Demigods United

di ily95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1 ***
Capitolo 3: *** 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


~DEMIGODS UNITED~


                                                                                 Image and video hosting by TinyPic

Un forte vento spirava su gran parte del Nord America, quel giorno: Eolo doveva aver sguinzagliato parecchi dei suoi spiriti dell’aria.
All’interno dei confini del Campo Mezzosangue, invece, regnava la solita calma. Il clima era caldo e assolato, come piaceva al signor D, e una sottile afa accompagnava i vari semidei che si allenavano come di consueto. Alcuni combattevano nell’arena, altri lanciavano frecce al poligono di tiro, ma la maggior parte se ne stava a zonzo, prendendo il sole o chiacchierando con gli amici.
Diverse erano le attività che si stavano svolgendo nello stesso momento al Campo Giove, sulla costa opposta. Lì il vento sferzava il viso di tutti i semidei, schierati sul campo di battaglia e pronti a combattere. Ogni legione stava nella sua formazione, ogni semidio avrebbe alzato il gladio nello stesso istante dei suoi compagni.
I semidei greci e i semidei romani: sono molte le cose che li differenziano…  Ma lottano tutti per il Bene e per la salvaguardia del mondo che conosciamo. Riusciranno ad allearsi in difesa dei loro principi? Chi saranno gli eroi dei due Campi e quali avventure li attendono?

 
***
 
 
Ciao a tutti! Dopo aver partecipato a molte interattive (sia su Percy Jackson che su Hunger Games), ho deciso di crearne una! Questa storia è basata sulla seconda serie, “Gli eroi dell’Olimpo”, ma i personaggi saranno inventati da voi.
Sono molto emozionata, è da tempo che progetto di iniziare questa interattiva, ma ho voluto aspettare l’uscita italiana di Son of Neptune, e spero parteciperete in tanti! Ma procediamo con ordine.

REGOLE
Questa storia non è stata creata allo scopo di ottenere un maggior numero di recensioni.
Tutte le comunicazione tecniche sugli OC verranno effettuate privatamente (a parte le prenotazioni).
La storia è frutto della fantasia dell’autrice, anche se si basa sulle serie “Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo” e “Gli eroi dell’Olimpo” , entrambe di Rick Riordan.
Per prenotare un personaggio dovete lasciarmi una recensione (oppure mandarmi un messaggio privato) scrivendo cosa volete prenotare (semidio greco/romano- sesso- genitore divino). Ad esempio: “Vorrei prenotare un semidio greco, maschio, figlio di Zeus” o “Semidea romana, femmina, figlia di Mercurio” e così via.
Vi risponderò subito dicendo se è disponibile o meno. A quel punto vi invierò la scaletta da compilare.
Sono disponibili 14 personaggi principali: 7 semidei del Campo Mezzosangue e 7 del Campo Giove.
Di questi 14 semidei non più di 2 figli dello stesso dio (o la versione romana/greca dello stesso dio); avete un’ampia scelta tra dei greci, dei romani e dei minori quindi siate originali!

Se volete partecipare all’interattiva ma i personaggi principali sono già occupati potete creare un personaggio secondario, basta che mi contattiate!
Per qualunque chiarimento o ulteriore informazione mandatemi pure un messaggio.
Fatevi avanti, vi aspetto numerosi!
ily

 

