Second Chances

di kiki4ever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Nuovo mondo (parte 1) ***
Capitolo 3: *** Nuovo mondo (parte 2) ***
Capitolo 4: *** Home, my home ***
Capitolo 5: *** He can stay ***
Capitolo 6: *** Family ***
Capitolo 7: *** Friends ***
Capitolo 8: *** Hogsmeade ***
Capitolo 9: *** Fight ***
Capitolo 10: *** Return to Hogwarts ***
Capitolo 11: *** La Stanza delle Necessità ***
Capitolo 12: *** Half Truths (parte prima) ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


second chances
Buongiorno, o meglio dovrei dire buonasera dato che sono le 23.25.
Se siete qui vuol dire che quel piccolo riassuntino vi ha attirati, quindi vi invito a leggere il capitolo!
Questa fanfic è un'idea che mi è venuta poco tempo fa, leggendo sul web vari trafiletti; l'idea di Harry che ha la possibilità di avere una seconda chance (da qui il titolo) e di poter riavere indietro tutti i cari persi nell battaglia contro Voldemort, mi ha sempre ispirata, così ho deciso di mettere per iscritto qualcosa di mio!
Spero che vi piaccia, a voi la lettura :)





PROLOGO


Harry Potter cadde sulle ginocchia, esausto, privo di quell'energia che fino a quel momento gli aveva permesso di andare avanti.
Aveva vinto.
Aveva sconfitto Voldemort, una volta per tutte; il suo più acerrimo nemico finalmente se ne era andato.
Il mondo Magico ed anche quello Babbano ora potevano vivere in pace, senza più la minaccia del mago ad incombere su di loro.
Tutti avevano vinto, tranne lui, Harry Potter.
Una lacrima salata si formò all'angolo del suo occhio destro, poi, lentamente, come se avesse aspettato secoli per poterlo fare, solcò la guancia del giovane ragazzo, passando per l'angolo della sua bocca e fermandosi infine sulla punta del suo mento, dove inesorabile andò ad infrangersi al suolo.
Quella era la prima lacrima che il Ragazzo-che-è-sopravvissuto versava da molto tempo.
Non ne seguirono altre, solamente una, nel quale era racchiusa tutta la sua tristezza, tutto il suo dolore.
Harry Potter era solo, completamente solo.
Erano morti tutti, nessuno era stato risparmiato dalla furia dell'Oscuro Signore e dai suoi seguaci.
I suoi genitori.
Cedric.
Sirius.
Silente.
Piton.
Remus.
Ron.
Hermione.
Ginny.
Tutti...
Harry Potter per la prima volta nella sua vita desiderò morire.
Desiderò di raggiungere tutti coloro che aveva perso, di poterli ritrovare e di poter restare con loro per sempre.
Sapeva che era sbagliato desiderare la morte, ma in quel momento gli sembrò l'unica soluzione, l'unica via d'uscita all'immenso dolore che provava e che sapeva avrebbe provato per sempre se fosse rimasto in vita.
Guardò la bacchetta di Sambuco ancora nelle sue mani, l'arma con cui era riuscito a sconfiggere il suo nemico, e pensò che, magari, era anche l'arma che avrebbe potuto strapparlo da tutto quel dolore.
Le mani gli tremavano, quasi non riusciva a reggere la bacchetta, la stanchezza era enorme e sapeva che ben presto avrebbe perso conoscenza.
Stava ancora rimuginando su quello che avrebbe potuto fare, quando una leggera brezza si alzò nel cielo e gli scompigliò i capelli, lo rinfrescò come una mano lenta che passava sulla sua testa.
La sensazione fu bellissima, ed Harry sapeva che quello non era un semplice vento ma qualcosa di più, solo non riusciva a spiegarsi cosa fosse.
' Harry James Potter '
Una voce dolce, melodiosa, quasi divina lo raggiunse.
Il giovane si voltò, cercando la sua provenienza, voleva assolutamente sapere a chi appartenesse quel suono così soave e bello.
' Harry, sono qui'
A pochi centimentri dal ragazzo, apparve una figura sfuocata, ma limpida allo stesso tempo.
Era una donna, constatò Harry, era ricoperta da un telo completamente bianco, che rendeva ancora più pallida e trasparente la pelle della figura misteriosa; aveva lunghi capelli biondi, raccolti in una coda, che discendeva al lato di una spalla oltre le curve dolci del suo seno; il suo viso era angelico, i suoi occhi erano pacifici ed il suo sorriso trasmetteva una sensazione di gioia e di pace che Harry avrebbe tanto voluto provare per il resto della vita.
Sapeva di non stare sognando, tutto era possibile, ed era anche consapevole che quella figura era una divinità o qualcosa di simile.
La domanda sorse spontanea e venne formulata e pronunciata senza che lui potesse controllarsi.
" Chi sei? Sei bellissima! "
La donna misteriosa sorrise ancora più apertamente, scoprendo una dentatura bianca e perfetta e facendo arrossire non poco il giovane moro che si diede dello stupido.
' Non sei uno stupido Harry Potter, tu sei una persona davvero speciale ed io sono qui per offrirti qualcosa che pochi hanno avuto '
Lo sguardo di Harry si fece interrogativo, non riusciva a capire le parole della donna e proprio non riusciva ad immaginare quello che gli avrebbe detto.
' Per rispondere alla tua domanda posta precedentemente, io sono una Healer....'
Healer? Che cosa significa? si chiese Harry.
' Sono quella che voi umani suolete chiamare angelo, o messaggero ' il suo sorriso sempre presente fece sentire in pace Harry, che per un attimo dimenticò tutto il dolore provato e si concentrò sulle sue parole, per riuscire davvero a capire che cosa stesse succedendo.
" Sei un angelo? Quindi sei venuta a prendermi per portarmi da loro non è vero? Sono morto e sto per andare in paradiso? "
La risata cristallina della Healer risuonò come musica alle orecchie del ragazzo.
' No caro, non sei morto, ma posso fare una cosa per te...'
"Cosa? " Chiese immediatamente Harry, ora logorato dalla curiosità di saperne di più, su quella strana allucinazione che stava avendo.
' Hai una seconda chance, una seconda possibilità Harry Potter; vedi questo mondo non è il solo, esiste una catena infinita di mondi paralleli a questo, che sono molto simili tra di loro ma mai uguali, ognuno è unico nel suo genere; questi mondi sono collegati da un unico filo conduttore, che li unisce, ma li separa allo stesso tempo '
Harry prese un profondo respiro e cercò di scacciare l'improvvisa stanchezza che pervase le sue membra.
' Oggi, io farò una proposta che pochi in tutta la storia dell'universo, hanno avuto la possibilità di avere '
" Che proposta? "
' Hai la possibilità di cambiare mondo, di poter attraversare quel varco che separa questo da quello immediatamente successivo; in questo mondo alternativo tutti i tuoi cari, tutte le persone che hai perso in questi anni, sono ancora vive, e tu, accettando la mia proposta potrai vivere insieme a loro per il resto della tua vita! '
Harry non credette alle sue orecchie, cosa aveva appena detto la donna misteriosa?
Che lui aveva la possibilità di cambiare mondo e di andare in uno nel quale i suoi genitori, Sirius, Ron, Hermione e tutti gli altri erano ancora vivi?
No, non poteva essere vero.
Eppure era così.
' Ma stai bene attento Harry Potter, perchè in questa nuova dimensione la minaccia del Signore Oscuro è ancora presente, lui non è stato sconfitto, poichè tu in questo universo parallelo non esisti...'
A quelle parole il giovane ebbe un attimo di esitazione.
Lui non era mai esistito?
La donna misteriosa rispose, senza che lui avesse formulato la domanda a voce, come se potesse sentire i suoi penrieri.
' L'Harry James Potter di questo mondo in cui tu potrai andare è morto il giorno della sua nascita, e i tuoi genitori non sono, così, stati ricercati dal mago oscuro e quindi sono ancora in vta...'
Ora Harry cominciava a capire, ecco perchè erano ancora tutti vivi, perchè lui non era mai esistito effettivamente.
' Bada bene però che per quanto possa sembrare simile questo mondo in cui tu potrai andare non è l'esatta copia del tuo, ci sono cosa che non saranno uguali, cose che potrebbero essere difficili da superare; ma so che tu giovane prescelto, sarai capace di sconfiggere ancora una volta l'Oscuro che minaccia questa dimensione'
La donna tese dolcemente una mano a Harry, e gli accarezzò una guancia come una madre fa con il proprio figlio.
Harry si sentì completo.
' Sei disposto ad affrontare nuovamente Lord Voldemort per riavere i tuoi cari? Sei disposto ad affrontare tutte le difficoltà che ancora una volta ti si presenteranno davanti, pur di poter abbracciare nuovamente le persone che ami? '
Harry non se lo fece domandare di nuovo, fece un segno affermativo con il capo, vigorosamente.
" Si! "
La carezza sulla sua giancia si fece più profonda ed Harry sentì come una scarica di elettricità passare attraverso al suo corpo.
' Sei proprio sicuro, giovane prescelto? '
Harry non ebbe bisogno di ripondere, la Healer sapeva già che cosa avrebbe detto, lui era disposto anche a dare la sua vita.
' Ricordati che le difficoltà da affrontare potrebbero essere maggiori e soprattutto ricorda, che tutto è simile, ma non identico all'originale...'
Con questa ultima frase la figura angelica della donna scomparve ed al suo posto una luce potentissima avvolse il corpo di Harry.
Il giovane si sentì trasumanare, come lo stesso Dante disse nella Divina commedia, ed una sensazione di pace e di completezza lo avvolse.
Si sentì come volare per quelli che parvero secoli, poi una superficie sotto di sè.
Sentì delle voci.
Delle mani sul suo corpo, poi la stanchezza ebbe la meglio.






ANGOLO AUTRICE
Spero che questo primo piccolo capitolo vi abbia un pò incuriosito!
Fatemi sapere che cosa ne pensate e soprattutto se l'idea per questa mia nuova fanfic vi piace!
Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggere il capitolo!
Non vedo l'ora di sapere che cosa ne pensate!!!
Un grande bacio
Kiki4ever :)





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Capitolo 2
*** Nuovo mondo (parte 1) ***


second chances 2
Ok, ecco qui il secondo capitolo.
Vi lascio subito alla lettura, per chiarimenti e ringraziamenti, ci vediamo a fine pagina! :)





NUOVO MONDO (parte 1)




Lentamente il mondo intorno a lui cominciò a riprendere forma.

Sentì delle voci sommesse, come se provenissero da molto lontano, le percepiva come dei sussurri remoti, non riusciva a comprendere quello che dicevano.
Tutto era confuso.
La testa gli faceva male, gli sembrava che qualcuno gli avesse dato una  botta incredibilmente forte, sentiva il cuore pulsare energicamente nelle vene ed un rimbombo doloroso percorrergli le tempie.
In poche parole si sentiva uno straccio, ma già il fatto di saperlo e percepirlo voleva dire che si stava per svegliare del tutto.
Il dolore lo rendeva consapevole di essere vivo.
Cercò di aprire gli occhi, ma questi non ne volevano proprio sapere di seguire i comandi che Harry cercava di dare loro.
Le palpebre erano pensanti come dei macigni ed il solo pensare di sollevarle, provocava nel ragazzo un estrema stanchezza e debolezza.
Voleva sapere che cosa stava accadendo intorno a lui, a chi appartenessero quelle voci, dove fosse e perchè.
Sapeva solo di essere disteso su di un soffice materanno, calde e protettive coperte lo facevano stare molto bene e per un attimo si sentì rinvigorito, come non gli accadeva da molto tempo.
La sua mente era un subbuglio e non riusciva a ricordare come fosse arrivato in quel luogo.
“ Ma siete sicuri che stia bene? “
Harry sentì una voce, ora riusciva a capire distintamente le parole dette da essa.
Sembrava appartenere ad un maschio, probabilmente un uomo data la bassezza e la rochezza, ma era una voce che aveva già sentito, che conosceva già.
Non riuscì però a capire a chi appartenesse, era ancora tutto troppo confuso e la sua mente faceva ancora fatica a fare chiarezza circa quello che gli stava capitando.
“ Madama Chips ha detto che deve solo riposare, era all’estremo delle forze…”
Questa di voce, invece, non la riconosceva proprio, apparteneva ad una donna, ne era certo, poiché era soave e dolce, come quella di una madre, ma restava comunque a lui sconosciuta.
Si chiese perché mai c’erano delle persone accanto a lui, in fondo erano tutti morti, chi mai avrebbe potuto soccorrerlo quando l’unica cosa che voleva era tornare dai suoi cari?
“ Non capisco come abbia fatto a ridursi in quello stato, insomma se non lo avessimo aiutato sarebbe morto, era debilitato e debole e l’energia magica presente nel suo corpo era quasi nulla e voi sapete che se essa termina, il mago in questione muore…e poi è arrivato così all’improvviso… “
In quel preciso istante,grazie a queste ultime parole ad Harry ritornò tutto alla mente, come un film che gli scorreva davanti agli occhi.
Ricordò la battaglia con Voldemort, la sua uccisione e l’immensa solitudine, ma ricordò anche di quell’angelo.
Come aveva detto di chiamarsi?
Era una Healer?
Ricordava perfettamente ora.
La sua comparsa.
La proposta.
Ricordava di averla accettata.
Poi una luce bianca e tanta, tanta pace.
Cercò di riflettere attentamente su quello che poteva essere successo.
Quella donna misteriosa, l’angelo, doveva averlo realmente trasportato nella dimensione parallela, come gli aveva preannunciato, e probabilmente, lui era svenuto a causa dell’energia persa nel combattimento contro il Signore Oscuro del suo mondo ed era stato trasportato e salvato da qualcuno.
“ Lily, non ti preoccupare, vedrai che il ragazzo starà bene, deve solo restare a riposo, ci prenderemo noi cura di lui “
Esclamò una terza voce, questa volta maschile, che Harry sapeva di conoscere, ma non riusciva ad associare ad un volto.
“ Lo so, James, ma sono ugualmente preoccupata, sembra così indifeso…”
Era nuovamente la donna di prima ad aver parlato ed in quel momento Harry capì una cosa molto importante.
Una cosa che avrebbe cambiato il suo mondo per sempre, che lo avrebbe reso migliore, che lo avrebbe reso orgoglioso di essere ancora vivo e di non aver mollato, di non essersi lascianto andare.
Lily?
James?
No, non poteva essere vero.
Non poteva esser finito davvero sotto le cure dei suoi stessi genitori, immediatamente dopo esser stato trasportato in quell’universo parallelo, era troppo assurdo.
Sarebbe stato davvero un sogno, ma non era possibile!
“ James ha ragione, aspettiamo che si risvegli, poi parleremo con lui e gli chiederemo…”
Remus!
Harry, finalmente riconobbe la prima voce che aveva sentito quando si era risvegliato.
Oh mio Dio, pensò Harry.
Lily, James e Remus.
Che fosse davvero…?
Harry si alzò di scatto seduto, preso da un improvviso desiderio di sapere se quel sogno fosse reale.
Ma non aveva fatto i conti con le ripercussioni che quel gesto avrebbe provocato.
Prima ancora di realizzare quello che aveva fatto, sentì un dolore fortissimo percorrergli il corpo, ed un potente capogiro lo fece quasi cadere dal letto.
“Woah!”
Qualcuno lo afferrò prima che potesse farsi ancora del male, forti braccia lo sostennero e cercarono di rimetterlo disteso, ma Harry non voleva tornare a dormire, nonostante la stanchezza, lui doveva sapere se tutto quello che pensava fosse vero.
“ Ehi ragazzo, non sforzarti troppo, non ti sei ancora ristabilito, hai bisogno di riposo. “
Harry trovò finalmente la forza per aprire gli occhi e osservare la persona che ancora lo teneva tra le braccia, come se avesse paura che potesse cadere di nuovo.
E fu in quel momento che il verde smeraldo si incontrò con l’oro.
Padre e figlio, senza nemmeno saperlo, si videro per la prima volta.
Harry, stava davvero guardando il volto di suo padre.
Poco importava se non era il suo vero padre, ma solo una copia di un'altra dimensione, per lui era come se lo fosse.
Harry avrebbe tanto voluto poter vedere anche sua madre, non desiderava altro.
Ma si sentiva debole, e tutto intorno a lui si stava facendo nuovamente nero.
Non voleva addormentarsi di nuovo.
Non voleva smettere di guardare quegli occhi d’oro.
Non voleva.
Ma non poté fare altro se non rilassarsi e svenire tra le braccia forti di suo padre.
 
 


 

James Potter sentì quel fragile corpo rilassarsi tra le sue braccia, e per un attimo si spaventò, per poi tranquillizzarsi subito sentendo una mano sulla spalla, che cercava di confortarlo.
Lily Evans, sua moglie, lo guardò negli occhi, per poi posarli sul giovane ragazzo ormai svenuto nella stretta del marito.
“ Lasciamolo riposare, così quando si risveglierà, starà meglio! “
James annuì con la testa, stendendo il giovane sul letto con quanta più delicatezza possibile.
“ Speriamo, Lily, perché non mi ero mai preso uno spavento del genere, insomma ha rischiato davvero di morire… ed è… ed è così giovane! “
Il moro era davvero scioccato da quello che era capitato poche ore prima.
Non era certo cosa da tutti i giorni passeggiare per il bosco di fianco a casa tua e trovare un ragazzo disteso, svenuto ed in procinto di morire.
Lily gli andò a fianco, come fece lo stesso Remus, e prese una sedia, sedendosi di fianco al marito, in prossimità del letto del ragazzo, così che potessero tenerlo d’occhio qualora ci fossero stati problemi.
“ Chissà che cosa gli è successo…” Si domandò la donna, prendendo la mano del marito e stringendola forte.
La sua stretta venne ricambiata.
“ Ragazzi, io vado dagli altri, voi rimanete qui, se succede qualcosa non tardate ad avvisarmi “
Detto questo Remus uscì dalla stanza, lasciando soli i due coniugi ed il ragazzo ora addormentato.
Lily lo osservò.
Era così pallido, meno di quando lo avevano trovato, ma sempre troppo per i suoi gusti, era molto magro, come se non avesse mangiato per giorni ed era anche pieno di ferite che preannunciavano il fatto che avesse combattuto contro qualcuno.
Rilasciò un sospiro preoccupato, per poi poggiare la sua testa sulla spalla del marito.
“ Vedrai che starà bene Lily, secondo me è un ragazzo forte! “
Non ne dubitava affatto, ma era ugualmente ansiosa di sapere che cosa mai avesse potuto ridurre un ragazzo di diciassette anni in quello stato.
Suo figlio avrebbe avuto la sua stessa età se non fosse morto ancora prima di nascere.
Cercò di non pensare a quel fatto che ancora le faceva provare un dolore infinito e si concentrò sul presente, su suo marito e soprattutto sul giovane che era disteso davanti a lei.
Si abbassò lentamente a toccare la fronte scalfita da una cicatrice a forma di saetta del ragazzo, e sentì che scottava un poco.
“ James, penso gli sia venuta la febbre “
Il marito la guardò preoccupato.
“ Vado a chiamare Madama Chips, speriamo non si alzi, questo ragazzo ne ha già passate troppe! “
Ed uscì dalla stanza in fretta e furia.
Lily guardò il volto pallido del diciassettenne.
Prese una sua mano e la strinse.
“ ..non te ne andare… “
Un sussurrò provenne dalle labbra di quel giovane ancora senza nome.
Lily rimase molto sorpresa e si avvicinò per verificare di aver sentito bene le sue parole.
“…non lasciarmi solo… “
Questa volta capì perfettamente, una morsa stinse il suo cuore nel vedere quanto l’altro avesse sofferto.
Strinse la sua mano maggiormente.
“ Non ti lascio, tranquillo, resterò qui di fianco a te “
Sul volto di Harry si formò un piccolo sorriso, nel sentire, quelle dolci e rassicuranti parole che lo avrebbero accompagnato nei suoi sogni.

 

 







ANGOLO AUTRICE
Eccomi qui con il primo vero capitolo di questa storia!
Harry ha incontrato i suoi genitori, o meglio per adesso ha visto solo suo padre, ma presto incontrerà veramente anche Lily ed il loro primo incontro sarà davvero molto importante ai fini della storia!
Scusate se non è così lungo come avevo premesso, ma è stato diviso in due parti per ragioni di trama!
Allora, per prima cosa vorrei ringraziare infinitamente tutte le persone che hanno commentato il primo capitolo, non pensavo sareste state così tante!
Grazie infinite e fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo!!!
Ringrazio anche tutti coloro che hanno aggiunto la storia nelle seguite, in quelle da ricordare e nelle preferite, grazie mille anche a voi!
Commentate vi prego, sono sempre felice di sapere quale è il vostro parere riguardo la storia!
Prossimo aggiornamento presto!
Un grosso bacione a tutti,
la vostra kiki4ever :)

P.S. Vi piacerebbe qualche immagine ad inizio capitolo?





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Capitolo 3
*** Nuovo mondo (parte 2) ***


secondchances chp 3
Eccomi ancora qui con il secondo capitolo di Second Chances! Spero che vi piaccia! Per altre informazioni ci vediamo a fine pagina, ora vi lascio alla lettura! Grazie in anticipo a chi leggerà questo capitolo! ;)




NUOVO MONDO (parte 2)



Quando Harry si svegliò quella mattina, poche ore dopo esser svenuto tra le braccia di suo padre, si sentì bene, come non accadeva ormai da molto tempo; si sentiva riposato, sia nel corpo che nella mente, finalmente guarito da tutte quelle ferite procuratosi nelle battaglie che aveva dovuto affrontare negli ultimi mesi della sua vita.
La sua mente era lucida, e poteva percepire il suo corpo finalmene rivigorito anche se ancora debole, inoltre quel peso che gli opprimeva il petto, quel dolore costante, come se non riuscisse a respirare giustamente, era svanito.
Si sentiva libero, rinato.
Sapeva che tutto quell'improvviso benessere era dettato dal fatto che si trovava in un nuovo mondo, in un luogo dove poteva ricominciare tutto da capo, soprattutto con la sua vita; un luogo dove poteva essere se stesso senza paura di poter essere giudicato o senza che nessuno si aspettasse niente da lui.
In quel nuovo mondo aveva la possibilità di essere un ragazzo normale, come aveva sempre sognato, e non si sarebbe lasciato scappare questa possibilità neanche per mille galeoni, come non si sarebbe lasciato sfuggire l'occasione di riallacciare i rapporti con tutti coloro che aveva perso in precedenza.
Inoltre, si sentiva in pace con se stesso, come mai prima, infatti quella notte il suo sonno non era stato popolato da incubi come gli era successo di recente, al contrario, aveva sognato sua madre, Lily.
Nel sogno lei gli accarezzava i capelli come solo una madre può fare, dolcemente, lentamente, come una ninna nanna cantata con il movimento di quelle dita, che lo avevano rilassato; era rimasta accanto a lui, sussurrandogli parole rassicuranti e vegliando su di lui, facendolo sentire come un figlio amato e desiderato.
Con questa splendida immagine impressa nella mente, come se avesse paura che una volta svegliatosi questa potesse sparire, rendendolo consapevole del fatto che fosse stato solo un sogno, Harry si decise ad aprire gli occhi.
Osservò per un tempo infinito il soffitto bianco sopra di lui, rimanendo affascinato dalle piccole volte eleganti che lo caratterizzavano; quando si decise finalmente a guardarsi intorno, scoprì di essere in una stanza non molto grande ma accogliente, le pareti erano color panna, i mobili erano antichi e lui era disteso su di un letto matrimoniale molto comodo e bello, alto e in legno.
Su di un muro era appeso un poster gigante raffigurante una squadra di quidditch, molto probabilmente i Cannon di Cudley, ma Harry non ne era molto sicuro, l'appassionato di sport non era lui, ma Ron.
Al solo pensare il nome del suo migliore amico, una fitta lo colpì al petto.
Scacciò via il dolore, cercando di non pensarci, perchè ormai quel crudele passato non poteva essere cambiato e l'unica cosa che il diciassettenne potesse fare, era ricominciare.
Lui aveva una seconda possiblità!
Venne distolto dai suoi pensieri da una fioca luce che traspariva da un piccolo spiraglio tra le tende tirate, di un blu intenso e pacifico.
Harry si sentiva come se fosse a casa.
Questo pensiero scatenò in lui un'improvvisa ondata di panico.
Dove si trovava?
Aveva realmente visto suo padre oppure era stato tutto un sogno?
Intimorito poichè non aveva la risposta a queste domande, Harry cercò di sedersi  ma scoprì, ben presto, di non poterlo fare.
Volse lo sguardo verso la sua destra, dove sentiva un peso che non gli permetteva di muoversi come avrebbe voluto, dal soffice letto in cui aveva riposato, e quello che vide lo lasciò letteralmente senza fiato.
Mai avrebbe potuto immaginare la scena che gli si presentava davantiu agli occhi in quell'istante, l'aveva desiderata per troppo tempo nella sua vita per poter anche solo pensare che, un giorno, sarebbe potuta avvenire una cosa del genere.
Infatti, poggiata con le braccia sulle ginocchia del giovane, con la testa sulle sue gambe, voltata verso il suo viso, come a volerlo vegliare anche nel sonno profondo in cui si trovava, con una mano stretta ancora fortemente nella sua, c'era Lily Evans Potter.
Sua madre.
Sua madre era proprio lì.
Davanti a lui.
Harry si sentì congelare, gli occhi puntati sulla figura dormiente di sua madre e sui suoi splendidi capelli rosso fuoco, che contrastavano con il bianco delle lenzuola.
Non sapeva che cosa fare, era letteralmente paralizzato dalla paura e dall'ansia.
Come avrebbe dovuto reagire?
Avrebbe dovuto svegliare sua madre, oppure lasciarla riposare nonostante gli impedisse di muoversi e di raccogliere infomazioni circa il luogo in cui si trovava?
Se si fosse svegliata, come avrebbe dovuto comportarsi?
Come ci si comporta con la propria madre che non sa che sei suo figlio?
E perchè Lily gli stava stringendo la mano?
Che il suo sogno non fosse stato tale, ma realtà?
Era talmente immerso nel turbinio delle domande che gli invadevano la mente, che non si accorse che la figura di cui si stava preoccupando tanto, si stava svegliando.
Lily Evans infatti, sentendo qualcosa muoversi sotto di lei, si destò dal sonno leggero in cui era caduta, esausta, poche ore prima, mentre vegliava sul giovane ragazzo senza nome.
Fu in quel momento, mentre pensava ancora a lui, che si accorse, ancora non del tutto cosciente, che il ragazzo in questione si era finalmente svegliato ed ora la guardava come se fosse scioccato.
Immediatamente Lily, preoccupata che potesse sentire ancora dolore, si alzò in un secondo, facendo fare un balzo ad Harry, che solo in quel momento ritornò cosciente di quello che gli stava accadendo intorno.
Lily, preoccupata, guardò il ragazzo negli occhi e stava per chiedergli se andasse tutto bene, se lui si sentisse bene, ma non ci riuscì.
Harry stava per scusarsi con sua madre, che non sapeva di esserlo, per il fatto che avesse dovuto vegliare su di lui, un ragazzo che nemmeno conosceva, ma non ci riuscì.
Non ci riuscirono, perchè nel momento in cui i loro occhi si incontrarono successe qualcosa di monto strano.
Non fu come quando Harry aveva incrociato quelli di suo padre, questa volta era diverso, era magico.
Intorno a loro il mondo parve fermarsi per qualche secondo, che però a loro parve un secolo, mentre lo smeraldo incontrava il suo gemello.
Un turbinio di sensazioni colpì i due, senza che potessero fare nulla per evitarlo.
Harry sentì una forza immane entragli nel corpo, seguita da una di pace e di tranquillità che lo fece sentire come se fosse in paradiso.
Lily sentì una fitta al cuore, come se questo avesse ripreso a battere nel modo giusto come non faceva daquando aveva perso la persona più importante per lei insieme a James.
Nessuno dei due riusciva a distaccare lo sguardo dagli occhi dell'altro.
Erano come attratti da due calamite, due unità dello stesso essere che si riuniscono dopo esser state separate.
Un ricongiungimento.
Come se i due mondi da cui provenivano, si fossero fusi in uno solo.
C'erano solo loro due, nessun altro.
Solo Harry e Lily.
Avrebbero potuto guardarsi all'infinito senza mai poter smettere, quando una voce giunse a risvegliarli da quella specie di sogno ad occhi aperti.
"LILY!"
Urlò questa come spaventata.
E questo bastò a spezzare quell'incantesimo che si era creato tra loro due, quella specie di mondo che in quei pochi secondi avevano potuto vivere insieme.
Lily fece un balzo, seguita a ruota da Harry, e entrambi si guardarono intorno.
James Potter era di fianco a sua moglie e le scuoteva una spalla.
Dietro di lui Harry notò altre due persone.
E quando le vide il suo cuore perse un battito dalla gioia.
Sirius Black e Remus Lupin.
Erano ancora vivi.
La felicità riempì il suo cuore e il moro cercò di contenersi per non saltare loro al collo ed abbracciarli stretti.
"Ma che diavolo....? Ti ho chiamata almeno cinque volte ma non rispondevi!" disse James preoccupato e ansioso per la moglie.
Solo in quel momento Harry e Lily si accorsero di avere il fiatone, come se avessero corso.
Lily guardò confusa il marito, poi Harry, poi ancora il marito.
"James stavo solo controllando che stesse bene... ero immersa nei miei pensieri!"
Perchè sua madre non aveva detto niente riguardo quello che era appena accaduto loro?
Solo dopo le parole della moglie, James e gli altri Malandrini si resero conto che il ragazzo misterioso che avevano soccorso era sveglio e cosciente e sembrava stare meglio.
E proprio come un malandrino avrebbe fatto in una situazione del genere...
Iniziarono tutti a raffica a sparare domande al povero Harry, che non capì una parola di quello che gli chiesero.
Solo l'intervento di Lily, lo salvò da un futuro mal di testa con i fiocchi.
" Ragazzi calmi, devo forse ricordarvi che si è appena svegliato da un sonno di quasi due giorni?"
I Malandrini si calmarono e presero ognuno una sedia per andare di fianco a lui.
Harry non sapeva, ancora una volta che cosa fare.
Cosa avrebbe dovuto rispondere alle loro domande?
L'agitazione iniziò ad invadere il suo corpo, mista alla felicità nel poter rivedere due delle persone più importanti della sua intera vita, ancora vivi e vegeti e soprattutto accanto a lui.
" Scusaci, siamo molto esuberanti a volte e ci dispiace averti spaventato così " iniziò suo padre con tono gentile.
" Ti senti meglio? Ti fa male qualcosa? " Chiese ancora ed Harry avrebbe voluto tanto tuffarsi nel suo petto e dirgli tutto quello che non aveva potuto dirgli in diciassette anni vissuti senza di lui, ma sapeva di non poterlo fare.
" Sto bene, grazie " rispose con voce bassa e un poco roca per le tante ore in cui era rimasto senza utilizzarla.
Tutti annuirono e rilasciarono un sospiro di sollievo alla sua risposta, poichè erano stati molto in pensiero per quel povero ragazzo che sembrava aver affrontato le pene dell'inferno e che aveva rischiato di morire poche ore prima.
" Bene, ne siamo contenti... " Disse Sirius con un sorriso che fece scaldare il suo cuore.
Era da anni che non vedeva quel sorriso ed ora poteva gioire di nuovo insieme al suo padrino, senza però fargli scoprire chi era veramente.
Harry sorrise a sua volta a quelle quattro persone che amava con tutto il suo cuore.
" Potremmo sapere per favore il tuo nome? Sai non abbiamo avuto modo di chiedertelo e..."
Il sorriso si spense sulle sua labbra, lasciando posto ad una smorfia spaventata.
Oh mio Dio.
Harry venne preso dal panico.
Chi sarebbe dovuto essere in quella dimensione?
Oh no, e adesso cosa mi invento? pensò il povero giovane che si trovava a corto di idee.







ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti cari lettori!
Ho cercato di aggiornare il prima possibile! Scusate se ci sono errori di battitura, ma qualcuno mi sfugge sempre!
Allora che ne pensate del capitolo? Piaciuto? Ed il finale?
Scusate se l'ho lasciato così in sospeso, ma ci voleva :)
Ringrazio infinitamente tutti coloro che hanno aggiunto la storia nelle seguite, nelle preferite e in quelle da ricordare e soprattutto ringrazio con tutto il mio cuore i 6 angeli che hanno commentato lo scorso capitolo, solo mi dispiace che siate diminuiti rispetto al primo!
Vi prego fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo :)
Il prossimo aggiornamento, se tutto va bene, sarà verso domenica!
Un bacione a tutti
Grazie infinite ancora per essere passati di qui :)
Kiki4ever :)


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Capitolo 4
*** Home, my home ***


Second Chances 4
Scusate. Scusate. Scusate. Scusate. Scusate. Scusate.
Posso ripeterlo all'infinito se volete, mi dispisce di essere sparita per quattro lunghissimi mesi, ma davvero la maturità si avvicina ed il tempo è sempre meno per mettersi al computer e scrivere qualcosa che non c'entri con lo studio.
Però ho sfruttato le vacanze di Pasqua per scrivere questo piccolo capitolo, nella speranza che vi piaccia! 
Ah una cosa molto importante prima che leggiate, questo capitolo è dedicato ai magnifici angeli che hanno commentato lo scorso capitolo: pit; bulmettina;  igniflia; lunadistruggi; Selene Potter93; acquamarin; AlexisSlyterin; _CaRRots_Skarf_.
Grazie infinite per aver commentato e scusate se non ho risposto, ma prometto che se commenterete ancora lo farò :)
Ora vi lascio a leggere il capitolo, ci vediamo a fondo pagina ;)




DOVE ERAVAMO RIMASTI?

" Potremmo sapere per favore il tuo nome? Sai non abbiamo avuto modo di chiedertelo e..."

Il sorriso si spense sulle sua labbra, lasciando posto ad una smorfia spaventata.
Oh mio Dio.
Harry venne preso dal panico.
Chi sarebbe dovuto essere in quella dimensione?
Oh no, e adesso cosa mi invento? pensò il povero giovane che si trovava a corto di idee.




HOME, MY HOME



Un nome. Un nome, Un nome.
Panico. Panico. Panico.
Il-ragazzo-che-era-sopravvissuto aveva la mente completamente vuota, un black-out che non gli permetteva di pensare lucidamente.
Cavolo, doveva riuscire a trovare un nome fittizio per la sua nuova identità, prima che il suo silenzio prolungato potesse destare sospetti.
Ma non aveva idee, nemmeno una.
I Malandrini e sua madre lo stavano guardando, aspettando che un qualche suono fuoriuscisse dalle sue labbra, ma il ragazzo non sapeva davvero che cosa fare.
Era il salvatore del mondo magico, per Merlino, e non riusciva a pensare a niente di decente da dire!
La sua bocca si mosse prima che potesse controllarla e la parola che fuoriuscì fu la più sbagliata che avesse potuto mai dire.
"Harry...."
Oh per la barba di Merlino, aveva davvero detto il suo vero nome?
E adesso?
E se lo avessero scoperto?
Stupido Harry, sei davvero uno stupido! pensò sconfortato, cercando un modo per poter rimediare al gravissimo errore che aveva appena commesso.
Poi, si rese conto di una cosa molto importante, che non avrebbe mai dovuto dimenticarsi, che doveva ricordarsi, ma a cui, scioccamente, non aveva pensato.
Infatti, dopo aver pronunciato il suo vero nome, vide gli occhi di sua madre e di suo padre spalancarsi, sorpresi per poi divenire immensamente tristi.
Accidenti a lui, doveva solo inventarsi un nome fasullo, perchè diavolo non ci era riuscito?
La Healer gli aveva detto che in quella dimensione lui era morto, ma questo non significava che i suoi genitori non gli avessero dato un nome!
Infatti i coniugi Potter, sentendo quella parola, sentirono il cuore sussultare.
Erano anni ormai che cercavano di non pensare al loro figlio perduto, ma ogni volta diventava sempre più difficile.
Lily cercò di rimanere impassibile, James chiuse gli occhi un secondo, Sirius prese un profondo respiro e Remus  guardò preoccupato gli amici.
Si ripresero, però, in fretta e guardarono il ragazzo che ora sapevano chiamarsi con quel nome: 'Harry'.
Nel frattempo, il ragazzo-che-è-spravvissuto cercava freneticamente un rimedio e un'idea gli venne in mente prima che tutto fosse irreparabile.
"Harrison..."
Ok, Harry era il diminutivo di Harrison, poteva andare bene!
Aveva in parte risolto la mega gaffe che aveva appena fatto, ma ora c'era un altro grave ed importante problema.
Il cognome.
Evans...
Non poteva certo usarlo, era il cognome di sua madre.
Dursley...
Non se ne parlava nemmeno, e poi era quello dei suoi zii quindi...
Tutti quelli che gli venivano in mente erano troppo banali, oppure appartenevano a qualcuno del suo mondo che però, sicuramente, esisteva anche in questo, quindi doveva trovarne uno che non destasse sospetti, che fosse nuovo.
Tutto quel pensare gli stava facendo venire un mal di testa incredibile, e lo stava facendo stancare maggiormente.
Guardò le persone che aveva davanti a sè, pensando che non poteva farsi scoprire subito, avrebbe loro detto la verità, ma non prima di aver sconfitto Voldemort anche lì!
Doveva solo aspettare e farsi amare da loro per quello che era, non per aver detto loro di essere Harry Potter.
Guardò il suo padrino e...
Sirius di congome faceva Black! 
Ma Black non poteva utilizzarlo!
'Aspetta un secondo' pensò Harry 'Black, è un colore, ed il suo contrario è....'
Dopo quelli che parvero secoli, sia a lui che agli altri presenti nella stanza, finalmente il giovane parlò.
"White...mi chiamo Harrison White, ma tutti mi chiamano Harry"
Concluse il giovane rilasciando un sospiro di sollievo quando vide un sorriso comparire sul volto dei tre Malandrini e di sua madre.
Aveva davvero rischiato di far saltare la sua copertura in pochissimo tempo, in fondo assomigliava in modo impressionante a suo padre e non poteva permettersi di commettere più un errore del genere in futuro, altrimenti sarebbe stata la fine.
Lui non era più Harry Potter, non era più il ragazzo-che-ha-sconfitto-colui-che-non-deve-essere-nominato.
No, quel ragazzo era morto insieme a Voldemort e a tutte le persone a lui care.
In questo mondo sarebbe stato un semplice diciassettenne, un semplice mago come tutti gli altri, che avrebbe combattuto insieme all'Ordine della Fenice, per sconfiggere ancora una volta il Signore Oscuro, ma non era più l'eroe di turno.
Anzi, non era mai stato un eroe.
Un eroe non avrebbe mai permesso la morte di tutte quelle persone.
" Allora Harrison, piacere di conoscerti!" 
La voce del suo padrino lo distolse da quei pensieri tristi che ormai gli dilaniavano l'anima.
Harry alzò il viso ed incontrò l'espressione di Sirius.
Questa era la sua seconda possibilità, non poteva sprecarla.
Questa volta avrebbe fatto andare tutto per il verso giusto.
Avrebbe ucciso Voldemort e nessuno avrebbe perso la vita, questa volta avrebbe fatto le cose per bene!







****






I Malandrini erano ora seduti intorno al tavolo della cucina e stavano bevendo una tazza di caffe.
Era stanchi, per le notti quasi insonni che avevano dovuto passare per stare accanto al nuovo arrivato ed ora non vedevano l'ora di potersi fare una bella dormita.
"Ragazzi che stanchezza, per fortuna siamo in vacanza, il solo pensiero di dover andare a lavorare mi avrebbe ucciso!" esclamò Sirius, soprimendo uno sbadiglio.
" Già, mi sarei addormentato di sicuro sulla scrivania!" Disse James imitando suo 'fratello' e sbadigliano a sua volta, mettendo una mano davanti alla bocca e poi lasciandosi andare indietro, sullo schienale della sedia.
" Come se non lo facessi già... " Commentò Remus con una risata, seguito subito da Lily, che comparve in cucina in quel momento, e dando un leggero bacio a suo marito sulle labbra.
James fece il finto offeso alla risata della moglie, ma sapeva benissimo che i due avevano ragione, qualche volta, proprio come a scuola, accadeva che James si addormentasse sul serio, ma nessuno gli diceva mai niente, insomma lui era James Potter, uno dei più grandi Auror del mondo!!!
" Il raga- cioè Harrison? Come sta? " Chiese Remus, con uno sguardo preoccupato sul volto.
Quel ragazzo, non riusciva a capire perchè, gli ispirava fiducia, era come se sentisse di doverlo proteggere per qualche strano motivo.
" L'ho lasciato un attimo da solo, ha detto che ci avrebbe raggiunto tra poco!" Rispose Lily, iniziando a preparare un buonissimo pancake per i suoi Malandrini e per il giovane, che sicuramente avrebbe avuto fame, dopo due giorni di digiuno.
" Sapete, non so se l'avete notato, ma Harrison assomiglia in modo strabiliante a James! Solo che non porta gli occhiali!"
Sirius aveva perfettamente ragione, se non fosse stato per l'assenza degli occhiali, il ragazzo sarebbe stato la copia esatta di James quando era giovane, ed aveva anche gli occhi di Lily!
Sarebbe potuto essere loro figlio!
Tutti avevano avuto quel pensiero, ma nessuno lo aveva espresso ad alta volce, perchè sapevano quanto facesse ancora male ai coniugi Potter pensare alla parola figlio!
" Eh dai, capita! Insomma ce ne sono di ragazzi in giro che ti assomigliano!" Esclamò Sirius per cercare di allentare la tensione che aveva iniziato a crearsi nella stanza.
" Ma che diavolo dici?!?!? Io sono unico, nessuno può nemmeno lontanamente avere il mio fascino!"
E i due migliori amici iniziarono ad azzuffarsi, proprio come quando erano ragazzini, con Lily vicino ai fornelli che rideva di gusto, e nel contempo pensava che il marito e Sirus fossero ancora dei bambini e con Remus che cercava, come al solito di fermarli e di calmarli, azione che gli era impossibile ovviamente.
Fu così che Harry li trovo, quando entrò nella cucina.
Una famiglia.
La sua famiglia.
Le persone che amava più di ogni altre erano lì a pochi passi da lui, ma lui non faceva parte realmente di loro.
Guardò la scena con un piccolo sorriso sul volto, ma con le lacrime nel cuore.
Chissà se avrebbe mai potuto far parte di quel quadretto un giorno.
Rimase sullo stipite della porta per quello che gli parve un giorno intero, non si sarebbe mai annoiato a quardarli così felici, così spensierati e soprattutto così vivi.
I quattro finalmente si accorsero di lui, cercando di ricomporsi e arrossendo per essersi fatti beccare in una situazione così bambinesca.
" Harrison... eccoti qui, vuoi mangiare qualcosa?" Chiese gentilmente Lily, mostrandogli un piatto pieno di leccornie.
Lo stomaco del moro brontolò e a quel suono, i Malandrini scoppiarono in una fragorosa risata, prendedola come una risposta affermativa.
Remus si alzò e aiutò Harry a sedersi, poichè il giovane era ancora un poco instabile sulle gambe, che infatti gli stavano tremando.
" Serviti pure! " Disse Sirius, allargando le braccia in un gesto di invito.
" Non me lo faccio ripetere!" Rispose però James.
" Ehi mica dicevo a te vecchio!"
E ripresero ad azzuffarsi, per poi mangiare tutti insieme.
Harry pensò che fosse magnifico mangiare per la prima volta nella sua vita, una colazione preparata
da sua madre, insieme alla sua vera famiglia.








ANGOLO AUTRICE
Bene, spero che il capitolo vi sia piaciuto, scusate se non è bellissimo, ma non è proprio uscito come mi aspettavo, però spero sia stato lo stesso di vostro gradimento e soprattutto che qualcuno ancora segua questa storia dopo così tanto tempo che non aggiornavo!
Vi prego lasciatemi un commento e fatemi sapere che cosa ne pensate!
Mi servono proprio i vistri pareri, mi spronano ad andare avanti!
Ringrazio infinitamente, oltre a coloro che hanno commentato, anche coloro che hanno aggiunto la storia nelle preferite, nelle storie da ricordare e nelle seguite!
Siete tantissimi e questo mi fa davvero piacere!
Il prossimo capitolo non so quando arriverà, ma cercherò di fare il più in fretta possibile e cercherò di farlo bello lungo, promesso!
Bene, detto questo vi ringrazio ancora di cuore per aver letto!
Alla prossima (che spero sarà presto)
Tantissimi baci
Kiki :)


P.S. Lo so, sono ripetitiva, ma volete un'immagine ad inizio capitolo? Vi piacerebbe?








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Capitolo 5
*** He can stay ***


chp5
Eccomi qui....vi avviso è un capitolo mooooolto lungo e pieno di avvenimenti importanti, ah solo una cosa, preparate i fazzoletti!
Ora vi lascio alla lettura ;P




HE CAN STAY



Harry stava camminando lentamente sotto i pallidi raggi del sole tipico inglese, una settimana dopo il suo risveglio a casa Potter e, finalmente, aveva riacquistato del tutto le forze.
Riusciva a restare sveglio quasi nomalmente, senza aver bisogno di dormire per ore, sentendosi sempre stanco nonostante si riposasse molto; riusciva a camminare ed a fare passeggiate tranquillamente, senza che le gambe gli tremassero ed avesse bisogno di un sostegno, ora avevano ripreso il loro tono muscolare ed anche fare respiri profondi ora non gli costava nessuna fatica, riusciva infatti a respirare senza che l'intera cassa toracica gli dolesse.
Ma, metaforicamente parlando, il solito peso che gli opprimeva il cuore, che gli schiacciava e dilaniava l'anima, quello non se ne sarebbe andato tanto presto, anzi, forse non sarebbe mai sparito, ma ad Harry andava bene così.
Sentire il dolore gli faceva ricordare le magnifiche persone che si erano sacrificate per un bene superiore, per il suo bene; sentire quel dolore lo faceva sentire realmente vivo, ma soprattutto consapevole.
Consapevole del fatto che, nonostante si trovasse in un nuovo mondo ed avesse la possibilità di ricominciare da capo tutta la sua vita, non avrebbe mai potuto cancellare il ricordo di quelle persone che aveva combattuto fino alla morte; Harry non poteva fingere che non fosse successo.
Quelle memorie, per quanto dolorose fossero, rappresentavano una parte fondamentale del suo passato, ed insieme a quelle piacevoli, erano rinchiuse in una parte segreta del suo cuore, custodite come tesori e mai rivelate.
Quelle memorie erano una parte integrante di lui, il passato, in fondo, è parte integrante di una persona, ti rende ciò che sei nel presente e ti aiuta ad affontare il futuro.
Harry era quello che era, proprio per il suo passato; ora poteva affrontare un nuovo avvenire, poteva cambiare la sorte infelice che gli era spettata nel suo vecchio mondo, poteva diventare realmente un salvatore, anche a costo di perdere la vita una volta per tutte.
Non avrebbe potuto sopportare un'altra perdita, non questa volta.
Si riscosse da quei pensieri tristi e malinconici quando una nuvola coprì quel poco sole che gli riscaldava la pelle; Harry si guardò intorno e capì che era rimasto fermo in quella posizione per un tempo molto lungo, forse era meglio tornare a Potter Manor prima che i suoi genitori, che strano effetto faceva pensare che erano proprio lì con lui, e i suoi padrini si preoccupassero seriamente per lui.
Mentre tornava nella casa in cui sarebbe dobuto crescere, rimuginò su tutte le belle esperienze che aveva passato con la 'sua famiglia' nell'arco di quei sette giorni.
Aveva parlato molto con sua madre, ed aveva scoperto che era una donna fantastica e sempre sorridente, nonostante il suo passato ombroso e pieno di sofferenza.
Harry riusciva a sorridere veramente quando era insieme a lei, e quando i loro occhi si incontravano sembrava semrpe riformarsi quella specie di energia magica, come era successo la prima volta che si erano incontrati.
Aveva inoltre imparato che sua madre era un'ottima cuoca e non riusciva a fare a meno che guardarla mentre preparava qualcosa da mangiare, meravigliato dalla sua bravura e dalla sicurezza delle sue movenze.
Era stato anche molto tempo con Sirius e Remus, con il primo aveva parlato e discusso di quidditch quasi tutto il tempo, ma era sempre piacevole sentire la voce del suo padrino, senza doversi poi risvegliare e ricordare che era morto, no, in quel mondo Sirius era vivo e vegeto.
Aveva scoperto che il suo padrino era ancora single, proprio come nel vecchio mondo e che viveva insieme ai Potter e a Remus, tutti insieme a Potter Manor.
Con Remus aveva costruito proprio un bel rapporto, gli piaceva leggere e consigliava a Harry sempre tantissimi libri, che lui apprezzava molto; Remus era sempre il solito, anche se in qualche certo senso sembrava più sicuro di quello che aveva conosciuto lui, più caparbio e fermo, gli piaceva questo Lupin!
L'unica persona con cui ancora non aveva stretto un rapporto proprio saldo era il padre.
Non sapeva perchè ma era come se James facesse di tutto per evitare di restare da solo con lui ed iniziare una conversazione, era distante e Harry non ne capiva il motivo, si sentiva quasi ferito.
Ma cosa poteva pretendere in fondo?
Loro non sapevano che lui era Harry Potter, il loro figlio proveniente da un'altra dimensione, quindi James, probabilmente lo considerava come una sorta di intruso in casa sua.
Non poteva biasimarlo.
Ma faceva male.
"Harrison....Harrison..."
Si sentì chiamare e scorse Sirius sulla soglia dell'entrata di casa Potter, affrettò il passo nel sentire un gradevole profumino provenire dall'interno di essa.
"E' pronto il pranzo, sbrigati prima che Lily si arrabbi sul serio" disse il suo padrino con un sorriso molto Malandrino sulle labbra.
Harry lo guardò dubbioso.
" Sai, Lily odia quando le persone sono in ritardo per mangiare, pensa che lo facciamo perchè non gradiamo le sue pietanze, quindi ti conviene entrare subito prima di conoscere la sua vera ira" terminò la frase con una piccola risata, che contagiò anche il giovane, che sentì un braccio, quello di Sirius, intorno alle spalle mentre lo faceva accomodare nel tavolo del salotto, insieme a tutti gli altri.
Durante il pranzo come al solito parlarono del più e del meno, di come era andata la giornata, di come si sentisse Harry ora che doveva essersi completamente ristabilito, di cosa avrebbe voluto fare nei giorni seguenti.
Tutti gli facevano domande, contenti che finalmente quel ragazzo così misterioso, con quello sguardo malinconico per chissà quale ragione, ma ora acceso e sorridente come non era mai stato da quando era arrivato, si fosse finalmente aperto con loro.
Tutti, tranne James.
Il moro malandrino, infatti, se ne stava in silenzio, quasi non ascoltando quello che la sua famiglia chiedeva al nuovo arrivato, come se non gli interessasse; ovviamente riceveva sguardi indignati ed arrabbiati da sua moglie, ma non sapeva esattamente come comportarsi con il ragazzo e poi, nonostante la prima volta che si erano guardati in faccia ci fosse stato una specie di contatto strano e al contempo stesso magico, James non si fidava totalmente di lui, sapeva che c'era qualcosa che gli nascondeva.
Harry era felice, chiacchierava spensieratamente con le persone a lui ormai care, quando James spezzò il silenzio per la prima volta in quella settimana, parlando.
" Harrison, dove sono i tuoi genitori?"
Le posate caddero dalle mani di Harry, tintinnado sul piatto appena lo colpirono, Lily guardò scioccata il marito, Sirius per poco non si ingozzò con il succo che stava bevendo e Remus per poco non cadde dalla sedia.
Mai si sarebbero aspettati che James facesse una domanda del genere, si erano accordati, nei giorni precedenti che non avrebbero fatto domande di quel gerene al ragazzo, non prima che quest'ultimo si sentisse pronto, ma James aveva infranto quell'accordo.
"James, ma che cavo..."
"Sto parlando con Harryson, Sirius, e gli ho fatto una domanda... dove sono i tuoi genitori? Insomma ci hai detto che hai diciassette anni, sei maggiorenne da poco, sei scomparso e stato attaccato da qualcuno, non saranno preoccupati?"
Quello che sorprese e ferì Harry, non fu tanto la domanda in sè, ma il tono in cui suo padre la pronunciò, freddo, distaccato, come se non gli importasse veramente della risposta, come se l'unica cosa che volesse era che lui se ne andasse da casa sua.
Sentì gli occhi farsi lucidi, ma ricacciò indietro le lacrime, non poteva pretendere che fosse tutto perfetto, di avere tutti dalla sua parte.
" James, smettila avevamo detto che non avremmo fatto..." iniziò Lily, davvero offesa dal comportamento di James, quanso Harry la interruppe.
" Non fa niente signora Potter, sapevo che prima o poi mi avreste posto delle domande, quindi... "
Alzò lo sguardo e lo posò con freddezza su quello del padre.
" Non me la sento di dirvi ancora la mia storia, almeno non per intero"
Tutti gli sguardi ora erano posati su di lui, attenti alla sua risposta.
Harry continuò, imperterrito, coraggioso, proprio come si addiceva ad un Grifondoro.
" Vi basti solo sapere che ho diciassette anni, i miei genitori sono morti quando ero piccolo e me la sono sempre cavata da solo, non sono andato ad una scuola di magia, ma ho ricevuto un insegnamento privato, sono venuto a Londra per vendicarmi"
Appena finì quell'ultima frase gli sguardi degli altri divennero ancora più scioccati.
"Per vendicarti?"
Era stato James a parlare, ora curioso di saperne di più, ma anche sentendosi un pò in colpa per avergli fatto quella domanda; il ragazzo aveva appena detto che i suoi geniori erano morti, quindi James sentì di aver fatto proprio la domanda sbagliata, accidenti che stupido che era!
" Per vendicare la morte dei miei genitori, sono stati uccisi da Vol- " Harry si bloccò appena in tempo, se avesse detto il suo nome con spavalderia avrebbe destato sospetti " da Colui-che-non-deve-essere-nominato e allora io ucciderò lui per quello che ha fatto!"
Accidenti, forse quelle ultime parole erano state un pò troppo, pensò Harry.
Infatti si scatenò il putiferio.
Domande a raffica gli vennero fatte da tutti e quattro gli adulti, anche da James che ora sembrava aver perso il suo tono e sguardo freddo, sostituito da uno di preoccupazione.
"Tu vuoi uccidere Tu-sai-chi?"
"Ma sei impazzito?!??!"
"Verrai ammazzato, non possiamo permetterlo!"
"Tu non farai una cosa simile!!!!!"
Harry fece un piccolo sorriso, allora si preoccupavano davvero per lui!
Finita la baraonda, il ragazzo potè riprendere a parlare.
" Sentite, so che può sembrare assurdo e insensato e una missione suicida, ma... io devo avere vendetta, per questo sono venuto a Londra, sono venuto per cercare qualcuno a cui potermi unire per poterlo sconfiggere una volta per tutte!"
Nella sua voce c'era talmente tanta determinazione che fece zittire i quattro.
Quel ragazzo, nonostante sembrasse così fragile, sull'orlo della rottura, era anche molto forte e determinato, e lo aveva appena dimostrato.
Prima che ognuno di loro potesse aggiungere altro, Harry si alzò da tavola, sperando di non offendre Lily con quel suo gesto e cercando di non pensare a quel peso nel petto che stava crescendo nel ricodare Voldemort, disse:
" Sentite, so che non vi fidate ancora totalmente di me, ma se c'è una cosa di cui potete essere certi è che io non sono e non sarò mai dalla parte del Signore Oscuro! Io lo odio con tutto me stesso, perchè mi ha portato via tutte le persone che per me contavano veramente...potrete cercare di fermarmi, o di convincermi che la vendetta non è giusta, ma so che anche voi la cercate, almeno tanto quanto me, e so anche che voi siete Auror di successo e combattete quasi ogni giorno contro di lui e i mangiamorte"
Prese un profondo respiro e cercò di continuare senza che la sua voce si spezzasse.
" Io voglio unirmi contro la sua lotta e vorrei anche dimostrarvi quanto sono capace di compattere, se vorrete....io posso aiutarvi...come voi potete aiutare me"
Con queste parole Harry lasciò la stanza, con le lacrime agli occhi ed una voglia fremente di sfogarsi un volta rimasto solo.
Nella sala da pranzo, quattro persone guardarono la sua figura scomparire tra gli alberi di Potter Manor, completamente scioccati e increduli per quello che avevano appena sentito da un ragazzo di soli diciassette anni.






