La storia di una vita.

di Evangeline1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo terzo ***



Capitolo 1
*** Capitolo primo ***


Era un giorno di settembre, c'era ancora quell'odore di mare, le ragazze tutte abbronzate, i ragazzi che correvano con i motorini, il vento fresco che mi baciava i capelli. Era la solita sera prima di tornare a scuola, dopo che avevamo passato l'estate nei più svariati posti, io e le mie amiche ci radunammo, come nostro solito fare, in piazza. Finalmente insieme, a scherzare e a divertirci, ricordando l'estate ormai al culmine. Quella sera la piazza era più piena del solito. Mery la solita pazza era bellissima, come sempre, capelli biondo platino, pelle scura, occhi castani chiaro, labbra sottili e naso perfetto per il suo viso. E la si riconosceva per il suo tatuaggio che prendeva metà braccio. Quella sera aveva un semplice vestito nero con scarpette basse. Chiamava i suoi amici e scherzava con loro, raccontando i nuovi scoop. America era andata con Alessia e Sara a comprare qualcosa da mangiare, accompagnate sempre dai soliti ragazzi che volevano un'uscita con loro. America indossava un vestitino rosa con sandali bassi; Alessia aveva una gonna di jeans con top e sandali mentre Sara aveva un vestitino aderente tutto colorato con le nike.Tutte e tre stupende. America era un po rotondetta ma con il viso più bello. Capelli corti castani, occhi che dal castano passavano al verde, labbra carnose, naso piccolo e carino. Alessia e Sara invece erano simili, entrambe biondo cenere, fisico asciutto e labbra carnose, in pratica le solite barbie. Io ero seduta non lontano da Mery, con Asia vicino che mi parlava della vita. Era incredibile quella ragazza. Aveva i capelli neri rasati nel lato, dilatatore all'orecchio destro e pelle chiara, viso piccino, naso a patatina, labbra sottili e occhi castani, con uno sguardo che solo pochi riuscivano a sostenere, ed io ero una di quelle che riusciva a sostenerlo. Aveva i shorts con una maglia scollata su cui c'era disegnato un teschio e le vans. Poi c'ero io Reneè. Non ero in grado di descrivermi. Ma Asia mi descriveva così: pelle chiarissima,tipo una tela bianca come quelle per dipingere;un taglio d'occhi molto bello e gli occhi scuri,color terra tipo bhosonstra; i capelli castani scuro, sottili come se fossero stati disegnati a pastello; il nasino dritto è stra tenero;la bocca piccola e carnosa,con un colore tenue tipo rosato ma non troppo;il viso rotondo e gli zigomi rotondi quasi come un cerchio perfetto. Ecco lei mi descriveva così. Senza dimenticarsi dei tatuaggi e senza dimenticarsi quella poca abbronzatura che non mi faceva sembrare una mozzarella. Quella sera indossavo jeans bianchi stretti e strappati, bustiere da sopra all'ombelico bianco stile gitano e coverse. 
Erano arrivate America, Alessia e Sara, che avevano rimediato i numeri dei ragazzi più carini. Mentre sto parlando con loro, sento mery che mi chiamava. Mentre sto per alzarmi mi sento tirare per il polso. Indovina un po chi era?! Ryan Walker. Si proprio lui. Il ragazzo più bello e più figo sulla circolazione. Era circa 1 e 80, pelle chiara, labbra carnose e grandi, naso dritto e occhi grandi e verdi, tratti marcati e spalle larghe, capelli biondo cenere e con una marea di tatuaggi e piercing.Tutte le ragazze lo volevano. Faceva parte di una band. Lui era il chitarrista e il cantante ed è per questo che erail più famoso. Economicamente stava messo bene e questo era un'altro fattore che gli dava alla testa, facendolo montare di più la testa. Comunque bando alle ciance. Ryan mi stava addosso da ben tre mesi, da quando Mery me lo fece conoscere all'inizio di giugno. Ci sono uscita, abbiamo avuto una "relazione" di tipo due settimane, ma sinceramente non mi ha mai colpito più di tanto. 
'Ciao bambina' dice con voce dolce e tranquilla. 
'Ciao Ryan' rispondo con un tono scocciato. 
'Come ti butta? E da un po che non ti vedo in giro..' 
