Perchè non dovrei tradirti?

di gemellina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Strani sospetti ***
Capitolo 2: *** Il passato... è passato! ***
Capitolo 3: *** La notte porta consiglio. ***



Capitolo 1
*** Strani sospetti ***


bhua

“Sono qui per tradire il mio ragazzo”

“Direi che la premessa è allettante!”

“Io ti ho detto cosa ci faccio qui, ma tu?”

“Niente di particolare! Sono qui per tradire la mia futura moglie.”

Perché non dovrei tradirti?

***

Hermione Granger era appena rincasata dopo otto dolorose ore di lavoro.

Si tolse le scarpe dal tacco alto e prese a saltellare per casa massaggiandosi i piedi.

Aprì il frigorifero imponente in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti e mettere a tacere gli strani rumori che produceva il suo stomaco per la fame.

Lo aprì e notò che a parte dei sottaceti, un uovo, una busta di latte quasi vuota e un gambo di sedano non c’era più nulla.

Si buttò stancamente sul divano accendendo la televisione.

Doveva pur ingannare il tempo.

Harry e la spesa sarebbero arrivati prima o poi.

Lei ed Harry erano ormai una coppia da tre anni ed Harry era perfetto.

Un ragazzo meraviglioso e ogni volta che guardava quegli occhi non poteva far altro che ritenersi la ragazza più fortunata del mondo.

Che quel mondo fosse magico o babbano, aveva poca importanza.

Harry era stupendo, ed era una palese verità che non si sarebbe annullata.

***

Erano quasi le 19 quando spense la televisione e l’occhio le cadde su: La Gazzetta del Profeta, abbandonata sotto il tavolino in vimini.

Si chinò e venne catturata dal titolo in prima pagina.

Sarebbe comunque stato impossibile non rimanere colpita da quella scritta a caratteri cubitali.

-Draco Malfoy e Pansy Parkinson presto sposi-

Il suo sguardo curioso scese sul trafiletto.

“La amo. Non posso più aspettare.

Voglio che sia mia moglie al più presto”

Con queste parole, il rampollo della famiglia Malfoy,

conclude l’intervista.

Il matrimonio si terrà questo sabato pomeriggio nel maniero della famiglia.

***

L’articolo proseguiva, ma a lei dell’abito della sposa o del menù poco importava.

Si scoprì a sorridere.

Era stranamente felice per Draco Malfoy, poiché non avrebbe mai detto che alla fine sarebbe stato lui a sprizzare amore per lei da tutti i lati.

Ricordò di Hogwarts e di come la Parkinson lo assillava con la sua presenza, facendosi quasi odiare dal biondino.

E adesso, era lui che non poteva più aspettare e che voleva fosse al più presto sua moglie.

Ripiegò il giornale e decise di farsi una doccia.

La fame imperversava e quel gambo di sedano stava quasi divenendo allettante.

***

“Tesoro, sei in casa?”

Harry Potter non ricevette risposta, ma quando sentì lo scrosciare dell’acqua capì che effettivamente qualcuno in casa c’era, e doveva per forza essere la sua ragazza.

“Tesoro, sono tornato!”

“Hai fatto la spesa?”

La spesa.

Avrebbe dovuto farla lui?

“Ehm… sì, certo…”

Stava mentendo.

“Ti va una pizza stasera?”

“E’ un appuntamento galante?”, domandò lei ridendo.

“Certo! Con te è sempre galante…”

L’acqua aveva smesso di scrosciare, e quando la porta del bagno si aprì, Harry vide la sua ragazza in accappatoio intenta ad asciugarsi i capelli con l’asciugamano.

Era semplice.

E lui era un idiota.

“Sai qual è la notizia del giorno?”, domandò lei prima di posargli un lieve bacio sulle labbra.

“No”

“A quanto pare Draco Malfoy e Pansy Parkinson si sposeranno questo sabato, non è divertente?”, disse voltandosi e iniziando a spazzolarsi i lunghi capelli castani, mentre il suo ragazzo, alle sue spalle, sudava freddo.

“Malfoy e la Parkinson?”, domandò lui titubante.

“Sì. E’ assurdo! Se leggi il trafiletto dice che è lui che la ama da impazzire… quante cose sono cambiate dai tempi di Hogwarts…”

“Già. Ne sono cambiate troppe.”

Hermione si voltò e gli sorrise.

“Allora, dove mi porti a cena?”,proseguì.

“Dicono che hanno aperto una nuova pizzeria… da provare, no?”

***

“Perché mi hai portato in questa… uhm vediamo, come posso definirla? Bettola?”

Draco Malfoy guardò la sua futura moglie.

“Aspetti forse le tue cose, tesoro?”

“No, no… non direi.”

“Sai allora dirmi perché sei… uhm vediamo, come posso definirti? Acida?”

Pansy gli lanciò un sorriso di circostanza e decise di concentrarsi esclusivamente sul menù.

Era la prima volta che mangiava la pizza e non era esattamente addestrata per una scelta che non l’avrebbe fatta correre alla toilette per vomitare.

Erano in silenzio da più di dieci minuti, quando Draco esclamò: “Oh no!”

“Cosa succede?”, domandò Pansy chiudendo il menù.

“Sono appena entrati San Potter e la Mezzosangue

Pansy impallidì.

“Stai bene?”

“Sì”

“Ne sei sicura?”

