Destiny

di RingDingDong
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Warrior ***
Capitolo 2: *** Coffee Shop ***
Capitolo 3: *** Crash ***
Capitolo 4: *** Never Give Up ***
Capitolo 5: *** No mercy ***
Capitolo 6: *** Going Crazy ***
Capitolo 7: *** Burn It Up ***
Capitolo 8: *** Punch ***
Capitolo 9: *** Power ***
Capitolo 10: *** Dancing In The Rain ***
Capitolo 11: *** What The Hell ***
Capitolo 12: *** AVVISO!! ***
Capitolo 13: *** Voicemail ***
Capitolo 14: *** Yes Sir ***
Capitolo 15: *** What My Heart Tells Me To Do ***
Capitolo 16: *** Stop It ***



Capitolo 1
*** Warrior ***


tadaaaah! Rieccomi con una nuova FF sui miei amati B.A.P :) Eh, no, non ho resistito xD Questa volta mi sono ispirata a...TUTTE le loro canzoni xD dalla prima, Going Crazy, all'ultima, Hurricane. Sì, sono pazza D: 27 capitoli solo per voi <3 Però dovrete accontentarvi, le canzoni sono quelle che sono, non posso cambiarle LOL la FF sarà alternata fra i tre pairing con 9 capitoli ciascuno. Bene...ed ora che abbia inizio il mio inferno! *corre a finire il secondo capitolo*
Buona lettura, RingDingDong <3
PS: essendo che mi sto trasferendo, penso che per un periodo sarò senza Internet, ma in caso vi avvertirò in anticipo:)
PPS: se possibile cercherò di postare almeno una volta a settimana xD 
 


Destiny

 
Warrior 
 
POV Zelo
Le vacanze sono ormai finite, è tempo di tornare a scuola. Ogni anno mi chiedo sempre: perchè i giorni di scuola passano così lentamente mentre quelli di riposo non ti accorgi nemmeno che sono già terminati? Ma cosa me lo chiedo a fare, tanto devo subirmi ancora molti anni di tortura prima di poter essere libero. E non solo dalle lezioni noiose, anche da tutti quei ragazzi più grandi e grossi di me che si divertono a prendermi in giro, a picchiarmi, a mettermi in ridicolo, a umiliarmi solo perchè sono un piccolo e indifeso omosessuale. Per fortuna quello che mi mette più paura, quel ragazzo del quinto anno che se ne sta sempre per conto suo (e che non vorrei mai essere proprio io lo sfortunato a fargli compagnia!), lui non mi ha mai toccato, nemmeno guardato. Solo a vederlo ti viene d'istinto allontanarti il più possibile...e in fretta! Non ha per niente la faccia del ragazzo buono e tranquillo! Ma questo è un anno nuovo, non devo preoccuparmi di quei bulli, tanto...non cambierà assolutamente niente!
Oltrepasso il cancello del cortile attirando subito l'attenzione degli altri che mi guardano con disgusto, entro nell'edificio e mi dirigo a passo veloce verso la mia classe, stranamente non incontrando nessuno che mi importuna. Eccola, la porta dell'inferno. Quando sarò dentro i miei compagni mi guarderanno male, faranno in modo di non sedersi accanto a me, mi prenderanno in giro, parleranno tra di loro delle loro idee oscene su quello che faccio nella mia vita privata e di chissà cos'altro. Abbasso la maniglia spingendo quel grande oggetto di legno e facendo il primo passo verso la mia distruzione. Aranciata, coca cola, latte, succo, pomodori e non so cos'altro finiscono sulla mia faccia e suoi miei vestiti. Sono completamente fradicio, appiccicoso, puzzolente e sporco. E' così che dovrebbe essere il primo giorno? In tutte le classi c'è lo sfigato di turno che subisce queste cattiverie? 
Abbasso lo sguardo, indietreggio, mi volto, inizio a correre, piango. Ecco la mia routine quotidiana. Faccio più queste azioni che tutto il resto messo insieme. Non so bene dove mi sto dirigendo, sono ancora scosso, mi basta allontanarmi da loro. Corro, corro sempre più veloce, finchè non mi scontro in qualcosa o in qualcuno e non cado a terra. Apro gli occhi massaggiandomi il punto della testa che mi fa più male, alzo lo sguardo per osservare il mio ostacolo.
 
Choi Junhong, sei ufficialmente morto.
 
Proprio quel ragazzo, quello con le labbra carnose, alto, le spalle larghe, lo sguardo sempre serio e cattivo. E' proprio quello del quinto anno, l'unica persona che ho sempre sperato mi stesse alla larga e che non mi usasse come sua vittima. Proprio contro di lui dovevo andare?
- S-Scusa, n-non ti avevo v-isto. - pronuncio quelle parole con voce tremante, la paura in gola. Mi chino in segno di scuse pregando tutti gli dei che non gli venga la strana idea di alzarmi per la maglia e sbattermi al muro, poi, notando la sua mano a pochi centimetri dal mio viso che si avvicina lentamente, mi alzo in fretta e corro verso il bagno. Sono salvo, non mi ha seguito! Apro veloce l'acqua del rubinetto e mi risciacquo la faccia, provando anche a pulire i vestiti ormai rovinati. Bell'inizio per il primo giorno di scuola!
 
Il suono della campanella annuncia l'inizio dell'intervallo, ma io non vado a mangiare come fanno tutti gli altri. E' una cosa che odio, andare in mensa permettendo a tutti di guardarmi male e sfottermi, non sono abbastanza forte per sopportarlo. Invece, prendo il mio solito pranzo al sacco e corro in palestra mangiandolo, anche se, in realtà, non ho molta fame, poi accendo lo stereo e inizio a ballare. Nessuno capisce la mia passione per la musica, quando mi vedono ballare hanno solo delle scuse in più per tirare in campo la mia omosessualità paragonandomi ad una "femminuccia", per questo danzo di nascosto durante la pausa pranzo. Quando, invece, mi dedico a migliorare il mio rap o il mio beatbox mi prendono in giro dicendomi che non potrò mai nemmeno sembrare ad un "vero" uomo, ovvero etero. Da quando la musica ha a che fare con le preferenze sessuali della persona?
Lasciamo perdere, la musica ha ormai rubato i miei pensieri. Non mi importa più di quei bulli, esistiamo solo io, la musica e il ballo. Seguo il ritmo, canticchio le parole, mi muovo come nessun'altro in questa scuola sa fare, mostro il mio talento al pubblico immaginario finchè la canzone non si stoppa. Mi guardo attorno cercando di capire, non sarebbe dovuta finire così. Infatti, sono solo quegli idioti che non mi vogliono lasciare in pace. Ora cosa dovrò subirmi? Si avvicinano in due e mi trascinano con loro, non mi ribello nemmeno da quanto ne sono abituato. Il terzo si occupa di tapparmi la bocca con del nastro per poi passarlo agli altri che, mettendomi a testa in giù, mi appendono al muro ben fisso, in modo che non possa liberarmi nè chiamare aiuto. Non appena scompaiono dal mio raggio visivo tornando alle loro cose, cerco di strappare il nastro agitandomi invano, provo a mordere quello sulla mia bocca ma è impossibile. Sono bloccato qui, devo aspettare qualche professore e, nel frattempo, inventarmi qualche scusa. Ma quale scusa potrebbe esistere? Stavo giocando col nastro e, non so come, sono finito per auto-appendermi al muro? Ridicolo!
E' qualche minuto che sono qui in questa posizione, il sangue è sceso alla testa facendomela iniziare a girare. Non mi sento bene, se non scendo da qui subito rischio di perdere coscienza. Mi sforzo a mantenere gli occhi aperti, mi guardo attorno. La vista si fa annebbiata, vedo solo un'ombra grande e scura avvicinarsi a me, ma non ho la più pallida idea di che cosa o chi sia. Arriva proprio davanti a me, riesco a distinguire dei vestiti. Il nastro che mi impediva di chiamare aiuto viene strappato dandomi la sensazione di aver perso anche parte della pelle, poi anche l'altro viene tolto liberandomi. Sono a terra, sdraiato, con il respiro quasi inesistente. Inizio a riprendermi, posso notare qualcuno che mi parla. Sarà un professore. No, non ricordo nessun insegnante con quel viso. Lo osservo attentamente, studiandone i tratti, riconoscendoli, terrorizzandomi. E' ancora lui, quel ragazzo con cui mi sono scontrato questa mattina, l'unica persona con cui non voglio avere a che fare. Mi alzo velocemente, barcollando, e corro verso l'uscita della palestra, anche se faccio fatica a stare in piedi e ad andare dritto. Continuo a correre, senza fermarmi, seminandolo. Non voglio prenderle anche da lui. Arrivo finalmente nel cortile, nascondendomi dietro la scuola, dove non c'è nessuno. Mi siedo finalmente tranquillo appoggiandomi al muro, ascolto il suono piacevole degli uccellini, mi godo il vento fresco e il profumo dell'aria aperte. Solo quando sono a casa posso rilassarmi così, ma penso di aver parlato un po' troppo presto. Quando apro gli occhi non vedo altro che quei miei compagni di classe che non vedono l'ora di mettere le loro luride mani sul mio fragile corpo. Non li imploro, non chiamo aiuto, non scappo, resto qui, stretto alle mie gambe, ad aspettarli.
 
POV Yongguk
Cammino tranquillo verso la mia "nuova" classe, non avendo la più pallida idea di dove sia. La verità è che sto vagando a casaccio in questa prigione, chiamata più comunemente "scuola". Nonostante la campanella stia per suonare e annunciare l'inizio delle prime lezioni di quest'anno, il mio Ipod è ancora accesso, le cuffie sono nelle mie orecchie, la musica è al massimo. Non ho mai capito perchè ce lo fanno spegnere durante la lezione, è il modo migliore per potersi rilassare durante tutto quello stress che i professori chiamano "cultura". 
Gente o sconosciuta, o forse li conoscono ma per me è impossibile ricordarmi di tutti, mi passa accanto, alcuni salutandomi, altri guardandomi male, altri ancora standomi alla larga. Io continuo per la mia strada senza meta non badando a loro. Solo la canzone nel mio Ipod è degna di attenzione. Non bado a nient'altro, finchè non vedo quel ragazzino tutto sporco di chissà cosa correre in giro allontanando tutti, senza nemmeno guardare dove va e, ancora prima che me ne possa accorgere, finire proprio contro di me. Io non mi faccio niente, ma lui cade a terra facendo un bel botto quando sbatte la testa al suolo. Non ho la più pallida idea di chi possa essere, sicuramente del primo o del secondo anno, ma una cosa è certe: è una delle tante vittime sfortunate di questa assurda e inutile scuola. E' pieno di bulli e, di conseguenza, di ragazzi come lui. Quando finalmente alza lo sguardo e mi osserva, nei suoi occhi si fa strada la paura e, immediatamente, si china davanti a me.
- S-Scusa, n-non ti avevo v-visto.
La sua voce è tremante, piena di terrore. Faccio così paura? Mi abbasso allungando una mano intento, nonostante il disgusto, ad aiutarlo ad alzarsi, ma mi precede correndo via, solo lui sa dove. Per un momento rimango shockato a guardarlo allontanarsi, ma il suono della campanella me lo fa dimenticare completamente, tornando alla ricerca della mia classe.
 
La mensa è completamente piena, la fila è lunghissima. Ora che sarò riuscito a prendere qualcosa da mangiare l'intervallo sarà già finito. Non ricordavo che, l'anno scorso, ci fosse così tanta gente. Per fortuna, questo è il mio ultimo anno, non dovrò più mangiare le cose schifose cucinate qua dentro e, tanto meno, essere circondato da sfigati e ragazzini viziati che se la tirano. Potrò iniziare la mia vera vita. 
Alcune grida attirano l'attenzione degli studenti e anche la mia. Il soliti due che si picchiano per una ragazza. Che stronzate sono? Perchè fare violenza solo per amore? Tanto non durerà, lo sanno benissimo pure loro. Vogliono solo farsi fighi davanti agli altri facendo capire che loro sono superiori, ma perchè? Solo perchè riescono a lanciare un paio di pugni e di calci? Solo perchè creano qualche livido sulla faccia dell'altro? Che senso ha? A vedere quella scena mi è pure passata la fame. Lascio il mio posto a quello che sta dietro ed esco da quel posto andando verso la palestra. Un po' di musica mi rilasserà. Nell'andare incrocio degli altri sfigati che se la ridono prendendo in giro qualcuno dicendo frasi come "Hai visto la sua faccia?", "Adesso resterà lì tutto il giorno, domani potremo sfotterlo per quanto si è pisciato addosso!". Stronzate. Possibile che non esista una persona matura in questa scuola?
Continuo per la mia strada arrivando alla palestra ed estraendo dallo zaino uno dei cd che porto sempre con me, ma, proprio quando sto per inserirlo nello stereo, vedo di nuovo quel ragazzino incrociato questa mattina, quello tutto sporco e puzzolente. Questa volta è appeso ad un muro con del nastro. Gli hanno tappato pure la bocca. Quando mi avvicino posso notare che è già mezzo andato, fa fatica a tenere gli occhi aperti. Con questo hanno esagerato, può essere pericoloso. Se fossi arrivato solo pochi minuti dopo sarei stato costretto a chiamare l'ambulanza. Scacciando tali pensieri, mi affretto a liberarlo e a stenderlo a terra cercando di farlo riprendere, ormai quasi privo di coscienza. 
- Hey! Svegliati! - provo a colpirgli piano la faccia ottenendo qualche risultato. - Chi è stato? Chi ti ha appeso al muro?
Comincia a guardarsi attorno, sembra non capire. Ad un tratto ferma lo sguardo su di me, continua ad osservarmi finchè non posso vedere di nuovo il terrore nei suoi occhi. Inpacciato, si alza e corre via, a stento riuscendo a stare in piedi. Non capisco perchè abbia paura di me, ma almeno un grazie poteva dirmelo. In ogni caso, non posso lasciarlo andare in giro in quelle condizioni, chissà cosa può accadergli se cade. Mi rimetto in piedi e lo seguo chiamandolo, ma non ha la minima intenzione di fermarsi. Quel moccioso è veloce nonostante le sue condizioni!
Arrivo nel cortile certo che sia venuto qui ma non lo vedo da nessuna parte. Provo a chiedere in giro senza ottenere una risposta positiva. Comincia a cercare in giro, ovunque, e non lo trovo ancora, finchè non mi viene in mente l'unico posto che non ho ancora guardato. E' dove andavo sempre io durante i miei primi anni di scuola quando volevo togliermi dai piedi tutti quei ragazzini stupidi che mi giravano attorno. Mi dirigo dietro la scuola e...lo trovo! E' lì, seduto a terra appoggiato al muro, a guardare il cielo. Faccio per avvicinarmi, ma qualcuno mi precede. Sono un gruppetto di ragazzi non molto alti, ma con un buon fisico. A giudicare dall'espressione del ragazzino non sembrano essere suoi amici. Infatti, uno di loro inizia a prenderlo a calci seguito dalle risate senza senso degli altri. Ancora bulli. Perchè proprio quel ragazzino?
Stufo di quella vista, corro nella sua direzione prendendo il tizio che lo sta picchiando e lo allontano.
- Lasciatelo stare!
- Oh, ma guarda. La femminuccia si è trovato un ragazzo!
Le loro risate mi irritano. Perchè devono trattarlo in questo modo? Perchè prenderlo in giro? E' solo un ragazzino che vuole imparare qualcosa per avere un futuro, loro, invece, sono solo degli stolti che vogliono prenderle! Ormai non posso tornare indietro e il primo pugno si fa strada da solo verso il viso di quello stronzo. I suoi "amici" restano a guardare per un po' fino a quando uno di loro non si fa avanti ad aiutarlo seguito dagli altri. Incasso qualche colpo, ma ne rendo tanti pure io. Sto il più attento possibile a tenermi alla larga dal ragazzino per evitare che qualche corpo finisca su di lui o, ancora peggio, che venga colpito proprio lui. Fortunatamente, i miei esercizi fisici servono a qualcosa ed ho la meglio contro quel gruppo che scappa alla svelta. Mi fanno male sia le mani che una guancia attaccata stroppo forte, ma, per il momento, non è questo a preoccuparmi. 
 
POV Zelo
Lo osservo mentre combatte, mentre mi difende. Ricordo migliaia di volte le sue parole "Lasciatelo stare!". Quel ragazzo così pauroso, colui che ho sempre temuto che mi avrebbe preso di mira come hanno fatto gli altri bulli, la persona da cui sono scappato tutto il giorno ha solo voluto aiutarmi. Si sta facendo picchiare solo per me, uno sconosciuto. Sta riempendo di botte i miei compagni di classe solo per salvarmi. Non ho mai trovato niente di bello nella storia di Superman, o Batman, o Spiderman, ma in questo momento mi sembra di avere davanti proprio uno di loro. Ai miei occhi pare un eroe che è corso qui per potermi mettere in salvo. 
Quei bulli se ne vanno sopraffatti dalla forza di quel ragazzo. Sono finalmente libero. Lo vedo voltarsi verso di me e guardarmi attentamente. Non ha proprio la faccia dell'eroe, fa ancora paura. Faccio per alzarmi ed andarmene, ma vengo immediatamente bloccato al muro. Mi sta fissando, il suo sguardo non mi piace...o forse sì.
- Non scappare di nuovo, non devi avere paura di me.
 
Come ha fatto a capirlo? E' davvero un eroe?
 
- Perchè quei tipi ce l'hanno con te? - la sua voce è seria, ma, nonostante questo, abbasso lo sguardo e non rispondo. So già come andrà a finire se gli dico la verità. La sua mani, però, mi rialza il viso. - Qualunque sia il motivo non riderò di te, promesso. - nei suoi occhi posso leggere sincerità. Non mi sta prendendo in giro, non è come gli altri.
 
Tu..tu sei davvero il mio eroe?
 
- E-Ecco...p-perchè sono...perchè sono g-gay.
Quel suono che odio così tanto, chiamato "risate" echeggia nelle mie orecchie. Lo sapevo che non dovevo dirglielo, ma lui ha insistito ed ora ecco che inizierà a prendermi in giro pure lui. Altro che eroe! E' uno stronzo pure lui!
- Tutto qui? Tutto questo casino solo perchè sei gay? - ecco che comincia a ridere ancora più forte. Come ho fatto anche solo per un momento a pensare che fosse diverso dagli altri? - Ascoltami...- finalmente il suo volto si fa serio, ma la mia opinione non cambia. - Non badare a ciò che dicono. Che te ne frega se ti trovano strano solo perchè a te piace il cazzo e a loro no? Vivi la tua vita come piace a te, non seguire le loro parole.
- C-Come? - faccio ancora fatica a credere alle sue parole. Questo significa forse che non stava ridendo della mia omosessualità, ma...del motivo stupido per cui sono una vittima di bullismo?
- Non c'è niente di male ad essere gay. Anche io lo sono, eppure non mi faccio problemi. - non ci posso credere, no, non è vero! Anche lui è...come me? - Lasciali perdere e vai fiero di come sei. Se mostri loro di essere forte ed orgoglioso prima o poi si stuferanno di darti fastidio e, se così non fosse, torna da me.
Finito il suo discorso mi libera e se ne va al suono della campanella. Io resto fermo qui, immobile, ad osservare quel corpo pieno di forza mentre si allontana.
 
Ho trovato il mio...eroe?
 
Le lezioni per oggi sono finite, tutti se ne stanno andando a casa. Di solito aspetto sempre che se ne vadano tutti per poter uscire indirturbato, oppure vengo trattenuto dai bulli, ma questa volta, dopo aver ripensato alle parole di quel ragazzo, "Vai fiero di come sei, vivi la tua vita come piace a te", ho deciso di uscire per primo seguito dalla mia classe. Continuo a sentire i loro insulti e le loro prese in giro alle mie spalle, ma ciò non mi disturba. Anzi, sì, ma cerco di non farci caso. Cammino provando a tenere la testa alta per tutto il tragitto, non badando agli sguardi indiscreti degli altri, solo alla mia strada. Mi chiamo Choi Junhong, sono gay, mi piace rappare e ballare e non mi importa più del parere degli altri! Ma che sto dicendo? Sì che mi importa, ma non lo vorrei. Le loro parole mi distruggono sempre il cuore, mi fanno stare male. Che ci posso fare? Mi spiace aver deluso quel ragazzo, ma io non sono in grado di far finta di niente.
- Adesso basta! - improvvisamente mi giro urlando, trovandomi davanti quei bulli che mi hanno picchiato, quelli che mi hanno appeso al muro, quelli che mi hanno lanciato bibite e cibo in faccia, quelli che mi prendono sempre in giro. C'è anche lui, quel ragazzo del quinto anno, in disparte, da solo, con in mano le cuffie dell'Ipod che mi sorride e mi fa segno di continuare.
- Sono stufo delle vostre prese in giro! Che vi importa se sono gay? E' una scelta della MIA vita, voi non avete niente a che fare con questo! Smettetela di darmi fastidio, non m'importa più niente delle vostre parole! Lasciatemi in pace! - quante bugie. Perchè le sto dicendo? Voglio sembrare forte a loro o a lui? Perchè non sto semplicemente dicendo la verità svelando il mio malessere? Non è vero che non farò più caso ai loro insulti, anzi, più ne sento e peggio sto. 
- L'hai detto tu, non t'importa più delle nostre parole...frocio! - prima lui, poi gli altri, sembra un coro che continua a ripetere quella parola con disgusto. Le lacrime, di conseguenza, si fanno strada fino ai miei occhi, non riesco a trattenerle, mi rigano il viso.
- Perchè non ve la prendete con me? - quella voce crea il silenzio in quell'edificio e riporta in me il sorriso. Di nuovo, mi sta salvando di nuovo. - Anche io sono gay. Prendetemi in giro, urlatemi contro "frocio di merda"! Forza! - nessuno apre bocca, nessuno osa alzare lo sguardo, sono tutti terrorizzati. - Ammettetelo, voi non lo state prendendo in giro per le sue preferenze sessuali, lo fate solo perchè non sa difendersi. Forza, ditelo! Dite che è così! - ancora niente, nessuno ha il coraggio di farsi avanti. - Fate schifo. Fate tutti schifo! Gli unici che dovreste prendere per il culo siete voi stessi! Andiamo.
La sua mano mi stringe il braccio, senza farmi male, e mi trascina via con lui, mostrandomi un sorriso meraviglioso. E' fiero di me?
 
Le lacrime non sono ancora cessate. Il dolore provocato da quelle poche parole è troppo forte, non sono in grado di sopportarlo, neanche grazie a lui, alla sua mano sulla mia spalla, al suo tentativo di confortarmi. Non sono forte, è tutta un'illusione.
- Te l'ho detto, non devi badare alle loro parole.
- Come faccio? Per te è diverso, non hanno il coraggio di metterti contro di te. Io invece sono come un topo in gabbia, sono sempre sotto tiro.
- Il paragone con il topo mi sembra fin troppo errato. Ne preferirei uno con il guerriero.
- Eh?
- Va bene, facciamo una metafora di questa situazione con la guerra. Se guardi attentamente un film di guerra, ma anche quelli d'azione, il più forte si rivela essere il più debole venendo sconfitto subito. Quello, invece, su cui poni meno speranze, è quello che vince. Sai perchè?
- No.
- Quello apparentemente forte, di solito il più muscoloso e con un aspetto da duro, pone troppa fiducia nella propria forza bruta e sfrutta i punti deboli dell'avversario. La sua troppa sicurezza, però, gli fa dimenticare di avere anche lui dei punti deboli e finisce per perdere. Invece, quello che sembrerebbe più debole, è il più forte, ma non per i muscoli o altro, per quello che porta dentro di sè: un'obbiettivo, un motivo, dei sogni, degli ideali, chiamali come vuoi. Lui combatte per qualcosa e in questo modo riesce a vincere.
- Non riesco a collegare la tua metafora con la mia situazione.
- I guerrieri "forti" sarebbero quei bulli che se la prendono con i più deboli, mentre il vero guerriero, quello che combatte per i suoi ideali, sei tu. Tu hai qualcosa che loro non hanno, è questo a renderti forte. Puoi piangere quanto vuoi, ma riesci ad andare avanti lo stesso. Se non avessi qualcosa dentro di te che ti mantiene in piedi a quest'ora chissà cos'avresti fatto per liberarti da queste torture!
Non sono ancora ben riuscito a capire le sue parole, ma ha ragione. Ho permesso loro di farmi del male, di attaccarmi nel mio punto debole, ma mi sono sempre rialzato ed ho continuato ad andare avanti e a vivere la mia vita. Piangere non serve più, non ora che c'è lui.
- Grazie....?
- Bang Yongguk.
- Io sono Choi Junhong. Grazie, Yongguk-hyung.
 
Bang Yongguk, il mio eroe.




   

 

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Capitolo 2
*** Coffee Shop ***


Eccomi!! Ok, lo ammetto, non ho resistito a non postare subito il secondo capitolo, inizio della parte dedicata alla HimUp. Mi sa proprio che posterò velocemente anche il terzo dando così inizio anche alla DaeJae, poi rallenterò i tempi sul serio postanto una o due volte a settimana, altrimenti sul serio che mi suicidio con tutto sto lavoro D: Ma prima di lasciarvi alla lettura vorrei ringraziare le mie prime quattro lettrici che hanno recensito, in particolare Stopthefire che mi ha commossa solo leggendo le prime tre frasi e la ringrazio anche per avermi dato una bella idea da aggiungere al prossimo capitolo dedicato alla BangLo ** ma anche le altre mi hanno resa felice, sono sempre commenti bellissimi e apprezzati. Aaah, la verità è che io vivo delle vostre recensioni, che siano positive o meno, mi basta sapere il vostro parare per stimolarmi a continuare, anche solo un "mi piace" o "non mi piace" **
Beh, ora è meglio che finisco il terzo capitolo così potrete scoprire anche come inizierà la DaeJae (che, a parere mio, penso che sarà quella che verrà meglio...forse anche perchè è il mio pairing preferito e mi ci dedico di più xD). Aspetto le vostre recensioni, sia contenenti pareri sia consigli.
Buona lettura, RingDingDong <3


 
Destiny


Coffee Shop
 
POV Himchan
Odio la scuola, non la sopporto proprio! Ti stanchi di più a stare seduto otto ore accanto al tuo banco a fare equazioni matematiche che a sgobbare per tutto il giorno. Per fortuna, questo è l'ultimo anno per me, dopo potrò finalmente rilassarmi! Ma come si dice, dopo la tempesta viene sempre l'arcobaleno...e, infatti, eccoci qui, in questo bar insieme ai miei amici. "Coffee Shop" è il suo nome, non ci vengo spesso, oppure sì ma non me lo ricordo. Figuriamoci se, oltre a tutte le materie a scuola, devo ricordarmi pure tutti i nomi dei bar in cui entro! 
Ci accomodiamo ai tavolini esterni attendendo il cameriere. Aspettiamo qualche minuto, ma alla fine arriva. Già ho capito che siamo finiti nel bar più lento di Seoul!
- Buonasera, cosa desiderate?
La voce di quel ragazzo è molto bassa, faccio fatica a sentirlo. Dopo aver guardato il listino ordino il mio caffè e, mentre parlo, mi giro verso di lui per assicurarmi che, data la sua lentezza (e possibile ignoranza), capisca quello che dico. Ecco il mio errore più grande. Le labbra fine ma non troppo, gli occhi piccoli e leggermente obliqui, i lineamenti del viso perfetti, i muscoli non troppo accentuati sulle braccia scoperte, il corpo non troppo alto ma dalla forma perfetta. E' stupendo. Non avevo mai visto un ragazzo tanto bello. Continuo ad osservarlo mentre, con la sua penna, segna le ordinazioni sul suo blocchetto e torna all'interno del bar. Posso vederlo mentre prepara i nostri caffè attraverso la finestra, è un po' impacciato, sembra che non abbia mai fatto il barista. Dopo un altro po', torna da noi con delle piccole tazzine bianche appoggiate su un vassoio. Con le mani tremanti le prende una ad una e le appoggia sul tavolo versando un po' di quel liquido caldo e scuro sui piattini per poi chinarsi, voltarsi ed andarsene. I miei occhi lo hanno seguito per tutto questo momento, solo quando non riescono più a vederlo dentro il negozio tornano ad incrociare quelli dei miei amici. Ma i miei pensieri sono ancora rivolti a quel ragazzo. Chi è? Come si chiama? Quando lo rivedrò?
- Che schifo! E questo lo chiamano caffè? - si lamenta il mio compagno attirando la mia attenzione e richiamando quel cameriere che, finendo in fretta di prendere le ordinazioni degli altri clienti, corre di nuovo da noi. - Mi hai portato una schifezza! Davvero speri che ti paghi per questa roba?
- Mi scusi. Se vuole, posso portargliene un altro.
- Per carità! Riprenditelo pure! Forza, andiamo in un bar dove fanno del caffè decente!
I miei amici si alzano allontanandosi, ma io non li seguo nemmeno quando mi chiamano. Voglio restare lì ad osservare quel ragazzo.
- Tieni, pago io per loro.
Senza obbiettare prende i soldi e li mette in tasca, raccogliendo poi le tazzine e combinando un bel disastro. Nel prenderne una la rovescia e, per cercare di fermare il caffè sparso sul tavolo, ne fa cadere un'altra. E' proprio un incapace! Mi alzo in fretta e lo aiuto a raccogliere i pezzi, non badando alle sue scuse, poi, mentre va a buttare quelli, appoggio dei pezzi di carta in modo che possano assorbire quel liquido che, fra un po', inizierà a gocciolare pure per terra. Torna, pulisce nel suo modo goffo e si scusa ancora, tornando al suo lavoro. Perchè sono così attratto da un ragazzo del genere?
 
Un'altra soffocante giornata di scuola è terminata. Velocemente riempio il mio zaino e corro fuori avviandomi verso casa, voglio stare il meno possibile dentro a quell'edificio in mezzo a tutti quei ragazzini immaturi. Cammino per la mia strada ascoltando "It's you" dei Super Junior, rilassandomi. Amo quella canzone, penso proprio che rispecchi me in questo momento. Infatti non ho fatto altro che pensare a quel ragazzo tutto il giorno, ho disegnato il suo volto sui quaderni di scuola, ho immaginato così tante classiche scene da ragazzine delle medie con lui. C'è stato solo lui oggi e anche domani, e dopo domani, e il giorno dopo ancora. Ne sono sicuro, penso sia amore a prima vista.
Senza nemmeno accorgermene ho preso la strada più lunga tornando in quel posto. Mi siedo allo stesso tavolo di ieri e lo aspetto, ordinando un caffè. Anche oggi lo osservo mentre lo prepara e si avvicina a me per portarlo. Sono completamente perso. Mentre mi viene contro, mi guarda in un modo abbastanza strano, il suo volto si fa sempre più rosso. Forse lo sto mettendo a disagio. Fa ancora qualche passo, prende la tazzina in mano e si china per servirmela. Prima una piccola smorfia, poi il caffè che vola e finisce proprio sulla mia nuova camicia bianca. 
- S-Scusi! - Velocemente va a prendere uno straccio e lo passa su quella macchia marrone e bollente che mi sta bruciando il petto, poi si china a terra tenendo ben bassa la testa. - Mi dispiace, signore! Le ho rovinato la camicia, mi dispiace!
Più che guardare lui e ascoltare le sue parole, i miei occhi si spostano sulle sue braccia: ha alcuni lividi. Non voglio chiedergli come se li è procurati, mi sembra fin troppo inopportuno, ma lo aiuto a rialzarsi e gli do una pacca sulla spalla, anche se, non volendo, gli faccio male.
- Non ti preoccupare, ne ho un'altra uguale.
Risolto il problema, mi porta un altro caffè, lo bevo e me ne vado, ma il suo pensiero non vuole andarsene. E' così carino col suo modo di fare, nonostante sia solo un combinaguai. 
 
- Himchan, per favore, visto che non hai voglia di seguire la lezione puoi andare a farmi le fotocopie di queste schede?
Sa più di un ordine che di una domanda. Odio la prof di storia, sempre a dare ordini. Poi la sua materia è così noiosa, nessuno la segue eppure prende di mira solo me. Con la mia grandissima voglia mi alzo ed esco da quella stanza dirigendomi verso la stampante. Non ho voglia di camminare, questa notte non ho dormito. Già, ho pensato tutto il tempo a quel ragazzo, alle sue labbra, ai suoi occhi, al suo caffè. Non è poi così bello, non sembra nemmeno essere intelligente, perchè mi piace allora? Cosa ci trovo di così interessante?
Le mie gambe stanche continuano a muoversi lentamente, la strada sembra non finire più. Devo ancora arrivare alle scale per scendere al piano inferiore. Ci sono quasi, ma un imprevisto mi blocca. Un ragazzo che corre nel corridoio, appena svolta l'angolo mi viene addosso facendo volare tutti i fogli e cadendo a terra sopra di me, a pochi centimetri dal mio viso. Il suo respiro veloce e irregolare è forte sulle mie labbra, il suo cuore batte sul mio petto, il suo profumo arriva al mio naso, i suoi occhi sono puntati dritti ai miei. Lo riconosco, riconosco ogni suo lineamento, ma che ci fa qui? 
- S-Scusa!
Non faccio nemmeno in tempo a realizzare che si è alzato che è già li ha raccogliere le schede per me. Imbambolato, rimango a guardarlo continuando a chiedermi perchè è in questo stupido edificio.
- T-Tieni e s-scusa ancora!
Ed ora corre via sparendo dietro ad una porta. Torno a fissare i miei fogli messi perfettamente in ordine, più di com'erano prima che ci scontrassimo, poi i miei occhi tornano nella sua direzione. Il mio cuore non ha mai battuto tanto forte.
 
Perchè mi fai questo effetto?
 
POV Jongup
Flashback
Arrivo insieme a lui di fronte a quell'edificio. Non ho voglia di andare ancora a scuola, ma è mio dovere farlo. Non diventerò mai nessuno se prima non studio. Veramente, questo non succederà mai. Sono talmente imbranato che non riuscirei mai a combinare qualcosa di buono nella mia vita. Non sono nemmeno capace di servire un caffè senza fare qualche guaio! Mi chiedo come abbia fatto il mio titolare a non licenziarmi durante quest'estate di completi disastri.
- Non ti preoccupare, Uppie. Andrà tutto bene.
Le sue parole mi rincuorano, ma non sarà così facile. Non conosco nessuno in questa città e, tanto meno, di questa scuola. Con il carattere timido che mi ritrovo farò fatica a socializzare. Spero solo che, come primo giorno di scuola, non mi farò riconoscere proprio per la mia goffaggine.
Schiocco un bacio sulle labbra del mio ragazzo e supero il cancello, ma non va proprio come avrei voluto. Tutti mi guardano male dopo aver visto tale scena e un ragazzo, insieme al suo gruppetto, ridono già di me. Iniziamo bene!
 
Dopo le prime ore di lezione è finalmente arrivato l'intervallo. Da solo mi dirigo in bagno cercandolo per qualche minuto, trovando poca gente al suo interno. Apro l'acqua del rubinetto e me ne butto un po' in faccia cominciando a riflettere. Non ho dato una bella impressione prima, ma ora mi devono squadrare tutti male per forza? Che ho fatto di male? Appena sono entrato in classe hanno iniziato tutti a parlare tra di loro in segreto, sussurrando all'orecchio dell'altro o scrivendo bigliettini. Fa così schifo vedere due ragazzi che si baciano? Si chiama amore, è un sentimento umano. Lascio perdere quell'argomento e prendo un pezzo di carta per asciugarmi e faccio per andarmene, ma qualcuno mi blocca la strada. E' lo stesso ragazzo di prima, un mio compagno di classe per giunta, Jung Daehyun. 
- Moon, cosa ci fai in bagno tutto solo?
- M-Mi stavo solo r-rinfrescando il v-viso.
- E perchè? Forse il tuo ragazzo ti ha sporcato troppo l'ultima volta che avete scopato e non ti sei lavato bene? Guarda, ti ha lasciato un ricordino proprio qui! - con il dito mi indica le labbra che vado subito a tastare non trovando niente. Mi sta solo prendendo in giro. - Mi spiace, ma non riesco proprio a sopportarli i froci come te.
Senza che me ne accorga ricevo un pugno in pancia, poi uno in faccia, un calcio nelle gambe e via dicendo. Nel giro di pochi minuti sono a terra, mi sembra di avere le ossa completamente distrutte, ho male ovunque. Perchè mi ha fatto questo? Cos'ho fatto di sbagliato per meritarmelo?
Fine flashback
 
Un'altra giornata di scuola ha inizio. I punti colpiti quel giorno mi fanno ancora male, ho pure versato del caffè sulla camicia di un cliente ieri sera. Per fortuna, però, non si è più avvicinato ed ha preso di mira altri sfortunati ragazzi. Cosa c'è di così divertente nel picchiare le persone? Scaccio via quei pensieri e continuo a correre in quel corridoio, sono fin troppo in ritardo! Appena svolto l'angolo mi scontro con un ragazzo cadendo a terra sopra di lui. Ci mancava pure questa! In fretta mi alzo e gli ridò i fogli che gli ho fatto perdere per poi correre in classe. Non posso perdere altro tempo!
 
Le lezioni sono piuttosto noiose, i miei compagni non fanno altro che fare casino e il prof di matematica è obbligato a continuare a ripetere sempre le stesse cose. E' quasi un'ora che ascolto le stesse frasi, fra un po' rischio d'addormentarmi, ma la campanella che annuncia la fine delle lezioni della mattina mi fa alzare velocemente per poi uscire da quell'aula e dirigermi verso la mensa.
Oggi sono riuscito a non finire del tutto in fondo, altrimenti, con questa fila, non arriverei più al banco per prendermi qualcosa da mangiare. Gli altri studenti davanti di me procedono lenti, il mio stomaco brontola sempre più forte. E, infine, ancora quella voce.
- Hey, Moon! Spostati e lascia il posto ai veri uomini.
 
Veri...uomini?
 
Strattonandomi la maglietta mi spinge via mettendosi dove stavo io pochi secondi fa insieme ai suoi amici.
- Scusa, Daehyun, ma ho fame anch'io.
In un attimo me lo ritrovo a pochi centimetri da me che mi stringe il viso con una mano e lo sguardo infuriato. Perchè gli ho risposto così? Non potevo stare zitto?
 
Moon Jongup, preparati alla tua morte.
 
Chiudo gli occhi nel vedere il suo pugno alzato. Ho già provato quella sensazione, fa più male dentro che fuori, non voglio riviverla. Ma non ricevo nessun colpo. Attendo, ma niente. Provo a sbirciare, non è più lì. Un altro ragazzo poco più alto di me mi sta dando le spalle.
- Lascialo stare e rispetta la fila come fanno tutti!
Quella voce la conosco, l'ho già sentita prima. 
 
POV Himchan
Odio andare in mensa e farmi tutta quella fila, ma oggi non ho proprio voglia di andare al bar a pranzare. La verità è che, dopo aver rivisto quel ragazzo a scuola questa mattina, spero di poterlo incontrare di nuovo qui. Ci sono quasi tutti gli studenti e, se, come penso, frequenta questa scuola c'è la possibilità che si trovi tra tutta questa gente. Mi continuo a guardare attorno, ma non lo trovo. Forse la mia idea era sbagliata. Quando torno con lo sguardo rivolto in avanti, però, riesco a intravederlo tra le persone. Sta parlando, non sento le sue parole ma posso vedere le sue magnifiche labbra muoversi. Poi, di nuovo quel bullo. Jung Daehyun, lo conoscono in molti per le sue azioni violente, si diverte sempre a mettere in difficoltà i più deboli. E, a quanto pare, ha preso di mira pure lui mettendolo al muro. Prima che possa lanciargli quel pugno corro nella loro direzione allontanandolo e mettendomi davanti al ragazzo per poterlo difendere.
- Lascialo stare e rispetta la fila come fanno tutti!
In un primo momento, a giudicare dalla sua espressione, vorrebbe sfidarmi, ma i suoi "amici" lo tirano indietro tornando al loro posto ad attendere il loro turno di prendere quel cibo schifoso della mensa. Visto che ora posso finalmente rilassarmi, mi volto prendendo quel gracile ragazzo e portandolo fuori andando al solito bar di fronte alla scuola per pranzare.
- Tu lavori al Coffee Shop, giusto?
- S-Sì.
- Sono Kim Himchan, il ragazzo a cui hai versato addosso il caffè e con cui ti sei scontrato questa mattina.
- S-Scusa! Scusa di nuovo! - mentre dice ciò si china per l'ennesima volta. Devo ammettere che questa cosa inizia ad irritarmi un po'.
- Preferirei un grazie.
- Ah, sì! G-Grazie.
- E smettila di chinarti. 
- S-Scusa.
- E anche di chiedermi scusa!
- Scu...- faccio in tempo a tappargli la bocca. Possibile che non sappia dire altro? E' veramente irritabile, ma quel suo viso così angelico e innocente mi fa dimenticare completamente quel lato del suo carattere. Non avrei mai creduto di poter star seduto così vicino a lui, è la mia opportunità!
- Senti, dopo la scuola se vuoi ti accompagno al bar. Mi fermo lì prima di andare a casa perciò non è un problema.
- Veramente io esco un'ora prima da scuola per poter andare a lavorare. Ci vediamo lì se vuoi.
- D'accordo.
Lo ammetto, ci sono rimasto letteralmente di merda. E poi come ho potuto fargli una richiesta simile così, all'improvviso? Sono proprio uno stupido. 
Restiamo lì a parlare fino alla fine dell'intervallo, conoscendoci meglio, per poi tornare ognuno nella propria classe. E' meno timido di quello che sembrava, però, a volte, dice cose senza senso, ma è una delle cose che mi piacciono di più di lui. 
 
Al bar, questa sera, c'è poca gente. Oggi può fare i suoi lavori con più calma, portandomi il mio solito caffè ed io, come sempre, osservo ogni suo più piccolo movimento, chiacchierando ogni volta che ha cinque minuti liberi.
- Adesso che ci penso, non mi hai detto come ti chiami.
- Moon Jongup, signore.
- Smettila di chiamarmi signore, ho solo qualche anno più di te, non sono mica un cinquantenne!
- Giusto. Bene, ci vediamo domani, Himchan-hyung!
Così, le nostre strade si dividono, ma sono pronte ad unirsi un'altra volta domani, a scuola e anche al suo Coffee Shop.



