Piltover Disease

di AxisTheGamer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Zaap! ***
Capitolo 3: *** Il Primo Incontro ***
Capitolo 4: *** Il Passato di Jinx ***
Capitolo 5: *** Rivelazione ***
Capitolo 6: *** In Catene ***
Capitolo 7: *** Al Lavoro ***
Capitolo 8: *** Fuga ***
Capitolo 9: *** Ultimatum ***
Capitolo 10: *** Sono qui! ***
Capitolo 11: *** Stanno cadendo tutti. ***
Capitolo 12: *** I'll Miss You ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


“Piltover è da tempo nota come la Città del progresso, un luogo dove ordine e pace regnano sovrani…”
L’esile figura dalle lunghe trecce azzurre spenge la tv e salta in piedi. “Ma non per molto!” Grida, come cercando di farsi sentire.
“Trema Piltover, perché tra poco farai la conoscenza di Jinx!” dice, imbracciando Fishbones e PowPow e sparando colpi a caso dalla finestra.
“E naturalmente, voi mi aiuterete, piccoli miei.” Porta le due armi di fattura Hextech al petto, stringendole in un abbraccio.
PowPow è un mitragliatore a canne rotanti leggerissimo, capace di una cadenza di fuoco di oltre 50 colpi al secondo. E’ tinto di un color rosa abbagliante e ha due innesti in plastica a forma di orecchie di coniglio che lo rendono simile ad un giocattolo per bambini.
FishBones invece è un lanciagranate autoricaricante color blu elettrico, modellato secondo le fattezze di uno squalo. Anch’esso molto leggero e facilmente scambiabile per un’arma innocua.
“Uffa, che noia.” Sbotta Jinx, lasciando cadere le due armi sul divano malconcio. Frettolosamente apre una lattina di birra e ne ingurgita il contenuto. “Quanto ci mette Doc? Non lo pago per cazzeggiare. Bhe, andrò a farmi una doccia veloce.”
La ragazza lascia cadere la lattina vuota e si dirige verso il bagno. Poco prima di entrare si gira a guardare il monolocale, ormai ridotto ad un ammazzo informe di proiettili e lattine di birra. “Dovrei dare una pulita di tanto in tanto.” Pensa prima di cominciare a spogliarsi.
 
Vi’s Pow
“Buongiorno cupcake!” con un sorriso smagliante, la ragazza dai capelli rosa salta sul letto della sua compagna di stanza.
“Vi.. Cazzo! Oggi è il mio giorno libero, lasciami dormire! Ti prego!”  Risponde Caitlyn con fare assonnato.
“Niente affatto! Sai che giorno è oggi?” La ragazza le si sdraia accanto.
“No… Uhm… Domenica?”
“Esatto! Oggi è anche il MIO giorno libero! E sai questo che vuol dire?!”
“Uh… Ora che ci penso… Ho da fare in ufficio.” Borbotta Caitlyn poco convinta.
“Coooosa? Eddai, non dire cazzate. Non succede mai nulla in città, fare lo sceriffo è talmente semplice e noioso! Cosa avresti da fare, sentiamo!”
Caitlyn scende dal letto e si dirige in cucina. “Innanzitutto fare lo sceriffo non è un lavoro tanto semplice come credi. Capisco che in città non ci sono criminali veramente temibili, ma mantenere l’ordine è comunque uno dei miei doveri…”
“E cosa devi fare in ufficio? Devi mantenere l’ordine pure lì?” Dice Vi, buttandosi sul divano.
“Bhe.. No.. Dovrei… Cazzo Vi! Piano con quel povero divano! Lo distruggi!” Caitlyin alza gli occhi al cielo. “Caffè?” Sbuffa, portando davanti alla ragazza dai capelli rosa una tazza di caffè bollente.
“Ne ho già presi 7!” Esclama Vi, mostrando un sorriso a trentadue denti.
“Tu sei pazza.” Caitlyn sbatte la testa contro la parete.
“Forza Cupcake! Oggi è il nostro giorno libero, e lo passeremo insieme, solo io e te! Se capisci cosa intendo.. Hehehe!”
“Vi!” Caitlyn arrossisce e sposta lo sguardo sulla radio, che in quel momento inizia a squillare.









Nota dell'Autore
Questa è la primissima ff che scrivo in assoluto. Anzi, forse è la prima cosa che scrivo in vita mia.
Non so se qualcuno la leggerà, non so se a qualcuno piacerà e non sò se continuerò con i capitoli (a meno che la storia piaccia a qualcuno. in quel caso potrei anche continuarla)
Bhe, non so che dire. Se stai leggendo questo vuol dire che la storia la hai letta (credo) quindi.. grazie! :D

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Capitolo 2
*** Zaap! ***


Jinx’s Pow
 
Un trillo malmesso distrae Jinx dai suoi pensieri e la riporta alla realtà.
“DOC!” Urla la ragazza, uscendo dalla doccia ancora bagnata. Inciampando su qualche lattina, arriva ad aprire la porta.
“Entra Doc!” urla  Jinx, sorridendo alla persona fuori dalla porta.
“Jinx, quante volte ti ho detto di non chiamarmi Doc… Ma.. JINX!” Il piccolo ometto spinge la ragazza dentro casa e chiude la porta alle proprie spalle.
“Cosa? COSA? LA POLIZIA?” Urla Jinx guardandosi intorno.
“No, no! Ma quale polizia! Per Dio, mettiti qualcosa addosso!!” Dice il dottore voltandosi.
Jinx rimane un’attimo confusa, per poi accorgersi di non avere niente addosso, se non i propri capelli a coprirle i seni.
“Cosa c’è Doc, ti vergogni? Dovrei essere io quella imbarazzata!” Sghignazza, chinandosi e andando ad abbracciare dal dietro l’ometto.
Il Dottor Heimerdinger è un uomo di mezza età molto basso, con capelli biondi sempre disordinati, che talvolta vanno ad annodarsi con i lunghi baffi bianchi.
E’ una persona veramente intelligente, capace di creare qualsiasi cosa gli venga chiesto in pochi minuti.
“AHHH! Lasciami!” Doc arrosisce e cerca di liberarsi dalla presa umida della ragazza nuda dietro a lui.
“Problemi con le donne, piccoletto?” Sussurra  Jinx con un sorriso malizioso
“No… E’ che… Tu… Il tuo corpo… Sei nuda! Basta scherzare! Ai miei tempi queste cose…”
“Ed ecco che fa il vecchio.”
“Ma sono vecchio! Un povero vecchio sottopagato che lavora per una ragazza disordinata e pervertita!”
“Da che pulpito. Quando sono stata nel tuo laboratorio ho visto sia il disordine in giro, sia i poster di ragazze nude appese su tutte le pareti. Vecchio pervertito!”
Entrambi scoppiano a ridere.
“Piuttosto” dice Heimerdinger tornando serio. “A cosa ti servono tutte queste armi e munizioni?”
“Te l’ho già detto Doc, ho intenzione di aprire un poligono di tiro per armi speciali. Piuttosto, sei riuscito a trovare quel gioiellino Hextech che ti ho chiesto?” Chiede Jinx mentre si riveste.
“Sì e no.” Heimerdinger si leva uno zainetto dalle spalle.
“Cosa intendi?”
“Ne ho trovata una, ma era in pessime condizioni. Ho dovuto salvare il salvabile e ci ho infilato qualche aggeggio di mia invenzione. La gittata è aumentata del 350%, il tempo di ricarica della batteria è ridotto del 76,3%, il danno su qualsiasi tipo di superficie è aumentato del 69,45%, la carica dura l’ 89,93% di più, il rateo di fuoco e’ aumentato del 567,9%, e ho fatto in modo che tu possa cambiare la batteria se non hai tempo di ricaricarla, però si surriscalda il 34,56% più velocemente.”
Heimerdinger si volta verso Jinx, che sembra ascoltarlo affascinata.
“E sono riuscito ad apportare quella piccola modifica, sai, che la scarica fosse rosata. Non è stato affatto facile, ho dovuto cambiare i componenti della camera di accumulo dell’energia, utilizzando una lega di metalli specifica, che portata alle giuste temperature assume una sfumatura rosea. Ho fatto in modo che se per caso ti si rompesse qualche pezzo, possa essere sostituibile con un qualunque simile di qualsiasi modello legale in circolazione.”
Un’altra occhiata alla ragazza gli fa capire che lo sta seguendo nel discorso.
“Sono anche andato a registrarla, perché se me la trovavano addosso mentre venivo qua mi avrebbero sicuramente scuoiato vivo. La ho registrata a mio nome, ma basta che tu vada là, ho già firmato i documenti necessari.”
Passa un minuto di silenzio, durante il quale Heimerdinger si gongola della sua invenzione.
“Non ho capito un cazzo.” Taglia corto Jinx, sorridendo e facendo roteare una treccia.
L’espressione felice dalla faccia del dottore sparisce in un secondo.
“Taglia corto Doc, funziona o no?”
“Secondo le mie ipotesi, potresti distruggerci la città con questa.”
“Ottimo! Perfetto! Grazie Doc!”
Jinx prende al volo la pistola dalle mani del dottore, stampandogli un bacio sulla guancia.
“Ti chiamerò Zaap! Saremo amici per sempre cara Zaap!”
Heimerdinger ancora sotto shock (più per il bacio che per altro) barcolla verso l’uscita, balbettando un leggero “C-ciao”
Zaap è un modello modificato di Pistola a Lame HexTech. Consiste in una pistola, che accumulando energia da una batteria ricaricabile posta sull’impugnatura, rilascia un raggio di energia statica fulminante. Le Pistole a Lame HexTech di serie servono solo a stordire, dato che il rilascio di energia è ridotto. Molte pistole contraffatte hanno il limite rimosso: un solo colpo può paralizzare (se non uccidere) una persona. Zaap è stata portata a livelli superiori. Un solo colpo potrebbe friggere un’essere umano di taglia media.
“Bene! Adesso visto che il vecchio se ne è andato, si và a fare la spesa! Sono senza birra!” Esclama Jinx, uscendo di casa con il suo nuovo giocattolino in mano.


