E m'innamorai di te

di Teddyna92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A scuola! ***
Capitolo 2: *** Si è preso una cotta! ***
Capitolo 3: *** Hai visto qualcosa di strano??? ***
Capitolo 4: *** Il bacio rubato ***
Capitolo 5: *** Primo appuntamento ***
Capitolo 6: *** Visita indesiderata ***
Capitolo 7: *** Un ospite in casa Kaulitz ***
Capitolo 8: *** 23.30 in casa Kaulitz ***
Capitolo 9: *** Torno a casa! ***
Capitolo 10: *** Victoria.... quella troia! ***
Capitolo 11: *** La verità viene sempre a galla ***
Capitolo 12: *** Es ist um traum! ***
Capitolo 13: *** " Tom..." ***
Capitolo 14: *** Prime lacrime... ***
Capitolo 15: *** Opportunità ***
Capitolo 16: *** Confessioni e brutte notizie...... ***



Capitolo 1
*** A scuola! ***


 

E m’innamorai di lei…

 

Un altro giorno di scuola.

Ma questo giorno sarebbe stato diverso.

Tom Kaulitz si avvicinò a un gruppo di ragazzi.

Si salutarono con dei strani gesti.

“ Allora come butta?” chiese il rasta.

In quel momento arrivò Bill. Si avvicinò anche lui.

I ragazzi lo salutarono.

“ Oh raga oggi arriva la ragazza nuova” disse il moro con un sorriso a 32 denti.

“ Proprio questa scuola doveva scegliere, quest‘ anno. C’è la maturità! Non è una che sta tanto bene!” disse il rasta.

La campanella suonò.

I ragazzi in massa entrarono.

*******

In classe regnava un silenzio.

Non parlava nessuno a parte il professore.

“ Allora ragazzi, oggi arriva la nuova ragazza. Vi prego in ginocchio di comportarvi bene…”

Continuava a fare delle raccomandazioni ai suoi alunni.

Nessuno lo ascoltava. Pensavano alla ragazza che stava per arrivare.

“ Speriamo sia bella!” un bigliettino firmato Tom, il più figo di tutti fece il giro della classe.

All’improvviso qualcuno bussò alla porta.

“ Avanti” disse il professore.

Entrò la bidella.

“ Ragazzi ! Lei è arrivata! Mi raccomando! “

Un urlo esplose.

La bidella uscì.

Dopo cinque minuti tornò ma non era sola.

“ Ragazzi! E’ qua fuori! Accoglietela bene.” Disse la bidella.

“ Ok!” dissero in coro i ragazzi con un’espressione falsa.

“ Dai, Kagome vieni!”

Entrò.

Tutti rimasero a bocca aperta con la bava che colava.

“ Buongiorno!” disse il professore stingendo la mano alla ragazza.

“ Buongiorno!” rispose lei.

“ Allora, Kagome, ci puoi raccontare qualcosa di te?” chiese il professore.

“ Ok. Allora… mi chiamo Kagome e…”

Tom Kaulitz la fissava. La squadrò da capo a piedi.

“ Capelli lunghi neri, seno prosperoso, gambe lunghe, curve al punto giusto! E’ semplicemente perfetta” disse a bassa voce tenendo lo sguardo fisso su Kagome che continuava a parlare.

“ Senti Kagome, il tuo nome non è di queste parti, giusto??” chiese il professore.

“ No infatti è giapponese. Ho dei parenti che vivono in Giappone e i miei sono giapponesi. E poi… io sono nata a Tokyo.”

“ ah ok! Perché non ti vai a sedere?” chiese il professore guardando la classe in cerca di un posto libero.

“ E’ la mia occasione!” disse Tom.

“ Cosa hai detto?” chiese Andreas

“ Scusa amico ma è la mia occasione” disse il rasta prendendo l’amico e gettandolo per terra.

“ Prof qua c’è posto!” disse alzando la mano.

“ Sei uno stronzo malefico!!!” disse Andreas rialzandosi.

“ Dai Kagome vai a sederti!”

“ Ok!”disse dirigendosi verso il rasta.

Il professore cominciò a parlare ma nessuno lo ascoltava.

“ Piacere Tom Kaulitz” disse rivolgendogli la mano

“ Piacere Kagome Higurashi!” disse stringendogli la mano.

“ Allora parlami un po’ di te. Tanto quel fossile non sente.”

“ Da dove posso cominciare?”

“ Parlami un po’ del Giappone”

“ Allora…”

Cominciò a parlare.

Tom non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.

“ Ha degli occhi stupendi, una pelle semplicemente perfetta e… in poche parole è oro puro!” pensò mentre ascoltava la compagna.

“ Quali sono i tuoi hobby?” chiese

“ Beh… mi piace giocare a pallavolo e poi… anche cantare e ballare!”

“ Sai io suono la chitarra e mio fratello, quello la davanti coi capelli sparati in aria, canta. Abbiamo un gruppo.”

“ Ah si, non avrei mai detto che voi due foste fratelli . Non vi assomigliate.”

“ In verità siamo gemelli!”

Rimase a bocca aperta. Fissò Bill e poi Tom.

“ Non ci credo!”

“ Eh.. si!”

“ Ma come si chiama il vostro gruppo?” chiese lei.

“ Tokio Hotel! Se vuoi oggi pomeriggio puoi venire a vedere le prove e così mi fai sentire come canti ok?”

“ Va benissimo. A che ora?”

“ Usciamo da scuola insieme e poi andiamo insieme ok?”

“ Ok”

La campanella suonò.

Kagome fu assalita dai compagni di classe.

Era sommersa di domande. Cercava di rispondere ma mentre cercava di parlare un’altra domanda giungeva alle sue orecchie.

Tom Kaulitz si diresse verso il fratello.

“ Allora com’è la ragazza nuova?” chiese Bill

“ E’ stupenda. Ah prima che mi dimentichi… dopo viene a vedere le nostre prove e poi ci fa sentire una cosa.”

“ Che cosa?” chiese Bill

“ Come canta!”

“ Ah canta?”

“ Si me lo ha detto prima!”

“ Bene!”

La mattinata passò in fretta.

Kagome non ce la faceva più a rispondere alle stesse domande.

“ Menomale che oggi è finita!” disse la ragazza mettendo le sue cose nella borsa.

Uscì.

Tom e Bill l’ aspettavano sui gradini all’ingresso.

“ Finalemente ce ne hai messo di tempo!” disse Tom.

“ Scusate ma il prof mi ha trattenuto”

“ Ok, andiamo siamo già in ritardo.” Disse Bill

“ Andiamo” disse Tom prendendo Kagome per la mano e trascinandola fino alla macchiana.

 

 

Ciao ragazze sono tornata con una nuova ficcy! Spero vi piaccia! Commentate please!

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Capitolo 2
*** Si è preso una cotta! ***


************

Salirono sulla Cadilac.

I gemelli davanti e Kagome dietro.

La macchina partì.

“ Kagome ho una domanda!” disse Bill voltandosi verso la ragazza che si era sdraiata.

“ Spara pure” disse risedendosi

“ Senti ma … i tuoi non ti dicono niente se vieni con noi? Cioè sei nuova di queste parti non si preoccuperanno?” chiese il moro.

Kagome abbassò lo sguardo.

Pausa di silenzio.

“ I miei… beh… sono morti!” disse a bassa voce.

Bill sgranò gli occhi. Pure Tom.

“ Ah! Scusa per la domanda!” disse il moro con aria dispiaciuta.

“ Fa niente! E’ successo tanto tempo fa! Me ne sono fatta una ragione!” rispose lei.

“ Ok!” rispose Bill.

“ Ma… manca ancora tanto?” domandò lei rivolgendosi verso il rasta.

“ No no siamo arrivati!” disse Tom fermando la macchina.

I tre scesero.

Davanti a loro c’erano due ragazzi.

“ Ciao Georg! Ciao Gusty!” dissero i gemelli avvicinandosi a loro.

“ Ciao!” risposero.

“ Come mai puntuali?” chiese il moro.

“ Ah ah ah spiritoso! Ma… lei chi è?” chiese Georg indicando Kagome.

“ Lei è Kagome. E’ la nuova ragazza; quella di cui ti ho parlato tante volte. L’abbiamo portata perché ha detto di saper cantare e poi perché non …” disse il rasta.

“ E poi perché non ho nessuno che mi rompe a casa!” disse Kagome interrompendo Tom.

“ Come?! I tuoi non ti dicono niente?” chiese Georg.

Tom diede una gomitata all’amico.

“ Devi sapere che i suoi sono morti!” disse a bassa voce.

“ Ah ok! Sto zitto!”

“OH… entriamo! Io voglio cantare e anche sentir cantare lei!” disse Bill.

Entrarono.

Kagome si sedette e tirò fuori dallo zaino un quadernino nero e cominciò a scrivere.

La musica dei Tokio Hotel faceva da sottofondo.

Scriveva, scriveva senza sosta.

Dopo un’ora stava ancora scrivendo.

“ Kagome! E’ da un’ora che scrivi ma… cosa stai scrivendo?” chiese Bill.

“ Beh… sto scrivendo…una canzone!” rispose lei continuando a scrivere.

“ Ma quanto la fai lunga?” chiese il moro

“ Sto scrivendo anche la musica perché se no avrei già finito da un bel pezzo!” rispose lei.

“ Ah posso leggere?” chiese il moro correndo verso la ragazza.

Kagome coprì immediatamente il quadernino nero.

“ No no no!” disse alzando l’indice e facendo segno di no.

“ Allora vieni a cantare!” disse Bill prendendo il quadernino nero a gettandolo verso la porta e prendendo Kagome per la mano.

“ Dai!” disse lei opponendo resistenza.

Bill la trascinò faticosamente davanti al microfono.

“ Comincia a cantare! E’ un ordine!” ordinò Bill seguito dagli altri.

“ Devo proprio! Non voglio rovinarvi le orecchie! Sono stonata!” cercava ogni scusa per non cantare.

“ Canta! Canta!” dissero in coro i quattro ragazzi.

Kagome guardò il microfono.

Si guardò intorno.

La musica partì.

Era il momento di attaccare ma… Kagome non aprì bocca.

Rimase in silenzio con lo sguardo perso nel vuoto.

Bill le si avvicinò.

“Ohhhh ci sei? Sei viva o morta?” disse il moro con tono scherzoso.

Si scosse.

“ Ah scusate! Ma non riesco a cantare davanti a delle persone.”

“ E perché???” intervenne Tom.

“ Ho avuto una brutta esperienza!”

“ Che tipo di esperienza?” chiese Gusty.

“ BEH… quando ero piccola ho fatto un musical con la scuola e… quando è toccato a me a cantare… le tipe che erano in prima fila e che mi odiavano perché avevo successo con i ragazzi… cominciarono a tirarmi addosso i pomodori!”

“ Stai tra canta pure, non abbiamo pomodori!” disse Tom ridendo seguito dagli altri.

Kagome risalì sul palco.

Fece ripartire la musica.

E stavolta cantò.

Bill e gli altri rimasero a bocca aperta.

