Vivere una favola

di Dolce Mony
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non mi ricordo di te ***
Capitolo 2: *** Scusami: una parola tanti significati ***
Capitolo 3: *** Destini paralleli ***
Capitolo 4: *** sentimenti innocenti ***
Capitolo 5: *** Un invito indesiderato, e un bacio inaspettato ***
Capitolo 6: *** Spiacevoli equivoci ***
Capitolo 7: *** Piccoli litigi, dolci messaggi ***
Capitolo 8: *** Tante piccole emozioni ***
Capitolo 9: *** Quei piccoli istanti della vita. ***
Capitolo 10: *** Maledetto orgoglio ***
Capitolo 11: *** Un cosmopolitan di troppo... ***
Capitolo 12: *** Un brusco risveglio ***
Capitolo 13: *** Una domenica tranquilla ***
Capitolo 14: *** Il mostro con gli occhiali ***
Capitolo 15: *** Le verità del cuore ***
Capitolo 16: *** Sogni e segreti ***
Capitolo 17: *** Il silenzio della neve ***
Capitolo 18: *** Un Natale speciale ***
Capitolo 19: *** Una notizia indesiderata. ***
Capitolo 20: *** Forse è meglio mentire! ***



Capitolo 1
*** Non mi ricordo di te ***


                                                                   Capitolo 1

 

Incredibile come le cose possano cambiare da un giorno all’altro, come il mondo ti crolli addosso all’improvviso, come la vita in un istante possa diventare un inferno.

Incredibile, vero? Ma sfortunatamente è così. Ed oggi mi ritrovo seduta su una sedia fredda nella sala di attesa di un ospedale, adesso non ricordo nemmeno il nome, sono solo tesa e agitata. Mi guardo intorno e vedo tantissimi medici in camice bianco sicuri del loro lavoro, delle loro idee, disposti a fare di tutto per non perdere una vita ma disposti a rinunciare quando il gioco si fa troppo duro. Porto le mani sul viso, non voglio più guardare, voglio solo piangere e sfogare il mio dolore nelle lacrime, che scendono calde sul mio viso. Incredibile non riesco a smettere. Ma so che sarà difficile dimenticare. Questa è la vita. Piena di sorprese. Ricca di avvenimenti. Ma io continuo a piangere e non riesco a smettere. Quelle immagini mi attraversano la mente. Vorrei urlare dal dolore ma non posso. Preferirei morire ma non risolverei niente, metterei solo fine ai ricordi brutti e al dolore ma i ricordi più belli non li voglio cancellare, li voglio portare con me. Li voglio conservare come un bellissimo ricordo della mia storia, della mia vita. Adesso continuo a piangere. Ma smetterò. Primo o poi smetterò. E nel momento stesso in cui le lacrime diminuirono e gli occhi mostravano quella poca luce e quel poco splendore che rimaneva, nella sua testa iniziarono a prendere forma i ricordi più belli. Il principio di tutto il suo dolore.

 

Pomezia. 7:30. Sono molti i problemi che possono turbare l’animo dei ragazzi, uno fra questi è l’amore…che arriva quando meno ce l’aspettiamo come un fulmine in ciel sereno; ci conquista, ci fa sognare, ci fa sentire davvero…in paradiso, l’unico suo difetto è che è quasi impossibile trovarlo o almeno trovare quello giusto.

L’autobus continuava la sua corsa verso la scuola e Alessandra, con la testa poggiata al finestrino e con sorriso appena visibile sul viso, era avvolta nei suoi pensieri, pieni di aspettative e di fantasie. Pensava a come sarebbe cominciato quel giorno di scuola, il primo di un lungo anno, a come sarebbe finito, pensava alla sua insegnante di latino, la Mancinelli, pensava ai suoi compagni di classe, i quali finalmente avrebbe potuto rivedere dopo tanto tempo, e pensava anche a Olly, la sua migliore amica, pensava a tutte le cose che avrebbe dovuto dirle ma che per telefono non sarebbero sembrate importanti.

Nel momento stesso in cui tutti questi pensieri passavano per la testa di Alessandra, l’autista fermò l’autobus e salirono alcuni ragazzi, tra cui uno, che avrebbe cambiato, da lì a pochi giorni, la sua vita, portando nel suo cuore felicità, allegria, dolore, e soprattutto una cosa importante, l’amore.

Luigi era tra questi ragazzi. Lui e Alessandra si conoscevano già, infatti avevano frequentato la stessa scuola alle elementari ma lui siccome era più grande non aveva mai avuto occasione di conoscerla meglio. Luigi si ricordava di Alessandra. Se la ricordava benissimo. E quando la vide si rese conto che era diventata carina proprio come la immaginava. Ma Alessandra non si accorse del suo sguardo.

In fondo era passato tanto tempo e i suoi pensieri belli o brutti che fossero si impadronirono di lei. Ormai mancava poco, la scuola distava solo qualche chilometro. Luigi, intanto, la guardava, cercava di farsi notare da lei, cercava di capire se questa potesse o no ricordarsi di lui. Tuttavia, non gli importava che si ricordasse o meno, però gli piacevano le attenzioni e un po’ lo infastidiva quella non curanza da parte di Ale. Lui  alle loro amicizia ci aveva tenuto veramente tanto, però forse adesso non aveva più lo stesso valore di un tempo. Era stata un’amicizia finita male. Entrambi avevano scelto strade diverse e il tempo di certo non li aveva aiutati.

Intanto Luigi cercava di stare attento alle conversazioni degli amici mentre la guardava, cercando di capire se si era veramente dimenticata di lui. L’autobus fece il suo capolinea davanti la scuola e molti studenti cominciarono a scendere. Alessandra era tra quelli. Anche Luigi dopo di lei. Arrivati tutti di fronte la scuola, Alessandra vide subito Olly ed entrambe furono felicissime di rivedersi dopo tantissimo tempo.

“Ciao Olly sono così contenta di rivederti, non sai quanto ho atteso per poterti parlare.” Disse Alessandra tutto d’un fiato.

“Ah…indovina chi ho visto? La Mancinelli, il suo tailleur rosa salmone ha fatto scappare persino il preside, che preferisce darci il benvenuto in aula magna e non fuori la scuola come al solito” disse Olly tra le risate.

Intanto Luigi si unì ai suoi amici e perdendo Alessandra di vista, non diede più troppa importanza a quell’incontro.

Alessandra varcò l’ingresso di quell’imponente edificio con ansia e il cuore che non la smetteva di battere nemmeno per un istante. Giunse in classe accompagnata da Olly, ma non erano sole: infatti la Mancinelli attendeva gli alunni con il registro in mano pronta per fare l’appello. Dopo un paio di minuti quasi tutti erano seduti al loro posto così la professoressa iniziò ad urlare i nomi di quelli che ormai conosceva molto bene.

“Benedettini Antonio”

“Presente”

“Buccio Anna”

“Presente”

E mentre la prof continuava, Alessandra, guardando dalla finestra e vedendo il cielo di settembre così grigio e scuro, ormai non ascoltava più, la sua mente vagava lontano, cominciò a pensare a tante cose, belle soprattutto.

“Russo Olivia”

“Presente”

“Santarelli Alessandra” Ma pronunciando questo nome non ebbe nessuna risposta.

Riprovò con tono più autoritario:” Santarelli Alessandra”

Olly diede qualche spintone all’amica indicandole la prof che si stava avvicinando.

“Allora signorina Santarelli vuole per favore spiegare a me e a tutta la classe a cosa pensa di tanto importante da non onorarci della sua attenzione?”

La ragazza si alzò dalla sedia e con il capo abbassato disse:”Mi scusi professoressa Mancinelli non accadrà più.”

“Lo spero bene, e spero anche che andrà meglio dell’anno scorso.” E se ne andò alla cattedra.

“Silvestri Domenico”

Ma proprio in quell’istante entrò nell’aula l’ultimo alunno della lista.

“Ma insomma Signor Silvestri le sembra ora?”

“Mi scusi e che c’era traffico e piove.”

“Oggi avete proprio deciso di farmi venire un malanno. Ditelo che avete progettato una congiura per farmi arrabbiare.”  

Mentre la lezione della Mancinelli cominciava, nessuno le prestava troppa attenzione. Tutti erano troppo presi a raccontare come si erano svolte le loro vacanze alla compagna di banco o a schiacciare un pisolino nascondendosi dietro ai folti capelli dell’amico che era seduto davanti. La Mancinelli sarebbe stata capace di parlare per tre ore di fila e le sue lezioni erano sempre così noiose che prestare attenzione era praticamente impossibile.

“Allora?” Fece curiosa Olly, dando una piccola pacca sul braccio di Ale.

“Allora cosa?” Chiese. I suoi pensieri erano da tutt’altra parte.

“Allora vuoi dirmi cosa è successo con Salvatore qust’estate.”

“Con quello stronzo? È la persona più viscida che io conosca.”

“Perché? Cosa ti ha fatto?”

“Ha cercato di mettermi le mani addosso quel pezzo d’idiota.”

“No… ma dai! Veramente?” mi guardò Olly stupita. “E perché non ci sei stata?”

“Ma sei scema? Quello era un pervertito.” La guardai sconvolta a quella sua affermazione.

Poi si girò verso la finestra. Il sole non si riusciva nemmeno a scorgere e ripensare a Salvatore l’aveva messa veramente a disagio. Pensava che con Salvatore le cose sarebbero andate in maniera diversa. Sembrava proprio un brava ragazzo peccato solo che molti aspetti del suo carattere passavano inosservati e quando questi si mostravano, poteva risultare uno stronzo perfetto.

Il suono dell’ultima campanella. Il suono tanto atteso da ogni studente, finalmente rimbombava nella classe. Tutti uscirono travolti dal desiderio inconfondibile di scappare altrove. Alessandra invece camminava piano. Un passo alla volta. Ma quel ragazzo dell’autobus sbatté contro di lei. Caddero a terra.

“Ahia!” si sentì un piccolo urlo provenire da Ale.

“Scusa non volevo farti male, però tu non sai nemmeno camminare.” Disse Luigi sfregandosi il braccio.

“Gigi muoviti.” Gridarono i suoi amici da lontano. Luigi la guardò per un’stante e poi corse verso di loro.

“Ma tu guarda questo. Nemmeno ad aiutarmi e poi la colpa sarebbe anche mia. Certa gente non la capirò mai.” Pensò Alessandra, mentre Olly le dava una mano a rialzarsi.

Uscirono da scuola. C’era aria di tempesta.

“Andiamo a casa mia. Possiamo studiare insieme oggi, come al solito.” Propose Alessandra. Olly acconsenti con un cenno del capo. Poi si diressero vero la loro meta.

Intanto Luigi andò a casa di Filippo insieme a Giuseppe e Mimmo per programmare il pomeriggio, e di certo non per studiare.


Salve a tutti spero tanto che questo primo capitolo vi piaccia...mi raccomando fatemelo sapere con tantissime recensioni...un grande bacio!!!

 


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Capitolo 2
*** Scusami: una parola tanti significati ***


Il pomeriggio era passato in fretta tra le battute di Olly e un capitolo di storia e i vari racconti della loro vacanza, trascorsa in fretta, forse troppo in fretta per rendersi davvero conto che un nuovo anno di scuola era cominciato.
Il giorno arrivò presto accompagnato dai vari suoni delle sveglie, che si diffondevano rumorosamente nelle stanze semi oscure dei giovani studenti. Solo lei era ancora sveglia. Si preparava con calma e tranquillità con un leggero sorriso, forse ironico a vedersi, sulle labbra. Certo non doveva andare in un luogo favoloso ed elegante però adorava la perfezione, nonostante di tanto in tanto lasciava dimenticato in un angolo qualche oggetto a lei caro.
Con la sua cartella blu della seven si avviava lentamente verso la fermata dell'autobus.
Il risveglio non fu abbastanza calmo per Luigi, avvolto tra le sue coperte, dormiva profondamente, mentre la sua sveglia continuava a suonare, rimbombare in tutta la stanza. Ma niente. La sera prima aveva fatto troppo tardi tra le risate con gli amici e qualche bicchierino di troppo in un bar poco lontano da Pomezia, il Moon Flower. Lo sapeva che le serate di questo genere potevano scombussolarlo anche solo leggermente, ma non riuscì a rifiutare e si unì ai suoi amici, incoscienti e pronti sempre a cacciarsi nei guai.
Suo fratello era decisamente un ragazzo molto diverso da lui. Probabilmente era l'età si sa che più si cresce e più si diventa maturi e responsabili. Avevano qualche anno di differenza, ma Stefano era sempre stato un tipo gentile e garbato, ordinato per quanto un ragazzo poteva esserlo e molto carino, infatti diverse volte era capitato che la sua bellezza aveva suscitato gelosia nel fratello minore. Ma comunque fra di loro c'era un grande affetto, quell'affetto che vi può essere solo fra fratelli.
Luigi si svegliò quella mattina mezz'ora di ritardo. In tutta fretta si vestì e si lavò il caffè caldo quasi scottòle sue labbra, e poi via verso l'autobus.
Ed é proprio qui che i due giovani si incontrarono.
Alessandra camminava lenta con disinvoltura. Sull'autobus incontrò la sua cara amica Olly, cominciarono a parlare e fare i soliti discorsi che facevano da una vita, le solite chiacchierate di due buone amiche. La sua espressione sicura sparì dal suo volto nell'istante stesso che lui salì sull'autobus.
“Ehi che hai? Sembra che hai visto un fantasma.” Disse Olly sorridendo.
“No é solo quell'idiota di ieri. Certa gente non si riesce proprio ad evitarla” Disse Ale seccata.
Anche lui la guardò ma con aria decisamente diversa.
Lui la guardava, la scrutava, dai suoi occhi si poteva pensare che fosse quasi interessato a lei, in fondo era una bella ragazza.
-É la ragazza di ieri. Mi guarda con aria accattivante, speriamo che non sia arrabbiata per ieri. Se no me la vedo proprio male.-
“Ehi Gigi guarda quella é proprio la gambe mosce di ieri.” Giuseppe e Filippo ridevano, Mimmo la guardava con aria curiosa, quasi come se ci volesse provare, ma Luigi era frenato solo dall'imbarazzo. Non era un ragazzo timido, ma a volte la situazione lo rendeva tale. Di fronte agli amici doveva essere forte.
Dopo quel viaggio irritante, Alessandra tirò un sospiro di sollievo vedendo che la prima ora era della prof di arte, Annarita Petronio. Una professoressa amichevole e poco pretenziosa, troppo simpatica per essere una professoressa. Ma le sorprese di certo non potevano finire. Ora di supplenza. A sostituirla era venuta la Mancinelli. Il latino non lo aveva mai odiato ma la Mancinelli riusciva a far pesare qualunque materia.
“Ma guardala non é nemmeno iniziata la scuola che già comincia a rubare le ore dei prof e poi parla di rispetto.”sussurrò Olly
“Speriamo solo che non interroghi.” Ale ribadì
Ma stranamente l'ora passò tranquilla, suscitando stupore negli studenti.
“Deve aver avuto una serata a luci rosse con il marito, se quel poveretto é ancora vivo.” disse Olly.
“Se é vivo deve essere sordo se no non ce la farebbe a reggerla.” proseguì Ale.
La ricreazione si mostrò più interessante. Dopo aver divorato il suo fagottino alla crema in tutta fretta.
“Vacci piano se no rischi di mangiare pure me. Per la tua salute le pareti non sono digeribili.” disse Olly scherzando. Alessandra la guardò sorridendo. Si voltò lentamente ed eccolo lì. Tutto tirato tra i suoi amici.
Ad un tratto i loro sguardi si incrociarono. Dopo la ricreazione lui le si avvicinò lentamente, le porse un bigliettino. Stropicciato.
“Ma guarda questo nemmeno mi conosce e già ci prova.”
“Aprilo, aprilo, aprilo” Olly sembrava molto più curiosa di lei.
“Quello non lo sopporto. Quell'aria da macho man mi manda in bestia.”
“ Come sei esagerata. É solo un ragazzo deve essere così”
“Ma a te basta che respiri e sia un maschio poi vanno bene tutti.” La guardai sorridendo. Un sorriso molto ironico.
“A meno che non ho attraversato il fiume e sono arrivata sull'altra sponda, mi piacciono i maschietti.” rispose divertita.
“Vabbé, lo apro.”
SCUSAMI
“Un biglietto per dire scusa. Certo che é strano forte.”
“É così dolce e romantico.”
“Olly, dove vedi tutte queste qualità in un scusami. É solo ridicolo. Perché non di persona?”
“Sai i maschi sono come gli animali, quando sono in branco non chiedono mai scusa, ne risentirebbe il loro cosidetto orgoglio maschile.”
“Non tutti sono così per fortuna.” ribadì Alessandra
 
La mattinata passò e anche il pomeriggio tra i compiti e le telefonate di Olly volò presto. La sera, seduta alla sua scrivania, guardò mille volte quel pezzo di foglio stropicciato. Incuriosita e forse anche un po' affascinata. Forse quel SCUSAMI nascondeva davvero altre parole, un segreto. Forse quel ragazzo era diverso da quello che mostrava, forse era diverso dal gruppo che frequentava. O forse erano solo tenere illusioni di una sedicenne romantica e sognatrice.
 


