Is it real?

di Ilaria_mm_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il suo sorriso. ***
Capitolo 2: *** Che autobus prendi? ***
Capitolo 3: *** Cosa sapranno loro? ***
Capitolo 4: *** Canzoni importanti. ***
Capitolo 5: *** ''Mi avvicino io.'' ***
Capitolo 6: *** Primi baci. ***
Capitolo 7: *** Disastri. ***
Capitolo 8: *** Idee e novità. ***
Capitolo 9: *** X-Factor ***
Capitolo 10: *** ''One Direction'' ***
Capitolo 11: *** Singoli e segreti. ***
Capitolo 12: *** Anno nuovo, vita nuova? ***
Capitolo 13: *** ''Diall'' ***
Capitolo 14: *** They didn't know because they'll know about us. ***
Capitolo 15: *** Notizie ufficiali ***
Capitolo 16: *** Epilogo. ***
Capitolo 17: *** SPAZIO ''AUTRICE'' ***



Capitolo 1
*** Il suo sorriso. ***


Mia mamma ancora una volta si stava vantando di quanto fosse brava, bella e simpatica.
Non ne potevo più.
Le volevo bene, ovvio, era pur sempre mia madre.
Ma certi suoi atteggiamenti mi infastidivano.
Poco importava in quel momento, dovevo uscire insieme a Selena e il suo nuovo ragazzo: Justin.
Lei era la mia migliore amica e avrei fatto di tutto per lei.
Mi misi la camicia blu, il mio colore preferito, e i jeans azzurri.
Dovevamo solo andare al parco.
Mio fratello Joe era in bagno prima di me.
Non potevo arrivare in ritardo.
Andai al bagno del piano inferiore anche se piccolo potevo benissimo fare le cose essenziali.
Abbracciai mio fratello, l’unico che sapeva tutto.
Tutto ciò che ero e tutto ciò che avrei voluto essere.
Lo strinsi forte.
Mi misi la mia solita maschera color ‘viso di qualcuno che finge di essere felice interpretando ciò che non è’ e, finalmente, uscii.
 
Selena mi stava aspettando fuori dal cancello.
Che bella. Aveva i capelli neri e mossi, un bellissimo fisico e degli occhi marroni che luccicavano. Molti credevano stessimo insieme.. Poveri illusi.
‘Ciao Harry’ mi urlò sorridendo.
‘Ciao bellissima’ le dissi con più calma.
‘Andiamo’ incitò e la seguii.
Arrivati al parco vidi un ragazzo carino, biondo, occhi azzurri qualche tatuaggio e un paio di piercing, stavo per esprimere il mio parere ma mi fermò immediatamente Sel urlando: ‘Ciao amore’.
Non me lo aspettavo, beh che avevamo gusti diversi era risaputo, probabilmente aveva un bel carattere.
Effettivamente era davvero molto simpatico e dolce con la mia migliore amica ma ero assorto nei miei pensieri e non ero molto presente mentalmente.
Probabilmente se ne accorsero perché molte furono le volte nelle quali mi chiesero se andava tutto bene.
Sempre la solita bugia: sì.
Di seguito cercai di essere meno chiuso, e ci riuscii discretamente.
Almeno risero, anche io lo feci.
Non erano delle belle giornate, ero confuso. Le persone come me non sono sempre accettate. Eppure non pensavo di essere così strano!
Dopo qualche ora tornammo tutti e tre a casa, cenai e mi misi a dormire.
Il giorno dopo mi svegliai e andai a scuola in bicicletta, mia mamma ancora non voleva comprarmi l’auto, temeva fosse troppo pericoloso, ma non mi importava più di tanto.
Arrivato a scuola, appena avanti al cancello, vidi la persona più bella che conoscessi. Era più basso di me e di me (forse) conosceva solo il nome.
Avrei voluto sapere molto di più di lui ma era molto riservato.
Qualcuno mi saltò addosso da dietro e, come sempre, riconobbi le mani di Selena, con le unghie sempre intonate ai vestiti.
Io non riesco nemmeno a coordinare la cintura o la cravatta e lei, invece, è sempre tutta di un colore.
I miei pensieri svanirono un istante ma, girandomi per guardare Sel, intravidi lo sguardo e il sorriso del ragazzo.
Per poco non svenni.
Ovviamente da brava ragazza e bravissima chiacchierona la mia migliore amica cominciò a riempirmi di informazioni; tra le tante mi disse che, dopo anni e anni, mi avrebbe fatto conoscere la sua migliore amica.
Non era colpa sua ne dell’altra ragazza. Ero io sempre troppo impegnato.
Mi disse che era una ragazza interessante e mi incuriosii.
Entrato a scuola accompagnai Sel in classe ma una ragazza molto bella coi capelli neri e lisci mi si fermò davanti.
‘Lei è Demi: la mia migliore amica!’ mi disse Sel felice.
‘Piacere Harry’ dissi sorridendo.
‘Piacere. Finalmente ci incontriamo, devi essere un ragazzo davvero molto occupato.’
Era simpatica, non disse quelle parole con cattiveria o quant’altro, le disse ridendo come se non le pesasse affatto e, effettivamente, era così.
‘Caro Harry –continuò Demi- se aspetti 5 minuti, sperando che arrivi, ti posso presentare il mio migliore amico. E’ molto simpatico ma è dannatamente riservato, spero che tu non dia giudizi troppo affrettati. E’ la persona più buona che conosca sapete?’
‘Va bene’ rispose Selena, rispondendo anche per me.
Sinceramente non ne avevo voglia, ero stanco e avevo anche una verifica molto difficile di Letteratura Inglese, ma non mi andava di contraddire Selena.
Non avevo voglia di discutere perché tanto l’avrebbe vinta sempre lei.
Demi fece un piccolo salto e corse verso qualcuno gridando ‘Ciao Lou’
Nel frattempo, a causa del colpo che mi aveva fatto prendere Demi, mi cadde il portafoglio con cui giocherellavo durante le presentazioni. Mi chinai a prenderlo e, alzandomi, vidi un altro paio di gambe.
Alzai la testa.
Era il ragazzo davanti al cancello della scuola.
Mi mancò il fiato.
‘Non si è rotto nulla vero?’ mi chiese.
Mi ero ammutolito. Non riuscivo a pronunciare una parola. Per qualche secondo devo aver avuto una faccia da pesce lesso perché Sel mi diede una gomitata.
Grazie a lei dissi:
‘Co..osa scusa?’
‘Chiedevo se si fosse rotto qualcosa.’ Mi rispose con gentilezza.
‘No..no,no grazie.’
Dovevo sembrare proprio scemo perché tutti mi stavano guardando come si guarda un bambino che fa il ruttino.. con dolcezza e un leggero senso di schifo negli occhi.

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Capitolo 2
*** Che autobus prendi? ***


Non lo vidi più per tutto il giorno. Ma, il giorno dopo, lo vidi di nuovo davanti al cancello della scuola.
Indossava una maglia bianca con scritto ‘Coca Cola’ in rosso e dei jeans neri.
Parlava con due ragazzi. Due amici penso.
Riuscivo a sentire la sua voce quando, quest’ultima, si smorzò.
Dopo pochi secondi sentii: ‘Ciao Harry!’
Mi girai e vidi quegli occhi, così belli, guardare me.
Cercai di ricambiare il saluto ma la voce non veniva proprio fuori. Così feci un cenno col capo sorridendo, cercando di sembrare il meno ebete possibile.
Entrai a scuola da solo sorridendo, quasi ridendo. Ero gioioso, si ricordava il mio nome!
Mi sentivo una femminuccia, di solito queste cose me le dice Sel, ma, questa volta, lo pensavo io.
Non feci in tempo a pensare a lei che mi si impose davanti insieme a Demi.
‘Ciao’ mi urlarono all’unisono.
‘Ciao bellissime’ dissi.
Demi si scompose per pochi millesimi. Non sapeva che non poteva piacermi, non perché fosse brutta, anzi, ma non era il mio genere. Il mio unico genere, il mio unico tipo era Louis.
Videro il mio sorriso da idiota stampato in faccia, come se avessi vinto alla lotteria e Selena mi chiese:
‘Cosa è successo? E’ da un po’ che non vedo quel sorriso sul tuo viso!’
‘Nulla’ risposi con un leggero sarcasmo e un sorrisino che faceva intendere tutto tranne che niente.
‘Dai dicci, dicci..’ mi incitò Demi.
‘No ragazze dai, non mi va!’
Selena fece un sospiro terrorizzato evidentemente scherzoso e disse:
‘Non ti va di dirlo alla tua migliore amica?!’
‘No Sel, non mi va dai.. Mi vergogno.’
‘Aah ho capito..’ disse Demi con l’espressione di chi ne sapeva più del dovuto.
‘Ti piace qualcuno –continuò- e ti avrà detto/fatto qualcosa!’
‘Leggi nel pensiero?’ le chiesi con sottile ironia.
‘No ma sei un bravo ragazzo e quel sorriso così raro può essere solo per qualcosa di davvero importante.. Avete visto Lou?’
‘Ehm.. sì è fuori. Mi ha salutato prima!’ dissi cercando di sembrare il più superficiale possibile.
‘Ti ha salutato, davvero?’ Chiese Selena ammutolita. ‘Non saluta nemmeno me e siamo in classe insieme.’
‘Non è cattivo o vanitoso –replicò Demi- è solo molto timido e timoroso’
‘E’ fidanzato?-chiese Selena- non so nulla della sua vita!’
‘Nono, so che è molto carino ma.. Diciamo che non siamo il suo genere.’ Disse Demi quasi ridendo.
‘In che sens..’ mi interruppe proprio la sua voce. Non ero mai stato così felice di essere interrotto da qualcuno.
‘Ciao Haz’ disse strofinando le sue mani tra i miei ricci.
La sua migliore amica era davvero sbalordita, infatti disse:
‘Louis stai bene?’
‘Sì, normale, perché?’ rispose con calma.
‘Perché non ti sei mai comportato così nemmeno coi tuoi amici, nemmeno con me. Non è che..’
‘Dum, no. Lascia gestire a me queste cose.’ Disse con tenerezza ma con fermezza allo stesso tempo.
Suonò la campanella e tornai in classe. Quanto vorrei essere in classe con lui.
Quel giorno la mia classe uscii prima da scuola, mancava un professore e non c’era nessuno disposto a far supplenza.
Uscii dal portone, ero quasi arrivato al cancello con le cuffie nelle orecchie ma una mano si posò sulla mia spalla.
Mi girai.
Louis!
‘Ehi –disse- oggi ci vediamo di continuo! Spero di non romperti.’
‘Nono non rompi.’ Risposi. Se qualcuno avesse saputo cosa provavo davvero per lui di sicuro mi avrebbe riso in faccia. Era ovvio che non rompeva, fosse stato per me avrei parlato con lui tutto il giorno.
‘Bene.’
Non riuscivo a smettere di tremare ma riuscii a dire:
‘Come mai fuori a quest’ora?’
‘Devo andare a fare una visita, nulla di importante, ma devo.’ Mi disse con leggerezza.
‘Oh mi dispiace. Che autobus prendi?’ mi sorpresi della mia intraprendenza che, se a molti può sembrare una domanda normale, per me voleva dire chiedergli qualcosa di personale su di lui.
‘Il nove’ disse saltellando. Era felice.
Dopo qualche secondo recepì ciò che mi era stato riferito. Il nove. Lo prendevo anche io.
‘Anche io lo prendo..’ dissi con una voce soffocante.
‘Bene, ti va di prenderlo insieme?’ chiese dolcemente.
‘Certo.’ Gli risposi.

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Capitolo 3
*** Cosa sapranno loro? ***


Non avrei mai pensato che un viaggio di pochi minuti in uno stupido autobus potesse significare così tanto!
Era così allegro, così aperto, non mi sembrava lo stesso ragazzo di cui mi parlavano Selena e Demi.
Appena saliti sull’autobus mi disse:
‘Quali sono i tuoi cantanti preferiti?’
‘Coldplay, Beatles e Pink Floyd e i tuoi?’
‘A me piace molto Robbie Williams –mi disse con dolcezza- ci conosciamo da poco, dove abiti?’
‘Nello stesso vialetto di Selena, sono nella terza villetta dopo di lei. E tu?’
 
Può sembrare strano ma credevo di sognare.
 
‘Io abito nella via prima. Non siamo così lontani allora.’
 
Non riuscii più a parlare. Continuavo a fissare la sua bocca.
Un messaggio riuscì a togliermi da questa situazione imbarazzante.
Era Demi che mi chiedeva se potevo andare a casa sua il pomeriggio con Selena per ‘discutere di alcune cose’.
Non mi spaventai più di tanto. Di solito Sel mi chiedeva consigli sui ragazzi anche se quello che ne aveva più bisogno tra i due ero io..!
Purtroppo il viaggio era breve ed eravamo già arrivati a destinazione.
Scendemmo dall’autobus e Louis si girò per salutarmi.
‘E’ stato bello chiacchierare, anche se per pochi minuti, con te. Sei simpatico.’ Mi disse.
‘G..grazie, lo sei anche tu. Ehm..’
‘Ci vediamo domani a scuola?’ mi chiese con gentilezza.
‘Certo’ gli risposi quasi saltellando.
Ci salutammo con un cenno della mano e ci dividemmo.
Ogni tanto mi giravo per guardarlo. Era bello pure da dietro.
Dovevo imparare a contenermi perché non potevo permettermi di saltellare per un ‘ci vediamo domani’.
Ero davvero felice.
 
Come promesso alle due mie amiche andai a casa di Demi.
Citofonai e arrivò immediatamente la padrona di casa ad accogliermi.
Entrato la prima cosa che poteva vedere era il divano del soggiorno in lontananza.
Seduta c’era Sel e un’altra persona della quale vedevo solo le gambe.
Indossava dei Jeans semplicissimi e un paio di Converse nere.
Lo stipite della porta mi impediva di osservare oltre quei jeans.
Cercavo di essere presente mentre Demi mi parlava del suo gatto e del topo che aveva portato la sera prima a tutta la famiglia ma si vedeva che la mia testa era totalmente da un’altra parte.
Ripensavo e ripensavo a Lou, al viaggetto in autobus, al suo ‘ci vediamo domani’ per il quale stavo ancora saltellando.
Finalmente dopo dieci minuti passati a offrirmi qualcosa Demi mi fece andare in quel soggiorno tanto desiderato.
Volevo bene a Demi, era davvero tenerissima e tutto ciò che faceva non era mai per cattiveria o quant’altro. Era davvero fantastica.
Piano piano intravidi la maglietta della misteriosa figura sul divano che parlava con Selena. Era nera a righe orizzontali bianche.
 
Era Louis.
 
Rimasi sullo stipite della porta immobile.
Demi mi spinse verso sinistra per farla passare.
Selena mi guardava come se stesse aspettando un saluto.
E Louis si girò di scatto verso di me.
In quel momento se qualcuno mi avesse tirato giù i pantaloni davanti a tutti sarebbe stato sicuramente meno imbarazzante per me.
Non capivo cosa provassero gli altri.
Demi non capiva quel che succedeva.
Selena continuava ad aspettare un mio saluto o almeno una mia parola.
E Louis guardava un angolo vuoto del soggiorno.
Era in imbarazzo quanto me?
Non me lo aspettavo. Dovevo essere pronto per queste cose. Sono sensibile. Forse troppo.
Così Selena, sicuramente mossa dalla tenerezza o dalla compassione, smorzò quel silenzio così dannatamente pesante e imbarazzante.
‘Ciao Harry!’ esclamò.
‘Stai bene?’ mi chiese Demi.
‘Penso di sì’ risposi con un filo di voce.
Louis smise di guardare quel’angolo insignificante e si girò verso di me, non che fossi meno insignificante.
‘Perché siamo qui?’ chiese Louis.
‘Non sei felice di stare con la tua migliore amica?’ chiese Demi ironicamente.
‘Sì ma mi avete chiamato che non avevo nemmeno finito di mangiare’ rispose Louis senza cattiveria.
‘Tranquilli su, volevo parlarvi di una cosa..’ disse Selena prendendo la parola.
‘Ok’ rispondemmo all’unisono io e Lou.
Mancava poco perché saltellassi anche per quello.
Io rimasi in piedi ma Louis fece una cosa inaspettata. Inaspettatissima:
Si alzò e venne accanto a me.
Mi sorrise dolcemente e mi salutò sussurrando, quasi come se non volesse farsi sentire da nessun altro.
‘Allora ragazzi volevamo chiedervi una cosa. Ce n’è almeno uno di voi che si intende di ragazze?’
Mi si abbozzò un sorriso ironico sul viso senza che potessi fermarlo.
Guardai Louis senza voltare il viso.
Anche lui sorrideva.
‘Perché ce lo chiedete?’ dissi. Questa fu sicuramente la prima frase detta senza tremare con Louis nello stesso luogo.
‘Non sappiamo se ad una nostra amica piace un ragazzo e lei non ce lo vuole dire.’
Dai sorrisi ironici io e Louis passammo ad un’espressione stranita. Davvero molto stranita.
‘Ma cosa vi interessa?’ chiese Louis ridendo.
‘Così la possiamo aiutare!’ disse Selena.
In quel momento decisi di dire una frase abbastanza significativa. Per far capire alla mia migliore amica ciò che non le avevo ancora detto:
‘Vedi Sel, tu vuoi sempre aiutare gli altri e questo ti fa onore. Ma a volte le persone vorrebbero fare le cose da soli. Per vedere se ci riescono, se ce la fanno senza un supporto morale e fisico grande come il tuo. Non che io non lo apprezzi eh, ma ci sono dei giorni durante l’anno in cui vorrei fare le cose a modo mio, per vedere se funziona.’
Demi e Louis voltarono lo sguardo verso Selena, per vedere il suo comportamento.
Non si scompose. Sapevo che mi avrebbe capito. Sapevo che eravamo perfetti migliori amici.
A quanto pare i due altri membri del gruppo erano abbastanza straniti. Ma poco importava in quel momento, sarebbe stato meglio se non avessero capito.
‘Finalmente dici frasi, di seguito, di senso compiuto. –disse ridendo Sel- e cosa vorresti fare da solo Haz?’ chiese sorridendo.
Ecco come potevo dirlo senza farmi capire?
‘Mi piace qualcuno.’
DETTO.
Non riuscivo a non dire le cose a Selena per più di qualche giorno. Prima o poi io scoppio.
 
Non vidi nessuno fare un’espressione strana o incredula. Erano tutti impassibili. Come se li avessi detto di aver mangiato un ghiacciolo nel pomeriggio.
Non capivo.
Selena smorzò di nuovo quel silenzio imbarazzante, non il primo in giornata. Non il primo in quell’ora:
‘Lo so. In realtà lo sappiamo.’
‘Chi è che lo sa?’ chiesi strabuzzando gli occhi e urlando.
‘Noi.’ Disse sorridendo.
‘Io no’ disse Louis quasi arrabbiato.
Ne ero abbastanza sollevato sinceramente.
‘Perché qui sono l’unico a non sapere le cose?’ chiese con tono alterato.
‘Tranquillo caro che anche di te sappiamo tutto’ disse Demi sorridendo.
Louis fece la mia stessa espressione ma, a differenza mia, non disse niente.
‘Qui quelle che sanno tutto siete solo voi due.’ Dissi riferendomi alle due uniche ragazze presenti nella stanza.
‘Vero –disse la mia migliore amica –e, fidati, non sarà per molto.’
Odiavo non capirla.
Odiavo leggere i suoi occhi così dannatamente male.
Demi sorrideva.
Selena pure.
Io ero esterrefatto.
Louis pure.
Cercai di non ritornare su quell’argomento per tutta l’ora successiva e vidi che anche Lou cercava di fare lo stesso.
Parlammo, o meglio, parlarono, della scuola e di alcuni cantanti e/o band ed esprimevano il loro pensiero.
Ad una certa ora ce ne andammo tutti e, tornato a casa, ripensai e ripensai a quanto era successo il pomeriggio stesso.
Decisi di mandare un messaggio alla mia migliore amica. Non potevo rimanere così chissà per quanto tempo.
 