“Sì”

Provvidenzialmente arrivò il cameriere pronto per prendere le loro ordinazioni.

Grazie a quel uomo, il malessere passeggero di Pansy, era stato dimenticato dal suo fidanzato.

***

“Non sapevo che il furetto e il carlino mangiassero pizza…”, disse Hermione appena entrata notando la coppia ad uno dei tavoli al centro della sala.

“Dovremmo salutarli?”, gli domandò.

“No, non mi sembra necessario”, rispose lui un po’ accigliato, cercando di spingerla verso il loro tavolo, ma quando Draco Malfoy si voltò verso di loro, il saluto divenne inevitabile.

“Potter, Granger… che strana coincidenza!”

Hermione si schiarì la voce.

“Oh beh… io direi più che terribile coincidenza…”

Malfoy ghignò divertito.

“Non cambi mai, eh Granger?”

“Mai”

Lo scambio di battute aveva divertito entrambi, ma ciò che avrebbe dovuto saltare all’occhio era l’innaturale silenzio che c’era tra Harry e Pansy.

La norma diceva che avrebbero dovuto scannarsi, come minimo.

***

“Ho notato che la Parkinson non ha aperto bocca”

“Già”

Hermione posò il bicchierone di birra sul tavolo e lo guardò intensamente.

“Ora che ci penso, neppure tu hai spicciato parola”

“Non avevo nulla da dire e litigare con Malfoy non era necessario. Ho notato che invece tu e lui siete quasi in sintonia…”

Il cameriere si avvicinò con le loro ordinazioni.

“Sai com’è, no? Alla fine siamo stati costretti a vederci per un anno intero tutti i giorni, una sorta di conoscenza è d’obbligo!”, spiegò, prima di addentare la sua pizza.

***

La cena proseguiva per il meglio.

Avevano mangiato e bevuto a sazietà, e Hermione aveva notato che il suo ragazzo andava un po’ troppo spesso alla toilette del locale.

Che fosse la birra?

Che avesse problemi più urgenti?

Era ormai la quarta volta che si allontanava dal tavolo, quando il suo posto venne occupato da Draco Malfoy.

“Salve Granger”

“Dove hai lasciato la Parkinson?”

“Alla toilette. Ha paura che il trucco si sciolga e va a rifarselo ogni mezz’ora. Il tuo cavaliere sfigato dov’è?”

Hermione inarcò un sopracciglio per via del: cavaliere sfigato.

“Il suo cellulare non fa altro che squillare in continuazione e poi va sempre alla toilette. Mi sembra quasi di essere uscita da sola.”, ammise sbuffando portandosi nuovamente il bicchiere alle labbra.

“Io non so davvero se essere sospettoso.”

“Uhm… ora che ci penso… tu ti sposi dopodomani… congratulazioni!”

“Grazie. Oh è appena arrivata Pansy”

“Oh sì. Anche Harry è di ritorno. Beh…buon proseguimento di serata!”

***

“Dove sei stato?”

“Un’altra telefonata di lavoro. Credimi, non lo tollero più!”

***

“C’hai messo troppo!”

“Non so, ma questo luogo mi distrugge il trucco.”

***

Il conto non era stato per nulla salato, e dopo un parfait alle mandorle avevano ben deciso di fare una passeggiata romantica al chiaro di luna.

Harry però sembrava troppo cogitabondo.

“Dovremmo organizzare un pic-nic con Ron e la sua nuova ragazza…”

“Oh certo! Moreen!”, disse lui del tutto assente.

Hermione lo guardò incuriosita.

“Lui è Moreen hanno rotto sei mesi fa! Adesso sta con Samantah!”, lo mise al corrente con fare saccente.

Ma lui sembrava troppo assente per rendersene conto.

D’un tratto Harry s’irrigidì di colpo.

“Qualcosa non va?”, domandò apprensiva.

“Sì. Credo di aver dimenticato il mio cellulare in pizzeria!”

Lei sorrise.

“Vedrai che un incantesimo d’appello riuscirai a trovarlo…”

“No! Devo andare a cercarlo! Tu… tu aspettami qui!”

“E se volessi venire?”

“No! Non è il caso!”

E come se fosse partito con la sua Firebolt, era già scomparso dal campo visivo della sua ragazza.

***

C’era qualcosa che non andava.

Ed Hermione non sapeva cos’era e le sembrava anche di impazzire.

Si sentiva come se la situazione, qualunque essa fosse, le stesse sfuggendo di mano. E lei, lei non era mai riuscito a sopportare che accadesse.

Harry era strano, pensieroso e troppo misterioso.

Ed era risaputo che Harry Potter, non era mai stato misterioso.

Gli altri lo avevano sempre dipinto con quel aggettivo, ma lui non lo era.

“Come mai tutta sola?”

“Potrei dire lo stesso di te!”

Lui ghignò.

“La mia dama, s’è dimenticata non so bene cosa in pizzeria.”

Hermione sospirò e guardò intensamente la luna.

Era candida ed era come se volesse suggerirle ciò che stava tramando il suo ragazzo.

Il suo ragazzo perfetto.

“Il mio ha dimenticato il cellulare”

Attimi di silenzio caddero tra i due.

“Non sono un idiota!”

“Malfoy, senti le voci adesso? Nessuno ti ha attaccato dicendoti di esserlo!”