'Beh, sono stata impegnata' sbuffo. 
'Mi sei mancata bimba' dice tirandomi verso di lui con una mano e con l'altra sul fianco.
'A me per niente. E togli le tue manacce dai i miei fianchi Ryan. Lasciami stare'. 
'Dio Reneè.. Mi ecciti quando ti incazzi' dice mentre mi tocca il fondoschiena. 
Si sente un gran rumore e la mano mi brucia. Si, proprio così gli ho mollato un ceffone. 
'Azzardati di nuovo e ti do un calcio proprio li, dove non batte il sole, brutto stronzo' gli dico voltandomi e dirigendomi verso Mery, muovendo le anche. 
Quando arrivo mery inizia a ridere e lo faccio anch'io. Come non potrei farlo?! Ha la risata contagiosa. 
Sono le 11 e rimaniamo solo io Asia, America e Mery e optiamo per andarci a mangiare una graffa. Io e Asia prendiamo la mia macchina e, Mery e America prendono il motorino di mery. 
Sono le 12 quando mia madre mi chiama. Io e mia madre abbiamo un bel rapporto. Le comunico che andrò a dormire da Mery. Quando finisco di parlare con lei, mi rendo conto che mi sono arrivate ben 5 chiamate da mery. La chiamo. 
'Reneeeeeè' dice urlando e con una risata isterica, quella risata non mi piace. La usa quando succede qualcosa. 
'Mery che cazzo e successo?' Dico con aria un po preoccupata. 
'Ei bambola, cerca di stare calma. Non è successo niente.. A parte il fatto che..' 
'Che?' Dico con aria preoccupata ma con tono di quella che ha capito tutto.
'Beh, lo sai. I carabinieri mi stavano alle costole perché stavamo in tre e senza casco.. E così..'
'E così sei scappata e ti sei nascosta in qualche vicolo, mentre le altre due persone se ne sono scappate a piedi, giusto?' 
'Si.. Giusto' dice ridendo. Rido anch'io. 
'Dove sei? Ti vengo a prendere!'
'Nel solito vicolo che uso per nascondermi sciocchina!' mi prende in giro. 
'Ok stronzetta! Sto arrivando' attacco mandandogli un bacio. 
Asia e America mi pregano di andare loro e così io le aspetto nel parcheggio. 
Sono le 12.30 e ancora non arrivano. Dove cazzo sono insomma!? Domani inizia scuola e sono stanchissima. Mentre aspetto vedo un'ombra. 'Oh cazzo' dico senza fiato e a denti stretti. Chi era? Beh era il bastardo. Ryan. 
Scende dalla sua bellissima Range Rover con gli amici che aspettano dentro e mi raggiunge. Senza manco il tempo di muovermi. Mi ritrovo la sua bocca sulla mia, mi preme con violenza contro un'auto e sento la sua erezione che preme contro i pantaloni. Cerco di vincolarmi ma è troppo forte cazzo. Cerco di stare calma e giocare al suo gioco mentre mi sussurra all'orecchio 'Ora ti scopo'. Respiro affannosamente mentre "gioco" con lui. Mentre lui pian piano molla un po la presa ne approfitto per fare una mossa di judo. Nel frattempo nel parcheggio entra una macchina. Un'audi. Una di quelle che costano tanto. Scende dall'auto un'uomo, penso sulla trentina. Dio se era bello. Era un'angelo. Ma non un angelo della luce. Un'angelo delle ombre. Non so come sono arrivata a questa conclusione ma mi è bastato vederlo una volta. Una sola volta. Si avvicina. 
'Cosa succede qui?' dice con un'espressione divertita, forse perché avrà visto la scena.
'Beh, questo fottuto stronzo ha cercato di abusare di me!' dico con un po di orgoglio. 
'Come ti chiami?' mi dice, squadrandomi dalla testa ai piedi, facendomi sentire a disagio. 
'Ehm.. R-..Reneè' dico diventando un peperone. 
'Non dovrebbe mai restare da sola una ragazza come te, sopratutto in un parcheggio.. Non lo vedi il telegiornale?' Dice in un tono severo con lo sguardo impassibile. 
