Am I still not good enough?.

di wearingafakesmile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Prologo.- "I diari, alcune volte, possono essere ottimi amici con i quali puoi sfogarti." mi hanno detto. Ed eccomi qui, come una stupida, a scrivere su un piccolo diario inutile e che non potrà mai servirmi a niente. Eccomi sola, senza nessuno, camminando tra le macerie di una vita che sembra cadere a pezzi. Ne ho provate di tutti i colori per cercare di migliorare questo inferno che mi circonda, sono stanca di vedere il mio corpo ricoperto da tutto questo grasso, sono stanca di ingerire tutti questi antidepressivi che lentamente mi stanno uccidendo,sono stanca.Semplicemente stanca, di tutto. Sono le cinque, e io che scrivo un diario,ridicolo vero? Ho chiesto aiuto a tutti, ma sono stata ignorata. Ora sto cercando di sfogarmi con un diario, quando normalmente questo mucchio di fogli dovrebbe essere un "amico". Sto impazzendo, devo salvarmi da me stessa, Proviamo anche lo "sfogo col diario", magari mi tornerà utile, o almeno spero. Ricominciamo.


Caro diario, non so perchè sono qui a scriverti, quindi non chiedermelo. Sono Hope, Hope Dowson. Un' adolescente, un' adolescente in piena crisi,direi.Ho sedici anni, ma invece di essere circondata da amici e amiche, sono sola. I miei genitori sono fuori, a causa del loro lavoro. Vivo in Irlanda, in un piccolo e tranquillo paesino: Mullingar. Vivo con i miei zii, che non vanno molto d'accordo, sono prossimi al divorzio. Questa è la situazione della mia famiglia e poi ci sono io, l'enigma delle piccola "Hope".Soffro di bulimia e autolesionismo, la causa? Tutto ciò che mi circonda, i continui insulti, la mia famiglia disastrata, la mia vita che sta cadendo a pezzi. La bulimia. Si, sono bulimica. Odio il mio corpo, odio le mie gambe, odio la mia pancia,odio i miei fianchi; il nutrizionista dice che sono sottopeso, mi ha dato una cura "ingrassante", ma non gli credo, o meglio non la seguo. Rimetto tutto ciò che mangio. Non vedo nulla di bello noi miei occhi marroni, o nei miei capelli castani, non trovo nulla di bello in me. Sono un completo disastro, non ho nessuno. Faccio allontanare tutti da me, non mi fido di nessuno, e non voglio farlo. Qui in questo mondo tutti indossiamo una maschera "come vorrebbero che gli altri fossimo", cerchiamo sempre di piacere agli altri, per evitare insulti o commenti di ogni genere. Non ci mostriamo mai davvero per quello che siamo realmente. Questa società uccide, e sta uccidendo anche me. Invidio tutti quelli che non si lasciano condizionare dai giudizi altrui e si mostrano semplicemente per quello che sono, vorrei tanto essere cosi come loro, ma non lo sono. Sto crollando e non c'è nessuno qui a sostenermi. Sono cosi inutile. Mi sento come un pastello bianco, che scrive continuamente ma nessuno potrà mai leggere ciò che scrive e di conseguenza non verrà mai usato e preso in considerazione da nessuno. Mi rifugio nella musica, l'unico luogo in cui mi sento protetta. Sono al sicuro tra i pentagrammi e le corde della mia chitarra. Non sono più chi sono, se sono qualcuno. Spero che a tutto questo ci sia una svolta, ho veramente bisogno d'aiuto. Non so se questo serva, ma ci provo: a presto.Hope Dowson.


