Moonless - sette notti senza luna

di Toothiana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno ***
Capitolo 3: *** Capitolo due ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

Prologo

 

 

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Sollevò la mano per controllare l’ora: era il momento.

La luna brillava grande e candida.

“Te la sei cercata, lo sai.”

Seguì con le dita il contorno del mappamondo sul quale brillavano tante piccole lucine e comparve un sorriso sul suo volto.

Era tutto così facile!

“Direi che ora iniziano i giochi.”

Si avvicinò alla scrivania e prese il cristallo per poi piantarlo in cima al mappamondo. Le lucine cambiarono immediatamente colore.

Un fasciò salì in cielo e oscurò la luna.

“Ora cosa farete?”

 

 

 

 

Quartier generale di Nord.

Ore 23.49

 

 

“Sono un po’ in ritardo mi sa.” Sorrise nervosa Tooth.

“Un po’? avrebbero dovuto essere qui un paio di ore fa, come noi!” ribatté nervoso Aster battendo nervoso il piede a terra.

“Sta’ calmo canguro, alle signore piace farsi attendere.” Scherzò Jack.

Prima che scoppiasse un altro litigio, Tooth si piazzò tra i due. “Ok, forse potevano presentarsi un po’ prima, però può essere successo qualcosa, no?”

“Davvero?” chiese Aster sarcasticamente.

Tooth si arrese e sospirò, allontanandosi dai due.

Ovviamente le stagioni stavano bene, non era successo nulla loro, ma non sapeva come spiegare questo ritardo. Cupido era solita essere tardi, infondo come il suo lavoro coi dentini, l’amore non andava mai in vacanza.

Principalmente desiderava che Jack e Aster non litigassero ogni minuto.

Anche per lei era stato complicato trovare un piccolo spazietto nella sua vita frenetica ed era da quando avevano sconfitto Pitch e Jack si era unito a loro che dovevano trovarsi un po’ tutti, ma non sapeva se ce l’avrebbero fatta questa volta. Era ottobre, quasi novembre e finalmente tutti avevano trovato un po’ di tempo. Peccato che sarebbero mancati Jack Skeleton e Sally, ma aveva uno spaventosi halloween da organizzare con orrore –per i dolciumi e ciò che avrebbe fatto ai dentini- di Tooth.

Mancava poco a mezzanotte e lei sarebbe dovuta tornare velocemente al suo lavoro.

Aster si avvicinò silenzioso a Tooth. Gli spiaceva deluderla così, ma Jack lo mandava ai pazzi. Notò che Kristoff si era avvicinato a lei e le offriva uno dei biscotti che era solito cucinare che lei accettò e il biondo rivolse un cenno verso il vassoio.

“Ne vuoi uno, Aster?”

Anche Tooth si accorse di lui e gli sorrise.

Quando sorride è molto carina, pensò Aster.

Ma cosa penso? No! Mente cattiva!

“Dai, sono alla carota.”

“Li hai fatti per Sven e gli altri, vero?”

Il biondo chinò il capo un po’ in imbarazzo. Era diventato assistente di Nord da poco per la sua straordinaria capacità di saperci fare con le renne e si impegnava molto.

“Si, sono i loro preferiti.”

“E’ una bella cosa: non rovini i loro denti!”

La passione di Tooth per i denti spaventava un po’ Kristoff, ma si stava abituando.

“E poi sono ottimi!” Aster si era spazzolato quatto quatto il vassoio.

“Vorrei che anche Flynn adorasse il suo lavoro così tanto. Sembra preferisca la parte in cui sgattaiola dentro le case come un ladro alla gioia di lasciare i soldini e prendere i dentini!”

“Ti avevo detto di scegliere qualcun altro –chiunque altro- a lui.”

“Alla fin fine è bravo però.”

Kristoff decise che era il momento buono per andarsene.

“Vado a prendere altri biscotti.”

I due rimasero in silenzio un momento.

“E’ strano che Sandy non sia ancora arrivato.”

“I bambini iniziano ad andare a dormire sempre più tardi.”

Tooth girò il  capo verso l’apertura nel soffitto. Era tutto scuro. Troppo.

“Aster.. perché non c’è la luna in cielo?”

Questa frase attirò l’attenzione di Jack e Nord.

“Come non c’è luna in cielo? Manny non può prendersi vacanze!”

“Ma cosa..?”

Un orologio batté mezzanotte e la stanza divenne scura. E Tooth urlò.

 

 

 

 

Cupido, altresì detta Merida per gli amici, stava entrando nel quartier generale di Nord. Era un po’ in ritardo, ok, ma all’amore non si comanda e sperava proprio Kristoff avesse deciso di preparare la torta di mele che lei adorava. O che l’avesse preparata Primavera, non importava.

Le parve strano fosse tutto troppo silenzioso e salendo le scale, venne affiancata da Kristoff che correva.

“Cosa succede?”

“Ho sentito un urlo! Deve essere successo qualcosa!”

Merida prese una freccia dalla faretra e la sistemò sull’arco. “Sta’ dietro di me.” Gli intimò appena arrivarono in cima.

Spinse la porta pian piano e la luce era fioca all’interno.