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Capitolo 2
*** 1 ***


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1.1 Frecce e coltelli
La punta della freccia si conficcò al suolo, a parecchi metri di distanza dal bersaglio.
Crystal sospirò, abbassando l’arco sconsolata.
-E’ inutile, sono totalmente negata per questo.
-Dai, non ti scoraggiare.- la spronò Ombrine, figlia di Apollo, che se ne stava seduta lì ad osservare sua cugina Mirthie lanciare un coltello dopo l’altro, martoriando il malcapitato bersaglio.
-Prova a tenere il gomito un po’ più sollevato e a tendere maggiormente la corda.- le consigliò, regalandole un sorriso radioso.
-Ti ringrazio. Ma proprio non è il mio campo, meglio che ora vada a farmi una doccia.- rispose Crystal, riponendo l’arco e scostandosi una ciocca biondo platino dalla fronte. Così facendo, le sue dita si posarono su una gocciolina di sudore, ghiacciandola all’istante.
La semidea sorrise, rincuorata dalle sue abilità. Ma sì, al diavolo il tiro con l’arco.
Ombrine osservò ammirata quella piccola manifestazione del potere della neve e poi le rivolse un altro sorriso: -Va bene, magari ci vediamo più tardi al falò.- la salutò con entusiasmo.
-Sì.- rispose Crystal, la caratteristica voce acuta improvvisamente più bassa e fredda e le sopracciglia aggrottate. –Magari.
E si allontanò dal poligono di tiro.

-Quella tipa è strana, dammi retta.- commentò Mirthie, mentre Ombrine impugnava l’arco e si sistemava nella postazione adiacente alla sua.
-Che vuoi dire?- domandò curiosa la cugina.
-Beh,- continuò l’undicenne figlia di Nemesi, scagliando un altro coltello al bersaglio, -a volte è tutta dolce e carina e poi all’improvviso è tutta sulle sue e… sai, fredda come il ghiaccio.
-Che ti aspetti da una figlia di Chione?- scherzò Ombrine, posizionando una freccia nell’arco e prendendo la mira.
-Sì, ok. Però è strana.- ribadì la figlia di Nemesi, avviandosi verso il bersaglio a recuperare i suoi coltelli.
Ombrine scoccò la freccia: centro esatto.
Mirthie fischiò di approvazione.
-Ma che ti alleni a fare?- domandò sarcastica. –Dai, mi sono rotta di stare qui, andiamo a farci un giro.
Ombrine sospirò, pronta ad assecondare le richieste della cuginetta.
-Se non vuoi stai pure qui, non ho mica bisogno della babysitter!- replicò quella, notando l’indolenza dell’altra.
-Ma no, tranquilla. Ti accompagno volentieri.- rispose la figlia di Apollo con un sorriso, riponendo l’arco e la faretra.

1.2 Strane chiamate e risse sventate
Harry Edwards, figlio di Ade, stava proprio per varcare i confini magici del Campo, quando il suo cellulare squillò. Si stupì un po’ di quella chiamata inaspettata, ma appena vide il nome sullo schermo, gli sfuggì un sorriso.
-Ehi Scricciolo.- rispose allegro. –A cosa devo l’onore di questa chiamata?
-Finiscila, stupido. Volevo solo sapere se eri arrivato sano e salvo al tuo campo estivo.- rispose la voce femminile all’altro capo.
-Certo che sì.- rispose lui. –Che cosa avrebbe mai potuto succedere? Che mi si forasse una ruota?
-Ah ah, davvero divertente.- replicò l’altra, dopo qualche attimo di silenzio. –Comunque anch’io sono arrivata al mio campo estivo.
-Bene.- fece Harry. Gli dispiaceva doversi dividere dalla sua ragazza, ma lei aveva un campo a cui teneva molto e lui di certo non poteva portarla con sé al Campo Mezzosangue.
-Senti, facciamo che mi sistemo e ti chiamo più ta- la sua voce fu sovrastata dal suono di un corno, dall’altra parte della linea. –Che cos’è stato?- domandò stupito.
-Oh, niente.- rispose nervosa la sua ragazza, Martina. –Sono… sono le casse! Sì, danno un po’ di problemi, dovrebbero mettere della musica dal vivo, sarebbe più fico.- continuò affrettatamente. –Comunque, okay, ci sentiamo dopo.
-Va bene.- concordò Harry, non troppo convinto. –Non suicidarti perché ti manco troppo, mi raccomando.- disse poi, con la sua caratteristica ironia.
-Non c’è pericolo.- replicò lei, col suo solito tono sprezzante, che tradiva però l’ombra di un sorriso.
-A dopo, Mars.- la salutò lui, chiudendo la chiamata.
Harry scosse la testa sorridendo e poi varcò finalmente i confini.
Giusto in tempo per farsi travolgere.
-Pista!- esclamò il ragazzino, scostando il semidio in malo modo e continuando la sua corsa sfrenata.
-Ehi!- gli gridò dietro Harry, recuperando l’equilibrio.
-Scusa!- gli gridò quello di rimando, senza fermarsi, scomparendo dietro la Casa Grande.
Due secondi dopo, davanti ad Harry sfrecciò la sagoma muscolosa di Athos Smith, capocabina di Ares, con un’aria piuttosto minacciosa.
-Ti torcerò la lingua finché non ti passerà la voglia di dire idiozie!- gli urlò dietro, continuando l’inseguimento. All’improvviso Harry provò pena per il povero Dennis: quel ragazzino era una vera peste, come tutti i figli di Ermes, ma il figlio di Ade si chiese che cosa avesse mai fatto per mandare Athos su tutte le furie in quel modo.

