Questione di Sangue

di Raya_Cap_Fee
(/viewuser.php?uid=92448)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Randall McCoy ***
Capitolo 2: *** Devil Anse Hatfield ***
Capitolo 3: *** Roseanna McCoy ***
Capitolo 4: *** Johnse Hatfield ***
Capitolo 5: *** Tolbert McCoy ***
Capitolo 6: *** Cap Hatfield ***
Capitolo 7: *** Cotton Top ***



Capitolo 1
*** Randall McCoy ***


HATFIELDS & MCCOYS- QUESTIONE DI SANGUE


 
-Randolph “Randall” McCoy


Siedo fuori dalla casa di Perry Cline, dentro, sento mia moglie parlare. Si sente pazza. E’ pazza ormai, di dolore. Dice che vuole essere bruciata con il fuoco elettrico di Edison, quello che avrei voluto dargli e quello che invece non le ho dato.

Ho perso anche lei, la donna che amo, così come ormai ho perso Tolbert, Pharmer e Randolph Jr, Calvin e Alifair. Metà dei miei figli sono ormai morti, assassinati dal diavolo Hatfield. Sono trascorsi tanti anni da quando mio fratello Asa McCoy è stato ucciso da Jim Vance. Quello è stato l’inizio di tutto, ma la fine, sembra essere ancora lontana dopo tanti lutti.

Ho perso me stesso, ho perso la fede che ho sempre avuto.

“Quale Dio può volere questo?”

Avevo detto agli uomini, dopo l’attacco degli Hatfield alla mia fattoria, il primo dell'anno 1888. Il cimitero dei McCoy è sempre più affollato, quello degli Hatfield è ancora troppo vuoto. Non mi basta più ormai. Li voglio morti, tutti.

“Tanti pensano che li abbracceresti, i figli che sono ancora in vita”

Nella mia testa riecheggiano anche le parole pronunciate da Roseanna, pochi minuti fa, quando è entrata in casa per assistere sua madre. Non riesco a perdonarla, lei e il suo amore per Johnse Hatfield. Non riesco a guardarla ma so che sta male. Lo sento dire ma non m’importa.
Il mio cuore si è indurito, sento la mia fine vicina.
 
Roseanna, un tempo, era la mia preferita. Non riuscirò mai a perdonarla per aver tradito la sua famiglia, di questo ne sono certo. Covo troppo rancore verso il mondo in questo momento. Covo, rimugino e aspetto. Aspetto la loro fine, la sua fine, quella di Devil Anse. E’ una guerra ormai, una guerra impari.

L’unica soddisfazione forse, è stata quella di vedere morto Jim Vance, ucciso sui monti da Bad Frank. Sì, lui aveva meritato di morire.

“Sangue tocca sangue”

Così avevo detto tanti anni fa a Devil Anse, in tribunale per la questione del porco rubato.

Sangue tocca sangue” ripeto ora, sottovoce. La verità è che sono stanco ma non ho ancora intenzione di lasciarmi andare, voglio arrivare alla fine. Voglio vincere gli Hatfield, voglio vincere Devil Anse.
 
“Randall! Randall! Vieni dentro, Roseanna sta male!” sento gridare all’improvviso.

“Male? Stiamo tutti male in questo mondo” penso. Mi alzo comunque ed entro dentro. La vedo lì, distesa a terra. Perry Cline la guarda come se fosse impazzito “Non capisco…” continua a ripetere.

Io capisco invece. Capisco dal sangue che le cola dal naso, capisco dal sangue che le esce dalla bocca e dagli occhi rossi. Capisco che ho perso anche lei. Capisco che mi è rimasto poco o nulla, della mia vita.

“Tanti pensano che li abbracceresti, i figli che sono ancora in vita”

Le parole di Roseanna mi riecheggiano ancora una volta nella testa. No, non l’abbraccerò più.
 
“E’ morta Perry, morta per colpa degli Hatfield” dico e la mia voce risuona nella cucina.

“Lei e il suo amore per quel buono a nulla di Johnse. Ha avuto quel che meritava” continuo. Odio, rancore, rabbia. Credo di non essere capace a provare più nulla ormai.
Il perdono sembra lontano. No, non li perdonerò mai.
 
Esco fuori e mi accomodo nuovamente sulla sedia. Sono sicuro che Perry si occuperà di tutto. Ha sempre avuto un occhio particolare per Roseanna. Apro la fiaschetta e bevo ancora un sorso di Whisky.
E’ ora di parlare con Bad Frank.




