso possesso per primi di un’abitazione, si erano resi
disponibili a offrire ospitalità a chi non aveva trovato un posto dove stare.
Molte persone erano spaesati
da quel drastico cambiamento. Non avevano più un lavoro o qualcosa da
fare,molti rimpiangevano i loro cari
perduti, soprattutto le popolazioni maggiormente colpite, dove molti bambini si
erano ritrovati improvvisamente soli. Quella pace e felicità che si respirava un
tempo sulla luna, sembrava ben lontano dall’essere ripristinata.
Le guerriere si
guardarono preoccupate. Dovevano fare qualcosa per spiegare alla gente quanto
stava succedendo e trovare un modo per sistemare tutti, dato che nessuno probabilmente
sarebbe tornato sulla terra.
“Ma questo posto è….è
incredibile. Mai visti tanti macchinari in vita mia!” disse Sailor Mercury
entrando in una stanza ricca di computer, installati per garantire una maggiore
sicurezza al regno.
“Questa è la sala di
controllo, dove il sistema solare veniva perennemente monitorato, cercando di
captare presenze negative che le guerriere Sailor non riuscivano a
intercettare, dandoci modo di pensare a un attacco offensivo o difensivo in
caso di bisogno!” disse la regina Selene.
“Potrebbe tornarci
molto utile!” disse Mamoru, che venne assalito da un
dubbio quando si guardointorno.
La tecnologia in quel
posto sembrava essere molto avanzata o per meglio dire, la tecnologia terrestre
sembrava assolutamente obsoleta rispetto a quei macchinari.
Ricordava di aver
visto qualcosa di simile a Cristal Tokyo anni fa ed
era rimasto affascinato da cosa si poteva fare con dei marchingegni simili.
Selene abbassò il capo
“Avrei dovuto dirvi subito di questa sala, ma il fatto è che dubitavo che foste
in grado di utilizzarli, essendo una tecnologia diversa rispetto alla vostra e
inoltre…io non posso esservi utile. Non so come accenderlo, né se sono ancora
funzionanti. Nessuno li ha più usati nessuno da quando…diciamo che non vengono
usati da parecchio!” rispose la regina per poi sospirare.
“Sailor Mercury, ho
chiamato te perché hovisto che col
computer te la cavi piuttosto bene e speravo che con la tua intelligenza fossi
in grado di capire come farlo partire e tu, principe Endymion,
se te la senti, vorrei affidare a te il compito di sorvegliare il satellite.
Ovviamente non sarai solo. Potrai chiedere aiuto ai più esperti informatici del
vostro pianeta!” continuò la regina.
“Accetto il compito…ovviamente
se va!” disse Endymion, cominciando a studiare il
computer alla ricerca del tasto di accensione. Nemmeno Sailor Mercury, che
aveva studiato la macchina col suo pc era riuscita a venire a capo dell’enigma.
“Niente, non riesco a
capire come funziona. Peccato, avremmo potuto scoprire dove si nasconde Kendra!” disse Sailor Mercury, premendo il suo orecchino
sinistro per togliersi gli occhialini.
Mamoru si rivolse alla regina chiedendole “Maestà,
non dovremo già essere a conoscenza della base segreta della nostra nemica? Da
quanto ci ha detto, sei stata tu a mandarla su un pianeta ai confini del
sistema solare!”.
La regina chiuse gli
occhi e scosse la testa “Io l’ho solo esiliata dal sistema solare, ma ha scelto
lei dove recarsi e da quanto mi stai dicendo Endymion,
vedo che non ha obbedito alle mie imposizioni!” disse per poi sospirare.
Mamoru guardò nuovamente il computer “Allora
questo è un motivo in più per far funzionare questa macchina!” disse
determinato, sebbene non avesse la più pallida idea di dove cominciare.
“Serve una password!”
disse una voce alle loro spalle.
“Chibiusa!”
disse la regina Selene sorpresa di vederla, non essendosi accorta che la
bambina li aveva seguiti e ascoltati.
“Questo computer è
molto simile a quello che usa mio padre nel 30° secolo, quindi immagino ci sia
una password che permetta la sua accensione e per di più questa deve essere
detta a voce, in modo tale che nessuno possa accendere al suo contenuto per
scopi personali.Ad esempio nel mio
tempo, solo mio padre può accenderlo, anche se ha fatto si che il computer
riconosca anche la mia voce e quella di mamma, in caso di necessità, ma
sinceramente se mia madre dovesse mettere mano sulla macchina, credo
esploderebbe. Lei e la tecnologia non vanno molto d’accordo!” Disse Chibiusa, strappando un sorriso a Mamoru.
Ami aveva cominciato a
riflettere. Le probabilità che il suo proprietario si fosse reincarnato come
tutti loro e che fosse scampato alle calamità della terra, erano molto scarse “Maestà,
chi era l’utilizzatore del computer?”
La regina Selene guardò
la guerriera di mercurio, la quale fu sorpresa di vedere negli occhi della
donna, molto dolore.
Ella esitò un po’, poi
rassegnandosi disse “Il re!”
I presenti
sussultarono a quelle parole. Nessuno mai aveva pensato all’esistenza di un re,
nonostante avrebbe dovuto essere una cosa normale in quanto la regina aveva
avuto una figlia che non era considerata illegittima. Ma per quanto Endymion e Sailor Mercury cercassero di sforzare i loro
ricordi, nessun re veniva loro in mente.
Chibiusa invece senza dire niente uscì dalla
stanza per rientrarvi poco dopo con Usagi, seguita da
Sailor Pluto, Urano e Mars.
Le nuove arrivate
ebbero la stessa reazione di Mamoru e Ami quando
videro la stanza. Vennero poi messi al corrente di quanto i due avevano appreso
e a parte Serenity, anche le altre guerriere
sembravano cascare dalle nuvole a sentire nominare il re della luna.
“Regina Selene,
davvero pensi che io sia in grado di accendere quest’arnese?” chiese Usagi confusa.
L’interpellata alzò le
spalle “è stata Chibiusa a pensarlo, io in realtà non
credo sia possibile! Anche nel caso tuo padre abbia registrato la tua voce, eri
una bambina molto piccola. Probabilmente il computer non riconoscerà la tua
voce, né tu ricorderai la password!”
Usagi annuì pensando esattamente la stessa
cosa.
“Aspettate un attimo.
Qualcosa non mi torna. Io sono la custode del tempo, so quanto accade in
diversi tempi e ho conosciuto tutte le dinastie reali, ma non mi risulta che la
principessa abbia avuto un padre!” disse Sailor Pluto confusa.
“A meno che non sia
nata da un cavolo o l’abbia portata la cicogna, tecnicamente una figura
maschile nella vita della regina ci dovrà pur essere stata!” disse Sailor
Urano.
“Nonlo metto in dubbio, ma la cosa strana è che
nessuno se ne ricorda. Nessuno di noi si è mai domandato chi potesse essere l’altro
genitore della principessa. Eppure credo
sia una domanda più che legittima da porsi, non credete?” disse Sailor Pluto.
“Hai ragione. Però a
quanto pare Usagi se lo ricorda, in quanto non ha
fatto una piega a sentire nominare il re!” disse Sailor Mars confusa.
“Usako,
tu sai chi è?” chiese Mamoru, mettendole una mano sulla
spalla.
La ragazza abbassò il
capo e annuì “Si, lo so! Anzi diciamo che conosco il nome e da dove viene, ma
non ho nemmeno io alcun ricordo di lui, némi sono mai chiesta chi fosse. Le poche cose che so, me le ha detto la
regina Selene quando abbiamo discusso i particolari per il nostro teletrasporto
sulla luna, ma sono convita che ci sia qualcosa che non ci ha raccontato!”
disse Usagi, spostando lo sguardo sulla regina “Ci
sono troppe cose che non coincidono. Il fatto che nessuno si ricordi di lui o
che si sia posto il problema sulla sua esistenza e anche il fatto che Sailor
Pluto non avesse nemmeno alcun ricordo di Kendra, né io
sapevo di avere una zia. Non sarò un genio come Ami, ma a capire che le cose
siano collegate ci arrivo anche io. Ho ragione?”
Tutti gli occhi erano puntati sulla regina, la
quale capì di non poter più tenere nascosto il suo segreto, sebbene non fosse
più necessario in quanto le cose erano cambiare rispetto a un tempo.
“Voi tutti sapete che
la famiglia reale della luna può avere una sola figlia e per quanti tentativi
si facciano, un secondo figlio non è ammesso eppure io sono l’eccezione vivente
alla regola. Vi domanderete perché. Le leggi cosmiche possono cambiare se
qualcosa va storto, ma solo per correggere un errore. Nel mio caso io sono nata
per rimediare al fatto che mia sorella Kendra,
nascondesse qualcosa di malvagi dentro di sé fin dalla nascita. Se io non fossi
stata concepita, il cristallo d’argento, non potendo passare nelle sue mani, si
sarebbe perso per sempre.
“Un secondo figlio può
nascere per rimediare a un errore!” disse Sailor Pluto in un sussurro, per poi
guardare la Piccola Lady, che intimorita le aveva lanciato un’occhiata.
“Nonostante questo, mia
sorella da bambina non aveva mai mostrato segni di gelosia o brutti sentimenti
nei miei confronti, questi sono venuti fuori quando comprese, venendo a
conoscenza delle regole del cosmo, che non avrebbe mai ereditato il potere del
cristallo d’argento. La sua rabbia nei miei confronti aumentò sempre più, ma io
le volevo bene e cercavo in tutti i modi possibili di aiutarla a combattere questi
sentimenti negativi, ma poi…poi le cose peggiorarono. Io conobbi un ragazzo
durante la festa dei miei diciotto anni e me ne innamorai perdutamente. Non
sapevo chi fosse e non avrei mai potuto immaginarlo in quanto questo ragazzo non
avrebbe dovuto trovarsi al mio compleanno. Pensavo fosse uno del posto, per
quanto sentivo che in lui ci fosse qualcosa di diverso da noi abitanti della luna,
ma non ci feci molto caso. Mi importava solo stare con lui e ci incontravamo
ogni volta che c’era la luna piena e soprattutto di nascosto. Non capivo il
motivo per cui dovessimo agire lontano dagli occhi di tutti, né perché lui faceva
tanta resistenza perincontrare i miei
genitori. Alla fine riuscii a convincerlo e fu in quel momento che scoprii chi
era realmente. Era il principe del sole, un regno con cui la luna non aveva
praticamente mai a che fare e tra cui le relazioni tra gli abitanti erano severamente
proibiti!” fece un attimo di silenzio per vedere la reazione delle guerriere e
della figlia. Erano tutti in attesa che continuasse, sperando di scacciare la
confusione che avevano in mente.
“I miei genitori si
opposero con tutte le forze alla nostra relazione e ci tennero separati, ma quando
mia madre si ammalò di una malattia incurabile e il suo tempo stava per
scadere, i miei mi vollero parlare. Mi dissero che il cristallo d’argento
prigionava la sua forza dall’amore che si ha verso il proprio popolo, ma
soprattutto dall’amore che si prova verso la propria anima gemella. Da quando
non vedevo più Apollo, questo era il nome del re, io ero diventata quasi come
un fantasma. Non mi importava quasi più dinulla, andavo avanti solo perché ero viva e non potevo fare altrimenti.
