You're screwed

di Ale_edgy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** smooth criminal ***
Capitolo 2: *** You'll be hearing from me ***
Capitolo 3: *** Revenge ***



Capitolo 1
*** smooth criminal ***


Lo odiava. Lo odiava con tutta se stessa. Odiava quel modo che aveva di guardarla, di rispondere alle sue battute, di farla sentire così…impotente.
Sebastian Smith era l’unica persona al mondo – esclusa Quinn e i suoi schiaffi – in grado di tenerle testa. Eppure da quel pomeriggio, dopo avergli dimostrato di essere la migliore – perché lei ERA migliore di lui -  non era riuscita a smettere di pensarci.
C’era qualcosa che non andava, e Santana lo sapeva bene.
Era sempre stata molto sincera con se stessa, più di quanto brutalmente lo fosse con gli altri.
E in quel momento, mentre se ne stava lì, chiusa nel bagno della propria scuola a togliersi i residui di granita da dosso, non le ci volle molto ad ammettere a se stessa che poche ore prima, quando l’altro l’aveva sfiorata sulla spalla durante la canzone, aveva provato una sorta d’istinto primordiale.
Un istinto che rese particolarmente difficile non prenderlo per il blazer, sbatterlo su una di quelle sedie e..
Scosse la testa, togliendo il cappello che aveva ancora su.
Beh, d’altro canto, per quanto irritante fosse, non poteva negare che Sebastian fosse un bel ragazzo. E nonostante fosse sempre innamorata della sua bella Brittany, le sue ovaie avevano sempre avuto un debole per i bei ragazzi.
Ad ogni modo, aveva altro a cui pensare in quel momento. Voleva andare in aula canto e vantarsi del suo geniale piano. Aveva registrato tutto. Si cambiò, mise su la divisa da cheerleader e si diresse verso l’aula dove Schuester e gli altri la stavano aspettando ma non ottenne l’acclamazione in cui tanto aveva sperato.
Kurt, quella checca isterica, doveva sempre mettersi in mezzo a diffondere messaggi di pace e spargere nuvolette e arcobaleni ovunque.
Ma questa volta Sebastian non l’avrebbe passata liscia.
Finse ovviamente di accettare le condizioni dei compagni ma sapeva che come sempre avrebbe fatto di testa sua.
Così partecipò a quell’ allegro teatrino allestito dai suoi compagni, ballò con i ragazzi della Dalton, ma a fine esibizione i suoi occhi erano puntati sull’ unica sedia dell’auditorium rimasta occupata.

La giornata era finita, noiosa come al solito, solo che questa volta la sua routine cambiò. Invece di dirigersi verso casa propria, decise di recarsi alla Dalton, a trovare una certa persona.
Una volta dentro, passò decisa lungo i corridoi dell’accademia, sentendo in lontananza una canzoncina, e scommesse con se stessa che se avesse seguito quel suono avrebbe trovato l’aula canto degli Usignoli senza nessuna difficoltà.
Spalancò la porta della stanza e si ritrovò addosso lo sguardo di una decina di ragazzi che, borbottando tra di loro, molto probabilmente si stavano chiedendo il perché di quell’intrusione.
- Guarda guarda – esordì Sebastian con il solito ghigno beffardo sulle labbra, squadrandola da capo a piedi in maniera decisamente evidente, tanto che la giovane sentì un brivido lungo la spina dorsale
- La ragazza messicana è venuta a trovarci –
 e fece una pausa, aggrottando le sopracciglia
– o argentina? Sono ancora confuso riguardo le tue origini –
 Incrociò le braccia soddisfatto della battuta, supportato da una leggera risata degli altri.
- Sai Smith, non farei tanto lo stronzetto se fossi in te –
e questa volta fu Santana ad intervenire, avvicinandosi a lui con le braccia incrociate poco sotto il seno
- Voi – e mosse lo sguardo sul gruppetto che lo circondava – fuori di qui -
Sebastian annuì con un lieve cenno della testa e gli altri uscirono fuori dalla sala.
Santana non aspettò nemmeno che quello tornasse lo sguardo su di lei.
Infilò la mano in tasca e tirò fuori una piccola cassettina, che il ragazzo guardò aggrottando le sopracciglia.
- Vuoi sapere che cos’è Smith?-  inarcò un sopracciglio.
- Sentiamo- rispose semplicemente l’altro, che d’improvviso non si sentì più così sicuro di se
- Una cassetta- esordì quella
- Ma dai?- l’altro sbuffò una mezza risata
- A cuccia Smith- ghignò l’altra – è una cassetta con la tua confessione registrata-
e l’altro di fece improvvisamente serio
- Basta una parola con la polizia, e tu e i tuoi dannati Usignoli siete fuori-
Santana sorrise, incrociando di nuovo le braccia.
- Sei fottuto -  inclinò la testa di lato, alzando allo stesso tempo le spalle.

