Il mio destino lo decido io.

di Micettina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Iris ***
Capitolo 2: *** Insicura ***
Capitolo 3: *** Verità ***
Capitolo 4: *** Confronto ***
Capitolo 5: *** La mia casa ***
Capitolo 6: *** Due mesi dopo ***
Capitolo 7: *** Delusa ***
Capitolo 8: *** Decisioni ***
Capitolo 9: *** Problemi ***
Capitolo 10: *** Una serata diversa ***
Capitolo 11: *** Termine ***
Capitolo 12: *** Chiudere qualcosa ***
Capitolo 13: *** Spagna ***
Capitolo 14: *** Noi ***
Capitolo 15: *** Decisa ***



Capitolo 1
*** Iris ***


Scontro con una bimba.

Era una mattina come un'altra, avevo passato la settimana a preparare e organizzare le cose per il matrimonio ed anche se le sorelle di Andrea erano super presenti non erano mia madre o mio padre facendomi avere un vuoto nel cuore, con un bacio sulla guancia ad Andrea mi faccio una doccia veloce e dando una pettinata ai capelli miele unendo tutto faccio una coda alta, apro l'armadio e prendo i soliti jeanz scuri e camicia bianca, degli orecchini rotondi bianchi e senza trucco mi avvio a scuola. Parcheggiata la macchina di fronte al portone prendo lla borsa e chiudo lo sportello quando appena dopo solo un paio di centimetri si apre la porta e mi si butta addosso una bimba, era impaurita e smarrita che per un' attimo mi sembra di rivedere me quando mi dissero che ero rimasta sola. Era una bimba molto bella, capelli biondi, lisci e occhi grandi e neri. Mi abbassò piegandomi con le gambe e facendolole un sorriso accogliente vedevo i suoi occhi tristi, soli..e feriti. Lei mi guardava senza dire una parola con il visino abbassato e le difese alte, le sfioro leggera la guancia con il profilo di una mia mano e le dico:

  • Piccolina, ciao. Primo giorno scommetto..

Non parlava ma sento la sua manina che stringeva la mia poggiata sulla gamba mentre con l'altra mi indicava dietro di lei qualcuno cosi mi alzo da chinata che ero e vedo un uomo. Mi era già capitato di incontrare bei ragazzi ma tutti mi lasciavano indifferente, con nessuno mi ero sentita mancare i fiato incrociando altri occhi, con nessuno mi ero sentita...diversa.
Lo analizzavo,  capelli neri come lei ma ricci e degli occhi azzurri come il cielo in una giornata d'estate splendente, fisico allenato. Il suo sorriso mi faceva sentire solare, il sorriso mi attraeva facendomi arrossire..che diamine mi prendeva ?!
con Andrea..già, Andrea ! Io stavo con lui, io..amavo lui, pensare a lui, a noi dove era tutto regolare, preciso, previsto mi aiutava a tornare nella realtà, a far tacere quella cosa e usare la testa, come ero io usare la logica e non i sentimenti al di fuori di ciò che era sicuro. 
Eppure con la giacca nera e sotto una camicia bianca con dei pantaloni neri simile ai jeans era giovane per essere un padre.. “forse lo zio, o il fratello. “ pensavo, d' improvviso dice alla bambina :

  • Clara ! Dove scappi?

Si avvicina e la prende in braccio rimanendo a fissarmi con la piccola che fissava nei suoi enormi occhi neri il mio viso, mentre le si stringeva nel suo collo, avevo le guance in fiamme..avere i suoi occhi cosi blu chiarissimi da vicino mi faceva sentire..male. Che cosa stavo provando ? Che..emozioni erano ? si era creata una sorta di chimica che non provavo con gli estranei. Cosi stringendo la borsa ancora di più tra le mani inghiotto la saliva e domando :

  • Primo giorno di scuola?

  • Si..si ecco lei è Clara. Io sono Max, Fix.

  • Piacere, stia tranquillo, ci penso io a lei.

  • E' molto gentile. Ciao, tesoro, fai la brava e ci vediamo dopo.

Mi da la piccola dopo averle dato un bacio e averla stretta che appena viene nella mie braccia si attacca come una scimmietta, entrate in classe la siedo nel banco pieno di giocattoli accarezzandole i capelli morbidi e profumati mentre vado nella scrivania per finire il lavoro che avevo lasciato in sospeso..dopo neanche un minuto mi sento tirare il braccio cosi abbasso la testa e la vedo con i suoi occhioni scuri impaurita che cercava il mio aiuto, facendomi stringere il cuore le poggio la mano sotto il mento e le dico :

  • Piccola, non vuoi giocare ?

Si scuote la testa e si arrampica nel mio collo, la prendo e sedendola nelle mie gambe le do un foglio e dei colori per disegnare mentre la cingo per il piccolo corpicino e le dico :

  • Oh..eccoci qui.

Era palese che aveva perso qualcuno, ricordare anche se erano passati anni mi provocava ancora il magone e gli occhi lucidi, anche io alla comunicazione di essere orfana mi ero chiusa, parlare voleva dire affrontare, affrontare significava accettare..era tutto un meccanismo che mi portava capire che i miei genitori erano..morti e mi ci era voluto tempo e fatica per farcela, anche per quello ero cosi legata ad Andrea..lo avevo avuto sempre, da..sempre. Facendole un sorriso la lascio giocare con i miei capelli mentre io lavoravo, dopo un po' le dico :

  • Vuoi scendere e giocare un po', Clara ? Qui vicino..a me.

Con un bacio sulla guancia prendo una coperta dall'armadietto e la stendo per terra vicino a me con qualche giocattolo..finita la lezione saluto i bimbi e rimango con Clara..era di una dolcezza infinita quella bimba. sapere bene come alcune volte il dolore ti impedisce anche di parlare..perché se parli ti sembra tutto reale e il dolore ti sembra impossibile da sopportare, ciò aveva instaurato un legame immediatamente. Giocammo per un'oretta e si fecero le 2:00, dopo qualche minuto che avevo finito di sistemare i banchi e l'aula mi stavo sciogliendo la coda che mi aveva provocato un forte mal di testa e con gli occhi chiusi mi massaggiavo le tempie seduta sopra la mia scrivania mi sento osservata, uno sguardo intenso, desideroso, mi giro ed era il padre della bambina cosi arrossendo per la seconda volta prendo Clara in braccio e uscendo dalla classe la scendo ma con le punte delle dita che per sbaglio si sfioravano ecco che sento nuovamente quel bruciore, un calore che scottava, mi sento ustionata ma mi piaceva. Mi percoreva tutto il corpo quella scossa e dal suo sguardo potevo giurare che aveva provato la stessa cosa anche lui..ma decisa a non pensarci mentre massaggiavo le tempie lui guarda la piccola e mi dice :

  • Potrei parlarle un minuto, soli ?

  • Aspetti.

* Lisa, ci pensi tu ? Certo. - Grazie. *
 

Entrati nella classe mi vado a sedere dove ero prima, sto per prendere la mia solita bustina per le emicranie quando lui si avvicina di fronte al mio viso e posandola sulla scrivania invade la mia gola che brucia ma che fa perdere la mia stabilità il suo profumo..per un attimo chiudo gli occhi cercando di concentrarmi ma lui ne approffitta per poggiare le dita sui lati delle mie tempie e dirmi :
   " Posso ? - Cer-to..sa quello che fa, vero? "
Se avrei detto di no sarebe stato ancora più strano, più rossa di come ero non potevo certo diventare, ma le sue labbra erano troppe vicine cosi decido di andare al punto e bevendo un pò d'acqua gli domando :

  • Cosa le viene Clara ?

Non diceva nulla, guardava solo nella grande finestra che c'era nell'ufficio bagnata dalle gocce di pioggia che stavano cadendo e poi con le mani in tasca si appoggia nel muro. La luce debole mi faceva da perfetta lente d'ingrandimento per il suo viso..cosi bello, quegli occhi assurdi e penetranti, ei capelli neri pieni e...e il corpo * Devi finirla..smettilaa ! * una vocina nella testa sedendomi nella poltrona di fronte a lui mi dice :

  • Sono suo padre.

  • E sua...moglie ?

  • Mia moglie è morta da un anno ormai, con Clara erano unitissime e da allora lei non parla.

  • Se posso, le parli di sua madre, i ricordi...pian piano spariranno e li avrà bisogno di lei.

  • Grazie, grazie mile.

Se ne va con un sorriso che non potevo negare mi faceva battere in modo irregolare il cuore e sudare freddo..

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Capitolo 2
*** Insicura ***


Appena entro a casa butto la borsa e la giacca nella sedia accanto al divano che vedo Andrea, era in cucina a preparare il sugo per la pasta lui come sempre stava venendo a darmi il solito bacio gentile e premuroso ma io in quel momento volevo altro, volevo la passione, il bruciare, provare anche con lui e per lui tutto quello che aveva smosso dentro il padre della bambina in me.
Quasi correndo mi alzo dal divano e raccolgo il suo viso tra le mie mani e lo bacio con tutta la voglia che avevo e la forza sopratutto intrecciando la lingua alla sua, sbottonandogli la camicia inizio a baciarlo ovunque..lui era confuso cosi mi ferma e mi chiede con stupore nel viso :

  • Che ti succede ?

  • Voglio solo fare l'amore..con te, ho so-l bisogno di T-e.

Guardandolo negli occhi ma rivedevo quell'uomo desiderando che fosse li.. Andrea spegne i fornelli e ritornando da me mi bacia ; per la prima volta con prepotenza, con ardore strappandomi la camicia con i bottoni che cadevano a terra..prendendomi in braccio mi posa nel divano e i suoi baci invadono tutto il corpo mentre ripeteva che mi amava e mi desiderava..ma io non volevo parlare, volevo solo usare il mio corpo e il suo buttando tutta quella giornata e non ritornarci più.
Eravamo nel divano, nudi con solo una coperta nera addosso appoggiata nel suo petto che conoscevo da sempre, il solo e unico. La mia testa era appoggiata sentendomi al sicuro e protetta, lui con la mano destra mi accarezzava la nuca e i capelli e l'altra era intenta a giocare nella mia schiena nuda e scoperta.
Ero nel mio mondo perfetto, un mondo ideale che conoscevo e di cui mi fidavo, ero di nuovo me stessa..sentendo quelle sensazioni che mi davano sicurezza e che il mio cuore non temeva..quando Andrea mi dice :

  • Ora mi dici cosa ti è successo, amore?

  • Una nuova bambina, non ha la mamma e..non so.

  • Credo proprio che questo sia il momento giusto per darti una cosa..aspetta.

  • O...k.

Prendendo la sua camicia annuso il suo profumo con gli occhi chiusi ma immediatamente l'odore intenso di pino di Max si sostituisce a quello di Andrea quando mi era entrato senza permesso nella gola, sbattendo la testa nel cuscino mi alzo e sto per farmi una doccia ma vedo qualcosa nelle mani di Andrea mentre viene verso di me cosi curiosa mi siedo nel divano e lui si siede accanto a me e allora con le game incrociate lo guardo e lui mi dice :

  • Questo è tuo, o per meglio dire..della tua famiglia.
Nonostante fossi adulta, ed erano passati anni.. era sempre diffiicle, se pur c'è l'avevo fatta non sempre era stato facile, tante lacrime versate, vuoti mai riempiti ed ero cosciente che non avevo mai cercato altre storie perché Andrea era tanto, troppo, tutto..per me. Con gli occhi lucidi lo guardo portandomi i capelli indietro e balbettando dico :
  • ​Mia ma-dre..?  Perché c'è l'hai tu ?
  • Mio padre me la dato tempo fa e...pensavo che potevo bastare io come medicina al tuo dolore fino ad..ora.

  • Sai quanto..quanto ti adoro, ver-o ?

  • Mai quanto ti amo io..faccio due passi, amore.

  • Grazie..

Tenevo quel diario tra le mani, accarezzandolo tremavo per l'emozione, era di pelle marrone sgualcita dal tempo chiuso un cinturino nero e un cuore al centro grigio, ero curiosa, finalmente potevo conoscere mia madre e mio padre attraverso le sue parole, inizio a leggere passando quasi tutta la sera ed era come se le stavano proiettando una pellicola in cui ero la sola spettatrice e loro i protagonisti, rivedevo leggendo le frasi e le pagine di mia madre il momento in cui lui si era dichiarato a lei , quello in cui lei aveva capito di amarlo come mai aveva immaginato e sognato..e il giorno della loro prima volta per scoprire che aspettavano me, le lacrime di mio padre accarezzando la pancia di mia madre..ecc.
Mi escono due lacrime che erano un misto tra gioia e tristezza..quando ad un certo punto leggo una pagina dove c' era una frase scritta apposta per me.

* Bambina mia, sei cosi piccola e fragile ora..spero tanto che quando sarà il momento che il tuo cuore sceglierà chi amare sarai felice. L'amore non è facile, calmo..sereno ma tutto l'opposto. Ricordalo, ti amiamo *

fu' il tassello che mi mancava per rendermi conto che non potevo diventare la moglie di Andrea se prima non capivo se era semplice novità o quell'amore che mi ero negata e scelto la sicurezza. Poi a fine pagina leggo il mio nome :

* IRIS *

Tesoro, se leggi questa pagina è perché il più caro amico della nostra famiglia ha mantenuto la sua parola..cioè di proteggerti e darti una famiglia..avrei voluto tanto essere con te in tutti questi anni, starti vicino, vederti crescere ma non è stato possibile. Quello che ti posso dire per aiutarti in questo momento è di seguire sempre il tuo cuore..potrà fare male, farti sentire matta e confusa ma dovunque ti porterà non rimpiangere niente, ama, ama con tutta te stessa ! E ricordi ;  le complicazioni ci rendono forti, le lotte ci rendono tenaci e combattere per la propria felicità è un tuo diritto..ricorda che sei nata libera. Sii felice, io e il tuo papà saremmo sempre con te, fieri di tutto ciò che sei diventata o diventerai.

 

Le lacrime mi scorrevano sul viso..sentivo mia madre vicina per la prima volta e mi mancava terribilmente. Dopo un po' ecco che torna Andrea a casa..appena lo vedo lascio cadere il diario nel divano e corro con la sua camicia addosso buttandomi tra le sue braccia dicendogli con le lacrime sul viso * Grazie * con lui che mi da un bacio...tenendomi stretta rimaniamo nel divano fino ad addormentarci.
Arricciando il naso apro l'armadio e con le mani appoggiate nei fianchi osservo il contenuto ma era il solito, cosi prendo dei pantaloni neri di jeans, una maglietta con mille fiori colorati e i capelli sciolti..degli orecchiini neri e via a scuola.
Erano le 8:00 ed ero in ritardo, corro subito in classe ed ecco una ancora pochi bambini, sistemata stranamente non vedo Clara, ma dopo una decina di minuti sento la voce di Max, " Basta ! " a bassa voce lo dico mentre ritorna il viso vampare di caldo, faccio  un lungo e grosso sospiro vado davanti alla porta ad attendere Clara quando mi trovo di fronte Max, i nostri occhi si incrociano e io mi sento quasi mancare, il suo sguardo era fisso sui miei occhi. 

Per allentare la situazione prendo Clara e le do due baci sulla guancia e lei mi abbraccia stretta stretta..era impossibile non amarla, dopo aver salutato lui la scendo giù e lei va in classe correndo ad aspettarmi seduta nel suo banchetto, stavo per andare quando Max prende i miei polsi, sentire le sue mani mi fa arrivare il cuore in gola, si accende una fiammata. Respirando o almeno pensando che stessi respirando mi giro e gli dico :

  • Dimmi Max..

  • Ti posso..parlare, Iris ?

Il modo che aveva di pronunciare il mio nome...ah ! Era..qualcosa che mi sembrava assomigliasse a un fiore, un fiore unico, speciale e bellissimo, con molta molta..molta fatica inghiotto la saliva accumulata e guardando dei documenti che avevo in mano per non guardare i suoi occhi mi giro e dico :

  • Di cosa..?

  • Di quello che ci sta succedendo. Di..me e te.

  • Te lo dico io cosa succede, NIENTE ! 

Quella arrabbiatura era per me, avevo superato il limite da me imposto, la mia decisione di non farmi travolgere da quel ragazzo e dalle emozioni che mi buttava addosso ogni volta..ma arrabbiarmi ERA un'emozione, volermi avvicinare al suo viso e volere un suo bacio un'altra Emozione ; voler Sentire la sua mano posata nel mio viso l'ennesima..emozione insieme al calore.
Rientro in classe un po' scombussolata mentre lui se ne andava ma ora dovevo ritornare concentrata e lucida al mio lavoro, volevo riuscire a far fare amicizia a Clara, altrimenti sarebbe rimasta isolata e non sarebbe stato di aiuto, cosi la prendo in braccio e le dico accarezzandole il viso :

  • Senti, Clara..che ne dici se proviamo a fare amicizia con i tuoi compagni ? Lo faresti per me?