Salve a tutti. Sono tornata con questo nuovo coinvolgente capitolo che spero vi possa appassionare. Fatemelo sapere con tante recensioni, mi raccomando :D un bacio a tutti

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Capitolo 3
*** Destini paralleli ***


capitolo 3                                                                      CAPITOLO 3

I pensieri, le varie fantasie riguardo quel biglietto la tormentarono quasi tutta la notte. Si svegliò frastornata, forse anche un pò irritata. Continuava a domandarsi cosa realmente significasse quella semplice parola, l'aveva sentita tante volte da persone diverse, ma quella volta era diverso, quella parola le sembrò importante. Forse pensava che quel ragazzo le aveva dato importanza.
Come sempre la sveglia delle sette e trenta la portò a concentrarsi su altri argomenti. Si vestì, si lavò come ogni mattina. Ma quella mattina non era poi così uguale alle altre, sarebbe stata diversa, molto diversa da quelle che erano le sue aspettative.
Le prime tre ore passarono in fretta e Alessandra si accorse del tempo passato solo al suono della campanella.
"Tutto bene? Oggi sei più distratta del solito, non dovresti stare tanto tempo accanto a me. Ti ho mischiato uno dei sette peccati capitali, l'accidia o semplicemente la pigrizia, come è solito dirsi." Disse Olly, cercando di suscitare il riso nell'amica. Senza riuscirci ovviamente.
"Ma sei proprio distratta oggi. Nemmeno mi ascolti." Disse Olly leggermente irritata.
"Scusa solo che sto cercando di convincermi a fare una cosa importante credo." Rispose Ale senza nemmeno guardare negli occhi l'amica.
Si diresse velocemente verso la porta, attraversò leggiadra il corridoio. Ed eccolo lì. Lui, scherzava e rideva con gli amici, sembrava uno di quei ragazzi che fanno gli spacconi ma guardandolo meglio Alessandra si accorse che forse forse non era poi così duro come voleva mostrare.
Gli si avvicinò, mostrandogli il biglietto.
"Posso parlare con te?" Disse lei imbarazzata.
Lui la seguì, guardando sorridendo gli amici, come se fosse riuscito a conquistare una grande preda.
"Cosa vuoi?" Rispose lui con la voce da spaccone.
"Cosa significa?" Domandò lei mostrando quel biglietto e già infastidita da quel suo tono narcisistico.
"Volevo solo essere gentile, ti avevo fatta cadere e mi sembrava giusto dirti che un pò mi è dispiaciiuto." Disse lui girandosi verso i suoi amici.
"Ti è un pò dispiaciuto? E lo scrivi su un biglietto? Il gatto ti aveva mangiato la lingua o volevi semplicemente farti ancora più grande agli occhi dei tuoi amici?"
"Vacci piano bambolina se no poi ti escono le rughe."
"Sono sicura che tu ne sai qualcosa, assomigli tanto a quei cani delle pubblicità per la crema anti rughe." Dopo averlo congelato si girò e lo lasciò lì, un pò perplesso.
"Waaw amico ti ha proprio congelato." Disse Filippo ridendo e andando a recuperare Luigi, che era rimasto fermo lì a guardare Alessandra che se ne andava.
Alessandra tornò a casa da sola senza Olly, non aveva voglia di avere compagnia. Era arrabbiata, irritata, avrebbe voluto uralare. Ma tornare a casa non l'avrebbe aiutata a stare meglio.
Arrivata a casa, si diresse verso la cucina e decise di preparare una tisana calda per calmare i nervi e poi si sedette tranquillamente sulla sua sedia preferita. Ad un tratto giunse sua sorella. Anche lei aveva decisamnete passato una pessima giornata. Non c'era bisogno che lo dicesse Alessandra se ne accorse appena la vide.
"Devi aiutarmi, il vestito da sposa non è arrivato e fra meno di un mese devo sposarmi." Ansimava, sembrava che stesse per piangere.
Alessandra decise di aiutarla, era sempre sua sorella e i suoi problemi non erano di certo più importanti di un vestito da sposa.
La sorella di Alessandra, Angelica è una giovane ragazza di ventitrè anni, diplomata e protesa alla laurea in psicologia. Da sempre fidanzata con Giovanni da quando aveva diciassette anni. Ora dopo tanti anni si sono decisi a fare il grande passo. Ma le cose a volte potrebbero anche andare un pochino diversamente da come ci si aspetta.
La giornata di Alessandra non si rallegrò in quel negozio, bianco, troppo bianco, troppo grande, troppo costoso.
"Caspita, guarda quanti vestiti, e tu ti lamentavi perchè non avevi il tuo." Disse Alessandra con aria smarrita, non aveva mai visto tanti vestiti da sposa tutti in un solo posto.
"Si ma non ce n'è uno che vada bene, uno mi fa il culone e l'altro il seno piccolo." si lamentava sua sorella
-Non è che lo fa piccolo, il problema è che è piccolo- Pensava
"Ale hai detto qualcosa?"
"Chi io, no, non ho proprio fiatato." Rispose ironicamente Alessandra, ridacchiando tra sè e sè.
Tra i molti no e le tante smorfie, finalmente trovarono un vestito che poteva andare bene. Il problema è che non era per la sposa ma per la damigella.
"Ale sei bellissima." Disse sua sorella, abbracciandola forte. "Sarai la più bella delle mie damigelle."
-Certo, se devo assomigliare ad una caramella muu questo vestito è perfetto.- Pensava, sperando di non doverlo veramente indossare.
Tra un vestito stretto ed uno troppo largo passò quel pomeriggio di una giornata disastrosa.
In una delle case poco distanti da Alessandra, Luigi sdraiato sul suo letto non poteva far altro che pensare a lei, alle sue reazioni.
-Esagerata. Cavolo la ricordavo più tranquilla. Ma siamo sicuri che è la stessa persona?-
-Che imbecille! Che figura! Ora penserà che sono un vero sfigato!-
-Però pure lei parecchio odiosa.-
-Dall'altro lato però è amabile e dolce. Chissà se ho qualche speranza.-
Immerso nei suoi pensieri trascore il pomeriggio e dei compiti non ne volle sapere nulla.
"Gigi meglio la cravatta azzurra chiara o quella azzurra scura?" Chiese Stefano indeciso.
"Ma sono della stesso colore. Mi sa che ti sei fatto un bicchierino di troppo stasera."
"Dai è importante domani ho una riunione di lavoro e ci sarà anche lei."
"E tu lo chiedi adesso per domani."
Già Stefano era il ragazzo perfettino, educato, quel figlio che tutti i genitori sognano, l'unico problema è che le ragazze di cui si innamora sono sempre quelle che non se lo filano mai. Diplomato e specializzando in psicologia, single di ventotto anni, era timido e romantico. Un ragazzo che ogni ragazza vorrebbe ma sfortunatamente ancora non aveva trovato la donna della sua vita, o per lo meno pensava di averla trovata  in una giovane allieva del suo corso.

Salve a tutti... un nuovo capitolo per voi. Spero tanto che vi piaccia. Mi raccomando fatemelo sapere scrivendo tantissime recensioni.. sia positive che negative.. anche le critiche sono accettate, quelle positive sono molto più accettate ovviamente.

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Capitolo 4
*** sentimenti innocenti ***


capitoli 4

                                                                                   CAPITOLO 4
Il giorno seguente risultò essere come tutti gli altri giorni. Noioso, solite lezioni e le solite facce da evitare. Alessandra trascorse una mattinata abbastanza tranquilla, anche se ormai erano cominciate le solite interrogazioni con la solita professoressa da evitare.
In un altro luogo ancora più affollato di studenti, camminava tranquillamente una ragazza che sarebbe diventata presto una delle migliori psicologhe del suo corso, Angelica Santarelli. Angelica era una ragazza molto attraente, sicura di sé. E con la sua gonna corta ma allo stesso tempo elegante e professionale, abbinata ad una camicetta bianca, sbottonati solo i primi due bottoncini, e con i suoi capelli castano miele, boccolosi, intonati con il colore dei suoi occhi, anch'essi di un marrone miele intenso, si diresse lentamente e soavemente verso l'aula del professore Domenico Albertini, sostenuto in quella sua lezione dal futuro professore e molto presto primario del reparto di psichiatria dal timido specializzando Stefano Martini.
Lei entrò in aula, lasciando una scia di profumo e sedendosi tra le prime file.
Gli occhi di Stefano si puntarono immediatamente su di lei. Il battito cardiaco aumentò notevolmente, le mani cominciavano a sudare. Poche volte aveva provato quella sensazione. L'aveva provata con Nicol. Lei doveva essere la donna della sua vita. Stavano insieme da cinque anni. Non era certo un fidanzamento perfetto me si amavano, o almeno lui l'amava veramente. Litigavano come tutte le coppie e facevano pace la sera nel letto, al calduccio. L'amava davvero tanto. Così tanto che decise come tutti di fare il grande passo e sposarsi. Era facile. I genitori concordi, le preparazioni procedevano velocemente. Tutto era perfetto. O almeno così sembrava. Finché Nicol non rivelò a Stefano di aspettare un bambino, era una notizia fantastica , se non per il fatto che quel bambino non era il suo. Lei si era innamorata del migliore amico di Stefano, Carlo. E la loro storia finì con Stefano che annullò le nozze e Nicol che se ne andò a vivere con Carlo e il loro bambino.
Quell'amore così profondo lo aveva ferito. Pensava di non essere in grado di amare nessun'altra donna al di fuori di Nicol, non sapeva quanto si fosse sbagliato.
Quei battiti, quegli scalpitii, quel sudore alle mani. Quelle emozioni che facevano battere forte il cuore tornarono proprio quando lei varcò quella porta per la prima volte, e tutte le altre volte dopo. Angelica Santarelli lo aveva stregato, ammaliato. Gli aveva fatto ritrovare qualcosa che aveva perso da tanto tempo. Erano anni che non assaporava più il dolce gusto dell'amore. Ma con lei tutto era ritornato. Il piccolo problema però è che lei stava per sposarsi. Già Stefano era proprio uno di quei ragazzi che si innamorava spesso della ragazza sbagliata. Un pò troppo spesso.
Angelica seguiva la lezione con grande attenzione ed interesse, quell'interesse che non si nota facilmente negli studenti. Non si accorse però dei grandi occhioni di Stefano fissi su di lei. Era intelligente e ambiziosa ma come si sarebbe comportata di fronte ad un corteggiatore? Come avrebbe reagito? Di certo non era una ragazza facile, era più il tipo che si lasciava conquistare con estrema difficoltà. Giovanni aveva fatto di tutto per lei e per poterla avere tutta per sé. Il loro rapporto infatti cominciò con estrema difficoltà. A lei il bel giovanotto dai capelli castano scuro non interessava affatto. Si potrebbe dire che quasi si odiavano, ma con calma e molta pazienza e con molta gentilezza Giovanni conquistò il cuore della bella Angelica.
Stefano sarebbe riuscito a fare lo stesso?
Forse era solo una cotta e tutto sarebbe andato come da manuale.
Angelica avrebbe sposato Giovanni, e Stefano sarebbe tornato ad insegnare, probabilmente e vrebbè avuto la sua promozione alla fine della specializzazione a primario di psichiatria, e avrebbe ancora cercato la donna giusta.
Intanto Alessandra tornò a casa arrabbiata a causa dei soliti scherzi di Luigi, e un pò delusa, in fondo aveva sperato che forse poteva essere un ragazzo adorabile e perchè no, magari sarebbe stato il ragazzo giusto per lei. Pensava che si era decisamente sbagliata su di lui. Lo riteneva infantile e stupido.
La sera uscì con Olly. Andarono a fare lo stesso giro, passeggiare negli stessi posti e mangiare una pizza alla svelta e sorseggiare lentamente la loro coca cola.
"Penso che sia proprio una bella serata. Ci sono anche le stelle." Disse Olly, guardando il cielo.
"Che novità! Le stelle ci sono tutte le sere solo che non sempre si possono vedere."
"Devo dire che sei molto allegra stasera."
"No dai, solo che sono ancora girata per stamattina. Luigi non la smette mai di fare il bambino."
"Dai era solo una schizzetto con l'acqua."
"Uno schizzetto?!?  A momenti mi faceva la doccia."
"Comprendilo poverino, è solo non ha nessuna che gli faccia le coccole. Forse le cerca da te." Disse Olly facendo la faccia da bambina.
Poco dopo giunse anche Gigi con i suoi amici proprio lì.
"Guarda quello è proprio carino. sembra così dolce."
"Olly no dai quello no. L'amico di Gigi no."
"Ma  è così dolce."
"Da cosa sai che è dolce? Non mi sembra che assomigli ad una caramella."
"Ma io ho tanta voglia di assaggiarla."
"Spero che tu stia parlando della caramella."
"Più o meno!" Rispose con una faccia maliziosa.
Olly andò verso Filippo, lasciando Alessandra da sola.
-Meglio andare prima che arrivi lui.- ma mentre pensava questo era troppo tardi.
"Ciao. Non volevo essere scortese oggi. A volte mi lascio trasportare dai momenti."
"Dagli amici vorrai dire." Alessandra lo guardava strano. Ma era proprio Luigi quello con cui stava parlando? Non riusciva a crederci.
"Dai ti offro qualcosa da bere per farmi perdonare."
La ragazza accetto un pò sospettosa, aspettandosi chissà quale scherzo crudele. Ma niente era tutto tranquillo. Quella serata con lui trascorse tranquilla.
A lei sembrò tutto strano.
-Sembra dottor Jekyll e mr Hyde-  E con questo suo pensiero fisso in testa si concluse, fortunatamente in modo pacifico, quella serata. 


Ciao sono tornata presto con questo nuovo capitolo. Spero che vi piaccia. Mi raccomando fatemelo sapere. A me è piaciuto tanto. L'ho scritto tutto di un fiato. Spero di non avervi deluso.

Ringrazio Alina 95 per il suo commento e spero che ti piaccia questo nuovo capitolo.

Baci a presto!!

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Capitolo 5
*** Un invito indesiderato, e un bacio inaspettato ***


capitolo 5                                                                                                                CAPITOLO 5

Quella notte si svegliò sobbalzando dal letto. Era sudata e il cuore le batteva forte.
- Ma perchè lui si comporta così? Perchè mi fa diventare matta? Perchè mi confonde? Perchè mi illude?- Primo pensiero che ronzava nella mente di Alessandra.
- Cosa è realmente successo ieri sera? Lui è stato così gentile. Ma parliamo della stessa persona?- La confusione era tanta, anzi tantissima. Mille pensieri la stavano avvolgendo, mille incubi la stavano tormentando.
Non riuscì a dormire quella notte. Le ore passavano lente e tormentose.
Lei era sempre stata ragionevole e di certo non si lasciava scoraggiare, ma questo succedeva a scuola. Nella vita setimentale era fragile e vulnerabile. I fidanzati che aveva avuto erano sempre stati più simili ad amici, ma ora era diverso.
-Che provi veramente qualcosa per lui?- Si chiedeva osservando il soffitto.
-Ma cosa vuole lui da me?-
L'unica cosa che sapeva è che ieri sera era stata davvero bene in sua compagnia. Era stata felice e a suo agio.
In un'altra casa poco lontano da lei, lui dormiva beatamente tra il calore delle sue lenzuola, quando la sveglia cominciò a suonare e a diffondere quel suono fastidioso in tutta la stanza.
Luigi si alzò mezzo addormentato mentre suo fratello era già pronto per dirigersi al lavoro.
A scuola la mattinata era sempre la solita. Ma qualcosa cambiò quando sul Nokia di Alessandra arrivò un messaggio, che la incuriosì moltissimo.
-Ti va di uscire stasera? Luigi-
Era strano. Non era lui che la prendeva sempre in giro e la faceva diventare matta con i suoi soliti scherzi? E adesso lui, proprio lui, le chiedeva di uscire.
Un pò sospettosa ma ancora di più incuriosita, decise comunque di accettare il suo invito. Non sapeva cosa aspettarsi però quel messaggio la rese veramente felice. Olly sarebbe andata con lei, invitata anche lei dal dolcissimo Filippo. O almeno lei pensava che fosse dolcissimo come il cioccolato.
"Ma non è che vorrà farmi uno dei suoi soliti scherzi?"
"Ale ma sei fissata però. Non tutti sono così."
"Ma ti assicuro che lui lo è."
la conversazione si concluse con una dolente frecciatina mandata dall'amica.
Il pomeriggio, abbandonati i compiti sulla scrivania, cominciò a provarsi i vestiti per uscire.
Nel frattempo Angelica uscì per dirigersi alla lezione pomeridiana di psicologia, tenuta dal professore Domenico Albertini, accompagnato ovviamente da Stefano Martini.
Angelica non si rese conto del ragazzo, delle attenzioni che quest'ultimo riservava per lei, Fino a quando i loro occhi non si incrociarono. Lui sorrise leggermente, lei ricambiò quella specie di sorriso. A lei sembrò molto più una smorfia. Stefano si accorse di fissarla troppo, di intimidirla così posò lo sguardo altrove.
Ad Angelica non piaceva stare al centro dell'attenzione e quegli sguardi la mettevano molto a disagio.
Finita la lezione, quel momento tanto atteso, la ragazza imboccò l'uscita. Lungo il corridoio andava di corsa, si fermò al suo solito armadietto, quando Stefano si fece coraggio e decise di parlarle.
"Scusami se ti ho messa a disagio prima."
"Oh..figurati. Non mi hai messa in imbarazzo." Angelica era un pò titubante, incredula di quella conversazione.
"Senti vorrei farmi perdonare. Ti andrebbe di bere qualcosa? Offro io ovviamente." Disse Stefano sorridente.
"Sono fidanzata." Disse lei tra la timidezza e la vergogna di quella situazione.
"Oh ma non è un appuntamento. È solo un drinck tra amici, colleghi."
"Ok ma stsera non posso, il mio fidanzato mi aspetta."
"Va bene allora a domani."
"D'accordo, a domani."
Stefano se ne andò. Angelica rimase ancora qualche istante lì. Pensava a quella conversazione, e portandosi le mani alla bocca disse:
"Ma cosa ho fatto?"
"Sto per sposarmi e ora esco con un collega? Un superiore perginta"
Dall'altra parte sua sorella era in dolce compagnia di Luigi Martini. Una serata tranquilla sembrava, la solita passeggiata, la solita bibita, tranne che per quel bacio. Luigi su quel muretto, spronato dal leggero chiarore della luna, dalle dolci risate di Alessandra alle sue sceme battute, le accarezzò leggermente la guancia rossa e infreddolita dalla dolce brezza del vento autunnale. Gli occhi di Alessandra gli sembrarono profondi ed intensi come il mare. Chiuse lentamente gli occhi, si avvicinò a lei delicatamente e sfiorò le sue labbra. La baciò. Un bacio caldo, morbido. Un bacio che durò poco ma intenso, almeno per lui.
Lei rimase immobile, frastornata. Lui l'aveva baciata. L'aveva presa di sorpresa. Non se lo aspettava proprio quel bacio.
"E tu che non ti fidavi. Pensavi che avesse altro in mente." Disse Olly avvicinandosi all'amica.
"Non me lo aspettavo."
"Come è stato?"
"Bello credo."
"Credi?"
"Si è stato bello."
"Domani voglio i particolari." Disse ritornando dal suo caro Filippo.
Quella giornata si concluse così. Un invito indesiderato e un bacio inaspettato.

Salve a tutti i miei lettori.. vi sono mancata?? Non so se vi piacerà questo nuovo capitolo. Non mi convince tantissimo però siete voi che dovete dirmelo. Mi raccomando fatemelo. Baci a tutti.

alina 95: grazie per il tuo commento, sono davvero contenta che ti piaccia questa fanfiction. Fammi sapere cosa ne pensi anche di questo nuovo capitolo. A presto.




