Magia Dal Passato

di Danger_stay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** First Chapter. ***
Capitolo 3: *** Second Chapter ***
Capitolo 4: *** Third Chapter. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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PROLOGO


L'umidità era ancora presente nella calda aria di Venezia, ma per fortuna si stava per avvicinare l'autunno, la stagione preferita di Andrea. Diceva che era come lei, a volte si sentiva cadere a pezzi, proprio come le foglie degli alberi durante quella stagione. Altre volte si sentiva allegra, vivace come il colore arancione delle foglie. Era molto strana, ma se ci pensava su, quella strana non era lei, ma quelli che la circondavano.

 

Quel giorno Andrea avrebbe dovuto affrontare il suo primo giorno per il terzo anno del Liceo Artistico che frequentava, ma non era per niente nervosa, soprattutto perché quell'anno aveva degli amici, e conosceva la maggior parte dei ragazzi della scuola. Inoltre, quella scuola le piaceva, si sentiva come attratta da quella struttura.

 

«Allora? Come si è concluso il tuo sogno?» Chiese Chiara, l'amica dagli occhi azzurro cielo che creavano un contrasto meraviglioso con i suoi capelli neri come la pece. Chiara era una persona molto simpatica, ma aveva il difetto di essere molto invadente, e certamente, non era in grado di mantenere un segreto.

«La strega è ancora al rogo, non ho visto altro, per mia fortuna» Andrea parlò a bassa voce, ancora distrutta per il mancato sonno, da ormai più di una settimana. Il suo sogno, a quanto credeva, non aveva una fine. O forse doveva continuarlo lei, ma una cosa era certa, l'aveva ispirata per il compito di Storia dell'Arte. Avrebbe rappresentato sulla sua tela, la scena che le appariva sempre in sogno. Una donna giovane legata ad un palo, sotto al quale erano posti tanti fasci di legname alla quale veniva dato fuoco.

«Wow interessante, e a proposito di roghi, indovina chi ritorna al nostro amato istituto» Disse Chiara con aria misteriosa. Parlando di fuoco e roghi, Andrea capì che l'amica si riferiva ad Alessandro Mirana, un ragazzo impenetrabile, era un mistero per l'intero istituto. Era stato cacciato un anno prima, accusato di aver dato fuoco ai preparativi della festa di fine anno, si diceva che furono trovati resti di un corpo, ma poi smentirono le voci.

«Credo sia una cosa sbagliata che ritorni qui, insomma, non passerà di certo inosservato» Rispose Andrea all'amica, che come risposta annuì. Subito dopo arrivarono anche gli altri amici, tra cui, Giada, una ragazza dall'aria affidabile e ,soprattutto, molto timida. Gianluca, praticamente il migliore amico di Andrea da sempre, erano come fratello e sorella.

«Marco entrerà alla seconda ora» Disse Giada salutando le amiche, mentre Gianluca la imitava.

«Comincia bene l'anno» Rispose Chiara con un leggero fastidio, anche se sapeva della sua critica situazione familiare, voleva cercare di aiutarlo, ma se lui non glielo lasciava fare lei non poteva farci niente. Doveva soltanto accettare la cosa.

 

 

 

 

Intanto all'ingresso dell'istituto, fra i tanti alunni presenti, si faceva spazio Alessandro. E come previsto da Andrea, non stava sicuramente passando inosservato, ma lui ne era al corrente. Sapeva dell'agitazione che provocava a tutte le persone che lo circondavano, ma faceva del suo meglio per non sembrarne condizionato, quando invece lo era. Sapeva benissimo che la storia dell'anno passato lo avrebbe segnato a vita, ma almeno, grazie all'intervento dei suoi genitori, era tornato a fare quello che amava tanto. Studiare arte. E se fare quello che amava l'avrebbe portato ad essere quel che realmente era, allora l'avrebbe fatto. Avrebbe seguito la volontà dei suoi antenati.

 

 

Edolo, 6 Luglio 1510.

 

«Geremia sta arrivando e scapperemo, vedrai che non ci scopriranno» La donna fece un giro intero intorno al tavolo che aveva in salone, per poi prendere l'ultima borsa, quella in cui aveva tutto quello di cui aveva bisogno, e prese il figlio per mano. Cominciarono ad uscire da quella casa, ma la madre intravide degli uomini avvicinarsi alla loro abitazione, intuì che stavano già cominciando a cercarla, ed inoltre, si riuscivano a sentire le urla della gente che gridava “AL ROGO” oppure “UCCIDETE QUELLE STREGHE”. La donna iniziò a spaventarsi, ormai stavano per raggiungerla.