   

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Capitolo 3
*** Crash ***


Eeeeeeeed eccomi ancora qui! Bene, il terzo capitolo, primo della parte dedicata alla DaeJae, è finalmente pronto per essere letto! Perdonatemi se vi ho annoiato con questi primi tre capitoli, ma adesso ho finito le introduzioni dunque inizierà la vera storia! *.* D'ora in poi farò in modo di postare una volta a settimana, massimo due, se no va a finire che non riesco più a stare nei tempi e vi faccio aspettare troppo (massimo 3 giorni e posto, ci scommetto tutto quello che volete xD). Essendo che non posso fare spoiler riguardante una parte di questo capitolo, metto le note a fine pagina:) Beh, fatemi sapere cosa ne pensate di queste tre coppiette...sarò buona e farò andare tutto liscio? Ci sarà il tanto conosciuto "E vissero tutti felici e contenti"? Voi cosa vi aspettate/preferite? :D
Buona lettura, RingDingDong <3

 
Destiny
 
Crash

POV Daehyun
La fila in mensa è lunghissima come sempre. Non ho voglia di aspettare così tanto, devo assolutamente trovare qualche sfigato che mi ceda il posto. Provo a sbirciare più avanti trovando un piccolo nerd del primo anno e mi avvicino prendendolo per la maglia, ma quando sto per spingerlo via vedo una preda migliore. E' proprio quel ragazzo gay entrato nella nostra scuola quest'anno. Risparmio la vita a questo moccioso e proseguo di lato agli altri studenti fino ad arrivare a lui. 
- Hey, Moon! Spostati e lascia il posto ai veri uomini!
Con una spinta lo tolgo di mezzo e accorcio di un bel po' l'attesa al pranzo, ma, a quanto pare, questa volta non ha intenzione di starsene al suo posto.
- Scusa, Daehyun, ma ho fame anch'io.
Non ci credo, non posso aver udito bene. Quel ragazzo ha voluto veramente controbattere le mie parole?
 
Cosa dovrei fare ora?
 
Di colpo mi volto verso di lui fissandolo dritto negli occhi fingendo un'espressione arrabbiata e da persona superiore. Alzo il mio braccio stringendo il pugno. Il mio cuore si stringe per l'ennesima volta, mi fa male ancora. Attacco in direzione del suo viso, mi preparo a rovinarlo un'altra volta.
 
No, non di nuovo. Basta!
 
Qualcuno mi ferma in tempo e mi spinge lontano. Un ragazzo abbastanza alto dai capelli neri, la faccia e il naso allungato, le labbra sottili e un espressione seria. Sembra del quinto anno.
- Lascialo stare e rispetta la fila come fanno tutti!
 
Grazie.
 
Mi guarda con uno sguardo di sfida. Pensa di essere superiore, ma non sa proprio contro chi si è messo. Faccio un passo in avanti intento a suonarle pure a lui, ma Junhyung mi ferma in anticipo prendendomi per un braccio e facendomi segno di lasciar perdere. Seguo il suo consiglio, anche se avrei voluto sistemarlo per bene.
Abbiamo quasi terminato la fila, ma, sinceramente, mi è passata la fame. E' tutta colpa di Moon, se si fosse limitato a cedermi il posto non mi sarei innervosito e sarei qui a scherzare con i miei amici.
 
Non è quello che voglio.
 
Senza dare spiegazioni me ne vado, sedendomi nel cortile della scuola, accendo il mio Ipod mettendo su "Why I did fall in love with you" dei DBSK e, senza nemmeno accorgermene, inizio a canticchiarla. Nessuno lo sa, ma quando canto divento tutt'altra persona. Non sono più il Jung Daehyun temuto da tutti gli sfigati, divento un Jung Daehyun che non conosce la parola "odio" o "rabbia". Attraverso la musica mi rilasso, divento veramente me stesso, dimenticando i miei segreti, le mie paure, le mie ambizioni. Esistiamo solo io e la canzone, qualunque essa sia. Non posso mostrare, però, questo mio lato ai miei amici, riderebbero di me. Per loro una cosa simile è solo da...da froci. 
Mentre le note suonano nelle mie orecchie mi guardo attorno, scrutando gli altri bulli che se la prendono con i più deboli, le coppiette dolci e felici, quelle ormai destinate alla rottura, alcuni gruppi di amici che si divertono tra loro, delle labbra carnose e un paio di occhi grandi e sorridenti. Mi soffermo proprio su questi, mi hanno rapito. Le parole della canzone ormai non le sento più, solo quei due piccoli particolari. Non bado nemmeno al resto del corpo, non faccio caso se il loro proprietario è maschio o femmina, alto o basso, magro o grasso, biondo o moro, liscio o riccio. Solo occhi e labbra. Sono stupendi.
 
E' questo che voglio.
 
- Hey, Daehyun!
Le mie cuffie vengono staccate e la voce di Junhyung mi fa riprendere da quell'incantevole sogno. 
- Che...che c'è?
- E' suonata, dobbiamo tornare in classe.
Guardo l'orologio e mi rendo conto di essermi assorto nella musica per troppo tempo. Osservo un'ultima volta quelle labbra e quegli occhi incantevoli, per poi focalizzare meglio anche il resto del volto realizzando che è...un maschio.
 
Non posso accettarlo. Loro non vogliono.
 
Irritato di aver fantasticato su di un altro ragazzo mi volto e me ne torno in classe. Ripensandoci, non era poi tutto questo gran che. Sembrava solo il classico nerd che fa il leccapiedi con il preside!
 
La sveglia suona a più non posso rompendo il mio bellissimo sogno e, poi, anche il mio sonno. E' sempre la stessa tortura. Quando dormi così bene c'è di mezzo qualcosa che ti sveglia e interrompe il momento più bello della tua vita. Ancora assonnato mi alzo, spengo quel rumore assordante, mi lavo, mi vesto e mi avvio a scuola superando il cancello e oltrepassando la solita porta, sedendomi poi al mio posto e aspettando solo di riaddormentarmi, ma la voce squillante della prof d'inglese me lo impedisce.
- Ragazzi, ho un annuncio da farvi! Abbiamo un nuovo compagno di classe. Prego, entra.
Un altro? Pensando che fosse qualcosa di grandioso mi sono scomodato ad alzarmi, invece è solo l'ennesimo nuovo arrivato. Il banco è molto più comodo per ascoltare queste scemenze. Quelle labbra, quegli occhi. Improvvisamente mi interesso alle sue parole e mantengo gli occhi aperti, osservando quel ragazzo mentre entra in classe e si china in segno di saluto, sempre con quel suo sorriso.1
 
POV Youngjae
Sento qualcosa suonare. Non ho idea di che cosa sia. Apro lentamente gli occhi mettendo a fuoco la mia vista, premendo il solito bottone ritrovandomi nel totale silenzio. Rimango sdraiato in quel letto per ancora qualche minuto, poi finalmente mi alzo prendendo in mano il mio cellulare e accendendolo.
- Cazzo!
Non ci credo, non può essere vero! Il mio primo giorno di scuola e già mi addormento! Butto le coperte in aria e corro a cercare i miei vestiti tra gli scatoloni mettendo la mia camera sottosopra. Mi sono trasferito a Seoul da solo qualche giorno e ho ancora da mettere tutto nella mia stanza, bell'idea che ho avuto di fare tutto con calma! Dove sono i miei pantaloni? Continuo a frugare in giro trovando i miei vestiti e infilandomi le prime cose che mi capitano e, senza nemmeno fare colazione, esco di casa di corsa e, alla velocità della luce, mi avvio verso scuola trovando, per fortuna, il preside ad aspettarmi all'entrata.
- Ben arrivato, Yoo. Seguimi, ti accompagno in classe.
Mi inchino e, finchè sono alle sue spalle, tiro fuori il mio cellulare per vedere l'ora: dovrebbe suonare l'inizio delle lezioni proprio adesso. E, infatti, ecco la campanella a rompere quel silenzio. Gli altri studenti sembrano già essere nelle loro aule. Nella scuola dov'ero prima arrivavano sempre tutti in ritardo di almeno dieci minuti, qui invece sembro essere l'unico ad aver mantenuto tale "tradizione".
Seguo il preside fino ad arrivare di fronte alla porta della mia classe, bussiamo e, dopo l'annuncio dell'insegnante, entriamo facendo un grande inchino, mantenendo sempre il sorriso.
- Questo è il vostro nuovo compagno di classe. D'ora in poi frequenterà regolarmente le lezioni insieme a voi. Presentati pure.
- Buongiorno a tutti. Sono Yoo Youngjae, vengo da Uijeongbu2 e ho 19 anni. Mi sono trasferito a Seoul solo qualche giorno fa. Spero di divertirmi e di stringere amicizia con tutti voi, o almeno la maggior parte. 
Finito il mio discorso mi inchino di nuovo per poi tornare a guardare la mia nuova classe, ma le loro facce annoiate mi fanno intuire che, forse, non sono poi così interessati. Faccio così pietà? Il mio sorriso si spegne in un attimo, il mio sguardo si abbassa. Non sono mai stato bravo con le parole, non sono mai riuscito a farmi molti amici, speravo solo che, cambiando città e scuola, qualcosa sarebbe stato diverso e che avrei trovato qualcuno con cui condividere i miei segreti, le mie emozioni, i miei stati d'animo, qualcuno con cui scherzare e condividere le idee, ma mi sbagliavo. Mi sono illuso, non è lasciando un luogo che si riesce a trovare un amico. Il vero problema qui sono soltanto io. Cos'ho che non va? 
All'improvviso un suono rompe il silenzio nell'aula. E' un battito di mani, anche se poco convincente. I miei occhi si spostano sulla persona da cui proviene, su di lui, con quel corpo magro e privo di muscoli, quelle spalle strette, quella pelle scura messa in risalto dai capelli biondo scuro alzati col gel, quelle labbra secche e carnose,rosate e dalla forma ben delineata, quegli occhi gonfi, quello sguardo sexy e profondo, ma che, attualmente, trasmette noia e stanchezza. Rimango incantanto da quella vista, non può esistere davvero un essere tanto bello. Più lo guardo e più il mio cuore batte forte. Lo sento quasi esplodere, mi sta bruciando il petto, è completamente in fiamme.  
- Bene, Youngjae. Quello è il tuo posto, siediti così possiamo iniziare la lezione. 
Seguo il consiglio dell'insegnante e mi dirigo verso il banco che mi ha indicato notando, con mio grande piacere, che è proprio quello davanti a quello di quel meraviglioso ragazzo. Mi avvicino velocemente senza mai togliere lo sguardo da lui, solo nel momento in cui mi metto comodo sulla sedia.
 
Sono seduto davanti a lui! Sono seduto proprio davanti a lui! 
 
La prof inizia a fare l'appello mentre io non riesco a spegnere il mio sorriso carico di gioia. In questo momento sembro una di quelle stupide e infantili ragazzine delle medie, ma ora so cosa provano quando iniziano a dare i numeri per il primo tizio figo che passa loro davanti.
- Moon Jongup?
Mi volto a cercare l'ennesima mano alzata sperando che sia quella del ragazzo alle mie spalle, ma noto che, invece, è quella di uno studente dall'altra parte dell'aula. I miei occhi si fermano sul suo collo, sui quei lividi blu. Non è di certo un succhiotto quello. Chi può avergli fatto questo? Ma soprattutto, perchè? Un'altra cosa che nella mia scuola non si è mai vista: il bullismo. 
- Jung Daehyun?
La voce squillante dell'insegnante mi fa riprendere. Mi sono concentrato così tanto su quel ragazzo che mi sono dimenticato del mio obbiettivo attuale. Mi guardo attorno, ma non vedo nessuno alzare la mano. In un primo momento penso che è assente, ma mi rendo subito conto che tutti i posti sono occupati e che, dunque, la mia teoria è errata.
- Jung Daehyun? - ancora nessuna risposta. Mi volto di nuovo verso la prof con l'aria confusa notando che sta guardando proprio nella mia direzione. - Youngjae, per favore, sveglialo.
Mi giro nella direzione indicata e chi trovo? Quel ragazzo appoggiato ben comodo sul banco che riposa tranquillo. Siamo a scuola, qui si studia, non si dorme! Provo a scuoterlo mettendogli una mano sulla spalla fino a quando non alza il viso ancora assonnato. In questo momento sembra proprio uno zombie, fa paura!
- Jung, se non hai voglia di venire a scuola tornatene a casa!
- Prof, guardi il lato positivo: se dormo non posso disturbare.
- Jung Daehyun, fuori! Subito!
Senza nemmeno obbiettare si alza veloce, raccoglie la sedia, ed esce dalla classe sbattendo la porta mostrando un lato del suo carattere parecchio permaloso. Sapendo di non averlo più alle mie spalle, mi appoggio sul banco immaginando il suo volto, i suoi occhi, le sue labbra, la sua pelle. Ogni cosa è stupenda di lui, non posso definire la mia preferita.
 
Jung Daehyun, eh?
 
Suona la campanella che segnala l'inizio dell'intervallo e tutti corrono fuori. Io esco per ultimo, accorgendomi della presenza di quello splendore ancora seduto accanto alla porta, con gli occhi chiusi e la testa piegata da un lato. E' così bello guardarlo mentre dorme, ma non mi sa proprio il caso. Non voglio finire come nella mia vecchia scuola che, solo perchè ho svelato il mio segreto alla persona sbagliata, mi sono comprato gli sguardi pieni di disgusto nei miei confronti, entrando nel periodo più brutto della mia vita.
 
Flashback
- Hyung, penso di essermi preso una cotta.
- E' una bellissima notizia! Chi è la fortunata?
- Prometti di non dirlo a nessuno?
- Io, Kim Sungkyu, manterrò il tuo segreto fino alla morte!
- Non è una lei, è un lui. Quel ragazzo dell'ultimo anno, quello a cui vanno dietro tutte le ragazze.
- Kim Jongin?
Annuisco. L'espressione di Sungkyu si fa più seria. Il suo sguardo non è lo stesso di prima, è distante.
 
Alcune ore dopo inizia la pausa pranzo e, quando arrivo in mensa avvicinandomi al mio amico, questo si ritrae. Posso notare con orrore che l'aria che mi circonda non è più la stessa. Tutti mi stanno alla larga, gli sguardi disgustati puntati verso di me mi terrorizzano. 
- Hey, Kai! E' arritato il tuo spasimante segreto!
Nel sentire quella frase mi volto trovando Jongin, la mia prima cotta, non molto lontano da me a guardarmi nello stesso modo degli altri per poi avvicinarsi, mantenendo comunque le distanze.
- Come ti chiami?
- Y-Yoo Youngjae.
- Bene, Youngjae, sarò sincero. Sungkyu mi ha detto che hai occhi solo per me. Mi dispiace, ma a me non piace il cazzo. Però, devo ammettere che, se fossi una ragazza, potrei darti una possibilità.
Risate incessanti iniziano a farmi l'eco in testa, facendomela pulsare dal dolore. Tutti quanti, compreso quel ragazzo, mi stanno prendendo in giro. Sono diventato lo zimbello della scuola. Pure quando mi volto verso Sungkyu, che pensavo essere il mio migliore amico, pure lui sta ridendo di me.
Fine flashback
 
Così è iniziata la mia tortura fino a quando non mi sono trasferito. Ora non ho intenzione di rivelare la mia omosessualità tanto facilmente, non voglio rivivere un giorno come quello.
Picchietto la mia mano sulla guancia di Daehyun svegliandolo e avvertendolo che è cominciato l'intervallo, ma non sembra assolutamente interessato alle mie parole, tanto meno a me, dunque prende e se ne va chissà dove. 
 
Guardami. Solo per una volta, guardami.
 
Il sole è alto nel cielo, emana un calore soffocante, ma è bello vederlo al posto delle nuvole di pioggia. Mi mette sempre allegria. Seduto sulla panchina nel cortile della scuola, apro il mio pranzo al sacco e inizio a mangiare, ma la sua vista mi ferma. Mi passa davanti a passo veloce, continuando a guardarsi alle spalle come se avesse paura di essere seguito. Beh, tanto vale realizzare certi timori. Rimettendo tutto a posto, mi alzo e percorro ogni suo passo mantenendomi ben nascosto fino a quando non arriva in una parte del cortile dove non c'è nessuno. Si siede lì, accende il suo Ipod e chiude gli occhi muovendo le labbra. Con cautela mi avvicino, iniziando a sentire meglio le sue parole. Sembra una canzone, sta cantando. Faccio ancora qualche passo, ora riesco a udirlo bene. Non solo lui, pure la sua voce è bellissima.
 
Che voce perfetta.
 
Senza nemmeno accorgermene mi sono accomodato accanto a lui ad osservarlo da vicino. Sembra un'altra persona. In classe era freddo con tutti, non dava importanza ha nessuno, ora pare così dolce e innocente. Si sdraia per terra appoggiando la testa sulle mie gambe, penso che non se ne sia nemmeno reso conto da quanto è assorto nella musica. Continua a far uscire quelle dolci note, segue la melodia che sta ascoltando, sembra quasi un angelo che canta. E' veramente meraviglioso. 
- Jami deulsu itdamyeon...
Sembrerebbero essere le ultime parole di quella dolce canzone. Un sorriso si forma sul suo magnifico volto, un sorriso sincero, il più bello che abbia mai visto. Ma quel bel momento insieme finisce quando apre gli occhi. Mi guarda con uno sguardo spaventato, manco avesse appena visto un fantasma, e si alza di scatto raccogliendomi e sollevandomi per la maglia.
- Che ci fai tu qui? - la sua voce è diversa, tremante e forte, non riesco bene a capire se racchiude rabbia o terrore.
- E-Ecco...stavo facendo un giro quando ti ho visto qui da solo...
- Da quanto tempo? Da quanto tempo sei qui?
- Da qualche minuto.
- E...mi...mi hai...mi hai ascoltato? - ancora quel tremolio, questa volta unito ad un paio di occhi lucidi. 
- Sì. E' impossibile far finta di niente con una voce come la tua.
- Bastardo!
Il suo braccio indietreggia, la sua mano si chiude formando un pugno. Immagino già il mio volto ricoperto dagli stessi lividi di Jongup.
 
Sei stato tu?
 
Grazie a Dio, proprio in quel momento possiamo udire le voci di alcuni nostri compagni di classe, gli stessi che girano con Daehyun che, vista la loro presenza, mi libera puntandomi un dito contro in segno di avvertimento.
- Se dalla tua cazzo di bocca esce una sola parola su quello che è appena successo ti ammazzo! Nessuno deve sapere che mi nascondo qui a canticchiare stupide canzoni d'amore, capito?
Annuisco ingoiando il nulla vedendolo poi allontanarsi e salutare i suoi amici come se nulla fosse. Per un istante ho avuto paura di fare una brutta fine, a giudicare dal suo sguardo non si sarebbe fermato anche se, in realtà, c'era del timore. Non capisco, però, perchè ha avuto quella reazione tanto brusca. Che c'è di male a voler cantare? Perchè nascondersi? Ha una voce così bella, perchè non la fa sentire anche agli altri, al mondo intero? 
 
Per oggi la scuola è finita e posso finalmente incamminarmi verso casa e iniziare a svuotare gli scatoloni. Quel momento, però, quando ho visto il suo sguardo misto tra rabbia e terrore, è ancora nella mia mente. Continuo a chiedermi cosa sarebbe successo se non fossero arrivati i suoi amici, se mi avrebbe colpito sul serio per quel motivo privo di logica. Aveva veramente il coraggio di farmi del male? Cercando di distogliere quei pensieri, prendo il mio Ipod e metto su una canzone a caso, "In my dream" dei Super Junior K.R.Y, e, ascoltandola, mi rendo conto che è la stessa che cantava lui in pausa pranzo. La sua voce mi torna alla mente, non sento più quei tre idol cantare, sento lui. Improvvisamente, non si tratta più solo di udire la sua melodia. Ora lo vedo, a pochi passi più avanti di me, non sapendo se è un'illusione o se è veramente lui. Percorriamo la stessa strada arrivando in una parte della città dove non c'è quasi nessuno, è lì che decido di farmi avanti attirando la sua attenzione appoggiandogli una mano sulla spalla. E' veramente lui, non lo sto immaginando.
- Che c'è?
- Volevo solo dirti che il tuo segreto è al sicuro con me. 
Non ricevo risposta e, per qualche minuto, prevale il silenzio.
- Smettila di seguirmi.
- Non ti sto seguendo, devo fare questa strada per andare a casa.
- Allora stammi lontano.
- Perchè sei così freddo? - di nuovo, silenzio. Non ha la minima intenzione di rispondermi. - Canta ancora, per favore.
- Ti pare che mi metto a cantere qui, dove tutti possono sentirmi?
- Posso venire a casa tua.
- Da quello che ho capito ti sei appena trasferito a Seoul, ti perderesti nel tornare indietro. Non ho intenzione di essere la causa dello smarrimento di una persona.
- Allora vieni tu da me. Dai, solo una canzone!
- Ma quanto sei insistente? E va bene, ma solo una! Dopo non rompermi più le palle.
Così ci avviamo verso casa mia, conoscendoci sempre più strada facendo, scoprendo che, anche se non lo vuole ammettere, è un ragazzo dolce ed affettuoso. Ora lo so, non mi avrebbe mai lanciato quel pugno.
- Eccoci!
- Abiti qui?
- Sì.
- Io lì. Siamo vicini di casa, che bella sfiga!
Seguo il suo braccio, la sua mano, il suo dito, trovando un piccolo edificio bianco. E' proprio affianco alla mia casa, non potevo sperare di meglio!
Ansioso di risentire la sua voce, lo tiro prendendolo per il polso fino ad arrivare in camera mia ed aspettare che quella dolce melodia abbia inizio. Si siede sul mio letto, si mette le cuffie nelle orecchie, accende l'Ipod per poi scegliere una canzone. E, finalmente, chiude gli occhi e muove quelle magnifiche labbra carnose.
 
Nae maeumi ganeundaero nan amusaenggag eobsi geodgo itji
Ni moseubeul dalmeun nugungareul chajneun geonji nan
Geunyang geu jarie seoisseo.
 
A ritmo di musica comincio ad oscillare leggermente il mio corpo, immergendomi pure io in quella meraviglia.
 
Nan neomu duryeowo 
Uriui chueogi gipge baeeo itneun gose
Wanbyeoghan sarameul mannan neol
boge doelkkabwa.
 
Lo osservo perdendomi nel suo fascino ancora maggiore in questo momento. Veramente, è ancora più bello quando canta. Non penso di avergli chiesto tale favore solo per godere della sua voce, volevo rivedere quello splendore in cui si trasforma quando diventa un tutt'uno con la musica.
 
Neoui cheon, neoui eolgul
Ajigdo nae pum ane neukkyeojigo itneun geol
Still I have romantic in my heart
Dolagago sipeungeol.3
 
Non appena canta le ultime parole vorrei piangere. Come si fa a tenere nascosto un talento così grande? E' una voce così bella.
 
Tu sei così bello.
 
Vorrei ascoltarlo ancora, osservarlo per ore intere mentre canta. E' stupendo.
 
Il mio splendore.
 
Con difficoltà lo saluto non vedendo l'ora di rivederlo e, una volta tornato in camera, prendo il cellulare che avevo lasciato sul letto stoppando la registrazione e facendola ripartire per poter godere ancora di quella dolce melodia. Forse avrei dovuto chiedergli il permesso prima di registrarlo mentre cantava, ma ormai è fatta. La sua voce è mia, mi appartiene. E' il nostro segreto.



Note:
1Vi starete chiedendo "Ma Daehyun prima dice una cosa e poi ne dice un'altra. O è pazzo o questa non ha la più pallida idea di quello che scrive!". Bene, anticipo le vostre domande: tutta la parte del POV Daehyun è scritta in modo che sia perennemente una contraddizione apposta, c'è qualcosa nella mente di Daehyun che voi ancora non conoscete. Seguite i prossimi capitoli e lo scoprirete:)
2Uijeongbu è il luogo di nascita di Youngjae, ma non ricordo se è anche cresciuto lì. Cmq questa è solo una FF, dunque teniamola xD
3SHINee - Romantic
 

  

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Capitolo 4
*** Never Give Up ***


Ta-Dah! It's RingDingDong! No, non ci azzecca niente LOL beeeene care lettrici, dimenticatevi la frase che ho detto del capitolo precedente, "D'ora in poi posterò una o due volte a settimana", perchè....beh, semplicemente quando ho un capitolo pronto non riesco a resistere! Per continuare ho bisogno dei vostri pareri a stimolarvi perchè sì, i vostri commenti per me sono come l'energia che traggono i B.A.P dalle grida delle loro fans! Ed alla fine eccomi di nuovo qua, forse con troppo anticipo xD Penso di non avere altro da dire, ora inizia la vera storia delle tre coppiette dunque vi lascio al quarto capitolo con la magnifica e tenera BangLo! (e il saggio Bang accompagnato da un debole Zelo!).
Baci, RingDingDong <3


 
Destiny

Never Give Up
 
POV Zelo
L'inverno è ormai alle porte, le giornate iniziano già a farsi più fredde. La mia routine quotidiana è cambiata da un bel po', non vengo più a scuola solo per piangere e farmi prendere in giro (anche se a volte succede ancora), ora entro in classe col sorriso, studio e torno a casa con Yongguk-hyung divertendomi durante il tragitto a parlare e scherzare insieme a lui. Ogni tanto ci fermiamo ad un bar chiamato "Coffee Shop" insieme ad un suo amico, Kim Himchan, e ci beviamo qualcosa prima di tornare dalle nostre famiglie. Mi chiedo seriamente perchè gli hyung insistano a venire proprio qui, a nessuno di loro due piace il caffè che fanno e, quando l'ho assaggiato, ho realizzato che, in effetti, è veramente amaro. Ma penso di essermi fatto una piccola idea quando ho scoperto che, oltre a me e Yongguk-hyung, anche a Himchan-hyung piacciono i ragazzi e, da come guarda e parla con quel cameriere goffo, sembra proprio innamorato. Lo segue con lo sguardo ovunque, è sempre gentile con lui anche quando combina qualche disastro, ogni volta che si sfiorano arrossisce. E' bello vederlo in quelle situazioni, l'amore che ha negli occhi mi risolleva sempre il morale. Mi ricorda la mia prima cotta, quella per quel ragazzo del terzo anno, Yong Junhyung.
 
Flashback
Tutto l'istituto si è radunato per un progetto della scuola e ogni classe deve esporre qualcosa. Noi del primo anno abbiamo già finito e anche alcuni del secondo, manca solo una sezione guidata da un certo Yong Junhyung. Appena chiamato, si alza, si presenta e inizia a parlare del suo lavoro e di quello dei suoi compagni. Per me è subito amore, ogni cosa di quel ragazzo è stupenda. Ogni tipo di suono intorno a me svanisce, sento solo il battito forte del mio cuore. Nei giorni seguenti lo seguo ovunque, cercando di stargli il più vicino possibile, tento invano di trovare un modo per parlargli. Col passare del tempo comprendo il suo carattere, molto brusco e serio, scopro anche le persone che più frequenta, tra cui quel bullo parecchio conosciuto, se non sbaglio Daehyun o qualcosa del genere. Ci provo in tutti i modi, ma non riesco mai ad avvicinarmi.
Fine flashback
 
Scaccio quel ricordo non appena vedo il cancello della scuola. Come già detto, è stata solo la mia prima cotta, senza significato. Mi ero solo innamorato del suo corpo, non calcolando mai il fatto che fosse uno dei tanti bulli e che, di conseguenza, era quasi impossibile che potesse provare una qualche attrazione verso un ragazzo. Insomma, quando mai si è visto un gay fare il bullo, soprattutto verso altri gay? Ancora oggi mi chiedo come ho potuto perdere la testa per lui.
Tornando a noi, oltrepasso il cancello dirigendomi verso l'entrata dell'edificio e, nel mentre, tiro fuori il mio Ipod per spegnere la musica. Questo è stato il mio errore. Non vedendo dove vado, finisco per andare contro qualcuno, irritandolo.
- Scusa! Non ti avevo visto.
Precedendo le sue parole mi chino in segno di scuse e, quando faccio per andarmene, riconosco il suo volto. Non mi aspettavo di vedere proprio lui. Lo sguardo irritato che mi squadra dall'alto in basso, quell'aria da superiore. Proprio ora che i miei problemi a scuola si stanno risolvendo, proprio ora dovevo incrociare la mia strada con quella di Junhyung? Fingendo di non riconoscerlo indietreggio intento ad andare verso l'entrata della scuola, ma mi ferma subito prendendomi per un braccio e continuando ad osservarmi. Inizio ad avere paura, mi tremano le gambe al solo pensiero di quello che gli sta passando per la testa. Velocemente mi ruba l'Ipod dalle mani e si mette una cuffia nell'orecchio ascoltando l'ultima canzone avviata.
- Tzè, proprio musica da gay!
Vedo quel piccolo oggetto cadere a terra e venir pestato fin quando non è completamente in frantumi. Avevo dentro tutte le canzoni dei miei cantanti preferiti, c'era dentro tutta la mia vita. Perchè ha dovuto romperlo?
Improvvisamente un braccio mi circonda il collo alle mie spalle, facendomi incrociare lo sguardo del suo amico.
- Hey, ti ho già visto forse?
- E' quel ragazzino gay che è venuto da me, l'anno scorso, a dirmi "Hyung, sono follemente innamorato di te!"
- Giusto, ora ricordo!
 
Flashback
Ho trovato finalmente il coraggio di dirglielo. Sono mesi che gli vado dietro senza ottenere alcun risultato, ora ho bisogno di tirare fuori tutto questo peso. Non m'importa delle conseguenze, voglio fargli sapere i miei sentimenti. Non posso più stare a guardare.
- J-Junhyung?
Interrotto dalla sua bella e divertente chiacchierata con i suoi amici, smette di ridere e si volta a guardarmi confuso.
- Sì?
- E-Ecco...v-volevo dirti che m-mi...mi...mi p-piaci.
Prima lui, poi i suoi amici, poi l'intera scuola. Tutti, tutti quanti a ridere così tanto di me che non riescono nemmeno a formulare una frase comprensibile, probabilmente anche offensiva nei miei confronti. Beh, non credo di aver mai passato un momento peggiore di questo. E' come se mi fosse crollato addosso il mondo intero.
Fine flashback
 
I due, accompagnati dai loro amici, si mettono a ridere mentre io ricordo con umiliazione quel giorno. In questo momento mi sembra di riviverlo, di essere tornato indietro e di essermi confessato una seconda volta alla persona sbagliata. Le loro risate tornano a farmi eco come quella volta, facendomi venire mal di testa. 
- Hey, perchè quella faccia così depressa? Vuoi un bacino?
Ad un tratto il braccio di Daehyun mi stringe più forte a sè e, la mano libera, afferra il mio viso tenendomelo fermo mentre le sue labbra si avvicinano alle mie. Disgustato dall'idea di perdere il mio primo bacio, cerco di liberarmi dalle sue grinfie, ma la sua forza è maggiore. E' sempre più vicino, il suo respiro si scontra continuamente con la mia pelle, il suo odore è sempre più forte. Chiudo gli occhi non volendo vedere quella scena, mi basta viverla. Impazzirei e finirei in manicomio ricordando l'immagine delle sue labbra sulle mie. E' troppo disgustoso! All'improvviso sento un rumore strano e poi qualcosa sulla mia faccia, venendo poi liberato e circondato ancora da quelle fastidiose risate, ancora più forti di prima. Porto una mano in viso trovando uno strano liquido che, appena vedo sulle mie dita, capisco essere la saliva di quel verme e, non sopportando la cosa, mi pulisco con la manica della felpa e corro via, un'altra volta piangendo. Scappo, mi rifiugio in bagno, mi butto tutta l'acqua possibile in faccia, mi guardo allo specchio. I miei occhi sono rossi e gonfi, racchiudono di nuovo tristezza e solitudine. Oggi non c'era il mio eroe a salvarmi, oggi ero da solo, oggi ho sofferto, oggi ho pianto. Sarà così il resto della giornata?
Tutto d'un tratto la tasca dei miei pantaloni inizia a vibrare e ne estraggo il cellulare vedendo, con grande gioia, quel nome: Yongguk-hyung.
- Pronto?
"Hey, Junhong! Dove sei?"
- A scuola.
"Vieni subito al bar dietro la scuola! C'è anche Himchan."
- Ma sta per...
"Ti aspetto! Muoviti!"
Non mi lascia nemmeno il tempo di rispondere che ha già messo giù. Fra poco inizieranno le lezioni, ma penso che, per una volta, posso anche saltarle. Stare un po' con Yongguk-hyung mi farà bene...spero.
Mi volto intento a soddisfare la sua richiesta, ma un ragazzo biondo e più basso di me mi blocca la strada. Prende un pezzo di carta e inizia ad asciugarmi la faccia, lasciandomi perplesso. 
- Mi dispiace per come ti ha trattato Daehyun.
- Ci sono abituato.
- Che vuoi dire?
- Non lo sai? Daehyun è uno dei peggiori bulli della scuola. O, perlomeno, lo è con me. Comunque ora devo andare, se non ti dispiace.
Lo supero, fortunatamente non venendo fermato un'altra volta, ed esco da quell'edificio, oltrepasso il cancello e faccio il giro delle mura udendo il suono della campanella che indica l'inizio delle lezioni. E' ormai tardi per tornare indietro. Seguo le indicazioni dello hyung e arrivo sul restro della scuola trovando un bar dove, all'esterno, sono sedute quelle due facce così confortevoli. Guardo a destra e a sinistra accertandomi che non passino macchine e, una volta fatto, corro dall'altra parte della strada unendomi a quei due ragazzi che si stanno godendo un caffè (buono!). Mi accomodo in mezzo a loro ordinando qualcosa di caldo pure io e, osservando Himchan-hyung, mi stupisco di come si sia vestito e acconciato bene i capelli oggi, intuendo qualcosa. Infatti, pochi minuti dopo, un'altra faccia molto familiare ci raggiunge: quel cameriere del Coffee Shop di cui lo hyung è completamente perso. Ha deciso di farsi avanti, eh?
- Ragazzi, lui è Moon Jongup. 
Il ragazzo si china in segno di saluto mentre io e Yongguk-hyung ci presentiamo e, una volta pagato il conto, ci avviamo verso l'inizio della nostra giornata. 
 
POV Yongguk
Questa volta ho organizzato una marina veramente pessima. Nessuno dei quattro si sta divertendo, è una noia mortale. Nonostante Himchan cerchi di creare un qualche tipo di approccio con Jongup, questo è troppo timido e parla davvero poco, solo il minimo indispensabile. Per non parlare di Junhong! Non so cos'abbia oggi, ha una faccia da cane bastonato e non accenna un sorriso a nessuna battuta. Ho provato a chiedergli se gli è successo qualcosa, ma mente sempre dicendo che sta benissimo. Ho cercato anche di creare un discorso col gruppo, ma nessuno vuole collaborare. E' una vera noia! E in queste situazione c'è solo una cosa che mi piace fare.
- Qualcuno di voi sa fare beatbox? - tutti, all'improvviso, mi guardano in un modo che non so bene se definire "male" o "confuso". Ho capito che sono saltato fuori con questa domanda dal nulla, ma qui nessuno apre bocca! - Va bene, se nessuno è capace di farlo vorrà dire che rapparò senza sottofondo. 
- Io so fare beatbox.
Mi volto verso quella vocina al mio fianco trovando Junhong con la mano leggermente alzata. Finalmente ha parlato ed ha detto pure qualcosa di grandioso. Dopo che gli do il consenso tramite un sorriso, mi alzo mentre lui inizia a far sentire il suo beatbox che, devo ammettere, lo fa veramente bene. Inizio a mostrare il mio talento nel rap che Himchan già conosce, inventando frasi sul momento, ma con una logica. Con la coda dell'occhio vedo Jongup muoversi a ritmo, segno che gli piace e stimolo per me per continuare. 
Una volta terminato mi risiedo sull'erba seguito dagli applausi dei miei amici e, tutto contento, me ne vanto.
- Jongup, ammettilo che ero un mito! Andavi pure a ritmo!
- Ehm...veramente seguito Junhong. Però sì, sei bravo hyung.
Non ci credo. No, non per davvero! Quel maledetto ragazzo ascoltava il beatbox di Junhong invece che il mio rap?!
- Allora facci sentire qualcosa tu!
- Non sono bravo a rappare.
- Allora canta.
- Nemmeno, preferisco il ballo.
- Beh, alzati e fai qualcosa!
Segue i miei ordini e si mette in piedi, chiedendo al maknae un beatbox leggermente più veloce che riesce a fare alla grande. Il suo corpo inizia a muoversi in un modo abbastanza strano cercando di trovare il ritmo giusto e, una volta fatto, i suoi movimenti diventano più fluidi. Si scatena in una danza che non sono molto abituato a vedere, ma che affascina sia me che gli altri. Si abbassa sostenendosi con le braccia e girandoci attorno mentre fa voltare più volte il suo corpo e le sue gambe danzano, per poi appoggiarsi a terra leggermente con le spalle e roteare su se stesso, finendo di nuovo in piedi in una magnifica posa da duro. E' davvero strabiliante. E' veramente il cameriere timido e impacciato che conosciamo?
- Sembri un b-boy! - mi complimento con lui non appena torna a sedere e il suo volto assume di nuovo un'espressione imbarazzata.
- Un tempo lo ero, ma poi ho smesso per via del troppo tempo che mi prendevano la scuola e il lavoro.
Aspettate un momento. Moon Jongup, sempre tutto timido e incapace, era un b-boy? No, non riesco ad immaginarmelo!
- Hyung, tu sai fare beatbox? - al richiamo di Junhong mi volto e annuisco, non capendo il significato di quel ghigno dipinto in volto. - Forza, facci sentire quello che sai fare! - improvvisamente si alza, io inizio a mostrare un altro dei miei talenti e passatempi preferiti e quel ragazzo comincia a muovere il suo corpo, fin da subito in modo perfetto. E' uno stile completamente diverso dal precedente, un po' strano, potrei paragonarlo ad un robot che balla, ma riesce a rendere quella danza veramente meravigliosa. Non riesco a seguire i suoi movimenti, non capisco come faccia a farli, ma ne rimango affascinato. Continua a ballare, continua a mostrare la sua bellezza in quel ballo. E' veramente meraviglioso. Conclude mantenendo tutto il suo corpo sospeso in aria con una sola mano, una verticale perfetta. E' stata un'esibizione ancora migliore di quella di Jongup, questi due ragazzini mi soprendono sempre di più!
- Yongguk, questa volta sei stato battuto da un ragazzino del secondo anno. Prima il beatbox e ora il ballo. Ci manca solo che sia più bravo di te anche nel rap!
Nel sentire le ultime parole lancio uno sguardo fulminante al mio migliore amico che, in questo momento, mi sta facendo sentire il più inferiore di tutti. Però ha ragione, questi due piccoletti hanno dimostrato dei grandi talenti, superiori ai miei, ma non ho intenzione di arrendermi! Nel rap sono il migliore, questo è sicuro!
- Tzè, impossibile!
- C'è solo un modo per scoprirlo! Junhong...
- Ah...ehm...posso fare il pezzo di una canzone? Non sono molto bravo ad improvvisare.
Sia io che Himchan consentiamo la richiesta del minore, aspettando solo di vedere le sue labbra muoversi e far uscire il suono della sua voce. 
 
His palms are sweaty, kneew weak, arms are heavy
There's vomit on his sweater already, mom's spaghetti
He's nervous
But on the surface he looks calm and ready to drop bombs,
But he keeps on forgetting what he wrote down
The whole crowd goes so loud
He open his mouth, but the words won't come out.1
 
Per l'ennesima volta rimango a bocca aperta. Junhong ha un talento veramente grandioso, di gran lunga superiore al mio e a quello di Jongup. Ed è pure più piccolo di noi! E' questo che si chiama un "bambino prodigio"? Veramente, quel ragazzo è davvero sorprendente. Mi chiedo cosa ci faccia ancora a scuola, dovrebbe sfondare nel mondo della musica!
 
POV Zelo
Ormai si è fatto tardi, il cielo inizia ad essere scuro. Jongup-hyung se n'è già andato da un pezzo e Himchan-hyung si è preso la responsabilità di accompagnarlo. Siamo rimasti solo io e Yongguk-hyung, ma mi sa proprio che è arrivato il momento di tornarcene a casa. Ci avviamo per le nostre strade, vicini, in silenzio. E' difficile ammetterlo, ma sono più stanco oggi che ho passato l'intera giornata in un parco a chiacchierare con i miei amici che quando sono a scuola. Le gambe fanno fatica a reggermi, non riesco a camminare dritto. Sto praticamente dormendo in piedi e lo hyung sembra proprio essersene accorto. Infatti, dopo un piccolo tratto di strada, si inginocchia davanti a me dandomi la schiena e ordinandomi di salirci. Provo a rifiutare, ma lui insiste dunque faccio esattamente come mi ha detto, avvolgendo il suo collo con le mie braccia e la sua vita con le mie gambe che tiene ben salde tra le sue forti mani. Riprendiamo il nostro tragitto, ancora più vicini di prima. Il mio cuore inizia a battere sempre più per l'emozione, il mio eroe mi ha salvato anche da una situazione banale come questa. 
 
Eroe? Ancora questa stupida parola?
 
Finalmente arriviamo di fronte a casa mia dove torno con i piedi per terra, non potendo più godere del suo irresistibile profumo. Non vorrei lasciarlo, vorrei che restasse con me ancora, tutta la notte, e anche domani, dopo domani, il giorno dopo ancora, per sempre. Vorrei che fosse al mio fianco ogni secondo della mia vita, non riesco più a stargli lontano. Non è più il mio salvatore, è la mia vita. Questa volta non lo dico del primo ragazzo figo che passa, com'è successo l'anno scorso con Junhyung, anche perchè lui non è poi così bello. Il suo volto sembra sempre quello di un bullo, non di una persona buona come lui, quando sorride si vedono troppo le gengive, inoltre è molto magro ma, allo stesso tempo, grande e grosso e...solitamente a me non piacciono i ragazzi così. Ma lui è diverso, sempre pronto ad aiutarmi, a farmi ridere, a farmi stare bene. Lui è sempre lì ad aspettarmi, ogni cosa che fa o dice mi fa sorridere. Solo la sua presenza mi fa stare bene.
- Sai, ripensandoci, abbiamo la stessa passione. Potremmo rappare insieme, che te ne pare?
Le sue parole mi fanno tornare alla realtà, ma mi ricordano anche il motivo per cui la sua idea è impossibile.
- No, tutta la scuola riderebbe di me. Per loro ballare è da gay e rappare è un mio modo per sembrare un "vero" uomo, ovvero etero.
- Ascolta, tu hai un grande talento. Non ti piacerebbe diventare un rapper famoso? - lo guardo confuso e allo stesso tempo distrutto sapendo che è una cosa che non succederà mai, nonostante sia il mio sogno, ma alla fine annuisco. - Bene, sappi che hai tutte le qualità per riuscirci. Dimentica il parere della gente per una volta, segui il tuo istinto, le tue passioni, i tuoi sogni. Non piacerai mai a tutti, ma non è di questo che ti devi preoccupare. Se lo vuoi, puoi riuscire a fare qualunque cosa perchè sei TU con il TUO sogno e, proprio per questo, non ti devi mai arrendere. Mai!
Ancora una volta le sue parole mi sono di conforto. Sono vere, sono reali, ha ragione in tutti i punti. Perchè badare al parere degli altri? Perchè preoccuparsi se non piaccio per la mia omosessualità? Perchè farne una tragedia se mi prendono in giro quando ballo? Perchè avere paura di essere definito un "falso" uomo quando rappo? Perchè non dovrei mostrare il mio talento al mondo insieme a quello di Yongguk-hyung?
Dopo averci riflettuto un po' mi convinco completamente della verità racchiusa in quel discorso e, sul mio viso, si forma un sorriso sincero, uno dei pochi. Mi avvicino a lui, chiudo gli occhi, comincio a sentire il suo profumo, il suo respiro, il calore della sua pelle. Appoggio le mie labbra su di essa, sulla sua guancia, senza alcun rifiuto da parte dello hyung, e poi mi allontano tornando al mio posto. All'inizio sembra abbastanza perplesso, ma poi sorride anche lui portando una mano sui miei capelli ricci e biondi scompigliandomeli.
- Buona notte, Zelo.
Ricambio il saluto e lo guardo allontanarsi per poi entrare in casa e correre a distendermi sul letto, andando a toccare quel punto della testa entrato in contatto con l'arto di quel magnifico ragazzo pochi minuti fa. Il mio volto torna allegro a quel pensiero, a quel momento stupendo, ma presto quel sentimento si spegne ricordando quel nome.
 