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Capitolo 6
*** Spiacevoli equivoci ***


capitolo 6    Salve a tutti miei cari lettori. Devo dedurre dai vostri tantissimi commenti, cioè zero, che non vi sia piaciuto poi così tanto il capitolo precedente. Spero tanto che questo vi piaccia di più. Fatemelo sapere. Un bacione e a presto con il prossimo capitolo ovviamente. :)                                                                                                            

                                                                                                                   
capitolo 6   
Alessandra era tornata a casa ancora frastornata. Si chiuse nella sua stanza. Luci spente. Solo la luce fioca della luna penetrava da una finestra aperta. Il vento muoveva le tendine. E una brezza leggere accarezzava dolcemente il suo corpo.  Alessandra pensò e ripensò a  quel  bacio.  Un  bacio  delicato,  sottile,  quasi impercettibile, ma dotato di una grande intensità.  Non riuscì a ricordare cosa avesse provato realmente in quel istante, passato troppo veloce.  Sicuramente era felice.  Sorrideva, sorrideva nella penombra della stanza era possibile vedere un accenno a quel suo sorriso, labbra vellutate da una delicatezza immensa. Sicuramente era felice.
Ma con lui quella felicità sarebbe durata?
Mentre si poneva questa domanda, alla quale non avrebbe mai potuto rispondere, o per lo meno in quel momento non avrebbe potuto, si addormentò, sperando di incontrarlo il secondo giorno. Ma di certo non sapeva quello che realmente la aspettava. E non sarebbe stato piacevole come quella sera.
Nel frattempo sua sorella, nella stanza affianco, pensava a ciò che era successo quel pomeriggio. Le prese il panico. Era coccolata tra le braccia di Giovanni, che dormiva ignaro di tutto l'accaduto. Lei lo guardava dolcemente, e sorrideva con amore. Lo amava ancora tanto dopo tutti quegli anni passati insieme. Forse troppo. Ed è proprio per questo motivo che si sentiva a disagio ad uscire con un altro uomo.
-Infondo è solo per lavoro e studio, non ci sta provando con me.- Pensava.
Tornato il panico.
-Se ci provasse davvero?-
Giovanni era sempre stato un tipo molto aperto. Si fidava ciecamente di Angelica, sapeva che non lo avrebbe mai tradito. Si amavano da sempre. Dalla prima volta che l'aveva vista sapeva che lei sarebbe stata la donna con cui avrebbe voluto passare il resto della sua vita. Era la donna che aveva da sempre sognato. E tutto il mondo lo sapeva. Lo avevano inciso anche su un lucchetto, lui aveva comprato uno dei più belli che ci potevano essere in commercio. Aveva inciso i loro nomi all'interno di quel lucchetto a forma di cuore. E lo avevano abbandonato lì insieme agli altri sul bellissimo Ponte Milvio. Era uno dei momenti più belli vissuti insieme e sarebbe dovuto arrivarne uno ancora più bello.
Ma l'idea di dover nascondere quella uscita a Giovanni la distruggeva.
"Tesoro sei sveglio?" Lo chiamò scuotendolo dolcemnete, cercando di svegliarlo.
"Mmm.." Mugugnò lui, girandosi dall'altro lato.
Forse questo era uno dei tanti piccoli difettucci di Giovanni. Quando dormiva non c'era verso di farlo svegliare.
"Tesoro volevo solo dirti che domani mi vedo solo per un caffè con un collega diciamo dell'università."
"Cosa?" Si girò verso di lei, aprendo leggermente gli occhi.
"Volevo che lo sapessi. "
"Per me va bene, l'importante che lui non abbia altre intenzioni."
"No, sembra uno bravo. Uno che non ci proverebbe mai con me. Sa che mi devo sposare."
Lui la guardò " So che non mi tradiresti mai. Mi ami troppo." Sorrise. E anche lei sorrise.
"Si. Ti amo troppo."
E così tornarono a dormire. Lei abbracciata a lui. Sicura del loro amore. Sicura soprattutto della sua fiducia. Ora era tranquilla, così calma che si addormento velocmente tra il calore del suo amante.
Il giorno seguente, tra i banchi di scuola e le spiegazioni noiose dei professori, Alessandra parlava con Olly della serata. Di quel bacio inaspettato soprattutto.
"E come bacia?" Questa era la prima domanda che Olly le pose, e dalla sua espressione sembrava essere la domanda fondamentale.
"Bene..credo!" rispose guardando l'amica perplessa. Di certo si aspettava una domanda molto meno particolare.
"E tu cosa hai provato?" La curiosità di Olly cresceva sempre più.
"Non saprei..In quel momento non mi aspettavo nulla..Ma.."
"Ma cosa?"
"Non mi ha nemmeno chiamata oggi. Niente messaggio. Che si sia pentito?"
"No tranquilla! Alcuni sono così. Filippo ad esemprio è..."
Mentre Olly divagava parlando del suo Filippo, Alessandra concentrò la sua attenzione su quella domanda.
-Che si sia pentito?-
Di pomeriggio Angelica uscì per quel famoso drink con Stefano. Doveva essere una cosa motlo formale.
Lo aspettò davanti al bar, dove aveva deciso lui in precedenza.
"Ciao. Scusa se ti ho fatta aspettare."
"Non preoccuparti. Voleviparlarmi di qualcosa?"
A quella sua domanda avrebbe voluto dirle tutto. Tutti i suoi sentimenti nei suoi confronti, ma inghiottì il rospo e lo rimandò giù, nei meandri del suo cuore.
"N-no..cioè volevo dire si. Il professore cerca una persona che gli possa dare una mano. Tu stai per laurearti e pensavo che ti avrebbe fatto bene seguire il professore da vicino. Un tirocinio pagato. Cosa be pensi?"
A quella sua confessione rimase sbalordita. Era un'idea interessante. Avrebbe davvero potuto imparare tantissimo da quella esperienza. Così decise di accettare. Una mossa azzardata. Forse stare troppo vicino a Stefano non avrebbe di certo aiutato il suo rapporto con Giovanni. Ma accettò quella proposta, non pensando alle conseguenze.
Quella stessa sera Alessandra uscì con Olly.
"Dai sorridi un pò. A cosa stai pensando? "
"Mmm..." mugugnò Ale guardando Olly
"Fammi indovinare: Luigi."
"N-no.. Non capisco perchè fa così. Prima mi illude e poi sparisce."
"Non ti preoccupare forse lui si sta ponendo gli stessi problemi."
Ma nemmeno finì di pronunciare quella frase che Alessandra lo vide. Lì al solito posto, seduto su un muretto a sorseggiare la sua coca-cola e ridere e scherzare.
Anche lui la vide.
"Ciao bambolina come stai?"
"Bambolina a me? Ma stai proprio fuori."
"Volete unirvi a noi?" propose Gigi.
Olly era già tra le braccia di Filippo. Impossibile dire di no.
Luigi cominciò a camminare, Alessandra lo seguì.
"Senti per l'altro giorno. Io non volevo. Avevo bevuto qualcosa e forse non avrei dovuto. Era solo un momento."
-Solo un momento? ecco cos'è stato. Praticamente nulla per lui. Io che mi facevo tanti problemi inutili e lui mi prendeva in giro alle spalle.-
-quanto sono cretina.- continuò a pensare.
"Va bene, facciamo finita di niente."
Era arrabbiata. Sconvolta. Voleva solo tornare a casa. Aveva pensato male, lo aveva giudicato male. Lui non era quello che lei credeva che fosse. Era solo un ragazzino con tanta vanità e presunzione. Quel genere di ragazzo dal quale lei aveva sempre cercato di scappare.
"Senti non mi sento tanto bene. Penso che tornerò a casa. Di a Olly che ci sentiamo più tardi magari."
E senza che lui potesse dire niente aveva già imboccato la via di casa.
Alessandra si sentiva ferita. Le sue lacrime dovevano rimanere un segreto.



 

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Capitolo 7
*** Piccoli litigi, dolci messaggi ***


capitolo 7    Salve miei carissimi fan.. Come state? Spero che stiate bene e siate pronti a tuffarvi in un nuovo travolgente capitolo, io in questo capitolo ho provato a dare il meglio di me stessa!!! Fatevi vivi in molti.. Anzi in moltissimi!! A prestissimo.. Un bacio a tutti i miei lettori!                                                                                            


                                                                                         CAPITOLO 7
Dopo poco Angelica aveva cominciato il suo tanto desiderato tirocinio alla facoltà di psicologia, avrebbe imparato i trucchi del mestiere stando accanto ad uno degli insegnanti più importanti in questo ramo, il professor Domenico Albertini. Le cose per lei sembravano procedere abbastanza bene. I preparativi per il matrimonio procedevano a gonfie vele e qualche soldo in più non avrebbe di certo guastato. Giovanni però non era dello stessa avviso. Notava Stefano che le ronzava sempre intorno. Notava il modo in cui la guardava quando si faceva troppo tardi e si offriva garbatamente di riaccompagnarla a casa. Non era mai stato un tipo troppo geloso, ma quella situazione sentiva che gli stava sfuggendo dalle mani. Qualcosa cambiava, e non riusciva a gestirla. Lui si fidava di lei il problema è che non si fidava molto degli altri, soprattutto di Stefano. Le scenate di gelosia continuavano ad aumentare.
"Dove sei stata fino ad ora?" Borbottò lui con aria scontrosa.
"Lo sai dove sono stata, non cominciare a vagare con la fantasia." rispose infastidita da quel suo tono autoritario.
"Ehh ma io lo so. So cosa potrebbe succedere."
"Ma dai. Dici che ti fidi e poi mi parli pure così."
"Quello ti fa la corte e tu nemmeno te ne accorgi."
"Si tratta solo di gentilezza. Mi aiuta nel mio lavoro e quando si fa tardi mi da un passaggio, ma solo perchè è di strada."
"Si un passaggio.. Un passaggio a casa sua."
"Ma che cazzo dici? Hai voglia di litigare? Perchè io no."
"Non stiamo litigando, stiamo solo parlando." disse alzando leggermente la voce. Lei si diresse verso la stanza e la chiuse sbattendo forte la porta. Si sentiva tornare al liceo. Le solite litigate con i genitori che finivano con lo sbattere della porta. L'unico particolare è che adesso lo aveva fatto con quello che doveva essere suo futuro marito.
"Ma che sta succedendo qui." disse la madre di Angelica, Anna, senza avere ovviamente risposta.
"Niente." rispose Giovanni seguendo Angelica nella sua stanza.
"Io lo sapevo che quei due sono troppo giovani per fare il grande passo." Anna sussurrò al proprio marito
"Cara sono solo litigate amorevoli.. come si dice l'amore non è bello se non è litigarello."
"Michele caro se continua così possiamo dire addio al loro matrimonio. Da una parte è pure meglio, lui non merita nostra figlia."
"Per favore nom cominciare." Michele se ne andò lasciando la moglie ai suoi lavori domestici. Forse un pò sconsolata, avrebbe avoluto avere molte volete l'appoggio del marito, ma a volte è stato meglio che non lo abbia avuto.
Anche Alessandra si ritirò a casa subito dopo la sorella. Aveva un'aria triste. un'esperessione malinconica.
"Cosa c'è che non va tesoro della mamma."
Alessandra la guardò pensando
-No ti prego, non ho per niente voglia di parlare mamma.-
E anche lei se ne andò in camera sua, ma al contrario della sorella fece molta attenzione a non sbattere la porta.
Poco dopo erano tutti riuniti a tavola. La cena era pronta. Giovanni guardava dispiaciuto Angelica, mentre lei ricambiava il suo sguardo fulminandolo. Quasi avrebbe voluto lei inveire contro di lui dopo la scenata di gelosia. Ora era lei arrabbiata con lui. Si sentiva mancare quella fiducia che lui le aveva sempre dato, quella fiducia su cui si basava il loro rapporto, ormai da anni.
Alessandra guardava il suo piatto di tortellini in brodo fumanti, pensando
-Anche la sera pasta. Un piatto più leggero no?-
I genitori li guardavano tentando di scoprire qualcosa ma il silenzio divenne insopportabile.
"Come è andata la giornata a scuola?" Chiese Anna alla figlia più piccola.
-No ma perchè dovevi parlare proprio con me. Lo vuoi capire che non è giornata!-
Ma si limitò a rispondere con un semplice "Bene, molto bene." Abbozzò un sorriso appena percettibile.
"Basta allora vuoi parlare con me? Ti ho già chiesto scusa." Disse Giovanni attirando l'attenzione di tutti.
"No per il momento non ho voglia di parlarti."
"Calma ragazzi sembrate essere tornati al liceo." Disse il padre di lei tentando di riportare la tranquillità tra i due.
"Ma allora per quanto riguarda le nozze.." tentò di dire la madre
Angelica la guardò di traverso e finito il suo piatto si alzò in tutta fretta e si chiuse in camera sua.
"Gli ormini, a volte fanno brutti scherzi." cercò di sdramatizzare Giovanni.
Si alzò anche lui e la seguì.
"Tesoro non fare così. Ho sbagliato. Io ti credo." disse lui avvicinandosi a lei Vicino la finestra della loro stranza. Giovanni stava sempre lì. Come se vivessero già insieme. La abbracciò dolcemente.
"Scusami." Le sussurrò lentamente all'orecchio. Poi la baciò. Un bacio dopo l'altro. Morbido, profondo. Un bacio lento, non irruento. Lei si lasciò baciare più volte. Accarezzare dove non è permesso. I loro vestiti leggeri coprirono il freddo del pavimento. La loro passione cresceva lentamente. Lei era in suo potere, completamente coinvolta tra le sue forti braccia. Ormai lo aveva perdonato.
Nel frattempo Alessandra si chise nella sua stanza pronta per andare a dormire. Stanca. Vvvv...Vvvv.. La vibrazione del suo cellulare però impedì il suo dolce sonno.
Messaggio: Buonanotte spero che domani sarà una giornata più bella. Gigi.
-Perchè? Perchè questo messaggio? Cosa vuole torturarmi? Non ci riuscirà mai, se solo ci prova se ne pentirà amaramente.-
-NB: devo uccidere Olly domani per avergli dato il mio numero.-
E tra questi pensieri si riaddormentò.

RISPOSTA ALLE RECENSIONI:

Alina 95: ciao carissima, sono sempre felice di leggere le tue recensioni. Come stai? Spero bene! Sono davvero contenta che ti piaccia la mia storia. E fatti sempre sentire anche per dare suggerimenti e qualunque tipo di giudizio. Un bacione.. Spero di leggere prestissimo un tuo nuovo commento.

Piccola_Stella_Senza_Cielo: Ciao amicona mia.. come va? Sono contentissima che ti piaccia la mia storia..che novità?? Come se non lo sapessi.. Tu leggi sempre le anteprime e i tuo giudizi sono sempre ben accetti. Ma questo lo sai non c'è bisogno di precisare. Mi raccomando fai sempre la brava e continuerai a leggere le mie storie in anteprima...Scherzo!! tvtttb anche io..Un bacione anche a te... A presto!!

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Capitolo 8
*** Tante piccole emozioni ***


capitolo 8    Salve, come state miei cari lettori? Spero molto bene.. Magari potrei farvi stare meglio con questo nuovo capitolo pieno di emozioni? Volete sapere qualcosa in anteprima? Mmm.. cosa posso dirvi.. Vi dico solo che vale la pena leggerlo! Mi raccomando ditemi se vi è piaciuto.. Le recensioni non fanno mai male, anche quelle negative.
Allora a presto con un nuovo capitolo... Baci a tutti!
Le risposte alle recensioni le trovate alla fine del capitolo, se ce ne sono ovviamente!
                                                                                                                               
                                                              
CAPITOLO 8
Quella mattina Angelica si svegliò tardi. Forse per la prima volta in vita sua. Dopo quella notte di passione e di complicità, era crollata. Era stanca e si addormentò. La sveglia non la sentì anche se squillò ininterrottamente. Giovanni si era alza molto prima per dirigersi al lavoro e di certo non poteva svegliarla alle sette, la lezione all'università cominciava solo alle nove.
Angelica si preparò in tutta fretta. Non poteva crederci lei, da sempre considerata miss perfettina, era in ritardo. Non era mai successo in tutta la sua carriera scolastica. Solo con Giovanni faceva sempre tardi, doveva pur farsi desiderare.
Poco dopo era arrivata con mezz'ora di ritardo esatta.
"Ma dove eri finita?" la incitò Stefano a sbrigarsi.
"Tutta colpa della sveglia."
"Mmm..dicono tutte così quando hanno sonno e non vogliono svegliarsi." sorrise, lei lo guardò disbiego.
"Ok stavo scherzando!" ribadì lui.
E da qui si può dire che stava cominciando per lei una giornata normale.
"Ma allora non capisci!" Si voltò Alessandra verso Olly uscite da scuola.
"Cosa non capisco? Tu ti sei innamorata di lui. Questa è la verità."
"Innamorata? Non scherziamo se mai comincio ad odiarlo sul serio. Si comporta come se fosse l'unico sulla faccia della terra."
"Si comporta da amico. E poi lui già ti conosceva."
"Cosa?" Guardò l'amica cercando di capire di cosa stesse realmente parlando.
"Filippo mi ha raccontato che eravate molto amici da piccolini. Andavate insieme alle elementari."
"Non credo se no me ne ricorderei."
"Vabbè comunque si dice che è così. Ma stasera vieni con noi? Dai non lasciarmi sola. Ci saranno anche Giulia ed Erminia. Sono decisamente antipatiche. Ho tanto bisogno della mia Ale."
"Non so magari ci sentiamo dopo."
"Ma dai è sabato e tu ti fai pregare. Manco ci fosse scuola domani."
"Mmmm.."
"Se non vieni porto la tua foto da bambina e la mostro a tutti."
E con un tuffo verso l'amica disse
"Vengo, vengo. Stavo solo mettendo a prova la tua pazienza." Sorrisero entrambe.
Angelica nel frattempo finì la sua lezione alle quattro. Era orgogliosa. Adesso sapeva più cose di un normale studente. Avrebbe superato l'esame della settimana prossima alla grande. Ed era tutto merito di Stefano che le aveva proposto quel famoso tirocinio.
"Allora.. ti posso offrire una tazza di caffè?" Chiese lui arrossendo lievemente.
"Non saprei. Il mio fidanzato non fa altro che fare delle scenate di gelosia. Ed è tutta colpa tua." Scherzò lei.
"Allora posso ritenermi fortunato. Ho ancora un certo fascino con le donne." disse mostrando un'aria fiera.
"Fascino? Ma se sei maldestro peggio di un bambino." scoppiarono a ridere entrambi.
"Allora? quella tazza di caffè posso offrirtela?" Chiese insistendo.
"Va bene. Ma devo essere a casa in orario se no chi lo vuole sentire oggi."
Si fermarono al solito bar.
"due tazze di caffè." ordinò al barista.
Mentre sorseggiava quel suo caffè, lui la guardava. La ammirava. Se avesse saputo i suoi veri sentimenti di certo non si sarebbero trovati in quel luogo insieme.
Tra le varie chiacchere dai caffè si passò ad altro. Un martini. Un cosmopolitan. Accompagnati da qualche cosa veloce da mangiare.
Parlarono della loro vita privata. Lui le parlò di Nicol. Della loro lunga relazione e della loro fine disastrosa. Del bimbo che aspettava dal suo migliore amico. E le raccontò il dolore che aveva provato.
Lei gli raccontò di Giovanni. Del loro grande amore. Gli raccontò del matrimonio e dei diversi contrasti di questo ultimo periodo.
Intanto il tempo passava.
Tornò a casa verso le sette.
"Sai che ore sono?" Fu la prima domanda di Giovanni preoccupato per lei.
"Ti prego non urlare, sono stanca. Voglio solo andare a riposare." Chiese lei
"E no tu adesso mi dici dove sei stata. Non mi prendi in giro così." la rabbia aumentava.
Lei lo gurdò "Ho mal di testa voglio solo riposare un pò."
"T-tu hai bevuto. Ma insomma cosa ti prende? Vuoi mandare all'aria il nostro matrimonio?"
Gridò lui mentre lei si dirigeva verso la camera da letto.
Lui la amava e se si comportava così era solo per amore.
Alessandra invece uscì nel momento stesso che la sorella rientrava. Momenti perfetto, si sarebbe saltata la loro ennesima lite.
Si incontrarono tutti al solito muretto. Lo vide. Il suo cuore cominciò a battere senza sosta, non capiva cosa succedeva ma questo avveniva solo quando c'era lui.
Era affascinante con quei jeans e quella maglietta stretta. Si avvicinò a lui. Lo salutò lentamente e guardandolo negli occhi cominciò a ricordarsi di quel ragazzino piccoletto e fissato con gli ufo e gli extraterresti. Ora anche lei si ricordava di lui.
"Ti piacciono ancora quegli omini verdi?" sorrise
"Cosa?"
"Dai che ti ricordi."
"Si diciamo che mi piacciono ancora. Ma mi piacerebbe vedere te verde. Staresti una favola." Disse ridendo.
Nel frattempo Giulia si avvicinò e lo abbracciò forte a se. Ora si che poteva vederla verde. Verde dall'invidia di quel gesto.
Rimase sconvolta. Avrebbe accettato qualunque tipo di ragazza ma non lei. Lei era il classico tipo modella, capelli di un biondo tinto, occhi chiari, alta. Lei non era così, si potrebbe dire che era esattamente il contrario. Odiava stare lì.
-Come vorrei essere a casa.-
-Come vorrei non aver ascoltato Olly.-
Per tutta la serata di guardò da lontano, mentre Giulia metteva in mostra tutte le sue abilità di seduttrice.
"Che ochetta. Non la sopporto." Sentì una voce alle sue spalle.
"Mimmo giusto?"
"Si, tutto bene."
-Si ricorda il mio nome.-
"Molto bene e tu?"
-Si ricorda il mio nome-
"Anche io."
-Sa chi sono.-
E finì anche quella serata con Olly alle prese con Filippo, Giulia alla prova di seduzione con Luigi, e Mimmo a parlare con Alessandra mentre Erminia faceva compagnia a Giuseppe.
Forse in un'altra dimensione sarebbero potuti essere tutti grandi amici e le cose sarebbero andate molto diversamente.

