Wanda nel Regno del Buio

di Lisa_stell
(/viewuser.php?uid=569638)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** Sorprese ***
Capitolo 3: *** Scoperte ***
Capitolo 4: *** Azkadelia ***
Capitolo 5: *** Silenzio ***
Capitolo 6: *** Incredula ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***


CAPITOLO 1 - L'INIZIO

 

 

Wanda camminava strascicando le sue vecchie scarpe da ginnastica logore sulla ghiaia del parco dove si trovava la sua scuola: la prestigiosa Sheakspeare Academy, che però di prestigioso aveva solo il nome. Cosa che si poteva facilmente capire dall’insegna del logo in metallo collocata davanti all’entrata tutta coperta di ruggine, e con una “y” che poteva benissimo passare per del semplice metallo fuso. Una scuola abbastanza piccola considerando la grandezza della città in cui stava: lei abitava nella città di Windcity, nell’Arkansas.

Wanda aveva quindici anni ed era carina, non era una bellissima ragazza dalla figura slanciata, alta e con un fisico atletico, ma carina: aveva lunghi capelli neri leggermente mossi che teneva spesso legati in una coda o in una treccia (una coda in questo momento) e un paio di occhi azzurro ghiaccio -che lei però non riusciva ad apprezzare- che quasi mai rivelavano le sue emozioni, restavano freddi e spenti, nonostante loro ne avessero di cose da dire. 

I suoi genitori, entrambi segretari di una rivista di moda importante, per onorare l’iniziale della città la chiamarono Wanda. Aveva anche una sorellina di quattro anni di nome Ella che adorava. Con quei suoi occhioni blu, quelle guanciotte morbide e quel suo carattere così maturo e dolce nonostante la sua età come si faceva a resisterle? Wanda era invece una ragazza molto estroversa: non capiva come le sue coetanee potessero pensare solo a cose egoiste, frivole e stupide e per questo col passare del tempo si era sempre più chiusa in se stessa, anche perché i suoi genitori non c'erano mai. Non aveva molti amici e i pochi che aveva non si potevano considerare esattamente “amici”. Erano un ragazzo e una ragazza: Liam e Vera. Loro due erano gli unici che ogni tanto parlavano con lei a scuola, erano quelli con cui si metteva se c’erano dei progetti di classe, se si doveva discutere dell’ultimo capito in classe o al massimo per vedersi qualche volta dopo la scuola; ma la loro amicizia più o meno finiva lì. Liam -capelli bronzei e occhi scuri- era un ragazzo molto conteso tra le ragazze e anche discretamente popolare per questo Wanda si stupiva quando rifiutava gli inviti alle tipiche feste mondane liceali che servivano solo per ubriacarsi; questo gliel’aveva fatto simpatico subito. Vera era una ragazza dal fisico statuario nonostante la sua età. Aveva sedici anni, un anno in più di Wanda, nonostante fossero nella stessa classe perché aveva traslocato molte volte dato che il padre aveva divorziato dalla madre di Vera e aveva avuto almeno altri due matrimoni. Appena arrivata alla Sheakspeare, Vera aveva subito rifiutato le attenzioni dei ragazzi che le sbavavano dietro per via del suo aspetto e -strano ma vero- aveva iniziato a parlare con Wanda, la ragazza solitaria e “strana”.

Wanda stava andando a scuola, camminando in modo automatico, un piede dopo l’altro. Quasi non si accorgeva di quello che le succedeva intorno: il vento che le scostava i capelli dalla fronte, il profumo dei fiori delle aiuole piantate dal giardiniere della sua scuola, il signor Hartman, il fatto che facesse davvero freddo per essere solo ottobre… ad un certo punto, scrollò la testa per tornare a concentrarsi, e percepì nelle ossa un presentimento: sentiva di essere osservata. Continuò comunque a camminare senza girarsi, tenendo un passo un po’ più sostenuto, senza accorgersene, anche perché non sentiva nessun rumore di passi, quindi…stava forse diventando pazza? Infine decise di voltarsi indietro per vedere se qualcuno la stesse effettivamente seguendo, ma era tutto deserto visto che era in forte anticipo come tutte le mattine. Rifiutava l’idea di stare in mezzo a persone che nemmeno si avvicinavano a salutarla -per alcune persone le andava bene così, davvero- perciò dopo un periodo aveva deciso categoricamente che arrivare in anticipo era l’idea migliore. 