Non avevano mai sentito una voce così potente ma allo stesso tempo melodica.

Finì di cantare.

Bill, Tom, Gustav e Georg si alzarono e applaudirono.

“Dai mi fate arrossire!” disse lei.

“ Sei semplicemente bravissima! E non è una cosa che dico facilmente!” disse Bill.

“ Grazie!”

“ Ma hai preso lezioni di canto?” chiese Georg.

“ No! MAI!”

“ Wow!” dissero in coro.

Tom si avvicinò alla porta.

Si chinò e prese il quadernino nero di Kagome.

“ Noooooo!” urlò la ragazza correndo verso il chitarrista.

Il rasta cominciò a leggere quello che c’era scritto.

Kagome cercava di prenderlo ma il rasta si dimenava e continuava a leggere con un sorriso stampato sul volto.

Il telefono suonò.

“ pronto? Ah zia… si adesso arrivo. Scusa ma adesso non posso parlare perché sono in bibblioteca! Adesso torno! Ciao!”

“ Sei brava a mentire!” Disse Tom sorridendo.

“ Eh già.!”

Prese il quaderno , lo rimise in borsa.

“ Scusate ma devo tronare a casa. Ci vediamo domani a acuola! Ciao!” disse dirigendosi verso la porta.

“ Aspetta!” urlò Tom.

“ Che?!”

“ Mi dai il tuo numero così possiamo trovarci davanti a scuola e anche fuori! E… poi… potremmo…” balbettò il rasta arrossendo.

“ Shhhhh!” disse lei mettendo l’indice sulla bocca del rasta e dandogli un bacio sulla guancia.

Intanto sfilò il cellulare dalla tasca del rasta.

Digitò il numero.

“ Grazie!” disse Tom.

“ Di niente! Bye bye bye!” disse salutando con la mano i ragazzi e uscendo dalla porta.

Tom fissò il cellulare e salvò il numero.

Bill gli si avvicinò.

Gli diede qualche gomitata.

“ Ehehehehehe! Ti sei preso una bella cotta! E il bello che l’hai vista solo oggi!” disse il moro sorridendo.

Tom arrossì come un peperone.

Guardò il gemello e si allontanò di colpo.

“ Dove stai andando?” chiese Bill.

“ Va…do in ba…gno!” disse il rasta correndo verso il bagno.

Bill si avvicinò a Gustav e Georg.

“ Eh è proprio cotto!” disse sospirando.

 

Sono tornata con un nuovo capitolo! Spero vi piaccia! COMMENTATE!

 

 

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Capitolo 3
*** Hai visto qualcosa di strano??? ***


“ Glielo mando! … No poi mi prende x scemo… Ma sì glielo mando!” pensava Tom tenendo il cellulare in mano e fissando il display impostato su messaggi.

Alla fine si decise.

 

Ciao Kagome, sono Tom! Come stai?

Volevo chiederti se…

 domani sei impegnata? Perché io, Bill, Gusty, Georg e

altri amici vogliamo andare in giro e mi chiedevo se volevi venire?

Rispondi Ciao!”

 

Ce l’ho fatta!” disse sospirando ma era agitato.

Dopo qualche secondo il cellulare si illuminò.

Sgranò gli occhi.

 

“Ciao Tom, sto bene! Per domani va benissimo

Basta che mi dici l’ora e il luogo del ritrovo

E io ci sarò. Ci vediamo domani a scuola

E ci mettiamo d’accordo!

A domani! Baci ciao!”

 

“ Mi ha risposto! E ha detto va bene per domani! Wow!” disse il rasta.

Cominciò a saltellare per la stanza come un grillo.

Bill aprì la porta.

Tom non se ne accorse.

Inalzò il soppracciglio e guardò male il gemello.

Poi il suo sguardo si posò sul telefono del fratello.

E intuì qualcosa.

Prese il telefono.

Lo perlustrò.

“ Adesso ho capito perché è così contento!” pensò sorridendo e alzando lo sguardo verso il gemello che aveva smesso di saltellare e aveva cominciato a ballare senza rendersi conto del gemello alle sue spalle.

Bill incrociò le braccia sul petto.

“ Ehm!” disse

Tom si bloccò di colpo.

Si voltò spaventato.

“ Hai visto qualcosa di strano?” chiese impaurito.

“ Se per te normale è saltellare come un grillo per la stanza e ballare solo per un messaggio ricevuto… allora non ho visto niente di strano!” disse il moro serio.

“ ESCI!” urlò Tom

“ Come esci?! Se non ricordo male questa è anche camera mia! Quindi non puoi mandarmi fuori così… di punto in bianco!” disse Bill

“ Allora me ne vado io.!”

“ “ Dove pensi di dormire?”

“ Nello studio. Tanto il letto c’è!Aspetta… prendo le mie cose e mi trasferisco!” disse Tom prendendo tutto quello che riusciva e uscendo dalla porta.

Uscì. Era carico come un somaro. Faceva fatica a stare in piedi.

“ L’amore… Non devo assolutamente conciarmi come lui!” bisbigliò il moro sedendosi sul letto  e fissando la porta.

Si sedette sedette sul tappato a pancia all’aria con una rivista.

Si girò verso il letto del gemello e…

Si alzò di colpo.

Corse verso il letto.

Si chinò per prendere quello strano oggetto.

“ Ma che? Cos’è?” si chiese guardando l’oggetto.

“ OH MIO DIO! UN DVD PORNO! TOOOOOOOOOOOOOOOOOM!” urlò Bill.

Tom stava sistemando le sue cose ma non riusciva a trovare una cosa molto importante per lui.

“ Ma dove l’ho messo?”

Poi sentì l’urlo del gemello.

Sgranò gli occhi.

Si alzò e corse in camera da Bill.

“ Bill non è come pensi!” disse rivolto al gemello seduto vicino al suo letto con in mano un oggetto rettangolare.

Bill si accorse del fratello.

“ Puoi spiegarmi cos’è questo?” chiese mostrandogli la copertina.

“ Emh…è… cioè…” balbettava il rasta con la mano sulla testa.

“ Un DVD porno? Giusto?”

“ No… ma che dici… è un documentario!” rispose il rasta.

“ Si si si un documentario di anatomia umana!” disse quasi ridendo.

“ Senti questo è mio! Non rompere!” disse il ratsa avvicinandosi al fratello e strappandogli il dvd dalle mani.

Bill lo guardò schifato.

“ Ah… anche questi sono miei!” disse Tom prendendone altri.

“ Ma quanti ne hai?” chiese il moro.

“ Cazzi miei!!!” rispose Tom.

Tom tornò in “camera” sua.

Bill era ancora seduto.

“ Che schifo!!!!” disse alzandosi e cercando di pulirsi da un qualcosa che non aveva.

 

Commentate pliz pliz!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Il bacio rubato ***


“ Ciao raga!” disse Kagome avvicinandosi a Tom e company.

“ Ehi come te butta?” disse un ragazzo che era lì con loro.

“ E tu? Chi sei?” disse Kagome voltandosi verso Tom.

“ Lui è Andreas! E’ in classe con noi!” rispose il rasta.

“ Ah scusa!” disse lei arrossendo.

“ Di niente! Comunque piacere! Finalmente parliamo!” disse Andreas stringendo la mano della ragazza.

“ Oh il piacere è tutto mio!” rispose lei.

“ Raga dove andiamo??” chiese uno dei ragazzi del gruppo.

“ Ma che cazzo ne so! Perché non facciamo scegliere alla nuova arrivata?” propose Gustav.

“ Ehm… Io?” chiese Kagome arrossendo.

“ Si proprio tu!” disse Gustav indicandola.

“ Beh… non saprei… Ah mi è venuto in mente! Perché non andiamo al pub in centro?” propose lei.

“ Quello nuovo? Dicono sia una figata unica!” disse uno del gruppo.

“ Informata la ragazza.” Disse Bill avvicinandosi a lei e dandogli delle piccole gomitate.

“ Dai tutti al pub! Kagome tu vieni con me in macchina!” disse il rasta.

“ Ah ok!Ma tuo fratello?” disse  lei.

“ Va in macchina con Andreas e gli altri!” rispose Tom avviandosi alla macchina.

Kagome salì.

Tom mise in moto.

La macchina partì.

“ Come ti è venuto in mente quel posto?” chiese Tom.

“ Ah non so! E’ il primo posto che mi è venuto in mente!” rispose sorridendo

“ Per essere nuova conosci molti posti!” disse lui sorridendo e voltandosi verso di lei.

“ Eh già!” disse lei sorridendo.

La macchina si fermò al semaforo.

Kagome guardava fuori dal finestrino.

Tom invece la guardava.

“ E’ proprio bella!” pensò.

Tom si slacciò la cintura.

“Kagome!” disse il rasta avvicinandosi.

Lei si voltò.

In quel momento per la prima volta le loro labbra erano incollate.

Il clacson di una macchina dietro suonò.

Tom si staccò.

Si riallacciò la cintura e partì.

Kagome era rimasta immobile.

Si toccò le labbra.

“ Com’è stato veloce quel semaforo! Proprio come me!” disse il rasta sorridendo leggermente.

Kagome non parlò per tutto il tragitto.

La macchina si fermò di nuovo.

Stavolta non era a un semaforo.

Erano arrivati a destinazione.

“ Ce ne avete messo di tempo per arrivare!” disse Georg.

“ Ehm… si…. Beh… c’era traffico!” disse il rasta garttandosi la testa e guardando per terra.

“ Si! Immagino solo che traffico!” disse Georg  fulminando il rasta.

Entrarono nel pub.

Kagome cercava di evitare Tom.

Non voleva complicare la situazione già precaria.

Georg le si avvicinò da dietro.

“ Vuoi ballare?” le sussurò nell’orecchio.

Si voltò per accertarsi che non fosse Tom.

“ Ah… si!” rispose prendendolo per il braccio e portandolo verso il centro della pista.

Cominicarono a ballare sopra le note di Low dei T-Pain feat Florida.

Tom intanto li guardava da lontano.

Accanto a lui c’era Bill.

“ Cosa hai fatto?” disse Bill

“ Niente perché?” rispose Tom

“ Niente! Allora mi spieghi perché adesso ti evita?” disse Bill voltandosi verso il gemello che continuava a guardare Kagome e Georg ballare.

“ Uhm” mugugnò Tom.

“ Allora?!” disse Bill incrociando le braccia e battendo il piede per terra.

“ Beh… in pratica… non so che mi è preso e quando eravamo fermi al semaforo… beh…” balbettava il rasta.

“ Nooo! Non dirmi che hai fatto quello che penso io?!” disse Bill

“ Beh… dipende da cosa pensi!” disse Tom sorridendo.

“ Dai non fare lo stubido! Per caso l’hai baciata?”

“ Azzecato!” disse Tom.

“ Oh mio Dio!” urlò Bill.

“ Perché?? Cosa c’è di male?” disse Tom.

“ Cosa c’è di male??! Mi chiedi cosa c’è di amle?!!! Ma allora sei proprio cretino! Adesso penserà che vuoi solo portarla a letto. Mamma mia!!! Devo sempre dirti tutto io!!”