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Capitolo 9
*** Quei piccoli istanti della vita. ***


capitolo 9    Salve a tutti.. Vi mancavano i mei capitoli vero?? Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia, la lacrimuccia è assicurata!! Spero solo che non rimanete troppo male per come stanno andando le cose.. vi prometto che miglioreranno nei capitoli successivi!! Abbiate solo pazienza e presto succederanno cose belle, ma nn sempre!! Spero che la leggerete in tanti e fatemi sapere cosa ne pensate mi raccomando! Qualunque recensione è ben accetta!! A prestissimo..                                                                                                      


 
                                                                CAPITOLO 9
Le nozze si avvicinavano e tra i due le cose non miglioravano di certo. Angelica chiusa nella sua stanza dopo aver litigato con Giovanni per l'ennesima volta, stringeva a se quel peluche che fin da bambina le aveva fatto tornare il sorriso ma quel giorno era diverso. Quel giorno era veramente triste. Le lacrime scendevano sul suo volto incontrollate. Calde. Ma soprattutto amare.
Ne avevano passate tante, tantissime insieme ma dentro di lei sentiva che qualcosa non andava nel verso giusto. Sentiva che qualcosa si stava sgretolando. Si sentiva colpevole di quella situazione. Avrebbe voluto che le cose fossero andate molto diversamente.
Sapeva che Giovanni era l'uomo della sua vita. L'uomo con cui avrebbe passato i suoi giorni migliori e anche i suoi giorni no.  Avevano superato insieme persino le controversie con i genitori. Infatti inizialmente vedevano Giovanni come un estraneo. Non adatto alla loro bambina, cresciuta troppo in fretta. Ci volle molto tempo e qualche anno perchè realmente accettassero di far entrare nella loro famiglia Giovanni, ma alla fine il loro amore trionfò, come accade di solito nelle favole, e i suoi genitori non potevano far altro che accettare il loro amore e accogliere, con un sorriso forzato sulle labbra, Giovanni nella loro famiglia.
Già ne avevano passate tante. Ma sarebbero riusciti a superare anche quelle difficoltà? Il loro amore sarebbe trionfato anche questa volta?
Nel frattempo che questi pensieri le invadevano la mente, le lacrime cominciarono a scendere ancora più numerose.
"Emm.. é permesso?" Chiese sua sorella preoccupata.
"S-si" rispose asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.
Si avvicinò lentamente, scrutando la sorella. Si sedette accanto a lei.
"Come stai?"
"Sto bene." rispose abbozzando un sorriso.
"Tu non stai bene. Non prendere in giro me, che sono tua sorella e ti conosco più di tutti." disse accarezzando dolcemente i suoi capelli.
"Ale ti prego non complicare le cose." Si girò a guardarla. Le lacrime scendevano come fiumi.
Restarono così per un pò abbracciate. Alessandra avrebbe voluto fare qualcosa di più per la sorella ma ovviamente non poteva.
Giovanni nel frattempo aveva raccolto tutte le sue cose. Erano poche. Due, o forse tre pantaloni, qualche maglietta, il suo asciugamano preferito, i suoi effetti personali, ed era pronto per andarsene. Pronto per tornare a casa sua.
"Bhe io vado. Per quanto riguarda il nostro matrimonio per il momento è rimandato."
Se ne andò senza dire altro, freddo come il ghiaccio. Impassibili di fronte alla reazione della dolce Angelica.
Sola. Completamente sola. Non amava stare da sola, aveva sempre avuto Giovanni accanto a lei a consolarla in ogni difficoltà, ma ora lui non c'era. Non quella volta.
I giorni passavano e il sorriso non tornò su quel suo bel visino. Pallida per il poco cibo mandato giù a forza. Gli occhi puntati a terra come se non avesse voglia di vedere il mondo. Di scoprire se davvero ci fosse qualcosa per cui valeva vivere. O almeno se ci fosse qualcosa per cui valeva vivere un altro giorno.
"Ma cos'hai? Sono giorni che stai così." disse Stefano preoccupato per quel suo comportamento.
"Nulla piccole incomprensioni del cuore."rispose lei cercando di abbozzare un sorriso, ma non fu molto convincente.
"Ma è successo qualcosa con Giovanni?"
"Nozze annullate." una piccola lacrima cominciava a scendere.
"Non volevo ferirti." cercò di calmarla
"No non lo hai fatto." poi di nuovo lo sguardo basso, e via verso quel luogo che sopportava appena in quel periodo, l'università.
Alessandra, quel pomeriggio, un pò nervosa per tutto quello che stava succedendo, decise di uscire per prendere una boccata d'aria e schiarirsi così la mente. Passeggiava avvolta nei suoi pensieri. Pensava a quei messaggi, alla sorella e Giovanni , e non poteva far altro che pensare a lui.
-Lo odio. Lo odio. Lo odio.- continuava a ripetere a se stessa come se dovesse davvero convincersi di questo.
"Alessandra. Ciao!" una voce dietro di lei ruppe il silenzio.
"Emm.. Mimmo ciao!" rispose lei sorpresa di vederlo lì.
"Vedo con piacere che ti ricordi di me." sorrise.
"Bhe non ho ancora bisogno di una cura di fosforo." risero entrambi.
"Ti va se ti faccio un pò compagnia?" proseguì lui.
"Certo. Come mai da queste parti.?"
"Nulla. Passeggiavo. Tu invece?"
"Lo stesso."
Mimmo e Alessandra proseguirono la loro passeggiata, parlando di loro, non nei minimi particolari, ma si cominciarono a conoscere meglio.
Domenico, detto da tutti Mimmo, era un ragazzo diverso dai suoi amici. Era gentile e cordiale. Buono con tutti e Forse troppo sensibile e romantico. Il ragazzo che ogni ragazza sognerebbe, se non fosse per quella sua timidezza che non gli permette di rivelare completamente se stesso.
Fisicamente era un ragazzo normale. Poco più alto di Alessandra, capelli castano chiaro, occhi verdi. Ma il suo cuore era grandissimo. E dopo l'ultima storia finita male pensava di non ritrovare più il vero amore. Quanto si sbagliava.
Mimmo vedeva Alessandra come una semplice amica, aveva scelto lei perchè le sembrava quella più sincera e seria tra Olly, Giulia ed Erminia.
Mentre le loro chiacchierate continuavano allegramente, e Alessandra grazie a lui riuscì a non pensare a Luigi, eccolo lì che spunta di fronte a loro accompagnato da Giulia. I loro sguardi si incrociano. Lei non gli dà molta importanza, ma la reazione di Luigi è molto diversa dalla sua.
Quell'istante sembrava non finire mai.

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Capitolo 10
*** Maledetto orgoglio ***


cap 10    Salve a tutti eccomi tornata con un nuovo capitolo. Spero tanto che vi piaccia, so che forse rimarrete male perchè è un pò triste e vi avevo promesso un pò più di allegria ma vedrete che andando avanti migliorerà. Rimarrete sorpresi. Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate.                                                                                    

                                                                    
CAPITOLO 10
Lui lì immobile di fronte a lei. Guardava lei. Poi guardava lui. Sentiva dentro qualcosa che non provava stando vicino a Giulia. Avrebbe voluto allontanare Mimmo. In quel momento non lo voleva proprio vedere. Era sempre stato uno dei suoi migliori amici ma ora avrebbe voluto fulminarlo. Sentiva dentro di sè il sangue ribollire. Un senso di gelosia che cresceva piano piano. Non lo dava ovviamente a vedere. Non era il caso anche perchè lui era con Giulia e Alessandra doveva essere semplicemente un'amica. Ma quella sensazione non lo abbandonò mai per tutto il tempo che parlò con Ale.
"Ciao. Come mai da queste parti?" chiese Luigi, cercando di rompere quel silenzio snervante.
"Facevamo una passeggiata, anche per conoscerci meglio." rispose Mimmo
-Conoscerci meglio?- una piccola sensazione di rabbia.
"Dai andiamo che siamo già in ritardo ed Erminia ci aspetta." lo strattonò Giulia.
Se ne andarono. Lui salutò Alessandra, poi Mimmo di malavoglia.
"Cosa gli è preso a Luigi, sembrava davvero arrabbiato?"
"No è proprio lui che è fatto male.Quando è nato sarà caduto dal seggiolone e avrà sbattuto la testa da qualche parte. Quindi tranquillo. Siete amici dovresti sapere come è fatto." lo calmò Alessandra, dandogli una leggera pacca sulla spalla.
"Sarà ma non me la racconta giusta." ripetè lui guardando sospettoso Alessandra come se cercasse una risposta.
La loro passeggiata durò per un'altra mezzo'ora al massimo, poi ognuno si rintanò nella propria cameretta.
Quando Alessandra tornò a casa vide sua sorella lì seduta sul divano a guardare uno stupido film strappalacrime. Mangiava quei cioccolatini che le aveva regalato sua nonna il giorno del suo compleanno, vecchi di un anno. Forse non erano tanto buoni. Ma li mangiava. Aveva bisogno di dolci e Giovanni non era lì ad aiutarla in quel enorme momento di debolezza. Ormai se ne era andato, lei però sperava ogni giorno di rivederlo, di risentire quella sua voce ammaliante per telefono. Immersa in quella sua malinconia ripensava al suo matrimonio, a quello che non c'era mai stato. Ripensava alle parole non dette, per timidezza, per paura e a volte per orgoglio. Quel maledetto orgoglio che le aveva impedito quel giorno di fermarlo. Desiderava con tutta se stessa fermarlo, corrergli dietro, dirgli che lo amava, dirgli che non lo avrebbe mai più rivisto. L'orgoglio l'aveva fermata e dove l'aveva portata? Sprofondata su una poltrona a guardare un film che nemmeno seguiva e a ripensare ai bei momenti trascorsi con lui. Già quel maledetto orgoglio.
Di certo le cose per Giovanni non erano migliori. Aveva sempre uno sguardo malinconico. Lei gli mancava davvero tanto. Tornava a casa pensando a lei. Si domandava cosa stesse facendo e cosa pensava. Si chiedeva dov'era. Moriva di gelosia pensando a lui, poi pensando a lei. Quella gelosia che per anni era riuscito a seppellire nei meandi del suo cuore. Una gelosia che mai avrebbe voluto mostrare. Si sentiva fragile e impotente di fronte a quel sentimento e adesso lo era. Forse aveva sbagliato pensava. Non avrebbe dovuto andarsene. Avrebbe dovuto solo darle fiducia. Forse si era lasciato trasportare troppo dalle sue fantasie, dalle sue illusioni.
Poi la rabbia lo invase. Lui non doveva intromettersi. Lei non doveva continuare ad essergli amico. Lei ha sbagliato. Questo continuava a ripetere a se stesso, cercando di convincersi che aveva fatto la cosa giusta. Che lui aveva ragione. Troppo orgoglioso per ammettere che forse non era proprio la soluzione giusta. Già maledetto orgoglio.
Entrambi soffrivano per quello stesso male.
Alessandra Non era di certo felice nel vedere sua sorella stare male, ma in quel momento l'unica cosa che doveva fare è stare con lei senza dire una parola. Angelica aveva solo bisogno di non sentirsi sola in quella difficile situazione. Così entrambe si sedettero sul divano. Guardavano quel film senza seguire veramente la trama.
Mancava qualche minuto alla cena, il cellulare di Angelica cominciò a vibrare. Il cuore batteva.
-Che sia Giovanni!- pensava tra sè e sè.
Ma...Stefano fu il nome che lesse sul display.
Non era decisamente il momento migliore ma decise di rispondere, incitata dalla soella minore.
"Pronto!"
"Ciao felice di sentirmi. Lo so che non è un buon periodo per te ma volevo farti sapere che su di me puoi contare."
"Grazie! Sei davvero gentile." Rispose lei accennando un sorrise.
"Se ti fa piacere possiamo andare a bere qualcosa." chiese lui, continto di una risposta negativa.
"Non so.." cominciò a dire lei.
"Dai su. uscire ti farà bene." la incitò sua sorella che ascoltava la conversazione.
"Ok. Però non facciamo tardi. Domani devo sostenere un esame molto importante." disse lei, cercando di convincersi che fosse una buona idea.
Stefano passò a prenderla prima di cena.
"Dai che uscire con me ti farà bene." la ammonì lui, cercando di cancellare quel piccolo sguardo malinconico dal suo viso.
"Già. Forse hai ragione." lo guardò mostrando un piccolo sorriso. Almeno era già qualcosa, era un inizio.
Il ristorante dove andarono rea uno dei più lussuosi. La musica era lenta e romanticamente coinvolgente. I tavoli ricoperti da una tovaglia color panna e al centro una piccola candela, che brillava di un rosso acceso.
Angelica ricordò immediatamente la prima volta che era uscita con Giovanni. La stessa musica, lo stesso splendore del posto. La stessa intensità della fiamma della candela, o forse più forte, incitata dal loro grande amore. Siguardò intorno. Le veniva quasi da piangere. In quel preciso istante avrebbe voluto scappare, fuggire il più possibile lontano, ma non poteva. Il posto era lo stesso ma il suo accompagnatore diverso.
Inghiotti quel rospo troppo amaro, e proseguì quella serata, mostrandò una faccia allegra che in quella occasione non era di certo la sua.
Diversa proseguiva la serata di Alessandra. Stesso posto di incontro. Stesso muretto e le solite persone.
Quella serata noiosa continuava e Alessandra la lasciava procedere indisturbata. Non aveva voglia di festeggiamenti o di divertimenti. Non le sembrava troppo giusto nei confronti di sua sorella. Pensava ancora a lei. Le dispiaceva per come stava . Avrebbe voluto fare qualcosa ma cosa? Si domandava indisturbata, mentre Olly era alle prese con il suo ragazzo e Gigi invece era alle prese con la bella Giulia.
Ma i suoi pensieri furono ad un tratto interrotti da Mimmo. Il suo nuovo amico.
Iniziarono a parlare di varie cose. Cose normali. Banali addirittura. Ma la loro conversazione irritò Gigi. Giulia continuava a parlare ma lui non faceva altro che guardare lei, cercando di ascoltare la loro conversazione.
"Ehi ma mi stai ascoltando?" domandò Giulia irritata.
"E..e certo che ti sto ascoltando." rispose guardando sempre lei.
E poi accadde l'impensabile.
Mimmo se ne stava andando e salutò Alessandra con un caloroso abbraccio. E proprio ciò fece scattare la scintilla.
"Cosa stai facendo?" gli chiese Luigi tuffandosi su di lui e bloccandolo per un braccio.
"Cosa stai facendo tu invece. Mi stava solo salutando." rispose lei infastidita da quel gesto.
Si sentiva umiliato da quel getso. Non avrebbe dovuto ma così accadde.
Lo lasciò andare e se ne andò verso casa, lasciando Alessandra allibita di fronte a tale gesto.
Poche ore più tardi sdraiato sul suo letto. Troppo scomodo per poter affondare lì la sua testa e non pensare più a quel momento. Le immagini gli ritornavano in mente come i filmati di una vecchia cinepreasa. Uno scatto dopo l'altro. Le sue guance arrosivano dall'imbarazzo. Si sentiva stupido.
-Chissà cosa starà pensando adesso di me?- si domandava e si struggeva alla ricerca di una risposta. Ma le risposte erano tante e lui non poteva conoscere quella giusta.
Alessandra nel frattempo, sdraiata nel suo comodo letto, ripensava con un sorriso a quella serata. Era sorpresa dal suo gesto, affascinata. Si sentiva importante. Lui lo aveva fatto per lei pensava.
-Chissà cosa prova veramente. Chissà perchè.- domande ovvie ma non tanto per lei che solo al pemsiero veniva invasa da dubbi e tentennamenti.
-Chissà perchè.- e pensando ad una probabile risposta si addormentò tra il caldo delle sue coperte.