«Mamma, usa quell'incantesimo» Disse il piccolo percependo il nervosismo della madre, ma lei scrollò il capo. Non poteva usare la magia rischiando di essere scoperta, e se poi l'incantesimo non avesse funzionato, sarebbe stata sicuramente uccisa. L'unica cosa che poteva fare era far salvare suo figlio.

«Tesoro, pensa alle grandi distese d'erba in cui abbiamo vissuto, ti piacerebbe tornare lì?» Chiese lei dolcemente, mentre una lacrima solcava il suo viso. Il bambino la guardò con sguardo triste , mentre annuiva, e poi le asciugò la lacrima e in quello stesso momento in cui la toccò, il piccolo sparì.

La madre sorrise tristemente, mentre gli uomini si avvicinavano a lei.

«Sta ferma Strega!» Uno degli uomini presenti la spinse, mentre gli altri la presero, portandola alla piazza nella quale l'avrebbero messa al rogo.

«Quelle come te devono morire!» La voce di una donna tra le tante persone presenti, attirò l'attenzione della madre.

«Addio Irene Frenisi»

Quella frase fu una delle ultime che riuscì a sentire, prima che sentisse il fuoco bruciarle la pelle, e subito dopo, il cuore.

 

 

­Alessandro ricordò benissimo la storia, raccontata dal nonno. Anche se quella scena, per lui orribile, aveva ormai origine antiche, aveva sempre uno strano effetto su di lui. Ma la sua missione era cambiata, quella che aveva ucciso l'anno passato non era una strega. Questo voleva dire che la discendente di Irene Frenisi era ancora viva, e doveva assolutamente essere distrutta.

 

ANGOLO AUTRICE

Ed eccomi con una nuova storia, allora, come vi sembra? Questo prologo in realtà non dice molto, ma credo che si riesca a capire abbastanza bene come si svolgerà la storia. Beh, se vi è piaciuta almeno un po, oppure se non vi è piaciuta, lasciate pure una recensione. Anche se negativa, ovviamente, accetto le critiche. 

 

 

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Capitolo 2
*** First Chapter. ***


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Capitolo Uno


 

Suonata la campanella, tutti gli alunni, compreso Alessandro, andarono nelle proprie aule. Fra tutti quei studenti, Alessandro avvertì qualche strana energia più forte delle altre, ma credeva che fosse soltanto l'agitazione che lui provocava all'intero istituto. Non poteva concentrarsi in quel casino.

La prima lezione cominciò, l'anno sembrava facile. I programmi delle diverse materie anche. Tutto era iniziato per il verso giusto. Strano.

Alessandro aveva ricevuto varie raccomandazioni dalla famiglia e, soprattutto, dal preside dell'Istituto. Suo padre, anche se voleva che svolgesse il suo dovere, doveva pur tenere nascosta la sua identità.

 

Alla seconda ora, come si sapeva, Marco entrò, e subito fu notato da Chiara. Si fissarono per un eternità, fin quando lui non decise di avvicinarsi. I loro sguardi si studiavano a vicenda, cercando di capirsi. Ormai non erano più autonomi, ci pensava il loro cuore a dettare i loro movimenti e gli atteggiamenti.

"Senti.. non so che mi prende, sono distrutto. Parliamo dopo, okey?" Marco parlò con voce flebile, e Chiara subito capiì che c'era qualcosa che, decisamente, non andava. Era curiosa e anche tentata da chiedergli il motivo di tanto nervosismo, ma non ne aveva il coraggio. Forse lo avrebbe infastidito di più e, sicuramente, la situazione sarebbe peggiorata. Ma non ci pensò molto, e subito parlò.

"E' successo qualcosa?" chiese lei abbassando lo sguardo per paura della sua possibile reazione. Ma l'unica cosa che Marco fece, fu stringere la ragazza fra le sue braccia. Non aveva la forza di parlare, e aveva paura di raccontare quello che era successo. Avrebbe potuto rovinare il rapporto tra i due, forse.

"Lo hanno arrestato, hanno arrestato Matt" disse lui riferendosi al fratello. La ragazza cominciò a diventare nervosa. Sapeva che era stata la madre a mandare in carcere il fratello e,per questo, lui aveva paura di dirglielo.

"Se vuoi posso parlare con ma-" Marco non diede nemmeno il tempo di concludere la frase della ragazza, che si fiondò sulle sue labbra. Ad entrambi erano mancati quei baci, le loro carezze, il loro amore. Quell'amore che, nonostante i contrasti tra le due famiglie, nasceva sempre di più, anche se di nascosto.