In quelle condizioni il cristallo d’argento non avrebbe potuto svolgere i suoi
compiti. Fu allora che presero la decisione di lasciarmi vedere il principe del
sole, anch’egli nella mia stessa situazione.
Ci fidanzammo
ufficialmente e il giorno in cui il cristallo d’argento passo nelle mie mani,
ci unimmo in matrimonio.
Kendra era presente al giorno del passaggio
del nostro cimelio di famiglia e mai ho visto occhi tanto carichi di odio.
Apollo mi mise in
guardia da lei più volte, ma io non volli ascoltarlo. Era mia sorella e non
volevo assolutamente abbandonarla.
Contro la mia volontà
il re volle mettere Kendra sotto sorveglianza, per poi
scoprire che stava tramando un colpo di stato, anche se molto piccolo dato che
le persone che avevano aderito alla sua ribellione erano molto poche.
Arrendendomi all’evidenza
della sua cattiveria, dovetti farla arrestare per tradimento. La morte non era contemplata
nelle nostre leggi. Se qualcuno veniva accusato di tradimento, veniva chiuso in
una cella al buio più totale, senza che potesse ricevere visite, tranne per le
persone che le portavano cibo e acqua. Un destino a mio avviso peggiore della
morte.Rimase rinchiusa in cella per
quattro anni, nel frattempo io diedi alla luce Serenity
che avrebbe ereditato il cristallo d’argento, in quanto femmina e mia figlia!”
disse per guardare la ragazza, che aveva capito che il peggio doveva arrivare.
“Per tre anni siamo
stati una famiglia felice, fin quando tutto venne cancellato dalla morte del re!”
Usagi strinse i pugni, non riuscendo a
ricordare niente di suo padre nonostante gli sforzi. Sapeva che era molto
piccola quando lo perse, ma qualcosa, anche una minima, avrebbe dovuto
rimanerle nel cuore. Non era possibile che l’amore che suo padre provava per
lei e che lei provava verso di lui, fosse solo scomparso.
“La morte del re portò
a conseguenze a cui, né io, né lui avevamo pensato. Nessuno dei due si
immaginava un omicidio e la sua scomparsa, portò alla sparizione del cristallo
solare, in quanto nessun erede maschio era in vita. Questo era un cimelio
potete quasi quanto il cristallo d’argento, che aveva il compito di alimentare
in eterno il sole. Inoltre senza la
protezione del cristallo del sole, il regno che risiedeva sulla sua superficie
venne distrutto in meno di un battito di ciglia. Per quanto gli abitanti della
stella potessero essere abituati ad alte temperature, il cristallo li
proteggeva dalle quelle massime e impediva loro morire carbonizzati. L’unica
cosa positiva in questo dramma è che nessuno sisarà accorto di niente!”
Sailor Urano
intervenne “Quindi se il sole era alimentato dal cristallo, la causa del suo
esaurimento, per quanto avverrà fra miliardi di anni, è dovuto alla sua
scomparsa! La nostra convinzione che il sole fosse solo un astro senza vita era
del tutto errata!”
La regina annui.
“Maestà, chi è stato
ad uccidere il re… non dirmi che…” cominciò Rei.
“Si, pensi bene Sailor
Mars. Kendra è la causa della morte del re!” disse
abbassando la testa “Non so come, ma è riuscita a fuggire dalle prigione e, non
so se mirasse veramente a lui o gli sia capitato per caso, ma lo ha ucciso a
sangue freddo!”
Sailor Pluto scosse la
testa incredula “Ma un fatto del genere è inammissibile, come è possibile che
nessuno si ricordi di questa faccenda?”
Selene guardò negli
occhi la guerriera del tempo e con sguardo addolorato ammise le sue colpe “Sono
stata io. Io ho cancellato la memoria di tutto il sistema solare per quanto riguardava
Apollo e il regno del sole. Io sola sarei stata capace di ricordare e mi sarei caricata
sulle spalle la colpa dello squilibrio del sistema solare che la mia famiglia
aveva portato. Mi dispiace che le cose ora ricadano su di te Serenity. Pensavo di essermi liberata di Kendra. Speravo che l’esilio fosse sufficiente, ma a quanto
pare mi sbagliavo!”
“Maestà, si rende
conto che anche lei ha commesso un crimine? Non è permesso cancellare e i
ricordi delle persone!” disse Sailor Pluto seria, mentre Serenity
si irrigidì a sapere che quanto aveva fatto sua madre era considerato un reato,
anche se sperava che non ci sarebbero state ripercussioni in quanto ormai lei
era solo uno spirito.
“Regina Selene, se
quanto dice Sailor Pluto è vero, perché hai fatto una cosa del genere?” chiese la
principessa.
“Non lo immagini
figlia mia? Era l’unico modo per conservare la pace. Hai idea di cosa sarebbe
successo se si fosse venuto a conoscenza che il re del sole, la stella che
permette la vita, era stato ucciso da una principessa della luna?” disse la
regina con occhi spaventati alla sola idea.
“Una guerra che
avrebbe coinvolto l’intero sistema solare. C’è chi si sarebbe schierato con la
luna, chi invece contro e sarebbe stato il caos!” disse Mamoru,
rendendosi conto dell’assurda situazione che si era venuta a creare, per colpa
dell’egoismo di uno solo.
“Avrò anche infranto
la legge cancellando la memoria alle persone dei vari regni, ma almeno, anche
se alla fine quasi tutto il sistema che esisteva una volta è caduto per colpa
di Periglia, almeno alla fine qualcosa si è salvato. Anche se solo la terra è
sopravvissuta, per quell’unico pianeta ne è valsa la pensa. Non mi pento di ciò
che ho fatto. In quanto ancora oggi non ho trovato un modo diverso che avrei
potuto usare per garantire la salvezza di più regni!” disse la regina convinta
di quanto detto.
“Purtroppo però, a
causa di quanto successo, prima o poi il sole si trasformerà in una stella
rossa gigante che inghiottirà la terra,non lasciando scampo a nessun essere vivente!” disse Sailor Mercury.
“No, una speranza che
le cose si sistemino esistono e ora le domande che frullavano in testa a me e
alla piccola Lady, hanno trovato risposta!”
“Davvero?” chiese la
bambina, non arrivando alla stessa conclusione della guerriera di plutone.
Questa sorrise
dolcemente alla piccola e le accarezzò i capelli “Maestà, avete detto che le
leggi cosmiche possono essere infrante per rimediare ad errori. Magari queste
leggi considerano la sparizione permanente del cristallo solare un errore e
potrebbero fare in modo che le cose si sistemino!”
“E come?” chiese Serenity confusa.
Mamoru arrossì mentre Sailor Urano sorrise,
comprendendo entrambi dove Sailor Pluto voleva arrivare.
“Tu non puoi ereditare il cristallo solare, in
quanto sei una femmina, ma porti in te i geni del re del sole, geni che puoi
trasmettere a tua volta!” disse la guerriera di urano.
“Ho capito!” disse Chibiusabattendo un
pugno sulla mano.
Serenity guardo confusa la sua futura figlia “Come
potrebbe Chibiusa rimediare a questo errore? È anche
lei una femmina!”
“Sei proprio lenta a
capire!” disse la bambina scuotendo la testa rassegnata “Bhe
lascia che ti dica una cosa. Mia madre è incinta dicinque mesi, cosa che non dovrebbe essere
possibile. Ora ti è chiaro?”
Usagi sgranò gli occhi e guardò incredula Mamoru, che era arrossitomaggiormente e ringraziò il cielo che Kenji
non fosse presente in quel momento.
Quest’ultima annuì “Si,
è vero. Siamo rimasti tutti sorpresi quando lo abbiamo scoperto, Neo Queen Serenity soprattutto, in quanto non conoscevamo questa
storia, in quanto questo fatto non è mai venuto a galla nel futuro!”
“Pensa un po’, è
addirittura svenuta!” disse Sailor Chibiusa, che era
presente al momento in cui Ami aveva dato loro la notizia.
“Probabilmente è
svenuta anche a causa della gravidanza!” disse Sailor Pluto.
“E papà allora?”
“Lui è svenuto per
lo shock!” disse divertita la guerriera del tempo.
Chibiusa rise, per poi tirare un sospiro di
sollievo “Per fortuna. Stavo cominciando a pensare che ci fosse qualcosa di
sbagliato in me e che il futuro nascituro, avrebbe dovuto rimediare a quello
sbaglio!”
La regina Selene prese
parola “Dato che questo evento è quasi impossibile, è certo allora che sarà un
maschio!” disse sorridendo e felice all’idea di avere non uno, ma ben due
nipoti.
“Un maschio…avrò anche
un maschietto?” chiese ancora incredula Usagi, avendo
troppe informazioni da digerire, ma passato il primo momento di shock, fu
entusiasta della cosa, così come Mamoru che non
riuscendosi a trattenere, l’abbracciò e le rubò un bacio.
Lo scoprire che in
futuro la sua unione conMamoru, l’avrebbe portata ad avere non solo Chibiusa, ma anche un secondo figlio, riempì Usagi di una serenità che non sentiva da qualche tempo a
causa di Kendra, ma potè godersi
quella sensazione solo per pochi istanti, in quanto, fu presto portata alla
realtà dalle sue compagne.
Le chiesero se si
fosse ricordata come accendere il computer di suo padre, ma a malincuore
dovette scuotere la testa.
Ci fu una delusione
generale, ma nessuno potè incolparla. Nessuno di loro
aveva buoni ricordi della loro vita passata e non potevano pretendere che la
ragazza avesse addirittura i ricordi dei suoi primi tre anni di una vita come Serenity.
Quando il resto delle
guerriere Sailor e i genitori di Usagi rientrarono,
vennero messi a conoscenza di quanto accaduto e non potendo fare niente per
quanto riguardava l’accensione del computer, Sailor Nettuno, Sailor Venus,
Sailor Jupiter e Sailor Saturn
informarono i presenti sulle condizioni dei nuovi abitanti della luna.
Andarono a sistemarsi
in un salone enorme, dove il colore dominante era bianco. Vi erano diversi
divani , disposti attorno a un grosso tappeto, sul quale poggiava un tavolino,
dove erano stati poggiati i biscotti che Makoto aveva fatto quella mattina.
La conversazione
intrapresa interessò tutti e ognuno cercò di dire la sua, in modo da riuscire a
trovare la soluzione più consona al problema.
La regina Selene,
rendendosi conto che la luna non era attrezzata per ospitare così tante
persone, rese disponibile ad aprire le porte del palazzo al popolo per ospitane
qualcuno, sebbene non risolvesse il problema in modo definitivo.
“Non credo sia una
buona idea Maestà. Gli umani sono pieni di sentimenti negativi, emozioni con i
quali Kendra gioca e può usare le persone a suo
vantaggio!” disse Sailor Pluto prendendo la parola.
