all that matters

di ciastinsipod
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** maths ***
Capitolo 2: *** the truth ***
Capitolo 3: *** IL VIAGGIO ***
Capitolo 4: *** Love. ***
Capitolo 5: *** Go out. ***



Capitolo 1
*** maths ***


Claudia’s Point of  View
Altri tre giorni e poi la scuola sarebbe finita era questo pensiero che mi tornava in mente ogni mattina mentre aspettavo l'arrivo di Justin il mio migliore amico davanti al forno,il posto dove ci incontravamo per andare a scuola,era un posto piccolo ma accogliente era gestito da una signora parecchio anziana che viveva ancora solo e soltanto grazie a quel forno,era come la sua casa passava lì tutto il giorno e poi quando erano le dieci di sera si ritirava e andava a dormire nella sua casetta al centro era sempre molto gentile e simpatica,con tutti i ragazzi che conosceva. Erano circa cinque minuti che aspettavo ma niente, Justin ancora non arrivava,come al solito era sempre in ritardo... Ma del resto  era più presto del solito, non avevo dormito molto bene quella notte  mi svegliavo ogni mezz'ora finché non si erano fatte le sei di mattina e visto che non sono riuscita più a prendere sonno decisi di alzarmi ,verso le sette e mezza ero già pronta e così mi avviai verso il forno.Erano le otto, quando decisi di mandare un messaggio a Justin per vedere a che punto stava e lui dopo in po' mi rispose che stava arrivando. Passarono cinque minuti e poi lo vidi arrivare tutto affannato sul marciapiede con la lingua di fuori  i capelli sempre a posto in un ciuffo biondo cenere e degli occhi nocciola che in questo momento chiedono un disperato aiuto. Mi si avvicinò tutto affaticato e mi disse “ho fatto più presto che potevo, non mi è suonata la sveglia” scoppiai a ridere, capitavano tutte a lui, "vabbè dai ora andiamo a scuola se no si fa tardi!come al solito" lui sorrise e mi abbracciò, ci salutiamo sempre così. Iniziammo a camminare e a parlare del più e del meno ad un certo punto venne fuori il discorso del college estivo è un college a cui io è Justin abbiamo deciso di andare tempo fa ,stavamo pianificando questo viaggio da tantissimo tempo "non vedo l'ora di andarci sarà bellissimo sono sicuro" disse lui con aria felice "ma ti ricordi da quanto tempo stiamo pianificando di andare a questo college? È una vita intera!!" esclamai io,Lui annuì "poi staremo lontano dalla famiglia, dai controlli, dalle regole..."Sospirò e continuò"Si ma tanto mia mamma se combino qualcosa non me la fa mica passare liscia,non mi farà neanche più uscire di casa quindi è meglio che mi comporto bene se voglio avere ancora una vita sociale!"disse lui con aria drammatica, lo afferrai per una guancia "è già Justin Drew Bieber non fare il bad boy" gli dissi io con aria di presa in giro,scoppiammo a ridere e in men che non si dica arrivammo davanti alla scuola. La  Campanella non era ancora suonata strano ma vero, ci fermammo davanti al cancello e ci salutammo dandoci appuntamento  all'uscita della scuola davanti al murales blu.
Iniziai a dirigermi verso il mio plesso che è staccato da quello di Justin che era quello centrale, il suo era più grande e più nuovo aveva le pareti bianche un aula computer e una biblioteca,mentre il mio era piccolissimo e molto vecchio,le porte cigolavano e non si chiudevano bene  le pareti erano tutte gialle o ricoperte di scritte e i banchi tutti rovinati inoltre non c'è ne l'aula computer ne la biblioteca quindi per prendere libri o fare ricerche bisogna andare nell'altro plesso il che quando piove è un problema... Suonò la Campanella con un rumore assordante, uno dei rumori più fastidiosi della mattina,ma anche  uno dei più piacevoli all'ora di pranzo perché segna la fine delle lezioni.


Justin’s Point of View
Salutai Claudia che andò all'altro plesso oggi aveva i capelli sciolti i jeans e una canotta bianca,stavo aspettando che suonasse questa Campanella che odio e mi ricordai che oggi la professoressa avrebbe riportato il compito di matematica cosa che mi preoccupava molto io odio la matematica e sono sicuro di non essere andato bene in quel compito. Si sentì il rumore della campanella che mi distolse dai miei pensieri e vidi una massa che iniziò a correre, la maggior parte delle volte ti travolge,per fortuna arrivai in classe ancora vivo,mi diressi verso il mio banco in fondo alla classe oggi Josh il mio compagno di banco ancora non era arrivato e non è suo solito arrivare in ritardo è un tipo precisissimo,guai se metti una cosa fuori posto,mi da proprio sui nervi... Ecco che la professoressa di matematica entrò in classe quanto vorrei scomparire e non riapparire mai più in quella classe,lì non mi sentivo accettato,non so perché. La prof iniziò a distribuire i compiti il mio cuore iniziò a battere non posso prendere un'altra insufficienza non posso... Continuo a fissare il banco finché davanti non mi trovo un numero che non avrei mai voluto vedere 3 scritto con la penna rossa, come sangue sulla pietra la professoressa inizia a parlare "bene ragazzi i compiti sono andati suppergiù bene sono nella media del sette a parte qualche insufficienza grave che dovrà essere recuperata nell'ultimo compito" eh già quel compito,ma come facevo a recuperare? Non potevo imparare tutto di nuovo,passarono le cinque oro e io intanto pensavo a come avrei detto a mia madre di questo voto non sapevo come fare ne come recuperare mi ritrovai per le scale che aspettavo che la Campanella suonasse.