"Non devi parlare con nessuno, non è colpa tua." Terminata la frase, i due si scambiarono un ultimo bacio, prima di ritornare nelle proprie classi.

 

Intanto Andrea era intenta a cercare di capire la lezione di chimica, ma la cosa risultava molto complicata. L'unica cosa a cui pensava era il sogno che aveva avuto la notte scorsa. Nella sua mente le immagini di quella donna messa al rogo si ripetevano continuamente, aveva paura. E non ne conosceva nemmeno il motivo. Era spaventata da qualcosa che non aveva mai visto realmente e che non aveva vissuto lei stessa. Ma il solo pensiero la spaventava.

 

"A cosa pensi?" Giada rivolse uno sguardo apprensivo all'amica. Ma Andrea non le rispose, scosse soltanto la testa cercando di farle capire che non aveva niente. Eppure, Giada sospettava che quel niente fosse il tutto che rendeva triste la sua migliore amica. E mentre Lei stava per rifarle la domanda, l'amica chiese il permesso di uscire dall'aula.

 

Alessandro seguiva ancora la lezione di economia, il quale stava cominciando a spiegare come si sarebbe svolto il programma. Ma Lui fece tutto, tranne che seguire la lezione. Sentiva una forza molto forte, che lo spingeva ad uscire dalla classe, ma sapeva che se avrebbe avuto di faccia la strega, avrebbe subito avuto l'istinto di ucciderla. Era tutto così difficile e facile allo stesso tempo, ma come poteva?

Se l'avrebbe uccisa, suo padre si sarebbe arrabbiato sul serio. Ma sapeva che, prima o poi, la forza avrebbe vinto. Così chiese il permesso di uscire, e lo fece.

Passeggiava per i corridoi in cerca di quella forza che lo attirava, era eccitato e spaventato allo stesso tempo, era una sensazione strana. All'improvviso qualcosa nella sua mente scattò quando, davanti a lui, una ragazza dai capelli scuri e mossi stava uscendo dalla sua aula. In quell'istante sembrò come se il tempo si fermasse. Stava per andarle incontro, ma qualcosa lo fermò. Lei era una strega e, appena avrebbe avvertito la sua forza, Lui avrebbe lasciato vincere l'istinto.

Stava per andarsene quando, improvvisamente, Lei lo chiamò. Lui rimase per un secondo spiazzato, non credeva conoscesse il suo nome. Ma d'altronde, chi è che non lo conosce dopo l'evento dell'anno passato?

Ma adesso il problema era che Lui doveva trattenersi, e anche tanto.

 

«E tu chi saresti?» Chiese Alessandro cercando di apparire il più gentile possibile, ma il suo tono uscì comunque freddo e distaccato. Lei gli sorrise timidamente, prima di porgergli la sua mano.

«Andrea, sono Andrea» Disse Lei prima che Alessandro gli stringesse la mano. In quell'istante una scarica elettrica attraversò entrambi i corpi, mentre dentro di loro rinasceva il risentimento dei loro antenati. Non aveva radici, e se ce le aveva, erano invisibili ai loro occhi.

«Wow, elettrizzante, sul vero senso della parola» Continuò Lei ridendo leggermente, ma nel frattempo l'odio nei confronti del ragazzo davanti a Lei continuava a crescere senza un motivo.

«Già, molto» Disse Lui cercando di sorridere «Sai, ti consiglio di starmi lontana. Due elettricità che si incontrano non sono molto amichevoli, a meno che tu non voglia bruciarti prima del tempo previsto» Continuò Alessandro. In realtà quella frase per lui aveva molto senso, ma Lei non poteva capire dato che non era a conoscenza delle sue vere origini.

«Non ho paura di bruciarmi,sai» Disse Lei convinta. Lui sorrise furbo, mentre abbassava lo sguardo avvicinandosi alla ragazza fino ad arrivare vicino al suo orecchio.

«Ne sei proprio sicura?» Domandò Alessandro. Nemmeno il tempo di rispondere, che Lui si dileguò in un attimo.

 

Andrea restò per un momento a pensare. Ma a cosa? Perché mai Lei doveva avere paura di bruciarsi? Forse Lui conosceva il suo sogno? Oppure qualcos'altro? Andrea continuava a riempirsi la testa di domande. Domande a cui non esistevano risposte, o meglio, erano ben nascoste nel suo cuore.

Ripensò a tutto quello che era accaduto nel giro di pochi secondi, e poi realizzò che ormai doveva ritornare in classe. La terza ora era già finita, per fortuna.

