276 GIORNI PER…

di pentolina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** APRILE ***
Capitolo 2: *** MAGGIO ***
Capitolo 3: *** GIUGNO ***
Capitolo 4: *** LUGLIO ***
Capitolo 5: *** AGOSTO ***
Capitolo 6: *** SETTEMBRE PRIMA PARTE ***
Capitolo 7: *** SETTEMBRE SECONDA PARTE ***
Capitolo 8: *** OTTOBRE PRIMA PARTE ***
Capitolo 9: *** OTTOBRE SECONDA PARTE ***
Capitolo 10: *** NOVEMBRE PRIMA PARTE ***
Capitolo 11: *** NOVEMBRE SECONDA PARTE ***
Capitolo 12: *** DICEMBRE PRIMA PARTE ***
Capitolo 13: *** DICEMBRE SECONDA PARTE ***



Capitolo 1
*** APRILE ***


Giorno 1
8.00 A.M. Tamala’s house
Tamala entra nella stanza degli ospiti dove i suoi due nuovi coinquilini stanno beatamente dormendo.
Raggiunge la finestra nella penombra.
Tira le tende, permettendo così al sole d’illuminare la stanza, esclamando: “Buon giorno piccioncini! È ora di alzarsi.”
Stana stiracchiandosi protesta: “Ma svegli così tutti i tuoi ospiti?!!”
“No, solo voi due. Dai alzatevi. Abbiamo una giornata di shopping davanti a noi.” Ordina mettendosi ai piedi del letto aspettando con le braccia incrociate.
Stana socchiude un occhio e dice: “Sei inquietante, lo sai?!!”
“Voglio solo assicurarmi che sei veramente sveglia. Ti conosco, so che se esco di qui e tu sei ancora a letto, finisce che ti riaddormenti.” Spiega Tamala.
“Ok. Aiutami a svegliarlo.” Dice invitando l’amica ad avvicinarsi.
“Solletico o baci?” Domanda sottovoce.
“Baci.” Afferma Stana.
Le due donne iniziano a riempire di baci il visino del piccolo.
Quest’ultimo sommerso da un mare di baci apre gli occhi trovandosi davanti le due donne sorridenti.
“Buon giorno amore mio.” Lo saluta dolcemente Stana.
“Ciao tesorino della zia.” Dice Tamala.
Dylan, strofina gli occhietti con la manina, rotolando poi verso la mamma, nascondendosi contro il suo petto.
“Ovviamente, non ho preparato la colazione. Sai che io e la cucina abbiamo un pessimo rapporto. Quindi alzatevi e vestitevi. Ci fermiamo lungo la strada prima d’iniziare la nostra lunga giornata. È la prima volta che il giorno prima di un  matrimonio non ho ancora preso il vestito.” Commenta Tamala mentre accarezza la schiena del nipotino.
“Toglimi una curiosità sullo sposo… a che numero di moglie è arrivato Rob*?”  (*Rob S. Bowman un dei produttori di Castle) Domanda Stana stringendo il figlio a se.
“Penso alla quarta ma non ne sono sicura.” Risponde l’amica.
“Perbacco… Si dà da fare. Non come noi. Single a vita.” Afferma ridendo Stana.
“Fidati, meglio single, che avere tre ex mariti. E poi parla per te… io mi do da fare studiando e provando la vasta gamma di uomini sul pianeta. Tu invece sei una suora da quando c’è questo pasticcino. Tre anni di castità. Non so come fai.” La prende in giro l’amica solleticando il piccolo.
“Dylan, è l’amore della mia vita. Non mi servono altri uomini.” Dichiara felice baciando il figlio.
“Si certo. Fino al giorno in cui crescerà e tu resterai sola e zitella. Dai, alzati suora.” Le ordina uscendo dalla stanza.
“La zia non capisce niente… Noi ci amiamo alla follia, vero?” Domanda al figlio.
“Mamma, io sono il tuo supereroe vero?” Domanda Dylan sedendosi a cavalcioni su di lei.
“Si. Tu sei il mio super supereroe. Ti amo amore mio!” Afferma Stana passandogli una mano tra i capelli castani.
“Ti amo anch’io.” Risponde il piccolo posando le manine sulle guance della mamma e baciandola sulle labbra.
“Alziamoci prima che la zia si arrabbi.” Dice Stana alzandosi con il figlio avvinghiato a lei.
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10.00 A.M. The six coffee
“Mi mancava questo posto. E’ bello tornare a Los Angeles dopo anni.” Commenta Stana aiutando il figlio a finire il suo muffin.
“Io, invece, sono felice che resteremo assieme per i prossimi 9 mesi. Mi manca troppo passare del tempo con la mia migliore amica. Poi finalmente potrò viziare il mio nipotino preferito.” Dichiara Tamala sorseggiando il suo caffè.
“Vivere a Miami, a 2.730 miglia da te, è una sofferenza.” Asserisce Stana per poi afferrare la mano libera dell’amica.
“Non finirò mai di ringraziarti. Senza di te non sarei qui, felice, assieme al dono più grande che la vita mi potesse dare. ” Dichiara commossa Stana stringendole la mano e guardando con dolcezza verso il figlio impegnato a mangiare.
“Non devi ringraziarmi. Sono la tua migliore amica ed è mio dovere aiutarti. Anche se, se proprio insisti, un modo per sdebitarti ci sarebbe…” Dice sogghignando per poi continuare: ”In questi 9 mesi ti chiederò più  e più volte di farmi da spalla per nuove conquiste.” Conclude facendo ridere l’amica.
“Non ne dubitavo. Comunque grazie per l’ospitalità e grazie in anticipo per quando ti prenderai cura di Dylan al posto mio mentre sarò sul set a girare.” Ringrazia Stana bevendo un sorso di caffè.
“Ok. Basta ringraziamenti. Diamoci una mossa abbiamo tre vestiti da trovare entro stasera.” Ordina Tamala.
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15.00 P.M. Rodeo Drive
“Ci manca solo lo smoking per Dylan. Poi abbiamo finito. Andiamo da “Valentino”, lì troviamo sicuramente qualcosa.” Afferma Tamala carica di borse.
“Ok. Poi andiamo a casa perché Dylan sta per crollare.” Dice Stana con il figlio in braccio seguendo l’amica verso il negozio.
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15.30 P.M. Valentino’s shop
“Oh mio dio! È uno spettacolo, guardalo!” Esclama Tamala ammirando il piccolo vestito con smoking nero, camicia bianca, papillon nero e scarpe laccate nere.
“Speriamo che lo tenga almeno fino alla fine della cerimonia.” Afferma Stana tenendo fermo il figlio che sta cercando di togliersi il papillon.
“Dopo la cerimonia lo cambiamo. Lo prendiamo?” Domanda eccitata Tamala.
“Aggiudicato!” Esclama Stana iniziando a spogliare il piccolo.
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Giorno 2
9.00 A.M. Tamala’s house
“Oddio sei uno splendore, tesoro!” Urla Tamala vedendo l’amica pettinata, truccata che indosso il vestitino acquistato ieri.
“Sei sicura? Mi sembra troppo corto.” Domanda incerta Stana guardandosi allo specchio.
“Scherzi vero?!! Sei magrissima, hai due gambe chilometri, un fondoschiena da urlo e dalla gravidanza ti sono rimaste queste due bocce perfette. Se fossi lesbica ti salterei addosso. Cosa dovrei direi io? Non sono in forma come te e ho due tette che rischiano di saltar fuori da un momento all’altro.” Commenta Tamala mettendosi accanto all’amica guardandosi anch’essa.
“Tu, si che sai fare i complimenti a una donna.” Afferma ridendo mettendosi gli orecchini.
“Io ti adoro Stana Katic!” Esclama guardando fuori dalla finestra.
“Tam, ho capito che sto bene vestita così ma non ti sembra di esagerare.”
“Non mi riferisco a come sei vestita ma a quello!” Dice eccitata indicando qualcosa fuori dalla finestra.
Stana si avvicina per capire di cosa sta parlando.
“Ma… ma io non ho chiesto una limousine. Ho chiesto semplicemente una macchina con autista.” Spiega Stana sbalordita dall’enorme macchina che le aspetta davanti al vialetto di casa.
“Oddio guarda l’autista!! Che pezzo di figo!” Esclama Tamala vedendo il ragazzo scendere dall’auto.
“Qui c’è  lo zampino di qualcuno.” Commenta pensierosa Stana.
“Ormai è qui… approfittiamone. Sei una diva di Hollywood mi meraviglio che non vai in giro sempre con l’autista.” Afferma Tamala mettendo nella borsetta il necessario.
“Amore, andiamo a fare la pipì prima di andare.” Dice Stana al figlio prendendolo per mano.
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11.00 A.M. Marlowe’s house - Malibù
“È stato gentile Andrew a mettere a disposizione la sua villa sulla spiaggia per il matrimonio.” Considera Tamala.
La limousine rallenta per farsi spazio fra i paparazzi. Il cancello si apre e l’auto prosegue lungo la strada privata, fermandosi sul vialetto davanti all’ingresso della villa.
“Quanta gente e stanno tutti guardando verso di noi.” Osserva Tamala guarda attraverso il vetro oscurato.
“Chissà come mai!” Dice sarcasticamente Stana agitata nel vedere tutti gli occhi puntati su di loro.
L’autista apre la portiera.
Tamala è la prima a scendere seguita da Stana e per ultimo Dylan.
“Signorina Katic. Le porto dentro lo zainetto di suo figlio?” Domanda l’autista aprendo il bagagliaio.
“Ci penso io, grazie.” Risponde gentilmente Stana prendendo il piccolo zainetto dalle mani dell’uomo.
“Ecco qui la nuova diva di Hollywood!” Annuncia Andrew avvicinandosi alle due donne abbracciandole.
“Andrew, non esagerare. Che bello rivederti.” Lo saluta Stana stringendolo a se.
“Ragazze, ben arrivate.” Esclama Terry unendosi al gruppo.
“Ciao Terry.” Salutano le due donne.
“E quest’ometto deve essere Dylan, giusto?!” Domanda Terry cercando una conferma del nome.
“Si. Lui è il mio ometto. Amore, saluta Andrew e Terry.” Lo invita Stana sistemandogli i capelli.
“Ciao. Ci sono altri bambini?” Domanda speranzoso Dylan.
“Si, vieni. Sono già tutti in giardino. Accomodatevi.” Le invita Terry prendendo la manina del piccolo.
“Stana, c’era Rob che voleva chiederti un piacere. Ti porto da lui.” Spiega Andrew arrivato all’interno della villa.
“Ok. Tam, tieni d’occhi Dylan, per favore.” Gli raccomanda consegnando all’amica le cose del figlio prima di seguire l’uomo su per le scale.
Salite le scale entrano nella prima porta a destra.
Rob cammina avanti e indietro palesemente nervoso.
“Rob, sei un po’ agitato per caso?” Lo prende in giro Stana.
“Oh mio dio… tu attenti sempre al mio cuore. Sei bellissima, Stana.” Si complimenta abbracciandola.
“Grazie, troppo gentile. Sei pronto per il grande passo?” Domando sistemandogli la cravatta.
“Si. Prontissimo. Volevo chiederti un piacere.”
“Dimmi.” Lo invita a continuare lei.
“Posso prendere in prestito Dylan come paggetto?” Domanda Rob.
“Si, certo. Ma non ti assicuro che le fedi arriveranno all’altare.” Scherza Stana.
“Ahahaha… Non ti preoccupare c’è Kevin che si assicurerà di far arrivare Dylan e le fedi.” Risponde ridendo.
“Allora, se c’è Kevin, il problema è risolto. Quei due si adorano.” Afferma Stana.
“Ok, è ora. Mi faresti l’onore di accompagnarmi?” Domanda Rob offrendo il braccio a Stana.
“Sono io che sono onorata ad accompagnare te.” Afferma prendendolo a braccetto.
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“Guardate là, lo sposo, si è già trovato l’amante!” Urla Jon, vedendolo Rob e Stana scendere la scalinata del giardino, attirando l’attenzione di tutti gli invitati.
“Sei solo invidioso.” Controbatte ridendo Rob.
“Beccato!” Confessa Jon avvicinandosi.
“Ciao Jon.” Lo saluta Stana abbracciandolo.
“Scusa Rob, ma io a differenza di te non mi devo sposare quindi posso fare questo.” Dichiara Jon lasciandole un bacio stampo sulla bocca.
Stana, abituata a queste cose da parte dell’amico si limita a sorridere, stando al gioco.
“Posso baciarla anch’io?” Domanda Seamus unendosi al gruppetto.
“Seamus… Ciao!” Lo saluta abbracciandolo anche lui.
“Ciao bellissima!” Dice stringendola a se.
“Ehi… vecchio hai finito di collezionare donne?” Domanda Nathan prendendo alle spalle Rob dandogli una pacca sulla spalla.
Stana all’udire della sua voce scioglie l’abbraccio con Seamus e si gira per avere la conferma che si tratta effettivamente di lui.
“Spiritoso. Poi senti da che pulpito viene la predica! Dal dongiovanni numero uno al mondo.” Afferma Rob.
“Ciao ragazzi!” Si salutano i tre amiconi dandosi bacche sulle spalle a vicenda.
Poi Nathan si gira verso Stana.
Quattro anni dall’ultima volta che si sono guardati negli occhi. Quattro anni dall’ultima volta che si sono parlati. Ed ora dopo quattro anni sono lì una di fronte all’altro.
Il primo a parlare è Nathan.
“Ciao Stana.” La saluta accennando un lieve sorriso.
“Ciao.” Risponde lei.
“Ragazzi andate a prender posto la sposa sta arrivando.” Urla Andrew a gran voce interrompendo il loro momento.
Gli invitati iniziano a sedersi ai loro posti.
Jon tira con se Nathan che è ancora imbambolato a guardare Stana mentre quest’ultima è intenta a cercare l’amica e il figlio con lo sguardo.
“Ciao Juliana. Ciao Kevin.” Saluta Stana abbracciando la donna e accarezzando il bambino sulla testa.
“Ciao tesoro. Sei bellissima. Vieni a sederti in fondo con noi.” La invita Juliana incamminandosi verso l’ultima fila.
“Arrivo sistemo Dylan e vi raggiungiamo.” Risponde Stana prendendo da Tamala il papillon.
“Amore, ascoltami. Dopo devi portare gli anelli agli sposi assieme a Kevin. Come hai fatto al matrimonio di zio Marko. Ti ricordi?” Domanda Stana sistemando la giacca al figlio.
Il piccolo annuisce chiedendo: “Poi posso andare a giocare?”
“Certo amore. Hai tutto il pomeriggio per giocare.” Dice Stana prendendo il figlio per mano.
“Ho visto che hai incontrato Nathan.” Commenta sottovoce Tamala seguendo l’amica verso le sedie libere.
“Già.” Conferma tagliando corto.
Stana si siede con Dylan in braccio affianco a Juliana. Mentre Tamala è seduta tra Stana e Seasum.
La cerimonia prosegue velocemente ed ora è il momento per Dylan e Kevin di portare gli anelli all’altare.
“Andate.” Bisbiglia Stana spingendo leggermente i due bambini.
Gli invitati si girano a guardare sorridendo i due bimbi che avanzano decisi verso gli sposi.
“Dylan vestito così sembra un mini James Bond.” Commenta Jon ammirando il piccolo.
“Dylan?” Domanda Nathan.
“Si, Dylan. Il figlio di Stana. Non sai che ha un figlio? Ma dovevi vivi? Nell’ultimo anno, grazie ai suoi film, è praticamente sempre sui giornali.” Dichiara Jon.
“Si, lo so ma non ricordavo il suo nome.” Si giustifica Nathan.
“Sbaglio o prima ti sei incantato ad ammirarla?!” Domanda maliziosamente dandogli una gomitata.
“No, ti sbagli.” Si affretta a risponde, tornando a concentrarsi sulla cerimonia.
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“Mamma, dove siamo seduti noi?” Domanda curioso Dylan, davanti al cartellone dove sono esposte le posizioni di tutti gli invitati.
“Allora noi siamo qui con: Juliana, Kevin, Seamus, Jon, Tamala e Nathan.” Risponde elencando i nomi.
“Siamo assieme?” Domanda Kevin raggiungendo l’amico.
“SI!” Esulta Dylan saltellando.
“Evviva!” Strilla Kevin.
“Che colore è il nostro tavolo?” Domanda Kevin.
“Blu.” Risponde Stana.
“Possiamo andare?” Domandano i bambini.
“Si andate.”
“Siamo seduti assieme immagino?!” Commenta Juliana avvicinandosi e vedendo i due bimbi correr via assieme.
“Indovinato. Ho perso Tam, hai visto per caso dov’è finita?” Domanda cercando l’amica tra la folla.
“Prova a indovinare dov’è?” Intervie Seamus avvicinandosi alle due donne.
“Non dirmelo! È già, al bar, con un uomo!” Afferma sbalordita dalla rapidità dell’amica nell’abbordare.
“Bingo.” Risponde ridendo l’uomo.
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Intanto al tavolo blu.
Jon e Nathan sono seduti a chiacchierare quando Dylan e Kevin arrivano di corsa.
“Ehi… campione. Non viene a salutare il tuo zio preferito.” Si lamenta Jon vedendo il piccolo intento a decidere dove sedersi.
“Ciao zio!” Strilla saltando letteralmente addosso all’uomo.
“Allora che mi racconti? Che supereroe sei oggi?” Domanda Jon sistemando il piccolo sulle ginocchia.
“Lanterna Verde.” Risponde intento a disfarsi del papillon.
“Aspetta ti aiuti… prima che ti strozzi e la mamma mi faccia a pezzi.” Commenta Jon sciogliendogli il farfallino.
“Ho caldo!” Si lamenta Dylan togliendosi la giacca dello smoking per poi strappare in un colpo solo tutti i bottoni della camicia.
“Attento che si rompe così.” Grida preoccupato Jon.
“Tranquillo, sono bottoni a clips.” Lo rassicura Nathan.
Dylan conclude il suo spogliarello gettando tutto a terra restando a petto nudo.
“No, per terra.” Lo rimprovera Jon raccogliendo gli indumenti.
“Non so, Jon, vuoi lasciare che si spogli del tutto prima di fermarlo?” Domanda Stana raggiungendo il gruppetto al tavolo.
“Hai un figlio caloroso. Hai dietro da cambiarlo? Perché non mi sembra intenzionato a tenere il vestito.” Dichiara Jon passando alla donna i vestiti del figlio.
“Si, ho tutto qui.” Risponde mostrando lo zainetto.
Intanto Dylan si è già tolto anche le scarpe.
Stana gli mette la maglietta di Lanterna Verde e tira fuori i pantaloncini corti.
“Visto zio?” Dice Dylan indicandosi la maglietta.
“È bellissima.” Commenta Jon aiutando Stana a cambiargli anche i pantaloni.
“Vedo che non ha perso tempo!” Commenta Juliana vedendo Dylan nei nuovi vestiti.
“Si, abbiamo fatto lo spogliarello.” Risponde Stana tirando fuori le scarpe da ginnastica.
“Kevin, vieni che andiamo a cambiarci.” Lo invita la mamma.
“No, voglio cambiarmi qui come Dylan.” Protesta Kevin iniziando a spogliarsi.
Juliana sbuffa accondiscendendo però alla decisione del figlio.
“Amore, lo dovresti sapere che quando questi due furbetti sono assieme si copiano l’uno con l’altro.” Interviene Seamus.
“Non per lamentarmi anzi, per me puoi stare così anche tutto il giorno, ma non piegarti così davanti ad altri uomini.” Commenta Jon ammirando il decolté della donna piegata verso di lui impegnata ad allacciare le scarpe di Dylan.
“Non sei l’unico che guarda.” Afferma Seamus guardando verso Nathan, il quale distoglie immediatamente lo sguardo.
Stana sorride ignorando i commenti dei tre uomini.
“Comunque anche da qui c’è un bel panorama!” Urla Victor* (Victor Webster nella serie Josh Davidson)  seduto al tavolo verde alle spalle di Stana.
“Ah… ecco. Mi sembrava che ne mancasse uno.” Afferma Stana alzandosi, sistemandosi il vestito e guardando verso Victor che nel frattempo si è alzato per andare a salutare la donna.
“Giuro, tu sei l’unica donna al mondo che dopo aver fatto un figlio è diventata ancor più gnocca.” Si complimenta a modo suo Victor abbracciandola.
“Ciao Victor. Non sei niente male nemmeno tu con questa barbetta brizzolata.” Lo saluta Stana lasciando una lieve carezza sul viso dell’uomo.
“Mamma… posso andare a giocare?” Domanda Dylan attirando l’attenzione della donna.
“Si, vai amore.” Risponde Stana.
“Posso offrire da bere a queste splendide donne?” Domanda Michael* (*Michael Trucco nella serie Tom Demming) unendosi al gruppo con due bicchieri di champagne che porge a Juliana e a Stana.
“Grazie Michael.” Rispondono le due donne.
“Un attimo di attenzione!” Parla al microfono Rob zittendo il chiacchierio degli invitati.
“Intano, grazie a tutti, per essere qui a condividere con noi il giorno più importante della nostra vita.” Una serie di applausi e fischi si levano dalla folla.
Rob sorride per poi proseguire dicendo: “Tra poco verrà servito il pranzo quindi iniziate ad accomodarvi. Buon pranzo a tutti! Se avete qualche lamentela rivolgetevi a Nathan… è quel ragazzone laggiù.”  Conclude scherzando indicando verso l’amico.
“Vado a recuperare le due pesti.” Si offre Seamus.
“Stana, se per caso ti annoi nel tavolo con questi tre puoi sempre unirti a noi.” Le suggerisce Michael con un sorriso a trentadue denti prima di allontanarsi.
“Che odio quel tipo.” Borbotta Jon.
“Immagino che stai parlando di Michael!” Afferma Seamus sentendo il commento dell’amico.
“Già.” Risponde Nathan infastidito mentre i camerieri iniziano a portare i piatti.
“Ragazzi, non cominciate.” Gli riprende Juliana.
“Soprattutto tu, Jon.” Lo avverte Stana.
“Perché soprattutto io?” Si lamenta.
“Forse perché l’ultima volta vi siete presi a pugni!” Afferma Seamus.
“Se l’è cercate.” Si giustifica Jon.
“Quel tipo quando beve diventa volgare e provocatorio.” Commenta Juliana.
“Speriamo non rovini la festa di Rob. Altrimenti lo prendo a pugni io, questa volta.” Afferma Nathan.
“Uomini, non offendetevi per quello che sto per dire.” Chiarisce Tamala unendosi al gruppo d’amici prima di proseguire.
“Ragazze, siamo finite nel tavolo peggiore.” Commenta rivolgendosi alle due amiche che scoppiano a ridere.
“Signorina Jones, può sempre cambiar tavolo se questo non le garba!” Risponde Jon offeso.
“Tam, quanti bicchieri hai già bevuto?” Domanda Stana mettendo il bavaglino a Dylan.
“Due o tre… forse quattro ma che importa. Siamo venute in limousine e abbiamo l’autista.” Risponde elettrizzata Tamala.
“Allora siete voi quelle della limousine!” Afferma Seamus.
“Tanto per chiarire. Il fatto che abbiamo una macchina spaziosa non significa che tu debba riempirla di gente o meglio di uomini.” Chiarisce Stana conoscendo più che bene l’amica.
“Tranquilla. Due posti in più bastano e avanzano. Uno per uno non fa male a nessuno.” Conclude bevendo un sorso di vino.
“Ti avverto. Se ti porti a casa qualcuno, noi andiamo a dormire in albergo.” Afferma Stana.
“Vi ospita lei?” Domanda Jon.
“Si, per i prossimi nove mesi.” Risponde Stana.
“È per un film?” Domanda Seamus.
Stana annuisce mangiando un boccone di salmone.
Il pranzo prosegue serenamente tra chiacchiere e battute varie.
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Tutto sembra filare dritto come l’olio fino a quando una battuta di Jason* (*Jason Beghe nella serie Mike Royce) durante il dessert fa sbiancare Stana e Tamala.
“Comunque devo dire, che se non sapessi come stanno realmente le cose, giurerei che Dylan è figlio tuo e di Nathan. Sono uguali. Stesso colore di capelli, stessi occhi…” Commenta, addentando un pezzo di torta nuziale.
A Stana cade la forchetta e sbiancando leggermente guardando verso l’amica in cerca d’aiuto.
Tamala interviene subito e prima che il discorso prosegua domandando a Jason: “Ti va di ballare con me?”
Nessuno sembra essersi accorto di nulla.
Tamala e Jason si uniscono ad altri coppie in pista mentre gli altri proseguono a chiacchierare tranquillamente.
Tutti, tranne Nathan, che non avendo mai perso di vista Stana ha sentito e visto tutto.
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5.00 P.M. Marlowe’s house - Malibù
“Papà, passa!” Grida Kevin correndo verso la porta.
Seamus accontenta il figlio passandogli la palla, incitandolo: “Vai campione. TIRA!”
Kevin calcia deciso verso la porta.
Jon, distratto a bere e a chiacchierare, non si accorge della palla che sta lentamente rotolando verso la porta che lui dovrebbe difendere.
“Svegliati!” Urla Nathan dall’altra parte del campo.
Quando però Jon si accorge della palla è troppo tardi.
“GOOOLLL!” Esulta Kevin dando un cinque al padre mentre Jon recupera la palla.
“Abbiamo vinto?” Chiede confuso Dylan.
“No, Dylan. Ha vinto Kevin e Seamus. Noi siamo arrivati secondi.” Spiega Nathan piegandosi per essere all’altezza del bambino.
“Possiamo fare così anche se siamo secondi?” Domanda indicando Seamus che corre con Kevin sulle spalle.
“Certo! Vieni!” Dice Nathan sollevando il piccolo.
“Apri le gambe… “ Gli spiega l’uomo posizionandolo sulle proprie spalle.
Una volta sistemando Dylan inizia a ridere divertito.
“Ok, tieniti forte. Non mollarmi mai.” Gli raccomanda Nathan tenendolo per le gambe.
“Lo so. L’ho già fatto altre volte.” Risponde prontamente il piccolo.
“Ok, allora andiamo.” Dice iniziando a camminare verso gli altri due.
“Io sono più alto!” Afferma Dylan.
“Papà portami più in alto!” Gli ordina Kevin vedendo la netta differenza dal suo amico.
“Tesoro, è Nathan che è troppo alto… non posso alzarmi di più.” Spiega al figlio.
“MAMMA!” Urla Dylan cercando di attirare la sua attenzione.
“Mmmhh… Stana… guarda là?” Le suggerisce Tamala facendola girare.
“Cavolo…” Bisbiglia salutando il figlio con un sorriso tirato.
“Mi raccomando si più normale possibile.” Le raccomanda l’amica.
“Sapevo che non dovevo venire…” Commenta Stana posando il bicchiere sul vassoio del cameriere.
“Stai tranquilla… e vai da tuo figlio.” Le ordina Tamala.
“Mamma, sono alto!” Esclama fiero.
“Vedo, amore…”
“Che c’è? Ho qualcosa fuori posto?” Chiede Nathan vedendo la donna trattenersi a fatica per non ridere.
“No…” Risponde scoppiando a ridere.
Nathan, guarda la donna senza capire, iniziando però a ridere a sua volta.
“Scusa, non volevo riderti in faccia.” Si scusa riacquistando un minimo di decenza.
“Ok, ti perdono se mi dici perché stai ridendo.” Propone Nathan.
“Posso?” Chiede alzando le mani verso di lui.
“Se non vuoi picchiarmi si.” Scherza Nathan.
“Apri la mano.” Gli ordina togliendogli dalla testa dei fuori e posandogli sul suo palmo.
“Ma… sono margherite?!” Chiede sorpreso.
Dylan si copre la bocca con una manina iniziando a ridere.
“Ma non avevi niente in mano quando ti ho caricato!” Afferma Nathan guardando su.
“Scommetto che c’è lo zampino di Jon…” Commenta Stana mentre finisce di pulire e sistemare i capelli dell’uomo.
“Adesso che ci penso prima l’abbiamo incontrato.” Conferma Nathan sorridendo dolcemente alla donna.
Stana si ridesta da quel momento molto carino. Sa che deve stare più lontana possibile da Nathan. Sa che deve farlo per il bene di suo figlio e per il suo.
“Amore, è ora di scendere.” Dice Stana diventando seria.
“No… mi piace qui!” Controbatte Dylan.
“Per me non è un problema.” Interviene Nathan non molto convinto, visto il cambio d’umore repentino della donna.
“Guarda c’è Kevin che sta giocando con lo zio Jon.” Afferma Stana sperando di convincerlo a scendere.
“Anch’io voglio!” Esclama Dylan cercando di scendere.
Nathan mette il piccolo a terra con l’intenzione poi di parlare con Stana ma quando si gira lei non c’è più.
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9.00 P.M. Marlowe’s house - Malibù
La festa prosegue serenamente. La maggior parte degli invitati sono già andati via.
Il gruppo di attori e staff di Castle è tutto riunito allo stesso tavolo e tra un racconto e l’altro se la ridono di gusto.
Stana, con Dylan addormentato contro di se sta chiacchierando con Juliana.
“Ragazzi, senza che torniate a casa che dite di restare qui a dormire? Abbiamo cinque stanze libere.” Gli invita Terry.
“È un’ottima idea. Restate qui!” Afferma Andrew.
Dopo un paio d’indecisioni: Stana, Dylan, Tamala, Juliana, Kevin, Seamus, Jon, Nathan,  Michael, Victor, Jason e consorte; decidono di soggiornare per la notte.
“Ottimo. Io vado a letto. Portate i piccoli su così potete restar qui a chiacchierare. Se si svegliano vi chiamo.” Propone Terry.
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11.30 P.M. Marlowe’s house - Malibù
Sono rimaste una ventina di persone di cui quindici sono tutti membri di Castle.
Quasi tutti, chi più e chi meno, sono sazi di alcool.
Tamala bisbiglia qualcosa a Stana facendole l’occhiolino per poi lasciare sola l’amica a ballare con Jon.
Un minuto dopo, la sparizione di Tamala, la musica cambia e parte “You can leave your hat on” tutti smettono di ballare guardandosi attorno stupiti dal cambiamento della canzone.
Stana invece sposta le mani accarezzando delicatamente il petto di Jon entrando con le mani all’interno della giacca. L’uomo deglutisce e guardandosi attorno si accorge che tutti stanno osservando loro due. 
“Signorina Katic… non vorrà mica approfittare di me?” Bisbiglia Jon.
“Hai per caso paura di non resistermi?” Domanda continua il suo lavoretto facendogli scendere lentamente la giacca lunga le braccia facendola cadere a terra.
I presenti accerchiano la coppia incitano Stana a continuare.
“Fai di me ciò che vuoi!” Afferma Jon decidendo di stare al gioco lasciandosi spogliare dall’amica.
La donna passa alla cravatta: l’allenta un po’ per poi sfilargliela. La fa roteare in aria camminando sensualmente attorno a Jon incrementando così il tifo degli amici. Tornata davanti a lui si mette la sua cravatta portando poi di nuove le mani sul petto dell’uomo. Le fa scorrere su e giù accarezzandogli le spalle, i pettorali per poi iniziare lentamente a aprire un bottone alla volta della camicia.
“Non so se le donne presenti riusciranno a resistere al mio fisico scolpito.” Scherza osservando la donna mentre gli slaccia l’ultimo bottone.
Stana si sposta alle spalle dell’uomo, gliela sfila lentamente per poi lanciarla contro Michael che è in prima fila.
Jon usa la cravatta che indossa l’amica per attirarla a se. Una volta che i loro corpi sono completamente schiacciati l’uno contro l’altro iniziano ad ondeggiare.
“Stana, sei come una sorella ma in questo momento hai poco della sorella. Sono pur sempre un uomo.” Dichiara, faticando a controllare l’eccitazione che sta aumentando.
Stana sorride senza però rispondere. Con la coda dell’occhio vede l’amica, che alle spalle dell’uomo, ha in mano il necessario per portare al termine il loro diabolico scherzo.
Si allontana quel tanto che basta per slacciargli la cintura e sbottonargli i pantaloni.
Jon, stregato dalla sensualità della donna e evidentemente eccitato, non si accorge che Stana ha preso due cubetti di ghiaccio, dal bicchiere di Tamala, fino a quando non sente il freddo a contatto con la sua spalla.
“Stai giocando con il fuoco…” Afferma sussultando.
Stana fa scivolare il cubetto dal petto all’addome per poi arrivare appena sopra i boxer facendolo rabbrividire.
La musica è ormai alla fine ed è ora di concludere il loro piano… così fa un cenno all’amica la quale si avvicina alle spalle di Jon.
Stana, succia il cubetto di ghiaccio mettendolo poi in bocca a Jon.
“Non preoccuparti ora spengo il fuoco…” Sussurra all’orecchio dell’uomo.
Prima che l’uomo possa rendersene conto Stana con una mossa rapida rovescia una decina di cubetti nei boxer dell’uomo.
Jon, inizia ad urlare, cercando di togliersi i ghiaccioli dalle mutande mentre la sua eccitazione si sta letteralmente congelando.
I presenti incominciano a ridere a crepapelle mentre Stana e Tamala si danno il cinque godendosi la scena.
“Stana, ti consiglio di chiudere la porta a chiave stanotte.” L’avverte rivestendosi mentre le due donne continua a ridere a crepapelle.
Il dj cambia musica proponendo un lento.
Nathan decide di fare la sua mossa. È tutto il giorno che ci pensa e ora è deciso a farlo sperando di non riceve un rifiuto da parte della donna.
“Stana, posso avere l’onore di ballare con te?” Domanda porgendo la mano alla donna.
La donna tentenna un po’ sa che non deve, sa che sta giocando col fuoco ma alla fine accetta comunque.
Nathan, non sa se ringraziare l’alcool che ha in corpo la donna o se lei lo vuole veramente, ma sta di fatto che ora sono lì al centro della pista a ballare, molto, molto vicini l’uno all’altro.
Nathan, al braccio sinistro sulla schiena della donna, la mano destra stringe la mano di lei mentre la mano libera di Stana è appoggiata sul petto dell’uomo.
“Posso stare tranquillo o hai in mente qualche altro scherzo?” Domanda per rompere il ghiaccio.
“Per stasera ho finito con lo spettacolo.” Risponde sorridendo.
“Risulterò banale per quello che sto per dirti ma, sei stupenda.” Ammette dolcemente Nathan.
“Anche tu non sei niente male. Ho visto che ti sei dato allo sport, sei in ottima forma.” Dice contraccambiando i complimenti.  
“Ecco che arriva…” Sussurra tra se Nathan vedendo Michael avvicinarsi.
“Che succede?”
“Sta arrivando l’idiota.” Risponde lui.
“Posso?” Domanda Michael guardando Stana.
“È meglio che ti siedi… non ti vedo molto stabile.” Gli consiglia Nathan vedendo la scarsa capacità dell’uomo di stare in piedi senza dover appoggiarsi a qualcosa o a qualcuno.
“Non ho chiesto a te.” Controbatte stizzito continuando a guardare Stana con desiderio.
“Michael, che dici se andiamo a sederci e mi dai quella.” Gli suggerisce Stana cercando di prendergli la bottiglia.
“Che dici se invece andiamo a scopare?” Domanda con un ghigno stampato sul viso afferrando la donna per il polso.
Nathan sta per intervenire ma Stana lo anticipa dicendo: “Michael, andiamo a sederci.”
“Che c’è solo a questo stronzo gliela dai?!!” Afferma guardando Nathan con aria di sfida.
“Ti conviene smetterla prima che ti prenda a pugni.” Lo minaccia Nathan.
“Dai… fallo che aspetti.” Lo provoca cercando di avvicinarsi mollando la presa su Stana.
“Ragazzi… fermi. Cerchiamo di non rovinare la festa a Rob.” Interviene Stana mettendosi tra Nathan e Michael.
“Che succede?” Domanda Jon.
“È arrivato l’altro pezzo di merda.” Commenta Michael.
“Scusa?!! Ripeti sei hai coraggio.” Lo sfida Jon cercando di avvicinarsi.
“Jon, no! Non cedere alle sue provocazioni! Andate via.” Ordina Stana mettendogli una mano sul petto per bloccarlo.
“Non ti lascio da sola con questo coglione.” Chiarisce Jon.
“Chi dei due ti ha scopata meglio?” Domanda ridendosela Michael.
A quella frase Stana si mette davanti a Michael per fargli scudo anticipando le mosse di Jon e Nathan.
“Michael, cammina.” Dice Stana spingendolo dalla parte opposta.
“Dove mi porti tesoro?” Domanda facendo passare un braccio sulle spalle della donna.
“Andiamo a prendere un bicchier d’acqua e poi ti spedisco a letto.” Spiega Stana portandolo verso il bar.
“Mmmmhhh… mi piace.” Commenta l’uomo.
Nathan e Jon seguono i due restando però a una certa distanza.
“Un bicchiere d’acqua, per favore.” Ordina al barista Stana.
“Ma non mi piace l’acqua…” Si lamenta sussurrando all’orecchio di Stana lasciandole un bacio sulla guancia.
“A me sai cosa non piace? Quando fai così. Adesso, bevi l’acqua.” Gli ordina Stana.
“Ma io sono innamorato di te.” Risponde bevendo un sorso d’acqua.
“Certo Michael, come ami tutte le donne sulla faccia della terra. Forza bevi.” Lo invita.
“Vero… ma tu sei la mia preferita.” Chiarisce svuotando tutto d’un fiato il bicchiere.
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In quel momento, dall’altra parte del tendone, fa la sua comparsa un Dylan in lacrime nella disperata ricerca della mamma.
Tamala seduta ad un tavolo, lontana dalla musica, è la prima ad accorgersi di lui.
“Tesoro, vieni qui. Che succede?” Domanda, avvicinandosi al nipotino, prendendolo in braccio.
“Maaammaa…” Singhiozza disperato guardandosi attorno.
“Ssshhh… adesso la troviamo. Tranquillo.” Cerca di calmarlo cercando l’amica fra la gente.
“Cos’è successo?” Chiede Juliana vedendo arrivare Tamala tutta di fretta.
“Hai visto Stana?” Domanda agitata.
“Stava ballando con Nathan fino a pochi minuti fa.” Risponde Juliana guardando verso la pista da ballo nel tentativo di trovare la donna.
“Eccola. È la con Michael!” Dice indicando verso la zona bar.
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“Ottimo! Adesso andiamo a dormire.” Dice Stana invitandolo a seguirla.
“Se mi ci porti tu, vengo più che volentieri.” Commenta ammirando il fondo schiena della donna facendo dei gesti volgari alle sue spalle.
“Adesso lo uccido!” Afferma Jon.
“STANA!” Urla nel tentativo di sovrastare il rumore della musica passando accanto a Nathan e Jon
Stana vede Tamala avvicinarsi con il braccio Dylan sentendo sempre più chiaramente il pianto di quest’ultimo.
“Maaammmma!” Grida allungando le braccia verso di lei piangendo a dirotto.
“Amore mio. Che succede?” Domanda all’amica prendendo il figlio in braccio.
“Non lo so. È arrivato piangendo.” Spiega Tamala.
“Ssshhh… amore. Adesso passa, tranquillo.” Dice stringendo forte a se il piccolo.
“Io sto ancora aspettando…” Si lamenta Michael avvicinandosi alle due donne.
“Michael, non è il momento.” Gli fa notare Tamala.
“Ci pensiamo noi.” Interviene Jon trascinando via l’uomo assieme a Nathan.
Stana e Tamala si spostano lontane dalla musica sedendosi in un tavolo deserto.
“Amore, dici alla mamma cosa ti ha spaventato?” Domanda dolcemente accarezzandolo su e giù sulla schiena.
“Maammmaa…” Piagnucola stringendo la presa intorno al collo di Stana.
“Sono qui, amore.” Lo rassicura baciandolo ripetutamente.
“Tam, hai voglia di fargli la camomilla? C’è tutto il necessario nel suo zainetto.” Domanda Stana.
“Si, tranquilla ci penso io. Ti porto qui il ciuccio prima di andare.” Risponde Tamala alzandosi.
“Grazie zia.” Ringrazia sorridendo.
“Ehi… tutto ok?” Domanda Jon sedendosi vicino a Stana.
“Si, grazie. Probabilmente si è svegliato ritrovandosi solo in un posto sconosciuto. Dov’è Michael?” Domanda curiosa.
“L’abbiamo caricato su un taxi.” Risponde Jon accarezzando una manina del bimbo.
“Intero?” Scherza Stana.
“Si intero. Non capisco perché ti preoccupi tanto per quel cretino.” Commenta Jon.
“Perché ha un problema, Jon. Lo sai anche tu che quando è sobrio non è così. In realtà  pensavo fosse andato in un centro di recupero.”
“C’è stato, per sei mesi, dopo aver provocato un incidente ma evidentemente è ricaduto nell’oblio.” Risponde Andrew unendosi al gruppetto.
“Ragazzi, Michael ha bisogno d’aiuto e noi dobbiamo aiutarlo. Non ha più nessuno. La sua famiglia vive lontana e gli amici che gli sono rimasti sono degli ubriaconi.” Spiega Andrew.
“La camomilla è servita.” Afferma Tamala porgendo il biberon.
“Grazie.” Dice Stana alzandosi in piedi. “Ragazzi, noi andiamo a letto. Buona notte. A domani.”
“Vengo anch’io. Notte a tutti.” Afferma Tamala seguendo l’amica.
“Notte ragazze.” Salutano Jon e Andrew.
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Giorno 3
10.00 A.M. Marlowe’s house - Malibù
“Grazie Terry, per l’ospitalità!” Dice Stana abbracciando la donna.
“Dato che restate a Los Angeles, per i prossimi nove mesi, cerchiamo di organizzare qualcosa per vederci tutti assieme.” Propone Andrew.
“Si, certo. Sarà un po’ dura tra un impegno e l’altro ma vedrò di ritagliarmi fuori un po’ di tempo anche per voi.” Spiega Stana.
“Pronta?” Domanda Tamala all’amica.
“Si, vado a recuperare Dylan. Poi possiamo andare.” Afferma Stana.
“Amore, è ora di andare.” Lo chiamo Stana vedendolo giocare con Kevin.
“Cinque minuti!” Risponde Dylan continuando a giocare.
Stana approfitta per salutare tutti un’altra volta.
“Jon, anche se ora sono qui ti aspetto puntuale come ogni ultimo venerdì del mese per la serata con noi.” Gli ricorda Stana.
“Ovvio, adesso sono anche più comodo. Non mi devo fare ore di aereo per vedervi.” Risponde abbracciandola.
“Juliana, io non sarò molto disponibile ma puoi sempre metterti d’accordo con Tamala per far giocare i bambini assieme.” Spiega abbracciando l’amica.
“Sicuro. Arriveranno alla fine dei nove mesi che saranno inseparabili.” Commenta ridendo Juliana.
“Ciao Seamus, aspetto un invito a casa vostra per assaggiare le specialità che hai imparato al corso di cucina.” Afferma Stana.
“Vedo che mia moglie ha diffuso la voce. Significa che è soddisfatta della mia cucina. Comunque ogni volta che Tamala non ti prepara da cena vieni da noi.” Risponde lui.
“Allora mi trasferisco da voi perché Tam non sa cucinare e non cucina mai.” Scherza Stana.
“Ciao Nathan e grazie per ieri sera.” Lo ringrazia stringendogli la mano.
“Figurati. È stato un piacere rivederti. Spero di poterti vedere ancora nei prossimi mesi.” Afferma Nathan stringendole la mano.
“Dylan, andiamo!” Urla Tamala.
“Ciao a tutti!” Saluta Stana prima di correr dietro a Dylan prendendolo al volo.
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Giorno 30
Ore 10.00 P.M. Pub
“Jon, cosa sai sul presunto padre di Dylan?” Domanda Nathan all’amico.
“Praticamente nulla. Ho chiesto a Stana più volte ma è rimasta sempre sul vago. So solo che deve averlo incontrato in un locale una sera che è uscita con Tam e sono finiti a letto assieme. Non so altro. Però è strano.” Racconta Jon bevendo un sorso di birra.
“Cos’è strano?” Domanda curioso.
“Stana, non è una tipa che si ubriaca talmente tanto da non ricordare nulla. Nei suoi racconti è sempre stata troppo vaga. È impossibile che non si ricordi il nome del ragazzo, com’era, non sa a che ora e quando si sono allontanati dal locale, non ricorda nessun dettaglio. Secondo me omette di dire qualcosa. O questo tipo lo conosciamo e non vuole dirci chi è o il tipo è un uomo sposato. Non lo so. So solo che c’è qualcosa che non torna.” Spiega Jon dubbioso.
“E Tamala? Hai chiesto a lei?”
“Tam afferma di aver perso di vista Stana prima che incontrasse il presunto ragazzo.” Risponde Jon.
“Ovviamente, anche lei molto vaga sul racconto. Dimmi un’altra cosa: qual è la data di nascita di Dylan?”
“28 marzo.” Risponde Jon controllando sul cellulare.
“2015?” Domanda Nathan.
“Si… 2015. Ha appena fatto i 3 anni.” Conferma Jon.
Nathan chiude gli occhi e inizia a farsi mentalmente dei calcoli per capire in che periodo Stana a concepito il figlio.
Jon resta in silenzio per diversi minuti a guardare l’amico mentre conta sulle dita di una mano cercando di capire che cavolo sta facendo.
“Non ci posso credere!” Grida Nathan facendo girare alcune persone nel locale.
“Ehi… bro. Che ti prende?” Domanda preoccupato.
“Mi ha tradita! Stana è andata con un altro uomo mentre era con me.” Commenta sconvolto.
“Ma cosa stai farneticando?” Domanda Jon.
“Quando ha concepito Dylan stavamo ancora assieme. Lo capisci? Mi ha fatto passare l’inferno perché mi ha trovato a letto con due donne quando lei era la prima che mi tradiva.” Spiega arrabbiato alzandosi in piedi.
“Bro… rallenta un attimo. Stiamo parlando di Stana. Lei non è così. Lei non ti avrebbe mai tradito. Forse hai sbagliato i calcoli, proviamo a rifargli con la calcolatrice.” Lo invita Jon tirando fuori il cellulare.
“Sono sicuro di aver fatto i calcoli giusti. Ora te lo dimostro.” Nathan prende il telefono dell’amico e spiegandogli ogni passaggio arriva al risultato di prima.
“Visto! Lei era dai suoi quando a concepito.” Urla Nathan.
“Aspetta un secondo… Dylan è nato in ritardo… è nato 20 giorni dopo.” Afferma convinto Jon.
“Come è nato 20 giorni dopo?” Domanda iniziando ad agitarsi.
“Si… me lo ricordo perché una volta parlando con lei le è sfuggito questo dettaglio. Dylan è nato quasi con un mese di ritardo è per questo che le hanno fatto il parto cesareo.” Spiega Jon.
“È mio figlio! Oddio…” Bisbiglia sbiancando.
“Ne sei sicuro? Potrebbe sempre averti tradito prima di partire.” Commenta Jon.
“Ma sei cretino? Prima mi dici che lei non mi tradirebbe mai e poi mi vieni a dire che forse mi ha tradito?” Domanda sbalordito.
“Non lo so. Però lei non è nemmeno il tipo che ti mentirebbe su una cosa così.” Afferma Jon.
“Comunque prima che partisse abbiamo passato praticamente una settimana a letto nella sua casa in spiaggia a Santa Monica.” Confessa Nathan.
“Ok. Devi parlare con lei. Cerca di non aggredirla o spaventarla. Lasciale il tempo di spiegare. Chiaro?” Gli raccomanda.
“Si si… dammi il suo numero di cellulare.”
 

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Capitolo 2
*** MAGGIO ***


Giorno 32
5.00 P.M. Studios
“Ciao… scusa ma ho poco tempo.” Lo saluta Stana guardando l’orologio e aprendo la bottiglietta.
“Sarò breve… Dylan è mio figlio?” Domanda a bruciapelo Nathan.
A Stana va di traverso l’acqua che sta bevendo.
“Come scusa?” Domanda nel tentativo di prender tempo.
“Hai capito benissimo! Dimmi semplicemente: si o no.” Insiste tamburellando le dita sul tettuccio dell’auto.
“Non è tuo figlio.” Risponde lei senza però guardarlo negli occhi.
“So che è nato con venti giorni di ritardo quindi: o mi hai tradito o è mio figlio.” Chiarisce lui.
“Ti ho tradito. Scusa ma adesso devo rientrare.” Risponde voltandosi per andar via.
“No. Non è vero.” Afferma Nathan spostandosi di fronte alla donna che continua a guardare ovunque tranne che lui.
“Si, invece. Mi dispiace che tu l’abbia scoperto così.” Insiste lei.
“Ok, allora guardami e dimmi che Dylan non è mio figlio.” La sfida lui.
“Non è tuo figlio.” Dichiara dandogli una rapida occhiata, cercando poi di fuggire.
“Non così. Guardami dritta negli occhi!” Grida lui bloccandola tra l’auto e il suo corpo.
Stana non ha il coraggio di guardarlo sa che se solo alzasse lo sguardo lui capirebbe.
“Stana, guardami.” Ripete questa volta più dolcemente alzandole il mento con il dito.
I loro occhi finalmente si incontrano.
Stana è sull’orlo del pianto… Nathan odia vederla così ma vuole sapere la verità.
“Non è tuo figlio.” Sussurra con il groppo in gola.
“Stai mentendo.” Dice lui asciugandole una lacrima con il pollice.
“No.” Bisbiglia lei.
“Se non hai nulla da nascondere allora voglio fare un test di paternità!” Afferma Nathan.
“Assolutamente no. Non hai nessun diritto di presentarti qui, dopo quattro anni, pretendendo di voler fare un test a un bambino che non è tuo.” Controbatte lei.
“Se è mio o no lo dirà il test. Di cosa hai paura?” Domanda non capendo il continuo negare della donna.
“Non ho intenzione di discutere con te ulteriormente. Devo andare.” Dice cercando di spostarlo.
“Dimmi la verità e ti lascio andare.” Insiste fermando il suo tentativo di fuga.
“Nathan, lasciami.”
“Ho diritto di sapere.” Afferma iniziando ad arrabbiarsi.
“MAMMA!” Urla Dylan mollando la mano di Tamala e correndo verso di lei.
Stana si asciuga velocemente gli occhi e Nathan si sposta immediatamente lasciandola andare.
“Ciao amore mio!” Lo saluta Stana sollevandolo in aria e facendolo ridere.
“Cos’hai tesoro?” Domanda Tamala vedendo gli occhi rossi dell’amica.
“Ti spiego dopo.” Bisbiglia Stana.
“Ciao Nate!” Lo saluta Dylan.
“Ciao campione…” Contraccambia lui sorridendo.
“Che ci fai da queste parti?” Chiede Tamala.
“Niente. Me ne stavo andando.” Risponde aprendo lo sportello.
“Stana, ne riparliamo.” Afferma Nathan per poi salire in macchina.
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10.00 P.M. Tamala’s house
Tamala offre all’amica un bicchiere di vino sedendosi accanto a lei sul divano.
“Allora? Ne vuoi parlare?” Chiede bevendo un sorso.
“È convinto che Dylan sia suo figlio e insiste per fare un test di paternità.” Confessa Stana.
“Sapevi che c’era il rischio che tornando qui succedesse.” Commenta appoggiando il bicchiere sul tavolino.
“Non dovevo accettare l’invito al matrimonio. Dovevo venir qui gira il film e tornarmene a Miami senza incontrarlo. Ma io no sono la solita stupida. Ho voluto rischiare e adesso eccomi qui.” Afferma passandosi una mano sul viso.
“Cosa intendi fare?”
“Non lo so. So solo che Nathan non mollerà fino a quando non avrà ottenuto ciò che vuole. Non posso nemmeno tornare a Miami ho firmato un contratto e devo portarlo a termine. Sa che siamo qui da te e anche se ci trasferissimo in albergo o da qualcun altro lui ci troverebbe…” Dice, nel tentativo disperato di trovare una via di fuga.
“Forse è arrivato il momento di confessare.” Suggerisce Tamala.
“Devo pensarci… ho bisogno di tempo. Tempo che però non ho.” Afferma alzandosi.
“Tam, ho paura!” Ammette dopo un momento camminando avanti e indietro.
“Ehi… Vieni qui.” Dice Tamala invitandola ad avvicinarsi aprendo le braccia.
Stana l’abbraccia lasciandosi coccolare dall’amata amica.
“Qualsiasi decisione prenderai l’affronteremo assieme.” La rassicura baciandola sulla tempia e stringendola forte a se.
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Giorno 39
1.00 A.M. Tamala’s house
“Nathan, sul serio? Sai che ora sono?” Domanda arrabbiata spalancando la porta di casa.
“Se avessi risposto alle chiamate non sarei qui a quest’ora di notte!” Controbatte lui entrando.
“Intanto abbassa il tono di voce!” Gli ordina chiudendo la porta.
“Voglio sapere, con che diritto mi hai portato via mio figlio? Tre anni senza sapere che ho un figlio! Chi sei tu per decidere che io non posso essere padre?” Chiede incazzato.
“Io sono sua madre ed era la scelta giusta da fare.” Risponde lei.
“Questa è bella… La scelta giusta per te non per nostro figlio. Ogni bambino ha diritto di crescere con entrambe i genitori. Tu non sei dio. Tu non puoi alzarti la mattina e partire con MIO figlio.” Afferma alzando il tono di voce.
“Non potevo restare qui con te che mi rendevi la vita impossibile. Non mi hai lasciato altra scelta. Non potevo trascorre i nove mesi di gravidanza in quelle condizioni con l’ansia sempre addosso perché tu mi facevi gli agguati a tutte le ore. Eri sempre ubriaco, non so se te lo ricordi!?!” Gli rammenta lei.
“E perché mi ero ridotto così?! Lo sai? Per colpa tua!!! Tu, non hai voluto perdonarmi. Non hai mai voluto ascoltare le mie scuse darmi una seconda chance. Non dare la colpa a me. Io sono stato malissimo a causa tua. Io, ti amavo!” Urla le ultime due frasi avvicinandosi pericolosamente alla donna.
Stana spaventata fa un passo in dietro.
“Se ami una persona non la tradisci. Non la fai finire all’ospedale con una commozione celebrale perché accecato dalla gelosia. Non la sbatti contro il muro per scopartela con la forza.” Grida con le lacrime che le rigano il viso.
Nathan la guarda confuso… mezze di queste cose non se le ricorda nemmeno.
“Avevo paura di te non potevo restare.” Sussurra Stana cercando di calmarsi asciugandosi il viso.
“Cos’ho fatto...” Bisbiglia Nathan schioccato cercando di ricordare.
“Mamma…” Una vocina fa girare entrambi gli adulti.
Dylan, spaventato dalle urla è bloccato all’ingresso del soggiorno. Vuole raggiungere la mamma ma per arrivarci deve passare vicino a Nathan.
“Amore, mi dispiace non volevamo urlare.” Spiega Stana raggiungendolo.
Dylan, stringe forte intorno al collo della mamma, sussurrandole all’orecchio: “È l’uomo cattivo?”
“No, amore. Nathan non è cattivo. Vero?” Risponde cercando di coinvolgere l’uomo ancora sotto shock.
“Scusa Dylan, non dovevo alzare la voce con la mamma.” Si scusa avvicinandosi ai due.
“Perché urlavi?” Domanda sbadigliando il piccolo.
“Ogni tanto anche i grandi litigano. Come quando ti arrabbi con Kevin per un gioco.” Spiega Stana.
“Anche voi litigate per un gioco?” Domanda ingenuamente.
“Si più o meno. Adesso è meglio che torniamo a dormire, che dici?” Domanda Stana accarezzando la schiena del figlio appisolato contro la sua spalla.
“Ok…” Sussurra sbadigliando nuovamente.
“Cosa succede? Come mai sei sveglia?” Domanda Tamala dall’ingresso vedendo la luce accesa.
“Ah… scusa non sapevo avessi compagnia.” Afferma entrando in soggiorno e vedendo l’uomo.
“Potresti accompagnare Nathan alla porta.” Chiede Stana all’amica per poi sparire lungo il corridoio.
“Certo.” Risponde lei.
Nathan raggiunge Tamala che aprendo la porta dice: “Immagino non ti abbia invitato lei alle 1 di notte. Evita queste tue brillanti idee. Qui c’è un bambino piccolo che non deve essere coinvolto nelle vostre discussioni.”
“Hai ragione, non ci ho pensato. Ma è mio figlio non mi terrete lontano di lui ancora.” Afferma Nathan uscendo di casa.
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Giorno 51
8.00 A.M. The six coffee
“Grazie per aver pazientato cinque giorni senza presentarti alle una di notte a casa.” Dice Stana sedendosi di fronte all’uomo.
“Voglio passare del tempo con lui.” Afferma schietto Nathan.
“Non è così semplice.” Risponde lei.
“Cosa vuoi dire?” Domanda rigirando la tazza di caffè tra le mani.
“Voglio dire che prima d’iniziare questa cosa devo sapere quali sono le tue intenzioni. Dobbiamo chiarire un po’ di cose. Devo proteggere mio figlio non posso semplicemente dirgli “ecco tuo padre passa del tempo con lui.” Voglio capire prima un po’ di cose. Abbiamo bisogno di parlare e sistemare un po’ di cose tra noi.” Spiega Stana bevendo un sorso di caffè.
“Vuoi sapere le  mie intenzioni!?! Voglio passare del tempo con lui e recuperare gli anni di cui TU mi hai privato. Ecco, quali sono le mie intenzioni!” Risponde seccato.
“Mi dispiace ma fino a quando terrai questo atteggiamento e questi propositi non passerai nemmeno un secondo con lui.” Afferma pronta ad alzarsi.
“È anche mio figlio non solo tuo, ricordatelo!” Chiarisce Nathan alterato.
“Non puoi venir qui minacciarmi e pretendere che io ti lasci vedere Dylan. Cambia atteggiamento se vuoi avere la possibilità di fare il padre.” Risponde, altrettanto arrabbiata.
“Non puoi impedirmi di vederlo!” Controbatte lui.
“Sei sicuro!!? Non metterti contro di me. Che ti piaccia o no prima devi riuscire ad avere un rapporto civile con me… fino allora scordati di poter passare del tempo con Dylan. Cambia atteggiamento!” Afferma alzandosi lasciando Nathan a bocca aperta.
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10.00 P.M. Jon’s house
“È vero che le ho fatto tutte queste cose?” Domanda Nathan all’amico.
“Si… non ti ricordi?” Chiede sorpreso Jon.
“Ho dei ricordi confusi…”
“Eri fuori dalla grazia di dio. Spero di non vederti mai più in quelle condizioni. Le cose sono peggiorate quando l’hai vista cenare con Tamala e altri due ragazzi. Eri sempre ubriaco. Ho pulito più vomito in quei mesi che in tutta la mia vita.” Racconta Jon offrendogli una birra.
“Sono stato un vero e proprio coglione... Ma questo non giustifica il fatto che mi abbia mentito. Mi ha privato di mio figlio. E ora insiste che dobbiamo fare a modo suo. Vuole anche comandarmi, capisci?!” Spiega infastidito.
“Ascolta bro… Voglio un bene dell’anima a Dylan e non voglio vederlo soffrire. Stana ha sbagliato ma è una madre fantastica. In questi anni non l’ho mai vista mettere niente prima di lui. Vive solo ed esclusivamente per lui. Tutta la sua vita è studiata per non fargli mancare nulla. Fidati di lei. Se dice che dovete andare prima a destra e poi a sinistra, allora fallo.” Afferma rigirando la bistecca sulla piastra.
“Come faccio a fidarmi? Come faccio a sapere che una volta tornati a Miami lei non mi impedirà di vederlo?” Domanda Nathan mescolando le patate.
“Ci metto le palle, amico. Stana non è una che fa conoscere Dylan al primo che passa… non fa entrare nessuno nella sua vita se non è sicura al cento per cento. Se ha deciso di darti la possibilità di fargli da padre significa che non ti caccerà alla prima occasione, a meno che tu non faccia il coglione. E nonostante quello che le hai fatto passare sta dimostrando di volersi fidare di te quindi smettila lamentarti e fidati.” Gli suggerisce Jon.
“Non posso dimenticare quello che mi ha fatto... Cazzo, mi ha portato via mio figlio!” Afferma bevendo un sorso di birra.
“Tutti e due avete fatto errori ma ora è arrivato il momento per entrambi di ricominciare. Hai voglia di essere parte della vita di Dylan o no? Vuoi essere un padre per lui?” Domanda incrociando le braccia al petto.
“Si.” Risponde deciso.
“Allora prenditi il tempo che ti serve e perdonala. Avete un figlio stupendo non rovinatelo per colpa del vostro orgoglio. Pensaci.” Conclude Jon mettendo le bistecche nei piatti.
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Giorno 59
10.00 A.M. The six coffee
“Ciao.” Saluta Stana sedendosi di fronte a Nathan.
“Ciao. Ti ho preso il caffè come piace a te. Almeno spero che ti piaccia ancora così.” Dice mettendole davanti la tazza fumante.
“Grazie... certe cose non cambiano.” Risponde assaggiandone un sorso.
“Dopo una settimana ho preso la mia decisione.” Inizia Nathan. “Voglio far parte della vita di Dylan. Ne sono convinto al cento per cento. Sarò sincero sono ancora arrabbiato, ma mi interessa di più far parte della sua vita. L’unica cosa che devi promettermi è che una volta finito il tuo lavoro qui mi permetterai di vederlo.”
“Se questi mesi andranno bene potrai vederlo quando e come vuoi. Ma ora vediamo di affrontare il presente, per il futuro ci sarà tempo. Un passo alla volta?” Domanda, tendendo la mano verso lui.
“Un passo alla volta.” Risponde stringendole la mano.
 