Claudia Point of View
È anche un'altra giornata era passata uscii dal cancello e vidi che c'era Justin a testa china che fissava nel vuoto mi avvicinai lui "cos'hai Justin?c'è qualcosa che non va?"chiesi "no è tutto apposto,solo un brutto voto in matematica" mi risponde lui con aria sconsolata Poggio la mia mano sulla sua spalla "dai Justin non fare così puoi sempre recuperare" alza la testa e mi guarda "recuperare si certo non ci capisco un bel niente di matematica,sono una frana totale"dice scoraggiato "ti aiuto io!"
" Dici davvero?"
"Certo se no che ci stanno a fare gli amici" mi sorride e mi abbraccia "ho la migliore amica del mondo,non lasciarmi mai ok?" "Ok" sussurro io,ci incamminiamo verso casa "allora oggi pomeriggio vieni da me così mi aiuti con la matematica?" Chiede lui con aria interrogativa, "oh Bieber ha proprio voglia di iniziare è?" Dico con tono sarcastico,lui scoppia a ridere "eh si con un insegnante come te... Dai sul serio vieni a casa mia verso le quattro oggi pomeriggio così studiamo un po'" "va bene"rispondo io, arriviamo al forno e ci dobbiamo salutare,tanto ci saremo rivisti oggi pomeriggio. Il rapporto che avevo con Justin è la cosa più bella del mondo,con lui riuscivo ad essere me stessa. Aprii la porta di casa e mi andai a cambiare visto che i miei non c'erano mi preparai solo un panino da mangiare subito e poi i buttai sul divano a guardare la tv,piano piano la mia mente se ne andò stavo pensando al campo estivo a quanto sarebbe stato bello trascorrere una settimana lì e l'altra in giro per le più famose città,gli occhi mi iniziarono a diventare pesanti e iniziarono a chiudersi lentamente non dovevo dormire,sarei dovuta andare da Justin,ma non ci riuscii e caddi in un sonno profondo.


Sentii il mio cellulare squillare mi alzai velocemente e risposi con aria insonnolita "pronto..." "CLAUDIA SEI SVEGLIA?" "Si si sono sveglia ,ora ..." "Ma quando arrivi sono le quattro e mezza l'appuntamento era alle quattro!!" "Scusami Justin mi sono addormentata... Ora mi preparo e vengo ci metto dieci minuti prometto" va bene a tra poco" "ciao" "ciao" presi dall'armadio un paio di shorts e una canotta azzurra e bianca con le vans azzurre,presi la mia pinko con i libri il cellulare e uscii di casa. Salii la bicicletta,infilai cautamente la mia pinko nel cestino stando attenta che non si rovini perché è un regalo di mia mamma,e poi partii diretta verso casa di Justin non è lontana dalla mia quindi cinque minuti buoni e arrivai parcheggiai la bici sotto il portico e entrai dal cancello principale che porta al giardino è uno dei giardini più curati che io abbia mai visto,davanti a me c'era  un enorme porta marrone con su scritto
-CASA BIEBER- suonai il campanello e Justin mi venne ad aprire dopo dieci secondi, secondo me era appostato dietro alla porta ad aspettarmi. Entrai lui si girò e si diresse verso la cucina, non mi aveva neanche guardata negli occhi CE L'AVEVA CON ME,"Justin scusa non l'ho fatta a posta mi sono addormentata...scusa davvero"dissi con voce mortificata non mi rispose,se l’era presa mi dispiaceva essermi svegliata tardi ma no l’avevo fatta apposta e vedere il mio miglior amico così mi dispiaceva, ci conoscevamo da sempre a volte avevamo litigato discusso ma avevamo sempre fatto pace lui non mi aveva mai smesso di parlare... Aprì la zanzariera e andò nel giardino sul retro lo seguii era il mio posto preferito della sua casa,c'era un Prato verde e rigoglioso e in primavera si vedevano anche dei piccoli fiorellini viola che sbocciavano creando un tappeto poi c'erano due alberi paralleli con una chioma folta verde,questi due alberi sorreggevano un amaca bianca di tela con dei cuscini arancioni sopra,era un ottimo posto per rilassarsi ma la parte più bella era la piscina,era immensa e sempre pulita ci si poteva fare di tutto ,la notte si illuminava e creava un atmosfera fantastica,Justin si andò a sedere sull'amaca mi fermai in piedi davanti a lui con una mano gli alzai la testa e feci in modo che i suoi occhi si incrociassero con i miei mi guardo per tre secondi poi... Scoppiò a ridere iniziai anch'io la sua risata era così contagiosa... "Perché ridi?" La domanda mi uscì spontanea "è così facile prenderti in giro...dovevi vedere la tua faccia quando mi hai chiesto scusa eri terrorizzata,e poi con quella voce <>"iniziò ad imitarmi parlando come una bambina di quattro anni intanto rideva,ma tanto sa che gliela farò pagare molto presto... "Dai ora studiamo"disse lui tornando serio "va bene" risposi io, ci sedemmo sull'amaca e aprimmo i libri.