Il diciassettenne figlio di Ares riuscì ad acchiappare il piccolo figlio di Ermes qualche metro dopo.
Lo afferrò per il collo e lo piantò contro una parete.
-Rimangiati subito quello che hai detto.- sibilò lentamente, con gli occhi azzurri cupi, accesi d’ira, fissi sul ragazzino.
Dennis sollevò le mani, boccheggiando in cerca d’aria.
-Mi dispiace, non volevo offenderti.- si scusò, cercando di sfuggire alla presa ferrea dell’altro.
-Athos, che stai facendo?- intervenne scossa Agyness, gettandosi sul gemello. –E’ un bambino.- disse, fissando interdetta Athos e liberando Dennis dalla sua morsa.
Athos si limitava a fissare il vuoto davanti a sé, l’aria ancora turbata e i capelli candidi leggermente mossi dal vento.
-Sai che adoro le risse, ma non mi sembra il caso di prendersela con i mocciosi!- continuò Agyness. –Athos, ma mi ascolti?- chiese, tirandogli un pugno non troppo debole sulla spalla.
Il gemello sembrò riscuotersi.
-Mi dispiace, non avrei dovuto perdere il controllo.- scandì lentamente, con rinnovata calma. –E’ solo che…-
Agyness lo fissò con un sopracciglio alzato, in attesa di spiegazioni.
-Mi ha dato della femminuccia.- spiegò Athos. –Davanti a tutti quanti. Solo perché ho sferrato un colpo più debole degli altri e…
Agyness sospirò.
-Non importa, Athos.- lo rassicurò, circondandogli le spalle con un braccio e scompigliandoli i capelli identici ai suoi. –Vedrai che nessuno ci baderà. In fondo, sei il secondo semidio più forte del Campo.
Athos annuì pensieroso e poi si bloccò.
-Aspetta, come sarebbe a dire il secondo?- domandò confuso.
Agyness gli fece la linguaccia. –Andiamo, sai bene che hai ancora molta strada da fare per arrivare al mio livello!
-Ti piacerebbe!- replicò lui, concedendole uno dei suoi rari sorrisi.
-A chi arriva primo all’arena?- domandò la gemella, e, senza aspettare la risposta, scattò in avanti.
Athos scosse la testa sorridendo e le corse dietro. Non poteva perdere contro sua sorella.