“ Che cazzo ho fatto??? Adesso non mi vorrà più parlare!” disse Tom mettendosi le mani sul cappellino come segno di disperazione.

La musica si fermò.

Georg e Kagome si allonarono.

Georg andò dagli amici.

Kagome uscì dal locale.

Dalla tasca tirò fuori un pacchetto di sigarette.

Malboro Light.

Tirò fuori anche l’accendino e se ne fumò una.

“ Ah…allora anche te fumi!” disse Tom che era dietro di lei.

“ Ehm… si solo quando sono molto nervosa o preoccupata.” Rispose lei.

“ Perché dovresti essere nervosa o preoccupata?” chiese lui sedendosi di fianco.

Abbassò lo sguardo; spense la sigaretta e si alzò.

Tom la prese per un braccio.

Lei si bloccò.

Si guardarono negli occhi per qualche secondo.

Il suo sguardo era perso nei suoi occhi.

Poi si ripetè quella scena che l’aveva turbata.

Le labbra si rincollarono.

Si staccò bruscamente.

“ No ti prego! Non voglio!” disse lei allontanandosi dalle labbra del rasta.

“ Ma…” disse il rasta.

“ Ti prego non così in fretta! Non ti conosco bene!” disse lei.

In quel momento arrivò Bill.

“ Che fate qua fuori? La festa è dentro!” disse sorridendo.

“ Beh…noi…” balbettò il rasta.

“ Ehm… io stavo per andare a casa! Mi sono ricordata di un impegno!Ci sentiamo!” disse lei avvicinandosi al moro e dandogli un bacio sulla guancia.

“ Ok! Bye Bye Bye!” disse il moro.

Kagome attraversò la strada e sparì in una viuzza.

“ Dai entra!” disse Bill.

“ No io sto fuori! Fumo poi entro.!”

“Oh fai come vuoi!” disse Bill e rientrò.

Tom prese il pacchetto che era caduto a Kagome e fumò tutte le sigarette che erano rimaste.

Appena finì le sigarette prese il pacchetto e invece che buttarlo lo rimise in tasca.

Voleva conservarlo come primo “regalo” di Kagome.

Oltre i due baci che le aveva rubato dalle sue morbide labbra.

 

 

Commentate pliz!!! 

 

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Capitolo 5
*** Primo appuntamento ***


Era sul divano.

In mano una coppa gigante di gelato al cioccolato.

Indossava solo una grande felpa grigia, un paio di calzettoni da calcio e teneva i capelli sciolti.

Il cellulare era sul tavolino davanti al divano.

Intanto che guardava il film controllava di tanto in tanto il telefono.

“ Perché sono scappata così! Mi avrà preso per una che non è mai stata con un ragazzo! Che cretina che sono! Adesso non vorrà più parlare con me!” pensò mentre mangiava a cucchiaiate giganti il gelato e guardava il film.

 

Intanto Tom era nella sua nuova stanza sdraiato sul letto.

“ Che cazzo mi è preso! Perché l’ho baciata così??? Adesso crederà che sono uno che vuole portarsela a letto e basta!! Cazzo! Cazzo! Cazzo!” pensò il rasta sbattendo la testa contro il cuscino.

 

All’improvviso l’avviso dell’arrivo di un messaggio si fece sentire.

 

“ Ciao scusa per oggi! E’ che non so neanch’io

Cosa mi è preso! Ti chiedo scusa!!! Adesso penserai che sono

Una ragazzina che è la prima volta che sta con un ragazzo! Ma

Non è così! Mi dispiace tantissimo!”

 

“ Ciao sono io a dovermi scusare per oggi! Sono stato troppo

Impulsivo ma tu mi piaci molto! Non dirmi che ti ho spaventato??”

 

“ No! Non mi hai spaventato! E’ solo che

Sono appena uscita da una brutta relazione! Comunque anche tu mi piaci

Molto! Senti non ho più soldi mi chiami così parliamo un po’”

 

“ Ok ade ti chiamo! Bye Bye”

 

Il telefono squillò.

Sul display comparì la scritta “ Tom”

“ Ciao!”

“ Ciao!”

“ Cosa stai facendo?”

“ Sono sul divano, mangio il gelato e guardo un film. E te?”

“ Io invece sono sul mio letto e guardo il soffitto.!”

“ Bene devo dire che siamo molto impegnati!”

“ Eh si” rise.

“ Senti ti chiedo ancora scusa per oggi!”

“ Piantala di scusarti! L’unica persona che si deve scusare sono io! Sono troppo impulsivo.”

“ Ma va! Mi sono comportata come una deficiente!”

“ Senti se dici ancora mi dispiace  giuro su chi vuoi che vengo li e ti butto dalla finestra.”

“ Ah ok! Non te lo dico più! Dai parliamo un po’! Oggi ho voglia di parlare!”

“ Aspetta ti telefono su quello di casa perché se no spendo troppo!”

“ Ok!”

I due riagganciarono.

Dopo due minuti il telefono fisso squillò.

“ Pronto?”

“ Pronto? Non ti ricordi già più?”

“ Ah si … si che mi ricordo. E’ che mia zia rompe.”

“ Ah… ok!”

“ Comunque parlami un po’! Non so di cosa ma parla!”

“ Non so! Fammi qualche domanda!”

“ OK! Aspetta due secondi!”

“ Uhm…”

“ Uhm… vediamo un po’… allora… ma ti vanno bene anche domande personali?”

“ Si basta che non lo siano troppo!”

“ Ok allora… hai la ragazza?”

“ No… e tu?”

“ Allora a me piacciono i ragazzi…. E comunque no.”

“ Vai! Prossima domanda!”

“ Uhm… Hai successo con le ragazze?”

“ Beh… non per vantarmi ma sono stato eletto il figo della scuola.”

“ Ah…  sei prorpio modesto!”

“ E te?”

“ Si bè… ma non sono una che si fa tutti. Cioè hai capito?”

“ Ok! Prossima domanda!”

“ Parlami un po’ di te! Di cosa ti piace, cosa odi, i tuoi hobby e cose del genere.”

“ Ok allora… beh… mi piace giocare a basket, fare graffiti, karate. Poi odio l’aereo, le interviste e le persone troppo attaccate. Soffro di vertigini. Ascolto Hip Hop e suono rock con mio fratello. Poi… ho la patente. Adesso tocca a te?”

“ Beh… mi piace giocare a pallavolo e a calcio; da piccola ho preso lezioni di karate e ora sono cintura verde. Odio le persone ipocrite ed egoiste. Ho la patente. Ascolto musica come Sum41, Red Hot Chili Peppers (nn so cm si scrive! XD), Nevada Tan e gruppi del genere. Fumo!”

“ Qual è il tuo colore preferito?”

“ Beh… i miei colori preferiti sono il nero e il fuscia! E il tuo?”

“ Il verde”
“ Ok!”

“ Ah… a proposito di fumo, non ti dispiace se ti dico che ti ho fumato tutte le tue sigarette?”

“ COSA?? Adesso me ne compri un altro pacchetto perché non ho più soldi!”

“ Agli ordini signorssi!”

“ Adesso ti devo lasciare perché è tornata mia ziae se mi trova al telefono mi uccide! Ci sentiamo per messaggio e ancora scusa per oggi!”

“ Adesso vengo lì! Aspettami, che ti devo buttare dalla finestra!”

“ Ok ti aspetto non mi fai paura!”

“ Arrivo! Ciao ciao!”

“ Ok!”

Riagganciò il telefono.

Prese le chiavi della macchiana.

E si avviò a casa di Kagome.

Parcheggiò.

Scese e si diresse verso l’unico palazzo che c’era.

“ Scusi può lasciare aperto?” disse cortesemente a uno che stava uscendo.

Stava cercando il numero di appartamento di kagome.

“ Trovato! Numero 23!” disse.

Si avviò al cancello.

“ Grazie!” disse sorridendo.

“ Non c’è di che!” disse l’uomo allontanandosi.

Salì le scale.

Arrivò davanti alla porta numero 23.

Suonò il campanello.

“ Arrivo!” disse una voce femminile.

Aprì la porta.

“ Oh… ciao Tom!” disse arrossendo.

“ Eh… ciao!” disse Tom guardandola da capo a piedi.

Kagome lo guardò poi si guardò e notò che non era vestita molto bene.

“ Ah scusa!” disse lei arrosendo.

Tom la guardò in faccia.

“ E’ proprio bella quando arrossisce e poi vestita così lo è ancora di più!” pensò.

“ Beh… entra non stare come un pirla sulla porta. Mi cambio e usciamo!”

“ O-o-o-k!” disse balbettando.

Kagome andò in camera.

Aprì l’armadio. Prese le prime cose che trovò e uscì.

“ Sono pronta! Andiamo!”

“ Dove vai?” disse una voce proveniente dall cucina.

“ Zia io esco con un amico!Non so a che ora torno! Ciao!”

“ Signorina aspetta un secondo!”

Ma la ragazza e il rasta erano già usciti.

“ Grazie mi hai salvato!” disse ridendo

“ Comunque io dovevo buttarti dalla finestra perché hai detto scusa!” disse sorridendo.

“ Ah… a proposito mi devi un pacchetto  di sigarette! Andaimo a prenderle!”

“ Ok!”

Entrarono dal tabacchiere.

Tom prese Kagome sotto braccio.

“ Un pacchetto di malboro light…” disse Tom

“ Come?” chiese il tabacchiere.

“ Come le vuoi?” chiese Tom voltandosi verso Kagome.

“ Il pacchetto più grosso che hai!” disse.

“ Ok altro?” chiese il tabacchiere.

“ E uno di Malboro Rosse.”

“ Ok allora il totale è di 7,25 €”

“ Ok grazie salve!”
“ Salve!”

Uscirono dal tabacchiere.

“ Dove andiamo?” chiese Kagome.

“ Al parco ti va bene?”

“ Si si no problem”

“ A piedi o in macchina?”

“ A piedi!”

“ OK andiamo!”

 

Commentate pliz!

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Capitolo 6
*** Visita indesiderata ***


Il parco era molto affollato.

E molto grande.

Bambini che giocavano coi palloni con i nonni o genitori.

C’erano anche molte coppiette.

Tom teneva Kagome sotto braccio.

“ Ma se stai in giro così tanto tua zia non si preoccupa?” chiese il rasta continuando a camminare.

“ Ma va! Quella non è neanche mia zia!” disse lei sorridendo.

“ Come?” chiese.

“ Lei è la mia madre addottiva ma io la chiamo zia perché chiamarla mamma non è esatto!” disse abbassando lo sguardo.

“ Ah ok! Ci sediamo là sotto quell’albero?”

“ Ok!”

I due ragazzi si sedettero sotto il grosso albero.

Kagome si appoggiò a Tom.

Tom continuava a tenerla sotto braccio.

“ Senti ti devo dire una cosa!” disse Tom diventando improvvisamente serio.

“ Sì dimmi pure!”

“ Vado subito al succo! Perché non sono uno che fa giri di parole: allora… tu mi piaci e anche molto!”