*Hope si sentiva come un pastello bianco; inutile. Ma lei non sa che da qualche parte del mondo,quel mondo che lei definiva orrendo, c'era qualcuno. Qualcuno, che non stava aspettando altro un pastello bianco per poter scrivere sul suo foglio nero.*

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


Ero seduta alla mia scrivania quando scrivevo la prima pagina di quello che sarebbe diventato il mio diaro,lo chiusi il diario per poi rimetterlo nel medesimo cassetto dal quale lo avevo preso. Sistemai la mia scrivania, presa dal rassettare quasi dimenticavo che quel pomeriggio avevo il mio corso di chitarra. Si era fatto tardi, dovevo prepararmi e sistemare la borsa e la mia chiatarra. Iniziai col scegliermi i vestiti, jeans e maglietta. Sul classico. Odiavo l'estate. Odiavo l'estate e le sue temperature, odiavo il fatto di essere costretta ad andare in giro scoperta, lasciando intravedere il mio fisico e con esso anche i miei tagli; cosi entrai in bagno, sistemai i capelli lasciandoli scivolare sulle mie spalle, e iniziai ad infilare numerosi braccialetti per cercare di coprire le cicatrici che si notavano sui miei polsi.Dio,quanto odiavo tutto questo disagio.Decisi di concentrarmi su altri pensieri per evitare ulteriore nervosismo. Della scale sentivo la voce squillante di mia zia chiamarmi. La sua voce forte, mi fece distrarre da tutti i miei pensieri; raccolsi il mio raccogliatore di pezzi che era buttato sul pavimento,lo infilai in borsa, presi la mia chitarra e corsi al piano di sotto della nostra villa. Mia zia mi stava aspettando in macchina, dove la raggiunsi. Eravamo arrivate; il viaggio era stato veloce e molto silnzioso.

«Ci vediamo dopo, grazie del passaggio.» le dissi rivolgendole un sorriso gentile, mentre ero intenta a prendere tutto il mio occorrente poggiato sui sedili posteriori dell'auto.

«Ci vediamo dopo.» mi disse ricambiandomi il saluto, mise in modo la macchina e si allontanò da quella che era il mio "laboratorio musicale".

Entrai con un leggero affanno in quella che era la segreteria.

«Signorina Dowson, il maestro la sta aspettando nella solita aula. Sempre in ritardo lei.» disse la segretaria con un tono quasi rimproverante.
«Okay,grazie.» dissi irritata.Ingnorai il suo rimprovero. Sapevo di essere in ritardo.

Attraversai il corridoio arrivando alla porta dell'aula di chiatarra. Bussai alla porta e dall'interno dell'aula riconobbi la voce roca del mio maestro.

«Questa deve essere Hope. Avanti Hope,entra. Tu, Niall, continua con i tuoi esercizi.»

Sorrisi nel sentire il mio maestro riconoscermi, ma rimasi perplessa nel sentire un altro nome differente dal mio: Niall. Niall? Non conoscevo nessun Niall, chi era?. Con questo dubbio che mi ronzava nella testa, aprì la porta. Salutai il mio maestro e quel ragazzo che da subito catturò la mia attenzione. Era seduto vicino alla finestra, i raggi del sole risaltavano i suoi capelli biondi rianzati dalla sua fronte. Aveva i suoi occhi azzurri fissi sulle sue dita che si muovevano velocemente sulle corde della sua chitarra. Rimasi per un po' ad osservarlo, quando venni interrotta dal maestro.

«Signorina Hope,vorremmo fare lezione? O rimaniamo ad osservare Niall durante tutta l'ora?.» Rise.
«Mh?» scossi la testa « No, mi scusi.» Abbassai lo sguardo dall'imbarazzo, sentivo la mia pelle arrossire sempre di più.

Presi una sedia, poggiai la mia chiatarra al muro per poi riprenderla una volta seduta. Mi sistemai per bene, ero pronta per affrontare la lezione; rivolsi di nuovo lo sguardo a Niall, stavolta anche lui preso a guardarmi. Mi sorrise. Aveva un sorriso di un angelo, ricambiai il "saluto" con un piccolo sorriso. Per evitare un ulteriore rimprovero, rivolsi la mia attenzione al maestro e alla mia chiatarra.

«Bene Hope. Ricordi ciò che abbiamo provato la settimana scorsa?.» disse il maestro mentre sfogliava il mio quaderno dove c'erano tutti i miei appunti.
«Si.» dissi soddisfatta, mentre posizionavo le mie mani sul mio strumento.
«Fantastico, fammi sentire.» disse chiudendo il mio quaderno, che poi poggiò sulle sue gambe.

Sentivo il suo sguardo sulla mia pelle. Iniziai a suonare. Ero imbarazzata all'idea di essere ascoltata da Niall. Sospirai. Speravo che quell'ora fosse passata velocemente.