-Selena puoi dirmi cosa intendevi oggi?-
 
-No bellissimo-
 
-Dai Sally-
 
-Odio quando mi chiami così-
 
-Lo so, bellissima! Rispondimi però..-Non avrei mai pensato che un viaggio di pochi minuti in uno stupido autobus potesse significare così tanto!
Era così allegro, così aperto, non mi sembrava lo stesso ragazzo di cui mi parlavano Selena e Demi.
Appena saliti sull’autobus mi disse:
‘Quali sono i tuoi cantanti preferiti?’
‘Coldplay, Beatles e Pink Floyd e i tuoi?’
‘A me piace molto Robbie Williams –mi disse con dolcezza- ci conosciamo da poco, dove abiti?’
‘Nello stesso vialetto di Selena, sono nella terza villetta dopo di lei. E tu?’
 
Può sembrare strano ma credevo di sognare.
 
‘Io abito nella via prima. Non siamo così lontani allora.’
 
Non riuscii più a parlare. Continuavo a fissare la sua bocca.
Un messaggio riuscì a togliermi da questa situazione imbarazzante.
Era Demi che mi chiedeva se potevo andare a casa sua il pomeriggio con Selena per ‘discutere di alcune cose’.
Non mi spaventai più di tanto. Di solito Sel mi chiedeva consigli sui ragazzi anche se quello che ne aveva più bisogno tra i due ero io..!
Purtroppo il viaggio era breve ed eravamo già arrivati a destinazione.
Scendemmo dall’autobus e Louis si girò per salutarmi.
‘E’ stato bello chiacchierare, anche se per pochi minuti, con te. Sei simpatico.’ Mi disse.
‘G..grazie, lo sei anche tu. Ehm..’
‘Ci vediamo domani a scuola?’ mi chiese con gentilezza.
‘Certo’ gli risposi quasi saltellando.
Ci salutammo con un cenno della mano e ci dividemmo.
Ogni tanto mi giravo per guardarlo. Era bello pure da dietro.
Dovevo imparare a contenermi perché non potevo permettermi di saltellare per un ‘ci vediamo domani’.
Ero davvero felice.
 
Come promesso alle due mie amiche andai a casa di Demi.
Citofonai e arrivò immediatamente la padrona di casa ad accogliermi.
Entrato la prima cosa che poteva vedere era il divano del soggiorno in lontananza.
Seduta c’era Sel e un’altra persona della quale vedevo solo le gambe.
Indossava dei Jeans semplicissimi e un paio di Converse nere.
Lo stipite della porta mi impediva di osservare oltre quei jeans.
Cercavo di essere presente mentre Demi mi parlava del suo gatto e del topo che aveva portato la sera prima a tutta la famiglia ma si vedeva che la mia testa era totalmente da un’altra parte.
Ripensavo e ripensavo a Lou, al viaggetto in autobus, al suo ‘ci vediamo domani’ per il quale stavo ancora saltellando.
Finalmente dopo dieci minuti passati a offrirmi qualcosa Demi mi fece andare in quel soggiorno tanto desiderato.
Volevo bene a Demi, era davvero tenerissima e tutto ciò che faceva non era mai per cattiveria o quant’altro. Era davvero fantastica.
Piano piano intravidi la maglietta della misteriosa figura sul divano che parlava con Selena. Era nera a righe orizzontali bianche.
 
Era Louis.
 
Rimasi sullo stipite della porta immobile.
Demi mi spinse verso sinistra per farla passare.
Selena mi guardava come se stesse aspettando un saluto.
E Louis si girò di scatto verso di me.
In quel momento se qualcuno mi avesse tirato giù i pantaloni davanti a tutti sarebbe stato sicuramente meno imbarazzante per me.
Non capivo cosa provassero gli altri.
Demi non capiva quel che succedeva.
Selena continuava ad aspettare un mio saluto o almeno una mia parola.
E Louis guardava un angolo vuoto del soggiorno.
Era in imbarazzo quanto me?
Non me lo aspettavo. Dovevo essere pronto per queste cose. Sono sensibile. Forse troppo.
Così Selena, sicuramente mossa dalla tenerezza o dalla compassione, smorzò quel silenzio così dannatamente pesante e imbarazzante.
‘Ciao Harry!’ esclamò.
‘Stai bene?’ mi chiese Demi.
‘Penso di sì’ risposi con un filo di voce.
Louis smise di guardare quel’angolo insignificante e si girò verso di me, non che fossi meno insignificante.
‘Perché siamo qui?’ chiese Louis.
‘Non sei felice di stare con la tua migliore amica?’ chiese Demi ironicamente.
‘Sì ma mi avete chiamato che non avevo nemmeno finito di mangiare’ rispose Louis senza cattiveria.
‘Tranquilli su, volevo parlarvi di una cosa..’ disse Selena prendendo la parola.
‘Ok’ rispondemmo all’unisono io e Lou.
Mancava poco perché saltellassi anche per quello.
Io rimasi in piedi ma Louis fece una cosa inaspettata. Inaspettatissima:
Si alzò e venne accanto a me.
Mi sorrise dolcemente e mi salutò sussurrando, quasi come se non volesse farsi sentire da nessun altro.
‘Allora ragazzi volevamo chiedervi una cosa. Ce n’è almeno uno di voi che si intende di ragazze?’
Mi si abbozzò un sorriso ironico sul viso senza che potessi fermarlo.
Guardai Louis senza voltare il viso.
Anche lui sorrideva.
‘Perché ce lo chiedete?’ dissi. Questa fu sicuramente la prima frase detta senza tremare con Louis nello stesso luogo.
‘Non sappiamo se ad una nostra amica piace un ragazzo e lei non ce lo vuole dire.’
Dai sorrisi ironici io e Louis passammo ad un’espressione stranita. Davvero molto stranita.
‘Ma cosa vi interessa?’ chiese Louis ridendo.
‘Così la possiamo aiutare!’ disse Selena.
In quel momento decisi di dire una frase abbastanza significativa. Per far capire alla mia migliore amica ciò che non le avevo ancora detto:
‘Vedi Sel, tu vuoi sempre aiutare gli altri e questo ti fa onore. Ma a volte le persone vorrebbero fare le cose da soli. Per vedere se ci riescono, se ce la fanno senza un supporto morale e fisico grande come il tuo. Non che io non lo apprezzi eh, ma ci sono dei giorni durante l’anno in cui vorrei fare le cose a modo mio, per vedere se funziona.’
Demi e Louis voltarono lo sguardo verso Selena, per vedere il suo comportamento.
Non si scompose. Sapevo che mi avrebbe capito. Sapevo che eravamo perfetti migliori amici.
A quanto pare i due altri membri del gruppo erano abbastanza straniti. Ma poco importava in quel momento, sarebbe stato meglio se non avessero capito.
‘Finalmente dici frasi, di seguito, di senso compiuto. –disse ridendo Sel- e cosa vorresti fare da solo Haz?’ chiese sorridendo.
Ecco come potevo dirlo senza farmi capire?
‘Mi piace qualcuno.’
DETTO.
Non riuscivo a non dire le cose a Selena per più di qualche giorno. Prima o poi io scoppio.
 
Non vidi nessuno fare un’espressione strana o incredula. Erano tutti impassibili. Come se li avessi detto di aver mangiato un ghiacciolo nel pomeriggio.
Non capivo.
Selena smorzò di nuovo quel silenzio imbarazzante, non il primo in giornata. Non il primo in quell’ora:
‘Lo so. In realtà lo sappiamo.’
‘Chi è che lo sa?’ chiesi strabuzzando gli occhi e urlando.
‘Noi.’ Disse sorridendo.
‘Io no’ disse Louis quasi arrabbiato.
Ne ero abbastanza sollevato sinceramente.
‘Perché qui sono l’unico a non sapere le cose?’ chiese con tono alterato.
‘Tranquillo caro che anche di te sappiamo tutto’ disse Demi sorridendo.
Louis fece la mia stessa espressione ma, a differenza mia, non disse niente.
‘Qui quelle che sanno tutto siete solo voi due.’ Dissi riferendomi alle due uniche ragazze presenti nella stanza.
‘Vero –disse la mia migliore amica –e, fidati, non sarà per molto.’
Odiavo non capirla.
Odiavo leggere i suoi occhi così dannatamente male.
Demi sorrideva.
Selena pure.
Io ero esterrefatto.
Louis pure.
Cercai di non ritornare su quell’argomento per tutta l’ora successiva e vidi che anche Lou cercava di fare lo stesso.
Parlammo, o meglio, parlarono, della scuola e di alcuni cantanti e/o band ed esprimevano il loro pensiero.
Ad una certa ora ce ne andammo tutti e, tornato a casa, ripensai e ripensai a quanto era successo il pomeriggio stesso.
Decisi di mandare un messaggio alla mia migliore amica. Non potevo rimanere così chissà per quanto tempo.
 
-Selena puoi dirmi cosa intendevi oggi?-
 
-No bellissimo-
 
-Dai Sally-
 
-Odio quando mi chiami così-
 
-Lo so, bellissima! Rispondimi però..-
 
Non mi rispose più. Cercai di non pensarci e, poco prima di addormentarmi,ancora abbastanza sveglio nel letto, mi feci i miei soliti film mentali che, come protagonista, ovviamente, avevano colui che mi piaceva da morire.
Pensai se fosse giusto pensare già all’amore.
Magari era un po’ troppo. Era vero che mi piaceva da mesi ma cominciai a parlargli solo qualche settimana fa.
Diciamo che ero infatuato.. Ecco!
Anche se io mi sentivo innamorato!
Con questi pensieri mi addormentai.
 
Non mi rispose più. Cercai di non pensarci e, poco prima di addormentarmi,ancora abbastanza sveglio nel letto, mi feci i miei soliti film mentali che, come protagonista, ovviamente, avevano colui che mi piaceva da morire.
Pensai se fosse giusto pensare già all’amore.
Magari era un po’ troppo. Era vero che mi piaceva da mesi ma cominciai a parlargli solo qualche settimana fa.
Diciamo che ero infatuato.. Ecco!
Anche se io mi sentivo innamorato!
Con questi pensieri mi addormentai.

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Capitolo 4
*** Canzoni importanti. ***


Il giorno dopo a scuola non c’era nessuno ad aspettarmi.
Era una brutta giornata. Pioveva e c’erano i nuvoloni e, a me, ovviamente, mi si erano annacquate le scarpe e, di conseguenza, i piedi.
Cercai di arrancare sulle scale che portavano al portone della scuola e, cercando di non farmi portare via dal vento insieme all’ombrello, lo chiusi in malo modo.
A scuola tutte le lezioni di quel giorno furono dannatamente noiose.
Un’ora di Matematica, dove una donna di mezza età piuttosto bruttina cercava di imporci la sua autorevolezza, un’ora di Letteratura Inglese, della quale quel giorno non mi importava più di tanto, due ore di Biologia e l’ultima ora di Spagnolo.
Una noia mortale. Di certo non mi aiutava a distogliere i miei pensieri da colui che mi piaceva e dall’accaduto del giorno precedente.
Pensai e ripensai alle parole di Selena, i sorrisini complici di Demi e gli sguardi devianti di Louis.
Anche se ci fu una sorta di casino ero felice che Lou facesse parte della mia vita!
Uscito da scuola vidi Selena sgattaiolare via.
Stava complottando qualcosa: la conoscevo.
Demi era di fianco a lei e si infilarono tra un gruppo di ragazzi che di certo non avrebbero fatto molte storie per tenere due delle ragazze più belle della scuola tra di loro.
Una mano ‘furtiva’ mi si appoggiò sulla spalla destra; mi girai immediatamente verso il lato opposto e, diamine, la creatura più bella del mondo era davanti ai miei occhi.
Quegli occhi azzurri erano vortici che mi portavano in un mondo parallelo nel quale la cattiveria non esisteva, nel quale esisteva solo amore, amore, amore, amore e nient’altro.
Quanto avrei voluto farne parte delle ore invece di perdermi dentro pochi secondi per poi tornare alla realtà per paura di ‘essere scoperto’.
‘Ehi, com’è andata oggi?’ mi chiese felice.
‘Stava andando male ma.. sai perché quelle due –riferendomi a Demi e Selena- mi stanno evitando?’ chiesi curioso.
Stavo diventando leggermente più sciolto forse perché nella mia testa stavo con lui tutto il giorno e tutti i giorni.
‘Volevi dire CI stanno evitando. Non lo so..’ mi disse dolcemente.
‘Chissà che hanno in testa..’
‘Io ho poche cose in testa: musica ed un paio di persone per le quali vale la pena lottare.’
Era quasi certo gli piacesse qualcuno. Chissà quante ragazze aveva avuto.
‘Anche io.’ Dissi con fierezza. ‘Che cosa fai questo pomeriggio?’ continuai.
‘Nulla. Accenderò la musica e/o canterò.. tu?’
‘Ti piace cantare? –chiesi con stupore- ehm io penso la stessa cosa comunque..’
‘Amo cantare, ma non mi faccio mai sentire da nessuno.. sono timido.’
‘Me lo hanno detto Demi e Sel che sei timido, ma non sembri.’
‘Non con te. Con te è semplice sentirsi a proprio agio.’
Ero sorpreso. Infatti dissi:
‘Non me lo aveva mai detto nessuno…grazie!’
‘Figurati… a te piace cantare invece?’
‘Sì ma in doccia o da solo. Non so cantare, ma so suonare il basso..’
Rise. ‘Ti va oggi di vederci per strimpellare qualcosa?’
 
NON DOVEVO SALTELLARE.
 
‘Certo’ urlai.
Ecco a voi Harry nonmipiacepernienteLouis Styles.
Che scemo.
Louis rise. Quanto era bello.
Uscimmo da scuola ma c’era suo madre a prenderlo e non facemmo la strada insieme ma ero ugualmente felice.
Arrivai a casa. Dopo due ore sarebbe arrivato. Cacciai tutti i componenti della mia famiglia fuori casa dicendo la verità e, di certo, non volevano stare in casa con due ragazzini che strimpellavano con le casse alte quanto un concerto in uno stadio.
Joe rise e mi disse: ‘Allora chi è il fortunato?’
‘Zitto Joe, mamma e papà ti sentono.’
‘Sarebbe l’ora di dirglielo.. Non credi?’
‘Non sono ancora pronto e comunque si chiama Louis.’
‘Louis…mmm.. non conosco nessuno con quel nome.’
‘Meglio, ora esci.’
Gli tirai una finta pedata sul sedere e salii su in cameretta sperando di non avere niente di stupido.
C’erano tanti poster di artisti di tutto rispetto, foto di me da piccolo da solo o con mio fratello, foto con Selena e qualche quadro che raffigurava New York.
Ok andava abbastanza bene.
L’unica cosa ‘poco virile’ era sicuramente il cuscino con la federa che raffigurava Topolino, stavo per cambiarla ma qualcuno citofonò.
Mancava ancora mezzora ma era già Louis.
‘Scusa l’anticipo..’
‘Figurati.’ Gli risposi con dolcezza.
Andammo su in camera mia, sede di tutti i bassi e le chitarre della casa che, per la cronaca, non erano così tante.
Parlammo principalmente del mio fantastico cuscino e del fatto che lui in cameretta aveva tantissimi peluche. Che dolce!
Poi parlammo della musica e, con difficoltà, lo convinsi a cantare qualcosa:
 
‘They don’t know how special you are
They don’t know what you’ve done to my heart.
They can say anything they want
‘Cause they don’t know about us’’
 
Stupendo. Una voce mozzafiato. Ero a bocca aperta.
‘Wow’ pronunciai.
Era l’unico suono che poteva avvicinarsi, anche se di poco, alla bellezza della sua voce.
E poi le parole, così giuste, così perfette.
Per me avevano un significato speciale, chissà per lui che significato avevano. Sicuramente diverso dal mio.
Era diventato tutto rosso.
‘Sono felice ti sia piaciuto.’ Disse.
Continuavo a fissarlo con la bocca sbarrata. Sicuramente lo stavo mettendo in imbarazzo, infatti abbassò lo sguardo e disse:
‘Ho sempre cantato da solo, sei la prima persona che mi sente.’
‘Nemmeno Demi?’ chiesi quasi speranzoso.
‘Nemmeno Demi.’ Mi rispose sorridendo.
 
Io ero l’unica persona al mondo ad averlo sentito cantare. Ero sinceramente onorato e felice; non saltellai solo perché ero seduto sul letto.
‘Non la conosco questa canzone ma è stupenda, se mi dici il titolo la scarico.’ Gli dissi sorridente.
‘Non puoi conoscerla perché la conosci solo tu. L’ho scritta io quando avevo 13 anni..’
‘COSA? –dissi urlando– hai scritto della parole bellissime, davvero.’
‘G-grazie’ disse teneramente. Era la prima volta che balbettava in mia presenza.
Mi veniva voglia di baciarlo ma non potevo. Non potevo ne volevo rinunciare per un mio errore alla nostra amicizia.
Mi limitai ad accarezzargli la spalla.
‘Ehm..E tu? Canti?’ mi chiese.
‘Solo in doccia.’
‘Posso sentire?’ mi chiese.
‘Non sono un cantante.’ Dissi.
‘Io ho cantato, dai, canta per me.’
Come potevo dirgli di no? Mi ha chiesto di farlo per lui e io, per lui, morirei se me lo chiedesse.
Allora presi la chitarra che sapevo suonare solo per una canzone.
 
‘I know you’ve never love
the sound of your voice on tape
You never want to know
how much you weigh
You still have to squeeze into your jeans
but you’re perfect to me
I won’t let these little things
slip out of my mouth
But if it’s true
It’s you, it’s you
They add up to..’
 
Ero agitatissimo. Non ero un cantante, solo le mura della mia cameretta e del bagno mi avevano sentito cantare prima di quel momento.
Louis stava sorridendo e muoveva le mani a ritmo di musica, pur essendo una canzone molto lenta.
‘L’hai scritta tu?’ mi chiese.
‘Si –gli risposi- qualche settimana fà’
‘E.. per chi è?’ mi chiese curioso. Come se avesse paura della mia risposta.
‘E’ per Demi.’ Gli dissi.
Fece una faccia sorpresa e delusa.
‘Ah,non sapevo ti piacesse, tranquillo non glielo dico.’ Mi disse frettolosamente.
Risi. Risi davvero tanto, tant’è che mi guardò come se fossi pazzo e magari lo ero anche.
‘Non mi piace Demi, è una bellissima ragazza per carità, ma non è il mio genere..ecco.’
‘Ah’ disse. Mi sembrava sollevato ma non volevo farmi filmini mentali.
‘In che senso non è il tuo genere?’ mi chiese curioso.
La domanda che volevo evitare.
‘Non mi piace, nulla di personale.’ Dissi cercando di essere il più normale possibile.
‘Ehm.. Ok. Comunque le parole sono stupende e anche la tua voce lo è, da come me ne parlavi mi aspettavo molto peggio. Invece sei bravo. Molto bravo!’ mi disse.
Ero felice ma incredulo chissà se davvero avevo una bella voce.

