Assassin di aliasNLH (/viewuser.php?uid=45090)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** All'ombra di una lapide ***
Capitolo 2: *** Consapevolezza e Peccato ***
Capitolo 3: *** Omicidio e Gelosia ***
Capitolo 4: *** Lo faccio! ***
Capitolo 5: *** Un Angelo ***
Capitolo 6: *** L'assassina e la vittima ***
Capitolo 7: *** Dubbi e incertezze ***
Capitolo 8: *** Quando si dice il caso ***
Capitolo 9: *** ...bella... ***
Capitolo 10: *** Guardia del corpo ***
Capitolo 11: *** Perchè vuoi proteggermi? ***
Capitolo 12: *** Usciamo? ***
Capitolo 13: *** La tristezza del passato ***
Capitolo 14: *** Non morire! ***
Capitolo 15: *** Vampire ***
Capitolo 16: *** I volturi ***
Capitolo 17: *** Adieu my angel ***
Capitolo 18: *** Four Years Later ***
Capitolo 19: *** Complicazioni ***
Capitolo 20: *** Fuoco del dolore ***
Capitolo 21: *** Nascita di un Vampiro ***
Capitolo 1 *** All'ombra di una lapide ***
All'ombra
di una lapide
Isabella Marie Swan.
Nata il 13 settembre
1950.
Morta ufficiosamente il
14 gennaio 1969.
Morta realmente il 19
gennaio 1969.
In vita da quello stesso
giorno...
È confuso, lo so... ma è la realtà...
Isabella Marie Swan è stata una ragazza, un essere umano,
fino ai 19 anni.
Ora è solo una vampira.
La scritta che vedete è quella che lei stessa ha voluto far
incidere sulla sua lapide.
In modo da ricordare quella che era stata una vita normale, di una
normale adolescente che ha avuto la sfortuna di essere scelta per far
parte della Corporazione.
Ora Isabella si trova di fronte alla tomba che i suoi genitori hanno
voluto far erigere il suo onore.
In piedi di fronte ad essa la sua figura era scossa da tremiti.
Era andata lì come d'abitudine... quanto aveva un lavoro da
svolgere.
Si era posizionata di fronte a quella lastra di marmo e riviveva parti
e ricordi della sua vita passata...
suo padre che la prendeva in braccio quando rideva...
sua madre che le regalava un cioccolatino prima di pranzo...
il suo migliore amico che lo portava in spiaggia...
la compagnia di soli maschi che frequentava...
le ragazze oche che guardavano solo la superficie, che vedevano
soltanto Isabella Marie con la sua vita perfetta...
la malattia di sua madre e i debiti di suo padre...
la sua scelta di andarsene di casa...
quella scatola contenente le foto di quella che all'apparenza era una
vita felice ma che in realtà era soltanto una finzione...
i litigi tra i suoi genitori, la separazione in casa quando lei aveva
solo cinque anni...
il suo volontario atto di suicidio, inutile...
il suo diciannovesimo compleanno e la scelta di voler smettere
seriamente di vivere...
una fialetta di veleno...
Carlisle...
Isabella si riscosse e mise a un freno al fiume di pensieri che l'aveva
avvolta.
Non poteva distrarsi proprio ora, la corporazione le aveva dato un
nuovo lavoro e doveva portarlo a termine il primo possibile.
da quando Carlisle l'aveva trasformata aveva deciso di fermarsi con la
sua famiglia per non ricadere nell'orrore che era stata la sua infanzia.
Aveva scoperto che i Cullen erano tutti vampiri al servizio della
corporazione, erano un loro braccio affiliato in America.
L'avevano accettata tutti, e nonostante non avesse un compagno lavorava
come mercenario.
Si, perché è questo che facevano coloro che
prestavano servizio alla corporazione...
erano assassini sul pagamento...
ma a lei stava bene così.
Come tutti gli altri membri della sua famiglia non si nutriva di sangue
umano ma animale, uccidere esseri umani era un modo per dare un senso a
quella sua esistenza eterna.
Un sorriso amaro fece capolino sul suo volto quando, voltandosi per
andarsene, cominciò a piovere.
Isabella amava la pioggia, le permetteva di passare inosservata,
più del solito almeno...
percorse velocemente la strada principale per poi svoltare in una
strettoia.
Scavalcò la finestra di fronte a lei e sgusciò
silenziosamente per la stanza, passando inosservata persino dalla
persona seduta di fronte a lei.
Questo era il lato positivo di essere un vampiro...
Potevi fare quello che volevi,senza limiti, senza preoccupazioni...
si mise silenziosamente alle spalle dell'uomo e fece passare la punta
delle dita sul suo collo come una carezza impercettibile...
lui, avvertendo quasi uno spostamento d'aria, non fece neanche in tempo
a voltarsi.
Il nervo principale alla base del collo fu preciso e l'uomo cadde a
terra privo di conoscenza.
Isabella guardò disgustata il cadavere dell'uomo ai suoi
piedi...
chissà se la sua vita sarebbe stata soltanto
così...
perché Carlisle, Esme, Rosalie, Jasper e gli altri non si
sentivano così soli...
no, sicuramente no... loro avevano un compagno, Isabella non aveva
ancora nessuno...
AliasNLH
Spero di non
essere trucidata per questo primo capitolo, ho fatto Bella una vampira
perché i maschi (anche Edward) non ce li vedo a fare certe
riflessioni che verranno fuori nel corso dei prossimi capitoli.
Sperò
anche di avervi incurisito con questo capitolo, ho lasciato
appositamente alcune descrizioni a metà e spero di essere
seguita da tante persone.
Non
preoccupatevi... cercherò di non essere troppo cattiva. E
lasciate che ve lo dica subito prima che qualcuno, leggendo, si
scoraggi... non ho intenzione di fare un finale triste o drammatico. No
perché alcuni, conoscendomi, potrebbero pensare male...
recensite
numerosi, grazie.
Kisses
|
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Capitolo 2 *** Consapevolezza e Peccato ***
Consapevolezza e
Peccato
Isabella
stava tornando a casa.
L'ultimo omicidio non le aveva dato la solita soddisfazione di
superiorità che di solito le dava dimostrarsi più
potente degli umani.
Più potente di quello che era stata prima.
Quasi a trovare qualcosa di positivo in quella sua nuova vita...
Passò di fronte alle case dei ricchi imprenditori, in stile
'800, alle catapecchie dei poveri ai margini del paese, al fiume che
divideva Forks dall'aperta brughiera prima della foresta.
Incurante della pioggia non sollevò nemmeno il cappuccio del
lungo mantello nero che portava sulle spalle, il segno distintivo della
sua appartenenza alla Corporazione.
La faccenda poteva essere quasi considerata ridicola...
tutti conoscevano la sua esistenza ma nessuno sospettava che sia gli
esecutori che i sommi capi fossero esseri soprannaturali.
E dire che il modo discreto e assolutamente misterioso delle esecuzioni
dovrebbe far nascere qualche sospetto.
Ma ora siamo nel 2008 e persino in una cittadina ferma nel passato come
quella non esistevano più certe credenze da secoli.
Percorse la stradina nascosta nella foresta per arrivare a casa.
Una costruzione posta al margine di una radura perfettamente circolare,
di colore bianco spento con una miriade di finestre e balconi
inutilizzabili a causa della foltezza degli alberi che li sommergevano.
Ancora stizzita per le emozioni confuse e contrastanti che le erano
nate quel pomeriggio buttò con malagrazia il mantello su una
seggiola all'ingresso e si affacciò alla porta della sala.
Un sorriso leggero gli fece capolino traditore sul volto triste.
Esme e Carlisle erano seduti al tavolo l'una di fronte all'altro.
Carlisle cercava di leggere un libro ma lei continuava a girargli le
pagine con un ghigno divertito sul volto angelico.
Lui cercava di non perdere la pazienza ma si vedeva che non gli
dispiaceva essere disturbato da lei, si capiva dal sorriso dolce sulle
labbra.
Quei due sembravano proprio dei bambini...ma in fondo cercavano di
rivivere con il loro amore l'infanzia che gli era stata ingiustamente
strappata.
Poco dietro di loro sedevano Jasper e Alice in poltrona.
Alice era in braccio a lui e stava giocando con una sua ciocca di
capelli biondi guardandolo negli occhi.
Sembravano quasi ipnotizzati l'uno dell'altra.
Erano così dolci insieme.
Non volendo rovinare quell'atmosfera creatasi Isabella fece per
sgusciare via fino alla sua camera quando...
-Isabella...sei in ritardo, ti aspettavamo per le 7.00-
Si voltò per specchiarsi nelle iridi dorate di Rosalie,
abbracciata a Emmett, il suo compagno
-Giusto Isabella!!! Non mi dire che sei andata a caccia!!!! Che
ingrata!! Potevi almeno invitarci.
Isabella accennò ad un sorriso, Emmett era bravo a
risollevarle un pò il morale con le sue battute.
-Ho solo fatto la via più lunga, avevo voglia di pensare un
pò...-
-Tu pensi troppo sorellina!!!!!!! E se proprio non ne puoi fare a meno
fallo almeno in camera tua! Ma non vedi come ti sei bagnata!!!!!!!
Và a finire che conciata così col cavolo che lo
trovi un compagno.......Ouch!!!!!!!-
Rosalie gli aveva tirato un pugno in testa al suo compagno.
-Ma...ma...Rose!!!!!!!! Pechè l'hai fatto!!!!!-
Emmett piagnucolava un pò massagiandosi la fronte con una
mano nonostante non avesse sentito dolore.
Indietreggiò di fronte ad una Rosalie infuriata
-Ma sei scemo!?! Dire certe cose di fronte a lei?!? Ti sei
rincoglionito tutt'a un tratto!?? Lo sai che Isabella ci sta male per
essere sempre sola!-
-Oh...hai ragione...scusa...-
-Sei proprio un caso disperato Emm, lasciatelo dire-
-Ma la smetti di impicciarti nei miei affari Jas!? Fatti i fatti tuoi!!
Lasciando i due a litigare Rosalie si voltò per cercarla e
non trovandola salì le scale fino a raggiungere la sua
camera.
Indugiò un pò sulla soglia per poi bussare
timidamente
-Entra pure Rose...-
Rosalie sorrise, Isabella sapeva riconoscere ogni rumore che sentiva,
in quel caso il suo modo di bussare.
Entrò con circospezione nella stanza e contemplò
per un pò le pareti avvolte nella penombra piene di armi di
ogni tipo appese.
Indugiò un pò sullo spazio vuoto tra le armi dove
era stata scritta con un pennarello fosforescente la massima preferita
di Isabella seguita dalla frase incisa sulla sua tomba.
Il
tempo passa per tutti, anche per noi, e nessuno può portarlo
indietro.
Possiamo soltanto viverlo come un'occasione unica e irripetibile che,
nel nostro caso, non si esaurirà mai...
Isabella
Marie Swan.
Nata
il 13 settembre 1950.
Morta
ufficiosamente il 14 gennaio 1969.
Morta
realmente il 19 gennaio 1969.
In
vita da quello stesso giorno...
Rosalie
scosse la testa rassegnata, finchè Isabella sarebbe rimasta
attaccata alla sua vita pasata non sarebbe riuscita ad andare avanti.
Spostò infine la sua attenzione alla figura rannicchiata sul
letto.
Si avvicinò e la prese tra le braccia.
-Non fare così...lo sai che Emmett non pensa mai prima di
parlare...-
-Non è quello...ci sono abituata ormai...-
-Allora dimmi che succede..-
-Oggi ho portato a termine la missione che mi è stata
affidata...-
-E...-
-Mi sono sentita una ladra a rubare la vita a quell'uomo, lo so! Magari
si meritava la morte, ma...ti sei mai sentita schiacciare dalla
consapevolezza dei nostri peccati? Siamo assassini Rose, non siamo
asolutamente diversi da quegli sciocchi umani che uccidono per
piacere....-
Rosalie si morse il labbro e la strinse ancora di più.
-Ti capisco Isabella...anche per me non è stato facile
all'inizio, nonostante avessi Emmett con me mi sentivo l'unica
responsabile delle mie azioni...per questo sono rimanta la figura
passiva della coppia, quella che raccoglieva informazioni...per
sentirmi in qualche modo meno responabile delle mie azioni...E' per
questo che quelli della corporazione ci mettono a coppie e siamo noi a
scegliere il nostro partner...serve per dividere i compiti, il
ricercatore e l'esecutore ma serve anche a dividere i sensi di colpa e
trovare la pace nonostante il lavoro.
Il fatto che tu non abbia un compagno e voglia lo stesso lavorare ti fa
onore ma...tutti hanno un limite..-
Isabella sapeva bene di avere un limite alla soffenza di togliere vite
e dopo quasi 40 anni lo stava raggiungendo.
Si scostò con gentilezza da Rosalie e le fece un sorriso
triste
-Grazie per la comprensione Rose...ora scusa, vorrei riposare-
Rosalie si staccò e raggiunse la porta.
Prima di chiuderla alle spalle si voltò
-Quasi dimenticavo...poco prima che tu arrivassi ne è venuto
uno nuovo...domani ne parleremo-
-Va bene-
Rosalie chiuse la porta alle spalle e si avviò verso la sua
camera
-Allora!? Com'è andata?!?-
-E' depressa Emmett, come vuoi che sia andata...non vuole mollare ma ha
un disperato bisogno di qualcuno...-
-Ci siamo noi, non le basta!!?-
Rosalie cacciò un risolino a metà tra il
divertito e lo scocciato
-A me non basterebbe-
Si fece scivolare in braccio al suo compagno e si fermò a un
millimetro dalle sue labbra
-A te basterebbe?- Chiese in un sussurro
-No...-
E unirono le loro labbra in un dolce bacio.
AliasNLH
Sono stupita!!!
Non pensavo che potesse suscitare tanto scalpore questa fic.
Mi fa veramente
piacere che l'abbiate trovata interessante!!!!!!!
Cercherò
di non deludere le vostre anspettative!!!!
Kisses
Wind :
Sono contenta che la trovi interessante, cercherò di non
combinare disastri. Kisses
momob :
Waaaaaaaaa!!!! Hai indovinato!!!!!! Ovviamente non
aggiungerò altri dettagli ma ci hai proprio preso in pieno.
Vedrai, verrà fuori un casino!! Continua a recensire. Kisses
ka chan
: grazie per il complimento, temo però di doverti deluere,
Edward non è un vampiro, ho invertito i ruoli e non
è innamorato pazzamente di Bella, per ora...spero che questo
capitolo ti piaccia come il primo. Kisses
Bella4
: Ciaooo!! Non preoccuparti, niente finale triste, è solo
che ho un debole per le storie così, malinconiche che, di
solito, finiscono bene. Chiamala deformazione professionale. Spero il
capitolo ti piaccia. Kisses
Bilu_emo :
Eccoti il secondo capitolo, ho postato presto perchè non so
se ci sono per il week-end. Kisses
Un grazie
particolare a coloro che hanno messo questa fic tra i preferiti che ,
in questo caso corrispondono alle persone che hanno recensito. Grazie
ancora.
|
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Capitolo 3 *** Omicidio e Gelosia ***
Omicidio
e Gelosia
Isabella
non riuscì a rilassarsi.
Passò
tutta la notte seduta sul davanzale della finestra, una gamba
penzoloni, a riflettere sulle parole di Rosalie.
Forse
era arrivato il momento di ritirarsi, di smettere di essere un
assassino.
Scosse
la testa per questo suo pensiero.
Si
fosse ritirata l'avrebbero uccisa; in fondo era diventata vampiro
proprio per quello.
Ma
il lavoro stava diventando troppo pesante forse morire era la soluzione
migliore...
ancora
immersa nelle sue riflessioni sentì un rumore fuori dalla
porta.
Un
sussurro smorzato, appena udibile.
-vieni
Isabella c'è una nuova riunione per decidere il mediatore-
Isabella
si alzò stancamente e, indossando la prima
maglietta capitata in mano uscì dalla porta.
-Grazie
Jasper, non mi ero accorta del passare del tempo...-
-figurati!
Ora andiamo-
scesero
le scale ed entrarono in salotto.
Tutti
erano già accomodati al grande tavolo che troneggiava nella
stanza.
Capotavola
c'era Carlisle in quanto capo della famiglia, alla sua destra Esme di
fianco a lei c'era Alice e una sedia vuota, probabilmente per Jasper.
Di
fronte ad 'Alice, Rosalie e alla sinistra di quest'ultima Emmett.
Isabella
si sedette alla sinistra di Carlisle, in una sedia lasciata vuota
appositamente per lei.
-oggi,
verso le cinque del pomeriggio, è arrivato un ragazzo a
commissionare un omicidio, è nuovo... non è mai
venuto...-
-e
che gli ha dato l'indicazione per arrivare?-
-non
lo so Rosalie... probabilmente è figlio di un nostro
cliente...-
-non
ha detto il suo cognome?-
-no...
e questo mi fa pensare che sia in contatto con qualcuno che ha
già avuto a che fare con noi-
-allora?
Cosa vuole? Se volete me ne occupo io, è da un po' che non
faccio movimento...-
-no
Emmett... ha detto in modo esplicito ci vuole un lavoretto pulito e
totalmente anonimo, niente corpo a corpo o ossa spezzate...-
Emmett
sbuffò, la sua predilezione per il corpo a corpo a volte non
gli permetteva di compiere missioni di un certo livello.
-dai
Emmett non fare così... sarà per un'altra volta
no?-
Emmett
si girò a guardare la sua compagna, Rosalie era sempre la
migliore a risollevargli il morale
-fa
niente, mica me la prendo per così poco... allora Carlisle
chi pensi di mandare?-
Carlisle
sollevò un sopracciglio e scrutò attentamente le
persone sedute al suo stesso tavolo
-all'inizio
avevo pensato a Jasper, sicuramente le armi sono il mezzo migliore per
passare inosservati ma poi...-
-ma
poi? Il problema qual'è? Basta prendere un fucile di
precisione appostarsi dietro la finestra di questa persona e...-
-si
lo sò... solo che questo ragazzo non vuole segni visibili...
quasi una morte naturale-
-e
allora ci pensiamo noi, no? Il veleno non lascia tracce esteriori...-
Carlisle
guardò Esme e scosse la testa
-no
amore... vuole qualcosa di veloce, non possiamo perdere tempo a
guadagnare la fiducia di servi e padroni per poi avvelenare il cibo...-
Esme
lo guardò sconsolata e sospirò
-allora
la scelta ricade su...-
tutti
si voltarono a guardare Isabella che rimase impassibile di fronte alla
muta richiesta
-non
c'è problema... ci penso io!-
-Isabella...
forse non è il caso...-
-non
importa. Tanto non posso smettere, no?-
tutti
la guardarono con tristezza, sapevano le sofferenze che stava passando;
le avevano provate sulla loro pelle.
Ma
non potevano comprenderle appieno, loro avevano un compagno e Isabella
purtroppo no.
-l'appuntamento
è per stasera alle 9 al pub di fianco al teatro, ci pensi
tu?-
un
sorriso sinistro spuntò sul viso di Isabella
-si...
ci penso io-
Un
ragazzo biondo stava seduto ad un tavolino nella penombra di uno dei
più sconosciuti pub di Forks.
Aspettava
con impazienza l'arrivo del " mediatore ".
Sul
suo viso si aprì un ghigno malevolo; finalmente ora avrebbe
avuto la sua vendetta.
-sei
tu Mike?-
il
ragazzo sussultò, non aveva sentito avvicinarsi nessuno.
Sollevò
lo sguardo e inquadrò la persona in piedi di fronte a lui.
Nonostante
non fosse particolarmente alta la figura aveva un non so che di
imponente, forse sottolineato dal lungo mantello nero che le copriva
sia il volto che il corpo.
Quello
che però lo stupì maggiormente fu sentire il suo
tono di voce, basso e delicato, come se fosse una ragazza.
-sì,
sono io... siediti-
La
persona di fronte a lui si tolse con un gesto fluido il lungo mantello
e lo appoggiò sullo schienale della sedia.
Mike
la guardò estasiato.
Di
fronte a lui c'era la ragazza più bella che avesse mai visto.
Il
viso, di carnagione pallida, era incorniciato da lunghi capelli castani
che le arrivavano fino a metà schiena.
Sotto
una frangia ribelle spuntavano due occhi neri come la pece che lo
stavano scrutando con severità.
-non
sono qui per te ma per il tuo obiettivo... vedi di fare in fretta, non
ho tutta la sera... Newton-
il
ragazzo deglutì, la ragazza di fronte a lui
sembrava scocciata per qualche motivo.
-come
fai a sapere il mio cognome? Non l'ho detto a nessuno...-
sul
viso di lei si aprì un ghigno che mike che
considerò fuori luogo su quel viso da angelo.
-credevi
che sarei venuta impreparata? Sono molte cose su di te Mike Newton...
ora dimmi qual è il tuo obiettivo-
-tu
sai il mio nome... perché a non mi dici il tuo?-
lei
lo guardò sprezzante
-io
sono una Cullen... questo ti deve bastare-
Mike,
un po' risentito dalla risposta, smise di farle domande e prese una
foto dalla tasca appoggiandola sul tavolo.
Lei
allungò una mano e la afferrò per poi osservarla
attentamente
-quindi
è lui...-
sul
volto di mike si aprì un sorriso malevolo
-si
chiama Edward Anthony Masen- la informò sbrigativo -e voglio
che sia ucciso nel peggior modo possibile-
AliasNLH
chiedo
scusa per il ritardo!!! È che sono andata via per il weekend
con i miei e si sa che, quanto mi trascinano con loro, cercano sempre
un posto dove " Internet " è solo una parola formata da
lettere incomprensibili...
spero
che questo terzo capitolo vi piaccia, adesso entra in gioco Edward e
tutto si fa più interessante...
continuate
a seguirmi numerosi.
Bilu-emo :
sono contenta che anche il capitolo precedente ti sia piaciuto, spero
di non averti deluso con questo. Kisses
Araiha :
voilà! tu chiami e Edward arriva! Dal prossimo capitolo
sarà legalmente riconosciuto come protagonista della
storia... spero che anche questo capitolo non sia stato male. Kisses
ka chan
: Edward è finalmente arrivato... certo, ancora non
si è presentato, ma da adesso in poi sarà un
elemento importante della storia. E non preoccuparti... prima o poi si
innamoreranno. Kisses
niky_d :
scusa se non ho aggiornato subito, non avevo né internet
né un computer, spero di aggiornare prima i prossimi
capitoli... Kisses
Les : grazie
per aver messo alla storia fra i preferiti, spero di non deludere le
tue aspettative. Continua a recensire, di aspetto! Kisses
momob : hai
visto? Il mandante è Mike Newton! Ho pensato a lui
perché sia in questa storia che nel libroi a un valido
motivo per odiare Edward. Continua a recensire. Kisses
Un'enorme
grazie anche a coloro che hanno messo questa fic tra i preferiti. Baci.
1 -
Bella4
2 - Empira
3 - ka
chan
4 - Les
5 - niky_d
6 - sunsunset
7 - Wind
8 - Yumi_chan
|
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Capitolo 4 *** Lo faccio! ***
Assassin
Lo
faccio!
Isabella
guardò con durezza il ragazzo seduto di fronte a lei, fissava
il retro della foto come se volesse incenerirla.
Indubbiamente
odiava con trasporto il tipo che vi era ritratto.