Spazietto Autrice
Salve a tutti. Innanzitutto grazie per essere passati, e se mai foste arrivati senza vomitare alla fine, vi sarei grata se voleste lasciare un'opinione. Questa è la mia personalissima idea dei pensieri di Randall McCoy. Ho cercato di attenermi il più possibile a quanto visto nella puntata ma ho aggiunto qualcosa in più. Come le parole di Randall alla morte di Roseanna. Questa mini-serie mi ha appassionato davvero come poche altre e il mio desiderio di scrivere qualcosa in merito ha infine prevalso. Vi ringrazio ancora una volta.
Raya_Cap_Fee

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Devil Anse Hatfield ***


HATFIELDS & MCCOYS- QUESTIONE DI SANGUE


 
- William Anderson "Devil Anse" Hatfield

Guardo la semplice croce di legno fissata nel terreno smosso. Ecco ciò che è rimasto di mio fratello Ellison, l’unico tra i fratelli Hatfield che poteva considerarsi un pacificatore.

CottonTop è seduto al fianco della croce. Povero ragazzo. Ellison voleva bene a quel suo figlio strambo e con qualche rotella fuori posto.

Inspiro dalla mia pipa e lancio un’occhiata al cielo sereno. E’ una bella giornata a discapito degli eventi. Avevo promesso a Randall che se mio fratello fosse morto, gli Hatfield avrebbero giustiziato i suoi tre figli assassini è così è successo. Di certo, non potevo dimenticare il modo in cui è stato ucciso mio fratello. Accoltellato ventisei volte e con un colpo di pistola sparato dritto nello stomaco.

“Non ti aspettavi mica clemenza, eh Randall?”

Nella testa risuonano ancora i colpi di fucile sparati a Tolbert, Pharmer e Randolph Junior. Legati contro quei tre alberi nel bosco, ormai Sally McCoy li avrà trovati e seppelliti. Non ho pietà di quella donna, non ancora.

Mi avvicino a grandi passi verso CottonTop e mi piego sulle ginocchia mettendogli una mano sulla spalla “Tuo padre non vorrebbe vederti qui, a piagnucolare sui suoi resti. Non quando c’è del lavoro da fare” mormoro. Incontro di occhi di quel ragazzino e lui annuisce. Negli ultimi giorni parla poco, CottonTop, ma è normale. Mi alzo nuovamente e faccio segno a Cap di recuperare suo cugino.

So già che nei prossimi giorni ci sarà molto da fare. Credo di essere in pari ormai, con gli omicidi dei McCoy e forse questa storia della rivalità finalmente avrà una fine. Tuttavia, ho la sensazione che non sarà così. Randall griderà vendetta e ci saranno altri omicidi.
Magari sta organizzando già qualcosa e faremmo bene a tenere gli occhi aperti e i fucili alla mano.

Salgo a cavallo e insieme agli altri e ci avviamo verso casa.

Mi chiedo cosa sarebbe successo se lo zio Jim non avesse ucciso Asa McCoy, se quel giorno in tribunale avessero vinto loro e se Roseanna avesse odiato Johnse anziché aspettare un figlio da lui.

Tuttavia, con i se e con i ma non si risolve nulla. E’ successo quello che doveva succedere e accadrà quello che deve accadere. Ho ancora la mia famiglia, i miei figli sono vivi, assassini forse, ma comunque vivi.

Johnse cavalca proprio dietro di me. Non so se mi detesti per avergli imposto di scegliere tra la donna incinta e la sua famiglia. E’ un po superficiale, Johnse, non sono sicuro nemmeno che sarebbe rimasto con la McCoy se non glielo avessi impedito.
Comunque, sono sicuro che lei in questo momento lo odi. Era all’esecuzione dei suoi fratelli, ha alzato il fucile esattamente come tutti gli altri anche se un po riluttante.

Cap è diverso invece. Non ho dubbi su chi sceglierebbe in ogni situazione. Gli Hatfield, la sua famiglia.

Vedo la mia casa stagliarsi sulla piccola altura e individuo una figura muoversi sotto il portico, Levicy.
“E’ stata una lunga giornata ragazzi, riposatevi un po’. Domani torneremo a occuparci del legname” dico, con i piedi in terra, guardando verso i miei ragazzi “Con la speranza che Moffetta abbia fatto quello che doveva fare…” aggiungo. Non vorrei avesse esagerato con il whiskey e si fosse addormentato.




