Strange road

di piumafantasma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Silenzio. ***
Capitolo 2: *** Non avrei dovuto farlo. ***
Capitolo 3: *** Se il buongiorno si vede dal mattino.. ***
Capitolo 4: *** Non fidarti. ***



Capitolo 1
*** Silenzio. ***


-Mamma hai visto il mio pc?

-Prova nello scatolone con su scritto fragile...

-No mamma quelli sono i bicchieri!

*rumore di vetro rotto*

-Oh mamma...

Erano passati ormai 5 giorni da quando Alice e sua madre avevano traslocato ma non avevano ancora finito di sistemare l'enorme quantità di oggetti che erano arrivati sotto forma di scatoloni tutti rigorosamente imballati con fogli di giornale e carta da imballaggio. Alice teneva molto ai suoi oggetti, non che fosse una persona superficiale o materialista, ma quegli oggetti avevano avuto un costo e romperne qualcuno significava doverli ricomprare e non era il momento di buttare così all'aria i soldi. Lei e sua madre avevano dovuto vendere la casa in campagna, troppo grande e costosa da mantenere per loro, per affittare un modesto appartamento nel centro di Milano. Lasciare la campagna non era stato particolarmente drammatico per Alice, ma per la madre era stato un duro colpo. Non tanto il trasloco in sé ma il dover accettare il fatto di non riuscire più a cavarsela da sola e ad occuparsi di una casa e una figlia contemporaneamente l'aveva distrutta. Una cosa era certa: in quella casa erano in due ad abitarci, ma ad occuparsene era solo Alice. Troppo buona per far impensierire la madre e troppo orgogliosa per ammettere che aveva bisogna di aiuto. Non si era mai pienamente resa conto di quanto fosse difficile occuparsi di una casa fino a quando non si ritrovò a doverlo fare, ma lei era sveglia e i suoi 16 anni non la avrebbero certamente fermata, forse rallentata, ma era troppo determinata per lasciarsi scoraggiare da un paio di patti sporchi. I primi giorni trascorrevano tranquilli; il discorso di suo padre non veniva fuori più tanto spesso forse perchè non aveva più molto tempo per pensarci. La prima occasione le si presentò sabato sera. Tutto era sistemato e decise di concedersi una pausa; quindi si distese sul suo letto, chiuse gli occhi, serrò la mente e aprì il cuore... Silenzio. 



Grazie mille a tutti quelli che hanno letto l'inizio di questa storia! :) è la mia prima storia quindi non so bene come muovermi ma spero che continuerete a seguirla! Se trovate errori non esitate a recensire e a farmeli presenti così potrò correggermi :) questa era una piccola introduzione mentre nei prossimi capitoli seguiremo i pensieri di alice più da vicino... spero che vi piaccia! buona lettura :)              -piuma


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Capitolo 2
*** Non avrei dovuto farlo. ***


Non avrei dovuto

 

La scena che le era apparsa davanti agli occhi era la stessa da più di un mese. La vedeva ogni volta che trovava il tempo per pensare. A volte preferiva pulire fino allo stremo delle forze solo per tenersi occupata ma quella sera era diverso. Voleva capire. Voleva trovare una ragione valida per giustificarlo. Sapeva che non la avrebbe mai trovata, ma non sarebbe riuscita a vivere senza la speranza di non odiarlo più per quello che aveva fatto.

Non si può andare via così. Non una parola, non una lettera, non un'indicazione per dire dove sarebbe andato. Niente.

Ecco, ora riaffioravano i ricordi. Per lei era il momento peggiore, lo sapeva bene, ma voleva affrontarlo. Stavolta era diverso, perchè lei era diversa. Non avrebbe più permesso ad uno stupido ricordo di occuparle la mente come era successo l'ultima volta. Nessuna lacrima sarebbe scorsa sulle sue guance rosee. La prima immagine che le si presentò davanti agli occhi era quella di una bellissima giornata di sole.

Tutto era perfetto, almeno per lei. Amava il sole, la faceva sentire viva. A volte si metteva contro i suoi raggi a braccia aperte e con i piedi nudi nel terriccio e le sembrava quasi di alzarsi, di crescere come se fosse un fiore. Quell'immagine perfetta venne interrotta quasi subito da una persona che prendeva lentamente le sembianze di un uomo. Alto, capelli castano chiaro, come i suoi, e occhi chiari -i suoi li aveva senza dubbio ereditati dalla madre- Veniva verso di lei a braccia aperte; era molto alto e lei lo guardava dal basso con un senso di ammirazione. Poi tutto svanì. Ed ecco la seconda scena: il paesaggio era lo stesso, il sole era lo stesso, anche lei non era cambiata, forse era solo un po' più alta. L'unica cosa che non era tornata era lui.

Alice si svegliò di soprassalto. Era già giorno e la sveglia stava suonando già da 2 minuti. Piano piano si alzò, stropicciò gli occhi che erano appena umidi e si guardò allo spechio. Non ce l'aveva fatta neanche questa volta. Durante il sonno doveva aver pianto. Sperava solo che la madre non la avesse sentita. Quando raggiunse la sala da pranzo per prepararsi la colazione vide la madre seduta al tavolo che fissava il vuoto e dopo un momento di incertezza le rivolse la parola.