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Erano ormai passate alcune ore dal pranzo, e James, Lily, Srius e Remus erano seduti sul tavolo in cucina, dopo aver litigato furiosamente per quello che era accaduto.
James si era quindi scusato, con tutti loro, per quello che aveva fatto, per aver infranto il loro accordo e si sarebbe scusato con il ragazzo per avergli fatto una domanda così personale quando non era ancora pronto per affrontare l'argomento.
Harry era sparito per un paio d'ore, senza però uscire dal perimetri del Manor, per non far preoccupare i suoi gentori ed era poi tornato nella casa per prendere uno dei libri che Remus gli aveva consigliato, per poi iniziare a leggerlo tranquillamente seduto all'ombra di un albero nel giardino, dove i Malandrini avrebbero potuto vederlo dalla finestra.
C'era tensione nell'aria, nella cucina e nessuno sapeva che cosa dire.
James era ancora vergognato per quello che aveva fatto.
Sirius era ancora arrabbiato con il suo migliore amico.
Remus era preoccupato che il ragazzo potesse ora andarsene da quella casa tutto solo.
Lily invece si sentiva strana, aveva una voglia matta, un desiderio di andare da quel ragazzo ed abbracciarlo per farlo sentire al sicuro, per dirgli che non era solo, che ora c'erano loro con lui.
Si sentiva stranamente protettiva nei suoi confronti e non riusciva a capirne il reale motivo, sapeva solo che voleva che Harrison restasse con loro.
" Può restare vero?" Chiese allora la donna agli amici che erano seduti davanti a lei.
" In che senso può restare? " chiese Sirius non capendo la sua domanda.
" Nel senso che...non possiamo lasciarlo da solo, lui deve restare qui, avete sentito cosa ha detto prima no? E' da solo, quindi vi sto chiedendo se può restare qui, definitivamente"
Finalmente quelle parole le aveva dette, era ormai una settimana che se le teneva dentro, per paura di una risposta negativa.
A parare fu Remus, che prese coraggio e cercò di capire che cosa voleva dire l'amica.
" Lily, so che cosa intendi, ma il ragazzo non può restare per sempre con noi, cioè io credo che..."
Ma la rossa non lo fece terminare, dentro di lei stava crescendo una rabbia che non aveva mai provato prima, se non alla morte del figlio.
" No tu non sai che cosa intendo Remus! Come non lo sai tu Sirius e come non lo sai tu James! Non lo sapete perchè...perchè IO SONO UNA MAMMA CAPITO?"
Quelle parole colpirono nel profondo i tre uomini che scioccati, fissarono Lily.
Mai in diciassette anni aveva più detto quella parola, 'mamma'.
" Io sono una mamma, anche se ho perso mio figlio, anche se non ho mai potuto dimostrare quanto sarei stata brava e felice nell'esserlo, io sono e sarò sempre una mamma...e quindi...chiamatelo come volete, istinto materno, ma io so che quel ragazzo ha bisogno del nostro aiuto! Ha bisogno di una famiglia, ha bisogno di persone che lo sostengano, di qualcuno che gli stia accanto.
E' solo...e non è giusto che un giovane sia solo al mondo, che debba provare quella malinconia e quel dolore che gli leggo negli occhi, non è giusto!
Ragazzi lo capite che se lo lasciamo andare, se lo lasciamo uscire dalle nostre vite, Harry morirà?
Lo capite questo si o no? Non possiamo lasciare che questo accada! IO non posso farlo uscire dalla MIA vita, perchè, anche se lo conosciamo da poco, ormai fa parte in un certo senso della nostra famiglia!
Credete che io non me ne sia accorta di come vi siete divertiti con lui in questi giorni? Di come vi abbia visto sorridere, di come IO abbia sorriso in questi giorno solo perchè quel ragazzo ha portato aria fresca, giovinezza e spensieratezza nelle nostre vite?!?!?"
Si fermò per un attimo, cercando di riprendere il respiro per aver alzato la voce; si alzò ed andò alla finestra, cercando con lo sguardo Harry, che doveva aver cambiato luogo per leggere poichè non lo vedeva, chiuse gli occhi e continuò a parlare, aprendo il proprio cuore.
" Non sto cercando un rimpiazzo se è questo che state pensando! Nessuno riuscirà mai a prendere il posto di nostro figlio nel mio cuore, ma vi rendete conto di quanto siano stati duri questi anni? Di come mi sia sentita in colpa per la sua morte? Ed ora questo ragazzo spunta dal cielo e porta di nuovo la felicità in questa casa e io non riesco più a pensare a Potter Manor senza di lui...
So che anche voi la pensate al mio stesso modo, so che tu Remus sei riuscito a trovare per la prima volta un compagno di letture, e tu Sirius riesci a parlare di quidditch con qualcuno che non sia James ed io... io quando l'ho attorno, quando quella testolina mora e sbarazzina mi gironzola intorno, mi sento di nuovo una mamma...
E so che se lui se ne andrà quella sensazione sparirà con lui ed io non voglio che sparisca.
Quindi, vi prego può restare?"
Chiese un'ultima volta, supplicante.
Guardò i volti dei suoi amici e di suo marito, speranzosa come mai prima.
A parlare per primo fu di nuovo Remus.
" Io voglio che resti... Lily....Lily ha ragione ragazzi, Harrison ha riportato la spensieratezza in questo luogo! Sapete quando qulache giorno fa mi ha chiesto se potevo consigliargli qualche libro mi sono sentito...speciale....
E quando ho cominciato a parlargli e a raccontargli la storia di Oliver Twist, lui ma ha ascoltato!
Sapete meglio di me che il mio sogno è sempre stato quello di diventate un insegnate di Hogwarts, ma a causa della mia..condizione... non ho mai potuto farlo!
Beh, quel ragazzo, ascoltandomi e facendomi domande, mi ha fatto sentire come nei miei sogni, come una persona che può aiutare gli altri ad imparare; Harrison mi ha fatto sentire importante dopo tanto tempo, quindi sì, io voglio che resti!"
Concluse il lupo con un sospiro e ricevendo un sorriso da Lily, che lo ringraziò mentalmente per averla supportata.
Sirius alzò lo sguardo, e capì che toccava a lui esprimere un parere, anche se non sapeva come far capire ai suoi amici il suo punto di vista.
Si scostò una ciocca di capelli neri dal viso e con i suoi grandi occhi azzurri fissò i propri amici.
" Ecco, vedete...io...non so come dirlo, ma mi piacerebbe se lui volesse restare con noi, insomma non ho mai trovato nessuno con cui parlare così appassionatamente di quidditch in tutta la mia vita, nemmeno con te James!
Quel ragazzo ha del talento da vendere e non vedo l'ora di vederlo in sella ad una scopa, perchè mi pare di aver capito che non è niente male a volare!
Beh poi sì, avete ragione, è stata una sorta di benedizione e nell'ultima settimana sono stato davvero bene, come non succedeva dai tempi di Hogwarts.
Quindi, sì...per me Harrison può restare, perchè è un bravo ragazzo e merita di più di quello che la vita gli ha riservato!"
Remus guardò sconvolto il compagno, non poteva credere che Sirius potesse essere così sentimentle, quasi gli venne da ridere.
Ora sapevano tutti che il voto finale, quello di James, era decisivo; sapevano che se lui non avesse voluto, il ragazzo se ne sarebbe dovuto andare.
Il moro guardò gli amici, non sapeva davvero come esprimersi, si sentiva impacciato ed aveva paura per qualche strana ragione.
Lui non aveva niente contro Harrison, solo che quel ragazzo gli ricordava talmente tanto quello che aveva perso, che non sapeva che cosa provare nei suoi confronti.
Decise quindi di aprire il proprio cuore e dire tutto, tutto quello che si teneva dentro da anni ormai.
" Prima che nostro figlio nascesse, quando avevamo la camera già pronta, avete presente quel lettino in legno che io e Sirius avevamo costruito insieme, vi ricordate?" Chiese.
Gli altri annirono, capendo che questo era un momento molto delicato per James se stava tirando in ballo il figlio, di cui non parlavano praticamente mai.
" Prima della nascita del nostro piccolino qualche volta mi capitava di svegliarmi di notte, mentre tu, Lily, dormivi profondamente sempre con una mano sul pancione... Mi svegliavo ed andavo nella sua futura cameretta, e mi soffermavo a guardare il lettino pensando che mancava poco e poi mio figlio sarebbe stato li dentro.
Mi soffermavo a immaginare per minuti alla sua piccola testolina poggiata sul cuscino, ai suoi occhioni chiusi nel sonno e alle sue gambine che si muovevano, e magari avrebbe anche avuto un orsacchiotto da stringere.
Lo immaginavo per minuti ed ero così fiero di star per diventare papà!"
James si asciugò una piccola lacrima dall'angolo dell'occhio, cercando di mostrarsi forte; guardò la moglie e vide che anche lei stava facendo la stessa cosa, con una sguardo che lo incitò a continuare nel suo racconto.
" Vedete, quando....quando lui è ...andato via" non riusciva a dire la parola 'morto', era troppo difficile.
" Quando lo abbiamo perso....mi sono sentito svuotato, come se avessero strappato una parte di me dal mio cuore!
Pensavo che con il tempo quella sensazione sarebbe sparita, ma non fu affatto così.
Capitava quasi ogni notte.... mi svegliavo e andavo di nuovo a guardare la culla e pensavo di nuovo a lui, lì dentro dormiente, cercando di non pensare al fatto che non avrebbe mai potuto dormire in quella culla che avevo costruito con così tanto amore per lui.
Vederla vuota, senza il mio piccino, faceva davvero male, ed avevo paura, paura che un giorno potesse succedere di nuovo.
Quando abbiamo trovato Harrison, mi sono davvero spaventato, ed ho pensato che non potevo permettere che un giovane come lui morisse...
In questi giorni non sono stato molto con lui, perchè avevo così paura che se ne potesse andare che ho pensato che se non mi fossi affezionato non avrei dovuto soffrire.
Ma la realtà è che invece provo un profondo affetto per quel giovane, perchè...perchè è proprio come vorrei che fosse mio figlio, e mi sono sentito come un padre con lui accanto!
Ieri notte per esempio, mi sono svegliato come succedeva in passato, ma non sono andato nella stanza del nostro piccolo, a fissare la culla...sono corso nella stanza di Harrison per vedere se lui era ancora lì..."
Ormai James stava piangendo e sentì l'abbraccio di Lily avvolgerlo nel suo calore e farlo sentire al sicuro, affondò la testa nel suo petto.
Sapeva che anche gli altri stavano piangendo, sapeva che per la prima volta dopo anni erano riusciti a parlare seriamente della morte del loro piccolo Harry.
" Sssh amore, va tutto bene..." Cercò di consolarlo la moglie.
" Voglio che resti!" Disse infine James, sentendo le carezze sulla sua nuca calmarlo un poco.
" Sei sicuro amore?"
" Si, voglio che resti e che ci consideri come la sua famiglia!"
Si abbracciarono tutti e quattro, felici di essere giunti a questa conclusione
Quello che non sapevano era che il ragazzo in questione era nascosto proprio dietro la porta della cucina ed aveva sentito tutta la loro conversazione.
Harry si lasciò scivolare silenziosamente sul pavimento.
Quelle parole che aveva appena ascoltato lo avevano colpito nel profondo.
Una piccola lacrima solcò la sua guancia, ma questa volta non la pulì, la lasciò cadere.
Non si rimuovono le lacrime di gioia.






ANGOLO AUTRICE
Mamma mia questo capitolo è stato un parto, è lunghissimo, non ne avevo mai pubblicato uno così lungo!
Beh spero vi sia piaciuto e che vi abbia emozionato!
Io ho pianto scrivendolo!
Ringrazio sempre tutti coloro che mi seguono e i miei angeli che commentano!
Fatemi sapere che cosa ne pensate di questo capitolo con una recensione, mi raccomando :)
Ora devo andare, grazie ancora a tutti perchè mi seguite e mi fate stare bene!
Caioooooooo
Baci baci Kiki :)

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Capitolo 6
*** Family ***


chapter 5
Lo so. Lo so! Sono mancata per altri quattro mesi e non ho scusanti, ma davvero un mese fa ho finalmente terminato gli esami di maturità e quindi sono andata in vacanza e mi sono fatta la bella vita senza pensare a nient'altro se non mare, sole e vacanze! Scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare ma con questo capitolo spero che mi perdoniate!
Buona lettura :)





Dove eravamo rimasti?


"Voglio che resti!" disse infine James, sentendo le carezze sulla sua nuca calmarlo un poco.
"Sei sicuro amore?"
"Sì, voglio che resti e che ci consideri come la sua famiglia!"
Si abbracciarono tutti e quattro, felici di essere giunti a quella conclusione.
Quello che non sapevano era che il ragazzo in questione era nascosto proprio dietro la porta della cunina ed aveva sentito tutta la loro conversazione.
Harry si lasciò scivolare silenziosamente sul pavimento.
Quelle parole che aveva appena ascoltato lo avevano colpito nel profondo.
Una piccola lascima solcò la sua guancia, ma questa volta non la pulì, la lasciò cadere.
Non si rimuovono le lacrime di gioia.





FAMILY






Altre due settimane erano passate da quella giornata, dal giorno in cui Harry aveva sentito quella conversazione che gli aveva scaldato il cuore, che aveva cambiato del tutto il suo modo di vedere le cose.
Come scordare, poi, quello che era successo giorni addietro?
Non pensava che sarebbe successo tutto così in fretta, ma era accaduto, come nei suoi sogni.
Alcuni giorni prima, nonostante fosse poco tempo che Harry era con loro, i suoi genitori, Sirius e Remus gli avevano finalmente chiesto di rimanere a Potter Manor e gli avevano rivelato di aver fatto domanda al Ministero per la sua custodia, dato che non aveva nessun parente in vita ed in grado di prendersi cura di lui.
Harry non avrebbe mai dimenticato quel momento, perchè era stato in quell'esatto istante che si era sentito, per la prima volta, parte integrante di qualcosa chiamato 'famiglia'.




FLASHBACK




"Harry, caro, puoi sederti un momento sul divano, vorremmo parlare con te." Gli aveva chiesto sua madre, con sguardo dolce e comprensivo, accompagnandolo in salotto, mantenendo sempre una mano sulla schiand del giovane, come per guidarlo e per tranquillizzarlo.
Quel tocco lo faceva sentire bene, perchè era sua madre.
James, Sirius e Remus erano tutti lì, ad aspettarlo, in piedi davanti ad un piccolo fuocherello acceso, che illuminava la stanza e dava ad essa un'aria famigliare e calda.
Harry per un momento, però, vedendo la scena, si fece prendere un poco dal panico:  il primo pensiero che gli saltò alla mente fu che volevano fargli altre domande sul suo passato e lui, inevitabilmente, avrebbe dovuto mentire loro; fortunatamente sui loro volti traspariva che quello di cui volevano parlare era una cosa bella, felice e non una brutta notizia.
Sempre affiancato da Lily, si sedette con lei sul divano posto al centro della stanza, mentre i tre uomini andarono a sedersi su quello di fronte, senza mai perdere il contatto visivo con il giovane.
"Harrison...noi volevamo chiederti una cosa importante" proruppe suo padre con voce seria ma anche piena di aspettative e speranza.
Il comportamento di James era infatti cambiato verso il ragazzo, ora parlavano e ridevano insieme, proprio come faceva con gli altri; James era diventato più amichevole e sembrava provare un affetto enorme per il giovane moro che ora lo guardava con i suoi occhioni verdi.
"Ditemi pure" rispose cortesemente Harry, non sapendo che cosa aspettarsi da quella sottospecie di colloquio.
Questa volta fu Sirius a parlare, con voce un poco tremante, come se non vedesse l'ora di dire le parole che stava per proninciare.
Si mosse agitato sulla sedia, non riusciendo quasi a stare fermo, e si beccò uno sguardo di rimprovero, come al solito, da Remus, che si stava agitando anche lui per colpa dell'amico.
"Sir, smetti di agitarti, altrimenti parlo io!!!"
"Rem senti non è una cosa semplice da chiedere io..."
"Volete smetterla voi due?!?!? Così mi mettete ancora più in ansia...come se non lo fossi già di mio!!"
Tipica scena Malandrina, pensò Harry che proruppe in una risata fragorosa e fece zittire i tre che finalmente smisero di sinsigasi per guardarlo.
"Scusatemi, ma siete uno spasso quando litigate così!" Esclamò il giovane ancora ridendo, ma cercando di soffocare il tutto con la mano per non metterli troppo in imbarazzo.
Lily rise a sua volta, poi tornò seria, come fecero i tre seduti ancora sul divano di fronte a quello di Harry, lo guardarono intensamente e il moro seppe che era arrivato il momento cruciale.
Sua madre gli prese la mano tra le sue, con una delicatezza e gentilezza che solo lei poteva avere, e guardando dritta negli occhi di Harry disse con tono tranquillo e illuminato un poco dalle lacrime:
"Harry, noi ci stavamo chiedendo se..."
Prese un respiro profondo, come se avesse paura a dire quello che doveva; i Malandrini d'altro canto lo trattennero, il respiro.
"...se volevi rimanere con noi, intendiamo per sempre, di diventare una famiglia tutti insieme"
Quando pronunciò quelle parole Lily si sentì come una morsa nel petto, avendo paura di una riposta negativa da parte del ragazzo.
James sembrava aver smesso di respirare talmente era ansioso, Sirius era paonazzo e al contrario, Remus era pallido come un cencio.
Tutti stavano aspettando che lui dicesse qualcosa.
Ma che cosa poteva dire Harry?
Come potea esprimere la sua gioia?
Sapeva che loro lo volevano nella famiglia, come aveva sentito dalla conversazione di pochi giorni prima, ma sentirselo chiedere di persone era una sensazione fantastica.
Era come rinascere.
Si buttò tra le braccia di Lily e strinse, come voleva fare da tutta la vita.
"Questo sarebbe un sì?" chiese la donna con un sorriso sulle labbra e le lacrime che stavano per sgorgare.
Non avendo ancora la forza per proferire parola, Harry annuì contro il petto di sua madre, facendo capire a lei e ai Malandrini che sarebbe rimasto con loro, per sempre.
Sentì altre braccia circondarlo e abbracciarlo affettuosamente e si sentì bene.
Si sentì in pace, in paradiso.
Un paradiso formato da lui, sua madre, suo padre e i suoi due padrini.
Come aveva sempre sognato.



FINE FLASHBACK



Ora aveva una casa, una famiglia, delle persone che lo amavano.
La vita era bellissima e Harry non poteva desiderare di più.
Non gli importava se Voldemort fosse ancora in circolazione.
Non gli importava se avrebbe dovuto sconfiggerlo un'altra volta.
Sapeva solo che ora, grazie alla sua nuova famiglia, non sarebbe mai stato solo.
Si diresse verso la sua camera, salutò la sua nuova famiglia, ricevendo un bacio sulla guancia da Lily e si coricò nel letto.
Non aveva più paura, si sentiva al sicuro e più forte.
Si addormentò in pace, senza sapere però che i fantasmi del suo passato lo avrebbero perseguitato quella notte.




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Era in un luogo buio, non sapeva dive si trovasse.
C'era solo la notte intorno a lui, niente di più, niente di meno.
Buio.
Scuro.
Il nulla.
Harry aveva paura.
Non gli piaeva quello che stava succedendo e non capiva se fosse reale o meno.
"C'è nessuno?" chiese come se qualcuno, nel nulla in cui era immerso, potesse sentirlo.
Si stava facendo prendere dal panico, perchè non capiva.
Harry non sapeva che cosa fare.
Cominciò a camminare, ma non c'erano strade o sentieri.
Vi era solo il niente più assoluto.
Ad un tratto una luce accompagnata dal un suono metallico, fece comparire una figura.
Poi un'altra.
Ed un'altra ancora.
Ron.
Hermione.
Ginny.
Erano lì, davanti a lui, come se li ricordava, sorridenti e vivi.
Fece per avvicinarsi ma le tre figure indietreggiarono.
Harry corse, ma non c'era niente da fare, ogni volta che cercava di avvicinarsi loro diventaano sempre più difficili da raggiungere.
"RON...HERMIONE...GINNY...ASPETTATE!" Urlò con quando più fiato aveva in gola.
Ad un tratto, dopo un tempo che gli parve infinito, le figure finalmente si fermarono, ma questa volta, sui loro volti non c'erano dei sorrisi lucenti, ma degli sguardi di rabbia, che lo guardavano malignamente.
"E' colpa tua..." Proruppero all'unisono.
Harry non capiva.
Cosa era colpa sua?
Anche se un'idea ce l'aveva in mente, non volle dirlo ad alta voce.
"E' colpa tua se siamo morti...tutta colpa tua!"
Ad Harry si fermò il respiro in gola, come se vi fosse un groppo che non gli permetteva di respirare.
Quela groppo era, appunto, il senso di colpa, perchè sapeva che quello che le figure stavano dicendo era vero.
"E' COLPA TUA, SOLO COLPA TUA, SE NON FOSSI MAI NATO NOI SAREMMO VIVI!!!"
Piano piano altre figure apparvero accanto a quelle di Ron, Hermione e Ginny.
Cedric.
Seamus.
Dean.
Tonks.
Colin Canon.
Poi dal nulla apparvero loro.
James.
Lily.
Sirius.
Remus.
" Noi siamo morti a causa tua Harry e moriremo ancora se resterai nel nostro mondo!!"
Harry non poteva respirare, non riusciva a muoversi, era come immobilizzato.
La paura e il panico lo stavano invadendo, mentre le figure non facevano altro che ripetere come una litania che fosse solo colpa sua.
"No!"
Cercò di opporsi, ma non riusciva a fare altro se non sentire le loro accuse.
Era la pura verità.
Erano morti a causa sua, solo a causa sua.
"NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!"





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Era mezzanotte passata a Potter Manor, ma i quattro padroni di casa non riuscivano a dormire, così si erano riuniti nel salotto a fare cose diverse per tenersi occupati.
Lily stava lavando i piatti a mano, senza l'uso della magia, perchè era sempre stata abituata a farlo così da bambina e poi la magia non doveva essere utilizzata per fare tutto, qualche volta si potevano fare le cose anche senza di essa.
James era seduto sul tavoo della cucina e leggere il giornale, anche se qualche volta, furbo, alzava lo sguardo e si incantava a guardare la bellezza dei movimenti della moglie, cercando di non essere beccato in flagrante, ma senza riuscirsi, infatti più di una volta lei gli aveva lanciato addosso lo straccio della cucina per farlo smettere.
Remus, come era solito fare poco prima di andare a letto, stava leggendo un libro, babbano ovviamente, per riuscire a prendere sonno, grato che la luna piena fosse ancora ad una settimana di distanza.
Sirius stava giocando con le carte magiche, perdendo ogni volta, ed imprecando perchè non riusciva mai a vincere.
"Porco Merlino, non sono capace! Ci rinuncio!" Urlò, lanciando le carte per terra, queste si misero apposto da sole, per poi finire nel primo cassetto del comodino.
James rise, poggiando il giornale sul tavolo.
"Era ora amico! Sono due ore che tenti di batterle ma non hai vinto una sola partita!"
Sirius guardò male il proprio migliore amico, cercando un'altra occupazione, poi gli venne un'idea.
"Lily carissima moglie del mio migliore amico, posso aiutarti a lavare i piatti?!?" chiese con finto fare gentile, con un ghigno sulle labbra.
"NO!!!!" Gli urlò di rimando la donna, ricordandosi che l'ultima volta che aveva fatto fare qualcosa a mano a Sirius, lui le aveva letteralmente distrutto la cucina.
Remus e James risero alla risposta di Lily.
Era così la loro vita.
Stavano insieme e ridevano, anche se c'era sempre un piccolo vuoto che era stato lasciato dalla mancanza del piccolo figlio dei coniugi Potter.
Vuoto che nelle ultime settimane era stato magicamente riempito dalla presenza di Harry, che stranamente aveva proprio lo stesso nome del figlio scomparso prematuramente.
Ora anche James lo aveva preso tra le sue grazie, campendo quanto fosse stata una benedizione la sua comparsa.
Amavano il ragazzo ed ormai lui era un parte integrante della famiglia.
Non sarebbero più stati gli stessi se anche Harrison gli fosse stato portato via.
La custodia del ragazzo era molto vicina dall'essere loro, non vedevano l'ora che potesse entrare ufficialmente a far parte della famiglia Potter.
"Aaaaaah credo che andrò a letto comincio ad essere stanco, non sono mica come Harry io! Non vado a letto alle dieci di sera!" Prese in giro amichevolmente  Sirius, che sapeva che il ragazzo era sempre molto stanco per via di quello che aveva passato poco tempo prima.
"Sir, lo sai che deve riposarsi ancora molto!" Rispose Remus, sempre pronto a rimproverare l'amico.
James stava per entrare nel discorso appena iniziato quando un urlo agghiacciante fece gelare a tutti e quattro il sangue nelle vene.
Lily guardò James, spaventata; Sirius volse lo sguardo verso le scale.
"Harrison!" Dissero tutti insieme.
Un altro urlo proruppe nella casa, facendoli spaventare ulteriormente.
Si diressero sorrendo verso la camera del giovane, con le bacchette pronte nel caso si fosse trattato di un attacco da parte dei Mangiamorte.
Il più velocemente possibile aprirono la porta e quello che videro li fece pietrificare per un momento.
Harry era nel letto, ma non sembrava aver un sonno tranquillo.
Era sudato, sulla fronte e sul petto, si dimenava e le sue dita erano strette forti al copriletto, mentre il lenzuolo era in terra, probabilmente scacciato dai piedi di Harry che non faceva altro che muoversi.
Il primo a reagire fu James, che capì che il più piccolo stava avendo un incubo spaventoso.
Si mosse agilmente e prese le spalle del ragazzo con una presa ferrea, per evitare che il giovane si facesse male.
Venne presto raggiunto da Sirius che cercò di tenergli ferme le gambe che si muovevano senza una destinazione, calci e pugni erano tirati da Harry inconsapevolemnte.
"NOOOOOOOOOOOO"
Urlò il ragazzo, dimenandosi maggiormente.
Remus cercò di aiutare gli amici, beccandosi quasi un pugno in piena faccia, ma schivandolo, afferrò la mano di Harry e la strinse.
"NO...basta...mi dispiace..."
Ora il giovane stava singhiozzando rumorosament, e sembrava aver difficoltà a respirare.
Lily si mosse verso la parte opposta del letto, cercando di raggiungere il ragazzo, voleva prenderlo tra le braccia e cullarlo, fargli capire che loro erano lì per lui.
"Harry...Harrison...svegliati..." Disse con voce dolce al suo orecchio, mentre gli altri cercavano ancora di tenerlo fermo, poichè il ragazzo sembrava non riuscire a fare a meno che dimenarsi nel sonno.
"E' colpa mia....solo..colpa mia..."
"Ssssh no Harry, tu non hai nessuna colpa, ti prego svegliati!"
Il ragazzo a queste parole sembrò calmarsi un poco, così James, Sirius e Remus lo lasciarono.
Si sedettero tutti e tre sul letto, di fianco a Lily, che, notando che il ragazzo ora sembrava stare per svegliarsi dall'orribile incubo in cui era immerso, lo prese tra le braccia, cullandolo proprio come aveva pensato di fare pochi minuti prima.
"Svegliati Harry, era solo un incubo, sei al sicuro qui con noi" Questa volta fu James a parlare, accarezzando i capelli mori e sbarazzini, così simili ai suoi, con mano ferma, ma gentile.
Lentamente, il giovane si risvegliò, e sentendo l'immenso calore accompagnato dalle parole rassicuranti della sua famiglia, finalmente, dopo tanto tempo, si lasciò andare ad un pianto liberatorio.
Cullato e amato pianse tutte le lacrime che non aveva potuto versare, strinse forte la maglietta di Lily e lasciò che le lacrime cadessero, senza fermarle.
I quattro gli stettero accanto, mormorando parole di sostegno, ma con molta preoccupazione nella voce a causa di quello che era appena accaduto.
Ora Harry aveva bisogno di loro molto più di quanto loro avessero avuto bisogno di lui.
Gli sarebbero stati vicini, qualunque cosa fosse successa.
"Mi dispiace...io-non"
"Sssh Harry non ti preoccupare, va tutto bene, ci siamo noi!"
Il moro si beò di quelle attenzioni e finalmente riprese a respirare normalmente, l'aria ora gli entrava nei polmoni senza difficoltà, tutto per merito della sua nuova famiglia che gli era stata vicina.
James non tolse mai le mani dai capelli del figlio e gli sussurrò una frase che rese Harry molto felice:
"Riposa piccolo, domani è una giornata importante, perchè verrà a farci visita la famiglia Weasley, quindi devi essere in forze!"
Sempre cullato e accarezzato dai quattro, Harry potè tornare a dormire, tranquillo e senza incubi, con la consapevolezza che il giono seguente avrebbe rivisto uno dei suoi più grandi amici.







ANGOLO AUTRICE
Eccomi qui! Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento e spero che vi abbia invogliato a leggere il prossimo, dove finalmente la famiglia Weasley al completo con qualche aggiunta, farà la sua comparsa!
Non perdetevi l'incontro tra Harry e Ron!
Scusatemi per eventuali errori di battitura!!
Bene, spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto.
Ovviamente ringrazio tutti coloro che hanno inserito la storia tra le seguite, le preferite e quelle da ricordare.
Inoltre ringrazio gli otto bellissimi angeli che hanno recensito lo scorso capitolo!
Scusatemi se non ho risposto a tutte le recensioni, ma vi prometto che da oggi in poi non ne mancherò una!
Vi prego fatemi sapere che cosa pensate del capitolo e della storia con un commento, sapete che quando recensite mi fate la ragazza più felice del mondo!
Ancora tante grazie per chi segue questa storia e non preoccupatevi il prossimo capitolo verrà presto! Massimo una settimana di attesa!!
Grazie ancora,
baci baci
Kiki4ever







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Capitolo 7
*** Friends ***


second chances chp 6




*Kiki entra quatta quatta in EFP, fischiettando e cercando di non farsi notare dai lettori che hanno dovuto aspettare altri quattro mesi per questo nuovo capitolo*

Davvero scusatemi immesamente per questo ennesimo ritardo, ma che ci posso fare se la vita qualche volta mi gioca brutti scherzi?
Sono successe mille miliardi di cose in questi mesi e il tempo per scrivere era davvero minimo.
Prometto, ma davvero questa volta, che d'ora in poi le cose cambieranno e che gli aggionamenti arriveranno moooolto più in fretta.
Prevedo di aggiornare, da ora in poi, ogni domenica! (escudendo quella che sta per arrivare, ma a partire dalla prossima)
Bene, ecco qui il novo capitolo che, per i miei standart, è KILOMETRICO!
Spero vi piaccia.
Non c'è molta azione, ma poggia le basi per il futuro della storia!
Buona lettura, ci vediamo a fine pagina ;)





Dove eravamo rimasti?

Il moro si beò di quelle attenzioni e finalmente riprese a respirare normalmente, l'aria ora gli entrava nei polmoni senza difficoltà, tutto per merito della sua nuova famiglia che gli era stata vicina.
James non tolse mai le mani dai capelli del figlio e gli sussurrò una frase che rese Harry molto felice:
"Riposa piccolo, domani è una giornata importante, perchè verrà a farci visita la famiglia Weasley, quindi devi essere in forze!"
Sempre cullato e accarezzato dai quattro, Harry potè tornare a dormire, tranquillo e senza incubi, con la consapevolezza che il giono seguente avrebbe rivisto uno dei suoi più grandi amici.







