An ice-cream with you

di BabyzQueeny
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Anne, dispiacere mio! ***
Capitolo 3: *** miss impossible ***
Capitolo 4: *** ripetzione e...SORPRESA ***
Capitolo 5: *** il tuo tesoro più prezioso ***
Capitolo 6: *** è pardicolare ***
Capitolo 7: *** quegl'occhi erano solo per lui ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Ciao a tutti/e i lettori/lettrici, è la prima fic che posto in originali, la immaginai vedendo una bambina bellissima una mattina per le strade della mia città che stava di spalle alla foto di ragazzo che faceva il modello per dei costumi di una marca sconosciuta per me e subito ho incominciato ad immaginare pensando ad una scena che poi ha dato vita a tutti i pensieri per la storia, comunque bando alle ciance questo è solo il prologo per farvi incuriosire un pò e farvi capire quanto sia particolare il personaggio, Buona lettura, anche se breve!
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Che palle sempre li stessi canali in TV, non ne posso più di gossip, gossip e ancora GOSSIP! Ma niente di meglio da fare i paparazzi che rompere ai vip?

Oh scusate non mi sono presentata, io sono Anne, Anne Musin, si musin qualcosa in contrario? Ho ben 18 anni suonati, ero del quinto liceo scentifico ,sono una ragazza relativamente normale, che frequentava una scuola relativamente normale e che aveva amici relativamente anormali. Si perchè i ragazzi sono tuttora idioti e le ragazze l'opposto di me! Ho i capelli molto neri, dai riflessi blu insomma, occhi neri e fisico invidiabile se devo essere sincera, ma non pensate che sia una miracolata della natura o che magari abbia pagato chissà quale chirurgo per averlo, io questo fisico me lo sono sudato con corse per pinete e dieta!
Ho la pelle molto chiara perciò mi piace molto vestire di nero, mi sento a mio agio, anche d'estate e non ho caldo!
Molti, anzi tutti i miei compagni mi evitavano, forse perchè sono acida oppure sempre facile da far incavolare non so ma comunque mi stavano alla larga e a me non dispiaceva! Amo stare sola, immergermi nei miei pensieri e vivere di essi, entrare nel mondo che è solo mio, dove posso pensare tutto quello che voglio, immaginare, sognare e sperare anche l'impossibile perchè in quel mondo sono ammessa solo io, odio spettegolare e dire: "hai visto quello....Come veste quello!" Per me è assolutamente inaccettabile una cosa del genere. Anche se uno se ne va con un nido di api in testa non significa che tutti lo devono criticare, fatti SUOI se poi le api gli pungono il naso no?! Purtroppo è una cosa che solo io condivido, solo io apprezzo, perchè tutti non fanno altro che fare ciò che non devono fare, tutto ciò che il buon senso vieta perchè si sa le persone non hanno buon senso. Ecco come la penso e questa che vi sto per raccontare è la storia del mio quinto anno di liceo dove accadde tutto ciò che non doveva succedere, dove l'inimmaginabile successe e dove io dal cuore di ghiaccio......beh ora basta anticipare, dovete leggere o no? Mica posso dire tutto io e il gusto poi dov'è?  Buon divertimento!...Ah dimeticavo.....Niente dimenticato troppo tardi, dovete sorbirvi la storia! Ciaooooo!
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Beh che ve ne pare? Se siete arrivati fin qui o pensavate: "ma questa idiota dove vuola arrivare" o almeno spero potevate pensare :"un pò mi piace!"
In tutte e due i casi recensite e fatemi sapere cosa pensate della storia, anche se la odiate o la trovate schifosa fatemelo sapere!
Baci Baciotti Regina

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Capitolo 2
*** Anne, dispiacere mio! ***