Nota dell'Autore
Bhe. Ho detto che non avrei aggiornato e invece...
Ho aggiornato 2 ore dopo il primo capitolo.
Fico!
Il fatto è che mi diverto pure io a scrivere questa storia.
Se avete letto anche questo capitolo.. Vi starà mica piacendo la storia? :D Grazie a tutti
 

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Capitolo 3
*** Il Primo Incontro ***


Vi’s Pow
“Chi è alla radio, Cupcake?” Vi poggia la sua tazza di caffè sul tavolo di vetro di fronte al divano.
“A quanto pare c’è una strana ragazza dai capelli blu al mercato. Dicono che ha una Pistola a Lame HexTech contraffatta e che sta sparando colpi in aria a ritmo di musica.”
“E avrebbero disturbato lo Sceriffo di Piltover per una stupidata del genere? Mica è una terrorista.
“Bhe, la chiamata era per te. Dai, vestiti e prendi i guanti, andiamo al mercato.”
Senza ribattere, Vi si alza e corre in camera sua.
Su una scrivania, vicino al letto, vi sono due enormi guanti bionici e una tuta da poliziotto. In un lampo, la ragazza indossa entrambi.
Appena Caitlyn finisce di vestirsi, prende il suo fucile e si dirige al piano terra.
“Salta su, Cupcake.” Vi si mette un paio di occhiali da sole.
“Vuoi andare in moto?”
“Hai idea del traffico che c’è la domenica mattina?”
“Ma.. non c’è traffico la domenica mattina.”
“Esatto. Era solo una scusa per sentire le tue tette sulla mia schiena.” Shgignazza la ragazza con i capelli rosa.
“Vi! Non cambierai mai! Cazzo!” Caitlyn si siede dietro alla collega.
“Ma guardala. Mi rimproveri sempre, ma finisci col darmi corda. Hey Cupcake, non è che provi veramente qualcosa per me?”
“Zitta e guida, stupida!”
Il rombo del motore chiude la conversazione.
Arrivate al mercato, le due ragazze non impiegano molto a trovare la svitata che cercano.
In mezzo alla piazza, davanti al venditore di birra di fiducia di Vi.
Una ragazza piccola e gracile, con due cuffie nelle orecchie. Con una mano sta prendendo più lattine di birra possibili, e con l’altra spara in aria raffiche elettriche color porpora.
“..Come on, shoot faster! Just a little bit of energy!”
“Mi scusi, signorina.” Vi e Caitlyn si avvicinano alla ragazza.
“.. I wanna try something fun right now!”
“Hey, bella, vedi di levarti quel cazzo di MP3 dalle orecchie.”  Vi perde la pazienza.
“.. I guess some people call it ANARCHY!”
“Hey, puttanella!” Una mano di Vi si va a posare sulla spalla di Jinx.
In meno di un secondo, la ragazza dai capelli azzurri si libera dalla presa della poliziotta e le punta l’arma contro.
“Cha cazzo volete?! Chi siete?! Polizia aiuto! Due vecchie pervertite vogliono farmi delle cose brutte!”  Urla Jinx, cercando di attirare l’attenzione dei presenti che la guardano divertiti.
“SIAMO NOI LA POLIZIA, TONTA!” Vi strappa dalle mani della ragazza l’arma.
“VECCHIA PERVERTITA A CHI?!” Il fucile di Caitlyn va a posarsi sulla tempia della ragazza che ride a crepapelle.
“Cos’hai da ridere?!” Chiedono in coro Vi e Caitlyn.
“Due agenti in quel periodo del mese! Hahaha, ma vi pare giusto prendervela con una povera ragazzina venuta a comprare un po’ di birra?”
“Primo di tutto, se sei minorenne non puoi bere. E poi non siamo venute a darti fastidio, semmai il contrario! Non si può passare in pace una domenica mattina che chiamano alla radio per dire che al mercato c’è una pazza dai capelli blu che spara con un’arma da fuoco illegale!”
“Quella non è una semplice arma da fuoco! Quella è Zaap! Ridatemela! E comunque non ho ucciso nessuno! Non ho fatto niente di male!!”
“Zaap? Da quando le armi hanno un nome?” Vi sposta lo sguardo dalla pistola ai suoi guanti. “Bene, il destro si chiamerà Dolore, e il sinistro Ricovero!”
“Vi! Non dire stupidate! Dove hai messo Zaa.. La pistola?”
“Ce l’ho qui…” Vi scruta il palmo della sua mano vuoto. “Cupcake, dov’è finita la puttanella?”
“E’ scappata? Oh no!” Da sopra le loro teste arriva una risata fin troppo familiare.
“Brutta…” Caitlyn mette una mano sulla spalla di Vi.
“Avrà capito il suo errore, lasciala stare.”
“Ma aveva un’arma illegale!”
“Non ne hai anche tu una a casa?”
“Si ma.. Lei…”
Non ha fatto male a nessuno. E guarda qua” Caitlyn indica il banco del venditore di birra.
“Ha lasciato…”
“I soldi per pagare. Esatto. Forza Vi, sarà solo una ragazza con qualche problema.”
“Ma… Sicura che non ci darà problemi in futuro?
Sono sicura. In fondo, non sembra cattiva. Andiamo a casa.”
“Va bene…” Vi ha un’espressione preoccupata, ma basta qualche sorriso di Caitlyn a farle tornare il buon umore.
“Guido io!”
“Anche tu vuoi sentire le mie tette sulla tua schiena?” Ridacchia la ragazza dai guanti bionici.
“VI!!”
 



Nota dell'Autore
Ieri ho scritto parecchio, quindi ho già dei capitoli pronti.
Mi piace sviluppare questa storia in modo divertente, e spero che gradiate (?).
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 4
*** Il Passato di Jinx ***


Jinx’s Pow
 
“Maledette. Quelle due vecchiacce mi hanno rovinato il finale della canzone.”
La ragazza dalle lunghe trecce blu saltella qua e là sui tetti delle case di Piltover.
“Stupidi sbirri. Non vedo l’ora di eliminarli tutti.”
E’ ormai pomeriggio inoltrato quando Jinx arriva al suo squallido appartamento in periferia. Una palazzina abbandonata da anni, nella quale Heimerdinger conduceva esperimenti pericolosi. Se non fosse stato per quell’uomo, adesso Jinx vivrebbe sotto un ponte. E non ci sono ponti a Piltover.
Varcata la soglia, la ragazza richiude la porta dietro di sé. Per la prima volta in tutta la sua vita, sente che qualcuno non la odia. O comunque non lo dà a vedere.
Il Dottore è stato gentile con lei, fin da quando arrivò dalle zone adiacenti Zaun.
Jinx ha avuto un’educazione “speciale” da piccina. Perse i genitori quando non sapeva nemmeno parlare, e venne cresciuta dagli abitanti del suo paese. Purtroppo però non venne considerata molto, e crebbe senza una vera famiglia e senza nessuno che le volesse bene.
Trovò lavoro in un’armeria, e là nacque la sua passione per le armi. Le sue uniche amiche.
Imparò ben preso ad utilizzarne di tutti i tipi, da quelle più pesanti, a quelle più complicate. Le piaceva sparare. Una sera però, vi fù un incidente. Convinta di aver inserito la sicura al suo mitragliatore rosa, Jinx sparò al custode.
Provò soddisfazione nel farlo. Ora tutti sapevano che esisteva. Lo rifece. Uccise ancora e ancora.
Successe poi che una sera distrusse l’intero villaggio.
Quando uccideva si sentiva amata, ne voleva di più.
Seminò il panico in altri piccoli villaggi, sulla catena delle IronSpike Mountain, cancellandoli dalle mappe e lasciando solo distruzione sul suo cammino.
Voleva attirare l’attenzione di più gente.
E quale posto era meglio di Piltover, la città del progresso? Un posto pieno di scienziati e gente che studia tutta la sera. Che non si diverte mai.
Quello sì, avrebbe fatto scalpore. La avrebbero conosciuta tutti.
La avrebbero temuta tutti. Tutti quanti.
 
