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di gatta1290
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 - RICORDI ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 - LA SENTENZA ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 - LA SITUAZIONE PRECIPITA ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12 ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 13 - UNA POSSIBILITA' ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 14 ***
Capitolo 15: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


Salve a tutti! In attesa che io continui le altre fic che ho cominciato e mai andata avanti per crisi da scrittore.. ve ne propongo un'altra!! Sarà un po’ strana da tutte quelle che ho fatto in precedenza.. almeno per me non so voi lettori… ma detto questo cominciamo! Vi lascio alla lettura! Buona lettura!^^


 

CAPITOLO 1

Era un giorno come un altro a Domino. Gli uccellini cinguettavano, il sole era forte sulla città, le cicale allegre…
In una casa, che fungeva anche da negozio arrivò una telefonata e gli abitanti della casa ancora assonnati si svegliarono di scatto..

Un uomo abbastanza avanti con gli anni andò a rispondere…

“Pronto? Questa è casa Muto….”
Dall’altra parte del telefono parlò una donna “Ciao padre.. sono io Misawa…”
“ciao! Sono contento di sentirti!!” disse il vecchio.
“senti avrei un favore da chiederti!” disse la ragazza
“dimmi tutto!” rispose.
“dovresti ospitare per qualche mese mio figlio… anche perché qui se lo vedono ancora in giro che fa stupidaggini… non so cosa succede.. e così abbiamo pensato di mandarlo da te… c’è qualche problema?” disse con voce molto inquieta la ragazza
“per me va bene… ma che tipo di stupidaggini combina??”chiese
“meglio se non te lo dico.. altrimenti ti spaventeresti e ti verrebbe un infarto..” (e poi muori! Nd Baz 2.0)(ma che centri tu?? Torna a colorado!!! Nd gatta)
ripreso dalla frase il vecchio chiese per che ora doveva arrivare il ragazzo

“per la sera arriverà… parte a mezzogiorno…”.rispose
“ok lo aspetterò” disse e poi riattaccò… e rivolgendosi al ragazzino che si era fermato nell’ascoltare la discussione…
“senti stasera verrà a trovarci tuo cugino” disse.

FINE CAPITOLO 1

Eccomi qui… ragazzi! Una nuova fic. E per tutte le altre storie spero di riprendermi dalla crisi…
Seto:e ne hai anche tante in sospeso.. quando ti decidi a continuarle e a finirle??
Intanto io ho detto prima che avevo la crisi e quindi non sapevo come continuarle ma ora so come continuare una certa fic…*_*
Seto:così questa mi fa paura…
Ragazzi alla prossima e fate un commento!!

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


CAPITOLO 2

Dopo che ebbe finito la chiamata la ragazza mise giù il telefono e andò in cucina a preparare qualcosa per suo figlio.

Visto che era ancora a letto e non aveva intenzione di alzarsi per partire.

Lei andò nella sua camera…
La trovò come sempre. Buia. Allora per farsi strada accese la luce e vide che suo figlio, come al solito, stava dormendo con la testa nascosta sotto il cuscino. Allora gli andò vicino e lo mosse piano…
Sentì dei mugugni. E allora lo chiamò…
“senti vuoi alzarti o no??”
Non ebbe risposta.
“Atem Yami Misawa!!! Vuoi svegliarti si o no!?!” disse con voce alta quasi urlando.
Il ragazzo tirò fuori la testa dal cuscino e guardò in cagnesco sua madre.
“mamma che c’è adesso??” disse sbadigliando
“c’è che devi alzarti e partire per andare da tuo nonno!!” disse mentre stava mettendo a posto la stanza, poi replicò “la devi smettere di uscire la sera e ritornare verso mattina inoltrata! Ti fa male questa vita da vampiro!”
“a me piace così” rispose
“devi smetterla ti ripeto! E poi non dovresti frequentare quella compagnia, ti hanno trasformato in un cattivo esempio per gli abitanti del quartiere. Non capisco perchè sei diventato così! una volta ero così un bravo ragazzo!"

Ci fù un piccolo momento di silenzio.
”senti mamma smettila di preoccuparti. Io sto bene con loro e basta! Finito qui!” disse alzando un po’ la voce.
“ok va bene se lo dici tu” Disse. Poi aggiunse “adesso prepara la valigia che vai dal nonno. Prendi il primo volo per il Giappone che ti ho prenotato”.
“perché mamma!?” replicò
“perché se ti fai vedere ancora una volta con quella compagnia che hai trovato e vi beccano ancora non saranno più clementi come una settimana fà!!” replicò lei con voce preoccupata e allo stesso tempo triste
La madre e il figlio si guardavano l’uno con l’altro.
“va bene parto” disse rassegnato. Ormai sua madre lo aveva messo al muro.
Il fatto e che non poteva scegliere.
O andava o andava non c'erano altre soluzioni.
“bene” affermò senza dire altro se non che “la tua borsa e pronta! Mi raccomando fai il bravo almeno dal nonno e non cercare guai.. per favore Tesoro! Non far star male la mamma!”

Atem dopo queste parole uscì dal letto e si vestì con i suoi soliti abiti: una maglietta nera, pantaloni aderenti e sempre con i cappelli raccolti a modo di coda..

Poi uscì accompagnato dalla madre fino in aeroporto e prese il volo…

Arrivò in Giappone alla sera.
L’aereo era in ritardo ma non gli importava molto,  non è che aveva un comitato d’accoglienza che era venuto a prenderlo… Non aveva nessuno.
Tanto sapeva già dove andare visto che era venuto tante volte durante l'estate da suo nonno. Poi negli ultimi anni era venuto poco in Giappone ma però aveva ormai da tempo fotografato le strade da percorrere.
Senza pensarci e cercando di ricordandosi le strade, si mise in cammino verso la casa… e gli fu facile trovarla, era abbastanza vicina all’aeroporto. Appena la vide andò verso la porta e bussò… gli aprì suo nonno..

“oh ciao! Finalmente sei arrivato! Ti stavo aspettando da qualche ora! Dai entra!” disse e poi fece entrare il ragazzo.

Atem si guardò attorno vedendo che molte cose erano cambiate dall' ultima volta che aveva passato un estate in quella casa. Quasi gli scese una lacrima.

“senti vai ad appoggiare le tue cose in camera… la tua camera si trova sopra al primo piano davanti a quella di tuo cugino Yugi!”

“ok grazie” disse per poi andare di sopra

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


CAPITOLO 3

 

Il ragazzo andò di sopra, trovò la camera che gli era stata destinata e mentre entrava sentiva una musica dolce che veniva dalla stanza di fronte.
Gli piaceva ma non aveva voglia di andare nella camera del cugino per poi salutarlo perché aveva da fare.. così mise sopra il letto la sua valigia e si sistemò..
Intanto di sotto il nonno stava preparando la cena per tutti e allo stesso tempo sentiva la tv a volume alto.
Yugi dopo un pezzo e molte lamentele da parte di suo nonno spense del tutto quella musica che aveva cominciato a canticchiare.
Yugi dopo aver spento scese in salotto e poi in cucina ad aiutare suo nonno.

Il vecchio prese la parola

 “sai che è arrivato tuo cugino?”.
“ma quando è arrivato? Non ho sentito niente” rispose
“per forza! Avevi lo stereo altissimo! Piuttosto dovresti andare a salutarlo! È nella stanza di fronte alla tua!” ribattè il vecchio.
“si vabè ci andrò più tardi! Ora non ne ho voglia!” disse Yugi.
“gioventù bruciata! Quando io ero giovane ero pieno di energia e ogni giorno facevo quello che volevo e potevo per fare moto! E invece adesso guardati! Sei proprio un pigrone!” disse cercando di incitare il nipote
“e va bene! Vado a salutare il cugino!” disse rassegnato

“bene” disse facendo un sorriso a trentadue denti felice del risultato

Il ragazzo si incamminò di sopra per andare a salutare il cugino.

“è permesso?” disse Yugi bussando alla porta
“chi è? ah sei tu! Mi hai spaventato sai!” disse mentre si girava lasciando il guanto che si stava mettendo sul tavolo
si girò e il cugino vide che era vestito con abiti neri e attillati. Una maglietta con un teschio, la quale era coperta da una giacchetta nera con molte tasche dentro che parevano piene di qualcosa di cui non riusciva a identificare. Poi per finire dei pantaloni che gli formavano le gambe.
“Ma che vestiti particolari! Come mai ti conci così?” disse
“ci mettiamo a fare come nella favola di Cappuccetto Rosso per caso?”

“perché?” - rispose
“perché secondo te da dove veniva quella battuta che hai fatto?… comunque vorrei sapere che ci sei venuto a fare qui. Ho fretta!” disse con tono scocciato
“io volevo solo salutarti visto che è da molto tempo che non ti vedo.. diciamo che sarà passato qualche annetto! Ma se vuoi tolgo il disturbo visto che sei molto indaffarato! Ciao! Ti vengo a chiamare quando è pronto!” disse Yugi.
“fa come ti pare” rispose freddo.

Quando uscì dalla stanza riprese a prepararsi per andare nel luogo da lui desiderato. Sapeva della sua fama fra i delinquenti e immaginava che fosse arrivata anche qui in Giappone.

Prese il guanto che aveva appoggiato sul tavolo e se lo mise, poi cercò nella valigia un pacchetto.

