Vivere una favola di Dolce Mony (/viewuser.php?uid=50477)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non mi ricordo di te ***
Capitolo 2: *** Scusami: una parola tanti significati ***
Capitolo 3: *** Destini paralleli ***
Capitolo 4: *** sentimenti innocenti ***
Capitolo 5: *** Un invito indesiderato, e un bacio inaspettato ***
Capitolo 6: *** Spiacevoli equivoci ***
Capitolo 7: *** Piccoli litigi, dolci messaggi ***
Capitolo 8: *** Tante piccole emozioni ***
Capitolo 9: *** Quei piccoli istanti della vita. ***
Capitolo 10: *** Maledetto orgoglio ***
Capitolo 11: *** Un cosmopolitan di troppo... ***
Capitolo 12: *** Un brusco risveglio ***
Capitolo 13: *** Una domenica tranquilla ***
Capitolo 14: *** Il mostro con gli occhiali ***
Capitolo 15: *** Le verità del cuore ***
Capitolo 16: *** Sogni e segreti ***
Capitolo 17: *** Il silenzio della neve ***
Capitolo 18: *** Un Natale speciale ***
Capitolo 19: *** Una notizia indesiderata. ***
Capitolo 20: *** Forse è meglio mentire! ***
Capitolo 1 *** Non mi ricordo di te ***
Capitolo
1
Incredibile
come le cose possano cambiare
da un giorno all’altro, come il mondo ti crolli addosso
all’improvviso, come la
vita in un istante possa diventare un inferno.
Incredibile,
vero? Ma sfortunatamente è
così. Ed oggi mi ritrovo seduta su una sedia fredda nella
sala di attesa di un
ospedale, adesso non ricordo nemmeno il nome, sono solo tesa e agitata.
Mi
guardo intorno e vedo tantissimi medici in camice bianco sicuri del
loro
lavoro, delle loro idee, disposti a fare di tutto per non perdere una
vita ma
disposti a rinunciare quando il gioco si fa troppo duro. Porto le mani
sul
viso, non voglio più guardare, voglio solo piangere e
sfogare il mio dolore
nelle lacrime, che scendono calde sul mio viso. Incredibile non riesco
a
smettere. Ma so che sarà difficile dimenticare. Questa
è la vita. Piena di
sorprese. Ricca di avvenimenti. Ma io continuo a piangere e non riesco
a
smettere. Quelle immagini mi attraversano la mente. Vorrei urlare dal
dolore ma
non posso. Preferirei morire ma non risolverei niente, metterei solo
fine ai
ricordi brutti e al dolore ma i ricordi più belli non li
voglio cancellare, li
voglio portare con me. Li voglio conservare come un bellissimo ricordo
della
mia storia, della mia vita. Adesso continuo a piangere. Ma
smetterò. Primo o poi
smetterò. E nel momento stesso in cui le lacrime diminuirono
e gli occhi
mostravano quella poca luce e quel poco splendore che rimaneva, nella
sua testa
iniziarono a prendere forma i ricordi più belli. Il
principio di tutto il suo
dolore.
Pomezia.
7:30. Sono molti i problemi che
possono turbare l’animo dei ragazzi, uno fra questi
è l’amore…che arriva quando
meno ce l’aspettiamo come un fulmine in ciel sereno; ci
conquista, ci fa
sognare, ci fa sentire davvero…in paradiso,
l’unico suo difetto è che è quasi
impossibile trovarlo o almeno trovare quello giusto.
L’autobus
continuava la sua corsa verso
la scuola e Alessandra, con la testa poggiata al finestrino e con
sorriso
appena visibile sul viso, era avvolta nei suoi pensieri, pieni di
aspettative e
di fantasie. Pensava a come sarebbe cominciato quel giorno di scuola,
il primo
di un lungo anno, a come sarebbe finito, pensava alla sua insegnante di
latino,
la
Mancinelli,
pensava ai suoi compagni di classe, i quali finalmente avrebbe potuto
rivedere dopo
tanto tempo, e pensava anche a Olly, la sua migliore amica, pensava a
tutte le
cose che avrebbe dovuto dirle ma che per telefono non sarebbero
sembrate
importanti.
Nel
momento stesso in cui tutti questi
pensieri passavano per la testa di Alessandra, l’autista
fermò l’autobus e
salirono alcuni ragazzi, tra cui uno, che avrebbe cambiato, da
lì a pochi
giorni, la sua vita, portando nel suo cuore felicità,
allegria, dolore, e
soprattutto una cosa importante, l’amore.
Luigi
era tra questi ragazzi. Lui e Alessandra
si conoscevano già, infatti avevano frequentato la stessa
scuola alle
elementari ma lui siccome era più grande non aveva mai avuto
occasione di
conoscerla meglio. Luigi si ricordava di Alessandra. Se la ricordava
benissimo.
E quando la vide si rese conto che era diventata carina proprio come la
immaginava. Ma Alessandra non si accorse del suo sguardo.
In
fondo era passato tanto tempo e i suoi
pensieri belli o brutti che fossero si impadronirono di lei. Ormai
mancava
poco, la scuola distava solo qualche chilometro. Luigi, intanto, la
guardava,
cercava di farsi notare da lei, cercava di capire se questa potesse o
no
ricordarsi di lui. Tuttavia, non gli importava che si ricordasse o
meno, però
gli piacevano le attenzioni e un po’ lo infastidiva quella
non curanza da parte
di Ale. Lui alle
loro amicizia ci aveva
tenuto veramente tanto, però forse adesso non aveva
più lo stesso valore di un
tempo. Era stata un’amicizia finita male. Entrambi avevano
scelto strade diverse
e il tempo di certo non li aveva aiutati.
Intanto
Luigi cercava di stare attento
alle conversazioni degli amici mentre la guardava, cercando di capire
se si era
veramente dimenticata di lui. L’autobus fece il suo capolinea
davanti la scuola
e molti studenti cominciarono a scendere. Alessandra era tra quelli.
Anche
Luigi dopo di lei. Arrivati tutti di fronte la scuola, Alessandra vide
subito
Olly ed entrambe furono felicissime di rivedersi dopo tantissimo tempo.
“Ciao
Olly sono così contenta di
rivederti, non sai quanto ho atteso per poterti parlare.”
Disse Alessandra
tutto d’un fiato.
“Ah…indovina
chi ho visto? La Mancinelli, il suo
tailleur rosa salmone ha fatto scappare persino il preside, che
preferisce
darci il benvenuto in aula magna e non fuori la scuola come al
solito” disse
Olly tra le risate.
Intanto
Luigi si unì ai suoi amici e
perdendo Alessandra di vista, non diede più troppa
importanza a quell’incontro.
Alessandra
varcò l’ingresso di
quell’imponente edificio con ansia e il cuore che non la
smetteva di battere
nemmeno per un istante. Giunse in classe accompagnata da Olly, ma non
erano
sole: infatti la Mancinelli
attendeva gli alunni con il registro in mano pronta per fare
l’appello. Dopo un
paio di minuti quasi tutti erano seduti al loro posto così
la professoressa
iniziò ad urlare i nomi di quelli che ormai conosceva molto
bene.
“Benedettini
Antonio”
“Presente”
“Buccio
Anna”
“Presente”
E
mentre la prof continuava, Alessandra,
guardando dalla finestra e vedendo il cielo di settembre
così grigio e scuro,
ormai non ascoltava più, la sua mente vagava lontano,
cominciò a pensare a
tante cose, belle soprattutto.
“Russo
Olivia”
“Presente”
“Santarelli
Alessandra” Ma pronunciando
questo nome non ebbe nessuna risposta.
Riprovò
con tono più autoritario:”
Santarelli Alessandra”
Olly
diede qualche spintone all’amica
indicandole la prof che si stava avvicinando.
“Allora
signorina Santarelli vuole per
favore spiegare a me e a tutta la classe a cosa pensa di tanto
importante da
non onorarci della sua attenzione?”
La
ragazza si alzò dalla sedia e con il
capo abbassato disse:”Mi scusi professoressa Mancinelli non
accadrà più.”
“Lo
spero bene, e spero anche che andrà
meglio dell’anno scorso.” E se ne andò
alla cattedra.
“Silvestri
Domenico”
Ma
proprio in quell’istante entrò
nell’aula l’ultimo alunno della lista.
“Ma
insomma Signor Silvestri le sembra
ora?”
“Mi
scusi e che c’era traffico e piove.”
“Oggi
avete proprio deciso di farmi
venire un malanno. Ditelo che avete progettato una congiura per farmi
arrabbiare.”
Mentre
la lezione della Mancinelli cominciava,
nessuno le prestava troppa attenzione. Tutti erano troppo presi a
raccontare
come si erano svolte le loro vacanze alla compagna di banco o a
schiacciare un
pisolino nascondendosi dietro ai folti capelli dell’amico che
era seduto
davanti. La
Mancinelli
sarebbe stata capace di parlare per tre ore di fila e le sue lezioni
erano
sempre così noiose che prestare attenzione era praticamente
impossibile.
“Allora?”
Fece curiosa Olly, dando una
piccola pacca sul braccio di Ale.
“Allora
cosa?” Chiese. I suoi pensieri
erano da tutt’altra parte.
“Allora
vuoi dirmi cosa è successo con
Salvatore qust’estate.”
“Con
quello stronzo? È la persona più
viscida che io conosca.”
“Perché?
Cosa ti ha fatto?”
“Ha
cercato di mettermi le mani addosso
quel pezzo d’idiota.”
“No…
ma dai! Veramente?” mi guardò Olly
stupita. “E perché non ci sei stata?”
“Ma
sei scema? Quello era un pervertito.”
La guardai sconvolta a quella sua affermazione.
Poi
si girò verso la finestra. Il sole
non si riusciva nemmeno a scorgere e ripensare a Salvatore
l’aveva messa
veramente a disagio. Pensava che con Salvatore le cose sarebbero andate
in
maniera diversa. Sembrava proprio un brava ragazzo peccato solo che
molti
aspetti del suo carattere passavano inosservati e quando questi si
mostravano,
poteva risultare uno stronzo perfetto.
Il
suono dell’ultima campanella. Il suono
tanto atteso da ogni studente, finalmente rimbombava nella classe.
Tutti
uscirono travolti dal desiderio inconfondibile di scappare altrove.
Alessandra
invece camminava piano. Un passo alla volta. Ma quel ragazzo
dell’autobus
sbatté contro di lei. Caddero a terra.
“Ahia!”
si sentì un piccolo urlo
provenire da Ale.
“Scusa
non volevo farti male, però tu non
sai nemmeno camminare.” Disse Luigi sfregandosi il braccio.
“Gigi
muoviti.” Gridarono i suoi amici da
lontano. Luigi la guardò per un’stante e poi corse
verso di loro.
“Ma
tu guarda questo. Nemmeno ad aiutarmi
e poi la colpa sarebbe anche mia. Certa gente non la capirò
mai.” Pensò
Alessandra, mentre Olly le dava una mano a rialzarsi.
Uscirono
da scuola. C’era aria di
tempesta.
“Andiamo
a casa mia. Possiamo studiare
insieme oggi, come al solito.” Propose Alessandra. Olly
acconsenti con un cenno
del capo. Poi si diressero vero la loro meta.
Intanto
Luigi andò a casa di Filippo
insieme a Giuseppe e Mimmo per programmare il pomeriggio, e di certo
non per
studiare.
Salve
a tutti spero tanto che questo primo capitolo vi
piaccia...mi raccomando fatemelo sapere con tantissime recensioni...un
grande
bacio!!!
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Capitolo 2 *** Scusami: una parola tanti significati ***
Il
pomeriggio era passato in fretta tra le battute di Olly e un capitolo
di storia e i vari racconti della loro vacanza, trascorsa in fretta,
forse troppo in fretta per rendersi davvero conto che un nuovo anno di
scuola era cominciato.
Il
giorno arrivò presto accompagnato dai vari suoni delle
sveglie, che si diffondevano rumorosamente nelle stanze semi oscure dei
giovani studenti. Solo lei era ancora sveglia. Si preparava con calma e
tranquillità con un leggero sorriso, forse ironico a
vedersi, sulle labbra. Certo non doveva andare in un luogo favoloso ed
elegante però adorava la perfezione, nonostante di tanto in
tanto lasciava dimenticato in un angolo qualche oggetto a lei caro.
Con la
sua cartella blu della seven si avviava lentamente verso la fermata
dell'autobus.
Il
risveglio non fu abbastanza calmo per Luigi, avvolto tra le sue
coperte, dormiva profondamente, mentre la sua sveglia continuava a
suonare, rimbombare in tutta la stanza. Ma niente. La sera prima aveva
fatto troppo tardi tra le risate con gli amici e qualche bicchierino di
troppo in un bar poco lontano da Pomezia, il Moon Flower. Lo sapeva che
le serate di questo genere potevano scombussolarlo anche solo
leggermente, ma non riuscì a rifiutare e si unì
ai suoi amici, incoscienti e pronti sempre a cacciarsi nei guai.
Suo
fratello era decisamente un ragazzo molto diverso da lui. Probabilmente
era l'età si sa che più si cresce e
più si diventa maturi e responsabili. Avevano qualche anno
di differenza, ma Stefano era sempre stato un tipo gentile e garbato,
ordinato per quanto un ragazzo poteva esserlo e molto carino, infatti
diverse volte era capitato che la sua bellezza aveva suscitato gelosia
nel fratello minore. Ma comunque fra di loro c'era un grande affetto,
quell'affetto che vi può essere solo fra fratelli.
Luigi
si svegliò quella mattina mezz'ora di ritardo. In tutta
fretta si vestì e si lavò il caffè
caldo quasi scottòle sue labbra, e poi via verso l'autobus.
Ed
é proprio qui che i due giovani si incontrarono.
Alessandra
camminava lenta con disinvoltura. Sull'autobus incontrò la
sua cara amica Olly, cominciarono a parlare e fare i soliti discorsi
che facevano da una vita, le solite chiacchierate di due buone amiche.
La sua espressione sicura sparì dal suo volto nell'istante
stesso che lui salì sull'autobus.
“Ehi
che hai? Sembra che hai visto un fantasma.” Disse Olly
sorridendo.
“No
é solo quell'idiota di ieri. Certa gente non si riesce
proprio ad evitarla” Disse Ale seccata.
Anche
lui la guardò ma con aria decisamente diversa.
Lui la
guardava, la scrutava, dai suoi occhi si poteva pensare che fosse quasi
interessato a lei, in fondo era una bella ragazza.
-É
la ragazza di ieri. Mi guarda con aria accattivante, speriamo che non
sia arrabbiata per ieri. Se no me la vedo proprio male.-
“Ehi
Gigi guarda quella é proprio la gambe mosce di
ieri.” Giuseppe e Filippo ridevano, Mimmo la guardava con
aria curiosa, quasi come se ci volesse provare, ma Luigi era frenato
solo dall'imbarazzo. Non era un ragazzo timido, ma a volte la
situazione lo rendeva tale. Di fronte agli amici doveva essere forte.
Dopo
quel viaggio irritante, Alessandra tirò un sospiro di
sollievo vedendo che la prima ora era della prof di arte, Annarita
Petronio. Una professoressa amichevole e poco pretenziosa, troppo
simpatica per essere una professoressa. Ma le sorprese di certo non
potevano finire. Ora di supplenza. A sostituirla era venuta la
Mancinelli. Il latino non lo aveva mai odiato ma la Mancinelli riusciva
a far pesare qualunque materia.
“Ma
guardala non é nemmeno iniziata la scuola che già
comincia a rubare le ore dei prof e poi parla di
rispetto.”sussurrò Olly
“Speriamo
solo che non interroghi.” Ale ribadì
Ma
stranamente l'ora passò tranquilla, suscitando stupore negli
studenti.
“Deve
aver avuto una serata a luci rosse con il marito, se quel poveretto
é ancora vivo.” disse Olly.
“Se
é vivo deve essere sordo se no non ce la farebbe a
reggerla.” proseguì Ale.
La
ricreazione si mostrò più interessante. Dopo aver
divorato il suo fagottino alla crema in tutta fretta.
“Vacci
piano se no rischi di mangiare pure me. Per la tua salute le pareti non
sono digeribili.” disse Olly scherzando. Alessandra la
guardò sorridendo. Si voltò lentamente ed eccolo
lì. Tutto tirato tra i suoi amici.
Ad un
tratto i loro sguardi si incrociarono. Dopo la ricreazione lui le si
avvicinò lentamente, le porse un bigliettino. Stropicciato.
“Ma
guarda questo nemmeno mi conosce e già ci prova.”
“Aprilo,
aprilo, aprilo” Olly sembrava molto più curiosa di
lei.
“Quello
non lo sopporto. Quell'aria da macho man mi manda in bestia.”
“
Come sei esagerata. É solo un ragazzo deve essere
così”
“Ma
a te basta che respiri e sia un maschio poi vanno bene
tutti.” La guardai sorridendo. Un sorriso molto ironico.
“A
meno che non ho attraversato il fiume e sono arrivata sull'altra
sponda, mi piacciono i maschietti.” rispose divertita.
“Vabbé,
lo apro.”
SCUSAMI
“Un
biglietto per dire scusa. Certo che é strano
forte.”
“É
così dolce e romantico.”
“Olly,
dove vedi tutte queste qualità in un scusami. É
solo ridicolo. Perché non di persona?”
“Sai
i maschi sono come gli animali, quando sono in branco non chiedono mai
scusa, ne risentirebbe il loro cosidetto orgoglio maschile.”
“Non
tutti sono così per fortuna.” ribadì
Alessandra
La
mattinata passò e anche il pomeriggio tra i compiti e le
telefonate di Olly volò presto. La sera, seduta alla sua
scrivania, guardò mille volte quel pezzo di foglio
stropicciato. Incuriosita e forse anche un po' affascinata. Forse quel
SCUSAMI nascondeva davvero altre parole, un segreto. Forse quel ragazzo
era diverso da quello che mostrava, forse era diverso dal gruppo che
frequentava. O forse erano solo tenere illusioni di una sedicenne
romantica e sognatrice.
Salve a tutti. Sono tornata con questo nuovo coinvolgente capitolo che
spero vi possa appassionare. Fatemelo sapere con tante recensioni, mi
raccomando :D un bacio a tutti
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Capitolo 3 *** Destini paralleli ***
capitolo 3
CAPITOLO
3
I pensieri, le varie fantasie riguardo quel biglietto la tormentarono
quasi tutta la notte. Si svegliò frastornata, forse anche un
pò irritata. Continuava a domandarsi cosa realmente
significasse
quella semplice parola, l'aveva sentita tante volte da persone diverse,
ma quella volta era diverso, quella parola le sembrò
importante.
Forse pensava che quel ragazzo le aveva dato importanza.
Come sempre la sveglia delle sette e trenta la portò a
concentrarsi su altri argomenti. Si vestì, si
lavò come
ogni mattina. Ma quella mattina non era poi così uguale alle
altre, sarebbe stata diversa, molto diversa da quelle che erano le sue
aspettative.
Le prime tre ore passarono in fretta e Alessandra si accorse del tempo
passato solo al suono della campanella.
"Tutto bene? Oggi sei più distratta del solito, non dovresti
stare tanto tempo accanto a me. Ti ho mischiato uno dei sette peccati
capitali, l'accidia o semplicemente la pigrizia, come è
solito
dirsi." Disse Olly, cercando di suscitare il riso nell'amica. Senza
riuscirci ovviamente.