Ehi ehi ehi paparino. Sta calmo! Pff questo arriva e vuole rimproverarmi? Ma va a farti fottere!!! Appena alzo lo sguardo per guardarlo negli occhi, per risponderlo mi fermo. Mi paralizzo. Non riesco a parlare. Dio ha degli occhi stupendi. Degli occhi che vanno dal marrone al verde e all'azzurro. Non avevo mai visto degli occhi così belli prima. Hanno qualcosa dietro. E vogliamo parlare delle labbra? Cazzo! Sono stupende e carnose, mi viene la tentazione di baciarle.
'Bene Reneè, posso accompagnarti a casa? Non credo che sia un posto sicuro per una ragazzina'
Oddio! Non è italiano. Ha l'accento americano. Ok posso morire ora. 
'Va.. Va bene, grazie' dico con un filo di voce. 
Mi accompagna alla macchina e mi apre lo sportello con disinvoltura. Dio se è sexy. Poi sale e mette in moto. E Un'audi R8. 
'Perché una ragazzina resta da sola in un parcheggio?' inizia a parlare. 
'Stavo aspettando le mie amiche' rispondo. 
'E dove sono andate le tue amiche?' chiede. 
E che cavolo.. Sei bello ma sei proprio un rompi balle e un ficcanaso.
'Sono andate a prendere un'altra mia amica' dico con aria infastidita. 
'Capisco' si gira per guardarmi e poi continua 'Quanti anni hai Reneè?' 
'Ne ho 17 signor.. Signor?'
'Tom.. Tom Demon' risponde. 
'Bene. Piacere Tom e grazie per l'intervento.'gli sordido. 
Si gira di nuovo per guardarmi e mi sento in imbarazzo. Cazzo. Nessuno mai, anche un'adulto mi ha mai fatto sentire in imbarazzo come fa lui. 
'Di niente.' Dice mette accosta la macchina e accendendo le frecce. 
Oh cazzo.. Si è fermato.. Cosa vuol dire? Vuole abusare anche lui di me? Cosa ti dice sempre mamma Reneè? Mai accettare passaggi da sconosciuti. Però pensandoci.. Non lo fermerei se provasse a... Ok no! Basta, Reneè! Torna in te! 
'Allora?' Dice cacciando un bel respiro profondo distraendomi dai miei pensieri. Oh cazzo. 
'Allora cosa?' Dico senza voce. 
'Dove abiti Reneè?' Dice lui con un tono divertito.. Deve aver capito.
'Ah.. Si.. Scusa.. Ehm.. Allora.. Devo andare da una mia amica, dormo da lei.'
'Va bene.. Allora riformulo la domanda.. Dove abita la tua amica?' 
Il cellulare squilla. Sono quelle tre stronzette delle mie amiche. 
'Reneè dove stai?' Urla mery per farsi sentire dal volume troppo alto della musica.
'Sto venendo a casa tua, muovi quel culo!' 
'Ok baby stiamo arrivando' risponde e riaggancia. 
Faccio un respiro profondo e indico la strada al mio bellissimo Angelo. Angelo? Mio? Reneè ma che cazzo stai dicendo? 
Si ferma e mi apre la portiera facendomi ritornare alla realtà. 
'Grazie' gli dico. 
'Di niente, Reneè. È stato un piacere. E la prossima volta non essere così imprudente. Non so se ci sarò la prossima volta' dice con calma ma con un tono di rimprovero. Mi bacia la mano e se ne va, lasciandomi li. 'Cazzo' dico a denti stretti. 