Come ogni giorno presi il pullman, di quelli dove solo gli studenti salgono, che non hanno niente da fare se non spettegolare o roba simile. Io come al solito mi sedetti tranquilla nell'unico posto libero, tranquilla per i fatti miei mentre la cheer-leader di turno passava guardandomi sempre allo stesso modo e dirigendosi verso il gruppo dei più popolari, dei più in, dei più, come li definivano tutti, tutti ovviamente tranne me! Per me non erano i più in, non erano i più popolari ma erano i più idioti e pomposi della scuola. Sapete la cosa più bella, quella che anche ora se ci penso mi fa godere come una matta? Che io non ero disprezzata, nè umiliata, io ero ammirata da tutti e tutte, perchè io ero perfetta. Non mi sto vantando nè sto dicendo un' utopia, assolutamente era la verità, la pura e semplice verità. Quando una delle cheer-leader, una delle più popolari mi si avvicinava aveva quello sguardo di ammirazione e di invidia che io adoravo perchè io ero io e mi sentivo bene nei miei panni, ero perfetta e tutti lo sapevano. Non ero una putt*na affatto, anzi nessuno mi si doveva avvicinare o peggio nessuno mi doveva toccare, era questo che mi differenziava dalle altre. Io ero bella, molto troppo bella ma anche impossibile. Ero il sogno di ogni studenti dalle matricole a quelli dell'ultimo anno, o perchè mi invidiavano o perchè provavano un forte desiderio per me, desiderio ovviamente irrealizzabile, impossibile e questo tutti lo sapevano bene, fin troppo bene. Più volte i più popolari mi volevano inserire nel loro gruppo perchè la mia popolarità nella scuola andava ben oltre la loro, ma io rifiutavo sempre e categoricamente perchè mai e poi mai mi sarei avvicinata a ragazzi come loro, io sarei rimasta sola pur di avere "amici" come loro: le ragazze tutte delle semplici sgualdrine che si passavano chiunque fosse bello e popolare, i ragazzi orribilmente pomposi e sicuri di sè, tanto da disprezzare chiunque non fosse loro simile, cioè firmati fino alle mutande. Non era mondo per me. Io usavo vestirmi bene, di gusto ne avevo anche molto, sapevo abbinare i colori tanto bene da farne venire un insieme armonioso e stupendo ma i miei erano vestiti semplici, senza firme nè altro, apparte le mie inseparabili converse. Ne avevo di ogni tipo colore e forma. Erano la mia passione, mentre altri collezionavano francobolli io collezionavo converse, strano ma vero!
Ero totalmente immersa nei miei pensiero quando uno stupido vociare di piccole ochette mi distrasse, erano le matricole della scuola, le ragazze che guardano e ammirano le cheer-leade e che sicuramente ne sarebbero diventate, patetico!
- Hai sentito la novià?
O che cosa? Il bidello grasso della scuola quest'anno ha perso venti chili? Per loro ogni foglia che si muoveva al vento era una novità, solo il secondo giorno di scuola dell'anno e già c'erano novita? Patetico, ancora!
- No dai dimmi!
Ovvio che la novità non la sa che domanda!
- Quest'anno ci sarà un nuovo studente dell'ultimo anno! Non è magnifico? E sai chi è? Uno famoso! Non so di preciso come si chiama ma dicono che è un modello di fama inernazionale! Non è grazioso!
O si certo grandioso quanto un mal di denti! Che fastidio! Sicuramente sarà uno di quei ragazzi pieni di sè, con la puzza sotto al naso che non fanno altro che pomparsi di quanto sono belli e famosi!
- Woooooow!!!!! E quando arriva?
- Stamattina, ci sarà una limousine ad accompagnarlo, ma entrerà alla seconda ora perchè è arrivato tardi ieri sera!
- Che bello! Non vedo l'ora di vederlo! ma come fai a sapere tutte queste cose?
O si anche io! Non sto più nella pelle! Spero solo che non faccia i miei stessi corsi se no addio pace!!! Ti prego signore fa che sia così!
- Un intervista ieri sera a mezzanotte quando è arrivato! Non è fantastico?
- Grandioso!
Già grandioso che noia!
Ecco cosa mi aspettava, la giornata scolastica più noiosa e terrbile di tutta la mia carriera da studentessa! Non potevo crederci che un altro ragazzo con la puzza sotto al naso sarebbe venuto a scuola. Altra tortura, gridolini e schiamazzi, no io proprio non potevo sopportarlo, era più forte di me, questo gioco non faceva per me.
Quando entrai a scuola si sentiva l'eccitazione degli studenti lontano un miglio, si sentiva un gran vociare e come previsto le urla e gli schiamazzi di stupide ragazzine in piena crisi ormonale. Non potevo proprio sopportare una cosa del genere, non vedevo l'ora che arrivassero le quattro così me ne potevo tornare a casa tranquilla per i fatti miei. Ci voleva ancora molto però. La prima ora volò, è ovvio, era la mia materia preferita: Arte!
Quando si trattava di arte io ero la prima ad alzare la mano, seza nè dubbi nè ripensamenti, la mia matita il mio foglio erano tutto per me! Potevo sognare e fare qualsiasi cosa mi balenasse nella mente qualsiasi cosa volessi con una seplice matita diventava la realtà! Purtroppo però come ogni cosa bella, finisce troppo presto e infatti mi aspettava la seconda nonchè più noiosa ora: Fisica! Proprio non la sopportavo, andavo molto bene si è vero, avevo sempre A ma comunque e sempre non mi piaceva, non faceva per me non l'amavo anzi l'odiavo. E per giunta, cosa altrettanto terribile l'ora si svolgeva nella classe con le oche per eccellenza e i galli per eccellena:
Kira: La ragazza più bella e popolare della scuola, altezzosa vanitosa e piena di sè, non che non fosse bella, anzi sembrava una di quelle barbie perfette, occhi azzurri, capelli biondi, fisico scolpito, avete capito il tipo no? La classica putt*nella che si è fatta tutti i ragazzi più popolari, tutta la squadra di football ..... Che schifo!
Elene: quella con la faccia d'angelo, il viso tondo, le fossette, capelli e occhi castani, fisico anche suo invidiabile e stesse caratteristche di Kira che si riassumono in una sola parola: putt*na!
Poi c'erano Sasha(nome da cane) Angel e Lisa, le tirapiedi come le chiamo io che eseguivano tutti gli ordini di Kira e Elene!
Passiamo ora alla squadra di football:
Mark: il più bello, più ammirato, più simpatico e palestrato della scuola,lo descrivono così e io sono daccordo, ma solo su un punto no, è odioso e pomposo, fastidioso e si crede di essere chissà chi, c'è solo un problema per lui: ME! L'unica ragazza  che non gli cade ai piedi, l'unica che non ha la bava alla bocca quando passa e di questo ne vado più che fiera
Poi c'erano: Matthew, Ken (che si abbina bene a Barbie), Anthony e Thomas, gli scagnozzi di Mark nonchè anche loro pomposi odiosi e montati ma belli sinceramente. Poi c'era il resto della squadra che non vi sto a presentare perchè non erano dell'ultimo anno e perciò non erano in classe con me.
Come al solito, come ogni anno mi posizionai nell'ultimo banco a sinistra vicino le finestre, posto devo dire da privilegiati visto che potevi fare di tutto senza che il professore se ne accorgesse. Come sempre ero in anticipo e come sempre vidi entrare in classe le ochette e i "playboy" tutti insieme appassionatamente che si posizionarono proprio nei banchi dell'ultima fila, nessuno però ha mai avuto il coraggio di sedersi accanto a me, che io incuta timore? Non lo so ma non mi ha mai creato alcun problema!
-  Cosa c'è miss Dark stamatina si è alata male che è arrivata così puntuale e velocemente?
Ecco Kira, non perdeva mai l'occasione di prendermi in giro, per lei io ero miss Dark per il mio abbigliamento e per il mio aspetto anche se quando mi parlava si poteva notare una punta leggera di invidia, cosa che avevano tutte le ragazze della scuola.
- No semplicemente io la mattina al contrario di qualcun'altro al cambio dell'ora non perdo tempo a fare un pompi*o al primo che passa!
- Ma come ti permetti tu brutta......Buongiorno proffessore!
- Buongiorno signorina Livian, la prego si sieda al suo posto!
Il professore, mia salvezza? No sua salveza, perchè giuro avrei potuto prenderla a botte quella mattina, non mi sarei mai e poi mai risparmiata!
- Ragazzi per voi ho una buona notizia questa mattina!
Cos'è la scuola sarà chiusa per sempre? O le miss perfezione del mondo verranno bruciate tutte vive? Preferisco la seconda in realtà!
- Il ragazzo di cui tutti parlano è arrivato, diamo il benvenuto al signor Joseph Sander!
Oh no non può essere, Joseph Sander? Quel Joseph Sander? Ma la vita allora è proprio crudele!
Vi spiego Joseph Sander era ed è un modello di fama internazionale, soprattutto per la sua caratteristica che ammalia tutte le donne di ogni età, i suoi occhi, non sono normali, anzi! Quello sinistro è Blu Notte, molto bello, mentre quello destro è dello stesso colore del ghiaccio, chiarissimo e di un azzurro quasi inesistenete, belli si, particolari che l' hanno reso il modello più ricercato d'America. L'unica cosa era che traspariva secondo me antipatia da tutti i pori! Odioso montato e troppo sicuro di sè, per il suo cu*o sfacciato ora era divetato famoso e non faceva altro che rinfacciarlo! Come avrei potuto sopportarlo per ben 9 mesi? Ancora non me lo spiegavo! Eccolo lì, tutto biondo col suo bel fisivìco alla porta della classe con quel sorrisino da cretino mentre diceva il suo bel ciao e metre tutte le ragazze si scioglievano. Tutte tranne me ovviamente!
- Signor Sanber per il momento l'unico posto libero è li, si vada a sedere vicino la signorina Musin!
Io ero girata verso la finestra e non mi eo accorta che il professore avesse indicato proprio il mio banco, non ci potevo credere, non era possibile una cosa del genere! Io Anne Musin accanto a Joseph Sandber, inammissibile e inaccettabile! Non poteva essere vero!
- Ciao io sono Joseph!Piacere! Tu sei....
- Anne, dispiacere mio! Senti mister perfettino mettiamo subito in chiaro una cosa a scanso di equivoci ok? Con me non si parla, non si flerta nè tantomeno devi criticare me o il mio nome, io non esisto ed esigo di essere lasciata in pace chiaro?
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Ciauuuu Spero che questo chap sia piaciuto! Un ringraziamento a AngelofLove per la recensione, grazie mille spero che questo chap ti sia piaciuto!
Baci bacioni a tutti e recensiteeee!!!! Ciau =D