FRIENDS







Un raggio di sole penetrò dalla finestra, quella calda mattina di giugno, ed andò a sfiorare dolcemente il viso di Harry.
Dapprima il ragazzo non riuscì a capire che cosa fosse quella strana luce che gli colpiva le palpebre e che, prepotentemente, lo aveva svegliato e non voleva lasciarlo ricadere nel dolce torpore in cui si trovava poco prima.
Era così comodo, al caldo e al sicuro come non si sentiva da tempo, stava bene ed aveva come la sensazione di essere protetto da qualcosa o da qualcuno.
Dopo quelli che parvero secoli, finalmente il diciassettenne si decise ad aprire i suoi bellissimi occhi color smeraldo.
Gli ci volle un secondo di tempo per capire che il calore che aveva sentito nei suoi sogni, in realtà erano delle braccia che lo stavano avvolgendo nel sonno e che quella sensazione di sicurezza era data da quacosa di ben più importante di quello che aveva pensato.
Infatti, con sua immensa sorpresa, ma anche con grande felicità, capì di trovarsi stretto nell'abbraccio di Lily, sua madre, caldo e rassicurante come nessun abbraccio era mai stato.
Alla sua sinistra suo padre, che strano effetto faceva pensare quella parola, senza occhiali, stava dormendo in una posizione decisamente scomoda, che gli avrebbe dato un bel torcicollo, Harry ne era sicuro e sorrise al pensiero di James mentre si lamentava facendo impazzire tutti.
Ai piedi del letto invece, proprio come ci si aspettava da lui, vi era Sirius che ronfava, anzi russava proprio, raggomitolato su se stesso, come se fosse nella sua forma Animagus; Harry vide chiaramente un filo di bava all'angolo della bocca, infatti per poco non si mise a ridere rischiando di svegliare tutti.
Remus invece, sempre composto e pacato, era seduto su una poltrona vicino al suo letto, gli occhi chiusi, le braccia incorciate e le gambe accavallate.
Capendo che cosa era successo, al moro si strinse il cuore.
Erano tutti lì per lui, erano rimasti a dormirgli accanto dopo l'avvenimento della notte precedente.
Il sogno, o per meglio dire, l'incubo orribile che aveva avuto, era ancora vivido nella sua mente.
Poteva ancora sentire le voci delle persone che aveva ucciso nel suo mondo, accusarlo di quello che era successo.
In fondo non era forse lui la causa di tutto?
Era stata la sua nascita ad aver creato tutte quelle morti, la sua sola esistenza aveva causato un mondo peggiore.
Quale dimostrazione migliore se non il mondo nuovo in cui si trovava ora?
Lì lui non esisteva.
Non era mai nato, oppure era morto ancora prima di poterlo fare, questo ancora non lo sapeva.
Sapeva solo che, poichè lui non esisteva concretamente in quell'universo parallelo, tutte le persone che amava erano ancora in vita.
Lily, James, Sirius, Remus...
Erano ancora vivi e felici.
E probabilmente lo erano anche Hermione, Luna, Tonks, Ginny e Ron...
Fu in quel momento, mentre stava pensando e rimuginando sulle sue colpe, che gli venne in mente quello che suo padre, anzi James, gli aveva detto la notte prima.
La famiglia Weasley sarebbe venuta a visitarli quella mattina stessa.
Harry avrebbe rivisto Ron, il suo più grande amico.
Avrebbe potuto di nuovo scherzare con lui, o giocare a scacchi per essere inevitabilmente battuto come accadeva da anni a quella parte.
Avrebbe potuto sentire nuovamente la voce melodiosa di Ginny.
Avrebbe potuto assaporare di nuovo i caldi e unici abbracci di Molly.
Avrebbe dovuto sorbirsi altre mille domande riguardanti il mondo dei Babbani da Arthur.
Avrebbe potuto assistere nuovamente ad una delle marachelle di Fred e George.
Non poteva crederci.
Gli avrebbe rivisti tutti quanti.
L'ultima volta che li aveva incontrati, i loro occhi erano vuoti, vitrei, morti.
Cercò di non pensare ai loro cadaveri, ammucchiati in un angolo, alcuni coperti con discrezione, altri lasciati in disparte per il poco tempo a disposizione durante la battaglia finale.
Cercò di non pensare a loro in quel modo, ma alla famiglia che lo aveva accompagnato per sette lunghi anni, che lo aveva amato come se fosse uno di loro, che gli avevano fatto il suo primo vero regalo di natale e di compleanno.
Di loro doveva ricordare la felicità che gli donavano ogni volta che si sedeva a tavola nella Tana, la gioia di poterli salutare ogni volta che saliva e scendeva dal treno a King's Cross.
Doveva ricordarli nei loro momenti migliori, non in quello della morte.
"Tesoro, che cosa c'è?"
La voce di sua madre lo raggiunse come una mano che ti aiuta a salire in superficie quanto stai per affogare.
Si accorse che la donna lo stava osservando con apprensione, le sue braccia strette sempre attorno ad Harry, come a volerlo proteggere da mille pericoli.
Si rese conto, con dispiacere, che gli erano scappate alcune lacrime mentre pensava ai Weasley e al brutto destino che avevano avuto nel suo mondo; le asciugò, maledicendosi internamente per aver fatto preoccupare nuovamente sua madre, e le sorrise.
Un sorriso sincero, che gli veniva dal cuore, perchè lei era sempre pronta ad aiutarlo e sembrava sentire quello che lui provava, come se ci fosse una sorta di connessione, come se fossero legati da qualcosa di più profondo.
" Non è niente, solo un piccolo momento di sconforto" Disse il giovane, nascondendo il volto nel petto di lei, sentendo il caldo amore che solo una madre può donare al proprio figlio.
" Oh tesoro vedrai che andrà tutto bene, ci siamo noi qui ora!"
Quella frase lo fece stare subito meglio.
Lily aveva ragione.
Non era più solo, aveva una famiglia da più di un mese ormai, da quando aveva deciso di accettare l'offerta che la Healer gli aveva dato.
Sorrise, mentre si beava del bene che traspariva dalla voce e dai gesti di sua madre.
" Ehi giovanotto, non penserai mica di provarci con mia moglie"
James si era svegliato ed ora li stava guardando con uno sguardo fintamente arrabbiato, cercando di nascondere un sorriso che, inevitabilmente, si stava creando sulla sua bocca.
" Oh ma smettila scemo! Stavo solo coccolando il mio piccolo Harry!" Disse inconsapevolmente Lily, mentre il più giovane si staccava dal suo abbraccio sentendosi imbarazzato per essere stato visto così da sua padre.
Alle parole di Lily però i coniugi Potter parvero pietrificarsi per qualche secondo.
Harry non seppe che cosa fosse accaduto, ma un'idea ce l'aveva in mente,
Insomma lui in quel mondo era morto, e per quanto avesse capito da varie allusioni in quelle ultime settimane, il suo se stesso di quel mondo, nonostante non fosse praticamente nato, aveva il suo stesso nome.
Quindi una frase del genere poteva sembrare equivoca.
Si preoccupò, non voleva far soffrire così i suoi genitori, non voleva che ricordassero quello che avevano perso, ma che avevano anche, senza saperlo, ritrovato.
La sua preoccupazione però scomparve in poco tempo, quando vide i suoi genitori guardarsi ed un largo sorriso aprirsi sui loro volti.
James gli scompigliò i capelli, mentre Lily li guardava estasiata.
Era forse la prima volta in dicassette anni che erano riusciti a dire una frase del genere con così tanta scioltezza.
Lily sapeva che era tutto merito di Harrison.
Il giovane, nonostante non fosse suo figlio, era stata una sorta di benedizione per quella casa, e qualcosa nel profondo le diceva che c'era di più in quel magnifico ragazzo, che tra tutti loro c'era un legame.
Ovviamente la donna sapeva che niente e nessuno avrebbe potuto sostituire il suo di Harry, il piccolo che non aveva mai avuto la possibilità di crescere, ma Harrison era davvero qualcuno di speciale, che l'aveva fatta sentire una madre per la prima volta dopo tanto tempo.
Gli stessi pensieri stavano attraversando la mente di James, che non aveva potuto fare a meno se non affezzionarsi a quel ragazzo che era piombato come un fulmine a ciel sereno nelle loro vite.
" Sentite....vorrei ringraziarvi...per quello che avete fatto ieri sera....cioè non mi capitava da tempo di fare....ma io..."  
L'imbarazzo non permetteva ad Harry di concludere la frase, non sapeva come esprimere i propri sentimenti.
James però, che aveva percepito che cosa stesse provando il più giovane, risolse la situazione.
" Non preoccuparti, è questo quello che fa una famiglia no?"
A quella frase Harry non seppe proprio che altro dire, era al settimo cielo.
Ad interrompere il quadretto famigliare però fu un suono alquanto strano, che Harry pensò si trattasse di un campanello.
Lily si alzò dal letto, dopo aver dato un bacio a fior di labbra a James e disse:
"Ecco, lo sapevo, questi saranno i Weasley e noi ci siamo appena svegliati! Mentre io li trattengo vedete di essere pronti in dieci minuti al massimo!"
Poi fece un incantesimo di pulizia e di cambio vestiti su se stessa e in un battito di ciglia era pronta, come se fosse sveglia da ore, ed uscì dalla stanza.
James guardò Harry negli occhi.
"Lo sai vero che sarà un impresa svegliare Sirius?"
Harry rise, mentre un assonnato Remus li raggiunse ai piedi del letto, dopo essersi alzato dalla poltrona che lo aveva ospitato per tutta la notte.
"Oh lo svegli tu Jamie! L'ultima volta che ci ho provato io mi ha quasi tirato un pugno....ma che ore sono?" Chiese, sfregandosi entrambi gli occhi.
"Non ho idea di che ore siano Rem, so solo che i Weasley sono qui!"
"Cooooosa? Ma....oddio siamo in ritardo!"
Poi si precipitò su Sirius, come se si fosse dimenticato quello che aveva detto nemmeno un minuto prima, e cominciò a scuoterlo per le spalle.
"SIRIUS! SIRIUS SVEGLIATI E' TARDI!"
Il soggetto in questione non si mosse nemmeno di un millimetro.
"SIRIUS!!!"
"Mmmm mamma lasciami stare!"
"NON SONO TUA MADRE RAZZA DI DORMIGLIONE, SVEGLIATI!"
"Ancora cinque minuti, poi vengo a fare la vasca insieme al troll che mi hai comprato...."
James iniziò a ridere a crepapelle, rotolandosi sul letto.
Sirius era famoso per fare sempre queste scenate, e soprattutto per il tempo infinito che ci metteva per connetersi con il mondo reale.
Anche Harry iniziò a ridere, seguendo a ruota suo padre.
Remus invece pareva molto arrabbiato, odiava quando l'amico faceva così e l'unico modo per poterlo svegliare del tutto era solo uno.
Prese la sua bacchetta, che la sera prima aveva posato sul comodino di fianco alla poltrona e la puntò verso Sirius.
"Amico, non mi hai dato altra scelta...
...AGUAMENTI!"
James e Harry fecero appena in tempo a spostarsi, prima che un fiume di acqua investisse completamente il letto e Sirius.
Quest'ultimo si alzò di scatto, per poi cadere per terra come un sacco di patate.
"AAAAhhhhh Rem è fredda!!!"
"L'hai voluto tu!"
E tra battibecchi e scherzi i quattro finalmente si prepararono.
Harry stava per rivedere Ron.







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"Voi andate, io vi raggiungo tra poco!" Disse Harry dirigendosi in bagno, pochi minuti dopo aver svegliato il suo padrino, mentre gli altri si dirigevano al piano inferiore dove si sentivano già delle voci concitate.
Il bambino-che-è-sopravvissuto era agitatissimo.
Il cuore gli batteva a mille ed aveva quasi il respiro affannoso, le mani erano sudate e non riuscita a stare fermo.
Il nervosismo lo stava divorando vivo.
Mancavano solo pochi minuti e poi gli avrebbe rivisti, tutti quanti.
Quasi non riusciva a crederci.
Sembrava di vivere in un sogno.
Ma quella era la realtà.
Prese un respiro profondo, sentendo per un attimo solo il battito del suo cuore martellargli nella cassa toracica, poi si fece coraggio e si incamminò.
Scese le scale e percorse il corridoio con una lentezza esasperante.
Una parte di lui non vedeva l'ora di poter rivedere tutti loro, soprattutto Ron e Ginny, ma un'altra parte di lui era troppo agitata, aveva paura di fare qulache figuraccia o magari di dire qualche frase che lo avrebbe smascherato.
Mancavano pochi metri all'entrata del salotto ed Harry avrebbe voluto solo scappare.
Come sarebbe stato incontrare di nuovo Ron, quando l'ultima volta che lo aveva visto era morto?
Come sarebbe stato poter rivedere di nuovo gli occhi a mandorla di Ginny, quando l'ultima volta che si erano baciati era stato poco prima che lei morisse per mano di Voldemort?
E la signora Weasley?
"Oh eccoti qui Harrison..." Disse James, indicando il nuovo arrivato.
Harry sentì sette paia di occhi guardarlo e studiarlo.
Non sapeva nemmeno quando era entrato nella stanza, ed ora non riusciva quasi ad alzare lo sguardo.
Ma quando lo fece, capì di aver fatto la scelta giusta, quando la Healer gli aveva offerto quella magnifica seconda possibilità.
Perchè quando il suo sguardò incontrò quello della famiglia Weasley quasi al completo, Harry sentì come se una parte di lui, quella che era sparita insieme alla vita dei suoi amici e cari, fosse ritornata integra, come se fino ad allora non fosse stato pieno, integro.
Ora invece, guardando quelle sette figure che gli sorridevano, non potè fare a meno che sentirsi veramente a casa.
Non solo gli era stato permesso di poter rivedere la sua vera famiglia, cioè Lily, James, Sirius e Remus, ma anche coloro che lo avevano accompagnato per sette lunghi anni e che lo avevano affiancato in tutte le scelte che aveva preso, giuste e sbagliate.
Poco importava se erano i Weasley di un altro mondo, erano comunque loro.
Il suo cuore era pieno di gioia, e un sorriso comparve sul suo volto.
Un sorriso che illuminò la stanza.
"Buongiorno caro, io sono la signora Weasley, chiamami pure Molly però, non voglio sembrare vecchia!" Disse la madre del suo migliore amico avvicinandosi a lui e abbracciandolo.
Dapprima Harry rimase pietrificato da quel gesto, insomma non si conoscevano in quel mondo, ma lui sapeva che Molly era fatta così, le piaceva abbracciare tutti i ragazzi, per dimostrare loro affetto.
"Oh scusami caro, è che hai un faccino così carino che non ho potuto farne a meno" Poi si mise a ridere, cosa che contagiò anche il giovane.
Molly poi lo lasciò andare, fermandosi proprio davanti a lui e guardandolo.
"Non so se nessuno te lo ha mai detto, ma hai lo stesso verde smeraldo degli occhi di Lily...e assomigli pure a James! Che cosa bizzarra!"
Poi come se non avesse detto niente di rilevante, si voltò verso la sua famiglia.
"Lui è mio marito Arthur Weasley"
"Piacere signor Weasley" Disse Harry stringendo la mano all'uomo, sentendo una calda presa famigliare.
"Mi raccomando se sai qualcosa che riguarda il mondo babbano non dirglielo, altrimenti ti assillerà fino alla morte!" Esclamò Molly all'orecchio del moro, ma stando ben attenta a farsi sentire da tutti, che infatti risero, mentre il signor Weasley dava una piccola pacca sulla spalla della moglie.
" Lui è il primogenito della famiglia, Bill Weasley"
Bill gli sorrise, lui ricambiò.
Harry notò con piacere che in quel mondo non era stato ferito da Fenrir, quindi nessuna cicatrice deturpava il suo volto, inoltre si accorse che aveva la fede al dito e sperò vivamente che anche lì Fleur fosse sua moglie.
"Loro sono le pecore nere della famiglia, i più casinisti ragazzi che potrai mai conoscere in vita tua, le persone più scherzose e meno serie..."
"Ok mamma..."
"...Harry ha capito..."
"...Oh va bene se ti chiamiamo così no?"
" In fondo Harrison fa un pò vecchio..."
"...Comunque noi siamo Fred..."
"...e George..."
" Piacere di conoscerti" Conclusero insieme i gemelli per poi scoparire con un sonoro 'pop' e riapparire poco dopo facendo spaventare Harry.
Come se non fosse mai successo, si ritrovò a pensare il moro con un sorriso.
" Lei è la mia unica figlia femmina, l'ultima nata della famigla, Ginny!"
Quando quest'ultima gli porse la mano, Harry sentì come una stilettata nel petto.
Quanto amava quella ragazza e sapeva che avrebbe dovuto riconquistare il suo cuore, ma ce l'avrebbe fatta.
Erano destinati a stare insieme, qualunque fosse il loro mondo di appartenenza.
Strinse la sua mano piccola e accogliente e si sentì finalmente completo, il suo cuore era tornato a battere.
L'avrebbe protetta anche a costo della sua vita questa volta.
"Piacere, sono Harrison, ma gli amici mi chiamano Harry"
Che cosa stupida da dire, pensò.
Ma quando Ginny ricambiò la stretta con il suo sorriso dolce, non si ricordò nemmeno più quello che aveva detto pochi secondi prima.
Lei gli aveva sempre fatto quell'effetto.
Dall'altra parte della stanza Lily captò il piccolo colpo di fulmine che aveva colto i due e diede una gomitata al fianco del marito per fargli capire quello che era appena accaduto.
James sghignazzò.
Sirius lo guardò confuso, per poi comprendere anche lui.
Il giovane Harrison aveva già fatto conquiste e con la piccola Weasley per di più.
"Oh e questo è Ron, siete coetanei quindi penso che andrete d'accordo!"
Molly però indicò un punto vuoto della stanza ed Harry non si sentì confuso.
Pochi secondi prima Ron era proprio lì, dove era andato adesso?
Che non avesse nessun interesse a conoscerlo?
Harry si intristì a quel pensiero, ma alla fn fine non poteva pretendere che tutto andasse per il verso giusto.
Ma il solo pensiero che Ron non gli sarebbe stato accanto in quella realtà, lo faceva stare male.
Cercò di non darlo a vedere, provando a trattenere le lacrime che gli si stavano formando agli angoli degli occhi, non poteva mostrarsi debole, altrimenti avrebbe rischiato di destare sospetti.
"Ma dove è andato quel disgraziato....RON? ROOOOOOON?"
Proprio quando Harry stava per temere il peggio, la porta d'entrata di Potter Manor si aprì.
Le due figure che apparvero sulla soglia mano per la mano, erano la sorpresa migliore che Harry avrebbe mai potuto aspettarsi.
Perchè lì, proprio davanti a lui, come se fossero una coppietta felice, c'erano Ron ed Hermione.
"Scusa mamma, ma sono dovuto andare a prendere Hermione, sai volevo far conoscere anche a lei il fantomatico Harrison White"
Harry si sentì come rinato.
Non solo poteva rivedere e risentire la voce del suo migliore amico, ma con grande sorpresa, aveva rivisto anche la sua migliore amica, l'unica persona che avesse mai davvero compreso che cosa avesse significato entrare a far parte di un mondo così diverso, l'unica ragazza che lo avesse capito davvero fino in fondo e che lo aveva accompagnato nel viaggio più lungo e difficile della sua vita, quello per cercare e distruggere gli Horcrux.
Il giovane Potter osservò attentamente i suoi amici e i loro cambiamenti.
Ron era sempre la solita testa rossa, pieno di lentiggini e alto, proprio come se lo ricordava.
Hermione era sempre bellissima, capelli biondo cenere con qualche boccolo aggraziato, occhi color cioccolato e il solito sorriso amichevole.
Harry vide il suo migliore amico che lo osservava, proprio come aveva appena fatto lui, per poi avvicinarsi.
"Ehi ciao, scusa il ritardo, io sono Ronald Weasley, ma chiamami Ron, non so che cosa stessero pensando i miei quando mi hanno dato questo nome!" Disse con una mano premuta all'angolo della bocca come per non farsi sentire dalla madre.
"Mantre lei è la mia ragazza..."
A quelle parole gli occhi del ragazzo-che-è-sopravvissuto si spalancarono e quasi non gli uscirono dalle orbite.
Stavano insieme?
Cioè...come poteva essere?
Beh anche nel suo mondo prima della battaglia finale aveva capito che i due erano fidanzati, insomma Ron era sempre stato cotto di Hermione, e la ragazza aveva palesemente iniziato a provare qualcosa per l'amico dal terzo anno, ma non si aspettava che anche in quel mondo le cose fossero andate per il verso giusto.
Harry era felicissimo.
"Oh Ronald so benissimo presentarmi da sola..." Disse la giovane, porgendo la propria mano a Harry.
"Io sono Hermione Granger, sono una nata babbana e sono molto felice di conoscerti Harrison"
"Harry...solo Harry"
Hermione gli sorrise.
"Ok, Harry sia"
Come poteva andare tutto così bene?
Come poteva essere che la sua vita era diventata magnifica in sole tre settimane?
Erano tutti vivi, ed Harry non poteva che sentirsi in paradiso.







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"Ehi amico sei forte, ma come hai fatto a fare Scacco matto così velocemente?" Chiese Ron, dopo esser stato battuto a scacchi da Harry per la quinta volta di seguito.
"Esperienza, un amico mi ha insegnato a giocare quando ho scoperto di essere un mago" Rispose cercando di dire la verità senza dover aggiungere qualche bugia.
"Miseriaccia, voglio conoscere questo ragazzo e battermi con lui!" Esclamò il rosso, senza poter sapere che sarebbe stata una cosa alquanto paradossale.
Sfideresti te stesso amico, pensò tra sè e sè Harry, mentre cercava di non scoppiare a ridere per l'assurdità della situazione.
Aveva passato tutta la mattinata ed il pomeriggio in compagnia della famiglia Weasley, e gli sembrava di esser tornato indietro ai vecchi tempi.
Sembrava tutto così uguale.
Aveva scoperto che la signora Weasley, diversamente dal suo mondo, non era una casalinga, ma lavorava al Ministero come consulente.
Il signor Weasley invece aveva mantenuto il suo originario lavoro ed Harry era anche certo che questo Arthur era ancora più strano del suo.
Bill era sposato con Fleur e, con sua grande sorpresa, avevano anche un figlio di quasi un anno, Martin.
Charlie era sempre un addestratore di draghi, ma non lavorava in Romania, ma bensì in Galles, proprio vicino ad Hogwarts, ed insieme ad Hagrid insegnva Cura delle creature magiche.
Percy lavorava ancora per il Ministero, ma ad Harry parve che non fosse molto in buoni rapporti con la famiglia, era bastato vedere la faccia quasi disgustata di Ron al nominare il fratello.
Fred e George invece avevano aperto una catena di negozi ed era famosi in tutto il mondo, ma aveva anche terminato gli studi.
Ginny aveva appena finito il suo sesto anno ad Hogwarts e stava per iniziare il settimo, era sempre la stessa Ginny, gentile e solare.
Per quanto riguardava Ron ed Hermione, Harry scoprì ben presto che erano insieme da più di un anno, e poteva anche notare quanto i due si amassero.
Insomma pareva che senza di lui i due avessero avuto modo di esplorare maggiormente la loro relazione, in fondo non avevano dovuto affrontare i mille guai che lui aveva causato nel suo mondo.
Ron era uscito da Hogwarts poche settimane prima con buoni voti ed una carriera da Auror davanti a sè.
Hermione invece si era diplomata con il massimo dei voti ed aveva ottenuto una borsa di studio per lavorare come apprendista Medimaga al San Mungo, suo sogno fin da quando aveva scoperto di appartenere al mondo magico.
Insomma le cose in quella realtà alternativa erano un poco diverse, ma per il parere di Harry migliori.
Era felice per ognuno di loro.
Inoltre, era bastato sono un giorno insieme per farseli nuovamente amici.
Certo non erano di punto in bianco diventati inseparabili, ma Harry ci avrebbe lavorato.
Hermione era la solita persona cortese, senza peli sulla lingua anche se sempre gentile.
La Grifondoro aveva capito subito che quello strano ragazzo comparso all'improvviso nelle vite dei Potter non poteva che portare a buone cose.
Sembrava un ragazzo un poco turbato, come se avesse alle spalle un passato oscuro, ma la giovane si era anche resa conto che aveva un gran cuore, poichè lo dimostrava in tutto quello che faceva.
Le piaceva e già era diventata sua amica.
Ron invece, agli occhi di Harry, era sempre il solito ragazzo scherzoso e gioviale, insomma il suo migliore amico in tutto e per tutto.
D'altro canto anche il rosso aveva percepito come se lui e quel nuovo ragazzo avessero molto in comune.
Gli sembrava di conoscerlo da sempre e pareva anche che l'altro provasse la stessa sensazione.
Non sapeva come spiegarlo, era una cosa alquanto strana, ma Ron si fidava del suo istinto.
E ora quello gli diceva che quel ragazzo era buono come il pane, una persona a cui potersi affidare completamente.
Pranzarono e cenarono tutti insieme.
Potter e Weasley uniti, con un Balck e un Lupin come piccoli intrusi, ma senza di loro non sarebbe stato lo stesso.
Harry si sentiva a venti metri dal cielo, per quanto era entusiasta.
Durante la cena, quella sera, parlarono molto, soprattutto di Quidditch.
"....e così siamo andati a vedere la coppa del mondo..."
"....è stata una cosa fantastica Harry, dovevi vedere Krum come giocava!"
Fred e George gli stavano raccontando per filo e per segno quello che era successo durante la partita di tre anni prima.
"Oh ti prego non parliamo di quell'inetto...non lo sopportavo proprio!" esclamò Ron ed Harry avrebbe voluto ridere, certe cose non cambiavano proprio.
"Smettila Ron, era il tuo idolo prima che ci provasse con me!" Commentò Hermione, per poi di punto in bianco cambiare discorso, voltandosi verso Harry con un sorriso benevolo sul volto.
"Harry, ci stavamo chiedendo....vorresti venire con noi ad Hogsmeade domani mattina?"
Gli occhi verdi del giovane si illuminarono a quella domanda.
Hogsmeade.
Nel suo mondo era stata completamente distrutta nella battaglia finale.
Non vedeva l'ora di poterla rivedere in compagnia dei suoi "nuovi" amici.
"Molto volentieri!" Rispose.
"Benissimo...andremo prima da Zonco, poi ovviamente dobbiamo farti provare una burrobirra e...."
Mentre Ron gli spiegava che cosa avrebbero fatto il giorno successivo, Harry pensò che qello era  probabilmente uno dei giorni più belli della sua vita.
Nella parte opposta del tavolo quattro adulti stavano osservando la scena, sorpresi.
Vedere Harry così felice era un gioia per loro.
'Tutto andrà bene, me lo sento' Disse tra sè e sè James Potter, sicuro che finalmente la vita del giovane stesse andando per il verso giusto.
Ma non sapeva che, in realtà, sarebbe stato l'esatto opposto.
L'oscurità stava per scendere di nuovo in campo.











ANGOLO AUTRICE

Eccomi finalmente qui!
Spero con tutto il cuore che il capitolo vi sia piaciuto, poichè era da tanto che non scrivevo ed ho avuto un pò di difficoltà all'inizio, quindi mi scuso per eventuali errori di battitura e altro.
Come potete vedere è lunghissimo, ma davvero, ho iniziato a scrivere e non riuscivo più a fermarmi.
Spero che non vi abbia annoiato e che vi abbia incuriosito!
Grazie alle 4 fantastiche persone che hanno commentato lo scorso capitolo!
E ovviamente anche a coloro che hanno aggiunto la storia ai preferiti (22) alle storie da ricordare (8) e alle seguite (77 wow, davvero wow) siete tantissimi e spero che seguirete ancora la mia storia!
Per piacere fatemi sapere che cosa ne pensate del capitolo anche con una piccolissima recensione!
Il prossimo, come vi avevo anticipato, arriverà domenica 9 dicembre verso le sette di sera!!
Alla prossima e grazie ancora di tutto!
Baci baci
Kiki4ever :)
































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Capitolo 8
*** Hogsmeade ***


second chances 7


Buongiorno a tutti!

Eccomi di nuovo qui, con il nuovo capitolo come vi avevo promesso.
Scusate il giorno di ritardo, ma ieri ero a servire alle bancarelle del mio paese e sono tornata a casa tardi, quindi ho deciso di porticipare ad oggi l'aggionamento.
Spero che il capitolo vi piaccia e fatemi sapere che cosa ne pensate, mi raccomando.
Da questo capitolo in poi inizia la vera avventura di questa storia!
Perdonate eventuali errori di battitura.
Buona lettura ci vediamo a fondo pagina ;)





HOGSMEADE






Una mano grande lo scosse con poca delicatezza, cercando di svegliare Harry, mentre una voce che conosceva molto bene, lo chiamava con insistenza.
Il ragazzo riconobbe subito chi fosse quella persona, era abituato ad essere svegliato così la mattina: era Ron.
Aprì piano gli occhi, socchiudendoli a causa della luce che penetrava dalla finestra, e si trovò davanti la faccia del suo migliore amico, o almeno quello che in futuro lo sarebbe diventato anche in quel mondo.
" Ehi amico, svegliati, è tardi, dobbiamo andare ad Hogsmeade! " Disse il rosso con un sorrisone stampato sulle labbra, anche in quella dimensione parallela l'entusiasmo del ragazzo ogni volta che doveva andare ad Hogsmeade era sempre tanto.
" Ron, dai lascialo in pace, non c'è bisogno di andarci così presto, abbiamo tutta la giornata! "
Hermione entrò nel suo campo visivo, con un'aria impettita ed un poco irritata, ma appena Harry volse lo sguardo verso di lei, la vide sorridergli amichevolmente.
Alle sue parole, però, Harry si voltò cercando di guardare fuori dalla finestra e, con suo grande dispiacere, dato che erano solo due notti che riusciva a dormire senza fare incubi orribili, constatò che era solo l'alba, probabilmente le sette del mattino dato che era estate.
Poi osservò i suoi due compagni e per poco non scoppiò a ridere alla vista di Ron
Aveva addosso il pigiama più ridicolo che avesse mai visto in vita sua.
I pantaloncini sembravano un tripudio di colori: blu, verdi, gialli, rossi, e chi più ne ha più ne metta; la maglietta senza maniche invece aveva stampata proprio al centro del petto una grande R circondata da orsacchiottini di tanti colori anch'essi.
I suoi capelli rossi come il fuoco erano sparati in tutte le direzioni e sulla guancia vi erano ancora i segni del cuscino su cui aveva dormito il ragazzo.
Harry non ce la fece proprio, scoppiò a ridere sonoramente, tenendosi lo stomaco, sperando di non offendere i due, ma non riuscendo proprio a farne a meno, era una vista troppo divertente.
Ron lo guardò interrogativo, l'altro aveva preso a ridere come un pazzo e anche lui voleva sapere perchè!
Hermione, furba come al solito, aveva capito dove lo sguardo di Harry si era posato, e vedendo che stava guardando divertito il pigiama di Ron, anche lei non potè fare altro che scoppiare, sedendosi sul letto in parte al ragazzo moro e ridendo insieme a lui.
Ron era confuso, insomma ma che avevano da sbellicarsi così quei due?
Per un attimo un piccolo moto di gelosia crebbe nel suo petto alla vista di quella scena.
La sua Hermione che rideva così con un altro ragazzo era una cosa che non gli piaceva proprio, ma poi, osservando attentamente, una strana consapevolezza lo colpì.
La consapevolezza del fatto che quel ragazzo comparso dal nulla, poco più di un mese prima a casa Potter, non volesse affatto rubargli la sua Hermione, o provarci con lei.
Era come se qualcuno gli stesse dicendo che lui non doveva sentirsene geloso.
Dentro di lui sapeva che Harry provava un genuino bene per lui e per la ragazza e che non avrebbe mai provato a portargliela via.
Anche se si conoscevano da soltanto due giorni, Ron aveva come l'impressione che il moro avesse sempre fatto parte della sua vita, come se Harry fosse nato per essere amico suo e di Hermione.
Era una sensazione strana, che nemmeno lui riusciva a spiegarsi.
Già la prima volta che lo aveva visto, aveva capito che quel ragazzo sarebbe diventato qualcuno importante nella sua vita, era stata come un'intuizione, come se fosse stato scritto nel loro destino.
E lì, mentre lui era imbronciato perchè non capiva che cosa stava succedendo e Harry ed Hermione erano stesi sul letto a ridere, ebbe come la sensazione che una scena del genere fosse già avvenuta.
Cercò di non pensare a quanto insolita sembrasse quella situazione.
Cercò di scacciare quel senso di deja-vù che continuava a ripresentarsi ogni volta che aveva il giovane davanti.
" Ma insomma, si può sapere perchè state ridendo di me? " Chiese, incrociando le braccia al petto, fintamente offeso.
La prima a riprendersi fu Hermione, che rispose alla sua domanda.
" Ron, non stiamo ridendo di te, ma del tuo pigiama!" Poi, insieme a Harry, prese qualche respiro profondo per calmare l'attacco di ridarella che l'aveva colpita, fallendo miseramente.
Ron abbassò gli occhi, si accorse di cosa aveva indosso e arrossì violentemente, diventando del colore di un pomodoro da capo a piedi.
" Scusaci Ron, non volevamo offenderti! " Cercò di dire Harry, tenendosi la pancia e coprendosi la bocca con una mano, per soffocare le risatine che lo scuotevano.
" Oh certo, ridete ridete, la prossima volta sarò io a ridere di voi, e poi questo pigiama me lo ha regalato la mamma, quindi è....veramente orrendo vado a cambiarmi! "
Disse per poi scappare in camera, lasciando la sua ragazza e Harry a riprendersi.
Hermione gli diede una pacca amichevole sulla spalla, come per fargli capire che Ron non si era offeso per quello che era successo.
Gli erano mancate davvero scene come quella.
Per un attimo gli era parso di essere tornato indietro nel tempo, nel suo mondo.