Era incartato con una carta isolante per riuscire a passare dal metaldetector in aeroporto.

Lo aprì e mise l’oggetto nelle sue tasche dentro la giacca e scese.. ma non per mangiare insieme a suo nonno e suo cugino…

Sulle scale…
“Atem scendi che è pronto” urlò dalla cucina il nonno.

“io ora esco!” rispose pacato
“ma dove vai a quest’ora?? Non è intelligente uscire adesso! C’è molta deliquenza” rispose
“io esco quando mi pare e piace!” dopo aver detto questo uscì senza aggiungere altro e sbatté la porta
“e dire che una volta era un bambino simpatico. La sua giovinezza è sparita in questi anni, gli ultimi anni che non è più venuto a trovarmi con sua madre” disse senza nemmeno accorgersi che lo stava ascoltando Yugi venuto vicino a lui
“si lo so. è stato freddo prima nel rispondermi..” aggiunse Yugi
“chissà cosa lo ha portato a cambiare”- disse con occhi abbassati, e aggiunse - “senti mangiamo e basta!”.

Fuori in strada Atem si diresse verso un bar che conosceva molto bene e nel quale era venuto molte volte quando la madre lo portava in questa città per passare un estate.

Il bar che aveva trovato, lo aveva trovato per caso insieme a Yugi…

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 - RICORDI ***


CAPITOLO 4
.:RICORDI:.

.:FLASHBACK:.
Domino 13 anni fa.
Due bambini stavano passeggiando per strada: uno aveva 7 anni ed era il più grande dei due e  l’altro era più piccolo di almeno un anno.
Stavano passeggiando insieme per Domino dato che i loro genitori gli avevano dato dei soldi per prendersi un gelato.
Arrivarono davanti a un bar stranissimo con un insegna con scritto “Harry’s Bar”.
Il più grande, di nome Atem, era incuriosito di quel bar.
“dai Yugi entriamo! Vediamo cosa c’è dentro!” disse
“no ho paura.. si raccontano strane cose su questo bar. Si dice che chi entra e poi esce non è più lo stesso! Ti prego non entrare” disse con delle lacrime agli occhi supplicandolo. Strattonando l’amico, più che cugino, per non farlo entrare.
“dai non crederai a queste cose! Io penso che queste voci siano fasulle! Guarda! Ti pare un bar abitato da mostri che ti fanno il lavaggio del cervello??” disse ridendo
“no ma ti prego! Non entrare!” ribadì ancora piangendo il piccolo
“io ci vado. Se non ti và di venire va bene.. vai a casa e non dire niente a mia madre”
“va bene ma tu stai attento che non ti facciano il lavaggio del cervello” disse allontanandosi.

Dopo che Yugi se ne andò, Atem riuscì ad arrivare davanti alla porta e si allungò per arrivare alla porta.
Poi l’aprì.
L'interno per lui sembrava un bar come altri: gente che sedeva ai tavoli per bere qualcosa.
Decise che avrebbe preso qualcosa anche lui.. dopotutto aveva dei soldi che gli aveva dato sua madre e questo gli bastava.

Si avvicinò al bancone.
“scusi mi potrebbe fare della cioccolata signore?” chiese.
Il vecchio al bancone lo guardò per poi dire: “si ma hai da pagare bel bambino?”.
“si ho questi che mi ha dato la mamma”. Disse facendo vedere i soldi che aveva
“si penso che bastino.. intanto me li prendo!”. Disse prendendo dalla sua mano le monetine. E aggiunse - ”eccoti qui la cioccolata! Vai a gustartela al tavolo invece di stare qui in piedi.”
Atem la prese e si avviò verso il tavolo.
Si andò a sedere vicino a un tipo con cappello che stava bevendosi l’ennesimo bicchiere di una strana sostanza.
Vedendo Atem che si stava avvicinando a lui  si spostò e gli fece posto per sedersi..
“grazie” lo ringraziò e prese a bere la sua cioccolata
Ci mise molto a berla. Per lui era la cosa più buona al mondo.
Vedendo poi che aveva finito l’uomo prese la parola.
“ma che ci fai piccolo qui?” disse
“volevo vedere questo bar… ecco…” - poi girò lo sguardo verso una cosa che lo affascinava sul tavolo - “che bella! Una pistola da cowboy!” disse ignorando cosa fosse realmente
“ti piace?” disse.
“bellissima.. mia mamma non me ne compra mai una perché dice che è pericolosa!” disse ammirando ancora quell’oggetto
“provala pure se ti va” disse porgendola
Atem la prese in mano e per sbaglio schiacciò il grilletto.
Dall'arnese partì un colpo che andò a colpire proprio al barista anziano (ma tutte a me capitano?? O__O nd barista).
L’uomo che aveva al tavolo pensava che a causa del botto si fosse spaventato. Ma con sorpresa vide che era rimasto imbambolato a vederla dopo che l'anziano crollò a terra.
“senti posso tenerla??” disse con occhi dolcissimi che potevano far concorrenza al gatto con gli stivali di shrek.
“va bene. ma nascondila però.. hai visto com’è pericolosa?” disse
“certo lo farò” disse fieramente

.:FINE FLASHBACK:.

“eccomi qui.. davanti a questo bar.. è stato qui che quel tipo mi ha dato la mia pistola.
Mamma quanti ricordi mi affiorano.. sembra un eternità che non entro più qui…” pensò..
Poi prese a camminare verso l’entrata…

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


CAPITOLO 5

Atem entrò nel bar.
Vide che tutto era rimasto come l’ultima volta in cui era entrato, l'unica differenza forse era che non c'era più quel barista che aveva ferito accidentalmente nel provare la pistola.
Appena varcò la soglia sentì come un brusio forte ma che poi si placò perché tutti si erano girati per guardarlo.
Sembrava che lo avessero riconosciuto…

Cominciarono i brusii fra le persone
“ma quel ragazzo non è quello che avevano beccato in quel pub e che gestiva quel traffico di droga?” domandò una persona a quella vicina.
“si è proprio lui. ma non pensavo che fosse da queste parti”rispose l’altro.

Atem camminò ancora noncurante di quello che si dicevano le persone. Anzi per lui era musica per le sue orecchie.
Era contento che la sua fama lo precedesse.
Si sedette a un tavolo vicino a un bancone e rivolse lo sguardo alle persone presenti.
Uno di loro incitato da un suo compagno gli si avvicinò.
“ehi ciao.. Per caso tu sei il famoso ragazzo che gestiva un traffico di stupefacenti in Egitto? Sai se famoso qui!” chiese il ragazzo.
“si sono io…” rispose Atem
“e che ci fai qui? Non dovresti essere in Egitto a gestirlo?” domandò ancora.
“ma non li segui i notiziari o sei troppo impegnato nel farti la prima che ti ronza attorno?” - rispose
Il ragazzo non rispose e si allontanò.

Un altro ragazzo seduto aveva assistito alla scena e prese parola
“certo che ne hai di coraggio a rispondere a tono a una mezza calzetta come Luis. Devi aver fegato!”
“certo come c’è l’ho per sfidare il capo della banda di questa città" - si fermò per un istante e riprese - "gente come me intendo”
Atem lo guardò dritto negli occhi con aria di sfida e chiese se lui conosceva il capo della città perchè aveva una certa idea in mente e voleva realizzarla.
“sai dirmi chi è il capo della banda di questa città?” disse con tono di sfida.
“ma c’è l’hai davanti. Sono io! E da quello che ho capito vuoi prendere il mio posto.. Hai un curriculum da far invidia a un gangster, e questo ti fa onore. Ma hai il coraggio di sfidarmi? Tutti quelli che hanno tentato sono finiti al cimitero… sei sicuro di volerlo?"
I loro occhi erano incrociati e sembrava che si bruciavano a vicenda.
L'altro aspettava ancora la sua risposta e gli sembrava che questo silenzio significava che fosse un codardo.
“Si ne sono sicuro” e riprese “scegli tu il posto”.
“se a te va bene.. ti va al porto? È il posto ideale per un duello tra armi di fuoco, senza problemi di sbirri se sai cosa intendo” chiese
“per me va bene…”

A Casa di Yugi
“nonno io devo uscire con Joey e gli altri!”
“ok.. ma non tornare tardi e se incontri tuo cugino per caso digli da parte mia che è ora di tornare a casa! Che qui non siamo in Egitto e si torna tardi la sera!” disse il vecchio dalla cucina
“se lo incontro glielo riferisco. Ciao nonno!"
"e lo stesso discorso vale anche per te! non puoi uscire e tornare quando vuoi! Questa casa non è un albergo!"
Yugi ormai era uscito di casa e non aveva sentito l'ultimo imprecamento di suo nonno. Era troppo intento a pensare alla serata che gli si stava prospettando davanti piuttosto che pensare al cugino.
Adesso che ci pensava era vero quello che diceva suo nonno.
Usciva presto la mattina e rientrava tardi a casa.
Mi viene in mente quella volta che è tornato quando era già mattina inoltrata e per sbaglio aveva fatto attivare l'antifurto!
Con tutti questi penieri in mente arrivò presto al loro solito punto d’incontro: il centro.
Arrivò correndo.
“ragazzi sono qui!!” urlò Yugi
“finalmente sei arrivato Yugi! Ancora un po’ e andavamo da soli!” rispose il castano
“scusatemi ma ho dovuto mettere a posto la casa perchè altrimenti mio nonno non mi lasciava uscire” rispose Yugi sfinito dalla corsa che aveva fatto
“Ok ma ora andiamo! O corriamo il rischio di non entrare!” disse Tristan