1.3 Cadute
Quando ebbe messo una certa distanza tra lui e il capocabina di Ares, Dennis si fermò.
Si appoggiò contro la parete di una cabina di un qualche dio minore e si piegò sulle ginocchia: aveva il fiatone e, nella sua corsa sfrenata, si era fatto un lieve taglio sul braccio.
-Tutto bene?- una ragazza bionda, sui 16 anni, stava uscendo da quella cabina e l’aveva notato.
Dennis annuì, continuando a riprendere fiato.
-Vuoi un bicchiere d’acqua?- gli chiese gentilmente e il bambino notò quanto la sua voce fosse fine.
-Sì. Mi ci vuole un po’ d’acqua.- rispose lui, raddrizzandosi e sfoderando il suo sorriso furbo da figlio di Ermes.
La ragazza, Crystal, tornò nella cabina di Chione e ne uscì poco dopo reggendo un bicchiere d’acqua. Mentre scendeva gli scalini davanti alla porta, però, inciampò: lei riuscì a non cadere ma buona parte del contenuto del bicchiere si rovesciò, ma senza toccare terra.
-Woah, che figata.- esclamò Dennis.
La scena che gli si presentava sotto gli occhi era infatti quella di un fiotto d’acqua ghiacciato a mezz’aria.
-Ops.- fece Crystal, porgendo quel che restava della bevanda al ragazzino.
Dennis bevve e poi gli venne un’idea: raccolse da terra un sassolino e lo lanciò contro quella curiosa scultura di ghiaccio, mandandola in frantumi.
-Direi che hai recuperato le forze.- osservò la figlia di Chione, sollevando un sopracciglio.
Dennis sorrise e schizzò via.

-Ehi, quello non è Dennis?- domandò Ombrine, indicando alla cugina una sagoma familiare.
-Sì. Chissà che cosa ha combinato stavolta.- osservò Mirthie, roteando gli occhi scuri.
-Denny!- lo chiamò la figlia di Apollo.
Il ragazzino si diresse verso di loro.
-Ciao, Ombrine! Ciao, Mirthie!- salutò allegro.
La bionda sorrise, contagiata dal suo entusiasmo.
-Verrai al falò stasera?- domandò.
-Penso di sì.- rispose quello, scrollando le spalle. –Dove c’è casino, io ci sono.
-Non avevo dubbi.- replicò Mirthie.
-Mi raccomando: niente scherzi!- lo avvisò Ombrine.
Dennis fece un’espressione da cucciolo, che mal celava la sua faccia da furbo.
-Ma per chi mi hai preso?- domandò.
-Allora sì che posso stare tranquilla.- fece lei con tono sarcastico.
-Ci vediamo dopo! Ciao!- esclamò quello, sfrecciando verso la parete di arrampicata.
Ombrine e la cugina si scambiarono uno sguardo divertito. E poi Mirthie cadde a terra.
-Ma che diavolo-?-  si domandò, trovandosi faccia a terra.
Ombrine si stava piegando in due dalle risate.
La figlia di Nemesi si rimise in piedi.
-Grazie dell’aiuto, eh.- commentò, pulendosi i pantaloncini dalla terra.
Lo sguardo le cadde sulle scarpe con le stringhe annodate tra loro.
-Ecco perché preferisco girare scalza!- esclamò. –La prossima volta che becco quel ragazzino lo ammazzo! Questa me la paga.- iniziò a borbottare.
Ombrine si incamminò dietro di lei, soffocando le risate.




Note Autrice
Ciao a tutti! *si munisce di scudo per ripararsi da pomodori e ortaggi vari che le stanno lanciando*
Sono un po' emozionata al pubblicare questo capitolo, perchè ho paura di non aver reso bene i vostri personaggi. Se è così, vi prego di segnalarmi gli aspetti che vorreste vedere modificati.
Allora, come avrete capito ho deciso di suddividere Campo Mezzosangue e Campo Giove, almeno per questi primi capitoli di presentazione. Ho anche optato per la scelta un po' verghiana di presentare i personaggi nel vivo delle azioni: so che forse risulta un po' incasinato, ma spero che non vi abbia scombussolati troppo. Inoltre alcuni personaggi hanno scene un po' più lunghe di altri, ma nei prossimi capitoli rimedierò.
Comunque io mi sono divertita molto a far muovere i vostri personaggi, spero di non avervi deluso troppo.
Aspetto i vostri pareri (e sappiate che, anche se non avete un OC in questa interattiva, sarei ben lieta che mi seguiste e mi faceste sapere le vostre opinioni).
Al prossimo capitolo con il Campo Giove!
ily