La lezione terminò, quei minuti parvero non passare mai. Sistemai tutto il mio materiale, afferrai la mia chiatarra e mi alzai dalla sedia sulla quale mi ero seduta.

 « Siete stati bravissimi ragazzi. Sono orgoglioso di voi. La settimana prossima vi assegnerò altri brani, intanto voi perfezionate quelli precedenti.» disse il maestro mentre apriva la porta dell'aula. Ci rivolse un sorriso.
 «Grazie.» rispondemmo in contemporanea io e Niall. Ridemmo.

Una volta salutato sia il maestro che la segretaria, sia io che Niall ci ritrovammo nello spiazzale che precedeva l'accesso al laboratorio. C'era un silenzio imbarazzante, cosi presi il cellullare dalla mia tasca, stavo per comporre il numero di mia zia che stranamente era in ritardo. Pensavo a quale potesse essere la causa, quando venni interrotta.
 
«Te la cavi con la chitarra. Sei molto brava complimenti,Hope.» disse Niall picchiettandomi la spalla destra, come per congratularsi.
Girai di colpo lo sguardo.
 «G-grazie.» dissi balcettando «Anche tu sei molto bravo. Mi piace come hai suonato il pezzo che ci era stato assegnato,Niall.» aggiunsi rivolgendogli un piccolo sorrisetto che nacque sulle mie labbra.
Sorrise per poi dire « Comunque, piacere. Niall Horan.» disse porgendomi la mano.
 « D-Dowson. Hope Dowson.» dissi stringendo a stento la sua mano.

Non capivo la causa del mio comportamento cosi spacciato,insicuro. Le parole sembravano morirmi in gola, la poche che riuscivo a pronunciare, balbettavo. Cosa mi stava succedendo?.Pensando, arrivai alla conclusione. Era la prima volta che parlavo cosi apertamente con qualcuno. Senza essere offesa o giudicata. La prima volta che stavo entrando in confindenza con qualcuno. Diffidavo di tutti, cosi decisi di farlo anche con Niall.
Distaccai la mia mano dalla sua, con un gesto veloce. Lui mi guardò perplesso per poi sospirare.
 
«Torni a casa da sola?.» mi disse mentre giocherellava con le sue mani all'intero dei suoi capelli.
 «No. Sto aspettando mia zia, non vedi?.» dissi in modo distaccato.
 «Come potevo saperlo?.» disse.

Aveva ragione,come poteva saperlo. Se davvero volevo dare una svolta alla mia vita dovevo cambiare; iniziando dal mio carattere.

 «Scusami.» mi scusai abbassando lo sguardo per poi riprendere a guardarlo negli occhi «Sono un po' nervosa oggi.» dissi.
 «Non preoccuparti Hope, capita a tutti no? Non devi scusarti,tranquilla.» Mi sorrise, ricambiai. «Visto che tua zia non è ancora arrivata,che ne dici di andare a mangiare qualcosa? Magari ti riaccompagno io a casa, non ci sono problemi.» aggiunse mentre con una mano di sistemava lo zaino sulla spalla.
«Non cr..» Stavo per dargli la mia solita risposta "non credo sia il caso" ma poi ricordai a me stessa i cambiamenti che volevo applicare nella mia vita e cosi mi corressi. «Non cr..edo che mia zia sia già in macchina, lascia che le mandi un messaggio e andiamo.» dissi mentre con le dita già componevo il messaggio.

*Zia, stasera credo che mangerò fuori con un mio amico, non aspettatemi.Hope.*

Rilessi il messaggio per gli eventuali errori e inviai. Restai a fissare la conversazione per un po' e notai di aver digitato "con un mio amico". Amico? Che fosse lui il mio primo vero amico. Amici, quelle persone a me estranee, che fosse lui la mia eccezione? Che fosse lui la mia svolta?. Sorrisi rileggendo quell'espressione scritta nel mio messaggio. Guardai l'ora: erano le sette. Bloccai il mio cellullare e lo riposai nella mia tasca.

«Ho finito.Con mia zia tutto okay, possiamo andare se vuoi.» dissi.
«Bene, andiamo.» disse entusiasto.