“Sapevo che Pansy mi tradiva… ma non avrei mai creduto che lo facesse con Potter…”

Potter.

Harry la tradiva con la Parkinson?

Era da ridere.

E difatti rise.

“Lo trovi divertente Granger?”

Non riusciva a respirare per le troppe risa.

Harry non poteva tradirla con faccia da carlino.

“Tu credi davvero che Harry mi possa tradire con la Parkinson?”

“Perché no? Certo è una caduta di stile per lei… ma non è da escludere.”

Si voltò verso il lato opposto a quello dove era Hermione e si accese una sigaretta.

L’odore acre raggiunse Hermione che venne distolta, quasi prepotentemente, dai suoi pensieri.

“Andiamo al locale. Se mi ha tradita, voglio saperlo. Se si scopa la Parkinson voglio saperlo!”

Draco annuì e le cinse la vita con un braccio.

“E’ necessario?”

“Non direi… ma è figo!”

***

“Dobbiamo… noi… noi non dobbiamo vederci più, Pansy!”

La ragazza abbassò lo sguardo.

“Suvvia Potter, credi davvero che sia così facile lasciarmi? Sto per sposare uno dei Purosangue più invidiati della Gran Bretagna e mi scopo il bambino sopravvissuto… cosa potrei volere di più?”

Harry prese a tormentarsi le mani.

“Ma…”

“Niente ma. Se hai paura che la Granger lo scopra… beh… la sopravvaluti. Non l’ha capito Draco come potrebbe capirlo lei?”

Sapeva che avrebbe dovuto ribattere a quelle parole velenose, ma era come ipnotizzato dalla presenza della donna.

Era seducente.

Era maledettamente ambigua.

Era affascinante.

Era maledettamente il suo peccato.

Non ci pensò più di tanto.

La spinse contro le piastrelle candide della toilette e prese a baciarla e toccarla con foga.

I vestiti che venivano strappati e gettati malamente sul pavimento.

La necessità di aversi l’un l’altra sembrava in costante aumento.

Non erano mai sazi.

Non riuscivano ad esserlo.

Quando Hermione e Draco aprirono la porta della toilette con un: Alohomora.

Ciò che videro li lasciò di stucco.

“Non avrei mai immaginato ti facessi sbattere dallo Sfregiato…”

Pansy stava per ribattere ma Draco la zittì.

“… e no, non dirmi che non è come sembra!”

Hermione guardava Harry con troppa ferocia nello sguardo.

Harry non riusciva a sostenerlo.

L’aveva persa per sempre e non esisteva al mondo gesto che l’avrebbe riportata da lui.

“Hermione…”

“… risparmia il fiato!Io,da ora in poi, non esisto più!”

“Ma...”

La ragazza, inviperita si voltò.

“Malfoy?”

“Sì?”

“Ho una gran voglia di bere!”

“Ai suoi ordini!”, disse inchinandosi e ghignando alla sua maniera.

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Capitolo 2
*** Il passato... è passato! ***


ape

Camminava a passo di marcia.

Era fin troppo irata.

Da quanto Harry le aveva regalato quel delizioso paio di corna?

Da quanto andava avanti quella storia?

Come si era avvicinato in quel modo alla Parkinson?

Come aveva fatto a reggere due relazioni sessuali?

Ma soprattutto: come poteva essere stata così cieca?

Fiducia.

Lei si fidava di Harry Potter.

Lo conosceva da quando aveva 11 anni e puntando lo sguardo verso il ragazzo biondo che come lei era stato tradito, si disse che forse i suoi canoni di giudizio non avevano mai funzionato realmente.

Draco Malfoy era stato cornificato.

E la sua futura moglie aveva ben deciso di cornificarlo non con un ragazzo normale pescato per strada, ma con Harry Potter, il suo nemico.

L’uomo più imbecille sulla faccia della terra, a detta del biondino.

***

“Iniziamo subito con qualcosa di forte?”, chiese Hermione un po’ esaltata.

“Non credi che sia meglio, meglio per te intendo, iniziare con qualcosa di leggero? Magari una Burrobirra…”

A quelle parole, Hermione scoppiò in una grassa risata.

Draco ovviamente non capì cosa si fosse innescato in lei.

“Malfoy, ho appena visto il mio ragazzo in atteggiamenti inequivocabili con un’altra donna… devo dimenticare quello schifoso aggroviglio di gambe e mani e di sicuro una Burrobirra non sortirà l’effetto desiderato.”

Era stata piuttosto convincente.

Draco Malfoy rise di gusto e avvicinatosi al bancone ordinò qualcosa di forte.

Troppo forte.

“Ecco! E’ così che mi piaci, Malfoy!”

Draco le avvicinò il cocktail che Hermione afferrò e portò subito alla bocca, scolandosene metà.

“Granger. Guarda che non voglio portarti a casa in braccio…”

“Sta tranquillo! Non succederà!”

Quelle parole non erano state convincenti… nemmeno per la stessa Hermione che le aveva appena proferite.

***

Nel medesimo istante Harry Potter stava sbattendosi la testa al muro.

Era rincasato e aveva subito notato l’accappatoio di Hermione abbandonato sul pavimento del bagno.

I suo cosmetici, i suoi abiti, le sue pantofole, il suo profumo… tutto in quella casa sapeva di Hermione.

Era stato un coglione.

Non c’era altra parola per definirlo.

