Il re senza corona

di cerrywoman
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - la lettera ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2- Quando il gatto non c'è i topi ballano ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3- Il segreto di Soana ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Il villaggio ostile ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5- alla ricerca di Sennar ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6- una partita persa ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7- il sogno ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8- in trappola ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9- un pezzo di verità ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10- uno scorcio di passato ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11- Progioniera! ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12- Il re fasullo ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13- Il piano ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14- Lo scontro ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 - La fuga ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16- Convalescenza ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 - il risveglio del guerriero ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 - Peace and Love ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 - il ritorno di una vecchia nemica ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - la lettera ***


Capitolo 1- La lettera

 

Il vento soffiava veloce in quella giornata di Aprile, il sole non si era ancora svegliato e tutto era silenzio.

Salazar non si era ancora svegliata dal riposo, le finestre erano ancora chiuse, tutti erano avvolti da un sonno placido.

Non si sentivano né il fracasso del mercato né le risate cristalline dei bambini che correvano per la città.

Solo la luce accesa di una casetta era l'eccezione che confermava la situazione.

Non riusciva ha dormire, quella lettera lo aveva sconvolto come minimo, devastato come massimo.

Si affacciò alla finestra e inspirò il profumo dell'aria mattutina. Era bella la pace, quanto l'aveva cercata, sognata e desiderata.

Il Tiranno era stato sconfitto, ora sarebbe stato difficile ricostruire dalle macerie. Però gli uomini fanno grandi, Salazar in un anno e mezzo è già quasi tornata al suo antico splendore; per celebrare ciò era stata scelta come sede del consiglio di quell'anno.

Il vento scompiglio i suoi capelli fulvi e lui vi passo una mano per sistemarli.

Tornò a sedersi al tavolo, e prese la lettera in mano, la strinse e l'accartocciò poi la disfò la rilesse e infine la sbatte sul tavola.

Si alzò di nuovo dal tavolo e percorse a passi larghi il salotto.

Si sedette sul divano si prese la testa tra le mani e si arruffò i capelli. Chiuse gli occhi. È solo un sogno, tranquillo, un sogno … lì riapri andò in cucina e rivide la lettera. Inspirò profondamente si appoggiò alla parete accasciandosi contro di essa.

“Ma si può sapere come mai sei alzato a quest'ora ?” la voce femminile ridestò il rosso dai suoi pensieri. Sorrise. Lo sapeva che si sarebbe svegliata a momenti. La osservo indossare solo una maglia leggera, con una scollatura discreta, che la copriva a malapena. I capelli blu ricadevano sulle spalle ormai lunghi, e gli occhi viola lo fissavano, un po' assonnati ma splendidi come sempre.

“Ti sono mancato, Nihal ! “ la stuzzicò. In quel momento la vide assumere un espressione divertita ma allo stesso tempo leggermente scocciata.

“No, caro signor Mago, però un matrimoniale senza una persona è troppo freddo e lo sa bene che soffro il freddo vero “ lui rise, una sua frase lo metteva sempre di buon umore.

Nihal si abbassò fino ad andare accanto a lui che apri un braccio lasciandole appoggiare la testa sul suo petto.

“Ma, a parte gli scherzi come mai sei sveglio, Sen “

“Non avevo molto sonno” biascicò lui, averla così vicina gli faceva perdere la testa.

“Bugiardo “ disse lei prendendogli li viso tra il pollice e l'indice e avvicinandolo al suo; mentre insinuò l'altra mano sotto la maglia di lui, il cuore cominciò a battergli, l'attrazione era reciproca, ma Nihal era sicura che Sennar riusciva ad avere più autocontrollo, forse.

“Dai torniamo a dormire” propose il mago.

“Ok, ma non mi hai ancora detto il perché eri sveglio” ribatte la mezzelfo.

“Te lo già detto, non avevo sonno e ora ce l'ho “ e detto ciò diede un ultima occhiata al tavolo in cucina e si diresse verso la camera. Nihal notò lo sguardo di Sennar e curiosa si diresse verso la cucina. Tutto normale. Ma all'improvviso notò il foglio di carta sulla tavola. Una lettera indirizza a Sennar.

Senza farsi troppi problemi l'ha lesse.

 

Caro Sennar,

Come stai ? È da tanto tempo che non vieni. Sei un eroe il mio bambino è un eroe. Il mio bambino, è strano da dire sei così cambiato, ora sei grande sei un uomo ma soprattutto sei un eroe. Devi sapere che ci sono cose che tu non hai mai saputo solo per il tuo bene. Ma ora è arrivato il fatidico momento per dirtele. Ricordo ancora in giorno in cui hanno portato tu e tua sorella a casa, avevi appena otto mesi ed eri così bello con i tuoi occhioni azzurri e i tuoi versetti. Kala invece aveve tre anni ed era adorabile, passava il tempo a fare le treccine alle bambole e a capire cosa dicevi con i tuoi versi. Gli ultimi eventi vi hanno allontanato però ti posso giurare che quando eri piccolo non ti perdeva mai di vista, eri la sua preoccupazione.

Detto questo come avrai capito, tu non sei mio figlio e nemmeno Kala lo è.

Se non mi vorrai più vedere accetterò qualunque tua scelta.

Ma sappi che io e tuo padre ti abbiamo sempre amato come abbiamo amato tua sorella, e come io continuerò ad amarmi.

La tua mamma.
 

 

Nihal rimase di stucco, non sapeva cosa dire ,anzi, era meglio non dire nulla. Andò in camera dove trovò Sennar addormentato, si stese al suo fianco, lo baciò sulla guancia e gli cinse la vita con le breccia.
Sapeva cosa provava.


cerrywoman's corner 
Salve a tutti questa è la mia prima fanfiction sulle Cronache del mondo emerso, a cui sono appassionatissima, spero vi piaccia 
Aspetto dei commenti semplicemente per sapere se la mia storia è bella e vi interessa
bacio 
cerrywoman 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2- Quando il gatto non c'è i topi ballano ***



 


Capitolo 2- Quando il gatto non c'è i topi ballano


Sennar si svegliò dopo circa due ore. Quando aprì gli occhi, sperò che la lettera fosse solo un incubo lontano. Ma,ora, non era il momento di pensare a un pezzo di carta. Allungò il braccio fino a percepire un altro corpo caldo. Nihal. Stava ancora dormendo, il suo respiro era calmo e regolare; era girata su un fianco, dando le spalle al mago. Sennar diede un occhiata all'orologio appeso al muro. Le 7.00. C'era tempo. Sorrise. Si avvicinò a lei e infilò le mani sotto la maglia. La sentì mugolare nel sonno, ma imperterrito lui continuò. Le scostò i capelli dal collo e vi appoggiò le labbra. E cominciò a baciarglielo. In quel momento Nihal aprì gli occhi di scatto e si mise a sedere sul letto, spaventata. Si girò verso Sennar che dal canto suo aveva un bel sorriso divertito stampato sulla faccio.

“Buon giorno” disse. Era in una posizione troppo sensuale: girato sul fianco destro con una mano che sorreggeva il capo e l'altra appoggiata poco distante da lei.

“Ma sei matto!? “riuscì a stento dire la mezzelfo. Vederlo in quella posizione la mandava su di giri, ma ormai tutto di lui la faceva sragionare.

“Io volevo solo darti il buon giorno” si scusò lui con aria quasi mortificata.

“Lo sai vero che me la paghi” lo avvisò Nihal, scivolando verso di lui e avvicinando la sua bocca con quella del mago.

“e in che modo ?”domandò lui. “Vuoi un bacio, lo sai che non li compro “. “Non...” cerco di rispondere ma Sennar soffocò le sue ultime parole con un bacio. Si, come sveglia alla mattina è bellissimo pensò Nihal, continuando a baciare con foga il mago e piano piano cominciò a risalire con le mani il petto di lui.

Fu Sennar a staccarsi per primo. La prese per i fianchi facendo aderire il suo corpo con quello di lei.

“Sei perdonato” annunciò lei “ma solo per metà “.

“In che senso ?” domandò il mago,cominciando ad accarezzarle i capelli “ Nel senso che sei perdonato per metà ma per esserlo del tutto dovrai concedermi una piccola cosuccia “ spiegò lei.

“E sarebbe ?”si incuriosì lui.

“Stanotte sto sopra io “ affermò lei.

“No, no non è possibile ci sei stata anche la notte scorsa” ribatte Sennar.

“Prima di tutto dipende se lo faccio, non vorrei dire ma un certo maghetto di mia conoscenza, non sarà troppo stanco visto che oggi ha le riunioni del consiglio “ lo stuzzicò Nihal.

“Ci sono certe cose per cui un mago non è mai stanco “ ribatte lui.

“E questa è una di quelle ?” domandò lei.

“Forse” concluse lui.

Si alzarono dal letto. Nihal lo disfò e aprì le finestre per far entrare un po' d'aria fresca.

Sennar, intanto, era andato spedito in cucina, per controllare la lettera. Stava nel medesimo posto dove lui l'aveva lasciata. Ispirò profondamente e nascose la lettera in un cassetto della cucina. Ritorno in camera e dopo essersi lavato il viso, si vesti. Nihal intanto era tutta intenta a lucidare la sua spada.

“Perché la lucidi ?”

“Domani devo andare all'accademia a trovare Ido e voglio presentarmi bene”

“Di solito si compra un vestito nuovo per presentarsi bene” ribatte Sennar.

“Ti sembro una da vestito nuovo ?” si accigliò lei

“No” rise lui. “Ora vado ciao”. E dicendo ciò se andò ma non prima di aver rubato un bacio a Nihal.

Sennar percorse la via principale di Salazar, salendo per su fino alla cima della torre, luogo in cui si teneva il consiglio.

C'era una moltitudine di gente e Sennar doveva, inoltre, camuffarsi bene; perché appena qualcuno lo riconosceva, soprattutto le donne, gli saltavano letteralmente addosso.

Così si mosse molto in fretta, camminando velocemente.

La sua mente, però, era lontana; ancora concentrata in quel pezzettino di carta.

Arrivò alla sede senza problemi. Quando stette per varcare la soglia, percepì un corpo che spingeva contro il suo e lo travolgeva, finendogli addosso. Era un corpo di donna. Il mago riusci ha percepire i fianchi morbidi, il seno che batteva contro il petto e i capelli lunghi che gli solleticavano la faccia.

Apri gli occhi. Sorrise.

“Sennar” Aires lo abbraccio.

“A...Ai...Aire...s, ma cosa ci fai qui ?” balbettò il mago.

“Rappresento la mia terra “ disse

“Ma tu non sei una maga” ribatte Sennar

“No, infatti ma sono venuta ad accompagnarlo perché si deve ambientare un po'”

“Ma chi è ?” le chiese lui.

“Si chiama Trimalchio, è uno gnomo”

“Ok, non lo conosco, ma ti sei resa conto in che posizione siamo “ le ricordò il mago.

“Quando il gatto non c'è i topi ballano “ si intromise Sate ”consigliere le sembra il caso di dare così scandalo, io mi vergognerei.

Il membro rappresentante della terra del Sole non perdeva l'occasione per umiliare il membro più giovane. Attorno ai ragazzi si era creata infatti una piccola folla di curiosi.

“Ma quello è Sennar della terra del mare ?” domandò una passante.

“Si, è lui andiamo ad abbracciarlo” rispose un altra

“Siiii” urlarono in coro una ventina di ragazze.

“Ma finitela bambocce, tornatevene a casa, adesso “ si infuriò Aires. Sennar non l'aveva mai vista così adirata; per calmare le acque si sollevò da terra la prese per un braccio e la portò dentro.

Sate era ferma a parlare con Theris. La ninfa salutò Sennar e la piratessa garbatamente mentre lo gnomo fece finta di niente.

Fu Aires pizzicare Sate “Scusi ma cosa intendeva con l'affermazione di poc'anzi ?” “Quando il gatto non c'è, i topi ballano ?” “Esatto” “ Bhe semplicemente che quando la bella del nostro consigliere non c'è, tutte si avvicinano” “ Qui lei sat dicendo che sarei un parassita ?” “Non era mia intenzione offenderla Aires “ “Bhe ci è riuscito in pieno”.

Sennar aveva ascoltato tutto con attenzione. Era stanco del comportamento di Sate. Lo odiava e non riusciva a capire il perché.

Le riunioni volarono via in fretta, Sennar appariva concentrato ma in realtà il suo pensiero era ancora in quella lettera.

Intanto Nihal, aveva deciso di pulire un po' la casa e frugando nei cassetti aveva trovato la fatidica lettera.

Sennar era apparso visibilmente turbato dopo averla letta, sta sera gliene avrebbe parlato.

Il mago finì di lavorare molto tardi, l'unica consolazione era che a casa ad aspettarlo c'era la sua Nihal.

Arrivò a casa per l'ora di cena. Come era già risaputo, la mezzelfo non era una cuoca provetta, anzi tutto il contrario; ma si stava impegnando e Sennar costatò che stava migliorando giorno per giorno. Era, però, anche merito si Sennar perché sempre con modi gentili dava giudizio sui piatti di lei; infatti non era mai capitato che lui le urlasse contro se il piatto del giorno era immangiabile.

Finirono di cenare e il mago si butto a capofitto nei prossimi impegni lavorati. Nihal decise che era il momento buono per parlagli della lettera.

“Ti disturbo Sen” cominciò un po' indecisa sul da farsi.

“Affatto” la rincuorò il mago.

“Senti ti devo parlare di una cosa...della lettera”.

L'espressione del mago si tramutò da tranquilla ad angosciata.

“Hai trovato la lettera di mia madre”costatò lui con un tono neutro. “Hai visto quello che sono niente, tutta la mia vita è basata su un nulla, la famiglia che credevo tale era solo un illusione, i loro insegnamenti tutte menzogne” trattene a stento le lacrime. Nihal andò da lui e lo strinse a sé più che pote.

“No, non è vero che non sei niente, sei il mio Sennar, l'uomo che amo colui che mi ha sempre aiutata, e ora è giunto il momento di ricambiare il favore, ti aiuterò”.

“Grazie, ma non so da dove cominciare, è tutto così vago” rispose il mago un po' tranquillizato.

“Bhe io domani vado all'accademia, e dove c'è Ido c'è Soana, potresti chiedere a lei dopotutto è stata lei che ha sollecitato i tuoi perché diventassi mago” disse la mezzelfo.

“Già hai ragione, lei non mi ha mai spiegato il motivo, è sempre stata quasi reticente a spiegarmelo, diceva solo che ero predisposto” affermò il mago.

“Ok,uomo dal passato ignoto lo sa vero che prima di partire deve scontare la sua punizione” lo stuzzicò Nihal

“Guardi signorina, non mi ero certo dimenticato” rispose lui.

La prese in braccio e andarono in camera da letto.

“Ricordati che devo stare sopra io “ si affretto a dire lei. 


cerrywoman's corner 
rieccomi qui, per prima cosa ringrazio le due ragazze che hanno recensito, siete state veramente carine. Detto questo credo che il terzo capitolo arriverà entro lunedì, approfitto di queste vacanze per scrivere un po'. 
Per ultima cosa ma non per importanza, ringrazio tutti quelli che hanno solo letto. 
bacioni
cerrywoman

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Capitolo 3
*** Capitolo 3- Il segreto di Soana ***



Capitolo 3 - Il segreto di Soana

“Odio tutto questo” tuonò Nihal dopo che l'ennesimo venditore di pesce si era avvicinato a lei portando a dietro tutto il suo tanfo.

“Ma dai, signorina è semplice da cucinare, un po' di olio un po' di sale e si cuoce da solo; le faccio anche un buon prezzo “ continuò invece il negoziante, badando poco a quello che la mezzelfo aveva detto poc'anzi. E fece molto male. Nihal lo trucidò con lo sguardo e il venditore divenne bianco per la paura.

“Non si preoccupi, è solo molto agitata” lo rassicurò Sennar. Dopo ciò prese la mezzelfo sotto braccio e la condusse verso il centro del mercato.

“Scusami, è stata una mattinata molto faticosa” si giustificò lei.

Purtroppo era vero, la mattinata non era stata una delle migliore per la mezzelfo.

Si era alzata molto presto, doveva preparare Oarf per il viaggio. Aveva preferito lasciar riposare Sennar ancora per un po'; dopo un paio di ore di sonno placido, la mago si era destato e non era riuscito più a chiudere occhio, finché Nihal non lo aveva sollecitato.

Nello stesso istante in cui porse a Oarf la colazione, cadde a terra accusando dolori alla pancia. Avvicinò ad essa le braccia e le premette contro cercando un po' di sollievo che non arrivò.

Così con molta fatica si era diretta in bagno.

Sennar intanto si era destato, allarmato da quei strani rumori. Raggiunse Nihal in bagno e la guardò.
“Sono un donna e questa mi tocca” le annunciò lei. Il mago sorrise e le si avvicinò, abbracciandola da dietro “ allora capirò perché sarai così acida” le disse. La mezzelfo sorrise grata.

Sennar finì di preparare alcune provviste per il viaggio e una manciata di soldi per pagare la locanda in cui si sarebbero fermati la notte.

Avevano impiegato quattro ore per arrivare a Makrat.

Il mercato era più affollato che mai e per i due giovani non farsi riconoscere era un impresa.

Nihal, al terzo passante che le chiese se era lei in persona, gli aveva risposto che era morta, in modo molto esasperato. Per completare l'opera era arrivato anche il pescivendolo.

“Quando arriviamo all'accademia, Sen, non ce la faccio più “ si lamentò la mezzelfo con voce sofferente, accasciandosi contro il mago. Il mal di pancia la stava divorando, non vedeva l'ora di sedersi per riposare un po'.

“Presto amore, presto” la rassicurò lui. Infatti l'accademia distava veramente poco da loro ma la calca e le bancarelle impedivano il passaggio autonomo.

Così il mago decise di prendere delle viuzze secondarie che, allungavano il percorso ma tenevano alla larga altri scocciatori.

“Hai avvisato Ido che oggi lo venivamo a trovare ?” le domandò Sennar in tono preoccupato.

“No, volevo fargli una sorpresa “ gli rispose Nihal.

“Ma come la mettiamo con il controllore ?” obbiettò il mago.

“Ci lascerà passare,tranquillo!” gli fece l'occhiolino la mezzelfo schiacciandosi di nuovo contro di lui.

Alla fine arrivarono all'accademia e come predetto da Sennar i problemi cominciarono proprio là.

“Non avete il permesso” si infuriò la guardia all'ingresso.

“Ma voi mi conoscete, dai sono … Nihal” ma subito si pentì di aver detto il suo nome.

“Non è possibile, sei tu davvero !?” le saltò quasi addosso la guardia.

Fu Sennar a pararsi davanti alla mezzelfo per evitare le sue ire.

“Allora adesso ci fai entrare? Ma non devi dire niente a nessuno , capito ?” gli disse il mago.

“Si..si..cu..ramente” rispose la guardia. Nihal dovette riconoscere che il suo mago è e lo era stato sempre un buon diplomatico.

Entrarono dentro l'accademia, era più grande di come Nihal se la ricordava. Ido aveva fatto molti cambiamenti: sale più piccole e con un camino ciascuna, più confortevoli ma soprattutto maggior rispetto di tutto.

Entrarono nell'ufficio del generale che non lì osservo nemmeno di striscio.

Ido era tutto intento a scribacchiare qualcosa e non si era nemmeno accordo delle presenza dei due giovani.

Sennar tossì, come per attirare l'attenzione, ed ebbe successo.

Ido alzò gli occhi dalla scrivania e sobbalzò quando vide Nihal sorridente davanti a lui.

“Ma cosa ci fai qui ? “

“Sorpresa” disse Nihal tutta allegra.

Lo gnomo era esterrefatto, non si aspettava una visita della mezzelfo.

“Senti, sai dove è Soana ?” tagliò corto Sennar.

“Credo sia nella biblioteca reale ma non sono sicuro” rispose lo gnomo.

“Io ci provo” disse il mago.

“No, non lo posso permettere, non prima che vi abbia offerto almeno un birra” obbiettò Ido.

“Dai Sen, un birra ?” gli propose Nihal andandogli vicino e accarezzandogli il braccio.

“E va bene” si arrese il mago.

Andarono in una taverna lì vicino e Ido ordinò tre birre. Sembrava veramente di essere ad un pranzo con il padre di Nihal tipo un po' ti presento i tuoi.

Lo gnomo osservava come erano uniti i due. Soprattutto la mezzelfo non staccava mai gli occhi di dosso dal mago.

“Allora...” proruppe Ido “ avete intenzione di fare un passo avanti ?”

“In che senso ?” lo interruppe Nihal, visibilmente imbarazzata.

“Sposarvi” osò lo gnomo.

Fu Sennar a rispondere “ No, Ido per adesso stiamo bene così, poi non cambierebbe nulla “

Nihal prese la mano di Sennar da sotto il tavolo. Come per dimostrargli che aveva ragione.

Lo gnomo vedeva per la prima volta i due assieme, dopo il viaggio. Ed era vera, soprattutto in Nihal era cambiato veramente qualcosa. Lo assalì una gelosia paterna, quasi terribile. In particolare quando notò la mano della mezzelfo su quella del mago.

“Vedo che non fate proprio a meno l'uno dell'altra” scherzò lo gnomo.

“ e tu e Soana?” si incuriosì Nihal.

Lo gnomo avvampò “ Si, tu..t..to bene “ boffonchiò.

“Ah Nihal, sai che ho visto Aires al consiglio ieri, si sta impegnando molto per la terra del fuoco” si intromise Sennar.

L' espressione della mezzelfo cambiò: era tra l'ira e il nervosismo.