China la testa e cosi rimetto il banco come era il primo giorno...accanto a una bambina di nome Amanda, era la più sveglia e giocherellona della mia classe, speravo che ciò l'aiutasse, ogni tanto la guardavo e le andavo vicino, la mattina passa in fretta quasi in complotto con l'appuntamento che mi attendeva, si fanno le 14:00 e incominciano a venire i genitori a prendere i bimbi, quando mi chiamano in direzione per rispondere al telefono, vado ed era Max che mi chiedeva se potevo accompagnare Clara a casa .
Spiegandomi la strada mi avvio, dopo mezzora di strada ecco che arrivo in una casetta fuori città..colorata e piena di piante e alberi..con un laghetto e un grande pino dietro un'altalena..era la casa dei miei sogni. Clara mi prende per la mano e mi porta davanti alla porta, arrivati busso e mi apre Max, mi stava chiedendo di rimanere ma non gliene diedi il tempo e me ne vado subito a casa.

Passavano i giorni, le settimane e le ore e i sentimenti che prima erano incrollabili e ferme per Andrea cedevano sempre di più, ricambiare ogni gesto amorevole che ricevevo dal mio fidanzato era difficilissimo da fare e gli occhi di Max non mi abbandonavano, prepotente..deciso a liberarsi, trovando il giorno e la scusa perfetta per uscire fuori ed esplodere, ma parte più dura era la notte, dormire con un uomo che mi stringeva a sé come la cosa più importante al mondo mentre per me non era cosi, non più. 
Ormai la piccola Clara veniva accompagnata in classe da una mia collaboratrice e Max ormai era sparito..ma una mattina appena fatta sedere nel banco Clara stavo andando a chiudere la porta quando dal vetro vedo una scena che per logica e per come stavano le cose non mi avrebbe dovuto infastidire, toccare minimamente e importare ma non era cosi; Max stava flirtando con una mia collega, lei..rideva, il sorriso spensierato che si ha quando un bel ragazzo che ti piace ti punta.
Gli sfiorava il braccio, mi sentivo nervosa, come un pugno veloce allo stomaco  ma ecco lui che vedendomi cerca una mia reazione e gli da un bacio sulla guancia e accarezzando il suo viso, mi fissa ! Ma io chiudo la porta e mi rimetto a lavorare non guardandolo nemmeno, mi ripetevo che era tutto a posto ; che..non era successo nulla ed ero quasi sposata. 
Ma dentro mi sentivo un po' rotta..ammaccata, ma perché ? Non dovevo..NON POTEVO !

La giornata era finita, ero sola nell'ufficio a sistemare dei documenti per conto della direttrice che ecco fuori inizia a piovere..il tempo sembrava incazzato. Ogni tuono e lampo era sempre più forte, potente, assordante ; * Accidentii ! * esclamo, cerco velocemente di sistemare il tavolo con i documenti, le penne..ecc, poi metto l'impermeabile e posando la borsa nella spalla schiaccio l'interruttore della lue e sto per chiudere la porta, l'asilo era tutto buio, silenzioso e quasi..triste che eccolo ; Max.
Aperta la porta di vetro d'entrata e uscita dell'asilo mi spuca dava ti, aveva un impermeabile grigio tutto bagnato, i suoi capelli neri ricci ricci che gocciolavano, mi guardava senza dire nulla..pochi secondi che ecco ci troviamo con i nostri fiati uniti, il suo che sapeva di menta sulle mie labbra..la pioggia cadeva dai capelli sul mio petto con il cuore che batteva impazzito..quasi uscisse dalla camicia.

* Ma..x. Non..possiam - *

Era inutile, prima che finivo la frase chiudiamo gli occhi entrambi e la sua bocca rapisce la mia. Le gocce di acqua aspra e fredda cadono a catinelle dai capelli di lui nel mio viso, quelle labbra tanto desiderate ora non la smettevano di baciarmi, di amarmi..di volermi ! Non mi ero mai, MAI sentita cosi..viva, come in quegli istanti. Non avevo mai saputo cosa volesse dire amare e provare un fuoco che ti incendia fino ad allora..sentirsi completi solo con una carezza, solo essere guardati da due occhi blu puri.
Ma mentre le mie mani tiravano la sua camicia e lui il mio corpo ritorno nella realtà con il cellulare, vibrava dalla tasca dei pantaloni, con la perfezione di quel momento..la pioggia..lui..noi due e quel bacio era tutto nostro ma non era vero.
Con dolore mi tolgo bruscamente mentre le sue mani divise tra il mio viso e il mio collo non vogliono lasciare ma devono, vedo il display che illuminato
* ANDREA * e cosi mi accorgo che erano le 09:00 e io non avevo nemmeno avvertito facendolo preoccupare e tradendolo..un verme, ecco cosa ero ! Mi sistemo il cappotto e riprendendo la borsa caduta a terra dico solamente :

  • Dovrai dimenticarmi, sarò solo l'insegnate di tua figlia.
  • Sai che non posso.

Scappo fuori appena lui se ne va, arrivata a casa ero tutta bagnata per la pioggia cosi buttando la borsa a terra e l'impermeabile vedo Andrea, era seduto e stava lavorando al PC, andando da lui concentrato che neanche mi aveva vista prendo il suo viso tra le mie mani bagnandolo tutto gli do un bacio ma non c'è la faccio a continuare. Non riuscivo a continuare a fingere, a baciarlo fingendo amore, fare l'amore fingendo di volere lui, dirgli ti amo quando non era cosi..lui lo capisce e ritenta di baciarmi ma io mi tolgo bruscamente cosi lui stufo con le mani poggiate nella sedia mi dice :

  •  Cosa ti succede ?
  • Nien-te, stanca..meglio che vad-
  • NO !
Lo avevo ferito, si era accorto che ero cambiata, che qualcosa non andava in me cosi con le mani mi prende il polso e non posso fare a meno di voltarmi ma non posso evitare nemmeno di tenermi dentro le lacrime, che appena lui mi sta per abbracciare esplodono in una frase che lo uccide dentro :
         - Io non ti amo più ! -
 

 

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Capitolo 3
*** Verità ***


Ero certa che lo avevo amato, un tempo ero stata innamorata di lui ma poi l'amore era diventato sicurezza. Sicurezza che lui era vivo, sicura che avevo ancora una famiglia, sicurezza di potermi appoggiare in una persona senza che mi avrebbe fatto del male, e non arrivando l'amore brutale e bruciante che avevo trovato in Max non mi era importato di cercarlo finendo per scambiare i sentimenti.
Non riuscivo a pensare di perdere tutto e rimanere sola ma ora non riuscivo a smettere di amare, desiderare e volere stare con Max, dentro di me era cambiato qualcosa, provare anche solo per pochi istanti quelle emozioni potenti e che bruciavano ancora sulle mie labbra mi aveva reso impossibile fingere. 

Eravamo stati in silenzio per un paio di minuti poi io decido che devo andarmene da li, devo stare sola ma Andrea non si rassegna cosi con la morsa delle sue mani che facevano male sui miei fianchi impaurita gli urlo :

  • Andrea, io amo un' altro !

Non potevo credere a quello che avevo detto, io amavo Max..lo avevo buttato fuori, cacciato dal petto e dalla gola sentendomi libera di respirare, ora ! Ma un attimo dopo mi rendo conto che avevo spinto il pugnale ancora più a fondo nel suo cuore. Lo sguardo che mi aspettavo e immaginato, che faceva paura..capace di tutto senza limiti con le mani che erano strette sulle braccia che mi faceva male , grido :

  • Mi fai male, Andrea !
  • ​Lo conosco ?! Lo visto ? 
  • ​No.

Lasciandomi le braccia con le mie guance bagnate e impaurita   mi volta le spalle con le mani in tasca, sapevo che piangeva anche se non lo faceva sentire, si meritava delle spiegazioni ma non voleva ascoltarmi e lo capivo. Cosi prendendo la borsa e la giacca me ne sto per andare ma prima volevo dirgli qualcosa ma lui mi zittisce :

  • Andre-

  • VATTENEe...vattenee !

Appena sono quasi arrivata alla porta lui tira un vaso contro il muro e cosi scappo con le lacrime che mi scendevano dal viso, via da quella casa e da quella stanza. Andando nel primo albergo che trovo prendo una stanza qualsiasi e vado su. Appena entro in stanza chiudo la porta e cado a terra..che cosa avevo fatto ?! Avevo perso tutto..l'affetto più importante che avevo avuto, la sola famiglia e gli avevo fatto un male maledetto ! Mi odiavo..scoppiata a piangere senza sosta..mi addormento.
Sveglia chiamo a scuola dicendo che prendevo una settimana di ferie e vado a lavarmi il viso..poi chiamo Max, la mia decisione era stata perché mi ero innamorata ma comunque non sarei tornata indietro * Tin..tin..tin.. Iris ?*

  • Si..sono io.
  • ​Hai la voce strana, stai bene ?
  • No..M-
  • Ti aspetto.
Chiudendo la cornetta faccio più in fretta che posso, la sola cosa che volevo era vederlo..messa in moto la macchina mi avvio verso casa sua, cercavo di superare, di aumentare la velocità ed eccomi. Busso la porta e lo vedo che mi apre la porta, non era certa di sapere cosa fare..lo guardavo mentre stavo li, sulla soglia della porta..ma poi ecco che prende le mie mani e tirandomi mi stringo nel suo petto riprendo a respirare dicendomi:
  • Sei bellissima, ma anche triste.
  • Entriamo?
Chiude la porta di casa dietro di me tenendomi stretta con un braccio mentre io pensavo al modo e cosa dirgli. Avvolta tra il suo corpo seduti nel divano mi sentivo meglio, guardavo i suoi occhi rivedendo il cielo limpido e sereno che adoravo e che durante il giorno era forte..poi mi sfiora la guancia ridandomi la scintilla e il fuoco dentro il mio petto facendo sobbalzare il cuore dandomi la certezza che avevo fatto bene. Ora non avevo più paura.. guardando per terra gli dico :
  • Ieri ho lasciato Andrea..sto male e faccio schifo però..non potevo ama-re te e stare con lui.
Dicevo quelle parole a fatica per paura e per emozione, finito di dirle abbasso il viso ma lui abbassa il suo e baciandomi come una ragazzina al primo bacio delicato e teneramente il viso si alza e la sua mano si poggia nella mia guancia mentre mi dice sorridendo :
  • Sei proprio..un angelo, ti amo anche io. Promettimi che non te ne andrai più.

Le sue dita sulle mie labbra ridano calore al viso bianco e stanco e con un sorriso mi lascio prendere le labbra..e cullarle..insieme al mio corpo che si stringeva nel suo petto muscoloso e forte. Poi mi viene in mente Clara cosi mi stacco e gli dico:

  • Aspetta..

  • Ti preoccupa Clara ?

  • Si. Mi preoccupa come reagirà quando capirà di noi due.

  • Ieri quando sei scappata ho pensato a tutto. Stravolgere la mia vita, la tua, Clara, pensavo che senza il tuo sorriso, i tuoi occhi, la tua risata potevo continuare a vivere..come prima ma..niente è come prima e non voglio che lo torni ad essere.

  • Quindi è cio che vuoi ? 

Mi rilascia un bacio morbido e mio..fin quando non inziamo a preparare la cena.

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Capitolo 4
*** Confronto ***


Era una cosa che gli dovevo, a lui e alla nostra storia, non mi aspettavo situazioni o reazioni positive, anzi, sentivo di meritarmi qualunqe cosa mi avesse detto..cosi apro lo sportello della mia vecchia decapottabile bianca e salgo mettendo in moto.. verso casa di Andrea.
Pochi chilometri che mi pento di non averli fatti a piedi cosi da arrivare dopo tanta strada ma ora ero li. In piedi di fronte al nostro appartamento, anzi, il suo..avendo ancora la chiave la inserisco e giro la maniglia per entrare..sperando solo una possibilità..dirgli che per quanto male gli avevo fattto non lo avevo ingannato..ma appena faccio due passi e chiudo il portone superata l'entrata e le scale varco l'arco e lo vedo, eccolo li, sul divano con un bicchiere di liquore in mano.
La casa era piena di oggetti rotti, libri e vestiti..a terra..ovunque, bottiglie svuotate nel salone sparse, la camicia alzata fin sopra le braccia..accasciato nel divano, sembrava dormisse cosi mi siedo vicino a lui ma subito apre gli occhi e cade il liquore e ghiaccio rovesciandosi tutto sul pavimento di legno, i suoi occhi..per un attimo mi sentii una morsa nel petto dolorosa..li avevo visti felici, innamorati di..me, delusi dal padre, ma mai rotti ed era per colpa mia. 
Senza potermi trattenere a bassa voce mi escono due parole :

  • Mi odio..

  • Possiamo anc-
     

No..no, stavo peggiorando le cose, diamine ! Togliendomi dalla sua carezza ormai sentendola con enorme affetto ma senza sentimenti diversi corro su e salgo le scale, cercando di essere svelta e veloce metto quello che posso in una borsa enorme e sto scendendo le scale..ero alla porta mezza aperta ma eccolo che mi raggiunge e tirando il bicchiere di vetro contro il muro mi fa paura. Si avvicina cercando di baciarmi ma io mi tolgo..il suo viso cambia, la sua calma e ubriachezza sembra sparita e...diventa cattivo..balbettando e con gli occhi bagnati gli dico :

  • Ora mi odi, anzi, forse mi odierai per sempre e lo accetto. Ma hai ancora la tua vita..hai t-

Viene verso di me con l'alito che gli puzzava di alcol e mi prende per le braccia..facendomi male mi grida cercando di baciarmi :

  • La mia vita eri TU !
  • N-o..nooo !
La mia mano vola sul suo viso stampandogli le cinque dita..ma non molla..anzi, la morsa delle sue mani si fa più forte facendomi davvero male..e con l'alito che puzzava si avvicina ad una orecchia e mi sussurra :
 
  • Fino a ieri abbiamo fatto l'amore anche se non mi amavi..fallo anche ora !

Piangevo, ripetendogli di finirla..tiravo anche pugni sul suo petto e cercavo di liberarmi ma nei suoi occhi non c'era spazio alla tenerezza, alla pietà o un ricordo di come lo conoscevo..di colpo ecco che si apre la porta con un calcio..scaraventando Andrea a terra ai piedi delle scale, lasciandomi libere le braccia. Era Max, evidentemente non si fidava di quello che poteva succedere e mi aveva seguita..e ne ero felice visto come era finita..le braccia mi facevano male e avevano i segni delle sue mani che un tempo mi proteggevano e ora mi strittolavano..ma Andrea era conciato peggio di me, Max era pronto per avventarsi su di lui furioso, ma lo riesco a calmare e a fermarlo per fortuna. Sapevo che mi voleva proteggere ma gli avevo già fatto male a sufficienza , non volevo che lui gliene facesse altro. Avrei voluto rimanere, aiutarlo a rimettersi ma forse stavo solo peggiorando le cose cosi prendo le mani di Max e c'è ne andiamo via..appena fuori l'appartamento prendo i nostri visi e facendo combaciare gli occhi dico :

  • Ohi, ohi ! Guardami, guarda..sto bene. Giuro !

  • Ti ha messo le mani addosso..se ne pentirà !

Ritorniamo a casa e vedo che Ma x strano, cosi sento che devo mettere in chiaro quella situazione e sedendomi nel divano aspetto che lui si mette vicino a me e dopodiché facendo un grosso respiro e fiduciosa in quello che avevamo trovato gli dico :
 
  • Forse è giusto chiarire una cosa. Lui farà sempre, e per sempre parte della mia vita. Sarà il mio migliore amico, mio fratello..ma l'unico, il solo che amo, con tutta me, sei Tu, Tu e solo TU !

Avevo gli occhi lucidi, e il cuore fermo..per quanto assurdo, i suoi occhi fissavano il pavimento, mentre i miei erano sul suo viso, sapevo che non potevo fare nulla a parole, cosi butto la borsa nel pavimento e lo bacio con tutta la passione e il fuoco che l'amore mi provocava..finalmente ricambia stringendomi a sé e mentre con una mano mi accarezzava una guancia e i capelli gli dico :

  • Puoi..accettarlo ?

  • Direi di si.

Dopo avermi fatto un sorriso che mi rimetteva sempre a posto dentro ci baciamo e stiamo stretti fino a ora di cena. Seduti nel divano aveva preparato della camomilla e stavamo bevendo tranquilli mentre parlavamo della nostra vita...del dolore che il nostro cuore racchiudeva in una parte isolata, Max aveva una moglie morta, una bambina senza madre..e un grande amore, che solo una volta nella vita ti capita di trovare che gli aveva dato tanto.
Dalla mia parte c'era un matrimonio annullato a causa sua anzi nostra, dei genitori morti e mai conosciuti se non era per quel diario dato da Andrea la sera che avevo conosciuto Max a scuola..che a pensarci mi sembrava un tempo cosi lontano mentre erano passati solo poche settimane forse..un mese. Alzandomi dal suo petto appoggio le mani sopra la sua; lui mi accarezzava i capelli che cadevano in avanti per via del mio viso abbassato..dopo averci pensato e sicura della mia decisione gli dico :

  • Senti, Max. Io ho preso una decisione definitiva..

  • Ti ascolto, piccola.

  • Voglio sistemare la casa dei miei genitori, ristrutturarla se necessario e vivere li, da sola.

