Assassin

di aliasNLH
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** All'ombra di una lapide ***
Capitolo 2: *** Consapevolezza e Peccato ***
Capitolo 3: *** Omicidio e Gelosia ***
Capitolo 4: *** Lo faccio! ***
Capitolo 5: *** Un Angelo ***
Capitolo 6: *** L'assassina e la vittima ***
Capitolo 7: *** Dubbi e incertezze ***
Capitolo 8: *** Quando si dice il caso ***
Capitolo 9: *** ...bella... ***
Capitolo 10: *** Guardia del corpo ***
Capitolo 11: *** Perchè vuoi proteggermi? ***
Capitolo 12: *** Usciamo? ***
Capitolo 13: *** La tristezza del passato ***
Capitolo 14: *** Non morire! ***
Capitolo 15: *** Vampire ***
Capitolo 16: *** I volturi ***
Capitolo 17: *** Adieu my angel ***
Capitolo 18: *** Four Years Later ***
Capitolo 19: *** Complicazioni ***
Capitolo 20: *** Fuoco del dolore ***
Capitolo 21: *** Nascita di un Vampiro ***



Capitolo 1
*** All'ombra di una lapide ***


All'ombra di una lapide



Isabella Marie Swan.
Nata il 13 settembre 1950.
Morta ufficiosamente il 14 gennaio 1969.
Morta realmente il 19 gennaio 1969.
In vita da quello stesso giorno...

È confuso, lo so... ma è la realtà...
Isabella Marie Swan è stata una ragazza, un essere umano, fino ai 19 anni.
Ora è solo una vampira.
La scritta che vedete è quella che lei stessa ha voluto far incidere sulla sua lapide.
In modo da ricordare quella che era stata una vita normale, di una normale adolescente che ha avuto la sfortuna di essere scelta per far parte della Corporazione.
Ora Isabella si trova di fronte alla tomba che i suoi genitori hanno voluto far erigere il suo onore.
In piedi di fronte ad essa la sua figura era scossa da tremiti.
Era andata lì come d'abitudine... quanto aveva un lavoro da svolgere.
Si era posizionata di fronte a quella lastra di marmo e riviveva parti e ricordi della sua vita passata...
suo padre che la prendeva in braccio quando rideva...
sua madre che le regalava un cioccolatino prima di pranzo...
il suo migliore amico che lo portava in spiaggia...
la compagnia di soli maschi che frequentava...
le ragazze oche che guardavano solo la superficie, che vedevano soltanto Isabella Marie con la sua vita perfetta...
la malattia di sua madre e i debiti di suo padre...
la sua scelta di andarsene di casa...
quella scatola contenente le foto di quella che all'apparenza era una vita felice ma che in realtà era soltanto una finzione...
i litigi tra i suoi genitori, la separazione in casa quando lei aveva solo cinque anni...
il suo volontario atto di suicidio, inutile...
il suo diciannovesimo compleanno e la scelta di voler smettere seriamente di vivere...
una fialetta di veleno...
Carlisle...
Isabella si riscosse e mise a un freno al fiume di pensieri che l'aveva avvolta.
Non poteva distrarsi proprio ora, la corporazione le aveva dato un nuovo lavoro e doveva portarlo a termine il primo possibile.
da quando Carlisle l'aveva trasformata aveva deciso di fermarsi con la sua famiglia per non ricadere nell'orrore che era stata la sua infanzia.
Aveva scoperto che i Cullen erano tutti vampiri al servizio della corporazione, erano un loro braccio affiliato in America.
L'avevano accettata tutti, e nonostante non avesse un compagno lavorava come mercenario.
Si, perché è questo che facevano coloro che prestavano servizio alla corporazione...
erano assassini sul pagamento...
ma a lei stava bene così.
Come tutti gli altri membri della sua famiglia non si nutriva di sangue umano ma animale, uccidere esseri umani era un modo per dare un senso a quella sua esistenza eterna.
Un sorriso amaro fece capolino sul suo volto quando, voltandosi per andarsene, cominciò a piovere.
Isabella amava la pioggia, le permetteva di passare inosservata, più del solito almeno...
percorse velocemente la strada principale per poi svoltare in una strettoia.
Scavalcò la finestra di fronte a lei e sgusciò silenziosamente per la stanza, passando inosservata persino dalla persona seduta di fronte a lei.
Questo era il lato positivo di essere un vampiro...
Potevi fare quello che volevi,senza limiti, senza preoccupazioni...
si mise silenziosamente alle spalle dell'uomo e fece passare la punta delle dita sul suo collo come una carezza impercettibile...
lui, avvertendo quasi uno spostamento d'aria, non fece neanche in tempo a voltarsi.
Il nervo principale alla base del collo fu preciso e l'uomo cadde a terra privo di conoscenza.
Isabella guardò disgustata il cadavere dell'uomo ai suoi piedi...
chissà se la sua vita sarebbe stata soltanto così...
perché Carlisle, Esme, Rosalie, Jasper e gli altri non si sentivano così soli...
no, sicuramente no... loro avevano un compagno, Isabella non aveva ancora nessuno...