Nda:  ehilà :3 Allora, comincio con il dire che quello verso la Sebtana è stato amore a prima vista, un colpo di fulmine di poco tempo fa, scaturito dal video della canzone "Smooth Criminal" della puntata 3x11 di Glee. La fic è infatti ambientata in quella puntata, nel pomeriggio successivo alle lezioni, mettiamola così. NB: nella fic ovviamente ho eliminato il momento a fine puntata in cui viene restituita la registrazione a Sebastian
E niente, l'intenzione era una one shot, ma siccome questi due più vado avanti più mi ispirano, ho deciso di farla diventare di almeno due tre capitoli, aggiornando più o meno ogni due giorni in modo da non farvi aspettare troppo. E' la mia prima fic in questo fandom meraviglioso quindi siate clementi T.T
Fatemi sapere se vi piace :3
Sayonara <3

 

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Capitolo 2
*** You'll be hearing from me ***


Sebastian deglutì rumorosamente. Lo stava fregando, e questo non andava decisamente bene.
Ovviamente anche se in quel momento era decisamente con le spalle al muro, non poteva farsi vedere in difficoltà da… quella.
Il ghigno sul suo volto si allargò e Sebastian si avvicinò ancora di più alla ragazza.
- Credi di spaventarmi?- la guardava dall’alto in basso con uno sguardo che Santana si costrinse ad evitare per riuscire  a rimanere concentrata sul proprio scopo
- Anche volendo, non potresti farlo- continuò, avvicinandosi sempre di più.
-Ah si? E cosa te lo fa pensare- rispose Santana, con la testa leggermente alzata per poterlo guardare negli occhi.
- I tuoi insulsi compagni- alzò entrambe le sopracciglia – non apprezzerebbero, sbaglio?- sorrise inconsciamente.
Il suo brillante ingegno l’aveva salvato di nuovo.
Santana si fece seria per un attimo. Non ci aveva decisamente pensato. Sospirò, incrociando le braccia.
-Non farò eliminare la tua stupida squadra- e questa volta fu lei ad avvicinarsi – è te che voglio distruggere- e sorrise.
Ormai erano a pochi centimetri l’uno dall’altra
- Ho messo il sale nella granita, ma loro non si sono opposti- fece una piccola pausa squadrando di nuovo la ragazza
- se affondi me e la mia squadra, i tuoi compagni ti spingeranno giù con noi – ghignò di nuovo, oltrepassandola e  facendo sfiorare le loro spalle
- Rinunciaci Lopez – e alzò la mano in cenno di saluto, già di spalle.
-  Mi farei espellere pur di vederti affondare Smith -  non ne era molto convinta alla fine, ma l’importante era che in quel momento lo sembrasse.
Sebastian si girò.
- Sei solo una ragazzina-
- Another thing I am? A hardcore friend * - si rifece avanti – hai fatto del male a Blaine, e chi tocca un mio amico non se la cava facilmente-
A quel punto Sebastian cominciava ad arrabbiarsi. Sospirò rumorosamente, portando il viso così vicino a quello di Santana che quella poteva benissimo sentire il respiro agitato di lui infrangersi contro le proprie labbra
- Non ti conviene impicciarti, Lopez- il tono era basso, ma pieno di nervoso.
- ho conoscenze in ogni angolo della città, me la caverei comunque -
Dannazione. Aveva sempre una risposta pronta. Ma così non poteva andare avanti.
- Lo riferirò al preside della Dalton – minacciò lei.
- Potresti aver contraffatto la registrazione – rispose lui.
- Blaine testimonierà che non è così -
- Sai bene che non lo farebbe-
Ormai si era trasformato in un vero e proprio botta e risposta in cui Santana cercava in tutti i modi di minacciarlo e Sebastian riusciva sempre ad uscirne.
Maledizione, era così eccitante con quel tono beffardo e quel modo di tenerle testa.
- Chiedi scusa a Kurt e Blaine, prometti di lasciarli in pace e la cassetta sparisce – propose lei alla fine, sedendosi su uno dei divanetti dell’aula in cui si trovavano.
- Mi stai ricattando Lopez? -  chiese l’altro, inarcando un sopracciglio, standosene ancora in piedi di fronte a lei.
- Qualche problema, Smith?- rispose con la stessa espressione – Devi scegliere. O le tue scuse, o le tue regionali -
Una manciata di secondi di silenzio prima che Sebastian si infilasse le mani in tasca e si voltasse.
- Avrai mie notizie Lopez – e uscì dalla stanza.
Santana a quel punto seppe di aver vinto.
Rimase a godersi per un po’ quella sensazione, prima di uscire e avviarsi verso casa propria.