"Ma sei proprio distratta oggi. Nemmeno mi ascolti." Disse Olly
leggermente irritata.
"Scusa solo che sto cercando di convincermi a fare una cosa importante
credo." Rispose Ale senza nemmeno guardare negli occhi l'amica.
Si diresse velocemente verso la porta, attraversò leggiadra
il
corridoio. Ed eccolo lì. Lui, scherzava e rideva con gli
amici,
sembrava uno di quei ragazzi che fanno gli spacconi ma guardandolo
meglio Alessandra si accorse che forse forse non era poi
così
duro come voleva mostrare.
Gli si avvicinò, mostrandogli il biglietto.
"Posso parlare con te?" Disse lei imbarazzata.
Lui la seguì, guardando sorridendo gli amici, come se fosse
riuscito a conquistare una grande preda.
"Cosa vuoi?" Rispose lui con la voce da spaccone.
"Cosa significa?" Domandò lei mostrando quel biglietto e
già infastidita da quel suo tono narcisistico.
"Volevo solo essere gentile, ti avevo fatta cadere e mi sembrava giusto
dirti che un pò mi è dispiaciiuto." Disse lui
girandosi
verso i suoi amici.
"Ti è un pò dispiaciuto? E lo scrivi su un
biglietto? Il
gatto ti aveva mangiato la lingua o volevi semplicemente farti ancora
più grande agli occhi dei tuoi amici?"
"Vacci piano bambolina se no poi ti escono le rughe."
"Sono sicura che tu ne sai qualcosa, assomigli tanto a quei cani delle
pubblicità per la crema anti rughe." Dopo averlo congelato
si
girò e lo lasciò lì, un pò
perplesso.
"Waaw amico ti ha proprio congelato." Disse Filippo ridendo e andando a
recuperare Luigi, che era rimasto fermo lì a guardare
Alessandra
che se ne andava.
Alessandra tornò a casa da sola senza Olly, non aveva voglia
di
avere compagnia. Era arrabbiata, irritata, avrebbe voluto uralare. Ma
tornare a casa non l'avrebbe aiutata a stare meglio.
Arrivata a casa, si diresse verso la cucina e decise di preparare una
tisana calda per calmare i nervi e poi si sedette tranquillamente sulla
sua sedia preferita. Ad un tratto giunse sua sorella. Anche lei aveva
decisamnete passato una pessima giornata. Non c'era bisogno che lo
dicesse Alessandra se ne accorse appena la vide.
"Devi aiutarmi, il vestito da sposa non è arrivato e fra
meno di
un mese devo sposarmi." Ansimava, sembrava che stesse per piangere.
Alessandra
decise
di aiutarla, era sempre sua sorella e i suoi problemi non erano di
certo più importanti di un vestito da sposa.
La
sorella di
Alessandra, Angelica è una giovane ragazza di
ventitrè
anni, diplomata e protesa alla laurea in psicologia. Da sempre
fidanzata con Giovanni da quando aveva diciassette anni. Ora dopo tanti
anni si sono decisi a fare il grande passo. Ma le cose a volte
potrebbero anche andare un pochino diversamente da come ci si aspetta.
La
giornata di Alessandra non si rallegrò in quel negozio,
bianco, troppo bianco, troppo grande, troppo costoso.
"Caspita,
guarda
quanti vestiti, e tu ti lamentavi perchè non avevi il tuo."
Disse Alessandra con aria smarrita, non aveva mai visto tanti vestiti
da sposa tutti in un solo posto.
"Si
ma non ce n'è uno che vada bene, uno mi fa il culone e
l'altro il seno piccolo." si lamentava sua sorella
-Non
è che lo fa piccolo, il problema è che
è piccolo- Pensava
"Ale
hai detto qualcosa?"
"Chi
io, no, non ho proprio fiatato." Rispose ironicamente Alessandra,
ridacchiando tra sè e sè.
Tra
i molti no e
le tante smorfie, finalmente trovarono un vestito che poteva andare
bene. Il problema è che non era per la sposa ma per la
damigella.
"Ale
sei bellissima." Disse sua sorella, abbracciandola forte. "Sarai la
più bella delle mie damigelle."
-Certo,
se devo
assomigliare ad una caramella muu questo vestito è
perfetto.-
Pensava, sperando di non doverlo veramente indossare.
Tra
un vestito stretto ed uno troppo largo passò quel pomeriggio
di una giornata disastrosa.
In
una delle case
poco distanti da Alessandra, Luigi sdraiato sul suo letto non poteva
far altro che pensare a lei, alle sue reazioni.
-Esagerata.
Cavolo la ricordavo più tranquilla. Ma siamo sicuri che
è la stessa persona?-
-Che
imbecille! Che figura! Ora penserà che sono un vero sfigato!-
-Però
pure lei parecchio odiosa.-
-Dall'altro
lato però è amabile e dolce. Chissà se
ho qualche speranza.-
Immerso
nei suoi pensieri trascore il pomeriggio e dei compiti non ne volle
sapere nulla.
"Gigi
meglio la cravatta azzurra chiara o quella azzurra scura?" Chiese
Stefano indeciso.
"Ma
sono della stesso colore. Mi sa che ti sei fatto un bicchierino di
troppo stasera."
"Dai
è importante domani ho una riunione di lavoro e ci
sarà anche lei."
"E
tu lo chiedi adesso per domani."
Già
Stefano era il ragazzo perfettino, educato, quel figlio che tutti i
genitori sognano, l'unico problema è che le ragazze di cui
si
innamora sono sempre quelle che non se lo filano mai. Diplomato e
specializzando in psicologia, single di ventotto anni, era timido e
romantico. Un ragazzo che ogni ragazza vorrebbe ma sfortunatamente
ancora non aveva trovato la donna della sua vita, o per lo meno pensava
di averla trovata in una giovane allieva del suo corso.
Salve a tutti... un nuovo capitolo per voi. Spero tanto che vi piaccia.
Mi raccomando fatemelo sapere scrivendo tantissime recensioni.. sia
positive che negative.. anche le critiche sono accettate, quelle
positive sono molto più accettate ovviamente.
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Capitolo 4 *** sentimenti innocenti ***
capitoli 4
CAPITOLO
4
Il
giorno seguente risultò essere come tutti gli altri giorni.
Noioso, solite lezioni e le solite facce da evitare. Alessandra
trascorse una mattinata abbastanza tranquilla, anche se ormai erano
cominciate le solite interrogazioni con la solita professoressa da
evitare.
In un altro luogo ancora più affollato di
studenti, camminava tranquillamente una ragazza che sarebbe diventata
presto una delle migliori psicologhe del suo corso, Angelica
Santarelli. Angelica era una ragazza molto attraente, sicura di
sé.
E con la sua gonna corta ma allo stesso tempo elegante e
professionale, abbinata ad una camicetta bianca, sbottonati solo i
primi due bottoncini, e con i suoi capelli castano miele, boccolosi,
intonati con il colore dei suoi occhi, anch'essi di un marrone miele
intenso, si diresse lentamente e soavemente verso l'aula del
professore Domenico Albertini, sostenuto in quella sua lezione dal
futuro professore e molto presto primario del reparto di psichiatria
dal timido specializzando Stefano Martini.
Lei entrò in
aula, lasciando una scia di profumo e sedendosi tra le prime
file.
Gli occhi di Stefano si puntarono immediatamente su di lei.
Il battito cardiaco aumentò notevolmente, le mani
cominciavano
a sudare. Poche volte aveva provato quella sensazione. L'aveva
provata con Nicol. Lei doveva essere la donna della sua vita. Stavano
insieme da cinque anni. Non era certo un fidanzamento perfetto me si
amavano, o almeno lui l'amava veramente. Litigavano come tutte le
coppie e facevano pace la sera nel letto, al calduccio. L'amava
davvero tanto. Così tanto che decise come tutti di fare il
grande passo e sposarsi. Era facile. I genitori concordi, le
preparazioni procedevano velocemente. Tutto era perfetto. O almeno
così sembrava. Finché Nicol non rivelò
a Stefano
di aspettare un bambino, era una notizia fantastica , se non per il
fatto che quel bambino non era il suo. Lei si era innamorata del
migliore amico di Stefano, Carlo. E la loro storia finì con
Stefano che annullò le nozze e Nicol che se ne
andò a
vivere con Carlo e il loro bambino.
Quell'amore così
profondo lo aveva ferito. Pensava di non essere in grado di amare
nessun'altra donna al di fuori di Nicol, non sapeva quanto si fosse
sbagliato.
Quei battiti, quegli scalpitii, quel sudore alle mani.
Quelle emozioni che facevano battere forte il cuore tornarono proprio
quando lei varcò quella porta per la prima volte, e tutte le
altre volte dopo. Angelica Santarelli lo aveva stregato, ammaliato.
Gli aveva fatto ritrovare qualcosa che aveva perso da tanto tempo.
Erano anni che non assaporava più il dolce gusto dell'amore.
Ma con lei tutto era ritornato. Il piccolo problema però
è
che lei stava per sposarsi. Già Stefano era proprio uno di
quei ragazzi che si innamorava spesso della ragazza sbagliata. Un
pò
troppo spesso.
Angelica seguiva la lezione con grande attenzione
ed interesse, quell'interesse che non si nota facilmente negli
studenti. Non si accorse però dei grandi occhioni di Stefano
fissi su di lei. Era intelligente e ambiziosa ma come si sarebbe
comportata di fronte ad un corteggiatore? Come avrebbe reagito? Di
certo non era una ragazza facile, era più il tipo che si
lasciava conquistare con estrema difficoltà. Giovanni aveva
fatto di tutto per lei e per poterla avere tutta per sé. Il
loro rapporto infatti cominciò con estrema
difficoltà.
A lei il bel giovanotto dai capelli castano scuro non interessava
affatto. Si potrebbe dire che quasi si odiavano, ma con calma e molta
pazienza e con molta gentilezza Giovanni conquistò il cuore
della bella Angelica.
Stefano sarebbe riuscito a fare lo
stesso?
Forse era solo una cotta e tutto sarebbe andato come da
manuale.
Angelica avrebbe sposato Giovanni, e Stefano sarebbe
tornato ad insegnare, probabilmente e vrebbè avuto la sua
promozione alla fine della specializzazione a primario di
psichiatria, e avrebbe ancora cercato la donna giusta.
Intanto
Alessandra tornò a casa arrabbiata a causa dei soliti
scherzi
di Luigi, e un pò delusa, in fondo aveva sperato che forse
poteva essere un ragazzo adorabile e perchè no, magari
sarebbe
stato il ragazzo giusto per lei. Pensava che si era decisamente
sbagliata su di lui. Lo riteneva infantile e stupido.
La sera
uscì con Olly. Andarono a fare lo stesso giro, passeggiare
negli stessi posti e mangiare una pizza alla svelta e sorseggiare
lentamente la loro coca cola.
"Penso che sia proprio una
bella serata. Ci sono anche le stelle." Disse Olly, guardando il
cielo.
"Che novità! Le stelle ci sono tutte le sere
solo che non sempre si possono vedere."
"Devo dire che
sei molto allegra stasera."
"No dai, solo che sono
ancora girata per stamattina. Luigi non la smette mai di fare il
bambino."
"Dai era solo una schizzetto con
l'acqua."
"Uno schizzetto?!? A momenti mi faceva
la doccia."
"Comprendilo poverino, è solo non ha
nessuna che gli faccia le coccole. Forse le cerca da te." Disse
Olly facendo la faccia da bambina.
Poco dopo giunse anche Gigi con
i suoi amici proprio lì.
"Guarda quello è
proprio carino. sembra così dolce."
"Olly no dai
quello no. L'amico di Gigi no."
"Ma è così
dolce."
"Da cosa sai che è dolce? Non mi sembra
che assomigli ad una caramella."
"Ma io ho tanta voglia
di assaggiarla."
"Spero che tu stia parlando della
caramella."
"Più o meno!" Rispose con una
faccia maliziosa.
Olly andò verso Filippo, lasciando
Alessandra da sola.
-Meglio andare prima che arrivi lui.- ma
mentre pensava questo era troppo tardi.
"Ciao. Non volevo
essere scortese oggi. A volte mi lascio trasportare dai
momenti."
"Dagli amici vorrai dire." Alessandra lo
guardava strano. Ma era proprio Luigi quello con cui stava parlando?
Non riusciva a crederci.
"Dai ti offro qualcosa da bere per
farmi perdonare."
La ragazza accetto un pò
sospettosa, aspettandosi chissà quale scherzo crudele. Ma
niente era tutto tranquillo. Quella serata con lui trascorse
tranquilla.
A lei sembrò tutto strano.
-Sembra dottor
Jekyll e mr Hyde- E con questo suo pensiero fisso in testa si
concluse, fortunatamente in modo pacifico, quella serata.
Ciao sono tornata presto con questo nuovo capitolo. Spero che vi
piaccia. Mi raccomando fatemelo sapere. A me è piaciuto
tanto. L'ho scritto tutto di un fiato. Spero di non avervi deluso.
Ringrazio
Alina 95 per il suo commento e spero che ti piaccia questo nuovo
capitolo.
Baci
a presto!!
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Capitolo 5 *** Un invito indesiderato, e un bacio inaspettato ***
capitolo 5
CAPITOLO
5
Quella notte si svegliò sobbalzando dal letto.
Era sudata e il cuore le batteva forte.
- Ma perchè lui si comporta così?
Perchè mi fa
diventare matta? Perchè mi confonde? Perchè mi
illude?-
Primo pensiero che ronzava nella mente di Alessandra.
- Cosa è realmente successo ieri sera? Lui è
stato
così gentile. Ma parliamo della stessa persona?- La
confusione
era tanta, anzi tantissima. Mille pensieri la stavano avvolgendo, mille
incubi la stavano tormentando.
Non riuscì a dormire quella notte. Le ore passavano lente e
tormentose.
Lei era sempre stata ragionevole e di certo non si lasciava
scoraggiare, ma questo succedeva a scuola. Nella vita setimentale era
fragile e vulnerabile. I fidanzati che aveva avuto erano sempre stati
più simili ad amici, ma ora era diverso.
-Che provi veramente qualcosa per lui?- Si chiedeva osservando il
soffitto.
-Ma cosa vuole lui da me?-
L'unica cosa che sapeva è che ieri sera era stata davvero
bene in sua compagnia. Era stata felice e a suo agio.
In un'altra casa poco lontano da lei, lui dormiva beatamente tra il
calore delle sue lenzuola, quando la sveglia cominciò a
suonare
e a diffondere quel suono fastidioso in tutta la stanza.
Luigi si alzò mezzo addormentato mentre suo fratello era
già pronto per dirigersi al lavoro.
A scuola la mattinata era sempre la solita. Ma qualcosa
cambiò
quando sul Nokia di Alessandra arrivò un messaggio, che la
incuriosì moltissimo.
-Ti va di uscire stasera? Luigi-
Era strano. Non era lui che la prendeva sempre in giro e la faceva
diventare matta con i suoi soliti scherzi? E adesso lui, proprio lui,
le chiedeva di uscire.
Un pò sospettosa ma ancora di più incuriosita,
decise
comunque di accettare il suo invito. Non sapeva cosa aspettarsi
però quel messaggio la rese veramente felice. Olly sarebbe
andata con lei, invitata anche lei dal dolcissimo Filippo. O almeno lei
pensava che fosse dolcissimo come il cioccolato.
"Ma non è che vorrà farmi uno dei suoi soliti
scherzi?"
"Ale ma sei fissata però. Non tutti sono così."
"Ma ti assicuro che lui lo è."
la conversazione si concluse con una dolente frecciatina mandata
dall'amica.
Il pomeriggio, abbandonati i compiti sulla scrivania,
cominciò a provarsi i vestiti per uscire.
Nel frattempo Angelica uscì per dirigersi alla lezione
pomeridiana di psicologia, tenuta dal professore Domenico Albertini,
accompagnato ovviamente da Stefano Martini.
Angelica non si rese conto del ragazzo, delle attenzioni che
quest'ultimo riservava per lei, Fino a quando i loro occhi non si
incrociarono. Lui sorrise leggermente, lei ricambiò quella
specie di sorriso. A lei sembrò molto più una
smorfia.
Stefano si accorse di fissarla troppo, di intimidirla così
posò lo sguardo altrove.
Ad Angelica non piaceva stare al centro dell'attenzione e quegli
sguardi la mettevano molto a disagio.
Finita la lezione, quel momento tanto atteso, la ragazza
imboccò
l'uscita. Lungo il corridoio andava di corsa, si fermò al
suo
solito armadietto, quando Stefano si fece coraggio e decise di parlarle.
"Scusami se ti ho messa a disagio prima."
"Oh..figurati. Non mi hai messa in imbarazzo." Angelica era un
pò titubante, incredula di quella conversazione.
"Senti vorrei farmi perdonare. Ti andrebbe di bere qualcosa? Offro io
ovviamente." Disse Stefano sorridente.
"Sono fidanzata." Disse lei tra la timidezza e la vergogna di quella
situazione.
"Oh ma non è un appuntamento. È solo un drinck
tra amici, colleghi."
"Ok ma stsera non posso, il mio fidanzato mi aspetta."
"Va bene allora a domani."
"D'accordo, a domani."
Stefano se ne andò. Angelica rimase ancora qualche istante
lì. Pensava a quella conversazione, e portandosi le mani
alla
bocca disse:
"Ma cosa ho fatto?"
"Sto per sposarmi e ora esco con un collega? Un superiore perginta"
Dall'altra parte sua sorella era in dolce compagnia di Luigi Martini.
Una serata tranquilla sembrava, la solita passeggiata, la solita
bibita, tranne che per quel bacio. Luigi su quel muretto, spronato dal
leggero chiarore della luna, dalle dolci risate di Alessandra alle sue
sceme battute, le accarezzò leggermente la guancia rossa e
infreddolita dalla dolce brezza del vento autunnale. Gli occhi di
Alessandra gli sembrarono profondi ed intensi come il mare. Chiuse
lentamente gli occhi, si avvicinò a lei delicatamente e
sfiorò le sue labbra. La baciò. Un bacio caldo,
morbido.
Un bacio che durò poco ma
intenso, almeno per lui.
Lei rimase immobile, frastornata. Lui l'aveva baciata. L'aveva presa di
sorpresa. Non se lo aspettava proprio quel bacio.
"E tu che non ti fidavi. Pensavi che avesse altro in mente." Disse Olly
avvicinandosi all'amica.
"Non me lo aspettavo."
"Come è stato?"
"Bello credo."
"Credi?"
"Si è stato bello."
"Domani voglio i particolari." Disse ritornando dal suo caro Filippo.
Quella giornata si concluse così. Un invito indesiderato e
un bacio inaspettato.
Salve
a tutti i miei lettori.. vi sono mancata?? Non so se vi
piacerà
questo nuovo capitolo. Non mi convince tantissimo però siete
voi
che dovete dirmelo. Mi raccomando fatemelo. Baci a tutti.
alina
95: grazie per il tuo commento, sono davvero contenta che ti piaccia
questa fanfiction. Fammi sapere cosa ne pensi anche di questo nuovo
capitolo. A presto.