 
Caitlyn’s Pow
“Cupcake! Tesoro! Vieni a letto che è tardi! Domani devi andare al lavoro!”
“Vi, smettila. Non voglio dormire con te.”
“Come mai nooo? Daaaaai, ho tanto freddo e sono sola solettaaaaa..”
“Dannazione Vi! Hai esagerato con la birra! Dormi!!”
“Uffaaaaa.. Cupcake non mi amaaaa.”
Caitlyn si rigira un’altra volta nel letto. Non ne può più di Vi ubriaca. Non fa altro che sbraitare cose a caso, distraendo la ragazza dai pensieri importanti.
Chi era la ragazza di quella mattina? Avrà fatto bene a lasciarla andare? Come avrà fatto a procurarsi quell’arma talmente letale? I singoli pezzi sono facilmente reperibili, ma per assemblarli serve una persona veramente intelligente. Per raggiungere quella cadenza di fuoco poi… Una normale Pistola a Lame HexTech se la sognerebbe.
Tra i pensieri assillanti e le urla guidate dall’alchool di Vi, il sonno si impadronisce della mente dello Sceriffo di Piltover.
La mattina dopo, Caitlyn si sveglia di soprassalto. La sveglia non è suonata!
“Cazzo, farò tardi.” La ragazza si veste velocemente, prende il fucile e si avvia fuori casa. L’ufficio non è molto lontano dalla sua abitazione, ma Vi è già uscita per lavoro e Cait non sa guidare. Una passeggiata non ha mai ucciso nessuno.
“Caitlyn!” Un ragazzo biondo e non molto alto corre verso di lei.
“Ez!” Risponde Caitlyn contenta alla vista dell’amico.
Ezreal è un ragazzo che dedica la sua vita all’esplorazione di luoghi sconosciuti. E’ anche un’abile mago, e ciò lo ha aiutato in situazioni difficili. E’ grazie a lui che si hanno mappe di posti pericolosi o fuori mano come Ionia e le Shadow Isles.
“Quanto tempo Ez! Come va? Sei di ritorno da un viaggio?”
“Si ma.. Porto brutte notizie.”
“Come dici?”
“Una pazza criminale ricercata in mezza Valoran è qui, a Piltover, con l’intenzione di distruggere la città.”
“Stai scherzando?”
“No. Non ho idea di dove si nasconda, ma sono sicuro che voglia radere al suolo questo posto. Di qualsiasi città nella quale è stata non è rimasto altro che cenere.”
“Come fai a saperlo?”
“Ho visto diversi manifesti che la ritraggono come una criminale.”
Per un attimo Caitlyn rimane incredula. Tutto torna.
“Per caso questa criminale… Veste secondo la moda di Zaun..?”
“Si. Vestiti rosa brillanti e capelli blu raccolti in trecce.”
“Armi di fattura HexTech?”
“Non ne son sicuro ma.. Hey, la hai per caso vista?!”
“Esatto.” Caitlyn si sitema il cappello. “La stavo per arrestare.”
“Ma?” Ezreal spalanca gli occhi.
“La ho lasciata andare. Credevo fosse solo una ragazza iperattiva.”
“Cos’ha combinato?!”
“Sparava in aria con una Pistola a Lame HexTech Illegale al mercato.”
“Okey, ragioniamo. Tu vedi una ragazza, che spara con un’arma da fuoco illegale al mercato, e la lasci andare credendo che fosse mentalmente instabile?”
“Bhe.. Detto così suona diverso da come la pensai io quella volta.”
“Ottimo. Hai lasciato sfuggire una terrorista pronta a distruggere la città.”
“So cosa ho fatto! Ez, ho bisogno del tuo aiuto, dobbiamo scoprire dove si nasconde e fermarla! Ma non dire niente a Vi.”
“Perché?”
“Perché me lo rinfaccerebbe a vita.”
“Tranquilla, a far quello ci penso io.”
“Grazie Ez.”
I due si dirigono verso l’ufficio del sindaco.



Nota dell'Autore
Un capitolo al giorno mi sembra un buon rateo. (?)
Gli altri capitoli fanno abbastanza visualizzazioni, ergo qualcuno legge la storia! Grazie mille!

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Capitolo 5
*** Rivelazione ***


Jinx’s Pov
 
La piccola ragazza dalle lunghe trecce cammina nervosamente avanti e indietro per l’appartamento.
“Potrei tirare una moneta.” Gli occhi di Jinx si riempiono di luce. “Ma certo!” e rapidamente sfila dal borsellino a forma di orsacchiotto una moneta in oro proveniente da Noxus. “Testa muore, Croce lo risparmio e lo tengo come maggiordomo!”
La moneta schizza in aria dalle mani della ragazza. Dopo qualche giro su se stessa, ricade sul braccio della proprietaria.
“Mmmmh. Penso sia la scelta giusta. Doc, hai salva la vita.” L’espressioe sadica muta in una smorfia di eccitazione. “Andiamo a dargli la buona notizia!”
Con passo svelto, l’esile figura esce dall’abitazione.
Il laboratorio del Dottor Heimerdinger non dista molto dalla palazzina dove abita Jinx. Consiste in uno scantinato, dotato di sistemi di sicurezza creati dallo stesso dottore, e ripieno fino al soffitto di invenzioni e parti meccaniche. La maggior parte di esse bruciacchiate o distrutte.
“Doooooooooc!” La porta si apre con un tonfo. Il piccolo ometto che stava seduto alla sua scrivania sobbalza e cade rovinosamente a terra.
“Me che caz.. Jinx! Non mi far prendere questi spaventi!”
“Scusami Doc” Il sorriso forzato di Jinx gli fa capire che qualcosa non va.
“Che succede? Sembri… Allegra?” Il Dottore si rialza faticosamente da terra.
“Ho una buona notizia per te.”
“Quale?”
“Hai salva la vita Doc! E potrai diventare il mio leccapiedi personale!”
“Jinx.. cosa stai dicendo?!” Heimerdinger incrocia lo sguardo sadico della ragazza.
“Ti ricordi quella storia del poligono di tiro per armi speciali?”
“Si. Hai detto di aver già pronti i documenti e il luogo dove costruir..”
“Balle! Io voglio distruggere Piltover!
Il silenzio che segue lascia intuire al Dottore che la ragazza che si trova davanti non sta scherzando.
“Doc, tutto apposto?” Da dietro un mucchio di cianfrusaglie spunta un androide con fattezze femminili. Con sé ha una strana palla meccanica. Potrebbe essere scambiata per una normale donna con un’armatura addosso, se non fosse per il bacino mancante.
“O-Orianna, sì. Tutto apposto. Credo che Jinx si sia solo confus...”
Clack Clack. Boom. Durò solo un’istante.
Uno strano ordigno, dotato di una mascella meccanica a scatto, rotola fin davanti alla ragazza d’acciaio. Nemmeno il tempo di realizzare cosa fosse successo, che Orianna viene investita da un’onda d’urto fortissima, che distrugge ogni suo singolo componente.
Un arto meccanico rotola fino ai piedi di Jinx, che lo guarda soddisfatta.
“Si inizia col botto, eh Doc?”
Heimerdinger non riesce ad aprir bocca. E’ paralizzato dalla paura, dalla consapevolezza di aver davanti a sé un’essere mostruoso.
“Jinx.. Tu..”
“L’ho detto. Voglio distruggere Piltover e tutti i suoi abitanti. Quella puttana bionica non era forse una di loro?”
“Tu.. Sei pazza.” Il dottore comincia a sudar freddo. “TU SEI PAZZA!”
“Sei solo stanco Doc. Ti fa male lavorare tutta la notte. Vedi di farti trovare a casa mia entro stanotte. Non vorrei che tu rimanessi coinvolto nelle esplosioni.”
L’ometto guarda inerme la ragazza dalle lunghe trecce blu uscire dalla porta del suo laboratorio.
 
 
Heimerdinger’s Pow
“Non può averlo detto sul serio. Vuole veramente distruggere Piltover? No, non posso permetterglielo. Devo fermarla.”
Ancora sotto shock, Heimerdinger si avvicina ai resti del corpo della sua assistente.
“Orianna. Parlami. Dimmi che era tutto uno scherzo.”
Silenzio.
“Orianna, attivazione modulo E-32/6. Riparazione automatica.”
Ancora silenzio.
Il piccolo ometto piange curvo sul cadavere di metallo della sua assistente. Non ha un minuto da perdere. Velocemente si alza, e ancora con le lacrime agli occhi, esce dallo scantinato.
 
 
Vi’s Pow
 
Il turno è finito, e la ragazza dai guanti bionici gira per la città in sella alla sua moto.
“Prossima tappa, Municipio. Prendo Caitlyn al volo e subito a casa per la cena.”.
La moto si ferma davanti ad un edificio bianco in marmo, molto piccolo rispetto agli enormi palazzi adiacenti.
Dal cielo grigio comincia a scendere una fitta pioggerellina, accompagnata di tanto in tanto dal rombo di qualche tuono.
“Ciao Fiora.” Vi non presta molta attenzione alla segretaria all’ingresso.
Buonaseva signovina Vi.” Risponde la donna con il suo classico accento francese, senza nemmeno alzare lo sguardo dal monitor in ottone della macchina che si trova davanti.
“Buonasera Cupcake!” Vi apre con un calcio la porta dell’ufficio del Sindaco.
“Heilà Vi! Come te la passi?” Un piccolo ragazzo biondo le sorride.
“C-Cupcake.. N-non mi avevi detto di avere un f-fidanzato.”
Ezreal scoppia in una risata divertita.
“Ma quale fidanzato! Stupida! Io ed Ezreal stavamo…” La ragazza arrossisce e alza lo sguardo dalla mappa della città.
“Controllando delle cose.” Interviene il biondo. “Niente di cui preoccuparsi.”
Vi mostra un’espressione imbarazzata. “Bhe.. Vi stavo prendendo in giro! Credo..”
“Ah.. Non cambierai mai. Piuttosto, c’è una cosa che devo dirti.”
“Uh? Cosa?”
“Vuoi dirglielo?” Ezreal la guarda con aria interrogativa.
“Si. R-Ricordi la ragazza del mercato?”
“La puttanella con l’HexTech illegale?”
“S-Si. Lei.”
“E’ una terrorista. E abbiamo buoni motivi per pensare che voglia combinare un bel casino in città.” Ezreal interrompe Caitlyn, che si porta le mani al viso.
“Lo sapevo, ma non voglio rinfacciarti nulla, Cupcake. Avete almeno scoperto dove si nasconde?” Vi si siede sulla poltrona dietro la scrivania.
“Non ancora.” Lo sceriffo riporta gli occhi sulla cartina. “Qualsiasi appartamento, casa, o garage della città sono tutt’ora in uso dai rispettivi proprietari. E non credo la stiano nascondendo. Nemmeno dagli informatori dei bassifondi abbiamo ricevuto notizie di una ragazza arrivata da poco in città. E’ certo che non abiti per le strade. Ha a disposizione un’armeria, da qualche parte deve pur mettere tutte quelle armi. Ma non sappiamo dove.”
“Magazzini?” La interrompe Vi.
“Già controllati tutti dalle squadre di polizia. Il suo nascondiglio deve per forza essere fuori città.”
“E che mi dite della…”
Il rumore elettrico di una Pistola a Lame interrompe il discorso.
“Cos’è stato?” Ezreal scatta immediatamente verso una finestra. “Oh no.”
Sia Caitlyn che Vi accorrono allo stesso vetro del ragazzo biondo.