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Lily stava preparando la colazione, uova, bacon, un pò di caffè, insomma una tipica colazione inglese.
Era felice e si sentiva in pace ed ogni volta che lo era si ritrovava a canticchiare mentre cucinava, proprio come quella mattina.
Era ancora ai fornelli, preparando un paio di uova in una padella, quando sentì delle risate provenire dal piano superiore, precisamente dalla camera in cui dormivano Harry e Ron, ma era sicura che anche la dolce Hermione li avesse raggiunti.
Un sorriso si dipinse sul volto della donna.
Harrison era finalmente riuscito a farsi degli amici e Lily era al settimo cielo, non solo perchè quei due ragazzi erano quasi come dei nipoti per lei, in fondo conosceva Ron da quando era nato e da sette anni Hermione, ma anche per il fatto che, in qualche modo, erano riusciti a riportare definitivamente la felicità ad Harry.
In quei due giorni aveva capito che i ragazzi erano diventati amici a vista d'occhio.
Non sapeva come fosse possibile, ma aveva avuto come l'impressione che i tre si conoscessero già, come se non ci fosse stato davvero bisogno di presentarli.
Stava ancora pensando a Harry e a quanto fosse contenta per lui, quando due braccia le circondarono la vita ed un bacio venne posato teneramente sulla sua guancia.
" Ciao amore!" Disse James, sopprimendo uno sbadiglio, data l'ora.
" Ciao amore!" Rispose lei, girandosi nel suo abbraccio così da trovarsi faccia a faccia e poterlo baciare come si deve.
Le loro labbra si sfiorarono dolcemente, il bacio che nacque era pieno d'amore e di passione, ma non volgare, era una genuina passione, che trasmetteva pace e tranquillità.
James strinse fortemente la vita della moglie, mentre le braccia di quest'ultima andarono a corcondargli il collo.
Il bacio si stava approfondendo, andando verso la strada per diventare qualcosa di più.
I due non avevano mai abbastanza dell'altro.
Si erano innamorati quando erano solamente dei diciassettenni, e anche a distanza di anni si amavano ogni giorno di più e la passione tra di loro, fortunatamente, non era mai calata.
" Ohi Jamie, ma si può sapere che cavolo ridono quei tre? Mi hanno svegliato e sono solo le sette de mat.... OH CAVOLO SCUSATEMI!"
Sirius.
Come sempre interveniva nei momenti meno opportuni.
Era capitato altre volte, ma effettivamente era quasi impossibile evitarlo, vivevano tutti insieme, loro tre con Remus da anni.
I due coniugi si separarono, con Lily che rideva divertita e James che guardava male il suo migliore amico.
" Siri ci stavamo solo baciando, non ti scandalizzare tanto!" Disse sogghignando la donna, mentre tornava a preparare le uova.
James e Sirius si sedettero al tavolo della cucina, parlottando.
" Insomma, qualcuno mi può spiegare che cosa è questo baccano? Mi sono svegliato alle sette del mattino di domenica in un giorno d'estate!"
Lily scosse la testa a quest'affermazione, Sirius, proprio come suo marito, era quel genere di persona che se nessuno l'avesse svegliata, avrebbe dormito per ore interminabili senza nemmeno accorgersene, era il tipico pigrone di casa.
" Sono Harry, Ron ed Hermione che si stanno preparando per andare ad Hogsmeade!" rispose James anch'egli felice per il fatto che Harrison si fosse fatto degli amici della sua stessa età e che, finalmente dopo un mese e mezzo nella tenuta dei Potter, sarebbe uscito nel mondo dei vivi.
Proprio in quel momento i tre nominati entrarono nella cucina, vestiti e pronti per una nuova giornata.
" Buongiorno a tutti!" Dissero in coro.
Ron si sedette di fianco a Sirius, Hermione vicino al suo ragazzo ed Harry invece si diresse verso Lily, salutandola con affetto con un bacio sulla guancia, come ormai faceva tutte le mattine.
"Buongiorno tesoro!" Esclamò Lily, abituata a quel genere di affetto che Harry le donava sempre e che lei considerava davvero prezioso.
Il giovane, poi, andò a sedersi di fianco a James, che gli diede una pacca sulla spalla.
Pochi minuti dopo li raggiunse anche Remus, un poco pallido per i gusti di Harry, che però sapeva anche che la luna piena si stava avvicinando.
La famiglia Weasley era partita molto presto quella mattina, con dispiacere di Harry, mentre Ron ed Hermione erano rimasti a dormire più a lungo, pronti a mostrare al loro nuovo amico uno dei luoghi più spettacolari del Mondo Magico.
Ginny purtroppo non era potuta rimanere, poichè doveva comprare a Diagon Alley alcune cose prima del suo ultimo anno a Hogwarts.
Harry, nonostante da un lato fosse dispiaciuto della non presenza di Ginny, d'altra parte ne era quasi felice, perchè così aveva la possibilità di passare un'intera giornata con i suoi migliori amici, e soprattutto poteva cercare di capire come diventare tale con loro anche in quel mondo parallelo.
Mondo che ormai era anche il suo, doveva ancora farci l'abitudine.
Mangiarono, parlando di tutto e di più, ridendo e scherzando, anche se fecero arrabbiare molto Lily ed Hermione quando Sirius cercò di iniziare una battaglia con il cibo, che fu subito soppressa dalle due donne.
" Uffa non posso mai fare niente!" Era stato il commento dell'animagus, ma fortunatamente non aveva aggiunto altro, spaventato dalle occhiatacce di Lily.
Circa un'ora dopo, alle otto del mattino, con gli stomaci pieni e uno zaino per poter trasportare le cose che avrebbero comprato quel giorni, i tre ragazzi si alzarono dal tavolo.
" Andiamo ad Hogsmeade!" Avvisò entusiasta Ron, non vedendo l'ora di fare da guida per Harry.
Pochi secondi dopo lui ed Hermione erano già spariti dal camino di casa Potter, lascindo dietro di loro un piccolo fumo verde.
Quando fu il turno di Harry però, la sua famiglia lo trattenne un poco.
" Stai attento mi raccomando!" Remus
" Vai da Zonco!" Sirius
" Ecco qui qualche soldo per poterti comprare qualcosa" James
" Appena scende il crepuscolo tornate a casa!" Lily.
Lo abbracciarono, manco fosse l'ultima volta che lo vedevano, e poi finalmente, riuscì ad entrare nel camino.
A volte potevano essere proprio protettivi nei suoi confronti, ma ad Harry la cosa faceva solo piacere.
Prese la metropolvere, sorrise loro, poi urlò:
" Hogsmeade!"







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Quella era sicuramente stata la miglior giornata che aveva trascorso nell'ultimo anno.
Da quando aveva iniziato la ricerca degli Horcrux nel suo mondo, non aveva più avuto modo di divertirsi realmente con i suoi amici, quindi era da più di un anno che non gironzolava spensierato, pensando solo a ridere e scherzare con due delle persone più importanti della sua vita.
Aveva passato insieme a loro una giornata indimenticabile ed ora era certo di aver conquistato a pieno la fiducia e l'amicizia di Ron ed Hermione, che ormai lo trattavano come uno di loro.
La cosa divertente e curiosa era il fatto che, nonostante i due fossero fidanzati, lui non si sentiva il terzo incomodo e loro non lo ritenevano come tale.
Era tutto perfetto.
Ron si era autodichiarato guida personale di Harry per quella giornata e gli aveva fatto visitare praticamente tutta Hogsmeade, senza tralasciare nemmeno i quartieri più oscuri.
La mattina erano andati prima da MondoMago, poi da Mielandia, dove Ron lo aveva costretto a comprare una quantità immonda di dolci, tra Api Frizzole a Gelatine Tutti i Gusti più uno, ovviamente il rosso si era rifiutato di prendere anche i Pallini acidi, che come spiegò ad Harry, che fece finta di non sapere niente a riguardo, odiava in quanto, quando era piccolo i suoi fratelli gliene avevano dato uno che poi gli aveva fatto un buco nella lingua.
Successivamente, verso mezzogiorno, poco prima di mangiare, erano andati al Ghirigoro, poichè Hermione doveva assolutamente comprare una nuova penna e dell'inchiostro di prima qualità per prepararsi bene per il suo futuro lavoro, anche se Ron non capiva come una penna potesse servirle quando sarebbe diventata una Medimaga.
Erano poi andati a mangiare insieme.
Nel primo pomeriggio Ron aveva insistito per portare Harry alla Testa di Porco, dove Hermione si rifiutò di entrare, poichè lo riteneva troppo oscuro e sudicio, Harry invece lo visitò volentieri, volendo ricordare il meraviglioso momento in cui era stato creato ufficialmente l'Esercito di Silente nel suo quinto anno.
Ovviamente non era potuta mancare la visita ai Tiri vispi Weasley, dove ad aspettarli trovarono Fred e George, con un sorrisone stampato sui loro volti, dove proposero ad Harry i prodotti più disparati: dal Torrone Sanguinolento alle Puffole Pigmee.
Avevano deciso di non andare da Madama Piediburro, per non mettere a disagio Harry, dato ch era un piccolo locale per coppiette.
Finalmente, nel tardo pomeriggio, lo avevano portato nel luogo per eccellenza di Hogameade: I tre manici di scopa.
Appena mise piede lì dentro, Harry si sentì quasi a casa, ricordando tutte le volte in cui vi era entrato nel suo mondo, le felici giornate passate in compagnia dei suoi compagni.
Sorrise pensando che magari avrebbe anche potuto incontrare qualche professore, ma forse non sarebbe stata una buona idea, dato che lì nessuno lo conosceva.
I tre ragazzi si sedettero ad un tavolo ed ordinarono tre Burrobirre.
" Devi assolutamente assaggiarla Harry, è la fine del mondo!" Esclamò Ron, dopo aver salutato Madama Rosmerta.
Non poteva sapere che il moro in realtà ne aveva già bevute molte e non vedeva l'ora di poterlo fare di nuovo.
Stettero nel locale per quelle che gli sembrarono ore.
Parlarono di molte cose, dal Quidditch alla scuola.
Con sua enorme sorpresa, scoprì che la finale della Coppa del Mondo di Quidditch, che da dove proveniva lui era stata vinta dall'Irlanda nonostante la destrezza di Victor Krum che aveva afferrato il boccino, lì l'aveva vinta la Bulgaria, per soli dieci punti.
Inoltre venne a sapere che suo padre e sua madre aveva insegnato ad Hogwarts per due anni, rispettivamente come insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure il primo, e come assistente di Pozioni e supervisore la seconda.
Harry si chiede se come assistente, Ron ed Hermione, intendessero che insieme a lei magari insegnava anche Piton, ma non aveva avuto il coraggio di chiederlo, sarebbe stato troppo strano.
Fu un pomeriggio indimenticabile.
Su tutti i fronti.
Uscirono da I Tre Manici di Scopa e camminarono tranquillamente, allontanandosi un poco dalla cittadina popolata.
Quando stava per calare il sole, il moro però si accorse che alcuni locali stavano per chiudere senza un motivo preciso e molte persone tornavano a casa, nonostante fosse presto e fosse estate.
" Come mai se ne vanno tutti via al tramonto? Insomma, di solito di domenica rimane aperto fino a tarda sera qui!"
Ron ed Hermione lo guardarono come se fosse diventato pazzo, ed Harry si rese conto dell'errore appena fatto.
" O almeno è così che ho sentito dire!" Aggiunse.
Hermione sospirò, sconsolata, poi spiegò:
" C'è il coprifuoco Harry, da quanto Tu-Sai-Chi ha attaccato Hogsmeade quasi quattro anni fa, lo hanno dovuto mettere per evitare altre morti, quindi tutto chiude alle sette di sera e gli Auror restano a pattugliare per essere sicuri che tutto vada bene."
" E' un vero peccato, perchè era così bello passeggiare al chiaro di luna con le luci e tutto il resto, Lui però deve sempre rovinare tutto! " Aggiunse Ron, abbassando le spalle, dalla sua voce traspariva quanto fosse dispiaciuto per quell'avvenimento.
Harry allora comprese, Voldemort lì era ancora una minaccia, e non c'era nessuno che lo avesse mai fermato, poichè lui non esisteva.
In fondo lo sapeva, la Healer lo aveva mandato lì anche per sconfiggere nuovamente la minaccia del Signore Oscuro, ma non avrebbe mai immaginato che fosse così presente in quell'universo.
" Ci conviene andare, siamo in ritardo ed il sole è già quasi calato del tutto, dobbiamo tornare ai Tre Manici di Scopa e tornare a casa con la metropolvere prima che chiuda!" Disse un poco ansiosa Hermione, accorgendosi solo in quel momento che era davvero tardi.
Camminarono velocemente, quando videro le luci dei lampioni spegnersi.
Tornati nel centro del paese però, tutto era ormai chiuso e loro erano davvero nei guai.
" Miseriaccia ragazzi, ora sì che siamo nella merda!" Esclamò Ron.
Harry non riusciva a capire davvero quale fosse il problema.
" Scusate ma non possiamo semplicemente bussare e chiedere a qualcuno se ci fa usare il suo camino?"
" Harry non ci aprirebbe nessuno, hanno tutti paura che possa essere qualche Mangiamorte! "
" Beh allora smaterializziamoci!"
" Non ci si può smaterializzare ad Hogsmeade!"
Oddio questa gli era nuova, non sapeva che in quel mondo le cose andassero così.
" Accidenti sono stata una stupida! Dovevo stare più attenta!" Mormorò Hermione, davvero spaventata.
Ron le prese la mano, cercando di rassicurarla, ma anche lui era spaventato a morte.
" Prendete le vostre bacchette, faremo la strada a piedi per andare ad Hogwarts ed una volta lì chiederemo aiuto a Silente che sarà sicuramente presente anche se è estate, ma dobbiamo stare attenti perchè potrebbero esserci Mangiamorte, quindi bacchette alla mano e all'erta!"
Hermione sfoderò la sua, seguita subito da Ron.
Fu in quel momento che la consapevolezza di non averne più una colpì Harry.
" Io non ce l'ho! "
Hermione gli si avvicinò incredula.
" Come non la hai? Non si dimentica mai la bacchetta a casa Harry, è la prima regola per un mago!"
" No, non l'ho dimenticata, io non l'ho proprio, si è rotta prima che arrivassi dai Potter!" Quello che aveva detto era una mezza verità.
Ma il problema era sempre quello, non aveva la sua bacchetta.
Sperò di essere abbastanza in forze per poter praticare la magia senza di essa, come gli era stato insegnato durante l'ultimo anno che aveva passato, prima di sconfiggere Voldemort nel suo mondo.
" Me lo spiegerai dopo come cavolo fai a vivere senza, ma ora dobbiamo dirigerci verso Hogwarts!"
Iniziarono a correre, attorno a loro il deserto e il silenzio più assoluto.
Non un'anima viva tranne loro era ancora per le strade di Hogsmeade.
Anche Harry cominciava ad avere paura, ma non per sè stesso, per i suoi amici.
" Ma non dovrebbero esserci gli Auror? Voi prima avete detto..."
" Sì lo so che cosa ho detto, ma non sono sempre nel posto giusto al momento giusto! Se un Mangiamorte ci attaccasse loro potrebbero non arrivare in tempo!"
Harry allora si chiese dove fossero in quel momento coloro che avrebbero dovuto proteggerli.
Corsero e sorpassarono l'entrata del paesino, davanti a loro solo una strada deserta, quando Harry captò qualcosa.
Una voce, in lontananza, stava chiedendo aiuto.
" Fermi aspettate! " Disse facendo fermare dubbiosi i due amici.
" Che cosa c'è Harry? Dobbiamo andarcene in fretta!"
Il moro affinò l'udito e lo sentì di nuovo, qualcuno stava chiedendo aiuto e riuscì a sentire anche un'altra voce, maschile, probabilmente un Mangiamorte che stava attaccando un'innocente
" Qualcuno è stato attaccato, sento che sta chiedendo aiuto!"
I tre rimasero in silenzio, poi anche Ron ed Hermione poterono sentirlo.
Una voce di donna, probabilmente anziana.
" Vi prego aiutatemi!" Era flebile, ma la sentirono.
Harry si mosse verso la sorgente del suono, sapendo che non poteva starsene con le mani in mano.
Hermione però lo afferrò per un braccio, fermandolo.
" Che cosa vuoi fare? Noi non possiamo aiutarla! Ci penseranno gli Auror e poi non hai la bacchetta!"
Si vedeva che la ragazza era spaventata e che avrebbe voluto aiutare anche lei la persona in pericolo, ma non sapeva come!
Harry guardò prima lei, poi Ron.
" E se gli Auror non arrivassero in tempo? Se la uccidessero? Io non posso permettere che qualcuno muoia di nuovo!"
E senza potersi più trattenere, iniziò a correre, per soccorrere quella donna.
Hermione e Ron si guardarono, non sapevano che fare.
Poi, come d'istinto, seguirono il moro, in fondo aveva ragione, non potevano permettere che qualcuno morisse solo perchè loro erano stati dei codardi.
Harry sorrise quando vide i due amici di fianco a lui.
Sembrava proprio di essere tornati ai vecchi tempi.
" Aiuto!"
Harry corse più veloce.
Ma dove diavolo erano gli Auror?
" Nessuno potrà sentirti lurida Mezzosangue! Ho ucciso personalmente i due addetti del ministero a proteggere Hogsmeade stasera, quindi nessuno potrà salvarti! " Disse maligna una voce maschile.
Harry non riuscì a capire a chi appartenesse, ma era sicuramente un Mangiamorte.
Entrò nel vicolo dalla quale provenivano le voci, si nascose dietro ad un muro, facedno segno a Ron ed Hermione di non fiatare e di non attaccare subito, dovevano aspettare il momento opportuno.
Sporgendosi un poco con la testa Harry potè vedere la scena.
Un Mangiamorte, vestito di nero, ma senza l'usuale maschera, troneggiava su una donna anziana in ginocchio davanti a lui, la bacchetta puntata alla sua tempia.
Il Mangiamorte prese un respiro e alzò la bacchetta per pronunciare l'anatema che uccide.
Harry non riuscì a trattenersi oltre, doveva fare qualcosa, non avrebbe più permesso a qualcuno di morire davanti ai suoi occhi, si era fatto questa promessa e l'avrebbe mantenuta.
Lasciando i due amici indietro, per non metterli in pericolo, passò esattamente dietro al Mangiamorte, senza farsi sentire, e si nascose nell'angolo opposto a dove si trovava precedentemente, mentre Ron ed Hermione lo guardarono a bocca spalancata, non capendo che cosa l'amico avesse intenzione di fare.
" Ora morirai lurida Mezzosangue e nessuno si accorgerà di nulla!"
Era quello il momento giusto.
" Ne sei così sicuro? " Disse Harry ad alta voce.
L'uomo si voltò, non vedendo però nessuno dietri di lui.
'Si ricomincia' pensò il moro, prima di mettere in atto il suo piano.







ANGOLO AUTRICE
Eccomi qui!
Allora come state?
Piaciuto il capitolo?
Spero di sì, perchè ci ho messo tutta una notte e un giorno per scriverlo ed è venuto anche abbastanza lungo!
Come al solito ringrazio i 6 angeli che hanno recensito lo scorso capitolo, nella speranza che lo facciate ancora e che anche altre persone si aggiungano a voi e mi dicano che cosa pensano della storia!
Ringrazio le persone che hanno messo la fic nelle seguite, nelle preferite e nelle fic da ricordare, siete tantissimi e vi ringrazio per questo!
Il prossimo capitolo sarà quello che entrerà veramente nell'avventura della storia.
L'aggiornamento sarà tra domenica e lunedì prossimo, quindi tra esattamente una settimana!
Mi scuso anche se non ho risposto a tutte le recensioni, ho avuto poco tempo, ma questa settimana prometto che risponderò a tutti!
Volevo inoltre avvisarvi, per chi non avesse letto, che ho creato una pagina facebook, dove parlerò di spoiler e degli aggiornamenti, iscrivetevi se vi fa piacere :)
Mi renderete felicissima!
Questo è il link:

Kiki4ever fanfiction

Grazie mille a tutti e alla prossima!
Baci baci Kiki :)


















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Capitolo 9
*** Fight ***


second chances 8



Eccomi qui con il nuovo capitolo come promesso!
Per un momento ho pensato che l'aggiornamento dovesse saltare a mercoledì, ma sono riuscita a finire il capitolo quasi per miracolo.
Scusate eventuali errori di battitura, qualcuno scappa sempre.
Spero che il capitolo vi piaccia!
Ed ora diamo il via alla prima battaglia di questa stroria!
Ci vediamo a fondo pagina ;)





Dove eravamo rimasti?

" Ne sei così sicuro? " Disse Harry ad alta voce.
L'uomo si voltò, non vedendo però nessuno dietro di lui.
' Si ricomincia' Pensò il moro, prima di mettere in atto il suo piano.





FIGHT





" Chi ha parlato? " Urlò il Mangiamorte voltandosi e guardandosi intorno, per capire da dove provenisse la voce che aveva appena sentito.

Fece una veloce perlustrazione del vicolo in cui si trovava, bacchetta alla mano e dimenticandosi per un attimo della povera signora anziana che pochi secondi prima stava per uccidere, ma non trovò anima viva.
Harry si nascose maggiormente, schiacciandosi verso il muro per non farsi vedere, quando si accrose che in realtà Ron ed Hermione erano molto più esposti di lui e che se il Mangiamorte avesse fatto anche un solo incantesimo, probabilmente gli avrebbe scoperti in un men che non si dica.
Non poteva certo permetterlo, doveva fare qualcosa.
" Allora, vuoi dirmi chi sei? " Urlò nuovamente l'uomo dal mantello nero, che nell'intento di capire da dove provenisse la voce, mostrò il suo volto ad Harry.
Era Avery Junior.
L'ultima volta che lo aveva visto era stato nella battaglia finale nel suo mondo, quando finalmente era stato ucciso, probabilmente l'Avery di quel mondo non era molto diverso dal suo, data la sua crudeltà ed il fatto che stesse per uccidere una donna a sangue freddo.
" Non importa chi sono! " Rispose con voce ferma, sentendo l'adrenalina scorrergli nelle vene, in ricordo dei vecchi tempi.
Si sentì sicuro, coraggioso e sapeva che anche senza bacchetta ce l'avrebbe fatta a sconfiggere quella feccia, seguace di Voldemort.
In fondo aveva imparato molti incantesimi senza bacchetta, in previsione del suo ultimo scontro con il Mago Oscuro nella sua dimensione.
Molti Auror non sapevano utilizzare quella tecnica, ma lui sì, anche se non così efficacemente come avrebbe voluto.
Perfino Malfoy, reduce dalla guerra e poco prima di scappare con la sua famiglia, gli aveva detto che era bravo e che non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere da parte dello 'sfregiato'.
Fece un passo avanti, cercando di distaccarsi dalla parete che lo aveva tenuto nascosto per quell'arco di tempo e fece un segno veloce a Ron ed Hermione, indicando loro che avrebbero dovuto, nel silenzio più assoluto, chiedere aiuto.
Hermione parve la prima a capire che ne avrebbero avuto davvero bisogno.
Con un piccolo incantesimo infatti, mandò un messaggio a Potter Manor e alla Tana, nella speranza che qualcuno, in assenza degli Auror in carica quella notte, che erano stati sfortunatamente uccisi, sarebbe arrivato a dare una mano.
Avery puntò la bacchetta nuovamente alla tempia della donna, dopo aver sentito la risposta di Harry, e sul suo volto si dipinse un ghigno malefico.
" Beh, se non mi dici chi sei e non spunti fuori, io la uccido, la scelta è solo tua. "
Effettivamente aveva ragione.
Lo aveva incastrato.
' Accidenti, a volte sono proprio uno stupido' pensò, capendo che se non avesse fatto qualcosa ed in fretta, Avery avrebbe veramente ucciso quella povera donna indifesa ed innocente.
Non aveva altra scelta.
Guardando verso i suoi amici vide che stavano per intervenire, così fece un gesto risoluto, mimando con le mani il fatto che ora era obbligato a mostrarsi e che lo avrebbero dovuto andare in suo aiuto solo nel momento opportuno.
Nonostante la paura, però, i due annuirono, pronti ad intevenire se il Mangiamorte lo avesse attaccato.
Harry fece un altro passo, dirigendosi sempre più verso l'uomo, che era in piedi, impetuoso, al centro del vicolo.
Sapeva che appena si sarebbe fatto vedere, tempo due minuti Avery avrebbe sicuramente cercato di ucciderlo, così, per pochi secondi, si concentrò per incanalare le energie necessarie per praticare la magia senza bacchetta che gli avrebbe permesso, se non di sconfiggerlo o ucciderlo, di metterlo al tappeto.
Poi, finalmente, fece la sua entrata in scena.
Il ragazzo che Avery vide apparire davanti a sè, non era però Harrison White, ma Harry Potter.
In quel monento non doveva essere il ragazzo fragile, che era comparso ferito nel fisico e nell'orgoglio, no!
In quel momento doveva essere Harry Potter, uno dei maghi più potenti del Mondo Magico, colui che non solo era sopravvissuto una volta alla Maledizione senza perdono, ma più volte.
In quel momento nei suoi occhi vi era risolutezza e coraggio.
Lui era un Grifondoro in fondo.
Quando finalmente fissò negli occhi del Mangiamorte, capì di aver fatto la cosa giusta.
Avery non avrebbe mai avuto paura di un ragazzino come lui, lo avrebbe sicuramente sottovalutato, e così Harry lo avrebbe potuto battere più facilmente.
Mai fermarsi solo alle apparenze.
" Ahahahahaha " Fu la sonora risata di Avery, che era caduto nella trappola di Harry.
" Un ragazzino! Tu, che avrai al massimo sedici anni, vuoi sfidare me, un Mangiamorte dei più temuti, solo per salvare questa stupida Mezzosangue?!?" E rise di nuovo, facendo tremare la donna sotto di lui.
A quel commento Harry si arrabbiò molto.
Nessuno in quel mondo sapeva di cosa era veramente capace, ma ora lo avrebbe mostrato per la prima volta a quell'insulsa feccia umana.
Con voce calma, guardando dritto negli occhi Avery, disse:
" Per tua informazione io ho diciassette anni e ne compirò diciotto molto presto, e poi...non azzardarti mai più a chiamare Mezzosangue qualcuno! Quella donna è molto meglio di tutti voi Mangiamorte messi assieme!"
Forse sarebbe stato meglio se avesse tenuto la bocca chiusa, soprattutto sull'ultima frase, ma ovviamente, come suo solito, non aveva pensato prima di aprire bocca.
Prima che potesse finire, vide la faccia di Avery contorcersi per la rabbia, alzare la bacchetta e puntarla contro di lui.
" Avada Kedavra!"
La luce verde si avvicinò a lui.
Ma Harry era pronto e più furbo.
Poco prima che l'incantesimo lo colpisse il ragazzo si spostò di lato, evitando prontamente di essere ucciso.
Harry fece una capriola ed in un attimo si ritrovò di nuovo in piedi.
" Sai, mi chiedo come mai voi Mangiamorte sappiate fare solo quell'incantesimo? E' ora di allargare un poco il repertorio, non credi? "
Questo fece infuriare ancora di più Avery che iniziò a scagliarli addosso gli incantesimi più oscuri, che venivano però prontamente evitati da moro.
Mentre Harry cercava di distrarlo, vide che Ron ed Hermione avevano capito perfettamente quale era il suo piano, quasi si stessero leggendo nella mente.
Infatti i due avevano portato al sicuro la donna anziana e si erano riparati dietro ad un altro muro, cercando di tranquillizzarla.
Harry, che iniziava a stancarsi di evitare solamente le maledizioni, si concetrò il più possibile, per poi scagliare il suo incantesimo preferito.
" Expelliarmus!"
Sentì la magia pura fuoriuscire direttamente dal suo nucleo magico, per andar a colpire in pieno petto Avery, che non solo perse la bacchetta, ma, a causa della forza della magia di Harry, venne sbalzato all'indietro, proprio contro un muro, per poi accasciarsi al suolo come una bambola rotta, incosciente.
Il diciassettenne rimase un poco sorpreso, non si aspettava che un solo incantesimo potesse bastare per mettere al tappeto un Mangiamorte di fama internazionale come Avery.
Si avvicinò al corpo dell'uomo per controllare se fosse veramente senza conoscenza, solo per esserne sicuri.
Lo era.
" Harry!!!"
Ron ed Hermione gli corsero a fianco in un battibaleno, con gli occhi fuori dalle orbite per l'incredulità, causata da quello che avevano appena visto.
" Ma...come....tu....io....Hermione....hai visto? " Fu tutto quello che Ron riuscì a dire.
Harry quasi si mise a ridere nel vedere le loro facce.
Erano troppo buffi.
" Harry, hai fatto una magia senza bacchetta, per di più con enorme potenza, come diavolo hai fatto?"
Hermione almeno era riuscita ad articolare una frase di senso compiuto, a differenza di Ron.
Il moro si portò una mano dietro la testa, imbarazzato, sapendo che di lì a poco l'amica avrebbe cominciato a tempestarlo di domande.
" E' una storia lunga Herm, che ne dici se ne riparliamo più tardi? " Le rispose, senza nemmeno accorgersi di aver usato il nomignolo dell'amica, come era solito chiamarla nel suo mondo.
La castana stava per aprire di nuovo bocca, probabilmente per chiedergli qualcosa di più rispetto a quello che aveva appena visto fargli, quando la donna anziana, si gettò tra le braccia di Harry.
" Grazie ragazzo, grazie mi hai salvato la vita, anzi mi avete tutte e tre salvato la vita, vi sarò debitrice per sempre! "
La donna stava tremando e piangendo ed Harry cercò di confortarla.
" Dovere signora... "
Ron ed Hermione si misero a ridere quando notarono l'imbarazzo di Harry, ma la loro felicità non durò poi tanto a lungo.
Dei rumori che conoscevamo bene, li avvisarono che almeno due persone di erano materializzate in quel vicolo.
Harry sperò con tutto il cuore che si trattasse degli Auror, oppure di James o Sirius, che avendo ricevuto la lettera, si erano fiondati in loro aiuto, ma sapeva che non poteva essere vero.
Infatti si trovarono davanti due Mangiamorte e fecero appena in tempo a spostarsi, tutti in direzioni diverse, prima che il suolo sotto di loro esplodesse in mille pezzi a causa del 'Bombarda' lanciato da uno dei loro nemici.
Mentre l'inferno si scatenava si ritrovò a pensare che i Mangiamorte si erano appena Smaterializzati, cosa impossibile secondo quello che solo pochi minuti prima gli aveva detto Hermione.
Se mai fosseri riusciti a tornare a casa, avrebbe chiesto una spiegazione all'amica.
I suoi pensieri però si interruppero quando si sentì lanciare all'indietro e colpì violentemente il muro.
Gli ci vollero un paio di secondi prima di riprendere coscienza di quello che gli stava accadendo intorno.
Quando finalmente i suoi occhi deciso di focalizzarsi di nuovo, quello che vide non gli piacque per niente.
Ron era disteso una decina di metri davanti a lui, confuso.
Hermione stava cercando di mettersi in piedi, reggendosi alla parete.
La signora anziana giaceva immobile in parte all'amica, Harry sperò con tutto il cuore che non fosse morta.
" Ma guardate un pò chi abbiamo qui! "
Harry riconobbe subito quella voce, era MacNair.
" Tre insignificanti ragazzini ed una vecchia, ma che bel bottino!"
La seconda voce, però, fu quella che colpì maggiomente il moro, perchè a parlare era stato nientemeno che Rodolphus Lestrange.
Alzò lo sguardo e lo vide.
Il marito di Bellatrix.
Un uomo spregevole per una donna spregevole.
Vide che si stava per avvicinare a Hermione, che era ancora piuttosto stordita, e senza pensare oltre, attaccò.
" IMPEDIMENTA " Urlò con tutta la forza che aveva, sentendo la propria magia scivolare via dal suo corpo come acqua in un mulino.
L'incantesimo colpì Lestrange e lo mandò gambe all'aria, ma era un osso duro.
Si rialzò e si voltò verso Harry minaccioso, senza nemmeno notare che stava combattendo contro un semplice ragazzo senza bacchetta, ora voleva solo uccidere quell'insetto che aveva osato sfidarlo.
" Crucio!"
Harry riuscì a scivarlo per un soffio.
Rialzandosi, potè sentire Ron ed Hermione che stavano compattendo con MacNair, ed erano in difficoltà.
Sentì il Mangiamorte lanciare una Maledizione Imperius nella direzione di Ron.
" Protego!"
Riuscì ad espandere lo scudo in direzione dell'amico, che venne prontamente protetto, ma capì anche che l'incantesimo lo aveva lasciato privo di energia.
In fondo non era poi così abituato agli incantesimi senza la sua amata bacchetta.
Si accasciò al suolo, rendendosi vulnerabile.
L'incantesimo che lo colpì un momento dopo, gli aprì letteralmente in due il braccio destro, da cui sgorgò un fiotto di sangue.
Harry urlò dal dolore, ma non molllò.
" HARRY!" Sentì urlare Hermione, che però, subito dopo dovette difendersi da un'altra fattura lanciata dai due Mangiamorte.
Il ragazzo cercò di avvicinarsi il più possibile ai suoi amici, ma venne colpito nuovamente.
Questa volta però non era un semplice incantesimo di taglio.
Si trovò intrappolato, dolorante, sotto la maledizione Cruciatus.
Per un attimo si sentì come se fosse immerso nell'acqua.
I suoi sensi vennero come annullati.
Doveva resistere, doveva combattere.
Ancora sotto la maledizione, si rialzò, sotto gli sguardi scioccati di tutti i presenti, e cercando di non pensare al dolore immenso che stava provando in tutto il corpo e al sangue che copioso scendeva dal suo braccio, urlò:
" STUPEFICIUM!"
La sua magia, prepotente, non solo colpì Lastrange, ma anche MacNair, che finirono a terra, colpiti dalla luce rossa.
Harry stava respirando faticosamente, era in piedi per miracolo e si sentiva a pezzi, ma almeno era vivo.
" Harry stai bene? " gli chiese Ron accorrendo da lui, con al suo fianco Hermione.
Stava per dare loro una risposta, quando, improvvisamente, sentirono altri suoni di Smaterializzazione.
Ma questa volta non erano Mangiamorte.
Erano gli Auror.
Finalmente i soccorsi erano arrivati.
" Ci rivedremo ancora ragazzino!"
Harry, Ron ed Hermione si voltarono di scatto, aspettandosi una qualche maledizione.
Rosolphus Lestrange, con in braccio Avery e MacNair, guardò Harry negli occhi, come per fare una sorta di promessa, e poi scomparve con un sonoro 'crac', lasciando il nulla intorno a sè.
" HARRY!"
" RON, HERMIONE!"
In pochi secondi nel vicolo arrivarono di corsa almeno una decina di persone.
James, Sirius, Remus, Lily e i Signori Weasley in prima fila.
Dietro di loro vi erano Moody e Shakelbolt, che Harry fu enormemente felice di rivedere.
James fu il primo che, affannato, li raggiunse.
Sembrava estremamente preoccupato.
" State bene? "
" Ma che diavolo vi è saltato in testa? "
" Siete impazziti? "
" Sfidare dei Mangiamorte, ma vi deve essere andato di volta il cervello!"
Tra tutte le accuse mosse dagli adulti e le rassicurazioni, Hermione fu la prima ad intervenire e fermare quell'ammaso di parole.
Harry le fu enormemente grato, in quel momento lui non aveva la forza nemmeno di aprire bocca.
" Fermi fermi fermi, non siamo stati degli incoscienti, abbiamo fatto quello che andava fatto! " Disse risoluta.
Poi, vedendo che stavano per interromperla nuovamente, alzò una mano, come per farsi ascoltare, senza ammissione di repliche.
Ron sghignazzò un poco alla scena.
" Prima di tutto, laggiù c'è una signora insosciente ed adesso sarebbe morta se non fosse stato per l'enorme coraggio di Harry, anzi saremmo tutti morti se non fosse stato per lui, secondo non abbimao fatto apposta ad essere rimasti qui, lo abbiamo fatto per un motivo: salvare un'innocente! Voi che avreste fatto? "
Hermione era unica, anche a soli diciassette anni riusciva a zittire una decina di persone adulte come se fosse la cosa più facile del mondo.
" Ok ok, ne parleremo più tardi quando tutto questo casino sarà finito, ora ditemi chi erano i Mangiamorte che avete affrontato? " Chiese Moddy, impaziente di sapere che cosa era successo.
Ron aprì la bocca, come per dire che non sapeva i nomi di tutti loro, ma Harry lo interruppe.
" Avery, MacNair e Rodolphus Lastrange signore!"
Moody lo squadrò la capo a piedi con il suo occhi magico, poi fece un segno di assenso e si allontanò da loro.
" Harry, ma sei ferito!"
L'urlo di Lily mise in allerta tutti quanti.
James, Sirius e Remus si avvicinarono maggiormente a lui, ed Harry vide che anche i signori Weasley sembravano parecchio preoccupati.
Lui però non sentiva molto dolore, forse era per l'adrenalina ancora in circolo.
" Oh non è niente, solo un taglietto " Cercò di minimizzare, sperando di averlo fatto nel modo giusto, ma non si accorse di quanto debole la sua voce sembrasse.
Cosa di cui però si accorsero tutti gli altri.
" UN TAGLIETTO!?!?! Harry hai il braccio squarciato a metà!" Urlò nel panico ancora Lily, mentre ispezionava il braccio del moro.
" Oh mio dio quanto sangue! " Esclamò Sirius, mettendo in allarme la famiglia Potter.
Solo in quel momento Harry si accorse che sotto di lui si era formata una pozza di sangue, proveniente dal taglio, anzi dallo squarcio nel suo braccio.
Non pensava fosse così grave.
" E' stato anche colpito dalla Maledizione Cruciatus da Lestrange! " Disse Herimione, preoccuata per il suo nuovo amico.
" Cosa? " Chiesero tutti in coro, guardando la castana con stupore.
" Ed è riuscito anche a contrastarla! " Replicò Ron, non potendo nemmeno lui credre alle proprie parole.
" COSA?!?!?" Ripeterono più forte ancora in coro.
Harry cominciava a sentirsi troppo al centro dell'attenzione.
" Dobbiamo subito portarlo al San Mungo!" Sentì qualcuno dire, ma lui non aveva assolutamente voglia di tornare in ospedale, così provò a protestare.
" Non c'è bisogno davvero, sto be..."
Ma per sua sfortuna non riuscì a terminare la frase.
Proprio in quel momento le sue forze decisero di abbandonarlo, l'adrenalina non lo teneva più in piedi.
Si sentì leggero come una piuma.
La testa gli pulsava e si sentiva svenire.
Prima che potesse aggiungere altro, le sue gambe cedettero e la sua vista si fece sfuocata.
"HARRY"
Fu tutto quello che riuscì a sentire prima che il suo mondo si fece del tutto nero.







