An ice-cream with you di BabyzQueeny (/viewuser.php?uid=46489)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Anne, dispiacere mio! ***
Capitolo 3: *** miss impossible ***
Capitolo 4: *** ripetzione e...SORPRESA ***
Capitolo 5: *** il tuo tesoro più prezioso ***
Capitolo 6: *** è pardicolare ***
Capitolo 7: *** quegl'occhi erano solo per lui ***
Capitolo 1 *** prologo ***
Ciao
a tutti/e i lettori/lettrici, è la prima fic che posto in
originali, la immaginai vedendo una bambina bellissima una mattina per
le strade della mia città che stava di spalle alla foto di
ragazzo che faceva il modello per dei costumi di una marca sconosciuta
per me e subito ho incominciato ad immaginare pensando ad una scena che
poi ha dato vita a tutti i pensieri per la storia, comunque bando alle
ciance questo è solo il prologo per farvi incuriosire un
pò e farvi capire quanto sia particolare il personaggio,
Buona lettura, anche se breve!
*************************
Che palle sempre
li stessi canali in TV, non ne posso più di gossip, gossip e
ancora GOSSIP! Ma niente di meglio da fare i paparazzi che rompere ai
vip?
Oh
scusate non mi sono presentata, io sono Anne, Anne Musin, si musin
qualcosa in contrario? Ho ben 18 anni suonati, ero del quinto liceo
scentifico ,sono una ragazza relativamente normale, che frequentava una
scuola relativamente normale e che aveva amici relativamente anormali.
Si perchè i ragazzi sono tuttora idioti e le ragazze
l'opposto di me! Ho i capelli molto neri, dai riflessi blu insomma,
occhi neri e fisico invidiabile se devo essere sincera, ma non pensate
che sia una miracolata della natura o che magari abbia pagato
chissà quale chirurgo per averlo, io questo fisico me lo
sono sudato con corse per pinete e dieta!
Ho
la pelle molto chiara perciò mi piace molto vestire di nero,
mi sento a mio agio, anche d'estate e non ho caldo!
Molti, anzi tutti i miei
compagni mi evitavano, forse perchè sono acida oppure sempre
facile da far incavolare non so ma comunque mi stavano alla larga e a
me non dispiaceva! Amo stare sola, immergermi nei miei pensieri e
vivere di essi, entrare nel mondo che è solo mio, dove posso
pensare tutto quello che voglio, immaginare, sognare e sperare anche
l'impossibile perchè in quel mondo sono ammessa solo io,
odio spettegolare e dire: "hai visto quello....Come veste quello!" Per
me è assolutamente inaccettabile una cosa del genere. Anche
se uno se ne va con un nido di api in testa non significa che tutti lo
devono criticare, fatti SUOI se poi le api gli pungono il naso no?!
Purtroppo è una cosa che solo io condivido, solo io
apprezzo, perchè tutti non fanno altro che fare
ciò che non devono fare, tutto ciò che il buon
senso vieta perchè si sa le persone non hanno buon senso.
Ecco come la penso e questa che vi sto per raccontare è la
storia del mio quinto anno di liceo dove accadde tutto ciò
che non doveva succedere, dove l'inimmaginabile successe e dove io dal
cuore di ghiaccio......beh ora basta anticipare, dovete leggere o no?
Mica posso dire tutto io e il gusto poi dov'è?
Buon divertimento!...Ah dimeticavo.....Niente dimenticato troppo tardi,
dovete sorbirvi la storia! Ciaooooo!
***************
Beh che ve ne pare?
Se siete arrivati fin qui o pensavate: "ma questa idiota dove vuola
arrivare" o almeno spero potevate pensare :"un pò mi piace!"
In tutte e due i casi
recensite e fatemi sapere cosa pensate della storia, anche se la odiate
o la trovate schifosa fatemelo sapere!
Baci Baciotti Regina
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Capitolo 2 *** Anne, dispiacere mio! ***
Come
ogni giorno presi il pullman, di quelli dove solo gli studenti salgono,
che non hanno niente da fare se non spettegolare o roba simile. Io come
al solito mi sedetti tranquilla nell'unico posto libero, tranquilla per
i fatti miei mentre la cheer-leader di turno passava guardandomi sempre
allo stesso modo e dirigendosi verso il gruppo dei più
popolari, dei più in, dei più, come li definivano
tutti, tutti ovviamente tranne me! Per me non erano i più
in, non erano i più popolari ma erano i più
idioti e pomposi della scuola. Sapete la cosa più bella,
quella che anche ora se ci penso mi fa godere come una matta? Che io
non ero disprezzata, nè umiliata, io ero ammirata da tutti e
tutte, perchè io ero perfetta. Non mi sto vantando
nè sto dicendo un' utopia, assolutamente era la
verità, la pura e semplice verità. Quando una
delle cheer-leader, una delle più popolari mi si avvicinava
aveva quello sguardo di ammirazione e di invidia che io adoravo
perchè io ero io e mi sentivo bene nei miei panni, ero
perfetta e tutti lo sapevano. Non ero una putt*na affatto, anzi nessuno
mi si doveva avvicinare o peggio nessuno mi doveva toccare, era questo
che mi differenziava dalle altre. Io ero bella, molto troppo bella ma
anche impossibile. Ero il sogno di ogni studenti dalle matricole a
quelli dell'ultimo anno, o perchè mi invidiavano o
perchè provavano un forte desiderio per me, desiderio
ovviamente irrealizzabile, impossibile e questo tutti lo sapevano bene,
fin troppo bene. Più volte i più popolari mi
volevano inserire nel loro gruppo perchè la mia
popolarità nella scuola andava ben oltre la loro, ma io
rifiutavo sempre e categoricamente perchè mai e poi mai mi
sarei avvicinata a ragazzi come loro, io sarei rimasta sola pur di
avere "amici" come loro: le ragazze tutte delle semplici sgualdrine che
si passavano chiunque fosse bello e popolare, i ragazzi orribilmente
pomposi e sicuri di sè, tanto da disprezzare chiunque non
fosse loro simile, cioè firmati fino alle mutande. Non era
mondo per me. Io usavo vestirmi bene, di gusto ne avevo anche molto,
sapevo abbinare i colori tanto bene da farne venire un insieme
armonioso e stupendo ma i miei erano vestiti semplici, senza firme
nè altro, apparte le mie inseparabili converse. Ne avevo di
ogni tipo colore e forma. Erano la mia passione, mentre altri
collezionavano francobolli io collezionavo converse, strano ma vero!
Ero totalmente immersa nei miei pensiero quando uno stupido vociare di
piccole ochette mi distrasse, erano le matricole della scuola, le
ragazze che guardano e ammirano le cheer-leade e che sicuramente ne
sarebbero diventate, patetico!
- Hai sentito la novià?
O che cosa? Il
bidello grasso della scuola quest'anno ha perso venti chili? Per loro ogni foglia che si
muoveva al vento era una novità, solo il secondo giorno di
scuola dell'anno e già c'erano novita?
Patetico, ancora!
- No dai dimmi!
Ovvio che la
novità non la sa che domanda!
- Quest'anno ci sarà un nuovo studente dell'ultimo anno! Non
è magnifico? E sai chi è? Uno famoso! Non so di
preciso come si chiama ma dicono che è un modello di fama
inernazionale! Non è grazioso!
O si certo
grandioso quanto un mal di denti! Che fastidio! Sicuramente
sarà uno di quei ragazzi pieni di sè, con la
puzza sotto al naso che non fanno altro che pomparsi di quanto sono
belli e famosi!
- Woooooow!!!!! E quando arriva?
- Stamattina, ci sarà una limousine ad accompagnarlo, ma
entrerà alla seconda ora perchè è
arrivato tardi ieri sera!
- Che bello! Non vedo l'ora di vederlo! ma come fai a sapere tutte
queste cose?
O si anche io!
Non sto più nella pelle! Spero solo che non faccia i miei
stessi corsi se no addio pace!!! Ti prego signore fa che sia
così!