Zelo?



Note:
1Eminem - Lose yourself


   

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Capitolo 5
*** No mercy ***


Rieccomiiiiii con il quinto capitolo solo per voi! Eh, sì, mi ci è voluto un po' più di tempo per scriverlo questa volta, non sapevo bene come importarlo D: poi ho avuto un enorme problema a scegliere come fare la parte finale LOL Beh, alla fine ce l'ho fatta, questo è l'importante ** Vedo che i lettori aumentano insieme a coloro che hanno inserito la FF nelle preferite/da ricordare/seguite e alle recensioni, sono davvero felice ** All'inizio eravate così poche, ora continuate ad aumentare...waaa! ** Bene, per il momento non penso di aver altro da dire se non, come sempre, che aspetto le vostre recensioni ** Ora vi lascio con il secondo capitolo dedicato alla HimUp:)
Buona lettura, RingDingDong <3
PS: domani e giovedì mancherò tutto il giorno perchè sono stata obbligata ad andare in montagna a lavorare (torturaaa D: speriamo che piova **) perciò non riuscirò a scrivere dato che starò via tutto il giorno e tornerò stanchissima. Mercoledì, però, forse sono a casa e mi impegnerò al massimo per continuare, ma non garantisco che riuscirò a postare il seguito velocemente come ho fatto fino ad ora. Sorry!! Ma mi impegnerò lo stesso per finire in fretta, cercando comunque di scrivere qualcosa di sensato LOL bene, ora sarà meglio che scrivo almeno il primo pezzo xD


 
Destiny

No Mercy
 
POV Himchan
Quando finalmente io e gli altri ragazzi iniziamo a divertirci, squilla il cellulare di Jongup e, appena mette giù, mi rattrista dicendoci che se ne deve andare. Avevo chiesto a Bang di organizzare questa marina solo per poter passare del tempo insieme a quel piccolo e dolce angelo, anche se non abbiamo parlato molto Proprio ora deve tornare a casa? Lo sguardo di Yongguk, però, mi suggerisce di fare qualcosa e, di certo, non posso dirgli "No, ti prego, resta! Non posso aspettare fino a domani per rivederti!". E così mi viene in mente la brillante idea di accompagnarlo, potendo finalmente stare da soli.
 
Chiacchieriamo durante il tragitto, del più e del meno, di questa giornata, delle nostre passioni svelate solo oggi, del nostro futuro. Continuiamo a camminare fino ad arrivare di fronte ad un edificio, presubilmente casa sua. E' molto grande, deve starci dentro più che bene.
- Abiti qui?
- Oh, no. Qui abita il mio ragazzo.
 
R-Ragazzo?
 
Un colpo al cuore. Fa male, non è più lo stesso. Non batte più come prima, non batte proprio. Mi sembra di sentirlo crollare in mezzo alle mie viscere, in frantumi. Faccio fatica a respirare, a stare in piedi. Vorrei lasciarmi cadere a terra, magari proprio in mezzo alla strada, ed aspettare la prima macchina. Vorrei prendere la prima corda e appendermi al lampadario che ho a casa in centro al salotto. Vorrei andare su un qualche ponte e buttarmi nel fiume. Vorrei versarmi addosso della benzina e poi darmi fuoco. Vorrei prendere un pugnale e conficcarmelo in gola. In questo momento vorrei solo morire. Pensavo di avere almeno una possibilità, invece Jongup, il ragazzo per cui fatico a dormire la notte, per cui non seguo le lezioni, per cui bevo quel caffè schifoso (ma, a suo modo, buono) tutti i giorni. Pensavo di potercela fare, perchè lui è semplicemente la mia vita.
- Tu...sei fidanzato?
- Sì, da quasi tre anni. 
Tre anni. La faccenda si fa ancora più complicata. Se fossero stati solo qualche mese avrei potuto sperare che si lasciassero o che avrei potuto dividerli, ma tre anni sono davvero tanti. Se sono stati insieme per così tanto tempo vuol dire che la loro è una relazione seria. Non posso interferire, non posso dividerli, non posso farli soffrire. Il mio è solo un amore non corrisposto, il mio dovere, ormai, è quello di restare qui a guardare. Guardare mentre ride insieme al fidanzato, mentre mangiano insieme, mentre dormono insieme, mentre fanno l'amore, mentre si trasmettono le loro emozioni a vicenda. 
In quel momento la porta di entrata si apre e ne esce un ragazzo abbastanza alto, magro e dal fisico perfetto e con le labbra (troppo) carnose. E' lui, è lui il fortunato a possedere il cuore di Jongup. Saluto il minore per poi guardarlo avvicinarsi al fidanzato e schioccargli un bacio sulle labbra, nascondendosi poi all'interno di quelle mura. Cos'ho fatto per meritarmi questo? Perchè non è me che vuole?
 
POV Jongup
Entro in casa seguito dal mio ragazzo, Gikwang, e mi accomodo sul divano come faccio sempre aspettando solo che si sieda accanto a me e appoggi la sua testa sulle mie gambe, come fa spesso in questi giorni. Chiude gli occhi e non pronuncia altra parola. E' ormai da un po' che non c'è più alcun dialogo tra noi, ci limitiamo a salutarci e, se provo a dilungarmi smette di ascoltarmi e se ne va lasciandomi solo. Non litighiamo nemmeno. Ultimamente è così freddo, così distante. Non è più come alcuni mesi fa che ci scambiavamo amore ogni secondo che eravamo insieme. Non sembriamo più la coppia perfetta di un tempo, siamo diventati come estranei.
Ma ciò che mi preoccupa maggiormente, in questo momento, è Himchan. Ha reagito in un modo strano quando gli ho detto che sono fidanzato, non era più lui. Per non so quale motivo è cambiato anche lui, l'ho sentito allontanarsi da me. Non voglio perderlo, non voglio che il rapporto che abbiamo io e Gikwang in questo periodo diventi lo stesso con Kim. Non sopporterei un'altra perdita.
 
POV Himchan
Ho passato l'intera notte a piangere, come uno stupido ragazzino. Ho ancora tutti gli occhi rossi e gonfi, mi bruciano. Veramente mi sono infatuato di un ragazzino? E che ragazzino! Non m'importa dell'età, per me è diventato tutta la mia vita. Il suo sorriso, i suoi occhi, la sua timidezza, la sua sbadataggine. Tutto, amo tutto di lui. Sia le cose positive che quelle negative, le più banali e le più importanti. Non so come ha fatto, ma è riuscito a rubarmi il cuore. Un cuore che ora è completamente in frantumi. Vederlo con quel tipo mi ha distrutto in ogni senso, ho pensato seriamente di voler morire. Volevo anche, però, andare lì e riempirlo di botte fino a farlo svenire e andare in ospedale. Perchè vengo a sapere di lui solo ora? Non lo merità, no, assolutamente no. Io vado tutte le sere al Coffee Shop per vedere Jongup e fargli compagnia, anche quando ho pochi soldi. Lui non l'ho mai visto. Lo aspetto tutte le mattina fuori da scuola, a volte facciamo pure un piccolo tratto di strada insieme. Lui non l'ho mai visto arrivare insieme ad Up. Io mi preoccupo ogni minuto di ogni singolo giorno di scrivergli o chiamarlo per informarmi sulla sua salute. Quando mai, oltre a ieri, ho visto il suo cellulare illuminarsi e un sorriso formarsi sul suo volto per il nome scritto al centro dello schermo? Mai. Lui non c'è mai mentre io sono sempre al fianco di quel piccolo e giovane cameriere. Chi, più di me, può meritare un ragazzo così? Perchè il MIO amore deve custodirlo quel tizio? No, ora sono stufo, non posso lasciarlo nelle sue mani!
 
Lui è solo MIO!
 
Anche Bang, non appena gli ho detto di Jongup e il suo fidanzato, è rimasto senza fiato. Nemmeno lui se lo aspettava. Ha sbagliato, come me, credendo nelle mie capacità. 
- Tre anni sono tanti. Escluderei l'ipotesi di metterti in mezzo facendoli separare. Il loro dev'essere un legame molto forte, non mi sembra giusto romperlo. Mi dispiace, Himchan, ma questa volta devi lasciar perdere.
- Te l'ho già detto, non voglio. Per me lui è importante, non posso lasciarlo perdere!
- Questa volta non si tratta solo di te, ma anche di lui e del suo fidanzato. 
- Fidanzato? Non ti sembra strano che, nonostante stiano insieme da tre anni, solo ora lo veniamo a sapere? Quando mai hai sentito parlare di lui? Quando mai lo hai visto con lui? In questo caso fidanzato è una parola grossa. 
- Hai calcolato che magari ha un lavoro anche lui? Hai mai pensato che potrebbe non avere tutto il tempo del mondo che abbiamo noi? Non puoi ottenere sempre tutto quello che vuoi, ogni cosa ha dei limiti e, questa volta, devi rinunciare ai tuoi desideri.
- Non sei tu quello che dice sempre di non rinunciare mai ai propri sogni? 
- E' diverso, qui si tratta di spezzare un'amore.
- Non c'è nessun amore, Bang! Quei due non si amano veramente e, proprio per questo, non ho intenzione di rinunciare a Jongup! Sono pronto a fare qualunque cosa pur di ottenere il suo cuore!
Irritato dalle sue false parole mi alzo lasciando i soldi del caffè sul tavolo e rientro all'interno delle mura scolastiche tornando nella mia classe e sedendomi al mio posto, aspettando da solo l'inizio delle lezioni pomeridiane. Forse, in realtà, ha ragione lui, ma sono troppo orgoglioso per credergli. Perchè, proprio lui che mi ha sempre incitato a inseguire i miei sogni, ora mi dice di lasciar perdere? Perchè mi supplica di rinunciare quando lui, per primo, mi ha sempre detto di non arrendermi mai per nessuna ragione al mondo? Perchè il mio migliore amico, invece di aiutarmi e supportarmi, mi da contro? Ho sempre ottenuto tutto ciò che volevo, perchè non dovrei farcela anche questa volta? 
 
E' ormai buio, le uniche luci sono quelle dei lampioni e quella della luna. Oggi ho preferito non andare al Coffee Shop, non avevo voglia di vedere Jongup. O meglio, non ne avevo la forza. Non sono ancora pronto ad osservarlo, mi tornerebbe subito alla mente l'immagine di quel bacio. Dunque mi sono ritrovato a camminare per le strade di Seoul senza metà, vagabondando a caso. 
Senza nemmeno accorgermene, sono capitato proprio di fronte all'abitazione del ragazzo di Moon. Nella mia testa girano pensieri come quello di entrare, riempirlo di botte e urlargli di lasciare stare quel cameriere che amo tanto, ma quale scusa uso? Non posso dirgli che è mio dato che stanno insieme, non posso dirgli che sono geloso di una persona che non mi appartiene completamente, non posso dirgli che, in realtà, lui vuole me se non ne sono certo e se siamo solo amici. La mia sarebbe solo una pazzia.
 
Farei pazzie per te.
 
Mi volto intendo a tornare indietro prima che entri in quella casa sul serio, ma una luce di una stanza sul lato dell'abitazione mi incuriosisce bloccandomi. La finestra è aperta, riesco a sentire delle voci anche se non capisco bene le loro parole. Nessuna delle due è quella di Jongup, questo è certo. Ad un certo punto posso vedere un ragazzo sulla finestra, dunque corro dietro all'edificio che c'è lì vicino continuando a spiare di nascosto. Dato che è al primo piano e, perciò, non è molto alto, scavalca quell'apertura e salta nel giardino sottostante, svelando poi l'identità della seconda voce che si mostra lanciando qualcosa all'altro che, subito dopo aver raccolto quell'oggetto, si avvicina a lui. Velocemente tiro fuori il mio cellulare, senza uno scopo a me chiaro, e, accendendo la fotocamera, scatto una foto solo nel momento in cui le labbra dei due si uniscono. Lo sapevo, ero sicuro che il loro non era amore. Sono solo io a meritare quello stupendo ragazzo timido e goffo. Mi affretto a mettere via il telefonino e ad allontanarmi tornando verso casa. Un ghigno si forma sul mio volto, ho trovato il modo per far lasciare quei due ragazzi e impossessarmi del mio amore. Ormai la guerra è aperta e, mi dispiace, ma nessun guerriero deve mai aver pietà per l'avversario se non vuole essere sconfitto.
 
Insieme a Bang e Junhong aspetto seduto su una panchina che il traditore esca dalla sua abitazione. Con la scusa che ormai le giornate sono fin troppo fredde posso indossare una felpa col cappuccio alzato e coprirmi bene la faccia con la sciarpa. Per una volta sono felice che l'inverno si avvicini. Il nostro piano, anzi, il mio piano, funzionerà alla grande, ne sono sicuro!
 
Flashback
Sono entrambi senza fiato. Quel bacio li ha letteralmente shockati. Junhong, irritato, inizia pure a lanciare offese verso quel ragazzo a tutto andare, lasciando me e Bang fin troppo perplessi. Ecco com'è un ragazzino dolce e carino quando è arrabbiato! Ma non è solo per questo che ho voluto incontrarli tanto urgentemente.
- Sentite, voglio che Jongup sappia la verità. E' suo diritto saperlo, ma questa foto non mi basta. Mi serve il vostro aiuto.
- Che hai in mente?
- Domani, visto che non abbiamo scuola, lo aspetteremo fuori da casa sua e poi lo seguiremo cogliendolo mentre è con quel ragazzo.
- E se non si incontrano?
- In quel caso ci proveremo un altro giorno.
Fine flashback
 
- Non potevi farlo da solo?
- No, mi ha visto. Mi riconoscerebbe subito.
- Ma se non ti si vede nemmeno la faccia! Perchè proprio noi?
- Tu e Junhong eravate le uniche persone a cui potevo rivolgermi.
Yongguk sospira scivolando ancora più in basso sulla panchina. Lo so che è una noia, siamo qui da almeno un'ora, ma dobbiamo assolutamente dire la verità a Jongup. Potrebbe essere doloroso per lui, ma è l'unico modo che ho per riavere la possibilità di ottenere il suo cuore. Con me affianco sarà in grado di dimenticare quello stronzo.
- Sei sicuro che sia una buona idea?
- Sì, non ti preoccupare.
- Io la penso come Yongguk-hyung. Non dovremmo farlo, non è giusto.
- Junhong, ti ricordo che anche tu hai bestemmiato contro tutti i santi quando ti ho mostrato quella foto. Non è giusto tenerlo nascosto.
- E se ci scopre? Che scusa ci inventiamo?
- Voi fate come vi ho detto e non ci scoprirà. Oh, eccolo! Sta uscendo!
Velocemente ci alziamo raccattando le nostre cose e dando inizio al nostro piano. Seguiamo ogni suo passo mantenendo una certa distanza. Non gira a caso, sembra avere una determinata meta. Inoltre cerca di passare per tutte quelle vie più affollate, quasi volesse nascondersi tra la gente, ma io e gli altri riusciamo a stargli dietro, forse anche per l'altezza di Junhong che riesce a non togliergli gli occhi di dosso nemmeno per un istante. Seriamente, come fa quel ragazzino tanto giovane ad essere così tanto più alto di me? Scaccio alla svelta quei pensieri riportando alla mente quelli veramente importanti. Continuiamo a seguirlo per qualche minuto fin quando arriva quel momento che stavamo aspettando: l'incontro tra quello stronzo e il suo amante. Sapevo che sarebbe successo! Al mio segnale Yongguk si affretta a tirare fuori la fotocamera, a mettersi in posa e a farsi una foto cercando di riprende anche gli altri due. Poi, quando questi iniziano a muoversi, riprendiamo il pedinaggio fino ad arrivare in un parco dove si siedono sull'orlo della grande fontana posizionata al centro. 
- Forza, mettetevi qua che vi faccio una foto.
Io e Junhong ci posizioniamo nel punto indicato restando vicini e sorridendo, aspettando che Bang trovi il momento adatto per fotografare cercando di fingere di riprendere noi (anche se, in realtà, nel caso comparissero le nostre facce taglieremo quella parte), per poi scambiarci i ruoli e osservare la sua foto in cui li riprende con le mani intrecciate. Lo imito portando la fotocamera di fronte al viso e li inquadro, riprendendo un altro momento fatale in cui il più basso, ovvero l'amante, tiene tra le mani una collana che, da questa distanza, sembrerebbe avere attaccato un ciondolo a forma di cuore spezzato. Alla fine consegno la macchina fotografica al maknae e mi avvicino a Bang, udendo le loro parole.
- Seobie! E' bellissima!
Abbasso la mia sciarpa e attendo di vedere quella piccola luce rossa che indica un'altra prova di quel tradimento incorporata in quella specie di scatola e un altro ghigno si forma sulla mia faccia. Ormai l'ho fregato, ho tutto ciò che mi serve. L'avevo detto che non avrei avuto pietà! Corro a vedere la foto fingendo di vantarmi di come sono venuto bene, ma la verità è che sto esaltando per essere riuscito a incastrarlo proprio mentre appoggiava le sue labbra su quelle dell'altro, e non di certo per un bacio amichevole. Ormai soddisfatto prendo i miei amici e ci allontaniamo, godendoci il resto della giornata, aspettando solo il momento in cui sentirò quelle parole da Jongup: "Ci siamo lasciati". Mi spiace caro, ma la vittoria è stata mia fin dall'inizio! 
 
POV Jongup
Dall'ultima volta che l'ho visto, Gikwang non si è più fatto sentire, non ha risposto a nessuna chiamata. Continuo a chiedermi che diamine gli stia passando per la testa in questo periodo, inizio a non sopportare più questa situazione. Sto soffrendo troppo. 
Prendo le ultime ordinazioni, le consegno cercando di fare meno disastri possibili, mi faccio pagare e vado nel camerino a cambiarmi per poi indossare la mia giacca ed uscire dal locale, ma una mia collega mi chiama prima che potessi allontanarmi troppo da non sentirla, facendomi tornare indietro.
- Scusa, me ne ero quasi dimenticata. Prima è passato un cliente e mi ha detto di darti questa.
Nelle sue mani c'è una busta che, dopo averla studiata, realizzo essere anonima.
- Non ti ha detto come si chiama?
- No, mi dispiace. Non potrei nemmeno descrivertelo, i vestiti lo coprivano praticamente dalla testa ai piedi.
Faccio una piccola smorfia deluso, sono così curioso di sapere chi è quella persona che mi manda lettere anonime. Rassegnato mi inchino per poi tornare sulla mia strada, continuando ad osservare quel pezzo di carta. Tastandola non sembrano esserci dentro molte cose, forse è una qualche mancia, ma non capisco perchè non me l'abbia data di persona. E poi chi potrebbe dare dei soldi ad un cameriere impacciato come me? Non resistendo più alla tentazione di conoscerne il contenuto, la apro tirandone fuori cinque piccoli fogli, tutti con scritto una data e un'ora sopra tranne uno. Le mie gambe si fermano, le mie mani tremano, i miei occhi sono completamente spalancati. Quelle immagine così orrende risalgono a...questa mattina? Se fossero state di qualche anno fa avrei potuto benissimo buttarle vie dato che non mi servirebbero, ma in questo caso no. Questa mattina, mentre io ero a casa tutto tranquillo a esercitarmi nel ballo come faccio sempre nel mio tempo libero, sperando di essere interrotto da una sua chiamata, lui era in giro per le strade di Seoul a baciarsi un altro? Perchè mi ha fatto questo? E perchè quel cliente ha voluto farmelo sapere? Chi è?
 
Bastardo!
 
Corro, corro il più veloce possibile stringendo quelle dannate foto. Corro verso casa sua, non provando nemmeno a prepararmi un qualche inutile discorso, tanto, in questo momento, non mi verrebbe in mente niente. In questa situazione sono completamente incapace di pensare. Quando arrivo finalmente davanti alla sua abitazione suono il campanello, non perdendo tempo a riprendere fiato. Sono pronto, ho finalmente deciso di non soffrire mai più perchè lui non mi da attenzioni, perchè non mi parla, non mi cerca, non si fa sentire, non mi da amore. Sono stufo ed ora ho anche un motivo per dire "basta" a questo periodo di merda!
Dopo un po' che aspetto e dopo più volte che ho premuto quel piccolo bottone, vedo finalmente la porta aprirsi mostrando un Gikwang a petto nudo più che confuso, con indosso quella collana a cuore ripresa in una delle immagini.
- A-amore, non ti asp...
Non lo lascio continuare e lo supero scansandolo, andando a cercare in ogni angolo lo stronzo con cui mi tradisce da chissà quanto tempo. In camera, in cucina, in soggiorno, ma non lo trovo. Sono certo che sia qui, so che è in questa dannata casa! 
- Dov'è?
- Amore, di che stai parlando?
- Lo sai benissimo di che cazzo sto parlando! Dimmi dov'è!
- Amore, è finita la carta...igienica.
Nell'udire quella voce sconosciuta mi volto trovando quel ragazzo in piedi ad osservarmi con occhi sgranati. Li ho scoperti, li ho beccati in pieno. Ora le mie certezze non si sono altro che intensificate, creando ancora più rabbia e dolore dentro di me.
- Dunque è così? Quando non ci sono ti scopi questo tizio?
- No, non è come pensi.
- Non è come penso? Non è come penso?! Come lo spieghi lui? Come cazzo la spieghi questa foto?
Frugo nelle tasche e ne estraggo quell'immagine di loro due mentre si baciano su quella fontana, non di certo da amici. E' un bacio più che passionale, pure un bambino lo capirebbe e la sua espressione non è altro che un'altra conferma. Si vede lontano un miglio che è terrorizzato dall'idea di non trovare in tempo una scusa adeguata, anche perchè non ne esistono. I fatti dicono tutto, non c'è bisogno di altre parole. 
- Addio, Lee Gikwang.
Esco velocemente da quell'orrendo posto che mi porta alla mente solo ricordi ormai disgustosi avviandomi a passo svelto verso una meta non ben precisa. Le lacrime iniziano a solcare incessanti il mio viso, il cuore mi sta andando in mille pezzi, mi fa male. Sono distrutto, non so come faccio a stare ancora in piedi. Senza nemmeno accorgermene ho preso il cellulare ed ho composto un numero, aspettando solo si sentire la sua voce al mio orecchio.
- Pronto?
- Himchan-hyung...scusa per l'ora, ti ho svegliato?
- Non ti preoccupare, sono ancora in giro.
- Senti...volevo chiederti se...se posso dormire da te questa notte.
- Ma certo! Ti aspetto al Coffee Shop?
Acconsento chiudendo poi la chiamata e correndo verso quel bar, il nostro bar.
 
...nostro?
 
Entro in casa, lascio le scarpe all'entrata e la giacca sull'appendino, seguo il maggiore fino alla sua stanza, indosso il pigiama che mi ha prestato per questa notte e mi sdraio nel letto sotto le coperte calde. Lui resta lì ad osservarmi, un po' perplesso nel vedermi in certe condizioni. E' abituato a osservarmi sorridere, diventare completamente rosso dall'imbarazzo e a combinare pasticci. Non avevo mai pianto di fronte a lui, non fino ad ora. Riesco a leggergli negli occhi che non vuole nemmeno più assistere ad una scena simile, non se la vittima sono io. Penso che, in qualche modo, si sia legato a me ed io a lui. E' ormai diventato molto importante, altrimenti perchè, dopo aver lasciato Gikwang, la prima cosa che mi è venuta in mente di fare è stata quella di chiamare lui? Mi sembra ovvio. Tra noi c'è un legame, un legame molto forte.
 
...noi?
 
La sua mano, che fino a pochi secondi fa stava passando tra i miei capelli, mi abbandona venendo sostituita dalle sue labbra, ma, quando si alza per andarsene, d'istinto mi viene da prendere il suo polso e di fermarlo. Non voglio rimanere da solo.
- Dormi con me stanotte?
Sul suo volto si forma subito un sorriso, non ci ha riflettutto nemmeno per un secondo. In poco tempo si cambia e si infila anche lui sotto le coperte sdraiandosi su un lato rivolto verso di me e avvicinandomi a lui per stringermi forte al suo petto. Posso percepire amore, un'amore che non ho mai ricevuto. Finalmente mi sento bene, sono rilassato tra le sue braccia, ma so benissimo che il ricordo di Gikwang non svanirà in una notte, domani tornerà e mi farà soffrire ancora. 
Dopo un po' riesco a sentire il suo cuore forte e appoggio meglio il mio orecchio per potermi addormentare con quella dolce melodia. Non penso possa esistere modo migliore. Questa è la posizione migliore in cui abbia mai dormito e penso che solo con lui poteva succedere. Era semplicemente destino.
 
Buona notte, Himchan-hyung.



  

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Capitolo 6
*** Going Crazy ***


Genteee!!! Sono finalmente libera (anche se distrutta LOL) e posso tornare a scrivere regolarmente u.u (o così si spera!) Bene, eccomi con un'altro capitolo solo per voi, scusatemi se avete atteso troppo >.< il motivo lo sapete già xD Ok, essendo che sono ancora tanto stanca, vi lascio subito alla lettura. Aspetto ogni vostro parere/consiglio **
Buona lettura, RingDingDong <3


 
Destiny

Going Crazy
 
POV Youngjae
Un dolce suono interrompe i miei sogni, ma non è più quello tanto rumoroso e fastidioso della solita sveglia del cellulare. L'ho cambiata, ho messo la registrazione di quella magnifica e incantevole voce. Ora mi sveglio sempre con il sorriso, pronto ad una nuova giornata, soprattutto quando posso stare nelle vicinanze di Daehyun. 
Mi alzo, apro la finestra e respiro l'aria fresca della mattina. Dopo essermi trasferito a Seoul ho scoperto che le mie fortune non si limitavano ad avere quello schianto in classe, ad esserci seduto di fronte e ad averlo come vicino di casa, ma anche il fatto che dalla mia stanza posso vedere la sua. Come faccio sempre appena sveglio guardo attraverso quel vetro e lo trovo su quel letto mentre dorme ancora. Le coperte sono tirate su per bene, gli coprono parte del viso che, in quel momento, sembra così angelico. Potrei paragonarlo ad un bambino. Lo osservo per qualche minuto, quasi fantasticando di essere lì, accanto a lui, tra le sue braccia, finchè un suo movimento improssivo non mi fa riprendere. Noto che si sta svegliando dunque, prima che mi veda mentre lo spio, mi sposto e scendo a far colazione per poi lavarmi, vestirmi, pettinarmi e uscire di casa diretto a scuola.
Continuo a camminare fino al cancello superandolo e mi siedo su una panchina lì vicino aspettando solo di vedere la sua "entrata in scena". Lo immagino già che arriva in tutto il suo splendore circondato da una luce abbagliante e, quando finalmente giunge anche lui, niente di tutto ciò si avvera. Entra tranquillamente con la faccia assonnata e sbadigliando, di certo non quello che mi aspettavo. Speravo in qualcosa di più elencante, un sorriso a 32 denti, raggiante e pieno di energie, ma, guardandomi intorno, mi sa proprio che sono l'unico felice di venire a scuola. 
Ad un tratto mi accorgo che Daehyun ha spostato lo sguardo perplesso su di me e, poco dopo, si rasserena alzando di poco gli occhi e camminando a passo svelto nella mia direzione. Non è, però, come sembra. Si avvina velocemente, il mio viso si rallegra alla sola idea che sta per sedersi accanto a me, ma mi passa semplicemente accanto senza nemmeno salutarmi. Solo quando mi volto realizzo che era solo felice di rivedere i suoi amici. Lo osservo ridere, parlare, fare qualche espressione strana, divertirsi. E' sempre più bello, non so come sia possibile. 
 
Vorrei poterti vedere sempre così allegro.
 
Prendo il cellulare dalla tasca e, una volta accertato che nessuno mi stia osservando, scatto veloce una foto per poi osservarla attentamente. E' venuto veramente bene. Torno a guardarlo intento a trovare un altro momento da immortalare, ma quando rialzo la testa noto che i suoi occhi sono puntati su di me. Inizio ad avere una sensazione di panico, di paura. Magari mi ha visto, si è accorto che l'ho fotografato. Se così fosse, cosa potrei inventarmi? "Stavo fotografando il paesaggio e casualmente sei entrato nella visuale", e se poi mi chiede di vedere la foto? Pure un bambino capirebbe che l'obbiettivo era lui. No, non posso permettermi che ciò avvenga, mi ucciderebbe all'istante. Prima che possa fare una qualunque mossa, mi alzo e mi dirigo all'entrata, mi volto un'ultima volta trovandolo di nuovo a ridere con i suoi amici e poi ricomincio a camminare verso la mia classe, in attesa dell'inizio delle lezioni. 
 
Appena suona la campanella escono tutti a farsi un breve giro nei corridoi. Io, come sempre, rimango in classe e prendo un libro, che sia di narrativa o di una qualche materia scolastica non ha importanza, mi basta leggere qualcosa in questi pochi minuti liberi. Sfoglio le pagine velocemente e, dopo circa dieci minuti, termino quella sotto la mia attuale attenzione concludendo, per il momento, la mia lettura. 
Mi volto intento ad osservare le cose lasciate sul suo banco in questi ultimi pochi secondi di tempo libero, ma, questa volta, non c'è solo una penna e un quaderno su quel piccolo tavolino: anche lui è disteso sopra ad esso, con un braccio penzolante di lato a fargli da cuscino mentre i suoi occhi rimangono chiusi e il suo petto si gonfia e si sgonfia lentamente, completamente rilassato. Sorrido. Prima che l'intervallo finisca corro a chiudere la porta dell'aula, poi torno affianco a lui inginocchiandomi e immortalando il momento prendendo il suo viso da davanti, mi alzo e scatto un'altra foto da sopra e, infine, torno seduto riprendendolo da quella posizione. Riguardo le immagini riacquistando un'espressione felice in volto. Anche questa volta è venuto così bene. Spengo velocemente il cellulare per poi tornare a guardarlo. Le labbra socchiuse che emanano un delicato respiro caldo, i suoi occhi chiusi che lo rendono tanto dolce, l'aspetto attuale del suo volto, quasi innocente. Amo vederlo in queste situazioni. La mia mano si muove da sola andando ad intrecciare le mie dita con i suoi capelli così morbidi. Oggi non li ha alzati col gel, non lo fa mai in questo ultimo periodo, probabilmente perchè è troppo stanco. Continuo a toccarli, impressionandomi sempre di più di come possa essere così piacevole il solo contatto con loro, ma presto il suono della campanella mi obbliga a interrompere quel momento e a rivoltarmi verso la cattedra, dietro alla quale, poco dopo, si accomoda l'insegnante di matematica. 
Una volta che tutti i miei compagni di classe si sono seduti ognuno al suo posto, il professore inizia l'appello ricordandomi il mio primo giorno di scuola quando Daehyun è stato buttato fuori dalla classe perchè dormiva. Quando pronuncia il nome precedente al suo nell'elenco, mi giro e lo scuoto per le spalle finchè non apre gli occhi e, per un pelo, risponde al suo richiamo per poi tornare a riposarsi senza nemmeno ringraziarmi.
 
Quando viene finalmente annunciato l'inizio dell'intervallo tutti si alzano e si dirigono in mensa. Io prendo il mio pranzo al sacco e seguo Daehyun che, quasi tutti i giorni, si va a nascondere per cantare invece di andare a mangiare con i suoi amici. Infatti, pure oggi si dirige dietro la scuola tirando fuori un panino dallo zaino e mangiandolo, per poi prendere il suo solito Ipod e mettere su una canzone dando il via a quella dolce melodia. Nonostante io sia l'unico a sapere del suo segreto, non vuole che mi avvicini a lui ad ascoltarlo, preferisce stare solo in momenti come questo. Dunque mi siedo dietro a delle piante e, dopo averlo fotografato ancora, riempio anch'io il mio stomaco, non distraendomi mai dalla sua voce. Ogni nota è perfetta, non ne sbaglia nemmeno una. Il testo lo sa praticamente a memoria. Questo è il momento più bello della giornata, quando posso sentirlo cantare che, da quello quello che ho capito, è la cosa che ama più fare al mondo. Spesso e volentieri si siede sulla finestra di casa e mi permette di ascoltare quella meraviglia, cosa che non rifiuto mai. Faccio lo stesso anche se ho cose più importanti e urgenti da fare, io mi affaccio a quell'apertura e godo di quel dolce suono rilassandomi finchè non finisce, solo in quel momento torno ai miei doveri.
Dimenticando tali pensieri, prendo ancora una volta il mio cellulare e comincio a scattare foto. Ho ormai perso il conto di quante sue fotografie gli abbia fatto, è un miracolo che il mio telefonino non mi abbia ancora detto che ha la memoria piena! Continuo ad ascoltare quell'incantevole melodia, continuo a premere lo stesso bottone immortalando ogni secondo, fino a quando non riapre gli occhi e li sposta proprio nella mia direzione. Preso dal panico di essere stato visto, mi abbasso velocemente nascondendomi meglio e aspettando qualche minuto. Non riesco più a sentire la sua voce, ha smesso di cantare. Il terrore che, questa volta, mi abbia scoperto per davvero cresce sempre di più e i passi sempre più vicini che giungono alle mie orecchie non fanno altro che incrementare la mia paura. Tremo, sudo freddo, le lacrime sono ormai pronte ad uscire, ma, grazie alla mia immensa e insolita fortuna, non si ferma dove sono io. Continua per la sua strada senza nemmeno guardarmi, facendomi realizzare che, per l'ennesima volta, sono salvo. Finalmente posso rilassarmi e finire il mio pranzo, aspttando solo il suono della campanella per tornare in classe e concludere le ultime ore.
 
Alla fine, eccomi ancora qui a pedinarlo per l'ultimo tratto di strada. Gli sto sempre ad almeno dieci metri di distanza, non distogliendo mai lo sguardo da lui, fotografando lui con la sua solita camminata che non è assolutamente come quella di Junhyung o qualunque altro bullo. Cammina normalmente, come fanno tutte le persone. Anzi, c'è un piccolo errore nella frase precedente. Il suo è un passo molto delicato, pieno di fascino, rilassato ma, allo stesso tempo, teso. Ha un qualcosa di particolare, ma non so proprio dire cosa. 
Quando arriviamo di fronte alle nostre case mi si accende una lampadina, anche se non sono proprio molto sicuro della mia idea.
- Daehyun! - questo si gira guardandomi in modo confuso, aspettando il resto. - Che ne dici di fermarti a mangiare qualcosa da me?
- No, ho altro da fare.
La sua è una risposta secca, detta senza il minimo bisogno di pensarci, ma, nonostante ci sia rimasto di sasso, non ho intenzione di arrendermi. Se me ne resto tutto il tempo a guardare non otterrò mai niente, nemmeno un'inutile amicizia!
- Va bene, vorrà dire che i nostri compagni di classe, compreso Junhyung, saranno molto contenti di conoscere la tua grande passione per il canto.
- Fammi un tè caldo! - mi grida prima di superarmi ed entrare in casa mia, vuota, per accomodarsi dove preferisce.
- E da mangiare?
- Niente, non ho fame a quest'ora.
Accontento le sue richieste e metto su dell'acqua, per poi tornare in soggiorno e sedermi sul divano accanto a lui. Nessuno dei due parla, lui si è messo ben comodo tirando indietro la testa, appoggiandola sullo schienale e, con gli occhi già chiusi, riposa come ha fatto per il resto della giornata. Di conseguenza non posso resistere alla tentazione di rimanere qui ad osservarlo e ad ascoltare i suoi respiri. Penso ormai di conoscere il suo corpo a memoria, come la sua voce, i suoi hobby, la sua compagnia e tutto il resto. Lo guardo tutti i giorni, a tutte le ore, ogni minuto, ormai da qualche mese, ma questa volta sembra essere molto più piacevole. Forse perchè è a casa mia, forse perchè è in un posto dove posso guardarlo tranquillamente, senza avere il timore che entri qualcuno e mi scopra. 
Assorto in quella magnifica vista mi dimentico quasi dell'acqua e, appena mi torna in mente, corro a spegnere il gas e metto dentro la bustina di tè per poi portarlo in una tazza su un vassoio e appoggiarla sul tavolino che sta davanti al sofà.
- Ecco qui. E' già zucc...- un leggero peso sulla mia spalla destra interrompe la mia frase facendomi voltare e notare che Daehyun si è già addormentato e, incoscentemente, ha piegato la sua testa su di me. Lentamente lo faccio schivolare fin quando quasi tutta la parte superiore del suo corpo non è sulle mie gambe e mi siedo meglio, tenendogli un braccio intorno alla vita per evitare che cada. La mano libera la faccio passare tra i suoi morbidi capelli spostandogli dagli occhi, così posso vedere meglio il suo viso. Non so perchè, ma con questa espressione è ancora più bello, sembra quasi di vedere un piccolo e indifeso cucciolo che ha bisogno solo di un po' di affetto. 
Dopo essermi perso per un bel po' in quell'affascinante momento, mi accorgo che il tè si sta raffreddando, dunque scuoto Daehyun fino a svegliarlo.
- Se dormi ancora un po' il tè diventa freddo.
Lentamente i suoi occhi si aprono e mi guardano, ma questa non si alza di scatto spaventato. Anzi, con la dovuta calma (meglio dire stanchezza) si rimette seduto e beve il suo tè per poi riappoggiarsi alla mia spalla, cogliendomi di sorpresa. Questa volta non è addormentato, non è immerso nella musica, è sveglio e coscente delle proprie azioni. A tale pensiero il mio cuore inizia a battere più forte, ha voluto creare un contatto con me e non uno qualsiasi. Non si tratta di un braccio attorno al collo, una pacca sulla spalla o una mano sulla testa a scompigliarti i capelli, ma di qualcosa di abbastanza intimo da poter essere frainteso.
Mi appoggio a lui anch'io, non ricevendo nessuna reazione negativa. A quel punto, allora, sposto piano la mia mano, sfiorando la sua appoggiata sulla sua gamba e, infine, stringendola. Anche questa volta non reagisce male, resta immobile. Le mie dita si intrecciano alle sue e, solo dopo alcuni secondi, la presa si fa più forte. Ha acconsentito al mio gesto, ora ci troviamo veramente in una situazione fin troppo fraintendibile. Sono completamente sorpreso, faccio fatica a realizzare che questa è la realtà.
 
La tua pelle è così morbida.
 
Mi rilasso godendomi quel dolce momento tra noi due, ma dopo pochi minuti sento la mia spalla inumidirsi e alzo la testa per guardarlo in faccia. Alcune lacrime rigano brutalmente il suo magnifico viso, rovinandolo. 
 
POV Daehyun
Le nostre mani sono ben salde, si stringono l'una all'altra. Sono così vicino a lui che posso sentirne il profumo. Nonostante fuori la temperatura sia molto fredda, qui, accanto a lui, percepisco solo un dolce calore. Non ho la minima idea di che cosa si tratti, so solo che non voglio separarmene. L'amore nei miei confronti di questo ragazzo è così confortante, riesce ad accettarmi per come sono senza paragonare ogni mia azione a qualcosa che non gli piace. Con lui posso essere me stesso e non il solito Jung Daehyun che conoscono a scuola. Posso seguire le mie passioni, mostrargliele, posso tirar fuori il mio vero carattere, di certo non freddo e brusco, posso ascoltare la musica che mi piace, lui non la giudica a differenza di altri. Quando sono con lui posso sentirmi felice per davvero. Però, ultimamente mi sento sempre così a disagio. Più volte l'ho sorpreso a osservarmi e a seguirmi, perchè lo fa? Non ha ancora compreso che non possiamo essere amici? Se lo facessi Junhyung e gli altri miei amici capirebbero tutto e, per me, sarebbe la fine.
- Daehyun, che hai?
La sua voce mi fa tornare alla realtà e, così, realizzo che mi sono lasciato trasportare dalle emozioni e ho permesso alle mie lacrime di mostrarsi.
 
No! Cazzo, no!
 
Mi alzo velocemente rompendo il nostro contatto e mi porto alla svelta le mani in viso per asciugarlo, per poi dirigermi verso la porta, ma Youngjae mi precede mettendosi proprio davanti ad essa.
- Aspetta! Dimmi perchè piangevi, con me puoi parlare.
- Non sono affari tuoi. Lasciami andare.- provo a superarlo, ma mi blocca un'altra volta.
 
Ti prego, lasciami stare.
 
- Voglio una risposta!
- Cazzo, smettila! - la mia voce, incoscentemente, si è fatta più forte. Sto cercando di allontanarlo con il mio dolore o è proprio da questo che voglio tenerlo alla larga? - Noi due non potremmo mai essere amici, mettitelo in testa! Per me sei solo un ragazzino infantile, non ti voglio nella mia vita! - a quelle parole il suo volto si fa più buio e pieno di ferite, le mie che gli ho appena trasmesso. Non posso sopportare di vederlo in questo stato, così il mio tono si abbassa tornando a quello normale. - Ti prego, rinuncia a me.
Finalmente la strada si fa libera e io posso tornare a casa, ma perchè mi fa male il petto? Perchè sento di aver sbagliato qualcosa? Perchè vorrei tornare indietro e rimediare ad ogni singola parola? E perchè non lo faccio?
 
Scusa, Youngjae.
 
Questa mattina non sono molto in vena di vedere Youngjae che mi aspetta a scuola e mi segue con lo sguardo, dunque mi sono svegliato prima per poterlo precedere ed arrivare a quell'odioso cancello con qualche minuto in più di anticipo. Però, quel maledetto ricordo persiste ancora nella mia mente, ho la sensazione che sarei dovuto venire insieme a lui e scusarmi. Non sono ancora convinto delle parole che gli ho detto ieri sera.
Quando vedo Junhyung al centro del cortile sono obbligato a scacciare tali pensieri e mostrarmi per quello che mi conosce lui e il resto dell'istituto, un bullo. Corro verso di lui e, anche se non so chi sia, circondo il collo di quel ragazzo alto che mi da le spalle per poi salutare gli altri e tornare a guardare lo sconosciuto, ma dalla faccia molto familiare. 
- Hey, ti ho già visto forse?
- E' quel ragazzino gay che è venuto da me, l'anno scorso, a dirmi "Hyung, sono follemente innamorato di te!"
Osservo il mio migliore amico mentre mi ricorda quel giorno, disprezzando in un modo assurdo il tono in cui lo dice. E' vero, l'amore tra due ragazzi può essere strano, ma è pur sempre amore. Comunque non posso di certo dirglielo, non ho intenzione di rischiare di svelare il mio segreto, dunque sto al gioco come faccio sempre.
- Giusto, ora ricordo. - il volto del ragazzino si fa sempre più cupo, mi ricorda quello di Youngjae ieri sera.
 
Perdonami.
 