Come mai non c’è la luna? Manny?

Avanzando non vide una delle figure a terra e gli mollò un calcio.

“Ouch!”

“Jack?”

“Si, chi altri? Mi hai fatto male!”

Merida non vi badò. “Kristoff!! La luce!!”

“Adesso! Ecco!”

La luce si accese nelle lampadine e accecò tutti.

La rossa si sfregò gli occhi e rivolse la sua attenzione al ghiacciolo fastidioso, ma…

“Jack!! Che cosa hai fatto ai tuoi capelli? E hai tuoi occhi?”

Il Jack Frost che le stava di fronte aveva i capelli castano caldo e gli occhi cioccolato. Dov’era finito quello dai capelli da ottantenne e gli occhi blu?

“Ma di cosa parli?”

Merida lo afferrò senza troppi complimenti e lo piazzò davanti al riflesso della finestra.

“Io…” Jack Frost senza parole.

Meraviglioso e io non posso divertirmi a sue spese. Cavolo! Questo era uno dei pensieri di Cupido mentre aiutava Nord - un trentenne di bell’aspetto che si stava chiedendo da dove saltasse fuori quasi - ad alzarsi, prima che un altro urlo di Tooth non attirasse la sua attenzione.

Tooth era ancora accanto ad Aster quando era apparsa l’oscurità ed era riuscita a malapena a mettere a fuoco che..

“Aster sei nudo!” gridò.

Era imbarazzante. Davvero tanto. Si coprì gli occhi con le mani per la situazione –e in parte perché avrebbe continuato a fissarlo, ma solo una piccola parte, eh-.

“Anche tu..” sussurrò lui.

Merida si piazzò davanti l’amica. “Giratevi maniaci!” appena tutti distolsero lo sguardo alquanto rossi in volto e si tolse il mantello e lo passò sulle spalle dell’amica che ora della metà colibrì aveva poco. E spinse via l’amica in una delle altre stanze dove la vestì alla bell’è meglio –hei! Un paio di jeans e una felpa sono un ottimo abbinamento!- e tornò nella stanza principale.

Osservando gli altri poteva notare che, beh come dire, c’erano notevoli differenze.

Nord era giovane. Un bel giovane coi capelli neri e gli occhi blu notte. Jack ora aveva i capelli e occhi come il cioccolato al latte e dimostrava sedici anni anziché quattordici. E Aster – vestito!- un metro e ottanta di puro australiano coi capelli scuri, la pelle abbronzata e gli occhi verde smeraldo.

Erano, giustamente, piuttosto scossi.

“E ora che si fa?”

Merida si voltò verso Tooth.

Era uno scricciolo di un metro e cinquanta di ragazza che poteva essere indiana dalla pelle scura, i capelli lunghi fino le spalle scurissimi con delle ciocche azzurre, gialle e verdi davanti e due occhioni grandissimi color rosa come gli zaffiri.

“Abbiamo perso i poteri!” disse disperata.

 

 

 

 

 

Sera!

Ho appena trovato il coraggio di pubblicare e spero sia valsa la pena.

Vorrei chiedervi se mi lasciate un commentino, è la mia prima storia e non so se è venuta bene o cosa. Accetto anche critiche, purché costruttive.

Lo so che è strana come storia, ma volevo provare ad immaginare cosa sarebbe successo se avessero perso i poteri.

So che Bunnymund è l’ultimo pooka (si scrive così?), ma ho ignorato la cosa restando sulla versione “ogni guardiano era un umano che ha fatto un sacrificio”.

Poi sapendo che non mi sarebbero bastati i personaggi, invece di inventare OC, ho optato per metterne altri che amo già tanto!

Che poca fantasia eh! XD

Tra non molto il prossimo capitolo, dove vi presenterò gli altri invitati: le stagioni, gli amici invisibili, madre natura, padre tempo e i restanti aiutanti!

E scopriremo che fine ha fatto Pitch e Sandy. Spero.

Ultima cosa..

La storia non è a scopo di lucro e i personaggi non mi appartengono, sono della Dreamworks, Disney e Pixar.

A presto.

 

Mary

 

Ps. Gli zaffiri sono anche rosa. Guardateli e ditemi se non è lo stesso colore degli occhi di Tooth?!

Pps. Jack Skeleton e Sally sono presi da "the nightmare before christmas".

 

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Capitolo 2
*** Capitolo uno ***


Capitolo uno.

 

 

Polo nord, ore 00.17

 

“Come può essere successo?” Tooth si muoveva rapida e senza fermarsi da almeno una decina di minuti. “Come?”

“Potrebbe avere di nuovo a che fare con Pitch, no? Se siamo senza poteri lui può far ricadere il mondo preda della paura.” Propose Jack mentre si strofinava le mani. “Non è che possiamo avere più caldo qua dentro?” chiese a Kristoff che portava altra legna per il camino.

Merida e Aster si guardarono trattenendo un sorrido. Jack Frost che soffre il freddo, ma è una barzelletta?

“Si, adesso.” Rispose il biondo per poi rivolgersi a North “Cosa pensate di fare?”

“Aspettiamo prima stagioni e altri festeggiati, poi andare a prendere Pitch a calci nel sedere!”