- Un intervista ieri sera a mezzanotte quando è arrivato!
Non è fantastico?
- Grandioso!
Già
grandioso che noia!
Ecco cosa mi aspettava, la giornata scolastica più noiosa e
terrbile di tutta la mia carriera da studentessa! Non potevo crederci
che un altro ragazzo con la puzza sotto al naso sarebbe venuto a
scuola. Altra tortura, gridolini e schiamazzi, no io proprio non potevo
sopportarlo, era più forte di me, questo gioco non faceva
per me.
Quando entrai a scuola si sentiva l'eccitazione degli studenti lontano
un miglio, si sentiva un gran vociare e come previsto le urla e gli
schiamazzi di stupide ragazzine in piena crisi ormonale. Non potevo
proprio sopportare una cosa del genere, non vedevo l'ora che
arrivassero le quattro così me ne potevo tornare a casa
tranquilla per i fatti miei. Ci voleva ancora molto però. La
prima ora volò, è ovvio, era la mia materia
preferita: Arte!
Quando si trattava di arte io ero la prima ad alzare la mano, seza
nè dubbi nè ripensamenti, la mia matita il mio
foglio erano tutto per me! Potevo sognare e fare qualsiasi cosa mi
balenasse nella mente qualsiasi cosa volessi con una seplice matita
diventava la realtà! Purtroppo però come ogni
cosa bella, finisce troppo presto e infatti mi aspettava la seconda
nonchè più noiosa ora: Fisica! Proprio non la
sopportavo, andavo molto bene si è vero, avevo sempre A ma
comunque e sempre non mi piaceva, non faceva per me non l'amavo anzi
l'odiavo. E per giunta, cosa altrettanto terribile l'ora si svolgeva
nella classe con le oche per eccellenza e i galli per eccellena:
Kira: La ragazza più bella e popolare della scuola,
altezzosa vanitosa e piena di sè, non che non fosse bella,
anzi sembrava una di quelle barbie perfette, occhi azzurri, capelli
biondi, fisico scolpito, avete capito il tipo no? La classica
putt*nella che si è fatta tutti i ragazzi più
popolari, tutta la squadra di football ..... Che schifo!
Elene: quella con la faccia d'angelo, il viso tondo, le fossette,
capelli e occhi castani, fisico anche suo invidiabile e stesse
caratteristche di Kira che si riassumono in una sola parola: putt*na!
Poi c'erano Sasha(nome da cane) Angel e Lisa, le tirapiedi come le
chiamo io che eseguivano tutti gli ordini di Kira e Elene!
Passiamo ora alla squadra di football:
Mark: il più bello, più ammirato, più
simpatico e palestrato della scuola,lo descrivono così e io
sono daccordo, ma solo su un punto no, è odioso e pomposo,
fastidioso e si crede di essere chissà chi, c'è
solo un problema per lui: ME! L'unica ragazza che non gli
cade ai piedi, l'unica che non ha la bava alla bocca quando passa e di
questo ne vado più che fiera
Poi c'erano: Matthew, Ken (che si abbina bene a Barbie), Anthony e
Thomas, gli scagnozzi di Mark nonchè anche loro pomposi
odiosi e montati ma belli sinceramente. Poi c'era il resto della
squadra che non vi sto a presentare perchè non erano
dell'ultimo anno e perciò non erano in classe con me.
Come al solito, come ogni anno mi posizionai nell'ultimo banco a
sinistra vicino le finestre, posto devo dire da privilegiati visto che
potevi fare di tutto senza che il professore se ne accorgesse. Come
sempre ero in anticipo e come sempre vidi entrare in classe le ochette
e i "playboy" tutti insieme appassionatamente che si posizionarono
proprio nei banchi dell'ultima fila, nessuno però ha mai
avuto il coraggio di sedersi accanto a me, che io incuta timore? Non lo
so ma non mi ha mai creato alcun problema!
- Cosa c'è miss Dark stamatina si è
alata male che è arrivata così puntuale e
velocemente?
Ecco Kira, non perdeva mai l'occasione di prendermi in giro, per lei io
ero miss Dark per il mio abbigliamento e per il mio aspetto anche se
quando mi parlava si poteva notare una punta leggera di invidia, cosa
che avevano tutte le ragazze della scuola.
- No semplicemente io la mattina al contrario di qualcun'altro al
cambio dell'ora non perdo tempo a fare un pompi*o al primo che passa!
- Ma come ti permetti tu brutta......Buongiorno proffessore!
- Buongiorno signorina Livian, la prego si sieda al suo posto!
Il professore, mia salvezza? No sua salveza, perchè giuro
avrei potuto prenderla a botte quella mattina, non mi sarei mai e poi
mai risparmiata!
- Ragazzi per voi ho una buona notizia questa mattina!
Cos'è
la scuola sarà chiusa per sempre? O le miss perfezione del
mondo verranno bruciate tutte vive? Preferisco la seconda in
realtà!
- Il ragazzo di cui tutti parlano è arrivato, diamo il
benvenuto al signor Joseph Sander!
Oh no non
può essere, Joseph Sander? Quel Joseph Sander? Ma la vita
allora è proprio crudele!
Vi spiego Joseph Sander era ed è un modello di fama
internazionale, soprattutto per la sua caratteristica che ammalia tutte
le donne di ogni età, i suoi occhi, non sono normali, anzi!
Quello sinistro è Blu Notte, molto bello, mentre quello
destro è dello stesso colore del ghiaccio, chiarissimo e di
un azzurro quasi inesistenete, belli si, particolari che l' hanno reso
il modello più ricercato d'America. L'unica cosa era che
traspariva secondo me antipatia da tutti i pori! Odioso montato e
troppo sicuro di sè, per il suo cu*o sfacciato ora era
divetato famoso e non faceva altro che rinfacciarlo! Come avrei potuto
sopportarlo per ben 9 mesi? Ancora non me lo spiegavo! Eccolo
lì, tutto biondo col suo bel fisivìco alla porta
della classe con quel sorrisino da cretino mentre diceva il suo bel
ciao e metre tutte le ragazze si scioglievano. Tutte tranne me
ovviamente!
- Signor Sanber per il momento l'unico posto libero è li, si
vada a sedere vicino la signorina Musin!
Io ero girata verso la finestra e non mi eo accorta che il professore
avesse indicato proprio il mio banco, non ci potevo credere, non era
possibile una cosa del genere! Io Anne Musin accanto a Joseph Sandber,
inammissibile e inaccettabile! Non poteva essere vero!
- Ciao io sono Joseph!Piacere! Tu sei....
- Anne, dispiacere mio! Senti mister perfettino mettiamo subito in
chiaro una cosa a scanso di equivoci ok? Con me non si parla, non si
flerta nè tantomeno devi criticare me o il mio nome, io non
esisto ed esigo di essere lasciata in pace chiaro?
***********************
Ciauuuu Spero che
questo chap sia piaciuto! Un ringraziamento a AngelofLove per la
recensione, grazie mille spero che questo chap ti sia piaciuto!
Baci bacioni a tutti
e recensiteeee!!!! Ciau =D
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Capitolo 3 *** miss impossible ***
storiaaa
L' ora di fisica
andò malissimo. Io ero intenta a prendere i miei appunti,
concentrata, con un occhio coperto dal ciuffo dei capelli e non facevo
che pensare alla lezione, senza mai voltarmi, non volevo che pensasse
che mi interessava, io ero Anne, l'isolata, l'esclusa della scuola, la
più bella ma la più odiata, la più
brava ma la più allontanata, io ero Anne e lui non poteva,
non doveva pensare che fossi una facile, non gliel'avrei mai permesso!
All'improvviso, così senza un motivo preciso, mi
scostò i capelli dagli occhi così che anche lui
potesse vedere il mio profilo, li adagiò dietro l'orecchio
con una delicatezza che non mi aspettavo minimamente, se non avessi
conosciuto bene i ragazzi e i loro modi di fare lo avrei ringraziato
perchè anche a me stava dando molto fastidio!