- Hey, perchè quella faccia così depressa? Vuoi un bacino?
Lentamente avvicino il mio viso a lui, che cerca invano di ritrarre per evitare un bacio con me, anche se avrebbe già dovuto capire che non sarebbe mai accaduto. Infatti, quando sono abbastanza vicino, tiro su la saliva e gliela sputo in pieno volto cominciando a ridere a crepapelle insieme agli altri. Una volta realizzato come abbiamo deciso di metterlo in ridicolo questa volta, la mia giovane vittima scappa via piangendo e procurando altra gioia a quei mostri con cui giro, ma il silenzio torna quando sento il mio viso venir colpito con forza.
 
POV Youngjae
Non riesco a credere a quello che i miei occhi stanno vedendo. Fino a ieri conoscevo un Daehyun pieno di dolcezza nel suo cuore, ed ora? Solo perchè è con i suoi "amici" si permette di maltrattare un povero ragazzino? Non posso sopportarlo, quello non è lui! Corro nella sua direzione e, ancora prima che si possa accorgere della mia presenza, gli do uno schiaffo in faccia con tutta la forza e la rabbia che ho in corpo, rompendo quelle fastidiose e rumorose risate. Mi guardano tutti perplessi e confusi, probabilmente non aspettandosi una reazione simile. 
- Mi fai schifo!
E' tutto ciò che dico prima di allontanarmi e seguire la sua vittima trovandola in bagno mentre si guarda allo specchio con gli occhi rossi e gonfi. Rimango a guardarlo senza dire niente, solo osservando il dolore che gli ha provocato Daehyun. Non sembra essere la prima volta che capita. 
Non appena si volta e si accorge della mia presenza, prendo un pezzo di carta per asciugargli il viso ancora bagnato.
- Mi dispiace per come ti ha trattato Daehyun.
- Ci sono abituato.
- Che vuoi dire?
- Non lo sai? Daehyun è uno dei peggiori bulli della scuola. O, perlomeno, lo è con me. Comunque ora devo andare, se non ti dispiace.
Mi supera e se ne va per la sua strada. Avevo ragione, non è la prima volta che Daehyun lo attacca, è praticamente un bullo che se la prende con la sua vittima per i motivi più banali esistenti in questo maledetto mondo. 
 
Non avendo la forza mentale di seguire le lezioni di oggi, mi sono nascosto dietro la scuola e ho tirato fuori alcune foto di Dae che ho stampato per poterle avere sempre con me. Le osservo attentamente, ricordando i momenti in cui le ho scattate, focalizzandomi su ogni suo lineamento, comportamento, ripensando a tutte le sue parole che ho udito fino a quelle di ieri sera. Lui non vuole che tra noi nasca un'amicizia, ma mi ha stretto la mano e si è appoggiato a me, ha dimostrato il contrario. O, forse, ha cercato di farmi capire che quella frase aveva un fondo di verità. Non vuole che siamo amici, forse vuole di più?
- Stupido ragazzino!
La sua voce mi distrae facendomi voltare e permettendomi di vederlo mentre si avvicina ad alta velocità. Non so cosa gli sia preso, ma la sua espressione non promette nulla di buono. Mi alzo in fretta nascondendo quei pezzi di carta dietro la schiena aspettando solo di sentire il motivo per cui anche lui non è andato a lezione.
- Che cazzo ti è saltato in mente di darmi uno schiaffo davanti ai miei amici?
- E tu spiegami perchè hai dovuto sputare in faccia a quel ragazzino!
- Quello che faccio sono solo cazzi miei! Resta fuori dalla mia vita! 
Uno spintone inaspettato ed io cado a terra perdendo tutte le mie foto. Quando mi rialzo realizzo che per me è la fine: una di esse è proprio in mano sua. Ora che cavolo mi invento? Non posso dirgli che le ho scattate solo perchè è un bel soggetto.
- Che cazzo sei? Uno stalker?
- Daehyun, posso spiegarti!
- Non c'è niente da spiegare, è tutto chiaro. Tu sei l'ennesimo gay di questa scuola e ti sei preso una cotta per me. - annuisco, ormai rassegnato. Come ha capito tutto? - Beh, lascia che ti dica una cosa: questo non è amore, è solo una tua cazzo di ossessione. Ora fammi il favore di sparire. - detto ciò mette la foto nella tasca della giacca e fa per andarsene, ma faccio in tempo a fermarlo prendendolo per il braccio.
- Daehyun, aspetta! Ti prego, non dirlo in giro! Se si sa che sono gay verrò deriso di nuovo da tutta la scuola, non posso sopportarlo un'altra volta!
Nell'udire le mie parole si volta mostrando, ancora una volta, due occhi lucidi pronti a piangere. Non risponde, si limita a sorridere per poi voltarsi permettendomi prima di vedere una lacrima rigare quel volto perfetto.
 
Ancora lacrime. Perchè?



  

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Capitolo 7
*** Burn It Up ***


Eccomiiiii ancora una volta! Comincio col dire che il capitolo non doveva finire come leggerete in seguito, ma il pezzo che manca lo metterò nel prossimo capitolo dedicato alla BangLo (questo stava venendo troppo lungo e, visto che il prossimo, molto probabilmente, mi sarebbe venuto corto ne ho approfittato u.u). Bene, sono felice che così tante persone mi seguano, spero che continuerete e spero anche di vedere altre recensioni ** (cavolo, già un totale di 20 ** per me è un sogno!) Ora vi abbandono che vado a dormire, fatemi sapere tutti i vostri pareri **
Buona lettura, RingDingDong <3
PS:la prima parte fa un po' pietà, vi chiedo scusa in anticipo >.<

 
ATTENZIONE!!!
Secondo quello che dice il capo (mamma), l'8 agosto ci trasferiremo, dunque, ammeno che non riesca a rimediare una chiavetta temporanea, sarò senza Internet per un tempo indeterminato e non potrò postare D: continuerò comunque a scrivere per quando tornerò, mi pare ovvio u.u voi aspettatemi ** se riesco posto almeno un altro capitolo prima di partire, se riesco anche due così arrivo anche al terzo capitolo dedicato alla DaeJae e non vi lascio sulle spine sul loro seguito per troppo tempo xD

 
Destiny

Burn It Up

POV Yongguk
All'improvviso tutto intorno a me cambia. Non sono più tra i noiosi banchi di scuola a udire la voce strillante della prof di matematica. Ora è tutta questa gente che mi sta intorno ad ascoltare me sopra a questo palco. Le loro grida mi incitano a rappare ancora più forte e con più stile, a dare il meglio di me. Mi sento libero, sono finalmente vivo. Posso respirare l'aria che ho sempre sognato, posso sentire quelle voci che mi danno la carica e mi riempiono di energia. Questo è quello che desidero, rappare.
Continuo a soddisfare le richieste di tutti questi fans mostrando loro il mio talento, finchè non tolgo il microfono da davanti alle mie labbra per poter lasciar uscire un'altra voce, questa più delicata. Mi volto e chi trovo? Junhong, anzi, Zelo che sa fin troppo bene come farsi amare più di me. Gli urli si fanno ancora più potenti, hanno un volume più alto di quello delle nostre casse. Mi sembra di sognare, non può essere vero. Non riesco a credere che tutte queste persone siano radunate qui solo per noi due. Questa sì che è vita!
D'un tratto, però, quel dolce suono si trasforma in un rumore troppo fastidioso per le mie orecchie che vengo costretto a tapparle. Tutti i nostri fans scappano via, il palco si riduce sempre di più, mi ritrovo di nuovo in quella dannata classe. Il mal di testa inizia a farsi sentire, non lo sopporto più. Voglio tornare a rappare, non voglio star qui a studiare!
 
Allungo il braccio verso il cellulare e lo prendo in mano stoppando quella maledetta sveglia. A volte vorrei proprio buttarlo giù dalla finestra aspettando di vedere mentre viene investito da una macchina. Per una volta che faccio un bel sogno potrebbe anche non svegliarmi! A proposito di questo, 'sta volta era proprio bello. Io e Zelo su un palco a rappare davanti a migliaia di persone, una cosa favolosa! E, ripensandoci, è proprio quello che vorrei. Io e lui insieme, sarebbe il massimo. All'improvviso una magnifica idea mi passa per la mente e non ci penso due volte a mandare quel messaggio al maknae.
"Hai tempo trenta minuti per farti trovare al Coffee Shop. Non voglio obbiezioni!"
 
Quel piccoletto è ritardo ormai da qualche minuto, che stia ancora dormendo? No, quel ragazzino si sveglia sempre presto. Allora perchè non è ancora arrivato? Provo a chiamarlo, ma non vuole saperne di rispondere. Gli ho inviato non so quanti sms, ma niente. Sembra quasi sparito nel nulla. 
Proprio quando faccio per alzarmi e andarlo a cercare, ecco che si fa vedere in lontananza con le cuffie nelle orecchie.
- Zelo! -  sventolo un braccio per farmi vedere prima che inizi a cercarmi per tutto il bar, ma non mi sente dunque alzo un po' la voce. - Zelo!! - ancora niente, è immerso nella musica. - ZELO!!! - finalmente si volta a guardarmi e a mettere via l'Ipod mentre corre nella mia direzione. - Quante volte devo chiamarti la prossima volta?
- Scusa, non ti avevo sentito hyung. Perchè mi hai chiamato così urgentemente?
- Formiamo un gruppo, solo io e te.
- Di che stai parlando?
- Voglio rappare insieme a te. Prova a immaginare noi due su un palco insieme alle grida delle fans. Non sarebbe grandioso?
- Ne abbiamo già parlato, sai già la mia idea.
- Zelo...
- "Non devi badare alle parole degli altri. Tu hai un grande talento, segui il tuo sogno senza preoccuparti del giudizio della gente", lo so già, ma per me non è così facile. 
- Dimostra loro quanto vali e posso assicurarti che non dovrai più preoccuparti delle loro prese in giro. Se ti sentissero rappare e ti vedessero ballare rimarrebbero senza fiato.
- Va bene, ma sai almeno quello che dobbiamo fare?
- Per prima cosa dobbiamo trovarci un nome. Non possiamo farci conoscere semplicemente come "Bang Yongguk" e "Choi Junhong". 
Entrambi spremiamo i nostri piccoli cervelli per pensare a qualcosa di intelligente mentre un cameriere passa a prendere le ordinazioni e a consegnarci le bevande. Non è facile come pensavo, gli altri gruppi tirano fuori nomi a tutto andare, anche se spesso non hanno molto senso. Ad un certo punto il piccoletto, accasciato sul tavolino, si mette ben dritto sulla sedia di scatto, facendomi intuire che gli si è accesa una lampadina in testa. Finalmente, era ora!
- Dragons!
Va bene, è ancora giovane, non posso aspettarmi chissà cosa da lui.
- No, è stupido e senza senso.
Torniamo ai nostri pensieri. Risolvere un problema di matematica sarebbe stato più semplice! Nel mio cervello frullano mille idee, ma nessuna di quelle può andare bene. Provo invano a pensare a qualche gruppo famoso per prendere un qualche spunto, mi torna in mente il giorno in cui sono andato in marina con Zelo ed ecco, qualcosa di geniale è arrivato!
- B.A.R! Starebbe per "Best Absolute Rap"! O "Rapper", come preferisci.
- Ha un che di...non so, offensivo. Ci sono tantissimi rapper migliori di noi, così sembra che pensiamo di essere i migliori.
Questa volta devo dargli ragione. Allora cosa possiamo inventarci? Mi sta venendo mal di testa a forza di ragionare in questo modo.
- Che ne dici, invece, di "Yongguk&Junhong"?
- No, l'idea è buona, ma è troppo lungo.
- Allora "Bang&Choi".
- Suona male. - ecco, quel piccoletto mi ha appena fatto venire una grandissima idea! I nomi sono perfetti perchè ci distingue da altri gruppi ed è un ottimo modo per far sì che la gente si ricordi di noi. Ci vuole solo una piccola modifica. - "Bang&Zelo" mi sembra perfetto!
- Hyung...perchè Zelo? Ho notato che ultimamente mi chiami quasi sempre così. Chi è questo Zelo?
Non riesco a trattenere una fragorosa risata udendo le sue parole, lasciandolo così confuso e preoccupato. Gli circondo il collo con il mio braccio e lo avvicino a me per spettinargli bene i capelli. E' proprio un ragazzino stupido!
- Sei tu Zelo! Chi altro vuoi che sia?
- Non ti seguo. Perchè questo nome?
- Mi è venuto in mente quel giorno in cui siamo andati in marina. "Zelo" deriva da "Zelos", il dio della rivalità nella mitologia greca. Dato che ti sei impegnato abbastanza da acquisire un talento maggiore del mio e di quello di Jongup, nonostante noi siamo più grandi di te, ho pensato che fosse perfetto. Ma tornando a noi, ora dobbiamo scrivere una canzone. Meglio se andiamo a casa mia, non mi sono portato dietro niente. 
Insieme ci alziamo e paghiamo, ovviamente offro io a quel piccoletto, e ci avviamo a casa dove, finalmente, possiamo intraprendere veramente la strada che ci porterà verso i nostri sogni.
 
POV Zelo
Non ci posso credere, sono davvero all'interno di quelle mura dove Yongguk-hyung vive? Questa è davvero casa sua? E' enorme, bellissima, così in ordine (a differenza della mia, soprattutto la mia camera), così profumata e arredata così bene. Però non c'è nessuno, dunque deduco che vive da solo, oppure i suoi sono semplicemente fuori. Magnifico, mi trovo qui, da solo con lui! L'emozione è troppo forte, penso di star dando i numeri. 
Gentilmente prende la mia giacca e la mette via, accompagnandomi poi in soggiorno dove mi fa accomodare su un divano mentre lui va a prendere qualcosa per scrivere, per poi tornare e sedersi accanto a me. Siamo così vicini, riesco a sfiorarlo col braccio e con la gamba destra. Con la coda dell'occhio lo vedo aprire il block notes e portarsi la penna alla bocca masticandola, come se questo potesse farlo concentrare meglio. Con quell'espressione tanto seria è ancora più bello, quasi sexy. Resterei ore intere ad osservarlo.
 
Perchè sei così dannatamente bello?
 
E pensare che, fino a qualche mese fa, lo temevo più della peste. Avevo sempre paura che, prima o poi, per mia grande sfortuna, si sarebbe messo a picchiarmi e a umiliarmi come facevano tutti gli altri bulli. Invece, però, alla fine si è rivelato essere un ragazzo tanto buono e gentile, non come mostra il suo aspetto da duro. Forse è questo quello che più mi affascina di lui, il suo lato interiore che solo io conosco alla perfezione. Nonostante Himchan-hyung sia il suo migliore amico, non credo che sappia tutte queste cose di lui. Ho la sensazione che abbia voluto mostrarle solo a me, per un qualche motivo sconosciuto. 
 
Condividerò il tuo segreto.
 
Dopo alcuni minuti stringe la penna e inizia a scrivere qualcosa, per poi fermarsi e strappare il foglio per buttarlo alle sue spalle, a terra. Continua così per un po', io mi sento completamente inutile. Non ho la più pallida idea di come si scrive una canzone, mi sono sempre limitato a cantare quelle di artisti già famosi. Non so nemmeno da dove iniziare! Lui sta spremendo il suo cervello all'infinito trovando continuamente nuove idee, anche se vengono tutte scartate, ma almeno gli viene in mente qualcosa. Io, invece, sono qui, appoggiato alla sua spalla, a non fare niente. Mi limito semplicemente a leggere le sue frasi, tutte ben costruite devo dire, per poi vedere quel pezzo di carta trasformarsi in una specie di pallina e venir lanciata in una direzione a caso. Ormai il soggiorno è sommerso da quegli scarti.
- Hey, dammi una mano! Tira fuori qualcosa dal tuo cervello.
- Ma non so nemmeno su che argomento potremmo farla.
- Qualsiasi cosa, anche una canzone d'amore, non m'interessa. L'importante è che non sia una di quelle stupidaggini come "Baby, sei la più bella! Il mio cuore batte forte per te, ti amo, non ti lascerò mai!". Se vogliamo che la gente si ricordi di noi dobbiamo fare qualcosa di grande impatto.
Nemmeno così non mi è di grande aiuto. Anche provando a fantasticare su di lui non trovo niente di intelligente da proporre, sono veramente inutile!
 
POV Yongguk
Le ore passano, fuori il cielo inizia già a farsi buio. Le mie idee sono un totale fallimento e Zelo non sembra essere di grande aiuto. Non ha fatto altro che leggere i miei scritti per tutto il giorno e già inizia ad addormentarsi sulla mia spalla, ogni tanto rialzando la testa di scatto accorgendosi di aver chiuso gli occhi per qualche minuto. Ma che ci posso fare? E' ancora un piccolo ragazzino, non posso pretendere nulla da lui. La sua mente è ancora chiusa, non posso aspettarmi che sforni un testo fantastico da un momento all'altro e, tantomeno, posso farlo io. Sarò più sensibile sull'argomento e, di certo, lo prenderò più sul serio, ma non sono un compositore. Forse ho sbagliato ad andare così di corsa, a sperare che sarei riuscito tanto facilmente a sfondare nel mondo della musica, ma, come dico sempre ai miei amici, voglio seguire il mio sogno, non ho intenzione di arrendermi, non ora che ho lui. 
Metto da parte il block notes e faccio alzare Zelo, lasciandolo leggermente confuso, per poi voltarmi verso di lui, prenderlo per i fianchi e avvicinarlo a me in modo che possa stare in una posizione più comoda. Sempre che lui non voglia avere il torcicollo! 
- Oh, hyung, non voglio... - nel dire ciò fa per alzarsi e tornare seduto, ma lo fermo prima facendolo riappoggiare al mio petto.
- Inizia a farmi male la spalla. Stai pure appoggiato così, non mi dai fastidio.
Riprendo il mio ammasso di fogli e li metto davanti a lui in modo che non possa muoversi e ricomincio a scrivere qualcosa.
 
I badak seonggongui gijuneul dwieopeo noheul sarainneun jinjudeul
Bipyeonggawa yesulganeun mulgwa gireum, an seokkyeo.1
 
No, nemmeno questo va bene. Come prima canzone non posso fare una cosa come questa, sembrerebbe che penso di essere il migliore di tutti. Risulterebbe troppo volgare e non piacerei. 
Scarto un altro foglio e ricomincio a scrivere, sperando che, questa volta, esca qualcosa di meglio.
 
Joeneun inneunde joeini eopdaneun ge mari dwae
Mari eomneun jawa saneun ja chaiga irido manhi naneunde
Nuga soneul jabajulkka. 2
 
Nemmeno questo mi piace. Non trovo un senso nella trama, c'è qualcosa che non mi quadra nel modo in cui ho impostato le frasi. La verità è che niente mi torna in questa canzone. L'ennesima pallina di carta finisce a terra e la mia mano riprende a muoversi, pregando tutti gli dei che questa sia la volta buona.
 
Hello, hello, hello, we burn it up
Oh let's go, let's go moduda let's go, bollyumeul nopyo turn it up
Hello, hello, hello, we burn it up
Hey step up, step up noraboja
Let's go, go, go, go, go.3
 
Basta, non ce la faccio più! Per oggi è meglio se smetto, dunque butto il mio block notes per terra e, dopo aver notato l'ora tarda, mi rendo conto che è il caso di accompagnare il piccoletto a casa.
- Zelo è tardi. Alzati che ti porto a casa. - non ricevo nessuna risposta, posso udire solo il suo respiro rilassato. - Zelo? - piego la testa e riesco a vedere il suo viso angelico con gli occhi chiusi. Non ha fatto assolutamente niente ed ha pure avuto il coraggio di addormentarsi! Purtroppo non posso farci niente, quel faccino tanto dolce mi impedisce di svegliarlo.
 
Sei così carino. 
 
Cercando di fare il più piano possibile mi alzo, metto un braccio sotto le sue spalle e l'altro sotto le gambe sollevandolo e portandolo sul letto in camera mia. Gli tolgo le scarpe, gli cambio i jeans con una tuta, la maglia attillata, fin troppo scomoda per dormire, con una più larga e lo metto sotto le coperte accomodandomi accanto a lui. Il suo volto sembra quasi imbronciato, come quello di un bambino quando riposa, e la cosa lo rende troppo tenero. Non so bene per quale motivo, ma mi torna in mente il giorno in cui siamo andati in marina, quando mi ha baciato. Le sue labbra, nonostante siano tanto fine, erano così morbide. Ho sentito il mio cuore iniziare a battere ad una velocità assurda, per un momento ho temuto che esplodesse. Allo stesso tempo, però, avrei preferito che non si staccasse più, anzi, avrei voluto ricambiarlo, magari non baciandolo banalmente su una guancia. Volevo qualcosa di più. 
Senza nemmeno rendermene conto mi sono rialzato per andare a prendere quel block notes e quella penna lasciati in soggiorno, per poi tornare accanto a lui sedendomi per terra e scrivendo ogni singola parola pensando a lui. 

"Corriamo alle nostre scuole di preparazione, mentre lasciamo la scuola alle spalle. Sono cose che so già, ma perchè me le insegnano?"

Mi ci vuole un po' per realizzare perchè ho iniziato il testo così: è a scuola, quel maledetto luogo inutile, che ho conosciuto Zelo. Proprio mentre mi annoiavo sapendo di andare in classe e di sentire le solite frasi.

"Le cose imparate a scuola sono il perdere i sogni e l'arrendersi sempre. Fai quello che vuoi fare, ama ciò che fai."

Questa è sempre stata la mia idea, il mio motto, ciò che ho cercato di trasmettere a questo ragazzino. Sarò riuscito nella mia impresa?

"Andrà tutto bene, non arrenderti mai, perchè sei tu, tu. Credi in te stesso, non arrenderti mai."

La frase che continuo a ripetergli, di seguire i suoi sogni e di fidarsi delle proprie capacità. Perchè non dovrebbe farlo? Ha dimostrato un grande talento, insieme a me può diventare qualcuno.

"Non ho nulla di speciale ma posso proteggerti, my baby."

Il modo in cui ci siamo legati. Quando ci siamo scontrati nel corridoio e lui era tutto sporco e puzzolente, quando era appeso al muro con del nastro e l'ho tirato giù, quando si era nascosto dietro la scuola e l'ho salvato da quei maledetti bulli che stavano riempiendo di lividi il suo perfetto corpo fragile. 

"Guardo solo te, my baby (lo sai?). Voglio disegnare te durante le lezioni di arte e voglio dedicarti una canzone durante le lezioni di musica."

Beh, questa è solo la verità. Non so da quando provo queste emozioni, forse semplicemente da quel bacio, da quelle labbra morbide sulla mia guancia, dal suo respiro caldo sulla mia pelle, dal mio cuore che stava per esplodere. Non so quando sia nato questo sentimento, ma non posso più controllarlo.
Metto via il block notes e, dopo essermi cambiato, mi infilo sotto le coperte accanto a lui portandogli un braccio sotto al collo e avvicinandolo a me. Lo osservo per un po' meravigliandomi di quando sia stupendamente bello. Sembra impossibile che, proprio io che sono pieno di difetti, possa ora essere a un così stretto contatto con lui. 
Ormai preso dal sonno porto le mie labbra sulla sua fronte e lascio un piccolo segno del mio passaggio per poi chiudere gli occhi e unirmi ai suoi sogni. Penso che, da oggi, le cose cambieranno.
 
'Notte, mio piccolo Zelo.



Note:
1B.A.P - Yes Sir
2B.A.P - What The Hell
3B.A.P - Burn It Up


  

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Capitolo 8
*** Punch ***


E con un capitolo ce l'ho fatta! ** Ora spero di riuscire a postare anche la DaeJae prima che perda Internet D: beh, che dire? Questa volta non penso che mi sia venuto questo gran chè, perdonatemi. Non sapevo come scriverlo e...ho perso metà giornata a immaginare il pezzo finale di questo capitolo D: avrei dovuto postarlo questa mattina, ma vbb ç_ç scusate se vi lascio subito, ma è meglio se mi do una mossa a scrivere anche il prossimo. Aspetto i vostri pareri/consigli :)
Buona lettura, RingDingDong <3

 

Destiny

Punch

POV HimChan
Flashback
Quando apro gli occhi Jongup è già sveglio accanto a me, dandomi le spalle. Lo sento singhiozzare e ne intuisco il motivo, dunque mi avvicino a lui portandogli un braccio intorno alla vita per poterlo stringere più forte a me. Non mi rifiuta, anzi, si volta e affonda il suo bel visino, rigato e rovinato dalle lacrime, nel mio petto piangendo ancora più forte. Non ho ancora intenzione di chiedergli il perchè di tale sofferenza, alla fine lo so già, preferisco sia lui a parlare. In questo momento non vado molto fiero delle mie azioni, porgendogli quella domanda mi sembrerebbe solo di continuare col mio stupido piano. E' colpa mia se sta soffrendo così.
Restiamo in questa posizione per un bel po' di minuti, mentre la mia mano continua ad alternarsi tra l'accarezzargli la schiena e la testa, intrecciando i suoi capelli con le mie dita. Nessuno dei due parla per tutto questo tempo, finchè lui, per primo, non prova a dire qualcosa.
- H-Hyung...sono uno stupido. - non rispondo, so che ci sarebbe solo una risposta e finirei per fargli quella dannata domanda. - Sono...un ingenuo. - cerco di resistere ancora, non posso chiederglielo. - Mi...mi sono fatto...solo prendere...in giro.
- Cos'è successo?
Ecco, ora è troppo tardi. Perchè gliel'ho domandato? Ora i sensi di colpa aumenteranno, non posso permettermelo, non ora. Come posso stargli vicino se, io per primo, sto male per le mie azioni?
- G-Gikwang, il mio...ragazzo, si vedeva di nascosto con...un altro. Mi ha ingannato...per chissà quanto tempo.
- Se lo ha fatto vuol dire che non ti amava poi così tanto. Non merita le tue lacrime, ma non ti dirò di non piangere. Non ho mai provato le emozioni che stai provando tu ora, ma penso proprio che hai bisogno di sfogarti. In ogni caso riuscirai a dimenticarlo col tempo, anche perchè ci sono io al tuo fianco.
Le mie mani si fermano sperando che non abbia capito il vero significato dell'ultima frase. In quel caso sarebbe la fine, il mio piano fallirebbe e lo perderei per sempre. Non posso permettertelo, voglio quel ragazzo con me, voglio dargli l'amore che non ha ricevuto da Gikwang.
- Grazie, Himchan-hyung.
La sua presa si fa più forte e, ancora più vicino di prima, continua a piangere aspettando solo che io lo possa consolare con il mio affetto.
Fine flashback
 
Da quel giorno il legame tra me e Jongup si è rafforzato, siamo sempre insieme, più di prima, ma penso di pentirmene. Vorrei tornare indietro e non avergli mai mandato quelle foto, anzi, non le avrei nemmeno mai dovute scattare. Le sue lacrime sembrano non finire mai.
- Allora? Che ve ne pare?
La voce di Bang mi riporta alla realtà, facendomi ricordare che dovevo ascoltare il pezzo che ha creato qualche giorno fa insieme a Junhong, ma penso di non averne seguito nemmeno metà. 
- Scusa, mi ero imbambolato.
- Va bene, lo rifacciamo, ma questa volta cerca di seguirci! Anche tu, Jongup!
Ricominciano a ballare e a cantare, questa volta venendo ascoltati fino alla fine, almeno da me. Non penso che Jongup sia attento, so benissimo che la sua mente è altrove. Sta pensando a quel dannato del suo ex, non si sta nemmeno rendendo conto di quello che gli sta succedendo intorno. Perchè non si accorge di me? Perchè non ha ancora capito che tutto quello che sto facendo è solo per l'amore che provo per lui? Perchè non lo ricambia, anche solo dandomi un po' più di attenzioni? Non è molto quello che chiedo, vorrei solo che la smettesse di ricordare i momenti passati con Gikwang e che non venisse più da me solo per chiedermi un abbraccio, ma che fosse lui ad abbracciare me con un sorriso stampato in faccia. Non penso di essere così egoista.
- Ci avete ascoltati, questa volta?
- Oh, sì. La canzone è davvero bella, dovreste iniziare esibendovi alla festa di Natale a scuola.
- Per una volta hai avuto una buona idea. Tu che ne dici, Zelo?
- Sì, può essere un buon inizio farci conoscere dai nostri stessi compagni.
Finite le loro "esibizioni" ci alziamo e ci dividiamo, ognuno per la propria strada. Come faccio sempre in questo ultimo periodo, non abbandono Jongup neanche per un momento, gli sto accanto fin quando, la sera, non si addormenta nel suo letto.
Per il momento ci dirigiamo verso casa sua e, una volta arrivati, lo lascio accomodare a tavola mentre gli preparo qualcosa per cena aiutato dalla madre. I suoi, ormai, sono abituati a vedermi arrivare insieme a lui e ricevere il mio aiuto in cucina. Sanno che il figlio sta male, anche se non ne conoscono il motivo, e sono sempre contenti di sapere che ha qualcuno su cui contare. E' l'unica cosa di cui vado fiero dopo avergli mandato quelle dannate foto.
Finiamo di cucinare e mangiamo, per poi accompagnare Jongup nel suo letto. Come sempre, mi sdraio accanto a lui e lo abbraccio lasciando che si rilassi un po' tra le mie braccia, ma la vibrazione di un cellulare ci interrompe: è il suo. Non molto interessato lo prende in mano e spalanca gli occhi quando guarda lo sfondo. Non capendo dò una piccola sbirciata e quale nome salta fuori? Gikwang. Cosa può volere ora? Apre il messaggio per leggerlo a voce alta in modo che possa sentirlo pure io.
- "Amore mi manchi, ti prego perdonami. Ho fatto un errore, scusa, ma io amo solo te. Per favore, torna da me". Che gli dico?
- Tu come vorresti rispondere?
- Non lo so. Penso che mi piaccia ancora, ma mi ha tradito. Non penso che potrei lasciarmi tutto alle spalle tanto facilmente.
- Allora rifiuta.
- E se poi me ne pento?
- Jongup, lo hai detto tu stesso. Ti ha tradito, non è una cosa facile da dimenticare. Se ti amasse davvero pensi che sarebbe andato a cercarsi un altro ragazzo?
Non mi risponde, si limita a mettere via il telefonino e a farmi capire la sua risposta per poi avvinghiarsi ancora a me. Questa volta non piange, resta solo appoggiato al mio petto aspettando di addormentarsi.
 
POV Jongup
Sono stufo di questa situazione, non voglio più versare lacrime per quello stronzo. Voglio tornare a sorridere, al fianco di Himchan-hyung. Non voglio più saperne di Gikwang, ma allora perchè ogni volta che mi cerca ho la tentazione di rispondergli e di tornare con lui? Perchè non riesco a dimenticarlo? Perchè non mostro il mio affetto a Chan come fa lui con me? Perchè non mi avvicino a lui? Spero di trovare delle risposte alle mie domande semplicemente restando tra le sue braccia, ma queste non vogliono arrivare. Il suo calore non basta. Forse, se mi innamorassi di lui potrei dimenticare Gikwang e potrei tornare felice come prima.
 
Voglio solo innamorarmi di te.
 
E se, però, lui non ricambiasse? Se io, per lui, fossi solo un amico? Finirei per soffrire ancora. Se, invece, gli piacessi, tutto questo sarebbe giusto? E' corretto mettersi con una persona per lasciarne un'altra alle spalle? Potrei reggere il peso di questo torto nei suoi confronti? Le domande che girano nella mia testa sono davvero troppe. Sono confuso, non so cosa dovrei fare. Forse Himchan-hyung ha la risposta al mio problema?
- Hyung...posso chiederti una cosa?
- Certo.
- Cosa dovrei fare per dimenticare Gikwang?
- Non lo so, non è come una malattia che c'è la stessa cura per tutti. A volte basta solo aspettare, altre si trova qualcuno che ti fa tornare ad amare.
- E...secondo te, se io decidessi di stare con un altro ragazzo per dimenticarlo, sarebbe giusto?
- A questo non so bene cosa rispondere, ma penso che, se finisci per innamorarti di quest'altra persona, può essere compreso e superato.
- Dici che potrei riuscire a dimenticarlo in questo modo?
- Dipende da chi è la persona che hai in mente.
Non rispondo e mi limito a sorridere per poi riportare il silenzio. Non voglio dirgli che la persona che ho in mente di prendere in giro è lui, non voglio fargli sapere che sarebbe perfetto per essere usato. No, non voglio paragonarlo ad un oggetto, non voglio fargli passare quello che sto passando io ora. Non sarebbe giusto nei suoi confronti, non posso fare questo a lui che mi sta sempre vicino, che non mi abbandona mai, che mi da amore ad ogni minuto di tutti i giorni. Non ho intenzione di far del male ad un ragazzo come lui. Però, vorrei ricambiare ogni suo segno d'affetto, ma ho paura di andare troppo oltre e fare tale errore.
Ancora la stessa vibrazione del mio cellulare mi distrae dai miei pensieri. Mi volto a prenderlo e, quando vedo lo stesso nome di pochi minuti fa, lo rimetto a posto tornando tra le braccia dello hyung. Quel dannato suono continua a farsi sentire a intervalli, finchè non diventa qualcosa di prolungato facendomi capire che, questa volta, si tratta di una chiamata. Cerco di far finta di niente, ma è impossibile sapendo di chi si tratta. Aspetto sperando che mi lasci in pace, ma succede proprio il contrario. Il telefono continua a squillare, inizia a farmi venire mal di testa. Proprio quando decido di girarmi per prenderlo, Himchan-hyung mi precede spegnendolo, in tal modo che Gikwang non possa più aver modo di disturbarci. 
Finalmente posso provare ad addormentarmi tra le sue braccia, posso chiudere tranquillamente gli occhi e sprofondare in un sonno profondo, circondato dal suo amore. 
 
Quando apro gli occhi ci sono solo io nel letto, di nuovo solo. E' così tutte le mattine, spero di svegliarmi e di trovare ancora il volto di Himchan-hyung di fronte al mio, invece mi ritrovo nella solitudine più totale. Sembra quasi che ci sia un vuoto, proprio in quella parte del letto dove c'è ancora il segno del suo passaggio. Porto una mano in quel punto, illudendomi che, da un momento all'altro, possa comparire quel corpo, ma il mio è solo un tentativo vano. Forse mi sto abituando un po' troppo alla sua compagnia, ad averlo sempre vicino a me. 
All'improvviso la porta della mia camera si apre mostrando il solito viso sorridente di mia madre.
- Tesoro, è venuto a trovarti un ragazzo.
- Fra un po' devo andare a scuola.
- Non farai ritardo per cinque minuti!
Alla fine acconsento alzandomi dal letto e cercando di darmi una sistemata ai capelli ribelli aspettando questo strano individuo che passa così presto. Sento la "donna di casa" indicargli la strada, evidentemente è qualcuno che non è mai venuto qui o che ci è stato molto tempo fa. Adesso la curiosità si accentua, voglio proprio vedere il suo viso.
- Jongup?
Nel sentire quella voce mi volto con gli occhi sgranati. Ancora una volta devo vedere il volto della persona che ho amato per tre anni, devo tornare a soffrire ricordando tutti i bei ricordi e le immagini immortalate in quelle cinque foto che quella vista mi riposta alla mente. Adesso che dovrei fare? Come mi devo comportare? Cosa devo dire? Non c'è Himchan-hyung ad aiutarmi, come faccio da solo?
- Vattene.
E' tutto ciò che riesco a inventarmi, ma sembra non funzionare. Chiude la porta alle sue spalle e corre da me afferrandomi e tenendomi ben saldo.
- No, mi devi lasciar spiegare! 
- Non c'è niente da spiegare, so già tutto.
- Hai ragione, è stupido venire qui solo per inventarmi qualche scusa per farti credere che tra me e Yoseob non c'è mai stato niente, ne hai avuto le prove. Io, però, sono venuto per scusarmi. Lo so che ho fatto un errore, ti chiedo solo di perdonarmi. Tra me e lui è finita, ho capito di aver fatto uno sbaglio e ora voglio solo rimediare continuando la nostra storia.
- La nostra storia è finita, non ho intenzione di ricominciarla!
- Infatti non la dobbiamo ricominciare, dobbiamo continuarla! Ti prego, Uppie!
- Non chiamarmi così! Mi dispiace, ma non voglio più essere il tuo ragazzo. Non voglio più che sia tu ad abbracciarmi, a baciarmi, a dirmi cose dolci, a farmi regali, a invitarmi a cena. Non voglio più dormire nel letto insieme a te o condividere i pasti con te. Non voglio più il tuo amore, voglio quello di un'altra persona. 
- E sentiamo, chi sarebbe?
- Questi non sono affari tuoi!
- Invece lo sono! Chi è? - la sua stretta si fa più forte a tal punto da iniziare a farmi male, così, invece di rispondergli, cerco invano di liberarmi. - CHI CAZZO E'?
- Che sta succedendo qui? - le sue grida, per mia fortuna, sono giunte fino all'orecchio di mio padre che è entrato di colpo spattendo la porta al muro. Dal suo sguardo non sembra per niente felice di vedere in quale situazione mi trovo.
 
Salvami, papà!
 
- Che stai facendo a mio figlio? Mollalo subito!
Velocemente si avvicina dividendoci e, nonostante le sue continue urla, lo porta via. Finalmente rilassato, mi butto sul letto portandomi un braccio sopra la testa coprendomi gli occhi. Sono stufo di vederlo, di pensare a lui, di soffrire per lui. Voglio iniziare una nuova vita. Perchè non lo capisce e non mi lascia in pace?
 
POV Himchan
Mi avvicino all'entrata e suono il campanello aspettando che mi venga aperto, ma alcune grida provenienti dall'interno mi fanno preoccupare. Faccio per abbassare la maniglia, ma il padre di Jongup mi precede spalancando la porta e buttando fuori un ragazzo minacciandolo di denunciarlo nel caso fosse tornato. E chi è quel ragazzo? Proprio Gikwang, l'ultima persona che avrei voluto vedere. Se non fossi in compagnia dell'uomo mi metterei a pestarlo fin quando non smetterebbe di respirare, ma devo controllarmi almeno qui.
Gentilmente mi fa entrare, sempre felice di vedermi, e aspetto che il figlio si prepari e mi racconti l'accaduto durante il tragitto fino a scuola.
 
Mancano ancora dieci minuti all'inizio delle lezioni, io e Jongup ce ne stiamo al centro del cortile aspettando solo il suono della campanella. Il suo viso è molto pallido, ma non penso sia per quello che è successo alcuni minuti fa. Porto la mia mano sulla sua fronte, lasciandolo leggermente disorientato, e realizzo che è bollente per poi suggerirgli di tornare a casa.
- Non ti preoccupare, sto bene.
Sul suo volto si forma un sorriso stupendo, uno di quelli che non avevo mai visto. Rimango incantato a guardarlo e, ancora di più, quando si avvicina a me, porta le sue braccia dietro al mio collo e mi stringe a sè.
 
Mi sta abbracciando?
 
Rispondo positivamente avvolgendolo per i fianchi e tenendolo ben saldo vicino a me. Riesco a sentire i battiti dei nostri cuori, il mio sta accelerando velocemente. Finalmente, dopo tanto tempo che ci provo, ho ricevuto un suo abbraccio sincero, accompagnato da un sorriso meraviglioso. Non voglio più staccarmi da lui, voglio rimanere in questa posizione per sempre. In questo momento non m'interessa nemmeno ottenere il suo amore, sono contento così. Ma, come si dice, ogni volta che sei felice c'è sempre qualcosa a rovinare tutto. Infatti, quando stiamo per staccarci, qualcuno mi prende e mi butta a terra, facendomi sbattere contro un ragazzo che mi affretto ad aiutare a rialzarsi e a scusarmi per poi tornare a voltarmi verso l'intruso. Ancora lui. 
- Così è lui il ragazzo di cui parlavi? - invece di intervenire e mettermi in mezzo, rimango al mio posto per ascoltare quella conversazione che mi ha fin troppo incuriosito. - Sarebbe lui la persona da cui vuoi essere amato? E' il suo amore che vuoi?
- Anche se fosse? Io non ti voglio più, non stiamo più insieme, dunque sono libero di fare quello che mi pare!
- Non m'interessa, io ti voglio e tu mi appartieni!
Prima ancora che possa fare qualcosa per impedirlo, Gikwang afferra il più piccolo prendendolo per il polso e, a giudicare dalla sua espressione, lo stringe abbastanza da fargli male. Intuendo che se lo vuole portare via, decido finalmente di intervenire e di dividerli, mettendomi davanti a Jongup per difenderlo.
- Non hai nessun diritto di dire quelle parole. Tu lo hai fatto soffrire, dunque ora vedi di stargli alla larga!
- Non rompere e togliti di mezzo!
Fa per spostarmi, ma la mia voglia di picchiarlo, che prima non ho potuto soddisfare, prende il sopravvento e un pugno si fa strada verso il suo falso volto. Poi un altro, un altro ancora, e ancora, ancora fin quando non ho più fiato e lui non è a terra senza forze. Se dovesse servire continuerei all'infinito, non gli permetterò mai di portarmi via quel ragazzo, non gli lascerò spezzargli il cuore una seconda volta, non ho intenzione di rivedere le loro labbra unite. Ho deciso di conquistare il suo amore, dunque non posso lasciare che questo stronzo viva nella mente di Jongup per l'eternità. In un qualche modo lo devo eliminare dalla sua vita.
Con fatica si rialza e se ne va, lasciandoci finalmente in pace. Il resto della scuola che si era fermato a guardare la "rissa" torna a farsi gli affari loro, mentre io mi volto a controllare che il più piccolo stia bene. Per fortuna non gli ha fatto niente, ma i suoi occhi stentano a restare aperti, il suo viso è ancora più pallido, le sue gambe tremano e, dopo poco, cedono facendolo cadere, sostenuto solo dalle mie braccia. Preso dal panico lo sollevo e corro in infermeria, sperando solo che ci sia già qualcuno. Lo stendo sul letto e gli metto un panno bagnato sulla fronte per poi correre a cercare qualcuno, trovando, fortunatamente, un insegnante nel corridoio.
- Professore! E' svenuto un ragazzo, non so cosa devo fare!
- L'hai portato in infermeria?
- Sì, ma non è ancora arrivato nessuno.
Velocemente torniamo indietro e il prof da una veloce occhiata constatando che lo svenimento è stato solo causa della febbre alta e che dunque non c'è niente di cui preoccuparsi.
- Qual'è il tuo nome?
- Kim Himchan, dell'ultimo anno.
- E lui?
- Moon Jongup, del terzo.
- Bene, ti autorizzo a riaccompagnarlo a casa, parlerò io con i vostri insegnanti.
Sorrido e mi inchino per ringraziarlo, per poi tornare a guardare il minore. E' ancora pallido, ma almeno ha riaperto gli occhi. Questa volta devo ammetterlo, ho rischiato un infarto. Vederlo a terra privo di coscenza mi ha fatto spaventare in un modo assurdo. Mi è sembrato di perderlo.
 
"Sarebbe lui la persona da cui vorresti essere amato? E' il suo amore che vuoi?"
 