-Buongiorno mamma

-Buongiorno tesoro

Non sembrava triste né preoccupata, solo un po' spersa, ma niente che fosse diverso dal solito.

-Dovresti riprendere gli studi, sei giovane.

Come faccio adesso a riprendere la scuola, è impossibile... dovrei studiare moltissimo per recuperare l'anno perso e i soldi per i libri dove li prendo?

-Sì mamma hai ragione. Credo che lo farò. Fammi solo trovare un lavoretto prima.

In realtà al momento la scuola era l'ultimo dei suoi pensieri, ma non voleva contraddire la madre, almeno per una volta. Però un po' di verità in quella frase c'era: avrebbe cercato un lavoro ben retribuito per sostenere le spese dell'appartamento. Non voleva lasciare la madre a casa da sola, ma prima o poi avrebbero dovuto pagare la seconda rata di affitto e qualcuno avrebbe pur dovuto portare qualche soldo a casa. Di certo non sarebbe stata la mamma a farlo.



Ed ecco a voi il primo capitolo ufficiale della storia :) Come sempre ringrazio tutti quelli che continuano a seguirmi e vi chiedo ancora una volta di recensire! fatemi sapere se la storia si capisce o se ci sono degli errori! non voglio fare spoiler per i prossimi capitoli quindi se volete sapere ciò che accadrà dovrete seguirmi! :)           -piuma 

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Capitolo 3
*** Se il buongiorno si vede dal mattino.. ***


 Se il buongiorno si vede dal mattino...

 

Dopo quella striminzita conversazione con la madre Alice aveva capito che era ora di trovare un posto di lavoro. Avrebbe fatto qualsiasi cosa. Lava piatti, badante, cameriera e se le avessero offerto un posto di lavoro come imbianchino avrebbe fatto anche quello. Si vestì, pettinò i lunghi capelli e li raccolse in una cipolla sopra la testa, poi prese la borsa più che usata e uscì di casa dopo aver dato un bacio alla mamma. Non c'erano bisogno di parole, lei sapeva che sarebbe tornata presto. Scese in fretta le scale e uscì in strada. L'aria era diversa da quella della campagna. Lo smog ricopriva come una leggera nebbia tutta la città e gli unici sprazzi di verde erano ridotti a giardini pieni di bottiglie di plastica e lattine di coca-cola.

Se proprio non troverò niente mi farò pagare per raccogliere quelle robacce.

E lo avrebbe fatto veramente.

La giornata era scura; le nuvole non promettevano niente di buono, ma ancora non pioveva. Dove era il sole che la faceva sentire viva?

Forse anche lui ha avuto ribrezzo per la sporcizia e se n'è andato.

Decise di provare, come prima cosa, in un ristorante. Dopotutto anche se il tempo lasciava a desiderare, era estate e i turisti nei ristoranti non mancavano mai.

-Buongiorno

-Buongiorno, posso esserle utile?

-Volevo sapere se accettate nuove cameriere..

-Oh mi scusi ma siamo apposto così.

-Ah ok. Grazie lo stesso. Arrivederci.

Niente da fare. La scena si ripeté per 4 volte: in una pizzeria, in un negozio di abiti, uno di souvenir, perfino al kebab l'avevano respinta. Camminando aveva raggiunto l'altra parte della città e decise di tentare per l'ultima volta in una gelateria prima di tornare a casa.

-E' permesso?

Il campanello suonò e un uomo si presentò al bancone. Il negozio non era niente male ma mancava un po' di colore...anche al gelato.

-Avanti avanti! Allora, cono o coppetta?

-Oh no, non sono qui per il gelato.

Il commesso assunse immediatamente un'aria di sconforto. Gli affari non dovevano andare molto bene. Ma quel ragazzo dietro al bancone aveva un non so chè di simpatico anche con l'aria triste.

-Allora in cosa posso aiutarla, si è persa?

-Oh no, o almeno credo. Comunque volevo sapere se accettavate nuovi dipendenti?

-Ha già avuto qualche esperienza in una gelateria?

-Sì certo!

Ok, no... ma almeno non mi ha detto che erano apposto così.

-Be'... mi dia il suo numero e le farò sapere.

Eccola. La speranza.

-Sì glielo scrivo su questo foglietto....ecco a lei.

-Bene le farò sapere presto. Arrivederci.

-Salve! E grazie!

Alice si avviò un po' più allegra verso casa e quando arrivò era già tardi. Non si era resa conto di essere stata fuori così a lungo.

-Mamma?

Silenzio.

-Mamma, stai dormendo? Devo raccontarti una cosa!

Silenzio. Alice si allarmò e corse per tutta casa. Quando trovò la madre era in cucina, dove l'aveva lasciata. Precisa, immobile.

-Mamma hai mangiato almeno? Scusa.