RISPOSTA ALLE RECENZIONI:
Alina 95: Ciao come stai? Spero bene.. Sono sempre felicissima di leggere le tue recensioni e mi interessano anche i commenti riguardo i personaggi della fanfiction. E voglio svelarti un segreto le cose miglioreranno nei capitoli seguenti ma non dico altro lascio a te il privilegio di scoprire come continua la storia. Spero che ti piaccia anche questo capitolo. Spero di sentirti presto. Un bacio.

Voglio anche ringraziare le persone che hanno messo la mia fanfiction tra le loro prefertite:
alina 95
meryj
Niki_CuLLen
Sycil88
Tanny

Ringrazio anche le persone che l'hanno messa tra le seguite:
crazykika
macoth93
pirilla88


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Capitolo 11
*** Un cosmopolitan di troppo... ***


capitolo 11     Salve a tutti.. Vi sono manacata miei carissimi lettori. Bhe nienete paura perchè è pronto per voi un nuovo capitolo emozionante, imprevedibile e spero solo che non rimarrete delusi. Non so se è proprio quello che vi aspettavate però ho pensato che quest'idea fosse buona. O almeno a me sembrava una buona idea. Voi ditemi cosa ne pensate le mie sono solo idee che vengono scrivendo. Ma non è detto che siano sempre buone. Spero di leggere le vostre recensioni. Dite tutto quello che pensate!! A prestissimo!! Baci...                                                                              

                                                              Capitolo 11

La serata di Angelica era proseguita fino a notte inoltrata. Il cibo del ristorante era delizioso, ma di certo non il suo accompagnatore. Avrebbe voluto un'altra persona accanto a lei. Un uomo che le era stato vicino per moltissimo tempo e di certo non si chiamava Stefano.
La serata proseguì anche dopo quella cena, indimenticabile se fosse stata per un'altra donna, ma lei non voleva pensarci, ormai era fatta. Erano usciti, aveva accettato il suo invito e ormai era tardi per tirarsi indietro. Ma i sensi di colpa non volevano comunque lasciarla andare. Sentiva di aver tradito la persona che amava più di ogni altra cosa al mondo. I rimorsi di quella serata piano piano la avvolgevano.
-Chissà Giovanni cosa potrebbe pensare.-
-Se mi vedesse adesso sarebbe finita per sempre.-
-Se solo non se ne fosse mai andato.-
-Lo sto tradendo senza nemmeno accorgermene.-
-Ma che cosa sto facendo qui?-
Ma ormai era fatta. Non poteva più tornare indietro. E la serata proseguiva.
Stefano si accorse che l'espressione di Angelica cambiò all'improvviso.
-Troppi brutti pensieri.- pensava tra sè e sè.
"Ti porterò in un posto bellissimo. " le disse cercando di cogliere un sorriso, ma non si lasciò scoraggiare dalla sua espressione poco entusiasta.
Le annuì cercando di guardarlo con occhi diversi.
La portò in un bar poco distante da casa sua. Un luogo assai carino, dove si ballava e si cantava al karaoke. Un luogo davvero invitante, dove la gente passava le sue serate divertendosi e cercando di fare colpo su belle ragazze. Era un luogo giovanile e moderno, era diverso dai bar normali, era molto più elegante.
"Francè due cosmopolitan." ordinò Stefano con aria amichevole.
Angelica lo guardò meravigliata, non si aspettava che un tipo perfettino e di classe, almeno così sembrava, potesse conoscere un tipo molto più alla mano e simpatico come un barista.
Dopo i due cosmopolitan, vennero i martini e dopo ancora gin and cola. E mentre il tasso alcolico aumentava Angelica si lasciava trasportare dalla musica, Stefano invece era molto bravo a reggere l'alcol tanto è vero che niente di tutto ciò che aveva bevuto gli fece effetto. La giovane ragazza ormai non era più padrona di se stessa, infatti si esibì in un piccolo numero di karaoke. Stefano tentava di portarla via mentre le urla e i fischi dei ragazzi circostanti aumentavano. Dopo un quarto d'ora Stefano la portò via, e la portò a casa sua cercando di aiutarla a stare meglio e a farle passare la sbornia. Con un panno bianco bagnato di acqua fresca le accarezzò dolcemente il viso. Lei lo guardava senza dire una parola. Lui si perdeva nel suo sguardo. Lei sentiva qulla sensazione di solitudine che non l'aveva abbandonata per tutta la serata andare via. Non era cosciente delle sue azioni ma moriva dal desiderio di abbracciarlo e così fece. Un abbraccio caldo così intenso che lasciò Stefano senza parole. Poi accadde. Un bacio. Veloce, morbido, quasi impercettibile. Poi di nuovo quello sguardo dipinto sul viso di lei. Uno sguardo dolce, da bambina. Poi ancora un altro bacio, e un altro ancora.
Ma Stefano la prese per le braccia. Non le sembrava giusto. Non in quella occasione. Non in quel modo. Sentiva che si stava approfittando di lei. Così innocente e incapace di capire cosa voleva veramente in quel momento.
"Non così." le disse dolcemente Stefano. Ma come se non avesse capito lei continuò a baciarlo dolcemente, ad accarezzare i suoi morbidi capelli. E mentre le ore passavano la passione cresceva tra i due. Baci agitati da parte di lei. Carezze dolci e delicate da parte di lui. Poi un altra volta quel blocco che le impediva di ottenere ciò che desiderava. Lui di nuovo titubante. Di nuovo gli stessi dubbi.
-Non così. Non posso farle una cosa del genere.-
Lei si liberò dalla sua morsa e di nuovo attentava alle sue labbra. I baci aumentavano e lentamente quei dubbi svanivano. Molto lentamente. Lentamente i loro vestiti toccarono il freddo delle mattonelle di quel soggiorno illuminato solo dal chiarore della luna. Le loro mani scivolavano silenziosamente. Lei agitata lo baciava velocemente e intensamente. Lui frenava i suoi desideri, accarezzandola delicatamente. Distesi su quel divano troppo stretto per quel momento di passione. Così procedevano le ore.
Quella serata si rivelò diversa per Alessandra. Una serata che si poteva definire normale, ma l'imbarazzo che vi era tra lei e Gigi era tale da non permettere ai due di parlarsi per l'intera serata.
"Ma insomma perchè non gli parli?" le chiese Olly, cercando di trovare una soluzione a quel piccolo problema.
"Penso che sia un cretino. Aggredire così il suo migliore amico.E poi perchè?"
"Perchè in realtà lui ci tiene a te."
"Ma dai se era così poteva anche dirlo in modo diverso e non comportarsi come una bestia addomesticata."
"Alcuni sono un pò così. Vivono nel branco per questo fanno i selvaggi." disse scherzando.
"Ma sarà. Però oggi deve solo provare a fare quello che ha fatto ieri che gli meno un ceffone." scoppiarono entrambe a ridere.
"Guardala. Ride. Cosa avrà mai da ridere in quel modo. Ride di me." disse Gigi arrossendo dal forte imbarazzo.
"Ti stai complicando la vita. Ride per i fatti suoi." rispose Filippo cercando di tranquilizzare l'amico, senza ovviamente riuscirci.
"Ora chissà cosa starà pensando."
"Cosa vuoi che pensi? Pensa che sei stato grande!" proseguì Giuseppe.
"Si proprio un grande cazzone." lo ammonì Mimmo, arrivando alle sue spalle.
"Ehi..senti io non volevo. Non so cosa mi sia preso ieri." nel frattempo pensava a qualche scusa da rifilare all'amico.
"Io invece credo di saperlo. La gelosia!" disse guardandolo con aria indagatrice.
"Puff..Io..Io geloso. Ma dai non scherziamo!" gli rispose con aria da gradasso. Ma nel frattempo i suoi occhioni si puntarono su di lei. Ci pensò per un istante.
-Che avesse ragione? Sono geloso?- pensava. Poi di nuovo a guardare l'amico.
-Cosa pensare?-

RISPOSTA ALLE RECENSIONI:
Alina95: Ciaooooo carissima. Ogni volta che vado a vedere il sito non vedo l'ora di leggere le tue recensioni. So che non è proprio quello che ti aspettavi in questo capitolo ma andando avanti capirai di più perchè è successo questo. Riuscirai a capire meglio l'intrigo che ci sarà fra qualche capitolo. E comunque hai ragione la gelosia non va mai nascosta e lo capirà anche Giovanni. Fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo anche se posso intuirlo.. L'odio per Stefano aumenterà sempre più! Scherzo! A prestissimo.. Un bacio.

Ovviamente ringrazio tutte le persone che seguono la mia fanfiction e le persone che l'hanno messa tra le loro preferite.
A prestissimo...

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Capitolo 12
*** Un brusco risveglio ***


capitolo 12       Salve miei amatissimi lettori. Vi sono mancata. Spero di si perchè questo capitolo forse vi piacerà di più. Forse non è ciò che vi aspettavate. Forse è meglio. O forse no. Sta a voi decidere. A me sinceramente piace più degli altri. Ma mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate voi. Lasciate molte recensioni con suggerimenti o anche semplicemente con un vostro piccolo pensiero. E io risponderò a tutti voi.                                                                   

                                                                                  Capitolo 12

La mattina seguente giunse presto. Stefano e Angelica dormivano sotto una calda coperta sul divano. Luigi Intanto sgranocchiava la sua mela mentre guardava suo fratello. Il suo sguardo era impassibile, per niente curiosa. Li guardava senza fare rumore. Ma la sua presenza provocò il dolce risveglio dei due amanti.
"Ehh.." annuì Stefano guardando suo fratello. "Cosa ci fai qui? Non dovevi dormire a casa di amici?" disse tutto di un sol fiato.
"E dove sta scritto?" gli rispose tranquillamente
"Ma tu dormi sempre a casa dei tuoi amici. E oggi ti è venuta la brilante idea di dormire a casa tua?"
"Appunto questa è anche casa mia."
"Ma se non ci sei mai."
"Ho cambiato idea e volevo rimanere nel mio letto. Mi mancava il mio peluche," rispose ridacchiando tra sè e sè.
La loro conversazione proseguiva mentre Angelica era ancora un pò stordita dalla serata precedente. Si guardava intorno cercando di mettere a fuoco tutta la situazione. Un pò imbarazzata dalla presenza di Luigi. Continuava a guardarsi intorno. Quella non era decisamente casa sua. Ma il suo sguardo si fermò su una cosa. Abbandonata a terra sul freddo del pavimento. Sgranò gli occhi. Le prese il panico.
Nel frattempo Luigi se ne andò.
"Mi raccomando non giocate troppo voi due. Non sono adatto a fare lo zio io." e se ne andò sorridendo.
"Ma che cosa è successo?" disse frastornata mentre raccoglieva i suoi vestiti da terra.
"Bhè è proprio quello che sembra. Tu non ti staccavi. Non ne volevi proprio sapere." rispose lui un pò tremolante.
"Avresti dovuto accompagnarmi a casa. Non avresti dovuto farlo." Ecco di nuovo il panico.
-Giovanni non deve saperlo.- panico, sempre maggiore.
Il cuore le batteva a mille.
-Non doveva succedere- pensava.
"Scusami. Ora ti accompagno a casa." disse Stefano cercando di calmarla, anche solo un pochino.
"NO. Tu hai già fatto troppo. Devo andare." disse infilandosi la scarpa e dirigendosi verso la porta.
"Aspetta!" le urlò lui da dietro ma era troppo tradi oramai era andata.
Angelica aprì la porta di casa. Si trovò tutti con gli occhi puntati su di lei. Tutti curosi che volevano sapere.
"Ciao bambina mia. Dove sei stata? Cosa hai combinato?" disse sua madre, la più curiosa di tutte. Non per niente era il capo del club del libro e di giardinaggio. Luighi ideali per amiche pettegole.
"Ma lasciala in pace." proseguì suo padre, sorseggiando una tazza di caffè bollente.
Angelica non rispose, abbozzò un lieve sorriso e di corsa in camere sua.
"Allora come è andata la serata?" chiese Alessandra seduta sul letto della sorella.
"Dovrei ucciderti per avermi convinta ad accettare quel maledetto invito." disse Angelica guardando la sorella in cagnesco.
"Dai non può essere andata così male."
"Tu non sai di cosa parli. Sei ancora piccola per capirle certe cose."
"Non così piccola. Ma almeno dalla tua risposta ho capito cosa è successo."
"Già l'imperdonabile." disse ancora turbata.
"Comunque ha chiamato Giovanni questa mattina. Gli ho detto che eri uscita presto. Ora vado a scuola. A dopo."
"Si a dopo sorellina. Così avrò il tempo per pensare a come ucciderti." disse guardandola andar via.
Stefano nel frattempo stava facendo una doccia fredda prima di recarsi all'università. Avrebbe fatto tardi ma non gli importava. ciò che gli importava veramente era lei. La sua coscienza si faceva sentire.
-Lo sapevo che non avrei dovuto. Io lo sapevo.- continuava a ripetere a se stesso.
-Ora ho rovinato tutto. Chissà se vorrà ancora parlare con me.-
Si sentiva perso. Non doveva andare così ma ormai era fatta e non poteva tornare indietro.
Giunse all'università con aria depressa.
"Lei è in ritardo signor Martini."
Sentì una voce alle sue spalle. si voltò.
"Oh mi scusi dottor Albertini. Non succederà più." e si avviò verso quel grande e grigio edificio. Troppo triste per una giornata piovosa di Novembre.
mentre procedeva indisturbato e completamente solo lungo quel corridoio, la vide. Lei lo guardò, rimasero per qualche secondo immobili. I loro sguardi si incrociarono. Poi lei chiuse il suo armadietto, si girò e se ne andò di corsa verso la sua aula. La 117. Lui rimase ancora qualche secondo là. Impalato a guardae lei mentre spariva lentamente in quella piccola aula, molto lontana dalla sua.
Anche le giornate di Giovanni non erano di certo delle migliori. La sua casa era vuota e la solitudine si faceva sentire. Lei gli mancava. Gli mancava da morire. Continuava a pensare a lei. Alle belle serate trascorse in compagnia di amici. I lunghi pomeriggi distesi sul divano a guardare un film mentre lui si perdeva nei suoi occhi. Grandi e splendenti. Non voleva rinunciare a lei. Non lo avrebbe permesso e solo dopo tutto questo tempo lo aveva capito. Lei ormai faceva parte di lui e lui di lei. Erano una cosa sola. Lui l'amava come mai in vita sua. Ecco il perchè di quella telefonata mattutina, andata male perchè lei non c'era.
Ma quel pomeriggio sarebbe ritornato. Si questa volta intendeva restare per sempre.
Alessandra invece quella mattina si ritrovò a dover gestire i soliti picci di Luigi.
"Mai che io possa passare una ricreazione tranquilla a causa tua." inveì contro di lui.
"A causa mia? Se non sbaglio sei tu che ceri problemi."
"ma di che problemi parli? Stai farneticando.Ti arrampichi sugli specchi cercando una scusa. Ma insomma che cosa vuoi?"
"Voglio solo salvarti da una grossa delusione. Lui non è adatto a te."
" E a te cosa importa. Chi sarebbe adatto a me? Tu? Ma non farmi ridere."
"Lui è mio amico e diciamo anche tu se poi succede che vi lasciate come dovremo fare? Il gruppo si scioglierà e tutti per i fatti nostri."
"Ma cosa cavolo stai dicendo? Questi sono solo picci di sonno. Hai dormito male stanotte?"
"Con te non si può parlare. Sei troppo cocciuta."
"E tu sei ancora un bambino. Ma cresci un pò. Se hai qualcosa da dire dilla, non girarci troppo intorno."
E mentre lui cercava una risposta a quella domanda, suonò la campanella tanto attesa da Alessandra solo per porre fine a quella lite.
-Mi sono innamorato di te- pensava
-Cavolo dai diglielo prima che se ne va-
-Diglielo. Diglielo. Diglielo.-
-Dai che ce la puoi fare.-
Ma niente. Dalla sua bocca non uscirono parole. Solo un sospiro, mentre lei si allontanava lentamente verso la sua meta.

RISPOSTA ALLE RECENSIONI:
Alina95: Ciaooo. Lo sai aspettavo proprio il tuo commento. Dai non essere triste solo perchè è successo una volta non significa che succederà ancora. Questo capitolo forse ti tirerà un pò su di morale.. Spero che ti piaccia di più del capitolo precedente. Migliorerà sempre più. A prestissimo. Un bacio. tvb!

Ringrazio anche le persone che hanno messo la mia ff tra le preferite e tra le loro seguite.