Justin Point of View
Gliel'avevo fatta c'era cascata in pieno,un po' mi dispiaceva perché l'avevo fatta preoccupare ... ma nah che dico era stato divertentissimo ma ora è ora di studiare,non mi andava ma dovevo, dovevo prendere un bel voto. Eppure tutti quei numeri,quelle formule nella mia testa non ci volevano proprio entrare,ma pian piano qualcosa riuscii a capirla. Si erano fatte le sette e mezza ed era quasi buio fuori il sole era tramontato, "ora io vado si è abbastanza tardi" " ma come sei venuta?" "Con la bici perché?" " dai ti riaccompagno a casa io vado a prendere la bici" non ti preoccupare dai torno da sola""si secondo te ti lascio tornare da sola..." "Perché no?!" Avrei dovuto dirle che se le succedeva qualcosa io sarei morto,ma preferii non rispondere andai a prendere la mia bici e la portai fuori. Uscii dal cancelletto e vidi Claudia che sistemava la sua mi affiancai a lei è partimmo. La strada era molto buia e non si vedeva nulla,dopo un po' arrivammo sotto casa di Claudia,mi fermai davanti a al cancello e lei si affiancò a me poi mi disse "mi dici perché non hai voluto mandarmi da sola!" Cosa le avrei dovuto dire  ora "perché la strada è pericolosa e buia"furono le prime parole che mi uscirono dalla bocca "ok" mi rispose lei,ci salutammo e tornai a casa.
 

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Capitolo 2
*** the truth ***


THE TRUTH
Andai a posare la bicicletta nel garage e mi diressi verso la porta,notai che mia madre era tornata da lavoro infatti c'era la sua macchina,aprii la porta e la vidi paralizzata sul divano era molto pallida,mi sedetti accanto a lei è le posai la mia mano sulla spalla chiedendole cosa avesse,non mi rispose "mamma cos'hai?è successo qualcosa?"dissi con tono preoccupato lei mi guardo negli occhi i suoi erano così cupi e preoccupati "Justin..." Mi disse "si.."risposi io invitandola a continuare "dobbiamo lasciare la casa ci sono degli uomini che la vogliono prendere e noi non possiamo farci niente sono pericolosi..."scoppiò a piangere la abbracciai "non lo permetterò mai mamma"gli sussurrai mi guardò e mi disse"No Justin,non puoi quegli uomini sono troppo pericolosi" "allora chiamiamo la polizia è semplice la cosa " no Justin non possiamo ci hanno minacciato che se ci azzardiamo a chiamarla potrebbero farci del male" rispose lei, la domanda mi uscì spontanea "ma chi sono questi tizi?" Mamma deglutì e poi si alzò dal divano con aria ferma "domani partiremo alle cinque e andremo dalla nonna in Canada col treno! La decisione è già presa mi dispiace" e se ne andò in cucina. Cavolo perché la mia vita non è normale?cos'erano tutti questi problemi da un momento all'altro dopo la morte di mio padre ero io a dovermi occupare della mamma...è poi c'era Claudia,cosa dovevo fare con lei?avrei dovuto raccontare questa storia?l'avrei messa solo nei guai io non volevo,mamma aveva ragione erano molto pericolosi,ci avevano sfrattato,non potevo dirle niente non avrei mai potuto sopportare che le facessero del male dovevo andare via senza lasciare nessuna traccia di me forse avrebbe sofferto ma poi sarebbe passato tutto. Mia Mamma era una delle persone più importanti della mia vita erano la persone che ci era stata sempre per me non mi sarei mai perdonato se gli fosse successo qualcosa, con questo pensiero andai a dormire.