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Capitolo 3
*** GIUGNO ***


Giorno 65
10.00 A.M. The six coffee
“Buon giorno. Ti ho preso un cornetto alla crema.” Dice Stana passandoglielo.
“Oh… grazie. A un dolce non dico mai di no.” Afferma avventandosi sul croissant.
“Scusa, per il ritardo, ma questa mattina a Dylan è venuto un attacco di mammite acuta, non voleva lasciarmi andare.” Spiega bevendo un sorso di caffè.
“Tranquilla, ero in ritardo anch’io. Allora l’altra volta ci siamo dati delle regole da rispettare. Oggi di cosa parliamo?” Domanda curioso.
“Dylan, sa che da qualche parte nel mondo c’è il suo papà… gli ho parlato di te.” Spiega Stana.
“E cosa sa?” Domanda bevendo un sorso di caffè.
“Sa che sei un fanatico dei supereroi e, non so se è una coincidenza, ma lui gli adora soprattutto Capitan America. Sa che sei una brava persona, che sei divertente e che adori i videogiochi.” Racconta Stana.
“Veramente??” Chiede meravigliato.
“Anche se nell’ultimo periodo ti sei trasformato in una persona completamente diversa dal tuo essere, tirando fuori il peggio di te, so come sei realmente.” Confessa.
“Immagino che ti sia inventata anche il motivo per il quale non ero lì con voi?!” Domanda Nathan.
“Le prime volte ho abilmente evitato la domanda cambiando argomento. Poi però ho dovuto rispondergli. Gli ho detto che stavi male e che non potevi stare con noi.” Risponde Stana imbarazzata.
“Perché non gli hai detto che ero morto?!! Dal momento che non mi sembravi intenzionata a informarmi di essere padre! Perché hai inventato questa scusa?” Domanda cercando di trattenersi dall’urlarle contro.
“Più e più volte, in questi anni, ho preso in mano il telefono con l’intenzione di chiamarti… è stato difficile per me decidere di escluderti dalle nostre vite. Io…”
“Cazzate!” La interrompe Nathan sentendosi preso in giro pronto ad andarsene.
“Devi credermi!” Controbatte afferrandolo per una mano, alzarsi e sedendosi accanto a lui bloccandogli l’unica via di fuga.
“Nathan, ascoltami! La devi smettere di trattarmi come la cattiva di turno non sei l’unico ad aver sofferto. Pensi che sia stato facile per me trovarti nel nostro letto con due donne? Pensi che sia stato facile respingerti mentre mi pregavi di perdonarti? Ti amavo. Volevo costruire un futuro con te. Volevo una famiglia insieme a te. Ma sono arrivata a un certo punto che avevo paura di te. Avevo paura ad uscire di casa. Mi aspettavi ovunque ed eri sempre ubriaco. Mi hai fatta finire all’ospedale e l’ultima volta che ci siamo visti hai provato a baciarmi e toccarmi con la forza. Spiegami come potevo stare qui? Come potevo dirti che portavo nostro figlio in grembo? Come potevo affrontare una gravidanza con te che mi minacciavi e mi pedinavi a tutte le ore del giorno? Sai cosa significa aver paura della persona che fino a un mese prima amavi? Non hai la minima idea di quanti problemi e difficoltà ho dovuto affrontare. Mi hanno dato anche della puttana perché avevo un figlio avuto con un uomo da una notte e via. Se non fossi restata incinta probabilmente sarei finita in depressione. Non avevo voglia di vivere… avevo solo voglia di piangere e restare chiusa in casa. È solo grazie a Dylan che oggi sono qui. Ho sofferto anch’io. Mi hai fatto del male. Mi hai spezzato il cuore. Quindi smettila di fare la vittima e di scaricare tutte le colpe su di me! Ho sofferto anch’io ma non sono qui a rinfacciartelo in continuazione. Mi avevi detto che eri pronto ma evidentemente non lo sei.” Dice tutto d’un fiato cercando di tenere il tono di voce basso per non attirare l’attenzione di tutti i clienti del locale.
“Chiamami solo quando avrai capito che le colpe sono anche tue.” Conclude alzandosi e lasciandolo solo senza permettergli di rispondere.
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Giorno 70
7.00 P.M. Gigi’s Pizza
“Oh guarda qui… ho un regalo per un certo: Capitan America, lo conosci?” Domanda Jon tirando fuori dalla borsa un pacchetto colorato.
“Io… sono io!” Urla Dylan alzandosi in piedi sul divanetto.
“Ssshh… non gridare, amore.” Lo riprende Stana rimettendolo seduto.
“Rispondi a questi due semplici domande e potrai avere il tuo regalo. Quali sono i colori del suo scudo?” Domanda Jon.
“Facilissimo… bianco, rosso e blu.” Risponde subito Dylan.
“Bravo! La prossima è più difficile: qual è il suo vero nome?”
“Steve!” Esclama vittorioso.
“Ma… le sai tutte. Eccoti il tuo regalo!” Afferma mettendo il pacco davanti al piccolo.
Dylan strappa rapidamente la carta seminando pezzi ovunque.
“È la Batmobile!” Esclama eccitato.
“Guarda è telecomandata.” Gli fa notare Jon aiutando Dylan a tirar fuori la macchina e il telecomando dalla scatola.
“Cosa devi dire allo zio?” Gli ricorda Stana raccogliendo i residui di carta sparsi sul tavolo.
“Grazie zio. È bellissima. Posso provarla?” Domanda speranzoso.
“Certo. Vieni qui.” Risponde Jon aiutando Dylan a scendere.
Jon, spiega a Dylan come funziona il telecomando e dopo qualche schianto iniziale il piccolo riesce a manovrare discretamente l’auto.
“Resta qui vicino e stai attento alle persone… altrimenti Gigi si arrabbia.” Gli raccomanda tornando a sedersi di fronte a Stana.
“Ho visto Nathan ieri.” Dichiara Jon.
“Ah si!?! Ha detto anche a te che è colpa mia per ogni cosa?!” Domanda sarcasticamente.
“No. Mi ha confessato che si è sentito un cretino.” Risponde Jon, dando un’occhiata in direzione del nipotino per controllare che non combini guai.
“È il minimo. Non fa altro che sottolineare ad ogni occasione che è colpa mia. Pensa sia stato tutto facile per me. Jon, ho fatto solo quello che mi sembrava giusto in quel momento per me e Dylan. Sono stata egoista e non me ne vergogno.” Spiega Stana irritata.
“Ehi… non sono qui per farti arrabbiare.” Dice Jon prendendo le mani dell’amica nelle sue.
“Scusa… solo che mi manda in bestia quando qualcuno mi accusa ingiustamente.” Afferma Stana sorridendo e stringendogli le mani.
“Siete entrambi due testoni… ma dovete trovare un punto d’incontro! Avete creato assieme la cosa più bella di questo mondo e assieme potete renderla ancora più perfetto. Dovete mettere da parte l’orgoglio e concentrarvi solo su di lui. Lui è il vostro obbiettivo.” Spiega Jon guardando verso Dylan.
“Sono disposta a mettere da parte il passato ma deve farlo anche lui. Le cose fatte bene sono quelle che si fanno assieme. Spiegaglielo tu magari a te da ascolto.” Suggerisce Stana.
“Già fatto. Gli ho fatto un bel predicozzo. Nei prossimi giorni ti chiamerà.” La rassicura Jon.
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Giorno 75
6.00 P.M. Studios – dressing room Stana
“Ciao. Scusami se ti ho fatto venir qui ma negli ultimi giorni vivo praticamente fra queste mura.” Spiega accogliendo Nathan nel camerino.
“Nessun problema… è sempre un piacere tornare in questi posti. Tanti ricordi…” Dice guardandosi attorno.
“Ti dispiace se intanto che parliamo mi cambio?” Domanda Stana raccogliendo i vestiti.
“No, tranquilla.” Risponde rivolgendo la schiena alla donna per non guardarla.
“Nathan, non serve che ti giri. Mi hai vista anche con meno vestiti. Devo solo mettermi un paio di jeans e una maglietta. Siediti.” Afferma ridendo per il comportamento dell’uomo.
“Ok.” Nathan si siede sul divanetto cercando di tenendo lo sguardo basso.
“Allora cosa volevi dirmi?” Domanda iniziando a spogliarsi.
“Per prima cosa volevo chiederti scusa per il comportamento da perfetto cretino dell’ultima volta. Ho capito che devo mettere da parte il passato per poter essere un buon padre. Quindi se sei disposta a sopportarmi e ad aiutarmi vorrei diventare un ottimo padre per nostro figlio.” Dichiara Nathan.
“Più che volentieri!” Risponde sorridendo.
“Se per te va bene potresti iniziare a passare un po’ di tempo con noi. Che dici di domani? Avevamo in programma con Jon di fare un barbecue a casa di Tamala. Solo noi cinque. Ti va?” Domanda Stana togliendosi la maglietta per metterne un’altra.
“Si!” Risponde entusiasta alzando lo sguardo trovandola in reggiseno, intenta a raddrizzare la maglietta.
“Stana, ti ho portato… Oh scusa pensavo fossi sola.” Dice Alex spalancando la porta, notando poi l’uomo.
“Tranquillo… entra pure.” Risponde Stana sorridendo andando incontro al collega.
“L’avevi dimenticato sul set.” Spiega Alex consegnandole il cellulare.
“Oh… grazie. Ti presento Nathan lavorava con me in Castle.” Lo presenta Stana infilandosi la maglietta.
“Piacere Alex.” Si presenta facendo un cenno a Nathan.
“Salve…” Risponde Nathan leggermente infastidito da come l’uomo guarda Stana.
“Ci vediamo.” Saluta Alex baciandola sulla guancia per poi sparire con la stessa velocità con cui è arrivato.
“Allora ok, per domani? Pensi tu alla carne?” Chiede Stana togliendosi i pantaloni.
Nathan resta a fissarla per diversi secondi... ammirando le splendide curve e la perfezione del suo corpo.
“Nathan!” Lo chiama alzando il tono di voce.
“Cosa?” Afferma spaventato distogliendo subito lo sguardo.
“Ci pensi tu, allora?” Domanda Stana sorridendo per l’evidente imbarazzo dell’uomo.
“Si.” Risponde poco convinto.    
“Ma hai capito quello che ti ho detto?” Chiede vedendolo titubante.
“No, scusa. Potresti ripetere… a cosa devo pensare?” Domanda imbarazzato.
“Ti ho chiesto se pensi tu alla carne perché Jon l’ultima volta ha bruciato tutto.” Ripete Stana trattenendosi dal non ridergli in faccia.
“Si. Ci penso io. Sono il mago del barbecue.” Afferma vantandosi un po’.
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Giorno 76
11.00 A.M. Tamala’s house
“Sei sicuro di sapere come funziona?” Lo prende in giro Jon.
“Si e a differenza di te io non brucio la carne.” Afferma Nathan mettendo la carbonella.
“Io non ho mai bruciato niente.” Controbatte offeso.
“Non è vero.” Si intromette Dylan.
“Traditore! Vieni qui.” Urla Jon cercando di acciuffare il piccolo che agilmente fugge.
“MAMMMAAA! AIUTO!” Grida Dylan nascondendosi dietro le gambe della donna che sta portando delle birre ai due uomini.
“Zio Jon, vuoi una birra?” Cerca di distrarlo Stana.
“Sta cercando di corrompermi signorina Katic?” Domanda avvicinandosi.
“No, non mi permetterei mai.” Risponde consegnandogli la bottiglia.
“Salvato dalla mamma… un’altra volta.” Commenta bevendo un sorso di birra.
“Amore, porti tu a Nathan la birra?” Domanda Stana al piccolo.
“Ok…” Risponde allungando le braccia verso l’alto.
“Tienila con due mani.” Gli raccomanda consegnandogliela.
“E non berla soprattutto.” Scherza Jon.
Dylan, tenendo la bottiglia più dritta possibile va verso l’uomo.
“Oh grazie, Dylan!” Esclama Nathan piegandosi all’altezza del bambino.
“Posso assaggiarla?” Domanda consegnandogliela.
“Ti avverto che è amara.”
Dylan alza le spalle attendendo la risposta dell’uomo.
“Ok. Però non dire niente alla mamma.” Gli raccomanda Nathan prendendo un bicchiere dal tavolo, versando due gocce per poi consegnarlo a Dylan.
“Che schifo!” Esclama schifato restituendo il bicchiere.
“Ok, prendiamo una patatina così ti togli il sapore.” Propone prendendo la ciotola dal tavolo.
“Che combinate voi due?” Chiede Stana vedendogli confabulare.
“Niente.” Risponde prontamente Nathan.
“La birra fa schifo.” Confessa Dylan sgranocchiando una patatina.
Stana resta a bocca aperta all’affermazione del figlio che abilmente se la svigna prima che la mamma possa fare altre domande mentre Nathan con nonchalance finge di non aver sentito nulla continuando a curarsi del fuoco.
“Immagino che tu non sappia niente di questa storia?” Domanda Stana.
“Chi? Io? Non stavo nemmeno ascoltando.” Risponde con uno sguardo innocente.
“Nate, vieni a giocare con noi?” Domanda Dylan arrivando di corsa e interrompendo i due.
“Si!” Risponde prendendo la manina del piccolo.
“Io sono in squadra con zio Jon, tu sei da solo.” Spiega Dylan tirandolo con se.
“Ciao… ciao…” Dice Nathan sorridendo.
“Bravo svignatela…” Gli urla dietro Stana ridendo.
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“Mmmhhh… è buonissima!” Afferma Stana attentando un altro boccone di carne.
“Si è ottima. Bravissimo, Nathan!” Si complimenta Tamala.
“Buona la ciccia…” Conferma Dylan prendendo un pezzettino di carne con le mani.
“Si dai… abbastanza. Io la faccio meglio, comunque.” Dichiara Jon.
“Peccato, che tu la carbonizzi ogni volta.” Commenta Tamala facendo ridere tutti.
“Cosa ridete? Tu soprattutto… vuoi ancora stare in squadra con me?” Si lamenta Jon rivolgendosi a Dylan.
“SI!” Risponde il piccolo.
“Allora dì la verità… Vero che è più buona la ciccia dello zio?” Domanda Jon.
Dylan annuisce poco convinto.
“Jon, sul serio? Sei pessimo.” Lo rimprovera Tamala dandogli uno scappellotto.
“AHI!” Si lamenta massaggiandosi la testa.
“Comunque siamo tre contro due. Quindi Nathan ha vinto.” Interviene Stana mettendo la forchetta in mano al figlio.
“Grazie, ragazze.” Dice Nathan.
“Io voglio stare con te, mamma.” Afferma Dylan facendo cadere la forchetta e riprendendo a mangiare con le mani.
“Oh… che peccato… sei da solo.” Lo sfotte Stana, ricevendo in risposta una linguaccia da parte di Jon.
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“Dylan, vai in squadra con Nate questa volta, dai.” Lo invita Jon.
“No. Voglio stare con te.” Protesta Dylan restando appiccicato allo zio.
“Jon, fa lo stesso. Giochiamo.” Dice Nathan tirando la palla verso il piccolo.
“Dovrei intervenire?” Domanda Stana seduta con l’amica al tavolo guardando verso i tre.
“Tranquilla… lasciagli il tempo di prendere confidenza con Nathan.“ Risponde Tamala.
“Lo so, ma tende ad escluderlo.” Commenta Stana.
“Ormai questa volta è andata così. La prossima volta organizza qualcosa solo voi tre magari si apre di più.” Suggerisce Tamala.
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“Ehi… cosa ci fai qui tutto solo?” Domanda Stana sedendosi accanto a lui.
“Ho deciso di lasciarli giocare da soli.” Dichiara Nathan guardando verso i due seduti sul prato.
“Nathan, non demoralizzarti. È normale che preferisca Jon a te. Comunque ho già un’idea per la prossima volta... solo noi tre. Ok?” Afferma Stana.
“Ok. E quando sarà?” Domanda lui.
“Fra quindici giorni ho due giorni liberi potremmo andare alla casa al mare.” Propone lei.
“Hai ancora la casa a Santa Monica?” Domanda meravigliato.
“Si. Non ho avuto il coraggio di venderla.” Ammette perdendosi nei ricordi legati a quella casa.
Il vostro nascondiglio d’amore per i primi due mesi, la vostra prima notte insieme, le infinite passeggiate al chiaro di luna, le vostre reciproche dichiarazioni d’amore e la vostra ultima notte insieme. Ma soprattutto il luogo del concepimento di vostro figlio. L’unico posto pieno d’amore. Senza litigi e senza brutti incontri. L’unico luogo che contiene solo i momenti belli e felici della vostra storia.
“Ehi… tutto bene?” Domanda Nathan vedendo gli occhi della donna farsi lucidi.
“È? Si… si. Tutto ok.” Risponde lei sorridendo risvegliandosi da quei dolci pensieri.
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 Giorno 91
10.00 A.M. Katic’s house - Santa Monica
“L’ho fatta sistemata e pulire in questi giorni.” Spiega Stana appoggiando la borsa sul divano.
“Bellissima come sempre.” Commenta Nathan guardandosi attorno.
“Mamma andiamo fuori?!!” Domanda impaziente Dylan appiccicato alla vetrata che da sulla spiaggia.
“Prima ci dobbiamo cambiare.” Chiarisce Stana tirando fuori dalla borsa il costume del figlio.
“Posso andare in bagno?” Domanda Nathan.
“Nathan, non devi chiedere il permesso. Vai tranquillo.” Risponde lei togliendo la maglietta al piccolo.
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“Ok. Pronto.” Dice Stana finendo di spalmare la crema sulla schiena del figlio.
“Possiamo andare adesso?” Domanda Dylan saltellando verso la vetrata.
“Si, voi andate. Vi raggiungo tra un attimo.” Afferma Stana mettendo il capellino a Dylan.
“Dylan, ti va di costruire un castello per i tuoi supereroi?” Domanda Nathan con secchiello e paletta in mano.
“SIII!” Risponde eccitato prendendo i giochi restanti.
Stana fa scorrere la porta a vetri aprendola del tutto permettendo così ai due di uscire.
“A dopo.” Saluta Stana.
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30 minuti dopo
Dalla veranda Stana osserva i due indaffarati nella costruzione del loro castello.
Dylan affascinato ascolta il racconto dell’uomo ammirando la sua bravura nel costruire la fortezza.
“Ehi… guarda chi ci sta spiando.” Dice Nathan notando la donna e invitando il piccolo a girarsi.
“MAMMA!” Urla Dylan facendole cenno di avvicinarsi.
Stana si toglie le infradito incamminandosi verso di loro.
“Come sta andando la vostra costruzione?” Domanda avvicinandosi.
“Bene… quasi terminata.” Risponde Nathan.
“Guarda, mamma! È bellissimo!” Dice Dylan andandole incontro e prendendola per mano.
“Wow… Nate è proprio bravo, vero?” Chiede cercando l’approvazione del figlio sedendosi a gambe incrociate di fronte a Nathan e al castello.
“Si è super.” Risponde il piccolo sedendosi in braccio alla mamma.
“Grazie Dylan, però sei stato bravissimo anche tu. Sei un ottimo aiutante e senza di te non sarei riuscito a finirlo.” Afferma alzando lo sguardo e notando in quel momento che Stana indossa solamente un bikini rosso.
“Possiamo metterci i supereroi adesso?” Domanda Dylan impaziente.
“Si, certo. Vieni qui.” Lo invita Nathan.
Dylan aiutato dalla mamma e da Nathan sistema tutti i supereroi all’interno del castello.
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“Mamma, possiamo fare il bagno?” Chiede Dylan.
“Si amore… ma prima devi mettere i braccioli.” Risponde Stana.
“No, non voglio!” Controbatte lui.
“Allora niente bagno.”
“No!!!” Protesta Dylan.
“Allora metti i braccioli.” Ripete Stana.
“Che belli! I Fantastici 4. Con questi si nuota super veloce. Non ti batte nessuno. Quasi, quasi me li metto io!” Commenta Nathan con i braccioli in mano attirando l’attenzione del piccolo.
“No, sono miei!” Afferma Dylan avvicinandosi all’uomo.
“Ok.” Risponde Nathan aiutando il piccolo ad indossarli facendo l’occhiolino a Stana.
“Pronto per la gara? Il primo che arriva all’acqua vince?!” Propone Nathan.
“Via!” Urla il piccolo correndo verso la riva.
“Ma così non vale.” Protesta l’uomo ancor fermo sul posto.
“A forza di giocare con Jon ha imparato a imbrogliare.” Spiega Stana ridendo.
“Vedo. Vieni?” Domanda allungando la mano verso di lei.
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“Basta voi due!” Si lamenta Stana cercando di convincere i due a smetterla di schizzarla.
“Ti arrendi?” Domanda Dylan.
“Si mi arrendo.” Risponde alzando le mani in alto.
“Abbiamo vinto!” Esulta Nathan dando il cinque a Dylan.
Stana approfitta del momento di distrazione dei due per afferrare il figlio, prenderlo in ostaggio.
“Ahahhahaahaha… AIUTAMI!” Urla tra una risata e l’altra cercando di liberarsi dalla presa della mamma.
“Adesso sei mio prigioniero.” Afferma tenendolo stretto a se.
Mentre Stana è impegnata a trattenere il figlio Nathan ne approfitta per sorprenderla alle spalle.
Una volta dietro di lei l’afferra per la vita tirandola contro di se.
Nathan però perde l’equilibrio tirando con se i due, ritrovandosi così, sdraiato sul bagnasciuga con Stana e Dylan sopra di lui.
“NATHAN!” Lo rimprovera Stana.
“OPS!” Sussurra rendendosi conto del malanno che ha combinato mentre Dylan ride divertito.
“Lo facciamo ancora?” Chiede guardando i due adulti.
“Ti ho fatto male?” Domanda sottovoce Nathan a pochi centimetri dal viso della donna.
“No, ma questa me la paghi.” Risponde, spalmandogli della fanghiglia sui capelli per poi alzarsi.
“Nooo… i capelli no!” Si lamenta mettendosi seduto e togliendosi il più grosso con le mani mentre Dylan se la ride di gusto.
“Ricordavo bene, allora. Mai toccare i capelli a Mr. Fillion.” Commenta Stana divertita.
“Ridi… ridi…” Dice prima di tuffarsi e sparire sottacqua.
Stana si asciuga pulendosi dalla sabbia mentre Dylan resta a guardare l’oceano con la speranza di vedere riemergere il suo nuovo amico.
“Mamma, dov’è?” Chiede preoccupato Dylan senza distogliere lo sguardo dall’acqua.
“Si sarà allontanato un po’… forse è per quello che non lo vediamo.” Spiega Stana al piccolo iniziando ad asciugare e a pulire anche lui.
“Dov’è?” Insiste con le lacrime agli occhi.
Stana lo prende in braccio dicendo: “Amore… no... non piangere. Nathan sta bene. Vieni adesso lo cerchiamo.”
In quel momento Stana vede Nathan uscire da un’onda mentre nuota verso di loro.
“Eccolo. Vedi che sta bene.” Dice indicando verso l’oceano.
Nathan raggiunge la riva trovando Dylan in lacrime ad aspettarlo.
“Ehi… che succede?” Domanda passandosi una mano fra i capelli bagnati.
“Si è spaventato perché non ti vedeva più.” Spiega Stana baciando il piccolo in fronte.
“Oh… mi dispiace.” Dice Nathan abbracciando entrambi facendogli urlare per il freddo.
“NATE!” Strilla Stana.
“Sei freddo!” Esclama Dylan ridendo.
“Ah… vedi che sono riuscito a farti ridere.” Afferma felice l’uomo.
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2.00 P.M. Katic’s house – Santa Monica
“Tutto ok?” Chiede Nathan sedendosi sul dondolo accanto a Stana.
“Si… è l’ora del riposino pomeridiano.” Spiega coccolando Dylan quasi addormentato contro di se.
“Quanto dorme di solito?” Domanda accarezzando il piedino del figlio.
“Un’ora, massimo due…” Sussurra Stana.
“Perché non hai venduto la casa?”
“Troppi bei ricordi.” Ammette spostando i capelli dalla fronte del piccolo.
“È stato qui… vero?” Chiede azzardando e appoggiando la mano sopra a quella di lei.
“Si… è stato qui…” Conferma timidamente guardando le loro mani unite sopra l’addome di Dylan che ore dorme beatamente.
“Abbiamo fatto un lavoro impeccabile.” Commenta Nathan ammirando la perfezione del figlio.
“Senza dubbio… meglio di così non potevamo fare.” Conferma sorridendo.
“Mi dispiace per quello che ti ho fatto passare…” Dichiara dopo un paio di minuti di silenzio.
“Dispiace anche a me.” Sussurra Stana non riuscendo però a trattenere una lacrima che le riga il viso.
“Ehi…” Bisbiglia Nathan asciugandole prontamente la guancia.
“Scusa.” Dice spostando con la mano destra il ciuffo che le ricade sugli occhi.
“E questo? Da dove salta fuori?” Chiede curioso notando il piccolo tatuaggio sul polso della donna.
“L’ho fatto circa un anno fa.” Racconta mostrando all’uomo la piccola lettera D.
“Chi lo avrebbe mai detto che Stana Katic era una da tatuaggi.” Scherza Nathan.
“In realtà non lo sono… ma chissà cosa mi è passato per la testa quel giorno.” Ammette ridendo.
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5.00 P.M. Katic’s house - Santa Monica
“Non è possibile!” Esclama Stana, ritornando con i tovaglioli e vedendo il pasticcio che hanno combinato.
“Vi ho lasciati soli due minuti.” Commenta guardando il figlio con il gelato ovunque e Nathan con i baffi di cioccolata mentre se la ridono.
“Non so chi è peggio… se tu… o tu!” Afferma indicando prima uno e poi l’altro.
“Era per farlo ridere.” Si giustifica Nathan.
“E per farlo ridere serviva che lo lasciassi spalmarsi gelato ovunque?” Domanda Stana pulendo il viso del figlio.
“Era per far ridere me.” Spiega Nathan.
“Pagliaccio… pulisciti!” Ordina Stana appiccandogli il tovagliolo sulla bocca.
“Vuoi mamma?” Offre gentilmente Dylan allungando il cucchiaino verso di lei.
“Mmm… buono.” Dice dopo aver assaggiato il gelato dal figlio.
“Il mio è diverso, assaggia…” Afferma Nathan sporcandola apposta sul naso facendo ridere Dylan.
“Molto divertente…” Dice Stana rubando la coppetta all’uomo.
“Ehi… è mio!” Si lamenta Nathan.
“Ora non più… così impari a farmi i dispetti.” Lo rimprovera Stana gustandosi il gelato.
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9.00 P.M. Tamala’s house
“Allora, grazie per la giornata.” Afferma accompagnando Nathan all’uscita.
“Grazie a voi.” Risponde lui sorridendo.
“Direi che è andata bene, l’hai già conquistato.” Ammette Stana.
“E io sono già innamorato di lui. È facile innamorarsi dei Katic.” Dichiara accarezzandole il viso.
Stana a quel contatto fa un passo indietro mettendo subito una certa distanza tra loro.
“Grazie, per avermi aiutato a portarlo a letto.” Lo ringrazia lei.
“Niente, figurati. Allora ci sentiamo per la prossima volta?”
“Si. Ti chiamo.” Risponde aprendogli la porta.
“Buona notte.” La saluta uscendo.
 

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Capitolo 4
*** LUGLIO ***


Giorno 100
5.00 P.M. The six coffee
“Ciao, scusa il ritardo ma come sempre sono di corsa.” Afferma Stana sedendosi di fronte all’uomo.
“Mi avevi detto che portavi Dylan.” Si lamenta Nathan vedendola sola.
“Dovrebbe essere qui a minuti, tranquillo.”
“Con chi è?” Domanda sorseggiando il caffè.
“Con Alex… il mio collega che hai conosciuto l’altro giorno. Tam, Juliana e Jon erano impegnati.” Spiega Stana.
“E l’hai lasciato con uno sconosciuto?” Chiede preoccupato.
“Non è uno sconosciuto. È da anni che lavora con me e Dylan lo conosce bene.” Chiarisce lei.
“Per me è uno sconosciuto. Non potevi lasciarlo a me?” Domanda arrabbiato.
“È successo tutto di fretta e il primo che mi è venuto in mente è stato Alex. Comunque ci sono tante persone che frequento e che tu non conosci. Non capisco perché te la prendi tanto.” Dice nel tentativo di calmarlo.
“Voglio sapere con chi sta!” Afferma Nathan infastidito.
“Nathan per favore… non incominciare con questi discorsi.” Sbuffa Stana.
“Non capisco perché non hai chiamato me…” Ripete nuovamente.
“La prossima volta chiamerò te, ok? Cerchiamo però di non farne un dramma.” Controbatte lei.
“Mamma!” Urla Dylan interrompendo i due.
“Ciao amore. Hai visto chi c’è?” Lo saluta Stana aiutandolo a sedersi sul divanetto accanto a lei.
“Ciao Nate!” Lo saluta il piccolo.
“Ciao!” Risponde sorridendo Nathan.
“Te l’ho riportato tutto intero.” Scherza Alex baciando Stana sulla guancia rivolgendosi poi a Nathan: “Ciao.”
Lui non risponde fa solo un cenno con il capo.
“Grazie Alex, vuoi una tazza di caffè?” Chiede al collega.
“No. Vado di fretta. Ci vediamo. Ciao Dylan.” Saluta il ragazzo prima di allontanarsi.
“Mi sono fatto male.” Afferma Dylan mostrando a Nathan il ditino con il cerottino.
“Come hai fatto?” Domanda Nathan pronto a prendersela con quell’Alex.
“È stata la zia.” Risponde il piccolo.
“Ti fa male?”
“No, la mamma mi ha dato un bacio.” Spiega Dylan.
“Allora, dove andiamo a cena?” Domanda Stana.
“Sorpresa.” Risponde Nathan.
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Giorno 110
8.00 P.M. Mastro's Steakhouse - Beverly Hills
“Buona sera ragazzi! Vedo che ci siete tutti come ai vecchi tempi.” Saluta Nicolas.
Il gruppetto di amici salutano calorosamente il proprietario del locale.
“Allora vi fidate di me come sempre?” Domanda l’uomo.
“Certo capo… fai tu. Abbondante mi raccomando, tanto paga Stana!” Risponde Jon facendo ridere tutti.
“Incomincia a portar da bere.” Aggiunge Seamus.
“Stana… dato che paghi tu aspetto ordini da te.” Annuncia Nicola.
“Nicolas, mi fido delle tue portate e delle tue quantità.” Risponde sorridendo lei.
“Jordan, porta tre bottiglie d’acqua frizzante, tre di naturale e cinque bottiglie di Barolo Le Rocche del Falletto Riserva 2004. Dodici antipasti misti.” Ordina il capo al cameriere.
“Nicolas, posso avere una bottiglia di Montepulciano?” Domanda Susan (*Susan Sallivan – Martha Rodgers)
“Certo cara.” Risponde ordinando a un altro cameriere la bottiglia di vino.
“Per i bimbi facciamo due cotolette con patatine?”
“Si grazie!” Risponde Juliana.
“Ok, torno tra un po’.” Dice Nicolas congedandosi.
“Papà, posso avere l’i-pad?” Domanda Kevin.
“Non l’abbiamo portato.” Risponde Seamus riprendendo a parlare con Andrew.
“Nate… posso?” Chiede Dylan indicando il cellulare dell’uomo.
“Certo, vuoi giocare con me o giochi da solo?” Domanda sboccando la tastiera.
“Con te.” Risponde allungandosi per farsi prendere in braccio.
“Facciamo quello dei colori?” Chiede scorrendo il menù.
Dylan annuisce contento.
Jon seduto tra Andrew e Tamala intrattiene il gruppo raccontando un aneddoto successo un anno prima a Miami mentre Stana è impegnata a chiacchierare con dei conoscenti un paio di tavoli più in là.
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“Come va ragazzi?” Domanda Nicolas.
“Ottimo come sempre!” Si complimentano tutti.
“Mamma… aaaaaaaaaa!” Dice prendendo una patatina e imboccandola.
“Grazie amore ma dovresti mangiarle tu.” Spiega Stana tagliando la cotoletta.
“Una a te e una a me…” Risponde lui prendendo un pezzettino di carne.
“Dylan, usa la forchetta.” Lo rimprovera Jon.
Il bambino però lo ignora completamente continuando a mangiare con le mani.
“Nate… aaaaaa!” Annuncia allungandosi verso di lui con una patatina mezza schiacciata.
“Aaaaammmm…” Dice Nathan fingendo di mangiargli anche la mano, facendolo ridere.
“Stana, mettilo al suo posto altrimenti non riesci a mangiare.” Suggerisce Jon.
“NO!” Esclama arrabbiato Dylan.
“Amore, non gridare.”
“Zia… aaaaaaaa!” Dice Dylan dando una patatina anche a lei. 
“Grazie tesoro. Jon… fatti una padella di fatti tuoi.” Interviene Tamala vedendo l’amica alzare gli occhi al cielo.
“Ma gli diventa fredda. Dylan, vuoi venire in braccio allo zio?” Domanda allungandosi per prenderlo.
“No… mamma!” Protesta il piccolo.
“Jon, quando hai finito di interpretare la parte di mia madre. Dimmelo!” Scherza Stana.
“La carne fredda non è buona…” Commenta Jon.
“Pensa a mangiare la tua.” Afferma Nathan infastidito dall’atteggiamento paterno dell’amico nei confronti di un figlio che non è suo.
“Stana, te ne preparo un’altra.” Dice gentilmente Nicolas vedendo il piatto della donna ancora intatto.
“Grazie.” Risponde sorridendo Stana.
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10.30 P.M. Mastro's Steakhouse - Beverly Hills
Il gruppo d’amici sta finendo di gustarsi il dessert e il digestivo offerto dalla casa.
“Stana, un ragazzo chiede di te al bar.” Sussurra Nicolas alla donna.
“Ok, grazie.”
“Dammi ci penso io.” Si offre Tamala prendendo il nipotino addormentato fra le sue braccia.
Stana s’incammina verso il bar approfittando per dare a Nicolas la sua carta di credito per pagare il conto.
“Ehi… ciao.” Saluta Alex baciandola sulla guancia.
“Ciao… che fai qui? Potevi venire al tavolo.” Commenta lei salutandolo.
“Non volevo disturbare i tuoi amici.” Spiega lui.
“Dai vieni ti presento Andrew forse lui può darti delle dritte per il film.” Lo invita a seguirlo.
“Non vorrei disturbare.” Ripete il collega.
“Tranquillo abbiamo finito di mangiare.” Afferma tirandolo per un braccio verso gli amici.
“Ragazzi lui è Alex un mio collega che ha lavorato con me negli ultimi due film.” Lo presenta Stana arrivata al tavolo.
Il gruppo lo saluta sorridendo.
Tutti tranne i soliti due pettegoli (Nathan e Jon) che lo guardano male.
“Andrew… Daresti qualche dritta ad Alex per la scrittura della storia per il suo film?” Domanda Stana.
“Salve Signor Marlowe. Sono orgoglioso di conoscerla.” Lo saluta l’uomo stringendogli la mano.
“Chiamami Andrew e dammi del tu. Dimmi, di cosa parla il tuo film?” Chiede interessato.
“Vi lascio parlare.” Dice Stana congedandosi.
“E quello da dove salta fuori?” Domanda Jon all’amica.
“Grazie.” Risponde Stana prendendo la carta di credito e il conto dal cameriere.
“Stana, ma stavamo scherzando… non dovevi pagare tutto tu.” Afferma Seamus.
“Io non stavo scherzando.” Commenta Jon sorridendo.
“Infatti, ho pagato per tutti tranne che per Jon. Che deve restare a lavare i piatti.” Scherza Stana.
“Spiritosa… Comunque chi è quel tipo?” Chiede nuovamente Jon.
“Perché sei geloso?” Chiede Stana sedendosi acconto a lui.
“Certo che si!” Risponde lui.
“È uno più figo di te… che Stana mi presenterà… sempre se non interessa a lei.” Interviene Tamala.
“Non è il tuo tipo Tam. Ti spiego dopo perché.” Commenta Stana.
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11.30 P.M. Mastro's Steakhouse - Beverly Hills
“Ragazzi è stato un piacere rivedervi tutti…” Gli saluta Nicolas all’ingresso.
“Anche per noi!”
“Buonissimo come sempre!”
Si complimentano con il proprietario.
“Capo?” Lo chiama un cameriere avvicinandosi e bisbigliandogli qualcosa.
“Ragazzi, ci sono dei paparazzi fuori quindi vi faccio portare le macchine qui davanti prima che usciate.” Spiega Nicolas.
“Dammi, lo carico io in macchina.” Si offre Nathan.
“No, ci penso io bro.” Risponde Jon con Dylan in braccio seguendo Tamala alla macchina.
“Nathan, ci sentiamo per i prossimi giorni.” Afferma Stana prima d’uscire.
“Ok.” Risponde deluso guardando l’amico sistemare Dylan sul seggiolino assieme a Stana mentre una serie di fotografi scattano delle foto.
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Giorno 115
7.00 P.M. Tamala’s house
“Ciao… grazie per essere venuto.” Lo accoglie Stana.
“Che succede?” Domanda vedendola di fretta.
“Ho ricevuto una chiamata devo occuparmi di una faccenda urgente. Prometto che torno presto.” Spiega per poi rivolgendosi al figlio.
“Amore, devo andare. Nate resta qui con te fino all’arrivo della zia. Io torno prestissimo.” Spiega baciandolo.
“Ok.” Risponde il piccolo tornando a giocare.
“Ehi… sei sicura che vada tutto bene?” Domanda Nathan.
“Si, tranquillo. Chiamami se c’è qualche problema. A dopo.” Risponde uscendo.
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9.00 P.M. Tamala’s house
“Ciao ragazzi… dov’è Stana?” Chiede Tamala rientrando a casa e trovando i due sul divano a guardare un film.
“Ciao! Non so… mi ha fatto venir qui di corsa dicendo che doveva occuparsi di una cosa urgente. Non so altro.” Spiega Nathan.
“Ancora!” Sbuffa appoggiando la borsa.
“Ancora cosa? Dov’è andata?” Domanda curioso alzandosi e seguendo la donna in cucina.
“Ormai è la quarta o la quinta volta che va a recuperare Michael ubriaco in qualche bar. Almeno questa volta non è l’una di notte.” Racconta Tamala.
“E tu lasci che vada da sola?” Domanda sconcertato.
“Nathan, qualcuno deve stare con Dylan. Io le ho detto di lasciarlo perdere. Michael non vuole essere aiutato ma ha messo Stana tra i numeri da contattare e quindi chiamano sempre lei.” Spiega mentre prepara la camomilla per il nipotino.
“NATE!” Lo chiama Dylan dall’altra stanza.
“ARRIVO!” Risponde, rivolgersi poi a Tamala: “Di solito quanto sta via?”
“Due-Tre ore. Dipende in che zona della città deve andare. Comunque se vuoi puoi andare, resto io con Dylan.” Risponde agitando il biberon per mescolarne il contenuto.
“No, resto fino a quando non torna. Ci penso io, dammi.” Afferma prendendo il biberon.
“Ok. Ti porto il pigiama per cambiarlo.”
“Tesoro, vai a fare la pipì. È ora del pigiama e della camomilla.” Gli ordina la zia.
“Non mi scappa.” Risponde incantato a guardare la tv.
“Conto fino a tre poi chiamo il mostro del solletico...” Annuncia Tamala.
“Una… due…”
“Nooo!” Urla Dylan scendendo dal divano e correndo verso il bagno.
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11.30 P.M. Tamala’s house
“Ehi… non è ancora rientrata?” Domanda entrando in soggiorno e trovando Nathan e Dylan nell’identica posizione di un’ora prima.
“No. Ho provato a chiamarla ma non risponde.” Risponde componendo nuovamente il numero.
“Provo a chiamare Andrew… di solito quando Michael chiama Stana poi lei chiama lui e vanno assieme a recuperarlo.” Spiega Tamala prendendo il cellulare dalla borsa.
Uno squillo… due squilli… tre squilli…
“Pronto?” Risponde Andrew assonnato.
“Andrew, sono Tamala. Sbaglio o mi sembri addormentato?” Chiede iniziando subito ad agitarsi.
“Tamala, non so se lo sai ma a quest’ora la gente dorme.” Risponde trattenendo uno sbadiglio.
“Questo significa che non sei con Stana? Non ti ha chiamato?” Domanda allarmata guardando verso Nathan che per la centesima volta prova a chiamare Stana.
“No. Perché? Cosa sta succedendo, Tamala?” Domanda iniziando a preoccuparsi anche lui.
“Cinque ore fa l’ha chiamata Michael… da allora non è più tornata e al telefono non risponde. Oddio cosa le sarà successo?” Dice iniziando a camminare avanti e indietro.
“Pronto! Stana, mi senti? Pronto!” Urla Nathan al telefono.
“Mi scusi con chi sto parlando?” Domanda una voce maschile dall’altra parte del telefono.
Tamala smette di parlare con Andrew avvicinandosi a Nathan per sentire cosa sta dicendo l’interlocutore dall’altra parte della linea.
“No, scusi chi è lei? Io sto cercando Stana. Perché ha il suo cellulare?” Domanda Nathan.
“Sono l’agente Quinn. Lei è?”
“Io sono Nathan. Nathan Fillion. Perché risponde lei al telefono della signorina Katic? Cos’è successo?” Domanda preoccupato alzandosi e svegliando involontariamente Dylan.
“Lei ha qualche legame di parentela con la signorina Katic?” Domanda l’agente.
“No, ma che centra. Mi dica cosa sta succedendo!” Risponde ansioso Nathan.
“Sa dirmi il nome di un parente della signorina Katic? Ho bisogno di contattare qualcuno della famiglia.” Spiega l’uomo.
“Ascolti, non sarò un suo parente ma ho fatto un figlio con quella donna quindi lei ora mi dice cosa sta successo!!!” Ordina Nathan.
“Dov’è la mamma?” Domanda Dylan strofinandosi gli occhi.
“Signor Fillion, la prego di calmarsi. Posso dare informazione solo a parenti e…”
“Mi sta prendendo in giro? Sono qui con NOSTRO figlio di tre anni e lei mi viene a parlare di parentela? Sono il suo fidanzato ok? Ora posso sapere cosa diavolo sta succedendo?!!” Lo interrompe Nathan adirato.
“Mi scusi signor Fillion, pensavo…” Risponde prontamente l’agente.
“Non mi interessano le sue scuse. Mi dica cos’è successo!” Lo interrompe Nathan.
“La sua fidanzata è stata aggredita era assieme ad un certo Michael Trucco nella zona di Lancaster. Lei e il suo amico sono stati portati al Cedars Sinai Medical Center. Purtroppo non so darle altre informazioni so solo che era priva di conoscenza quando l’abbiamo trovata.” Spiega Quinn.
“Dov’è la mamma???” Chiede ancora Dylan.
“Andiamo… veloce!” Ordina Nathan a Tamala prendendo il figlio in braccio e recuperando le chiavi della macchina.
“Andrew, ci vediamo al Cedars!” Afferma Tamala riattaccando.
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Giorno 116
01.00 A.M. Cedars Sinai Midical Center
Nathan, Dylan, Tamala, Andrew, Terry e Jon sono seduti in sala d’attesa quando Michael fa la sua comparsa.
Nathan è il primo che scatta in piedi come una molla.
“Nathan!” Lo richiama Andrew.
“Prova ancora una volta a chiamarla o ad avvicinarti a lei e giuro che non ti basteranno un paio di punti per rimetterti in sesto.” Lo minaccia Nathan prima di uscire dalla sala per evitare di mettergli le mani addosso.
“Michael, hai visto Stana?” Domanda Andrew speranzoso di ricevere qualche buona notizia.
“Era nella stanza accanto alla mia ma non mi hanno lasciato entrare.” Risponde l’uomo sedendosi.
“Cosa diavolo è successo?” Chiede Jon.
“Non ricordo molto. So solo che eravamo appena usciti dal pub e ad un certo punto ho sentito un dolore lancinante alla testa… poi è diventato tutto nero.” Spiega mortificato.
“Per colpa tua, cazzone, Stana è in un letto d’ospedale. Spera che se la cavi con poco perché altrimenti ti…”
“Jon! Basta! Vai a prendere un po’ d’aria assieme a Nathan.” Lo interrompe Andrew invitandolo a farsi un giro per calmarsi.
“Voglio la mamma…” Piagnucola Dylan in braccio alla zia.
“Tranquillo tesoro… adesso arriva.” Cerca di calmarlo Tamala coccolandolo un po’.
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02.00 A.M. Cedars Sinai Midical Center
“Salve. Siete qui per la signorina Katic?” Domanda la dottoressa al gruppetto di amici.
“Si!” Rispondono in coro.
“Uno di voi è suo parente?”
“Lui è suo figlio… e noi siamo come una famiglia per lei.” Dichiara Tamala alzandosi con Dylan in braccio.
“Ok. L’agente Quinn mi ha detto che il signor Fillion è il padre del piccolo e il fidanzato della signorina Katic, giusto? Il signor Fillion è qui?” Domanda la dottoressa leggendo la cartella.
“Sono io.” Risponde Nathan entrando nella stanza.
“Bene, mi segua. Può portare anche suo figlio se vuole. Sono sicura che la signorina Katic sarà felice di vederlo.” Lo invita la dottoressa.
“Ok.” Risponde Nathan prendendo Dylan dalle braccia dell’amica sotto lo sguardo schioccato dei coniugi Marlowe.
“Facci sapere!” Gli urla dietro Tamala.
“Ci siamo persi qualcosa o era solo una messa in scena per poter vedere Stana?” Domanda Terry.
“Penso che vi siate persi un pezzo della storia.” Risponde Jon lasciando la parola a Tamala per le spiegazioni.
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02.10 A.M. Cedars Sinai Midical Center
“Stana…” La chiama Nathan entrando nella stanza.
“MAMMA!” Esclama Dylan allungandosi verso la donna sdraiata sul lettino.
“Ciao amore…” Lo saluta allungando le braccia per prenderlo.
“Sei sicura?” Domanda preoccupato.
“Tranquillo, Nate. Ho solo qualche botta.” Lo rassicura lei.
Nathan adagia il piccolo sul letto accanto alla donna.
“Dylan, stai attento.” Raccomanda Nathan al figlio.
“Ci hai fatti morire di paura. Penso di esser invecchiato dieci anni quando al tuo telefono mi ha risposto un agente di polizia dicendomi che eri stata aggredita.” Ammette sedendosi sul bordo del letto.
“Devo dire che porti bene questi dieci anni in più.” Lo prende in giro Stana.
“Almeno siamo certi che non hai perso il tuo senso dell’umorismo.” Commenta sorridendo.
“Ahi… non farmi ridere, ti prego.” Sussurra Stana facendo una smorfia di dolore.
“Che succede? Vuoi che chiami il dottore?” Chiede preoccupato pronto a scattare.
“Nathan, rilassati. Sto bene.” Lo rassicura lei trattenendolo per la mano.
“Ok. Ma se…”
“Se sto male te lo dico. Tranquillo.” Conclude la frase lei al posto suo.
“Ah ho saputo che siamo fidanzati dall’agente Quinn…” Commenta Stana.
“Scusa ma a quello non bastava sapere che sono il padre di nostro figlio e allora ho usato la scusa del fidanzato.” Spiega Nathan sorridendo.
Il cellulare di Nathan interrompe i due.
“È Tamala! Vado fuori ad aggiornarli sul tuo stato. Torno subito.” Dice rimettendo il telefono in tasca.
“Ok!” Risponde guardandolo uscire.
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“Mamma…” Sussurra Dylan.
“Dimmi amore…”
“Nate è il mio papà?” Domanda sbadigliando.
“Si amore. Nate è il tuo papà.” Risponde accarezzandogli il viso.
“Non sta più male?” Chiede.
“No, è guarito.” Dice dolcemente tirandolo più contro di se.
“Mamma, non voglio che vai via!” Afferma con le lacrime agli occhi stringendosi a lei.
“Amore, ma non vado da nessuna parte senza di te.” Spiega Stana baciandolo sul viso.
“Ma stai male!” Esclama spaventato.
“No amore. Non sto male. Il dottore mi ha guarita e domani ce ne torniamo a casa assieme.” Cerca di spiegargli.
“Amore, ti amo e staremo sempre, sempre, sempre assieme. Te lo prometto.” Conclude sbaciucchiandolo ovunque facendolo finalmente sorridere.
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Nel mentre nella sala d’attesa
“Sta bene. Ha solo qualche botta. Comunque devo ancora parlare con la dottoressa.” Spiega Nathan agli amici.
“Posso vederla?” Chiede Jon.
“Tieni in ciuccio per Dylan. Vuoi che resti io con lei?” Si offre Tamala.
“No, resto io. Andate a casa.” Risponde Nathan.
“Io voglio vederla.” Insiste Jon.
“Jon, la vedrai domani. È giusto che resti lui con loro.” Lo zittisce Tamala.
“Grazie ragazzi. A domani.” Saluta Nathan allontanandosi.
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“Eccomi. Allora, signorina Katic abbiamo i risultati delle lastre.” Gli interrompe la dottoressa entrando assieme a Nathan.
“Niente di rotto. Tutti gli esami sono nella norma. Comunque per questa notte la teniamo in osservazione. Le consiglio comunque di prendersi una settimana di riposo. Si faccia coccolare dal suo fidanzato.” Conclude sorridendo la dottoressa.
Stana arrossisce abbassando lo sguardo sul figlio appisolato contro di lei.
“Siamo sicuri che la botta alla testa non sia nulla di preoccupante? Prima si è anche lamentata per un dolore all’addome.” Interviene Nathan.
“Nathan…” Lo richiama Stana.
“No, tranquilla signorina Katic. Capisco la preoccupazione del suo fidanzato. Mr Fillion, per stasera la teniamo qui appunto per verificare che la ferita alla nuca non le crei problemi per quando riguarda l’addome siamo sicuri al cento per cento che non ci sono lesioni interne. Per il dolore purtroppo dovrà portar pazienza ma entro una settimana, applicando tutti i giorni la crema, starà meglio. Sono stata abbastanza esauriente?” Domanda la dottoressa rivolgendosi all’uomo.
“Si, grazie. Molto gentile.” Risponde sorridendo Nathan.
“Ok, cerchi di riposare. Ci vediamo tra cinque/sei ore.” Saluta per poi congedarsi.
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“Nate, è meglio se vai a riposare anche tu.” Gli consiglia Stana una volta restati soli.
“No, resto. Non ti lascio da sola e poi qualcuno deve occuparsi di Dylan mentre tu riposi. E dato che ho già mandato tutti a casa ti tocca sopportare me.” Afferma lui coprendo con il lenzuolo Stana e Dylan ormai addormentato.
“Ok.” Risponde.
Nathan spegne la luce lasciando accesa solo quella del bagno, in modo che la stanza resti in penombra, sistemandosi poi sulla sedia accanto al letto.
“Grazie per esserti occupato di lui.” Sussurra Stana girando la testa verso di lui.
“È stato divertente. Abbiamo cucinato un ottimo pollo con delle patate al forno che erano una prelibatezza. Ovviamente Dylan mi aiutato. Ho fatto anche una doccia gratis assieme alle patate. Abbiamo letto Nemo circa 5 volte. Abbiamo guardato Spiderman due volte. Ho avuto la splendida idea di mettergli il pigiama al posto di Tamala ed è scappato nudo per tutto il soggiorno. Gli ho dato la camomilla e si è addormentato mentre guardavano per la terza volta Spiderman.” Racconta sorridendo.
“Vi siete proprio divertiti senza di me.” Commenta sorridendo.
“Si, fino a quando non ho incominciato ad agitarmi perché non rispondevi. Perché sei andata da sola?”
“Pensavo non servisse la presenza di Andrew. Tutte le altre volte è venuto per niente. Non volevo fargli fare un viaggio inutile dall’altra parte della città. Come sta Michael?” Domanda Stana.
“Sta anche troppo bene...” Risponde infastidito.
“Nathan!” Protesta Stana.
“Sta bene… ha solo un taglio sulla nuca ma penso l’abbiano già mandato a casa.” Spiega lui.
“Non capisco perché ti preoccupi tanto per lui. Guarda cos’è successo… sei qui in un letto d’ospedale piena di botte.” Commenta Nathan.
“Perché è nostro amico e ha bisogno d’aiuto…”
“Ma è evidente che non vuole essere aiutato.” La interrompe lui.
“Con Andrew stiamo cercando di convincerlo a entrare in un centro di recupero. Fino ad allora è nostro dovere occuparci di lui.” Spiega Stana.
“Ascolta, so che odi quando qualcuno prende le decisioni al posto ma come tuo amico e padre di nostro figlio ho il dovere di tenervi al sicuro e quello che stai facendo non lo è affatto. So anche che non lascerai perdere Michael solo perché te lo chiedo io quindi: da oggi in poi Michael chiamerà Andrew e lui chiamerà me. Lascia che ce ne occupiamo noi.” Afferma pronto a sentire le proteste della donna.
“Ok.” Risponde lei senza discutere.
“Wow… è stato più facile del previsto.” Dichiara Nathan sorridendo
“Hai ragione e la proposta che hai fatto mi va bene. Inoltre quello che mi ha detto prima Dylan mi ha fatto pensare.” Chiarisce Stana sorridendo.
“Cos’ha detto?”
“Prima mi ha chiesto se sei il suo papà e se sei guarito. Poi probabilmente ha collegato il fatto che sto male con te che in questi anni non ci sei stato perché stavi male e si è spaventato. Pensava che lo lasciassi solo.” Racconta con le lacrime agli occhi.
“Ehi…” Sussurra prendendole il viso tra le mani e asciugandole le guance.
“Cancella immediatamente quel brutto pensiero che ti sei fatta in quella bella testolina.” Le ordina sapendo esattamente a cosa sta pensando.
“Però un po’ lo sono.” Risponde lei.
“No nemmeno un po’… Sei una mamma fantastica.” Dichiara sorridendo.
“Allora, sei ufficialmente padre. Contento?” Chiede Stana.
“Sono l’uomo più felice di questo mondo.” Ammette baciandola sulla fronte.
“Ok, penso sia il caso di dormire almeno un po’.” Dice Stana allontanandolo imbarazzata per la vicinanza dell’uomo.
“Hai ragione… per stanotte hai combinato abbastanza guai.” Sdrammatizza sedendosi sulla sedia accanto al letto.
“Notte papà.” Dice sorridendo.
“Notte mamma.” Risponde sorridendo anche lui.
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Giorno 120
1.00 P.M. Tamala’s house
“Cosa fai?” Esclamano in coro Tamala e Nathan.
Stana si blocca con i piatti in mano dicendo: “Secondo voi? Porto i piatti sporchi in cucina.”
“Ci penso io. Siediti!” La blocca l’amica togliendole le stoviglie dalle mani.
“Ma…” Cerca di protestare Stana.
“Ma siediti. Ci pensiamo noi, vero Dylan?” La interrompe Nathan sparecchiando la tavola.
“Ti dobbiamo coccolare, mamma.” Afferma Dylan abbracciandola.
“State esagerando però.” Commenta, ricambiando l’abbraccio.
“Ti stiamo permettendo anche troppo dal momento che non hai perso nemmeno un giorno di lavoro.” Afferma Tamala.
“Mi è permesso fare il bagno con mio figlio dopo il riposino o no?” Domanda ironicamente Stana prendendo il piccolo in braccio.
“Forse si. Comunque deciderà Nathan perché io vi lascio… ho un appuntamento.” Risponde l’amica.
“Cos’è che devo decidere?” Domanda l’uomo rientrando.
“Se Stana può fare il bagno con Dylan dopo il riposino.” Spiega Tamala.
“Puoi fare il bagno solo se il primo week-end libero lo passi con me e Dylan alla casa a Santa Monica.” Propone Nathan.
“Questo è un ricatto bello e buono.” Controbatte Stana.
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6.00 P.M. Tamala’s house
“È ora di uscire. Forza.” Ordina Stana al figlio.
“No, ancora cinque minuti!” Protesta il piccolo.
“L’hai detto anche cinque minuti fa.” Dice acciuffandolo.
“Eccomi. Sono tornato.” Grida Nathan avvicinandosi alla piscina.
“Nate, prendi l’accappatoio di Dylan, per favore.” Chiede Stana aiutando il piccolo ad uscire dall’acqua.
“Preso!”  Urla avvolgendo il piccolo, alzandolo in aria e facendolo ridere.
“Chi è che strilla?” Domanda Jon arrivando in giardino.
“Zio!” Esclama Dylan cercando di scendere.
Nathan lo lascia andare afferrando l’accappatoio per Stana che sta uscendo dall’acqua.
“Ecco sign…” Le parole gli muoiono in gola quando vede il livido nero che da sotto il seno scende fino all’ombelico.
“Nate, posso?” Chiede risvegliandolo dai suoi pensieri.
“Scusa…” Risponde aiutandola a coprirsi.
“Ti fa male?” Domanda preoccupato accarezzandole con la punta delle dita la pancia.
“Non più.” Risponde, rivolgendosi poi all’amico: “Jon, puoi portalo dentro, per favore?”
“Subito.” Afferma caricandosi Dylan in spalle e portandolo in casa.
“Che succede?” Domanda Stana.
“Niente, sono rimasto un po’ così nel vedere il livido ma…”
“Nathan, non intendo questo. Cosa sta succedendo? È tre giorni che sei strano. È successo qualcosa con Dylan?” Domanda curiosa.
“No, non è niente.” Risponde lui.
“Se mi rispondi così mi dai la conferma che effettivamente c’è qualcosa che non va.” Gli fa notare lei.
“Non voglio sembrarti paranoico ma… Lasciamo stare.” Conclude cercando di allontanarsi.
“Nathan, siamo qui per aiutarci e per risolvere eventuali problemi assieme. Mi piace il rapporto che siamo riusciti a costruire. Penso che sia la prima volta che riusciamo a essere così amici senza complicazioni di altra natura. Dimmi quello che ti frulla in testa!” Gli ordina trattenendolo per un braccio.
“Continua a chiamarmi Nate. Forse non gli piaccio abbastanza. Forse non gli vado bene come padre. Forse… Non guardarmi così. Lo so sembro un pazzo paranoico.” Dice passandosi una mano fra i capelli.
“Dagli tempo… è una cosa nuova per entrambi. Sono sicura che quando sarà pronto sarai il primo a saperlo.” Cerca di rassicurarlo Stana.
“Sicura?” Domanda dubbioso.
“Sicurissima. Non voglio più sentirti dire di non essere all’altezza, chiaro?” Lo minaccia lei.
“Ma… forse preferirebbe che suo padre fosse Jon. Lo adora e ne parla in continuazione.” Dice tristemente Nathan.
Stana in risposta gli dà uno scappellotto.
“AHI!” Si lamenta portando una mano alla testa.
“Così forse la smetti di sparar cavolate! Se preferisce Jon a te come mai ogni volta che vai via mi chiede sempre: “Quando torna Nate?” Fino a quando non gli do una risposta???”
“Veramente?” Chiede sorridendo.
“Veramente… quindi smettila di farti mille paranoie. Dylan ti adora. Hai capito o ne vuoi un’altra?” Domanda alzando la mano.
“No… no… no. Ti credo. Non picchiarmi.” Afferma “spaventato”.
“Nate!” Grida Dylan correndo verso di loro tutto nudo.
“Vedo che non sei l’unico che ha problemi a cambiarlo…” Commenta ridacchiando Stana.
“Preso!” Esclama Nathan prendendolo in braccio.
“Amore, dove scappi tutto nudo?” Chiede Stana facendogli il solletico mentre se la ride aggrappato al collo del papà.
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Giorno 124
7.00 P.M. Nathan’s house
“Benvenuta nella nostra fortezza.” Dice Nathan aiutando la donna a inginocchiarsi davanti all’enorme tenda.
“Ciao mamma…” La saluta Dylan seduto su un cuscino.
“Ciao amore!” Risponde sorridendo.
“Entra!” La invita Nathan toccando il cuscino libero accanto a Dylan.
“Wow… è bellissima.” Si complimenta sistemandosi accanto al figlio.
“La fatta Nate…” La informa Dylan sostandosi sulle gambe della mamma.
“E Dylan mi ha aiutato.” Aggiunge Nathan.
“Cosa fai con il cellulare di papà?” Domanda Stana.
“Foto…” Risponde schiacciando il tasto facendo scattare il flash.
“Devi togliere il ditino da qui però…” Lo corregge Nathan notando le dita del piccolo sull’obbiettivo.
“Cheese!” Dice Dylan scattando una foto ai genitori.
“Fammi vedere.” Chiede Stana provando a prendere il cellulare dalle mani del figlio.
“No io!” Protesta lui cercando di ricordare come fare per rivedere la foto appena scattata.
“Qui.” Suggerisce Nathan indicando l’angolino in basso a sinistra.
“Ahahhaha…” Ridacchia Dylan vedendo apparire la foto.
“Un po’ mossa ma carina.” Commenta Stana.
“Bravissimo Grillo!” Si complimenta Nathan.
“Grillo?!” Ripete curiosa Stana guardando l’uomo.
“Si Grillo… salta tutto il giorno in giro, vero?” Spiega solleticando il piccolo.
“Siii…” Risponde ridendo Dylan scattando un’altra foto ancor più mossa di quella precedente.
“Sono arrivate le pizze. Torno subito.” Annuncia Nathan sentendo il suono del campanello.
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10.00 P.M. Nathan’s house
“Vi siete proprio divertiti oggi… è cotto.” Afferma Stana guardando il figlio succhiarsi il dito cercando in tutti i modi di tenere gli occhi aperti.
“Moltissimo! Vuoi che prepari la camomilla?” Si offre Nathan.
“Penso non serva… Invece mi puoi prendere dalla borsa il ciuccio?” Chiede gentilmente, trattenendo uno sbadiglio e sistemando Dylan contro di se.
“Subito!” Risponde strisciando fuori dalla fortezza.
Una volta preso il ciuccio viene attirato dalla suoneria del cellulare della donna.
ALEX… lampeggia sul display.
Nathan zittisce il telefono aspettando che l’uomo riattacchi.
“L’hai trovato?” Urla Stana dal soggiorno.
“Si! Arrivo.” Risponde togliendo la suoneria e rimettendo esattamente il cellulare dove era prima.
“Eccolo…” Afferma consegnandoglielo per poi sistemarsi accanto a lei.
“Grazie.” Dice sostituendo il ditino del figlio con il ciuccio.
“Potreste restare qui per la notte.” Propone Nathan ricevendo in risposta un’occhiataccia.
“Non guardarmi così… ho due stanze per gli ospiti.” Si affretta a precisare.
“Meglio di no…” Risponde non riuscendo però a trattenere uno sbadiglio.
“Sei stanca morta e non voglio che rischiate di fare un incidente.” Spiega Nathan.
“Devo essere proprio stanca perché non ho nemmeno la forza di protestare.” Commenta sbadigliando di nuovo appoggiando la testa sul cuscino.
“Ok, bella addormentata. Vado a prepararvi il letto.” Annuncia lasciando un bacio sulla fronte di entrambi prima di alzarsi.
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Giorno 125
8.00 A.M. Nathan’s house
“Dio santo Nathan! Quanto ci vuole a rispondere?” Lo rimprovera Tamala urlandogli in un orecchio.
“Perché sei così agitata?” Domanda aprendo gli occhi a fatica.
“È da ieri sera che chiamo Stana ma lei non risponde. Sai dove diavolo è? L’ho cercato ovunque.” Domanda preoccupata la donna.
“È rimasta a dormire qui. Era troppo stanca per tornare a casa.” Spiega Nathan mettendosi seduto.
“Io la uccido. Non poteva mandarmi un messaggio per avvertirmi?!” Afferma arrabbiata.
“Non arrabbiarti con lei… l’ho dovuta portare a letto. È colpa mia, doveva venirmi in mente di chiamarti.” La difende alzandosi.
“Ok, sai per caso se è sveglia? Avrei bisogno di parlarle.”
“Aspetto, ora controllo.” Risponde Nathan percorrendo il corridoio verso la stanza degli ospiti.
“Buon giorno…” La saluta sorridendo vedendola sveglia.
“Ciao… buon giorno.” Risponde ricambiando il sorriso.
“C’è qualcuno che è impaziente di parlarti.” Afferma avvicinandosi e consegnandole il cellulare.
“Pronto?” Dice Stana.
“Finalmente… pensavo fossi tornata a Miami senza avvertirmi.” Scherza Tamala.
“Scusa, devo aver lasciato il telefono di fuori.” Si giustifica Stana.
Nathan ne approfitta per correre in cucina a ripristinare la suoneria del cellulare di Stana prima che se ne accorga.
 