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Capitolo 13
*** Una domenica tranquilla ***


capitolo 13   Per tutte le ragazze che sognano sempre il lieto fine, proprio come me, questo capitolo vi piacerà o almeno io lo spero. A me piace. Soprattutto la parte di Angelica vi farà pensare che a volte non è mai troppo tardi per tornare indietro se c'è il vero amore. Bhè ora non dico più niente vi lascio alla lettura di questo capitolo. A prestissimo miei carissimi lettori. Risposta alle recensioni a fine capitolo.                                                                           

                                                                               
Capitolo 13

-Cavolo sono rimasto lì impalato a guardarla andare via. Andava via da me e io non gliel'ho detto.- pensava Luigi tirando un pugno contro il muro freddo e solido. Era così forte che si fece addirittura male.
-Sono proprio uno stupido.-
-Lei a quest'ora sarà già nelle braccia di lui.-
-Stupido. Stupido. Stupido.- e mentre inveiva contro di lui, la rabbia saliva. Rabbia per non essere riuscito a pronunciare quelle semplici parole. Rabbia pensando a lei e Mimmo insieme. Rabbia. Semplicemente tanta rabbia.
Le sue supposizioni probabilmente non erano così sbagliate, infatti quello stesso pomeriggi di un giorno di Novembre ormai inoltrato, mese che volgeva lentamente al termine, giunse sul suo telefonino un messaggio che la incuriosì moltissimo.
-Ciao sono Mimmo hai da fare? Ti va di fare una passeggiata?-
Le sembrava un messaggio piuttosto innocente, perciò accettò il suo invito. In fondo perchè non avrebbe dovuto farlo?
Mimmo le diede appuntamento non molto distante da casa di lei. Gli sembrava troppo monotono incontrarsi al solito muretto, ormai non andava più di moda. Forse si sentiva cresciuto per continuare a ronzare intorno al solito posto.
Lui si preparò mezz'ora prima del messaggio. Non sapeva se avrebbe risposto ma almeno era pronto. Non era mai stato così agitato nemmeno durante quelle settimane dei compiti in classe in cui lo stress aumenta e l'agitazione ti soffoca.
Ora invece era agitato. Non che non fosse mai uscito con una ragazza, ma riteneva Alessandra diversa dalle altre. Forse, pur non esagerando, la riteneva speciale. Lo aveva attirato con la sua parlantina e il loro reciproco odio per Giulia.
Si era messo un jeans stretto e una camicia viola con le scritte su un lato. I capelli sistemati, senza gel era uno dei materiali commerciali che detestava. Un spruzzo del CK che aveva rubato a suo fratello senza farsi accorgere. Si sentiva pronto. Si sentiva, almeno quella volta, all'altezza di affrontare un pomeriggio in sua compagnia. Certo l'aveva sempre ritenuta un'amica, ma adesso stava forse cambiando qualcosa. Forse la gelosia di Luigi lo aveva spinto a provarci con lei, forse quella gelosia l'aveva resa ai suoi occhi più interessante di quanto in realtà non fosse.
Alessandra era ovviamente all'oscuro dei pensieri di Mimmo e non le sembrò strano quel messaggio e nemmeno accettare quell'invito. Preso forse troppo alla leggera. Forse avrebbe dovuto pensare di più prima di accettare.
Lei si preparò indisturbata da ogni problema. Non lo riteneva un appuntamento vero e proprio ma solo un'uscita tra buoni amici. Si mise la prima cosa che le passò tra le mani. La sua T-shirt bianca con il collo a V , e un pantalone jeans che aveva ritrovato dopo tanto in fondo al suo armadio. Lo aveva cercato per settimane, scocciata si arrese.
"Ecco dov'eri finito, Ed io che mi uccidevo a cercarti per casa." disse con un sorriso irritato. "Proprio lì dovevi andarti a ficcare?" Si mise il primo profumo che trovò tra i tanti di sua sorella in bagno, probabilmente era solo deodorante ma non ci fece caso. Non le importava molto.
Lui dopo pochi minuti la vide arrivare. Il cuore cominciò a battergli. Non lo aveva mai fatto in sua presenza ma quella volta sembrò come una scossa che lo aveva risvegliato dopo un lungo sonno.
Le sembrò bellissima. Non che non lo fosse ma non ci aveva mai fatto troppo caso.
"Ciao. Stai proprio bene." disse lui sorridendo e diventando allo stesso tempo rosso sulle sue guanciotte.
"Grazie. Ma è solo quello che ho trovato per casa."
"Sono davvero felice che hai accettato il mio invito. La domenica non c'è mai nessuno con cui passare il tempo."
"Vale anche per me."
-Ma che cosa sto dicendo?-
-Adesso penserà che lei è solo un passatempo.-
-Quanto sono scemo.- pensava il giovane tra sè e sè.
-Cavolo le parole non mi sono mai mancate ma adesso è tutto così strano.-
"Allora vediamo dove andare? Magari possiamo andare a salutare Olly. Che ne dici?" fece Alessandra cercando di riempire quel pomeriggio.
-No Olly no. Io voglio passare il pomeriggio solo con te.-
"Certo perchè no!" rispose mostrano il sorriso migliore che aveva. A quanto pare era un ottimo attore, Alessandra non si accorse di quel sorriso così finto che chiunque lo avrebbe notato.
Quel pomeriggio proseguì molto tranquillo per Alessandra. Ma di certo non si rivelò tale per sua sorella.
Angelica la mattina la passò studiando, da lì a pochi giorni di distanza avrebbe dovuto sostenere uno degli esami più difficili, quello di psicologia. Non perchè l'esame fosse impossibile o perchè il professore Albertini lo rendesse tale ma perchè avrebbe dovuto stare nella stessa aula con Stefano.
Il pomeriggio invece si rivelò molto diverso. Era sola a casa davanti la tv. Sua madre aveva obbligato suo padre ad accompagnarla a casa di sua madre. Lui non aveva mai amato tantissimo la suocera, poichè proprio lei si era sempre messa in mezzo alla loro relazione, al loro matrimonio e non lo riteneva all'altezza di sua figlia. La riteneva una vecchiaccia acida e insensibile.
Angelica nella solitudine di quella casa guardava la tv e sorseggiava una fumante tazza di tè. Ora era più tranquilla, ma quella serata ancora non riusciva a mandarla giù. Le tornavano in mente i flashback di quella notte. Le ritornava la tachicardia solo al pensiero. Era sempre stata una ragazza che si agitava subito per qualunque cosa.
Ad un tratto il campanello cominciò a suonare.
-Che pizza mai una domenica in pace. Massì Alessandra ha le chiavi e mamma e papà non torneranno prima di domani pomeriggio.-
Continuò ad accucciarsi ancora di più sul divano.
Ma il campanello non la smetteva di suonare. Suonava in continuazione.
-Che pizza mai una domenica tranquilla in questa casa.-
Aprì la porta e nello stesso istante sgranò gli occhi. Lui era davanti a lei. Le veniva da piangere. Giovanni la abbracciò forte mentre la porta dietro di loro si chiudeva lentamente.
"Mi sei mancata tantissimo tesoro mio." disse stringendola ancora più forte a sè.
"Anche tu." a quelle parole le lacrime cominciavano a scendere come fiumi in piena.
"Non ti lascerò mai più. Non ti lascerò mai più da sola."
Entrambi rimasero abbracciati ancora per un pò e dopo davanti alla tv con due tazze di tè bollente si raccontarono cosa era avvenuto nella loro vita in quell'ultimo periodo. Omettendo qualche cosa. Evitando di dire le cose che potrebbero fare veramente male.

RISPOSTA ALLE RECENSIONI:
Alina95:
Ciao sai ti aspettavo. Mi fa sempre piacere leggere le tue recensioni. Ti sembrerà strano ma sei una delle mie lettrici a cui mi sono affezionata, vado sempre alla ricerca delle tue recensioni. Comunque sono veramente contenta che ti piacciano le mie storie.  Per quanto riguarda i contatti msn perchè no.. Dammi il tuo contatto e ti aggiungo subito su msn.

Ringrazio anche le persone che hanno messo la mia storia tra i preferiti e tra le seguite.
A prestissimo...

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Capitolo 14
*** Il mostro con gli occhiali ***


capitolo 14  Salveeee a tutti voi miei amatissimi lettori? Allora vi è piaciuto il capitolo precedente? Spero di si... E spero tanto che questo capitolo vi piaccia molto di più. Ci saranno tante sorprese inaspettate. Spero di essere riuscita a sorprendervi!                                                                                            

                                                                   Capitolo 14

A volte le cose cambiano senza nemmeno rendercene conto, proprio come la storia tra Giovanni e Angelica. L'unico problema è che a volte le cose celate vengono a galla e si rischia di perdere il controllo della situazione.
I raggi del sole erano molto forti in quella mattina di fine Novembre. Mancava giusto qualche giorno e tutti avrebbero dovuto girare le pagine del loro calendario. Angelica riscaldata dalle coperte del suo letto e molto più dalla forte stratta di Giovanni. Aprì lentamente gli occhi mentre i raggi illuminavano dolcemente la sua stanza. Si girò verso di lui. Sorrideva allegramente mentre accarezzava dolcemente i suoi capelli. Non riusciva a smettere di guardarlo. Lo amava veramente tanto ma in cuor suo anche se non voleva ammetterlo, sapeva che un giorno glielo avrebbe dovuto dire.
Ma da dove cominciare. Quali erano le parole giuste per non farlo soffrire ancora. Forse era meglio tacere e aspettare ciò che verrà. Tutti questi pensieri affollavano la sua mente.
"Buongiorno amore."ai udì una voce assonnata accanto a lei.
"Buongiorno." rispose di conseguenza e guardandolo sorrideva. Gli sfiorò leggermente le labbra, dandogli un bacio morbido e impercettibile. Era ancora presto per alzarsi. Forse troppo. Anche Alessandra dormiva ancora nel suo letto indisturbata e speranzosa che quella mattina la sveglia non l'avrebbe disturbata.
La tranquillità regnava in quella casa e la calma era diffusa ovunque, ma ancora per poco.
La porta si spalancò. Un rumore immenso animò tutta la casa. Angelica sobbalzò dal suo letto. Insieme a Giovanni andarono a guardare chi fosse arrivato. Come se non lo sapesse.
"Tua madre è impossibile. è una vecchiaccia antipatica. Anche dopo anni di matrimonio sostiene che non sono adatto a te."
"Zitto devi stare. Se tu facessi meno il deficienete forse lei cambierebbe opinione."
"Io deficiente ma tu guarda. Vecchia bisbetica, dovrebbe essere rinchiusa in manicomio."
"Qualcuno sta parlando di me?" disse la povera vecchietta sedendosi in cucina su una sedia.
"Bravo potevi parlare a voce più alta? In Nuova Zelanda ancora non ti hanno sentito." disse sua moglie ammiccandolo.
"Ma non doveva essere sorda? Ora ci sente pure?"
"Sento le tante cavolate che dici. Ma io non metterò in pericolo la vita di mia figlia nelle mani di uno squilibrato. E no no... non ti libererai di me così facilmente come l'ultima volta."
"E come potrei? Mi servirebbe un carroattrezzi."
Così cominciava la mattinata in casa Santarelli. Angelica felice andò a salutare la nonna, appena arrivata.
"Nonna ma che bella sorpresa. Cosa ci fai qui?"
" La nonna si sentiva tanto sola in quella casa vuota così verrà a stare per un pò da noi."
"Sola? Ma non era un topo quello che avevo visto passare in corridoio?" disse Michele ironizzando.
Ma la sua battuta ovviamente non provocò il riso delle tre donne che lo guardavano disbiego.
Da sempre Michele non aveva mai sopportato la suocere. Anche lei non aveva mai dato segno di voler stringere un vero e proprio legame con lui. Di solito la situazione è diversa è la nuora che non va mai d'accordo con la suocera ma le cosa a volte sono diverse.
Dopo circa una mezz'oretta anche Alessandra era sveglia. L'ultima volta che aveva visto la nonna era molto piccolina.
"Nonna" la riconobbe subilto. "Che piacere vederti come stai?" sua nonna le aveva stampato un grosso bacione sulla guancia. A momenti gliela staccava. Infatti Alessandra si strofinò dolorante il faccino, diventato rossastro.
"Hai visto ti ho portato a casa il mostro con gli occhiali." disse suo padre sottovoce.
Alessandra adorava suo padre. Lo adorava per il suo senso dell'umorismo e per la sua spiccata capacità di adattamento in ogni situazione. Lei non gli assomigliava per niente. Non sapeva mai come adattarsi ad una situazione se si trovava da sola, non era brava con le battutine e tanto meno simpaticissima come il suo papà.
Ma si volevano veramente bene.
A mattinata inoltrata Angelica si avviò a seguire i suoi soliti corsi con la speranza che lui non la vedesse o che non ci fosse.
"Ciao." disse una voce dietro di lei, spaventandola.
"Aahh." emise un piccolo urlo voltandosi di scatto.
lui era lì. Proprio dietro di lei.
"Non volevo spaventarti. Solo mi mancava la tua compagnia e non capisco perchè mi eviti." disse tutto d'un fiato, arrossendo improvvisamente.
"È tutto così complicato. Non peggiorare la situazione." disse lei abbassando lo sguardo.
"Perchè è complicato? Solo per quella notte? Non sapevi nemmeno cosa stava succedendo. Non puoi punirmi per così poco."
"Lui è ritornato ed è lui che voglio. Tu stanne fuori."
Una grande fitta al cuore.
"Ma anche tu provi qualcosa se no non lo avresti fatto."
"No non è così.
È stato uno sbaglio. Un terribile sbaglio." continuò lei alzando la voce
Altra fitta, ancora più forte.
" Non voglio rovinare tutto una seconda volta." se ne andò lasciandolo lì a guardarla andare via.
-Non ti libererai di me così facilmente.- disse lui sentendosi enormemente ferito per la seconda volta nella sua vita.
-Non ti libererai di me.- ripetè un'altra volta, mentre la rabbia cresceva.
La mattinata di Alessandra si rivelò molto diversa da quella di sua sorella.
Alessandra aspettava fuori dal cancello come ogni mattina il suono della campanella, quando arrivò Mimmo. Il suo arrivo provocò la gelosia di Gigi. Non lo sopportava più. Stava decisamente impazzendo.
"Ciao cara. " La salutò lui con un sonoro bacio sulla guancia.
-Cara, ma che diavolo sta facendo. Questo le vuole prendere di santa ragione oggi.- pensò Luigi guardandolo veramente male.
Dopo i diversi pettegolezzi sui professori e sui vari compagni di calle entrarono insieme in aula.
La mattinata era volata e per Alessandra non era di certo stata una delle migliori poichè la sua interrogazione di latino non era stata poi così brillante. Eppure aveva studiato.
Il pomeriggio si incontrarono al solito punto d'incontro. Ma qualcosa era diverso. Infatti Alessandra si lasciò trasportare dalle mille chiacchere e domande di Mimmo. Stavano scherzando, parlando, ridendo.
Alla fine decisero di andarsene per i fatti loro da un'altra parte. Quel loro gesto fece esplodere Luigi.
"Non puoi andartene." urlò con tutta la voce che aveva in corpo.
Alessandra si voltò verso di lui. Lo guardava sorpresa.
"Non puoi andartene. Se te ne vai mi fai solo del male." riuscì a dire.
Le sue parole provocarono l'attenzione del gruppo. Giulia stava impazzendo. Si domandava il perchè di tale gesto. Non poteva permettere che accadesse tutto ciò.
"Io...Io..." continuò a dire con un filo di voce.
Alessandra si avvicinò di più a lui. "Io che cosa?"
"Io mi sono innamorato di te." disse quasi sotto voce.
Le continuò a guardarlo. Lo fissò per qualche secondo.
Decisamente non se lo aspettava. Non in quella situazione per lo meno.

RISPOSTA ALLE RECENSIONI:
Alina 95: Ciaooo ecco vedi ti avevo già anticipato che qualcosa sarebbe migliorata e non credo di aver deluso le tue aspettative. Dimmi cosa ne pensi di questo capitolo. Io penso che ti piacerà o almeno lo spero. Comunque ti ho aggiunta tra i miei contatti su msn. Ora aspetto la tua risposta. Ci sentiamo prestissimo. Tvb.. un bacione.

Ringarzio le persone che l'hanno messa tra le loro preferite e le tra le seguite. In quest'ultima categoria  voglio ringraziare polpettina90, una mia nuova fan credo... spero che anche tu continuerai a seguirmi!!
Un bacio a prestissimo...


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Capitolo 15
*** Le verità del cuore ***


capitolo 15 Salve a tutte le mie carissime lettrici. Dove proprio farmi perdonare. Non era mia intenzione farvi aspettare fino ad ora per leggere questo capitolo. Spero solo che vi piaccia. Fatemelo sapere al più presto. Ciao a tutteeeeee!! Baciii..                                                                                       

                                                                    
  Capitolo 15

-Sono un vero idiota.- continuava a ripetere a se stesso mentre i flashback di quella serata gli ritornavano velocemente in mente. Rivedeva il suo sorriso, i suoi occhi grandi, che lo guardavano senza parole ma lui riusciva a leggerlo. Certo che ci riusciva, e anche troppo bene.
Lei rimase senza parole, l'aveva presa alla sprovvista. Di solito le parole non le mancavano, ma quella volta non sapeva come reagire, non sapeva da dove cominciare. Era arrabbiata per come l'aveva trattata in questo periodo, aveva sempre assunto quell'aria da superiore, e da gradasso, ma adesso di fronte a lei era fragile e senza quella forza dietro alla quale ripararsi. Ma allo stesso tempo era affascinata da quelle sue parole. Non l'avrebbe mai pensato. Non lui. Non Luigi. Lei continuava a guardarlo cercando di capire se erano parole vere, ma i suoi occhi erano più veri che mai e lei lo aveva notato.
Quei pochi attimi di silenzio e di curiosità furono interrotti da Giulia, che saltò praticamente tra le braccia di Luigi, cercando di riportarlo in sè e ricordargli che era lei la ragazza giusta per lui. Giulia non avrebbe rinunciato a lui per nessun motivo al mondo.
"Ma insomma cosa ti prende. Hai me perchè lei?" disse con parole di superiorità. Da sempre si era sentita superiore agli altri. Secondo lei era la migliore, gli altri non erano che nullità al suo passaggio. Quanto si sbagliava povera Giulia.
Alessandra guardava Giulia. - Poverina deve essere proprio disperata.- pensava tra sè e sè.
"Non è te che voglio." ripeteva Luigi instancabilmente, allontanando Giulia legata al suo braccio. "È lei quella che voglio."
Anche Mimmo si sentì spiazzato.
-Cavolo proprio ora che mi cominciava a piacere.- pensava mentre la guardava andare via da lui.
Ora si sentiva debole, era tornato il ragazzino di prima. Quello timido, che con le ragazze non ci sa proprio fare.
"Quanto soffrirò accanto a te?" domandò lei cercando una risposta sincera.
"Non ti farò del male. Non è questo il mio scopo." la guardava avvicinandosi a lei.
"Ho sofferto tanto per amore. Questa volta non voglio stare male. Non per causa tua." le lacrime cominciavano a scendere lentamente, calde come non mai. Lacrime di felicità molto probabilmente.
"Non ti farò soffrire. Tu hai tutto il mio cuore." disse stringendola forte.
"È tuo da sempre." parole calde che finirono con un bacio. Un bacio morbido e pieno di amore.
Lei provò una sensazione mai provata prima. Provò quell'amore che pensava, ma non lo aveva mai conosciuto veramente. Ma poi alla sua età gli amori vanno e vengono, a volte, il più raro degli eventi, ritornano.
Dopo quel bacio si sciolse dalle sue braccia e scappò verso casa.
-Che idiota.- pensava
-L'ho fatta scappare.-
-Perchè se ne è andata?-
Ma forse doveva andare così. La sua espressione migliorò dopo quel tanto sperato messaggio.
Invece per Angelica i messaggi sul telefonino stavano diventando una vera persecuzione. la sua rubrica veniva riempita ogni giorno dai suoi soliti messaggi senza risposta. Si sentiva seguita, tenuta d'occhio. Semtiva che ogni suo movimento, anche quello più piccolo e innocente, era osservato. Si sentiva come un topo in gabbia. Quiei piccoli topi da laboratorio. Non voleva parlare di questo fatto con Giovanni. Aveva paura della sua reazione.
-Chissà cosa dirà? Come la prenderà?-
Lei lo amava e temeva di rovinare tutto parlandogli di quei messaggi. Parlandogli di quella notte. Se doveva parlare di quella storia alla fine sarebbe venuta a galla anche quella piccola avventura. Non voleva fargli del male. Non di nuovo. E lei non voleva soffrire di nuovo per una sua eventuale partenza.
"Amore pensavo che potremo scegliere la data delle nozze per la seconda volta." disse lui guardandola felice e misterioso.
"Come?" chiese lei distogliendo lo sguardo dal telefonino.
"Ma mi ascolti?"
"Certo caro. Stavo solo liminando qualche messaggio di troppo."
"Che ne dici se andiamo a prenotare il ristorante? Non vedo l'ora che tu diventi mia per sempre."
"Ma io sono già tua. E sarà per sempre." disse lei abbracciandolo forte. Più forte che poteva.
"Lo so ma voglio fare tutto alla svelta. Questo matrimonio avrebbe già dovuto essere fatto."
"Carto ora dai la colpa a me." Si guardarono dolcemente mentre scoppiarono in una fragorosa risata.
Nel frattempo da corridoio la voce della nonna si sentiva più forte del solito.
"Michele, ma insomma la mia acqua calda. Non vorrai avere sulla coscienza una povera vecchietta." disse fingendo di averne veramente bisogno.
"Arrivo, arrivo. Peggio di un servo della gleba."
"Dai se no si fredda. Non fai niente dalla mattina alla sera e ti lamenti. Mia figlia non deve essersi resa conto che ha sposato un lumacone."
"Si certo." pensava guardandola e cercando di fulimarla con lo sguardo o al massimo farla sparire o abbandonarla nel deserto.
-Ma anche dal deserto la caccerebbero.- pensava ridendo.
Angelica decise di aspettare ancora, nella speranza che quei messaggi potessero finire. Accucciata tra le braccia di Giovanni sognava il loro futuro insieme. Il loro matrimonio, la loro casa, i loro figli, e tutto ciò che li poteva aspettare.
Alessandra invece quella notte non riuscì nolto a dormire. Ripensava a quelle parole, a quel bacio. Non voleva soffrire nuovamente per amore. Ma avrebbe voluto vedere come sarebbe andata. In fondo lo sapeva anche lei. Lo amava. Amava i suoi scherzi, il suo sorriso, la sua mania di sfottere, il suo sguardo basso. Lo amava per quello che era. Lo amava e basta.
Prese il telefonino nel cuore della notte e digitò quella frase tanto attesa.
***MI SONO INNAMORATA DI TE.***
Messaggio invaiato.
Ora bastava attendere solo la sua risposta.