-Edward
Anthony Masen, hai detto? Il figlio del più importante
avvocato della east coast?-
-Esatto,
Lo voglio morto!-
Isabella
spostò lo sguardo su Mike per poi riportatlo sulla foto.
Ritraeva
un ragazzo su una moto con un piede a terra.
Aveva
arruffati capelli rosso-castano, indubbiamente a causa dal casco nero
che teneva in mano.
Il
suo sguardo non era rivolto all'obiettivo e la prospettiva faceva
intuire che la foto fosse stata scattata di nascosto.
-Come
mai vuoi vederlo morto?-
Il
suo viso si contrasse
-Quella
foto l'ho rubata alla mia ragazza, gliel'ha scattata un giorno a
scuola, si è innamorata di lui-
Isabella
alzò un sopracciglio
-Innamorata...addirittura...-
-Sì!
Innamorata. Mi ha lasciato per quel fighetto da quattro soldi!!-
Fighetto
da quattro soldi? Da che ne sapeva lei era figlio di uno degli uomini
più ricchi del paese...
-E'
capitato
così, da un giorno all'altro! Si è presentata da
me e mi
ha detto che non voleva più vedermi e che si era innamorata
di
un altro-
Isabella
sorrise sotto i baffi, quel tipo le stava dando molte informazioni
inutili, parlava troppo.
Era
inesperto, evidente...!
-Perchè
hai deciso di rivolgerti a noi? Generalmente non ci occupiamo di cose
futili come la gelosia...-
-Non
è
una cosa futile! Mio padre stesso mi ha consigliato di rivolgermi a
voi, vi ha contattati già una volta, per un baro...-
Isabella
si ricordava di quella missione, non vi aveva preso parte
però.
Era
successo quasi cinque anni prima, era stata Esme ad avvelenare il baro
in questione.
Decisamente
quel ragazzo non sapeva il significato della parola segretezza...
-Se
non ho
capito male tu vuoi che noi lo uccidiamo senza ricorrere ad armi che
provochino ferite visibili ma allo stesso tempo vuoi che muoia provando
atroci sofferenze, giusto?-
-Esatto...-
-Bene,
allora direi che per il momento non abbiamo più niente da
dirci-
Isabella
fece
per alzarsi quando Mike la prese per un polso per poi staccarsi
velocemente come se si fosse scottato, lo sguardo della ragazza non era
stato propriamente benevolo
-I-io...volevo
chiederti...se....tu...noi...insomma....se volevi bere qualcosa-
Fece
appena in tempo a terminare la frase che lei si era mossa.
Con
un movimento
invisibile da lui si era sporta in avanti fino a essere ad un soffio
dal suo viso e gli aveva puntato uno dei suoi coltelli
alla giugulare.
Mike
la fissò negli occhi terrorizzato
-Io
non sono qui
per divertirmi- gli soffiò ad un centimetro dalle sue labbra
-a
differenza tua io penso seriamente a quello che ci siamo detti, mi hai
appena commissionato un omicidio e mi chiedi se voglio qualcosa da
bere, sei immaturo, posso capire per quale motivo la tua ragazza ti
abbia mollato e, perchè tu lo sappia, io non accetto inviti
dai
miei esecutori, specialmente se questi parlano troppo, hai capito
mocciosetto?-
Lui
deglutì e annuì impercettibilmente.
Aveva
visto qualcosa nel suo sguardo, qualcosa di inumano e pericoloso.
Isabella
rinfoderò velocemente il pugnale nello stivale e fece per
andarsene
-Quasi
dimenticavo...risparmia la paghetta bamboccio, noi non facciamo sconti,
neanche ad un moccioso-
Mike
la guardò sparire tra la folla per poi spostare la sua
attenzione alle mani.
Tremavano
in
modo incontrollato, quello di prima era stato un avvertimento, se
l'avesse toccata un'altra volta l'avrebbe ucciso, ne era certo.
Isabella
sospirò e ricadde sulla poltrona
-E
questo è tutto, vuole una cosa pulita ma letale-
-Non
mi sembra
molto normale questo tizio...insomma, prima parla di uccidere una
persona e poi invita l'assassino a bere qualcosa....pazzesco-
-E'
uno sciocco,
pensa di poter decidere della vita degli altri, è solo un
moccioso viziato che non conosce il valore della vita...-
-Ma
bravo Jas, che parole poetiche...da dove escono?-
-A
differenza tua Emmett, io ho un cervello...-
-Ma
come ti permetti?! Rosalie! Tu non dici niente?-
Roselie
sbuffò divertita
-Ma
come Emm!? Grande e grosso come sei ti fai difendere dalla tua ragazza?-
I
due scoppiarono a ridere
-Ora
calmatevi, non siamo qui per raccontare barzellette, cosa vogliamo
fare?-
Carlisle
scrutò i presenti, ritornati seri
-L'unica
che è in grado di fare un lavoretto simile è
Isabella...-
-Isa...te
la senti?-
Tutti
la guardarono preoccupati, non volevano vederla ancora sofferente
Lei
continuò a fissare il volto del ragazzo in fotografia.
Sembrava
assorto e serio, un volto che si vede spesso nei ragazzi costretti a
crescere in fretta.
Allo
stesso tempo però aveva un non so che di infantile, come se
la sua infanzia non fosse mai del tutto passata.
Sembrava
un normale ragazzo di 18 anni, che aveva fatto per meritarsi tanto odio?
Doveva
incolpare solo la sua bellezza?
-Isabella?
Mi senti? Che hai deciso?-
Lei
alzò lo sguardo improvvisamente determinata.
Non
avrebbe permesso che quel ragazzo soffrisse per la vita
-Lo
faccio!-
AliasNLH
Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!
Non linciatemi che sennò non riesco a finire la fic!!! Siate
pazienti!!!
Non
è un capitolo nel quale succedono molte cose ma mi serviva
per
spiegare quello che avverrà nel capitolo successivo.
Spero
vi sia piaciuto.
Kisses
aLbICoCCaCiDa
: contenta che ti piaccia. La risposta alla tua domanda è
semplice. Ho ideato un mondo dove le persone destinate a diventare
vampiri fossero selezionate; in modo da trasformare solo coloro che
hanno passato una vita di dolore e abbandono, in modo da dar loro una
seconda possibilità. Sono costretti ad uccidere
perchè la
Corporazione, capeggiata da Aro, Caio e Marcus, ha dato vita alla
stirpe di vampiri come assassini, gli unici in grado di
uccidere
senza lascire tracce o indizi, perfetti e soprattutto incapaci di
provare pietà per coloro che hanno rovinato la loro vita, o
almeno è quello che credono. Questo però
è
spiegato più avanti. Spero di essere stata abbastanza
chiara, se
non capisci ancora qualcosa dimmelo.
Araiha
: Muahahahaha!!! Non la aggionerò per mesi!!!!!!!! No, sto
scherzando...cavoli, potrei diventare un buon pacco di eroina,
vedrò di farmi vendere ad un buon prezzo. Cerca di non
morirmi,
ok? Se no io a che servo? Baci
Shia : Sono
riuscita ad incuriosirti, mi fa veramente piacere, spero solo di non
deluderti. Recensisci ancora. Kisses
Wind
: hai letto le "Guerre del mondo emerso"? E' una serie stupenda.
Comunque no, non mi sono ispirata a quello anche se, ora che me lo fai
pensare un pò ci assomiglia. Non mi era nemmeno venuto in
mente!
Mi sono ispirata ad un romanzo che ho appena letto, la trama non
assomiglia affatto a questa ma mi ha dato l'ispirazione giusta. E' "Il
vangelo secondo Satana".
Prova
a leggerlo, è un pò macabro ma a me è
piaciuto. A presto.
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Capitolo 5 *** Un Angelo ***
Un Angelo
Isabella si
trovava in prossimità del muro che circondava villa Masen.
Ci
aveva messo due giorni per raccogliere tutte le informazioni utili per
penetrare in quella casa.
Ora
sapeva a memoria il giro e tempi delle guardie che si trovavano in
giardino e conosceva a menadito sia le stanze che le persone che vi
abitavano.
Edward
viveva lì con la madre e un buon numero di servitori.
Il
padre, il signor Edward senior, si trovava da ormai quattro mesi a New
York per un importante caso affidatogli.
Con
un balzo Isabella superò la cinta e si nascose tra il
fogliame, di lì a poco sarebbe passata una guardia per
l'ultimo giro prima del cambio del turno, a quel punto avrebbe avuto la
possibilità di attraversare tutto il giardino senza essere
vista.
Con
uno scatto attraversò il viale che portava alla porta
d'ingresso e si arrampicò agilmente fino al terzo piano.
La
finestra del suo obiettivo era la più grande, un'immensa
vetrata che dava un'ottima visuale sulla periferia fuori delle mura.
Senza
fare rumore aprì la finestra con un attrezzo piatto che fece
scattare la serratura e s'intrufolò all'interno nascosta
dalle lunghe tende.
La
stanza era grande e non molto arredata.
Di
fronte a lei e c'era una porta a doppio battente di fianco a un grande
quadro che raffigurava tre persone, probabilmente la famiglia al
completo.
Sul
muro alla sua destra era addossata una scrivania e un mobile in mogano
scuro mentre sul muro opposto c'era un grande letto a due piazze a
baldacchino, circondato da lunghe tende leggere color panna.
Isabella
sogghignò e si mosse silenziosamente e con assoluta grazia
verso di esso.
Arrivata
ai piedi del letto scostò con una mano una delle tende e
rivelò il corpo di un ragazzo addormentato.
Edward
era a pancia in su con le gambe leggermente divaricate, un braccio era
steso alla sua destra mentre l'altro si trovava piegato sotto il
cuscino.
Lei
sorrise, le lenzuola erano appallottolate in un angolo del letto e non
coprivano il ragazzo, vestito solamente da lunghi pantaloni neri che
mettevano in risalto la sua carnagione chiara.
Ancora
in piedi davanti a lui Isabella osservò il suo volto
rilassato, lunghe ciocche di capelli rossi di coprivano gli occhi
chiusi contornati da lunghe ciglia chiare, la bocca leggermente
dischiusa lasciava intravedere dei denti bianchi e regolari.
Veramente
un bel ragazzo, non c'è che dire...
un
vero peccato doverlo uccidere, solo per soddisfare l'assurda gelosia di
un ragazzo immaturo.
Edward
non capiva da dove venisse quella sensazione di fresco che gli
avvolgeva il torace, come se avesse lasciato la finestra aperta.
Coperti
per la maggior parte dei capelli socchiuse gli occhi e cercò
di mettere a fuoco la sua camera.
Un
secondo dopo averli aperti li richiuse e si chiese se per caso stessero
ancora dormendo.
Gli
era sembrato di vedere una persona in piedi di fronte al letto.
Quando
li socchiuse nuovamente capì di non essersi sbagliato.
Di
fronte a lui c'era una persona.
Era
colpita dalla luce della luna alle spalle dando quindi un aspetto
etereo ai contorni della figura.
Il
suo viso, in ombra, sembrava risplendere all'altezza che gli occhi e si
trovò a fissare un paio di Iri di dorate.
Il
tempo di sbattere gli occhi e la figura era scomparsa.
Doveva
essere stato un sogno...
sicuramente
si era immaginato un angelo di fronte a al suo letto, forse avrebbe
veduto evitare di mangiare tanto la sera.
Ormai
sveglio si mise a sedere sul letto tenendo una gamba allungata di
fronte a sè e piegando l'altra.
Passando
uno sguardo assonnato sulla stanza si riscosse, non si ricordava a di
aver lasciato aperto la finestra.
Scocciato
di doversi alzare buttò di malavoglia le gambe
giù dal letto e fece per mettersi in piedi quando qualcosa
di freddo alla gola lo immobilizzò.
-se
fai ancora un movimento ti taglio la gola in due-
Edward
sussultò a sentire quella voce, era una voce dolce e
incredibilmente fredda.
Indubbiamente
di una ragazza.
Ubbidendo
a un istinto irrazionale si voltò e si trovò a
fissare il suo sogno seduto di fronte a lui con in mano un lungo
coltello affilato.
Un
sogno che presto sarebbe diventato il suo peggiore incubo.
AliasNLH
Eccomi con un nuovo capitolo!!! Sono contenta che questa fic sia
così seguita!!
E io che pensavo che fosse una totale schifezza...
evidentemente mi devo ricredere.
Finalmente, direte voi, Edward è arrivato!!!!
Muahahahahaha!!!!!!!! Mi sono divertita a tenervi col fiato sospeso.
No, sto scherzando, da adesso cominceranno i casini.
aLbICoCCaCiDa
: sono d'accordo con te, Mike è una delle persone
più antipatiche che io abbia mai incontrato, ma per modo di
dire... non è che l'ho visto per strada l'ho conosciuto...
spero che anche questo capitolo ti piaccia. Sei hai altre domande sono
a tua disposizione. Baci
Araiha
: Muahahahaha!!! Come sono sadica... stavo giusto pensando di
tentennare ancora un poco, ma poi ho pensato che ci tengo al mio corpo
e non vorrei essere morsa da nessuno... quindi eccoti Edward, da cui si
farà tutto più interessante. Continua a seguirmi.
Kisses
Wind
: voilà! Ecco che il primo incontro fra la vampira Isabella
e l'umano e Edward! Ma questo è solo l'inizio, aspetta di
vedere come prosegue a storia. Te lo dico con franchezza, noi siamo
anime gemelle! Io amo i vampiri!! Il libro che stai leggendo adesso non
l'ho mai sentito ma ho intenzione di dargli un'occhiata. Un'ultima cosa
sul " Vangelo secondo Satana " è un thriller a
sfondo religioso, non pensare che sia veramente il Vangelo scritto da
Satana. Te lo dico perché quando l'ho proposto a una mia
amica mi ha chiesto se era diventata eretica. Grazie ancora per le
recensioni.
Bilu_emo
: bentornata!!!cavoli se sarà difficile per Bella compiere
il suo lavoro stavolta, ne vedrai delle belle... spero solo di non
scioccarti troppo. Baci
EllaYaYa
: ciao, sono contenta che ti piaccia, spero di non deludere le tue
aspettative. Questo è soltanto l'inizio dell'incontro fra
quelli due, vedrai che succederà dopo. Ho fatto Bella
volutamente diversa perché immaginarsi un vampiro inbranato
il timido non credo che le avrebbe donato molto... oltretutto con il
mestiere che fa direi che la timidezza e la goffaggine non fossero
esattamente la cosa migliore. Continua a recensire, di aspetto. Kisses
Un'enorme
grazie anche a coloro che hanno messo questa fic tra i preferiti. Baci.
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Capitolo 6 *** L'assassina e la vittima ***
Assassin
L'assassina e la
vittima
-Fai ancora un movimento di taglio la gola in due-
a quelle parole il ragazzo si immobilizzò.
Isabella aveva cercato di evitare questo momento.
Non voleva che il ragazzo che era costretta ad uccidere soffrisse.
Aveva come l'impressione che lui non avesse fatto nulla di male in vita
sua.
Che non meritasse quella fine.
La sua idea era quella di ucciderlo nel sonno in modo che non si
accorgesse dell'accaduto.
Il ragazzo però si era voltato di scatto fissandola come se
fosse un fantasma.
Non che lei lo biasimasse... si era intrufolata attraverso la finestra
del terzo piano e soprattutto non aveva destato il benché
minimo sospetto alle numerose guardie che controllavano il perimetro
della villa.
Edward si era come immobilizzato nel vederla, ancora seduto come per
scendere dal letto aveva ruotato il busto in modo per fissarla negli
occhi.
Isabella era come soggiogata dal suo sguardo.
Dal primo momento che aveva posato gli occhi sui suo il suo cuore avevo
fatto un balzo in gola.
Metaforicamente parlando, il suo cuore non batteva più da
ormai quarant'anni.
Come ipnotizzata da quelle Iridi verde smeraldo sollevò una
mano per scostare le ciocche di capelli rossi che gli erano cadute sul
viso.
A quel contatto il ragazzo si riscosse come se avesse ricevuto un pugno.
Si alzò dal letto e indietreggiò rapidamente fino
a toccare con la schiena il muro.
-tu chi sei? Come sei entrata?-
Isabella non aprì bocca e rimase a contemplare l'espressione
di terrore che si era dipinta sul volto di lui.
Scese anch'ella dal letto e rinfoderò il pugnale nello
stivale.
-ti ho fatto una domanda! Chi sei?-
lei non rispose, anzi, si mosse lentamente a verso il ragazzo fino a
trovarsi a meno di un metro da lui.
-dimmi chi sei?-
la sua voce cominciava a tradire segni di panico.
Quasi fosse sul punto di gridare.
-rispondimi oppure urlerò talmente forte che non potrai
muovere un passo dalla quantità di colpi che ti verranno...-
Isabella non lo fece finire, con uno scatto gli fu addosso e gli
tappò la bocca con una mano.
-ti consiglio di non provarci, non faresti nemmeno in tempo a prendere
fiato-
lui la guardò sempre più sconvolto, non l'aveva
vista muoversi.
Le cose cominciavano complicarsi.
Edward cercò di divincolarsi dalla presa ferrea della
ragazza.
Nonostante fosse decisamente più alto di lei non riusciva ad
imporsi.
Lei, notando la sua agitazione strinse maggiormente la presa.
-io adesso ti libero ma se tu provi a scappare o a gridare ti assicuro
che non farai nemmeno in tempo a muoverti, ci siamo spiegati?-
Edward, ancora terrorizzato, annuì impercettibilmente.
Lei mollò la presa e si risedette sul letto.
Edward cadde bocconi e cercò di riprendere fiato.
Dopodichè alzò lo sguardo su di lei e si
avvicinò.
-chi... chi sei? Come ha il fatto... ad... entrare?-
Lei distolse lo sguardo ma lui riuscì a notare una sorta di
disagio nei suoi occhi.
-avanti dimmelo... giuro che non lo dirò a nessuno, ti devi
fidare di me...-
lo sguardo di lei si puntò sul suo e gli fece morire le
parole in bocca.
-è questo il punto... se te lo dicessi non potresti comunque
dirlo a nessuno...-Edward ammutolì ulteriormente.
Non aveva mai sentito una voce così melodiosa.
" Ma sei scemo? Questa qui ti sta praticamente dicendo che ti
farà fuori e tu pensi che ha una bella voce!?! "
Le si avvicinò ulteriormente e si sedette sul letto al suo
fianco.
-stai dicendo... che mi dovri uccidere?-
lei fece un sorriso malinconico che non raggiunse gli occhi.
Edward si prese il volto fra le mani e si strofinò il viso.
-lo prendo per un si...-
teneva ancora gli occhi chiusi quando sentì qualcosa di
morbido e freddo appoggiarsi alla sua spalla.
Alzò lo sguardo e si trovò ancora una volta a
fissare gli occhi dorati della ragazza.
-il mio nome è Isabella, il che tu ci creda o no per il
momento non ho intenzione di ucciderti-
lui la guardò scioccato.
-come... come sarebbe a dire... che... non sei qui... per uccidermi...?
E allora che ci saresti venuta fare?-
-certo che sei strano... io ti sto chiaramente dicendo che sono sul
punto di tagliarti la gola e tu non hai la benché minima
reazione?-
Edward fece un sorriso amaro
-potrei forse fare qualcosa per evitarlo?-
il sorriso di lei non lasciava adito a dubbi, non avrebbe potuto fare
niente.
-mi dici come sei entrata?-
la ragazza si esibì in un sorrisetto compiaciuto e
indicò un punto della stanza con un movimento del capo.
-dalla finestra!-
Questo Edward si dimostrava sempre più interessante ogni
minuto che passava.
Gli aveva rivelato di essere stata sul punto di ucciderlo, l'aveva
minacciato e gli aveva detto di essere entrata da una finestra al terzo
piano senza appigli.
E lui cosa faceva? Si limitava a guardarla senza dire niente.
-chi è stato?-
la sua voce aveva rotto il silenzio che si era creato.
-a cosa ti riferisci?-
-bhe... non credo che tu ti si era svegliata un giorno e abbia deciso
così, di dovermi uccidere... voglio sapere chi ci ha
mandato?-
Isabella sussultò, il ragazzo era tutt'altro che stupido.
Non poteva rivelare questa informazione, era contro le regole...
si limitò a scuotere il capo e a rispondere:
-faccio parte della famiglia Cullen, questo dovrebbe bastarti come
risposta-
lui la guardò con sufficienza.
-Anche se fai parte di quella particolare famiglia la domanda rimane,
io non vi ho mai fatto nulla.
Qualcuno deve avere per forza ordinato la mia morte. Voglio sapere chi
è stato-
Isabella si morse un labbro.
non avrebbe mai dovuto lasciarlo parlare, avrebbe dovuto ucciderlo il
primo momento in cui l'aveva visto muoversi.
Qualcosa però glielo ha impedito...
cosa dovevoa fare? Ucciderlo adesso?
-me lo dici o no?-
ma si, in fondo cosa aveva da perdere? Oltre tutto quel tipo le stava
pure antipatico.
-Newton, a commissionare il tuo omicidio è stato Mike Newton-
Edward sembrava rimasto senza parole.
-il... il mio... migliore amico...?-
Isabella ghignò.
-a questo punto possiamo dire con certezza che non fosse esattamente un
grande amico...-
Edward non riusciva a credere a quello che Isabella gli aveva detto.
Lui credeva che Mike fosse la persona di cui avrebbe potuto fidarsi
maggiormente. Non avrebbe mai pensato che lui...
stava ancora fissando la ragazza quando sentì la porta di
camera sua aprirsi.
-Edward? Va tutto bene?-
lui sobbalzò e istintivamente portò lo
sguardo prima alla porta per poi farlo ritornare alla ragazza seduta di
fianco a lui.
Era sparita... non c'era più...
guardò freneticamente per tutta la stanza ma non vide
nessuna traccia di lei.
Come se non fosse mai esistita.
Forse era stato veramente tutto un sogno.
-sai bene Edward? Cosa ci fa i sveglio a quest'ora?-
lui si sforzò di sorridere e volse lo sguardo alla donna di
fronte a lui.
-va tutto bene mamma... avevo solo sete-
-se è così allora buona notte, ci vediamo domani-
-notte mamma...-
guardò la donna uscire e chiudersi la porta alle spalle.
Si alzò e andò verso la finestra.
Le tende mosse dal vento gli accarezzarono la pelle.
-buona notte Isabella, ovunque tu sia-
AliasNLH
Allora che ne dite? Comincia a farsi un po' più interessante
la storia?
Questo è solamente l'inizio, preparatevi ad affrontare un
casino pazzesco.
Spero che sia piaciuto.
Continua che recensire. Baci
aLbICoCCaCiDa:
visto che non l'ha ucciso? Non avrei mai permesso a nessuno di fare una
cosa simile ad Edward!! Tranquilla, credo che questo punto
più che ucciderlo vorrà conoscerlo meglio. Grazie
per la recensione e per la tua pazienza, ce ne vuole per seguire i miei
scleri. Kisses
Araiha:
voilà! Ecco a te l'Edward della mia fantasia! Spero ti
piaccia, da questo capitolo quei due cominciano a conoscersi. Grazie
per aver recensito. Baci
Wind:
mi sa quanto che hai ragione, pure io avrei fatto altro al suo posto...
ma capiscila poverina, non credo che le sia mai capitato di trovarsi in
una situazione simile. Mi sa che non sa da che parte cominciare.