“Ma nonpossiamo lasciare quella gente per strada. È
disumano. Inoltre è colpa mia se si trovano in questa situazione!” cominciò Usagi e prima che qualcuno potesse fiatare, disse “E non
ditemi che non è vero, perché Kendra ha fatto tutto
sto casino solo perché voleva me e il cristallo, quindi in qualsiasi modo
girate la frittata, sebbene non volontariamente, la colpa è mia!”
Mamoru sospirò e prese la parola “Io avrei
una proposta, che non esclude l’idea della regina. Sebbene gli uomini abbiano
un lato oscuro, vi è qualcuno tra noi che questo lato non l’ha ancora
sviluppato appieno, mantenendo quel lato innocente che la nostra nemica di
certo non può usare a suo vantaggio!”
“Ti riferisci ai
bambini immagino!” disse Sailor Nettuno, sedendosi sul bracciolo del divano,
accanto a Sailor Urano.
Il ragazzo annuì
“Molti sono rimasti orfani dopo quanto successo e sapendo cosa significa, direi
che dover superare la perdita dei genitori, è già abbastanza traumatico senza
doversi preoccupare di trovare un posto per la notte per evitare
l’assideramento!” disse preoccupato.
Usagi seduta accanto a Mamoru
gli strinse la mano, dicendo “Mi sembra un’idea fantastica!”
Le guerriere si guardarono
e annuirono convinte.
“È comunque un
rischio, ve ne rendete conto?” chiese Haruka,
prendendo la parola.
“Bhe,
tecnicamente tutti noi qui presenti possiamo essere una minaccia per mia figlia
a dirla tutta, in quanto non siamo immuni da quei sentimenti negativi che
caratterizzano l’uomo!” disse Kenji.
“Purtroppo le devo
dare ragione!” disse Sailor Urano, rassegnata all’evidenza.
“Bene, allora la
decisione è presa. Che ne dite se destiniamo un paio di stanze ad aule
scolastiche?” disse Usagi sorprendendo i presenti, i
quali tutti le lanciarono diverse occhiate meravigliati.
“Questa proposta è
davvero uscita dalla bocca di mia sorella?” chiese Shingo
sorpreso.
Usagi mise il un finto broncio
all’affermazione del fratello.
“è una buona idea.
Potremo chiedere alla prof.ssa Haruna se vuole
riprendere il suo ruolo da insegnante e se c’è qualche altra persona che
faceva questo mestiere sulla terra, vedere se si rende disponibile!” disse Ami.
“Io direi di cercare
anche qualche architetto e cominciare a pensare di costruire nuove abitazioni!”
propose Kenji prendendo la parola per la prima volta.
“Il problema è che il
perimetro abitabile della luna non è molto esteso ed è stato quasi tutto
utilizzato. Non credo che le nuove costruzioni bastino per tutti!” intervenne la
regina Selene “Sperando che i miei avi non me ne vogliono a male, si potrebbe
abolire la legge che le costruzioni non devono essere più alte del palazzo,
così da aggiungere piani anche ad abitazioni già esistenti!”
Le ragazze annuirono.
“Riapriamo anche gli
ospedali e le altre attività commerciali, in modo da creare una vita il più
normale possibile!” disse Sailor Nettuno, che venne appoggiata dai presenti.
“Sarà un lavoraggio!”
disse Sailor Venus.
“Si, ma è necessario.
Io dico di riunire la popolazione e di spiegare loro la completa situazione.
Forse sarà un po’ shoccante per loro scoprire che non torneranno mai a casa, ma
poi vedrete che cominceranno ad organizzarsi da soli, infondo uno dei pochi
istinti rimasti attivi nell’uomo, è l’istinto di sopravvivenza!” disse Sailor
Mars.
Dopo essersi accordati
sui provvedimenti, i presenti cominciarono a organizzare il tutto, compresi i
genitori di Usagi, che volevano dare una mano.
Serenity fu l’unica sollevata dal compito e
seguendo Luna, insieme a Chibiusa e Selene, si recò
nella stanza che la gatta, ai tempi del Silver Millennium, utilizzava per
educare la principessa.
“Io riprenderò il mio
ruolo di educatrice Usagi. Hai molto da imparare per
essere una degna reale. Direi di cominciare con il discorso che dirai davanti
al popolo e poi con il comportamento da tenere in loro presenza!” disse Luna
con un tono che non permetteva repliche.
Usagi spalancò gli occhi “Cosa? Dovrò
parlare io alla popolazione? Davanti a tutta quella gente?”
Luna abbassò la testa
rassegnata “Benedetta ragazza, fino a prova contraria sei tu la regnante della
luna. È una tua responsabilità!”
La regina Selene
vedendo l’agitazione della ragazza disse “So che non ti senti ancora pronta, ma
vedrai che andrà tutto bene. Io ti aiuterò come mi è possibile in queste
condizioni!”
Per Usagi le ore sembravano non trascorrere mai. Doveva fare i
diversi esercizi, che di solito aveva visto fare alle aspiranti principesse nei
film, come camminare con una pila di libri sulla testa, senza farli cadere. Il
compito si dimostrò molto più arduo di quanto si aspettasse. Chibiusa, che era più allenata, le fece vedere come fare e
riuscì a percorrere il perimetro della stanza senza problemi, mentre Usagi, dopo pochi passi dovette chinarsi a raccogliere i
libri e riprovare. Questo diverse volte, finchè Luna
decise che poteva bastare.
Preparare il discorso
fu ancora più difficile. Non sapeva nemmeno da che parte iniziare. Luna voleva
che usasse un linguaggio più consono a una principessa, utilizzando parole di
cui nemmeno sapeva il significato.
La gatta sospirò
quando vide che dopo mezz’ora, Usagi non aveva ancora
scritto niente che venisse da lei, perché quelle poche righe che aveva
scarabocchiato, le erano state suggerite da Selene. Quest’ultima, vedendo la
figlia in difficoltà le dimostro come tenere un discorso, sperando di aiutarla,
ma a vedersi sembrava molto più facile che a farsi.
Anche Chibiusa provò a scrivere un discorso e, sebbene ci fossero
parecchie cose che non erano proprio corrette, Luna fece notare alla sua
allieva, quanto la bambina fosse più avanti rispetto a lei.
Usagi all’ennesimo rimprovero si arrabbiò.
Quando Luna le rimproverava di essere goffa, pigra e sbadata sulla terra, non
ci faceva molto caso, perché sapeva che infondo poteva fare di meglio se solo
si impegnava, ma non le piaceva passare per una idiota perché non era in grado
di fare cose che non aveva mai fatto.
“Adesso mi hai
stancato Luna!” disse alzando la voce.
La gatta sgranò gli
occhi sorpresa dalla reazione della ragazza.
“Sono principessa da
solo un paio di giorni senza avere mai ricevuto un’istruzione per esserlo e tu
mi paragoni a Chibiusa che sta a contatto con queste
cose da quando è nata? Questo non è giusto Luna!”
“Ma parte di te è una
principessa e queste cose le dovresti saper già fare!” disse Luna agitando la
coda nervosamente, rendendosi conto improvvisamente di aver esagerato, ma
voleva spronare la ragazza a ricordare cose che erano parte di lei.
“Serenity
le sa già fare, non Usagi e se non te lo ricordi, la
prima è morta secoli orsono. E io, Usagi, mi ritrovo
a vivere quella che sarebbe stata la sua vita e quello che ti chiedo e di
concedermi del tempo per imparare senza farmi sentire una stupida!” urlò la
ragazza con le lacrime agli occhi, prima di correre fuori, lasciando Chibiusa e Luna a scambiarsi degli sguardi.
La ragazza percorse a
passo svelto il corridoio che l’avrebbe condotta verso la sua camera, quando
per strada incontrò sua madre e suo padre che erano appena rientrati.
“Usagi!”
disse Kenji sorpreso di vedere la figlia sconvolta.
La ragazza incrociò
gli sguardi con i genitori e si buttò tra le braccia di Ikuko.
“Mamma, papà!” disse,
tra i singhiozzi.
La madre le accarezzò
i capelli e poi dirigendosi verso la stanza della principessa per avere più
privacy, le chiese “Tesoro, cosa ti è successo?”
Serenity si sedette sul letto e asciugandosi
le lacrime disse “è tutto così difficile. Io…io non sono una principessa eppure
tutti si aspettano che mi comporti come tale e io…so già che deluderò tutti.
Non ho combinato niente con Luna oggi e questo è così frustrante. Perché non
posso essere una ragazza come tutte le altre!” disse abbassando la testa.
Ikuko le si sedette accanto “Usagi, nessuno ti chiede di essere perfetta. Imparerai a
essere una principessa col tempo. Nessuno ti giudicherà se dimentichi qualche
inchino o altri comportamenti reali!”
“è qui che ti sbagli.
Luna sembrava così amareggiata vedendo che non riuscivo a fare niente. In
queste ore non ha fatto altro che paragonarmi a Chibiusa,
di quanto lei fosse più brava di me e… posso capire se mi paragonasse a lei
avendo tutti i miei ricordi della mia vita passata, ma di fatto quei pochi
ricordi che ho, non mi insegnano a essere una principessa ed è sleale
paragonarmi a una bambina che è cresciuta come tale! Insomma una principessa è
elegante, composta, ben educata, conosce il galateo, praticamente è
l’esatto opposto di me. Allora mi viene da chiedermi, se io sono l’incarnazione
di Serenità, perché io sono così diversa da lei!”
Kenji la chiamò per farsi guardare in
faccia e dolcemente le disse “Non devi prendertela troppo per quello che dice
Luna. Non credo voglia farti sentire inutile, cerca solo di insegnarti le
usanze regali in modo forse un po’ troppo severo, vuole spronarti, non capendo
che non sempre si ottengono risultati rinfacciando gli errori commessi. Su
certa gente questo metodo funziona perché voglio far vedere di cosa sono
capaci, ma per altri, le critiche dette in modo sgarbato possono solo essere
distruttive e credo che questo sia il tuo caso. Ascolta il mio consiglio, parla
con Luna e falle capire quello che provi, è il gatto più intelligente che abbia
mai visto, capirà!” disse Kenji sorridendo “E poi non
è vero che deluderai tutti e credo che questa tua convinzione sia anche colpa
mia” disse l’uomo abbassando la testa “Ti chiedo scusa Usagi.
Non è vero che mi hai deluso, quel giorno ero solo molto arrabbiato e ho ti ho
detto questa cosa orribile senza pensare alle conseguenze. Sappi che mi hai
reso il padre più orgoglioso al mondo e sono davvero fiero di te!” disse, per
poi essere abbracciato da una figlia commossa.
Ikuko si alzò e si unì all’abbraccio
“Anche io sono molto orgogliosa di te. Sei una persona fantastica Usagi, una di quelle che raramente si incontrano. Non cambiare
mai figlia mia!”