Spazietto Autrice
Mi sembrava doveroso cominciare la raccolta con i due leader delle famiglie. Ringrazio chi ha visualizzato la storia, chi l'ha inserita tra le seguite (Drachen) e chi ha recensito (Drachen e _ILOVEBOOKS_). Il prossimo capitolo sarà su Roseanna McCoy :)

Raya_Cap_Fee

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Roseanna McCoy ***


HATFIELDS & MCCOYS-QUESTIONE DI SANGUE


 
- Roseanna McCoy

Stringo la piccola Sarah Elizabeth al petto e la guardo dormire. La zia ha detto che la piccola è malata ma se la guardo ora proprio non riesco a capire cos’ ha che non va.
Respira piano, le lunghe ciglia bionde toccane le guancie paffute ma piuttosto pallide. Quando dorme sembra avere l’aspetto di una bambina normale.
Socchiudo gli occhi e mi rilasso contro la testiera del letto. Anche io mi sento stanca, da un po’ tossisco sangue e il dottore dice che non è affatto un buon segno, che potrei morire.

Volto appena la testa per guardare  oltre la finestra della camera, quella che da sul cortile fiorito. Qualche giorno fa ho sentito la voce di Johnse. Ero rintanata al letto, nel dormiveglia della stanchezza e del dolore, non sono nemmeno sicura sia accaduto davvero. Ho sentito Johnse gridare in cortile qualcosa in merito all’avere dei diritti.

Lo amo ancora nonostante tutto. Nonostante abbia giustiziato i miei fratelli, abbia preferito la sua famiglia a me e a sua figlia. Il fatto che sia venuto a cercarmi qui, più di una volta, mi da speranza che in lui sia rimasto ancora qualcosa di buono. Forse, se gli chiedessi nuovamente di accogliermi lui stavolta sceglierebbe me e Sarah Elizabeth.

La zia non ha voluto confermare il mio sospetto e ciò, dopotutto, mi fa credere davvero che Johnse sia venuto qui per vederci.

Sento la piccola Sarah Elizabeth muoversi tra le mie braccia e allora abbasso di nuovo lo sguardo su di lei. E’ così cara, così piccola e indifesa. Mi somiglia molto ma riesco a scorgere anche qualche tratto di Johnse in lei.
 
“Farò di tutto per farti diventare mia moglie, Roseanna”
 
Questo Johnse mi aveva detto dopo la nostra prima notte. Non aveva fatto di tutto, io non ero ancora sua moglie ma aveva rischiato la sua vita per me. I miei fratelli l’avevano quasi ammazzato, l’avrebbero ammazzato se io non fossi corsa da Devil Anse per avvertirlo.
 
Un dolore mi stringe il petto nel pensare ai miei fratelli. Quella sera avevo evitato che si macchiassero di assassinio ma loro poi, hanno ucciso Ellison Hatfield e non è servito a nulla.
Prendo a cullare la piccola Sarah Elizabeth che a breve si sveglierà e mi asciugo in fretta una lacrima che scende per la guancia. Tolbert, Pharmer e Randolph sono diventati assassini e io prego per loro affinchè siano stati comunque ammessi in Paradiso.
Questa guerriglia tra gli Hatfield e i McCoy ha avvelenato tutti. Nessuno è più lo stesso ormai.
 
La porta della camera si apre e mi zia appare sull’uscio “Dorme ancora?” chiede piano, avvicinandosi. Vuole bene alla piccola nonostante sia una Hatfield. Annuisco e piano e lascio che la prenda in braccio. Mi passo le mani sul viso e sospiro tra le dita.

“Ti senti bene, Roseanna?” chiede la zia. Incontro i suoi occhi azzurri e faccio spalluccie. Riesco a guardare il mio riflesso nello specchio appeso in camera e non mi piace quel che vedo. Non sono più la Roseanna di un tempo con la pelle colorita  e liscia, i capelli biondi lucenti e ben pettinati. Ora la mia pelle ha un colorito giallastro, la fronte perennemente aggrottata dai troppi pensieri, le labbra secche e i capelli spenti.
 