Attraversammo il cancello del laboratorio, quando sentii il mio telefono vibrare. Lo presi e lessi il messaggio, che come avevo pensato,era la risposta di mia zia.

*Va bene. A più tardi.*

Tranquillizzata,ripresi a camminare insieme a Niall. Non sapevo dove stessimo andando, ma ero serena. Non importava dove, ma la compagnia.Niall era la mia compagnia,Niall era l'amico con cui dovevo cenare quella sera. Faceva strano pensare quelle parole eppure mi rendevano felice. Rivolsi un sorriso a Niall che lui ricambiò.

*Quella sarebbe stata sicuramente una serata differente da tutte le altre.Magari la serata della tanto aspettata svolta?*




--
Spazio autore: Ciao, volevo ringraziare tutti i lettori che seguiranno questa fanfiction. Spero con tutto il mio cuore che vi piaccia, e che la continuerete a leggere. L'aggiornerò ogni sera o quando ne avrò l'occasione.Recensite la mia storia, fatemi sapere cosa ve ne pare, sarà un piacere leggere e rispondere e tutte le vostre recenzioni. Grazie ancora a tutti, Sara. xx

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


Eravamo li che camminavamo, capii subito che Niall era un gran chiacchierone. Sembravo simpatico, mi aveva fatto piacere conoscerlo. Lo osservavo di tanto in tanto mentre lui mi parlava, sembrava contento della mia compagnia e questo non poteva farmi altro piacere.

«Non lo pensi anche tu?» disse facendomi scostare dai miei pensieri.

Scossi da testa. Dannazione, ero cosi presa nel guardarlo che avevo perso il filo del discorso. Sorrisi imbarazzata.

«Emh?ecco vedi,io, cioè..cosa?» cercai di formare una frase decente, ma non sembravo aver portato a buon fine il mio scopo. Abbassai lo sguardo, sentivo la pelle delle mie guance arrossirsi, insomma,dovevo stare calma. Niall mi derise. Ecco ci risiamo, lui che ride di me.
«No, tranquilla.» rise di nuovo prima di continuare « Dicevo che potremmo andare in quel ristorante in centro, è fantastico.Non lo pensi anche tu?».

Annuì come risposta, mentre a testa bassa continuavo a camminare al suo fianco.


-Niall's pov-
Cercavo in tutti i modi di farla stare a suo agio, ma era proprio una ragazza difficile. Al laboratorio sembrava diffidare di me;tendeva ad isolarsi, stare lontana da ogni tipo da ogni tipo di contatto. Non sapevo perchè si comportasse cosi, avevo intenzione di scoprirlo, ma in quel momento non sembrava il caso. Hope era affascinante quanto difficile, magari proprio il suo carattere particolare attirava la mia attenzione;volevo portarla in centro sperando che il posto le piacesse davvero e non che mi avesse risposto solo il momento d'imbarazzo che si era creato. L'avrei portata a cena, mi sembrava un ottimo modo per approfondire la nostra conoscenza. Le lanciavo qualche occhiata veloce, mentre lei era assorta nei suoi pensieri guardando i suoi piadi avanzare con passi piccoli e veloci. Mi scappò un sorriso. "Quali saranno i suoi pensieri?" mi chiesi,non m'importava più di tanto interromperla,non volevo che la serata passasse cosi. Inizia con lo schiarirmi la voce,il silenzio gelido si ruppe.

«Se non vuoi che la tua testa vada in fumo, ti conviene smettere di chiuderti a riccio a pensare.» scherzai. Sembrava aver accolto lo scherzo in modo giocoso in quanto la vidi sorridermi, il suoi occhi castani incontrarono i miei.
«Finalmente esclamai.» le rivolsi un sorriso caloroso poi spostai il mio sguardo sulla strada, senza essermene accorto eravamo arrivati.
«Siamo arrivati, questa è la piazza all' angolo c'è il risporante, andiamo?» dissi indicandole la direzione che dovevamo seguire per raggiungere la nostra destinazione.