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Capitolo 5
*** AGOSTO ***


Giorno 130
2.00 P.M. Echo Park
“Passa Kevin… qui…” Urla Nathan.
Kevin passa la palla all’uomo correndo poi in avanti verso la porta.
Nathan riesce a scartare Jon e a ripassare la palla al piccolo.
“Tira! Tira!” Lo incita Nathan.
Kevin fa un clamoroso tunnel al papà che sorpreso non riesce a parare.
“GOOLLLL!!!” Esulta Kevin alzando le braccia al cielo saltellando.
“GRANDE!!!” Urla Nathan sollevandolo in aria mettendoselo sulle spalle.
I due iniziano a correre avanti e indietro urlando in coro: “CAMPIONI DEL MONDO!!!”
“Smettetela! Avete barato!” Protesta Jon.
“Si certo come no… per caso volete la rivincita della rivincita?! Vi ricordo che è già la seconda partita di fila che perdete.” Gli fa notare Nathan mentre fa scendere Kevin.
“Sei un pessimo portiere, bro! Farsi fare gol da un bambino di cinque anni… una vergogna.” Lo prende in giro Jon.
“Ehi… ha fatto un bel tiro.” Si giustifica Seamus.
“Allora rivincita?” Propone Andrew.
“Hanno paura…” Bisbiglia Nathan al capo.
“Paura??? Mai! Rivincita! Ora!” Afferma Jon.
“Nat, vieni dobbiamo fare un nuovo schema di gioco.” Dice Kevin tirando l’uomo per un braccio mentre quest’ultimo è impegnato a lanciarsi frecciatine con Jon.
Dylan, geloso dell’alleanza tra il suo papà e Kevin, si avvicina e cercando di spingere a terra l’amico esclama arrabbiato: “È mio!”
Kevin riesce miracolosamente a non perdere l’equilibrio e senza pensarci su troppo ricambia la spinta facendo cadere a terra Dylan che scoppia a piangere.
“Kevin!” Urla Seamus avvicinandosi al figlio.
“Ehi… che succede?” Domanda Nathan prendendo in braccio Dylan che si aggrappa saldamente al collo del papà.
“Kevin, quante volte te lo devo ripetere?!! Non si mettono le mani addosso.” Lo rimprovera Seamus.
“Ma è stato lui a spingermi per primo.” Si difende Kevin indicando Dylan con il dito.
“Non mi interessa, chiedi scusa!” Gli ordina il papà.
“No! È lui che deve chiedere scusa a me.” Controbatte mettendo il muso.
“Grillo, perché hai spinto Kevin? Cosa ti ha fatto?” Domanda Nathan al figlio.
Dylan non risponde sussurrando solo un flebile: “mamma…”
“Dato che nessuno dei due parla non giochiamo più. Forza torniamo dagli altri.” Afferma Seamus arrabbiato.
“NO! Non è giusto… è stato lui.” Protesta Kevin scappando lontano dal papà per non farsi prendere.
Dopo diversi minuti, Seamus riesce a prendere il figlio e a trascinandolo con lui verso il gruppo d’amici che sta allegramente chiacchierando seduti su una coperta in mezzo al prato.
“Cos’è successo?” Domanda Tamala vedendo Dylan singhiozzante in braccio a Nathan mentre Seamus prosegue la discussione con Kevin, che tra una protesta e l’altra, iniziato a piangere pure lui.
“Guerra tra piccoli.” Spiega Jon sedendosi.
“Dov’è Stana?” Domanda Nathan guardandosi attorno.
“È là al chiosco del caffè.” Dice Juliana indicando con il dito nella direzione della donna.
“Ok, grazie.” Risponde Nathan incamminandosi lungo il vialetto.
“Ehi… tutto ok?” Domanda Stana vedendo Nathan avvicinarsi.
“C’è stata una piccola lotta con Kevin. Nessuno dei due però vuol parlare. Kevin dice che è stato lui a spingerlo per primo però non ho visto la scena quindi non so com’è sia andata realmente.” Spiega brevemente fermandosi di fronte a lei a pochi metri dal chiosco.
“Amore, perché ti sei arrabbiato con Kevin?” Domanda Stana, accarezzando la schiena del figlio.
Dylan, alza leggermente la testa quel tanto che basta per guardare la mamma e giocando con la catenina di Nathan sussurra: “Mio.”
Nathan e Stana restano un attimo in silenzio cercando di capire a cosa si sta riferendo il figlio.
“Mio!” Ripete questa volta più convinto indicando con il ditino verso Nathan.
Questa volta Stana capisce al volo a cosa si sta riferendo dato che quella scena la già vissuta molte volte in prima persona ma questa volta il protagonista delle attenzioni di Dylan è Nathan.
Stana esibisce un sorriso a trentadue denti e baciando la manina del figlio dice: “Ma certo che è tuo.”
Dylan sorride soddisfatto stringendosi forte al collo del papà.
“Ma di cosa state parlando?” Domanda Nathan che non ha capito assolutamente niente dello scambio che c’è stato tra madre e figlio.
“Sul serio non hai capito?” Domanda meravigliata alzando gli occhi al cielo.
Nathan nega con la testa aspettando una spiegazione.
“Scommetto che Kevin ha detto o fatto qualcosa per farlo reagire così. Papà, d’ora in poi devi stare più attento se non vuoi che tuo figlio picchi qualcun’altro.” Spiega puntando il dito verso l’uomo.
“È?” Domanda più confuso di prima.
“Tuo figlio è geloso di te!” Afferma Stana.
“Geloso di me?!” Ripete Nathan con un sorriso ebete sul viso.
“Benvenuto nel club dei posseduti da Dylan.” Scherza dandogli una leggera pacca sulla spalla.
“Sono onorato di farne parte. Grazie Grillo.” Dichiara abbracciando e baciando il piccolo.
“Si, però, signorino non si fanno queste cose. Adesso andiamo subito a chiedere scusa a Kevin.” Lo rimprovera Stana.
“Papà… mio!” Esclama stringendosi a Nathan.
“Mi ha chiamato papà…” Sussurra emozionato con le lacrime agli occhi tirando Stana con il braccio libero a se.
“NATHAN!” Esclama Stana riuscendo miracolosamente a evitare di rovesciare il caffè addosso al figlio.
“Papà…” Ripete con un sorriso enorme ignorando i rimproveri della donna.
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Giorno 140
2.00 P.M. Nathan’s house
“Si è addormentato?” Chiede Stana aprendo la porta.
Trovando Dylan a cavalcioni sopra alla pancia di Nathan che se la ride.
“Penso di fargli l’effetto contrario…” Afferma sorridendo.
“Adesso resto anch’io… voglio proprio vedere se questo tuo effetto contrario esiste davvero o se sei tu che ti diverti troppo e non lo lasci dormire.” Dice Stana recuperando il libro e sistemandosi accanto a loro sul letto.
“Uffi… sempre a dirmi su.” Si lamenta mettendo il broncio.
“Leggi… brontolo.” Gli ordina consegnandogli il libro.
Nathan inizia a leggere facendo voci e facce strane che fanno ridere sia il figlio che Stana.
“So anch’io che non dorme con te. Dammi qui.” Lo interrompe prendendo il libro dalle mani dell’uomo.
“No, papà!” Si lamenta Dylan vedendo la mamma pronta a leggere.
“Visto?! Preferisce me…” Si pavoneggia Nathan.
“Amore, papà fa lo sciocchino e tu hai bisogno di dormire altrimenti finisce come ieri che a cena ti sei addormentato sul piatto.” Cerca di convincerlo Stana facendolo sdraiare.
“Non faccio lo sciocchino.” Borbotta Nathan.
“Sshh…” Lo zittisce incominciando a leggere.
Stana racconta la storia più seriamente e dolcemente usando voci diverse per i vari personaggi senza però esagerare con il tono.
Dylan si accoccola contro il papà e giocherellando con il suo orecchio ascoltando attentamente il racconto mentre Nathan gli accarezza su e giù la schiena.
Dopo una decina di pagine, il tono dolce e costante della mamma, accompagna i due nel mondo dei sogni.
Per diversi minuti Stana resta ad ammirare quel favoloso quadretto.
Sembra incredibili ma hanno la stessa identica espressione e lo stesso ciuffo sbarazzino che gli ricade sulla fronte. Dylan tiene stretta la maglietta del papà mentre quest’ultimo con le sue grandi mani copre quasi completamente la schiena del figlio.
La donna vede il cellulare di Nathan sul comodino e ne approfitta per scattare un paio di foto prima di uscire dalla stanza e lasciarli riposare in pace.
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4.00 P.M. Nathan’s house
“Scusa mi sono addormentato…” Dice Nathan sbadigliando raggiungendola in soggiorno.
“Tranquillo… tanto avevo da leggermi un po’ di parti del nuovo copione.” Spiega facendoli posto.
Nathan si siede iniziando a sbirciare i documenti della donna.
“Dorme ancora?!” Domanda meravigliata guardando l’orologio.
“Se vuoi posso aiutarti per questa parte.” Scherza indicandogli la parte dove viene descritta la scena di sesso.
“Molto gentile da parte tua.” Risponde ridendo dandogli una sberla sul petto e incominciando a radunare i fogli.
“Mamma… papà!” Chiama Dylan dal corridoio.
“Siamo qui. Vieni.” Afferma Nathan.
“Ciao amore… hai fatto tante nanne oggi.” Commenta Stana aspettandolo a braccia aperte.
“Lo prendo io…” S’intromette Nathan piazzandosi a braccia aperte davanti alla donna.
“No, c’ero prima io.” Protesta spingendolo leggermente.
“Vieni da papà, Grillo!” Lo invita andandogli incontro e prendendolo in braccio.
“Mamma…” Dice ancora mezzo addormentato indicando la donna.
“Ho vinto!” Esulta Stana prendendo Dylan e facendo la linguaccia a Nathan.
In quel momento il cellulare di Stana sul tavolino inizia a suonare.
“O il figlio o il cellulare!” Dichiara Nathan afferrando il telefono.
“Ti lascio il cellulare, ovviamente.” Risponde coccolando il piccolo appoggiato con la testa sulla sua spalla.
Jon… appare sul display.
“Questa è la segreteria telefonica di Stana Katic in questo momento non può rispondere la preghiamo di richiamare più tardi.” Annuncia rispondendo al telefono.
“Bro, smettila di fare il cretino e passami Stana!” Esclama irritato Jon.
“Non può è impegnata ma se vuoi puoi lasciarmi un messaggio.” Insiste Nathan.
“PASSAMELA SUBITO!” Grida incazzato.
“Ok, stai calmo.” Risponde passando il telefono alla donna.
“Pronto?” Dice Stana.
“Cristo, Jon! Ti avevo chiesto UNA cosa, UNA… ma ovviamente tu non ascolti. Dovrei lasciarti dentro.” Afferma arrabbiata cercando di far scendere Dylan che però resta avvinghiato a lei.
“Stai zitto un attimo. Vengo a prendervi.” Lo zittisce Stana mentre Nathan cerca di convincere il figlio a staccarsi dalla mamma.
“Si entrambi e guai a te se provi a protestare. Giuro che ti lascio dentro.” Lo avverte riattaccando.
“Che succede?” Domanda curioso Nathan.
“Hanno arrestato Michael e Jon.” Spiega componendo il numero della sua agente.
“Michael e Jon?” Chiede sorpreso.
“Ciao Emily, mi servono due avvocati al distretto 11, una macchina e dieci mila dollari per le cauzioni.” Ordina rapidamente Stana.
“Poi ti spiego… ti mando l’indirizzo. Grazie. Ciao.” Dice concludendo la conversazione.
“Nate, puoi occupassi di Dylan per le prossime ore?” Chiede gentilmente Stana recuperando la borsa.
“No mamma!!!” Protesta Dylan aggrappandosi a lei.
“Amore, torno presto. Promesso.” Cerca di convincerlo.
“Ascolta vado io al posto tuo.” Si offre Nathan.
“No lascia stare. Meglio non peggiorare la situazione.” Commenta riuscendo a liberarsi dalla presa del figlio che scoppia piangere.
“Ti sembra meglio lasciare tuo figlio in lacrime?” Domanda Nathan arrabbiato prendendo Dylan in braccio.
“Maaammmmaaa…” Singhiozza allungandosi verso di lei.
“Nathan, non metterti pure tu… sono già abbastanza nervosa. Dovresti darmi una mano non darmi contro.” Gli fa notare, inviando l’indirizzo alla sua agente.
“È quello che ho fatto offrendomi ad andare al posto tuo!”
“Mi basta che tieni Dylan… non mi sembra di chiedere molto.” Chiarisce lei.
“Ma è evidente che lui non vuole star con me quindi vado io.” Dichiara mettendo il figlio sul divano recuperando cellulare e chiavi, pronto ad andarsene.
I due proseguono a discutere per diversi minuti fino a quando Dylan urla inizia a piangere più forte riuscendo finalmente ad attirare l’attenzione dei due.
“BAASSSTTAA!” Grida il piccolo tappandosi le orecchie.
“Amore, mi dispiace. Scusa.” Dice dispiaciuta Stana prendendo il figlio in braccio.
Nathan vuole approfittare della situazione per andare ma viene bloccato da Dylan che tra i singhiozzi chiama a gran voce anche lui.
Nathan torna immediatamente sui suoi passi sedendosi accanto a Stana baciando il figlio per calmarlo.
“Chiamo Tam.” Afferma Stana cercando il numero dell’amica.
“Tam, per favore devi andare all’undicesimo distretto… hanno arrestato Jon e Michael. Troverai i miei avvocati ad aspettarti. Passa una macchina a prenderti tra mezzora.” Spiega all’amica.
“Ok. Grazie mille.” La ringrazia Stana.
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Dopo una ventina di minuti fra coccole, baci e paroline dolci sono riusciti a far calmare Dylan.
Ora il piccolo accoccolato ad entrambe i genitori si gode le loro carezze mentre guarda il suo cartone preferito.
“Mi dispiace…” Sussurra Nathan.
“Anche a me… ci siamo completamente dimenticati di lui.” Risponde Stana con la testa appoggiata alla spalla dell’uomo.
“Eravamo talmente concentrati a litigare su chi va e su chi resta che non ci siamo accorti che stava male a vederci discutere.” Aggiunge accarezzando su e giù il braccio della donna.
“Speriamo ci sia servito di lezione.” Commenta lei.
“Ho fame!” Afferma Dylan alzando la testa per guardare i genitori.
“Hai ragione amore… non abbiamo nemmeno fatto merenda. Cosa ci prepari di buono, papà?” Domanda Stana sorridendo guardando Nathan.
“Stamattina, ho fatto il budino al cioccolato. Vi piace?” Chiede lui.
“SI!” Esclama Dylan.
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8.00 P.M. Nathan’s house
“Ah… finalmente si mangia.” Afferma Nathan sedendosi davanti a un piatto colmo di penne al pomodoro e piselli.
“Papà!” Esclama Dylan allungandosi verso di lui.
“Amore, mangi un po’ al tuo posto poi puoi andare in braccio a papà.” Lo blocca Stana mettendogli il bavaglino.
“Grillo… mi raccomando usa la forchetta.” Gli ricorda Nathan iniziando a mangiare.
“Buon appetito!” Augura Stana bevendo un sorso d’acqua.
“Altrettanto.” Risponde Nathan.
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Dieci minuti dopo
Stanno finendo di mangiare quando vengono interrotti dal campanello.
“Vuoi che vada io?” Chiede Stana vedendo Nathan impegnato a tagliare il prosciutto a Dylan.
“Si, grazie.” Risponde imboccando il figlio.
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“Vedo che ti hanno liberato.” Commenta Stana lasciando entrare l’amico.
“Sei arrabbiata?” Domanda Jon.
“Secondo te?!” Afferma irritata.
“Scusa, so che mi avevi detto di lasciar perdere ma quando me lo sono trovato davanti non c’ho più visto.” Cerca di giustificarsi lui.
“Hai cenato?”
“Non ancora.”
“Dai vieni. Abbiamo avanzato un po’ di pasta.” Lo invita a seguirlo Stana.
“Ciao ragazzi.” Saluta Jon entrando in cucina.
“Ciao zio.” Lo saluta Dylan.
“Ehi bro! Com’era la galera?” Lo prende in giro Nathan.
“Puzzava.” Risponde sedendosi mentre Stana gli porta un piatto di pasta.
“Ah, la tua macchina l’ho portata da un mio amico meccanico. Te la rimetterà a nuovo. Per quanto riguarda l’avvocato e la cauzione domani ti restituirò i soldi.” Chiarisce iniziando a mangiare.
“Si può sapere cos’è successo?” Chiede curioso Nathan.
“Mi ha telefonato Andrew prima… Ha accompagnato Michael al centro di recupero dovrebbe star dentro per un po’.” Afferma Stana.
“Potevi lasciarlo dentro invece che pagare la cauzione a quel pezzo di merda.” Commenta Jon.
“Brutta parola!” Esclama Dylan indicando lo zio.
“Immagino che il programma di recupero glielo paghi tu dato che è al verde, vero?” Domanda Jon sapendo già la risposta.
“Cos’è successo alla tua macchina?” Chiede Nathan.
“Ah non te l’ha detto?! Qualcuno… Michael la notte scorsa le ha scritto con la bomboletta spray sulla macchina: SCOPA MEGLIO IL NERO O IL BIANCO?”
“Non sappiamo se è stato lui.” Interviene Stana prendendo Dylan in braccio per portarlo a lavarsi le mani.
“Sul serio?!” Domanda schioccato Nathan.
“L’avresti preso a pugni anche tu o no?” Chiede Jon all’amico.
“Altro che! L’avrei preso sotto con la macchina. Ma pensa un po’ te sto coglione.” Commenta Nathan.
“Papà, giochiamo con la pista?” Chiede Dylan tornando in cucina con Stana al seguito.
“Allora paghi tu il centro?” Domanda Nathan alla donna.
“Si, chiuso il discorso. Amore, puoi giocare mezzoretta… poi approfittiamo di zio Jon per un passaggio a casa.” Afferma Stana iniziando a sistemare la cucina.
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Giorno 145
3.00 P.M. Nathan’s house
“Ciao mamma? Che ci fai qui? Sei sola?” Domanda facendo entrare la madre in casa.
“Tuo padre arriva subito. Come stai?” Risponde baciandolo sulla guancia.
“Benissimo. Tu?” Chiede prendendola sottobraccio.
“Bene. Ma cos’è tutto questo disordine.” Esclama Cookie entrando in soggiorno.
“Scusa stavo sistemando poi… Siediti.” La invita spostando dei giochi per far accomodare la donna.
“Nat, perché c’è un ciuccio sul tuo divano e cosa sono tutti questi giochi?” Domanda sorpresa, prendendo l’oggetto in mano, prima di sedersi.
“Volevo giusto parlarvi… avrei voluto dirvelo prima ma gli ultimi quattro mesi sono stati abbastanza intensi.” Inizia Nathan ma viene interrotto dal campanello.
“Cosa sono tutti questi giochi?” Domanda Bob entrando in soggiorno.
“Papà, accomodati stavo giusto per spiegare alla mamma.” Lo invita sedendosi sul divano di fronte a loro.
“Allora, quattro mesi fa…” Inizia per la seconda volta a raccontare ma viene interrotto nuovamente.
“Papà!” Lo chiama Dylan correndo verso di lui sotto lo sguardo schioccato dei coniugi Fillion.
“Ti sei svegliamo presto.” Afferma Nathan sorridendo aiutando il piccolo a salire sul divano.
Una volta in piedi accanto al padre Dylan si accorgere della presenza della coppia.
“Ciao…” Saluta educatamente i due sconosciuti per poi nascondersi timidamente contro Nathan.
“Ciao!” Risponde Bob sorridendo al piccolo.
“È tuo figlio, Nat?” Domanda la donna.
“Si. Mi ero preparato tutto un discorso per arrivare a parlarvi di lui ma immagino che ora non serva più.” Risponde accarezzando la schiena nuda del figlio.
“Ma… perché non ci hai detto nulla?” Domanda Bob.
“Dylan, vai a prendere i tuoi vestiti in camera…” Lo invita Nathan.
“Ho caldo.” Risponde Dylan.
“Allora, vai a fare la pipì che poi facciamo merenda.” Cerca di convincerlo Nathan.
“Ok…” Risponde scivolando giù dal divano e correndo verso il bagno.
“L’ho scoperto quattro mesi fa… non lo sapevo nemmeno io prima.” Risponde una volta sicuro che il figlio non possa sentire.
“Chi è la madre?” Domanda Cookie riprendendosi dallo shock.
“Stana.” Risponde.
“Quanti anni ha?”
“Tre. Ascoltate, prima che iniziate ad arrabbiarvi con lei per avermelo tenuto nascosto vi vorrei raccontare cosa le ho fatto io quattro anni fa. Io…”
“Fatto!” Grida dal bagno.
“Torno subito.” Si scusa Nathan alzandosi.
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“Grillo, volevo farti conoscere i miei genitori. Loro sono Cookie e Bob… sono i tuoi nonni.” Gli spiega portandolo in soggiorno.
“Come i nonni in Canada?” Domanda curioso.
“Esatto, come i nonni in Canada.” Conferma lui.
“Posso fare come con i nonni in Canada?” Chiede il piccolo.
“Si.” Risponde dubbioso non sapendo cosa voglia fare il piccolo.
Dylan fa il giro del tavolino arrivando davanti ai nuovi nonni.
“Ciao nonno.” Saluta dandogli un bacio umido sulla guancia.
Bob sorride accarezzando il bambino sulla testa.
“Ciao nonna.” Saluta così anche la donna ma lasciandole due baci invece che uno.
Dylan vede il ciuccio sul tavolino e subito ne approfitta per metterlo in bocca, correndo poi dal papà.
“Grillo, no. Lo sai che la mamma non vuole che usi il ciuccio durante il giorno. Serve solo per fare la nanna.” Gli ricorda Nathan solleticandolo.
Cookie e Bob sembrano essersi leggermente rilassati e guardano con dolcezza figlio e nipotino scherzare.
“Papà, ho fame…” Si lamenta saltellando sul divano.
“Adesso dovrebbe arrivare la…” Nemmeno il tempo di finire la frase che il campanello suona.
“Torno subito. Grillo, stai attento a non cadere.” Gli raccomanda Nathan andando ad aprire.
“Ehi… ciao!” Sussurra facendola entrare.
“Perché parli piano?” Domanda Stana.
“Ci sono qui i miei…” Bisbiglia lui.
“Forse è meglio che torno più tardi, allora.” Afferma Stana.
“Che fai scappi dai suoceri? Dai vieni.” La prende in giro lui.
“Sicuro? Non so se è il caso.” Dice insicura.
“Tranquilla, sono già innamorati di Dylan… e se per caso dicono qualcosa di inappropriato ci penso io a difenderti.” La rassicura lui sorridendo.
“Ok… andiamo.” Dice consegnandogli il gelato e spingendolo verso il soggiorno.
“MAMMA!” Esclama felice, saltando giù dal divano e correndole incontro.
“Ciao amore!” Lo saluta prendendolo in braccio.
“Guarda… la mamma ha portato il gelato.” Afferma mostrando la vaschetta al figlio.
“eato… eato… eato…” Continua a ripetere Dylan con il ciuccio ancora in bocca.
“Cosa fai con il ciuccio?!” Domanda Stana guardando però Nathan.
“Ho provato a dirglielo ma non vuole darmelo.” Si giustifica l’uomo.
“Allora, niente gelato per Dylan… perché al ciuccio.” Afferma Stana.
“NO!” Esclama il piccolo sputando il ciuccio sotto lo sguardo soddisfatto della madre.
“Vado a preparare le coppette.” Annuncia Nathan andando in cucina.
Moglie e marito si alzano in piedi pronti per salutare la nuova arrivata.
“Salve signor Fillion è un piace rivederla.” Lo saluta Stana allungando una mano verso l’uomo.
“Ciao Stana, chiamami Bob e non darmi del lei che mi fai sentire vecchio.” Scherza l’uomo stringendole la mano.
“Gelato… gelato… gelato…” Ripete Dylan irrequieto.
“Ok, vai ad aiutare papà.” Afferma mettendolo a terra.
“Buon pomeriggio Signora Fillion. Come sta?” Domanda gentilmente Stana.
“Sarei stata meglio se avessi conosciuto mio nipote tre anni fa.” Risponde fredda la donna.
“Tesoro, stai calma. Nathan deve ancora finire di spiegarci come sono andate le cose.” Interviene Bob nel tentativo di calmare la moglie.
“Sta di fatto che lei ci ha tenuto nascosto nostro nipote… sempre se è nostro nipote!” Commenta Cookie irritata.
“Signora Fillion, capisco che ce l’abbiate con me ma non tollero che mi accusiate di approfittare Nathan. Non ho bisogno dei suoi soldi per vivere… riesco benissimo a mantenere mio figlio da sola. Comunque se la fa stare meglio faremo un test di paternità. Non ho nulla da nascondere.” Chiarisce Stana cercando di star più calma possibile.
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“Ecco a voi.” Dice Nathan porgendo ad entrambe le donne una coppetta di gelato.
“Che succede?” Chiede notando la tensione tra le due.
“Niente Nat…” Risponde il padre.
“Nonno…” Chiama Dylan consegnando la coppetta anche a lui.
“Grazie Dylan.” Ringrazia gentilmente Bob.
Nathan, Stana e Dylan prendono posto difronte ai coniugi.
“Parla molto bene per avere tre anni.” Si complimenta Bob per rompere il silenzio creatosi.
“Si, è vero. È sempre stato un passo davanti ai suoi coetanei… ha iniziato a gattonare, a camminare e a parlare molto presto.” Racconta Stana imboccando il figlio che fa spola tra lei e Nathan rubando gelato ad entrambi.
“Però è un po’ troppo magro.” Critica Cookie.
“Le assicuro che mangia è solo che non sta fermo un minuto.” Risponde Stana.
“Speriamo…” Commenta sottovoce la donna.
“Mamma! Se hai qualcosa da dire dilla ad alta voce e quando ci sono anch’io.” L’ammonisce Nathan infastidito dall’atteggiamento della madre.
“Ho chiesto a Stana di fare un test di paternità.” Ammette Cookie posando la coppetta sul tavolino.
“Come scusa?” Chiede schioccato.
Stana poggia una mano sulla gamba dell’uomo per farlo stare calmo.
“Meglio essere certi che sia realmente tuo figlio.” Chiarisce la donna.
“Non faremo nessun test.” Risponde, cercando di non urlare.
“Papà!” Lo chiama Dylan aprendo la bocca in attesa del gelato.
“Nathan, non c’è problema… facciamo il test.” Interviene Stana.
“No!” Controbatte dando l’ultimo cucchiaino di gelato al piccolo.
“Sei veramente ridicolo Nathan!” Lo rimprovera la madre.
“Non mi interessa… nessuno ti ha chiesto di intrometterti.” Afferma Nathan.
“Papà… è arrabbiato?” Domanda Dylan alla mamma.
“No amore… che dici se andiamo a vestirci?” Chiede Stana al figlio mentre Nathan prosegue a battibeccare con la madre.
“Ho caldo!” Afferma raggiungendo il cellulare del papà.
“Fai vedere al nonno le foto?!!” Suggerisce Stana al figlio.
Dylan entusiasta per l’idea scende dal divano portando all’uomo il telefonino.
“Smettila. Non mi interessa quali sono le tue preoccupazioni. Non sottoporrò mio figlio a dei test solo per soddisfare le tue insicurezze.” Afferma Nathan alzando il tono di voce.
“Nate, per favore calmati.” Sussurra Stana prendendogli la mano per attirare la sua attenzione.
“Qui faccio la nanna con papà.” Spiega scorrendo rapidamente le foto.
“Ti rendiconto di quello che stai dicendo o ti sei già innamorato un’altra volta di lei.” Controbatte Cookie.
“Nonno… Cheese!” Dice Dylan scattando una foto all’uomo.
“E se anche fosse??!! A te non dovrebbe interessare. È una cosa nostra… come fare o no il test. È NOSTRO figlio!!! Non il tuo.” Risponde Nathan.
“Nonna… Cheese!” Dice Dylan girandosi verso la donna.
“Ma che discorsi fai? Sei mio figlio è ovvio che mi preoccupi per te. Non trattarmi come un’estranea. Sono tua madre.” Afferma Cookie alzandosi e accidentalmente spingendo Dylan a terra.
Nel cadere all’indietro finisce per sbattere contro il ginocchio di Bob che però prontamente riesce ad attutire l’impatto. Senza però poter evitare il pianto disperato del nipote.
“Guarda cosa fai!” Grida Nathan rimproverando la madre scattando in piedi.
“Nate, non si è fatto niente. Si è solo spaventato! Vero amore?” Afferma Stana prendendo il figlio in braccio e nel tentativo di far calmare l’uomo.
“Nathan, porta un po’ di rispetto a tua madre!” Gli ordina Bob raccogliendo il cellulare da terra.
“Come lei ha portato rispetto a noi fino adesso?” Domanda incazzato avvicinandosi a Stana per controllare il figlio.
“Nate, smettila si sta spaventando ancor di più con le tue urla.” Lo rimprovera Stana coccolando il piccolo.
“Scusa, grillo. Non volevo spaventarti. Vieni con papà.” Sussurra all’orecchio del bambino accarezzandogli la schiena.
Dylan annuisce lasciandosi prendere in braccio nascondendosi subito nella piega del suo collo stringendosi forte a lui.
“Sapete dov’è l’uscita!” Afferma Nathan prima di sparire in cucina.
“Vi accompagno.” Si offre Stana imbarazzata per la situazione.
“Conosciamo la strada.” Risponde Cookie dirigendosi verso l’ingresso.
“Scusa…” Sussurra Bob seguendo la moglie.
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8.00 P.M. Nathan’s house
“Mi dispiace per oggi…” Bisbiglia all’orecchio della donna seduta accanto a lui.
“Non scusarti. Tua madre vuole solo proteggerti… assicurarsi che nessuno approfitti della tua bontà.” Risponde Stana.
“Era un complimento? Devo segnarmelo… Stana Katic: mi fa complimenti.” Dice con un sorrisino furbo fingendo di scrivere sulla mano.
In risposta lei gli dà una sberla sul petto alzando gli occhi al cielo.
“Grillo, non stare così vicino al televisore.” Lo rimprovera Nathan.
Dylan però ignora il richiamo restando incollato alla tv.
“Amore, cosa ti ha detto papà?” Ripete Stana alzando un po’ la voce.
“Guarda!!! Come mai a te da sempre ascolto?!!” Dice mettendo il muso mentre Dylan indietreggia.
“Forse perché la maggior parte delle volte lo lasci libero di fare ciò che vuole…” Commenta sorridendo per lo sguardo di Nathan.
“Forse… Comunque tornando seri: non m’interessa fare il test.” Ammette lui.
“Lo so, ma lo farai comunque. Non voglio che qualcun altro metta in dubbio che Dylan è tuo figlio… nostro figlio. Con il test chiuderemo questa storia una volta per tutte.” Spiega Stana.
“Ok, lo faccio solo perché insisti.”
“Milla…” Chiede Dylan sistemandosi in mezzo ai genitori.
“Vai tu!” Dicono contemporaneamente.
“Ok, vado io ma sappi che sei in debito con me, per la seconda volta… sto ancora aspettando il week-end nella tua casa a Santa Monica.” Le ricorda alzandosi.
“Cavoli… pensavo te ne fossi dimenticato.” Scherza lei sbuffando.
“Mai! Non potrei mai dimenticarmi di una cosa così importante.” Ridacchia entrando in cucina.
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Giorno 153
4.00 P.M. Dever’s house
“Happy Birthday to you,
Happy Birthday to you,
Happy Birthday dear Kevin,
Happy Birthday to you!!!” Cantano tutti assieme attorno al bimbo seduto davanti all’enorme torta con 6 candeline sopra.
“Vai Kevin… soffia!” Lo incitano.
Dylan seduto accanto all’amico lo anticipa spegnendone mezze.
“Nooo!” Strilla arrabbiato Kevin.
“Ehi… non serve arrabbiarsi. Basta riaccenderle.” Interviene Juliana prendendo l’accendino.
“Amore, non soffiare. Deve spegnerle Kevin!” Gli raccomando Stana mettendosi dietro al figlio.
“Uno… due… tre!” Contano prima che Kevin spenga tutte le candeline, questa volta da solo.
“Bravo!” “Auguri!” Urlano battendo le mani.
“Bambini, mettetevi seduti. Adesso tagliamo la torta!” Ordina Seamus facendo da vigile aiutato da Jon nel tentativo di sistemare i quindici bambini urlanti.
Stana e Tamala si offrono come aiuto per distribuire le fette di torta ai bambini e a quei pochi genitori rimasti per la festa.
“Prego, si accomodi.” Offre gentilmente l’uomo a Stana vedendola in piedi con il piatto in mano.
“Grazie molto gentile.” Risponde sedendosi accanto a lui.
“Comunque piacere Stana.” Si presenta stringendogli la mano.
“Jason, molto lieto di conoscerla.” Contraccambia l’uomo.
“Non voglio sembrarle inappropriato ma devo farle i miei complimenti… ho visto tutti i suoi film e devo ammettere che erano anni che non vedevo un’attrice così brava.” Si complimenta Jason.
“Oh… la ringrazio. Troppo gentile.” Dice sorridendo.
“Allora suo figlio è quello delle candeline?” Chiede cambiando argomento.
“Si è lui. Suo figlio invece qual è?” Domanda Stana.
“Mia figlia è l’unica bambina presente alla festa.” Spiega indicandola.
“Ah… la famosa fidanzatina di Kevin.”
“Già ma sembra che ci sia in atto un tradimento.” Scherza guardando la figlia mano nella mano con Dylan.
“Bene… già a tre anni è un conquistatore.” Commenta sorridendo Stana guardando i due bambini.
I due continuano a ridere e scherzare parlando del più del meno mentre i bambini stanno facendo impazzire Jon e Seamus.
“Ehi, bro! Finalmente sei arrivato!” Afferma sollevato Jon.
“Vedo che ti stai divertendo parecchio!” Lo prende in giro Nathan notando la quantità di bambini che seguono l’amico.
“Sfotti… sfotti! Riderò io quando al compleanno di Dylan dovrai gestire tutti questi marmocchi da solo!” Afferma Jon.
“Ciao Nathan! Vuoi una fetta di torta?” Domanda Juliana offrendogli il dolce.
“Grazie, molto gentile!” Risponde prendendo il piatto.
“Ciao papà!” Lo saluta Dylan raggiungendolo.
“Ehi… ciao grillo! Hai mangiato la torta?” Chiede inginocchiandosi davanti al piccolo e alla bambina.
“No. Non mi piace.” Risponde facendo una faccia schifata.
“Chi è la tua nuova amica?” Domanda guardando la bambina accanto a lui.
“Si chiama Julia!” La presenta Dylan.
“Ciao Julia… io sono Nate!” La saluta Nathan.
“Ciao!” Risponde timidamente.
“Noi andiamo a giocare. Ciao!” Dice Dylan prendendo l’amica per mano per poi andarsene.
“Tutto suo padre!” Commenta Tamala avvicinandosi.
“E notare che è l’unica bambina della festa!” Aggiunge Jon.
“Notiamo anche che è il più piccolo tra i bambini presenti!” Commenta Juliana.
“Quella era la fidanzatina di mio figlio e tuo figlio gliel’ha soffiata in meno di un’ora.” Afferma Seamus offrendogli una birra.
“Lo so… lo so. Mio figlio è un latin lover. Grazie per i complimenti!” Dice pavoneggiandosi Nathan.
“Ma sembrerebbe che mentre tuo figlio rubava la ragazza a un amico qualcuno stia cercando di fregarti la tua.” Gli fa notare Jon guardando verso Stana che sta ridendo assieme a Jason.
“Ahi! Quello è pure un padre single!” Commenta Juliana mentre Nathan beve la birra tutta d’un fiato guardando nervosamente i due.
“Ne vuoi un’altra, bro?!” Chiede Seamus.
“Tuo figlio è più sveglio di te!” Lo sfotte Tamala.
“Ok… basta! Zitti tutti!” Esclama Nathan girandosi verso gli amici.
“Cinque minuti e quello se la svigna! Chi vuole scommettere?” Domanda Nathan.
“Io punto su di te!” Dichiara Seamus mentre tutti gli altri puntano su Jason.
“Fai partire il cronometro!” Ordina Nathan a Jon per poi camminare spedito verso Stana sotto lo sguardo divertito degli amici.
“Ehi… ciao!” Saluta Nathan baciandola sulla guancia interrompendo i due.
“Ciao. Quando sei arrivato?” Lo saluta Stana sorridendogli.
“Saranno cinque minuti. Salve.” Risponde per poi salutare gentilmente l’uomo.
“Salve. Anche suo figlio è amico di Kevin?” Domanda Jason.
“Oh si… NOSTRO figlio è molto amico di Kevin, vero tesoro?!” Risponde posando una mano sulla spalla di Stana.
“Oh scusate, mi sono ricordato solo ora che devo fare una telefonata importante.” Afferma Jason alzandosi.
“Arrivederci.” Lo saluta sorridendo Nathan prendendo il suo posto.
“Cos’era questa messa in scena?” Domanda Stana a braccia incrociate.
“Che messa in scena? Non capisco di cosa stai parlando.” Risponde innocente.
“Il tesoro… la mano sulla spalla. La parola NOSTRO figlio quasi urlata?!! Non capisci, vero?”
“No… mi è venuto così tutto naturale!” Ammette lui.
“Tre minuti!” Esclama Seamus raccogliendo il denaro dagli amici perdenti.
“Non ci posso credere! Cos’avete scommesso?” Domanda sbalordita.
“Sai che ti stanno proprio bene i capelli così…” Si complimenta Nathan.
“Pagherai per questo!” Lo minaccia alzandosi e lasciandolo solo.
“Non vedo l’ora!” Le urla dietro Nathan.
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8.00 P.M. Nathan’s house
“AAHH! È GELIDA!” Grida Nathan da sotto la doccia.
“Ora siamo pari!” Afferma Stana con il secchio vuoto in mano.
“Scappa, perché quando uscirò di qui te ne pentirai!” L’avverte risciacquandosi velocemente mentre Stana se la svigna.
“Dove sei?” Domanda Nathan girando per casa in accappatoio alla ricerca della donna.
“Ehi grillo… dov’è la mamma?” Chiede al figlio che se la ride seduto a terra in mezzo ai suoi giochi.
Dylan indica con il ditino verso la cucina.
Nathan entra individuando immediatamente la donna nascosta dietro al mobile.
Si avvicina silenziosamente sorprendendola e facendola urlare.
“AH!” Strilla mentre Nathan la solleva portandola verso il bagno.
“Nate, no! Mettimi giù!” Protesta capendo le intenzioni dell’uomo.
Una volta arrivato davanti al box doccia la spinge sotto il getto d’acqua vestita assieme a lui.
“Adesso come la mettiamo?” Scherza spostando la leva e facendo scendere acqua fredda.
“Nate, è fredda!” Esclama Stana bloccata fra il muro e il corpo dell’uomo.
“Ma và! Non lo sapevo!” La prende in giro stringendola a se.
“Ok… basta! Mi arrendo!” Afferma non riuscendo a fuggire.
“Vedo che non fai più la prepotente ora che sei mia prigioniera! La vittoria è mia un’altra volta.” Dichiara trionfante girando la leva per l’acqua calda.
“Mi eccitano i vincitori!” Sussurra maliziosamente all’orecchio dell’uomo.
Nathan deglutisce notando solo in quel momento che la canottiera bianca della donna è diventata trasparente.
Stana cerca di approfittare del momento di distrazione di Nathan per sfuggire dalla sua presa ma viene bloccata immediatamente.
“Dove credi di andare… dovrai usare ben altri trucchi per distrarmi.” Afferma sorridendo spostandole una ciocca di capelli bagnata dal viso.
I due si perdono a guardarsi negli occhi mentre l’acqua tiepida continua a scorrere sui loro corpi.
Nathan prende coraggio e si avvicina lentamente al viso della donna senza mai staccare gli occhi dai suoi mentre lei stregata dal profondo mare blu non riesce a muoversi.
Sempre più vicini.
“Anch’io voglio!” Esclama Dylan, entrando vestito in doccia interrompendo i genitori.
Stana si risveglia dal suo stato di trans allontanando immediatamente l’uomo.
“Grillo… vieni anche tu sotto l’acqua?” Chiede Nathan prendendolo in braccio.
 

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Capitolo 6
*** SETTEMBRE PRIMA PARTE ***


Giorno 158
1.00 P.M. Stana’s house - Santa Monica
“Ehi… sono arrivata prima possibile. Tutto ok?” Domanda Stana trovando l’amica in cucina.
“Non proprio… è da mezzora che Nathan cerca di calmare Dylan per farlo dormire.” Risponde Tamala.
Stana si spoglia rapidamente restando in bikini.
“Ciao ragazzi!” Saluta passando vicino a Juliana, Seamus e Kevin.
“Ciao… finito di lavorare per questa settimana?” Domanda Seamus.
“Si… Avete pranzato?” Chiede continuando a camminare.
“Si e grazie ancora per l’ospitalità.” Dice Juliana.
“Forse abbiamo avanzato qualcosa…” Commenta Jon.
“Forse dopo, grazie… prima vado a calmare Dylan prima che Nathan impazzisca.” Scherza allontanandosi.
“Adesso basta, Dylan!” Lo rimprovera Nathan esasperato dal pianto del bambino.
“Maaaammmaaaa…” Piagnucola vedendo la donna avvicinarsi.
“Amore, che succede?” Domanda prendendolo in braccio.
“Ehi… ciao… mi dispiace non volevo sgridarlo ma non so più cosa fare… ho provato di tutto…” Spiega Nathan facendo posto alla donna permettendole di sdraiarsi.
“Tranquillo… questo è un pianto da “sono troppo stanco e non riesco ad addormentarmi”. Ssshhh… adesso facciamo vedere a papà come si fa in queste situazioni.” Dice Stana sdraiandosi e sistemando Dylan sopra di se a pancia in giù.
Nathan girato su un fianco osserva attentamente.
“L’importante è trovare un modo per farlo rilassare... questo funziona quasi sempre...” Spiega iniziando a fare dei leggeri cerchi lungo tutta la schiena nuda del piccolo.
“Poi una canzoncina cantata sottovoce o un po’ di paroline dolci alternate a dei bacini riescono a farlo calmarlo definitivamente…” Dice iniziando a bisbigliare e a lasciargli bacini sulla fronte mentre Dylan smette di piangere stringendosi alla mamma.
“Poi tutto il resto viene da se…” Conclude continuando a coccolare il figlio dandogli il ciuccio.
Cinque minuti dopo il piccolo ha gli occhi chiusi.
“Mi servirebbe anche a me…” Ammette sottovoce Nathan.
“Cosa?” Chiede.
“Che qualcuno mi facesse rilassare.” Risponde accarezzando una gamba del figlio.
“C’è qualcosa che non va, Nate?” Domanda Stana cercando gli occhi dell’uomo.
“No non è niente…”
“Nathan… sai che non sopporto queste frasi dette a metà.” Lo rimprovera lei.
Lui resta un attimo in silenzio meditando se dirle la verità o meno.
“Allora?”
“Niente… è che pensavo che questi due giorni sarebbero stati solo nostri… solo noi tre. Non con tutta la tribù al seguito.” Confessa Nathan.
“Pensavo fossi d’accordo… avresti dovuto dirmelo.”
“Evidentemente non volevi restare sola con me due giorni… potevi invitare anche Alex già che c’eri.” Commenta lui.
“ALT! Nathan, ferma la giostra. Non ho assolutamente voglia di litigare con te. Se non volevi nessun altro con noi avresti dovuto parlare, dirlo subito. Non sono ancora in grado di leggere nella mente.” Lo ammonisce Stana.
“Scusa…” Sussurra lui.
“E non voglio nemmeno sapere cosa centra Alex in questa storia. Ho solo voglia di divertirmi e rilassarmi con te, nostro figlio e i nostri amici. Fine del discorso.” Afferma chiudendo la discussione.
“Scusa hai ragione… sono felicissimo che sei arrivata così presto.” Risponde baciandole la spalla nuda.
“Secondo me sei contento solo perché ti ho salvato dal pianto disperato di nostro figlio.” Lo prende in giro Stana sorridendo.
“Ovvio!” Risponde stando al gioco.
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4.00 P.M. Stana’s house - Santa Monica
“Allora devi confessarci qualcosa?” Domanda maliziosa Tamala mentre prepara i piattini.
“Di cosa stai parlando?” Chiede Stana tagliando la torta.
“Di te e Nathan.” Chiarisce Juliana versando il succo nei bicchieri.
“Non ho niente da dirvi se non che abbiamo un ottimo rapporto d’amicizia.” Afferma Stana iniziando a distribuire le fette.
“Amicizia? Sul serio?!” Domanda dubbiosa Tamala.
“Voi non siete mai stati amici…” Commenta Juliana.
“Ok, ragazze… prima che iniziate a spararmi le vostre idee perverse… vi fermo subito. Non ho nessuna intenzione di complicare le cose mettendomi con lui. La mia priorità è Dylan e per il suo bene è meglio se restiamo solo amici.” Chiarisce Stana.
“Il suo bene sarebbe quello di avere due genitori che si amano… una famiglia!” La corregge Tamala.
“Mi dispiace ma non sento da qui!” Afferma Stana uscendo di casa con il vassoio delle bevande.
“Brava… scappa ma tanto sai che ho ragione.” Le urla dietro l’amica. 
“La merenda è pronta!” Urla appoggiando il vassoio sul tavolo.
“Primo!” Urla Jon seguito da Dylan e Kevin.
“Molto maturo come sempre…” Lo prende in giro Stana.
“Gareggiare contro due bambini… ti piace vincere facile.” Commenta Seamus sedendosi.
“Gara di nuoto, dopo?” Lo sfida l’amico.
“Non vedo l’ora di stracciarti!” Accetta Seamus.
“Zio!” Lo chiama Dylan.
“Vieni piccoletto…” Dice Jon prendendolo in braccio.
“Dov’è Nathan?” Chiede Tamala.
“Eccolo! Vado a chiamarlo.” Dice Stana individuando l’uomo.
“Jon, cerca di non ingozzare mio figlio di torta.” Gli raccomanda allontanandosi.
Nathan sta cercando di spalmarsi da solo la crema solare sulla schiena.
“Ti serve una mano?” Domanda Stana inginocchiandosi dietro di lui.
“Si grazie ma ti avverto dopo aver toccato i miei muscoli non saprai resistermi.” Scherza Nathan.
“Non vedo l’ora di saltarti addosso.” Bisbiglia maliziosa all’orecchio dell’uomo accarezzandogli i pettorali.
“Ehi… così non vale!” Afferma rabbrividendo.
Stana gli spalma delicatamente la crema partendo dal collo passando poi alle larghe spalle per scendere poi sull’ampia schiena mentre Nathan si ringrazia mentalmente per aver scelto d’indossare un costume largo.
“Fatto… sono stata brava?” Domanda alzandosi.
“Bravissima… ammetti che ora vorresti saltarmi addosso?” Chiede Nathan alzandosi.
“Si in effetti… mi sto trattenendo solo perché ci sono minori che potrebbero vederci…” Scherza allontanandosi.
“Ehi aspettami!” Esclama raggiungendola.
“Ecco a lei Mr Fillion.” Dice Tamala consegnando il piattino all’amico.
“La ringrazio.” Risponde sorridendo.
Dylan scende dalle gambe dello zio per spostarsi su quelle del papà.
“Guarda come se la svigna ora che ha finito la mia torta…” Commenta Jon guardando il nipotino.
“Jon, prendi un pezzo della mia.” Dice Stana offrendogli la sua.
L’amico non perde l’occasione per fare una battuta delle sue.
“Qui davanti a tutti? Sei sicura? Comunque se proprio insisti.” Afferma tirando la donna a sedere sulle sue gambe.
“Ma quanto cretino sei?!!” Domanda ironicamente Stana dandogli una sberla alla mano dell’amico che sta risalendo la sua coscia.
“Sei pessimo!” Commenta Tamala mentre gli altri se la ridono.
“Allora, questa torta?” Domanda Jon aprendo la bocca.
“Devo anche imboccarti?!” Afferma tagliandone un pezzetto.
Stana gli fa il verso dell’aeroplano, come si fa ai bambini, facendo ondeggiare la forchetta a destra e a sinistra per finire schiantandosi contro il naso dell’amico.
“Ma sai che me lo immaginavo che lo facevi…” Commenta Jon pulendosi il naso mentre Stana e gli altri se la ridono.
“Ne vuoi ancora?” Chiede ridendo.
“Vediamo se adesso ridi ancora!” Esclama tirando fuori la bomboletta di panna, nascosta prima, e spruzzandola in faccia all’amica.
Stana si ritrova panna sul naso, sul mento e sul decolté.
“Allora vuoi la guerra?!” Afferma Stana, contraccambiando l’attacco spalmandogli sul viso l’ultimo pezzo di torta rimasta, per poi alzarsi mettendo una certa distanza fra loro.
Tutti ridono divertiti… tutti, tranne Nathan, che non sopporta la troppa confidenza fra i due.
“Mamma… sei sporca.” Commenta ridacchiando Dylan mentre Jon si ripulisce il viso con dei tovaglioli.
“Assaggia.” Dice togliendosi un po’ di panna dal mento con il dito e offrendolo al figlio.
“Buona!” Esclama Dylan succhiandole il dito per poi allungare le braccia verso di lei.
“Tuo figlio si sposta sempre dove c’è da mangiare.” Commenta Jon mentre Stana lo prende in braccio.
“Adesso pulisci il cesso che hai fatto!” Gli ordina Tamala.
“E lei?!!” Protesta come un bambino iniziando però a pulire.
Nathan tutto serio raccoglie i piattini vuoti entrando in casa.
“Ahi… ahi… qualcuno è geloso…” Commenta sottovoce Juliana.
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6.00 P.M. Stana’s house - Santa Monica
“Che fai qui tutto solo?” Domanda Stana trovandolo sdraiato sul letto.
“Conto fino a cento per non uccidere qualcuno.” Commenta sotto voce per non farsi sentire.
“È? Cosa stai brontolando?” Chiede entrando e sedendosi accanto a lui.
“Niente…” Risponde aprendo gli occhi per guardarla.
“Tu sei sempre quello del niente… poi ogni volta salta fuori qualche problema.” Commenta lei.
“Vuoi sapere cosa non va?” Domanda lui.
Stana annuisce.
“Vieni qui… sdraiati.” La invita toccando la parte libera accanto a lui.
Lei dubbiosa asseconda la sua richiesta.
“Allora?” Chiede dopo un minuto di silenzio.
“Sono geloso.” Ammette per poi continuare “… sono geloso di Jon, di Alex e di tutta la vasta gamma di uomini presenti su questo pianeta. Questo…”
“Nate…” Cerca d’interromperlo.
“No. Lasciami finire. Lo sai cosa significa vero?!! Sappiamo entrambi cosa significa perché ci siamo già passati. Significa che mi sono innamorato di te, ancora… forse non ho mai smesso di amarti.” Dichiara avvicinandosi a lei e accarezzandole il viso.
“Nate, non…” Sussurra capendo le sue intenzioni.
Lui non si ferma e appoggia le labbra su quelle di lei iniziando a baciarla dolcemente.
Stana chiude gli occhi cercando di trovare la forza per respingerlo ma mentre la sua mente gli urla a gran voce: “allontanalo” il suo cuore e il suo corpo fanno il contrario.
Così anche lei socchiude le labbra iniziando a partecipare al bacio… sempre più attivamente… e passandogli la mano fra i capelli lo tira a se.
Nathan si sposta completamente sopra di lei senza mai smettere di baciarla per paura che possa scappare da un momento all’altro.
Le mani di entrambi vagano sul corpo dell’altro… corpi che conoscono a memoria… corpi che si sono desiderati e amati molte… moltissime notti.
“MAMMA!” Si sente chiamare dal piano di sotto.
All’udire della voce del figlio, entrambi si staccano e con il fiato corto si guardano negli occhi.
“Non possiamo…” Sussurra Stana.
“Si che possiamo, basta volerlo!” Afferma Nathan accarezzandole il viso.
“PAPA’!” Chiama questa volta Dylan.
“VIENI SU!” Urla Nathan per farsi sentire, liberando la donna e mettendosi seduto.
Stana chiude gli occhi cercando di placare il desiderio che le scorre ancora nelle vene.
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11.00 P.M. Santa Monica
“Che mangiata!” Afferma Jon massaggiandosi la pancia.
“Non sapevo dell’esistenza di quel ristorante… è stata una cena spettacolare!” Dichiara Juliana.
“Ottima scelta Stana!” Si congratula Seamus.
“Ottima idea anche quella di venire a piedi… almeno smaltiamo in parte le calorie accumulate.” Dice Tamala.
“Se vuoi conosco un metodo più efficace per smaltire calorie.” Cerca di provocarla Jon.
“Jon! Ci sono bambini piccoli con noi!” Lo rimprovera Tamala.
“Stanno dormendo!” Gli fa notare l’uomo guardando i due piccoli addormentati rispettivamente in braccio ai loro papà.
“Non sono piccolo…” Borbotta assonato Kevin.
“Visto che non dormono!” Lo ammonisce Stana dandogli una sberla sulla nuca per poi scappare.
“Ehi… manesca. Vieni qui!” Si lamenta correndo dietro all’amica.
“Sei troppo lento…” Lo prende in giro lei in vantaggio di un paio di metri.
“Adesso vediamo se ridi ancora!” Afferma Jon raggiungendola e sollevandola.
“JON! Lasciami immediatamente!” Gli ordina Stana.
“Adesso non ridi più vero?!” Scherza andando verso l’acqua con la donna in braccio.
“Non ci pensare nemmeno!” Lo avverte lei.
“Altrimenti?” La sfida lui.
“Altrimenti…” Gli dice il resto bisbigliando all’orecchio dell’uomo per non farsi sentire dagli altri.
“Hai vinto!” Afferma lasciando libera immediatamente.
“Voglio sapere anch’io… cosa gli hai detto?” Domanda curiosa Tamala.
“Non posso mi dispiace…”
“Dai?!” La supplica l’amica.
“No… altrimenti non posso più ricattarlo!” Spiega Stana aprendo la porta di casa.
“Non è giusto…” Si lamenta Tamala entrando.
“Noi andiamo a dormire!” Dichiarano Juliana e Seamus.
“A domani!” Gli salutano tutti.
“Ok, andiamo anche noi. Voi se volete potete restare qui.” Afferma Stana avvicinandosi a Nathan per prendere Dylan.
“Lo porto io, tranquilla.”
“Ci vediamo domani mattina.” Salutano Stana e Nathan salendo le scale.
“Signorina Jones le va un digestivo?” Chiede Jon all’amica.
“Volentieri!” Risponde seguendolo in soggiorno.
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“Posso aiutarti a mettergli il pigiama?” Domanda Nathan speranzoso.
“Certo ma è meglio se lo svegliamo per fargli fare la pipì…”
“Amore…” Lo chiama accarezzandogli il viso.
“Mamma…” Bisbiglia assonnato.
“Devi fare la pipì prima di tornare a dormire.” Gli spiega baciandolo sulla fronte.
“Mmmm…” Si lamenta il piccolo.
“Ti risparmio il viaggio… vieni!” Si offre Nathan prendendolo in braccio e portandolo in bagno.
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11.45 P.M. Stana’s house - Santa Monica
“Papà…” Lo chiama cercandolo con la manina.
“Sono qui…” Risponde Nathan sedendosi sul bordo del letto.
“Ti voglio bene…” Confessa sbadigliando.
“Ti voglio bene anch’io piccolo.” Risponde emozionato baciandolo sulla fronte e accarezzandolo.
Stana, in piedi accanto a Nathan, osserva commossa lo scambio.
“Ehi… che fai piangi?” Domanda dolcemente tirandola contro di se facendola sedere sulle sue ginocchia.
“Ti sbagli sei tu che stai piangendo…” Risponde asciugandogli una lacrima.
“Siete la cosa più bella che mi potesse capitare.” Sussurra all’orecchio della donna lasciandole un bacio sulla tempia.
“Dobbiamo parlare.” Afferma Stana alzandosi.
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“No resta lì…” Lo blocca Stana vedendolo avvicinarsi.
“Perché? Aspetta…” Dice capendo tutto.
“Hai appena finito di fare un discorso di mezzora sul perché non possiamo stare assieme non per convincere me… perché sapevi che non mi avresti convinto… l’hai fatto per convincere te stessa. Perché sai che ho ragione io, mi vuoi tanto quanto ti voglio io, solo che hai paura… e la soluzione migliore per te è eludere il problema piuttosto che affrontarlo.” Afferma avvicinandosi a lei.
“Nate, per favore.” Sussurra indietreggiando fino al muro.
“Io ti amo e so che mi ami anche tu. Conosco i tuoi baci, il tuo corpo e oggi ho sentito che mi desideravi tanto quanto ti desideravo io. Sappi che non mi arrendo. Non m’interessa se dovrò “combattere” tutti i giorni contro i tuoi sentimenti contrastanti. Io da qui non me ne vado. Riuscirò a farti cambiare idea. Perché noi meritiamo un’altra occasione e Dylan merita una famiglia.” Conclude posando le mani sul muro ai lati del viso della donna.
“Non è così semplice come pensi tu. Non c’è nulla di facile quando in un rapporto è coinvolto un bambino. Non possiamo rischiare di farlo star male. Non voglio che ci trasformiamo in una di quelle coppie di divorziati che si fanno guerra utilizzando i figli come marionette per ferire l’altro. E se anche tu vuoi bene a Dylan, tanto quanto gliene voglio io, dovresti darmi retta e lasciar perdere questa storia da subito.” Afferma guardandolo negli occhi.
“Allora se vuoi bene a Dylan, come dici, dovresti dargli l’opportunità di avere una famiglia normale. Come vedi ognuno di noi ha le proprie ragioni.” Controbatte lui.
“Ok… prendiamoci il tempo per pensare.” Propone lei.
“Ok…” Risponde baciandola dolcemente.
“Questo non mi aiuta a pensare!” Protesta lei spostandosi.
“Ognuno combatte con le proprie armi…” Scherza afferrandola per la vita.
“Non è leale.” Afferma posando le mani sul petto dell’uomo.
“Nessuno ha detto che bisogna essere leali.” Sussurra piegandosi per baciarla ancora.
“Ok… meglio che vada. Ho bisogno di pensare senza le tue continue provocazioni.” Dichiara liberandosi dal suo abbraccio e dirigendosi verso la porta.
“Notte!” Dice guardandola uscire.
“Notte.” Risponde chiudendo la porta.   
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Giorno 159
9.00 A.M. Stana’s house-Santa Monica
“Ecco il mio principino!” Esclama Tamala riempiendo di baci il nipotino.
“Buon giorno a tutti!” Saluta Stana alla ricerca disperate del caffè.
“Ecco a lei signorina Katic… prima che uccida qualcuno per avere la sua droga preferita!” La prende in giro Jon consegnandole la tazza fumante.
“Grazie… ti amo!” Lo ringrazia lei baciandolo sulla guancia.
“Ti amo anch’io ma cerchiamo di non farci sentire… altrimenti scopriranno che siamo amanti!” Scherza Jon facendo ridere tutti.
Tutti tranne Nathan che fa un sorriso forzato.
“Geloso Fillion?” Sussurra Tamala per farsi sentire solo da lui.
“No figurati…” Risponde addentando il cornetto mentre continua a fissare Stana e Jon che si fanno i dispetti a vicenda.
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11.00 A.M. Santa Monica beach
“Ti va di fare un giro con noi?” Chiede Nathan con Dylan sulle spalle avvicinandosi a Stana che sta beatamente prendendo il sole.
“Volentieri.” Risponde mettendo gli occhiali e alzandosi.
“Mamma, hai visto come sono alto?!” Domanda il piccolo.
“Si amore, sei altissimo. Tieniti forte.” Gli raccomando incamminandosi con loro sul bagnasciuga.
Dopo una decina di metri Nathan azzarda prendendo per mano Stana che non si oppone anzi intreccia le dita con quelle di lui.
“GIOSTRE!” Esclama Dylan eccitato.
“Wow… sono enormi. Sembra che ci sia una fiera.” Commenta Nathan.
“Andiamo dai…” Afferma Stana tirandolo verso la folla di gente.
“Sei sicura? E se qualcuno ci riconosce?” Domanda preoccupato.
“Ma chi vuoi che ci riconosca… con questi cappelli e con questi enormi occhiali da sole.” Lo tranquillizza lei.
“Ok, andiamo… ma non arrabbiarti con me se poi qualcuno ci corre dietro per un autografo…” Commenta conoscendo perfettamente la donna.
I tre si addentrano fra le bancarelle.
“Mamma… voglio andare sul trenino!” Afferma eccitato Dylan.
“Si mamma portaci sul trenino.” Dice Nathan dando man forte al figlio.
“Non so se hai notato ma siamo senza portafogli.” Gli fa notare Stana.
“Nooo…” Dice sbuffando Nathan.
“Facciamo così… torniamo indietro e dopo pranzo ritorniamo qui. Ok?” Propone Stana.
“No io voglio adesso!” Protesta Dylan mettendo il muso.
“Amore, non abbiamo i soldi per prendere il trenino.” Cerca di spiegargli Stana.
“Ascolta grillo…” Inizia Nathan facendo scendere il piccolo.
“Pranziamo e poi torniamo qui e facciamo due giri con il trenino, ok?”
“NO! ADESSO!” Afferma iniziando a fare i capricci.
“Ascolta vado a prendere i soldi… aspettatemi qui.” Dice Nathan.
“No, assolutamente no. Torniamo questo pomeriggio.” Lo blocca immediatamente lei.
“ADESSO!” Grida sbattendo i piedini a terra.
“Ehi! Dylan, lo sai che alla mamma non piace quando fai i capricci.” Gli rammenta Stana prendendolo in braccio per poi avviarsi verso casa.
“Stana, torno volentieri indietro.” Si offre nuovamente Nathan seguendo la donna.
“Scherzi vero?!! Nate, non devi assecondare tutti i suoi capricci altrimenti siamo fregati.” Gli spiega continuando a camminare mentre Dylan inizia a piangere.
“Ma ci metto cinque minuti. Non mi sembra che ci stia chiedendo chi sa cosa.” Dice cercando di convincerla.
“Nathan, no. Basta.” Lo zittisce Stana.
“Paaapppàà!” Singhiozza allungandosi verso di lui.
Percorrono tutto il pezzo di strada fino a casa proseguendo con la discussione mentre Dylan continua a piangere.
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“Guai a te se lo porti di nuovo alle giostre.” Lo avverte Stana vedendo Nathan con il portafoglio in mano.
“È anche mio figlio… quindi posso decidere anch’io se portarlo o no.” Risponde lui mentre i loro amici osservano la scena.
“Se proprio vogliamo dirla tutto per la legge è solo mio figlio.” Controbatte Stana entrando in casa.
“Allora denunciami per rapimento!” Le urla dietro Nathan prendendo Dylan in braccio pronto ad andare.
“Ehi! Lascialo!” S’intromette Jon.
“Tu fatti i cazzi tuoi!” Lo zittisce Nathan mentre Dylan ricomincia a piangere per le varie urla.
“Basta… tutti e due. Non vedete che è spaventato! Vieni con la zia tesoro.” Interviene Tamala prendendolo dalle braccia di Nathan e portandolo in casa.
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12.30 P.M. Stana’s house - Santa Monica
“Ehi… tesoro. Hai voglia di mangiare qualcosa?” Chiede Tamala entrando nella stanza dall’amica.
“No, grazie. Voglio restare un po’ da sola.” Risponde Stana.
“Amore, vai giù con la zia a mangiare.” Lo invita Stana aiutandolo a scendere dal letto.
“E tu?” Chiede il piccolo.
“Resto qui ancor un momentino. Tu vai e mangia tutta la pappa.” Gli spiega Stana sorridendo.
“Ok…” Risponde Dylan poco convinto.
“Tesoro, se cambi idea siamo giù.” Dice Tamala prendendo in braccio Dylan.
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1.00 P.M. Stana’s house - Santa Monica
“Dylan, perché non mangi? Non hai fame?” Chiede Juliana al piccolo che però non risponde.
“Vuoi venire in braccio a papà?” Domanda dolcemente Nathan.
Ancora una volta il piccolo non risponde restando con lo sguardo fisso in basso.
“Tesoro, vuoi che la zia t’imbocchi?” Gli chiede Tamala.
Ma Dylan non accenna a reagire.
“Tam, riscaldagli il piatto.” Ordina Jon alzandosi.
“Ma non vuol mangiare.”
“Dammi cinque minuti… vedrai che poi mangia.” Afferma sparendo dentro casa.
---
“Forza alzati!” Ordina Jon spostando il cuscino dal viso dell’amica.
“Cosa?” Domanda Stana.
“Alzati… tuo figlio ha bisogno di te.”
“Si è fatto male?” Chiede preoccupata mettendosi seduta.
“No ma non vuole mangiare.” Chiarisce aiutandola ad alzarsi.
“L’altro grande genitore non è in grado di farlo mangiare?” Domanda.
“Ascolta, non me ne frega un cazzo dell’altro genitore. Lui vuole te e come zio numero uno ho l’obbligo di dargli ciò che vuole. Quindi alza le tue belle chiappe.” Scherza spingendola verso le scale.
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“Mamma!” Esclama sorridendo vedendo la donna arrivare e allungando le braccia verso di lei.
“Ciao amore…” Lo saluta prendendolo in braccio e evitando in tutti i modi di guardare Nathan.
Dylan stringe forte intorno al collo e al bacino della mamma mentre lei si siede.
“Finalmente sorridente!” Commenta felice Juliana.
“Evviva!” Esulta Kevin vedendo l’amico ridere.
“Ecco qui il pranzo per il principino della zia…” Afferma Tamala posando il piatto davanti all’amica.
“Ehi… ti conviene sbrigarti altrimenti il tuo amichetto Kevin finisce tutto il gelato.” Gli fa notare Jon sedendosi accanto a loro.
Dylan si lascia imboccare dalla mamma senza mai però staccarsi troppo da lei mentre Nathan continua a osservarli in silenzio.
“Mamma…” Sussurra una volta finito di mangiare.
“Dimmi amore.”
“Bacio.” Bisbiglia.
Stana gli stampa due sonori baci su entrambi le guance facendolo ridere.
“No… l’altro!” Afferma smettendo di ridere e prendendo il viso della mamma fra le manine.
“Me lo dai tu?” Chiede Stana sorridendo.
Dylan annuisce per poi darle tre bacini sulle labbra.
“Ma guarda quei due sembrano due innamorati.” Commenta Tamala passandole la coppetta di gelato.
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3.00 P.M. Stana’s house - Santa Monica
“Ehi… vengo in pace.” Sussurra Nathan sedendosi sul dondolo accanto a Stana che sta coccolando Dylan mezzo addormentato.
Lei non dice nulla restando a guardare fisso davanti a se accarezzando la schiena del figlio.
“Mi dispiace… so di aver esagerato. Avevi ragione tu avrei dovuto darti una mano invece che peggiorare la situazione. Sei stata chiara fin dall’inizio sul fatto che non vuoi che Dylan cresca viziato come molti bambini e sono perfettamente d’accordo con te. Però oggi ho dimostrato tutto il contrario.” Dice Nathan senza però ricevere risposta.
“Parlami… non so puoi anche mandarmi a quel paese ma dimmi qualcosa.” Insiste lui.
“Non può funzionare.” Afferma lei senza guardarlo.
“No… ascolta. Non farlo, ti prego.” La implora prendendola una mano fra le sue.
“Oggi, abbiamo avuto la palese dimostrazione che non può funzionare. Non siamo in grado di gestire nemmeno una semplice discussione e per la seconda volta nel giro di venti giorni abbiamo fatto star male nostro figlio. Se prima dovevo pensarci ora non ho più dubbi: non può esserci nessun noi.” Conclude Stana togliendo la mano da quelle di Nathan.
“So che ho sbagliato… ma ti prego dammi solo un’altra possibilità ti prometto che non ti deluderò di nuovo.” Dice cercando di convincerla.
“Nate…”
“No, non dire nulla. Pensaci. Lasciamo che siano i fatti.” La zittisce alzandosi e lasciandola sola per impedirle di controbattere.
 