RISPOSTA ALLE RECENSIONI:
Niki_CuLLen_ :
Ciao Niki.. posso chiamarti niki..vero? Comunque sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo precedente. Penso che dopo 13 capitoli era anche giunto il momento che Gigi gli rivelasse i suoi sentimenti. Poi sapendo che ti piacciono le storie a lieto fine sono sicura che questo capitolo ti piacerà di più. Finalmente sappiamo anche cosa pensa lei..speriamo che le cose andranno senpre bene. Chi può dirlo..lo scopriremo nei capitoli successivi. Continua a seguirmi.. A prestissimo! Un bacio...

Alina 95: Ciao Alina.. Uff aspettavo una tua recensione del capitolo precedente ma nienete! Non perchè tu lo debba recensire per forza però mi piace leggere le tue idee e i tuoi commenti.. li ho sempre letti.. spero di continuarli a leggere. Spero che ti è piaciuto il capitolo.. Questo nuovo potrebbe piacerti molto di più. Un bacio...

Come sempre ringrazio tutti coloro che hanno messo la mia ff tra le loro preferite e le loro seguite.
A prestissimo un bacio...

 

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Capitolo 16
*** Sogni e segreti ***


capitolo 16 Salve a tutti miei lettori. Come state? Scusate se vi ho fatto attendere tutto questo tempo per leggere questo nuovo capitolo. Mi farò perdonare. Anche se ora è cominciata la scuola e sicuramente non pubblicherò spesso come prima ma io ci proverò lo stesso. Buona lettura a tutti. Fatemi sapere che cosa ne pensate. A presto.. almeno spero.
        
                                                                      
 CAPITOLO 16

Il giorno dopo a scuola erano impacciati e un pò imbarazzati per quell'evento, che era una novità pure per loro. Il loro imbarazzo cresceva guardando gli altri che li ammiravano sorpresi. Li guardavano meravigliati. Sicuramente dalle loro facce si capiva che non si aspettavano che accadesse una cosa del genere. Anche loro erano meravigliati della velocità con la quale era corsa la voce di quei loro messaggini. Avrebbero preferito la discrezione, ma a volte certe cose non si possono tener nascosti, gli occhi indiscreti di qualcuno scoverà sempre quel piccolo segreto.
"Allora?" le chiese Olly avvicinandosi, sempre più incuriosita.
"Allora cosa?" chiese lei facendo finta di non capire. Ma la verità è che aveva capito benissimo ma non aveva voglia di parlarne.
"Allora è tutto vero? Siete fidanzato ora?"
"Veramente ancora non lo so. Non so nemmeno io che cosa siamo." rispose un pò imbarazzata.
"Giulia si stava letteralmente strappando i capelli dalla rabbia. Attenta secondo me ha un piano per allontanarvi."
Rimase zitta.
-Cavolo adesso pure lei ci si mette. Non basta mezza scuola che parla di noi.-
Si sedette al suo solito banco. Pensierosa più dei soliti giorni. Non aveva voglia di parlare con nessuno. Non se la sentiva di raccontare ogni piccolo particolare della sua appena iniziata relazione con Gigi.
Intanto a qualche passo dalla sua aula ce n'era un'altra. Gigi era tranquillo e rilassato, la popolarità non gli aveva mai dato troppo fastidio.
Seduto sul banco raccontava i vari risvolti di quella serata, omettendo qualche particolare di tanto in tanto.
Al suono della campanella tutti ripresero i loro posti ormai la lezione era cominciata.

"Chi mi sa dire che cosa realmente intendeva Freud per psicoanalisi?" domandò il professor Albertini.
Lei conosceva perfettamente la risposta, ma non aveva assolutamente voglia di parlare. Si sentiva decisamente a disagio in quella stanza grande, ma le sembrava così piccola. Si sentiva soffocare solo a guardarlo. Lui era praticamente di fronte a lui. Luila fissava con uno sguardo agghiacciante. Un brivido le percorreva tutta la schiena. Lui non le toglieva gli occhi di dosso. Lei si sentiva sempre più a disagio. Angelica lo sapeva che molto probabilmente la sua futura carriera era in pericolo ma non poteva stare là dentro un secondo di più. Si alzò in tutta fratta.
"Ah signorina Santarelli vuole rispondere alla domanda?"
"Io veramente..."
-Cavolo e adesso cosa faccio?- ecco salire il panico.
"Veramente io dovrei andare. Conosco la risposta ma non ho veramente il tempo per esporre il ragionamento."
E se ne andò lasciando il professore un pò sorpreso di quella risposta un pò troppo sbrigativa. Un pò troppo frettolosa per i suoi gusti.
Stefano la guardava mentre se ne andava. Ma sentiva che non poteva stare lì a guardare lei che se ne andava. doveva fare qualcosa.
La seguì, lasciando sul viso del professore uno sguardo sorpreso e decisamente seccato di tutte quelle interruzioni.
"Angelica.. Dove stai andando?" le urlò contro.
"Vattene e lasciami in pace." rispose lei quasi con voce supplicante.
"Non posso farlo. Tu sei mia anche se non lo vuoi ammettere."
"Tu non dovresti fare lo psicologo dovresti andare da uno bravo. Io non sono tua e non lo sarà mai."
"Per ora potresti anche non capire. Ma almeno la tua carriera non buttarla al vento."
Non lo voleva ascoltare e tanto meno vedere.
"Devi lasciarmi in pace." lei urlò attirando l'attenzione di un giovane proprio dietro di lei.
"Cosa sta succedendo quà?" Giovanni era uscito prima dal lavoro.
"Tesoro non è come pensi. Non stavamo facendo niente." tentò lei di giustificarsi pensando che sarebbe andata a finire come l'altra volta.
"No, no ho capito cosa sta succedendo. Tu devi stare lontano dalla mia famiglia." disse Giovanni puntando un dito contro Stefano.
"Non è la tua famiglia sta con te solo perchè è stata tutta la vita. Ma non è te che vuole." disse il suo avversario, ricordandosi ogni piccolo particolare di quella serata.
"Tu stai lontano da lei se no finirà molto male."
Abbracciandola portò via Angelica da quel posto. Stefano rimase lì, solo a guardare. La rabbia saliva. Ma sapeva che non sarebbe finit lì. Aveva un conto in sospeso adesso con Giovanni. Doveva fargliela pagare.
A casa la situazione tornò un pò più tranquilla di prima.
"Tu cambierai università. Non ti voglio più vedere vicino a quello." disse lui consolandola e trovando qualche soluzione a quei problemi.
"Dopo il matrimonio ci trasferiamo in un'altra città. " proseguì lui nel suo discorso.
"Compriamo una casa e metteremo su famiglia. E tu finirai i tuoi studi."
Lei acconsentì con un lieve cenno del capo.
L'idea le piaceva. Aveva sempre desiderato trasferirsi, avere dei figli e incominciare il lavoro che aveva da sempre sognato.
Per il momento la loro giornata finì così. Tornando tranquilla dopo quella bufera.

Quella sera per Alessandra fu diversa dalle altre.
Uscì da sola con il suo Gigi adesso. Erano entrambi molto imbarazzati ma la serata era cominciata piuttosto bene. Il ristorante era abbastanza tranquillo, l'aria più calda rispetto ai giorni passati e lui soprattutto sembrava molto più affascinante del solito.
Era elegante e stava decisamente bene con la cravatta.
-Non lo avrei mai immaginato. Sembrava il solito bullo.- pensava lei guardandolo con occhi più dolci del solito. Le sfuggì un piccolo sorriso.
"Che c'è? Ho qualcosa che non va?" chiese guardandosi e cercando di trovare il difetto.
"No sei perfetto." disse lei sorridendo.
"Dai se continui così sicuramente qualcosa non va."
Analizzò meglio la sua giacca di stoffa elegante.
"Ahh ecco un filo proprio vicino alla cucitura della manica."
"Non farlo." disse lei
Ma ormai era tardi. Filo tirato. Manica strappata.
"Ma che cavolo! Sono rimasto con la manica in mano." la guardava sconsolato. Lei rideva della sua piccola sventura. Almeno dentro faceva abbastanza caldo. Infatti rimase solo con la camicia.
"Sai che sei bellissima stasera." disse perdendosi nei suoi occhi.
- Non lo avrei mai immaginato. Questo lato romantico non lo avevo scoperto.- pensava lei sorridendogli.
La cena passò in fretta. La solita classica cena romantica.
Fuori però faceva decisamente freddo.
La passeggiata verso casa per lui sembrava non finire mai. Troppo freddo. Cercava di riscaldarsi strofinando le braccia con le mani mentre i denti battevano velocemente.
"Ti stai congelando. Mettiti la giacca."
"No. quella non è più una giacca ma diventerà un altro degli stracci di mia madre."
Una piccola risata uscì dalla sua bocca rossa, color ciliegia.
"Non dovresti ridere. Rischi di diventare vedova troppo presto."
"Non fare il cretino. Tanto siamo arrivati." Lui le diede un delicato e fresco bacio e proseguì verso casa.
Lei lo guardava dolcemente andare via.

RISPOSTA ALLE RECENSIONI:

Niky_CuLLen: Ciao Niky.. Come stai? Spero bene. Hai visto? sono riuscita a farti felice. Finalmente Gigi e Ale stanno insieme ma per Angelica ho altri progetti.. spero che ti piaccia questo capitolo. Certo non è forse bello come gli altri però ho cercato di dare il meglio. Sinceramente a me sembra un pochino noioso però sta a te giudicare. A prestooo.. un bacione!!

Alina 95: Ciao Alinuccia mia come va?? Spero tanto che questo capitolo ti sia piaciuto.. penso che ormai sei felice Ale e Gigi stanno insieme.. speriamo che sarà per sempre. Mi dispiace un pò per Angelica però vedremo come andrà a finire. Comunque la tua ff è molto bella.. spero che aggiornerai prestissimo. Un Bacione enorme. Tvb..


Ringrazio tutti coloro che hanno messo la mia storia tra le preferite e le seguite!
A prestissimo

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Capitolo 17
*** Il silenzio della neve ***


CAPITOLO 17 Salve a tutti i miei lettori. Chiedo scusa per avervi fatto aspettare fino ad ora per leggere questo nuovo capitolo, ma con gli impegni scolastici manca un pò il tempo per scrivere. Spero solo che vi piaccia. A presto. Un bacione.

                                                                                       CAPITOLO 17

"Deve stare lontano da te altrimenti finirà molto male per quel ragazzo." dissè Giovanni tutto incavolato.
Non lo aveva mai visto così incavolato, solo qualche mese fa successe la stessa cosa e questa volta non avrebbe permesso a nessuno di rovinare di nuovo quel suo rapporto perfetto. Da quando era ragazza sognava il lieto fine. Sognava un matrimonio perfetto, una vita perfetta, dei figli perfetti, certo erano solo dei sogni però non avrebbe permesso a nessuno di allontanarli di nuovo.
"Stai tranquillo caro vedrai che ha capito. Nessuno potrà portarmi via da te."
"Puoi scommetterci. Non lo permetterò di nuovo." disse abbracciandola forte, ma sapeva che qualcosa sarebbe successo da lì a poco.
Dopo quello sfogo comprensivo, ritornarono a parlare del loro matrimonio. Parlarono dei fiori, delle orchidee, del menù, della chiesa, del ristorante da prenotare, del vestito da indossare.
Sembrava davvero tutto perfetto. Una grande favola. La più bella di tutti i tempi.
-Nemmeno nelle favole è così bello.- pensava lei sfogliando lentamente una rivista di abiti da sposa.
"Questo sarà il nostro matrimonio. Il giorno più bello." disse lui guardandola dolcemente.
Lei fu rapita dal  suo sguardo. Lui accarezzandole i capelli le diede un bacio. Morbido e caldo. Le loro labbra si unirono, provocando in loro un forte calore che cresceva lentamente. I loro baci diventarono più appassionanti. Quella rivista cadde a terra insieme alle altre. Lei stretta a lui si sentiva al sicuro, lui la tratteneva. I baci aumentavano. I vestiti lentamente scivolarono via e raggiunsero quel mucchio di giornali senza vita.
All'improvviso ritornarono i flash di quella serata. Ricordava adesso perfettamente ogni particolare. Stefano che tentava inutilmente di frenare la sua passione. I loro vestiti su quel pavimento marmoreo. Quella stanza buia. Tutti quei cosmopolitan di troppo. Di nuovo quella sensazione la travolse. Panico, panico, panico. Paura per quello che avrebbe detto Giovanni. Per tutto quello che sarebbe potuto succedere. Aveva paura. Tanta paura e non sapeva che fare. Ad un tratto si irrigidì. Giovanni se ne accorse. Si accorse che qualcosa proprio non andava.
"Tesoro va tutto bene?" le chiese guardandola con meraviglia.
"Si tutto bene." cercò di rispondere. I suoi occhi erano spaventati. Il core le batteva forte.
"Sei sicura? Se non vuoi non lo facciamo."
"No non è questo. Mi è solo venuta l'ansia per gli esami. Dovrò cambiare sede. Spero di trovarmi bene." Piccola bugia che alimentava le sue ansie..
"Va bene allora dai ti lascio concentrare sulle tue cose." disse lui comprensivo.
"Dove stai andando?"
"Vado al lavoro. Così mi porto avanti con il lavoro da fare. Quando torniamo dal viaggio di nozze non sarò così sommerso."
"Va bene." rispose lei abbozzando un sorriso.
Lui se ne andò. Una sensazione di solitudine la invase vedendo quella porta chiudersi, e restare sola in quella stanza. Aveva appena cominciato a nevicare. Vicino alla finestra guardava quei fiocchi di neve. Bianchi, sottili. Così fragili. Si sentiva come un fiocco di neve. Fragile. Così fragile che aveva paura di sciogliersi toccando terra.
Si sentiva fragile per quello che aveva fatto. Voleva tornare indietro e cancellare tutto ma non poteva. Doveva solo cercare di aggiustare le cose. Non sapeva ancora come ma sarebbe riuscita ad aggiustare le cose.
Le lacrime scendevano lente. Troppo lente per poter sopportare quella situazione. Quel silenzio. Ma non voleva arrendersi. Non voleva perderlo di nuovo.
Ma non riusciva a smettere. Piangeva senza sosta. Quello sfogo silenzioso avrebbe, almeno in parte, placato il suo dolore.

Alessandra, dal canto suo, era tutt'altro che triste. Sentiva che probabilmente il mondo cominciava a sorriderle, anche se nevicava e il sole non voleva proprio saperne di farsi vedere.
Era felice perchè adesso c'era lui con lei. Le giornate passavano tranquillamente. Sembrava tutto tornato alla normalità solo con qualche sorriso in più.
L'unico fastidio che permaneva era sempre il solito vocio che circolava tra gli amici, tra i compagni a scuola e la famiglia. Tutti sembravano affascinati da quel nuovo evento e sicuramente non avevano intenzione di lasciarsi sfuggire qualche scoop interessante, anche se non c'era proprio nulla di strano in loro.
"Ma insomma perchè non vuoi raccontarmi nulla." chiese Olly indispettita, mentre camminavano verso scuola.
"Non so devo ricordarti l'ultima volta che ti ho raccontato un segreto." aggrottò le sopracciglia.
"Dai non era mia intenzione far sapere a tutto il corpo studentesco la tua relazione con Gigi."
"Invece è successo. E per il momento nienete scoop per te."
"Dai siamo migliori amiche dalle elementari."
Ma la campanella suonò distogliendo la loro attenzione da questa conversazione.
Si infilarono in mezzo ad altri ragazzi e ragazze. Sembravano tutti uguali, alcuni fidanzati, altri no. Però Alessandra non riusciva a capire. Sembrava che per gli altri fosse una cosa normale avere una relazione ma lei si sentiva trattare come un'alieno venuto da Marte. Tutti che volevano sapere. Tutti che chiedevano. La sua discrezione ne risentiva moltissimo. Non voleva parlarne con nessuno. Era la sua piccola favola, ed era solo sua. Voleva viverla con la massima discrezione possibile. Che male c'era in quella semplice storia d'amore. Si sentiva come una principessa appena salvata dal suo principe azzurro. Ma spesso gli altri non si fanno mai i fatti loro come dovrebbe essere. Ed a volte questo potrebbe anche portare a consequenze negative.
Mentre era turbata da tutta quella curiosità, cominciò la prima lezione della giornata.