Nota dell'Autore
Quinto capitolo! :D
Finalmente si rivela la vera natura di Jinx.
Cosa succederà?
Ringrazio tutti coloro che seguono la storia!
Arrivederci al prossimo capitolo u-u

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Capitolo 6
*** In Catene ***


Jinx’s Pow
2 MINUTI PRIMA
“Jinx.. scusami. Io.. non volevo.” Il dottor Heimerdinger sbatte le spalle al muro del municipio. Non ha vie di fuga.
“No no no no no… Non ti devi scusare.” La pioggia bagna il viso della ragazza dalle trecce blu. “Tu volevi tradirmi.” L’esile figura si avvicina al corpo del dottore, ormai schiacciato contro la parete di marmo.
“Ma no! Ma cosa hai capito! Non stavo andando dal Sindaco p-per d-denunciarti o cosa, io s-stavo facendo una p-passeggiata!” Balbetta il Dottore in modo poco convincente.
“Caro Doc. Tu menti. Volevi andare in quel cazzo di ufficio a dire qualcosa tipo.. Aiuto, una pazza scatenata vuole distruggere la città senza un apparente motivo! Gne Gne Gne!” La luce della luna rischiara il volto della ragazza, lasciando intravedere due occhi rossi come il sangue.
“N-no! N-non è vero!” Heimerdinger si accascia al suolo.
“Mi dispiace Doc. Hai avuto l’opportunità di salvarti la vita, ma non lo hai fatto. Grazie di tutto.” La scintillante Zaap si posiziona dritta contro il viso dell’uomo piangente sdraiato nel fango.
“T-Tu.. Tu sei pazza. MI HAI SENTITO? TU SEI PA…”
ZAAAAP. Una scarica rosa attraversa la testa del Dottore, lasciando un’ustione ben visibile sulla fronte.
Questa è la scena che vedono Vi, Caitlyn ed Ezreal dalla finestra dell’ufficio del sindaco. Una giovane ragazza dalle lunghe trecce blu, in piedi sotto la pioggia, che punta una pistola nera e rosa verso un cadavere fumante.
Nessuno aspetta un segnale. Mentre Caitlyn e Ezreal corrono verso l’uscita dell’ufficio, Vi sfonda la finestra e si lancia addosso a Jinx. La ragazza riesce ad evitarla per un soffio, e comincia a correre per le strade deserte di Piltover.
La poliziotta dai guanti bionici si lancia all’inseguimento della pazza, che nel frattempo ha cominciato a sparare granate esplosive a destra e a manca, distruggendo facciate di palazzi e facendo esplodere automobili parcheggiate.
“Stupida puttana! Cosa cazzo stai facendo?! Così rischi di uccidere qualcuno!!” Sbotta Vi, evitando pezzi di automobili e frammenti in marmo bianco.
“Certo! E’ quello il bello! Uccidere, uccidere chiunque non la pensi come me e uccidere chiunque mi voglia ostacolare!!” Jinx si gira di scatto, cominciando a sparare con il suo mitragliatore verso la poliziotta.
Vi riesce a pararsi dei colpi usando gli enormi guanti come scudo. “Quindi pensi di poter uccidere anche me?!” Una seconda scarica di colpi la costringe ad indietreggiare e a ripararsi in un vicoletto.
“ANCHE tu? Forse non hai capito bella, io distruggerò tutta questa merda di città, compresi i suoi abitanti! Tu e quell’altra puttana con il cappello non siete escluse!”
Con la rabbia che le scorre in corpo, Vi prende un vaso in ceramica da un balcone alla sua sinistra e lo scaglia contro la ragazza in piedi di fronte a lei. “Qui l’unica puttana sei tu!! Muori!”
Il vaso va a infrangersi sul fianco di Jinx, che barcolla e cade in ginocchio. Senza nemmeno darle tempo di levarsi le schegge in porcellana dalla carne, Vi le salta addosso e le assesta una serie di montanti sul viso.
 
 
Vi’s Pow
 
“BASTA VI!” Caitlyn ed Ezreal accorrono a spostarla da sopra il corpo dell’inerme Jinx. “Così la uccidi!” Urla il biondo, trattenendola.
“Se lo merita!!” Risponde Vi. “Lasciamela ammazzare quella stronza!!” La ragazza dai capelli rosa riesce a liberarsi dalla gracile presa del ragazzo.
Caitlyn riesce a raggiungere Vi poco prima che si avventi nuovamente su Jinx, chiudendola in un abbraccio. “Basta Vi. E’ svenuta. Adesso la portiamo in prigione.” Lo Sceriffo stringe l’abbraccio sull’amica.
“… Sono cresciute.” Mormora la poliziotta ricambiando l’abbraccio.
“Cosa?” Caitlyn si allarma.
“Le tue tette Cupcake! Non so quanto sia passato dall’ultima volta che mi hai abbracciata, ma non le ricordavo così ingombranti!”
I tre giovani scoppiano in una grossa risata. “Vi, non cambierai mai. La porti tu in prigione la pazza?”
“Con molto piacere.”
“Io prendo le armi. Le porto nel tuo ufficio Cait?”
“Si Ez. Io vado a controllare la vittima, anche se.. Dubito che ci sia molto da fare.”
 
Quella fù una notte movimentata.
Vi continuava a fare incubi, nei quali la città di Piltover viene ridotta a poco più che qualche rovina fumante, e la sua amata Caitlyn viene rapita e massacrata dalla pazza, adesso al sicuro sotto chiave.
Dopo l’ennesimo bicchier d’acqua, la ragazza dai capelli rosa si avvia verso la camera della sua compagna dormiente, per poi infilarsi sotto le coperte e sdraiarcisi accanto.

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Capitolo 7
*** Al Lavoro ***


Cailyn’s Pow
 
“… Vi?” Caitlyn guarda l’amica assopita sul suo petto.
“Fi?”  Risponde Vi con la faccia premuta contro il corpo di Caitlyn.
“Dove sei?”
“Fono Quagghiu.”
“E dove, di preciso?”
“Sdraiata accanto a te.”
“Credo che tu abbia sbagliato cuscino.”
“L’unico che son riuscita a trovare lo stavi usando tu e queste due avevano l’aria invitante. Ci si dorme da Dio.”
“Vi.”
“Dimmi.”
“Cosa ci fai nel mio letto?”
“Dormo. Mi pare ovvio.”
“E come mai non sei nel tuo?”
“Avevo paura dei mostri.” E soffoca una risata.
Caitlyn si porta una mano al viso, facendo poi scivolare la testa dell’amica sul cuscino.
“Mhhgn.” Mugola Vi. “Dove te ne vai?”
“A lavoro. Non ci devi andare pure tu?”
“Cazzo!” La ragazza scatta in piedi. “Dovevo essere là già un’ora fa!” Dice guardando la sveglia.
“Sbrigati, o il tuo capo si arrabbierà.” Ribatte Caitlyn con un sorriso.
Vi la guarda confusa. “Aspè, sei tu il mio capo!”
“Buongiorno! Adesso vai, o ti licenzio.”
“Posso rimanere a dormire sulle tue tette ancora un po’?”
“VAI A LAVORARE.” Sbotta Caitlyn vestendosi.
In meno di un secondo, Vi prende i guanti ed esce dall’abitazione.
“Vi!!!”  La ragazza corre sull’uscio della porta in tempo per fermare l’amica.
“Cosa c’è? Farò tardi a lavoro!!”
“Sei nuda.” Ridacchia Caitlyn sistemandosi il cappello.
Vi abbassa lo sguardo verso il suo corpo vestito solo di un leggero intimo nero.
“Potevi dirmelo prima.”
“Non sarebbe stato divertente.”
“E se andassi a lavoro così? Dopotutto non fa freddo.”
“Entra in casa stupida, ti stanno guardando tutti.”
Vi si gira verso la folla che le si è formata intorno. Un secondo dopo, è già corsa in casa.
“Sbrigati, e ricordati di chiudere a chiave.” Urla Caitlyn uscendo dall’edificio e dirigendosi verso l’ufficio.
Sull’uscio del Municipio la aspetta un uomo basso, con capelli castani e leggermente bruciacchiati, un paio d’occhialini da laboratorio in fronte e una borsa piena di attrezzi.
“Salve Professore!” Caitlyn sorride.
“Heilà Cait! Ne è passato di tempo!” Risponde l’uomo con una voce stridula.
Ziggs è un esperto di esplosivi e meccanica HexTech, forse il migliore a Piltover. E’ anche stato insegnante di Caitlyn durante i suoi studi.
“Professore, non dovrebbe rivolgersi in modo così informale al Sindaco della Città!” Scherza la ragazza col cappello.
“Giusto, mi scusi, onorevole prima cittadina!” Entrambi cominciano a ridere.
“Comunque.” Riprende il discorso Ziggs, tornando serio. “Ti serviva aiuto per qualche indagine?”
“Non proprio. Ieri sera è stata catturata una terrorista che pianificava di distruggere l’intera città…”
“Impossibile. Ci vorrebbe una potenza di fuoco esagerata per poterlo fare.” La interrompe bruscamente il Professore.
“Venga nel mio ufficio, le faccio vedere cosa le abbiamo sequestrato.”
La coppia si dirige oltre le scalette di marmo del municipio.
“Buongiorno, Fiora.”
“Buorngiovno onovevole Sindaco.” Caitlyn trattiene una risata.
Dopo aver chiuso le porte dell’ufficio, Ziggs comincia a ridacchiare.
“Dì, ma lo fa apposta quella?”
“Probabile. Sembra che vada.. Fieva del suo accento!” Entrambi iniziano a ridere a crepapelle.
“Tornando alle cose serie. Professore, voglio che lei guardi queste due armi.”
Su una scrivania in fondo alla stanza si trovano FishBones e PowPow. Ziggs vi si avvicina incuriosito.
“Sicura che non siano giocattoli?” Dice, appoggiando la borsa degli attrezzi sul medesimo ripiano.
“Fidati, non lo sono.” Caitlyn gli si avvicina.
“Bhe, proverò a smontarli. Vuoi che capisca da dove provengano?”
“Si. Cerca qualsiasi cosa possa essere utile. Voglio capire se armi del genere sono rintracciabili in città, e se possono rappresentare un pericolo.”
“Fatto.”
“Di già?”
“Ho capito tutto grazie a questo simbolo.”
Ziggs indica un simbolo esagonale con due chiavi inglesi incrociate sopra inciso sul fianco delle due armi.
“Aspetta, ma io… Ho già visto quel simbolo!” Caitlyn si leva il fucile di spalla e lo esamina attentamente. “C’e pure sulla mia arma!”
“Sai cos’è?”
“Il simbolo di una fabbrica di Piltover?”
“No. Conosci il Dottor Heimerdinger?”
“Eccome. La bastarda lo ha ucciso ieri sera.”
“Heimerdinger è morto?! Oh mio dio…” Ziggs si rattristisce.
“Lo conoscevi?”
“Eccome. Abbiamo lavorato insieme per anni. Però c’è una cosa che non capisco.”
“Cosa?”
“Heimerdinger era un perfezionista. Su ogni arma che modificava o revisionava, incideva sempre il suo marchio…”
“Come quello sul mio fucile?”
“E come quello su queste due armi.”
“Quelle armi sono di Heimerdinger?!”
“Le ha modificate lui. E anche molto bene. Ma mi sorge un interrogativo. Egli era una persona con un cuore d’oro, perché mai avrebbe dovuto fornire armi ad una terrorista?!”
“Forse lo ha ingannato. O torturato, prima di ucciderlo.”
“Non credo. Se avesse saputo che queste armi erano di una terrorista, vi avrebbe inserito all’interno un sistema di spegnimento, o qualcosa del genere. Qua non c’è nulla.”
“E se Heimerdinger avesse veramente voluto la distruzione della città?”
“Impossibile. Qui è nato e cresciuto. E non avrebbe mai potuto fare nulla del genere.”
“Potrebbe esser stato raggirato, ingannato.”
“Mh.. Se è così, è probabile pure che la stesse ospitando.”
“Quindi tutte le armi della pazza sarebbero a casa di Heimerdinger.”
“Possibile.” Ziggs si gira verso Caitlyn. “Aveva altro con se?”
“Una Pistola a Lame HexTech. Anch’essa modificata allo stesso modo dal Dottore.”
“Capisco. Se vuoi posso accompagnarti al laboratorio di Heimerdinger.”
“Se non hai da fare, ne sarei onorata” Caitlyn abbozza un inchino.
“Non cambierai mai Cait!” Ed entrambi escono dall’ufficio del Sindaco.
 