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Capitolo 2
*** Capitolo secondo ***


Oggi è il primo giorno di scuola. Mi ritrovo subito alle costole John, il mio migliore amico, che mi avvolge in un grande abbraccio e mi fa volteggiare. John e davvero un bel ragazzo. Ha la pelle olivastra, i capelli neri, gli occhi castani, il naso a patatina, le labbra carnose, spalle larghe e tatuaggi. Se non fosse per il fatto che lo considero un fratello maggiore (ha 19 anni e frequenta l'ultimo anno) ci avrei fatto un pensierino. 'Reneè come stai?' mi dice mentre mi posa a terra. 'Bene John' gli rispondo con un sorriso radioso. 'Mi fa piacere, Riri!' mi risponde con il suo sorriso timido e spostandosi il ciuffo. Ebbene si! John e intimidito da me! Adoro questa cosa, adoro intimidire i ragazzi. 'E tu john? Come stai? E quella..come si chiamava?!.. Ah si.. Mira!.. Si è fatta più sentire?.. No perché se l'ha fatto gli spacco la faccia.' 'Ahah, sta calma tigre!.. No, non si è fatta più sentire..'mi risponde con un po di tristezza negli occhi. Mira e John sono stati fidanzati per due anni ma quella stronzetta l'ha tradito e John, da bravo innamorato ci è rimasto davvero male. 'Eddai john!.. Ti voglio bene' gli dico avvolgendolo in un abbraccio. 'Ti voglio bene anch'io Reneè' mi dice mentre mi stringe di più a lui. 'Green e Stewart ma non vi vergognate?' ci interrompe la prof mentre parliamo io e Mery. 'Cosa Prof?' risponde Mery. 'Ognuno di voi è la carta d'identità della vostra famiglia.' 'E quindi Prof?' rispondo io. 'E quindi siete della gran belle scostumate' dice, rimproverandoci. 'Bah' sbuffo infastidita mentre mery e le altre ridono. 'Bene ragazzi, come sapete, domani ci sarà un'incontro con una persona molto importante nel campo dell'economia' inizia a parlare la Prof, e continua 'Questa persona è Tom Demon.' Mi giro di scatto. Cosa? Tom Demon? Il mio angelo? Oh merda. 'Prof non ho capito tanto bene.. Può ripetere il nome?' chiedo con ansia. 'Tom Demon, Renneè' risponde con decisione la Prof. 'E chi è?' chiede Sara dall'altra parte della classe. 'Come chi è?' risponde Jessica. Jessica e la solita figlia di papà, snob viziata e presuntuosa che c'è in quasi tutte le scuole. E a pensare che eravamo migliore amiche. Vomito al sol ricordo. 'E uno degli uomini più importanti degli Stati Uniti d'America, e forse di tutto il mondo!' prosegue Jessica. 'Aaaaah ho capito.. E beh l'uomo più importante del mondo viene in una scuola italiana a parlare sull'economia?' risponde Sara ridendo. 'Beh come sai.. Beh come sanno tutti mio padre e un'uomo d'affari e gli ha chiesto gentilmente se poteva farlo.. Logicamente è stata una mia idea' dice con superiorità. 'Ah eh beh e logico! Tu pensi sempre a tutto! Ma va va ahah' continua Sara facendo ridere tutta la classe tranne me. Sono confusa. Non solo perché la mia testa e andata da destra a sinistra per guardare prima Jessica e poi Sara a bocca aperta, ma.. Ma quindi Jessica lo conosce? Suppongo che gli ha già messo gli occhi addosso. Brutta sgualdrina. Si è fatta tutta la scuola. 'Riri chiudi la bocca che entrano le mosche ahahahha' dice Mery distraendomi. 'Ehm.. Si.. No.. Ehm..' rispondo confusa. Mery ride. 'A cosa stavi pensando bella addormentata nel bosco?' 'A niente.' rispondo non troppo convincente. 'Mh.. Riri non ci provare con me! A cosa stavi pensando?' 'Se te lo dico non ci crederesti lo stesso.' 'Tu provaci.' 'Hai presente quel tizio che mi ha accompagnato a casa tua ieri sera?' 'Si.. Cioè non l'ho visto, ma ho capito.. Che fa?' 'Beh.. È.. È lui.' 'Lui chi?' 'Tom.. Tom Demon.' 'Oddio.. Stai scherzando vero?' 'No.. Per niente' 'L'angelo e un ricco uomo d'affari?' dice scioccata ma anche un po' divertita. 'Si' rispondo incerta. Fa una lunga risata. 'Che c'è?' gli domando anch'io ridacchiando. Ha la risata contagiosa. 'Come fai a trovarli sempre tu? Ti metti sempre nei pasticci!' dice ridendo. 'Beh come faccio a trovarli tutti io proprio non lo so. Quale pasticcio?! Non mi sembra di aver fatto qualche pasticcio, non me lo sono portata mica a letto mery!' dico ridendo anch'io. 'Riri allora oggi passo a prenderti?' mi chiede John nell'intervallo. 'Certo John! Dove mi porti di bello?' gli chiedo. 'Posto speciale' dice sorridendo. 'Il nostro posto speciale?' 'Si Riri' dice felice. Ci salutiamo. E da un bel po che non passiamo un po' di tempo insieme e sono felice che finalmente lo passeremo. E davvero rilassante parlare col tuo migliore amico..suonare la chitarra, comporre musica e farsi quattro risate sulla calda sabbia. Il nostro posto speciale e una casetta abbandonata situata su una spiaggietta isolata. La trovammo due anni fa e dall'ora è diventata il nostro rifugio. Era messa mal concia ma, con cure amorevoli siamo riusciti a farne uscire un bel posticino. Sono le 10 di sera e devo dire di essere molto stanca. Mi sono divertita molto con John oggi. Amo passare del tempo con lui e devo dire che è volato subito. E ora di mettermi a letto. Sognerò te, angelo mio!