Claudia's Point of View
Justin è sempre in ritardo la mattina...lo aspetto sempre,questa è una delle cose che non cambierà mai,stamattina c'è un sole che spacca le pietre si vede proprio che é arrivata l'estate
Ma Justin ancora no,come tutte le mattine era sempre in ritardo ma erano già le 8:10 e ancora non si vedeva, iniziai ad avviarmi e gli inviai un messaggio per avvisarlo,ma non mi rispose... Arrivai a scuola ed era già suonata la campanella... Andai verso la mia classe correndo e per fortuna la professoressa non era ancora arrivata,in classe tutti stavano parlando e c'era una gran confusione nessuno si accorse che ero arrivata,poggiai lo zaino sul mio banco e andai dalle mie amiche ci salutammo e iniziammo a parlare,in pratica loro parlavano io ascoltavo in mente avevo una sola cosa "DOV'È JUSTIN?" Ero preoccupata,non sapevo dove fosse,forse non mi dovevo preoccupare sarebbe  entrati alla seconda ora come era successo altre volte o starà male...in fondo cosa può essergli successo. Intanto che pensavo a Justin la prof. era entrata in classe e aveva iniziato a spiegare storia,ma non riuscivo a seguire era più forte di me... Dopo due ore di storia e antologia avevamo educazione fisica sarebbe stata una buona occasione per vedere se Justin era in classe.
"È uno due tre salto""Claudia sveglia stai guardando le farfalle?!su continuiamo e uno due tre..."la voce della professoressa mi risuono nella testa,avevo una confusione in quel momento non ci stavo capendo più niente,facevo delle cose e neanche me ne accorgevo avevo paura,si paura che fosse successo qualcosa a Justin,a volte vado in ansia troppo facilmente me lo dicono tutti ma non ci posso fare niente sono fatta così,tentai di rimanere calma ma non ci riuscii. Passarono altre due ore,per un ora il professore non c'è stato e  per l'altra avevamo fatto artistica. Uscii da scuola c'era una confusione persone che spingevano e urlavano da tutte le parti...oh cavolo...era l'ultimo giorno di scuola e nemmeno me n'ero accorta talmente presa dal pensiero di Justin,poteva essere anche per questo motivo che non era venuto a scuola,mi rasserenai pensando che quell'anno fosse finito e ci sarebbero state le vacanze!!Justin non era venuto a scuola ne ero sicura l'avevo anche aspettato per dieci minuti davanti al cancello,stavo aspettando mia mamma oggi tornava prima dal lavoro quindi mi passava a prendere lei,si fermò davanti al cancello e suono il clacson mi fece quasi saltare per lo spavento,salutai le mie amiche per bene,ci saremmo riviste solo dopo l'estate,dopo qualche lacrima e tanti abbracci le lasciai ed entrai in macchina di mamma, la salutai è partimmo.Casa mia non era lontana, "ma Justin oggi non è venuto?" Mi chiese mamma "no è strano non mi ha neanche avvertita" " avrà avuto dei problemi..."rispose mia madre "si..." Annuii e guardai fuori dal finestrino. Arrivammo a casa mangiai velocemente e andai a casa di Justin dovevo sapere cosa gli era successo,antraci nel cancello aperto, c'era una BMW nera parcheggiata davanti la porta di casa, bussai.


Mi aprii un uomo alto, brizzolato con un cappello nero e un sigaro in bocca "chi sei?" Mi chiese "sono un amica di Justin dov'è lui ora?" Dissi con tono arrogante "se ne è andato ora qui ci vivo io!" Rimasi a bocca aperta davanti a quelle parole se ne era andato? È dove? È Pattie? "Dove posso trovarlo?" Continuai "non lo so...non so più niente di loro,se n'è andato il tuo amichetto e anche la sua mamma...hanno lasciato questa casa a me e ora ci vivo io,e ora vattene da casa mia,ti ho detto tutto quelli che so" mi chiuse la porta in faccia. Se  ne era andato senza dirmi niente non poteva essere mi aveva lasciato,senza una parola un avvertimento era impossibile iniziai a correre per strada finché arrivai agli scogli il posto dove di solito mi recavo per pensare,solo Justin appunto,sapeva che andavo lì mi sedevo sullo scoglio più sporgente e iniziavo a pensare...i miei pensieri si avevano sempre più intensi e sul viso mi iniziarono a scendere delle lacrime,come poteva avermi lasciato sola,perché ? Il campo estivo tutte le cose che ci eravamo promessi di fare...Justin...il mio migliore amico se ne era andato senza dirmi niente me l'aveva detto quell'uomo,come potevo fidarmi?
 

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Capitolo 3
*** IL VIAGGIO ***