Se mai il suo nome fosse finito sull’enciclopedia, accanto ci si sarebbe trovato: COGLIONE.

Com’era potuto accadere?

Aveva tradito Hermione, la sua amica da sempre, con Pansy Parkinson.

Ma il sesso con Pansy era sublime.

Lei ispirava solo sesso.

“Harry!”

Si voltò, nella speranza fosse Hermione che l’aveva perdonato, perché lui ormai sperava solo in un perdono.

Un perdono che, ovviamente, era solo pura utopia.

“Oh… sei tu!”

“Credevi fossi Hermione?”

“Lo speravo…”, disse amaramente toccandosi nervosamente i capelli.

***

“Un altro giro di Firewisky!”,ordinò Hermione con le guance arrossate e visibilmente andata.

Draco poggiò la testa sul tavolo, anche lui stava per varcare il limite.

“Sai Malfoy… sto iniziando a credere che se Harry mi ha tradita era solo perché non lo soddisfacevo a letto…”

“Sei forse frigida, Granger?”, domandò lui alzando la testa ormai esageratamente pesante.

Lei schioccò la lingua.

“Non credo… ma sai, lui non ha molta fantasia… e così quando mi trovavo in certe situazioni non è che mi scaldassi…”

Parlava a ruota libera, e Draco sapeva che se non avesse avuto tutto quel alcol nelle vene non si sarebbe mai azzardata a parlarne.

Dopotutto era Hermione Granger…

“Pansy a letto è una specie di animale scatenato. Fa di tutto anche se tu non le chiedi nulla.”

Hermione rise.

“Com’è che siamo qui Malfoy?”

Draco chiese spiegazioni con lo sguardo.

“Beh sì… tu dovresti essere a festeggiare il tuo addio al celibato, non dovremmo essere qua a bere come spugne e a parlare delle nostre esperienze sessuali… io… non so, la situazione è strana, credi?”

“Sembra strana, ma non lo è poi così tanto!”

“Cosa intendi dire?”

“Siamo stati traditi.”

***

“Harry, ragiona… tu non la amavi!”

“E tu che ne sai?”

Lei ghignò.

“Se l’avessi amata, davvero, non saresti mai venuto a letto con me!”

Aveva forse ragione?

No, lui amava Hermione, per lui era la cosa più importante.

“NO, SMETTILA!IO AMO HERMIONE!”

Lo urlava con disperazione, perché alla fine non gli era rimasto nulla se non urlare il suo dolore.

“No, non la ami. Hai smesso di amarla quando abbiamo scopato la prima volta.”

Era così, dannatamente, vero.

***

Hermione era totalmente andata.

“Ho voglia di ucciderlo.”

“Granger, hai un posto dove dormire?”

Lei continuava a girare su se stessa con una sigaretta tra le dita.

“No… posso dormire con te?”, chiese, “Io dividevo l’appartamento con Harry e non me la sento di vederlo… lo ucciderei… alla fine scagliare un’Avada Kedavra non deve essere così difficile…”

Lui sorrise amaramente.

“Ti assicuro che lo è!”

“Io… posso dormire da te? So che sono una Mezzosangue e che tu denigri quelli come me, ma…”

La guardò, prima di aspirare una boccata di fumo dalla sua sigaretta.

“Siamo stati traditi entrambi, Granger. So come ti senti e non m’importa del tuo sangue. Quella puttana di Pansy è una Purosangue e mi fa schifo!”

Lei rise di gusto a quelle parole.

“Interessante! Allora per i Mezzosangue c’è ancora una speranza…”

“Solo perché sono stato tradito… non dimenticarlo!”

“No, non lo dimentico!”

Sorrise e bevve ancora dalla bottiglia di vino elfico che aveva ritenuto provvidenziale per la sua saluta mentale.

Guardò un ultima volta il cielo prima di cadere svenuta tra le braccia di Draco Malfoy che pazientemente la portò al suo maniero.

***

Dormiva beata sul letto in cui l’aveva fatta distendere Draco da bravo padrone di casa.

Dormiva pesantemente.

Un sogno senza sogni, perché se avesse sognato… Harry Potter, in quel sogno, sarebbe sicuramente morto.

E mentre lei dormiva sonni beati in caduta libera verso l’oblio, Draco cercava di non pensare a quello che era accaduto solo poche ore prima.

La loro relazione, tra alti e bassi, andava avanti da quando avevano 14 anni, e nonostante tutto non avrebbe mai creduto che Pansy lo avrebbe cornificato con Harry Potter.

Magari poche ore prima che si era inginocchiato per porle la fatidica domanda, lei tornava da una sana scopata e aveva accettato solo perché ormai sarebbe stato uno scandalo non sposarlo.

Era comunque uno scandalo, ma a Draco poco importava di ciò che avrebbe detto la gente… era importante solo quello che pensava lui.

Lo era sempre stato e mai sarebbe cambiato.

Se magari a 14 anni Pansy era solo uno sfogo, alla fine, con il passare degli anni era divenuta la donna che voleva sposare, semplicemente perché l’amava.

Improvvisamente la calma surreale in cui si stava cullando Draco, venne interrotta da una domanda.

“Dov’è lei?”

Draco si volse verso quella voce,e ciò che vide lo fece ridere di gusto.

Harry Potter era in casa sua, con la bacchetta sguainata e lo guardava come se quello che avesse tradito la propria ragazza era lui.