Aspetto la tua prossima recensione. Grazie
Bilu_emo
: non mi sono fatta aspettare, con tutte le richieste di fare in fretta
finisco per aggiornare quasi tutti i giorni. Spero solo di non
combinare troppi casini. E quindi preparati, ti scioccherò a
dovere. Kisses
EllaYaYa
: grazie per averla messa tra i preferiti, significa molto per me, mi
fa capire di non essere una fallita al cubo. Alla fine gli ha tolto il
coltello... direi che ha fatto la scelta migliore. Grazie ancora.
Un'enorme
grazie anche a coloro che hanno messo questa fic tra i preferiti. Baci.
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Capitolo 7 *** Dubbi e incertezze ***
Assassin
Dubbi e incertezze
-buona
notte Isabella, ovunque tu sia-
nonostante
la situazione le labbra della ragazza si distesero in un sorriso.
Era
accovacciata su un ramo a limitare del giardino.
Grazie
al suo udito, finissimo, era riuscita a sentire le parole sussurrate da
Edward.
Quel
ragazzo aveva qualcosa che la intrigava, qualcosa che non sapeva
spiegarsi.
Dal
primo momento che l'aveva visto qualcosa si era mosso.
Era
difficile spiegare le sensazioni che quel ragazzo umano le suscitava.
Forse
c'entrava quel suo aspetto così angelico...
forse
l'innocenza che ancora era presente nel suo sguardo...
forse
quegli occhi color smeraldo che l'avevano ipnotizzata.
Da
quando aveva posato lo sguardo sui suoi occhi non era riuscita
più a distoglierlo.
Aveva
come la sensazione che se non fosse arrivata la madre avrebbe fatto
qualcosa di cui poi avrebbe potuto pentirsi.
E
non si trattava di un omicidio.
Scosse
violentemente il capo come per allontanare quei pensieri e
lanciò un'ultima occhiata rabbiosa alla villa.
Stava
succedendo qualcosa di strano in lei e certamente non avrebbe portato a
nulla di buono.
Con
un balzo felino saltò giù dall'albero atterrando
al di là del muro, sulla strada.
Riacquistato
velocemente il sangue freddo e l'indifferenza che la
contraddistinguevano, si avvolse più strettamente nel
mantello e con passo deciso si diresse verso casa.
Nessuno
poteva affermare con tutta sincerità che Rosalie fosse una
persona paziente.
Odiava
che la gente la facesse aspettare.
Eppure
ora, all'alba delle quattro del mattino, era ancora in salotto; seduta
su una poltrona con lo sguardo fisso sulla porta d'ingresso.
Pensando
costantemente all'unico motivo che l'aveva fatta desistere dal
raggiungere il compagno.
Isabella.
Da
quando aveva accettato di occuparsi della missione Rosalie aveva un
brutto presentimento.
Ok...
diciamo pure un bruttissimo presentimento.
Lo
sguardo della ragazza quando era uscita era stato tutt'altro che
rassicurante.
Sembrava
quasi sull'orlo di una crisi.
Rosalie
sapeva quali erano le sensazioni di Isabella in questo momento.
Anche
lei le aveva provate anni prima.
Lei
però aveva Emmett... le era andata meglio.
Sbuffando
per l'ennesima volta si alzò e andò ad
aprire la porta, come per assicurarsi che Isabella non fosse
rimasta fuori.
"ma
a che sciocchezze sto pensando... non siamo esseri umani che
sono costretti a rimanere chiusi fuori se non hanno le chiavi... forse
mi sto preoccupando un po' troppo.È meglio che me ne vada a
letto. Sempre che Emmett non se la sia presa troppo dal fatto di
dovermi aspettare così a lungo"
chiuse
di scatto la porta e salì le scale decisa a raggiungere la
sua stanza.
Quando
però passò accanto alla camera di Isabella si
bloccò. La porta era socchiusa.
Niente
di strano ovviamente, Isabella la lasciava sempre socchiusa.
Ciò
che però aveva tirato la sua attenzione era la brezza d'aria
proveniente da quella stanza.
Lei
sapeva che Isabella odiava a tenere la finestra aperta, diceva che
rovinava le sue preziosissime armi.
Sciocchezze,
è vero, fatto sta che la finestra di camera sua veniva
aperta solamente quando lei voleva pensare, quando si sedeva sul
davanzale e si risparmiava dal mondo.
Incuriosita
dalla situazione aprì la porta e entrò nella
camera.
Ciò
che vide le diede un mix di sensazioni contrastanti.
Da
una parte un immenso sollievo, dall'altra un'irritazione che rasentava
l'arrabbiatura.
-Isabella!!!
Si può sapere cosa diavolo ci fai qui?!-
ragazza
seduta per terra con la schiena appoggiata al letto sollevò
lo sguardo
-sono
in camera mia Rosalie... non vedo cosa ci sia di strano-
la
bionda pestò con forza un piede per terra
-ti
ho aspettato ore in salotto porca miseria... perché non usi
la porta come tutti i comuni mortali?-
-tecnicamente
Rose io non sono un comune normale...-
-se
è per questo nemmeno io, eppure la porta la uso...-
-non
farla tanto lunga rose... perché mi hai aspettato?-
ragazza
si mosse un labbro
-perché...
perché...-
Isabella
sollevò un sopracciglio
-perché...
cosa?-
-perché...sono
preoccupata per te, in questi giorni non sei più la
stessa... sei distante, sempre triste... per di più
quest'ultima morte che hai deciso di compiere non ti aiuterà
di certo ad andare avanti, quest'ultimo ragazzo ucciso per...-
-...
non l'ho fatto...-
Rosalie
interruppe la sua " predica "
-non
hai fatto... cosa?-
Isabella
sospirò e volse lo sguardo alla finestra spalancata
-non
ce l'ha fatta... non l'ho ucciso-
un
silenzio pesante scelse sulla stanza
-hai
rinunciato... voglio dire, l'hai visto lì, indifeso... non
hai avuto...-
-bhe...
non è andata esattamente così...-
Rosalie
fece un risolino nervoso
"andiamo,
non può mica aver fatto... noooooooooo, ma cosa vado a
pensare, figurati se Isabella può anche solo pensare a una
cosa del genere "
-non
mi dirai che è successo qualcosa che non doveva succedere?-
-...-
-figurati
se tu ti metti a parlare con l'obiettivo... ma tu guarda cosa mi fa i
pensare,...-
-ecco...
io...-
Rosalie
a quasi pietrificò
-non
mi dirai... che gli hai parlato sul serio?-
-bhe...
in effetti...-
-COOOOOSA!?!?
MA SEI DIVENTATA IMPROVVISAMENTE PAZZA?!?-
-ssssssssshhhhhhhhh,
non urlare così non vorrai che gli altri sentano?-
-troppo
tardi, cos'è che hai tanto da urlare Rose?-
entrambe
si voltarono a guardare coloro che erano entrati.
Jasper
le fissava con uno sguardo sospettoso, Alice faceva passare il suo da
una ragazza all'altra e Emmett guardava allibito la scena, chiedendosi
per quale motivo la sua Rose fosse con Isabella piuttosto che con lui.
-Isabella
non ce l'ha fatta! Per di più ha rivolto la parola a quel
Masen... e l'ha lasciato addirittura in vita!!!-
tutti
si voltarono a fissare la ragazza in questione
-è
vero Isa? È successo veramente?-
ragazza
abbassò lo sguardo
-non
ce l'ha fatta... è come se fosse scattato qualcosa... era
ingiusto togliergli la vita-
-va
bene Isabella... raccontami esattamente che cosa è successo-
Finito il
racconto tutti rimasero a dir poco scioccati dai fatti avvenuti.
Chi
avrebbe mai pensato che la loro Isabella potesse trovarsi in una
situazione del genere.
-...
da quello che ho capito non hai avuto il coraggio di ucciderlo e, per
di più gli hai rivelato il tuo nome-
Isabella
annuì stancamente
-sei
proprio scema ragazza mia... ma che fine ha fatto il tuo buon senso?-
-finiscila
Emmett che tu di buonsenso non è neanche un po'-
-questa
è pesante Jas...-
-finitela
tutte le due, da quello che Isabella e Rosalie ci hanno raccontato
posso dire che la spiegazione è una sola...-
tutti
si voltarono allibiti verso Alice
-e
quale sarebbe?!-
Alice
alzò le spalle
-semplice,
Isabella si è innamorata-
AliasNLH
Waaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!
Scusate il ritardo! Sono veramente imperdonabile!!!
Il
fatto è che i miei mi hanno trascinato ancora via con loro
per passare il weekend tutti insieme.
Inutile
dire che, come al solito, hanno scelto come meta un luogo dove neanche
prendevano i telefoni, figuratevi se esisteva Internet...
spero
di esseremi fatta perdornare con questo capitolo... siete buoni, vi
prego!!
aLbICoCCaCiDa: direi
che le reazioni sono state contrastanti... i problemi però
si faranno più evidenti del prossimo capitolo, dovrei
riuscire a postarlo presto. Forse anche domani. Scusa per questo
ritardo, non è colpa mia! Kisses
Araiha:
veramente felice che chi sia piaciuto anche il capitolo scorso. Grazie
per averla messa tra i preferiti, significa molto per me... almeno mi
fa capire di non essere un disastro. Scusa ancora per aver aggiornato
così tardi. Baci
Bilu_emo
: spero che il pop corn siano buoni... prova anche quelli al cioccolato
o con sopra il cammello, sono stratosferici. Fidati. Sta cominciando a
scioccarti? Questo è solo l'inizio. Kisses
Momob :
direi proprio che più che offendersi sono rimasti scioccati.
Ma non c'è problema, qualunque cosa succeda la mia Bella non
riuscirà mai perdente. Riuscirà sempre a vincere
qualcosa. Continua recensire. Baci
Un'enorme
grazie anche a coloro che hanno messo questa fic tra i preferiti. Baci.
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Capitolo 8 *** Quando si dice il caso ***
Quando
si dice il caso
Sulla stanza calò un silenzio di tomba.
Quattro volti allibiti si voltarono all'unisono verso Alice.
Quattro paia d'occhi si spalancarono dando ai volti che li
ospitavano un aspetto ancor più cadaverico del solito.
Ad uno ad uno si riscossero, lentamente, dallo stato di trans in cui
erano caduti.
-Alice... ti senti forse male? Hai la febbre?-
Jasper sollevò una mano come per verificare realmente se la
sua compagna non stesse bene
-è ovvio che sto bene Jasper, sono un vampiro... non posso
stare male-
Alice sbuffò e si voltò verso i tre rimanenti
-e non guardatemi con quelle facce... quello che ho detto è
vero-
Emmett si alzò in piedi e si piazzò davanti a lei.
E scoppiò a ridere riempiendo il silenzio con delle risa
sguaiate.
-ahahahahahah Alice sei troppo forte... solo tu potevi avere un'idea
del genere!!! Ahahahah-
Alice lo guardò con pietà e condiscendenza
-guarda che io non stavo affatto scherzando...-
Emmett smise di ridere e si voltò a verso Isabella, imitato
da tutti gli altri.
Ella era ancora seduta per terra, la schiena appoggiata al letto e lo
sguardo perso fuori dalla finestra.
Con gli occhi scrutava il cielo stellato, tendente all'alba, come per
evitare lo sguardo dei suoi fratelli.
Come per nascondere una verità troppo amara anche solo per
ammetterlo a lei stessa.
Emmett spalancò gli occhi
-ma... allora è vero... ti sei innamorata sul serio...-
Isabella si alzò in piedi e per la prima volta li
guardò
-non dire c*zate, non è assolutamente vero! È
solo che... che...-
Rosalie la guardò benevola
-che... cosa, Isabella? Che non hai avuto il coraggio perché
ti sei sentita come legata a lui? Che non sei riuscita a distogliere lo
sguardo perché hai avuto la sensazione che potesse leggerti
dentro e capirti? Che ti sei semplicemente fidata di lui e gli hai
raccontato tutto? Non siamo ingenui... è successo anche a
noi e che assicuro che questo tuo comportamento significa una sola
cosa. E tu lo sai bene-
pur essendo il vampiro Isabella sembrava sull'orlo delle lacrime.
Le sue mani si strinsero a pugno di cercando di affondare le unghie nel
palmo; come per cercare di svegliarsi da un sogno.
Abbassò lo sguardo e indietreggiò fino a toccare
il davanzale della finestra
-io... io... devo parlare con Carlisle!-
-non c'è. Lui e Esme stasera dovevano completare il lavoro.-
-Alice ha ragione, è più di un mese che Esme si
è fatta assumere come cameriera nella casa di quel
ministro...-
-sì, quel ambasciatore...-
-e stasera...-
-o per meglio dire stanotte!-
-la vuoi smettere di interrompermi Emmett?!-
-eddai Jas! Colorisco solo un po' la storia...-
Rosalie li guardò e, sbuffando, si avvicinò a
Isabella
-stasera Esme doveva avvelenare quell'ambasciatore, ormai si era
guadagnata il totale fiducia di tutti in quella casa. Dovrebbero
arrivare a momenti-
-Rosalie... cosa dovrei fare? Se quello che dici è vero
io...-
-sì Isabella... noi vampiri abbiamo questa regola. Ci si
innamora una volta sola... è rarissimo che accada due volte.
È già raro che riusciamo a trovare un compagno
almeno una volta... se è vero che ti innamorata di lui
allora hai due possibilità. O lo uccidi e lo fai diventare
come noi... o lo dimentichi e vai avanti nella tua vita come hai sempre
fatto-
Rosalie sorrise e gli scostò una ciocca cadutagli sul viso
-io non ho avuto questo problema... Emmett era sul punto di morte,
è stato facile per me. Ma per te?-
Edward si ritirò a sedere ancora intontito dal sonno.
Non riusciva a spiegarsi per quale motivo fosse sdraiato sul pavimento.
Facendo leva sul davanzale della finestra riuscì a tirarsi
in piedi e a passare uno sguardo assonnato sulla stanza.
Si trovava di fronte alla grande vetrata di fianco al suo letto e non
riusciva a capirne il perché.
Con passi lenti si chiuse in bagno e mise la testa sotto il getto
d'acqua.
L'acqua ghiacciata ebbe il potere di farlo tornare in sé
almeno in parte.
Fissandosi allo specchio, guardando il suo viso cosparso da 1000 gocce
d'acqua, ebbe come una visione.
Il suo riflesso fu scacciato per un attimo da un viso di ragazza dai
lunghi capelli castani e dai grandi occhi dorati.
Il sogno!!
Con rinnovate energie corse in camera e indossò i primi
vestiti che trovò nell'armadio.
Se era veramente stato un sogno voleva dire qualcosa e lui doveva
scoprire cosa!
Corse giù per le scale e si affacciò alla sala da
pranzo dove una donna dai lunghi capelli ondulati di colore
così simile ai suoi gli sorrise.
-buongiorno Edward, ben svegliato-
-buongiorno madre, grazie e ben svegliata anche a te-
la donna scoppiò in una breve risata
-Edward caro, sono in piedi da almeno tre ore... non hai visto che sono
già le undici?-
Edward guardò allibito l'orologio alle sue spalle.
Aveva dormito veramente tanto... e aveva fatto un sogno stupendo
-capita a tutti, madre, di svegliarsi tardi... è che ieri
sera devo dormito veramente poco-
-immagino... che stavi facendo in camera? Ho sentito dei
rumori...-
Edward sollevò un sopracciglio e la guardò
incredulo
-che rumori? Io non ho fatto altro che dormire!-
e sognare... ma di solito quando si sogna lo si fa dormendo...
-non saprei, quando sono venuta a controllare ti ho trovato seduto sul
letto, sveglio-
-ma dai madre... sarà stato qualcuno fuori...-
lei lo guardò scettica
-se lo dici tu...-
Edward prese una fetta di pane imburrata dalla tavola e fece per uscire
quando la madre lo bloccò
-Edward senti... sarebbe meglio...-
-ben svegliato Anthony, è da molto che non ci vediamo-
Edward pietrificò sulla soglia e, ancora con il pane in
bocca si voltò
di fronte a lui c'era un uomo sulla quarantina con corti capelli
rossicci e grandi occhi azzurri
-bentornato padre... è da molto che non ci vediamo-
l'uomo lo squadrò con occhi freddi e soffermò il
suo sguardo sul pane che aveva ancora in mano
-non mangi alla tavola della tua famiglia come me e tua madre?-
-sono di fretta a padre, mangerò per strada...-
-mi dispiace deluderti Anthony ma tu stamani verrai con me, ho un
lavoro da sbrigare e sarebbe ora che tu cresca e che ti prenda delle
responsabilità-
Edward lo freddò con lo sguardo
-so bene quali sono le mie responsabilità, padre... e se non
ti dispiace stamattina ho altro da fare-
-io sono tuo padre e come tale dovrai sottostare ai miei ordini. Ti
lascio un quarto d'ora vattene in camera tua e cambiati, non crederai
che io vado in giro con un figlio conciato in questo modo?!-
dicendo questo passò lo sguardo sui jeans e sulla felpa
azzurra col cappuccio, soffermandosi sui capelli leggermente lunghi che
gli incorniciavano il viso.
-e vedi di fare qualcosa a quei capelli, sembri un figlio di nessuno
conciato così!-
Edward trattenendo una risposta non proprio carina per rispetto alla
madre, fece dietrofront e risalì lentamente le scale.
Appena fu in camera prese il cuscino e lo scagliò con forza
sul muro opposto
-ma come si permette quello? Arriva qui dopo mesi da chissà
dove e pretende di darmi ordini come se nulla fosse?-
ancora arrabbiato Edward si cambiò e indossò uno
degli odiati vestiti da cerimonia che il padre gli ordinava di mettere
quando uscivano insieme, neanche andassero ad una festa in maschera.
Appena ritornò in salotto notò lo sguardo
compiaciuto del padre che gli fece cenno di seguirlo.
-dove andiamo?-
-ho commissionato un certo lavoretto a una persona e
quest'oggi devo andare ad onorare il mio debito. Abbiamo un
appuntamento con degli individui con cui preferirei non aver a che fare
ma che mi sono necessari per " eliminare " i miei avversari-
-" eliminare " in che senso? Realmente o in senso figurato?-
il padre gli regalò un ghigno
-mi pareva chiaro il senso della mia frase-
Edward deglutì
-e... e chi sarebbero queste persone?-
un terribile sospetto gli si affacciò alla mente.
E se il sogno non fosse veramente un sogno?
-sono mercenari, assassini a pagamento che lavorano per
un'organizzazione mondiale. Ne avrei sicuramente sentito parlare,
l'appuntamento che abbiamo oggi è con un rappresentante
della famiglia Cullen-
AliasNLH
Ciao! Visto che
ho postato presto? Oggi ho avuto una giornata d'inferno e mi sono
dovuto ritagliare un'oretta per poter scrivere questo capitolo.
Avrei voluto
farlo più lungo ma causa forza maggiore (compiti) non sono
riuscita a svilupparlo come avrei voluto.
Faccio ancora le
mie scuse per il ritardo del capitolo scorso e spero di ricevere ancora
tante recensioni.
Un bacio ancora!
Chiedo scusa per
coloro che hanno recensito ma non ha proprio il tempo di rispondervi
individualmente.
Spero vogliate
perdonarmi.
Primato di
rispondervi la prossima volta!!!
Un grazie anche a coloro che hanno messo questa fic tra i preferiti,
significa molto per me.
|
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Capitolo 9 *** ...bella... ***
Assassin
... bella...
-sono mercenari, assassini a
pagamento che lavorano per un'organizzazione mondiale. Ne avrai
sicuramente sentito parlare, l'appuntamento che abbiamo oggi
è con un rappresentante della famiglia Cullen-
per quanto Edward stesse ancora camminando la sua mente era discosta
dal corpo.
Nonostante la sua espressione fosse rimasta neutra e impassibile dentro
di sé aveva sgranato gli occhi e trattenuto il respiro.
Era una coincidenza?
Era normale che suo padre parlasse di questi individui il giorno dopo
che uno di loro aveva avuto il compito di ucciderlo?
Newton era veramente il mandante?
Esse l'assassina avesse mentito... se in realtà il suo
omicidio era stato commissionato da....
Edward si sentiva preso tra due fuochi.
Da una parte era sicuro di non uscirne vivo da questa storia,
dall'altra aveva come il sospetto che tutto questo fosse un sogno,
un'assurdità.
Magari aveva solo sognato quella ragazza...
in fondo le sue imprese sembravano veramente frutto di un'illusione.
Quale essere umano sarebbe stato in grado di entrare dalla finestra a
quell'altezza senza l'aiuto di corde o ventose?
Quale essere umano avrebbe avuto la capacità di muoversi a
quel modo?
Quale essere umano avrebbe avuto il coraggio di uccidere il proprio
figlio?
-devi sapere Anthony che, tempo fa, o commissionato l'omicidio di una
persona che mi intralciava-
incurante della reazione del figlio Edward, serio, continuava il suo
discorso
-proprio ieri sera mi è stato detto che l'omicidio avrebbe
avuto luogo; e stamane ho avuto la conferma del suo compimento-
Edward trasse un silenzioso sospiro di sollievo.
Quindi non era suo padre...
-nonostante ciò, però, o
avuto l'impressione che qualcosa fosse andato storto...-
dicendo questo si voltò a guardare di sottecchi il figlio
che, terrorizzato da quelle parole si fermò.
Possibile... possibile che...
-per questo ti porto con me a oggi, è ora che tu ti prenda
le tue responsabilità e capisca in cosa consiste il mio
lavoro perché un giorno sarà il tuo-
facendo cadere un pesante silenzio i due ripresero a camminare
addentrandosi nelle profondità della foresta, ai margini del
paese.
-sai, Anthony, stavo giusto pensando che la tua permanenza in quella
casa sia giunto al termine. L'influenza di tua madre potrebbe essere
dannosa per i nostri progetti. Ti comunico qui e adesso che tra pochi
giorni, quando io dovrò ripartire, tu verrai con me.
È ora che ti faccia le ossa e che capisca quel è
il tuo dovere-
-ma padre, io preferirei...-
Edward non riuscì a continuare il discorso.
Aveva appena messo piede in una radura circolare al margine della quale
svettava una grande abitazione coloniale di enorme bellezza.
Il padre sorrise appena alla sua reazione, anche lui aveva avuto la
stessa impressione quand'era stato lì per la prima volta.
Quella radura, quella costruzione e persino le persone che vi
abitavano avevano la capacità di far sentire,
coloro che le vedono, delle nullità, degli esseri inferiori.
-bene, Anthony, ti presento la cosiddetta Casa Cullen-
improvvisamente la porta d'ingresso si aprì e ve ne
uscì una donna.
Man mano che si avvicinava Edward notava maggiori dettagli del suo viso.
La carnagione candida, quasi bianca, i folti capelli color cammello e
scendevano in morbide curve sulla schiena, i profondi occhi neri con
strane sfumature dorate...
assomigliava in modo impressionante a Isabella, non tanto nei tratti
quanto nel modo di fare e nei colori.
-le do il mio benvenuto Signor Masen e anche a lei signorino Edward,
vogliate entrare...-
con passo aggraziato li precedette alla porta e li condusse in un'ampia
entrata dove li aspettava un uomo biondo che aveva l'aria di
essere il padrone del posto.
-buongiorno Signor Cullen, è un piacere rivederla-
Edward, ancora scosso dal benvenuto della donna, si ritrovò
ancora una volta a disprezzare il padre, il suo servilismo per le
persone più importanti e la sua codardia nelle azioni
più spregevoli.