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Capitolo 7
*** SETTEMBRE SECONDA PARTE ***


Giorno 165
1.00 P.M. Tamala’s house
“Che ci fai già qui? Dovevi venire alle quattro.” Afferma Stana aprendo la porta e trovandosi davanti Nathan.
“Volevo parlare con te.” Ammette lui.
“Non abbiamo nulla da dirci.” Dice lei cercando di richiudere la porta.
“No! Non me ne vado! Voglio parlare perché Dylan continua a chiedermi perché la mamma non sta più con noi.” Spiega Nathan riuscendo ad entrare in casa.
“Gli spiegherò che devo lavorare. Ora puoi anche andartene. Problema risolto.” Afferma Stana spingendolo indietro.
“Vuole passare del tempo con noi. Non gli servono le tue scuse. Ci sta solo chiedendo di trascorrere del tempo tutti tre assieme.” Spiega Nathan entrando definitivamente e chiudendo la porta dietro di se.
Stana esasperata dall’insistenza dell’uomo decide di ignorarlo tornando in soggiorno e proseguendo con quello che stava facendo prima che arrivasse.
“Hai intenzione di rispondermi? O vuoi punirmi a vita solo perché volevo “viziare” mio figlio portandolo sul trenino?” Domanda seguendola.
“È inutile che lo illudiamo di essere una famiglia normale… meglio se si abitua ad averci separatamente.” Risponde riprendendo a scrivere con il pc.
“Sai Stana… sei ridicola! Stai usando la scusa della litigata per evitare di affrontare quello che provi per me. Stai facendo la stessa cosa che hai fatto quattro anni fa! La differenza è che ora cerchi di nasconderti perché non hai la possibilità di fuggire. Puoi evitarmi quanto vuoi ma sappi che questa volta non ti lascerò portarmi via Dylan. Appena avrò i risultati del test diventerò ufficialmente suo padre e lo sarò anche davanti alla legge.” Afferma arrabbiato uscendo di casa sbattendo la porta.
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Giorno 167
10.00 A.M. Los Angeles airport
“Grazie per il passaggio, Tam! Ci vediamo tra due giorni.” La saluta Stana dandole due baci.
“Niente tesoro. Non vedo l’ora di riavervi qui.” Risponde abbracciandola.
“Ciao zia!” La saluta Dylan in braccio a Jon.
“Ciao principino mio!” Dice sbaciucchiandolo.
“Ciao zia…” Saluta Jon trascinandosi dietro una valigia.
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Giorno 168
10.00 A.M. Stana’s house - Miami
“Ciao papà!” Dice Dylan rispondendo al telefono della mamma.
“Ciao Grillo… come stai?” Chiede Nathan.
“Bene.” Risponde il piccolo.
“Ti stai divertendo?”
“Si, oggi vado in piscina con zio Jon.” Racconta il piccolo.
“Bello… mi raccomando metti i braccioli.” Gli ricorda Nathan.
“Ok.”
“Grillo, mi passi la mamma?” Chiede Nathan.
“Va bene. Ciao papà.”
“Ciao Grillo. Ci vediamo tra un paio di giorni.” Lo saluta Nathan.
“Papà vuole parlare con te!” Spiega Dylan consegnando il cellulare alla mamma.
“Pronto?”
“Ciao, come vanno le cose?” Domanda lui.
“Bene. Volevi chiedermi qualcosa?” Chiede tagliando corto.
“Volevo solo sapere come stavi.” Ammette Nathan.
“Bene. Scusa ma devo andare. Buona giornata.” Lo saluta riattaccando.
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4.00 P.M. Stana’s house - Miami
“Ciao tesoro!”
“Ciao zietta… come stai?” Risponde Stana.
“Benissimo… hai visto i giornali oggi?” Domanda Tamala.
“No… cosa si sono inventati?”
“Stana Katic e Jon Huertas di nuovo insieme.” Dice leggendo il titolo dell’articolo.
“Ancora?! Ormai ho perso il conto delle volte che ci hanno fatto mettere assieme.” Commenta Stana ridendo.
“Vi hanno fatto delle belle foto però.” Dichiara Tamala.
“Almeno quello.” Risponde Stana sorridendo.
“Ti sento più rilassata. Ti fa bene l’aria di Miami.”
“O forse mi fa meglio non aver l’ansia sempre addosso… Dato che qui Dylan è sempre con me invece lì sta anche con Nathan.”
“Ehi… ne abbiamo già parlato. Nathan non ti porterà mai via Dylan. Fidati.” Cerca di rassicurarla Tamala.
“Dopo quello che mi ha detto non ne sarei tanto sicura!” Afferma Stana.
“Smettila! Era solo arrabbiato per il tuo comportamento. Dovevi vede la sua faccia stamattina quando ha visto le foto sul giornale.” Racconta Tamala.
“Perché eravate assieme?” Domanda curiosa.
“Ci siamo trovati per dare una mano a Andrew. Tutti ridevano per l’ennesimo gossip su di voi e Nathan aveva uno sguardo tristissimo mentre osservava le foto. Mi faceva tenerezza.” Spiega Tamala.
“Beata te, che ti fa tenerezza… a me fa venir mal di stomaco e m’impedisce di mangiare!” Ammette Stana.
“Giuro che se quando torni scopro che sei calata, anche solo mezzo etto, ti faccio ricoverare.” L’avverte Tamala.
“Mi sto impegnando per mangiare ma mi si chiude lo stomaco ogni volta che chiama.”
“Io non vi capisco. Avete passato gli ultimi quattro mesi a lavorare sul vostro rapporto per Dylan, vi siete baciati, mi hai confessato che ti è piaciuto, lui ha dichiarato che ti ama e ora vi parlate a stento. Giuro che nemmeno il miglior psicologo di questo mondo riuscirebbe a capire come ragionate.” Dichiara Tamala.
“Siamo complicati.”
“No… siete stupidi che è diverso.” Controbatte Tamala.
“Ok… vado si è svegliato il principino.” Afferma Stana.
“Ok… dagli un milione di baci da parte mia.”
“Ok! Ciao… ciao.”
“Ciao.”
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Giorno 171
6.00 P.M. Tamala’s house
“Ciao mamma!” Saluta Dylan correndo ad abbracciarla.
“Ciao amore… com’è andata? Ti sei divertito?” Domanda aiutandolo a togliersi la giacca.
“Si… siamo stati al parco con Kevin.” Racconta tutto felice.
“Hai fatto merenda?”
“Si, abbiamo mangiato un gelato grande così.” Ammette portando la manina sopra alla testa.
“Come faceva a essere più alto di te, amore?!” Afferma Stana facendogli il solletico.
“Ahahaha…” Dylan ridacchia mentre lei lo mordicchia dappertutto.
“Mi sei mancato pasticcino mio…” Dice sbaciucchiandolo.
“Anche tu mamma!” Risponde lui abbracciandola.
“Ti lascio qui il suo zainetto.” Dichiara Nathan che fino a quel momento è stato in disparte ad ammirare lo scambio fra i due.
“Ah… grazie. Pensavo fossi già andato via.” Ammette Stana sorpresa di vederlo lì.
“Sei sicura di stare bene?” Domanda preoccupato notando il pallore della donna.
“Si sto benissimo.” Risponde alzandosi in piedi.
“Tesoro, sei a casa?” Urla Tamala chiudendo la porta.
“Si siamo qui.” Risponde Stana.
“Ciao principino della zia.” Saluta Tamala ricevendo un abbraccio dal piccolo.
“Oh… ciao Nathan.”
“Ciao Tam!” Ricambia il saluto lui.
“Noi andiamo a fare un bel bagno.” Annuncia Stana prendendo in braccio Dylan.
“Ciao Grillo!” Lo saluta Nathan.
“Bacio papà.” Afferma Dylan.
Nathan si avvicina ai due e appoggiando sovrappensiero la mano sul fianco di Stana si piega lasciando un dolce bacio sulla guancia del figlio.
“Ciao papi!” Lo saluta felice Dylan aggrappandosi al collo della mamma.
“Ciao.” Sussurra Stana imbarazzata per la vicinanza dell’uomo.
“Ciao.” Risponde togliendo la mano facendo un passo indietro.
Una volta soli Tamala commenta ad alta voce.
“Siete la coppia più incredibile che conosca!” 
“Tam, cos’ha Stana? Sta male? Perché ultimamente la vedo sempre pallida.” Chiede Nathan.
“Ah… vedo che non sono l’unica che l’ha notato. Jon dice che sta bene ma non mi convince mica. Quello pur di difenderla s’inventerebbe chissà cosa. Secondo me mangia troppo poco. Io non so cosa dirti spero sia solo un momento… come tutti quelle idee bizzarre che ha per la testa.” Spiega Tamala.
“Che idee bizzarre?” Domanda curioso.
“Nathan… sai che come sua migliore amica non posso raccontarti nulla. Ma mi assicurerò che queste idee svaniscano.” Lo tranquillizza Tamala.
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Giorno 174
5.00 P.M. Nathan’s house
“Ciao amore! Sei pronto ad andare.” Lo saluta Stana entrando in soggiorno.
“Potreste fermarvi per cena… ordiniamo una pizza.” Propone Nathan speranzoso.
“Ti prego mamma!” Dice Dylan.
“Ok.” Accetta Stana cedendo allo sguardo supplichevole del figlio.
“SII!” Esulta Dylan scambiandosi il cinque con il papà.
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7.00 P.M. Nathan’s house
“Abbiamo una sorpresa per dopo cena, vero?” Dichiara Nathan cercando di coinvolgere il figlio.
“Si, è stata faticoso…” Dice Dylan sospirando.
“Ssshhh… Grillo, non dire troppo, altrimenti non è più una sorpresa!” Lo blocca Nathan.
“Ok.” Risponde attentando la pizza.
“Adesso sono curiosa!” Afferma Stana bevendo un sorso di coca.
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“Grillo, copri gli occhi alla mamma.” Gli ordina Nathan.
“Addirittura!” Afferma Stana.
“Non puoi guardare.” Dice Dylan coprendole gli occhi con entrambe le manine.
“Ok, non sbirciare.” Le sussurra Nathan conducendola lungo il corridoio.
Percorrono il corridoio poi Nathan per non farle capire dove stanno andando la fa entrare e uscire da due stanze fermandosi poi davanti alla cameretta che ora è di Dylan.
“Accendo io!” Esclama Dylan.
“Aspetta, copro gli occhi alla mamma, altrimenti lei sbircia.” Commenta Nathan facendola ridere.
“Ma non è vero…” Dice offesa Stana appoggiando Dylan a terra mentre l’uomo le copre gli occhi.
“Fatto!” Esclama Dylan.
Finalmente Stana viene liberata e le viene permesso di vedere.
“Oh mio dio… è stupenda!” Afferma Stana ammirando la nuova cameretta di Dylan cercando di nascondere però l’ansia che l’assalita.
“Hai visto mamma… ci sono tutti i supereroi!” Dice entusiasta indicando i personaggi incollati sul grande armadio e suoi muri.
“Ho visto, amore. Qui dentro sarai sicuramente al sicuro.” Commenta Stana osservando il grande letto a castello, l’enorme cesta con i giochi, la scrivania, la pista delle macchinine, ecc.
“Abbiamo fatto tutto io e papà.” Ammette il piccolo.
“Siete stati bravissimi. Vieni qui ti meriti un bacio.” Afferma inginocchiandosi sul tappeto e baciando il figlio.
“Anche papà!” Dice Dylan indicando l’uomo in piedi dietro di lei.
“Certo anche papà… se mi aiuta ad alzarmi.” Risponde Stana allungando una mano verso di lui.
Nathan si affretta ad aiutarla ma appena in piedi vede la donna impallidire e prontamente l’afferra per la vita prima che possa cadere a terra.
“Ehi… Stana?!” La chiama inutilmente Nathan.
“Grillo, corri ad accendere la luce della mia camera. La mamma ha bisogno di sdraiarsi un attimo.”
“Ok…” Risponde il piccolo correndo fuori dalla stanza.
“Stana!” Chiama più forte dandogli delle leggere sberle sul viso nel tentativo di farla riprendere.
“Ok, adesso ci sdraiamo.” Le sussurra prendendola in braccio.
Una volta sistemata a letto con le gambe sollevate da dei cuscini Nathan corre a prendere un bicchier d’acqua e il telefono mentre Dylan continua a chiamarla sempre più agitato.
Tornato in camera per fortuna la trova sveglia.
“Ehi… che mi combini?” Chiede dolcemente sedendosi sul bordo del letto e accarezzandole il viso.
“Che è successo?” Domanda confusa.
“Sei svenuta. Ti ho preparato un po’ d’acqua e zucchero quando te la senti dimmelo che ti aiuto a sederti.” Le spiega continuando ad accarezzarla.
“Mamma…” Sussurra Dylan con gli occhietti lucidi.
“Vieni qui amore. Sto bene, tranquillo.” Lo rassicura Stana abbracciandolo forte.
Dylan si stringe forte a lei trattenendosi per non scoppiare a piangere.
“Amore… mi fai un piacere? Assaggi l’acqua che ha portato papà così mi dici se è abbastanza dolce.” Dice Stana cercando di farlo distrarre.
“Ok…” Risponde Dylan mettendosi seduto.
Nathan lo aiuta a bere.
“Allora com’è?” Domanda Stana sorridendo.
“Buona.” Risponde convinto Dylan.
“Ok, allora posso berla.” Afferma Stana facendosi aiutare da Nathan a sedersi per poi bere lentamente tutta l’acqua.
“Grillo, che dici se guardiamo il nuovo film qui nel lettone?” Propone Nathan.
“SI!” Esulta Dylan.
“Ok, corri a prenderlo in soggiorno.” Lo invita Nathan aiutandolo a scendere dal letto.
“Ti senti meglio?” Chiede dolcemente.
“Si, tranquillo… ora sto meglio. Devo aver avuto un abbassamento di pressione.” Risponde tornando a sdraiarsi.
“Mi avverti se stai ancora male?” Domanda Nathan.
Lei annuisce sorridendogli.
“Stai tremando…” Afferma lui.
“Ho freddo.” Ammette Stana.
“Ok, non prendermi a sberle. Ora ti levo le scarpe e ci mettiamo sotto le coperte, ok?” Spiega iniziando a toglierle le scarpe.
Stana si lascia aiutare e dopo essersi sistemati tutti e tre sotto le coperte iniziano a guardare il film.
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10.00 P.M. Nathan’s house
Nathan si accorge di essere l’unico ancora sveglio mentre Stana e Dylan dormono tranquillamente abbracciati nell’altra metà del letto.
Nathan ne approfitta e dopo aver spento la tv e esce dalla stanza componendo il numero di  Tamala.
“Ciao Nathan.” Risponde la donna.
“Ciao, questa volta ti avverto prima che succeda come l’ultima volta che l’hai cercata ovunque. Stana e Dylan restano a dormire qui.” La informa lui.
“È successo qualcosa?” Domanda sorpresa Tamala.
“Un paio d’ore fa Stana è svenuta. Ora sta bene e sta dormendo ma non mi sembra il caso di svegliarla per farla venire a casa.” Racconta Nathan.
“Oddio! Sicuro stia bene?” Domanda preoccupata.
“Si tranquilla… ora ha un colorito decisamente normale.” La tranquillizza lui.
“Quella testona non mi da mai ascolto… le continuo a ripetere di mangiare. Poi negli ultimi giorni ho il sospetto che abbia iniziato a saltare il pranzo.” Afferma Tamala.
“Come mai non mangia? Non ha mai avuto problemi con il cibo.” Chiede preoccupato.
“Vero, ha sempre mangiato, anche se per i miei gusti sempre troppo poco, ma nelle ultime settimane dice che non riesce a tener giù niente. È sempre in ansia soprattutto quando Dylan è con te.”
“Tamala, è ora che mi dici cosa le sta succedendo.” Afferma Nathan.
“Ok, non dovrei dirti nulla ma se non parlo io lei non ti dirà mai niente. Dopo la discussione che avete avuto in spiaggia e qui a casa mia prima che partisse per Miami si è fissata che vuoi portarle via Dylan. Ha paura che quando avrai in mano i risultati del test di paternità andrai da un avvocato per far valere i tuoi diritti ed è terrorizzata dal fatto di poter perdere Dylan.” Ammette Tamala.
“Scherzi?! Io non ho mai avuto intenzione di portarle via Dylan. Non lo farei mai, Tamala. Te lo giuro.” Si affretta a rispondere Nathan.
“Lo so… ma sai com’è Stana quando si mette in testa una cosa.” Gli rammenta lei.
“Tam, grazie per esserti confidata con me. Ascolta, domani mattina Stana non lavora… potresti passare qui sul prestino e prendere Dylan con te così possiamo parlare in pace?” Le chiede Nathan.
“Si certo. Passo da te alle 8.00 con la colazione.” Risponde Tamala.
“Grazie mille. Notte Tam.” La ringrazia.
“Notte.” Risponde lei riattaccando.
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Giorno 175
8.30 A.M. Nathan’s house
“Ciao Tam… che ci fai qui?” Domanda curiosa Stana entrando in cucina e trovando i tre impegnati a litigare per l’unico muffin al cioccolato rimasto.
“Ciao tesoro… sono passata a portarvi la colazione e a prendere Dylan. Non ti ricordi che ti avevo detto che lo portavo all’acquario?” Domanda l’amica.
“Si, ma dovevamo andarci assieme.” Risponde prendendo una tazza di caffè.
“No, ti sbagli. Oggi, è la giornata mondiale zia/nipote quindi tu non puoi partecipare.” Dichiara Tamala.
“Ok, anche se non ho mai sentito parlare di questa “giornata mondiale”.” Commenta Stana sedendosi accanto a Dylan.
“Ora ne sei a conoscenza.” Interviene Nathan.
“Ok, noi andiamo. Principino saluta mamma e papà… noi andiamo a vedere tanti pesciolini mentre loro restano qui a parlare... magari a chiarirsi.” Spiega Tamala pulendo la bocca e le manine del nipotino.
“Ciao papi…” Saluta Dylan baciandolo.
“Ciao grillo. Divertiti!” Lo saluta Nathan.
“Ciao mamma.” Saluta baciandola.
“Ciao amore… fai il bravo con la zia impicciona.” Lo saluta Stana fulminando l’amica.
“Non riesci a spaventarmi con quello sguardo…” Commenta Tamala prendendo il nipotino in braccio.
“Ciao… ciao!” Salutano lasciandoli soli.
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Dopo aver sistemato le cose della colazione si spostano in soggiorno per parlare.
“Ti avverto…” Inizia Nathan. “Nessuno uscirà di qui fino a quando non ci saremo chiariti.” Afferma l’uomo.
Stana lo guardo senza però dire nulla.
“Ok, inizio io. Partiamo con il fatto che MAI e poi MAI ti porterò via Dylan. Non importa quello che ti ho urlato contro in spiaggia. Ero arrabbiato e sai benissimo che quando lo sono mi escono cose molto ma molto stupide. Quando avrò i risultati del test semplicemente andrò a sbatterli in faccia a mia madre. Non ho nessuna intenzione di usarli contro di te. Dylan non passerà nemmeno un giorno lontano da te. E se me ne avessi parlato prima invece che logorarti ora non staresti così male. Mi dispiace per la cameretta non immaginavo ti facesse reagire così. Ho deciso di “costruirla” solo con l’intenzione di dare a Dylan un posto suo qui a casa mia ma non significa assolutamente che voglio portartelo via. Sono uno stronzo… ho un miliardo di difetti ma non porterei mai via un figlio alla propria madre.” Dice, mettendosi seduto a terra davanti alla donna e prendendole le mani fra le sue.
“Io amo Dylan e sono disposto a fare qualsiasi cosa per lui e in più amo te…”
“Nate…” Cerca di bloccarlo lei.
“No, ascoltami. Io ti amo che ti piaccia o no ed è inutile che cerchi di evitarlo. Amo nostro figlio e amo te… senza di voi sarei un uomo morto. Non riuscirei a sopravvivere un giorno senza vedervi. Negli ultimi giorni sono stato malissimo a non poter passare del tempo con entrambi. Ascolta, farò qualsiasi cosa tu voglia… ma ti prego non farmi passare altri giorni come quelli appena trascorsi. Ti prego.” Dice appoggiando la testa sulle gambe della donna.
Stana spiazza per il discorso dell’uomo non sa cosa dire… semplicemente gli passa le dita fra i folti capelli accarezzandogli il collo.
“Nate…” Sussurra attirando la sua attenzione e facendogli alzare la testa.
Nathan la guarda con gli occhi lucidi aspettandosi l’ennesima scusa che la donna gli rifilerà per convincerlo che non posso essere amici.
Stana invece non dice nulla e scivolando giù dal divano finendo seduta sulle gambe dell’uomo abbracciandolo forte.
“Mi dispiace…” Sussurra Stana.
“Dispiace anche a me… per tutto.” Afferma staccandosi, prendendole il viso fra le mani e baciandola sul naso.
I due restano per diversi minuti a fissarsi negli occhi, accarezzandosi a vicenda come per avere la conferma che sono proprio lì, abbracciati e che forse il momento di crisi sta passando.
“Avevi ragione… ho usato la discussione avuta in spiaggia per allontanarmi da te. Avevo bisogno di pensare ma poi mi sono fatta prendere l’ansia e ho iniziato a fare dei pensieri strani. E mi dispiace per aver dubitato di te. Scusa… mi sono comportata da stupida.” Ammette dispiaciuta.
“Non mi servono le tue scuse… voglio solo stare con te… con voi.” La rassicura lui lasciandole un lieve bacio sulle labbra.
“Mi sei mancato.” Ammette lei spostandogli il ciuffo dalla fronte.
“Anche tu, da morire.” Dice sorridendo appoggiando la fronte contro la sua.
“Ci abbiamo messo meno del previsto e abbiamo ancora quattro ore prima che tornino Tam e Dylan… potremmo fare qualcosa assieme, che dici?” Chiede sorridendo guardando l’orologio.
“Ok, cosa vorresti fare?” Domanda Stana mettendo le braccia attorno al collo dell’uomo.
“Mmm… vuoi sapere cosa sto pensando o lo sai già?” Chiede sorridendo, ricevendo subito uno scappellotto in risposta.
“Ok… niente divertimento in orizzontale.” Si risponde da solo Nathan.
“Mi potresti portare da Duke’s.” Suggerisce Stana.
“Oh mio dio… Duke’s! Te lo ricordi ancora?” Domanda sorpreso.
“Il nostro secondo appuntamento.” Ricorda lei.
“Non era il primo?”
“No, per il nostro primo appuntamento abbiamo passato trequarti della serata all’ospedale perché volevi fare il figo stappando la bottiglia di champagne con la sciabola e invece ti sei quasi tagliato via un dito.” Gli ricorda lei scoppiando a ridere.
“Ce l’avevo quasi fatta, però.” Afferma lui.
“Certo… come no.”
“Avevo rimosso quella serata forse perché non si può considerare come primo appuntamento.” Ammette lui.
“Sicuramente è stato unico… penso che nessun’altro abbia mai avuto un primo appuntamento come il nostro.” Lo prende in giro lei.
“Vero anche questo. Allora andiamo da Duke’s a Malibù?” Chiede Nathan, baciandola dolcemente sulle labbra.
“Ok…” Sussurra rispondendo al bacio.
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Giorno 177
8.00 P.M. Dever’s house
“Mamma, ho fame!” Esclama Kevin entrando in cucina seguito da Dylan.
“È quasi pronto… andate a lavarvi le mani.” Gli ordina Juliana scolando la pasta.
“Aahh!” Strilla Dylan sorpreso mentre Nathan lo solleva in aria.
“Ma sei tutto sudato… cos’avete combinato in camera voi due?” Domanda Nathan sentendo la maglietta umida del figlio.
“Niente…” Risponde Kevin rubando un grissino dal tavolo.
“Abbiamo saltato.” Risponde Dylan.
“Kevin, quante volte ti dobbiamo ripetere di non saltare sul letto?!” Lo rimprovera Seamus.
“Lo so…” Sbuffa Kevin.
“Andiamo a lavarci le zampette…” Scherza Nathan facendosi seguire dai due bambini mentre Tamala va ad aprire la porta.
“Mi passi i piatti, amore?” Chiede Juliana al marito.
“Eccoli!” Afferma.
“Ora ci siamo tutti!” Annuncia Tamala entrando in cucina seguita da Stana e Jon.
“Allora è pronto?” Domanda Jon.
“Ehi… ben arrivati. Giusto in tempo.” Gli accoglie Seamus.
“Ciao ragazzi. Aspetta Juliana, ti do una mano.” Dice Stana appoggiando la borsetta su una sedia, precipitandosi poi a dare una mano all’amica.
“MAMMA!” Esclama Dylan entrando e accorgendosi di lei.
“Ciao amore. Aspetta che appoggio questi.” Lo saluta Stana portando i piatti in tavola mentre il piccolo si è già aggrappa alle sue gambe.
“Ehi… ciao.” La saluta Nathan baciandola dolcemente sulla guancia.
“Ciao!” Risponde sorridendo posando i piatti.
“Come mai sei sudato?” Chiede Stana prendendolo in braccio guardando Nathan.
“Hanno corso e saltato fino adesso.” Spiega Nathan.
“Ragazzi sedevi, forza!” Ordina Seamus.
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“Come vanno le riprese?” Domanda Juliana all’amica.
“Bene. Per fortuna non sono la protagonista perché giuro che non so come facciano a girare quattordici ore al giorno, sette giorni su sette e soprattutto senza sosta.” Ammette Stana.
“Ormai sei vecchia… non hai più il viso per far tutte quelle ore.” La prende in giro Jon.
“Intanto la vecchia ti fa mangiare la polvere quando vieni a correre con me.” Risponde lei facendogli la lingua.
“Solo perché ti lascio vincere. Sono un gentiluomo io.” Controbatte lui rubandole una manciata di patatine.
“Jon! Già non mangia se poi le prendi anche le cose dal piatto!” Lo rimprovera Tamala mentre Stana prosegue a parlare con Juliana.
“Tanto non le mangia…” Commenta Jon allungandosi con la forchetta per prendergliene ancora.
“NO!” Protesta Dylan coprendo con il tovagliolo il piatto della mamma per proteggerlo dagli attacchi dello zio.
Dando così inizio a una vera e proprio battaglia a colpi di forchetta facendo arrabbiare sempre di più Dylan che dopo due volte che Jon riesce a fregarlo inizia ad urlare.
“NOOO!” Grida il piccolo.
“Ehi… che succede?” Domanda Nathan girandosi verso il figlio e smettendo di parlare con Seamus.
“Prende le patatine alla mamma!” Afferma arrabbiato Dylan indicando Jon.
“Jon, vuoi ancora patatine?” Chiede Seamus.
“No, grazie. Ho quelle di Stana da finire.” Risponde Jon.
“Non le hai nemmeno chiesto se le mangia o no.” S’intromette Tamala.
“Stana, ti finisco le patatine.” Dice Jon a Stana che gli passa il piatto continuando a parlare.
“Contenti?! Visto che non le mangiava!” Afferma Jon mettendo il piatto davanti a se.
“Papà, possiamo andare a giocare?” Chiede Kevin.
“Si.” Risponde pulendo le mani del figlio.
“Grillo, vai a giocare con Kevin.” Lo invita Nathan cercando di distrarre Dylan che è ancora arrabbiato per la storia delle patatine.
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10.00 P.M. Dever’s house
Il gruppo d’amici sta allegramente chiacchierando in soggiorno quando dal corridoio si sente una botta seguita da grida e pianti disperati.
Jon, Nathan e Juliana che sono i più vicini sono i primi a soccorrere i bambini che chiaramente si sono scontrati l’uno contro l’altro e ora sdraiati a terra si tengono entrambi la fronte fra le mani.
“Sshhh… fammi vedere.” Dice Jon precedendo Nathan e prendendo Dylan in braccio.
“Vi siete scontrati?” Chiede Juliana aiutando il figlio ad alzarsi.
Kevin annuisce continuando a piangere e aggrappandosi alla mamma.
“Jon, lascialo a me.” Gli ordina Nathan cercando di prendere il piccolo.
“Tranquillo, ci penso io.” Afferma cercando di superarlo.
“EHI! È mio figlio. Se non ti dispiace ci penso io.” Controbatte sbarrandogli la strada.
“Vuoi veramente metterti a discutere adesso? Lo vedi che piange?” Domanda seccato Jon.
“Maaammmmaaa…” Singhiozza Dylan vedendola arrivare.
“Amore, vieni dalla mamma.” Dice Stana avvicinandosi.
Dylan si allunga in avanti verso di lei mentre i due uomini continuano a guardarsi male.
“Ssshhh… amore, adesso ci mettiamo un po’ d’acqua fresca.” Spiega prendendo il figlio in braccio.
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Cinque minuti dopo sono tutti in cucina a occuparsi dei “feriti” mentre Nathan e Jon sono ancora sul corridoio che discutono.
“Ti è così difficile capire la parola: papà?” Domanda infastidito.
“Non capisco perché te la prendi tanto ho solo cercato di consolare Dylan.” Si difende Jon.
“Me la prendo perché è MIO figlio quindi è compito mio occuparmi di lui ma tu sei sempre in mezzo. Ti intrometti in tutto.” Spiega Nathan cercando di restare più calmo possibile.
“Ma smettila!” Lo zittisce Jon.
“Che succede?” Domanda Tamala interrompendo i due.
“Sono stato zitto anche troppo ma adesso basta. Io e Stana lo dobbiamo consolare se si fa male e io e lei lo dobbiamo sgridare se fa qualcosa di sbagliato non tu. Quindi cerca di non impicciarti sempre in cose che non ti riguardano.” Dice Nathan alzando il tono.
“Ehi! Basta ragazzi!” Interviene Tamala spingendo Nathan verso la cucina.
“Non sei tu a decidere!” Gli urla dietro Jon.
“Zitto e cammina!” Gli ordina Tamala continuando a farlo camminare.
“Che succede?” Chiede Stana incontrando Nathan e Tamala in soggiorno.
“Portalo via prima che si mettano le mani addosso.” Le suggerisce l’amica mentre Nathan prende Dylan in braccio.
“Come stai, Grillo?” Domanda dolcemente Nathan al figlio baciandolo sulla fronte.
Dylan non risponde semplicemente si accoccola sulla spalla del papà stringendosi forte a lui.
“Vi porto a casa o vi fermate da me?” Chiede Nathan coccolando il figlio.
“Portaci a casa.” Risponde Stana mettendosi la giacca.
Nathan alla risposta della donna si rattrista.
“… però se vuoi puoi fermarti tu da noi.” Aggiunge Stana passandogli la giacca e prendendo Dylan in braccio per permettergli di vestirsi.
“Grazie…” Risponde sorridendo.
“Andate di già?” Chiede Juliana raggiungendogli in salotto.
“Si, è stanco.” Spiega Stana all’amica mentre riconsegna il piccolo a Nathan.
“Ciuccio…” Sussurra Dylan all’orecchio del papà.
“Stana, mi passi il ciuccio. Juliana, grazie mille per la cena e per la serata.” Dice Nathan a Stana per poi rivolgersi alla padrona di casa.
“Ci vediamo domani.” Dice Jon dopo aver baciato Stana sulla guancia.
“A domani.” Risponde lei ricambiando il bacio.
“Posso salutare mio nipote o devo fare una richiesta in carta bollata?” Domanda Jon rivolgendosi a Nathan.
“Jon!” Lo richiama Stna mentre Nathan fa un cenno di consenso a Jon.
“Ciao piccoletto…” Lo saluta Jon accarezzandolo sulla guancia.
Dylan stanco e infastidito gira la testa dall’altra stringendo la presa intorno al collo del papà.
“Jon, andiamo.” Lo chiama Tamala dopo aver salutato tutti.
“Buona notte ragazzi!” Salutano Juliana e Seamus accompagnandoli alla porta.
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Giorno 178
01.00 A.M. Tamala’s house
“Allora? Perché hai discusso con Jon?” Chiede Stana sdraiata su un fianco rivolta verso Nathan.
“Lascia stare… tanto, dai sicuramente ragione a lui.” Risponde accarezzando la schiena di Dylan addormentato già da un bel po’.
“Nate! Parla!” Gli ordina lei.
“È iniziato tutto quando Dylan si è fatto male. Volevo prenderlo per consolarlo ma lui me l’ha impedito ma non è solo per questo è da un po’ che mi trattengo per non litigare. Però ora sono stufo di stare zitto. È nostro figlio. Dovremo essere noi a occuparci di lui, a consolarlo se si fa mele e a sgridarlo se fa qualcosa di sbagliato ma invece non è così. Jon si mette sempre in mezzo impedendomi di fare il padre. Non esiste che io debba discutere con lui per poter coccolare mio figlio se si fa male! So che lo difenderai ma pretendo che lui non s’intrometta quando ci sono io con MIO figlio. Voglio essere io a sgridarlo, a coccolarlo, a imboccarlo se non vuole mangiare.” Ammette Nathan pronto a sentire la difesa che Stana farà a favore di Jon.
“Parlerò con Jon ma tu mi devi promettere che farete pace perché non potete rovinare un’amicizia per una cosa così. Ok?” Propone Stana appoggiando la mano sopra a quella dell’uomo.
“Sul serio la pensi come me?” Chiede sorpreso.
“Si. Jon è sempre stato presente per Dylan gli ha fatto da padre tante volte ma ora non è più un suo compito. Ed è ora che faccia solo la parte dello zio. Sarà dura metterlo al suo posto ma con il tempo capirà.” Spiega lei.
“Grazie.” Sussurra lui sorridendo.
“Non devi ringraziarmi è un tuo diritto.” Risponde lei contraccambiando il sorriso.
“Dormiamo… che dici?”
“Dico che sto per addormentarmi…” Risponde Stana appoggiando la testa al cuscino.
“Vieni qui.” Sussurra Nathan facendole segno di avvicinarsi con il dito.
Stana si alza leggermente piegandosi verso di lui sopra a Dylan.
“Notte.” Bisbiglia Nathan baciandola dolcemente sulle labbra.
“Notte.” Risponde Stana sorridendo e tornando nella sua metà del letto.
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Giorno 179
2.00 P.M. Fillion’s house
“Eccoti servita!” Esclama sbattendo sul bancone della cucina la busta.
“Ciao Nat… non si usa più salutare?” Domanda Cookie al figlio.
“Ciao!” Risponde.
“Ciao figliolo…” Lo saluta Bob entrando in cucina.
“Ciao pa!” Saluta Nathan.
“Cosa fai da queste parti?” Chiede Bob.
“Sono venuto a portare alla mamma la risposta che tanto desiderava.” Dice indicando la lettera che la donna sta leggendo.
“Sono contenta per te.” Commenta Cookie ripiegando il foglio.
“Anch’io ma non mi serviva quel pezzo di carta. L’ho fatto solo perché Stana ha insistito. Ora mi aspetto che tu le porga le tue scuse.” Afferma Nathan mettendosi la busta in tasca.
“E cosa succederà quando tornerà a Miami portandosi dietro tuo figlio?” Domanda Cookie.
“Troveremo una soluzione.” Controbatte Nathan.
“E quando si sveglierà una mattina e deciderà che tutto questo non le piace più? Scapperà di nuovo con tuo figlio?”
“Non capisco tutto questo tuo astio nei suoi confronti. Tu sai cosa le ho fatto? Sai perché è scappata?” Domanda contrariato dall’atteggiamento della madre.
“Illuminami! Perché non riesco a capire perché continui a difenderla!” Urla Cookie arrabbiata.
“L’ho tradita! Mi sono scopata due donne nel nostro letto. L’ho fatta finire all’ospedale con un trauma cranico e ho cercato di abusare di lei con la forza. Ti basta???” Gli urla in faccia Nathan.
“NATHAN!” Urla Bob vedendo la moglie in lacrime.
“Fuori di qui!” Gli ordina il padre.
Nathan non se lo fa ripetere due volte ed esce di casa sbattendo la porta.
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5.00 P.M. Tamala’s house
“Ciao Nathan.”
“Dov’è Stana?” Domanda lui.
“Sta facendo la doccia.” Spiega Tamala facendolo entrare.
“PAPA’!” Esclama Dylan correndogli incontro e abbracciando forte una sua gamba.
“Ciao grillo. Resta qui un momento con la zia ho bisogno di parlare con la mamma.” Gli spiega baciandolo.
“Nathan… fermo! Sta facendo la doccia.” Cerca di bloccarlo Tamala vedendolo spedito verso la camera della donna.
Nathan la ignora completamente entrando in camera e poi in bagno.
“Tam, sei tu?” Domanda Stana sentendo un rumore ma non riuscendo a vedere nessuno a causa dei vetri appannati.
“Mi dispiace…” Singhiozza Nathan appoggiato contro il muro vicino alla doccia.
“Nathan?!?” Dice sorpresa aprendo il box trovando l’uomo seduto a terra in lacrime.
“Mi dispiace… perdonami…” Dice disperato.
Stana esce dalla doccia inginocchiandosi davanti a lui.
“Ehi… cos’è successo?” Chiede accarezzandogli i capelli.
“Le ho urlato contro non volevo…” Dichiara tirando su con il naso.
“A tua madre?” Domanda Stana
“Si… sono una persona orribile!”
“Le ho urlato in faccia tutto il male che ti ho fatto… Mi dispiace.” Ripete accarezzandole il viso.
“Nathan cos’hai fatto alla mano?” Chiede preoccupata vedendo le nocche sanguinanti.
“Perdonami, ti prego…” Sussurra.
“Ti ho già perdonato. Ora cerca di calmarti.” Lo rassicura accarezzandogli il viso.
“Mi dispiace… non volevo farti del male.” Ammette appoggiando la testa contro il muro.
“Alzati.” Lo invita Stana offrendogli la sua mano.
Nathan ubbidisce.
Stana inizia a spogliarlo mentre lui resta impassibile continuando a piangere.
“Cosa fai?” Domanda risvegliandosi dal suo stato di semi-trans accorgendosi di essere ormai nudo.
“Fidati di me… Vieni.” Risponde aprendo il box e tirandolo all’interno assieme a lei.
“Non ti merito…” Bisbiglia accarezzandola.
“Sshhh… ” Sussurra prendendo un po’ di bagnoschiuma e iniziando a massaggiargli il collo e le spalle.
“Non posso vivere senza di te…” Ammette appoggiando la fronte a quella di lei.
“Nathan…”
“Ti prego… ho bisogno di te.” Dice in lacrime riducendo il distacco fra i loro visi ma lasciando la scelta a lei se colmare o no la minima distanza che gli divide.
Stana appoggia delicatamente le labbra contro le sue.
Un bacio dolce e lento che però nel giro di pochi minuti si trasforma in pura passione.
Le lingue si scontrano… le labbra si baciano affamate… le mani scorrono sui loro corpi nudi…
Stana sente l’erezione dell’uomo contro di se e involontariamente le esce un gemito.
Nathan la spinge indietro fino a farla appoggiare contro le piastrelle sollevandola quel tanto che basta per permettere al suo pene di strusciare contro il suo centro mentre l’acqua tiepida continua a colpirli.
“Ti voglio…” Sussurra Stana al suo orecchio stringendo la presa sui suoi capelli.
Nathan la solleva ancora un po’ penetrandola lentamente.
“Dio… mi sei mancata da morire.” Bisbiglia spostandole i capelli dal viso, godendo del calore che avvolge il suo membro.
Nathan esce del tutto per poi entrare di nuovo in lei questa volta con più decisione.
“Aaahh…” Sospira Stana stringendo la presa sulle sue spalle.
Le spinte diventano sempre più veloci e intense mandando in estasi entrambi.
“Di più…” Gli ordina lei mordendogli il collo.
Lui ubbidisce aumentando il ritmo.
Per un istante Stana riesce a collegare di nuovo il cervello e sussurra a fatica:
“… non… pillola...”
Lui la ignora inizia a succhiare con forza il capezzolo destro spingendo più a fondo.
“Oddio… si.” Sospira lei ricadendo nell’oblio del piacere.
“Guardami!” Le ordina stringendo la presa sui glutei, pronto per il gran finale.
I loro occhi finalmente si incontrano…
“Ti amo…” Sussurra lui prima di spingere ancora una volta.
Tra gemiti e sospiri Nathan sente stringere attorno al suo membro e in pochi secondi i loro semi si mischiano mandando entrambi in estasi.
Finalmente uniti… finalmente assieme.
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“Amore, vieni ad aiutarmi.” Dice Stana aprendo la porta per farsi sentire.
Dylan saltellando raggiunge i genitori in camera da letto.
“Papà si è fatto male… ho bisogno che lo coccoli mentre lo disinfetto e lo fascio, ok?” Spiega Stana al piccolo che si è già sistemato in braccio al padre.
“Come hai fatto?” Chiede Dylan curioso.
“È caduto.” Risponde tempestivamente Stana passando il cotone inzuppato di disinfettante sulle ferite.
“Papi, ti fa male?” Domanda preoccupato.
“Un po’” Risponde sorridendo per non spaventare il figlio.
Dylan si avvicina al viso del padre baciandolo più e più volte, sussurrando: ”Così ti passa!”
“Grazie, Grillo… mi sento già meglio!” Afferma stringendolo a se.
“Ehi… avete finito di “lavarvi”?!” Commenta ridendo Tamala entrando nella stanza.
“Papà si è fatto male!” Spiega Dylan alla zia mentre Stana inizia a fasciargli la mano.
“Cos’hai combinato?” Domanda curiosa.
“È caduto…” Risponde il piccolo.
“Poi mi spiegherete… immagino che rimani a cena con noi?!” Chiede Tamala.
“Non so…” “Si” Rispondono contemporaneamente Nathan e Stana.
“Ok… metto su l’acqua.” Commenta Tamala studiando attentamente lo sguardo che si scambiano i due.
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7.00 P.M. Tamala’s house
“Sicuro che sia saggio lasciare cucinare Tam da sola?” Domanda preoccupata Stana.
“Sicurissimo… non deve far altro che buttare gli gnocchi quando l’acqua bolle.” Spiega tirandola sul divano con lui.
“Non sembra difficile…” Commenta sorridendo sistemandosi meglio contro di lui.
“Papà… non va più.” Afferma Dylan consegnando al padre il cellulare.
“Da quando hai lo schermo rotto?” Domanda Stana.
“Da un po’… è caduto…” Spiega Nathan restando sul vago mentre riavvia il telefono nella speranza che riparta.
“Come?” Chiede curiosa.
“È caduto dal tavolo.” Dichiara Dylan.
“Sei stato tu?” Chiede Stana al piccolo.
“No… è stato un incidente. Stavamo giocando.” Interviene Nathan.
“Dylan?” Domanda guardando sospettosa il figlio.
“Mi è caduto…” Ammette dispiaciuto.
“Nate? L’hai sgridato?” Domanda girandosi per guardarlo in faccia.
“Si… ma è stato un incidente quindi non sono stato troppo severo.” Spiega.
“Amore, hai chiesto scusa a papà?”
“Si… mi ha anche messo in castigo.” Racconta il piccolo.
“Che bravo questo papà che impara in fretta…” Commenta Stana baciandolo sulla guancia.
“Ecco… adesso dovrebbe andare.” Afferma Nathan consegnando il cellulare al figlio per poi rivolgersi a Stana.
“Mi merito un premio per averlo messo in castigo, giusto?”
“In teoria dovrebbe essere tuo dovere… comunque che cosa vorresti come premio?” Domanda appoggiando la fronte contro la sua.
“Un bacio…” Sussurra sorridendo.
“Ti accontenti di poco.” Bisbiglia sulle sue labbra prima di baciarlo.
“Mia!” Esclama Dylan interrompendo i genitori.
I due si girano verso il figlio sorridendo.
“Mia mamma!” Afferma deciso il piccolo guardando male il padre, arrampicandosi in braccio alla madre.
“Vedo che non sono l’unico a essere geloso… di te.” Commenta Nathan.
“No, figurati… ti sei solo aggiunto alla lunga lista di uomini gelosi che mi circondano.” Gli fa notare lei.
“Chi sono questi “uomini”?” Domanda curioso e geloso.
“Mio padre, i miei numerosi fratelli, Jon, Dylan e te…” Risponde mordicchiando la pancia del figlio facendolo ridere.
“Che c’è?” Chiede Stana vedendo lo strano sguardo di Nathan.
“Nathan! Ho bisogno di te…” Lo chiama Tamala dalla cucina.
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9.00 P.M. Tamala’s house
Stana, Nathan e Dylan stanno guardando un film accoccolati sul divano.
“Ti senti meglio?” Domanda sottovoce Stana.
“Ora si… grazie a voi.” Risponde baciandole il palmo della mano.
“Mi sento una merda per quello che ho detto a mia madre.” Confessa giocando con le dita della donna.
“Vedrai che si risolverà tutto. Domani andrai da lei, le chiederai scusa e vi chiarite. Adesso però cerca di non pensarci. Sei qui con noi… goditi le nostre coccole.” Dice muovendo le mani su e giù sul petto dell’uomo.
“Mi sta viziando signorina Katic… da qui non si torna indietro.” Scherza lui.
“Lo so.” Risponde baciandolo.
“Ssshhh!” Si lamenta Dylan per il mormorio dei genitori facendo ridere i due.
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11.50 P.M. Tamala’s house
Stana seduta fra le gambe di Nathan dorme contro il suo petto mentre Dylan è addormentato contro quello di lei.
Nathan cerca di raggiungere il cellulare stando attento a non svegliare i due ma accidentalmente gli cade dalle mani finendo a terra.
“Mmm…” Si lamenta Stana.
“Scusa non volevo svegliarti.” Le sussurra contro i capelli.
“Che ore sono?” Chiede lei nel dormiveglia.
“Quasi mezzanotte…” Risponde lasciandole un bacio sulla tempia.
“… puoi restare a dormire con noi… però ci devi portare a letto.” Sussurra lei sbadigliando.
Nathan si aspetta che la donna si alzi ma invece lei resta comodamente nella sua posizione.
“Stella, ti devi spostare altrimenti non riesco ad alzarmi.” Le spiega dolcemente spostandole i capelli dal viso.
“… allora restiamo qui…” Borbotta Stana sistemandosi meglio contro di lui.
“Speriamo che non mi vada in cancrena una gamba altrimenti mi avrai sulla coscienza a vita.” Scherza lui sorridendo sistemando la coperta su tutti e tre.
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Giorno 180
01.30 A.M. Tamala’s house
Tamala rientrata dalla sua serata trova i tre sul divano incastrati l’uno con l’altro.
“Tam…” Sussurra Nathan attirando l’attenzione dell’amica.
“Ehi…” Dice avvicinandosi.
“Aiutami… mi è morta una gamba.” Dichiara Nathan.
“Ok… prendo Dylan.” Afferma cercando delicatamente di sciogliere la presa dell’amica sul piccolo.
Stana spaventata si sveglia di soprassalto stringendo la presa sul pigiama del figlio.
“Ehi… tesoro… tranquilla sono io. Porto Dylan a letto.” Cerca di calmarla Tamala vedendo lo sguardo confuso dell’amica mentre Nathan le accarezza su e giù le braccia.
“Maamma…” Bisbiglia Dylan sentendosi sollevare.
“Ssshhh…” Dice Tamala cullandolo contro di se dirigendosi verso il corridoio.
“Aahh!” Si lamenta Nathan massaggiandosi una gamba per cercare di riattivare la circolazione.
“Scusa… ci siamo addormentati addosso a te.” Dice dispiaciuta Stana iniziando a strofinare con le mani la gamba del compagno.
“Se fai così non solo mi riparte la circolazione della gamba ma anche di qualcos’altro.” Scherza lui facendola ridere.
“Ti è passato?” Domanda dopo un paio di minuti.
“Come nuovo.” Afferma baciandola sulla guancia.
“Allora puoi portarmi a letto come promesso.” Dichiara lei passandogli le braccia intorno al suo collo, pronta per essere sollevata.
“Subito mia signora!” Esclama stringendola a se e alzandosi.
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09.00 A.M. Tamala’s house
“Ti prego venite anche voi!” La supplica Nathan abbracciandola da dietro e poggiando il mento alla sua spalla.
“Nathan, è una cosa tra tua madre e te. È una cosa che riguarda la tua famiglia.” Cerca di spiegargli Stana.
“Anche voi siete la mia famiglia. Per favore! Mi sentirei più sicuro sapendo che siete lì con me.” Insiste iniziando a lasciarle dolci bacini sul collo.
“Dì la verità… non vuoi lasciarci a casa da soli a divertirci senza di te.” Scherza Stana godendo della dolce tortura.
“Beccato!” Risponde girandola.
“Ok…” Acconsente baciandolo.
“Oppure possiamo mandare Dylan da solo da mia madre.” Scherza baciandola ancora, infilando una mano sotto la maglietta della donna.
“Cercate di non testare la resistenza di tutti i mobili di casa mia…” Afferma Tamala interrompendo i due.
“Buon giorno…” La saluta Stana staccandosi mal volentieri dall’uomo.
“Vuole una tazza di caffè, signorina Jones?” Gli offre Nathan prendendo una tazza pulita.
“Molto gentile, signor Fillion.” Risponde sedendosi su uno sgabello e attendendo di esser servita.
“Mamma, guarda!” Afferma Dylan entrando in cucina con un foglio in mano.
“Hai fatto un disegno, amore?” Domanda piegandosi di fronte a lui.
“Si… questa sei tu, papà, io e zia Tami.” Spiega Dylan indicando sul foglio dei cerchi di colori diversi.
“È bellissimo, amore. E il colore che hai usato per disegnarmi è il mio preferito.” Commenta Stana sorridendo.
“Perché sono così grande io?” Domanda Nathan vedendo che il suo cerchio è il doppio di quello delle due donne.
“Perché sei ingombrante.” Lo prende in giro Tamala scoppiando a ridere.
“Papà, tu sei Capitan America.” Afferma Dylan.
“SI!!! Mi piace!” Esulta come un bambino Nathan.
“Principino della zia… guarda cosa facciamo.” Dice Tamala alzandosi.
La donna prende un pennarello nero dalla mensola e sul disegno del nipotino inizia a scrivere i nomi sotto ogni cerchio.
“Allora questa è?”
“Zia Tami.” Risponde Dylan.
“Papà, Capitan America.” Prosegue indicando l’altro cerchio.
“Io.” Dice indicando quello più piccolo.
“Cosa scrivo: Dylan? O principino? O Grillo? O…”
“Thor!” Esclama Dylan.
“Thor, come il supereroe?” Chiede Tamala.
“Si!” Risponde lui.
“Ok, manca solo la mamma. Scrivo mamma?”
“Mia!” Risponde indicandosi con il dito guadagnandosi un bacio da parte di Stana.
“Mamma Mia.” Ripete Tamala scrivendo l’ultimo nome per poi attaccare il disegno con una calamita al frigo per la gioia del nipotino.
“Andiamo a vestirci, Thor!” Afferma Nathan sollevandolo in aria per portarlo in camera.
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11.00 A.M. Fillion’s house
“Ciao nonno!” Lo saluta Dylan trovando l’uomo in giardino.
“Ciao Dylan.” Risponde spettinandolo.
“Ciao Bob.” Saluta Stana raggiungendo i due.
“Ciao Stana. Come va? Come mai da queste parti?” Domanda l’uomo riprendendo a sfoltire il cespuglio.
“Nathan è dentro che parla con Cookie. Noi abbiamo preferito restare qui, lasciandogli un po’ d’intimità.” Spiega controllando con la coda dell’occhio il figlio.
“Amore, stai attento con la palla a non rovinare i fiori del nonno.”
“Oh… tranquilla.” La rassicura Bob guardando verso il nipote.
“Nonno, giochi con me?” Chiede Dylan tirandogli la palla.
“Ok, ma devi fare piano sono vecchio per queste cose.” Spiega Bob calciando la palla.
“Papà, da quando giochi a calcio?” Lo prende in giro Jeff entrando dal cancello.
“Oh mio dio… Stana Katic è qui!” Esclama accorgendosi di lei.
“Jeff!” Lo saluta Stana abbracciandolo.
“Sei stupenda come sempre.” Si complimenta ricambiando l’abbraccio.
“Ciao nonno!” Salutano le due bimbe abbracciandolo.
“Ciao ragazze!” Ricambia baciando prima una e poi l’altra sto lo sguardo curioso di Dylan.
“Sono diventate grandissime e sono stupende, Jeff!” Si complimenta Stana osservandole.
“Ragazze, venite qui… vi presento la vostra nuova zia.” Le chiama Jeff.
“Ciao io sono Sophia… tu come ti chiami?” Domanda la più grande.
“Ciao Sophia… io sono Stana. È bellissimo il tuo vestito.” La saluta dolcemente Stana.
“Grazie… sei molto bella anche tu.” Risponde timidamente.
“E tu devi essere Allison… vero?” Chiede piegandosi davanti alla più piccola.
“Si!” Risponde lei sorprendendo tutti e abbracciando Stana.
“Ma… che bambine dolcissime che hai cresciuto Jeff!” Dice meravigliata Stana ricambiando l’abbraccio.
“Sei la nostra nuova zia?” Chiede Allison.
“Si, tesoro… e voglio presentarvi il vostro nuovo cuginetto. Amore, vieni qui!” Spiega Stana chiamando il figlio a se.
Dylan si avvicina prendendo immediatamente la mano della mamma senza mai staccare gli occhi dalle due bambine.
“Ciao… come ti chiami?” Chiede Sophia.
“Dylan…” Risponde lui.
“Io sono Sophia e lei è mia sorella Allison.” Spiega indicando la sorellina.
“Quanti anni hai?” Chiede Sophia.
Dylan alza tre dita mostrandole alle bambine.
“Io ne ho sette e lei quasi cinque.” Dice Sophia.
“Ragazze, portate Dylan a vedere la casa sull’albero…” Suggerisce Jeff.
Sophia prende per mano Dylan e Allison tirandoli verso il vialetto.
“Non ci salite!” Gli raccomanda Bob.
“Bellissimo, Stana… e sicuramente non grazie a mio fratello!” Scherza Jeff.
“Allora fisicamente, per fortuna, è come me: magro e atletico; ma se parliamo del viso, degli occhi, dei capelli, del carattere soprattutto per quanto riguarda la possessività sicuramente è tutto Nathan.” Commenta sorridendo lei.
“Per la possessività te la devi prendere con nostro padre che l’ha trasmessa a tutti e due i suoi figli.” Spiega Jeff sorridendo.
“Io sono geloso non lo nego ma non penso di arrivare ai vostri livelli.” Chiarisce Bob.
“Bob, non so molto di te ma so molto di Jeff e moltissimo di Nathan e ti assicuro che è difficile trovare qualcuno che gli superi su quel campo.” Ammette Stana
“Non solo su quello.” Dice maliziosamente Jeff.
“Su l’altro non mi pronuncio…” Commenta arrossendo Stana.
“Ovviamente io sono meglio.” Dice Jeff pavoneggiandosi.
“Ah… ecco che salta fuori un’altra pecca dei Fillion… l’immenso ego che gli circonda.” Afferma lei facendo scoppiare a ridere i due.
“Come sta Carol?” Chiede Stana cambiando argomento.
“Penso bene… ci siamo separati da più di tre anni. Vive in Germania con la sua nuova famiglia. Io sono riuscito ad avere l’affidamento delle ragazze.” Spiega Jeff.
“Mi dispiace, non lo sapevo.” Dice mortificata Stana.
“Tranquilla. Dopo tre anni riesco a parlarne serenamente senza problemi. Le ragazze sono felici e questo mi basta.”
“Sei veramente un super papà ad occuparti da solo di loro.” Afferma sorpresa Stana.
“Devo ringraziare anche i miei per questo. Senza di loro non saprei come fare. Poi ora ho anche te… ti avverto ti sfrutterò come baby-sitter…” Scherza Jeff.
“Volentieri… anche se sono abbastanza presa dal lavoro.” Risponde sorridendo Stana.
“Hai avuto un grande successo in questi ultimi anni. Immagino non sia stato facile con un figlio piccolo, da sola.”
“È tutta questione di organizzarsi poi il resto vien da se.” Spiega lei.
“Grazie di averlo perdonato. So quello che ti ha fatto passare e penso non sia stato facile passare sopra a certe cose. Comunque ora si vede che è felice… sta meglio ad avervi attorno.” Afferma Jeff.
“Ma come… tu sapevi tutto?” Domanda sorpreso Bob.
“Si Jon chiese il mio aiuto quando Nathan era fuori di se per aver fatto finire Stana all’ospedale.” Racconta Jeff al padre.
“Perché ci avete tenuto all’oscuro di tutto?” Chiede l’uomo.
“Ti assicuro che nessun genitore vorrebbe vedere suo figlio in quello stato o vorrebbe sapere cosa ha fatto a una dolce donna come Stana.” Spiega Jeff.
“Ok… lasciamo stare. È passato. Abbiamo fatto entrambi innumerevoli errori ma ora stiamo cercando di rimediare.” Spiega lei.
“Dov’è questa famosa casa sull’albero?” Domanda Stana dopo un momento di silenzio cercando un modo per uscire dall’argomento.
“È di qua! Vieni!” Afferma Jeff prendendo sottobraccio la donna.
“Vado dentro a vedere come procede.” Dice Bob avviandosi verso l’ingresso.
Jeff e Stana ridendo e scherzando fanno il giro della casa arrivando alla grande quercia.
“Papà! Papà!!!” Grida agitata Sophia andandogli incontro.
“Che succede?”
“Sono andati su!” Spiega allarmata.
“Come sono andati su!?!” Esclama correndo verso il grande albero seguito da Stana.
“Allison?” Urla chiamando la figlia.
“Ciao papà!” Saluta la piccola guardando fuori da una finestrella assieme a Dylan.
“Cosa vi avevo detto?” Dice arrabbiato.
“Dov’è la scala?” Domanda guardandosi attorno.
“L’hanno tirata su!” Spiega Sophia.
“Allison! Dov’è la scala?” Grida Jeff.
“Papà… stiamo giocando. Non possono salire i grandi!” Afferma lei mentre Dylan si sporge fuori da un’altra finestra.
“Dylan!” Urla spaventata Stana. “Stai dentro!” Gli ordina.
“Vado a prendere la scala… torno subito.” Spiega Jeff correndo verso casa.
“Io gli ho detto che non dovevano salire…” Cerca di giustificarsi Sophia.
“Ehi… tranquilla Sophia… non è colpa tua. Adesso papà li fa scendere.” La rassicura Stana.
“Eccomi…” Esclama Jeff tornando con una lunga scala in acciaio.
“Arrivo!” Grida dopo aver sistemato la scala contro l’albero iniziando a salire.
Arrivato in cima apre la porta della cassetta trovando i due seduti a terra che giocano con delle carte.
“Ehi… Dylan, vieni qui. È ora di scendere!” Gli ordina Jeff.
Dylan nega con la testa allontanandosi ancor di più per non essere preso dall’uomo.
“Allison… scendi prima tu.” Dice rivolgendosi alla figlia.
“E Dylan?” Chiede la piccola.
“Lui scende dopo… Dai vieni.”
Allison va verso il papà che la prende in braccio.
“Resta lì… torno subito.” Spiega Jeff richiudendo la porta e scendendo con la figlia in braccio.
“Ecco la prima… Dylan non vuole scendere.” Ammette Jeff.
“Ci penso io.” Afferma Stana iniziando a salire.
“Ok… resto dietro di te.” Dice seguendola su per la scala.
“Amore… è ora di scendere.” Dichiara Stana aprendo la porta.
“Mi piace qui.” Risponde Dylan.
“Ehi! Che succede?” Domanda Nathan alle nipotine avvicinandosi.
“Dylan e Allison sono saliti sulla casetta da soli.” Risponde Sophia mentre Stana riesce finalmente a convincere il figlio a scendere.
I tre procedono nell’ascesa con Jeff che tiene una mano sulla schiena di Stana per prevenire eventuali cadute.
“Occhio a dove tieni le mani!” Lo avverte Nathan.
“Non fare lo spiritoso o potrebbe per sbaglio scivolarmi la mano più giù…” Scherza Jeff.
“Provaci e resterai senza una mano!” Afferma con tono minaccioso.
“Ops…” Esclama Jeff facendo scendere più giù la mano restando però sempre sulla schiena della donna.
“Ah… ah! Molto divertente.” Dice Nathan aiutando Stana a scendere l’ultimo piolo.
“Ciao papà!” Lo saluta Dylan.
“Ehi… grillo… basta arrampicate per oggi.” Afferma Nathan prendendolo dalle braccia della donna.
“Tutto ok?” Chiede Stana.
“Si, grazie… tutto risolto.” Risponde sorridendo per poi baciandola dolcemente.
“Si stanno baciando!” Esclama Sophia indicando i due.
“Qui ci sono minori che guardano.” Commenta Jeff coprendo gli occhi delle figlie mentre Dylan mette la manina sulla bocca del papà dicendo: “No!”
“Tutta invidia!” Afferma Nathan mettendo Dylan a terra.
“Ah… ho già prenotato Stana come baby-sitter.” Dice Jeff informando il fratello.
“Per te o per le mie nipotine?” Scherza Nathan.
“Per me, ovviamente…” Risponde lui.
“Allora, sarà sempre impegnata.” Dichiara passando un braccio intorno alle spalle di Stana.
“Guardalo come si mette subito in modalità difensiva!” Afferma Jeff facendo ridere tutti.