Non so perchè, ma, tutto d'un tratto, mi tornano in mente quelle parole. Jongup non mi ha spiegato bene cos'è successo a casa sua, mi ha semplicemente detto che Gikwang era andato da lui per convincerlo a tornare insieme e lui ha rifiutato. Allora cos'è questa storia? Di cos'hanno parlato oltre a quello? Possibile che dicesse la verità? Vorrebbe che io gli dessi il mio amore? Vorrebbe che fossi io ad abbracciarlo, a baciarlo, a fare l'amore con lui, a dirgli "ti amo"? Le mie sono domande senza risposta, non ho il coraggio di chiederglielo. Ho paura di quello che potrebbe rispondere, ma, allo stesso tempo, vorrei soddisfare i suoi desideri, reali o falsi che siano. 
Senza nemmeno accorgermene le mie mani hanno avvolto il suo viso e lo hanno portato vicino al mio, senza nessun tentativo di liberarsi. Le mie labbra si sono avvicinate alle sue, hanno stretto un contatto tra loro, si stanno conoscendo a vicenda. Entrambe si muovono allo stesso ritmo, sembrano combaciare perfettamente, come se fossero fatte per restare unite. Non posso più farne a meno.
 
E' questo che succede quando trovi la persona giusta?
 
Cos'è, però, questo senso di colpa? Perchè vorrei che non accadesse? Perchè ho la sensazione di star facendo qualcosa di sbagliato?
 
POV Jongup
Non faccio nemmeno in tempo a rendermene conto che i nostri respiri si sono fatti una cosa sola e che tra noi si è creato qualcosa di meravigliosamente intimo. Il mio labbro superiore viene avvolto dalle sue mentre io prendo quello inferiore. E' un continuo scambio di sentimenti, di amore. Non avevo mai provato questa sensazione e non voglio più dividermene. Voglio rimanere incollato a lui per il resto della mia vita, voglio continuare a baciarlo, voglio sentirmi amato da lui, non da altri, tanto meno da Gikwang.
 
E' questo che succede quando trovi la persona giusta?
 
Arriva, però, quel momento in cui tutto finisce, accade in ogni cosa prima o poi. Le nostre labbra si dividono, i nostri respiri si separano, i nostri sguardi non sono più gli stessi.
- S-Scusa. Ora è meglio se ti accompagno a casa.
Lo guardo confuso, non lo capisco. Perchè? Mi ha fatto sentire così bene, mi ha dato l'amore che mi serviva per togliermi dalla mente quello stronzo che mi ha spezzato il cuore, perchè ora mi chiede scusa? Perchè si è allontanato di nuovo?
 
Rivoglio quel contatto.
 
Entriamo in casa spiegando la situazione ai miei genitori per poi andarcene in camera mia. Essendo che faccio ancora fatica a stare in piedi, Himchan-hyung mi aiuta a cambiarmi e a mettere il pigiama in modo che possa stare al caldo, poi si siede sul letto accanto a me. Alcuni minuti di silenzio circondano la stanza, entrambi siamo imbarazzati per quello che è successo in infermeria, ma, alla fine, è lui a rompere il ghiaccio.
- Ascolta, per quanto riguarda quello che è successo prima...facciamo come se non fosse mai successo. - mi volto di scatto a guardarlo deluso. Non può avermelo chiesto, non è quello che voglio. - Per un momento ho pensato che fosse la cosa giusta, ma ora non ne sono così sicuro. Credevo che dandoti il mio amore ti avrei aiutato a dimenticare Gikwang, ma non si smette di amare una persona grazie a un bacio. Perciò facciamo come se non fosse successo niente, rimaniamo amici come prima.
Lo osservo ancora più sconvolto. Amici? Quali amici? Dopo quel bacio ho smesso di vederlo come un amico. Si sbaglia, come mi aveva detto ieri sera, per ognuno c'è un modo diverso per dimenticare una persona ed io ho trovato il mio. E' stato quel contatto con lui, nonostante sia durato solo pochi secondi, è stato sufficiente. Allora perchè dalla mia bocca non esce parola? Perchè non glielo dico? Di cos'ho paura?
- Hai ragione, però...
- Però?
- Solo...un'ultima volta.
Ma che mi salta in mente? Non dovevo chiedergli un ultimo bacio, dovevo chiedergli il suo cuore, il suo amore. Perchè mi sto rovinando da solo?
- Va bene, ma sia chiaro: è l'ultimo. Non voglio illuderti. 
Ancora una volta si avvicina a me lentamente, da il tempo ai nostri respiri di riunirsi, alla nostra pelle di sfiorarsi e di prepararsi a quel magico contatto e, alla fine, eccolo. Le nostre labbra di nuovo insieme, si incastrano tra loro, si assaporano, trasmettono quell'amore che teniamo dentro. Sì, l'ho capito. E' bastato un solo bacio. Lui non vuole che sia l'ultimo, come non lo voglio io. I nostri cuori si sono legati insieme con una catena senza nemmeno che ce ne accorgessimo, non la possiamo più spezzare. C'è solo un lucchetto, ma è senza chiave, quella è servita solo a chiuderlo, ora non esiste più. 
Porto le mie braccia intorno al suo collo e, abbassandomi, lo tengo stretto a me in modo che non possa già terminare questo incantesimo. La sua lingua inizia a spingere sulle mie labbra, così gli lascio una piccola apertura e, quando si scontra con la mia, sento una leggera scossa percorre tutto il mio corpo. Quando mai ho ricevuto un bacio così? Mai. Questo è pieno d'amore, tutto quello che desidero da lui. 
Scende sul mio collo, le sue mani si nascondo sotto la maglia del mio pigiama e la alzano fino alle spalle accarezzandomi la pelle. Si abbassa ancora continuando a baciare ogni parte che incontra, poi risale umidificando ogni centimetro, prendendo dentro anche entrambi i capezzoli che mi fanno ansimare lievemente. Torna da me, dalle mie labbra, ricomincia a baciarle, a danzare ancora con la mia lingua, non smettendo si sfiorarmi l'addome e i pettorali mentre io stringo sempre più forte la sua felpa. Questa volta non voglio dividermi, proprio perchè so che sarà l'ultima. Non voglio essere abbandonato di nuovo, non voglio provare ancora quella sensazione di solitudine, non voglio vedere quel vuoto sul letto accanto a me. Voglio continuare a sentirmi amato, da lui.
 
Non lasciarmi, Himchan-hyung.
 
Mi sento stringere ancora più forte, percepisco ancora più amore. Lo so, anche lui mi vuole al suo fianco. Ma, ancora una volta, quel sogno finisce con un ultimo contatto più leggero, tornando poi a guardarci sapendo che tutto questo non sarebbe più successo. Le vedo, vedo quelle lacrime che vogliono uscire da suoi occhi e rigargli il viso, vedo quel dolore che aspetta solo di sfogarsi. Vedo il suo desiderio di non andarsene, so che vorrebbe restare qui e colmare il mio vuoto. Perchè allora non lo fa?
- Scusa, ora devo tornare a scuola. Ci vediamo questa sera. Tu riposa. - detto ciò si alza, mi sistema il pigiama ancora tirato su e mi rimbocca le coperte per poi andarsene, ma lo fermo prima prendendolo per un polso. Il mio sguardo dice tutto. - Te l'ho detto, non voglio illuderti.
 
Mi hai già illuso.
 
Alla fine se ne va, lasciandomi di nuovo solo. Rassegnato chiudo gli occhi, continuo a leccarmi le labbra sperando che almeno il suo sapore non svanisca, passo le mie mani nelle parti dove mi ha ha baciato sentendo ancora un po' di umidità lasciata dai suoi baci. Perchè è dovuto finire? Perchè devo tornare a soffrire?
 
Torna da me, Himchan-hyung.



  

Visto che nel capitolo precedente dedicato alla HimUp (No Mercy, cap. 5) mi sono dimenticata di mettere la foto di Gikwang, la metto qui insieme a quella di Yoseob xD nel prossimo aggiungerò anche quella di Junhyung che ho dimenticato pure lui LOL (insomma, i B2ST non sono ben accetti in questa FF xD)

  

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Capitolo 9
*** Power ***


Eccomi di nuovo! Sono riuscita a finire pure il terzo capitolo dedicato alla DaeJae, ma penso che per un po' non riuscirò più a postare ç_ç dopo domani mi trasferisco e non riuscirò sicuramente a scrivere un altro capitolo in tempo, perciò lascio riposare le mie mani che hanno lavorato incessantemente in questi giorni. Ovviamente non smetterò di scrivere, semplicemente farò con più calma:) Beh, ho da confessare una cosa ancora: non sono pratica dei rating arancioni dunque....se in questo capitolo, o nei prossimi, trovate qualcosa che ritenete appartenere al rating rosso ditemelo che lo cambierò:) Bene, ora vi lascio con il nono capitolo, fatemi sapere tutto quello che passa nella vostra testa! **
Baci, RingDingDong <3


 
Destiny

Power

POV Youngjae
Da quando Daehyun ha preso quella foto la mia vita a scuola è completamente cambiata. Non vengo più col sorriso, so già che mi succederà qualcosa di brutto. E, oggi, non è diverso dagli altri. In classe lo sento ridere alle mie spalle mentre sussurra qualcosa a Junhyung. Ho già capito che stanno programmando come mettermi in ridicolo oggi, mi chiedo solo quale altra terrificante idea hanno questa volta. 
La campanella che annuncia l'inizio dell'intervallo della mattina suona e, ancora prima che vengano a prendermi quei due con i loro amici, mi alzo pronto a seguirli. Non posso nemmeno ribellarmi o Daehyun rivelerà il mio segreto facendomi spacciare per il "gay sfigato" una seconda volta. Li seguo fino in bagno sperando che oggi siano clementi, ma le mie sono solo preghiere inutili.
- Mettiti questo.
Prendo l'indumento bianco e, osservando, realizzo che sono una paio di mutandoni. Rassegnato mi volto e mi cambio rimanendo con solo quelli addosso. Non appena mi vedono si mettono a ridere per poi iniziare a scrivere su tutta la parte del mio corpo libero con un matita da make up nera. Cose come "Me la sono fatta nei MUTANDONI!", "Sono un idiota!", "Sono grasso!" o "Come sto bene con i MUTANDONI DELLA NONNA!". E, alla fine, ecco la parte peggiore di tutte: mi fanno uscire e girare nei corridoi davanti a tutti, in quelle condizioni, mentre loro, e anche altri, mi fotografano deridendomi. Non esiste cosa più umiliante di questa! Vorrei solo nascondermi da qualche parte, ma non posso. Voglio essere libero di vivere la mia vita in pace, sono stufo di queste prese in giro. Non voglio essere umiliato così, preferirei fare i compiti di tutti quelli della mia classe, dal loro i miei soldi ogni giorno, ma non questo. Perchè devono farlo? Cosa ci trovano di così divertente?
Finalmente la campanella suona di nuovo e, mentre gli altri tornano in classe, io torno in bagno a pulirmi e cambiarmi, pensando ad una qualche scusa da usare con l'insegnante, ma, come sempre, non la troverò e verrò sgridato ancora.
 
Me ne sto rannicchiato dietro la scuola, come faccio durante tutte le pause pranzo, aspettando solo quel ragazzo che viene sempre a consolarmi. Non prima di scuola, non dopo, in questo piccolo momento, ora che sono tutti a mangiare. Intanto, le mie lacrime continuano a rigare il mio volto accompagnate da dei singhiozzi fin troppo rumorosi. Ho ancora in mente quello che ho passato durante l'intervallo di oggi, e di quello di ieri, e anche di quello del giorno prima, e di quello prima ancora. Ogni ricordo di me messo in ridicolo davanti a tutti i miei compagni è come un pugnale nel cuore. Perchè mi fa questo?
All'improvviso sento il solito rumore di quello zaino che cade a terra e percepisco qualcuno sedersi dietro di me per poi prendermi per i fianchi e avvicinarmi a lui, avvolgendomi tra le sue braccia e permettendomi di sentire il suo calore. Ecco, è in questi casi che non lo capisco. Prima mi fa del male, poi viene a consolarmi per qualcosa causato da lui. Che gli passa per la testa? Soffre di qualche disturbo mentale, per caso? Però, come faccio sempre, non bado a queste cose e mi lascio "coccolare", permettendogli di stringermi sempre più forte e di colmare il mio dolore, ma le mie lacrime non cessato tanto facilmente. Mi accarezza, mi bacia sulle tempie, mi fa dondolare leggermente come fossi un bambino da addormentare, mi canta le sue solite canzoni d'amore. Solo dopo alcuni minuti riesco a calmarmi e a smettere di bagnare il mio viso con quelle gocce salate, facendomi finalmente coraggio per parlare.
- D-Daehyun...perchè...perchè ti comporti in questo modo?
- Perchè? Cosa ho fatto?
- Lo sai. Prima mi prendi in giro, mi metti in ridicolo, mi fai stare male e poi vieni qui per farmi smettere di piangere.
- Non lo hai ancora capito?
Capito cosa? Di che sta parlando? Cos'è che dovrei capire? Che si sta prendendo gioco di me? Non so cosa stia passando per la sua mente, non so cosa vuole fare, non so nemmeno perchè ora è qui. 
- No, non so nemmeno a che cosa ti stai riferendo.
- Secondo te, io come mi sento in questo momento?
- Come faccio a saperlo?
- Prova a ragionare.
Ragionare? Su cosa? Prima mi fa del male e poi del bene. Come faccio a capirci qualcosa? Per quello che ne so ora sta ridendo ancora di me, è qui solo per vedere quanto è riuscito a farmi soffrire. Magari, più tardi, andrà a raccontare tutto a Junhyung per potermi prendere in giro ancora. Ma, adesso che ci penso, penso sia proprio lui il problema. Se ci faccio caso, solo quando è col suo migliore amico se la prende con me, mentre, quando siamo da soli come in questo momento, è gentile. Inoltre, per quello che ne so e per quello che dimostrano i fatti, non ha ancora detto in giro della mia omosessualità e della mia cotta per lui. Qualcosa non torna in tutto questo, perchè lo fa? Possibile che, in realtà, lui non voglia farmi del male? Dunque, se così fosse, ora lui sta soffrendo per come mi ha trattato questa mattina ed è qui per un buon motivo. A questo punto le mie domande si sono ristrette a solo una: sta cercando di proteggere me e il mio segreto?
- Male. - è la mia risposta non tanto convinta dopo un bel po' di riflessioni.
- Perchè?
- Perchè...- non sono ben sicuro di quello che sto per dire, ma tanto vale provare. Alla fine la mia vita sta già andando storto, peggio di così è impossibile. - non vorresti comportarti così.
- Esatto. - mi volto di scatto a guardarlo confuso, facendo fatica a credere a quello che ha appena detto.
- Ma se è così, perchè lo fai?
Il suo sguardo si abbassa e un falso sorriso si forma sul suo viso prima di rispondere.
- Perchè è l'unico modo che conosco per avere qualche amico.
Cosa? Non è veramente quello che ho sentito. Non può essere vero. Mi sta facendo tutto questo solo per...amicizia? Che poi c'è da dire la verità, quelli sarebbero amici? Gente che si diverte a deridere i più deboli? Ha mai pensato che, un giorno, potrebbero fare lo stesso a lui? 
Irritato dal pensiero di aprire una discussione sull'argomento non rispondo, tornando appoggiato a lui per rilassarmi, visto che ho finalmente smesso di piangere. Poco dopo lo sento muoversi per poi mostrarmi qualcosa racchiuso in un paio di tovaglioli. Lo scarto e trovo un panino alla...Nutella? Come può chiedermi di mangiare qualcosa di dolce per pranzo? Faccio per girarmi e guardarlo male, ma un suo dito vicino al mio viso mi fa chiudere d'istinto gli occhi, sentendolo poi sul mio naso. Quando guardo posso notare della cioccolata su di esso, così, per vendetta, lo imito sporcandolo sul collo e lui risponde attaccandomi sulla guancia, poi un po' più in basso, sulla spalla, sulla clavicola e infine nell'unica parte del mio petto scoperta che, per poco, non mi beccava pure la maglia. Ci osserviamo leggermente perplessi a vicenda e, notando che tutto quello che doveva finire nei nostri stomaci ora è sui nostri corpi, ci mettiamo a ridere come due pazzi.
Le mie risate, però, si interrompono quando sento quell'umidità sulla punta del mio naso per poi spostarsi sulla guancia e scendere ancora sul collo. La sua lingua si muove in un modo indescrivibile, si potrebbe dire quasi eccitante anche se, spero, non sia la sua intenzione. In questa parte del corpo si sofferma di più, non limitandosi a leccare via la cioccolata, ma anche a prendere tra le sue labbra la mia pelle facendomi scappare un leggero gemito. Non sembra accorgesene, o non farci caso, perchè continua a insistere come se volesse eliminare completamente il sapore di quel dolce. Se va avanti così mi sa proprio che rischia di lasciarmi qualche segno. 
- C-Che...che stai f-facendo? - cerco un modo per farlo smettere prima che mi ecciti sul serio.
- Mangio la Nutella del mio panino, mi pare ovvio!
Lui lo prende per un scherzo, ma forse non si rende conto di quello che sta accadendo nei miei pantaloni! Anche se, ad essere sincero, non me ne posso lamentare. Quei movimenti così sensuali sono troppo piacevoli, non potrei mai rifiutarli, soprattutto se è lui a farli.
 
Continua, ti prego.
 
Lentamente si abbassa seguendo la scia di cioccolata fino alla spalla e poi, tenendo abbassata la maglia scoprendo tutto il dolce che mi ha sparso fin quasi al capezzolo, inizia a leccare pure quella parte nello stesso modo in cui lo faceva sul collo, provocandomi altri brividi. Comincia dal centro del petto per poi spostarsi piano verso la parte destra arrivando fino a quella piccola sporgenza che più tocca e più si indurisce e, mi pare ovvio, la stessa cosa vale per il mio amico di sotto. Questa volta, più che rilassarmi, mi irrigidisco preso dal troppo imbarazzo per via della situazione e, accorgendosene, smette di "pulirmi" dal cioccolato sdraiandosi a finendo il suo panino. Ancora un po' sconvolto per quello che è successo, mi volto a guardarlo perplesso.
- Fai sempre così coi tuoi amici?
- Che c'è? Non ti è piaciuto?
- No! - mento, anche prendendola un po' come un offesa.
- Strano, quando me lo fa Junhyung a me piace.
- J-Junhyung?
- Sì. Mi ha passato lui questo vizio di spalmare la Nutella sul corpo degli altri e di leccarla via.
 
Vorrai dire "succhiarla" via.
 
Un po' mi ingelosisco. Togliamo quel "un po'". Non riesco a immaginarlo insieme a Junhyung mentre...beh, mentre si comportano in questo modo! Non riesco proprio a pensare a un caso in cui quei due possano entrare in un contatto tanto intimo e, se dovessi vederli, non so proprio come reagirei. Non so se correrei via a piangere, se starei lì a guardare o se interverrei dividendoli e tenendomi Daehyun solo per me.
- A proposito di Junhyung, domani non ci sarà perciò non avrai fastidi.
Ma che me ne frega di questo in un momento simile? In ogni caso sorrido fingendo di dargli importanza e, notando del cioccolato sul suo collo, decido di vendicarmi buttandomi sopra di lui e iniziando a leccare, più o meno nello stesso modo in cui lo faceva lui pochi minuti fa, lasciandolo leggermente confuso. Continuo anche se non vedo più quella crema color nocciola, sentendo le sue braccia circondarmi la schiena, deduco che il mio piano sta funzionando. Continuo a baciare e succhiare la sua pelle percependo, dopo alcuni minuti, qualcosa cambiare nella parte più in basso del suo corpo. Ricordandomi che i nostri membri sono in perfetto contatto, separati solo dai vestiti, mi rendo conto che è proprio il suo unito da alcuni ansimi trattenuti male.
Il suono della campanella, però, ci obbliga a fermarci informandoci che la pausa pranzo è già finita e che dovremmo sbrigarci a rientrare in classe. Velocemente ci alziamo e ci avviamo verso le nostre aule sperando solo che nessuno si accorga di niente. 
 
Esattamente come aveva detto Daehyun ieri, oggi Junhyung è assente e, dunque, non sono stato torturato durante l'intervallo e, ora, posso godermi la pausa pranzo tranquillamente, standomene seduto dietro la scuola ad ascoltare un po' di musica. Qualunque canzone metta su, la mia mente è sempre lì, a quel momento in cui la sua lingua è entrata in contatto col mio corpo, a quando si è soffermata a "giocare" col mio collo, al piacere che mi ha provocato, all'imbarazzo che ho provato sapendo che si sarebbe potuto accorgere di quello che stava accadendo nei pantaloni. Chissà cosa sarebbe accaduto se lo avesse notato, ci avrebbe scherzato sopra o si sarebbe allontanato?
All'improvviso sento una cuffia separarsi dal mio orecchio e, quando mi volto, noto che è arrivato Daehyun incuriosito dalla musica nel mio Ipod. Sorride, probabilmente perchè gli piace, e si sdraia a terra facendomi perdere anche l'altra per poi chiudere gli occhi e immergersi in quella melodia. Lo osservo sorridente, meravigliato di come il suo volto si trasformi in qualcosa di ancora più bello in questi momenti. Gli occhi chiusi, la mente totalmente in un altro mondo, sicuramente più bello di questo, il suo viso rilassato. 
 
Sono così gli angeli?
 
Continuo a studiarlo, soffermandosi su quelle labbra carnose che ieri si sono avvinghiate alla mia pelle e non ne volevano sapere di separarsene. Ripensandoci, sono sempre molto secche. E' un peccato, rovinano un volto tanto bello, diventerebbe perfetto eliminando quel piccolo difetto. D'un tratto mi si accende una lampadina in testa e mi volto a cercare il burrocacao e a spalmarlo su quelle screpolature, per poi tornare a guardarle e realizzare che sono già molto meglio. Quella brutta secchezza si è nascosta sotto quel prodotto per un po', ora è molto più piacevole godere della loro vista. 
Mi accomodo accanto a lui appoggiando la testa sul suo petto, ritrovandomi un braccio intorno alla vita a tenermi stretto a lui. Ascolto il battito del suo cuore, forte e lento, mi rilasso con il movimento dei suoi pettorali che si gonfiano e si sgonfiano. Le mie mani continuano a percorrere il suo corpo restando ben aderenti, come se fosse qualcosa di prezioso da cui non posso separarmi. Si abbassano fino alla vita, poi risalgono sull'addome, sul petto, sul collo, sulle guance fino alle labbra di cui disegno il contorno con le dita. Incoscente delle mie azioni e impossibilitato a controllare il mio corpo, mi alzo leggermente avvicinandomi ad esse, osservandole attentamente, sfiorandole, lasciando un piccolo segno del contatto con le mie. E poi ancora, con più sicurezza, premendo più forte, e ancora, continuo come ormai drogato del loro sapore. Dopo qualche bacio che gli ho lasciato, mi sento spingere con forza sopra a quel corpo e, spaventato, spalanco gli occhi notando che mi sta osservando con un sorriso. Non lo capisco, perchè è felice? Non lo era quando ha scoperto della mia omosessualità e della mia attrazione per lui. 
- Già finito?
Le sue parole mi mettono ancora più in confusione, ma rispondo riappoggiandomi a lui, sentendo le sue labbra muoversi e lasciare un'apertura che sfrutto per inserirci la mia lingua. All'inizio leggermente, leccando semplicemente i contorni dell'entrata, poi la spingo sempre più all'interno scontrandola con la sua che, però, non sembra voler accettare subito, ma insisto finchè non si rassegna a giocare con essa. Le sue mani, intanto, si fanno strada sotto la mia maglia facendo sentire alla mia pelle scoperta la temperatura fredda della stagione, per poi scendere e spingere per nascondersi sotto i jeans, riuscendoci con un po' di fatica e, premendo forte su quei due muscoli, anche quelli, in parte, prede dell'aria gelida, mi provoca un brivido di piacere che arriva fino al mio amico di sotto. Lo sento sorridere sotto di me ed io rispondo, a mia volta, con un sorriso per poi lanciare un urlo quando i suoi denti si conficcano nel mio labbro inferiore seguito dalle sue incessanti risate.
- Sei pazzo?! Mi hai fatto male!
- Scusa, morivo dalla voglia di farlo!
Gli faccio la linguaccia mentre lui continua a ridere irritandomi sempre di più, finchè non si calma e si mette a sedere vicino a me.
- Che abbiamo pomeriggio?
- Scienze e matematica.
- Che palle! Non ho voglia di subirmi le grida isteriche della prof di matematica!
- A chi lo dici!
- Ho un'idea! - nel dirlo (ok, gridarlo) si gira di scatto facendomi prendere un infarto. Porto la mano sul petto e mi rilasso per ascoltare il seguito. - Usciamo e andiamo a farci un giro.
- Sei pazzo?! Ci vedrebbero subito.
- Non se usciamo da lì. - seguo il suo braccio e mi volto verso la parte indicata trovando il muro che circonda la scuola. Come pensa di oltrepassarlo? - Forza, ti do una mano a salire.
Gli vado dietro e, vedendo le mani sopravvoste che mi pone, capisco che mi vuole fare da scaletta, dunque appoggio un piede e mi do una spinta aggrappandomi alla parete salendoci, per poi sedermi di lato e porgergli una mano che, però, rifiuta. Indietreggia un po' e prende la rincorsa riuscendo, non so come, ad arrivare dove mi trovo io adesso, senza il minimo aiuto.
- Durante il primo anno io e Junhyung uscivamo sempre da qui. Ci sono abituato. - mi spiega vedendo la mia faccia sorpresa, per poi saltare giù seguito da me, anche se, per poco, non mi sono spezzato una gamba nell'atterrare. Velocemente corriamo via, solo lui sa dove, fino ad allontanarci abbastanza da non poter più vedere l'edificio scolastico. 
- Casa tua è libera?
- Sì, i miei sono tornati a Uijeongbu qualche giorno. - rispondo guardandolo confuso, non capendo il perchè di quella domanda.
- E hai qualcosa da bere?
- Sì, dovrebbe esser...- senza lasciarmi terminare la frase mi prende per il braccio e mi tira dietro fino a casa, dove si affretta a prendere qualche bottiglia di birra e a rintanarsi in camera mia sul letto, mentre io mi siedo sulla sedia della scrivania ad osservarlo mentre beve. 
Mi torna in mente quel bacio, il modo in cui giocava con la mia lingua, il suo sapore, come mi toccava e si divertiva a sentirmi eccitato, ma poi ricordo anche le sue parole, quando ha detto che non potevamo essere amici e quando ha scoperto della mia omosessualità. Allora perchè si è comportato in quel modo? Che gli passa per la testa?
- Daehyun...perchè...ecco, perchè prima non mi hai rifiutato? Quando ti ho baciato.
- Era solo un bacio, niente di che.
Solo un bacio, certo. Per me, soprattutto per il mio corpo, non lo è stato affatto!
- Non ti ha dato fastidio che fosse un altro ragazzo a dartelo? - scuote la testa per rispondere mentre ingoia l'ennesimo sorso di birra. - Perchè? Mi pare di aver capito che tu non sei...
- Infatti non lo sono, ma sarò sincero con te. Sai già che amo le canzoni d'amore, ora sai anche che mi piace essere baciato. Ogni cosa che mi trasmette amore non riesco a rifiutarla, anche se si tratta di un bacio da parte di un maschio. E' una mia esigenza.
- Sei un etero molto strano.
Entrambi ci mettiamo a ridere alla mia affermazione, nonostante sia più che vera. La sua mano che batte sul letto mi fa capire che vuole che mi avvicini, dunque soddisfo il suo desiderio sdraiandomi affianco a lui e lasciandolo appoggiarsi a me mentre beve. Ripensando ancora alle parole pronunciate da lui poco fa, avvicino le mie labbra alle sue e schiocco un bacio, confermando le sue precedenti frasi. Non mi ha rifiutato, lo ha accolto come un bambino bisognoso di affetto. Forse è questo che è, qualcuno che cerca solo un po' di amore.
 
Te lo darò io.
 
Le ore passano in fretta e il cielo inizia a farsi scuro. Daehyun continua a chiedermi dell'altra birra nonostante la mia risposta rimane un secco "no". E' già fin troppo ubriaco, non voglio che poi inizi a vomitare e a sentirsi male. 
- Allora portami la Nutella!
Lo guardo sconcertato, ma, alla fine, soddisfo le sue esigenze sperando solo che non abbia strane idee. Quando torno in camera col vasetto e un cucchiaino, lo trovo sdraiato sul letto senza maglia, rimanendo a bocca aperta e un po' imbarazzato. Non avrà un gran fisico, ma l'emozione di vedere quella pelle che vorrei tanto toccare mi fa emozionare fin troppo. Mi avvicino a lui consegnandoli la crema alla nocciola per poi vederlo iniziare a mangiarla con gusto.
- Ne vuoi un po'?
Sorriso e mi siedo accanto a lui aprendo la bocca, aspettando solo una cucchiaiata di quel dolce, ma quello stronzo se lo divora un'altra volta, lasciandone un po' sulle labbra. Interpreto la provocazione e mi avvicino, leccandogliela via finchè non è ben pulito e schioccandoli un altro bacio per fargli capire che ho finito.
- Vuoi fare il gioco della Nutella, eh porcellino?
Porcellino? Mi ha chiamato porcellino? Faccio per dargli uno schiaffo offeso, ma mi precede portandosi dell'altro cioccolato sul suo corpo e pregandomi attraverso un paio di occhi dolci di continuare questo "gioco". Faccio una smorfia anche se, sotto sotto, la cosa non mi dispiace, e mi attacco alla sua pelle partendo dal collo leccandolo finchè non sento più quel dolce sapore e, dunque, comincio a succhiare un po' come aveva fatto lui ieri, giusto per vendicarmi un po'. Lo sento ansimare e muoversi sotto di me, facendomi scappare un sorriso trionfante, poi scendo ancora seguendo la crema fino ad arrivare ad un capezzolo su cui lavoro meglio, prendendolo totalmente tra le mie labbra fino a pulirlo. Mi alzo leggermente per confermare che ho già terminato e, tutto d'un tratto, mi ritrovo sotto a Daehyun che si avvinghia subito a me, umidificandomi ovunque e facendomi gemere più forte di quello che faceva lui. Lo sento muoversi sopra di me, mentre io non riesco a controllare il mio corpo e finisco per inarcare la schiena. Alla fine torna sulle mie labbra, portando le mani sul mio addome, scende un po' fino a quando non posso percepirle a lavorare sui miei jeans e, dopo poco, andare leggermente sotto e abbassarli. 
- D-Daehyun! C-Che stai facendo? - gli domando coprendomi la mia erezione quando realizzo di essere rimasto anche senza i boxer e, osservando attentamente, noto che lui è nella mia stessa situazione. Imbarazzato chiudo gli occhi, ma lui si riavvicina subito rifacendomi stendere e tornando a baciarmi, mentre mi allarga le gambe per mettersi in mezzo e permettere ai nostri membri eccitati di scontrarsi. Sento qualcosa farsi strada ancora più sotto fino alla mia entrata e iniziare a solleticarla, provocandomi un piacere incontrollato e, quando è abbastanza bagnata, qualcosa di piccolo entra facendola abituare e facendomi ansimare ancora, per poi riuscire e lasciare il posto a qualcosa di più grande che non serve spiegare di cosa si tratta. Daehyun, sopra di me, comincia a muoversi piano portando le sue labbra sulle mie, sentendo il mio respiro irregolare sulla sua pelle e, accelerando sempre di più i movimenti, le divide per andare a giocare con le nostre lingue. Il volume dei nostri gemiti è in continuo aumento, il sudore inizia a scivolare sulla nostra pelle, i battiti dei nostri cuori si fanno ancora più veloci finchè, con un'ultima spinta, sento il suo seme dentro di me e lui crolla appoggiando la sua testa sul mio petto, aspettando solo di sentire le mie braccia intorno a lui.
 
Grazie, Jung Daehyun.
 
POV Daehyun
Apro gli occhi massaggiandomi la testa. La luce del sole che entra dalla finestra mi acceca e, quando mi volto, trovo Youngjae sotto di me a fissarmi sorridente per poi schioccarmi un bacio sulle labbra. Sorrido a mia volta tenendomi sollevato sui gomiti, ma, proprio nel momento in cui li appoggio sul materasso, sento una fitta alla schiena e vado a massaggiarmela, scendendo sempre più in basso per alleviare tutto il dolore, finchè non arrivo in quella parte dove dovrei essere vestito. Confuso mi metto a sedere e, trovati i nostri corpi nudi, spalanco gli occhi e mi butto a lato spaventato. Cos'è successo questa notte? Non ricordo niente. O meglio, non ho bisogno di ricordare, ho già un'idea, ma non so come sia accaduto. Non so se mi è piaciuto o no, non so se ero sopra o sotto, non so se, mentre lo facevamo, ci stavamo abbracciando oppure no, non so quanto e se ci siamo baciati, con o senza lingua, non so com'erano i suoi ansimi e, tanto meno, i miei, non so quanto sono durato, non so come abbiamo iniziato nè come abbiamo finito. Non so proprio niente, la mia mente è vuota, non ho ricordi. L'ultimo è solo di noi due sul letto, mentre lui mi teneva fra le sue braccia trasmettendomi l'unica cosa che ho sempre desiderato: amore. 
I miei occhi si fanno lucidi, non sono in grado di trattenere le mie lacrime. Il mio cuore sta andando in frantumi, non lo sento più.
- Daehyun, calmati! - Youngjae si affretta ad abbracciarmi e ad asciugarmi invano il viso, ma questo continua a bagnarsi.
- Io...io...non...non ricordo...niente.
- Non ti preoccupare, non è importante.
- Come? - mi volto verso di lui ad occhi sgranati, non capendo come, proprio lui, possa aver detto una cosa simile.
- Insomma, tu sei etero e io gay. E' meglio se non ricordi niente, possiamo far finta di...
Non lo lascio terminare e gli lancio uno schiaffo abbastanza forte da farlo cadere dal letto. Come può, proprio lui che è infatuato da me, pensare questo? Dovrebbe star più male di me per il fatto che non ricordo niente, invece mi incita a lasciar perdere tutto. Come fa? Come fa ad avere un coraggio simile?
- Come puoi dire una frase simile? Come puoi?! - la mia voce si trasforma in un grido pieno di rabbia e dolore. Questa non gliela posso perdonare. - Questa era la mia prima volta ed io non ricordo un cazzo! Come puoi dirmi di lasciarmi tutto alle spalle?!
 
Esatto, il mio primo rapporto. Non lo ricordo.
 
Senza attendere alcuna risposta mi vesto e me ne vado. Non ho alcun interesse a conoscere il suo parere o le sue scuse. Voglio solo andarmene da qui e cercare di ricordare, anche se è stato con lui. Rimane comunque la mia prima notte d'amore.
 
POV Youngjae
Quando arrivo a scuola mi affretto a cercarlo nel cortile prima che inizino le lezioni e, fortunatamente, lo trovo subito, anche se in compagnia di Junhyung. Mi avvicino velocemente intento a risolvere la situazione, in un modo o nell'altro lo devo fare.
- Daehyun, devo parlarti.
Questo si gira verso di me e mi guarda ancora con gli occhi rossi e gonfi. Fa qualche passo fino a quando il suo viso non si trova a pochi centimetri da me. Dal suo sguardo non sembra per niente felice di vedermi. Porta la sua mano alla mia testa e intreccia le sue dita tra i miei capelli. Inizialmente si limita ad accarezzarli, ma, quando li afferra e li tiene ben saldi buttandomi a terra, non riesco a trattenere un urlo per il dolore attirando l'attenzione della gente intorno.. 
- I tuoi capelli sono un po' troppo lunghi. Datemi una forbice!
Junhyung si affretta a cercare uno studente che abbia dietro quell'oggetto e lo passa al suo amico che avvicina alla ciocca che ha tra le mani.
- No, ti prego! I capelli no!
Provo a urlare invano. I capelli sono l'unica cosa che mi piace di me, passo ore intere a curarli. Ci ho messo anni a farli crescere come sono ora, non può tagliarmeli. Che mi faccia vestire da donna, andare in giro nudo, chiedermi soldi, picchiarmi davanti a tutti, ma questo no. Le mie preghiere, purtroppo, non servono a niente e, ben presto, posso vedere quei fili biondi cadere a terra per poi essere afferrato dall'altro lato della testa. Non volendo perdere ancora le uniche parti preziose del mio corpo, affondo le unghie nel suo braccio riuscendo a liberarmi, ma le lacrime si sono già mostrate a loro. Ora, però, sono stanco. Non voglio più subire queste ingiustizie, questa volta ha esagerato. Non m'importa di quello che accadrà, voglio finirla con questo incubo.
- Sono stufo! Lasciami stare! Non voglio più essere umiliato da te e i tuoi amici, non voglio più essere trattato male! Sono stanco dei tuoi maledetti ricatti! Vuoi dire in giro il mio segreto? Va bene, lo farò io al posto tuo: sono gay! Mi piace il cazzo e scusa tanto se mi sono preso una fottuta cotta per uno stronzo come te!
Le mie grida sono un po' troppo forti, ma non m'importa. L'ho lasciato a bocca asciutta, era questo che volevo. Ora fa lo stesso se mi guarderanno tutti male, mi basta essere libero da lui. 
Velocemente mi volto e corro via, uscendo dal cancello, ma proprio lì vicino vengo fermato da un ragazzo che mi tiene per il polso. Mi volto a guardarlo: è alto e moro, con un'aria abbastanza da duro, accompagnato da un ragazzino più magro e dai capelli biondi e ricci, lo stesso a cui Daehyun aveva sputato in faccia.
- Abbiamo sentito tutto. Vieni con noi, è meglio se ti prendi qualcosa di caldo per calmarti.
Osservo i due leggermente confuso, non capendo bene il perchè delle loro azioni. Li seguo arrivando ad un bar e accomodandomi allo stesso tavolo dove si trova Jongup, che era stato assente negli ultimi giorni, e un ragazzo dai capelli neri tirati su col gel. Mi spiegano che, più o meno, hanno tutti lo stesso "problema" e, sentendomi più sicuro, racconto tutta la storia, tenendo però nascosto il suo segreto riguardante il canto. 
Con calma mi bevo la mia cioccolata calda, offerta gentilmente da Yongguk-hyung, e mi lascio confortare dalle battute di Himchan-hyung e dalle stupidaggini che tirano fuori Jongup e Junhong. Ma mi rilasso per poco, quando affianco a me sento di nuovo il suo profumo e la sua mano avvicinarsi al tavolino lasciando un pezzo di carta. Mi volto a guardarlo curioso di sapere che è venuto a fare qui, ma il suo volto cupo mi lascia perplesso. I suoi occhi sono di nuovo lucidi.
- Scusa.
E' tutto ciò che dice prima di andarsene e di lasciarmi finalmente in pace. Tutti lo osservano come spaventati, ancora più confusi di me. Prendo quel foglietto piegato e lo apro: è la sua foto, quella che si era tenuto. Senza pensarci due volte la strappo buttandola nella tazzina vuota. Non ho intenzione di tornare indietro, voglio dimenticarlo. Jung Daehyun non può più far parte del mio cuore.
 
Addio.



Bene, diciamo la verità: questo capitolo doveva essere pieno di atti di bullismo verso Youngjae con, ovviamente, qualcosa di dolce e carino. Che dite? Sono riuscita nel mio intento? xD

  


Più Junhyung, che mi ero dimenticata pure di lui!


 

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Capitolo 10
*** Dancing In The Rain ***


Maaaa ciaooo!!! Vi sono mancata? u.u (Tzk, non illuderti D:) No, non ho di nuovo Internet ç_ç sono tornata alla mia (vecchia) casa per un pomeriggio U_U che dire? manco qualche giorno e mi ritrovo non so quante nuove recensioni e lettotrici che mettono nei preferiti/seguite/da ricordare ** non so proprio cosa dire ** bene, vi lascio al decimo capitolo:) quando tornerò voglio leggere le vostre recensioni ** ora corro subito ad aggiornare anche l'altra FF D:
Baci, RingDingDong <3


 
Destiny

Dancing In The Rain
 
POV Zelo
Affacciato alla finestra osservo la gente che cammina per le strade con perennemente l'ombrello aperto. In questi giorni non fa altro che piovere, è brutto andare in giro per le strade di Seoul e continuare a pestare nelle pozzanghere e, proprio per questo motivo, io e Yongguk-hyung ci vediamo sempre di meno, solo ogni tanto per provare la coreografia della canzone che ha scritto. Se solo si decidesse a nevicare potrei uscire e giocare con la neve, ma quest'anno l'inverno non ne vuole sapere di farsi vedere. E' così noioso, per non parlare del fatto che io odio la pioggia! E' così fredda e umida, quando cade fa un rumore davvero fastidioso, sembrano quasi lacrime, trasmette solo tristezza. Non è mai bella da vedere in un periodo dell'anno come questo, quando una festa importante si sta avvicinando. Già, il Natale, il giorno in cui tutta, o quasi, la famiglia si riunisce per scambiarsi regali e festeggiare. Adoro questo evento proprio per questo.
- Junhong, è pronto!
- Arrivo mamma!
Seguo le grida di mia madre e vado a riempirmi per bene lo stomaco, per poi uscire di casa e andare a fare qualche commissione che le avevo promesso ancora ieri. Prendo il pane, il latte, il riso, poi vado a consegnare quella vecchia giacca mai usata ad una sua amica, mi dirigo in farmacia a prendere le medicine e le porto alla nonna, facendomi una bella abbuffata con le sue torte deliziose e ricevendo una piccola paga per poi tornare indietro. 
Ogni tanto sento qualche goccia sul collo che mi fa rabbrividire. Non dovrebbe accadere, probabilmente questo ombretto è bucato da qualche parte. Che scocciatura! Casa mia è ancora lontana, finirà che mi prenderò su qualcosa! Continuo a camminare senteno i miei piedi sempre più freddi. E' impossibile schivare le pozzanghere, Seoul è diventata un lago. 
 
Odio la pioggia. 
 
Ad un certo punto, essendo immerso nella musica, non mi accorgo di dove vado e finisco per scontrarmi con qualcuno.
- S-Scusa! - mi chino veloce per poi rialzarmi e guardarlo, scoprendo che si tratta di Yongguk-hyung. Felice di vederlo gli sorrido e mi torna in mente quando ho dormito da lui. Nel momento in cui mi sono svegliato ho perso un battito.
 