“Non sono più la ragazza di cui Johnse si è innamorato. Non mi vorrà più” penso. Mi metto in piedi e mi avvicino alla finestra, le braccia strette intorno al busto di cui posso contare le costole.
“Non verrà, Roseanna. Non dovresti volere che l’assassino dei tuoi fratelli ritorni” dice la zia, alle mie spalle. Mi mordo il labbro inferiore e sento il sapore ferroso del sangue in bocca. Non rispondo nulla, non ho da dirle molto ormai.

 
“Perry ti ha mandato un biglietto, chiede come ti senti” sento dire dalla zia.

Come vuole che stia?” penso. Mi volto appena verso la zia “Gli risponderò ora” dico invece sforzandomi di sorridere. Tutto quello che mi riesce è una smorfia poiché sento che un altro attacco di tosse è vicino.
Mia zia se ne accorge e si affretta a riporre Sarah Elizabeth nella culla. Mi affianca mentre i primi colpi di scuotono facendomi ripiegare su me stessa e mozzandomi il fiato.

“Non sarò mai tua moglie, Johnse




Angoletto Autrice
Questo è il capitolo su Roseanna :) Nella miniserie, dopo la prima puntata, non si è saputo molto su di lei e sulla piccola quindi questa scena me la sono immaginata. Mi scuso se c'è qualche incongruenza cronologica ma non ricordo perfettamente tutti i fatti :) Ringrazio chi ha visualizzato la storia e chi ha recensito. Il prossimo capitolo sarà su Johnse Hatfield.

Raya_Cap_Fee


 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Johnse Hatfield ***


HATFIELDS & MCCOYS-QUESTIONE DI SANGUE

 
-Johnson "Johnse" Hatfield

Ho sposato Nancy McCoy. Non ci credo. Guardo la giovane ragazza dai capelli lunghi e neri che si aggira per la stanza mentre io sono ancora comodamente sdraito a letto. Ho sposato una McCoy, non oso nemmeno immaginare la faccia di mio padre quando zio Wall gli dirà di aver celebrato la cerimonia nel suo ufficio.

Sollevo gli occhi chiari verso il soffitto della camera e osservo il pulviscolo ben visibile grazie ai raggi del sole che filtrano dalla finestra. Ho costruito questa baita con l’intenzione di venirci a vivere con mia moglie e in effetti così è successo, solo che preferirei ci fossero Roseanna e mia figlia. La piccola Sarah Elizabeth.
Ricordo ancora come mi ha trattato la zia di Rosenna quando sono andato a casa sua, appena qualche giorno fa, per vederle.

“Lei ti odia, hai ucciso i suoi fratelli”

Le parole di quella vecchia mi riecheggiano ancora in testa mentre Nancy comincia a canticchiare qualcosa a labbra chiuse, sistemando le bottiglie di whiskey. E’ vero. Ho alzato il fucile durante l’esecuzione ma non ho sparato in direzione di nessuno dei McCoy. Non avrei mai potuto fare questo a Roseanna sebbene, infine, sia stato inutile.

Torno a guardare Nancy e prendo un grosso respiro. Non sono sicuro sia la scelta giusta. Si è presentata da me, poco dopo la mia visita a casa di Roseanna, e mi ha mostrato compassione.

“Tu non meriti tutto questo dolore, Johnse” aveva detto, gli occhi scuri fissi nei miei e una mano poggiata sul mio ginocchio. No, non lo meritavo, forse.

“Un matrimonio potrebbe finalmente appianare la questione tra le due famiglie, non credi?” aveva aggiunto poi sfiorandomi con la punta del naso una guancia.

E così ci eravamo sposati di fretta, correndo in paese con Jefferson McCoy, fratello di Nancy, a farci da testimone.

Sospiro e mi passo le mani sul volto. Non ho ancora visto nessuno della mia famiglia, ma suppongo che qualcuno verrà a farmi visita presto.
“Che hai, Johnse?” mi chiede Nancy sedendosi sul bordo del letto, accarezzandomi il petto.

“Niente” ribatto guardandola. A volte, soprattutto nella penombra, Nancy somiglia straordinariamente a sua cugina Roseanna.

“Pensi ancora a lei, non è così?” mi chiede lei. Sento chiaramente una nota d’astio ma non m’importa.

Mi metto a sedere, è ora di alzarsi “Vedrai sempre Roseanna, in me, Johnse?” chiede ancora Nancy, nuovamente in piedi. Non mi va di risponderle ancora una volta così la guardo semplicemente “Forse, o forse no” dico infine. Mi rimetto in piedi e lei si avvicina per darmi un bacio a stampo.
Sono attratto da lei, questo è certo, ma non sono affatto sicuro di amarla. Sento qualcuno avvicinarsi alla baita ancora prima di questo cominci a gridare “Nancy! Nancy!”.
Lo riconosco. La voce impastata dall’alcool e la cadenza del Kentucky.