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Capitolo 8
*** OTTOBRE PRIMA PARTE ***


Giorno 189
1.00 P.M. Marlowe’s house
La tavolata di amici sta concludendo il loro pranzo a base di carne e verdure alla griglia quando il campanello di casa Marlowe fa alzare il padrone di casa.
“Michael, che ci fai qui? Non dovresti essere al centro?” Domanda meravigliato, trovandosi davanti l’uomo.
“Non ci voglio più stare. Stana non è mai venuta a trovarmi da quando sono lì.” Risponde Michael sedendosi a terra sul primo scalino.
“Stana è molto impegnata. Ha un lavoro e un figlio non ha molto tempo libero ma sono sicuro che appena avrà un momento ti verrà a trovare. Che dici se adesso ti riaccompagno al centro?” Propone Andrew sedendosi accanto all’uomo e sentendo forte l’odore di vodka.
“No. Voglio prima vedere Stana ma a casa non c’è. Tu sai dove posso trovarla?” Domanda speranzoso.
“No, mi dispiace… è da un po’ che non la vedo. Però appena la sento le dico che sei passato a salutarla, ok? Prendo la giacca e ti accompagno al centro.” Risponde alzandosi in piedi.
“Ok.” Risponde sconsolato Michael.
“Aspettami qui. Torno subito.” Afferma Andrew prima di rientrare in casa.
“Stavo per venire a cercarti. Chi era?” Domanda Terry al marito vedendolo rientrare.
“È Michael è scappato dal centro. Prendo la giacca e l’accompagno. Non dire niente a nessuno non vorrei che gli animi si riscaldassero.” Spiega Andrew rientrando con la moglie in sala da pranzo.
“Ragazzi, scappo un attimo a prendere il dolce che ho ordinato in pasticceria. Voi intanto finite di mangiare con colma ci metterò un po’.” Spiega ai suoi ospiti Andrew.
“Ti accompagno.” Si offre Jon alzandosi in piedi.
“No. Non serve Jon, grazie.” Risponde prontamente Andrew.
“Tranquillo, vengo volentieri. Avevo giusto voglia di sgranchirmi un po’ le gambe.” Afferma Jon.
Mentre Jon e Andrew discutono dall’altra parte del tavolo.
“Possiamo andare fuori, mamma.” Domandano Kevin e Dylan con le giacche in mano.
“Ok, basta che state lontani dalla piscina.” Risponde Juliana aiutando il figlio a vestirsi.
“Restate qui davanti dove possiamo vedervi.” Aggiunge Stana infilando il berretto a Dylan.
Nemmeno tempo dieci minuti che i due disobbediscono spostandosi in una zona lontana dalla vista degli adulti che non si accorgono di niente troppo presi a ridere e a chiacchierare.
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“Vieni. Ti faccio vedere la moto di Andrew. Un giorno mi ci ha fatto salire.” Racconta Kevin.
“Dobbiamo fare piano e non dobbiamo farci vedere. Facciamo finta di essere due spie. Dobbiamo prendere il nemico alle spalle senza essere visti. Hai capito?” Domanda all’amico.
“SI.” Risponde eccitato Dylan seguendolo.
I bambini fanno il giro della casa e arrivati all’ingresso notando l’uomo seduto sui gradini.
“Ehi… voi due. Venite qui!” Ordina Michael riconosce immediatamente il figlio di Stana.
“Ciao… che fai seduto qui fuori?” Domanda curioso Kevin avvicinandosi con Dylan al seguito.
“Sto aspettando una persona. Ditemi per caso dentro casa c’è Stana?” Chiede guardando i due.
“Si… è la mia mamma.” Risponde sorridendo Dylan.
“Puzzi!” Esclama Kevin tappandosi il naso facendo un passo indietro.
“Facciamo un gioco, vi va?” Propone Michael.
“Ok… a cosa giochiamo?”
“Nascondino!” Risponde l’uomo alzandosi.
“Conto io.” Si offre Kevin.
“Ok… noi ci nascondiamo. Vieni Dylan.” Dice Michael prendendo il piccolo per mano.
“Conta fino a quaranta!” Gli ordina l’uomo.
“Ok!” Risponde Kevin iniziando a contare appoggiandosi contro la porta di casa.
“Uno… due… tre… quattro… cinque… sei… sette…”
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“Trenta… trentuno… trentadue… trentatre…” Continua a contare Kevin.
“Kevin… che ci fai qui?” Domanda Andrew trovando il bambino fuori casa.
“Non posso guardare… sto contando.” Spiega restando appoggiato contro il muro.
“Hai per caso visto un uomo seduto qui?” Chiede guardandosi attorno.
“Si, ci ha chiesto di giocare con lui… trentaquattro… trentacinque…” Risponde riprendendo a contare.
“Dov’è Dylan?” Chiede preoccupato.
“Si è nascosto con lui… trentanove… quaranta… Arrivo!” Urla girandosi.
“Resta qui!” Gli ordina Andrew.
“Ma stiamo giocando! Devo trovare Dylan!” Protesta Kevin.
“Resta fermo immobile qui!” Dice severo facendo sedere il bambino sui gradini.
“Ma…”
“Kevin, fai il bravo e resta lì.” Ripete Andrew allontanandosi.
Kevin arrabbiato per il gioco interrotto decide di rientrare in casa.
“Avete già finito di giocare?” Domanda Seamus vedendo il figlio arrivare.
“Andrew, ci ha interrotti!” Afferma arrabbiato buttando il cappello a terra.
“Come mai? Stavate facendo qualche gioco pericoloso?” Chiede Juliana.
“No. Stavamo giocando a nascondino.” Si lamenta Kevin.
“Dov’è Dylan? È fuori con Andrew?” Chiede Stana.
“No, è andato a nascondersi!” Spiega bevendo un sorso d’acqua.
“Dove?”
“Non lo so. Andrew non mi ha lasciato andare a cercarlo!” Sbuffa sedendosi.
“Cosa ti ha detto precisamente Andrew?” Chiede Seamus non riuscendo a capire la situazione.
“Mi ha chiesto dell’uomo che era seduto qui fuori e si è arrabbiato quando gli ho detto che Dylan si è nascosto con lui. Poi mi ha detto di restare fermo ed è corso via.” Racconta Kevin.
“Che uomo, Kevin?” Domanda Nathan.
“Non so come si chiama.”
“Quante volte te lo devo dire che non devi parlare con gli sconosciuti?!!” Lo rimprovera Juliana.
“Ma non era uno sconosciuto… era al matrimonio di Rob.” Si giustifica Kevin.
“È Michael!” Interviene Terry.
“Michael è qui?” Chiede Jon sorpreso.
“Dove sono andati?” Domanda Stana iniziando a preoccuparsi.
“Non lo so stavo contando…”
Stana scatta in piedi come una molla precipitandosi fuori casa seguita da tutti.
“Dylan!” Chiamano andando ognuno in una direzione diversa del giardino.
“Andrew!” Esclama Stana vedendolo tornare.
“Dov’è? Dov’è mio figlio?” Chiede con le lacrime agli occhi.
“Non lo so. Ho fatto il giro di tutta la tenuta ma di loro nessuna traccia.” Spiega Andrew dispiaciuto.
“Oddio!” Sussurra Stana passandosi le mani sul viso.
Dopo una decina di minuti si ritrovano tutti davanti a casa.
“Allora niente?” Chiede Andrew.
Tutti negano con la testa. Nessuno a notizie.
“Ehi! Ho trovato il cancelletto aperto.” Dichiara Jon arrivando di corsa.
Stana disperata e in lacrime si aggrappa a Nathan che la stringe forte a se sussurrale all’orecchio: “Tranquilla… adesso lo troviamo.”
“Ho chiamato la polizia.” Annuncia Terry uscendo di casa.
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Dieci minuti dopo
Il gruppo d’amici sta aspettando l’arrivo della polizia quando Michael sbuca fuori dal nulla.
“Figlio di puttana, dov’è Dylan?!” Domanda Jon correndo verso l’uomo.
“Ehi… Stai calmo…” Risponde lui.
Nathan supera tutti scaraventandosi su Michael e sbattendolo contro un albero, urlando: “Dov’è mio figlio???”
“Chi lo sa…” Lo sfotte l’uomo.
Nemmeno il tempo di finire la frase che Nathan gli molla un pugno sul naso rompendoglielo.
“DIMMI DOV’È!” Ripete afferrandolo per la gola.
Seamus, Jon e Andrew intervengono immediatamente quando vedono che Michael fatica a respirare e Nathan non è intenzionato ad allentare la presa.
“Nathan… lo stai strozzando! Lascialo!” Gli ordina Andrew e aiutato dagli altri due riescono finalmente ad allontanarlo.
“Michael, dicci dov’è Dylan.” Gli chiede Andrew con più calma.
“Parlerò… solo… con Stana.” Risponde respirando a fondo fra una parola mentre il sangue gli cola sul viso.
“Non mi sembri nella posizione di dare ordini!” Afferma Jon.
Mentre gli uomini proseguono con la discussione le ragazze cercano di tranquillizzare Stana.
“Dylan...” Singhiozza respirando sempre più affannosamente.
“Stana, respira a fondo.” Dice Terry, cercando di convincerla, accarezzandole la schiena.
“Ehi, tesoro! Guardami!” Le ordina Tamala prendendole il viso fra le mani.
“Devi respirare!” Le ordina guardandola dritta negli occhi mentre i ragazzi alzano sempre più i toni.
Stana guarda l’amica senza però capire cosa le sta dicendo.
Tutto intorno a lei è confuso.
Vede tutto annebbiato forse per le copiose lacrime che scendono dai suoi occhi.
I suoni attorno a lei sono ovattati.
Poi una vocina la riporta alla realtà.
“Mamma?!” Chiama Dylan sbucando dal retro della casa correndo verso la donna seduta sulla scalinata in lacrime.
“AMORE!” Esclama Stana alzandosi di scatto andando incontro al figlio.
“Grazie a dio stai bene…” Sussurra Stana stringendolo forte a se.
“Mi auguro per te che non abbia nemmeno un graffio altrimenti t’ammazzo!” Lo avverte Nathan per poi dirigersi verso il figlio.
Nathan raggiunge la famiglia abbracciando e baciando entrambi.
“Ehi… piccolo. Stai bene?” Domanda Nathan controllando accuratamente il figlio.
“Perché piangi mamma?” Chiede Dylan.
“… non riuscivo più a trovarti… amore mio…” Spiega Stana cercando di smettere di piangere.
“Eravamo spaventati…” Aggiunge Nathan accarezzando Dylan e baciando Stana sulla tempia.
“Ehi, rilassati l’abbiamo trovato e sta bene…” Sussurra all’orecchio della donna.
“Scusa mamma… stavo giocando…” Afferma Dylan triste per le lacrime della mamma.
“No amore… non è colpa tua.” Lo rassicura Stana stringendolo a se.
“Quello mi ha detto di restare nascosto.” Spiega il piccolo indicando Michael.
“Hai male da qualche parte?” Chiede Stana non riuscendo a placare l’ansia che l’ha pervasa.
Dylan nega con la testa accarezzando la guancia della mamma.
“Stana, sta bene.” Ripete Nathan accarezzando su e giù la schiena della donna.
“Scusate, ma c’è la polizia se volete esporre denuncia.” Gli interrompe Andrew.
“Ci penso io… voi andate dentro.” Suggerisce Nathan facendo cenno a Tamala di occuparsi di loro.
“Signor Fillion… vuole procedere con la denuncia?” Domanda l’agente.
“Si.” Risponde Jon al posto dell’amico.
“Jon…” Cerca di parlare Nathan.
“Se non procede lui con la denuncia lo faccio io.” Dichiara Jon rivolgendosi al poliziotto.
“Non è quello che vorrebbe Stana.” Interviene Andrew.
“Non m’interessa un cazzo. Quel figlio di puttana le ha portato via il figlio!” Controbatte Jon.
“Scusate, trattandosi di un minore solo un parente o un tutore legale può esporre denuncia.” Gli informa l’agente.
“Quindi decido io.” Afferma Nathan.
“Non penso proprio. Stana mi ha nominato tutore due anni fa per assicurarsi che qualora le fosse successo qualcosa io potessi decidere al posto suo per Dylan.” Dichiara Jon.
“Cosa?” Domanda schioccato Nathan.
“Quindi procediamo con la denuncia?” Domanda confuso l’agente.
“No.” “Si!” Rispondono contemporaneamente Nathan e Jon.
“Qui mi risulta che il bambino è sotto il cognome Katic non Fillion come mai?” Chiede il poliziotto.
“Perché è apparso cinque mesi fa… e devono ancora ufficializzare la paternità del signor Fillion quindi decido io.” S’intromette Jon.
“Ho fatto un test di paternità è mio figlio quindi decido io.” Afferma Nathan.
“Mi dispiace signor Fillion ma se non ha depositato il risultato del test presso le autorità di dovere non vale nulla in termini di legge.” Gli spiega l’uomo.
“Facciamo una bella cosa chiediamo a Stana quello che vuole fare.” Propone Andrew.
“No!” Rispondo contemporaneamente Jon e Nathan.
“Vengo in centrale con voi per la denuncia.” Annuncia Jon rientrando in casa per prendere le chiavi della macchina.
“Ok, l’aspettiamo all’undicesimo distretto.” Le urla dietro l’agente raggiungendo il collega già in macchina con Michael.
“Aspetta, non puoi decidere tu! Non è tuo figlio! Non sono la tua famiglia!” Gli urla Nathan bloccando l’uscita all’amico.
“Lascialo passare!” Gli ordina Tamala. “Stana vuole che se ne occupi Jon.” Ammette la donna.
Nathan lascia passare l’amico guardando schioccato verso Tamala.
“Nathan! Stana ha scelto che se ne occupasse Jon perché ha bisogno di te qui. Portali a casa.” Gli suggerisce Tamala rientrando in soggiorno.
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6.00 P.M. Nathan’s house
“Volete qualcosa per cena? Avete fame?” Chiede Nathan sedendosi accanto a loro sul divano.
“SI!” Esclama sorridendo Dylan.
“Ok, grillo… cosa vorresti mangiare?”
“Pizza!” Risponde il piccolo.
“Quella con il prosciutto?” Chiede Nathan componendo il numero per l’ordinazione.
“Si…” Conferma Dylan.
“Mamma, che pizza vuoi?” Domanda Nathan alla donna.
“Mangio quella avanza lui.” Risponde pettinando con le dita i capelli del figlio.
Da quando sono tornati a casa Stana non l’ha lasciato nemmeno un minuto da solo come se avesse paura di tornare e di non trovarlo più.
“Ok.” Afferma Nathan premendo il tasto verde.
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7.00 P.M. Nathan’s house
“Cosa fai in braccio alla mamma?” Chiede Nathan entrando in cucina con le pizze.
“Mangio con la mamma…” Risponde Dylan.
“Non eravamo d’accordo che stavi al tuo posto per la maggior parte del pasto?” Gli ricorda mettendo la pizza con il prosciutto davanti ai due.
“Nate, lasciamelo qui per oggi.” Dice Stana accarezzando la schiena del piccolo.
“Ok. Però mi metto vicino… vicino anch’io!” Acconsente sedendosi nel posto accanto a loro.
“Buon appetito!” Esclama Dylan iniziando a mangiare il prosciutto dalla pizza.
“Buon appetito…” Risponde Nathan baciando prima Stana e poi Dylan sulla tempia.
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11.00 P.M. Nathan’s house
“È ora di portarlo a dormire nel suo lettino, che dici?” Domanda alzandosi.
Stana lo guarda titubante. Vorrebbe portarlo a dormire con loro per assicurarsi che effettivamente è lì con loro e sta bene.
“Ehi… puoi lasciarlo andare. Ti assicuro che non gli succederà niente. Se ti fa sentire meglio mi alzerò ogni ora per controllare se dorme tranquillo, ok? Ma devi lasciarlo dormire nel suo lettino ne avete bisogno entrambi.” Cerca di convincerla Nathan.
“Ok… ma se si sveglia lo prendiamo con noi.” Afferma Stana.
“Promesso.” Risponde prendendo il piccolo addormentato dalle braccia della donna.
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Giorno 190
2.00 A.M. Nathan’s house
Nathan entra nella cameretta buia di Dylan trovando Stana seduta a terra accanto al lettino che veglia sul piccolo.
“Ehi… che fai qui?” Sussurra Nathan inginocchiandosi dietro di lei abbracciandola.
“Non riesco a dormire…” Risponde appoggiando la testa sulla spalla dell’uomo.
“Che dici se lo portiamo di là con noi?” Propone Nathan.
“Avevamo detto…”
“Lo so… ma possiamo fare una piccola eccezione così forse dormi anche tu…” La interrompe lui.
“Ok…” Sorride Stana.
I due si alzano aiutandosi a vicenda.
“Ci penso io…” Si offre Nathan scoprendo Dylan e prendendolo delicatamente in braccio.
“… mamma…” Sussurra sentendosi sollevare.
“Ssshhh… torna a dormire sono qui.” Lo rassicura Stana accarezzandolo sulla schiena.
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Giorno 192
3.00 P.M. Nathan’s house
“Vedi! Te l’avevo detto adesso vieni qui e lo fai addormentare tu. Siete restati attaccati per tre giorni e guarda qual è il risultato. Non riesce nemmeno più ad addormentarsi senza di te.” Dice arrabbiato Nathan.
“Sto arrivando…” Risponde semplicemente Stana accelerando al segnale di semaforo verde.
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3.30 P.M. Nathan’s house
“Alla buonora!” Dice lasciandola entrare.
“Scusa se non sono ancora dotata di ali…” Controbatte lei chiudendo la porta.
“MAMMA!” Esclama Dylan abbracciandola.
“Ciao amore… cosa fai ancora sveglio? Dovresti essere addormentato già da un po’…” Commenta prendendolo in braccio.
“Chissà come mai.” Brontola Nathan.
“Adesso prendiamo il ciuccio e il libricino e andiamo a letto.” Spiega Stana recuperando gli oggetti, ignorando i commenti dell’uomo.
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Venti minuti dopo
Stana esce dalla stanza del piccolo chiudendo piano la porta per poi raggiungere Nathan in soggiorno.
“Ehi…” Lo saluta lei sedendosi accanto a lui.
“Stana, non va bene così… invece che migliorare in questi ultimi tre giorni è peggiorato. Non mangia più al suo posto e per dormire vuole solo ed esclusivamente te.” Afferma lui alzandosi.
“Lo so… mi dispiace. Troveremo un modo per tornare alle abitudini di prima.” Risponde sapendo di aver causato più male che bene in questi ultimi giorni.
“Voglio proprio vedere come… facendolo piangere immagino.” Dice arrabbiato Nathan.
“Ti ho detto che mi dispiace… che altro devo fare?! Ho sbagliato ma avevo bisogno di stringerlo a me assicurandomi che stesse bene.” Spiega alzandosi.
“Per tre giorni? Stana, è sparito per un’ora ed era nascosto perché pensava di giocare a nascondino! Non è stato rapito.”
“E allora? Secondo te è meno grave? Mio figlio era sparito e non sapevo dove fosse finito! Tu non hai idea dei momenti che ho passato quando non c’era più… mi sentivo morire. Lui è tutta la mia vita e avrò esagerato nei comportamenti in questi ultimi giorni ma non me ne pento.”
“Parli come se fossi l’unica a cui è stato portato via il figlio! Ero spaventato anch’io ma quando ho visto che stava bene sia fisicamente che psicologicamente mi sono calmato e ho voluto proseguire con lo stesso trantran giornaliero, proprio per evitare questo tipo di situazioni. Tu invece hai pensato solo a te stessa e adesso ci ritroviamo a farlo star male per togliergli i vizi che tu gli hai fatto prendere.” Afferma arrabbiato.
“Per fortuna ognuno di noi è diverso! Comunque, se ti da così fastidio posso arrangiarmi e togliergli i vizi che gli ho dato.” Lo incalza Stana.
“Ma che discorsi fai? Secondo te sono arrabbiato perché ho del “lavoro” in più da fare con mio figlio? Sono incazzato perché nei prossimi giorni quando tu sarai a lavorare e lui sarà qui con me dovrò sentirlo piangere disperato mentre ti cerca. E, scusa se mi fa star male vedere mio figlio piangere!” Chiarisce Nathan.
“Nathan, spiegami che cazzo vuoi che faccia?! Ti ho detto che mi dispiace… non so cos’altro fare. Se cercavi un pretesto per litigare ci stai riuscendo benissimo!” Ammette recuperando la borsa.
“Dove vai?” Domanda vedendola andare verso l’uscita.
“Vado a prendere Jon… Passiamo tra un’ora a prenderlo!” Spiega aprendo la porta di casa.
“Che fai? Vai a chiamare il tuo cavaliere?” Chiede infastidito.
“Ma cosa cavolo stai dicendo?”
“Dico che quando faccio o dico qualcosa che non ti va ti precipiti da Jon!” Dice seguendola.
“Sei ridicolo! Oggi se non lo sai è venerdì… abbiamo la nostra serata pizza con Jon come tutte le settimane!” Spiega irritata dal comportamento dell’uomo chiudendo lo sportello della macchina.
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5.00 P.M. Nathan’s house
“Ciao nano!” Lo saluta Jon acciuffandolo.
“Ahahahaha…” Ride il piccolo cercando di liberarsi dalla presa dello zio.
“Ok… abbiamo preso tutto.” Afferma Stana tornando in soggiorno con una borsa di vestiti.
“Ehi… perché porti via i vostri pigiami?” Domanda avvicinandosi alla donna mentre Jon e Dylan proseguono con la lotta.
“Sai ogni tanto bisogna lavarle le cose…” Risponde sarcasticamente Stana.
“Ve li lavo io… ma non tornate qui stanotte a dormire?” Chiede preoccupato.
“No, andiamo a casa. Non vorrei mai che ti dovessi svegliare infastidito da nostro figlio che vuole dormire con noi.” Risponde lei.
“Cosa? Siamo arrivati a questo? Solo perché ti ho detto che hai sbagliato allora adesso mi porti via mio figlio?!” Domanda trascinando la donna in cucina con lui.
“Non ti sto portando via niente. Passiamo solo la notte a casa nostra invece che qui. Non sto partendo per Miami.” Spiega lei.
“Anche questa è casa vostra. Voglio avervi qui.”
“No, è casa tua… casa nostra è a Miami.” Controbatte Stana.
“Cosa vorresti dire che vuoi tornartene a Miami?” Domanda terrorizzato dall’idea di perderli.
“Nathan… ascolta, non voglio andare da nessuna parte. Però stiamo continuando a discutere è meglio se torniamo a casa con Tamala per un paio di notti. Giusto il tempo per calmarci un attimo.” Dice cercando di rassicurare l’uomo che appare evidentemente preoccupato.
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Giorno 195
8.00 P.M. Tamala’s house
“Che ci fai qui, Fillion?” Domanda scocciata Tamala trascinando dentro casa l’uomo.
“Scusa, volevo vedere i miei malati.” Risponde timoroso Nathan.
“Ok, ma ti avverto se entri in questa casa non potrai più uscirne!” Lo avverte Tamala.
“E perché? Sono stato contagiato da qualche malattia mortale entrando a casa tua?” Domanda drammaticamente.
“No, peggio. Il mio appuntamento sta per arrivare e tu non puoi più uscire di qui, fino a nuovo ordine. Ora prendi questa e vai.” Gli ordina dandogli in mano il biberon con la camomilla per Dylan e spingendolo verso la direzione giusta.
“Ok, vado. Ma se Stana mi manda via? Posso passare di qui?” Domanda.
“Ma sei scemo! Secondo te mentre sono qui con un uomo con cui voglio concludere… tu, puoi passare tranquillamente?!! Se Stana ti manda via cerca una finestra ed esci da lì.” Afferma seccata.
“Ok, scusa. Spero che tu sia più ospitale con il tuo appuntamento.” Commenta Nathan prima di avviarsi lungo il corridoio.
“Sarò MOLTO ospitale… tranquillo…” Gli urla dietro Tamala.
Nathan bussa leggermente alla porta della camera.
Apre leggermente sussurrando: “Stana…”
“Nathan??!” Domanda girandosi verso la porta.
“Posso entrare?” Domanda guardando verso la donna sdraiata sul letto.
“Vieni entra. Non sapevo saresti passato.” Dice invitandolo ad entrare.
“Come no?! Guarda vi ho portato anche qualcosa di forte da bere… camomilla.” Scherza chiudendo la porta e mostrando il biberon come se fosse una bottiglia di pregiato champagne.
“Roba forte.” Risponde Stana ridendo.
“Oh scusa… non avevo visto che stava dormendo. Come state?” Domanda abbassando il tono di voce e guardando il figlio profondamente addormentato in mezzo al lettone.
“Oggi decisamente meglio. Abbiamo passato gli ultimi giorni con febbre fino a trentanove. Non serviva che venissi ad ammalarti pure tu.” Spiega Stana mettendosi seduta con la schiena appoggiata contro la testiera del letto.
“Ma io non mi ammalo, tranquilla. Poi non potevo stare senza vedervi per così tanto tempo.” Afferma lui togliendosi la giacca e la felpa.
“Due giorni, Nathan. È due giorni che non ci vedi.” Gli fa notare.
“Due giorni sono un’eternità. Ormai mi avete abituato troppo bene. Quindi, a meno che non mi vuoi cacciare, resterei molto volentieri a guardare con voi l’era glaciale.” Dichiara guardando verso la tv.
“Puoi restare. Però non posso assicurarti che resterò sveglia.” Afferma sbadigliando.
“Papà…” Sussurra Dylan con gli occhi ancora chiusi ma con un leggero sorriso sul viso.
“Ehi… ciao dormiglione. Come stai?” Domanda Nathan sedendosi sul letto accanto al figlio accarezzandogli il pancino.
“Papà…” Ripete allungando le braccia verso di lui socchiudendo gli occhi.
Nathan lo solleva prendendolo in braccio mentre Stana gli suggerisce: “Levati le scarpe. Ti permetto di dividere il letto con noi.”
“Grazie sono onorato.” Risponde Nathan levandosi le scarpe e mettendosi nella stessa posizione della donna accanto a lei.
“Amore vuoi la camomilla?” Domanda Stana baciando la fronte del figlio per sentire se è caldo.
Dylan annuisce mettendosi comodo contro Nathan per poter guardare la tv mentre quest’ultimo prende il biberon da Stana.
“Vieni qui.” La invita Nathan.
“Qui dove?” Domanda Stana guardando verso l’uomo.
“Fammi sentire se hai la febbre.”
“Non serve… non ne ho.” Risponde tornando a guardare il cartone.
“Allora misuratela.”
“Nathan, ti ho fatto restare per stare un po’ con Dylan non costringermi a mandarti via.” Gli fa notare lei.
“Tanto non puoi mandarmi via. Tam mi ha vietato di uscire fino a nuovo ordine.” Controbatte lui.
“Esistono anche le finestre. Potresti uscire da lì.” Risponde indicando la finestra.
“Cacceresti il padre di tuo figlio dalla finestra? Fuori al freddo e al gelo senza scarpe?” Domanda drammaticamente.
“Devo proprio rispondere o sai già la risposta.” Risponde lei facendogli la lingua.
“Donna crudele.” Afferma contraccambiando la linguaccia.
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Un’ora dopo
Nathan ride per una battuta di Sid (bradipo dell’Era glaciale) ma si accorge che è l’unico che è rimasto sveglio.
Sistema Dylan tra lui e Stana dopo di che fa il giro del letto e sedendosi accanto alla donna le sussurra all’orecchio: “Stana, ti aiuto a sdraiarti altrimenti domani avrai il torcicollo.”
Lei più di là che di qua ubbidisce facendosi aiutare dall’uomo a stendersi.
“Papà…” Lo chiama Dylan.
“Sono qui.” Risponde Nathan facendo velocemente il giro del letto per raggiungere il figlio.
“Mi scappa la pipì.” Dichiara allungando le braccia per farsi portare.
“Ok. Andiamo a farla.” Risponde sollevandolo.
“Puoi restare a fare la nanna con noi?” Domanda seduto sul vasino.
“Resto fino a quando ti addormenti. Ok?” Risponde aiutandolo ad asciugarsi e a rivestirsi.
Una volta a letto Dylan si arrampica sdraiandosi a pancia in giù sopra il papà con la testa appoggiata alla sua spalla.
“Sei comodo?” Domanda Nathan.
“Si. Sei morbido.” Dice ridendo il piccolo.
“Questa te l’ha insegnata la mamma, vero?!” Afferma ridendo.
Dylan annuisce sbadigliando.
“Ok, adesso chiudi gli occhietti che sei stanco. Notte grillo.” Dice Nathan baciandolo sulla fronte.
“Notte papà. Ti amo.” Risponde il piccolo chiudendo gli occhi.
“Vi amo anch’io.” Risponde emozionato Nathan accarezzando dolcemente la schiena del figlio con una mano mentre l’altra cerca quella di Stana.
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 Giorno 196
4.00 A.M. Tamala’s house
“Mamma…” La chiama Dylan svegliandola.
“Che succede?” Chiede assonnata guardando il figlio.
Dylan indica con il ditino dietro di lei.
Stana si gira a guardare Nathan accorgendosi solo ora del fastidioso rumore che sta facendo.
“Nate!” Lo chiama scuotendolo.
“Chi è?” Grida svegliandosi di soprassalto.
“Sembri un trattore.” Lo prende in giro Stana.
“Molto gentile… che ore sono?” Domanda cercando il cellulare.
“Le quattro. Spogliati e torna a dormire. Possibilmente mettendoti su un fianco.” Lo invita sistemando Dylan di nuovo sotto le coperte.
“Spogliarmi?! Subito ma c’è nostro figlio non so se è il caso di…” Scherza Nathan togliendosi i jeans.
“Veloce prima che cambi idea.” Lo zittisce Stana.
Nathan finito di spogliarsi si risistema a letto mettendosi su un fianco e abbracciando la donna da dietro.
“Buona notte…” Dice Stana sistemandosi meglio contro di lui.
Nathan in risposta la bacia sulla tempia seppellendo il viso tra i lunghi capelli della donna.
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7.00 A.M. Tamala’s house
Stana esce dal bagno dopo due minuti trovando Nathan che occupa completamente tutto il letto costringendo Dylan sul bordo.
“Non ci stai?” Sussurra l’uomo aprendo un occhio e trovando Stana impegnata a studiare una strategia per spostarlo.
“Allora l’hai fatto apposta!” Afferma spingendolo in là.
“Vieni qui!” Dice Nathan spostandosi e aprendo le braccia per accogliere la donna.
Stana si sdraia letteralmente sopra di lui.
“Signorina Katic vuole approfittare di me?” Domanda afferrandola per i glutei tirandola più su.
“No, è che sei morbido!” Dice ridacchiando.
“Molto spiritosa… adesso ti faccio passare la voglia di ridere…” Sussurra prima di baciarla appassionatamente.
Stana risponde al bacio passandogli le mani fra i capelli e strusciandosi contro di lui.
“Vedo che ti sono mancato…” Sussurra accarezzandole le gambe.
“Un po’…” Risponde continuando a muoversi.
“Ti avverto se continui così potrei non rispondere delle mie azioni… e ti ricordo che c’è un minore nel letto con noi.” Confessa sulle labbra della donna palpandole i glutei e tirandola contro di se.
“Non sei più così tanto morbido.” Ammette sentendo l’erezione dell’uomo contro di se.
“Stai giocando con il fuoco… ne sei consapevole?” Domanda percorrendo con le mani la schiena nuda della donna.
“Tranquillo… sono sicura che Tam ha un estintore nel caso prendessi fuoco!” Continua a scherzare lei allargando le gambe per far aderire meglio il suo centro.
Nathan decide di porre fine alle provocazioni della donna.
Infila la mano dentro le mutandine, le palpa il gluteo destro, poi lentamente si spinge più giù fino ad arrivare alla sua femminilità.
È già bagnata e lentamente le infila un dito facendola sussultare.
“Che c’è non ridi più adesso.” La prende in giro lui questa volta.
Stana gli tappa la bocca con la sua mentre lui prosegue con la sua dolce e lenta tortura.
“Vieni come me…” Sussurra all’improvviso all’orecchio dell’uomo alzandosi e tirandolo con se dentro al bagno chiudendo la porta.
“Ti voglio!” Confessa sollevandola da terra contro il muro mentre lei allaccia le gambe attorno alla sua vita.
TOC… TOC…
I due vengono interrotti da qualcuno che sta bussando alla porta del bagno.
“Stana…” Si sente chiamare al di là della porta.
“Che c’è?” Domanda riconoscendo la voce dell’amica.
“Apri la porta.” Gli ordina Tamala.
“Digli che sei impegnata…” Bisbiglia all’orecchio della donna mordendole il collo.
“Mettimi giù…” Suggerisce Stana.
“Scherzi?” Domanda seccato.
“Ti assicuro che non se ne va se non ascolto quello che ha da dirmi.” Dice Stana baciandolo sul naso.
Sbuffando Nathan ubbidisce poi prendendo un asciugamano per coprire il segno evidente della sua eccitazione mentre Stana si sistema canotta e mutandine.
“Che succede?” Chiede aprendo la porta.
“Ops… scusa pensavo fossi sola.” Afferma Tamala vedendo l’uomo dietro di lei.
“Adesso che hai visto che è impegnata puoi andare.” Dice Nathan salutandola con la mano.
“No scusa… ho un problema. Ho bisogno di lei un attimo.” Dichiara trascinando l’amica fuori dal bagno.
“Resta qui arrivo subito…” Dice Stana seguendo l’amica fuori dalla stanza.
“Certo… come no...” Brontola per conto suo Nathan.
“Papà…” Lo chiama Dylan dal letto.
“Ecco appunto adesso può star via anche tre ore…” Dichiara prima di rivolgersi al figlio.
“Buon giorno, grillo!” Lo saluta saltando sul letto facendolo ridere.
“Come stai, piccolo? Ti senti meglio?” Domanda baciando la fronte del figlio.
“Papà, possiamo andare al parco?” Chiede Dylan sedendosi a cavalcioni sul petto del padre.
“Prima misuriamo la febbre poi vediamo… Ti scappa la pipì, grillo?”
“No…” Risponde lui lasciandosi cadere sul letto.
“Io dico di si… dai monta in spalle.” Lo invita Nathan.
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9.00 A.M. Tamala’s house
“Tam, questa è stata l’ultima volta…”
“Ma dai ormai sei entrata nella parte. Sei impeccabile.” Risponde Tamala.
“Mi manca solo di finire sui giornali per questo.”
“Tanto… scandalo più… scandalo meno che ti frega. Magari ti chiamano a fare una parte in un film.” Afferma l’amica.
“Di cosa state parlando?” Domanda confuso Nathan seduto al tavolo con Dylan.
“Niente!” Risponde prontamente Stana.
“Non ti vergognare… secondo me si ecciterebbe a vederci.” Commenta Tamala.
“Cosa?” Chiede ancora più curioso.
“Io porto lontano mio figlio da questi argomenti… tu fai quello che vuoi. Tanto so già che gli racconterai tutto.” Afferma Stana prendendo in braccio Dylan per portarlo a lavarsi e cambiarsi.
“Allora?” Domanda Nathan una volta restati soli.
“Ma niente è una piccola recita che io e Stana abbiamo creato per la prima volta 4 anni fa. Praticamente quando voglio liberarmi di un uomo lei arriva e finge di essere la mia ragazza. Fa una scena di gelosia davanti al mal capitato e questo se la svigna. A dir la verità c’è capitato un tipo che una volta ha cercato di convincerci a fare una cosa a tre. Più che spaventato era eccitato.” Racconta Tamala ridendo.
“Oh mio dio… e cosa fa Stana?” Domanda curioso.
“Mi tocca… mi bacia… e…”
Nathan eccitato aspetta che l’amica continui ma invece lei si ferma guardandolo male.
“Sei proprio un pervertito come il tuo amico Jon!” Dice dandogli uno scappellotto.
“AHI! Ma…” Cerca di parlare Nathan.
“Vedo che ti hanno raccontato anche a te del giochetto lesbico…” Lo interrompe Jon.
“E tu da dove sei entrato?” Domanda Tamala.
“Dalla porta… gli ho aperto io.” Spiega Stana entrando in cucina.
“Tu, che sai di questo giochetto?” Domanda Nathan all’amico.
“Io… le ho viste in azione.” Confessa Jon.
“Cosa? Quando?” Chiede sorpreso.
“Zio!” Esclama Dylan correndo ad abbracciare l’uomo.
“Ciao nano…” Lo saluta Jon.
“Non posso parlarne… Sappi solo che dopo la loro scenetta ho passato un’ora in bagno.” Dichiara Jon posando il nipotino a terra.
“Ok… chiuso l’argomento.” Gli zittisce Stana mentre Nathan si alza e la trascina verso l’uscita.
“Torniamo tra un po’.” Afferma Nathan portando Stana in camera da letto.
“Che fai?”
“Concludiamo quello che abbiamo iniziato stamattina.” Risponde spingendola sul letto.
“Scherzi?”
“Nemmeno un po’… ho troppa voglia di te.” Afferma Nathan togliendosi la maglietta.
“Nathan… ci sono di là i nostri amici che sanno cosa stiamo facendo.”
“E allora?” Risponde sdraiandosi sopra di lei.
Nathan inizia a baciarle il collo intrufolandosi sotto la maglietta della donna quando alla porta si sente bussare.
TOC… TOC… TOC…
“Non c’è nessuno!” Risponde Nathan.
“Vostro figlio vuole entrare.” Urla Jon.
“Ignoriamolo…” Sussurra Nathan riprendendo a baciarla.
“Permesso…” Dice Jon aprendo la porta seguito da Dylan e Tamala.
Stana scoppia a ridere vedendo i tre entrare… Dylan salta immediatamente sul letto mentre Tamala e Jon se la ridono.
“Siete i peggiori amici di questo mondo!” Esclama Nathan sbuffando.
“Che comodo questo letto.” Affermano Tamala e Jon sedendosi.
“Io vi odio!” Sussurra Nathan nascondendo la testa fra i capelli della compagna.
“Comunque ti hanno preso in giro… non facciamo niente di sconcio io e Tam.” Rivela Stana accarezzandogli la schiena nuda.   
 

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Capitolo 9
*** OTTOBRE SECONDA PARTE ***