 

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Capitolo 3
*** 2 ***


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2.1 Centurioni sclerati e semidei ribelli
-Quinta coorte, avanzare!- la voce di Trix, una dei centurioni, si levò sopra lo sferragliare delle armature e degli scudi.
-Ehi, bellezza!- Dominick, figlio di Bellona, le si affiancò. -Dobbiamo attaccare sul lato destro, sono meno preparati.- suggerì, studiando il fortino avversario.
-Era giusto quello a cui stavo pensando, grazie Nick.- fece lei, con un tono di falsa cortesia.
-Ma figurati.- rispose lui, non cogliendo il sarcasmo e sfoderando un sorriso accattivante. –Magari una volta finito qua potremmo andare a berci qualcosa a…
-Arrestarsi!- lo interruppe lei, alzando il gladio in aria. Poi si voltò verso gli altri. –Martina e voi della seconda linea copriteci le spalle ed intervenite in caso di necessità.- ordinò ad una figlia di Marte. –Jeremy, guida un gruppo e mantenete una formazione a testuggine. Cloud…- si interruppe, guardandosi intorno. –Dove diavolo si è cacciato ancora Cloud?- domandò spazientita.
-E’ andato avanti, come suo solito.- rispose Dominick, con aria annoiata, indicando una figura in lontananza sul Campo Marzio, in prossimità del fronte nemico.
-Allora vallo a prendere, muoviti!- sbraitò Trix, iniziando a perdere la pazienza. –Perché quel ragazzo deve sempre fare di testa sua?
-Ok, ok, ora vado. Non ti scaldare, Trixie.- obbedì Dominick e si sistemò l’elmo in testa, schiacciando la sua candida cresta di capelli.
-E non chiamarmi Trixie!- gli urlò dietro lei, per poi tornare a rivolgere l’attenzione al resto della coorte.

Cloud era quasi arrivato al fortino nemico, presieduto dalla Prima e dalla Terza Coorte.
In effetti, si era stancato di ascoltare gli ordini dei suoi centurioni un po’ troppo presto, ed ora aveva distanziato la sua coorte di qualche centinaio di metri. Beh, poco male, se la sarebbe cavata da solo.
Strizzò gli occhi azzurri e si concentrò sulle linee nemiche: grazie al suo dono da figlio di Giove, riusciva a vedere ogni più piccolo particolare, anche da quella distanza. Studiò gli avversari per qualche istante e stava per correre in avanti quando qualcuno gli comparve alle spalle.
-Cloud!- lo chiamò Dominick, rincorrendolo.
Il figlio di Giove si voltò irritato.
-Cosa vuoi, Nick?- chiese scortesemente.
-Trix sta dando di matto laggiù.- spiegò, indicando la coorte che si stava dividendo in gruppi. –Non vorrai privarla del tuo indispensabile contributo, no?
Cloud si lasciò sfuggire un sorriso, per poi tornare subito serio.
-Sai che lavoro meglio da solo. E poi non mi interessa quello che fanno i centurioni.
Il figlio di Bellona non si lasciò scoraggiare.
-Stiamo per attaccare sull’ala destra, dove sono più deboli.- spiegò, cercando di convincerlo.
Ma Cloud non dava segni di cedimento.
-Eddai, non vorrai mica farmi tornare là senza di te, vero? Quella mi spenna vivo.- scherzò l’altro. –In più, abbiamo bisogno di te, non possiamo lasciare vincere di nuovo la Seconda o la Quarta!
-Ho detto- Cloud si interruppe improvvisamente: macchie scure erano comparse ai lati del suo campo visivo.
-Ma che?
Tutto diventò buio.