Rientrata in classe, i suoi compagni erano già pronti per l'intervallo. Infatti, c'era una confusione enorme.

«Hey guarda, ci sono Marco e Chiara» Disse Giada prima di correre ad abbracciare Marco. Loro erano molto amici, ma si sapeva già che Giada aveva un debole per l'altro suo migliore amico, e anche se entrambi cercavano di nasconderlo, agli occhi dei loro amici erano già una futura coppia.

«Indovinate un po» Disse con sguardo triste Marco, mentre anche Andrea si avviava verso i suoi tre amici.

«Che è successo?» Chiese Gianluca entrando in classe, ma subito il suo sguardo si posò su quello dell'amico preoccupato.

«Hanno arrestato Matteo» Disse Lui abbassando lo sguardo. I suoi amici furono colti di sorpresa. Sapevano che il fratello non era uno dei migliori uomini della città, ma non credevano l'avrebbero mai preso.

«Ma quando è successo, scusa?» Chiese Giada mentre si avvicinava a Marco per abbracciarlo. E appena lo fece gli sguardi di Gianluca e Chiara diventarono cupi. Andrea ne capiva il motivo per Gianluca, ma per Chiara? Che ci fosse qualcosa tra lei e Marco? Andrea pensava di no, dato che i due non si sopportavano ormai da anni.

«Ieri pomeriggio» Detto questo, tutti abbracciarono il povero Marco, ma nessuno stava male davvero. Infondo sapevano quello che faceva il fratello, e anche se era difficile da prendere, prima o poi si sapeva che andava a finire in questo modo. Quindi perchè rimuginarci su?

 

*** **** ***

 

 

Intanto Alessandro era seduto sull'erba verde del cortile dell'istituto. Qualcuno credeva stesse aspettando una grazia dal cielo, ma in realtà stava soltanto pensando. Ripensando all'incontro avuto con quell'Andrea, un incontro strano.. quasi surreale. E poi la scossa che avevano preso entrambi era molto forte, quindi Lei era sicuramente una strega, e anche potente.

Doveva restare calmo, suo padre la voleva viva. E anche se non ne sapeva il motivo esatto, doveva resistere e cercare di controllare sia l'odio, che l'attrazione, che aveva provato in quegli attimi verso quella strega. Già, attrazione. L'odio che continuava a crescere in lui verso quella creatura faceva nascere delle emozioni a Lui sconosciute, mai provate. Forse era semplicemente attratto dall'odio che sentiva anche da parte della ragazza, così dicevano gli antenati. E così era.
 

 

ANGOLO AUTRICE

Salve a tutte! Scusate per l'enorme ritardo, si perchè è davvero enorme.
Purtroppo ho avuto problemi con la scuola, poi ci sono le ultime interrogazioni e altre cose del genere.. quindi sono molto incasinata! Ma vabbè. Ho messo il primo capitolo, ma credo che già dal prologo la storia era più chiara. Inoltre credo che i problemi cominceranno tra poco, ma non dico nulla hhahahahah ora scappo, e scusate ancora per il ritardo! Ah e grazie mille alle ragazze/ragazzi che hanno aggiunto la storia alle preferite/ricordate/seguite. GRAZIE MILLE!

-Danger

 

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Capitolo 3
*** Second Chapter ***


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Capitolo Due

 


Alessandro, subito dopo la fine della scuola, tornò a casa. Doveva riferire tutto l'accaduto a suo padre, e doveva chiedere anche come doveva agire. 

"Si può sapere perché non mi hai fatto sapere nulla?" Appena varcata la porta di casa, Alessandro su intasato dalle domande. Non solo da suo padre, ma adesso ci si metteva anche suo nonno.

"L'ho trovata. E' stato facile, ma a quanto pare non sa nemmeno chi è" disse Lui lasciandosi andare sul divano presente nel soggiorno di casa. 

"E' impossibile. Le discendenti di Irene Frenisi hanno poteri molto potenti, è impossibile non sentirne la forza in se stessi" disse suo padre, mentre si accomodava con una sedia difronte al figlio.

"Ma è possibile che lei li abbia soppressi. Certo, io ne sento la forza. Anche troppo, ma lei sembra non saperne nulla. Può darsi che non sia una discendente di una strega e uno stregone. Forse sentire la forza in se stessa può dipendere anche da questo. Se il padre non è uno stregone?" Domandò Alessandro al nonno, ma lui abbassò la testa incapace di rispondere.