Giorno 200
3.00 P.M. Fillion’s house
“Grazie Stana… senza il tuo aiuto sarei ancor qui a far tartine.” Dice Cookie sistemando il dolce in frigo.
“Niente figurati… ci siamo divertite vero, ragazze?” Risponde Stana coinvolgendo le bimbe indaffarate a rubarsi la maionese avanzata.
“Si!” Afferma Sophia.
“Ho fame!” Esclama Allison.
“Ho preparato il tiramisù per merenda.” Dice Cookie.
“Andate a lavarvi le mani… io vado a chiamare i ragazzi.” Afferma Stana finendo di pulire il tavolo.
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“Ragazzi, cosa state combinando?” Domanda Stana entrando in garage trovando i tre uomini sdraiati a terra sotto la macchina mentre Dylan gioca con gli attrezzi del nonno.
“Papà, ha rotto la macchina del nonno!” Racconta Dylan.
“Nat, si è improvvisato meccanico.” Risponde Jeff spingendosi fuori da sotto la macchina.
“Nate, non sa nemmeno aggiustare una bicicletta figuriamoci una macchina.” Lo prende in giro Stana.
“Ehi! Non è vero!” Si lamenta sbucando da sotto il mezzo, con il broncio.
“Non mi fiderò mai più di te come meccanico improvvisato!” Ammette Bob alzandosi.
“Siete tutti molto gentili… e io che volevo aiutarvi!” Dice offeso pulendosi le mani nere.
“È ora di una pausa… c’è il tiramisù che vi aspetta.” Afferma Stana prendendo il figlio in braccio.
“Ottimo… ne approfitterò per chiamare Zac! Lui si che se ne intende di motori.” Spiega Bob guardando male Nathan.
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4.30 P.M. Fillion’s house
“Grazie Zac, per aver sistemato i guai di mio figlio!” Dice conducendo l’amico in casa.
“Consideralo il tuo regalo di compleanno.” Scherza, seguendo Bob.
“Accomodati in soggiorno… vado a prendere un buon vino.” Lo invita Bob proseguendo verso la cucina.
Zac fermatosi sull’uscito vede una bellissima donna e tre bambini che se la ridono, impegnati a giocare a Twister, tutti incastrati uno con l’altro con mani e piedi posizionati sui quattro colori del tappeto.
“Amore, metti il piedino destro sul rosso.” Cerca di spiegargli Stana inginocchiandosi un momento per aiutare il figlio.
I quattro proseguono a giocare, trovandosi in posizione veramente scomode e assurde, ignari della presenza dello sconosciuto che immobile sull’uscio ammira le curve perfette della donna.
Jeff scendendo le scale nota l’individuo impegnato a osservare qualcosa che sembra interessargli molto all’interno del soggiorno.
Si avvicina silenziosamente riuscendo finalmente a scoprire cosa sta guardando l’uomo.
“Salve, lei d’essere l’amico di mio padre.” Lo saluta Jeff affiancandolo.
“Oh… si salve. Sono Zac. Lei d’essere il figlio che si è improvvisato meccanico.” Scherza Zac porgendogli la mano.
“No, non sono. È l’altro figlio che ha combinato il guaio e quella è la sua donna.” Lo avverte Jeff stringendogli la mano.
I due restano in silenzio per diversi minuti: Zac torna a guardare la donna mentre Jeff osserva l’uomo.
“Vedo che hai conosciuto mio figlio!” Afferma Bob arrivando con una bottiglia di rosso e due bicchieri di vino.
“Già!” Risponde Zac continuando a guardare i quattro giocare.
“Cosa state guardando di interessante?” Domanda Nathan vedendo i tre impalati davanti all’entrata del soggiorno.
“Sono i tuoi nipotini?” Domanda Zac all’amico.
“Si… vieni accomodati.” Lo invita Bob.
“Tieni d’occhio quel tipo. Ha occhi lunghi…” Commenta Jeff una volta restato solo con il fratello.
“Perché?” Domanda Nathan guardando verso l’uomo.
“Tu, fai come ti dico. Tienilo d’occhi!” Risponde Jeff entrando.
Nathan da un’ultima occhiata all’amico del padre per poi seguire il fratello.
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Quindici minuti dopo
“Nate… Cosa fai?” Domanda Stana vedendo Nathan che le abbottona la camicetta.
“Prendi freddo…” Risponde sorridendo lui.
“Ma se sto morendo di caldo.” Afferma slacciandosi di nuovo i bottoni e piegandosi per aiutare Allison.
Jeff si scambia uno sguardo con Nathan prima di guardare verso i due amici che continuano a chiacchierare ma a differenza di Bob, Zac continua a guardare Stana.
“VINTO!” Esulta Sophia dopo che anche Allison è caduta toccando il tappeto con le ginocchia.
“Nooo!” Piagnucola Allison arrabbiata.
“Non serve arrabbiarsi… la prossima volta vincerai tu.” Interviene Jeff.
“Finalmente è finito sto gioco…” Bisbiglia sottovoce Nathan mentre Stana ripiega con cura il tappeto.
“Mamma…” La chiama Dylan aggrappandosi alle gambe della donna strofinandosi gli occhietti.
“Sei stanco, amore?” Domanda Stana consegnando a Jeff il gioco.
“Mmmm…” Si lamenta allungando le braccia verso l’alto.
“Vieni ci mettiamo qui sul divano… papà, ci passi il ciuccio?” Domanda Stana sedendosi e prendendo il figlio sulle ginocchia.
“Eccolo qui.” Afferma mettendo il ciuccio al figlio e sedendo accanto a loro.
Dylan si sistema su un fianco contro il petto della mamma iniziando a giocare con i bottoni della camicia mentre lei gli racconta una storia.
“Giuro che se non la smette di guardarti gli chiudo gli occhi con due pugni.” Bisbiglia all’orecchio della donna per poi baciarle il collo.
“Smettila gelosone…” Lo prende in giro Stana per poi proseguire con la storia.
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6.00 P.M. Fillion’s house
“Avete preso tutto?” Domanda Stana finendo di vestire Dylan.
“SI!” Rispondono in coro Allison e Sophia.
“Ciao ragazze!” Le saluta Jeff.
“Ciao papi...” Risponde Sophia aprendo la porta.
“Mi raccomando fate le brave.” Gli raccomanda Bob.
“Noi ci divertiremo tantissimo senza di voi.” Scherza Stana guardando Jeff e Nathan.
“Anche noi…” Risponde Jeff.
“Buona festa, Bob.” Dice Stana.
“Grazie… buona serata anche a voi!” Ricambia il saluto Bob.
“Metti i bambini a dormire nella stanza degli ospiti… ti voglio tutta per me quando torno.” Sussurra Nathan abbracciandola.
“Vedi di non bere troppo… altrimenti non riuscirai a starmi dietro.” Scherza lei facendogli l’occhiolino, prima di baciarlo.
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Giorno 201
2.00 A.M. Nathan’s house
Nathan e Jeff dopo mezzora di tentativi riescono a centrale la toppa della porta di casa e ad entrare.
“SSSHHHHH!!! FAI PIANO!” Dice Nathan con un tono tutt’altro che basso.
“NON URLARE!” Lo rimprovera Jeff richiudendo la porta.
“È COLPA TUA SE NON RIESCO NEMMENO A REGGERMI IN PIEDI!” Afferma Nathan aggrappandosi ai mobili per restare in equilibrio.
“TU HAI VOLUTO SFIDARMI… E HAI PERSO…” Controbatte Jeff inciampando nei suoi piedi finendo addosso al fratello che nel cadere si porta dietro una sedia facendo un fracasso allucinante.
“SSSHHHH!” Dice Nathan sdraiato accanto a Jeff che se la ride di gusto.
“Ma cosa diavolo state facendo?” Domanda Stana accendendo la luce trovando i due a terra.
“CIAO AMORE!” La saluta Nathan.
“SIAMO A CASA!” Aggiunge Jeff.
“Ssshhh… abbassate i toni prima che i bambini si sveglino e capiscano che padri snaturati si ritrovano.” Gli rimprovera lei.
“SAI HA PROPRIO DELLE BELLE GAMBE TUA MOGLIE!” Dichiara Jeff ammirando le lunghe gambe nude della cognata.
“E NON HAI VISTO IL RESTO!” Afferma Nathan mettendosi seduto.
“Allora!?! Vi devo tappare la bocca o riuscite a parlare piano?!” Domanda preoccupata che i bambini possano vedere questo spettacolo.
“Mi piacciono  le minacce…” Commenta Jeff abbassando i toni.
“Nate, ti aiuto ad alzarti…” Dice Stana prendendolo per mano.
Nathan però è di altre intenzioni e invece che alzarsi tira giù Stana.
“NATE!” Strilla ritrovandosi seduto sulle gambe dell’uomo mentre Jeff se la ride.
“Scusa amore… non ho fatto apposta.” Sussurra sul collo della donna prima di baciarla.
“Ragazzi sono le due di notte che dite se andiamo a dormire?” Propone Stana cercando di alzarsi.
“Dove pensi di andare…” Bisbiglia Nathan trattenendola per la vita mentre con l’altra mano le accarezza le cosce nude.
“Ma è così comodo qui…” Commenta Jeff quasi addormentato.
“Jeff, il letto è ancor più comodo… fidati!” Dice Stana cercando di convincerlo.
“Mmmm…” Brontola Jeff girandosi su un fianco con gli occhi chiusi mentre Nathan s’intrufola con le mani sotto la maglietta della donna.
“Nate… che dici se mi aiuti a portare Jeff a letto e poi io e te…” Sussurra succhiandogli il lobo dell’orecchio, sapendo che l’unico modo per convincerlo ad alzarsi è quello di tentarlo.
“Mmmhhh… Ok…” Risponde aiutandola ad alzarsi.
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5.00 A.M. Nathan’s house
“Mamma…” Chiama Dylan sbirciando dentro la camera matrimoniale buia.
“Amore, sono nella tua cameretta…” Risponde Stana dalla stanza accanto accendendo la luce.
“Mamma…” Ripete una volta entrato.
“Amore… vieni, qui c’è posto anche per te.” Dice Stana sollevando le coperte.
Il piccolo si sistema accanto a lei abbracciandola.
“Torniamo a dormire che è presto.” Afferma spegnendo la luce per poi stringere il figlio a se.
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1.00 P.M. Nathan’s house
Nathan allunga la mano accanto a se tastando qua e là nel tentativo di toccare Stana ma quando al posto della solita pelle morbida e liscia della compagna sente una distesa di peli ruvidi… spalanca gli occhi urlando: “ODDIO!” Finendo rovinosamente a terra.
“Chi è?” Esclama Jeff mettendosi seduto e guardandosi attorno senza vedere nessuno.
“Aaaaahhh… che dolore!” Si lamenta Nathan massaggiandosi la schiena.
“Cosa cavolo ci fai lì?!” Chiede Jeff guardando male il fratello.
“Oddio la mia schiena!” Si lagna restando bloccato a terra.
“Nat, come ci sono finito nel tuo letto?” Domanda Jeff riconoscendo la camera del fratello.
“Dammi una mano ad alzarmi.” Gli ordina Nathan aggrappandosi al materasso.
“Perché siamo in boxer? Chi ci ha spogliati? Oddio non avremo mica…” Dice terrorizzato Jeff.
“Ma sei scemo?!! Sono un uomo mica un finocchio!” Afferma riuscendo a sedersi sul letto.
“Oh mamma…” Bisbiglia Jeff schioccato.
“Cosa?” Chiede girandosi per guardare il fratello.
“Niente!” Esclama nascondendo l’indumento dietro alla schiena.
“Cosa mi nascondi?” Domanda Nathan.
“Oh… guarda sono le una, meglio se ci alziamo.” Dice Jeff sollevandosi tenendo sempre le mani nascoste dietro alla schiena.
“Vieni qui!” Afferma afferrando il fratello per un braccio facendolo ricadere sul materasso.
“Nathan… che fai!?!” Dice cercando di rialzarsi.
“Cosa nascondi!” Esclama strappandogli l’indumento di mano.
Nathan apre il piccolo pezzo di stoffa riconoscendolo come un paio di mutandine di Stana.
“Che cazzo ci fai con le mutandine della mia donna in mano?” Domanda arrabbiato.
“Ehi… stai calmo. Ne so tanto quanto te.” Risponde allontanandosi dal fratello.
Nathan salta giù dal letto, spalanca la porta e inizia a chiamare Stana a gran voce ma in casa  non c’è nessuno all’infuori di loro.
“Dove cazzo sono tutti!” Brontola tornando in camera alla ricerca del cellulare mentre Jeff si riveste con calma.
“Eccolo… adesso mi sente...” Borbotta componendo il numero che sa a memoria.
“Jeff… vi siete svegliati!” Risponde subito Stana.
“Allora è vero?! Io lo uccido!” Esclama Nathan sentendo la donna chiamarlo con il nome del fratello.
“Nate, cos’hai? Ti sei svegliato male?” Domanda sentendolo imprecare.
“Dove sei? E perché mi chiami Jeff?” Chiede arrabbiato.
“Perché pensavo fossi lui dato che stai chiamando con il suo cellulare… Comunque sto parcheggio… un minuto e siamo lì.” Risponde Stana riattaccando.
Nathan lancia il cellulare sul letto precipitandosi all’ingresso.
“Papà!” Esclama Dylan correndogli incontro.
“Si è svegliato papà?” Domanda Sophia seguita da Allison.
“Si entrate un momento tutti quanti… devo parlare con zia Stana.” Dice spingendo i tre dentro casa per poi chiudere la porta.
“Dove vai in mutande?” Chiede divertita Stana scaricando le ultime borse dalla macchina.
“Dimmi cos’è successo ieri sera? Cos’abbiamo fatto?” Domanda preoccupato cercando di star calmo.
“Non so, non ero alla festa con voi.” Risponde Stana.
“No… dopo. Qui a casa…”
“Nate, possiamo rientrare… o vuoi morire di freddo!?” Domanda cercando di superarlo.
“Dimmi dove hai dormito?” Chiede bloccandola.
“In cameretta di Dylan… dato che avete occupato tutto il letto voi. Dai entriamo.” Risponde spingendolo verso la porta.
“SI!” Esulta Nathan abbracciandola forte.
“Che fate lì fuori?!” Chiede Jeff aprendo la porta di casa.
“Non so chiedi a tuo fratello che vuole prendersi una broncopolmonite.” Dice Stana staccandosi da Nathan ed entrando in casa.
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Giorno 210
6.00 P.M. Nathan’s house
“Cia…” Le parole gli muoiono in gola vedendo la visione davanti a se.
“Ciao papà!” Lo saluta Dylan correndo dentro casa.
“Nate! Ci sei?” Domanda passando la mano davanti agli occhi all’uomo imbambolato.
“Cosa?” Chiede confuso.
“Ehi! La mia faccia è qui!” Gli fa notare vedendolo fissarle il decolté.
“Si scusa…” Risponde cercando di recuperare un po’di contegno.
“Possiamo spostarci in soggiorno o dobbiamo restar qui?” Chiede vedendolo immobile ancora con la mano sulla maniglia.
“Si scusa…” Dice facendole cenno di andare avanti.
“C’è qualcosa che non va nel mio vestito?” Domanda preoccupata.
“No! Sei bellissima!” Si affretta a rispondere.
“Grazie. Allora qui c’è tutto il necessario: ciucci, camomilla, pigiama… spero di non aver dimenticato nulla. Ricordati di mettergli le mutandine assorbenti… di solito non fa la pipì a letto ma essendo la prima volta che dorme senza di me, meglio prevenire.” Spiega piegandosi per controllare nello zainetto del figlio.
“NATE!” Esclama vedendolo a bocca aperta dietro di se mentre le ammira il fondoschiena.
“Ma sei sicura che non manchi un pezzo del vestito?” Domanda seriamente.
“Perché è rotto?” Chiede allarmata guardandosi allo specchio.
“No è che… è un po’ troppo corto qui.” Spiega toccandole la coscia nuda.
“Che scemo che sei… e io che sto anche ad ascoltarti.” Lo riprende lei dandogli una sberla sul braccio.
“Vieni qui!” Dice tirandola a se.
“Allora ti ricordi tutto?” Lo interroga mettendogli le braccia intorno al collo.
“Tutto cosa?” Scherza Nathan.
Stana sbuffa e fa per staccarsi ma lui la ferma.
“Ok… scusa… scusa! Stavo scherzavo!” La blocca baciandole il collo.
“Mi raccomando per qualsiasi problema chiamami! Ti risponderà Emily ma lei riferirà subito a me.” Spiega Stana.
“Andrà tutto bene! Però insisto perché tu venga a dormire qui una volta terminato lo spettacolo.” Insiste accarezzandole la schiena nuda.
“Ne abbiamo già parlato. Finirò sicuramente tardi e non voglio disturbarvi.” Ribadisce baciandolo dolcemente.
“Ufffff…” Sbuffa facendo la faccia triste.
“Prendilo come un test… vediamo se riesci ad arrangiarti senza di me se si sveglia durante la notte.” Cerca di convincerlo sistemandogli il ciuffo ribelle.
“Mamma…” S’intromette Dylan cercando di intrufolarsi fra le gambe dei genitori e allungando le braccia verso la donna.
“Amore, fai il bravo con papà, vero?” Gli raccomanda prendendolo in braccio.
“Quando torni?” Domanda giocherellando con la collana della mamma.
“Domani mattina, quando ti sveglierai, io sarò già arrivata. Va bene?” Spiega accarezzandogli la schiena.
“Non voglio…” Dice abbracciandola.
“Ma ti divertirai tantissimo, vero papà?!” Afferma cercando l’appoggio di Nathan.
“Verissimo! Guarda ho anche preso un nuovo film da vedere: Capitan America.” Conferma prendendo il dvd in mano.
“E domani per colazione vi porterò pancake al cioccolato.” Dichiara Stana.
“Abbiamo anche il gelato da mangiare mentre guardiamo il film.” Aggiunge accarezzando il figlio.
“Ehi… Dylan ti svelo un segreto, ascoltami.” Dice cercando di convincere il piccolo a staccarsi.
“Cosa?” Chiede curioso guardando il padre.
“Se ci manca la mamma e vogliamo vederla schiacciamo questo tasto e la possiamo vedere alla tv mentre vince i premi e le fanno le foto.” Spiega Nathan con il telecomando in mano.
“Hai vinto?” Chiede alla mamma.
“Si e devo andare a prendere il premio altrimenti lo danno a qualcun altro.” Spiega Stana dandogli un bacio sulla guancia lasciandogli uno stampo rosso.
“Guarda Grillo… la mamma ti ha marchiato con il suo stemma!” Afferma Nathan portandogli davanti allo specchio.
“Anche papà…” Suggerisce indicando l’uomo.
“Vieni qui, papà!” Dice tirandolo per il colletto della camicia e stampando anche a lui un bacio sulla guancia, facendo ridere Dylan.
“Adesso siamo di proprietà esclusiva della mamma. Siamo tutti suoi.” Dichiara Nathan.
“Eravate miei anche prima!” Chiarisce Stana.
“Anch’io?” Domanda Nathan avvicinandosi.
“Anche tu…” Sussurra prima di colmare la distanza che gli divide baciandolo.
“MIA!” S’intromette Dylan spingendo via il viso del papà per separargli.
“Gelosone!” Lo prende in giro Nathan facendogli la lingua.
“Ok, è tardi devo andare.” Dichiara guardando l’ora e passando Dylan in braccio a Nathan.
Stana si sistema il trucco e dopo aver salutato per bene i suoi uomini esce di casa.
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9.00 P.M. Nathan’s house
“Grillo, guardiamo se vediamo la mamma?” Domanda Nathan cambiando canale.
“SIIII!” Esclama saltellando verso la tv.
“Mamma!” Urla mettendosi davanti al televisore e indicando con il ditino la donna che sta percorrendo il red carpet sottobraccio a un uomo.
“Grillo… spostati, non vedo.” Gli ordina Nathan muovendosi a destra e a sinistra per riuscire a vedere qualcosa.
Dylan appoggia le labbra alla tv dando un bacio alla mamma.
“Vieni qui peste!” Dice prendendo il piccolo in braccio e portandolo con se sul divano.
“Ora sul red carpet vediamo una splendida Stana Katic con un elegantissimo Bradley Cooper.” Annuncia il primo telecronista.
“La bellissima coppia che ha portato al successo il film “Time” della regista Anne Fletcher.” Aggiunge il secondo mentre vengono ripresi i due attori che scherzano mentre vengono chiamati a gran voce dai numerosi fotografi.
“Questa sera concorrono per il premio della miglior coppia dell’anno. Sai che ti dico Susan… vinceranno sicuramente loro!”
“Sono perfettamente d’accordo con te, Steve. Guarda con che naturalezza scherzano assieme. Sembrano una vera coppia d’innamorati come nel loro film.”
Nathan sta letteralmente fumando dalla gelosia mentre guarda attentamente dove quel tipo mette le mani.
Bradley abbraccia da dietro Stana… Bacia dolcemente Stana sulla guancia… Prima di uscire di scena mano nella mano con lei.
“Io lo uccido quello!” Borbotta Nathan mordendo il telecomando trattenendosi dal non lanciarlo contro la tv.
“Papà, milla.” Dice Dylan riportandolo alla realtà.
“Si adesso vado a farti la camomilla. Ricordati di dire alla mamma che lei è SOLO NOSTRA!” Afferma alzandosi.
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Giorno 211
2.00 A.M. Nathan’s house
Nathan si gira e rigira nel letto da più di due ore nel disperato tentativo di addormentarsi ma ogni volta che chiude gli occhi si immagina Stana e Bradley mentre fanno sesso su tutte le superfici possibili ed immaginabili.
Sbuffa controllando per la ventesima volta il cellulare.
Nessun messaggio.
Preme il tasto verde per chiamare Stana ma ogni volta parte la segreteria telefonica.
“Nathan dormi!” Si ordina ad alta voce.
Inizia così un dialogo fra lui e la sua coscienza:
“E se?”
“No non mi tradirebbe mai!”
“Ma se state assieme da due ore… e poi hai visto Bradley Cooper che gran pezzo di figo?”
“Non sono proprio due ore e poi non ci ho visto nulla d’interessante in quel tipo.”
“Intanto loro hanno girato diverse scene di sesso… si sono visti nudi.”
“Ma tu da che parte stai?” Domanda irritato a se stesso mettendosi seduto.
In quel momento il cellulare inizia a vibrare sul comodino.
“Pronto!” Risponde immediatamente.
“Sono qui fuori. Aprimi.” Dice Stana dall’altro capo del telefono.
Nathan getta il telefono sul letto precipitandosi ad aprire la porta.
“Ho cambiato idea. Spero…”
Nathan non le da nemmeno il tempo di finire la frase che la sbatte contro il muro iniziando a baciarla con foga.
Stana resta in un primo momento sorpresa poi inizia a ricambiare i baci mentre lui le toglie velocemente il vestito lasciandolo cadere a terra.
“Nate… spostiamoci… in camera…” Suggerisce a fatica mentre lui le succhia con forza i capezzoli.
Nathan la ignora completamente scendendo dal seno, all’ombelico per poi arrivare giù fino al perizoma. La bacia sopra l’intimo stringendo con le mani i glutei mentre lei gli stringe forte i capelli desiderando di più. Le fa divaricare le gambe, sposta quel tanto che basta il pezzo di stoffa, per leccarle le labbra umide per poi penetrarla con due dita fino in fondo. Stana si morde la lingua per non urlare spingendo la testa dell’uomo verso il suo centro. Lui l’accontenta leccandole il clitoride mentre continua la sua magia con le dita.
“NATE!” Grida sempre più eccitata.
Nathan risale lasciando una scia di baci fino a incontrare la bocca della donna. Lei ne approfitta per togliergli maglietta e boxer, agguantando il pene dell’uomo e iniziando a pompare sempre più forte.
“Ti voglio!” Ringhia all’orecchio della donna, bloccandola e strappandole l’ultimo pezzo di stoffa che ha addosso.
La solleva adagiandola sul bordo del mobile dell’ingresso pronto a possederla.
La penetra deciso fino in fondo facendole mancare il fiato.
Stana si aggrappa saldamente alle sue spalle mentre lui ripete nuovamente tutto da capo.
“Aaaaaa!” Si lamenta per l’irruenza del compagno che però continua imperterrito.
Sempre di più… sempre più forte… sempre più a fondo… ignorando i lamenti della donna.
“Nate… mi fai male…” Si lamenta lei.
“Dimmi che sei mia?” Le ordina Nathan proseguendo con il suo ritmo.
Stana morde la spalla dell’uomo per non urlare di nuovo.
“DIMMELO!” Le ripete alzando la voce e spingendo più a fondo.
“SI!” Risponde stringendogli i capelli.
“Non così… dimmelo!” Insiste stringendole un seno con la mano destra.
“Sono tua!” Dice sapendo esattamente cosa vuol sentirsi dire.
“Solo mia?” Chiede mordicchiandole il capezzolo.
“Solo TUAAA!” Urla sentendo il piacere pervaderla.
Nathan sente stringere attorno al suo pene gonfio e dopo un paio di spinte viene anche lui, riempiendola con il suo seme.
Sudati e senza fiato sciolgono il loro legame.
“Papà!!!” Si sente chiamare dall’altra parte della casa.
Nathan si riveste velocemente mentre Stana raccoglie il suo vestito e il perizoma strappato.
“Ehi… grillo che succede?” Domanda trovando Dylan rannicchiato dietro la porta della sua cameretta.
Il piccolo indica con il dito verso il letto trattenendosi per non scoppiare a piangere.
Nathan sposta le coperte trovandole bagnate.
“Tranquillo… non serve piangere. Cerchiamo qualcosa di pulito nel tuo zainetto, vieni.” Dice dolcemente Nathan.
“Ecco vedi… la mamma ha pensato a tutto.” Afferma trionfante estraendo un altro pigiama pulito.
“Che succede?” Chiede Stana entrando con addosso solo la camicia dell’uomo.
“Piccolo incidente di pipì…” Spiega Nathan guardando verso il letto.
“Non gli hai messo il pannolino come ti avevo detto?” Domanda con tono di rimprovero prendendo Dylan in braccio.
“Mi sono dimenticato…” Risponde lui.
“Ovvio. Passami le cose.” Gli ordina seccata.
“Ti ho detto che mi sono dimenticato, scusa.” Risponde infastidito dal tono della donna dandogli le cose pulite.
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4.00 A.M. Nathan’s house
“Si può sapere che ti prende?” Domanda una volta soli a letto.
“Niente. Spegni la luce.” Risponde Stana sdraiandosi dandogli le spalle.
“Stana!” Insiste lui.
“Ne parliamo più tardi. Spegni!” Gli ordina chiudendo gli occhi.
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10.00 A.M. Nathan’s house
“Adesso possiamo parlare… Cos’ho fatto?” Domanda passandole le tazze della colazione.
“Non ci arrivi da solo?”
“Non cominciare con gli indovinelli!” La riprende immediatamente.
“Cos’hai fatto ieri sera?” Chiede lei chiudendo la lavastoviglie.
“Cos’ho??? ABBIAMO fatto l’amore.” Risponde lui.
“Ah… ti sembra che abbiamo fatto l’amore?” Domanda lei appoggiata al bancone.
“Ti stai arrabbiando perché l’abbiamo fatto all’ingresso di casa mia… non pensavo che…”
“Non è per il dov’e… Ma per il come! Abbiamo fatto l’amore talmente tante volte in passato che so distinguere quando fai l’amore e quando fai del sesso con rabbia. Ed è quello che hai fatto ieri con me.” Dice interrompendolo.
“No non è vero…” Controbatte lui.
“Allora dimmi cosa ti ho detto mentre lo stavamo facendo?” Domanda per confermare la sua tesi.
“Non so… che sei mia.” Risponde lui.
“Lo vedi. Non ti sei nemmeno accorto di quello che ti dicevo. Ti ricordi solo le domande possessive a cui mi hai obbligato a rispondere come volevi tu.” Gli fa notare lei.
“Ma sono sempre possessivo e passionale… dovresti saperlo dato che mi conosci così bene!” Afferma mettendosi di fronte a Stana.
“Passionale, possessivo e dolce quando fai l’amore ma ieri eri possessivo e violento. E fai così quando sei arrabbiato o geloso.” Lo corregge lei.
“Ti ho fatto male?” Chiede preoccupato accarezzandole il viso.
“Un po’ ma non è per questo… Non voglio fare sesso con te! Voglio fare l’amore. Voglio sentirmi amata, protetta e desiderata. Non voglio che sfoghi la gelosia o il nervosismo che hai dentro su di me. So che sei un uomo geloso e possessivo sono i tuoi più grandi difetti ma so anche che se vuoi riesci a controllarti. Non voglio si ripeta un’altra volta quel periodo che abbiamo passato anni fa. Non facevamo altro che litigare perché avevi la paranoia che ti tradissi con chiunque osava fermarsi a parlare con me.” Chiarisce sistemandogli il colletto della camicia.
“Scusa… solo che quando ti ho vista con quel tipo: ti toccava, ti baciava e ti prendeva per mano e mi è partito l’embolo primitivo. Mi dispiace. Ti prometto che non succederà più. Faremo sempre e solo l’amore.” Si scusa baciandola dolcemente e abbracciandola.
“Un’altra cosa è la seconda volta che lo facciamo senza protezione e non voglio che succeda ancora.” Lo avverte Stana.
“Giusto… ho fatto anche quello. Ma se… se fossi rimasta incinta abortiresti?” Chiede preoccupato.
“No, assolutamente no ma non sarebbe il momento adatto. Siamo ancora nella fase dove ci si conosce.” Spiega ridendo.
“Ah… siamo solo alla prima fase. E pensare che volevo chiederti di sposarmi.” Ammette serio.
“Stai scherzando?” Domanda smettendo di ridere.
“No, ho preso anche l’anello. Guarda!” Dice aprendo il cassetto dietro di lui e estraendo una guarnizione di plastica.
“Che cretino che sei! Mi hai fatto prendere un colpo!” Afferma dandogli una sberla sul petto, tirando un sospiro di sollievo.
“Spiegami signorina Katic sarebbe così una brutta cosa sposarmi?” Chiede facendo il finto offeso.
“No, ma è un po’ presto. Voglio fare altre cose prima di sposarti.” Spiega lasciandogli dei bacini sul naso.
“Tipo cosa?” Domanda curioso mettendola a sedere sul bancone e posizionandosi fra le sue gambe.
“Tipo dare a nostro figlio il tuo cognome, tipo andare a vivere assieme, tipo fare un viaggio solo noi tre… insomma altre cose.”
Nathan sorride ad ogni sua parola e quando ha finito di parlare si affretta a baciarla con passione stringendola a se.
“Mamma!” Gli interrompe Dylan entrando di corsa in cucina.
“Ignoriamolo…” Sussurra riprendendo a baciarla.
“MAMMA!” Urla più forte toccandole la gamba.
“Vuoi ancora ignorarlo?” Domanda Stana.
“Zitta e baciami…”
“Lasciala! Mamma è mia!” Ordina spingendo con tutta la forza la gamba del papà.
“È sicuramente tuo!” Afferma ridendo Stana allontanandolo.
“Ehi… ometto! Vieni qui!” Dice Nathan prendendolo in braccio.
“Cosa abbiamo detto ieri sera? Che la mamma è solo…”
“Mia…” Conclude sicuro.
“No… abbiamo detto che è solo nostra!” Lo corregge Nathan.
“No. Mia!” Controbatte allungandosi verso la donna.
“No… no… prima devi dire solo nostra. Poi ti lascio andare dalla mamma.” Afferma allontanandosi da Stana con il figlio in braccio.
“Mamma!” Si lamenta piegandosi verso di lei.
“Nate, sei ridicolo… lascialo!” Lo ammonisce Stana scendendo dal bancone.
“No quel che è giusto è giusto… non puoi essere solo sua. Avevamo detto NOSTRA!” Spiega indietreggiando.
“Mammmaaa!” Strilla più forte.
“Dammi mio figlio!” Gli ordina.
Nathan scappa di corsa fuori dalla cucina inseguito dalla donna mentre Dylan se la ride come un matto.
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Giorno 215
10.00 A.M. Los Angeles Zoo & Botanical Gardens
“Andiamo di qua!” Dichiara Sophia tirando con se Dylan e Allison.
“Ehi! Sophia, dovete aspettarci c’è tanta gente e rischiate di perdervi.” La ferma Jeff.
“Ma voi continuate a fermarvi a chiacchierare… siete lenti.” Protesta Sophia.
Jeff sta spiegando alla figlia più grande perché devono stare vicini; Dylan e Allison accucciati a terra osservano interessati un insetto impegnato a scavarsi una via di fuga mentre Stana e Nathan stanno provando i cappelli più strani al negozietto di souvenir; quando l’elefante emette un forte barrito facendo spaventare i più piccoli.
Dylan e Allison si alzano di scatto in piedi correndo entrambi verso Stana che sta prendendo in giro Nathan.
“Mamma…” Grida Dylan aggrappandosi alla sua gamba destra mentre Allison si tiene a quella sinistra.
“Che succede, Grillo?” Chiede Nathan vedendo il piccolo spaventato prendendolo in braccio.
“C’è stato un rumore fortissimo.” Spiega Allison allungando le braccia verso l’alto per essere presa.
“Tranquilli era solo l’elefante che voleva salutarvi, dov’è Jeff?” Chiede Stana prendo la bimba in braccio e guardandosi attorno.
“Eccomi!” Esclama sbucando fuori da dietro la sagoma di una tigre.
“Papà, posso prendere questo?” Chiede Allison indicando il peluche Koala.
“Un altro? Abbiamo più peluche noi che la fabbrica della Trudi.” Commenta Jeff.
“Te lo prendo lo zio Nat, tesoro. Sophia, Dylan scegliete qualcosa anche voi.” S’intromette Nathan sorridendo ai bambini.
“Nate!” Lo richiama all’attenzione Stana.
“Cosa?” Chiede guardando la compagna.
“Abbiamo già tre borse di acquisti… Vuoi portarti dietro tutte queste cose per tutto il giorno?” Domanda Jeff.
“Tranquillo, con il mio sorriso ho già conquistato la commessa. Terrà qui volentieri le borse fino al nostro ritorno.” Spiega pavoneggiandosi un po’ mentre Stana lo sta fulminando con lo sguardo.
“Sicuro che non vuoi restare qui anche tu con lei?” Domanda infastidita Stana.
“Ahi… ahi… sei nei guai!” Lo sfotte Jeff.
“Piccola, sai che ho occhi solo per te.” Afferma con fare teatrale avvicinandosi alla donna.
“Jeff andiamo!” Dice Stana prendendo sottobraccio il cognato mentre i bambini proseguono alla ricerca di altri giochi da prendere.
“Hai perso la tua occasione mi dispiace.” Scherza Jeff passando il braccio attorno alle spalle di Stana.
“Metti giù quelle zampacce!” Afferma Nathan schiaffeggiando il braccio del fratello e abbracciando da dietro Stana che se la ride.
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4.00 P.M. Los Angeles Zoo & Botanical Gardens
“Ops… mi sa che abbiamo un problema ragazzi.” Dice Jeff vedendo all’ingresso dei paparazzi.
“Forse non sono qui per noi.” Commenta Nathan.
“Ragazzi, se sono qui per noi sanno che siamo assieme quindi è inutile nasconderci.” Afferma Stana.
“Quindi andiamo?” Domanda Nathan.
“Aspetta, che lo copro.” Dice Stana tirando su il cappuccio a Dylan che è addormentato sulla spalla del padre mentre Jeff fa lo stesso con le figlie.
“Ragazze, ora ci faranno tante foto e tante domande non dovete parlare e dovete tenerci sempre per mano. Ok?” Spiega Jeff prendendo Allison in braccio mentre Sophia prende per mano Stana.
“Pronti?” Domanda Nathan sistemando meglio Dylan.
“Ok… andiamo!” Afferma Stana incamminandosi con il gruppo verso l’uscita.
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“Stana, Nathan siete tornati assieme?”
“Nathan sei il padre di Dylan?”
“Nathan, da quanto state assieme?”
Come previsto vengono bombardati da un milione di domande mentre cercando di farsi largo per raggiungere le macchine.
“Jeff, che ci dici di Stana?”
Le domande proseguono come i vari flash che infastidiscono le bambine mentre Dylan si sveglia di soprassalto per il fracasso che lo circonda.
“Papà…” Sussurra cercando di alzare la testa ma Nathan gliela tiene giù dicendo: “Ssshhh… resta giù.”
“Stana, cosa ci dici di Jon? State ancora assieme?”
“Non lo so ditemelo voi…” Scherza lei aprendo la portiera per permettere a Nathan di mettere Dylan sul seggiolino.
“Posso andare con lo zio?” Chiede Sophia al papà.
“No, sali.” Risponde allacciando la cintura a Allison.
“Anch’io voglio andare con la zia.” Afferma la piccola unendosi alle proteste della sorella.
“Ci vediamo a casa dei nonni.” Sussurra Stana all’orecchio di Sophia allacciando la cintura alla bambina.
Una volta sistemate le bambine Stana raggiunge Nathan che ha già messo in moto e la sta aspettando mentre i paparazzi continuano a scattare foto.
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5.00 P.M. Fillion’s house
“Ci hanno fatto tantissime foto!” Racconta Allison al nonno mentre Cookie distribuisce i panini alla nutella che ha preparato per i nipotini.
“Mi dispiace non immaginavo fossero così tanti.” Afferma Stana aiutando Allison ad aprire il succo.
“Andiamo sul giornale?” Chiede eccitata Sophia.
“Tranquilla Stana… come vedi sono elettrizzate dall’idea di essere state fotografate.” La rassicura Jeff.
“Oddio… metteranno le foto dei piccoli su quei giornaletti stupidi?” Domanda preoccupata Cookie.
“Mamma, i visi dei bambini saranno offuscati. Non posso pubblicare foto di minori senza il consenso dei genitori.” Le spiega Nathan.
“Ah… meno male.” Afferma tirando un sospiro di sollievo.
“Mamma, non ne voglio più.” Dichiara Dylan consegnando il panino alla donna.
“Sicuro? Lo sai che se finisce in mano a papà non lo vedi più.” Gli ricorda lei consegnando il panino a Nathan.
Dylan annuisce bevendo il succo.
“Vuoi che la nonna ti prepari qualcos’altro?” Chiede dolcemente Cookie al nipotino.
Il piccolo nega con la testa lasciandosi pulire le mani e la bocca dalla mamma.
“No, grazie nonna.” Risponde Stana per lui.
“Ma non ha mangiato nulla.” Commenta Cookie.
“Mamma, per favore. Non muore di fame te l’assicuro.” Interviene Nathan zittendo la madre.
“Zia, colori con me?” Domanda Allison avvicinandosi con un quaderno e un astuccio di colori.
“Si, vieni tesoro.” Risponde Stana aiutando la piccola a sistemarsi sulle sue gambe.
Dylan trovata la borsa della mamma sul divano inizia a trafficare alla ricerca di qualcosa d’interessante mentre Sophia si unisce alla sorella e alla zia.
Dopo un paio di minuti, Dylan torna con il ciuccio in bocca e qualcosa d’interessante in mano.
“Papà, mi gonfi il palloncino.” Chiede alzando l’oggetto in alto permettendo così a tutti di vederlo.
Jeff scoppia ridere; Nathan spalanca gli occhi guardando il figlio che si avvicina; Cookie osserva schioccata il nipotino; Bob guarda Stana che sembra non essersi accorta di niente impegnata a colorare con le nipotine.
“Anch’io voglio un palloncino!” Esclama Allison guardando il cuginetto.
“Anch’io!” Fa eco Sophia.
“Oddio…” Sussurra Stana alzando la testa e accorgendosi finalmente di quello che ha in mano il figlio.
“Lo gonfi, papà?” Chiede di nuovo il piccolo arrivando davanti a lui.
Nathan lo strappa dalle mani del figlio dicendo: “Non è un palloncino.”
“È mio!” Protesta Dylan allungandosi nel tentativo di riprenderselo.
“Non è un gioco.” Cerca di spiegargli Nathan alzandosi per andare a buttarlo via.
“No… è mio!” Esclama il piccolo.
“Dove l’hai trovato?” Chiede curioso Jeff.
“Grillo, non è un gioco per piccoli.” Ripete Nathan al figlio.
Dylan, estrae dalla tasca altri tre “palloncini” uguali.
“Ma da dove gli ha presi?” Chiede schioccata Cookie.
“Amore, dove gli hai trovati?” Chiede Stana prendendo a Dylan anche gli altri tre.
“Noooo!” Grida scoppiando in lacrime.
“Cosa sono?” Chiede Sophia.
“Io voglio un palloncino!” Afferma Allison mentre i cinque adulti imbarazzati per la situazione non sanno da che parte iniziare.
Stana controlla le tasche del figlio per assicurarsi che non ce ne siano altri mentre Jeff riesce a trovare la scatola aperta sul divano accanto alla borsa della donna.
“Sono tuoi?” Chiede entrando con la scatola di preservativi in mano.
“No.” Risponde Stana imbarazzata diventando paonazza.
“Sono miei.” Ammette Nathan togliendo la compagna dal centro dell’attenzione e recuperando scatola e preservativi.
“Papà, cosa sono?” Chiede Sophia mentre Nathan esce di casa per portare quelle cose in macchina lontane da nipoti e figlio.
Dylan, in lacrime va verso l’ingresso indicando la porta.
“Amore, vieni… papà torna subito!” Afferma Stana mentre Jeff cerca di distrarre la figlia maggiore per evitare di rispondere.
“Zia, giochi con me?” Domanda Allison prendendo Stana per mano.
“Si tesoro, arrivo subito.” Risponde accarezzando la piccola sulla testa.
“Paappà!” Singhiozza Dylan vedendolo rientrare e precipitandosi da lui.
“Vieni… sei stanco?” Domanda prendendolo in braccio.
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11.00 P.M. Nathan’s house
“Non sono mai stata così imbarazzata in vita mia.” Ammette Stana ridendo raggiungendo Nathan a letto.
“È stato diverte soprattutto quando Jeff non sapeva più come distrarre Sophia. Voleva assolutamente una risposta.” Commenta tirando la donna a se.
“Sempre meglio di tuo figlio che voleva che lo gonfiassi come un palloncino.” Lo prende in giro lei scoppiando a ridere.
“Basta parlare…” Risponde mordendole il collo mentre con la mano destra le accarezza la coscia nuda.
“Mmm… cosa vuoi fare?” Chiede sorridendo.
“Voglio usare i palloncini.” Afferma aiutandola a liberarsi della maglietta.
“Allora bisogna gonfiare qualcos’altro per poterli usare.” Dichiara posizionandosi fra le gambe dell’uomo costringendolo a sdraiarsi.
“E come vuoi fare?” Domanda lasciandosi spogliare.
“Così…” Sussurra iniziando a massaggiargli il pene.
“E così…” Dice sensualmente leccandogli la cappella.
“E così…” Bisbiglia per poi prenderlo in bocca.
Nathan si lascia ricadere sui cuscini mentre il suo membro diventa sempre più duro.
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Giorno 216
3.00 A.M. Nathan’s house
“Oddio… sono esausto.” Afferma Nathan lasciandosi cadere a peso morto sul letto.
“Esagerato… ho fatto tutto io.” Scherza Stana finendo di asciugarti i capelli.
“Domani dovrò fare rifornimento… sono finiti.” Commenta lui guardando la scatola vuota di preservativi.
“Ma hai visto che ore sono?!!” Esclama preoccupata.
“Avevi d’andare da qualche parte?” Scherza lui guardando la sveglia.
Stana non risponde ma finisce di vestirsi velocemente.
“Dove vai?” Domanda Nathan.
“Vado a controllare Dylan… è strano che a quest’ora non sia ancora venuto a cercarci.” Risponde aprendo la porta.
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“Era sveglio?” Chiede Nathan vedendo la donna entrare con il figlio addormentato in braccio.
“Si…” Risponde poco convinta sistemandolo in mezzo al letto.
“Bugia… non sei brava a mentire.” Dice lui.
“Ok… dormiva.” Ammette sdraiandosi.
“Stana… avevamo…”
“Lo so cosa avevamo detto ma mi manca dormire con lui… tra un po’ sarà grande e non potrà più dormire con me… non potrò più coccolarlo.” Spiega accarezzando il viso del piccolo.
“Basta farne un altro!” Afferma Nathan sorridendo.
“Forse…” Risponde lei.
“Cosa?” Chiede meravigliato della risposta.
“Cosa?” Ripete lei.
“Hai detto forse… vuoi avere un altro figlio con me! Hai detto forse.” Afferma felice lui.
“La stanchezza mi sta facendo straparlare…” Commenta spegnendo la luce.
“Hai detto forse… ci stai pensando!” Esclama sorridendo.
“Buona notte.” Sussurra sorridendo.
“Guarda che me lo segno… hai detto forse.”
Stana non risponde, finge di russare per farlo stare zitto.
 

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Capitolo 10
*** NOVEMBRE PRIMA PARTE ***


Giorno 221
Ore 8.00 P.M. Gigi’s Pizza
“Vedo che abbiamo una new entry alla cena del venerdì!” Afferma Jon arrivando al tavolo dove Dylan, Stana e Nathan sono già seduti.
“Già… spero non ti dispiaccia.” Risponde Nathan facendo posto all’amico.
“Un po’ si. Eravamo abituati alla nostra intimità, vero tesoro?” Confessa Jon cercando l’appoggio dell’amica.
“In effetti si. Avevamo tutte le nostre cosine da fare.” Risponde Stana sta al gioco.
“Per curiosità cosa sono queste cosine?” Domanda Nathan.
“Sapessi… ci sono minori non si possono dire.” Afferma Jon.
“Dimmi Jon, vuoi che ti picchi ora o dopo cena?” Chiede Nathan sporgendosi in avanti verso l’amico.
“Ah… ecco la conferma che aspettavo!” Dice Jon strofinandosi le mani.
“È tornato?” Domanda a Stana.
“Già. Ti mancava vero?” Risponde lei accarezzando la coscia del compagno sotto il tavolo.
“Molto.” Conferma Jon.
“Di cosa state parlando?” Chiede confuso.
“Mr Fillion l’uomo primitivo è tornato tra noi. L’uomo più geloso al mondo.” Lo prende in giro Jon.
“Non sono un uomo primitivo!” Si difende Nathan.
“È la verità.” Controbatte Stana, ricevendo in risposta una linguaccia da parte di Nathan.
“Stana, abbiamo un problema.” Afferma Jon diventando serio all’improvviso.
“Che succede?” Domanda osservando nella direzione in cui sta guardando l’amico.
“Zio Dus!” Urla Dylan alzandosi in piedi sulla sedia per farsi vedere dall’uomo.
“Ok, restate qui.” Gli ordina Stana prendendo il figlio in braccio, andando incontro al fratello.
“Ehi… ciao. Che ci fai a Los Angeles?” Domanda Stana raggiungendolo.
“Ciao sorellina sono felice anch’io di vederti. Come state? Ciao campione.” Risponde prendendo il nipote in braccio.
“CIAO ZIO!” Esclama Dylan abbracciandolo.
“Stiamo bene. Tu? Cosa ci fai da queste parti?” Chiede curiosa Stana.
“Bene. Sono qui per un incontro di lavoro. Domani sarei passato a salutarvi. Con chi siete qui?” Domanda cercando di guardare oltre la donna per individuare il loro tavolo.
“Spostiamoci da qui… siamo un po’ in mezzo.” Afferma Stana trascinando il fratello più in la impedendogli così di vedere Nathan e Jon.
“Noi mangiamo la pizza.” Dichiara Dylan tutto contento.
“Buona. Potrei unirmi a voi, dato che sono solo.” Propone Dusan.
“Mi dispiace ma siamo qui con dei miei colleghi. Ma possiamo metterci d’accordo per domani. Che dici se…” Ma Stana viene interrotta dal figlio che tutto eccitato domanda allo zio: “Vuoi vedere il mio papà?!”
Stana a quelle parole si paralizza mentre Dusan cambia espressione diventando tutto serio.
“Il tuo papà? Allora è vero quello che dicono i giornali!?!” Domanda tra lo schioccato e l’incazzato.
“Dusan, prima che tu possa fare o dire qualcosa ascolta attentamente quello che sto per dirti: è stata una mia scelta e Dylan aveva il diritto di conoscerlo come lui aveva il diritto di sapere di avere un figlio. Ora per evitare sconvenevoli è meglio se fai finta di non aver sentito quello che ha appena detto tuo nipote e vai via. Ci vediamo domani, ok? Ti spiegherò tutto ma non ora.” Cerca di convincerlo Stana.
“Scherzi? Io non lascio che mio nipote, resti un’ora in più con quello stronzo.” Risponde arrabbiato.
“Mamma… ha detto una brutta parola.” Esclama Dylan puntando il dito contro lo zio.
“Dusan, per favore. Non è ne il momento ne il luogo adatto per fare una scenata. Ci vediamo domani.” Ribadisce Stana cercando di prendere Dylan.
“No, forse non hai capito. Prendete le vostre cose e andiamo via.” Afferma allontanandosi per impedire alla sorella di prendere il figlio.
“Noi non veniamo da nessuna parte. È mio figlio… è la mia vita. Decido io per me stessa e per lui.”
“Evidentemente non sei in grado di ragionare in questo momento quindi decido io per voi. Ora venite via con me. Subito!” Ordina Dusan superando la sorella e andando verso il tavolo per recuperare le loro cose.
Stana corre dietro al fratello cercando inutilmente di fermarlo.
“Bro, lascia parlare me.” Gli suggerisce Jon alzandosi in piedi vedendo Dusan venire spedito verso di loro.
“Dusan, è un piacere rivederti.” Lo saluta Jon.
“Spiacente per me no.” Risponde l’uomo afferrando la borsetta della sorella.
“Dusan, cosa ti ho detto? Noi restiamo qui. Fattene una ragione.” Afferma arrabbiata strappando la borsa dalle sue mani.
“Che succede?” Chiede Jon.
“Forse sei tu che non hai capito. Non ti ho dato una scelta. Andiamo.” Controbatte lui stringendo la presa su Dylan che sta cercando di scendere.
“Mi fai male…” Si lamenta Dylan allungandosi verso Stana.
“Lascialo andare.” Gli ordina Jon avvicinandosi pericolosamente all’uomo.
“Nessuno ha parlato con te.” Risponde Dusan. 
“Dusan, lascia subito MIO figlio.” Ordina Stana cercando ancora una volta di prendere il piccolo che sta per scoppiare a piangere.
“Adesso basta!” Urla Nathan alzandosi in piedi e avvicinandosi deciso al gruppetto.
“Che cazzo vuoi tu? Non hai nessun diritto di stare qui. Devi stargli lontano, capito!” Lo minaccia Dusan.
“Papà…” Singhiozza Dylan.
“Sei tu che devi lasciare stare la MIA famiglia.” Controbatte Nathan cercando di prendere il figlio dalle braccia dell’uomo.
“Non è la tua famiglia!” Controbatte Dusan non mollando la presa.
“Gli stai facendo male! Lascialo!” Grida Stana dando una sberla sulla guancia al fratello.
Dusan allenta immediatamente la presa portando una mano sulla guancia permettendo così a Nathan di prendere Dylan.
“C’è qualche problema signorina Katic?” Domanda il proprietario avvicinandosi.
“No, mio fratello se ne sta andando, vero?” Risponde Stana lanciando un’occhiataccia al fratello.
“Non è finita. Ci vediamo domani mattina.” Dice prima di andarsene.
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10.00 P.M. Nathan’s house
“Mi dispiace…” Si scusa Stana seduta sul divano con Dylan in braccio che sta bevendo la camomilla.
“Giuro che se mette ancora le mani addosso a Dylan lo prendo a pugni, anche se è tuo fratello!” Risponde arrabbiato sbattendo il pugno contro il mobile facendo sussultare Stana e Dylan.
“Nathan, per favore. Così lo spaventi e non mi sembra il caso.” Lo ammonisce lei.
“Perché non l’hai mandato via subito?” Chiede camminando avanti e indietro.
“Te l’ho già spiegato. Ci ho provato ma non è uno facile da intimorire.” Ripete per l’ennesima volta.
“Hai controllato che non abbia segni da qualche parte?” Domanda inginocchiandosi davanti a loro.
“Non ha niente. Puoi sederti e calmarti, per favore?!” Lo invita Stana.
“Meglio controllare un’altra volta.” Afferma con l’intenzione di spogliare il figlio ma viene bloccato.
“Smettila! Lo stai facendo agitare di nuovo.” Gli fa notare mentre Dylan stringe la presa sulla maglietta della mamma.
Nathan finalmente si siede, senza protestare, appoggiando la testa allo schienale chiudendo gli occhi.
Stana gli passa una mano fra i capelli spettinandolo.
“Mi dispiace… per le cose che ti ha detto.” Confessa Stana.
“Non chiedermi scusa… non è colpa tua, amore.” La rassicura alzando la testa per guardarla, allungando una mano per trovare quella di lei.
A Stana si forma uno splendido sorriso all’udire del nomignolo.
“Cosa c’è? Perché sorridi?” Domanda Nathan portando il viso accanto a quello di lei.
“Niente, AMORE.” Risponde Stana baciandolo.
“Ah è per quello, AMORE…” Dice baciandola di nuovo.
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Giorno 222
8.00 P.M. Nathan’s house
“Mamma…” La chiama Dylan strofinandosi gli occhi.
“Sono qui, amore.” Risponde Stana sedendosi sul bordo del letto e accarezzando il piccolo.
“Dove vai?” Domanda vedendola vestita con la borsa in mano.
“Devo uscire ma torno presto. Tu, torna a dormire c’è qui papà, vedi?” Gli fa notare accarezzando il braccio di Nathan che dorme beatamente.
Dylan allunga le braccia verso la mamma facendo una smorfia di disappunto.
“Amore, devo andare…” Bisbiglia Stana sollevandolo.
“Cosa state facendo? È presto… tornate a dormire.” Borbotta Nathan stiracchiandosi.
“Nate, dovrei andare ma il signorino qui non è intenzionato a mollarmi.” Spiega Stana accarezzando su e giù la schiena del piccolo che l’abbraccia forte.
“Ha ragione. Torna a dormire con noi.” Risponde aprendo a fatica gli occhi e rotolando vicino a loro.
“È questo il tuo modo di aiutarmi?” Domanda spettinandogli i capelli.
“Dove devi andare?” Domanda Nathan appoggiando la testa sulla gamba della donna.
“Devo vedermi con Dusan… Voglio andarci da sola per evitare ulteriori scenate.” Spiega Stana.
“Potrei venire con te.” Si autoinvita Nathan.
“Sul serio? Ti sembra il caso dopo la scenata di ieri?”
“Siamo o no una famiglia?” Chiede sfiorandole la guancia.
“Lo siamo…” Risponde baciandogli il palmo della mano.
“Dammi cinque minuti per svegliarmi e cinque per vestirmi.”
“Ok… Io chiamo Tam e vedo se è libera.”
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10.00 P.M. Coffee Bar
“Che cazzo ci fa lui qui?” Domanda Dusan raggiungendo la sorella al tavolo.
“Dusan, siediti.” Lo invita Stana.
“Non mi siedo al tavolo con lui!”
“Che ti piaccia o no lui resta quindi se vuoi parlare con me ti devi sedere.” Afferma Stana cercando di star calma.
“Ok… ma con lui non parlo.” Chiarisce sedendosi di fronte ai due.
“Tranquillo… parlo io. Tu mi devi solo star a sentire.” Spiega Stana bevendo un sorso di caffè prima di iniziare il suo discorso.
“Partiamo dal fatto che sono delusa dal tuo comportamento di ieri sera. Lasciami finire.” Lo blocca vedendo il fratello pronto a controbattere.
“So che l’hai fatto con buone intenzioni ma, non permetterti mai più, di portarmi via mio figlio. L’hai spaventato per non parlare del fatto che poteva farsi del male. Secondo non osare insultare o dire qualcosa di inappropriato su Nathan quando Dylan potrebbe sentirti. E sai perché ti dico questo?! Perché io e Nathan stiamo insieme. Siamo intenzionati ad andare a vivere assieme e vogliamo dare a Dylan la famiglia che si merita. Quindi ti avverto e, farai bene ad avvisare anche gli altri uomini Katic, che non voglio sentire o vedere comportamenti scorretti nei suoi confronti. Sono adulta, decido IO con chi stare e decido IO con chi sta mio figlio. Chiaro?” Afferma severa non staccando mai lo sguardo da quello di Dusan.
“Non approvo affatto questa cosa che c’è tra di voi ma so che non posso farti cambiare idea.” Risponde Dusan.
“Forse non hai capito… questa cosa, come la chiami tu, è amore. Noi ci amiamo e so che siete tutti incazzati con me per quello che le ho fatto e avete ragione ma ti assicuro che questa volta non succederà niente di tutto ciò. Questa volta è diverso. Non sono più il coglione di quattro anni fa. Io amo Stana e Dylan più della mia vita e ti giuro che sarò un ottimo padre, un ottimo fidanzato e forse in futuro, se tua sorella vorrà, anche un ottimo marito. Dusan, ti do il permesso di uccidermi se solo farò tanto così del male a tua sorella.” Assicura Nathan guardando l’uomo mentre Stana, vicina a lui, gli stringe la mano sorridendo.
“Non mi serve il tuo permesso. Falle del male e sei un uomo morto.” Lo avverte puntandogli il dito contro.
“Che belli questi discorsi da uomini primitivi di famiglia.” Scherza Stana afferrando entrambe le mani dei due.
“Devo andare ho un appuntamento di lavoro tra mezzora.” Afferma Dusan alzandosi.
“Grazie Dusan per averci ascoltato.” Lo saluta Stana abbracciandolo e baciandolo.
“Ti tengo d’occhio!” Avverte Dusan stringendo la mano a Nathan.
“Ci conto.” Risponde lui.
“Non è andata poi così male…” Afferma Nathan stringendola a se mentre guardano Dusan uscire dal locale.
“Direi che ti è andata più che bene. Uno dei miei ex, i miei fratelli, lo hanno lasciato a testa in giù per un giorno intero in mezzo al bosco.”
“Oddio… posso ritirare quello che ho detto prima?” Domanda preoccupato.
“Cioè? Vorresti rimangiarti il ti amo? Sei proprio un fifone!” Dice scandalizzata colpendogli accidentalmente le parti basse.
“Amore, se vuoi un altro figlio stai attenta!” L’avverte Nathan bloccandole le mani.
“Non so se voglio avere un altro figlio da te.” Afferma arrabbiata.
“Ma scherzavo, amore. Anche se dovessero appendermi per una settimana a testa in giù io ti amerei comunque.” Dichiara baciandole le labbra imbronciate.
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Giorno 225
5.00 P.M. Tamala’s house
“Wow… siete stupendi!” Dichiara Tamala ammirando a bocca aperta la coppia vestita di tutto punto.
Stana indossa un vestito lungo nero che le lascia tutta la schiena nuda e i capelli raccolti in un morbido chignon mentre Nathan veste un elegante smoking nero, camicia bianca, farfallino nero e dal taschino fuoriesce un fazzolettino color oro che richiama il colore dei dettagli del vestito della compagna.
“Siete fantastici!” Inizia a complimentarsi Tamala.
“Sarete la coppia più bella della serata!” - “Oddio… guarda questi dettagli in oro sul tuo vestito!” - “Per non parlare delle scarpe… sono altissime e incantevoli!”
“Direi che le siamo piaciuti.” Commenta Nathan sottovoce mentre Tamala non smette di complimentarsi.
“Grazie Tam.” Dice Stana sorridendo.
“Manca ancora una cosa!” Afferma Nathan recuperando un cofanetto dalla mensola e aprendolo davanti agli occhi della compagna.
“OH MIO DIO!” Strilla Tamala vedendo la raffinatissima collana d’oro accompagnata da due splendidi orecchini con la stessa trama.
“Nate!” Sussurra sorpresa Stana coprendosi la bocca con le mani.
“Tam, me lo puoi tenere?” Chiede Nathan consegnando all’amica il cofanetto.
“Certo!” Risponde prendendo l’oggetto mentre lui estrae la collana.
“Nate… non serviva.” Dice Stana lasciando che l’uomo gliela metta.
“Non serviva… mai io volevo.” Risponde baciandole la spalla nuda e guardandola nel riflesso dello specchio.
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6.00 P.M. Tamala’s house
“Amore, mi raccomando fai il bravo con la zia e quando arriva l’ora di andare a letto niente capricci, ok?” Dice Stana sbaciucchiando il piccolo.
“Sei bellissima!” Dichiara Dylan sorridendo.
“Grazie amore.” Risponde baciandolo ancora.
“Tesoro, tranquilla. Se succede qualcosa vi chiamo, se ho bisogno di qualcosa vi chiamo e se non rispondete lascio detto a Emily. Alle dieci lo metto a letto ma prima gli do la camomilla, gli faccio fare la pipì, lavare i denti e mettere il pigiama. Se non si addormenta subito gli leggo la storia, quella del grillo, mi ricordo anche di mettergli le mutandine per la notte così se fa la pipì non si bagna. Non gli do dolci altrimenti si ricarica e non dorme più. Ho dimenticato qualcosa?!” Afferma Tamala sapendo esattamente tutte le raccomandazioni che ogni volta le fa l’amica prima d’uscire.
“Ha imparato la parte a memoria, signorina Jones?!” Scherza Nathan recuperando il cellulare.
“Scusa… sono un po’ apprensiva, lo so. Mi dispiace.” Dichiara Stana sentendosi ripetere dall’amica tutte le cose che di solito dice lei.
“Scherzi?! Non ti devi scusare… lo capisco. Chi non sarebbe apprensivo con un figo così come figlio!” Scherza Tamala.
“Meglio se andiamo altrimenti rischiamo di arrivare in ritardo.” Afferma Nathan controllando l’orologio.
“Ok… ciao amore!” Dice Stana salutando per l’ultima volta il figlio.
“Buon divertimento, ragazzi. E buon debutto come coppia.” Dice Tamala accompagnandoli alla porta.
“Grazie. Ciao Grillo!” Salutano prima di raggiungere la limosine che gli aspetta.
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7.30 P.M. Beverly Hilton Hotel
“Ok… siamo arrivati. Sei pronta?” Domanda Nathan vedendo le centinaia di fotografi ai lati del red carpet davanti all’ingresso.
“Prontissima.” Risponde stringendogli la mano.
Una volta fermata la limosine un ragazzo apre lo sportello permettendo a Nathan di uscire per primo.
Nemmeno il tempo di scendere che Nathan viene chiamato a gran voce lui sorride e saluta cortesemente per poi rivolgersi a Stana.
“Mia signore!” Dice Nathan porgendo la mano per aiutarla ad uscire dalla macchina.
Stana fa un respiro profondo e agguantando la mano del compagno esce dal veicolo.
Centinaia di flash immortalano il momento dell’uscita dalla macchina della donna mentre Nathan le offre il braccio pronto a percorrere il tappeto rosso.
“Stana!” “Stana!” “Nathan!” “Giratevi!” “Di qui!” “Nathan!” “Stana!” “Da questa!” “Stana!” “Stana!” “Nathan!” “Giratevi!” “Di qui!” “Nathan!” “Stana!” “Da questa!” “Siete bellissimi!”
I fotografi iniziano a chiamarli a gran voce da destra e da sinistra.
Stana e Nathan si concedono volentieri da entrambi le parte non staccandosi mai l’uno dall’altro e non smettendo mai di sorridere.
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Una volta entrati nella hall Emily gli accoglie.
“Ciao ragazzi, siete stupendi! Allora ho già parlato con i giornalisti… ho detto loro che risponderete solo ed esclusivamente a domande riguardanti la serata di beneficienza ma sono sicura che vi faranno anche domande personali. Vedete voi come gestire la cosa.” Spiega la manager accompagnandoli nella zona delle interviste.
“Grazie Emily. Conto nel tuo, solito, intervento quando ti accorgerai che le domande stanno andando oltre.” Risponde Stana.
“Ok. Andiamo.” Afferma per poi rivolgersi al primo giornalista.
“Ciao Harold, come promesso gli faccio partire da te. Mi raccomando hai cinque minuti.” Dice Emily al giornalista per poi lasciar campo libero per l’intervista.
Nathan e Stana rispondo a tutte le domande poste dai reporter e dopo mezzora d’interviste arrivano all’ultima giornalista. Una loro famosa conoscenza dei tempi di Castle che ha sempre tifato per lo e la loro relazione. Una Stanathan convinta fin dai primi anni della serie tv.
Come previsto dopo le solite domande sulla serata di beneficienza a cui stanno per partecipare la donna passa all’attacco con le domande su la loro vita privata.
“Abbiamo visto le vostre foto sui giornali mentre uscivate dallo zoo. Cosa potete rivelarci sulla vostra relazione?” Chiede Jennifer.
“Eccola… Chissà perché ma immaginavo che tirassi fuori una delle tue domande.” Scherza Nathan.
“E sei stata brava… sono passati già quattro minuti dall’inizio dell’intervista e solo ora sei passata a questo tipo di domande. Anni fa ci chiedevi di noi e poi della serie tv.” Aggiunge sorridendo Stana.
“Sono migliorata.” Risponde Jennifer ridendo.
“Sulla nostra relazione possiamo dirti che stiamo assieme. Ti basta?!” Afferma Nathan facendo ridere le due donne.
“Grazie, Nathan. Molto gentile da parte tua rivelarci qualcosa di già comprovato. Ad esempio, potreste dirci qualcosa su Dylan: è vostro figlio?” Domanda curiosa la donna.
Stana e Nathan si scambiano uno sguardo e come spesso accade riescono a capirsi anche senza parlare.
“Jennifer, stasera è la tua serata fortunata.” Inizia Nathan.
“Risponderemo alla tua domanda ma poi ci devi promettere di lasciarci andare.” Continua Stana.
“Certo!” Risponde eccitata la giornalista curiosa della risposta.
“Si, Dylan, è nostro figlio.” Ammette Nathan.
La donna fa un urlo di gioia saltellando leggermente sul posto attirando l’attenzione di tutti.
“Wow… sembri contenta.” Commenta Stana.
“Altro che… per me e per molti fan che da anni sognano di vedervi assieme questo è un miracolo. Non solo state assieme ma avete anche fatto assieme un bambino!” Spiega Jennifer elettrizzata.
“Jennifer, te li devo rubare. La cerimonia sta per iniziare.” Interviene Emily.
“Ciao ragazzi… alla prossima!” Gli saluta con un sorriso enorme Jennifer.
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9.30 P.M. Beverly Hilton Hotel
“Stana!”
Si sente chiamare da qualcuno.
“Guarda chi si vede!” Esclama Stana vedendo l’uomo avvicinarsi.
“Ciao splendore!” La saluta George abbracciandola e baciandola sulla guancia.
“Ciao George.” Risponde ricambiando i saluti.
“Ti trovo bene.” Commenta Stana sistemandogli la giacca.
“Anche tu. Bellissima e in forma come sempre!” Afferma ammirandola.
“Immagino che quell’uomo laggiù sia il tuo accompagnatore?!” Dichiara indicando dietro di lei.
“Indovinato. Aspetta che te lo presento altrimenti fa il geloso per tutta la sera.” Dice prendendolo sottobraccio e portandolo verso Nathan.
“Nathan, ti voglio presentare George.” Dice Stana.
“Salve piacere di conoscerla signor Clooney. Sono Nathan… Nathan Fillion.” Saluta stringendo la mano all’uomo.
“Ciao Nathan. Dammi del tu. I nostri padri quando non donano soldi passano il tempo a giocare a golf assieme.” Lo informa George ricambiando la stretta.
“Giusto. Vuoi unirti a noi?” Domanda educatamente Nathan.
“No, grazie. La mia accompagnatrice si è già sistemata in un altro tavolo. La stavo giusto raggiungere e poi non vorrei mai mi uccidessi durante il pasto.” Scherza l’uomo.
“Cosa?” Chiede confuso Nathan.
“Ti ho visto lanciarmi una decina di maledizioni quando ho abbracciato la tua ragazza per salutarla… e hai perfettamente ragione. Sarei geloso anch’io. Anzi ti consiglio ti tenere gli occhi ben aperti… qui ci sono tanti vecchi pieni di soldi, soli ed annoiati che non vedono l’ora di trovare una giovane e bella donna da conquistare.” Spiega George facendo ridere tutti.
“George, è stato un piacere rivederti!” Ammette Stana.
“Anche per me. Vado prima che mi soffino la ragazza.” Scherza salutando e lasciandoli soli.
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11.30 P.M. Beverly Hilton Hotel
“Sei un ottimo ballerino.” Si complimenta Stana.
“Grazie, tutto merito di Nat.” Spiega Jeff.
“A proposito di Nate chi è quella?” Domanda Stana vedendo una donna seduta al suo posto accanto al suo uomo.
“Vuoi che menta o vuoi sapere la verità?” Chiede Jeff.
“Devo risponderti o sai già la risposta?!” Risponde lei.
“Ok… è la sua ex. Michelle. Sono stati assieme sei mesi… è stato il rapporto più lungo che ha avuto dopo di te.” Racconta lui.
“Era innamorato?” Domanda lei senza mai staccare gli occhi dalla coppia.
“Penso di si ma Stana non è paragonabile al vostro amore.” Chiarisce lui stringendo la presa sulla mano continuando a ballare.
“Jeff, sei molto gentile a difendere tuo fratello ma in questo momento potrei commettere un omicidio se quella non smette di toccarlo.” Dichiara Stana osservando con sguardo assassino Michelle che passa una mano sul petto di Nathan.
“E dopo dici a noi Fillion che siamo gelosi e possessivi…” Commenta Jeff cercando di tirarla al centro della pista da ballo per distrarla.
“Cosa pensi di fare?” Domanda opponendo resistenza.
“Stana, sono io l’uomo dovrei guidare io.” Le spiega lui.
“Si bravo… inventatene un’altra… forse sarai più fortunato. Non mi sposto da qui fino a quando quella non se ne va.” Chiarisce Stana.
“Non facciamo prima ad andare lì ad interromperli?” Propone Jeff.
“Non credo proprio… sto cronometrando quanto ci mette quella tipa ad alzare i tacchi. Così poi potrò interrogare tuo fratello per sapere cosa si sono detti e sul perché ci ha messo così tanto a liberarsi di lei.” Spiega lei costringendo Jeff a restare su quel lato della pista dove la visibilità è ottima.
“Sempre detto che voi donne siete diaboliche.” Afferma sorridendo.
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“Sono già quindici minuti che è lì!” Afferma irritata.
“Possiamo andare a sederci? Sono stanco.” Ammette Jeff.
“Tu, resti qui. So che se ti lascio andare ti precipiti da tuo fratello e inizi a fare gesti per fargli capire che deve liberarsi di quella donna. Sono una donna, Jeff, cerca di non dimenticarlo.” Lo ammonisce Stana guardandolo negli occhi.
“Si nota fin troppo…” Commenta lui.
“Dove sono finiti! Non ci sono più!” Dice allarmata guardandosi attorno.
“Cambio ballerino!” Esclama Nathan apparendo alle spalle di Stana e prendendo il posto del fratello.
“Sappi che la tua donna mi mette ansia… ha di quelle idee omicide allucinanti.” Scherza Jeff lasciandoli soli.
“Ehi…” Sussurra Nathan.
“Ehi…” Risponde sorridendo.
“Vuoi uccidermi?” Chiede.
“Non ora… Adesso c’è la nostra canzone e voglio solo ballare con te.” Ammette Stana sentendo le prime note di “Can’t Help Falling In Love” (Elvis Presley).
Nathan sorride, baciandola sulla fronte e stringendola a se mentre lei appoggia la testa sulla sua spalla godendosi le note della loro canzone e il calore dell’abbraccio del compagno.
 

Like a river flows surely to the sea (Come un fiume scorre verso il mare)
Darling so it goes (Tesoro va così)
Some things are meant to be (Alcune cose sono destinate a essere così)
Take my hand, take my whole life too (Prendi la mia mano, prendi anche la mia intera vita)
For I can’t help falling in love with you (Perché non posso fare a meno di innamorarmi di te)

Nathan canta dolcemente all’orecchio di Stana mentre lei emozionata gli slaccia la giacca e passando le braccia attorno al bacino stringendosi ancor di più a lui.
“Ti amo…” Sussurra lei al termine della canzone perdendosi nel mare azzurro dei suoi occhi.
“Ti amo…” Risponde baciandola delicatamente sulle labbra.