Lancio un’occhiata a Nancy che guarda in direzione della porta prima di affrettarsi ad uscire, ancora in sottana. Afferro il fucile accanto alla porta ed esco anch’io con i soli pantaloni. Jefferson McCoy è fermo davanti a casa mia, l’espressione spaventata e l’aspetto trasandato da ubriacone.
Reprimo una smorfia di disgusto.

“Cos’è successo?”  chiede Nancy rivolta al fratello. “L’ho ucciso per sbaglio, mi ha aggredito…” risponde l’altro.
La mia presa sul Winchester si fa appena più forte. Spero per lui che non si tratti di nessun Hatfield.

“Chi, Jefferson? Cosa è successo?” mormora Nancy stringendo a sé il fratello.

 “Il postino. Ora verranno a cercami..metteranno una taglia sulla mia testa. Devi aiutarmi, Nancy” frigna Jefferson. Faccio una smorfia.

“Certo, puoi stare qui” dice la sorella sorreggendo il fratello per farlo rientrare in casa.

“Puoi restare, Jefferson. Solo per oggi però” dico. Non ho intenzione di avere quel parassita dentro casa mia. Nancy mi guarda in cagnesco “Resterà tutto il tempo necessario” sibila.

Chiudo per un attimo gli occhi e sbuffo. Saranno delle lunghe giornate e pensare che siamo ancora in luna di miele.




Spazio Autrice
Questo è il capitolo su Johnse Hatfield :) Sapendo di non poter avere Roseanna ha riepigato su sua cugina Nancy che è tutt'altro che innocua. Ringrazio Rinie che ha inserito questa raccolta tra le seguite :3. Il prossimo capitolo riguarderà Tolbert McCoy, uno dei fratelli di Roseanna, ucciso nell'esecuzione.
Raya_Cap_Fee



 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Tolbert McCoy ***


HATFIELDS & MCCOYS-QUESTIONE DI SANGUE

 
- Tolbert McCoy

 
E così è giunto il momento. Il momento di morire. Non è facile essere consapevoli che la propria ora è giunta e che non c’è possibilità di salvezza né per l’anima e né per il corpo. Abbiamo ucciso Ellison Hatfield il giorno delle elezioni e ci siamo macchiati della grave colpa di Assassinio. Io e miei fratelli minori.

Li guardo entrambi mentre gli Hatfield ci portano al confine con il Kentucky per giustiziarci. Probabilmente ci legheranno ad un albero e ci crivelleranno il cervello di piombo. Forse ce lo siamo meritati o forse no. Riesco ad afferrare le dita di Randolph Junior e gliele stringo per fargli forza. Lui è il più spaventato di noi tre e io non lo biasimo. Forse, se io non avessi colpito Jim Vance la rissa non sarebbe cominciata, nessuno sarebbe morto e noi non avremmo una condanna certa sulla testa.

Spero ancora di veder sbucare mio padre e i McCoy dietro l’angolo lungo il sentiero. Spero ancora che mio padre voglia provare a salvarci con la forza. Gli Hatfield l’hanno fatto, quando abbiamo rapito Johnse. Sono venuti a salvarlo armati di fucili e lo hanno liberato dando fuoco alla casa.

Nonostante tutto sono una famiglia ben assortita. Sono uniti, si spalleggiano a vicenda.

Dentro di me ho la consapevolezza che Randall McCoy non verrà, l’ha fatto capire anche la mamma quando è venuta a trovarci. Nessuno verrà a salvarci e io sto sprecando i miei ultimi di minuti di vita a rimuginare su speranze vane. Randoph Junior mi tiene ancora strette le dita e io non gliele lascio. Ne ha bisogno.

Chiudo gli occhi e ispiro profondamente l’aria del bosco. Sono cresciuto, nei boschi, tra l’odore del legno appena tagliato, le foglie secche in inverno e le chiome rigogliose in primavera.

 Stringo gli occhi e mi concentro sul posto nel quale vorrei essere ora.