Tutto il gruppo dopo questo si avviò al porto dove sapevano che proprio quella sera facevano entrare tutti i ragazzi di Domino a un prezzo scontato.
Appena varcata la soglia del pub si sedettero su un tavolino.
Nell'aria e sopratutto nei loro timpani c'era la musica. Musica alta che poteva sfondarti i timpani e poi non sentirci più fino alla fine dei tuoi giorni.
D'un tratto nel pub entrò di corsa un ragazzo. Questi andò a riferire un messaggio in un tavolo vicino a loro.
"Stasera ci si diverte! Un ragazzo ha chiesto al nostro capo di battersi contro di lui"
"e quando avverà lo scontro?" - chiese la ragazza al tavolo vestita in stile gothic con qualche piercing al naso per completare l'opera
"fra poco! Vieni anche tu!"
"e chi è il sfidante?"
"sai quel ragazzo che è diventato famoso nel nostro campo grazie a quel traffico di stupefacenti?"
"dici l'egiziano?"
"si proprio lui! E' stato mandato qui perchè lo hanno beccato i sbirri qualche giorno fà"
"allora c'è davvero da divertirsi! Andiamo ragazzi!"
La ragazza fece muovere il gruppo per andare a vedere lo spettaccolo. Aveva chiesto al messaggero di far circolare la voce. E in poco tempo lo fece.

“hai sentito? non so chi sia questo ragazzo ma ha fatto una mossa incosciente!” - si fermò e poi riprese - “a quanto ne so io nessuno ha mai battuto il boss di questa squadra, anzi sono tutti finiti al cimitero. E come se non bastasse il telegiornale continua a parlare di questi omicidi inspiegabili” disse Joey
“io vorrei proprio vedere chi è questo! Non so voi ma io vado a curiosare!” disse Tristan mentre si alzava
“ehi aspettaci!” dissero i ragazzi in coro
Non so perchè ma questo ragazzo mi pareva di conoscerlo. Avevo una certa idea in mente che tutto questo si collegasse a mio cugino.
Ma spero che mi sbagli!

Tutti i ragazzi che prima affollavano il locale uscirono, deejay compresi, e andarono verso la banchina delle navi.
Per fortuna non avevano cominciato

Yugi e i suoi amici erano presenti. Ma sapendo che loro non centravano niente con la banda e con il pericolo di essere scoperti si barricarono su un tetto del molo.
“questa è proprio una pazzia. Non so come faccia la gente di questa banda a divertirsi così. A vedere questo spettaccolo ignobile” disse Joey.
“eppure si divertono. Ora sta zitto e fammi sentire voglio sapere chi è il ragazzo che sfida” disse Tristan.

Giù nella banchina i due contendenti.
Thomas, il capo della squadra e Atem, il capo della squadra egiziana di stupefacenti.
Loro erano faccia a faccia.
Uno davanti all'altro.
In mano impugnavano la loro arma. La loro fidata pistola.
Erano circondati dalle migliaia di persone che erano intervenute nel vedere lo spettacolo e divertirsi un pò.
In mezzo ai due c’era un arbitro che spiegava le regole.
“eccoci qui componenti della banda del giappone trasgressiva e violenta! Siamo qui perché il qui presente Thomas, noto a tutti come boss, è stato sfidato dal ragazzo di destra di nome Atem Misawa. Il famoso egiziano che ci ha portato qui la droga migliore di tutte le ere. E ora che si cominci! Si preannuncia un altro spargimento di sangue firmato boss!” finì di parlare.
Alla fine di questo discorso tutti applaudirono e urlarono come matti.
Stava partendo un tifo migliore di quello che si sente nei stadi.


Yugi non credeva a quello che aveva sentito. Non poteva essere davvero suo cugino! Non credo che possa fare una cosa del genere!
Gli venne in mente la prima volta che lo aveva visto. Quel look era davvero da delinquente come aveva immaginato.
In cuor suo Yugi prego.
"ti prego Yami. Dimmi che è solo una messa in scena e che stai solo bleffando tutti! Tu non sei un delinquente! Sei solo mio cugino. Il mio caro cugino!"

Intanto i due si mirarono a vicenda.
La sfida era cominciata. Dovevano fare dei passi indietro come regolamento della sfida fra bande.
Camminarono indietro ma uno dei due fece il furbo e sparò.
Era Thomas, il capo che aveva sparato.
Sulla scena calò il silenzio certi che l'egiziano fosse spacciato. Ma non era così. Aveva anticipato il colpo spostandosi.
"Sapevo che quelli come te facevano certi tiri! In fondo io e te siamo uguali. Anche io imbroglio" - poi si girò e mirò dritto in fronte al suo avversario - "Per tua scalogna sono riuscito a evitare la pallottola" - riprese - "ma ho un vantaggio. Hai finito le munizioni!"
E si udì uno sparo.
Il proiettile andò a conficcarsi nella carne di Thomas e crollò a terra.
Atem tolse l'arma e guardò la scena.
Tutti erano rimasti senza parole, erano imbambolati a vedere quella scena.
Lui aveva un ghigno sulla bocca.

Yugi non poteva credere a quello che era successo.
Era cambiato tantissimo suo cugino. Ora era un essere senza cuore che uccideva persone.
Un Gangster.
Si allontanò dai suoi amici e volle tornare a casa con una scusa.
I suoi amici senza dire niente andarono via con lui.

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 ***


CAPITOLO 6

Era notte inoltrata ormai.
Non so perchè sono rimasto in giro fino a quell'ora, ma l'unica cosa certa e che ora il nonno me la faceva pagare!
Come avevo fatto a convincermi di andare con loro in giro fino a quell'ora e non tornare per l'ora stabilita?
Mi avevano accompagnato a casa e mi lasciarono sull'uscio.
Li salutai ed entrai piano.
Nella casa c'era un pò di buio ma per fortuna c'era un pò di luce in cucina.
Aspetta un attimo? Luce in cucina? Oddio il nonno!
entrò nella stanza e vide che suo nonno era seduto sul tavolo con il mento sopra le mani.
Dapprima pensò di no svegliarlo così magari poteva passarla franca, ma si mise a svegliarlo.
Lo urtò un pochino e lo svegliò.
Aprì gli occhi ancora assonati e chiese al nipote l'ora.
"E' mezzanotte è un quarto" - rispose tranquillamente anche se sapeva che ora arrivava la predica
"Mezzanotte e un quarto e" - fece una pausa e poi riprese - "ti sembrano ore in cui tornare a casa? Dillo che vuoi far schiattare il tuo vecchio!"
Yugi non rispose.
"e non la passi liscia ricordatelo! Domani mattina ti sveglio presto così sconti la pena!"
il ragazzo rassegnato andò verso la camera.
Mentre era sulle scale il nonno riprese ancora parola
"senti una cosa. Per caso hai visto Atem da qualche parte?"
"no non l'ho visto"
"pensavo che fosse con te!"
"non è mai stato con me. Va con i suoi amici. Notte nonno!"


Ore 04.00
Silenzio in casa.
Un silenzio tombale che però fu squarciato da uno scricchiolio di porta.
Qualcuno stava entrando.
Forse un ladro? Era meglio se andavo di sotto a controllare almeno mi prendevo la rivincita.
Presi una mazza che avevo vicino al letto e scesi di sotto.
Il nonno stava ancora dormendo e non aveva sentito il rumore della porta.
C'era buio e purtroppo non vedevo niente.
Capii solo che c'era qualcuno in sala a rovistare nei scaffali.
Decisi di farmi avanti e spaventare questo visitatore.
"chi è la? Adesso accendo la luce e ti vedo in faccia ladro. E stai attento che qui ho con me un arma"
Ora ci potevo vedere.
Misi la mazza in direzione del ladro che non era altri se non suo cugino.
"Yugi ma sono cose da fare?"
"Atem?" risposi con una domanda
"no Babbo Natale in anticipo!" - rispose secco
"ma che stai facendo?"
"te l'ho detto sono babbo natale al contrario e prendo anzichè dare"
Yugi lo guardò male.

Adesso non aveva voglia di stare li a parlare con lui. Aveva solo bisogno della medicina.
Avevo festeggiato alla grande il mio ingresso come nuovo capo e come al solito ero andato oltre al limite.
E così mi era venuto questo mal di stomaco.
Ogni volta era sempre la stessa storia!
"senti una cosa. Sai dove il nonno tiene le medicine?"
"si nello scaffale dietro di te"
"e sai se c'è qualcosa per lo stomaco?"
"si questo. Ma dovrai sciglierlo nell'acqua"
"ok grazie"
Prese la bustina e andò in cucina a prendere un bicchiere d'acqua.

Vidi che ci mise tanto a mettere il contenuto nel bicchiere.
Era seduto e sembrava che non ci fosse niente di grave, ma vidi che una mano era appoggiata sullo stomaco.
Pensai che stava davvero male e anche che c'era na possibilità che stanotte vomiti.