AliasNLH





Spero di non essere trucidata per questo primo capitolo, ho fatto Bella una vampira perché i maschi (anche Edward) non ce li vedo a fare certe riflessioni che verranno fuori nel corso dei prossimi capitoli.
Sperò anche di avervi incurisito con questo capitolo, ho lasciato appositamente alcune descrizioni a metà e spero di essere seguita da tante persone.
Non preoccupatevi... cercherò di non essere troppo cattiva. E lasciate che ve lo dica subito prima che qualcuno, leggendo, si scoraggi... non ho intenzione di fare un finale triste o drammatico. No perché alcuni, conoscendomi, potrebbero pensare male...
recensite numerosi, grazie.
Kisses

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Capitolo 2
*** Consapevolezza e Peccato ***


Consapevolezza e Peccato



Isabella stava tornando a casa.
L'ultimo omicidio non le aveva dato la solita soddisfazione di superiorità che di solito le dava dimostrarsi più potente degli umani.
Più potente di quello che era stata prima.
Quasi a trovare qualcosa di positivo in quella sua nuova vita...
Passò di fronte alle case dei ricchi imprenditori, in stile '800, alle catapecchie dei poveri ai margini del paese, al fiume che divideva Forks dall'aperta brughiera prima della foresta.
Incurante della pioggia non sollevò nemmeno il cappuccio del lungo mantello nero che portava sulle spalle, il segno distintivo della sua appartenenza alla Corporazione.
La faccenda poteva essere quasi considerata ridicola...
tutti conoscevano la sua esistenza ma nessuno sospettava che sia gli esecutori che i sommi capi fossero esseri soprannaturali.
E dire che il modo discreto e assolutamente misterioso delle esecuzioni dovrebbe far nascere qualche sospetto.
Ma ora siamo nel 2008 e persino in una cittadina ferma nel passato come quella non esistevano più certe credenze da secoli.
Percorse la stradina nascosta nella foresta per arrivare a casa.
Una costruzione posta al margine di una radura perfettamente circolare, di colore bianco spento con una miriade di finestre e balconi inutilizzabili a causa della foltezza degli alberi che li sommergevano.
Ancora stizzita per le emozioni confuse e contrastanti che le erano nate quel pomeriggio buttò con malagrazia il mantello su una seggiola all'ingresso e si affacciò alla porta della sala.
Un sorriso leggero gli fece capolino traditore sul volto triste.
Esme e Carlisle erano seduti al tavolo l'una di fronte all'altro.
Carlisle cercava di leggere un libro ma lei continuava a girargli le pagine con un ghigno divertito sul volto angelico.
Lui cercava di non perdere la pazienza ma si vedeva che non gli dispiaceva essere disturbato da lei, si capiva dal sorriso dolce sulle labbra.
Quei due sembravano proprio dei bambini...ma in fondo cercavano di rivivere con il loro amore l'infanzia che gli era stata ingiustamente strappata.
Poco dietro di loro sedevano Jasper e Alice in poltrona.
Alice era in braccio a lui e stava giocando con una sua ciocca di capelli biondi guardandolo negli occhi.
Sembravano quasi ipnotizzati l'uno dell'altra.
Erano così dolci insieme.
Non volendo rovinare quell'atmosfera creatasi Isabella fece per sgusciare via fino alla sua camera quando...
-Isabella...sei in ritardo, ti aspettavamo per le 7.00-
Si voltò per specchiarsi nelle iridi dorate di Rosalie, abbracciata a Emmett, il suo compagno
-Giusto Isabella!!! Non mi dire che sei andata a caccia!!!! Che ingrata!! Potevi almeno invitarci.
Isabella accennò ad un sorriso, Emmett era bravo a risollevarle un pò il morale con le sue battute.
-Ho solo fatto la via più lunga, avevo voglia di pensare un pò...-
-Tu pensi troppo sorellina!!!!!!! E se proprio non ne puoi fare a meno fallo almeno in camera tua! Ma non vedi come ti sei bagnata!!!!!!! Và a finire che conciata così col cavolo che lo trovi un compagno.......Ouch!!!!!!!-
Rosalie gli aveva tirato un pugno in testa al suo compagno.
-Ma...ma...Rose!!!!!!!! Pechè l'hai fatto!!!!!-
Emmett piagnucolava un pò massagiandosi la fronte con una mano nonostante non avesse sentito dolore.
Indietreggiò di fronte ad una Rosalie infuriata
-Ma sei scemo!?! Dire certe cose di fronte a lei?!? Ti sei rincoglionito tutt'a un tratto!?? Lo sai che Isabella ci sta male per essere sempre sola!-
-Oh...hai ragione...scusa...-
-Sei proprio un caso disperato Emm, lasciatelo dire-
-Ma la smetti di impicciarti nei miei affari Jas!? Fatti i fatti tuoi!!
Lasciando i due a litigare Rosalie si voltò per cercarla e non trovandola salì le scale fino a raggiungere la sua camera.
Indugiò un pò sulla soglia per poi bussare timidamente
-Entra pure Rose...-
Rosalie sorrise, Isabella sapeva riconoscere ogni rumore che sentiva, in quel caso il suo modo di bussare.
Entrò con circospezione nella stanza e contemplò per un pò le pareti avvolte nella penombra piene di armi di ogni tipo appese.
Indugiò un pò sullo spazio vuoto tra le armi dove era stata scritta con un pennarello fosforescente la massima preferita di Isabella seguita dalla frase incisa sulla sua tomba.