- Scusa chi te l'ha chiesto?
- Ti stava dando fastidio!
Lo disse con una tale semplicità che mi fece salire i nervi,
sorrise angelico, dovevo ammetterlo era davvero bello e le voci su di
lui avevano ragione, gli occhi erano magnifici, capace di incantare
chiunque, chiunque ma non me! Io non lo avrei mai fatto, l'onore me lo
averbbe impedito sempre o quasi....
- Non ti ho chiesto niente però!
Lo dissi con astio, nel tono più acido che potessi creare,
con quasi rabbia, nessuno osava mai toccarmi e lui non era certo
un'eccezione!
- Non te la prendere!
- Il discorso di prima non ti è chiaro forse?
Lo odiavo, non lo potevo sopportare, era più forte di me,
quello sguardo tanto angelico mi dava sui nervi, era odioso, pomposo e
arrogante, anche con il suo sguardo potevo capire che lui era come
tutti gli altri o anche peggio!
- Pensavo scherzassi!
- Impara una cosa: Io non scherzo mai
Da quel momento fu silenzio, non mi diede più fastidio,
apparentemente perchè non faceva altro che guardarmi, con la
coda dell'occhio mi osservava, mi scrutava, mi studiava ma non dissi
nulla, stetti zitta, non mi andava in quel momento di litigare, non ero
dell'umore giusto, avevo passato la notte in bianco, ero stanca, con un
forte mal di testa e l'ultima cosa che mi serviva era un litigio.
L'ora passò, più velocemente di quanto mi
aspettassi. La campanella suonò all'improvviso e quasi
sobbalzai, iniziai a raccogliere i miei oggetti e come sempre ultima
uscii dall'aula, pensando a cosa mi aspettava a casa, il vero inferno!
All'improvviso però mi spaventai, qualcuno mi aveva
afferrato il polso, nel bel mezzo del corridoio e sotto gli ochhi di
tutti, terribile io odiavo essere al centro dell'attenzione, non mi
piaceva essere osservata da tutti!
- Ehi Anne
Ecco chi era, Joseph Sandber, il ragazzo che in un' ora sola era
diventato il più popolare. Mi girai con odio verso di lui e
vidi che mi scrutò molto scrupolosamente, come se con gli
occhi mi potesse fare una radiografia, il suo sguardo poi si
fermò sulla scollatura a V della mia maglia. Aveva il solito
occhio, quello da pervertito, quello che ti potrebbe mangiare se solo
potesse, ormai ci ero abituata e non mi dava più fastidio,
era la mia routine ed era diventato anche soddisfacente vedere quelle
bocce semiaperte da cui da un momento all'altro sarebbe uscita la bava.
Rimasi lì con gli occhi per più di un secondo,
senza muoversi, mentre teneva stretto il mio polso. Decisi poi che
avrei dovuto prendere in mano la situazione e con due dita gli alzai il
mento. Solo in quel momento mi resi conto di quanto noi due fossimo
vicini e di quanto mi disgustasse quella distanza, ora eravamo occi
negli occhi e per la seconda volta in quella mattina notai quanto fosse
bello il suo sguardo, quanto quegl' occhi davvero fossero magnifici,
come i giornali di tutta America dicevano. Belli ma troppo arroganti,
troppo sicuri.
- Hai finito di guardare?
- Sai che sei bella Anne, anche troppo!
- Lo so!
Risposi con un tono molto seducente, che aveva sempre incantato tutti,
ero bella e ne andavo fiera, mi piaceva vantarmene perchè io
si che potevo permettermelo, potevo farlo perchè la natura
era stata molto dolce con me, ma questo purttroppo l'ho sempre pagato a
caro prezzo perchè la mia vita non è stata
così dolce, non è stata buona, forse per vendetta
o forse per invidia ho sempre pensato che qualcuno più
grande e potente di me me la volesse far pagare, ma ormai era
un'abitudine.
- Beh allora posso dire che ora tu puoi essere mia, sai è un
privilegio perchè sei la prima in tutto il liceo, potresti
diventare molto popolare solo standomi vicino.
Questa battuta l'avevo sentita dire mille volte, non era la prima e non
sarebbe stata l'ultima, sapevo bene cosa fare con ragazzi come lui,
più volte mi era stato detto da tutti i più
popolari, da tutti i più belli. La mia risposta era sempre
una e una sola secca e decisa: NO!
Mi avvicinai con fare maliziosa, porgendomi quanto bastava in avanti,
le mie labbra era vicine al suo orecchio e con voce melodica e
decisamente sexy gli risposi come avevo fatto spesso:
- Non mi avrai mai Sandber e non ho bisogno di te per essere popolare.
Chiedi di me a chiunque e ne avrai la risposta.
Poi mi allontanai e con il tono più acido che potessi
mandare gli dissi ciao, lui era lì impalato e senza parole,
non credo se l'aspettasse, forse credeva di abbindolarmi ma ormai per
me erano giochetti stupidi, ci ero cascata una volta e ne ho pagato le
conseguenze, non ci sarei ricaduta mai più.
* dopo da qualche parte nell'istituto*
- Hei Joseph! Piacere io sono Mark! Hai conosiuto la Musin eh?
- Già, ma è troppo bella!
- La vuoi eh?
- Si...non sai quanto!
- Non sei l'unico qui amico, la vogliono tutti!
- Ma scusa mi ha detto che è popolare ma...
- Lei è la più bella ma la più
difficile anzi l'impossibile, la chiamiano Miss Impossible.
Da quando si lasciò con Jan è cambiata,
è fredda cattiva e distaccata con tutti, non vuole e non ha
contatti con nessuno, sta sempre sola ma questo non cambia il fatto che
sia bellissima. Io ci ho provato in mille modi ma è
irremovibile. Credimi amico lasciala perdere è una battaglia
persa.
- Non per me! Ma chi è questo Jan?
- Il suo ex, era il più popolare e il più bello,
era il capitano della squadra di football. Un giorno lei lo
beccò a letto con un'altra proprio perchè lei
dopo ben tre mesi ancora lo lasciava in bianco. Poi lui mosso dai sensi
di colpa partì, nessuno sa dove sia, ma dopo che lei lo
scoprì non si fece più vivo. Senti non ti
illudere è impossibile averla! Lasciala stare tanto.....Ne
puoi avere mille qui credimi.
Lui però era lei che voleva, lei che desiderava non un'altra
perchè quegli occhi quando lo videro per la prima volta
erano troppo belli. Non sapeva che fare ma sicuramente non si sarebbe
arreso.
****************
Vi piace? Scusate
il ritardo ma non sapevo proprio cosa scrivere e infatti è
orribile questo chap )=....passo ai ringraziamenti:
_Laura_ : grazie
mille spero ti piaccia anche questo
soad : Grazie =D
continua a leggere succedono taaaante cose
lisettaH: Grazie
mille, sisi starò più attenta (me lo dice sempre
anche la mia prof, me fessa XD) beh un pò Joseph lo
è ma......Comunque scuuuusa se ho inserito anche il tuo nome
tra le tirapiedi mi disp ma io in quanto a nomi sono proprio a corto,
era il primo che mi era venuto in mente. Cooomunque spero che anche
questo ti piaccia e che continuerai a leggere
Grazie anche a:
1
- Ren_91
2
- soad
3
- _Laura_
Che
hanno messo la storia tra i preferiti e a tutti i lettori
Baci
Bacioni Regina =D
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Capitolo 4 *** ripetzione e...SORPRESA ***
storiaaa
Ciaoooo, sentite so che
è un
pò incasinato ma ho deciso di cambiare narratore, non so
perchè ma mi ispira di più così, =P
Spero che
piaccia questo chap bacioniiiii!
Un' altro giorno era passato e Anne di nuovo si recava a scuola,
annoiata e di nuovo completamente sola. Era la sua vita il suo destino
e se lo era creata da sola, lei lo aveva voluto e lo aveva ottenuto.