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Capitolo 11
*** NOVEMBRE SECONDA PARTE ***


Giorno 226
3.00 P.M. Nathan’s house
“Dove vai?” Chiede Stana vedendolo con le chiavi in mano.
“Ho un appuntamento.” Risponde recuperando il cellulare.
“Con chi?” Domanda lei.
“Con… con un mio amico. Non lo conosci. Vado perché sono già in ritardo.” Dice baciandola sulla fronte per poi sparire.
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Giorno 228
11.00 P.M. Nathan’s house
“Ok… ciao. Grazie.” Dice Nathan riattaccando.
“Cosa mi stai nascondendo?” Domanda Stana beccando il compagno in bagno con il cellulare.
“No… era solo il mio amico. Doveva chiedermi una cosa.” Risponde prontamente Nathan cercando di abbracciarla.
“A quest’ora di notte? Io sarò pessima a mentire ma tu non sei meglio!” Afferma indietreggiando.
“Dove scappi, amore!” Dice afferrandola per la vita, tirandola a se.
“Non chiamarmi amore. Odio quando mi tieni nascoste le cose.” Dichiara mettendo il muso.
“Conosco un metodo per farti passare tutto…” Sussurra mordicchiandogli il collo.
“Stai cercando di distrarmi per non rispondere alle mie domande.” Afferma lei.
“Assolutamente no… voglio fare l’amore con te.” Spiega lui spingendola dolcemente contro il muro.
“Scoprirò cosa stai tramando alle  mie spalle…” Bisbiglia lasciandosi spogliare.
“Ok… adesso baciami.” Le ordina Nathan.
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Giorno 232
3.00 P.M. Echo Park
“Dov’è Nathan?” Chiede Stana raggiungendo Jeff.
“Non ne ho idea… mi ha chiesto di prendere Dylan con noi perché lui doveva sbrigare delle faccende.” Spiega lui.
“Vedo che non sono l’unica che in questo periodo non sa mai dov’è…” Commenta sedendosi accanto a lui.
“Perché è già successo?” Domanda curioso Jeff.
“Si… spesso. Anzi troppo spesso e sto iniziando a perdere la pazienza.” Ammette mordendosi nervosamente l’unghia.
“Ehi… sono certo che c’è una spiegazione. Non pensare subito al peggio.” Cerca di tirarla su Jeff.
“Jeff… non cercare di giustificarlo. Nathan sa che odio quando non so cosa succede, sa che voglio avere sempre tutto sottocontrollo e sa che nascondermi le cose non è mai una buona idea.” Afferma Stana.
“Ok… sto zitto. Non voglio immischiarmi ma almeno permettimi di coccolarti un po’ offrendoti un super frappé. Dai vieni!” Annuncia alzandosi e porgendo una mano alla donna.
“Ok… solo perché sei tu.” Risponde afferrando la sua mano.
“RAGAZZI!” Urla Jeff.
“Mamma!” Esclama Dylan accorgendosi solo in quel momento della sua presenza.
“ZIA!” Gridano felici correndo verso di lei Allison e Sophia.
“Ciao bellissime… ciao amore!” Saluta Stana baciando tutti e tre i piccoli.
“Ragazzi, vi va un super frappé?” Chiede Jeff.
“SIII!” Rispondono in coro i tre.
“Andiamo allora!” Dice Stana prendendo Allison e Dylan per mano mentre Jeff carica in spalle Sophia.
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Giorno 235
10.00 A.M. Nathan’s house
“Pronto?”
“Chi parla?” Domanda Stana guardando il display del cellulare per assicurarsi di aver fatto il numero giusto.
“Ah… scusa forse cercavi Nathan.” Risponde la donna.
“Già… è lì?” Chiede irritata Stana.
“No… è uscito un attimo. Se vuoi gli dico che hai chiamato.”
“Non serve… lo richiamo più tardi.” Afferma Stana trattenendosi per non urlare a quella stronza che si è permessa di rispondere al cellulare del SUO uomo.
“Ok… ciao!”
“Ciao un bel corno!” Risponde premendo il tasto rosso.
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Giorno 242
3.00 P.M. Tamala’s house
“Che succede, tesoro?” Chiede preoccupata Tamala vedendo l’amica pensierosa.
“Non so… sono confusa…” Risponde passandosi una mano fra i capelli.
“Confusa? Non capisco… spiega.” La invita Tamala passandole la tazza di caffè.
“Si tratta di Nathan. È un periodo che è strano. La sera è sempre stanco, è distratto, confabula al telefono in continuazione e non so con chi, non ha mai tempo per noi. Insomma è strano e non riesco a capire cosa sta succedendo. Non voglio pensare che ne ha un’altra ma non mi viene in mente un altro motivo che possa giustificare il suo comportamento.” Spiega Stana.
“A letto com’è?”
“Ma cosa c’entra quello?” Domanda confusa.
“Fidati… rispondi alla mia domanda: a letto com’è tra voi?” Insiste Tamala.
“È fantastico ma è sempre stato così tra noi.” Risponde Stana bevendo un sorso di caffè.
“Sono sicura che ci sarà una spiegazione a tutto questo. Hai provato a parlargli?”
“Si, e sai cosa ha risposto: “Sto aiutando un amico per un progetto.” Ma non ha voluto dirmi di cosa si tratta. Non so cosa pensare!” Afferma abbattuta.
In quel momento le due donne vengono interrotte dal suono del cellulare di Stana.
“Pronto…”
“Si sono io. Cosa succede?” Domanda preoccupata sentendo il pianto di un bambino.
“Cosa ci fa Dylan da voi? Dov’è Nathan?” Chiede confusa mettendosi la giacca.
“Arrivo subito.” Dice riattaccando raccogliendo la borsa.
“Ti accompagno, andiamo!” Si offre Tamala.
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In macchina…
“E dopo mi dici che non devo pensar male?! Era il padre di Nathan… Dylan si è fatto male e Nathan non c’è. Doveva passare il pomeriggio con lui ma evidentemente aveva altri progetti.” Spiega arrabbiata all’amica guardando fuori dal finestrino.
“Ti ha detto cosa si è fatto Dylan?” Domanda cambiando argomento.
“Non lo so. So solo che sentivo le sue urla. Giuro che lo uccido se si è fatto male seriamente.” Risponde nervosa.
“Cerchiamo di restare calmi.” Le raccomanda Tamala fermandosi al semaforo.
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4.00 P.M. Fillion’s house
“Per fortuna sei qui.” Esclama Bob vedendo il figlio entrare.
“Cos’è successo?” Domanda Nathan avvicinandosi alla madre con Dylan in braccio che piange disperato.
“È caduto dalle scale.” Ammette Cookie premendo il panno sulla ferita alla testa.
“Ma è sangue!” Afferma angosciato prendendo il figlio col tentativo di calmarlo.
“Abbiamo chiamato Stana sta arrivando!” Lo informa Bob.
“Oddio! Dobbiamo portarlo all’ospedale controllare che non abbia nulla di rotto.” Dice iniziando a spartire ordini a destra e a manca.
“Predi la giacca di Dylan.”
“Papà prendi le chiavi dalla mia tasca, guidi tu.”
“Mamma, mentre andiamo all’ospedale chiama Stana e dille che ci troviamo direttamente là.”
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5.00 P.M. Cedars Sinai Midical Center
“Dov’è?” Domanda avvicinandosi a Cookie e Bob in sala d’attesa.
“Stana, qui… vieni!” La chiama Nathan dal corridoio.
Stana corre verso l’uomo entrando con lui in una stanza.
Dylan è seduto sul lettino con un medico e un’infermiera che cercano di visitarlo mentre lui continua imperterrito a urlare. Quando il piccolo vede la mamma inizia a piangere più forte allungandosi per arrivare a lei.
“MA… MA… MAMMA!”
“Amore…” Dice Stana precipitandosi al suo capezzale.
“Immagino lei sia la madre. Lo prenda in braccio così vediamo se riusciamo a calmarlo.” La invita il dottore.
Stana non se lo fa ripetere due volte, prendendo il piccolo stringendolo a se, spaventata dal taglio sulla testa mentre Dylan si aggrappa forte alla sua camicia nascondendo il viso nella piega del suo collo.
“Vi lasciamo un attimo soli.” Dichiara il dottore uscendo assieme all’infermiera.
“Ssshhh… amore sono qui. Tranquillo!” Cerca di consolarlo Stana dondolando avanti e indietro.
“Mi dispiace… non avrei mai dovuto lasciarlo solo.” Dice mortificato Nathan.
Stana lo ignora completamente continuando nel suo intento di far rilassare il figlio mentre Nathan prosegue con le sue scuse e giustificazioni.
“Puoi stare zitto!!!” Lo ammutolisce lei.
“Scusa volevo solo spiegarti che…”
“Non mi interessa sentire le tue scuse. Mi stai solo facendo innervosire e devo star calma per poter tranquillizzare lui. Quindi zitto!” Afferma Stana irritata dalla presenza dell’uomo.
Nathan non dice nulla e si siede in un angolo della stanza tenendo sempre gli occhi su di loro.
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6.00 P.M. Cedars Sinai Midical Center
“Allora, ora con i risultati in mano, abbiamo la certezza che non ha nulla di rotto e nemmeno delle lesioni interne. Per quando riguarda il taglio sulla testa dopo, averlo visitato e medicato con cura, possiamo confermare che è una ferita superficiale ma per precauzione stanotte lo teniamo qui. Domani mattina ripeteremo di nuovo gli esami e se sarà tutto ok vi lasceremo andare a casa. Avete qualche domanda?” Domanda gentilmente il dottore, estraendo dal taschino una caramella morbida per Dylan, che sta giocando con lo stetoscopio dell’uomo.
“No è stato molto esauriente.” Risponde sorridendo Stana scartando la caramella.
“Bene. Rosy vi accompagnerà in reparto per assegnarvi una stanza. Passerò tra un paio d’ore a controllare che sia tutto ok. Comunque se avete bisogno non esitate a farmi chiamare.” Spiega il medico stringendo la mano ai due per poi andarsene.
“Seguitemi vi accompagno di sopra.” Dice l’infermiera aprendo la porta.
“Ehi… come sta il mio principino?” Domanda Tamala avvicinandosi.
“Cosa vi hanno detto?” Chiede Cookie al figlio.
“Tutto ok. Per stasera lo tengono in osservazione per la botta alla testa.” Risponde Nathan.
“Vado a casa a prendere il cambio per te e Dylan, ok?” Si offre Tamala non entrando in ascensore assieme al gruppo.
“Si, grazie.” Risponde Stana prima che le porte si chiudano.
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8.00 P.M. Cedars Sinai Midical Center
“Spero di non aver dimenticato nulla.” Afferma Tamala estraendo le cose dalla borsa.
“Non preoccuparti se manca qualcosa chiedo alle infermiere. Mi passi, per piacere,  l’accappatoio e il beauty che vado a lavarlo.” Chiede gentilmente all’amica.
“Posso aiutarti?” Domanda Nathan speranzoso.
“Hai fatto abbastanza per oggi, vai a casa.” Risponde Stana proseguendo per il bagno sotto lo sguardo triste dell’uomo.
“Nathan, mi dispiace è colpa nostra. Dovevamo stare più attenti.” Afferma dispiaciuta Cookie.
“No, mamma. È colpa mia. Adesso perché non andate… vi chiamo domani. Ok?” Dice accompagnando i genitori verso l’ascensore.
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Tamala sta sistemando le cose del nipotino quando lo vede rientrare.
“Ehi… non prendertela è solo preoccupata per Dylan…”
“…ed è impensierita dal tuo comportamento dell’ultimo periodo.” Aggiunge dopo un attimo.
“Dal mio comportamento?” Domanda sorpreso.
“Forse dovresti dirle cosa stai combinando realmente.” Gli consiglia Tamala.
“E tu come fai a saperlo?”
“Jon… è un pettegolo, lo dovresti sapere.” Scherza facendolo ridere.
“Comunque sul serio parlale. È convinta che tu abbia una relazione con un’altra donna.” Ammette sedendosi accanto a lui.
“Ora capisco perché mi ha fulminato con gli occhi per tutto il pomeriggio.” Afferma Nathan.
“È molto dolce quello che stai facendo ma a meno che tu non voglia goderti la tua sorpresa da solo ti conviene condividere con lei il tuo progetto.” Gli suggerisce Tamala.
“Sempre se lei vuole ascoltarmi.” Ammette lui.
In quel istante la porta del bagno si apre e Stana fa la sua comparsa con Dylan mezzo addormentato sulla sua spalla.
“È stanco il nostro pulcino…” Commenta Tamala spostando le coperte per permettere a Stana di sistemarlo a letto.
“Mamma…” Sussurra Dylan.
“Mi passi il ciuccio… ssshhh… dormi… tranquillo amore….” Dice all’amica mentre cerca di tranquillizzare il piccolo.
Dopo un paio di minuti di coccole e paroline dolci Dylan finalmente si addormenta.
“Ragazzi vi lascio soli… mi raccomando: tu parla e tu ascolta.” Gli raccomanda Tamala indicando prima Nathan e poi Stana.
“Grazie di tutto.” La ringrazia Nathan.
“Grazie Tam. A domani.” La saluta Stana abbracciandola.
Guardano l’amica baciare sulla guancia Dylan per poi uscire dalla stanza.
“Stana…”
“No zitto… non voglio parlare.” Lo blocca lei.
“No, lo dico io. Adesso mi ascolti!” Ordina obbligandola a sedere sulle sue gambe.
“Ma…” Cerca di protestare.
“Ssshh… prima d’iniziare a insultarmi, ascoltami.” La zittisce lui mettendole un dito sulle labbra.
Stana sbuffa mettendosi a braccia conserte mentre lui le sposta una ciocca di capelli dal viso sussurrando: “Sei bellissima, anche con il musetto imbronciato.”
A quella frase fa per alzarsi ma lui la tiene stretta dicendo: “Ok, ho capito niente giochetti.”
“Non so cosa stia frullando in quella tua bella testolina ma un uccellino mi ha suggerito di spiegarti cosa combino quando sono solo, anche se avrei preferito darti il tuo regalo a Natale. Ma viste le circostanze sono costretto a confessare ora, prima che mi cacci di casa per colpa della tua gelosia.” Spiega Nathan.
Stana alla parola regalo si rasserena un po’ ma prima di rilassarsi del tutto vuole sentire tutta la storia per capire se la giustificazione che le darà sarà plausibile o meno.
“Ho comprato una casa. Una casa tutta nostra!” Confessa tutto d’un fiato aspettando la reazione della donna.
“Una casa?!” Chiede sbalordita lei mentre si sta dando mentalmente della stupida per aver pensato subito al peggio.
“Si una casa. Sai quelle costruzioni dove ci vivono dentro le persone?” La prende in giro Nathan guadagnandosi una sberla sul petto.
“AHI! Io ti regalo una casa e tu mi pic…”
Stana non gli lascia finire la frase perché si avventa sulle sue labbra facendogli quasi cadere dalla sedia.
“Sei un cretino! Ho l’ansia da venti giorni per il tuo strano comportamento! Avevo anche pensato di pedinarti!” Lo rimprovera Stana con le lacrime agli occhi per la gioia.
“Ma guarda un po’ te… me le devo anche sentire per aver voluto fare una sorpresa…” Dice facendo il finto offeso.
“Smettila di fare la vittima. Qui la vittima sono io che è quasi un mese che soffro… una notte ho addirittura pensato di legarti al letto e di tenerti prigioniero fino a quando non confessavi.” Ammette Stana sorridendo.
“Volevi farmi prigioniero?! E dopo dici a me che sono troppo geloso…” Commenta baciandole il mento.
“Sei mio e solo mio. Anzi sei nostro e solo nostro.” Sussurra sulle sue labbra per poi baciarlo appassionatamente.
“E non vorrei essere di nessun’altro.” Conferma riprendendo a baciarla stringendola a se.
“A proposito… chi è quella donna che mi ha risposto al tuo cellulare dieci giorni fa?” Chiede guardandolo male.
“Sahara, ti ricordi di lei? Ha arredato il loft di Castle e casa di Beckett.” Le ricorda lui.
“Oh si… certo che me la ricordo.” Risponde sorridendo.
“Ecco… lei mi sta aiutando ad arredare casa nostra.” Ammette facendo un enorme sorriso alle parole “casa nostra”.
“Ok, ti credo.” Dice Stana baciandolo.
Un brontolio di pancia interrompe i due facendo staccare ridendo.
“Hai fame mia dolce terrorista?!” Domanda prendendola in giro.
“Non sono una terrorista…” Brontola lei.
“Come no?!! Mi hai fulminato tutto il giorno con i tuoi raggi inceneritori.”
“Te lo sei meritato. Comunque parlando seriamente sono felicissima per la casa. È stato un pensiero molto dolce. Ci avevo pensato anch’io ma tu mi hai preceduta e non vedo l’ora di iniziare la nostra vita di famiglia nella nostra casa nuova.” Afferma emozionata abbracciandolo.
“Anch’io amore. Non vedo l’ora di vedere i nostri figli correre in giro per casa, litigare per l’ultima fetta di torta, calpestare i fiori che mio padre avrà sistemato con cura, tu che ti arrabbierai perché non vogliono fare i compiti e io che mi divertirò un modo a giocare con loro.” Racconta con sguardo sognante.
“Spiegami perché dovrei fare io il poliziotto cattivo?” Domanda Stana.
“Perché io sono quello buono.” Risponde sorridendo.
“Ovviamente, ti scegli, come sempre, la parte meno faticosa e difficile.” Afferma alzandosi.
“Sei tu il capo famiglia. Basta vedere con Dylan… con te è bravo, ubbidisce con me fa lo sciocco e se gli dico di andare a destra va a sinistra.” Spiega raggiungendola.
“Forse è perché gli fai fare quello che vuole!” Commenta Stana cercando il portafoglio nella borsa.
“Vado io a prendere qualcosa per cena. Tu resta qui.” Si offre capendo le sue intenzioni afferrando la giacca.
“Ok. Fai veloce però.” Gli raccomanda baciandolo.
“Si mia signora.” Risponde baciandola di nuovo.
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Giorno 248 - Thanksgiving Day
5.00 P.M. Nathan’s house
“Per il tacchino ci vogliono ancora due ore circa.” Annuncia Tamala uscendo dalla cucina.
“Oddio se cucini tu io non mangio… non voglio morire giovane!” Dice ironicamente Jon.
“Molto spiritoso…” Controbatte facendogli la linguaccia.
Jon prende due popcorn tirandogli in faccia all’amica.
“Jon!” Grida prendendone un pugno e ricambiando il favore dando inizio così ad una vera e propria guerra a suon di popcorn.
“Anch’io!” Urla Dylan unendosi ai due.
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Mezzora dopo
“È esplosa una bomba!?!” Domanda Jeff entrando per primo in soggiorno.
“Che cavolo…” Sussurra Stana vedendo il divano e il pavimento cosparso di popcorn.
“Cos’è sto porcile!” Afferma Nathan appoggiando le borse sul tavolo.
“Sono popcorn!” Esclama Allison assaggiandone uno.
“Buoni!” Dice Sophia iniziando a mangiare quegli sul divano.
“JON!” Urla Stana pronta a tirargli le orecchie.
“Sono innocente! Te lo giuro!” Dice uscendo dal bagno con le mani in alto.
“Veramente? Vuoi scaricare la colpa su Dylan per caso?” Chiede puntandogli il dito contro.
“No… assolutamente no. Non oserei mai.” Dice inginocchiandosi teatralmente davanti all’amica.
“Cosa sta facendo?” Domanda sottovoce Jeff al fratello mentre Allison e Sophia ridono per il comportamento buffo dell’uomo.
“Jon… alza il tuo bel sederino e pulisci… subito!” Gli ordina Stana superandolo per andare a cercare Tamala e il figlio.
“Il mio lato B ti ringrazia.” Le urla dietro Jon. 
“Sei patetico!” Dice Nathan guardando l’amico ancora in ginocchio.
“Ciao Jon… è un po’ che non ci vediamo. Come va?” Lo saluta Jeff, aiutandolo ad alzarsi.
“Benissimo. Tu?” Risponde lui.
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7.00 P.M. Nathan’s house
“Benvenuti… accomodatevi!” Dice Jeff invitandoli ad entrare.
“Siamo in ritardo mi dispiace…” Commenta Seamus levandosi la giacca.
“Ma no… siete giusti in tempo.” Gli tranquillizza Nathan.
“Dov’è Dylan?” Chiede impaziente Kevin.
“È in camera a giocare… corri a chiamarlo.” Lo invita Stana.
“Lui è mio fratello… vi ricordate di lui?” Domanda Nathan ai due amici.
“Si, certo… è un piacere rivederti.” Risponde Juliana stringendogli la mano.
“Zia, ci hanno chiuso fuori…” Dichiara tristemente Allison interrompendo gli adulti.
“Come vi hanno chiuso fuori?! Nate…” Ripete guardando l’uomo.
“Ho capito… vado.” Dice sparendo lungo il corridoio.
“Sono le tue bambine?” Domanda Juliana accarezzando il visino di Allison che timidamente si nasconde contro Stana abbracciandola.
“Si sono le mie ragazze, vero Sophia?” Risponde Jeff coinvolgendo la più grande.
“Io sono Sophia e lei è mia sorella Allison.” Spiega presentandosi e indicando la sorellina.
“Stupende!” Commenta Juliana ammirandole.
“Seamus, mi sa che ti sta mandando un chiaro messaggio…” Scherza Stana vedendo il luccichio negli occhi dell’amica.
“Prendo nota…” Risponde lui fingendo di scrivere.
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Cinque minuti dopo
“Jon, mi raccomando comportati bene. Sono arrivati i genitori di Nathan.” Lo avvisa Tamala sentendo suonare il campanello.
“Sono sempre bravo…” Risponde controllando la cottura delle patate.
“Certo come no… Per caso vuoi che ti ricordi la prima volta che hai incontrato il padre di Stana?!” Chiede Tamala.
“È stato un malinteso.” Si difende lui.
“Certo… tutti danno del pedofilo al primo che incontrano.” Commenta lei.
“Eravamo al parco e stava fotografando dei bambini… poi si è concentrato su Dylan e sono intervenuto.” Spiega Jon.
“L’hai spinto a terra… e quasi lo facevi finire all’ospedale. Ti sembra il modo d’intervenire?” Domanda schioccata dal ricordo della scena.
“Doveva evitare di scattare foto a dei minori soprattutto al mio di minore.” Chiarisce Jon.
“Peccato che il padre di Stana è un fotografo.”
“Ok… ho capito. Ho esagerato. Questa volta puoi star tranquilla non picchierò nessuno.” La rassicura Jon.
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9.00 P.M. Nathan’s house
“Signorina Jones, era tutto buonissimo.” Si complimenta Cookie.
Jon a quell’affermazione scoppia a ridere sputando il vino che sta bevendo attirando l’attenzione di tutti.
“Perdonatelo. Ha qualche difficoltà a comportarsi da persona civile.” Lo giustifica Nathan mentre i bambini se la ridono di gusto.
“Comunque Signora Fillion, non sono io la cuoca ma Stana; io e quel pagliaccio la giù abbiamo solo controllato che non bruciasse tutto in loro assenza.” Spiega Tamala mentre Stana pulisce il disastro che ha combinato l’amico.
“Chiedi scusa almeno…” Sussurra Stana all’orecchio di Jon.
“Zio, sei tutto sporco.” Gli fa notare Dylan indicando le gocce rosse sulla camicia bianca.
“Scusate Signori Fillion per il mio… non so come definirlo… sbrodolamento ma la signorina Jones non sa nemmeno scaldare il latte senza bruciare qualcosa.” Spiega Jon ricevendo uno scappellotto da parte di Stana.
“Ahi! Ma mi hai detto di scusarmi!” Si lamenta massaggiandosi la testa guardando l’amica mentre tutti se la ridono.
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11.00 P.M. Nathan’s house
“Allora… com’è la nuova casa?” Chiede curiosa Juliana.
“Per ora non so nemmeno dove si trova questa casa. È tutto top secret.” Risponde Stana guardando verso Nathan.
“Noi l’abbiamo vista!” Afferma Tamala indicando se stessa e Jon.
“Ecco vedi… se qualcuno vuole vederla basta che chieda a Nate… lui porta tutti a fare il tour… tranne me ovviamente.” Commenta Stana offesa.
“Non fare la permalosa… vieni qui.” Dice tirandola a sedere sulle sue gambe.
“Ti ci porto io se vuoi.” Scherza Jon.
“Tu provaci e sei un uomo morto…” Lo avverte Nathan.
“Ah… ora che mi viene in mente so che c’è sicuramente un giardino… e Bob so che ti ha assunto come giardiniere.” Lo informa Stana.
“Si lo so… ho passato l’ultimo mese a sistemarlo.” Risponde lui sorridendo.
“Ah… l’avete vista anche voi?!” Chiede Stana guardando i suoceri.
“Si… ed è stupenda.” Ammette Cookie.
“Sicuramente è più grande di questa… questa non si può definire casa… non c’è posto per niente e nessuno.” Gli prende in giro Jeff.
“Di sicuro non c’è posto per me quando voi o meglio tu resti a dormire qui.” Controbatte Stana.
“Perché? Racconta sono curiosa!” Dice Tamala.
“Ma non è vero… tra l’altro devo ancora capire come sono finito a letto con mio fratello.” Interviene Jeff mentre tutti lo guardano male per la frase appena detta.
“Quando è successo?” Domanda curioso Bob.
“Il giorno del tuo compleanno. Sono tornati a casa belli ubriachi… e a parte sdraiarsi a terra in mezzo al soggiorno. Sono entrati in camera nostra hanno iniziato a fare gli scemi, giocando con la mia biancheria e poi…”
“Non è assolutamente vero…” La blocca Nathan.
“Ah no? Ho tutto documentato sul mio telefonino.” Gli informa lei.
“Dov’è il suo cellulare?” Domanda Jeff alzandosi in piedi come una molla.
“Comunque sta di fatto che hanno dormito nel letto matrimoniale assieme e al mattino Nate ha subito pensato che avessimo fatto una cosa a tre perché Jeff ha trovato un paio di mie mutandine fra le lenzuola. Si è affrettato a chiamarmi, con il cellulare di Jeff, arrabbiandosi perché ho risposto dicendo: “Ehi… Jeff.” …poi si è precipitato in strada in boxer interrogandomi sugli avvenimenti della notte precedente.” Racconta Stana facendo ridere tutti tranne i diretti interessati che continuano a negare con la testa dichiarandosi innocenti.
“Io voglio vedere il video!” Esclama ridendo Tamala.
“Che vergogna… Bob, non abbiamo insegnato niente ai nostri figli.” Commenta Cookie sorridendo.
“Cacciare dal proprio letto una donna… che gentiluomini.” Aggiunge Bob.
“Avrò quel video prima che si diffonda!” Dichiara Nathan.
“Comunque tornando al discorso della casa… è troppo grande per tre, bisogna che vi diate da fare.” Dice maliziosamente Tamala.
“Se fosse per me ce ne sarebbe già uno in arrivo.” Chiarisce Nathan accarezzando la pancia piatta alla compagna.
“Possiamo cambiare argomento? È già anche troppo insistente senza il vostro aiuto ragazzi.” Rivela Stana posando le mani sopra a quelli di Nathan.
“Interessa anche a me questo argomento…” Scherza Cookie.
“Ecco… c’è la nonna già pronta ad aiutarvi.” Dice Jeff sorridendo.
“Papà, noi restiamo qui a dormire!” Annuncia Sophia interrompendo il gruppo d’amici prima di tornare a giocare.
“Vedi… cosa mi servono altri bambini ne ho già acquisite due in un colpo solo.” Dice Stana sorridendo.
“Zia, posso dormire con te?” Chiede Allison arrivando già in pigiama.
“Ma cosa fai in pigiama? Dove l’hai preso?” Domanda confuso Jeff.
“L’avete lasciati qui l’ultima volta… certo tesoro, vai a lavarti i dentini.” Risponde Stana per poi rivolgersi alla nipotina.
“C’è qualcun altro che vuole dormire con Stana?” Chiede ironicamente Nathan.
“Io!” Risponde Sophia.
“Io, dormo con la mamma.” Esclama Dylan sbadigliando.
“Ho capito… anche stanotte dovrò dormire da solo.” Sbuffa sconsolato Nathan.
“Se vuoi ti faccio compagnia io!” Scherza Jeff facendo ridere tutti.
 

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Capitolo 12
*** DICEMBRE PRIMA PARTE ***


Giorno 252
4.00 P.M. Fillion’s house
“Jeff, come hai fatto a togliere il ciuccio alle ragazze?” Chiede Stana seduta al tavolo con Allison seduta sulle sue ginocchia impegnata a colorare.
“Con lei è stato facile non è mai stata una patita… semplicemente un giorno ha deciso che non lo voleva più. Con Sophia invece ho usato la scusa che la sorellina più piccola ne aveva bisogno per non piangere e così ha deciso di donare i suoi ciucci a Allison.” Racconta Jeff.
“Vedi, ho ragione io! Dobbiamo fare un altro figlio.” Interviene Nathan sorridendo e facendo ridere anche il fratello.
“È un’ottima idea…” Commenta Jeff.
“Jeff, tu non hai idea di cosa significhi vivere con due possessivi come loro due. Hai idea se ne  nasce un altro così?!!” Afferma Stana.
Il cellulare di Stana inizia a vibrare sul tavolo.
“Si.” Risponde lei sotto lo sguardo curioso di Nathan.
“Quando?” Chiede Stana.
“Ok… va bene.” Risponde.
“Grazie. Ciao.” Conclude riattaccando.
Nathan resta a fissarla in attesa di sapere chi era ma lei prosegue ad aiutare Allison con il disegno.
“Quindi?” Chiede Nathan.
“Quindi cosa?” Domanda Stana.
“Chi era?”
“Emily.” Risponde cambiando pennarello.
“Chi è Emily?” Chiede Jeff.
“È la sua manager.” Risponde Nathan per poi ritornare a rivolgersi alla compagna. “Cosa voleva?”
“Mi ha chiamato per un servizio fotografico che dovrò fare a breve.” Ammette Stana.
“È per una pubblicità?” Domanda Jeff.
“Si.”
“Pubblicità di cosa?” Continua l’interrogatorio Nathan.
“Vestiti…” Risponde restando sul vago.
“Che tipo di vestiti?”
“Vuoi veramente saperlo?” Chiede immaginandosi già la reazione dell’uomo.
“Se dici così voglio assolutamente saperlo.” Afferma sedendosi di fronte alla donna.
“Pronto Jeff a vedere una delle scenate di tuo fratello?” Scherza Stana.
Jeff annuisce mettendosi più vicino per poter osservare meglio la reazione del fratello.    
“È una pubblicità di lingerie.” Confessa Stana.
“Come scusa? Stai scherzando?” Domanda scioccato Nathan.
“Oh mio dio… non vedo l’ora di vedere le foto.” Afferma Jeff con lo scopo di provocare il fratello.
“Nate, chiudi la bocca altrimenti ti entrano le mosce.” Lo prende in giro Stana.
“Non puoi… non voglio che il mondo intero ti veda nuda!” Dice alzandosi in piedi.
“Non sarò nuda…” Chiarisce lei.
“Non mi interessa… tutti potranno ammirare il tuo corpo perfetto. E quel corpo è mio!” Afferma mordicchiandosi un’unghia nervosamente.
“Fino a prova contraria è mio.” Dice lei ridendo.
“No… no… assolutamente no!” Bisbiglia.
“Fratello, lascia che gli uomini soli e disperati, come me, possano godere di quel panorama.” Afferma Jeff indicando la donna.
“Jeff… zitto o ti uccido!” Lo avverte camminando avanti e indietro.
“Nate, è solo un servizio fotografico, non un film porno.” Chiarisce Stana tappando le orecchie della nipotina per un attimo.
“Tutti vedranno le tue curve… le mie curve…” Commenta passandosi una mano sul viso.
“Ripeto: lascia che Stana faccia un po’ di beneficienza per gli uomini soli.” S’intromette Jeff.
Nathan si avvicina alla nipotina tappandole ancora le orecchie per poi dire: “Jeff… l’immagine di migliaia di uomini che si fanno una sega davanti alle foto della mia donna non mi aiuta di certo.”
“Esagerato… è solo un servizio fotografico.” Afferma Stana.
“Ok… ma quando lo farai verrò con te.” Dichiara Nathan.
“Assolutamente no.” Controbatte lei.
“Non ti lascio sola con quei fotografi pervertiti!”
“Mi farò accompagnare da Tam o Jon ma non da te.” Chiarisce Stana.
“Mamma!” Chiama Dylan entrando di corsa nella sala con nonno Bob e Sophia al seguito.
“Ciao amore… Ti sei divertito?” Domanda baciandolo sulla fronte.
“SI!” Risponde sorridendo cercando di salirle in braccio.
“Non mi fido.” Ammette Nathan agitato.
“Ti accompagno io!” S’intromette Jeff.
“Amore, c’è Allison… non ci stai anche tu. Vai da papà che ha bisogno di calmarsi prima che gli venga un infarto.” Suggerisce Stana al figlio.
“Cos’ha?” Domanda Bob sedendosi vicino a Jeff.
“Stana deve fare delle foto pubblicitarie in lingerie.” Spiega Jeff.
“Ah ecco perché è così nervoso…” Commenta Bob.
“Mia!” Esclama Dylan spingendo Allison.
“Ahi… mi fai male!” Si lamenta la bambina.
“No, amore! Nate, pensi di aiutarmi?!” Lo rimprovera Stana vedendolo girare senza meta per la stanza.
“È?” Chiede risvegliandosi dai suoi pensieri.
“Prendi Dylan.” Gli ripete Stana intenta a proteggere Allison dal figlio.
“Vieni qui!” Dice Nathan prendendolo in braccio.
“NO!!!” Urla dimenandosi.
“Chi è che fa i capricci?” Domanda Cookie entrando con un vassoio di pasticcini.
“Guarda cos’ha portato la nonna!” Cerca di zittirlo Nathan.
“Mamma…” Ripete allungandosi verso di lei.
“Vedi Jeff?” Gli fa notare Stana riferendosi al discorso della possessività.
“Vedo… vedo. Sei messa bene.” La prende in giro lui.
“Ehi… basta fare i capricci. La mamma è lì e non la porta via nessuno.” Cerca di calmarlo Nathan.
“Dylan, prendi questa con la cioccolata.” Offre Cookie al nipotino.
“Noooo! Maaammmaaa…” Singhiozza il piccolo.
“Sembra che lo stiano torturando…” Commenta Bob mentre Stana fa scendere Allison dalle sue gambe.
“Eccomi… arrivo.” Dice Stana andato verso il figlio.
“Ma è sempre così?” Domanda sorpresa Cookie.
“Sempre… sempre… sempre.” Ammette Nathan sbuffando consegnando Dylan a Stana.
“Come qualcuno che conosco io… che è sempre… sempre… sempre geloso.” Commenta sorridendo Stana mentre Dylan si aggrappa a lei.
“Penso sia normale… se tua “moglie” è bella, famosa e sempre circondata da uomini pronti a provarci ad ogni occasione. O no?” Spiega Nathan cercando l’appoggio degli altri uomini Fillion.
Jeff e Bob annuiscono d’accordo con lui.
“Vedi… ho ragione.” Afferma Nathan.
“Dimmi, cosa me ne faccio di un altro uomo quando ne ho due belli come voi?” Chiede Stana  dando un tenero bacio al compagno.
“Sono solo bello?” Scherza Nathan baciandola di nuovo sotto lo sguardo divertito del resto della famiglia.
“Comunque Stana… ti accompagno volentieri al servizio fotografico.” Ripete Jeff.
“Per la pace mentale di tuo fratello accetto molto volentieri.” Risponde sorridendo Stana.
“Tieni d’occhi che nessuno le si avvicini troppo e prendi nota di tutti quegli che ci provano…” Gli raccomanda Nathan ricevendo uno scappellotto da parte della donna.
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Giorno 254
10.00 A.M. photoshoot
“Perfetta così...” “Brava Stana!”
“Ora girati così…” Dice il fotografo sistemandola dove la vuole e facendo intervenire l’assistente per sistemarle i capelli.
“Guardami con desiderio…” Le ordina.
“Ottimo così…” Si complimenta continuando a scattare foto.
Jeff e Jon in un angolo osservano attentamente ogni membro dello staff.
“È riuscita come sempre ad ammaliare tutti…” Commenta Jon soddisfatto dell’ottimo lavoro dell’amica. 
“Sarà dura togliermi l’immagine di mia cognata in lingerie dalla mente!” Ammette Jeff leggermente sudato.
“Ti ha più scritto Nathan?” Chiede Jon.
“In continuazione… mi ha completamente scaricato il cellulare.” Dice ridendo mostrando il cellulare spento.
“Quell’uomo è malato.” Afferma Jon.
“Con tutto il rispetto sarei malato anch’io se avessi una donna come Stana. È una donna di successo, bellissima, intelligente, una madre meravigliosa e… da quello che mi dice Nathan… un’ottima amante.” Racconta Jeff ammirando la donna.
“Ho individuato l’uomo da segnalare a Nathan…” Annuncia Jon.
“Chi?”  Domanda curioso guardandosi attorno.
“TU!” Afferma guardandolo male.
“Ma smettila.” Risponde ridendo Jeff.
“Smettila di guardarla così allora! È una sorella per me e non tollero certi sguardi.” Dice arrabbiato.
“Ehi… stai scherzando vero?” Domanda preoccupato Jeff.
Jon lo guarda minacciosamente per un paio di minuti poi scoppia a ridere dandogli una pacca sulla spalla dicendo: “Ma scherzo dai! Sei facile come tuo fratello!”
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11.00 P.M. Nathan’s house
Abbracciati a letto Stana e Nathan stanno chiacchierando e scherzando.
“Allora ti sei calmato ora che ho fatto il servizio fotografico?” Domanda accarezzandogli il petto nudo.
“Per ora si… ma quando saranno pubblicate le foto avrò una crisi, ti avverto.” Risponde sorridendo.
“Allora ti ricorderò, come farò ora, che a differenza degli altri lettori che possono solo ammirarmi in una foto tu mi hai in carne e ossa.” Afferma iniziando a baciargli il mento, il collo, il petto, scendendo lentamente sempre più giù sotto lo sguardo ammaliato di Nathan.
“Solo mia…” Sussurra lasciandosi torturare.
“Solo tua…” Conferma arrivando ai box e mordicchiandogli, sopra il tessuto, il pene già sveglio.
Gli toglie lentamente anche l’ultimo indumento stuzzicandolo senza però dargli ciò che vuole.
“Stana…” Sospira lui.
“Zitto… stasera comando io!” Lo zittisce leccando tutta la sua lunghezza.
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Giorno 256
11.00 A.M. Nathan’s house
“Guarda questa…” “Oddio…” “Che caldo!” Commentano ad alta voce Jon, Seamus e Jeff osservando le foto sul giornale.
“Ragazzi, vi consiglio di smetterla prima che Nate s’incazzi e vi lanci uno ad uno in piscina.” Gli avverte inutilmente Tamala. 
I tre continuano imperterriti a far apprezzamenti sulle curve di Stana.
“Bro, dovevi vedere dal vivo com’era!” Afferma Jon rivolgendosi a Seamus.
“Verissimo… sarà dura togliermi dalla mente l’immagine di mia cognata mezza nuda.” Dichiara Jeff.
Nathan continua a contare mentalmente fino a cento per non esplodere.
“Avete finito?” Chiede Stana consegnando a ognuno una birra.
“Ma è cosa divertente…” Ammette Jon guardando verso Nathan intento a costruire assieme ai bambini un castello con i lego.
“Il gioco è bello fin che dura poco.” Afferma Juliana.
I ragazzi imperterriti continuano con gli apprezzamenti ad alta voce.
“Nate, vieni in un attimo a darmi una mano?” Chiede Stana al compagno portandolo in cucina lontano da quei tre pagliacci.
“Cosa devo fare?” Domanda lui.
“Niente, volevo solo portarti lontano da quei tre.” Ammette alzandosi sulle punte dei piedi per baciarlo.
“Sto continuando a contare mentalmente fino a cento per non ucciderli a mani nude.” Confessa Nathan accarezzando su e giù la schiena della donna.
“Ricordati il discorsetto che abbiamo fatto un paio di sere fa…” Gli suggerisce Stana sbottonandogli i primi due bottoni della camicia.
“Mi è difficile.” Risponde lui.
“Lascia che ti rinfreschi la memoria.” Sussurra lei baciandogli il petto nudo.
“Lo senti questo?” Domanda portando una mano dell’uomo sul seno destro.
“Si…” Risponde stringendo leggermente la mano sul seno della donna.
“…e questo lo senti?” Chiede portando l’altra mano dell’uomo sul gluteo sinistro.
“Si…” Afferma portando entrambe le mani sul sedere della donna, tirandola contro di se.
“Questo è tutto tuo.” Bisbiglia mordicchiandogli il collo.
“Tutta mia.” Ripete baciandola avidamente.
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12.00 A.M. Nathan’s house
“Tutti a tavola è pronto!” Grida Tamala portando gli ultimi piatti.
“Io vicino a Dylan.” Esclama Kevin correndo verso l’amico già seduto.
“No! Volevo io!” Protesta Allison arrivando troppo tardi.
“Allison, vieni ti lascio il mio posto.” Dice Stana alzandosi.
“Mamma…” La chiama Dylan vedendola cambiar posto.
“Amore, non vado da nessuna parte.” Afferma mettendosi dietro di lui per tagliarli in pezzettini il pasticcio.
Jon, Seamus e Jeff incominciano a divorare il pasticcio senza aspettare che tutti siano seduti.
“Guarda che maleducati!” Gli rimprovera Tamala.
Dopo due bocconi i tre diventare rossi in viso iniziando a sudare.
“Che pezzo di merda!” Esclama Jon paonazzo divorando un pezzo di pane per calmare il bruciore.
Jeff da stupido finisce la birra tutta in un fiato peggiorando così la situazione mentre Seamus intelligentemente va in cucina a prendere un vasetto di yogurt per alleviare immediatamente il bruciore.
“Ha detto una brutta parola!” Afferma Kevin indicando Jon.
“Zio, non si dicono quelle brutte parole.” Lo prende in giro Juliana.
“Ma quanto peperoncino hai messo??? Mi sembra di aver l’inferno in bocca!” Domanda Jeff con le lacrime agli occhi.
“Quel tanto che basta per farvi star male.” Risponde Nathan godendosi la sua vendetta e gustandosi il suo piatto.
“Vi avevo avvertiti…” Commenta Stana mentre i bambini ridono per le facce e i gesti buffi dei tre.
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Giorno 258
6.00 A.M. Nathan’s house
Stana viene svegliata dal chiacchierio e da delle risate.
Strofina gli occhi e guardando accanto a se trovando il letto vuoto accorgendosi che i rumori provengono dal bagno.
Afferra il cellulare dal comodino per guardare l’ora.
“Sono solo le sei…” Sbuffa alzandosi.
Apre leggermente la porta del bagno trovandosi davanti due squaletti seduti nella vasca da bagno che se la ridono di gusto.
Nathan sta sistemando i capelli a Dylan con la schiuma per renderlo uguale a lui mentre il piccolo fa tuffare dal bordo i suoi supereroi disposti tutti in fila.
“Ecco… uguale a papà.” Esclama orgoglioso ammirando l’acconciatura appena fatta.
“Papà, può venire anche mamma?” Domanda Dylan recuperando i suoi giochi.
“No, è una sorpresa.” Risponde aiutandolo.
“Ma non si dicono bugie alla mamma…” Afferma il piccolo aggrappandosi al bordo per alzarsi.
“Lo so ma questa è una bugia buona perché poi sarà contenta quando vedrà la sorpresa che le abbiamo preparato.” Spiega Nathan sorreggendolo.
“E se si arrabbia?” Chiede preoccupato.
“Non si arrabbierà fidati.” Lo rassicura tirandolo a se.
“Buon giorno… che combinate a quest’ora del mattino?” Domanda Stana uscendo allo scoperto entrando in bagno.
“MAMMA!” Esclama Dylan illuminandosi alla vista della donna e allungando le braccia verso di lei.
“Ciao amore mio…” Lo saluta Stana inginocchiandosi e sporgendosi in avanti per baciarlo.
Dylan avvolge le sue braccia bagnate e insaponate attorno al collo della mamma mentre Nathan ne approfitta per baciarla dolcemente sulle labbra.
“Perché fate il bagno a quest’ora?” Domanda lei.
“Io e Dylan oggi abbiamo un impegno e dobbiamo partire presto.” Spiega Nathan aiutando il figlio a tirare Stana verso di loro.
“Ragazzi mi state letteralmente lavando…” Si lamenta sentendo la maglietta sempre più bagnata appiccarsi al corpo.
“Mamma… vieni!” Le ordina Dylan tirandola per un braccio.
“Si mamma… entra!” Ripete Nathan tirandole su la maglietta.
“Va bene ma dovete lasciarmi se volete che entri…” Afferma Stana.
Una volta libera si spoglia completamente raggiungendogli.
“Amore, spostati più avanti…” Suggerisce Stana in piedi nella vasca mentre Nathan ammira il suo fondoschiena trattenendosi per non morderlo.
Dylan si sposta lasciando così lo spazio a Stana per sedersi tra i due con Nathan che approfitta subito per farla sistemare fra le sue gambe facendo aderire il suo petto alla schiena della donna.
“Nate mi raccomando…” Sussurra girandosi leggermente per guardare il compagno in faccia.
“Non sto facendo niente…” Afferma baciandole la spalla e accarezzandole la pancia piatta.
“Mamma, hai visto! Sono uno squalo.” Dice Dylan toccandosi i capelli tutto fiero.
“Vedo… e di chi è questo squaletto?” Chiede Stana sorridendo.
“TUO!” Risponde felice avvicinandosi.
“Bravissimo! Tu sei l’amore della mamma…” Afferma Stana tirandolo contro di se.
“E tu? Di chi sei?” Domanda Dylan accarezzandole il viso con le manine bagnate.
“È MIA!” Risponde prontamente Nathan.
“No! Mia!” Controbatte Dylan.
“Facciamo metà a testa?” Propone Nathan.
“NO!” Risponde arrabbiato sedendosi sulle gambe della donna abbracciandola.
“Allora! Basta litigare bambini!” Gli zittisce Stana stringendo Dylan e appoggiandosi contro Nathan.
“Da oggi nuove regole… Dylan è metà della mamma e metà del papà, papà è metà di Dylan e metà della mamma e la mamma è metà di Dylan e metà di papà. Va bene?” Domanda Stana.
“No, solo mia!” Ripete Dylan.
“Allora niente fratellino o sorellina per giocare?!!” Dichiara Nathan.
“No, io voglio un fratellino per giocare!” Esclama Dylan guardando speranzoso i genitori.
“Allora devi dividere la mamma con me.” Spiega Nathan appoggiando il mento sulla spalla della donna per guardare il figlio.
Dylan ci pensa un po’ su. Non sa cosa scegliere. Il fratellino? O tutta la mamma?
“Scusate, ma da quand’è che decidete voi? Sono io quella che deve portare il fratellino o la sorellina in pancia.” Dice Stana interrompendo i due.
“Ah non te l’avevamo detto?” Scherza Nathan mordicchiandole il collo.
“OK!” Risponde Dylan.
“Ottimo… La mamma è anche mia finalmente!” Afferma trionfante Nathan.
“Quando arriva il fratellino?” Domanda Dylan impaziente.
“Nove mesi!” Risponde Nathan.
“È tanto?” Chiede curioso.
“Ok… l’ora del bagno è finita.” Interviene Stana.
Nathan e Dylan iniziano a protestare facendo i capricci.
“Silenzio bambini. Adesso uno alla volta ci risciacquiamo e andiamo a fare colazione. Il primo che arriva vince due biscotti al cioccolato in più!” Afferma Stana mentre Dylan e Nathan litigano per uscire per primi.
“Tale padre… tale figlio. Basta nominare il cibo che fanno tutto ciò che vuoi…” Commenta Stana guardando Nathan che avvolge Dylan nell’accappatoio.
“Che fai resti lì?” Domanda Nathan vedendola rilassata nell’acqua mentre Dylan saltella verso la sua stanza per arrivare primo.
“Ho ancora due ore prima di andare al lavoro…” Risponde attivando l’idromassaggio chiudendo gli occhi.
“Posso farti compagnia se vuoi.” Si offre rientrando nella vasca.
“Non avevi un impegno?!!” Gli ricorda Stana mentre Nathan si sistema sopra di lei.
“Vero…” Bisbiglia baciandole il collo.
“Ma cinque minuti in più o in meno non cambiano nulla.” Continua palpandole il seno.
“E cosa vorresti fare in questi cinque minuti?” Lo stuzzica aggrappandosi a lui.
“Sapessi…” Risponde strusciando l’erezione contro il suo centro.
Stana si morde il labbro guardandolo con desiderio tirandolo verso di se.
“Cosa vuoi?” Le chiede maliziosamente.
“Sul serio? Vuoi giocare a questo gioco, ora? Tra due minuti quella porta si aprirà e nostro figl…”
Nemmeno il tempo di finire la frase che Nathan la penetra facendole mancare il fiato.
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10.00 A.M. Airport Los Angeles
“Ciao amore della nonna!” Lo saluta Rada prendendolo in braccio.
“Salve Signora Katic, è un piacere rivederla.” Dice allungando una mano verso la donna.
“Ciao Nathan, dammi del tu.” Risponde ricambiando la stretta.
“Lasci che le porti la valigia.” Si offre Nathan prendendo il bagaglio.
“Nathan del tu, mi raccomando.” Gli ribadisce seguendolo verso l’uscita.
“Vero, scusa.” Risponde sorridendo.
“Sei diventato pesante, tesoro.” Commenta poggiando il nipote a terra.
“Passo portarti la borsetta?” Domanda alla nonna volendo imitare il papà.
“Molto gentile.” Risponde consegnandogliela.
“Grazie per esser venuta. Immagino non sia facile fidarsi di me.” Afferma sistemando la valigia nel baule.
“Nathan, ti ho detto quello che penso e ci siamo chiariti. Ora è momento di dimostrarmi che quello che mi hai raccontato è vero. Mostrami di essere un ottimo padre e di volere realmente questa famiglia.” Risponde Rada posando una mano sul braccio dell’uomo.
“Forza… saliamo sulla bat-mobile.” Scherza Nathan aprendo la portiera per la suocera per poi sistemare il figlio sul seggiolino.
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12.00 A.M. New house Fillion-Katic
“È stupenda Nathan, complimenti!” Dichiara Rada tornando in soggiorno dopo aver fatto il tour della nuova casa.
“Merito anche del mio aiutante… vero?” Risponde Nathan guardando il figlio.
“Però non devi dirlo alla mamma. È un segreto!” Raccomanda Dylan alla nonna.
“Promesso. Vi ho portato le foto che mi avete chiesto.” Dice Rada estraendo una busta dalla borsa.
“Grazie mille. Come vedi quella parete è interamente dedicata alle foto… pian piano stiamo riempiendo gli spazi e…” Le parole gli muoiono in gola quando estraendo una foto dalla busta vede Stana in ospedale con Dylan appena nato.
Gira delicatamente le foto una ad una mentre i suoi occhi si riempiono sempre più di lacrime.
Stana con il pancione,  il primo bagnetto, il primo sorriso sdentato, la prima pappa, i primi passi, tutti momenti che lui si è perso a causa della sua stupidità. Attimi di vita a cui lui non ha partecipato.
“Papà perché piangi?” Domanda Dylan preoccupato.
“Sono commosso…” Risponde Nathan.
“Sei triste?” Chiede non sapendo il significato della parola appena pronunciata dal padre.
“Un po’… ma non sono solo triste… sono anche felice… emozionato.” Cerca di spiegare.
“Perché?” Chiede curioso.
“Guarda, vieni qui.” Dice Nathan sedendosi sul divano e prendendolo in braccio.
“Rada, accomodati.” Dice invitando la donna vicino a loro.
“Chi è?” Chiede Dylan indicando il bambino sulla foto.
“Sei tu… quando eri piccolo. Vedi qui stai facendo il bagnetto.” Spiega Nathan.
“Ma è senza capelli…” Afferma facendo ridere Rada.
“Questa chi è?” Domanda Nathan al figlio cambiando foto.
“MAMMA!” Risponde subito sorridendo.
“Perché ha la pancia così grande?” Chiede curioso.
“Perché qui dentro c’eri tu. Eri piccolo… piccolo. Tutti i bambini prima di nascere dormono per nove mesi nella pancia della mamma. Poi quando sono abbastanza forti escono e crescono mangiando tanta pappa come fai tu in questa foto.” Dice mostrando un’altra foto con Dylan sporco di pomodoro con un pugno di pasta nella manina.
“Ma è tutto sporco!” Dice ridendo.
“Eri un pasticcione come adesso…” Lo prende in giro Nathan facendogli il solletico.
Dylan prende la foto della mamma e osservandola attentamente percorre con il ditino il pancione.
“È bella la mia mamma!” Dichiara all’improvviso sorridendo.
“La mamma è bellissima.” Conferma Nathan baciandolo e ammirando la foto assieme al piccolo.
“Zio Jon!” Esclama indicando un’altra foto ridendo.
“In effetti, fa ridere… non me lo ricordavo con i capelli così lunghi.” Dice Nathan sorridendo.
“Penso l’abbiano scattata a Miami… Alcune foto me le ha mandate Marko.” Spiega Rada.
Il cellulare di Nathan interrompe il trio.
“È la mamma che ci controlla…” Scherza vedendo il nome della donna sul display.
“Io… io!!!” Esclama cercando di prendere il cellulare.
“Ok, ma non dirle dove siamo e non dirle nemmeno della nonna.” Gli raccomanda prima di schiacciare il tasto mettendo in vivavoce.
“Ciao mamma…” Grida Dylan.
“Ciao amore mio… hai mangiato?”    
“No. Prima papà piangeva…” Racconta Dylan.
“Mi è entrato qualcosa nell’occhio… non stavo piangendo.” Interviene prontamente Nathan.
“Perché piangeva papà?” Domanda Stana credendo al figlio.
“Tu hai mangiato?” Chiede cambiando argomento e tappando la bocca a Dylan che cerca di liberarsi.
“Ssshhh…” Sussurra Rada al nipote.
“C’è qualcuno con voi?” Chiede Stana sospettosa.
“No amore siamo soli.” Risponde dolcemente Nathan.
“Perché quando mi chiami amore ho la sensazione che stai combinando qualcosa?”
“Non ne ho idea. Comunque a che ora finisci?”
“Mamma… una volta ero senza capelli…” Dichiara Dylan toccandosi la testa per controllarne la presenza.
“Mi spieghi cosa racconti a nostro figlio?” Domanda Stana confusa.
“Nulla… solo che… noi… abbiamo incontrato una signora con un bimbo di pochi mesi ed era senza capelli… si sarà impressionato per quello.” Lo giustifica Nathan.
“E dove avete incontrata questa “signora”?” Chiede sperando di estorcere informazioni utili.
“Al supermercato.” Risponde Nathan.
“Che supermercato?”
“Perché mangio la sabbia?” Domanda Dylan alla nonna guardando una foto.
Nathan si alza allontanandosi dai due.
“Nate, cosa sta succedendo?”
“Amore, è una sorpresa non posso parlare. A che ora sei a casa?” Domanda chiudendo il discorso.
“Per le quattro ho finito. Perché non sento più Dylan?”
“Mi sono allontanato.”
“L’hai lasciato solo?”
“Non è solo.”
“Allora vedi che avevo ragione?!! Siete con qualcuno. Nate, devi smetterla di mentirmi! Con questa scusa della sorpresa mi stai facendo impazzire. E poi devi ancora spiegarmi con chi parlavi l’altra sera al telefono.” Lo rimprovera Stana.
“Scusa, hai ragione. Che dici se veniamo a prenderti alle quattro così avrai la tua sorpresa?” Propone Nathan.
“Ok… spero sia una buona sorpresa altrimenti preparati.” Lo minaccia Stana.
“A dopo.” Conclude sorridendo e riattaccando.
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4.00 P.M. Studio’s
Nathan, Dylan e Rada stanno aspettando Stana fuori dagli Studios.
“Quando arriva?” Domanda impaziente Dylan.
“Eccola!” Afferma Nathan vedendola uscire.
“MAMMA!” Urla Dylan correndo verso di lei.
Stana si piega aspettando il figlio a braccia aperte.
“Ciao amore!” Dice sollevandolo e girando su se stessa facendolo ridere.
“Ciao Dylan…” Lo saluta Alex raggiungendo i due.
“Ciao!” Ricambia salutandolo anche con la manina.
“A domani. Scusate ma devo scappare.” Afferma Alex accelerando il passo verso la sua macchina.
“Dov’è papà?” Chiede Stana guardandosi attorno.
“Sono là!” Risponde Dylan indicando davanti a loro.
“Ma… ma… cosa ci fa qui la nonna?” Domanda sorpresa camminando verso di loro.
“È la sorpresa!” Afferma Dylan.
“Ciao mamma… che ci fai qui?” Chiede Stana raggiungendola.
“Ciao Stana. Sono felice anch’io di vederti.” Risponde sorridendo abbracciando la figlia.
“Scusa, ma sono un po’ confusa. Mi sono persa qualcosa?” Domanda passando lo sguardo dalla madre a Nathan.
“Io e Nathan ci siamo incontrati un paio di mesi fa e da allora siamo rimasti in contatto. Tutto qui.” Spiega Rada.
“Tu e Nathan?!” Ripete perplessa.
“Io e tua madre.” Conferma Nathan.
Stana si avvicina a Nathan controllandolo davanti e dietro, prendendogli le mani per vedere se ha tutte le dita e controllando se ha entrambi le orecchie sotto lo sguardo confuso dei due.
“Che fai?” Domanda Nathan.
“Controllavo se hai ancora tutte le parti del corpo al loro posto.” Spiega Stana.
“Ah… ho capito!” Afferma Rada scoppiando a ridere.
“Io no… mi potete spiegare.” Chiede Nathan.
“Tranquilla tesoro, non ha ancora incontrato tuo padre ma si sono parlati al telefono.” Dichiara Rada.
“Oh mio dio! Tuo padre vuole tagliarmi qualche parte del corpo? Vuole farmi a pezzi?” Domanda agitato.
“Direi che lo scoprirai solo vivendo.” Lo prende in giro Stana.
“Io ci tengo al mio corpo. A tutte le parti del mio corpo… dalle dita dei piedi alle punte dei capelli. Soprattutto ai miei bellissimi capelli.” Commenta spaventato.
“Tranquillo, ti difendo io.” Lo rassicura Stana cercando di calmare la risata.
“Posso rimangiarmi l’invito per Natale?” Domanda Nathan a Rada.
“Troppo tardi…” Risponde ridendo.
“Che invito?” Chiede Stana.
“I nonni vengono nella casa nuova a Natale.” Risponde Dylan.
“È stupenda Stana.” Dichiara Rada.
“L’hai vista anche tu?! Com’è questa storia che tutti vedono casa nostra tranne io???” Si lamenta Stana guardando Nathan.
“Dammi un’altra settimana… poi la vedrai anche tu. Anzi ci trasferiamo proprio.” Afferma tirandola a se.
“Papà! Gelato!” Ordina Dylan stufo dalle chiacchiere dei grandi.
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6.00 P.M. Nathan’s house
“Comunque ti stai allargando un po’ troppo…” Commenta Stana chiudendo la porta di casa.
“Ti sembro ingrassato…” Scherza Nathan appoggiando la valigia di Rada in soggiorno.
“Mi tieni le cose nascoste, compri casa senza farmela vedere, ti metti in contatto con i miei genitori e adesso vi siete addirittura messi d’accordo per le vacanze di Natale.” Si lamenta Stana.
“Dovresti esserne felice.” Interviene Rada.
“Lo sono… ma vorrei partecipare anch’io… Decidete tutto voi.”
“Dylan, fai vedere alla nonna dov’è la stanza degli ospiti.” Lo invita Nathan
“Vieni nonna…” Dice prendendola per mano lasciando i due soli.
“Lo sai che sei una brontolona ultimamente…” Le fa notare stringendola a se e baciandole il naso.
“Forse perché mi menti su tutto…” Afferma Stana passandogli le braccia intorno al vita.
“Sono bugie a fin di bene. Voglio vedervi felici e mi sto impegnando a darvi tutto quello che meritate.” Ammette lui.
“Grazie ma ci stai viziando un po’ troppo.” Dice baciandolo di nuovo.
“È mio dovere…” Sussurra spostando le sue attenzioni al collo della donna.
“Mmhh…” Sospira Stana estasiata dalla tortura.
“Stanotte, dato che c’è tua madre, mandiamo Dylan nel letto con lei; così io e te…” Bisbiglia succhiandole il lobo dell’orecchio.
“Magari…” Risponde accarezzandogli la schiena.
Dylan ritorna saltellando in soggiorno interrompendo i due.
“Porto la valigia a tua madre.” Dice Nathan.
“Vuoi qualcosa da bere, mamma?” Chiede Stana.
“No, grazie tesoro.” Risponde Rada guardando il nipotino che si diverte a far capriole sul divano.
“Amore, hai sete?” Domanda Stana.
“Succo…” Risponde cercando di arrampicarsi sullo schienale del divano.
“Ehi… ragnetto, non così che cadi.” Lo ferma Nathan facendolo scendere mentre Stana va in cucina a prendere da bere.
“Grillo, stanotte vai a dormire con la nonna se ti svegli, ok?” Propone Nathan facendo l’occhiolino alla suocera.
“NO!” Esclama saltando giù dal divano.
“Come mai Dylan non dorme ancora nel suo letto?” Domanda Rada alla figlia vedendola rientrare.
“Sarà forse perché negli ultimi tre anni ha sempre dormito con me. Comunque Nate è bravo e fa avanti e indietro tutte le notti per riportarlo a letto una volta che si è addormentato.” Risponde lei sedendosi accanto al compagno.
“Tranne quelle volte che il nostro letto viene monopolizzato dalle nostre nipotine.” Commenta Nathan sorridendo.
“Sarà capitato due… massimo tre volte.” Si affretta a precisare Stana.
“Sei proprio un santo Nathan.” Afferma Rada.
“Puoi dirlo forte. Qui comandano tutti, tranne io. Poi quando ci sono Allison e Sophia decidono tutto loro. Però, il boss dei boss, è tua figlia.” Rivela facendo ridere tutti e guadagnandosi una sberla sul braccio.
“Posso?” Chiede Dylan appoggiandosi alle ginocchia della mamma guardandole la pancia.
“Si.” Risponde Stana pensando che voglia salire in braccio.
Dylan appoggia la manina sulla pancia della mamma domandando: “Quando arriva?”
“Non ci posso credere... Nate, ancora con questa storia del fratellino?” Domanda guardando l’uomo seduto accanto a se.
“Stana, non è colpa di Nathan. Stamattina ho fatto vedere a Dylan una foto dove avevi il pancione e probabilmente ha pensato che nella tua pancia c’è un fratellino.” Interviene Rada in difesa dell’uomo.
“Ah… questo non l’hai raccontato a mia madre. Pensavo le dicessi tutto.” Afferma Stana.
“Cosa doveva raccontarmi?” Chiede curiosa Rada.
“Ma niente…” Risponde Nathan imbarazzato.
“Papà, mi ha promesso un fratellino.” Confessa Dylan, continuando ad accarezzare la pancia della mamma.
Rada sorride alla dichiarazione del piccolo mentre Nathan ha improvvisamente caldo.
“Nate, non imbarazzarti. Mia madre sa come nascono i bambini.” Lo prende in giro Stana toccandogli la guancia leggermente arrossata.
“Ok… qualcuno a fame?” Domanda cercando di cambiare argomento.
“È un po’ presto ma non è male come idea.” Commenta Rada ridendo.
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11.00 P.M. Nathan’s house
“Un giorno o l’altro mi farai venire un infarto…” Afferma Nathan tutto sudato spostandosi di lato.
“Non è colpa mia… se… sei fuori allenamento…” Lo sfotte Stana cercando di riprendere fiato.
“Senti chi parla… almeno io non ho il fiatone.” Controbatte mettendosi seduto.
“Forse ho il fiatone perché sono stata sopra per tre volte di fila mentre tu te la godevi la sotto.” Gli fa notare abbracciandolo da dietro mordendogli il collo.
“Monta in spalle che ti faccio vedere sotto la doccia cosa sa fare il vecchietto.” La invita Nathan.
Stana non se lo fa ripetere due volte allacciando le gambe al bacino del compagno lasciandosi portare in bagno.
“Secondo me tua madre nella camomilla gli ha messo del sonnifero!” Commenta entrando in bagno.
“Dobbiamo ringraziarla allora…” Risponde Stana mordendogli il collo mentre lui apre l’acqua.
Stana scende lasciandosi trascinare all’interno.
Nathan la fa indietreggiare fino a farla appoggiare alla parete.
“Aaahhh… sono fredde.” Strilla al contatto con le piastrelle.
“Adesso ci penso io a scaldarle…” Sussurra tirandola sotto il getto insieme a lui.
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Giorno 260
12.00 A.M. Fillion’s house
“Salve Signora Katic. Prego si accomodi.” La invita ad entrare Bob.
“Ciao nonno!” Saluta Dylan correndo dentro casa alla ricerca delle cuginette.
“È un piacere conoscere l’altra nonna.” La saluta Cookie abbracciandola.
“Anche per me. Grazie per l’invito e diamoci del tu… siamo nonne ma siamo giovani!” Commenta Rada sorridendo.
“Piacere di conoscerla signora Katic.” Dice Jeff stringendo la mano alla donna.
“Ciao… tu devi essere Jeff. Giusto?” Domanda ricambiando la stretta.
“Giusto. Prego si accomodi… le faccio conoscere le mie ragazze.” Afferma portandola verso il soggiorno.
“Dammi del tu, Jeff.” Gli raccomanda Rada seguendolo.
“Ragazze, venite qui a conoscere la mamma della zia Stana!” Le chiama entrando.
Sophia ubbidisce correndo immediatamente verso il padre mentre Allison resta avvinghiata a Stana.
“Benvenuta Signora Rada.” La saluta educatamente Sophia.
“Ciao bellissima... come ti chiami?”
“Sophia e lei è Allison.” Spiega indicando la sorella nascosta timidamente dietro Stana.
“Allison, smettila di fare la sciocchina e vieni a salutare Rada.” La rimprovera il papà.
Stana la prende in braccio avvicinandosi alla madre.
“Ciao!” Saluta timidamente Allison per poi nascondersi contro la spalla di Stana.
“Lei è la coccola della zia.” Spiega Nathan porgendo a Rada un flute di prosecco come aperitivo.
“Grazie Nathan. Hai delle figlie bellissime Jeff.” Si complimenta prendendo il bicchiere.
“Grazie. Sono passati due minuti e il gelosone deve ancor dire qualcosa.” Scherza Jeff cercando Dylan.
“Non è qui.” Spiega ridendo Nathan.
“Stana, complimenti per la pubblicità.” Afferma Bob portando altri aperitivi.
“Grazie Bob.” Risponde un po’ imbarazzata dall’idea che il suocero l’abbia vista mezza nuda.
“Che pubblicità? Quella dov’è mezza nuda?” Domanda Rada.
“Ah… vedo che tua madre è d’accordo con me.” Afferma Nathan.
“Nathan, dovevi impedirle di fare quelle foto così provocanti.” Si intromette Cookie entrando con degli stuzzichini seguita da Dylan.
“Ma smettetela… lasciate sognare gli uomini per cinque minuti della loro vita.” La difende Jeff.
“Grazie Jeff… quasi… quasi mi sposo con te.” Scherza Stana.
“EHI!” Protesta Nathan allontanandola dal fratello.
“Per me eri stupenda… sicuramente provocante ma per nulla volgare.” Aggiunge Bob bevendo un sorso.
“Avete finito di commentare il corpo della MIA donna?!!” Domanda seccato dall’ennesima discussione sul corpo della fidanzata.
“Ok… parliamo d’altro. Vi informiamo che Dylan è diventato ufficialmente un Fillion!” Annuncia Stana sorridendo e guardando verso Nathan.
“Siete andati in comune?” Chiede felice Cookie.
“Si... ieri.” Risponde Nathan prendendo in braccio Dylan che sta sgranocchiando una patatina.
“Abbiamo anche un’altra cosa da dirvi… la dici tu, amore?” Chiede Stana rivolgendosi al figlio.
“Cosa abbiamo fatto ieri?” Domanda Nathan al piccolo.
“Ci siamo sposati!” Annuncia Dylan.
“Vi siete sposati?” Chiede schioccata Cookie mentre a Rada va di traverso il vino.
“Tranquilli… prima che partano gli insulti per non avervi detto niente. L’estate prossima faremo un matrimonio vero e proprio con prete, pranzo, vestito, eccetera.” Spiega prontamente Nathan.
“Zia, posso buttare i petali per terra?” Domanda Allison.
“Certo, tesoro. Tu e Sophia sarete le mie damigelle d’onore.” Risponde Stana spostando la piccola sull’altro fianco.
“SI!” Esulta Sophia abbracciando la zia per la vita.
“Stana, a tuo padre verrà un colpo quando scoprirà che ti sei sposata senza di lui.” Ammette Rada.
“Tranquilla mamma, gli parlo io.” La rassicura Stana.
“Complimenti fratellino.” Si congratula Jeff dandogli una pacca sulla spalla.
“Grazie fratellone.”
“Posso abbracciare mia cognata?!” Dice Jeff stringendola a se e baciandola sulla tempia.
“Ok, è ora di preparare la tavola, ragazze.” Annuncia Cookie.
“Posso aiutarvi?” Si offre Rada.
“Assolutamente no, Rada. Ho già sei aiutanti a disposizione. Bob intrattieni la nostra ospite.” Risponde sorridendo prima di sparire in cucina.
“Andiamo a prendere le cose per preparare la tavola.” Ordina Stana con Allison e Sophia al seguito.
“Allison, non continuare a star attaccata alla zia.” Le urla dietro Jeff.
“Mamma!” Chiama Dylan correndole dietro.
“Ecco… che il gelosone si è svegliato.” Commenta Nathan.
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2.00 P.M. Fillion’s house
Stanno finendo di mangiare il dolce quando Carol, ex moglie di Jeff e madre delle due bimbe, interrompe l’allegria del gruppo.
“Mamma!” La saluta Sophia andandole incontro e abbracciandola mentre Allison resta ferma in mobile in braccio al padre.
“Ciao stella. Allison, non vieni a salutare la mamma?” Chiede Carol.
La piccola indecisa sul da farsi guarda Stana alla ricerca di un aiuto.
Stana le fa cenno con la testa di andare.
“Cos’è questa storia? Ora ha bisogno del consenso di una sconosciuta per venire a salutare sua madre?” Domanda vedendo il gesto della donna.
“Toglimi una curiosità… perché sei qui? È solo un anno che non ti fai vedere.” Domanda Jeff.
“Sono venuta a salutare le mie bambine e a capire come mai Allison non fa che parlarmi di Stana durante le nostre telefonate.” Spiega rivolgendo uno sguardo assassino alla donna.
“Carol, non so che strane idee ti sia fatta ma io sono solo la nuova zia. Niente di più e niente di meno.” Chiarisce Stana.
“C’è sicuramente dell’altro dato che le mie figlie ti vedono come la loro nuova mamma. Per non parlare del fatto che passate tantissimo tempo assieme e su questo giornale ci sono foto tue e di Jeff insieme.” Afferma gettando la rivista sul tavolo.
“Carol, rivolgiti a me se hai qualche problema. Non tirar in mezzo Stana o chiunque altro.” L’ammonisce Jeff facendo scendere la figlia e alzandosi in piedi.
“Ah… ho capito andate a letto assieme! Come vi organizzate una sera per uno?!” Chiede rivolgendosi a Jeff e a Nathan.
“EHI! Come ti permetti!” Esclama Nathan alzandosi in piedi.
Stana si alza, prendere in braccio Dylan e fa cenno alla madre di seguirla uscendo dalla sala da pranzo.
“Allison, Sophia seguite la zia.” Ordina Jeff alle figlie.
La prima non se lo fa ripetere due volte e corre nella direzione dov’è scomparsa la zia mentre Sophia resta ferma vicino alla madre.
“Sophia, vai!” Ripete Nathan pronto a chiudere la porta una volta che la nipote è uscita.
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“Sarò breve.” Inizia per primo Nathan.
“Primo, non azzardarti mai più ad accusare MIA moglie di andare a letto con qualcuno che non sono io. Secondo, le tue figlie si sono affezionate a Stana perché è l’unica figura femminile a cui possono rivolgersi. Quindi, invece che venir qui a sparare accuse a destra e a manca, fatti un esame di coscienza. Non ho altro d’aggiungere e non voglio assolutamente sentire le stronzate che rifilerai a mio fratello quindi ti saluto.” Conclude uscendo per raggiungere Stana seguito dai genitori.
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“Mi dispiace, Stana.” Afferma Cookie raggiungendo il gruppo in cucina.
“Tranquilla Cookie non è colpa tua.” La rassicura Stana che sta coccolando Allison sconvolta dall’arrivo improvviso della mamma.
“Sophia, dove vai?” Chiede Bob vedendo la nipotina sgusciare verso l’uscita.
“Posso andare da mamma?” Domanda speranzosa.
“No, meglio se aspettiamo un attimo… papà e mamma stanno parlando. Quando finiscono potete andare da lei.” Cerca di convincerla Cookie.
“Ok…” Risponde poco convinta tornando a sedersi.
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“Ragazze, venite di là a salutare la mamma che deve andare.” Dice Jeff entrando in cucina.
Sophia si precipita fuori per raggiungere la madre mentre Allison resta ferma nella sua posizione vicina a Stana.
“Allison, forza!” Gli ordina Jeff prendendo la piccola in braccio.
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4.00 P.M. Fillion’s house – Garden
“Stana, mi dispiace. Se avessi saputo cosa voleva dire l’avrei sbattuta fuori a calci prima.” Dice mortificato Jeff sedendosi accanto alla donna sul dondolo.
“Jeff, tranquillo… non è colpa tua. Come sta Sophia? Mi sembra che non abbia preso bene la partenza della mamma.” Chiede guardandolo.
“Già… non so nemmeno io perché fa queste visite che fanno più male che bene alle ragazze, soprattutto a Sophia, che è quella che soffre maggiormente per l’assenza della madre.” Risponde tristemente Jeff.
“Ehi… se possiamo aiutarti in qualche modo basta che parli, noi siamo qui. E poi ora siamo ufficialmente e legalmente parenti.” Dice sorridendo Stana dandogli una leggera spinta.
“Giusto, ora posso vantarmi di essere ufficiale imparentato con la bellissima Stana Katic.” Commenta sorridendo.
“Comunque, grazie. Sei stata una benedizione dal cielo sia per Nathan, per me e per le mie ragazze. Sei sempre disponibili a dare una mano a tutti anche a nostra madre che all’inizio ti ha trattato veramente male. Dici sempre la cosa giusta al momento giusto. Nathan è super fortunato ad averti e spero non ti faccia mai più soffrire.” Dichiara Jeff dopo un momento di silenzio.
“Grazie, Jeff. Non sei niente male nemmeno tu.” Ammette Stana stringendogli la mano.
“Dove sono andati tutti?” Chiede notando il silenzio che regna in casa.
“Nate, ha convinto tutti ad andare a fare una passeggiata. Con questa bellissima giornata di sole è un peccato non uscire.” Lo informa Stana.
“E tu perché sei qui?” Domanda curioso.
“Dylan, sta dormendo al piano di sopra e poi qualcuno doveva controllare che non andassi a uccidere la tua ex.” Scherza Stana facendolo ridere.
“Pensi di essere in grado di fermarmi? Pesi la metà di me…” Le fa notare Jeff ridendo.
“Sai com’è sono molto persuasiva. Non mi servono le mani per fermare qualcuno.” Afferma Stana alzandosi.
“Meglio che rientriamo prima che Dylan si svegli da solo.” Dice Jeff capendo le intenzioni della donna.
 