__________________________________









"Harry, tesoro, ti prego apri gli occhi! "
La voce di sua madre.
" Presto chiamate un Medimago! "
Quello invece era suo padre.
" Cazzo, sta perdendo tantissimo sangue...."
Sirius.
" Ferula!"
Delle bende gli fasciarono il braccio, fermando un poco l'emmorragia.
' Grazie Remus' pensò il moro.
" Harrison, svegliati, ti prego..."
" Ma dove diavolo sono i soccorsi? "
Qualcuno gli stava schiaffeggiando la faccia.
' No, lasciatemi dormire, sono stanco!'  
Lentamente aprì gli occhi, sentendo dolore in tutto il corpo.
" Oh mio dio è sveglio!"
Una boccetta venne poggiata sulle sue labbra delicatamente.
Cercò di spostare il volto, a causa dell'odore ripugnante che emanava.
Voleva solo dormire.
Perchè non lo lasciavano stare?
" Harry, piccolo, devi bene questa pozione! Lo so che sei stanco, ma bevi questa e poi potrai riposare!"
La preoccupazione dilagava dalla voce di sua madre e sentiva suo padre tenergli la mano.
" Mamma..."
Riuscì a dire, tra gemiti di dolore, senza accorgersi veramente della parola che aveva detto.
Sentì il corpo che lo stringeva tra le braccia sussultare un poco, per poi rilassarsi.
Bevve la pozione.
" Sssh tesoro, sei stato bravissimo, ora la mamma è qui con te, andrà tutto bene "
Poi finalmente potè riposare.











ANGOLO AUTRICE
Ciao angeli!
Tutti bene? Piaciuto il capitolo?
Spero di sì :)
Come al solito ringrazio le persone che hanno messo la storia nelle preferite, nelle seguite e in quelle da ricordare, aumentate sempre di più e la cosa mi rende estremamente felice.
Grazie alle 9 magnifiche persone che hanno commentato lo scorso capitolo!
Siete uniche!
Prossimo aggiornamento per la vigilia di Natale, così vi faccio anche il regalo eheheh.
Vi ricordo nuovamente la mia pagina su facebook:

Kiki4ever fanfiction


Grazie ancora a tutti!
Alla prossima,
Baci Baci Kiki :)










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Capitolo 10
*** Return to Hogwarts ***


new chapter return to hogwarts
Buongiorno a tutti!
So che sono mancata per molto tempo, ma come ho spiegato a chi mi segue sulla mia pagina facebook, sono stati dei mesi un pò difficili per me.
Ma ora va tutto bene ed ho ripreso a scrivere!
Per questo capitolo ci ho messo l'anima e devo dire che sono anche abbastanza contenta di come sia venuto!
Vi consiglio di leggere bene la parte finale, dove comparirà un personaggio molto amato dai lettori di Harry Potter e dove vi saranno alcune rivelazioni per la storia che si svolgerà nei prossimi capitoli.
Ci vediamo a fondo pagina, buona lettura ;)







RETURN TO HOGWARTS







Nel momento in cui Harry svenne, il panico dilagò tra i presenti.
James e Sirius si fiondarono accanto al ragazzo, appena in tempo per afferrarlo e evitare che battesse la testa sul pavimento; gli misero le braccia intorno alle spalle e alla schiena, sorreggendolo, per poi poggiarlo dolcemente a terra, la testa di Harry sulle gambe di Lily.
Remus accorse immediatamente, Ron ed Hermione erano come pietrificati dietro di lui e guardavano il corpo immobile di Harry.
Il suo braccio era coperto di sangue, aveva un grosso taglio sulla fronte e sembrava esausto, il suo petto si alzava e abbassava velocemente, segno che non stava per niente bene.
" Ragazzi dobbiamo svegliarlo, dobbiamo essere sicuri che non sia in pericolo di vita e dobbiamo curarlo il prima possibile" Fu tutto quello che Remus riuscì a dire, confuso e spaventato dalla situazione.
James non riusciva a distogliere lo sguardo dalla figura sanguinante del ragazzo che ormai considerava come un figlio, era terrorizzato; prese una mano di Harry tra le sue, come se il contatto con la pelle dell'altro lo aiutasse a capire che era ancora vivo e che dovevano aiutarlo al più presto.
Sirius era pallido e cercava di non pensare al peggio, nella speranza che i soccorsi sarebbero arrivati e avrebbero aiutato Harry a stare meglio.
D'altro canto Lily era sopraffatta dalla paura, sentiva il cuore come stretto in una morsa, quasi non riusciva a respirare, ma sapeva che non doveva farsi sopraffarre dal panico, doveva mantenere la calma, era l'unico modo in cui sarebbe riuscita ad aiutare veramente Harry.
Seguendo il consiglio di Remus, cercò di svegliare il giovane.
" Harry, tesoro, ti prego apri gli occhi! "
Si voltò verso il marito, guardandolo negli occhi; vide il suo stesso panico riflesso in lui.
Abbassarono lo sguardo nello stesso momento e videro il sangue di Harry sulle loro mani.
" Presto chiamate un Medimago! " Urlò James, non potendo resistere a quella vista.
Sirius sentì che stava per vomitare, tutto quel rosso gli dava la nausea.
" Cazzo sta perdendo tantissimo sangue... "
Erano talmente pietrificati che non sapevano che cosa fare, era come se avessero la mente vuota, come se non conoscessero nessun incantesimo; guardavano impotenti il ragazzo steso davanti a loro, ricoperto di sangue e non sapevano cosa fare, come reagire.
Per fortuna Remus riuscì a riprendersi e si rese conto che, anche se non erano esperti di magia, potevano fare qualcosa.
Avvicinandosi, mosse la bacchetta a poca distanza dal braccio sanguinante di Harry.
" Ferula "
Delle bende bianche apparvero dal nulla e andarono a stringersi attorno alla ferita, cercando di fermare il sangue che però continuava imperterrito a sgorgare, tanto che le bende si tinsero subito di un rosso cremisi, a sottolineare la gravità della situazione.
Lily, accarezzando i capelli del giovane, gli sussurrò nuovamente:
" Harry, svegliati, ti prego..."
Mentre in sottofondo la voce di Sirius, ancora nel panico, urlava alla folla:
" Ma dove diavolo sono i soccorsi? "
Vedendo però che Harry non reagiva, James prese in mano la situazione e diede delle piccole pacche sulla sua guancia.
Quasi come se le loro preghiere fossero state esaudite, il giovane aprì stancamente gli occhi.
Erano offuscati, stanchi, il verde di solito vivo, ora era opaco, ma loro sapevano che non dovevano lasciarglieli chiudere, prima dovevano dargli una pozione generale di guarigione, che gli era stata portata gentilmente da un auror, che le aveva sempre con sè.
" Oh mio dio, è sveglio! "
James prese la boccetta che gli aveva portato il loro collega e dolcemente la poggiò alle labbra di Harry, in modo che la bevesse, sicuro che si sarebbe sentito subito meglio, dato che quelle pozioni erano immediate.
Il diciassettenne però, troppo confuso e stanco per capire, voltò il viso un poco, come a non voler ingerire quell'intruglio giallognolo.
Ma doveva farlo, per il suo bene.
" Harry, piccolo, devi bere questa pozione! Lo so che sei stanco, ma bevi questa e poi potrai andare a riposare "
La voce di Lily sembrò calmarlo, ebevve senza più protestare.
James gli strinse la mano, non sapeva che cosa fare, mentre la moglie continuava ad accarezzare i capelli disordinati di Harry.
Tutti stavano pensando la stessa cosa, dove Merlino erano i soccorsi?
Ormai li stavano aspettando da troppo tempo per i loro gusti.
Poi, come un fulmine a ciel sereno, Harry disse una parola, sussurrata, quasi inudibile, ma loro la sentirono benissimo.
" Mamma "
Quella semplice parola ebbe il potere di sconvolgere i presenti, ma soprattutto Lily, che non potè evitare di sussultare.
Mai nessuno l'aveva chiamata così.
Sapeva che, probabilmente, Harry l'aveva detto senza pensare, che magari non era nemmeno rivolta a lei, ma non potè fare a meno che sentire le guance bagnarsi di lacrime, mentre si scambiava una sguardo complice con James.
Continuò ad accarezzare il giovane, che era chiramente esausto e stava per svenire.
" Ssh tesoro, sei stato bravissimo, ora la mamma è qui con te, andrà tutto bene!"
Nell'osservare quella scena a James vennero le lacrime agli occhi; mai avrebbe immaginato che Lily si sarebbe fatta chiamare in quel modo da qualcuno che non fosse il 'loro' Harry, ma chiaramente le cose dovevano andare diversamente.
Harrison era entrato nelle loro vite e le aveva scombussolare, le aveva completamente rinnovate e vederlo in quello stato faceva del male a tutti.
Sirius e Remus la pensavano al suo stesso modo, ne era certo e sapeva anche che anche Ron ed Hermione, anche solo dopo due giorni, di erano affezionati irrimediabilmente a quel giovane.
Era impossibile non volergli bene.
I suoi pensieri furono interrotti da un urlo di Sirius, seguito dal pianto di sua moglie, che avevano reagito in quel modo, poichè Harry era definitivamente svenuto.
" Sentite io non ce la faccio più, è passato troppo tempo, lo porto al San mungo io! " Esclamò James, stanco di aspettare soccorsi che chiaramente erano in ritardo e lo sarebbero stati ancora.
" Aspetta James, non dovremmo- " Iniziò a protestare la rossa, avendo paura che se avessero spostato il giovane, gli avrebbero provocato maggiori danni.
Ma James non voleva ammettere ragioni, dovevano assolutamente portarlo in un ospedale e non avrebbe aspettato oltre.
" Amore, senti, i soccorsi sono troppo in ritardo e ha bisogno di cure immediatamente, quindi ora mi smaterializzerò con lui al San Mungo e voi verrete con me! "
Senza aspettare oltre poggiò un braccio sotto le ginocchia del giovane e l'altro dietro alla schiena, stando attendo, per far sì che non sentisse dolore, poi lo sollevò dolcemente, in modo che la testa di Harry fosse poggiata sul suo petto e, senza dire altro, dopo aver guardato tutti negli occhi, si smaterializzò con un sonoro 'pop'.
Venne seguito immediatamente da altre cinque persone.
La sicurezza di Harry era davanti a tutto e a tutti.




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1 ora dopo


"Ma perchè ci mettono tanto? "
La voce di Sirius eccheggiò per tutta la sala d'attesa nella quale erano stati portati circa un'ora prima.
Sessanta minuti che erano sembrati un'enternità.
Sirius non faceva altro che camminare avanti ed indietro per tutta la stanza, non aiutando certamente coloro che erano in sua compagnia a diminuire l'ansia che provavano.
Remus aveva lo sguardo sul pavimento e sembrava come incantato, incapace di distoglierlo da quelle mattonelle bianche opache.
Hermione e Ron erano seduti nell'angolo più remoto, abbracciati l'uno all'altra, cercando di non disturbare le altre quattro persone che erano lì con loro.
Lily era seduta su una delle sedie poste su di un lato del muro e non si era mossa da quando era stata portata lì quasi a forza dal marito.
Ancora non poteva credere a quello che era successo; ma soprattutto non riusciva a capacitarsi del fatto che Harry l'avesse chiamata 'mamma'.
Era stata una sensazione stranissima sentire quella semplice parola fuoriuscire come un sussurro dalle labbra di quel ragazzo che ormai non poteva fare a meno che amare con tutto il cuore; si era sentita come rinata, perchè da quando era arrivato nelle loro vite, lei si era sentita davvero una madre dopo tanto tempo.
Ed in quel momento, che non vedeva l'ora di poter parlare con lui per capire perchè l'avesse detto, forse non ne avrebbe potuto avere la possibilità.
Non sapeva quali erano le reali condizioni di Harry, ma sapeva che aveva perso molto sangue, che era debilitato e questo poteva bastare alla 'Morte' per poterglielo portare via, proprio come aveva fatto con il suo primo figlio.
Erano ore che, dentro di sè, supplicava ogni Dio esistente di risparmiarlo, di lasciarlo vivere.
" Che schifo di situazione... "
La voce di James la ridestò dai suoi pensieri e si voltò verso il marito, che era seduto a terra, poggiato alla parete, con la testa rialzata come a voler guardare il cielo, gli occhi fissi sul soffitto anch'esso bianco.
" Che schifo di situazione! "
Ripetè, questa volta con più veemenza nella voce, quasi volesse poter urlare, ma non ci riuscisse.
Lily allora si alzò dalla propria posizione statuaria e andò a sedersi di fianco al marito, abbracciandolo.
" Vedrai che andrà tutto bene, Harry è un ragazzo forte "
Quelle erano le prime parole che aveva detto da quando erano arrivati al San Mungo e servirono a tranquillizzare un poco James, che si rilassò tra le braccia della moglie, nel calore confortevole che solo lei sapeva dargli.
" Felpato , ti prego la smetti di camminare avanti e indietro? Mi stai facendo venire il mal di mare!" Disse Remus, alzando finalmente gli occhi dal pavimento.
Sirius, come se si fosse accorto solo in quel momento di quello che stava facendo, si fermò nel centro della stanza e rimase immobile a fissare un punto indefinito, non sapendo che altro fare.
Dopo pochi secondi il silenzio venne interrotto da alcuni passi.
Si guardarono tutti, spaventati e incuriositi allo stesso tempo, quando videro entrare nella stanza una medimaga.
James e Lily furono in piedi in un attimo e vennero affiancati immediatamente da Sirius e Remus, Ron ed Hermione aspettarono impazienti, con il fiato in gola.
La medimaga, la stessa che li aveva accolti e guidati quando avevano portato Harry nell'ospedale, era una donna sulla cinquantina con capelli scuri e qualche chiazza bianca quà e là, li guardò con i suoi grandi occhi castani.
" Posso fare qualcosa per voi? " Chiese, lasciando a bocca aperta i presenti, che non capirono la domnda.
James parlò a nome di tutti.
" Sì, ci avete fatto aspettare qui per più di un'ora senza darci notizie, vorremmo sapere come sta nostro figlio! "
Quasi non si rese conto di quello che aveva detto, del significato che quella frase aveva per tutti, ma non era quello il momento per pensarci.
La medimaga li guardò sorpresa, come se non si ricordasse che era stata proprio lei a dire loro di aspettare in quella sala d'attesa.
" Il nome di vostro figlio è..? " Chiese un poco restia.
" Harrison White, lei ci ha detto di aspettare qui dentro quando ci siamo smaterializzati qui un'ora fa! "
Ancora sguardo confuso da parte della donna.
I malandrini proprio non capivano quale fosse il problema.
" Io non vi ho mai visti prima signori, mi spiace e comunque non c'è nessun Harrison White in cura qui al San Mungo "
Lily per poco non svenne, ma venne sorretta prontamente da James.
" COME SAREBBE A DIRE? LEI CI HA FATTI VENIRE QUI E ADESSO CI DICE CHE NON LO AVETE IN CURA? MA CHE CAVOLO STATE DICENDO, SIETE FORSE IMPAZZITI?"
Sirius era letteralmente balzato addosso alla donna nel sentire quello che la medimaga aveva detto.
La tensione che aveva accumulato, che tutti quanti avevano accumulato, era troppa e prima o poi uno di loro sarebbe dovuto esplodere.
" Sirius, ti prego calmati!"
Cercò di placarlo Remus, ma si vedeva lontanamente che anche lui era infuriato.
Cosa voleva dire quella donna con la frase: 'Non c'è nessun Harrison White?'
" Signore la prego, non so che cosa dirle, nei tabulati non c'è il nome che mi avete detto e io non vi ho mai visti prima, quindi state calmi altrimenti sarò costretta a chiamare la sicurezza! "
Detto questo, uscì dalla stanza impettita, non capendo il comportamento sgarbato di quelle persone.
Nella sala d'attesa invece si stava creando il panico, nessuno sapeva che cosa fare.
Erano entrati al San Mungo ed avevano chiesto immediatamente delle cure per Harry, dicendo il suo nome e che cosa gli era successo, lo avevano portato via ed erano stati costretti ad aspettare in quella stanza per un'ora, ed ora gli veniva detto che Harrison non era lì.
" Che cosa diavolo aveva bevuto quella donna? Harry non può essere sparito! "
Un rumore li fece sobbalzare; un gufo si era appena poggiato sulla finestra aperta della stanza e aveva allungato una zampa, sulla quale era affisso un piccolissimo bigliettino.
Di corsa lo presero e Remus lesse ad alta voce quello che vi era scritto.

" James, Lily, Sirius, Remus, Ron ed Hermione,
Harrison White è stato trasportato all'infermeria di Hogwarts.
Il San Mungo è pieno di spie del Signore Oscuro in questo momento e non era più un luogo sicuro dove curare pazienti che sono stati attaccati da Mangiamorte.
La medimaga e tutti coloro che hanno avuto a che fare con voi nell'ultima ora sono stati obliviati in modo che non si ricordino gli eventi che vi hanno riguardato.
Trenta secondi dopo che avrete letto questa lettera, essa si trasfigurerà in una Passaporta, che vi porterà ai confini di Hogwarts.
Vi aspettiamo impazienti per parlare delle condizioni del signorino White.

Cordiali saluti,
Minerva McGranitt. "

Il silenzio riempì la stanza, rotto solo dal rumore prodotto dalla lettera che si stava trasfigurando in una Passaporta.
Sguardi di sollievo, però, avevano riempito i volti dei presenti, che finalmente avevano compreso la situazione e l'ansia che avevano sentito fino a quel momento un poco si era calmata.
Harrison era in salvo ad Hogwarts.
Quando furono pronti, esattamente trenta secondi dopo, la Passaporta si attivò e trasportò con sè i sei individui presenti nella stanza, che scomparvero e fu come se non fossero mai stati lì.




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Corseso senza perdere tempo nel castello deserto, poichè era estate.
Dopo un tempo che parve loro infinito, stanchi e con il fiatone, arrivarono davanti alla porta dell'infermeria di Hogwarts.
Come se li avessero aspettati, due figure uscirono da essa e guardarono i nuovi ospiti.
Minerva McGranitt era sempre la solita Professoressa, con quel suo fare un poco felino e il cappello sempre in testa.
Di fianco a lei vi era Madama Chips, vestita nella sua tunica bianca che in quel momento però era sporca di sangue, il che fece non poco preoccupare i nuovi arrivati, che erano certi che quel sangue appartenesse ad Harry.
" Buongiorno, anche se dovrei dire buonanotte! " Li salutò cordialmente la loro vecchia Professoressa, con un sorriso tirato, nel vano tentativo di rassicurarli.
" Professoressa, Madama Chips, come sta Harry? " Chiese senza poter più aspettare James.
Per un attimo gli occhi delle due si oscurarono e i presenti temettero il peggio, poi finalmente l'infermiera parlò.
" Il signorino White sta bene - sospiri felici da parte di tutti fecero eco nel corridoio - ma dovrà rimanere a riposo per molto tempo. Come avete potuto vedere voi stessi la ferita più grave era quella al braccio, ci ho messo molto a richiuderla del tutto, quindi il ragazzo ha perso molto sangue, ma potrà riprendere a muoverlo correttamente in un giorno o due.
Gli ho dato diverse pozioni per annullare gli effetti della Cruciatus a cui è stato sottoposto, pare non ci siano danni fortunatamente.
La ferita alla testa era superficiale, ma ha causato un lieve trauma cranico che gli porterà qualche dolore questa notte, ma niente di serio.
La cosa che invece mi ha preoccupata, però, è il livello della sua magia, che è diminuito drasticamente, poichè deve essersi sfrorzato molto durante il combattimento; poi il fatto che si sia ripreso da poco non ha aiutato molto.
Comunque il ragazzo nel complesso sta bene, dovrà riposare molto nei prossimi giorni e non fare nessuno sforzo fisico almeno per una settimana, ci siamo capiti? "
Terminò Madama Chips questa volta sorridendo felice nel poter dare buone notizie; quando il ragazzo era stato trasportato lì ad Hogwarts si era spaventata per tutto il sangue che aveva visto, ma fortunatamente tutto era andato per il meglio.
Solo non capiva perchè paresse che al giovane capitassero sempre brutte situazioni da affrontare, un mese prima lo avevano trovato disperso a Potter Manor ed era stato molto male, ed ora questo.
" Grazie mille Madama, quando possiamo vederlo? "
La voce di Lily era ansiosa, ma anche sollevata nell'aver appreso la notizia che Harry stava bene.
" Il signorino White al momento sta riposando e non si sveglierà presto, pensò dormirà almeno per le prossime dodici ore; solitamente, conoscendovi, non fi farei nemmeno entrare nella mia infermeria, ma questa è una situazione speciale, quindi potete entrare tutti, basta che non facciate rumore e che lasciate riposare il mio paziente, intesi? "
Annuirono insieme, senza proferir parola per paura che la medimaga cambiasse idea.
Fecero per entrare nella stanza, quando la Professoressa McGranitt li chiamò.
" Appena il ragazzo si sveglierà, mandate un messaggio al Professor Silente, che sta aspettando di poterlo incontrare. " Detto questo li salutò e si incamminò per il corridoio.
Senza indugiare oltre, i sei entrarono nell'infermeria.
L'unico letto occupato era quello sul quale vi era Harry.
Era disteso, sembrava stesse dormendo pacificamente, ma potevano benissimo vedere alcune smorfie di dolore apparire sul suo volto.
Aveva il braccio destro totalmente fasciato e un cerotto sulla fronte a coprire le ferite che si era prourato nello scontro.
La cosa che spaventò i presenti fu il fatto che era molto pallido, data la grossa perdita di sangue che aveva subito.
A rassicurarli imvece era il rumore del suo respiro, lento e pacifico.
James e Lily andarono a sedersi ai lati del suo letto, prendendo ognuno una sua mano; Remus si sedette come suo solito su una poltrona che aveva trasfigurato; Sirius invece si raggomitolo ai piedi del letto, senza però trasformarsi nella sua forma animagus; Ron ed Hermione semplicemente si sedettero sul pavimento e si presero per mano.
Harry era circondato dalla sua famiglia, che apprensiva aspettava il suo risveglio.
Famiglia che, molto stanca a causa degli eventi di quella serata, non potè fare a meno che addormentarsi, mentre vegliavano su di lui.