“Ah si, e chissà come mai è venuta ieri ?” urlò quasi Nihal divorata dalla gelosia.

“Perché doveva accompagnare il suo rappresentante” le disse Senner.

“Sarà, ma io non mi fido troppo di lei, e ti ha guardato in modo strano?” gli chiese Nihal con sguardo indagatore.

“Come mi guarda sempre” puntualizzò il mago.

“Con il suo sguardo da provocatrice “ disse quasi con disgusto.

“Ma sei gelosa?” intervenne Ido.

“Certo, lui è mio e lei, se si avvicina anche solo di un passo la faccio fuori “ disse con sguardo duro e afferrò il bracciò del mago.

“Senner...” lo guardò Ido, quasi come per dargli forza.

“Questa scenata me la fa tutte le volte che la incontro, ormai ci sono abituato” disse di rimando lui. Nihal stava per ribattere quando Sennar si alzò dal tavolo.

“Vado alla biblioteca, ciao” disse ai due. Evitò di baciare Nihal per rispetto di Ido.

“Ma come mai cerca Soana?” chiese Ido.

“Deve chiedergli delle cose, a tempo debito lo saprai” rispose la mezzelfo vaga.

Il mago si avviò per le strade di Makrat velocemente, alle tre del pomeriggio non c'era molta gente.

Arrivò alla biblioteca con facilità. Andò subito nella sezione : mondo perduto. Soana era sempre stata appassionata ai mezzelfo e all'alone di mistero che li circondava.

“Soana” chiamò il ragazzo.

La donna si riscosse dalla letture a alzò gli occhi e vide il suo allievo. Non era cambiata più di tanto, pensò il mago. Alcune rughe solcavano la sua fronte ma lei era sempre belle e altera; l'unica cosa di spicco cambiata era l'abito, non più cupo e nero ma con una fantasia floreale e un sottotono verde, che faceva risaltare gli occhi nocciola.

Entusiasta gli corse incontro. Sennar l'abbracciò. Decisero di uscire.

“Come mai sei qui? È così bello vederti” iniziò la maga.

Sennar non perse tempo, non ne aveva, la sua pazienza e la sua curiosità lo stavano divorando.

Tirò fuori la lettera e la porse a Soana.

La donna la lesse in silenzio e quando ebbe terminato la posò tra le sue ginocchia.

“Allora ?” Proruppe Sennar.

“Non posso aiutarti, mi dispiace è un cosa troppo grande di te, è meglio che ne resti allo scuro” gli disse Soana.

Il mago era nero dalla rabbia “Perché ? Perché?” disse urlando e visibilmente sconvolto.

Soana gli prese la testa tra le mani e cercando di accarezzargli la guancia, ma lui si ritrasse.

“Tutto per il tuo bene, Sennar “ gli disse lei.

“Allora perché mi ha mandato questa lettera?” rispose lui.

“Non lo so, non era stata patuita una mossa del genere” disse quasi fra sé e sé.

“E cosa era stato patuito ? “ domandò il mago.

“Non posso dirtelo... per il tuo bene” si scusò Soana.

“Allora andrò a chiederlo a mia madre cosa era stato patuito?” sbottò il mago.

Detto ciò si alzò e andò via.

“Sennar, fermati, Sennar “ lo richiamò la maga, ma tutto inutile, il ragazzo era già lontano.

Arrivò alla locanda in fretta e furia, arrabbiato, sconfitto e deluso. Mandò un messaggio alla mezzelfo in cui le comunicava che lui sarebbe andato a Phelta.

Radunò le sue cose. Si concentrò e pronunciò l'incantesimo del volare.

Arrivò alla cittadina, in un battibaleno, era come addormentata.

Sembra che nessuno ci vivesse. Strano. Sennar si avviò verso casa sua, voleva vedere sua madre o chiunque sia.

La vide in lontananza e cominciò a correre, quando arrivò alla soglia la vita aperta. Mamma non lascia mai la porta aperta pensò. La aprì e vide l'orrore con i suoi occhi.

La casa era completamente a soqquadro: libri strappati,il tavolo mezzo rotto, le sedie smontate gli scaffali ormai senza più oggetti e il pavimenti ricoperto di rottami.

“Mamma” chiamò Sennar, nessuna risposta.

“Mamma” di nuovo, niente.

“MAMMA” urlò.
 


cerrywoman's corner 
Mi copro il capo di cenere... Lo so la storia doveva essere aggiornata ieri, ma mi sono completamente dimenticata che era pasqua....
Ringrazio ancora tantissimo le ragazze che hanno recensito ... ed in particolare Tzulan, anche lei molto carina. 
Ringrazio anche quelli che hanno solo letto... 
bacioni ... 
alla prossima 
cerrywoman


 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Il villaggio ostile ***



Capitolo 4- Il villaggio ostile.




Non riusciva a ragionare, era tutto così strano. Come mai la casa era in disordine ? Dove era sua mamma? Perché da quando gli aveva scritto, le cose si stavano mettendo sempre più male, per lui ?

Salì su per le scale. Il piano di sopra era messo nella stessa maniera. Devastazione totale. Entrò nella camera dei suoi genitori; ora, dopo la morte di suo padre, occupata solo da sua madre. Non era stata risparmiata. Addirittura il letto era completamente disfatto. Le piume erano a terra. Si inginocchiò a raccogliere una foto di lui e sua mamma. Dea, in questi ultimi giorni aveva provato le emozione più disparate verso quella donna, ma proprio lei lo aveva cresciuto, lo aveva amato forse anche più di sua sorella, per il fatto che lui era maschio.

Gli occhi gli si riempirono di lacrime. L' aveva quasi odiata. Si odiava lui ha sua volta, per aver provato questi stessi sentimenti verso di lei.

Non era il momento di piangere. Era il momento di salvarla. Andò in camera sua, dove di solito sua madre teneva i soldi. I pochi risparmi di una vita erano al loro posto. Quindi non era una rapina. Tornò in cucina e cominciò a frugare tra i cassetti, cercando qualche indizio, qualche pista; per poter trovare sua mamma.

Si voltò e la sua attenzione venne catturata da una specie di bigliettino,ma non era un bigliettino, sembrava quasi pezzo di un insegna.

Sennar la raccolse. La conosceva. Era il simbolo della terra del mare. Ma cosa ci faceva un pezzo di una stemma della terra del mare a casa sua ?

Kala. Un filmine, quasi a ciel sereno.

Sua sorella doveva sapere qualcosa. Come aveva fatto a non pensarci fino a questo momento.

Nella lettera, sua mamma faceva anche riferimento a lei.

 

“Né tu né Kala siete miei figli “
 

Corse a per di fiato, verso la casa della sorella. Kala. Deve stare bene continuava a pensare.

Il suo pensiero non era concentrato sul movimento ma sui pensieri.

Tanto che andò a sbattere contro un uomo.

“Ah, mi scusi tanto “ annaspò lui, alzandosi e andando a soccorrere il signore.

L' uomo alzò lo sgaurdo e riconobbe immediatamente il nostro mago. Solo che lui se lo ricordava piccolo e con una marea di capelli in più, però gli occhi erano gli stessi.

“Sennar, sei tu ?” domandò, il mago annuì deciso.

“Come sei cambiato...” si avvicinò a lui e l'abbracciò.

“Sai cosa è successo a casa mia ? “ gli chiese il mago.

“Em... no, solo un gran fracasso” gli rispose frettoloso.

“Sicuro?”

“Che gli Dei mi fulminino ora !” esclamò lui.

“Ok, va bene. Buona giornata” lo salutò il mago

“A buon rendere Sennar”.

Sennar si incamminò verso la casa della sorella. Apparentemente era tutto tranquillo. Ma non nel cuore di Sennar. Era agitato, scosso, sapeva che qualcosa era successo a sua sorella.

Inspirò profondamente e aprì la porta.

Un tuffo al cuore.

La casa era esattamente come quella di sua mamma, un disastro.

Mobili spaccati e messi a terra, scodelle e posate buttate a terra. Un caos totale.

“Kala “ chiamò “Kala”, niente nessuna risposta.

Sennar andò ad ispezionare la casa per capire se la stessa persona aveva preso sia sua madre che sua sorella.

Venne attirato da un rumore strano. Non riusciva a decifrarlo con precisione.

Si avvicinò alla stanza da dove proveniva il suono. Un pianto. Un pianto disperato.

Aprì la porta e trovò l’impensabile.

Una bambina, doveva avere circa 5 anni o qualcosa meno, con la sua bambolina in mano. Capelli color rame e occhi nocciola, magrolina e qualche lentiggine. Man. Sua nipote. Grazie al cielo stava bene.

Era molto spaventata, glielo si leggeva negli occhi.

“Man, stai tranquilla, sono io…” “lo zio Sennar” gli costò pronunciare quelle parole. Suo zio. Che l’aveva vista si e no una volta, nella quale sua mamma non lo aveva trattato coi fiocchi, anzi. Gli fece ribrezzo cosa lui potesse sembrare a quella bambina. Un parente che si era sempre disinteressato di lei.

La bambina sorrise, stupendo Sennar e con gli occhi bagnati si lanciò su di lui.

“Zio, la mamma ha detto che saresti venuto” disse piangendo.

Sennar si abbassò fino a prenderla tra le braccia e accarezzarle la schiena. Quindi Kala si fidava di lui, anche se lo dava poco a vedere.

“ Man, che cosa è successo ?” chiese dolcemente.

Ma prima che la piccola potesse rispondergli, un brontolio la precedette. La bambina divenne tutta rossa, era imbarazzatissima. Sennar sorrise. Chissà cosa aveva passato quella poverina ? Da quanti giorni non mangiava ? si domandò.

“Ok, a dopo con le spiegazione, prima di tutto si mangia!” esclamò, trovando approvazione anche nella bimba, che urlò.

Incamminarsi con la mano per mano alla zio a Man parve veramente strano. Lei non aveva mai conosciuto il suo papà e tutte le volte che vedeva le sue amichette con i loro papà, diventava triste;anche perché le sue amichette la importunavano per questo.

“Ma dove è il tuo papà” le dicevano e ridevano tra di loro. Ma la piccola Man non aveva una risposta lei non lo sapeva dov’era suo padre. Il problema erano anche le dicerie, chi non aveva un marito con qui stare era considerata tale e quale ad una prostituta anche se non lo era.

La bambina, più che mai in quel momento, avrebbe voluto andare dalle sue amiche e dire a loro “Eccolo qua il mio papà” e vedere l’invidia nei loro occhi, scoprendo che il padre della loro amica era così bello.

Man si sognava la vista delle sue amichette intontite a vedere lo zio.

Assomigliava in modo incredibile alla mamma. A parte per il colore degli occhi e una tonalità più chiara dei capelli, i lineamenti erano a dir poco simili.   

Sennar la condusse in una locanda, a lui molto famigliare. Il proprietario era un certo Faraq. Amico di Sennar da generazioni.

Entrarono nella locanda.

Vi era un silenzio quasi mortale. Non c’era nessuno, stranamente, ubriaco; anzi sembrava tutti piuttosto sobri e vigili. Sennar intravide anche il signore con cui si era scontrato prima.

Faraq stava al bancone e non fiatava, sembrava quasi in trans.

Si riscosse quando vide il mago entrare e la bambina.

Tirò un sospiro si sollievo. Non l’avevano presa.

“Sennar, santo cielo, meno male che sei arrivato!” incalzò, dirigendosi verso di lui.

“Bene, adesso vorrei sapere cosa sta succedendo?” rispose lui irritato “ Ma prima dai da mangiare a lei”, “ pago io” si affrettò ad aggiungere.

Sennar si sedette ad un tavolo con la bambina.

Faraq ritornò presto con due piatti di pesce. Si sedette anche lui al tavolo.

“Grazie, Faraq ma non ho fame” disse lui. “Buono Man?” chiese poi, lei annui senza staccarsi dal piatto.

“Almeno lei non l’hanno presa” disse il locandiere.

“Chi ha preso mia mamma e mia sorella?” chiese il mago, quasi urlando per lo sgomento “ io ho già domandato questa cosa a qualcun altro di voi ma la risposta non è mai arrivata”.

“Qui siamo tutti tra amici, fuori c’è gentaglia” rispose Faraq.

“Dunque, tua mamma è stata portata via da delle guardie con lo stemma della terra del Mare, noi non le abbiamo mai viste qui prima. “ disse il locandiere.

“Ma perché?”

“Non te lo so dire, lo stesso hanno fatto con tua sorella, adesso stiamo cercando in tutti i modi di proteggerci”.

Sennar fremeva dalla rabbia, come avevano osato ?

“Si, degli uomini cattivi sono venuti e hanno preso la mamma” intervenne la bambina.

“E tu come ti sei salvata ?” chiese Faraq.

“Mi sono nascosta nella cantina sotto, quegli uomini hanno distrutto tutta la casa” disse la bambina tra le lacrime.

“ E sai cosa volevano?” fu il mago a parlare.

“No, ma parlavano di te, zio” rispose.

Sennar si sentì un verme. Tutto stava succedendo per colpa sua e non riusciva a fermarlo.

Man, si guardò in giro. E notò qualcosa che la preoccupò.

“ Zio, quello là seguiva me e la mamma” disse a bassa voce.

Indicava un uomo, sembrava sulla quarantina; sembrava un vero e proprio malfamato.

La bimba strinse il braccio dello zio.

“Non preoccuparti, non ti succederà niente” la rincuorò lui.

Infatti l’uomo, quasi magicamente se ne andò.

Intanto nella locanda il silenzio non era ancora cambiato.

Faraq era tornato alle sue faccende, Man aveva finito il pesce e Sennar era più scosso che mai.

“Zio, devo andare in bagno, posso?” chiese lei titubante.

“Si, tesoro; sono di là” rispose dolcemente, indicandole la direzione.

I bagni erano, come a quel tempo fuori. Chiese a Faraq di accompagnarla.

Passavano i minuti, e Man e il locandiere non tornano.

Sennar si preoccupa.

Così decide di andare a vedere cosa è successo.

“Zio!!” l’urlo di Man lo spaventa. L’uomo le teneva un braccio sotto il collo con un coltello in mano.

“Arrenditi o la bambina muore” disse tagliente.

Il locandiere giaceva a terra, privo di sensi.

Faraq pensò.

Sennar alzò le mani, non poteva attentare la vita di sua nipote.

Si guardò in giro ma l’agitazione per la vita di Man, era grande, non gli permetteva di ragionare.

Poi all’improvviso tutto si oscurò, tutto divenne confuso, il dolore alla testa era terribile. Svenne.  
 


cerrywoman's corner 
Allora ringrazio tantissimo tutti quelli che hanno letto, siete tantissimi. 
Ringrazio tantissimo le ragazze che hanno recensito. 
Sono un po' in ritardo perché mi è venuto un febbrone. 
Ultima cosa e poi la smetto: gli aggiornamenti saranno meno frequenti, la scuola mi sta distruggendo! :(
Bacioni
cerrywoman

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Capitolo 5
*** Capitolo 5- alla ricerca di Sennar ***



Capitolo 5 – Alla ricerca di Sennar.
 


 
 
Non aspettarmi sta sera, sono andato a Phelta, ho bisogno di risposte.
Sennar.

 

Era stata Soana a leggere il messaggio destinato alla mezzelfo. Nihal stava seduta sulla sedia di Ido, in accademia.
Aveva il capo chino sulle ginocchia e le mani tra i capelli, in stato confusionario.
“Perché se ne andato così all’improvviso?” irruppe all’improvviso lei.
Soana non sapeva cosa rispondergli, si sentiva in colpa.
Nihal sapeva benissimo che Sennar non se ne sarebbe andato, così senza motivo.
La mezzelfo alzò gli occhi che si puntarono subito sulla maga, che invece gli abbassò.
Fu Ido ad interrompere quel momento di imbarazzo.
“Nihal, se vuoi puoi venire a casa nostra, così non starai da sola” le propose Ido.
“No” rispose secca la mezzelfo. “ Vado a cercare Sennar” aggiunse.
Solo allora Soana decise di parlare, bastava solo un persona in pericolo.
“Gli ho detto che non ero io la persona giusta per parlargli del suo passato” disse tutto d’un fiato.
Nihal puntò di nuovo gli occhi su di lei, carichi di ostio.
“Perché?” urlò. Si sentiva tremendamente in colpa. Era stata sua l’idea di andare da Soana, fiduciosa che lei gli avrebbe dato le risposte di cui lui aveva bisogna.
Soana si era rivelata un suo fallimento, un altro. Dopo averlo fatto attendere per cinque anni, dopo che lui aveva dato l’anime per lei, lei non riusciva neanche a sostenerlo in questa prova a cui la vita lo aveva sottoposto.
Si sentì inutile, buona a far niente.
Doveva trovarlo, aveva, dopotutto, creato lei il problema.
Lo avrebbe ritrovato e sarebbero tornati a casa assieme.
Aveva deciso e nessuno poteva farle cambiare idea.
Si alzò all’improvviso e senza rivolgere la parola a nessuno, si avvio alla porta.
Soana la fermò “Ti prego, Nihal resta” .
La ragazza volse lo guardo verso di lei, apri la bocca, ma da essa non uscì nulla. 
“Ti prego Nihal, non volevo farlo scappare, ma non potevo dirgli nulla” si scusò Soana.
Nihal non riuscì più a trattenersi. “ Perché cosa sono tutti questi segreti ?? Pensavo che tu gli potessi dare le risposte che lui cerca, sono stata io a dargli un'altra speranza e mi sento in colpa tanto quanto dovresti esserlo tu” le disse la mezzelfo.
La maga non seppe replicare. Lasciò la via libera.
“Possiamo venire con te ?” chiese Ido.
“No, vuole andare da sola” gli rispose Soana.
Nihal ormai aveva imboccato la porta e si preparò ad andare da Oarf.
Andò nelle stalle e trovò il suo bellissimo drago verde.
“Dai che andiamo a riprendercelo” disse, Oarf emise un ruggito.
La mezzelfo attraversò, in volo, la terra del Sole e arrivò nella terra del Mare verso tarda sera.
Raggiunse Phelta e lascio Oarf nelle stalle comuni e si avvio verso il centro città.
Conosceva Phelta, anche bene, c’era stata con Sennar un paio di volte e l’aveva sempre trovata magnifica era una semplice città di mare, modesta e graziosa.
Ma quella che si trovava davanti non era la solita Phelta, era triste, quasi senza vita.
Sembrava quasi a ferro e fuoco, come un specie di coprifuoco.
Nihal si aggirò per il paesino. Vedeva desolazione.
Donne che chiudevano le imposte delle case, che trascinavano i bambini in casa a forza, uomini che correvano a ripararsi.
Ma non sta piovendo.
La piazza non era messa meglio. Al centro c’erano degli uomini radunati attorno ad un tavolo, armati fino ai denti che sorvegliavano la zone. Sorvegliavano era un eufemismo.
Trasudavano maligna e cattiveria incontrastata, non perdevano l’occasione di fregare soldi a qualche bambinello che passava, spaventandolo a morte.
Nihal si avvicinò ad essi.
Ma venne agguantata da dietro, all’improvviso.
Venne trascinata dentro una parete.
“Non è prudente, andare in giro soli, la sera, in particolare per una donna” disse l’uomo.
“Cosa vi interessa a voi ?” sbotto la mezzelfo.
Nihal riuscì a guardare meglio, quel individuo.
Tozzo, sulla cinquantina, braccia e gambe possenti, era estremamente alto. Più di Sennar di sicuro, già lui è molto alto, questo era una montagna.
Spalle larghe, vita tutt’altro che stretta. Indossava un pastrano abnorme e dei pantaloni.
Non riusciva a vedere il volto perché era nascosto da un specie di copricapo, intravedeva solo la barba, folta.
“Diciamo che sono un tuo amico” rispose lui di rimando. La mezzelfo non notò nessuna sfumatura nella sua voce, era piatta.
L’uomo accompagnò Nihal alla locanda di Faraq.
L’uomo se ne stava tutto dolorante seduto su una sedia, circondato da un paio di altri uomini.
“Certo che anche qui ci sono solo uomini” costatò lei.
“Qui, almeno, sono d’onore” la spiazzò lui.
Il locandiere alzò la testa e quando vide quel misterioso uomo si rallegrò.
“Arrivi solo adesso, razza di screanzato” lo fulminò lui.
“Ho avuto solo ora il permesso” disse l’uomo, sempre con quel tono di voce.
“L’hanno preso, pensa un po’ te” lo incalzò Faraq.
L’uomo sorrise, era andato tutto secondo i piani.
“Bene ora ti lascio la ragazza, abbine cura” disse infine.
“Ehi, un momento, tu dove vai ?” si stizzì Nihal.
“ Non sono affari tuoi” detto ciò uscì.
Nihal allora si accomodò di fianco al locandiere.
“Non posso dirtelo”disse, aveva le lacrime agli occhi dall’esasperazione.
Con un gesto fulmineo spedì tutti a casa, non voleva nessuno a parte Nihal. Cominciò a farfugliare.
“E.. Adesso io cosa faccio!Mi uccidono!Perché sono così sfortunato!Perché proprio a me!Ma perché invece di farmi una famiglia, sono diventato un locandiere da starpazzo!No, non è possibile!Voglio la mamma! No, lei no, mi ucciderebbe anche lei! Allora Seila, la mia ragazza, ohh ma quanto è bella! Si, però l’ ho tradita con Ambrosia, quindi non mi vorrà più!Basta!”
Il locandiere delirava, ma Nihal doveva sapere cosa è successo a Sennar, e Faraq lo sapeva.
Prese un fiasco di vino e riempì un bicchiere.
“Faraq vieni qui a bere un po’” lo incitò.
“Oh si, Nihal tu si che mi capisci”andò da lei e cominciò a bere.
“Allora cosa è successo?”
“Non posso dirtelo” rispose il locandiere sorseggiando un altro bicchiere.
No, non era ubriaco. Era questo il suo scopo. Doveva fargli prendere un bella sbronza.
Al tredicesimo bicchiere, la cosa riuscì.
“Allora Faraq, cosa è successo?”gli chiese.
“Hanno preso il consigliere, quei ceffi” disse lui.
Senner era stato catturato! La rabbia di Nihal cominciò a ribollire.
“Come?” chiese lei preoccupata.
“Lo hanno minacciato, hanno preso prima la bambina, brutti bastardi, no, no, non è giusto”.
Nihal ribolliva, si alzò e andò verso la porta.
“Grazie Faraq” lo ringraziò.
“Prego, prego, io aiuto sempre le belle ragazze” disse lui bello sbronzo.
Il locandiere ci pensò su un attimo…
“No, Nihal ferma, fermaaaa” corse alla porta.
“Oh santo cielo!Cosa ho fatto neanche gli dei mi vogliono più!
No fermo Faraq, ora andiamo a cercare lui, da bravo. No, non ci riesco!”
Scoppiò a piangere.
Nihal si avviò per la strada.
Da dietro un angolo fece capolino l’uomo misterioso.