-Che succede?- chiese allarmato Dominick, scuotendo invano le braccia per cercare di dissipare l’oscurità.
-Aspetta, provo ad usare l’Occhio dell’Aquila.- fece Cloud, concentrandosi e acuendo la vista attraverso quella spessa coltre oscura. –C’è…c’è qualcuno.- disse, distinguendo due figure.
-Ciao fratellino!- esclamò allegra una di esse.
Cloud strinse la mano sulla lancia.
Due figure –una ragazza alta e molto magra ed un ragazzo muscoloso-  emersero dalle tenebre.
-Oh, fantastico.- commentò Dominick. -La Terza Coorte ha mandato avanti Piatta Amy e Batman.
La figlia di Giove lo fulminò con lo sguardo, mentre il ragazzo al suo fianco modellava l’oscurità intorno a loro.
-Ci dispiace, Cloud.- disse semplicemente il ragazzo, Seeley, alzando le spalle.
-Sì, Cloud.- gli fece eco Amethyst. –E’ solo un gioco, no? Lo sai che ti vogliamo bene.
-Niente di personale.- concluse il figlio di Nox.
-Avanti, allora.- si fece avanti il diretto interessato, mentre Dominick si schierava al suo fianco. –Fatevi sotto.

2.2 Segreti ed oscurità
-Riesci a vedere che succede laggiù?- chiese Aylem, sporgendosi dal fortino per vedere meglio.
-No.- rispose scostante Innis.
-Sono stanca di aspettare,- continuò la figlia di Trivia –voglio combattere!
-Presto ce ne sarà occasione, pazienta un altro po’.- si intromise Meredith, una dei centurioni della Terza. –Ora che Amethyst e Seeley sono andati avanti a fermare il figlio di Giove, il resto della Quinta Coorte non tarderà ad attaccare. E toccherà a noi tenerli a bada, mentre la Prima si occuperà della Seconda.
-Uuuh, sconfiggere la Quinta Coorte: che arduo compito ci spetta!- commentò tra sé e sé Innis, a voce abbastanza alta da farsi sentire dalle altre due.
-Inizia ad incoccare qualche freccia, figlia di Nettuno.- la riprese Meredith. –Non sia mai che la Quinta Coorte ti colga impreparata.
Innis assunse un’espressione accigliata e non diede segni di avere udito.
Il centurione scosse la testa e si allontanò, continuando la perlustrazione.
-Lo so, siamo più forti di loro.- sussurrò Innis, apparentemente a nessuno.
Aylem la osservò preoccupata.
-Tutto a posto?- le domandò cauta.
La figlia di Nettuno si voltò di scatto e la fissò con gli occhi azzurro mare sgranati.
-Sì, certo.- rispose secca.
Aylem continuò ad osservarla preoccupata.
- Non mi guardare come se fossi pazza.- continuò Innis.
La figlia di Trivia sorrise, ricacciando un ricciolo ribelle sfuggito dall’elmo nella sua pettinatura afro.
-Non credo di essere la più adatta per giudicarti.
-Allora non farlo. Lei non lo fa.- ribatté Innis, distendendo le sopracciglia scure.
-D’accordo.- rispose semplicemente Aylem.
Poi un grido le riportò alla battaglia: -Attacco sul fronte destro!- annunciò Connie, l’altro centurione della Terza. –E’ la Quinta.
-Sembra sia ora di andare in scena.- commentò Aylem, impugnando il suo gladio.