-grazie, spero che la sua visita sia di cortesia, io e lei non abbiamo
più nulla a che fare-
Edward notò il sussulto del padre, era nervoso...
spostò la sua attenzione sull'uomo di fronte a se.
A vederlo così non sembrava molto importante nè
emanava una sensazione sgradevole.
Perché allora il padre aveva reagito così in sua
presenza?
l'uomo, notando l'interesse del ragazzo, si volse nella sua direzione e
accennò un sorriso che riuscì a donare una ancor
più grande bellezza al suo viso.
-tu devi essere Edward, dico bene?-
il ragazzo annuì, insicuro dell'esito del discorso.
-tuo padre mi ha parlato molto di te, mi farebbe piacere saperne di
più... vogliate farmi la cortesia di fermarvi per
un the?-
Edward annuuì di nuovo.
Percepiva una vaga sensazione di minaccia ma l'offerta, proprio per
questo, non poteva essere rifiutata.
Seguì ancora una volta la donna da capelli color cammello in
una stanza laterale e venne fatto accomodare in compagnia del padre su
un divano color crema.
A loro si unirono l'uomo biondo e una ragazzina dai corti capelli neri.
-e così tu saresti Edward?-
quest'ultimo lanciò al padre un'occhiata.
Com'era possibile che avesse parlato così tanto di lui?
-Oh, non prendertela con tuo padre, in fondo non è stato lui
a dirci così tanto di te-
Edward spostò il suo sguardo sulla ragazzina
-come sarebbe a dire?-
lei scoppiò in una risata cristallina
-ma allora sai parlare, temevo fossi muto!-
Edward si agitò in certo sul da farsi, come facevano queste
persone a farlo sentire così con la loro sulla presenza?
-senti Isa! Potessi venire per favore?!-
Edward vende riscosso dai suoi pensieri sentendo la voce della ragazza
urlare questa frase alla finestra
non l'aveva sentita muoversi...
-sai, Edward, c'è una persona che vorrei farti conoscere,
sono certa che andreste d'accordo-
ma cosa stava dicendo?
Cosa stava succedendo?!
Come aveva fatto a finire in una situazione del genere!?!
-come... come sarebbe a dire che... andrei d'accordo con... questa...
persona..?-
ragazza si rivolse un luminoso sorriso
-non lo sò... sesto senso? A proposito, il mio nome
è Alice, nel caso tu voglia chiamarmi...-
con il cuore in gola Edward distolse lo sguardo per portarlo alla porta
che si stava lentamente aprendo.
Strinse il bracciolo con una mano e si impose di calmarsi.
Che prima cosa che vide furono un paio di scarpe nere abbastanza
eleganti accostate a un paio di pantaloni scuri.
Alzando lo sguardo rimase incantato da un semplice pullover che
risaltava la figura facendola sembrare ancora più alta.
Lunghe ciocche di capelli castani facevano da contrasto al colore
chiaro del pullover e al candore della pelle... e a un paio di grandi
occhi dorati che lo stavano fissando con stupore,
incredulità e... tenerezza?
Isabella.
Isabella Cullen...
socchiuse le labbra...
-... bella...-
Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!
Non vi rendete conto che le più di un mese che non
aggiorno?!? Ma vi prego (me in ginocchio a mani giunte) non
è stata colpa mia!! È che sono andata via ancora
con i miei e mi hanno portato, come al solito, in un posto dove
prendeva a malapena il cellulare... e il computer non c'era!
È stata a dir poco una tortura... spero che io non vi abbia
rimesso troppo...
questo capitolo
è più che altro di congiunzione perché
da adesso in poi due certe persone faranno le loro vera conoscenza,
siete curiosi di sapere cosa succederà?
Seguitemi recensite.
Guardate che ci
tengo eh!!!
AliasNLH
BloodScarlett
:
ciao, grazie per aver recensito, spero non ti sia dispiaciuto aspettare
così tanto per il seguito, non è colpa mia...
comunque no, il padre di Edward è semplicemente il mandante
dell'omicidio e, come avrei potuto notare, non è simpatico
nemmeno alla famiglia Cullen. Grazie ancora e alla prossima. Kisses
Arahia
:
sì, probabilmente lo avrei fatto anch'io... ma Edward
è di tutt'altra pasta.
Vedrai
però che alla fine se ne libertà, in un modo o...
nell'altro. Recensisci ancora. Kisses
Wind
:
concordo, proprio un gran bastardo... allora mi è venuto
bene! In questo capitolo si nota anche la sua propensione al
servilismo... che vuoi farci, non voglio infangare di certo il modo in
cui ha descritto la Mayer ma mi serviva qualcuno della sua famiglia
così e sua madre sicuramente non l'avrei neanche presa in
considerazione. A presto. Kisses
Bilu_emo
:
devi sapere che l'ho fatto apposta, volevo a tutti costi una tua
recensione e non ho postato fino ad ora... no, è una balla,
solo una parte però! Ci tenevo veramente ad avere una tua
recensione ma mi è stato impossibile postare... i miei
stanno progettando di vendermi il computer... speriamo non ci riescano.
Grazie per la recensione. Kisses
Helen
Cullen : benvenuta
e grazie per aver messo questa fic tra i preferiti, contenta anche che
ti piaccia. Come vedi ho preparato l'incontro tra i due che
avverrà nel prossimo capitolo. Continua a seguirmi. Kisses
momob
:
come vedi Alice ha avuto un ruolo determinante per l'incontro tra i due
(futuri) piccioncini, l'idea me l'ha data tu... inizialmente volevo
fare che Isabella entrasse nella stanza per qualche motivo, ma come si
fa a lasciare Alice fuori da una cosa come questa?! Kisses
beba7
: la cosa
è semplice, Edward è freddo con il padre
perché è un grande str****, tanto ormai si era
capito. Grazie per aver recensito. Kisses
Vorrei
inoltre dare un grazie speciale a coloro che hanno messo questa fic
preferiti.
|
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Capitolo 10 *** Guardia del corpo ***
Assassin
Guardia del corpo
-... bella...-
tutti si voltarono sbalorditi verso di lui.
Come l'aveva chiamata?
Il padre fissava il figlio come se fosse stato un estraneo.
O aveva sentito male oppure Edward aveva veramente fatto un complimento
a uno dei mostri di quella casa... ad un'assassina.
L'uomo biondo (che per comodità chiameremo Carlisle)
spostava lentamente lo sguardo dall'uno all'altra quasi come
se gli mancasse un tassello di un puzzle complicato.
Alice, invece, guardava soddisfatta Isabella che sembrava pietrificata
sulla porta.
Edward continuava a far scivolare gli occhi sul contorno della ragazza
in piedi all'ingresso.
Fino a quel momento aveva come creduto inconsciamente che il loro
incontro fosse stato solamente un sogno.
Ora che però era davanti a lui si rendeva conto di quanto il
suo sogno fosse reale, di quanto avesse sperato che fosse reale.
La maschera che Isabella portava normalmente ebbe come un cedimento.
Facendo un passo avanti indicò il ragazzo che aveva il
compito di uccidere.
-e tu che ci fai qui?-
-bhe... ecco... io...-
il padre di Edward si riscosse e puntò lo sguardo sul figlio.
-la conosci?-
-no... io...-
-come fai a conoscerla? Questa è un'assassina! Tu non hai...-
una strana consapevolezza fece breccia nel suo stupore.
E se...
-non è possibile... tu non puoi...-
Carlisle si schiarì la voce e decise di prendere in mano la
situazione
-La prego di calmarsi, se Isabella vuole gentilmente sedersi
spiegherò la situazione-
Isabella, ripreso rapidamente il controllo, si avvicinò
lentamente per poi accomodarsi sulla poltrona più lontana da
loro
-le ordino di dirmi immediatamente ciò che è
successo! Se mio figlio si è imbarcato in una situazione e
vi ha contattati io non...-
-mi pare di averle già detto di calmarsi...-
Edward senior perse la voce alla vista degli occhi di Carlisle
-oh, non si preoccupi, suo figlio non ci ha commissionato niente!-
il signor Masen si voltò scettico verso Alice
-e allora abbiate la grazia di spiegarmi per quale motivo mio figlio
Edward conosce... questa-
Edward si contrasse sentendo il tono con cui il padre aveva indicato
Isabella, quasi come se si trattasse di un rifiuto della
società, o un oggetto.
Isabella, gli occhi nascosti dalla lunga frangia, non
accennò un movimento limitandosi a mantenere un pesante
silenzio che lo fece sentire ancor più in colpa per le
affermazioni del padre.
-questa,
come dice lei, è una delle mie figlie... forse la
più dotata. Non credo che le convenga insultarla in questo
modo-
padre e figlio rabbrividivano al tono freddo usato da Carlisle.
-Lei...p-però, non mi ha...d-detto p-perché...
sì... conoscono...-
il padre, nonostante fosse terrorizzato, voleva conoscere il motivo
degli ultimi avvenimenti, voleva sapere cosa c'entrasse a quello
scavazzacollo di suo figlio con quei pericolosi assassini
-è presto detto, mi è stato assegnato il compito
di ucciderlo-
Un opprimente silenzio calò su di loro.
Alle parole di Isabella Carlisle e Alice sospirarono.
Il padre di Edward rimase pietrificato dalla notizia.
e Edward...
Edward non poté fare a meno di pensare a quanto fosse dolce
la sua voce.
-come sarebbe... ucciderlo?-
le labbra di Isabella si piegarono in una smorfia sarcastica.
-a me pare un concetto semplice da capire... come lei ha commissionato
l'omicidio di quel ministro, qualcun altro ha commissionato l'omicidio
di suo figlio-
-ma voi... voi dovete fare qualcosa! Io non voglio permettere che mio
figlio muoia!-
Edward guardò stupito il padre, non si aspettava che
difendesse.
-se lo morisse io non avrei più un erede e la nobile
tradizione di famiglia andrà distrutta! Voi dovete
proteggerlo!-
ecco appunto, figurarsi se suo padre lo avesse protetto solo
perché gli voleva bene...
il silenzio creatosi venne rotto da una risata cristallina che
riempì la stanza
-Lei è veramente comico signor Masen! Si rende conto che sta
chiedendo, a coloro che devono uccidere suo figlio, di proteggerlo!?-
il padre squadrò severo Alice che cercava di frenare le
risate tappandosi la bocca con una mano.
-io voglio solo che mio figlio sia protetto, se a questa ragazza- disse
indicando Isabella -è stato dato il compito di ucciderlo, a
qualcun altro della vostra famiglia io darò il compito di
proteggerlo!-
Alice bloccò subito le risate e inchiodò l'uomo
con uno sguardo nero
-ci sta chiedendo di metterci l'uno contro l'altro?-
-n-no...v-voglio solo che... sia... al sicuro-
-andata-
per una seconda volta tutti fecero passare lo sguardo tra Isabella e
Edward.
Entrambi, nello stesso momento, avevano accettato le condizioni di
questa nuova offerta.
Isabella, abbandonando ogni ormai inutile proposito di portare a
termine il suo compito, aveva accettato di proteggere la sua vittima e
Edward, sempre più affascinato da quella ragazza, aveva
accettato di essere protetto nonostante sapesse i rischi che stava
correndo.
-ne siete sicuri?-
Carlisle guardò serio i due ragazzi che annuirono.
-molto bene allora Signor Masen, immagino che siamo ancora in affari-
Alice si dimenò sulla sedia volgendo lo sguardo preoccupato
verso Isabella.
-ma come farai con l'incarico che ti ha commissionato Newton?-
-Newton... hai detto?-
il padre di Edward aveva gli occhi spalancati dallo stupore
-è... è stato lui... a commissionare l'omicidio
di Edward?-
Isabella guardò severamente Alice, non sapeva proprio tenere
la bocca chiusa.
Ehm... è
inutile dire quanto io sia mortificata di quest'ennesimo ritardo?!?! So
bene che avevo promesso che avrei postato regolarmente ma... e questo
il difetto di avere un computer portatile e Hitler al posto di una
madre...
:-(
è stata decisamente una settimana sfiancante, so che il
capitolo è un po' corto... ok, forse troppo corto... ma
proprio per il momento non riesco a fare di più, spero di
spostare presto il prossimo capitolo domani o al massimo
lunedì, però se aggiorno martedì non
ve la prendete, vero? (sguardo speranzoso)
AliasNLH
Wind
:
grazie per avermi dato il bentornata senza maledirmi, mi ha fatto
capire quanto poco avessi voglia di uccidermi, a differenza di qualcun
altro... (vedi il resto della famiglia) spero che anche questo capitolo
che sia piaciuto. Scusa se un po' corto! Ci vediamo al prossimo. Kisses
Bilu_emo
:
è bello risentirti! Come sono andate le vacanze? Spero bene,
le mie sono state veramente uno schifo... spero di rifarmi in
quest'ultima settimana... spero...! Come hai ben detto si sono
incontrati e da questo momento in poi passeranno un sacco di tempo
insieme... che dire di più? Lo scoprirai! Ciao ciao
Helen
Cullen : Carissima
Elena, come vedi ho aggiornato, non proprio presto, ma ho aggiornato!
Mi aspetto ancora un'altra recensione, anche perché non sono
proprio sicura che questo capitolo mi sia venuto bene. L'ho riscritto
almeno tre volte... speriamo...
momob
:
brava brava, si vede che tu e Alice ha detto lo stesso talento...
continua con i tuoi colpi di genio che sicuramente mi daranno lo spunto
per migliorare quello che è ho già in mente! Ti
chiedo scusa per il capitolo troppo corto ma non riesco proprio a farli
più lunghi, sono costretta a fermarmi sempre ad un certo
punto... A presto!
aLbICoCCaCiDa
: brava che
hai recuperato, mi sembrava che mancasse qualcosa... concordo con te
che il padre non è proprio degno di essere SUO padre! Ci
sentiamo presto, vero? Kisses
Vorrei
inoltre dare un grazie speciale a coloro che hanno messo questa fic
preferiti.
|
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Capitolo 11 *** Perchè vuoi proteggermi? ***
Assassin
Perchè
vuoi proteggermi?
-come sarebbe a dire... Newton?! Cosa c'entra il mio socio in affari
con lui?! Non... non vorrete farmi credere che... è stato
lui a commissionare l'omicidio... di Anthony!-
Carlisle fece passare uno sguardo stupito dal padre al figlio
-come sarebbe a dire... Anthony? Ma tu non ti chiamavi Edward?-
il padre fece un gesto di sufficienza e indicò il figlio
-sì... quello sarebbe il suo nome... l'ha preso da me. Io
però non ritengo degno di portarlo, così lo
chiamo con il suo secondo nome-
Edward, gli occhi nascosti da ciocche di capelli che gli erano sfuggite
dal codino, sembrava come pietrificato e non proferì una
parola.
Isabella però, aveva notato il contrarsi delle nocche e il
lieve tremolio delle spalle, come se stesse cercando con tutte le sue
forze di evitare di saltare addosso al padre.
Facendo così non avrebbe di certo ottenuto il rispetto del
figlio.
-ora volete spiegarmi che cosa c'entra Newton?-
Isabella distolse lo sguardo da Edward e si concentrò sul
padre
-quando dice Newton, a chi si riferisce?-
lui ha squadrò accigliato
-ma il mio socio d'affari ovviamente, chi altri?-
-mi dispiace deluderla allora, ma a commissionare l'omicidio di suo
figlio non è stato il padre...-
il signor Masen fece una risatina nervosa
-andiamo... vorresti dirmi che siete stati contattati dal figlio?
Mike?! Ma è soltanto un ragazzino-
-ha l'età di suo figlio-
-appunto!-
Isabella lo squadrò con sufficienza
-non mi pare il momento di mettersi a discutere su queste cose, io so
bene con chi ho parlato e so bene da chi ho accettato l'incarico; se lo
lascio incompiuto è solo per rispetto in quello che credo e
non perché ritengo il mandante troppo giovane. Dovrebbe
ringraziarmi Signor Masen, invece di criticare il nostro modo di fare.
Se non fosse stato per questo suo figlio sarebbe già morto
ieri sera-
il Signor Masen si girò stupito verso Edward
-dice il vero? Aveva già potuto ucciderti ieri sera?!
-e anche se fosse?-
-perché non mi hai avvertito? Avrei potuto mettere
più guardie e...-
il discorso venne stroncato dalla risata di Isabella
-credo che Alice abbia ragione, lei è un uomo veramente
spassoso! Come può pensare che io possa essere fermata da
delle semplici guardie? Come può sperare lei di fermarmi in
qualche modo? Ma se neanche uno dei più importanti ministri
del mondo ce l'ha fatta... cosa può fare lei contro di noi?-
Edward era sdraiato sul letto, ancora vestito con gli abiti formali.
Appena usciti da quella casa suo padre non gli aveva più
rivolto una parola e, una volta arrivati, si era chiuso nel suo studio
senza nemmeno salutare la moglie che, preoccupata per lui e per il
figlio, era ancora fuori dalla porta cercando inutilmente di
convincerlo ad uscire.
Dal canto suo, Edward, era stupito che il padre si fosse abbassato a
chiedere aiuto a degli assassini; questo spiegava molte cose.
Spiegava come le cause che sarebbero dovute essere perse fossero state
vinte per mancanza di testimoni... di come questi stessi testimoni
fossero trovati morti e dichiarati suicidi.
Era ovvio che con degli assassini del genere al suo servizio avesse
scalato le vette del potere in così poco tempo.
Non poteva credere che avesse chiesto veramente a Isabella di
proteggerlo, proprio lei che aveva avuto il compito di eliminarlo!
Improvvisamente si mise a sedere e si passò una mano tra i
capelli scompigliandogli ancora di più.
Ma perché lei aveva accettato?
Perché non lo aveva ucciso già la sera
prima?
Cosa l'aveva spinta a rifiutare l'offerta di Newton?
-perché hai deciso di salvarmi la vita?-
-se ho deciso così avrò avuto sicuramente
un'ottima ragione...-
sentendo quella voce Edward saltò velocemente giù
dal letto, mettendosi in posizione di difesa.
-credi davvero che una difesa così scarsa possa avere anche
una sola possibilità contro mio attacco? Ti facevo
più intelligente Anthony-
-non chiamarmi in quel modo!-
Isabella sorrise e scavalcò il davanzale della finestra di
-non scaldarti così... non ne vedo il motivo-
Edward scrollò le spalle e le andò incontro
-odio quando mio padre mi chiama in quel modo, è come se non
mi ritenesse parte della famiglia...-
-bella famiglia una che non accetta l'esistenza di un proprio figlio-
Edward scrollò alla testa e infastidito da quelle parole e
le fece cenno di avvicinarsi
-mi spieghi come ci fai qui?-
-il mio dovere, è ovvio!-
-se sei qui per proteggermi allora puoi anche tornatene a casa, non ne
ho bisogno-
Isabella emise un risolino divertito
-non ne avresti bisogno? Io dico di sì-
-e invece no, da quando tu hai rinunciato ad uccidermi non mi pare che
ci sia qualcun altro con lo stesso intento, no?-
Isabella divenne improvvisamente seria e, avvicinandosi velocemente a
lui, riprese un braccio bloccandogli ogni possibilità di fuga
-ascolta attentamente, Edward, solo perché io ho rinunciato
ad ucciderti non vuol dire che anche Newton lo farà. Quando
si renderà conto che non ho accettato le sue condizioni lo
chiederà sicuramente a qualcun altro e allora ci
sarà la guerra. Non importa a chi lo chiederà, se
a un membro della mia famiglia o ad un qualunque altro gruppo
di assassini il risultato sarà lo stesso, io non ho
adempiuto al mio compito e per quelli come me questo equivale ad un
tradimento-
-e allora... perché vuoi proteggermi?-
Isabella distolse lo sguardo e lo liberò, guadagnandosi
velocemente una distanza da lui.
Salì in piedi sul davanzale e si voltò a
guardarlo.
Edward rimase quasi pietrificato dall'intensità di quegli
occhi.
Sembravano caramello fuso con strane striature nere, sembravano troppo
profondi per essere anche solo lontanamente umani.
-non lo sò nemmeno io-
dicendo questo saltò giù dal davanzale e
sparì nel buio della notte.
Visto? Ho
detto che avrei aggiornato entro oggi e, effettivamente, entro
oggi ho aggiornato!
In questo capitolo succede qualcosa in più, da
adesso vedremo Edward e Isabella che cominceranno a conoscersi e a
passare sempre più tempo insieme, li vedremo prendere
confidenza l'uno con l'altra ma soprattutto vedremo (questa
è un'anticipazione, è sconsigliata a chi non
vuole avere sorprese sui prossimi capitoli) il loro incontro con Mike
Newton!
Godetevii quindi l'attesa perché succederà di
tutto!
AliasNLH
Wind
:
sono proprio contenta che anche lo scorso capitolo che sia
piaciuto!questo ho cercato di farlo un po' più lungo, spero
di esserci riuscita!!! Se puoi commissionare dell'omicidio di Edward
Cullen senior!? Ma certo!! Anzi! Mi è venuta un'idea! Se mi
dai tuo nome, o un nome che ti piace, ti faccio entrare nella storia
come personaggio e ti farò commissionare il suo omicidio
entro l'ultimo capitolo! Ti piace come l'idea? Spiazzati poi dispiego
un paio di cose che mi servono. Pensaci e recensisce ancora! A presto!
Bilu_emo
:
grazie per aver recensito ancora e per nno aver criticato il capitolo
troppo corto, questo peso di averlo fatto un po' più lungo.
Da qui in poi si può dire che si evolverà il
rapporto tra quei due. A presto
Helen
Cullen :
sì, anch'io adoro quel vampiro... e per quanto riguarda
Edward ed Isabella dovranno stare veramente MOLTO vicini! Aspettati
molti colpi di scena perché ce ne saranno! Kisses
Rowen_Cullen
:
ciao! È sempre bello ricevere recensioni da qualcuno di
nuovo! Sono contenta che la storia ti piaccia e spero di non deluderti!
Ma toglimi una curiosità... il nome Rowen l'hai preso da
Elemental Gerard? A presto
aLbICoCCaCiDa
:
cerca di capirlo poveretto, è innamorato cotto e non riesce
a pensare in modo coerente...e poi è un maschio...
è ovvio che non riesce ad elaborare più pensieri
in una volta... senza offesa ai maschi che leggono...! A presto
Vorrei
inoltre dare un grazie speciale a coloro che hanno messo questa fic
preferiti.
|
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Capitolo 12 *** Usciamo? ***
Assassin
Usciamo?
Erano ormai le due di notte e Edward, come sempre da quando era
cominciata quella storia, non riusciva a chiudere occhio.
Dal giorno in cui suo padre aveva chiesto alla sua ex assassina di
proteggerlo era passata una settimana e ancora non gli parlava.
Passava le sue giornate chiuso in ufficio e ignorando persino le
suppliche della moglie.
Il fatto che non gli parlasse non era poi così insolito ma
normalmente quando lo incrociava non mancava di fargli un commento di
disprezzo sul suo modo di vestire, su suo taglio di capelli o sulle sue
abitudini.
Edward, ora, era sdraiato a letto vestito soltanto con un accappatoio;
i capelli ancora bagnati per la doccia.
Stava riflettendo sulla sua situazione, chiedendosi quando tutta questa
storia sarebbe finita.
Isabella, come al solito, era appostata subito fuori dalla sua camera,
su un albero, che sorvegliava su suo " sonno ".