Ore 06.00
“Yugi!!! Sveglia!!! Sai bene che devi scontare la punizione!” urlò il nonno.
Yugi per un pò si girò nel letto ma non ci rimase molto.
Si alzò e scese a far colazione.
La tv era accesa e stava andando in onda il notiziario della mattina.
“buongiorno a tutti e benvenuti a questo notiziario della mattina. Apriamo questa edizione con una notizia di cronaca. Il capo della gang di Domino è stato freddato. Dopo tanti morti è toccato anche a lui e così ora il gruppo ha un nuovo capo di cui non si conosce il nome. Ecco il servizio"
si vide il porto il Domino e il corpo che era coperto da un telo. L'inviata descriveva nei minimi particolari come potevano essere andate le cose.
"Ora voltiamo pagina e parliamo della squadra nazionale che ieri ha sconfitto la cina a pallavolo per 15 a 13”

“ma dai quel ragazzo è deceduto. Meno male anche se adesso c'è ancora più paura per il nuovo.Te che ne dici Yugi?"
“non saprei. Bisogna vedere come si comporterà il nuovo capo. E' possibile che anche si riesca a fermare questi traffici con l'entrata in scena di questo”
In quel momento entrò in cucina Atem.
Era vestito con una canottiera bianca. Strano vederlo con un colore diverso del nero.
“giorno!” salutò
“ciao Atem. vuoi del caffè?”chiese il nonno…
“si grazie”

“senti Atem ma tu stai male?” chiese il piccolo
“no perché?”
“ieri ho visto che avevi qualche problema allo stomaco"
“non era niente di speciale. Sono un comune mal di stomaco”
“ecco a te!” disse il nonno porgendo la tazza
"grazie"

Vidi che ci mise molto a bere il caffè e io provai a chiedere ancora se stava male, ma lui negava.
Ma vedevo benissimo che aveva ancora la mano sullo stomaco.

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7 ***


CAPITOLO 7

I giorni succedettero e arrivò l'estate.
Il periodo peggiore per un ragazzo a uscire.
Ma il periodo migliore ad alcuni per cercare droga e farsi la prima prostituta che incontravano.

Un ragazzo era seduto su una panchina nei vicoli nascosti.
Un posto dove nessuno passava, nemmeno la polizia.
Gli si fermò davanti una macchina.
L'autista voleva la merce e contrattò.
Riuscì a spuntarla e la persona se ne andò con il suo carico.
Venne un ragazzo a chiamarlo. Avevano bisogno delle sue scorte visto che avevano finito quelle che avevano.
"hanno pagato?"
"si. Aspettano solo la droga"
"e perchè sei venuto a chiamarmi?"
"perchè ci serve la tua scorta! Quella che avevamo tenuto è già finita e solo fra una settimana arriva il carico"
"va bene. Ecco qui"
"Grazie capo! Vieni anche tu?"
"si"
Andarono tutti nella zona.
C'erano molte macchine che aspettavano la merce, ma grazie alla scorta di fortuna furono tutti soddisfatti.

Arrivò la sera e tutti erano stanchi.
Nelle loro tasche circolava molta moneta e banconote.
Atem si rivolse a uno dei suoi compagni.
"senti una cosa. Siamo sicuri che queste zone siano sicure?"
"certo sono sicure! Qui non è mai passata una volante della polizia!"
"io non intendevo le volanti. Ma dicevo se per caso c'erano telecamere"
"non credo che c'è ne siano. E poi diciamoci la verità, chi penserebbe che qui si spaccia? Questo è un quartiere di buone famiglie"
"perchè io sono stato beccato così. Anche in Egitto avevamo scelto un vicolo simile. Ma purtroppo a causa di alcune lamentele hanno installato le telecamere e ci hanno beccato"
"be qui stai certo che non lo fanno. Non c'è nessuno che abiti in questo vicolo. Sono tutti fuori da qui!"
"meglio così"

Arrivò sera e si fece buio.
Tutti erano nel solito bar che facevano i bilanci della giornata ed era in corso una riunione per l'indomani.
Di colpo entrò un ragazzo.
“è qui che si distribuiscono stupefacenti? Mi servirebbe ora!” chiese
Un ragazzo disse che ormai erano chiusi e che ora avevano finito le scorte.
Atem si fece avanti fra tutti.
"io te la posso vendere. Ma con un sovvraprezzo s'intende"
"ma se il tuo collega ha detto che è finita?"
"Io ne ho ancora un pò"
"e a quanto lo vendi?"
"con sovraprezzo 400 euro"
Il ragazzo ci pensò un pò.
Decise poi che era meglio se pagava con questo prezzo.
Stanotte sarebbe stato ripagato.
Tirò fuori il portafoglio e porse i soldi ad Atem, il quale gli dette il sacchetto che aveva tenuto qualche ora prima.

Appena uscì gli altri si congratularono.
“incredibile. E'una cifra folle! Ma con questo abbiamo guadagnato più del necessario!"
“grazie ma non è niente. Ci sono abituato a trattare con quelli dell'ultima ora.” - guardò l'orologio - "Ora devo andare. Ho un impegno"
“ma te ne devi andare di già??”
“si. Ho un impegno a cui non posso mancare” - e aggiunse - “ora vi saluto!”


Giunto a casa aprì la porta e vide che Yugi era addormentato sul divano, il nonno era già andato per i fatti suoi.
"benissimo un bel giorno a casa da soli" - disse
Poi non sapendo che fare andò in cucina a prepararsi un panino. Vide che il nonno aveva preparato la cena anche per lui, ma si limitò a un panino con ingredienti presi dal frigo.
Nel frattempo Yugi si svegliò e sentì dei rumori in casa. Aveva capito che Atem era tornato.
Ormai era abituato ai suoi ingressi in ritardo.
Andò in cucina da lui.

“ciao Atem. Sei tornato presto stasera!”
“Solo perché il nonno ma ha obbligato a non tornare tardi. Altrimenti rimanevo ancora a fare festa” disse. E pensò - anche perchè mi ha detto di non fare il furbo come ogni sera.
"e il nonno ti aveva preparato una buona cenetta anche"
"si l'avevo notata ma avevo voglia di un panino"
"be quando hai finito di mangiare potresti venire in sala. C'è un bel film stasera"
"e come si intitola?"
"è un film vecchio. Non so come si chiami"
"e come fai a dire che è bello?"
"per sentito dire dai miei amici"
"ok"
"vieni di là allora?"
"si adesso"
"non fare finta però"
il ragazzo sbuffò. Prese il suo panino e una bibita e andò con il cugino sul divano.

Stavano guardando insieme il film.
Era abbastanza carino a parte alcuni fotogrammi. Ma per il resto era accettabile.
"Atem."
“Dimmi tutto” rispose
"perchè sei entrato nel giro dei spacciatori?"
Atem non disse niente. Non sapeva come rispondere.
Da quanto era che era entrato? Tanto. Troppo tempo.
Il motivo? Ormai è sparito nella mia memoria.
"senti Atem. Anche se non ti ricordi più perchè sei entrato. Vorrei che tu facessi una cosa per me"
"quale?"
“vorrei che tu abbandonassi la carriera di serial killer. Vorrei che tu non fossi più in quel giro. Ti prego fallo per me. Per il tuo cugino che to ha tanto voluto bene” disse
Atem ci pensò su.
Non poteva abbandonare.
Non poteva lasciare i suoi compagni, altrimenti avrebbe avuto una pesante condanna.
Poteva dirlo a parole. Però poi mantenere la parola sarebbe stata dura.
"si" disse con un braccio dietro la schiena
"davvero? Non mi stai prendendo in giro?"
"dico solo che per alcune sere non andrò a fare malanni in giro" disse tirando fuori la lingua per sbeffeggiarlo
"lo sapevo che dicevi così!" - disse mentre gli tirò dietro un cuscino
Atem gliene tirò addosso.
Continuò così per tutta la serata.
Alla fine erano tutti e due pieni di piume nei capelli e sui vestiti.
"ma davvero lo farai per me? Cioè ci andrai a volte?"
"se ti rende felice ci proverò"
Yugi si mise a ridere.
"perchè ridi?"
"perchè hai fatto una promessa vestito da pollo! Hai così tante piume nei capelli da sembrare un uccello!"
"ma senti da dove viene la predica!"
"promettimi che lo farai. E che non ucciderai nessuno!"
"cosa?"
"la promessa di prima. Che ci andrai a volte e non ucciderai"
"si te lo prometto!"

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 ***


CAPITOLO 8

La notte passò e divenne giorno.
Yugi si svegliò sul divano dove si era addormentato con Atem.
Vide che non c'era più e dopo aver preso una maglietta decise di scendere giù in cucina.
In cucina trovò Atem che stava sprseggiando sul tavolo il caffè e stava guardando il notiziario.
"Buongiorno Atem!" - disse
"Buongiorno"
Proprio in quel momento al telegiornale lessero la notizia che interessava ad Atem.
"Ieri notte è stata trovata una ragazza diciotenne in fin di vita. Alcuni testimoni hanno dichiarato che la ragazza è stata avvicinata da un ragazzo sui trent'anni che l'ha tolta dal suo gruppo che usava frequentare, e l'ha portata in questo appartamento"
"povera ragazza" - disse

Era quel ragazzo il molestatore.
Adesso se fanno controlli ci beccano di sicuro!