Cazzo! E adesso, chi la ferma?!
cerrywoman's corner 
Salveeee *Bruno Vespa* finalmento ho aggiornato, per miracolo. Questo capito doveva essere più lungo, ma ho deciso di spezzarlo, per descrivere meglio una scena che avverrà prossimamente. 
Ma chi sarà il personaggio misterioso? Un amico, come si definisce lui, o un nemico?
Detto questo ringrazio tanto: Tzulan, Drachen, The World of Fantasy, _hunter_,Alessia1998,pinkpunk e Dragon410 che hanno ,messo la storia nelle seguite. Sempre Alessia1998 e The World of Fantasy per aver messo la storia nelle ricordate, Drachen, Tzulan e Dragon410 per aver recensito, grazie infinite. 
Invito chi non ha ancora recensito a farlo, sempre se gli va, così mi deci un po' cosa pensa della mia storia, mi farebbe molto piacere. 
Infine e dico infine, ringrazio tutti quelli che hanno solo letto.
Alla prossima 

cerrywoman
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6- una partita persa ***



Capitolo 6- Una partita persa.

 


Nihal sapeva benissimo che i ceffi di cui parlava Faraq, era quelli in piazza.

Correva a per di fiato,poi rallentò quando intravide la piazza, gremita di soldati. Si nascose dietro una botte e si mise in ascolto.

“Dicono che è scomparso” disse un soldato, che era accovacciato su una botte e tracannava una bottiglia di squalo.

Un altro, ormai ubriaco, sdraiato a terra, si alzò e prese la parola. “ Ma cosa ci interessa a noi, di lui, dopotutto; non ci ha fatto niente?” non aveva in effetti tutti i torti, a loro cosa aveva fatto?

“Invece dovremmo arrabbiarci con quel farabutto del padrone, sono tre mesi che  aspetto lo stipendio, lavoro notte e giorno per lui, e non mi dà un dinnar” continuò lui. Le sue parole attirarono altri soldati della guarnigione.

“Sì, dobbiamo farci valere” si intromise un altro. Così si creò un caos, a cui la mezzelfo però era abituata. Era anche lei una guerriera, era tipico degli uomini azzuffarsi o arrabbiarsi per qualcosa che alla fine non faranno mai.

“Finitela, razza di idioti” uscì da un edificio il comandante.

Era imponente, barbuto e grasso, troppo per essere un soldato.

Di sicuro un leccapiedi del gran capo di cui i soldati parlavano.

L’uomo  avanzò nella calca dei soldati, con fare irruente e cinico.

“Allora, siete riusciti a trovare il ragazzo?” chiese la guardia.

Un soldato di mezze dimensioni, piuttosto ossuto si fece avanti, con il capo chino e le mani a coppa. Sembrava titubante.

Era titubante.

“No, no signore ma crediamo che l’abbia preso l’altra metà dell’esercito” disse il piccolo soldato.

Infatti aveva visto il ragazzo, tramortito da qualcuno che non sembravano i suoi compagni, selvaggi, topi di sentina o robaccia del genere, come loro.

Stavano parlando di Sennar, del suo Sennar, che gli avevano fatto quei balordi ? Gli avrebbe sgozzati uno ad uno, e non si sarebbe per niente risparmiata. Le avevano portato via la “cosa” a cui lei teneva di più, il suo tesoro più prezioso, la sua ragione di vita.

Solo un uomo aveva osato tanto, il Tiranno, e ora riposava in pace. Si sistemò i capelli e si rimise in ascolto.

“Bene” disse l’uomo. Si aggirò intorno ai soldati e li osservò con disprezzo.

“E se provate un’altra volta a lamentarvi, vi spedisco tutti a dirigere il traffico dei draghi, sono stato chiaro!” tuonò il comandante.

A Nihal quella frase suonò un po’ strana: “traffico dei draghi”; ma che roba era ?Poi si ricordò di un aneddoto strano che Sennar le aveva sempre detto riguardo la terra del Mare.

“La mia terra è una terra di riunione per i Cavalieri di drago, infatti, come tu ben sai, nella terra del Mare non ci sono gli stessi draghi che vi sono in quella del Sole o della Notte; così come esistono diversi Ordini di Cavaliere di drago. Ma quando si vogliono riunire si incontrano tutti nella terra del Mare, e questa cosa genera un gran confusione. Così il nostro Re decise di inserire questa nuova “professione” se si può chiamare così”.

Queste erano state le parole del mago, e aveva anche aggiunto, che non era un lavoro rinomato tra i soldati, anzi coloro che lo svolgevano erano considerati feccia.

E da qui le parole del nostro stronzone! Pensò Nihal.

Nihal era troppo occupata ad osservare qui mascalzoni che non si era nemmeno resta conto che l’uomo misterioso che aveva incontrato prima. Perché l’aveva seguita? Cosa aveva a che fare con quei tizzi?

Sta di fatto che era furtivo, la stessa Nihal, non si era nemmeno accorta della sua presenza. Era appollaiato sul tetto di una delle casupole che circondavano la piazza.

Cosa avrà intenzione di fare quella matta? Attaccarli di sorpresa? Sta mandando a monte tutto il piano!

Si ritrovò a pensare lui .

Quando la notte scese, il capo era deserto non una voce, una risata o rumore di passi aleggiava nell’aria.

A Nihal ricordava tanto la città pietrificata, dove c’era il Santuario della terra delle Rocce.

Nessuna stella brillava in cielo. Non vi era un alito di vento.

Persino la luna sembrava moscia, addormentata, senza vita.

 Era da tempo che Nihal passava così tanto tempo senza Sennar. Ormai erano inseparabili. Semplicemente perché la mezzelfo voleva recuperare il tempo perso con il suo adorato mago. Si sentiva tremendamente in colpa per non essersi accorta di niente e tutti i giorni, gli chiedeva perdono per ciò. Ma Sennar le sorrideva sempre la baciava.

Sì, la baciava. Quanto desiderava un suo bacio! Avrebbe dato qualunque cosa, anche per uno solo; una suo carezza o semplicemente un suo sorriso.

Comunque era tempo di agire.

Nihal uscì da suo nascondiglio e si aggirò per l’accampamento.

Arrivò all’entrata, stranamente nessuno era di guardia.

Entrò nel campo, vi era una sola guardia che era, per inciso assonnata o ubriaca, molto più presumibile la seconda.

Al centro vi era un focolare, ormai morente.

Nihal imbocco un'altra via e vide una moltitudine di soldati tramortite.

Chi era stato? Sembrava una carneficina bella e buona. Sicuramente un professionista.

Non un urlo aveva squarciato la notte. Non una goccia di sangue era stata versata.

I corpi erano esanimi a terra, privi di vita.

Ecco le guardie! pensò la mezzelfo. Il comandante non era stato svegliato.

“Vieni via ragazzina!” a Nihal venne quasi un colpo. Ancora quell’uomo così strano.

“Mi hai seguita? Non era occupatissimo” lo provocò la mezzelfo.

“Tu, invece, ti metti sempre nei guai” le rinfacciò lui, seccato.

“Non ti ho chiesto io di venire?” gli rispose lei. “ Perché sei venuto?”. L’uomo non rispose e se stette sulle sue.

“Ad ogni modo, io devo liberare Sennar e il tipetto imbranato lo sa; quindi, se vuoi scusarmi”.

L’uomo non la fermò anzi la segui.

La mezzelfo arrivò alla tenda del ragazzino e vi ci entrò. Mentre l’uomo rimase fuori.

Il ragazzino stavo dormendo sodo. Accoccolato sulla branda.

Nihal lo scosse e lui si svegliò di soprassalto. La mezzelfo gli puntò la spada alla gola.

“Dimmi subito, dov’è Sennar?” disse assassina.

“Chii,c..h..ii?” domandò terrorizzato e cominciò ad urlare come una femminuccia.

Gli altri soldati vennero allertati dalle sue urla e uscirono dalle loro tende. Scoprirono il massacro compiuto da quel uomo e si diressero verso la tenda del ragazzino.

“Il ragazzo che dicevi che avevano preso” lo incalzò Nihal.

“Ah, lui… io… io ho..” balbettò

“Tu cosa?” urlò lei.

“Io ho mentito, non abbiamo preso nessun ragazzo!”
 


cerrywoman's corner 
Rieccomi qui.. Allora le cose si complicano ancora... State tranquille/i, cari/e lettori/trici nel prossimo capitolo vedremo che fine ha fatto Senner ... Intanto c'è sempre la presenta di questo uomo misterioso .. 
Spero che il capitolo vi piaccia. 
Bacioni 
cerrywoman

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Capitolo 7
*** Capitolo 7- il sogno ***




Capitolo 7 – Il sogno




Un pianto!No!Un vagito!Si, un vagito di un bambino. Doveva essere molto piccolo. Massimo avrebbe dovuto avere 6 mesi. Non un neonato, ma neanche un bambino.

Piangeva disperato, perché? Cosa gli era capitato?

Analizzò meglio il vagito. Non era doloroso, anzi era squillante e energico, quasi volesse distruggere i muri della stanza in cui si trovava.

Era una stanza ovale, o almeno, lui si trovava in qualcosa di ovale; riusciva a vedere solo il soffitto, decorato elegantemente con stucchi beige e affreschi suddivisi in quadrati. Raffiguravano sempre il mare, ma in modo diverso; nel primo vi era una donna che emergeva da un grande conchiglia, aveva i capelli rossi, un viso gentile e la pelle candida; indossava un bellissimo abito, quasi trasparente con al centro un simbolo che gli ricordava qualcosa. A destra di esso, vi era un altro quadrato; su di esso, invece, era affrescato un uomo, maestoso e imponente, era seduto, su un trono, sul quale era inciso lo stesso simbolo che era sulla vesta della donna candida.

L’uomo aveva i capelli castani, e sbucavano, quasi in contrasto con il suo essere, due sorridenti occhi azzurri; in mano teneva un tridente, sul quale era posto lo stesso simbolo.

Sul capo, portava una corona, molto semplice.

Dall’altra parte sempre in un altro quadrato vi era una bambina, non aveva più di 6 anni. Era magra, ma non troppo, esibiva un sorrisetto, mancante di qualche dentino. Aveva i capelli rossicci, tendente al rame e due occhi verdi sfavillanti. Indossava una camicettina ricamata abbinata ad una gonnelina di pizzo, sotto delle calze bianche. Sul golfino che le cingeva le spalline vi era sempre lo stesso simbolo. Ormai si era stufato di vederlo! Ma cosa significa?

Accanto al quadrato della bambina, c’e n’era un altro; che attirò la sua attenzione.

Nell’ultimo quadrato, vi era un bambino, o meglio un neonato, di massimo 6 mesi, era seduto tra dei cuscini oro, con il bordo ricamato in pizzo. Aveva i capelli rossi e due vispi occhi azzurri. Indossava un pagliaccetto oro, decorato con ricamini preziosi, sulla bavaglia era ricamato il simbolo ormai noto.

Al centro del soffitto una corona simile a quella dell’uomo in trono.

Il bambino continuava a piangere. La porta massiccia si aprì ed entrò, correndo una bambina.

“Mamma, mamma Sennar si è svegliato!” entrò urlando.

No! Non era possibile! Quel bambino era lui!

Una donna bellissima e altera entrò nella stanza del piccolo. Era bellissima, lui non aveva mai visto cotanta bellezza. Aveva i capelli rossi e bellissimi, lunghi; che scendevano sulle spalle e le arrivavano fino alla vita due ciocche le cadevano invece sulla scollatura. La scollatura non era troppo profonda ma giusta. Aveva due occhi verdi, dolcissimi che si piegarono sul piccino, nella culla.

“Kala, non urlare lo spaventi” disse la donna dolcemente, dando una carezza sulla testa alla bimba.

“Ma perché piange, sempre, mamma?” domandò Kala.

“Piccola, lui ha fame; ma non sa parlare perché è troppo piccolo e quindi piange” rispose con la stessa dolcezza di prima.

Il neonato smise di piangere appena incrociò il volto della donna rossa, lei lo sollevò tra le braccia e lo cullò.

Si sedette su una sedia, e slacciò l’abito per la prima parte. Liberando il seno e porgendolo al bambino. Tutto si fece sfocato, confuso; senza senso.

Sennar si svegliò di soprassalto.

Mamma pensò

Ripensò al sogno. Ma perché, tutto questo? Che cosa, era? Una magia? No! Sembrava così reale, no anzi era reale! La sua mamma, la sua vera mamma,

era una donna meravigliosa pensò.

Sorrise, che bella scoperta. Sembrava un sogno premonitore, qualcosa di aspettato. Gli doleva lievemente la testa. Cercò di orientarsi, ma non ci riuscì. Non capiva dove poteva essere.

Allargò le braccia, cercando di capire quanto era grande la sua prigione. Non era molto grande e a giudicare dal soffitto a cupola, era una carovana.

Ad un tratto, qualcosa che girava ai suoi piedi, si fermò; ruote probabilmente.

Una luce accecante gli perforò gli occhi, come una lancia appuntita.

Due uomini entrarono.

“Forse abbiamo esagerato!” esordì uno.

“Già, il capo ci ucciderà” confermò l’altro.

“Adesso vi uccido io se non mi dite dove sono?!” Sbottò il mago.

“Ah si, mi scusi consigliere. Siamo a Barahar” disse uno dei due.

Sennar strabuzzò gli occhi. Come ho fatto ad arrivare qui?!


cerrywoman's corner 
Salve a tutti. Sono riuscita ad aggiornare presto; causa maltempo. Comunque ringrazio tutti quelli che seguono questa storia, ogni volta che qualcuno mi scrive o mi lascia una recensione o solo chi mi scrive un messaggio, mi commuovo sempre. Quindi mi rivolgo a tutti quello che leggono questa storia.. Grazie di tutti. 
bacione 
cerrywoman

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8- in trappola ***




Capitolo 8 – In trappola

 


Non era possibile!

“Perché hai mentito” sbottò Nihal contro quel soldato che tremava sotto la sua presa.

“Perché dovevamo prenderlo, ma qualcuno la fatto prima di noi!” sbiascicò lui, tutto tremante.

Nihal si sentì morire, chi aveva preso il suo mago?

“Ehi furfantone! Esci fuori con le mani alzate!” il comandante era fuori dalla tenda e gridava come un forsennato, cercando di capire cosa era successo, ma in vano.

“Stupidi idioti!Come ha fatto ad entrare!Non sapete fare nemmeno la guardia!”sbottò il comandante verso i soldati appena rinvenuti.

Non c’era un minuto da perdere, era in trappola!No!

Nihal notò che l’altro capo della tenda non era sorvegliata.

Non posso farmi scoprire!

Il soldatino era ancora terrorizzato e stava sbiancando o forse era il suo colore naturale.

Il soldato bestemmiava come un turco, e nessun soldato, compreso il suo vice, riusciva a calmarlo.

Di lì a poco sarebbero entrati.

La tensione saliva, non solo tra i soldati fuori; anche la mezzelfo era agitata.

“Stiamo entrando, conterò fino a 10 e poi sarà la tua fine!” urlò il comandante.

Solo 10 secondi pensò Nihal.

Il countdown era appena iniziato e quei numeri le penetravano la testa come un cuneo; inventarsi frottole non serviva a niente, doveva scappare!

Prese un foulard, o una specie, da tavolo del ragazzino e se lo mise a mo’ di Niqab*. Coprendosi le orecchie e il volto, lasciando scoperti gli occhi.

“Dieci, all’attacco”

Nihal uscì dalla parte opposta della tenda e cominciò a correre.

Il comandante intanto sbraitava contro il soldatino, che per tutta risposta svenne.

“Ma io chi addestro?Femmine?!Siamo pazzi!” urlò ancora più innervosito.

Nihal correva a perdifiato. Per fortuna nessuno la stava seguendo. Tirò un sospiro di sollievo ma non smise di correre, il pericolo non era ancora passato.

Ma dove era finito quella sottospecie di energumeno misterioso?

L’aveva lasciata di nuovo. Chissà cosa aveva in mente, quali erano i suoi piani. Perché voleva a tutti i costi proteggerla e poi scomparire nel nulla?

I pensieri la distolsero dalla sua vera “missione”, correre!

Andò a sbattere contro qualcosa che lei definì una montagna.

Era un omone, sarà stato alto almeno tre metri, a Nihal gelò il sangue quando l’uomo la sollevò di peso e la sbatte contro una cassa di vinimi.

Urlò per il dolore alla schiena. Si rialzò in fretta e sfoderò la spada di cristallo nero.

Gli saltò addosso e lo ferì, provocandogli un segno rosso lungo tutto il braccio sinistro.

L’uomo ringhiò e tornò all’attacco. L’afferrò per la vita e la sollevò in aria, la scosse un paio di volte. Alla mezzelfo vennero i conati da quando la faceva roteare. La testa era diventata pesante, le girava e pulsava.

Con un tonfo cadde a terra, provò a rialzarsi, ma le ginocchia le cedettero.

“Bene Bene Gantlos, bravissimo, ecco chi addestro io!” esclamò tutto soddisfatti il comandate appena arrivato.

Nihal era circondata da una ventina di uomini che le puntavano: lance, spade e sciabole appuntite.

Uno contro venti un po’antisportivo no?!

La mezzelfo lasciò cadere la spada a terra, il comandante arrivò, con fare da damerino e gliela calciò via.

“Allora Bastardo che cosa ci fai all’interno del mio campo?” domandò.

Nihal non rispose, tenne gli occhi bassi e cominciò a torturarsi le mani.

“Ah hai paura!” sogghignò l’uomo.

Paura, per Giove! Di un idiota come lui, affatto. Non doveva farsi scoprire, ecco tutto. Prima di tutto che era una donna, secondo che era venuta a cercare Sennar, visto che qui tizi sembravano molto interessati a lui.

“Allora ragazzo, non farmi perdere tempo!”

Bene, pensò Nihal, non avevano capito che era una donna!

“Ma capo perché non gli togliamo quel turbati così lo guardiamo bene” esordì un soldato.

“Una buona idea ogni tanto, toglilo tu; però!” disse il comandante.

No Dei no.

Il soldato si avvicinò alla ragazza, ma lei gli tirò un calcio nei cosiddetti facendolo cadere al suo dolorante.

Così impari.

“Imbecilli, legategli le mani, così sta fermo” urlò il comandante.

Cinque uomini accerchiarono Nihal e l’ha immobilizzarono.

Uno di loro le tolse anche il turbante.

“Si…Si..Signore!Guardi che non è un maschio” disse tutto tremante.

“E allora che cosa è?”

“Ma signore, se non è maschio è femmina,no?”

“Una donna” disse un altro soldato.

“Fatemela vedere!” sbraitò il comandante.

I soldati si tolsero dal davanti, lasciando libero il passaggio.

Nihal era a terra in ginocchio, con le mani legate dietro la schiena i capelli che le ricadevano sul davanti. Lo sguardo era alto e fiero e guardava con aria ostile lo schifo che si stava avvicinando.

“Dunque una ragazza, quale visita migliore” disse. La squadro con cura. Era particolare, ma lui lo sapeva bene che lo era. Aveva le spalle e le braccia tornite, la pancia piatta, i seni, che facevano leggermente capolino dal corpetto, sembravano abbondati, come piacevano a lui, avrebbe voluto strapparglielo.

Le cosce erano muscolose ma sensuali allo stesso tempo, avvolte nel tessuto di pelle. Nihal lo guardava con disgusto. Lui si avvicinò a lei e le prese il mento tra il pollice e l’indice, sapeva di alcol.

“Allora che cosa ci fa una donna tutta sola qui?” domandò Nihal per tutta risposta gli sputò in faccia.

Lui ringhiò arrabbiato, ma lasciò perdere; visto che un soldato stava arrivando con il ragazzetto rinvenuto.

“Cosa voleva la nostra coraggiosa avventuriera?” chiese al soldatino

Nihal si augurò che mentisse ma invano.

“Cercava un certo Sennar” disse tutto impaurito.

Il comandate sgranò gli occhi sollevò Nihal di peso e la trascinò fino alla sua tenda.