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Capitolo 5
*** ''Mi avvicino io.'' ***


Ad un certo punto vidi le sue mani sudare e il suo viso diventare rosso.
Feci finta di niente ma era chiaro ci fosse qualcosa.
Feci qualche accordo con la chitarra per non metterlo in imbarazzo e poi mi chiese:
‘Ti piace qualcuno?’
Chiedendomelo divenne ancora più rosso.
Volevo dirgli la verità. Non tutta ma una parte sicuramente, allora gli risposi:
‘Sì, c’è qualcuno che mi piace da un po’ di tempo.’
‘Ah.. Hai scritto qualcosa lei?’
Non era una ‘lei’ era semplicemente lui, il mio bellissimo Louis.
Come potevo rispondergli?
Decisi di non farlo.
‘A te piace qualcuno?’
‘Sì.’ Mi disse.
Il mio cuore diceva che quel qualcuno ero io, almeno lo sperava, mentre il cervello era certo del contrario. E poi a lui piacevano le ragazze.
‘Com’è?’ chiesi per saperne di più.
‘Dolce e canta bene’ mi disse.
Nessun’altro aggettivo.
Mi lasciò spiazzato.
D’altro canto io non gli avevo risposto, quindi, decisi di farlo.
‘Sì ho scritto qualcosa per quel qualcuno.’ Dissi con fierezza.
‘Posso sentire?’
 
‘And being here without you
It’s like I’m waking up to
Only half a blue sky
Kinda there but not quite
I’m walking round with just one shoe
I’m half a heart without you
I’m half a man,
At best
With half an arrow in my chest’
 
‘E’ bellissima –mi disse- sei bravo!’
Mentre cantavo mi concentrai solo su di lui e lo guardavo come se fosse un’ispirazione. Lo era. Lo era davvero.
‘Sono felice che ti piaccia’ dissi contento. Avrei voluto aggiungere che era per lui ma non lo dissi.
‘Dev’essere fortunata..’ mi disse.
‘Chi?’ chiesi.
‘La ragazza per la quale hai scritto la canzone..’
‘Ah ma non è una lei..’ mentre parlavo non avevo connesso la testa alla bocca. E ora?
‘Non è una lei?’ mi chiese curioso.
 Avevo la bocca aperta ma non respiravo.
Non doveva saperlo. Lo sapevano solo Joe e Selena ed io non ero pronto per dirlo al mondo.
Non sapevo che dirgli. Lo guardavo con gli occhi sbarrati.
‘Non ti preoccupare –mi disse sorridendo- può capitare di sbagliare a parlare. Stavi pensando ad altro e hai detto una frase che non c’entrava niente ma che poteva acquisire un altro senso in questo contesto, quindi.. Tranquillo.’
Dopo averlo sentito capii. Non dovevo nascondermi da lui. Non ero mai stato un tipo coraggioso ma era il momento.
‘Non ho sbagliato a parlare.’ Dissi.
Mi guardò perplesso.
‘Cioè?’ mi chiese.
‘La canzone non è per una lei.’
‘Per questo mi hai detto che Demi non è il tuo genere?’
‘Esattamente.’
‘Sei..’
‘Sì’ lo interruppi.
 
Un peso si tolse dalle mie spalle. Ero davvero sollevato ma ancora terrorizzato per quel che poteva star pensando.
 
‘Bene’ mi disse.
Bene?
Da Joe ho ricevuto un abbraccio con tanto di lacrime dalla felicità perché mi ero fidato di lui.
Selena mi diede un bacio a stampo per constatare se stavo dicendo la verità dopodiché mi disse che mi voleva bene tanto quanto prima e che era felice perché mi ero confidato con lei ma ‘bene’ non me lo aveva mai detto nessuno.
Cercai di ragionare su quella parola ma non ero a casa da solo e non avevo tre mesi per pensarci.
‘Bene?’ gli domandai dunque.
‘Sì. Sono felice che tu me lo abbia detto.’ Mi rispose.
‘Ah ok’
Non ero felicissimo perché sembrava si fosse chiuso in se stesso ed era ciò che più temevo.
‘Ti prego non evitarmi ora’ gli dissi abbassando lo sguardo.
Balzò in piedi e mi disse quasi urlando:
‘Assolutamente no. Non ti eviterò mai, soprattutto ora che ho scoperto questo. Sarà il nostro segreto che potrò condividere allegramente con Selena.
Era questo di cui parlavano Demi e Sel l’altro pomeriggio?’
‘Non credo… Demi non sa di me. Non dovrebbe almeno.’ Gli risposi.
‘Ma Demi sa di me…’ esclamò sedendosi.
Cosa poteva sapere di così tanto eclatante?
‘In che senso?’ chiesi avvicinandomi.
Mi guardò e sorrise.
‘Ti posso dire anche io un segreto?’ Mi chiese speranzoso.
‘Certo’ risposi.
‘Anche a me piace una persona e.. vorrei tanto baciarla da un po’ di tempo.’
‘Ouh e quindi?’ chiesi malinconicamente allontanandomi da lui.
‘Quindi vorrei un consiglio. Lo dovrei fare?’
‘Ti sconsiglio di chiederlo a me. Faccio pena in amore. Però se questo è ciò che senti mi chiedo perché non dovresti.’
‘Hai ragione. Perché ti sei allontanato?’ mi chiese.
‘Ehm.. Non so, è stato un movimento incondizionato credo..’
‘Mi avvicino io’ disse e, avvicinandosi, mi baciò.

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Capitolo 6
*** Primi baci. ***


Fu il mio primo bacio. Il mio primo bacio vero, di quelli che sogni la notte, di quelli a cui pensi prima di andare a dormire, di quelli che vorresti quando vedi la bocca dell’amore che, speri, sarà per tutta la vita.
Aveva delle labbra morbide. Era buffo. Sentivo i suoi baffetti sul mio labbro superiore.
Si staccò lui perché non era in una posizione comodissima.
Lo guardai con gli occhi di chi lo aveva desiderato da tempo.
‘Anche io’ disse.
Lo guardai con un’aria interrogativa.
‘Anche io non sono attratto dalle ragazze –aggiunse– probabilmente Demi e Selena si sono scambiate i nostri segreti.’
In quel momento poco m’importava di Demi e Selena sinceramente.
Nel frattempo si era seduto di fianco a me. Con la schiena appiccicata al muro dietro il letto. Guardai i suoi occhi, guardai le sue labbra, mi allontanai di pochi centimetri dal muro. Riguardai i suoi occhi, riguardai le sue labbra. Era splendido. Presi coraggio e lo ribaciai.
Staccandosi sentii il suo sorriso. Che cosa strana, non mi era mai capitato di sentire una persona così vicina a me, ne fisicamente ne sentimentalmente.
Mi prese le guance con le mani fredde, congelate. Risi.
Mi tirò verso di lui e mi baciò per la terza volta in pochi, semplici, emozionanti minuti.
 
Mancavano ancora due ore e poi se ne sarebbe dovuto andare. Parlammo dei vari ‘coming-out’ e mi disse che lo sapevano Demi e sua mamma.
I suoi erano separati e lui non vedeva suo padre da tempo.
Parlammo del fatto che io non fossi ancora riuscito a dirlo ai miei genitori, della scuola e di buona parte della nostra vita. Ci baciammo ancora ripetute volte ma non passarono due ore. Ne passarono quattro. Erano le nove di sera in punto e aveva venti chiamate perse da parte della madre e vari messaggi. Fortunatamente abitava a pochi passi da me.
Scendemmo velocemente le scale. Gli avrei riportato la chitarra il giorno dopo, dopo scuola.
Scendendo vidi le luci accese della cucina e del soggiorno. Mi girai e vidi mio fratello farci un occhiolino e farci segno di sbrigarci che era tardi con le mani. Avevo il fratello migliore del mondo.
Accompagnai a casa Louis il quale aveva già chiamato la mamma per avvisarla di tutto.
Ci salutammo davanti al cancello di casa sua. Con un bacio. Non ci vide nessuno e, forse, per ora, sarebbe stato meglio così.
 
Feci la strada di corsa perché non avevo ancora cenato.
I miei genitori mi chiesero del mio ‘nuovo amico’ (loro testuali parole) e del suo ritardo mentre Joe mi tirava ginocchiate, lievi, sotto il tavolo e mi faceva l’occhiolino non appena i nostri genitori si giravano. Che tonto.
Dopo un’oretta finimmo di mangiare e di sparecchiare tutto, così Joe mi ‘invitò’ a restare in camera sua per raccontargli l’accaduto. Gli parlai di tutto ciò che era successo, senza tralasciare una virgola. Si era fatta già mezzanotte.
Dovemmo andare a letto perché il giorno dopo ci sarebbe stata scuola.
Entrando nella mia camera sentii il profumo di Lou, mi misi velocemente il pigiama cercando di NON far cambiare aria per nessuna ragione possibile e mi addormentai respirando il mio amore.
 
Il giorno dopo andai a scuola tutto contento. Ma c’era una cosa a cui non avevo pensato. Come avremmo fatto a scuola?
La mia felicità mi scivolò via dalle mani in un mentre.
Mi sedetti sulle scale che davano all’entrata della struttura e aspettai Louis.
Dopo dieci minuti non era ancora arrivato.
Mi sentivo perso.
Mentre pensavo e ripensavo una voce da dietro disse:
‘Chi stai aspettando?’
Era proprio lui.
‘Tu, scemo.’ gli risposi dolcemente.
‘Sono dietro di te da 5 minuti –disse– hai dei bei capelli.’ E mi accarezzò dolcemente i ricci.
Mi guardò, mi tese una mano per alzarmi e mi accompagnò davanti all’aula nella quale avrei fatto le lezioni quel giorno.
‘Ciao’ mi disse sottovoce, sorridendo.
‘Ciao, sei davvero bello oggi.’ Dissi io con coraggio.
Sorrise e ‘Anche tu.’ Mi rispose.
Si girò e entrò nell’aula poco più avanti della mia.
I miei compagni di classe notarono la presenza di qualcosa di strano in me durante quel giorno. Non avevo mai nessun rapporto con essi, ma certamente era trasparente la mia felicità.
Di solito stavo accoccolato sul muro, scrivendo metà appunti delle spiegazioni e l’altra metà estratti di canzoni, invece quel giorno ero su dritto sulla sedia e, ogni tanto, canticchiavo anche per sbaglio.
 
Suonò la campanella che annunciava la fine delle lezioni.
Misi astuccio, diario e quaderni vari nello zaino senza prestare molta attenzione e corsi fuori dalla porta.
I miei compagni mi guardarono perplessi ma poco m’importava.
Uscito dalla porta davanti a me si presentò Lou.
Com’era bello.
Selena e Demi erano dietro che ridevano e parlottarono tra di loro.
Non sapevano. Se lo avessero saputo sicuramente mi si sarebbero parate davanti abbracciandomi e chiedendomi quantità di cose industriali.
Louis mi si avvicinò all’orecchio e, sottovoce, esclamò:
‘Ciao ricciolo!’
‘Ciao lisciolo!’ gli risposi scherzando.
Rise.
‘Fermi, fermi, fermi che vi siete detti?’ urlò Selena.
‘Niente che tu non sappia già.’ Disse Louis.
Era molto furbo e mi piaceva questo suo lato.
‘Ok..’ disse Demi con un’espressione chiaramente interrogativa.
Lou si scordò di tutto e disse:
‘Harry, oggi quando mi porti la chitarra, ti va di..’
‘In che senso quando mi porti la chitarra?’ chiese Selena curiosa come non mai.
‘Vi siete visti un pomeriggio senza di noi?’ chiese Demi che cercava invano di capire.
Io e Louis ci guardammo e ci capimmo all’istante.
‘Voi avete i vostri segreti? E noi abbiamo i nostri.’ Disse Lou.
Si ammutolirono entrambe.
Volevamo molto bene loro ma era davvero troppo bello vederle morire dalla curiosità; poi non eravamo nemmeno pronti per dirlo.
 
‘Mi va di..?’ chiesi a Louis per capire di cosa stesse parlando prima di essere interrotto.
‘Ah già –mi rispose– volevo chiederti se vuoi rimanere a casa mia per il pomeriggio..’
‘Certo che mi va.’ Risposi.
 
Tornai a casa e mi dimenticai di mangiare dalla felicità.
Presi la chitarra e corsi a casa di Lou.
Citofonai e solo lì mi accorsi che era passata solo mezz’ora da quando ci eravamo salutati.
Louis venne ad aprirmi. Era coi pantaloni grigi del pigiama, a petto nudo, con un boccone di pizza in bocca. Sarei potuto anche svenire in quel momento.
‘Scusa non sapevo venissi a quest’ora –mi disse– dovevo rendermi presentabile appena finito di mangiare.’
‘F-figurati.’ Balbettai fissandogli la tartaruga.
‘Ehm preferisci che io mi copra?’ mi chiese cercando il mio sguardo seppur sapesse dove fosse puntato.
‘Come vuoi..’ risposi. Speravo davvero rimanesse così però.
‘Ok, vado a lavarmi i denti e a togliermi il pigiama. Lì c’è la mia camera –mi disse indicando una stanza appena sopra le scale– appoggiaci la chitarra.’
 
C’era qualche pupazzo di Super Mario su di una mensola.
Mi appoggiai sul letto e aspettai.
Ci mise poco e, nel frattempo, sentii dei bicchieri cadere e delle parolacce volare.
Risi.
Sentii correre e venne su.
Arrivò vestito con dei jeans e una maglietta sulla quale c’era la scritta ‘OOPS’ e, in mano, teneva un vassoio con dei biscotti e un bicchiere di succo.
‘Sei venuto presto, secondo me non hai mangiato.’ Disse mentre riponeva il vassoio sul comodino.
Ero sorpreso.
‘Grazie mille.’ Dissi.
Mi diede un biscotto, lo stavo per prendere e mi disse:
‘Non mi hai detto grazie.’
‘Ehm no, te l’ho detto prima!’ dissi stupidamente.
‘Scemo’ mi disse.
Appoggiò il biscotto sul vassoio e mi baciò.
‘Ne vorrò molti di biscotti.’ dissi. E, abbracciandolo, lo buttai sul letto ridendo.
Finita una lotta di solletico mi chiese sorridendo.
 ‘A chi lo hai detto di ieri?’
‘A mio fratello, e tu?’
‘A mia mamma.’
‘Ah sì?’
‘Sì, beh dovevo anche spiegarle il mio ritardo.’
Ridendo gli dissi: ‘Ma sì dai, in fondo non eri poi così in ritardo.’
Rise e mi baciò.
‘Glielo diremo alle ragazze?’ chiese Lou seriamente.
‘Non so.’
Dopo qualche minuto passato distesi l’uno a fianco dell’altro esclamò:
‘Ti devo chiedere una cosa Harry..’
‘Dimmi tutto.’
‘Posso considerarti il mio..’ e si fermo in imbarazzo.
‘Ragazzo?’ chiesi sospirando per trovare quel coraggio che a lui invece era mancato.
‘Sì’
Voltai leggermente il viso per incontrare i suoi occhi, gli accarezzai la nuca e gli risposi:
‘Certo.’
Sorrise e mi baciò nuovamente.
‘Sono i miei primi veri baci’ gli dissi aprendogli il mio cuore.
‘Anche i miei’ mi disse rincuorato.

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Capitolo 7
*** Disastri. ***


Ci addormentammo sul suo letto finché una donna ci svegliò dolcemente.
‘Ciao mamma, scusami non ti ho sentito arrivare –disse Louis– comunque lui è Harry.’
Balzai in piedi e cercai di presentarmi senza cadere per terra.
Era davvero una bellissima donna. Era castana e aveva dei bei occhi azzurri, non era molto alta, come il figlio d’altronde, e, dal modo in cui ci aveva svegliato sembrava molto dolce.
Intendiamoci: mia mamma era arrivata a togliermi le coperte e portarsele fino in corridoio, aprendo la finestra della camera, in inverno. Magari ero io un dormiglione.
‘Piacere Harry, io sono Johannah.’ Disse lei sorridendo.
‘Piacere signora.’ Dissi cercando di essere cortese.
‘Non chiamarmi signora, sei il ragazzo di mio figlio.’
 
Come suonavano bene quelle parole.
 
Sorrisi.
 
Anche Louis sorrise.
 
Mi girai per vedere l’ora. Erano appena le 16 e Johannah dovette andare a fare la spesa.
Mi aveva fatto piacere conoscere sua madre. Era davvero molto dolce e avevo capito da dove derivava tutta quella dolcezza da parte del ragazzo. Il mio ragazzo.
Non mangiando dalla mattina sentivo un leggero languorino, così mi feci fuori tutti i biscotti che aveva portato su Lou prima di addormentarci.
‘Cosa vogliamo fare?’ mi chiese Louis toccandomi il naso col suo.
‘Possiamo suonare qualcosa.’ Proposi.
‘Intendevo a scuola e con le ragazze.’ Mi disse ridendo.
‘Non saprei..’
‘Le invitiamo qui?’ mi chiese.
‘Domani –proposi– voglio stare da solo con te oggi.’
‘Come posso dire di no a queste richieste?’ ironizzò ridendo.
Tornammo a parlare della scuola, della famiglia e degli amici coccolandoci e baciandoci spesso.
Si fecero già le 19 ed io dovetti andare a casa.
 
La giornata successiva ci dimenticammo di invitare Demi e Selena.
Per una settimana fummo sempre solo io e lui. Lui ed io.
Pensavamo spesso al ‘coming-out’ ma non ne eravamo certi.
Avevamo paura dei bulli, delle prese in giro, dei voti che potevano abbassarsi a causa di professori stupidi e/o bigotti.. Era ancora un argomento difficile da affrontare. Ma lo facevamo insieme.
 