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Capitolo 3
*** miss impossible ***


storiaaa L' ora di fisica andò malissimo. Io ero intenta a prendere i miei appunti, concentrata, con un occhio coperto dal ciuffo dei capelli e non facevo che pensare alla lezione, senza mai voltarmi, non volevo che pensasse che mi interessava, io ero Anne, l'isolata, l'esclusa della scuola, la più bella ma la più odiata, la più brava ma la più allontanata, io ero Anne e lui non poteva, non doveva pensare che fossi una facile, non gliel'avrei mai permesso!
All'improvviso, così senza un motivo preciso, mi scostò i capelli dagli occhi così che anche lui potesse vedere il mio profilo, li adagiò dietro l'orecchio con una delicatezza che non mi aspettavo minimamente, se non avessi conosciuto bene i ragazzi e i loro modi di fare lo avrei ringraziato perchè anche a me stava dando molto fastidio!
- Scusa chi te l'ha chiesto?
- Ti stava dando fastidio!
Lo disse con una tale semplicità che mi fece salire i nervi, sorrise angelico, dovevo ammetterlo era davvero bello e le voci su di lui avevano ragione, gli occhi erano magnifici, capace di incantare chiunque, chiunque ma non me! Io non lo avrei mai fatto, l'onore me lo averbbe impedito sempre o quasi....
- Non ti ho chiesto niente però!
Lo dissi con astio, nel tono più acido che potessi creare, con quasi rabbia, nessuno osava mai toccarmi e lui non era certo un'eccezione!
- Non te la prendere!
- Il discorso di prima non ti è chiaro forse?
Lo odiavo, non lo potevo sopportare, era più forte di me, quello sguardo tanto angelico mi dava sui nervi, era odioso, pomposo e arrogante, anche con il suo sguardo potevo capire che lui era come tutti gli altri o anche peggio!
- Pensavo scherzassi!
- Impara una cosa: Io non scherzo mai
Da quel momento fu silenzio, non mi diede più fastidio, apparentemente perchè non faceva altro che guardarmi, con la coda dell'occhio mi osservava, mi scrutava, mi studiava ma non dissi nulla, stetti zitta, non mi andava in quel momento di litigare, non ero dell'umore giusto, avevo passato la notte in bianco, ero stanca, con un forte mal di testa e l'ultima cosa che mi serviva era un litigio.
L'ora passò, più velocemente di quanto mi aspettassi. La campanella suonò all'improvviso e quasi sobbalzai, iniziai a raccogliere i miei oggetti e come sempre ultima uscii dall'aula, pensando a cosa mi aspettava a casa, il vero inferno! All'improvviso però mi spaventai, qualcuno mi aveva afferrato il polso, nel bel mezzo del corridoio e sotto gli ochhi di tutti, terribile io odiavo essere al centro dell'attenzione, non mi piaceva essere osservata da tutti!
- Ehi Anne
Ecco chi era, Joseph Sandber, il ragazzo che in un' ora sola era diventato il più popolare. Mi girai con odio verso di lui e vidi che mi scrutò molto scrupolosamente, come se con gli occhi mi potesse fare una radiografia, il suo sguardo poi si fermò sulla scollatura a V della mia maglia. Aveva il solito occhio, quello da pervertito, quello che ti potrebbe mangiare se solo potesse, ormai ci ero abituata e non mi dava più fastidio, era la mia routine ed era diventato anche soddisfacente vedere quelle bocce semiaperte da cui da un momento all'altro sarebbe uscita la bava. Rimasi lì con gli occhi per più di un secondo, senza muoversi, mentre teneva stretto il mio polso. Decisi poi che avrei dovuto prendere in mano la situazione e con due dita gli alzai il mento. Solo in quel momento mi resi conto di quanto noi due fossimo vicini e di quanto mi disgustasse quella distanza, ora eravamo occi negli occhi e per la seconda volta in quella mattina notai quanto fosse bello il suo sguardo, quanto quegl' occhi davvero fossero magnifici, come i giornali di tutta America dicevano. Belli ma troppo arroganti, troppo sicuri.
- Hai finito di guardare?
- Sai che sei bella Anne, anche troppo!
- Lo so!
Risposi con un tono molto seducente, che aveva sempre incantato tutti, ero bella e ne andavo fiera, mi piaceva vantarmene perchè io si che potevo permettermelo, potevo farlo perchè la natura era stata molto dolce con me, ma questo purttroppo l'ho sempre pagato a caro prezzo perchè la mia vita non è stata così dolce, non è stata buona, forse per vendetta o forse per invidia ho sempre pensato che qualcuno più grande e potente di me me la volesse far pagare, ma ormai era un'abitudine.
- Beh allora posso dire che ora tu puoi essere mia, sai è un privilegio perchè sei la prima in tutto il liceo, potresti diventare molto popolare solo standomi vicino.
Questa battuta l'avevo sentita dire mille volte, non era la prima e non sarebbe stata l'ultima, sapevo bene cosa fare con ragazzi come lui, più volte mi era stato detto da tutti i più popolari, da tutti i più belli. La mia risposta era sempre una e una sola secca e decisa: NO!
Mi avvicinai con fare maliziosa, porgendomi quanto bastava in avanti, le mie labbra era vicine al suo orecchio e con voce melodica e decisamente sexy gli risposi come avevo fatto spesso:
- Non mi avrai mai Sandber e non ho bisogno di te per essere popolare. Chiedi di me a chiunque e ne avrai la risposta.
Poi mi allontanai e con il tono più acido che potessi mandare gli dissi ciao, lui era lì impalato e senza parole, non credo se l'aspettasse, forse credeva di abbindolarmi ma ormai per me erano giochetti stupidi, ci ero cascata una volta e ne ho pagato le conseguenze, non ci sarei ricaduta mai più.
* dopo da qualche parte nell'istituto*
- Hei Joseph! Piacere io sono Mark! Hai conosiuto la Musin eh?
- Già, ma è troppo bella!
- La vuoi eh?
- Si...non sai quanto!
- Non sei l'unico qui amico, la vogliono tutti!
- Ma scusa mi ha detto che è popolare ma...
- Lei è la più bella ma la più difficile anzi l'impossibile, la chiamiano Miss Impossible.  Da quando si lasciò con Jan è cambiata, è fredda cattiva e distaccata con tutti, non vuole e non ha contatti con nessuno, sta sempre sola ma questo non cambia il fatto che sia bellissima. Io ci ho provato in mille modi ma è irremovibile. Credimi amico lasciala perdere è una battaglia persa.
- Non per me! Ma chi è questo Jan?
- Il suo ex, era il più popolare e il più bello, era il capitano della squadra di football. Un giorno lei lo beccò a letto con un'altra proprio perchè lei dopo ben tre mesi ancora lo lasciava in bianco. Poi lui mosso dai sensi di colpa partì, nessuno sa dove sia, ma dopo che lei lo scoprì non si fece più vivo. Senti non ti illudere è impossibile averla! Lasciala stare tanto.....Ne puoi avere mille qui credimi.
Lui però era lei che voleva, lei che desiderava non un'altra perchè quegli occhi quando lo videro per la prima volta erano troppo belli. Non sapeva che fare ma sicuramente non si sarebbe arreso.
****************
Vi piace? Scusate il ritardo ma non sapevo proprio cosa scrivere e infatti è orribile questo chap )=....passo ai ringraziamenti:
_Laura_ : grazie mille spero ti piaccia anche questo
soad : Grazie =D continua a leggere succedono taaaante cose
lisettaH: Grazie mille, sisi starò più attenta (me lo dice sempre anche la mia prof, me fessa XD) beh un pò Joseph lo è ma......Comunque scuuuusa se ho inserito anche il tuo nome tra le tirapiedi mi disp ma io in quanto a nomi sono proprio a corto, era il primo che mi era venuto in mente. Cooomunque spero che anche questo ti piaccia e che continuerai a leggere
Grazie anche a:

1 - Ren_91
2 - soad
3 - _Laura_
Che hanno messo la storia tra i preferiti e a tutti i lettori
Baci Bacioni Regina =D





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Capitolo 4
*** ripetzione e...SORPRESA ***


storiaaa Ciaoooo, sentite so che è un pò incasinato ma ho deciso di cambiare narratore, non so perchè ma mi ispira di più così, =P Spero che piaccia questo chap bacioniiiii!