“Oh sì, questo è un ottimo piano! Peccato che siamo senza poteri! Come facciamo?” riprese Jack spazientito.

“Appunto aspettiamo ospiti e chiediamo aiuto a loro. Andrà bene.. Lo sento in mia pancia!” che in quel momento decise di brontolare dalla fame “Beh, non sento solo fame.”

Tutti si misero a ridacchiare per un momento fino a non tornare seri.

Merida si avvicinò a Tooth e la fermò, più si muoveva più si agitava e agitava gli altri. Doveva essere stanca, non camminava da più di, quanto?, 500 o 600 anni.

Erano diventate guardiane più o meno nello stesso periodo ed essendo le uniche donne –oltre Madre Natura, ma lei era.. Strana, sì, strana è l’aggettivo giusto- avevano legato. L’unico problema era che entrambe avevano poco tempo libero, avendo un impegno da 24/7 e coltivavano la loro unica amicizia dello stesso sesso nei pochi ritrovi che avevano.

“Dai Tooth io vi aiuto sicuro.” Le disse mentre si sedevano accanto al divano e Kristoff passava ad entrambe un tè caldo –era davvero efficiente!-. “Poi convinceremo anche gli altri guardiani, vedrai. O almeno le stagioni. O..”

“Sicuro, non ci diranno di no!” intervenne Jack.

“No, questo è certo, ma ci sono troppe domande senza risposta.” Rispose la ex fatina dei dentini “però almeno gli altri guardiani hanno ancora i loro poteri.”

“Non è detto.” Intervenne Merida passandosi le mani tra i ricci color fuoco. Lo disse lentamente perché in quel momento la speranza non doveva esserci.

Tooth scosse il capo e fece ondeggiare i capelli neri. “Si, hanno tutti i loro poteri. Rifletti Merida tu pur li hai.” Colei che rappresentava Cupido fece per parlare, ma venne interrotta “eri vicina, ma non li hai persi lo stesso.” Sorseggiò il tè: darjeeling, il suo preferito. “questo almeno è una cosa positiva. Il resto di voi potranno continuare a fare il loro lavoro.”

Guardò un po’ l’amica, osservando i movimenti decisi e la risposta pronta. I lunghi capelli indomabili come le fiamme faceva parte della sua caratterizzazione. Gli occhi di quello strano azzurro quasi verde acqua era molto particolari, col viso tondo e pieno di lentiggini aveva l’aria del guerriero. Portare quel vestitino –partiva dal seno senza spalline e con la a balze sovrapposte che andava dal nero al verde/azzurro- per lei era una tortura, ma lo faceva senza protestare –in realtà ai piedi portava delle all star perché dopo pochi minuti aveva lanciato le scarpe col tacco fuori la finestra-.

La corvina riappoggiò la tazza vuota, mentre tutti discutevano su varie strategie e teorie, e riprese a massaggiarsi le gambe. Era troppo che non camminava e le gambe non erano più forti. Senza ali e senza i suoi poteri si sentiva piccola ed inutile.

Non ricordava il suo passato, la sua vita prima di tutto, la sua famiglia, se aveva fratelli o sorelle, aveva mai amato qualcuno.. ma come per tutti i guardiani, Manny si riprendeva tutti i tuoi ricordi come sacrificio per ciò che avresti ottenuto. Venivi scelto per il sacrificio che avevi fatto quando eri morto. Questo era sicuro, tutti loro erano morti.

Ovviamente tipo Kristoff e Flynn non lo erano, non erano guardiani. Semplici umani con capacità strane a cui Manny offriva l’opportunità di impiegarle in modi migliori con l’eternità davanti a sé per aiutare il bene del mondo, per proteggerlo –ovviamente potevano morire però. Invecchiare mai, ma la cupa mietitrice poteva prenderli quando voleva-.

La porta si spalancò e riportò Tooth alla realtà, facendo entrare le quattro ragazze che rappresentavano le stagioni.

Le prime ad entrare come due uragani –come sempre poi- erano Primavera ed Estate. Primavera era una ragazza dai lunghi capelli come l’oro e i raggi del sole, un visetto da bambolina spruzzato di lentiggini e due occhi enormi di un verde chiaro che non poteva esistere se non solo per l’erba appena nata. Portava i capelli acconciati in una treccia lunga fin alle caviglie adornata di fiori, abbinati ad un grazioso vestitino rosa e lilla con delle spalline larghe e la gonna a petalo di crisantemo. Essendo tra amici di solito ci si riferiva a lei come Rapunzel, perché la sua storia ricordava molto quella della principessa della favola. Comanda il vento e riesce a far fiore qualunque pianta –alla faccia del pollice verde-.

Estate invece era la sorella minore di Inverno, si era strano di solito le persone che diventano le stagioni non erano imparentate tra loro, questo era l’unico caso.

Anna, questo era il suo nome, era una ragazza davvero vivace e allegra, ti metteva a suo agio sempre. Aveva i capelli rossicci, sempre raccolti in due trecce, anche lei con un visetto carino come una principessa di una favola con delle lentiggini e gli occhi azzurri come il cielo estivo. Si vestiva sempre con un vestito sul verde scuro stretto in vita con la gonna corta davanti ma lunga fino ai piedi dietro. Il suo potere è basato sul fuoco e sul calore.