Alzandosi, Edward, si diresse verso la finestra e appoggiando una mano
sul vetro osservò Isabella che scrutava il cielo.
Era inspiegabile come potesse fare questo lavoro.
Dava come l'impressione che non dormisse mai poichè lo
seguiva notte e giorno, incessantemente.
Anche adesso... dopo più di dodici ore di appostamento non
dava segni di stanchezza e continuava imperterrita a scrutare il cielo,
la sua finestra, lui... e a giocare con un coltello dal lancio che
continuava a rigirare tra le dita.
Inspiegabilmente, a quel pensiero, Edward ebbe come paura che si
tagliasse... non riusciva a capire cosa gli stesse succedendo ma quando
Isabella era con lui lo mandava in confusione... era una cosa
assolutamente nuova.
Rialzando lo sguardo notò che Isabella era sparita.
Dopo un momento di panico durante il quale si chiese se per caso non
fosse stata colpita o forse che se ne fosse andata di sua spontanea
volontà, sentì dei passi lungo il corridoio.
Irrigidendosi istintivamente osservò la porta aprirsi e una
figura entrare silenziosa.
-Edward...-
Edward si rilasso vistosamente
-madre...-
la donna fece qualche passo verso di lui, il sorriso sulle labbra.
-ti ho detto che quando non c'è tuo padre non ti devi
rivolgerne in modo così deferente...-
Edward abbozzò un sorriso e sedette sul letto battendo sul
materasso per invitarla ad imitarlo
-va bene, va bene... allora mamma, cosa che porta qui a quest'ora di
notte?-
lei abbassò lo sguardo sulle mani intrecciate
-è che sono preoccupata... tuo padre non mi rivolge
più la parola e quella ragazza di continua a seguirti... non
potresti spiegarmi cosa sta succedendo?-
-io... io ho... non credo che tu...-
-capisco, tuo padre certo di non farne parola, vero?-
-no... non è questo è solo che...-
-non devi giustificarti, è comprensibile che tu e tuo padre
abbiate dei segreti, non importa... ora vado. Scusa che ho disturbato-
E prima che Edward potesse fare anche un solo movimento la madre
uscì silenziosa dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle
Edward si lasciò cadere pesantemente sul letto e
passò una mano sui capelli per scompigliarli ancora di
più
-ma cosa voleva?-
-probabilmente aveva soltanto voglia di stare un po' in tua
compagnia... in questi giorni le sei stato molto lontano-
Edward alzò pigramente uno sguardo e inquadrò
Isabella in piedi di fronte a lui. Ormai non si stupiva più
quando la vedeva apparire così nella sua stanza, c'era
abituato, anche se continuava a non capire come potesse succedere.
-tu dici?-
lei alzò un sopracciglio in modo eloquente e si
allontanò appoggiandosi al muro opposto della stanza
-sembra che tu non riesca a dormire... come mai?-
-ma... non saprei... forse perché c'è qualcuno
che vuole uccidermi... o forse sono terrorizzato dalla persona che mi
protegge... chi lo sa?-
Isabella fece una smorfia sarcastica e fece passare lo sguardo su cui "
vestiti " che Edward indossava.
-che hai da fissarmi?-
lei alzò le spalle
-niente... mi chiedevo solamente se avessi voglia di farti in giro.
È una settimana che te ne resti chiuso in casa, potresti
venre con me da qualche parte-
Edward strabuzzò gli occhi facendo un'espressione buffa, un
incrocio tra l'incredulo e lo stupito. Sembrava quasi un bambino alla
vigilia di Natale, alla vista di un regalo troppo grande.
Isabella scoppiò a ridere e Edward non poté fare
altro che bearsi di quella risata che riempiva il silenzio della stanza.
-allora... hai intenzione di venire o devo andarci da sola?-
con uno scatto Edward si precipitò al suo armadio e prese le
prime cose che gli capitarono sottomano.
Si diresse in fretta e furia dentro il bagno e chiuse la porta.
Isabella stupita da questo comportamento si avvicinò quando,
improvvisamente, la porta si spalancò di nuovo mostrandole
un Edward a torso nudo vestito solamente con un paio di jeans
larghi neri e con i capelli che svolazzavano intorno al suo viso a
causa dell'aria prodotta dal phon.
-e non ti azzardare ad andartene da sola! Dammi cinque minuti che
arrivo! Potrebbe essere pericoloso per una ragazza andarsene in giro da
sola a quest'ora di notte!-
dicendo questo fece una breve risata e richiuse la porta imbarazzato,
non si era neanche reso conto di essere ancora così svestito.
Aveva come paura che lei se ne andasse lasciandoli da solo.
Da quando lo terrorizzava l'idea che qualcuno se ne andasse dalla sua
vita?
Chiudendo la porta e ricominciando ad asciugarsi capelli l'ultima cosa
che sentì fu la risata cristallina di Isabella.
-dolcezza... ti assicuro che sono l'ultima persona che ha bisogno di
protezione, tantomeno della tua-
Ehilà!
Sono tornata! Non lamentatevi che non vi ho fatto aspettare tanto!
Lo so cosa dire ma al momento sono leggermente di fretta quindi non vi
do anticipazione o suggerimenti.
Godetevi questo capitolo e aspettate il prossimo.
Ah... quasi dimenticavo! Da settimana prossima non avrò a
disposizione il computer tutti i giorni ma solo il martedì,
il giovedì e la domenica (credo) dovrei riuscire ad
aggiornare una o due volte la settimana. Se ci sono cambiamenti vi
avverto!
AliasNLH
Wind
:
allora hai deciso di accettare la mia proposta!? Sono felicissima! Ti
spiego quale sarebbe la mia idea. L'ultimo capitolo sarà...
era un diverso da questi. Sarà scritto in prima persona.
Visto che avevo deciso a priori che il padre di Edward sarebbe morto ho
pensato di approfittare della tua richiesta (che cade a fagiolo) e
farti commissionare l'omicidio. Dovresti darmi o il tuo nome o un nome
che vuoi e magari descrivere un po' le tue caratteristiche fisiche (o
se vuoi inventartele) sarai tu ( un il tuo personaggio) a chiedere la
sua morte. Se non ti è chiaro qualcosa scrivi! Grazie per la
recensione
Bilu_emo
:
errori di battitura parte sono contenta che il capitolo ti soddisfi! In
questo capitolo (meno male) il padre di Eduardo non c'entra tanto!
Spero solo di non averti fatto aspettare troppo. Kisses
Helen
Cullen :
contenta che sei d'accordo con wind! Mi dispiace ma non c'è
nessuno che lo prenderà a calci... gli faranno di peggio
*risata satanica* temo però che tu dovrai aspettare l'ultimo
capitolo per questo. Abbi pazienza e continua a recensire. Bye bye
BloodScarlett :
non preoccuparti del padre di Edward... tanto alla fine muore...
è bello risentirti! Grazie anche per questa recensione.
Kisses
MimiMiaoTwilight4e
: ciao e ben arrivata... per modo di dire. È
sempre bello ricevere recensioni da persone nuove! Hai letto tutti
capitoli in una mezz'ora? Cavoli... vuol dire che non sono
così male scrivere! Sono veramente contenta che la mia
storia ti piaccia e spero che vorrai continuare a seguirla! Grazie per
avere recensito. Kisses
Rowen_Cullen
:
per la foto di Edward in moto ci sto lavorando, con un po' di fortuna
dovrei riuscire anche a colorarla. Chissà che io non riesca
a inserirla in uno dei prossimi capitoli. Riguardo al tuo nome sono due
devo dirti, a parte il fatto che piace veramente tanto, ho pensato che
l'avessi preso da Elemental Gerad, un fumetto; o per meglio dire, una
manga giapponese. C'è anche il cartone ma non è
granché. Rowen è un uomo, piuttosto giovane
direi... circa vent'anni. A parte il fatto che è molto
carino... capelli biondi lunghi raccolti in una coda e occhi azzurri,
è molto simpatico e sa fare praticamente di tutto. Non so se
ci sono molte persone che conoscono questo fumetto ma io credo ne valga
la pena.
Vorrei
inoltre dare un grazie speciale a coloro che hanno messo questa fic
preferiti.
|
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Capitolo 13 *** La tristezza del passato ***
Assassin
La tristezza del
passato
Era da tanto tempo che Edward non usciva di casa la sera ma, forse
proprio per questo, non si sentiva a suo agio.
O forse era il fatto che stava camminando accanto alla ragazza
più bella che avesse mai visto.
Dopo essersi ripreso dalla figuraccia del bagno, si era vestito ed
erano usciti lasciando un biglietto sul letto nel caso la madre di
Edward fosse tornata in camera sua.
Immerso nelle sue riflessioni aveva acconsentito di guidarla in uno dei
locali che frequentava solitamente, sembrava quasi che lei non fosse
abituata a passare le sue serate i luoghi come discoteche o bar.
La vedeva camminare, mani in tasca, accanto a lui con lo sguardo perso
all'orizzonte.
-sai... ho sempre pensato che il tuo nome fosse troppo a lungo...-
Isabella si voltò verso di lui.
Dal canto suo, Edward, non credeva di aver veramente rotto quel
silenzio che regnava tra di loro.
Nonostante fosse a disagio decise di andare avanti o lei lo avrebbe
scambiato per uno matto da legare.
-sì... Isabella è un nome veramente lungo, se
sono nei guai e devo chiamarti rischio di perdere un sacco di
tempo...-
Isabella si concesse un sorriso e si fermò davanti a lui
come per invogliarlo a finire il discorso.
-e infine? Come mi chiameresti?-
-bhe... potrei chiamarti Isa ma è troppo comune... che ne
dici di Bella?-
Isabella alzò un sopracciglio e fece finta di pensarci su
seriamente.
-Bella eh..? Mi piace, approvato!-
Edward le sorrise felice e, quasi senza accorgersene, la prese per mano
e la trascinò nel suo locale preferito, sicuro che quella
sera si sarebbe divertito un mondo.
Da quando erano entrati tutti i ragazzi non facevano altro che
addocchiare Isabella, lanciandole frasi più o meno
esplicite...
Edward si sentiva stranamente toccato da questa situazione e non poteva
fare a meno di sussultare leggermente ad ogni complimento.
Isabella, dal canto suo, sembrava apparentemente non accorgersi delle
attenzioni che le si rivolgevano ma, internamente, si sentiva
profondamente a disagio poiché era abituata a non essere
notata da nessuno.
Senza il suo fido mantello che la nascondeva a gli occhi del mondo si
sentiva persa e, istintivamente, incrociò le braccia,
cercando in qualche modo una protezione dall'esterno.
Edward aveva notato questo strano comportamento e, intuendone la causa,
compì un'altra azione, da lui successivamente definita
inspiegabile; si alzò e, con assoluta calma,
circondò le spalle di Isabella con fare protettivo
guidandola lentamente fuori dal locale.
Isabella, dopo un momento di stupore, gli sorrise riconoscente e si
lasciò portare fino in strada e poi fino ad un piccolo
spiazzo d'erba, a cielo aperto, al margine del bosco che segnava il
confine di Forks.
Gli unici rumori che si poteva sentire erano il canto dei grilli e il
soffio del vento che scuoteva i rami degli alberi, creando una melodia
triste.
-grazie, non mi sentivo esattamente a mio agio...-
-...-
-...-
-perché fai questo lavoro? Perché hai scelto
basare la tua vita all'omicidio?-
Isabella sussultò sentendo questa domanda.
Nessuno le aveva mai chiesto il motivo del suo lavoro... è
vero che nessuno li si era mai avvicinato tanto ma, tutte le persone
che aveva conosciuto, non si erano mai interessate veramente a lei
(famiglia Cullen a parte).
Si accovacciò a terra e strinse le ginocchia tra le braccia
facendo un sorriso malinconico.
-perché vuoi saperlo?-
-così... non c'è una ragione precisa... sono
curioso...-
Isabella lasciò correre alcuni secondi, quasi come se stesse
prendendo in considerazione l'idea di non parlare affatto.
Infine sospirò.
-è semplice... ho scelto questo lavoro perche è
l'unico che posso fare, da quando la famiglia Cullen mi ha accolta ho
sempre pensato di essere stata incredibilmente fortunata a trovare
delle persone così buone e gentili, all'inizio credevo che
questo incarico fosse un passaggio temporaneo... credevo che, dopo un
po' di tempo, avrei potuto scegliere liberamente della mia vita...
purtroppo non è stato così, quando uno fa questo
lavoro, specialmente uno come me, il lavoro gli entra nel sangue, nel
corpo... è impossibile lavare via il sangue versato come
è impossibile distruggere i ricordi. In poche parole potrei
dire ad che faccio questo lavoro perché ormai io sono
diventata il mio lavoro...-
Edward assimilò le informazioni e tacque, si rendeva conto
di aver fatto una domanda invadente ma allo stesso tempo non poteva non
notare come gli occhi di Isabella si fossero improvvisamente
rattristati e come avesse abilmente schivato la domanda, dando una
risposta che poteva significare tutto e niente.
Senza aggiungere altro si sdraiò accanto a lei e, l'ultima
cosa che vide prima di addormentarsi, furono le stelle in cielo e il
suo profilo perfetto, leggermente illuminato dalla luna.
Ehilà! Sono
tornata! Sono tremendamente dispiaciuta del ritardo ma, come ho scritto
la volta scorsa, ho dei problemi ad avere il computer tutto per me...
il fatto di avere un portatile non rende più facile la
cosa... oltretutto in questi giorni Internet non andava e
stò ancora decidendo come uccidere il responsabile...
perché, se vogliamo essere del tutto sinceri, è
terza o la quarta volta che mi tocca il computer e mi scombina tutto,
specialmente Internet. Sono accettati consigli, ne aspetto tanti!
Comunque sono riuscita a rimettere Internet in sesto e ad aggiornare.
Speriamo che anche questo capitolo vi soddisfi! Ciao ciao
AliasNLH
Wind
:
sono contenta che tu abbia accettato! Aspetto con ansia la tua mail e,
se per caso dovessi metterci troppo, m'impegno ad avvisarti due o tre
capitoli prima della fine. È stata un'idea geniale quella
del bagno (sbav)... peccato non poterla vedere, tu che dici? Scusa
ancora per il ritardo e a presto.
Bilu_emo
:
ma certo che il papà di Edward muore! Non è
neanche da chiedere! Scusa se la volta scorsa ho scritto Eduardo ma
intanto che scrivevo stavo studiando storia... per essere
più precisi la monarchia spagnola... spero di non fare mai
più questo errore! Grazie per la recensione, Kisses
Helen
Cullen : ciao
Elena, come puoi vedere alla fine ce l'ho fatta ad aggiornare! *mi in
ginocchio per chiedere perdono per il ritardo* vorrei innanzitutto
puntualizzare una cosa, non so se si è capito ma il padre di
Edward morirà muahahahahahah!!! L'ho inserito nella storia
proprio per questo... hanno già assoldato un killer, se
vuole puoi associarti anche tu...! Grazie per recensione, spero di
poter aggiornare il prima possibile.
BloodScarlett :
no... no... la madre di Edward non morirà sicuramente, al
massimo di vecchiaia ma non penso di carri fare così avanti,
credo... non preoccuparti se di colleghi in fretta, se non hai il tempo
puoi sempre scrivere di una recensione veloce, l'importante
è sentirti! Ci vediamo al prossimo capitolo!
MimiMiaoTwilight4e
: ringrazio per i baci e per la tua recensione, mi dispiace
averci messo così tanto... spero di non averti deluso. Spero
anche questo capitolo ti piaccia, il futuro dovrei riuscire ad
aggiornare più regolarmente. Non si sa mai... con la coppia
di Hitler in gonnella che ho in casa... grazie ancora e a presto!
Rowen_Cullen
:
sono contenta che ogni capitolo ti piaccio sempre di più e
spero che anche questo sia così... mi spiace d'accesso
tanto, casini col computer... aspetto un'altra tua recensione. Chi serve
momob :
ehilà! Che bello di sentirti! Dispiace anche a me per la
mamma di Edward... si sente un po' trascurata... tutta colpa del padre
però...! Aspetto un altra tua recensione; ciao ciao
Vorrei
inoltre dare un grazie speciale a coloro che hanno messo questa fic
preferiti.
Arigatoo
e a presto!!!!!!
Mi
stavo quasi dimenticando, questo capitolo è dedicato a sabar75
(almeno spero che sia questo il tuo nickname, se non lo è
vuol dire che ho usato quello del tuo sito...) che mi ha fatto i
complimenti contattandomi direttamente sul mio sito, grazie 1000 e
spero che tu voglia seguirmi ancora!
|
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Capitolo 14 *** Non morire! ***
Assassin
Non morire
in una stanza buia un uomo sedeva composto alla scrivania... l'unica
fonte di luce era una piccola lampada poggiata su un mobiletto di
fianco a lui.
Una debole luce illuminava appena quello che sembrava uno studio.
Ad interrompere il silenzio creatosi fu un bussare insistente alla
porta che, subito dopo, si aprì.
Un uomo, sicuramente più giovane di quello già
presente nella stanza, sbattè la porta e si
piazzò di fronte alla scrivania.
-sei proprio deciso?-
-si... non posso più aspettare che ci pensi lei,...-
il primo uomo si portò una mano al viso, stanco.
-fai come puoi... sappi solo che io farò finta di non
saperne nulla, non venire qui a piangere se fallisci, non ti
vendicherò in alcun modo-
il giovane sferrò forte i pugni.
-non ce ne sarà bisogno-
Edward si mosse infastidito da un qualche rumore.
Era sdraiato a pancia in giù e le braccia erano entrambe
sotto la sua testa.
Il rumore fu più forte e lo costrinse a prendere il cuscino
e a premerselo sulle orecchie.
In quel momento il ricordo della sera prima tornò a galla.
Svegliandosi improvvisamente si alzò a sedere e si
trovò in pigiama seduto sul suo letto.
Con una mano ravviò i capelli che aveva davanti agli occhi.
Com'era possibile che fose in camera sua? La sera prima era uscito con
Bella...
-ben svegliato Edward!-
si voltò in direzione di quella voce che ormai conosceva
bene che le sorrise.
Isabella era mezza sdraiata, nel senso sbagliato, su una poltrona, la
testa e le gambe poggiate sui braccioli.
-era ora! Sbrigati che tra poco si va a scuola!-
Edward non aveva mai pensato che svegliarsi per andare a scuola fosse
così piacevole, specie dopo le vacanze.
-come sarebbe a dire no?-
Isabella sbuffò e guardò con sospetto la moto
nera di fronte a lui.
-sarebbe a dire che non mi serve un passaggio-
-guarda che tu devi proteggermi... non è andando a scuola a
piedi che riuscirai a seguirmi bene-
uno strano silenzio accompagnato da un sorriso sinistro
aleggiò sul viso di Bella.
-fossi in te non ne sarei tanto sicura... in ogni caso io in moto con
te non ci vengo! E datti una mossa che tra meno di dieci minuti
cominciano le lezioni-
Edward alzò gli occhi al cielo e guardò le nuvole
passare.
Gli sembrava strano che Isabella si ostinasse così tanto a
non ricevere un passaggio in moto... come faceva a stargli dietro se no?
Preparatosi velocemente un nuovo discorso per convincerla
abbassò velocemente lo sguardo e si preparò a
fronteggiarla.
Si guardò un po' intorno e tornò a fissare
davanti a sé dopo un momento di sbalordimento.
Isabella era sparita... eppure un secondo prima era di fronte a lui...
un altro mistero, un'altra domanda per quella strana ragazza,
sicuramente un altro suo segreto.
Edward odiava a andare a scuola, non perché non gli
piacesse... anzi! Provava piacere a conoscere cose nuove e, per questo,
era uno dei migliori studenti del suo anno.
No... lui odiava andare a scuola per...
-Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhh!!! Eccolo! È arrivato!!-
-Aaaaaaaaahhhhh! Com'è bello!-
-Edward! Ti amo!-
-Ed! Se lei il mio mito!-
-mi fai fare un giro in moto?-
Edward sospirò forte e, cercando di nascondere la sua
irritazione, alzò una mano e sorrise in segno di saluto.
Non l'avesse mai fatto...
il gruppo di ragazze, che gli sembrava più grande ogni anno
che passava, urlò ancora più forte, felici che il
loro idolo le avesse salutate.
Tra tutti quei volyi, improvvisamente, ad Edward sembrò di
riconoscerne uno in particolare.
Non era possibile! Lui andava veloce in moto... eppure sembrava...
sistemò velocemente la moto e si diresse a passo deciso
verso un gruppo nutrito di ragazze che, vedendolo arrivare,
cominciò a spintonarsi e a strillare.
Edward le ignorò e passò oltre trovandosi al
limitare della scuola, non c'era nessuno... eppure gli era sembrato di
vederla...
scosse la testa e ritornò sui suoi passi.
Quando entrò in classe e si sedette al suo posto
incrociò, come tutte le mattine, lo sguardo di quello che
avrebbe dovuto essere il suo migliore amico.
Mike Newton.
Come ogni mattina lui gli sorrise e agitò una mano nella sua
direzione.
E, come ogni mattina, Edward inclinò la testa e
accennò ad un piccolo ghigno.
Quello era il loro modo di salutarsi, lui era da anni...
Mike non gli sembrava diverso dai giorni precedenti...
chissà per quanto tempo lo aveva odiato e lui, come uno
scemo, aveva pensato che se i sorrisi e la sua amicizia fossero
sinceri...
in quel momento entrò il professore e, con malavoglia, si
concentrò su di lui seguendo una lezione.
-le lezioni di oggi sono state veramente noiose, vero Ed?-
-ha ragione... meno male che c'è la pausa pranzo se no sarei
già scappato!-
Newton era venuto a prenderlo come tutti i giorni alla lezione di
spagnolo ed erano andati insieme a pranzo.
Discutevano e ridevano come se nulla fosse successo... come sempre...
ma ora Edward sapeva.
-Edward? Ma mi stai ascoltando?-
Edward si riscosse e concentrò la sua attenzione sull' "
amico "
-scusa... ero sovrappensiero... dicevi?-
Newton non lo squadrò in modo strano e alzò le
spalle
-ti ho chiesto se ti andava di mangiare in giardino invece che in mensa-
Edward si bloccò di colpo e cercò di non dargli a
vedere il suo disagio...
Isabella lo aveva avvertito... lui non avrebbe mai rinunciato e quella
sarebbe stata un'occasione perfetta.
-allora?-
Newton aspettava impaziente e la sua risposta
-sì... perché no?-
accettando, a Edward, era sembrato quasi di vedere il viso di Bella tra
la folla che scuoteva la testa con rassegnazione ma, quando
guardò meglio, vide soltanto gli stessi ragazzi che
pranzavano, come tutti i giorni.
-dove stiamo andando?-
Newton lo aveva guidato in giardino e poi verso l'orto botanico... una
specie di serra a cielo aperto dove gli studenti del corso di biologia
coltivavano piante.
-non avevi detto di voler pranzare giardino?-
Newton, chiuso nel suo silenzio, si arrestò improvvisamente
e voltò verso di lui; gli occhi nascosti dalla lunga frangia
bionda.
-cosa pensi di fare? Si accorgeranno della nostra assenza-
Newton lo guardò stupito... probabilmente non credeva che
Edward fosse al corrente di tutto.
Poi, inspiegabilmente, sorrise.
-bene, così tu sai...meglio così, mi risparmierai
la parte in cui devo spiegare-
senza dire un'altra parola si mise una mano in tasca e tirò
fuori una pistola.