Un' altro giorno era passato e Anne di nuovo si recava a scuola, annoiata e di nuovo completamente sola. Era la sua vita il suo destino e se lo era creata da sola, lei lo aveva voluto e lo aveva ottenuto. Non se ne dispiaceva, anzi! Per lei era una liberazione, la scuola non doveva mai essere la sua vita, la sua vita non era lì ma in un'altro cuore e non poteva farci nulla se era cambiata o se aveva allontanato tutti, era così e tutti lo dovevano accettare.
I
l libro di chimica in mano, lo zaino leggerissimo poggiato su una spalla e lo sguardo assente piano si avvicinava al cancello, vestita sempre con un pantalone nero ed una maglia semplice a girocollo sempre nera.
Poco prima, però, di fare il primo passo per varcare quell' entrata un ragazzo odioso e altamente antipatico le si parò davanti e chi se non Joseph. Non era la mattinata giusta, non per lei, non lo voleva affrontare, era già nervosa di suo, non ci si doveva mettere anche lui.

- Hei Musin, cos'è gira male stamattina?
- Levati dai piedi Sandber
- Sei acida, sciogliti un pò!

Così le aveva detto, accarezzandole con un dito il braccio destro, a quel gesto lei si paralizzò, nessun ragazzo, dopo Jen si era mai azzardato, sapevano che lei non lo avrebbe mai accettato e chiunque aveva paura di una sua reazione. Ovviamente il nuovo della scuola non poteva immaginarlo e questo la irritò parecchio.
Senza pensarci su due volte, una volta che lui ritirò il braccio, lei gli sferrò uno di quegli schiaffi che non scordi facilmente, duro e forte quasi...cattivo. Si cattivo è la parola adatta.

- Hei ma come....
- NESSUNO MI DEVE TOCCARE! MAI!
- Non dovevi osare stupida ragazzina!

Le puntò il dito contro, accusatorio, ma questo non intimidì affatto Anne, tutt'altro! La fece infuriare ancora di più, nessuno mai aveva violato quel muro di indiffrenza che lei stessa aveva creato e di certo non c'erano eccezioni, nemmeno a quello stupido del Sandber.

- Come osi tu chiamare me ragazzina? Non ti devi permettere! Io non te lo permetto, nessuno mi deve toccare nè tantomeno insultare e di certo non lo permetto a te, non m' importa che sei Joseph Sandber, per me sei solo un normale coglione da quattro soldi. Ti è chiaro? Non osare MAI più!

Joseph fu paralizzato dalle parole, non tanto per le parole stesse ma per il modo in cui gli furono rivolse, freddamente, cattive e crudeli. Nessuno mai gli aveva parlato così perchè lui era Sanber, e credetemi fu lui stesso chetempo dopo me lo confermò.
Da quel giorno tra i due si creò un muro di cemento armato, inviolabile per entrambi. Tra loro non si parlavano affatto, tranne che per qualche monosillabo detto per rabbonire i professori, visto che il consiglio aveva deciso di farli stare vicini, per spingere l'una ad essere meno asociale, e l'altro ad essere meno volubile. Così avevano detto ed entrambi incominciarono a provare un odio profondo verso i loro superiori e comunque la convivenza scolastica forzata non aveva cambiato niente fra loro, odio, disprezzo e indifferenza aleggiava sopra le loro teste, ma che non durò per molto.
Era l'ora di fisica e Anne era stata appena interrogata, una A meno le era stata assegnata, e lei sempre col suo modo di fare indifferente tornò tranquillamente al suo posto, ansiosa di andar via, perchè mancavano solo dieci minuti alle quattro, non sapeva però che quei dieci minuti per lei, in quel momento, sarebbero stati indimenticabili.

- Signor Sandber, vuole venire perfavore qui alla cattedra e esporci la lezione del giorno?
- Mi spiace professore ma non sono preparato, sa ieri c'è stata un'intervista!

Pensava, come faceva ormai con tutti i professori, che, con quel sorriso ammaliatore e con quell'aria da bambino innocente, avrebbe saltato la sua F, ma col professore di Fisica non funzionava, lui odiava qualsiasi genere di adolescente, famoso o non, erano tutti spinellati, drogati e delinquenti e infatti la F non gli fu esonerata nemmeno a lui.

- Mi spiace per te ma non mi importa. Signor Sandber è cosciente che può essere bocciato nella mia materia? Le servirebbe un piccolo aiutino non crede?
- Vuol dire che frequenterò un corso privato.

Detto questo incominciò a dondolarsi sulla sua sedia, col le mani dietro la nuca, beato e fregandosene di quello che il professore gli aveva appena detto. Ovviamente, siccome ingombrava molto spazio, Anne a ogni dondolio era costretta a scansarsi per evitare che una gomitata le arrivasse dritta dritta nell'occhio ma non si lamentava. Tutta la classe, poi, tranne loro due, si immobilizzò davanti al sorriso malefico che il loro professore di fisica aveva appena creato. Infatti l' uomo sapeva bene le "piccole" divergenze che c'erano tra i due e l'odio che tra loro aleggiava e colse "la palla al balzo" per procreare con la sua mente maligna qualcosa di terribile per entrambi, penso abbiate capito no?

- Signor Sandber, io credo che un professore non possa aiutarla molto vista la sua situazione. Lei ha bisogno di un' altro tipo di aiuto.

In quel momento sia Anne che Joseph si bloccarono, qualsiasi movimento stessero compiendo, fi bloccato da una strana sensazione in comune, facendo due più due...

- Io credo che la signorina Musin la possa aiutare, è la mia alunna migliore dopotutto!

....si ottiene quattro!
Anne in quell'istante odiò se stessa e la sua mania di avere sempre A, non poteva accontentarsi di sempli B?
Joseph maledì se stesso per essere sempre stato così pigro.
Dovevano lavorare insieme? Assolutamente NO!

- Non se ne parla! Io non lavoro con lui/lei!

Lo dissero insieme, all'unisolo, come se si fossero letti nel pensiero. Si guardarono disgustati per ciò ebbero fatto ma il professore pensò bene di replicare.

- Vedete siete più simili di quanto credete! Andrete benissimo!
- Professore, mi scusi, ma io preferisco non aiutare gli inetti!
- Inetto io?
- Si tu! Non sono io quella che ha F in fisica!
- Perforza, non hai un cazzo da fare dalla mattina alla sera e quindi studi.
- Ma come ti permetti, tu cosa ne sai della mia vita?
- Ragazzi ora BASTA! Ho deciso così e così sarà.

Entrambi incrociarono le braccia e sbuffarono, zititi dal loro professore. Sembravano proprio due bambini capricciosi
La campanella poi suonò, tutti gli studenti, uno ad uno uscirono velocemente, ansiosi di allontanarsi da quella struttura. Tutti tranne due e noi sappiamo bene chi...

- Sandber!

Anne piano e freddamente chiamò Joseph, che, come sempre, stava pavoneggiandosi mentre le ragazze più belle della scuola pendevano dalle sue labbra.

- SANDBER!

Questa volta non fu piano ma freddamente lo stesso!

- Musin, che vuoi?
Le si avvicinò in un modo che doveva essere da figo, ma non di certo per Anne, per lei era da idiota cronico.
-
 Dobbiamo parlare delle ripetizioni
- Mi dispiace ma a casa mia non si può, odio avere ospiti a casa!
- Stessa cosa vale per me! Ci vediamo all'angolo prima della biblioteca alle sei, io rimarrò lì dieci minuti, alle sei e undici non ci sarò più. Vedi di essere puntuale.
- Ci sarò

Erano entrambi sconsolati al solo pensiero di dover passare qualche ora, che non fosse scolastica, insieme. Nessuno dei due lo voleva, nessuno dei due poteva immaginarlo e nessuno dei due sapeva che avrebbe cambiato ogni cosa....Forse!

Sei e due, Anne è davanti alla biblioteca da ben due minuti ad aspettare, secondo lei, un inetto senza cervello pomposo e odioso. Il libro di fisica in mano e sguardo puntato sull' orologio. Era in ritardo, perforza lui era una star e le star si fanno aspettare.