Rassegnata all'idea di star diventando pazza, Wanda alzò gli occhi al cielo e gettò distrattamente l'occhio un momento per terra: si accorse che c'era un buco della grandezza del palmo di una mano sulla strada ghiaiata, ed era così profondo che Wanda non riusciva a vederne la fine. Si chinò per osservarlo meglio dato che non l’aveva mai visto prima, finché si rese conto che era una cosa stupida: era solo un diamine di buco per terra! Saranno stati dei ragazzini stupidi ad averlo scavato per terra sperando che qualcuno ci inciampasse dentro. Si sentiva così stupida solo per essersi fermata… Dopo pochi minuti Wanda arrivò all’entrata della scuola e si sedette sulla sua solita panchina dove ripassava la lezione o leggeva. Oggi però era troppo pensierosa per ripassare o leggere. Stette per qualche minuto ad osservare le pareti chiare dell’edificio. Si trovava sul portico dell’entrata principale della sua scuola, al primo piano. Alle sue spalle c’era una pianta di rose bianche e spesso le arrivava il loro profumo delicato. Si accorse di essere seduta lì a far niente perciò prese l’iPod dalla tasca interna del suo zaino, si mise le cuffie e fece partire una canzone a caso, una delle prime in ordine alfabetico, comunque. La folla di studenti si stava già radunando così Wanda, per non dare troppo nell’occhio entrò nella sala d’aspetto della sua scuola e fece finta di ripassare l’ultima lezione di matematica. 

Suonò la prima campanella e quando i primi studenti cominciarono ad entrare nelle proprie aule anche Wanda si avviò verso le scale per arrivare alla sua aula al quarto piano, la 402. 

Camminare nella sua scuola spesso dava una sensazione tetra, per via del rumore che sentivi quando camminavi negli atri quando non c’era quasi nessuno. Il pavimento di marmo bianco rilasciava rumori secchi quando qualcuno ci camminava sopra e il tutto era accompagnato spesso da un eco, per via dei soffitti dei corridoi altissimi.

Wanda passò la folla di ragazzi in fila alle macchinette -che tutte le volte le ricordavano degli avvoltoi pronti a fiondarsi su delle carcasse- e andò verso i suoi compagni che ormai non la notavano neanche perché se ne stava sempre per i fatti suoi. Entrò in classe un po' accaldata per le scale, ma pronta per affrontare le quotidiane cinque -o sei- ore di lezione, più o meno. Si sedette vicino alla finestra, come tutti i giorni. Non sapeva perché, ma quando non era vicino alla finestra le sembrava di stare in una prigione, più di quello che si potrebbe pensare dato che si trovava a scuola.

Dopo qualche secondo entrarono in classe anche Liam e Vera, mormorando qualche frase che probabilmente doveva essere stata divertente, perché Vera aveva un sorrisetto accennato sulle labbra rosse, e dopo un: “Ehi”, si sedettero uno a destra e l’altra a sinistra di Wanda.

Tutto le andò bene quel giorno, era brava a scuola (o nella media, comunque) avendo molto tempo libero, e anche se in ginnastica -che fortunatamente quel giorno non aveva!- aveva qualche problema di coordinazione, la sua pagella e il suo comportamento erano per tutti rispettabili. Certo, i compagni le davano spesso della “secchiona” ma lei ormai non ci faceva tanto caso, anche perché lei non la pensava così. Le ore passarono stranamente veloci, con Wanda assorta nei suoi soliti pensieri sognanti, quasi dimenticandosi l’accaduto di quella mattina, e in men che non si dica per lei era giunto il momento di andare a casa. Ma al suono della campanella che scoccava la fine dell’ultima ora di lezione la sua professoressa di arte, Mrs. Lawrence (che tutti pensavano che fosse un po' eccentrica) le disse: “Tu, Wanda, hai molta immaginazione, non perderla mai”, Wanda borbottò un “S-si prof..” imbarazzata e se ne andò con passo veloce. 

Arrivata alle scale dell’entrata principale vide Vera e Liam che la aspettavano per salutarla e intanto parlavano. 