-Hope's pov-
Sentivo lo sguardo di Niall toccarmi, sentivo i suoi occhi su di me fino a quando non arrivammo in piazza. Il suo sguardo su di me non fece altro che aumentare l'imbarazzo. Mi resi conto che cercava di coinvolgermi, mi faceva piacere, ma dovevo prima incorporare tutto quell'imbarazzo. Arrivati a destinazione ci avvicinammo ad un piccolo menù esposto fuori. Niall era intento a scegliere uno di quei piatti, che solo dal nome sembravano invitanti, ma sapevo che non avrei dovuto mangiare nessun di quelle bontà o sarai ingrassata. Pensavo sul da farsi, non potevo non mangiare in compagnia di Niall; sapevo avrebbe chiesto troppe motivazioni: decisi di mangiare, tanto conoscevo un modo per espellere tutto in un secondo momento. Rimettere, era l'unica soluzione dal momento che non potevo permettermi altro peso sul mio corpo.

«Ho scelto, tu invece?» disse Niall indicando la sua scelta sul menù. Guardai ancora un po' poi scelsi lo stesso.
«Predo lo stesso.» affermai, mentre lo sorrisi soddisfatta.
«Bene,entriamo.» disse afferrandomi la mano per poi aprire la porta, che mantenne aperta aspettando il mio passaggio.Lo sorrisi come per ringraziarlo.

Il locale era spazioso, molto spazioso. Di fianco alla porta di ingresso c'era la cassa, che incassava tutti i guadagni raccolti. C'erano dei tavolini sparsi ovunque, ornati con tovaglie rosse come le pareti, parte di essi erano vuoti altri occupati. Il fondo alla grande sala, c'erano le porte della cucina che si spalancavano continuamente a causa dei camerieri che con enormi vassoi giravano per tutta la sala,portando ai clienti il cibo che avevo precedentemente richiesto.

Ci accomodammo al tavolo che ci era stato assegnato, quando un forte odore di cibo, sembrava messicano, mi invase i sensi. Era delizioso, sistemammo le nostre chitarre facendole poggiare al muro vicino al nostro tavolo, mentre le nostre borse le poggiammo su una terza sedia, rimasta vuota. Guardai ancora la sala quando vidi il cameriere avvicinarsi, forse era qui per prendere le nostre ordinazioni.



Spazio autore: Ciaao ragazze, scusatemi se in questi ultimi giornio non ho aggiornato la storia, ci sono stati dei problemi. Mi metto all'opera per il prossimo capitolo. xx

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***


Un ragazzo si avvicinò al nostro tavolo fornito di carta e una penna, che faveva roteare tra le dita giocherellandoci. Era il cameriere.

«Potrei prendere le vostre ordinazioni?.» chiese in modo formale rivolgendoci un sorriso gentili.
«Si.» Risposi semplicemente.
«Certo.» confermò Niall che completò l'ordinazione.

Vedevo la mano del cameriere scivolare veloce sul foglio, segnandoci su ogni signola parola che uscisse dalla bocca di Niall, terminata l'ordinazione, cessò di scrivere. Rilesse ciò che aveva scritto, farfugliando delle parole che non compresi, erano dei sussurri.

«Allora, perfetto. Il tempo necessario per la cottura e le vostre porzioni vi saranno servite al tavolo.» ci disse il ragazzo, gesticolando con la penna.
«Grazie.» gli rispondemmo entrambi.

Ci sorride,e andò via dal nostro tavolo per poi avvicinarsi ad altri clienti e continuare il suo lavoro.
Quel posto mi affescinava, sarà per i colori o forse per le luci soffuse o per la musica che risuonava per il locale, in qualsiasi caso amavo quel ristorante,non la smettevo di osservarlo in lungo e in largo, lo trovavo fantastico e non ero l'unica a rendersi conto del mio apprezzamento.

«Sono felice che ti piaccia.» disse Niall portandosi il fazzoletto,che poco prima era poggiato sul tavolo sulle ginocchia. Feci lo stesso. Sorrise.
«Si.» confermai « Lo trovo cosi affascinante, amo questo posto dovremmo venirci più spesso, non credi?» chiesi.

Quasi mi meravigliavo del modo in cui avevo parlato a Niall, se ci avessi pensato non lo avrei mai fatto ma in quel caso avevo seguito l'istinto, e non me ne pentivo, anzi.