Poi dietro loro arrivò Autunno, alias Astrid, una ragazza dai capelli biondo grano raccolti in una treccia e degli occhi color blu. Aveva un aspetto sempre rabbioso o almeno piuttosto rude verso tutti, ma infondo era una brava persona. Il suo viso era più comune, ma lo sguardo diretto e determinato la rendeva molto attraente. Non aveva paura di nulla o se ne aveva riusciva comunque a gestirla senza sfociare nel panico e farsi impietrire. La sua abilità con le armi e il tributo della terra fanno di lei, forse, la stagione più forte. Indossava un abito lungo e rosso sangue, chiuso alla gola con dei guanti neri.

Per ultima entrò inverno: Elsa. La più bella degli immortali. Un viso da modella, pelle pallida e perfetta come il ghiaccio, magra e alta indossava un corto tubino con sopra una specie di maglietta trasparente. Teneva i capelli color champagne anche lei in una treccia la laterale un po’ spettinata. Gli occhi azzurro come il cielo ma più freddi rispetto quelli della sorella. Il suo potere si basava sull’acqua.

Le stagioni erano potenti e neppure Jack avrebbe potuto fare il lavoro di Elsa, visto che loro erano guardiani, mentre quelle ragazze no.

Erano immortali dotati i poteri sì, ma potevano morire –erano come umani da quel punto di vista- e poi veniva sostituiti. Lo diventavi solo se nascevi con delle abilità specifiche, fuori dal comune e, come sempre, paghi il prezzo di rinunciare a tutto per gli altri. Invece i guardiani poteva essere eliminati solo se nessuno credeva in loro e il loro centro veniva distrutto.

Anna si guardò intorno. “Cosa succede?”

“Come.. Chi? Jack?” Rapunzel si avvicinò a lui. “Cosa..?”

“Abbiamo perso i poteri.” Abbassò gli occhi cioccolato al suolo. “Siamo tornati gli umani che eravamo prima di diventare guardiani”

“Come è successo?” disse alzando la voce. Anche Anna pareva preoccupata. Elsa e Astrid si scambiarono uno sguardo.

“Era quasi mezzanotte e la luna è scomparsa. E quando abbiamo riacceso la luce, eravamo così.” Jack fece un gesto indicando sé stesso, North, Aster e Tooth.

“Ma noi.. Noi altri non abbiamo perso i poteri.” Disse Merida con determinazione. “Né voi siete tornate ad essere umane..” si trattenne dal dire che rivestendo il ruolo di stagioni da tanto probabilmente se fosse levato loro il ruolo sarebbero morte. “Aspettiamo che arrivino anche Madre Natura e Padre Tempo. Loro sapranno cosa fare.”

Tooth notò che Elsa stava osservando il cielo senza la luna e poi abbassando lo sguardo si trovò a beccare la mora in pieno, ma inaspettatamente la bionda le sorrise e i suoi occhi così freddi le ricordavano quelli di Jack si scaldarono e si trovò a pensare che i due avessero davvero tanto in comune.

Poteri simili, colori e la capacità di attirare lo sguardo di tutte le persone di sesso opposto al loro.

Non era mai stata tanto legata ad Elsa come invece era con Rapunzel e Anna. Astrid era sempre stata strana, ma si capivano. Elsa invece a volte non la capiva.

Anna si spostò vicino a Kristoff per parlare un po’ con lui. Si erano conosciuti da poco e avevano già legato nonostante tutto, ma sua sorella non era molto d’accordo e quindi doveva parlare con lui insieme ad altre persone.

“Hei ciao. Come va?”

Kristoff sobbalzò. “Oh Anna, ciao. Potrebbe andare meglio, di sicuro.” Era troppo nervoso, doveva calmarsi.

“Questo è sicuro. Ma te la caverai.” Gli sorrise.

Il ragazzo però non rispose al sorriso, non era per nulla sicuro sarebbe andata bene. Gestire gli yeti e tutti gli elfi non era facile, poi lui si occupava principalmente delle renne. Come avrebbe fatto?

“Lo spero.” Rispose infine serio.

Anna si trovò presa in contropiede. Non credeva sarebbe successo tutto questo, sperava sarebbe stata una serata normale con chiacchiere, qualche battuta e del cibo –tanto cibo-, ma invece, sorpresa!, quattro guardiani senza poteri e la luna scomparsa dal cielo.

“Come è potuto succedere tutto questo..” si ritrovò a mormorare.

“Succedere cosa?” la voce dietro di lei la fece sobbalzare.

“Oh, Hip! Sei tu! Mi hai spaventata a morte!”

Hip sorrise. Anna era divertente come sempre.

“Cosa sta succedendo? Hanno delle facce?”