"Non  ne ho idea. Fatto sta che la madre è discendente delle Frenisi, quanto al padre non si sa. Tutte le Frenisi si sono sposate con gli stregoni della famiglia Lorenzi. Era una specie di patto, di tregua, tra le due famiglie. Forse la madre di questa ragazza non ha rispettato il patto, e anche per questo, ci fu quella guerra tra le due famiglie. Perché non ci avevo pensato prima? Senti Alessandro, devi trovare il modo di ucciderla. Se lei muore, la nostra famiglia sarà salva." disse suo nonno sedendosi al fianco del nipote. Alessandro si concentrò sulle parole del nonno, ma qualcosa lo distraeva.

"Farò del mio meglio, lo prometto" rispose con voce flebile. Quella storia non gli piaceva affatto, ma doveva seguire i consigli di suo nonno. Lui aveva molta più esperienza, e quindi, gli avrebbe sempre ordinato di fare la cosa giusta. Doveva fidarsi, ma questo, era molto difficile da fare per Alessandro. 

E anche se la sua intenzione era quella di scoprire il problema tra la sua famiglia e quella delle Frenisi, doveva comunque stare al gioco. Aiutare la sua famiglia. Ma come poteva uccidere quella ragazza? Non poteva usare il metodo dell'anno scorso, ormai era storia vecchia quella. Doveva trovare un modo migliore, assolutamente. E anche in fretta. Se avesse fatto qualche altro passo falso, l'avrebbero sicuamente espulso dinuovo. 


***********************************************


"Andrea, vieni o no? Non possiamo aspettare in eterno!" Chiara continuava a parlare dall'altra parte del telefono, ma la verità era che Andrea non aveva proprio voglia di uscire. Desiderava soltanto pensare all'incontro con Alessandro e alle sue parole, doveva rilassarsi e ragionarci sopra. 

"Non ne ho idea, e poi credo che si farà tardi. Inoltre non mi fido della tua macchina, ci lascerà a piedi ne sono certa" Andrea cercava qualunque scusa buona pur di non uscire, ma non poteva mentire all'infinito.

"Non fare la pessimista. La macchina va benissimo, vuoi sentire?" Chara cercò di far partire la macchina ma, magicamente, essa non partì. E la cosa la infastidì di più quando, all'altra parte del cellulare, la sua amica cominciò a ridere.

"Sei la miglior pessimista al mondo, grazie eh" detto questo, Andrea staccò la chiamata. Non era stata lei, semplicemente sapeva già che sarebbe andata così. Non era mica una strega? No, stava decisamente delirando. 

Si voltò dall'altra parte del letto, voleva riuscire a dormire un altro pò. Magari continuava quel sogno che da tanto faceva, ma sperava che questa volta continuasse. Ma inoltre, non poteva controllare i suoi sogni. Nessuno poteva. 

"Vorrei tanto riuscire a capire gli altri, sembra una cosa così difficile" disse in un sussurro. Non sapeva perché l'aveva detto, ma parlava con se stessa, e si fidava.

Poco dopo si lasciò andare in un sonno profondo, quasi stesse volando tra le nuvole presenti nel cielo. Non fece il suo solito sogno, ma questa volta sognò Alessandro. Non sapeva perché, forse il fatto che lo stesse pensando poco prima di addormentarsi c'entrava. 

Vide che era sul divano, sicuramente di casa sua. Stava parlando con due uomini, uno sulla quarantina di anni e l'altro più anziano, molto più anziano. Non riuscì a sentire nulla, soltanto un 'Farò del mio meglio, lo prometto" di Alessandro. Lei gli passò davanti, ma sembrava che non lo vedesse. 

"Lo sentite anche voi?" chiese il più anziano agli altri due. 

"Qualcuno sta facendo un incantesimo, e sicuramente è la strega. Devi andare a casa sua Alessandro, deve fidarsi di te" subito dopo Alessandro si alzò dal suo posto, e cominciò ad avviarsi verso la porta. Andrea lo seguì finché non arrivò in mezzo alla piazza, lì Alessandro si fermò. Ma qualcosa interruppe il sogno di Andrea, un suono l'aveva svegliata.

Il suo cellulare continuava a suonare, era incredibile.' Momento giusto, eh?' pensava lei. 

"Pronto?" disse Andrea leggermente infastidita.
"Tesoro, la macchina non parte, stavolta vinci tu" rispose Chiara. Immediatamente dovette staccare, poichè qualcuno prese a bussare alla sua porta. Dalla finestra della sua camera, Andrea riuscì ad intravedere la figura di Alessandro. Strano. Subito allora scese al piano di sotto per aprirgli. 