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Capitolo 3
*** Capitolo terzo ***


Siamo nella sala grande. Sono le 10 e sono presenti tutti i professori e tutti gli alunni. Nessuna traccia del mio angelo. Che fine ha fatto? Avrà avuto qualche ripensamento? Avrà avuto qualche incidente? L'ansia mi assale. Tutti parlano e c'è un caos totale ma all'improvviso tutti si inzittiscono. Eccolo li. Scarpe nere invernice della Prada. Pantalone che risalta in pieno le forme e che gli scendono perfettamente sulle anche. Camicia con i primi due bottini sbottonati e con un costoso Rolex al polso. Rimango incantata, come tutte dal resto. Ad un tratto, America rompe il silenzio più totale, urlando: -'SEI BELLISSIMOOOO!!!!!!' E Tom urlando a sua volta la ringrazia facendo l'occhiolino rivolto a me. -'Soffrimi mi ha fatto l'occhiolino!' Mi dice America orgogliosa di se stessa. -'Imbecille l'ha fatto a me l'occhiolino!' Rispondo a mia volta ridendo. -'La volete finire di fare le sciocche!' Ci interrompe Mery dalla nostra morbosa risata. Tom si siede e la professoressa rimprovera America dicendogli che è una scostumata. -'Scusate ragazzi, ma stamane non ho avuto modo di fare colazione. Vi dispiace se mangio qualcosa?' -'No no ma figurati, fa come se fossi a casa tua!' Risponde America. -'Ahahah vuole favorire signorina..signorina?' Chiede Tom. -'America. America Parker. Ma per gli amici Mare. Tu mi puoi chiamare Mare.' -'Perfetto signorina Parker per gli amici Mare. Vuoi un po di bounty?' -'No tesò, purtroppo sto a dieta. Poi il bounty fa ingrassare.' -'Ma il cocco ha poche calorie!' Mi intrometto. -'Eh ma io non sono preoccupata del cocco. Io sono preoccupata della cioccolata attorno.' Conclude facendo ridere tutti, compreso il mio angelo. Dio che sorriso. Ha la dentatura perfetta e bianchissima, è stupendo. Inizia a parlare e passano le ore. L'ultima ora finisce e tutti si alzano per andarsene. Jessica e qualche professoressa si avvicinano a parlare con il mio angelo. Per farmi notare gli passo accanto sbattendo le anche cercando di essere sexy. Baaam! Ci son riuscita. Era ipnotizzato. Vado alla macchinetta a prendere qualcosa da mangiare e me lo ritrovo di fianco. -'Buongiorno Signorina Green.' Dice sorridendo. -'Buongiorno Signor Demon.' Rispondo a mia volta abbassandomi per prendere le cose da mangiare. -'Ebbene frequenti questa scuola?' -'A quanto pare..' -'Sembra proprio che il destino ci voglia far rincontrare.' Mentre sto per rispondere John arriva subito, interrompendoci. -'Reneeeè amore! Dov'eri? Non ti ho visto fuori scuola.' -'Ehm.. Sono entrata prima, stamane.' Dico mentre guardo Tom, che a sua volta guarda John con un'espressione indecifrabile. -'Ah ho capito.. E perché?' -'Il perché non importa John.. Questo è Tom Demon.' -'Ah si! Tom Demon. Piacere è un'onore per me conoscerla.' Gli dice stringendogli la mano. -'Piacere mio...Siete fidanzati?' Chiede il mio angelo. Sarà geloso? Sarebbe meraviglioso se lo fosse. -'Oh no! Ci conosciamo da una vita. Vero John?' Lo rispondo guardando John. -'Esatto! In pratica siamo cresciuti insieme. E come se fosse la mia sorellina minore.' Dice mettendomi il braccio intorno alla spalla e dandomi un bacio. -Capisco... E come fate a conoscervi da