Accanto ad Hip erano arrivati anche Guy e Hiccup. La ragazza aveva i capelli color rame scuro ricci gli occhi verde scuro/marrone, non era la più carina ma di sicuro la più forte –poteva battere Merida e Astrid in quasi qualunque cosa-. Il suo ragazzo, Guy, era moro coi capelli scompigliati legati in un codino e dagli occhi scuri e la pelle abbronzata, ben piantato. Si chiedeva ancora come potessero stare insieme visto che lei lo strapazzava abbastanza. L’ultimo arrivato era Hiccup: ragazzo esile dalla pelle chiara e le lentiggini, gli occhi verdi scuro molto intenso e i capelli castano. Indossavano tutti la solita maglia bianca, jeans e scarpe di tela con cui li aveva sempre visti.

Anna sospirò e fece il riassunto agli ultimi arrivati. Come sempre avevano tanto da fare con i bambini, loro. Insomma essere l’amico invisibile.. Angelo custode.. Anna aveva ancora dubbi sul come definirli.

Erano persone inconsistenti, fantasmi, agli occhi degli umani e dei bambini che aiutavano, ma per loro –gli immortali di quella stanza- avevano forma corporea. Erano persone o perlomeno lo erano state: avevano vissuto una vita in cui erano stati generosi e buoni e gli era stata offerta una seconda possibilità.

“Questo è molto grave, se Manny non torna, quasi tutti noi spariremmo.” Rifletté Hiccup.

Anna annuì. La situazione diventava molto grave.

Un lampo di luce attirò l’attenzione di tutti e comparvero finalmente gli ospiti più importanti: i primi guardiani.

“Allora..” cominciò Madre Natura “cosa è successo qui esattamente?”

North si avvicinò loro. “Siete arrivati per fortuna, abbiamo bisogno di voi! Siamo senza poteri e..”

“Sì” lo interruppe la bambina “ci siamo accorti che Manny è sparito più o meno mezzora fa.”

“Cosa possiamo fare per riaverli?”

Madre Natura scrutò un attimo i quattro senza poteri: erano tra i più potenti e quelli in cui tutti credevano. Lei era da secoli su quella terra e non era cambiata per nulla. Era ancora una bambina di dieci anni con la coda scura e il sorriso malandrino.

“Dovete trovare il vostro centro prima che sia distrutto. E’ l’unica soluzione per i vostri poteri. E dovete assolutamente trovare Manny e liberarlo, ma dopo, solo con i vostri poteri potremo farlo tutti insieme. Smetteremmo di esistere se non tornasse e basta.”

North parve riprendersi e di voltò verso i compagni per spiegare il piano. “Quindi prima salviamo Manny e..”

“Non è così semplice.” Padre Tempo era rimasto in disparte a meditare sulla punta del suo bastone, aprì lentamente gli occhi. “Non avete tanto tempo a disposizione.”

“E quanto tempo abbiamo?” chiese Aster impaziente.

Erano noto che Padre Tempo fosse lento nelle risposte, era una tartaruga dopotutto.

“Credo..” iniziò.

“Si?” l’impazienza era palpabile.

“Solo sette notti e poi la luna e il vostro centro spariranno.”

“Sette?” scattò Aster “Sono poche!”

“Voglio ricordarti che abbiamo sconfitto Pitch in un paio di giorni l’ultima volta.” Intervenne Jack.

“Ma stavolta non è solo sconfiggerlo ciò che dobbiamo fare! Siamo senza poteri!”

“Troveremo un modo!”

“Senti, piccolo bas..”

“Basta!” Tooth era scattata tra i due e li fece smettere con un semplice ordine. “Non abbiamo tempo da perdere e ne stiamo sprecando anche troppo.”

“Toothiana, ha ragione. Dobbiamo andare da Pitch e vedere se è ancora in sua prigione.”

“Esatto North.” La ragazza annuì. “Dobbiamo solo trovare il modo per arrivarci.” Si rivolse alle stagioni e agli amici immaginari. “Vorremmo il vostro aiuto, però.”

Hiccup scosse il capo. “Vorremmo tanto, ma no.”

Hip lo colpì al braccio. “Ahi!!”

“Si che possiamo aiutare!”

“Davvero?”

“Si, Guy, io ed i ragazzi prenderemo il tuo posto per una settimana. Non è tanto e ce la possiamo fare. Però tu aiuti loro. Senza Manny siamo spacciati.”

“Va bene.” Disse massaggiandosi il braccio e lanciando una occhiata a Guy che rispose con un alzata di spalle. “Mi unisco a voi.” E si avvicinò ai quattro ex guardiani.

“Anche noi partecipiamo.” Disse Elsa con calma prendendo la parola per le sue compagne. Questo spiazzò un po’ tutti.

“Ma.. Che bello!” sorrise Jack “Siete le benvenute, signorine.”

Elsa aveva accettato sia per la situazione che per il fatto che le altre avrebbero voluto aiutarli di sicuro e non le avrebbero perdonato un rifiuto che perché Astrid ci sarebbe andata lo stesso per proteggere il suo ragazzo, Hiccup. Strana coppia!

“Ora come raggiungiamo Burgess e vediamo cosa fa Pitch. Quasi certamente è colpa sua!”

“Si, hai ragione.”

Hiccup rimase un attimo in silenzio. Burgess.. il suo protetto era di lì.

“Ottimo, ma come ci arriviamo?” fece notare Elsa. “Noi possiamo spostarci, ma senza nessuno. Idem per Hiccup  e Merida. Aster tu non puoi creare i tuoi tunnel, North tu non puoi usare le tue sfere, Tooth tu non puoi volare e neppure tu Frost.”