‘Buongiorno’ dicemmo io e Louis all’unisono verso le rispettive migliori amiche.
Entrambe si girarono sorprese.
‘Qual buon vento’ esclamò sarcasticamente Demi.
‘Avete ragione’ disse Lou.
‘Si può sapere dove siete stati per tutta la settimana? Se non fosse per l’avervi visto sgattaiolare via ogni giorno da scuola vi avremmo creduto morti.’ Disse Selena seriamente.
‘Voi siete state le prime a ’ osservai io con noncuranza.
‘Non hai comunque risposto alla mia domanda.’ Disse Selena aggiustandosi i capelli e intrecciando le braccia.
‘Sel abbiamo fatto tante cose.’ Rispose Louis cercando di fare il vago.
‘Del tipo?’ avanzò Demi.
‘Di tanti tipi.’ Dissi io.
‘Toh è suonata la campanella, a dopo..’ urlò Louis prendendomi il braccio e portandomi con lui.
Si avvicinò al mio orecchio e mi disse: ‘Buona giornata amore, stai attento in classe mi raccomando.’
Gli sorrisi e mi avvicinai per baciarlo, ma subito mi ritrai.
Dovevo stare attento, erano ancora tutti in corridoio.
Mi sorrise di rimando e mi fece l’occhiolino.
Finite le lezioni andammo a casa mia, i miei non ci sarebbero stati tutto il giorno e mio fratello se ne sarebbe andato dopo pranzo.
Prendemmo insieme l’autobus e salimmo in casa.
Mangiammo insieme a mio fratello un pezzo di pizza abbastanza scadente ma poco importava se eri con le persone giuste.
Mio fratello se ne andò e noi andammo su in camera mia.
Ci facemmo il solletico, giocammo alla Wii e notai che Louis faceva pena come ballerino. Era adorabile.
‘Ho sete.’ Esclamò d’un tratto Lou.
‘Va bene un succo d’arancia?’ chiesi dolcemente.
‘Certo.’
Allora corsi giù in cucina per fare più in fretta ma il succo mi scivolò sui pantaloni.
Corsi su e lui, alla vista di una chiazza arancione sui miei jeans bianchi, cominciò a ridere. Che tenero.
‘Va bene ho capito che o morirò di sete o andrò io giù.’ Disse ridendo.
‘Hai capito tutto amore, bravo.’ Esclamai divertito.
Mentre andava giù mi tolsi i pantaloni e seguii i suoi passi per andare nel bagno del piano inferiore, nel quale c’era la lavatrice e li misi dentro.
Qualcuno suonò al citofono.
‘Chi è?’ urlai.
Per poco anche Louis si versava il succo sui pantaloni.
‘Siamo Demi e Sel.’
Mi girai furtivamente verso il mio ragazzo e lui fece le spallucce arrossendo.
Feci una faccia stranita e curiosa mentre aprii la porta.
‘Ciao ragazze’ dissi sorridendo.
‘Ciao Haz –disse Sel– fai prendere aria al birillo?’
‘C-cosa?’ dissi scandalizzato.
 
Ah già ero in mutande. Selena era sempre stata una ragazza sfacciata, infatti non mi sorpresi per nulla. Però capii il viso rosso di Lou e mi girai sorridendo maliziosamente.
‘Copriti Harry’ urlò Demi mettendosi una mano davanti agli occhi.
‘Non sono nudo’ urlai mentre salivo le scale.
Mi misi i pantaloni del pigiama e corsi giù.
Vidi Demi e Selena girate verso la cucina stizzite.
La scena proposta effettivamente poteva sembrare molto imbarazzante.
‘Mi era solo caduto del succo sui pantaloni, non pensate male.’ Dissi cercando di sdrammatizzare.
‘In che senso pensare male? Siete solo amici.. non è così?’
‘Sìsìsìsì’ disse Louis arrossendo.
Non era capace a raccontare bugie.
‘Che ci fate qui?’ chiesi io cambiando discorso.
‘Non stiamo mai insieme ragazzi!’ esclamò Demi.
Andarono verso il soggiorno e si sedettero sul divano.
Mentre erano girate guardai Louis:
‘Non possiamo nasconderglielo per sempre.’ Disse saggiamente.
Annuii.
Raggiungemmo le ragazze.
‘Volete chiederci qualcosa?’ chiesi.
Da quando avevo conosciuto Lou ero diventato molto più coraggioso e meno timido.
‘Ci state nascondendo qualcosa?’ chiesi Selena facendo un’espressione esausta.
Louis mi guardò.
Io guardai Louis.
‘Ragazzi noi possiamo immaginare ciò che sta accadendo ma vorremmo che a dirlo siate voi.’
‘Voi sapete un po’ di uno e un po’ dell’altro giusto?’ chiesi.
‘No, ci siamo dette tutto. Sappiamo tutto di entrambi.’ Disse Demi sorridendo.
‘Ne stiamo parlando implicitamente. Ci conosciamo da una vita, cazzo.’ Esclamò Selena arrabbiata.
‘Quindi Sel tu sai che io..?’ chiese Louis.
‘Sì, lo so e Demi sa di te, caro Harry.’ Rispose.
Decidemmo insieme cosa fare.
Guardai Louis profondamente negli occhi e gli misi la mano sinistra sulla guancia, chiusi gli occhi e ci baciammo.
Aveva delle labbra morbide.
Non durò molto ma abbastanza da essere fermati da due ragazze totalmente impazzite che urlavano ‘Io lo sapevo’ all’unisono.
Ci piaceva il fatto che fossero felici.
Ci saltarono addosso e Selena balzò in piedi dicendo:
‘Fotofotofotofoto’ prendendo il mio cellulare da sopra il divano.
Ci baciammo nuovamente e Sel scattò la foto mentre Demi faceva dei versettini.
Parlammo due buone ore tutti e quattro insieme di com’era successo e del futuro ma mi piaceva così tanto il presente. Avrei voluto che niente cambiasse.
 
La settimana successiva:
Entrai in casa urlando.
Come uno sfogo.
Un urlo liberatorio.
‘Cazzo.’
Buttai per terra lo zaino, lanciai le scarpe il più vicino possibile alla scarpiera (senza successo) e corsi nella mia cameretta senza mangiare.
Presi il mio quadernino, quello in cui tenevo disegni e, soprattutto, canzoni, mi misi nuovamente le scarpe e andai in un parco poco distante da casa mia. Volevo restare solo e in casa sarebbero arrivati i miei genitori e mio fratello in poco tempo.
Mi misi nell’unico posto isolato.
Era pieno di cartacce ma non era il momento di fare pulizie.
E cominciai a scrivere:   
Non è un diario è un minchia di quadernino,
ma ho bisogno di sfogarmi.
Non può comportarsi così.
Io sono sensibile.
Oggi ha abbracciato un altro.
‘Un amico’ diceva lui.
Sono geloso lui è solo mio.
Mi ha detto che non devo essere così geloso..
Ero nel corridoio a scuola e lo stavo cercando.
Ho visto le sue scarpe.
La sua maglietta.
I suoi jeans.
Era girato di schiena.
Le braccia di un’altra persona erano sui suoi fianchi.
I FIANCHI.
Cazzo.
Quell’altro ragazzo lo stava guardando.
Lo voleva baciare.
Lo si vedeva da come lo guardava.
E Louis sorrideva.
Non deve sorridere. Gli altri si innamorano altrimenti.
E poi abbiamo litigato.
Sto piangendo come un bambino.
 
 
Piansi per un paio d’ore cercando di essere silenzioso.
Non mangiai ne a pranzo ne a cena.
Mio fratello chiedeva che cosa avessi, ma non riuscivo a rispondergli.
Il giorno dopo non ci parlammo e tornai a stare male, non riuscii ad andare a scuola e stetti a casa.

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Capitolo 8
*** Idee e novità. ***


ATTENZIONE.
IN QUESTO CAPITOLO SARANNO PRESENTI CONTENUTI ABBASTANZA FORTI.
 
Mentre piangevo da solo nel mio letto sentii dei suoni provenire dalla finestra.
Sembrava chitarra e, poi, una voce.
Mi era famigliare.
 
‘I see what it’s like
I see what it’s like for day and night
Never together
Cause they see things                                                   
In a different light
Like us                                                                          Mi alzai e aprii la finestra.
They never tried like us
You and I
We don’t wanna be like them
We can make it till the end
Nothing can come between you and I
Not even the Gods above
Can separate the two of us’
 
 
Avrei potuto riconoscere la sua voce in mezzo ad una stanza piena di persone che parlvano.
Corsi giù per le scale senza nemmeno avere la cortezza di indossare le scarpe o di cambiarmi.
I miei genitori tentarono di seguirmi ma Joe, fortunatamente, li fermò.
Uscii dalla porta d’ingresso e corsi verso il retro della casa perché era lì dove si affacciava la finestra della mia cameretta.
Louis stava ancora cantando perché non sapeva che appena la sua voce si era impossessata della mia cameretta io già mi ero messo a piangere.
Con gli occhi ancora pieni di lacrime lo vidi dritto in mezzo al giardino, con la testa puntata verso la mia finestra senza nemmeno guardare la chitarra.
Vedendo una sagoma avvicinarsi staccò lo sguardo da là e puntò gli occhi su di me.
Appena capì che quella sagoma in pigiama, con gli occhi gonfi, senza scarpe ero io la sua voce si smorzò.
Si tolse la chitarra di dosso e l’appoggio delicatamente a terra.
A parte qualche rombo di un motore passeggero e il fruscio degli alberi a causa del vento che si era impossessato per quei giorni della città c’era silenzio.
Dopo essersi rialzato mi scorse per pochi secondi e poi abasso lo sguardo, per poi rialzarlo poco dopo dicendo: ‘Mi dispiace Harry’
Dopo qualche altro secondo passato a guardarci sorrisi. Sorrisi perché non era quel ‘Mi dispiace’ che si dice perché non si ha più voglia di sentire l’altro interlocutore, ma era un ‘mi dispiace’ sincero e la verità era una delle poche cose che mi ero imposto di pretendere.
Fu allora gli saltai addosso facendolo cadere dimenticandomi che fosse più basso di me.
Lo baciai. Fu una delle poche volte nelle quali ci baciammo all’aperto.
Lo trascinai su in camera mia e cercammo di chiarire.
‘Cercammo’ perché ogni due secondi cominciavamo a baciarci o a farci il solletico, ma andò tutto bene.
Mi spiegò che quella persona che stava abbracciando era un suo amico (completamente etero) e che si conoscevano dalle elementari.
Forse ero davvero troppo geloso.
Ad un certo punto sentimmo bussare alla porta e ‘Avanti’ disse Louis.
Lo guardai perplesso e ridendo gli dissi: ‘Fai pure tanto è solo casa mia.’
Entrò mio fratello.
‘Ehm ragazzi giù si sente ridere e..insomma.. non vorrei che capissero..dato che tu, Harry, non vuoi.. quindi..’
‘Ah grazie Joe! Cercheremo di fare più silenzio.’ Dissi gentilmente limitando il suo imbarazzo.
Nel frattempo Lou si alzò dal letto e andò verso Joe,
‘Piacere, sono Louis.’
‘Io Joe, ho sentito parlare di te..’
‘Ciò significa che sono famoso.’ Disse scherzando.
‘Significa anche che Harry è innamorato.’ Rispose Joe dolcemente.
Il mio ragazzo si voltò verso di me e sorrise.
D’un tratto entrò mia madre. Le facce di noi tre ragazzi erano un misto tra finta nonchalance e finta serietà.
‘Ciao mamma.’ Urlò Joe, come per farci capire che fosse entrata dimenticandosi il nostro essere vedenti a tutti gli effetti.
‘Non urlare Joe, sono a tre passi da te’ disse mia mamma ridendo.
‘Scusa..’ disse Joe cercando di mascherare l’imbarazzo che gli si era moltiplicato.
‘Ehm, dato che Harry ti ha prelevato in pochissimi secondi non ho potuto nemmeno presentarmi, io sono Anne.’
‘Io sono Louis, molto piacere.’
Dopodiché mia mamma si girò verso me e mio fratello e disse: ‘Io e vostro padre stasera andiamo a mangiare una pizza. Volete venire?’
Io e Louis cercavamo di avanzare scuse per non andare e Joe invece per andare.
Avevo il fratello migliore del mondo.
Alla fine di una discussione alquanto bizzarra sui pro e i contro della pizza ci lasciarono a casa da soli con il consenso di Johanna (la mamma di Louis) che disse che il figlio sarebbe potuto rimanere a casa mia a dormire.
Quella sera guardammo un film: ’50 volte il primo bacio.’, nel quale Lou ogni volta che qualcuno si baciava, baciava me.
Non potevo scegliere film migliore.
Nel frattempo mangiammo biscotti, Nutella e gelati vari. Ci facevamo schifo da soli e, di certo, tutti quei pretesti su quanto la pizza non fosse salutare potevamo risparmiarceli dopo tutte le schifezze che mangiavamo in quel periodo.
Dopo esserci lavati e messi il pigiama cantammo.
Louis aveva una voce dolcissima mentre la mia era piuttosto rauca.
‘Dovremmo andare ad X-Factor o Amici o qualcosa di simile.’ Disse Lou con sicurezza.
‘Tu magari amore, io faccio pena.’ Risposi.
‘Dai non è vero..’
‘E poi bisogna avere 18 anni per andare ad Amici. Io ne ho 16, sei tu quello grande qui.’
‘Allora ad X-Factor. Potremmo presentarci come gruppo!’
‘Siamo in due.’
‘Allora come coppia.’
‘Solo tu sai cantare bene.’
Mi guardò sconfortato e deluso, capii di aver sbagliato e allora continuai: ‘Secondo me tu potresti presentarti ad X-Factor.’
‘Da solo avrei paura.’
‘Sei bravissimo amore’ dissi cercando di rincuorarlo.
 
Non ne parlammo più per tutta la serata.
Dopo un po’ spegnemmo la luce della camera.
‘Amore-non-so-come-mettermi’ disse Lou dimenandosi nel letto ad una piazza e mezza.
‘Allora facciamo così io sto fermo e tu mi sposti e fai ciò che vuoi, poi io mi adeguo.’ Proposi.
‘Oook’
Cominciò a spingermi e a prendermi il cuscino.
Era tenerissimo.
Ad un certo punto disse: ‘Ok, pronto. Tu sei comodo?’
Non risposi.
Spalancai gli occhi e la bocca.
‘Harry?’
Aveva appoggiato la sua mano sul mio basso ventre.
‘Lou la mano’ dissi cercando di respirare.
‘Quale man..Oddio scusa Harry, non volevo io..’
‘Stai tranquillo amore!’
‘No scusami tanto, io non volevo farlo, davvero io...’
‘Non mi ha fatto schifo tranquillo.’ Dissi ridendo.
Rise anche lui imbarazzato.
‘Suvvia dillo che da quando mi sono rovesciato addosso il succo non pensavi ad altro’ dissi cercando di sdrammatizzare la situazione che, per lui, non era affatto facile.
Rise e si sciolse.
‘Hai mai fatto..l’amore?’ chiesi dopo cinque minuti.
‘No, mai!’
‘Davvero?’ chiesi sorpreso.
‘Sì, so che può sembrare strano avendo 18 anni.. e tu?’
‘No..’
‘Cosa pensi?’ chiese accarezzandomi la pancia.
‘che mi piacerebbe..’ dissi imbarazzato.
‘Ti piacerebbe cosa?’ chiese.
‘Fare l’amore.’
 
Stette in silenzio per una ventina di secondi. Interminabili secondo il mio punto di vista, poi disse: ‘Anche a me!’
 
Quella stessa notte facemmo l’amore.
 
Mi stava accarezzando pensieroso il collo, mi ripeteva di amarmi e ad un tratto disse:
‘Amore prima non l’ho fatto apposta giuro, ma ora.. non riesco a pensare ad altro.
Mi sento uno schifo, tu sei così dolce..’
‘Lou ma è normale. Sei un essere umano, un essere umano sexy anche in pigiama.’
A quelle parole il mio ragazzo si mise lentamente a cavalcioni su di me e mi baciò il collo ripetutamente; dopo pochi secondi decise di scendere continuando a baciarmi, oltrepassando i pettorali, la pancia e arrivando dove, prima, per sbaglio, aveva appoggiato la mano. Diede un bacio anche lì.
Io rimasi impietrito.
Mi tolse i boxer e, per la prima volta nella mia vita, qualcuno ci appoggiò le sue labbra.
Dopo qualche minuto venni.
Lasciai perdere la mia timidezza per quella sera e mi girai a pancia in giù, in modo da poter fare l’amore.
Essendo stata la prima volta eravamo piuttosto impacciati ma non imbarazzati, ci amavamo.
Lou cominciò a spingere con il bacino e, anche lui, venne.
Continuava a chiedermi se mi facesse male o meno.
Era preoccupato.
Lo amavo così tanto.
 
Ci addormentammo abbracciati poco prima delle undici, ora in cui arrivarono i miei genitori e mio fratello.
 
La mattina mi svegliai a causa di Louis. Russava.
Allora cominciai a giocarci.
 
[Louis’ POV]
 
Mi svegliai con Harry che diceva ‘svegliati, svegliati, svegliati’ spingendomi con due dita il braccio.
Bofonchiai qualcosa appositamente incomprensibile.
Odiavo essere svegliato, ma Harry era tenerissimo.
Quelle fossette incorniciate da quei ricciolini non potevano essere odiate.
Ogni tanto mi sarebbe piaciuto staccargliele e portarmele via per metterle sul comodino e giochicchiarci quando volevo.
‘Come sei vivace la mattina’ disse con sottile ironia.
‘Buongiorno, che ore sono?’ chiesi con un occhio aperto e l’altro chiuso.
‘Non mi chiedi come sto?’ mi domandò Harry.
Allora cambiai domanda: ‘Buongiorno amore, come stai?’
‘Bene’ disse premendo la sua testolina contro il mio petto.
Lo abbracciai.
‘Amore..’
‘Sì?’ chiesi
‘Ti arrabbi se ti dico che sono le 8.45?’
‘Sì’ dissi ridendo.
‘Allora non te lo dico.’
Ridendo misi Harry sul letto e, bloccandoli le braccia con una mano, gli feci il solletico con l’altra.
Il mio ragazzo cominciò a dimenarsi, era così dolce.
‘Basta, basta ti prego..’ cercò di dire mentre rideva.
Caddi piano su di lui e lo abbracciai.
Gli toccai il naso col mio. ‘Ti amo Lou’ disse Harry.
‘Ti amo anche io.’ Risposi felice.
 
[Harry’s POV]
 
Rimanemmo sdraiati, abbracciandoci per un’oretta.
Louis si addormentò un paio di volte sul mio petto.
Quando accadeva e mi toccava restare da solo coi miei pensieri ripensavo a quando vidi per la prima volta il mio ragazzo, alla tenerezza con cui si esprimeva (che cambiata non era), agli sguardi innamorati che tentavamo entrambi di mascherare, a Demi e Selena che parlavano del suo essere così introverso, alla prima volta che cantò davanti a me.
Aveva una voce dolcissima e alta.
D’un tratto mi ricordai della discussione della sera precedente.
X-Factor non era una cattiva idea.
Non per lui.

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Capitolo 9
*** X-Factor ***


[Louis’ POV]
 
Mi dovevo essere addormentato perché Harry mi svegliò spingendomi, questa volta, la punta del naso.
‘Lou, Lou, Lou, Lou..’ ripeté finché non dissi: ‘Dimmi amore.’ esasperato.
Cercavo a tutti i costi di essere dolce, avevo imparato a capire che, Harry, il mio dolce, tenero, simpatico, riccio e fossettoso (?) Harry, era davvero molto sensibile.
‘Perché non ci provi?’ mi disse.
‘Non ci provi a fare cosa?’ chiesi confuso.
Mi guardò come se ciò di cui stava parlando non aveva bisogno di soggetto, come se fosse ovvio. Amavo quello sguardo. Amavo tutti i suoi sguardi.
‘Amore, X-Factor!’ esclamò sorridendo.
‘Sì magari come aiuto-riprese..’ dissi scherzando.
Mi guardò deluso dalla mia risposta.
Quello sguardo forse era l’unico che odiavo. Odiavo il fatto che fosse deluso in generale.. ma da me non doveva.
Non ci fu bisogno di parole. Quel silenzio, quello sguardo e quelle fossette sparite insieme al sorriso mi ammazzavano.
‘Va bene’ dissi per rincuorarlo.
‘Va bene non rompere o va bene lo farò?’ chiese severo.
‘Va bene lo farò. Ma non vorrei tu rimanessi deluso se non mi dovessero prendere.’ Dissi malinconicamente.
‘A me basta che tu ci prova.’ Disse sorridendo.
‘Non sono così coraggioso però amore..Non possiamo presentarci come coppia?’
‘Io non sono bravo.’ Disse tristemente.
Quel che diceva non era vero. Non so cosa sentisse lui ma la sua voce era ciò di cui il mondo aveva bisogno. Una voce sincera, una voce profonda, non di tono ma di umanità, di consapevolezza e, soprattutto, d’amore.
 