“Che cosa assurda!” stava dicendo Liam.

“Lo so! Non posso credere che i biglietti per il concerto costino così tanto!” disse Vera con la voce accesa da una lieve rabbia.

“Quale concerto?” disse Wanda, intromettendosi nella conversazione

“Quello di Jamie Tyler” che era il loro cantante preferito.

“Ah! Nemmeno con un mio intero stipendio estivo da “J Jones” riuscirei mai a permettermene uno!” Vera -che lavorava come cameriera al ristorante “J Jones” in estate- era spesso la più pessimista tra i tre compagni.

“In qualche modo ce la faremo” la rassicurò lui.

Detto questo si salutarono. Wanda restò indietro però, e rassicurò con uno sguardo Liam, che andandosene con Vera le aveva rivolto uno sguardo un po’ preoccupato, come a dire “Tutto bene?”.

Osservò gli altri studenti, ormai abbastanza lontani, che stavano camminando alzando nuvoloni di polvere sulla strada, pronti e impazienti -e lo si vedeva bene dall’andatura di ognuno- per andare a casa. 

Wanda spesso rimaneva incantata a fissare scene del genere di “normalità”, non sapeva bene neanche lei il perché. Scosse impercettibilmente la testa come faceva sempre per liberarsi dai pensieri e fece il primo passo verso il percorso di ritorno quando, all’improvviso, davanti a lei si formò un buco come quello che aveva visto quella mattina, così dal nulla. Wanda non ebbe nemmeno il tempo di rimanerne scioccata che dopo un secondo se ne formarono tantissimi altri, tutti ammucchiati, finché neanche un pezzo di terra di dove stava lei fosse rimasto intatto.

Con suo grandissimo stupore precipitava sempre più giù nell’oscurità sconosciuta. 

Da quanti metri stava cadendo?

Data l’adrenalina in circolo, riuscì a percepire più cose contemporaneamente e chiaramente. Era in una specie di cavità sotterranea, lunghissima e stretta. Ad un certo punto Wanda riuscì a vedere che sotto di lei, in fondo all’enorme cavità in cui stava cadendo, c’era una cosa che altri non poteva essere che acqua, dal movimento fluido. Wanda aveva gli occhi spalancati dalla paura, mai le era capitato di avere così paura dell’ignoto in vita sua. Si preparò mentalmente alla caduta in acqua, trattenendo il respiro, con chissà quale coraggio interiore. Pochi metri e… “Ah!” urlò Wanda di dolore. Era caduta su una superficie dura e si era fatta parecchio male. Sarebbe dovuta cadere dentro l’acqua, ma mentre cadeva non si era accorta di un'enorme lastra di materiale trasparente, probabilmente vetro, che non gliela face neanche sfiorare. Si guardò intorno frastornata e di certo non tirò un sospiro di sollievo.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Sorprese ***


NOTE: Salve a tutti! Se state leggendo questo spero che la storia vi piaccia :) se per caso volete farmi delle critiche su qualcosa (qualsiasi cosa!) scrivetemelo nei commenti. Grazie a tutti voi che leggete/recensite/mettete nei preferiti! MI RACCOMANDO RECENSITE GRAZIE.