«Certo, magari qualche sera con qualche peso in meno.» disse riferendosi alle nostre chitarre. «Sarebbe bello,si.» concluse.
Ci sorridemmo a vicenda.

-Niall's pov-
Sembrava che il posto le piacesse molto. Ero contento, era proprio quello che volevo. Il suo sguardo non si fermava mai, scrutava tutto nei minimi dettagli, cogliendone la bellezza che puntualmente le provocava un sorriso. Lei, inoltre sembrava più rilassata, i nostri dialoghi erano molto più confidenziali, quei silenzi lunghi e geledi erano quasi scomparsi del tutto; era al suo agio. A quei pensieri sorrisi.

-Hope's pov-
Vidi Niall sorridere tutto d'un tratto e questo mi fece capire che stava pensando a qualcosa o magari qualcuno.

«A cosa pensi?.» chiesi curiosa.
«A nulla.» rispose.
«Hai appena sorriso, devi pensare a qualcosa o forse a qualcuno.» scherzai portandomi la mano sotto il mento.
Rise. «No, non è nulla davvero. Sono felice che questo posto ti piaccia e che tu stia iniziando a rilassarti, che non ci siano tutti quei momenti imbarazzanti, che da quando ho capito non ti piacciono.»
«No, infatti.» sbuffai come per affermare ciò che lui aveva detto.
« Tutto qui.» disse versandosi un un bicchiere dell'acqua che era poggiata sul tavolo. Poi continuò «Non eri mai venuta qui prima? Magari qualche sera con i tuoi amici.» chiese mentre sorseggiava dal suo bicchiere.

Lo guardai per qualche istante,non sapevo cosa rispondergli. "Non ho amici?" pensai,e al solo pensiero mi vergognai. Ma che altro dire?

«No, è la prima volta che entro in questo posto.» dissi «Io non ho amici.» Sussurrai.

Lui mi guardò,rimase perplesso alle sue parole, era quello che temevo: per lui non ero "normale". Ma ero abituata ad essere inquadrata cosi da tutti,ormai.

«Non hai amici?.» ripetette le mie parole, formulandomi una domanda.
«No.» sputai « Non ho amici.» ripetetti.«Sono sempre state definita come "asociale" e non ho mai negato di esserlo, ma nessuno si è mai posto il perchè io preferissi isolarmi e non uscire con loro.» mi sfogai.
«Te lo chiedo io,avendolo notato: Perchè?» chiese gentile.
«Beh, perchè sono stanca.Tutti quelli che si definivano miei "amici" mi hanno parlato alle spalle, infangandomi.Sono stati creduti, e ora tutti sono pronti a giudicarmi negativamente pur non conoscendomi. Frequentare i miei "amici" era diventato uno strazio, ero delusa. Diffido di tutti adesso, ho paura di cascarci ancora, non voglio essere più ferita dagli "amici" ecco perchè preferisco starmene sul letto con le mie cuffiette. La musica è la mia unica amica, al momento. Lei non più giudicarmi a differenza di tutti gli altri.» sbottai.
«Hai diffidato anche di me all'inizio.» Scherzò.

Abbassai la testa alle sue parole, aveva ragione ma lui era il primo con cui stavo parlando dei miei problemi, o meglio una parte dei miei problemi; non dovevo crearmi dei dubbi nei suoi confronti.

«Ma ora mi fa piacere che tu ti sia aperta con me.» disse sollevandomi il mentro con la mano facendomi incrociare i suoi occhi, sorrise. « Però non fare di tutta l'erba un fascio. Hai tutti i motivi di diffidare di tutti, quello che hai passato non è bello e ammiro la tua forza, ma per degli stronzi non ti puoi chiudere cosi, ci saranno sempre i bastardi, ma ci sono anche le eccezioni, le eccezioni sono amici, quelli che hai conosciuto tu sono dei grandissimi stronzi.» iniziò a gesticolare « Parlano male di te? dovresti fregartene.Reagendo cosi, dai loro solo soddisfazione,dimostragli ciò che sei veramente.Dimostragli che si sbagliano. Sei forte Hope, puoi farcela.» concluse rivolgendomi uno dei suoi meravigliosi sorrisi.