Non parlava, non mi diceva nulla..mi continuava ad sfiorare solo le ciocche fine e soffici che erano i miei capelli quando mi alzo dal divano e guardando le loro foto mi viene un magone..pensavo, e continuavo a pensare..chiedendomi perché non dicesse nulla ma ecco che posa la tazza sul tavolo di legno scuro al centro del soggiorno e mi accarezza il collo fermandosi nelle spalle con le mani mi dice :

  • Se sei sicura ti aiuterò, come meglio posso. Ma posso chiederti..perché ? Pensavo che mi avevi detto che è abbandonata da anni, amore.

  • Grazie, sei..sei davvero fantastico.  Vedi, c'è stato un tempo in cui io ho amato Andrea, solo che ad un certo punto ho pensato che l'amore era quello, affetto, riconoscenza, abitudine ma era solo per non stare sola e ora...devo vedere com'è stare sola. Mi capisci ?

  • Si, ti capisco. Ma sappi - facendomi un sorriso mi bacia il naso, le labbra e il collo mentre mi dice - che verrò sempre da te, ti soffochero con il mio amore.
  • Non chiedo altro.

​Dopo aver cenato Max mi accompagna a casa dei miei genitori..avevo cambiato cosi tante cose in due mesi, che ora dovevo e volevo vivere sola..inoltre io, Andrea e Max eravamo adulti e se con sofferenza e dolore sapevamo gestire la situazione, a poco a poco ma Clara era una bimba e dovevamo proteggerla. Appena arrivati nel portone della casa che da fuori sembrava cadente e crollante Max mi dice:

  • Vorrei rimanere con te, solo per alcune ore..se ti va bene.

  • E Clara?

  • Ho chiamato la baby-bitter .

  • Allora ne sarei felice..uhm.

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Capitolo 5
*** La mia casa ***


Ero abituata a sapere descrivere cosa provavo eppure ora no. Vedevo quella casa all'esterno in stile vittoriano, bellissima con vetri disegnati di angeli e colori, un alberello di mela piantato nel giardino piccolo e recintato da una ringhiera bianca mostrava un tavolo e il prato un po' rovinato ma d'estate un paradiso..ma la mia parte preferita che mi fece fare un sorriso stupidino fu l'alberello di ciliegio appena sbocciato enorme che con le sue foglie che ventolavano dal vento metteva un profumo addosso dolciastro ma amaro anche. Immaginavo le sere d'estate dopo cena mangiando un gelato con quel vento sui capelli o sul viso.. ma poi guardo le mura e rimanendo sorpresa sembrava addirittura che qualcuno avesse dato una mano di pittura e ristrutturato tutto ma non poteva essere..era un'idea assurda ! Guardando il mio viso perplesso Max mi stringe la mano e mi guarda rassicurandomi, io sorrido e lui mi da un bacio sulla guancia, aprendo il portone d'ingresso si leva in aria una polvere enorme, ora era davvero strana la cosa, anni ad essere abbandonata e..niente ragnatele, niente mura e pareti rovinate o spaccate..?! ma..che diavol-o..* Qualcuno ha..ci abita ?! * lo dico ad alta voce cosi Max rimasto davanti al portone si avvicina e cingendomi per la vita mi dice :

  • Ci sarà una spiegazione, vedrai.

  • E io so a chi domandarla.

  • Vengo co-
​Bloccandolo con un bacio appena umido sulle labbra e una mano sul suo cuore lo guardo un pò smarrita un pò furiosa ma piena d'amore e di passione e dico :
  • Ti..potresti fidarti di me ?
  • Troppo tardi, lo fatto già insieme al resto.
Prima che andava via da un sorriso dicendomi quella frase ecco che mi avvolge con la passione e con il calore che mi rimetteva a posto insieme al modo che aveva di guardarmi..diventiamo una cosa sola, fin quando non rilascia il mio viso e mi dice :
  • Ecco, cosi so che tornerai da me presto.
  • Ci vediamo a cena..e comunque quello..sempre.

Prima di andare dal padre di Andrea volevo vedere le stanze, se sembravano appena uscite da un catalogo di rivista o erano un po' rovinate come sarebbe stato logico essere. Sentendo sempre di più il nervoso che saliva le stanze erano..perfettamente pulite ed ordinate. Il salottino piccolo accanto a uno studio era con dei mobili appena comprati lucidi e profumati..le finestre aperte e lucide brillanti quasi dai raggi del sole. Corro quasi e arrivo in cucina, era bellissima..piena di banconi a forma di ferro di cavallo con il piano di marmo nero disegnato e i cassetti bianchi di legno sotto..un frigo di ultima generazione e un fornello da chef con sei fornelli..mi sembrava tutto cosi..assurdo ! Mi piaceva tutto..ma proprio tutto..era esattamente la casa che avrei voluto e i mobili che avrei scelto ma perché ? E chi ? La possibilità che fosse il padre di Andrea stava svanendo visto che non era normale che il padre del ragazzo che viene mollato pochi giorni prima di sposarsi fa un regalo del genere..NON è POSSIBILE !
Per gli anni dell'adolescenza e dell'infanzia lo avevo considerato un padre, voluto bene come tale, sentito tale, ma crescendo capii che per lui io e Andrea non eravamo altro che proprietà, come le migliaia che aveva sparse, da cui voleva risultati e profitti..decisi dalla sua volontà ovviamente.
Cosi finito l'università mi missi a cercare lavoro ed ecco che lo trovai nell'asilo e in quel modo si finirono i contatti con lui..ma dopo un'ora e mezza eccomi, arrivo all'interno e con i miei tacchi e quelli degli utimi dipendenti riecheggivano nell'aria facendomi contare i vari piani ma arrivati a 10 la mia mente stava andando a fuoco.
Mi trovo davanti al bancone, una signorina aveva delle cuffie nere con auricolari che parlava, nelle labbra strapiene di rossetto rosso fuoco e un talier nero aderente elegantissimo, le sue scarpe sembravano di due metri facendomi dire * Pazza..* attirando la sua attenzione nel modo decisamente sbagliato, con la voce seccata dalla mia presenza mi dice :

  • Le serve un'indicazione, per caso ?

  • Oh, che gentile. Mi serve solo sapere dove si trova l'ufficio del capo.

  • Lei è..

  • La figlia, Iris. Grazie uhm..Dolly.

Ridendo soddisfatta di averla messa a suo posto salgo le scale enormi e infinite fin quando analizzando tutti i nomi delle targhe in oro attaccati nelle porti degli uffici trovo il suo. Busso e subito sento la sua voce seria, autoritaria da uomo d'affari super impegnato che dice :

  • Iris, entra pure.

  • Ciao, papà.

Con il suo completo nero seduto nella poltrona non mi guarda nemmeno, era il solito uomo snello con degli occhi verdi chiaro e i capelli bianchi a raso..seduta nella poltrona nera gli dico :

  • Faresti meglio a prenderti del tempo e annullare tutto, dobbiamo parlare.

  • Si, dobbiamo parlare. Accomodati.

  • C'entri qualcosa con la casa ristrutturata ? I mobili nuovi..?

  • Si. Ti crea qualche problema ?

  • Sei..tu..tu sei..assurdo ! Decidi, organizzi..e procedi senza consultare nessuno, senza discuterne con nessuno..con ME !

  • Ascoltami ragazzina, negli affari non c'è spazio per le gentilezze, la calma o prendersi tempo..o mordi o ti mordono.

  • Affari ?! Stai parlando della casa dei miei genitori !! I tuoi amici, ora vedo perfettamente quello che diceva Andrea, non hai cuore.

  •  Cosa vuoi ?

  • Sapere perché e quanto.

  • Un prestito concluso. Tu eri solo un prestito che ho fatto ai tuoi genitori ma non includeva mio figlio. Non eravate..adatti, e avevo ragione alla fine, a quanto vedo. Lo hai lasciato, no ?

* Brutto bastardoo ! * gridando gli mollo una sberla, le dita erano impresse nel suo viso, me ne stavo per andare ma prima gli dico :

                                                    * Andrea sa che per lui ci sarò sempre, ma per te sono morta *

Me ne vado da quel grattacielo con le gambe rotte, sperando di poter respirare fuori da li. Seduta nella enorme fontana rotonda mi butto un po' di acqua nel viso e me la passo sui polsi. Come un stupida ingenua per anni avevo pensato che non fosse il mostro, l'insensibile e senza cuore che Andrea descriveva, che esagerava solamente..ma invece guardando i suoi occhi freddi, le sue parole taglienti come una lama perfettamente lucida e pronta a uccidere mi resi conto della verità.
Portandomi le mani sulle labbra scoppio a piangere ma ero determinata a ridargli tutto il denaro che aveva speso, pur non avendo idea di come fare, appena fui sicura che avevo riipreso il controllo vado direttamente a casa di Max, parcheggiata la macchina mi asciugo gli occhi e pulisco il naso, dopodiché suono il campanello e immediatamente mi viene ad aprire la mia piccolascimmietta..facendomi dimenticare tutto per un secondo mi fa sorridere mentre si teneva stretta stretta al mio collo e io ricambiavo con un bacio sulle guance rosee e i suoi occhi color mare..bellissima.
Dopo un attimo scende e mi stringe la mano con la sua piccola e tiepida facendomi sedere nel divano..comoda nelle mie gambe accarezzavo i suoi capelli e li annusavo, profumavano di miele ed erano mrodibi come..schiuma, lei voleva giocare con me e mi mostrava i suoi disegni..ma la mia mente era altrove, per fortuna dopo un po' ecco che dal corridoio lo vedo, aveva un grembiule sporco di pomodoro..una camicia bianca che si intonava alla perfezione con i capelli scuri e dei pantaloni neri, viene verso Clara e prendendola in braccio le dice * Andiamo a lavarci le mani ? * sorridendo scende dalle braccia di Max e corre come una lepre permettendo a Max di sedersi accanto a me e darmi un bacio che mi fa sentire a casa, tranquillizzandomi per poi dirmi :

  • Allora, cosa hai scoperto ?

  • Potresti solamente..abbracciarmi ?

Mentre lui mi teneva accucciata tra le sue braccia cercava di calmarmi, di farmi respirare visto che non ci riuscivo..con le mani nelle guance sposta i capelli mischiati con le lacrime dalle labbra e dal viso e poi inizia a darmi tanti piccoli e teneri baci, nella fronte poi nel naso, negli occhi e infine mi prende le labbra e mi rida l'ossigeno che mi serviva per parlare. Vedere quello sguardo, il suo sguardo mi faceva credere ogni volta che sarebbe andato tutto bene...che potevo scalare una montagna. Ora calma, sua..ridendo gli dico :

  • Grazie, mi serviva esattamente questo.

  • Uhm, davvero..? Forse posso fare di meglio allora..

  • Ah ah ah, non ne dubito.

Vedevo che non domandava, non chiedeva..forse aveva rinunciato per via della mia reazione, non voleva rivedermi sconvolta come attimi primi probabilmente ma ora stavo meglio, con lui che mi teneva stretta a se rilassati nel divano potevo raccontargli tutto.
Alzo il viso con il resto del corpo immobile comodo tra il divano e le sue gambe diviso e lasciando che la sua mano continuasse ad accarezzare i miei capelli gli dico :

  • Io ero solo il suo * prestito * che ha restituito ai miei genitori, tenendomi con sè. Mi spiace solo per Andrea ( a quel nome sento il suo corpo che si irrigidisce e i muscoli tesi cosi mi si forma un groppo in gola e stavo per terminare li ma poi capisco che devo essere me stessa ) lui è diverso da quel verme !

Non parlava, mi osservava solamente, uno sguardo dolce, arrabbiato ma non con me sembrava, e umido..mi prende il viso tra le sue grandi mani dandomi la pelle d'oca di freddo come sempre e mi dice cambiando il tono di voce ;

  • Ti ho già detto che ti amo ?

  • Uhm..forse..ma me lo puoi ricordare.

Io sorridevo ma lui aveva ancora quello sguardo serio, convinto a convincermi...quando mi dice :

  •  Penso che tu sia..straordinaria in ogni sfera. Ormai pensavo che era finito. Tutto..finito, ma tu con quel bacio e questi occhi mi hai ridato il cuore, l'ossigeno, la vita..l'amore.

Facendomi commuovere riusce a farmi capire che non avevo bisogno di quell'uomo, dei suoi soldi, del suo aiuto, tutto quello che mi serviva era proprio accanto a me, in quel preciso istante, finiamo di cenare e io ero curiosa di andare nella mia casa e con la calma dare un'occhiata cosi visto che era ancora presto con un sorriso faccio una carezza a Clara e le dico :

  • Tesoro, che ne dici se andiamo in un bel posto ?

Con i suoi occhioni abbassa la testa e Max mi dice in sottovoce * Sicura ? - Certo..*  cosi sparecchiata la tavola mettiamo le giacche e ci avviamo..da casa di Max distava almeno più di un'ora di macchina ma visto che io adoravo camminare era perfetto per me.
Facendo un respiro butto fuori e apro lo sportello per scendere prendendo Clara in braccio..stavolta dal pavimento non sale nessun alone di polvere, messa la piccola giù inizia a correre per la casa come una piccola lepre come la chiamavo io ridendo felice da una stanza all'altra ma a me invece cade lo sguardo sul camino che stava appena si entrava con due poltrone e un divano piccolo, una piccola libreria appoggiata al muro..vado verso le foto e ne prendo una in mano, una donna e una bambina..come se mia madre fosse li accanto a me potevo percepire la sua essenza..sfiorando le immagini con le dita a bassa voce sibilo * Mamma..* ed ecco Max che mi abbraccia per i fianchi tirandomi con dolcezza al suo petto e immerge il viso tra i miei capelli, sbucando da dietro il collo delicatamente mi dice :

  • Tu e tua madre ?

  • Si..penso. Non ho mai visto le loro foto..come erano fatti, se gli assomigliavo..pensavo avrebbe fatto troppo male, un male non accettabile.

  • E' normale. Anche io lo fatto quando è morta mia moglie, ma è sbagliato.

  • Si..lo sto capendo ora.

  • Vi assomigliate davvero molto..sei bellissima come lei, sai ?

Ridendo insieme continuavo a vedere le altre foto e insieme commentavamo le assomiglianze, le differenze...gli stessi gesti, il sorriso..ecc. Si fece sera e Clara si era stancata a sufficienza per addormentarsi nel divano, prendendo una coperta negli armadi delle stanze da letto gliela metto addosso e la lascio dormire, mentre con Max preparavamo la cena, con il frigo pieno di roba.

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Capitolo 6
*** Due mesi dopo ***