Rise più forte.

“Dov’è lei, mi chiedi?”, disse con calma.

“Sì”

“Perché dovrei dirtelo?”

“Perché… perché Hermione è la mia…”

“…ragazza?Fidanzata? Donna della mia vita?Cos’è?

Harry era confuso.

Con quale diritto ormai poteva chiedere di Hermione?

Dubitava che fosse ancora sua amica dopo ciò che era successo.

Hermione ormai per lui, forse, non era più niente, ma stava dormendo a casa di Draco Malfoy che non era esattamente raccomandabile come essere umano, a detta di Harry e quindi era suo dovere riportarla alla sua vita tranquilla.

“Dimmi dov’è?”, ringhiò e fece per salire le scale, quando Draco lo fermò artigliandolo per un braccio.

“Dove credi di andare?”

“Da lei!”

Draco chinò il capo e ghignò.

“Ok, fai pure.”

***

Che Draco Malfoy si fosse ammattito?

Non ci pensò più di tanto, si limitò a salire le scale, e quando si ritrovò davanti ad una grande porta la aprì.

Hermione vi era distesa e dormiva beata.

Era un po’ come se avesse preso una botta in testa.

“Hermione?”, chiamò piano.

“Uhmm…”, emise lei di risposta.

“Cosa… cosa ti ha fatto questo individuo?”

Hermione spalancò gli occhi come se fosse appena uscita da un incubo, ma fu solo quando si ritrovò a distanza ravvicinata la faccia del suo putrido ex che urlò.

“Tu, cosa ci fai qua? Se c’è qualcuno che mi ha fatto qualcosa quello sei TU!”

Draco ghignò.

Harry Potter aveva una capacità eccezionale per fottersi da solo.

Credo che chiedere venia sia stupido.

Non ci sono scuse.

Ma vi giuro, qui fa troppo caldo, per pensare solamente di aprire Word.

Spero leggiate questo capitolo e mi facciate sapere cosa ne pensate.

Sono davvero lusingata dalle vostre parole, mi avete fatta davvero felice.

Adesso, siccome, le vacanze sono massacranti, tanto per cambiare devo correre.

Un grazie a tutte.

Vi adoro!

Kisses

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Capitolo 3
*** La notte porta consiglio. ***


“Cos’è? Non parli più? Dov’è finita tutta la tua baldanza da cavaliere senza macchia e senza paura? DOV’E’ FINITA HARRY?”, lo urlò prepotentemente alzandosi dal letto nonostante il mal di testa lancinante e lo scarso equilibrio.

Harry dal canto suo, non riusciva a dire niente, apriva e chiudeva la bocca come i pesci e nella sua testa iniziavano a vorticare freneticamente domande interessanti.

Cosa diavolo ci faccio qui se a tradirla sono stato io?

Domande interessanti che non riuscivano a trovare risposte soddisfacenti.

“Parla cazzo! PARLA!”

Draco, poggiato allo stipite della porta con le braccia conserte, si godeva lo spettacolino gratuito che i due grifoni stavano inscenando nella sua preziosa camera degli ospiti, e se la Granger avesse iniziato a scagliare al suo ex tanti effervescenti incantesimi, non si sarebbe opposto, neppure se gli avesse distrutto la preziosa mobilia.

“Hermione, so di aver fatto una cosa riprovevole… ma ti sembra idoneo stare a casa di Malfoy? Dai su… sii coscienziosa, torna a casa… e dopo una sana dormita, domani mattina ne parleremo meglio… chissà che non si riesca a trovare una soluzione…”

Harry Potter era soddisfatto della sua trovata diplomatica e sperava, che altrettanto diplomaticamente, la sua Hermione la pensasse.

“Casa? Sana dormita? Trovare UNA SOLUZIONE?”

Harry annuì.

“Io non ho più una casa, tu per me non sei più nessuno… e se permetti la soluzione l’ho trovata da sola. Io per stanotte, approfitterò dell’innaturale gentilezza di Draco, e domani verrò a prendere la mia roba e cercherò un nuovo appartamento, perché di dividere ancora qualcosa con te… NON NE HO PROPRIO VOGLIA!”

Irata in maniera indicibile, nessuno riusciva a calmarla, nessuno sarebbe riuscito nell’intento.

“Credimi Hermione, ci sto male anch’io, ma sii razionale… ti prego…”

La ragazza iniziò a ridere, a ridere di gusto.

“Essere razionale… non riesco a esserlo sai? Tu mi hai tradita, mi hai tradita con Pansy Parkinson, una donna che questo week-end avrebbe dovuto sposarsi con lui. Vi rendete conto di aver ferito due persone che vi amavano? Non ti senti sporco? Non provi vergogna?”

Harry indietreggiò, non riusciva a rispondere e continuava a boccheggiare a vuoto.

“Da quanto va avanti questa relazione?”, chiese stancamente, portandosi i capelli indietro.

Le tempie continuavano a pulsare ferocemente e notò un lampo di tristezza negli occhi del biondino.

Il solito ghigno a fare da contorno al suo bel faccino e quello strano lampo di tristezza che le ferì il cuore ancor di più di quanto già non fosse.

Perché per un istante era stata egoista, come se la parte lesa fosse solo lei, ma anche lui non scherzava, lui aveva chiesto a quella puttana di essere sua moglie, era pronto a giurarle amore eterno e di costruire una famiglia con quel essere infernale.