"Nel locale è stata trovata una dose di 10 kg di eroina e si presuppone che la dose è stata fatta ingerire alla ragazza prima di abusarne. Grazie all'identikit dei amici si è già sulle tracce del suo molestatore."
Chissà chi era il ragazzo che l'ha stuprata.
"grazie a questo avvenimento la polizia di Domino sta facendo controlli a tappetto per riuscire a prendere i possibili complici

Benissimo. Adesso siamo fregati.
Se fanno controlli veniamo scoperti e finiamo in cella.
E se finisco in cella mia madre mi uccide. Mi ha mandato qui per non finire in mezzo ai guai e invece.. Come faccio?
"Atem! ci sei?"
vidi che Atem stava pensando. Appena lo richiamai alla realtà mi rivolse lo sguardo.
"eh? si ci sono. Scusa che stavi dicendo?"
"be stavo parlando di quella ragazza. E' stata atratta con l'inganno e guarda come è finita!" - poi replicai - "e magari tu ne sai qualcosa!"
"perchè dici così? guarda che io non centro con questa storia!"
"si ma voi siete l'unica banda che  rifornisce di stupefacenti la città. Quindi se fai uno più uno venite fuori voi!"
"e bravo lo sherlock holmes in miniatura!"
"non chiamarmi così! Guarda che lo so che sei il capo della banda. Ti ho visto hai ucciso il precedente capo!" - poi aggiunse visto che stava uscendo - "e ora che fai?"
"vado al bar solito dove si riunisce la banda! Va bene così o mi serve il permesso scritto?"
"tu mi avevi promesso ieri che non ci andavi sempre! Ci sei andato ieri sera!"
"e allora? posso andarci quante volte voglio!"
"ma me l'avevi promesso ieri!"
"davvero? Sei sicuro di non essertelo sognato? Io non credo di averlo detto, e se l'ho detto ero ubriaco!"
Sentendo quelle parole Yugi cadde dal suo sogno. Pensava che la promessa fattagli ieri sera era sincera.
Dopotutto voleva solo provare a tirarlo fuori da quel giro. Perchè ci teneva a lui.
Non sapeva che fare. Allora pensò di provare a chiedere di andare con lui.
Magari così poteva far si di portarlo fuori.
"senti Atem posso venire con te?"
"ma ti sei bevuto il cervello stamattina oltre al latte? Cos'è? Una manovra per controllarmi meglio escogitata dal nonno?"
"no te lo giuro. E che mi è venuta questa curiosità! Vorrei vedere come si passa un giorno così!"
"da quando sei così curioso?"
"no così. Volevo solo vedere una giornata tipo!"
lui sembrava che ci stesse pensando. Ci mise un bel pò per decidere ma poi per fortuna acconsentì alla mia presenza
"e va bene. Puoi venire. Ma guai a te se è un trucco del nonno!"
"puoi stare tranquillo. Non lo è!"
"allora vai di sopra e mettiti qualcosa di decente!"
"perchè? I miei vestiti non vanno bene?"
"ah bè se vuoi farti vedere in canottiera fai una bella figura"
disse facendomi notare che ero ancora in cannottiera e pantaloni del pigiama.
Corsi di sopra per cambiarmi e poi tornai giù.
Quando arrivai uscimmo subito.
Fortuna che il nonno era ancora via e che tornava fra qualche ora.

Camminammo per un bel pò e arrivammo al rifugio.
da tutti quelli che avevo sentito mi parlavano male di questo posto.
Non è che sia però il miglior posto di Domino a quanto vedo!
"allora vuoi rimanere lì a fare il turista o vieni?"
"no arrivo!" - mi tolse via la magia di quel momento.

Dentro tutti mi guardavano.
Forse era il fatto che era la prima volta che entravo.
"ciao ragazzi!"
"ciao Atem. vedo che hai portato compagnia oggi! Chi è il bambino?"
"non sapevo che stavi facendo dei corsi per portare i bambini sulla cattiva strada!"
"lui è mio cugino Yugi"
"uh un cugino. Bene, chissà che anche lui non segua la tua strada!"
"purtroppo no. Starà con noi solo oggi"
"allora faremo in modo di fargli imparare tutto oggi!"
"adesso basta dire fandonie! Passiamo alle cose serie"
"scusaci volevamo solo fare in modo che si sentisse a suo agio"
"ora parlo io. C'è una brutta notizia..."
"cosa? I tuoi colleghi non ci fanno sconto per la merce? ahi!"
Vidi che un suo compagno gli aveva appena dato un pugno nel costato. Era molto ridicola la scena ma nessuno di loro rise.
Forse se lo avessero fatto Atem li puniva.
"dopo questa parentesi ridicola. Volevo dire che oggi dobbiamo tenere gli occhi aperti. Stamattina hanno trovato la vittima del ragazzo che ieri sera ha comprato da noi"
"il tipo ritardatario?"
"si proprio quello. La polizia sta facendo indagini a tutto campo a causa dei stupefacenti e di sicuro arriverranno a noi"
"sarebbe un bel guaio. Quasi tutti siamo ragazzi scappati di casa ed entrati qui in questo paese illegalmente"
"perciò se non vogliamo che accada dobbiamo rimanere vigili e istituire turni di guardia. Poi vi spiegherò nel vicolo la strategia difensiva. Ora andiamo"

"allora. Qui ci dividiamo. Luis tu andrai all'entrata del vicolo e riceverai chi vuole le dosi e ci verrai a chiamare se vedi che c'è qualche poliziotto"
"va bene"
"invece voi due dovrete andare dall'altra parte"
"ok"
"noi invece andremo dentro e aspetteremo i clienti"
"e il piccolo?"
"te l'ho detto che sta con noi. Ora andiamo"

Sembrava una mattina tranquilla.
Nessun poliziotto nei paraggi. O almeno così credevano.
In quel vicolo entrarono molte persone e tra questi si infiltrarono anche alcuni poliziotti.
Luis vide che uno di loro stavano andando in una casa vicina. Provò a corrergli dietro ma fu preso e gli fu impedito di parlare per poi essere portato in un furgone.
Alcuni entrarono nel vicolo e quando videro che stavano passando la roba si smascherarono e li presero tutti. Alcuni provarono a ribellarsi ma gli sparavano dietro e perciò si immobilizzavano subito.
"sono tutti?"
"si. Speriamo solo che non c'è ne siano altri"
"dalle segnalazioni sembra che siano solo loro"
"allora andiamo"
"aspetta c'è anche il ragazzo"
una guardia aveva notato Yugi che stava tornando.
Aveva in mano un pacchetto. Glielo presero e lo portarono insieme agli altri in centrale.

Furono schedati e portati in cella.
Solo Yugi che aveva un parente fu portato davanti al commissario e non schedato.
"cosa ci facevi con loro?"
"volevo solo provare ad aiutare mio cugino che è nel giro"
"e chi sarebbe tuo cugino?"
"Atem.."
"ah si è il ragazzo che è stato beccato in Egitto" - disse un suo collega
"se vuoi Yugi puoi chiamare a casa"
Yugi prese il telefono e compose il numero.
"pronto?"
"pronto nonno sono Yugi!"
"Yugi dove sei? Sono in pensiero per te?"
"ecco. Sono al commissariato."
"cosa hai combinato?"
"meglio se vieni così ti spiegano"