Nota dell'autore

New Chapter °w°
Grazie di tutte le visualizzazioni! u.u
 

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Capitolo 8
*** Fuga ***


Vi’s Pow
 
“Dannazione.” Vi cammina nervosamente per i corridoi della prigione. “Proprio a me dovevano promuovere a guardia carceraria?!” Si ferma davanti ad una cella. “ E proprio nella tua sezione?!” Sbotta.
“Ben ti sta, stupida puttana dalle mani grasse!!” Una voce seguita da una risata maniacale arriva da dietro la porta in acciaio.
“E devo fare questo cazzo di turno per dodici fottutissime ore! Dodici ore vicina a te!”
“E non sei contenta? Potremmo diventare ottime amiche e un giorno potrai aiutarmi a distruggere questo buco di merda di città!”
Vi si porta una mano al viso, cercando di ignorare le urla della ragazza dalle trecce azzurre provenienti dalla cella.
“A proposito, come sta la puttana col cappello?”
“Non chiamarla così.”
“Ti da fastidio che offendo la tua fidanzatina?” Ridacchia Jinx
“Pensi di continuare tutto il giorno così?”
“Ovviamente sì!”
“Bhe, vedi di smetterla, altrimenti entro là dentro e ti presento Dolore e Ricovero.”
“Hai dato un nome alle tue armi? Che cosa stupida!”
“Ma se è quello che hai fatto anche tu!”
“Già, ma io sono pazza, posso fare quello che voglio.”
“Oddio.. Ti conviene star zitta.”
“Perché? Potremmo chiacchierare per undici ore e cinquantasette minuti! Poi mi leggerai una storia, mi darai il bacino della buona notte, e te ne andrai tutta contenta a casa tua a fare le porcellate con la puttana col cappello!!”
“Basta. Ora mi hai veramente rotto i coglioni.” Vi si avvicina a passo spedito alla porta della cella. La apre bruscamente per ritrovarsi davanti solo quattro pareti spoglie.
“Ma cosa cazzo…” Non ha tempo di finire la frase, che un dolore lancinante le trapassa la nuca.
 
 
Caitlyn’s Pow
 
“Professore, qua c’è qualcosa.” Caitlyn riemerge da dietro una montagna di cianfrusaglie meccaniche.
“Spostati.” Ziggs accorre velocemente verso la sua posizione.
“Oh no… Orianna..” Il Professore alza dal pavimento la testa di un androide dalle fattezze femminili.
“Chi?”
“Questa ragazza.. O meglio, quest’androide. Io e Heimerdinger la costruimmo insieme ai tempi dell’università. Volevamo usarla come…” Si interrompe con un colpo di tosse. “Cameriera. Ma si dimostrò troppo intelligente per la sua mansione, così divenne l’assistente del Dottore.”
“Non sembra aver fatto una bella fine. Un esperimento fallito?”
“Dubito. Sono io quello che fa saltare le cose, non lui. Orianna è stata distrutta da un ordigno esplosivo devastante, e sicuramente è stata la terrorista. Heimerdinger non le avrebbe mai fatto del male.”
“Però, a quanto pare, il suo armamentario non è qua.”
“Proviamo a cercare il suo diario.”
“Heimerdinger teneva un diario?”
“Si. Vi annotava tutto ciò che gli accadeva.”
La coppia si muove verso una scrivania sul fondo della stanza. Dopo qualche minuto di ricerca, in un cassetto rinvengono un diario foderato in pelle molto malmesso.
Ziggs comincia a leggerlo, aprendo una pagina a caso.
“XX-XX-XXXX 15:32 Laboratorio.
Oggi è tornata ancora Jinx. Mi ha chiesto diversi tipi di proiettili ed esplosivi al plastico. Sicuramente le serviranno per costruire il Poligono di Tiro per Armamenti Speciali.”
“Almeno ora sappiamo come lo ha convinto. Poligono di Tiro per Armamenti Speciali eh? Intelligente, ma non molto sveglio il tuo amico.”
“0X-XX-XXXX 3:52 Laboratorio.
Jinx è riuscita a trovare il mio laboratorio. Le indicazioni che le avevo dato non erano molto chiare, ma è una ragazza sveglia. Un po’ pazza, ma sveglia. E ha anche un bel corpicino.”
“Phew. Ancora più indietro.” Caitlyn si guarda attorno spazientita.
Ziggs scorre qualche pagina leggendo velocemente, fino a che non si ferma su una in particolare.
“XX-XX-XXXX 4:56 Casa Abbandonata.”
“Casa abbandonata?” Lo blocca Caitlyn.
“Shh. Lasciami finire.”
“Oggi ho trovato una ragazza addormentata nella casa abbandonata in periferia che uso per fare esperimenti pericolosi. Dice di chiamarsi Jinx, di avere una passione sfrenata per le armi, e di voler aprire un poligono di tiro speciale.
Ha detto che se ne sarebbe andata presto, ma è giovane e non me la sento di mandarla via. Le ho lasciato un generatore elettrico e ho allacciato delle tubature ad una sorgente termale qua vicino. In meno di un pomeriggio, abbiamo sistemato un appartamento in modo perfetto. Le permetto di vivere là per tutto il tempo che vorrà.
Mi ha chiesto qualcosa in più su di me, e le ho detto che mi piace inventare cose nuove e modificarne di già esistenti, le ho raccontato del mio lavoro e le ho detto grossomodo dove si trova il laboratorio.
Credo che abbia colto al volo il significato di “Se ti serve qualcosa, non esitare a chiedermelo”. Mi ha subito detto che le servivano molti proiettili ed esplosivi per il suo poligono di tiro, e mi ha chiesto se potevo procurarglieli.
Mi ha anche chiesto di modificarle qualche arma che aveva già. Mi ha già dato un cospicuo compenso. Mi piace questa ragazza.”
“Capisco. Quindi l’allegra casetta della terrorista pazza si trova in periferia. Andiamo Ziggs, non c’è un momento da perdere.”
E’ ormai sera quando, tornati alla centrale di polizia e presa una volante, i due si dirigono fuori città. La casa che cercano si presenta come una vecchia catapecchia malmessa, con molti vetri rotti e buchi alle pareti.
“Eccoci qua. Entriamo?” Dice Ziggs, mentre Caitlyn rimane un attimo ad osservare la tetra struttura.
“Ah? Sì, aspetta, fammi prendere il fucile. L’ho lasciato in macchina…”
“Ma quale fucile! Lascia stare, potrebbe solo essere d’intralcio. E se ti partisse un colpo mentre siamo in mezzo a degli esplosivi? Io non li raccolgo i pezzi di Sindaco attaccati alle pareti!” Scherza Ziggs. Caitlyn sorride e si avvicina al professore intento ad aprire la porta.
“E se ci fosse qualcuno?” Domanda preoccupata la ragazza.
“Chi vuoi che ci sia in un postaccio del genere? Andiamo Cait!”
“Sarà, ma io prendo il fucile.” Caitlyn si avvicina all’auto parcheggiata più in là.
Le bastò solo il tempo di escludere la casa ed il professore che apre la porta dal suo campo visivo per sentire un urlo straziante e ritrovarsi scaraventata decine di metri più in là dall’esplosione della volante.
L’unica cosa che riuscì a vedere prima di svenire, fù la figura di una giovane ragazza dalle lunghe trecce azzurre che spara al suo vecchio professore di ingegneria meccanica.