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Capitolo 6 *** Spiacevoli equivoci ***
capitolo 6
Salve
a tutti miei cari lettori. Devo dedurre dai vostri tantissimi commenti,
cioè zero, che non vi sia piaciuto poi così tanto
il capitolo precedente. Spero tanto che questo vi piaccia di
più. Fatemelo sapere. Un bacione e a presto con il prossimo
capitolo ovviamente. :)
capitolo 6
Alessandra
era tornata a casa ancora frastornata. Si chiuse nella sua stanza. Luci
spente. Solo la luce fioca della luna penetrava da una finestra aperta.
Il vento muoveva le tendine. E una brezza leggere accarezzava
dolcemente il suo corpo. Alessandra pensò e
ripensò
a quel bacio. Un bacio
delicato,
sottile, quasi impercettibile, ma dotato di una
grande
intensità. Non riuscì a ricordare cosa
avesse
provato realmente in quel istante, passato troppo veloce.
Sicuramente era felice. Sorrideva, sorrideva nella
penombra
della stanza era possibile vedere un accenno a quel suo sorriso, labbra
vellutate da una delicatezza immensa. Sicuramente era felice.
Ma con lui quella felicità sarebbe durata?
Mentre si poneva questa domanda, alla quale non avrebbe mai potuto
rispondere, o per lo meno in quel momento non avrebbe potuto, si
addormentò, sperando di incontrarlo il secondo giorno. Ma di
certo non sapeva quello che realmente la aspettava. E non sarebbe stato
piacevole come quella sera.
Nel frattempo sua sorella, nella stanza affianco, pensava a
ciò
che era successo quel pomeriggio. Le prese il panico. Era coccolata tra
le braccia di Giovanni, che dormiva ignaro di tutto l'accaduto. Lei lo
guardava dolcemente, e sorrideva con amore. Lo amava ancora tanto dopo
tutti quegli anni passati insieme. Forse troppo. Ed è
proprio
per questo motivo che si sentiva a disagio ad uscire con un altro uomo.
-Infondo è solo per lavoro e studio, non ci sta provando con
me.- Pensava.
Tornato il panico.
-Se ci provasse davvero?-
Giovanni era sempre stato un tipo molto aperto. Si fidava ciecamente di
Angelica, sapeva che non lo avrebbe mai tradito. Si amavano da sempre.
Dalla prima volta che l'aveva vista sapeva che lei sarebbe stata la
donna con cui avrebbe voluto passare il resto della sua vita. Era la
donna che aveva da sempre sognato. E tutto il mondo lo sapeva. Lo
avevano inciso anche su un lucchetto, lui aveva comprato uno dei
più belli che ci potevano essere in commercio. Aveva inciso
i
loro nomi all'interno di quel lucchetto a forma di cuore. E lo avevano
abbandonato lì insieme agli altri sul bellissimo Ponte
Milvio.
Era uno dei momenti più belli vissuti insieme e sarebbe
dovuto
arrivarne uno ancora più bello.
Ma l'idea di dover nascondere quella uscita a Giovanni la distruggeva.
"Tesoro sei sveglio?" Lo chiamò scuotendolo dolcemnete,
cercando di svegliarlo.
"Mmm.." Mugugnò lui, girandosi dall'altro lato.
Forse questo era uno dei tanti piccoli difettucci di Giovanni. Quando
dormiva non c'era verso di farlo svegliare.
"Tesoro volevo solo dirti che domani mi vedo solo per un
caffè con un collega diciamo dell'università."
"Cosa?" Si girò verso di lei, aprendo leggermente gli occhi.
"Volevo che lo sapessi. "
"Per me va bene, l'importante che lui non abbia altre intenzioni."
"No, sembra uno bravo. Uno che non ci proverebbe mai con me. Sa che mi
devo sposare."
Lui la guardò " So che non mi tradiresti mai. Mi ami
troppo." Sorrise. E anche lei sorrise.
"Si. Ti amo troppo."
E così tornarono a dormire. Lei abbracciata a lui. Sicura
del
loro amore. Sicura soprattutto della sua fiducia. Ora era tranquilla,
così calma che si addormento velocmente tra il calore del
suo
amante.
Il giorno seguente, tra i banchi di scuola e le spiegazioni noiose dei
professori, Alessandra parlava con Olly della serata. Di quel bacio
inaspettato soprattutto.
"E come bacia?" Questa era la prima domanda che Olly le pose, e dalla
sua espressione sembrava essere la domanda fondamentale.
"Bene..credo!" rispose guardando l'amica perplessa. Di certo si
aspettava una domanda molto meno particolare.
"E tu cosa hai provato?" La curiosità di Olly cresceva
sempre più.
"Non saprei..In quel momento non mi aspettavo nulla..Ma.."
"Ma cosa?"
"Non mi ha nemmeno chiamata oggi. Niente messaggio. Che si sia pentito?"
"No tranquilla! Alcuni sono così. Filippo ad esemprio
è..."
Mentre Olly divagava parlando del suo Filippo, Alessandra
concentrò la sua attenzione su quella domanda.
-Che si sia pentito?-
Di pomeriggio Angelica uscì per quel famoso drink con
Stefano. Doveva essere una cosa motlo formale.
Lo aspettò davanti al bar, dove aveva deciso lui in
precedenza.
"Ciao. Scusa se ti ho fatta aspettare."
"Non preoccuparti. Voleviparlarmi di qualcosa?"
A quella sua domanda avrebbe voluto dirle tutto. Tutti i suoi
sentimenti nei suoi confronti, ma inghiottì il rospo e lo
rimandò giù, nei meandri del suo cuore.
"N-no..cioè volevo dire si. Il professore cerca una persona
che
gli possa dare una mano. Tu stai per laurearti e pensavo che ti avrebbe
fatto bene seguire il professore da vicino. Un tirocinio pagato. Cosa
be pensi?"
A quella sua confessione rimase sbalordita. Era un'idea interessante.
Avrebbe davvero potuto imparare tantissimo da quella esperienza.
Così decise di accettare. Una mossa azzardata. Forse stare
troppo vicino a Stefano non avrebbe di certo aiutato il suo rapporto
con Giovanni. Ma accettò quella proposta, non pensando alle
conseguenze.
Quella stessa sera Alessandra uscì con Olly.
"Dai sorridi un pò. A cosa stai pensando? "
"Mmm..." mugugnò Ale guardando Olly
"Fammi indovinare: Luigi."
"N-no.. Non capisco perchè fa così. Prima mi
illude e poi sparisce."
"Non ti preoccupare forse lui si sta ponendo gli stessi problemi."
Ma nemmeno finì di pronunciare quella frase che Alessandra
lo
vide. Lì al solito posto, seduto su un muretto a sorseggiare
la
sua coca-cola e ridere e scherzare.
Anche lui la vide.
"Ciao bambolina come stai?"
"Bambolina a me? Ma stai proprio fuori."
"Volete unirvi a noi?" propose Gigi.
Olly era già tra le braccia di Filippo. Impossibile dire di
no.
Luigi cominciò a camminare, Alessandra lo seguì.
"Senti per l'altro giorno. Io non volevo. Avevo bevuto qualcosa e forse
non avrei dovuto. Era solo un momento."
-Solo un momento? ecco cos'è stato. Praticamente nulla per
lui.
Io che mi facevo tanti problemi inutili e lui mi prendeva in giro alle
spalle.-
-quanto sono cretina.- continuò a pensare.
"Va bene, facciamo finita di niente."
Era arrabbiata. Sconvolta. Voleva solo tornare a casa. Aveva pensato
male, lo aveva giudicato male. Lui non era quello che lei credeva che
fosse. Era solo un ragazzino con tanta vanità e presunzione.
Quel genere di ragazzo dal quale lei aveva sempre cercato di scappare.
"Senti non mi sento tanto bene. Penso che tornerò a casa. Di
a Olly che ci sentiamo più tardi magari."
E senza che lui potesse dire niente aveva già imboccato la
via di casa.
Alessandra si sentiva ferita. Le sue lacrime dovevano rimanere un
segreto.
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Capitolo 7 *** Piccoli litigi, dolci messaggi ***
capitolo 7
Salve miei
carissimi fan.. Come state? Spero che stiate bene e siate pronti a
tuffarvi in un nuovo travolgente capitolo, io in questo capitolo ho
provato a dare il meglio di me stessa!!! Fatevi vivi in molti.. Anzi in
moltissimi!! A prestissimo.. Un bacio a tutti i miei lettori!
CAPITOLO 7
Dopo poco Angelica aveva cominciato il suo tanto desiderato tirocinio
alla facoltà di psicologia, avrebbe imparato i trucchi del
mestiere stando accanto ad uno degli insegnanti più
importanti
in questo ramo, il professor Domenico Albertini. Le cose per lei
sembravano procedere abbastanza bene. I preparativi per il matrimonio
procedevano a gonfie vele e qualche soldo in più non avrebbe
di
certo guastato. Giovanni però non era dello stessa avviso.
Notava Stefano che le ronzava sempre intorno. Notava il modo in cui la
guardava quando si faceva troppo tardi e si offriva garbatamente di
riaccompagnarla a casa. Non era mai stato un tipo troppo geloso, ma
quella situazione sentiva che gli stava sfuggendo dalle mani. Qualcosa
cambiava, e non riusciva a gestirla. Lui si fidava di lei il problema
è che non si fidava molto degli altri, soprattutto di
Stefano.
Le scenate di gelosia continuavano ad aumentare.
"Dove sei stata fino ad ora?" Borbottò lui con aria
scontrosa.
"Lo sai dove sono stata, non cominciare a vagare con la fantasia."
rispose infastidita da quel suo tono autoritario.
"Ehh ma io lo so. So cosa potrebbe succedere."
"Ma dai. Dici che ti fidi e poi mi parli pure così."
"Quello ti fa la corte e tu nemmeno te ne accorgi."
"Si tratta solo di gentilezza. Mi aiuta nel mio lavoro e quando si fa
tardi mi da un passaggio, ma solo perchè è di
strada."
"Si un passaggio.. Un passaggio a casa sua."
"Ma che cazzo dici? Hai voglia di litigare? Perchè io no."
"Non stiamo litigando, stiamo solo parlando." disse alzando leggermente
la voce. Lei si diresse verso la stanza e la chiuse sbattendo forte la
porta. Si sentiva tornare al liceo. Le solite litigate con i genitori
che finivano con lo sbattere della porta. L'unico particolare
è
che adesso lo aveva fatto con quello che doveva essere suo futuro
marito.
"Ma che sta succedendo qui." disse la madre di Angelica, Anna, senza
avere ovviamente risposta.
"Niente." rispose Giovanni seguendo Angelica nella sua stanza.
"Io lo sapevo che quei due sono troppo giovani per fare il grande
passo." Anna sussurrò al proprio marito
"Cara sono solo litigate amorevoli.. come si dice l'amore non
è bello se non è litigarello."
"Michele caro se continua così possiamo dire addio al loro
matrimonio. Da una parte è pure meglio, lui non merita
nostra
figlia."
"Per favore nom cominciare." Michele se ne andò lasciando la
moglie ai suoi lavori domestici. Forse un pò sconsolata,
avrebbe
avoluto avere molte volete l'appoggio del marito, ma a volte
è
stato meglio che non lo abbia avuto.
Anche Alessandra si ritirò a casa subito dopo la sorella.
Aveva un'aria triste. un'esperessione malinconica.
"Cosa c'è che non va tesoro della mamma."
Alessandra la guardò pensando
-No ti prego, non ho per niente voglia di parlare mamma.-
E anche lei se ne andò in camera sua, ma al contrario della
sorella fece molta attenzione a non sbattere la porta.
Poco dopo erano tutti riuniti a tavola. La cena era pronta. Giovanni
guardava dispiaciuto Angelica, mentre lei ricambiava il suo sguardo
fulminandolo. Quasi avrebbe voluto lei inveire contro di lui dopo la
scenata di gelosia. Ora era lei arrabbiata con lui. Si sentiva mancare
quella fiducia che lui le aveva sempre dato, quella fiducia su cui si
basava il loro rapporto, ormai da anni.
Alessandra guardava il suo piatto di tortellini in brodo fumanti,
pensando
-Anche la sera pasta. Un piatto più leggero no?-
I genitori li guardavano tentando di scoprire qualcosa ma il silenzio
divenne insopportabile.
"Come è andata la giornata a scuola?" Chiese Anna alla
figlia più piccola.
-No ma perchè dovevi parlare proprio con me. Lo vuoi capire
che non è giornata!-
Ma si limitò a rispondere con un semplice "Bene, molto
bene." Abbozzò un sorriso appena percettibile.
"Basta allora vuoi parlare con me? Ti ho già chiesto scusa."
Disse Giovanni attirando l'attenzione di tutti.
"No per il momento non ho voglia di parlarti."
"Calma ragazzi sembrate essere tornati al liceo." Disse il padre di lei
tentando di riportare la tranquillità tra i due.
"Ma allora per quanto riguarda le nozze.." tentò di dire la
madre
Angelica la guardò di traverso e finito il suo piatto si
alzò in tutta fretta e si chiuse in camera sua.
"Gli ormini, a volte fanno brutti scherzi." cercò di
sdramatizzare Giovanni.
Si alzò anche lui e la seguì.
"Tesoro non fare così. Ho sbagliato. Io ti credo." disse lui
avvicinandosi a lei Vicino la finestra della loro stranza. Giovanni
stava sempre lì. Come se vivessero già insieme.
La
abbracciò dolcemente.
"Scusami." Le sussurrò lentamente all'orecchio. Poi la
baciò. Un bacio dopo l'altro. Morbido, profondo. Un bacio
lento,
non irruento. Lei si lasciò baciare più volte.
Accarezzare dove non è permesso. I loro vestiti leggeri
coprirono il freddo del pavimento. La loro passione cresceva
lentamente. Lei era in suo potere, completamente coinvolta tra le sue
forti braccia. Ormai lo aveva perdonato.
Nel frattempo Alessandra si chise nella sua stanza pronta per andare a
dormire. Stanca. Vvvv...Vvvv.. La vibrazione del suo cellulare
però impedì il suo dolce sonno.
Messaggio: Buonanotte spero che domani sarà una giornata
più bella. Gigi.
-Perchè? Perchè questo messaggio? Cosa vuole
torturarmi?
Non ci riuscirà mai, se solo ci prova se ne
pentirà
amaramente.-
-NB: devo uccidere Olly domani per avergli dato il mio numero.-
E tra questi pensieri si riaddormentò.
RISPOSTA ALLE
RECENSIONI:
Alina 95:
ciao carissima, sono
sempre felice di leggere le tue recensioni. Come stai? Spero bene! Sono
davvero contenta che ti piaccia la mia storia. E fatti sempre sentire
anche per dare suggerimenti e qualunque tipo di giudizio. Un bacione..
Spero di leggere prestissimo un tuo nuovo commento.
Piccola_Stella_Senza_Cielo:
Ciao amicona mia..
come va? Sono contentissima che ti piaccia la mia storia..che
novità?? Come se non lo sapessi.. Tu leggi sempre le
anteprime e i tuo giudizi sono sempre ben accetti. Ma questo lo sai non
c'è bisogno di precisare. Mi raccomando fai sempre la brava
e continuerai a leggere le mie storie in anteprima...Scherzo!! tvtttb
anche io..Un bacione anche a te... A presto!!
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Capitolo 8 *** Tante piccole emozioni ***
capitolo 8
Salve, come state miei cari lettori? Spero molto bene..
Magari potrei farvi stare meglio con questo nuovo capitolo pieno di
emozioni? Volete sapere qualcosa in anteprima? Mmm.. cosa posso dirvi..
Vi dico solo che vale la pena leggerlo! Mi raccomando ditemi se vi
è piaciuto.. Le recensioni non fanno mai male, anche quelle
negative.
Allora
a presto con un nuovo capitolo... Baci a tutti!
Le risposte alle
recensioni le trovate alla fine del capitolo, se ce ne sono ovviamente!
CAPITOLO
8
Quella mattina Angelica si svegliò tardi. Forse per la prima
volta in vita sua. Dopo quella notte di passione e di
complicità, era crollata. Era stanca e si
addormentò. La
sveglia non la sentì anche se squillò
ininterrottamente. Giovanni si era alza molto prima per dirigersi al
lavoro e di certo non poteva svegliarla alle sette, la lezione
all'università cominciava solo alle nove.
Angelica si preparò in tutta fretta. Non poteva crederci
lei, da
sempre considerata miss perfettina, era in ritardo. Non era mai
successo in tutta la sua carriera scolastica. Solo con Giovanni faceva
sempre tardi, doveva pur farsi desiderare.
Poco dopo era arrivata con mezz'ora di ritardo esatta.
"Ma dove eri finita?" la incitò Stefano a sbrigarsi.
"Tutta colpa della sveglia."
"Mmm..dicono tutte così quando hanno sonno e non vogliono
svegliarsi." sorrise, lei lo guardò disbiego.
"Ok stavo scherzando!" ribadì lui.
E da qui si può dire che stava cominciando per lei una
giornata normale.
"Ma allora non capisci!" Si voltò Alessandra verso Olly
uscite da scuola.
"Cosa non capisco? Tu ti sei innamorata di lui. Questa è la
verità."
"Innamorata? Non scherziamo se mai comincio ad odiarlo sul serio. Si
comporta come se fosse l'unico sulla faccia della terra."
"Si comporta da amico. E poi lui già ti conosceva."
"Cosa?" Guardò l'amica cercando di capire di cosa stesse
realmente parlando.
"Filippo mi ha raccontato che eravate molto amici da piccolini.
Andavate insieme alle elementari."
"Non credo se no me ne ricorderei."
"Vabbè comunque si dice che è così. Ma
stasera
vieni con noi? Dai non lasciarmi sola. Ci saranno anche Giulia ed
Erminia. Sono decisamente antipatiche. Ho tanto bisogno della mia Ale."
"Non so magari ci sentiamo dopo."
"Ma dai è sabato e tu ti fai pregare. Manco ci fosse scuola
domani."
"Mmmm.."
"Se non vieni porto la tua foto da bambina e la mostro a tutti."
E con un tuffo verso l'amica disse
"Vengo, vengo. Stavo solo mettendo a prova la tua pazienza." Sorrisero
entrambe.
Angelica nel frattempo finì la sua lezione alle quattro. Era
orgogliosa. Adesso sapeva più cose di un normale studente.
Avrebbe superato l'esame della settimana prossima alla grande. Ed era
tutto merito di Stefano che le aveva proposto quel famoso tirocinio.
"Allora.. ti posso offrire una tazza di caffè?" Chiese lui
arrossendo lievemente.
"Non saprei. Il mio fidanzato non fa altro che fare delle scenate di
gelosia. Ed è tutta colpa tua." Scherzò lei.
"Allora posso ritenermi fortunato. Ho ancora un certo fascino con le
donne." disse mostrando un'aria fiera.
"Fascino? Ma se sei maldestro peggio di un bambino." scoppiarono a
ridere entrambi.
"Allora? quella tazza di caffè posso offrirtela?" Chiese
insistendo.
"Va bene. Ma devo essere a casa in orario se no chi lo vuole sentire
oggi."
Si fermarono al solito bar.
"due tazze di caffè." ordinò al barista.
Mentre sorseggiava quel suo caffè, lui la guardava. La
ammirava.