Elena si sentiva terribilmente fuori posto.
Con i suoi 13 anni era una delle più giovani combattenti a prendere parte ai ludi di guerra, era italo-americana, era timida ed apparteneva alla sfortunata Quinta Coorte. E di certo il fatto di essere figlia di una dea che non avrebbe dovuto generare prole non contribuiva ad aumentare la sua popolarità.
Anche lì, una volta scalato il fortino avversario, ebbe un attimo di spaesamento: Trix si era lanciata in avanti e stava combattendo contro un centurione della Terza, quella bionda… Bonnie, o qualcosa del genere.
L’altro centurione della Quinta, Jeremy, stava guidando un gruppetto verso gli arcieri per evitare che intralciassero l’avanzata della sua coorte.
-Shells!- la chiamò Trix, che aveva messo al tappeto la sua avversaria e stava per venire accerchiata da numerosi nemici. –Che fai lì impalata? Vieni a darmi una mano, muoviti!
La sua mente da figlia di Minerva ci mise pochi istanti a registrare la situazione.
I suoi occhi verdi ebbero un guizzo e la sua mano era già schizzata sul pugnale: aveva un piano.

Seeley si diede un’occhiata alle spalle: il fortino della sua coorte era stato assediato e lui era contento di non trovarsi in mezzo a tutta quella confusione.
Le sue mani continuavano a muoversi veloci, modellando le tenebre intorno a sé. Sebbene stesse iniziando a stancarsi, non dava segni di cedimento. Cloud era uno dei suoi pochi amici, ma sul campo di battaglia non c’è spazio per gli affetti: lui ed Amethyst dovevano portare a termine la missione.
Cloud e Dominick stavano sferrando colpi alla cieca, sperando di colpire gli avversari, mentre Amethyst li coglieva di sorpresa, assestando colpi ben piazzati.
Seeley non poteva deconcentrarsi per brandire un’arma e quindi si limitava a schivare affondi di tanto in tanto.
-Potresti accelerare un po’ i tempi?- domandò scocciato il figlio di Nox, iniziando a percepire un calo di potere nelle sue mani.
-Ci sto provando, resisti ancora un po’!- gli rispose Amethyst, sferrando un colpo al petto del fratellastro, che riuscì ad evitarlo.
Intanto Dominick era riuscito a capire da che punto provenisse la voce di Seeley e si avvicinò di soppiatto.
Il figlio di Nox non si accorse di niente finché la lama nemica non gli scalfì il braccio. Il taglio era superficiale, ma bastò a fargli perdere la concentrazione: la luce dissipò velocemente l’oscurità, e Cloud, approfittando del momento di chiarezza, colpì la sorellastra con l’elsa, mandandola al tappeto.
-Ben fatto, Cloud!- si complimentò Dominick, dandogli una pacca sulla schiena. –Ora andiamo ad aiutare la nostra coorte!

2.3 Expugnatio et clades (*)
Nel fortino presidiato dalla Terza Coorte, gli attaccanti non se la stavano passando proprio bene.
Innis e gli arcieri, aiutati da Aylem e da altri guerrieri, erano riusciti a respingere la seconda linea di attacco della Quinta, che si era ritirata.
All’interno delle linee nemiche era rimasta solo una manciata di combattenti.
-Trix, gli altri sono stati ricacciati indietro.- la avvisò Jeremy, affiancandola in un combattimento contro due ragazzi grandi e grossi figli di Marte.
-Che tornino all’attacco!- ordinò quella, mentre un avversario riusciva a disarmarla.
-Non ce la faranno, lo sai.
Gli occhi scuri del centurione luccicarono come due carboni ardenti.
-Non intendo perdere di nuovo. Io ho una cosa che forse a te manca: l’onore.- ribatté Trix mentre, a mani nude, evitava l’affondo del nemico, gli afferrava il braccio, glielo torceva dietro alla schiena e lo buttava a terra, premendogli le ginocchia sulla schiena.
Jeremy, che stava ancora combattendo con l’altro, alzò gli occhi al cielo.
-La tua tecnica non è molto romana.- la schernì.
-Forse no,- rispose lei, recuperando il suo gladio e sistemandosi i capelli castani. –Ma il mio obiettivo lo è: la conquista.
Si lanciò sull’avversario di Jeremy, riuscendo a fargli perdere l’equilibrio.
Il centurione alzò gli occhi al cielo, mentre la ragazza correva verso altri avversari.