Una collina…no, è una pianura verde illuminata dai freddi raggi del sole autunnale al tramonto in sella a Brian, il mio cavallo. Il vento che mi scompiglia i capelli rossicci, l’aria frizzante e l’adrenalina della corsa che mi scuotono le membra risvegliandole dal torpore, i muscoli possenti del cavallo che si contraggono e si sforzano sotto le mie cosce nel tentativo di raggiungere la massima potenza e velocità. Nel tentativo di rendere indimenticabile l’ultima corsa.


Quasi non mi accorgo che il carretto sul quale siamo io e i miei fratelli si è fermato fin quando qualcuno non mi colpisce malamente un braccio.
“Sveglia, Tolbert! Non vorrai addormentarti prima del tempo eh?” dice con scherno Good’Lias, un altro fratello di Devil Anse. Faccio una smorfia e riapro gli occhi. Randolph Junior mi ha lasciato la mano e io mi guardo intorno.

Siamo in una piccola radura e di fronte a noi sono allineati in riga tre alberi, perfetti per legarci.

“Legateli lì” dice infatti Devil Anse. Spero bruci all’inferno il prima possibile, lui e tutta la sua famiglia. Good’Lias mi fa scendere dal carretto e mi trascina vicino all’ albero. E’ inutile tentare di resistere. Saranno dieci o quindici Hatfield. Un vero plotone d’esecuzione.

Mi si avvicina Cap e prende a passarmi la corda intorno al corpo. E’ bene attento a stringere per bene. Al contrario di Johnse, che è pallido come un cencio, Cap è indifferente al nostro destino.

“Si raccoglie ciò che si semina eh, Tolbert?” dice infatti Cap puntandomi il suo unico occhio sano dritto in faccia. Non rispondo e mi limito a voltarmi verso i miei fratelli che sento agitati. Pharmer ha allungato una mano verso Randolph Junior.

“Johnse, ti prego…”dice Pharmer.

Sospiro sommessamente e guardo gli Hatfield posizionarsi di fronte  a noi. Uno dopo l’altro imbracciano i loro fucili, l’ultimo a farlo è proprio Cap.

“Voi siete consapevoli del perché, vero?” dice Devil Anse rivolto nella nostra direzione. Io lo guardo. Ne sono consapevole, certo e di certo non ne affatto contento. Stringo le labbra e prendo un profondo respiro. Uno degli ultimi probabilmente. Sento il sangue scorrermi forte, il cuore quasi mi scoppia nel petto.
Nessuno di noi risponde ma Devil Anse sa.

“ Ora!” esclama poi il capofamiglia. L’ultima cosa che sento è una serie di spari e un dolore lancinante dappertutto poi, più niente.

Non sono più niente.


 
Spazietto Autrice
Bonsoir! Ecco a voi Tolbert McCoy :) mi è dispiaciuta molto la sua morte, mi era simpatico dopotutto e spero che questa one shot vi sia piaciuta. La prossima sarà dedicata al mio personaggio preferito (vero, Rinie?) William “Cap” Hatfield <3


Raya_Cap_Fee

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Cap Hatfield ***


HATFIELDS & MCCOYS-QUESTIONE DI SANGUE

 
- William "Cap" Hatfield

Imbraccio il mio fucile e mi avvio verso il bosco in solitario. Ormai sono passati anni dal mio incidente all’occhio, quello che mi ha reso mezzo orbo. E’ da questo che deriva il mio soprannome: Cap, come Capitano. E’ stato lo zio Jim ad appiopparmelo e ormai tutti mi conoscono così, anche la mamma non mi chiama più William da un pezzo.

So che c’è qualcuno a pattugliare i boschi, nel caso dovesse avvicinarsi qualche McCoy. Faccio una serie di fischi per farmi riconoscere e così sono libero di andare ad esercitarmi. Ricordo bene la faccia dei fratelli McCoy quando, alla festa per le elezioni, ho centrato con un colpo di  fucile il centro del bersaglio. Sembra sempre che la gente si sorprenda, quando miro e colpisco qualcosa. Mio padre, Devil Anse, dice che sono il miglior tiratore degli Hatfield e probabilmente anche dei dintorni. Non lo dice perché sono suo figlio, è effettivamente così.

Da quando quella scheggia di legno mi ha privato della vista dall’occhio sinistro ho fatto di tutto affinchè la cosa non diventasse un peso per me e anche per la famiglia e ci sono riuscito.

Accenno un leggero sorriso e mi fermo al centro di una radura. Ho ucciso Jefferson McCoy, il fratello di Nancy, da una distanza notevole. A dire la verità ne ho uccisi parecchi, di McCoy, negli ultimi anni. Certo, non tanti come avrei voluto ma è stato pur sempre un buon risultato.

