Innamorata del mio peggior nemico

di Amy Tomma Tomlinson
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** AVVISO ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Innamorata del mio peggior nemico.

Mi svegliai improvvisamente di scatto dopo aver fatto un incubo. Sognavo di ritrovarmi abbracciata a Leo, ah.. sogno orribile! 
Guardai il telefono, l'ora segnava le 4.06 del mattino e in più avevo ricevuto un messaggio cinque minuti prima, che per mia sorpresa, non avevo sentito arrivare, dato che tenevo il telefono in silenzioso. Sfiorai il tasto per aprire i messaggi 

Hei Sam, lo so, è un po' tardi, ma ho davvero tanto bisogno di parlare con te. Tom. x

Rimasi a fissare lo schermo per qualche secondo dalla stanchezza, poi realizzai che di solito quando Tom mi inviava messaggi a quest'ora della notte, voleva di certo dire che era urgente. Lo chiamai.

"Sam.. sei tu?!" Una voce mezza addormentata rispose al telefono. "Noooo, sono la mooorte" Gli dissi io con tono basso e scherzoso che lo fece subito arrabbiare, lui odiava gli scherzi di questo genere. "Ti prego smettila, non sono dell'umore adatto". Gli chiesi scusa mortificata e gli chiesi come mai della sua urgente chiamata.
"Aspetta un'attimo" Inziò lui, prima di rispondere alla mia richiesta "Ma che ci fai tu sveglia a ste ore? Hai sognato di nuovo Leo vero?" Rise lui, io annuì seccante e gli risposi con tono stanco di sentire sempre nominare qull'odiso nome. Leo era un mio compagno di classe, anzi.. più che compagno, era il diavolo della classe. Era il mio peggior nemico, provavamo un'odio reciproco a causa di quella sera, in cui ero stata invitata al ballo della scuola dal ragazzo più figo della scuola. Prima di entrare in sala da ballo incontrai Leo con un bicchiere di ponch roso sangue, lui andava di fretta, tanto che mentre correva per entrare, si scontrò con me, rovinandomi interamente il vestito nuovo per cui avevo speso i miei interi risparmi, per fare bell'impressione su Nick. Tutta colpa sua e della sua odiosa stupidaggine, non ne combinava mai una giusta. Da quel giorno iniziai ad odiarlo a più non posso. 
"Hei, su con la vita, tanto si sa che finirete col stare insieme voi due" Tom interruppe i miei pensieri e io di scatto risposi quasi urlando, per poi abbassare subito la voce ricordandomi dei miei che stavano dormendo. "Cosa? Ma sei impazzito per caso? Chi è che mette in giro queste voci? Perchè lo pensate? Si nota tanto che a me lui.." Mi fermai di scatto non accorgendomi della frase che stavo per finire, no, non era possibile che stavo per dire una cosa così impossibilmente orribile! "Lui cosa? Sam.. ci sei?" 
"Si si, intendevo dire che.. a me lui.. a me.. lui.. fa.. completamente schifo! Si esatto, mi fa completamente schifo! Ma tu piuttosto! Che vuoi da me a ste ore?" Iniziai ad agitarmi sentendo un rossore provenire dalle mie guance, faceva così improvvisamente caldo. "Hei stai calma piccola" rise lui prendendomi in giro. "Pensi che con quel nomignolo mi farai stare calma?" Protestai io.
"No ok, scusami, senti.. mi è venuto sonno, ne riparliamo con più calma domani a scuola, sempre che tu non voglia stare tutta la mattina a fissare gli occhi verdi di Leo.."
"Heiii!!" gli urlai contro, ancora una volta contro la mia volontà, tanto che Max alzò il muso di scatto e mi fece un'occhiataccia.
"Hahaha, sto scherzando.. a domani Sam" Fece uno sbadiglio e mise giù la chiamata senza lasciarmi il tempo di salutarlo.
Misi giù il telefono, feci una carezza a Max e mi riacoccolai comodamente sul letto, guardando fuori dalla finestra la luce della luna che oltrepassava il vetro e mi illuminava il viso. Pensare al fatto che Leo era un completo stronzo, ma assurdamente bello, mi confondeva le idee; dopotutto io e lui ci siamo sempre odiati, non era possibile che il mio sentimento di odio potesse improvvisamente cambiare e passare a quello strano sentimento chiamato da noi umili umani "Amore". Mi sentivo strana solo al pensiero di poter toccare quelle sua labbra carnose e morbide, che in passato avevo sfiorato per puro caso senza rendermene conto.