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La prima cosa di cui Harry fu consapevole quando iniziò a riprendere conoscenza, fu il dolore.
Non sapeva perchè ne stava provando così tanto e non riusciva a pensare ad altro.
Il suo braccio destro bruciava incredibilmente, non riusciva a muoverlo, era come se pesasse cento chili; la testa gli doleva e si sentiva come scombussolato ad ogni minimo movimento che accennava.
Il suo corpo era rigido e sentiva come delle stilettate nel petto ad ogni respiro.
" Harry....sveglio...Chips...-te presto..."
Sentiva delle voci come se fossero in sottofondo, non riusciva a comprendere tutte le parole che venivano dette, ma, dal rumore concitato di passi che poteva sentire, capì che nella stanza nella quale si trovava c'erano molte persone.
" Harry, tesoro sei sveglio? "
Una voce soave e dolce gli giunse alle orecchie, sapeva che stava parlando, ne era sicuro, ma in quel momento era tutto così confuso che non capiva più cose fosse vero e cosa non.
" Beva questa pozione signorino White, l'aiuterà con il dolore che sta provando."
Una fiala venne poggiata sulle sua labbra, mentre una mano gli alzava dolcemente la testa; ingerì il liquido caldo senza protestare, troppo debole per farlo.
La pozione sapeva di vomito di Troll e di fragola, un accostamento che non era proprio gradito al suo stomano, ma con sua somma sorpresa, al posto che sentirsi male, iniziò a stare meglio.
I dolori erano come attenuati ed ora erano solo un poco fastidiosi.
Liberatosi da essi, finalmente iniziò a prendere realmente coscienza di quello che avveniva intorno a lui.
Qualcuno stava accarezzando il palmo delle sue mani, dolcemente, come se avessero paura di fargli del male.
" Va meglio ora? "
Questa volta era stata una voce maschile a parlare.
Faticava ancora a capire a chi appartenesse.
Le palpebre sembravano pesantissime, ma con grande sforzo riuscì ad aprire gli occhi.
Si ritrovò davanti quattro volti sorridenti, che si persero nel vedere nuovamente quegli occhi verdi che in quelle ore erano loro mancati.
Finalmente Harry riuscì a riconoscere che lo circondava.
James, suo padre, era alla dua destra e sorrideva come un ebete, proprio come Sirius che era di fianco a lui.
Remus aveva un'espressione soddisfatta, mentre Lily aveva le lacrime agli occhi per la felicità.
Osservando poi il soffitto, si rese conto di essere in un'infermeria o in un ospedale.
" Do-dove sono? "
Aveva la voce roca, e le parole avevano faticato ad uscire.
" Vuoi un bicchiere d'acqua tesoro? "
Annuì, ancora troppo debole per fare qualsiasi altra cosa.
Dopo essersi dissetato, si sentì ancora meglio, almeno non gli sembrava più di avere della sabbia nella bocca.
" Che cosa è-successo? " Chiese, sentendosi più forte ogni momento che passava.
" Tesoro, ricordi? Hogsmeade? I Mangiamorte? Dopo lo scontro sei svenuto e ti abbiamo portato qui. Sei nell'infermeria di Hogwarts, la scuola per maghi! "
Nel sentire il nome 'Hogwarts' per poco Harry non si ingozzò con la sua stessa saliva.
Per anni quel luogo era stato l'unica casa che avesse mai avuto veramente.
Ed ora era di nuovo lì.
Sembrava di vivere in un sogno, dato che la sua di Hogwarts era andata quasi completamente distrutta nello scontro finale con Voldemort.
I suoi pensieri però vennero interrotti, quando prestò più attenzione a quello che Lily gli aveva appena detto.
Attacco. Mangiamorte. Hogsmeade.
I quattro si spaventarono a morte quando Harry, con uno scatto fulmineo, dimenticandosi della condizione fisica nella quale si trovava, balzò seduto sul letto ad una velocità spaventosa.
" Oh mio dio... Hog-Hogmeade! Ron...He-Hermione, la signora, come stanno? Stanno bene vero? "
Il panico era percepibile nel tono che aveva usato per dire quella frase.
James poggiò una mano delicatamente sul suo petto, per farlo distendere nuovamente, avendo paura che potesse svenire per l'azione improvvisa, ma Harry non ne voleva sapere.
" Calmati, devi calmarti, stanno bene! " Rispose Sirius, preoccupato dalla reazione del ragazzo.
" Davvero? " Chiese inifne Harry, non sapendo se stessero dicendo la verità, oppure se stessero mentendo per non farlo stare peggio.
" Si, stanno tutti bene, Ron ed Hermione sono usciti illesi dallo scontro ed ora sono dovuti tornare alla Tana per rassicurare la signora Weasley, mentre l'anziana che hai salvato è stata curata ed ora sta benone, non preoccuparti! "
Remus sapeva sempre come farlo tranquillizzare, con la sua voce pacata e piena di fiducia.
" Ora però devi stenderti, sei pallidissimo e noi non vogliamo far arrabbiare Madama Chips vero? Stenditi e vedrai che tutto andrà bene "
Harry fece proprio come Remus gli stava dicendo, anche perchè iniziava a sentirsi un poco stordito.
Quattro paia di mani lo accompagnarono sui cuscini e subitò sentì la nausea passare.
" LO SAPEVO CHE NON DOVEVO LASCIARVI QUI! AVETE STRESSATO IL MIO PAZIENTE!"
Inconfondibile, pensò Harry.
Madama Chips comparve nel suo campo visivo in un attimo ed Harry non era mai stato tanto felice di vederla.
L'avrebbe abbracciata se non si fosse sentito tanto debole e se il gesto non avesse causato sospetti nei presenti.
Insomma, alla fin fine, in quel mondo lui non la conosceva e abbracciare una sconosciuta sarebbe stato un gesto molto avventato.
Rise di gusto nel veder la donna dare uno scalpellotto a Sirius, sgridando tutti per averlo fatto agitare quando doveva restare a riposo.
" Ehi ma perchè da una sberla solo a me? Non ci sono solo io nella stanza, sa? " Si lamentò, toccandosi il retro della testa, per poi dare una pacca sul collo, proprio come la medimaga aveva fatto con lui, a James.
" Ahio, ma che sei impazzito? Perchè mi hai picchiato? "
" Beh perchè non era giusto che solo io ricevessi una sberla..."
E proprio come si era abituato a vedere a Potter Manor, i due iniziarono a battibeccare come due bambini, con Remus e Lily che cercavano di farli ragionare come persone adulte, mentre Madama Chips ancora ripeteva tra sè e sè che non avrebbe mai dovuto permettere loro di far agitare il suo paziente.
Harry rise, una risata cristallina che ebbe il potere di far calmare tutti quanti nella stanza.
Era così bello poter sentire di nuovo il moro ridere, così rilassante ed era un'ulteriore prova, per i quattro che non avevano fatto altro che preoccuparsi per tutte quelle ore, che lui stava bene.
" Grazie " Disse Harry, guardando a uno a uno la sua famiglia.
Questi ultimi scrutarono il volto del giovane, confusi.
Non era certo lui quello che doveva ringraziare loro, ma esattamente il contrario.
Era Harry che aveva riportato la serenità e la voglia di vivere in tutti loro.
Era Harry che aveva saputo fargli scoprire quale fosse il vero senso di una famiglia.
Era Harry, semplicemente Harry.
" Grazie a te piccolo, grazie per essere rimasto con noi. "
E con questa dolce frase, Harry cadde addormentato, felice di essere esattamente dove si trovava.




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Harry si svegliò poche ore dopo essersi riaddormentato, esausto, ma felice.
Era, ovviamente, ancora in infermeria e il verso dei gufi che volavano era l'unico rumore che lo accompagnava in quel silenzio.
Silenzio.
Era molto strano che non ci fosse nemmeno un minimo rumore nella stanza: conoscendo la sua famiglia, se lo avessero visto sveglio avrebbero iniziato  a coccolarlo come avevano fatto poco prima.
Che stessero dormendo?
O che fossero tornati a casa per prendere le sue cose?
Sapeva che non si doveva preoccupare, che non lo avrebbero mai lasciato solo, ma la paura che tutto quello che aveva vissuto in quell'ultimo mese fosse un sogno, lo tormentava.
Aveva paura di ritrovarsi nel suo mondo, solo e senza più nessuno.
" Ben svegliato Harry. "
Nel sentire quella voce, che tanto conosceva, il moro si alzò di scatto seduto.
Ok, o sono pazzo, o sto sognando, o sono morto, fu il pensiero che attraversò la sua mente.
Davanti a lui, seduto su una poltrona, vi era niente meno che Albus Silente.
Harry non sapeva che cosa dire, era letteralmente senza parole.
L'ultima volta che aveva visto l'uomo era senza vita, lo specchio della morte riflesso nei suoi occhi.
Ed ora era lì, davanti a lui, vivo e vegeto.
Mi sa che mi devo abituare a questo tipo di situazioni, disse tra sè e sè.
Che cosa poteva dire?
Non poteva certo esordire con: 'Salve Professore, che piacere rivederla!'
" Grazie, Signor...?"
Fece finta di non sapere chi fosse, ma dentro di sè era sicuro che Silente avesse già capito che in qualche modo lui lo conosceva già, e non solo per fama.
" Oh, che sgarbato da parte mia non presentarmi, io sono Albus Silente, il preside di questa scuola, ma sono sicuro che ne eri già al corrente ragazzo mio."
Come non detto, quell'uomo aveva sempre qualcosa di perfetto da dire al momento giusto.
" Beh la sua fama la precede, professore..."
" Oh niente formalità Harry, posso chiamarti Harry vero? Comunque riferisciti a me pure con Albus! E posso darti del tu se non ti dispiace? "
Harry annui, ma sapeva che dietro la maschera di gentilezza di Silente c'era anche qualcos'altro, che però non riusciva a decifrare.
" Se te lo stai domanndo i tuoi 'famigliari' sono andati a mangiare in Sala Grande e hanno lasciato qui me a sorvegliarti."
Gli occhi azzurri del preside lo osservavano attenti, come se volessero leggergli nell'anima.
Sperò vivamente che non stesse cercando di leggergli nella mente, altrimenti tutta la sua copertura sarebbe saltata.
" Ho saputo dell'impresa straordinaria che hai compiuto ieri sera ad Hogsmeade e devo dire che sono molto impressionato dall tue doti magiche, Harry."
Ok, sa qualcosa sicuramente, devo stare attento a quello che dico, pensò il giovane.
" Grazie prof-Albus. "
L'uomo gli sorrise, come se stesse parlando con un amico che non vedeva da tempo.
" E devo dire che non è da molti avere il coraggio di sfidare i Mangiamorte solo per salvare una vita, non è cosa di questi tempi direi. Soprattutto senza bacchetta."
Harry ormai era certo che il Preside sapesse qualcosa, non tutto, ma qualcosa sicuramente, quindi prese la palla al balzo e senza sprecare altro tempo decise di smettere di fingere.
" Professore, vada dritto al punto la prego, so che ha dei dubbi su di me."
Silente lo scrutò attentamente, il verde ora allacciato all'azzurro, poi come suo solito, sorrise.
" Sei un ragazzo molto coraggioso, Harry, devo ammetterlo e se preferisci saltare i convenievoli allora ti accontenterò.
 Vorrei farti qualche domanda, poi sarai tu a decidere se rispondermi con la verità o no. "
Era finalmente arrivato il momento di dare qualche informazioni in più sul suo conto, ma non avrebbe certo svelato tutto il suo segreto all'uomo.
Lo aveva già usato una volta, non avrebbe più permesso che le sue azioni anche in questo mondo venissero guidate da Silente, questa era la sua seconda possibilità e avrebbe fatto a modo suo.
Questa volta non era il Preside ad averlo in pugno, ma era lui ad avere in pugno il Preside.
Perchè ora poteva scegliere, poteva decidere cosa rivelare e cosa no.
Aveva lui il coltello dalla parte del manico.
Annuì, facendo intendere all'uomo che era pronto.
" Allora ragazzo mio, direi che la prima domanda è alquanto lecita "
L'anziano prese un respiro profondo, come se stesse raccogliendo le forze.
" Chi sei tu? " Chiese, senza mai distogliere lo sguardo dal moro.
" Harrison White " Ripose prontamente Harry, in effetti in quel mondo lui era davvero Harrison White.
Silente alzò un sopracciglio impercettibilmente, come a voler mostrare che non credeva all'affermazione.
" So che può sembrare un pò maleducato da parte mia, ma ho controllato tutti i certificati di nascita del mondo degli ultimi venti anni e non esiste mago che abbia il tuo nome, nè tantomeno una bacchetta che corrisponda ad esso, oppure una coppia di genitori che abbiamo un figlio come te...quindi mi pare giusto modificare la domanda in: E' Harrison White il tuo vero nome? "
E' proprio furbo come me lo ricordavo, pensò Harry.
Questa risposta in fondo gliela doveva.
" No " Disse semplicemente il moro, con calma.
" Ma mi chiami lo stesso Harry. "
Uno scintillio negli occhi di Silente gli fece capire di aver fatto la cosa giusta.
" Come mi aspettavo. La prossima domanda è scontata ragazzo, ma credo che mi risponderai proprio come mi aspetto.
Sei dalla nostra parte o da quella di Voldemort? "
Harry si sorprese che anche in questo mondo il preside continuasse a chiamare il Signore Oscuro con il suo nome.
" Le posso giurare Professore, che Voldemort - il preside fece un piccolo movimento nel sentire che anche il ragazzo pronunciava il suo nome senza nessuna paura - è l'ultima persona che seguirei al mondo. Ha ucciso i miei genitori, i miei amici e io non sarò mai dalla sua parte.
Io sono con voi in questa battaglia, voglio che la minaccia di quel mostro venga eliminata, tanto quanto lei signore e tanto quanto l'Ordine della Fenice "
Harry non era sicuro di quanto fosse stata giusta come mossa tirare in ballo l'Ordine, ma sapeva che avrebbe attirato maggiormente l'attenzione del Preside.
Cosa che infatti avvenne.
" Non ti chiedo come fai a sapere dell'esistenza dell'Ordine, Harry, ne parleremo più avanti, quando starai meglio. Sappi solo che ti credo, e quello che hai fatto la scorsa notte dimostra che sei dalla nostra parte. Ho solo un'ultima domanda per te, ed è la più importante. "
Harry fece un segno di assenso, per far capire all'uomo che poteva procedere.
" Posso fidarmi di te? "
Il moro rimase un attimo confuso, non si aspettava una domanda del genere.
Senza esitare rispose:
" Si! "
Silente sorrise nuovamente, si alzò dalla poltrona sulla quale era seduto, la fece sparire e si diresse verso la porta.
" Grazie per essere stato sincero con me, so quanto ti possa essere costato.
Bene ora ti lascio al tuo meritato riposo. "
Stava per attraversare la porta dell'infermeria quando Harry lo chiamò.
" So che presto o tardi lei capirà la mia vera identità; se non lo ha già fatto ora."
Poi aggiunse:
" Una volta un uomo che ammiro moltissimo mi ha detto: 'La fiducia è una strada a doppio senso', quindi ora le farò io una domanda:
Posso fidarmi di lei? "
Il verde era così intenso negli occhi di Harry, che Silente ne rimase come incantato.
Quel ragazzo aveva tanto da dare ed era sicuro che sarebbe stato determinante per la sconfitta del Signore Oscuro.
Chiunque fosse era spaciale.
" Certamente Harry, puoi fidarti di me. Non ti preoccupare il tuo segreto con me è al sicuro. Non spetta certo a me rivelarlo, ma solo a te, e lo farai quando sarai pronto per affontarne le conseguenze. A presto ragazzo mio "
Con questa ultima frase se ne andò.
Harry sorrise.
Silente era dalla sua parte.







ANGOLO AUTRICE

Eccoci qui!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Nel prossimo succederanno alcune cose molto importanti, e mi piacerebbe sapere che cosa pensate che accadrà!
In questo capitolo molte cose sono successe e ho introdotto tre personaggi della saga.
Spero che la parte finale, con Silente, vi sia piaciuta, erano mesi che progettavo di scriverla!
Fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate, se avete dubbi o anche critiche, accetto tutto.
Ringrazio i dodici angeli che hanno commentato lo scorso capitolo, siete splendidi!
Ringrazio tutti coloro che hanno aggiunto la storia alle preferite, alle ricordate e alle seguite, siete tantissimi e non fate altro che aumentare e rendermi immensamente felice.
Il prossimo capitolo ci metterà mooooolto meno ad arrivare rispetto a questo.
Riprenderò ad aggiornare regolarmente, ogni giovedì nel pomeriggio!
Grazie di tutto :)
Al prossimo capitolo,
baci baci Kiki :)


P.S.

Vi ricordo la mia pagina facebook se qualcuno volesse seguirmi, la trovate nelle informazioni del mio account!

P.P.S.

Vorrei iniziare un sondaggio:

Chi volete che compaia dei personaggi della Rowling nei prossimi capitoli?

- Draco Malfoy

- Severus Piton

- Bellatrix Lestrange

- Altro Personaggio a scelta

Io ho già un'idea di chi far comparire, ma prima volevo sapere i vostri pareri :)








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Capitolo 11
*** La Stanza delle Necessità ***


Second Chances 11

Buongiorno a tutti.

Finalmente dopo più di sei mesi sono tornata a scrivere e sono riuscita ad aggiornare questa storia che amo tanto.
Il capitolo non è molto lungo, ma ho dovuto interromperlo per non darvi troppe informazioni in un unico aggiornamento, altrimenti vi avrei confusi.
Beh che altro dire? Scusate per la lunga assenza e spero che il nuovo capitolo vi piaccia.
Buona lettura :)




LA STANZA DELLE NECESSITA'









" Madama Chips, le ho detto che sto bene! " Protestò Harry, non potendo più sopportare di rimanere chiuso in quelle quattro mura bianche.
Non vedeva Hogwarts integra da talmente tanto tempo che ora voleva solamente uscire dall'infermeria a fare una passeggiata in quei corridoi che avevano segnato gran parte della sua vita.
Voleva poter camminare nei verdi prati che circondavano il castello, dirigersi al campo di Quidditch, poter lanciare un semplice sasso nel Lago Nero, oppure avventurarsi nella Foresta Proibita che per lui non era tanto proibita.
Voleva sentirsi libero come solo quel luogo lo faceva sentire.
" Lei non va proprio da nessuna parte e non sta bene! "
Madama Chips era proprio uguale alla donna che aveva conosciuto nel suo mondo; cocciuta e determinata come sempre.
Ma Harry questa volta non poteva più aspettare.
" Madama, non sarò al cento per cento della forma, ma ormai sono qui da tre giorni e non ne posso più, voglio tornare a casa e le prometto che una volta lì mi riposerò ancora, fino a che non mi sarò rimesso del tutto. "
La donna lo guardò con fare severo per qualche secondo, poi con uno sguardo di rassegnazione e la fronte corrucciata disse:
" Va bene signorino White, ma mi deve promettere di stare a riposo. Ha passato l'inferno in questi giorni, anzi in quest'ultimo mese e ha bisogno di riprendersi. "
" Non si preoccupi, farò il bravo! " Affermò il moro con un sorriso, dato che di lì a poco avrebbe potuto andarsene.
Madama Chips gli diede le pozioni che avrebbe dovuto prendere nei giorni successivi e gli fece promettere ancora una volta di restare a riposo fino a nuovo ordine.
" Dovrà aspettare ancora un paio d'ore però, i suoi tutori la verranno a prendere e poi potrà finalmente lasciare questo posto che odia tanto. Mentre aspetta se vuole può fare un giro all'interno del castello, siamo in estate e non ci sono studenti, quindi può stare tranquillo che nessuno le farà domande." Con queste parole e dopo avergli dato una pacca sulla spalla, l'infermiera sparì dietro la porta del suo studio.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte; in meno di un paio di minuti era vestito e pulito, scese dal letto, si mise le scarpe e finalmente potè uscire da quella stanza in cui era stato quasi rinchiuso, anche se era stato per la sua buona salute.
Conosceva talmente bene il castello che le gambe sembravano camminare da sole, Harry non sapeva nemmeno dove stesse andando, era troppo immerso nei suoi pensieri.
Avrebbe tanto voluto dire a Madama Chips che lui non odiava affatto Hogwarts, anzi al contrario la amava, era stata la sua prima casa, come avrebbe potuto non farlo?
Il problema era che era talmente stufo di dover passare le giornate in un letto all'interno di un'infermeria che aveva iniziato ad essere praticamente insopportabile.
Inoltre era guarito del tutto, si sentiva in forze e il braccio e la testa non dolevano più.
Solo che a volte si sentiva stanco, dato che aveva attinto a molte energie magiche nello scontro avuto con i Mangiamorte; tutto perchè aveva usato la magia senza l'uso della bacchetta, il che era una pratica molto difficile e dispendiosa per quanto riguardava le riserve magiche della persona.
Ma come fare a procurarsela?
Se fosse andato da Olivander  il fatto di trovare la bacchetta gemella a quella di Voldemort avrebbe creato molti sospetti e sicuramente il vecchio lo avrebbe detto al Ministero, ne era certo.
Con Caramell ancora come Ministro in questo mondo, c'erano molti problemi per Harry e, per il poco che era riuscito a scoprire dalla Gazzetta del Profeta in quei tre giorni in cui aveva potuto leggerla, era molto simile a quello del suo mondo.
Un vigliacco che non crede a nulla anche se ha le prove sotto al naso, ma che sospetta di tutti.
Un uomo che si era ormai quasi arreso alla presenza del Signore Oscuro e che non faceva più niente per contrastarlo e per cercare di sconfiggerlo.
Ad Harry serviva un bacchetta e non aveva idea di dove trovarla.
Non poteva continuare ad usare la magia senza, sarebbe stato troppo rischioso per lui, per la sua salute e anche per le persone che gli stavano intorno, poichè non era ancora capace di controllarla del tutto.
Con l'aiuto di una bacchetta invece sarebbe stato più facile, sarebbe stato più forte e le sue energie non sarebbero andate sprecate in così poco tempo.
Una bacchetta.
Ne aveva estremamente bisogno.
Era talmente immerso nei propri pensieri che si spaventò, facendo un balzo indietro, quando un rumore alla sua destra lo colse impreparato.
Di fianco a lui, sul muro, c'era una porta; ma Harry era sicuro che un secondo prima non ci fosse.
Poi, improvvisamnte, una lampadina si accese nella sua testa e capì.
Lui conosceva quella porta, come le sue tasche; davanti a lui c'era la Stanza delle Necessità.
Ma come aveva fatto a non pensarci? Come aveva fatto ad essere così stupido da non pensare che la soluzione era proprio lì, ad Hogwarts? In uno dei luoghi in cui aveva passato maggiormente gli ultimi tre anni?
Si avvicinò ad essa, riconoscendo perfettamente il taglio del legno e gli infissi come se l'ultima volta che l'aveva usata era stato poco prima.
Abbassò la maniglia e il rumore provocato, mentre sentiva il chiavistello scattare, gli fece tornare alla mente un sacco di ricordi.
Le giornate passate con l'ES, le esercitazioni, il suo primo bacio con Cho, le ore passate insieme a Ginny, quando aveva salvato Malfoy dalle fiamme mentre cercava gli Horcrux.
Entrò, sapendo di non essere visto da nessuno e consapevole che lì dentro avrebbe trovato tutto quello che cercava.
Non si aspettava però quello che la stanza gli propose.
Non si crearono specchi, o ammassi di oggetti, o tutto quello a cui era abituato quel luogo gli desse.
La stanza rimase completamente vuota, sobria, ma al centro vi era l'oggetto dei suoi desideri: la sua bacchetta.
Corse con un sorriso soddisfatto sulle labbra e raggiunse il centro della stanza in un battito di ciglia, prese in mano la bacchetta e subito sentì un forte potere, una grande energia invadergli il corpo, quella non era una bacchetta normale, ma era la sua, quella appartenente al suo mondo.
Non sapeva come fosse possibile, come avesse potuto la Stanza portargli un oggetto da un'altra dimensione, ma per questo la rigraziò mentalmente.
Ora aveva tutto quello di cui aveva bisogno.
Stava per attraversale la porta e tornare in infermeria, dove sapeva che di lì a poco sarebbero arrivati James, Lily, Sirius e Remus a prenderlo, quando un altro oggetto attirò la sua attenzione.
La bacchetta infatti non era l'unica cosa che la stanza gli aveva generosamente fatto trovare, perchè lì, fluttuante come sempre, vi era un boccino d'oro.
Harry lo riconobbe immediatamente, era il boccino che gli aveva donato Silente nel suo mondo, quello in cui vi era racchiusa la Pietra della Resurrezione.
Prese tra le dita quel piccolo amico, ma capì immediatamente che questa volta era diverso da come lo ricordava; provò a sussurrare le parole che l'ultima volta gli avevano permesso di trovare la Pietra, ma non successe niente.
Il boccino non si aprì, non accadde assolutamente nulla.
Harry non sapeva che cosa pensare, come mai la Stanza delle Necessità gli aveva portato un altro oggetto che a lui non serviva? Come mai proprio il boccino che sapeva essere vuoto?
Senza sapere che cosa pensare uscì dalla porta, con molte domande in testa e molta voglia di ricevere delle risposte.






____________________________________________________________________________







Prima di tornare in infermeria, dato che gli rimaneva ancora un poco di tempo, Harry si concese una passeggiata al di fuori del castello.
L'aria fredda tipica della Gran Bretagna lo raggiunse e lo rinvigorì.
Poter essere di nuovo in piedi, sano e con la propria bacchetta lo faceva sentire al sicuro, ora avrebbe potuto proteggere le persone a lui care con più facilità e destrezza.
Passò davanti al Lago Nero, pensando al suo quarto anno e alle strane e pericolose avventure che aveva dovuto affrontare a causa del Torneo Tremaghi; fece ovviamente tappa al campo da Quidditch della scuola, dove riscoprì l'immenso bisogno di dover risalire su di una scopa per potersi librare in aria e fare qualche acrobazia.
Capì che appena ne avrebbe avuto l'occasione avrebbe chiesto a James o a Sirius di accompagnarlo a fare qualche volo insieme.
Scorse in lontananza la casetta di Hagrid e provò come una stretta al cuore, ci sarebbe stato un momento in cui avrebbe rivisto il suo primo vero amico del Mondo Magico, ma capì che non era quello, forse più avanti quando le cose si sarebbero sistemate.
Si accrose che il sole stava calando e che era ora di tornare.
" Harry, ma dove diavolo eri finito?!?! "
Non aveva fatto nemmeno in tempo a varcare la soglia dell'infermeria che quattro figure che conosceva molto bene gli erano addosso.
Lily lo stritolò in un abbraccio alla Molly Weasley, mentre i tre uomini di casa lo guardavano ansiosi; James sembrava avesse corso per tutto il castello, come Sirius che appariva affannato, mentre Remus era piuttosto pallido e sulla fronte sembrava ci fossero stampate delle piccole rughe di preoccupazione.
Harry sorrise mentalmente, a quanto pareva avevano proprio preso le veci di genitori e padrini in tutto e per tutto, era un pò una sorta di soddisfazione sapere che si preoccupavano per lui e per la sua salute.
Harry si sentiva amato e voluto, come era accaduto poche volte nella sua breve vita; solo Ron ed Hermione e qualche volta la famiglia Weasley si erano mostrati così nel suo vecchio mondo.
Quando accadevano queste cose il moro si sentiva davvero parte di qualcosa di nuovo, di una famiglia, si sentiva a casa.
Perchè casa era dove c'erano loro.
" Sono solo andato a fare una passeggiata per il castello, sapete mi mancava davvero tanto questo posto! " Disse con noncuranza, alzando le spalle e non rendendosi conto di quello che aveva appena detto.
Vide i quattro guardarlo in modo strano, come se non comprendessero, e si accorse anche che Madama Chips, Ron ed Hermione erano appena entrati nella stanza ed avevano sentito questa rivelazione che non avrebbe mai dovuto lasciarsi scappare.
Harry si maledisse per essersi distratto troppo, aveva lasciato troppo spazio alla felicità e alla spensieratezza del momento che si era dimenticato che in quel mondo lui non era un Potter, bensì un White.
" Che significa che ti è mancato questo posto? Hai detto di non esserci mai stato! "  La solita Hermione, coglieva tutto ed era la prima a capire sempre le cose, ma questa volta sapeva che se non fosse intervenuta lei sicuramente lo avrebbe fatto qualcun'altro.
Si trovava in una situazione spigolosa, non sapeva come uscirne, non aveva proprio idea di cosa inventarsi.
" Beh... " Iniziò a dire, chiaramente in difficoltà. " I miei genitori prima di morire, quando ero piccolo, mi parlavano sempre di questo posto e mi hanno fatto vedere qualche loro memoria, così oggi, quando ho avuto finalmente il piacere di poter visitare questo bellissimo castello, beh è come se ci fossi già stato per davvero, è stato come rivederlo. "
Fece una finta faccia triste, per cercare di nascondere il panico che lo stava sovrastando e la paura che capissero che in realtà lui non era chi diceva di essere.
Gli occhi dei presenti si addolcirono e Harry capì di aver fatto la mossa giusta, qualche volta pensava che avrebbe dovuto intraprendere la carriera d'attore date le sue doti nel mentire; ma una sola persona capì di non aver convinto ed indovinate chi era?
Ma Hermione ovviamente.
Harry si accorse subito che l'amica non aveva abboccato all'amo, sperò solo che non dicesse nulla ai presenti.
" Oh Harrison, ci dispiace tanto, sappiamo quanto ti faccia male parlare dei tuoi genitori, ci dispiace. " Fu Remus a parlare e a salvarlo dalla situazione, anche se lo sguardo della sua amica non lo lasciava un istante.
Dopo questa piccola gaff il gruppo decise che era tempo di tornare a casa, Harry in fondo aveva ancora bisogno di riposare, come aveva 'gentilmente' ricordato Madama Chips.
Si avviarono al di fuori degli scudi anti materializzazione di Hogwarts e, grazie ad una Passaporta, si ritrovarono a Potter Manor in meno di un secondo.
Peccato che Harry non aveva mai sopportato le Passaporte e non era ancora del tutto guarito, quindi appena tornato a casa, sotto gli occhi di tutti, fece appena in tempo a scusarsi ed iniziare a correre per arrivare al bagno e vomitare quel poco cibo che aveva mangiato a pranzo.
Quando finì, tirò lo sciaquone e si lavò la faccia.
Odiava a morte le Passaporte.
Aprì la porta del bagno e si trovò davanti una massa di capelli biondi e un poco crespi.
Hermione lo guardava con fare sospetto, stava per dire qualcosa, quando la ragazza gli porse qualcosa.
Era la sua bacchetta.
" Ti è caduta mentre correvi al bagno, meno male che l'ho raccolta io, altrimenti l'avresti persa. " Disse con noncuranza.
Harry prese l'oggetto, ringraziò e sorpassò l'amica, un pò traballante sulle gambe e sentendosi molto stanco.
Hermione però, a quanto pare, non aveva ancora finito con lui.
" E' strano, dato che l'altro giorno non l'avevi, e poi sei stato in ospedale per tre giorni senza avere la possibilità di andare a cercarla. Ma ora, in un momento del tutto inutile l'hai ritrovata e la porti con te. "
Ok, la sua migliore amica sapeva sicuramente qualcosa, o almeno lo sospettava.
" Piuma di fenice, interessante come bacchetta Harry, davvero interessante. "
Ok, era certo, Hermione sapeva qualcosa.
Cercando di non farsi prendere dal panico, il moro si diresse nel salone di Potter Manor, dove la sua famiglia lo stava aspettando.
Disse loro di stare bene, che era stato solo un momento di debolezza ma che ora andava meglio.
Pochi minuti dopo Ron ed Hermione erano tornati alla Tana con della metropolvere e Harry venne costretto a mangiare qualcosa.
Dopodichè, sentendosi davvero stanco per gli avvenimenti della giornata, bevve le pozioni che Madama Chips gli aveva assegnato e salutò garbatamente tutti, scusandosi per non essere riuscito ad essere di molta compagnia quella sera.
Dopo un bacio sulla guancia di sua madre, e abbracci e pacche sulle spalle da parte degli altri, finalmente potè dirigersi nella stanza del Manor che ormai considerava come sua.
Appoggiò la testa sul cuscino e quasi subito si addormentò, con una fastidiosa sensazione allo stomaco che gli diceva che avrebbe dovuto fare molta attenzione o il suo segreto sarebbe stato rivelato presto.