* La citazione è presa dalla puntata 4x16, detta così com’è proprio da Santana, calzava a fagiUolo e così l’ho inserita u.u

NdA:  rieccoci qui :3  Alloooora, per prima cosa vorrei ringraziare tutti quelli che hanno recensito la fic o l’hanno inserita tra le seguite/preferite. Io vi amo tutti *^*
Un secondo ringraziamento va con tutto il cuore a Vul95, che mi aiuta, mi supporta ( e soprattutto sOpporta) e mi incoraggia ogni volta, i love u bb :3 <3
Terza cosa, nel capitolo precedente ho precisato che è tutto preso dalla 3x11 ma ovviamente dovete far conto che la scena in cui la cassettina viene restituita a Sebastian non sia mai avvenuta :3
Detto ciò, penso ci saranno ancora altri due capitoli, di cui uno oltre questo è già pronto, perciò aggiornerò molto in fretta.
Al prossimo capitolo
Sayonara <3

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Capitolo 3
*** Revenge ***


NdA : Salve a tutti :3
In via del tutto eccezionale, ho messo le mie noticine prima della storia, dato che ci tenevo a scusarmi                            
con voi per avervi fatto aspettare così tanto per questo capitolo. Il fatto è che essendo amante della scrittura a mano, l’avevo scritto su un foglio di carta che ho perso e ritrovato oggi (yee *^*)
Per cui beh, ho deciso di regalarvi questo primo assaggio di Sebtana come si deve, ma il bello deve ancora venire.
Grazie a tutti quelli che hanno messo la storia nelle seguite, tanti unircorni arcobaleno e cuoricini per voi  *^*
Enjoy  <3




Era già passato un giorno dal loro incontro e Sebastian ancora non si faceva sentire; stava cominciando a perdere la pazienza.
Se ne stava in disparte su una di quelle sedie scomodissime in aula canto e, mentre Rachel farneticava qualcosa su quanto li avrebbe aiutati a vincere le regionali, Kurt si precipitò in aula, urlando come un indemoniato
-Ragazzi ragazzi ragazzi, non ci crederete mai – si creò subito un cerchio attorno a lui e anche Santana si sporse leggermente per ascoltare.
- Sebastian -  continuò l’altro
- Che vuole ancora?- intervenne Artie.
- Non ci crederete mai- continuò quello
- Mi ha chiamato – parlava lentamente e gesticolava come un pazzo – e ha chiamato anche Blaine-
A quel punto Santana si tirò indietro con un sorriso soddisfatto sul volto. Aveva ceduto dunque, e lei aveva vinto.
Era la più grande soddisfazione della sua vita, superiore persino al rubare un assolo a quell’odiosa di Rachel.
A quel punto mancava solo una cosa da fare.
Infierire
Prese di nascosto il telefono di Kurt e lesse quello che suppose essere il numero di Sebastian.
Lo salvò sul proprio e aprì i messaggi, scrivendo