Non se ne dispiaceva, anzi! Per lei era una liberazione, la scuola non
doveva mai essere la sua vita, la sua vita non era lì ma in
un'altro cuore e non poteva farci nulla se era cambiata o se aveva
allontanato tutti, era così e tutti lo dovevano accettare.
I
l libro di chimica in mano, lo zaino leggerissimo poggiato su una
spalla e lo sguardo assente piano si avvicinava al cancello, vestita
sempre con un pantalone nero ed una maglia semplice a girocollo sempre
nera.
Poco prima, però, di fare il primo passo per varcare quell'
entrata un ragazzo odioso e altamente antipatico le si parò
davanti e chi se non Joseph. Non era la mattinata giusta, non per lei,
non lo voleva affrontare, era già nervosa di suo, non ci si
doveva mettere anche lui.
- Hei Musin, cos'è gira male stamattina?
- Levati dai piedi Sandber
- Sei acida, sciogliti un pò!
Così le aveva detto, accarezzandole con un dito il braccio
destro, a quel gesto lei si paralizzò, nessun ragazzo, dopo
Jen si
era mai azzardato, sapevano che lei non lo avrebbe mai accettato e
chiunque aveva paura di una sua reazione. Ovviamente il nuovo della
scuola non poteva immaginarlo e questo la irritò parecchio.
Senza pensarci su due volte, una volta che lui ritirò il
braccio, lei gli sferrò uno di quegli schiaffi che non
scordi
facilmente, duro e forte quasi...cattivo. Si cattivo è la
parola
adatta.
- Hei ma come....
- NESSUNO MI DEVE TOCCARE! MAI!
- Non dovevi osare stupida ragazzina!
Le puntò il dito contro, accusatorio, ma questo non
intimidì affatto Anne, tutt'altro! La fece infuriare ancora
di più, nessuno mai aveva violato quel muro di indiffrenza
che lei stessa aveva creato e di certo non c'erano eccezioni, nemmeno a
quello stupido del Sandber.
- Come osi tu chiamare me ragazzina? Non ti devi permettere! Io non te
lo permetto, nessuno mi deve toccare nè tantomeno insultare
e di certo non lo permetto a te, non m' importa che sei Joseph Sandber,
per me sei solo un normale coglione da quattro soldi. Ti è
chiaro? Non osare MAI più!
Joseph fu paralizzato dalle parole, non tanto per le parole stesse ma
per il modo in cui gli furono rivolse, freddamente, cattive e crudeli.
Nessuno mai gli aveva parlato così perchè lui era
Sanber, e credetemi fu lui stesso chetempo dopo me lo
confermò.
Da quel giorno tra i due si creò un muro di cemento armato,
inviolabile per entrambi. Tra loro non si parlavano affatto, tranne che
per qualche monosillabo detto per rabbonire i professori, visto che il
consiglio aveva deciso di farli stare vicini, per spingere l'una ad
essere meno asociale, e l'altro ad essere meno volubile.
Così avevano detto ed entrambi incominciarono a provare un
odio profondo verso i loro superiori e comunque la convivenza
scolastica forzata non aveva cambiato niente fra loro, odio, disprezzo
e indifferenza aleggiava sopra le loro teste, ma che non
durò per molto.
Era l'ora di fisica e Anne era stata appena interrogata, una A meno le
era stata assegnata, e lei sempre col suo modo di fare indifferente
tornò tranquillamente al suo posto, ansiosa di andar via,
perchè mancavano solo dieci minuti alle quattro, non sapeva
però che quei dieci minuti per lei, in quel momento,
sarebbero stati indimenticabili.
- Signor Sandber, vuole venire perfavore qui alla cattedra e esporci la
lezione del giorno?
- Mi spiace professore ma non sono preparato, sa ieri c'è
stata un'intervista!
Pensava, come faceva ormai con tutti i professori, che, con quel
sorriso ammaliatore e con quell'aria da bambino innocente, avrebbe
saltato la sua F, ma col professore di Fisica non funzionava, lui
odiava qualsiasi genere di adolescente, famoso o non, erano tutti
spinellati, drogati e delinquenti e infatti la F non gli fu esonerata
nemmeno a lui.
- Mi spiace per te ma non mi importa. Signor Sandber
è cosciente che può essere bocciato nella mia
materia? Le servirebbe un piccolo aiutino non crede?
- Vuol dire che frequenterò un corso privato.
Detto questo incominciò a dondolarsi sulla sua sedia, col le
mani dietro la nuca, beato e fregandosene di quello che il professore
gli aveva appena detto. Ovviamente, siccome ingombrava molto spazio,
Anne a ogni dondolio era costretta a scansarsi per evitare che una
gomitata le arrivasse dritta dritta nell'occhio ma non si lamentava.
Tutta la classe, poi, tranne loro due, si immobilizzò
davanti al sorriso malefico che il loro professore di fisica aveva
appena creato. Infatti l' uomo sapeva bene le "piccole" divergenze che
c'erano tra i due e l'odio che tra loro aleggiava e colse "la palla al
balzo" per procreare con la sua mente maligna qualcosa di terribile per
entrambi, penso abbiate capito no?
- Signor Sandber, io credo che un professore non possa aiutarla molto
vista la sua situazione. Lei ha bisogno di un' altro tipo di aiuto.
In quel momento sia Anne che Joseph si bloccarono, qualsiasi movimento
stessero compiendo, fi bloccato da una strana sensazione in comune,
facendo due più due...
- Io credo che la signorina Musin la possa aiutare, è la mia
alunna migliore dopotutto!
....si ottiene quattro!
Anne in quell'istante odiò se stessa e la sua mania di avere
sempre A, non poteva accontentarsi di sempli B?
Joseph maledì se stesso per essere sempre stato
così pigro.
Dovevano lavorare insieme? Assolutamente NO!
- Non se ne parla! Io non lavoro con lui/lei!
Lo dissero insieme, all'unisolo, come se si fossero letti nel pensiero.
Si guardarono disgustati per ciò ebbero fatto ma il
professore pensò bene di replicare.
- Vedete siete più simili di quanto credete! Andrete
benissimo!
- Professore, mi scusi, ma io preferisco non aiutare gli inetti!
- Inetto io?
- Si tu! Non sono io quella che ha F in fisica!
- Perforza, non hai un cazzo da fare dalla mattina alla sera e quindi
studi.
- Ma come ti permetti, tu cosa ne sai della mia vita?
- Ragazzi ora BASTA! Ho deciso così e così
sarà.
Entrambi incrociarono le braccia e sbuffarono, zititi dal loro
professore. Sembravano proprio due bambini capricciosi
La campanella poi suonò, tutti gli studenti, uno ad uno
uscirono velocemente, ansiosi di allontanarsi da quella struttura.
Tutti tranne due e noi sappiamo bene chi...
- Sandber!
Anne piano e freddamente chiamò Joseph, che, come sempre,
stava pavoneggiandosi mentre le ragazze più belle della
scuola pendevano dalle sue labbra.
- SANDBER!
Questa volta non fu piano ma freddamente lo stesso!
- Musin, che vuoi?
Le si
avvicinò in un modo che doveva essere da figo, ma non di
certo per Anne, per lei era da idiota cronico.
-
Dobbiamo parlare delle ripetizioni
- Mi dispiace ma a casa mia non si può, odio avere ospiti a
casa!
- Stessa cosa vale per me! Ci vediamo all'angolo prima della biblioteca
alle sei, io rimarrò lì dieci minuti, alle sei e
undici non ci sarò più. Vedi di essere puntuale.
- Ci sarò
Erano entrambi sconsolati al solo pensiero di dover passare qualche
ora, che non fosse scolastica, insieme. Nessuno dei due lo voleva,
nessuno dei due poteva immaginarlo e nessuno dei due sapeva che avrebbe
cambiato ogni cosa....Forse!
Sei e due, Anne è davanti alla biblioteca da ben due minuti
ad aspettare, secondo lei, un inetto senza cervello pomposo e odioso.