Le sue parole mi arrivarono dritte al cuore, era il primo che mi consigliava, che mi ascoltava e che credeva in me. Ripensai a tutte le sue parole, aveva ragione, ci sono sempre le eccezioni. Non dovevo darla vinta a quei bastardi,io non ero come loro dicevano, stava a me dimostrarlo, per questo dovevo reagire. Ora basta.Ero stanca, stanca delle vecchia Hope, quella solitaria. Dovevo farmi valere.
Delle lacrime iniziarono a rigarmi il viso, iniziai ad asciugarmele con le mani sperando si fermassero.

«Hai ragione, devo farmi valere.» singhiozzai.

Niall sorrise, sembrava un angelo.

«Niall, tu sei la mia eccezione. Sei il primo, il mio primo vero amico. Grazie.» dissi per poi riscoppiare a piangere.
«E tu sei la mia grande amica, Hope. Ora basta piangere. Stanno arrivando i nostri piatti.» disse indicandomi il cameriere che avanzava verso di noi con i nostri piatti,poggiati accuratamente sul braccio.

Annuì per risposta, ora dovevo godermi la serata. "Basta piangere" mi ripettetti tra me e me.

La cena a dir poco deliziosa e il tempo con Niall sembrava volare, era fantastico. Il cibo tra una forchettata e l'altra terminò e le ore passavano senza che ce ne accorgessimo.

«Era molto buona questa cena.» disse Niall massaggiandosi la pancia. Risi.
«Si,molto.» concordai.

Niall chiamò il conto, pagando per entrambi.
Ci avviammo verso l'uscita del locale, lanciai un ultima occhiata alla sala per poi uscirne. La piazza sembrava diversa, il tramonto che vi era prima non c'era più aveva lasciato posto ad una splendida luna pallida, c'erano le stelle, i lampioni illuminavano ogni angolo della piazza e la gente passeggiava spensierata. Si stava benissimo.

«E' stata una bella serata.» sospirò Niall.

Concordai annuendo alle sue parole.

« Andiamo? » disse Niall prendendomi la mano.
« Andiamo.» dissi stringendogliela.



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Spazio autore: Ecco ragazze ho recuperato i capitoli dei giorni persi, recensite e ditemi che cose ve ne pare. Spero vi piaccia. Buona lettura. Saraxx

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. ***


Strinsi forte la sua mano, come se non mi importasse di nulla.Anzi:non mi importava di nulla. Niall avanzava a passo veloce e deciso tra la gente, faticavo nello stargli dietro. Sentivo il suo sguardo posarsi qualche volta su di me, provocandomi del rossore sulle guance. Assorta nella mia vergogna, solo dopo qualche istante mi resi conto che ci eravamo fermati. Feci un verso piuttosto buffo come per domandare cosa forse successo o meglio perchè c'eravamo fermati nel bel mezzo della piazza. Sentii Niall ridere di gusto al mio lamento, al quale non riusciva a rispondere tra un ghigno e l'altro.

«Non ridere.» dissi sbuffando e roteando lo sguardo al celo.« Piuttosto dimmi il motivo per il quale ci siamo fermati.» continuai.

Continuava a ridere, quando finalmente dalla sua bocca uscì qualcosa di differente e sensato.

«Scusami.» dissi spingendomi in modo giocoso, sorrisi. «Adesso vieni ti faccio conoscere un vecchio amico, ecco ora ha smesso di parlare, possiamo avvicinarci.» disse invitandomi a seguirlo.
«Amico.» disse Niall lasciandomi la mano e salutando un ragazzo dalla figura slanciata.
«Ma guarda chi si vede.» ricambiò il saluto.
«Vieni Hope, lascia che ti presenti Harry.» disse Niall.

Mi avvicinai. Harry,era cosi che si chiamava. Era la prima volta che vedevo quel ragazzo. La sua altezza faceva ombra su di me. Rimasi li a guardarlo e subito incontrai i suoi occhi verdi molto scuri,magari a causa della scarsa luce presente in piazza. Aveva curiosi ricci che gli incorniciavano il volto, sul quale si aprì un malizioso sorrisetto, accompagnato da due fossette formatesi ai lati della bocca.Era vestito molto sportivo, una t-shirt aderente che lasciava intravedere un fisico scolpito e ben curato, e dei jeans scusi che gli stringevano la caviglia. Scossi la testa in modo da distrarmi dalla mia "schematizzazione" di quel ragazzo.