“Da circa sei mesi…”, la voce flebile di Harry tagliò il filo sei suoi pensieri.

“Esci”

“Cosa? Dai piccola non sch…”

“NON chiamarmi piccola… non mandare a puttane quel poco di dignità che ti resta. E adesso… esci.”

Rassegnata si poggiò allo scrittoio, le lacrime che pressavano per uscire furenti e una rabbia irrazionale che possedeva il suo esile corpo.

“Esci! Vai via! Sparisci!” , sputò velenosamente le richieste.

Harry lanciò una sguardo di solidarietà al biondo, ma l’unica cosa che ricevette dal biondo fu uno sguardo che lo accompagnò simbolicamente alla porta, e così non potè far altro che abbandonare l’appartamento e andarsene col fardello della sua colpevolezza e della sua idiozia.

Sentendo sbattere la porta, Hermione si lasciò cadere a terra, le mani sul volto, mentre lacrime copiose solcavano le sue guance.

Iniziò a battere i pugni sul duro e freddo pavimento, facendosi anche male, ma non le importava, non le importava più niente.

Almeno quel dolore era sostenibile.

D’un tratto, si sentì stringere tra due braccia forti che la cullarono per parecchio tempo, nessuno dei due parlò, ma in qualche modo quel contatto risollevò entrambi.

 

 

 

 

La mattina seguente, quando Hermione si destò dal suo sonno senza sogni, si ritrovò sul letto, e un sorriso le scappò pensando a quanto fosse stato gentile con lei Malfoy.

Si guardò un po’ intorno e ricordò la scena di lei tra le braccia di quel ragazzo, ricordò la sfuriata, il dolore, l’alohomora prima di scoprire i due stronzi abbarbicati l’uno alle nudità dell’altra e schifata oltre ogni previsione, decise di darsi una sciacquata e cercare colui che l’aveva ospitata.

Draco l’aspettava nella sua spaziosa cucina, sorseggiando un caffè.

Hermione notò il viso più pallido del solito, le occhiaie e gli occhi arrossati.

Non era stata una bella notte neppure per lui.

Ovviamente.

“Ben alzata!”, disse ripiegando il giornale, facendole segno di accomodarsi, “Dormito bene?”, domandò cortese.

“Oh sì, e tu?”, chiese di rimando, accomodandosi.

“Direi di sì, non dopo aver proseguito con lo svuotamento di una bottiglia secolare di Whisky, regalo del padre di Pansy.”

Ci fu un attimo di imbarazzante silenzio, poi Hermione prese la parola.

“Senti Malfoy, io ti devo ringraziare… sì, insomma… se non fosse stato per te probabilmente avrei dormito su di una panchina con il 99% delle probabilità di essere violentata, oppure avrei commesso un omicidio e beh, tra di noi non scorre buon sangue… e devo dire che non mi aspettavo tutta questa gentilezza e…”

… e avrebbe anche voluto ringraziarlo per l’abbraccio confortante, ma forse Draco Malfoy non avrebbe voluto essere ringraziato per quello, magari il fatto che si fosse mostrato umano in quella situazione già gli pesava, poi aver fatto dormire una Mezzosangue nelle sue preziose lenzuola di seta, insomma meglio non cadere in ulteriori imbarazzi.

“Di niente Granger”

Troncò ogni possibilità di conversazione e versò del caffè ad entrambi.

“Zucchero?”

“No grazie.”

Lei prese a sorseggiare il caffè, lui riaprì il suo giornale.

“Senti Malfoy, perché stai facendo finta che a te la cosa non ti tocchi?”

Pazientemente chiuse il giornale, e guardò insistentemente la ragazza.

“Non c’è niente da dire Granger. Credo che i miei occhi arrossati, il mio viso pallido e l’abbraccio di stanotte siano elementi più che sufficienti per farti capire che ci sto di merda e che non ho voglia di parlarne.”

Gli elementi erano più che sufficienti ed Hermione si diede mentalmente della stupida; così chinato il capo decise che per il resto della colazione avrebbe sorseggiato il suo caffè, cercato di mangiare una brioche e guardato insistentemente le intarsiature del tavolo di legno.

“Granger”, fu lui a romper il silenzio, “Hai impegni per oggi?”, chiese.

“Approfitterò del fatto che quel maiale è al lavoro per andare a prendere le mie cose e cercare una sistemazione. Non voglio essere un peso per te.”

“So che è assurdo da credere, ma non sei stata un peso. In un certo senso averti qui stanotte, mi ha aiutato a superare lo stress emotivo.”

La colazione finì poco dopo.

Draco le disse che aveva delle cose da sbrigare e che lei aveva tutto il tempo per farsi una doccia e sistemarsi e che se avesse voluto per quella notte avrebbe potuto dormire di nuovo da lui.

 

 

 

 

Pansy Parkinson quella notte l’aveva trascorsa sentendo le lamentele di Harry Potter, e di certo non s’era divertita.

S’era lamentato tutta la notte, ripetendo di essere un coglione, ma Pansy di certo non si era messa lì a rincuorarlo, anzi… aveva alimentato la tesi.

“Hai finito di lamentarti?”, domandò mentre soffiava sulle unghie appena smaltate.

“Pansy, ma come fai a non capire?”

