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di I promise
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La busta ***
Capitolo 2: *** Cap 2: sfogo ***
Capitolo 3: *** Annego ***
Capitolo 4: *** Intro nuovo personaggio ***



Capitolo 1
*** La busta ***



Sospirai. Il tè bollente fumava ed un delicato profumo di fiori invase le mie narici. Stavo guardando l’orologio a pendolo da salotto che ticchettava insistentemente a ogni secondo. Tic tac. Tic tac. Chiusi gli occhi; immaginai di trovarmi altrove, in un qualsiasi altro luogo ma lontano da….


La busta gialla trema nelle mie mani ghiacciate; Simon mi chiede qualcosa, ma non percepisco  nemmeno una parola. Il tempo immutabile questa volta pare rallentarsi; la mano tremante stacca il primo pezzo di carta; la seconda la tiene ben salda. Con forza di volontà e con una dose ancor più abbondante di coraggio, apro la busta. Respiro. Estraggo il piccolo cartoncino  leggo la prima frase: Sir Christopher Knight è caduto sotto il piombo tedesco.
Saluti all’ addolorata famiglia. Dipartimento 12° fanteria.”

Muoio. Rileggo più volte quelle frasi salde nella carta che non si possono cancellare, che non si sbiadiscono nemmeno con  le lacrime. Sono lì quasi a fissarmi quasi a ricordarmi il loro peso. Quasi a lapidare il mio cuore vivo, il mio qui a pulsare, il suo lì a marcire. Piango lacrime silenziose e calde.
Simon, vorrebbe dire qualcosa ma non ci riesce; la mia bocca arida lo fa per prima:         “ Simon…” lui si gira, colto dallo sgomento pronto a servire la sua signora; corro incontro al vecchio servitore e mi getto tra le sue braccia rigide e confortevoli. Una mano si posa sul mio capo , delle parole delicate rasserenano la mia crisi di pianto. Andrà tutto bene. Nulla andrà bene. Lui non tornerà, non è qui per farsi amare, non è qui per insegnarmi ad amare, insegnarmi ad essere lady Knight.
Un ultimo spasmo mi stronca il respiro in gola. Lui non tornerà.

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Capitolo 2
*** Cap 2: sfogo ***


Sarebbe stata un piacevole e monotono pomeriggio se Lady Violet non si fosse messa a far parlare quella sua stupida bocca.
'' Dunque, Lavinia come sta il tuo tesoro?'' domanda con voce mielosa e alquanto stuzzichevole una donna dai lunghi capelli biondi, due sopracciglia inesistenti e gli occhi rotondi a palla, lì a puntigliarmi insistentemente.
Simon si gira verso di me alzando gli occhi e aspettando una mia risposta.
''Mi pare strano che non ne siate al corrente. Siccome so con certezza che sapete anche in millilitri quanto sangue è sgorgato dalla sua nuca colpita da una Schwarzlose crucca, non ho intenzione di dare aria alla bocca. Cosa che con mio dispiacere ho scoperto essere una vostra qualità.'' finosco con tono calmo e con un pizzico di malizia che appartiene alla mia interlocutrice.
''Buono il tè'' annuncio e con un lieve inchino abbandono la stanza dedicata all'ostinato tè delle cinque, seguita da Simon.

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Capitolo 3
*** Annego ***


Corro su per la scalinata di marmo trattenendo le lacrime. Inghiotto aria in abbondanza e trattengo il fiato; mi mordo il labbro come a voler contenere tutta la rabbia e lo sgomento che pulsano dentro il mio esile corpo, che si sforzano ad uscire ostinatamente mediante gesti, parole, sfuriate come la precedente.
Arrivo in camera. Mi chiudo a chiave. Il bussare insistente di Simon si allinea perfettamente al battere insinuoso del mio cuore stanco, spezzato, insofferente. Apro tutte le finestre e mi affaccio alla terrazza; inspiro profondamente. Nulla di più dolce e rilassante del profumo dei peschi in fiore. Un ricordo troppo vicino e doloroso però si affaccia alla finestra. Chiudo di nuovo tutte le porte di questo passato troppo vicino eppure così sbiadito e poco chiaro. Vorrei ancora ricordarmi quello stridulo colore nocciola dei suoi occhi ad ammorbidire la sua testa color miele perfettamente, come una volta. Rammendare il suo sapore quando mi baciava e mi perdevo in quel fiore di pesco che era la sua bocca così sottile e soffice. A tracciare il profilo del suo naso aspro, segnato da una gobba nel mezzo. Destinati ad un matrimonio felice.
Simon non bussa più: ha rinunciato e si è adattato alla mia sofferenza. Volgarmente mi spoglio, getto gli abiti di Parigi sul letto, disfo la sapiente acconciatura appena creata e mi tolgo ogni gingillo insignificante. Riempo la vasca in rame di acqua fredda e mi ci infilo dentro. Subito delle fitte di dolore, insistenti mi puntigliano tutti gli angoli del corpo ma dopo poco il gemere delle mie membra si calma e posso tornare al mio pensiero di morte. Potrei trattenere il respiro, immergermi protetta in uno scudo di freddo, gelo e sofferenza, dove morire assiderata in fretta, dove il tormento e la mia vita malinconica morirebbero annegati insieme a tutto il resto. Spazzato tutto come un progetto sulla sabbia. Annegato, come una nave poco solida. Una scialuppa in cui non si salva nessuno. E io sono la prima a morire.

 

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Capitolo 4
*** Intro nuovo personaggio ***


-Signorina... Signorina! Simon è di nuovo qui a ricordarmi di esistere.

Mi riprendo e decido di posticipare la data della mia morte.
'' Arrivo'' sussurro, quasi sottovoce ancora intorpidita dal freddo e dalle convulsioni, avvenute durante la mia lunga immersione nella vasca di rame.
Mi vesto velocemente e vengo attratta da un rumore in fondo alla via centrale del cortile; un carro, pare sfrigolare sul selciato.
Mi dirigo verso la scalinata di marmo, fedele al tempo, con il compito gravoso di reggere la grande abitazione e i miei passi veloci, carichi di un'anima troppo pesante. E proprio in fondo ad essa sento rieccheggiare dei passi decisi e la voce di Simon che, dolce mi chiama. '' Signorina Lavinia abbiamo un ospite.''
Inspiro, pronta a scorgere il nuovo arrivato e la novità che l'ha seguito in questo lungo viaggio verso il castello del conte Knight.

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