Edward, nonostante il senso di gelo che aveva provato, ne aveva
riconosciuto il modello: un'automatica, una pistola come quelle che
danno in dotazione alla polizia.
-non dovevi intrometterti! Jessica doveva essere mia! Perché
me l'hai portata via?-
Edward, ancora scosso, cercò di non fare movimenti troppo
bruschi; sapeva di essersi cacciato in un guaio e cercava un modo per
uscirne, incolume possibilmente.
Dov'era Bella!?
-non è stata colpa mia... io neanche la conosco...-
-zitto!! Non dire un'altra parola! Se lei non ti avesse visto... se tu
non fossi stato mio amico... allora forse si, saresti riuscito a
vivere... ma non è andata così. Ora, Edward
Anthony Masen, devi morire!-
il braccio e la mano che teneva la pistola tremavano mentre lui cercava
di prendere la mira.
Improvvisamente un fruscio alla loro destra li fece sussultare.
-ma come siamo agitati.. perché invece di minacciare un tuo
compagno non abbassi quella pistola e ne parliamo?-
Edward si rilassiò impercettibilmente... Isabella non
l'aveva abbandonato.
-tu... avresti dovuto ucciderlo tu! Perché non l'hai fatto?-
Isabella si posizionò tra di loro e allargò le
braccia rivolta verso Newton.
-ora capisco... anche tu come tutte le altre stupide di questo posto ti
sei lasciata ammaliare dal suo bel visino... è per questo
che non merita di vivere!-
Edward le mise una mano sulla spalla e lo spostò di lato
-non ti mettere in mezzo! E' una faccenda tra me e lui!-
-non essere stupido!-
Edward non l'ascoltò e fece un passo verso Newton che,
perdendo la testa per quel gesto così improvviso,
sparò un colpo.
Tutto parve oscurarsi per un momento e, quando riaprirono gli occhi,
sentirono il fruscio di un corpo che stava accadendo.
Edward, istintivamente, allungò le braccia e accolse il
corpo magro di Isabella che, portandosi le mani al petto, cadde
all'indietro senza un suono.
Un liquido scuro si propagò dal suo petto e le
macchiò la candida maglietta che indossava.
Edward spostò il suo sguardo scioccato tra le mani di
Isabella e le sue.
Mai come in quel momento aveva notato quanto la sua pelle fosse bianca,
pallida, cadaverica...
mai, fino a quel momento, aveva notato quelle ombre violacee sotto gli
occhi.
Passandogli una mano notò, forse per la prima volta, quanto
la sua pelle fosse gelata e, posando una mano sulle sue,
notò come il suo cuore non battesse.
Newton guardava terrorizzato la pistola come se non riuscisse a credere
di essere stato lui a sparare, a togliere una vita.
Gli occhi di Edward si inumidirono e calde lacrime scivolarono sulle
guance per poi cadere su gli occhi e sulla fronte della ragazza che
teneva tra le braccia.
Mai, come in quel momento, aveva notato quanto Isabella fosse bella,
dolce, così incredibilmente delicata ma allo stesso tempo
così incredibilmente unica.
I suoi singhiozzi aumentarono e stringendola forte al petto si
sfogò urlando tutta la sua disperazione
-ti prego... ti prego Bella... ti prego, non morire...-
Ehilà!
Sono tornata! Sono tremendamente dispiaciuta del ritardo ma, come ho
scritto la volta scorsa, ho dei problemi ad avere il computer tutto per
me... il fatto di avere un portatile non rende più facile la
cosa... oltretutto non è facile con una specie di Hitler in
gonnella per madre.
Spero che questo capitolo vi piaccia!
Rilascio con parecchia suspense! Scrivetevi cosa ne pensate!!
AliasNLH
Wind
:
non preoccuparti... per la mail c'è tempo e, in ogni caso,
cercherò di ricordarlo ogni volta che risponderò
ad una tua recensione! Sono contenta che il capitolo che sia piaciuto,
spero di non deluderti!
Bilu_emo
: che
bello! Qualcuno sente la mia mancanza! Comunque... grazie averla per la
recensione e non preoccuparti, Edward ci proverà in un modo
mooooooolto plateale, soltanto che non lo farà subito. Abbi
pazienza! Per la tua ficca là leggo appena ho cinque minuti
(spero di averli presto) ciao ciao
Helen
Cullen : mi sa
tanto che questo capitolo non è esattamente romantico... che
vuoi farci! Senza un poco di sano sadismo io non riesco a vivere ma non
preoccuparti! Ce ne saranno altri!
BloodScarlett :
sono carini, vero? Ci tengo però a correggerti su una
cosa... è un'anticipazione di quello che
succederà... quindi, se non vuoi leggerla, termina qui la
mia risposta. Se vuoi leggerla vai avanti. Sarà lui stesso
ad uccidere il padre.
Rowen_Cullen
:
come sarebbe a dire per sei mesi?! Io non riesco a sopravvivere per una
settimana! Mi dispiace veramente da morire! Ti sei ripresa? Spero di
sì... aspetto un'altra tua recensione!
Vorrei
inoltre dare un grazie speciale a coloro che hanno messo questa fic
preferiti.
Arigatoo
e a presto!!!!!!
|
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Capitolo 15 *** Vampire ***
Assassin
Vampire
-ti prego... Bella...-
Mike guardava terrorizzato la pistola... sembrava quasi incosciente,
come se non fosse stato lui a premere il grilletto.
Edward poggiò Isabella per terra, con delicatezza, le
scostò e la frangia disordinata da davanti gli occhi e
indugiò con le dita sulla sua guancia.
Aveva una pelle così delicata... così fredda...
ricacciando indietro le lacrime si voltò rabbioso
verso Mike.
-perché? Che cosa c'entrava lei?!-
Mike sembrò riscuotersi e fermò il tremore alla
mano, puntando la pistola contro di lui.
-non è stata colpa mia. È lei che si è
messa in mezzo! Quel colpo era per te...-
Edward strinse convulsamente i pugni
-in fondo era una ragazza così carina... ma non è
colpa mia se anche lei si è invaghita di te. Non doveva
mettersi in mezzo tutto qui-
Edward ascoltava questi discorsi che gli sembravano senza senso.
Solo ora se ne rendeva conto...
lui aveva bisogno di Isabella.
Ormai dipendeva da lei...
non gliel'avrebbe mai perdonato.
Uno scatto si preparò a tirare in pugno, incurante della
pistola tra le sue mani.
Improvvisamente sentì qualcosa di freddo poggiato alla
spalla.
Qualcosa che sembrava una mano...
osservò il viso terrorizzato del ragazzo di fronte a lui.
Era pallido, gli occhi fuori dalle orbite, la bocca leggermente
socchiusa come se non riuscisse a trovare l'aria.
Un ringhio freddo ruppe il silenzio.
Edward si girò lentamente e si specchiò negli
occhi di Isabella.
Era lei che l'aveva fermato...
il suo cervello stentava a registrare questa informazione
poiché solo una cosa ora era importante.
Isabella era viva...
la sua Bella non era morta...
lo sguardo freddo di Isabella era punato su Mike ma Edward
riuscì a vedere i suoi occhi.
Erano rossi, lo stesso colore del sangue.
In un momento si sentì scaraventare di lato e tutto divenne
confuso.
Isabella era diventata una macchia di colore ai confini della vista e
si dirigeva verso Mike.
Edward non riuscì a capire esattamente ciò che
successe.
L'unica cosa che sentiva erano degli strani rumori come dei tessuti
strappati gli urli terrorizzati di quello che era stato il suo migliore
amico... e un rumore come di deglutizione... come se qualcuno stesse
bevendo qualcosa.
Appena focalizzò la scena gelò al posto.
Il corpo di Mike era irriconoscibile... sembrava fatto a pezzi da
qualcosa di estremamente forte e violento...
era una scena disgustosa...
Isabella era inginocchiata su di lui con il viso su quello che doveva
essere stato il suo collo.
Improvvisamente lei si alzò e si voltò,
lentamente, verso di lui.
Edward arretrò istintivamente...
il volto e i vestiti di Isabella erano imbarattati di sangue e
trasudavano una freddezza e una spietatezza uniche.
Lei si avvicinò lentamente e appoggiò una mano
sulla sua guancia.
Con un movimento veloce se lo caricò sulle spalle e si mise
a correre.
Si muoveva così in fretta che Edward non riusciva nemmeno
mettere a fuoco il paesaggio che stavano attraversando.
Riprese " conoscenza " solamente quando lei
lo poggiò a terra.
Si trovavano in una camera da letto oscurata da tende pesanti.
Edward era seduto su un letto a baldacchino dalle lenzuola scure.
Intorno a lui numerose armi erano appoggiate per terra o appese sui
muri tranne che in un punto dove troneggiava una scritta con inchiostro
fosforescente.
Il tempo
passa per tutti, anche per noi, e nessuno può portarlo
indietro.
Possiamo
solo viverlo come un'occasione unica e irripetibile che, nel nostro
caso, non si esaurirà mai...
Isabella
Marie Swan.
Nata il 13
settembre 1950.
Morta
ufficiosamente il 14 gennaio 1969.
Morta
veramente il 19 gennaio 1969.
In
vita da quello stesso giorno.
-questa
è la mia camera-
La voce di Isabella lo riportò alla realtà.
La vide seminascosta all'ombra della tenda.
La vide come per la prima volta...
-cosa sei?-
La domanda era appena sussurrata ma lei sembrò recepirla
distintamente lo stesso.
Puntò gli occhi, neri che sembravano risucchiarlo nelle loro
profondità, su di lui.
-Un vampiro...-
Ehilà!
Sono tornata! Sono tremendamente dispiaciuta del ritardo ma, come ho
scritto la volta scorsa, ho dei problemi ad avere il computer tutto per
me... il fatto di avere un portatile non rende più facile la
cosa... oltretutto non è facile con una specie di Hitler in
gonnella per madre.
Spero che questo capitolo vi piaccia!
Vi lascio con parecchia suspense! Scrivetevi cosa ne pensate!!
AliasNLH
Wind
:
ciao!! Non preoccuparti, ti dico subito che i capitoli saranni i tutto
22, così ti regoli pe l'e-mail! A presto!! Kisses
Bilu_emo
: ma
certo che Mike muore!!!!! Lo odio con tutto il cuore!!!!! Scusa per il
ritardo, veramente!!!!! Spero che ti piaccia anche questo chap!!
Recensisci presto!!! ^.^
Helen
Cullen :
Mhuahhahahahahahah!!!!!!!!!!!! Ti ho fatta aspettare per vederti morire
di artoci sofferenze e curiosità!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ehm...veramente mi hanno requisito il computer,
comunque........recensisci!!!!!!!!! Spero ti sia piaciuto....Mike
è morto abbastanza dolorosmente se non si è
capito......a presto!!!!!!!!!!!!
BloodScarlett :
...............................................ehm.....................scusa......................LO
SO'!!!!!!! E' un ritardo pazzesco ma giuro che non è colpa
mia!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Coninua a seguirmi, guarda che ci
tengo!!!!!!!! Kisses
Rowen_Cullen
:
ehm....sono un pò in ritardo eheh.... *sguardo imbarazzato*
anche se ti ho fatta aspettare tanto spero che questo capitolo ti
piaccia!!!!! A presto!!! Kisses
Falmarin :
grazie per averla messa tra i preferiti e scusami veramente per il
ritardo...ha avuto qualche problema ad avere il computer per un tempo
sufficiente a scrivere...a presto!!!!!! Kisses
beba7 :
come puoi vedere l'ho continuata!!!!!!!!! Ma tu vedi di recensire, ci
siamo capite?!
MimiMiaoTwilight4e
: ciao!!!!! Scusa il ritardo ma ho avuto
qualche problema.........ma come faccio a far morire Bella? Amo quel
personaggio!!!!!!!! Ci sentiamo presto!!
Vorrei
inoltre dare un grazie speciale a coloro che hanno messo questa fic
preferiti.
Arigatoo
e a presto!!!!!!
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Capitolo 16 *** I volturi ***
Assassin
I Volturi
una
singola parola ruppe il silenzio creatosi nella stanza.
Isabella era nascosta nella penombra ed Edward non riusciva a
vederla.
Ma, stranamente, sembrava quasi percepirla...
sentiva la pelle fredda della sua mano come se fosse ancora sulla sua
guancia...
percepiva il suo sguardo vagare su di lui, sul suo viso, per conoscere
le reazioni...
sentiva il profumo che sprigionavano i suoi capelli ad ogni movimento...
percepiva il gelo che emanava la sua presenza...
poteva essere veramente un vampiro?
Se glielo avessero detto in un qualunque altro momento si sarebbe messo
a ridere e avrebbe negato tutto... ma ora?
In fondo cosa ne sapeva di lei? Sapeva che era un mercenario... un
assassino che suo padre e Newton avevano assoldato prima di
lui...
poteva essere un vampiro?
-vieni...-
aveva capito.
Fece alcuni passi per la stanza avvicinandosi al letto.
Edward ora poteva vederla: capelli castani lunghi fino alla vita,
grandi occhi una volta di uno strano colore dorato... ora rossi.
Carnagione bianca... se l'avesse toccata avrei potuto sentirne il
freddo...
era un vampiro?
-allora?-
si riscosse: la sua voce era troppo bella... troppo morbida... troppo
dolce e allo stesso tempo troppo sovrannaturale per appartenere a un
semplice essere umano.
Era un vampiro!
-allora... è vero?-
lei distolse lo sguardo e le fece scorrere fino alla scritta sul muro.
Era stranamente spiazzata dal modo in cui aveva reagito: nessuno.
Aveva appena saputo che la persona con cui aveva convissuto per un
lungo periodo non era umana e... si limitava a confermare
ciò che aveva scoperto?!
-com'è successo?-
Isabella, nonostante le situazione fece un sospiro e lo raggiunse sul
letto.
Si sedette il fianco a lui ma non troppo vicino e fece passare una mano
sulla fronte.
-è successo circa quarant'anni fa... mio padre e mia madre
avevano divorziato dopo un matrimonio finito male... è stato
un periodo, quando ero piccola, che facevano finta di stare bene
insieme di amarsi ancora... davanti a me sorridevano e facevamo sempre
cose molto divertenti ma... quando erano da soli... un giorno di mio
padre prese la pistola e cercò di colpirla... avevo solo
sette anni... ho smesso di credere alla facciata felice della mia
famiglia nonostante tutti i miei amici e tutte le persone che conoscevo
le credessero ancora. Ho smesso di frequentare la compagnia
giù a La Push, i ragazzi della riserva... ho cominciato
a vedere tutte le menzogne che si nascondevano nella mia
famiglia: i debiti di gioco di mio padre, i tradimenti di mia madre, la
malattia... un cancro... un giorno ho deciso di farla finita! Non
potevo più di vivere in quel modo... avevo solo 19 anni e
avevo deciso di smetterla. Carlisle mi trovò: il primo
tentativo di suicidio non era andato a buon fine... invece di colpire
le rocce nella mia caduta sono andata a finire nell'unico punto in cui
c'era acqua... solo qualche contusione dovuta alla caduta, niente di
più. La seconda volta è stata decisamente
più definitiva... essenza di belladonna: veleno. Carlisle
aveva cercato di farmi superare quel periodo ma quando ha visto quello
che avevo fatto aveva capito che non c'erano più speranze...-
le parole le uscivano difficili, fredde e senza nessun sentimento umano
nascosto dietro.
Erano ricordi che aveva cercato di seppellire il più
possibile nel profondo della sua anima...
-corrispondevo alle caratteristiche per entrare nella corporazione...
da allora ho sempre vissuto con lui...-
Edward, incurante delle possibili reazioni e della natura di Isabella,
allungò una mano coprendole la guancia.
-Mi dispiace...-
Isabella spalancò gli occhi incredula... quel ragazzo... era
dispiaciuto per lei...
erano anni che non le capitava di trovare un essere umano che si
interessasse a lei in modo così sincero... incondizionato.
Se avesse saputo farlo avrebbe cominciato a piangere...
-e gli altri? Sono anche loro di...?-
Isabella sorrise
-dei vampiri intendi? Si...-
Edward sembrava esitante
-e... come..?-
-per loro è stato diverso...-
Isabella guardavo fuori dalla finestra e sembrava rivedere momenti e
ricordi di un tempo passato.
-Carlisle era figlio di un medico... un giorno venne portato alla
clinica un uomo dalla pelle fredda e con numerosi graffi e contusioni
in tutto il corpo... mentre suo padre cercava i capirci qualcosa
quell'essere aveva allungato una mano e l'aveva racchiusa delicatamente
su quella di Carlisle... era uno dei vampiri dell'origine... uno di
quelli che avevano fondato la corporazione. Consegnò il suo
segreto alla persona che riteneva più idonea e
compassionevole in quel posto: Carlisle. Poi lo morse...
rimase solo per molti anni fino a che non capitò in una
piccola cittadina fuori Seattle. Imprigionato in eterno del suo corpo
di ventiseienne aveva proseguito i sospiri di medicina ed era diventato
un medico di altissimo livello... un giorno passò per il suo
ambulatorio una donna che tutti davano per spacciata: Esme... l'aveva
già vista quando era più giovane e se ne era come
innamorato... Esme era sarà costretta a sposare un uomo
violento e manesco dai suoi genitori e per la disperazione si era
lanciata da una scogliera, cercando suicidio... inutile dire che
l'amore per lei lo convinse a trasformarla...stanno insieme da allora
con Jasper è stato diverso... lui è diventato
vampiro molti secoli prima di Carlisle... era uno degli allievi
prediletti di Aro. Intorno al 1800 fu mandato in America in missione...
doveva controllare alcuni clan appartenenti alla corporazione che
sembravano non attenersi al patto... è stato lì
che ha incontrato Carlisle... la sua politica, così diversa
da quella violenta di Aro lo convinse a rimanere con lui.
Aro non ha esattamente approvato ma non ha potuto fare altro che
accettare la situazione... specie quando Jasper ha trovato Alice, la
sua partner.
Lei era stata ricoverata per un tumore al cervello... era in fase
terminale e nessuno della sua famiglia andata a più a
trovarla. Jasper era stato attirato dal suo profumo e, avendola vista
in quela situazione non aveva potuto far altro che salvarla...
Rosalie, a differenza di noialtri, ha vissuto una vita agiata e felice
sino a pochi giorni prima della sua morte... genitori ricchi, viaggio
in città ogni volta che potevano, cavalli, fiori e un sacco
di corteggiatori... ha avuto solo la sfortuna di innamorarsi del figlio
di uno dei servi della casa, Emmet... lui scappava da un padre troppo
violento e lei aveva deciso di uscire a fare una passeggiata... si
innamorarono a prima vista ma furono scoperti per colpa di uno dei
corteggiatori di Rosalie... il padre li cacciò via e furono
trovati stremati e morenti in una foresta vicino a casa di Carlisle.-
-sono tutte storie tristi...-
Isabella si alzò di scatto e si avvicinò alla
finestra stringendo il davanzale sino a ridurne un pezzo in briciole.
-se non fossimo stati così... se fossimo stati felici...
allora noi in questo momento saremo tutti morti... non costretti a
vivere senza farlo veramente!-
Edward non sapeva cosa dire... non trovava parole per esprimere il
dolore che la figura di Bella sembrava emanare.
-io avrei dovuto ucciderti!- la voce di Bella era gelida -era questo il
mio compito... e non l'ho portato a termine...-
con uno scatto repentino si voltò verso di lui e gli si
portò di fronte appoggiando le mani ai lati del suo viso.
Il viso di bella era un susseguirsi di emozioni contrastanti.
Rabbia, dolcezza, pentimento, incomprensione... amore?
-ma non ci riesco...-
Edward sembrava scioccato dalla situazione e vide, senza
possibilità di opporre resistenza, il viso di Bella farsi
sempre più vicino.
Le sue labbra schiudersi leggermente...
socchiuse gli occhi e cercò di non pensare a niente.
-Isabella! È successo che...-
Alice era entrata in fretta e furia nella stanza interrompendo quel
momento.
Isabella si scostò velocemente da lui guardandola
inespressiva mentre Edward sembrava ancora incapace di comprendere la
situazione.
-Ehm...ho interrotto qualcosa?-
-cosa succede Alice?-
-oh, si! quello che temevamo! Non hai adempiuto al tuo compito e per di
più hai ucciso un essere umano senza commissione...-
-capisco...-
Isabella abbassò lo sguardo e si girò verso
Edward che la guardava incuriosito, non potendo situazione.
-Che cosa...?-
-sono arrivati i volturi-
Ehilà!
Sono tornata! Sono tremendamente dispiaciuta del ritardo ma, come ho
scritto la volta scorsa, ho dei problemi ad avere il computer tutto per
me... il fatto di avere un portatile non rende più facile la
cosa... oltretutto non è facile con una specie di Hitler in
gonnella per madre.
Spero che questo
capitolo vi piaccia!
Vi lascio con
parecchia suspance! Scrivetevi cosa ne pensate!!
AliasNLH
mi
dispiace veramente per le recensioni ma non riesco a rispondere a
tutti! Volevo soltanto ringraziare le persone che mi seguono e che
hanno la pazienza di aspettare tra un capitolo e l'altro! Vi voglio a
tutti un gran bene!
Vorrei
inoltre dare un grazie speciale a coloro che hanno messo questa fic
preferiti.
Arigatoo
e a presto!!!!!!
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Capitolo 17 *** Adieu my angel ***
Assassin
Adieu my angel
I
Volturi
La scena sembrò cristallizzarsi nel momento stesso in cui
Alice pronunciò quelle parole.
Edward osservò sconcertato l'espressione terrorizzata di
Bella.
Non l'aveva mai vista in quello stato.
-Sono già arrivati...-
Alice annuì seria
-Hanno fatto in fretta...-
Isabella stinse la mano a pugno
-Non hanno di certo perso tempo...-
-Forse è meglio scendere...-
La ragazza annuì come un automa e si diresse verso la porta
-Edward...- sussurrò -credo sia meglio che venga anche tu...-
Ancora intontito a causa delle emozioni che stava provando prima che il
mondo avesse deciso di crollare, Edward, seguì Bella e Alice
fino al piano di sotto, insolitamente pieno.
Tutti i componenti della famigli erano in fila ai piedi delle scale
mentre, di fronte a loro, c'erano cinque figure incappucciate.
-E' venuto persino lui...- sentì sussurrare Bella.
Prima che potesse chiedere spiegazioni quello che sembrava il capo
della spedizione fece un passo avanti scoprendosi il capo.
-Aro...- constatò Bella impassibile.
-E' sempre un piacere vederti Bella- fece lui con voce morbida
-è passato molto tempo dalla tua ultima visita...-
-Ma guarda...non me ne sono accorta...- gli rispose sprezzante
Un'altra figura si fece avanti, minacciosa
-Vedi di abbassare la testa, non mi pare che tu sia in una situazione
molto rosea Bella mia...-
-Vedi di cucirti quella bocca Felix-
-Vediamo di calmarci tutti...- s'intromise una terza voce, delicata
quanto infantile.