- Che primadonna! Fanculo Sandber!

Sei e undici, ovviamente il Sandber ancora non si era presentato e Anne scattato l'orologio stava incominciando as allontanarsi verso casa, ovviamente era quello ciò che si aspettava, Sandber non si sarebbe mai abbassato a seguire le ripetizioni da un'alunna, specie se fosse stata lei l'alunna. Non sapeva però che lui provasse una forte attrazione per la Musin, fin dal primo secondo che l'aveva vista, ma si limitava solo a quella fisica perchè moralmente era da odiare.
I suoi pensieri omicidi verso Joseph, però, furono frenati dallo schiamazzare stonato di un clacson. Sembrava, pensò Anne, un miale in calore!

- Hei Musin, non andare via, mi vedi sono arrivato!
- Mi spiace Sandber, tempo scaduto! Me ne torno a casa!
- Ma dai ci siamo incontrati, per dieci minuti....Su che ti frega!
- Va bene, solo perchè è il primo giorno ma non aspettarti che faccia sempre così!
- Ok!

Piano si avviarono verso la biblioteca, a passo lento e sconsolato, consapevoli entrambi dell'inferno che li aspettava.

- Un vettore è come una freccia Sandber, hai mai visto una freccia? Quella linea con la punta alla fine...
- Sisi so cos'è, non mi assillare!
- Shhhh

La bibliotecaria, una vecchia zitella dagli occhiali a mezza luna li zittì, stavano urlando e si sa, in biblioteca a malapena si può parlare sottovoce

- Senti torniamo a casa ok? Non ne posso più sono due ore che cerchi di spiegarmi ste cose!
- Si in effetti mi sono rotta le palle! Avevo ragione sei un inetto!

Piano si avviarono ognuno verso casa propria, stanchio con un gran mal di testa.
Lei perchè aveva ripetuto almeno mille volte sempre la stessa cosa.
Lui perchè tutte quelle cose non le aveva per niente capite.
Sarebbe stato un periodo moooolto lungo per entrambi e questo era solo l'inizio.

Due settimane passarono dal loro incontro in biblioteca e ormai era routine per entrambi incontrarsi alle sei in punto un angolo prima della biblioteca.
I primi tempi erano terribili, non riuscivano nemmeno a creare un dialogo dal senso preciso, finivano sempre a litigare, anche per le cose più stupide, tipo quando temperare una matita. La bibliotecaria ormai non ne poteva più di quei due, sempre come cane e gatto, ma piano e con un accordo tacito incominciarono a non desiderare ogni giorno la morte dell'altro. Il disprezzo si trasformò in indifferenza e l' indifferenza in reciproca sopportazione. Ce la potevano fare, pensavano, in fondo non era poi così terribile.
Lei piano scoprì che quel Sandber non era l'ipocrita playboy che credeva ma un ragazzo come un altro con qualche mania di grandezza in più che adora stare al centro dell'attenzione senza nemmeno rendersene conto a volte
Lui con l'aiuto della pazienza riuscì a scoprire che dietro la freddezza c'era una ragazza sicura di sè con una strana ma piccola simpatia, non sorrideva molto ma era comunque d'aiuto e poi sppiegava da dio. Insomma era capace di fargli capire la cosa più difficile con due semplici parole. E questo, pensava, era una dote di natura che lui di certo non aveva.
Pian piano incominciarono a fidarsi di più l'uno dell'altra, in biblioteca dialogavano un pò, solo ed unicamente di fisica, ovvio, ma almeno senza uscire fuori martelli giganti o seghe elettriche. A scuola invece i dialoghi erano diventati a monosillabi un pò più eloquenti di quelli che si scambiavano prima e gli sguardi tra loro non erano più omicidi ma bensì di, come detto prima, sopportazione reciproca. E credetemi per due tipi come loro era un grande passo avanti, direi quasi da gigante!

Un giorno poi, un giorno come un'altro, sempre alle sei in punto Anne aspettò il ragazzo all'angolo, come ormai era solita fare. Di solito arrivava alle sei e uno, col fiatone perchè qualche fan lo aveva rincorso, chiedendogli in aurografo o addirittura gettandosi a pesce su di lui. "Ci sono abituato" diceva sempre e senza una risposta si avviavano tranquillamente a quelle porte bianche testimoni del loro incontro.
Quel giorno, ovviamente successe di nuovo e senza attendere risposta, Joseph con accanto Anne si avviò verso la biblioteca. Peccato però che nessuno dei due avesse previsto quel cartello:
" Biblioteca chiusa per inventario"

- Bene, ciao Sandber, io me ne torno a casa!
- Apetta! Senti non l'ho mai fatto prima...
- Cosa?
- Pregare una persona ma ti prego te lo chiedo umilmente! Non mi lasciare oggi, domani quell'idiota mi interroga e ci sono delle cose che ancora non ho capito, se non mi aiuti tu sono fritto e bocciato definitivamente in fisica!

Di certo questo Anne non se l'aspettava, non era da Sandber pregare una persona, nè tantomeno se la persona in questione fosse lei Anne Musin. Ordinava, imponeva pretendeva ma mai pregava. Era decisamente spiazzata dall'uscita del ragazzo che con le mani giunte la guardava con uno sguardo di supplica e, stranamente a quanto si pensi anche la Musin ha un cuore!

- Va bene Sandber, andiamo a casa tua?
- Ehm...Mio fratello ci ha portato una ragazza, è off limits fino alle otto...
- COSA? Senti mi dispiace ma non se ne fa niente!
- Ma...ma ti prego sono nella merda totale se non mi aiuti
- E cosa pretendi? Che ti porti a casa mia?
- Beh....

Si grattò la nuca, un pò in imbarazzo, ma non c'erano secondi fini da parte sua, era veramente fritto se non lo aiutava e questo anche Anne lo sapeva, e dopotutto quella faticaccia non poteva permettersi una brutta figura, ne andava della sua reputazione.

- Sai che mai nessuno è venuto a casa mia vero?
- Beh, si mi è stato detto
- E sai che hai un gran culo se io te lo permetto vero?
- In effetti!
- Va bene, ma sappi che prima devo fare una cosa, che dovevo fare alla fine delle tue ripetizioni ma visto che alle otto non posso riusire di casa lo faccio ora. Tu seguimi in silenzio!
- O...Ok

Si sentiva, Anne, che di quel ragazzo si poteva in qualche modo fidare, non sapeva il perchè ma era una di quelle sensazioni a pelle che non sbagliavano mai. Sperava solo che non ci fosse l' eccezione che conferma la regola.

Erano in un silenzio quasi imbarazzante per entrambi mentre Anne a passo deciso si dirigeva verso una meta ignota per Joseoh, si era fidata di lui, e questo per Sandber era una cosa strane ma che gli faceva piacere. Anne era la prima ragazza che non gli pendeva dalle labbra, la prima che ad un suo sorriso non si scioglieva e òa prima ad aver tirato uno schiaffo alla sua bella guancia candida, inaspetta davvero come cosa da parte sua ma che gli faceva piacere, con lei lui poteva essere Joseoh, non Joseoh Sandber, e anche se veniva insultato o deriso in continuazione, era consapevole comunque che quella ragazza era diversa dalle altre.

Si fermarono dopo ben dieci minuti di camminata, non gli era stato detto quale era la meta, ma ora era proprio lì, davanti a lui

- Asilo girotondo? Cos'è Musin? Hai dimenticato il biberon?
 - Zitto Sanber!

Il tono era enormemente gelido e duro ma aveva perso ormai quella cattiveria, solo a lui era concesso e di questo Joseph poteva ma non se ne vantava, in fondo era semore gelido no?