così tanto tempo?' Chiede. Oh eccolo li! Ficcanaso. -'I nostri genitori sono grandi amici. Si vedono spesso.. E così..' -'E così è nata questa amicizia.' Lo interrompe Tom finendo per lui. -'Esattamente.' Risponde infine John. -'Ehm.. John ti stanno chiamando!..' Dico interrompendo i loro sguardi. -'Non è ve..' Gli do un calcio facendogli un'occhiataccia -'Aaaah si! Mi stanno proprio chiamando.. ' Dice lui fingendo e facendomi l'occhiolino.. '-Devo proprio andare. È stato un piacere Signor Demon.' Dice stringendo la mano al mio angelo che ricambia. -'Oh perfavore chiamami Tom.' -'Va bene, allora riformulo. Grazie Tom e stato un piacere conoscerti.' Tom gli fa un occhiolino. -'E a te Reneè ci vediamo oggi. Ti passo a prendere alle cinque!' -'Va bene John!..' Cavolo faccio quello che vuoi ma vatteneeee!!! Finalmente se ne va. -'Ebbene dov'eravamo rimasti?' Chiedo io. -'Stavamo parland..' -'Weeeee..' Arrivano Mery e America interrompendolo. Ma che cavolo! Oggi non è proprio giornata. -'Uh c'è il bellissimo..' Dice America. -'Già..' Dice Mery facendomi l'occhiolino. Sbuffo. -'Mare, che piacere rivederti. Siete amiche?' Ma gli affari suoi? Bah! Decisamente invadente! -'Oh si, in pratica siamo sorelle. -'Hai una grande famiglia vero Reneè?' Mi dice ridendo e facendo ridere tutte e tre. -'Molto grande direi ahah..' Rispondo io. -'E così stavate parlando?!' Dice Mery. -'Cosa potremo mai fare, Mery?' Dico io. -'Tante cose..' Risponde America facendo l'occhiolino. Sospiro nascondendomi con una mano sul viso. Si rompe il silenzio quando un cellulare squilla. -'Ragazze possiate scusarmi ma devo proprio rispondere, è molto urgente.' -'Qualcosa di grave?' Chiedo. -'Non preoccuparti, Reneè. È stato un piacere rivederti.' Dice stringendomi la mano. -'Il piacere e stato mio.'Rispondo con un gran sorriso. Finisce l'ultima ora e io e le ragazze usciamo da scuola. Rimaniamo un po insieme a parlare fumandoci una sigaretta e ci rendiamo conto che in strada, ormai, non c'è più nessuno. Le ragazze se ne vanno e io vado a prendere la macchina. Entro nel garage, entro in macchina, la accendo e ripasso fuori scuola, scegliendo di fare la strada più lunga. -'Merda!!!' dico fermando la macchina. Ebbene si, ho bucato la gomma. Che pasticcio. Scendo dalla macchina per dare un'occhiata. È proprio andata. E io ora come faccio? Do un calcio . Non c'è nessuno e non so come tornare a casa. -'Sai mi chiedo il perché di tutto ciò ahah.' -'Cosa?' Mi giro mentre lo dico. Cavolo. Guarda un po chi è. È il mio angelo. -'No dico, vorrei capire perché fai sempre guai.' Dice ridendo. Adoro il suo sorriso. -'Ahahah.. Lo ammetto. Sono un totale disastro.' Lo rispondo sorridendo. -'Vuoi un passaggio?' Mi chiede. -'Mi farebbe comodo.' Rispondo. -'Sali allora.' -'Grazie.' Gli dico mentre salgo nella sua auto. -'Chiamerò il mio autista e la farò recuperare.' Mi dice. -'Hai un' autista?' Chiedo. -'Si, certo. Se ti stai domandando perché in questo momento non è con me non preoccuparti, te lo spiego subito.' Ridacchio. -'Oggi è il suo giorno libero.' -'Giorno libero.. Non ci avevo pensato ahah.' Mi sorride. Dio che bello. In questo momento abuserei di lui. Mantieni la calma Reneè. N-O-N S-I P-U-Ò! -'Quindi frequenti il quarto anno?' Mi