Il libro di fisica in mano e sguardo puntato sull' orologio. Era in
ritardo, perforza lui era una star e le star si fanno aspettare.
- Che primadonna! Fanculo Sandber!
Sei e undici, ovviamente il Sandber ancora non si era presentato e Anne
scattato l'orologio stava incominciando as allontanarsi verso casa,
ovviamente era quello ciò che si aspettava, Sandber non si
sarebbe mai abbassato a seguire le ripetizioni da un'alunna, specie se
fosse stata lei l'alunna. Non sapeva però che lui provasse
una forte attrazione per la Musin, fin dal primo secondo che l'aveva
vista, ma si limitava solo a quella fisica perchè moralmente
era da odiare.
I suoi pensieri omicidi verso Joseph, però, furono frenati
dallo schiamazzare stonato di un clacson. Sembrava, pensò
Anne, un miale in calore!
- Hei Musin, non andare via, mi vedi sono arrivato!
- Mi spiace Sandber, tempo scaduto! Me ne torno a casa!
- Ma dai ci siamo incontrati, per dieci minuti....Su che ti frega!
- Va bene, solo perchè è il primo giorno ma non
aspettarti che faccia sempre così!
- Ok!
Piano si avviarono verso la biblioteca, a passo lento e sconsolato,
consapevoli entrambi dell'inferno che li aspettava.
- Un vettore è come una freccia Sandber, hai mai visto una
freccia? Quella linea con la punta alla fine...
- Sisi so cos'è, non mi assillare!
- Shhhh
La bibliotecaria, una vecchia zitella dagli occhiali a mezza luna li
zittì, stavano urlando e si sa, in biblioteca a malapena si
può parlare sottovoce
- Senti torniamo a casa ok? Non ne posso più sono due ore
che cerchi di spiegarmi ste cose!
- Si in effetti mi sono rotta le palle! Avevo ragione sei un inetto!
Piano si avviarono ognuno verso casa propria, stanchio con un gran mal
di testa.
Lei perchè aveva ripetuto almeno mille volte sempre la
stessa cosa.
Lui perchè tutte quelle cose non le aveva per niente capite.
Sarebbe stato un periodo moooolto lungo per entrambi e questo era solo
l'inizio.
Due settimane passarono dal loro incontro in biblioteca e ormai era
routine per entrambi incontrarsi alle sei in punto un angolo prima
della biblioteca.
I primi tempi erano terribili, non riuscivano nemmeno a creare un
dialogo dal senso preciso, finivano sempre a litigare, anche per le
cose più stupide, tipo quando temperare una matita. La
bibliotecaria ormai non ne poteva più di quei due, sempre
come cane e gatto, ma piano e con un accordo tacito incominciarono a
non desiderare ogni giorno la morte dell'altro. Il disprezzo si
trasformò in indifferenza e l' indifferenza in reciproca
sopportazione. Ce la potevano fare, pensavano, in fondo non era poi
così terribile.
Lei piano scoprì che quel Sandber non era l'ipocrita playboy
che credeva ma un ragazzo come un altro con qualche mania di grandezza
in più che adora stare al centro dell'attenzione senza
nemmeno rendersene conto a volte
Lui con l'aiuto della pazienza riuscì a scoprire che dietro
la freddezza c'era una ragazza sicura di sè con una strana
ma piccola simpatia, non sorrideva molto ma era comunque d'aiuto e poi
sppiegava da dio. Insomma era capace di fargli capire la cosa
più difficile con due semplici parole. E questo, pensava,
era una dote di natura che lui di certo non aveva.
Pian piano incominciarono a fidarsi di più l'uno dell'altra,
in biblioteca dialogavano un pò, solo ed unicamente di
fisica, ovvio, ma almeno senza uscire fuori martelli giganti o seghe
elettriche. A scuola invece i dialoghi erano diventati a monosillabi un
pò più eloquenti di quelli che si scambiavano
prima e gli sguardi tra loro non erano più omicidi ma
bensì di, come detto prima, sopportazione reciproca. E
credetemi per due tipi come loro era un grande passo avanti, direi
quasi da gigante!
Un giorno poi, un giorno come un'altro, sempre alle sei in punto Anne
aspettò il ragazzo all'angolo, come ormai era solita fare.
Di solito arrivava alle sei e uno, col fiatone perchè
qualche fan lo aveva rincorso, chiedendogli in aurografo o addirittura
gettandosi a pesce su di lui. "Ci sono abituato" diceva sempre e senza
una risposta si avviavano tranquillamente a quelle porte bianche
testimoni del loro incontro.
Quel giorno, ovviamente successe di nuovo e senza attendere risposta,
Joseph con accanto Anne si avviò verso la biblioteca.
Peccato però che nessuno dei due avesse previsto quel
cartello:
" Biblioteca chiusa per inventario"
- Bene, ciao Sandber, io me ne torno a casa!
- Apetta! Senti non l'ho mai fatto prima...
- Cosa?
- Pregare una persona ma ti prego te lo chiedo umilmente! Non mi
lasciare oggi, domani quell'idiota mi interroga e ci sono delle cose
che ancora non ho capito, se non mi aiuti tu sono fritto e bocciato
definitivamente in fisica!
Di certo questo Anne non se l'aspettava, non era da Sandber pregare una
persona, nè tantomeno se la persona in questione fosse lei
Anne Musin. Ordinava, imponeva pretendeva ma mai pregava. Era
decisamente spiazzata dall'uscita del ragazzo che con le mani giunte la
guardava con uno sguardo di supplica e, stranamente a quanto si pensi
anche la Musin ha un cuore!
- Va bene Sandber, andiamo a casa tua?
- Ehm...Mio fratello ci ha portato una ragazza, è off limits
fino alle otto...
- COSA? Senti mi dispiace ma non se ne fa niente!
- Ma...ma ti prego sono nella merda totale se non mi aiuti
- E cosa pretendi? Che ti porti a casa mia?
- Beh....
Si grattò la nuca, un pò in imbarazzo, ma non
c'erano secondi fini da parte sua, era veramente fritto se non lo
aiutava e questo anche Anne lo sapeva, e dopotutto quella faticaccia
non poteva permettersi una brutta figura, ne andava della sua
reputazione.
- Sai che mai nessuno è venuto a casa mia vero?
- Beh, si mi è stato detto
- E sai che hai un gran culo se io te lo permetto vero?
- In effetti!
- Va bene, ma sappi che prima devo fare una cosa, che dovevo fare alla
fine delle tue ripetizioni ma visto che alle otto non posso riusire di
casa lo faccio ora. Tu seguimi in silenzio!
- O...Ok
Si sentiva, Anne, che di quel ragazzo si poteva in qualche modo fidare,
non sapeva il perchè ma era una di quelle sensazioni a pelle
che non sbagliavano mai. Sperava solo che non ci fosse l' eccezione che
conferma la regola.
Erano in un silenzio quasi imbarazzante per entrambi mentre Anne a
passo deciso si dirigeva verso una meta ignota per Joseoh, si era
fidata di lui, e questo per Sandber era una cosa strane ma che gli
faceva piacere. Anne era la prima ragazza che non gli pendeva dalle
labbra, la prima che ad un suo sorriso non si scioglieva e
òa prima ad aver tirato uno schiaffo alla sua bella guancia
candida, inaspetta davvero come cosa da parte sua ma che gli faceva
piacere, con lei lui poteva essere Joseoh, non Joseoh Sandber, e anche
se veniva insultato o deriso in continuazione, era consapevole comunque
che quella ragazza era diversa dalle altre.
Si fermarono dopo ben dieci minuti di camminata, non gli era stato
detto quale era la meta, ma ora era proprio lì, davanti a lui
- Asilo girotondo? Cos'è Musin? Hai dimenticato il biberon?
- Zitto Sanber!
Il tono era enormemente gelido e duro ma aveva perso ormai quella
cattiveria, solo a lui era concesso e di questo Joseph poteva ma non se
ne vantava, in fondo era semore gelido no?