- Anne tesoro! Già di ritorno?

Una donna, sulla cinquantina, alta bionda (ossigenata) e magrissima accolse Anne a braccia aperte e un gran sorriso, c'era la gioia nei suoi occhi, la gioia che Joseph non vedeva da tempo. Lui era abituato a sorrisi di circostanza e sguardi annoiati, quello della donna era caldo rassicurante...materno.

- Si Marie, oggi mi sono sbrigata prima, e siccome non posso venire dopo sono venuta adesso!
- E quel bel fustacchione chi è? Il tuo ragazzo? O meno male non ne potevo più di...
- Nonono hai capito male, lui è il ragazzo a cui dò ripetizioni!

Joseph stranamente era arrossato sentendo le allusioni della donna, non se ne spiegava davvero il motivo, i suoi pensieri però furono distratti da una piccola e bellissima bambina dai codini neri che correndo si avvicinava. 
Un largo e dolce sorriso si allargò sul volto di Anne. Non l'aveva mai vista così, era bella! Quel sorriso così calmo dolce non aveva nulla dell'acidità a cui lui stesso era abituato, si perswe nell'osservare i suoi occhi neri irradiare una luce dolcissima.
In quel momento Anne era davvero meravigliosa, semplice ma bellissima come mai e poi mai Joseph si sarebbe aspettato di vedere. La ragazza si piegò sui talloni mentre la bimba le correva in conto urlando:

- Mamma!

Mamma? Come...?

****************
Eccomi!!!!! Scusate l'immenso ritardo chiedo perdono umilmente! Scusate ma vado di frettissima perciò grazie a tutti  chiedo scusa per eventuali errori ma sono di fretta come ho già detto Notte notte e spero che questo chap vi sia piaciuto! Bacioni!






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Capitolo 5
*** il tuo tesoro più prezioso ***


d Mamma...aveva detto davvero quella parolina? Si, ed era stata uno shock per Joseph, il colpo era stato forte potente e lui lo aveva attutito in pieno. Mille domande in pochi secondi vagarono nella sua mente, una più impossibile ma plausibile dell'altra. Assurdo, totalmente assurdo. Assurdo quasi quanto il fatto stesso di vedere negli ochhi di Anne quel sorriso così dolce e caldo che nemmenno i suoi sogni più remoti avevano immaginato. Era dannatamente bella così. Teneva la piccola in braccio e sorrideva, gli occhi le brillavano ed era.....Felice, si felice era la parola adatta.

- Che hai Sandber?
- I...Io...Che...Come...
- Hei hei compra un pò di parole non ti si capisce niente!
- Hai una figlia?

Fu un sussurro, un flebile, minuscolo sussurro. La donna, la quale doveva essere probabilmente la direttrice dell' asilo sorrideva, sambrava che la scena la divertisse, mentre Anne era imbarazzata, non l'aveva mai rivelato a nessuno, era stato strano e difficile pensare di poterlo dire, aveva fatto una pazzia, ora sinceramente il suo segreto era andato a puttane, si poteva fidare di Joseph? Sarebbe mai stato zitto? Aveva fatto una mossa azzardata e non sapeva se pentirsene o meno.

-Si, a quanto pare

Ea acida ma comunque preoccupata, chissà ora la sua reazione quale poteva essere, prima balbettava, poi era incredulo e ora....Rideva? Ebbene si signori, il signorino Joseph Sandber era scoppiato in una sonora e fragorosa risata, alquanto tesa ma comunque una risata.

- Che hai da ridere?

Già, che aveva da ridere, tutto si aspettava tranne che questo.

- Mamma ma è scemo?

Ecco l'ingenuità di una bambina o come si dice la bocca della sincerità, che dir si voglia ma la bambina, a detta di Anne, aveva perfettamente ragione. Era tutto scemo.

- Cioè io...pazzesco..

Non riusciva a parlare per come rideva, le braccia che abbracciavano la pancia, le lacrime agli occhi, era pazzo? Si decisamente!

- Cosa pazzesco?
- Tutti a scuola sono convinti che tu sia una verginella isterica! E' pazzesco, hai persino una figlia!!!!
- Già esilarante!

A differenza di Joseph, che non smettevadi ridere, il tono di Anne era decisamente troppo sarcastico e la bambina, dal canto suo, non aveva capito assolutamente niente.
Rieva? Già rideva, come un forsennato o più precisamente come un ubriaco assatanato se proprio vogliamo essre drastici.
Nessuna delle tre sapeva che dire, Anne era paralizzata e senza parole, la picola non ci stava capendo nulla e si chiedeva nella sua piccola testolina cosa volesse dire verginella isterica, perchè, pensava, se era un insulto alla sua mamma le avrebbe spernacchiato addosso tutta la saliva che aveva in bocca. La direttrice, invece, era semplicemente divertita dalla scena che aveva davanti, non parlava ma aveva una voglia matta di ridere a crepapelle proprio come quel giovane stava facendo davanti a lei.

- Scusi la può smettere di ridere? E' strano quando fa così!

Lui smise all'istante di ridere, la voce della bimba era angelica ma ugualmente acida, e sentirsi dire a quel tono una cosa simile era davvero strano.

- Scusa piccola, ma perfavore non sono vecchio dammi del tu!
- Evie! Non si dice alle persone che sono strane!
- Ma mamma lui ha incominciato a ridere senza motivo!
- Non si dice!
- Va bene!

Aveva messo il muso ma era bellissima ugualmente. Più Joseph la osservava e più vedeva tutto della madre in lei. Capelli e occhi neri, snella e bella, di certo da grande sarebbe stata una favola proprio come la madre e a quanto gli sembrava aveva anche il suo stesso caratterino. Sicuramente non aveva più di 4 anni, ma si vedeva già dagli occhi quanto fosse sveglia e intelligente.

- Senti ora possiamo andare?
- Eh? Ah sisi va bene!
- Ciao Marie a domani!
- Ciao Marie!
- Ciao belle. Ragazzo ti posso parlare un secondo?
- Marie?
- Tranquilla Anne!
- Ok io mi avvio!

La ragazza, con la bimba per mano si era allontanata per lasciare un secondo di privacy ai due.
Joseph invece era perplesso. Cosa voleva quella donna da lui? Che volesse......? Orrore e negazione immediati.

- Senti non sarò io a dirti la verità ma non giudicare Anne, è una ragazza fantastica e una mamma invidiabile. Sei un bravo ragazzo, si legge nei tuoi occhi ma sii discreto e soprattutto se Anne ti ha voluto rivelre il segreto si fida di te, quindi caro, tieni quella ragazza come il tuo tesoro più prezioso perchè davvero lo è.

Era sollevato almeno non voleva...Brr che orrore, ma avea sentito bene..

- Ma lei come...

- La conosco da quando aveva ben 10 giorni e so bene com'è fatta. Stalle vicino e rispettala perchè di ragazze come lei in giro ce ne sono davvero poche! Va ora! Ciao Sanber!
- Arrivederci.

Perplesso e confuso erano le parole giuste, era perplesso e le domande nella sua testa erano arrivate a quota tremila.

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Ciauuuuu!!!!!!!! Nemmeno una recensione ç_ç!!! Che tristezza ma almeno posso ringraziare i 100 (cento O.O) che hanno letto il chap e chi ha la storia tra i preferiti,
1 - AYRILL
2 - Cherasade
3 - flori
4 - Giuly_94
5 - Ren_91
6 - soad
7 - willun10
8 - _Laura_

anche se una minuscolissima recensione me la potreste lasciare???? Se non vi piace non c'è problema, la cancello ma vi prego fatemi levare il dubbio...Non mi arrabbio accolgo ogni tipo di critica bella o brutta! Bacionissimi Regina (=

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Capitolo 6
*** è pardicolare ***


d

Ok se prima era perplesso ora la sua testa non sapeva cosa pensare.... Le domande erano arrivate a quota diecimila e non sapeva spiegarsi nulla di quello che stava succedendo, una sua compagna, anzi no LA compagna di scuola per eccellenza aveva una figlia, una bimba, bellissima dolcissima ma pur sempre una bimba e pensare che per lui era la verginella isterica come tutti gli avevano detto!