Usagi sciolse l’abbraccio per incupirsi di
nuovo “Mi domandavo quanto…quanto di Usagi resterà in
me, se imparo a essere come Serenity. Insomma mi
ritroverò a dover soffocare me stessa per essere la principessa di questo regno
e… questa cosa mi spaventa!”
Ikuko scosse la testa “Non devi rinnegare
te stessa Usagi, dovrai solo tenere comportamenti più
consoni alla tua condizione di principessa quando sarà necessario e essere te
stessa quando sarai con noi e con i tuoi amici!”
“Tua madre ha ragione.
Se a casa tua metti tranquillamente i piedi sul tavolo, a casa di altri non lo
fai perché è un comportamento più consono da tenere, giusto? Bhe è la stessa cosa. Se in presenza del popolo devi essere
elegante, fare inchini e via dicendo, una volta che sei nel castello, puoi
anche andare in giro in pigiama e pantofole… al diavolo la regalità!”
Usagi si fece scappare una risata.
Ikuko sorrise a vedere che la figlia si
era finalmente tranquillizzata, ma qualcosa di curioso attirò la sua attenzione.
Le porte che davano
sul balcone erano spalancate e, essendo il cielo visibile, la donna potè vedere dei giochi di colore che ornavano il cielo.
Era una aurora
boreale, un fenomeno sulla terra visibile solo in determinate coordinate e cosa
alquanto assurda da vedere sulla luna, non essendoci un’atmosfera.
“È bellissimo!” disse Serenity uscendo sul balcone, seguita dai suoi genitori.
“Se l’essere umano è
in grado di vivere sulla luna, perché vedere un’aurora boreale su di essa mi
sorprende tanto?” si domandò Kenji.
“Mi domando come sia
possibile una cosa del genere. È scientificamente impossibile!” disse Ikuko sbalordita.
“La cupola creata dal
cristallo d’argento funziona come l’atmosfera terrestre e il fatto che non sia
solo di colore verde come sulla terra, lo si deve al fatto che quando un cristallo
viene colpito dalla luce, questa viene riflessa mostrando i diversi colori che
la compongono!” disse una voce accanto a Usagi, la
quale trasalì non essendosi accorta della presenza di Luna sul corrimano.
La gatta sorrise e mosse la coda nervosamente, mentre guardava
la sua principessa con occhi tristi.
“Hai ascoltato la conversazione,
vero?” chiese Usagi, riuscendo a interpretare il
linguaggio del corpo della sua amica.
Luna annuì “Non avrei
dovuto comportarmi in modo sgarbato, mi dispiace!”
La ragazza scosse le
spalle “A chi non è capitato di origliare le conversazioni di altri!”
“Mi riferivo al mio
comportamento durante la lezione. So di essere stata sgarbata, ma Usagi io voglio che tu tiri fuori il meglio di te stessa e
so che ci puoi riuscire. Puoi fare molto più di quello che credi!” rispose la
gatta.
Usagi sospirò e rispose “Vorrei solo che
la smettessi di rimproverarmi ogni volta che faccio un errore o non sono capace
a far qualcosa, perché se non commettessi errori e sapessi fare tutto, cosa mi
dovresti insegnare? Vorrei che ti rendessi conto che da un giorno all’altro mi
sono ritrovata sulle spalle un regno da governare e…si, sapevo che prima o poi
sarebbe accaduto, ma pensavo di avere ancora del tempo per crescere e maturare.
E invece a sedici anni mi ritrovo questo peso sulle spalle, senza essere
pronta. Mi sento come se mi mancasse l’aria e a volte vorrei poter mollare
tutto e scappare, ma so che non posso, perché è una mia responsabilità!”
Luna abbassò le orecchie
colpita dalle parole della ragazza “Avrei dovuto capire meglio i tuoi sentimenti
e andarci più leggera e invece…invece ho solo dato importanza al mio compito. Ti
chiedo scusa, cercherò di essere meno severa, te lo prometto!”
Usagi sorrise e tornò a guardare le luci
colorate nel cielo, che improvvisamente divennero più forti e il sole, ben
visibile, più caldo e abbagliante.
“Cosa succede?” chiese
Ikuko proteggendosi gli occhi da quella luce intensa.
“È un brillamento
solare. Non ho mai visti di così potenti! Se fossimo ancora sulla terra,
l’atmosfera avrebbe fatto fatica a proteggere gli esseri viventi e
probabilmente tutti i sistemi di comunicazioni sarebbero andati in tilt. Per
fortuna il cristallo d’argento è in grado di contrastare questa potenza e di
assorbire le radiozioni che altrimenti ci
ucciderebbero!” spiegò Luna, la quale aprì leggermente gli occhi per osservare Serenity, la quale aveva preso a parlare apparentemente da
sola
“Chi sei?” disse infatti
la ragazza preoccupando i presenti “Fino ad ora non sono riuscita a capirti.
Cosa vuoi da me?”
“Usagi
che succede? È Kendra?” chiese Luna agitata.
La ragazza fece cenno
ai presenti di tacere e continuò ad ascoltare la voce, finchè
la luce non tornò normale e l’aurora boreale scomparve.
“Usagi,
tutto bene?” la chiamò Ikuko, vedendo che aveva
ancora gli occhi chiusi e continuava a ripetere tra sé una frase detta in una
lingua sconosciuta.
L’interpellata aprì
gli occhi di scatto, per poi correre fuori dalla stanza.
Luna e i suoi genitori
la chiamarono ripetutamente, mentre la rincorrevano e tutto quel trambusto mise
in allarme le guerriere, le quali corsero a controllare se ci fosse qualche
minaccia.
“Luna, cosa succede?” chiese
Sailor Mars, raggiungendo la gatta insieme alle altre.
La gatta dovette
arrestare la sua corsa per rispondere alle guerriere, perdendo così di vista la
principessa.
“Non lo so. Usagi ha cominciato a comportarsi in modo strano e…sembra
come se qualcuno si fosse messa in contatto con lei!” spiegò
“Kendra?”
chiese Sailor Venus preoccupata.
“è l’unica persona che
mi viene in mente!” rispose Luna, cominciando nuovamente a correre verso la
direzione in cui la ragazza si era diretta, sebbene non sapesse esattamente
dove dirigersi.
“Dove si è cacciata?
Potrebbe essere in pericolo!” disse Sailor Jupiter,
prima che la regina Selene apparisse e le indirizzasse verso la sala computer.
Tutti si recarono
nella stanza indicata. Usagi era lì e si guardava
attorno, cercando un pulsante specifico, che si trovava ben nascosto sotto la
tastiera del computer.
Le ragazze stavano per
fare delle domande, ma Ikuko e Kenji
fecero cenno loro di non intervenire, avendo capito che la loro figlia
necessitava di concentrazione.
Una piccola botola sul
tavolo da lavoro, non visibile fino alla sua apertura, si aprì facendoviuscire un piccolo microfono. Una voce
computerizzata chiese un riconoscimento vocale e la password per l’accensione.
Le guerriere si
guardarono confuse, quando sentirono Usagi parlare in
una lingua a loro sconosciuta. La ragazza infatti, aveva preso un respiro profondo
per poi pronunciare quella stessa frase che per diversi minuti aveva dovuto
ripetere per non dimenticarla.
Tutti rimasero
meravigliati quando il computer, illuminandosi ed emettendo diversi suoni, si
accese. Ci fu uno scoppio di gioia e le ragazze corsero ed abbracciare Serenity per l’ottimo lavoro compiuto.
“Figlia mia, come hai
fatto?” chiese Selene.
“Durante il
brillamento solare, ho cominciato a sentire una voce. Mentre parlavo con Luna
ho cercato di ignorarla pensando che si trattasse di kendra.
Inizialmente sentivo solo dei sussurri ed era impossibile capire quello che
diceva, ma poi quando il brillamento solare è diventato più forte, quella voce
si è intensificata e ho cominciato a prestare attenzione. Mi sono accorta che
non era Kendra o la mia mente che mi faceva brutti
scherzi, come mi succede ultimamente, ma era una voce era maschile e dolce. Non
sentivo nessuna minaccia provenire da lui. Inoltre parlava una lingua strana
che non appartiene al regno argentato. Ho capito di chi si trattasse quando ho riconosciuto
il linguaggio. Era…!”
Selene sorrise
dolcemente e continuò “La lingua con cui spesso ti parlava tuo padre, vero?”
Serenity annuì e cercò di trattenere le
lacrime commossa “Era lui. Ancora non ricordo il suo volto o altro, ma ho
sentito ho sentito tutto l’amore che prova nei miei confronti. È…è stato
bellissimo. Voleva aiutarci già da tempo, ma ha dovuto aspettare un brillamento
solare abbastanza forte da cui trarre un po’ di energia per farsi almeno
sentire, ma una volta finito è scomparso!” disse tristemente.
“Bhe
principessa, quando ci sei tu in giro, gli aiuti arrivano sempre nei momenti
più opportuni!” disse sorridendo Sailor Pluto.
Mamoru era stato mandato a chiamare e messo
al corrente di quanto successo, con l’aiuto di Ami, si misero a studiare il
funzionamento del macchinario.
“Mamoru,
guarda!” disse Ami, notando qualcosa sullo schermo.
“è il sistema solare!”
disse Mamoru non trovandoci niente di strano.
“Conta i pianeti!”
disse Ami “Sono dieci!”
A sentire quel numero,
nella mente di Mamoru, solo un nome comparve “Nemesis!”
“Nemesis?”
disse Mamoru incredulo “Possibile? Avremmo dovuto
scoprire quel pianeta solo nel 30° secolo!”
“Non è detto che con
queste apparecchiature avanzate, non possiamo essere in grado di rintracciarlo
prima, ma comunque quel pianeta non è Nemesis! Da
quanto ne sappiamo quest’ultimo ha un’orbita oscura, quindi il sole non lo
illumina mai, mentre questo, anche se debolmente, è illuminato!” rispose Ami
osservando le coordinate del pianeta per essere sicura che il suo pensiero
fosse giusto.
“Allora si tratta di…”
cominciò Mamoru.
Ami annuì comprendendo
cosa il ragazzo stesse per dire “Esatto.Si tratta di Sedna. Viene considerato più che
altro un planetoide o un pianeta nano. La sua orbita è talmente eccentrica che
fino a pochi anni fa non era visibile in quanto molto lontano dal sole e
completamente al buio. Ma la descrizione corrisponde al pianeta di cui parlava Kendra!” rispose Ami.
Mamoru annuì “Guarda i dati. Risulta che su
di esso ci sia una grande quantità di energia negativa. L’unica spiegazione a
questo fenomeno è che abbiamo trovato la base segreta del nemico!”
“Lo credo anch’io. Mi
domando se monitorandolo, possiamo anticipare le mosse della nostra nemica, in
modo tale da tenere al sicuro sia Usagi che la luna!”
si domandò la guerriera di mercurio, che successivamente si recò a informare le
altre della scoperta.
Mamoru era intenzionato a raccontare tutto
alla sua amata e si diresse verso la stanza di Usagi.