CAPITOLO 2


Non riusciva a capire niente: dov'era finita? Dov'era la sua scuola? Troppe domande per dare una risposta. L'unica cosa che voleva era risvegliarsi da quel terribile incubo. Pensò anche: "Calma Wanda, ora ti svegli", ma era inutile non riusciva a svegliarsi. Ad un certo punto le passò per la testa che magari non era un sogno, ma la realtà, e anche se per lei fu molto difficile si calmò.
Cominciò a osservare in giro: si trovava in una specie di enorme caverna con una lunghissima uscita dall'alto, ma per il resto sembrava senza via d'uscita, o almeno così credeva. La caverna era umida e da una parte del soffitto scendevano mille e più gocce d'acqua grazie alle stalattiti.
Non sapendo cosa fare si mise a osservare la lastra di vetro e inizialmente non vide niente di strano ma fissandola meglio riuscì a intravedere delle scritte in una lingua che lei non conosceva ma che stranamente riusciva a leggere anche se la scrittura non l'aveva mai vista e di questo se ne stupì: come faceva a poterla leggere se neanche la conosceva?
Lesse ad alta voce:                                                                                    
- Sulla via della solitudine tutto si unisce e d'un tratto tutto si chiarisce. Se tu pronunci queste parole nel Regno del Buio entrerai ma solo con una parola vi uscirai-
Non ebbe nemmeno il tempo di stupirsi per quello che aveva appena letto che la lastra di vetro si polverizzò in un istante e lei cadde nell'acqua mentre veniva trascinata dalla corrente. Si mise a urlare:
- Voglio tornare a casa!!!-                                                                        
La caverna si allargava in tante gallerie che però erano piene d'acqua e lei era li, stupita come non mai per quello che le stava succedendo. Poi d'un tratto abbassò la testa nell'acqua e con suo stupore si accorse che riusciva a respirare! Vide anche che c'era una specie di bosco sotto l'acqua, ma che non ne era invaso, stranamente. Era come se la legge di gravità in quel posto non fosse presente... Non le importava se la cosa era impossibile, voleva solo andare via di li, così nuotò fino in fondo finchè l'acqua finì, così di botto, e lei precipitò scivolando dolorosamente su dei pini che sapevano di salvia. Scivolò sui rami pungenti dei pini cadendo pian piano cercando di aggrapparsi ai rami per non cadere troppo velocemente e per non farsi male arrivò fino a terra urlando:
- Ahi, ahi!-                                                                                                                  
Cadde di sedere sentendo così male che quasi avrebbe urlato, ma era troppo preoccupata del resto per sentire dolore. Si guardo intorno: era un posto strano, ma le sembrava normale, come se lo conoscesse da sempre. Come ho già detto era un bosco tipico di montagna, con piante e alberi normalissimi. 
C'era un silenzio a dir poco inquietante e spaventoso, ma d'altronde dopo essere precipitata nel vuoto, essere caduta su una lastra di vetro, aver letto una frase che ha polverizzato quella lastra, essere caduta in un acqua che si poteva respirare e essersi ritrovata in una foresta, di cose strane ne aveva viste, e eccome. 
Non c'era anima viva eppure sembrava abitato da secoli. Dall'inizio dei tempi. Forse ancora prima del big-bang. Ma chissà se lo conoscevano gli abitanti di quel paese il big-bang, sempre se ce n'erano di abitanti. 
Cominciò a camminare, quando all'improvviso sentì una voce che gli diceva:
- Hei tu, stai attenta che così mi fai male, ho capito che sono piccolo ma un po' di rispetto non guasta mai! - 
Si guardo intorno incuriosita, impaziente e anche un po' spaventata, ma non vide nessuno, poi, sentì un gemito di dolore e proveniva da sotto di lei, non appena vide da che cosa proveniva però sobbalzò, indietreggiando: era un fiore tutto arancione che aveva il fusto schiacciato dalla sua scarpa. Il fiore le disse:
- Via, forza, smamma, su...-                                                                                           
E Wanda:
- Mmmmaaa tu sai parlare! -                                                                                 
- Certo, ma che storia è mai questa, noi Creature lo facciamo da sempre! -
- Si... io non ci credo, questo è un sogno! E la mia testa perfettamente che i fiori non parlano e che posti così non esistono! -
Il fiore, piuttosto seccato le rispose:                                                                        
- Senti un po', primo questo è il Regno del Buio, purtroppo, e quindi esiste eccome e secondo non è per niente un sogno... anche perchè se no, da dove verresti tu? Perché, il Regno del Buio è infinito e quindi non esistono altri posti!-
E Wanda seccata anche lei gli rispose:                                                                   
- Io vengo da Windcity un paese che è lì sopra, chissà quanto sopra di noi e noi, per la precisione, ci troviamo sotto terra, sotto un mare sotterraneo e sopra un bosco... ti basta come risposta?!?-

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Scoperte ***


NOTE: Ciao a tutti! E grazie tantissime se state leggendo questa storia! Volevo ringraziare tutti quelli che leggono/recensiscono/aggiungono ai preferiti... grazie davvero. Se avete qualche critica da farmi scrivete pure tutto nei commenti. E mi raccomando continuate a recensire!


CAPITOLO 3 - Scoperte.