Se avesse saputo i suoi veri sentimenti di certo non si sarebbero
trovati in quel luogo insieme.
Tra le varie chiacchere dai caffè si passò ad
altro. Un
martini. Un cosmopolitan. Accompagnati da qualche cosa veloce da
mangiare.
Parlarono della loro vita privata. Lui le parlò di Nicol.
Della
loro lunga relazione e della loro fine disastrosa. Del bimbo che
aspettava dal suo migliore amico. E le raccontò il dolore
che
aveva provato.
Lei gli raccontò di Giovanni. Del loro grande amore. Gli
raccontò del matrimonio e dei diversi contrasti di questo
ultimo
periodo.
Intanto il tempo passava.
Tornò a casa verso le sette.
"Sai che ore sono?" Fu la prima domanda di Giovanni preoccupato per lei.
"Ti prego non urlare, sono stanca. Voglio solo andare a riposare."
Chiese lei
"E no tu adesso mi dici dove sei stata. Non mi prendi in giro
così." la rabbia aumentava.
Lei lo gurdò "Ho mal di testa voglio solo riposare un
pò."
"T-tu hai bevuto. Ma insomma cosa ti prende? Vuoi mandare all'aria il
nostro matrimonio?"
Gridò lui mentre lei si dirigeva verso la camera da letto.
Lui la amava e se si comportava così era solo per amore.
Alessandra invece uscì nel momento stesso che la sorella
rientrava. Momenti perfetto, si sarebbe saltata la loro ennesima lite.
Si incontrarono tutti al solito muretto. Lo vide. Il suo cuore
cominciò a battere senza sosta, non capiva cosa succedeva ma
questo avveniva solo quando c'era lui.
Era affascinante con quei jeans e quella maglietta stretta. Si
avvicinò a lui. Lo salutò lentamente e
guardandolo negli
occhi cominciò a ricordarsi di quel ragazzino piccoletto e
fissato con gli ufo e gli extraterresti. Ora anche lei si ricordava di
lui.
"Ti piacciono ancora quegli omini verdi?" sorrise
"Cosa?"
"Dai che ti ricordi."
"Si diciamo che mi piacciono ancora. Ma mi piacerebbe vedere te verde.
Staresti una favola." Disse ridendo.
Nel frattempo Giulia si avvicinò e lo abbracciò
forte a
se. Ora si che poteva vederla verde. Verde dall'invidia di quel gesto.
Rimase sconvolta. Avrebbe accettato qualunque tipo di ragazza ma non
lei. Lei era il classico tipo modella, capelli di un biondo tinto,
occhi chiari, alta. Lei non era così, si potrebbe dire che
era
esattamente il contrario. Odiava stare lì.
-Come vorrei essere a casa.-
-Come vorrei non aver ascoltato Olly.-
Per tutta la serata di guardò da lontano, mentre Giulia
metteva in mostra tutte le sue abilità di seduttrice.
"Che ochetta. Non la sopporto." Sentì una voce alle sue
spalle.
"Mimmo giusto?"
"Si, tutto bene."
-Si ricorda il mio nome.-
"Molto bene e tu?"
-Si ricorda il mio nome-
"Anche io."
-Sa chi sono.-
E finì anche quella serata con Olly alle prese con Filippo,
Giulia alla prova di seduzione con Luigi, e Mimmo a parlare con
Alessandra mentre Erminia faceva compagnia a Giuseppe.
Forse in un'altra dimensione sarebbero potuti essere tutti grandi amici
e le cose sarebbero andate molto diversamente.
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Capitolo 9 *** Quei piccoli istanti della vita. ***
capitolo 9
Salve a tutti..
Vi mancavano i mei capitoli vero?? Spero che questo nuovo capitolo vi
piaccia, la lacrimuccia è assicurata!! Spero solo che non
rimanete troppo male per come stanno andando le cose.. vi prometto che
miglioreranno nei capitoli successivi!! Abbiate solo pazienza e presto
succederanno cose belle, ma nn sempre!! Spero che la leggerete in tanti
e fatemi sapere cosa ne pensate mi raccomando! Qualunque recensione
è ben accetta!! A prestissimo..
CAPITOLO
9
Le nozze si avvicinavano e tra i due le cose non miglioravano di certo.
Angelica chiusa nella sua stanza dopo aver litigato con Giovanni per
l'ennesima volta, stringeva a se quel peluche che fin da bambina le
aveva fatto tornare il sorriso ma quel giorno era diverso. Quel giorno
era veramente triste. Le lacrime scendevano sul suo volto
incontrollate. Calde. Ma soprattutto amare.
Ne avevano passate tante, tantissime insieme ma dentro di lei sentiva
che qualcosa non andava nel verso giusto. Sentiva che qualcosa si stava
sgretolando. Si sentiva colpevole di quella situazione. Avrebbe voluto
che le cose fossero andate molto diversamente.
Sapeva che Giovanni era l'uomo della sua vita. L'uomo con cui avrebbe
passato i suoi giorni migliori e anche i suoi giorni no.
Avevano
superato insieme persino le controversie con i genitori. Infatti
inizialmente vedevano Giovanni come un estraneo. Non adatto alla loro
bambina, cresciuta troppo in fretta. Ci volle molto tempo e qualche
anno perchè realmente accettassero di far entrare nella loro
famiglia Giovanni, ma alla fine il loro amore trionfò, come
accade di solito nelle favole, e i suoi genitori non potevano far altro
che accettare il loro amore e accogliere, con un sorriso forzato sulle
labbra, Giovanni nella loro famiglia.
Già ne avevano passate tante. Ma sarebbero riusciti a
superare
anche quelle difficoltà? Il loro amore sarebbe trionfato
anche
questa volta?
Nel frattempo che questi pensieri le invadevano la mente, le lacrime
cominciarono a scendere ancora più numerose.
"Emm.. é permesso?" Chiese sua sorella preoccupata.
"S-si" rispose asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.
Si avvicinò lentamente, scrutando la sorella. Si sedette
accanto a lei.
"Come stai?"
"Sto bene." rispose abbozzando un sorriso.
"Tu non stai bene. Non prendere in giro me, che sono tua sorella e ti
conosco più di tutti." disse accarezzando dolcemente i suoi
capelli.
"Ale ti prego non complicare le cose." Si girò a guardarla.
Le lacrime scendevano come fiumi.
Restarono così per un pò abbracciate. Alessandra
avrebbe
voluto fare qualcosa di più per la sorella ma ovviamente non
poteva.
Giovanni nel frattempo aveva raccolto tutte le sue cose. Erano poche.
Due, o forse tre pantaloni, qualche maglietta, il suo asciugamano
preferito, i suoi effetti personali, ed era pronto per andarsene.
Pronto per tornare a casa sua.
"Bhe io vado. Per quanto riguarda il nostro matrimonio per il momento
è rimandato."
Se ne andò senza dire altro, freddo come il ghiaccio.
Impassibili di fronte alla reazione della dolce Angelica.
Sola. Completamente sola. Non amava stare da sola, aveva sempre avuto
Giovanni accanto a lei a consolarla in ogni difficoltà, ma
ora
lui non c'era. Non quella volta.
I giorni passavano e il sorriso non tornò su quel suo bel
visino. Pallida per il poco cibo mandato giù a forza. Gli
occhi
puntati a terra come se non avesse voglia di vedere il mondo. Di
scoprire se davvero ci fosse qualcosa per cui valeva vivere. O almeno
se ci fosse qualcosa per cui valeva vivere un altro giorno.
"Ma cos'hai? Sono giorni che stai così." disse Stefano
preoccupato per quel suo comportamento.
"Nulla piccole incomprensioni del cuore."rispose lei cercando di
abbozzare un sorriso, ma non fu molto convincente.
"Ma è successo qualcosa con Giovanni?"
"Nozze annullate." una piccola lacrima cominciava a scendere.
"Non volevo ferirti." cercò di calmarla
"No non lo hai fatto." poi di nuovo lo sguardo basso, e via verso quel
luogo che sopportava appena in quel periodo, l'università.
Alessandra, quel pomeriggio, un pò nervosa per tutto quello
che
stava succedendo, decise di uscire per prendere una boccata d'aria e
schiarirsi così la mente. Passeggiava avvolta nei suoi
pensieri.
Pensava a quei messaggi, alla sorella e Giovanni , e non poteva far
altro che pensare a lui.
-Lo odio. Lo odio. Lo odio.- continuava a ripetere a se stessa come se
dovesse davvero convincersi di questo.
"Alessandra. Ciao!" una voce dietro di lei ruppe il silenzio.
"Emm.. Mimmo ciao!" rispose lei sorpresa di vederlo lì.
"Vedo con piacere che ti ricordi di me." sorrise.
"Bhe non ho ancora bisogno di una cura di fosforo." risero entrambi.
"Ti va se ti faccio un pò compagnia?" proseguì
lui.
"Certo. Come mai da queste parti.?"
"Nulla. Passeggiavo. Tu invece?"
"Lo stesso."
Mimmo e Alessandra proseguirono la loro passeggiata, parlando di loro,
non nei minimi particolari, ma si cominciarono a conoscere meglio.
Domenico, detto da tutti Mimmo, era un ragazzo diverso dai suoi amici.
Era gentile e cordiale. Buono con tutti e Forse troppo sensibile e
romantico. Il ragazzo che ogni ragazza sognerebbe, se non fosse per
quella sua timidezza che non gli permette di rivelare completamente se
stesso.
Fisicamente era un ragazzo normale. Poco più alto di
Alessandra,
capelli castano chiaro, occhi verdi. Ma il suo cuore era grandissimo. E
dopo l'ultima storia finita male pensava di non ritrovare
più il
vero amore. Quanto si sbagliava.
Mimmo vedeva Alessandra come una semplice amica, aveva scelto lei
perchè le sembrava quella più sincera e seria tra
Olly,
Giulia ed Erminia.
Mentre le loro chiacchierate continuavano allegramente, e Alessandra
grazie a lui riuscì a non pensare a Luigi, eccolo
lì che
spunta di fronte a loro accompagnato da Giulia. I loro sguardi si
incrociano. Lei non gli dà molta importanza, ma la reazione
di
Luigi è molto diversa dalla sua.
Quell'istante sembrava non finire mai.
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Capitolo 10 *** Maledetto orgoglio ***
cap 10
Salve
a tutti eccomi tornata con un nuovo capitolo. Spero tanto che vi
piaccia, so che forse rimarrete male perchè è un
pò triste e vi avevo promesso un pò
più di allegria ma vedrete che andando avanti
migliorerà. Rimarrete sorpresi. Mi raccomando fatemi sapere
cosa ne pensate.
CAPITOLO 10
Lui lì immobile di fronte a lei. Guardava lei. Poi guardava
lui.
Sentiva dentro qualcosa che non provava stando vicino a Giulia. Avrebbe
voluto allontanare Mimmo. In quel momento non lo voleva proprio vedere.
Era sempre stato uno dei suoi migliori amici ma ora avrebbe voluto
fulminarlo. Sentiva dentro di sè il sangue ribollire. Un
senso
di gelosia che cresceva piano piano. Non lo dava ovviamente a vedere.
Non era il caso anche perchè lui era con Giulia e Alessandra
doveva essere semplicemente un'amica. Ma quella sensazione non lo
abbandonò mai per tutto il tempo che parlò con
Ale.
"Ciao. Come mai da queste parti?" chiese Luigi, cercando di rompere
quel silenzio snervante.
"Facevamo una passeggiata, anche per conoscerci meglio." rispose Mimmo
-Conoscerci meglio?- una piccola sensazione di rabbia.
"Dai andiamo che siamo già in ritardo ed Erminia ci
aspetta." lo strattonò Giulia.
Se ne andarono. Lui salutò Alessandra, poi Mimmo di
malavoglia.
"Cosa gli è preso a Luigi, sembrava davvero arrabbiato?"
"No è proprio lui che è fatto male.Quando
è nato
sarà caduto dal seggiolone e avrà sbattuto la
testa da
qualche parte. Quindi tranquillo. Siete amici dovresti sapere come
è fatto." lo calmò Alessandra, dandogli una
leggera pacca
sulla spalla.
"Sarà ma non me la racconta giusta." ripetè lui
guardando sospettoso Alessandra come se cercasse una risposta.
La loro passeggiata durò per un'altra mezzo'ora al massimo,
poi ognuno si rintanò nella propria cameretta.
Quando Alessandra tornò a casa vide sua sorella
lì seduta
sul divano a guardare uno stupido film strappalacrime. Mangiava quei
cioccolatini che le aveva regalato sua nonna il giorno del suo
compleanno, vecchi di un anno. Forse non erano tanto buoni. Ma li
mangiava. Aveva bisogno di dolci e Giovanni non era lì ad
aiutarla in quel enorme momento di debolezza. Ormai se ne era andato,
lei però sperava ogni giorno di rivederlo, di risentire
quella
sua voce ammaliante per telefono. Immersa in quella sua malinconia
ripensava al suo matrimonio, a quello che non c'era mai stato.
Ripensava alle parole non dette, per timidezza, per paura e a volte per
orgoglio. Quel maledetto orgoglio che le aveva impedito quel giorno di
fermarlo. Desiderava con tutta se stessa fermarlo, corrergli dietro,
dirgli che lo amava, dirgli che non lo avrebbe mai più
rivisto.
L'orgoglio l'aveva fermata e dove l'aveva portata? Sprofondata su una
poltrona a guardare un film che nemmeno seguiva e a ripensare ai bei
momenti trascorsi con lui. Già quel maledetto orgoglio.
Di certo le cose per Giovanni non erano migliori. Aveva sempre uno
sguardo malinconico. Lei gli mancava davvero tanto. Tornava a casa
pensando a lei. Si domandava cosa stesse facendo e cosa pensava. Si
chiedeva dov'era. Moriva di gelosia pensando a lui, poi pensando a lei.
Quella gelosia che per anni era riuscito a seppellire nei meandi del
suo cuore. Una gelosia che mai avrebbe voluto mostrare. Si sentiva
fragile e impotente di fronte a quel sentimento e adesso lo era. Forse
aveva sbagliato pensava. Non avrebbe dovuto andarsene. Avrebbe dovuto
solo darle fiducia. Forse si era lasciato trasportare troppo dalle sue
fantasie, dalle sue illusioni.
Poi la rabbia lo invase. Lui non doveva intromettersi. Lei non doveva
continuare ad essergli amico. Lei ha sbagliato. Questo continuava a
ripetere a se stesso, cercando di convincersi che aveva fatto la cosa
giusta. Che lui aveva ragione. Troppo orgoglioso per ammettere che
forse non era proprio la soluzione giusta. Già maledetto
orgoglio.
Entrambi soffrivano per quello stesso male.
Alessandra Non era di certo felice nel vedere sua sorella stare male,
ma in quel momento l'unica cosa che doveva fare è stare con
lei
senza dire una parola. Angelica aveva solo bisogno di non sentirsi sola
in quella difficile situazione. Così entrambe si sedettero
sul
divano. Guardavano quel film senza seguire veramente la trama.
Mancava qualche minuto alla cena, il cellulare di Angelica
cominciò a vibrare. Il cuore batteva.
-Che sia Giovanni!- pensava tra sè e sè.
Ma...Stefano fu il nome che lesse sul display.
Non era decisamente il momento migliore ma decise di rispondere,
incitata dalla soella minore.
"Pronto!"
"Ciao felice di sentirmi. Lo so che non è un buon periodo
per te ma volevo farti sapere che su di me puoi contare."
"Grazie! Sei davvero gentile." Rispose lei accennando un sorrise.
"Se ti fa piacere possiamo andare a bere qualcosa." chiese lui,
continto di una risposta negativa.
"Non so.." cominciò a dire lei.
"Dai su. uscire ti farà bene." la incitò sua
sorella che ascoltava la conversazione.
"Ok. Però non facciamo tardi. Domani devo sostenere un esame
molto importante." disse lei, cercando di convincersi che fosse una
buona
idea.
Stefano passò a prenderla prima di cena.
"Dai che uscire con me ti farà bene." la ammonì
lui, cercando di cancellare quel piccolo sguardo malinconico dal suo
viso.
"Già. Forse hai ragione." lo guardò mostrando un
piccolo sorriso. Almeno era già qualcosa, era un inizio.
Il ristorante dove andarono rea uno dei più lussuosi. La
musica era lenta e romanticamente coinvolgente. I tavoli ricoperti da
una tovaglia color panna e al centro una piccola candela, che brillava
di un rosso acceso.
Angelica ricordò immediatamente la prima volta che era
uscita con Giovanni. La stessa musica, lo stesso splendore del posto.
La stessa intensità della fiamma della candela, o forse
più forte, incitata dal loro grande amore.
Siguardò intorno. Le veniva quasi da piangere. In quel
preciso istante avrebbe voluto scappare, fuggire il più
possibile lontano, ma non poteva. Il posto era lo stesso ma il suo
accompagnatore diverso.
Inghiotti quel rospo troppo amaro, e proseguì quella serata,
mostrandò una faccia allegra che in quella occasione non era
di certo la sua.
Diversa proseguiva la serata di Alessandra. Stesso posto di incontro.
Stesso muretto e le solite persone.
Quella serata noiosa continuava e Alessandra la lasciava procedere
indisturbata. Non aveva voglia di festeggiamenti o di divertimenti. Non
le sembrava troppo giusto nei confronti di sua sorella. Pensava ancora
a lei. Le dispiaceva per come stava . Avrebbe voluto fare qualcosa ma
cosa? Si domandava indisturbata, mentre Olly era alle prese con il suo
ragazzo e Gigi invece era alle prese con la bella Giulia.
Ma i suoi pensieri furono ad un tratto interrotti da Mimmo. Il suo
nuovo amico.
Iniziarono a parlare di varie cose. Cose normali. Banali addirittura.
Ma la loro conversazione irritò Gigi. Giulia continuava a
parlare ma lui non faceva altro che guardare lei, cercando di ascoltare
la loro conversazione.
"Ehi ma mi stai ascoltando?" domandò Giulia irritata.
"E..e certo che ti sto ascoltando." rispose guardando sempre lei.
E poi accadde l'impensabile.
Mimmo se ne stava andando e salutò Alessandra con un
caloroso abbraccio. E proprio ciò fece scattare la scintilla.
"Cosa stai facendo?" gli chiese Luigi tuffandosi su di lui e
bloccandolo per un braccio.
"Cosa stai facendo tu invece. Mi stava solo salutando." rispose lei
infastidita da quel gesto.
Si sentiva umiliato da quel getso. Non avrebbe dovuto ma
così accadde.
Lo lasciò andare e se ne andò verso casa,
lasciando Alessandra allibita di fronte a tale gesto.
Poche ore più tardi sdraiato sul suo letto. Troppo scomodo
per poter affondare lì la sua testa e non pensare
più a quel momento. Le immagini gli ritornavano in mente
come i filmati di una vecchia cinepreasa. Uno scatto dopo l'altro. Le
sue guance arrosivano dall'imbarazzo. Si sentiva stupido.
-Chissà cosa starà pensando adesso di me?- si
domandava e si struggeva alla ricerca di una risposta. Ma le risposte
erano tante e lui non poteva conoscere quella giusta.
Alessandra nel frattempo, sdraiata nel suo comodo letto, ripensava con
un sorriso a quella serata. Era sorpresa dal suo gesto, affascinata. Si
sentiva importante. Lui lo aveva fatto per lei pensava.