[Harry’s POV]
 
In pochi giorni lo dissi a Johanna, a Selena e a Demi.
Tutte loro erano convinte fosse fantastico, pur non avendo mai sentito il mio ragazzo cantare.
Era molto nervoso. Erano successe troppe cose pur essendo passati pochi mesi.
Tutti i giorni dopo scuola ci trovammo in una delle due case affinché lui provasse le varie canzoni.
Io ero il suo giudice e, pur non essendo classificato come tale, dovevo dargli consigli eccetera.
A breve ci furono i provini e io lo accompagnai.
Entrò e, oltre al pubblico, lo accolsero i tre giudici: Nicole, Simon e Louis.
Cantò ‘Hey There Deliah’ e tutti e tre dissero che avrebbe continuato.
Io ero felicissimo per lui. Sceso dal palco lo abbracciai e mi congratulai.
Stavamo per tornare a casa ma un ragazzo corse verso di me e disse porgendomi uno di quei cartellini con segnati i numeri per le audizioni: ‘Ti prego puoi tenere questo? Vengo tra dieci minuti.’
‘Va bene’ risposi.
Aspettammo.
Dopo 25 minuti di attesa andai da un uomo sulla quarantina mostrandogli il cartellino.
Non mi fece nemmeno aprire bocca che sbuffò, mi prese il cartellino e me lo appiccicò in mezzo alla maglietta.
Tentai di spiegargli che non era mia intenzione fare l’audizione, ma lui mi rispose che era abituato ai ragazzini che si tiravano indietro all’ultimo e di ‘tirare fuori le palle’.
‘No, guardi che è arrivato un ragazzo correndo prima e io ho aspettato ma..’
Non mi lasciò il tempo di finire e mi spinse sul palco.
Cazzo.
‘E ora?’ pensavo.
Credevo di essere ancora in tempo ad andarmene ma Simon Cowell disse:
‘Ehi, dove pensi di andare?’
‘No veramente mi hanno spinto qui sopra.’ Dissi cercando di spiegarmi.
‘Ah, genitori indiscreti. Capisco. Come ti chiami?’ mi chiese non curandosi del mio disagio.
Cercai di guardare dietro le quinte e Louis, mandandomi un bacio, mi fece segno di provarci.
‘Mi chiamo Harry Styles.’ Dissi tremando.
‘Quanti anni hai?’ chiese Nicole.
‘16’ risposi
‘Ok Harry, cosa ci canti?’ chiese Simon stufo.
‘Ehm..’
‘‘Isn’t she lovely’’ urlò Louis dal backstage.
Tutti si lasciarono trasportare da una fragorosa risata a causa dell’urlo disumano di Lou, ma, intanto, io, ero diventato tutto rosso. Allora dissi:
‘Isn’t she lovely di Stevie Wonder’
‘Ok, avanti.’
La cantai a cappella dato che, ovviamente, non mi sarei dovuto presentare.
A quanto pare la cantai bene.
Mi fecero dei complimenti.
Ricevetti due sì, ma, Nicole, disse di no perché, secondo lei, ero troppo giovane.
Sinceramente non mi aspettavo nemmeno un sì, non mi aspettavo nemmeno di salire sul palco quel giorno ma fui contento.
Tornammo a casa tutti contenti.
Io ero ancora abbastanza incredulo, Lou sapeva che si sarebbe dovuto presentare, io ero stato semplicemente scambiato.
Quando arrivai a casa mio padre, ignaro della situazione, mi abbracciò e mi disse di stare più attento perché quel giorno mi era andata bene.
Aveva ragione.
A scuola tutti cominciarono a diventare più carini con noi, a notarci di più e, quest’ultima cosa, era quella che dispiaceva di più ad entrambi.
Prima potevamo almeno sfiorarci le labbra o abbracciarci senza che nessuno ci calcolasse.
Dopo i provini era diventato tutto un po’ più difficile.
La cosa che non ci piaceva era il fatto che saremmo entrati in competizione se mai ci avessero preso del tutto.
Speravo non mi prendessero.
Volevo a tutti i costi prendessero Lou, e, se non lo avessero preso per me per la questione del numero massimo di persone, mi sarei fatto da parte io.
I ragazzi della nostra scuola cominciarono a chiederci di partecipare alle loro feste, di sedersi con loro durante il pranzo, di andare a casa loro il pomeriggio, ma noi non volevamo.
Erano gli stessi che una settimana prima ci chiamavano ‘froci’ ‘deficienti’ ‘perdenti’ e tutte cose altrettanto carine. Non volevamo la loro sporca e finta amicizia. Ci bastavamo noi con Demi e Selena.
Ormai passavamo tutti i giorni insieme io e il mio ragazzo e non ci stufavamo mai.
Un giorno avevamo appena finito di fare l’amore e citofonò Sel.
Ci vestimmo nel miglior modo possibile e corsi giù ad aprire la porta.
La vidi in lacrime e si accoccolò a me.
‘Hazza, Justin mi ha lasciato.’
In quel momento mi sarei frustato.
Da quando avevo cominciato a parlare con Lou, quindi da mesi, non le avevo più chiesto dei suoi sentimenti. Diamine. Era la mia migliore amica.
‘Come mai Sally? Cos’è successo?’ chiesi accompagnandola al divano.
‘Non chiamarmi Sally’ disse cercando di diventare severa.
Nel frattempo ci raggiunse Louis, con la maglia al rovescio.
‘Fortunatamente’ però Selena era troppo disperata per accorgersene.
‘Cos’è successo Sel?’ chiese preoccupato il mio ragazzo.
‘E’ uno stronzo. Non volevo fare sesso. Non sono pronta.’ Disse singhiozzando.
Selena aveva 18 anni, proprio come Louis.
Aveva sempre avuto un rapporto difficile con i ragazzi, noi siamo sempre stati migliori amici da quando andavamo alla materna ma, il giorno in cui le avevo parlato della mia omosessualità, si avvicinò ancora di più a me.
A 13 anni era stata violentata mentre stava tornando a casa dalle prove di danza.
Me lo ricorderò per sempre.
Corse verso casa mia in lacrime, proprio come quel giorno.
Non riusciva a parlare e non riuscì a dirmelo per giorni.
Quando me lo disse cominciai a piangere. Mi raccontò tutta la scena e io non la fermai. Aveva un dannato bisogno di sfogarsi.
Io avevo solo 11 anni quando era successo ma capii più di quanto un adulto potesse pensare.
Era per questo che Selena non voleva far sesso.
Ne aveva un brutto ricordo e il ragazzo con cui poteva stare doveva avere molta pazienza. Non penso sia una cosa così dannatamente importante il sesso, devi conquistare la sua fiducia.
‘Quel verme..’ dissi sprezzante.
Mi stavo alzando per andarlo a ‘trovare a casa’ ma Selena mi fermò:
‘Non è così che si risolvono le cose Harry’
‘Vorrei solo fargli provare la metà del dolore emotivo che hai tu ora!’ esclamai.
‘Non voglio risolvere.’
La guardai perplesso.
‘Non è quello giusto, non mi aspetta, non mi vuole per ciò che sono.. non è questo che voglio.’ Disse la mia migliore amica togliendosi le lacrime da sotto gli occhi.
Mi avvicinai a lei e sia io che Lou la coccolammo.
Mangiarono entrambi a casa mia e Selena restò lì a dormire.
Prima che Lou se ne andasse giocammo a Just Dance, la migliore era ovviamente Selena.
‘Shimy, shimy, shimy’ urlò Louis muovendo le spalle a ritmo di musica.
Era davvero un pessimo ballerino.
Cercammo in tutti i modi di farla ridere e ce la facemmo discretamente.
 
La settimana successiva parlai con Lou e con Joe e decisi che era il momento di parlare seriamente con i miei genitori.
Non volevo più nascondermi, erano passati tre anni da quando lo dissi per la prima volta a mio fratello e a Sel.
Joe stette al mio fianco per tutta la durata della conversazione.
‘Mamma, papà.. vorremmo parlarvi.’ Urlò Joe per farsi sentire dai nostri genitori.
Arrivarono entrambi, non ci sembrarono indaffarati.
‘Avete un po’ di tempo?’ chiesi speranzoso.
‘Quanto tempo?’ chiese mio padre.
‘Non lo so.. non poco però..’ dissi.
‘Vediamo dai.’
Joe iniziò la conversazione: ‘Ho un tema da svolgere a casa e riguardava l’omosessualità..’
‘Cosa centra Harry?’ chiese mia madre dubbiosa.
‘La sua presenza mi fa piacere’ disse Joe cercando di deviare la conversazione.
‘Comunque –disse riprendendo a parlare– voi cosa ne pensate?’
‘Ognuno è libero di fare ciò che vuole se non rompe le palle’ disse mio padre.
E’ sempre stato un tipo pacifico e diciamo che la frase appena pronunciata era il suo motto.
Mia mamma sorrise e disse: ‘Vostro padre e i suoi strani metodi per esprimere i suoi pensieri mi fanno morire.. Comunque ragazzi noi non ci troviamo nulla di sbagliato!’
 
Sorrisi.
 
‘Bene siamo felici la pensiate così –disse mio fratello– perché Harry ha qualcosa da dire ora..’
Non riuscii a dire molto per i primi venti o trenta secondi a parte dei versi e degli strappi di parole.
Ad un certo punto i miei genitori si guardarono e sorrisero.
Mia mamma si avvicinò a me, mi accarezzò i capelli e mi chiese: ‘Sei felice amore?’
Aveva capito.
Avevano capito.
Feci segno di sì con la testa e mi misi a piangere.
Mio padre mi guardò con aria interrogativa e disse: ‘Ora capisco perché quel Louis è sempre a casa nostra.’
Risi.
‘Già..’ risposi sospirando.
‘Harry ma da quanto tempo lo sai? Mi chiese mio padre.
‘Circa tre anni’ risposi asciugandomi le lacrime.
Mi guardarono dispiaciuti entrambi i miei genitori.
‘Perché non ce lo hai detto prima?’ chiese mia madre delusa.
‘Mi dispiace mamma, all’inizio non era stato facile accettarlo, poi era un casino. Mi dispiace tanto.’
‘Anne non lo importunare –disse mio padre– siamo felici che tu ce lo abbia detto. Puoi e potrai dirci sempre tutto, questo è ciò che devi capire, ok?’
‘Ok.’ Risposi sorridendo.
‘E anche tu!’ aggiunse mia madre rivolta a Joe.
‘Va bene, va bene’ rispose mio fratello.
Passammo una bella serata insieme e mi chiesero molto di Lou.
 
 
Qualche settimana dopo chiamarono sia me che Louis.
Dovevamo andare ad X-Factor per le riprese.
Entrammo in questo salone enorme ed erano già presenti diverse persone che avevano conseguito il provino.
Ci accomodammo al posto assegnato.
Eravamo lontani.
L’ansia si faceva sentire e dispiaceva ad entrambi non esserci l’uno per l’altro.
Ci chiamarono su un palco e chiamarono i ragazzi scelti affinché continuassero il loro percorso.
Non mi chiamarono, ma, cosa più importante, non chiamarono nemmeno Louis.
Usciti mi abbracciò.
Vedevo che stava cercando di non piangere.
Mi dispiaceva così tanto.
Chiamarono me, Louis e altri tre ragazzi dei quali avevamo visto i provini in televisione.
Non mi sembravano così scarsi.
Ci parlai anche due o tre volte ed erano davvero simpatici. Uno di loro in particolare era tristissimo in quel momento.
Ci accompagnarono un paio di aiuto-riprese che ci dissero che dovevano registrare perché al programma servivano un paio di minuti per non concludere troppo anticipatamente.
Salimmo su quel dannato palco.
Nicole cominciò a parlare:
‘Ragazzi non fate quelle facce. A noi dispiace tantissimo. Voi avete un talento troppo grande per andarvene..’
Io e gli altri ragazzi ci guardammo perplessi: se davvero eravamo così bravi perché sbatterci fuori?
Ecco la risposta.
‘Abbiamo deciso –continuò il giudice- di creare un nuovo gruppo. Benvenuti a X-Factor ragazzi.’
Increduli.
Louis corse ad abbracciarmi e lo presi in braccio.
I ragazzi restanti, Niall, Liam e Zayn, si buttarono addosso a noi.
Eravamo felicissimi.

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Capitolo 10
*** ''One Direction'' ***


Cominciammo a uscire insieme per conoscerci meglio e scoprii un sacco di cose su di loro.
Niall, per esempio, era quello che mangiava di più tra noi cinque, ma non era in carne. Sapeva suonare bene la chitarra ed era irlandese.
Zayn ci disse che fumava, che si mordeva le labbra quando era nervoso, che gli piaceva disegnare e che non sapeva nuotare.
Liam ci disse che aveva paura dei cucchiai e tutti lo guardammo perplessi, ci disse che aveva un rene non molto funzionante e che era stato vittima di bullismo.
Queste furono le cose principali e approfondimmo di tutto.
Parlammo dall’una del pomeriggio fino alle dieci di sera.
Se ne andarono tutti nei rispettivi alberghi ma io e Louis ritornammo a casa essendo quelli che abitavano più vicini allo studio.
 
Cominciammo a fare le prove. La nostra guida all’interno del programma era Simon Cowell, ci disse cos’era meglio fare e cos’era meglio evitare.
Oltre al canto spiegò a me e a Louis che sarebbe stato meglio evitare di parlare della nostra storia e a Zayn che doveva evitare di fumare in pubblico.
Complessivamente dovevamo evitare tatuaggi, piercing e l’abbigliamento non doveva tendere troppo verso alcuni stili ma esseri neutri.. casual!
A me e a Louis dispiaceva non poterci esprimere liberamente sul palco, per la maggior parte delle canzoni mettevano qualcun altro dei ragazzi in mezzo a noi due e anche nelle foto o nelle interviste.
Fortunatamente noi cinque ci ritrovammo davvero molto uniti.
Ci chiesero di trovare un nome e, un giorno, ci ritrovammo a casa di Zayn per deciderlo.
 
[Zayn’s POV]
 
Invitai i ragazzi a casa mia e cercai di mettere in ordine la mia cameretta.
Mia sorella e i miei genitori volevano conoscere i miei ‘nuovi amici’ così li chiamavano.
Mi piacevano davvero tanto!
La dolcezza di Niall era direttamente proporzionale a quanto mangiava.
Vi dico solo che preparai cinque toast con la nutella solo per lui.
Liam era tenero quanto Niall ed era simpaticissimo.
Louis e Harry stavano benissimo insieme, solo mi dispiaceva il fatto che non si potessero esprimere liberamente.
Sentii suonare alla porta.
 
[Harry’s POV]
 
Non facemmo in tempo a suonare che ci aprirono la porta.
Una figura minuta e due più adulte ci accolsero come se ci conoscessero da una vita.
‘Scusate ragazzi’ disse Zayn accompagnandoci alla sua cameretta.
‘Sono simpaticissimi’ disse Niall.
‘Niall lo sappiamo che hai visto una torta sul tavolo…’ disse Liam ridendo.
Niall si limitò a fare un broncio finto e tutti scoppiammo in una fragorosa risata.
Entrammo nella camera.
‘Mettetevi dove vi pare’ disse Zayn.
L’irlandese si mise sulla sedia, Liam su un puffo, Zayn si sdraiò sul letto ed io insieme al mio ragazzo ci mettemmo sul tappeto con la schiena appoggiata al muro.
Cominciammo a parlare delle canzoni, Niall ci fece leggere un paio di sue canzoni. Erano bellissime.
L’obbiettivo principale in giornata però era quello di trovare un nome alla band ma non era cosa semplice.
Ne uscirono di tutti i colori.
Niall propose ‘Unique Selling Point’ e questo penso fu il peggiore.
Uscirono anche ‘Zayn e i ragazzi’, ‘Louis’ boyband’ e altri nomi che non vorrei ricordare.
Non arrivammo ad una conclusione prima di sera quando, a me, venne una specie di intuizione.
Ci saremmo chiamati One Direction.
Le nostre vite, i nostri ostacoli, i nostri traguardi erano sulla stessa via, in un’unica e sola direzione.
 
Uscendo di casa le persone cominciavano a farci foto, chiederci autografi, ci abbracciavano e ci acclamavano. Non era brutto, era solo un po’.. strano.
Simon ci accompagnava alle interviste e alle nostre rispettive città per farci conoscere meglio.
La nostra prima volta sul palco di X-Factor come One Direction fu magnifica.
Ci sentivamo come se avessimo cantato insieme da sempre, come se ci conoscessimo da sempre. Si era creata un’armonia particolare, le nostre voci sembravano fatte apposta per cantare insieme.
Era strano perché fino a qualche settimana prima solo Louis mi aveva sentito cantare, ora invece tantissime persone che nemmeno conoscevo correvano solo per fare una foto con me.
I giudici furono tutti soddisfatti della maggior parte delle esibizioni.
Un giorno sentii urlare fuori dalla porta d’ingresso e riconobbi le voci di Selena e Demi. In casa c’era anche Lou e andammo ad aprire. Aperta la porta non trovammo le facce delle ragazze ma un poster che tenevano in mano che raffigurava noi, il nostro gruppo: i One Direction.
Sel e Demi entrarono, lo appoggiarono sul tavolo del soggiorno e, mentre loro parlottavano delle notizie e dei vari pettegolezzi, io e Louis ce ne stavamo lì impalati a fissare il poster senza emettere alcun suono.
Io avevo dei poster in cameretta ma mai mi sarei immaginato che sarei potuto diventare una delle facce che le ragazzine appendevano nelle loro camere e Lou pensava lo stesso.
 
Proseguì il nostro percorso ad X-Factor e non entrammo mai in ballottaggio con nessuno.
Sembrava avessimo la strada spianata. Partecipavamo a trasmissioni televisive, ci intervistavano e ci acclamavano quando ci vedevano.
Tutti dicevano che saremmo potuti diventare ‘la prima band ad aver mai vinto X-Factor’.
 
Un giorno entrò Simon nella sala prove, ci prese da parte e ci disse che avremmo duettato con il mitico Elton John.
Non ci potevo credere. Non ci potevamo credere.
Duettammo alla finale.
Dovevamo vincere.
Cantammo sulle note di She’s The One e fu un’emozione speciale per tutti.
Eravamo agitati e in ansia, avevamo fatto amicizia con molti di loro e ci dispiaceva essere contro.
Eravamo rimasti in tre: Rebecca Ferguson, Matt Cardle e noi, i One Direction.
 
Il presentatore aveva aperto il tipico televoto e quei minuti furono devastanti per tutti noi. L’ultima cosa che volevamo era sentire il nostro nome perché, se così fosse stato, ce ne saremmo dovuti andare.
 