Il fiore offeso si azzittì, e Wanda si girò dall'altra parte mentre pensava "Ma guarda un po', pure litigare con un fiore irrascibile mi tocca" e poi sentì il fiore che le disse:                                                                                                  
- Hei tu bada a quel che pensi carina... che io ho un nome, e non sono irrascibile!-
- Ah leggi anche nel pensiero... perfetto!- 
All'improvviso Wanda vide fra gli alberi, un po' in lontananza e molto in ombra, qualcosa che luccicava, e d'istinto strizzò gli occhi per vedere; il fiore le disse:                                                              
-Ah...dato che me lo hai chiesto, io mi chiamo Arci - disse con un po' di ironia.
Wanda ascoltò ma era più intenta a capire che cosa fossa quella fonte di luce, e chiese al fiore:
-Tu la vedi quella cosa che brilla la' in fondo?- 
E Arci le disse, come per evitare di parlare di quell'oggetto, come se fosse pericoloso:
-E...e tu come ti chiami, se posso chiedere?- 
E Wanda, che si era accorta che voleva parlare d'altro, per un motivo della quale era all'oscuro, ma che sembrava pericoloso, rispose ad Arci:                                                                    
- Io mi chiamo Wanda, e ormai ti ho detto tutta la mia storia...- Disse con un po' di freddezza. 
Stava letteralmente pensando ad altro o forse non sapeva bene a che cosa pensare; ci fu un attimo di silenzio assoluto nella quale Wanda pensò bene cosa domandare ad Arci:
- Senti ... potresti raccontarmi la storia di questo ... Regno del Buio, per favore?- 
E Arci, abbastanza tranquillo le rispose:                                                                   
- Beh, la storia è molto lunga...-                                                                 
- Tu racconta -                                                                                                 
- Beh, devi sapere innanzitutto, che il Regno del Buio una volta, non si chiamava così ma si chiamava il Regno della Luce e questo regno è stato fondato da una regina molto potente che si chiamava Isabella, con suo marito che non aveva poteri. Per molti anni sul regno regnarono la pace, la giustizia e la verità ma un giorno arrivò lei, la regina Azkadelia, che con la sua magia nera distrusse il Regno e imprigionò la regina Isabella in una dimensione sconosciuta e la privò di tutti i suoi poteri rendendola innocua. L'unica speranza nel regno è che ritorni la loro figlia Lyla che secondo la leggenda salverà il nostro regno! -
Wanda restò immobilizzata da quella storia triste e pensò dove potesse trovarsi la principessa, ma prima di tornare con i piedi per terra guardò il cielo, e si chiese perché non fosse già scuro, perché era passato molto tempo, e doveva già essersi fatto buio in teoria. Così si disse:  
- Ma che ore saranno, accidenti?!-                                                                          
E si guardò l'orologio da polso (glielo avevano regalato i genitori a Natale): erano le 04:03 di mattina eppure non sentiva ne sonno ne stanchezza e così chiese ad Arci:                                                                                                    
- Perché non ho sonno?- 
E lui le rispose:                                                                   
- Perché nel Regno del Buio se non sei particolarmente addestrato ed esperto non riesci ad addormentanti, e non ne hai neanche bisogno. Qui la stanchezza non si sente, o meglio la senti ma non potrai mai dormire, infatti qui è sempre giorno. Quasi nessuno ricorda la notte qui... anche se io devo dire che ho provato a dormire ma non ci sono riuscito. E poi Azkadelia è molto severa sull'argomento. Se trova qualcuno che si riposa troppo lo arresta. Non vuole che nessuno sia uno scansa fatiche, immagino. E se per caso riuscissi mai ad addormentarti, lei coi suoi poteri neri non ti farà mai più aprire gli occhi... 
- Oddio. Lei è davvero crudele. Ma nessuno ha mai cercato di fare qualcosa? -
Ma dato che Arci sospirò, capì che tutti quelli che ci avevano provato avevano fallito. 
Allora Wanda in quel momento decise di chiedere nuovamente cosa fosse quella fonte di luce:
- Ascolta Arci mi potresti dire cos'è quella luce? O qualsiasi cosa sia?- 
Ma proprio in quel momento Wanda sentì un colpo alle spalle, come un pizzico e le si annebbiarono gli occhi:
- Ma, che succed...- 
E svenne. Arci nel frattempo si era nascosto e immobilizzato.
Degli strani uomini che erano così brutti che potevano passare benissimo per mostri avevano colpito con una delle loro frecce intinte nel veleno Wanda e la stavano portando dritto dritto nel castello di Azkadelia. 
Wanda non poteva capire che cosa le stava per succedere perchè mai, mai e poi mai, avrebbe potuto immaginare che tra poco avrebbe incontrato la Regina Nera.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Azkadelia ***