Per la duecentesima volte lo provai a chiamare al cellulare,avevo perso le speranze che rispondesse ma..."pronto"mi disse con voce insicura "j-justin sono Claudia,che fine hai fatto?" "Sono andato via" "e dove vai?" "Dai miei nonni...per sempre!"’’c-c-come per sempre?" Non volevo che si accorgesse che stavo piangendo ma era più forte di me non potevo fermarmi "si sono andato via,non voglio più avere niente a che fare con te e con tutta la città,DIMENTICAMI tanto non tornerò più"a quelle parole attaccai non volevo sentire più niente,quello non era Justin, non era lui. La mia mente continuava a pensare queste cose. Dovevo arrendermi mi aveva trattata malissimo era lui, è come se era lui ,riconoscerei la sua voce tra mille,era logico come potevo pensare che era mio amico uno come lui,mi aveva solo usato  quando gli servivo per i compiti mi aveva riempito di bugie da così tanto tempo,ero furiosa e a pezzi allo stesso tempo,presi il mio cellulare poggiato sulla scogliera e tornai a casa,non cenai rimasi tutto il giorno in camera mia senza mai uscire.
Justin’s Point of View
Cosa avevo fatto?stava piangendo mentre parlavamo,non aveva mai pianto per me l'avevo trattata malissimo l'avevo umiliata non mi avrebbe perdonato mai ma l'avevo fatto  solo per proteggerla non avrei mai permesso che nessuno la toccasse nemmeno con un dito lei era mia...ed ora mi ritrovavo qui senza amici a cambiare città,posto dove vivere,casa scuola,per quanto sarebbe durata questa storia?quanto sarebbe andata avanti?volevo tornare da lei,dai miei amici volevo fare il campo estivo con lei...lei...Claudia la sua voce mi risuonava nella testa ci mancavano altre ore di viaggio mamma stava dormendo e io stavo guardando fuori dal finestrino,ad un tratto il mio cellulare vibrò era un messaggio in numero sconosciuto "è venuta una ragazza a cercarti,questa cosa non deve succedere più nessuno deve sapere  di quello che é realmente successo,se vuoi il bene della ragazza dovrai trasferirti a Londra da solo "cosa Londra?dove c'era il campo estivo?sembrava tutto uno stupido piano,io non sarei mai andato lì e loro non avrebbero toccato Claudia era questo che volevo,ma se non sarei andato lì l'Avrebbero maltrattata non avevo scelta,come facevo ad andare a Londra ci voleva tempo e soldi e mia madre ?che cosa avrei detto a mia madre?non sapevo che fare,la mia vita si era ribaltata,da un giorno all'altro era tutto diverso. Dopo tante ore di viaggio arrivammo finalmente in Ontario prendemmo un taxi dovevamo arrivare a Stratford la città dei miei nonni,"cos'hai Justin?" Mi disse mamma nel taxi "niente..."risposi con aria vaga "Justin" disse mamma aveva capito che era successo qualcosa in fondo era mia mamma mi conosceva meglio di tutti, "mentre tu dormivi in treno..."sospirai e presi il mio telefono "mi è arrivato questo messaggio"mostrai a mamma il telefono,dopo aver letto rimase a bocca aperta e si lasciò cadere di peso sullo schienale del sedile. Cosa dovevamo fare ora? "Justin..." "Si mamma"risposi,"dovrai andarci" le scese una lacrima, la abbracciai "mamma..."non sapevo cosa dire era strano c'era qualcosa anche mi nascondeva,forse qualcosa che io non sapevo,che non voleva farmi sapere! Non mi avrebbe mai lasciato andare senza combattere doveva essere qualcosa di grosso. "Ma con i soldi come facciamo?" Chiesi "c'è
intanto eravamo quasi arrivati, "mamma hai deciso di trasferirci,hai deciso di mandarmi a Londra ora lascia decidere a me come organizzarmi" dissi con aria decisa "come darti torto Justin?!" Mi raccomando riguardati,non scenderai per niente a casa dei nonni ripartirai per l'aeroporto ecco qui i soldi"li posò nella mia mano,"non voglio dargli troppe spiegazioni quindi se ti chiameranno cosa che succederà  dovrai dirgli che stai studiando in un college prestigioso di Londra" "ok mamma"il taxi si era fermato da arrivato il momento di separarci,non pensavo fosse mai successo eravamo sempre stati insieme mai così lontani ma prima o poi sarebbe successo "ti voglio bene figlio mio sono orgogliosa di te!"disse le con la voce piena di pianto "anch'io te ne voglio mamma,però non piangere se no iniziò anch'io" scoppiammo a ridere ci sbracciammo lei uscì al taxi prese la valigia e entrò a casa dei nonni,io mi misi le mie cuffiette...il taxi ripartì diretto all'aeroporto.
Claudia's Point of View
Allora la maglia rossa l'avrei portata,l'ombrello,preso la maglia grigia non mi convinceva tanto quindi l'ho lasciata a casa erano più di due ore che ripensavo a cosa avevo preso e non,il fatto era che non riuscivo ad addormentarmi dovevo dimenticarmi di Justin un po' già l'avevo fatto non ripensavo più a lui come quattro giorni fa,ora ci pensavo solo se qualcuno lo nominava era un inizio o no?
"Drinn" il rumore della sveglia mi aveva fatto sobbalzare dal letto era ora di partire per l'Inghilterra,il viaggio sarebbe stato lungo, molto lungo.
Arrivai all'aereo porto e salutai i miei genitori mi sarebbero mancati un po' intanto mi preparai per il volo,dietro di me c'era una ragazza con i capelli neri ricci e da un viso simpatico,almeno così sembrava mi sarebbe piaciuto fare amicizia con qualcuno del college,infatti quel l'aereo era solo per i ragazzi del campo estivo,ma sapevo che nessuno avrebbe voluto fare amicizia con me... Smisi di pensare a questo e controllai se avevo tutto "ehi scusa" una voce veniva da dietro,mi girai era la famosa ragazza..."dici a me?!" Risposi sorpresa, "si,per caso sai se i posti sono numerati o tutti sparsi?"chiese lei "no,non so..." Risposi io, "comunque piacere mi chiamo Rebecca tu sei..." Mi aveva sorpreso non mi aspettavo me lo chiedesse "ciao io sono Claudia piacere mio" ci stringemmo la mano e ci sorridemmo "sai da sola o con qualche amico?"chiesi io "da sola purtroppo...tu?" Rispose lei "beh...si io sono da sola" guardai in alto le lacrime non dovevano scendere ,non ora "cos'hai?" Mi chiese lei. Guardai in basso, come aveva fatto a capire che c'era qualcosa che non andava? "Niente"risposi io con tono gelido,lei mi guardò e accennò un ok,continuava a fissarmi non sapevo cosa fere la guardai negli occhi mi sorrise poi mi chiese con aria gentile “ci vogliamo sedere vicino?” risposi si e le sorrisi,e io che pensavo di  non farmi amici, lui beh lo stava diventando lo so, non la conoscevo ancora, ma lei era riuscita a capire che c’era qualcosa che non andava in me senza neanche conoscermi. Ci sedemmo e iniziammo a parlare del più e del meno, più la conoscevo più la sentivo vicino a me sempre più amica. “scusa se prima sono stata indiscreta quando ti ho chiesto cosa avevi ma non avevo nessuna intenzione negativa” abbassò la testa mi sentii in colpa “ no, no tranquilla fa niente e che …” sospirai mi guardò e aggiunse “se non vuoi dirmelo fa niente”chiusi gli occhi per non far uscire le lacrime e andai avanti “e che … dovevo andare al campo estivo con il mio migliore amico ma lui e sparito non so dove sia, l’ho chiamato e mi ha risposto dicendomi di scordarmi di lui, che lui non sarebbe mai più tornato nella mia città”dissi io “e non sai dov’è ora?” mi chiese lei con aria interrogativa, “no non lo so dai suoi nonni mi ha detto” abbassai lo sguardo,continuai a pensare a lui,mi mancava,mi mancava tanto,mi aveva ferito quando mi aveva detto di scordarmi di lui ma io continuavo a volergli bene,questi pensieri mi ronzavano nella testa,ormai Rebecca si era addormentata ma io non ci riuscivo.
I minuti passavano e dopo un po’ Rebecca si svegliò,mancava un quarto d’ora all’atterraggio.
Arrivammo al college,io e Rebecca avevamo deciso di condividere la camera,ci avevano assegnato la 216,al secondo piano. Aprimmo la porta e …
Era una camera enorme ma squallida,tutta marrone,con un letto marroncino chiaro,tutto scorticato,e le coperte di colore giallastro,che odoravano di chiuso. Era orribile e Rebecca era d’accordo con me, ma non importava, tanto dovevamo solo dormire lì per vari giorni, intanto ci era stato comunicato che le lezioni iniziavano con cinque giorni di ritardo e che in quei giorni avremmo potuto sistemarci e scegliere le attività pomeridiane. Dopo aver disfatto le valigie si erano fatte le dieci e ci buttammo sul letto io dormi su quello superiore,ma nessuna delle due riusciva a prendere sonno in quella stanza spettrale così ad un certo punto Rebecca disse “Clà ma perché non la dipingiamo, dico in questi cinque giorni,tanto è grande i mobili si possono organizzare che ne pensi?” mi sporsi di sotto “ penso che sia un idea fantastica,domani andiamo a comprare tutte le pitture e le altre cose che ci servono”dissi,” si che bello, non vedo l’ora ora buonanotte”disse lei spegnendo la lampada “notte”risposi io, dopo un po’ mi addormentai.

