Amor che muove il Sole e le altre stelle

di Cherie lily
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricominciare ***
Capitolo 2: *** Lui. Routine. ***



Capitolo 1
*** Ricominciare ***


Capitolo 1.

Ricominciare.

Ricominciare.

Questa parola mi rimbomba nella testa.

Ricominciare a vivere.

Ricominciare a respirare.

Ricominciare da capo.

Devo ricominciare.

Per me. Per i miei. Per lui.

Lui, che mi ha lasciato sola in questo mondo.

Lui, che mi ha abbandonata.

Lui, che si è fatto uccidere quella notte solo per proteggermi.

E mi sento così in colpa quando quei ricordi attraversano la mia mente.

Quando l’immagine del suo volto, dei suoi tratti gentili, delicati scorre davanti ai miei occhi.

Quel suo bel volto dai lineamenti regali, tali da sembrare come quelli di un piccolo principe.

Quei suoi occhi, profondi pozzi d’innocenza, pezzi di cielo.

E io lo stavo scoprendo assieme a lui quel cielo. Pezzo per pezzo, stella per stella.

Ma qualcuno me l’ha portato via.

L’ha strappato dalle mie braccia.

Ma se Dio esiste, perché?Perchè mi sta facendo soffrire così?

Sono io che l’ho ucciso. Io. Con la mia stupidità. Io con la mia debolezza.

Era riuscito a tirarmi fuori da quella voragine, in quel mondo di droga e corruzione in cui ero entrata.

Nel mondo della moda, dove la carta patinata, i flash dei fotografi, abbagliano a tal punto le persone, da far perdere il senno, la ragione. La vita.

E lui mi aveva salvato. Mi aveva tirato fuori. Era stato l’unico a sbucciarsi le gambe, le braccia, a farsi del male per strappare fuori dalla merda me.

E come ringraziamento si è beccato una pallottola, indirizzata alla sottoscritta.

Mi guardo intorno. Osservo la casa ormai vuota, i muri, consumati dal tempo. Guardo tutto. Osservo.

I miei hanno deciso per me.

O meglio, lo psicologo. Perché secondo lui devo cambiare aria. Vita.

Devo ritrovare la spensieratezza di un tempo. E New York è troppo caotica per un’impresa del genere.

Mi alzo dallo scatolone dove sono seduta. Il camion è arrivato. È tempo di partire.

Dico un’ultima volta addio a questa vita. Dico addio a lui, anche se so che rimarrà per sempre nel mio cuore.

Lo occuperà interamente.

Perché io l’ho amato. Lo amo. E lo amerò.

Per sempre.

È una promessa.

Il clacson della Volvo dei miei mi chiama. Tempo di andare.

Gli occhi iniziano a bruciare, a pizzicare fastidiosamente.

Ma io reprimo le lacrime.

Ora non servono. Perché io sono una ragazza grande. E le ragazze grandi non piangono.

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Capitolo 2
*** Lui. Routine. ***


Secondo capitolo

Lui. Routine.

Intreccio di corpi.

Calore, passione.

Fuoco.

Il cigolio nel letto.

Il frusciare delle coperte.

Profumo dolciastro, da quattro soldi.

Profumo da ricchi, costoso.

Lei, amore.

Lui, lussuria.

Respiri affannati, gemiti strappati.

Affanno. E due corpi abbandonati in un letto.

Mi alzo, evitando accuratamente di svegliare la ragazza che dorme accanto a me.

La guardo, avvolta nelle coperte di seta.

La guardo, e mi rendo conto di non sapere neanche il suo nome.

Ma non importa. Tanto è una delle tante.

Prendo un paio di boxer e me li infilo.

Poi tocca a una camicia, abbandonata per terra.

Mi dirigo senza indugi verso il piano bar, posto in salotto.

Ho bisogno di un whisky. Subito.

Percorro a piedi nudi l’intero corridoio, fregandomene di fare rumore.

Come al solito non c’è nessuno: i miei saranno a una delle loro benedettissime feste di beneficienza.

O come le chiamo io ‘Le fiere della falsità’.

Sorrido.

Un sorriso amaro però, interamente dedicato al ribrezzo che provo per questo mondo, di cui io stesso faccio parte.

Un mondo che gira in modo strano: tra strani scatti e danze repentine.

Prendo la bottiglia di whisky e getto direttamente una sorsata di quel liquido ambrato nella mia gola.

Un bruciore intenso mi pervade e un calore immenso mi inebria i sensi.

Guardo fuori dalla finestra. È quasi l’alba.

Altra nottata in bianco. E il giorno dopo ho anche scuola.

Ultimo anno, fortunatamente.

In una scuola pubblica, sfortunatamente.

I miei mi hanno costretto.

“Ti dovrai impegnare” mi hanno detto.

“Dovrai studiare” mi hanno ripetuto.

Cazzate. Le solite a quanto pare.

Perchè tanto ad ogni mia D, ad ogni mio vandalismo, la scuola si ritrova una biblioteca nuova o le attrezzature della palestra ristrutturate.

Bella merda.

Guardo di nuovo fuori dalla finestra: è quasi giorno, saranno si e no le 6.

Posso dormire ancora due ore e mezza.

Devo sfruttarle al meglio.

Ritorno nella camera, dove la ragazza non sembra essersi mossa.

Sorrido disgustato.

Le donne sono tutte troie.

Guarda questa. Neanche sapeva chi ero, ha solo visto la mia porsche, e mi ha seguito subito.

Giudizio?Troia.

Mi butto sul letto fregandomene di svegliarla, di disturbarla o qualsiasi azione preveda la sua partecipazione.

Ignoro il suo sfiorarmi il braccio ‘casuale’, il suo avvicinarsi ‘casuale’.

Guardo il soffitto duro mentre le braccia di Morfeo mi accolgono.

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