Si fermò quando la vide socchiusa e sbirciò al suo interno. Un sorriso gli sfuggì,
quando vide la ragazza camminare goffamente per la stanza con dei libri in
testa, facendoli cadere a terra dopo pochi passi.
Bussò alla porta ed
entrando disse “Vedo che non sono l’unico impiastro a fare questo esercizio!”
“Mamo-chan!” disse Serenity sussultando,
non sentendolo entrare “Vuoi dire che sei stato incastrato da Luna anche tu?”
“Il mio tutore è Artemis, ma credo che lo faccia più che altro per
accontentare Luna!” disse Mamoru alzando le spalle.
“Non pensavo che
avrebbero addestrato anche te, infondo sei molto più composto ed elegante di
me. Non ti immagino mentre fallisci in questo esercizio!” disse Usagi stranita.
“è perché mai? Io i
libri li ho sempre portati in spalla, mai sulla testa!” disse avvicinandosi
alla ragazza, la quale approfittò della vicinanza per appoggiare la testa sul
suo petto.
Mamoru la cinse la vita e respirò il suo
profumo. Si sentiva rilassato tra le braccia della ragazza e di fatto non volle
sciogliere l’abbraccio per diverso tempo, cosa che a Usagi
non dispiacque. Non la informò nemmeno di quanto scoperto. Glielo avrebbe detto
in un momento più idoneo in quanto, in quei giorni, era parecchio tesa a causa
del discorso che si sarebbe tenuto tra breve e non voleva affollarle la testa
con ulteriori preoccupazioni.
Le guerriere furono
d’accordo con la sua decisione, ma loro non persero di vista il nuovo pianeta
nemmeno per un secondo. Dopo un paio di giorni le ragazze poterono affermare
che l’emissione di energia negativa da parte di Kendra
era diminuita. In proporzione con il calo del potere nero proveniente da Sedna, erano diminuite anche le voci e le visioni nella
testa di Usagi, la quale però attribuì la loro
scomparsa alla sua totale concentrazione per prepararsi al fatidico giorno in
cui avrebbe parlato al popolo, cosa che impediva a Kendra
di intrufolarsi nella sua mente e di manipolare i suoi pensieri.
Mamoru, Selene e le guerriere però non
tirarono un sospiro di sollievo. Questa rinuncia da parte della nemica, poteva
voler dire che ella si stava preparando per qualcosa di ben peggiore.
Il giorno del discorso
al popolo arrivò velocemente, tanto in fretta che Usagi
non si sentiva ancora pronta. Non sapeva nemmeno se sarebbe stata in grado di
affrontare una prova del genere nemmeno se avesse avuto cento anni a disposizione
per prepararsi.
La ragazza si trovava
davanti a un portone che dava su una grossa balconata, pensata proprio per dare
annunci importanti alla popolazione.
Sotto di essa si
estendeva un’enorme piazza, circondata da alte colonne con capitelli simili a
quelli corinzi, da dove fuori usciva un piccolo zampillo d’acqua che ricadeva
da entrambi i latidella colonna, per
poi tuffarsi nella lunga e stretta vasca che si trovava ai piedi di ogni
pilastro.
Queste vasche d’acqua
erano circondate da fiori di ogni genere ecolore, sebbene il più diffuso fosse proprio la rosa rossa, fiore che Serenity, nella sua vita passata, aveva portato sulla luna
dalla terra, meravigliata dalla sua bellezza.
Oltre questi giardini
erano inoltre visibili diversi tendoni eretti qualche giorno prima. Deturpavano
il panorama lunare che si poteva ammirare dal palazzo, ma erano necessari
perdare un rifugio a coloro che non l’avevano
trovato.
Il portone si aprì con
un forte cigolio. La prima a comparire agli occhi degli abitanti fu Sailor
Pluto che, alzando in aria il suo bastone, attirò l’attenzione del popolo, il
quale si azzittì. Come prevedeva la tradizione, la guerriera di plutone
introdusse il principe e la principessa, sebbene nel Silver Millennium questo
compito toccava al consigliere personale della regina.
I due interpellati, Serenity ed Endymion avanzarono
fino a giungere molto vicino al parapetto.
Il secondo poteva ben
vedere l’agitazione della ragazza, la quale non aveva smesso di giocare
nervosamente con le dita e non aveva ancora trovato il coraggio di alzare lo
sguardo.
Quando i suoi occhi
guardarono le migliaia di persone presenti, in attesa che ella parlasse, Usagi ebbe un vuoto di memoria. Aprì la bocca per parlare,
ma nessun suono si udì.
Endymion, intuendo che Usagi
stava avendo un attacco di panico, le strinse una mano e prendendo parola,
cominciò il discorso.
Presentò se stesso e
la sua amata in maniera più approfondito, tralasciando il motivo per cui
avevano convocato tutti. Voleva che fosse Usagi a
dare loro le spiegazioni dovute. Avevano provato quel momento centinaia di
volte. Si erano messi a studiare insieme come essere dei sovrani, facendo
esercizi su come migliorare la camminata, su come ci si dovesse inchinare e
imparando anche qualche ballo tipico della luna.
Serenity era pronta per tutto quello e lui lo
sapeva, doveva solo trovare il coraggio di cominciare.
Sospirò quando vide il
suo mutismo e cominciò a pensare di dover parlare da solo, ma prima che potesse
anche solo pensare a come cominciava il discorso, la sua amata lo sorprese,
facendo sentire finalmente la sua voce.
“Sono molto felice che
abbiate accolto la nostra richiesta a presenziare a questo incontro. Quanto sto
per dirvi è molto importante. Tutti voi avete la convinzione e speranza che un
giorno non troppo lontano, tornerete a vivere sulla terra. È con grande
rammaricoche devo informarviche il nostro caro pianetapurtroppo è stato pesantemente danneggiato e
una sua completa guarigione richiederà secoli, un tempo troppo lungo per la
vita di un uomo!” disse, per poi fermarsi per permettere alla gente di
assorbire la notizia. Un brusio cominciò ad alzarsi tra la folla e un certo
timore si diffuse tra la gente.
Sailor Pluto vedendo
che l’attenzione cominciava a calare, richiamò le persone all’ordine,
permettendo così a Serenity di continuare.
“So che questa notizia
è difficile da digerire, lo è anche per noi, tuttavia cercheremo di rendere la
vostra permanenza sulla luna il più simile alle vostre vite terrestri. Sono a
conoscenza del fatto che la luna non dispone di abbastanza edifici per
garantire una vita normale a molti di voi e per questo abbiamo deciso di porre
rimedio a questo problema con i mezzi a nostra disposizione.
Costruiremo nuovi
edifici, aggiungeremo piani alle abitazioni esistenti e così via. Non ci
fermeremo finchè tutti non avranno una sistemazione
stabile e adeguata alle proprie esigenze. Perché questo avvenga, chiedo
gentilmente la vostra collaborazione. Ci serviranno architetti per ideare case,
medici per curare i malati, insegnanti che siano disposti a diffondere la loro
conoscenza.
Vi sono molti negozi
chiusi pronti a riprendere la loro attività. Se ci fosse qualche panettiere,
sarto, calzolaio e altri che hanno bisogno di aprire un esercizio per svolgere
il proprio nobile mestiere, non ha che da riferirlo e io e le mie guerriere
studieremo il da farsi per far si che venga assegnato ad ognuno un posto.
Noterete che ogni due colonne, c’è una della mie guardiane sedute ad un
tavolino. Andate da loro in modo ordinato, registratevi comunicando i vostri
dati personali, i quali serviranno per fare un censimento degli abitanti qui
presenti e indicate la vostra professione. Studieremo le richieste di ognuno e
prenderemo i giusti accorgimenti!”
Ci fu un applauso
generale, ma Serenity con un gesto della mano, fece
comprendere che non aveva ancora terminato.
“Per mettere tutto
questo in pratica ci vorrà ovviamente qualche tempo e so che i tendoni innalzati
per offrire ospitalità a molti di voi, sono molto affollati. Per diminuire
almeno un po’ questo disagio, abbiamo deciso di aprire le porte del palazzo ai
bambini orfani e senza casa, per offrire loro ospitalità. Inoltre abbiamo
allestito diverse stanze del palazzo ad aule scolastiche, in modo tale che tutti
i bambini possano riprendere le lezioni quanto prima, fino a quando non ci sarà
l’apertura ufficiale della scuola presente sulla superficie lunare!”
Serenity diede le ultime indicazione su come
avrebbero agito, dopo di chè con un elegante inchino,
salutò il popolo e si ritirò insieme ad Endymion.
Una volta che il
portone venne chiuso, Usagi si appoggiò su di esso e
si lasciò lentamente cadere a terra.
“Sei stata grande Usako!” disse Mamoru,
inginocchiandosi al suo fianco e spostandole uno dei codini dietro la spalla.
“Sembravi una vera
principessa! Non sembravi nemmeno tu Usagi, ho
pensato che fossi addirittura posseduta!” disse Shingo
prendendola un po’ in giro.
La ragazza abbozzò a
un sorriso “Forse lo ero. Inizialmente non trovavo nemmeno le parole, poi
qualcosa si è sbloccato e…”
“Credo che i ricordi
di Serenity siano venuti a galla nel momento più
opportuno. Il tuo modo di parlare e di formulare il discorso era diverso da
quello che abbiamo preparato. Hai fatto proprio un buon lavoro Usagi, sono orgogliosa di te!” disse Luna compiaciuta.
“Sai, mi è quasi
sembrato di sentire parlare mia madre!” disse Chibiusa
“Certo lei è più sicura di sé e la sua voce non trema, ma ormai lei è abituata
a questa situazioni!”
“Era un complimento?”
chiese confusa Usagi.
Ikuko sorrise “Credo proprio di si,
tesoro!”
“Bene, visto che
questa è fatta, direi di lasciare la principessa…” cominciò Artemis,
prima di essere interrotto da delle urla provenienti dall’esterno.
Serenity si mise subito in piedi, allarmata,
ma il suo tentativo di aprire le porte della balconata per comprendere cosa
stesse succedendo, venne impedito da Sailor Pluto.
“Principessa, andrò io
a controllare. Tu, Endymion e la Piccola Lady
rimanete qui al sicuro!” disse la donna, prima di correre fuori.
Sussultò a quanto
vide. La gente correva in ogni direzione in preda al panico, allontanandosi da
dove si stava tenendo lo scontro.
In lontananza infatti,
Sailor Pluto poteva vedere le altre guerriere lanciare ripetuti attacchi a
Scorpio, uno dei sei segni zodiacali che non erano stati purificati nel
precedente attacco.
Raggiunse le altre e
solo allora si accorse che qualcosa era diverso in lui. Il segno zodiacale era
quattro volte più grosso rispetto alla sua prima manifestazione. I suoi occhi
erano rossi e sembrava ricoperto da una corazza, tipica degli scorpioni, che lo
proteggeva dagli attacchi delle sue compagne, soprattutto da quelli che
eranomeno efficaci, come fuoco e terra,
in quanto lui era un segno d’acqua.