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Capitolo 9
*** Ultimatum ***


Jinx’s Pow
 
Jinx si allontana dal cadavere del vecchio dai capelli bruciacchiati per dirigersi verso Caitlyn.
“Bleah, che schifo.” Dice, vedendo la ferita sul corpo della ragazza stesa a terra in una pozza di sangue.
“Mh.. Sicuramente se ti lascio qua, morirai dissanguata. Potrebbe essere divertente, ma non soffriresti abbastanza. Oh?”
Jinx riesce ad evitare appena in tempo un proiettile luminoso che le sfiora le trecce.
“Spostati da lì immediatamente!!” Un ragazzo biondo le sta caricando contro.
“Ohhh! E tu chi sei? Il fidanzatino segreto della puttana col cappello?” Jinx sfila dalla borsa che tiene a tracolla una piccola carica esplosiva, sulla quale è dipinta una faccina sorridente. Alla vista dell’ordigno, Ezreal arresta la sua corsa.
“Bene. Vedo che hai capito. Fai un altro passo, e faccio saltare in aria questa troia.”
“Non fare cazzate.”
“Mi dispiace solo non avere i miei tesorini, altrimenti a quest’ora sareste tutti e due pieni di fori da proiettile.” Jinx si allontana dal corpo inerme di Caitlyn, dirigendosi verso la città.
“Non ci sarebbe gusto ad uccidervi adesso. Avete ventiquattro ore di tempo, poi distruggerò Piltover. E voglio divertirmi. Fai in modo di rimettere in sesto sia lei che l’altra stupida puttana dai capelli rosa che ho lasciato in cella. Non vedo l’ora di strapparle il cuore con le mie mani.”
Ezreal si lancia all’inseguimento della terrorista, che scompare subito nel buio della notte.
 
 
Ezreal’s Pow
 
“Caitlyn, mi senti?!” Il biondo si inginocchia vicino al corpo del Sindaco. “Cazzo.”
Rapidamente sfila dalla tasca un comunicatore a distanza. “Akali, sono io, Ez. Ho un problema, Caitlyn è stata colpita da un’esplosione qui, fuori città. E.. Uh.. Ha una brutta ferita sul fianco, ma ha smesso di uscire sangue e…  Sì, sì perfetto, ti aspetto.”
Ezreal ripone il comunicatore in tasca e prende la mano di Caitlyn.
“Forza, andrà tutto bene.”
Dopo pochi minuti Ez riesce a scorgere in lontananza un mezzo cromato con un lampeggiante rosso sulla cima.
Dalla bizzarra autovettura esce una ragazza dai capelli neri raccolti in una lunga coda di cavallo, vestita da infermiera.
“Grazie al cielo Akali, sei qui.”
Akali discende da una nobile casata ninja di Ionia, e oltre alle abilità in combattimento, ha sviluppato un interesse per la medicina, che l’ha portata a diventare infermiera a Piltover.
“Nessun problema Ez. E’ il mio lavoro dopotutto.”
Una squadra di infermieri scende dal bizzarro veicolo portando una barella.
“La ferita non è gravissima, siamo in grado di curarla in poco tempo, ma dovrà rimanere in osservazione per un po’..”
“Temo non ci sia tempo.” La interrompe Ezreal.
“Cosa?” Akali lo osserva con aria interrogativa.
“Caitlyn è stata ferita da una terrorista pazza che vuole distruggere Piltover. Ha detto che tra ventiquattr’ ore scatenerà l’inferno…”
“Ez.”
“Cosa?”
“Laggiù.”
Akali indica un corpo steso in terra davanti all’uscio della casa in rovina.
“Oddio.. Non lo avevo visto..”
“Prendete un sacco per cadaveri.” Akali si rivolge agli infermieri che hanno appena finito di caricare Caitlyn sull’ambulanza. “Per lui non c’è più nulla da fare. Facciamo in fretta!!”



Nota dell'Autore
Ecco un'altro capitolo.
Non credo che domani riuscirò a pubblicarne un'altro, dato che ho il pc funzionante e mi sono un pò perso con League of Legends xD
 

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Capitolo 10
*** Sono qui! ***


Vi’s Pow
La ragazza dai capelli rosa si risveglia di soprassalto.
Cerca di parlare e di rialzarsi, ma ha le mani legate e la bocca imbavagliata. Non appena i suoi occhi si abituano all’oscurità, capisce di essere dentro la cella della terrorista che ha lasciato scappare.
Appoggiandosi al muro riesce a rialzarsi in piedi e ad avvicinarsi alla fessura sbarrata sulla porta. Picchiando contro la lamina, riesce ad attirare l’attenzione del secondino di guardia.
“Cosa vuoi?” Risponde l’uomo dalla carnagione scura e i capelli raccolti in lunghe trecce nere.
Vi continua a battere i pugni contro la porta.
“Basta! Sei fastidiosa!” L’uomo rinfodera la pistola che stava lucidando e si avvicina alla calla.
“Cosa vuoi?”
“Mgpffhh!”
“Vedo che ti hanno tappato la bocca. Facevi troppo casino durante il turno di Vi eh? Quella ragazza è una tale stronza..”
Un colpo, stavolta più forte, sulla porta d’acciaio della cella, attira l’attenzione del secondino che guarda attraverso la fessura.
“Mio Dio! Vi! Sei tu! Cosa ci fai là dentro?!”
Velocemente l’uomo prende le chiavi, apre la cella e libera Vi.
“Cazzo.. Grazie Lucian!” Dice la ragazza respirando profondamente.
“Cosa ci facevi là dentro? Dov’è la pazza?”
“E’ fuggita.. Dov’è Caitlyn?!”
“Uh.. Il Sindaco.. Se non sbaglio l’ho vista uscire con uno strano tipo..”
“Sai dove andavano?”
“No, ma hanno preso una volante e si sono diretti.. forse fuori città, non so.”
“Dobbiamo avvertirli!”
I due corrono fuori dalla prigione.
“Dov’è la mia moto?!” Vi si guarda intorno disorientata.
“Dove la hai lasciata?”
“Qua davanti.. Ma.. Non c’è più! Non dirmi che..” La ragazza si fruga nervosamente in tasca.
“Cazzo, l’ha presa la troia!”
“Vi, Calmati. Il municipio non è lontano, possiamo arrivarci velocemente anche a piedi.”
“Ahh.. D’accordo, ma sbrighiamoci!”
“Vi..”
“Cosa?”
“Sono le tre di notte. Credo che Caitlyn sia a casa, non credi?”
 
 
Ezreal’s Pow
 
“Akali, come sta Cait?” Dice Ezreal alzandosi dalla sedia della sala d’attesa dell’ospedale e andando incontro all’infermiera che sta uscendo da una sala operatoria.
“Tutto bene. Ha solo bisogno di riposare per il resto della notte, domani dovrebbe già essere in grado di muoversi normalmente.”
“Menomale. Grazie Akali. Credo che andrò a riposare anch’io.”
“Buonanotte Ez.”
“Buonanotte.”
Il biondo esce dall’ospedale e si incammina verso casa.
Sono le tre di notte quando passa davanti alla casa del Sindaco, e vede due figure che salgono le scale dell’uscio.
“Vi?”
Vi si gira spiazzata.
“Oh, il biondo! Dov’è Cupcake?”
“Sono Ezreal. Ma, Vi, cosa ci fate tu e quest’altro tizio qua?”
“Il piacere è mio. Mi chiamo Lucian.” Lo interrompe l’uomo dalla carnagione scura.
“Eh, piacere Lucian. Vi, Caitlyn è da Akali all’ospedale, la terrorista è fuggita. Ha ferito Cait e ha ucciso un professore dell’accademia di Piltover che era con lei.”
“Cosa? Io l’ammazzo.” Il viso di Vi si scurisce. “Caitlyn è all’ospedale adesso?”
“Si, ma ha bisogno di riposarsi. Domattina andremo là tutti insieme e vi spiegherò la situazione. Vai a dormire Vi.”
“Ma io voglio vederla!” Sbotta Vi.
“E’ al sicuro, lasciala riposare. E dovresti dormire anche tu, dato che la terrorista ha deciso di distruggere la città domani sera.”
“Come fai a spaerlo?”
“Me l’ha detto lei. Non sono riuscito a fermarla però..”
“Certo, un ragazzo gracile come te..”
“Vi, vai a dormire.” Ezreal si incammina verso casa sua.


Vi’s Pow
 
“Lucian, grazie.” Dice Vi sfilando le chiavi di casa da sotto lo zerbino.
“Di nulla. Se domani dovreste aver bisogno del mio aiuto, chiamatemi.”
L’uomo torna suoi passi, verso la prigione.
Vi entra in casa, si mette a letto e cerca di prendere sonno.