Due mesi erano passati. Passate a pulire, riportare i vari mobili che non volevo al padre di Andrea ed a disdire il matrimonio, fortunatamente non avevo fatto ancora molto quindi a parte qualcosa di poco mi era andata bene.
Andrea era sparito e io non lo avevo chiamato,  "Ogni cosa ha bisogno del suo tempo " cosi diceva la frase dell'ultima pagina del diario di mia madre, e per il dolore provocato tempo ne occorreva molto ma lo accettavo, intanto mi vivevo la mia storia d'amore che andava benissimo e mi riempiva di felicità, emozioni, fuoco..lo amavo ora non avevo alcun dubbio. 
Anche la sensazione di non sentirmi a casa, a mio agio era sparita, togliere i mobili e sostituirli con altri trovati in cantina dopo averli puliti e rimessi a nuovo era stato il primo passo, con Max era come se convivevamo, lui era sempre da me con Clara e rimaneva a dormire anche ma anche se alla mia cara amica le sembrava assurdo non avevamo fatto l'amore ancora, non perché non ci desideravamo a vicenda anzi ! Ogni suo bacio, morso al collo o sguardo mi sembrava che mi incendiasse..ormai era dentro di me, il sapore, l'odore era incollato sulla mia pelle e nel mio sangue e ne ero felice.
Ma...pensavo anzi...avevo paura che ciò anche se avrebbe completato tutto poteva anche rovinarlo, inoltre dovevo ancora trovare una soluzione al problema di dare i soldi spesi per la ricostruzione della casa ma non avevo idea come tranne una soluzione.
Ma era la mia intera vita e dovevo pensarci molto, molto bene..cosi seduta nella poltrona del mio ufficio giocando con la matita pensavo, sommersa dai pensieri bussano alla porta facendomi tornare alla realtà e cosi dico :
  • Si ?
  • Iris ?
  • Ehy, vieni..vieni.
Sorridendo e alzandomi dalla sedia vado a stringere in un abbraccio la mia amica Noel. Lei era la sola che mi era rimasta nell'asilo, appena saputo che avevo lasciato Andrea e sopratutto il motivo tutti mi avevano fatto terra bruciata intorno e per come la vedevo io era per non aver avuto il coraggio di lasciare una cosa finta per una vera, pochi hanno nella vita questo coraggio.
Nessuno mi aveva chiesto come mi sentivo, se era stato facile per me, se avevo rimorsi, sensi di colpa, o altro sapevano solo giudicare tranne lei..lei con i suoi capelli corti a striscie blu e occhiali neri aveva ascoltato i pianti, aiutato nel trasloco, a pulire facendoci tante risate e scoprendo una persona meravigliosa che ormai era diventata una sorella.
Cosi seduta di fronte a me mi domanda :
  • Trovato ancora niente ?
  • Qualcosa, si ma dovrei rinunciare a ... tutto - non potevo evitare di commuovermi guardando ogni foto con i miei studenti, ogni momento importante, il mio primo giorno li impaurita ma che c'è l'avevo fatta essendo li ora. Asciugo gli occhi e portandomi i capelli miele da un lato del collo poggiandoli nella camcia bianca dico - questo.
Mi viene accanto e accarezzandomi la spalla mi fa un sorriso in modo da rassicurarmi e mi dice :
  • Io verrò con te, o starò. Insomma, qualunque cosa decidi ti appoggerò.
  • Come hai sempre fatto, topa.
  • Siamo amiche, no ?
Alzando il viso in aria sognante con un sorriso mi fa tanto ridere, sempre cosi divertente e sulle nuvole..ma dovevamo lavorare cosi se ne va. Passa la mattinata e io ho bisogno di vederlo, di avere un suo abbraccio cosi prendo la borsa e guardandomi allo specchio mi rimetto il rossetto rosso e prendendo la giacca nera sistemo la camicia e pettino i capelli con le mani e chiudo l'ufficio.
Salendo nel taxi dopo dieci minuti ecco che arrivo, distava poco l'asilo dagli uffici di Max. Pago l'autista ed entro nell'enorme grattacielo di vetro pieno di avvocati e apprendisti, i pavimenti bianchi e il bancone della reception nero, mentre i miei tacchi facevano eco ma era la normalità visto dove la grandezza di dove mi trovavo, ecco che sono negli uffici di Max. 
Sapendo il piano salgo fino al 2° con le scritte in argento fisse sulle porte, i giovani avvocati mi guardavano con sorrisetti compiaciuti, avevo una  gonna nera che come ogni vestito mostrava le mie curve cosi come la camicia bianca elegante di seta il seno rotondo se pur piccolo...insomma sorrido abbassando il viso che sono arrivata dal mio Max.
La porta era aperta e si sentivano delle risate, turbandomi la scena che vedo busso :
  • Disturbo ?
  • Amore...che fai qui ?
Non riesco a sentire la sua voce, la sola cosa che vedo era una bionda con gambe altissime e un sorriso compiaciuto. Mi sentivo come un leone che combatte per mantenere il controllo del territorio, le lancio uno sguardo di ricambio e prendendo con la mano i capelli del mio uomo lo bacio piena di passione e amore, facendola scurire in viso.
Ma ecco lui che ha un viso imbarazzato, strofinandosi il naso mette una mano in tasca ridandomene uno leggero toccandomi le labbra appena mi ferisce. Avanzando un braccio in avanti mi presenta quella giraffa mentre mi dice :
  • Iris, lei è il mio capo, la signorina Mils.
  • Buongiorno. 
  • Salve.
Rivolgo il mio sguardo a Max sperando che dicesse di si alla mia proposta. Ultimamente non ci vedevamo spesso dato il mio lavoro, il trovare quei soldi e la sua promozione che non arrivava che gli toglieva ore ed ore da me, dal nostro tempo, cosi sfiorandogli le dita dico :
  • Andiamo a pranzo ?
  • Vorrei tanto, ma devo ancora dettagliare un caso.
  • Certo, un caso..ciao !
Un tempo non sarebbe stato cosi. Possibile in pochi mesi era cambiato cosi tanto, la sua voglia e desiderio di stare con me anche solo a vedere un film distesi nel divano ? A ridere bevendo un bicchiere di vino cucinando ? Preferiva lavorare piuttosto che me, amareggiata vado verso casa ma mentre sto camminando un tacco della scarpa finisce in un buco e si rompe.
Sto per cadere per terra ma un braccio mi fa da appoggio prendendomi in braccio con un leggero imbarazzo mentre gli dico :
  • Cosa fa ?!
  • Lo presa in braccio.
  • Si..lo vedo ma non le ho dato il permesso.
  • Ecco ! 
Mi fa sedere in una panchina e lui accanto a me, tenevo la scarpa in mano e capendo di aver esagerato mi volto e vedo dei capelli dorati e occhi marroni dicendogli :
  • Scusi, ho..esagerato prima.
  • Beh, uno sconosciuto la prende in braccio, è piuttosto leggera sa ?
  • Ah ah ah, sa, lei è proprio divertente. Ma ora devo andare.
Con un fischio chiamo un taxi che arriva, lui se la rideva ma io salgo e lui mi chiude lo sportello dicendomi :
  • Neanche tu scherzi, schianto e divertente. A presto
  • Ciao.
Arrivo a casa, stanca cosi mi tolgo i collant e la gonna mettendomi la camicia e la tuta nera..mangiavo patatine e cercavo di usare la TV per spegnere il cervello almeno per attimi..pochi attimi erano meglio di nulla.
Era l'una del mattino e mi ero appissolata nel divano..mi alzo e sistemandomi i capelli mi guardo in giro ma non c'era niente, nessuno..mi stavo preoccupando cosi prendo il cellulare e compongo il numero di Max.
Suonava, suonava ancora quando ecco che aprono la porta di casa ed è lui. Ero furiosa, cosi con il telefono in mano sbattendolo e agitandomi gli urlo :
  • Uno squillo !! Neanche un messaggio, niente..! 
  • Scusami...dovevo avverti-
  • SI, dovevi ! 
Ora non volevo guardarlo, sentirlo, con le mani appoggiate in una sedia mi sentivo ferita, si avvicina e stringendomi per i fianchi mi inizia a riempire di baci sul collo ripetendomi :
- Scusa, scusami..  per poi dirmi :
  • Ascolta, domani ti prometto che prendo un permesso e ti dedichero tutto il giorno.
  • E' una promessa ?
  • Si..la cosa più importante sei tu.
Con le mani fra i suoi capelli sentivo che era il momento giusto, il momento perfetto..cosi con le mani che tremano sbottono la sua camicia, cade a terra mentre le mie mani si posano sul suo viso e le mie labbra affondano sulle sue.
A sua volta toglie la mia alzandola su per la testa mentre i miei capelli sono tra le sue mani, poi afferrandomi per i fianchi in una morsa mi alza su e andiamo in camera da letto..era sopra di me, il suo fiato e respiro li sentivo miei..il mio cuore non aveva mai amato cosi tanto, facciamo l'amore come un cuore, un corpo solo.


 

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Capitolo 7
*** Delusa ***


Il sole era caldo. Il mio busto era poggiato lateralmente nel materasso potendo osservare meglio il viso di Max, il suo braccio era sotto la mia pelle stringendo il mio fianco, mi potevo abituare a notti cosi..risvegli cosi..la felicità era in ogni parte della mia mente, il cuore sentivo che stava per esplodere per quanto era pieno.
Ma appena penso di poterlo baciare senza svegliarlo e sono con le labbra ad un centimentro dalle sue ecco che ad occhi chiusi le muove e mi dice :
  • Sei un sogno..
  • Ad occhi chiusi..certo.
Con un sorriso li apre e avvicinando il mio corpo appiccicato con il suo mi dice :
  • Come dicevo, sei un sogno.
  • Non ricordo di essere mai stata cosi felice.
La sua mano si ferma nella mia guancia e mi da un bacio, tenero, morbido, labbra piene e profumate..ma un suono che odiavo interrompe il tutto, il suo cellulare. Togliendosi le coperte di dosso si alza dal letto e camminando a piedi scalzi mi dice :
                -  Aspetta..  - Presto..! -
Quel suo sguardo, quel farmi sentire completa, viva, piena..era ancora li, ancora mio ! Senza poter smettere di sorridere rimango sotto le lenzuola, i miei capelli color miele erano ormai lunghi fino a metà schiena, alzando il cuscino in alto sulla testata di ferro poggio la testa, non potevo fare a meno di fissare la sua schiena muscolosa, lui si porta i capelli neri indietro con la mano e risponde :
                  -  Pronto ? Capisco, si..si arrivo. A dopo -
A quella frase arrivo sembrava che m davano un pugno nello stomaco, me lo aveva promesso, diamine ! Una giornata solo per me..solo mia.
Come se niente fosse mette in tasca il telefono e si sta mettendo i pantaloni, scurendomi in viso aspetto che lui si volta indietro e mi dicesse qualcosa. Dopo qualche minuto lo fa..mi basta guardarlo negli occhi e non lo riconosco, chi era l'uomo che amavo ? Dove era finito il suo mettere al primo posto me ? per noi due e la nostra famiglia ?! Vedevo ora solo un uomo in carriera, un'uomo d'affari a cui interessava solo quello..alzandomi dal letto vado in bagno..lui posa la mano nel mio braccio e sta per dire qualcosa ma incavolata nera e imbestialita glielo tolgo e con tono acido gli dico :
  • Vai ! Il lavoro ti aspetta, no ?
  • As-
- Bom - sbatto la porta del bagno chiudendola nella faccia di Max, mi ero solo illusa ? mi ero fatta film e sogni da sola..? Se fosse stato come un anno prima avrei avuto terrore al pensiero di rimanere sola, confusa pensando di non avere nessuno da amare accanto o che mi amasse ma ora non era cosi.
Ero cambiata, ero una donna forte, indipendente ma soprattutto decisa ad non accontentarmi più nella mia vita ma non volevo ancora perdere l'uomo che amavo, la nostra vita e ciò che avevamo.
Faccio una bella doccia, metto un vestito bianco e delle scarpe nere, uscendo fuori il vento mi fa stare bene, meglio..cammino fin quando non arrivo a scuola..entro nel mio ufficio e posando la borsa inizio a lavorare con un cumulo di carte e documenti.
Bollette da pagare, rate e altro..e io non avevo idea di come fare a saldare i conti ! Inoltre gli iscritti diminuivano per un nuovo moderno e aggiornato asilo nido che mi faceva concorrenza..come dovevo uscire da quella situazione ? Passa la mattina quando vedo un vassoio con due bicchieri di cappuccino fumante e due cornetti e lei, la mia topina. I suoi occhiali da nerd e il suo sorriso mi facevano ridere di solito ma quella non era giornata, lei poggia tutto sul tavolo e si siede di fronte a me..volevo parlare e chiaccherare ma avevo troppo da fare quando lei mi dice :
  • Oggi non dovevo sostiturti ?
  • Già.
Vedeva che ero con il viso basso a firmare e raggruppare e sistemare fogli in schedari cosi gira e sedendosi di fronte alla finestra mi toglie tutto e mi molla il cappuccino nelle mani e mi dice :
  • Bevi e parla.
  • Devo fare tante c-
  • Aspetteranno, tu conti di più per me.
Non riesco a trattenere le lacrime pensando che quella frase la volevo sentirmela dire da Max, sentirmi più importante e in cima dal mio fidanzato.. cosi con le dita asciugo gli occhi e gli dico :
  • Ecco perché sono qui, per Max è il lavoro che conta di più.
  • Vuoi che lo uccido ? Dimmi di si e lo mando in ospedale con - Ahtà-  in ospedale..tesorino.
Fa una mossa di karate, la sua fissazione facendomi ridere ma poi ecco che suona il cellulare e ci salutiamo, lo prendo ed è lui, Max..il cuore batteva forte, accellerando sempre di più, i miei sentimenti e l'amore per lui erano sempre più veri e forti ma i suoi ? Quella domanda mi tormentava e mi blocca fin quando non sento la sua voce che mi chiamava :
  • Iris ? Amore, ci sei ?
  • Si..si, dimmi.
  • Ho dimenticato una cartella rossa a casa, potresti prenderla e portarla ? Mi salveresti la vita.
  • Ok, a dopo.
Chiudo il telefono e dicendo a qualcuna di sostituirmi prendo la borsa e mettendo la giacca tra le mani vado a casa, entro e cerco la cartella, guardo in giro e finalmente sulla scrivania del salone la vedo..sto per metterla in borsa ma vedo una scritta -  New York - cosa..? Voleva dire un possibile trasferimento..?
Mi sentivo ingannata, presa in giro, richiudo la borsa e apro la porta chiudendola appena in strada, salgo nel taxi e do l'indirizzo, non sapevo cosa avrei fatto o detto ma volevo delle risposte.
Arrivata salgo direttamente negli uffici, appena sto per entrare in quello di Max ecco che mi sento salutare con una voce squillante e felice di vedermi :
          - Ciao straniera ! -
Mi metteva allegria quel ragazzo, sempre a scherzare e giocare, saluta dei colleghi e viene verso di me. Vestito in modo classico, passo sicuro e sorriso brillante..appena è di fronte a me mi dice :
  • Sei venuta per me ?
  • Ah ah, uhm..no. 
  • Oh..no..no un dolore al cuore.
Fa finta di avere dolore al petto contorgendosi facendomi divertire, ridendo gli dico :
  • Ah ah ah, ripeto sei un tipo divertente signor ?
  • Tu molto..molto sexy invece direi, Fin. Fin Genk.
  • Iris, piacere.
Mentre ci stringevamo la mano e ridevamo ecco che si apre la porta di Max, con lui che esce..il suo sguardo era geloso, possessivo e infatti mi tira a sè e mi da un bacio prendendo pienamente le mie labbra rilasciando il mio corpo dicendomi :
  • Ciao amore. Fin.
  • Ciao Max. Vabbè, torno al lavoro..ci vediamo Iris.
  • Si..ci..si vede.
Cosi se ne va e io entro con la porta che Max chiude dietro me, senza parlare di quel ragazzo esco dalla borsa la cartella rossa e gliela butto nella scrivania nera lucida ma ignora quella mia reazione, viene da me e incrociando le braccia nella mia vita mi fa poggiare il sedere nel bordo della scrivania togliendo quello che c'era.
Inizia a baciarmi il collo, le labbra ma non potevamo risolvere tutto facendo l'amore cosi mi tolgo, mi sistemo il vestito e cammino per la stanza, poi con le mani poggiate nei fianchi gli dico :
  • New York ?!
  • Cosa ?
  • Ho visto la cartella, Max ! Cosa vuol dire ?
Prende tempo, segnale negativo. Poi sedendosi nella poltrona di fronte a me mi guarda e per alcuni secondo lo ritrovo, il mio Max. Mi accarezza con la punta il viso e mi dice :
  • Siediti..vieni. 
Vedeva che ero indecisa cosi aggiunge - Per favore, Iris - e cosi faccio, mi siedo di fronte a lui. 
 

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Capitolo 8
*** Decisioni ***


  • New York è solo una possibilità.
  • Che però tu vorresti, giusto ?
​Non me lo negava nè lo ammetteva, conoscevo questo gioco..prendere tempo. Mi alzo, dovevo riflettere un attimo senza averlo di fronte e cosi vado a fissare l'intero muro di vetro dove potevi vedere tutta la cittò, stare sola ecco cosa dovevo fare quindi mi volto e gli dico :
E'  meglio che sto da sola, ci vediamo stasera, giusto ?
Guarda che io ti amo ancora.
 