La madre non rispose. Alice le preparò una cena al volo e senza dire niente si avviò verso la sua camera. Si distese sul letto senza togliere i vestiti, chiuse gli occhi e cadde nel sonno. Fu una notte senza sogni, senza pensieri perché c'era qualcosa che aveva colmato quello spazio che prima la faceva piangere. Speranza.



Grazie a tutti per essere arrivati fino a qui! spero che il personaggio di Alice vi piaccia e che continuerete a leggere! :) vi chiedo ancora una volta di recensire per dirmi se vi piace o meno la storia! A presto il nuovo capitolo! :)                         -piuma

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Capitolo 4
*** Non fidarti. ***


Non fidarti.

 

Un raggio di luce arrivò timido sugli occhi di Alice. Era iniziato un nuovo giorno e c'era il sole. Finalmente un buon inizio. Alice, rincuorata da quel chiaro bagliore mattutino, si alzò dal letto per preparare la colazione e svegliare la madre, ma quando raggiunse la cucina trovò la mamma che stava cucinando bacon e uova. Una colazione strana per delle italiane qualunque nel pieno centro di Milano, ma non per loro. Avevano dei parenti in America che le avevano ospitate per diversi giorni e si erano abituate alla loro routine. Era da molto che non facevano quel tipo di colazione e se la mamma la stava preparando voleva dire che anche lei si era alzata bene quella mattina.

-Buongiorno mamma.

-Ciao tesoro.

Non sembrava neanche la stessa donna che la sera prima assomigliava più ad un robot che ad un'umana.

-Trovato niente di interessante ieri?

-Veramente sì, sto solo aspettando che mi chiamino...

-Bene, bene..

La madre le si accostò e le accarezzò i capelli con un far dolce che da tempo non le apparteneva più.

-E' un nuovo inizio.

-Buono spero.

-Certo tesoro, certo.

Ad Alice mancava quel contatto materno. Era da molto che non veniva abbracciata dalla madre e questo le ricordava i bei tempi, quando andavano a fare passeggiate insieme per poi ritrovarsi sempre al lago. Era il loro posto preferito. Partivano la mattina presto, un'oretta di cammino ed erano arrivate. Quel posto era uno spettacolo: un piccolo laghetto di acqua azzurra e limpida si estendeva per pochi metri, sembrava quasi una piscina personale; tutt'intorno si ergevano alberi e piante di ogni genere. Era il loro paradiso terrestre. Già: era.

-Mamma credo che andrò a fare un po' di spese... è finita la carne e c'è poca acqua.

-Ti bastano i soldi?

-Me li farò bastare.

Alice uscì di casa e si indirizzò verso un negozio di alimentari che aveva visto lì vicino il giorno prima. Usò tutti i soldi che aveva per fare rifornimento e si diresse di nuovo verso casa.

-Posso darle una mano...signorina?

Un ragazzo le si era avvicinato. Non era male.

-No grazie posso farcela da sola...

-Insisto!

In fondo che male c'è di farsi aiutare, l'acqua pesa..

-Ok, grazie mille...

-È nuova di qui?

-Sì, mi sono trasferita poco fa con mia madre, abitiamo nel condominio qui affianco.

-Che coincidenza! Io abito in quello davanti alla strada.

-Già che coincidenza..

Un ragazzo ti si avvicina e ti offre il suo aiuto, ti accompagna a casa e scopri che lui abita proprio davanti a te, coincidenze?

-Bé visto che sei nuova, ti andrebbe di fare un giro stasera? Così ti mostro qualche posto di Milano...

Perché dovrebbe farlo? Ha più o meno i miei anni, forse uno in più, non vedo ragazzi qui intorno, quindi non è una scommessa, semplice gentilezza? Non fidarti.

-No scusa sono impegnata...

-Ah, vabè, sarà per un'altra volta. A presto..?

-Alice.

-Piacere. Marco.

Non era male... forse un po' sfacciato, ma non era affatto male. Alto, magro, castano, riccio e con gli occhi chiari.

Ma perché è venuto a parlare proprio con me?

Alice salì le scale e una volta raggiunta casa sistemò la spesa... L'acqua! Marco l'aveva ingannata con quel suo visino dolce solo per rubargli l'acqua. Alice sgranò gli occhi dalla rabbia e corse subito al palazzo che aveva indicato il ragazzo poco prima. Sul citofono non c'era traccia di un “Marco” così decise di citofonare a qualcuno e chiedere.

-Chi è?

-Scusi, nel palazzo abita un certo “Marco”?

-Non so chi sia... qui non c'è alcun Marco...

-Grazie per l'informazione...

Fregata. Come sempre. E voleva anche uscire con me quell'idiota! Se lo rivedo, ah se lo rivedo. È proprio questo il punto, che non lo rivedrò, perché lui è sveglio, io sono l'ingenua che si è fatta fregare. Ingenua.

 

 

 

Ciao a tutti! Scusate per la lunghissima assenza.. spero che durante le vacanze potrò scrivere di più. Le avventure di alice continuano tra molte difficoltà, ma arriverà un momento in cui le cose si metteranno bene anche per lei.. credo. Continuate a seguirmi e recensite per eventuali errori o incomprensioni! A presto :) -piuma

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