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Capitolo 13
*** DICEMBRE SECONDA PARTE ***


Giorno 262
10.00 A.M. New house Fillion-Katic
“Oh mio dio…” Esclama Stana scendendo dall’auto, ammirando l’enorme villa e il giardino che le si presenta davanti.
“Ti piace, mamma?” Domanda Dylan prendendola per mano.
“È stupenda!” Afferma emozionata.
“E non hai ancora visto niente…” Commenta Nathan abbracciandola da dietro lasciandole un bacio fra i capelli.
“Dylan, da dove iniziamo?” Chiede Nathan al figlio.
“Dalla piscina!” Risponde tirando la mamma verso il vialetto sulla destra.
“Ok… Andiamo.” Dice prendendo l’altra mano libera di Stana.
La piscina o meglio le piscine sono posizionate sul lato destro della villa.
“Questa è la mia!” Dichiara Dylan eccitato avvicinandosi a una piscina con scivolo blu e con al centro un fungo da dove scende dell’acqua a cascata.
“Questa è per i grandi e questa è per noi due.” Dice Nathan indicando prima una piscina enorme e poi una vasca tonda con idromassaggio.
“Ah, però… non ci facciamo mancare nulla.” Afferma Stana guardando l’enorme giardino tutto attorno.
“Guarda mamma… c’è lo scivolo come ai giardini.” Le fa notare Dylan salendo in piedi su una pedana che chiaramente nasconde una sabbiera al suo interno.
“Confronto al nostro, il giardino pubblico è un buco.” Si vanta Nathan sedendosi su una delle altalene.
“È meraviglioso…” Dice a corto di parole.
Immersi nel verde, lontani dai rumori, come piace a lei.
“Come vedi abbiamo anche una veranda coperta con barbecue.” Dice Nathan alzandosi e indicando verso la casa.
“Entriamo?” Domanda Dylan agitato.
“Facci strada.” Lo invita Nathan seguendolo con Stana verso l’ingresso.
Entrati arrivano direttamente nell’enorme soggiorno.
Mobili moderni rossi e bianchi lucidi, divano in pelle nera con penisola, televisore sessanta pollici sul muro, caminetto accesso, il jukebox con luci colorate, pavimento in legno e una parete completamente rossa ricoperta di fotografie che attirano subito l’interesse di Stana.
Al centro una trentina di foto di Dylan che riassumono la sua crescita dai 0 ai 3 anni, circondate poi da una ventina di foto di Stana e Nathan, la maggior parte ai tempi di Castle, che sono a loro volta accerchiate da una quarantina di altre foto con: amici e parenti.
“Ecco cosa è venuta a portarti mia madre…” Afferma Stana osservando attentamente la parete.
“Ti piace?” Chiede abbracciandola.
“Meraviglioso… non potevi fare di meglio.” Ammette emozionata stringendosi a lui.
“Questa è quella che preferisco.” Confessa Nathan, con le lacrime agli occhi, indicando con il dito quella con Stana in bikini con il pancione sdraiata in mezzo ad un prato verdissimo.
“Nella prossima ci sarai anche tu…” Gli promette Stana, portando le mani d’entrambi sul ventre.
“Non vedo l’ora…” Sussurra all’orecchio della donna.
“Mamma, guarda!” Esclama Dylan interrompendo i genitori, seduto nell’angolo del soggiorno dedicato completamente a lui.
Su una parete è segnata l’altezza del piccolo mentre l’altra è ricoperta di impronte delle manine e dei piedini di Dylan di tanti colori diversi: giallo, rosso, verde, blu, azzurro, arancione...
“Sono tutte tue queste impronte colorate?” Domanda Stana inginocchiandosi sull’enorme tappeto morbido affianco al figlio.
“Si! È stato bellissimo!” Racconta eccitato.
“Sei stato bravissimo, amore.” Si complimenta tirandolo a se.
“Qui ci sono i miei giochi!” Spiega indicando l’enorme cesto colmo di giochi.
“Un angolo tutto tuo… anche se nel giro di due giorni queste cose saranno ovunque tranne che qui!” Assicura Stana ridendo guardando Nathan.
“Si, ma Dylan metterà in ordine tutto altrimenti papà porta via tutto. Vero?” Afferma Nathan.
“Andiamo su?” Domanda Dylan ignorando la domanda del padre andando verso le scale.
“Amore, non preoccuparti metterai in ordine tu al posto suo.” Lo prende in giro Stana alzandosi.
“L’avevo già preventivato.” Ammette lui sorridendo.
“Sia da qui che dalla cucina si può accedere direttamente alla piscina.” Spiega Nathan indicando la porta a vetri per poi proseguire per la cucina.
Al piano terra oltre a cucina e soggiorno c’è un bagno e un enorme sala da pranzo con un tavolone lunghissimo al centro.
“Su! Su! Su!” Grida Dylan.
“Come vedi abbiamo installato un cancelletto in fondo e uno in cima per evitare che qualcuno ruzzoli giù. Vero?” Spiega Nathan facendo passare davanti Stana.
“È per il fratellino. Io sono grande!” Spiega Dylan facendo le scale due a due seguito dai genitori.
“Qui abbiamo la prima stanza degli ospiti con bagno privato.” Dice Nathan aprendo la prima porta in cima alle scale.
“Subito dopo abbiamo un’altra stanza per gli ospiti. Dato che hai una famiglia numerosa ho pensato che due camere erano il minimo.” Spiega aprendo la porta successiva.
“Preparati perché questa è la stanza migliore della casa!” Annuncia Nathan mettendo la mano sulla maniglia.
“Tadan… la sala giochi!” Afferma spalancando la porta con la targhetta con la scritta GAMES.
“Ovviamente non poteva mancare una stanza così a casa nostra.” Commenta Stana mentre Dylan si lancia su un pouf rosso.
“Come vedi parete insonorizzate, per ogni evenienza…” Sussurra malizioso.
“Tavolo da bigliardo, frigo bar, armadietto snack, divano e pouf, impianto on theater con 10 box sparsi per tutta la stanza, tv 60” pollici, console playstation e x-box. E per concludere tavolo da poker. Il mio regno!” Conclude fiero facendo un giro su se stesso.
“Speriamo almeno sia comodo quel divano.” Bisbiglia all’orecchio dell’uomo uscendo dalla stanza.
“Questa è la cameretta per il fratellino/sorellina. Nessun colore, niente tende… si deciderà tutto quando arriverà.” Dichiara Nathan al centro dalla stanza completamente vuota e bianca.
“Questa è mia!” Esclama eccitato Dylan indicando il proprio nome scritto sulla porta.
“Wow…” Afferma meravigliata dall’enorme dipinto sulla parete.
“Abbiamo trovato un pittore bravissimo. Come vedi ha disegnato in grandezza naturale Capitan America scelto ovviamente da Dylan.” Spiega Nathan ammirando il dipinto assieme alla donna.
“Letto a castello per invitare Kevin e gli amici a dormire.” Aggiunge Stana accarezzando il copriletto blu, rosso e bianco.
“Scrivania, armadio e giochi…”
“Guarda la magia.” Dice Dylan schiacciando un interruttore.
Un armadietto si apre e un braccio spinge fuori il piccolo televisore.
“Ci sono più tv in questa casa che in un negozio di elettrodomestici…” Commenta ridendo Stana.
“Vieni ora tocca al pezzo forte…” Dice trascinandola fuori dalla stanza.
“Qui c’è il bagno dei bimbi e qui, finalmente, la nostra stanza come si nota dalla scritta. Dylan, cosa c’è scritto?” Domanda Nathan al figlio.
“Papà e Mamma…”
“Quindi? Chi dorme qui dentro?”
“Papà e Mamma…”
“Bravo. Tu dormi là.” Chiarisce Nathan indicando la camera del figlio.
“No, anch’io.” Sbuffa Dylan aprendo la porta e gettandosi sul grande letto.
“Ci hai provato. Se siamo fortunati dormirà nella sua stanza forse per la maggior parte della notte.” Afferma Stana prendendolo per mano.
La loro camera da letto, la più grande di tutte… il letto al centro, un terrazzo, due cabine armadio, l’immancabile televisore e una stampa di un metro per un metro con ritratti loro tre abbracciati appesa sopra la testiera del letto.
Infine il bagno padronale: vasca idromassaggio tonda con due sedute, doccia con radio incorporata e due lavandini per non litigare.
“Ti piace?” Chiede Nathan.
“È stupenda… non vedo l’ora di provare tutti questi mobili e accessori vari.” Risponde baciandolo sul mento.
“Stasera iniziamo con il letto.” Sussurra sollevandola e gettandola assieme a Dylan sul letto.
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Giorno 267
2.00 P.M. New house Fillion-Katic
“Ragazzi, è una favola questa casa.” Afferma Juliana una volta concluso il tour.
“Nathan, ora che so che sei così bravo se dobbiamo cambiare casa ti chiamo come consulente.” Dice sorridendo Seamus.
“Sono lusingato ma l’artista è Sahara… senza di lei sarei ancor qui che decido se mettere il divano a destra o a sinistra.” Ammette Nathan.
“Avete sentito che oggi abbiamo due new entry?” Chiede Stana alla coppia.
“Si! Non riesco a immaginarmi Jon e Tamala innamorati di una sola persona.” Scherza Seamus.
“Io la ragazza di Jon l’ho già incontrata la settimana scorsa… si chiama Julia. È una bella donna, simpatica e alla mano.” Racconta Stana.
“E hai qualche anticipazione anche sul ragazzo di Tam?” Domanda curiosa Juliana.
“No, quest’ultima settimana siamo stati super impegnati con il trasloco e non ho avuto l’occasione di vederla.” Spiega Stana.
“Non vi sembra che ci sia un po’ troppo silenzio.” Dice Nathan non sentendo più rumori provenire dal piano di sopra.
“Vado su a vedere. Si saranno chiusi nella stanza “games”.” Afferma Stana salendo le scale seguita da Juliana.
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“Ciao! Prego entrate.” Gli invita Nathan.
“Ciao bro… lei è Julia. Loro sono Nathan, Seamus, Juliana e Stana che hai già conosciuto la settimana scorsa.” Dice Jon facendo le presentazioni.
“È un piacere conoscervi.” Afferma Julia stringendo la mano a tutti.
“Papà, possiamo andare fuori?” Chiede Dylan interrompendo i grandi.
“Aspetta, vado a coprire le piscine altrimenti ci finite dentro. Voi intanto mettetevi le giacche.” Risponde Nathan.
“Ti serve una mano?” Domanda gentilmente Seamus.
“Devo schiacciare solo un bottone e si coprono da sole. Vieni ti faccio vedere.” Spiega Nathan invitandolo l’amico a seguirlo.
In quel momento qualcun altro suona il campanello al cancello principale.
“Sono arrivati sia Tamala che Jeff.” Annuncia Stana vedendo dal monitor le due macchine in fila che aspettano di entrare.
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“Adesso posso chiamarti diva! Guarda che casa spettacolare avete!” Scherza Jeff chiudendo lo sportello e vedendo la cognata che gli aspetta davanti all’ingresso.
“ZIA!” Esclama Allison correndo ad abbracciare la donna.
“Ciao tesoro.” Dice stampandogli due sonori baci sulle guance.
“Zia… possiamo fare i biscotti?” Chiede Sophia.
“Si certo.” Risponde baciando anche lei.
“CIAO!” Strilla Tamala scendendo dalla macchina.
“Ciao Tam!” Contraccambia Stana.
“Lucas?!” Dice dubbiosa Stana vedendo il ragazzo chiudere la portiera.
“Ciao Stana.” Lo saluta l’uomo baciandola sulla guancia mentre Allison è ancora avvinghiata alla vita della donna.
“Pensavo avessi un maschietto.” Commenta Lucas vedendo la piccola appiccicata a Stana.
“Si Dylan… lei è la mia stellina.” Spiega accarezzando sulla schiena la nipotina.
“Lei è mia. Piacere Jeff.” S’intromette Jeff presentandosi.
“Piacere Lucas.”
“Stana, dov’è…” A Nathan muoiono le parole in gola alla vista dell’uomo accanto alla moglie.
“Vedo che ti ricordi di me.” Dice Lucas guardando l’uomo.
“Si.” Risponde semplicemente lui avvicinandosi ulteriormente.
“Che succede?” Chiede sottovoce Jeff alla cognata.
“Ragazzi, sono passati quattro anni. Non pensavo ci fossero ancora rancori tra di voi.” Commenta Tamala imbarazzata per la situazione.
“No, certo. Anzi ne approfitto per chiederti scusa. Era un brutto periodo per me e mi vergogno immensamente per averti dato un pugno.” Si scusa Nathan allungando la mano verso l’uomo.
“Scuse accettate. Senza rancore.” Risponde sorridendo Lucas stringendogli la mano.
“C’è qualcun altro che hai picchiato che deve arrivare?!” Dice scherzando Jeff facendo ridere tutti.
“Possiamo sempre risolvere la questione con una partita all’ x-box!” S’intromette Jon raggiungendo il gruppetto.
“Dal sorriso ebete sul tuo viso si capisce che sei già stato nella stanza Games…” Commenta Jeff.
“Si è fighissima! Io mi trasferisco qui da voi! Posso?” Chiede Jon passando un braccio intorno alle spalle di Stana.
“No!” Risponde subito Nathan.
“Antipatico!” Dice Jon.
“Dai allora super sfida?” Propone Jeff.
“Ci sto!” Risponde Nathan.
“Ok… andiamo a chiamare quella schiappa di Seamus.” Dice Jon entrando in casa.
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5.00 P.M. New house Fillion-Katic
Mentre gli uomini al piano di sopra si sfidano a vicenda di sotto le ragazze tra pettegolezzi e chiacchiere iniziano a sfornare biscotti.
“Mmm… buonissimi!” Dichiara Sophia soddisfatta della sua creazione.
“Siete state bravissime, ragazze.” Si complimenta Juliana con le bimbe.
“Cinque minuti e sono pronti anche gli altri.” Annuncia Stana richiudendo il forno.
“Muori, bastardo!” Si sente gridare dal soggiorno dove Dylan e Kevin stanno giocando.
“KEVIN!” Urla Juliana riconoscendo la voce del figlio.
Silenzio. Dal soggiorno non si sente più volare una mosca.
“Chi ti ha insegnato queste parole?” Domanda arrabbiata Juliana uscendo dalla cucina.
I due bimbi restano in silenzio guardando la donna.
“Allora?” Chiede di nuovo.
Dylan alza il dito verso il soffitto indicando di sopra.
“Sono stati su cinque minuti con quei buzzurri e già parlano come loro.” Commenta Tamala.
“Adesso ci penso io!” Annuncia Stana correndo su per le scale.
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Stana entra nella stanza spalancando la porta e piazzandosi davanti al maxi schermo.
“Spostati!”
“Non ci vediamo!”
“Pensi di essere trasparente!” Si lamentano infastiditi.
Allora lei si gira e spegne la tv.
“NO... Cazzo stavo vincendo!” Dice arrabbiato Jon.
“Stana, stavamo solo giocando!”
“Non puoi dire che facevamo troppo rumore… la stanza è insonorizzata.”
“ZITTI!” Grida Stana portando le mani suoi fianchi.
“Che succede?” Domanda Nathan.
“Succede che tuo figlio ha gridato: “Muori bastardo!” a nostro figlio. Ovviamente non è una parola che ha imparato nell’ora che sono stati giù con noi ma l’hanno sentita nei cinque minuti che sono stati qui con voi.” Spiega Stana indicando prima Seamus poi se stessa e Nathan.
“Noi non diciamo parolacce.” Prova a dire Jon ricevendo subito un’occhiataccia dalla donna.
“Magari l’ha imparata a scuola…” Commenta Lucas.
“Certo come no!” Dice ironicamente Stana.
“Ok… adesso possiamo riprendere a giocare?” Domanda Seamus.
“Sul serio?” Domanda sorpresa dalla domanda.
“Si… abbiamo capito. Cercheremo di moderare il linguaggio.” Risponde Jon.
“Magari potreste tenere giù i bambini invece che lasciarli venire qui con noi.” Propone Lucas.
“Forse non mi sono spiegata… per oggi la sala giochi è chiusa.” Annuncia Stana.
“Amore, ma è solo un’ora che giochiamo.” Dice Nathan guardando l’orologio.
“Amore, so leggere l’orologio meglio di te… ne sono passate due e mezza.” Risponde ironicamente lei facendo ridere tutti.
“Forza alzatevi. Di sotto ci sono i biscotti che le tue figlie hanno preparato con amore.” Informa Stana indicando Jeff.
Uno alla volta si alzano seguendo Stana al piano di sotto.
“Sei peggio di Hitler!” La prende in giro Jon.
“A non dirlo a me…” Commenta sottovoce Nathan.
“Ti sento, Nate!” Esclama Stana.
“Ha occhi e orecchie ovunque.” Bisbiglia Jeff.
“Sento anche te, Jeff.” Lo avverte Stana.
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8.00 P.M. New house Fillion-Katic
“Siamo stati bravissimi!” Si complimenta da solo Jeff guastandosi gli spaghetti alla carbonara che ha preparato in collaborazione con gli altri uomini.
“Dovremo essere noi a votare il vostro piatto!” Afferma Tamala bevendo un sorso di vino.
“Si infatti… e comunque eravate i cinque per fare una semplice carbonara.” Aggiunge Julia.
“Oh… senti! Jon, hanno già istruito per bene la tua ragazza.” Commenta Seamus.
“Vedo… Guarda che non c’è niente da imparare da loro.” Spiega Jon alla fidanzata.
“Ah… perché da voi invece c’è un sacco da imparare. Soprattutto il linguaggio rude, vero Juliana?” Controbatte Stana cercando l’appoggio dell’amica.
“Siete una vergogna… e pensare che tre di voi sono papà.” Aggiunge lei.
“Comunque c’è da precisare che Lucas e Jon sono quelli che ne dicono di più…” Ammette Jeff.
“Ehi… che fai ci volti le spalle?!” Chiede Jon sentendosi tradito.
“Mi dispiace ragazzi ma voi non avete idea di cosa significa avere una dittatrice come cognata.” Scherza Jeff facendo ridere tutti.
“Lo so fidati… conosco Stana da molto più tempo di te. Siamo tutti suoi sudditi!” Afferma Jon guadagnandosi uno scappellotto da parte di Tamala seduta accanto a lui.
“Non vorrei vantarmi… ma senza le donne voi uomini sareste perduti.” Dice Stana.
“Ma cosa dici?!” Si lamenta Lucas.
“Fidati, Lucas. Conosco i miei “polli”. Uno, due e tre.” Dice indicando Nathan, Jeff e Jon.
“Confermo anche per il mio pollo!” Afferma Juliana.
“Papà, perché sei un pollo?” Domanda Kevin al padre facendo ridere tutti.
“Si, Seamus… spiegaci perché sei un pollo…” Lo prende in giro Tamala.
“Tutti i maschi sono polli!” Esclama Sophia.
“Sophia… è la zia che ti insegna queste cose?!” Domanda schioccato Jeff.
“Quando non c’è zia combinate sempre guai!” Confessa Sophia.
“Sophia, raccontaci un po’ di malanni che hanno fatto papà e zio Nathan.” Propone Tamala.
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11.30 P.M. New house Fillion-Katic
“Ci voleva proprio un bagno rilassante!” Dice sospirando Stana, chiudendo gli occhi e godendo dell’idromassaggio.
“Hai proprio ragione…” Conferma Nathan sedendosi di fronte a lei.
“Sarebbe ancor meglio se mio marito mi massaggiasse i piedi.” Aggiunge Stana sorridendo.
“Per mia moglie questo ed altro.” Risponde catturando un piede della compagna e iniziando a fare la sua magia.
“Grazie…” Sussurra rilassandosi del tutto.
“Ti hanno risposto i tuoi innumerevoli fratelli?” Chiede Nathan.
“Si… in teoria vengono: Marko con la moglie e Dusan da solo. Tutti gli altri sono già partiti per la Serbia.” Risponde Stana mentre lui inizia a massaggiarle i polpacci.
“Allora: cinque tuoi, più altri cinque miei, più sette dei nostri amici. Sempre se Jon e Tamala resistono con i rispettivi compagni per un’altra settimana. Poi ci siamo noi tre. Venti… siamo in tutto venti.” Dichiara risalendo con le mani verso le cosce.
“Mmmm…” Sospira Stana sentendo le mani del compagno sempre più su.
“Siamo stati impegnati tutto il giorno… mi sei mancata!” Ammette Nathan inginocchiandosi fra le gambe della donna e baciandole il mento.
“Anche tu…” Risponde sorridendo aprendo gli occhi e perdendosi nei suoi.
“Sei stupenda.” Sussurra sulle sue labbra prima di baciarla dolcemente.
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Giorno 276 - Christmas Day
6.00 A.M. New house Fillion-Katic
La coppia sta beatamente dormendo abbracciata quando un uragano con due occhioni azzurri e un sorriso smagliante si catapultandosi sul letto dei genitori, urlando: “è Natale!”
“Vai tu…” Borbotta Nathan all’orecchio della compagna.
“Mamma, alzati!” Esclama Dylan sdraiandosi sopra al padre.
“Buon giorno, amore. Buon Natale!” Dice Stana passando le dita fra i capelli del figlio.
“Papà! Alzati!” Ordina Dylan toccando con l’indice il viso dell’uomo che ha ancora gli occhi chiusi.
“Amore, è presto. Vieni qui in mezzo a noi.” Lo invita Stana facendogli posto.
“Ma dobbiamo andare a vedere se è arrivato Babbo Natale!” Si lamenta continuando a far dispetti al padre.
Nathan socchiudendo gli occhi vede Dylan distratto a parlare con Stana e ne approfitta per catturare il ditino del figlio con la bocca fingendolo di mangiarlo.
“AH!” Strilla ritraendo la mano guardando il papà sorridendo.
“Papà, dobbiamo andare.” Ripete Dylan asciugandosi il dito sul lenzuolo.
“Ma sei matto! Sono le sei…” Esclama Nathan guardando la sveglia sul comodino.
“Dai papi!” Lo supplica il piccolo.
“Ma il tuo regalo arriva più tardi… prima la mamma ha trovato una letterina di Babbo Natale.” Spiega Nathan.
“E cosa c’era scritto?” Domanda curioso.
“C’era scritto che il tuo regalo, quello di Allison e Sophia arriverà nella tarda mattinata perché è talmente grande che non passa dal camino.” Racconta Stana.
“E quando arriva?” Chiede tristemente.
“Tra un po’… ma assieme alla lettera abbiamo trovato due pacchettini con scritto il tuo nome.” Risponde Nathan osservando il musetto imbronciato del figlio che si trasforma in un enorme sorriso.
“Dov’è?” Domanda eccitato.
“Sotto il tuo letto…” Confessa Stana aiutandolo a scendere.
Dylan si precipita fuori dalla stanza.
“Auguri, amore. Il nostro primo Natale assieme.” Dice Nathan una volta soli, baciando dolcemente la compagna.
“Buon Natale!” Sussurra Stana a fior di labbra per poi baciarlo nuovamente.
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9.00 A.M. New house Fillion-Katic
“Oddio… sono arrivati tuo padre e i tuoi fratelli…” Dice agitato Nathan spiando dalla finestra la famiglia Katic mentre scendono dalla macchina.
“Finalmente un po’ di divertimento!” Scherza Stana.
“Molto simpatica… io sono qui pronto a sacrificarmi per difendere il nostro amore e tu che fai… mi deridi?!? Mi ferisci!” Dice con fare teatrale portando una mano sul cuore e facendo una smorfia di dolore.
“Dai mio eroe… andiamo ad affrontare il drago…” Afferma prendendolo per mano portandolo verso l’ingresso.
“AMORE! SONO ARRIVATI I NONNI!” Urla Stana per farsi sentire dal figlio.
“Qualsiasi cosa accada sappi che ti ho sempre amato… e racconta ai nostri figli che sono morto con onore.” Le raccomanda Nathan asciugandosi una goccia di sudore dalla fronte.
“Benarrivati!” Gli saluta Stana spalancando la porta.
“NONNO!” Esclama Dylan al settimo cielo, superando i genitori e correndogli incontro.
“Здраво Dylan!” Lo saluta Peter prendendolo in braccio e abbracciandolo.
“Како си?” Gli domanda Peter.
“добро! Ви?” Chiede Dylan.
“врло добро! Да ли сте били добри?” Domanda il nonno guardando verso la figlia.
“један!” Risponde il piccolo.
“Oddio… cos’ha detto? Perché guardano me? Vuole uccidermi?” Bisbiglia Nathan spostandosi più vicino a Stana.
“Non ancora…” Risponde Marko al posto di Stana.
“Piacere Nathan!” Si presenta stringendo la mano al ragazzo.
“So benissimo chi sei…” Afferma serio Marko.
“Piacere Jasmine! Non farci caso stanno facendo il possibile per spaventarti.” Confessa la moglie di Marko vedendo l’ansia dipinta sul volto dell’uomo.
“Jasmine, mi stai molto simpatica!” Risponde Nathan stringendole la mano.
“Ciao Nathan!” Lo saluta Rada abbracciandolo.
“Benvenuta, Rada. Sicura che tuo marito non mi taglia le mani se ti abbraccio?” Chiede preoccupato facendo ridere tutti.
“Tranquillo… dovrebbe mettersi in fila. Prima ci sono io…” Dice Dusan dandogli una pacca sulla spalla.
“Dusan, scusa ma in questo momento mi fa più paura tuo padre.” Ammette ridendo.
Peter finito di testare il livello di serbo del nipote si avvicina al gruppo, non togliendo mai lo sguardo da Nathan, abbracciando la figlia.
“Здраво душо!” La saluta Peter baciandola.
“Здраво тата! Немојте га плаши превише.” Risponde Stana guardando il marito preoccupato.
Peter finalmente si avvicina a Nathan e guardandolo dritto negli occhi dice seriamente:
“Добродошли у породицу!”
“Non ho la minima idea di quello che ha detto Signor Katic ma sono d’accordo con lei.” Risponde Nathan.
Nessuno dice nulla. Il signor Katic resta impassibile davanti al genero.
“Ok… questo silenzio è inquietante. Signore, prima che decida a quale tortura sottopormi deve assolutamente sapere che io amo sua figlia e nostro figlio da morire. Ops… forse non era la parola adatta da usare in questo momento. Inoltre…”
“Papà!” Lo chiama Dylan toccandogli una gamba.
“Non adesso, grillo. Sto cercando di mediare per la mia sopravvivenza.” Spiega Nathan al figlio prima di tornare a rivolgersi al suocero.
“Inoltre…”
“Љубав, реци му шта је његов деда рекао. Пре него што тата да срчаног удара.” Suggerisce Stana a Dylan.
“Papà!” Grida più forte questa volta.
Nathan smette di nuovo di parlare guardando in basso verso il figlio.
“Dimmi… hai qualche suggerimento da darmi?” Chiede speranzoso Nathan.
“Vuoi sapere cosa ti ha detto?” Domanda Stana.
“Più di ogni altra cosa…” Risponde Nathan guardando la donna che fa un cenno al figlio.
“Benvenuto in famiglia.” Dice Dylan.
“Sul serio?! Grazie, signor Katic. Sono felice che non voglia uccidermi.” Esclama Nathan tirando un sospiro di sollievo stringendogli la mano.
“Non è ancora detto…” Risponde Peter guardandolo storto.
Nathan ritorna serio deglutendo.
“Scherzavo!” Ammette Peter scoppiando a ridere.
Finalmente tutti rilassati iniziano a scambiarsi gli auguri e battute a vicenda mentre Dylan attratto da un guaito si precipita a vedere cosa ci sia nel baule della macchina dello zio Dusan.
“MAMMA!” Esclama saltellando alla vista del cucciolo.
“GUARDA!” Grida ancor più forte attirando l’attenzione di tutti.
“Vedo che hai trovato il tuo regalo…” Commenta Peter avvicinandosi assieme al gruppo alla macchina.
“È per me?” Domanda eccitato Dylan.
“Prova a leggere sull’etichetta mi pare che ci sia scritto il tuo nome.” Risponde il nonno avvicinando al nipote la scatola.
“Papà, non dirmelo…” Dice sorpresa Stana sbirciando da sopra la spalla della cognata.
“Non te lo dico, tesoro. Te lo faccio semplicemente vedere…” Afferma sorridendo estraendo il piccolo batuffolo nero, dandolo in braccio a Dylan.
“È mio?” Chiede incredulo il piccolo.
“Si, Babbo Natale ce l’ha lasciato stanotte sotto l’albero.” Gli racconta la nonna.
Il cagnolino inizia a leccare la faccia di Dylan facendolo ridere.
“Cosa devi dire?” Gli ricorda Nathan inginocchiandosi davanti al figlio.
“GRAZIE!!!” Esclama con un sorriso enorme senza mai staccare gli occhi dal cucciolo.
“Amore, come vuoi chiamarlo?” Chiede Stana accarezzandolo.
“Black!” Risponde immediatamente Dylan.
“Mi sembra un’ottima scelta.” Commenta Marko.
“Mettilo giù… magari deve fare la pipì. Ha fatto un lungo viaggio.” Spiega Rada.
Dylan adagia il cagnolino a terra attento ad ogni suo movimento.
“Ho come la sensazione che gli altri regali non vorrà nemmeno vederli.” Commenta Nathan passando un braccio sulle spalle di Stana mentre Dylan prosegue con l’inseguimento del cucciolo che zampetta qua e là attratto da qualsiasi cosa.
“Vi aiuto a portar su le valige.” Si offre Nathan.
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10.30 A.M. New house Fillion-Katic
“Buon giorno e buon Natale a tutti!” Saluta Jeff entrando in soggiorno seguito dalle figlie.
“Papà, guarda!” Esclama Allison con un enorme sorriso vedendo il cucciolo.
“Abbiamo una new entry?!” Dice Jeff togliendosi la giacca mentre Allison e Sophia si precipitano ad accarezzarlo.
“Già… auguri, vecchio.” Risponde Nathan dandogli una pacca sulla spalla.
“Ciao Jeff… Auguri.” Lo saluta Stana dandogli tre baci.
“Oh… Signora Rada felice di rivederla.” Afferma Jeff avvicinandosi alla donna.
“Ciao Jeff. Buon Natale… lascia che ti presenti mio marito, i miei figli e mia nuora.” Risponde Rada prendendolo sottobraccio.
Dopo le presentazioni e i saluti Nathan interrompe il gruppo, annunciando:
“Allora, qui abbiamo tre biglietti per: Dylan, Allison e Sophia.”
“Siamo noi.” Risponde la più grande.
“Sophia, leggi tu per tutti.” La invita Stana consegnandole un biglietto.
Se il tuo regalo vuoi trovare dove c’è il vino devi andare.” Legge Sophia.
“Cantina?” Domanda Sophia.
“Proviamo… ragazzi vestitevi.” Dice Nathan consegnando ai bambini la giacca.
“Può venire anche Black?” Domanda Dylan.
“Certo. Prendilo in braccio.” Risponde Stana allacciandogli la giacca.
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“Allison, schiacci tu?” Domanda Nathan consegnando alla nipote il telecomando per aprire il garage.
“Ok!” Risponde premendo il pulsante.
Lentamente il portellone si solleva rivelando tre pacchi. Due di medie dimensioni e uno enorme al centro. Partendo da destra Allison, Dylan e Sophia.
“Sono grandissimi!” Esclama Allison avvicinandosi al suo e facendoci il giro attorno.
“Forza, apriteli!” Gli invita Jeff.
I bambini iniziano a strappare rapidamente la carta aiutati da tutti mentre Black cerca di arrampicarsi sul pallone da calcio.
“Una bici!” Strilla Allison ammirando la bicicletta viola dotata di cestino, campanello e seggiolino per le bambole.
“Guarda papà…” Esclama Sophia trovando all’interno del suo pacco un monopattino e un paio di rollerblade rossi.
“WOW!” Afferma Dusan scoprendo la jeep elettrica a due posti.
Dylan si affretta a salire al posto di guida iniziando a toccare tutto.
“ACCENDI PAPA’!” Ordina Dylan eccitato.
“Anch’io!” Esclama Allison sedendosi accanto al cuginetto, pronta a partire.
“Grillo, ascoltami. Devi stare attento a quello che ti dico, ok? Intanto mettetevi la cintura tutti e due.” Inizia Nathan aiutando il figlio.
“Che regalo figo!” Commenta Marko avvicinandosi alla sorella, assieme alla moglie.
“È un’idea di Nate ovviamente. Io sono già qui con l’ansia che possa farsi male.” Ammette Stana.
“Tranquilla, è antiribaltamento è impossibile che si facciano male.” Cerca di rassicurarla Dusan passando il braccio attorno alle spalle della sorella.
“Sarà ma secondo me è troppo piccolo per guidare.” Dice Stana mettendo in braccio attorno alla vita del fratello.
“Secondo me è più bravo di voi donne…” Scherza Marko ricevendo uno scappellotto dalla moglie mentre Nathan prosegue con le spiegazioni.
“Ok… pronti a partire?” Domanda Jeff controllando la cintura della figlia.
“Pronti!” Strilla Allison.
“Cerca di non prender sotto Black.” Lo avverte Peter ridendo.
Dylan schiaccia il pedale dell’acceleratore come gli ha spiegato papà tenendo le mani ben salde sul volante.
“Vai, grillo!” Esulta Nathan seguendo la jeep.
“Guardalo, ha un futuro come pilota!” Esclama Jeff mentre Sophia gli segue con il monopattino.
Dylan prosegue la sua guida sempre più sicura verso il retro della casa.
“Hai chiuso la piscina?” Domanda preoccupata Stana.
“Certo amore… tranquilla andiamo più veloce noi a piedi che lui in macchina.” La rassicura Nathan correndo dietro alla jeep.
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1.00 P.M. New house Fillion-Katic
“Tam, controlli, per favore, se i bambini si sono lavati le mani?” Chiede Stana controllando il pasticcio in forno.
“Subito…” Risponde l’amica uscendo dalla cucina.
“Ehi… ti serve una mano?” Domanda Jon appoggiando il vassoio con i bicchieri dell’aperitivo vuoti sul bancone della cucina.
“Potresti invitare tutti ad accomodarsi… è pronto.” Risponde Stana preparando i piatti.
“Il risotto è pronto.” La informa Cookie.
“Anche i tortelloni.” Aggiunge Rada.
“Ok… io, Tamala e Juliana portiamo fuori i piatti. Voi fate le porzioni?” Chiede Stana alla madre e alla suocera.
“LA PADRONA HA DETTO: TUTTI A TAVOLA!” Si sente urlare Jon dalla sala da pranzo.
“Perfetto.” Risponde Rada per entrambe mentre Cookie estrae dal forno la teglia di pasticcio.
“Jon, sei stato bravo… sono già tutti seduti… o quasi.” Dice Stana entrando nella sala da pranzo.
“Allora per evitare di far avanti e indietro vi dico cosa c’è nel tris di primi: pasticcio di carne, tortelloni spinaci e ricotta e risotto agli asparagi. Piace tutto a tutti o c’è qualcuno che non vuole qualcosa?” Domanda Stana.
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3.00 P.M. New house Fillion-Katic
Il pranzo sta andando alla grande i fratelli di Stana ridono e scherzando con i loro amici mentre Bob e Peter parlano tra loro del più e del meno e sembrano andare molto d’accordo. Rada e Cookie si scambiano ricette mentre i bambini fanno dentro e fuori su e giù presi a giocare con tutti i doni ricevuti da Babbo Natale. L’unico tranquillo e stanco è Black che dopo aver passato la mattinata a correr dietro a Dylan ora se la dorme tranquillamente, nonostante il chiasso, sotto a una sedia.
“Ehi… come va?” Domanda Nathan abbracciando da dietro Stana impegnata a tagliare gli innumerevoli dolci fatti da amici e parenti.
“Bene… tu?” Chiede appoggiando la testa sulla sua spalla per poterlo guardare.
“Bene. Mi sembra che stia andando tutto alla perfezione. Si stanno divertendo tutti.” Commenta baciandole più e più volte la guancia.
“Direi di si.” Conferma sorridendo.
“Sei stanca? Vuoi che ci pensi io?” Chiede dolcemente Nathan.
“No, tranquillo ho già le mie aiutanti.” Risponde vedendo arrivare le due amiche.
“Eccoci!” Esclama Tamala appoggiandosi al bancone di fronte alla coppia.
“Se volete queste sono già tagliate.” Spiega Stana.
“Io direi di fare tre vassoi misti e di mettergli in mezzo alla tavola così ognuno può prende ciò che vuole.” Propone Juliana.
“Ottima idea. Guarda i vassoi sono in quell’armadietto in alto a destra.” Spiega Nathan restando avvinghiato a Stana.
“Potresti dare una mano anche tu…” Lo ammonisce Tamala.
“Non posso… sono impegnato a sorreggere mia moglie.” Risponde sorridendo.
“A proposito di moglie… quando pensate di fare il matrimonio ufficiale?” Domanda Juliana iniziando a spartire i dolci.
“Non ne parlare… sono ancora arrabbiata con la MIA MIGLIORE AMICA per avermi tenuta all’oscuro di tutto. Non ci posso ancora credere… si è sposata senza avvisarmi!” Dice Tamala offesa.
“Dai Tam… ti voglio bene lo sai… e poi è stata colpa di Nate. È stata sua l’idea.” Afferma Stana facendo la ruffiana e scaricando tutta la colpa sul marito.
“Così mi ferisci, amore.” Sussurra Nathan mordendole il collo, facendola rabbrividire.
“Comunque ti perdonerò solo e soltanto quando avrò l’invito delle nozze fra le mie mani!” Dichiara Tamala guardando la coppia di fronte a se.
“Lo avrai presto…” Risponde Stana con voce rocca mentre Nathan prosegue con il mordicchiarle e baciarle il collo.
“Io e Juliana non vorremmo assistere a un concepimento in diretta.” Scherza Tamala facendo ridere tutti.
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4.00 P.M. New house Fillion-Katic
Nathan attira l’attenzione di tutti tintinnando la forchetta contro il bicchiere di champagne alzandosi in piedi.
“Intanto ringrazio tutti voi per essere qui con noi oggi a festeggiare il Natale assieme come una vera famiglia. Grazie Rada e Peter per aver deciso di passare questo giorno con noi invece che trascorrerlo, come tutti gli anni, in Serbia con i vostri parenti. Grazie a Peter per avermi lasciato in vita.” Dice facendo l’occhiolino al suocero, facendo ridere tutti.
“Grazie a Marko, Jasmine e Dusan per essere venuti fin qui da Miami e…”
“I tuoi amici non gli ringrazi?” Domanda Jon interrompendolo.
“Ringrazio Jon per aver fatto il pagliaccio come tutti gli altri giorni dell’anno.” Scherza Nathan ridendo.
“Tornando seri. Ringrazio tutti e colgo l’occasione per avervi tutti come testimoni per quello che sto per fare.” Dice inginocchiandosi davanti a Stana che lo guarda sorpresa.
Nathan prende le mani della compagna fra le sue schiarendosi la voce prima d’iniziare.
“Ti ho rivisto per la prima volta nove mesi fa… eri là davanti ai miei occhi nel tuo bellissimo vestito rosso e un sorriso meraviglioso. Dylan mi ha riempito la testa di margherite ed è grazie a lui che abbiamo iniziato a parlarci. Abbiamo discusso, litigato e ci siamo scontrati più e più volte. Orgogliosi e testardi abbiamo iniziato a scaricarci colpe l’uno sull’altro senza accorgerci che stavamo sprecando il nostro tempo. Per fortuna i nostri amici, precisamente: Jon e Tamala ci hanno presi a calci spronandoci ad aprire gli occhi… davanti a noi c’era NOSTRO figlio, la miglior cosa che potesse capitarci nella vita. Ci siamo dati una regolata e fra alti e bassi siamo riusciti a dare a Dylan ciò che si merita… una famiglia. Abbiamo iniziato a “frequentarci” a modo nostro accorgendoci che l’amore che ci legava quattro anni fa non era mai svanito del tutto... era nascosto dentro di noi. Nostro figlio è stata la nostra salvezza… ci ha obbligati a stare assieme e ci ha spinto a superare gli ostacoli e le difficoltà che caratterizzano la vita di coppia e di famiglia. Ed è proprio attraverso nostro figlio che oggi voglio farti una proposta qui davanti ai nostri amici e alle nostre famiglie.” Dichiara Nathan facendo cenno a Dylan di avvicinarsi mentre Stana è sull’orlo del pianto per la commozione.
“Ti ricordi?” Chiede sottovoce Nathan al figlio che annuisce.
Dylan estrae dalla tasca interna della giacca del papà un astuccio, mettendosi nella sua stessa posizione in ginocchio di fronte alla mamma, aprendola e rivelando agli occhi di tutti il braccialetto in oro bianco con quattro ciondoli con le loro iniziali: S, D e N mentre il quarto è un punto di domanda rosa.
“Vai…” Bisbiglia Nathan al figlio dandogli il via per parlare.
“Ti amiamo, mamma!” Dichiara Dylan guardando verso Stana mentre Nathan togli il braccialetto dall’astuccio per metterlo al polso dell’amata che non riuscendo più a trattenersi inizia a piangere mentre i presenti applaudono.
“Perché piange? Non le piace?” Domanda dubbioso Dylan girando verso il papà.
“No, amore. È bellissimo…” Risponde Stana tirando il figlio in braccio, sbaciucchiandogli tutto il viso.
“Non abbiamo ancora finito… dobbiamo ancora farti la proposta.” Afferma Nathan riprendendosi Dylan.
“Vai… ora questo.” Sussurra Nathan estraendo un’altra scatolina più piccola e consegnandola al piccolo.
Dylan mostra l’anello in oro bianco decorato con diamanti e zaffiri blu.
“L’ha scelto Dylan quindi se non ti piace prenditela con lui…” Scherza Nathan indicando il figlio e ammirando l’enorme sorriso della compagna.
“Facciamo la domanda assieme… al mio tre, ok?” Propone Nathan guardando il bambino.
“Uno… due…”
“Ci vuoi sposare?” Domanda Dylan senza aspettare il tre facendo ridere tutti i presenti.
“Ma… vabbè… ci vuoi sposare?” Ripete Nathan guardandola dolcemente negli occhi.
“Ma siete già sposati…” Gli interrompe Jon.
“Zitto!” Lo rimprovera Tamala saltellando dalla gioia attendendo con ansia la risposta dell’amica.
“SI!” Risponde Stana tirando a se Nathan utilizzando la sua cravatta per poi baciarlo dolcemente.
Applausi, fischi e grida di gioia rompono il silenzio che aveva regnato negli ultimi minuti mentre Stana, Nathan e Dylan si abbracciano e si baciano.
Una volta sistemato l’anello al dito della compagna Nathan finalmente si alza massaggiandosi le ginocchia.
“Sei vecchio per queste cose!” Lo sfotte Jon congratulandosi con l’amico.
I successivi venti minuti si trasformano in un vero e proprio pellegrinaccio per congratularsi con i futuri sposi, già sposati.
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5.00 P.M. New house Fillion-Katic
“Ci è stata fatta una domanda più e più volte nell’ultima mezzora sul significando del punto di domanda sul bracciale che mi hanno regalato i miei uomini tra un attimo vi risponderemo ma prima abbiamo una sorpresa per i nonni.” Spiega Stana in piedi a capotavola.
Dylan consegna a Bob, Cookie, Rada e Peter una scatolina rossa con un fiocchetto bianco.
“Possiamo aprirlo?” Chiede Bob.
“Certo.” Risponde Nathan posizionandosi dietro Stana abbracciandola mentre Dylan si sistema in ginocchio sulla sedia davanti alla mamma.
“OH MIO DIO!” Strilla Tamala riuscendo a sbirciare per prima.
I quattro nonni restano ad ammirare con un enorme sorriso la foto sul fondo della scatolina mentre tutti i presenti si precipitano a curiosare.
“Voglio vedere anch’io…” Si lamenta Allison cercando di farsi largo.
“Vieni… guarda.” Dice Cookie prendendo la nipotina in braccio.
“È un ciuccio!” Afferma Sophia guardando nella scatola del nonno.
“Precisamente è un ciuccio rosa e sul fondo c’è l’ecografia che abbiamo fatto una settimana fa.” Spiega Nathan attirando l’attenzione dei presenti impegnati a passarsi la foto.
“C’è una scritta dietro!” Rivela Tamala mostrando il retro dell’ecografia.
“Guardate la mia maglietta! Firmato Dylan.” Legge ad alta voce Jeff.
“Che maglietta?” Domanda Jon guardando verso i tre in cerca di una risposta.
World's best big brother!” C’è scritta sulla maglietta indossata da Dylan.
“Per fortuna ci sono due “detective” tra noi…” Scherza Nathan guardando Jon e Seamus mentre accarezza la pancia di Stana.
“Da quando ha quella maglietta? Impossibile che non se ne sia accorto nessuno.” Commenta Jeff.
“Arriva una cuginetta?” Domanda eccitata Allison toccando la pancia della zia leggermente più accentuata del solito.
“Si, tesoro. Sei contenta?” Chiede Stana guardando la nipotina.
“SIII!” Esclama lei continuando ad accarezzarle la pancia mentre ricomincia il pellegrinaggio verso la coppia.
“Tesoro, sono felicissima per voi!” Ammette Tamala abbracciando forte l’amica.
“Mamma… non piangere.” Dice Stana vedendo la madre in lacrime.
“Vieni qui…” La invita Peter passando un braccio attorno alla moglie pronto ad abbracciare anche la figlia.
Mentre le donne in lacrime si abbracciano la parte maschile della stanza ha tutto un modo loro di complimentarsi.
“Allora non sei poi così vecchio!” Esclama Jon.
“Sei infallibile, fratello. Secondo i miei attenti calcoli se sapete già il sesso significa che è almeno di tre mesi… questo significa che al primo colpo hai fatto centro.” Afferma Jeff ridendo.
“Non sono poi così vecchio come insinuate voi…” Commenta Nathan pavoneggiandosi un po’.
“Colpito e affondato.” Scherza Seamus.
“Allora proporrei un brindisi!” Annuncia Peter alzando la voce e invitando tutti a prendere un bicchiere di champagne.
“Alla famiglia!” Esclama Peter alzando il bicchiere.
“ALLA FAMIGLIA!” Ripetono in coro tutti portando i calici in alto.
 
 
 
 
RINGRAZIAMENTI: Grazie a chi mi ha seguito fin dal primo capitolo… grazie a chi ha letto la mia storia anche senza lasciare un commento… grazie per non esservi arrabbiati per il mio “utilizzo” di Michael Trucco come antagonista della storia nonostante nella vita reale sia un grande amico di Nathan. Grazie per aver sorvolato sugli innumerevoli errori ortografici. Grazie a tutti voi. Spero di avervi fatto sognare almeno un po’.
Baci…
Giuli
 

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