​​Abbasso il viso e cercando di non piangere ma sentendomi rassicurata gli do un bacio e riesco solo a dirgli  - A stasera - 
Uscita da quegli uffici mi metto a camminare e pensare, avvertivo dal vento leggero e tra il caldo e il fresco e tra qualche giorno sarebbe entrata la primavera ufficialmente, si vedeva dalle foglie verdi e non più gialle, dalle farfalle che svolazzavano sopra i fiori, dalle persone che si avevano tolto gli indumenti pesanti e passavano alle cose a mezza stagione.
Mentra passeggiava per la banchina e passavo da negozi di vario tipo ecco che passo un negozio di capelli quando mi fermo andando indietro con le gambe e ridendo appena pensando che quello che mi ci voleva era un..cambio, si ! Un taglio per la precisione, una pazzia ? Forse ma dovevo fare qualcosa, solo per me..entrata esco dopo mezzora e da capelli miele chiaro e lunghi mi ritrovo capelli corti a metà collo biondi e ondulati..mi piaceva tanto quel nuovo look.
Arrivo a casa, pensavo di essere sola ma invece ho il tempo di chiudere la porta che la mia dolce bambina con la sua vocina e i suoi capelli boccolosi mi si avventa addosso e si aggrappa con le gambe ai miei fianchi, dondolandola la bacio, mi era mancata tanto..davvero tanto. Lei ci rendeva una famiglia, era la nostra casa, era..mia figlia ormai, alzando il visino la guardo sorridendo mentre lei gioca con i miei capelli e io le dico :.
  • Ecco qui la mia scimmietta.
Era stata due settimane dai nonni paterni, ed ora eccola qui. Mi guarda con il suo sorrisone e il profumo di buono e le domando :
  • Ti sei divertita ?
  • Uhm uhm.
La scendo dandole un bacio e lei corre in camera sua a giocare..ma appena mi tolgo le scarpe e sono con una per la mano e l' altra tolta ecco che suonano alla porta allora salgo i due scalini d'ingress e apro la porta che vedo lui ; Fin.
Era con la camicia bianca appena aperta e la giacca nera e pantaloni, mi prende in giro con i suoi capelli senza gel biondi e il sorriso mi dice :
  • Ci vedremmo qualche volta senza scarpe nel mezzo ?
  • Beh, sono una donna, ma potrebbe capitare. Non dovresti essere al lavoro ? 
  • Si, infatti mi manda Max. Hai dimenticato questo.
  • Ah, la giacca. Entra..entra.
Posa la giacca in una sedia e poi chiude la porta mentre io ero a piedi nudi, mi avvio verso la camera da letto ma prima di varcare l'arco che portava nelle camera gli dico :
                - Mi cambio e arrivo. -
Metto dei jeanz aderenti e comodi e una T-shirt avana..appena entro nel salone ecco che lo trovo con gli occhi sull' orologio che mi prendeva in giro ma io strizzando gli occhi gli passo accanto per andare a sedermi nel divano e dico :
  • Guarda che io sono la campionessa in carica di Puntualita.
  • Oh oh..mi inchino, mia regina.
  • Smettila, buffone..ah ah ah ah.
Seduta nel divano con dei cuscini sotto una gamba e le braccia poggiate nel divano gli tiro un cuscino rosso ridendo, lui lo afferra al volo e viene a sedersi vicino a me, verso un pò di vino rosso per me e lui e con il viso basso ma dovevo domandare, cosi senza girarci intorno alzo il viso e gli dico :
  • Sai qualcosa di New York ?
  • E' la sede per chi sarà il nuovo Direttore, so che..
  • Parla ! 
  • So che Max sta lottando per averlo..che sta prendendo tutte le cause e processi pur di impressionare il nostro capo e vincere il posto.
  • E tu..? Non vuoi vincere ?
Non era nuovo ciò che mi aveva detto, sapevo del suo impegno a lavoro, ma non immaginavo che era un sogno cosi tanto desiderato da Max, però ora capivo le ore piccole, gli straordinari, i lavori senza fine di casi e cause, deglutendo a fatica e non sapendo nemmeno se potevo parlare butto giù il vino per la gola quando viene correndo la mia bambina, aveva il pigiama bianco e i capelli davanti al viso che sventolavano..nascondendosi stringeva la mia gamba e fissava Fin. 
La prendo in braccio sedendola nelle mie gambe e guardandola accarezzo le sue ciocche ondulate e bionde le dico :
  • E questa piccola non dorme ?
Senza dirmi nulla intimidita da Fin scuote la testa e la getta nel mio corpo sprofondandola, ma ecco che Fin facendo la faccia a pesce palla riesce a farla ridere, a farla aprire e rompere la sua timidezza, inizia a raccontarle una storia mentre lei piano piano si addormenta nel mio corpo accucciata, Fin mentre io guardavo quanto bella stava diventando, quanto la amavo ormai eccolo che allunga le braccia e portandomi delle ciocche dietro l'orecchia un brivido come un tuono e mi dice :
  • Rilassati, la porto io a nanna.
  • Grazie, la prima porta a destra.
Mi verso dell'altro vino quando ecco che ritorna, si siede e mi dice :
  • Ti somiglia, sai ? Bella, timida, un sorriso da..paura.
  • Grazi..e.
  • Per risponderti a prima, si anche io vorrei vincere come tutti ma..tutto sta a vedere cosa si vuole vincere.
  • Sai, non capisco quando parli sul serio o quando scherzi.
Il modo di fissarmi dicendo quell'ultima frase mi fa arrossire negli zimogi delle guance, con una musica di disco che accende mi fa ballare quando rientra Max.
 

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Capitolo 9
*** Problemi ***


Non ero imbarazzata, ma Max sembrava furioso mentre Fin divertito, ritorno seria allontanandomi dal corpo di Fin e andando verso Max, salgo le due scale interne che rendevano il salone particolare e stampo un bacio nelle labbra di Max ma lui non mi calcolava..era come un animale a cui avevano toccato il territorio e doveva riaffermare il potere. Guardando Fin gli dico :
  • Si è fatto tardi, buonaserata.
  • Tolgo il disturbo.. - dice venendo verso di noi ma prima di andare guarda Max e gli dice - spero che sai quanto sei fortunato, Max.
  • Grazie per il favore ma ora vattene da casa mia.
Si guardano sfidandosi ma non erano loro il problema, non erano loro quelli da salvare ! Irritata anche con Fin gli chiudo la porta sbattendola...Max posa il cappotto e la sua 24ore e si versa del vino. Non mi parla, non mi dice nulla, non mi guarda nemmeno..mi avvicino e accarezzandogli la spalla con la mano cerco di avvicinarmi al suo viso e gli dico :
  • Sei stato tu a dirgli di venire, mi pare ? No..?
  • Si, venire e andarsene, non a spassarsela con la mia fidanzata !!
Anche se dovevo essere offesa per dubitare di me ero felice, c'era qualche sentimento ancora, mordendomi le labbra appena sorrido e faccio dei passi verso la sua schiena e con le mani l'accarezzavo..e dico :
  • Non hai motivi per essere gelo-
  • Geloso..? No, perché dovrei esserlo, Iris ?
Dovevo prenderla quella frase perché si fidava di me ? Non ci riesco, stavolta non posso non sentirmi ferita nel profondo..per un istante ripenso ad Andrea, senza pentirmi della scelta di tempo fa ma ricordando quanto era bello sapere che un'uomo era geloso..di me, di noi..che qualcuno poteva anche solo guardarmi cosi con le lacrime schiacciate dentro gli urlo qualcosa :
  • Perché mi AMI, Max !
Le mie braccia erano molli, morte e le mie labbra secche, gli occhi pieni di acqua amara, lui...lu- Max non parlava, spegne il mio cuore, sembrava che mi stavano prendendo a calci e pugni su tutto il corpo..un solo organo coinvolgeva tutti gli altri ? Giro posizionandomi di fronte a lui e gli tolgo il bicchiere dalle mani posandolo con alcune gocce che cadono sul tavolo e con un'ultima speranza lo guardo con tutto l'amore che avevo, un lago d'amore e gli dico :
  • Noi..insieme, possiamo uscirne. Io ti amo come un anno fa, anzi..di più ! Voglio le stesse cose di un anno fa.
  • IO no, Iris.
Lui n-o. Il mio corpo voleva cadere a terra, voleva urlare, farlo uscire dal mio sangue, dai miei nervi, dalla mia mente..dal cuore. Appoggio le mani sul marmo del caminò piangendo e sottovoce dico :
           - Allora è..finita ? -
Sento i suoi passi che si avvicinano, le sue mani che vorrebbero stringere le mie come la prima volta in quella casa, ma non lo fa. Va a dormire dicendomi solamente :
        - Dormirò nel divano per stanotte. -
Cosi lo lascio andare, prendendo il mio bicchiere di vino vado in bagno..con la lacrime mi immergo nell'acqua calda, come poteva essere già tutto finito ?! Aveva smesso di amarmi..cosi, dopo che avevamo fatto l'amore e lo avevo sentito in me e avevo provato cosi tanto amore e gioia che credevo di morire ?!
Esco dal bagno dopo ore e ore e vado in camera, lui non c'era, mi metto dentro le coperte odorando una sua camicia che mi fa ricominciare a piangere.
Il mattino più solo e duro da quando abitavo li..le mie mani sfiorano il lato sinistro del letto ma non lo trovano sentendosi lente, il respiro me lo sento pesante, alzandomi mi guardo allo specchio e mi ripeto :

 
- Ricorda ! Sei Iris. Sei una donna. Sei forte e puoi stare sola. - 
 
Con quelle parole mi prendo un minimo di forza e coraggio, ricordare chi ero era una buona medicina. Apro l'armadio e prendo una camicia molto leggera rossa e dei pantaloni neri eleganti, scarpe uguali e con la mia borsa esco di casa, Clara non c'era..Max doveva averla portata all'asilo mentre se ne andava..già, solo una settimana fa non poteva andarsene senza darmi un bacio e o stringermi al suo collo...mentre ora non esistevo più.
Delusa nel profondo, ferita chiudo la porta di casa e arrivo a scuola, ci metto mezzora e quando apro la porta saluto e sto per entrare nel mio ufficio quando sento la voce della mia amica, nella sua tenuta da lavoro bianca e con i suoi occhiali neri e i capelli uniti in una coda mi dice :
  • Ehi !
  • Ciao, dimmi.
  • Hai una faccia..tesoro.
  • Volevi dirmi qualcosa ?
  • Ehm, si..c'è un ragazzo che ti aspetta in ufficio. E' molto..car-
  • Grazie.
Senza farla finire apro la porta e vedo dei capelli biondi, un completo nero e una valigia di pelle marrone ai piedi della sedia. Poso la mia borsa sopra un mobile alle mie spalle e dico :
  • Giorno, mi aspetta- Tu ?
  • Io. Come stai ?
Era Fin. Non aveva il solito sorriso e a me serviva proprio la sua stupida ironia su ogni cosa, cosi rispondo in maniera sbrigativa prendendo subito i rendiconti degli ultimi mesi e la penna in mano :
  • Ho passato periodi migliori.
  • E' per..ieri, è Max ?
Non sopporto la sua domanda, lo conoscevo da pochissimo e non era ancora il momento per farlo entrare nella mia intimità cosi torno con il viso basso e senza guardarlo gli dico :
  • Eri venuto per qualcosa ?
  • Sapere se stavi bene.
  • Non mi sembr-
  • Lo è. E' poi che ne sai..? Magari voglio essere un bambino e mi serve una maestra tanto bella e simpatica.
  • Ahahah, sei davvero..davvero scemo. 
  • Stasera vino e del buon cibo ?
  • Perché no..? Alle 8 ?
  • Benissimo.
Cosi passa la giornata, arriva pomeriggio e visto che non avevo da fare in ufficio lascio una collega ad chiudere la scuola, ma mentre sono ancora sulla banchina un leggero vento mi scompiglia i capelli e mi suona il telefono.
     - Triiiiiiiii ! Trii - 
Lo esco dalla borsa nera lucida ed è il numero della banca. Ero indietro con i pagamenti del mutuo della scuola di mesi..cercavo sempre scuse, ogni tanto davo qualcosa ma con gli iscritti mancati non sapevo come fare..ma il telefono non smette di squillare, fin quando non lo spengo.
Arrivata a casa volevo solo farmi una doccia allora togliendo tutto facendolo cadere per terra lego i capelli corti e aprendo l'acqua calda metto del sapone e accendo la radio..la mia dea della musica italiana "  Laura Pausini " con la sua nuova Hit che chiudendo gli occhi mi fa rilassare i muscoli, la tensione ma non la fitta nel petto.


 "  Il tempo non ha tempo 
Te lo prendi oppure se ne va 
Scrivilo negli occhi 
Fai di un attimo l’eternità 
Nella corsia delle emozioni 
Io ti accompagno e tu mi sostieni 
Ci proviamo insieme?  "

 
 
 
 


 
 

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Capitolo 10
*** Una serata diversa ***


Il pomeriggio inoltrato sembrava sereno e freddo ma da stare davvero bene..il problema era cosa mettere. Non era un appuntamento sentimentale, non era una persona a cui ero interessata, qualcuno che desideravo, che volevo.
Per me era come un cuscino su cui appoggiarmi e sentirmi senza mal di testa, un'orecchia a cui potevo dire ciò che provavo senza sentirmi giudicata, una risata spensierata, leggerezza..non ero cieca, era un ragazzo bellissimo e affascinante ma non era ciò che vedevano i miei occhi.
Max era uscito e non ci parlavamo da due giorni, era freddo, glaciale, distante anni miglia da me..lo sentivo " perso " da me, ma senza volermi piangere addosso e sentire i sentimenti che avevo prendo il cellulare mentre ero ancora con la sottoveste nera sexy e trasparente...seduta nel letto con lo specchio di fronte mi guardavo..quando ecco che risponde mezza addormentata e con la voce impastata mi dice :
  • Chi..è ?
  • Fatto ore piccole ieri.
  • Ohi, sei..ahu  tu.
  • Senti, sbagigliona, vieni che ho bisogno di un consiglio.
  • Il tempo di carburare che sono sveglia e sono da te..baci.
Sapevo che il tempo di carburare per lei voleva dire almeno un'ora cosi mettendo una giacca di cotone lunga addosso mi lavo il viso buttando dell'acqua fredda e i denti passando la lingua assicurandomi che fossero lisci, poi prendendo le carte di lavoro mi vado a sedere nella scrivania del salone, stavo leggendo gli incartamenti ma più leggevo i tempi, le consegne, le rate e i soldi da dare in prestito e più mi convincevo che la sola soluzione era vendere. 
Il solo modo per saldare con la banca senza affogare ancora di più, il modo per pagare gli ultimi stipendi e per avere qualche cosa in mano per ricominciare..sospiro chiudendo tutto quando suonano alla porta.
Mi meraviglio che avesse fatto cosi in fretta e sorridendo mentre mi sposto sulla mia sinistra apro il portone dicendo sicura :
    -  La pri- Ma..x .
Max che era a casa ? L'uomo che avevo perso che veniva da me ? Lo guardo sorpresa, felice ma sorpresa..lui invece aveva lo sguardo travagliato, indeciso, chiudo la porta e scendendo i pochi gradini che davano all'entrata del divano e il camino con le braccia intrecciate e il viso basso gli dico :
  • Dimenticato qualcosa ?
Avevo messo una canzone, un suono che mi teneva sempre compagnia, che mi guariva da tutta la vita sempre ogni ferita..
Mi ritrovo qua su questo palcoscenico perché il tuo appuntamento è uguale al mio..
Stare lontani è stata un esperienza..
Non ho mai..
Non ho mai..smesso di amare te..ee.
Non ho mai smesso.
Io..sono cosi..
Non mi dice nulla, si avvicina solo a me, i suoi passi si fanno sempre più vicini a me, la sua mano dandomi sempre la sensazione di pelle d'oca, il cuore sussulta guardando i suoi occhi..le mie narici si sentono attratti come la pelle che brucia e i muscoli e le ossa desiderose di...lui, ma tutto si spezza quando lui mi dice :
  • I tuoi capell. Li h-
  • Tagliati ? Si, da una settimana.
Si siede nel divano, getta la valigetta a terra, io chiudo la giacca nascondendo la sottoveste nera sexy, mi siedo ma era talmente corta che sale di qualche centimentro scoprendo le cosce sode e lineari..lui mi guardava desideroso, attratto ma non volevo quello..rivolevo lui ! Il suo amore, la sua attenzione, essere la cosa pù importante della sua vita ! Mi sta per accarezzare ma mi scanso, lui guarda il camino e le nostre foto e mi dice :
  • Sembra passato un secolo.
  • Già, invece solo un anno..e per te è tutto finito.
  • NO ! Io voglio ancora te, ti amo ancora.
  • Ma non sono abbastanza, giusto ? 
Niente. Silenzio. Non parlava, non diceva nulla, ma io ero stufa. Volevo solo la verità, una verità che mi aveva ferita già e magari mi avrebbe uccisa dentro, ancora una volta, una verità tremenda ma la preferivo alle bugie e alla freddezza in cui stavamo vivendo cosi sbotto e alzando la voce con la lacrime che cercavo di non fare uscire troppo gli urlo :
  • Cazzo Max..dillo ! DILLO CHE VUOI DI PIU'.
  • Non posso. Se lo faccio ti perderò e non posso perdert-i !
  • Ma-
 TRRRRRRRRR !
 
Il campanello del portone. Ovviamente coprendomi bene vado ad aprire, con il dorso delle mani mentre mi asciugavo gli occhi quando aprendo la porta vedo lei, la mia amica. Non vede Max cosi subito vedendo il mio viso e il pianto da poco mi accarezza e mi dice :
  • Ti ha fatto piangere Max ?! 
  • Ciao Noel.
​Appena lo vede sta per incavolarsi ma io le sfioro il braccio e guardando Max appena in viso gli dico :
       - Meglio che vai ora..Max. - Ne riparleremmo, ciao Noel, Iris.
Quando se ne va e si chiude il portone senza che la mia amica parlasse o domandasse il mio cuore cede, le mie speranze, tutto ciò che sognavo, desideravo, progettavo lo butto giù nella spalla di lei, ad occhi chiusi mi sfogo in un pianto.
Passa mezz'ora e finalmente mi sento meglio, andiamo nella camera da letto e Noel inizia a cercare qualcosa di adatto, la mia testa era altrove..lontana da tutti e tutto..alla fine trova una maglia nera lunghe a metà braccio, una scollatura a cuore davanti aderente, metto dei fuso neri sotto.
Si fa sera, per la precisione dieci minuti alle otto. I capelli non avevano bisogno di niente, nelle labbra solo un pò di rossetto rosso e del mascara nero alle ciglia..metto le scarpe ed ecco che suonano alla porta, vado con un po di ansia ed eccolo.
Me l'ero immaginato elegante, esagerato un pò come era lui invece aveva un mazzo di rose rosse davanti al viso che gli facevano intravedere i capelli biondo e una giacca avana con una camicia nera e dei pantaloni neri, un completo casuale..semplice, scappa una risata dalle mie labbra vedendo quel enorme mazzo di rosse e finalmente li leva davanti e mi dice :
  • Fra un pò diventavo un cespuglio aspettando che ridevi.
  • Ah ah ah ah, il solito spiritoso. Andiamo ?
  • Madame..si appoggi a me.
  • Oh, certo signore.
​Era impossibile con lui e la sua compagnia rimanere seri, ma era ciò di cui avevo bisogno, quindi appoggio il braccio e la mano nel suo e ci avviamo.
 