 
Complimenti Smith, finalmente hai capito
chi comanda.
S.


 
Inviò il tutto e si sentì la ragazza più realizzata del mondo.
Con un semplice messaggio si era vendicata della granita arrivata in faccia a Blaine, e di quella che lei stessa si era trovata a levarsi di dosso pochi giorni prima.


Quel pomeriggio decise di andare a prendersi un caffè nel solito bar dove erano soliti recarsi anche alcuni membri degli Usignoli.
Entrando, ne incrociò alcuni, che repentinamente abbassarono lo sguardo.
Aveva appena finito di pagare quando vide un bel culo fin troppo familiare uscire dal bar.
Si armò di sorriso compiaciuto e lo seguì, uscendo anche lei dal locale
- Sebastian, noto con piacere che per la prima volta nella tua vita hai deciso di usare il cervello – rise
- Sta zitta, Lopez-  si girò verso di lei. Non sapeva bene come controbattere e questo lo faceva impazzire.
Dal canto suo, Santana continuava a bere il proprio caffè, appoggiata al muro con le spalle.
- Che c’è? Forse.. -
- Sta. Zitta. – sibilò l’altro, che con uno scatto sbatté la mancina sul muro accanto al volto della ragazza, che sussultò.
- Ascoltami bene Lopez – parlava con il viso chinato sul suo e lo sguardo fisso nei suoi occhi
- avrai vinto questa volta, ma ti assicuro che mi prenderò la mia rivincita -
Santana, che in quel momento faceva veramente tanta fatica a concentrarsi su quello che l’altro stava dicendo, mancò di un battito quando l’altro in uno scatto di rabbia si fece ancora più vicino e un brivido le percorse tutta la schiena.
La cosa ovviamente  non sfuggì allo sguardo attento di Sebastian,  che si umettò le labbra soddisfatto.
Forse aveva trovato il modo di vendicarsi.
- Qualche problema?- Abbassò decisamente il tono della voce, lanciandole il solito sguardo indagatore, che costrinse Santana a stringere ancora di più la presa sul bicchiere del caffè
- …no – si tradì con una lievissima esitazione nella voce, che cercò di mascherare con un colpo di tosse.
E fu in quel momento che Sebastian agì.
Annullò di botto la distanza tra di loro, premendo le labbra contro quelle della ragazza, che spalancò sconvolta gli occhi e cercò di spingerlo via portandogli una mano sul petto.
Sebastian, che in tutto ciò era rimasto lucidissimo, afferrò la destra dell’altra prima che potesse solo arrivare a sfiorarlo.
Santana a quel punto la riabbassò accanto al proprio corpo, senza nemmeno accorgersi che l’altro aveva mollato la presa già da tempo. Schiuse leggermente le labbra per approfondire la questione, ma appena notò il gesto, Sebastian si allontanò.
- Che c’è Lopez? Non dirmi che ti stava piacendo? -  ghignò
- Ma non dire stronzate, mi stai tenendo le mani bloccate – ribattè lei
-  Le tue mani sono liberissime di muoversi- disse l’altro, e Santana realizzò che effettivamente i suoi polsi erano liberi già da un bel po’.
Sentì la risata del ragazzo che si allontanava soddisfatto  e una sensazione di rabbia e vergogna iniziò a pervaderla.
L’aveva umiliata.
Bene.
Uno pari.
Ma adesso doveva meditare vendetta.

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