“Partiamo per Barahar domani stesso” decretò. 
 


cerrywoman's corner 
Salve a tutti cari/e lettori/trici. Siamo già al capitolo 8, non credevo!
Volevo ringraziarvi tutti per il sostegno che mi state dando! Non sono molto sicura di questo capitolo, è stato vermente difficile da scrivere, siate sinceri!
Volevo anche dirvi che questa settimana ci sarannò due aggiornamenti causa mio compleanno. 
Bacio 
cerrywoman

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Capitolo 9
*** Capitolo 9- un pezzo di verità ***



Capitolo 9- Un pezzo di verità
 
 

Sennar era stato poche volte a Barahar. Era una semplice città portuale, molto graziosa ai suoi occhi. Per apprezzarla fino in fondo, però, dovevi essere nato nella terra del Mare. L’odore di pesce era sempre presente, come quello della salsedine; la sensazione fastidiosa come se la pelle appiccicasse, il vento mattutino che salutava i pescatori che tornavano nelle loro case, i rumori dei cantieri, lo scalpello dei carpentieri: questa era Barahar.
Il mago si trovava ancora dentro quella stupida carovana.
I due uomini si erano come volatilizzati.
Povero me, e adesso cosa faccio ?!!
C’era molta folla in giro, doveva esserci il mercato. Il rumore era insopportabile. Il mago percepiva tutto da dentro
La porta si aprì.
Una luce accecò Sennar.
“Zioooo” un urlo di una bambina ridestò Sennar dal suo monologo interiore.
“Piccola” il mago accolse Man tra le sue braccia.
“Sei sana e salva?!” disse sbalordito. Sorrise.
“Si, Zio stai tranquillo, Artos e Portos mi hanno tenuto compagnia per tutto il viaggio!” esclamò la bambina sorridendo.
“Ah quei due farabutti” invece rispose adirato Sennar.
Adesso dove saranno finiti, se li prendo …
“Consigliere scusi, ma dobbiamo muoverci” entrò Artos.
“Io mi sarei mosso anche prima, se qualcuno non mi avesse chiuso dentro!” rispose Sennar piccato. “Voi chi siete? Non mi fido”.
Artos si esibì in un inchino maestoso “il mio nome è Artos, pirata di nome e di fatto; e questo è…”
“Sono il suo gemello Portos, più intelligente, scaltro e bello di lui” entrò il pirata.
“Si, ma nessuno batte lo zio!” squittì Man facendo arrossire Sennar, che subito dopo si ricompose.
“Pirati eh? E cosa volete da me ?” domandò indagatore.
“ E io che ne so” disse Artos con spavalderia. Quella risposta spiazzò Sennar, aveva ragione il fratello, quel pirata era un imbecille.
“Dovevamo simulare il tuo rapimento e portarti dal nostro capo!” affermò Portos. “Quindi non c’è tempo da perdere, andiamo!”.
I due pirati fecero scendere il mago dalla carovana. Si mossero veloci all’interno del casino di Barahar.
Sennar continuava a chiedersi come mai due pirati avessero ricevuto un ordine simile, inconcepibile!
E poi chi era il loro capo?! Cosa voleva da lui? Perché?
Il mago continuava a tenere per mano la piccola Man che si guardava attorno estasiata. Sennar se ne accorse.
“Non sei mai stata a Barahar?” chiese dolcemente.
“No!E’ una città bellissima, sembra la nostra ma più grande”
Il mago rise, aveva ragione la piccola, Barahar non era altro che un specie di riproduzione delle città della terra del Mare ma solo in scala più grande.
Sennar notò alcuni brutti ceffi e l’istinto fu proprio di prendere in braccio Man, la quale non aspettava altro.
Dopotutto lei un papà non lo aveva mai avuto, quindi vedersi ricoperta di attenzione da una figura simile, lo zio, la rendeva felicissima.
“Allora volete dirmi dove siamo diretti?” chiese il mago irritato.
“Al porto, consigliere!” esclamò Artos. Portos intanto si guardava intorno guardingo, non c’era nessuno di sospetto.
Sennar ripensava, intanto, a come i due avessero potuto batterlo, a lui erano sembrati cinquecento e in realtà erano solo due, ma come era possibile?
Portos intuì i pensieri del mago e venne in suo aiuto.
“Abbiamo usato un incantesimo! O almeno il ragazzo della figlia del capo lo ha chiamato così, ha ,anche, aggiunto che con te non poteva funzionare e ci serviva anche un escamotage, caso si voglia; tua nipote!” concluse il pirata.
Si, Sennar conosceva bene quell’incantesimo, lui stesso lo aveva usato un sacco di volte, era geniale ma per un mago del suo livello era semplice da contrastare, quindi lo avevano distolto usando Man. Di sicuro quel fidanzato doveva essere un mago e anche bravo.
Arrivarono al porto.
“Venga consigliere!Entri” lo esortò Artos.
Sennar entrò in quella che sembrava un emerita topaia.
C’era odore di rum e di sigaro, e questo mix creava in Sennar un senso di nausea atroce.
Vi erano ammassati un sacco di uomini, tutti pirati, di sicuro pensò Sennar.
Ormai da quando era stato sulla Demone Nero, aveva imparato a conoscerli, e per lui era diventato praticamente impossibile non distinguerli da semplici marinai. La sala si zittì non appena il mago entrò. Egli fece un delicato gesto di saluto, in cambio, i pirati urlarono come dei matti offrendogli del rum.
Subito Sennar volse il capo verso la piccolina che teneva tra le braccia e le accarezzò i capelli. Man dal canto suo alzò la testa del petto dello zio e sorrise.
“Zio, ho sonno!” sussurrò. Il mago l’accarezzò ancora. Per ora era meglio non andare via.
Una voce, che Sennar conosceva bene, ruppe il frastuono nella sala.
“Piantatela, razza di idioti” la figura avanzò verso il mago.
“Ciao Sennar”
“Ciao Aires”
“Come mai qui?”
“Potrei farti la stessa domanda. E comunque credo che tu sappia già la risposta” disse guardingo.
Aires guardò Sennar per l’ennesima volta poi gli fece cenno di seguirla in una stanza appartata.
Lì porto due piatti di riso bollito per lui e per la bambina.
Man era adorabile pensò Aires, gustandosi la visione della piccola che mangiava.
Poi gli mostrò un piccolo lettino dove farla riposare.
La piccola si addormentò all’istante.
“E’ tua figlia?” scherzò Aires
“Ovvio che no, è mia nipote” rispose di rimando lui arrossendo. “Quindi è tuo padre il capo?” continuò.
“Si, lui deve parlarti”
“Immaginavo, così tutta questa storia sarà più chiara!”
In quel momento entrò un ragazzo. Alto, abbastanza carino. Aveva capelli ricci neri e gli occhi color pece, la pelle era porcellana. Indossava una tunica da mago. Aveva un aria famigliare a Sennar.
Sorrise.
“Ciao Sennar, è da un po’di tempo che non ci si vede!” disse il ragazzo.
“Colui che ha detto come sconfiggermi, Albidash”
Il ragazzo rise e si accomodò accanto alla piratessa. Albidash era stato il consigliere della terra del Fuoco nei tempi più bui di essa, aveva circa l’età di Sennar, qualche anno in più di lui. Impavido e coraggioso, era stato catturato da alcuni sicari del Tiranno. Ma riuscì a liberarsi subito dopo che Sennar e Nihal passarono quella terra.
E lì incontrò Aires, e si innamorò subito di lei, ma non del suo aspetto fisico o cose del genere, ma dal come si rapportava con gli altri, il suo fare da Leader.
Anche lei era rimasta veramente colpita da lui, gli ricordava molto Sennar ma secondo lei aveva qualcosa di più…
Sembrava uno strano feeling, una strana sensazione che la catturava, il suo cuore, la sua mente, la sua attenzione.
“Quindi siete fidanzati!” sorrise Sennar
Albidash strinse Aires al petto.
“Rool ti vuole vedere” disse.
“Lì c’è una bambina, quindi trattenetevi!”
Detto ciò Sennar uscì mentre i due se la sogghignavano.
Il mago percorse la sala, ancora gremita da quegli omaccioni.
Sennar entrò nello “studio” di Rool.
Il pirata era seduto su una sedia imponente, dietro una scrivania.
“Avanti Sennar”
“Rool, dovevi parlarmi” chiese.
“Si, accomodati!”
“Dimmi pure” lo esortò il mago.
“Sai perché sono un pirata?” domandò Rool.
“Per soldi” rispose Sennar beffardo.
Il pirata rise di gusto “ Anche”.
“Ma soprattutto perché non potevo fare altro”.
Sennar non riusciva proprio a capire, il perché di tutti questi discorsi filosofici che lo mandavano solo in bestia.
“Ci sono altri mille lavori” disse Sennar piccato.
“Non per me, che sono traditore della corona!”.
Sennar non ci capiva dentro proprio nulla.
“Devi sapere che…”
Non riuscì neanche a finire la frase che un uomo entrò nella stanza.
Oggi è il giorno dei nuovi e vecchi incontri pensò Sennar.
“Idiota dovevi aspettare me, per parlare con lui!”.
L’uomo era altissimo, aveva una folta barba e capelli trasandati, sembrava un pirata, no!Non poteva esserlo!Aveva qualcosa in più, una specie di charme, che non era proprio charme ma che lo contraddistingueva rispetto all’altro.
Si girò verso Sennar e vide spuntare due occhi color nocciola, arzilli e vivaci, che appena lo videro si rallegrarono.
L’uomo sorrise, ma Rool lo incalzava di nuovo così distolse la sua attenzione da Sennar per farla tornare a Rool.  
Sennar era stanco di tutto questo mistero, doveva prendere la situazione disperata in mano.
“Adesso basta” urlò verso i due litiganti.
“Adesso lei mi spiega, chi è lei?Basta con tutti questi misteri, vi prego, sono stanco” disse esasperato rivolgendosi in particolare all’uomo appena entrato.
L’ultimo arrivato alzò il capo e rivolse a Sennar uno sguardo dispiaciuto pieno di stima “Mi scusi, mio signore!Il mio nome è Adelford, primo ministro della terra del Mare, devoto servitore dell’unico vero Re di questa terra, lei”.

cerrywoman's corner
Ciao a tutti! Rieccomi sono tornata, che ne pensate del nuovo findanzato di Aires ?? E della nuova scoperta di Sennar, nel prossimo capitolo tutto sarà ancora più chiaro!
Ringraziamenti:
Storie seguite: Dianarusso98,Drachen,Dragon410,giulia_colzani_98,lalaloopsy,pinkpunk, The World of Fantasy,Tzulan,_CaptainJackSparrow_,_hunter_
Storie ricordate: The World OF Fantasy
Storie preferite: _CaptainJackSparrow_, Nihaltali99.
Quelli che solo leggono.
Vi ringrazio tutte/i veramente e vi invito a recensire, semplicemente per farmi capire se vi piace come sta andando avanti questa storia, che ormai mi è entrata nel cuore.
Bacioni
cerrywoman

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Capitolo 10
*** Capitolo 10- uno scorcio di passato ***


A Tzulan...

 

Capitolo 10- Uno scorcio di passato

 
“Co..mm..ee?” Sennar non era mai stato così scosso. Pensava di aver udito male le parole di Adelford.
Rool lo guardava con compassione, mista a stupore. Adesso Adelford dovrà rispondere a tutte le domande del ragazzo pensò torvo.
Dal canto suo il primo ministro guardava la situazione, con sollievo; come se un peso fosse stato tolto dalla sua, ormai stanca, schiena.
Rool decise che era il momento di lasciare la stanza, era giusto così. Adelford custodiva il segreto che tanto il mago agognava, quindi era giusto che fosse il primo ministro a svelarglielo.
“Io esco, ciao Sennar” il mago, non lo calcolò neanche, era troppo occupato a macinare, quello che aveva appena udito.
L’unico suono, che risuonò nel suo orecchio, fu il cigolio della porta.
Si sentiva male, non riusciva a credere alle parole del primo ministro, lui un semplice mago, un re. No! Non poteva essere possibile!
Adelford, dal canto suo, si sedette al posto di Rool e accese la pipa, e iniziò a fumare, guardando il ragazzo; ancora perso nei meandri più nascosti.
Iniziò a fumare tranquillamente la pipa.
“Perché?” un flebile voce provenne da Sennar, ancora in trans.
“Perché cosa?” lo imboccò il primo ministro.
“Perché solo adesso so queste cose, mi viene detto tutto questo.” Disse il mago con più sicurezza, come se stesse riemergendo da quell’abisso.
“Ora hai il potere per fermarlo, ora hai il potere per far rinascere questa terra…”
“Sei un mago potente, sei anche molto maturo per assolvere i tuoi compiti” continuò Adelford.
“No!Io non sono per niente maturo!Non posso fare il re, io non so un re!” urlò Sennar.
Adelford si alzò e lo fece sedere, andò vicino ad uno scaffale e ne tirò fuori, una bottiglia di squalo. Colmò due bicchieri e ne porse uno al mago, che trangugiò tutto il liquido in un sol colpo; facendo bruciare la gola.
Non poteva scappare dal suo destino, lui stesso aveva sempre spronato Nihal nel compierlo.
“E se mi stessi raccontando solo fandonie?” azzardò
“Non è vero quello che dici e tu lo sai, hai ricevuto una lettera da tua madre, dico bene?” rispose l’altro.
“Tu come fai a saperlo?!!” chiese Sennar sbalordito.
“Sono stato io a dire a tua mamma di mandarti la lettera, perché come ti ho già detto, ora è il momento di riprenderti ciò che era tuo!”.
Sennar si arrese, non riusciva più a controbattere. Divenne triste, l’unica persona che poteva consolarlo, chi sa, dove era?
“Vuoi ascoltare una storia?” chiese il primo ministro delicatamente.
Il mago fece un accenno di assenso con capo.
“Bene” Adelford, preso un respiro profondo, cominciò a narrare.
 

Correvano tempi felici nella nostra terra a quel tempo. Ma qualcosa turbava il vecchio Re. Lasciare la proprio figlia nelle mani di un mondo che piano piano stava cadendo. A quel tempo la futura regina aveva 18 anni, era una delle ragazze più belle che popolavano il mondo Emerso. Studiava presso un mago della zona, voleva diventare un membro del consiglio. Era il suo sogno!
Un giorno mentre tornava a palazzo, si scontrò con un ragazzo.
La poverina era mortificata per l’accaduto, e cercò di aiutare il leso. Subito incrociò gli occhi chiarissimi di lui. Si innamorò a prima vista.
“Tranquilla!Non c’è nessun problema!” aveva risposto il ragazzo con gentilezza. Aveva capelli color rame e due occhi azzurri che sbucavano da quel viso poco barbuto. Aveva un fisico allenato, tonico e vigoroso. Era bello, ma un bello che lei non aveva mai visto. Non capiva cosa le stesse succedendo.
“State bene? Signorina” chiese il ragazzo.
“Si..Si grazie”
“ Il mio nome è Oritel, il suo?”
“Merion”
Da quel giorno si videro sempre, come due cuori inseparabile, come se nessuno potesse più dividerli.
Poi si scoprì che Oritel era un apprendista cavaliere, uno dei migliori, e avrebbe ricevuto l’investitura a cavaliere nello stesso giorno in cui Merion sarebbe diventata maga.
La principessa andò all’investitura del suo amato. Ma trovò una sorpresa, attaccata a Oritel, una ragazza a lei molto nota.
“Oritel, ti prego, ti prego” si lamentava la gnoma.
“No, non posso!” rispose lui irritato.
“Oritel, che succede?” intervenne Merion.
“Cara, ciao!” il futuro cavaliere si avvicinò alla principessa e le sorrise, irritando profondamente Reis.
“Ah è così, non mi vuoi perché hai già lei!” disse
“Reis, tu hai già Aster che ti ama alla follia, io non posso ricambiare questo tuo sentimento”
A Merion sembrava di aver udito male, ebbe un tuffo al cuore, si accasciò contro Oritel e lo baciò con passione; tutto sotto gli occhi di Reis.
“Io giuro su questo mondo che me la pagherete, veramente”.
Reis urlò, facendo spaventare i due amanti Oritel fece scudo con il suo corpo per difendere Merion, dall’incantesimo che Reis stava per lanciare, mentre la principessa, fruttando la sua magia, lo fermò.
“Vai via” la esortò Merion.
Reis offesa e accecata dalla rabbia se ne andò.
Dopo pochi giorni dall’accaduto la principessa parlò con il vecchio Re e gli presentò Oritel ufficialmente.
“Figlio mio, proteggi sempre questa terra, ma soprattutto il vero cuore pulsante di essa, mia figlia!Ti prego di custodire il suo cuore e il suo amore come un buon Re sa fare!”
Oritel prese alla lettera le parole del Re.
Dopo qualche anno il vecchio Re spirò. Lasciando il posto a Oritel che divenne Re.
A quel epoca io ero il gran Generale all’accademia, e la mia terra natale era proprio quella del mare. Al nuovo Re serviva un primo ministro. Lui scelse me, perché io ero stato maestro in armi di Oritel. Rool era il mio assistente.
La gravidanza della regina non si fece attendere molto. L’anno successivo all’incoronazione, Merion annunciò di essere incinta.
Così nacque tua sorella, Kala. Lì sorse un problema. L’erede, qualcuno seminò del malcontente nei sudditi per via di questo. Poiché la regina non restava, neanche, incinta.
Ma quando tutto sembrava perso, la regina annunciò una nuova gravidanza, e qui che tu nascesti. Tutta la terra del mare era in subbuglio. La felicità contagiava tutti, anche me. Quando ti vidi la prima volta pensai che la felicità poteva durare per sempre perché anche nei momenti tristi, sorridevi sempre. Ma un brutto giorno, i fammin invasero la nostra terra.
Con una furia mai vista spazzarono via tutti villaggi e giunsero qui a Barahar. Tu padre combatte fino alla morte per salvare la sua terra, morì da eroe.
Tua madre lanciò un incantesimo di protezione su tutta la terra, i fammin scomparvero, tutto tornò alla tranquillità, ma la regina era esausta. Qualcuna la colpì alle spalle me lo ricordo bene.
“La mia vendetta è compiuta” rise Reis di gusto.
“Quindi hai creato tutto questo per vendetta?”
“Si, non vedevo l’ora di vederti inginocchiata al mio cospetto” un’ altra risata proruppe.
“Vecchiaccia” esordì. Reis la conoscevo bene, o meglio, conoscevo suo padre, lui era un gran uomo, lei una burina qualunque.
La odiavo, aveva portato solo dolore in tutta questa storia, solo quello e niente altro.
“Adelford, lasciala, il mio tempo è finito!” disse la mia regina.
“Prenditi cura dei miei bambini, cosa che non potrò fare io, per favore!” Spirò.
Così fui io a portarvi dalla mamma che vuoi avete conosciuto.
Girai a me stesso di farvi riprendere ciò che era vostro.


 

“Successivamente il Tiranno pose sul trono un Re fattucchione”.
 
Sennar aveva ascoltato tutto in silenzio, era profondamente scosso.     
Si sentiva così simile a Nihal, già Nihal, chissà dove era?
“Per quanti anni hai tenuto dentro questo segreto ?”chiese dopo interminabili minuti di pausa.
“Troppi anni” rispose.
“Perché non posso lasciare che sia questo Re che governi?” azzardò Sennar.
“Perché!! Tu mi dici perché??! Ha mandato all’aria tutta la nostra terra, ma ora abbiamo un problema molto più grande.”
Sennar trattene un conato di vomito e rispose “Un altro?”
“Ti riguarda anche da vicino”
“E cosa sarebbe??!” chiese, cominciava già a preoccuparsi.
“La tua bella”
“Nihal!” Sennar sobbalzò “Dove è? Come sta? Cosa le hanno fatto?”
“L’hanno rapita”.
Sennar non voleva credere a quello che aveva sentito la sua Nihal era in pericolo. “Chi?”
“Il grande Re fasullo di questa terra”
“Cosa vuole da lei? E come fai a saperlo?”
“L’ho pedinata per circa tre giorni, è una crapa tosta; ha voluto cercarti nell’accampamento di quei soldati e si è fatta catturare! Io l’ho aiutata ma non potevo farmi scoprire, quindi..”
“Quindi hai lasciato che la prendessero e ora è in pericolo!”
“Io non potevo fare molto e poi quello importante sei tu!” ribatte Adelford con furore.
“No! Lei è importante quanto me!”
Sennar si alzò dal tavolo e uscì sbattendo la porta, con un unico pensiero in testa … salvare la sua Nihal.   

cerrywoman's corner
Salve a tutti. Eccoci di nuovo qui.
Che ne pensate delle rivelazione di Adelford ? Riusciranno a salvare Nihal?
Questo capitolo lo dedico ad una mia amica qui su Efp, Tzulan, perché glielo avevo promesso, e la devo mantenere!<3

Ringrazio tantissimo tutti/e quelle che seguono questa storia, che come ho già detto nell scorso capitolo mi è entrata nel cuore..
Quindi vi invito a lasciarmi un commentino...
detto questo
vi lascio stare..
bacione
cerrywoman


 

 
 
 
   
 
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11- Progioniera! ***


 

Capitolo 11- Prigioniera!