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Capitolo 11
*** Termine ***


Passeggiavamo, giocavo con il mio medaglione che era torturato dalle mie mani..non avevo voglia di parlare, far uscire le parole.. la mia testa era come in un supermercato..affollato..pieno..incasinato, tanto quanto il mio cuore ma spezzato anche.
Ma senza rendermene conto Fin gira e si posiziona davanti a me, alza il mio viso ponendo due dita sotto il mento e alzandolo mi guarda serio e come qualcuno che si vuole prendere cura di te.
Alla fne mentre io cercavo di non guardarlo sperando che non dicesse nulla esaudisce ciò che voglio, si avvicina e mi abbraccia in modo caloroso, gentile..le sue braccia e le spalle larghe mi facevano sentire minuscola..il mio viso arrivava appena al suo collo e mento..le mie braccia erano bloccate..abbracciarlo o no ? Poggiare il viso nel suo petto o no ? 
Ma ero stufa di pensare, pensare, capire, decidere..cosi lascio libero l'istinto e mi lascio andare..stavo comoda e bene nel suo abbraccio e nel suo profumo di muschio..i suoi pettorali duri e forti mi facevano sentire attratta da lui per la prima volta cosi mi tolgo e sistemandomi i capelli distanziata da lui gli dico :
  • Grazie..ma ora avrei fame.
  • Puoi mangiare tutto quello che vuoi.
La cena si svolge in un tavolo quadrato molto casalingo, del vino rosso, pesce e l'aria frizzante e tiepida nell'aria..parliamo poco, lui mi racconta di più che fin da bambino ha viaggiato per il mondo con suo padre e sua madre, visto tanti posti e conosciuto culture e modi di vivere differenti e che viveva da solo da un anno circa..amava il suo lavoro ma si sapeva godere la vita..sembrava un ragazzo eccezzionale ma niente mi importava.
Ma appena arriviamo al secondo ecco il cameriere che viene da noi, Fin sentendomi in colpa gli dice :
  • Il conto, per favore e il dolce da portare via.
Appena il cameriere se ne va lui mi guarda, con il viso basso tolgo il tovagliolo dalle gambe e poggiandolo nel tavolo bevo il vino rimanente e gli dico :
  • Ti ho rovinato la serata, scusa.
  • Chi ti ha detto che è finita ?
  • Beh..siamo al dolce.
  • Si ma non ho raggiunto il mio scopo quindi..non è finita.
​Mi fa l'occhiolino mentre io invece facevo delle strane smorfie e contorgevo le labbra..cosa aveva in mente ? Un pazzo..era, ma proprio un pò di inaspettato e di pazzia mi ci voleva, respirare un pò cosi il cameriere portando uno scatolo con il dolce..camminiamo sopra una passerella di legno, un piccolo porto con la vista di un lagho di fronte..ci sediamo e io gli dico :
  • Deve essere bello. Vedere il mondo, conoscere persone diverse..
  • Potresti farlo anche tu.
  • Nah. Il mio mondo è qui..per poco.
Vedendo che stavo ritornando pensierosa e turbata si toglie le scarpe, la camicia, era strano..pare..cchio..ma appena arriva ai pantaloni mi alzo e con una mano negli occhi e l'altra che copriva la vista gli grido :
  • Oh oh oh..! Che..cosa ti salta in mente ?
  • Vedi, io ho..il mio modo per staccare..che è, questoooo !
  • Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh ! 
SBLASHHHHH !!
       - TU !! Tu sei..un pazzooo Fin.  - 
       - Lo so, ma ti senti meglio, no..no ?  -

Lo avrei voluto uccidere, affogare..ma aveva ragione. Sentire l'acqua di getto addosso gelata ancora mi aveva tolto ogni pensiero, ora ridevo, scherzavo e giocavamo a spruzzarci acqua addosso, ad affogarci.
Ma usciti da li ci avviamo, arriviamo al portone di casa, veloce entro e chiudo la porta..l'acqua stava bagnando tutto il pavimento..corro in bagno e prendo degli asciugamani..lui asciugava i miei capelli e io i suoi, ridevamo..ma non mi ero resa conto che quella situazione..io, lui, la stanza quasi buia e...tutti bagnati era pericolosa.
Ci mancava in un momento un bacio..prima che succedesse corro in camera e inghiottendo un enormeeee rospo gli indico con un dito il bagno - Li..il bagno. Io mi cambio - 
accendo il camino per riscaldarmi mentre chiudendo la porta della camera da letto metto dei pantaloni asciutti e una felpa, con il bicchiere tra le dita mi bagno le labbra poi lo poso sul tavolo piccolo davanti al divano e mangio il dolce al cioccolato ed ecco Fin.
Gli avevo dato una maglia maschile, erano tante le cose trovate in cantina, anche vestiti oltre ai mobili e alle foto ecc, seduto gli dico :
  • Ho deciso di vendere. Sono settimane che cerco di tenerlo a galla, salvare qualcosa ma non riesco. Devo dirgli..addio.
  • Addio solo al lavoro ?
​Ero cosi...scontata ? Cosi prevedibile ? Ma poi mi accorgo che guardo la foto di Max e cosi sto per dire qualcosa ma Fin mi accarezza la punta dei capelli e mi dice :
  • Ho amato anche io, una volta...
  • Davvero ?
​Forse lo avevo offeso, avevo detto quella frase in modo incredulo e alzando gli occhi al cielo..come se era una schiocchezza che lui potesse amare. Ma invece vedendo nei suoi occhi ancora un pò di ferita mi dice :
  • Non si direbbe, lo so. Ma ad oggi sono felice di com'è finita. Quando qualcosa ha dei problemi per come la vedo io si possono fare solo due cose.
  • Che sarebbero, professor Fin ?
  • Beh, continuare a provare ad aggiustare una cosa rotta con dei cerotti oppure prendersi del tempo per ricominciarla. 
  • Mi piace questa filosofia.
Lo dico sorridendo mentre lui sfiora la mia mano, una sensazione di paura e di panico mi assale allora bevendo l'ultimo bicchiere di vino mi alzo e guardando Fin con le braccia conserte e un sorriso gli dico :
               - Si è fatto..tardi, Fin. Grazie della serata.. - 

Sicura che andasse via lo vedo alzarsi dal divano, camminare in avanti ma poi ecco che con un gesto imprevedibile, inatteso e sconvolgendomi mi stampa un bacio. Erano delle labbra sconosciute ma calde, affettuose..solo che non erano di Ma-x..ricambio , per un minuto ricambio mentre nello stereo una canzone ci accompagnava ;

Send a wish upon a star
Invia un desiderio su una stella
Do the work and you'll go far
Send a wish upon a star
Make a map and there you are
E lei era alto
Ora si cadrà
Non rompere l'incantesimo
Di una vita passata cercando di fare bene
​La sua mano ferma ancora sulle ciocche che mi coprivano gli occhi lucidi e verdi li sposta, ma ora se ne sta per andare, fermo con la mano nella maniglia del portone mi guarda e mi dice :
          - Non mi aspetto nulla, so che ami Max, voglio solo starti vicino. Notte..
  

 

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Capitolo 12
*** Chiudere qualcosa ***


La notte l'avevo passata inquieta.
Adoravo quell'asilo e quel lavoro non era per me solo insegnare ma anche stare vicini a dei bimbi, capire come aiutarli..ma le cose stavano cambiando anzi, erano già cambiate.
Io. Io ero cambiata da un anno, casa, vita, modo di pensare, sentimenti, tutto..ed era giunto il momento di scoprire cosa voleva fare della mia vita, avevo sempre avuto una passione per le foto ma anche per la pittura, ma la cosa che volevo fare era viaggiare...grazie a Fin avevo capito che volevo vedere il mondo ; volevo conoscere persone diverse da me, superare i miei limiti.
Decisa mi sveglio, guardo fuori e due piccioni si erano posati fuori sul balcone, insieme ad altri piccoli e colorati uccelli..li guardo sorridendo, poi tolgo le coperte ormai meno pesanti di un mese prima e vado verso il bagno, lavo il viso e i denti e decido cosa mettere, dopo una decina di minuti scelgo un talier nero, decisamente professionale, da donna matura ma anche con quel tocco di sensualità e femminilità che non quasta mai pensavo...scarpe avane con il giusto tacco..arrivo nel salone e salendo i pochi scalini arrivo davanti ad uno specchio e al portone, metto del rossetto color pesca e del mascara nero..la borsa lucida e apro per uscire ma il viso con i capelli neri di Max mi si trova davanti al viso. 
Non mi guarda, non mi dice nulla..mi passa accanto sfiorando con l'aria i nostri bracci, entrando dentro casa..quel gelido e quella distanza facevano male ma dovevo dirlo io ciò che avevo deciso cosi prima di andare via mentre lo vedevo prendere cartelle e altri fogli abbasso il viso per prendere coraggio e poi dirgli :
  • Stasera pensi di tornare presto ?
  • Non so. 
  • Se ti interessa, ti devo parlare dell'asilo.
  • Ci sarò, ma tu..stai bene ?
Per la prima volta, in un mese, si accorgeva di me, si avvicina con la mano insicura a centro della mia schiena..mi guardava negli occhi mentre io mi sentivo come quel giorno ; con la pioggia forte fuori e il buio dell'asilo e il primo bacio, interamente..sua, interamente destabilizzata. Abbasso il viso e volendo con tutta me stessa piangere gli dico :
  • No. Non..st-o bene, per niente.
  • Sono un testa di cazzo..è colp-
  • Devo andare ora !
Chiudo la porta di casa lasciandolo li, con una mano asciugo svelta le poche lacrime che scendevano giù dalla guancia, mi incammino verso la scuola, dopo pochi metri arrivo..apro la porta d'ingresso con tutte le mie colleghe che mi salutano, ma ecco lei, Noel.
Con un bambino per mano lo portava nella sua classe, le do solo un bacio sulla guancia accarezzando la testa del bimbo che si nascondeva intimidito dietro la mia amica, saluto e vado nell'ufficio..poso la valigetta in una poltrona e inizio a fare chiamate, chiudere documenti e altre cose..passa mezza mattinata e si fa mezzogiorno, non avevo e sentito mai tale stanchezza e pesantezza nelle spalle, i muscoli li sentivo annodati e bloccati cosi chiudendo gli occhi porto il viso e il collo indietro mentre con le mani lo massaggiavo..quando sento la porta aprirsi, ed ecco il sorriso di Fin.
Ma non riuscivo ad avere la voce squillante ed allegra come di solito quando lo vedevo, chiude la porta e si avvicina, forse dovevo allontanarlo ma perché ? per quale motivo dovevo privarmi di avere vicino un'amico ? starci bene ? la sua voce era bassa, seducente, importante, mentre le sue mani si posavano lentamente sulla pelle del mio collo..sui miei muscoli e ossa mi dice :
  • Buongiorno splendore, che faccia.
  • Giorno, è la faccia di una che ha i muscoli a pezzi..ahi. 
  • Lascia fare a me.
  • Po-
  • Shh..
Appena poggia le mani inizia a muoverle in circolo, quel massaggio mi rimette al mondo, era davvero bravo..cercavo di mantenermi lucida, di pensare..di ragionare, ma ogni movimento, le sue mani liscie e decise sulla mia pelle mi facevano sentire eccitata. 
Desiderata...ma sopratutto mi facevano desiderare lui..sentivo il caldo che aumentava ad ogni minuto che passava..il viso impazzire, la pelle sollevata con delle pinze..prima che avrei perso il controllo dovevo levarmi cosi sentendomi impazzita e persa mi alzo dalla poltrona..sto per girarmi e dirgli qualcosa ma le sue labbra mi impediscono di parlare. 
Le sentivo m-ie. Conosciute. Pochi secondi..solo tali è il tempo che dura per poi spingerlo con le braccia ferme nel suo petto per togliermelo dal viso..e cosi fa, le mie labbra erano sporche di rossetto e io mi sentivo in colpa ma lui no.
Vedevo il suo sguardo, nuovo, per la prima volta vedevo un'uomo. Un vero uomo che si era preso ciò che voleva, determinato e non pentito e che voleva ancora..con il profumo di cocco mi prende le mani e le poggia nel suo petto sbottonato appena dalla camicia, esse erano compiaciute di stare li.
Era come se potevano pensare, tutto di me era annientato..sotto controllo dei miei ormoni..le dita si chiudevano e sfioravano la sua pelle liscia rinforzata e muscolosa..mentre lui dice :
          - Ti desidero da quando ti ho vista, so che mi vuoi..lo sento  -
Dicendomi quella frase mi ritoglie l'ossigeno dai polmoni ribaciandomi con la mia bocca che si muoveva insieme alle labbra a lui ma dopo pochi minuti lo fermo e per poter fermare me stessa gli do uno schiaffo in pieno volto. Giro dalla poltrona dove ero seduta e sistemando la camicia pulisco il viso, che cosa avevo fatto ? !
Più lontana possibile e senza guardarlo alterata gli dico cercando di non urlare e di non fare attirare l'attenzione su di noi :
  • Anche se fosse sto con Max ! 
  • Già..Max. Un uomo che non vale la metà di te, un uomo che non ti desidera più e ti fa del male.
  • Basta ! Smettila ora, tu non sai niente di noi. Vattene!
  • Vado ma se hai bisogno ci sarò.
Cosi se ne va. Avevo tradito Fin. Avevo baciato..desiderato che andasse oltre un'altro uomo..ripetevo sola con le mani nei capelli  - Cazzooo, cazzo, cazzo. - ma poi penso alla comunicazione che dovevo dare e faccio dei respiri fino a riprendere il controllo e vado.
Esco dalla stanza e dico a una ragazza di chiamare tutte, ed eccoli.
Erano tutti a formare come un cerchio, alcune sedute, tutti aspettavano me, che io parlassi del loro futuro cosi decido, non aveva senso girarci intorno e cercando di guardare più visi possibili gli dico :


" Ragazzi, ragazze, questo posto sarà chiuso. Ho tentato di salvarlo, di salvare..tutto ma. Ma non ci sono riuscita, in questo modo avrete gli ultimi stipendi. "

Tutte mi guardavano e volevano sapere altro ma per il momento era tutto ciò che sapevo cosi ognuna ritorna a suo posto e io entrando nel mio ufficio mi metto in trattativa per la vendita. 
Passa tutto il pomeriggio e il sole inizia a calare pian piano, chiudo la porta dell'ufficio quando sento la voce di Noel, immaginavo che mi odiasse, che fosse arrabbiata cosi mi volto con gli occhi lucidi e il morale sotto i tacchi..giocando con le chiavi e la borsa in mano gli dico :
  • Se mi odi è normale, lo accet-
Prende la mia mano e sorprendendomi mi dice con il suo sorriso dolce e affettuoso :
  • La smetti ? Ti sei dimenticata che io so quanto ci hai provato. Ho sentito le tue telefonate con la banca e le ore passate per risolvere tutto..eh ? Quindi non pensare nemmeno queste cavolate.
  • Ti prometto che ti troverò un lavoro, giu-
  • Dio..che sei stupida ! Vieni..prendiamo una birra.
​Sapere che la mia migliore amica c'era ancora, che potevo contare su di lei mi faceva stare meglio..cosi commossa chiudo gli occhi e sospirando la stringo forte..forte a me..poi ridendo riprendo la borsa in mano e andiamo a bere una birra.

 

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Capitolo 13
*** Spagna ***


Avevo finito di bere e stanca e piena di pensieri camminavo verso casa, gli alberi avevano le foglie verdi, i boccioli di fiori spuntati. Il freddo della sera ancora c'era cosi mi stringo bene la sciarpa nel collo..ma eccomi davanti al portone.
Sospirando metto la chiave dentro la toppa ma prima che giro e scatta l'apertura dall'interno ecco Max che apre, quella sensazione..quel sentirmi vampare davanti al suo viso e sentirmi piena di forza, c'era.
Vederlo prima di me a casa, scoprire che i suoi occhi ancora brillavano quando io ero imbambolata davanti a lui era un'emozione, i suoi capelli neri che cadevano sulla fronte, la camicia bianca senza cravatta..e quel suo odore di muschio mi fa tornare indietro nel tempo.
ll mattone dal giorno in cui discutendo aveva confessato che io non ero più abbastanza, i giorni in cui giravamo per casa senza incontrarci, uscire presto per non incrociarsi, le mie orecchie risentivano quella frase, quello che lui provava ora, e non era più noi.
Tutte quelle settimane, tutto il suo comportamento, le sue parole, e i suoi gesti..mi avevano..cambiata, mi avevano ucciso un pò dentro, da mesi ero io ad organizzare cenette romantiche, sorprese, aspettato e ancora..aspettato ma forse ora ero stanca di aspettare.
Con il viso distrutto e il corpo lento entro dicendogli solo un - Ciao - poso le chiavi che cadono quasi dalle mani sul tavolo, la borsa nella sedia della scrivania insieme alla sciarpa..scendo gli scalini e non credevo ai miei occhi.
Era tutto...bellissimo..candele profumate e accesse riempivano l'intera stanza..di ogni misura..colore, il caminò acceso e la tavola apparecchiata di rosso con una bottiglia di vino al centro..i piatti mai usati, tenuti in disparte per la grandi occassioni..infine una canzone.
Quasi perdutamente ti cerco..
e vorrei farti sentire quanto
credo tra i desideri a un solo sogno appeso 
e chiamami bugiarda 
forse avrei dovuto metterti al corrente 
della tempesta che mi accendi dentro
e invece continuavo a rimandare 
perchè sono una bugiarda
ma in fondo gia lo so
che io non ho, non ho, non ho 
non ho che te... 


Lo avevo rifatto. Avevo permesso che la vita, gli ostacoli, le cose invisibili rovinassero tutto..noi due, ma poi mi rendo conto che se c'era una persona che aveva permesso che un altra persona entrasse nella nostra storia, nel nostro amore, che facesse ciò che doveva fare lui in quelle settimane era stato proprio lui, Max..me lo aveva fatto entrare nel cuore seppure non ne ero innamorata.
Con lui c'era allegria, c'era sorriso, mi dava leggerezza.. ma era capace anche di ascoltarmi e di farmi sentire importante..un'amica, una donna, una sognatrice..era un concentrato di tutto..e ora l'attrazione che avevo negato e quella..chimica esisteva ma principalmente mi aveva fatta ricordare una cosa dimenticata ; qual'è era il mio sogno ? Ne avevo..uno ?
La canzone continuava..cercavo di non guardare Max..bevo un pò di acqua, gli volto le spalle ma ad un certo punto non ho scelta quando mi poggia titubante le mani sulla linea dritta delle mie spalle non posso più evitare di guardarlo.
Mi volto e guardando la stanza con stupore gli domando :
  • Hai fatto tutto..tu ?
  • Si, compresa la cena.
Quei gesti..quel modo di guardarmi come se in quella stanza fossi la cosa più preziosa, sentirmi di nuovo a posto con me stessa..un tempo mi bastavano, mi convincevano che sarebbero bastate per non perderci, ma ora non più, ma in un attimo l'angoscia, le lacrime, il terrore di perderlo..perfino la gelosia che qualcuna me lo portasse via riemergono a galla ma anche la mancanza di lui, di..noi.
Allontanando la sedia come un gentiluomo mi fa accomodare, il cibo era davvero buono ma non ero sorpresa, era bravissimo a cucinare..finiamo di mangiare ma continuiamo a rimanere seduti e a bere un pò di vino, ad un certo punto cerca di prendere la mia mano ma io la ritiro..mentre io mi alzo dalla sedia e vado verso il divano lui mi dice :
  • Uno stronzo. Ecco cosa sono stato in queste settimane, ti ho delusa, lasciata sola, detto cose..cose che non penso ma possia-
Non volevo sentire altro. Le sue giustificazioni non cancellavano niente, cosi portandomi una ciocca dei capelli dietro l'orecchio guardo il vino rosso che galeggiava nel fondo del bicchiere di vetro gli dico :
  • ​Venderò l'asilo.
  • Ma tu ami quel posto, hai pro-.
  • L'amore a volte non basta, giusto ?! 
Alzo il viso guardandolo dritto negli occhi, lo volevo ferire e spezzargli il cuore come lui aveva fatto con me ma anche farci l'amore ora..li. Ma alzandomi poso il bicchiere nel tavolo che con la mano che tremava cade un pò di vino..agitata gli do le spalle, poggio le mani nel marmo del camino con la testa bassa e le braccia distese e rigide, mentre sento i suoi passi...il cuore era su un'altalena, un tamburo..il suo odore di muschio mi invade, le sue mani mi spostano i capelli a onde e corti facendo dondolare i miei orecchini rossi e non solo...i miei occhi si chiudono ma basta quella frase :
  • Se me avessi parl-
  • Quando ?! Da mesi non ci sei. Non ti importa di nient'altro se non di questa stupida promozione e del tuo lavoro e non è questo l'uomo che amo.
In quel momento mentre con la voce alta e gli occhi lucidi lo guardo tradita e smarrita..e cosi mentre aspetto la sua reazione mi siedo nel divano con le mani tra il viso basso, che soffiavo il naso piangendo bevo un'altro bicchiere di vino pieno stavolta sto per uscire di casa ma lui afferra il mio braccio e con uno sguardo duro e colpevole mi dice :
  • Ma tu lo sei. Tu sei la donna che amo ancora oggi..
quel bacio è come quello di un tempo. Mi sembra di sentire anche la pioggia dalla finestra come la prima volta che mi aveva baciata, sentivo il viso avvampare..era tutto magico..senza che dico niente lascio che sia mio.
Fa cadere il mio impermeabile a terra..in pochi minuti sento le sue mani strette sul mio viso e le sue labbra mie..le mie mani di nuovo in quei capelli..ero come affamata..una fame interna ed enorme, i baci non li avevo sentiti caldi e bollenti più di cosi.
I vestiti con frenesia e corsa li facciamo cadere a terra buttandoci anche noi li..mi baciava il collo..il seno, la pancia..le cosce..era tutto ciò che volevo..ciò che il mio cuore e il mio corpo volevano, la sua voce diceva - L..e..tue labbra..cosi perfette, cosi..di ciliegia..sei bellissima. - Baciami..baciami.. - con quelle frasi facciamo l'amore.
Non sapevo che ora era..sicuramente quasi l'alba, mi alzo da terra mentre osservo lui, stupendo come sempre, il mio grande immenso amore il mio cuore ma...ormai avevo deciso, lui sentiva la necessità di inseguire i suoi nuovi sogni ed era felice nel realizzarli e io ora volevo scoprire quali fossero i miei.
Metto la coperta addosso girandola attorno al mio corpo e vado in camera a vestirmi, indossati dei jeanz chiari con una camicia rossa e con una giacca nera addosso..le scarpe e sistemandomi i capelli vado all'asilo, non avrei trovato nessuno ed era ciò che mi serviva.
Prendere tutti i ricordi di quei corridoi, delle stanze, di una parte della mai vita anzi..tutta la mia vita e averli solo per me. 
Inoltre dovevo sgombrerare l'ufficio visto che si era già fatto avanti un compratore, guardo solo un attimo il mio amore dormire beato e mi avvio..l'aria mi sembrava fredda..cambiata, con le mani sfioro l'albero di ciliegio rosa enorme prima di casa mia finchè non arrivo. Entro con Noel che appena mi vede mi viene ad abbracciare, poi mi guarda e le dico :
  • Tu..cosa ci fai qui ?
  • Sapevo che saresti venuta e non volevo lasciarti sola.
  • Grazie.
Cosi entriamo, poso la scatola sopra il tavolo della scrivania e inizio a mettere le cose dentro..stavamo in silenzio quando vedo il suo viso, era triste..allora libero le mani e vado accanto a lei, mi siedo sulla scrivania e con le mani le sfioro le spalle dicendole :
  • Ehi. Che succede ?
  • Non ti vedrò più, non ti farò battute prima di andare, o salutarti appena entro.
  • Non da capo ma da amica ci sarò sempre.
  • Ah ! Quanto ti adoro..
  • Idem.
Tento di buttarla sul ridere perché altrimenti sarei crollata, l'interno della mia testa era una discoteca, confusione e rumori assordanti..delirio totale, ci abbracciamo per un breve istante fin quando non vedo lui, Fin. Davanti alla porta aveva il suo sorriso che metteva un sorriso anche nelle mie labbra senza dire nulla, con due buste in mano bianche piccole e due cappuccini saluta insieme ad una battuta delle sue dicendoci :
  • Salve ragazze, riunione segreta ?
  • Dipende, sai mantenere i segreti ?
  • Abbastanza.
  • Che ne dici Noel ?
  • Io dico..di prendere quei cornetti e mangiarli, ah ah ah.
  • Bella idea..ahahah.
  • Vi lascio.
Noel chiude la porta e va via. Appena se ne va e rimaniamo soli l'imbarazzo che prima non sentivo ora eccolo. Prendendo il bicchiere di cappuccino e ad occhi chiusi odoro il fumo delizioso che usciva facendo un piacere alle papille gustative e all'olfatto rimanendo seduta nella scrivania, Fin se ne stava distante e fragile come ero non era il caso che si avvicinava..incrocio le gambe e viso basso immerso nel cappuccino..stringevo quel bicchiere come se era la mia zattera di salvataggio quando Fin ride e accorciando la distanza si avvicina nel suo completo nero e camicia bianca e mi dice :
  • Il bicchiere si svuoterà e a cosa ti aggrapperai poi ?
  • A niente..proprio a niente.
​​​Faceva paura l' idea di averlo vicino, all'idea di sentire le sue mani delicate ma sicure di ciò che volevano, ma sarebbe stato sbagliato, perché io amavo Max. Lo amavo fin dentro le ossa..fin dentro le vene, nel sangue..in tutta ciò che ero lo..amavo ! Eppure..ci eravamo persi e Fin..lui..beh, era li, per me..alzandomi finisco di sgomberare la scrivania, prendo lo scatolo e sto per buttare la giacca e la borsa dentro lo scatolo ma Fin li afferra prima e con un'espressione dolce e decisa mi dice :
  • Questi sono miei ostaggi..se vuoi rivederli devi farti aiutare.
  • Riccatatore..uh.
Ridendo arriviamo a casa mia e poso lo scatolo a terra appena chiudo il portone e lui posa la mia giacca e borsa nella sedia della scrivania, era ora di pranzo cosi cercando di superare quella situazione e avere una semplice amicizia gli dico :
  • Impegni per pranzo ?
  • Niente che non possa rimandare.
  • Allora preparo due spaghetti, fai come a casa tua.
Cosi vado in camera, metto delle scarpe basse e via in cucina. Preparo la pasta con un semplice sugo e in pochi minuti eravamo seduti a tavola a pranzare, ad un certo punto mentre faceva dondolare il bicchiere con le mani gira il volto perfetto, la luce che veniva dalla finestra dei vetri del portone gli si posa sui capelli corti biondi..era davvero un bel ragazzo, non era cosi assurdo che ne ero attratta.
Mi fissa e dopo un paio di minuti mi viene da ridere cosi con il bicchiere in mano dico :
  • Che c'è ? 
  • Mi piace guardarti..è cosi strano ?
Mi alzo sentendomi in imbarazzo prendendo i piatti e le cose da portare in cucina mentre gli dico :
  • No,ma non dovresti, lo sai.
E cosi vado, dopo un paio di minuti torno e stavolta è serio, seduto nel divano guarda le foto sopra il camino cosi mi siedo anche io e sorridendo guardando le foto lui mi domanda :
  • I tuoi genitori ?
  • Si, sono morti che ero piccola ma è li ho sempre sentiti..vivi, è da pazzi ?
  • No, è da Iris. Possiamo parlare ora ?
Si, dovevamo parlare, non potevo sfuggire ancora, poggio le gambe nel divano piegate e con le braccia prendo uno dei cuscini e lo poso nella pancia poggiando le braccia e il bicchiere nel tavolo e noto il suo corpo ; rilassato e a suo agio.. guardandolo nel viso noto che è pensieroso cosi gli dico :
  • Prima ti devo chiedere un favore..un enorme, gigantesco favore ! 
  • Dimmi.
  • Puoi sbrigare tu le pratiche della chiusura dell'asilo e assicurarti che qualsiasi cosa diventerà le persone che ci lavoravano non siano licenziate..alcune, almeno ?
  • L'avrei fatto anche senza che me lo chiedevi..ora..
  • Te ne sono grata.
Mi alzo, mi serviva dell'altro vino per parlare dell'altro argomento, alzo la bottiglia di Bordò e la svuoto del tutto e sentendomi meglio bevo..mi volto e chiara parlo con le mani ferme sul tavolo come per reggermi :
  • Max è l'amore della mia vita. Ci siamo persi, siamo..cambiati ma lui è ed sarà sempre...l'amore della mia vita, Fin. Quel..bac-
- Si era sentito ferito, i suoi occhi me lo dicevano ma non si arrendeva cosi alzandosi sospira e ponendosi di fronte a me con le mani accarezza delicato e dolce le mie guance e mi dice -
  • Di tutti gli sbagli il nostro bacio non lo sarà mai. Tu mi fai sentire..migliore di ciò che sono..ma so bene che non mi ami ma..potresti, un giorno.
  • F-
  • Ascolta, questo è un biglietto..Spagna, Barcellona e Parigi. Voglio darti un anticipo della tua vita, di un lavoro favoloso, solo..questo. Pensaci e domani se vorrai dopo le 6 sarò all'eroporto..
Riesco solo a dargli un bacio in guancia e augurargli buona fortuna e se ne va. Ora spettava solo e solo a me..decidere.


 

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Capitolo 14
*** Noi ***


Seduta nel divano sfogliavo l'album, il nostro album..già, la mia mente adorava giocare e torturarmi con i ricordi..come quello. Un giorno dopo un mese che vivevamo insieme mentre la sera era calata la piccola era sotto le coperte e io e il mio amore eravamo nel divano..come spesso facevamo, dopo cena lui prendeva i documenti del lavoro e seduto nel divano sbottonandosi la camicia stendeva i muscoli..ma io biricchina e desiderosa di averlo tutto per me portavo veloce i piatti in cucina e come una gatta mi tuffavo nel divano e mi accovacciavo nel suo petto con tutto il corpo, gli rivolgevo il mio solito sguardo imbrociando le labbra e lui mi stringeva forte e protettivo ridendo insieme a me mentre con le mani mi accarezzava il collo e le gambe e ..parlavamo, progettavamo, ci raccontavamo la giornata..eravamo felici.
Una sera come tante mentre io leggevo un libro con il corpo nel suo e lui lavorava..le sue dita nelle ciocche dei miei capelli mi dava quella sensazione..sentirsi in paradiso, si..cosi, un paradiso.
E ora eccolo di nuovo, quello della sera precendente, quello che qualunque donna innamorata vuole... " sei la mia vita.. " uno sguardo e diceva ciò, ridendo mi esce in modo naturale dire :
  • Quanto sarebbe bello conservare per sempre i ricordi..i nostri, ricordi.
  • Facciamolo..ora.
Lo guardavo come se fosse diventato matto ma alzandosi va sotto un mobile e aprendo uno sportello ecco che esce fuori una busta con un fiocco..viene a risedersi nel divano e poggiandola nelle mia mani io con un sorriso dico :
 - Ma non è il mio compleanno.
 - Infatti non è per te..apri.

me lo dice con un sguardo malizioso e cosi ridendo faccio.
Appena esco il tutto dalla busta ecco un album bianco e una macchina fotografica...i miei occhi brillavano..mi sentivo felice, allegra, con le mani lo giro e rigiro quando Max prende la macchina e abbracciati con gli occhi dell'amore scatta la nostra prima..foto.
Solo che a guardarla ora dopo nemmeno un anno sentivo tutto lontano, sfocato ma con un'enorme voglia di riaverlo..riaverci. Mentre mi alzo dal divano per posare l'album ecco che si apre la porta ed è lui, Max, incrociamo i nostri sguardi solo per pochi secondi, scende gli scalini e si siede accanto a me, mi butto nel suo collo stringendolo più forte che potevo, cosi forte da prendere un pò di pelle, il suo profumo, il suo corpo.
Preoccupato ricambia la mia stretta..finché non riesco a tornare a respirare e cosi mi stacco..giusto per guardarlo e possa rivedere i suoi occhi che amavo e quella voce che mi dice :
  • Pensavo che avrei visto il tuo viso stamattina.
  • Dovevo andare all'asilo. Chiudere..tutto.
Visto che avevo deciso volevo un ultimo bacio e con gli occhi umidi e pieni di lacrime alzandomi per la punta dei piedi nudi stringo con forza il suo viso ruvido per la barba tra le mie mani e lo bacio, non lascio nulla disperso ; l'aria, l'ossigeno, le sue labbra piene e il suo odore..volevo tutto..TUTTO.
Mentre le lacrime scivolano lente dalle ciglia giù fino alle labbra, poi 
accarezzando il mio viso piccolo confronto alla sua mano grande mi guarda e con un sorriso mentre sposta i capelli biondi incollati dalle labbra e mi da un bacio prima nel naso per poi poggiare le sue labbra sopra le mie e dirmi :
  • Ho la donna più bella, sexy e dolce accanto e l'avevo dimenticato. 
  • Già..mi ami, Max ? Mi ami co-
Ero pronta. Potevo dirgli della mia decisione e del mio piano e forse potevamo ricominciare, far funzionare le cose ma inizia a baciarmi piano, delicatamente, come se ero una foglia che aveva rotto per troppo tempo e ora doveva ricomporre.
Mi lascio cullare, ma ecco che suona il suo cellulare  - TRIIIIII - cosi mentre io ridevo lui si toglie dal mio collo che stava mordendo e mi dice :
  • Non ti muovere..
  • Sbrigati.
Mi viene sete cosi vado in cucina e verso l'acqua in un bicchiere di vetro e uscendo bevo qualche sorso..ma proprio quando sono nel mezzo del salone che faceva da corridoio tra l'arco per la cucina e un altro arco per le camere da letto e bagno vedo la sua faccia.
Nei suoi occhi c'era felicità, orgoglio e brillavano...ma quando vede me sparisce tutto e per quanto faceva male amavo vederlo in quel modo ; vedere quella luce..quella felicità..come quando uno ha realizzato un sogno e non potevo diventare quella che l'aveva rotto..mi avrebbe odiata col tempo e sarebbe stato peggio che rinunciare a lui quella scelta.
Con nodo che mi stritola il centro dello stomaco e un dolore che avevo provato minimamente solo quando aveva detto che non gli bastava la nostra vita mi siedo e poso il bicchiere di vetro dalle mani sapendo che le mani tremavano e a viso basso poggio i piedi sopra la sedia incrociando le braccia tra le mie gambe nude, con la voce fragile e bassa gli dico :
  • Congratulazioni.
  • Questo non cambia nulla, credimi ! 
  • Ma deve. Tu sei felice, era da..tanto che non ti vedevo brillare e t-
Quei mesi mi avevano fatto capire che l'amore non basta per stare insieme, neanche un grande, immenso, vero amore come il nostro poteva sconfiggere i cambiamenti. E lui che lo ammetteva o no era cambiato, i suoi sogni, le sue aspirazioni e gli obbiettivi..e io non sarei stata colei che rimaneva a casa aspettandolo notte dopo notte..sola. Colei che gli faceva pesare i viaggi, le riunioni, le ore infinite, la sua assenza.
Andando verso la camera da letto sentivo il corpo a pezzi, rotto, le ossa spezzate e il cuore schiacciato..ma Max non la smette..prende le mie braccia e stringendole forte lo vedo..fragile mentre mi grida :
  • Il mio sogno è sempre uno..sempre il più bello..Noi ! Scordati c-
Alzo le punte dei piedi e mi avvicino con le sue mani ancora ferme nele mie braccia e bagnandoli il viso gli lascio un bacio, che sapeva di..addio..amaro e ricordi. Poi guardandolo metto la mano nel cuore e gli dico lasciandogli un mio sorriso :
  • Non smetterò mai, mai di amarti ma..voglio vederti completamente felice e con me non lo sei più. 
E' come se ti posano senza avvisarti in tempo un sasso enorme..pesantissimo sul petto. Come quando ti strozzi e non riesci a respirare..tossisci, ancora e ancora ma ti sembra solo di peggiorare..stai annegando ma..non puoi fare niente, niente per risalire.
Chiudo la porta della camera da letto e buttata nel letto le lacrime invadevano il mio viso mentre Max da dietro la porta mi urlava :
                              Toglieti dalla testa che ti perdero !! Mi senti ?!  IO TI Amo.

stringendo il cuscino bianco tra le mani con la radio accesa quasi il destino mi volesse aiutare ecco il mio idolo che cantava :
Te ne vai 
Salutandomi 
Da quel luogo che 
È un luogo senza te

Te ne vai da qui 
Con gli occhi lucidi 
Che piano si colorano 
Di bianche nuvole 
Ah, si.
Ti penserò cosi 
Ti dico ciao 
Ma so che è un addio, 
C'è molto di te 
Che sento ancor mio. 

 
Dopo un'ora che mi ero addormentata pensavo che Max era uscito cosi a fatica metto dei pantaloni neri , stivaletti e una camicia bianca con un'impermeabile sopra..le chiavi di casa e cellulare. Faccio qualche passo e con l'arco alle mie spalle ecco che lui era ancora li, di nuovo si avvicina appena ho superato gli scalini e sono davanti al portone e vuole parlare ma io lo fermo e anche se sapevo che cosi lo avrei perso per sempre era più importante la sua felicità della mia e gli dico :
  • C'è la fine per tutto, Max..e..nuovi inizi, buona fortuna.
  • Noi non siamo la fine, tu, io, Clara..non siamo la fine !!
La sua mano poggiata nella mia spalla mi faceva vacilare cosi mi tolgo e vado dietro di lui quando vedo il biglietto e mi viene un'idea..girandomi mentre mi sento morire lo prendo e sventolandoglielo davanti agli occhi lo guardo con gli occhi annegati dalla lacrime e dico  :
 
  • Lo vedi ?! Ora sei tu che non basti a me, questa vita, questo..me la dato Fin. Lo..baciato.
                    - SBAM ! - 
una sberla che non fa male tanto quanto il suo sguardo. Lo avevo visto solo in Andrea, ed ora eccolo..solo che con Fin non c'era nulla, tranne un'attrazione che non avrei continuato..Max..beh, Max era tutto ciò che avevo cercato e desiderato e tutto ciò che non sapevo di poter avere.
Sedendosi nel divano con le mani nel viso vedevo il suo viso rosso..ero sicura che volesse spaccare tutto ma invece mi fa una sola domanda :
  • Lo ami ?
  • No. Ma..in questi mesi..ah, - sospiro e cammino verso il tavolo e poggiando le mani nello schienale di una sedia dandogli le spalle gli dico - tu hai lavorato per realizzare un sogno, il tuo..sogno. TI ho aspettato, ho lottato, pensavo che...voglio un sogno.
Quelle paroli le avevo dette tutte in un colpo, volevano uscire scoppiando quasi ma lente, piane, calme, sicure..sto per uscire e aprire il portone, sicura della fine ma invece corre da me e appena sono nel mezzo della porta aperta la sua mano poggiata sul dorso della mia la stringeva :
              - Rimani..rimani con me !  -  Sei libero ora, Max. -
Senza voltarmi indietro corro, con tutto il fiato che avevo, l'ossigeno nei polmoni, corro corro corro ! Dopo dieci minuti arrivo, suono alla porta e appena mi apre trovo un rifugio, Noel. Senza domande, senza una parola tende le braccia e io mi ci butto..scoppiando a piangere lei chiude la porta e stringendomi mi sussurra :
           " Piccola mia..la mia dura. "
Cosi rimango li, finché non mi calmo un pò e riesco ad aprire gli occhi. Passa mezz'ora e siamo sedute nel divano, con due tazze di thé in mano lo sorseggio e con il dorso della mano asciugo il viso..passando la mano tra i capelli poggio il gomito nel divano e guardando Noel gli dico :
  • Parto.
  • Come parti ? Con..chi ?
Prima di dirglielo guardo un pò dappertutto e poi lei mi alza il viso e con il suo sguardo di affetto illimitato e io speranzosa che non mi avrebbe giudicata, almeno lei gli dico:
  • ​Fin. Parto con Fin. Ecco !
Anche lei mi giudicava. Il suo sguardo distolto dal mio viso e i movimenti della sua mano portandosi i capelli indietro la tradivano dalle sue parole che sono portando le braccia in alto e buttarle su un cuscino :
  • Cosa ?!
  • Pensi che sbaglio.
  • Se c'è una persona che merita la felicità sei proprio tu, pensi sempre a tutti..a tutto ! tranne che a ..te.
  • La mia saggia topa, ah. 
  • Che vuole vederti felice come lo eri fino a pochi mesi fa.
  • Sarà solo per pochi mesi. Viaggero, vedrò posti mai visti, farò tante foto..e poi deciderò cosa fare, definitivamente.






 
 

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Capitolo 15
*** Decisa ***


  • Mi chiamerai e farai tante foto, giusto ?
  • Giusto..topa.
  • E mi porterai dei ricordini per la mia collezione, vero ?
  • Ah ah ah..ovvio.
Cosi dalla faccia scherzosa, spiritosa ecco che diventa seria, mi toglie i capelli davanti agli occhi..il respiro me lo sentivo prosciugato come le lacrime, come il sorriso..lasciare Max aveva voluto dire lasciare metà di me ma poi mi prendo di coraggio e alzo il viso dicendo a Noel che mi guardava preoccupata -
  • Max sta cominciando una nuova vita, so che ha provato almeno all'inizio..a far funzionare tutto ma ha quasi distrutto tutto. E..
  • Uhm..
Mi guardava come se si aspettava che dovevo dire altro, quando mi guardava cosi era perché non mi credeva..cosi poggiando il gomito nelle spalle del divano bevo un pò di acqua e aspetto che parli..dopo due minuti ecco che giocando con una punta dei suoi capelli e sistemandosi con il mignolo gli occhiali mi dice :
  •  Ok, ti do in pieno ragione. Lui è stato un vero imbecille, stronzo ma..
  • Ma ?
  • Sai che al tuo ritorno potresti non trovare quello che stai lasciando, vero ?
                    - TRRRR -

          - E' già successo..ora devo proprio andare. -
Esco di casa pensando alla frase di Noel, era vero, correvo il rischio di perdere tutto più di quello che avevo già perso ma forse potevo ritrovare quello perso fin ora. Volevo sfidare il destino..? Si, probabilmente ma era ciò che volevo..
Arrivo a casa che era sera, subito chiamo Fin e gli dico di raggiungermi da me per un drink dopo cena, inotre gli dovevo chiedere se poteva trovarmi un'appartamentino almeno fin quando non avessi trovato uno io a mio gusto e altri dettagli, chiudo il portone e mi siedo, il telefono tra le mani e  seduta sui gradini d'ingresso guardo quella che in pochi mesi era diventata casa mia.
 - Ah ! - pensare che non ne sapevo nemmeno l'esistenza e ora l'avrei lasciata per mesi ma sapevo che sarebbe stata in buone mani, quelle di..Max. Ed eccolo, con una camicia blu e jeanz scur e scarpe nere..i suoi occhi mi facevano un buco nel cuore e sempre quella sensazione, non mi bastava più, era vero ma non se ne andava.." che tuttto sarebbe andato bene, che tutto era a posto " ecco cosa mi sarebbe mancato come l'ossigeno lontana da lui, cosa non avrei trovato in altri occhi,i lo vedo venire uscire dall'arco con le mani in tasca freddo come se non ci conoscevamo, mi odiava.
Faccio un sorriso e alzandomi accarezzo le pareti, gli oggetti, il divano e infine il camino, infine dalla tasca esco le chiavi di casa e mi volto, mi sforzavo di non fissare i suoi occhi, strittolavo gli occhi e le labbra mi consumavo mentre agitavo le chiavi tra le mani e dico :
  • Quanti ricordi in cosi poco tempo. 
  • Potevano essercene altri..Iris.
  • Smettila..per piacere.
  • Perché sai che ho ragione ? Perché sai che stai facendo un'enorme cazzata ?!
  • Tu credi che la mia è una ripicca ?! Che volere un sogno anche io e realizzarmi appartenga solo a te..Max ? DIO !
Eccoci nuovamente a litigare, a non capirci, a non voler accettare di perderci, solo che stavolta mi irritava. Non sopportavo il suo modo di sminuirmi, di sminuire i miei sogni, progetti come se solo i suoi fossero da realizzare, fossero importanti. Con le mani poggiate nello schienale della sedia e le spalle rivolte il fumo usciva dalle narici, lui zitto cosi vado in cucina a farmi un'insalata.
Distrutta. Quella conversazione anche se lo avevo pregato di smetterla, di non insistere mi aveva logorata, svuotata, avevo buttato tutto fuori..tutto con le lacrime che mi rigavano il viso e che volevano ancora scendere, vado a prendere degli scatoloni vuoti nel ripostiglio e dandogli le spalle inizio a mettere le cose nel camino, poche cose, foto e ricordi..volevo solo sentire la porta chiudersi. 
Sapere che se ne era andato cosi da poter crollareBOM ! -  cado a terra, le gambe non resistono più, crollano piegate ma eccolo. Sento due braccia che mi stringono forte..intrecciano tutto. Mi volto ed Max, non se ne era andato..mi dice una frase - Voglio che sei felice e io ti ho fatto troppo male..ma non chiedermi di smettere di amarti, sarà qui - e con quella frase rimaniamo per qualche minuto cosi. 
Dopo un'ora che eravamo abbracciati e io come sempre mi ero addormentata nel divano ecco che mi trovo una coperta leggerissima addosso e lui  dandomi un bacio in testa va via, stavolta per davvero. Ma non potevo perdere tempo, avevo preso la mia decisione cosi mi alzo e riempio le valigie.
Ci avevo messo un'ora anche di più e due troley erano pieni, non sapevo il clima visto che non avevo mai visitato quei posti ma ero piena di entusiasmo, carica ed elettrica, metto le valigie accanto al portone e mi preparo per andare a dormire, la tuta larga nera e una canotta bianca sopra, una pettinata ai capelli corti quando.. -  TRIIIII ! TRRR - 
- Cacchio !! Cacchio ! no no no no ! - nervosa metto le mani nei capelli e poi sto per correre nel salone per mettere qualcosa sopra la canotta, non mi sentivo a mio agio con la canotta larga che si notava il reggiseno bianco con accanto Fin ma ecco che appena scendo il primo gradino risuona insistendo, la sola cosa che potevo mettere era una giacca viola di cotone che si fasciava in vita..la metto gridando al suono del campanello - TRIIIIIIII ! - Un attimo..diavolo ! - apro e senza darmi il tempo di nulla con i capelli sul viso per la velocità con cui avevo fatto tutto Fin mi da un bacio in guancia bagnato..vedo fuori e pioveva.
Dopo qualche secondo do un occhiata a lui, era bagnato fradicio..dai capelli biondi gocciolava acqua e la camicia bianca era diventata trasparente..chiudo il portone e ridendo mentre lui si spazzava via un pò di acqua gli dico :
  • Ahahah..
  • Signorina, sta ridendo di me ?
  • Io..? no no.
Contagiandomi con il suo carattere che prendeva tutto alla leggera e sul ridere me ne sto per andare e gli do le spalle mentre ridendo gli dico :
  • Ti prendo una cosa asciutta, piccolo pulcino ahahaha.
  • Ora te lo dico io..
  • No, no, no..ferm- ah ah ah ah ah..
Mi insegue quando lo prendo in giro, mi prende per le gambe e per la pancia tirandomi contro il suo corpo e mi bagna anche a me, giocavamo, ridevamo, mi sentivo meglio..ero tutta bagnata certo ma la pesantezza era di meno sullo stomaco..solo che poi succede qualcosa che non doveva risuccedere, tra un solletico e tra un bacio con la barba ruvida, tra una giravolta tra le sue braccia in aria e delle urla divertite mi trovo con i capelli bagnati sul viso e che sento l'aria che esce dalle sue labbra e umida è sul mio viso, lui vuole baciarmi ma io no, cosi tolgo le mani delle sue braccia e a bassa voce gli dico :
  • Prendo qualcosa di asciutto e vengo.
  • Iris ?
  • Dopo. Dopo, per favore.
Vado e prendo una camicia per lui e mi cambio anche io, poi vado in cucina con lui che mi aspettava nel divano seduto e io torno con due bicchieri di vino bianco..ecco il primo bicchiere giù, il secondo e infine porto la bottiglia nel tavolo al mezzo tra il divano e il camino.
Poggio e con il bicchiere nelle mani che giravo e rigiravo quando capisco che prima di partire e affrontare delle ore di viaggio, mesi di vita con lui dovevo essere chiara su qual'è era il nostro rapporto cosi poso il bicchiere su tavolo e guardandolo gli dico :
  • Fin.
  • Guarda che non sparisco anche se non verrai, bellissima.
Sapeva che per me era difficile e cercava di aiutarmi, dopo un sorriso abbozzato rialzo il viso e gli dico guardandolo negli occhi :
  • Verrò. Ma a delle condizioni, tra me e te non succedera niente e non avremmo una storia d'amore..ok ?
  • Uhm, chi lo può sapere..
  • Fin !
  • Scusa ma è cosi, non siamo noi a dettare il futuro o gli eventi, è il destino.
  • E' il mio lo decido io quindi non ci sarà nulla e basta. 
  • Le altre condizioni ?
  • Ecco..mi servirà un posto dove abitare e l'asilo..non ho voluto sapere il compratore ma ora che me ne vado..ecco..pu-
  • Sono io. 
  • Tu ?!
  • Si. Vedi, io sono cresciuto in un posto simile..ma allora li chiamavano orfanotrofi. Era squallido, sporco e malandato, i miei erano morti e non sapendo a chi darmi sono stato li finché i miie genitori non mi hanno preso e cosi quando mi hai detto del tuo asiilo e ho conosciuto te..non potevo lasciarlo a qualcuno che lo avrebbe distrutto per la millessima area da ricconi.
Tante cose mi erano chiare ora. Il sentirlo cosi simile a me, i suoi desideri che erano i miei, la voglia di avere cose normali e comuni e non vedere nei suoi occhi arivismo o voglia di potere e denaro..non volevo piangere e farlo sentire in imbarazzo ma due gocce sull'angolo degli occhi mi escono spavalde sporcandomi un pò..la sola cosa che riesco a dire mentre lui con un dito mi asicuga stando lontano è :
     - Ecco spiegato. Il perché sei cosi..speciale e ti voglio bene Fin Fix. Hai sopravvissuto.. - 
Continuiamo a parlare e mi spiega un pò di tutto, che la ditta che stava creando era diretta da soci con maggiore esperienza e che mi aveva riservato una sorpresa riguardo la mia aitazione, che non mi sarebbe servita a molto visto che saremmo sempre stati in viaggio in posti meravigliosi, poi mi lascia tanti documenti dove c'era il progetto della mia nuova sede di lavoro ecc e va via con i miei bagagli.
 





        




 

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