Flashback
Apro gli occhi anche se accecato dalla luce. Sono ancora mezzo addormentato, non ho voglia di alzarmi subito. Sento qualcosa vicino a me, dunque, automaticamente, lo stringo come facevo con i vari peluches quando ero più piccolo, intento a tornare a dormire. E' liscio e caldo, magnifico da accarezzare, soprattutto se l'aria fredda che c'è fuori arriva fino a qui. Sposto le mie mani un po' ovunque per studiare, anche se solo col tatto, quella cosa, trovando alcune parti più dure, delle specie di fessure, delle sporgenze, qualcosa dalla forma strana. Provo a sottolinearne i contorni con le dita, poi, affascinato da quel tocco, avvicino incoscentemente le mie labbra. Le premo forte, le uso per prendere quella parte del tessuto e bagnarlo, esattamente come un bacio, chiedendomi se anche le labbra di Yongguk-hyung fossero così morbide. Insisto ancora in quei movimenti, ormai innamorato, percependo poi una risposta esattamente come la mia. Qualcosa mi sfiora sulla mia schiena, mi fa venire qualche brivido, poi si appoggia e mi stringe forte. Confuso torno ad aprire gli occhi e, in quell'esatto momento, il mio cuore si blocca per un istante.
- AAAH! - urliamo in coro, io facendo un salto e cadendo dal letto, lui mettendosi a sedere di scatto. Ci guardiamo spaventati per qualche minuto, non sapendo cosa dire, non trovando una qualche scusa, diventando completamente rossi in volto.
- S-St-Stavo...sognando un...r-ragazzo. - provo a giustificarmi con la prima cosa che mi salta in mente, sperando solo che ci creda.
- A-Anch'io.
Fine flashback
 
Da quel giorno, quando ci avviciniamo troppo, ci imbarazziamo sempre, soprattutto io, ma non ha smesso di trattarmi come prima. Anzi, è diventato ancora più dolce prestandomi più attenzioni, dicendomi sempre cose carine, coccolandomi quando sono stanco, dandomi l'affetto di cui necessito. 
Anche lui, vedendomi, mi risponde con un sorriso e porta una mano tra i miei capelli scompigliandomi, alzando poi lo sguardo e muovendosi di scatto, lasciando cadere il suo ombrello a terra. Mi prende per le spalle e mi fa girare, cercando di avvolgermi il più possibile, per poi essere bagnato da uno schizzo d'acqua creato da un autobus appena passato. Si distacca da me incrociando il mio sguardo, controllando poi che stia bene e che non mi sia arrivata neanche una goccia d'acqua, cosa che non è riuscito ad evitare del tutto. E' incredibile, mi deve proprio salvare anche dalle situazioni più banali? Questa volta, però, in cambio del suo aiuto si è ritrovato completamente fradicio.
- Mi dispiace.
- Tranquillo, è solo un po' d'acqua.
- Un po'? Sei bagnato dalla testa ai pieni! Vieni, è meglio se ti fai una doccia. 
Senza attendere una sua risposta raccolgo il suo ombrello e gli faccio strada fino a casa mia, dove lasciamo le scarpe bagnate all'entrata e le borse della spesa sul tavolo, per poi accompagnarlo in bagno, dove troviamo mia madre a sistemare alcuni asciugamani.
- Oh, cielo! Ma siete fradici! Forza, fatevi un bagno caldo prima di prendervi qualcosa! Intanto vado a prepararvi un tè per riscaldarvi. Su, su! Veloci!
Ci supera e corre via, lasciandoci tutto il necessario per il da farsi. Faccio per uscire e lasciare che Yongguk-hyung si lavi per primo, ma proprio quando sono sulla porta vengo fermato e riportato al centro della stanza.
- Il tè è subito pronto, non voglio far perdere tempo a tua madre.
Velocemente gira la chiave per chiuderci dentro, aprire l'acqua aggiungendosi un filo di bagnoschiuma ed inizia a spogliarsi, mettendomi ancora più in imbarazzo.
 
Devo entrare nella vasca...con lui? Nudo?
 
Sento il mio volto andare totalmente a fuoco, sto sudando come una fontana. Mi sto vergognando fin troppo, come può pensare che mi spogli davanti a lui? Non mi sono nemmeno mai mostrato a petto nudo, ora dovrei togliermi ogni singolo indumento? 
Quando noto che è anche senza boxer, mi porto le mani in viso, divaricando due dita per dare una sbirciata al suo...ehm, fondoschiena, ma le richiudo subito non appena si volta. Lo sento avvicinarsi a me, prendermi per i fianchi e sfilarmi la maglia, dunque mi affretto a coprirmi il petto con le braccia, per poi ritrovarmi uno sguardo perplesso fisso su di me come per dire "Guarda che non hai le tette!" mettendomi ancora più a disagio. Torna al suo "lavoro", prima slacciandomi la cintura, poi il bottone dei jeans e, infine, la cerniera concludendo abbassandomeli. Per finire, mi toglie anche i boxer e la mia faccia diventa ancora più rossa. In tutto questo tempo, che a me è parso un'eternità, non sono riuscito a fare niente se non a coprirmi imbarazzato. Sembravo un bambino con chissà quale problema che era incapace di fare qualunque cosa. Potevo almeno voltarmi e spogliarmi da solo! Che figura...
Mi volto verso la vasca da bagno e, per mia fortuna, sembra abbastanza piena da potermi nascondere, dunque faccio un sospiro di sollievo, ma, proprio in quel momento, mi sento sollevare e, poco dopo, mi ritrovo, in parte, sotto l'acqua tutto rannicchiato, seguito poi da lui. Siamo molto stretti, dunque, per ogni movimento, siamo obbligati a sfiorarci. E' fin troppo imbarazzante come momento. Velocemente raggruppo nella mia zona tutta la schiuma possibile per poi trovarmene un po' anche sul naso, seguito dalle sue risate. Metto il broncio e, per vendicarmi, soffio su quell'ammasso di bollicine facendole arrivare a lui, così mi imita e continuiamo questo gioco per un po', finchè non decidiamo di smettere per evitare di allargare il bagno e di subirci le grida isteriche di mia madre.
Ci rilassiamo un po', finalmente ben coperti, ma presto qualcosa va storto e interrompe quel momento. Mi ritrovo il suo piede pieno di schiuma a solleticarmi la guancia, dunque lo imito portando il mio sul suo petto, muovendo le mie dita formando un sorriso sul suo volto. Porta le sue mani sotto al polpaccio di quella gamba e poi afferra anche l'altro, per fare cosa? Tirare per farmi finire con la testa sott'acqua e ricominciare a ridere! Mi rimetto a sedere pronto a lanciare tutte le offese possibili, ma, ancora prima che possa aprire bocca, mi rendo conto di quanto questa posizione sia imbarazzante: i nostri bacini sono vicini, si sfiorano, e le mie gambe sono divaricate, appoggiate sulle sue spalle. Anche lui si rende conto della cosa e rimaniamo fermi ad osservarci completamente rossi in viso e incapaci di pronunciare parola.
- Il tè è pronto! - grazie alle grida di mia madre ci risvegliamo da questo momento così tanto fraintendibile e usciamo velocemente dalla vasca per asciugarci, evitando i nostri sguardi.
 
POV Yongguk
Quanto mi pento in questo momento di avergli voluto fare quello stupido scherzo! Se fossero entrati i suoi chissà cos'avrebbero pensato. Spero vivamente che Zelo non abbia avuto il mio stesso pensiero, anche se non sembra il tipo che arriva subito a quella conclusione. 
Una volta asciugati mi presta alcuni dei suoi vestiti più larghi, dato che negli altri non ci starei, e scendiamo a bere quel dolce tè caldo preparato da sua madre. Mi presenta a lei, le spiega dell'esibizione che dovremmo fare domani a scuola e ce ne andiamo in soggiorno a provare ininterrottamente la canzone, per quanto sia possibile visti gli spazi. Oggi, Junhong, sembra impegnarsi più del solito, esattamente come ho sempre desiderato. Riesce a immergersi subito nella musica, non sbaglia un passo, prende la cosa sul serio come non ha mai fatto. Sono io il problema. Continuo a pensare a quel piccolo momento che ha messo entrambi in imbarazzo, non riesco nemmeno ad ascoltare la melodia. Faccio fatica a stare al suo passo, continuo a muovermi male e a commettere errori, anche se piccoli e irrilevanti. Non riesco a togliermi dalla mente i nostri bacini vicini, come sarebbe stato se, quel pensiero che girava nella mia testa, non fosse stata solo la mia immaginazione, ma fosse accaduto sul serio, come sarebbero stati i suoi gemiti, come si sarebbe comportato, se avrebbe gridato il mio nome, se si sarebbe stretto a me, se mi avrebbe baciato mentre lo facevamo, se avrebbe provato dolore, se gli sarebbe piaciuto. Mi vergogno di questi pensieri, non mi era mai capitato di fantasticare su qualcuno in questo modo e, proprio per il fatto che sia lui il soggetto di tali fantasie, mi assale sempre di più la voglia di realizzarle. Non subito, non così di fretta. Vorrei iniziare con un abbraccio, qualche carezza, un bacio pieno d'amore, non come quello che mi aveva dato lui fuori casa sua, infine, dopo un po' di tempo, giacere con lui nello stesso letto, nel modo più dolce che possa esistere. 
 
Le ore passano veloci, noi continuiamo ad allenarci fino a tardi, quando il cielo si fa buio.  Finalmente siamo pronti, non abbiamo più motivo di preoccuparci. Sappiamo la coreografia e il testo perfettamente e, anche grazie a Zelo, verrà benissimo, dunque mangiamo quella cena deliziosa cucinata dalla madre per poi salutarci, aspettando solo di rivederci il giorno dopo.
- Yongguk, aspetta! - la voce della donna m'interrompe proprio quando sto per aprire la porta, facendomi voltare per guardarla confusa. - Sta diluviando, è meglio se ti fermi qui sta notte.
- No, non voglio disturbare ancora. E poi ho i vestiti che mi servono per domani a casa.
- Non ti preoccupare di niente, caro. Andate a dormire, domani vi accompagna mio marito in macchina.
E' davvero troppo gentile, così non ribatto altro e accetto, facendomi accompagnare dal figlio fino in camera dove mi libero della maglia e mi infilo sotto le coperte, osservandolo mentre si mette il pigiama imbarazzato dai miei occhi incollati su di lui. E' così carino vestito così, sembra ancora più un dolce bambino. 
Si avvicina e si sdraia accanto a me dandomi la buona notte e voltandosi mostrandomi solo la sua schiena, dunque lo imito e mi metto rivolto verso il muro, ripensando ancora al primo bacio che mi ha dato, a quello che ci siamo scambiati a casa mia e a quel momento nella vasca da bagno. Il modo in cui la nostra pelle, i nostri respiri, le nostre labbra e i nostri corpi sono entrati in contatto, facendomi rabbrividire, erano troppo piacevoli. Vorrei riviverli, questa volta senza alcun imbarazzo, ma non posso farlo finchè non saprò cosa c'è tra noi.
Dopo alcuni minuti mi volto di nuovo verso di lui, trovando il suo viso a pochi centimetri dal mio.
- Zelo? - provo a chiamarlo a bassa voce, ma non risponde. - Zelo? - tento ancora, ma quel piccolo angioletto sta già viaggiando nei suoi sogni. Porto la mia mano tra i suoi capelli, poi l'abbasso sulla guancia, sulle labbra che contorno con le dita, sulle spalle, sulla schiena, sui fianchi fino ad arrivare al suo bacino. Lo sfioro il più piano possibile per non svegliarlo, ricordando ancora le mie fantasie, per poi allontanarmi di nuovo imbarazzato. Infilo il mio arto sotto la maglia entrando in contatto con la sua pelle, mi sposto davanti sull'addome, poi sul petto passando sopra ai piccoli capezzoli e mi fermo quando sento il battito del suo cuore. E' lento e forte. Facendolo mettere a pancia in su e ricoprendolo col pigiama, metto il mio orecchio al posto della mia mano e lo abbraccio, sprofondando nel sonno insieme a quella magnifica melodia.
 
Appena apro gli occhi sono nella stessa posizione in cui mi sono addormentato. Sentendolo mentre mi accarezza i capelli, alzo la testa ritrovandomi un angioletto biondo con qualche riccio ribelle a osservarmi sorridente.
- Hyung, dovremmo iniziare a prepararci se non vogliamo fare tardi.
- Sì, hai ragione. 
Ci mettiamo a sedere e, prima che possa fuggire in bagno a lavarsi, lo avvicino a me e gli lascio un bacio sulla fronte, lasciandolo poi andare a prepararsi e imitarlo pure io, per poi andare con suo padre prima a casa mia a prendere i miei vestiti, poi a scuola ad aspettare solo che lo spettacolo finisca in modo che arrivi il nostro turno di esibirci.
I minuti passano veloci, ma il nostro momento non sembra proprio arrivare. Il preside fa i suoi soliti discorsi, alcuni ragazzi cantano o recitano qualche schifezza creata in classe e qualche professore inizia a parlare, senza più terminare, collegando qualsiasi cosa alla propria materia. Insomma, una vera noia! Gli alunni applaudono solo perchè devono, ma fra un po' mi sa che si addormentano. Faccio uno sbuffo e torno da Zelo che se ne sta seduto su una sedia a grattarsi la testa. 
 
POV Zelo
Non ci voleva proprio, dannazione! Ho ancora in mente quel momento tanto imbarazzante con Yongguk, ora come faccio ad andare fuori a ballare e rappare davanti a tutti? Sono sicuro che, non appena uscirò da dietro le quinte, mi dimenticherò ogni singola parola e farò una figuraccia. E poi anche quel sogno, cavolo!
 
Flashback
Sento le sue mani sul mio corpo. Si muovono lungo la mia schiena, scendendo fino in fondo, sotto l'acqua, e mi solleva per farmi sedere meglio su di lui, percependo qualcosa spingere ed entrare provocandomi piacere. Inizio a muovermi lentamente ansimando insieme a lui. Porto le mie labbra sulle sue godendo della loro morbidezza, ma le abbandona subito per andare a leccarmi i capezzoli, rendendomi impossibile trattenere i gemiti. Continua ad accarezzarmi ovunque mentre io danzo col bacino sopra di lui. Mi spinge piano facendomi sdraiare, improvvisamente ritrovandoci sul mio letto, e, questa volta, è lui a spingersi dentro di me, più veloce e forte. Tutto d'un tratto, però, non posso più sentirlo e lo trovo con la testa appoggiata al mio petto, con la maglia del pigiama, che fino ad un attimo fa non avevo, alzata fino alle spalle.
Fine flashback
 
Mi gratto la testa innervosito. Sono ancora giovane per fare certi sogni, mi sento un vecchio pervertito. Spero solo che non si sia accorto della mia erezione quando ci siamo svegliati.
- C'è qualcosa che non va? - alzo lo sguardo trovando davanti di me Yongguk-hyung con un'espressione abbastanza preoccupata.
- Sono solo nervoso per l'esibizione.
- Stai tranquillo, andrà tutto bene. Ci siamo allenati duramente.
Ha sicuramente ragione, abbiamo provato tantissimo, ma non so se potrò sopportare di vedere i miei compagni deridermi un'altra volta, sentirli dire "balla proprio come un gay" o "nemmeno rappando riesci a sembrare un duro". So già che succederà, verrò umiliato davanti a tutta la scuola, ma ho detto allo hyung che avrei rappato con lui, ha scritto un testo tanto bello, ci siamo impegnati, non posso deluderlo proprio ora. 
Sentiamo i nostri nomi venir pronunciati dal presentatore, così ci prepariamo finchè non ci da via libera. Insieme a Yongguk-hyung vado al centro del palco, dò le spalle al pubblico e faccio un lungo respiro. Parte la musica con un suono simile a quello della campanella scolastica, facendo pensare che sia una canzone orrenda dedicata alla scuola, ma, appena terminano, inizia il vero ritmo e porto il microfono vicino alle mie labbra cominciando a cantare la mia parte e mi volto osservando tutti i miei compagni.
 
Seonsaengnim malsseumeun hapummani
Chilpaniran dohwajieneun nagseomani
 
Torno nella posizione iniziale lasciando che lo hyung mi superi mentre rappa la sua parte, con il suo stile e la sua voce magnifica.
 
Nae kkumeun maikeu jwigo raeb haneun geonde
Oneuldo peneul jwigo suhaggongsigeul jeogne
 
Arriva il momento del ritornello, quando sono in prima fila. Posso vedere centinaia di occhi puntati su di noi, nessuna bocca muoversi vicino all'orecchio dell'amico per sparlare. Ora posso sentirmi più sicuro.
 
Never give up himeul nae kkumeul hyanghae, never give up
Ireona ireona neoramyeon hal suga isseo
 
Ancora una volta porto il microfono alle mie labbra e riprendo a rappare, sentendo le urla di alcune ragazze e, quando le osservo, noto che mi guardano sorridendo. 
 
Jigyeoun yaegin STOP, my love story
Nae mameul Jeonhal su isseulkka kkeuteomneun gomin
 
Posso di nuovo nascondermi soddisfatto dietro allo hyung, aspettando che finisca anche lui la sua parte per poi cantare un altro ritornello prima del pezzo finale.
 
Neowa majuchil ttaemyeon gwaensiri sencheoghaneungeol
Chingu nyeoseogdeulgwaui daehwaeneun gwansimi eobseo
 
Le grida si fanno ancora più forti, in molti si sono alzati in piedi con le braccia in alto. Forse mi sono sbagliato, nemmeno i bulli che mi prendono più di mira sono riusciti a trattenere il loro piacere nell'ascoltarci.
 
Clap your hands everybody, everybody clap your hands
Left, left to right right, right to left
Put your hands up in the sky.1
 
Concludiamo l'ultima frase scambiandoci un pugno e udendo tutte quelle grida provenire dal pubblico e inchinandoci prima di tornare dietro le quinte, ma Yongguk-hyung prende di nuovo il microfono in mano fermando i miei passi. 
- Prima di lasciarvi iniziare la vera festa, vorrei dire un'ultima cosa. Il merito di questa canzone va tutto a Zelo e vorrei ringraziarlo per l'impegno che ha messo a creare la coreografia, ma soprattutto perchè mi ha dato una grandissima ispirazione per il testo. 
 
Sono stato la tua ispirazione?
 
Le sue parole seguono un applauso unito ad altre grida e, insieme, torniamo dietro alle quinte per cambiarci e andare alla ricerca dei nostri amici, ma Yongguk-hyung ha fatto più in fretta di me e mi ha lasciato indietro. Con tutta questa gente sarà impossibile trovarlo. Per fortuna avvisto subito Himchan-hyung e mi avvicino per chiedere informazioni a lui.
- E' andato un attimo in bagno. Senti, Junhong, per caso...glielo hai detto?
- Detto cosa?
- Mi stai prendendo per uno stupido? Credi davvero che non sappia che ti piace Bang? Forza, vaglielo a dire ora!
- Ma...
- Non voglio obbiezioni! Alla fine è questo che intende la vostra canzone, o sbaglio?
No, non sbaglia. Parla chiaramente di non rinunciare ai propri sogni, che si tratti di rappare o di trovare l'amore. Uno l'ho appena realizzato, ora manca l'altro. Non posso più stare a guardare, non posso tenermi tutto dentro. E' vero, magari non finirà come oggi che è andato tutto bene nonostante le mie previsioni negative, ma devo fargli sapere quali sono i miei sentimenti altrimenti sarebbe come se avessi deciso di rinunciare fin dall'inizio e, lo so, non è quello che vuole.
Corro ai bagni cercandolo al loro interno, ma non lo trovo, dunque esco per vedere se è ancora nei paraggi. Non c'è molta folla qui in giro, ma non è comunque facile. Giro su me stesso sperando di vedere il suo volto e, finalmente, eccolo. Faccio per avvicinarmi, ma l'uomo che è con lui me lo impedisce. Li vedo parlare insieme, si lascia pure offrire qualcosa da bere. Un orribile pensiero passa nella mia testa, non voglio pensarci. Può essere che tra loro due...ci sia un qualche legame? Improvvisamente, Yongguk-hyung sorride e abbraccia quel tizio dando una risposta alla mia domanda. Ormai è confermato, questa volta sarebbe andata male. Velocemente mi volto e corro fuori, nonostante la pioggia batte forte sulla mia pelle, lasciando uscire le mie lacrime.
 
POV Yongguk
- La ringrazio molto, signor Kang! 
Abbraccio felice l'uomo, non poteva darmi una notizia migliore. Dopo averlo salutato corro alla ricerca di Zelo, non trovandolo da nessuna parte e, come se non bastasse, pure Himchan e gli altri sembrano essere spariti.
- Scusa, hai visto Zelo? - domando ad una ragazza lì vicino, sperando in una risposta positiva.
- E' corso fuori un attimo fa.
Senza attendere un secondo di più e senza perdere tempo a raccogliere il mio ombrello, esco dall'edificio guardandomi intorno, ma non vedendolo ancora, così prendo una strada a caso sperando solo che sia quella giusta. Non riesco a capire perchè se ne sia andato via senza dire niente. Stava andando tutto bene, avevamo avuto successo, quale strana ragione può aver avuto per fuggire così? 
Corro ovunque, provo tutte le vie possibili, andando a casa sua, alla mia, al Coffee Shop, ma niente. Di lui non c'è traccia. Tento con una chiamata, ma il cellulare è spento. 
 
Dove sei, Junhong?
 
Cavolo, volevo sfruttare la magnifica notizia che mi ha dato il signor Kang per svelargli anche i miei sentimenti, mi sembrava il momento perfetto, invece è sparito nel nulla. Continuo a vagare a caso, controllando continuamente il telefono con la speranza di vedere un suo messaggio. Inizio a sentirmi sempre più disperato, sento la sua mancanza, non posso stare un minuto di più senza di lui. 
Arrivo in un parco dove non c'è nessuno, giro su me stesso, ma ancora niente. Provo chiamarlo ancora, più volte, senza mai ottenere risposta. Rassegnato mi volto intento a tornare a scuola, pregando che sia tornato lì, ma quel corpo magro e fragile inginocchiato sull'erba sotto la pioggia fredda mi fa cambiare idea. Mi avvicino velocemente mettendogli la mia giacca sulla schiena e tirando su il cappuccio per coprirlo meglio.
- Zelo! Dannazione, perchè te ne sei andato così? Ti ho cercato...- sento i suoi singhiozzi forti. Non posso vedere le sue lacrime dato che il suo viso è completamente bagnato per via della pioggia. - Zelo, cos'è successo? - non risponde, continua a piangere. - Cosa ti hanno fatto? Chi è stato? - nonostante continuo ad insistere non vuole pronunciare parola. - Chi ti ha fatto piangere di nuovo? Zelo, rispondi!
- Io. - nell'udire la sua risposta lo guardo confuso. Mi sta prendendo per il culo? Come può pensare che creda a questa scusa? Che stronzata è questa? - E'...E' colpa mia. Mi sono illuso e questa è la conseguenza.
- Che cazzo stai dicendo? Dimmi la verità! 
- E' questa la verità! - la sua voce si fa più forte, quasi un urlo. Non riesco ad aprir bocca, sono quasi spaventato. - Io...io mi sono...mi sono innamorato di te!
 
Innamorato di...me?
 
Sono completamente paralizzato da quella piccola frase, anche se con un significato enorme. Mi sono fatto così tanti problemi all'idea che lui non ricambiasse il mio amore, ho sempre avuto paura a svelargli i miei sentimenti. Per tutto questo tempo ho immaginato la mia vita affianco alla sua, noi due camminare per strada tenendoci la mano, le nostre labbra unite sotto gli occhi di tutti. L'ho sempre desiderato, ma non ho mai avuto il coraggio di averlo, il timore di perderlo era troppo grande. Invece, non ho mai provato a pensare che, magari, anche lui potesse amarmi ed ora ecco la risposta. Ora so che avrebbe detto "sì" se gli avessi chiesto di stare con me, ma forse sono arrivato troppo tardi, forse, facendolo aspettare, ha sofferto troppo e ha deciso di dimenticarmi. E' colpa mia se sta piangendo, non sua. Che dovrei fare ora? Che parole dovrebbero uscire dalla mia bocca.
 
POV Zelo
L'ho detto, l'ho detto veramente. Dopo tutto questo tempo sono riuscito a tirar fuori questo peso, mi sono liberato. Lui, però, non sembra ricambiare. Se ne sta lì a fissarmi, non risponde. Come immaginavo, ho fatto la cosa sbagliata. Probabilmente ha davvero un qualche legame con quell'uomo, non vuole me ma lui. 
- Mi dispiace. - detto ciò mi alzo intento a tornare a casa, ma vengo subito fermato. Mi stringe per il polso, mi tira a sè, porta le sue braccia intorno alla mia vita, mi stringe, sento il suo profumo. Non riesco a capire, cosa sta succedendo? Inizia a dondolare leggermente, come una di quelle danze lente. Qui, sotto la pioggia. Il suo gesto non fa altro che accentuare il mio dolore. Perchè mi sta facendo questo? Così soffro solo di più. Però, quel calore così confortante, non mi impedisce di allontanarlo. Anzi, ricambio l'abbraccio e mi unisco a quel movimento, sapendo che domani sarà di nuovo come prima, solo il mio eroe. 
Dopo alcuni minuti lo sento allentare la presa e, capendo che è ormai tutto finito, mi allontano leggermente, ma me lo impedisce non togliendo le sue braccia da intorno alla mia vita. Lo osservo confuso mentre lui punta gli occhi sui miei con un sorriso. Lentamente si avvicina, percepisco il suo respiro caldo sulla mia pelle, si unisce a me, sento il suo sapore. Spinge la sua lingua sulle mie labbra, dunque lascio una piccola apertura permettendogli di entrare a danzare con la mia e di esplorare il posto. Il bacio si fa più intenso, entrambi ci mettiamo più emozione. Lo sento strimngermi ancora più forte, come per impedirmi di scappare di nuovo. 
Alla fine ci stacchiamo per riprendere fiato e fa per tornare a baciarmi, ma lo rifiuto. Non ho intenzione di fare la parte dell'amante.
- Scusa...tu stai con quell'uomo...
- Quale uomo?
- Quello con cui ti sei abbracciato prima.
Comincia a ridere per poi tornare a guardarmi fisso negli occhi. C'è qualcosa di diverso, sembrano volermi attirare.
- Era un manager della TS Ent. Ci ha visti e ha intenzione di suggerirci come nuovi idol.
Non riesco a rispondere. Ho scambiato un manager per un mio rivale in amore, sono davvero stupido! Sul mio volto si dipinge un sorriso, questo significa che, in pochi minuti, abbiamo realizzato ben due sogni. Porto velocemente le mie braccia intorno al suo collo e mi avvicino ancora a lui unendo ancora le nostre labbra, questa volta con più passione e sicurezza. Sento il suo amore avvolgermi, il suo calore. Non voglio lasciarlo per niente al mondo, voglio restare qui, insieme a lui, per sempre. Il nostro primo bacio, il nostro primo vero bacio, qui, sotto la pioggia.
 
Amo la pioggia.
 
All'improvviso sento qualcosa di freddo appoggiarsi sulla mia guancia, dunque mi allontano un attimo per alzare gli occhi. Ha smesso di piovere, non ci sono più quelle gocce a schiantarsi sul mio corpo. Tantissimi fiocchi di neve volano intorno a noi, ha finalmente iniziato a nevicare. E' come se anche il cielo ci stesse sorridendo, come se avesse pianto per tutto questo tempo e che, solo ora, può essere felice vedendoci insieme. Questo, penso proprio sia il momento più bello della mia vita. Ora il mio eroe è davvero mio.



Note:
1B.A.P - Never give up


  

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Capitolo 11
*** What The Hell ***


Eccomi!! Ho trovato una chiavetta Internet, ma ho i minuti contati ç_ç scusate se vi ho fatto attendere, spero ne sia valsa la pena:) ora vi lascio all'undicesimo capitolo, aspetto le vostre recensioni ** se arrivo sta sera posto anche il capitolo di Bad Man&Good Man:)
Buona lettura, RingDingDong <3

Destiny


What The Hell

POV Jongup
Mi alzo, spengo la sveglia e vado sotto la doccia a lavarmi. E' da un po' che non mi fermo più quei cinque minuti ad osservare la parte vuota del letto affianco a me, Himchan-hyung ormai si limita ad accompagnarmi a casa per poi andarsene subito, non riesco più ad immaginarlo vicino a me. E' diventato più distante e freddo, quando siamo troppo vicini si allontana, quando lo guardo negli occhi si volta dall'altra parte, non mi sorride più. Vorrei capire cosa gli sta succedendo, ma è impossibile parlarne con lui. 
Una volta vestito mi incammino verso casa sua, trovando gli altri già in salotto. Sono tutti riuniti a parlare del successo di Yongguk-hyung e di Junhong, ma, soprattutto, della loro nuova relazione. E' bello vederli insieme, almeno loro sono riusciti ad unire il loro amore e lo mostrano senza problemi. Io, quando ero con Gikwang non avevo paura di baciarlo in pubblico, ma ogni volta che ci vedevano mi succedeva qualcosa, venivo preso in giro, picchiato, mi buttavano a terra. Loro, invece, possono andare in giro liberamente perchè c'è Bang a tenere sotto controllo la situazione. Vorrei poter vivere lo stesso con Himchan-hyung, anche se, però, a volte, sento il bisogno di tornare indietro e di non aprire quella busta. Lui non è il mio ex, non sono la stessa persona.

POV Himchan
Continua a starmi appiccicato, sembra farlo apposta. Non vuole allontanarsi da me nemmeno per un secondo, inizia ad essere soffocante. Se provo a separarmi da lui mi prende il braccio e lo tiene stretto fra le sue, se cerco di spingerlo via mi guarda con occhi imploranti e non riesco a rifiutarlo, se uso la scusa del bagno improvvisamente deve andarci pure lui, se mi invento di avere fame mi chiede qualcosa anche lui obbligandomi a tornare al suo fianco. Si comporta in questo modo da quando ci siamo baciati, a volte pure peggio come prendermi la mano mentre camminiamo per strada, abbracciarmi forte e ascoltare il battito del mio cuore in mezzo al parco, accarezzarmi una guancia e continuare a fissarmi quando siamo seduti vicini, che sia in pubblico o da soli. Cosa non ha capito quando gli ho detto che gli avrei dato solo l'ultimo bacio per non illuderlo? Cosa frulla nella sua testa? Vorrei anch'io poter ricambiare il suo affetto, ma non posso. Il senso di colpa è troppo forte, non riesco ad amarlo sapendo di avergli fatto del male solo per ottenerlo. Mi sento un mostro, mi pento delle mie azioni e lui non merita qualcuno come me. Preferirei che tornasse con Gikwang piuttosto di mettermi io con lui in questa situazione.
- Ragazzi, si è fatto tardi, devo accompagnare Zelo a casa. - ci annuncia Yongguk prima di andarsene. Siamo rimasti solo io e lui.
- Forse è il caso che vai anche tu. - mentre dico ciò mi alzo e prendo la giacca, pronto a portarlo a casa sua, ma lui non fa alcun movimento, se ne resta seduto sul divano, dove era prima. 
- No, voglio restare ancora un po' con te, hyung.
A questo punto non posso più inventarmi niente, non nel modo in cui me lo ha chiesto, come se non potesse farne a meno, e proprio perchè è lui a volerlo non sono in grado di rifiutarlo. Come si può dire di no alla persona che si ama? Ma ancora più importante, come posso accettare tutto questo dopo quello che gli ho fatto? Come posso permettergli di avvicinarsi ad una persona egoista come me? Non riesco, no, non ce la faccio ad andare avanti con questo peso, ma mi è anche impossibile rinunciare alla sua vicinanza. Perchè ho avuto quell'assurda idea di scattare quelle dannate foto e di mostrargliele? Non era meglio se glielo facevo scoprire da solo? Forse sarebbe stato peggio perchè io lo sapevo e non gli avrei rivelato niente, ma almeno non vivrei con questi sensi di colpa che mi affliggono il cuore e mi impediscono di comportarmi come dovrei, dandogli il mio amore. Cosa dovrei fare adesso? Come risolvo tutto questo casino?
Rassegnato mi spoglio di nuovo e torno al suo fianco, permettendogli di appoggiare la sua testa sul mio petto e di prendere il mio braccio per metterlo sulle sue spalle. Non reagisco, non parlo, non faccio proprio niente. 

Mi spiace, ma non merito tutto ciò.

Afferra la mia mano e se la porta sulla guancia, muovendola come se lo stessi accarezzando, ma la verità è che fa tutto da solo. Le fa sfiorare tutta la pelle, avvicina un dito alle sue labbra e lo bacia, poi riprende con i movimenti precedenti mentre si infiltra tra le mie gambe, sull'interno coscia per poi avvicinarsi sempre di più al linguine provocandomi qualche brivido. E' bello, eccitante, ma non posso. Velocemente, prima che possa impedirmelo ancora, mi stacco da lui allontanandomi quanto basta da non avere altri contatti, notando il suo volto spegnersi e abbassare lo sguardo.
- Vado in bagno.
Lo osservo alzarsi e scomparire nel corridoio. Perchè? Perchè tutto questo? Non so chi di noi due stia soffrendo di più, se io per le mie azioni, se lui per la mia mancanza di affetto. Ma soprattutto, la domanda che più assale i miei pensieri è: si comporta così perchè prova qualcosa per me o per colmare il vuoto che gli ha portato la separazione con Gikwang?

POV Jongup
Perchè? Perchè non mi vuole più? Sto facendo di tutto per riavvicinarlo a me, ma lui continua a rifiutarmi. Non mi da più tutto quell'amore che mi faceva stare così bene. Nemmeno questa volta sono riuscito a trattenere le mie lacrime alla mancanza del suo affetto. Forse se non ci fossimo mai baciati tutto questo non sarebbe mai successo, forse sarebbe rimasto tutto come prima, io che correvo da lui a piangere solo per sentirmi meglio. 

Sentirmi meglio...

O forse, forse sto facendo tutto questo...per dimenticare Gikwang? E' lui la ragione di tutto questo? No, non può essere. Io non lo voglio più, non lo desidero, non lo amo più, però tutti i momenti passati con lui non se ne vanno dalla mia testa, continuo a pensarci, a quando stavo con lui. Era così bella la nostra relazione, anche se iniziava ad andare male. Non è stato quel bacio a rovinare tutto, sono state quelle foto. In fondo ha fatto un errore, in tutte le coppie capitano queste cose. Probabilmente è colpa mia, in tre anni ho sempre avuto paura di andare oltre e di farlo con lui, sarà stato quello il mio sbaglio. Forse dovrei solo ricominciare da zero.
- Jongup, tutto bene?
Mi volto, spaventato dalla voce improvvisa dello hyung, ma gli sorrido avendo compreso tutto. Mi avvicino a lui felice, lasciando che mi asciughi le lacrime.
- Scusa, Himchan-hyung. Per tutto questo tempo ho pensato di amarti, che Gikwang non esistesse più nella mia vita, ma mi sono sbagliato. La verità è che, quando sono con te, vedo lui al tuo posto. Ti ho preso per un sostituto, mi dispiace.
- L'importante è che riesci a superare il momento senza dover soffrire ancora.
- Non ti preoccupare, penso di esserci già riuscito. Gikwang ha sbagliato, è vero, ma credo sia arrivato il momento di perdonarlo e di ricominciare. Non voglio più prendere in giro me stesso pensando di essermi infatuato di te, ma, soprattutto, non voglio creare un legame tra noi due che non può esistere. Sì, penso che la cosa giusta da fare sia tornare con lui. Ora è meglio che vado.
Una volta salutato esco da casa sua, da solo, convinto della mia decisione. Sono stufo di cercare di attirare la sua attenzione, illudendolo. Esatto, è questo che sto facendo. Lui aveva paura che mi sarei fatto un'idea sbagliata, che mi sarei innamorato di lui e che avrei sofferto ancora, ma è proprio questo il problema. E' successo l'esatto opposto. Quel bacio è stato la prova di tutto, ho capito che il suo non era semplice affetto, che non voleva solo consolarmi. Il suo desiderio era quello di amarmi, ma, non so perchè, ha preferito rinunciare a me allontanandosi. Ora, però, non ha più importanza. Troverà qualcuno migliore di me, che saprà ricambiare il suo amore. Per il momento devo solo pensare a Gikwang, a tornare insieme a lui, a ricominciare la nostra storia, a continuare ad amarlo. Allora perchè, se sono così sicuro della mia scelta, continuo a piangere?

Jongup, non ingannare te stesso.

POV Himchan
Le sue parole rieccheggiano nella mia testa. Ho fatto tutto questo, mi sono riempito di sofferenza, per cosa? Per sentirmi dire che vuole tornare con quel tipo? Ma, in fondo, me lo merito dopo quello che ho combinato. Sono uno stupido, solo un fottuto cretino! Come ho potuto pensare che avrei potuto conquistarlo così? Avrei dovuto sfruttare l'occasione anche se me ne sarei sicuramente pentito. Avrei fatto qualunque cosa, invece sono rimasto a guardare come uno scemo. Ho lasciato andare, non gli ho detto la verità, gli ho permesso di continuare ad amare quello stronzo. E se lo distruggerà ancora? E se, per la seconda volta, non gli sarà fedele? Posso davvero lasciare che vada incontro a tutto questo? Forse dovrei fargli cambiare idea, ma non credo di essere la persona adatta. No, non di nuovo. 
Mi butto sul letto portando un braccio sui miei occhi sperando di riuscire a impedire alle mie lacrime di uscire e rigarmi il viso, ma il mio è un tentativo vano. Insieme a loro si uniscono alcuni singhiozzi, è troppo forte questo dolore. Ero convinto che sarei stato felice se avesse preso questa decisione, che avrei preferito guardarlo insieme a Gikwang piuttosto di stare insieme a lui con il peso che mi porto dietro, ma mi sbagliavo. Disperato prendo il cellulare e chiamo Yongguk che, fortunatamente, mi risponde subito. E' l'unico che possa aiutarmi.
"Channie, che succede?"
- Jong...Jongup...vuole tornare con...Gikwang.
"Non prendermi in giro, ultimamente eravate così vicini."
- Sono serio. Me lo ha detto chiaro e tondo.
"Come può anche solo pensare di dargli una seconda opportunità? E' più che scontato che lo prenderà in giro un'altra volta."
- E' lo stesso che penso io, ma ha fatto la sua scelta. Non so cosa fare. Vorrei fargli cambiare idea, ma mi sento una merda. Come potrei dirgli di lasciarlo perdere per me quando sono stato io a fargli scoprire del suo tradimento e, dunque, a farlo soffrire?
"A proposito di quello, glielo hai detto?"
- No.
"Cazzo, deve saperlo! Se aspetti ancora peggiorerai solo la situazione. Devi dirglielo subito, altrimenti col cavolo che godrai dell'unica possibilità di averlo."
Sì, forse ha ragione. Il mio senso di colpa inizia a farsi sentire fin troppo. Non è giusto nei confronti di Jongup, ha bisogno di sapere tutta la verità, deve venire a conoscenza di quello che ho fatto. Forse mi odierà o forse mi ringrazierà, non importa, mi basta dirglielo. Quello che sto per fare potrebbe darmi la possibilità di ottenere il suo amore come potrebbe togliermela, ma so che, questa volta, non me ne pentirò.
- Ti faccio sapere come va.
Metto giù il telefono senza aspettare la sua risposta, esco di casa sbattendo la porta per la fretta e inizio a correre. Corro più veloce che posso, come non ho mai fatto, non guardo nemmeno la strada per attraversarla, non mi curo del fatto che continuo a sbattere contro i passanti, alcuni buttandoli a terra, non faccio caso ai loro insulti. La mia unica preoccupazione è quella di raggiungerlo il prima possibile. Non posso aspettare domani, no, devo farlo ora.
- Jongup!
Al mio grido si volta confuso, ma mi sorride comunque. Il suo viso è ancora rigato dalle lacrime e, quando mi avvicino, lo abbassa e se lo asciuga con le maniche della felpa per poi tornare a guardarmi. Mi piego per qualche secondo riprendendo fiato, poi faccio un sospiro e mi preparo. E' arrivato il momento.
- Jongup, ti devo dire una cosa.
- Era così importante da correre fin qua? Potevi dirmela domani o chiamarmi.
- No, non posso aspettare! Io ti devo chiedere scusa per una cosa che ho fatto. - ancora una volta mi osserva non capendo il significato delle mie parole. Spero solo che il suo sguardo non cambi in negativo quando avrò finito. - Riguarda le foto di Gikwang. Sono stato io a scattarle e a consegnarle alla tua collega. 
- Non mi devi chiedere scusa per questo, alla fine mi hai fatto aprire gli occhi. Non capisco, però, perchè me lo dici ora.
- Il punto è che non si tratta solo di questo. So benissimo di averti aiutato, alla fine ti tradiva e non era giusto nei tuoi confronti. Il problema è il motivo per cui l'ho fatto. Io...ecco...- un altro sospiro mi prepara al continuo, la parte più dura da svelare. - Mi sei piaciuto fin dal primo momento in cui ti ho incontrato e quando ho scoperto che stavi con Gikwang non ci ho più visto dalla rabbia. Avrei fatto qualunque cosa per te, dunque ho colto l'occasione e l'ho incastrato quando l'ho beccato con il suo amante. Sapevo che avresti sofferto e che, in questo modo, mi sarei potuto avvicinare a te, proprio per questo ho sentito il dovere di dirti la verità.
Ce l'ho fatta, sono riuscito a dirgli tutto. Il suo sorriso si è spento, il suo sguardo vaga a caso mostrando due occhi lucidi. Non capisco cosa stia pensando, se è felice oppure no. Forse è solo shockato, forse sta riflettendo sul da farsi e su quello che potrebbe rispondere. L'ansia si fa più forte, ho bisogno di sentire le sue parole. 

Dimmi qualcosa!

Improvvisamente la mia guancia viene colpita abbastanza forte da farmi voltare. Lo sapevo, sapevo che sarebbe andato tutto storto, eppure l'ho fatto. L'unica cosa che ho ricavato da tutto questo è...niente. Mi sono solo liberato da un peso che avrei anche potuto sopportare per lui, invece no. Sono stato un egoista, per la seconda volta.
- Insomma, tu hai sfruttato la mia sofferenza. Bel modo di dimostrare il tuo amore.