“ Beh… anche tu! Aspettavo il momento opportuno per dirtelo e questo è quello giusto!”

“ Meno male! Avevo paura a dirtelo perché…”

Non fece in tempo a finire la frase che le morbide labbra di Kagome si posarono sulle sue.

Rimasero incolate per un bel po’.

Tom l’abbracciò.

Kagome si sentiva protetta tra le sue braccia.

Insieme guardavano i bambini che giocavano con il pallone.

Finchè lo sguardo di Kagome si posò su un ragazzo.

Intanto continuava a chiaccherare con Tom.

Più guardava quel ragazzo, Kagome si accorgeva di averlo già visto.

Aveva una faccia così familiare.

All’improvviso anche quel ragazzo la fissò.

La fissava .

Lo fissava.

Poi si ricordò dove l’aveva già visto.

“ Tom possiamo andare?” chiese alzandosi e prendendo il rasta per la mano.

“ Perché?”

“ Ti prego?”

Voleva andarsene.

Il ragazzo si avvicinò.

Kagome cercava di convincere Tom ad andarsene ma era troppo tardi.

“ Kagome!” disse il ragazzo.

Kagome abbassò lo sguardo.

“ Che fai non rispondi più al tuo ragazzo?!” disse accarezzandogli i capelli.

Kagome alzò la testa di colpo.

“ Come? Adesso sono la tua ragazza?!”

“ Si fino a prova contraria!”

“ No tu mi avevi scaricato un mese fa! Quindi non lo sono più!”

“ Ma non dire cazzate! Tu sei la mia ragazza!”

“ NOOO!”

“ Senti lei ha detto che non ti vuole più! Lasciala stare!” intervenne Tom.

“ E tu chi saresti? E che ci fai con lei?”

Pausa di silenzio.

Kagome guardò Tom.

E Tom guardò lei.

“ Sono il suo ragazzo!”

“ Ah adesso hai un nuovo ragazzo?!”

“ Si mi sono rifatta una vita! Perché non te ne torni da quella troia di Amy!”

“ No io voglio te!”

“ Senti lasciala stare!” urlò Tom.

Si avvicinò al ragazzo e lo prese per il colletto della camicia e lo sollevò.

“ TI HO DETTO DI LASCIARE STARE LA MIA RAGAZZA!”

Kagome assisteva a quella scena.

Strinse la mano in un pugno e…

Si scagliò contro il ragazzo.

Cadde a terra con tutto il sangue che gli usciva dal naso come un fiume in piena.

Kagome scosse la mano. Era segno che si era fatta male.

“ LASCIAMI STARE!” urlò con le lacrime agli occhi.

Non sapeva neanche lei se erano per il dolore alla mano o per quella lite.

Il ragazzo si alzò tenendosi la mano sul naso.

“ Sei solo una troia! Tanto ti scaricherà anche lui! Come tutti! Sei solo una troia!” e se ne andò.

Kagome riabbassò lo sguardo.

Tremava e pianse.

Tom lo riabbracciò.

La strinse forte.

Lei ricambiò l’abbraccio.

“ Shhhhhhhhhhhh tranquilla se ne è andato!” disse Tom accarezzandogli la testa.

Continuava a piangere.

“ Stai tranquilla! Dai facciamo così andesso ce ne andiamo ok?” disse Tom prendendo la testa di Kagome fra le mani.

Fece di si con la testa.

Tom le asciugò il volto.

La prese sotto braccio e se ne andarono.

“ Mi riaccompagni a casa? Devo prendere una cosa!”

“ Ok!”

Tirò fuori le chiavi dalla borsettina.

Cercò di metterle nella serratura ma non ci riuscì.

“ Ma che?!” disse sbattendole per terra.

Poi si accorse di un bigliettino sula porta.

私たちはその会議の左側です。と'高いハードウェアおよび変更してロックをサポートします。私たちの鍵ce問い合わせください。ヴァイお友達に立つ。さようなら!”

“ 6 anni che è qua e non sa ancora il tedesco!”

“ Perché? Cosa c’è scritto?” chiese Tom.

“ Beh… che sono partiti e mi hanno lasciato fuori di casa! Ah… guarda i miei vestiti e le miei cose di scuola!”

“ E adesso come fai?”

“ Non lo so!”

“ Beh… potresti a venire a stare da me finchè i “tuoi” non tornano!”

“ Non so! Ma i tuoi?”

“ Dai andiamo a chiederglielo!”

“ Sei sicuro??”

“ Si non sono mai stato più sicuro di adesso”

“ Beh… convinto tu!”

La prese per mano e la trascinò in macchina.

 

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Capitolo 7
*** Un ospite in casa Kaulitz ***


Suonò al campanello.

Gli aprì Bill.

“ Oh ciao Kagome! Come mai qua?” chgiese il moro portandola dentro.

“ Ah Ciao scusa ma posso parlare con vostra madre?”

“ Si si! MAMMAAAAAAAAAAA!” urlò.

Simone scese le scale.

“ Ciao mamma!” disse Tom dandogli un bacio sulla guancia.

“ Ciao! Ma sei scemo a urlare in quel modo!”

“ Vabbè… senti mammina, Kagome ti dovrebbe parlare!” disse il rasta interrompendo il gemello che cercava di scusarsi.

“ Si vieni di la in cucina!”

“ Ok!”

Tom e Bill rimasero in salotto.

“ Perché l’hai portatat a casa?” chiese Bill

“ I suoi l’hanno lasciata fuori di casa e non ha posto dove andare a dormire!” disse Tom.

Intanto Kagome e Simone parlavano in cucina.

“ Scusi per questa intrusione ma dovrei chiederle un favore” disse  con tono gentile.

“ Si dimmi pure!”

“ I miei zii sono usciti per lavoro e staranno via per due settimane, e… mi hanno lasciata fuori di casa! E mi chiedevo se potevo stare da lei in questo arco di tempo siccome non ho amici oltre Tom e Bill!” chiese.

“ Beh… per me non c’è problema! Il letto ce lo abbiamo! Basta rispostare Tom in camera con Bill e il gioco è fatto!”

“ Grazie mille!” disse Kagome chinandosi in avanti.

“ Non c’è di che! Tom, Bill andate a prendere le sue cose e Tu!” disse indicando Tom.

“ Io?”

“ Togli le tue robe dallo studio e lascia posto a lei!”

“ Agli ordini!” disse il rasta portando la mano sulla fronte e diventando rigido.

Simone guardò bene Kagome.

E si accorse di una cosa.

“ Ma cosa hai fatto alla mano? E’ rossa!” disse prendendolgi la mano.

“ Niente… prima quando ho saputo dei miei zii mi sono leggermente arrabbiata e ho tirato un pugno all porta!”

“ Ah… vieni!”

“ Ma non si deve preoccupare!”

“ Dammi pure del tu!”

“ No ma va! Non è niente!”

Simone prese la mano della ragazza e ci mise del ghiaccio.

“ Così la botta viene fuori e guarisce prima!”

“ Ah ok, Grazie!”

Tom e Bill entrarono sommersi di borse.

“ AIUTO!!” urlarono cadendo come due patate sul tappeto.

Kagome e Simone si misero a ridere.

“ Senta Simone per ringraziarla della sua ospitalità stasera vorrei preparare una specialità di casa Higurashi!”

“ No ma va non ti disturbare!”

“ Insisto!”

“ Ok ma ti do una mano!”

“ Ok!”

A cena.

“ Uhm… proprio buono! Che cos’è?” chiese il padre.

“ E’ sushi modificato secondo la tradizione della mia famiglia!”

“ Proprio buono!” dissero i tre uomini in coro.

“ Senti Kagome. Il tuo nome non è molto comune qua in Germania.”

“ No infatti è giapponese!”

“ Come mai ti hanno chiamato con un nome giapponese?”

“ Sono nata a Tokyo! Solo che poi mi sono trasferita qua!” disse mettendo in bocca un po’ di sushi.

“ Eh come mai ti sei trasferita?”

In quel momento i gemelli tirarono un  leggero calcio al padre.

“ Ma che fate?” chiese.

“ Beh… i miei genitori …. Sono morti” disse abbassando lo sguardo.

“ Ah scusa!”

“ Cambiamo argomento! Sapete che Kagome sa cantare!” disse Tom

“ Ma non è vero solo perché mi hai sentito cantare una volta non significa che so cantare!”

“ Dai canta!” disse Tom alzandosi dal tavolo, dirigendosi verso lo stereo e mettendo la musica della canzone di Lean Rimes – Can’t fight the Moonlight.

“ No io non canto!” disse Kagome.

“ Dai ti prego!” dissero in coro Bill e Tom.

Kagome non resistette a quegli occhi.

“ Ok!”

Cominciò a cantare.

“ Sei bravissima!” disse Simone.

“ Grazie!”

La cena era finita.

“ Ti aiuto a sparecchiare!” si propose Kagome.

Tom, Bill e il padre erano seduti sul divano con delle birre in mano e guardando una partita di basket.

“ Senti posso farti una domandina innocente?” chiese Simone.

“ Si!”

“ Ma tra te e Tom c’è qualcosa?”

Kagome rimase di stucco.

“ Beh… si!”

“ E’ proprio fortunato! Rispetto alle ragazze che ha avuto fino ad adesso tu sei una benedizione.”

Kagome non sapeva più cosa dire.

Si sedette sul divano.

“ Vi dispiace se accendo una sigaretta?” chiese

“ No anzi adesso ne fumo una pure io!” disse il padre.

“ Come va la partita?”

“ Beh… sono in parità per ora!”

“ AH!”

Tom si alzò e si sedette vicino a Kagome mettendo il braccio sulle spalle della ragazza.

Lei si avvicinò.

Bill li guardava storto.

Tom se ne accorse.

“ Cosa vuoi? Sei geloso?” chiese

Bill si voltò a guardare la Tv.

“ Dai poverino! Perché lo tratti così?” sussurò Kagome all’orecchio del rasta.

“ Così! Mi piace farlo arrabbiare!” sussurò lui nell’orecchio di lei.

Sqillò il telefono.

“ Tom è Andreas!

“ Arrivo!” si alzò, prese il telefono e si risedette vicino a Kagome.

“ Dimmi!”

“ We disgriaziato che fine hai fatto? Non ti sei fatto vivo per tutto il giorno!”

“ Beh… sono stato occupato!”

“ Con chi? Con quella Kagome?”

“ Si perché?  E Comunque adesso è qua vicino a me.!”

“ Ah vabbè…. Domani ci troviamo ancora al pub come oggi e porta anche la bambolina!”

“ Va bene a domani! Ciao figlio di madre diversa!”

“ ciao!”

“ Che voleva?” chiese Bill

“ Domani alcora al pub come oggi!”

“ Ah…. Mammy io vado a ninna! Bye!”

“ Bye!”

“ Vado anch’io!” disse Tom.

Kagome rimase sul divano a guardare la tv.

Simone le si sedette di fianco.

“ Mi fa prorpio piacere avere una ragazza a casa! E’ difficile vivere con tre uomini in giro per casa!”