“Senti, è da paraticamente 12 ore che ripeti sempre e solo lo stesso stupido concetto, e anche se ne parli, la situazione NON CAMBIA!”

Harry era furioso.

Ma come aveva potuto tradire Hermione per una donna vuota?

“Ma tu non ti senti almeno un po’ in colpa per Malfoy?”, domandò.

Ad un certo punto la sua curiosità era divenuto un dubbio legittimo che richiedeva una spiegazione.

Malfoy non sembrava essere l’uomo perfetto, l’uomo che coccola, l’uomo che si preoccupa se ti vede un po’ giù… anzi, aveva tutta l’aria di essere un menefreghista narcisista ed egocentrico, ma si sbagliava.

“Draco Malfoy era perfetto sotto le lenzuola… insomma sai… passionale, fantasioso, intraprendente… ma adoravo di più quando ad Hogwarts mi usava solo per sfogare i suoi istinti da adolescente in calore.

Da quando si è innamorato”, lo disse con disprezzo, “ ha iniziato a stancarmi.

Mi stava addosso, troppo premuroso, uno strazio insostenibile…”

Harry si sentì cadere il mondo addosso, ma il suono del campanello gli risollevò momentaneamente il morale.

Magari era il postino o i testimoni di geova, ma chiunque fosse, di sicuro l’avrebbe aiutato a scambiare quattro chiacchiere che non sfociassero in un gran mal di testa.

“In cosa posso esserle utile?”

“Spostati e fammi entrare!”

Malfoy era sul suo zerbino e lo aveva appena spostato malamente.

“Buongiorno Draco.”, disse affabile Pansy.

“Buongiorno puttana!”, rispose affabile lui.

Lei ovviamente si risentì per l’appellativo poco carino conferitole.

“Quale buon vento?”

Lui ghignò.

“Sono qui principalmente per due motivi. Il primo è che sarai tu a parlare ai nostri genitori della nostra mancata unione, raccontando che mi hai messo le corna con Potty sentendoti le ire di mio padre, perché io davvero non ho voglia, e sarai sempre tu a dare la notizia alla stampa, dove sottolineerai il fatto che sei una grandissima troia e farai bene a infangare il tuo nome perché, se per caso, dovessi leggere da qualche parte qualcosa che mi faccia apparire come non voglio… mi rivolgerò ai legali e sai bene che il potere della famiglia Malfoy incute ancora terrore tra le famiglie Purosangue, per tanto azzardati a infangare il mio nome e la tua famiglia finirà alla stregua dei Weasley, anzi peggio… finirete a fare da servitù ai Weasley, intesi?”

Pansy incassò il colpo e annuì.

Era visibilmente sbiancata.

“… e in secondo luogo…”, si voltò verso Harry che indietreggiò, nonostante il biondo fosse comodamente seduto su di una poltrona.

“… voglio che tu lasci in pace Hermione, e se non lo farai ingaggerò sempre i già citati legali della famiglia Malfoy e ti farò finire ad Azkaban per molestie sessuali. Detto questo, spero di essere stato abbastanza chiaro, perché non ho davvero voglia di ritrovarmi le vostre facce di merda ancora una volta davanti, e sperando che vi colga qualche malattia venerea vi faccio le mie più sincere congratulazioni per una vita insieme, sperando sempre che l’uno non stia cornificando l’altra!”

Lasciandoli a bocca aperta, tolse il disturbo.

 

 

 

 

 

Hermione per tutta la giornata non aveva avuto la forza di fare nulla.

E cos’ non aveva svuotato delle sue cose, l’appartamento che divideva con il porco, né aveva trovato una soluzione per i suoi pernottamenti, ma di certo non avrebbe approfittato dell’innaturale gentilezza di Malfoy.

E così come fosse stata paralizzata, aveva trascorso buona parte del pomeriggio seduta ad un pub, dove aveva continuato con consumazioni alcoliche.

“Signorina, è quasi ora di cena, non dovrebbe tornare a casa? Magari dal suo ragazzo?”

Scosse la testa, pagò e uscì dal locale.

Fu investita in pieno dal vento freddo di quella serata, e alzato il bavero della giacca si decise a camminare, nonostante la destinazione fosse un’incognita.

Pensava e ripensava alla sera precedente e doveva fare qualcosa per levarsi quella sensazione di schifo che provava.

Sapeva anche la ferita era troppo fresca e che il troppo l’alcol dava una sensazione distorta della realtà, ma quando il suo sguardo si posò su una coppia felice che si scambiava tenere effusioni, si sentì ribollire.

Harry Potter era stato l’ultimo uomo con cui lei aveva fatto l’amore, ma lei per lui non era stata l’ultima.

Voleva un uomo, e lo voleva subito.

Una volta dal suo amico Ronald, aveva saputo che esisteva un locale, ben nascosto tra le vie di Hogsmeade, in cui in un certo senso si poteva trovare compagnia per una notte.

Non si trattava di prostituzione, semplicemente si andava lì, (aveva le sembianze di un normale pub), solo che se si puntava la preda, poi era sicuro che si sarebbe passata la notte insieme sotto le lenzuola.

Hermione, nel suo intimo, sapeva che stava per fare una stronzata colossale, ma non gliene poteva importare di meno.

Era stata tradita, era ubriaca e aveva voglia di fare sesso con uno sconosciuto.