No. Non potevo, non dovevo e non volevo innamorarmi.. del mio peggior nemico! 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Cap. 1 Sam's pov Quella mattina avevo deciso di alzarmi più presto del solito per andare a scuola, non ero una molto studiosa, ma non avevo nessuna materia sotto al 6. Me la cavavo abbastanza bene. Aprii il mio armadietto, così da prendere i libri della lezione di Geografia, che avrei avuto da lì a venti minuti. Feci per chiudere l'armadietto, ma una mano si assestò su quello vicino al mio e "Buongiorno principessa" una voce familiare mi si avvicinò lentamente al viso "Vedo che sei mattiniera oggi". Voltai lentamente il viso e incontrai gli occhi malinziozi di Leo. Accidenti.. non era di certo così che volevo iniziare la mia mattina. Ma onestamente, quello sguardo non mi dispiaceva affatto. Occhi verdi tendente all'azzurro, profondi, mi mettevano ansia; quel sorriso, con quei denti così perfetti e lucenti, quelle labbra che mi facevano venir sempre più voglia di appoggiarle alle mie. Il mio sguardo passava dalle sue labbra ai suoi occhi, eccolo.. di nuovo quel rossore si era manifestato nel mio viso, segno evidente del mio imbarazzo. Eppure lui era lì che mi guardava e continuava a sorridere, come se per un giorno avesse voluto una tregua. "Sembri incantata. Beh.. hai una bellezza divina davanti, è ovvio che tu sia incantata" sighignò lui, con una risatina malvagia sotto ai baffi che conoscevo fin troppo bene per cascarci di nuovo. Ma quella mattina era così maledettamente bello che "I-io.." solo quelle parole mi uscirono dalla bocca. Ma che mi stava succedendo? Non mi ero mai sentita così prima d'ora. Lui mi guardava divertito dalla mia espressione imbarazzata, avrei voluto tirargli un pugno, ma quei suoi stra maledetti occhi mi impedivano ogni mossa di difesa. "Tu cosa cagnolina in calore?" Ed ecco che ricominciava con quei nomignoli assurdi che odiavo da morire.. e lui ne era consapevole, ma si divertiva a prendermi in giro. "Hei Sam, devo dirti una cosa importantissima.." una mano mi prese il braccio e mi portò altrove, lontano da quello sguardo di fuoco e da quelle labbra carnose e vogliose. Mi voltai, era Tom. Il mio eroe. Tom, il mio migliore amico, quello che mi salvava sempre da Leo, lo stregone cattivo della storia. "Tom, Tom, Tooom! E' bellissimo vederti. Mi sei mancato. Dove sei stato? Con chi? Quando? Perchè?" Scaricavo tutto il mio nervosismo su di lui. Mi girai un secondo all'angolo degli armadietti e Leo era sparito. Feci un sospiro di sollievo, ma allo stesso tempo sentii una delusione totale, come se mi aspettassi qualcosa che, evidentemente, non sarebbe mai successa. "Smettila Sam, tanto lo so che fai così solo perchè ti ho salvato, per l'ennesima volta, dalle grinfie di quel 'Leone' cattivone" mi prese in giro lui, ormai mi conosceva fin troppo bene. Non aveva tutti i torti: in effetti mi aveva salvato da una brutta figura davanti a tutta la scuola, che sicuramente Leo mi avrebbe rinfacciato per tutta la vita. "Si, hai ragione, ti chiedo scusa" dissi così sottovoce che lui quasi non riuscì a sentirmi e si mise a ridere. "Hei, non devi affatto chiedermi scusa" mise le sue braccia intorno alle mie spalle "Siamo migliori amici per questo no?". Io sorrisi dietro a quell'abbraccio così dolce e caldo che solo Tom riusciva a darmi. ***** La campanella dell'ultima ora suonò, Tom era tornato a casa prima a causa di una visita che avrebbe avuto quel giorno, così dovetti tornare a casa completamente sola. Durante la pausa pranzo, stranamente, Leo non venne a rompermi come era solito fare, evidentemente aveva deciso veramente di lasciarmi un po' di tregua quella mattina. Ne fui felice, ma non ero abituata alla sua non-presenza. Così, subito dopo il suono della campanella, per assicurarmi di non incontrare il demonio, corsi via dalla scuola. Avevo il telefono completamente scarico, perciò non potevo avvisare a casa che sarei tornata un po' più tardi del previsto, dato che l'autobus non passava. Durante l'attesa, entrai in un bar proprio davanti alla fermata dell'autobus e ordinai una cioccolata calda, la