Aro guardò la figura più bassa con un moto
d'affetto
-Grazie mille Jane...ora ci penso io...-
Tornò a rivolgersi a Bella
-In effetti Felix ha ragione...quello che hai fatto non è in
linea con la condotta che abbiamo adottato per il nostro lavoro-
Lo sbuffo di Emmett venne ignorato
-Hai ucciso un essere umano senza la dovuta autorizzazione e ti sei
rifiutata di uccidere il tuo vero obiettivo arrivando persino a
proteggerlo-
Per la prima volta il suo sguardo sereno viaggiò sull'unico
umano presente
-Tu dovresti essere Edward...vieni avanti-
Incapace di disobbedire fece un passo verso di lui.
Bella ringhiò sommessamente
-Tranquilla Isabella...- ridacchiò -non intendo fargli
niente, sono solo curioso-
Gli girò intorno una volta come a volerlo valutare prima di
piazzarsi di fronte a lui
-E' innegabilmente bello per essere un umano...ciò non
toglie
che io non capisca per quale motivo Bella abbia voluto risparmiarti...-
-E' il suo compagno.... s'intromise sommessamente Carlisle
-Prego?- scappò ad Edward incapace di capire la situazione
in cui si era improvvisamente trovato -come sarebbe a dire...compagno?-
-I vampiri- spiegò pazientemente -non provano i sentimenti
degli umani con la stessa intensità e frequenza. Se voi
potete innamorarvi più volte a noi non è
concesso. Troviamo un solo compagno per la nostra esistenza eterna ed
è rarissimo che capiti due volte. Non è chiaro
quale sia la causa scatenante di questo fenomeno ma quando un vampiro
trova un compagno ha ben poche scelte...-
-Come ha detto Carlisle le opzioni per Isabella sono essenzialmente
due- riprese Aro -Può trasformarti in un vampiro e farti
entrare nella corporazione o...-
-o..?-
Aro non diede segno di voler continuare il discorso guardando
intensamente Bella.
Lei abbassò lo sguardo
-oppure...- terminò comunque -dovrà ucciderti;
non possiamo permettere che una distrazione così grande
porti conseguenze negative sul suo lavoro-
-U-uccidermi...?- ripeté tremante -ma voi siete pazzi!
Uccidere per una cosa del genere...!!!-
Il sorriso sinistro di Felix bloccò le parole che stavano
per uscire
-Credo che tu non abbia capito la situazione in cui ti trovi...qui non
ci troviamo in un tribunale o in un riunione tra esseri umani. Noi
siamo vampiri...assassini per natura...-
-Ora però vediamo di calmarci...- sorrise Aro -non
è detto che Bella debba scegliere solo tra queste due
opzioni...-
Tutti lo guardarono increduli
-Cosa intendi?-
-Che c'è un'alternativa...-
Nessuno sembrava capire dove volesse andare a parare tranne Bella che
strinse i pugni con forza
-Aro...-
Lui le sorrise amabile
-Bella...spero tu possa riconsiderare, a questo punto, la proposta che
ti feci qualche decennio fa...-
-Aro...-
-Pensaci...è l'unica opzione che ti rimane...non credo tu
voglia morire...o uccidere il bel ragazzone qui...- alluse facendo un
cenno con il capo in direzione di Edward.
Gli altri componenti della famiglia Cullen li guardarono irritati e
interrogativi.
-Bella...cosa intende?-
La giovane chinò nuovamente la testa evitando di guardarli
-Mi stanno dando la possibilità di uscire pulita da queata
storia senza che nessuno di voi ne subisca le conseguenze...-
-Questo lo abbiamo capito...ma...-
-Bella...cosa vogliono che tu faccia?-
La voce della ragazza fu poco più che un sussurro
-Vogliono che me ne vada, che mi unisca a loro...-
Quando, diverse ore dopo, Isabella raggiunse la casa dei Masen tutto
era tranquillo.
Non perse tempo a controllare eventuali guardie o sensori, non ne aveva
il tempo; se fossero scattati sarebbe stata comunque più
veloce dei soccorsi.
Doveva vederlo; almeno per l'ultima volta.
Il giovane era sdraiato scomposto sul letto, apparentemente
addormentato.
Ammirò per l'ultima volta la bellezza e ricordò
tutti i momenti passati con la persona che le aveva sconvolto
l'esistenza così tanto.
Gli scostò la solita ciocca ribelle da davanti gli occhi e
fece scorrere la punta delle dita su una guancia.
-Edward...-
Ebbe come la sensazione che una lacrima le scivolasse lungo la gota
fino al mento per poi cadere sul viso del giovane.
Appoggiò delicatamente le labbra sulle sue.
-Addio...-
Il giovane si tirò a sedere sfiorandosi le labbra con le
dita.
Una lacrima scivolò su una guancia subito seguita da altre,
incapaci di essere trattenute.
-Addio...mio angelo-
..................................................................................................................................................non
so
cosa dire.................
Ho praticamente fatto un anno di assenza
ingiustificata!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
vabbé....mi giustifico ora....
E siete pregati di non ridere, ok?
o piangere...
nemmeno dispiacersi è nelle opzioni.
Ci siamo capiti?
bene, allora comincio.
Sono stata costretta a ritirarmi da scuola a due mesi dalla fine per le
troppe assenze, in accordo con tutti i professori.
Ho passato quasi 3 mesi in ospedale perché continuavo a
svenire...e nessuno ne capiva la causa scatenante.
Quindi ora mi sto curando e sono a casa sicuramente fino a settembre.
Quindi ho deciso di riprendere a pubblicare le mie fic...
E
quindi..............................................................finalmente
conoscerete la fine di questa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Contenti, Contenti, Contenti, Contenti, Contenti, Contenti, Contenti!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!!
AliasNLH
mux: sono
contenta che ti piaccia!!!! Mi dispiace veramente di averla trascurata
così tanto....d'ora in poi l'aggiornerò molto
più
spesso!!! Spero i ricevere altre recensioni da parte tua!! Kiss
Rowen_Cullen:
Alice non sarebbe lei se non fosse così! E temo che stavolta
sia io a dovermi scusare per il ritardo....
Bilu_emo:
mi
sa che ti ho fatto aspettare un po'
troppo....scusa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Giuro che non succederà
più!!! (crocettini xk non si sa mai...) Baci
Helen Cullen:
E' bello
sentirti e sono contenta che le mie versioni dei loro incontri ti siano
piaciute...e ti dico una cosa...ne farò delle fic di qualche
capitolo per ognuna...quella a cui stò lavorando ora
è su
Alice e Jasper, si intitolerà "Speranza di vita"
BloodScarlett:
che ne dici come seguito...? agghiacciante, vero? mi sa che ti lascio
con un po' di suspence...ci vediamo al prossimo capitolo!
Muhahahahahahahahahahah...cofcofcofocof....
E adesso un enorme
grazie per coloro che hanno messo Assassin tra i preferiti
Anche uno per chi
l'ha messa tra le storie seguite...
E infine un grazie
speciale per coldrina
che l'ha messa ANCHE tra le storie da
ricordare!!!
Arigatoooooooo!!!!!!!!!
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Capitolo 18 *** Four Years Later ***
Assassin
Four Years Later
Il silenzio quasi sacro
che regnava intorno a quella casa isolata nel verde sembrò
quasi spezzarsi nel
momento in cui una macchina argentata entrò nel vialetto che
portava al suo ingresso.
Il conducente scese senza
una parola e senza guardarsi intorno, sicuro che, in ogni caso, non avrebbe visto nessuno
né niente di
diverso dal normale.
Il vento scompigliò
gentilmente i corti capelli ramati facendolo rabbrividire nella leggera
felpa
azzurra.
L’inverno non aveva la
benché minima intenzione di lasciare il passo alla primavera
così facilmente.
Raggiunse con sollievo il
portico della casa e suonò il campanello più per
educazione che per altro; gli
occupanti di quella casa così sperduta nel nulla si erano
sicuramente già
accorti del suo arrivo.
Quindi, senza aspettare
una risposta aprì la porta d’ingesso e si diresse
nella sala dove di solito li
trovava intenti a svagarsi quando non erano al lavoro.
Il salone era
completamente immerso nell’oscurità del tardo
pomeriggio e non dava cert l’idea
di essere abitato.
-Ma non c’è nessuno?-
chiese retorico e anche deluso.
Per lui quello era un
giorno importante e quelli che in teoria sarebbero dovuti essere gli
esseri più
vicini a lui (dopo sua madre) non si facevano neanche vivi?
Sbuffò e, in mancanza di
altro non si fece scrupoli a gironzolare in quella casa che ormai
conosceva
come le sue tasche.
Represse un sorriso
malinconico quando si rese conto di essere finito, ancora una volta, si
fronre
a quella porta.
-…-
Cercò inutilmente di
resistere alla tentazione di aprirla.
Quella porta non aveva
nulla a che vedere con lui, non si sarebbe certo lascito fregare
ancora! Lui
l’aveva superata e non aveva certo intenzione di tornare
indietro per rovinarsi
ancora la vita!
Lui era diventato forte!
Non avrebbe più ceduto!
Non l’avrebbe mai più
fatto…
Mai…
…
…
…!!!!!
Rassegnato mise una mano
sulla maniglia e entrò.
Una luce forte rischiò di
accecarlo, ormai abituato all’oscurità perenne del
corridoio
-Tanti Auguri!! Buon
compleanno Edward!!!-
Lui sorrise tra le dita
della mano che aveva usato per schermarsi.
C’erano tutti, non si
erano dimenticati!
Alice e Esme che
correvano verso di lui in una gara a chi fosse stata la prima ad
abbracciarlo
per fargli gli auguri, Jasper con dei festoni in mano che gli sorrideva
e Carlisle
che stava tagliando una torta a tre pini, decisamente troppo grande
visto che
avrebbe dovuto mangiarla da solo…
-Rose e Emm?- chiese
cercando di districarsi dagli abbracci delle due donne
-Sono fuori per un lavoro
nel New Jersey si scusò Esme dispiaciuta –ma hanno
detto che ce la fanno a
tornare entro oggi, giusto per farti gli auguri in tempo-
Edward sorrise.
Non avrebbe potuto
scegliere di passare un miglior ventunesimo compleanno.
-Forse…- sussurrò
malinconico prima di lanciarsi nei festeggiamenti.
-Tanti auguri Edward, con
tutto il cuore…-
Il giovane sorrise
dolcemente alla madre che, nonostante la malattia che la costringeva a
letto,
aveva cercato di organizzargli una sorpresa per il suo rientro.
Prese i pacchetti con cui
era tornato dalla festa dei Cullen e uscì dalla stanza per
farla riposare.
Sua madre era peggiorata
nell’ultimo anno ed era raro vederla nuovamente in piedi
decisa a cucinargli i
suoi piatto preferiti.
Il sorriso scomparve dal
suo volto una volta che si chiuse la porta della camera da letto elle
spalle.
Non poteva continuare
così, doveva trovare una soluzione.
Suo padre aveva
acconsentito a lasciarlo vivere ancora con la madre solo
perché pensava che
ormai la sua vita fosse giunta la capolinea e non trovava giusto che la
moglie trascorresse
in solitudine i suoi ultimi anni.
Ma ora che sembrava dare
segni di ripresa aveva ricominciato e fare pressioni perché
Edward lo
accompagnasse nei suoi viaggi d’affari per poi essere in
grado di succedergli
quando fosse giunto il momento.
Ma lui non poteva
andarsene…
E non solo per sua madre…
Quella mattina, prima di
andare all’università aveva fatto una deviazione
per il cimitero e si era
fermato davanti ad una certa tomba.
Il solo rivedere quel
viso, anche se in forma umana, gli aveva fatto capir quanto fosse
realmente
forte il desiderio di rimanere in quella sonnacchiosa cittadina che era
Forks
per aspettarla.
Sempre se sarebbe mai
tornata.
Erano già passati quattro
anni e, a detta dei membri della famiglia Cullen, sarebbe stato inutile
aspettare
ancora.
Avevano detto che nella
Guardia, presso i Volturi, il tempo sembrava scorrere in modo
diffrerentee che
Bella sarebbe benissimo potuta tornare centinaia di anni dopo senza che
si
accorgesse dello scorrere del tempo.
Dicevano che si è così
tanto presi dal lavoro che i ritmi venivano continuamente cambiati.
Jasper aveva detto che
quando lavorava ancora per Aro aveva avuto l’impressione di
averlo servito per
pochi mesi quando in realtà era passato un secolo.
Avevano anche detto che
la Guardia ti cambia, e che se anche Bella fosse tornata a breve nulla
sarebbe
stato più come prima.
Avevano detto molte cose
ma a lui non importava, l’avrebbe aspettata, anche a costo di
rimanere ancorato
in qual posto fino alla morte.
Si chiese se qual
sentimento fosse così forte proprio perché si era
innamorato di un essere
leggendario o solo perché semplicemente era amore…
Ancora vestito spense la
luce e si stese sul letto esausto.
L’avrebbe aspettata.
E questo era quanto!
Forse fu la leggera
brezza sul viso.
O magari la familiarità
della scena.
Fatto sta’ che spalancò
gli occhi con la sensazione di non essere solo nella stanza.
Ricordava bene di non
aver mai aperto la finestra eppure ora eccola lì,
leggermente socchiusa.
Si tirò a sedere
imponendosi di calmarsi e di smetterla di fantasticare.
Presupposti che andarono
miseramente in fumo quando scorse una siluette scura confondersi con il
muro.
-Bella…?- chiese in un
certo senso speranzoso.
La figura si fece aventi
con un atteggiamento che catalogò subito come dispiaciuto.
Ora poteva chiaramente
vedere le curve prosperose e i lunghi capelli dorati di Rosalie.
Sbuffò sentendosi uno
stupido.
Ma cosa aveva pensato?
-Mi dispiace Ed…-
sussurrò lei sedendosi sul bordo del letto –ero
venuta solo per farti gli
auguri…non avevo immaginato che avrei potuto…-
Lui alzò una mano per
fermare le scuse e le sorrise
-Tranquilla Rose…è tutto
a posto, mi hai solo colto di sorpresa…-
Le lo fisso contrita
prima di sporsi maggiormente verso di lui.
-Ti fa gli auguri anche
Emmett e si scusa perché non è potuto
venire…abbiamo avuto un piccolo problema
durante la missione…-
Edward accantonò i suoi
pensieri per concentrarsi completamente sulle parole
dell’amica.
Non era mai successo che
quella parola uscisse dalle sue labbra, specie se abbinata alla parola
lavoro.
-Cos’è successo?- chiese
allarmato
Lei abbassò lo sguardo
consapevole di essersi lascita sfuggire un’informazione che
non avrebbe dovuto
raccontargli
-Ma niente…solo…-
-Cosa è successo!- esclamò
deciso.
Lei sospirò conscia del
fatto che non l’avrebbe lasciata andare fin a che non avesse
parlato.
-Eravamo quasi riusciti a
portarla a temine- cominciò tirando a fatica le parole fuori
–quando per errore
non ci siamo imbattiti in un gruppo che come noi aveva il compito di
uccidere
quegli uomini. Prima che riuscissimo anche solo a muoverci una di loro
aveva
già finito il lavoro con una precisione e
un’efficienza che sono pochi
possiedono. Noi, invece, siamo stati visti come una minaccia e siamo
stati
attaccati dai suoi compagni.
Prima che tutto si
chiarisse Emmett è stato ferito. Niente di grave,
tranquillo- si affretto a
precisare vedendo l’espressione di Edward – ora
sarà già stato guarito, ma non
è questo il punto…-
Edward la guardò
interrogativo.
Lei sospirò.
-Conosco un solo Vampiro
in grado di fare da solo ciò che ha fatto oggi. Solo una-
precisò calcando
sull’ultima lettera.
La consapevolezza si fece
strada nel cuore e nella mente del giovane che cominciò ad
aumentare i battiti.
-Bella…- sussurrò come in
trance –è tornata…-
-Esattamente- s’intromise
una voce fredda facendoli voltare.
E
voilà!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ho finalmente postato il
capitolo successivo!
Contenti?
Non vi ho fatto aspettare
un anno stavolta…
(risatine per evitar di
contrariare l’autrice)
Spero vi sia piaciuto ^.^
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
AliasNLH
Austen95:
che ne dici come seguito...? agghiacciante, vero? mi sa che ti lascio
con un po' di suspence...chissà di chi è quella
voce fredda...ci vediamo al prossimo capitolo!
Muhahahahahahahahahahah...cofcofcofocof.... p.s. grazie per la
recensione!!!!!!!!!!!
E adesso un enorme
grazie per coloro che hanno messo Assassin tra i preferiti
Anche uno per chi
l'ha messa tra le storie seguite...
Arigatoooooooo!!!!!!!!!
|
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Capitolo 19 *** Complicazioni ***
Complicazioni
La
figura che si stagliava
nell’oscurità non era molto diversa da quella che
Edward aveva visto poco
prima, all’arrivo di Rosalie.
Ma
questa volta la bionda
era di fianco a lui, ugualmente stupita.
Possibile
che nemmeno lei
l’avesse sentita arrivare?
Chi
poteva fare una cosa
del genere?
Quale,
tra tutte le
creature viventi di questa terra, poteva eludere così
abilmente i sensi di un
vampiro?
Chi?
A parte un altro
vampiro ovviamente.
Ma
allora non si trattava
più di esseri viventi…
La
figura fece dei
piccoli passi avanti per portarsi nella piccola area illuminata.
-Ma
come…potrei
offendermi…-
Edward
deglutì al sentire
nuovamente quella voce
Così
controllata. Così
fredda. Così…sensuale.
-Bella…-
La
luce illuminò i suoi profondi
occhi neri cerchiati da occhiaie violacee e le labbra sottili stirate
in un
sorrisino derisorio.
-Bene…almeno
tu non ti
sei dimenticata di me…-
Il
giovane scosse la
testa ancora incapace di parlare.
Finalmente la sua Bella era
tornata e tutto
quello che era in grado di fare era guardarla e starle lontano.
Perché?
Bella
gli si avvicinò allungando
una mano nella sua direzione.
Quante
volte aveva
sognato che lo facesse?, si chiese Edward, Per quanto aveva aspettato
quel
momento?.
Perché
ora gli sembrava
minacciosa?
La
voce di Rosalie tornò
a spezzare il silenzio.
-Cosa
ci fai qui?-
Bella
la guardò di
sfuggita, come se non la ritenesse degna di nota, sempre sporta verso
di me.
Perché
desideravo
allontanarmi?
Lei
era o non era la mia
Bella?
Perché
mi faceva paura?
-Allontanati
da lui-
Nella
nebbia che era
scesa a coprire il mio cervello le parole della bionda suonarono come
vuote.
Perché
le stava chiedendo
di non venirmi vicino?
Lei
era la mia Bella.
Un’altra
voce si fece
largo tra i miei pensieri confusi, una voce che conoscevo bene, la mia.
-Lei
era…non è…-
La
mora mi squadrò
interrogativa e divertita.
Poi
scoprì i canini allungati
in un ghigno malevolo.
E
si lanciò su di me.
Mi
sembrava quasi un
flash-back.
Come
quella volta che
aveva ucciso Mike.
Non
riuscivo a seguire i
suoi movimenti né, tantomeno, quelli di Rosalie che si era
gettata tra di noi
per proteggermi.
Ma
sapevo che non stava
avendo la meglio.
Lo
sapevo perché alle mie
orecchie giungevano i suoi lamenti.
Poi,
improvvisamente come
tutto era cominciato, vidi una di loro essere scaraventata sul mio
letto,
momentaneamente incapace di muoversi.
Bella
si sistemò i
capelli arruffati dallo scontro e, ignorando la bionda svenuta, si
avvicinò al
ragazzo.
-B..Bella…-
-Bene-
sogghignò lei
–vedo che ti ricordi il mio nome…-
Edward
deglutì
-Cosa
ti è successo?-
chiese con voce tremante -perché sei così?-
Lei
lo guardò con scherno
-Sono
un vampiro,
Edward…come altro dovrei essere?-
Lui
fece un passo
esitante verso di lei.
-Tu..-
cominciò quasi
incapace di esprimere il suo pensiero –tu non sei mai
stata..così…eri…diversa-
Gli
occhi di lei ebbero
un sussulto ed Edward notò chiaramente delle leggere
sfumature dorate prima che
diventassero rossi.
-Non
capisco proprio cosa
intendi…- fece lei in tono leggero –ma vedi di non
prenderti troppe libertà, ho
ucciso per molto meno…-
Forse
fu proprio questa
insolita leggerezza che non aveva mai avuto a convincere il cervello
del
giovane a fare, forse per la prima volta, quello che il cuore
desiderava.
Bella
era così vicina che
poteva sentire il suo respiro freddo e leggero.
Si
sporse semplicemente
il avanti, chinandosi quel tanto che bastava per far combaciare le loro
labbra.
Avevo
come l’impressione
di vedere tutto ciò che mi circondava da dietro un paravento
semitrasparente
rosso.
Rosso
sangue.
Ma
allora perché quegli
occhi così verdi non ne risentivano?
Tutto
ciò che mi aveva
circondata negli ultimi anni era freddo, inconsistente e crudele.
E
allora per quale motivo
le labbra che mi stavano a mala pena sfiorando erano così
calde e morbide.
In
un attimo mi resi conto
di quello che avevo fatto.
Di
quello che avevo
permesso ai Volturi di farmi.
Gli
avevo permesso di
comandarmi, di piegarmi, di farmi dimenticare l’unica cosa
che non avrei mai
dovuto allontanare dalla mia mente.
Ripercorsi
in quei pochi
millesimi di secondo le stragi e il dolore che avevo lasciato alle mie
spalle
per ordine di quelli che si erano proclamati i miei padroni.
Senza
quasi rendermene
conto sporsi leggermente le labbra in una pallida risposta a quelle
così calde
così familiari e allo stesso tempo sconosciute.
Sentii
il corpo della
persona di fronte a me vibrare e stringermi con maggiore forza
approfondendo il
tocco in qualcosa di più intimo, mai provato prima.
Fu
solo quando avvertii
chiaramente la lingua di lui sfiorarmi il labbro superiore che mi
decisi ad
aprire gli occhi.
Quegli
occhi verdi mi
fissavano con sollievo e…amore?
Riuscii
a vedere la
carnagione chiara della pelle anche se in quel momento era arrossata in
zona
guance.
E
gli scarmigliati
capelli rossicci.
Se
fossi stata umana,
probabilmente, sarei scoppiata in lacrime al riconoscere, finalmente,
quel
viso.
-Edward…-
sussurrai
-Bentornata
a casa
piccola…-
Quando
Rosalie riprese
conoscenza, non più di tre secondi dopo averla persa, si
accorse che qualcosa
di fondamentale era cambiato.
Edward
stringeva Bella
tra le braccia, circondandola completamente come per proteggerla da
ciò che la
circondava.
Lei
alzò gli occhi
intrecciandoli a quelli di lui, lucidi.
Fu
allora che se ne
accorse: erano tornati dorati.
Non
rossi, né
neri…dorati.
La
loro Bella era
finalmente ritornata a casa.
E,
sicuramente, non
l’avrebbero mai più lasciata andare.
Anche
a costo di dover
combattere contro tutta la Confraternita.
Edward
la allontanò
leggermente dal suo petto per poterla guardare meglio.
Le
sorrise.
-Mi
sei mancata…-
-Oh…Edward…-
-Stà
sicura che stavolta
non ti lascerò andare-
-Tranquillo,
non intendo
andarmene…però…-
-Cosa?-
le chiese
allarmato.
Che
problema c’era
ancora?
Lei
sorrise contrita
allontanandosi.
-Non
fai bene a starmi così
vicino, non ho ancora…mangiato…-
Edward
ci mise un po’ per
rendersi conto dell’assurdità della scena.