Stava dietro Anne, la osservava mentre lei guardava con infinita dolcezza la piccola, era davvero bella e più la vedeva e più si rendeva conto che quegl'occhi erano davvero capaci di amare, non erano sempre freddi e ciò gli dimostrò che anche Anne Musin poteva avere un cuore.

Anne dal canto suo aveva un' enorme paura, paura soprattutto di dire la verità, di come quella piccola fosse nata, di tutto il male che aveva passato, delle sue sofferenze, di come il suo cuore piano piano, se non per la sua piccola, non batteva più, di come i suoi occhi non sorridevano più.

Aveva fatto una pazzia a dirgli la verità, anzi a mostrargliela perchè sicuramente se gliel'avesse detto non ci avrebbe mai creduto e le avrebbe riso in faccia, cosa che però fece comunque.

Gli stava davanti, con la paura di girarsi e vederlo trafficare con il telefonino, intento a mandare sms a tutti per avvisarli della bella novella. Quasi quattro anni erano passati ma mai nessuno lo aveva scoperto e ora? Per dare delle stupide ripetizioni di fisica e per salvare la sua reputazione si era messa nei casini.

Mentre osservava la sua piccola si ripeteva nella testa quanto idiota fosse stata.

- Scusa Anne...Potete rallentare, non riesco a seguire il vostro passo.
- Hai sentito Evie? Abbiamo con noi un ragazzo pappamolla!
- sisi...Mamma che vuol dire pappamolla?
- Piccola vuol dire che non sa fare niente, come la tua mamma!
- La mamma non è pappamolla...La mamma è brava!
- Già Sandber non ti lamentare, la mamma è brava!

Erano ridicoli tutti e tre, sembravano davvero una coppietta felice, anzi più che felice solo una coppietta con una bimba, forse troppo giovani ma troppo carini insieme.

La bimba anche se non lo dava a vedere già adorava quel ragazzino che le stava affianco e in un gesto repentino gli diede la mano, così si ritrovò in mezzo tra due persone che, anche se per una era troppo presto,  adorava più della sua stessa vita.

 Era una bimba ma credetemi quando vi dico che chi ha quattro anni a volte è più intelligente di chi invece è ormai "maturo" e Evie ne era la dimostrazione!

- Piccola come ti chiami?
 
Domanda idiota, pensò Anne, aveva pronunciato il nome della figlia più di una volta, forse aveva fatto orecchio da mercante però.

- Io sono Evie!
- Sai Evie sei proprio bella!
- Tu invece sei strano!
- Evie cosa ti ho detto?
- Ma mamma! I suoi occhi sono diversi è....strano!
- Amore si dice particolare no strano!
- Pardicolare?
- Particolare piccola Evie, comunque piacere io sono Joseph.

Le porse la mano, era la prima volta che la bimba vedeva una cosa simile e non faceva che osservare quella mano che era tesa verso di lei. In quel momento Anne desiderava solo scoppiare a ridere perchè lo sguardo era inimitabile.

- Amore gli devi dare la mano e dire piacere.
- Ah....piacere

Quelle due mani a confronto erano così diverse, l'una grande l'altra piccina, un contrasto bellisimo ma alquanto particolare.

- Mamma mamma volgio il gelato! Mi prendi il gelato? Daiiiiii
- Amore è impossibile io e Joseph abbiamo da fare, è già tardi!
- Ma mamma!
- Già, ma mamma! Anch' io sai Musin gradirei un gelato, ovviamente se offri tu!
- Sandber, se dovessimo comprare un gelato, di certo non lo offrirei a te!
- Siiii andiamo a prendere il gelato!
- Io non ho detto....
- Grazie mamma!

Si era incastrata da sola, doveva ammettere però che un gelato non le dispiaceva, faceva caldo e la gelateria che di solito frequentava faceva gelati da favola.

Si avviarono e in nemmeno cinque minuti entrarono in un locale molto piccolo dal bacone ristretto dove diversi gelati facevano la loro "sfilata".

Per la bimba fu una coppa gigantesca al gusto di cioccolato e panna, mentre Anne preferì fragola e limone. Come era già stato detto, però, a Joseph non fu dato nulla, infatti tutto quello che veniva detto da Anne veniva poi mantenuto.

- Joseph, tu niente gelato?
- No piccola la mamma non me lo ha offerto.
- Peccato.

Si erano seduti su di una panchina nel parco e tutte e due le ragazze si godevano un sano ed ottimo gelato mentre Joseph osservava la scena molto invidioso, ma dopotutto se l'era cercata. Evie era in mezzo ai due, come una piccola e tenerissima famigliola, erano bellissimi, tenerissimi e adorabili.

- Joseph ti posso fare una domanda?
- Si piccola dimmi!
- Sei tu il mio papà?

Bella domanda! In quel momento il ragazzo non voleva fare altro che rispondere: "si piccola sono il tuo papà". Peccato però che non abbia mai saputo mentire.

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Ciau scusate ma ho molta fretta perchè è tardi e tra un pò devo spegnere tutto, faccio dei ringraziamenti veloci a chi ha recensito e davvero GRAZIE di cuore a tutti quelli che mi hanno fatto i complimenti che per me sono davvero oro colato soprattutto perchè fatti da persone che davvero stimo molto, non me lo aspettavo davero, grazie grazie grazie grazie mille. Grazie anche a chi ha la storia tra i preferiti, e anche chi legge grazie taaanto tanto. Scusate ma vi saluto spero, anche se è davvero picolo, che questo chap vi sia piaciuto quindi please recensite...Baci bacioni baciotti Regina


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Capitolo 7
*** quegl'occhi erano solo per lui ***


Gli facevano tenerezza quegl’occhi così speranzosi, era davvero una bellissima bambina.
Avrebbe voluto davvero rispondere con un gran sì a quella domanda ma purtroppo non poteva e non sapeva mentirle. Lo sguardo di Anne cambiò del tutto, prima era sereno, ora più che mai agitato anche se la domanda un po’ se l’ aspettava.

- Evie!
- Ma mamma…
-Dai vai a giocare sullo scivolo
- Si

La piccola si allontanò verso lo scivolo piano ma in ogni caso con un sorriso sulle labbra, forse aveva già dimenticato quella domanda o forse non le importava molto.

- Scusala, fa così ogni volta che qualche ragazzo le si avvicina…Mi dispiace.
-Sai Anne…E’ la prima volta che mi chiedi scusa
-Già non l’avevo notato!

Era triste però perché ogni giorno aveva la paura di far mancare qualcosa alla sua bambina, anche perché i bimbi hanno bisogno di un uomo grande affianco per la crescita e lei questo non ha mai saputo darlo.

-Hei sorridi Musin, sei bellissima quando sorridi.

Era sincero, lo pensava davvero, i suoi occhi, quando lei sorrideva, assumevano un’espressione bellissima.

-Sai…Io non so come ho fatto a crescerla fino ad ora, è così bella!
-Già…Scusa ma potrei avere delle spiegazioni ora? Sai la mia testa non fa che porre domande cui non c’è una risposta logica…Sai com’è non è da tutti i giorni una cosa del genere.
-E perché dovrei?  Ho una figlia basta no?
-A me non basta…Vedi tutti a scuola pensano che quell’idiota ti abbia lasciata perché tu non ci volevi andare a letto ma mi sembra tutto il contrario…O sbaglio?
-Chi ti dice che sia lui il padre?
-Non essere acida Anne, ora mi dispiace con me non ti riesce più.