RISPOSTA ALLE RECENSIONI:
Alina: Ciaooo Alinuccia.. come stai? Tutto bene? Hai visto finalmente stanno insieme Ale e Gigi speriamo solo che durerà per sempre, come accade nelle favole, e sono i finali che io preferisco di più. Anche per Giovanni e Angelica le cose non si mettono bene però dai la situazione può migliorare. Comunque le tue ff sono molto belle. Aggiorna presto così passo a trovarti. Tvb...a prestissimo un bacione enorme.

Niki_CuLLen: Ciao mi fa davvero piacere leggere le tue recensioni. Sono contenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto. L'avevo scritto in una giornata un pò noiosa e pensavo che anche il capitolo era venuto un pò noioso ma sono felice di leggere il contrario. Comunque Stefano ora ti deve stare antipatico, sta antipatico a tutti. Anche a me. Ma poverino sta solo facendo la sua parte. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. A prestissimo. Un bacione.

Un ringraziamento speciale a tutti coloro che hanno messo la mia ff tra le preferite e le seguite.
A prestissimo...

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Capitolo 18
*** Un Natale speciale ***


cap 18 Salve a tutti i miei lettori. Ovviamente ringrazio tutti coloro che seguono e leggono la mia ff. Spero vivamente che anche questo capitolo vi piaccia.
In modo particolare voglio salutare Alina95. Ti auguro una bella giornata. Auguri di buon compleanno!!
                                                                                         
                                                                
CAPITOLO 18

25 Dicembre. Le vacanze di Natale erano ormai felicemente inoltrate. Alessandra si stava preparando per uscire. Da lì a qualche minuto lui sarebbe arrivato per portarla a festeggiare quel bellissimo giorno in uno dei ristoranti più belli di tutta Roma. Ci sarebbero stati proprio tutti. Tutti i loro amici. Certo lei avrebbe ovviamente, come ogni ragazza della sua età, una serata un pò più intima. Avrebbe voluto sentirsi al centro delle sue attenzioni. Ma in giorni come questi è difficile stare come dei topi in gabbia chiusi da soli a casa e festeggiare per conto proprio un evento così speciale.
Lui arrivò, come sempre in anticipo. La voglia di vederla lo spingeva molto spesso a prepararsi molto prima per non fare tardi, ma si ritrovava il più delle volte in anticipo. Costretto ad aspettarla sotto casa con quel gelo insopportabile.
Alessandra d'altra parte era sempre in ritardo. Inguaribilmente indecisa sul vestito da indossare. Ogni volta che doveva uscire svuotava l'intero armadio per provarsi anche il più insignificante dei vestiti.
Gigi era già sotto casa che la stava aspettando. Aveva pure pensato a come arrivare al ristorante. Aveva rubato, si fa per dire, la macchina a suo padre. Non era mai stato tanto bravo nel convincere suo padre per determinate sue scelte ma quella sera non era stato affatto difficile. Aveva la patente da pochi mesi ma suo padre volle fidarsi di lui, nonostante sapesse i guai che combinava di solito.
Alessandra scese dopo circa un quarto d'ora.
"Ciao." disse lei sorridendo mentre entrava in macchina.
"No con comodo. Anche più lenta se puoi. Tanto stavo già facendo la muffa qui dentro." rise
La sua risata era una delle caratteristiche più belle di una persona. A lei piaceva tanto quando rideva e ovviamente le piaceva quando lui la faceva ridere.
Mise in moto e partirono verso quel bellissimo posto.
C'erano già tutti. Olly, Giuseppe, Filippo e persino Mimmo, che aveva smesso di provare rancore per i due. Si era rassegnato che ormai lei apparteneva a lui e lui apparteneva a lei.
"Finalmente siete arrivati." disse Olly con la faccia stufa.
"Io ho una fame. Vi volete muovere?" Giuseppe era sempre il solito. Era come un piccolo maialino rosa. Aveva sempre fame.
Mimmo fu l'unico ad abbassare lo sguardo, vedendo Alessandra. Era bellissima. O almeno così gli sembrava. Non pensava a lei come una fidanzata però un pò le mancava quell'amica pronta ad ascoltarlo e a consigliarlo. Quell'amica che Ale era stata per lui.
La sala era molto affascinante. C'era pure una sala da ballo verso la fine, poco distante dai tavoli. La musica era lenta. Dolce, quasi impercettibile. Era davvero romantico.
"Io prendo l'aragosta." disse Olly
"Si tanto c'è il fesso che paga." aggiunse Filippo guardando Olly, e fesso lo aveva riferito a se stesso.
"Se no che ci stai a fare accanto a me." rise. Olly era la solita. Vitale, piena di energia, ma con un piccolo difetto. Non credeva pienamente nell'amore. Aveva un'idea diversa da quella di Ale. L'amore vero non lo aveva mai conosciuto veramente, usciva con i ragazzi spesso per passare il tempo, ma a Filippo non lo aveva mai tradito. Certo a volte litigavano, lo trattava male, lo prendeva in giro ma forse era il primo ragazzo che amava veramente. E quella sera anche Ale avrebbe scoperto quanto Gigi l'amava.
"Finita la cena andiamo tutti a festeggiare a casa di Filippo. I suoi hanno una casa vicino Roma. Non la usano mai. È perfetta." propose Olly senza aspettare l'approvazione di Filippo. Ma tanto lui era quasi sempre d'accordo con lei.
Dopo cena tutti cominciarono a ballare. La sala si riempì velocemente.
"Dai tuffiamoci nella mischia anche noi." propose Gigi guardando dolcemente la sua dama.
"D'accordo."
Era un lento. Lei non aveva mai ballato. Era davvero un disastro ma lui non glielo faceva molto notare. L'amore vela qualsiasi difetto.
"Sei bellissima stasera."
"Mmm.. solo stasera?" disse sorridendo lei.
"No sei bellissima da sempre."
E poi un bacio delicato. Le accarezzava dolcemente i capelli. La guardava, la scrutava, la desiderava come mai in vita sua.
Finito quel ballo si diressero tutti a casa di Filippo. L'unico che decise di tornare a casa prima fu Mimmo. Si sentiva decisamente solo in mezzo a quelle coppie.
La luce mancava così si adattarono con candele e qualche torcia ma si vedeva ogni piccolo particolare in mezzo a quell'oscurità.
Olly e Filippo andarono al piano di sopra alla ricerca della loro intimità.
Ale e Gigi rimasero da soli. Parlarono a lungo. Di tutto, di cose importanti e di cose meno importanti. Sembravano fatti proprio l'uno per l'altra.
Poi lui pronunciò quelle parole, spaventandola leggermente.
"Ho voglia di te."
"Sai ho letto questo libro, se vuoi posso prestartelo." fece l'indifferente a quelle parole.
"No io ho veramente voglia di te."
Lei non parlò. I loro sguardi si incrociarono. Con la luce della candela il colore degli occhi e la loro brilantezza è meglio percettibile.
Poi un bacio. E un altro ancora. E ancora un altro.
La passione era accesa. Lei pochino spaventata per quell'evento. Ma anche affascinata.
Quello sarebbe stato sicuramente il Natale che non avrebbe mai potuto dimenticare.
Quel Natale per Angelica non fu decisamente migliore dgli altri ma almeno aveva il suo Giovanni che le faceva compagnia.
"Amore non sarà unvera e propria festa ma ho organizzato una cosa per te." disse Giovanni acarezzandole il viso.
In cucina il tavolo era apparecchiato per due. Una candela al centro. Certo che il Natale sembra portare romanticismo nei cuori delle persone.
Lei cercò di fingersi sorpresa. Ogni anno Giovanni faceva le stesse  cose. Era una specie di tradizione per lui. Ma a lei piaceva così.
Poi arrivò quel messaggino
*Auguri di buon Natale. Baci Stefano.*
Ancora lui pensava tra sè e sè. Non aveva voglia di parlare di Stefano, di ricordare quei momenti passati con lui. Voleva solo Stare con Giovanni.
Nascose il telefono in una tasca delle sua felpa e continuò a festeggiare quel giorno speciale.
Stefano non voleva arrendersi. Voleva conquistare il cuore di Angelica. Quel Natale per lui non fu decisamente uno dei più belli da quando la sua ex se ne era andata.

RISPOSTA ALLE RECENSIONI:

Alina 95: Ciao Alinuccia mia come stai? Oggi sicuramente devi stare bene. Spero che sei guarita dal raffreddore. Ti voglio augurare una felicissima giornata e tantissimi auguroni di buon compleanno. Un bacione immenso.
Comunque sono felice che il capitolo precedente ti sia piaciuto, spero che ti piaccia anche questo. Mi scuso con te per non aver messo un'immagine di Giovanni me nel prossimo capitolo prometto che la metterò sempre se riesco a trovare chi assomiglia maggiormente all'immagine che io ho di lui. Non ho un attore che mi piace in particolare però Raul Bova non è male però ancora non è proprio come immagino io Giovanni. Appena trova una foto la posto così ti fai una piccola idea di quello che potrebbe essere Giovanuccio tuo. :)
Un Bacione.. A prestissimo!! TVTTTTTTB.



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Capitolo 19
*** Una notizia indesiderata. ***


cap 19 ale e angelica Scusate per la brevità del capitolo. Ho trovato un pò di tempo per scrivere tra una materia  e l'altra. Spero che vi piaccia. Fatemelo sapere e recensite in molti. Un bacione a tutti i miei lettori.
Un ringraziamento speciale a coloro che hanno messo la mia storia tra le preferite e le seguite.
Ringrazio anche chi legge in silenzio. Spero di leggere presto anche le vostre recensioni!!
A prestissimo!!! O almeno spero!!!

                                                                 
CAPITOLO 19

Alessandra si risvegliò quella mattina presto. Erano ancora le cinque del mattino. Era abbracciata a Gigi. Qualche mese fa non avrebbe mai immaginato che sarebbe successo proprio con lui. Uno dei ragazzi più antipatici e scontrosi che aveva mai conosciuto, ma dietro quella corazza forte e quasi intangibile, aveva scoperto il vero Gigi. Un ragazzo dolce e romantico che doveva nascondersi dietro una maschera per poteri celare le sue paure e le sue incertezze. Ma la sua fragilità l'aveva affascinata.L'aveva attirata quel suo essere dolce e delicato. Lo guardava nella penombra. Gli accarezzava dolcemente i capelli e sorrideva.
Ma quel momento fu ovviamente interrotto.
"Bhe ragazzi dobbiamo tornare a casa. " disse Olly svegliando tutti a quell'ora indecente.
"Ma insomma non si svegliano le persone mentre dormono." disse Gigi guardandola con gli occhi socchiusi.
"Muovetevi che Angelica non sta bene." disse Olly rivolta verso Ale
"Mia sorella? Cosa le è successo?"
"Non lo so ma il tuo cellulare è spento e tua madre ha chiamato me."
Alessandra si alzò di scatto. La sua mente si annebbio lentamente. Panico. Non sapeva cosa fare.
" Dai muoviamoci. Mia sorella.. Cavolo dopo quello che ha passato pure questo fatto."
Gigi si vestì il più velocemente possibile.
Salirono tutti in macchina e la loro rotta non era certo un luogo di festeggiamento per Natale, ma l'ospedale della città.
Arrivarono dopo circa un'ora al Gemelli di Roma.
"Scusi è ricoverata una certa Angelica Santarelli?" chiese Olly ad un'infermiera che passava di lì in quel momento.
"Oh aspetti che controllo."
"Si si trova al quarto piano. Vi accompagno se volete."
"Si grazie." disse Olly. Certo lei non era un pozzo di finezza però in quel caso sentì il bisogno di ringraziare l'infermiera.
Salirono insieme Olly e Filippo avanti a loro Alessandra e Gigi e l'infermiera che li stava accompagnando.
Arrivarono di fronte la stanza.
"Ecco qui. La vostra amica si trova in questa stanza."
"Veramente è mia sorella." ci teneva particolarmente a precisare Alessandra.
Entrarono insieme.
"Mamma cosa è successo." chiese Alessandra abbracciando sua madre.
"Tranquilla è solo svenuta. Ma adesso sta molto meglio."
"Dai Ale tranquilla. Guardami sono in grande forma."
"Ora deve riposare è meglio che andiate." disse Giovanni.
Uscirono tutti dalla stanza quando giunse il medico.
Angelica si trovava sola attendendo quella notizia.
"Signorina Santarelli, Le sue analisi sono ottime. Ma devo darle una bella notizia."
- Cosa c'è di meglio che sapere che le analisi sono ottime?- si domandava mentre guardava il medico sorridere.
-Che cavolo mi sorridi, vuoi dirmi cosa sta succedendo.- pensava sentendo l'agitazione che le percorreva ogni piccola fibra del suo corpo.
"Lei è in lieta attesa. Diventerà mamma."
"Ma come ora?" disse lei non capendo più nulla di quello che stava succedendo.
"No. Di solito si aspettano nove mesi e poi si fa nascere il bimbo."
"Ma come è successo?" guardava nel vuoto mentre l'agitazione cresceva.
"Ehm. Da dove iniziare. Quando due persone si amano..."
"Lo so come è successo ma non so perchè a me." disse disperata.
"Le lascio un pò di tempo per pensare e prendere fiato."
-Cavolo no non doveva succedere. Non sono ancora pronta.-
-Ma sicuramente è di Giovanni. Deve essere suo.-
Poi ritornò quella sera nella sua mente. La tormentava. La logorava dentro. Non poteva tenerlo ancora nascosto soprattutto se il bimbo era di Stefano.
Aveva bisogno di chiedere aiuto alla sua migliore amica.
Prese il telefono, compose il numero.
"Pronto."
"Caio Enrica, come stai?"
"Caio Angy, io bene tu come stai? Oggi pomeriggio ti vengo a trovare in ospedale. Ieri ti ho vista stare proprio male."
"Grazie. Ti devo parlare."
Nel frattempo cercava di calmarsi. Da lì a pochi minuti sarebbe ritornato Giovanni e non poteva mostrare tutta la sua agitazione.

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Capitolo 20
*** Forse è meglio mentire! ***


cap 20                                                      CAPITOLO 20

Eccolo lì. Fuori dalla sua porta. Fuori da quella camera del tutto inconsapevole della notizia che avrebbe dovuto, forse non quella sera, accettare. Nessuno sapeva di quella notte, di quello sbaglio. Un grosso sbaglio. Angelica continuava a ripetere a se stessa che non era successo niente. Ma come poteva negare l'evidenza di un qualcosa che ormai la assillava da tempo. Quel segreto la straziava. Non la lasciava respirare. Si sentiva soffocare come se quel nodo in gola potesse rendere meno doloroso la situazione.
Ma come poteva accettare tutto questo e sapere anche di aspettare un bambino del tutto innocente. Sapeva che ormai non avrebbe più potuto negare a se stessa ciò che era accaduto. Sapeva che doveva dirglielo. Ma non quella sera. Non in quel momento. Non ne era ancora capace.
Giovanni entrò con un sorriso sulle labbra.
-Che il dottore abbia detto qualcosa?- pensava lei perdendosi nei suoi occhi. Cercando di cogliere la risposta alla sua domanda ma senza raggiungere buoni risultati.
"Mi ha detto che ti riprenderai prestissimo, cara. Sono l'uomo più felice del mondo." disse sedendosi accanto a lei.
-L'uomo più feloce del mondo? Ne sei proprio certo? Se solo tu sapessi. Se solo avessi il coraggio...-
-Maledetto coraggio.-
L'ora delle visite passò lenta. Angelica voleva stare solo. Per la prima volta in vita sua non voleva parlare con nessuno.
Si ritrovò da sola. Il cielo era ormai grigio e scuro. La pioggia sbatteva contro la finestra di quella stanza semibuia. L'atmosfera non le dispiaceva. rappresentava un pò il suo stato d'animo in quel momento.
Giunse un'infermiera.
"Dobbiamo portarla in maternità. Dobbiamo fare delle analisi a questa neomamma." disse riferendosi a lei e sbirciando verso il suo pancino che ancora non dava i segni di una gravidanza.
Cercò di abbozzare un sorriso. Certo in un'altra situazione sarebbe anche stata felice, anzi felicissima della dolce notizia, ma sapendo e ricordando, temeva che fosse il frutto di un grosso sbaglio.
Il giorno dopo si svegliò un pò più serena. Il suo sonno fu abbastanza tranquillo e il cielo era più azzurro.
Quella mattina sarebbe venuta a trovarla la sua amica Enrica.
Si conoscevano praticamente da tutta la vita. Erano inseparabili, proprio come due sorelle.
Eccola con il suo camminare sempre un pò impacciato e quel suo sorriso indelebile. Enrica una donna solare e allegra niente potrebbe mai metterla di cattivo umore, niente potrebbe mai rovinarle la riornata.
Ad un tratto gli occhi di Angelica si illuminarono, come se avessero trovato la salvezza da quella storia, diventata così incasinata e complicata.
Le sue mani tendevano verso Enrica, solo pochi attimi e i suoi occhi cominciarono a lacrimare.
"Cosa c'è? È
così che saluti la tua amica?" si rivolse a lei scherzosa.
"Ho combinato un bel pasticcio. Ho bisogno di parlarne con qualcuno se no scoppio."
"Sai che con me puoi parlare."
Le raccontò tutta la storia. Non tralasciò alcun dettaglio. Le raccontò di quella notte, di quello che era accaduto, di Giovanni che se ne era andato, poi tornato, e infine le racconto anche di quel bambino che era in arrivo.
Le lascrime incessanti bagnavano il suo volto, mentre Enrico irrimediabilmente tentava di consolarla.
"Stai tranquilla, devi solo pensare che andrà tutto bene."
"Ma come? Cosa devo fare? Devo dirlo a Giovanni. Devo farlo."
"Si e dopo? Quello se ne andrà di nuovo dandoti persino della..Emm.. poco di buono, diciamo!"
"Ora non devi dire nulla. Hai solo due strade da scegliere: o dire a Giovanni che sei incinta e lasciare che pensi che sia suo figlio, ciò potrebbe anche essere ma tu non sai, oppure dirgli la verità e prenderti un bel calcione nel sedere."
Angelica guardava il vuoto, distratta e spaventata. Ancora non sapeva cosa fare, ma doveva decidere in fretta.
Ma non era l'unica ad aver ascoltato quella storia.
Nel corridoio di quel piano dei passi si udirono che si allontanavano velocemente da quella stanza, dopo il suo racconto...

Scusate per le poche parole di questo capitolo e ancora mi scuso enormemente per avervi fatto attendere tantissimo tempo prima di poter leggere il ventesimo capitolo della mia storia.
Spero che mi perdoniate.
Un caluto a tutti i miei fan che hanno saputo aspettare questo capitolo con tanta pazienza.
È gradito ogni genere di commento.



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