"Hey" disse lei timidamente.

"Che fai? Nulla. Vestiti e usciamo" disse velocemente Alessandro, sembrava nervoso. Strano, nel suo sogno stava proprio uscendo e, casualità, era venuto da lei. 'Che diamine di coincidenza' pensò Andrea mentre prendeva il suo giubbotto.

"Eccomi, andiamo pure. Ma devo parlarti" disse con tono convinto. Alessandro sorrise rassicurante. Ma quel sorriso, di rassicurante, non aveva proprio nulla. E infondo, Andrea lo sapeva. 

***************************

Intanto Chiara era ancora nel suo garage con Gianluca. 

"Credi davvero che nessuno abbia notato niente?" domandò lei dando un ultima occhiata all'auto. Lui la guardò stranito, fino a diventare totalmente confuso.

"Che intendi?" chiese lui curioso. Ma Chiara subito gli rispose "Si vede lontano un miglio che ti piace Andrea. Quando le parlavo a telefono eri nervoso, e poi si vede da come la guardi sempre. Starle troppo vicino ti farà male, almeno se non vuoi rovianare la vostra amicizia" disse lei poggiandogli una mano sulla spalla. 

"E tu con Marco?" chiese lui con un pò di malinconia. 

"Off-limits tesorino, va dalla tua migliore amica e cerca di combinare qualcosa" Appena terminata la frase, Gianluca diede un ultimo bacio sulla guancia di Chiara, per poi correre dalla sua migliore amica. Andrea.


 
ANGOLO AUTRICE
Ed eccomi qui finalmente! Dopo anni che non aggiorno, voglio precisare hahah scusatemi davvero, ma ero incerta se continuare questa storia, sinceramente. Vabbè, fatemi sapere il vostro parere e, comunque, spero che vi piaccia. Anche perchè, da qui in poi, la storia avrà delle belle svolte. Grazie a tutte quelle che l'hanno aggiunta alle preferite-ricordate-seguite.
Un bacioo!
-Danger.

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Capitolo 4
*** Third Chapter. ***


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Capitolo Tre




Gianluca diede un ultimo bacio sulla guancia di Chiara, per poi correre dalla sua migliore amica. Andrea.
 
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Andrea camminava al fianco di Alessandro. Si respirava un'aria tesa e, ogni volta che Alessandro incontrava lo sguardo di Andrea, dentro di lui si accendeva uno strano fuoco. Ne era sicuro, non poteva essere attrazione, ma solo una gran voglia di vederla bruciare, o almeno soffrire, sotto i suoi occhi. In quel modo avrebbe accontentato suo padre, ma non suo nonno. 

"Allora? Qual'è il motivo di quest'uscita?" domandò Andrea sorridendo. Cercava di trovare uno spunto per una conversazione con Alessandro, ma lui non glielo permetteva. 

"Il motivo è semplice: volevo parlare del nostro incontro a scuola" disse Alessandro con calma. Non sapeva neanche lui quale Dio gli stava facendo mantenere la calma, ma voleva soltanto ringraziarlo. 

"Ah già, la scossa" disse Andrea ridendo. Alessandro non riusciva davvero a capire. Come faceva a nascondere l'odio che provava nei suoi confronti? In quel momento anche la sua risata gli dava fastidio, anche solo il fatto che lei respirava lo urtava.

"I tuoi genitori non sono mai in casa?" chiese Alessandro curioso. Intanto avevano quasi raggiunto la caffetteria che c'era all'angolo della loro scuola. Stranamente, nemmeno un tavolino era occupato.

"Veramente mio padre è morto, e mia madre è in un manicomio. Vivo con mia nonna" rispose Andrea senza far intravedere nemmeno un emozione. Era completamente impassibile, vuota davanti a quell'affermazione.

"Mi dispiace" disse Alessandro. In realtà no, non gli importava nemmeno. Ma se la madre era rinchiusa in un manicomio, un motivo ci doveva essere. E poi chissà come era morto suo padre. Era curioso, molto.

"Non è vero. Non dispiace a me, perché dovresti essere dispiaciuto?" domandò retoricamente lei. Non sentiva davvero nulla. Alla morte di suo padre non aveva versato nemmeno una lacrima. Ma non c'era un  motivo, non lo odiava affatto, ma non riusciva a piangere.

"E tua madre? Perché è in manicomio?" Andrea arrivò davanti ad uno dei tanti tavoli della caffetteria, si accomodò e poi guardò Alessandro. Lui la imitò sedendosi, e poi continuò a guardarla negli occhi. 