- Anne tesoro! Già di ritorno?
Una donna, sulla cinquantina, alta bionda (ossigenata) e magrissima
accolse Anne a braccia aperte e un gran sorriso, c'era la gioia nei
suoi occhi, la gioia che Joseph non vedeva da tempo. Lui era abituato a
sorrisi di circostanza e sguardi annoiati, quello della donna era caldo
rassicurante...materno.
- Si Marie, oggi mi sono sbrigata prima, e siccome non posso venire
dopo sono venuta adesso!
- E quel bel fustacchione chi è? Il tuo ragazzo? O meno male
non ne potevo più di...
- Nonono hai capito male, lui è il ragazzo a cui
dò ripetizioni!
Joseph stranamente era arrossato sentendo le allusioni della donna, non
se ne spiegava davvero il motivo, i suoi pensieri però
furono distratti da una piccola e bellissima bambina dai codini neri
che correndo si avvicinava.
Un largo e dolce sorriso si allargò sul volto di Anne. Non
l'aveva mai vista così, era bella! Quel sorriso
così calmo dolce non aveva nulla dell'acidità a
cui lui stesso era abituato, si perswe nell'osservare i suoi occhi neri
irradiare una luce dolcissima.
In quel momento Anne era davvero meravigliosa, semplice ma bellissima
come mai e poi mai Joseph si sarebbe aspettato di vedere. La ragazza si
piegò sui talloni mentre la bimba le correva in conto
urlando:
- Mamma!
Mamma? Come...?
****************
Eccomi!!!!! Scusate
l'immenso ritardo chiedo perdono umilmente! Scusate ma vado di
frettissima perciò grazie a tutti chiedo scusa per
eventuali errori ma sono di fretta come ho già detto Notte
notte e spero che questo chap vi sia piaciuto! Bacioni!
|
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Capitolo 5 *** il tuo tesoro più prezioso ***
d
Mamma...aveva detto
davvero quella parolina? Si, ed era stata uno shock per Joseph, il
colpo era stato forte potente e lui lo aveva attutito in pieno. Mille
domande in pochi secondi vagarono nella sua mente, una più
impossibile ma plausibile dell'altra. Assurdo, totalmente assurdo.
Assurdo quasi quanto il fatto stesso di vedere negli ochhi di Anne quel
sorriso così dolce e caldo che nemmenno i suoi sogni
più remoti avevano immaginato. Era dannatamente bella
così. Teneva la piccola in braccio e sorrideva, gli occhi le
brillavano ed era.....Felice, si felice era la parola adatta.
- Che hai Sandber?
-
I...Io...Che...Come...
- Hei hei compra un
pò di parole non ti si capisce niente!
- Hai una figlia?
Fu un sussurro, un
flebile, minuscolo sussurro. La donna, la quale doveva essere
probabilmente la direttrice dell' asilo sorrideva, sambrava che la
scena la divertisse, mentre Anne era imbarazzata, non l'aveva mai
rivelato a nessuno, era stato strano e difficile pensare di poterlo
dire, aveva fatto una pazzia, ora sinceramente il suo segreto era
andato a puttane, si poteva fidare di Joseph? Sarebbe mai stato zitto?
Aveva fatto una mossa azzardata e non sapeva se pentirsene o meno.
-Si, a quanto pare
Ea acida ma comunque
preoccupata, chissà ora la sua reazione quale poteva essere,
prima balbettava, poi era incredulo e ora....Rideva? Ebbene si signori,
il signorino Joseph Sandber era scoppiato in una sonora e fragorosa
risata, alquanto tesa ma comunque una risata.
- Che hai da ridere?
Già, che
aveva da ridere, tutto si aspettava tranne che questo.
- Mamma ma
è scemo?
Ecco
l'ingenuità di una bambina o come si dice la bocca della
sincerità, che dir si voglia ma la bambina, a detta di Anne,
aveva perfettamente ragione. Era tutto scemo.
- Cioè
io...pazzesco..
Non riusciva a
parlare per come rideva, le braccia che abbracciavano la pancia, le
lacrime agli occhi, era pazzo? Si decisamente!
- Cosa pazzesco?
- Tutti a scuola sono
convinti che tu sia una verginella isterica! E' pazzesco, hai persino
una figlia!!!!
- Già
esilarante!
A differenza di
Joseph, che non smettevadi ridere, il tono di Anne era decisamente
troppo sarcastico e la bambina, dal canto suo, non aveva capito
assolutamente niente.
Rieva? Già
rideva, come un forsennato o più precisamente come un
ubriaco assatanato se proprio vogliamo essre drastici.
Nessuna delle tre
sapeva che dire, Anne era paralizzata e senza parole, la picola non ci
stava capendo nulla e si chiedeva nella sua piccola testolina cosa
volesse dire verginella isterica, perchè, pensava, se era un
insulto alla sua mamma le avrebbe spernacchiato addosso tutta la saliva
che aveva in bocca. La direttrice, invece, era semplicemente divertita
dalla scena che aveva davanti, non parlava ma aveva una voglia matta di
ridere a crepapelle proprio come quel giovane stava facendo davanti a
lei.
- Scusi la
può smettere di ridere? E' strano quando fa così!
Lui smise all'istante
di ridere, la voce della bimba era angelica ma ugualmente acida, e
sentirsi dire a quel tono una cosa simile era davvero strano.
- Scusa piccola, ma
perfavore non sono vecchio dammi del tu!
- Evie! Non si dice
alle persone che sono strane!
- Ma mamma lui ha
incominciato a ridere senza motivo!
- Non si dice!
- Va bene!
Aveva messo il muso
ma era bellissima ugualmente. Più Joseph la osservava e
più vedeva tutto della madre in lei. Capelli e occhi neri,
snella e bella, di certo da grande sarebbe stata una favola proprio
come la madre e a quanto gli sembrava aveva anche il suo stesso
caratterino. Sicuramente non aveva più di 4 anni, ma si
vedeva già dagli occhi quanto fosse sveglia e intelligente.
- Senti ora possiamo
andare?
- Eh? Ah sisi va bene!
- Ciao Marie a domani!
- Ciao Marie!
- Ciao belle. Ragazzo
ti posso parlare un secondo?
- Marie?
- Tranquilla Anne!
- Ok io mi avvio!
La ragazza, con la
bimba per mano si era allontanata per lasciare un secondo di privacy ai
due.
Joseph invece era
perplesso. Cosa voleva quella donna da lui? Che volesse......? Orrore e
negazione immediati.
- Senti non
sarò io a dirti la verità ma non giudicare Anne,
è una ragazza fantastica e una mamma invidiabile. Sei un
bravo ragazzo, si legge nei tuoi occhi ma sii discreto e soprattutto se
Anne ti ha voluto rivelre il segreto si fida di te, quindi caro, tieni
quella ragazza come il tuo tesoro più prezioso
perchè davvero lo è.
Era sollevato almeno non voleva...Brr che orrore, ma avea sentito bene..
- Ma lei come...
- La conosco da
quando aveva ben 10 giorni e so bene com'è fatta. Stalle
vicino e rispettala perchè di ragazze come lei in giro ce ne
sono davvero poche! Va ora! Ciao Sanber!
- Arrivederci.
Perplesso e confuso
erano le parole giuste, era perplesso e le domande nella sua testa
erano arrivate a quota tremila.
************************************************
Ciauuuuu!!!!!!!!
Nemmeno una recensione ç_ç!!! Che tristezza ma
almeno posso ringraziare i 100 (cento O.O) che hanno letto il chap e
chi ha la storia tra i preferiti,
1 - AYRILL
2 - Cherasade
3 - flori
4 - Giuly_94
5 - Ren_91
6 - soad
7 - willun10
8 - _Laura_
anche se una
minuscolissima recensione me la potreste lasciare???? Se non vi piace
non c'è problema, la cancello ma vi prego fatemi levare il
dubbio...Non mi arrabbio accolgo ogni tipo di critica bella o brutta!