 

 

 

 

Dopo l’ennesima sigaretta, Draco Malfoy era rientrato nel locale, dove aveva ordinato l’ennesimo bicchiere di FireWhisky.

Anche la sua visione della realtà era parecchio distorta.

Improvvisamente al suo cospetto si presentò una donna piuttosto formosa, l’espressione ammiccante e l’abbigliamento particolarmente provocante erano un invito a toglierle quello che rimaneva e far di lei quello che più gradiva.

“Ciao bel biondino…”

“Ciao.”, rispose laconico e secco lui.

“Aspetti qualcuno?”, domandò lasciva.

Lui ingollò tutto d’un colpo il bicchierino.

“Vorrei, ma so che sarebbe impossibile vederla entrare da quella porta…”

Poi, il suo sguardo venne catturato dalla figura che stava appena facendo il suo trionfare ingresso in quel locale poco raccomandabile.

Esile, infreddolita, tenera… non era il posto per lei, quello.

Che diamine ci faceva lì?

“Oh beh… so di non essere lei, ma che ne dici? Magari stanotte riuscirò a farti dimenticare i tuoi probl…”

Lui la scansò, spostandola malamente, “Granger? Granger che cazzo ci fai qui?”, disse poco garbatamente al cospetto della fanciulla.

“Sono qui per tradire il mio ragazzo”,disse sorridente, cercando di liberarsi dalla sciarpa.

“Direi che la premessa è allettante!”, i suoi occhi si illuminarono.

“Io ti ho detto cosa ci faccio qui, ma tu?”

Lui fece spallucce e l’accompagnò al bancone.

“Niente di particolare! Sono qui per tradire la mia futura moglie.”

Certo, il motivo per cui erano là, non faceva di certo onore, ma perché sentirsi in colpa? Perché non avrebbero dovuto tradirli?

E poi, come se fossero stati manovrati da qualcuno, ecco che si ritrovarono avvinghiati l’uno all’altra a scambiarsi una serie di baci violenti.

La veemenza tra i due era tale, che riuscirono a far sconvolgere i presenti, (presenti che comunque erano là per sesso gratuito con sconosciuti, presenti che comunque non avrebbero dovuto scandalizzarsi per un bacio.)

“Ti desidero”, biasciò lei all’orecchio di lui.

Lui la strinse più forte, ma non voleva farlo là.

Già era squallido il fatto che si fossero incontrati là, squallido era che volevano fare sesso l’uno con l’altra solo per cercare di lenire il dolore del tradimento, quindi Draco non voleva davvero rendere quel rapporto ancora più squallido consumandolo là, così prese la saggia decisione di smaterializzarsi nella sua camera da letto.

I cappotti volarono sul pavimento e cozzando contro tutti i mobili i gesti si facevano sempre più caldi, intimi e intraprendenti.

Sesso, semplice, puro, selvaggio e sano sesso.

Quella notte, fecero sesso praticamente in ogni camera dell’appartamento.

Che fossero giochi stuzzicanti col cibo o con l’alcol, che fosse sotto la doccia o nella vasca, che fosse sul freddo pavimento del salotto o tra le lenzuola di seta del suo letto, quella notte fu densa di passione, marchiata a fuoco nelle loro menti.

 

 

 

“Buongiorno”

“Buongiorno a te”, le disse sorridendo e posandole un lieve bacio sulle labbra.

Lei istintivamente si portò le dita alle labbra.

“Mi hai baciata!”

“Ti ho baciata per tutta la notte, e non solo lì.”, precisò, scendendo col lo sguardo su tutto il corpo della ragazza.

Lei scosse la testa, “nel senso che… credevo che con le luci dell’alba avremmo dimenticato l’accaduto… tu non eri lucido ieri sera ed io men che meno…”

“Non ero lucido, ma qualcosa mi ha trasportato tra le tue braccia e posso dirti che fare sesso con te mi ha come liberato da una morsa che mi stava soffocando lentamente… ieri sera, io speravo di incontrarti, io volevo stare con te, il mio fine non era il sesso, ma poi è successo, è successo ed è stato grandioso, difatti non capisco come Potty abbia potuto tradirti con quel essere che solo ora, mi rendo conto, essere una grandissima puttana. Ho trovato più amore tra le tue braccia in una sola notte che tra le sue braccia per quasi dieci anni… io non dico di amarti, anche perché suonerebbe falso, ma di sicuro c’è qualcosa Granger e baciarti mi piace, mi piace da matti.”

Si chinò a baciarla ma lei subito interruppe il contatto.

“Cos… ho fatto qualcosa che non va?”, domandò perplesso.

Lei sorrise.

“No no, anzi… semplicemente volevo dirti che… che anche a me baciarti… piace da matti!”

 

 

 

 

 

Manco dalle scene di EFP da circa due anni ormai,ed ogni tanto ne sento la mancanza.

Oggi pomeriggio, in questa triste domenica, per esempio la voglia è stata così forte che mi ha portata a rileggermi alcune delle mie FF e così rileggendo anche i commenti, ho notato che ho lasciato in 13 un po’ di storie.

Ho preso la più semplice da mandare avanti e ho scritto il capitolo finale.

Mi scuso, se sembrerà banale o scontato o quello che volete, ma manco da troppo e beh ho perso anche un po’ la mano.

Se qualcuno avrà il buon cuore di leggerlo, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensa. :D

Kisses

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