Il posto era sudicio, umido e senza alcun tipo di illuminazione. Nihal si risvegliò con un forte dolore alla testa che le impediva ogni minimo movimento. Le tempie le pulsavano, gli occhi erano velati da una patina di stanchezza e debolezza, il respiro era corto.
Le braccia e le gambe le dolevano, a causa della posizione scomoda in cui si trovava: sdraiata a terra con mani e piedi legati assieme.
Se qui furfanti si facessero vivi, lei li avrebbe uccisi tutti. Dopo che l’avevano circondata il comandante le si era messo di spalle e l’aveva colpita, facendole perdere i sensi. Era rinvenuta parecchie volte ma subito gli scagnozzi erano pronti a metterle un fazzolettino davanti alla bocca, sul quale vi era una sostanza con un odore orribile, che le faceva svenire nuovamente.
Ora non riusciva neanche ad orientarsi tanto era confusa.
Provò ad avanzare leggermente col corpo per capire la grandezza del luogo, ma quando qualcosa glielo impedì.
Sentì un rumore metallico: una catena.
Maledizione!
L’avevano legata a qualcosa, un muro presumibilmente, con un catena.
Sentiva i muscoli tesi al massimo e le dolevano.
Si odiava. In questo ultimo periodo era diventata assidua con il suo corpo, infatti doveva essere sempre bello e profumato, infatti capitava a volte che si lavasse anche tre/quattro volte al giorno per la paura dei germi addosso.
E adesso era in quel posto puzzolente, con dolori da tutte le parte, il corpo coperto di ferite e martoriato, le veniva da vomitare.
Un senso di nausea la avvolgeva e un dolore sordo al basso ventre la perseguitava.
In quel momento una luce accecante la invase, costringendola a chiudere gli occhi per non accecarsi.
Avvertì il cigolio di una porta e dei passi che venivano verso di lei. Una capigliatura rossa, spettinata e un sorriso dolce coprirono la sua visuale.
“Sennar” azzardò.
“Quasi” rispose la ragazza, era una voce femminile, molto dolce.
Kala
“Come ti senti?”
“Cosa ci fai qui ? Sennar era venuto a cercare tu madre… oddio mi scoppia la testa!” esclamò la mezzelfo tutto d’un fiato.
“Io sono prigioniera qua dentro da due settimane, mia madre, quella adottiva, da molto di più” Nihal notò che la voce le si incrinò su adottiva “quindi non so dove sia, e sono molto preoccupata anche per mia figlia, speriamo che Faraq l’abbia trovata” proseguì malinconica “dai che ti do una ripulita,  ma prima ti libero!”
“Cosa fai qui?” chiese Nihal guardinga.
“ Mi ha mandato il grande capo, ha detto di pulirti un po’ e di vedere se stavi bene, perché dopo ti vuole vedere!” rispose togliendole le catene e aiutandola ad uscire dalla prigione.
“Dove mi porti?”
“Nella sala accanto, c’è dell’acqua per lavarsi e delle essenze per curare le tue ferite”.
Entrarono nella stanza, era ampia e molto luminosa. Al centro vi era un tavolo, in wenge, un legno scuro ma di facile commercio.
A destra un focolare, sul quale era stata messa una pentola con dell’acqua.
Sul tavolo vi erano un paio di bende e delle erbe, una ciotolina e un cucchiaio per mescolare.
Kala fece sedere la mezzelfo su una sedia, mogano in coordinato con il tavolo e cominciò a pulirle le ferite.
Pizzicava leggermente ma non era insopportabile.
Kala passò l’unguento sull’avambraccio, dove c’era un taglia abbastanza profondo, poi si concentrò sul ventre, dove c’erano alcune strisciate e bruciature, infine passò uno straccetto con essenze di lavanda sul viso della mezzelfo.
Nihal non proferì parola per tutto il tempo della medicazione.  
Fu Kala a instaurare una conversazione.
“Ti senti meglio ?”
“Si, ma non sei preoccupata per tuo fratello?” chiese la mezzelfo in modo risentito.
“No, lui è bravo a ficcarsi nei guai, dopotutto ha sempre giocato a fare l’eroe; però è bravo anche ad uscirne!” aggiunse con un tono di vivacità nella voce.
“Ma come fai a non esserlo? L’unica cosa che vorrei al mondo è vedere se sta bene, darei la vita per questo!”.
“Io semplicemente mi fido di lui, non è qui dentro se ti può consolare!” rispose Kala.
La mezzelfo sospirò di solievo. Almeno non era in questo posto orribile.
Nihal riflette, aveva parlato con una persona che aveva sentito nominare dal suo mago e non si era neanche soffermata e vedere com’era.
Alzò lo sguardo sulla figura. La trovò bellissima. Era un Sennar al femminile. Si vedeva proprio dai lineamenti. Lei aveva lo stesso viso magro di Sennar, la bocca carnosa, il naso leggermente all’insù, il mento sporgente, gli occhi grandi e lo stesso sorriso.
L’unica cosa che gli differenziava erano gli occhi, marroni quelli di Kala e azzurri quelli di Sennar e il colore dei capelli, più rossiccio quello del mago.
Per il resto erano uguali. Era bellissima anche in quell’abito tutto strappato e senza cuciture.
Sensuale e molto femminile. Tutto quello che non era lei.
L’invidia crebbe, ma in senso benevolo.
Kala si piegò per prendere delle erbe secche da un cesto. Solo allora Nihal notò le catene aveva ai piedi.
“Cosa sono quelle?” chiese con foga.
“Sono una prigioniera quindi è questo il trattamento” disse Kala.
“Allora perché non sei in cella?”
“Gli servo più fuori” rispose lei con noncuranza.
In quel momento arrivò il capitano e spalancò la porta.
“La nostra principessina si è svegliata!”.
Si avvicinò a Nihal e la prese per il braccio e destro e la tirò su di peso. Sbattendola a terra.
A Nihal mancò il respiro. Provò  rialzarsi ma un dolore sordo alla schiena glielo impedì. L’omaccio aveva messo un piede sulla sua schiena.
“Stai buonina, non risponderò delle conseguenze!”
“No, lasciala stare” intervenne Kala, venendo verso la mezzelfo e il comandante.
Quest’ultimo sfoderò la spada “Avvicinati e sarà il tuo ultimo passo”.
Kala si fermo.
Il comandante tirò su Nihal di peso e la scaraventò fuori dalla porta.
“Il grande capo vuole vederti!” disse.
Percorsero un corridoio enorme, era cupo e buio. Gli arazzi che coprivano le partire erano lugubri e pieni di polvere. Il soffitto era dipinto di nero, come ha ricordare la bruttezza di quel luogo.
Nihal camminava davanti al soldato, si girò verso di lui e esordì.
“Dove siamo?”
“Come ti permetti di farmi delle domande?!”
Lo schiaffo arrivò improvviso sulla guancia della mezzelfo che assunse un colorito più roseo.
Cadde a terra, ma il comandate la tirò su fino a trascinarla davanti ad una porto più grande delle altre.
Busso un paio di volte e alla fine entrò portandosi dietro anche Nihal.
Entrò in quella stanza molto luminosa. Su un gradino più alto vi era un trono imponente e dietro di esso enormi vetrate illuminavano la stanza.
Per il resto era molto spoglia.
“Chiedo scusa per i modi bruschi di quell’idiota”
Solo allora Nihal si accorse di un uomo seduto sul trono. Esso si alzò e andò verso la mezzelfo.
Indossava una ricca tunica ricamata color prugna. Aveva i capelli castani e gli occhi nocciola e un espressione di scherno sul viso.
“Va sei congedato!” si rivolse al comandante, che senza dire una parola offeso per essere stato chiamato idiota.
“Chi siete?” domandò Nihal solo quando il soldato fu uscito dalla porta.
“Sono Falsch, unico e vero Re di questa terra.” Disse con scherno. “Tu conosci un mago di nome Sennar?”
“Perché lo vuoi sapere?”
“Perché è un mio amico” rispose con un sorrisino tutt’altro che amichevole.
“Non credo proprio che sia amico di gente meschina che gli rapisce la sorella!” urlò Nihal.
“Invece l’ho portata qua per proteggerla!” disse in un tono non troppo sicuro.
“Come? In catene!”
Falsch sorrise le piaceva quella ragazza, aveva fegato da vendere e sembrava proprio che ci tenesse a quel maghetto, ma fino a che punto?
“Ah mi hai scoperto!L’ho portata qui perché mi serve suo fratello!”
“Cosa vuoi da Sennar?” sbottò Nihal visivamente preoccupata.
 “La sua vita”.
 

cerrywoman's corner
Salve a tutti, allora cosa ne pensate del capitolo? Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno messo la storia nelle preferite, seguite, ricordate; tutte le ragazze che recensiscono e i lettori sileziosi. Grazie mille per seguire questa storia che, come ormai vi avrò ripetuto fino all'infinito, mi è entrata nel cuore.
Grazie di cuore a tutti.
Bacio
cerrywoaman

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Capitolo 12
*** Capitolo 12- Il re fasullo ***



Capitolo 12 – Il re fasullo.
 
 



Nihal credeva di aver udito male, perché quell’uomo che neanche conosceva, sembrava conoscere bene lei e Sennar.
Perché l’aveva rapita ? Cosa voleva da lei ? Ma soprattutto, cosa voleva la vita del suo mago ?
La mezzelfo era in piedi, davanti a quell’uomo che non solo le incuteva una certa soggezione, ma anche le causava un certo ribrezzo.
“Dunque, quale legame lega lei e Sennar?” pronunciò il nome del mago con un certo disprezzo.
Nihal non voleva svelare cosa c’era tra lei e il ragazzo,Falsch  non era tenuto a sapere nulla sulle loro vite.
Non doveva varcare la soglia della sua parte più intimano, non doveva neanche sfiorare la sua gioia più grande, non doveva infettare la cosa più pura del mondo, il loro amore.
“Siamo conoscenti, abbiamo studiato magia insieme” rispose vaga lei, distogliendo lo sguardo.
L’uomo la guardò di sottecchi, poi fece un gesto che la mezzelfo non si sarebbe mai aspettata.
Con un movimento fulmineo, agguantò Nihal per il collo, l’alzò verso alto e la picchiò contro il muro.
La mezzelfo non riusciva a respirare, la stretta era troppo forte, portò le mani su quelle di lui, nel vano tentativo di liberarsi.
“Sbagliato!Ti conviene essere sincera, se non vuoi passare dei guai; ripeto la domanda, cosa vi lega ?” sibilò Falsch.
Il bastardo sapeva, sapeva tutto, ma lei non avrebbe mai lasciato trapelare nulla, mai!
“Siamo amici, abbiamo studiato magia insieme” rispose imperterrita.
La morsa si strinse, Nihal tossì, non riusciva a respirare.
“Vedo che non ci siamo capiti! Cosa vi lega?!” urlò il re fasullo.
La morsa ora era strettissima, non riusciva più a sopportarlo, la vista si stava annebbiando…
“Siamo fidanzati” rispose con quel poco fiato che le era rimasto.
Falsch lasciò la prese. Nihal cadde a terra, peso morto, tossendo incondizionatamente; cercando di riprendere fiato.
Dopo un paio di minuti che esso era tornato. La mezzelfo, ora, respirava bene.
Alzò lo sguardo su Falsch e lo guardò con odio represso.
Lui le arrivò vicino e le prese il mento tra il pollice e l’indice.
“Non fare la furba con me, so tutto quello che si può sapere riguardo te e il tuo mago da strapazzo” disse rabbioso.
Nihal avrebbe voluto pestarlo ma le mani legate glielo impedivano, e si sentiva debole come non mai.
Dopo che il re fasullo parlò, lei alzò gli occhi lucidi verso di lui.
“Perché sai tutto di noi!Cosa vuoi da noi?!Perché vuoi la vita di Sennar?!Cosa ti ha fatto?!” biascicò lei tutto d’un fiato.
Falsch la guardò con tenerezza, e questo fece infuriare Nihal.
“Ti va di sentire una storiella divertente?” le chiese.
Detto ciò prese la mezzelfo di peso e la portò su un ottomana, vicino al camino dall’altra parte della stanza, e la sbatte su di essa, in modo rude.
Successivamente prese una sedia e si mise davanti alla ragazza.
Nihal lo guardò con astio, ma lui imperterrito cominciò a narrare :
 
 
Tengo d’occhio, il tuo bel maghetto da quando è entrato nel consiglio. Un giorno ricevetti una lettera da parte del consigliere della Terra del Mare, che un nuovo membro giovanissimo era entrato nel consiglio.
Andai alla sua investitura, semplicemente per curiosità e per dimostrare a tutti gli altri regnanti che era il migliore.
Lo riconobbi subito!Capelli rossi, lisci, lunghi, lineamenti regali, sorriso innocente, fossette poco pronunciate, sguardo allegro. Marion. Si, Marion, la sua vera madre.”
 
 
Nihal sobbalzò, era a conoscenza anche di questo.
 
 
“Sono due gocce d’acqua, se li vedi. Non potevo crederci, non volevo crederci. Dovevo estirparlo, esiliarlo, ucciderlo.
Per mia grande fortuna, ero un buon alleato del tiranno, fornivo draghi azzurri che venivano riconvertiti in neri, per via dei suoi incantesimi malvagi, e sapevo di avere un buona protezione; non che il nostro mago, non sapeva nulla, quindi ero tranquillo e poi i Fammin non possono entrare nella terra del mare.”
 
Nihal riflette: cosa centrava la lettera della madre di Sennar con lui, come faceva a conoscere la vera madre del mago e soprattutto perché ce l’ha tanto con lui.
Falsch intuì il dubbio della mezzelfo.
 
Beh, devi sapere che tutto questo: il castello, le scuderie, la terra del mare è del tuo Sennar.
 
Nihal rimase interdetta a quell’affermazione, Sennar il re della terra del mare, ma in quale film ?!
 
 
“Iniziai a preoccuparmi di più, quando ti accompagnò da Reis. Quella vecchia megera porta un peso così grande che non so se riesca a sopportarlo ancora. Ero preoccupato che l’età le aveva dato alla testa, ma mi sbagliavo. Era sempre vigile e attenta alle cose che l’ha interessavano, e a mantenere oscuri segreti.
Poi nella terra delle rocce, venne catturato dal Tiranno e non solo.” Aggiunse con malizia nelle voce.
 
Nihal era schifata da un personaggio tanto schifoso come lui.
 
 
“Aster non era mai stato d’accordo sul regno, quindi mi preoccupò la cosa, ma per fortuna lui era troppo occupato a contrastarti e non diede peso alla cosa. Ma il problema più grande sorse quando, due anni dopo, quella sguattera della madre adottiva; che tenevo d’occhio da mesi, scrisse una lettera al suo adorato figlio, in cui le rivelò il segreto”
 
Nihal ascoltò senza fiatare, alcune cose non le erano chiare di quel racconto, e poi nella lettera non vi era scritto nulla riguardo la terra del Mare, la troppa paura aveva condizionato questo re fasullo, portandolo ad un ceca ossessione del suo indifeso nemico. Non capiva cosa centrava Reis in tutto questo, e come mai i Fammin non potevano entrare nella terra del Mare, ma soprattutto cosa voleva da lei ?!
La mezzelfo si fece coraggio e domandò:” Reis cosa centra in tutto questo ?”
“beh, è lei che ha ucciso i genitori del tuo mago spocchioso, perché gelosa del loro amore, la notte in cui Aster, sotto suo ordine, aveva attaccato la terra del Mare.”
 
Falsch continuò, dopo questa piccola digressione.
 
“Ora ti chiederai,come mai tu sia qui?”
Nihal annuì, seria.
“Tu sei l’esca perfetta per attirare maghetti dai capelli rossi, e secondo sei unica nel tuo genere!”
 
Nihal non capì l’ultima frase, poiché era ancora ferma alla prima, la rabbia le montava addosso come un fiume in piega.
Falsch intuì tutto e proseguì.
“Io colleziono cose rare, e tu lo sei. Sei l’ultima dei mezzelfo, l’ultima di una razza di cui ora non ne resta neanche l’ombra. Completerò la mia collezione! Diventerai il pezzo più importante.” Rise sadico.
 
Nihal si sentì disgustata. Per lui non era altro che un oggetto di una ipotetica collezioni di “oggetti rari”.
Si alzò in piedi e con quella poca forza che le rimaneva si scaglio contro Falsch.
Ma si fermo solo alcuni millimetri dal suo corpo. Un boato enorme simile ad un’esplosione rimbombo nella sala.
Falsch sorrise.
“Fate chiamare Adelford” urlò.
Nihal ancora scossa per il boato venne presa di peso dal re fasullo che le sussurrò all’orecchio “ La festa comincia”
“Signore Adelford è ancora fuori per quella faccenda dei pirati” disse un soldato appena entrato nella sala.
“Idiota, preparate le armi, andiamo a dare il benvenuto al nostro caro Sennar” sibilò all’orecchio della mezzelfo, la quale aveva, già, gli occhi, colmi di lacrime.
 
Sopresa :

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cerrywoman's corner
Vi ho lasciti di stucco eh? Cosa succederai ?? Che ne dite del racconto di Falsch?
Allora finalmente aggiorno questa Fan Fiction. Lo so è passato un secolo dall'ultima volta e vi chiedo scusa ... in compenso ho fatto un testo un po' più lunghino e come bonus vi ho messo l'immagine che era condidata a impotetica "copertina" della storia ..
Bhe detto questo ringrazio infinitamente tutti quelli che hanno messo la storia nelle seguite, preferite, ricordati. Quelli che recensiscono e tutti quelli che leggono questa storia ... vi ringrazio infinitamente per il vostro sostegno, grazie, grazie, grazie .. ormai lo sto ripedendo da capitolo, ma ci tengo ha rinvangarlo .. questa storia mi è entrata nel cuore ..
Bacione
cerrywoman

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Capitolo 13
*** Capitolo 13- Il piano ***



Capitolo 13- Il piano

Poche ore prima


 
 
“Ah, eccoti qui!” squittì Aires, soddisfatta.
“Ciao Aires” aveva replicato, il mago, il tono triste.
“L’ha salveremo, l’ha salverai!”
“Non ne sono sicuro, andando là scoprirò cose del mio passato, che forse dovrebbero rimanere dove sono, Aires, io non voglio diventare un Re, io non sono un Re, sono un mago e …”
“Un tra i più potenti se non ricordo male !” lo interruppe.
“Potresti fare questi complimenti al tuo Albidash, invece che a me!” disse lui, sorridendo.
“A lui ne faccio fin troppi, e non solo quelli” aggiunse con una nota piccante nella voce. “All’inizio credevo che stare con Albidash, fosse per dimenticare te , non so se comprendi ?” Sennar annuì, imbarazzato “perché alla fine mi sono resa conto che un po’ attratta da te lo ero!Ma ora, come ora sono sicura di amare Albidath, e poi ti non avresti mai ricambiato!”.
Sennar ascoltò in silenzio il discorso dalla piratessa, Aires aveva ragione, lui non avrebbe mai potuto ricambiarla, non avrebbe mai potuto guardarla come guarda Nihal, non avrebbe mai potuto guardare quei capelli neri e trovarli belli e vellutati come quelli blu, non avrebbe mai potuto trovare affascinanti quegli occhi scuri come quelli viola.
Il flusso di pensieri di Sennar fu interrotto da dei passi, pesanti. La terra si muoveva in modo ritmico.
“Ho studiato un piano, ti interessa o preferisci stare qui come un calamaro di mare a far niente tutto il giorno?!” fu Adelford a parlare, l’uomo che credeva in lui, l’uomo gli aveva raccontato del suo passato.
“E che piano sarebbe?” chiese il mago.
“Vieni dentro e lo scoprirai!”.
Adelford non era di certo uno stupido e come primo ministro della terra del Mare, era veramente scaltro e per i suoi ideali avrebbe anche devastato un mondo intero.
Sennar ne ammirava la caparbietà e la sfrontatezza, con lui non c’erano troppi giri di parole o moine inutili, lui era schietto e non ammetteva repliche.
Sennar osservò il tavolo. Su di esso vi era un modellino  in legno.
“Sei sicuro che funzionerà?” aveva ribadito Rool per l’ennesima volta.
Abelford lo trucidò con lo sguardo e si rivolse a Sennar che intanto guardava il modellino incuriosito.
Rool porse ad Adelford dei piccoli personaggi intagliati nel legno,  che rappresentavano lui, Sennar, Nihal e il re fasullo.
“Allora” esordì Adelford “entreremo della cucine, ho una persona che ci  aiuterà di sicuro, lì scateneremo un esplosione che metterà in allerta il nostro Falsch, poi lo fronteggeremo corpo a corpo.” Concluse il primo ministro con un sorriso soddisfatto.
Sennar era perplesso, invece, c’erano molto tasselli che non quadravano nel suo piano, come avrebbero dovuto fronteggiare il re fasullo?Era un cavaliere o un mago?E Nihal, la cosa a cui lui premeva di più?
“Come fronteggeremo Falsch?” chiese a quel punto il mago, per chiarire tutti i suoi dubbi.
“Falsh è sostanzialmente un idiota, no sa usare una spada tanto meno la magia, usa i ricatti per ottenere quello che vuole e le minacce con i più deboli” rispose Adelford indignato.
“Andrò solo io da lui!” esclamò Sennar in tono duro e severo. Le parole di Adelford avevano risvegliato in lui il senso di giustizia che lo aveva spinto a diventare un eroe, lui aveva rapito la sua Nihal solo per il puro scopo di stanare lui e prima di lei sua mamma e sua sorella; con la mezzelfo,quel verme, ha giocato la sua ultima carta per provocarlo e aveva centrato in pieno.
“No, non lo posso permettere, è troppo prezioso! Mai la lascerai andare in contro ad un bastardo simile, poi lei è il Re” aveva urlato il primo ministro con tutto il fiato che aveva in corpo. Rool si era accigliato.
“Dammi del tu, Adelford te ne prego!Lui mi odia, lui vuole me, come hai detto tu stesso, non ha un modo di difendersi se non la minaccia; pensa se mi vedesse davanti a lui, impazzirebbe e tutto il suo autocontrollo farebbe una brutta fine, lo provocherò, intanto Rool e i pirati mi proteggeranno le spalle, affrontando i suoi scagnozzi.” Aveva risposto pacatamente il mago.
“Comunque io non sono d’accordo” replicò il primo ministro.
“Adelford, tu non capisci, lui ha la mia compagna, ha la donna che mi ha cresciuto e ha mia sorella, non posso tirarmi indietro e poi non voglio che la tua copertura salti!”
“Ma Sennar io ..” balbettò Adelford.
“Niente ma primo ministro, è un ordine e deve eseguirlo!” rispose il mago in tono fermo ma gentile. Rool ne fu compiaciuto, quel ragazzo aveva veramente la stoffa del Re.
“Partiremo domani mattina presto” decretò Adelford e detto questo si congedò.
“Capiscilo, ti ha cercato per così tanto tempo!” disse Rool.
“Già” aveva replicato il mago.
 