“ Immagino! Scusa adesso avdo a dormire domani c’è scuola e non voglio fare lo zombi!”

“ Ok! Ciao!”

Kagome andò nello studio.

Si cambiò e si mise il pigiama.

Tom entrò.

“ Ehi!” disse lui avvicinandosi alla ragazza e dandogli un bacio.

“ Dai vado a dormire!”

“ Dai ti prego!”

“ No io vado a dormire e anche tu! Fila!”

“ Si!” disse facendo una smorfia che assomigliava al muso di un cane bastonato.

Kagome s’infilò sotto le lenzuola.

Tom la fissava ma dopo qualche minuto se ne andò.

Tom rientrò in camera.

Bill lo aspettava seduto a gambe incrociate sul suo letto.

“ Tesorino dobbiamo parlare!” disse il moro con aria seria.

 

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Capitolo 8
*** 23.30 in casa Kaulitz ***


“ Di che vuoi parlare?” disse sbuffando e svestendosi.

“ C’è qualcosa di cui mi devi parlare?” disse il moro

“ Uhm… no!” disse togliendosi la maglietta.

“ Ti do un indizio… inzia per K!”

“ Ah…. Lei.”

“ Si come mai ti sei seduto così vicino a lei e l’hai abbracciata??”

“ Beh… io… lei…”

“ Cosa?! State insieme?”

“ Perché? Sei geloso?”

“ No ma quando aspettavi a dirmelo?”

“ Senti non rompere! Siamo usciti solo oggi ed è successo! Volevo aspettare a dirtelo!” disse il rasta rimanendo in boxer davanti al gemello.

Bill si infilò di colpo sotto le coperte portandosele fino alla faccia.

“ Che cosa ti prende? Ah… sei geloso!” disse ridendo e saltando sopra il gemello.

“ No!” disse da sotto le coperte.

“ E dai ammettilo!” Sei geloso!” disse cominciando a fargli mil solletico.

Bill cominciò a ridere come un pazzo.

In quel momento Simone passò davanti alla porta.

“ VOI DUE! PIANTATELA! TOM LASCIA STARE TUO FRATELLO E VAI A DORMIRE!” urlò andando verso i gemelli e dividendoli.

“ Ma mamma!” dissero in coro.

“ E’ tardi e domani c’è scuola! Filare!” ordinò Simone.

“ Uffi!!” dissero infilandosi sotto le coperte.

Simone uscì dalla stanza.

Passò davanti alla stanza dove c’era Kagome.

Lei era seduta sul letto.

Si fermò.

“ Non riesci a dormire?” chiese.

“ Uhm… si!” disse voltandosi verso la porta.

“ Vuoi una camomilla?”

“ Se non è chiedere troppo!”

“ Ma figurati!”

Scesero le scale e si diressero in cucina..

Simone accese il fuoco e ci mise sopra il bollitore.

Il padre dei gemelli stava ancora guardando la tv.

“ Come mai non riesci a dormire?” chiese Simone sedendosi di fianco alla ragazza.

“ Beh… prima ho sentito Tom e Bill discutere e poi ho sentito lei…”

“ Scusali ma sono sempre così!”

“ No non è colpa loro è che quella scena mi ha fatto rivivere dei momenti…”

“ Spero piacevoli!”

“ Si di quando mia mamma sgridava me e mia cugina quando veniva a dormire a casa mia…” disse Kagome con le lacrime che scendevano lente sulle sue morbide guance.

“ Scusa non volevo farti piangere”

“ Non fa niente! Mia mamma diceva che è meglio tirare fuori quello che hai dentro perché se ti rimane dentro è peggio!” disse asciugandosi le lacrime.

Simone si alzò al rumore del bollitore.

Lo prese e versò l’acqua nella tazza che aveva dato a Kagome prima con dentro la camomilla in polvere.

“ Grazie!”

Il padre si alzò dal divano e andò in cucina.

Si sedette davanti alla ragazza che stava bevendo.

“ Senti Kagome ho notato che hai talento e mi ronzava l’idea di farti esibire davanti a delle persone che potrebbero farti sfondare. Ho dei buoni agganci!”

“ Grazie ma non ne sono sicura…”

“ Prova! Sei brava, hai una voce da urlo e l’immagine buona.”

“ Non vorrei essere sgarbata ma se ne parlaimo domani con più calma?”

“ Ok! Perché parlarne adesso alle 23.30 non mi sembra il caso!”

“ Beh… grazie per la camomilla e per tutto ma io levo le tende! Buona notte!”

“ Notte!”

Kagome salì le scale e andò in stanza.

Si infilò sotto le coperte e si addormentò.

“ Forse è meglio se andiamo anche noi non credi?” chiese Simone.

“ Forse!”

Spense le luci e salirono le scale e andarono in stanza.

In quella casa Kagome vi trovò una cosa che aveva perso da tempo: l’affetto di una famiglia.

 

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Capitolo 9
*** Torno a casa! ***


07.30 in casa Kaulitz.

“ DOV’E’ LA MIA MATITA?” urlò Bill.

“ Se vuoi ti do la mia!” disse Kagome infilandosi la maglietta.

“ IL MIO CAPPELLINO??!!” urlò Tom.

“ E’ qua in cucina!” urlò Simone disperata.

Kagome era in cucina ad aspettare che i gemelli fossero pronti.

“ Ogni mattina è così!” disse scocciata Simone.

“ Beh… io di solito a quest’ora sono in bagno per il trucco!”

Simone si mise a ridere.

Finalmente scesero.

 “ Sei pronta?” chiese Tom.

“ Lo sono da secoli!disse ridendo.

I tre entrarono in macchina.

“ Posso giudare io?” chiese Kagome.

“ Fammi vedere la patente!” disse sorridendo Tom.

“ Ecco!” e tirò fuori l patente dal portafoglio.

“ Uhm… dai va bene! Basta che vai piano!” si raccomandò il rasta.

I due fecero cambio di posto.

Mise in moto e partì.

Siccome erano in ritardo Kagome non si curò delle raccomandazioni di Tom.

“VAI PIANO!!” urlarono in coro i due gemelli.

“ STATE ZITTI SIAMO IN RITARDO PER COLPA VOSTRA! VOLETE ANDARE GIA’ DAL PRESIDE! IO NO!!”  urlò lei.

Arrivarono a scuola.

I gemelli scesero di corsa dalla macchiana.

“ Tu non guidi più!” disse Tom.

Ma Kagome non lo stava ascoltando.

Prese la borsa e corse verso l’entrata.

“ Kagome dobbiamo parlare!” urlò Tom.

Entrò  in classe.

C’erano tutti.

“ Come mai questo ritardo?” chiese il professore.

“ Beh… la colpa …è…” disse Kagome con il fiatone.

“ Beh… la colpa è mia! Mi sono svegliato tardi e dovevo passarla a prendere così ha fatto tardi anche lei!” disse Tom.

Kagome rimase di stucco.

“ Beh… per questa volta lascio correre! La prossima volta però vi mando dal preside.”

Si sedettero.

Il professore cominciò a parlare.

Kagoem intanto disegnava sul suo quadernino nero.

Tom era di fianco a lei e la fissava.

Finchè.

“ Kagome!” disse il professore.

“ Si!” e alzò lo sguardo.

“ Siccome quest anno studieremo un po’ del giappone e della sua lettteratura puoi accennarci qualcosa?”

“ Si ma l’avverto non ne so molto!”

Si alzò e andò alla lavagna.

Cominciò a parlare.

Ogni tanto scriveva sulla lavagna.

Ma non in tedesco.

In giapponese.

Tom la guardava.

Poi il suo sgurdo si posò sul quadernino nero appoggiato sul banco della ragazza.

Lo prese e lo sfogliò.

Vi trovò canzoni munite di musica, teschi stilizzati, schizzi.

Si mise a leggere le canzoni.

Molte erano in giapponese e non le capiva.

Quelle poche che capiva le trovò belle, piene di significato.

Lesse anche la musica.

“ Che stai facendo?” una voce lo risvegliò.

“ K-Kagome!” disse chiudendo immediatamente il quadernino.

“ Cosa stai facendo con il mio quaderno?”

“ Niente!” disse.

“ Come niente?”

“ Ti ho deto niente!”

Si sedette.

“ Senti dopo mi potresti accompagnare a casa mia?”

“ E perché? Scusa ma ti ricordo che non hai le chiavi di casa!”

Kagome guardò il professore.

Si assicurò che non li stesse guardando..

“ Ho riletto il biglietto e… in pratica dice che stanno via un mese e non due settimane come avevo detto; e poi che le chiavi sono sono sotto lo zerbino! Sono un po’ arrugginita con il giapponese!”

“ E adesso?”

“ Me ne ritorno a casa!”

“ Ah” disse abbassando lo sguardo.

“ Dai ne parliamo dopo!”

 

Fuori da scuola.

“ Oh raga andiamo?”

“ Dove?” chiese Kagome.

“ Non te lo ha detto Tom?”
“ No non mi ha detto niente!”

“ Beh… andiamo al pub dell’altra volta!”

“ IO non posso devo tornare a casa! Ho delle cose da fare!”

Si avviò verso la macchina di Tom.

Lui la seguì.

Tom mise le chiavi nel quadro e la macchina partì.

La macchina parcheggiò davanti al palazzo.

“ Siamo arrivati!” disse Tom

“ Senti Tom, puoi venire quando vuoi. Facciamo così: ogni sera vieni e ceniamo insieme. Se vuoi porta anche Bill!”

“ ok! Ci vediamo!” disse avvicinandosi a Tom.

Lo baciò.

Si staccò.

Aprì la portiera.

Stava per scendere.

Quando Tom la prese per un braccio.

La trascinò verso di lui e la baciò.

Kagome non riusciva a staccarsi.

E non voleva.

Finalmente riusci a staccarsi.

“ Io… vado!” balbettò scendendo dalla macchina.

“ Aspetta! Le tue cose?”

“ Ah già è vero!” risalì in macchina.

Tom la portò a casa sua.

Lui salì a prenderle le borse e lei era a parlare con Simone.

“ Senta Simone io torno a casa!”

“ Come torni a casa? Non ti avevano sbattuto fuori di casa?”

“ Si lo so ma ho trovato le chiavi sotto lo zerbino e quindi ho deciso di tornare a casa! Non vorrei approffitarmi della vostra ospitalità!”

“ Ma sei a casa da sola! Sei sicura?”

“ Si si ne sono certissima! Non avrò problemi. Poi se volete potete venire a trovarmi quando volete!”

“ Ok se per te va bene così non mi oppongo! Però se avrai bisogno sai dove andare!” disse Simone sorridendo e abbracciandola.

Kagome uscì.

Tom era dietro di lei con tutte le sue borse.

Le mise nel bagagliaio e la riportàò a casa.

L’aiutò a portarle in casa.

“ beh… grazie di tutto! Ringrazia ancora i tuoi per tutto quello che hanno fatto per me!”

Tom le si avvicinò.

Le prese le braccia.

E la tarscinò verso di se.

La baciò.