‘Bentornati signori telespettatori, siamo qui in ansia e sono tutti contenti di sentirci dire che abbiamo chiuso il televoto.’ Disse il presentatore.
 
Eravamo tutti con i nostri rispettivi coach e il nostro ci diceva di stare tranquilli.
 
‘Come sapete ci potrà essere un solo vincitore ma sapete bene che essere arrivati fin qui vuol dire essere già al top –continuò– bene ora sveliamo il terzo classificato di X-Factor UK 2010…’
 
Passarono 10 secondi di silenzio e di ansia e ci abbracciavamo tutti, io cercai di tranquillizzare Louis accarezzandogli la spalla sulla quale era appoggiata la mia mano.
Il presentatore aprii la busta ed esclamò:
 
‘One direction’
 
Riuscimmo tutti e cinque a sentire applausi insieme ad urla di disapprovazione.
Ce ne andammo a testa alta.
Vinse Matt Cardle, era un bravo ragazzo e se lo meritava.
 
Pochi giorni dopo ci riunimmo insieme a Simon, il quale ci disse che i One Direction non avrebbero smesso di essere una band.
Aveva notato i fan in delirio ogni qualvolta ci muovevamo fuori casa, le persone che chiedevano di noi e le case discografiche che chiamavano provenienti da tutto il Regno Unito, così firmammo un contratto con la sua casa discografica: la Syco Records.

 

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Capitolo 11
*** Singoli e segreti. ***


Era un vero e proprio casino, lo ammetto.
La vita era diventata troppo frenetica.
A scuola, nella quale prima passavo inosservato e, quindi, potevo benissimo avere dei contatti con Lou senza essere troppo notati, ero diventato, insieme al mio ragazzo, ‘quello famoso’.
Si mettevano anche le interviste e le domande scomode, di quelle che dovresti rifletterci due giorni prima di rispondere.
Invece no, lì dovevi rispondere e anche in fretta.
Mamma e papà mi dissero che per andare a casa di Lou o per far venire lui a casa mia avremmo dovuto fare salti mortali.
Mi ricordo una Domenica mattina, mi ero appena svegliato e, come mio solito, restai una decina di minuti nel letto a fare nulla.
Ad un tratto sentii rumori strani e in seguito, voltandomi verso la finestra, un flash mi accecò.
Non so ancora dove sia finita quella foto.
 
Un altro giorno mi venne a prendere Zayn a casa, avrei fatto la patente in settimana ma, prima che accadesse, erano gli altri che mi scarrozzavano in giro.
Ci trovammo tutti e cinque a casa di Lou per parlare del nostro primo singolo: ‘What makes you beautiful.’
Piaceva molto a tutti ed io, mentre leggevo il testo, la dedicavo mentalmente a Demi e a Selena.
Volevo loro davvero molto bene.
Avevamo già le parti assegnate e notammo che Louis non aveva nessuna parte da solista.
I suoi occhi si intristirono ma non disse nulla.
 
Tutti se ne andarono ma io rimasi a casa di Lou a dormire.
 
‘Harry..’ mi chiamò svegliandomi.
‘Ehi, dimmi’ dissi. Era la prima volta che mi svegliava lui, solitamente era il contrario.
‘Mi dispiace tanto.’ Sussurrò.
‘Cosa ti dispiace?’ chiesi ancora rintontito dal sonno.
‘Non ho una bella voce, sono la mela marcia, la pecora nera del gruppo.’
Cominciò a piangere.
Mi girai e lo abbracciai più forte che potevo.
‘Non è vero, sei solo stupido se lo pensi e loro lo sono ancora più di te per non averti dato un pezzo da solista. Ti prometto che se nel prossimo singolo non ci dovesse essere una parte solo per te ti lascerò volentieri tutte le mie.’
‘Ho una voce stupida.’
‘Hai una voce dolcissima.’
‘E allora perché non ho quel pezzo? Voi ne avete addirittura tre o quattro.’
‘Louis non lo so, domani chiederemo spiegazioni ok?’
‘Ok. Grazie, scusa se ti ho svegliato.’
‘Non ti preoccupare, ci sono e ci sarò sempre.’
‘Ti amo.’
‘Ti amo anche io.’
Lo coccolai e dopo poco si addormentò.
 
Il giorno dopo ci svegliò la Johanna dicendoci che c’erano i paparazzi giù in giardino.
La sera prima avevamo abbassato le tapparelle e chiuso le finestre della cameretta quindi nessuno poteva averci visto insieme.
‘Stanno chiedendo del nuovo singolo..’ disse la madre di Lou mentre tutti e quanti percorrevamo le scale diretti alla cucina.
‘Perché a noi?’ chiese il mio ragazzo strofinandosi gli occhi dal brusco risveglio.
‘Perché non a voi..’ ironizzò Johanna.
Simon e il management continuavano a parlarci della ‘bella presenza’ anche fuori dal palcoscenico ma, se fosse stato per noi, saremmo uscito in pigiama cercando di mandare via quei ficcanaso.
Facemmo colazione, ci lavammo e ci cambiammo.
‘Hanno molta pazienza’ dissi scherzando mentre il mio ragazzo cercava le chiavi di casa.
‘Troppa’ disse Lou più seriamente giocherellando con le chiavi appena trovate.
Uscimmo di casa.
Ci fecero tantissime domande. Cercavamo di essere gentili ma non riuscivamo a rispondere a tutti. Alla fine le domande che ci proponevano erano sempre le stesse:
 
Ci sarà un nuovo singolo?
Quando uscirà?
Il video ufficiale di What Makes You Beautiful?
Che rapporto avete col management?
 
E le domande che più davano fastidio erano quelle che cominciavano con:
‘E’ vero che..’
Erano le più stupide e/o le più personali.
Un giorno mi chiesero se era vero che ero quello che aveva avuto più ragazze. Risi e non risposi.
Tutti i giorni erano simili ma riservavano comunque sorprese.
Non riuscirò mai a parlare di ogni giorno singolarmente ma, parlando di quegli anni ricordo tante grandi cose.
Facemmo tre dischi ed ebbero tutti quanti molto successo, ogni volta più di quanto avessimo mai potuto immaginare.
Andammo in America, Asia e girammo tutta l’Europa.
Il management era diventato impossibile, io e Louis non potevamo stare vicini solo per sbaglio che subito da dietro le telecamere ci ordinavano di spostarci.
A Lou misero una fidanzata fissa: Eleonor.
Era una ragazza bravissima e davvero molto carina ma era una copertura per noi due.
Le uniche persone a conoscenza di ciò erano: le nostre famiglie, Zayn, Niall, Liam e qualche amico come Ed Sheeran, un ragazzo con cui collaborammo che fece dei bellissimi dischi.
Era brutto vedere Louis tenersi mano nella mano con lei e, a volte, anche baciarla.
Litigavamo spesso e io piangevo sempre.
A me avvinghiarono Taylor Swift, mia grande amica, ma per poco tempo. Mi è dispiaciuto ‘farle questo’.
Oltre tutto ciò io e Lou notammo una cosa con piacere: c’erano delle fan che speravano/pensavano/immaginavano che io e Louis stessimo insieme.
Era vero ma non potevamo dire nulla!
Ogni tanto quando eravamo da soli ci ritagliavamo dei piccoli spazi in giornata per vedere dei video che si chiamavano ‘Larry Stylinson Proof’ o cose del genere. Erano davvero molto belli e mi accorsi di quanto le nostre fan fossero attente a noi, a me e a Lou faceva piacere ma, ovviamente, al management faceva capire quanto fosse importante allontanarci.
Un giorno ad una signing una ragazza mi chiese se era vero ‘Larry’ e io le dissi di sì facendo la persona annoiata ma poi mi disse: ‘Lo immaginavo’ e non potei trattenere un sorriso di gratitudine.
Ogni tanto noi due provavamo a dire qualcosa se non con le parole spesso con gli sguardi.
Una volta Louis si mise a piangere mentre stavamo cantando ‘Half a heart’ in concerto.

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Capitolo 12
*** Anno nuovo, vita nuova? ***


Mancavano pochi giorni al 2015 e, festeggiato il compleanno del mio amore, ci chiamò Niall per andare a casa sua.
Arrivati in casa e seminati i giornalisti Lou mi tese la mano, la presi.
Vidi Zayn appoggiato al muro che, guardandoci, sorrideva in un modo abbastanza inquietante.
Liam era sulla poltrona con lo stesso identico sorriso all’altro e Niall, aprendo la porta, ci disse ‘Ciao’ come lo diceva alle ragazze che le piacevano.
Abbassando lo sguardo incrociai quello di Louis con la mia stessa espressione perplessa.
Andammo a sederci su uno dei due divani.
‘Ragazzi tutto bene?’ chiesi.
‘Altroché’ rispose Niall.
‘Quindi..’ incitò il mio ragazzo.
‘Come sta la nostra coppietta preferita?’ chiese Zayn tirando le tende per coprire le finestre. Dovevano nasconderci.
‘Bene’ rispose Lou sbuffando per la definizione ripetuta migliaia di volte dal ragazzo.
‘Quindi –disse Liam continuando la frase interrotta– abbiamo un grande annuncio per voi.’
‘Niall ha mangiato quantità industriali di cibo facendo un nuovo record?’ chiesi scherzando.
‘Sì ma questo era il secondo grande annuncio.’disse sorridendo beffardo il biondino.
‘Riguarda i One Direction’ pronunciò Zayn come se avesse svelato un chissà quale segreto.
‘Ah non i The Vamps?!’ disse Lou facendo un’espressione ironicamente sorpresa.
Dopo una risata da parte di tutti i componenti di colpo l’atmosfera si fece più seria.
‘Lou, Hazza –cominciò Niall– io, Liam e Zayn l’altro giorno ci siamo ritrovati a parlare di una cosa che è spesso protagonista nei giornali, su YouTube o sui social network. Voi. Non pensiamo sia giusto che dobbiate sempre nascondervi e, soprattutto, stare male l’uno per l’altro per una situazione creata da persone totalmente estranee da voi due. Tra poco più di una settimana come sapete scadrà il contratto col management e molte sono le proposte ma a noi non va bene nessuna. Ce n’è solo una di idea che a noi personalmente sembra la migliore ed è l’unica che permette di vivere la vostra storia come più vi piace, senza nascondere baci, parole e/o sguardi’
Io e Louis lo stavamo guardando con sempre più speranza negli occhi.
Zayn prese la parola ed urlò: ‘Noi saremo il nostro management.’
Il biondino lo guardò come se volesse strangolarlo: ‘Volevo dirlo io.’
‘Ci stavi mettendo un’eternità’ controbatté Zayn.
Liam era l’unico che ci fissava in silenzio come se si aspettasse la nostra reazione.
 
[Liam’s POV]
 
Mentre Niall e Zayn discutevano su chi avrebbe dovuto dire cosa c’erano i due protagonisti della vicenda che erano seduti sul divano con lo sguardo rivolto verso il tappeto (che di certo non stavano ammirando dato l’aranciata che aveva rovesciato prima Zayn) e con la bocca semiaperta, come se stessero comunicando senza nemmeno guardarsi negli occhi.
Harry mi guardò per un attimo come per chiedermi se ce l’avessimo mai potuta davvero fare, ma non sapevo la risposta. Era chiaro che sarebbe stato difficile, all’inizio impossibile, ma eravamo cinque teste e non stupide.
Non mi aspettavo saltassero di gioia e non mi aspettavo nemmeno un’incazzatura, mi aspettavo il silenzio e fu ciò che ottenni.
 
[Louis’ POV]
 
Al mio ragazzo sudava la mano. L’idea gli piaceva come piaceva a me ma sarebbe stato davvero tutto troppo difficile.
‘Possiamo dividerci i compiti’ dissi cercando di rompere quel silenzio assordante che aveva invaso la stanza dopo le frecciatine di Niall e Zayn che placarono quando si accorsero delle nostre espressioni.
Prima che pronunciassi quelle parole eravamo seduti tutti e cinque con la schiena rivolta verso il basso.
‘Certo, io potrei occuparmi dei luoghi e delle scalette nei concerti e dei CD.’ Disse Niall sorridendo.
‘Io e Zayn potremmo organizzare le interviste e le apparizioni.’ Disse Liam.
Ci fu qualche secondo di silenzio. L’unico a non aver ancora detto nulla fu il mio ragazzo, anche solo una parola poteva significare ‘sì’. Doveva solo parlare.
‘Io e Lou potremmo promuovere CD, DVD e singoli vari e occuparci del guadagno..’ abbozzò Harry.
Urla di gioia animarono la stanza e anche Harry, il più restio dei cinque, in questo caso, si lasciò trasportare dall’entusiasmo.
 
[Harry’s POV]
 
Il contratto sarebbe scaduto il 15 Gennaio e tutti noi aspettavamo con ansia quel giorno.
Non ne avevamo parlato con nessuno per evitare che i manager facessero qualsiasi cosa per cercare di farci cambiare idea.
Io e Louis eravamo più sereni e non ce ne fregava più molto delle regole della modest.
Un giorno non uscimmo di casa per avere un po’ di privacy prima dell’annuncio ufficiale.
‘Harold sei stupendo’ mi disse.
‘Neanche mia mamma mi chiama Harold’ scherzai.
‘Lo so. Devi sapere che sono io a chiamarti.’
Sorrisi.
‘Ti ricordi come cominciò tutto?’ mi chiese mentre eravamo abbracciati sul divano.
‘Certo –lo baciai– e tu?’
‘Ogni singola cosa..Mi ricordo di un ricciolino che guardavo tutte le mattine arrivare a scuola affiancato da una bellissima ragazza che pensavo fosse la sua fidanzata. Notavo che prendeva il mio stesso autobus ma spesso prendeva il successivo e io cercavo sempre di arrivare in ritardo alla fermata per prenderlo con lui e vederlo sognare con le cuffie nelle orecchie, ma non ci riuscivo quasi mai. Lo guardavo spesso e mi chiedevo come si sentisse la persona che poteva abbracciarlo quando voleva. Non ringrazierò mai Demi abbastanza per avermi fatto conoscere la persona più importante della mia vita.’
Lacrime di gioia e di gratitudine cominciarono a scorrere sulle mie guance e, alla vista di quest’ultime, il mio ragazzo mi baciò e mi strinse forte tra sue braccia.
‘Non sai quanto desideravo una storia con qualcuno che mi amasse, ma così amore, una storia così fottutamente bella non me la sarei mai immaginata.’ Dissi.
‘Ti amo Harold.’
‘Ti amo Lou.’
Dopo qualche minuto di coccole tutti e due ci addormentammo.

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Capitolo 13
*** ''Diall'' ***


Suonò il campanello.
‘Ragazzi sappiamo che siete in casa abbiamo visto le macchine nel vialetto.’ Una voce femminile ci svegliò non molto dolcemente e cercai di arrivare alla porta senza cadere.
‘Sel, Demi’ dissi strofinandomi l’occhio destro dal brusco risveglio.
Le due figure mi strinsero la vita in un abbraccio che dimostrava il loro bene nei miei confronti ed io cercai di fare altrettanto.
‘Come state ragazze?’ chiesi andando a svegliare Lou.
‘Mah noi bene, voi piuttosto?’ disse Demi incrociando le braccia.
‘Beh tour mondiali, apparizioni in televisioni ed interviste.. tutto nella norma direi.’ Disse Louis scherzando mentre cercava di reggersi in piedi.
Era tenerissimo.
‘Come stanno gli altri?’ chiese Selena.
‘Come sta Niall? Chiese Demi.
‘Stanno tutti bene’ risposi dolcemente, versando un po’ di Fanta nei bicchieri.
‘Cara Demi sai meglio tu di me come sta Niall.’
La ragazza sorrise e divenne un po’ rossa sul viso e noi tutti, da buoni amici che eravamo, la stuzzicammo per aver gli ultimi dettagli su quella che poteva diventare il nuovo gossip di cui avrebbero parlato tutti i giornali.
Io ed il mio bellissimo ragazzo ci sedemmo sul divano dove prima dormivamo e le ragazze si sedettero sulle poltrone.
‘Dicci, dicci’ dissi mettendomi in bocca un cracker che come colazione non era il massimo.
‘Non c’è nulla da dire..’
‘Demi se non ti conoscessi direi che stai mentendo, ma conoscendoti direi che stai mentendo spudoratamente.’ Disse Lou scherzando e cercando di fare la voce forte verso l’ultima parola. Quel che non sapeva era che appena sveglio sembrava tutt’altro che cattivo.
‘Abbiamo massaggiato, ecco tutto.’ Disse Demi esausta dalle continue domande.
‘Vogliamo sapere su cosa avete massaggiato.’ Disse Sel togliendomi le parole di bocca.
Demi sorrideva imbarazzata ma infine disse ciò che noi volevamo sentire:
‘Mi ha chiesto di uscire.’
Urlammo tutti e tre di gioia, volevamo assolutamente vedere Demi felice.
‘Hai accettato?’ chiesi io curioso.
‘No, non ancora..’ rispose.
‘Perché? Perché no?’ chiese Lou incredulo.
‘Ho paura che lui non sia pronto per affrontare i mostri che fanno parte del mio cervello.’ Disse storcendo la bocca.
‘E’ intelligente Demi, davvero, è un bravissimo ragazzo ed è dolcissimo. E’ pronto a tutto, anche e soprattutto a te.’ Disse cercando di convincerla.
‘Devi vedere com’è felice quando gli mandi un messaggio. I suoi occhi si illuminano e sorride come un ebete per tutta la giornata.’ Disse Lou aiutandomi.
‘Quand’è che te lo ha chiesto?’ chiese Sel preoccupata.
‘Settimana scorsa.’ Rispose imbarazzata.
‘COSA?’ tutti e tre urlammo questa parola e lei divenne ancora più rossa.
Ad un tratto guardai Demi e poi notai che sul tavolino era poggiato il suo cellulare, cercai di prenderlo ma la proprietaria cercò di togliermelo dalle mani non riuscendoci.
 
‘Ehi Niall, scusa se non ti ho risposto prima ma ero davvero occupata, comunque mi piacerebbe tantissimo uscire con te.’
 
Mentre digitavo queste parole indirizzandole al biondino pronunciavo ogni singola parola ad alta voce e, Demi, che cercava di riprendersi il cellulare, era ‘placcata’ dal mio ragazzo e dalla mia migliore amica.
‘Tieni’ le dissi porgendole il cellulare dopo essermi assicurato di aver inviato il contenuto.
Dopo nemmeno un minuto suonò il telefono.
Era un messaggio:
 
Niall:
 
Menomale, pensavo non volessi.
Va bene questo Sabato alle 19.30?
Ti passo a prendere.
xx

 
Demi sorrise come non vedevamo da tempo e scrisse:
 
To Niall:
Va benissimo.
A Sabato.
xx

 
‘Grazie mille Harry’ disse abbracciandomi la ragazza.
‘Tutto per voi.’ Dissi.
 