Kayoko fece improvvisamente la sua comparsa,
sedendosi sulla spalla di Scorpio e sorrise divertita.
“Ci si rivede
guerriere Sailor!”
“Di nuovo tu?” disse
Sailor Mars seccata.
“Ehi brutta befana,
che cosa gli hai dato per farlo crescere così? Degli asteroidi? A mio parere
era già abbastanza pompato come era prima!” disse Sailor Venus.
“Si è vero, ma così lo
trovo più minaccioso e potente, proprio come piace a me!” disse Kayoko.
“E allora perché non
te lo sposi e in luna di miele non ve ne andate molto lontano da qui?” chiese Minako.
“Vedi, lui in realtà
non vuole abbracciare me, vuole stringere voi nella sua calorosa morsa velenosa!”
disse la nemica rispondendo a tono alla guerriera dell’amore.
“Bhe
noi non siamo interessate!” disse Sailor Urano, lanciando il suo attacco e
notando che il suo colpo aveva incrinato la corazza del nemico.
“Sailor Jupiter, io e te siamo le uniche ad avere un attacco che
consente di creargli qualche danno. Concentriamo i nostri attacchi in un punto
preciso, fino a rompere la corazza, in modo tale che anche le altre possano
fare qualcosa!” disse Sailor Urano, che venne appoggiata dall’interpellata.
I loro attacchi
andarono a segno, ma quando la corazza venne colpita, questa esplose,
sciogliendosi in veleno, che come pioggia cadde sopra di loro.
“Scudo di Saturno!”
urlò la piccola Hotaru, che dovette dare fondo a
parecchia energia per espandere il suo scudo inmodo tale da proteggere tutte le guerriere.
“Bravissima Sailor Saturn!” disse Sailor Nettuno strofinandole la schiena,
quando la ragazzina cadde in ginocchio per riprendere fiato.
“Ragazze, c’è qualcosa
di strano!” disse Sailor Mercury, controllando i dati sul suo computer “Nel suo
pungiglione non c’è veleno!”
“Ottimo, è una buona
notizia!” disse Sailor Venus.
“C’è sangue!” disse
infine Ami, sorprendendo tutti.
“Sangue? Cosa vorrebbe
significare?” chiese Sailor Pluto.
Kayoko scoppiò a ridere “Lo scoprirete
presto. Avanti Scorpio, fai quello per cui sei stato mandato a fare!” ordinò la
ragazza e ilsegno zodiacale, si recò
verso una delle tante vasche d’acqua e versò dentro di esse il contenuto della
sua coda, macchiando l’acqua.
Le guerriere si
guardarono confuse, ma stettero comunque all’erta.
Kayoko sorrise compiaciuta, vedendo che le
guerriere non riuscivano a comprendere quanto stesse succedendo.
“Quali sono le tue
intenzioni?” chiese Sailor Mars “Dubito che tu sia giunta fino a qui solo per
far pulire la coda del tuo amichetto dentro a una fontana, sebbene fino ad ora
si sia limitato solo a difendersi!”
“Se ti dicessi che è
proprio così?” disse Kayoko.
“Certo, siamo così
stupide da crederci!” disse la guerriera di fuoco.
“Ma quanto astio nei
miei confronti!” disse Kayoko alzando le spalle poi,
rivolgendosi al segno zodiacale disse “Ottimo lavoro Scorpio. Ora non mi servi
più, puoi tornartene da dove sei venuto!” disse la ragazza schioccando le dita.
A quel gesto, un ombra nera uscì dal segno zodiacale, il quale urlando, tornò
al suo aspetto normale.
Proprio come era
successo agli altri segni guariti, anch’esso non ricordava quanto successo negli
ultimi tempi e passato l’attimo di perplessità, se ne andò come se niente
fosse.
Le guerriere confuse spostarono
l’attenzione verso la nemica, la quale con un gesto della mano le salutò “Dato
che non c’è più niente che mi trattiene, direi che posso anche andarmene. Buona
bevuta!” disse sollevando lo sguardo verso la balconata, dove Serenity la stava guardando da lontano.
Le ragazze rimasero
ammutolite. Si erano aspettate molto di più di una semplice visita senza uno
vero e proprio scopo. Avevano compreso che Scorpio aveva fatto qualcosa all’acqua,
ma a parer loro, qualsiasi cosa avesse fatto, sarebbe bastata ripulirla. Che danno
poteva fare l’acqua sporca di una fontana, che nemmeno pulita nessuno avrebbe
bevuto.
“Guardate! Tutta l’acqua
sta diventando rossa!” disse Sailor Jupiter.
“Deve essere una sorte
di sortilegio. Quel poco sangue che il segno dello scorpione ha versato nella
fontana, ha infettato tutta l’acqua come un virus!” disse Sailor Mercury,
sebbene anch’essa non ne capiva il motivo.
Le guerriere tornarono
a palazzo dove il principe e la principessa erano ansiosi di capire cosa fosse
successo.
La spiegazione che le senshi diedero loro, li inquietarono non poco, dato che
sotto un attacco di Kendra, anche se sembrava
inefficace, c’era sempre una conseguenza.
Durante il loro
consulto, sussultarono quando sentirono un grido proveniredalla cucina e il rumore di un vetro che si
rompeva.
“Chibiusa!”
urlò Usagi correndo verso la stanza. Il cuore perse
un battito quando vide la bambina con gli occhi spalancati, con ai suoi piedi
del vetro e tanto sangue a terra.
Usagila raggiunse immediatamente chiedendole se stesse bene. Le controllò le
mani, le gambe, tutte le parti del corpo, sospirando nel comprendere che quel
liquido rosso non era il suo.
“Chibiusa,
cosa è successo?” chiese la ragazza, portando la bambina via di lì.
“Io non capisco. Ero venuta
a prendere un bicchiere d’acqua ed è uscito sangue dal rubinetto!”
“Cosa?” chiese Usagi, per poi guardare Mamoru,
il quale non sapeva trovare una spiegazione.
Sailor Urano fece la
fatidica domanda “ Usagi, l’acqua della fontana è
collegata con l’intero impianto idraulico della luna?”
“Ecco…io non lo so!”
rispose sinceramente la principessa.
“L’acqua creata dal
cristallo d’argento elimina tutte le impurità e quindi è costantemente pulita,
non è necessaria una divisione. In qualsiasi parte della luna, l’acqua è
potabile!” disse Luna, appoggiato da Artemis.
“Avremmo dovuto
comprendere subito che l’avvelenamento dell’acqua della fontana era solo l’inizio!”
disse Sailor Nettuno.
“Volete farmi
intendere che Kendra ha puntato sulle nostre riserve
d’acqua per annientarci?” chiese Sailor Venus scioccata.
Usagi lo guardò spaventata. Si poteva
sopravvivere per diversi giorni senza mangiare, ma pochi senza bere.
“Ragazze, voglio che
andiate a controllare ogni pozzo, ogni cisterna, ogni tubo o qualsiasi cosa che
porti dell’acqua e controlliate la situazione!” ordinò Serenity,
sperando vivamente che la situazione non fosse messa così male come pensavano.
Un’ora dopo le ragazze
si riunirono nuovamente.
“Ragazze, qui la
situazione è grave. L’acqua nelle bottiglie e nelle poche cisterne presenti
sulla luna è pulita, ma dato che di fatto contiamo sull’acqua che esce dai rubinetti,
ci fa capire che le riserve d’acqua scarseggiano e la gente, comprendendo la
situazione si sta già scannando per accaparrarsi più acqua possibile!” disse
Sailor Mars.
“Le Outher stanno cercando di calmare gli animi, ma è un’impresa
ardua. Come si fa a dire alla gente di stare calma, quando non c’è praticamente
più acqua!” disse Sailor Jupiter.
Usagi camminava avanti e indietro
nervosamente mentre cercava una soluzione a quel pasticcio. Aveva appena
ottenuto un po’ di fiducia dal suo popolo con le promesse di rendere le loro
vite migliori e queste promesse non erano esattamente iniziate con il piede
giusto.
“Non capisco. Cosa
crede di ottenere Kendra in questo modo? Che Usagi si consegni è fuori discussione dato che alla fine
farà fuori comunque tutti, sia che rimanga, sia che obbedisca alla sua volontà!”
disse Sailor Mercury.
“Vuole far stancare Serenity!” disse Selene comparendo dal nulla e facendo
saltare i presenti, i quali non la vedevano dal quella mattina.
“Una principessa
debole. È più facile da piegare alla sua volontà!” continuò la regina “Il
cristallo d’argento potrebbe anche eliminare la maledizione, ma Serenity sta già facendo diverse cose contemporaneamente. Tiene
in vita il regno, allontana la luna dalla terra, guarisce il pianeta azzurro e
contemporaneamente sta ridando vita agli esseri umani rimasti vittima delle
calamità avvenute a causa dello squilibrio naturale. Tutto questo, come ben
sapete lo fa chiedendo energia a mia figlia e se aggiungiamo anche la
depurazione dell’acqua, potete ben immaginare che sarà un’ulteriore utilizzo di
energia!”
“Ho altra scelta?”
disse Usagi esasperata.
Le guerriere sbuffarono.
“Potresti depurare l’acqua
lentamente, in modo tale da consumare meno energie, e finchè
questa non sarà nuovamente potabile, nel frattempo potresti purificare l’acqua
delle cisterne a cui il popolo avrà accesso in determinati momenti. Dovremo
stabilire dei turni e la quantità di acqua giornaliera che necessita ogni persona.
Dovremo fare tutti dei sacrifici, ma questa è a mio avviso l’unica soluzione
per non gravare troppo su di te Usagi. Cosa ne dici?”
disse Sailor Mercury.
“D’accordo. Io, Mamoru, Sailor Mercury, Sailor Mars, Luna e Artemis studieremo il da farsi. Sailor Venus e Sailor Jupiter, voi raggiungete le altre, riferite loro ciò di cui
abbiamo discusso e tra due ore, fate in modo che la gente si riuniscain piazza o nei luoghi dove si trovano le auto
parlanti. Riferiremo loro quanto sta succedendo e daremo loro le indicazioni su
come comportarsi. Tutto chiaro?” chiese Serenity
guardando i presenti, i quali annuirono allibiti.
“E io cosa faccio?
Voglio aiutare anche io!” chiese Sailor Chibiusa.
Serenity ci pensò su un attimo e disse “Giù
nelle cantine dovrebbero esserci diverse bottigliette d’acqua. Prendine quante ne riesci a trasportare e distribuiscile ai bambini. Senza acqua e strumenti
per difendersi loro saranno i primi a patire la sete. Ti senti in grado di
farlo?!”
Chibiusa guardò Usagi
con uno sguardo determinato e disse “Si. Vado immediatamente!”
“Sta attenta!” le urlò
la ragazza, vedendola scomparire dietro a un muro. Successivamente Usagi si ritirò nelle sue stanze, lasciando le guerriere
incredule a quanto videro, Mamoru compreso.
“Chi era quella?”
chiese Sailor Venus “Non ho mai visto Usagi comportarsi
con un tono così autoritario.