Kagome portò le sue braccia intorno al collo di lui e si alzò sule punte.

Si staccarono.

“ Ciao!”

“ Ciao ci sentiamo! E comunque domani cucina ancora il sushi!”

“ Ok a domani! Mi passi a prendere per andare a scuola?”

“ Si no problem!”

“ Ciao!”

“ Ciao”

Kagome rimase per qualche minuto sulla porta a fissare Tom che dopo un po se ne andò.

Rientrò.

Sospirò.

“ Diamoci da fare!” disse strofinadosi le mani una contro all’altra.

 

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Capitolo 10
*** Victoria.... quella troia! ***


Si avvicinavano le vacanze di Natale.

Tom e Kagome stavano ancora insieme.

Però questa loro storia fece ingelosire Victoria.

La serpe delle serpi

La regina della discordia.

Il demonio.

Stronza, puttana, bastarda, troia schifosa ma… con dei perfetti lunghissimi e lisci capelli biondi e fluenti, viso perfetto, tette perfette, naso perfetto, culo perfetto, vestiti perfetti, famiglia ricchissima, amici popolari, capitano della squadra delle cheerleader…

Lei era la ragazza più sexy e popolare della scuola… e, per puro caso, andava dietro a Tom…

Ma nessuno, nessuno osava contraddirla o usare termini tipo “bellissimo, bono, stupendo, sexy ecc.” accostato al nome Tom Kaulitz in sua presenza.

Tom era suo…

Off-limits…

“ Quella Kagome non la sopporto! Mi ha portato via il mio Tom! E’ una troia!”

“ Già come si è permessa?” disse una delle sue leccapiedi.

“ Adesso gliela faccio pagare fosse l’ultima cosa che faccio!”

 

Tom tornò a casa da scuola.

Salì in camera.

Appoggiò lo zaino e si voltò.

“ Sorpresa” disse con un tono sexy.

“ Tu che ci fai qui? Nella mia stanza mezza nuda!”

Victoria si avvicnò al rasta.

Indossava un corsetto nero di pizzo, un perizoma e i reggi-calze.

“ Dai facciamolo!” disse cominciando ad accarezzargli il viso.

“ NOOO!” si allontanò.

“ Perché no?”

“ Sono impegnato!”

“ Con quella Kagome? Dimenticala!”

“ Nooo!”

Victoria si avvicinò di più.

Alzò la gamba e la portò sui fianchi del rasta.

La mano intanto lavorava in mezzo alle gambe.

“ Lasciami stare!” urlò il rasta.

Lei gli prese la maglia e lo buttò sul letto.

Gli saltò sopra e cominciò a baciargli il collo.

“ Ma che cazzo fai?” disse solevandosela da sopra.

Lei continuava a baciarlo.

Gli tolse la maglia.

Gli stava per slacciare i pantaloni quando…

Kagome entrò.

“ K-Kagome!” disse il rasta.

“ Siamo occupati!” disse Victoria.

“ Lo vedo!” disse con le lacrime agli occhi e andandosene.

“ Kagome!” disse Tom precipitandosi dalla ragazza.

Victoria sorrise.

“ Ce l’ho fatta!” disse sorridendo e rimettendosi il cappotto.

Uscì prorpio come aveva fatto ad entrare: dalla finestra.

“ Kagome ti posso spiegare!”

“ No!!”

“ Kagome io non volevo!”

“ E allora mi spiegherai come mai lei era sopra di te mezza nuda e ti stava slacciando i pantaloni?” disse lei fermandosi di colpo e voltandosi verso il rasta.

“ Beh… sono tornato a casa e l’ho trovata già qua!”

“ Si e tu speri che io ci creda?”

“ E’ la verità!!”

“ Ma fammi il piacere! Dimmi solo che volevi solo portartela a letto!”

“ No io non voglio lei!”

“ E chi vuoi?” disse con le lacrime che le scendevano sulle guance.

Pausa di silenzio.

“ Io voglio…. Solo te!”

“ E… dato che mi vuoi… perché eri sotto quella?” disse singhiozzando.

“ Ti ho già detto che me la sono trovata nella mia stanza!”

“ Perché non opponevi resistenza?”

“ Beh… non volevo fargli del male!”

“ L’hai fatto a me!” disse voltandosi e andando verso le scale.

Tom l’afferrò per un braccio.

“ Lasciami schifoso!” urlò.

Tom la spinse verso di se.

L’abbracciò.

“ Io voglio solo te e nessun’altra!” disse abbracciandola forte.

“ Lasciami!” disse tra le lacrime lei e scuotendosi.

Tom l’allontanò di poco.

Continuava a tenergli le braccia.

Kagome piangeva a dirotto.

“ Kagome ….io…. ti…. Voglio un casino di bene!”

Kagome si staccò.

“ Se mi vuoi davvero bene come dici… non dovremmo vederci per un po’!” disse tra i singhiozzi.

“ Come? Vuoi dire che dobbiamo lascirci?”

“ Si”

Si voltò.

Scese le scale e se ne andò.

Tom tornò in stanza.

Era arrabbiato.

Cominciò a spaccare tutto.

E a urlare.

Si mise anche a piangere.

In quel momento entrò Bill.

“ Tom che cazzo fai?” disse Bill precipitandosi sul fratello.

L’abbracciò.

“ Dimmi cosa è successo?”

“ Kagome mi ha molltato!” disse singhiozzando.

“ E perché lo avrebbe fatto? Lei ti vuole bene!”

“ E’ tutta colpa di Victoria!”

“ Victoria? Quella con il culo perfetto?”
“ Quella troia!”

“ Cosa ha fatto?”

“ Sono tornato a casa e l’ho trovata mezza nuda e ha cominciato a toccare e mi ha sbattuto sul letto e voleva farlo . Poi è entrata Kagome e qua il casino.”

“ E ti ha scaricato?”
“ si ha detto che per un po non dovremmo vederci!”
“ Dagli tempo! Lei ti vuole davvero bene me l’ha detto una sera! E so che quando si calmeranno le acque tornerà tra le tua braccia! Dagli solo tempo! Tu nel frattempo non fare il casca-morto con qualcun’altra se no hai voglia ad aspettare!”

Annuì.

“ Non piangere! Tu sei Tom, cioè sei forte non devi piangere! Se non la pianti ti faccio una foto e la mostro a tutta la scuola!”

“ Porvaci e sei morto!”
“ Questo è il Tom che conosco io!”

I due gemelli cominciarono a ridere.

Ma sottofondo Tom soffriva; come Kagome.

 

 

 Scusate x qst assenza e per gli ultimi due capitoli! Lo so fanno skifo! Scs!! Commentate pliz!

 

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Capitolo 11
*** La verità viene sempre a galla ***


Entrò sbattendo la porta.

Corse in camera.

Si buttò sul letto.

Strinse il cuscino.

Continuava a piangere.

“ Kagome stai bene?” una voce femminile provveniva da dietro la porta.

“ LASCIAMI STARE!!” urlò.

“ Kagome, cosa è successo?”
“ CAZZI MIEI!”

“ Senti io e tuo padre…”

“ MIO PADRE?! VOI DUE NON SIETE I MIEI GENITORI!! QUINDI NON DIRE IO E MIO PADRE!!”

“ Senti volevo solo chiederti se volevi venire con noi alle Maldive per trascorrere le vacanze di Natale!”

“ No No nn voglio!! Adesso vattene! Lasciami sola!!” disse piangendo.

La “madre” se ne andò.

Kagome rimase sul letto e continuava a piangere.

E all’improvviso squillò il telefono.

“ Pronto?”
“ Salve sono il padre di Tom e Bill, posso parlare con Kagome?”

“ Si un minuto e gliela passo!”

Allontanò il telefono dall’orecchio.

“ KAGOME! Al telefono!” urlò.

Kagome allungò il braccio e prese il telefono.

“ Pronto?”
“ Ciao Kagome sono Gordon il padre di Tom e Bill!”
“ Ah… ciao!”

“ Perché piangi? E’ successo qualcosa?”
“ No niente stia tranquillo!”
“ Se lo dici tu… comunque ti ho chiamato per dirti che ti ho trovato un aggancio!”

“ si???? Davvero???”
“ Si allora sono delle audizioni e si terranno il 25 di Gennaio al teatro in centro e devi portare una canzone da cantare e una da ballare!”
“ Ok”
“ Ma sicura di stare bene?”
“ eh… non tanto!
“ Posso fare qualcosa?”

“ No non si disturbi!”

“ Dimmi cosa è successo così magari ti do una mano!”

“ La prego!”

“ Kagome!”

“ E’ successo oggi a casa sua!”
“ Continua!”
“ Beh… volevo fare una sorpresa a Tom ma…”
“ Ma… Ah forse ho capito!”
“ Uhm…”
“ Allora ricapitolo mio figlio ti stava tradendo e tu l’hai visto!”

“ Si”
“ Senti fai così: dagli tempo così mette a posto quella testa di cavolo. Tornerà da te!”

“ Grazie di tutto! Allora il 25 gennaio e dove posso provare nel frattempo?”
“ Beh… alla sala prove. Ma non ci eri già stata con Bill e Tom?”
“ Ah ok! Grazie di tutto! Ci vediamo in giro! Salve!”
“ Ciao e dammi del tu!”
“ Ciao!”
“ Ciao!”

Riagganciò.

Si ributtò sul cuscino.

Qualcuno bussò alla porta.

“ Chi è?”

“ Sono io!” disse una voce femminile.

“ Che cazzo vuoi?”

“ Chi era al telefono?”

“ Cavoli miei! Non posso avere una vita privata?!”

“ Finchè vivi sotto questo tetto devi stare alle regole!”

“ Piuttosto che vivere con voi mi butto dal ponte!”

“ Ah si?!”
“ Si e ade vado mi cerco un appartamento e me ne vado da questa merda!”

“ E dimmi con che soldi?”
“ Ho le miei fonti e ora FUORI mi fai innervosire!”

Uscì sbattendo la porta.

Si voltò.

Le lacrime scendevano ancora ma non come prima.

 

Il giorno dopo a scuola.

Kagome era davanti al suo armadietto.

Tom entrò dal portone.

Era insieme a suo fratello, Andreas, e tutto il gruppo.

Kagome stava prendendo i libri.

Lo vide.

Lo fissò per un po’.

Tom la fissò a sua volta.

Chiuse l’armadietto con violenza e si diresse in classe con passo veloce.

Tom cercò di seguirla.

Voleva parlargli.

MA lei no.

Entrò in classe.

Kagome era seduta da sola.

Le si avvicinò.

Voleva sedersi vicino a lei ma….

Bill lo precedette.

Ci rimase male.

“ Ciao!”
“ Ciao!”
“ Come stai?”
“ Secondo te!? Come dovrei sentirmi!”
“ Scusa!”

“ Niente non è colpa tua. E’ colpa di tuo fratello!” disse voltandosi verso di lui.

“ Vabbè cambiamo discorso…. Mio padre ti ha chiamato?”
“ Si ho l’audizione il 25 gennaio!”
“ Mentre provi posso venirti a vedere!”
“ Va bene!”