CAPITOLO 4

NOTE: Salve a tutti! Spero davvero che la storia fino ad adesso vi piaccia, perché so che c'è un po' di confusione ma spero che qualcuno di voi lo veda come fantasia invece di una mia pazzia XD (?) Comunque come al solito ringrazio chi legge recensisce etc... VI PREGO POTRESTE SCRIVERE QUALCOSA NEI COMMENTI? MI FARESTE DAVVERO FELICISSIMA :) con l'augurio che continuerete a leggere la mia storia, arrivederci.

- Lisa  


Wanda, mentre era sotto l'effeto del veleno, se riusciva a concentrarsi poteva sentire tutti i rumori e comprese che tra qualche minuto si sarebbe svegliata. Lei, ovviamente non sapeva chi erano quegli uomini né dove la stavano portando, però riusciva a capire bene che di certo quelle persone non le stavano preparando una festa di compleanno a sorpresa. 
Ad una certo punto mentre "cercava" gli occhi riuscì ad aprirli ma cercò di non far vedere che era sveglia: voleva scappare e contava sull'effetto sorpresa.                                                                                                                   Wanda cercò di liberarsi dalle guardie ed a un certo punto scattò e con un salto che di certo la sua professoressa di ginnastica avrebbe adorato, corse il più lontano possibile da loro. 
Non era mai stata brava in ginnastica come ho già detto, però se doveva correre, correva molto velocemente.
La radura era tutta uguale, e la sua più grande paura era che le guardie riuscissero a prenderla. Riuscirono a circondarla, perché erano davvero tanti. 
"Tutte le guardie sembrano metà mostri metà umani" pensò Wanda. 
Poi alzò lo sguardo in preda al panico e vide che era all'ombra di un castello gigantesco tutto grigio e di marmo chiaro. 
Non sapendo più cosa fare fu costretta a scappare nel castello. 
Tutto all'interno era sui toni di grigio e di verde ed era decorato nei minimi dettagli, ogni singola cosa era molto spigolosa, ma si vedeva che di certo quel castello apparteneva ad una padrona malvagia. 
I pochi mobili che vedeva erano tutti rigorosamente di legno, le sembrava un legno prezioso, forse era mogano. 
Quando abbassò lo sguardo suo pavimento per poco non si mise ad urlare: al posto di piastrelle c'erano tutte le immagini dei volti di quelle persone che immaginava fossero le sue vittime, o probabilmente le aveva trasformate in immagini solamente per divertimento, non sapeva dirlo. 
Ormai l'aveva capito, era nel castello di Azkadelia. 
Correva, correva e non pensava ad altro, con le guardie alle calcagna, quel castello era enorme. 
Ad un certo punto quando guardò dietro di lei non vide più le guardie ma continuò ugualmente a correre fino a quando non si trovò di fronte una porta gigantesca, si aprì lentamente e Wanda si vide di fronte alla Regina, si era lei, era Azkadelia.
Era seduta su un trono gigantesco, decorato con ogni tipo di pietre, soprattutto smeraldi e argento. 
Lei era bellissima, ma di una bellezza fredda, senza vita. Azkadelia portava un vestito verde scuro, con la gonna ampia, decorato con tanti simboli a Wanda sconosciuti. I capelli scuri erano raccolti in una lunga treccia. 
Portava un diadema d'argento, perfettamente in sintonia perfino con il castello. Sorrideva, in modo cattivo, quasi sciropposo. Forse anche troppo. Squadrava Wanda, come Wanda squadrava lei. 
Finalmente la Regina parlò:                                                
- L'Oracolo mi aveva predetto che oggi sarebbe arrivata una singolare ospite!-Wanda restò impassibile, in attesa.                                                                               
- Chi sei? Da dove vieni? - Urlò Azkadelia dall'altra parte della stanza dal suo trono impeccabile.                                                                  
- O forse... no! So già chi sei, ma devi dirmi, piuttosto, dov'è quello che voglio -
Finalmente Wanda parlò, anche se le sembrava che la lingua le fosse diventata carta vetrata:                                                                 
- Non so di cosa tu stia parlando - Disse Wanda, sincera.                                                  
- Oh, ma non farmi ridere! - sbottò la Regina - Sai perfettamente che voglio la Chiave del Sole! E...se tu non me la vuoi dare con le buone, sarò costretta a prendermi le informazioni con le cattive, ma tu non vuoi questo, non è vero? -                                                              
Wanda restò senza parole, specialmente per "la Chiave del Sole" del quale non sapeva davvero niente. E dalla storia raccontata da Arci, lei non era neanche lontanamente malvagia come Azkadelia quindi non avrebbe potuto neanche volendo sapere cos'era e tanto meno dov'era ... Wanda ribadì dopo qualche secondo:
- Non so di cosa tu stia parlando! -                                                                 
In qual momento Azkadelia schioccò le dita e in un istante due guardie mostruose la presero con la forza e la bloccarono, erano state velocissime non le aveva viste nemmeno muoversi, poi la Regina disse:
- Portatela nelle segrete e bloccate la sua cella per bene - 
Wanda cercò di divincolarsi, ma, inutilmente. 
La portarono in una cella scura e molto grande, con le sbarre in ferro battuto, e un sistema per non far scappare assolutamente nessuno. 
Wanda in pochi secondi si ritrovò sola, assolutamente sola. Con un sacco di domande. Tantissime. Ancora di più di prima di entrare nel castello