POV Jongup
La mia mano e le mie labbra si sono mosse da sole. Non so perchè l'ho fatto, non so perchè ho detto quelle parole, non so chi voglio. Gikwang è stato l'amore della mia vita per tre anni, ma credo che possa esserlo anche Himchan, eppure non sono riuscito a trattenermi. Ha sfruttato l'occasione, il mio momento di debolezza per avvicinarmi, mi ha illuso, mi ha preso in giro per tutto questo tempo. Mi ha fatto credere di amarmi, mi ha fatto innamorare di lui, invece erano tutte menzogne. E' il classico ragazzo che vuole ottenere tutto, che pensa di essere l'unico a meritarsi le cose. Non posso sopportarlo.
Non volendo sentire ancora le sue parole mi volto e me ne vado. Non me lo impedisce, non mi corre dietro, non trova un modo per sistemare la situazione. Resta lì, senza raggiungermi. Forse si è già diretto verso casa o forse è rimasto ad osservarmi mentre mi allontano, ma non importa. Non voglio controllare, non voglio vedere cosa sta facendo. Voglio solo correre via, il più lontano possibile, lasciando la strada libera alle mie lacrime. Fuggo da lui, volto a caso, probabilmente ho anche girato in tondo per alcune vie, ma continuo fino a rimanere senza fiato. Sono in un vicolo buio, non si vede quasi niente. Mi inoltro in esso, più o meno al centro mi butto a terra appoggiandomi al muro, sentendo qualcuno al mio fianco. Forse è un poveraccio senza casa, forse è qualcuno come me che vuole solo stare solo e lontano dall'amore. Posso udire alcuni rumori, sembrano singhiozzi, e comprendo che si tratta della seconda opzione. Mi volto ad osservarlo. Nonostante la poca luce, posso notare che è abbastanza magro, indossa dei pantaloni lunghi neri e una giacca dello stesso colore, mentre la maglia sotto, che gli arriva fino a metà bacino, è bianca. Tiene la testa nascosta tra le ginocchia, le braccia avvolte intorno alle gambe, la schiena che continua a sussultare, i lamenti trattenuti male. Vederlo in quella situazione mi fa dimenticare il mio dolore, ho solo voglia di consolarlo come faceva con me Himchan. Porto la mia mano sui suoi capelli di un biondo scuro, scoprendo che sono molto morbidi. Lui se ne rende conto e solleva il viso di poco, dunque allungo il braccio nello spazio vuoto sotto di esso e, spingendo sulla sua spalla, lo avvicino a me in modo che possa appoggiarsi al mio petto. Continua a piangere per un po', iniziando a rilassarsi solo dopo alcuni minuti.
- Il tuo abbraccio è privo d'amore, non serve a niente. - mi fa notare e, non potendomi offendere visto che le sue parole sono vere, sorrido.
- Non ti conosco, mi è difficile darti amore, ma mi dispiace vederti così. 
- Non lo merito.
- Perchè dici questo? In fondo, tutti meritiamo un po' di affetto.
- Non io che ho preferito seguire il mio orgoglio e far soffrire l'unica persona che mi dava amore.
- A me è successo l'esatto opposto. Sono io la vittima dell'orgoglio della persona che amavo.
A quella frase si stacca da me rimettendosi seduto e asciugandosi il volto con le maniche, ma lo aiuto portando il mio pollice su una sua guancia, vedendolo poi abbassare le mani e lasciarsi curare. I miei occhi si sbarrano nel momento in cui scopre il suo viso. In effetti, ripensandoci, la voce era molto familiare, ma non mi sarei mai aspettato di incontrare proprio lui. Lui che mi ha fatto del male, lui che gode nel creare sofferenze ai più deboli, lui che mi ha picchiato con tutta la sua forza.
- D-Dae...Daehyun?
Velocemente alza lo sguardo e, anche lui, spalanca gli occhi allontanandosi di scatto e lasciando sfuggire un'altra lacrime. Non mi guarda come le altre volte, con odio, sembra terrorizzato, ha paura. Fa quasi tenerezza. E' la prima volta che vedo un bullo piangere, con quell'espressione. No, forse non è poi così malvagio. Questi pochi minuti con lui mi hanno fatto capire che lui è diverso, che per lui non è poi così divertente picchiare una persona. Diversamente dagli altri ha un cuore, gli piace l'amore, sa amare, ma qualcosa lo trattiene dal farlo.
Mi dimentico di tutti i brutti momenti che mi ha fatto passare e finisco di asciugarli il viso lasciandolo confuso. Abbassa lo sguardo, ma ci mette un po' prima di riuscire a parlare.
- S-Scusa...
- Per cosa?
- Per averti sempre trattato male. Non dovresti avere compassione per me.
- E' acqua passata. Piuttosto, la persona di cui parlavi è forse Youngjae? - dopo aver esitato per qualche secondo annuisce, confermando la mia ipotesi. In realtà lo avevo capito subito, quel giorno al bar aveva mostrato di non considerarlo una vittima, ma qualcosa di importante. Mi metto in piedi e gli porgo la mano per aiutarlo ad alzarsi. - Vuoi fermarti da me? Penso che stare un po' in compagnia possa farci bene.
Mi sarei aspettato che rifiutasse, non volendo farsi vedere in giro con me, invece mi sorride e mi segue volentieri fino a casa, dove lo faccio accomodare in camera mia per cambiarsi e mettersi nel letto accanto a me. Questa volta, al posto di Himchan-hyung, c'è lui al mio fianco. E' strana come cosa. Daehyun non mi ha mai calcolato nemmeno come semplice compagno di classe, ora, invece, se ne resta sdraiato, a pochi centimetri dal mio corpo, come se nulla fosse. Non riesco a capirlo, ma penso che non mi sarà mai possibile. Questo ragazzo nasconde qualcosa, me lo sento, qualcosa di importante. 
Dopo alcuni minuti realizzo che, questa notte, mi sarà molto difficile addormentarmi e, notando che anche lui è nella mia stessa situazione, attacco discorso chiedendogli qualcosa sul suo rapporto con Youngjae. Chissà, magari la sua storia potrebbe tirarmi su di morale.
- All'inizio non me ne fregava niente di lui, poi ha iniziato ad avvicinarsi a me e non sono riuscito a rifiutarlo. Quando ho scoperto che gli piacevo mi sono spaventato, avevo paura di quello che avrebbe pensato la gente se mi avessero visto con lui, così ho iniziato a maltrattarlo, ma mi ricordavo sempre dell'amore che provava per me e, anche se era un ragazzo, non potevo farne a meno, dunque, in pausa pranzo, andavamo sempre dietro la scuola e lo facevo stare meglio cantandogli qualche canzone. - le sue lacrime tornano a mostrarsi silenziose e la sua voce inizia a farsi rauca - I miei genitori non mi hanno mai calcolato, mi hanno sempre detto "Fai quel che ti pare", non mi hanno mai abbracciato, dunque desidero sempre ricevere un po' di affetto, non m'importa da chi, ma quello di Youngjae è quello che preferisco. E' l'unico a farmi sentire amato.
- Lui lo sa?
- Che mi piace essere baciato e abbracciato, che sia da un maschio o una femmina? Sì.
- No, che ti piacciono le sue attenzioni, non quelle di altri. - scuote la testa abbassando lo sguardo, facendomi capire che si sente dispiaciuto per questa cosa. - Allora dovresti dirglielo. Sicuramente...
- Basta parlare di Youngjae! Dimmi di te, invece. Cos'è successo?
- Stavo con un ragazzo, lui mi ha fatto le corna e l'ho mollato. Poi ho scoperto che Himchan ha sfruttato il mio momento di debolezza per avvicinarmi. E' come se mi avesse preso in giro per tutto questo tempo.
- Non è stato molto carino da parte sua.
- Lo so, infatti mi sono arrabbiato con lui, ma non so se ho fatto la cosa giusta. Sento che tra noi c'è un legame, so che mi sono infatuato di lui, anche se penso ancora al mio ex, ma mi ha dato fastidio il suo comportamento.
- Insomma, vi piacete, ma tu sei troppo arrabbiato per ammetterlo e non sai se lasciarlo perdere proprio per questo e tornare col tuo ex. - annuisco  poggiando la fronte sul suo petto, non molto lontano da me. - Metti da parte l'orgoglio e diglielo. Se il tuo ex ti ha fatto le corna vuol dire che non ti ama, dunque devi dirgli addio definitivamente. E poi, Himchan può aver fatto un errore sfruttando l'occasione, ma non pensi che magari era l'unico modo che aveva? Io credo che ci tenga a te e che dovresti scegliere lui.
- Va bene, però tu dovrai dire la verità a Youngjae.
- Tutta la verità? - la prima parola la marca molto bene, come se avesse un significato molto grande, e la cosa mi insospettisce. C'è qualcosa che ancora non so. Serio, torno a guardarlo negli occhi. Voglio sapere di cosa si tratta.
- C'è dell'altro? - prima di rispondere riflette un po', facendomi incuriosire ancora di più, per poi avvicinarsi a me e sussurrarmi qualcosa all'orecchio lasciandomi ad occhi spalancati per lo shock. Non posso credere che abbia detto proprio quelle parole, questo non può essere il Daehyun che conosco.
- Non devi dirlo a nessuno! - annuisco ancora shockato, poi mi lascio prendere tra le sue braccia e mi appoggio al suo petto, stringendolo anche io, scambiandoci un po' di quell'affetto di cui abbiamo bisogno. Sento il suo calore avvolgermi e, in quel momento, comprendo che ogni sua parola era vera. Lui non è come gli altri bulli, no, non lo è affatto. E' un ragazzo normalissimo, anche se non troppo, con le mie stesse difficoltà e con le mie stesse esigenze. L'unica cosa che ci differenzia è il modo in cui esprimiamo tutto ciò. 
Dopo la nostra chiacchierata mi rilasso vicino a lui, lasciandomi abbracciare e ricordo quando era Himchan a farlo. Mi torna in mente pure il nostro bacio, come mi toccava. Mi spiace dirlo, ma in questo momento vorrei solo scacciare Daehyun e sostituirlo con l'unico ragazzo che mi da amore. Vorrei tornare indietro, non dargli quello schiaffo, non dirgli quelle parole. Vorrei solo averlo baciato.

Che cavolo ho fatto?


 

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Capitolo 12
*** AVVISO!! ***


AVVISO!!

Genteeeeeeeeeeeee!!!! Sono tornata u.u mi siete mancati/e tanto! Due mesi per darmi Internet, cioè D: cmq, oltre a questo volevo dirvi che purtroppo non sono riuscita a finire i capitoli delle due storie ç_ç pensavo di arrivare con due o tre capitoli a testa già pronti, invece, senza le vostre recensioni (anche se le leggevo quelle rare volte che rubavo la connessione ad altri xD) e non avendo Internet, di conseguenza ragionando "tanto non posso postare" ero senza ispirazione per scrivere ç_ç ma ora la lunga attesa è finita, dunque posso tornare a postare u.u c'è solo un problema: la scuola -.-'' ho un programma abbastanza pesante e torno a casa tardi e, come se non bastasse, gli unici giorni in cui posso vedere il mio tipo sono il sabato e la domenica ç_ç di conseguenza non ho molto tempo per scrivere se non la sera qualche riga, ma questa mattina sono libera, per cui, forse, riesco a concludere il quarto capitolo di questa FF u.u sono più o meno a metà. Mmmh, mi pare di non dover dire altro D: solo una cosa, ho da fare un po'' di "pubblicità". Vi lascio qui sotto le intro delle prossime FF (sì, invece di continuare queste ne ho iniziate altre!), ma non le posterò subito xD per il momento vi metto solo le idee di quelle sui B.A.P che è più sicuro che le scriverò, anche perchè le ho iniziate quasi tutti (tranne una che è impossibile averla già iniziata LOL). Voi ditemi cosa ne pensate e se vorreste leggerle, in caso di maggioranza positive allora le continuerò e le posterò più avanti:)


Our tragic story
Ispirata ad un film gay di cui non ricordo il titolo LOL E' una DaeJae, BangHim e UpLo. Rating....direi proprio rosso! Ambientata in un mondo di prostituzione, parla di quattro ragazzi costretti a vendere il loro corpo per dire addio alla vita di strada e altri due che si divertono ad usufruire dei ragazzi del night club. Storia erotica (ma dai D:), drammatica.

Fight for you (titolo non ancora confermato)
Ispirata a "I remember" dei B.A.P. E' una DaeJae, uno dei due cercherà di proteggere l'altro. Finale non ancora confermato, ma ho già tutta l'idea pronta:) Rating non ancora confermato, probabilmente, conoscendomi, rosso o arancione (non penso scriverò mai qualcosa a rating verde LOL). Storia drammatica e, per il momento, non posso specializzare gli altri generi.

Bad Man&Good Man: I'm back for you
Il continuo di Bad Man&Good Man. Inizierò a scriverlo non appena avrò finito la storia precedente, ma ho già l'idea pronta e segnata nel pc. Non posso dire altro, altrimenti, oltre a spoilerare il seguito, spoilero anche il finale di Bad Man&Good Man:)


Poi ce ne sarebbero anche altre sugli SHINee, sui B2ST e sui Super Junior, ma ve le farò sapere quando sarò più sicura di finirle:) non voglio postare per poi dover cancellare perchè non mi piacciono più. Beh, che ve ne pare?
Ora vado a finire il quarto capitolo di Bad Man&Good Man, alla prossima! RingDingDong <3

 
PS: contente che Bad Man&Good Man ha un seguito? u.u

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Capitolo 13
*** Voicemail ***


Holaaaa gente! Sono tornata, questa volta con un capitolo e non con un avviso u.u avrei giurato di metterci di più a finire questo capitolo, invece eccomi qua u.u beh, che dire? Ci stiamo avvicinando sempre di più al segreto di Daehyun u.u al prossimo capitolo sulla DaeJae forse ve lo svelerò, forse no u.u ero indecisa se metterlo già in questo capitolo, ma poi ho preferito farvi aspettare u.u mmmh, non mi viene in mente altro D: vi lascio al dodicesimo capitolo e, come sempre, aspetto le vostre recensioni:):)
Buona lettura, RingDingDong <3

 
Destiny

Voicemail

POV Daehyun
Quando apro gli occhi sono ancora accanto a Jongup, significa che non me lo sono sognato e che, dunque, gli ho detto davvero il mio segreto. Non so se ho fatto bene o no, alla fine l'ho sempre trattato male e non mi stupirei se lo sventolasse ai quattro venti. Me lo meriterei, dopo tutto quello che gli ho fatto. 
Porto una mano sul suo viso e sfioro la sua pelle liscia, scendo sul collo, sulle spalle, sul braccio per poi tornare su. Improvvisamente riesco a ricordare qualcosa di quando mi sono ubriacato e l'ho fatto insieme a Youngjae. Il momento in cui gli ho tolto i pantaloni e lui era completamente imbarazzato, quando ho inserito le mie dita dentro di lui, quando mi muovevo e ascoltavo i suoi gemiti, quando giocavamo con le nostre lingue, quando, sfinito, mi sono lasciato andare sopra di lui per poi sentire le sue braccia stringermi. Sentivo quella sensazione, quell'emozione. Era il suo amore, il più bello e confortevole che abbia mai ricevuto. Non importa se è lui, un ragazzo dal comportamento infantile e dai lineamenti dolci, voglio sentirmi ancora amato in quel modo.
- Buongiorno.
La voce di Jongup mi fa riprendere, dimenticando quei pensieri per ricordarmi che sono da lui e che il ragazzo che sto accarezzando non è Youngjae. Ci alziamo e andiamo a lavarci per poi fare colazione e uscire. E' continuamente al telefono a messaggiare, non mi degna di uno sguardo. Nessuno dei due apre bocca, non ci proviamo nemmeno a parlare di quello che è successo ieri sera. Ripensandoci, è stato fin troppo imbarazzante. Odio farmi vedere in quelle condizioni, mentre piango, e continua ad accrescere la paura che voglia vendicarsi svelando tutto quello che gli ho raccontato ai quattro venti. Se lo facesse, non lo biasimerei. In fondo, se venissi maltrattato e conoscessi i segreti più profondi del mio nemico, anche io mi vendicherei così.
Alla fine arriviamo di fronte ad una casa che io non ho mai visto, o meglio, che non conosco. Suoniamo e quando vedo il volto della persona che ci apre mi spavento. Perchè mi ha portato da Junhong?
- Allora non scherzavi! - dice, quasi in un sussurro, guardandomi shockato per poi farci entrare, dove ci accomodiamo sul letto in camera sua. A quanto pare sa già tutto quello che avevo detto a Jongup, dunque, presumo, era con lui che messaggiava prima. Sinceramente, non mi aspetto molta compassione da Zelo.
- Dunque...se ho capito bene, tu hai litigato con Himchan perchè ti sei sentito preso in giro, tu, invece, vuoi sistemare le cose con Youngjae perchè ti manca il suo...affetto? - annuisco imbarazzato e, dopo qualche minuto di riflessione, il maknae ricomincia a parlare. - Ho un'idea, però, prima vorrei accertarmi di una cosa: è vero che ti piace ricevere amore, che sia da un maschio o da una femmina?
In un attimo divento completamente rosso in volto e lancio uno sguardo fulminante a Jongup. Non sa proprio tenere chiusa la bocca!
- Gli hai detto proprio tutto?
- Tranquillo, puoi fidarti di lui.
- Aspettate un attimo! - le grida di Junhong ci spaventano e ci fanno tornare con lo sguardo su di lui. - Prima di parlare di fiducia, c'è un'altra cosa. Daehyun, chiudi gli occhi. - confuso obbedisco per poi sentire qualcosa di umido sulla mia faccia e, quando realizzo che è la sua saliva, mi ricordo di quando gli ho sputato in pieno viso. - Bene, ora torniamo alle cose serie. Ascoltatemi, faremo così...

POV Youngjae
In questi giorni non esco molto, non ne ho voglia. Le vacanze sono quasi terminate, per tutto questo periodo non ho fatto altro che pensare a Daehyun. La notte, prima di andare a dormire, ripenso alla mia prima volta con lui. Ricordo ogni secondo di quel giorno. No, non mi pento di averlo fatto con lui, anzi, se tornassi indietro lo rifarei centinaia di volte. Non ho sbagliato, me lo sento.
Ieri sera non è tornato a casa e questa mattina non posso ancora vederlo nella sua stanza, dunque prendo un libro e comincio a leggere, ma la mia testa è altrove. Mi sfioro le labbra, voglio sentire ancora le sue sulle mie, le sue mani sul mio corpo, il suo calore. Dopo tutto il male che mi ha fatto, non riesco ancora a dimenticarlo. Lo desidero, voglio ancora il suo amore. 
D'un tratto sento un suono provenire dal mio computer e vado a controllare, notando che mi ha scritto un ragazzo che non conosco.
"Ciao."
Non ho la minima voglia di mettermi a chattare con uno sconosciuto, dunque faccio per voltarmi e tornarmene sul letto, ma vengo fermato ancora e guardo cos'ha ancora da dirmi.
"Sono Kangjun. Mi piaci, ti va di conoscerci?"
Un po' scocciato, ma anche curioso, gli rispondo con un "Va bene" e, mentre aspetto la sua risposta, vado nel suo profilo per guardare le sue foto. Non è per niente male: magro, le labbra non troppo sottili, i capelli castani con una frangetta che gli copre parte delle sopracciglia, gli occhi grandi, un orecchino sull'orecchio sinistro, ma ha qualcosa di familiare. Mi ricorda Daehyun, forse per il suo sguardo.
"Dimmi qualcosa di te." mi scrive, interrompendo la mia attività.
"Mi chiamo Youngjae, ho 19 anni, vivo a Seoul da qualche mese e frequento il terzo anno di liceo. Tu?"
"Ho la tua stessa età, vivo a Osaka da un anno, ma sono coreano e torno spesso qui a Seoul. Potremmo vederci, se ti va."
Ci rifletto per un po'. Non ne sono tanto convinto, alla fine non lo conosco, ma potrebbe farmi bene uscire con qualcuno. Se voglio dimenticare Daehyun, questa potrebbe essere la strada giusta, dunque acconsento e gli lascio il mio numero, per poi andare a farmi una doccia, asciugarmi e sistemarmi i capelli, mettermi i vestiti migliori che ho nell'armadio, un po' di profumo e poi leggere il suo messaggio.
"Facciamo fra mezz'ora alla stazione?"
Ancora una volta confermo la sua proposta ed esco ad aspettare l'autobus e a dirigermi al punto d'incontro, attendendo il suo arrivo all'entrata. Ricordo benissimo il suo volto, soprattutto i suoi occhi. So già che lo riconoscerò da quella caratteristica, mi ricordano troppo quelli di Daehyun. Quando guardo l'orologio realizzo di essere in anticipo di dieci minuti, dunque prendo le cuffie e inizio ad ascoltare qualche canzone. Il tempo passa senza che me ne accorga, di questo ragazzo non c'è traccia. Non mi sono ancora arrivati nè suoi messaggi nè chiamate, nemmeno se gli scrivo risponde. Osservo nei dintorni, ma non vedo nessuno chi gli assomigli. Forse mi stava solo prendendo in giro, forse non è nemmeno quello delle foto. A volte sono davvero troppo ingenuo! Stufo di questo scherzo, mi volto e mi dirigo verso la fermata dell'autobus, quando sento suonare il cellulare.
"Sono quasi arrivato, dove sei?"
Irritato non gli rispondo, continuando per la mia strada, ma dopo poco sento squillare ancora il telefono, dunque alzo la cornetta.
- Pronto?
"Sono io, Kangjun. Per caso...hai una felpa grigia?". Spaventato mi guardo attorno in cerca di quel ragazzo. Lui mi vede, ma io non riesco a trovarlo. E' la prima volta che mi vedo con qualcuno conosciuto su Internet, non mi stupirei se fosse un vecchio pervertito invece della persona ritratta nelle foto. "Dall'altra parte della strada!". Lo sento ridere mentre dice ciò, evidentemente mi sta osservando davvero ed è divertito dal mio comportamento. Quando mi volto in cerca del suo viso non lo trovo subito, ma in poco tempo posso riconoscere quegli occhi sorridenti che mi guardano da lontano, per poi chiudere la chiamata e venire verso di me stringendomi la mano. Non era un qualche fake e, dal vivo, mi ricorda ancora di più Daehyun. 
Insieme andiamo al bar più vicino a prenderci qualcosa da bere e a parlare un po'. Dopo una lunga chiacchierata, ci siamo conosciuti un po' meglio. Mi ha raccontato di quando abitava a Seoul, di com'è ora la vita a Osaka, la sua situazione in famiglia e altre cose così. Io non ho detto molto, anche perchè non saprei cosa dire. Di certo non posso confessargli di Daehyun e di tutto quello che mi ha fatto passare, in fondo è uno sconosciuto. Ogni tanto si guarda intorno, come se cercasse qualcuno, poi torna a fissare me e a sorridermi, ma, ad un certo punto, sembra imbambolarsi. Dopo un po' provo a seguire il suo sguardo, ma riesco a vedere solo la folla, dunque gli passo una mano davanti agli occhi per farlo svegliare, anche se sembra ancora stordito.
- Tutto bene?
- S-Sì. Mi era solo sembrato di aver visto una persona che conoscevo. Andiamo a farci un giro al parco?
Ancora confuso accetto e lo seguo fino a una pachina e, dato che è leggermente bagnata, la asciuga con la sua giacca e si siede, invitandomi a fargli compagnia.
- Sto in piedi, non voglio bagnarmi tutto. 
- Puoi sederti qui. - mentre dice ciò si da una pacca sulla gamba incitandomi ad obbedire e, dopo essermi guardato attorno, non so bene perchè, forse per l'imbarazzo, mi accomodo sul posto asciutto e comodo che mi ha proposto, sentendo la sua mano cingermi il fianco. Mi continua ad osservare, non distoglie lo sguardo. Però, il modo in cui mi sta tenendo vicino a sè, mi ricorda quello di Daehyun, stretto e forte, e non riesco a rifiutarlo. Mi sento tirare verso di lui, volto il mio viso completamente arrossato verso il suo e lo vedo chiudere gli occhi mentre appoggia le sue labbra sulle mie.

Sono calde e morbide come le sue.

Ancora, non riesco a dire di no. Acconsento per l'ennesima volta, permetto alle nostre lingue di danzare insieme, di unire i nostri respiri, finchè non ci separiamo entrambi imbarazzati, ma anche contenti. No, è una bugia. So di averlo baciato perchè ogni cosa di lui mi ricorda Daehyun, non perchè mi piace. E' stato un errore. Forse può aiutarmi a dimenticarlo, ma non ora, non così.
- Youngjae! - la voce di Junhong  ci spaventa e, come se cambiasse qualcosa, mi alzo di scatto, anche se ci ha già sicuramente visti in quella posizione. Quando si avvicina ci guarda in modo interrogativo, soprattutto Kangjun, ma sembra rinunciare a chiedermi chi sia. - Più tardi, verso sera, vieni con me e gli altri al Coffee Shop?
- Perchè?
- Dobbiamo aiutare Himchan con una cosa e abbiamo bisogno anche del tuo aiuto! - non so bene di cosa si tratta e perchè dovrebbe essere necessaria anche la mia presenza, ma confermo lo stesso. - Bene, ci troviamo al bar verso le otto. - mi informa prima di voltarsi e andarsene.
Una volta che si è allontanato torno a guardare Kangjun ma, come prima, lo trovo imbambolato. Seguo il suo sguardo una seconda volta senza trovare niente di particolare. Non mi arrendo e continuo ad osservare invano. non riesco proprio a capire cos'abbia visto da farlo distrarre così intensamente. A questo punto lo fisso per un po', ma presto mi stufo di aspettare che si riprenda e gli passo una mano davanti alla faccia per svegliarlo.
- Si può sapere che guardavi?
- N-Niente.
- Non direi da come eri preso. - ribatto notando il tono falso e ricordando quel secondo momento di distrazione.
- Scusa, mi era sembrato di vedere una persona che conoscevo.
- Doveva essere qualcuno di importante. - a questa mia frase abbassa lo sguardo, devo aver centrato in pieno. 
- Era un ragazzo che mi piaceva parecchio.
- E' finita male? - ancora una volta sembro aver capito subito la situazione, si volta dall'altra annuendo e non pronunciando alcuna parola. Non parliamo per qualche minuto, entrambi a pensare alle nostre cose. Devo ammetterlo, un pizzico di gelosia ce l'ho. E' vero, ho appena conosciuto Kangjun, ma sento che lui mi vuole e so che potrebbe essere l'unico modo per dimenticare Daehyun, dunque il fatto che provi ancora qualcosa per un'altra persona mi da fastidio. Non è, però, come la situazione con Dae. Lui non potrei mai vederlo con un altro, non riesco nemmeno a immaginarlo. Lo voglio solo per me.

Rivoglio quel bacio.

Dopo un lungo silenzio ci separiamo con la scusa che non si sente bene, dunque inizio a prepararmi per la serata quando mi arriva un messaggio da Himchan.
"Ci troviamo da me prima di andare al bar, va bene? C'è anche Yongguk. Junhong ha detto che viene più tardi."
Rispondo con un "sì" e mi cambio i vestiti aggiungendoci un po' di profumo prima di uscire a fare un giro per perdere tempo e per poi andare da Himchan, qualunque sia il problema da risolvere.

POV Daehyun
- Sei sicuro che funzionerà? - gli domando preoccupato. Se non va come ha detto Junhong rischierò che Himchan vada in giro a dire il mio segreto, finendo per rovinarmi la vita.
- Non ti preoccupare! Si devono incontrare al Coffee Shop e Himchan è obbligato a passare di qua.
- E se è in compagnia?
- Verrà da solo! Ora preparatevi, dovrebbe essere qui fra poco. Io resterò nascosto laggiù. - detto ciò si allontana lasciando me e Jongup da soli. Il più piccolo si appoggia al muro e io mi avvicino a lui pregando tutti gli dei che questo maledetto piano vada come previsto. Sinceramente non mi fido molto, ma è l'unico modo che abbiamo per risolvere questa situazione, poi toccherà a me e a Youngjae. 
Mi affretto a tirarmi su il cappuccio in modo che, se passerà qualcuno che mi conosce, non verrò riconosciuto. Attendiamo alcuni minuti, poi Jongup mi informa che il maknae ha fatto segno che è arrivato il momento di cominciare. Riduco le distanze dei nostri corpi ancora un po' finchè siamo abbastanza vicini da sfiorarci, circondo il suo viso con le mie mani mentre lui appoggia le sue sul mio petto fingendo di volermi spingere via, porto le mie labbra sulle sue e premo con forza evitando di far scontrare le nostre lingue ma, allo stesso tempo, facendo pensare il contrario a chiunque possa vedere quella scena. E' orrendo, privo di sentimenti, non come quelli che ho scambiato con Youngjae.

Vattene via!

Ad un certo punto, per mia grande gioia, qualcuno mi afferra per il braccio e mi fa allontanare, svelandomi il suo volto. Perdo un battito, non doveva andare così. 

POV Youngjae
Insieme a Himchan e a Youngguk ci avviamo verso il bar. Non ho ancora capito bene cos'è successo, quale sia il problema, ma sembra che vogliano aspettare anche Junhong per parlarne. Più il tempo passa e più mi preoccupo. Chan ha una faccia che sembra lo abbiano preso a pugni, Bang non pronuncia parola ed è molto serio. In questa situazione non so proprio cosa dire, come iniziare un discorso, come farli ridere. Ancora un po' e cado in depressione pure io!
Seguiamo la strada fino ad un incrocio dove dobbiamo svoltare a destra. Kim è davanti di noi e, non appena si gira, si blocca. I suoi occhi sono spalancati, la sua espressione è shockata. Sia io che il più grande ci affrettiamo ad andare a vedere ciò che sta osservando, avendo la sua stessa reazione. Jongup è appoggiato a un muro e un ragazzo incappucciato lo sta baciando contro la sua volontà. Non sembra molto forte a giudicare dal fisico, ma basta per impedire al più piccolo di liberarsi.
- Chan, devi fare qualcosa! - gli ordina Yongguk vedendolo ancora paralizzato.
- N-Non ci riesco. - confessa con gli occhi lucidi pronti a liberare le sue lacrime.
- E' la tua occasione!
Ancora una volta rimane immobile dando la stessa risposta così, stufo del suo atteggiamento e non potendo vedere il mio amico in tale situazione, mi faccio avanti io. Corro verso di lui e, non appena sono abbastanza vicino, lo prendo per il braccio e lo allontano svelando il suo volto. Percepisco un dolore atroce al cuore, lo sento fermarsi per un secondo. Quelle labbra, quel naso, quello sguardo, quei lineamenti, è proprio lui. Non so se guardarlo con disprezzo o con tristezza. Fino a non molto tempo fa mi dava amore per consolarmi da tutte quelle bruttezze che era obbligato a farmi subire, ora stava baciando Jongup. Quale tipo di problema ha in quella testa? Perchè fa tutto questo? 
Ormai distrutto, non volendo vedere altro, non volendo sentire alcuna scusa, mi volto senza pronunciare parola e me ne vado diretto a casa. Non mi chiama, non cerca di fermarmi. Evidentemente non ci tiene così tanto a me, era tutta una presa in giro. L'unico ad essere innamorato ero io. Innamorato di uno stronzo.

Sei solo uno stupido!

POV Daehyun
Lo vedo allontanarsi, lasciarmi una seconda volta, ma non riesco a parlare. Non sono in grado di fare niente. Ho perso tutte le mie forze. Mi ha beccato mentre baciavo un altro, non oso immaginare il dolore che ha sentito. So benissimo quanto ci tiene a me, so che mi vorrebbe al suo fianco, ma se continuo a sbagliare così come faccio ad aiutarlo a realizzare il suo desiderio?
Preso dalla disperazione inizio a sentirmi male. Posso notare Himchan e Yongguk avvicinarsi e prendere Jongup in modo da allontanarlo da me, come se fossi un assassino pronto ad ucciderlo e quello fosse il momento adatto per salvarlo. La vista inizia a farsi offuscata, più scura. Riesco ancora a capire che il più grande mi è venuto incontro e che mi ha preso per la felpa, ma poi comincio a riconoscere solo il nero intorno a me, finchè...

Quando riapro gli occhi sono seduto a terra appoggiato al muro, Jongup e Himchan sono vicini a me a controllare come sto. Probabilmente sono svenuto e, dato che non ho dolori per eventuali colpi, il maggiore, che ora sta discutendo in lontananza con Junhong, deve avermi preso prima che cadessi. 
- Volevo solo aiutarli! - sento la voce del maknae che prova a spiegare la situazione al suo ragazzo.
- La prossima volta avvertimi prima!
Lascio perdere i loro discorsi per guardarmi attorno. Youngjae non c'è, se n'è andato prima e non è tornato indietro. L'ho deluso, ho rovinato quel poco che c'era tra noi, ho spezzato quel filo che ci univa ancora. Perchè sono così coglione? Perchè sbaglio sempre? Cos'ho fatto di male?

"Non devi avere paura di ciò che sei, non devi tenerlo nascosto."

Improvvisamente mi ricordo di quella frase che mi disse un giorno una persona a me cara. Sapeva il mio segreto, era l'unico a cui lo avevo detto e, essendo nella mia stessa situazione, aveva preso bene la cosa. Ciò che ci differenziava era che lui non temeva di svelarlo ad altri mentre io sì ed è questo che ha rovinato il nostro rapporto e anche quello che avevo con Youngjae. Vorrei poter cambiare, vorrei poter aprirmi e dire addio alle mie paure, ma è più forte di me. Il giudizio della gente, dei miei amici, della mia famiglia. La paura di essere criticato. 
Porto le mie mani tra i capelli e li stringo forte mentre lascio alcune lacrime rigare il mio volto. Sono troppo debole. Gli altri, notando la cosa, si avvicinano per aiutarmi, ma non ne voglio sapere. Questo è un mio problema, solo io posso risolverlo. Ho bisogno di più forza, ho bisogno della persona giusta.
- Daehyun?

Questa voce...

Alzo lo sguardo seguito dagli altri. Mi si ferma il respiro a quella vista, a quei ricordi, a tutti i momenti passati insieme, a quella frase che non sono mai riuscito a mettere in pratica. I suoi occhi, le sue labbra, i suoi lineamenti non sono cambiati. Anche il taglio di capelli è lo stesso. 
- C-Che ci fai qui? - gli domando guardandolo spaventato, sorpreso e, allo stesso tempo, felice di vederlo. 
- Sono tornato a Seoul per qualche giorno. Tu non hai ancora smesso di nascerti e piangere, eh? - abbasso lo sguardo deluso da me stesso. Ha ragione, in tutti questi anni non ho fatto altro che rimanere nell'ombra, nascondere tutto ciò che potesse svelare il mio segreto e piangere perchè non potevo vivere liberamente come fa lui.
- Scusate, ma...vi conoscete? - ci interrompe Junhong preso dalla curiosità. Lo osservo incerto non sapendo se dirgli la verità oppure no, poi torno con lo sguardo su quel ragazzo. Ormai lo sanno già, un particolare in più non cambierà assolutamente niente.
- Si chiama Kangjun. Lui è...



 


E Kangjun dei C-Clown :)

 
 

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Capitolo 14
*** Yes Sir ***


Eccomi di nuovo gente! No, io non morirò mai u.u potrò fare ritardi, ma non sparirò finchè non sarò arrivata all'ultimo capitolo D: beh, che dire? - 2 cap al segreto di Daehyun, qui iniziamo con le cose serie per quanto riguarda la BangLo, nel prossimo capitolo lascio a voi scoprire cosa succederà con la HimUp xD mmm non so che altro dirvi, oggi ho spremuto il cervello tutto il giorno per scrivere (che, in realtà, tutto il tempo me lo ha preso la parte finale del capitolo ma vbb, dettagli LOL)...attendo le vostre recensioni e scusatemi in anticipo nel caso ci fossero errori ortografici:):)
Buona lettura, RingDingDong <3

 
Destiny

Yes Sir

POV Yongguk
- Così è questa la verità? - domando per l'ennesima. E' ancora troppo difficile e strano per crederci.
- Sì. Daehyun mi ha raccontato più o meno tutto di lui e ho cercato di aiutare sia lui sia Jongup. - risponde Junhong mantenendo la testa bassa, come se avesse fatto un errore e lo stessi rimproverando. Se vogliamo essere sinceri, in parte è quello che sto facendo, ma, dall'altra, è l'esatto opposto. Sono felice di aver saputo la storia di Daehyun e mi fa ancora più piacere che il maknae abbia fatto qualcosa per lui nonostante tutte le torture che gli ha fatto subire. Ha dimostrato di avere un animo buono, ma ha commesso un enorme sbaglio a fare tutto da solo. Se mi avesse svelato tutto prima avrei potuto aiutarli evitando, forse, il casino con Youngjae.
- Avresti dovuto parlarmene subito.
- Non avresti capito.
- Junhong, cosa ti ho detto la prima volta che ci siamo incontrati?
- Che devo essere me stesso e di fregarmene se agli altri non piaccio così.
- Esatto. La stessa cosa vale per Daehyun. Abbiamo tutti un segreto qui, c'è chi lo ha svelato senza problemi e chi ha più difficoltà. Ora è arrivato il suo momento di aprirsi e di lasciare alle spalle le sue paure. - prima di continuare mi volto verso Daehyun. E' ancora scosso per quello che è successo, potrebbe ricominciare a piangere da un momento all'altro. Il suo amico, Kangjun, è riuscito a farlo riprendere prima, ma non è stato in grado di guarire la sua anima, solo di asciugare le sue lacrime. - Non puoi tenerti tutto dentro, ti stai solo facendo del male. Prima o poi scoppierai.
- Non è così facile, io non ho la forza che avete voi. - prova a ribattere, ma sta solo cercando di scappare. Da quando l'ho incontrato per la prima volta ho visto abbastanza forza da permettermi di capire che sta mentendo.
- E' semplicissimo, invece! - gli grido contro stringendogli forte le spalle. - Non esiste nessuna paura, non per te. Tu sei forte, sei in grado di difenderti dagli altri, lo hai sempre fatto. Puoi compattere quei deficienti che ti prenderanno in giro, mostra loro che sei superiore! Non hai niente di cui vergognarti, anzi, devi andare fiero della persona che sei. - una lacrima si forma sul suo volto. Sono riuscito ad arrivare al punto. Lui teme questo suo lato che nasconde nella sua ombra, non coloro che potrebbero prenderlo in giro. Odia se stesso. - Daehyun, ricorda: al mondo esiste solo una persona come te, nessuno avrà mai i tuoi pregi e i tuoi difetti, nessuno saprà amare una persona come...
- Smettila, Yongguk! - mi grida contro il maknae correndo ad abbracciare Daehyun che ne approfitta per affondare il suo volto nel petto dell'altro e bagnarlo del suo dolore. - Non vedi che sta male? Dovresti andarci più piano. - ascoltando le sue parole mi sono reso conto della loro veridicità. Ci stavo andando troppo pesante, ho voluto insistere su qualcosa che gli faceva del male. Avrei dovuto agire con più calma, fare un passo alla volta, invece ho voluto correre e arrivare subito al punto. Non è facile come è stato con Junhong, questa volta non mi basta mostrare protezione nei suoi confronti. Con lui dovrò riuscire a fargli vedere i lati buoni di questa cosa e insegnarli a difendersi da solo.
- Hai ragione, perdonami. Dae, cercheremo di aiutarti, ma dovrai essere sempre sincero con noi. Ogni cosa che ti passa per la testa diccela senza alcun problema e quando avrai bisogno di qualcosa conta pure sul nostro aiuto. Ora è meglio se ti riposi, ti accompagnamo a casa. - detto ciò mi alzo porgendogli una mano che accetta senza pensarci due volte. Sta ancora male, ma col tempo gli passerà e supererà quel muro che lo ha tenuto in trappola per tanti anni.

POV Zelo
La mattina mi sveglio alla solita ora, mi lavo, mi vesto e mi avvio verso il Coffee Shop per fare colazione insieme agli altri. Himchan e Jongup stanno riuscendo a sistemare le cose tra loro con calma, l'incidente con Daehyun è servito a farli riavvicinare almeno un po'. Sono felice di questo, ma Yongguk non sembra pensarla allo stesso modo. Non si è arrabbiato quando ne abbiamo discusso, anche se non pareva nemmeno essere fiero delle mie azioni. Infatti, ultimamente non mi parla quasi mai, non mi da molte attenzioni e ci vediamo pochissimo, solo nelle giornate di scuola, come oggi. Sembra essersi stufato di me. Cos'ho fatto di sbagliato? E' successo tutto perchè ho cercato di aiutare i miei amici? 
Arrivato al bar mi accomodo al tavolo dove siedono già Jongup e Himchan. Li saluto un po' a malavoglia dato che non c'è il mio ragazzo. Odio doverlo aspettare, attendere minuti che, a me, sembrano un'eternità per poterlo anche solo abbracciare.
- Qualcosa non va? - mi domanda il più grande notando la mia brutta cera. E' capitato spesso che, uscendo con Yongguk, ci fosse anche lui, dunque ha avuto modo di conoscermi meglio e capire qualunque cosa con un solo sguardo.
- E' per Gukkie. Ultimamente è molto distante, ho paura che non mi voglia più. 
- Non dire stronzate! Ti ama davvero tanto, non ti lascerebbe mai. Parla sempre di te quando non ci sei. - un piccolo sorriso addolcito si forma sul mio viso a tale pensiero. - Nell'ultimo periodo sta poco tempo anche con noi, ma perchè ha molte cose da fare. - non so come faccia, ma Himchan è sempre capace di risollevare il morale a tutti, riesce a trovare le parole non giuste, perfette. Mi chiedo perchè non faccia così anche con Jongup.
- Buongiorno a tutti! - la voce forte di Yongguk ci fa voltare obbligandoci a dire "stop" al nostro discorso. Prima di sederci e di cominciare a parlare mi schiocca un bacio sulle labbra facendomi tornare gran parte della felicità che ancora mi mancava. - Ho scritto altre canzoni: "Warrior", "Fight for freedom" e "Power". Dopo ve le faccio leggere così mi dite cosa ne pensate. Sto lavorando anche su un altro testo insieme a Daehyun dal titolo "I remember", ma la sentirete solo quando la canteremo. - nel sentire quel nome alziamo tutti lo sguardo stupiti chiedendo spiegazioni. E' impossibile credere che abbia deciso di collaborare proprio con lui. - Ieri abbiamo parlato e mi ha spiegato alcune cose, così abbiamo deciso di fare una canzone. 
- Cosa ti ha detto di bello? - s'intromette Jongup preso dalla curiosità. 
- Sarà lui a dirvelo. Ora muoviamoci a fare colazione o non arriveremo più a scuola! 

POV Yongguk
In questi giorni Junhong è molto strano, non parla molto e non mi saluta più come faceva prima, è sempre molto freddo. Anche oggi si è limitato ad accettare il mio bacio come se fosse stato obbligato e, subito dopo, ha fatto un sorriso privo di sincerità. Chiunque avrebbe capito che si stava sforzando. Forse ci è rimasto male l'altro giorno quando ho scoperto del suo "piano" per far tornare insieme Jongup e Himchan, probabilmente ha pensato che mi fossi arrabbiato. Forse è anche perchè gli sto dando poche attenzioni, ma non posso farci niente. Ultimamente sono sempre impegnato a scrivere le canzoni, ho tantissime idee in mente e devo anche aiutare Daehyun con Youngjae. Per realizzare i miei programmi ho bisogno che siano tutti uniti, dobbiamo andare d'accordo, formare una forte amicizia tra noi. 
- Oppa! - un grido da parte di una ragazza interrompe i miei pensieri obbligandomi a voltarmi. E' molto bassa, i capelli neri e lunghi le cadono sulle spalle fino al seno, una maschera al posto del trucco. Corre verso di me, mi prende le mani e fa un inchino in segno di saluto. - Oppa, mi piaci tanto! Sei bellissimo, voglio essere la tua ragazza! 
- Mi dispiace, sono gay e già occupato. - la informo stringendo a me Junhong per farle capire di chi parlo e la guardo male. Non la conosco, non ci siamo mai incontrati e, improvvisamente, le piaccio? Che stupidaggini sta dicendo? 
- Ah, capisco...beh, ora devo andare! - detto ciò sparisce in mezzo agli altri studenti che attendono l'inizio delle lezioni. Ormai tutta la scuola sa che io e Junhong abbiamo firmato un contratto con la TS Entertainment e stiamo riuscendo a farci conoscere in Corea. Io sono in grado di distinguere quando una persona mi vuole per la fama o per quello che sono, ma non posso dire lo stesso del più piccolo. Lui non ha mai avuto molti amici per il problema dell'omossesualità, dunque cede spesso a questi inganni. Spero solo che sappia aprire gli occhi e che non soffra per questo problema. Fra non molto registreremo il video di Never Give Up proprio in questa scuola e saremo circondati da una marea di gente falsa, non solo all'interno della scuola, anche fuori. In questo periodo, inoltre, sembra stare già male di suo, figuriamoci se si intromette qualcuno a fare la doppia faccia.