 
 
 
La sera era calata avvolgente sulla terra del Mare. I pirati cenavano allegramente con zuppa di pesce e rum. Un abbinamento un po’ strano.
Solo Adelford non riusciva a condividere l’allegria di quel momento, infatti non si era nemmeno recato nella sala grande a cenare.
Sennar lo andò a cercare e lo trovò chino su delle mappe nel suo studio.
“Ti ho portato della zuppa di pesce” disse il mago.
“Grazie mille, non si..ti dovevi disturbare!” aveva replicato lui.
“Cosa consulti?” chiese spiccio Sennar.
“Sono le planimetrie del castello, le ho rubate a quel idiota e non se né ancora accorto, robe da matti!” aveva replicato il primo ministro.
Sennar sapeva che stava nascondendo qualcosa, dietro quella frase detta velocemente e senza alcun senso logico.
“Adelford, dimmi la verità, c’è qualcosa che non va?”
“Certo!Come faccio a essere tranquillo a saperti da solo, nel castello con gli scagnozzi di Falsch alle costole, non posso permetterlo, non voglio permetterlo!”
“Andrà tutto bene!”
“Baggianate, frasi da manuale scritto da un altro idiota!”
Adelford era veramente buffo quando si infervorava …
Agitava le mani in modo compulsivo, e senza potersi arrestare, tirava calci a sedie e tavoli, poveri oggetti che ostruivano il suo ingombrante passaggio.
“Adelford” chiamò il mago con fermezza prendendo le mani enormi del primo ministro “non devi preoccuparti, salverò Nihal e poi io e lei ce ne andremo e tutto sarà come prima!”
“No! Vedi che non hai capito! Io non voglio che tutto torni come prima, voglio che tu diventi Re!”
Adelford capì che doveva giocare la sua ultima carta.
“Vieni con me ti devo mostrare una cosa!”
Il primo ministro portò il mago in una piazzetta poco lontano dal porto e poi presero una via stretta e lunga, come un budello ligure, dove piovevano lenzuola e l’aria profumava di bucata. Alla fine di questa via vi era una specie di costruzione imponente e maestosa che si ergeva su una collina.
“Quello che vedi è il castello!Ma non andremo li, vieni!”
Sennar si sforzò di camminare dietro a il primo ministro senza inciampare, purtroppo aveva dovuto mettersi il mantello, per una questione di precauzione. Lui non lo aveva portato con sé, e così Adelford dovette prestargli il suo. Solo che il primo ministro era alto il doppio del mago e largo allo stesso modo, quindi il mantello risultava enorme.
Passarono attraverso un canale della fognatura, e si ritrovarono in un atrio ampio. Adelford aprì una porta e la scena che vide Sennar non fu una delle migliori. Vi erano bambini che piangevano, mamme disperate, uomini affranti. Tutto questo nel lerciume più totale.
“Chi sono?” la sua voce fu un sussurro.
“Sono quelli che non possono pagare le tasse, devono vivere così, come animali, solo perché hanno perso il lavoro o hanno saltato una rata. Gli ha confiscato tutto quel bastardo, solo il cuore e i vestiti che hanno addosso gli ha lasciato” Adelford guardò il mago che annuì “Si, Adelford sarò un re!”
 
 
I preparativi cominciarono all’alba. Rool istruì i suoi pirati sul da farsi. All’imboscata parteciparono anche Albidash e Aires tutti e due vogliosi di deporre questo Re fasullo.
E poi Albidash e Sennar sarebbero stati sempre in contatto,tramite la magia, così amministrare i pirati sarebbe stato più semplice.
Comunicò il piano di Adelford e diede loro le armi.
Partirono i fretta e furia, come uno sciame di Api.
Salirono la collina e ogni volta che incontravano una guardia, Sennar usava la sua magia per renderla inoffensiva, senza ucciderla.
Lui stesso aveva affermato che oggi nessuno doveva morire, nemmeno il re fasullo, perché lui non voleva portare morte, ma pace.
Sempre avvolto nel suo mantello Sennar arrivò assieme ad Adelford nelle cucine, il primo ministro aprì una porta, ma subito dopo venne colpito da un oggetto piatto che gli fece sanguinare il naso.
“Adelford!!Dovevi portami a cena, ieri sera, razza di mascalzone che non sei altro!”
A parlare fu una donna di mezza età, grassottella con un viso paffuto e con due bracciotte in carne. I capelli erano ramati, con qualche ciocca grigia, acconciati alla meglio in una crocchia. Gli occhi erano castani, ridotti a due fessure che puntavano contro il primo ministro. Indossava una abito grezzo e un grembiule tutto macchiato.
“Cettina, ti chiedo scusa, ma mi ero completamente dimenticato, però non mi meritavo una padellata! Dai” fece due occhi che avrebbero persino commosso un condor.
“No! Sono due settimane che rimandi questa cosa! E poi tu che ci fai qui?Non dovevi occuparti dei pirati!”
“SHHH, Cettina, per carità, se ti sentissero!”
“Già non ci avevo pensato, scusa!” singhiozzò la donna.
Sennar osservava la scena da sotto il mantello, divertito.
“Adelford, non sai, quel mascalzone ha rapito la compagna, Nihal, la ragazza di Sennar, e la vuole per la sua collezione!”
Sennar si irrigidì, collezione?
“Sei riuscito a trovarlo? Dei, spero di si, ma chi è il tizio con te?”
Adelford sorrise, diede l’ok al mago di calarsi il mantello.
Quello che si manifestò a Cettina,fu come un miraggio… capelli rossi, occhi azzurri, quasi bianchi … il Re.
La donna corse incontro a Sennar e lo abbracciò.
“Finalmente dopo tanto tempo!” le scesero alcune lacrime di gioia.
 Sennar sorrise “Cettina, mi dica, cosa è questa collezione?”
“Oggetti preziosi che quel bastardo ha rubato, unici e rari,”
Già, l’ultimo mezzelfo pensò il mago.
“E’ meglio che mi sbrighi, Adelford resta qui con Cettina! Ma prima indicami la via”
Cettina spiegò dove si trovava la sala del trono e diede a Sennar anche delle scorciatoie per evitare le guardie, il mago ringraziò e si diresse verso la sala del trono.
“Lo lascia andare da solo” esortò Cettina.
“Si, è un grande Re!”
 
Quando il mago arrivò sulla soglia delle scale mandò un messaggio al ex consigliere della terra del fuoco
 
 
Albidash, fate scattare adesso gli espolsivi!
 
Ricevuto
 
 
Un boato enorme avvolse tutto il castello. Le urla di panico si riversarono in tutte le stanza, in ogni angolo.
Si sentivano le urla di Falsch sovrastare le altre …
 
“Andiamo a dare il benvenuto al nostro caro Sennar!”
 
 
 
Si, ora a noi due… bastardo.




Adelford:
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cerrywoman's corner
Salve a tutti! Bene dai sono riuscita ad aggiornare solo in una settimana. allora che ne pensate ?? come si evolverà la situazione ?
Vi lascio anche l'immagine di Adelford, o meglio il personaggio che secondo me può interpretarlo .. assomiglia un tantino ad Hagrid no??
Ringrazio infininitamente come sempre tutti quelli che hanno messo la storia nelle preferite, seguite e ricordarte.. un abbraccio enome a tutti i recensiori e un ringraziamento speciale anche ai lettori silenziosi ...
Grazie di cuore a tutti per sostenermi sempre .. grazie, grazie, grazie .... ormai questa ff mi è entrata nel cuore e non se ne andrà tanto facilmente ....
Grazie ancora di tutto
Bacione
cerrywoman

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Capitolo 14
*** Capitolo 14- Lo scontro ***


 

Capitolo 14 – lo scontro


 
Era stato semplice! Troppo! Pensò Rool.
Avevano messo ko le guardia dell’ingresso. Era composta semplicemente da un veterano, che aveva dato filo da torcere ai pirati, ma alla fine era caduto e un bambinetto che appena aveva sentito pronunciare la parola “pirata”, era scappato, gambe all’aria, come un principiante.
Erano entrati nella sala principale. Le guardie erano solo cinque, uno posta ad ogni porta che conduceva all’interno del castello.
Rool e Aires trovarono pane per i loro denti!Infatti il capitano, aveva ordinato ai suoi pirati e all’”amato” genero di stare indietro e di lasciarlo divertire con sua figlia.
Aires era estasiata, quella era la sua vita! Altro che opere di beneficenza! Beh per dirla tutta, anche questa era un opera di “beneficenza”.
La piratessa entrò nella sala grande per prima.
“Signori! Vi va di balla?!” aveva mormorato con malizia.
Subito i soldati sgranarono gli occhi, e si diressero verso l’oggetto del loro desiderio: Aires!
A quel punto la piratessa sfoderò la spada e colpì la sua prima preda. Rool comparve, come per magia, da dietro la figlia e colpì la seconda.
Con un movimento felpato e leggero Aires tagliò la gola alla terza. Rool trafisse la quarta e, infine, Aires tramortì la quinta.
Il tutto avvenne in modo furtivo e senza che nessuno se ne accorgesse.
La sala principale era silenzio.
I pirati cominciarono ad entrare come una mandria.
Albidash si diresse verso la sua amata.
“Stai bene?” chiese titubante.
“Si, tesoro!” rispose lei, tranquilla. Poi si alzò sulle punte fino a raggiungere le labbra del mago e lo baciò con trasporto.
Tutti i pirati guardarono la scena estasiati, tutti tranne Rool che non esitò a commentare. “Fra un po’ me la soffochi!” “Ma Papà!” rispose Aires, staccandosi da Albidash. Il mago sorrise, aveva ottenuto quello che voleva, che si staccasse da sua figlia.
La scena venne rovinata, oltre che dal capitano, anche da un rumore sordo. Qualcuno aveva fatto cadere una preziosa armatura.
Rool si girò e vide Artos e Portos che litigavano, dandosi a colpa a vicenda.
“Sei stato tu!”
“No, tu!”
“No, tu!”
“No, tu”
“No ..”
“Basta! Finitela, razza di topi di fogna!”
I due gemelli si misero sull’attenti: il capitano aveva parlato!
“Sparpagliatevi e cercate dei punti buoni per le bombe!” ordinò Rool.
“Albidash! Stai attento a quando Sennar ci manda il segnale, maghetto!” disse, ancora, il capitano con gelosia paterna nella voce.
Non bastarono quelle parole che Albidash richiamò con lo sguardo Rool, il quale annuì, deciso.
Albidash andò al centro della sala. Tutti i pirati, compresa Aires, si diressero verso i lati della sala.
Il mago pronunciò una formula magica e un boato di impadronì dell’aria.
Fuoco, solo quello, ma magico che un bravo mago sa controllare, Albidash.
Urla e spavento si manifestarono nelle sale del palazzo. Fiumi di soldati arrivavano da ogni parte e si ammassavano nella sala.
Comincia il divertimento pensò Rool.
 
Sennar salvala …
 
 
 
              * * *
 
 
 
Sennar salì la scala principale. Il castello era in subbuglio. Le guardie si erano tutte precipitate nel luogo dell’esplosione, come uno stormo di uccelli che seguono rumori ben distinti.
L’ escamotage della bomba era servito molto, l’ idea era stata tutta di Adelford. Il mago era orgoglioso del suo primo ministro. 
Percorse il corridoio deserto, dirigendosi verso la stanza che Adelford gli aveva indicato come stanza del re fasullo.
Sennar indugiò davanti alla porta.
Dopo un paio di secondi la porta si aprì.
Mi stava aspettando pensò il mago.
Entrò senza esitare, Nihal era sua prigioniera!
La stanza era avvolta nel buio più assoluto. Né candele né lampade ad olio erano state accese.
Sennar evocò un piccolo fuoco magico. Il lampo azzurro illuminò la stanza e disegno la sagoma di un uomo seduto su un imponente sedia che sogghignava.
Il mago sorrise, eccolo!
“Ti do il benvenuto nella mia umile dimora, mago!” esordì Falsch con acidità mal repressa.
“Dov’è Nihal? Cosa le hai fatto?” ringhiò il mago con rabbia.
“Non preoccuparti per lei, preoccupati per te!”
In quel momento la sala venne illuminata, da una serie di candele poste sulle pareti dell’intera stanza. Una luce accecante colpì Sennar negli occhi, impedendogli di vedere.
Quando i suoi occhi si furono abituati il mago vide che il re fasullo aveva intrappolata tra le sue grinfie qualcosa. Una ragazza. Sennar sgranò gli occhi e subito chiamò il nome della sua amata, ma non ci fu risposta.
Il mago doveva reagire, doveva salvare Nihal!
Scagliò un raggio blu verso il fulcro dalla luce e ruppe il meccanismo che la innescava.
Così poté vedere, bene, cosa stesse architettando Falsch.
La rabbia appena vide la scena gli montò come un cavallo al galoppo.
Nihal era imbavagliata e aveva le mani legate e quel bifolco le puntava un coltello alla gola.
“Lasciala, razza di miserabile! Lei non centra, sono io quello che vuoi o no?”
“Già, ma dopotutto perché sprecare una tal occasione, di prendere due piccioni con un fava!”
Sennar voltò il capo fino ad incrociare lo sguardo preoccupato della mezzelfo. Le regalò un sorriso rassicurante e lei lo guardò con dolcezza.
Falsch se ne accorse, così in un impeto di rabbia strappò il bavaglio a Nihal.
“Ecco così parlerete l’ultima volta!” disse soddisfatto.
“Amore mio, va via non rischiare, sei importante per questa terra!” gridò Nihal tutto d’un fiato verso il mago.
“Mai, sono disposto a rinunciare alla corona se è per te!”
“No, questo no, mi procureresti solo altro dolore!”
“Nihal non fare come il tuo primo combattimento in arena!”
Nihal decifrò le parole del mago, appena lui le dava un segnale, lei doveva disarcionare Falsch e correre da lui!
“Basta, cosa sono questi discorsi senza senso!”
Il re fasullo passò al mago una scatoletta. Sennar la aprì e vi trovò dentro delle erbe. Apparentemente innocue, ma con un grande segreto.
“Queste erbe me le ha date la tua adorata Reis, dice che ti uccidono lentamente! O tu ne prendi una e poi ti sgozzo o vedrai la tua bella stramazzare al suolo!”.
Adelford aveva ragione, quell’ipocrita usava minacce e inganni per difendersi. 
Un vigliacco, niente e d’altro!
Sennar prese delicatamente la scatoletta, la aprì e mise un erba alla bocca.
Quello era il segnale. Nihal con un momento fulmineo si disarcionò da Falsch, gli morse la mano più forte che poté, il coltello cadde a terra. Nihal corse verso il mago e venne catturata dalle sue braccia.
“Nihal stai bene?”
“Ora che sono qui con te, si!”
E successivamente gli diede un leggere bacio a fior di labbra.
“Dobbiamo andare!” la esortò Sennar.
“Si!”
Falsch si alzò all’improvviso e con un gesto rapido prese il coltello e lo lanciò nella direzione di Nihal. Non poteva evitarlo, sembrava stregato.
“Una piccola magia” chiarì il re fasullo, anticipando la ragazza.
La mezzelfo si sentì spacciata e chiuse gli occhi.
Ma il coltello non arrivò mai a sfiorare la pelle candida della ragazza. Qualcosa o qualcuno lo fermò prima.
“Noo!” Nihal urlò con tutta la forza che aveva in corpo.
Il pugnale si era conficcato nel fianco di Sennar e il mago era a terra con la ferita sanguinante.
“No, amore mio, no!”
Le lacrime salirono impetuose. Falsch sogghignò “ Ve lo avevo detto che non sareste usciti vivi da qui!”

cerrywoman's corner.
Eccomi qui! Bene, allora cosa ne pensate del capitolo? Come si risolverà tutto questo ?
Ringrazio sempre infinitamente tutti i lettori che hanno messo la storia nelle preferite, seguite e ricordate; i lettori che recensiscono e quelli silenzioni, che siete veramente tanti ....
Grazie di cuore per l'affetto e per sostenermi sempre .. ormai la storia e tutti voi mi siete entrati nel cuore.
Un grosso bacio
cerrywoman

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 - La fuga ***



Capitolo 15 – la Fuga

 


 

La vista si annebbiava, il fianco pulsava, il sangue colava.

Sennar afferrò il pugnale, conficcato nel suo fianco.

Appena lo mosse, un dolore lancinante che lo lascio senza fiato.

Un urlo straziante uscì dalla sua bocca. Il dolore era lancinante. Dolore che provò solo quando una lancia gli spezzò l’osso di una gamba.

La testa doleva parecchio. Il tatto si faceva sempre meno sensibile. Ma la sua pelle riuscì ancora a percepire, il tocco caldo di una mano posatasi sul suo petto, per aiutarlo a non cadere.

“Sennar, Sennar come va?” chiese disperata la mezzelfo, prendendo tra le mani il volto del mago.

“Nihal…” riuscì solo a dire, la figura della ragazza era sfocata, faceva fatica a chiudere gli occhi.

“Amore mio, non parlare, stai tranquillo e guardami sempre!” disse Nihal dando istruzioni al mago.

Una risata maligna irrorò la sala, facendo rimbombare le pareti massicce e facendo tintinnare, qualsiasi oggetto fatto di vetro presente nella stanza.

Falsch avanzò verso i due ragazzi, con un passo veloce e schiacciando i piedi, per bene, per terra.

Nihal adagiò delicatamente il mago sul pavimento e si mise in mezzo tra Sennar e il re fasullo.

“Levati!” ordinò, gelido, Falsch.

“No, mai!”

“Non posso torcerti neanche un capello!Non potrei mai rischiare di imbruttire la mia collezione, con una mezzelfo tutto sciupata!” disse cinico.

“Io non sono un oggetto che si collezione! E dovrai torcermi tutti i capelli del mondo perché su di lui non passerai mai!”  

Falsch rise, di gusto. Nihal corrugò fortemente la fronte e si irrigidì sulle ginocchia, come una leonessa pronta alla carica.

“Nihal” la mezzelfo sentì una voce soffocata che la chiamava da dietro.

Sennar era in piedi con una mando sul fianco ferito. Il sangue colava impetuose e imbrattava i vestiti. Presto sulla tunica morbida dal mago spuntò una chiazza rossatra che raggiunse anche i pantaloni grigi.

Faticava a stare in piedi.

Nihal lo raggiunse. “Non devi fare sforzi, stai seduto!” disse la ragazza dolcemente, prendendo sotto braccio il mago, dalla parte non malata.

Falsch guardò con scherno i due ragazzi.

“Presto morirai! Se presto la ferita non verrà curata! Morirai dissanguato! E finalmente non ci saranno più problemi. Io rimarrò sul trono e tutti i problemi saranno risolti!”

“No! Non morirà lui ce l’ha farà, e poi calcolatore da strapazzo, hai dimenticato Kala?!” lo provocò Nihal, perché Sennar non aveva nemmeno la forza di parlare.

Falsch rise “Lei è una donna! E solo gli uomini ereditano il trono!”

La mezzelfo si sentì punta sul vivo, un altro Raven.

“Il trono, lo puoi pure tenere, se è quello che vuoi. Io sono venuto solo a riprendere Nihal. Io, non voglio il potere!” disse il mago tutto d’un fiato.

“No, Sennar, questo uomo non merita niente!Devi vedere, come tratta le persone! L’unica cosa che merita è di cadere in un buco profondo!” si irrigidì Nihal a sentire le parole di Sennar.

Il mago guardò vago la mezzelfo, non riusciva più a metterla a fuoco.

“Amore mio, guardami, ti prego, no non chiudere gli occhi!”

Troppo tardi, il mago aveva già chiuso gli occhi e il respiro si era fatto ancora più faticoso …

“Siete finiti” disse Falsch

 

 

                                  ***

 

 

“Ahh”

“Questo era l’ultimo” esordì Rool, tutto soddisfatto.

“Maghetto, sei ancora tutto intero?!” chiese in tono provocatorio ad Albidash, il quale annui poco convinto.

La scarica era stata potentissima e lui aveva perso, la gran parte dei suoi poteri, e così si trovava senza forze.

A consolarlo, però giunse Aires, che gli schioccò un bel bacio a fior di labbra e nel mentre guardava divertita l’espressione del padre che sembrava sul punto di esplodere dalla gelosia.

“Adesso dobbiamo raggiungere Sennar?” chiese Artos.

“Se il guru della magia si stacca da mia figlia, è nei miei programmi!”

I due ragazzi si staccarono.

I pirati cominciarono a defluire verso i corridoi del castello. Rool dava ordini a destra e manca per indirizzare i pirati.

Appena Albidash prese la via insieme ad Aires, lui parlò
“No, no bello mio! Tu vai ad avvisare Adelford e io andrò con Aires!” sentenziò tutto soddisfatto.