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Silenzio ***


Passarono secondi, minuti, forse anche ore. 
Wanda restava lì, impotente e incredula sotto il peso di tutte quelle nuove informazioni. 
Si sentiva come un computer di vecchia generazione, sovraccarico di nuovi programmi per il quale lui non era stato programmato. Forse sarà capitato anche a voi. 
Ma la cosa sbalorditiva è che era così sovrappensiero che si dimenticò di tutto, incantata come quando alcuni bambini guardano la TV. 
Si dimenticò di Azkadelia, si dimenticò di Arci, si dimenticò perfino di tutto quello che le era accaduto nelle ultime ore, cosa che per alcuni sarebbe difficile da dimenticare. 
Forse la Regina si aspettava qualche movimento, qualche sbuffo, o magari anche degli urli a squarciagola, fatto sta che Wanda non si muoveva. Era seduta per terra appoggiata a uno dei muri della cella come se fosse in trans. Magari desiderava esserlo. 
Quando si riprese e si rese conto di dov’era, pensò a un modo per uscire, ma non era semplice. 
Proprio quando stava per perdere le speranze vide il coperchio di un tombino. Strano a dirsi, ma anche in un mondo così c’era un tombino.
Lo aprì. Dentro era buio e umido ma non aveva altra scelta. 
Doveva fare in fretta se no Azkadelia l’avrebbe vista. 
Prese coraggio e si gettò dentro al tombino, pregando che Azkadelia non avesse ancora scoperto la sua fuga. 
Quel tubo era lunghissimo ma ad un certo punto Wanda cominciò a vedere una luce e man mano che i suoi occhi si abituavano vide che finiva in due specie di “scivoli” grandi, lei era in quello di destra, ma la cosa peggiore era che finivano in una discesa retta e letale. 
Spaventata, Wanda andò avanti finchè la discesa cominciò e trattenendo il fiato si tuffò in una specie di piscina con acqua limpida. 
Meno male che Wanda sapeva nuotare abbastanza bene, perché dallo spavento altrimenti non ce l’avrebbe fatta. 
Mentre era sott’acqua aprì gli occhi e vide una creatura marina, capì cos’era soltanto dalla coda di pesce, vista milioni di volte nelle illustrazioni dei libri per bambini e arretrò: era una sirena. 
Tornò in superficie per respirare, e vide che la creatura la stava osservando; non era uguale alle sirene del mondo “in superficie”, perché aveva capelli azzurri, all’apparenza fatti da acqua cristallina, incrostati da alghe verdi. 
Il viso era allungato e di colore verde sbiadito; aveva una bocca smisuratamente grande di un rosso intenso, come fosse una fragola molto tirata e un naso sottile con due occhi a mandorla di colore viola. 
Era magra e portava un top corto un po’ rovinato dall’acqua. Aveva mani grandi un po’ palmate con dita lunghe. 
La creatura si avvicinò lentamente e Wanda arretrò andando a scontrarsi di schiena contro una roccia algosa.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Incredula ***