"Di certo non era una donna felice e normale. Altrimenti non sarebbe stata rinchiusa." In quel momento lo sguardo di Andrea era nel vuoto. Ma in realtà, davanti a lei passavano tutte le immagini di lei e sua madre. Alessandro si sarebbe dovuto sentire in imbarazzo, ma non lo era. Entrambi erano impassibili, freddi e distaccati. Non provavano alcuna emozione quando erano insieme, se non l'odio reciproco.

"Di certo non lo sei nemmeno tu" rispose lui a tono. Andrea lo guardò con un sorriso strano, un po inquietante. Non capiva nemmeno lei perché sorrideva, ma lo faceva e basta. 

"Io sono una ragazza normalissima. Vado a scuola, vivo la mia vita e-"
"E sogni una donna che brucia al rogo" continuò lui divertito. Andrea spalancò gli occhi sorpresa, era infuriata. Come faceva lui a saperlo? 

"Tu non sai nulla di me" disse Andrea arrabbiata. Alessandro stava toccando troppi punti dolenti. Prima sua madre e suo padre, poi lei, e infine i suoi sogni. Era troppo anche per lei. 

"Io ne so molto più di quanto tu possa immaginare" disse Alessandro alzandosi dalla sua sedia. Si avvicinò ad Andrea, e appoggiò le sue mani ai lati dei bracci della sua sedia. La guardava dritto negli occhi, e poteva giurare che vedeva il fuoco ardere in essi.

"Tu non sei nessuno. Non puoi dirmi queste cose all'improvviso. Non mi piace che le persone si interessino a me, alla mia vita. Alle mie cose! Non voglio che ti avvicini ancora a me, voglio che te ne vada. Voglio che tu sparisca dalla mia vista, voglio che tu torni a casa tua!" Andrea diventava sempre più furiosa. Alessandro stava ottenendo quello che voleva, ma forse stava accadendo troppo velocemente. Il cielo era diventato più scuro, e dei nuvoloni si stavano avvicinando. E dato che pochi secondi fa il cielo era azzurro e soleggiato, quella era la prova che era stata Andrea. 

"Voglio che tu torni a casa tua." Alessandro stava per parlare, ma all'improvviso fu travolto da una strana luce. E in meno di un secondo di ritrovò in casa sua, sul suo letto e in camera sua. Non poteva crederci, lo aveva teletrasportato. Non era possibile, lei non era ancora pronta. 

Andrea era rimasta sconcertata da quello che era accaduto. Alessandro era sparito un secondo dopo che lei aveva pronunciato quella frase, era spaventata da se stessa. 
Gianluca, proprio difronte la caffetteria, aveva assistito a tutta la scena. E subito dopo, si avvicinò ad Andrea abbracciandola.

"Hey" disse stringendola forte a sé. Andrea non riusciva a chiudere i suoi occhi. Era rimasta completamente paralizzata. Era stata colpa sua? Cosa le era successo? E dov'era finito Alessandro?

"Non sono stata io" disse lei con voce flebile. Sentiva di stare per svenire, e Gianluca la tenne a sé. La poggiò le braccia alla sua spalla, e cominciò ad avviarsi verso casa di Andrea. Era sicuro che aveva soltanto bisogno di riposare.
*** ******** ***

Andrea, dopo che Gianluca era andato via, si alzò dal suo letto. Iniziò a prepararsi, e subito scese al piano di sotto. Salutò sua nonna, e si avviò verso casa di Alessandro. Doveva parlargli, forse lui sapeva qualcosa. Poteva aiutarla.

Era arrivata davanti al portone di casa sua, aveva paura. Decise di suonare il campanello e, poco dopo, un uomo anziano , quello che aveva sognato nel pomeriggio, le aprì la porta.

"Buonasera" disse lui irrigidendosi. Aveva sentito già dall'interno della casa un energia forte, ma non così tanto.

"Oh, sono un'amica di Alessandro. Potrei vederlo?" chiese lei gentilmente. Il nonno di Alessandro annuì, e si fece da parte lasciandola entrare in casa. 

"Alessandro, è una tua amica" gridò il nonno scandendo bene le ultime tre parole. Andrea si sentiva in imbarazzo, non erano amici. Tanto meno dopo quello che era accaduto precedentemente.

Lentamente, Andrea scorse la testa di Alessandro scendere le scale. Quella casa era proprio come se l'era immaginata. Le pareti chiare e bordeaux, i quadri ottocenteschi, gli oggetti antichi. Era tutto come aveva sognato quel pomeriggio.