[Niall’s POV]
 
I ragazzi uno per uno mi mettevano qualcosa in ordine.
Liam e Zayn mi guardarono i capelli e ci misero qualche altro kilo di gel, mentre Louis e Harry parlottavano del mio abbigliamento dopo la quarta volta che lo cambiavo a causa loro.
Mi stavano dando una mano e ne ero davvero grato.
Mancavano cinque minuti e sarei dovuto uscire, mi diedi un occhiata allo specchio e notai di stare bene, mi aspettavo peggio dai quattro miei migliori amici.
Uscii dalla camera e vidi che i ragazzi stavano ridendo, quando capirono che li stavo guardando cercarono di fare una faccia seria; feci finta di nulla.
Appena presi la giacca Louis urlò: ‘Uscita in grande stile!’
Fu così che mise a tutto volume dal cellulare Midnight Memories, sapevano che mi piaceva scherzare così feci lo sguardo di uno che seduceva anche uno sgabello e, con l’aria di uno che se la tirava, uscii dalla porta.
Feci un paio di passi fuori dalla porta ma poi corsi subito dentro, i ragazzi mi guardavano in attesa di una spiegazione e immobile dissi: ‘il portafoglio.’
‘Tieni Niall’ urlò Harry lanciandomelo mentre Zayn mi prendeva in giro dicendo che mi ero fatto prendere troppo dalla canzone.
 
[Demi’s POV]
*nel frattempo*
 
‘Stai benissimo’ disse Sel cercando di convincermi.
Non mi sentivo così sicura, io e Niall ci eravamo visti due o tre volte e in nessuna di queste eravamo mai stati da soli.
Guardai l’eye-liner ancora stranamente intatto e mi ricordai che in nessun caso avrei dovuto strofinarmi gli occhi (mio vizio).
‘Mancano cinque minuti Sel, cinque.’
‘Stai tranquilla.’ Disse sorridendo.
‘E se non viene?’ chiesi disperatamente.
‘Perché non dovrebbe venire? Lui ti ha chiesto di uscire!’
‘Magari ha cambiato idea..’
‘Hai visto la velocità con cui ti ha risposto al messaggio?’
Annuii.
‘Allora stai zitta.’ Continuò Sel cercando di farmi stare tranquilla.
‘Ma lui è famoso Sel.. io no.’
‘Ma cosa ti importa? Ti ricordi cosa ti hanno detto Hazza e Lou l’altro giorno? Lui non vede l’ora di stare con te.’ Disse facendomi l’occhiolino.
Stavo per ribattere ma sentii suonare alla porta.
‘Oh cazzo!’ urlai.
Selena si avvicinò al video citofono, si girò e disse: ‘E’ lui.’
Corsi a rispondere e scesi dopo pochissimo tempo.
 
[Niall’s POV]
 
Ero appena arrivato e non sapevo come comportarmi. Dovevo sedermi sulle scale? Aspettarla fissando all’interno della porta a vetri? Appoggiarmi al cancello?
Ero nervosissimo e decisi di appoggiarmi al cancello voltato verso la strada.
 
[Demi’s POV]
 
Niall era girato di spalle rispetto alla porta in cui io uscii. Aveva un braccio nella tasca della giacca e l’altro picchiettava sul lato della gamba destra.
Non sapevo se salutarlo o andargli vicino ma comunque non feci in tempo a scegliere perché un autobus passò davanti a casa e Niall vide il mio riflesso in quest’ultimo.
Si girò di scatto e strabuzzò gli occhi.
‘Wow –esclamò– cioè.. Ciao Demi.’ Disse diventando un po’ rosso.
‘Ciao Niall.’ Dissi sorridendo.
‘Stai benissimo’ disse complimentandosi un po’ in imbarazzo.
‘Anche tu stai..stai molto bene.’ Balbettai.
Mi sentivo come mi raccontavano spesso Lou ed Harry, quando balbettavano perché erano così felici di vedere l’altro ma così preoccupati di poter sbagliare.
 
[Niall’s POV]
 
La feci salire in macchina e la portai ad un ristorante, avevamo solo vent’anni ma volevo passasse una delle più belle serate della sua vita.
Parlammo poco all’inizio ma poi, dopo un quarto d’ora circa, cominciammo a scioglierci e a parlare più liberamente e a scherzare.
All’inizio parlammo dell’unica cosa che sembrava avessimo in comune: l’amicizia con Lou e Harry, ma poi scoprimmo di avere altre cose in comune e molto altro di cui parlare.
Dopo essere usciti dal ristorante ed aver ‘discusso’ sul fatto che secondo lei si sarebbe dovuta pagare la cena da sola, optai per andare ad un parco.
Ci sedemmo su una panchina illuminata ma lontana da tutti i rumori della strada, misi un braccio dietro la sua schiena e lei appoggiò la testa sulla mia spalla. Penso che sia stata una delle sensazioni più belle della mia intera vita.
Si confessò a me, mi parlò del suo odio verso il cibo (non totalmente passato, ma abbastanza da farla vivere serenamente), e pensavo a quanto fosse strano dato il mio profondo amore verso il cibo.
Parlammo delle amicizie nate, finite e delle migliori cose capitate nella nostra vita ed io nominai lei.
Sorrise.
Stemmo lì un paio d’ore e, poi, verso le undici, la riportai a casa.
Fermai la macchina e lei mi guardò.
‘Non voglio scendere.’ Disse sorridendo.
‘Perché’ chiesi felice.
‘Perché penso sia stata la serata migliore della mia vita ed uscire di qui significherebbe chiuderla.’ Disse seria.
‘Allora non scendere.’ La intimai. Ero la persona più felice del mondo in quel momento perché mi aveva detto ciò che avevo sempre desiderato.
‘C’è solo un problema..’
‘E quale sarebbe?’
‘Devo scendere. Altrimenti mia mamma mi spezza.’ Disse ridendo.
‘Allora facciamo così –dissi avvicinandomi a lei– tu stasera vai su a casa, ma ci vediamo un’altra volta.. ci stai?’ chiesi.
Non ero mai stato così spavaldo in tutta la mia vita.
‘Certo.’ Mi rispose.
‘Sei bellissima Demi, davvero.’
‘Anche tu lo sei biondo… grazie.’
‘Per cosa?’
‘Per questa bellissima serata.’
‘Grazie a te.’
La vedevo che era indecisa se uscire dalla macchina o aspettare, così le confessai:
‘Ho paura di fare la cosa sbagliata in questo momento.’
‘Hai paura sia sbagliata ma vorresti farla comunque?’ Chiese.
‘Esattamente.’
‘Allora falla.’
Sorrisi abbassando lo sguardo, mi voltai verso di lei, mi avvicinai e le baciai quelle labbra che avevo osservato tutta la sera.

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Capitolo 14
*** They didn't know because they'll know about us. ***


Tornai a casa felicissimo, aspettai il suo messaggio prima di partire con la macchina che mi avrebbe rassicurato che fosse entrata in casa e, di seguito, partii.
Harry, Louis, Liam e Zayn mi aspettavano a casa mia, li avevo pregati di restare lì a dormire quella sera in caso avessi avuto bisogno di conforto o di qualsiasi altra cosa dopo l’appuntamento con Demi, ma non ebbi bisogno di nulla.
Ero comunque felice della loro presenza perché volevo raccontare quella magnifica serata a qualcuno.
Cercai di entrare in casa in silenzio. Era tutto buio.
Mi feci strada toccando i mobili per non svegliare i ragazzi; non sapevo dove stessero dormendo.
Ad un tratto sentii due mani prendermi le spalle e buttarmi a terra, vidi l’ombra grazie alla luce del corridoio che entrava grazie alla porta semiaperta venirmi sopra a cavalcioni e urlare come un orso.
Vidi il braccio alzarsi, cercai di trovare un modo per parare il colpo che mi sarebbe arrivato in poco tempo in faccia e poi..
 
‘Solletico’ urlò quella figura.
Qualcuno (che poi scoprii essere Zayn) accese la luce e vidi Harry ridere come un pazzo su di me.
‘Vaffanculo ragazzi mi avete fatto prendere un colpo!’ urlai.
‘Dai non arrabbiarti, volevamo ridere un po’.’ Disse Louis che cercava invano di
alzare da terra il suo ragazzo che ancora rideva.
Mi buttai sulla poltrona sprofondando e risi. Volevo loro troppo bene per arrabbiarmi.
Liam venne verso di me e mi disse:
‘Com’è andata?’
‘Benissimo’ risposi sfoggiando un sorrisone.
‘Si vede’ osservò Zayn; lo guardai con aria perplessa e allora continuò: ‘non sapevo ti fossi messo il rossetto.’
Tutti risero e io mi girai verso lo specchio alla mia sinistra per vedere di cosa stessero parlando.
Non sapevo se togliermelo o lasciare intatto il bacio che aspettavo da quasi quattro anni e, cioè, dalla prima volta in cui l’aveva incontrata.
Andai in bagno e mi feci una foto alle labbra, e poi, a malincuore, con un fazzoletto, tolsi il rosso.
 
[Harry’s POV]
 
Ci sedemmo tutti e cinque in soggiorno. Il giorno seguente a quello successivo sarebbe stato il grande giorno e, il giorno dopo, avremmo avuto un concerto.
Parlammo del ‘piano’, di come dirlo ai rispettivi genitori e alla paura della perdita di alcuni fan.
‘Non sono veri fan allora..’ disse Liam saggiamente.
Decidemmo di ‘mettere alla prova’ i nostri fan.
Tutti noi scrivemmo su Twitter qualcosa:
 
Harry Styles:
Amore sarà la parola d’ordine di questo concerto.
 
Louis Tomlinson:
Amore = Libertà?
 
Liam Payne:
L’amore sarà una cosa semplice.
 
Zayn Malik:
Siamo tutti uguali, che le idee diverse si allontanino dal fandom.
 
Niall Horan:
Ho trovato l’amore e lo sto vivendo semplicemente, qualcuno lo ha trovato e lo vive con difficoltà.
 
One Direction:
Vi amiamo, speriamo ci amiate abbastanza da restare.
 
Andammo tutti a dormire felici
Svegliandoci notammo che tutti e cinque eravamo pieni di messaggi da parte della modest ma li ignorammo.
La ‘sorpresa’ per i nostri fan sarebbe stata una canzone, non prevista in scaletta, nella quale io e Louis avremmo osservato le loro reazioni.
Arrivammo alla prove più felici che mai. Niall fece degli scherzi alle fan travestendosi, Liam le faceva cantare mentre aspettavano in fila e Zayn tentava di far fare i suoi acuti alle fan.
Io ed il mio ragazzo non stavamo semplicemente nella pelle.
Alle 20 incontrammo la modest nel backstage e ci sgridò per non aver risposto ai loro messaggi e per aver cambiato le password di Twitter (avevamo paura ci cancellassero i tweet).
Non li ascoltammo molto e loro fecero ‘i bravi’ perché sapevano che dopo quattro ore sarebbe scaduto il contratto.
Dopo esserci vestiti, aver fatto qualche esercizio per scaldare la voce, aver fatto il nostro ‘rito porta fortuna’ ed aver baciato il mio ragazzo, salimmo sul palco.
C’era uno scambio di energia tra noi e le fan. Saremmo potuti restare su quel palco per dei giorni con quell’energia.
Mancavano due canzoni alla fine (come previsto dalla scaletta ufficiale) e fu in quel momento che partirono le note di ‘They Don’t Know About Us’.
Si sentii il delirio per la canzone inaspettata, dietro le quinte il management cercava di capire e le persone incaricate per la preparazione non sapeva che fare.
Partii Liam e io proseguii, tolsi la parola ‘girl’ dal testo e le fan se ne accorsero.
Zayn intonò il ritornello e tutti noi lo canticchiammo.
Niall cantò pur essendo emozionatissimo.
Louis cominciò a cantare il suo pezzo venendo verso di me. Cantava per me.
 
They don’t know how special you are
They don’t know what you’ve done to my heart
They can say anything they want
Cause they don’t know about..
 
Invece di continuare Niall e Zayn mi lasciarono la parola ed io cantai non togliendo gli occhi da Louis eravamo l’uno davanti all’altro.
 
They don’t know what we do best
And between me and you
Our little secret
But I wanna tell them,
I wanna tell the world
That you are mine woo..
 
Ci abbracciamo e tutti e cinque stavamo piangendo dalla gioia.
Le fan erano in delirio e nessuno in particolare ci sembrò arrabbiato o deluso.
Io e Lou ci tenemmo mano nella mano durante la fine di tutta la canzone.
Notammo che dietro le quinte regnava il caos.
Alla fine di tutto il concerto ringraziammo le fan per tutto l’amore ricevuto quella sera.
Corremmo nel backstage e sfuggimmo dai manager. Ci rifugiammo nei rispettivi camerini e ci cambiammo.
Avevamo un altro piccolo piano: quello di non uscire prima di mezzanotte e cioè quando sarebbe legalmente finito il contratto.
Fortunatamente mancavano pochissimi minuti ed eravamo tutti e cinque al telefono mentre con l’I-Pod cercavamo i commenti per il concerto.
La maggior parte delle persone erano felicissime, anche quelle che non erano venute al concerto. Io contai dieci persone che non erano contente ed erano coloro che non volevano immaginare Louis o me come omosessuali.
Eravamo piuttosto tranquilli. Milioni di dischi venduti, milioni di dvd, di libri o carte o di bamboline che vagamente ci assomigliavano messe sul mercato solo per essere commerciali, per i soldi, milioni di zaini o di diari o di qualunque altra cosa che il management metteva in vendita per quella fame insaziabile che è il denaro non ci avrebbe mai reso felici quanto esprimere ciò che provavamo l’uno per l’altro.
Mi ricordo che quando avevo circa dodici anni e sentivo la frase ‘due cuori ed un capanna’ ridevo. Mi chiedevo come potessero essere le persone così stupide a pensare di vivere senza nulla pur di stare con qualcuno. Ma in quel momento lo avevo capito. Lo avevo capito perfettamente.
Mancava davvero pochissimo alla mezzanotte e noi al telefono facemmo il conto alla rovescia per poi uscire ed abbracciarci sentendoci, per la prima volta dopo quattro anni, finalmente liberi.
’10…9…8…7…6…5…4…3…2…1…’ quel secondo sembrò non passare mai e mi ricordai quando ci dissero: ‘voi non dovreste stare insieme’.
Mi ricordai le strigliate dei manager e i ‘non dovete sedervi vicino’ anche i  ‘allontanatevi subito’ ma quei brutti ricordi sparirono quando sentii ‘…0!’
Ero seduto, appoggiato al muro, davanti alla porta rossa che portava il mio nome.
Appena sentii           quel numero mi alzai e corsi ad aprire la porta.
La prima cosa che vidi furono la porta alla mia sinistra e le tre porte davanti aprirsi. Niall era di fianco a me e davanti a lui c’era Louis, alla sua sinistra Zayn e poi Liam. Guardai Lou dritto negli occhi e lo abbracciai forte, più forte di quando ci dissero che saremmo stati una band, più forte di quando giocavamo, più forte anche di quando stavamo male perché ora la causa principale del nostro malessere sarebbe scomparsa.
Eravamo tutti e cinque abbracciati, più o meno come quando dovevamo salire sul palco prima di un concerto, ma stavamo piangendo dalla gioia.
Un manager si avvicinò e si schiarì la voce: ‘sono tutti incazzati neri’ ci disse arrabbiato.
Noi, che se prima avevamo paura di quella voce e di quelle parole ora eravamo sorridenti e ironici.
Niall prese la parola immediatamente e esordì: ‘Ah sì? Sono tutti incazzati neri?’
Liam proseguì: ‘e quando lo eravamo noi? Voi cosa ci dicevate?’
Zayn fece un vocina ridicola, come per imitarli e disse: ‘Non ci interessa cosa provate o pensate, è così e basta.’
Louis continuò ironico: ‘Quindi non ci interessa cosa provate o pensate – dopodiché mi prese il viso dolcemente e mi baciò; dopo che le nostre labbra (umide dal pianto) si unirono si girò e andò dritto dove si trovava il manager, il quale precedeva tutto il resto del management arrivato poco dopo che parlò Niall e continuò– è così e basta!’
Tutti gli saltammo addosso urlando felici e il management non capiva.
Zayn notò quest’incomprensione e disse con tutta la dolcezza che aveva in corpo: ‘E se non aveste capito: il contratto infilatevelo su per il culo.’
 
La mattina seguente già su tutti i giornali la copertina parlava di me e Lou.
Andava bene così.
Perdemmo alcuni fans, ma non molti. Erano restati coloro che davvero ci amavano, coloro che il ‘vi sosterremo per sempre’ non lo avevano detto solo per moda ma perché lo sentivano davvero.
Decidemmo di fare un video per quest’ultimi.
Eravamo solo noi due, mano nella mano (finalmente) e l’abbiamo sfruttato per ringraziare chi ci stava vicino e chi non se ne fosse andato.
Verso la fine Louis disse: ‘Siete davvero la migliore cosa che ci sia mai capitata ragazzi e, solo ora, sappiamo chi sono i nostri veri fan.’
‘Vero –proseguii– vi adoriamo e vi promettiamo che nessuno di noi vi deluderà mai, ne noi, ne Liam, ne Zayn, ne Niall.’
Di seguito salutammo e dopo qualche minuto uscimmo di casa, pronti ad essere sotterrati da migliaia e migliaia di domande senza alcun pudore.
Uscimmo mano nella mano e sorridenti, rispondemmo solo alle domande più gentili. A coloro che chiedevano cose sessuali non rispondemmo. Non era giusto. Non doveva interessare.
Eravamo più propensi invece a parlare di chi era più disordinato o chi era il più coccolone ma dopo cinque o sei domande entrammo in macchina e ce ne andammo.
 
D’accordo con Liam ci trovammo tutti a casa sua con i rispettivi genitori per fare loro presente la situazione e come intendevamo proseguire la nostra carriera.
Dopo commenti ironici sulle nostre capacità da parte dei ‘grandi’ ammisero il loro appoggio nei nostri confronti e, venendo a conoscenza di ciò, tutto ci sembrò meno difficoltoso.

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Capitolo 15
*** Notizie ufficiali ***


[Niall’s POV]
 
Dopo qualche giorno dalla rivelazione dei Larry (come alla gente piaceva chiamarli) corsi da Demi.
‘Ehi Niall.. che ci fai qui?’ chiese Demi ancora in pigiama mentre si strofinava l’occhio destro.
Era dolcissima ed era davvero bellissima, anche struccata, anche con il pigiamone, anche coi capelli al vento, lo era e basta. Non potei trattenermi dal baciarla e lei fu abbastanza sorpresa all’inizio.
‘Posso entrare?’ chiesi entusiasta.
‘Certo’ rispose.
‘Niall ma..diamine.. ma.. sono in pigiama! Scusa non me ne ero accorta devo andare subito a…’
Le presi il braccio con delicatezza e le dissi sussurrando: ‘Silenzio –la baciai– sei stupenda.’
Demi sorrise e si accomodò alla sedia di fronte alla mia.
‘Come stai?’ mi chiese.
‘Entusiasta’ le risposi in attesa di raccontarle tutto ciò che avevo in mente.
‘Come mai?’ chiese sorridendo.
‘Allora Demi, Harry e Louis adesso hanno fatto lo ‘‘scandalo’’ e io ne ho parlato con loro e, dato che tu sei una ragazza riservata che non vuole apparire, pensavo che potremmo uscire allo scoperto in questi giorni cosicché possiamo passare in secondo piano nelle riviste. In tal caso giornalisti e ficcanaso non verranno molto da te a importunarti.’
‘Va bene.’
‘Solo va bene?’ chiesi deluso.
‘Ehm Niall sì va bene. Insomma sono contenta che non avrò giornalisti in mezzo ai piedi ma mi dispiace molto per Lou e Hazza.. stanno passando un momento difficile e non vorrei che fosse un peso in più per loro da affrontare.’
‘Infatti io gliel’ho chiesto e loro hanno detto che andava bene almeno così una decina di giornalisti si concentreranno su di noi e non su loro.
‘Ok, mi hai convinto.’
‘Stasera Demina mia preparati che andremo a mangiare fuori.’
Sorrise e mi bastò quello per stare bene con me stesso.
 