La sua idea avrebbe funzionato, Elena ne era certa, se solo fosse riuscita a raggiungere il punto giusto, in cui due travi si incrociavano: facendo leva su una di quelle, avrebbe potuto tagliare il passaggio di gran parte dei semidei che stavano sulla passerella esterna del fortino. Così la via sarebbe stata sgombra per la sua coorte.
Peccato che al momento la strada di Elena fosse bloccata da una ragazza magra e dalla pelle scura, una figlia di Trivia, le sembrava di ricordare.
-Arrenditi, ragazzina. La vostra coorte non ha speranze.- le consigliò quella, sorridendole accondiscendente.
La figlia di Minerva si guardò intorno: i suoi erano in minoranza, e la Terza era accanita, ma sapeva che avrebbe potuto esserci ancora una speranza. Se solo lei fosse riuscita a eliminare un po’ delle fila avversarie, la Quinta avrebbe combattuto con rinnovata speranza, guidata dall’ardore di Trix.
-Non mi arrenderò adesso.- rispose Elena, con insolita sicurezza.
-Come preferisci.- rispose l’altra, Aylem, sguainando la spada d’oro imperiale.
Si avventò sulla minore, che riuscì in qualche modo a parare con lo scudo i primi colpi.
Un affondo le ferì la fronte, mentre tentava di schivarlo.
Elena, stordita dal taglio, cadde all’indietro, perdendo lo scudo, sovrastata dall’esile figura di Aylem.
Ma proprio quando stava per darsi per sconfitta, le saltò all’occhio un piccolo punto sul braccio lasciato scoperto dall’armatura dell’avversaria. Strinse il suo pugnale e, quando ella si avventò nuovamente su di lei, la colpì esattamente in quella piccola zona. Non era un colpo potente, né particolarmente efficace, ma bastò a far sì che Aylem si deconcentrasse e lasciasse la presa sull’elsa.
Elena colse l’attimo ed allontanò il gladio da lei.
La figlia di Trivia sembrò, per un attimo, disorientata. Poi sorrise.
Le sue sopracciglia si avvicinarono, conferendole un’espressione concentrata ed un leggero fumo bianco sembrava emergere da sotto i suoi piedi, pronto a circondare la sua intera figura. Elena non sapeva se fosse a causa del colpo in testa ricevuto, ma le sembrò proprio che gli occhi dell’avversaria avessero iniziato a cambiare colore: verde, blu, viola, celeste.
E proprio quando la ragazzina stava cominciando a temere il peggio, il grido di Jeremy riecheggiò nell’aria: -Quinta Coorte, ritirata!




(*) conquista e sconfitta



Note Autrice
Zalve bella gente!
Mi scuso per il ritardo, spero che sia valsa l'attesa.
Oltretutto, ho una connessione di cacca di Minotauro e ci ho messo eoni  a riuscire a pubblicare >.<
So che questo capitolo è più incasinato del precedente - non lo credevo possibile e invece! - ma spero che siate riusciti a capirci qualcosina. E ho scoperto di fare pena a descrivere le scene di lotta e a dare titoli: yay!
Ho riletto un po' molto di fretta, quindi se trovate errori vari non esitate a segnalarmeli! 
I "fantastici" centurioni (Trix, Jeremy, Connie e Meredith) sono miei personaggi, così come i pretori e l'augure che compariranno più avanti.
Spero che i vostri personaggi siano risultati abbastanza IC, ho letto e riletto le schede e spero di non averveli stravolti.
Come al solito, penso a quello che devo scrivere qui e poi me lo scordo, fantastico. 
Quindi niente, sappiate che aspetto le vostre opinioni e che sono aperta a critiche, purchè costruttive. 
Ily 

 

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