Il tempo passa per tutti, anche per noi, e nessuno può portarlo indietro.
Possiamo soltanto viverlo come un'occasione unica e irripetibile che, nel nostro caso, non si esaurirà mai...

Isabella Marie Swan.
Nata il 13 settembre 1950.
Morta ufficiosamente il 14 gennaio 1969.
Morta realmente il 19 gennaio 1969.
In vita da quello stesso giorno...

Rosalie scosse la testa rassegnata, finchè Isabella sarebbe rimasta attaccata alla sua vita pasata non sarebbe riuscita ad andare avanti.
Spostò infine la sua attenzione alla figura rannicchiata sul letto.
Si avvicinò e la prese tra le braccia.
-Non fare così...lo sai che Emmett non pensa mai prima di parlare...-
-Non è quello...ci sono abituata ormai...-
-Allora dimmi che succede..-
-Oggi ho portato a termine la missione che mi è stata affidata...-
-E...-
-Mi sono sentita una ladra a rubare la vita a quell'uomo, lo so! Magari si meritava la morte, ma...ti sei mai sentita schiacciare dalla consapevolezza dei nostri peccati? Siamo assassini Rose, non siamo asolutamente diversi da quegli sciocchi umani che uccidono per piacere....-
Rosalie si morse il labbro e la strinse ancora di più.
-Ti capisco Isabella...anche per me non è stato facile all'inizio, nonostante avessi Emmett con me mi sentivo l'unica responsabile delle mie azioni...per questo sono rimanta la figura passiva della coppia, quella che raccoglieva informazioni...per sentirmi in qualche modo meno responabile delle mie azioni...E' per questo che quelli della corporazione ci mettono a coppie e siamo noi a scegliere il nostro partner...serve per dividere i compiti, il ricercatore e l'esecutore ma serve anche a dividere i sensi di colpa e trovare la pace nonostante il lavoro.
Il fatto che tu non abbia un compagno e voglia lo stesso lavorare ti fa onore ma...tutti hanno un limite..-
Isabella sapeva bene di avere un limite alla soffenza di togliere vite e dopo quasi 40 anni lo stava raggiungendo.
Si scostò con gentilezza da Rosalie e le fece un sorriso triste
-Grazie per la comprensione Rose...ora scusa, vorrei riposare-
Rosalie si staccò e raggiunse la porta.
Prima di chiuderla alle spalle si voltò
-Quasi dimenticavo...poco prima che tu arrivassi ne è venuto uno nuovo...domani ne parleremo-
-Va bene-
Rosalie chiuse la porta alle spalle e si avviò verso la sua camera
-Allora!? Com'è andata?!?-
-E' depressa Emmett, come vuoi che sia andata...non vuole mollare ma ha un disperato bisogno di qualcuno...-
-Ci siamo noi, non le basta!!?-
Rosalie cacciò un risolino a metà tra il divertito e lo scocciato
-A me non basterebbe-
Si fece scivolare in braccio al suo compagno e si fermò a un millimetro dalle sue labbra
-A te basterebbe?- Chiese in un sussurro
-No...-
E unirono le loro labbra in un dolce bacio.


AliasNLH







Sono stupita!!! Non pensavo che potesse suscitare tanto scalpore questa fic.
Mi fa veramente piacere che l'abbiate trovata interessante!!!!!!!
Cercherò di non deludere le vostre anspettative!!!!
Kisses


Wind : Sono contenta che la trovi interessante, cercherò di non combinare disastri. Kisses

momob : Waaaaaaaaa!!!! Hai indovinato!!!!!! Ovviamente non aggiungerò altri dettagli ma ci hai proprio preso in pieno. Vedrai, verrà fuori un casino!! Continua a recensire. