Avvertimenti dal futuro

di Ghirlanda
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo primo: la forza dell'amore ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo - prima parte ***
Capitolo 3: *** cap2_ seconda parte ***
Capitolo 4: *** Cap2_parte terza ***
Capitolo 5: *** Cap2_parte terza ***



Capitolo 1
*** capitolo primo: la forza dell'amore ***


Capitolo Primo: La forza dell’amore

Capitolo Primo: La forza dell’amore

 

Prima parte:

Era stata dura. Era stata veramente dura. Non sapeva neanche lei come aveva fatto. Che una babbana giungesse ad Hogwarts era difficile, ma che una babbana raggiungesse Hogwarts solo dopo averne letto l’esistenza in alcuni libri per ragazzi era veramente strepitoso. Per di più sapeva che non sarebbe riuscita a raggiungere la scuola di nuovo… a meno che non riuscisse a ricordare come diavolo aveva fatto a raggiungere non solo il luogo, ma anche l’epoca giusta, quella che a lei interessava. Hogwarts all’epoca dei malandrini. Hogwarts all’epoca di Mocciosus. Hogwarts di vent’anni prima.

Stava di fatto che, con la consapevolezza di essere insonne da tre settimane ed a digiuno da una e mezza, la ragazza raggiunse la capanna di Hagrid. Sapeva benissimo che non doveva farsi vedere da nessuno con gli abiti babbani indosso, anche se era difficile resistere alla tentazione. Riuscì ad entrare nella scuola e, fingendo di essere un po’ sbadata, a prendere una vecchia tunica da dentro un ripostiglio per mascherare gli abiti babbani ed a farsi anche indicare il ritratto della signora grassa. C’era quasi…

-Parola d’ordine?- Sentì chiedere alle tre ragazze che l’avevano preceduta per il corridoio.

-Vipera evanesca!- Rispose la biondina che stava sulla destra.

-Entrate pure…- Disse il ritratto, spostandosi di lato.

Aspettò cinque minuti, il tempo che serviva perché nessuno pensasse che aveva origliato la parola d’ordine.

-Parola d’ordine, cara?- Le chiese la signora grassa.

-Vipera evanesca.-

-Benvenuta a grifondoro.-

Benvenuta? Non avrebbe dovuto dire bentornata? Che abbia capito…?” Pensò.

-Grazie…- Rispose, fingendo che nulla fosse.

Entrò. Fece mente locale. Cosa aveva detto nel primo libro Percy? Del film, anche se lo conosceva a memoria, non poteva fidarsi. Erano state cambiate così tante cose… aveva detto maschi a destra e femmine a sinistra od il contrario…? Maledizione! Non lo aveva proprio detto! Cercò di ragionare… la Rowling lo aveva detto da qualche altra parte se era la scalinata a destra o quella a sinistra? Mentre stava ancora cercando di ricordare vide nuovamente le tre ragazze che l’avevano preceduta nell’entrare nel ritratto scendere dalla scalinata a lei più vicina e ridere di gusto.

“Ma non dovrebbero essere all’ultima ora di lezione del pomeriggio? Mah… comunque per me è stato meglio così, quindi…” Considerò. Aspettò nascosta dietro una poltrona che uscissero, poi andò verso la scalinata opposta a quella da dove erano scese le tre grifondoro. La parte che interessava a lei era quella dei ragazzi.

Passò in rassegna tutte le porte:

- Cassler, Blane, Black… BLACK!- Quasi urlò. –È…è questa…- Per poco non si mise a piangere dalla gioia. Dopo tante fatiche e sofferenze… finalmente…

Entrò cauta. I suoi nervi non avrebbero retto altre emozioni se prima non si fosse riposata un po’… che male c’era… tanto prima di mezz’ora le lezioni non sarebbero finite…

Si accucciò accanto ad uno dei quattro letti, inebriata dall’odore del suo proprietario, e si addormentò.

 

-Avete visto la faccia della Mc quando le ho descritto nei minimi particolari cosa comporta la trasformazione in animagus? Quasi, quasi ci beccava…!-

-Non mi sembra il caso di vantarsene, Sirius… se vi avessero scoperto avreste passato dei guai! Siete dei fuorilegge!-

-Oh, dai… Lunastorta… non smontarmi così… uffa!-

-Tu che ti smonti? Ah, ah! Quando il sole sorgerà a mezzanotte forse potrebbe succedere… ma è solo un forse!-

-Non sei per niente simpatico Ramoso… anch’io posso diventare triste, sai?- disse il primo che aveva parlato, facendo il labbrino.

-Ma smettila! Ah, ah,ah!- Rispose il terzo ragazzo, chiudendosi alle spalle la porta della stanza.

-Comunque abbiamo risch… ma… chi è questa ragazza?- Chiese il secondo sconcertato.

-Una ragazza nel dormitorio maschile? Eh, eh… malandrina!- Disse di nuovo il primo, sogghignando.

-Piantala Sirius… guarda, è ferita!-

-Dobbiamo potarla da madama Chips! Poterebbe essere pericolosa…- Aggiunse una quarta voce, acuta, quasi uno squittio.

-Ehi, genio! Per te sarebbe pericoloso anche un orsacchiotto di pezza! Non hai pensato che se non è andata da sola in infermeria potrebbe avere una motivazione più che valida?- Affermò il primo, stupendo gli altri tre per l’astuzia.

-Proviamo a svegliarla…- Propose il secondo.

-EHI, SVEGLIA!!!- Urlò di rimando il primo, scotendo la ragazza per la spalle.

-Piano, Sirius!!!- Ma ormai era tardi. La ragazza a questo punto era sveglia e li osservava tutti con enormi occhi da cerbiatta, non pieni di spavento, ma di gioia e liberazione.

Arrossendo lei si alzò, tenendosi inconsciamente con la mano il fianco da cui continuava ad uscire sangue, poiché la benda che teneva tappata una ferita si era spostata a causa della posizione scomoda in cui lei si era appisolata. Li guardò tutti in faccia, poi disse:

-Sc-scusatemi… mi sono addormentata in camera vostra… senza nemmeno… mi dispiace.- Concluse abbassando il volto.

-Ehm… non preoccuparti…- tentò il biondino alla sua destra. –Non è invece il caso che ti portiamo in infermeria? Stai sanguinando, e…-

-Sanguino?- Chiese lei guardando la ferita come la vedesse per la prima volta. –Oh, no… di nuovo… scusatemi, non avrò sporcato per terra, vero? Mi…-

-Non hai sporcato niente. Vieni con noi…- Tentò nuovamente Sirius, cercando di afferrarla per portarla in infermeria.

-No, no… aspetta, Sirius!- vociò lei. –Non posso andare in infermeria…-

-Sai il mio nome? Ma sei di questa scuola? Non ti ho mai vista prima…-

-Ecco… io…-

-Non credo che sia la cosa più importante in questo momento! Sei ferita, vieni… appoggiati a me… ti portiamo…- Tentò il biondo.

-Non in infermeria. Prima devo vedere Silente. Ti prego, Remu…-

-Conosci anche lui?-

-Sirius piantala! Ci dirà dopo come fa a conoscerci. Adesso deve andare a curarsi. Però prima…- Aggiunse vedendo la sua espressione, -… la porteremo nell’ufficio di Silente. Va bene?-

-G-grazie…-

Appoggiandosi a Remus e Sirius, raggiunse, senza essere vista da nessuno, l’entrata dell’ufficio di Silente.

-Qual è la parola d’ordine?- Chiese James.

-E che ne so io?- Rispose secco Sirius.

-Fatemi provare… -Tentò la ragazza. –Api frizzole, scarafaggi a grappolo, cioccorane, gelatine tutti i gusti+uno, sorbetto al limone, torta alla panna mont…- Alla parola panna i due gargoyles a lato della porta si spostarono lasciando entrare i cinque quindicenni.

-Come facevi a sapere che la parol…-

-Sirius, ti prego!- Gemette Remus.

Bussarono, attendendo una risposta. Da dentro l’ufficio una voce cordiale rispose: -Prego, entrate.-

Quando furono entrati, Silente si diresse subito verso di loro, e prese dalle loro braccia la ragazza facendo comparire un lettino in un istante, dove la distese.

-È un morso di basilisco, vero?-

-… sì, ma era solo un cucciolo. Niente veleno mortale nelle...-

-Vero, non c’era veleno mortale nelle zanne. Però c’è un veleno che non farà richiudere la ferita se non con la magia. E tanto dolore. Pronta?- Era quello che lei temeva.

-… ugh… sì…- Rispose rassegnata. Sapeva che avrebbe avuto bisogno di ricambiare tutto il suo sangue infettato con dell’altro, nuovo. E per fare quello avrebbe dovuto sentire ogni singola goccia che le usciva dal corpo, rimanendo sempre cosciente. L’aveva scoperto in biblioteca, dopo aver letto il secondo libro della serie ed essersi molto appassionata alla figura del basilisco. Non pensava che fosse vero, ma evidentemente era così.

Finita la tremenda e delicata operazione, si alzò dal lettino come nuova.

-Avrebbe bisogno di assoluto riposo, ma credo che lei, signorina, voglia prima dirci chi è e da dove viene, vero?- Affermò Silente, facendo scomparire il lettino e comparire due poltroncine perché tutti riuscissero ad accomodarsi.

-Ma prima…- Disse Silente, -… Peter, cosa ne dici di andare a prendere un pezzo di cioccolato sanguinoso giù nelle cucine? Questa ragazza ha bisogno di sangue… in effetti è ancora palliduccia…-

-V-va bene.- Quando fu uscito, la ragazza cominciò il racconto.

-Mi chiamo Asdrel. Vengo da…- Come poteva far capire da dove veniva? –Da… un altro mondo.- Concluse.

-Cioè… sei un’aliena?- Chiese Sirius.

-No, no… vengo da questo mondo… ma da un altro tempo e da un’altra dimensione… insomma voi siete un libro.-

-Eh?- Chiese giustamente James.

-Nel mondo da cui vengo io voi, cioè Hogwarts ed il mondo magico… siete solo un libro per ragazzi. E per di più siete già nell’anno 2000, circa.-

-Cioè siamo un libro… ambientato tra circa vent’anni?- Chiese conferma Silente.

-Esatto! E…- Si fermò. Doveva cominciare subito ad avvertirli dei pericoli?

-E come ha fatto ad arrivare fin qui? Ma soprattutto… perché ha deciso di farlo?- Provò Silente per agevolarla.

-Ecco… non so esattamente come ho fatto ad arrivare fin qui… ero in camera mia… immaginando e sperando di venire qui per avvertirvi di ciò che succederà e mettervi in guardia… e tutt’ad un tratto mi sono ritrovata all’inizio del binario 9 e 3/4 … solo che il treno non c’era… così ho seguito il binario a piedi per qualche giorno…-

-Qualche giorno quanto?- Chiese Silente.

-Per venti giorni. In realtà pensavo ci volesse molto meno…. Infatti non avevo calcolato che avrei avuto bisogno di rifocillarmi. Ho preso qualche frutto qua e là per la strada.-

-Se non sbaglio i frutteti finiscono a circa dieci giorni di cammino da qui.-

-In effetti… sono quasi a digiuno da nove giorni. Mi sono portata dietro qualche frutto nell’eventualità che si esaurissero i frutteti ma… non sono bastati.-

-Come hai fatto ad attraversare la foresta digiuna?- Chiese stupito Remus, capendo all’improvviso il tragitto della ragazza.

-Volevo venire qui a tutti i costi. Il digiuno è stato il meno. Il vero problema è stato sfuggire a quel maledetto serpente…-

-Dove lo ha incrociato?-

-Più o meno all’inizio della foresta. Credo sia stato mandato da…-

-Allora è il caso che lei mangi qualcosa.- Concluse Silente, spezzando il discorso della ragazza e facendo comparire del pollo al forno con patate sulla sua scrivania.

-No, non ancora prima devo…-

-Perché non lo ha fatto anche prima?- Chiese Sirius. Evidentemente quando voleva sapeva essere sveglio anche lui.

-Cosa?- Chiese tranquillamente Silente.

-Perché non ha fatto comparire anche del cioccolato sanguinoso, invece che mandare Peter a prenderlo?-

-Perché ho avuto la netta sensazione che questa signorina non gradisse la sua presenza, durante la spiegazione.- Disse semplicemente Silente, chiedendole conferma di quanto aveva appena affermato.

-In effetti… è vero. Sarebbe il caso che Peter non fosse presente durante il mio racconto. Poiché è proprio da lui che devo mettervi in guardia. E non solo da lui.-

-Metterci in guardia… da Peter? Non esiste essere più codardo di lui. Cosa potrebbe farci di male?-

-Proprio la sua codardia ha portato disgrazie al vostro gruppo.-

-Puoi raccontarci come sono andate le cose? Se non ti disturba, intendo.- Richiese Remus.

-D’accordo. Allora…-

Cominciò un lungo racconto dal matrimonio dei Potter al loro assassinio, alla “morte” di Peter, all’imprigionamento di Sirius, fino ad arrivare alla morte di quest’ultimo, caduto dietro il velo.

Alla fine del racconto il sole, che prima batteva forte sebbene fosse già ottobre inoltrato, era tramontato per lasciare il posto ad una luna crescente ancora lontana dalla sua pienezza.

-E questo è tutto.- Concluse Asdrel. –Harry è tornato alla casa dei suoi zii, che sono stati minacciati di guai terribili da Remus, Tonks e Moody se non lo avessero trattato bene. I libri che ho letto sono arrivati a questo punto. Ma ne mancano ancora due. E non so dirvi di cosa tratteranno. Per me è stato fin troppo dal tradimento di Peter in poi, non ho aspettato la fine della serie per venire ad avvertirvi.-

Gli altri erano sconcertati. Inizialmente non avevano creduto ad una sola parola della ragazza, poi però, quando lei aveva cominciato ad accennare ad alcuni particolari (come per esempio una certa mappa usata da Harry od un soprannome riferito ad un determinato serpeverde dal lungo naso e dai neri capelli…) avevano cominciato a temere che fosse tutto vero. Non l’avevano mai interrotta, se non quando Peter era tornato dalle cucine e lo avevano ricacciato via con un’altra decina di scuse, per altrettante volte. Alla fine lui era rimasto nel dormitorio a ripassare per le lezioni del giorno dopo sotto consiglio, o meglio, sotto l’ordine di Sirius.

Lei aveva volutamente tralasciato alcuni particolari sia riguardo ai malandrini, per non metterli troppo nei guai, sia riguardo ad altre cose che concernevano esclusivamente Silente, il ministero od altri.

In compenso era venuta a sapere che la guerra tra il mondo magico e Lord Voldemort era già cominciata da un paio d’anni anche se non aveva ancora raggiunto le dimensioni narrate nei libri da lei letti.

-Sinceramente non credo che sia il caso, visto che lei è in pericolo, ma ha intenzione di tornare a casa, ora, signorina Asdrel?-

Asdrel rifletté un momento. Tentò di pensare alla sua famiglia ma l’unica cosa che ricordava era la cinghia di suo padre…

-Se non creo disturbo preferirei rimanere ad Hogwarts per un po’.- Rispose sinceramente.

-Beh… visti i pericoli da cui ci ha messo in guardia credo proprio che lei sia la benvenuta ad Hogwarts. Adesso sarà il caso che andiate tutti a mangiare e che voi tre stiate vicini a questa ragazza.-

-Cosa intende con lo stare vicini?- Si informò Sirius.

-E perché è in pericolo?- Aggiunse Remus.

-Intendo dire che… con tutto quello che questa ragazza sa è sicuramente in pericolo. Lord Voldemort avrà appreso sicuramente tutto quello che lei ci ha appena detto poiché egli è un potente legilimens e scommetto che il basilisco che la ha attaccata all’inizio della foresta proibita è stato mandato proprio da lui. Quindi devo chiedere a voi tre, che siete gli alunni più brillanti della scuola e gli unici che sanno adesso tutta la verità, di proteggerla. Immagino che Voldemort voglia la sua morte a tutti i costi e cercherà di ottenerla anche grazie alle sue spie all’interno della scuola. Quindi la proteggerete voi. Avrete un permesso speciale per dormire tutti nella vostra stanza e lei comincerà a seguire le lezioni assieme a voi. Credo che tu abbia la loro età, non è forse vero?-

-Io ho quindici anni. Ne compierò sedici a dicembre.-

-Hai la loro stessa età. Per gli altri alunni tu sarai un ragazzo, però.-

-Cosa?- Chiese James, riacquistando la facoltà della parola.

-Non possiamo permettere che qualcuno protesti perché una ragazza dorme nel dormitorio maschile. Attireremmo troppe attenzioni.-

-Potremmo dire che non c’è altro spazio dove farla dormire…- Tentò Sirius. Evidentemente a loro non andava a genio l’idea che l’orgoglio della ragazza che aveva salvato le loro vite andasse in frantumi.

-P-per me non c’è problema… anche se non so quanta capacità magica io possa avere… dopotutto sono una babbana…-

-Chiunque arrivi fin qui, in questa scuola, ha un potere immenso dentro di sé… non saresti riuscita ad arrivare qua, se non fossi magica quanto noi…- disse Silente.

Asdrel quasi si commosse. Poi aggiunse:

-Non vorrei sembrarvi troppo sfacciata, ma in realtà credo sia una buona idea… svieremo i sospetti se mi fingerò ragazzo, visto che Voldemort è alla ricerca di una ragazza… e mi sentirei davvero al sicuro se potessi rimanere sempre con almeno uno di voi… anche se non vorrei disturbarvi… viste le vostre abitudini.- Non volle aggiungere altro, per non metterli tutti e quattro nei guai…

-Non preoccuparti, non saresti un peso. Non dopo tutto quello che ci hai evitato!- Disse Remus.

-Ecco… io… so che tu sei… insomma… un lupo mannaro. Non ti disturberei durante le tue…-

-Non vedo quale sia il problema.- Osservò Silente con la falsità delle sue parole che risultava evidente alle orecchie di tutti. –Durante le trasformazioni di Remus starai con gli altri tre, no?-

-E-ecco… ha ragione.- Ammise Asdrel.

-Allora… andiamo a mangiare?- Provò Sirius, per cambiare discorso.

-Prima però…- Cominciò Asdrel, -…devo chiedervi un ulteriore favore… principalmente a voi tre.- Disse.

-Dicci pure.- Disse Remus con voce dolce e disponibile.

-Ecco… come vi ho detto anche prima, so che avete l’abitudine di trattare Peter non con molto rispetto… Se… se voi provaste a trattarlo meno duramente e con più disponibilità… magari lui cambierà. Ma-magari sarà più riconoscente e non un traditore nei vostri confronti. Almeno credo. Con una giusta dose di fiducia da parte degli altri anche la persona peggiore del mondo può cambiare, no?-

-Ci proveremo. Anche se sarà difficile dargli fiducia ora che sappiamo cosa ha fatto… o cosa dovrà fare.-

-Vi prego, dategli fiducia. Fatelo per… per Harry, … per chiunque vi sembra degno del vostro amore, insomma.-

I tre la guardarono con sguardi colmi di curiosità.

-Perché ti interessa tanto la figura di quello spione?-

-Perché è colui che ha cambiato i vostri destini in peggio. Magari stavolta potrebbe farlo in meglio.-

-Proveremo a fare a modo tuo.- Concesse James.

-G-grazie.-

-Ora vieni a mangiare con noi...?- La invitò Remus.

-Aspettate un momento, ragazzi... devo parlare con questa signorina da solo, per cortesia.- Chiese Silente.

-…Nel frattempo potreste andare a chiamare Peter che, scommetto, vi sta ancora aspettando nel dormitorio per andare a mangiare con voi. Anche io devo dire ancora qualche cosa al preside. Vi raggiungo subito.- In realtà lei voleva anche lasciarli un po’ a discutere fra loro, dopo tutto quello che avevano scoperto.

-Ok!- Disse Sirius, cominciando a riprendersi dal racconto che lo aveva visto semi- protagonista e vittima. Quando i tre furono usciti, la ragazza disse:

-Devo dirle qualcosa a proposito del suo attuale alunno Barthemious Crouch Junior ed anche a proposito di Alice e Frank Paciock. E magari anche qualcosa riguardo a Sibilla Cooman e Severus Piton…-

Quando furono usciti Remus chiese: -Cosa ne pensate?-

-È carina…- Disse Sirius. Si era completamente ripreso.

-Non dicevo riguardo a lei, ma al suo racconto.-

-Io penso che possiamo fidarci. Insomma… sono convinto che ci abbia nascosto delle cose, ma non certo riguardo al nostro futuro. Credo che abbia tralasciato dei particolari per non mettere nei guai noi con Silente e Silente con noi. Però ci ha detto tutto quello che doveva.- Disse James.

-Sono pienamente d’accordo.- Conclusero in coro gli altri due.

-Avete sentito quante ne avrebbe combinate mio figlio?- Chiese James con una luce d’orgoglio negli occhi.

-Già… un tuo degno erede.-

-La mia maledetta cugina mi avrebbe ucciso, eh?- Disse Sirius. –Questa gliela faccio pagare. Anche se ha due anni più di noi è ancora qui ad Hogwarts… mi vendicherò!-

-Avrei sposato Lily Evans… mamma mia… speriamo che questo particolare non cambi…-

Sirius e James erano già nel mondo dei sogni. E Remus non era da meno:

-Avrei insegnato ad Hogwarts… difesa…-

Quando raggiunsero il dormitorio vi trovarono Peter che dormiva beatamente. Li aveva aspettati, esattamente come Asdrel aveva previsto.

-Lo svegliamo?- Chiese Sirius.

-Sì, ma gentilmente. Come ci ha chiesto Asdrel.- Lo ammonì Remus.

-Peter, ehi, Peter?-

L’altro aprì gli occhi assonnati.

-Ah, siete tornati? Come va?-

-Vieni a mangiare con noi?-

-Credevo che mi avreste svegliato in malo modo. O peggio, che non mi aveste svegliato affatto.-

L’incantesimo che avevano appena lanciato su di lui stava avendo effetto. Non poteva fare altro che dire loro tutto quello che gli passava per la testa, senza rendersene conto, per di più.

Lo guardarono come dei padri possono guardare dei figli indifesi che hanno appena commesso una marachella.

-Dopotutto credo che Asdrel abbia ragione…- Commentò Remus.

-Eh, già…- Conclusero gli altri due.

Peter li guardò con aria interrogativa.

 

Prima di andare a cena passarono davanti all’entrata dell’ufficio di Silente per prendere Asdrel. Lei era già vestita dell’uniforme maschile. Il seno era tenuto a bada da una potente fascia elastica magica che lo faceva sparire del tutto, anche grazie alla tunica. I lunghi capelli erano stati raccolti dentro un berretto dei Tornados, una squadra di Quidditch. Aveva con sé una pergamena contenente un elenco di cose che riguardavano la scuola e che doveva procurarsi. La guardarono stupiti della bravura di Silente in travestimenti. Dopo cena (nella sala grande erano rimasti solo loro, vista l’ora tarda), durante la quale rivelarono a Peter  il motivo per cui Asdrel era camuffata e che avrebbe dovuto dormire nella loro stanza, tornarono nella loro stanza, cercando di non farsi notare dai ragazzi che erano nella sala comune, ancora in piedi per fare i compiti o per chiacchierare. Ci riuscirono abbastanza bene.

Tuttavia quando si furono chiusi la porta alle spalle si sentirono molto più sicuri. La presentazione di Asdrel ci sarebbe stata solo il giorno seguente a colazione e sarebbe sembrato strano che fosse già lì con un giorno di anticipo.

Calò un silenzio imbarazzante.

-E-ehm… sc-scusate… vado un momento in bagno…-

-Prego, è da quella parte.- Disse Remus.

“Sarà dura ambientarsi. Non vorrei disturbarli, però…” Pensò lei. “Chissà cosa fanno di solito dei ragazzi nelle loro stanze, quando sono tra amici… magari si sentiranno in imbarazzo a causa della mia presenza…” Nel frattempo prese un paio di forbici magiche e cominciò a tagliare ciò che intralciava la sua trasformazione completa in ragazzo.

Nell’altra stanza i quattro malandrini si stavano dando da fare per preparare il letto magicamente comparso nella stanza. Decisero che le sole tende divisorie non bastavano per lei… così con le bacchette le costruirono un angolino appartato vicino ad una delle tre finestre, in modo che lei potesse avere comunque la sua intimità, anche stando nella loro stanza.

Quando lei uscì dal bagno tutti e cinque rimasero folgorati. Asdrel era rimasta colpita dalla velocità con la quale loro le avevano costruito un angolo appartato, ma che allo stesso tempo partecipava alla vita della stanza.

Gli altri quattro rimasero stupiti nel vedere i suoi bei capelli, che prima le raggiungevano le ginocchia, e che adesso a stento arrivavano alle orecchie. Non erano certo tagliati perfettamente, ma da sola non era stato facile.

Remus fu il primo a riprendersi insieme a lei ed in coro dissero:

-Wow… grazie mille…- Disse lei.

-Che coraggio!- Disse lui.

Poi lui aggiunse:

-Girati, vieni… te li pareggio.-

-G-grazie…- Poi lei si girò verso gli altri:

-N-non dovevate… vi ringrazio…- Una lacrima di contentezza le scese dall’occhio destro. La scacciò Sirius, avvicinandosi e dicendole:

-Questo ed altro per la nostra salvatrice.-

Peter fu l’unico a non capire cosa voleva dire Sirius. Quando andarono a letto erano tutti e cinque esausti. Asdrel pensò: “Sono la persona più felice del mondo.”

 

Seconda parte:

-Buongiorno Serdal!- La svegliò Sirius.

-S-Serdal?- Chiese lei con un enorme sbadiglio.

-Lo abbiamo pensato ieri sera, quando tu ti sei addormentata… ti piace? Asdrel era troppo… femminile, ecco.-

-È… mi piace moltissimo.-

-Perfetto! Allora vestiti. Noi non possiamo vedere attraverso questo velo, quindi… puoi fare quello che ti pare finché è tirato.-

-Grazie.-

Quando furono tutti e cinque pronti scesero per la colazione. Serdal doveva andare prima nell’ufficio del preside e con lui avrebbe raggiunto la Sala Grande. I Malandrini la lasciarono davanti ad i Gargoyles. Entrarono nella sala grande aspettando l’annuncio di Silente. Lasciarono fra loro un posto, così che Serdal avrebbe potuto sedersi vicino a loro. Silente, appena arrivato, annunciò:

-Buongiorno a tutti! Questa mattina vorrei presentarvi un vostro nuovo compagno, il suo nome è Serdal Lupin, ed è il cugino di Remus Lupin, che, come tutti saprete, è nei Grifondoro. Stamani verrà smistato e spero che lo accoglierete con molto calore, qualunque sia la sua casa.

Un dubbio assalì tre dei malandrini:

-E se non dovesse essere una grifondoro?- Si chiesero l’uno con l’altro.

Il quarto, ovvero Remus, concluse:

-È una grifondoro sicuramente.-

Ed infatti quando il cappello parlante fu posato sulla sua testa le bisbigliò all’orecchio:

-Non sta a me decidere in che casa metterti, non è vero? La hai già scelta da sola… GRIFONDORO!- Urlò.

-Evvai!- Commentarono i quattro amici insieme.

“Per fortuna che avevo le idee chiare!” Pensò Asdrel sollevata.

-Ed ora buon appetito!- concluse Silente, indirizzandola verso il posto vuoto, accanto a Sirius e Remus.

-Sapevamo che saresti stata… stato uno di noi!- Si corresse prontamente Sirius.

-Lo speravo…- Commentò Asdrel, prima di mettersi a mangiare.

-Che lezioni abbiamo stamattina?- Chiese Peter, aggiungendo subito dopo, quasi soprappensiero:

-Sicuramente ora mi risponderete che sono uno stupido perché non ho ancora imparato a memoria l’orario…-

Evidentemente l’incantesimo che gli avevano fatto i tre ragazzi la sera precedente aveva ancora effetto…

-Certo che sei proprio…- Sirius si interruppe, sentendo il commento dell’amico, e concluse in modo diverso la frase che aveva appena cominciato. -…distratto. Non hai messo il sale sulle uova.-

Tutti gli altri lo guardarono storto, per poi voltarsi verso Peter e vedere l’effetto che quelle parole avevano avuto su di lui.

-Ah, davvero? Grazie di avermelo fatto notare…- E poi aggiunse, sottovoce: -Strano…-

Asdrel quasi si alzava ed andava ad abbracciare Rüf dalla gioia. Aveva avuto ragione a pensare che Codaliscia fosse solo un Neville più codardo ma trattato male dagli altri. Magari era riuscita a salvarli…

-L’orario di oggi prevede un’ora di erbologia con i Tassorosso e due di incantesimi con Corvonero. Poi una di trasfigurazione di nuovo con Tassorosso e due di pozioni con Serpeverde.- Recitò pazientemente James, sforzandosi per apparire calmo e moderato. Gli riuscì benissimo.

-Senti Peter, cosa ne dici se ti disegno un orario magico e te lo attacco alle braghe?-

Commentò un ragazzo che evidentemente conosceva il modo degli altri tre di trattare Peter.

-Cosa ne pensi se lo facciamo a te? Magari con un incantesimo permanente, eh, German?-

Disse Sirius, apparendo piuttosto minaccioso.

Il ragazzo chiamato German si fece piccolo piccolo.

-Cosa ne dite di piantarla tutti quanti?- Propose una voce alle loro spalle. –Siete ridicoli! Bisticciare per cose tanto stupide…-

Asdrel si voltò e, non riscendo a contenersi, si lasciò sfuggire un grido. Capelli rossi fuoco e ricci, occhi di un verde intenso…

-Lily Evans…!- Gridò prima di rendersi conto della sua alta tonalità di voce. Arrossì violentemente abbassando la testa e tornando a sedersi in un istante.

-Sì, è il mio nome. Posso sapere il tuo?- Chiese lei, stupita.

-Sei appena arrivata nella sala grande, Evans? Silente lo ha appena smistato. Lui è mio cugino, Serdal Lupin.-

Asdrel si alzò nuovamente, mantenendo la testa bassa, e le strinse la mano.

-P-piacere di fare la tua conoscenza…- Mormorò.

-Piacere mio. Scusatemi…- E si allontanò in tutta fretta, chiamata da una sua amica.

-Ehi, Serdal… tutto bene?- Le chiese Remus, gentilmente.

-Vi ho fatto fare una pessima figura, scusatemi…- Disse lei, con grandi lacrimoni che minacciavano di voler cadere dai suoi occhi.

-Ma figurati…- Tentò di rassicurarla Sirius, vedendo le lacrime prossime a cadere. – Non c’è alcun problema… Non è vero ragazzi…?-

-Non preoccuparti…- Provò Remus.

-Sei un ragazzo, adesso.- Le disse più duramente James. Evidentemente era rimasto male perché Lily se n’era andata così in fretta. –Ed i ragazzi non piangono per queste cose.-

Le sue parole sembrarono funzionare. Asdrel si riscosse e tornò a mangiare.

Mentre stavano per finire di mangiare li raggiunse in tutta fretta la professoressa McGranitt.

-Ehm… Lupin?- L’unico a voltarsi fu Remus. Con una gomitata di Sirius anche Asdrel alzò lo sguardo.

-Sì?- Chiesero i due “cugini” all’unisono.

-Voi due… il preside vi vuole alla sua tavola. Venite quando avete finito.-

Detto questo si allontanò. Asdrel continuò a fissarla finché non si fu seduta nuovamente a tavola.

“La professoressa McGranitt…” Pensò con gli occhi che le luccicavano. “Ricordo che un mio amico la adorava… chissà cosa penserebbe del fatto che, se volessi, potrei abbracciarla!”

Continuò a riflettere sulla fortuna che i suoi sacrifici le avevano fatto ottenere… dopo aver passato intere giornate a scrivere fan fictions su quei libri, a leggere le fan fictions degli altri divulgate su internet, ad imparare a memoria i libri e le videocassette, ma soprattutto a sognare di poter raggiungere quei luoghi meravigliosi e lui

Una voce la riscosse dai suoi pensieri.

-Vieni, ehm… cugino. Andiamo a sentire cosa deve dirci Silente…-

-S-si…- Che fosse telepatico?

Lei e Remus si alzarono da tavola ed andarono verso il tavolo degli insegnanti.

-Remus, scusa, per te è un problema andare a fare compere a Diagon Alley con Serdal ed un membro dell’OdF…?- Chiese Silente.

-E… chi?- Replicò Remus.

-T-te lo spiego più tardi cugino… comunque è una persona di cui ci si può fidare.-

-Ah… allora va bene… se lo dici tu…-

-L’auror Alastor Moody si è proclamato più che contento di farmi questo piacere.- Si vantò Silente.

-Malocchio?- Chiese stupidamente Asdrel.

-Non credo di capire cosa c’entra una fattura, in questo caso.- Chiese chiarimenti il preside.

-N-nulla…- “Evidentemente il soprannome gli è stato dato in seguito agli avvenimenti che stiamo vivendo adesso.” Pensò lei giustamente.

-Comunque… in segno di gratitudine da parte di… tutti noi, ho deciso che la scuola sia in debito con te, soprattutto per una certa Dolores Umbridge, che mai metterà piede qui dentro. E quindi tutto il tuo materiale scolastico verrà finanziato dall’istituto stesso.-

-M-ma… non… posso accettare…- Tentò lei.

-Mi offenderesti profondamente.-

-S-se la mette su questi toni, allora…-

-Bene. Vi accompagno nel mio ufficio. Visto che né potete né siete capaci di smaterializzarvi al di fuori di Hogwarts viaggerete con la polvere volante.-

“Prevedo guai… farò sicuramente un caos assurdo… e magari finirò a Notturn Alley, come Harry…”

-Tu sai come si viaggia con la polvere volante, vero, Serdal?- Le chiese Remus.

-Credo di sì… se ne butta una manciata nel fuoco, e poi si entra tra le fiamme, pronunciando il nome della meta, no?-

-Esattamente. Per precauzione andrò io per primo, così ti precederò e vedrò se c’è qualche problema.-

-Va bene. Grazie.-

Quando raggiunsero l’ufficio del preside e vi entrarono si trovarono di fronte un uomo piuttosto trasandato, ma che aveva ancora il naso intero.

-Vi presento Alastor Moody, fiero auror e mio amico di vecchia data.- Annunciò Silente.

-Lieto di conoscervi!- Disse l’uomo.

-Il piacere è mio.- Rispose Remus, stringendogli la mano.

-Ed anche mio, signore.- Compiendo lo stesso gesto ed un leggero inchino. –Lei è…-

-Cosa sono?-

-… un po’ diverso da come viene descritto da… altri.-

-Chi mi descrive? E cosa mi manca?-

-Direi che ha qualcosa in più…- Rispose lei, toccandosi inconsciamente il naso.

-Beh… io sono come mi vedete adesso. Allora, andiamo?-

-Sì…- Risposero i due in coro.

-Vado io per primo,- annunciò Remus, facendosi avanti. Prese un pugnetto di polvere e la gettò nel camino, appena acceso da Silente.

-Diagon Alley!- Scomparve in uno scoppiettare di fiammelle di un verde acceso.

-Vada pure, ragazzina.- La invitò Moody.

Agli sguardi stupiti di Silente ed Asdrel Alastor rispose con un:

-Oh, andiamo! Quale ragazzo si sarebbe presentato facendo un inchino?-

Arrossendo per l’essere appena stata smascherata da uno sconosciuto Asdrel entrò nel camino e, ricordando di scandire bene le parole, pronunciò:

-Diagon Alley!- Esattamente come la Rowling aveva descritto un mucchio di volte cominciò a vorticare pericolosamente e velocemente e si ricordò di stringere i gomiti in tempo prima di sbatterli. Quando arrivò le sembrò di non essersela cavata tanto male, anzi, di aver anche fatto un atterraggio morbido. In effetti, quando aprì gli occhi che aveva chiuso per paura della fuliggine, si trovò faccia a faccia con Remus, distesa sopra di lui.

Arrossendo violentemente disse subito:

-Oh, m-mi dispiace… scusami… ti sei fatto male?- Tentando di alzarsi. Quando ci riuscì, dando una mano anche a lui perché si alzasse, lui le rispose:

-Veramente mi sono messo apposta davanti al camino. Sapendo che era il tuo primo viaggio… non volevo ti facessi male.- Concluse con un leggero colorito sulle guance.

Se la faccia di Asdrel fosse stata di burro probabilmente si sarebbe sciolta in un secondo, tanto erano rosse le sue gote. Non fecero in tempo ad aggiungere altro, poiché accanto a loro apparve Moody che, pulendosi della fuliggine, li invitò a seguirlo verso i negozi.

-Allora… il professor Silente mi ha fatto un programma per la vostra mattinata, che prevede un salto da…-Fece un lungo elenco di negozi e poi concluse:

-E poi mezz’oretta di libertà per voi e… per me. Naturalmente non dovete azzardarvi a mettere piede a Notturn Alley, siete già in pericolo tra la gente comune, non è il caso di peggiorare la situazione. Adesso seguitemi. L’uniforme ce la hai già, immagino che Silente non volesse insospettire madama McClan mandandole una ragazza a comprare un’uniforme maschile. Pensiamo subito alla tua bacchetta, allora. Il signor Ollivander sarà felice di vederti, ragazza. Oh, scusa, volevo dire ragazzo.-

“Ollivander…!” Tutto sommato il film non si era discostato tanto dall’effettivo aspetto del negozio.

Quando uscirono dalla bottega Asdrel osservò attentamente la sua bacchetta.

-Undici pollici e mezzo, quercia, crine di unicorno perlato. Complimenti, è una bella bacchetta!- Commentarono sia Remus che Moody.

-Grazie!- Rispose Asdrel, ancora rapita nell’analizzarla.

-Adesso dobbiamo comprarti i libri e poi…-

Due ore ed un quarto dopo avevano finito le compere necessarie.

-Ora ragazzi… sono le 12.25… ci vediamo alle 12.55 davanti al camino da cui siamo arrivati. Potete andare…-

I due si girarono, quando furono richiamati da Moody:

-Ah, questi…- Disse mettendo in mano ad Asdrel dei galeoni ed un piccolo attrezzo che lei ipotizzò essere uno spioscopio. -…sono per i sevizi resi a noi auror e… beh… per il mio naso.-Concluse, allontanandosi in tutta fretta.

-Come faceva a sapere…?- Si chiese Asdrel ad alta voce.

-Il suo naso?- Le chiese Remus incuriosito.

-Andiamo… ti spiegherò dell’ordine e del suo naso strada facendo.- Rispose ripensando al fatto che si era toccata il naso mentre stava parlando con Moody poche ore prima.

-Prima decidiamo dove andare, però!-

-Dove mi porti di bello, cugino?-

-Dove non sei mai stata. Vieni con me.-

Passarono nella gelateria “da Fortebraccio” e poi in un negozio di scherzi (la filiale londinese di Zonko). Poi si sedettero sulle scale della Gringott.

-Ti piace Diagon Alley?-

-Sì! È così… magico!- Remus le fece un tenero sorriso.

“E se invece che essere una grande altruista fossi solo una pessima egoista?” Pensò lei. “Sono riuscita a raggiungere questi luoghi, è vero, ma la mia idea iniziale non era salvare tutti mettendoli in guardia, bensì cercare di conquistare il suo cuore. Forse… forse lo ho fatto solo per me stessa e per ipocrisia… anche se poi ho raggiunto altri risultati…”

-Spesso, - Esordì lui, come leggendole la mente, -le persone ottengono dei risultati che non avrebbero mai sperato, anche se erano partiti da tutt’altri obiettivi.-

-C-come?-

-Perché sei giunta fino a noi? Voglio dire… per te ed il tuo mondo noi eravamo solo un libro… solo personaggi inventati… perché ci sei venuta ad avvertire?-

-P-perché…- Tentò lei. Capendo che non avrebbe più potuto mentire né a se stessa né a lui, cercò di vedere le cose come stavano. –In effetti stavo pensando proprio a questo. Vedi… io…-

Sì, brava, digli così! Almeno ti odierà dal profondo del cuore… anche se in fondo era la verità. All’inizio, almeno.”

-…Preferirei raccontartelo davanti agli altri tre. Devo… fare ancora un po’ di chiarezza nella mia testa. Forse mettendolo per iscritto riuscirei a capirlo meglio… lo faccio spesso. Scusa se non te lo dic…-

-Se non te la senti non voglio mica forzarti! Dai, vieni… Credo che Malocch… cioè, che Moody ci aspetti davanti al camino di prima.-

-Scusa ancora.-

-Di nulla! Andiamo…- E, prendendola per mano, la condusse al punto di ritrovo.

Tornarono a scuola giusto in tempo per il pranzo.

-Com’è andata la mattinata?- Chiese James.

-Bene. Abbiamo comprato tutto quello che occorreva.- Rispose Remus.

-E per fortuna che ci avevate detto che sareste andati nell’ufficio del preside e poi a Diagon Alley. Avremmo potuto pensare ad una fuga d’amore!- Commentò Sirius.

Asdrel, immaginandosi in fuga d’amore con Remus, arrossì leggermente.

-A-ah! Vi ho scoperti! Lei è arrossita!-

-Sirius…- Disse Remus.

-Sì?- Chiese lui sbattendo le ciglia.

-Se non la pianti di riferirti a Serdal in tono femminile, qualcuno potrebbe pensare male di lui.-

-Ah… già, è vero. Scusa.-

-Dopo pranzo abbiamo trasfigurazione con i Tassorosso, vero?- Chiese conferma Peter.

Lo guardarono tutti a bocca aperta. Tutti tranne Sirius.

-Che c’è?- Chiese lui arrossendo, -Sirius mi ha scritto l’orario su un pezzo di pergamena ed ho cercato di studiarlo… ho sbagliato?-

-No, era giusto.- Concluse Sirius. Tutti si erano voltati verso di lui, quando Peter aveva rivelato chi gli aveva scritto l’orario. –Cos’avete da guardare? Mi sembrava buona l’idea di German… così ho provato.- Ammise, versando del purè nel suo piatto.

-Questo mondo sta cominciando a girare al contrario…- Commentò James.

 

Terza parte:

La prima lezione del pomeriggio fu Trasfigurazione con i Tassorosso. Si dimostrarono tutti estremamente cordiali e simpatici con Asdrel  e quando sbagliò concime (cacca di Doxy invece che di drago) non risero di lei, ma le consigliarono come riparare al danno. Uscendo dalle serre Asdrel cercò di fare ordine tra tutti i nomi dei suoi compagni Grifondoro che le si erano presentati. Le tre compagne di stanza di Lily si chiamavano Stella, Marinella e Fiumaretta. Poi c’erano German e Stephanis, compagni di stanza di Lukas e Trevis. Degli altri aveva un ricordo molto vago. Le due ore seguenti non furono così rilassanti. La professoressa di pozioni, che evidentemente aveva preceduto Piton, non era esigente come quest’ultimo, ma la tensione all’interno dei sotterranei era palpabile, vista la presenza delle due case la cui rivalità aveva fatto la leggenda di Hogwarts: Grifondoro e Serpeverde.

Quando cominciarono a lavorare, Asdrel si rese subito conto della sua inesperienza. Cercava di mettercela tutta, ma gli altri erano evidentemente un gradino sopra di lei. Remus si rese conto dei suoi sentimenti ed anche del suo essere impacciata e le venne incontro (anche perché la sua pozione era terminata da un pezzo).

-Aspetta, ti do una mano…- Le disse, aiutandola a tagliuzzare il rabarbaro, così che lei si ritrovò circondata dalle sue braccia, le cui mani stavano armeggiando con le sue per insegnarle come tagliare.

“Cavolo… che braccia forti… si vede che si allena a Quidditch… chissà come sarebbe potente a…”

Si interruppe, cercando di arrossire il meno possibile. Ma cosa le saltava in mente? Che fosse a tal punto frustrata, da fare pensieri così perversi nei confronti di Remus?

-Hai capito come funziona, Serdal?-

-Uh? Oh, sì… grazie Remus…- Rispose Asdrel, distratta. Evidentemente stava pensando a tutt’altro che al suo rabarbaro.

Alla fine della lezione furono gli ultimi ad uscire e vennero fermati da cinque persone: Severus Piton, Bellatrix Lestrange, Barthemious Crouch, Avery e… Lucius Malfoy.

-Salve Grifonscemi. Come procede la vostra vita?- Chiese loro quest’ultimo.

-Andava bene fino a che non siete comparsi voi.- Rispose secco James.

-Taci, Potter. Ma cosa vedo qui? Il vostro nuovo acquisto… Merdal, o sbaglio?-

-Veramente è Serdal, Malfoy. Se hai bisogno di lavarti le orecchie i bagni sono in fondo al corridoio a destra.- Scattò Sirius.

-Ooooh! Il grand’uomo si spreca a difendere il cugino di Paglietta?-

-P-Paglietta?!?-

-Ti piace il suo nuovo soprannome? L’ho inventato io! Visti i suoi capelli…- Affermò orgogliosa Bellatrix.

-Veramente spiritosa. Ma ti consiglio, se hai del tempo da sprecare con queste stupidaggini, di  trovarti un hobby più interessante, Lestrange.- Commentò asciutto Remus.

-Già. E fareste meglio a seguire tutti il suo consiglio, Serpeverde!- S’intromise Peter.

-Taci tu! Stupido leccapiedi!- S’infuriò Bellatrix, evidentemente offesa dall’insulso effetto della sua “creazione”.

-C-con permesso… e-ehm… dovremmo andare…- Tentò Asdrel.

-Con permesso?! Ma questo dove lo avete pescato? Ehi, donnicciola… sei tu il loro nuovo zerbino? Hai rubato il ruolo di Minus?- Commentò Lucius, crudele.

-D-donnicciola? F-fatti da parte stupido Malfoy! Tu e tutti i tuoi modi di fare da prepotente! Ed anche il tuo gruppo di fedeli cagnolini che non rispettano te ma soltanto il tuo denaro…! Togliti!- E, dandogli una spinta, Asdrel cominciò a salire le scale che conducevano all’uscita dello scantinato, con la testa a due centimetri dal pavimento, tanta era la sua vergogna.

Non appena si ripresero dallo shock ed ebbero chiuso le bocche che avevano spalancato, gli altri quattro la raggiunsero velocemente, lasciando i Serpeverde lividi di rabbia.

-Focoso il ragazzo, non trovate?- Commentò Avery.

-Quello ha qualcosa che non quadra e… presto scopriremo di cosa si tratta.- concluse Malfoy, ancora adirato.

 

Raggiunto il dormitorio senza che nessuno dicesse una parola, Sirius fu il primo a trovare le parole.

-S-stai bene, Asdrel?-

-Sì… scusatemi tanto! È che… mentre me lo sono trovato davanti mi è venuta in mente una cosa… e… mi ha fatto veramente imbestialire!-

-A-a cosa hai pensato?- chiese Sirius, spaventato dalla luce nei suoi occhi.

-Ho pensato che… Draco è cresciuto con un padre così… ed è sicuramente a causa sua se è venuto così codardo. Voglio dire… non sono un ragazzo… ma sentirsi dire donnicciola non credo che faccia piacere… e così è cresciuto codardo e falso per giustificarsi delle offese di suo padre…! Che rabbia!-

Gli altri si guardarono perplessi.

-Ehm… non ci abbiamo capito molto, ma per quanto ne so Malfoy, Lucius Malfoy, riuscirebbe a far sentire un verme molte persone. Evidentemente crescendo un figlio quello che ha ottenuto è stato un essere codardo e pauroso.- Concluse James.

-Già. È incredibile come le colpe dei figli ricadano sui padri.- Commentò Peter.

-Non in tutti i casi. Sirius non è come i suoi genitori, no?-

Evidentemente l’argomento genitori di Sirius non era stato affrontato molto spesso dai Malandrini, che la guardarono strano.

-Ehm… so qualcosa al proposito…- Tentò lei per riparare al danno.

-Fortunatamente non sono cresciuto con le loro idee bacate in testa!- Commentò Sirius.

-Già…- Sospirò lei.

-Cosa ne dite di metterci a fare i compiti?- Consigliò Remus.

-Sì… dobbiamo fare un tema sui lupi mannari… che ne dite di intitolarlo “Io, Lupin ed i Malandrini”?- Propose Sirius.

-Ed io come lo intitolo, scusate?- Protestò Lupin.

-“Io ed i Malandrini”, per te basta questo.- Disse Sirius.

-Non sei molto simpatico…!- Replicò Remus, prima di cominciare a ridere.

-Ehi, che ne dite di far diventare un animagus anche la nostra Asdrel?-

-Sirius… sarebbe meglio chiederlo a lei, non credi?-

-Io un… animagus?- Chiese lei, con gli occhi che le si accendevano.

-Certo! Così potresti venire con noi durante le trasformazioni di Remus. Di certo non potevamo dirtelo di fronte al preside! E poi… come possiamo darti un soprannome se non ti trasformi in qualcosa?-

-Un soprannome? Volete dire che… volete che io entri nei malandrini?-

-Certamente! Viste le parole che hai rivolto a Malfoy prima… sei la benvenuta!- replicò Sirius.

-D-davvero?!-

-Garantito! A meno che tu non voglia non farne a meno…-

-Stai scherzando? Voglio dire… accetto più che volentieri!-

-Allora… in che cosa vorresti trasformarti?- Le disse Remus, avvicinandosi  pericolosamente al suo viso. Lei arrossì all’istante, indietreggiando.

-Posso scegliere qualunque cosa?-

-Sarebbe meglio scegliere un animale a cui assomigli, almeno di carattere. Sarà più facile la trasformazione…-

-Il lupo!-

-Eh?-

-Io… me lo dicono sempre tutti… assomiglio al lupo, come carattere, almeno.-

-Ora che me lo fai notare… è vero! Ce lo hai un non so che di lupo.-

-Se a te non dispiace, Remus…-

-Perché mi dovrebbe dispiacere, scusa?-

-Non vorrei darti noia nel trasformarmi nel tuo stesso animale…-

-Figurati! Avere un mio… “simile” vicino può farmi solo piacere!-

-Allora… vorrei diventare un lupo.-

-Ehm… avete pensato che Remus non risponde delle sue azioni sotto trasformazione?-

-Cosa intendi, James?-

-Intendo dire che… insomma… la natura degli animali è di… accoppiarsi… e se lui cercasse di…-

Peter e Remus arrossirono.

Sirius ed Asdrel dissero in coro:

-Lo terrò a bada io!- Poi si guardarono negli occhi e si misero a ridere, seguiti da tutti gli altri. Si accordarono così, se Remus avesse cercato di fare cose poco consone sarebbero stati Sirius, James ed Asdrel stessa ad impedirglielo.

Dopo aver fatto i compiti per il giorno seguente (Asdrel si mise a scrivere qualcosa su una pergamena) andarono a cena e poi a letto. Prima di addormentarsi, Remus disse:

-Asdrel… quello che stavi scrivendo prima… mentre facevamo i compiti… ti sei chiarita le idee… vero?-

-Abbastanza.-

-Di cosa parlate?-

Remus spiegò a James il discorso che avevano cominciato quel mattino.

-E allora? Cosa hai ottenuto, scrivendo sulla pergamena?-

-Ho capito… la cosa è andata così: inizialmente la storia mi era piaciuta in sé e basta. Cioè… un mondo diverso dal mio, un luogo dove la magia era all’ordine del giorno… così come l’amicizia. Poi, quando ho cominciato a rileggere quei libri in chiave diversa ho notato la presenza di molti personaggi interessanti. Nei primi libri le loro figure non erano state ben delineate ma andando avanti l’autrice li ha caratterizzati molto di più, fino a farmeli piacere molto. E non solo a me. Cercando su internet…-

-Cercando dove?-

-È un mezzo d’informazione e comunicazione babbano. Insomma… cercando su internet notai che voi… cioè Remus, come anche Sirius, James… ed anche Piton… avevate attirato l’attenzione di molti aspiranti scrittrici e scrittori, che su di voi hanno cominciato a creare delle storie che seguivano la trama dei libri della Rowling ma che cercavano di figurarsi altre situazioni. Questi racconti vengono chiamati comunemente fan fiction, nel mio mondo. Alcune sono molto spiritose e vedono personaggi come Voldemort in situazioni comiche. Altre, invece, sono più tragiche, per esempio vedono un amore conclusosi in disastro, come quello di James e Lily, ma dal loro punto di vista… altre sono molto romantiche e trovano compagne e compagni per tutti i personaggi, nessuno escluso. Persino Silente.-

-Storie su di noi?- Chiese conferma Sirius con una punta di vanità nella voce.

-Ci sono fan fiction di diversi tipi… alcune che vi piacerebbero… altre un po’ meno…-

-Per esempio?-

-Allora… su James ne esistono numerose in cui si racconta il suo matrimonio con Lily e… la sua morte. Su Peter la maggior parte lo vedono come…-

“Non posso dire servitore di Voldemort…!”

-… un v-vostro compagno di avventure. Per Sirius e Remus, beh… le cose si fanno più complicate.-

-In che senso?-

-Voi due, e Piton, siete i personaggi più… misteriosi di quei libri. E quindi… insomma… vi si immagina ai tempi in cui eravate studenti e nei tempi a venire… ma non solo come ragazzi combinaguai… più che altro come… amanti.-

-Amanti?!?-

-Sì… le coppie più gettonate sono Black/Lupin, Black/Piton, Lupin/Piton.-

-Che cosa? Io e Mocciosus? Ma che schifo… spero che almeno siano cose così, an passant…-

-N-no… in realtà sono molto spesso descritti rapporti… profondi, ecco.-

-CHE COSA? OH MIO DIO CHE RIBREZZO!- Commentò non proprio sottovoce Sirius.

-Che… vergogna.- Sussurrò Remus.

-Comunque sono numerose le persone che inseriscono nuovi personaggi, in modo da farli avere una storia con loro. È un modo come un altro di tentare di stare con voi…-

-Davvero? Ma che gusto ci provano a passare del tempo a scrivere su di noi se… insomma… sanno che non si realizzeranno mai le loro storie ed i loro sogni?- Chiese James.

-Vedi… il nostro modo di vivere, il modo di vivere dei babbani, è… tremendamente noioso. Abbiamo regole, soprattutto fisiche, che ci vietano quasi di divertirci e… abbiamo tanti sogni che vorremmo realizzare. Cerchiamo di farlo attraverso lo scrivere ed il raccontare le vostre avventure. Magari cercando di mescolarci con voi.-

-Da come parli sembra che anche tu ne abbia scritte di queste.. fat fitior…-

-Fan fiction.-

-Ne hai scritte?-

-Volete sapere anche altre coppie che sono venute fuori?- Tentò Asdrel, per evitare la domanda di Remus.

-Ci sono altre coppie?-

-Certamente! A parte alcune coppie che non potete capire, come Harry ed il figlio di Malfoy o Harry e Ginny, o Draco e Ginny, Draco ed Hermione, Hermione e Ron, Ron ed Harry… eccetera, ce ne sono alcune simpatiche, come per esempio Lucius Malfoy e Piton. Oppure Piton e Voldemort.-

A queste coppie i ragazzi cominciarono a ridere a crepapelle, figurandosi Malfoy e Piton in atteggiamenti… inusuali.

-Poi ci sono anche altri… preparatevi… una coppia sensazionale che secondo me potrebbe benissimo essere vera… Silente e la McGranitt!-

A questi ultimi pairing i ragazzi si rotolavano in terra dal ridere, tutti tranne uno. Remus stava ridendo ma non smoderatamente come gli altri e la stava fissando.

-Oh, oh! Io faccio Silente!- Dichiarò James.

-Io la Mc!- Rispose Sirius e si cimentarono in una commedia tragi-comica. Alla fine crollarono tutti nei loro letti, immensamente stanchi.

 

Nel bel mezzo della nottata, però, Asdrel sentì una mano che le tappava la bocca. Così aprì gli occhi spaventata, per poi trovarsi di fronte a… Remus.

-Sssssth! Vieni con me!- Le sussurrò lui. Uscirono dal dormitorio con il mantello dell’invisibilità di James addosso.

-Dove stiamo andando?-

-Volevo mostrarti una cosa… andiamo. È l’ora perfetta per vederle…-

Arrivarono alla torre di astronomia. Remus si tolse il mantello dalle spalle e lo appoggiò su una sedia.

-Questo è il mio… diciamo posto segreto. Vorrei chiederti di non dirlo agli altri tre altrimenti immagino le risate che si faranno…-

-Il tuo posto segreto? Ci vieni spesso?-

-Almeno una volta alla settimana.-

-Davvero? Vieni a guardare le stelle?-

-Sì, ma non stelle qualsiasi… sono stelle cadenti. Ogni sera, per circa cinque minuti, ne compaiono un gran numero… vieni, così le guardiamo.-

Remus fece comparire un cuscino, lo posizionò al centro della stanza ed aspettò che lei vi appoggiasse la testa. Poi ve la appoggiò anche lui, mettendosi alla sua destra.

-Mentre aspettiamo… perché non rispondi alla mia domanda?-

-Quale domanda?-

-Ne hai scritte di fan fiction?-

“Ecco, lo sapevo che voleva portarmi via dagli altri solo per chiedermi una cosa del genere…”

-Alcune.-

-E… beh… chi sono le tue coppie preferite?-

-…-

-Mi è parso di capire che ci siano sempre coppie…-

-Io… non so… cioè… ho sempre inserito un nuovo personaggio femminile… in cui poi mi rivedevo. Per esempio nella mia prima fan fiction ero una nuova alunna sfuggita a Voldemort che poi si rivelava la figlia di Piton.-

-La figlia di Piton? Questo particolare è meglio se non lo riveli agli altri. Potresti incappare nelle ire di Sirius. E poi? Voglio dire… hai scritto anche fan fiction in cui avevi una… storia con qualcuno?-

-Un paio… ma ne ho scritta una in cui tu, Sirius e James sconfiggevate Voldemort perché Peter vi aveva rivelato il suo covo… e quando tornavate a casa trovavate una bambina sulla porta e la crescevate come fosse figlia vostra. Poi però la ho interrotta per mancanza di tempo… dovevo studiare per la scuola. Ora che ci penso non la ho più continuata…-

-Continui ad evitare la mia domanda… con chi vivevi delle storie?-

“Ti prego… non voglio confessarti che mi piaci… mi vergogno…” Pensò lei.

-Ecco… con… GUARDA! Le stelle!-

Successe in un attimo. Asdrel si girò di scatto verso destra, per vedere meglio gli astri che cominciavano a cadere e Remus fece lo stesso a sinistra. Le loro labbra si sfiorarono. Entrambi arrossirono e si voltarono di scatto.

-Sc-scusa… non lo h-ho fatto a-apposta…- Balbettò lei.

-Mi dispiace.- Grugnì lui.

“Ecco, lo sapevo. Se almeno uno dei due fosse più intraprendente non ci troveremo in questa situazione. Devo interrompere questo silenzio imbarazzante…”

-Tu!- Esclamò Asdrel.

-Come?- Le chiese Remus.

-E-era con te che scrivevo… cioè… che vivevo delle storie. M-mi dispiace per poco fa…- Aggiunse tentando di cambiare dicorso.

-A me no.- Concluse lui.

“Cosa ha detto? Possibile che…” Non fece in tempo a pensare nient’altro. Sentì la mano di lui prenderle il viso e portarlo verso il proprio. Le loro labbra da principio si sfiorarono in un bacio casto, poi tornarono ad unirsi con più foga e Asdrel sentì la sua lingua intrecciarsi con quella di Remus. Dopo un po’ i due parvero stancarsi e si disgiunsero un attimo.

-È meglio che in tutti  miei sogni…- Commentò lei.

-Già… benvenuta nella realtà.-

-C-come sei intraprendente… non ti facevo così… caldo, ecco.-

-Beh… tu hai letto di me sotto altri punti di vista… non sotto questo. E comunque… non sono mai stato così fino a che non ti ho vista accucciata a dormire vicino al mio letto, l’altro giorno. Mi sei sembrata così… indifesa ed attraente allo stesso tempo. Sei stata tu a cambiarmi. Mi hai ispirato passionalità dal primo istante… mi sono trattenuto a stento stamani, quando mi sei finita sopra per la polvere volante. Forse mi sono fermato solo perché stava per arrivare Moody…-

-Sembri… molto sicuro di te… al contrario di quello che pensavo…-

-E questo ti dispiace?-

-Assolutamente no! Sono fin troppo titubante io… bisogna che almeno uno dei due sia… dinamico in una coppia.-

-Ed a proposito di essere dinamici… che ne diresti se riprendessimo da dove abbiamo lasciato…?-

-Sarei pienamente d’accordo.-

Si unirono nuovamente in un bacio tenero che divenne via via più ritmato e appassionato. Le loro lingue avevano cominciato a muoversi più sicure e principiarono a provare un piacere sempre più intenso mano a mano che la loro danza continuava… unendosi al ballo delle loro mani che cominciarono ad esplorare luoghi a loro sconosciuti.

Le stelle smisero di cadere e brillare. Nessuno dei due parve rendersene conto.

 

Quarta parte:

-Ehi! Dormigliona! Svegliati! Le lezioni stanno per cominciare… ti abbiamo portato un panino per fare velocemente colazione!- Esclamò Peter. Il nuovo modo di essere trattato dagli altri gli faceva veramente bene. Era un’altra persona, molto più sicura di sé.

-L-lezioni? Ma oggi è domenica…-

-Infatti! Abbiamo più tempo per farti diventare un animagus… alzati! Andremo fuori, nel parco… con il freddo che fa non ci sarà nessuno a disturbarci.-

-Mi alzo subito…- Quando sollevò la testa vide Remus sorriderle dalla parte opposta della stanza. Ancora nessuno dei due aveva avuto il coraggio di dire agli altri che si erano messi insieme da ben tre giorni. In quel lasso di tempo non erano più andati a vedere le stelle per paura di essere scoperti da Gazza, che li aveva quasi beccati la prima volta.

In compenso avevano trovato altri modi e luoghi per scambiarsi le loro effusioni… il loro preferito era la stanza delle necessità. Era uno dei pochi particolari che i malandrini non avevano scoperto della scuola, e Asdrel fu contenta di rivelarlo a Remus. Anche se si era sorpresa nel trovare un letto invece del solito vischio o di un tetto di stelle, l’ultima volta in cui vi erano entrati. Evidentemente Remus cominciava a pensare di salire di livello, non accontentandosi solo di baci.

Decise quindi di rivelargli un piccolo particolare, mentre scendevano il prato verso un luogo meno in vista dal castello.

Lasciò che gli altri tre li precedessero, prima di dirgli:

-Remus… volevo dirti una cosa… ecco… ieri sera…-

-Se è per il letto, scusami. È che stavo pensando all’arredo per una camera… sai… riflettevo su una vita futura, insomma. Comunque non ci penserò più se non ti senti ancora pronta…-

-Non è solo questo… è che… n-non vorrei correre perché… insomma, ho dato il mio primo bacio soltanto tre giorni fa, e…-

-Era anche il tuo primo bacio?!-

-E-eh già…-

-Come dire… non credo che ce la siamo cavata tanto male, no?-

-No.-

-C’è qualcosa che non va?-

-No, è che pensavo… al soprannome.-

-Per i malandrini?-

-Già… per un lupo…?-

-Che ne dici di “Lungazanna”?-

-Mi piace… però… vorrei… un’iniziale diversa dalle vostre. So che ti sembrerà una cosa sciocca, ma…-

-No, no… capisco. Vediamo…-

-Di cosa parlate voi due… piccioncini?- Chiese loro Sirius, raggiungendoli.

-P-piccioncini?-

-Credevate che avessimo gli occhi foderati di prosciutto? Sono tre giorni che vi osserviamo… allora, chi dei due si è dichiarato? Immagino Asdrel…-

-No. In realtà è stato lui a dichiararsi.-

-CHE COSA? REMUS… il mio amico… finalmente si è svegliato… e come lo ha detto? B-b-balbettando, arrossendo? Scommetto che non pensate nemmeno a…-

-Ti stupiresti nel sapere quanto è intraprendente il tuo amico. Sono io che lo tengo a bada.-

-COOOOSA??? Cosa ha tentato di farti…?-

-Nulla, nulla… non credo che mi farebbe niente se io non volessi…-

-Non credi o ne sei sicura?-

-Non credo.-

-Remus!!! Mi stupisco di te!!!-

-Ehi… non sono mica un mostro… solo un ragazzo…-

-Sei un pervertito!-

-Ma smettila!-

-Comunque stavamo parlando di tutt’altro prima che voi ci interrompeste.- Provò Asdrel, cercando di sviare il discorso. Per qualche motivo non le andava a genio parlarne con gli altri, anche se si rendeva conto che Remus, essendo un ragazzo, avrebbe cominciato ad osannare le sue “azioni”, come era nella sua natura. Però preferiva non essere presente a quel discorso.

-E di cosa discutevate?- Si informò James smettendo per un secondo di scompigliare i capelli di un Remus sommerso dai suoi tre amici.

-Del mio soprannome. Stavo dicendo a Remus che vorrei avere un’iniziale diversa dalle vostre.-

-Vediamo… L, R, C e F. E se trovassimo un nome che inizia per vocale? Tanto per distinguere maschi e femmine…-

-Uhm… si può fare… cosa proponete?-

-Non so… Artiglidiferro, Assaliserpeverde, Accidentichefiga, Acciosangue, Amegliocchi…- Tentò Sirius.

-Accidentichefiga è carino…- Commentò Remus.

-R-Remus! Per piacere… non ti ci mettere anche tu…- Lo pregò.

-E Ululatoforte?-

-Non è proprio il massimo…-

-Altazanna?-

-A questo punto non è meglio Ampiazanna?-

-Carino…-

-Forse è meglio abbandonare l’idea della vocale e tornare alle care vecchie consonanti. Dentelungo?-

-Caninidiferro!-

-No, comincia per C! Bellalupa!-

-Divoradaini!-

-Mangiacarne!-

-STOP!!!!- Urlò. –Come non detto, ci penseremo in un altro momento, quando riuscirò trasformarmi!-

-Allora è il caso che cominciamo ad insegnarti… innanzitutto…-

E Sirius cominciò a parlare spiegandole ogni particolare della trasformazione. Per imparare ci mise tre mesi e mezzo, un record a detta dei malandrini.

S’impegnò giorno e notte.

Durante le tre lune piene che vi furono nel mezzo rimase da sola nel dormitorio mentre gli altri andarono alla Stamberga con Remus. Peter e James si offrirono di rimanere con lei ma declinò le loro offerte.

 

Durante l’addestramento per diventare animagus, in uno dei tanti pomeriggi trascorsi in riva al lago, si ritrovò casualmente da sola. Peter era a studiare Incantesimi per il professor Vitious, visto che aveva fissato un compito per il giorno seguente e lui non aveva più aperto libro da un mese a quella parte. James e Sirius erano a pulire la biblioteca per punizione con Gazza perché avevano lanciato una decina di caccabombe nel corridoio sud del terzo piano. Remus era ancora in infermeria dopo aver passato la notte alla stamberga sotto forma di lupo.

Tutti e tre i gruppi pensavano che Asdrel fosse con qualcuno degli altri. Lei pensò che volessero rilassarsi per una giornata, così andò ad esercitarsi da sola. Arrivò ai margini della foresta proibita poi si sedette, appoggiandosi al tronco di un albero. Era già caduta fin troppe volte in terra, tentando la trasformazione e non voleva rischiare di nuovo di picchiare la testa contro qualcosa, per di più senza Remus che la medicava in poco tempo.

Chiuse gli occhi per concentrarsi.

-Impedimenta!- Disse qualcuno.

Ad un tratto sentì corde invisibili che la legarono al tronco. Una benda le coprì gli occhi.

-Cos…-

-Sssssht…- Tentò una voce. Poi, per precauzione, aggiunse: -Silencio!-

-…-

-Ecco, così, bravo.-

-Sempre se è giusto dire bravo.- Sentì qualcuno tastarle il petto. La fascia magica lo faceva sparire alla vista… ma non al tatto.

-Lo sapevo! Sei tu che il nostro padrone cerca! Sei una ragazza, non un maschio. Perfetto. Ora dormi un po’…-

Fece in tempo a pensare:

“Malfoy, Lestrange… Piton…” Poi cadde in un sonno profondo.

Si svegliò sentendo gocciolare dell’acqua. Tentò di aprire gli occhi, ma capì di avere ancora la benda sugli occhi.

-Credo si sia svegliata.-

-Sì, lo vedo. Buongiorno!-

-… ve… no?-

-Come, scusa? Ho tolto l’incantesimo, ora puoi parlare liberamente.-

-D-dove sono?-

-Non credo di aver voglia di dirtelo.-

-Cosa vuoi, Malfoy?-

-Oh, io nulla. C’è qualcun altro qui che vuole conoscerti.-

-Chi…?- La domanda le morì in gola.

-Piacere di conoscerti, Serdal Lupin. Anche se non credo che sia il tuo vero nome, no?- Le chiese una voce metallica.

-V-Vold…-

-Signore Oscuro, per te. Ho dovuto già concedere l’onore di stare nella camera dei segreti, a te e a tutti questi volenterosi ragazzi che non avrebbero mai dovuto metterci piede se non per una buona causa. E questa è una buona causa.-

-Siamo nella camera dei segreti?-

-Sai cos’è?-

-Sì.-

-E sai anche come raggiungerla?- Tentò Voldemort.

-…-

-Allora? Hai perso l’uso della parola?-

-…-

-Ti faccio subito sciogliere la lingua. Vediamo quanto hai intenzione di resistere. Crucio!-

-Aaaaargh!- Gemette Asdrel in preda ad un intenso dolore che le aveva preso tutto il corpo.

-S-s-s-s…-

-Stai cercando di dirmi qualcosa, ragazza?- Le chiese Voldemort, interrompendo il supplizio.

-S-s… SEI SOLO UN MEZZOSANGUE!-

-Crucio!- Scattò subito Voldemort. –Gran bel coraggio. Ti torturerò fino alla morte, se necessario. Non ti conviene ripetere quello che hai appena affermato.-

-T-t-t-ant-t-t-to… n-n-non m-m-mi p-p-p-p…-

-Come?- Le chiese nuovamente, interrompendo la maledizione.

-TANTO NON PUOI UCCIDERMI! IO TI SERVO!-

-Sei un po’ presuntuosa, non credi? Mi basterà raggiungere il tuo mondo e dare un’occhiata a quei libri. Tu non mi servi. Cr…-

-E come speri di raggiungere il mio mondo senza sapere come ho fatto io?-

-Nemmeno tu sai come hai fatto. Lo leggo nella tua mente.-

-Ah sì? E a cosa credi sia servita tutta l’occlumanzia che ho fatto fino ad oggi con Silente?-

-Tu non hai fatto alcuna lezione di…-

-Ne sei sicuro?-

Asdrel cercò di convincere anche se stessa di quello che aveva appena affermato. Riuscì anche a figurarsi nella mente alcune immagini di lei e Silente che praticavano quella delicata arte, immagini che non sfuggirono all’immediata lettura della sua mente da parte di Voldemort.-

-Maledizione!- Esclamò lui. –Non mente! È tutto vero!-

-Già… quindi, se vuoi sapere quello che ti serve devi tenermi in vita.-

-È vero…- Disse lui, aggiungendo poi con un ghigno: -Però, se il crucio con te non funziona, dovremmo trovare un nuovo modo di farti parlare.-

-…?-

-Per esempio,- Esclamò lui, prendendole il viso con una mano talmente fredda che ad Asdrel sembrò di sentirsi gelare il sangue nelle vene, -… potremmo sfigurare questo bel visino, in modo tale che i tuoi cari amichetti Grifondoro non saranno nemmeno in grado di riconoscerti. Che ne dici?-

-Co…-

-Malfoy… passami quello…- Si sentì risuonare un suono metallico nell’aria.

-Un col…-

-Pugnale. Suona meglio, non trovi?-

-Ma…-

-Cosa mi sai dire sul tuo arrivo? Come hai fatto ad arrivare ad Hogwarts?-

-A piedi. Ho attraversato la foresta a pied…-

-Questo lo so già. Nagini ti ha fatto visita prima che tu entrassi, ricordi?-

-Ah, è vero…-

-Non mi prendere in giro, ragazza. E non farmi perdere tempo. Devo riorganizzare il mondo.-

-Non farai proprio niente al mondo. A quest’ora Silente avrà già avvertito il ministero e…-

Zack!

-Aaaaargh!- Urlò lei per il dolore. Sentì il sangue cominciare a sgorgare dall’avambraccio destro.

-La prossima volta punterò diretto al viso. Dicevamo?-

-Sei solo un bambino che ce l’ha con suo padre!-

Infilz!

 

(A-ehm… non ho idea del suono onomatopeico di un coltello che infilza qualcuno…! Prendiamola per un’altra licenza poetica… ^-^)

 

Asdrel imprecò sottovoce. Il secondo taglio le aveva reciso buona parte del fegato e dell’addome, riaprendo una nota vecchia ferita.

-Il viso è troppo poco per quello che hai osato dire. Adesso basta. Rivelami il modo per andare nel tuo mondo, altrimenti la prossima sarà anche l’ultima coltellata che riceverai.-

-N-non… ti dirò proprio niente… poppante viziato!-

-Avada ked…!-

-Expelliarmus!- Urlò Silente, precedendolo.

-Malediz…- Voldemort scappò velocemente insieme a Mafoy a gli altri, inseguito da Silente e da Vitious,.

La professoressa McGranitt corse subito verso Asdrel, insieme a Madama Chips.

-Brutte ferite…- Disse lei. –Ci metterò qualche minuto, soprattutto per questa.- Indicò il fianco di Asdrel.

Quest’ultima sentì un calore intenso in tutti i punti dove era stata ferita. Poi il dolore cessò. Qualcuno le tolse le bende dagli occhi. Non riuscì a distinguere alcuna forma, fino a che Sirius, che l’aveva presa in braccio, non la fece sedere su di un lettino, in infermeria.

Allora distinse facilmente le sagome di Silente, James, Madama Chips, Sirius, Peter e Remus, che si era appena alzato dal suo letto per raggiungerla.

-Cos’è successo?- Chiese loro Remus.

-Voldemort la ha attaccata.-

-COSA?-

-Calma… facciamola respirare… così sarà lei a dirci cos’è successo…-

-Mi hanno attaccato al limite della foresta.- Spiegò lei, senza tanti preamboli. –Quando ho sentito che c’era anche Piton… ho capito che qualcuno la avrebbe subito avvertita, visto che adesso è una spia per lei, preside…- Aggiunse vedendo le facce degli altri quattro. Madama Chips si era allontanata. -… Però non avrei immaginato che ci avreste messo così tanto a raggiungerci, specie sapendo che era praticamente certo che mi avrebbero portata nella camera dei segreti…-

-E così hai cercato di guadagnare tempo in quel modo, fingendo di sapere cose che non sai… abbiamo sentito le ultime battute che vi siete scambiati tu e Tom.- Concluse per lei Silente, spiegandole qualche dettaglio.

-C-cosa? Piton è dei nostri?- Chiese Sirius, cercando di togliersi almeno uno dei dubbi che gli giravano per la testa.

-Per piacere… se volete stare con Asdrel evitate di farle domande, almeno fino a che non si sarà riposata.- Chiese il preside.

-Ha ragione.- Concordò Remus, andando ad abbracciare Asdrel, che si sentì molto meglio sotto quel calore. Quando l’abbraccio tra i due si sciolse Asdrel piombò in un sonno profondo.

 

Durante la notte avvertì qualcuno entrare nell’infermeria. Da principio pensò ad un controllo di Madama Chips, ma quando sentì sussurrare:

-Colloportus!- Capì che la persona appena entrata era Remus.

-R-Remus? Sei tu?-

-Sì, sono io.- Asdrel, che aveva ancora la voce impastata dal sonno, bevve un sorso d’acqua dal bicchiere che si trovava sul suo comodino.

-Come ti senti?- Le chiese.

-Benissimo. Non ho più nessun dolore. Madama Chips sa fare il suo lavoro.-

-Bene…- E detto questo si avvicinò ad Asdrel, baciandola con passione.

-Remus… perché hai sigillato la porta e… beh, dal silenzio sembra che tu abbia anche insonorizzato la stanza?-

-Oggi ho rischiato di perderti a causa di Voldemort. Non ho intenzione di farlo di nuovo…-

-E quindi?-

-Voglio diventare una cosa sola con te, Asdrel. Tu mi… mi piaci da morire e… voglio fare l’amore con te.-

-P-perché ti è venuto in mente così all’improvviso?- Chiese lei, che evidentemente non si aspettava una cosa del genere.

-Veramente è già da un po’ che ci penso. Solo che avevo paura di… perderti, facendolo. Ma oggi mi sono reso conto che rischio di perderti in tanti altri modi…-

-V-va bene.- Lui si sorprese della velocità della sua risposta.

-Sei sicura di volerlo? Guarda che se non vuoi possiamo…-

-Va bene. Sono sicura.-

-Se la metti così…-

Cominciò a baciarla nuovamente, cominciando castamente e successivamente con una passione sempre più travolgente. Cominciò a mordicchiarle le labbra per poi scendere verso il collo, mentre le sue mani cominciarono a muoversi dietro la schiena di lei, slacciandole la divisa e la fascia elastica.

Fu solo allora che anche lei iniziò a darsi da fare. Armeggiò lentamente con la divisa di lui per poi sfilargliela con una velocità sorprendente.

-Ehi… ci diamo da fare, eh?- Commentò lui, prima che la mano di lei riportasse la sua testa verso il proprio petto, dicendo solamente: -Ssssssht! Non sprecare il fiato…- Con voce roca.

Quando furono tutti e due nudi si osservarono in silenzio. Asdrel provò una certa vergogna, così prese nuovamente la testa di lui per baciarlo appassionatamente. Le mani di Remus cominciarono ad esplorarla ovunque, mentre con la sua bocca capace di mille incantesimi cominciò a stuzzicarle un seno per poi scendere di più. Ombelico, basso ventre… le sue intimità più segrete.

Asdrel si lasciò sfuggire un gemito di piacere nel sentire la lingua di Remus toccarle luoghi fino a quel momento mai esplorati da nessun altro.

Decise che era il momento di fare qualcosa per lui. Fermò il suo amato per farlo stendere sotto di lei e tentare di dargli il piacere che stava provando. Cominciò ad esplorarlo allo stesso modo percorrendo con la lingua ogni singolo centimetro della sua pelle, per poi giungere verso il suo sesso. Si fermò un momento, inconsapevole di averlo appena lasciato sull’orlo di un baratro, anche se Remus protestò vivamente, con un: -Più giù…-

Allora decise di arrivare fino in fondo. Remus era completamente perso in ogni tipo di piacere possibile mentre la lingua di lei andava in alcuni momenti a sfiorarlo ed in altri, come ripensandoci, poco meno che a bruciarlo di desiderio. Dopo qualche minuto Remus decise che era arrivato il momento di riacquistare il ruolo di leader e tornò nuovamente su di lei.

-Sei… davvero sicura?- Asdrel si sorprese di quella domanda. L’indecisione di Remus era presente anche in quel momento. Capì che se lei lo avesse allontanato lui non avrebbe protestato e se ne sarebbe andato istantaneamente, lasciando lei sull’orlo di quel baratro…

-Mai stata più sicura in vita mia.- E lui accettò l’invito. La penetrò dolcemente, lasciandole sfuggire un urlo di piacere incontrollato, per poi cominciare una danza appassionata dentro di lei che lo assecondò in ogni suo movimento, inebriata dal suo odore, dal suo calore… da lui, inarcando la schiena ad ogni nuova spinta. Crollarono l’uno sull’altra, stanchi e soddisfatti allo stesso tempo. Si baciarono di nuovo pudicamente, per poi addormentarsi l’uno vicino all’altra. Dopo un po’ Remus si alzò, la baciò castamente, le coprì le spalle nude con le lenzuola e se ne tornò appagato al dormitorio.

 

Al mattino Asdrel si svegliò, notando l’assenza di Remus nel suo letto. Capì che era dovuto tornare al dormitorio per non farsi scoprire da Madama Chips e dai suoi amici. La sua teoria fu confermata dall’entrata dell’infermiera che le chiese come stesse.

-Bene, grazie.-

-Se la sente di raggiungere il suo dormitorio da sola?-

-V-veramente no… preferirei tornare con qualcuno degli altri…- In realtà voleva solo che Madama Chips uscisse così da permetterle di dare una ripulita al letto… e magari per rivestirsi, visto che era ancora nuda, sotto le coperte.

-Va bene… vado a chiamare qualcuno, allora.- Ed uscì dall’infermeria. Asdrel colse subito l’occasione e sussurrò:

-Gratta e netta.- Le coperte recuperarono il loro candore in un istante. Si vestì da sdraiata e velocemente, in modo da non rischiare che qualcuno la sorprendesse nuda.

Poco dopo entrarono Madama Chips, Sirius e Remus.

Quando tentò di alzarsi sentì un dolore acuto provenire dalle sue intimità e dai muscoli all’inguine. Evidentemente avevano fatto una ginnastica inusuale per loro… Sirius e Remus parvero notare la sua espressione di dolore, ma mentre quest’ultimo poté soltanto maledire la sua impazienza di quella notte, Sirius le chiese:

-Sei sicura di stare bene? Mi sembri ancora un po’ dolorante…-

-N-no, è che… il taglio… fa ancora un po’ male.-

-Strano, ragazza. Credevo di averti ricucito ben bene.-

-Eh, g-già… eh, eh… però riesco a camminare. Preferisco tornarmene nel dormitorio, comunque.-

-Capisco… abituata a questi baldi giovani… ti sarai annoiata molto qui da sola, no?-

“Veramente per niente…” Pensò lei. Però rispose:

-Già… un po’…-

-Beh, cosa state aspettando? Andate, andate!- Li incitò Madama Chips, prima di sparire nell’altra stanza.

-Grazie per avermi curata!- Le urlò Asdrel.

-È il mio lavoro.- Le rispose lei, dall’altra stanza.

-Vieni,- Le disse Remus, -…appoggiati a noi…-

-G-grazie.- Il calore di quei due le fece dimenticare qualunque dolore.

 

-Come stai?- Le chiese James.

-Bene…-

-Le fa ancora male il taglio.- La corresse Sirius. –Per stamane rimani a letto. Rimarremo io e Remus con te. Non ho intenzione di rischiare che altri futuri… come avete detto che si chiamano… Mangiamorte, ti attacchino, mentre siamo a lezione.-

-No!- Esclamò.

-Cosa?-

-Ehm… preferirei rimanere con James, se non vi spiace. E poi se Gazza non ti vede in giro penserà che tu sia a combinare qualcos’altro. E Remus ha già perso anche troppe lezioni.-

-Anche James era in punizione! Perché lui si e…-

-Sirius… andiamo.- Gli disse Remus, prendendolo per il collo e trasportandolo fuori dalla stanza.

-Non vedi che vuole rimanere da sola con James?-

-Ma lei non stava con te?!-

-Intendo dire che vuole parlare con lui. –

-Ma…-

-E poi James se la sa cavare contro più di un Mangiamorte.- Lo precedette Remus.

-Vado con loro.- Annunciò Peter.

Quando sentirono i loro passi lontani James si girò verso di lei. In quei pochi mesi trascorsi insieme lui era diventato un po’ il confidente di Asdrel.

-Allora? Cosa è successo?-

-Io…- Poi lei scoppiò a piangere. James la abbracciò.

-Ehi, ehi… cosa ti è successo…? Perché piangi?-

-Perché stanotte…- Asdrel non resse più e raccontò tutto a James.

-L-lo avete… sono contento per voi… ora capisco perché non ti senti ancora bene… non ha nulla a che vedere con le ferite di ieri.-

-Già…-

-Ma… dovresti essere felice… e non piangere… che ti succed…?-

-I-io… è che mi sembra di essere a recitare una parte.-

-Eh?-

-E-ecco… tutto quello che è successo finora… o quasi tutto, almeno, io lo avevo già vissuto, o meglio, scritto.-

-Cosa?!-

-Ricordi quando vi ho parlato delle fan fictions…? Ecco… ne avevo scritta una identica a questa storia… e tutto quello che faccio è esattamente come lo avevo già scritto…-

-Anche l’attacco dei Mangiamorte e tutto il resto?-

-Esatto.-

-Ed anche questo discorso fra me e te?- Asdrel lo guardò negli occhi, smettendo improvvisamente di singhiozzare.

-No! cioè… questo discorso è la prima cosa nuova che…-

-Vedi che non tutto è come ti eri immaginata?-

-… ora ricordo! Io non ho mai concluso quella storia…! Ero arrivata alla notte con Remus… e lì la storia aveva fine…- James sorrise e la ragazza lo guardò enigmatica.

-Beh… divertiti a scoprire come finirà.-

-Grazie, James…! Come farei senza di te?-

-Lo so che sono un essere indispensabile…- Alla fine, per la stanchezza Asdrel si stese sul letto, per riposare, e James decise di ripassare Trasfigurazione.

Poco dopo entrarono Sirius e Remus nella stanza.

-La lezione di Pozioni è stata spostata al pomeriggio, la Ristel ha fatto esplodere il laboratorio.- Annunciò Sirius. –Ah… dorme.- Aggiunse, vedendo Asdrel.

-James… Peter ha detto se puoi venire ad aiutarlo con Incantesimi… Vitious gli ha detto che ha fatto schifo nell’ultimo compito e che dopodomani lo vuole risentire. Siccome io e te abbiamo già preso il massimo di voti ha detto se lo possiamo aiutare…-

-Certo, arrivo. Sirius… stai tu con Asdrel?-

-Certo, non c’è problema. Tanto volevo dare una letta a questo libro…- Mostrò loro “Il Quidditch attraverso i secoli”. –Lo ho trovato in biblioteca durante il turno di pulizie…-

-Bene… andiamo, Remus?-

-Sì.-

Dopo circa mezz’ora Asdrel si svegliò. Voleva finirla con quella commedia. E voleva anche dire cosa era veramente successo la sera precedente… tanto Remus prima o poi glielo avrebbe detto…

-Sirius…- Disse.

-Oh, ti sei svegliata… come ti senti? Ve meglio, il taglio?-

-N-non era per quello che stavo male.-

-Ah no? E cosa…-

-Per piacere, aiutami ad alzarmi.- Sirius si avvicinò. Sentì le sue forti braccia sollevarla di peso, prendendola in braccio.

-E dove vuole andare la nostra principessa, oggi?-

-Non scherzare. Devo… devo parlare con te. Volevo dirti la verità… scusa se ti ho mentito… io… non sto male per il taglio… è che… insomma… io e Remus…- Arrossì.

-Non ci posso credere!!! Lo avete fatto?!-

-Ehm… sì.- A quella risposta Sirius fece una specie di balletto sul posto e poi la abbracciò.

-Scusa, Black?- Chiese una voce, entrando dalla porta.

-Evans? Che vuoi?-

-Ehm… volevo sapere come stava Serdal. Insomma… gira voce che sia stato attaccato da… Voldemort.-

-Sto bene grazie.- Rispose Asdrel, poi pensò velocemente. -Scusami, Evans… hai cinque minuti da dedicarmi?-

-Certo, posso restare.-

-Bene, ti ringrazio moltissimo… vai, Sirius.-

-Ma… e se arrivassero i Mangiaporte?-

-Staremo in guardia… devo parlare con Evans… forza, vai!-

-Fate attenzione. Tutte e due.-

-Sì…- Disse Asdrel stancamente. Quando Sirius fu uscito Lily le chiese:

-Posso dirti una cosa, Lupin? Non assomigli per niente a tuo cugino.-

-Forse perché… lui non è mio cugino.-

-…?-

-Tanto adesso che le spie di Voldemort mi hanno scovata è il caso che io riveli la mia vera identità: sono una ragazza. Silente mi ha consigliato di fingermi un maschio per potermi far proteggere dai mie compagni di stanza. Evidentemente non ha funzionato.-

Dopo un momento di stupore, Lily affermò:

-In realtà lo immaginavo. Ma… perché Vodemort ti stava cercando?-

-Sono a conoscenza di alcune informazioni piuttosto importanti sul suo operato e… voleva togliermi di mezzo. Silente è intervenuto all’ultimo secondo.-

-Per fortuna. Ma ora… cosa hai intenzione di fare? Voglio dire… se ti hanno scoperta rivelerai la tua vera identità e verrai nel dormitorio femminile?-

-Probabilmente sì. Sicuramente rivelerò la mia identità, ma per quanto riguarda il cambiare stanza… non lo so devo aspettare che Silente mi faccia sapere qualcosa.... Le mie… “guardie del corpo”, se così possono essere definite, dovrebbero stare con me ventiquattrore su ventiquattro. Anche se adesso non ci sono. Quindi mi sembra chiaro che posso farne a meno… non trovi?-

-Eh, già! Sappi che nella nostra stanza c’è un letto in più… ti accoglieremmo a braccia aperte.-

-Ti ringrazio tantissimo, Evans.-

-Chiamami Lily, basta che non lo facciano gli altri quattro…-

-E tu chiamami Asdrel. È il mio vero nome…-

-Carino… ed ora, sentiamo, come sono questi quattro nella loro… intimità?-

-Credo che tu sia più interessata all’intimità di James, non è così?- Lily arrossì.

-… ehm… è tanto evidente?-

-Abbastanza, se hai i giusti mezzi per rendertene conto…-

-Che intendi con mezzi?-

-Ehm… l’istinto di donna…-

 

 Sirius raggiunse Remus e gli altri in biblioteca.

-Che ci fai qui?- Chiese Remus. –Hai lasciato da sola Asdrel?- Scattò in piedi.

-Con lei c’è la Evans. Mi ha obbligato ad andarmene…-

-Doveva parlare con la Evans?- Chiese Remus.

-La Evans è nella nostra stanza?- Si stupì James, alzandosi.

-Asdrel ha detto che voleva parlare con lei... probabilmente le voleva rivelare la sua vera identità…-

-Torniamo in camera. Scorterò la Evans fino al corridoio della sua stanza.-

Dopo cinque minuti arrivarono sulla soglia della camera ed entrarono. James rimase sullo stipite della porta.

-Siete arrivati…- Disse Asdrel.

-Avete parlato?- Chiese Remus.

-Sì…- Sentirono James schiarirsi la voce. Asdrel sorrise e disse:

-Ehm… Lily…credo che tu possa andare. Ti ringrazio della compagnia… buon ritorno…- Indicandole James con un cenno della testa.

-Oh…- Disse lei, arrossendo. –Figurati. e speriamo di diventare compagne di stanza.- Poi uscì, tirandosi dietro la porta. James disse:

-Se ci cercate siamo in biblioteca con Peter.-

-Grazie dell’informazione!- Ringraziò Asdrel.

 

********

 

-Allora, Potter… vedo che tu ed i tuoi amici avete messo un po’ la testa a posto. Devo ringraziare Asdrel per questo?-

-Che intendi con mettere la testa a posto?-

-Innanzitutto, come avevo già notato, avete smesso di infastidire Minus, cosa di cui sono veramente felice.-

“Grazie Asdrel…!”

-E… di cos’altro avete parlato? Oltre alla vera identità da Asdrel, intendo.- Tentò James.

-Se proprio vuoi saperlo… abbiamo parlato di te.-

-D-di me?- James cominciò a sudare. C’era solo una cosa che Asdrel aveva potuto dirle…

-Sì… mi ha detto che sei molto altruista, nonostante tu finga di essere un millantatore.-

-Ah…- Commentò James, evidentemente deluso. –Nient’altro?-

-Oh, sì… anche che sei un vero timidone. Ma non sei l’unico fra noi due.-

James colse al volo l’allusione. Probabilmente Peter avrebbe aspettato un po’ di tempo prima di ricevere aiuto nello studio di incantesimi.

 

********

 

Remus porse una boccetta di pozione rigenerante ad Asdrel, per farle passare il dolore.

-Allora… andiamo a pranzo?- Propose Sirius.

-Va bene…- Rispose Remus soprappensiero.

-Prima però passiamo in biblioteca a prendere Peter e James.-

-Sempre se James è in biblioteca…- Disse Asdrel.

-Perché non dovrebbe essere lì?-

-Diciamo che visto che si è allontanato con Lily probabilmente Peter ha dovuto studiare da solo…-

-Aaaah… capisco.-

In effetti quando giunsero in biblioteca Peter era solo.

-Ehi… Remus, non riesco a ricordare a cosa serve questa formula…- Disse, vedendoli arrivare.

-Vediamo… ah, quella! Serve per far sparire agli occhi di una persona designata qualcosa.-

-Cioè?-

-Cioè… mattiamola così: io e te non vogliamo far vedere la tua ricordella a Sirius. Gli facciamo quell’incantesimo ed anche se gliela sbattiamo sul naso non riuscirà a vederla. Capito?-

-Aaah, ora mi è chiaro! Grazie.-

-Vuoi venire a pranzo? Un pausa ti farà bene…-

-Va bene. In effetti ho un po’ di fame… ma dov’è James?-

-Sono qui!- Annunciò, sbucando da dietro uno scaffale. Lily non era con lui.

-Com’è andata?- Chiese Asdrel.

-Grazie a te meravigliosamente bene! Marmocchi… ho una ragazza!-

-Marmocchi a chi? Vorrei ricordarti che qui siamo in molti di due o tre gradini più avanti!- Protestò Remus.

-Ah.- James si finse improvvisamente triste, voltandosi a guardare Asdrel. Lei gli sorrise. –Giusto, avete ragione. Però non smontatemi così… insomma… sto con la Evans!!!- Concluse con un radioso sorriso. Asdrel sorrise, pensando:

“Finalmente va tutto per il verso giusto… e non devo più mentire a nessuno…”

In quella arrivò Silente.

-Lupin… Black…! Seguitemi tutti e cinque! Di corsa!-

-V-va bene…!- Seguirono il preside fino nel suo ufficio.

-Sedetevi.- Erano presenti molti professori.

-C’è stato un incidente.-

-Q-qualcuno è rimasto ferito?-

-No, no! fortunatamente mi trovavo nei pressi di Londra stamane, così sono riuscito a sventare l’attacco.-

-Attacco?-

-Mangiamorte, una ventina almeno. Sono entrati nella Londra babbana, nella zona di Soho, il quartiere latino, dove si mescolano tutte le razze, compresa quella dei maghi. Ed hanno cominciato ad accerchiare un gruppo di babbani. Stavano per lanciare loro degli Avada Kedavra, quando li ho attaccati con degli Expelliarmus. Fortunatamente sono scappati senza combattere.-

-E… noi cosa…?-

-Uno di loro ha pronunciato queste parole, quando ha notato la mia presenza: “vogliamo la ragazza, Silente. Dacci lei o attaccheremo Hogwarts annientando chiunque si pari di fronte a noi…” Poi è scappato.-

-E-e… la ragazza…-

-Saresti tu.-

-Ma è ridicolo!- Sbottò Sirius. –Sappiamo benissimo che se anche noi gli consegnassimo Asdrel, cosa che non ho la minima intenzione di fare, lui continuerebbe la sua corsa scatenata verso la fama e lo sterminio dei babbani e dei mezzosangue!-

-E lei cosa intende fare, preside?-

-Non c’è altro modo: o Asdrel torna a casa sua, o dovrà comunque lasciare Hogwarts.-

-Ma… che bisogno c’è di…?-

-Capisco, preside.- Disse Asdrel. Temeva che sarebbe potuto succedere.

-Ma… Asdrel! Non protesti? Non…-

-Non voglio che Hogwarts venga distrutta, e so che succederebbe davvero, a causa mia. Io… sapevo che sarei dovuta venire via prima o poi…-

-Ma…-

-Niente ma! Ora… andate a pranzo. Devo p-parlare un momento con Silente riguardo le ultime cose che erano narrate nei miei libri. Vi raggiungerò fra poco…- Li spinse fuori della porta. Poi si voltò verso Silente.

-Preside… mi dica cosa devo fare. Lei sa benissimo che non posso tornare indietro, non ne sarei capace.-

-Una commissione di maghi esperti risolverebbe in poco tempo questo problema, se tu ti presentassi davanti a loro… Oppure c’è un’altra possibilità. Sarebbe rischioso, ma…-

 

La sera stessa tutta la scuola sapeva che Asdrel, la ragazza che Voldemort cercava con tutto se stesso, stava per lasciare Hogwarts. Avrebbe preso l’Hogwarts Express per la prima ed ultima volta in vita sua, diretta verso Londra ed il Ministero della Magia. Lily non poteva credere alle sue orecchie quando la cosa fu annunciata. Corse verso il dormitorio maschile, giusto in tempo per vedere Asdrel che infilava gli ultimi abiti in una capiente borsa e la chiudeva.

-Lily… cosa fai qui? Non dovresti essere a cen…?-

-Te ne vai? Silente ci ha fatto l’annuncio più o meno tre secondi fa…-

-Non ho altra scelta. Non voglio che Hogwarts venga distrutta a causa mia!-

-Ma… e dove andrai?-

-Sembra che il ministro, Millicent Bagnold, abbia deciso di farmi tornare nel mio mondo, quindi, raggiunta Londra, dei maghi esperti tenteranno di farmi tornare indietro…-

-N-non posso crederci! Ora che andava tutto bene… io e James, insomma noi…-

-Vi faccio i miei migliori auguri, credimi: sarete una coppia meravigliosa!-

-Non fingere con me. lo vedo che stai soffrendo…-

-Perché dovrei? In fondo… sono stata benissimo in tutto il tempo che ho passato qui con voi… non ho rimpianti.-

-E la tua storia con Remus?-

-Credo che James parli un po’ troppo, quando è in tua compagnia. Comunque… ce ne faremo una ragione. Per Hogwarts. Per il mondo magico… ed anche per quello babbano.-

-Tu… fingi di essere forte… lo sento… ma non voglio distruggere la tua maschera. E poi sono sicura che ci rivedremo un giorno.-

-Lo spero, Lily… lo spero proprio.-

In quella entrarono i quattro malandrini.

-P-pronta per partire?- Chiese James. Era evidentemente teso. Lily andò ad abbracciarlo, cercando di consolarlo.

-Sì… grazie James… sei stato un consigliere fidato e leale! Se non fosse stato per te sarei impazzita circa un milione di volte. Scusa Lily, te lo rubo un attimo…- Abbracciai James. Lui non mi avrebbe accompagnato fino al treno, esattamente come Peter.

-Peter… sono sicura che la tua interrogazione di Incantesimi andrà bene. Non… non tradire mai i tuoi amici. Magari sono un po’ discoli, ma ti vogliono un gran bene.-

-Fino al tuo arrivo non lo avrei mai detto. Adesso potrei metterci la mano sul fuoco.-

-Infatti. Fidati di loro!-

-Certo…- Si abbracciarono.

-Noi… dobbiamo andare. La McGranitt ha detto che ci vuole nei bagni al terzo piano. Sembra che qualcuno abbia intasato le fognature ed ha deciso che dovremo essere io e Lily a pulirle. Credo che ci abbia visto stamane…-

-Uhm… mi dispiace per voi…-

-Figurati! dovrò passare la notte accanto alla mia ragazza! Che importa se saremo ad aggiustare latrine?-

-Parla per te, pagliaccio. Io non sono così felice di dover pulire gabinetti per delle ore.-

-Allora, Asdrel, stammi bene.-

-Certo James. E ricorda… Harry.-

-Certo, certo… sarà quello, non preoccuparti!-

-Devo andare anche io… devo finire di ripassare.- Aggiunse Peter, uscendo dalla stanza. Rimasero in tre.

-Asdrel… devi per forza andare?- Chiese Sirius.

-Non dovrei essere io a chiedervi conforto? Però sono contenta... Siete stati fantastici… per quel poco tempo che abbiamo passato insieme. Vi voglio bene.-

-Lo sai. Ti amo. E non mi stancherò mai di dirtelo.- Disse Remus.

-Noi pensavamo… Argentodiluna. N-non sappiamo se ti piace…-

-Argentodiluna… mi piace. Davvero. Suona bene! E… mi descrive perfettamente. Argentata e… a rovescio. Avrebbe dovuto essere Lunadargento, quindi… vi ringrazio.-

-Tieni: in questa catenina abbiamo infilato una piccola foto… raffigura noi cinque, l’ha scattata Lily, a Natale… ricordi? La catenina era sua…-

-Ed il ciondolo dove…-

-Segreto!-

-Lo abbiamo semplicemente preso ad Hogsmeade l’ultima volta, quando sei rimasta qui con Peter e Sirius. Io e James pensavamo di regalartela per il tuo compleanno, ad aprile, ma… abbiamo deciso di anticipare la consegna, per ovvie ragioni. Ti piace?-

-È-è… meraviglioso!-

-E non è tutto! Prova a schiacciare lo zaffiro al centro…-

Quando Asdrel fece come gli era stato richiesto il ciondolo si illuminò. Dallo sportellino che conteneva la foto uscirono due piccole figure. Davanti a loro, alti più o meno sette centimetri c’erano Lily e James. All’improvviso comparve anche la professoressa McGranitt.

-Mi aspetto che entro domattina tutta l’acqua presente qui in terra sia scomparsa. Buon lavoro.- Disse, e scomparve di nuovo.

-M-ma…-

-Stavi pensando a loro due, vero?-

-Sì…-

-Ecco! Questo ciondolo ti mostrerà chiunque tu voglia vedere, tra noi cinque, Lily compresa, e tutte le persone presenti nel raggio di tre metri intorno a loro.- Spiegò Remus.

-Siamo stati bravi, vero? lo abbiamo incantato noi! In realtà volevamo che tu riuscissi a scorgere tutte le persone di tua conoscenza ma non ci siamo riusciti… e poi, guarda: se giri la rotellina che c’è a lato le immagini si ingrandiscono e diminuiscono, a seconda della tua volontà. E così anche per l’audio.-

Osservarono attentamente James e Lily. Quando Asdrel li vide avvicinarsi decise di cambiare soggetto… voleva lasciare loro una certa intimità… comparve così Peter. Era alle prese con una delicata formula.

-Ti piace?- Chiesero Remus e Sirius, impazienti.

-I-io… non so esprimermi a parole… meraviglioso…-

-Scusate. Vado a vedere a che punto è Silente.- Annunciò Sirius. Quando fu uscito dalla porta Remus commentò:

-Voglio ringraziarti per tutto…- Si baciarono con trasporto. Dopo poco Sirius spalancò la porta. Fortunatamente si erano appena disgiunti.

-Che tempismo…- Sospirò Remus.

-Asdrel… stammi bene!- Le disse Sirius, abbracciandola. Asdrel lo abbracciò a sua volta, poi rivolse di nuovo le sue attenzioni a Remus. E nuovamente si baciarono. Asdrel sentì subito la differenza con i baci iniziali, quasi timidi e paurosi, di Remus: adesso la stava letteralmente mangiando. Lei si perse in quel bacio così profondo… come il mare…

-Ehi, voi due… evitate di farlo di fronte a qualcun’altro… fa uno strano effetto vedervi!- li redarguì Sirius.

Così dovettero separarsi. Uscirono dalla stanza con i bagagli sotto mano. Asdrel indossò subito la catenina. E riportò una mano alla tasca interna della divisa. Aveva messo lì lo specchio che le avevano consegnato subito i quattro amici.

-Così potremo comunicare… quando vorrai…- Le avevano detto.

-Pronta? Ti scorterò fino al ministero.- Le annunciò Silente. –Non possiamo rischiare che tu venga attaccata durante il tragitto.-

-Va bene…- Sorrise a tutti quelli che erano andati sul portone a salutarla.

-Arrivederci a tutti!- Disse lei, radiosa. Forse non li avrebbe mai più rivisti, voleva lasciare loro un bel ricordo di lei, un’immagine raggiante e solare, non in lacrime. Vide James e Lily affacciati ad una finestra, poco più sotto di loro c’era Peter che la salutava.

 

Sul binario Silente la guardò.

-È dura fingere, vero?-

-Sì…-

-Adesso non ti vede nessuno, sfogati pure… a proposito: gran bel pendente.-

-Sarà la cosa più cara che avrò… di loro…- Cominciò a piangere.

-Su, su… vieni, saliamo…-

Asdrel non poteva sapere che a ventitré chilometri di distanza dalla stazione un consistente gruppo di Mangiamorte la stava aspettando.

Ma non arrivò mai da loro.

Il treno fece pochi chilometri, poi, in un tratto disabitato, si fermò all’improvviso. Si sentì un tonfo, lo sbattere di un finestrino… poi il convoglio esplose.

 

A tre chilometri di distanza i malandrini e Lily Evans fecero un salto sul posto, udendo un esplosione in lontananza.

Lo seppero soltanto la mattina seguente, grazie alla Gazzetta del Profeta, ricevuta da German. Si pensò ad un attacco di mangiamorte. Quando Silente fu dimesso dal San Mungo dichiarò:

-Non… non ho potuto fare nulla…-

 

 

 

L’angolo della… recensione:

Grazie a tutti quelli che mi avevano recensito la prima volta che ho pubblicato questa fic… soprattutto a DarkElectra e Klaretta (non potevo non ripubblicarla… è grazie a questa che vi ho conosciute, ragazze!!!!) ed anche a Nausicaa, che (anche se con toni piuttosto provocatori…) mi ha fatto capire qualche errore presente qua e là… così l’ho corretta… soddisfatta?!?

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Capitolo 2
*** Capitolo secondo - prima parte ***


Capitolo secondo: Ovvero come sopravvivere in un riformatorio per giovani streghe

Capitolo secondo: Ovvero come sopravvivere in un riformatorio per giovani streghe.

 

Parte prima:

Il giorno dell’incidente, che naturalmente non fu un incidente, Silente chiese ad Asdrel:

-Sei sicura? Dovrai cambiare di nuovo identità… dovrai cominciare una vita diversa…-

-Io… sono arrivata qui per tanti motivi… uno dei quali era proteggere Hogwarts. Ed ho intenzione di continuare quello che ho cominciato. So che sarà difficile…-

-…soprattutto lontana da quei quattro, vero? Anzi, da quei cinque, dimenticavo Lily.-

-Lo ammetto, soprattutto lontana da loro. Mi mancheranno moltissimo… talmente tanto che mi sembra di impazzire…- Cominciò di nuovo a piangere.

-Mi spiace e…credimi, vorrei lasciarti sfogare, ma questo è uno dei pochi punti dove il treno traversa una zona desolata… vieni, aggrappati a me.-

-È sicuro di riuscire a smaterializzarsi con me?-

-Credo di sì, anche se non ho mai provato. È una buona occasione, non trovi?-

-Spero vada tutto bene.- Asdrel lo cinse con le mani, augurandosi di arrivare incolume alla meta…

-Andiamo.- In quella Silente disse: -Diruptio!-

Una fragorosa esplosione inghiottì il treno interamente. Ci sarebbero voluti tredici maghi per ripararlo del tutto.

Nell’istante in cui ad Hogwarts molte persone si spaventarono per lo scoppio dell’espresso, Asdrel e Silente giunsero in una stanza, dove era seduta una persona.

Asdrel la osservò attentamente: aveva un vestito dai toni austeri e rigidi.

-Ecco la nuova arrivata. Il flagello di Hogwarts. Silente, rivederti è sempre un piacere, anche se dalla tua scuola sono ben poche le ragazze che arrivano qui.-

-Il tuo riformatorio è principalmente frequentato da alunne provenienti da Durmstrang, Driope. Hogwarts non ha mai avuto l’onore di far ospitare una sua allieva tra le tue mura.-

-Dimentichi che l’anno scorso volevi mandarmi quella ragazza… come si chiamava…?-

-Bellatrix... Ma ci ho ripensato.-

-Mi sono arrivate voci riguardo quella ragazza… se con lei ci hai ripensato e con questa ragazza no, vuol dire che lei…- Indicò Asdrel, -…deve essere proprio tremenda.-

-Ho motivo di pensare che debba rimanere qui per un po’ di tempo, ma non tanto. Sappi che sono pochi mesi che lei ha imparato ad usare la magia…  ti prego quindi di trattarla… umanamente. Verrò qui a vedere come se la cava. Se ravviserò che non si troverà bene, sarò costretto a riportarla ad Hogwarts… ed a denunciare un paio di cose al ministero, riguardo la tua scuola. Capisci cosa intendo, vero?-

-Mi stai minacciando? Chi manda qui i suoi figli sa quali sono i miei metodi di insegnamento.-

-Certo, certo… non lo metto in dubbio. Ora, se volete scusarmi, devo proprio andare…-

-Aspetta un momento! E quella ragazza? Quella che Voldemort voleva?-

-Mi sta aspettando su un treno per Londra. Per questo devo muovermi. Arrivederci.-

-‘derci…- Commentò Madama Driope.

-A presto…- Gli rispose Asdrel. Silente si smaterializzò. Asdrel ricordò il discorso che lui le aveva fatto quel mattino…

 

-Oppure c’è un’altra possibilità. Sarebbe rischioso, ma…- Le aveva detto Silente.

-E cioè…?-

-Potremmo fingere la tua morte. Diremo che ti porterò con il treno fino a Londra e poi al ministero per farti tornare indietro, nel tuo mondo. Invece potremo far esplodere il treno con un incantesimo.-

-E… io dove andrò?-

-Pensavo ad… un riformatorio. È… piuttosto lontanuccio, ma tutti parlano la nostra lingua, laggiù.-

-Vuol dire… in un altro stato?-

-Precisamente in Austria, vicino ad una grande città, non so se la conosci, Leoben.-

-N-ne ho sentito parlare. Forse a scuola.-

-Ecco… se tu andassi lì nessuno capirebbe la tua identità, probabilmente.-

-E…-

-Non dovresti dirlo a nessuno. I tuoi amici crederanno, come tutti gli altri, che tu sia morta.-

-Se dicessi loro la verità… sarebbero in pericolo, vero?-

-Sì. Voldemort li cercherebbe per interrogarli ed… ucciderli.-

Asdrel si sedette.

-Quindi ne saremo a conoscenza solo io e lei?-

-Esatto. Non potremo dire la verità neanche alla direttrice del riformatorio. Vedi… purtroppo credo sia l’unico luogo dove tu possa andare.-

-Quando poi Voldemort verrà sconfitto…-

-Potrai tornare ad Hogwarts. Dai tuoi amici… alla vita, insomma.-

-Questo… riformatorio… come…?-

-È un riformatorio femminile. In realtà inizialmente pensavo ad un riformatorio maschile, ma visti gli insuccessi del tuo primo travestimento non mi sembra proprio il caso.-

-E come è?-

-Duro. I metodi sono piuttosto crudeli e meschini e la direttrice è una vera strega… ma non dire che te lo ho detto. Comunque grazie alla mia influenza cercherò di farti trattare con più dolcezza da lei. Ma… mi preoccupano molto anche le tue future compagne. Sono tutte giovani fattucchiere problematiche, e non vorrei che tu ti trovassi male.-

-Va bene, p-per me non ci sono problemi. Io… sono da sempre stata attirata da quel mondo anche se so che è duro e difficile… quando ero ancora nel mio tempo, con la mia famiglia, mi sentivo piuttosto messa da parte, uno scarto, quasi. Uno dei miei desideri nascosti era proprio quello di entrare in un riformatorio per poter avere un po’ di pace… da quella guerra.-

-Ma adesso lasceresti la pace per la guerra e non il contrario.-

-Preside… io non voglio tornare indietro. Le sembrerò egoista, ma tutto quello che mi potrebbe capitare in un riformatorio femminile per giovani streghe sarebbe sicuramente meglio che quello che mi succederebbe tornando a casa dopo dei mesi. Immagino che mio padre deciderebbe di finirmi, questa volta.-

-Allora ti spiego ancora un paio di cose. Poi preparati alla partenza, che è fissata per stasera.- Le disse Silente decidendo che fosse meglio evitare l’argomento famiglia.

-Bene.-

 

-Ragazza, mi stai ascoltando? Queste regole sono fondamentali per…-

-Oh, sì, mi scusi.- Si riscosse Asdrel.

-Sei brava a recitare la parte della santarellina. Ma non credere di essere la prima che ci prova. Ho domato belve che sono entrate qui dentro fingendo di essere più sante dei santi, e che si sono rivelate maledettamente demoniache.-

-…-

-Bene, il silenzio prima di tutto. Come ti stavo dicendo sei enormemente avvantaggiata, rispetto alle tue nuove compagne poiché la lingua che io impongo loro di parlare è la tua lingua natale, quindi non dovrai sforzarti di impararla.-

-Una sola lingua?-

-Sì… e se fossi una ragazza che non volesse impararla lo faresti comunque… ma come ti dicevo non è il tuo caso.

Le leggi sono semplici e veloci: Mangi quando lo dico io, studi quello che dico io e quando voglio io, stai zitta e ferma nel tuo letto dalle undici di sera alle sette di mattina, pratichi le attività che dico io e quando lo dico io. Tutto chiaro?-

-S…-

-E se ti azzardi a disubbidire in qualche modo, qualsiasi modo, verrai punita in qualche modo, qualsiasi modo.-

-V-va ben…-

-E stai lontana dai guai. Anche se in realtà ci vivrai in mezzo, ah, ah…!-

-O…-

-Capirai ben presto le compagnie da frequentare e quelle da evitare. O forse non ci riuscirai, chi lo sa. Pensa soltanto che molte delle ragazze presenti in questa scuola hanno cercato di uccidere con degli incantesimi proibiti. Altre hanno torturato con essi … vorrei soltanto capire perché tu sei qui…-

-H-ho… i-io ho…-

-Lascia perdere, le scuse non mi sono mai piaciute. Firma il registro d’entrata, così ti porto nel tuo dormitorio. Sei stata fortunata: si è liberato un posto proprio ieri… una ragazza è tornata a casa sua. Tremava dalla testa ai piedi quando mi ha stretto la mano, ma era diversa da come era entrata: era una persona perbene.-

“E terrorizzata da lei, immagino.” Asdrel pensò fosse meglio tenersi quel commento per sé.

-Forza, firmi qui.-

Asdrel afferrò la piuma e scrisse il suo nuovo nome, concordato con Silente poche ore prima.

-Mesèmbria?-

-Si legge Mesembrìa.- La corresse Asdrel.

-Nome insolito.-

-Viene dal greco. Vuol dire Mezzogiorno.-

-Uhm… se sai questo… sai dirmi chi era Driope?-

-Non vorrei sbagliarmi, ma… Driope era una ninfa amata da Apollo? Se non ricordo male portava lo stesso nome del padre…-

-Mi piaci, ragazza. Sei una delle poche persone che conoscono l’origine del mio nome. Sappi che i favoritismi sono bene accetti da noi.-

-Non mi piacciono i clientelismi.-

-Come vuoi, allora vieni che ti conduco nella fogna dove dovrai rimanere.- Le rispose secca Madama Driope.

Attraversarono numerosi corridoi fino a che giunsero davanti alla porta del dormitorio.

-Stasera sarò buona… vi lascio tre secondi per nascondere qualsiasi cosa stiate combinando…- Urlò la preside da davanti la porta. Si sentì un tramestio, qualche urletto.

-…due, uno…- Aprì la porta, mostrando una dozzina di letti messi sei da una parte e sei dall’altra, tutti perfettamente rifatti, completi di una coperta marrone. Tutti tranne uno.

-Sapevo che la nostra Espera sarebbe rimasta immobile…- Disse minacciosa Madama Driope, avvicinandosi e… tirandole uno schiaffo in piena faccia. Asdrel si coprì la bocca con le mani, tentando di tirare un urlo, ma la voce le morì in gola.

La ragazza colpita, Espera, guardò con sguardo impassibile la preside, uno sguardo costituito da due occhi color del ghiaccio freddi e glaciali, sputò del sangue in terra e replicò:

-Sapevo che stasera avrei fatto perdere le staffe a qualcuno…-

-Ragazza non mi tentare… stasera ho poco prurito alle mani, non ho voglia di picchiarti.-

-Deve essere per quello che mi ha appena dato uno manrovescio, vero?- 

-Immagino che tu voglia passare la notte sdraiata per terra, nell’altra stanza.-

-Non sarebbe né la prima né l’ultima volta.-

-Non ti darò questa soddisfazione. Anzi, farò di meglio… vedi quella ragazza?- Le chiese, indicando Asdrel.

-Non sono cieca.-

-È una nuova. Buon divertimento, te la lascio. Le starai appiccicata come un segugio sulla preda. Altrimenti… darò una telefonata a tuo padre…-

L’espressione della ragazza rimase immutata. Solo un piccolo lampo di paura le attraversò gli occhi.

-Bene, vedo che ha capito il messaggio. Buonanotte.- Chiuse la porta e se ne andò.

-Scommetto che hai risposto all’indovinello sul suo nome, vero? Per questo era di buon umore.- Chiese Espera ad Asdrel.

-D-di buon umore? E ti ha picchiata così…?-

-Ci è andata piano.-

-Alla faccia. Comunque è vero, ho risposto al suo indovinello.-

-Però le hai detto che non vuoi favoritismi, vero?-

-Come…?-

-Se ti ha affibbiato me, per guida…-

-Ma…-

-Buonanotte.- Le disse. –Avete sentito voi altre? Tutte a letto. Sono abbastanza stanca di prenderne per oggi.-

Tutte si infilarono a letto e spensero le luci sui loro comodini.

Asdrel rimase lì in piedi.

Espera la guardò.

-Il tuo letto è quello lì.- Le disse, indicandole il letto opposto al suo. –Ti conviene dormire, o non riuscirai a svegliarti domani.- Poi si girò dall’altra parte. Lentamente Asdrel si avvicinò al suo nuovo giaciglio. Vi si sedette sopra e pensò:

“Devo dormire così vestita, o…?”

-Sotto il cuscino.- Sentì sussurrare alla sua destra.

-Eh?-

-La tua camicia da notte è sotto il cuscino.-

-Ah, grazie mille…- Rispose. La ragazza che la aveva aiutata la guardò e le sorrise:

-Figurati.- Replicò. Dopo essersi cambiata Asdrel si infilò sotto le ruvide e dure coperte.

“Dove siete… Sirius… James… Peter… Lily… …Remus… mi mancate già da morire.”

Si voltò verso la finestra. Il suo letto era l’ultimo della fila… se avesse dato le spalle alle altre ragazze avrebbe potuto vedere cosa stavano facendo i suoi amici…

Decise di farlo. Regolò l’altezza delle figure tridimensionali al minimo, così come il volume, decisa a leggere le loro labbra, se necessario. Poi aprì il coperchio, osservò la foto scattata sulla neve e schiacciò lo zaffiro. Nel farlo sentì una lacrima scorrerle sulla gota destra.

Osservò Sirius e Remus. Erano alti poco più di un centimetro e di sicuro si trovavano in biblioteca. Infatti con loro c’era Peter.

-Non capisco questo, Sirius…-

-È la cosa più semplice del mondo!- Gli rispose lui, in tono secco. Remus corse subito ai ripari.

-Peter… non è il caso di studiare con Sirius, stasera. Prima per poco non mi lanciava un incantesimo perché è inciampato nel mio mantello… te lo spiego io. E tu, Sirius, fila subito nel dormitorio. Non sei l’unico di cattivo umore, ma non tutti lo diamo a vedere…-

-Sì, è meglio se me ne vado.-

L’immagine sbiadì per poi tornare nitida e focalizzarsi su James e Lily. Stavano pulendo ancora il bagno.

-Non posso credere che sia davvero andata via… non…-

-Lily… per piacere. Mi viene da piangere, altrimenti… mi manca già un mucchio…-

“Ragazzi… vi sto guardando… sono con voi… anche voi mi mancate…”

Decise di smetterla. Anche perché le lacrime le impedivano di vedere qualunque cosa. Chiuse il ciondolo, lo infilò nella camicia da notte e si addormentò, triste.

 

L’angolo della… recensione:

 

Klaretta: Ehi, bimba… che ti salta in mente di non voler più continuare “Once upon a tale”???? (eh, eh… pubblicità occulta) non ci pensare mai più…! Io e Ellie abbiamo bisogno di te!!

Per quanto riguarda la mia fic… Lo so che è successo tutto all’improvviso… ma ho dovuto farlo!!! Spero che la nuova versione ti piaccia…

 

Yumeko: Ho cambiato alcune cosette qua e là… comunque sono contenta che questa storia ti piaccia…! Spero che continuerai a seguirmi… nonostante il ritardo con cui ho postato… ma è stato un brutto periodo per me… alla prox!

 

Sanzina: no, le critiche non riguardavano la sintassi, ma il contenuto stesso della fic… comunque è un bene che ti piaccia e spero che continuerai a seguire… (vedi risposta a Yumeko).

 

DarkElectra: Ellie… scusa per il ritardo con cui posto, ma… credo tu abbia capito che me ne sono successe di tutti i colori… Ehi… fermi… dove la portate?! *Ghirlanda insegue gli omini bianchi ma non riesce a raggiungerli…*

 

Marfisia: Due parole: Ti amoooooooooooo!

 

Lallotta12: no, non finisce così. Eccoti il secondo cap!

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Capitolo 3
*** cap2_ seconda parte ***


Seconda parte:

Seconda parte:

-Svegliati.- Impose una voce.

-Eh…?-

-In piedi, forza! Sono già le sette e due minuti.-

-E… due…?-

-MUOVITI!- Replicò la voce.

Stonk.

Chiunque le avesse parlato le aveva appena dato un colpo in testa.

-Ahia!- Protestò Asdrel.

-Ti ho detto di alzarti.-

-V-va bene.- Asdrel si rese conto di essere l’unica ancora in pigiama. Una divisa comparve magicamente sul suo letto.

-Tira su le coperte. Vestiti e vai a lavarti nel bagno in fondo alla stanza. Tutto entro tre minuti. A meno che tu non voglia incappare nelle ire di Madama Driope.- Le disse una ragazza che riconobbe per Espera.

-Ho capito.- Rispose semplicemente Asdrel. Aveva deciso di adottare la linea del cagnolino fedele. Ogni cosa le avessero detto di fare la avrebbe fatta. Ma questo non valeva per quanto riguardava i divieti. Non tutte quelle norme le andavano a genio…

-Bene. Allora muoviti.-

-Sì.- Due minuti e mezzo più tardi Asdrel si sedette sul suo letto, in attesa di altri ordini.

-Uhm… bene. Meriti una presentazione: mi chiamo Espera.-

-Piacere, Mesembrìa.-

-Mesembrìa? È un nome…-

-Insolito?-

-Abbastanza…-

-Buongiorno mie care alunne del dormitorio B. Come avete passato la nottata?- Chiese Madama Driope, aprendo la porta improvvisamente.

Tutte le ragazze si posizionarono in piedi davanti al proprio letto. Ad Asdrel ricordò le scene di alcuni film sui militari, comunque seguì l’esempio delle sue compagne.

-Benissimo, Madama Driope.- Risposero le altre in coro.

-Bene, bene…- Si avvicinò ad Asdrel. –Vedo che la novellina è già in riga. Forse oggi non dovrò alzare le mani su nessuno, nemmeno su Espera.-

-Tsè, sogna…- Sussurrò Espera. Un sussurro poco… sussurrato.

-Devo ricredermi subito. Venga, signorina Espera. Qui… si metta proprio davanti a me…-

Madama Driope la guardò dritta negli occhi.

-Sa, signorina? È divertente sapere che su di lei io posso sperimentare qualunque incantesimo, grazie al consenso di suo padre.-

-Trova anche lei che sia così bello? Ha gli stessi gusti di mio padre. Se non sapessi le cose come stanno, potrei dire che allora anche lei si diverta a violentare sua figlia. Ma questo è impossibile… lei non ha una figlia.-

Asdrel sentì il cervello svuotarsi… violentare?

-Crucio!- Esclamò Madama Driope. Espera cominciò a contorcersi per il dolore, senza però emettere alcun suono. Dopo poco il tormento finì.

-Bene, brava… nemmeno un piccolo lamento.-

-Se le dessi questa soddisfazione non sarei io, no?-

-Deve finirla con queste allusioni su suo padre.-

-Lo farei, davvero… se fossero allusioni. -

-Un giorno… ma le parole sono sprecate con lei… meglio i fatti! Crucio!-

Questa volta Madama Driope era evidentemente decisa a  far urlare Espera di dolore, perché prolungò l’incantesimo per molto più tempo del precedente.

Asdrel ricordò una cosa.

“Frank e Alice Paciock… sono impazziti a causa dei troppi Crucio…!” Non ci pensò due volte, scattò in avanti parandosi tra Espera e Madama Driope. Sentì il dolore che già aveva provato a causa di Voldemort, pervaderle le viscere.

-Che cosa fai, ragazzina?- Esclamò Madama Driope, interrompendo l’incanto.

-Io…- Asdrel cercò una scusa plausibile. –Io… sono una masochista, non lo sapeva?-

-Una… m-ma…-

-Esattamente. Mi piace provare del dolore.-

-E perché Silente la ha mandata qui, se…-

-Perché mi piace provare del dolore… e farne provare. Ieri ho tentato di dirglielo. Ma non mi ha voluto ascoltare.-

-…-

-Perché mi guarda così?-

-Perché avrei giurato che lei fosse soltanto stata maltrattata da suo padre durante l’infanzia. Questo almeno è ciò che sono riuscita a leggere nella sua mente.-

Asdrel ingoiò un boccone amaro. In effetti quella era la verità. Tentò di cambiare discorso.

-Lei è una legilimens?-

-Diciamo che me la cavo. E non stupirti… anche se le bacchette che diamo in dotazione a voi studentesse sono innocue, non si sa mai che decisione volete prendere… è solo una forma di difesa, ecco tutto.-

-L-la sua lettura è giusta: mio padre mi maltrattava. Ma questo ha solo dato origine alla mia passione perversa per il dolore.-

-Buono a sapersi. Ed ora… filate tutte a mensa: Le altre ragazze hanno dovuto aspettarvi anche troppo.-

 

-Che ti è preso?- Mi sussurrò a tavola Espera. –Sono convinta che tu non sia veramente masochista, vista l’espressione che hai fatto ieri sera quando la Driope mi ha picchiato.-

-Che intendi?-

-Hai provato paura e non desiderio verso quello schiaffo.-

-Può essere… come no. Chi lo sa?-

-Non mi dispiace il tuo modo di fare.-

-Grazie. Ora… potresti passarmi il porridge?-

Continuarono a chiacchierare per un po’. Le altre ragazze cominciarono così a guardare male entrambe, invece che solo Espera. Asdrel chiese spiegazioni:

-Perché ti guardano così storto?-

-Che ne so… saranno gelose…-

-E perché guardano me, storto?-

-Perché invece che unirti ai loro litigi e battibecchi per chi è la più bella, stai parlando con me. E questo le irrita terribilmente. Sai? La maggior parte di loro è convinta di essere finita qui dentro per un errore accidentale, e sono tutte convinte che se si comporteranno bene riusciranno ad uscirne.-

-E tu invece… cosa ne pensi?-

-Io penso che tutte le persone che sono in questa sala sanno che io ho tentato di uccidere mio padre con una maledizione. Nessuno sa la verità su quello che è successo. E posso comportarmi meglio che posso… tanto mio padre rimarrà vittima e non aggressore. Quindi… perché sprecarmi a sottostare alle leggi di quella vecchia megera, quando è così divertente farle perdere la pazienza?-

-Anche se questo è sinonimo di provare dolore?-

-Esatto.- La conversazione fu interrotta dalla fine della colazione e da un annuncio di Madama Driope.

-Tutte nella sala di Trasfigurazione! Avanti. Fra un paio d’ore vi lascerò un po’ in libertà nel giardino grande.-

Tutte le ragazze (facendo un rapido calcolo dovevano essere all’incirca trentasei), Asdrel compresa, si avviarono velocemente in una grande sala a nord della mensa. Una ragazza, che evidentemente stava cercando di muoversi velocemente ed agilmente come le altre, ma le era rimasta ingarbugliata la gonna alla sedia, e non riusciva a liberarla, le diede una gomitata.

Espera commentò:

-Ehi, tu! Stai più attenta!- Poi, quando la guardò in faccia, si zittì subito. Se aveva reagito così, invece che pretendere delle scuse, ci doveva essere un perché.

-Sc-scusatemi… mi-mi dispiace tanto…- Disse la ragazza, guardando Espera ed Asdrel con i suoi grandi occhioni nocciola, che ispiravano fiducia ed insicurezza allo stesso tempo. Espera grugnì un:

-Fa niente.- Poi si allontanò in fretta, lasciando Asdrel sola.

-Non preoccuparti… non mi hai fatto male… aspetta, ti aiuto.- Commentò lei, liberando la gonna dalla sedia. Notò che sembrava fosse stata annodata.

-Oh, g-grazie…-

-Figurati.- Asdrel le sorrise. –Come ti chiami? Se non sbaglio sei tu che mi hai aiutato ieri sera, quando non trovavo la camicia da notte…-

-S-sì. La prima sera ho dovuto dormire vestita… non sapevo dove cercarla. Poi ho osservato le altre… mi chiamo Emera.- Nel frattempo si incamminarono.

-Che bel nome… la personificazione del giorno… mi piace! Io sono Mesembrìa, piacere.- Si strinsero la mano.

-“Mezzogiorno”…-

-Già. Si può dire che io faccia parte di te.-

-Oh, fin troppe cose fanno parte di me… e… a proposito di questo… se tu avessi bisogno di informazioni chiedimele pure adesso. Poi sarà il caso che tu non ti avvicini mai più a me.-

-Che intendi?-

-N-non mi piacciono… le amicizie. Sono la causa della mia presenza qui.-

-A-ah.-

-Ora scusami, ma devo proprio andare. Il mio posto è laggiù.- Asdrel si chiese cosa intendesse Emera con “il mio posto è laggiù”. Poi notò i cartellini sui banchi, dove erano scritti i nomi di tutte le ragazze. Notò che l’unico banco vuoto era quello tra Emera ed Espera e, ipotizzando fosse il suo, vi si diresse, constatando che nel cartellino era scritto proprio il suo nome. Sentì una ragazza commentare:

-Ecco la nuova che sta tra il giorno e la notte… oggi pomeriggio ci divertiremo…-

“Tra il giorno e la notte? Emera ed Espera… sembra quasi una cosa fatta apposta… ed io mi chiamo anche Mesembrìa… speriamo che queste specie di palmipedi qua dietro non lo vengano mai a sapere… altrimenti altro che risate si faranno…”

La lezione fu estremamente… enigmatica. Madama Driope non spiegava le cose, pretendeva che le ragazze le capissero dai suoi indovinelli. Il che era pressoché impossibile. Fortunatamente per lei Asdrel adorava gli indovinelli. E poi pensò che come metodo di studio fosse piuttosto efficace. Se per trovare una formula bisognava risolvere un rebus sarebbe stato facile ricordare la soluzione dopo averlo risolto, e quindi la formula. Certo questo valeva solo se si riusciva a risolverlo.

Dopo due ore Madama Driope le mandò fuori, fino all’ora di pranzo. Fu in quella che Asdrel comprese perché Emera odiasse l’amicizia.

 

L’angolo della… recensione:

 

Electra: Ehi, ehi… Mi hanno detto che Ava non c’è… va bene anche se lo chiedo a Nelsen? Spero che il nuovo cap ti sia piaciuto…!!

 

Ally-May: Davvero ti piace?! Me molto felice…!!! Spero che continuerai a seguirla…!!!

 

Gaia Luthien: niente evasioni… purtroppo.  Perché hai scritto “porella lei”?! Io pagherei oro per trovarmi nella sua stessa situazione…!!! Alla prox!

 

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Capitolo 4
*** Cap2_parte terza ***


Terza parte:

 

Terza parte:

-Scusa Espera… posso chiederti cosa sai a proposito di Emera… c’è… c’è qualcosa di lei che non capisco.-

-Ti chiarirai le idee tra un attimo… sono le dieci e cinque minuti… aspetta le dieci e dieci.-

-Che intendi?-

-Aspetta e vedrai.-

Cercai Emera con lo sguardo. La vidi sedersi su una panca fatta di pietra e mettersi a scrivere. Alle dieci e nove minuti mise via il blocco degli appunti, la penna e si sedette con lo sguardo rassegnato. All’improvviso cominciò a tremare.

I suoi capelli passarono dal biondo al nero, la sua statura aumentò, così come la lunghezza dei suoi capelli. Quando smise di tremare, la osservai meglio. Il colore dei suoi occhi era diventato verde, ed essi non ispiravano più timidezza e calma, bensì nervosismo e… desiderio di sangue.

-Dove siete finite voi tre?- Chiese, con una voce diversa dalla precedente, fredda ed altisonante, molto autoritaria.

-Oh, no. Non la avranno fatta arrabbiare di nuovo…- Commentò Espera, per niente stupita della trasformazione.

-Ma… ma che…- Tentò Asdrel.

-Emera ha una doppia personalità. Dalle dieci e dieci di sera alle dieci e dieci di mattina è la ragazza che hai conosciuto tu. Il resto della giornata è… beh, è lei.- Spiegò Espera, indicandole la nuova ragazza, che girava per il cortile, cercando qualcuno.

-E-e… che cosa sta facendo?-

-Dato che l’altra se stessa, quella con cui hai parlato stamane, è piuttosto… come si può definire… piuttosto malsicura, alcune delle altre ragazze si divertono a farle dei piccoli scherzetti. Purtroppo, però, quando cambia personalità lei scorda molte cose… e tra queste non sono compresi i torti subiti. E così si vendica sulle altre. Speravo che, una volta capito questo, la smettessero di fare le stupide divertendosi alle sue spalle, ma sembra non sia così. Se le trova le ammazza, stavolta. Specie se sono quelle tre…-

-Ylenia! Azzurra! Deborah! Dove siete?- Chiese Emera, con un finto tono gentile. –Voglio parlare con voi… insomma… adesso basta litigare, non credete?- Aggiunse, con la voce dell’Emera buona.

Tutte le ragazze presenti la guardarono con tanto d’occhi.

-Non è possibile… perché ha parlato con la voce dell’altra Emera?! Che sia… ma non può essere…- Sospirò Espera.

Le tre ragazze, chiamate in causa, comparvero da dietro un muretto. Speravano di salvarsi ragionando con la brava Emera.

-Scusaci, Emera…- Disse una delle tre, guardandola come chiedendo pietà.

-Ylenia…- disse Emera. Poi aggiunse con la sua vera voce: -Ti piacciono le imitazioni?- Sorrise con la perfidia stampata sulla faccia.

-L-le…?-

-Sono brava a recitare l’altra parte di me stessa, vero?-

-…?- Le tre ragazze parvero morire a quel commento. Impallidirono lievemente, poi una tentò di dire:

-N-non lo abbiamo f-fatto… a-app…-

-Come no…- Concluse Emera. –E la mia gonna si è impigliata da sola.-

Scattò subito in avanti. Con una forza incredibile prese per i capelli una delle tre, dicendo:

-Ylenia… uno!- Poi la sbatté violentemente a terra, dandole un calcio sul viso. Si girò così verso le altre.

-N-no… a-asp…!-

-Azzurra… due!- Prese la gonna della ragazza, strappandola velocemente, gliela avvolse attorno alla faccia, e poi la prese per le gambe, facendole battere la testa contro una pianta del cortile.

-Non mi piace sporcarmi di sangue.- Disse, spiegando il perché della gonna sulla faccia.

Poi si voltò. La terza ragazza, Deborah, stava scappando verso l’istituto, urlando:

-Madama Driope, Madama Driope!-

Non fece in tempo a farsi aiutare. In un baleno Emera le fu addosso, dicendo:

-Deborah… tre!- Le prese le braccia troncandogliele di netto all’ingiù.

-Aaaaaargh!- Urlò Deborah.

-Vedi...- Le disse sorridendo Emera, -...non volevo farti tanto male... ma odio chi mi interrompe mentre conto e…-

-Che succ… signorina Emera!! Lei è un caso disperato! Non posso certo continuare a farle picchiare le persone!!-

-Lo sa che odio essere interrotta?- La fulminò Emera.

-E cosa vorresti farmi? Ho una bacchetta se non lo vedi.-

-Anch’io se è per questo.- Disse Emera, stupendo le presenti.

-N-non ti credo…-

-Ieri sera è venuto quel ragazzo… quello del camion delle provviste… beh… posso dire che non se ne è andato.-

-Che intendi, pazza! Lo hai ucciso?!-

-No… certo che no… lui non mi ha fatto nulla di male… però mi intralciava… e non voleva darmi la sua bacchetta… gli ho solo fatto uno schiantesimo…-

-M-ma…-

-Crucio!- Urlò Emera, colpendo in pieno Madama Driope, che cominciò ad emettere urli per il dolore.

-Fermati!- Disse Espera poco convinta.

-Avad…-

-Smettila!- Disse Asdrel, pensando a quanto stesse soffrendo la dolce Emera, in quel momento. –Ti prego!!!- Le si gettò addosso, interrompendo l’incanto.

-Ora la ucciderà…!- Commentarono le persone lì intorno, terrorizzate, pur senza muovere un muscolo.

-C-chi sei per interrompere così una mia vendetta?!?- Chiese infuriata, Emera, girandosi verso Asdrel.

-S-sono Asdrel. Non…non devi ucciderla! Pensa quanto soffrirebbe la vera Emera!!!-

-La vera Emera sono io. L’altra è solo un parassita dentro il mio corpo! Ma non ti preoccupare… non ti servono spiegazioni. Perché ora ti ucciderò.- Asdrel capì che non aveva paura di Emera, per niente, provava solo una gran rabbia verso la sua cocciutaggine, ed era decisa a farle capire a tutti i costi quale era la verità della sua condizione. Sempre se l’avesse capita davvero.

-Io… lei non è un parassita!!! Fa parte di te! Ed entrambe le due parti dovrebbero imparare ad accettarsi!!-

-F-fa parte di… tu sei… parte… d-di… Mesembrìa.- Balbettò Emera.

-Esatto, ed ora…- Asdrel la guardò negli occhi. –Dammi quella bacchetta.-

-M-ma…-

-Sono parte di te, ricordi? Dammi quella bacchetta.-

-…- Emera le si avvicinò, consegnandole la bacchetta.

-Bene. Va tutto bene…- Asdrel prese la bacchetta e la gettò a Madama Driope, senza interrompere il contatto che i suoi occhi avevano stabilito con quelli di Emera. La fisionomia di quest’ultima cominciò a cambiare. A momenti era bionda, in altri era mora. I suoi occhi continuarono a cambiare colore, verde, giallo, marrone… poi assunse di nuovo, completamente, l’aspetto dell’Emera cattiva.

-Io… che vuoi?- Chiese rivolta ad Asdrel, con un’espressione confusa sul viso.

-Nulla. – Le rispose lei, voltandosi verso Espera e raggiungendola. Poi si sedette su un muretto, cadendo svenuta all’istante.

 

L’angolo della… recensione:

 

DarkElectra: Sapevo che ti sarebbe piaciuta Espera… eh, eh… già, lo so… sono una bastarda… chu!!!! Ma questa parte mi piace un mucchio, perché né quasi tutta farina del mio sacco (tiè, Rowling!!!!) In effetti quello del padre è un mio chiodo fisso, ma capita quando hai vissuto o quasi rischiato di vivere in prima persona quelle cose…

*Ghirlanda entra furtivamente in camera sua portando da mangiare ad i due ricercati rintanatisi in casa sua (Fierobecco ed Electra), poi torna in cucina come niente fosse…*

 

Gaia Luthien: io vorrei finirci, in riformatorio… naturalmente come Asdrel, cioè non per un motivo specifico, ma solo per dovermi nascondere o qualcosa del genere… sarebbe troppo fico!!! No, in effetti non ho visto il film che hai detto… sai dirmi qualcosa di più sulla trama?

 

Chihiro: Quando riuscirò ad avere il tempo, cioè oggi… mi spiace se vi faccio sempre aspettare, ma purtroppo… i tempi di una liceale sono ristretti… specie se è in una classe del classico composta da soli otto membri ed è periodo di interrogazioni a raffica…

 

Ally-may: Il prestissimo purtroppo è relativo (vedi risposta precedente)… comunque l’idea del giorno e della notte fa impazzire anche me… è… interessante! Ma… niente spoiler, grazie!

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Capitolo 5
*** Cap2_parte terza ***


Terza parte:

 

Terza parte:

-Scusa Espera… posso chiederti cosa sai a proposito di Emera… c’è… c’è qualcosa di lei che non capisco.-

-Ti chiarirai le idee tra un attimo… sono le dieci e cinque minuti… aspetta le dieci e dieci.-

-Che intendi?-

-Aspetta e vedrai.-

Cercai Emera con lo sguardo. La vidi sedersi su una panca fatta di pietra e mettersi a scrivere. Alle dieci e nove minuti mise via il blocco degli appunti, la penna e si sedette con lo sguardo rassegnato. All’improvviso cominciò a tremare.

I suoi capelli passarono dal biondo al nero, la sua statura aumentò, così come la lunghezza dei suoi capelli. Quando smise di tremare, la osservai meglio. Il colore dei suoi occhi era diventato verde, ed essi non ispiravano più timidezza e calma, bensì nervosismo e… desiderio di sangue.

-Dove siete finite voi tre?- Chiese, con una voce diversa dalla precedente, fredda ed altisonante, molto autoritaria.

-Oh, no. Non la avranno fatta arrabbiare di nuovo…- Commentò Espera, per niente stupita della trasformazione.

-Ma… ma che…- Tentò Asdrel.

-Emera ha una doppia personalità. Dalle dieci e dieci di sera alle dieci e dieci di mattina è la ragazza che hai conosciuto tu. Il resto della giornata è… beh, è lei.- Spiegò Espera, indicandole la nuova ragazza, che girava per il cortile, cercando qualcuno.

-E-e… che cosa sta facendo?-

-Dato che l’altra se stessa, quella con cui hai parlato stamane, è piuttosto… come si può definire… piuttosto malsicura, alcune delle altre ragazze si divertono a farle dei piccoli scherzetti. Purtroppo, però, quando cambia personalità lei scorda molte cose… e tra queste non sono compresi i torti subiti. E così si vendica sulle altre. Speravo che, una volta capito questo, la smettessero di fare le stupide divertendosi alle sue spalle, ma sembra non sia così. Se le trova le ammazza, stavolta. Specie se sono quelle tre…-

-Ylenia! Azzurra! Deborah! Dove siete?- Chiese Emera, con un finto tono gentile. –Voglio parlare con voi… insomma… adesso basta litigare, non credete?- Aggiunse, con la voce dell’Emera buona.

Tutte le ragazze presenti la guardarono con tanto d’occhi.

-Non è possibile… perché ha parlato con la voce dell’altra Emera?! Che sia… ma non può essere…- Sospirò Espera.

Le tre ragazze, chiamate in causa, comparvero da dietro un muretto. Speravano di salvarsi ragionando con la brava Emera.

-Scusaci, Emera…- Disse una delle tre, guardandola come chiedendo pietà.

-Ylenia…- disse Emera. Poi aggiunse con la sua vera voce: -Ti piacciono le imitazioni?- Sorrise con la perfidia stampata sulla faccia.

-L-le…?-

-Sono brava a recitare l’altra parte di me stessa, vero?-

-…?- Le tre ragazze parvero morire a quel commento. Impallidirono lievemente, poi una tentò di dire:

-N-non lo abbiamo f-fatto… a-app…-

-Come no…- Concluse Emera. –E la mia gonna si è impigliata da sola.-

Scattò subito in avanti. Con una forza incredibile prese per i capelli una delle tre, dicendo:

-Ylenia… uno!- Poi la sbatté violentemente a terra, dandole un calcio sul viso. Si girò così verso le altre.

-N-no… a-asp…!-

-Azzurra… due!- Prese la gonna della ragazza, strappandola velocemente, gliela avvolse attorno alla faccia, e poi la prese per le gambe, facendole battere la testa contro una pianta del cortile.

-Non mi piace sporcarmi di sangue.- Disse, spiegando il perché della gonna sulla faccia.

Poi si voltò. La terza ragazza, Deborah, stava scappando verso l’istituto, urlando:

-Madama Driope, Madama Driope!-

Non fece in tempo a farsi aiutare. In un baleno Emera le fu addosso, dicendo:

-Deborah… tre!- Le prese le braccia troncandogliele di netto all’ingiù.

-Aaaaaargh!- Urlò Deborah.

-Vedi...- Le disse sorridendo Emera, -...non volevo farti tanto male... ma odio chi mi interrompe mentre conto e…-

-Che succ… signorina Emera!! Lei è un caso disperato! Non posso certo continuare a farle picchiare le persone!!-

-Lo sa che odio essere interrotta?- La fulminò Emera.

-E cosa vorresti farmi? Ho una bacchetta se non lo vedi.-

-Anch’io se è per questo.- Disse Emera, stupendo le presenti.

-N-non ti credo…-

-Ieri sera è venuto quel ragazzo… quello del camion delle provviste… beh… posso dire che non se ne è andato.-

-Che intendi, pazza! Lo hai ucciso?!-

-No… certo che no… lui non mi ha fatto nulla di male… però mi intralciava… e non voleva darmi la sua bacchetta… gli ho solo fatto uno schiantesimo…-

-M-ma…-

-Crucio!- Urlò Emera, colpendo in pieno Madama Driope, che cominciò ad emettere urli per il dolore.

-Fermati!- Disse Espera poco convinta.

-Avad…-

-Smettila!- Disse Asdrel, pensando a quanto stesse soffrendo la dolce Emera, in quel momento. –Ti prego!!!- Le si gettò addosso, interrompendo l’incanto.

-Ora la ucciderà…!- Commentarono le persone lì intorno, terrorizzate, pur senza muovere un muscolo.

-C-chi sei per interrompere così una mia vendetta?!?- Chiese infuriata, Emera, girandosi verso Asdrel.

-S-sono Asdrel. Non…non devi ucciderla! Pensa quanto soffrirebbe la vera Emera!!!-

-La vera Emera sono io. L’altra è solo un parassita dentro il mio corpo! Ma non ti preoccupare… non ti servono spiegazioni. Perché ora ti ucciderò.- Asdrel capì che non aveva paura di Emera, per niente, provava solo una gran rabbia verso la sua cocciutaggine, ed era decisa a farle capire a tutti i costi quale era la verità della sua condizione. Sempre se l’avesse capita davvero.

-Io… lei non è un parassita!!! Fa parte di te! Ed entrambe le due parti dovrebbero imparare ad accettarsi!!-

-F-fa parte di… tu sei… parte… d-di… Mesembrìa.- Balbettò Emera.

-Esatto, ed ora…- Asdrel la guardò negli occhi. –Dammi quella bacchetta.-

-M-ma…-

-Sono parte di te, ricordi? Dammi quella bacchetta.-

-…- Emera le si avvicinò, consegnandole la bacchetta.

-Bene. Va tutto bene…- Asdrel prese la bacchetta e la gettò a Madama Driope, senza interrompere il contatto che i suoi occhi avevano stabilito con quelli di Emera. La fisionomia di quest’ultima cominciò a cambiare. A momenti era bionda, in altri era mora. I suoi occhi continuarono a cambiare colore, verde, giallo, marrone… poi assunse di nuovo, completamente, l’aspetto dell’Emera cattiva.

-Io… che vuoi?- Chiese rivolta ad Asdrel, con un’espressione confusa sul viso.

-Nulla. – Le rispose lei, voltandosi verso Espera e raggiungendola. Poi si sedette su un muretto, cadendo svenuta all’istante.

 

L’angolo della… recensione:

 

DarkElectra: Sapevo che ti sarebbe piaciuta Espera… eh, eh… già, lo so… sono una bastarda… chu!!!! Ma questa parte mi piace un mucchio, perché né quasi tutta farina del mio sacco (tiè, Rowling!!!!) In effetti quello del padre è un mio chiodo fisso, ma capita quando hai vissuto o quasi rischiato di vivere in prima persona quelle cose…

*Ghirlanda entra furtivamente in camera sua portando da mangiare ad i due ricercati rintanatisi in casa sua (Fierobecco ed Electra), poi torna in cucina come niente fosse…*

 

Gaia Luthien: io vorrei finirci, in riformatorio… naturalmente come Asdrel, cioè non per un motivo specifico, ma solo per dovermi nascondere o qualcosa del genere… sarebbe troppo fico!!! No, in effetti non ho visto il film che hai detto… sai dirmi qualcosa di più sulla trama?

 

Chihiro: Quando riuscirò ad avere il tempo, cioè oggi… mi spiace se vi faccio sempre aspettare, ma purtroppo… i tempi di una liceale sono ristretti… specie se è in una classe del classico composta da soli otto membri ed è periodo di interrogazioni a raffica…

 

Ally-may: Il prestissimo purtroppo è relativo (vedi risposta precedente)… comunque l’idea del giorno e della notte fa impazzire anche me… è… interessante! Ma… niente spoiler, grazie!

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