Il professore entrò.

La lezione cominciò.

Tom aveva la testa da un’altra parte.

Forse stava pensando a come farsi perdonare.

Anche Kagome non stava in classe con la testa.

Era preoccupata per l’audizione e pensava a Tom.

Il professore parlava.

Bill si voltò verso Kagome.

Notò una cosa.

Una lacrima scendeva sulle sue morbide guancie.

Le prese la mano.

Lei si voltò di colpo.

“ Andrà tutto bene! Si sistemerà tutto!Lui ti vuole un bordello di bene!” sussurrò.

Si fissarono.

“ Kaulitz! Higurashi! Silenzio!” disse il professore.

“ Scusi!” dissero in coro.

Tom li fissava.

E più li fissava gli venne in mente una cosa..

Uno strano pensiero cominciò a farsi sentire.

“ No non può essere!” pensò scuotendo la testa.

Ma infondo al suo cuore sapeva che era vero.

 

Ciauuuu! Mi scuso per il ritardo ma ho avuto problemi!!! PLIZ COMMENTATE!

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Capitolo 12
*** Es ist um traum! ***


Non so se è giusto così il titolo!

Tornò a casa.

Salì le scale.

Sulla maniglia della camera c’era un cappello.

Sapeva cosa volesse dire quindi si diresse nell’altra stanza.

Lanciò lo zaino e si sedette davanti al computer.

Dall’altra stanza provvenivano strani rumori.

Beh… lui li conosceva bene.

Non ci fece caso.

Finchè usci per andare in cucina a prendersi un bicchere d’acqua.

Arrivò vicino alle scale.

Ma arrivò anche un’altra persona.

La riconobbe.

“ Ma che ci fai qua?” chiese stupito il rasta.

“ Sono venuta a trovare il mio ragazzo!” rispose lei arrogantemente.

In quel momento uscì Bill.

“ Kagome…”

Alzò lo sguardo e vide anche Tom.

“ Cosa vuoi?” disse scocciato e avvicinandosi alla ragazza.

“ Che ci fate insieme?”

“ Non hai sentito!”

“ Si ho sentito!”

“ E alora non devi fare domande!”
“ Ma perché siete insieme?”
A quella domanda non risposero.

Bill si avvicinò al rasta; lo prese per il braccio e si allontanarono.

“ Adesso io e lei stiamo insieme! Ci vogliamo bene e io non la tradirò mai!

“ Come state insieme?”
“ Stiamo insieme! Lei mi piace davvero tanto!”
“ Anche a me piace!”
“ Tu lo sapevi fin dall’inizio che mi piaceva solo che tu vuoi tutte le ragazze per te!”

“ Non è vero!”

Kagome era stufa di restare da sola.

“ Bill andiamo fuori! Mi sono rotta di stare qua!”
“ Anch’io! Arrivo!”
Scesero le scale abbracciati.

Tom rimase a guardarli.

All’improvviso sentì una voce chiamarlo.

Era Andreas.

“ Tom! Tom!” diceva la sua voce.

“ Ma che?” pensò Tom non capendo quello che stava succedendo.

“ Kaulitz!” si aggiunse a quella di Andreas.

Si svegliò di colpo.

Davanti a lui c’era il professore.

“ Che faceva signor Kaulitz?”
“ Beh… Io…” cercava di giustificarsi.

“ Faccimao così una bella nota così non si addormenterà più!” disse prendendogli il diario e scrivendo.

In quel momento suonò la campanella dell’intervallo.

Tutti uscirono tranne Tom e Kagome.

Tom guardava il diario poi alzava lo sguardo e guardava Kagome.

Lei invece era impegnata a scrivere.

Forse stava scrivendo le canzoni da portare al provino.

Mancavano 7 giorni.

Era stra-agitata.

 

 Commentate pliz!!!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** " Tom..." ***


Scusate se ci ho messo così tanto ma ho avuto problemi personali e poi non avevo neanche fantasia! XD Sp v piaccia! PS: CI SARà  un altro capitolo.

 

Era agitata.

Teneva in mano una busta.

“ No! La apro dopo!” si diceva.

Era agitatissima.

Anzi aveva paura.

Ma non per l’esibizione.

Per la busta.

Quattro giorni prima era andata a fare degli esami. Era sempre pallida, aveva delle febbriciole e sudava molto.

Era anche calata di peso.

Teneva in mano l’esito dell’esame.

Continuava a sudare.

Era nervosissima.

Ogni tanto sbirciava dove c’erano i giudici ma non c’era nessuno.

Non c’era Lui.

 

Era sdraiato sul letto a fissare il soffitto.

Pensava a lei.

Qualcuno bussò alla porta.

“ Ehi bello, sei pronto?” chiese Bill

“ Non vengo!” disse voltandosi dall’altra parte.

“ Perché?”

“ Perché non mi va! Non rompere il cazzo!”

“ Ma allora sei scemo?!”-disse incrociando le braccia-“ La persona più importante della tua vita deve superare una prova che le cambierà la vita e tu te ne stai qui a guardare il soffitto invece che andare da lei a darle tutto il tuo sostegno!” disse alzando la voce.

Tom non rispose.

“ Noi stiamo andando a vederla! Vieni?”

Non rispose.

Uscì.

 

Sbirciò di nuovo.

Vide Bill.

C’era anche Gustav, Georg, Simone, Gordon e altri amici.

Ma lui non c’era.

 

Se ne stava ancora sul letto.

Ripensò a quello che gli aveva appena detto Bill.

“ Ma che cazzo sto facendo?!” disse alzandosi e uscendo dalla stanza.

Si avviò verso la macchina.

Accese e partì.

 

“ Ehm… Kagooome Hiiiigurashiii!” disse uno dei giudici.

“ Oh merda!” pensò.

Sospirò e uscì.

“ Ha un nome particolare! Di che origine è?”
“ Beh… è… giapponese! Si beh… sono nata là e sei anni fa mi sono trasferita qua!” disse nervosamente.

“ Uhm… allora… lei ci è stata raccomandata da un nostreo caro amico e vogliamo sentirla”

“ Si per cominciare avrei in mente di cantare una canzone scritta da me, sia parole che musica, e poi…”

Silenzio.

Si aprirono le porte.

Rimase immobile.

Non ci credeva.

Era Tom.

I loro sguardi si incrociarono.

In quel momento non si sentì più nervosa.

Si avvicinò al fratello.

“ Ce ne hai messo di tempo!” disse sorridendo.

Non rispose.

Voleva godersi lo spettacolo.

 

Fu bellissimo.

Era stata bravissima.

“ Bene signorina”
Sorrise leggermente.

“ Non posso dirlo ancora con massima certezza ma…”

Il cuore gli stava per scoppiare.

“ Ma benvenuta alla Universal!”

Non ci credeva.

Rimase immobile fino a quando Bill e gli altri non le corsero in contro ad abbracciarla.

Erano tutti sul palco.

“ Beh… allora ce lhai fatta!” disse Tom timidamente.

“ Si non ci credo ancora!” disse metendosi la mano sul petto.

Si guardarono di nuovo negli occhi.

Lei si perdeva in quel color nocciola.

E lui in quell’azzurro ghiaccio.

Tom si avvicinò leggermente e anche Kagome.

Poi gli venne in mente della busta.

“ Oh merda!” disse allontanandosi e correndo a prendere la busta.

La voleva leggere con gli altri.

La teneva in mano.

“ Cos’è?” chiese Bill avvicinandosi da dietro.

“ E’ l’esito dell’esame che ho fatto qualche giorno fa!”

“ Esame? Per cosa?”

“ L’esame per la leucemia!”

Tutti rimasero in silenzio.

“ Me lo ha detto il mio medico di farlo per precauzione siccome ha riscontrato dei sintomi tipici della malattia…”

“ Dai aprila!” disse Bill.

“ Ma io ho paura!” disse abbassando lo sguardo.

“ Di cosa? Dai su muoviti!”

“ Ok!”

Aprì la busta.

C’erano tante tabelle.

Non le capiva molto.

Alla fine trovò una lettera.

Cominciò a leggerla.

Mentre la leggeva si allontanò dal gruppo.

Finì di leggerla

Si bloccò.

La busta le cadde dalle mani.

Lo sguardo si fece pieno di paura.

Tom vedendola così le si avvicinò.

“ Ehi tutto bene?” chiese mettendole le mani sulle spalle e scuotendola leggermente.

Si scosse come se si fosse svegliata da un brutto sogno.

“ Ehi cosa c’era scritto?” chiese.

Abbassò lo sguardo.

Tom guardò in basso anche lui.

Si chinò a prendere i fogli.

Lesse la letterea.

Rimase di pietra anche lui.

Solo allora Kagome parlò.

“ Tom… sto morendo!” gli sussurrò all’orecchio con le lacrime agli occhi.

 

Commentate pliz!

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Capitolo 14
*** Prime lacrime... ***


Scusate x l'attesa ma tra scuola , pallavolo e lavoro ho pokixximo tempo!! Cmq... sp k qst cap vi  piaccia!! Commentate!! Bacioni  a  tutti!! XD XD XD

 

Continuò ad andare a scuola e a cantare.

Aveva sfondato.

Ormai tutti parlavano di lei.

La malattia la stava consumando.

Ormai era ridotta quasi all’osso.

Aveva perso moltissimo peso.

Troppo.

I dottori le avevano consigliato di stare a riposo.

Ma lei non gli diede retta.

L’ unica cosa che le desse sollievo era cantare e…

Tom.

Era rimasto con lei nonostante la malattia.

La consolava, la sosteneva, la aiutava e l’amava.

Ma non era l’ unico.

C’era anche un’altra persona che l’amava.

Ma non lo aveva detto mai a nessuno.

Fino a quel giorno.

 

Erano appena tornati dalla discoteca.

Tom la stava accompagnando a casa.

“ Oh raga noi andiamo! Ci si vede!!” dissero in coro.

Scesero dalla macchina.

Andarono al portone

“Doma ti passo a prendere ok?” chiese il rasta avvicinandosi alla mora.

Lei avvicinò le sue labbra alle sue.

Rimasero incollate per un po’.

Non si volevano staccare.

Poi finalmente si staccarono.

“ Lo considero un sì!” disse sorridendo.

Aprì il portone ed entrò.

Tom salì in macchina insieme agli altri.

Tornarono a casa.

Era da sola.

Si cambiò.

Si sedette sul divano.

Non aveva il sonno.

Dopo due ore riuscì a prendere sonno.

Il sogno non era uno dei migliori.

Si svegliò di colpo tutta sudata.

Andò in cucina.

Il fiato cominciò a mancargli come se qualcosa gi stesse bloccando le vie respiratorie.

Cominciò a fargli male anche la testa.

Prese le medicine.

Non facevano effetto.

Il respiro si fece sempre più affannato.

Non sapeva più cosa fare.

A fatica si diresse in sala.

Il mal i testa peggiorava e il fiato mancava sempre più.

Prese il telefono.

Digitò il numero di casa di Tom.

Dall’altra parte regnava il silenzio.

Finchè il telefono non lo spezzò.