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Capitolo 4
*** Love. ***


Justin ’s Point of View
Ero qui a Londra. Era impossibile ancora non ci credevo. Qui da solo, in cerca di un lavoro per  poter continuare ad alloggiare in questo albergo, ero a pezzi lontano dalla mia famiglia lontano da lei … mi sentivo in colpa e anche tanto, volevo chiamarla ma ormai era tardi ; chiamarla per scusarmi per sentire la sua voce anche solo per un secondo per sentire se stava bene, chiedevo solo questo ma ormai era troppo tardi stava sicuramente dormendo, oggi era il primo giorno che stava qui a Londra nel college,magari l’avrei incontrata, speravo che non ce l’avesse con me, ma d’altronde era impossibile, forse non avrei mai voluto vederla, non avrei accettato che lei fosse arrabbiata con me, era meglio non sapere.

Claudia’s Point of View
Era mattina i raggi del sole mi svegliarono mi sentivo strana avevo fatto un sogno strano, ma non  lo ricordavo … mi succedeva sempre, scesi dal letto , Rebecca dormiva,la svegliai cautamente,iniziammo a prepararci, mi misi una maglietta rossa,gli shorts di jeans e le vans rosse, Rebecca una canotta rosa e degli shorts con i fiori e le converse bianche. Uscimmo e ci recammo a dal supermercato più grande di Londra almeno eravamo sicure di trovare almeno qualche pittura. Prendemmo un taxi che ci portò lì. Era il paradiso vestiti, scarpe accessori ovunque era tutto splendido avrei comprato tutto subito a non è che potevo permettermi tutto in fondo i soldi che avevo erano veramente pochi,e poi a noi servivano le pitture e il reparto “casa” era al quarto piano.Entrammo in un negozio c’erano pitture ovunque di tutti i colori rosso,verde,viola,azzurre e tutte le tonalità a tutte e due piacevano le stanze rosse,così decidemmo che anche la nostra doveva essere così.Tornammo al college e subito iniziammo a dipingere e a divertirci come delle matte ci sporcammo tutte e quando era ora di pranzo avevamo già dipinto due pareti avevamo fatto un buon lavoro ma ci fermammo perché avevamo fame.