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Capitolo 11
*** Stanno cadendo tutti. ***


Vi’s Pow
 
Procedo pigramente lungo il corridoio dell’ospedale, non ancora del tutto sveglia.
La camera di Caitlyn è la B-24, secondo piano.
Afferro la maniglia e spingo la leggera porta d’alluminio che si apre con un cigolo.
La stanza è stretta ma ben illuminata dalle grandi finestre semichiuse. La luce entra dai vetri e si riflette sulle pareti bianche, riscaldando l’ambiente.
Caitlyn è seduta sul suo letto, il primo sulla destra. La leggera vestaglia che indossa lascia intravedere le bende sul suo fianco.
Intorno a lei, seduti su due piccole sedie di metallo, ci sono Ezreal e Lucian.
“Ventiquattr’ore. Ciò significa che attaccherà stasera. Ma non possiamo crederle sulla parola.” Riprende il discorso Ez dopo avermi salutata con un cenno del capo. Ricambio e vado a sedermi su una sedia libera.
“Bene. Voglio tutti gli agenti della città a pattuglia delle strade.” Caitlyn fa per alzarsi, ma viene colta da una fitta di dolore che le fa cambiare idea.
Il resto del discorso mi arriva ottavato e non lo capisco. Sono assorta nei miei pensieri.
Sarà pericoloso. Caitlyn non è al pieno delle forze e ho paura che possa succederle qualcosa di brutto. La conosco, non se ne resterà buona a letto.
Mentre penso ciò, sulla porta si ferma una figura bassa e slanciata. E’ una giovane ragazza, non più di 19 anni. Indossa uno stretto completo da infermiera, più simile ad un vestito che ad un’uniforme.
I capelli neri sono raccolti in una lunga treccia nera che le scende lungo la schiena. In mano ha una bustina di plastica, con all’interno delle pillole bianche.
“Akali!” Ezreal si alza in piedi con entusiasmo e va ad abbracciare la ragazza che ricambia divertita. Sono alti uguali.
Akali si scioglie dalla presa del giovane e si avvicina a Caitlyn.
“Tenga Sceriffo. Sono antidolorifici. Non ne prenda più di due al giorno o potrebbe risentirne.”
“Grazie. Chiamami pure Cailtyn.” Le risponde con un sorriso.
Le ragazze si stringono la mano. “Akali.”
“Comunque, tornando al discorso.” Si schiarisce la gola. “Voglio subito pattuglie di due uomini ciascuna per ogni strada della città. E’ d’obbligo segnalare qualsiasi azione o comportamento sospetti.
Vi, tu e Lucian farete coppia e vi dirigerete verso il laboratorio di Heimerdinger. Se ha delle armi, le conserva sicuramente là. Ez, tu mi accompagnerai in municipio a prendere l’equipaggiamento, poi ci dirigeremo verso la strada principale.”
“Perché non posso accompagnarti io?” Scatto in piedi, sotto lo sguardo di tutti.
“No Vi.” Mi risponde Caitlyn fredda, senza incrociare il mio sguardo. “Tu andrai al Laboratorio.”
Non mi va a genio, ma smetto di protestare. Se le succedesse qualcosa mentre sono lontana a non far nulla non potrei perdonarmelo.
“Andate. Ogni secondo è prezioso.” Caitlyn si alza dal letto e si dirige verso gli antidolorifici.
Lucian mi appoggia una ano sulla spalla. “Andiamo Vi.”
Accade tutto in un attimo. Prima un rumore soffocato, poi le urla, e il pavimento sotto i nostri piedi inizia a crollare.
Il volo dal secondo piano deve avermi stordita per qualche secondo. Ho lavista appannata e le orecchie tappate.
Provo a rialzarmi, ma un dolore lancinante mi trafigge la spalla e mi inchioda a terra. Oltre questo, sono illesa.
Cerco un appoggio per tirarmi su, e trovo la mano di Caitlyn tesa in mio aiuto.
Le sue parole mi arrivano come lontane.
“Vi cazzo! Lei è qui!” Ruoto la testa, e in mezzo al fumo scorgo la sua figura. Fine e con lunghe trecce. E’ Jinx.
“Al municipio Vi! Corri!” Mi fermo un attimo. Non trovo uno dei miei guanti.
“Vi!” Caitlyn mi afferra per un braccio e mi tira.
L’ultima cosa che vedo prima di iniziare a correre, è un familiare corpo scuro, in un lago di sangue, schiacciato da un masso.
 
Intorno a noi si susseguono le esplosioni, una più vicina dell’altra.
Lucian è morto. Ancora non riesco a concepirlo.
 
Mi accorgo della presenza di Ezreal ed Akali solo appena arriviamo davanti al municipio.
Lei è in braccio a lui, e ha una gamba sanguinante. Dall’espressione di dolore sul suo viso, deduco che sia fratturata.
Saliamo gli scalini di marmo bianco ed entriamo nel palazzo del medesimo colore, ancora illeso.
Di fianco alla porta dell’ufficio del Sindaco ve ne è un’altra, più piccola ed anonima, che conduce ad uno stanzino adibito ad armeria.
Caitlyn ne entra velocemente, e dopo qualche minuto ne riesce con la sua divisa a righe gialle e viola, il suo fucile e quattro radioline.
Ne consegna una ciascuno. Akali rimarrà qua, e se avrà qualche problema potrà chiamarci con la radiolina.
“Tranquilla. L’emorragia si è fermata. Sono fuori pericolo.” Dice lei, sistemandosi sul divanetto rosso nell’ufficio di Caitlyn.
Usciamo dal Municipio e ci dirigiamo a corsa verso l’ospedale.
Sono senza il guanto destro, e la spalla sinistra urla di dolore per la precedente caduta.
Volgo il mio sguardo a Caitlyn. Non è mai stata molto veloce nella corsa, e dal suo affanno capisco che sta soffrendo.
“Stai bene?” Le chiedo con voce preoccupata. “Come hai fatto a non ferirti durante il crollo?”
“Sono stata fortunata.” Risponde lei. “Sono atterrata sul materasso che ha attutito la caduta.”
Un’esplosione troppo vicina ci obbliga a riparaci in un vicolo per evitare i detriti.
“Aspettate.” La voce di Ez ci costringe a girarci per guardarlo. “Jinx ha seminato bombe per tutta la città, giusto?”
“Sì. Quindi?” Rispondiamo in coro io e Cait.
“Il Municipio… Akali..”
Il Biondo comincia a correre nella direzione opposta alla nostra.
Non servono spiegazioni, abbiamo capito. Se la Terrorista ha messo bombe dappertutto, perché non anche sotto il Municipio?  Akali è in pericolo.
Seguiamo a ruota Ezreal.
Non nascondo il senso di sorpresa che provo quando voltiamo l’angolo e riconosciamo il municipio. Intatto.
Perché?
Ezreal si lancia dentro l’edificio. Non facciamo in tempo a fermarlo che sparisce.
Aspettiamo in silenzio. Trascino Caitlyn dall’altro lato della via, dietro un’auto lì parcheggiata. Pochi secondi dopo lo vediamo ricomparire dalla porta.
Pensavo di essermi preoccupata per nulla.
E invece mi sbagliavo.
L’edificio si frammenta in sciami di schegge di marmo bianco.
Mi accovaccio dietro l’automobile finchè la pioggia di detriti non cessa.
Caitlyn è illesa, accovacciata accanto a me.
Quando alzo lo sguardo, oltre la carrozzeria distrutta dell’auto, faccio fatica a trattenere le lacrime.
Akali è sdraiata a terra, ad una decina di metri da noi. L’esplosione non le ha torto un capello.
Ezreal è in piedi davanti a lei. Ha le braccia in fuori e le gambe divaricate, ed un rivolo di sangue gli scende dalla bocca.
“Ez?” Akali lo chiama con una voce flebile, quasi un sussurro.
Il Biondo sorride, fa per dire qualcosa, ma dalla sua bocca non esce alcun suono.
“Ez?!” Stavolta con voce più alta, quasi un grido disperato, la ragazza si tira sui gomiti e chiama l’amico.
Ezreal cade prima in ginocchio, poi si accascia sull’esile figura sdraiata a terra.
I suoi vestiti sono lacerati e sporchi del sangue che esce a fiotti dalla sua schiena, crivellata dalle scaglie bianche.
Con quelle che paiono le sue ultime forze, avvicina il suo viso a quello di Akali e lè dà un flebile bacio. Poi si distende su un fianco, e chiude gli occhi per sempre.


Nota dell'Autore
Come avrete notato, la storia adesso è raccontata in prima persona. 
Credo che riscriverò tutti i capitoli così.
Il prossimo sarà l'ultimoo! :D

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Capitolo 12
*** I'll Miss You ***


Vi’s Pow
 
“Oooh! Ma che… Carini!” Da sopra di noi una voce squillante pronuncia queste parole con scherno.
Quel tono è inconfondibile.
Jinx.
E’ appollaiata su un piccolo terrazzo sopra di noi. In mano ha la testa di un Poliziotto-Robot, uno dei tanti disseminati per la città.
Con un balzo, salta sul tettuccio dell’auto dietro la quale siamo riparate io e Caitlyn, senza però considerarci. Forse non ci ha viste.
“La piccola principessa tratta in salvo dal suo principe azzurro, ridotto un groviera! Bwahahaha!!”
Scende dall’auto e si avvicina ai giovani sdraiati a terra. Akali non la considera.
“Hey, dico a te.” Si ferma a metà strada fra noi e lei.
“Cait!” Sussurro senza staccare lo sguardo dalla figura davanti a me, come per non lasciarla scappare. Non ottengo risposta e mi volto.
Caitlyn è china con le mani sul viso. Dev’essere troppo shockata dalla morte di Ez per accorgersi di Jinx.
“Caitlyn!”
“Zitta!!” Urla, e dal tono di voce capisco che sta piangendo.
“Shh! Ci sentirà!”
“Chi?”
“Io!” Mi rigiro verso la fonte di quella parola. Mi ritrovo faccia a fatta con Jinx, a pochi centimetri dal suo viso. Tentenno un attimo, distratta dal suo odore di polvere da sparo, cemento e.. casa, dai suoi lineamenti infantili contorti in un sorriso sadico e marcati da spesse cicatrici. Quelle cicatrici..
Mi sono distratta solo un attimo. Ma le è bastato per puntarmi una pistola alla tempia e far fuoco.
 