-Chissà cosa prova veramente. Chissà
perchè.- domande ovvie ma non tanto per lei che solo al
pemsiero veniva invasa da dubbi e tentennamenti.
-Chissà perchè.- e pensando ad una probabile
risposta si addormentò tra il caldo delle sue coperte.
RISPOSTA ALLE RECENZIONI:
Alina 95:
Ciao come stai?
Spero bene.. Sono sempre felicissima di leggere le tue recensioni e mi
interessano anche i commenti riguardo i personaggi della fanfiction. E
voglio svelarti un segreto le cose miglioreranno nei capitoli seguenti
ma non dico altro lascio a te il privilegio di scoprire come continua
la storia. Spero che ti piaccia anche questo capitolo. Spero di
sentirti presto. Un bacio.
Voglio anche
ringraziare le persone che hanno messo la mia fanfiction tra le loro
prefertite:
alina 95
meryj
Niki_CuLLen
Sycil88
Tanny
Ringrazio
anche le persone che l'hanno messa tra le seguite:
crazykika
macoth93
pirilla88
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Capitolo 11 *** Un cosmopolitan di troppo... ***
capitolo 11
Salve a tutti.. Vi sono manacata miei carissimi lettori. Bhe nienete
paura perchè è pronto per voi un nuovo capitolo
emozionante, imprevedibile e spero solo che non rimarrete delusi. Non
so se è proprio quello che vi aspettavate però ho
pensato che quest'idea fosse buona. O almeno a me sembrava una buona
idea. Voi ditemi cosa ne pensate le mie sono solo idee che vengono
scrivendo. Ma non è detto che siano sempre buone. Spero di
leggere le vostre recensioni. Dite tutto quello che pensate!! A
prestissimo!! Baci...
Capitolo 11
La serata di Angelica era proseguita fino a notte inoltrata. Il cibo
del ristorante era delizioso, ma di certo non il suo accompagnatore.
Avrebbe voluto un'altra persona accanto a lei. Un uomo che le era stato
vicino per moltissimo tempo e di certo non si chiamava Stefano.
La serata proseguì anche dopo quella cena, indimenticabile
se
fosse stata per un'altra donna, ma lei non voleva pensarci, ormai era
fatta. Erano usciti, aveva accettato il suo invito e ormai era tardi
per tirarsi indietro. Ma i sensi di colpa non volevano comunque
lasciarla andare. Sentiva di aver tradito la persona che amava
più di ogni altra cosa al mondo. I rimorsi di quella serata
piano piano la avvolgevano.
-Chissà Giovanni cosa potrebbe pensare.-
-Se mi vedesse adesso sarebbe finita per sempre.-
-Se solo non se ne fosse mai andato.-
-Lo sto tradendo senza nemmeno accorgermene.-
-Ma che cosa sto facendo qui?-
Ma ormai era fatta. Non poteva più tornare indietro. E la
serata proseguiva.
Stefano si accorse che l'espressione di Angelica cambiò
all'improvviso.
-Troppi brutti pensieri.- pensava tra sè e sè.
"Ti porterò in un posto bellissimo. " le disse cercando di
cogliere un sorriso, ma non si lasciò scoraggiare dalla sua
espressione poco entusiasta.
Le annuì cercando di guardarlo con occhi diversi.
La portò in un bar poco distante da casa sua. Un luogo assai
carino, dove si ballava e si cantava al karaoke. Un luogo davvero
invitante, dove la gente passava le sue serate divertendosi e cercando
di fare colpo su belle ragazze. Era un luogo giovanile e moderno, era
diverso dai bar normali, era molto più elegante.
"Francè due cosmopolitan." ordinò Stefano con
aria amichevole.
Angelica lo guardò meravigliata, non si aspettava che un
tipo
perfettino e di classe, almeno così sembrava, potesse
conoscere
un tipo molto più alla mano e simpatico come un barista.
Dopo i due cosmopolitan, vennero i martini e dopo ancora gin and cola.
E mentre il tasso alcolico aumentava Angelica si lasciava trasportare
dalla musica, Stefano invece era molto bravo a reggere l'alcol tanto
è vero che niente di tutto ciò che aveva bevuto
gli fece
effetto. La giovane ragazza ormai non era più padrona di se
stessa, infatti si esibì in un piccolo numero di karaoke.
Stefano tentava di portarla via mentre le urla e i fischi dei ragazzi
circostanti aumentavano. Dopo un quarto d'ora Stefano la
portò
via, e la portò a casa sua cercando di aiutarla a stare
meglio e
a farle passare la sbornia. Con un panno bianco bagnato di acqua fresca
le accarezzò dolcemente il viso. Lei lo guardava senza dire
una
parola. Lui si perdeva nel suo sguardo. Lei sentiva qulla sensazione di
solitudine che non l'aveva abbandonata per tutta la serata andare via.
Non era cosciente delle sue azioni ma moriva dal desiderio di
abbracciarlo e così fece. Un abbraccio caldo così
intenso
che lasciò Stefano senza parole. Poi accadde. Un bacio.
Veloce,
morbido, quasi impercettibile. Poi di nuovo quello sguardo dipinto sul
viso di lei. Uno sguardo dolce, da bambina. Poi ancora un altro bacio,
e un altro ancora.
Ma Stefano la prese per le braccia. Non le sembrava giusto. Non in
quella occasione. Non in quel modo. Sentiva che si stava approfittando
di lei. Così innocente e incapace di capire cosa voleva
veramente in quel momento.
"Non così." le disse dolcemente Stefano. Ma come se non
avesse
capito lei continuò a baciarlo dolcemente, ad accarezzare i
suoi
morbidi capelli. E mentre le ore passavano la passione cresceva tra i
due. Baci agitati da parte di lei. Carezze dolci e delicate da parte di
lui. Poi un altra volta quel blocco che le impediva di ottenere
ciò che desiderava. Lui di nuovo titubante. Di nuovo gli
stessi
dubbi.
-Non così. Non posso farle una cosa del genere.-
Lei si liberò dalla sua morsa e di nuovo attentava alle sue
labbra. I baci aumentavano e lentamente quei dubbi svanivano. Molto
lentamente. Lentamente i loro vestiti toccarono il freddo delle
mattonelle di quel soggiorno illuminato solo dal chiarore della luna.
Le loro mani scivolavano silenziosamente. Lei agitata lo baciava
velocemente e intensamente. Lui frenava i suoi desideri, accarezzandola
delicatamente. Distesi su quel divano troppo stretto per quel momento
di passione. Così procedevano le ore.
Quella serata si rivelò diversa per Alessandra. Una serata
che
si poteva definire normale, ma l'imbarazzo che vi era tra lei e Gigi
era tale da non permettere ai due di parlarsi per l'intera serata.
"Ma insomma perchè non gli parli?" le chiese Olly, cercando
di trovare una soluzione a quel piccolo problema.
"Penso che sia un cretino. Aggredire così il suo migliore
amico.E poi perchè?"
"Perchè in realtà lui ci tiene a te."
"Ma dai se era così poteva anche dirlo in modo diverso e non
comportarsi come una bestia addomesticata."
"Alcuni sono un pò così. Vivono nel branco per
questo fanno i selvaggi." disse scherzando.
"Ma sarà. Però oggi deve solo provare a fare
quello che
ha fatto ieri che gli meno un ceffone." scoppiarono entrambe a ridere.
"Guardala. Ride. Cosa avrà mai da ridere in quel modo. Ride
di me." disse Gigi arrossendo dal forte imbarazzo.
"Ti stai complicando la vita. Ride per i fatti suoi." rispose Filippo
cercando di tranquilizzare l'amico, senza ovviamente riuscirci.
"Ora chissà cosa starà pensando."
"Cosa vuoi che pensi? Pensa che sei stato grande!" proseguì
Giuseppe.
"Si proprio un grande cazzone." lo ammonì Mimmo, arrivando
alle sue spalle.
"Ehi..senti io non volevo. Non so cosa mi sia preso ieri." nel
frattempo pensava a qualche scusa da rifilare all'amico.
"Io invece credo di saperlo. La gelosia!" disse guardandolo con aria
indagatrice.
"Puff..Io..Io geloso. Ma dai non scherziamo!" gli rispose con aria da
gradasso. Ma nel frattempo i suoi occhioni si puntarono su di lei. Ci
pensò per un istante.
-Che avesse ragione? Sono geloso?- pensava. Poi di nuovo a guardare
l'amico.
-Cosa pensare?-
RISPOSTA ALLE
RECENSIONI:
Alina95:
Ciaooooo
carissima. Ogni volta che vado a vedere il sito non vedo l'ora di
leggere le tue recensioni. So che non è proprio quello che
ti aspettavi in questo capitolo ma andando avanti capirai di
più perchè è successo questo.
Riuscirai a capire meglio l'intrigo che ci sarà fra qualche
capitolo. E comunque hai ragione la gelosia non va mai nascosta e lo
capirà anche Giovanni. Fammi sapere cosa ne pensi di questo
capitolo anche se posso intuirlo.. L'odio per Stefano
aumenterà sempre più! Scherzo! A prestissimo.. Un
bacio.
Ovviamente ringrazio
tutte le persone che seguono la mia fanfiction e le persone che l'hanno
messa tra le loro preferite. A prestissimo...
|
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Capitolo 12 *** Un brusco risveglio ***
capitolo 12
Salve miei amatissimi
lettori. Vi sono mancata. Spero di si perchè questo capitolo
forse vi piacerà di più. Forse non è
ciò che vi aspettavate. Forse è meglio. O forse
no. Sta a voi decidere. A me sinceramente piace più degli
altri. Ma mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate voi. Lasciate
molte recensioni con suggerimenti o anche semplicemente con un vostro
piccolo pensiero. E io risponderò a tutti voi.
Capitolo
12
La mattina seguente giunse presto. Stefano e Angelica dormivano sotto
una calda coperta sul divano. Luigi Intanto sgranocchiava la sua mela
mentre guardava suo fratello. Il suo sguardo era impassibile, per
niente curiosa. Li guardava senza fare rumore. Ma la sua presenza
provocò il dolce risveglio dei due amanti.
"Ehh.." annuì Stefano guardando suo fratello. "Cosa ci fai
qui?
Non dovevi dormire a casa di amici?" disse tutto di un sol fiato.
"E dove sta scritto?" gli rispose tranquillamente
"Ma tu dormi sempre a casa dei tuoi amici. E oggi ti è
venuta la brilante idea di dormire a casa tua?"
"Appunto questa è anche casa mia."
"Ma se non ci sei mai."
"Ho cambiato idea e volevo rimanere nel mio letto. Mi mancava il mio
peluche," rispose ridacchiando tra sè e sè.
La loro conversazione proseguiva mentre Angelica era ancora un
pò stordita dalla serata precedente. Si guardava intorno
cercando di mettere a fuoco tutta la situazione. Un pò
imbarazzata dalla presenza di Luigi. Continuava a guardarsi intorno.
Quella non era decisamente casa sua. Ma il suo sguardo si
fermò
su una cosa. Abbandonata a terra sul freddo del pavimento.
Sgranò gli occhi. Le prese il panico.
Nel frattempo Luigi se ne andò.
"Mi raccomando non giocate troppo voi due. Non sono adatto a fare lo
zio io." e se ne andò sorridendo.
"Ma che cosa è successo?" disse frastornata mentre
raccoglieva i suoi vestiti da terra.
"Bhè è proprio quello che sembra. Tu non ti
staccavi. Non
ne volevi proprio sapere." rispose lui un pò tremolante.
"Avresti dovuto accompagnarmi a casa. Non avresti dovuto farlo." Ecco
di nuovo il panico.
-Giovanni non deve saperlo.- panico, sempre maggiore.
Il cuore le batteva a mille.
-Non doveva succedere- pensava.
"Scusami. Ora ti accompagno a casa." disse Stefano cercando di
calmarla, anche solo un pochino.
"NO. Tu hai già fatto troppo. Devo andare." disse
infilandosi la scarpa e dirigendosi verso la porta.
"Aspetta!" le urlò lui da dietro ma era troppo tradi oramai
era andata.
Angelica aprì la porta di casa. Si trovò tutti
con gli occhi puntati su di lei. Tutti curosi che volevano sapere.
"Ciao bambina mia. Dove sei stata? Cosa hai combinato?" disse sua
madre, la più curiosa di tutte. Non per niente era il capo
del
club del libro e di giardinaggio. Luighi ideali per amiche pettegole.
"Ma lasciala in pace." proseguì suo padre, sorseggiando una
tazza di caffè bollente.
Angelica non rispose, abbozzò un lieve sorriso e di corsa in
camere sua.
"Allora come è andata la serata?" chiese Alessandra seduta
sul letto della sorella.
"Dovrei ucciderti per avermi convinta ad accettare quel maledetto
invito." disse Angelica guardando la sorella in cagnesco.
"Dai non può essere andata così male."
"Tu non sai di cosa parli. Sei ancora piccola per capirle certe cose."
"Non così piccola. Ma almeno dalla tua risposta ho capito
cosa è successo."
"Già l'imperdonabile." disse ancora turbata.
"Comunque ha chiamato Giovanni questa mattina. Gli ho detto che eri
uscita presto. Ora vado a scuola. A dopo."
"Si a dopo sorellina. Così avrò il tempo per
pensare a come ucciderti." disse guardandola andar via.
Stefano nel frattempo stava facendo una doccia fredda prima di recarsi
all'università. Avrebbe fatto tardi ma non gli importava.
ciò che gli importava veramente era lei. La sua coscienza si
faceva sentire.
-Lo sapevo che non avrei dovuto. Io lo sapevo.- continuava a ripetere a
se stesso.
-Ora ho rovinato tutto. Chissà se vorrà ancora
parlare con me.-
Si sentiva perso. Non doveva andare così ma ormai era fatta
e non poteva tornare indietro.
Giunse all'università con aria depressa.
"Lei è in ritardo signor Martini."
Sentì una voce alle sue spalle. si voltò.
"Oh mi scusi dottor Albertini. Non succederà
più." e si
avviò verso quel grande e grigio edificio. Troppo triste per
una
giornata piovosa di Novembre.
mentre procedeva indisturbato e completamente solo lungo quel
corridoio, la vide. Lei lo guardò, rimasero per qualche
secondo
immobili. I loro sguardi si incrociarono. Poi lei chiuse il suo
armadietto, si girò e se ne andò di corsa verso
la sua
aula. La 117. Lui rimase ancora qualche secondo là. Impalato
a
guardae lei mentre spariva lentamente in quella piccola aula, molto
lontana dalla sua.
Anche le giornate di Giovanni non erano di certo delle migliori. La sua
casa era vuota e la solitudine si faceva sentire. Lei gli mancava. Gli
mancava da morire. Continuava a pensare a lei. Alle belle serate
trascorse in compagnia di amici. I lunghi pomeriggi distesi sul divano
a guardare un film mentre lui si perdeva nei suoi occhi. Grandi e
splendenti. Non voleva rinunciare a lei. Non lo avrebbe permesso e solo
dopo tutto questo tempo lo aveva capito. Lei ormai faceva parte di lui
e lui di lei. Erano una cosa sola. Lui l'amava come mai in vita sua.
Ecco il perchè di quella telefonata mattutina, andata male
perchè lei non c'era.
Ma quel pomeriggio sarebbe ritornato. Si questa volta intendeva restare
per sempre.
Alessandra invece quella mattina si ritrovò a dover gestire
i soliti picci di Luigi.
"Mai che io possa passare una ricreazione tranquilla a causa tua."
inveì contro di lui.
"A causa mia? Se non sbaglio sei tu che ceri problemi."
"ma di che problemi parli? Stai farneticando.Ti arrampichi sugli
specchi cercando una scusa. Ma insomma che cosa vuoi?"
"Voglio solo salvarti da una grossa delusione. Lui non è
adatto a te."
" E a te cosa importa. Chi sarebbe adatto a me? Tu? Ma non farmi
ridere."
"Lui è mio amico e diciamo anche tu se poi succede che vi
lasciate come dovremo fare? Il gruppo si scioglierà e tutti
per
i fatti nostri."
"Ma cosa cavolo stai dicendo? Questi sono solo picci di sonno. Hai
dormito male stanotte?"
"Con te non si può parlare. Sei troppo cocciuta."
"E tu sei ancora un bambino. Ma cresci un pò. Se hai
qualcosa da dire dilla, non girarci troppo intorno."
E mentre lui cercava una risposta a quella domanda, suonò la
campanella tanto attesa da Alessandra solo per porre fine a quella lite.
-Mi sono innamorato di te- pensava
-Cavolo dai diglielo prima che se ne va-
-Diglielo. Diglielo. Diglielo.-
-Dai che ce la puoi fare.-
Ma niente. Dalla sua bocca non uscirono parole. Solo un sospiro, mentre
lei si allontanava lentamente verso la sua meta.
RISPOSTA ALLE
RECENSIONI:
Alina95:
Ciaooo. Lo sai
aspettavo proprio il tuo commento. Dai non essere triste solo
perchè è successo una volta non significa che
succederà ancora. Questo capitolo forse ti tirerà
un pò su di morale.. Spero che ti piaccia di più
del capitolo precedente. Migliorerà sempre più. A
prestissimo. Un bacio. tvb!
Ringrazio anche le
persone che hanno messo la mia ff tra le preferite e tra le loro
seguite.
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Capitolo 13 *** Una domenica tranquilla ***
capitolo 13
Per
tutte le ragazze che
sognano sempre il lieto fine, proprio come me, questo capitolo vi
piacerà o almeno io lo spero. A me piace. Soprattutto la
parte
di Angelica vi farà pensare che a volte non è mai
troppo
tardi per tornare indietro se c'è il vero amore.
Bhè ora
non dico più niente vi lascio alla lettura di questo
capitolo. A
prestissimo miei carissimi lettori. Risposta alle recensioni a fine
capitolo.
Capitolo 13
-Cavolo sono rimasto lì impalato a guardarla andare via.
Andava
via da me e io non gliel'ho detto.- pensava Luigi tirando un pugno
contro il muro freddo e solido. Era così forte che si fece
addirittura male.
-Sono proprio uno stupido.-
-Lei a quest'ora sarà già nelle braccia di lui.-
-Stupido. Stupido. Stupido.- e mentre inveiva contro di lui, la rabbia
saliva. Rabbia per non essere riuscito a pronunciare quelle semplici
parole. Rabbia pensando a lei e Mimmo insieme. Rabbia. Semplicemente
tanta rabbia.
Le sue supposizioni probabilmente non erano così sbagliate,
infatti quello stesso pomeriggi di un giorno di Novembre ormai
inoltrato, mese che volgeva lentamente al termine, giunse sul suo
telefonino un messaggio che la incuriosì moltissimo.
-Ciao sono Mimmo hai da fare? Ti va di fare una passeggiata?-
Le sembrava un messaggio piuttosto innocente, perciò
accettò il suo invito. In fondo perchè non
avrebbe dovuto
farlo?
Mimmo le diede appuntamento non molto distante da casa di lei. Gli
sembrava troppo monotono incontrarsi al solito muretto, ormai non
andava più di moda. Forse si sentiva cresciuto per
continuare a
ronzare intorno al solito posto.