temperatura era un po' calata e le nuvole chiamavano pioggia. Mi sentii preoccupata, non mi ero portata dietro l'ombrella e mi sarei di certo bagnata tutta, causando di conseguenza, un raffreddore eminente, che odiavo più di quanto potessi odiare Leo. "Eccoti qua principessa" Sentii un mano appoggiarsi sulla mia spalla sinistra.. ma quella presa forte ma quasi morbida la riconoscevo perfettamente. Sospirai. "Che cosa vuoi Leo? Non ti ho più sentito per tutta la mattina, pensavo volessi un po' di tregua, almeno per oggi.." Si parla del diavolo.. e spuntano le corna. Lui mi guardò perplesso, come se non sapesse di cosa stessi parlando. Senza nemmeno chiedere prese posto sulla sedia dall'altra parte del tavolo. Mi guardò fisso negli occhi. "Oh sai, volevo solo vedere come ti sentivi senza di me" Iniziava a farmi innervosire, perchè si, in effetti mi era un po' mancato, ma non volevo dargliela vinta. Mi alzai dal tavolo, misi giù i soldi della cioccolata calda e feci per andarmene.. ma "Aspetta.. scusa" la mano di Leo mi fermò. Mi voltai per guardarlo ed aveva la faccia di un cucciolo abbandonato, mi faceva pena. Lo sguardo era fisso sul pavimento, come se si sentisse in imbarazzo. Il ciuffo biondo gli copriva quasi tutte le sopracciglia. Le guance erano colorate di un rosso debole, probabilmente dato dal suo strano imbarazzo. No. Probabilmente era solo uno dei suoi soliti, inutili e ripugnanti scherzi. Lui allentò la presa. "Volevo parlati, di una cosa.. importante.." Lo guardai perplessa, era la prima volta che si rivolgeva a me in un modo così dolce e tranquillo, come se tutto quell'odio che ci legava non fosse mai esistito. "Ok.." lo guardai con aria di sfida, anche se in quel momento non me la sentivo proprio di sfidarlo. Lui mollo la presa e io ripresi a sedermi sul mio posto, che sentivo ancora caldo. "Ma sì breve, a momenti dovrebbe passare l'autobus e non vorrei per-" "Tranquilla, ti do un passaggio io" Mi interruppe lui deciso e sicuro sulla sua decisione presa, come sempre, senza farne nessuna consultazione con me; ma a lui non è mai importata la mia opinione.. e in effetti mi sentivo rassicurata dal fatto che i suoi modi non fossero completamente cambiati. "Come vuoi.." Gli risposi a mo' di ringraziamento, rimettendo giù lo zaino. "Avanti, ti ascolto" volevo farla finita il prima possibile, quel Leo così diverso mi metteva un po' paura.. "Ecco.. la mia famiglia va a farsi una vacanza di due settimane in Argentina, ma io non ho intenzione di andarci.. così.. volevo chiederti se.. insomma.." "Non crederai mica che.." mi affrettai a parlare io, speravo proprio che quello che stava per chiedermi non fosse proprio quello che stavo immaginando.. no! Tutto questo era un incubo, si di sicuro era così! Scuotei la testa per riprendermi dai miei pensieri che, sfortunatamente, erano solo illusioni. "E dai Sam, solo per queste prossime due settimane.." andò lui al sodo. "Ma non se ne parla nemmeno! Non puoi stare da uno dei tuoi amichetti del cavolo? O non puoi startene da solo a casa tua o da qualche tuo parente? Perchè proprio io?" che avevo fatto per meritarmi tutto questo? Quella era di certo la giornata peggiore della mia vita. Io e Leo.. nella stessa casa, per due intere settimane? No.. era sicuramente impazzito. "I miei amici dicono che farei troppo casino, mamma non si fida a lasciarmi la casa perchè farei il disastro.. e non ho nessun parente qui in California.. mi sei rimasta solo te.." Sembrava impaurito, come se fosse già sicuro di un mio rifiuto, che la mia testa mi diceva di dargli, ma che il mio cuore mi diceva completamente il contrario.. e questa questione non andava per niente bene. No. Non avrei mai e poi mai permesso che Leo, il mio peggior nemico, venisse a rovinarmi la vita anche a casa, di cui già dovevo sopportare i miei che non mi capivano e anche mia sorella Emily di 10 anni che mi rompeva sempre. Già non ne potevo più.. se si fosse aggiunto anche Leo.. sarebbe stato decisamente l'inferno. No. Gli avrei detto di no. Punto. ***** "Questi dove li metto?" "Dove ti pare.." Si, alla fine decisi di lasciarlo