Già, non riusciva più ad essere acida con quel Sandber, forse era perché gli aveva svelato il segreto più grande della sua vita o forse, peggio ancora, perché si era fidata di lui.

-Chi mi dice che domani non lo racconterai a tutti se te lo dico?
-Lo stesso motivo per cui mi hai mostrato Evie.

Touchè!

-Era il mio amore impossibile, lo vedevo da lontano e mi piaceva, era bellissimo, il classico principe azzurro che ha però un carattere da stronzo.

Lui in silenzio la osservava mentre parlava piano e raccontava, con le mani serrate sulle ginocchia e lo sguardo fisso davanti a sé, verso la bimba che felice passava da un gioco all’altro del parco.

-Io ero una matricola, bella sì ma piccola, lui aveva diciassette anni ed era al penultimo anno, un idiota a tutti gli effetti ma si sa all’amore non si comanda no? Beh quando lui iniziò a provarci con me quasi non ci credevo, sembrava una delle tante favole dove il più bello s’innamora dell’invisibile. Troppo irreale! Io come una stupida abboccai e ci mettemmo insieme. Come quasi tutte le quattordicenni pensavo fosse una storiella da niente ma come un’idiota mi feci abbindolare. Mi disse che non c’era nessun rischio, io ero troppo piccola per rimanere incinta, diceva, e io abboccai.

Un velo di tristezza coprì gli occhi di Anne, erano ricordi dolorosi che da tempo non uscivano dal cuore, le faceva male, anche troppo ma prima o poi, se ne rendeva conto, ne avrebbe dovuto parlare con qualcuno, anche se ancora non sapeva se quel qualcuno era quello giusto.

-Ero vergine e mi fece molto male, non gli importava niente di me, sai dove fu la mia prima volta?

Non aspettò nemmeno la risposta, stava quasi per piangere se lo sentiva, erano anni che non piangeva, questo le fece capire che la ferita, anche se ci aveva provato mille e mille volte, non si era mai rimarginata, non si era chiusa e faceva male, troppo male.

-Ero in auto con lui, stavamo sentendo una canzone idiota, di quelle hip hop che piacevano a lui, se non ricordo male era “show me the money”…Odio le canzoni hip hop, mi sembrano quasi violente e il più delle volte non hanno un senso. Lui la canticchiava sbattendo le mani sul volante e ogni tanto mi guardava..Era strano quel giorno glielo leggevo negli occhi e questo non mi piaceva.

Non fu interrotta nemmeno da un respiro troppo profondo del ragazzo, la osservava immobile, il viso girato verso di lei e le mani che piano piano stritolavano sempre di più le ginocchia.

-Mi disse che voleva portarmi a cena fuori ma non andammo mai ad un ristorante. Fermò l’auto in mezzo al nulla e mise la musica al massimo. Incominciavo seriamente ad avere paura e glielo dissi ma lui, prima che potessi finire di parlare mi zittì con un bacio, violento, il più brutto che abbia mai dato. Abbassò del tutto il mio sedile e si sdraiò sopra di me. Quel che ricordo è che mi fece male, molto male, io lo dicevo, piangevo ma a lui on importava, se ne fregò, mi scopò e basta. Fu l’esperienza più brutta della mia vita

Stava per piangere, sembrava che le lacrime stessero lottando con gli occhi per come volevano uscire ma lei non lo permise, l’aveva ancora l’orgoglio e sicuramente non avrebbe pianto, non davanti a lui, non davanti a quel damerino.

- Non fu l’ultima volta, anzi, questo si è ripetuto spesso a casa sua, mia. Veniva e se ne andava. Sapevo che mi tradiva ma si sa, quando si è innamorati si fa di tutto anche le più grandi stronzate.


Non abbassava mai lo sguardo mentre raccontava, osservava la sua bambina, la sua gioia più grande, il frutto di un amore non corrisposto.

-Non dimenticherò mai un giorno, all’entrata della scuola, quando lui mi venne incontro correndo, sorrideva e aveva le labbra rosse, come uno che ha appena finito di sbaciucchiarsi con chissà chi, non gli chiesi niente, non dissi niente. Mi limitai ad abbassare lo sguardo, incapace di vedere la prova lampante che mi aveva tradita. Quel figlio di buona donna mi disse una frase che ancora ricordo bene: “Anne ieri il preservativo era rotto”, lo disse con una superficialità tale da farmi cadere le braccia, in quel momento lo volevo strozzare e fare in mille pezzi ma mi limitai a sgranare gli occhi verso il basso ed annuire con il capo. Dopotutto c’era una probabilità su cento che rimanessi incinta. Purtroppo quella probabilità mi derise e io rimasi incinta.


Anche lui in quel momento sgranò gli occhi, di certo non si sarebbe mai aspettato che quel Jan potesse essere un tale stronzo. Ne aveva incontrati molti nella sua vita ma quello li superava tutti. Si era approfittato di appena una ragazzina, senza ritegno, lo aveva fatto e basta.

-Non è finita qui però! Un giorno, dopo che lo scoprii, presi il coraggio a quattro mani e glielo dissi, sempre all’ingresso della scuola, lo presi per il polso e lo tirai in un angolo nascosto. Lo dissi tutto d’un fiato, con gli occhi serrati e lo sguardo basso. Mi fissò per qualche istante ma poi mi disse una delle scusa più squallide del mondo: “Scusa ma mi stanno chiamando, ciao piccola”. Un bacio a stampo e non lo rividi più. Scomparso nel nulla, volatilizzato. A sua casa fu venduta, la scheda del telefonino tagliata. Sparito, sparito nel nulla.

In quel momento le mani di Anne strinsero così tanto le ginocchia che le nocche e le dita divennero bianche. Faceva quasi paura, sembrava che le ginocchia prima o poi sarebbero diventate polvere. Stessa osa valeva per Joseph, se in quel momento avesse avuto sotto le mani quell’idiota gli avrebbe spaccato la faccia.

Faceva male ricordare, come se fosse stato ieri si sentì quel vuoto nello stomaco, perché quella volta, come ora fu come se il mondo le crollò addosso perché era sola con un bimbo in grembo.

-Scusa Anne ma come…Si insomma come hai fatto a tenerlo nascosto?
-Bella domanda, facile ho finto di avere la pertosse, mia zia è medico e mi ha fatto il certificato. Sono stata a casa tutto il periodo della gravidanza. Nessuno mai, come ben sai, l’ha mai scoperto.
-Senti io….
-Non dire niente, non voglio la tua pena né la pena di nessuno. Anche se è stato un errore, anche se ho sofferto, questo mi ha dato il regalo più importante della mia vita, se forse lui mi avesse lasciato così, tanto per, probabilmente avrei sofferto di più. Evie è la gioia della mia vita!

Sorrideva, era felice, lo guardava negli occhi e per la prima volta quello sguardo, quei bellissimi occhi erano solo per lui.

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Caiuuuuuuuu!!! Scusate il chap piccolino, spero vi piaccia! Non so a ma non convince...Coooomunque passo ai ringraziamenti:
alexandrathebest: GRAZIE! Davvero grazie millissime tvb
elisaterra: Grazie mille davvero per i complimenti! No non è una storia vera, ho avuto l'ispirazione vedendo una bimba con i codini neri che stava davanti ad un poster di un modello...E' tutto frutto della mia testolina bacata.

Grazie anche a chi ha letto e messo la fic tra i preferiti! Grazie mille Baci baciotti bacioni Regina!
 

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