Concluse le ore della mattina "sfuggo" dai miei amici per andarmene dietro la scuola dove mi aspetta Daehyun per continuare la canzone. Nessuno, a parte noi due, conoscerà le parole e il significato prima che essa verrà fatta ascoltare in pubblico. All'inizio la mia idea era quella di farla registrare e cantare solo da lui visto che è della sua situazione attuale che si parla, ma poi abbiamo deciso di introdurci delle parti rap per me. Secondo lui è giusto così perchè lo sto aiutando e vuole che il merito venga dato principalmente a me, ma io rimango della mia idea. Questo testo è suo, con me non ha niente a che fare, io mi limito a rileggerlo e correggerlo, lui ci mette i pensieri.
- Hai pensato a come continuarla? - gli domando non appena mi siedo, tirando poi fuori il mio quaderno degli appunti.
- Sì, mi sono segnato tutto qui. - risponde porgendomi un foglio piegato. - Ho anche pensato di cambiare alcune frasi, non mi piacciono molto.
Insieme a Daehyun rileggo il testo, che ha finito, per vedere come possiamo migliorarlo, ma è quasi del tutto perfetto. E' riuscito a tirare fuori tutto il suo dolore, i suoi sentimenti e a scriverli su un pezzo di carta. Ha cominciato a studiare come scavalcare il suo muro.

"Quella parte di me che sapeva ridere ormai non esiste più."
Davvero l'amore può distruggerti fino a questo punto? Può togliere il sorriso, la cosa più bella di una persona?
"Adesso per me l'amore è solo un gioco, il mio cuore è spezzato."
E' così che la gente inizia ad essere stronzo? Per via di una delusione? Può essere davvero così forte?
"Spesso annego nei tuoi ricordi come se fossero un incubo."
Quando la persona che ami non è più al tuo fianco e pensi che l'unica soluzione sia quella di dimenticarla è così che ci si sente? In un mondo pieno di terrore, il terrore di incontrare il tuo amato? Il terrore di avercelo sempre nei propri pensieri?
"Quella luce che ci illuminava è ancora lì."
L'illusione di non essere stato dimenticato, di essere ancora amato. E' una cosa positiva o negativa? Quanto si può soffrire per questo?
"Butta via tutto, non mi serve più niente."
L'auto-convincersi di essere usciti da quel terrore, di averlo dimenticato, ma, in realtà, continuare a pensarci. Fingere un sorriso davanti alla tua vita e piangere alle sue spalle. Per quanto si può andare avanti così?
"Questo è il risultato del mio vivere in modo corrotto."
Nascondersi per non rivelare il proprio segreto, il dolore che si accumula dentro di sè. Si può sopravvivere in questo modo?
"Anche se per un po' dovessi percorrere questo cammino da solo, ti farò vedere tutto quello che ho ottenuto."
Un cammino solitario per scavalcare quel muro e tornare da lui più forte, ma lui lo aspetterà? Sarà in grado di vedere i suoi progressi? Lo amerebbe ancora?
"Nel profondo del cuore custodirò i momenti passati insieme."
L'unica forza che ti fa andare avanti, il ricordo di lui.
"Fino alla fine, non dimenticherò mai quel momento. Sì, io ricorderò."

Quanti sentimenti può racchiudere il testo di una canzone e con quanta intensità. Non mi era mai capitato di incontrare una persona che tenesse dentro di sè tutte queste cose e, tanto meno, avrei immaginato che sarebbe stato proprio lui a provare tali emozioni. Va bene, può amare, ma fino a questo punto? Un bullo come lui può davvero avere un cuore tanto grande? La paura di non riuscire a dimenticarlo, fingere di esserci riuscito, soffrire in silenzio...

Soffrire in silenzio.

Flashback
- Vuoi venire a Mokpo con me e Jongup?
- No, ho da fare.
Alla mia risposta vidi il volto del maknae rattristarsi, ma non ci feci caso. Dovevo continuare a scrivere le canzoni e dovevo finire tutti i proparativi per il video che dobbiamo girare, non potevo permettermi di perdere tempo con loro. Il mio piccolo Zelo doveva aspettare, doveva divertirsi da solo con il suo amico. Il suo viso, però, non mostrava alcuna allegria.
Fine Flashback


Riconsegno il foglio a Daehyun dicendogli che il testo è perfetto e non ha bisogno di alcuna modifica, per poi alzarmi e correre via. Quanto sono stupido? Sto entrando esattamente nella sua stessa situazione. Sto facendo quello che ha fatto lui, dimenticarmi del mio amore. Mi sono concentrato sulle canzoni, sul video e ad aiutare Dae, ma non ho pensato a mettere in gioco anche Junhong. Ho pensato solo a me stesso, lui l'ho messo da parte.
"Quella parte di me che sapeva ridere ormai non esiste più."
Il suo è un sorriso sforzato.
"Spesso annego nei tuoi ricordi come fosse un incubo."
Quante volte ha pensato ai momenti più belli passati insieme, ormai inesistenti?
"Quella luce che ci illuminava è ancora lì."
Si sta auto-distruggendo fingendo di credere che quello che sta accadendo non è reale.
"Butta via tutto, non mi serve più niente."
Fa credere agli altri di stare bene, di non aver bisogno di niente, ma so che non è così. 
"Nel profondo del cuore custodirò i momenti passati insieme."
Quante volte lo penserà? Quante volte temerà di dover vivere in questo modo senza di me?
"Non dimenticherò mai quel momento."
Sotto la pioggia, trasformata in neve. Quel "ti amo" detto troppo presto. Quel bacio pieno d'amore.

- Junhong! - grido non appena lo vedo in palestra ad allenarsi da solo. Ha sempre avuto questo vizio di venire qui a ballare, anche quando veniva a mangiare con me. Se c'è da cercarlo a scuola, questo è il primo posto da guardare.
- Hyung? - si volta verso di me confuso non comprendendo il motivo della mia agitazione. Oltrepasso la porta e la chiudo alle mie spalle, per poi avvicinarmi a lui di corsa e abbracciarlo con tutta la forza che ho. Perchè non ci avevo pensato prima?
- Amore, perdonami! Non me ne ero accorto! Non volevo farti stare male, te lo giuro!
- Di che stai parlando? - mi domanda allontanandomi con forza.
- Lo so, non serve a niente negarlo. So che stai male perchè mi sto allontanando da te, perchè passo tutto il mio tempo a pensare alle canzoni, perchè non ti do più amore. Voglio che tu sia felice al mio fianco, non voglio farti soffrire così. Non...- le sue labbra appoggiate alle mie interrompono il mio discorso facendomi capire che non è più necessario continuarlo. Ha afferrato il punto. Finalmente posso risollevarmi, ho risolto il problema, o meglio, Daehyun ha trovato la risposta con il suo testo, con i suoi sentimenti. 

Non ti lascerò mai più.

Lo stringo ai fianchi e lo faccio sedere affianco a me mantenendo il contatto con le sue labbra. Spingo leggermente con la lingua in modo che le apra e si lasci esplorare, formanto una dolce danza. Sento le sue mani sfiorarmi la divisa scolastica e slacciarmi i bottoni per poi toglierla insieme alla camicia. Lentamente mi sdraio a terra lasciandolo venire sopra di me accarezzandomi il petto. Imito i suoi precedenti movimenti imbarazzandolo quando si trova a torso nudo. Faccio un piccolo sorriso divertito dalla sua reazione, sfiorando la sua pelle liscia, non percependo alcun muscolo allenato. Mi infilo sotto ai suoi indumenti rimasti per poter gustare meglio il suo corpo caldo, ma, vedendolo irrigidirsi, mi ritiro subito.
- No, continua. - mi ordina con mio grande stupore. Mi guardo attorno confermando di essere soli, ma la cosa mi lascia comunque shockato e, ancora peggio, quando le sue mani arrivano alla cerniera dei pantaloni per slacciarli e andare ad eccitarmi da sopra ai boxer.
- Vuoi farlo qui? - annuisce fissandomi serio negli occhi facendomi capire che è sicuro della sua scelta, dunque finisco di spogliarlo e lo fai lo stesso con me, mantenendoci il più vicino possibile. Ho paura, è la sua prima volta, magari gli farà male, oppure farà cose che vuole fare solo per il mio godimento. Ho paura che non gli piacerà. 
- Come...si fa? - alla sua domanda seguo il suo sguardo che va dritto sul mio pene e comprendo cos'ha in mente, ma non so se è il caso. Non ne sembra tanto convinto.
- Non serve che lo fai.
- Hyung, lo so che non vuoi obbligarmi a fare niente, ma voglio farlo. - risponde guardandomi negli occhi, negando qualunque mia obbiezione fin dal principio. Leggermente divertito dalla sua inesperienza gli spiego tutto, lasciandogli fare le cose basiliari, facendomelo sentire direttamente nella sua bocca che muove lentamente. Non lo fa entrare completamente e non voglio nemmeno sforzarlo, questo mi basta. Dopo un po' inizia ad aumentare il ritmo facendomi godere di più. Intanto, dato che si trova abbastanza vicino a me, mi bagno un dito per infilarlo piano nella sua entrata. La mia azione lo fa irrigidire di nuovo, anche se per poco, poi posso muoverlo di più per prepararlo, ma, all'improssivo, si allontana mettendosi in ginocchio, piegato in avanti con i gomiti a terra.
- Facciamolo, adesso!
L'ennesimo sorriso si forma sul mio volto. Odio quella posizione, come faccio a baciarlo se lui è rivolto verso il basso? Porto una mano sulla sua spalla e lo faccio voltare in modo che si sdrai a terra, per poi mettermi sopra di lui e poterlo guardare negli occhi.
- Dimmi se ti faccio male. - detto ciò inizio a spingere contro la sua apertura. Lui cerca di tenere le gambe il più aperte possibile, ma rinuncia presto avvinghiandomi i fianchi con esse. Con un un'ultima faticosa spinta riesco ad entrare, a sentire il calore del suo corpo. Il suo cuore batte forte, lentamente si rilassa e mi permette di muovermi con un ritmo calmo e dolce, pieno del mio amore che voglio trasmettergli con questo mio gesto. Sudiamo entrambi nonostante i nostri sforzi siano minimi. I minuti sembrano ore, non c'è più una fine. La musica alla radio ancora accesa ci fa da sottofondo, è diventata parte di noi. I nostri gemiti si fanno sempre più forti, ma riusciamo a controllarli, dobbiamo se non vogliamo farci scoprire. Con il passare del tempo mi avvicino sempre di più al culmine ed è proprio in quel momento che mi balenano nella testa decine di frasi stupende ricordando il giorno in cui ci siamo messi insieme, sotto la pioggia, sotto la neve.
"Non appena ti ho visto il battito del cuore è esploso."
"Le tue labbra sottili, i tuoi capelli bagnati, mi sto innamorando."
"Oh, baciami. Baby, dammi il tuo amore."
"Sono sempre vicino a te, vieni vicino a me senza preoccuparti degli altri."
"Ti proteggerò da questi lupi, dunque vieni qui."
"Non andare via dalle mie braccia."
"Stiamo ballando in pista, continuo ad innamorarmi di te."
"Stiamo ballando sotto la pioggia."

Alla fine riesco a venirgli dentro per poi appoggiare la mia testa sul suo petto, ascoltando il suo battito accelerato. Dovrei dirglielo che era anche la mia prima volta?
- Ti amo.
- Ti amo anch'io. - gli rispondo schioccandogli un bacio sulle labbra mentre ripenso a quelle frasi e ci formo un testo sensato. - Dancing in the rain.
- Che cosa?
- La canzone che ho appena scritto per te.

Quel bacio, ballando sotto la pioggia. Quel bacio, ballando sotto la neve. Ti amo, Choi Junhong.


Un po' di BangLo <3

    

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Capitolo 15
*** What My Heart Tells Me To Do ***


ragaaaaa D: chiedo perdono! La scuola mi sta uccidendo, invece di darci il tempo di studiare in vista degli esami ci danno sempre di più da fare D: ma ora basta! Oggi mi sono messa a scrivere fregandome del resto e dopo cena riprendo con l'altra FF u.u beh, momentaneamente non so cosa dire per cui vi lascio ç_ç continuate a recensire che io leggo sempre e questa volta non mi fermerà più nessuno è.è
Buona lettura, RingDingDong <3

 
Destiny



What My Heart Tells Me To Do

POV Jongup
- Allora? Com'è stato?
- Bellissimo! E' stato dolcissimo! - Junhong inizia a raccontarmi un po' della sua prima volta con Yongguk. Mentre parla, però, immagino continuamente me con Himchan. Avevo avuto la possibilità di farlo quella volta che ci siamo baciati, ma non siamo andati fino in fondo. In parte vorrei tornare indietro e avere il mio primo rapporto con lui, ma, dall'altra, è meglio che sia andata così, altrimenti avrei sofferto ancora di più scoprendo che aveva programmato tutto. Non sarei riuscito a sopportare tutto quel dolore ed è già tanto se abbiamo ricominciato a parlare. 
- Yongguk dov'è? - ci chiede Himchan non appena arriva al Coffee Shop vedendo solo me e il maknae.
- Sta registrando quella canzone. - risponde Zelo ridendo sotto i baffi. - Io ho potuto leggere il testo! - continua facendoci invidia. Siamo tutti così ansiosi di ascoltarla dato che Yongguk è sempre molto entusiasta quando ne parla. - Beh, ora vado!
- Mi sembra a me o il piccolo maknae è più allegro in questi giorni? - si incuriorisce il maggiore non appena rimaniamo soli ed io gli svelo il segreto di tale felicità lasciandolo abbastanza sorpreso. Lo ero pure io fino a qualche minuto fa, ma, da quando è arrivato lui, la mia mente è altrove. Mi sento a disagio, vorrei andarmene, ma sto anche bene, vorrei abbracciarlo. So che c'è dell'amore nei suoi confronti, ma anche odio, rabbia per come si è comportato. E' vero, mi ha fatto un favore, ma è anche vero che ha sfruttato quel momento in cui ero più debole per avvicinarsi. Non me lo aspettavo da lui. Mi stavo innamorando di lui e ci sono riuscito, ma qualcosa si è spezzato quel giorno in cui mi ha detto la verità. 
- Andiamo a farci un giro? - interrompe i miei pensieri facendomi tornare alla realtà. Mi capita spesso di tornare indietro nel tempo e di ricordare quei momenti, per poi chiudermi in me stesso, diventare freddo, fuggire da tutto e da tutti. Questa volta, però, non voglio scappare. Se lui non è capace di ricucirmi il cuore lo farò io. Acconsento al suo invito e lo seguo per la strada che crea, ovunque stia andando. Sto sempre un passo dietro di lui, gli guardo le spalle, lo ammiro di nascosto. E' così bello, sicuro di sè, ma non mi basta. Non mi sento alla sua pari, non capisco ancora perchè.

POV Himchan
Non era questo quello che avevo in mente. Avrei voluto parlargli, scherzare con lui, spiegargli meglio tutto quello che era successo, confessarmi, ma dalla mia bocca non esce una parola, sono tutte bloccate in gola. Ho paura che vada tutto storto, come quando gli ho svelato di aver sfruttato quel momento in cui era più debole. Forse ho fatto un errore, non dovevo nemmeno provarci. Ricordo ancora le sue lacrime, il suo dolore causato dal mio egoismo. Ho pensato solo a me stesso, non ho nemmeno tentato di immaginare quello che avrebbe provato il suo cuore.

Sono uno stronzo.

Ho seguito semplicemente il mio cuore, il mio amore, facendo quello che mi avevano consigliato loro. Ho fatto un errore enorme, ho commesso uno sbaglio imperdonabile. Non ho saputo dimostrargli quanto lo amavo, anzi, forse non l'ho fatto intendere nemmeno a me. Era la mia mente quella innamorata.

Non ti merito.

- Jongup...- mi fermo nel punto in cui mi trovo, non badando alle persone intorno. Non posso aspettare ancora. - mi dispiace. Sono solo un maledetto egoista. Ho sempre pensato solo a me stesso, anche adesso lo sto facendo. Non voglio farti soffrire di nuovo per questo mio difetto, per cui è meglio chiuderla qui. Ti dimenticherò, prima o poi.
- Hai ragione, sei un egoista. - mi risponde sorprendendomi con le sue parole. Non era quello che mi aspettavo. - Stai pensando solo a te stesso per l'ennesima volta, non ti è minimamente passato per la testa quello che voglio io. 
- Allora dimmi: cosa vuoi che faccia? - gli domando voltandomi e guardandolo negli occhi. Lui si avvicina a me prendendo e stringendo la mia maglia, aspettando qualche secondo prima di rispondere.
- Voglio che ci provi, che non ti arrendi. Voglio sistemare questa situazione, voglio abbracciarti con il sorriso, baciarti, accarezzarti, amarti, ma ho bisogno del tuo aiuto per farlo. Non ho fatto finire Daehyun in un casino ancora peggiore per niente!
Ancora prima che me ne potessi accorgere il suo corpo è avvolto dalle mie braccia. Mi ha appena detto che ci tiene a me, che si sta innamorando di me e non vuole smettere di provare questi sentimenti? Ho fatto molti errori, ma lui mi sta dicendo che vuole lasciarseli alle spalle e che vuole iniziare una nuova vita con me?
- Farò tutto quello che vorrai. 

POV Jongup
Le cose tra me e Himchan stanno iniziando a sistemarsi. Ogni volta che siamo insieme mi tiene per mano, mi abbraccia, mi da tutto quello che voglio. Siamo come una semplicissima coppia, ma manca ancora qualcosa. Non so cosa, so solo che c'è ancora uno spazio vuoto dentro di me che solo lui può riempire.
- In questo caso devi solo saper aspettare. Lui ti ama, ma devi dargli ancora un po' di tempo. - mi consiglia Yongguk dopo aver ascoltato quello che era successo qualche giorno prima. Aspettare cosa? Che si stufi di questa relazione senza senso? Facciamo la coppietta, ma chi dei due ha mai svelato i propri sentimenti? Chi dei due sa cosa prova l'altro? Ha bisogno di tempo, ma per cosa? Non riesco a trovare un significato alla sua frase, al suo consiglio, ma so che è meglio fare come dice lui. Non voglio altri errori, non voglio altri problemi da risolvere.

Come tutte le sere è a casa mia, esattamente come faceva i primi tempi. Non si lascia offrire niente, mi prepara la cena, lava i piatti, mi aiuta con lo studio. E' perfetto, forse troppo. 
Si siede sul letto accanto a me e inizia ad accarezzarmi, segno che fra non molto se ne andrà. Non voglio lasciarlo andare via di nuovo, il tempo passa troppo veloce, è troppo poco, ho bisogno di restare ancora con lui. 

Non posso stare senza di te.

- Resta qui, stanotte.

POV Himchan
- Resta qui, stanotte. - nel sentire tali parole mi si pietrifica il cuore seguito da tutto il resto del corpo. Vuole davvero la mia compagnia? Mi vuole ancora dopo tutto quello che ho fatto? Ha finalmente smesso di odiarmi?
Lentamente mi volto per osservarlo negli occhi. Sembra sincero. Non so cosa rispondere, non so se farebbe bene alla nostra relazione riavvicinarci così velocemente. Lui sta facendo di tutto per tornare a vivere i momenti di una volta, ma so che non è realmente così. Non è facile riacquistare la fiducia di una persona e lui sta cercando in tutti i modi possibili per farmi cascare in questo tranello. So bene che stai fingendo.
- Non so, non penso che...
- Ti prego! Solo questa notte. - insiste chinandosi. Ci manca solo che si metta in ginocchio! Che sto dicendo? Dovrei essere io quello ad abbassarmi a certi livelli per chiedergli del tempo per stare insieme, non lui. Che sta succedendo?
- Mi dispiace, ma credo che dovremmo aspettare ancora un po'. La nostra relazione non è ancora a buoni livelli per tornare a dormire insieme.
- E come pensi che possa migliorare se quasi non ci parliamo?! - mi grida conto dimenticandosi completamente delle sue suppliche. E' la prima volta che alza la voce con me, escludendo quando ha scoperto del mio piano, ma non ha tutti i torti. E' da molto che non ci prendiamo un momento per parlare di noi, di quello che sta succedendo, di come sistemare le cose...insieme. Non posso fare tutto da solo, non posso stare qui ad aspettare che le ferite si guariscano da sole, non posso sperare che, da un giorno all'altro, lui torni con il sorriso. Ha bisogno di me come io ne ho di lui.
- Hai ragione, perdonami. - abbasso lo sguardo riprendendo il fiato. Non so bene cosa dire, so solo che sono stufo di fare errori. Sento che questa volta andrà bene, non ci saranno parole giuste o parole sbagliate, non ci saranno altri litigi, sarà tutto come prima. - Vuoi parlare di noi? Vuoi sapere cosa penso? Vuoi sapere cosa ho da dire da così tanto tempo? - torno finalmente a guardarlo negli occhi fiero e sicuro di me. Non posso fermarmi ora. - Il problema qui sono sempre stato io, lo so. Ho sbagliato a sfuttare la tua debolezza, ho sbagliato a non dirti subito la verità, ho sbagliato a prendermela quando ti ho visto con Daehyun, ho sbagliato a mantenere le distanze, ho sbagliato a voler lasciare tutto al tempo. Pensavo che l'unico modo per risolvere questa situazione fosse aspettare, speravo che un giorno sarebbe tornato tutto come prima, che avrei potuto baciarti ancora e che non avrei più dovuto pensare al passato, ma mi sono sbagliato per l'ennesima volta. Nessuna ferita può guarire completamente senza l'intervento di qualcuno e, questa volta, sarò io a ricucirla. D'ora in poi sarò io a starti vicino nei momenti bui, io creerò il sorriso sul tuo volto, io farò battere il tuo cuore a mille. Jongup, io...- istintivamente m'inginocchio, quasi fosse una cosa così importante. Ma che sto dicendo? Questa è la frase più bella e significativa che uscirà dalla mia bocca! - Ti amo. Ti amo tantissimo!
- Sei uno stupido.

POV Jongup
Delle sue parole ho sentito solo le ultime tre. Ecco, era quello il vuoto che dovevo riempire ed eccolo, non lo sento più. Anzi, forse ora è anche troppo pieno.
- Sei uno stupido. - E' la prima cosa che mi viene da dire prima di inginocchiarmi anchio e di prendere il suo viso tra le mani. - Sei davvero uno stupido. Non potevi arrivare direttamente al punto? - detto ciò non gli dò il tempo di rispondere, le mie labbra sono già sulle sue. Penso sia questo l'amore, quello vero. Altro che farfalle allo stomaco, questo è molto meglio. Percepire l'affetto dell'altro, il suo cuore, il suo respiro, il calore del suo corpo, le sue mani sulla tua pelle, sotto la maglia. Era proprio questo che aspettavo.

Ti amo, Himchan!

Lentamente ci alziamo e lo riporto sul divano dove eravamo seduti pochi minuti fa a guardare la televisione. Le mie labbra tornano sulle sue, le inumidisco con la mia lingua per poi ballare con la sua, lo spingo con calma fino ad essere sdraiano sopra di lui. Le mie mani oltrepassano i suoi indumenti facendoli sparire quasi tutti. Inizio a bagnare anche il collo, il petto, i capezzoli, per poi tornare al punto di partenza. Non voglio una prima volta piena di perversione, voglio un ricordo indimenticabile. E' vero, certi giochetti sono belli da fare con la persona che ami, ma non li voglio fare oggi. Voglio amore, solo quello.
Dopo pochi minuti non è solo lui quello in boxer. Ora è lui quello a dominare, quello che decide, ma non capisco se mi ha letto nel pensiero o se la pensa come me. Non è come nei film, non è preso da qualche preliminare o dall'eccitarmi. Sembra aver capito che non è necessario. Insieme ci togliamo l'intimo senza distogliere i nostri sguardi. Ormai siamo inseparabili. Piego le gambe avvicinandole a me e allargandole. Sono pronto, è arrivato anche il mio momento.
Percepisco qualcosa entrare dentro di me con un po' di dolore, ma è qualcosa di sopportabile. Per lui questo è niente. Probabilmente preoccupato fa con calma, fermandosi quando sul mio viso si formano delle smorfie, riprendendo a spingere quando torno rilassato e via così. Sembra non terminare più. I minuti passano e dobbiamo ancora iniziare. 
- Forse è meglio se ti preparo un po'. - prova a consigliarmi, ma non ne voglio sapere. Sento che c'è quasi, non voglio fermarmi proprio adesso. 
Ancora qualche spinta e, finalmente, posso sentirlo completamente dentro di me. Non immaginavo che la sensazione fosse questa. Riesco a percepire ancora meglio il suo amore, sembra quasi che me lo stia trasmettendo. E' una cosa magnifica, accompagnata da dei lenti movimenti pieni di dolcezza. E' la stessa cosa che ha provato Junhong?
- Faccio male?
- Non più.
I nostri sguardi non si separano nemmeno per un secondo, quasi non sbattiamo le palpebre pur di non perderci un singolo attimo di questo momento. Le nostre labbra si ricongiungono prima sfiorandosi, poi appoggiandosi, poi muovendosi e, infine, tornano a danzare le nostre labbra. Le mie braccia avvolgono la sua schiena, lo tengono stretto a me, non lo lasciano allontanarsi. La notte più bella della mia vita, eccola, finalmente.

Grazie, Himchan.

Improvvisamente sento qualcos'altro dentro di me, anche sui nostri addomi. Capisco che questo magnifico momento è giunto al termine, ma so anche che non sarà l'unico. Sembrerà banale, ma con questo ho finalmente compreso che la nostra relazione era inevitabile, faceva parte del nostro destino e sono sicuro che durerà ancora per molto, forse per sempre.
- Non era proprio sul divano che immaginavo la mia prima volta. - confesso non appena abbiamo ripreso fiato.
- E come l'avresti voluta fare?
- Nel letto, circondato da candele. Una cosa romantica.
- Te ne stai pentendo?
- No, anzi. Penso che sia più adatto per la seconda.
Con la mia frase scappa un sorriso divertito a entrambi, ma si spegne in fretta. I nostri sguardi non hanno ancora finito di fissare l'un l'altro e mai finiranno. Solo quando cadremo nel sonno e chiuderemo gli occhi sarà terminato. 
- Promettimi che, dopo oggi, non ci saranno altre discussioni. - gli domando sperando di non soffrire ancora.
- Beh, se tutte le volte risolviamo così...possiamo litigare anche subito!
- Sei un porco! - gli grido contro cercando invano di spingerlo via mentre lui se la ride. Solo quando ci rilassiamo nuovamente riesco a fare il serio. E' proprio arrivato il momento. - Ti amo, amore mio.
- Anche io, Uppie.

Sono passate alcune settimane da quando io e Himchan abbiamo risolto. Zelo e Yongguk erano felicissimi quando lo hanno saputo, ma ora abbiamo un ultimo problema. C'è ancora una coppia in sospeso e non possiamo lasciarli così. Daehyun è innamorato, lo sappiamo tutti ormai, e la canzone che ha scritto è davvero magnifica. Eh, sì. Finalmente l'abbiamo sentita anche noi e non c'è stata una persona che non abbia pianto o quasi! Non manca molto, fra qualche giorno la canteranno davanti a tutti e dobbiamo fare in modo che Youngjae la senta. E' l'unica soluzione!
- Jae, ascoltaci! - grida il maknae inseguendo il maggiore. - Non è andata come pensi! Stavamo cercando di aiutare Uppie e Channie!
- E secondo te dovrei credere che Daehyun abbia accettato di baciare Jongup per un motivo così? Ma non farmi ridere! Lui è solo un porco che vuole farmi soffrire!
- No, ti sbagli! Lui deve dirti molte cose importanti! - interviene Himchan sperando di convincerlo ad ascoltarci, ma ancora niente. A questo punto gli sbarro la strada con l'intento di dirgli qualcosa io, ma Yongguk mi precede.
- Sabato vieni alla festa di fine anno. Canteremo un pezzo scritto da Daehyun.
- Non m'interessa! - Jae cerca di oltrepassare il muro, ma ci mettiamo in mezzo tutti e quattro per impedirglielo.
- Ti consiglio di ascoltarla, contiene pensieri e sentimenti che nessuno ha mai provato.
- E va bene, verrò! Ora lasciatemi passare!
Anche se poco convinti acconsentiamo e ci mettiamo ai suoi lati vedendolo fare solo un paio di passi prima di fermarsi a guardare davanti a sè con lo sguardo spaventato, ma, allo stesso tempo, arrabbiato. Tutti insieme ci voltiamo curiosi, anche se forse era meglio restarcene al nostro posto.
- Merda!


Un po' di HimUp <3
  

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Capitolo 16
*** Stop It ***



Ragaaaaa!!! Sono ancora viva u.u eccoci qui con un altro capitolo di Destiny! Pronte/i a scoprire come continua la DaeJae? Allora leggete perchè...c'è una bella sorpresina! u.u Non fatevi già i filmini mentali però eh u.u Ora vi lascio subito perchè sono stanchissima, ho passato tutto il pomeriggio a scrivere c.c Aspetto le vostre recensioni, vi amo tutte/i!
Buona lettura, RingDingDong <3



 
Destiny

Stop It

POV Daehyun
Nuneul gamado uril bichudeon
Bichi ajikdo geudaero isseo
Sojunghaetdeon sigandeul nan gipi ganjikhagesseo
 
Nella stanza si sente solo la mia voce, le mie parole, i miei ricordi, le mie emozioni, le mie speranze. Con tutto me stesso canto, registro quella canzone che, fra non molto, ascolteranno tutti.
 
Manheun sigan sok apeumi wado
Yeongwoneul yaksok haetdeon nanaldeul
Geu sunganmankeum geutorok jeoldae itji ahnkesseo
I remember
 
Vorrei piangere, urlare, buttarmi a terra dal dolore che provo. Vorrei andarmene, lasciare tutto lì, smettere con questa pazzia. Sarà solo un’altra pugnalata al cuore, non crederà alle mie parole e, anche se lo facesse, non mi perdonerà mai.
 
I remember
Hamkke hajaneun yaksok
Yeongwontorok
Jamsi i gireul hollo georeogado
Nae modeun geol nege boyeojulge.1
 
Chiudo gli occhi. La registrazione è terminata, ho finito quello che dovevo fare, ora devo solo attendere che sia tutto pronto. Con quale forza, con quale coraggio la canterò quel giorno? Come riuscirò a guardarlo negli occhi? Come farò ad essere in grado di camminare ancora a testa alta?
- Dae, tutto bene? – interrompe i miei pensieri Yongguk, accompagnato dal maknae, notando il mio sguardo cupo. Non rispondo, non ce n’è bisogno. Loro per primi sanno che non sono necessarie né domande né risposte.
- Forse è meglio se lo accompagno a casa. Ci vediamo dopo! – decide da solo Zelo, prendendomi per il braccio e accompagnandomi fuori. Guarda un po’, il piccoletto, sempre stato preso di mira dai bulli, compreso me, ora pensa ad aiutarmi. Cos’ho fatto per meritarmelo? Perché lo fa?
 
Arrivato a casa lo saluto. Non ho né la voglia né la forza di parlare o ascoltare i suoi consigli. Voglio stare da solo, sul mio letto, a riflettere per conto mio. Ho bisogno di capire, non è tutto chiaro nella mia testa. Da quando ho rivisto Kangjun sono tornato al passato, ai nostri momenti. Ogni volta che sogno non c’è più solo Youngjae, anche lui è presente al suo fianco. Che, i miei sogni, mi stiano dicendo qualcosa? Forse devo scegliere tra i due, ma perché? Col primo non voglio più avere dei rapporti, col secondo voglio solo un’altra possibilità per creare quel sorriso meraviglioso.
Mi affaccio alla finestra per vedere se c’è qualcuno nella casa accanto, ma lui non si vede. Le luci spente, le tende tirate. Nessuno è lì a spiarmi come succedeva fino a qualche mese fa. Non ci sono più i suoi occhi puntati su di me, il viso rosso ogni volta che mi avvicinavo, il cuore a mille solo se lo sfioravo. Non c’è più niente, solo uno sguardo pieno di odio nei miei confronti.
 
Anche se chiudo gli occhi vedo ancora te.
 
Improvvisamente il telefono squilla, ma il numero non è tra quelli in rubrica. Me ne frego e, alla fine, decido di rispondere. Forse è solo una speranza che sia lui con un altro cellulare, forse è solo un modo per distogliere i miei pensieri da lui.
- Pronto?
- Per fortuna non hai cambiato numero! – questa voce, la ricordo troppo bene.
- K-Kangjun?
- No, Babbo Natale! – scherza lui, dimenticandosi quanto ho sofferto nel momento in cui mi ha abbandonato.
- Che c’è?
- Sei di cattivo umore, eh? Che è successo questa volta?
- Non ti riguarda. – rispondo freddamente. Non mi piace parlare con lui, mi fa tornare al passato, a piangere.
- Va bene, ho capito. Volevo chiederti solo una cosa. Quel giorno ti ho lasciato così, senza dirti niente, sono sparito come un vigliacco. Vorrei rimediare, parlare con te e…
- Non voglio ricominciare ciò che hai deciso di terminare.
- Nemmeno io. – quelle parole, dette con così tanta tranquillità, mi lasciano di sasso. Ero convinto che fosse quello il motivo della sua chiamata. – Se a te va bene possiamo vederci. Un’ultima volta. Voglio dirti alcune cose, ma non mi sembra il caso di farlo al telefono.
Ci rifletto per alcuni minuti. Mi distruggerebbe, questo è certo, ma potrebbe anche essere ciò che mi permetterebbe di rialzarmi e di continuare. Forse è un errore, forse lo è non accettare la sua proposta, dunque ci mettiamo d’accordo sul posto e l’ora. Velocemente mi preparo, non riuscendo a smettere di pensare a cosa voglia dirmi e il perché. Questo sarà il passo più grande della mia vita. Anzi, il secondo e, per arrivare al primo, è necessario che io lo faccia.
 
Attendo poco prima che Kangjun si faccia vedere. E’ vestito diverso dal suo solito, con una camicia azzurra in stile scozzese e dei semplici jeans, non nel suo stile. Io, invece, non sapendo bene perché, ho cercato di presentarmi al meglio, con i capelli pettinati in modo sbizzarrino, i pantaloni neri e attillati e una maglia grigia e larga. Si avvicina a me lentamente, salutandomi semplicemente con un sorriso sforzato, mentre io non faccio nemmeno quello. Per alcuni minuti rimane in silenzio a fissarmi, mettendomi in imbarazzo. Solo quando apre bocca riesco a rilassarmi un po’.
- Mi dispiace per come me ne sono andato, senza averti fatto sapere nulla.
- Ormai è passato. – mento freddamente.
- No, so che ci stai ancora male, te lo leggo negli occhi.
- Arriva al punto e dimmi quello che devo sapere così me ne posso andare! – gli grido contro non volendo accettare la verità. E’ già stato troppo difficile, non voglio affrontare questa situazione ancora una volta.
- Volevo solo dirti che mi sei mancato molto e che mi sento in colpa per tutto quello che ho fatto.
- Non ho intenzione di tornare indietro e ricominciare.
- Lo so e, come ti ho già detto, nemmeno io. Anzi, diciamo la verità. Mi piacerebbe, ma mi sono accorto che non sono io quello giusto per te. – nel dire ciò fa alcuni passi verso di me e mi mette una mano sulla guancia. So cosa sta per dire, ma non voglio sentirlo.
- Non dirlo! Mi faresti solo stare peggio di quello che sono ora.
- Allora permettimi un’ultima richiesta, un addio per bene. – immagino già di cosa si tratti e, con grande fatica, acconsento. Lentamente si avvicina, chiudiamo gli occhi, i nostri respiri si uniscono, le nostre labbra si sfiorano, il cuore va a mille. Con l’emozione che è ancora rimasta creiamo un bacio magnifico e orrendo allo stesso momento. Non è, però, l’istante adatto per farlo. Presto sento una mano fare pressione sul mio petto e, quando torno ad osservarlo, lo vedo allontanarsi in un istante.
 
POV Youngjae
Oggi non la vogliono proprio smettere di lasciarmi in pace! Da quando si è risolto tutto tra Himchan e Jongup quei quattro continuano a starmi addosso e cercano di convincermi a parlare con Daehyun, ma non ne voglio sapere! Prima mi tratta di merda, poi fa il carino, poi mi tortura e, infine, quel maledetto bacio. Non m’interessa sapere perché l’ha fatto, mi ha distrutto e non voglio sapere altro di lui!
- Jae, ascoltaci! – grida il maknae seguito dagli altri. – Non è andata come pensi! Stavamo cercando di aiutare Uppie e Channie! – insistono ancora su questa maledetta storia! Lo vogliono capire o no che non è di mio interesse?
- E secondo te dovrei credere che Daehyun abbia accettato di baciare Jongup per un motivo così? Ma non farmi ridere! Lui è solo un porco che vuole farmi soffrire!
- No, ti sbagli! Lui deve dirti molte cose importanti! - interviene Himchan, ma non mi convincerà così facilmente. Improvvisamente Jongup mi sbarra la strada e fa per aprir bocca, ma Yongguk lo precede.
- Sabato vieni alla festa di fine anno. Canteremo un pezzo scritto da Daehyun. – ma quale canzone?! Figuriamoci se si mette e scrivere cose dolci per me, è solo un pazzo pervertito!
- Non m'interessa! – stufo del loro comportamento faccio per oltrepassare l’angolo lì vicino, ma si mettono in mezzo tutti e quattro per impedirmelo. Che seccatura!
- Ti consiglio di ascoltarla, contiene pensieri e sentimenti che nessuno ha mai provato.
- E va bene, verrò! Ora lasciatemi passare! – rispondo sperando di poter essere lasciando in pace. Fortunatamente va così e proseguo per la mia strada, ma, dopo passi, le mie gambe si bloccano. Sono capitato proprio nel posto sbagliato e al momento sbagliato, non è questo quello che dovrei vedere. Rabbia, ma anche dolore, si fanno spazio tra il mio corpo facendolo bruciare, ribollire. Il mio cuore è a pezzi per l’ennesima volta.
 
Sei proprio uno stronzo!

- Merda! – dicono gli altri in coro mantenendo un tono della voce basso, ma io li sento e, senza girarmi, rispondo.
- Ora che scusa avete? – detto ciò mi avvio e metto una mano sul petto di Daehyun e una su quello di Kangjun e spingo per separarli, ma, non so per quale assurdo motivo, non uso la minima forza sul primo mentre, sul secondo, ne uso talmente tanta che a momenti lo vedo cadere a terra. Mi volto subito verso di lui lasciando perdere per un attimo l’altro e, senza pensarci due volte, gli do uno schiaffo. Immediatamente mi rivolgo a quel ragazzo che ho tanto amato e che ora odio con tutto me stesso, alzo il braccio intento a colpire, ma i suoi occhi, le sue labbra, il suo magnifico viso che, in questo momento sembra un cane bastonato, mi bloccano. Non ho il coraggio di attaccare quando lui, invece, sembra aspettare solo quello. Lo guardo attentamente e, dopo alcuni secondo, lo accontento.
- Siete uno più stronzo dell’altro! – grido prima di allontanarmi. Perché tutte a me? Cosa ho fatto di male per soffrire così?
 
POV Daehyun
Non ci sono riuscito, non sono stato in grado né di guardarlo in faccia né di dire una singola parola. Mi faccio schifo ed ha ragione, sono uno stronzo. Non lo merito.
Improvvistamente sento una mano sulla spalla ed alzo lo sguardo vedendo Yongguk serio di fronte a me.
- E’ il tuo momento, la tua occasione! Non arrenderti ora, non lasciare che il dolore ti distrugga! – terminata la frase anche gli altri si aggiungono facendo il suo stesso gesto per incoraggiarmi. Sposto il mio sguardo su Kangjun e, anche lui, mi fa segno di andare. Sono d’accordo con loro, per una volta mi devo far valere, devo essere forte, non posso arrendermi senza aver provato! Convinto mi volto e corro verso Youngjae. E’ arrivato il mio momento.
- Youngjae! Aspetta!
- Non rompere!
Non mi arrendo e mi avvicino ancora di più a lui prendendogli il braccio, ma lui si libera subito continuando per la sua strada.
- Fammi parlare! Ci sono ancora alcune cose che devo dirti!
- Non m’interessano! Lasciami in pace!
A questo punto mi metto di fronte a lui per fermarlo, ma mi scansa senza pensarci due volte. Non so più cosa inventarmi, non ci so fare con queste cose. Tutto ciò che sono in grado di fare è osservare i miei amici. Loro sono felici insieme, si tengono per mano senza vergogna, si baciano di fronte a tutti, urlano i loro sentimenti al mondo. Quale motivo ho per non farlo anch’io? Starei meglio svelando la verità al mondo, non vivrei più dietro ad una maschera. Yongguk, Zelo, Himchan, Jongup e anche Kangjun hanno già capito cosa mi passa per la testa e sembrano essere fieri di me. Ho paura, ma voglio accontentare sia loro sia me stesso.
- Non t’interessa nemmeno sapere la verità sul mio conto? – domando a testa alta, nonostante gli occhi si siano fatti lucidi e alcune lacrime abbino già iniziato a rigarmi il volto. Lentamente mi giro trovando anche lui ad osservarmi.
- Cosa non hai capito della frase “Lasciami in…
- Sono gay!
 
POV Youngjae
- Sono gay! – urla interrompendomi. Cos’è? Una presa per il culo? In cosa consiste lo scherzo questa volta?
- Smettila di prendermi in giro!
- Non l’ho mai fatto. Questa è la verità, mi piace il cazzo come piace a te, a Zelo, a Jongup, a Himchan e a Yongguk. Ho sempre cercato di nasconderlo perché sapevo che in Corea è visto fin troppo male ed avevo paura di ciò, ma l’ho fatto in modo sbagliato, facendo il bullo con tutti i gay che mi passavano a tiro.
- Sei un bugiardo! – grido ancora sperando che si arrenda. Non voglio sentire quelle parole, non voglio soffrire ancora.
- Se fotti etero ti avrei baciato? Ti sarei stato accanto? Avrei baciato Up per aiutarlo? Mi sarei preoccupato di non essermi ricordato la mia prima volta piuttosto che pensare che è stata con un altro ragazzo?!
Quelle parole mi fanno riflettere. In effetti, qualcosa combacia. Ci sono cose che un etero non fa e, l’ultima, è una di quelle.
- Perché non me l’hai detto subito?
- Non lo so, probabilmente perché sono uno stupido.
Lo guardo negli occhi per un momento, è ovvio che sta dicendo la verità. Lentamente mi avvicino e, quando sono ad un solo passo da lui, porto le mie mani sul suo petto stringendo la maglia. Non riesco a trattenere le lacrime e, quando sento le sue braccia avvolgermi, scoppio a piangere. E’ più forte di me, sono appena riuscito a riottenerlo e a realizzare di avere una minima possibilità con lui. Non voglio perderla, anzi, la sfrutterò fino in fondo. Voglio essere felice e voglio esserlo con lui.
- Sarò al tuo fianco per sempre, è una promessa. – dice prima di essere assaliti dagli altri completamente euforici. Finalmente succede qualcosa di positivo che posso condividere con loro, ma, soprattutto, con lui e il suo magnifico sorriso.
 
Per sempre.



Note:
1Bang Yong Guk ft. Yang Yo Seop/Jung Dae Hyun - I Remember
Un po' di DaeJae, che ne dite? u.u


 
 

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