Manca poco al Capodanno 1888 e credo che mio padre stia organizzando una retata a casa di Randall McCoy. Devil Anse dice che l’unico modo per porre fine alla faida è uccidere il capofamiglia McCoy.  E visto che ormai tutti abbiamo una taglia sulla testa e Bad Frank non ci metterà molto a trovarci, credo sia la scelta migliore.

Miro all’albero più lontano con l’intento di colpirlo al centro ma un rumore  di passi seguito da un fischio mi induce a guardarmi intorno “Ehy, Cap”.

E’ zio Jim che arriva nella piccola radura grattandosi la testa “Tuo padre vuole vederci dice che sarò io a condurre il viaggietto verso casa McCoy”.

Un sorriso gli sfiora le labbra e io faccio un cenno del capo. Devil Anse ha qualche problema di salute, negli ultimi giorni.

“Tu sei dei nostri, Cap?” mi chiede lo zio Jim e io accenno un sorriso “Ma certo zio Jim. Non vorrai mica togliermi la possibilità di togliere qualche altro McCoy dalla circolazione…” dico.

Zio Jim mi guarda e poi si umetta le labbra “In verità…tuo padre dice che dobbiamo prendere solo Randall. Niente omicidi. Ma ti spiegherà lui” mi fa cenno di seguirlo e io lo faccio.

Da quando abbiamo saputo che i cacciatori di taglie erano in città ci siamo dovuti trasferire tutti in un rifugio sulle montagne, al sicuro. Nessuno ne è particolarmente felice ma era necessario.
Forse capisco perché mio padre non vuole avere altri morti tra i McCoy. Abbiamo ucciso Tolbert, Pharmer, Randolph Jr e, personalmente ho ucciso Parris e Jefferson McCoy. Ma ci sono stati altri.

“Se tutto va come previsto…questa storia finirà” dice zio Jim al mio fianco. E’ quasi ironico, detto da lui, visto che molti lo considerano quello che ha dato inizio a tutto.

Sorriso e mi sistemo il fucile in spalla. Vedo Johnse poco più là, vicino ai cavalli “Lui verrà?” chiedo a bassa voce verso lo zio Jim. Lui comprende a chi mi riferisco e lancia un’occhiata verso Johnse “Immagino di sì…anche se non vorrebbe. Si è sposato quella cagna di Nancy McCoy, no?”

Mio fratello sembra avere un debole per le McCoy più che per il nome degli Hatfield.

“Sarà meglio per lui…” mormoro notando la mamma ferma sulla soglia ad aspettarci.


 
Spazietto Autrice
Personalissima interpretazione di Cap in base a quanto visto nella mini serie televisiva. La scena di sopra me la sono inventata ed è ambientata prima della strage di Capodanno 1888. Infatti il piano di Devil Anse non andrà come previsto visto che perderanno al vita altri due figli di Randall (Jim e Alifair), la moglie sarà ferita e lui scapperà (sotto ordine della moglie) dal retro. Sul prossimo capitolo sono ancora indecisa..o Nancy o Sally McCoy o magari nessuna delle due xD Vedremo :)
Un bacione,

Raya_Cap_Fee

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Cotton Top ***


HATFIELDS & MCCOYS-QUESTIONE DI SANGUE

 
- Ellison "Cotton Top" Mounts

Mi impiccheranno, ormai il tribunale ha deciso. Domani a mezzogiorno sarò appeso per il collo, dove tutti potranno vedermi.

Mi guardo intorno nella cella angusta. Sono solo. Hanno spostato lo zio Wall in un’altra cella, dove non posso vederlo. Lui resterà in carcere ma vivrà, almeno. E’ stato pur sempre un giudice.

Lascio le sbarre, dove fino a quel momento mi sono aggrappato, e scivolo lungo la parete in angolo, rannicchiandomi con le ginocchia al petto.

Tremo, forse per la paura o per il freddo della notte. C’è la nebbia, la vedo chiaramente infiltrarsi dalla piccola finestrella a quadretti di ferro. Io non volevo uccidere la piccola Alifair McCoy.