Lui si preparò mezz'ora prima del messaggio. Non sapeva se
avrebbe risposto ma almeno era pronto. Non era mai stato
così
agitato nemmeno durante quelle settimane dei compiti in classe in cui
lo stress aumenta e l'agitazione ti soffoca.
Ora invece era agitato. Non che non fosse mai uscito con una ragazza,
ma riteneva Alessandra diversa dalle altre. Forse, pur non esagerando,
la riteneva speciale. Lo aveva attirato con la sua parlantina e il loro
reciproco odio per Giulia.
Si era messo un jeans stretto e una camicia viola con le scritte su un
lato. I capelli sistemati, senza gel era uno dei materiali commerciali
che detestava. Un spruzzo del CK che aveva rubato a suo fratello senza
farsi accorgere. Si sentiva pronto. Si sentiva, almeno quella volta,
all'altezza di affrontare un pomeriggio in sua compagnia. Certo l'aveva
sempre ritenuta un'amica, ma adesso stava forse cambiando qualcosa.
Forse la gelosia di Luigi lo aveva spinto a provarci con lei, forse
quella gelosia l'aveva resa ai suoi occhi più interessante
di
quanto in realtà non fosse.
Alessandra era ovviamente all'oscuro dei pensieri di Mimmo e non le
sembrò strano quel messaggio e nemmeno accettare
quell'invito.
Preso forse troppo alla leggera. Forse avrebbe dovuto pensare di
più prima di accettare.
Lei si preparò indisturbata da ogni problema. Non lo
riteneva un
appuntamento vero e proprio ma solo un'uscita tra buoni amici. Si mise
la prima cosa che le passò tra le mani. La sua T-shirt
bianca
con il collo a V , e un pantalone jeans che aveva ritrovato dopo tanto
in fondo al suo armadio. Lo aveva cercato per settimane, scocciata si
arrese.
"Ecco dov'eri finito, Ed io che mi uccidevo a cercarti per casa." disse
con un sorriso irritato. "Proprio lì dovevi andarti a
ficcare?"
Si mise il primo profumo che trovò tra i tanti di sua
sorella in
bagno, probabilmente era solo deodorante ma non ci fece caso. Non le
importava molto.
Lui dopo pochi minuti la vide arrivare. Il cuore cominciò a
battergli. Non lo aveva mai fatto in sua presenza ma quella volta
sembrò come una scossa che lo aveva risvegliato dopo un
lungo
sonno.
Le sembrò bellissima. Non che non lo fosse ma non ci aveva
mai fatto troppo caso.
"Ciao. Stai proprio bene." disse lui sorridendo e diventando allo
stesso tempo rosso sulle sue guanciotte.
"Grazie. Ma è solo quello che ho trovato per casa."
"Sono davvero felice che hai accettato il mio invito. La domenica non
c'è mai nessuno con cui passare il tempo."
"Vale anche per me."
-Ma che cosa sto dicendo?-
-Adesso penserà che lei è solo un passatempo.-
-Quanto sono scemo.- pensava il giovane tra sè e
sè.
-Cavolo le parole non mi sono mai mancate ma adesso è tutto
così strano.-
"Allora vediamo dove andare? Magari possiamo andare a salutare Olly.
Che ne dici?" fece Alessandra cercando di riempire quel pomeriggio.
-No Olly no. Io voglio passare il pomeriggio solo con te.-
"Certo perchè no!" rispose mostrano il sorriso migliore che
aveva. A quanto pare era un ottimo attore, Alessandra non si accorse di
quel sorriso così finto che chiunque lo avrebbe notato.
Quel pomeriggio proseguì molto tranquillo per Alessandra. Ma
di certo non si rivelò tale per sua sorella.
Angelica la mattina la passò studiando, da lì a
pochi
giorni di distanza avrebbe dovuto sostenere uno degli esami
più
difficili, quello di psicologia. Non perchè l'esame fosse
impossibile o perchè il professore Albertini lo rendesse
tale ma
perchè avrebbe dovuto stare nella stessa aula con Stefano.
Il pomeriggio invece si rivelò molto diverso. Era sola a
casa
davanti la tv. Sua madre aveva obbligato suo padre ad accompagnarla a
casa di sua madre. Lui non aveva mai amato tantissimo la suocera,
poichè proprio lei si era sempre messa in mezzo alla loro
relazione, al loro matrimonio e non lo riteneva all'altezza di sua
figlia. La riteneva una vecchiaccia acida e insensibile.
Angelica nella solitudine di quella casa guardava la tv e sorseggiava
una fumante tazza di tè. Ora era più tranquilla,
ma
quella serata ancora non riusciva a mandarla giù. Le
tornavano
in mente i flashback di quella notte. Le ritornava la tachicardia solo
al pensiero. Era sempre stata una ragazza che si agitava subito per
qualunque cosa.
Ad un tratto il campanello cominciò a suonare.
-Che pizza mai una domenica in pace. Massì Alessandra ha le
chiavi e mamma e papà non torneranno prima di domani
pomeriggio.-
Continuò ad accucciarsi ancora di più sul divano.
Ma il campanello non la smetteva di suonare. Suonava in continuazione.
-Che pizza mai una domenica tranquilla in questa casa.-
Aprì la porta e nello stesso istante sgranò gli
occhi.
Lui era davanti a lei. Le veniva da piangere. Giovanni la
abbracciò forte mentre la porta dietro di loro si chiudeva
lentamente.
"Mi sei mancata tantissimo tesoro mio." disse stringendola ancora
più forte a sè.
"Anche tu." a quelle parole le lacrime cominciavano a scendere come
fiumi in piena.
"Non ti lascerò mai più. Non ti
lascerò mai più da sola."
Entrambi rimasero abbracciati ancora per un pò e dopo
davanti
alla tv con due tazze di tè bollente si raccontarono cosa
era
avvenuto nella loro vita in quell'ultimo periodo. Omettendo qualche
cosa. Evitando di dire le cose che potrebbero fare veramente male.
RISPOSTA ALLE
RECENSIONI:
Alina95:
Ciao
sai ti aspettavo. Mi fa sempre piacere leggere le tue recensioni. Ti
sembrerà strano ma sei una delle mie lettrici a cui mi sono
affezionata, vado sempre alla ricerca delle tue recensioni. Comunque
sono veramente contenta che ti piacciano le mie storie. Per
quanto riguarda i contatti msn perchè no.. Dammi il tuo
contatto
e ti aggiungo subito su msn.
Ringrazio anche le
persone che hanno messo la mia storia tra i preferiti e tra le seguite.
A prestissimo...
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Capitolo 14 *** Il mostro con gli occhiali ***
capitolo 14
Salveeee
a tutti voi miei amatissimi lettori? Allora vi è piaciuto il
capitolo precedente? Spero di si... E spero tanto che questo capitolo
vi piaccia molto di più. Ci saranno tante sorprese
inaspettate. Spero di essere riuscita a sorprendervi!
Capitolo 14
A volte le cose cambiano senza nemmeno rendercene conto, proprio come
la storia tra Giovanni e Angelica. L'unico problema è che a
volte le cose celate vengono a galla e si rischia di perdere il
controllo della situazione.
I raggi del sole erano molto forti in quella mattina di fine Novembre.
Mancava giusto qualche giorno e tutti avrebbero dovuto girare le pagine
del loro calendario. Angelica riscaldata dalle coperte del suo letto e
molto più dalla forte stratta di Giovanni. Aprì
lentamente gli occhi mentre i raggi illuminavano dolcemente la sua
stanza. Si girò verso di lui. Sorrideva allegramente mentre
accarezzava dolcemente i suoi capelli. Non riusciva a smettere di
guardarlo. Lo amava veramente tanto ma in cuor suo anche se non voleva
ammetterlo, sapeva che un giorno glielo avrebbe dovuto dire.
Ma da dove cominciare. Quali erano le parole giuste per non farlo
soffrire ancora. Forse era meglio tacere e aspettare ciò che
verrà. Tutti questi pensieri affollavano la sua mente.
"Buongiorno amore."ai udì una voce assonnata accanto a lei.
"Buongiorno." rispose di conseguenza e guardandolo sorrideva. Gli
sfiorò leggermente le labbra, dandogli un bacio morbido e
impercettibile. Era ancora presto per alzarsi. Forse troppo. Anche
Alessandra dormiva ancora nel suo letto indisturbata e speranzosa che
quella mattina la sveglia non l'avrebbe disturbata.
La tranquillità regnava in quella casa e la calma era
diffusa ovunque, ma ancora per poco.
La porta si spalancò. Un rumore immenso animò
tutta la
casa. Angelica sobbalzò dal suo letto. Insieme a Giovanni
andarono a guardare chi fosse arrivato. Come se non lo sapesse.
"Tua madre è impossibile. è una vecchiaccia
antipatica.
Anche dopo anni di matrimonio sostiene che non sono adatto a te."
"Zitto devi stare. Se tu facessi meno il deficienete forse lei
cambierebbe opinione."
"Io deficiente ma tu guarda. Vecchia bisbetica, dovrebbe essere
rinchiusa in manicomio."
"Qualcuno sta parlando di me?" disse la povera vecchietta sedendosi in
cucina su una sedia.
"Bravo potevi parlare a voce più alta? In Nuova Zelanda
ancora non ti hanno sentito." disse sua moglie ammiccandolo.
"Ma non doveva essere sorda? Ora ci sente pure?"
"Sento le tante cavolate che dici. Ma io non metterò in
pericolo
la vita di mia figlia nelle mani di uno squilibrato. E no no... non ti
libererai di me così facilmente come l'ultima volta."
"E come potrei? Mi servirebbe un carroattrezzi."
Così cominciava la mattinata in casa Santarelli. Angelica
felice andò a salutare la nonna, appena arrivata.
"Nonna ma che bella sorpresa. Cosa ci fai qui?"
" La nonna si sentiva tanto sola in quella casa vuota così
verrà a stare per un pò da noi."
"Sola? Ma non era un topo quello che avevo visto passare in corridoio?"
disse Michele ironizzando.
Ma la sua battuta ovviamente non provocò il riso delle tre
donne che lo guardavano disbiego.
Da sempre Michele non aveva mai sopportato la suocere. Anche lei non
aveva mai dato segno di voler stringere un vero e proprio legame con
lui. Di solito la situazione è diversa è la nuora
che non va mai d'accordo con la suocera ma le cosa a volte sono diverse.
Dopo circa una mezz'oretta anche Alessandra era sveglia. L'ultima volta
che aveva visto la nonna era molto piccolina.
"Nonna" la riconobbe subilto. "Che piacere vederti come stai?" sua
nonna le aveva stampato un grosso bacione sulla guancia. A momenti
gliela staccava. Infatti Alessandra si strofinò dolorante il
faccino, diventato rossastro.
"Hai visto ti ho portato a casa il mostro con gli occhiali." disse suo
padre sottovoce.
Alessandra adorava suo padre. Lo adorava per il suo senso dell'umorismo
e per la sua spiccata capacità di adattamento in ogni
situazione. Lei non gli assomigliava per niente. Non sapeva mai come
adattarsi ad una situazione se si trovava da sola, non era brava con le
battutine e tanto meno simpaticissima come il suo papà.
Ma si volevano veramente bene.
A mattinata inoltrata Angelica si avviò a seguire i suoi
soliti corsi con la speranza che lui non la vedesse o che non ci fosse.
"Ciao." disse una voce dietro di lei, spaventandola.
"Aahh." emise un piccolo urlo voltandosi di scatto.
lui era lì. Proprio dietro di lei.
"Non volevo spaventarti. Solo mi mancava la tua compagnia e non capisco
perchè mi eviti." disse tutto d'un fiato, arrossendo
improvvisamente.
"È tutto così complicato. Non peggiorare la
situazione." disse lei abbassando lo sguardo.
"Perchè è complicato? Solo per quella notte? Non
sapevi nemmeno cosa stava succedendo. Non puoi punirmi per
così poco."
"Lui è ritornato ed è lui che voglio. Tu stanne
fuori."
Una grande fitta al cuore.
"Ma anche tu provi qualcosa se no non lo avresti fatto."
"No non è così. È
stato uno sbaglio. Un terribile sbaglio." continuò lei
alzando la voce
Altra fitta, ancora più forte.
" Non voglio rovinare tutto una seconda volta." se ne andò
lasciandolo lì a guardarla andare via.
-Non ti libererai di me così facilmente.- disse lui
sentendosi enormemente ferito per la seconda volta nella sua vita.
-Non ti libererai di me.- ripetè un'altra volta, mentre la
rabbia cresceva.
La mattinata di Alessandra si rivelò molto diversa da quella
di sua sorella.
Alessandra aspettava fuori dal cancello come ogni mattina il suono
della campanella, quando arrivò Mimmo. Il suo arrivo
provocò la gelosia di Gigi. Non lo sopportava
più. Stava decisamente impazzendo.
"Ciao cara. " La salutò lui con un sonoro bacio sulla
guancia.
-Cara, ma che diavolo sta facendo. Questo le vuole prendere di santa
ragione oggi.- pensò Luigi guardandolo veramente male.
Dopo i diversi pettegolezzi sui professori e sui vari compagni di calle
entrarono insieme in aula.
La mattinata era volata e per Alessandra non era di certo stata una
delle migliori poichè la sua interrogazione di latino non
era stata poi così brillante. Eppure aveva studiato.
Il pomeriggio si incontrarono al solito punto d'incontro. Ma qualcosa
era diverso. Infatti Alessandra si lasciò trasportare dalle
mille chiacchere e domande di Mimmo. Stavano
scherzando, parlando, ridendo.
Alla fine decisero di andarsene per i fatti loro da un'altra parte.
Quel loro gesto fece esplodere Luigi.
"Non puoi andartene." urlò con tutta la voce che aveva in
corpo.
Alessandra si voltò verso di lui. Lo guardava
sorpresa.
"Non puoi andartene. Se te ne vai mi fai solo del male."
riuscì a dire.
Le sue parole provocarono l'attenzione del gruppo. Giulia stava
impazzendo. Si domandava il perchè di tale gesto. Non poteva
permettere che accadesse tutto ciò.
"Io...Io..." continuò a dire con un filo di voce.
Alessandra si avvicinò di più a lui. "Io che
cosa?"
"Io mi sono innamorato di te." disse quasi sotto voce.
Le continuò a guardarlo. Lo fissò per qualche
secondo.
Decisamente non se lo aspettava. Non in quella situazione per lo meno.
RISPOSTA ALLE
RECENSIONI:
Alina 95: Ciaooo ecco vedi ti avevo
già anticipato che qualcosa sarebbe migliorata e non credo
di aver deluso le tue aspettative. Dimmi cosa ne pensi di questo
capitolo. Io penso che ti piacerà o almeno lo spero.
Comunque ti ho aggiunta tra i miei contatti su msn. Ora aspetto la tua
risposta. Ci sentiamo prestissimo. Tvb.. un bacione.
Ringarzio le persone
che l'hanno messa tra le loro preferite e le tra le seguite. In
quest'ultima categoria voglio ringraziare polpettina90, una
mia nuova fan credo... spero che anche tu continuerai a seguirmi!!
Un bacio a
prestissimo...
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Capitolo 15 *** Le verità del cuore ***
capitolo 15
Salve a
tutte le mie carissime lettrici. Dove proprio farmi perdonare. Non era
mia intenzione farvi aspettare fino ad ora per leggere questo capitolo.
Spero solo che vi piaccia. Fatemelo sapere al più presto.
Ciao a tutteeeeee!! Baciii..
Capitolo 15
-Sono un vero idiota.- continuava a ripetere a se stesso mentre i
flashback di quella serata gli ritornavano velocemente in mente.
Rivedeva il suo sorriso, i suoi occhi grandi, che lo guardavano senza
parole ma lui riusciva a leggerlo. Certo che ci riusciva, e anche
troppo bene.
Lei rimase senza parole, l'aveva presa alla sprovvista. Di solito le
parole non le mancavano, ma quella volta non sapeva come reagire, non
sapeva da dove cominciare. Era arrabbiata per come l'aveva trattata in
questo periodo, aveva sempre assunto quell'aria da superiore, e da
gradasso, ma adesso di fronte a lei era fragile e senza quella forza
dietro alla quale ripararsi. Ma allo stesso tempo era affascinata da
quelle sue parole. Non l'avrebbe mai pensato. Non lui. Non Luigi. Lei
continuava a guardarlo cercando di capire se erano parole vere, ma i
suoi occhi erano più veri che mai e lei lo aveva notato.
Quei pochi attimi di silenzio e di curiosità furono
interrotti
da Giulia, che saltò praticamente tra le braccia di Luigi,
cercando di riportarlo in sè e ricordargli che era lei la
ragazza giusta per lui. Giulia non avrebbe rinunciato a lui per nessun
motivo al mondo.
"Ma insomma cosa ti prende. Hai me perchè lei?" disse con
parole
di superiorità. Da sempre si era sentita superiore agli
altri.
Secondo lei era la migliore, gli altri non erano che nullità
al
suo passaggio. Quanto si sbagliava povera Giulia.
Alessandra guardava Giulia. - Poverina deve essere proprio disperata.-
pensava tra sè e sè.
"Non è te che voglio." ripeteva Luigi instancabilmente,
allontanando Giulia legata al suo braccio. "È lei quella che
voglio."
Anche Mimmo si sentì spiazzato.
-Cavolo proprio ora che mi cominciava a piacere.- pensava mentre la
guardava andare via da lui.
Ora si sentiva debole, era tornato il ragazzino di prima. Quello
timido, che con le ragazze non ci sa proprio fare.
"Quanto soffrirò accanto a te?" domandò lei
cercando una risposta sincera.
"Non ti farò del male. Non è questo il mio
scopo." la guardava avvicinandosi a lei.
"Ho sofferto tanto per amore. Questa volta non voglio stare male. Non
per causa tua." le lacrime cominciavano a scendere lentamente, calde
come non mai. Lacrime di felicità molto probabilmente.
"Non ti farò soffrire. Tu hai tutto il mio cuore." disse
stringendola forte.
"È tuo da sempre." parole calde che finirono con un bacio.
Un bacio morbido e pieno di amore.
Lei provò una sensazione mai provata prima. Provò
quell'amore che pensava, ma non lo aveva mai conosciuto veramente. Ma
poi alla sua età gli amori vanno e vengono, a volte, il
più raro degli eventi, ritornano.
Dopo quel bacio si sciolse dalle sue braccia e scappò verso
casa.
-Che idiota.- pensava
-L'ho fatta scappare.-
-Perchè se ne è andata?-
Ma forse doveva andare così. La sua espressione
migliorò dopo quel tanto sperato messaggio.
Invece per Angelica i messaggi sul telefonino stavano diventando una
vera persecuzione. la sua rubrica veniva riempita ogni giorno dai suoi
soliti messaggi senza risposta. Si sentiva seguita, tenuta d'occhio.
Semtiva che ogni suo movimento, anche quello più piccolo e
innocente, era osservato. Si sentiva come un topo in gabbia. Quiei
piccoli topi da laboratorio. Non voleva parlare di questo fatto con
Giovanni. Aveva paura della sua reazione.
-Chissà cosa dirà? Come la prenderà?-
Lei lo amava e temeva di rovinare tutto parlandogli di quei messaggi.