[Louis’ POV]
 
Ci stavano opprimendo. Ci scavavano dentro e sfiniti eravamo sul punto di raccontare loro anche le cose più private.
Non era più difficile di come lo avevo immaginato perché, più difficile di come lo era già, sarebbe stato impossibile.
I giornalisti ci aspettavamo nel giardinetto sotto casa e ci dormivano tutta la notte. Non ne potevamo più. Dopo qualche settimana di dura sopportazione li portammo in causa e il giudice decise che i giornalisti con interessi diversi dalla nostra musica avrebbero dovuto starci lontani 200 metri e non potevano accamparsi o aspettarci nei pressi della nostra casa.
Felici della notizia tornammo a casa sorridenti.
Entrammo e subito dopo qualcuno suonò il citofono.
‘Eh no, abbiamo appena firmato l’accordo’ dissi già infuriato.
Aprii la porta e davanti a me mi ritrovai Niall con un’espressione tutt’altro che gioiosa.
‘Che succede Niall?’ chiese il mio ragazzo preoccupato.
‘Che succede? Succede che per l’amor del cielo sono felice per voi e per il contratto ma lo sono un po’ meno perché non sono potuto nemmeno uscire di casa che centinaia di giornalisti e fotografi mi chiedevano di Demi. Come faccio? Lei non è abituata. Mi lascerà.’
‘Innanzitutto smettila di dire cazzate. Non ti lascerà!’ cominciai.
‘E poi –continuò il mio ragazzo– per ora devi subirteli, tra un paio di settimane sarà tutto concluso e, tolto qualche giornalista accanito, nessuno verrà più a cercarvi.’
‘Che ne sai?’ chiese il biondo.
‘Tu, Niall Horan l’irlandese della band più famosa del momento –disse Harry con aria giornalistica– sei fidanzato con Demi, una comune e sempliciotta ragazza inglese con origini americane e..’
‘Buffo il fatto che non sia il contrario: americana con origini inglesi’ interruppi bruscamente.
Niall mi guardò male e si voltò verso Harry che rideva per invitarlo a continuare.
‘Dicevo che è la notizia del momento, passata oltretutto in secondo piano dalla faccenda mia e di Lou quindi, essendo tu etero e con una ragazza non famosa tra due settimane si saranno dimenticati di voi due per lasciare spazio alle notizie di altra gente che, come noi, non ne può più.’
Rimasi sorpreso dalla serietà di Harry e dalla compostezza.
Aveva detto tutte le parole più giuste e anche Niall ne fu consapevole.
‘Capito biondo?’ lo intimai.
‘Ok –disse col viso imbronciato– aspetterò, grazie.’
Ci demmo un intimo abbraccio e corse via per avvisare la sua ragazza.
 
 
‘Bene’ disse Harry appoggiando le braccia attorno ai miei fianchi.
‘Bene’ continuai portando le mie di braccia attorno al suo collo.
‘E’ finita’ disse sorridendo.
‘E’ anche iniziata’ risposi.
Mi guardò con aria interrogativa allora proseguii: ‘E’ iniziata la nostra nuova vita insieme.’
Mi diede un bacio lungo e passionale dove il ‘ti amo’ anche se non detto era così esplicito da farci sobbalzare il cuore.
‘Grazie Louis, grazie per avermi aperto il tuo cuore e per aver sopportato tutto questo pur di stare con me.’
‘Grazie a te Harry.’

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Capitolo 16
*** Epilogo. ***


‘Harry vieni’ urlò Louis cercando di tenere ferma Hope.
Quella bambina era l’incarnazione della vivacità e tenerla a bada non era un qualcosa di semplice.
La webcam si accese prima che Louis potesse posticipare l’inizio della tweet-cam con i fan e si ritrovò a sorridere imbarazzato per la scena proposta. Si schiarì la voce e cominciò: ‘Ciao ragazzi, mi dispiace di essere in pigiama ma non immaginavo che sarebbe cominciata così presto, beh volevo posticiparla ma non ho fatto in tempo e così eccoci qui. Lei si chiama Hope ed è simpaticissima e vivace. Ha già tre anni.’
Louis lesse la domanda di una fan:
 
@Ilaria_mm_: Louis ma dov’è Harry?
 
‘Cara Ilaria_mm_ Harry si è commosso quando la bambina è arrivata in casa e non ha ancora smesso di piangere il tenerone, quindi lo aspetteremo qui con calma mentre rispondo alle vostre domande. Va bene?’
Quest’ultima domanda la propose direttamente alla bambina la quale accennò un timido ‘sì’ muovendo la testa.
Tutto d’un tratto quella piccola peste che già mezzo mondo adorava si intimidì capendo di essere a contatto con molte persone pur non vedendole.
‘Lou non dovevi dirlo’ urlò il neopapà dalla stanza in fondo al corridoio.
‘Troppo tardi Hazza’ urlò di rimando l’altro neopapà impegnato a mettere la bimba sul divano.

Erano andati in orfanotrofio qualche giorno prima.
La casa dove vivevano tutti quei bambini assomigliava tanto ad una scuola all’esterno.
Entrarono timidi, mano nella mano, ed una donna sulla sessantina li accompagnò al salone dove li portavano i vari bambini.
‘Signora non potremmo entrare noi dove sono loro?’ chiese Harry con dolcezza.
All’aria interrogativa della donna rispose: ‘non voglio pensino di essere scelti in base alla loro bellezza o cosa. Voglio vedere come sono dentro.’
Louis rimase compiaciuto dall’esclamazione del ragazzo e la donna decise di accontentarli.
Entrati nell’altro salone dove libri e giochi erano accatastati uno sopra l’altro notammo che non c’erano molti bambini.
‘In questo periodo fortunatamente ci sono state molte adozioni. Da tutte le richieste tutti i bambini che vedete saranno in una casa, al sicuro, entro due mesi.’ Disse compiaciuta la donna, poi proseguì: ‘ne arriveranno altri però da un orfanotrofio di Londra troppo pieno.’
I due membri della boyband nonché futuri genitori si addentrarono alla ricerca di chi avrebbe fatto oscillare il loro cuore con molto meno senso di colpa.
C’era un bambino taciturno dai capelli rossi, vestito molto elegantemente che leggeva un libro su un divanetto tutto colorato all’angolo a sinistra. ‘Si chiama Ed, ha quindici anni, è taciturno, apre bocca solo per cantare. Lo verranno a prendere i suoi futuri genitori tra poco. Brave persone, le conosco personalmente.’
Allora spostarono la loro attenzione su tre bambini vivaci che giocavano con le macchinine. ‘Loro sono Nick, Kevin e Brad. Hanno tutti e tre sei anni e amano stare insieme. Probabilmente chi si prenderà cura di loro dovrà o abitare molto vicini o addirittura qualcuno dovrà portarli tutti e tre a casa. Non hanno intenzione di separarsi.’
Ad un tratto entrambi posarono lo sguardo su una bambina seduta in un angolo.
Aveva i capelli biondo platino e aveva due occhi grandi verde smeraldo.
‘Lei è Hope. L’hanno abbandonata fuori dall’orfanotrofio quando aveva pochi giorni di vita. Sul cestino c’era scritta la data del suo compleanno e un bigliettino riservato ai futuri genitori.’
‘Che c’era scritto?’ chiese Louis curioso.
‘Non lo sappiamo. Non siamo noi i suoi genitori.’
‘Ehi bella’ disse Harry accucciandosi vicino alla bimba.
‘Chi sei?’ una vocina dolce fece sorridere il riccio.
‘Piacere Harry’
‘Io sono Hope’ così poggiò con poca discrezione la bambola con cui stava giocando a terra e allungò una mano al ragazzo, il quale la prese con gioia.
‘Hai delle mani molto grandi’ osservò la piccola.
‘Per accarezzarti meglio’ rispose ridendo il ragazzo.
La bambina si portò una mano davanti alla bocca e esortò con: ‘Sei il lupo?’
I due ragazzi e la signora che li guidava  risero e anche la bambina si lasciò trasportare da loro sorridendo.
Louis si catapultò giù alla vista di qualcosa: ‘Ehi Hope ma queste sono fossette?’ chiese accarezzandole la guancia sinistra.
‘Sì’ rispose timidamente.
‘Ti ricordi la storia sulle fossette Hope?’ chiese la donna.
‘Allora –cominciò la piccola– le persone che hanno le fossette, come me, le hanno perché qualcuno alla nascita ha stretto le guancie a quelle persone.’
‘Ah sì?’ chiese Louis dolcemente.
‘Allora anche a me le hanno schiacciate’ disse Harry mostrando le sue fossette.
‘Eh già’ disse la bambina.
 
Quella bambina aveva rubato i loro cuori così i due ragazzi si assunsero tutte le responsabilità per adottarla.
Dopo qualche giorno arrivò a casa.
‘Harry, amore: La lettera dei genitori!’ esclamò Louis.
‘Leggiamo.’
Si diedero entrambi ad una lettura unanime ma silenziosa.

 
Cari futuri genitori,
Piacere, mi chiamo Claire e ho diciassette anni.
Vorrei che voi non mi odiaste e che nemmeno la bimba lo faccia.
Purtroppo non ho le possibilità economiche per mantenere una bambina e infatti ho preferito che una famiglia di due brave persone si prendessero cura di lei e che la possano amare.
Vorrei che voi facciate leggere questa piccola lettera a vostra figlia quando sarà abbastanza grande per capire.
Le voglio bene e vi ringrazio per esservi presi cura di lei.
                                        Baci.
                                       Claire.
 
 
Sia Louis che Harry si abbandonarono in una dolce commozione e presentarono la casetta alla nuova arrivata.
 
‘Ti vuoi muovere Hazza?’ chiese impaziente Louis mentre sventolava un biscotto a Hope per cercare invano di farla sedere sul divano bianco appena comprato.
‘Non è un cane LouLou..’ esordì Harry ridendo alla vista della raccapricciante scena del soggiorno a cui era stato sottoposto.
Louis si avvicinò a Harry e commentò: ‘Penso di aver sbagliato ad insistere troppo sul colore del divano, bianco non mi sembra più la scelta giusta..’ alla vista della biondina sdraiata a pancia sotto sul divano che mangiava il biscotto con la mano destra e ripuliva la sinistra su quel che prima era un divano nuovo, pulito e bianco.
‘Non devi pulirti sul divano Hope!’ disse Harry cercando di catturare quel poco di severità che sapeva di non aver mai avuto.
La bimba mise il broncio e disse: ‘cominci tutte le frasi con ‘non’ ’
Louis si trasportò in una fragorosa risata e il riccio disse: ‘Non è vero!’ ma appena pronunciò quelle tre parole si accorse della veridicità di quell’innocua frasetta e scoppiò anche lui a ridere.
Appena le risate finirono Hope indicò, col braccio tesissimo, il portatile aperto sul tavolino di vetro basso davanti a lei e un ‘Oh’ partì dalla bocca di entrambi i genitori.
Così Harry si catapultò davanti al computer e disse: ‘Scusate ragazzi per questa scenetta famigliare e comunque non credete a nulla di ciò che ha detto Louis su di me.’
Dopodiché il riccio posò lo sguardo sulla parte destra dello schermo e lesse una domanda proveniente da Twitter:
 
@Zayn_Malik: siete due deficienti. #ABrainForLarryPlease
 
‘Oh, grazie Zaynie per aver appena diffuso una tendenza. Ti siamo davvero debitori.’ Esordì Louis che si era appena accomodato sul tappeto di fianco al ragazzo.
Un’altra domanda si fece spazio tra le altre:
 
@Ilaria_mm_: Harry non dobbiamo credere nemmeno a quando Louis ha detto                        
                         che ti ama?
 
‘No quella è la verità.’ Disse subito Louis, quasi come se si dovesse scusare.
‘Lo so.’ Disse Harry.
E si baciarono per la prima volta davanti all’ultima arrivata a casa. Il giudizio più importante tra le 100000 persone che seguivano la ‘diretta’.
E la biondina con occhi del cielo sorrise a quella vista.
E questo fu più di ciò che i ragazzi speravano.
Suonò il campanello.
‘Scusate ragazzi ma oggi credo che saremo pieni di impegni.’ Disse Lou ai fan.
Harry corse ad aprire la porta: ‘Nialler, Dum, che sorpresa.’
‘So che il biondino qui di fianco ti ha mandato un sms anche se gli avevo detto che volevo farvi una dannata sorpresa –disse Demi al ragazzo facendo la finta scocciata– e tu Hazza non fare il finto tonto.’ E poi, sorridendo al ragazzo dagli occhi verdi, entrò.
‘Mi ha fatto la sfuriata prima ma poi mi ha perdonato –Spiegò divertito il biondo con voce bassa per poi continuare alzandola– comunque so che non sarò più l’unico biondo qui in giro.
Sua moglie lo contraddisse: ‘Ma se fino a settimana scorsa ero bionda anche io?’
‘Sì ma ora hai i capelli rosa, quindi..’ disse Lou abbracciandola, come se fosse l’avesse appena salutata.
‘Dov’è la bambina?’ chiesero quasi all’unisono i due sposini sventolando cinque o sei sacchetti colorati a testa.
‘Vi avevo detto di non svaligiare alcun tipo di negozio’ tentò di dire Harry ma ormai Demi e Niall erano già arrivati a destinazione, perdendosi la debole sfuriata del riccio e presentandosi alla bambina mostrandole i giochi e i vestitini che avevano comprato per lei settimane prima.
‘Così facendo Hope vorrà cambiare casa per andare da loro.’ Disse Louis a Harry ridendo.
‘Bene e ora che siamo qui possiamo concludere la tweet-cam. So, ragazzi, che aspettavate solo me –disse Niall ammiccando mentre esordiva con l’ultima frase– abbiate una bellissima giornata. Io, Lou, Hazza, Zaynie, che commenta da casa, e Liam che sarà scappato in Belgio con Selena vi amiamo.’
‘Dov’è andato Liam?’ chiese Louis con la bocca aperta.
‘Dov’è andata Selena?’ chiese Harry con la stessa espressione dell’altro ragazzo.
Niall prese la parola: ‘stavo scherzando, sono usciti insieme però’.
Un’espressione compiaciuta si fece largo sul viso dei due neo-genitori.
‘Comunque anche io vi amo ragazzi.’ Disse scuotendo la testa Demi verso il marito riprendendo il discorso.
‘E anche io.’ Pronunciò Hope, quasi come se fosse una domanda.
‘Sì, anche tu se lo senti piccola’ la rincuorò subito Louis.
E Harry si rivolse al computer dicendo: ‘Ci vediamo al prossimo tour ragazzi, comincerà il 10 febbraio a Milano. Cogliamo l’occasione per ringraziarvi dei venti sold-out fra le trenta tappe. Buona giornata a tutti!’
E un ‘Buona giornata’ generale fu l’ultima cosa che sentirono le fan da quella tweet-cam.
 
*mentre in realtà…*
 
Harry si svegliò guardandosi attorno alla ricerca di qualcosa che ovviamente non aveva trovato.
Voltandosi alla sua destra però vide l’unica cosa di cui aveva realmente bisogno: il suo ragazzo.
Anche se non lo voleva doveva ammettere che non si era reso ancora del tutto conto che aveva un ragazzo e non un ragazzo qualunque. Aveva Louis Tomlinson.
Si mise le mani sugli occhi, come se sperasse di tornare tra le braccia di Morfeo, ma si accorse che un desiderio forte quasi quanto la voglia di baciare il ragazzo addormentato che aveva di fianco si faceva largo tra i suoi pensieri e così: ‘Louis, Louis’ disse Harry pigiando coll’indice sul naso del ragazzo dagli occhi color del cielo.
‘Dimmi Haz’ rispose Louis con una voce smorzata dal sonno.
‘Ho fatto un sogno.’
L’altro allora lo intimò a continuare con un gesto del capo mentre si reggeva con i gomiti sul letto.
‘Vai ad X-Factor. Mi presenterò anche io e la nostra vita cambierà.’
‘Harry, mi dispiace ma non sei un veggente.’ Disse Louis costatando che forse era stata la frase più lunga mai detta appena sveglio.
Il riccio si rattristì di colpo allora Louis, dispiaciuto perché sapeva di non avere molto tatto nei primi minuti che lo separavano dallo svegliarsi, disse: ‘Va bene, lo faremo.’
 
[Louis’ POV]
Noi. Sul palco. Le urla delle fan. I cartelloni con scritto ‘One Direction’. Era incredibile. Harry aveva ragione, la nostra vita sarebbe cambiata. Quello fu il primo tour dopo aver adottato una bambina che possedeva i miei stessi occhi ma un sangue diverso, fu il primo tour dove tutti noi, Niall, Liam, Zayn, Harry ed io, eravamo liberi di esprimere i nostri sentimenti.
Fu l’ultimo tour della storia dei One Direction.
Fu il tour migliore che avessimo mai fatto perché nei nostri cuori alloggiava la consapevolezza che non ci saremmo divisi mai:
Il biondino tinto, il ragazzo buono come il pane e il ragazzo con le braccia colorate (come lo descrisse un bambino una volta) sarebbero stati miei amici per sempre.
Il riccio, con gli occhi verde smeraldo, con cui avevo condiviso l’adolescenza e con il quale ero pronto a condividere il resto della mia vita sarebbe rimasto con me. Per sempre.

 

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Capitolo 17
*** SPAZIO ''AUTRICE'' ***


Ciao ragazzi.
Volevo ringraziarvi per le recensioni e per avere letto questa storia che, diciamocelo, non è proprio tra le migliori di EFP.
Anche se le recensioni ricevute sono tutto positive vi prometto che in futuro farò di meglio, forse perché l'Estate è cominciata, la scuola è finita e io sono a casa a fare nulla tutto il giorno e quindi mi dedicherò alla scrittura magari.
Come avete notato non ho mai scritto prima o dopo i capitoli qualcosa come *spazio autrice* perché non volevo darvi anticipazioni o confondervi le idee.
L'ultimo capitolo penso sia il migliore in assoluto di 'Is it real?' e mi ci sono messa davvero d'impegno, il nick di Twitter che ho messo è il mio: @Ilaria_mm_ e se volete seguitemi (se mi chiedete il follow back vi seguirò anche io appena connessa).
Se non avete capito il finale chiedetemelo pure (in messaggio o come recensione) e io vi risponderò immediatamente.
Questa è stata la mia prima storia Larry e la mia prima storia in generale.
Avevo cominciato a scriverne un'altra prima di questa in realtà (di Demi Lovato,una storia Jemi ma anche Larry) ma mi sono bloccata quindi vedremo cosa farne.
Bene per adesso mi occuperò di correggere eventuali errori in questa storia.
Magari qualcuna di voi la vedrò al concerto del 29/06/14 a Milano di sfuggita, chissà..
La finisco perché non vorrei toccare tasti dolenti.
Allora arrivederci ragazzi e grazie mille ancora per aver usato del tempo prezioso per leggere questa ff.

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