Luna sorrise, la parte
dormiente di Usagi, quella che rappresentava la
principessa si stava risvegliando sempre di più. Ne era sicura, la sua protetta
sarebbe diventata una sovrana degna di questo nome.
Capitolo 18 *** Capitolo 18:Acqua e vegetazione ***
Capitolo 18:Acqua e vegetazione
Tutto si svolse come Serenity aveva ordinato.
Le guerriere
radunarono nuovamente il popolo come meglio poterono, mentre i principi, con
l’aiuto di Ami e Rei, decidevano il piano da attuare.
La distribuzione
dell’acqua sarebbe cominciata quella sera stessa, ma i problemi non mancarono.
Il perimetro lunare
era diviso in una ventina di quartieri, ognuno con una sola cisterna d’acqua
utilizzabile. Dato la loro grandezza non eccessiva, portò le sailor a
realizzare che, per quanti sforzi avrebbero fatto a lunga andare, quando
sarebbero finite le scorte che ogni persona aveva in casa, non sarebbero
riuscite a donare a tutti l’acqua necessaria per garantire la sopravvivenza.
Inoltre l’egoismo
umano tornò nuovamente a galla e durante la distribuzione dell’acqua
disponibile, alcune persone fecero di tutto pur di sottrarre acqua ad altri,
per accaparrarsene il più possibile.
Era una situazione
insostenibile e Usagi comprese che avrebbero dovuto
trovare una soluzione alternativa, perché, oltre a non riuscire a soddisfare le
esigenze di tutti, lei si stancava facilmente e questo non le consentiva di
depurare più acqua di quanto avevano stabilito, senza che il suo corpo subisse
danni eccessivi.
Infatti, continuando
per quella sera con il piano deciso, alla ventesima cisterna la ragazza si
ritrovò a essere sostenuta da Mamoru, il quale le
impedì di cadere a terra a causa della mancanza di forze. Nonostante avesse
utilizzato anche l’energia solare per resistere più a lungo, il costante
utilizzo del cristallo che faceva per garantire la vita sulla luna, per guarire
il pianeta terra e ora per la depurazione dell’acqua, le sottraeva parecchia
energia.
Il ragazzo prese tra
le sue braccia Usagi e la condusse, prima al castello
e successivamente nella sua camera, sotto l’occhio attento di Kenji, che voleva assicurarsi che la sua bambina stesse
bene. Tirò un sospiro di sollievo quando comprese che ella stava solamente
dormendo.
Rimase sulla porta e
guardò la scena.
Mamoru depositò Usagi
nel letto e, dopo averla coperta amorevolmente, le diede un bacio sulla fronte.
“Sono carini, vero?”
Chiese una presenza alle spalle di Kenji, il quale
non si girò, riconoscendo la voce della moglie.
Kenji sospirò “Devo ammettere che quel ragazzo,
comincia a guadagnare qualche punto!”
Ikuko sorrise “Pochi ragazzi sarebbero
rimasti accanto alla propria amata, dopo quanto sta succedendo, e avrebbero
fatto quello che sta facendo lui!”
Kenji però non si lasciò andare
completamente e rispose “Ti ricordo che anche lui è immischiato in questa
faccenda, quindi ci è dentro fino al collo. Forse se fosse un ragazzo
qualunque, se la sarebbe data a gambe, facendo soffrire nostra figlia!”
“No, non credo! Non mi
sembra quel tipo di ragazzo!” disse Ikuko convinta “E
poi il loro amore è sopravvissuto a una guerra e alla morte secoli orsono e a
tante battaglie nel presente. Dubito che il loro legame si possa spezzare
facilmente!”
“Già, nemmeno le mie
minacce funzionano!” disse Kenji sospirando e
incrociando le braccia.
Ikuko si lasciò scappare una risata
“Avanti caro, sapevi che prima o poi questo momento sarebbe arrivato. Prometti
che proverai ad andarci d’accordo?”
Kenji guardò la moglie con un attimo di
incertezza, poi abbracciandola e dirigendola verso la stanza accanto, le disse
“Ci proverò tesoro, ma non garantisco che comincerà a piacermi!”
Durante la notte ci
furono diversi disordini sul suolo lunare e le guerriere fecero non poca fatica
a calmare gli animi agitati delle persone, tanto che non videro l’ora di andare
a riposare.
Ikuko si apprestò a preparare un pranzo
abbondante che desse la carica alle ragazze, dato che tutti ormai avevano
saltato la colazione. Non avendo però a disposizione molta acqua, decidere cosa
preparare fu abbastanza complicato, dato che anche una semplice insalata
richiedeva l’utilizzo dell’elemento per essere lavata.
Mentre era alle prese
con la cucina, sentì la porta della stanza aprirsi con un cigolio.
“Ciao tesoro!” disse
la donna, vedendo Usagi entrare con uno sguardo
assonnato, per poi sedersi al tavolo epoggiando la testa su di esso.
Ikuko le si sedette accanto “Cara, sembri
stravolta. Dovresti riposare!”
“Non ci riesco. Gli
incubi mi perseguitano!” disse, per poi sospirare.
Ikuko si fece curiosa “Vuoi raccontarmi cosa
hai sognato?
Usagi scosse la testa e chiese “Meglio se
ne parlo con Mamoru. Che tu sappia sta ancora
dormendo?”
“No, lui e tuo padre
sono andati a raccogliere informazioni sugli abitanti, dato che dopo quanto
successo le tue amiche non hanno potuto continuare!” rispose la donna.
“Cosa? Mamoru è con chi?” chiese incredula Usagi.
“Con tuo padre!”
“Mio padre!”
Ikuko annuì, per poi vedere la figlia
alzare gli occhi al cielo e poi portarsi una mano alla fronte “Bene, non
bastano i problemi che causa Kendra, ora devo pure
muovermi per preparare un funerale per Mamoru!”
Ikuko sorrise divertita, ma rincuorò la
figlia sulle sorti del suo amato.
Infatti il ragazzo
rientrò un paio di ore dopo sano e salvo. Doveva dire che nonostante la
presenza del suo futuro suocero lo mettesse a disagio inizialmente,
collaborando insieme, era riuscito a sciogliere un po’ di quel ghiaccio che
c’era tra di loro.
Percorse i corridoi
per dirigersi verso la sala computer, dove avrebbe inserito i dati di ogni
abitante nella macchina, in moto tale da facilitare il loro compito in futuro,
ma quando entrò, trovò Usagi al suo interno che
guardava lo schermo dove apparivano i dati su Sedna.
“Usako,
cosa ci fai qui?” chiese sorpreso “Pensavo dormissi!”
La ragazza sorrise
“Controllavo che non ci fossero problemi con la base nemica, anche se leggendo
i dati non capisco niente, né so dove mettere le mani per avere informazioni
più chiare!”
Mamoru le si avvicinò e le accarezzò una
guancia “Usako, questo è compito mio. Se ti occupi
anche di sorvegliare il territorio nemico, io non servo a niente!”
La ragazza lo guardò
perplessa “Cosa dici? Sei sempre stato prezioso per la squadra, per me
soprattutto e questo lo sai! Io non sarei qui se non fosse stato per te, mi sei
sempre stato di grande aiuto, sei la mia roccia, la mia ancora di salvezza e…”
“Si, ma…vorrei poter
fare di più. Hai un grande peso sulle tue spalle, vorrei alleggerirlo!” disse
sconsolato il ragazzo.
“Attento a quello che
desideri!” disse Usagi, per poi parlargli delle sue
intenzioni.
“Usako,
è troppo pericoloso!” disse Mamoru preoccupato.
“Ho usato molto più
potere per sconfiggere i nemici!” disse Usagi alzando
le spalle.
“Infatti il tuo corpo
non ha retto il più delle volte!” le ricordò il ragazzo, che ancora aveva i
brividi al solo pensiero di quando la stringeva tra le sue braccia a causa
della sua debolezza o peggio…della sua morte.
“Mamoru,
hai visto anche tu. Ieri sera abbiamo distribuito l’acqua, ma non serve un
genio per capire, che le cose andranno sempre peggio. A lungo andare sarò
sempre più debole e riuscirò a depurare sempre meno acqua, ci saranno guerre
tra gli abitanti e i più deboli periranno. Inoltre Kendra
mi è apparsa in sogno questa notte. Quanto sta succedendo ora è solo l’inizio,
ci saranno cose peggiori e se ho compreso bene quanto mi ha detto, il prossimo
attacco coinvolgerà le piante. La fonte di cibo maggiore sulla luna è dovuta ai
vegetali, in quanto non abbiamo molti animali a disposizione e quelli presenti
servono per di più per il latte e uova, non sono da macello. Passeranno anni,
prima che ci saranno abbastanza animali da poter aggiungere la carne come
alimento base per tutta la popolazione.Io non potrò trasformare l’acqua e curare lepiante per tutti, siamo troppi!” disse Usagi portandosi dispiaciuta le mani al petto.
“Allora permettimi di
aiutati. Le piante che abbiamo provengono dalla terra, sono del mio territorio,
posso usare il cristallo d’oro per garantire la nostra sopravvivenza!” disse Mamoru alzandogli il volto per guardarla negli occhi.
Usagi sorrise “è proprio qui che volevo
arrivare. L’attacco alle piante è già iniziato. Adesso non si stanno nutrendo
di acqua e delle sostanze minerarie della terra, ma di sangue e queste le ha
già portate ad ingiallire e controllando il giardino del palazzo e le nostre
riserve, ho visto che diverse cose sono già da buttare. Uniremo le nostre forze
e insieme depureremo tutta l’acqua presente sul satellite e ridaremo energia
alle piante. Cosa ne dici?”
“Se mi garantisci che
non c’è pericolo per te, va bene!” disse Mamoru
arrendendosi “Ma dovremo dirlo anche alle ragazze!”
“Cosa? Vi è dato di
volta al cervello?” disse Rei alzando la voce.
“Abbassa la voce, Rei-chan!” disse Usagi mettendo il
broncio.
“Non abbasso un bel niente.
Eravamo d’accordo, tu non avresti fatto la pazzia di esaurire la tua energia a
rischio della tua vita tutta in un colpo. Avevamo detto poco alla volta!” disse
Rei incrociando le braccia.
“Però Usagi e Mamoru hanno ragione!”
disse Ami “Forse non c’è alternativa!”
“Ma Ami, sei stata
proprio tu a proporre la soluzione di depurare l’acqua poco per volta!” disse Minako.
“Questo è vero, ma
mentre decidevamo il da farsi, avevo capito che questo sistema non funzionava e
Rei, tu eri presente, quindi anche tu dovresti averlo capito!” disse la
guerriera di mercurio, guardando la compagna.
Rei sbuffò, non
potendo smentire quanto detto dalla ragazza.
“Io credo possa
funzionare senza troppi pericoli per la principessa!” cominciò Michiru “Il principe l’aiuterà e ben poco sappiamo sul
cristallo d’oro, non sappiamo quali siano i suoi reali poteri, potrebbe
sorprenderci!”