Bacionissimi Regina (=
|
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Capitolo 6 *** è pardicolare ***
d
Ok se prima era
perplesso ora la sua testa non sapeva cosa pensare.... Le domande erano
arrivate a quota diecimila e non sapeva spiegarsi nulla di quello che
stava succedendo, una sua compagna, anzi no LA compagna di scuola per
eccellenza aveva una figlia, una bimba, bellissima dolcissima ma pur
sempre una bimba e pensare che per lui era la verginella isterica come
tutti gli avevano detto!
Stava dietro Anne, la osservava mentre lei guardava con infinita
dolcezza la piccola, era davvero bella e più la vedeva e
più si rendeva conto che quegl'occhi erano davvero capaci di
amare, non erano sempre freddi e ciò gli dimostrò
che anche Anne Musin poteva avere un cuore.
Anne dal canto suo aveva un' enorme paura, paura soprattutto di dire la
verità, di come quella piccola fosse nata, di tutto il male
che aveva passato, delle sue sofferenze, di come il suo cuore piano
piano, se non per la sua piccola, non batteva più, di come i
suoi occhi non sorridevano più.
Aveva fatto una pazzia a dirgli la verità, anzi a
mostrargliela perchè sicuramente se gliel'avesse detto non
ci avrebbe mai creduto e le avrebbe riso in faccia, cosa che
però fece comunque.
Gli stava davanti, con la paura di girarsi e vederlo trafficare con il
telefonino, intento a mandare sms a tutti per avvisarli della bella
novella. Quasi quattro anni erano passati ma mai nessuno lo aveva
scoperto e ora? Per dare delle stupide ripetizioni di fisica e per
salvare la sua reputazione si era messa nei casini.
Mentre osservava la sua piccola si ripeteva nella testa quanto idiota
fosse stata.
- Scusa Anne...Potete rallentare, non riesco a seguire il vostro passo.
- Hai sentito Evie? Abbiamo con noi un ragazzo pappamolla!
- sisi...Mamma che vuol dire pappamolla?
- Piccola vuol dire che non sa fare niente, come la tua mamma!
- La mamma non è pappamolla...La mamma è brava!
- Già Sandber non ti lamentare, la mamma è brava!
Erano ridicoli tutti e tre, sembravano davvero una coppietta felice,
anzi più che felice solo una coppietta con una bimba, forse
troppo giovani ma troppo carini insieme.
La bimba anche se non lo dava a vedere già adorava quel
ragazzino che le stava affianco e in un gesto repentino gli diede la
mano, così si ritrovò in mezzo tra due persone
che, anche se per una era troppo presto, adorava
più della sua stessa vita.
Era una bimba ma credetemi quando vi dico che chi ha quattro
anni a volte è più intelligente di chi invece
è ormai "maturo" e Evie ne era la dimostrazione!
- Piccola come ti chiami?
Domanda idiota, pensò Anne, aveva pronunciato il nome della
figlia più di una volta, forse aveva fatto orecchio da
mercante però.
- Io sono Evie!
- Sai Evie sei proprio bella!
- Tu invece sei strano!
- Evie cosa ti ho detto?
- Ma mamma! I suoi occhi sono diversi è....strano!
- Amore si dice particolare no strano!
- Pardicolare?
- Particolare piccola Evie, comunque piacere io sono Joseph.
Le porse la mano, era la prima volta che la bimba vedeva una cosa
simile e non faceva che osservare quella mano che era tesa verso di
lei. In quel momento Anne desiderava solo scoppiare a ridere
perchè lo sguardo era inimitabile.
- Amore gli devi dare la mano e dire piacere.
- Ah....piacere
Quelle due mani a confronto erano così diverse, l'una grande
l'altra piccina, un contrasto bellisimo ma alquanto particolare.
- Mamma mamma volgio il gelato! Mi prendi il gelato? Daiiiiii
- Amore è impossibile io e Joseph abbiamo da fare,
è già tardi!
- Ma mamma!
- Già, ma mamma! Anch' io sai Musin gradirei un gelato,
ovviamente se offri tu!
- Sandber, se dovessimo comprare un gelato, di certo non lo offrirei a
te!
- Siiii andiamo a prendere il gelato!
- Io non ho detto....
- Grazie mamma!
Si era incastrata da sola, doveva ammettere però che un
gelato non le dispiaceva, faceva caldo e la gelateria che di solito
frequentava faceva gelati da favola.
Si avviarono e in nemmeno cinque minuti entrarono in un locale molto
piccolo dal bacone ristretto dove diversi gelati facevano la loro
"sfilata".
Per la bimba fu una coppa gigantesca al gusto di cioccolato e panna,
mentre Anne preferì fragola e limone. Come era
già stato detto, però, a Joseph non fu dato
nulla, infatti tutto quello che veniva detto da Anne veniva poi
mantenuto.
- Joseph, tu niente gelato?
- No piccola la mamma non me lo ha offerto.
- Peccato.
Si erano seduti su di una panchina nel parco e tutte e due le ragazze
si godevano un sano ed ottimo gelato mentre Joseph osservava la scena
molto invidioso, ma dopotutto se l'era cercata. Evie era in mezzo ai
due, come una piccola e tenerissima famigliola, erano bellissimi,
tenerissimi e adorabili.
- Joseph ti posso fare una domanda?
- Si piccola dimmi!
- Sei tu il mio papà?
Bella domanda! In quel momento il ragazzo non voleva fare altro che
rispondere: "si piccola sono il tuo papà". Peccato
però che non abbia mai saputo mentire.
****************************************
Ciau scusate ma ho
molta fretta perchè è tardi e tra un
pò devo spegnere tutto, faccio dei ringraziamenti veloci a
chi ha recensito e davvero GRAZIE di cuore a tutti quelli che mi hanno
fatto i complimenti che per me sono davvero oro colato soprattutto
perchè fatti da persone che davvero stimo molto, non me lo
aspettavo davero, grazie grazie grazie grazie mille. Grazie anche a chi
ha la storia tra i preferiti, e anche chi legge grazie taaanto tanto.
Scusate ma vi saluto spero, anche se è davvero picolo, che
questo chap vi sia piaciuto quindi please recensite...Baci bacioni
baciotti Regina
|
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Capitolo 7 *** quegl'occhi erano solo per lui ***
Gli facevano
tenerezza quegl’occhi così speranzosi, era davvero
una bellissima bambina.
Avrebbe voluto
davvero rispondere con un gran sì a quella domanda ma
purtroppo non poteva e non sapeva mentirle. Lo sguardo di Anne
cambiò del tutto, prima era sereno, ora più che
mai agitato anche se la domanda un po’ se l’
aspettava.
- Evie!
- Ma mamma…
-Dai vai a giocare
sullo scivolo
- Si
La piccola si
allontanò verso lo scivolo piano ma in ogni caso con un
sorriso sulle labbra, forse aveva già dimenticato quella
domanda o forse non le importava molto.
- Scusala, fa
così ogni volta che qualche ragazzo le si
avvicina…Mi dispiace.
-Sai
Anne…E’ la prima volta che mi chiedi scusa
-Già non
l’avevo notato!
Era triste
però perché ogni giorno aveva la paura di far
mancare qualcosa alla sua bambina, anche perché i bimbi
hanno bisogno di un uomo grande affianco per la crescita e lei questo
non ha mai saputo darlo.
-Hei sorridi Musin,
sei bellissima quando sorridi.
Era sincero, lo
pensava davvero, i suoi occhi, quando lei sorrideva, assumevano
un’espressione bellissima.
-Sai…Io
non so come ho fatto a crescerla fino ad ora, è
così bella!
-Già…Scusa
ma potrei avere delle spiegazioni ora? Sai la mia testa non fa che
porre domande cui non c’è una risposta
logica…Sai com’è non è da
tutti i giorni una cosa del genere.
-E perché
dovrei? Ho una figlia basta no?