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9 ***


CAPITOLO 9

Chiuse la conversazione e chiamò sua figlia.
Di sicuro aveva appreso la notizia ma voleva parlargl.
Il telefono squillò prima una, poi due.
"pronto"
"ciao figliola sono io"
"ciao papà. Stavo giusto chiamandoti"
"e invece ti ho preceduto. Hai sentito la notizia vero?" - domandò perchè sentiva in sottofondo qualcosa che parlava
"si ho sentito. E ho capito che è stata una scelta azzardata mandarlo da te. Ma io speravo solo che cambiasse"
"purtroppo no. Si è dimostrato scontroso nei nostri confronti. E non so perchè Yugi stamattina è andato con lui"
"e poi?"
"e finito al commisariato. Dovresti venire qui così ci parli anche tu"
"si infatti stavo pensando di venire lì da te. Ci vorranno un bel pò di ore."
"allora ti aspetto all'aeroporto"
"ok ciao"
la ragazza spense e si mise a mettere in una borsa lo stretto neccessario.
Andò all'aeroporto e dopo quattro ore circa arrivò a Domino.
Era cambiato molto il paesaggio da quando non veniva più.
Era tutto diverso. Non c'era più niente di conosciuto
"Misawa!"
"padre!"
"bentornata in Giappone tesoro"
"caspita e da molto che non vengo qui. Quante cose son cambiate!"
"si è vero. Ma ora dobbiamo sbrigarci. Non posso portarti per la città a fare la turista. Yugi ci aspetta"
Andarono verso casa e gli fece posare la borsa che si era portata.
Poi andarono al commisariato.
Il commisario li accolse nel suo ufficio.
"buona serata signori. Sedetevi pure"
Si sedettero.
"bene è inutile spiegare quello che hanno detto i giornali stamattina perchè lo sapete bene. Ma volevo chiedere una cosa alla signora. Lei in Egitto aveva qualche notizia di suo figlio?"
"purtroppo e da quando aveva sette anni che non mi dice più nulla. Ha cominciato a uscire tardi e a volte saltava anche la scuola. E' stato solo qualche mese fà che mi sono ritrovata due agenti che me lo hanno portato a casa dicendomi che per quella volta chiudevano un occhio"
" e poi che le hanno detto?"
"che dovevo fargli cambiare aria e mandarlo da un parente in Giappone"
"e vedo che i miei colleghi hanno fatto male. Dovevano subito condannarlo. Mandandolo qui invece hanno fatto in modo che ci assumessimo noi la responsabilità"
fece un respiro e poi riprese
"infatti è stato sopreso a trafficare. Ma penso che purtroppo nella sua età è difficile cambiare. Lui ha imparato da loro"
"vedo che ho sbagliato a mandarlo qui. Mi dispiace"
"però penso che ne era al corrente che qui ci sono le stesse organizzazioni. Le faccio vedere una cosa"
Si alzò l'uomo e andò a prendere un fascicolo che gli era stato precedentemente portato.
"questo è il fascicolo dedicato a suo figlio signora Misawa. Qui non si parla del reato di spaccio di stupefacenti come le hanno detto. C'è dell'altro"
Aprì il fascicolo per poi portarlo alla loro visione.
"come vedere è stato accusato di sfruttamento di extracomunitari, capo di una lega di prostituzione di immigrate minorenni, traffico di alcool con alto tasso alcolico, traffico d'armi. Ma non finisce qui: tra cui omicidio e commercio di stupefacenti"
"mamma mia. Quante cose"
"ah si una cosa. Poco fà Yami e stato visitato dal medico del carcere e ha scoperto una malattia che è in lui da molto tempo"
"che tipo di malattia?"
"una malattia che lo sta opprimendo da qualche anno. Precisamente da quando aveva dieci anni. Questa lo potrebbe portare in coma"
"non me ne sono mai accorta. A parte che veniva sempre tardi e durante il giorno lo vedevo poco, ma sembrava sereno"
"ma questa malattia si manifesta anche come sbornia. Però và ad intaccare gli organi urinari. Lei proprio non se n'era accorta di niente?"
"no anche perchè sentivo che quando tornava andava spesso nel suo bagno privato di corsa. Ma c'è una possibilità che la pena si riduca?"
"per gli altri forse si. Anche se alcuni sono dei fuggitivi. E perciò gli verranno dati i domiciliari con l'obbligo di frequentazione di attività rivolte alla comunità."
fece una pausa
"per suo figlio non credo. Anche perchè c'è il rischio che muoia

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10 - LA SENTENZA ***


CAPITOLO 10 – LA SENTENZA


Era quasi sera e una serie di persone riunite stava decidendo per riunirsi in tribunale per giudicare i ragazzi che erano stati arrestati nel pomeriggio.. si stava decidendo chi portare davanti alla corte.
“abbiamo abbastanza materiale per riuscire a farli avere una pena molto dura anche se stanno pensando di ridurla con i domiciliari” disse uno
“bisogna fare in modo che non glieli diano.. appena fuori potrebbero ricominciare con i loro sporchi traffici”
“io avrei un’idea di come stabilire la pena”

In cella Atem era seduto su una lastra di metallo attaccata al muro e stava conversando con un suo amico che era stato messo nella cella vicino tramite un buco..
“dici che avremo l’ergastolo?”disse
“non so.. ma penso con tutta probabilità di si.. te lo dirò quando tornerò dal tribunale domani visto che mi hanno detto di presentarmi a nome di tutti”
“spero solo che sia meno dolorosa di quello che penso.. non voglio dare ancora dolore a mia madre. non sai che cosa hanno detto quando hanno scoperto che ero dentro anche io”
“nessuno di noi vuole che i propri genitori soffrano… nessuno”
“lo spero… ora è meglio se dormo… domani sarà un'altra giornata…”
“in cella con il minimo della comodità e io sarò davanti a un tipo con una parrucca in stile ottocentesco a sentire quello che decidono… non ci pensiamo troppo…”
Dopo queste parole l’altro ragazzo chiuse il buco con il mattone e si mise su quel letto di metallo per dormire…
nell’altra cella Atem stava guardando fuori dalla cella, intento ad osservare le stelle e cercando una stella cadente fra quelle…

Il giorno dopo Atem stava ancora dormendo, sentì la porta della cella che si stava aprendo e sentiva le voci delle guardie che entravano per scortarlo fino in tribunale.. lui si svegliò e uscì con loro fino al furgone che lo avrebbe condotto in tribunale. Fu un viaggio lungo perché dovevano attraversare mezza città ma dopo un po’ arrivarono.. fecero scendere Atem e appena sceso si trovò addosso tutti giornalisti con flash, registratori e telecamere che gli facevano mille domande. Ma non aprì bocca per rispondere.
Entrò e fu condotto in una specie di cella con sbarre. E per completare l’opera si misero anche le guardie che lo avevano scortato intorno per controllarlo. Ad un tratto tutti si alzarono ad un trillo di campanella. Ed entrò un signore con abito scuro che arrivava fino alle ginocchia. Atem a differenza di tutti rimase seduto.
Si sedettero tutti e il giudice prese la parola:
“allora siamo qui per parlare della condanna per il gruppo che trafficava stupefacenti e ne vendeva a tutti inclusi minorenni e sono anche colpevoli del reato di aver contribuito alla morte della minorenne a causa di stupefacenti… ed è qui presente il capo del gruppo: Misawa Atem.” Fece una breve introduzione per poi aggiungere “dò a voi la parola avvocati”
Detto questo prese la parola un signore abbastanza formoso “io sono qui che voglio difendere il qui presente Luca che è stato accusato per aver somministrato alla ragazza stupefacenti.. ma io vorrei solo dire che si controlli meglio la scena del crimine e forse si renderanno conto tutti che in realtà ci sta sotto una seconda persona oppure più di una.. visto che qui in tribunale abbiamo il capo che rappresenta tutto il gruppo e che ha molte precedenti penali.. a parere mio dovreste accusare il gruppo e non il mio assistito” concluse.
“io penso che se hanno nominato anche il nome del suo assistito ci sia una ragione e non sia per così dire, anche se è vero che tutte le accuse sono sulle spalle del gruppo..”
Continuarono così per molto tempo per poi arrivare al punto che il giudice decise il verdetto:
“mentre ascoltavo e leggevo le accuse verso Grosso Luca per aver ucciso una minorenne e aver sentito le accuse verso il gruppo che è rappresentato da Misawa Atem che è qui in tribunale… ho deciso che la sentenza per la morte della minorenne Giulia sarà fatta altre volte per cercare di chiarire alcune cose ma per il caso del gruppo che è stato accusato di: traffico di droga e armi, uccisione di persone, sfruttamento di minorenni e altro io condanno loro 20 anni di galera ma a Misawa Atem devo dare di più e quindi sarà messo all’ergastolo…”

Ergastolo.. quelle parole risuonarono nella mente di Atem come una pallina da tennis che rimbalzava su pareti… non ci credeva.. era condannato. Per molti anni era sfuggito alla polizia ed ora era stato beccato ed era condannato a una pesa peggiore degli altri compagni..

Entrarono nella cella per portare Atem in carcere ed uscirono dal tribunale.
FINE CAPITOLO 10

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 11 - LA SITUAZIONE PRECIPITA ***


CAPITOLO 11 – La situazione precipita


Era giorno e tutte le sentinelle come ogni mattina stavano facendo i soliti giri di ronda per controllare che nessuno fosse scappato durante la notte.
Perlustravano ogni cella e sezione del carcere. La guardia della sezione dove stava Atem passò tutte le celle ed arrivò a quella del ragazzo. Vide che era sulla branda della cella che non dava segni di vita. Cercò la chiave della cella e la aprì. Entrò e si sentì quasi in pericolo come se quel ragazzo sulla branda stava per alzarsi e colpirlo di sorpresa e fargli perdere i sensi per poi scappare. Arrivò vicino alla branda dove giaceva il corpo del ragazzo che giaceva immobile senza respirare e cercò di svegliarlo chiamandolo. Ma non ebbe risposta.
Allora provò a scuoterlo e si accorse che era freddo, ghiacciato. Uscì dalla cella, la richiuse ed andò dal direttore del carcere per portarlo al corrente della situazione.
Entrò nella stanza dove era presente il direttore e gli parlò di Atem, come l’aveva trovato e di come al tatto aveva sentito che il corpo era ghiacciato.
Il direttore diede l’ordine di trasferire il corpo in infermeria per alcuni accertamenti e se era una cosa seria ordinò che fosse mandato in un ospedale.