Parlandogli di quella notte. Se doveva parlare di quella storia alla
fine sarebbe venuta a galla anche quella piccola avventura. Non voleva
fargli del male. Non di nuovo. E lei non voleva soffrire di nuovo per
una sua eventuale partenza.
"Amore pensavo che potremo scegliere la data delle nozze per la seconda
volta." disse lui guardandola felice e misterioso.
"Come?" chiese lei distogliendo lo sguardo dal telefonino.
"Ma mi ascolti?"
"Certo caro. Stavo solo liminando qualche messaggio di troppo."
"Che ne dici se andiamo a prenotare il ristorante? Non vedo l'ora che
tu diventi mia per sempre."
"Ma io sono già tua. E sarà per sempre." disse
lei abbracciandolo forte. Più forte che poteva.
"Lo so ma voglio fare tutto alla svelta. Questo matrimonio avrebbe
già dovuto essere fatto."
"Carto ora dai la colpa a me." Si guardarono dolcemente mentre
scoppiarono in una fragorosa risata.
Nel frattempo da corridoio la voce della nonna si sentiva
più forte del solito.
"Michele, ma insomma la mia acqua calda. Non vorrai avere sulla
coscienza una povera vecchietta." disse fingendo di averne veramente
bisogno.
"Arrivo, arrivo. Peggio di un servo della gleba."
"Dai se no si fredda. Non fai niente dalla mattina alla sera e ti
lamenti. Mia figlia non deve essersi resa conto che ha sposato un
lumacone."
"Si certo." pensava guardandola e cercando di fulimarla con lo sguardo
o al massimo farla sparire o abbandonarla nel deserto.
-Ma anche dal deserto la caccerebbero.- pensava ridendo.
Angelica decise di aspettare ancora, nella speranza che quei messaggi
potessero finire. Accucciata tra le braccia di Giovanni sognava il loro
futuro insieme. Il loro matrimonio, la loro casa, i loro figli, e tutto
ciò che li poteva aspettare.
Alessandra invece quella notte non riuscì nolto a dormire.
Ripensava a quelle parole, a quel bacio. Non voleva soffrire nuovamente
per amore. Ma avrebbe voluto vedere come sarebbe andata. In fondo lo
sapeva anche lei. Lo amava. Amava i suoi scherzi, il suo sorriso, la
sua mania di sfottere, il suo sguardo basso. Lo amava per quello che
era. Lo amava e basta.
Prese il telefonino nel cuore della notte e digitò quella
frase tanto attesa.
***MI SONO INNAMORATA DI TE.***
Messaggio invaiato.
Ora bastava attendere solo la sua risposta.
RISPOSTA ALLE
RECENSIONI:
Niki_CuLLen_
:
Ciao
Niki.. posso chiamarti niki..vero? Comunque sono contenta che ti sia
piaciuto il capitolo precedente. Penso che dopo 13 capitoli era anche
giunto il momento che Gigi gli rivelasse i suoi sentimenti. Poi sapendo
che ti piacciono le storie a lieto fine sono sicura che questo capitolo
ti piacerà di più. Finalmente sappiamo anche cosa
pensa lei..speriamo che le cose andranno senpre bene. Chi
può dirlo..lo scopriremo nei capitoli successivi. Continua a
seguirmi.. A prestissimo! Un bacio...
Alina 95: Ciao Alina.. Uff
aspettavo una tua recensione del capitolo precedente ma nienete! Non
perchè tu lo debba recensire per forza però mi
piace leggere le tue idee e i tuoi commenti.. li ho sempre letti..
spero di continuarli a leggere. Spero che ti è piaciuto il
capitolo.. Questo nuovo potrebbe piacerti molto di più. Un
bacio...
Come sempre
ringrazio tutti coloro che hanno messo la mia ff tra le loro preferite
e le loro seguite.
A prestissimo un
bacio...
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Capitolo 16 *** Sogni e segreti ***
capitolo 16
Salve a
tutti miei lettori. Come state? Scusate se vi ho fatto
attendere tutto questo tempo per leggere questo nuovo capitolo. Mi
farò perdonare. Anche se ora è cominciata la
scuola e
sicuramente non pubblicherò spesso come prima ma io ci
proverò lo stesso. Buona lettura a tutti. Fatemi sapere che
cosa
ne pensate. A presto.. almeno spero.
CAPITOLO 16
Il giorno dopo a scuola erano impacciati e un pò imbarazzati
per
quell'evento, che era una novità pure per loro. Il loro
imbarazzo cresceva guardando gli altri che li ammiravano sorpresi. Li
guardavano meravigliati. Sicuramente dalle loro facce si capiva che non
si aspettavano che accadesse una cosa del genere. Anche loro erano
meravigliati della velocità con la quale era corsa la voce
di
quei loro messaggini. Avrebbero preferito la discrezione, ma a volte
certe cose non si possono tener nascosti, gli occhi indiscreti di
qualcuno scoverà sempre quel piccolo segreto.
"Allora?" le chiese Olly avvicinandosi, sempre più
incuriosita.
"Allora cosa?" chiese lei facendo finta di non capire. Ma la
verità è che aveva capito benissimo ma non aveva
voglia
di parlarne.
"Allora è tutto vero? Siete fidanzato ora?"
"Veramente ancora non lo so. Non so nemmeno io che cosa siamo." rispose
un pò imbarazzata.
"Giulia si stava letteralmente strappando i capelli dalla rabbia.
Attenta secondo me ha un piano per allontanarvi."
Rimase zitta.
-Cavolo adesso pure lei ci si mette. Non basta mezza scuola che parla
di noi.-
Si sedette al suo solito banco. Pensierosa più dei soliti
giorni. Non aveva voglia di parlare con nessuno. Non se la sentiva di
raccontare ogni piccolo particolare della sua appena iniziata relazione
con Gigi.
Intanto a qualche passo dalla sua aula ce n'era un'altra. Gigi era
tranquillo e rilassato, la popolarità non gli aveva mai dato
troppo fastidio.
Seduto sul banco raccontava i vari risvolti di quella serata, omettendo
qualche particolare di tanto in tanto.
Al suono della campanella tutti ripresero i loro posti ormai la lezione
era cominciata.
"Chi mi sa dire che cosa realmente intendeva Freud per psicoanalisi?"
domandò il professor Albertini.
Lei conosceva perfettamente la risposta, ma non aveva assolutamente
voglia di parlare. Si sentiva decisamente a disagio in quella stanza
grande, ma le sembrava così piccola. Si sentiva soffocare
solo a
guardarlo. Lui era praticamente di fronte a lui. Luila fissava con uno
sguardo agghiacciante. Un brivido le percorreva tutta la schiena. Lui
non le toglieva gli occhi di dosso. Lei si sentiva sempre
più a
disagio. Angelica lo sapeva che molto probabilmente la sua futura
carriera era in pericolo ma non poteva stare là dentro un
secondo di più. Si alzò in tutta fratta.
"Ah signorina Santarelli vuole rispondere alla domanda?"
"Io veramente..."
-Cavolo e adesso cosa faccio?- ecco salire il panico.
"Veramente io dovrei andare. Conosco la risposta ma non ho veramente il
tempo per esporre il ragionamento."
E se ne andò lasciando il professore un pò
sorpreso di
quella risposta un pò troppo sbrigativa. Un pò
troppo
frettolosa per i suoi gusti.
Stefano la guardava mentre se ne andava. Ma sentiva che non poteva
stare lì a guardare lei che se ne andava. doveva fare
qualcosa.
La seguì, lasciando sul viso del professore uno sguardo
sorpreso e decisamente seccato di tutte quelle interruzioni.
"Angelica.. Dove stai andando?" le urlò contro.
"Vattene e lasciami in pace." rispose lei quasi con voce supplicante.
"Non posso farlo. Tu sei mia anche se non lo vuoi ammettere."
"Tu non dovresti fare lo psicologo dovresti andare da uno bravo. Io non
sono tua e non lo sarà mai."
"Per ora potresti anche non capire. Ma almeno la tua carriera non
buttarla al vento."
Non lo voleva ascoltare e tanto meno vedere.
"Devi lasciarmi in pace." lei urlò attirando l'attenzione di
un giovane proprio dietro di lei.
"Cosa sta succedendo quà?" Giovanni era uscito prima dal
lavoro.
"Tesoro non è come pensi. Non stavamo facendo niente."
tentò lei di giustificarsi pensando che sarebbe andata a
finire
come l'altra volta.
"No, no ho capito cosa sta succedendo. Tu devi stare lontano dalla mia
famiglia." disse Giovanni puntando un dito contro Stefano.
"Non è la tua famiglia sta con te solo perchè
è
stata tutta la vita. Ma non è te che vuole." disse il suo
avversario, ricordandosi ogni piccolo particolare di quella serata.
"Tu stai lontano da lei se no finirà molto male."
Abbracciandola portò via Angelica da quel posto. Stefano
rimase
lì, solo a guardare. La rabbia saliva. Ma sapeva che non
sarebbe
finit lì. Aveva un conto in sospeso adesso con Giovanni.
Doveva
fargliela pagare.
A casa la situazione tornò un pò più
tranquilla di prima.
"Tu cambierai università. Non ti voglio più
vedere vicino
a quello." disse lui consolandola e trovando qualche soluzione a quei
problemi.
"Dopo il matrimonio ci trasferiamo in un'altra città. "
proseguì lui nel suo discorso.
"Compriamo una casa e metteremo su famiglia. E tu finirai i tuoi studi."
Lei acconsentì con un lieve cenno del capo.
L'idea le piaceva. Aveva sempre desiderato trasferirsi, avere dei figli
e incominciare il lavoro che aveva da sempre sognato.
Per il momento la loro giornata finì così.
Tornando tranquilla dopo quella bufera.
Quella sera per Alessandra fu diversa dalle altre.
Uscì da sola con il suo Gigi adesso. Erano entrambi molto
imbarazzati ma la serata era cominciata piuttosto bene. Il ristorante
era abbastanza tranquillo, l'aria più calda rispetto ai
giorni
passati e lui soprattutto sembrava molto più affascinante
del
solito.
Era elegante e stava decisamente bene con la cravatta.
-Non lo avrei mai immaginato. Sembrava il solito bullo.- pensava lei
guardandolo con occhi più dolci del solito. Le
sfuggì un
piccolo sorriso.
"Che c'è? Ho qualcosa che non va?" chiese guardandosi e
cercando di trovare il difetto.
"No sei perfetto." disse lei sorridendo.
"Dai se continui così sicuramente qualcosa non va."
Analizzò meglio la sua giacca di stoffa elegante.
"Ahh ecco un filo proprio vicino alla cucitura della manica."
"Non farlo." disse lei
Ma ormai era tardi. Filo tirato. Manica strappata.
"Ma che cavolo! Sono rimasto con la manica in mano." la guardava
sconsolato. Lei rideva della sua piccola sventura. Almeno dentro faceva
abbastanza caldo. Infatti rimase solo con la camicia.
"Sai che sei bellissima stasera." disse perdendosi nei suoi occhi.
- Non lo avrei mai immaginato. Questo lato romantico non lo avevo
scoperto.- pensava lei sorridendogli.
La cena passò in fretta. La solita classica cena romantica.
Fuori però faceva decisamente freddo.
La passeggiata verso casa per lui sembrava non finire mai. Troppo
freddo. Cercava di riscaldarsi strofinando le braccia con le mani
mentre i denti battevano velocemente.
"Ti stai congelando. Mettiti la giacca."
"No. quella non è più una giacca ma
diventerà un altro degli stracci di mia madre."
Una piccola risata uscì dalla sua bocca rossa, color
ciliegia.
"Non dovresti ridere. Rischi di diventare vedova troppo presto."
"Non fare il cretino. Tanto siamo arrivati." Lui le diede un delicato e
fresco bacio e proseguì verso casa.
Lei lo guardava dolcemente andare via.
RISPOSTA ALLE RECENSIONI:
Niky_CuLLen:
Ciao
Niky.. Come stai? Spero bene. Hai visto? sono riuscita a farti felice.
Finalmente Gigi e Ale stanno insieme ma per Angelica ho altri
progetti.. spero che ti piaccia questo capitolo. Certo non è
forse bello come gli altri però ho cercato di dare il
meglio. Sinceramente a me sembra un pochino noioso però sta
a te giudicare. A prestooo.. un bacione!!
Alina 95: Ciao Alinuccia mia come
va?? Spero tanto che questo capitolo ti sia piaciuto.. penso che ormai
sei felice Ale e Gigi stanno insieme.. speriamo che sarà per
sempre. Mi dispiace un pò per Angelica però
vedremo come andrà a finire. Comunque la tua ff è
molto bella.. spero che aggiornerai prestissimo. Un Bacione enorme.
Tvb..
Ringrazio tutti coloro che hanno messo la mia storia tra le preferite e
le seguite!
A prestissimo
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Capitolo 17 *** Il silenzio della neve ***
CAPITOLO 17
Salve a tutti i miei
lettori. Chiedo scusa per avervi fatto
aspettare fino ad ora per leggere questo nuovo capitolo, ma con gli
impegni scolastici manca un pò il tempo per scrivere. Spero
solo
che vi piaccia. A presto. Un bacione.
CAPITOLO 17
"Deve stare lontano da te altrimenti finirà molto male per
quel ragazzo." dissè Giovanni tutto incavolato.
Non lo aveva mai visto così incavolato, solo qualche mese fa
successe la stessa cosa e questa volta non avrebbe permesso a nessuno
di rovinare di nuovo quel suo rapporto perfetto. Da quando era ragazza
sognava il lieto fine. Sognava un matrimonio perfetto, una vita
perfetta, dei figli perfetti, certo erano solo dei sogni
però
non avrebbe permesso a nessuno di allontanarli di nuovo.
"Stai tranquillo caro vedrai che ha capito. Nessuno potrà
portarmi via da te."
"Puoi scommetterci. Non lo permetterò di nuovo." disse
abbracciandola forte, ma sapeva che qualcosa sarebbe successo da
lì a poco.
Dopo quello sfogo comprensivo, ritornarono a parlare del loro
matrimonio. Parlarono dei fiori, delle orchidee, del menù,
della
chiesa, del ristorante da prenotare, del vestito da indossare.
Sembrava davvero tutto perfetto. Una grande favola. La più
bella di tutti i tempi.
-Nemmeno nelle favole è così bello.- pensava lei
sfogliando lentamente una rivista di abiti da sposa.
"Questo sarà il nostro matrimonio. Il giorno più
bello." disse lui guardandola dolcemente.
Lei fu rapita dal suo sguardo. Lui accarezzandole i capelli
le
diede un bacio. Morbido e caldo. Le loro labbra si unirono, provocando
in loro un forte calore che cresceva lentamente. I loro baci
diventarono più appassionanti. Quella rivista cadde a terra
insieme alle altre. Lei stretta a lui si sentiva al sicuro, lui la
tratteneva. I baci aumentavano. I vestiti lentamente scivolarono via e
raggiunsero quel mucchio di giornali senza vita.
All'improvviso ritornarono i flash di quella serata. Ricordava adesso
perfettamente ogni particolare. Stefano che tentava inutilmente di
frenare la sua passione. I loro vestiti su quel pavimento marmoreo.
Quella stanza buia. Tutti quei cosmopolitan di troppo. Di nuovo quella
sensazione la travolse. Panico, panico, panico. Paura per quello che
avrebbe detto Giovanni. Per tutto quello che sarebbe potuto succedere.
Aveva paura. Tanta paura e non sapeva che fare. Ad un tratto si
irrigidì. Giovanni se ne accorse. Si accorse che qualcosa
proprio non andava.
"Tesoro va tutto bene?" le chiese guardandola con meraviglia.
"Si tutto bene." cercò di rispondere. I suoi occhi erano
spaventati. Il core le batteva forte.
"Sei sicura? Se non vuoi non lo facciamo."
"No non è questo. Mi è solo venuta l'ansia per
gli esami.
Dovrò cambiare sede. Spero di trovarmi bene." Piccola bugia
che
alimentava le sue ansie..
"Va bene allora dai ti lascio concentrare sulle tue cose." disse lui
comprensivo.
"Dove stai andando?"
"Vado al lavoro. Così mi porto avanti con il lavoro da fare.
Quando torniamo dal viaggio di nozze non sarò
così
sommerso."
"Va bene." rispose lei abbozzando un sorriso.
Lui se ne andò. Una sensazione di solitudine la invase
vedendo
quella porta chiudersi, e restare sola in quella stanza. Aveva appena
cominciato a nevicare. Vicino alla finestra guardava quei fiocchi di
neve. Bianchi, sottili. Così fragili. Si sentiva come un
fiocco
di neve. Fragile. Così fragile che aveva paura di
sciogliersi
toccando terra.
Si sentiva fragile per quello che aveva fatto. Voleva tornare indietro
e cancellare tutto ma non poteva. Doveva solo cercare di aggiustare le
cose. Non sapeva ancora come ma sarebbe riuscita ad aggiustare le cose.
Le lacrime scendevano lente. Troppo lente per poter sopportare quella
situazione. Quel silenzio. Ma non voleva arrendersi. Non voleva
perderlo di nuovo.
Ma non riusciva a smettere. Piangeva senza sosta. Quello sfogo
silenzioso avrebbe, almeno in parte, placato il suo dolore.
Alessandra, dal canto suo, era tutt'altro che triste. Sentiva che
probabilmente il mondo cominciava a sorriderle, anche se nevicava e il
sole non voleva proprio saperne di farsi vedere.
Era felice perchè adesso c'era lui con lei. Le giornate
passavano tranquillamente. Sembrava tutto tornato alla
normalità
solo con qualche sorriso in più.
L'unico fastidio che permaneva era sempre il solito vocio che circolava
tra gli amici, tra i compagni a scuola e la famiglia. Tutti sembravano
affascinati da quel nuovo evento e sicuramente non avevano intenzione
di lasciarsi sfuggire qualche scoop interessante, anche se non c'era
proprio nulla di strano in loro.
"Ma insomma perchè non vuoi raccontarmi nulla." chiese Olly
indispettita, mentre camminavano verso scuola.
"Non so devo ricordarti l'ultima volta che ti ho raccontato un
segreto." aggrottò le sopracciglia.
"Dai non era mia intenzione far sapere a tutto il corpo studentesco la
tua relazione con Gigi."
"Invece è successo. E per il momento nienete scoop per te."
"Dai siamo migliori amiche dalle elementari."
Ma la campanella suonò distogliendo la loro attenzione da
questa conversazione.
Si infilarono in mezzo ad altri ragazzi e ragazze. Sembravano tutti
uguali, alcuni fidanzati, altri no. Però Alessandra non
riusciva
a capire. Sembrava che per gli altri fosse una cosa normale avere una
relazione ma lei si sentiva trattare come un'alieno venuto da Marte.
Tutti che volevano sapere. Tutti che chiedevano. La sua discrezione ne
risentiva moltissimo. Non voleva parlarne con nessuno. Era la sua
piccola favola, ed era solo sua. Voleva viverla con la massima
discrezione possibile. Che male c'era in quella semplice storia
d'amore. Si sentiva come una principessa appena salvata dal suo
principe azzurro. Ma spesso gli altri non si fanno mai i fatti loro
come dovrebbe essere. Ed a volte questo potrebbe anche portare a
consequenze negative.
Mentre era turbata da tutta quella curiosità,
cominciò la prima lezione della giornata.