CAPITOLO 6


La sirena allora parlò con voce soave, ma un po’ rauca, come se avesse il raffreddore:
- E tu, chi sei? Che ci fai qui?-               
Wanda parlò, ipnotizzata da quegli occhi viola:
- Sono Wanda, e sono qui perché sono scappata dalla Regina...-
- E come hai fatto a scappare?-                                   
- Sono scesa dal tombino e sono arrivata qui… - 
Finalmente la creatura liberò Wanda dalla forza del suo sguardo.
- E tu chi sei?- Chiese Wanda, un po’ esitante.       
- Sono Kate, e come puoi vedere sono una Learta - 
- Come? Una Learta? -                                              
- Si. E sono confinata qui insieme a … Groncio -  
- E chi è?-
In quel momento quello che Wanda pensava fosse una roccia da dietro la sua schiena, prese vita e si vide che era un orribile orco gigante. 
Wanda si scostò subito urlando di spavento ma Kate non sembrava molto impaurita, doveva esserci abituata. 
Quando il mostro si alzò del tutto Wanda vide che la “piscina” era divisa in due parti; ma la cosa più strana è che non c’era niente a dividerla, eppure si vedeva una notevole differenza: quella dalla parte di Groncio era più alta e sporca, mentre quella di Kate era un po’ più bassa e limpida.
Il grande orco la guardò con occhi incuriositi, anche se Wanda ne era molto spaventata. Poi con voce profonda e inquietante parlò a Kate:
- E questa? Chi è? Scommetto che l’hai chiamata tu per aiutarti ad andare più in alto, vero?-         
E la sirena un po’ offesa gli rispose:
- Senti, Groncio io non c’entro niente con la comparsa di questa umana. Lei ha detto che è scappata da Azkadelia, che la teneva prigioniera, attraverso un tombino … o almeno così dice. Non avrebbe potuto aiutarmi in nessun modo dato che non sa nemmeno chi siamo e perché siamo qui, non ti pare?-
L’orco strinse gli occhi pronto a ribattere ma Wanda chiese a Kate:
- E allora, che ci fate voi qui?-                                 
- Umana, noi siamo esiliati dalla Regina Nera. Da ben cent’anni di questo Regno ormai oscuro -               
- E perché mai? Che avete fatto di tanto brutto? -        
- Niente di rilevante. Noi siamo stati i rappresentanti delle nostre tribù: io del popolo delle Learte e Groncio degli Orchi del Sud. I re delle nostre tribù, quando il regno della Regina Isabella era appena caduto, ci hanno mandati dalla Regina del Buio per chiedere giustizia, perché erano avvenuti dei fatti orribili con alcune delle sue guardie, e lei per punirci ci ha esiliati qui -                                  
- Ma è orribile! -                                                        
- Ma non è tutto, infatti per farcela pagare ancora di più ha diviso l’acqua in due piscine e ha detto che dovevamo cercare di risalire man mano che l’acqua aumentava. Da Groncio arriva l’acqua sporca e putrida, da me l’acqua pulita e cristallina sprecata dagli umani… -                        
- Ma allora sapete che esistiamo e che viviamo sopra di voi e … -
- In pochi conoscono il vostro mondo e la vostra razza ancora poco evoluta -
Wanda non seppe se sentirsi offesa o no. Ma poi pensandoci bene si rese conto che anche lei lo aveva da sempre pensato, non aveva trovato nessuna giustificazione per le guerre e le corruzioni che ci sono tutt’ora nel mondo come lo conosciamo noi. La sua razza è come la nostra e allora non c’è da dire niente in quello che sappiamo già. Noi non siamo evoluti mentalmente, lo eravamo un po’ di più nei tempi antichissimi, ma comunque da sempre si conoscono storie di uomini avidi di potere e pronti a tutto per ottenere i loro scopi.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2259820