Poi
rise.
-Tranquilla,
vai pure…ma
vedi di tornare presto da me…-
-Promesso…-
Stava
quasi per baciarla
nuovamente quando la porta della sua camera si aprì di
scatto.
Il
genitore squadrò
severamente il figlio, fermo in mezzo alla stanza in piedi e il letto
disfatto.
-Anthony,
cosa stavi
facendo?-
Il
giovane guardò
automaticamente il letto ed abbassò le braccia quasi avesse
tentato di
abbracciare l’aria.
-Nulla
padre…- rispose
con la sua solita voce apatica, tipica di quando rispondeva al genitore.
Ma
questa volta c’era
qualcosa di più.
L’uomo
non ci fece caso
limitandosi a lanciargli un’altra occhiata storta.
-Non
importa, vedi
comunque di preparati, domani partiamo. Non è un bene che tu
rimanga ancora a
lungo con tua madre, specie se le manca così poco da vivere-
Per questo capitolo ci ho
messo ancora meno tempo!!!
Si vede che ci sto
riprendendo la mano!!!!
(E CHE HAI UN SACCO DI
TEMPO LIBERO!!! ndEmm
Piantala di rompere o la
prossima volta non ti faccio guarire così in fretta ndA
….-silenzio di tomba-…
ndEmm)
Come dicevo…ecco a voi il
diciannovesimo capitolo!!!!!!!!!
Alla prossima!!!
Approposito…quasi
dimenticavo…in tutto i capitoli saranno….22!!!
Quindi ma sa che ci stiamo
avvicinando alla
fine…sigh…sob….prrrrrrrrrrrrrrrrr .
Grazie Emm -
restituendogli il fazzoletto.
AliasNLH
Austen95:
grazie, grazie, il mio ego si gonfia. Spero che anche questo capitolo
ti piaccia!!!! Kisses
E adesso un enorme
grazie per coloro che hanno messo Assassin tra i preferiti
Anche uno per chi
l'ha messa tra le storie seguite...
E ovviamente anche
coloro che l'hanno messa tra le storie da ricordare
Arigatoooooooo!!!!!!!!!
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Capitolo 20 *** Fuoco del dolore ***
Il
fuoco del Dolore
Il genitore squadrò severamente il
figlio, fermo in mezzo alla stanza in piedi e il letto disfatto.
-Anthony, cosa stavi facendo?-
Il giovane guardò automaticamente il
letto ed abbassò le braccia quasi avesse tentato di
abbracciare l’aria.
-Nulla padre…- rispose con la sua
solita voce apatica, tipica di quando rispondeva al genitore.
Ma questa volta c’era qualcosa di
più.
L’uomo non ci fece caso limitandosi a
lanciargli un’altra occhiata storta.
-Non importa, vedi comunque di
preparati, domani partiamo. Non è un bene che tu rimanga
ancora a lungo con tua
madre, specie se le manca così poco da vivere-
In quello stesso
istante, ma molte miglia più lontano, due donne stavano
correndo troppo veloci
perché chiunque potesse vederle.
Due vampire.
Bella e Rosalie.
La prima correva
lasciando che tutte le sue energie convogliassero nelle gambe per
ritornare
presto a casa.
Per rivedere parte di
quello che le era mancato in quei lunghi anni, troppo freddi per aver
voglia di
rivangarli nuovamente.
Correva veloce, tanto
che la compagna faceva una seria fatica a starle dietro.
Nonostante le stessa
situazione fisica si intende...essere morte per lo meno non ti
permetteva di
sentire né la fatica né la stanchezza.
Sapeva che prima
fossero tornate a casa e prima avrebbe potuto rivedere Edward.
Un sorriso tornò a
farsi strada sul suo viso provato.
-Mi sei mancata- la
bionda spezzò il silenzio creatosi senza guardarla -Esme per
poco non impazziva
dal dolore...per non parlare di Edward...veniva tutti i giorni...-
Bella la guardò e
sorrise rassicurante; non c'era bisogno di aggiungere nulla.
Sapeva cosa Rosalie
stesse cercando di dirle.
-Quindi vediamo di
muoverci- riprese imbronciata per le parole che aveva appena
pronunciato -tutti
vogliono almeno abbracciarti prima che tu sparisca nuovamente tra le
braccia di
quel poveretto!-
Isabella rise forte.
-E' bello essere a
casa-
-E' bello riaverti...-
-Oddio...BELLA!!!-
La giovane non fece
nemmeno in tempo ad entrare in casa che una furia bionda le si
aggrappò al
collo con una tale forza che se non fosse stata quello che era sarebbe
finita
contro il muro completamente affratturata.
-Esme...-
-Bella...- ripeté lei
tra i singhiozzi desiderando per la prima volta poter piangere solo per
sfogare
il suo sollievo -sei tornata!-
La mora sorrise
dolcemente circondandole la vita con le braccia -scusa...-
Guarda che le scuse non
le devi solo ad Esme- fece una voce dolce nonostante il disappunto -ci
saremmo
anche noi...-
-Alice...- commentò
l'altra semplicemente incapace di liberarsi dall'abbraccio della bionda
guardandola avvicinarsi con Jasper.
-Oh! Al diavolo!!!-
gridò Alice incapace di rimanere anche solo un altro attimo
arrabbiata e
gettandosi in un violento abbraccio collettivo -non ce la faccio
proprio!!!
sono così contenta di riaverti qui!!-
Ancora una volta in
quella serata Bella si trovò a ringraziare il fatto di
essere un vampiro.
-Dove sono gli altri?-
chiese non appena le due donne la lasciarono "respirare"
-Bhe...- fece Jasper
-Emm è in camera sua, ad aspettarti oltretutto- fece poi
guardando Rosalie -ma
mi ha detto di dirti che ti darà una lezione non appena
tutte le smancerie si
saranno placate-
-CI PUOI GIURARE!!- si
senti arrivare dal piano superiore
Tutti ridacchiarono
-Vado da lui- disse
Rosalie semplicemente facendo una carezza alla mora mentre passava - ci
vediamo
dopo...-
Bella annuì prima di
volgere nuovamente l'attenzione a Jasper
-E Carlisle?-
I volti dei presenti si
fecero improvvisamente scuri
-E'...è in salotto...-
fece Esme guardando Japer preoccupata -con Aro...-
-Cosa c'è sotto?-
Le parole del figlio lo
fecero sobbalzare.
Non si aspettava certo
una razione del genere; si aspettava cha chinasse i capo contrito e gli
chiedesse con voce sommessa di poter rimanere adducendo come scusa la
madre e
il desiderio di finire l'università in quel luogo
dimenticato da Dio.
Non certo che gli
chiedesse con voce sprezzante il vero motivo della loro partenza
guardandolo
negli occhi.
Quello fu forse il
premo momento in cui guardò per la prima volta suo figlio.
Trovandolo ben diverso
da anni prima.
Quando, precisamente,
si era fatto così alto tanto da essere costretto ad alzare
il viso per
guardarlo negli occhi?
E quando, sotto i suoi
occhi, erano spuntate quelle occhiaie che gli conferivano un'aria tanto
matura
e...da adulto?
Quando, in che momento
di tutti quegli anni, Anthony era diventato un uomo?
Edward?
-Come sarebbe? Non c'è
niente sotto...non capisco cosa tu stia dicendo...-
-Non prendetemi per un
ingenuo, padre- soffiò facendo sobbalzare il genitore -so
perfettamente che non
è solo per la mamma che volete andarvene...quindi, vi
riformulo la domanda in
un modo più comprensibile: cosa nei vostri affari
è andato storto?-
Tutto...si aspettava di
tutto ma certamente non quello.
Come faceva a conoscere
quei dettagli?
-Non...-
-Andiamo, padre- lo
interruppe sarcastico -non crederete certo che io non sappia nulla dei
vostri
sporchi affarucci con...-
-ANTHONY!- gridò quasi,
incredulo e scandalizzato -come ti permetti di rivolgerti a me con
questo tono!
sono tuo padre e per tutto quello che ho fatto per te merito...-
-Per me non hai fatto
nulla- sibilò abbandonando ogni formalità -tranne
che umiliarmi, non credo di
doverti nulla-
-Anth...- cercò di dire
scandalizzato prima di venire interrotto nuovamente
-Il mio nome è Edward,
se non ti dispiace, preferirei che lo usassi-
Improvvisamente privo
di energie il genitore si sedette sulla poltrona più vicina
fissandolo come se
avesse visto un fantasma.
Improvvisamente
consapevole della nuova maturità raggiunta da quel ragazzo
che aveva sempre
considerato meno di niente.
Improvvisamente
incapace di combattere questo nuovo Edward che era cresciuto tutto d'un
pezzo.
Improvvisamente
sconfitto.
Chinò la testa
sorridendo tristemente.
Come aveva fatto a
perdersi la crescita del suo unico figlio?
Fece per dire qualcosa
quando un rumore li fece sobbalzare.
Un'esplosione nella
parte Ovest della villa.
E un grido angosciato.
-Mamma!-
Mentre correva Bella
non era in grado di sentire nulla.
Non le rassicurazioni
di Rosalie sul fatto che sarebbero arrivati in tempo.
Non le parole pacate di
Carlisle.
Non le battute nervose
di Emmett che non riusciva proprio a vederla in quello stato.
Non gli sguardi
preoccupati di Esme al suo fianco.
Né il respiro
tranquillo, tipico di chi respira solo per abitudine e non ne cambia
cero il
ritmo per una corsa di Jasper e Alice.
E sicuramente non
sentiva le parole prive di sentimento e vuote di scuse di Aro.
Non sentiva nulla.
Niente che non fosse
l'odore di bruciato che li guidava.
E la risata di Edward
nei suoi ricordi.
Erano arrivati troppo
tardi.
Della splendida villa
dei Mason non era rimato nulla se non cenere a pezzi mezzi carbonizzato
che
davano ancora qualche fiamma, le ultime superstiti e che gli umani si
stavano
dando tanto da fare per domarle.
A Bella cedettero le
ginocchia e si accasciò a terra incapace di fissare
null'altro che non fossero
ceneri fumanti
E corpi carbonizzati.
Uno di essi era quello
di Edward.
Era troppo tardi per
salvarlo.
Aro le si avvicinò
posandole una mano sulla spalla come aveva fatto tante volte negli
ultimi anni.
-Mi dispiace
Bella...non avevo idea che Felix potesse compiere un gesto del
genere...-
-Dovevate tenerlo sotto
controllo- fece dura Alice -sapevate benissimo quello che passava nella
tesa di
quello squilibrato...-
-Ma non avevo certo
idea che avrebbe ucciso Edward pur di avere Bella solo per
sé!- le rispose
esasperato.
-Isabella- fece
improvvisamente l'interessata ghiacciandolo tanto era freddo il suo
tono di
voce -solo Edward poteva chiamarmi Bella...questo è...era
suo-
Aro distolse lo sguardo
incapace di reggere il dolore e la disperazione in quello di lei.
-Mi dispiace- ripeté,
forse per la prima volta sincero -non ho scusanti-
E, detto questo, se ne
andò.
Lasciando quel luogo
che sapeva di morte e che per una volta si sentiva ingiustificato ad
averla
portata.
Quella famiglia unita
nel cercare di lenire la disperazione di quella ragazza, troppo
giovane, anche
per un vampiro, per perdere l'amore.
E soprattutto da quella
stessa ragazza che, accasciata a terra, sembrava incapace di intendere
e volere
tanto era il dolore.
AliasNLH
Allora….inizio col dire
che sono appena arrivata dall’Inghilterra e lì non
avevo il computer…ho passato
un sacco di tempo tra inglesi, russi e francesi e devo dire che mi sono
rifatta
gli occhi hihihihi….
In ogni caso questo è
il terzultimo cap, spero che vi sia piaciuto!
E vi lascio in sospeso
dicendo che non ho ancora deciso LA
FINE…cioè…ne ho scritte
due…una in cui
Edward si salva miracolosamente in un modo che non potete nemmeno
immaginare (è
un modo velato per invitarvi a farlo per chi non lo avesse capito) o un
altro
ben meno allegro…tutto da immaginare pure
questo…quale preferite?
Me ghigna
Quanto sn sadica!!!!!!!
yaoista_tendoXD:tranqui,
l’importante è che tu abbia commentato il cap
precedente e spero che tu faccia
lo stesso con questo J sono
anko
indecisa sul finale
Austen95:Non
potevo
lasciare belle lontana ancora a lungo, ti pare? Povero
eddie…tendo a farlo
soffrire…spero di sentirti ancora
LadyGlam:
sono
contenta che ti sia piaciuta tanto da averla letta tutto d’un
fiato!!!! Spero
che il seguito ti abbia soddisfatta e ti invito ad aiutarmi a decidere
il
finale….hihihihi…in bocca al lupo
E adesso un enorme grazie per coloro
che hanno messo Assassin tra i
preferiti
1
- 7mc
[Contatta]
2 - acqua1879
[Contatta]
3 - alexandrathebest
[Contatta]
4 - Allen_Anne_Black
[Contatta]
5 - annina91
[Contatta]
6 - Araiha
[Contatta]
7 - aras95
[Contatta]
8 - Austen95
[Contatta]
9 - Bella4
[Contatta]
10 - Bilu_emo
[Contatta]
11 - BloodScarlett
[Contatta]
12 - egypta
[Contatta]
13 - eonys
[Contatta]
14 - flavia93
[Contatta]
15 - giggio
[Contatta]
16 - Helen
Cullen
[Contatta]
17 - KikyCullen
[Contatta]
18 - kira
chan88 [Contatta]
19 - kira988
[Contatta]
20 - kokochan
[Contatta]
21 - lady
bella [Contatta]
22 - Lady
blue [Contatta]
23 - LadyGlam
[Contatta]
24 - Lavinne
[Contatta]
25 - Les
[Contatta]
26 - LoLiNa89
[Contatta]
27 - lupacchiotta_mannara
[Contatta]
28 - Miyu
[Contatta]
29 - MizzCamilla
[Contatta]
30 - NENACHAN
[Contatta]
31 - niky_d
[Contatta]
32 - NocturneViolin
[Contatta]
33 - novilunio
[Contatta]
34 - pami2812
[Contatta]
35 - patatapiccolina
[Contatta]
36 - pazzerella_92
[Contatta]
37 - piccolakia
[Contatta]
38 - ramoso
[Contatta]
39 - Rosalie_Hale_Cullen
[Contatta]
40 - Rowz
[Contatta]
41 - sara2087
[Contatta]
42 - Shavanna
[Contatta]
43 - summer612
[Contatta]
44 - sunsunset
[Contatta]
45 - suxpicci_89
[Contatta]
46 - Toru85
[Contatta]
47 - valemyni
[Contatta]
48 - willina
[Contatta]
49 - _chocola_
[Contatta]
Anche uno
per chi l'ha messa tra le storie seguite...
1
- alice91
[Contatta]
2 - aquizziana
[Contatta]
3 - coldrina
[Contatta]
4 - cristycar
[Contatta]
5 - cullen_miri
[Contatta]
6 - Dancer21090
[Contatta]
7 - debby
92 [Contatta]
8 - deisy87
[Contatta]
9 - Fantasy_Mary88
[Contatta]
10 - feyilin
[Contatta]
11 - GingerBread
[Contatta]
12 - giulya95
[Contatta]
13 - Lucry_95
[Contatta]
14 - Lully
Cullen
[Contatta]
15 - Martiiss
[Contatta]
16 - MaryAc_Cullen
[Contatta]
17 - Melly
Cullen [Contatta]
18 - meredhit89
[Contatta]
19 - mux
[Contatta]
20 - Opal636
[Contatta]
21 - pazzamente
unica
[Contatta]
22 - rebecca73
[Contatta]
23 - Rumy
[Contatta]
24 - Shia
[Contatta]
25 - tenerona
[Contatta]
26 - Twilly
[Contatta]
27 - underworld_max
[Contatta]
28 - ysellTheFabulous
[Contatta]
E ovviamente anche coloro che l'hanno
messa tra le storie da ricordare
1
- danyleo
[Contatta]
2 - lillina913
[Contatta]
3 - lindaesposito
[Contatta]
4 - noemi
s [Contatta]
5 - twiligherina
x
smp [Contatta]
Arigatoooooooo!!!!!!!!!
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Capitolo 21 *** Nascita di un Vampiro ***
Nascita di un Vampiro
Come sonnambula
Isabella sia alzò ignorando tutti e cominciò ad
aggirarsi per le rovine, tra
gli umani.
Incurante del pericolo
derivante dal fuoco non ancora del tutto domato.
Inconsapevole della sua
famiglia che la seguiva preoccupata.
Totalmente estranea del
fatto che si stava avvicinando l'alba e che gli umani avrebbero potuto
scoprisse la loro vera natura.
Nulla era più importane
ora che lo aveva perso completamente.
Poi, improvvisamente,
un grido la risvegliò dal suo torpore
-Venite! qui c'è
qualcuno ancora vivo!-
Prima che la sua mente
potesse anche solo comandarlo le sue gambe l'avevano portata accanto ai
soccorritori.
I capelli dell'uomo tra
le loro braccia la fecero per un attimo sperare ma non ebbe bisogno
nemmeno di
vedere il colore dei suoi occhi quando li aprì un attimo
dopo per sapere che
non era lui.
L'azzurro opaco degli
occhi di Edward Senior si fecero un po’ più vivi
mentre riprendeva conoscenza.
-Mia moglie...- riuscì
a mala pena a sussurrare, supplicante.
-E'già stata portata in
salvo....una dei pochi superstiti, molto fortunata, come lei del resto-
l'aristocratico signore
non sembrò dare peso alla mancanza di cortesia e ai modi
spicci dell'uomo che
gli aveva risposto tirando un sospiro di sollievo e chiudendo gli occhi
prima
di spalancarli nuovamente.
Dopo un momento di
esitazione tornò a fissare i suoi soccorritori.
-E...Edward...? Mio
figlio? Dov'è?-
Bella non volle sentire
la risposta preferendo rimanere nell'oblio piuttosto che affrontare al
realtà
che era appena stata creata davanti ai suoi occhi.
Purtroppo il sussurro
le arrivò lo stesso.
-Non l'abbiamo ancora
trovato....-
I singhiozzi dell'uomo
non erano che una pallida imitazione di quelli che lei aveva stretti
nel suo
cuore.
Caldo.
Bruciore in tutto il
corpo.
Puzza di zolfo.
Edward non riusciva a
sentire nient'altro.
Sapeva vagamente quello
che era successo.
La corsa nel tentativo
di salvare la madre, il padre che lo spingeva via dicendogli di uscire,
che ci
avrebbe pensato lui.
Di mettersi in salvo.
La preoccupazione negli
occhi del genitore e poi la corsa frenetica verso la porta
più vicina nel
tentativo di uscire da quell'inferno che era diventata casa sua.
Poi il crollo del
soffitto.
Ora, schiacciato dalla
via in giù, sanguinante e ustionato sapeva bene di essere ad
un passo dalla
morte.
Tuttavia tutti i suoi
pensieri non erano per sé ma per la madre, che sperava
essere in salvo, e per
il padre che non avrebbe mai creduto capace di un gesto simile.
Molto probabilmente non
lo aveva mai conosciuto veramente.
Gli venne quasi da
sorridere.
Si assomigliavano
parecchio tutto sommato.
Bella.
Il mesto sorriso s'incrinò.
Stava per morire.
Non avrebbe più potuto
rivederla....stava per lasciarla sola ancora una volta.
Ma questo sarebbe stato
un addio definitivo.
Chiuse gli occhi.
In fondo non è che
potesse fare molto altro.
-E ti arrendi così?-
Infastidito da quella
voce atona socchiuse le palpebre trovandosi davanti un vampiro.
Come lo sapeva?
Somigliava in modo
impressionante ad Aro.
-Non combatti nemmeno
per quello che desideri?-
Edward emise un gemito
di dolore sperando che se ne andasse subito.
-Chi sei?- gli sussurrò
conscio che probabilmente non sarebbe stato nemmeno cosciente per
sentire la
risposta.
Tuttavia essa lo
raggiunse comunque.
-Il mio nome è Marcus,
e conosco abbastanza bene il dolore che Isabella sta provando da non
permettere
che uno degli assurdi piani di mio fratello ne provochi altro-
E, senza apparente
sforzo, sollevò tutte le macerie che lo costringevano
sollevandolo con una
delicatezza che il ragazzo non avrebbe mai creduto possibile.
Poi un dolore al collo
gli fece completamente perdere conoscenza.
Non sapeva quanti
giorni fossero passati ma nel delirio del fuoco che lo divorava poteva
sentire
solo il respiro tranquillo dell'uomo accanto a lui.
Marcus.
Non aveva ancora capito
il motivo che lo avesse spinto a morderlo ma sperava con tutto il cuore
di
morire presto.
Perché sottoporlo ad
ulteriori sofferenze dopo averlo liberato?
Non poteva lasciarlo
morire semplicemente?
Che senso aveva tutto
quel dolore?
E perché alla fine no
lo lasciava solo?
Quando finalmente il
dolore cessò Edward si rimise in piedi intuendo solo
vagamente che il suo
presunto salvatore non era più nei paraggi.
Non sapeva in quale
momento del suo dolore se ne fosse andato fatto sta che ora era solo.
E capiva che qualcosa
era cambiato.
Non sentiva più nulla.
Né il dolore precedente
né qualunque altro desiderio del corpo.
Non aveva fame?
Eppure qualcosa nella
sua gola...
Quando delle figure gli
si avvicinarono non si prese nemmeno la briga di osservarle registrando
a
malapena le loro parole, ancora intento a capire cosa potesse essergli
successo.
-è vivo...-
-Ma
perché....Marcus...-
-Per quale motivo l'ha
fatto?-
-Sia ringraziato il
cielo...-
Di tutte queste voci
solo una ebbe il potere di risvegliarlo dal torpore che lo aveva avvolto
-Edward-
Il suo nome, appena
sussurrato, che sulle sue labbra aveva un suono così
diverso, così puro, cosi
SUO.
-Bella- sussurrò, la
voce melodiosa tanto da fargli portare una mano alla bocca dallo
stupore.
Cos'era successo alla
sua voce?
Ma tutto perse
importanza quando la vide finalmente tra le sua braccia, bella come non
lo era
mai stata.
-Ti amo...- le sussurrò
incapace di aspettare altro tempo prima di confessarglielo -e a quel
che ho
capito temo che dovrò continuare a farlo per
l'eternità-
Bella ridacchio
finalmente sollevata.
Dio quanto gli era
mancata la sua risata.
La strinse più forte
sentendosi ricambiare.
-Ti amo anche io...-
Ora proprio niente
aveva più importanza.
Niente che non fossero
le sue braccia, le sue labbra e lei.
AliasNLH
Allora? Piaciuta?
Peccato che nessuno si sia dimostrato curioso di conoscere la storia
drammatica….vabbé………………………….tranquilli,
scherzavo!!!
In ogni caso questo è l’ultimo
capitolo ma penso che farò un Epilogo…..
Voi che dite?
Lo
volete?
E
adesso un enorme
grazie per coloro che hanno messo Assassin tra i preferiti
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Anche uno
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Arigatoooooooo!!!!!!!!!
E soprattutto un bel
bacio a tutti quelli che hanno letto, recensito, sperato che prima o
poi
riuscissi a finire questa fic!! Grazie per l’incoraggiamento
e la pazienza,
siete fantastici
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