“Questo lo posso fare io.”

Madre Natura era comparsa al loro fianco. Trovava inutile dire loro cosa fare e lei non poteva fare altro per aiutarli.

“Eccovi il vostro passaggio.”

Con un gesto della mano si aprì un piccolo portale.

“Buona fortuna.” Disse loro prima che andassero.

“Ricordate” disse Padre Tempo “solo sette notti.”

“Si, ne restano solo sei ormai.” Mormorò Jack prima di sparire.

 

 

Burgess, pennsylvania. Ore 05.38

 

Era quasi l'alba.

“Dovrebbe essere da queste parti.. ah eccolo! Vi dicevo che la mia pancia non sbaglia mai.”

“Si perché il terzo tentativo è quello buono!” ribatté Merida e sentì Aster ridere.

Gli sorrise di rimando. Non poteva fermarsi ed aiutarli e questo la distruggeva. Non aveva aiutanti e non poteva chiedere a nessuno di sostituirla.

“Vedrai che ce la faremo.” Aster le appoggiò la mano sulla spalla “So che vuoi aiutarci, ma è meglio tu continui a far credere a mondo la nostra esistenza. Poi bastiamo noi.”

Merida era piuttosto stupita dal fatto che avesse capito. “Si conto su di voi. Poi qualcuno deve prendere in giro, ghiacciolino.” Indicando Jack con la mano mentre starnutiva.

“Lo farò io.” E si batterono le nocche una contro l’altra sorridendosi.

“Eccolo.” North si accigliò e poi si rilassò. “Oh Sandy!”

L’omino dorato parse sorpreso per un attimo, ma volò fino da loro e li fissò stranito. Comparve un piccolo punto di domanda sulla testa, poi la luna e un altro punto di domanda e gli venne raccontato tutto.

“Ora controlliamo Pitch.” Aprì le sbarre magiche che avevano costruito per sicurezza. “Pitch!”

Nessuna risposta.

“Pitch!”

Un’ombra si mosse e uscì verso la luce, lasciando tutti sorpresi.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed ecco il capitolo.

Scusate se è noioso e ho scritto la stessa cosa mille volte. Le descrizioni non sono il mio forte, ma voglio evitare di farle sempre e me le sono tolte dalle scatole.

Vorrei sapere se avete capito chi sono madre natura e padre tempo.

Gli altri sapete tutti da dove li ho presi direi.

Spero di postare presto il prossimo.

Ringrazio di cuore i lettori, commentatori e tutti gli altri.

Mi rendete felice!

Eccovi gli aspetti fisici –le immagini non sono quelle che avrei scelto, però hanno l’aspetto e/o i vestiti come dico io-.

 

 

Jack

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North

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Aster

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Tooth

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Rapunzel e Flynn

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Hiccup e Astrid

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Merida

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Elsa

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Di Anna non ho il vestito descritto.

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo due ***


Capitolo due

 

Burgess, Pennsylvania. Ore 05.40

Jack stava osservando la scena come tutti, ma a quel punto non poté più resistere e scoppiò a ridere. Pitch era un uomo alto sulla trentina, dai capelli neri lisciati indietro e gli occhi tra il giallo e il verde. Assomigliava sostanzialmente al sé di prima solo che non aveva la pelle color cadavere. (io me lo vedo alla Tom Hiddlenston)

“Ma dai! E questo è il tuo vero aspetto?”

“Potrei chiedervi la stessa cosa!”

Poco dopo iniziò a ridere anche Aster, seguito da North che Tooth dovette richiamarli all’ordine. “Smettetela subito!”

“Suvvia, sai anche tu che se lo merita?” ridacchiò Merida.

“Si, vero. Ma ciò non toglie che questo esclude lui dalla lista dei sospetti.”

“Giusto” borbottò Merida. “E pensare che pareva ovvia la cosa.”

“Il che non è consolante nemmeno per me, che pensate.” Rispose Pitch rosso di rabbia “avrei preferito non succedesse.”

“Come tutti!” rispose Tooth “Che credi? Che..”

“Oh ragazzi siete arrivati!!!” una ragazza entrò nella stanza “Sono ore che cerco di contattarvi o contattare Manny. Che succede..?” si zittì “Oh anche voi!”

“Honey!”

“Oh Tooth mi dispiace!! Anche voi siete tornati umani?”

Honey Lemon si avvicinò al gruppo. Era una ragazza decisamente alta – sul metro e 77 –e molto magra, dai capelli lunghi biondo scuro coi riflessi tendenti al ramato-rosato, gli occhi verde scuro quasi oliva e la pelle olivastra. Piuttosto carina, era dolcissima. Portava una fascia gialla tra i capelli e un abitino rosa abbinato ad giacchina vaniglia.

Mise la mano sulla spalla di Tooth e guardò triste anche Jack, North e Aster. “Oh ragazzi. Pensavo fosse successo qualcosa solo al Pitch.”