  “E poi saresti inutile visto che non hai più magia a disposizione!” detto ciò si allontanò con un sorriso beffardo stampato in volto.

Albidash non replico, tanto sarebbe stato inutile, con Rool era un battaglia persa a prescindere.

Così si avviò verso le cucine, dove era sicuro di trovare il primo ministro.

 Il pirata e la figlia salirono le scale che portavano alla via principale, deserta.

Tutti i servi erano stati portati nelle cucine, così che non si fosse sparso sangue innocente.

Varcarono tutte le porte finché non arrivarono a quella desiderata.

Ma prima che aprissero la porta una risata malefica, proveniente da dentro essa, gelò loro il sangue.

 

                                  ***

 

“Non sono tranquillo!” dichiarò Adelford, dopo aver bevuto l’ennesimo bicchiere di rum, che Cettina gli aveva servito.

“Via, piantala Adelford, sono due ore che continui a lamentarti come una pentola di fagioli e l’unica cosa buona, si fa per dire, che hai fatto, è scolati un intera bottiglia di rum!” lo rimproverò la donna.

“Hai ragione, dovrei essere con lui invece che qui!” detto questo si alzò, ma una mano fermò il suo braccio.

“No!” esordì il ragazzo.

Era Albidash

“Lui, non vorrebbe che il re fasullo scoprisse del tuo tradimento, e credo di parlare anche a nome suo, dicendo che è meglio che tu stia qui!”

Adelford abbassò il capo.

“Ora prepariamoci stanno per arrivare!”

“Si” rispose il primo ministro.

 

                                 ***

“Siete finiti”

“Beh questo è tutto da vedere!”

Una voce da dietro le spalle dei due giovani, Rool nella sua più totale euforia, per essere arrivato nel momento giusto.

Ma il sorriso gli si spense sul volto quando vide una pozza di sangue e Sennar svenuto.

“Nihal!” chiamò Aires che la raggiunse aiutando a prendere sotto braccio il mago.

“No! Voi non ve ne andate basta!!” urlò Falsch fuori di sé “Io vi fermerò!”

“Certo e con quale esercito ?!” aggiunse il capitano, mostrandogli i suoi bei pirati.

Nihal e Aires portarono fuori Sennar, il quale perdeva ancora molto sangue.

Rool e gli altri pirati andarono al suo seguito, sempre puntandogli le armi addosso.

“Me la pagherete, me la pagherete tutti!”  



cerrywoma's corner 
Salve a tutti! Si, sono tornata! Allora che ne pensate del capitolo? Dai se vi va fatemelo sapere! 
Ringrazio infinitamente tutti i lettori che hanno messo la storia nelle preferite, seguite e ricordate, di cuore quelli che recensisco e non meno importati i lettori sileziosi, che siete veramente tanti, dio il primo capitolo è stato letto da più di 1000 persona ... Grazie, grazie infinitamente per tutto, veramente .. grazie .., come ripeto ormai da un sacco di tempo, questa storia mi è entrata nel cuore!
un bacione e alla prossima 
cerrywoman

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Capitolo 16
*** Capitolo 16- Convalescenza ***



Capitolo 16 – Convalescenza.
 


 

 

Kala finì di sistemare alcune pezze pulite in alcuni cassetti, quando un boato aveva scosso la terra. Pensava di essere sul punto di morire. Il suo unico pensiero fu per la sua piccola, Man, strappatagli solo per controversie politiche di cui lei non sapeva nemmeno la ragione.

Una voce rassicurante la ridestò dai suoi bui pensieri. Dolce calda e avvolgente.

“Kala, corriamo, dobbiamo andare!”

Nel campo visivo della rossa si materializzò una chioma grigia e due occhi, verdi limpidi.

“Mamma, sei..sei tu?” chiese confusa lei.

“Si tesoro, ora andiamo, dobbiamo raggiungere le cucine!”

“Perché?”

“Cettina, ha detto che si deve fare così, tutti servitori sono diretti lì, forza, andiamo!”

Kala ritrovò tutta l’energia persa e si avviò al seguito della madre.

 

                                 ***

 

 

 

 

Adelford continuava a misurare a falcate il pavimento della cucina.

“Per l’amor del cielo Adelford, calmati!”

Cettina ammonì il primo ministro con tone seccante ma con una nota di comprensione nella voce.

“Dovrebbero essere qui a momenti, ormai sono passate più di tre ore, e il termine stabilito era che se non si fossero presentati allo scoccare della terza ora, sarei andato ad aiutarli! Nessuna notizia da te, mago ?”

Albidash alzò il capo. Era in piedi in un cantone con una gamba sollevata e il piede appoggiato al muro, anche lui in attesa.

“No, non ho ricevuto nulla!”

Il primo ministro trangugiò un altro bicchiere di rum.” Cettina, qui ci vuole uno squalo!”

“Te lo prendo, ubriaco!” a mala voglia la donna si alzò e gli porse un bicchiere di liquido violaceo che bevve a goccia.

“Se bevi così, non so che fegato di ritroverai!”.

Dei rumori di schioppi si cominciarono a sentire, vociare continuo e urla di disapprovazione.

Aldelford si alzò in piedi, sull’attenti. Appena vide Rupert il boscaiolo, ricadde seccato sulla sedia.

“Gli ordinato io di venire qui, così non rischiavano di venire attaccati dai pirati!” chiarì Cettina.

“Pirati qua dentro!!”

“No, non c’è più di religione!”

“Gli dei ci fulmineranno!”

“Fulmineranno te se non la pianti di dire fesserie!” intervenne il primo ministro.

Un caos irrefrenabile si impadronì della cucina. Contestazione, insulti, pugni, calci.

Nel mezzo vi erano anche Kala e la madre adottiva di Sennar, che cercavano inutilmente il figlio e il fratello.

L’unico che non sembrava partecipare era Albidash, in attesa ancora del messaggio che lui attendeva da diversi minuti.

L’urlo del mago spaventò i presenti.

“Basta!”

Albidash stava ritto in piedi e non batteva ciglio.

“Sono passate più di tre ore e Sennar non mi ha ancora detto nulla! E poi lo sento debole!”

“In che senso debole?” Albidash non voleva rispondere, sembrava quasi che la fiamma magica di Sennar si stesse piano piano spegnendo.

Un urlo che proveniva dall’esterno delle cugine ridestò il mago.

“Correte Albidash, Adelford!” era Artos.

“Che succede ?” sbottò il primo ministro.

“Eh.. si .. forse .. non lo so!”

“Artos!”
“Si, Sennar è .. ferito e anche in modo grave!”

Aldeford gelò.

 

                          ***

 

I corridoi sembravano che non  finissero mai.

Nihal teneva il mago svenuto sotto braccio continua a chiamarlo per nome, ma non vi era nessuna risposta.

Aveva perso molto sangue e dalla ferita ne colava ancora.

Aires teneva il mago dalla parte non ferita e camminava assieme a Nihal davanti al gruppo dei pirati.

“Artos!” urlò Rool ad un certo punto.

“Si..signore!” si fece avanti.

“Vai ad avvertire Adelford che stiamo per arrivare e che … Sennar è ferito e ha bisogno ci cure!”

“Si!Signore!”

Rool non voleva immaginarsi proprio la faccia di Adelford quando saprà questa notizia. Era quasi contento di averci mandato Artos, una sfuriata in meno con lui.

Si volto richiamato da una voce affaticata.

Sennar era rinvenuto.

“Non parlare, sprechi energie!” lo ammoniva dolcemente Nihal.

Un vociare prolungato portò l’attenzione di Rool e del suo equipaggio, verso le cucine.

Il vociare era inteso. Un urlo fulmineo ruppe tutto il silenzio. Davanti al suo campo visivo Rool vide un Adelford più arrabbiato che mai.

Non se ne importò assolutamente del pirata e accorse dal mago.

“Sennar, o santi Dei, è tutta colpa mia!”

“No, Adelford è mia dovevo ascoltare il tuo consiglio!” intervenne Nihal rammaricata più che mai e sfiorando il viso del mago.

“Dobbiamo portarlo fuori di qui!” disse Aires.

“Passiamo per le cucine!”

Aldeford si caricò in braccio il mago e condusse tutti nelle cucine, dove vigeva ancora un putiferio assurdo.

La madre adottiva di Sennar si precipitò verso il figlio esanime tra le braccia di Adelford.

“Dopo!” disse dolcemente il primo ministro.

“Dove lo portiamo?” chiese Rool.

“Alla baia dei cristalli!” rispose Adelford.

“Alla residenza estiva?Ma non è pericoloso!” intervenne Cettina.

“No! Quel viscido mostro ha già setacciato quel luogo da cima a fondo e non credo che ci voglia ritornare!”

“Posso venire anche io?” chiese Cettina.

“No! Voi non dovente correre rischi!” disse rivolto, anche a tutti gli altri domestici.

“Solo Kala e sua mamma, verranno con noi!” aggiunse poi.

Cettina si avvicinò ad Adelford e chiese “ Il mio invito a cena?” “Sarà per un’altra volta, che ne dici?” “Sembra disponibile, primo ministro!”

I pirati cominciarono a scemare piano piano.

In coda vi erano Adelford con Sennar e Nihal.

“Ho già avvertito un dottore, mio amico,si occuperà di tutto lui! Tu e Sennar sua mamma e Kala cominciate ad andare alla baia, i pirati vi raggiungeranno là, a tempo debito!”

“No, voglio andare da mia figlia, seguirò i pirati!” intervenne Kala.

“Rool?” si rivolse al capitano il primo ministro.

“Per me va bene!”

“Vi porterà Albidash!”

Aldelford pose delicatamente a terra Sennar, Nihal si affettò subito ad abbracciarlo.

Albidash si avvicinò all’amico, alla mezzelfo e alla donna, madre adottiva dell’amico.

Pronunciò una litania lenta ma solenne e lui e i suoi amici scomparvero.

“Perché hai fatto anche andare Albidash con loro?” chiese Aires

“Diciamo che era l’unico modo per trasportare Sennar e poi tuo padre mi ha sollecitato molto!” aggiunse con un sorrisetto.

“Oh papà”

 

                                        ***

 

Arrivarono alla baia dei Cristalli. Nihal non aveva mai visto un luoghi più bello. La natura sembrava un paesaggio dipinto. Tutto era riporto da un delicato pulviscolo argenteo: foglie, alberi, sentieri; persino il sole faticava a vedersi, ma non faceva freddo.

I ruscelli era azzurrissimi e vivaci, i rumori di gocce percorreva l’intera baia e la rendeva pacifica.

“E’ la piaggia di cristalli che rende tutto questo possibile! Si dice che preveda buoni propositi!” disse la madre di Sennar.

“Si spera!”

Intanto Albidash aveva portato Sennar verso una direzione e incitò le due donne a seguirlo.

Arrivarono in una radura al cui centro vi era un magnifico maniero, ricoperto anche esso da quella delicata polvere. Le fondamenta erano bianche e il tutto era candido.

Nihal aprì la porta.

L’interno era accogliente: muri bianchi e delicati.

“Siete arrivati!”

Una voce maschile attirò i nuovi arrivati. Era un uomo, basso, carnagione bianchissima, occhi vivaci marroni, capelli brizzolati.

“Wolter! Sei tu!”esordì Albidash.

“Il piacere è mio Albidash!”

“Signore! Lui è Wolter è il medico della baia dei cristalli, uno dei migliori!”

“Così mi fai arrossire! Ma ora ho del lavoro da sbrigare! Albidash aiutami a portarlo in camera!”

“Vengo con voi!” esordì Nihal.

“E voi chi siete?”

“Nihal, la sua ragazza!”

“Oh Nihal, si, l’allieva di Ido! Adelford mi ha parlato di te!”

“Conoscete Ido?”

“A dopo i chiarimenti!”

“Giusto!”

“Vieni pure!”

Wolter le contempo fece cenno alla madre di Sennar di resta nella sala. Troppe persone sarebbero state d’intralcio.

Portarono Sennar nella stanza indicatagli da Wolter.

Venne adagiato sul letto.

Albidash uscì lasciando soli Nihal e il dottore.

“Da quanto tempo è svenuto?” chiese cominciando a toglierli la tunica imbrattata di sangue.

“Non saprei dirlo con precisione ma una ventina di minuti circa” rispose.

Wolter storse la bocca, prese un passo e cominciò a pulire la ferita. Questo portò Sennar a sussultare. Rinvenne.

“Stagli vicino!” disse il dottore alla mezzelfo.

Nihal si avvicinò a Sennar, gli prese una mano tra le sue e accarezzò il viso, dandogli anche qualche bacio per calmarlo.

Il dottore si spostò sul viso del mago e gli guardò le pupille.

“Sennar, mi senti?” gli chiese fermo.

La risposta arrivò dopo pochi istanti e fu positiva.

Prese un unguento e comincio a spalmarlo sulla ferita. Il contatto fu tremendo, Sennar urlò di dolore.

Nihal si voltò verso di lui “E’ necessario!”.

Si voltò di nuovo verso il mago che riprendeva fiato.

“Adesso devo saturare”

A quelle parole Nihal raggelò, si ricordò di alcuni soldati a cui avevano applicato questo tipo di medicazione e l’angoscia salì.

Wolter porse a Nihal un fazzoletto imbevuto di una sostanza.

“Faglielo annusare”

Nihal prese il fazzoletto e fece come il dottore gli aveva detto. Sennar si addormentò.

“Un sonnifero, aiuterà a non fargli sentire dolore!”

Saturò per bene la ferita e lo copri bene lasciandolo a torso nudo.

Preparò un infuso che gli avrebbe somministrato appena si fu svegliato e chiamò Nihal.

“Vieni Nihal, lascialo riposare!

 “Ma si rimetterà?” chiese con le lacrime agli occhi
“Dobbiamo vedere come passa la notte! Non ti nascondo che la sua vita è appesa ad un filo molto sottile!”

 


cerrywoman's corner 
Salve a tutti! Prima di tutto mi scuso per l'immenso ritardo di questa mia pubblicazione ma la scuola mi sta vermente uccidendo.
Come sempre ringrazio infinitamente chi ha messo la storia nelle preferite, seguite, ricordate, i recensori e i lettori silenziosi. 
Grazie infinite di tutto e perdonate i miei ritardi ... Grazie a questa storia che mi è entrata nel cuore.
un bacione
cerrywoman

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 - il risveglio del guerriero ***






Capitolo 17 - Il risveglio del guerriero


Nihal uscì dalla porta della stanza dell’amato con sconforto.
Sennar era pallido, ma sereno. Dormiva placido, l’anestetico fece il suo dovere.
“Si riprenderà?”
“Vediamo come passa la notte, poi decideremo.” Rispose Wolter “dovresti risposare anche tu, sarai stanca!”
“Come faccio a riposare?! Sapendo che lui sta male! E’colpa mia se è in questo stato!” disse piagnucolando.
“E’ inutile piangersi addosso, ora come ora, non potresti fare niente, dormendo il tempo di passerà più velocemente il tempo e non ci penserai più di tanto, ora va!” la esortò il dottore.
Nihal tornò al pian terreno, e per conciliare il sonno, cominciò a vagare per il castello cristallino.
Le piaceva parecchio, tutto era candido e fresco.
Le pareti non erano tappezzate, ma nemmeno verniciate; erano pareti di marmo bianco, che rendeva il tutto più luminoso e acceso.
Il pavimento era sempre di marmo, questa volta semi trasparente, che permetteva di specchiarsi perfettamente.
Nihal, guardò la sua immagine riflessa nel pavimento.
Il viso segnato dalla stanchezza, con due occhiaie violacee, e le borse. In quel volto pallido, spiccava il leggero rossore delle gote, depositatovi mentre spogliavano il suo mago.
Il corpetto mezzo rotto, i lacci erano tutti spezzati e creavano un varco verso il seno, il quale era sempre costretto nella pelle, adesso era più libero di sgusciare fuori.
I pantaloni stracciati e il corpo pieno di piaghe e ferite.
Un tocco leggero la distolse della visione delle sue forme.
Era la madre adottiva, ormai mezza terra del Mare lo sapeva.
“Senti, mi sono permessa di prepararti un bagno caldo e dei vestiti puliti, così ti puoi riposare meglio.”
“Gra..grazie” rispose sorpresa la mezzelfo.
La donna l’accompagnò in una stanza, poco distante da quella di Sennar.
Al suo interno Nihal trovò meraviglie.
Al centro vi era una vasca ovale in legno, colma d’acqua, da cui fuoriusciva vapore acqueo.
Nihal si sistemò prima i capelli, passandovi delicatamente le dita.
Successivamente si spogliò. Ammirò il suo corpo nel riflesso argentato dello specchio.
Un corpo asciutto, da guerriera.
Non aveva messo su peso in questi ultimi anni, in cui aveva allontanato la spada, e ne era fu felice.
Si immerse nell’acqua calda, completamente, compresi i capelli.
Rimase al caldo per una buona oretta, quando l’acqua si fu freddata, uscì e si avvolse in un telo di lino.
Si asciugò e trovò dei vestiti puliti. Una camicia da notte di seta pura per dormire e un abito di cotone viola, come i suoi occhi.
Si infilò la camicia da notte e con i capelli umidi si stese sul letto e si addormentò, il suo ultimo pensiero fu per il suo amore.
Si svegliò dopo un paio di ore, le coltri erano calde e la voglia di rimanerci in eterno non tardava.
Prima aprì un occhio e poi l’altro. Non ricordava più quello che le era successo. Allungò una mano in cerca del suo desiderio più grande, ma dall’altra parte del letto trovò solo il vuoto.
Realizzò in pochi istanti tutto l’accaduto, come un flashback.
Si alzò a sedere senza distogliere lo sguardo dalla parte opposta del letto, quella occupata dal suo unico amore, quella occupata del suo miglior nemico, quella occupata da Sennar.
Comprendere che quel letto non era il loro, che lei non era al sicuro nella sua casa, che Sennar non stava bene, fu come una doccia gelata, in contrasto con il bagno caldo di prima.
Si alzò e indossò i vestiti che, con cura, la madre adottiva di Sennar. Si vestì e usci dalla stanza. Un profumo di spezie aromatizzate e pesce, le invase le narici e le fece leccare le labbra.
Scese le scale e si avvio verso la cucina, trovò la madre adottiva di Sennar tutta intenta a preparare quella specie di zuppa.
“Cos’è?” chiese incuriosita la mezzelfo.
“E’ la zuppa di pesce! Il piatto preferito di mio … di Sennar” si affrettò a rispondere,in tono quasi triste.
Nihal capì la resistenza della donna e proruppe “ Guarda che Sennar è tuo figlio, in certi casi non contano i legami di sangue ma i veri genitori sono quelli che ti crescono, io stessa sono, diciamo come lui, Livon non era mio padre, ma io lo chiamavo papà e continuerò in eterno, senza di lui non sarei quella che sono; poi Sennar ti considererà sempre la sua mamma!”
La donna sorrise a Nihal, le era grata. Due lacrime solcarono il viso rugoso, lacrime di gioia.
La mezzelfo cercò di sdrammatizzare la situazione, dopotutto era sua suocera!
“Allora era il piatto preferito di Sennar?”
La donna si asciugò le lacrime “si, quando era veramente piccolo non mangiava altro, è stato difficile svezzarlo, io non avevo latte; poiché non ero sua madre naturale, quello di capra non lo voleva; passava giorni interi senza mangiare per la sua cocciutaggine! Una volta per errore mio marito gli diede questa zuppa e lui sembrò gradirla! Così gli davo da mangiare solo quello, finché non è cresciuto! Se penso a come è diventato, non me lo sarei mai aspettato!” concluse con una punta di soddisfazione.
Nihal era estasiata, conoscere nuove cose su Sennar era stimolante, l’idea di un mini Sennar da coccolare e viziare era tra le sue prerogative.
“Sarai affamata, mangia!” le porse un piatto colmo di zuppa.
“Come posso rifiutare!”
Il pranzo trascorse piacevolmente, la madre adottiva le raccontò agli aneddoti dell’infanzia del mago, a volte divertanti altri un po’ meno; a sua volta Nihal le raccontò le sue abitudini di adesso: le sua meticolosità, la sua voglia di scoprire cose nuove, l’idea di diventare un piccolo chimico oltre che continuare il lavoro di consigliere. La mezzelfo lesse nei suoi occhi tutta la fierezza nei confronti del figlio, tutto questo la rendeva felice, anche in un momento un po’ cupo.
Passi veloci si udirono arrivare in quella stanza, Nihal si alzò di scatto, ma subito di ritrasse, era Wolter.
“Si è svegliato e ha chiesto di te, vai!” gli disse gentilmente. La mezzelfo non se lo fece ripetere due volte e corse verso la stanza del mago.
“C’è della zuppa anche per me?”
“Sicuro!”
Nihal salì a perdifiato le scale. Si ricompose solo quando si trovò davanti alla porta.
Aprì con delicatezza la soglia e cacciò dentro la testa. Sennar era seduto con una mano sulla ferita, intento a guardare fuori dalla finestra.
“E’ la mitica pioggia di cristalli! E’ da quando ero bambino che volevo vederla!” disse lui, accorgendosi immediatamente della sua presenza.
Nihal ancheggiò fino a lui e si sedette sul bordo del letto.
Lo osservò attentamente. Il viso era pallido, leggermente smagrito, i muscoli del petto si erano leggermente accentuati, l’unica cosa che non cambiava mai, erano i suoi occhi penetranti, Nihal avrebbe voluto perdersi in essi, affogare.
“Che c’è?” chiese il mago incuriosito.
Per tutta risposta Nihal gli prese il mento tra il pollice e l’indice e avvicino i due visi, ma soprattutto le bocche!
Appoggiò con delicatezze la sua a quella del mago. Erano settimane che non passavano del tempo da soli, Nihal aveva solo desiderato baciarlo appena lo aveva visto, accarezzargli i capelli, godersi il tepore delle sue braccia, annusare il suo profumo.
La mezzelfo dischiuse le labbra, seguita a ruota da lui. Il bacio non fu per niente casto, ormai se ne erano già dati troppi! Fu passionale, intenso, trasportatore.
Nihal accarezzò con la lingua il palato del mago, che sussultò. La mezzelfo sapeva che era uno dei suoi punti deboli e si divertiva sempre a stuzzicarlo, in compenso però il mago non si fece trovare inaspettato e con un gesto veloce, afferrò tra i denti il labbro inferiore di Nihal e cominciò a succhiarlo, lei mugolò.
La mezzelfo protese le braccia verso di lui e con le mani finì per toccare il petto nudo del ragazzo.
Quel contatto la fece sobbalzare. Il petto era caldo, Nihal mosse la mano vicino alla parte sinistra di esso, vicino al cuore, e lo sentì battere.
“Nihal…” disse con voce rotta.
“Dimmi “ rispose lei con tranquillità.
“Non .. non ce la faccio più ..” lei aveva già capito il suo gioco, così riprese a baciarlo appassionatamente. Nel contempo lo toccava, ora il mago era al limite e con un movimento fulmineo si avventò sulla mezzelfo. Non ascoltò il dolore proveniente dal fianco, per lui ora c’era solo lei.
Nihal, nello stesso instante, si protese.
“Certo che non vi si può lasciare un momento da soli!”.
La magia finì, Nihal avrebbe voluto uccidere colui che aveva parlato, lo avrebbe stritolato, devastato …
Si girò e vide Adelford, con un sorriso smagliate, che non era rivolto a lei, ma a Sennar.
Così si girò verso il mago che guardava il primo ministro con un espressione indecifrabile. Così Nihal fece spola tra Sennar e Adelford, Adelford e Sennar.
Fu il primo ministro a parlare “Vedo che stai bene!”
“Già”
“Mi hai fatto prendere un colpo… scusa se vi ho interrotto!”
“Rimedieremo” rispose Sennar guardando Nihal con uno sguardo malizioso che percorreva tutto il corpo, coperto del vestito di cotone.
Solo gli Dei potevano sapere cosa stesse pensando! Per quanto Sennar fosse il meno troglodita degli uomini restava uno di loro pensò la mezzelfo.
Adelford prese una sedia e si accomodò vicino al bordo del letto.
Raccontò ai ragazzi che aveva accompagnato Kala da Man all’accampamento dei pirati, quest’ultimi le avevano portate nella loro casa a prendere delle cose che servivano da portare qui. Poi preoccupato il primo ministro si era precipitato subito da lui, dopotutto sentiva Sennar sotto la sua responsabilità.
Arrivato aveva salutato il suo amico di fiducia, Wolter intento a confabulare con la madre di Sennar e si era precipitato da lui, trovandosi una scena tutt’altro che inaspettata.
“Fate bene a divertirvi, finché siete giovani!”
Nihal e Sennar si guardarono perplessi.
“Io alla vostra età ero così ..”  non finì la frase che senti dei rumori sospetti provenienti del piano inferiore ..
“Tu chi sei, stai lontano …”
Nihal si alzò, pronta a proteggere Sennar.
Adelford impugnò la spada e corse al piano di sotto, scese le scale e arrivo alla porta del salone.
Si affacciò ad esse e sorrise.
“Pivello! Ti vedo invecchiato!”