Simone scese mezza assonnata.

Prese il telefono in mano.

“ Pronto?” chiese con la voce molto rauca.

“ Tom?” chiese Kagome.

“ No sono la madre ma chi è?” chiese.

“ Kagome! Me lo può passare è urgente?!” disse con affanno.

Intanto Tom stava scendendo le scale.

Era stato svegliato dallo squillo del telefono.

“ Mamma chi cazzo è?” disse con la sua delicatezza.

“ E’ Kagome!” disse porgendogli il telefono.

“ Si…” disse

“ Tom!” disse Kagome piangendo dal dolore.

“ Ehi? Che cos’hai?” chiese preoccupato.

“ Tom!” ripetè.

“ Dimmi cos’hai! Così mi fai paura!”

“ Ti prego!” disse con affanno.

“ Kagome!”

“ Tom! Aiutami! Ti prego!” riuscì a completare la frase.

“ Kagome!” disse

Ma nessuno rispose.

Riagganciò.

Corse in camera.

Si vestì velocissimamente.

“ Ehi che è successo?” chiese Simone.

“ Kagome non sta bene ! vado a vedere cos ‘ha!” disse uscendo.

Arrivò davanti al palazzo.

Parcheggiò.

Scese frettolosamente.

“KAGOME!” disse bussando alla porta.

Nessuna risposta.

Riprovò.

Ma ancora niente.

Kagome si era stesa a terra.

Respirava faticosamente.

Sentiva la voce di Tom.

“ Tom…” provò a dire ma invano.

Intanto Tom continuava a sbattere contro la porta.

Gli altri abitanti , sentendo il fracasso, si diressero verso la fonte.

“ Ma che succede?? Perché urli?? Sai che ore sono??!!” chiese uno di essi.

“ KAGOME STA MALE!” urlò in faccia all’uomo.

Continauva a sbattere contro la porta.

Finchè non si aprì.

Entrò precipitosamente.

Vi trovò la ragazza stesa a terra.

Si precipitò da lei.

La prese tra le braccia.

“ Kagome!!” disse disperato il rasta.

Respirava con tantisisma fatica.

“ Chiamate un’ambulanza!!” urlò voltandosi verso gli abitanti del palazzo.

Si rivoltò verso Kagome.

“ Stai tranquilla! Adesso starai meglio!” disse stringendola forte a sé.

Una lacrima scese sul suo volto.

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Capitolo 15
*** Opportunità ***


Scusate l'attesa ma la scuola mi sta facendo impazzire! Considerate qst cap cm un pikkolo regalo di Natale!! BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO dal vostra Teddyna92!! XD XD XD XD

 

Era sdraiata sul lettino.

Era circondata da medici.

Tom se ne stava fuori.

Era preoccupatissimo.

Camminava nervosamente avanti e indietro.

Dal portone entrò Bill seguito da Andreas e gli altri.

Avevano saputo tutto quello che era successo.

“ Tom!” urlarono in coro correndo verso il rasta.

“ Come sta Kagome ? ” chiese Bill avvicinandosi di più al fratello.

Non rispose.

Fece solo un cenno con la testa indicando la stanza dove stava Kagome.

Tutti si voltarono.

Vedere Kagome circondata da medici e con tutti i fili attaccati metteva angoscia.

Uscirono tutti i medici.

Tom li assalì.

“ Come stà?” chiese preoccupato.

I medici si guardarono per un istante.

“ Beh.. la malattia si sta aggravando molto velocemente e… l’unica soluzione è… beh… il trapianto di midollo…”

Appena ebbero sentito le parole “trapianto di midollo”  le lacrime cominciarono a scendere come un fiume in piena sul volto del rasta.

Bill gli si avvicinò e lo abbracciò.

Anche lui cominciò a piangere.

“ Non vorrei darvi un'altra cattiva notizia però devo dirvela…”

Pausa di silenzio.

“ beh… questo trapianto non è efficace al 100%... ed è molto difficile trovarne uno compatibile”

Tom si sentì morire.

Si voltò verso Kagome.

Vide che si stava muovendo.

“ Posso entrare?” chiese.

“ Sì ma non farla affaticare troppo”

Entrò.

“ Ehi” disse cercando di trattenere le lacrime e cercando di sorridere.

“ Ehi” rispose lei.

Cercò di sedersi ma non ci riuscì.

Tom si precipitò da lei.

“ Non ti sforzare!” disse.

“ Allora che dicono i dottori?” disse lei rivolgendo al rasta un sorrisetto.

Lui abbassò lo sguardo.

Non voleva dirglielo.

“ Dicono che ti riprenderai” mentì.

Kagome lesse lo sguardo del rasta.

“ Non dire stronzate , lo so che non ho più speranza quindi è inutile che menti!” disse con le lacrime agli occhi.

Tom non osava rispondere.

Lei scoppiò a piangere.

Tom la guardò e l’abbracciò.

Era disperata.

In un primo momento Tom cercò di trattenere le lacrime ma vedendo Kagome disperata non riuscì a trattenersi.

Bill intanto da fuori assisteva alla scena.

Voleva essere lui ad abbracciarla, a confortarla ma non voleva far soffrire il fratello.

Il medico interruppe i pensieri di Bill.

“ Stavo pensando che per il trapianto la lista è molto lunga a meno che non ci sia un volontario per questa operazione…ma…”

“ Ma???”

“ Ma è difficile trovarne uno compatibile… è preferibile quello di parenti…”
“ Ma lei non ha parenti qua!”

“ Potrebbe proporsi lei!” disse il medico abbassando lo sguardo sulla cartella che teneva in mano.

A Bill si accese una lampadina come accade nei cartoni.

Poteva salvare la vita alla ragazza di suo fratello.

La stessa a cui voleva tantissimo bene ma non ne aveva parlato mai con nessuno.

Anzi alla ragazza che aveva conquistato il suo cuore.

 

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** Confessioni e brutte notizie...... ***


Kagome si era addormentata.

Tom era seduto vicino a lei.

Le accarezzava i capelli.

Quei capelli lunghissimi, neri corvino , lisci e morbidissimi e che lui adorava.

Le accarezzava anche le morbide ma ormai pallide guance.

Aveva i lacrimoni agli occhi.

Dalla porta entrò Bill.

“Ehi come sta??”

“ Si è addormentata” disse senza togliere lo sguardo da lei e senza smettere di accarezzarle i capelli e le guance.

“ Ti posso parlare?” chiese Bill.

Aveva deciso di dirglielo.

Gli dava fastidio tenere qualcosa nascosto a suo fratello.

“ Usciamo??” chiese Bill facendo cenno alla porta.

“ No non voglio lasciarla sola!” disse Tom senza distogliere lo sguardo da Kagome.

 

Era buio.

Ma all’improvviso una piccola luce si fece vedere.

Aprì gli occhi.

La prima cosa che vide fu Tom.

Però non c’era solo lui.

C’era anche Bill.

Ma non era certa.

Mise a fuoco le immagini e realizzò che era Bill.

Per un momento la sala era silenziosa.(per lei)

Poi all’improvviso un urlo pervase quella piccola stanzetta.

Bill e Tom stavano litigando.

Non capiva il motivo della discussione.

Cercò di sedersi ma era troppo debole.

Cadde sul lettino a peso morto.

Solo allora smisero di litigare.

Tom le si avvicinò.

“Ehi come stai???”

“ Perché stavate litigando???” chiese con un filo di voce.

Silenzio.

“ Adesso mi dici perché cazzo stavate litigando???” disse arrabbiata.

Si era svegliata male.

“ Niente le solite cazzate!”

“ No!!!! Tom sta mentendo!!” disse Bill.

“ Che cazzo stai dicendo idiota??!!”

“ Adesso glielo dici!!!!”
“ Non ha importanza!!”

“ Per me sì!!”
“ Ma cosa vuole dire???” chiese Kagome

“ Senti te lo dovevo dire già da un botto……….” Disse Bill.

Silenzio interrotto solo dai beep del monitor.

“……Kagome……”

Pausa.

Doveva prendere fiato e coraggio per dirglielo.

“……IO TI AMO!!” disse uscendo di corsa dalla stanza.

Kagome ci era rimasta male.

Sapeva che Bill provava qualcosa per lei.

Ma non pensava amore.

Pensava al semplice affetto tra il fratello del proprio ragazzo e la sua ragazza.

“ Kagome…..” disse Tom interrompendo i suoi pensieri.

Si voltò verso di lui.

“ I medici dicono che hai bisogno di……”
“ Di????”
“ ….di un trapianto…..”
“ E hanno già trovato un donatore??”

I suoi occhi erano lucidi.

Cercava di trattenerle.

“ Beh….. dicono che occorrerebbe il midollo di parenti….”

I suoi tentativi andarono in fumo.

Le lacrime scendevano come un fiume in piena.

“ Quindi….s-sono s-sen-za s-spe-ra-nze???”

“ Non ci pensare nemmeno! Mi offro io per questo trapianto!” disse prendendogli la mano e stringendogliela forte.

Kagome continuava a piangere.

A Tom , vedendola così, gli si strinse il cuore.

“ Ma perché a me??” comiciò ad urlare Kagome.

“ Tesoro stai tranquilla!”

“ No come faccio a esserlo! Sto morendo cazzo!!!!”

Cercò di alzarsi ma il braccio di Tom la bloccò.

“Lasciami stare” disse spostando il braccio in modo violento.

Prese i fili delle varie flebo e li staccò violentemente.

Si staccò anche le ventose che servivano a controllare il cuore.

“ Kagome!! Cosa fai??? Calmati!!!”

Scese dal lettino.

Barcollava come un ubriaco.

Tom le stava dietro e cercava di fermarla.

Ma non voleva fargli male.

Nessuno riusciva a fermarla.

Intanto era uscita dall’ospedale.

Era davanti alla grande scalinata davanti al portone.

Cercò di scendere.

Ma non aveva più forza nella gambe.

Rotolò giù.

Perse i sensi.

Tom corse da lei disperato.

La prese in braccio di peso.

Tanto non pesava molto.

E la riportò nella stanza.

I medici le riattaccarono le varie flebo e le ventose per il cuore.

Tom era fuori.

I medici decisero che non potevano più aspettare.

“ Abbiamo deciso che il trapianto si deve fare al più presto possibile! Sta peggiorando e abbiamo paura che non superi i prossimi tre giorni! Venga con me e faccia il test di compatibilità!” disse un medico.

Tom li seguì.

L’idea che la sua Kagome non potesse superare i prossimi tre giorni era come una pugnalata diretta nel cuore.

Chissà come avrebbe reagito Bill a quella notizia???

Tom non voleva dirglielo.

 

 ECCOMI SONO TORNATA!!! sPERO VI PIACCIA QUESTO NUOVO CAPITOLO!!! SCUSATE ANCORA PER QST ENORME RITARDO........................COMMENTATE PLEASE!!!!!!!!!CIAOOOOOOOOOOOOOOOO! XDXDXDXD LA VOSTRA TEDDYNA92

 

                                                   

 

 

 

 

 

 

 

 

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