“Sarebbe stato quasi meglio che non coinvolgere il circo degli idioti” borbottò Pitch

“Pitch non dire così!” intervenne Honey piuttosto seccamente “poteva andare peggio e ora abbiamo aiuto.”

“Si, Pitch, poteva andare peggio.” Rincarò la dose Jack.

Prima che i due iniziassero una rissa, Honey creò due piccole bolle che lanciò tra i due e una volta esplose si trovarono coi piedi attaccati al terreno.

“Basta! E’ una cosa seria.” Li guardò piuttosto arrabbiata “Siete tornati umani, ve ne rendete conto? La luna non è più in cielo e voi vi comportate così?”

Tooth annuì sorpresa che Honey fosse così seria ma la cosa le faceva piacere e sapere che avrebbe aiutato anche lei era un sollievo. Dopo la sconfitta di Pitch, Manny per tenerlo sotto controllo gli aveva affibbiato Honey Lemon come babysitter e lei lo faceva molto bene. Tooth non era sicura di quale immortale fosse esattamente la bionda ma aveva smesso di chiederselo molto presto, visto quanto era efficiente. Poi coi suoi poteri di creare delle sfere con sostanze chimiche che poteva combinare tra loro, era utile.

“Devi aiutarci Honey.” Le disse Tooth. “Visto che anche Pitch è in questo stato non possiamo fare a meno di voi.”

“Ma sei pazza? Che ci aiuti lei, è un conto ma che lo faccia LUI è un altro paio di maniche!”

“Jack, per piacere…”

“No concordo persino io! Anche se contro voglia!”

“Aster…”

“In effetti non sono sicura di capire nemmeno io.”

“Merida! ascoltate tutti ora. E’ ovvio che è tornato umano anche lui e non possiamo lasciarlo così e…”

“Invece sì che possiamo! Anzi pagherebbe per ciò che ha fatto e smetterebbe di essere un problema, no?”

“E ci abbassiamo al suo livello?”

“Non è questo Tooth lui..”

“Tooth ha ragione” Elsa si piazzò a fianco della mora e Honey. “Dobbiamo aiutare anche…” fece una pausa sguardo Pitch un paio di volte “Pitch”

Anna e Punzie si guardarono stranite.

“Effettivamente anche se tornasse immortale sarebbe sempre sotto scacco da parte nostra” fece notare Astrid.

“Non mi pare una buona idea” mugugnò contrariato Jack. Tutti borbottarono qualcosa e Pitch prese in mano la situazione. “E io non posso dire qualcosa.”

“Ovviamente..” rispose Elsa sorridendogli appena “..no.”

“Che?”

“Vuoi riavere la tua immortalità? Si che lo vuoi, quindi ci aiuterai.”

Pitch si zittì irritato dal modo in cui la stagione lo aveva trattato, ma anche sorpreso che qualcuno di loro avesse detto in modo così schietto e sincero la cosa.

“Quindi ora che si fa?”

Il silenzio calò nella stanza. Ok, erano tutti disposti –più o meno- a collaborare, ma per fare cosa? Senza Manny poi.

“Madre Natura ci ha detto che dobbiamo ritrovare il nostro centro. E abbiamo solo 7 notti!”

Da questo partì una discussione in cui –secondo Pitch- nessuno aveva imparato l’educazione visto urlavano e si parlavano uno sopra l’altro. Si massaggiò la fronte. Con la banda di idioti chiassosi doveva finire? Perché? Non osava chiedere cosa avesse fatto di male, perché la lista sarebbe stata lunga, però.. certo ricordava tutto ciò che aveva fatto… lo ricordava… ricordare… ebbe un’illuminazione!

“Vogliono che ricordiamo!” disse abbastanza forte da zittire tutti e fare in modo che tutti lo fissassero straniti.

“Ricordare cosa?”

Pitch cercò di darsi un contegno. Si era entusiasmato troppo per aver capito qualcosa. “Che ricordiamo per trovare il nostro centro.”

“Quando siamo diventati immortali abbiamo rinunciato ai nostri ricordi umani.”

“E quelli sono ciò che dobbiamo ricordare.”

“Ma se..”

“Frost ti prego, cerca di sfruttare quel tuo piccolo cervellino grande come una nocciolina! Si diventa immortali per ciò che si fa da vivi, no? Quello è il nostro centro. Mostrare cosa abbiamo fatto per diventarlo e ricordare quale fosse la cosa che h reso degni di una seconda occasione.”

Il silenzio avvolse la stanza.

“Questa è la cosa più intelligente gli abbia mai sentito dire.” Ammise Jack.

“Hei! I miei piani sono sempre intelligenti!”

“See see. Come no!”

Honey lo abbracciò forte. “Oh Pitch sapevo che saresti stato utile!”

“Certo.” Cercò di staccarsela di dosso. “Ora per piacere potresti lasciarmi.”

Merida batté le mani sarcasticamente. “Utile, ok lo sei, ma..” fece una pausa “Come farete a ricordare? Come avete fatto notare i nostri, in questo caso vostri, ricordi sono sigillati.”

Pitch ridacchiò. “So chi può aiutarci.”

“Davvero?” lo fissò stranito North.

“Si ma ormai non possiamo chiamarla. Domani notte.”