venire a stare da me per le prossime due settimane, a patto che non toccasse le mie cose e non mi disturbi mentre sono con le mie amiche o altro. Lui rispose con un semplice "Ok..", ma non mi diede molta sicurezza. Appena lo presentai ai miei loro pensarono subito che lui fosse il mio fidanzato "Era ora che ti trovassi il moroso" mi disse mio padre molto sicuro di se. "Siete davvero bellissimi insieme" Mi disse mia madre con gli occhi che le brillavano. "E' il ragazzo più bello che tu abbia mai portato a casa Sam" Disse invece mia sorella mentre guardava Leo molto innamorata, tra poco lo spogliava con gli occhi. E Leo si limitava soltanto a ringraziare e a guardarmi soddisfatto da tutti i complimenti che la mia famiglia gli faceva. All'improvviso mi sentivo seriamente messa da parte, tanto che appena mamma mi disse di aiutarlo a portare i bagagli in camera io risposi con "Vivrà qua per due intere settimane, può anche arrangiarsi" e mi limitai a chiudermi in camera mia. Ma la cosa peggiore doveva ancora arrivare. Appena papà lo aiutò a portare i bagagli nella camera degli ospiti, vide subito Emily stesa sul grande lettone a guardarsi la televisione. Si era impossessata della camera! "Leo dormirà nella stanza di Sam, non puoi separare i due fidanzatini papà!" Disse lei molto fiera di avere quella grande stanza tutta per lei e, come se non bastasse, papà fu d'accordo con lei e Leo finì in camera mia, Lui ovviamente non osava neanche fare un commento, ne era contento come la Pasqua! In camera mia avevo un letto matrimoniale, due piccoli comodini al loro fianco con due grandi lampade e qualche piccola foto della mia famiglia. Nel comodino della mia destra, dove ero solita dormire, c'era una mia foto insieme a Tom al ballo della scuola dell'anno scorso, quando lui ancora non aveva una ragazza, così decise di invitare me. Ci siamo divertiti da pazzi! La mia stanza era molto spaziosa, con una tv grandissima appesa al muro davanti al letto. Il letto era pieno di pupazzi e cuscini di tutte le forme e colori. Una parte della parete era piena di qualche poster dei miei cantanti preferiti con delle firme che, molto fortunatamente, ero riuscita ad ottenere. Per due intere settimane, Leo sarebbe rimasto a dormire con me, nello mio stesso letto, solo perchè i miei genitori pensavano che stessimo insieme.. insomma! Avevamo solo 17 anni! A cena papà e mamma l'hanno riempito di domande sulla sua famiglia e sul suo futuro. Emily non smetteva un attimo di fissarlo, ascoltando con molta attenzione le sue risposte. Leo era lì, seduto davanti a me, che rispondeva a tutte le domande senza nessun problema e.. sorrideva. Aveva un sorriso bellissimo. E infine c'ero io, che rimanevo immersa nei miei pensieri mentre magiavo una fetta di pizza. "Allora.." proseguì mio padre "Voi due pensate di vivere insieme un giorno?" Un pezzo della pizza mi andò di traverso a sentire quella domanda! Lo fulminai con gli occhi e lui mi sorrise divertito! "C-cosa?" chiesi io mentre mi soffocavo. Emily mi diede delle pacche sulla schiena per aiutarmi. "Beh.." iniziò a parlare Leo "Tra me e lei le cose vanno alla grande,ma non ci abbiamo mai pensato.. vero amore?" D'improvviso divenni rossa più del pomodoro spalmato sulla pizza, perchè stava facendo finta di essere il mio ragazzo? Giurai a me stessa che dopo l'avrei ammazzato! "S-si certo, va t-tutto b-bene" Riuscii solo a balbettare io mentre guardavo gli occhi di Leo illuminarsi e le sue labbra sorridere. Eccolo, di nuovo quel sorriso perfetto che mi faceva uno stranissimo effetto allo stomaco. Quelle sarebbero di certo state le due settimane più lunghe della mia vita.

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Capitolo 3
*** AVVISO ***


Ciao a tutti i lettori, visto che non siete in molti a recensire questa storia, mi dispiace tanto dirvi che purtroppo non posso continuarla, perciò scusatemi tanto :( grazie a quelli che l'hanno letta e l'hanno messa tra i preferiti, ma non posso continuarla, perdonatemi tutti. Un bacione a tutti voi fanatici lettori e EFP <3

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