In casa di Yugi come ogni mattina lui e suo nonno stavano facendo colazione e sentivano il notiziario della mattina. “ieri sera il tribunale di Domino ha deciso la condanna per Atem, il capo della banda di contrabbando di Domino, il quale è accusato di omicidio volontario di contrabbando di armi e spaccio di droga. La corte lo ha condannato con l’ergastolo. Continuando a parlare di Atem Misawa, è appena arrivata in redazione la notizia che stamattina è stato trovato nella sua cella privo di sensi e gelido. Il direttore del carcere ha provveduto a trasferirlo in infermeria, poi vedendo che era una situazione grave il corpo è stato poi portato in ospedale. Ora passiamo ad altro…”
Ci fu un piccolo attimo di silenzio dopo questa notizia.
Il nonno di Yugi prese poi la parola.
“Adesso è nei guai. La malattia si è fatta viva” disse
“spero però che non sia troppo grave” rispose Yugi
“non penso. Da come c’è l’avevano presentata quando siamo andati al commissariato era descritta come una cosa grave. Che non si può curare” rispose l’anziano. Poi aggiunse: “le probabilità che c’è la faccia sono poche, quasi nulle”

FINE CAPITOLO

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 12 ***


CAPITOLO 12



Erano arrivati da poco in ospedale. C’era un gran traffico di gente che andava di qua e di là. Sembravano tutte formiche in un formicaio che lavorano e che portano il cibo nella tana.
Quel giorno c’erano tante emergenze.
Mi avvicinai a un sportello e provai a chiedere la stanza di Atem.
“vediamo un po’… ah ecco qui. Atem Misawa stanza 30 al secondo piano. Spero per voi che siate famigliari e non siate giornalisti perché altrimenti ve la vedete con il commissario!”
Ci guardò e poi si mise a rispondere al telefono che suonava da più di 15 minuti ininterrottamente. Siccome era sola doveva rispondere per forza lei. Ma forse aveva bisogno di un aiuto vista la fila che si presentava davanti e che noi avevamo saltato tutti!
Salì le scale. Insieme a me c’era mio nonno, i miei amici di sempre e il padre di Atem. Quella mattina chiamai subito gli altri e quando entrò Joey di scatto dalla porta mi fece quasi ridere! Però mi dovetti ricomporre visto gli eventi che erano successi.
Arrivammo all’ascensore. Nessuno fiatò.
C’era un gran silenzio tombale.
Vidi il padre di Atem preoccupato.
Preoccupato e tranquillo. Non faceva intravedere emozioni. “ting”
Bene eravamo arrivati.
Anche qui c’era un gran viavai di gente.
A destra.
A sinistra.
Dottori che correvano.
Infermiere con carrelli dove avevano sopra le medicine.

“siete arrivati finalmente. Vi aspettavo prima”
Il commissario.
“abbiamo sentito la notizia.”
“eh già. Sapete da quando si è sparsa la notizia tutti i giornalisti hanno voluto sapere dove stava il corpo del ragazzo. Poco fa ne ho allontanati due che volevano entrare nella stanza e sapere ogni particolare”
Tirò su il naso.
“ma per fortuna li ho allontanati. Quando voglio mi ci metto.”
“dove sta adesso?”
“seguitemi. Sperando di trovare il dottore così dice anche a voi in che stato si trova”
Si incamminò.
Lo seguimmo.
Contai tutte le stanze per arrivare a quella destinata.
Stanza 1.
Stanza 3.
Stanza 5.
Stanza 7.
Stanza 9.
Certo che erano davvero tante. Ed eravamo solo all’inizio.
Stanza 13
Stanza 15
Stanza 17
Stanza 19
Uff. ma quante!
Stanza 23
Stanza 25
Stanza 27
Ecco ci siamo! Stanza 30.
“venite”
Aprì la porta.
Ecco Atem. Disteso sul letto.
Sembra che dorma.
Aveva un tubetto che entrava nel naso. Forse per l’ossigeno.
Qualche filo e ventose attaccate sul cuore.
“ecco. È così che l’hanno trovato le guardie.”
Non poteva essere vero.
“il dottore che l’ha visitato ha detto che è entrato in coma a causa del tumore che si porta dietro. Ci sono poche possibilità che si risvegli”
Mi avvicinai al corpo. Gli presi la mano e la tenni forte. Suo padre era lì che osservava. Finalmente il suo sguardo serio era sparito e guardava incredulo il figlio che giaceva su quel letto.
Si sedette dall’altra parte del letto.
Entrò nella stanza un dottore.
“signori”
“prego dottore. Questi sono i parenti del ragazzo”
“piacere signori”
Guardò poi le cartelle che aveva in mano. Non sembrava avere una bella notizia da dare.
“come è la situazione?”
“la stessa di stamattina. E sembra anche che peggiori di ora in ora. Forse c’è una possibilità che guarisca. Ma la probabilità è bassa”



Salve a tutti! Mi scuso per il ritardo pazzesco! bè adesso tempo permettendo e impegni scolastici cercherò di aggiornare più spesso.
bè scusatemi e voglio ringraziare chi legge, chi scrive un commento, ecc...
ciao a tutti

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 13 - UNA POSSIBILITA' ***


CAPITOLO 13 – UNA POSSIBILITA’

 

Ero ancora li vicino a quel letto.

Con la sua mano nella mia.

Era mio cugino e gli volevo bene.

“Yugi sei ancora qui?”

Mi girai verso colui che aveva parlato e annuì.

Sapevo che c’erano poche speranze che si sarebbe salvato ma però volevo stare vicino a lui fino alla fine.

 

“posso chiederti una cosa?”

“dimmi pure”

“ci sono davvero poche possibilità che guarisca?”

“a detta dell’infermiera si. E poi sai che per ora gli fanno la flebo per cercare di limitare il danno”

Già è vero.

“vi lascio soli”

E uscii.

 

Le ore passarono e nella stanza entrarono alcuni medici per controllare che andasse tutto bene.

Se andasse tutto bene? qui ormai la situazione è sempre la stessa.

Atem svegliati! Ti prego!

Non so se era solo un illusione ma mi sembrava che la sua mano si era mossa.

Girai lo sguardo.

No era solo l’immaginazione.

“signor Muto dovrebbe uscire dalla stanza”

Ecco è già arrivata l’ora della visita del dottore. Strano come passa il tempo.

Uscii e mi misi davanti alla porta sperando che la visita durasse qualche minuto come al solito.

Ma durò più delle altre volte.

 

“ehi Yugi! Tutto bene?”- A parlare era stato Joey.

“si abbastanza”

“c’è la visita?”

“si. Ed è da un pezzo che sono dentro”

“forse vorranno fare dei controlli più specifichi per riuscire a trovare un modo per svegliarlo”

“sicuro”

In quel momento arrivò il dottore che era appena uscito dalla stanza e li raggiunse.

“Yugi. volevo dirti una cosa” – cominciò – “c’è una possibilità che riprenda coscienza”

“davvero?” – questa notizia mi rese felice

“si. Anche se però è pericoloso per lui. Ma no faremo di tutto per far in modo che le cose non precipitino, e vedrai che in meno di sei giorni riaprirà gli occhi”

“si ma poi?”

“riprenderà il suo periodo in reclusione”

“spero non in cella. È qui solo perché lo hanno messo in quel posto!”

“no quello che è successo non è legato alla reclusione. Il fatto e che è una conseguenza del suo troppo bere e del suo prendere droga. Non centra niente il luogo”

“quindi dovrà tornare in cella?”

“si”

“oggi dovremmo portarlo in sala operatoria. Andate pure a trovarlo se volete” – e il medico si allontanò da loro

 

I ragazzi andarono nella stanza.

Il dottore non aveva accennato a nessun miglioramento. Quindi doveva essere sempre uguale la situazione.

Oggi forse si riaccenderà una speranza.

Spero solo che non se ne vada. Che resti ancora qui con noi!

 

Pomeriggio.

Io ero uscito dalla stanza e mi trovavo in un bar dell’ospedale ad aspettare.

L’operazione doveva durare molto a quanto ho capito.

Ero fuori con i miei amici.

Le 15.10.

Ora doveva cominciare l’operazione.

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Capitolo 14
*** CAPITOLO 14 ***


CAPITOLO 14

 

Le ore passarono veloci.

Era ancora dentro.

Avevo perso il conto da quando era cominciata l’operazione.

Minuti.

Forse ore.

Chissà cosa stava succedendo dentro.

“dai Yugi stai calmo. Prendi questo succo” – disse il nonno porgendomi la bibita – “vedrai che andrà tutto bene e si sveglierà”

“si lo so. Sto cercando di stare calmo”

“stai facendo un bel sforzo visto che è da quattro ore che ti stai muovendo avanti e indietro per la sala! Stai fermo che mi fai venire il mal di mare!”

“e come devo fare altrimenti?”

“dai adesso finiranno”

Senza volerlo avevo detto giusto.

Gli infermieri uscirono dalla stanza.

“che veggente”

Si avvicinò un infermiera davanti a noi a dirci che potevamo entrare se volevamo.

“come sta ora?”

“se tutto va bene si sveglierà entro 24 ore”

Una speranza. Meno male.

Spero solo che si possa svegliare però.

Sembrava messo male quando l’o visto prima dell’operazione.

Entrammo tutti nella stanza.

Era ancora li attaccato a un macchinario e con l’ago infilato per la flebo.

Spero solo che si svegli.

 

Passò una giornata dall’operazione.

Nessun segno di miglioramento.

I medici pensavano che forse avevano operato il ragazzo troppo tardi.

Non sapevano più che fare.

Forse poteva accadere ancora un miracolo. Ma chissà se poteva succedere.

 

Era sera.

Yugi era rimasto in ospedale a sorvegliare Atem.

Aveva ancora un barlume di speranza che si svegliasse, anche se erano passati giorni dall’operazione.

Ormai tutti erano proiettati sul coma.

L’infermiera entrò come al solito in stanza.

“stai tu qui stanotte?”

“si”

“allora ecco qui” – gli porse una sdraio

“grazie”

Yugi prese la sedia e se la portò vicino al letto.