Rebecca’s Point of View
Arrivammo in mensa,c’erano molti ragazzi. Ne notai cinque che facevano rumore, molto carini: il primo aveva i capelli corti e castani,le labbra rosse,la barba e un tatuaggio sul braccio destro,aveva un sorriso bellissimo,dall’apparenza sembrava davvero un ragazzo dolce,poi c’era un ragazzo che gli sedeva affianco,aveva i capelli scuri e un po’ scompigliati  come la barba,gli occhi scuri,tantissimi tatuaggi! Un altro era biondo,l’unico tra loro,aveva ancora la faccia da bambino,gli occhi celeste mare,stava scherzando con un ragazzo riccio e castano e gli occhi verde smeraldo!L’ultimo a capotavola aveva sempre gli occhi celesti e i capelli castani lisci e anche lui un po’ scompigliati.
Mi girai verso Claudia,aveva l’aria imbambolata. Sicuramente pensava a Justin.Io continuavo a fissare quei cinque ragazzi,ma tanto non mi avrebbero mai notata,ero invisibile per loro. Nessun ragazzo mi aveva mai notata e sicuramente non mi avrebbero notata neanche loro,insomma io non ero nessuno, uno zero totale


Claudia’s Point of View
Eravamo in mensa, c’era confusione così tanta confusione che la mia testa stava scoppiando, e subito se ne andò in altri pensieri … quasi mi dimenticai che ero seduta al tavolo con altre persone oltre a Rebecca.. “REBECCA,Rebecca!” era imbambolate le diedi un botticina sulla spalla mi guardo e mi chiese con aria spaesata “mi hai chiamato?” risi, “si, volevo sapere che fine avevano fatto quelle due ragazze ma sei in un altro mondo!” rise, “ah io sarei l’imbambolata tu non te ne sei accorta neanche che se ne sono andate in camera loro” continuava a ridere “si, ma io ero immersa nei miei pensieri, tu sembravi incantata dai quei cinque laggiù” controbattei io, “no non è vero”rispose lei quasi urlando, le diedi una pacca e le dissi “se lo dici tu … dai andiamo a finire di dipingere” ci alzammo prendemmo i vassoi e ci dirigemmo verso il secchio, andai io avanti buttai la spazzatura e mi allontanai, Rebecca era dietro di me butto la spazzatura anche lei ma ad un certo punto un ragazzo alto biondo le andò addosso, lei divento tutta rossa ma continuava a sorridere iniziarono a parlare ma non riuscivo a capire nulla c’era troppa confusione, dopo quasi cinque minuti mi raggiunse e andammo in camera. Ci rimettemmo la tuta e continuammo a dipingere iniziai a mugugnare qualcosa per attirare l'attenzione di Rebecca, ad un certo punto Rebecca si girò verso di me e con aria scocciata mi chiese “che c’è?” “no, niente è che ti ho visto parlare con quel ragazzo ma niente di che!”risposi io con aria vaga “mi è semplicemente venuto addosso e mi ha chiesto scusa tutto qui” disse lei, “ah certo ed è per questo che siete stati a parlare per cinque minuti. certo.”dissi con tono sarcastico continuai a pennellare, ad un certo punto sentii qualcosa in testa ,mi sfiorai  capelli con la mano e vidi che era pittura,iniziò la battaglia. Ad un certo punto eravamo tutte sporche di rosso sembravamo dei pagliacci, così io mi andai a fare la doccia e Rebecca per pegno di aver iniziato la battaglia finì di pitturare. Uscì dalla doccia e mi vestii,intanto Rebecca aveva finito di pitturare la camera era  uscita benissimo, perfetta, si buttò a terra per la fatica, poi mi guardo e mi disse “sai, quel ragazzo si chiama Niall, abbiamo fato un po’ di conoscenza” “ah capito” risposi io “sai è molto simpatico e gentile, sembra un bravo ragazzo”disse lei “ti piace?” la domanda mi uscì spontanea “NO ASSOLUTAMENTE!”disse lei gridando e arrossendo poi chinò la testa e aggiunse" Beh io non so cosa significa essere innamorati,cioè non mi è mai successo, alcuni dicono che sia una sensazione bella altri dicono che a volte fa male,io non lo so." Rimasi in silenzio, e io so cos'è l'amore,so cosa significa amare ero solo tanto confusa,ma io quando qualcuno mi parlava di amore pensavo a Justin,avevo sempre pensato che fosse amore fraterno di amici insomma ma forse non era esattamente così. Presi fiato e risposi "nei film si dice che l'amore è quando hai le farfalle nello stomaco quando ti senti bene felice spensierata, beh io anche se sono stata fidanzata non mi sono mai sentita così.""forse non era quello giusto rispose lei" "forse"replicai io. Ad un tratto bussarono alla porta... Mi alzai  ed andai ad aprire mi ritrovai davanti un ragazzo biondo con gli occhi chiari,era il ragazzo della mensa, "c-ciao,cerco Rebecca è qui?" Disse lui con aria timida "emh si eccola" Rebecca si avvicino alla porta e arrossi vedendo Niall, sorrisero tutti e due "senti io è i miei amici stasera andiamo un po' in giro, vi andrebbe di venire con noi, vogliamo fare nuove conoscenze"disse lui deciso "Rebecca si affrettò e disse "si ci stiamo" Niall sorrise sembrava felice "bene veniamo a chiamarvi alle sette" "perfetto"rispose Rebecca. Chiuse la porta aveva un aria sognante e poi lei era quella non innamorata mi guardò e mi abbracciò , poi mi sussurrò "mi sono innamorata"sorrisi.
 