-A me non
basta…Vedi tutti a scuola pensano che quell’idiota
ti abbia lasciata perché tu non ci volevi andare a letto ma
mi sembra tutto il contrario…O sbaglio?
-Chi ti dice che sia
lui il padre?
-Non essere acida
Anne, ora mi dispiace con me non ti riesce più.
Già, non
riusciva più ad essere acida con quel Sandber, forse era
perché gli aveva svelato il segreto più grande
della sua vita o forse, peggio ancora, perché si era fidata
di lui.
-Chi mi dice che
domani non lo racconterai a tutti se te lo dico?
-Lo stesso motivo per
cui mi hai mostrato Evie.
Touchè!
-Era il mio amore
impossibile, lo vedevo da lontano e mi piaceva, era bellissimo, il
classico principe azzurro che ha però un carattere da
stronzo.
Lui in silenzio la
osservava mentre parlava piano e raccontava, con le mani serrate sulle
ginocchia e lo sguardo fisso davanti a sé, verso la bimba
che felice passava da un gioco all’altro del parco.
-Io ero una
matricola, bella sì ma piccola, lui aveva diciassette anni
ed era al penultimo anno, un idiota a tutti gli effetti ma si sa
all’amore non si comanda no? Beh quando lui iniziò
a provarci con me quasi non ci credevo, sembrava una delle tante favole
dove il più bello s’innamora
dell’invisibile. Troppo irreale! Io come una stupida abboccai
e ci mettemmo insieme. Come quasi tutte le quattordicenni pensavo fosse
una storiella da niente ma come un’idiota mi feci
abbindolare. Mi disse che non c’era nessun rischio, io ero
troppo piccola per rimanere incinta, diceva, e io abboccai.
Un velo di tristezza
coprì gli occhi di Anne, erano ricordi dolorosi che da tempo
non uscivano dal cuore, le faceva male, anche troppo ma prima o poi, se
ne rendeva conto, ne avrebbe dovuto parlare con qualcuno, anche se
ancora non sapeva se quel qualcuno era quello giusto.
-Ero vergine e mi
fece molto male, non gli importava niente di me, sai dove fu la mia
prima volta?
Non
aspettò nemmeno la risposta, stava quasi per piangere se lo
sentiva, erano anni che non piangeva, questo le fece capire che la
ferita, anche se ci aveva provato mille e mille volte, non si era mai
rimarginata, non si era chiusa e faceva male, troppo male.
-Ero in auto con lui,
stavamo sentendo una canzone idiota, di quelle hip hop che piacevano a
lui, se non ricordo male era “show me the
money”…Odio le canzoni hip hop, mi sembrano quasi
violente e il più delle volte non hanno un senso. Lui la
canticchiava sbattendo le mani sul volante e ogni tanto mi
guardava..Era strano quel giorno glielo leggevo negli occhi e questo
non mi piaceva.
Non fu interrotta
nemmeno da un respiro troppo profondo del ragazzo, la osservava
immobile, il viso girato verso di lei e le mani che piano piano
stritolavano sempre di più le ginocchia.
-Mi disse che voleva
portarmi a cena fuori ma non andammo mai ad un ristorante.
Fermò l’auto in mezzo al nulla e mise la musica al
massimo. Incominciavo seriamente ad avere paura e glielo dissi ma lui,
prima che potessi finire di parlare mi zittì con un bacio,
violento, il più brutto che abbia mai dato.
Abbassò del tutto il mio sedile e si sdraiò sopra
di me. Quel che ricordo è che mi fece male, molto male, io
lo dicevo, piangevo ma a lui on importava, se ne fregò, mi
scopò e basta. Fu l’esperienza più
brutta della mia vita
Stava per piangere,
sembrava che le lacrime stessero lottando con gli occhi per come
volevano uscire ma lei non lo permise, l’aveva ancora
l’orgoglio e sicuramente non avrebbe pianto, non davanti a
lui, non davanti a quel damerino.
- Non fu
l’ultima volta, anzi, questo si è ripetuto spesso
a casa sua, mia. Veniva e se ne andava. Sapevo che mi tradiva ma si sa,
quando si è innamorati si fa di tutto anche le
più grandi stronzate.
Non abbassava mai lo
sguardo mentre raccontava, osservava la sua bambina, la sua gioia
più grande, il frutto di un amore non corrisposto.
-Non
dimenticherò mai un giorno, all’entrata della
scuola, quando lui mi venne incontro correndo, sorrideva e aveva le
labbra rosse, come uno che ha appena finito di sbaciucchiarsi con
chissà chi, non gli chiesi niente, non dissi niente. Mi
limitai ad abbassare lo sguardo, incapace di vedere la prova lampante
che mi aveva tradita. Quel figlio di buona donna mi disse una frase che
ancora ricordo bene: “Anne ieri il preservativo era
rotto”, lo disse con una superficialità tale da
farmi cadere le braccia, in quel momento lo volevo strozzare e fare in
mille pezzi ma mi limitai a sgranare gli occhi verso il basso ed
annuire con il capo. Dopotutto c’era una
probabilità su cento che rimanessi incinta. Purtroppo quella
probabilità mi derise e io rimasi incinta.
Anche lui in quel
momento sgranò gli occhi, di certo non si sarebbe mai
aspettato che quel Jan potesse essere un tale stronzo. Ne aveva
incontrati molti nella sua vita ma quello li superava tutti. Si era
approfittato di appena una ragazzina, senza ritegno, lo aveva fatto e
basta.
-Non è
finita qui però! Un giorno, dopo che lo scoprii, presi il
coraggio a quattro mani e glielo dissi, sempre all’ingresso
della scuola, lo presi per il polso e lo tirai in un angolo nascosto.
Lo dissi tutto d’un fiato, con gli occhi serrati e lo sguardo
basso. Mi fissò per qualche istante ma poi mi disse una
delle scusa più squallide del mondo: “Scusa ma mi
stanno chiamando, ciao piccola”. Un bacio a stampo e non lo
rividi più. Scomparso nel nulla, volatilizzato. A sua casa
fu venduta, la scheda del telefonino tagliata. Sparito, sparito nel
nulla.
In quel momento le
mani di Anne strinsero così tanto le ginocchia che le nocche
e le dita divennero bianche. Faceva quasi paura, sembrava che le
ginocchia prima o poi sarebbero diventate polvere. Stessa osa valeva
per Joseph, se in quel momento avesse avuto sotto le mani
quell’idiota gli avrebbe spaccato la faccia.
Faceva male
ricordare, come se fosse stato ieri si sentì quel vuoto
nello stomaco, perché quella volta, come ora fu come se il
mondo le crollò addosso perché era sola con un
bimbo in grembo.
-Scusa Anne ma
come…Si insomma come hai fatto a tenerlo nascosto?
-Bella domanda,
facile ho finto di avere la pertosse, mia zia è medico e mi
ha fatto il certificato. Sono stata a casa tutto il periodo della
gravidanza. Nessuno mai, come ben sai, l’ha mai scoperto.
-Senti io….
-Non dire niente, non
voglio la tua pena né la pena di nessuno. Anche se
è stato un errore, anche se ho sofferto, questo mi ha dato
il regalo più importante della mia vita, se forse lui mi
avesse lasciato così, tanto per, probabilmente avrei
sofferto di più. Evie è la gioia della mia vita!
Sorrideva, era
felice, lo guardava negli occhi e per la prima volta quello sguardo,
quei bellissimi occhi erano solo per lui.
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Caiuuuuuuuu!!!
Scusate il chap piccolino, spero vi piaccia! Non so a ma non
convince...Coooomunque passo ai ringraziamenti:
alexandrathebest:
GRAZIE! Davvero grazie millissime tvb
elisaterra: Grazie
mille davvero per i complimenti! No non è una storia vera,
ho avuto l'ispirazione vedendo una bimba con i codini neri che stava
davanti ad un poster di un modello...E' tutto frutto della mia
testolina bacata.
Grazie anche a chi ha
letto e messo la fic tra i preferiti! Grazie mille Baci baciotti
bacioni Regina!
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