“Inoltre se ci sono di
mezzo anche le piante, poco possiamo fare. Fra una cosa e l’altra, Usagi corre comunque dei pericoli!” disse Haruka.
“Io appoggio la
proposta. Continuando così, avremo anche i ribelli che si creeranno tra il
popolo a crearci problemi e ne abbiamo già abbastanza!” disse Setsuna.
“Possiamo fare
qualcosa per aiutarti principessa?” chiese Hotaru.
“Magari dandoti i
nostri poteri!” disse Makoto speranzosa di poter essere d’aiuto.
“No, meglio di no.
Come vi ho riferito prima, Kendra ha ancora
intenzione di attaccarci. Non possiamo lasciare la luna e i suoi abitanti
indifesi. Se io sarò troppo debole, dovrete pensare voi a contrastarla!” disse Usagi sospirando.
“Hotaru,
come mai voi non avete avvertito il pericolo? Di solito voi outher
siete le prime a capire cosa sta succedendo!” disse Chibiusa
curiosa.
“Si, abbiamo avvertito
qualcosa e ho fatto anch’io un sogno che mi metteva all’erta, ma la principessa
ci ha anticipato con informazioni più dettagliate, quindi…” disse Hotaru sbuffando.
“In genere sono i tuoi
poteri quelli che maggiormente percepiscono il pericolo, come è possibile che
sia Usagi quella che ha avuto più informazioni
attraverso il sonno? Anch’io ho percepito poco leggendo il fuoco magico!” disse
Rei confusa.
“La spiegazione è
semplice. Quello che noi avvertiamo, arriva dai nostri poteri premonitori,
mentre Usagi è stata contattata direttamente da Kendra, per questo tutto è più chiaro per lei, ma se la
nostra nemica non le avesse fatto visita, avremo solo le nostre informazioni,
che ci avrebbero fatto intuire solo che le cose stanno per peggiorare!” disse Setsuna.
“Io non capisco,
perché non attacca in prima persona!” chiese Chibiusa
spazientita.
“Anche gli altri
nemici mandavano sempre degli emissari, per poi attaccare quando andavamo a
stanarli!” disse Luna scodinzolando nervosamente.
“Allora perché non attacchiamo,
sappiamo dove si trova. La eliminiamo e così sta storia avrà fine!” disse Minako spazientita.
“Sarebbe rischioso.
Non conosciamo quali siano i suoi veri poteri!” disse Artemis.
“Non siamo mai certi
dei poteri dei nostri nemici, eppure li abbiamo affrontati!” ribadì Minako.
Mamoru si fece sentire per la prima volta
da quando era iniziata la riunione e disse “Sembra che attorno a Sedna ci sia un forte campo di forza. Se proviamo ad
avvicinarci, rischiamo di essere sparpagliati nello spazio. Dovremo riuscire a
indebolire la nostra nemica, in modo che questo campo cada e solo ad allora
potremo affrontarla direttamente, sempre ammesso che non si decide lei a fare
la prima mossa!”
“Fantastico. Qualche
altra bella notizia?” chiese Reiseccata.
Usagi si alzò e guardando i presenti disse
“Io direi di concentrarci su di un problema per volta. Mamoru,
se tu sei pronto io direi di cominciare!”
L’interpellato annuì e
tutti si recarono verso la sala dove era stato posto il cristallo d’argento.
Esso volteggiava a
pochi centimetri dall’ara su cui era depositato, segno che era perennemente al
lavoro.
Usagi si avvicinò e lo prese con la mano
sinistra. Quando lo afferrò sentì la sua energia invaderle il corpo e
afferrando la mano del suo principe, lo guardò e annuì per dare il via al loro
piano.
“Sta attenta figlia
mia!” disse la regina Selene, presente nella sala, in quanto aveva deciso di
tenere sotto controllo il potere della stirpe lunare.
Entrambi i reali
chiusero gli occhi e si concentrarono. Pensarono intensamente a quello che
volevano realizzare e silenziosamente innalzarono le loro preghiere ai loro
cristalli.
Questi sembrarono
prestare attenzione perché ricoprirono i loro custodi con un intensa luce. Questa
luminosità si espanse sempre più, fin quando questa non invase anche l’esterno
del palazzo reale, confondendo i cittadini che dovettero coprirsi gli occhi per
evitare di restare accecati.
Quando questa si
spense, diversi mormorii si diffusero tra la gente, i quali cercarono di capire
cosa stesse succedendo. Avevano già visto la luce del cristallo d’argento e del
cristallo d’oro al momento del loro teletrasporto sulla luna, sebbene meno
intensa, e si domandarono cosa i loro sovrani stessero combinando.
Dato che il loro
potere aveva già salvato loro la vita, molti sperarono vivamente che essi
stavano cercando di risolvere il problema dell’acqua, altri, quelli che
cominciarono a pensare a un complotto che li aveva portati a trovarsi in quella
assurda situazione, temettero che qualche altra disgrazia stava per compiersi.
I primi gioirono di
gioia, quando dopo un po’ videro trasformare l’acqua delle fontane da rossa a
rosa fino a diventare nuovamente trasparenti.
A loro insaputa, dato
che non si erano ancora resi conto delle piante che cominciavano ad ammalarsi, anche
la vegetazione tornò rigogliosa.
Quando la luce svanì,
sia Mamoru che Usagi caddero
sulle ginocchia spompati.
La seconda ringraziò
il primo, dato che grazie alla sua presenza non si sentiva poi così a pezzi
come avrebbe immaginato. Certo, non vedeva l’ora di rimettersi a dormire, ma
tutto sommato stava bene. Mamoru invece si sentiva
strano. Non aveva praticamente mai usato il cristallo in quelmodo e sentendosi così privo di forze lo
spaventava un po’. Ora poteva comprendere cosa Usagi
provasse ogni volta che usava il suo potere.
Ci pensarono Rei e Haruka ad aiutare i loro amici a rialzarsi e a portarli
nelle loro stanze.
“Grazie Rei-chan!” disse Usagi sbattendo le
palpebre che si facevano sempre più pesanti.
Rei sorrise dolcemente
per poi punzecchiarla un po’ “Certo che fare la principessa è una pacchia, sei
sempre a letto. A noi guerriere invece tocca il lavoro sporco!” le disse
facendole l’occhiolino.
Usagi sorrise, ma si preoccupò appena vide
la sua amica girarsi di scatto verso la finestra.
“Rei…cosa…” cominciò a
dire temendo il peggio.
“Avverto una presenza
negativa!” disse semplicemente, per poi alzarsi e recarsi verso il balcone.
Videro nuovamente la
gente scappare e sta volta al posto di Scorpion si
trovava Taurus.
“Un altro segno
zodiacale!” disse Usagi, che aveva raggiunto la
guerriera di marte.
“Logico, ora Kendra ci sta mandando contro i segni rimasti. Speriamo
solo che questo qui non abbia spiacevoli sorprese come l’ultimo!” disse per poi
trasformarsi e recarsi ad informare le altre guerriere.
Usagi rimase nella sua stanza, sotto
ordine di Rei. Guardava l’esterno e con le mani giunte al petto, pregava perché
tutto andasse bene.
Taurus più che
attaccare le persone, si divertiva a spaccare le cose e lanciare tutto quello
che aveva a tiro per mostrare la sua potenza.
Kayoko, venuta insieme al segno, si
manteneva a debita distanza evitando così che l’essere lanciasse in orbita pure
lei.
“Avanti Taurus, smetti di fare il gradasso e fai quello che ti è
stato ordinato!” disse Kayoko spazientita.
Il segno però non
sembrava volersi fermare.
Era come impazzito e
continuava il suo cammino.
“Fermati brutta
bistecca troppo cresciuta!” disse Sailor Venus lanciandogli contro la sua
spirale di venere, con il quale gli imprigionò una gamba.
Nemmeno questo lo
fermò e afferrando l’arma della guerriera, riuscì quasi a lanciarla in aria, se
prontamente Minako non avesse lasciato la sua catena.
“Fulmine azione!” urlò
Sailor Jupiter, ma le corna intercettarono le saette,
che andarono a scaricarsi a terra.
“Accidenti. Chi mai
avrebbe immaginato che le corna di un toro potessero funzionare come un
parafulmine!” disse seccata la guerriera di giove.
Le Outer colpirono il
nemico contemporaneamente e colpendolo, lo mandarono a terra.
Taurus era fumante, a causa dei peli bruciacchiati
e sembrava quasi non volersi rialzare.
“è stato troppo
facile!” disse Sailor Pluto del tutto convita che la storia non era finita lì.
L’essere durante il loro primo incontro si era dimostrato più insidioso.
Infatti sotto
incitamento di Kayoko, il toro si rimise in piedi in
men che non si dica e cominciò a strusciare una gamba a terra, indicazione che
era pronto a caricare.
“Quelle corna stanno
puntando contro di noi!” disse poco felice Sailor Saturn
a pensare all’eventualità di essere trafitta da una di quelle cose.
“Sailor Mars, dato che
sei rossa, perché non lo distrai mentre noi attacchiamo?” disse Sailor Urano,
per essere poi corretta da Mercury, la quale affermò che i tori in realtà non
vedevano i colori e che la storia del rosso che faceva inviperire i bovini era
solo una diceria.
“Rei, però il tuo
potere dovrebbe riuscire a contrastarlo. Taurus è un
segno di terra e il fuoco lo indebolisce!” disse Sailor Mercury.
L’interpellata non se
lo fece ripetere due volte e chiamò a sé il suo potere, ma prendendola di
sorpresa, il nemico con un agile movimento, le comparì dietro la schiena,
colpendola poi con la coda e facendola cadere a terra per diversi metri. Sailor
Mars non demorse e sebbene fosse malconcia, scoccò la freccia, che lo colpì all’addome.
Il toro urlò dal
dolore e solo allora si decise ad attuare il piano che Kendra
gli aveva ordinato. Aprì la bocca a dismisura dalla quale uscì quello che
inizialmente sembrava del vomito, poi con uno sguardo più attento, Sailor
Mercury, vedendo che questo si muoveva, comprese che si trattava di insetti…locuste
precisamente…migliaia e migliaia di locuste.
Kayoko sorrise a vedere nuovamente i volti
confusi delle guerriere e schioccando le dita, liberò Taurus
dalla sua prigionia e nuovamente Sailor Mars, vide quell’aurea nera familiare
uscire dal corpo del segno, prima che questo tornasse da dove era venuto.
“Bene, anche per
questa volta il mio compito è finito! Buon divertimento!” disse Kayoko prima di scomparire.
Le locuste, si
alzarono in volo e si sparpagliarono sul suolo lunare.
Vani i tentativi
furono quelli delle guerriere di usare il loro potere per ucciderle. Solo alcune
perirono, ma la maggior parte era sfuggita al loro controllo.
“Questa non ci voleva.
Ora si che le nostre scorte di cibo sono in pericolo!” disse Ami cupa in volto,
in quanto quegli insetti erano capaci di divorare la vegetazione come se niente
fosse.