cerrywoman's corner
Salve! Allora si, questi aggiornamenti tardano sempre di più, mea culpa. Un po' per vie didattiche, un po' perché, non creadiate che mi sia dimenticata di vo, ma sto lavorando and una one shot/long ( sarete voi a deciderlo, come? Lo saprede presto!) Spin- off del re senza corona, e ad un'altra ff che arriverà in torno a natale, come mio regalino! ;), ma sopprattutto appena avrò finito "Mondo Emerso in love" che ormai siamo agli sgoccioli.
Dopo aver spiagato in modo petulante la mia sparizione ringrazio tutti i lettori e i recensori che mi seguono e aspattano i miei aggiornamenti sporadici ... grazie infinite ... siete nel mio cuore come questa storia ...
Adesso basta annoiarvi .....
Un bacione
cerrywoman

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 - Peace and Love ***



Capitolo 18 – Peace and Love.

Nihal arrivò tutta trafelata nel soggiorno. Appena mise piede in esso le crollarono le gambe dallo stupore. Finì a terra con le ginocchia divaricate a guardare una delle facce che meglio conosceva al mondo.
Si strofinò gli occhi per mettere a fuoco meglio.
Adelford si accorse dell’agitazione della ragazza, ma soprattutto dello stupore che quell’incontro aveva incuto in lei.
“Cara, tutto apposto?” osò la madre adottiva di Sennar accorsa in soccorso dalla ragazza.
“Si.. si.. sto bene” fece un sorriso tirato lei.
Poi si avvicinò al centro del salone.
“Voi.. vi conoscete?”
“Certo, il pivello che stato mio allievo per tanti anni, non è così Ido?”
“Precisamente, e comunque anche tu sei invecchiato e anche ingrassato per di più!” rispose lo gnomo con sarcasmo, ridendo sotto i baffi.
“Non è ciccia, sono i muscoli che non tengono più!” inveì il primo ministro seccato.
Nihal ascoltò senza parole il discorso dei due.
“Nihal!” Ido la richiamò “Pensa che il signore qui presente è stato ai vertici del capo militare, ossia era il generale dell’accademia, prima di Raven…” “e prima di te pivello!” aggiunse Adelford.
Nihal era sconcertata, quanti segreti che possedeva il primo ministro, ma soprattutto Ido. A questo si aggiunse anche il ritrovo con Wolter, il quale aveva lavorato per tanti anni sia con il suo mastro sia con Adelford.
Abbracci e pacche sulle spalle, una vecchia rimpatriata tra amici che commesse Nihal profondamente.
Un rumore di passi, rotto da vari zoppichi proruppe nella stanza.
Fece capolino, da dietro la porta Sennar, che si teneva una mano sul fianco malato.
Nihal gli corse incontro, preoccupata per la sua salute.
“Sen, cosa fai qui? Devi riposare assolutamente!Sei ancora convalescente!”
Il mago le sorrise, quando lei le posò una mano sul ventre e una sulla spalla.
“Sto bene, sai che non mi piace fare il malato!”
Nihal gli sorrise a sua volta, schioccandogli un bacio sulla guancia.
La mezzelfo si girò verso gli altri presenti, i quali li guardarono con tenerezza, tutti tranne Ido che se ne stava sulle sue.
La madre adottiva di Sennar si avvicinò al ragazzo e gli sorrise, Sennar fece lo stesso. La donna abbracciò il figlio adottivo, cercando di procurargli il minimo dolore.
Poi la donna si staccò dal mago e si recò in cucina per preparare il pranzo.
Sennar aveva circa dormito una notte, poi Morfeo lo aveva abbandonato, ma non aveva mangiato nulla e aveva bisogno di riacquistare le forze necessarie.
Il pranzo consisteva, ancora, nella fatidica zuppa di pesce. Nihal era nauseata, ancora quella zuppa. La madre adottiva di Sennar se ne accorse e offrì alla mezzelfo dei frutti di mare, erano buonissimi.
Il mago mangiava voracemente, cosa che non aveva mai fatto da quando Nihal lo aveva conosciuto, si sentì felice.
“Come hai fatto ha trovarci?” proruppe la mezzelfo ad un certo punto rivolta al suo maestro.
“Semplice! Le voci corrono!” fece il misterioso Ido, ma venne subito persuaso da Nihal a smetterla di fare il buffone con un occhiataccia.
“ Mi ha chiamato Adelford, aveva bisogno di rinforzi e voleva che io venissi alla base!”
“La base?”
“Si, la casa nella radura dei cristalli, questo luogo era utilizzato dal re per tenere al sicuro sia moglie … e i suoi figli!” pronunciò le ultime parole sottovoce per non turbare Sennar, ma al mago non sfuggirono e subito ritornò sull’argomento.
“Tu, sapevi tutto?” chiese il mago sconsolato.
Ido non rispose.
Sennar non voleva rovinare tutto così si alzò dalla tavola e si diresse verso la porta, guardando Ido tristemente.
“Perché?” urlò
“No, Sennar; non ti agitare!” intervenne Wolter.
“Non ero sicuro .. io!”
“Basta!”
Dopo quest’ultima parola, il mago si accasciò su un fianco e Wolter lo afferrò in tempo, prima di vederlo stramazzare a terra.
“Dammi una mano” disse rivolto a Nihal.
La mezzelfo prese sottobraccio il mago e aiutò il dottore a riportarlo nella sua stanza.
Una volta lì, stesero sul letto il mago. Wolter uscì e lo lasciò solo con Nihal.
“Non so più di chi fidarmi!” proruppe il mago con il viso rivolto verso la finestra.
La mezzelfo si avvicinò e si sedette sul bordo del letto e accarezzò una guancia del suo amato. Lui non la guardava, ma si concentrava sul panorama al di fuori della finestra. Nihal avvicinò il viso al suo e gli baciò le labbra. Ma lui non rispose, rimase completamente impassibile. E ciò rattristò la mezzelfo.
“Scusami!” disse lui, girandosi verso di lei.
Nihal lo capiva, capiva che gli era crollato un mondo addosso, scoprire di essere il re di un popolo sottoposto ad un tiranno, il quale lo voleva pure morto; non era semplice. Poi anche lei si era ritrovata nella sua equivalente situazione e ciò permetteva maggiore comprensione.
“Sei stanco ai solo bisogno di riposare!” disse lei alzandosi.
“Ho bisogno di capire su chi posso contare!” rispose lui accoccolandosi sul fianco buono.
Nihal si avviò alla porta “Su di me sempre”, ma lui non la poteva più sentire.
 
 
 Qualche giorno dopo.
 

Sennar si era più o meno ripreso, le cure di Wolter erano state buone e il mago ora camminava e non aveva più dolori.
In quei giorni il ragazzo aveva evitato qualunque tipo di contatto sia con Adelford che con Ido, ma soprattutto con Nihal; non voleva ferirla ancora con i suoi modi, troppo freddi e quindi aveva preferito riflettere e recuperare le forze nella sua camera da solo.
Ora che si sentiva meglio, voleva migliorare agli errori di questi giorni. Nihal non si meritava un comportamento così da parte sua soprattutto dopo tutto quello che era successo: gli aveva salvato la vita, era stata catturata per causa sua e in più aveva rischiato anche di morire.
Si recò in cucina pronto a svolgere il suo piano.
Trovò sua madre adottiva, intenta, come sempre, a preparare i pasti.
“Mamma” quella parola dopo tanto tempo fece sorridere la donna “ho bisogno un favore”
“Tutto ciò che vuoi!” la donna osservò il figlio, felice.
“Sai, se qui nei dintorni, c’è un posto tranquillo..o?” pronunciò le ultime parole con imbarazzo visibile.
La madre sorrise, gli parlò di una radura vicino ad un lago, dopo regnava la pace assoluta; Sennar ne fu molto contento, salutò sua mamma adottiva e si precipitò a cercare Nihal.
 
La trovò intenta con Ido ad un nuovo allenamento.
“Ciao” salutò lui.
Nihal si riscosse dall’allenamento. Lo vide. Era bellissimo e ristabilito completamente, indossava la sua solita tunica da mago. I chili che aveva perso erano tornarti. Non si era fatto la barba, e la folte peluria rossa ricopriva le guancie e il mento. Le sorrideva e Nihal si sentì felice.
Gli corse incontro e lo abbracciò delicatamente.
“Devo farmi perdonare per questi giorni!”
Lei lo guardò e gli schioccò un bacio sulla guancia.
La prese per mano e la portò via, allontanandola dall’allenamento.
Ido resto di sasso, la sua allieva se n’era andata senza salutarlo. Sorrise, erano ragazzi.
“Dove mi porti?” rise lei felicemente.
“ Lo vedrai” rispose lui.
Camminarono per un paio di metri e si ritrovarono nella radura indicatagli dalla madre a Sennar.
Era bellissima, tranquilla e perfetta in tutti i suoi aspetti. Nihal era estasiata, sembrava veramente felice, dopo tutto quello che era successo.
“Mi dispiace per essere stato così… aspro, non era mia intenzione, ma mi fidavo di Ido e sapere che lui conosceva il mio passato mi ha scosso, ti chiedo scusa … io” non finì la frase le labbra di Nihal avvolsero le sue in una danza sfrenata, che avvolse entrambi. Era quello che Nihal aspettava da giorni. Voleva sentire di nuovo il calore di quelle labbra, la protezione di quelle braccia, voleva sentirsi amata come sempre da lui, come quella volta nella grotta.
Sennar capì cosa la mezzelfo aveva infuso in quel bacio: la sua angoscia, la sua tristezza, la sua paura, la sua disperazione; e lui le aveva sanate, prima con le scuse e poi con il bacio. Si staccarono, e il mago notò che Nihal aveva gli occhi lucidi. Le diede un bacio sulla fronte, come per una bambina; a lei piaceva molto e si accoccolò contro il suo petto caldo e lui le accarezzò i capelli.
Si sedettero all’ombra di un albero. La luce del sole era strana, sembrava quasi bianca.
Nihal continuava ad osservare stranita l’acqua e spostava l’occhio poi fisso sul mago.
“Senti” disse incrociando le mani dietro la schiena  “non ti va di fare un bagno?!”
Sennar rimase un attivo stupito, ma non del tutto; sperava che lei gli chiedesse di stare in acqua con lui.
“Certo!”
Nihal lo fissò, non aveva il coraggio di spogliarsi per prima.
“Vuoi che ti spoglio io, non ci metto niente eh?!” chiese il mago con un sorrisetto malizioso.
Nihal rispese con altrettanta malizia “ se vuoi?”
Lui non se lo fece ripetere un'altra volta. Si avventò su di lei e lei su di lui.
Presto i vestiti scivolarono via, l’acqua raccolse il ballo più bello che ci poteva essere, raccolse i gemiti, le paure, le ansie, gli umori e infine gli urli strazianti e l’ultimo incredibile fragore.
Nihal si appoggiò a Sennar “ ti amo, ricordatelo!”
Lui le baciò la testa “anche io”

cerrywoman's corner
Eccomi qui! Lo so, non uccidetemi, non liciatemi. Sono imperdonabile ho abbandonato al vento la mia ff del cuore, si lo so ma la scuola, sport e salute hanno influenzato parecchio le mie dimenticanze.
Detto questo: ora siamo qui, come avete notato nell'utima parte c'è un accenno lemon/lime, qui lime che lemon o più niente che lime; siceramente ho preferito stare più sul neutro questa prima volta poiché non ho mai esperimentato lime/lemon, quindi per sicurezza ho preferito stare sul vago, ma ditemi voi se la prossima volta volete qualcosa di più, "spinto" diciamo ...
Ringrazio infinitamen
te tutti coloro che seguono questa ff, che come ho gia detto mi è entrata nel cuore ..
bacione a tutti
cerrywoman

 

 
 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 - il ritorno di una vecchia nemica ***




Capitolo 19- Il ritorno di una vecchia nemica.

 


 

Falsch guardò per l’ennesima volta quel quadro. Segui coi contorni con le dita della figura femminile. Passò sul viso, sul collo e poi sul décolleté. Due occhi ghiaccio e puoi quei capelli ramati, bellissimi. Marion. Perché?

Si alzò e sorseggiò un po’ di squalo. E posò pesantemente il bicchiere sul ripiano su cui era posto.

Il fuoco scoppiettava nel camino. Era sera, inoltrata. Il sonno tardava.

Guardò la parete carbonizzata. Nera, come la pece.

L’odore della cenere era molto forte. Lo faceva imbestialire.

Erano passate circa due settimane da quando quel marmocchio, la sua mezzelfo e quei maledetti pirati.

Chissà come erano entrati?

Il nervoso era tanto.

Guardò la parete nera e il quadro della ex regina. Infine buttò il bicchiere nel fuoco , ed esso si accese.

Il mattino salutava l’oceano della terra del mare e il sonno agitato di un falso Re che si agitava in un letto matrimoniale.

Si svegliò. Doveva fare qualcosa. Non voleva lasciare il trono ben che meno al figlio del suo più acerrimo nemico.

Si alzò dal letto e si infilò la vestaglia.

Camminò per circa due ore, aventi e indietro per la stanza.

All’improvviso gli venne un’idea. Poteva essere folle, ma ci voleva tentare.

Chiamò a rapporto tutti i suoi uomini e diede loro ordini precisi.

Ora bisognava solo attendere che ciò che lui desiderava arrivasse.

 

I giorni passavo ma le risposte si facevano attendere. Passava le giornate chiuso nella sua stanza, si faceva portare il cibo, ma poco ne consumava. La barba era diventata ispida e incolta, la sua igiene personale era al limite.

Sembrava un guscio senza vita.

 

 

Dopo settimane passate in questo stato, quasi vegetativo, uno spiraglio di luce attraverso i suoi occhi.

Il messaggero era tornato. Portava buone notizie.

“L’ho trovata, non è stato facile”

Falsch alzò il capo e il primo sorriso sadico dopo tanto tempo.

Si fece preparare un bagno caldo. Si rasò. Si vestì con gli abiti migliori che possedeva.

“Allora, quel’è la nostra prossima destinazione?”

“La terra dell’acqua, mio signore!”

“E sia”

Decisero di muoversi in pochi. Era più prudente.

Si fece preparare il suo drago. Lui e il suo luogotenente partirono alla volta della loro meta ambita, più da uno che dall’altro.

Falsch era intenzionato a non farsi riconoscere durante il viaggio così chiese aiuto ad un mago locale, che faceva qualche incantesimo a pagamento. Quando lo vide, fu incerto sui sentimenti che gli trasmetteva. Pensava di trovarsi davanti una brutta copia di Sennar, invece no!Quello non era paragonabile a Sennar, anzi non sembrava neppure un mago!

Camiciola sbottonata in modo rude e pantaloni bassi. Alito fetido e sudore cattivo.

Fece il suo incantesimo non prima di aver ricevuto i soldi e ricordò al falso Re che sarebbe durato solo 3 giorni.

Poi dopo di che si sarebbe arrangiato.

La sua immagine mutò in modo radicale. Sembrava ringiovanito di almeno dieci anni.

La barba era completamente sparita, le piccole rughe che segnavano il volto erano svanite e le cicatrici erano scomparse.

Si guardò allo specchio per celebrare questo momento, ma non perse tempo. Pagò il “mago” e si diresse verso la sua meta.

 

Il viaggio fu lento e tortuosa. La terra dell’acqua  non era la sua. Non comandava lui e tutto ai suoi occhi sembrava inutile. Inutile la convivenza tra ninfe e uomini, tanto prima o poi la guerra sarebbe tornata, i poveri con i ricchi, tanto poi i ruoli si ribalteranno.

La terra dell’acqua apparve inospitale ai suoi occhi. Acquitrini e pozzanghere varie ricoprivano tutto il terreno.

L’umidità era alta.

Si fermarono in una locanda per trascorrere la prima delle notti di viaggio.

Passò una notte irrequieta, non sapeva cosa aspettarsi, ma era la soluzione migliore.

Alla mattina fecero una frugale colazione e ripartirono per il loro viaggio.

Il percorso era tortuoso ma più che i metri era la consapevolezza di ciò che stava per accadere a tenerlo sulle spine.

Gli ultimi giorni di viaggio furono un incubo. Il clima peggiorava e odiava sempre di più questa terra straniera.

Il cibo non era dei migliore e sentiva nostalgia del buon pesce della terra del Mare, della “sua” terra, che nessuno gli avrebbe mai portato via.

Arrivarono ai piedi della cascata. Era tornata  a casa, o almeno quella che lei chiamava così.

“E’ qui?” chiese al suo funzionario.

“Si!” rispose lui atono.

“Tu resta qui, vado da solo!” il funzionario si mise all’erta.

Falsch si incamminò verso la cascata, si bagnò col getto come in una fonte battesimale e si diresse verso la capanna.

Dal comignolo fuoriusciva il fumo. Era in casa. Sorrise.

“Aspettavo una tua visita!”

“Dopotutto era annunciata!”

Dal fondo della baracca una voce gracchiante graffio la quiete della stanza.

“Sheireen, giusto?”

“Più o meno, ma so con certezza che non hai bisogno di spiegazioni!”

“Quella mago stupido e arrogante.. Bah, sia maledetta quella burina di Marion che lo ha messo al mondo!”

Falsch storse la bocca, Marion la sua Marion.

“Reis!” “Dobbiamo agire, io non lascerò il trono ad un ragazzino!”
“E non devi farlo, quel farabutto, l’ha fatta innamorare… Dei!”

Reis non era completamente fuori di sé.

“Falsch, voglio vendetta, ancora!”
“E l’ha avrai!”

 


cerrywoman's corner 
Salve, lo so che ormai mi credevate morta, ma la mia assenza ha avuto il suo perché. Sono occupatissima con lo sport e sto partecipando a vari concorsi letterali che non mi hanno permesso di essere attiva sul sito ... chiedo perdono .... 
Spero che il capitolo vi piaccia ... ringrazio come sempre tutti coloro che seguono, preferisco, ricordano, recensiscono e leggono questa FF ..
Vi lascio una foto di Falsch ... 
Un bacio
cerrywoman 

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