Venne nella stanza anche un'altra persona

“Yugi”

“si?”

“rimango anche io con te” – disse la madre

“come mai?”

“tuo nonno è preoccupato. Anche se sei sempre rimasto qui di notte con i tuoi amici, stanotte  non si fida ancora a farti rimanere solo con mio figlio”

“e quindi ha voluto che venissi tu”

“si”

Rimanemmo nella stanza a parlare del più e del meno. In quei momenti entrò anche un’infermiera per controllare che tutto andasse bene prima che spegnesse la luce.

Finito tutto la spense.

Non mi piaceva molto stare al buio e perciò chiusi la porta della stanza e accesi una lampada che era vicino al letto. Era molto flebile come luce ma illuminava quel poco che serviva.

Vidi che la zia prese una mano di Atem.

La stringeva fra le sue.

 

La notte si inoltrò.

Arrivò mezzanotte e tutte e due eravamo ancora svegli.

“chissà perché è diventato un delinquente”

Vidi che lei spostò lo sguardo su di me.

“non ne ho idea. Non so nemmeno come abbia fatto a introdursi”

“è stato qualche anno fa. Non vuole nemmeno che tu sappia. E’ successo quella volta che siamo andati in giro assieme per Domino e siamo capitati davanti a un bar, da li è cominciata la sua trasformazione”

“proprio da lì. Non è possibile”

“perché che è successo lì?”

“perché anche suo padre ha intrapreso la sua carriera quando era giovane da quel bar. Ma quando mi ha conosciuto ha smesso”

“e poi che fine ha fatto?”

Forse mi stavo intromettendo troppo perché non mi rispose alla mia domanda.

Sentii che cominciò a piangere e strinse la mano del figlio.

“scusami. Non volevo”

“io spero solo di non rimanere sola. Atem è l’unica cosa che mi rimane”

Mentre la stavo guardando piangere vidi una cosa strana.

Sembrava quasi che la mano di Atem si muovesse per stringersi intorno a quella della madre.

Si era davvero un miracolo! Non stavamo sognando.

“guarda la mano di Atem! Si muove”

Alzò lo sguardo e vide la mano che si stringeva sulla sua.

Pianse ancora ma di gioia.

Aprii la porta e chiamai qualcuno. Nessuno mi dava risposta quindi andai a cercare io stesso.

Andai fino alla fine del corridoio e ne trovai una che stava mettendo a posto dei quaderni.

“venga presto!”

“cosa succede?”

“Atem si sta per svegliare!”

“cosa te lo fa pensare? Ormai è andato.”

“ha mosso un po’ la mano. Ne sono sicuro”

“vengo a vedere”

Portai l’infermiera dentro.

Vide che era vero quello che gli avevo detto.

Probabilmente non ci credeva nemmeno lei al suo risveglio.

Corse fuori e ci disse che tornava fra qualche minuto.

 

Durante la notte venne il dottore a vedere l’accaduto.

Verso mattina avvenne il totale risveglio.

Atem aprì gli occhi e ci mise un po’ a focalizzare chi eravamo.

Il dottore aveva detto che era per il fatto che è da molto che era in coma.

Adesso bisognava che si rimettesse a nuovo e per questo ci voleva qualche settimana.

Fui felice e quando uscì il dottore gli saltai sul letto e lo abbracciai.

“che felice che sei”

“perché sei tornato fra di noi! Avevo paura che te ne fossi andato”

“bè però se fossi andato sarei stato bene su un isola alle Hawaii!” – disse facendo una battuta

“spiritoso! Però adesso mi devi fare una promessa”

“che promessa?”

“tipo quella che ti ho fatto tempo fa! Prima che tu finissi in prigione e che finissi qui”

“prima avevo tenuto le dita incrociate ma penso che ora riesca a mantenerla”

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Capitolo 15
*** EPILOGO ***


CAPITOLO 15

 

Finalmente era uscito dall’ospedale.

Certo aveva ancora un problema. L’ergastolo e i polmoni messi male.

La settimana prossima doveva tornare in tribunale per il riesame.

Speravo solo che non tornassi in cella. Proprio in quel luogo ho avuto la caduta.

A casa rimasi in camera mia.

Avevo la porta chiusa e guardavo fuori dalla finestra. Un punto molto lontano da dov’ero.

Pensavo al giorno dopo.

Sapevo che i miei compagni erano stati fatti trasferire nei loro paesi di origine.

Di sicuro appena tornavano i loro genitori piangevano di gioia. Da quanto avevo capito quasi tutti erano scappati.

Qualcuno bussò alla porta

“e permesso?”

“vieni”

Era mia madre con Yugi.

“tesoro stai bene?”

“si. Sto bene”

“a cosa stai pensando?”

“penso solo a domani. Spero solo che non mi rinchiudano”

“bè domani ti diranno. E poi pensa che hanno seguito tutta la tua malattia quando eri in ospedale. Quindi di sicuro non tornerai in cella”

“speriamo”

“semmai rimarrai qui con me. E così potrò controllarti per vedete se mantieni la promessa”

“perché non ci credi?” – dissi sorridendo

“visto che quel giorno mi avevi riso dietro no!”

“malfidente!”

“tu di più!”

E ricominciò ancora la lotta all’ultimo cuscino.

Io veramente ero cambiato. Adesso mi ero reso conto che stavo rischiando la morte.

Si può dire che è stato un converti mento veloce, ma che però è riuscito.

Non sono più quello di prima.

 

All’indomani in tribunale.

Ero in piedi davanti al giudice. Tremavo.

Forse gli altri se n’erano accorti visto che l’ultima volta avevo un volto di sfida verso il giudice.

I giurati dovevano entrare a momenti. Poi avrei saputo la mia condanna.

Ma perché non si sbrigano? Mi stufo a stare in piedi io!

Finalmente entrarono. Il giudice suonò la campanella e prese su di se tutta l’attenzione.

Dietro a me le persone che erano venute a vedermi, inclusi i miei parenti.

Mamma! Ma cos’ero io? Il concorrente di un reality show?

E come se non bastassero c’erano pure le telecamere. Ogni tanto qualcuna si avvicinava alla mia postazione e volevano come entrare nella mia testa.

Quanto le odiavo!

“allora. Visto gli eventi precedenti, siamo giunti alla conclusione che al signor Atem Misawa, che è in causa per i suoi reati, i  quali non stiamo qui ad elencarli altrimenti facciamo notte”

E meno male.

Adesso muoviti però!

“siamo giunti alla conclusione che non tornerà in cella visto la sua situazione, ma che starà qui in Giappone ai domiciliari. E che poi dovrà svolgere delle attività sociali”

Meglio de niente! Credevo peggio.

 

Qualche anno dopo..

“Yami vuoi un aiuto?”

Disse il ragazzino che era corso in aiuto del più grande

“no grazie. C’è la faccio da solo!”

“ma è troppo pesante per te! Dai fatti aiutare!”

“no c’è la faccio!” – il ragazzo cadde. E con lui tutto il contenuto della scatola

“stai bene?”

“si si sto bene. stai tranquillo. Ohi. Ora dovrò rimettere a posto tutto!”

“ti aiuto io!”

“va bene”

“ragazzi smettetela di giocare!”

“giocare? Ma se io stavo mettendo a posto questo scatolone? È Yugi che gioca!”

“ragazzi venite su. È pronto!”

“arriviamo subito!” – dissero in coro i ragazzi

Il nonno allungò una mano sulla spalla del nipote per poi dire

“poi dopo rimetti a posto è!”

Il ragazzo annuì.

Andarono di sopra dove si presentava davanti a loro una bella tavola imbandita.

“siete sempre gli ultimi!”

“colpa sua che mi dà sempre incarichi prima di cena”

“e per farti responsabile sai”

“si lo so”

Mi sedetti a tavola.

 

Dopo mangiato mi sedetti sul divano.

Peccato che domani è il mio ultimo servizio al centro anziani. Mi stavo affezionando a tutti quei vecchietti.

“domani finisci il servizio vero?” – disse il nonno

“si”

“bene così dopo domani potrai aiutarmi più ore in negozio”

“si”

Venne Yugi a sedersi vicino a me. Si raggomitolò su se stesso e si mise vicino a me.

“sono contento che tu abbia mantenuto la promessa”

“perché? Aveva una scadenza? D’ora in poi non vale più?”

“una promessa vale per sempre sai!”

“lo so! Stavo solo scherzando!”

Forse dopo questi pochi anni avevo conosciuto meglio Yugi. Avevo conosciuto anche i suoi amici ed erano delle persone meravigliose.

Mia madre ha portato le nostre cose qui in Giappone e perciò potevamo tornarci poche volte.

Mi mancavano le mie nonne, ma per fortuna le potevo vedere presto visto che ci era arrivato l’invito per il matrimonio di mia cugina.

Ovviamente dovevo andarci con la scorta. Una noia visto che ormai avevano capito che mi ero redarguito. Ma queste sono le regole.

Non vedo l’ora di vederle e leggere sui loro volti la felicità.

Sperando che nel mio futuro non ci siano complicazioni respiratorie..

 

THE END

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E siamo arrivati alla fine di questa storia. Spero che non abbia deluso questa fine. Voglio ringraziare chi ha letto e/o recensito questa storia fino a qui!

Alla prossima storia!

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