Caitlyn’s Pow
Alzo lo sguardo e vedo un lampo viola, poi il corpo di Vi immobile sul marciapiede. Ha una bruciatura alla tempia da cui esce un rivolo di sangue.
Sono un’incapace. Lo Sceriffo che non riesce a proteggere i suoi cittadini e amici.
Ho fallito.
Piltover ha perso.
Guardo Akali. Ancora china sul corpo pallido di Ezreal, in lacrime. Torno a fissare Vi. Immobile.
Non avrei dovuto trattarla così freddamente prima.
Penso che sia solo uno scherzo. Adesso si rialzerà e romperà tutti i denti a Jinx, che le sta premendo uno scarpone sul petto. E invece no.
“Ma tu sei quella col cappello! Lo Sceriffo! Sei amica di questa qua?” La terrorista parla sorpresa, come se fossi spuntata dal nulla. Vorrei dirle –No, non sono io-, ma so che la stella che ho appuntata sul petto mi tradirà, perciò rimango in silenzio e chino la testa.
“Proprio te cercavo! Hahaha!” Saltella in giro allegramente.
“Cosa vuoi da me?” Butto fuori le parole come se fossero una colpa da confessare.
“Cosa voglio? Che tu venga con me. Con le buone o…” Per un secondo assume un’espressione pensierosa, per poi riprendere il discorso.
“Nah, con le cattive sarà più divertente!”
Con il sorriso stampato in faccia, mi assesta un calcio in testa e io perdo i sensi.
 

 
Mi risveglio con la dolce carezza del vento che mi scompiglia i capelli. Sono senza cappello.
Provo a muovermi, ma sono seduta in terra, appoggiata ad un muro freddo, con polsi e caviglie legati. Mi guardo intorno. Dalla struttura sembra una villetta del complesso sulle colline sopra Piltover, probabilmente è qui che si è spostata dopo aver fatto saltare in aria la sua vecchia casa.
Da quassù dovrei riuscire a vedere com’è la situazione in città.
Striscio fino al balcone e butto lo sguardo oltre l’inferrata.
Il cielo nero, coperto di nuvole temporalesche, fa da sfondo alla città. Palazzi distrutti e avvolti in fiamme che si stagliano verso il cielo e combattono contro l’incessante pioggia che cade pesante. Percepisco echi di sirene confuse e lontane.
“Ti sei svegliata.” Co voce calma e pacata, Jinx mi si avvicina. Non sembra più la ragazza pazza di poco fa. Sembra quasi normale.
“Tu… perché fai tutto questo?!” Le urlo contro. Si siede accanto a me.
“Cerco vendetta. E la mia vittima è in questa città.” I suoi occhi brillano della luce rossastra provenente dalla città.
“Chi?! E pensi che distruggere la città sia la cosa migliore?!” Potrebbe esplodermi la gola da quanto sto urlando. Lei rimane in silenzio a fissare i roghi che vengono pian piano domati.
“Ma certo. Bhe, sai cosa? Ormai non ha più importanza. Uccidimi come hai fatto con tutti i miei amici e cittaini.”
“Non ancora.” Le sue parole sono una condanna a morte, ma non ne sono spaventata. Suonano più come una bella notizia.
“Perché no?! Cosa vuoi da me?” Non riesco a trattenere le lacrime.
“Io… Non ho ucciso tutti.. Ho cercato di uccidere meno innocenti possibile.”
Cosa? Innocenti? Non ha senso.
“Innocenti?”
“Sai, non me ne vado in giro a distruggere città come passatempo, anche se potrebbe sembrare.” Sospira. “Non sono normale. Questo lo so, e me lo hanno detto in tanti. Potrei aver esagerato, ma sento di aver fatto la cosa giusta.”
Sta dicendo cose orribili, ma il suo tono calmo e innocente non è quello della ragazza che ha ucciso Vi.
“Sai.. il Biondo… E’ stato un’errore. Vi ho osservati e.. credevo riuscisse a scampare all’esplosione. E’ tipo… magico no? Non volevo ucciderlo.”
Mi sta prendendo in giro?
“Basta. Non voglio sentire più nessuna delle tue scuse.” Le lacrime mi rigano gli occhi. “Finiamola qui. Uccidimi se ti potrà far stare meglio, ma lascia in pace la mia città.”
“No. Voglio parlare con te.”
Vuole parlare con me prima di uccidermi? E’ pazza. E sadica.
“Vuoi sapere perché ho fatto tutto questo?” La sua voce diventa sempre più flebile e infantile. “Volevo una vita normale. Un tempo vivevo qua. Con la mia famiglia. Eravamo felici.” Cerca di nasconderlo, ma sta piangendo. “Mia madre impazzì e uccise mio padre. Poi ci trasferimmo a Zaun. Io, lei e mia sorella.”
Si interrompe per colpa di un singhiozzo, troppo grave per nasconderlo.
“Mia madre cominciò a colpirmi. Ogni giorno, sempre di più. E mia sorella era l’unica che le riusciva a tener testa. Mi proteggeva.” Smetto di piangere. Metto da parte il rancore e la tristezza e l’ascolto. Ha forse bisogno di qualcuno?
“Poi arrivò il giorno in cui mi abbandonò. E mia madre fù nuovamente libera di farmi del male. E utilizzava qualsiasi cosa le capitava a tiro.”
Doveva sfogarsi. Ora ho capito perché ha preso di mira la città. Anche se un’infanzia difficile non giustifica una città a ferro e fuoco.
“Non ne potevo più. Così un giorno.. Mi ribellai. Uccisi mia madre, ma non mi sentivo libera, soddisfatta. Dovevo uccidere l’ultima persona che mi ricordava la mia infanzia. Mia Sorella.”
Non posso fare a meno di chiederlo. “Chi è?”
“Non ha importanza. Ti basta sapere che è morta. Tutti i posti legati a brutti ricordi sono ridotti a cumuli di macerie. So che quello che ho fatto non è per nulla giusto. Infatti me ne andrò.”
“Quindi.. dovevi semplicemente parlare con qualcuno? Per questo mi hai portata qua? Avevi bisogno di una spalla su cui piangere?”
Uh-ho. Pessima scelta di parole.
Le lacrime smettono di scendere sulle sue guance. La sua espressione torna seria e il suo sguardo torna cupo.
“Io? Io non ho bisogno di nessuno. NESSUNO.” Mi prende per i capelli e mi trascina contro il muro.
Si sfila la pistola dalla cintura e me la punta.
“E’ stato un piacere, Sceriffo.” L’ironia nelle sue parole mi dà il voltastomaco.
Sento la canna della pistola piantata sul mio petto.
Il suo dito sul grilletto.
Piccole scariche rosa circondano l’arma.
C’ero andata così vicina, ma non si può ragionare con un folle.
Sento il rumore dell’arma che si carica.
Scusami Piltover. Sono stata un fallimento.
Addio.
 

 
BAM.
 
Un freddo rumore metallico colma il vuoto del silenzio.
Sono viva?
Sento qualcosa cadere vicino a me.
Aspetto qualche secondo poi apro gli occhi.
Jinx è sdraiata accanto a me. Immobile, gli occhi chiusi. Sangue che le cola dalla nuca sul collo. Di fronte a me una figura alta, con i capelli rosa ed un guanto meccanico ad una mano.
Mi sta fissando con le braccia incrociate.
“Cupcake, non posso lasciarti cinque minuti da sola che ti fai ammazzare? Ahh, come faresti senza di me.”
Lacrime di gioia mi scendono sulle guance.
“Vi! Sei viva!” Cerco di liberarmi dalle corde con il suo aiuto.
Lei mi prende in collo con una risata e si dirige verso l’uscita della stanza.
“Non posso crederci. Sei viva! Come hai fatto?” Le chiedo, osservando il corpo di Jinx piu in là.
“Vi sta per… Viva! Non ne ho idea Cupcake, forse un malfunzionamento nella pistola. O forse ho solo la testa dura.” Il suo sorriso va scemando mentre riaffiorano i ricordi di quello che è successo oggi.
“E’ finita. Torniamocene a casa.” Sono sollevata, ma allo stesso tempo distrutta.
“Certo ed una volta là, ti chiederò di sposarmi piccola!”
“E io accetterò!” Ridacchio, pensando che sia divertente, ma lei mi guarda seria.
Non sta scherzando.
Arrossisco mentre le nostre labbra si avvicinano lentamente.
ZAP.
Un lampo rosa illumina la stanza.
Vi si blocca. Un grido strozzato in gola. Gli occhi spalancati.
Le sue braccia cedono e cado a terra. Mentre lei si accascia, mi avvicino. Un’enorme squarcio sulla sua schiena gronda di sangue.
“Vi…” Lacrime scendono sulle mie guancie e vanno a bagnare le sue. I suoi occhi fissano i miei. Avvicino il mio volto al suo e la bacio. Lei ricambia.
“Ti ho.. presa… So..re…llina..” Dal fondo della stanza, con il suo ultimo respiro. Il braccio teso di Jinx cade a terra, lasciano andare la pistola ancora fumante.
“Vi!!” Il mio grido si frammenta in mille echi, sparsi per l’enorme stanza spoglia.
 
 
EPILOGO
 
Ripongo il guanto al suo posto. E’ ancora sporco del suo sangue.
Non ho toccato nulla in camera di vi, è ancora tutto come lo ha lasciato lei. La biancheria, la divisa, i cd. Tutto. Esco dalla camera e mi dirigo verso il cimitero. Ormai ci vado spesso prima di andare a lavoro.
Sorpasso diversi cantieri adibiti alla ricostruzione della città. Passo il macabro arco in ferro del cimitero e prendo il sentiero di ghiaia bianca.
Mi fermo di fronte ad una grande lapide costruita in marmo rosa. L’incisione recita una sola sillaba. “Vi”.
Ripenso a cos’è successo. E’ già passato un mese e ancora non mi sento bene. Dietro questa vi è un’altra lapide. Più piccola, senza incisione, ma di un colore azzurro chiaro.
Torno a fissare la lapide più grande, e sussurro una breve frase, come ormai mi è solito fare.
“Ti amo, Vi.”
 
 


NOTA DELL'AUTORE
E siamo alla fine. 
Grazie, veramente grazie a chi ha seguito la storia, a chi la sta seguendo e a chi la seguirà.
Ah, e grazie ad Alessandro, se non mi avesse spronato lui, gli ultimi due capitoli non sarebbero mai stati scritti.
Grazie di tutto, ci si vede alla prossima ff!
Profilo Autore: https://www.facebook.com/lorenzo.brandi.39

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