“Chi può essere così impegnato da non aver nemmeno un minuto di tempo?”

“Oh, lo scoprirete molto presto.” Sorrise sornione.

 

Burgess, Pennsylvania. Ore 09.45

“Ok ho capito che la gente è occupata ma non possiamo certo passare una giornata intera in questo buco, senza offesa” sorrise imbarazzata Anna.

Astrid era andata via –era dopotutto ancora autunno- e anche gli amici invisibili avevano ripreso i loro lavori coi bambini, anche Merida era dovuta scappare ma avrebbe trovato il suo aiutante e l’avrebbe messo sotto al suo posto.

Mentre Elsa, Honey, Punzie, lei e i cinque sfortunati era rimasti lì.

“Tranquilla, non offendi.” Rispose pacato Pitch “questo è un buco, nel vero senso della parola.”

“Potremmo entrare in qualche casa in vendita in città e restare lì. Non ci sarebbe nessuno.”

“E se ci beccano Punzie?”

“Come? Siamo invisibile ai loro occhi.”

Tooth sospirò “Voi lo siete, noi no. Una bella denuncia ci becchiamo.”

“Giusto.”

Il silenzio tornò a calare nella stanza.

“Potremmo andare da Jamie?”

“Chi?”

“Il ragazzino che per primo ha creduto in me.”

“Giusto per goderti ancora un po’ di attenzione, eh Frost?”

“Pitch, io ti..”

“Ok, basta!!”

“L’idea non è male però.”

“Come pensate di spiegare che da bianco di capelli è tornato moro?”

“Oh in realtà così!” Tutti sussultarono e si voltarono verso la voce.

Hiccup era lì davanti a loro con Jamie Bennett accanto.

“Allora era vero! E’ successo qualcosa e sono tornati umani! E li aiuterò!!” Jamie pareva particolarmente felice di essere di aiuto per quanto non aiutasse la situazione.

“Potere restare da me a casa. I miei sono andati via per una settimana e mia nonna è molto vecchia per cui non si accorgerà di nulla. Poi non può salire le scale.”

“Hiccup sei un genio! Aspetta che lo dica ad Astrid!”

Il moro arrossì fino alla radice dei capelli. “Ehm, grazie. Andiamo?”

Nessuno ebbe nulla da protestare.

 

Burgress, Pennsylvania. Ore 11.49

La giornata era trascorsa velocemente e per fortuna casa di Jamie era un posto più comodo del previsto. Tutti si erano riposati e preparati psicologicamente a ciò che era successo e che sarebbe dovuto accadere.

Erano ora nel bosco e faceva decisamente freddo constatò Tooth. Nemmeno il maglione e la giacca parevano aiutarla.

Jack pareva avere più freddo di lei però.

“Allora Pitch dov’è la persona che ci deve aiutare?”

“Ha detto di trovarci a mezzanotte.”

“E come mai avevi già un appuntamento con questa persona già fissato?”

“Perché ieri quando sono tornato umano l’ho contattata subito.”

“E’ stata una mia idea” aggiunse fiera Honey “di solito lei sa cosa fare.”

“Ma lei chi?”

Il cielo parve scurirsi ancora di più. “Io” rispose una voce femminile molto sensuale.

Dalle tenebre ne uscì una bella donna: dai capelli neri e lunghi, un vestito rosso e un bel fisico.

Sollevò il capo abbastanza per permettere loro di vederla e notare la cosa più importante: il viso bianco con dei segni sopra che le disegnavano una maschera e gli occhi color lava incandescente.

“Io” riprese lei “La morte.” Sorrise loro.

“Sono qui per aiutarvi.” Fece alcuni passi verso loro. “Ho preso ognuna delle vostre vite la prima volta e quindi custodisco i vostri ricordi.”

Nonostante soffiasse un vento fortissimo, le candele non accennavano a spegnersi né il vestito o i suoi capelli ondeggiavano con esso.

Tooth notò un ombra poco dietro lei. Honey accanto a lei soffocò un urletto di gioia.

“Oh ma ci sei anche tu qui!” le uscì a volume più alto e più entusiasta di quanto avrebbe voluto.

“Giusto lasciate che vi presenti il mio aiutante.” Gli fece un cenno gentile. “Vieni.”

Lui uscì dall’ombra e si rivelò essere un ragazzo dai tratti giapponesi piuttosto alto, con capelli neri corti e occhi ambra. Un po’ del suo viso aveva delle cicatrici di bruciatura.

“Lui è..”

Il cuore di Tooth si fermò e disse “Tadashi!”

Lui la guardò con la stessa espressione “Thiana..?”

 

 

Perdonate il ritardo.

Ho avuto un sacco di problemi.

Il capitolo è inaspettatamente corto, ma devo dire mi sono divertita a scriverlo moltissimo.

Ho aggiunto Honey Lemon e Tadashi Hamada da big hero 6 e la Muerte da Book of life.

La storia finalmente entra nel vivo!

Vorrei un consiglio da parte vostra: quali coppie preferite come canon, crack e crossover?

Sono curiosa di saperlo.

Non avendo ancora deciso bene, posso ancora inventarmi tutto.

Se mi volete lasciare un commento ve ne sarei grata.

Mary

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