RISPOSTA ALLE
RECENSIONI:
Alina:
Ciaooo Alinuccia..
come stai? Tutto bene? Hai visto finalmente stanno insieme Ale e Gigi
speriamo solo che durerà per sempre, come accade nelle
favole, e sono i finali che io preferisco di più. Anche per
Giovanni e Angelica le cose non si mettono bene però dai la
situazione può migliorare. Comunque le tue ff sono molto
belle. Aggiorna presto così passo a trovarti. Tvb...a
prestissimo un bacione enorme.
Niki_CuLLen:
Ciao
mi fa davvero piacere leggere le tue recensioni. Sono contenta che il
capitolo precedente ti sia piaciuto. L'avevo scritto in una giornata un
pò noiosa e pensavo che anche il capitolo era venuto un
pò noioso ma sono felice di leggere il contrario. Comunque
Stefano ora ti deve stare antipatico, sta antipatico a tutti. Anche a
me. Ma poverino sta solo facendo la sua parte. Spero che anche questo
capitolo ti sia piaciuto. A prestissimo. Un bacione.
Un ringraziamento
speciale a tutti coloro che hanno messo la mia ff tra le preferite e le
seguite.
A prestissimo...
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Capitolo 18 *** Un Natale speciale ***
cap 18
Salve a
tutti i miei lettori. Ovviamente ringrazio tutti coloro che seguono e
leggono la mia ff. Spero vivamente che anche questo capitolo vi piaccia.
In modo particolare voglio salutare Alina95. Ti auguro una bella
giornata. Auguri di buon compleanno!!
CAPITOLO
18
25 Dicembre. Le vacanze di Natale erano ormai felicemente inoltrate.
Alessandra si stava preparando per uscire. Da lì a qualche
minuto lui sarebbe arrivato per portarla a festeggiare quel bellissimo
giorno in uno dei ristoranti più belli di tutta Roma. Ci
sarebbero stati proprio tutti. Tutti i loro amici. Certo lei avrebbe
ovviamente, come ogni ragazza della sua età, una serata un
pò più intima. Avrebbe voluto sentirsi al centro
delle
sue attenzioni. Ma in giorni come questi è difficile stare
come
dei topi in gabbia chiusi da soli a casa e festeggiare per conto
proprio un evento così speciale.
Lui arrivò, come sempre in anticipo. La voglia di vederla lo
spingeva molto spesso a prepararsi molto prima per non fare tardi, ma
si ritrovava il più delle volte in anticipo. Costretto ad
aspettarla sotto casa con quel gelo insopportabile.
Alessandra d'altra parte era sempre in ritardo. Inguaribilmente
indecisa sul vestito da indossare. Ogni volta che doveva uscire
svuotava l'intero armadio per provarsi anche il più
insignificante dei vestiti.
Gigi era già sotto casa che la stava aspettando. Aveva pure
pensato a come arrivare al ristorante. Aveva rubato, si fa per dire, la
macchina a suo padre. Non era mai stato tanto bravo nel convincere suo
padre per determinate sue scelte ma quella sera non era stato affatto
difficile. Aveva la patente da pochi mesi ma suo padre volle fidarsi di
lui, nonostante sapesse i guai che combinava di solito.
Alessandra scese dopo circa un quarto d'ora.
"Ciao." disse lei sorridendo mentre entrava in macchina.
"No con comodo. Anche più lenta se puoi. Tanto stavo
già facendo la muffa qui dentro." rise
La sua risata era una delle caratteristiche più belle di una
persona. A lei piaceva tanto quando rideva e ovviamente le piaceva
quando lui la faceva ridere.
Mise in moto e partirono verso quel bellissimo posto.
C'erano già tutti. Olly, Giuseppe, Filippo e persino Mimmo,
che
aveva smesso di provare rancore per i due. Si era rassegnato che ormai
lei apparteneva a lui e lui apparteneva a lei.
"Finalmente siete arrivati." disse Olly con la faccia stufa.
"Io ho una fame. Vi volete muovere?" Giuseppe era sempre il solito. Era
come un piccolo maialino rosa. Aveva sempre fame.
Mimmo fu l'unico ad abbassare lo sguardo, vedendo Alessandra. Era
bellissima. O almeno così gli sembrava. Non pensava a lei
come
una fidanzata però un pò le mancava quell'amica
pronta ad
ascoltarlo e a consigliarlo. Quell'amica che Ale era stata per lui.
La sala era molto affascinante. C'era pure una sala da ballo verso la
fine, poco distante dai tavoli. La musica era lenta. Dolce, quasi
impercettibile. Era davvero romantico.
"Io prendo l'aragosta." disse Olly
"Si tanto c'è il fesso che paga." aggiunse Filippo guardando
Olly, e fesso lo aveva riferito a se stesso.
"Se no che ci stai a fare accanto a me." rise. Olly era la solita.
Vitale, piena di energia, ma con un piccolo difetto. Non credeva
pienamente nell'amore. Aveva un'idea diversa da quella di Ale. L'amore
vero non lo aveva mai conosciuto veramente, usciva con i ragazzi spesso
per passare il tempo, ma a Filippo non lo aveva mai tradito. Certo a
volte litigavano, lo trattava male, lo prendeva in giro ma forse era il
primo ragazzo che amava veramente. E quella sera anche Ale avrebbe
scoperto quanto Gigi l'amava.
"Finita la cena andiamo tutti a festeggiare a casa di Filippo. I suoi
hanno una casa vicino Roma. Non la usano mai. È perfetta."
propose Olly senza aspettare l'approvazione di Filippo. Ma tanto lui
era quasi sempre d'accordo con lei.
Dopo cena tutti cominciarono a ballare. La sala si riempì
velocemente.
"Dai tuffiamoci nella mischia anche noi." propose Gigi guardando
dolcemente la sua dama.
"D'accordo."
Era un lento. Lei non aveva mai ballato. Era davvero un disastro ma lui
non glielo faceva molto notare. L'amore vela qualsiasi difetto.
"Sei bellissima stasera."
"Mmm.. solo stasera?" disse sorridendo lei.
"No sei bellissima da sempre."
E poi un bacio delicato. Le accarezzava dolcemente i capelli. La
guardava, la scrutava, la desiderava come mai in vita sua.
Finito quel ballo si diressero tutti a casa di Filippo. L'unico che
decise di tornare a casa prima fu Mimmo. Si sentiva decisamente solo in
mezzo a quelle coppie.
La luce mancava così si adattarono con candele e qualche
torcia
ma si vedeva ogni piccolo particolare in mezzo a
quell'oscurità.
Olly e Filippo andarono al piano di sopra alla ricerca della loro
intimità.
Ale e Gigi rimasero da soli. Parlarono a lungo. Di tutto, di cose
importanti e di cose meno importanti. Sembravano fatti proprio l'uno
per l'altra.
Poi lui pronunciò quelle parole, spaventandola leggermente.
"Ho voglia di te."
"Sai ho letto questo libro, se vuoi posso prestartelo." fece
l'indifferente a quelle parole.
"No io ho veramente voglia di te."
Lei non parlò. I loro sguardi si incrociarono. Con la luce
della
candela il colore degli occhi e la loro brilantezza è meglio
percettibile.
Poi un bacio. E un altro ancora. E ancora un altro.
La passione era accesa. Lei pochino spaventata per quell'evento. Ma
anche affascinata.
Quello sarebbe stato sicuramente il Natale che non avrebbe mai potuto
dimenticare.
Quel Natale per Angelica non fu decisamente migliore dgli altri ma
almeno aveva il suo Giovanni che le faceva compagnia.
"Amore non sarà unvera e propria festa ma ho organizzato una
cosa per te." disse Giovanni acarezzandole il viso.
In cucina il tavolo era apparecchiato per due. Una candela al centro.
Certo che il Natale sembra portare romanticismo nei cuori delle persone.
Lei cercò di fingersi sorpresa. Ogni anno Giovanni faceva le
stesse cose. Era una specie di tradizione per lui. Ma a lei
piaceva così.
Poi arrivò quel messaggino
*Auguri di buon Natale. Baci Stefano.*
Ancora lui pensava tra sè e sè. Non aveva voglia
di
parlare di Stefano, di ricordare quei momenti passati con lui. Voleva
solo Stare con Giovanni.
Nascose il telefono in una tasca delle sua felpa e continuò
a festeggiare quel giorno speciale.
Stefano non voleva arrendersi. Voleva conquistare il cuore di Angelica.
Quel Natale per lui non fu decisamente uno dei più belli da
quando la sua ex se ne era andata.
RISPOSTA ALLE
RECENSIONI:
Alina 95:
Ciao Alinuccia mia
come stai? Oggi sicuramente devi stare bene. Spero che sei guarita dal
raffreddore. Ti voglio augurare una felicissima giornata e tantissimi
auguroni di buon compleanno. Un bacione immenso.
Comunque sono
felice che il capitolo precedente ti sia piaciuto, spero che ti piaccia
anche questo. Mi scuso con te per non aver messo un'immagine di
Giovanni me nel prossimo capitolo prometto che la metterò
sempre se riesco a trovare chi assomiglia maggiormente all'immagine che
io ho di lui. Non ho un attore che mi piace in particolare
però Raul Bova non è male però ancora
non è proprio come immagino io Giovanni. Appena trova una
foto la posto così ti fai una piccola idea di quello che
potrebbe essere Giovanuccio tuo. :)
Un Bacione.. A
prestissimo!! TVTTTTTTB.
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Capitolo 19 *** Una notizia indesiderata. ***
cap 19 ale e angelica
Scusate
per la brevità del capitolo. Ho trovato un pò di
tempo per scrivere tra una materia e l'altra. Spero che vi
piaccia. Fatemelo sapere e recensite in molti. Un bacione a tutti i
miei lettori.
Un ringraziamento
speciale a coloro che hanno messo la mia storia tra le preferite e le
seguite.
Ringrazio anche chi
legge in silenzio. Spero di leggere presto anche le vostre recensioni!!
A prestissimo!!! O
almeno spero!!!
CAPITOLO
19
Alessandra si risvegliò quella mattina presto. Erano ancora
le cinque del mattino. Era abbracciata a Gigi. Qualche mese fa non
avrebbe mai immaginato che sarebbe successo proprio con lui. Uno dei
ragazzi più antipatici e scontrosi che aveva mai conosciuto,
ma dietro quella corazza forte e quasi intangibile, aveva scoperto il
vero Gigi. Un ragazzo dolce e romantico che doveva nascondersi dietro
una maschera per poteri celare le sue paure e le sue incertezze. Ma la
sua fragilità l'aveva affascinata.L'aveva attirata quel suo
essere dolce e delicato. Lo guardava nella penombra. Gli accarezzava
dolcemente i capelli e sorrideva.
Ma quel momento fu ovviamente interrotto.
"Bhe ragazzi dobbiamo tornare a casa. " disse Olly svegliando tutti a
quell'ora indecente.
"Ma insomma non si svegliano le persone mentre dormono." disse Gigi
guardandola con gli occhi socchiusi.
"Muovetevi che Angelica non sta bene." disse Olly rivolta verso Ale
"Mia sorella? Cosa le è successo?"
"Non lo so ma il tuo cellulare è spento e tua madre ha
chiamato me."
Alessandra si alzò di scatto. La sua mente si annebbio
lentamente. Panico. Non sapeva cosa fare.
" Dai muoviamoci. Mia sorella.. Cavolo dopo quello che ha passato pure
questo fatto."
Gigi si vestì il più velocemente possibile.
Salirono tutti in macchina e la loro rotta non era certo un luogo di
festeggiamento per Natale, ma l'ospedale della città.
Arrivarono dopo circa un'ora al Gemelli di Roma.
"Scusi è ricoverata una certa Angelica Santarelli?" chiese
Olly ad un'infermiera che passava di lì in quel momento.
"Oh aspetti che controllo."
"Si si trova al quarto piano. Vi accompagno se volete."
"Si grazie." disse Olly. Certo lei non era un pozzo di finezza
però in quel caso sentì il bisogno di ringraziare
l'infermiera.
Salirono insieme Olly e Filippo avanti a loro Alessandra e Gigi e
l'infermiera che li stava accompagnando.
Arrivarono di fronte la stanza.
"Ecco qui. La vostra amica si trova in questa stanza."
"Veramente è mia sorella." ci teneva particolarmente a
precisare Alessandra.
Entrarono insieme.
"Mamma cosa è successo." chiese Alessandra abbracciando sua
madre.
"Tranquilla è solo svenuta. Ma adesso sta molto meglio."
"Dai Ale tranquilla. Guardami sono in grande forma."
"Ora deve riposare è meglio che andiate." disse Giovanni.
Uscirono tutti dalla stanza quando giunse il medico.
Angelica si trovava sola attendendo quella notizia.
"Signorina Santarelli, Le sue analisi sono ottime. Ma devo darle una
bella notizia."
- Cosa c'è di meglio che sapere che le analisi sono ottime?-
si domandava mentre guardava il medico sorridere.
-Che cavolo mi sorridi, vuoi dirmi cosa sta succedendo.- pensava
sentendo l'agitazione che le percorreva ogni piccola fibra del suo
corpo.
"Lei è in lieta attesa. Diventerà mamma."
"Ma come ora?" disse lei non capendo più nulla di quello che
stava succedendo.
"No. Di solito si aspettano nove mesi e poi si fa nascere il bimbo."
"Ma come è successo?" guardava nel vuoto mentre l'agitazione
cresceva.
"Ehm. Da dove iniziare. Quando due persone si amano..."
"Lo so come è successo ma non so perchè a me."
disse disperata.
"Le lascio un pò di tempo per pensare e prendere fiato."
-Cavolo no non doveva succedere. Non sono ancora pronta.-
-Ma sicuramente è di Giovanni. Deve essere suo.-
Poi ritornò quella sera nella sua mente. La tormentava. La
logorava dentro. Non poteva tenerlo ancora nascosto soprattutto se il
bimbo era di Stefano.
Aveva bisogno di chiedere aiuto alla sua migliore amica.
Prese il telefono, compose il numero.
"Pronto."
"Caio Enrica, come stai?"
"Caio Angy, io bene tu come stai? Oggi pomeriggio ti vengo a trovare in
ospedale. Ieri ti ho vista stare proprio male."
"Grazie. Ti devo parlare."
Nel frattempo cercava di calmarsi. Da lì a pochi minuti
sarebbe ritornato Giovanni e non poteva mostrare tutta la sua
agitazione.
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Capitolo 20 *** Forse è meglio mentire! ***
cap 20
CAPITOLO 20
Eccolo lì. Fuori dalla sua porta. Fuori da quella camera del
tutto inconsapevole della notizia che avrebbe dovuto, forse non quella
sera, accettare. Nessuno sapeva di quella notte, di quello sbaglio. Un
grosso sbaglio. Angelica continuava a ripetere a se stessa che non era
successo niente. Ma come poteva negare l'evidenza di un qualcosa che
ormai la assillava da tempo. Quel segreto la straziava. Non la lasciava
respirare. Si sentiva soffocare come se quel nodo in gola potesse
rendere meno doloroso la situazione.
Ma come poteva accettare tutto questo e sapere anche di aspettare un
bambino del tutto innocente. Sapeva che ormai non avrebbe
più
potuto negare a se stessa ciò che era accaduto. Sapeva che
doveva dirglielo. Ma non quella sera. Non in quel momento. Non ne era
ancora capace.
Giovanni entrò con un sorriso sulle labbra.
-Che il dottore abbia detto qualcosa?- pensava lei perdendosi nei suoi
occhi. Cercando di cogliere la risposta alla sua domanda ma senza
raggiungere buoni risultati.
"Mi ha detto che ti riprenderai prestissimo, cara. Sono l'uomo
più felice del mondo." disse sedendosi accanto a lei.
-L'uomo più feloce del mondo? Ne sei proprio certo? Se solo
tu sapessi. Se solo avessi il coraggio...-
-Maledetto coraggio.-
L'ora delle visite passò lenta. Angelica voleva stare solo.
Per
la prima volta in vita sua non voleva parlare con nessuno.
Si ritrovò da sola. Il cielo era ormai grigio e scuro. La
pioggia sbatteva contro la finestra di quella stanza semibuia.
L'atmosfera non le dispiaceva. rappresentava un pò il suo
stato
d'animo in quel momento.
Giunse un'infermiera.
"Dobbiamo portarla in maternità. Dobbiamo fare delle analisi
a
questa neomamma." disse riferendosi a lei e sbirciando verso il suo
pancino che ancora non dava i segni di una gravidanza.
Cercò di abbozzare un sorriso. Certo in un'altra situazione
sarebbe anche stata felice, anzi felicissima della dolce notizia, ma
sapendo e ricordando, temeva che fosse il frutto di un grosso sbaglio.
Il giorno dopo si svegliò un pò più
serena. Il suo
sonno fu abbastanza tranquillo e il cielo era più azzurro.
Quella mattina sarebbe venuta a trovarla la sua amica Enrica.
Si conoscevano praticamente da tutta la vita. Erano inseparabili,
proprio come due sorelle.
Eccola con il suo camminare sempre un pò impacciato e quel
suo
sorriso indelebile. Enrica una donna solare e allegra niente potrebbe
mai metterla di cattivo umore, niente potrebbe mai rovinarle la
riornata.
Ad un tratto gli occhi di Angelica si illuminarono, come se avessero
trovato la salvezza da quella storia, diventata così
incasinata e complicata.
Le sue mani tendevano verso Enrica, solo pochi attimi e i suoi occhi
cominciarono a lacrimare.
"Cosa c'è?
È così che saluti la
tua amica?" si rivolse a lei scherzosa.
"Ho combinato un bel pasticcio. Ho bisogno di parlarne con qualcuno se
no scoppio."
"Sai che con me puoi parlare."
Le raccontò tutta la storia. Non tralasciò alcun
dettaglio. Le raccontò di quella notte, di quello che era
accaduto, di Giovanni che se ne era andato, poi tornato, e infine le
racconto anche di quel bambino che era in arrivo.
Le lascrime incessanti bagnavano il suo volto, mentre Enrico
irrimediabilmente tentava di consolarla.
"Stai tranquilla, devi solo pensare che andrà tutto bene."
"Ma come? Cosa devo fare? Devo dirlo a Giovanni. Devo farlo."
"Si e dopo? Quello se ne andrà di nuovo dandoti persino
della..Emm.. poco di buono, diciamo!"
"Ora non devi dire nulla. Hai solo due strade da scegliere: o dire a
Giovanni che sei incinta e lasciare che pensi che sia suo figlio,
ciò potrebbe anche essere ma tu non sai, oppure dirgli la
verità e prenderti un bel calcione nel sedere."
Angelica guardava il vuoto, distratta e spaventata. Ancora non sapeva
cosa fare, ma doveva decidere in fretta.
Ma non era l'unica ad aver ascoltato quella storia.
Nel corridoio di quel piano dei passi si udirono che si allontanavano
velocemente da quella stanza, dopo il suo racconto...
Scusate per le
poche parole di questo capitolo e ancora mi scuso enormemente per
avervi fatto attendere tantissimo tempo prima di poter leggere il
ventesimo capitolo della mia storia.
Spero che mi
perdoniate.
Un caluto a tutti
i miei fan che hanno saputo aspettare questo capitolo con tanta
pazienza.
È
gradito ogni genere di commento.
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