Cap mi aveva detto di tenere d’occhio l’uscita posteriore della casa di Randall McCoy, di non permettere a nessuno di uscire, di scappare. E’ passato un po’ di tempo da quel giorno di Capodanno del 1888 eppure…eppure non riesco a dimenticare lo sguardo di quella ragazzina che cade morta tra le foglie rinsecchite, una macchia rossa all’altezza del petto laddove l’ho colpita.

E’ stato un riflesso involontario. Mi sono spaventato e il colpo è partito, colpendola. La testa bionda di Johnse era sbucata da un albero subito dopo, l’espressione sconvolta. Anche Cap mi aveva raggiunto subito “Cos’è successo?” aveva domandato guardandomi con il suo unico occhio sano. Avevo schiuso le labbra, fissando il punto in cui c’era Alifair, e Cap si era voltato.

Il silenzio era calato un attimo su di noi poi, Cap aveva allungato una mano, poggiandomela sulla spalla “E’ tutto okay, Cotton. Va bene così”.
 
Ora non è tutto okay. Bad Frank mi ha catturato e io sono stato processato. Ora non è tutto okay, Cap.

Affondo le dita nei capelli corti e biondi, quasi da sembrare bianchi. Forse verrà qualcuno a liberarmi.

Zio Devil Anse non permetterà mai che impicchino suo nipote, no? Oppure verrà Cap. Lui mi ha sempre difeso dagli altri che mi prendevano in giro. Non lascerà che mi ammazzino.

“Verranno…verranno…” lo ripeto sottovoce ma più passa il tempo e più mi rendo conto che forse non sarà così. Vogliono liberarsi di me? Eppure credevo mi volessero bene.

Io sono Cotton e gli Hatfield continueranno proteggermi in nome del mio defunto padre.

Comincio a dondolare su me stesso, nel tentativo di calmarmi, ma non ci riesco. Sento sempre più freddo e la morsa allo stomaco sembra quasi capace di mozzarmi il respiro in gola. Forse morirò ancor prima di domani.

 
Apro gli occhi quando sento qualcuno parlare. Quando mi sono addormentato? Sollevo lo sguardo e mi guardo intorno. Un raggio di sole filtra dalla finetra creando l’ombra della finestra sul pavimento di legno. E’ giorno.

E’ il giorno e io sono ancora qui. Non sono venuti. Nessuno della mia famiglia è venuto a salvarmi. Un lamento mi sale su per la gola e sento le lacrime pizzicarmi gli angoli degli occhi “Sveglia, piccolo scemo…E’ giunta la tua ora”.

Mi volto verso la voce e osservo gli occhi neri dell’uomo che è venuto a prendermi “E’…Stai per portarmi lì?” chiedo.

L’uomo sorride, divertito “Cos’è quell’aria spaventata, piccolo bastardo?”.

Mi alzo in piedi e sbircio fuori dalla finestra. Dove sono gli Hatfield?

“Ti aspettavi che venissero a prenderti eh? E che se fanno di te, umh?” dice l’uomo con un fragorosa risata.

Già, che se ne fanno di uno come me?

Mi mordo forte l’interno della guancia e socchiudo gli occhi rivolgendo un pensiero a mio padre, morto per mano dei tre fratelli McCoy. Presto lo rivedrò.

 
Mentre l’uomo mi accompagna fuori, dove vedo che hanno allestito un piccolo palco per l’esecuzione, mi viene un pensiero.

“Io sono Cotton, e sono un uomo morto che cammina”. Le lacrime iniziano a correre giù per guance senza che me ne accorga. Ci sono un sacco di persone, le vedo, ferme su per la collina che attendono il momento di vedermi penzolare.

E’ per gli Hatfield che io muoio.

E’ per l’aver causato morte, che morte mi viene restituita.


Spazietto Autrice
E' passato più di un mese dall'ultimo aggiornamento .-. mi scuso, davvero. Scrivere l'ultimo capitolo di questa piccola raccolta sui personaggi principali di Hatfields & McCoys fa un certo effetto. Chiudere con Cotton Top poi...povero. Mi ha fatto una pena immensa. Abbandonato da tutti. Cap voleva andare a salvarlo ma Devil Anse glielo ha impedito dicendo che l'esecuzione di Cotton Top avrebbe concluso la faida tra le famiglie. In effetti poi è così ma poverino.
Un bacione immenso a chi ha visitato queste piccole one-shot. Spero vi siano piaciute, sto ancora cercando qualcuno che abbia visto questo telefilm oltre Rinie xD Me lo fate sapere? xD
Un bacione!

Raya_Cap_Fee

 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2430626