domanda. -'Si esatto.' Rispondo io. -'Sei in classe con Jessica?' -'Si..' Rispondo facendolo capire che non abbiamo un buon rapporto. -'Non avete un buon rapporto vero?' -'Da cosa lo deduci?.. Comunque no, per niente.' -'Beh in realtà me l'ha confessato lei.' -'Avete parlato di me?' Chiedo. -'Più o meno.' Risponde. -'Capisco.' Concludo. -'Dove ti devo portare?' Mi domanda. Gli mostro la strada. -'Cosa vuoi fare dopo il liceo, Reneè?' Mi domanda d'un tratto. -'Beh in realtà vorrei andare in America, ho un'amica li.' -'E cosa vuoi fare una volta li?' -'Sai faccio canto e recitazione da praticamente una vita.' -'Quindi sogni Hollywood?' -'Si è così... Ma ho un limite di tempo. Ho solo un'anno. Se va và, se non và ritornerò qui in Italia e andrò all'università.' -'Capisco.. Bene, spero che realizzerai tutti i tuoi sogni.' -'Grazie.' Gli rispondo con un sorriso dolce. -'Sai credo che Jessica sia gelosa di te!' Dice all'improvviso. -'Che cosa?' Mi giro per guardarlo mentre rido. -'Si è proprio così. Ne sono certo.' Mi risponde, guardandomi. -'È perché dovrebbe essere gelosa di me? Sentiamo un po.' Dico mentre incrocio le braccia al petto, incuriosita. -'Reneè tutti cadono ai tuoi piedi.' -'Se non fosse una zocc.. Ehm scusami, ecco una poco di buono, tutti i ragazzi gli cadrebbero ai piedi.' -'Beh non hai tutti i torti ahah.' -'E tu che ne sai ahah?!' -'Beh perché ci ha provato anche con me.' Brutta troia, lo sapevo. Lo sapevo che lo avrebbe fatto. -'E tu cosa hai fatto?' Chiedo. -'Niente.' Rimaniamo in silenzio per un po. D'un tratto squilla il suo cellulare. -'Tom Demon.. Cosa c'è?.. Sono impegnato.. Tu no.. Perché mi hai incastrato.. Si gira a guardarmi e inizia a parlare in inglese, sempre guardandomi. Credo che stia parlando con una donna ed è arrabbiato. Riaggancia. -'Siamo arrivati Rennè. Vivi qui giusto?' -'Si. Grazie ancora per il passaggio.' -'Grazie a te per la chiacchierata.' Dice sorridendomi. Mi allungo per dargli un bacio sulla guancia. Tremo tutta. Sto per scendere dall'auto quando sento tirarmi il braccio così forte da farmi rientrare. -'Cosa c'è?' Chiedo col cuore che batte a mille. -'Voglio rivederti.' Dice un po ansioso. -'Davvero?' Chiedo sbalordita. -'Si. Davvero.' Dice sincero. Ci guardiamo negli occhi per un paio di minuti. I suoi occhi sono stupendi. Li guarderei per ore. -'Allora?' Mi chiede irrequieto. -'Voglio rivederti anch'io.' Gli confesso. Mi fissa senza parlare. Chissà cosa pensa. -'Quando e dove?' Gli chiedo. -'Domani? Domani per te va bene? Passo a prenderti io.' -'Domani va benissimo. Passami a prendere fuori scuola.' Gli consiglio. -'Come vuoi.' Sto per uscire dall'auto quando mi tira di nuovo. -'Cosa c'è ora?' Chiedo ridendo. Mi sorride con quei denti così schifosamente perfetti. È un sorriso malizioso. Da punto in bianco. Mi bacia. Un bacio leggero e casto. Dio gli salterei addosso. Sono le quattro e mezza del pomeriggio. Sono passati trenta minuti da quando il mio angelo e andato via. Decido di chiamare John per annullare l'appuntamento di oggi. Non posso uscire. Non c'è la faccio. Ho bisogno di stare da sola. Per pensare. Pensare a tutto questo che sta succedendo. Pensare al mio angelo e a domani.

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