 
 
 
 
 
 
 
SPAZIO AUTRICE
CIAOA TUTTI,
Allora come avrete notato questo è il quarto capitolo e beh in questo capitolo ho cercato di migliorare alcune cose.spero vi piaccia e spero che mi lasciate tante recensioni perché per me è importantissimo.
Grazie.

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Capitolo 5
*** Go out. ***



Si vedeva lontano un migliore brillavano gli occhi era bellissima. "Bene"disse lei "cosa ti metti?" Rimasi a fissarla, ero perplessa, non mi ero portata niente per delle "eventuali uscite serali" avevo solo dei pantaloni e le vans così li presi e li mostrai a Rebecca con uno sguardo che implorava "ti prego dimmi che vanno bene,ti prego",lei mi guardò scettica "sei seria?" Mi disse "si" risposi io. "Ma-ma non puoi uscire vestita così,ci vuole qualcosa di più elegante"disse lei con aria da sapientona "ma non è una sfilata di moda" riabbattei io. "Si vede che non n'è capisci proprio niente di moda." Disse lei sarcastica, "ah invece tu sei una stilista!" Risposi io, lei mi guardò e rise,feci lo stesso. Poi aggiunse "dai andiamo a fare shopping sarà divertente!" 
"Ma io non ho soldi" esclamai.
"Si ma io ho la carta di credito di papà prendilo come un regalo"disse lei dolcemente
"Oh no,no non ci pensare non potrei mai, comprerò qualcosa di economico"dissi.
"No tu compri quello che dico io."
Ero perplessa,mi afferrò il braccio e mi trascinò fuori, attraversammo il corridoio fino ad arrivare al cancello uscimmo e salimmo sul bus che portava al centro commerciale dove avevamo comprato la vernice. "SECONDO PIANO ABBIGLIAMENTO" andammo al secondo piano e davanti a noi c'erano tantissimi negozi,un paradiso di vestiti era tutto così stupendo, Rebecca tirò un sospiro soddisfatto. "Bene,iniziamo a cercare qualcosa di carino per te" disse lei, "va bene" risposi io serena. Entrammo in un negozio tutto rosa,beh diciamo che io non amavo per niente quel colore,ma a Rebecca sembrava piacere prese alcuni vestiti e mi trascinò nel camerino logicamente io non ne avrei provato neanche uno non indossavo cose che non mi piacevano,anche se lei continuava a dirmi di provarne uno, io non cedetti e uscimmo da quel negozio senza alcun acquisto.
"E perché tu non hai provato niente?" 
"Io c'è l'ho già un vestito per stasera!" 
"Sicura che vada bene?"dissi io sarcastica
"Si rispose lei,però se vedo qualcosa di bello me lo compro!"
"brava Rebecca" esclamai.
Intanto entrammo in un altro negozio qui c'era qualcosa di carino ma tutto quello che avevo  scelto Rebecca me lo aveva bocciato così mi ero arresa e avevo lasciato fare a lei. Mi porto nel camerino aveva preso tre vestiti uno azzurro chiaro di raso senza spalline, uno bianco con una fascia sul petto di seta e poi cadeva giù a balze e un tubino nero di seta semplice. Li provai ma nessuno era quello giusto sempre secondo la mia consulente di moda Rebecca, così uscimmo di nuovo senza aver comprato nulla. 
Mi ero quasi arresa quando mi girai e non trovai più Rebecca scrutai intorno con lo sguardo e la visi ferma lì impalata davanti a una vetrina senza dire niente ,immobile, la raggiunsi correndo e le chiesi perché era ferma così, lei non rispose, mi strinse forte il braccio e mi trascinò dentro al negozio si rivolse alla commessa "senta dove posso trovare quel vestito che è esposto in vetrina?" 
"Li giù " rispose cordialmente la commessa ,Rebecca si fiondò li è lo afferrò ,poi andò nel camerino ,io la seguii entrai e lei chiuse per bene la tenda, "vai provalo!" Disse lei , lo misi, uscii e mi guardai allo specchio Rebecca era dietro di me con uno sguardo fiero "è questo quello giusto!" Disse io ribattei "uno :non stiamo cercando un abito da sposa che è quello giusto, due :è troppo corto" "ma stai zitta è perfetto mancano solo le scarpe, ma quelle te le presto io!" Andammo alla cassa e Rebecca pagò e tornammo al college.Il vestito che avevo preso era nero di raso ,era bellissimo effettivamente. Ci preparammo e alle sette e mezza eravamo pronte e ci dirigemmo verso il cortile e li c'era Niall che ci aspettava ci salutammo e Rebecca si affiancò a lui io aspettai dietro, "ma gli altri ragazzi,quelli che erano con te in mensa intendo,dove sono?"chiesi io "non gli andava di venire quindi sono rimasti al college" rispose Niall, poi si girò e continuo mi sentivo in imbarazzo per il vestito che indossavo e anche un po' esclusa per questi due qui davanti a me.dopo un po' arrivammo in un ristorante. Era grande ma non molto luminoso aveva delle sedie rosse che si alternavano a quelle nere l'ambiente era accogliente e caloroso ci sedemmo era un tavolo a quattro Niall vide che guardavo quel posto vuoto e mi disse "no quello è per un mio amico ora ci dovrebbe raggiungere,è zayn" ah zayn,pensai

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