___________________________________________________________________






Hermione era distesa nel letto insieme a Ron, ormai viveva alla Tana e i Weasley la lascivano dormire con il fidanzato da qualche settimana.
Non riusciva a dormire, aveva troppi pensieri nella testa.
Harrison White era uno di questi.
Non risuciva a togliersi dalla mente tutti gli avvenimenti degli ultimi giorni, c'era qualcosa che non quadrava, qualcosa che non la convinceva di quel ragazzo.
Certo, era una persona fantastica, era simpatico, gentile e sicuramente non era un Mangiamorte, anzi era sicura che le persone che odiavano il Signore Oscuro come il ragazzo erano davvero poche, ma c'era comunque qualcosa che non le tornava.
Harry stava mentendo.
Il fatto di essere apparso dal nulla, di non sapere le regole di Hogsmeade come se non fosse stato al corrente degli avvenimenti degli ultimi anni, la magia spontanea, poi quella frase detta quasi come se non stesse pensando ed ora il fatto che la sua bacchetta appariva come da nulla, quelli erano tutti dei segnali che la avvertivano sulla falsa identità del suo nuovo amico.
Doveva scoprire di più su quel ragazzo, doveva capire da dove veniva, chi erano i suoi parenti, come aveva fatto a studiare così bene magia senza andare in una scuola famosa per maghi.
Cercando di non svegliare Ron, scese dal letto.e iniziò le ricerche, proprio come faceva quando era ancora a scuola.
Doveva capire chi fosse veramente Harrison White.







ANGOLO AUTRICE

Che cosa ne dite?
Piaciuto il capitolo?
Lo spero vivamente, dato che è stato un pò un parto scriverlo; a dire il vero la mia idea di partenza era completamente diversa, ma poi le mie dita hanno iniziato a scrivere e ne è uscito questo.
Scusate eventuali errori, l'ho scritto di getto :)
Vorrei sottolineare che Hermione non è cattiva in questa storia, ma come ben sapete la nostra so-tutto-io capisce molto in fretta e anche questa volta ha captato qualcosa nelle parole e nei gesti di Harry, anche lei come Silente ha capito che non è chi dice di essere, ma a differenza di Silente, Hermione vuole scoprirlo subito.
Non vi preoccupate però, vedrete presto che cosa combinerà la nostra combriccola.
Mi spiace che in questi capitolo non ci sia molto la presenza dei Potter e di Sirius e Remus, ma state calmi che buona parte del prossimo sarà concentrata su di loro e verremo a sapere molte più cose su quello che è accaduto loro nel passato.
Fatemi sapere che cosa pensate della storia e del capitolo con un commento, mi fareste molto felice :)
Il prossimo aggiornamento arriverà molto presto lo prometto, dato che sono piena di ispirazione in questo periodo :)
Grazie angeli miei, per seguirmi ancora dopo tutto questo tempo.
Baci baci Kiki :)



P.S. L'ultima volta ho fatto un piccolo sondaggio, riguardante un personaggio che volevate apparisse.
In teoria dovevo inserirlo in questo capitolo, ma poi Hermione si è intromessa e mi ha cambiato i piani.
Quindi vorrei riaprire il sondaggio e chiedervi di nuovo:
Quale personaggio vorreste vedere per la prima volta?
E se volete ditemi pure come vi piacerebbe che fosse, buono, cattivo, neutro....Ditemi voi!


P.P.S. Ricordo ancora la mia pagina Facebook dove metterò spoiler e informazioni di qualunque genere :)

Kiki4ever fanfiction

Grazie un bacione :)




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Capitolo 12
*** Half Truths (parte prima) ***


secondchances

*Entrando quatta quatta in EFP*

Scusate, scusate, scusate...Ci ho messo un'eternità lo so, ma sono successe talmente tante cose nella mia vita che il tempo di scrivere è diminuito molto, senza contare che ogni volta che scrivevo qualcosa non mi piaceva e ricominciavo da capo!
A luglio vado in Australia per un anno! Questa è la mia novità, ma non preoccupatevi, continuerò a scrivere e speriamo di non fare errori grammaticali per il troppo parlare inglese XP
Comunque, ora vi lascio al capitolo che è lungo lungo, per questo l'ho diviso in due parti che anche se prese singolarmente sono lunghe comunque!
Buona lettura e mi raccomando fatemi sapere se vi è piaciuto!



HALF TRUTHS
(parte prima)
Mezze Verità





La fastidiosa sensazione allo stomaco che lo aveva perseguitato nelle ultime ore se ne stava finalmente andando.
Harry era quasi sicuro che Hermione non avesse scoperto nulla sulla sua vera identità; in tre giorni la castana non aveva fatto parola dell'accaduto e non si era comportata in modo sospetto, anzi sembrava che non nutrisse nessun tipo di dubbio su di lui.
Nonostante una vocina nella sua testa continuasse a dirgli che doveva stare più attento e che Hermione era sempre più vicina alla verità, lui non ci voleva credere; se fosse riuscita a scoprire chi era vermanete sapeva che sarebbe stato in brutti guai, perchè avrebbe messo Hermione in una spiacevole situazione e non voleva affatto creare problemi all'amica.
Dopo la sua curiosa e spericolata avventura con i Mangiamorte, si era ripreso totalmente già il giorno dopo esser tornato a Potter Manor, anche se la sua famiglia tendeva ancora a trattarlo come se fosse mortalmente malato.
Lily continuva a preparargli da mangiare, dicendo che doveva rimettersi in forze; Remus lo costringeva in una poltrona a leggere, dicendo che il riposo fisico e lo sforzo mentale lo avrebbero aiutato; Sirius e James invece si comportavano come due mamme chiocce: non gli facevano sollevare alcun tipo di peso, lo obbligavano ad andare a letto alle 9 di sera, ma soprattutto non lo volevano far volare.
Era da ormai qualche giorno che Harry desiderava prendere in mano una scopa e potersi rilassare nel caldo cielo dell'estate, oppure intraprendere qualche sfida con i suoi parenti, ma non c'era verso di convincerli.
" Dai, vi prego, sono TOTALMENTE guarito, la testa ha ormai smesso di farmi male da giorni e il braccio è da ieri mattina che riesco a muoverlo senza nessun tipo di sforzo o dolore! " Cercò di spiegare Harry, esasperato, esagerando il tutto con un movimento molto ampio dell'arto precedentemente ferito, senza avvertire nessun problema.
Madama Chips lo aveva guarito totalmente, peccato che quegli zucconi di suo padre e del suo padrino non riuscissero a capirlo!
Si era aspettato un comportamento simile dalla madre, o al massimo da Remus, che erano più propensi per quel tipo di ruolo, invece si era sbagliato, James e Sirius erano proprio iperprotettivi sotto quel punto di vista.
" NO! Non se ne parla, signorino. " James disse con voce risoluta, incrociando le braccia con fare deciso.
" Lo hai detto tu stesso proprio ora, sei guarito solo da un giorno, non possiamo permetterci che tu ti faccia male un'altra volta! " Sirius navigava proprio sulla stessa scia del migliore amico ed era categorico, Harry non avrebbe volato almeno per qualche altro giorno.
Il moro cominciò veramente a spazientirsi, non voleva che fossero così protettivi nei suoi confronti, non che non gli facesse piacere sapere che si preoccupavano così per lui, ma quando era troppo, era troppo.
Le parole che disse nell'istante successivo fecero rimanere di stucco i due uomini, che lo guardarono con occhi sgranati ed increduli.
" Eh dai, voi siete Prongs e Padfoot, siete la parte divertente dei Malandrini, dove è finita la vostra indole avventurosa?!?! Neanche Moony è così responsabile come lo siete voi ora."
Dapprima Harry non si rese conto dell'enorme errore che aveva appena commesso, ma appena vide le facce dei due, capì di essere veramente nella merda, anzi letteralmente nella merda, poichè avrebbe tanto voluto sprofondarvi!
" Ma come...? "
Sirius non riusciva nemmeno ad esprimere la propria sorpresa, quella frase lo aveva totalmente spiazzato.
" Harrison, che cosa hai appena detto? " Chiese James, che fu il primo a riprendersi e a riuscire a dire una frase di senso compiuto.
Il fatto che avesse utilizzato per intero il falso nome del ragazzo, faceva presagire qualcosa di veramente serio, di fatti erano ormai abituati a chiamarlo solamente 'Harry'.
L'aria attorno a loro si fece pesante, un silenzio di tomba li avvolse, gli unici rumori che potevano essere percepiti erano il cinguettio degli uccelli e il rumore del vento.
Harry era mortificato, si era lasciato prendere dalla situazione e come al solito non aveva contato fino a dieci prima di sparare una stupidata che avrebbe potuto smascherarlo in neanche mezzo minuto.
Cercò invano di sistemare la situazione, o almeno di migliorarla, dato che padre e padrino sembravano in procinto di diventare statue di pietra.
" Che ho detto di male scusate? "
Sapeva benissimo che la voce ora gli stava uscendo insicura e un poco tremante, non era riuscito a controllarla, una scarica di adrenalina e paura lo stava attraversando da capo a piedi.
" Come che cosa hai detto di male? Padfoot, Prongs, Malandrini e...Moony..."
Suo padre aggiunse l'ultimo nome con voce strozzata, come se non riuscisse neanche a pronunciarlo se non in privato.
Harry avrebbe tanto voluto spezzare un ramo bello grosso da un albero nel giardino e poi sbatterselo violentemente sulla testa, magari la prossima volta sarebbe stato più attento a quello che la sua maledetta boccaccia voleva dire.
" Come fai a sapere queste cose? Noi non...non lo abbiamo mai detto di fronte a te." Sirius sembrava aver ripreso coscienza del suo corpo ed era finalmente riuscito a spiccicare parola.
I due migliori amici non sapevano che fare, non sapevano che pensare.
" Ma come non ne avete mai parlato con me?!? "
Harry stava facendo il finto tonto, non che gli riuscisse particolarmente bene, anzi stava fallendo miseramente, ma doveva pur provare a rimediare al danno fatto.
" Certo che me ne avete parlato, e anche più di..."
Questa volta però non riuscì a finire la frase, perchè venne interrotto da suo padre, che gli si avvicinò, non con fare minaccioso, ma ad Harry fece quasi paura.
" Harrison, sono sicuro che non ne abbiamo mai parlato! Forse qualche volta ci hai sentiti dire Prongs e Padfoot, ma mai, e dico mai, abbiamo detto la parola Malandini e soprattutto..."
"...Moony" Terminò per lui Sirius, che lo aveva affiancato.
Il giovane ragazzo-che-era-sopravvissuto non seppe più che fare, il panico lo stava avvolgendo.
Perchè non riusciva mai a farne una giusta?
Che cosa poteva inventarsi ora?
Non voleva rovinare tutto, non voleva sprecare quello che era riuscito a costruire in quel mese!
Fece l'unica cosa che gli venne in mente in quel momento di panico.
Scappò.
E corse.





****





Hermione chiuse il grosso libro che stava sfogliando con un tonfo.
Per ore aveva cercato qualcosa che potesse rassicurarla riguardo l'identità del ragazzo dagli occhi color smeraldo.
Per giorni aveva sperato che quella sensazione strana, che le diceva che Harry non era chi fingeva di essere, svanisse e che tutto venisse smentito da un certificato di nascita, o un albero genealogico o un semplice nome.
Nulla.
L'assoluto nulla.
Harrison White non esisteva.
Non vi era niente riguardo al giovane, sembrava come apparso all'improvviso senza nessuna spiegazione logica.
Poteva essere chiunque, ma ora era sicura che non fosse chi pretendeva di essere.
Quel ragazzo aveva mentito a tutti loro, a lei, a Ron, alla famiglia che lo aveva così amorevolmente accolto.
Hermione sapeva, nel profondo del proprio cuore, che il ragazzo non era malvagio, che aveva una motivazione per essersi inventato una falsa indentità, ma sapeva anche che mentire era sbagliato ed avrebbe portato solo a molti problemi.
Non poteva permettere che Harrison ferisse la famiglia Potter, non poteva proprio farlo.
Avevano già sofferto così tanto, non era giusto che potesse succedere di nuovo.
Non ora che si erano tutti quanti affezionati così tanto a quello sconosciuto.
Doveva fare qualcosa, anche se non era sicura su come era più giusto procedere.
L'unica persona che avrebbe potuto schiarirle le idee era lui.
Doveva parlare con 'Harrison White'.





****





Corse senza voltarsi indietro.
Si stava inconsapevolmente dirigendo verso l'entrata del Manor, voleva prendere le sue cose ed andarsene.
Aveva già creato troppi problemi.
Doveva pensarci prima, lo sapeva che tutta quella situazione sarebbe stata troppo complicata da gestire!
Sentiva che in lontananza James e Sirius lo stavano chiamando, ma lui aveva troppa paura di fermarsi e di affrontarli.
Aprì la porta e...
....andò a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno, facendo finire entrambi a gambe all'aria.
" Aahh, Harry ma che diavolo...? "
Remus, era proprio lui la persona che aveva stoppato per caso la fuga del giovane; l'uomo si accorse subito che qualcosa non andava, a giudicare dallo sguardo terrorizzato dipinto sul volto del ragazzo e dal suo preoccupante pallore.
Harry non si mosse, rimase completamente immobile, il volto gelato in un'espressione di puro terrore e tristezza, poi parve come rianimarsi, si rialzò e prese nuovamente a correre, questa volta verso le scale, peccato che il corridoio che portava a queste ultime era occupato da...
...Sbam.
Per la seconda volta in pochi secondi era andato addosso a qualcuno, questa volta Lily, e la sua corsa era stata nuovamente fermata.
" Ahi " Esclamò Lily, che era atterrata con il sedere a terra in modo piuttosto pesante.
Non si era certo aspettata che Harrison corresse così dentro casa e soprattutto che non guardasse dove andava.
Anche la rossa capì immediatamente che c'era qualcosa di insolito nel comportamento del ragazzo, i suoi occi verdi, di solito pieni di vita e di voglia di fare, erano ora cupi, tristi, ma soprattutto colmi di terrore.
Che cosa lo avesse causato nè lei nè Remus ne avevano la minima idea.
Harry cercò di scappare, di correre via da quella casa, dai suoi problemi e dalla maledizione che sembrava perseguitarlo anche in quel mondo, ma Remus e Lily lo stopparono, prendendolo per le braccia, attenti a non fargli del male, ma consapevoli che dovevano fare qualcosa.
Dalla porta di ingresso entrarono trafelati James e Sirius, che subito si precipitarono verso Harry, che come un uccellino impaurito non sapeva più da che parte andare.
Tutte le sue vie di fuga erano bloccate, la porta da suo padre e dal padrino, le scale da Remus e sua madre.
Era in trappola.
" Harry ti prego calmati, non vogliamo farti niente! " Esclamò James avvicinandosi al ragazzo.
Mossa sbagliata, perchè questi indietreggiò in maniera improvvisa, per poi andare a sbattere contro il muro; Harry sentiva le gambe come se fossero state di gelatina e stava tremando da capo a piedi.
Quattro sguardi preoccupati si incontratono, non sapendo quale fosse la mossa giusta da fare con il giovane, che sembrava sul punto di avere un attacco di panico.
Di fatti Harry stava restirando affannosamente, l'adrenalina mista al puro terrore gli scorrevano nelle vene, aveva la mente vuota e non sapeva che cosa fare nè che dire.
Non poteva farsi scoprire, non poteva dire loro la verità, non l'avrebbero accettata.
Oppure avrebbero semplicemente pensato che fosse solo un bugiardo, o un Mangiamorte e lo avrebbero cacciato dal Manor, o nella peggiore delle ipotesi lo avrebbero consegnato al Ministero e sicuramente dopo ci sarebbe stata Azkaban.
Non poteva permettere che questo succedesse.
James, Sirius, Remus e Lily lo avrebbero odiato.
Non avrebbe mai potuto sopportare una cosa simile, ne sarebbe rimasto definitivamente spezzato.
" Harry " Iniziò James, ricominciando a chiamare il ragazzo con il diminutivo, per mostrargli che non era arrabbiato, ma voleva solo sapere la verità.
" Harry, calmati, non è successo nulla di male, solo che io e Sirius vogliamo capire come fai a sapere di noi, dei Malandrini..."
Le teste di Remus e Lily scattarono verso i due amici.
" Cosa? Ma si può sapere che diavolo sta succedendo? Perchè Harry è così spaventato? " Chiese Lily preoccupata, cercando di avvicinarsi al moro, che però non fece altro che indietreggiare impaurito, nonostante dietro di sè avesse solo il muro.
Sirius prese un profondo respiro, cercando di calmare il battito frenetico del suo cuore.
" Eravano in giardino, Harry ci stava dicendo che voleva volare, io e James ovviamente non abbiamo acconsentito, poi lui ha detto una frase, nominando i Malandrini, Padfoot, Prongs e....Moony. "
L'ultimo nome veniva sempre aggiunto con un carico di paura, difatti Remus appena lo sentì, diventò veramente pallido.
" Sappiamo che qualche volta abbiamo detto i nostri soprannomi, ma mai..."
Sirius fece cadere la frase; osservarono tutti Remus e poi Harry.
' Guardate che ci sono anche io nella stanza' avrebbe tanto voluto dire il giovane quasi diciottenne, ma l'ansia non glielo permetteva.
Lily, risaputamente la più calma e logica persona tra i quattro, prese in mano la situazione, nonostante sentisse una strana sensazione dentro di sè, come se sapesse che qualcosa di importante stava per accadere.
Si avvicinò cautamente al giovane, che ormai era nella parte opposta della stanza; questa volta non venne respinta, anzi Harry la guardò con occhi speranzosi e un poco meno spaventati.
" Tesoro, non c'è bisogno di essere spaventati, vorremmo solo sapere come fai ad essere a conoscenza di questa parte della nostra vita. Qualcuno te lo ha detto? Hai per caso visto qualcosa in casa? " Disse tranquillamente, sperando che il tono calmo e pacato lo avrebbe fatto rilassare.
Harry sapeva che ormai non poteva fingere che una cosa così semplice fosse accaduta, doveva inventarsi una storia credibile che avrebbe giustificato il suo essere così spaventato, ma non aveva la mianima idea di che cosa dire.
" Io..." Iniziò, ma la voce gli si spezzo e sentì le lacrime farsi spazio; non poteva dire la verità, non poteva rovinare le loro vite anche in quella dimensione!
" Non devi avere paura, qualsiasi cosa ci dirai, noi l'accetteremo e non cambierà niente tra di noi. " Questa volta era stato James a parlare, si poteva avvertire l'ansia anche nella sua voce.
Harry avrebbe tanto voluto credere a quelle parole!
" I miei genitori " Iniziò, sperando che il tremolio nella sua voce venisse attribuito all'emozione del parlare di loro e non al fatto che stesse dicendo loro una bugia " loro vi conoscevano, eravate compagni di scuola, mi hanno parlato tanto di voi, perchè vi ammiravano. "
" Questo però non spiega come..." Disse Sirius per poi ricevere una gomitata in pieno sterno da Lily, che lo avvertì con lo sguardo di lasciar parlare Harry.
" Prima di morire mi hanno raccontato che a scuola eravate conosciuti come i Malandrini, quindi io sapevo già della vostra identità quando mi avete trovato " Respirò profondamente per cercare le parole e la bugia giusta " Mentre ero ad Hogwarts ho, per così dire, curiosato un pò in giro ed ho trovato una mappa, si chiamava Mappa del Malandrino e su di essa c'erano dei nomi: Padfoot, che ho subito collegato a Sirius, Prongs che è sicuramente James, Wormtail che non so chi sia e Moony, che ho dedotto fosse Remus."
Terminò il proprio racconto con il cuore che batteva a mille nella cassa toracica, sperando che credessero alla sua farsa.
" Quindi i tuoi genitori ti hanno parlato dei Malandrini, tu poi hai trovato la mappa e hai collegato i due fatti? " Chiese semplicemente Sirius, sembrando sorpreso.
" Si. "
" Ma allora perchè ti sei spaventato così? Perchè sei scappato? " Chiese allora James, cercando di collegare i tasselli mancanti del puzzle.
Harry si trovò spiazzato, ora che avrebbe risposto?
Optò per una mezza verità.
" Perchè io so. " Disse con quanto più coraggio possibile.
Quattro paia d'occhi lo stavano osservando; Remus ora iniziava ad essere veramente spaventato, sapeva che cosa stava per dire il ragazzo.
" So di Remus. "
Ecco, l'aveva detto, e probabilmente aveva rovinato tutto, dato il pallore quasi estremo della persona in questione.
Ora puntati su di lui vi erano sguardi scioccati, e allo stesso tempo sconcertati.
" In che senso sai di Remus? " Questa volta fu James a parlare.
" So che è un lupo mannaro...e prima che possiate ribattere, i miei genitori non lo sapevano, sono io che ho fatto due più due e negli ultimi giorni l'ho capito, insomma... " E si rivolse vero Remus, cercando di fargli capire, a parole e anche con gli occhi, che per lui non cambiava nulla, gli voleva bene lo stesso "sei sempre stanco nelle parti del mese in cui arriva la luna, settimana scorsa sei scomparso per un paio di giorni dicendo di avere un impegno, poi hai delle cicatrici sul volto, molto piccole ma visibili, ho trovato della Pozione Antilupo nella cantina e in più il tuo soprannome: Moony, mi ha fatto pensare... "
Remus sembrava sul punto di svenire, infatti venne presto affiancato da Lily, che gli mise una mano sul braccio, come pronta a sorreggerlo in caso di bisogno.
James e Sirius guardavano Harry sbalorditi, per la seconda volta in quella giornata iniziata così tranquillamente ed ora turbolenta come solo altre poche giornate erano state.
Harry, vedendo che nessuno di loro aveva intenzione di parlare, si convinse che dopo quella piccola, ma allo stesso enorme rivelazione, non lo volessero più vedere, perchè si era intromesso nei loro affari e aveva mentito.
Le lacrime che stava così forzatamente cercando di trattenere ora fuoriuscivano a fiotti, bagnandogli le guance e finendo salate sulle labbra; cercava di non pensare a come sarebbe stata ora la sua vita, una volta che lo avrebbero cacciato fuori di casa, si diresse a passo spedito verso le scale, sapendo questa volta che nessuno l'avrebbe fermato.
Ma si sbagliava di grosso, appena viste le lacrime bagnare il suo volto, i quattro adulti presenti si erano resi conto che forse avevano sbagliato a premere così tanto per sapere la verità.
Videro Harry correre verso le scale e James non si lasciò scappare la situazione di mano, prima che il ragazzo potesse raggiungere il primo gradino, lo afferrò per un braccio, con forza per paura che quel moretto con una strana cicatrice a forma di saetta sulla fronte pensasse che non era più ben accetto nella loro famiglia.
Harry cercò di divincolarsi, con il risultato che, usando sia lui che il padre molta forza, finirono sul pavimeto, James a fare da cuscinetto a Harry.
La situazione sembrava proprio drammatica, il giovane se ne stava spalmato sull'inconsapevole padre a piangere come un bambino; James stava pensando ad un modo per farlo calmare, sentendosi agitato; Lily era sul punto di scoppiare in lacrime per tutta la situazione creatasi e Sirius sembrava essersi definitivamente trasformato in una statua di pietra.
La cosa che sorprese tutti però, fu che dopo la caduta grottesca dei due, una risata risuonò nella stanza.
Era Remus.
Si voltarono tutti scioccati, compreso Harry che alzò il viso dal petto di suo padre, e osservarono un poco sconcertati -il gentile, timoroso e sempre pronto ad aiutare gli altri- Remus sghignazzare tenendosi la pancia.
" Voi...ahahahaha....non avete....ahahaha...idea di quanto siete sembrati ridicoli mentre stavate cadendo ahahahah. "
La sua risata era talmente contagiosa che i restanti Malandrini non poterono certo non esserne attratti, così iniziarono a ridere di gusto, proprio come dei ragazzini al liceo, subito seguiti da Lily che non seppe proprio resistere.
Le lacrime di Harry si bloccarono alla vista di quella scena, stavano tutti quanti ridendo, quindi voleva dire che lo avevano perdonato?
Sentì le mani di James aiutarlo a mettersi in una posizione seduta e si rese conto di essere attorniato da tutta la sua famiglia.
" Harry, tu hai scoperto il mio segreto e in questi giorni non mi hai detto nulla, ti sei comportato normalmente, come se non ti desse fastidio la cosa..."
Harry allora si rizzò completamente in piedi e ribattè:
" Per me non cambia niente! Io ti voglio bene lo stesso, tu sei sempre il mio Remus, come potrei cambiare la mia opinione su di te solo perchè sei stato morso?!?! Non sono così ipocrita! Ti prego non odiarmi, ti prego! "
Calde braccia lo avvolsero e Harry si rese conto che Remus lo stava abbracciando come aveva fatto davvero poche volte sia nel suo mondo che in questo.
Ricambiò, sentendo il profumo di muschio e selvatico dell'uomo e ricordando che era ancora vivo, lì con lui e che lo stava perdonando; un sorriso allora si dipinse nuovamente sulle sue labbra.
Sentì altre braccia confortevoli aggiungersi a quell'abbraccio familiare.
" Harry noi non ti lasceremo mai, ora che ti abbiamo trovato! Non ci importa se qualche volta ci menti " A quelle parole Harry ebbe un tremito " Se lo fai hai una ragione. Sappiamo che non ci dirai il vero nome dei tuoi genitori, come non ci hai detto come sei arrivato qui e perchè eri ferito, noi non lo pretendiamo." Disse James per poi essere interrotto da Sirius.
" Vogliamo solo che tu sappia che nel momento in cui ti sentirai pronto per parlare di tutto quello che ci hai taciuto, noi saremo qui, come allo stesso tempo se c'è qualcosa che vuoi sapere di noi, basta chiedere! "
" Siamo una famiglia, ci fidiamo di te e vogliamo che tu ti fidi di noi! " Lily aggiunse in tono dolce e amorevole.
" Anche quando si scoprono i segreti più oscuri, la vera famiglia resta sempre al tuo fianco. " Disse infine Remus, avendo provato sulla sua pelle tutto quello che era appena stato detto.
Harry si sentì al sicuro, nell'abbraccio confortevole che la sua vera famiglia gli stava donando.





****





Era passata circa mezza giornata dall'avvenimento che li aveva sconvolti inizialmente e poi uniti ancora di più.
Harry era disteso sul letto, emotivamente esausto; stava pensando initerrottamente a quello che gli avevano detto durante l'abbraccio.
' Se c'è qualcosa che vuoi sapere di noi, basta chiedere! ' Quelle erano state le esatte parole di Sirius e aveva visto gli altri tre annuire, quindi poteva sentirsi libero con loro.
Voleva ardentemente fare una domanda, che lo stava perseguitando da tutta la sua permanenza in quel nuovo mondo, ma non era facile trovare il coraggio per farla, perchè sapeva che sarebbe stato molto duro per loro rispondere.
Ed Harry non voleva intristirli, ma non riusciva più ad aspettare.
Aveva deciso di non cercare in nessun libro o Gazzetta, perchè voleva che la storia gli venisse raccontata per la prima volta direttamente da loro.
Si sedette sul letto, un poco ansioso, ma sicuro che una volta avuta la ripsposta avrebbe saputo molte più informazioni su quel mondo così simile, ma allo stesso tempo così diverso dal suo.
Uscì dalla sua camera e si diresse in cucina, dove sapeva che tutti e quattro stavano preparando la cena.
Li vide tutti felici e sorridenti, nonostante fossero ancora un poco scossi dall'avvenimento della mattinata; ad Harry dispiaceva dover interrompere quel buon umore ritrovato.
"Lily" la chiamò Harry un poco titubante, non sapeva se chiederle una cosa del genere avrebbe giovato o meno, ma lui doveva sapere, voleva capire e desiderata tanto che fosse proprio lei a dirglielo.
"Dimmi tesoro." Rispose la rossa, di spalle, mentre stava cucinando, non potendo neanche immaginare quello che sarebbe uscito dalla bocca del giovane pochi secondi dopo.
"Posso farti una domanda?"
La donna sorrise: "Me l'hai appena fatta!"
I Malandrini a questa affermazione sghignazzarono un poco, ormai dopo tutti quegli anni, Lily era una di loro.
Poi, notando il silenzio tombale creatosi, capirono tutti che il ragazzo era serio e voleva chiedere qualcosa di veramente importante.
"Ok, scusami, ho fatto il James della situazione, chiedi pure." Rispose lei, addocchiando il marito.
Harry prese un profondo respiro e seppe che la voce gli sarebbe tremata un poco.
" Cosa è successo a vostro figlio?"
Quella non era una semplice domanda per Lily.
Per nessuno di loro.
Quella era LA domanda.
Sapeva che prima o poi sarebbe successo, ma non pensava che avvenisse così presto.
Lasciò cadere il cucchiaio nella pentola e molto lentamente si voltò.
Due paia di occhi, dello stesso color smeraldo, si incontrarono e molte emozioni diverse e contrastanti si potevano percepire in essi.
Era arrivato il momento di dire la verità riguardo suo figlio.









ANGOLO AUTRICE
Si, lo so, sono proprio una b******a, nella pagina in facebook vi avevo messo proprio questo ultimo pezzo come spoiler e poi termino il capitolo con un cliffhanger :)
Ma non vi preoccupate, nel prossimo capitolo, che prometto che arriverà a breve anche perchè è già scritto per metà, ci saranno un bel pò di risposte per tutti voi!
Fatemi sapere che cosa ne pensate di questo capitolo, spero vi sia piaciuto!
Scusate eventuali errori di battitura, cerco sempre di controllare, ma qualcosa sfugge.
Grazie sempre agli angeli che commentano e alle 200 (200!!!!!!!) persone che stanno seguendo la storia o l'hanno messa tra le preferite, sono onorata.
Vi ricordo sempre che per spoiler o notizie sulle altre mie storie c'è la mia pagina facebook:

Kiki4ever fanfiction

Grazie angeli miei per seguirmi sempre e comunque, la storia va avanti grazie a voi!
Baci Baci
Kiki :)





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