"Andiamo in giardino" disse lui facendo cenno con il capo verso una porta di legno che portava, probabilmente, sul retro della casa. 
Il giardino era enorme, e c'erano vari fiori colorati. E nel bel mezzo c'era una piccola fontanina, e alla sua destra c'era quella che doveva essere una cantina. 

"Mi dispiace, non so se è stata colpa mia. Ma sono sconvolta dal mio comportamento" disse piano Andrea. Alessandro annuì come per confermare le sue parole, infondo aveva ragione. 
Alessandro si avvicinò ad Andrea, e la guardò dritto negli occhi.

"Io ti odio, e anche tu mi odi. Dobbiamo soltanto scoprire il motivo." disse Alessandro facendo finta di non saperne. Aveva deciso, con suo nonno, di cercare di diventarle amico. Standole vicino avrebbe potuto controllarla, e ancora meglio, guidarla nella direzione giusta per lui, ma sbagliata per lei.

"Che ne dici di andare a ballare, stasera?" continuò dopo minuti di silenzio. Andrea lo guardò sorpresa. 
"Beh, okey" rispose incerta. Lui sorrise furbo. Intanto, il loro odio si stava evolvendo, e Alessandro non capiva nemmeno il motivo per cui l'aveva invitata. 

 
*** ******** ***

"Buongiorno Signora, c'è sua figlia Giada?" chiese Gianluca gentilmente. La madre di Giada gli sorrise, e lo lasciò entrare in casa. 

"Hey, come mai qui?" Giada rimase sorpresa da quella visita, non se lo aspettava. Aveva tanto sognato che Gianluca venisse da lei, e in quel momento era tutto accaduto davvero.

"Devo parlarti di Andrea." E lì, in quel semplice istante, il mondo di Giada cadde. Crollò sotto il controllo di un ragazzino. Si sentiva indifesa, soltanto per le sue parole.

"Dimmi" disse lei poggiandogli una mano sulla spalla. Intanto, si stavano dirigendo verso la camera di Giada. Lì sarebbero stati più tranquilli.

"Andrea è strana. Sono preoccupato per lei, avresti dovuta vederla era come impazzita. Ha fatto letteralmente sparire Alessandro e-"
"Aspetta, che ci faceva lei con Alessandro?" lo interruppe Giada. Non li aveva mai visti parlare insieme. E tutto d'un tratto si comportavano da amici? E poi che voleva dire che lo aveva fatto sparire?

"Non lo so. Ma c'è qualcosa in Andrea. Qualcosa di molto strano, non era lei quella" disse lui malinconico. Giada annuì per fargli capire di aver compreso la situazione, ma in realtà era tutto l'opposto. 

"Credo dovremmo lasciarla in pace. Forse era stanca, stressata" disse Giada cercando di calmare Gianluca. Ma le era impossibile, stava quasi tremando.

"Mi ha spaventato" disse con voce rotta. Cosa aveva fatto Andrea?

"Perché ti preoccupi per lei in questo modo?" domandò lei accarezzandogli il capo. Gianluca si irrigidì. Perché lo faceva? Lui lo sapeva, ma non ne era sicuro.

"La conosco fin da piccola. Non è molto facile non preoccuparsi per la ragazza con cui hai passato i tuoi ultimi diciassette anni. Non è facile guardarla ogni giorno e non sentire la voglia di abbracciarla, di parlarle. Non è facile ignorare il tuo battito cardiaco che aumenta ogni volta che lei ti guarda. Non è facile ignorare il fatto di provare qualcosa per lei, soprattutto se lo fai da quando avevi dodici anni." Gianluca aveva quasi gli occhi lucidi, e Giada sentiva un senso di gelosia. Il modo in cui parlava di Andrea, le piaceva. Avrebbe voluto che si riferisse a lei, ma anche quello le bastava. Lui ne era innamorato, irrimediabilmente. 

"Hai perso la testa per lei" disse sorridendo dolcemente. Gianluca la guardò negli occhi, e poi l'abbracciò. 'E io per te' avrebbe voluto aggiungere Giada, ma non lo fece. L'amore era qualcosa che rendeva felici le persone, e se Andrea ricambiava, per lei andava bene. Ma il problema era quello: lei cosa provava? 


 
ANGOLO AUTRICE

Allora, io mi scuso per il ritardooo hahahaha
Il capitolo era pronto, ma non avevo voglia di pubblicare e correggere (veramente andrebbe tutto al contrario, ma vabbè).
Ma adesso ho pubblicato. Spero vi piaccia, e per qualsiasi cosa ditemela in una recensione! Errori o cose del genere.


-Danger.

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