«Sono Hope,Hope Dowson." dissi porgendogli la mano destra come gesto di conoscenza.
«Harry.» disse in modo distaccato.

La stretta di mano fu molto veloce, e da una parte preferì così, la minima simpatia che provavo per Harry, il quel momento, svanì. Passai il resto della serata in disparte, ma per scelta mia. Ero presa nel sentire gli intensi discorsi che si tenevano tra Harry e Niall. Capii che entrambi si conoscevano da tempo, e che Harry aveva 19 anni e che aveva un piccolo appartamento a Londra e che si trovava in Irlanda per piacere. Ricavai poche informazioni dalle piccole cose che intuivo nei loro discorsi, mentre cercavo di approfondire le mie conoscenze per quanto riguardavano Harry, i miei pensieri si interruppero quando sentì la sua voce roca pronunciare i saluti, ovviamente rivolti a Niall. Girai la faccia.

«Amico, io devo scappare domani torno a Londra, mi ha fatto piacere rivederci. Ci si sente.» disse dando una pacca sulla spalla a Niall.
«Va bene ragazzo, fatti sentire. Stammi bene.» disse Niall stringendogli la mano.

Sentivo i passi di Harry allontanarsi, e meravigliata ritornai a dare la faccia a Niall, che intanto si era seduto accanto a me.Ero rimasta schifata dal comportamento di Harry, mi aveva ignorata tutta la serata, recandomi solo un saluto a dir poco gelido, ignorando la mia esistenza anche quando ci stava lasciando. Sbuffai.

-Niall's pov-
Notai un leggero fastidio nel comportamento di Hope, forse era stato il comportamento di Harry e la sua indifferenza nei suoi confronti a farla infastidire cosi. Non aveva tutti i torti, anche io avrei reagito cosi.
«Andiamo a casa.» dissi delicatamente incoraggiandola.

-Hope's pov-
Niall non mi rivolse molta attenzione, aveva capito che ero infastidita da qualcosa, ma non volevo si infastidisse anche lui, cosi quando vidi il cancello di casa tirai un sospiro di sollievo.

«Grazie Niall. Grazie di tutto, ho apprezzato molto la serata.» dissi rivolgendogli un sorriso dolce.
«Grazie a te. Scusalo,Hope.» disse rivolgendosi ad Harry.

Era cosi evidente il mio fastidio in quel momento?.

«Non importa.» dissi a voce fioca per poi rivolgergli un sorriso debole.

Mentii. In realtà m'importava, forse anche troppo.

Ci salutammo. Mi strinse in un caloroso abbraccio prima di allontanarsi dalla mia abitazione. Lo ringraziai ancora nei miei pensieri, era un ragazzo fantastico. Sorrisi aprendo la porta di casa, dove venni accolta dalla voce di mia zia.

«Hope, sei tornata.» sentii la voce preoccupata di mia zia provenire dalla cucina.
«Si zia.Ora sono stanca, vado di sopra.» le comunicai mentre ero intenta a posare il cappotto all'ingresso. «Buonanotte.» conclusi salutandola.
«Ciao Hope.» disse mia zia, come se fosse delusa.

Ero davvero stanca.Sapevo che avrebbe chiesto qualcosa riguardo la serata, ma non volevo parlarne o almeno in quel momento.

"Scusa zia, magari un'altra volta." pensai.

Finalmente ero in camera, l'unica cosa che seppi fare, fu buttarmi sul letto. Finalmente.

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Spazio autore: Ciao ragazze, scusatemi il mio enorme ritardo ma sono stata a Londra una settimana e come se non bastasse ho avuto dei problemi in famiglia. Ma ora tutto okay, e pronta a ricominciare. Grazie mille a tutti che seguono questa storia, ci tengo davvero. Spero vi piaccia il capitolo, recensite mi raccomando. Buona lettura, scusatemi e grazie ancora. Sara xx

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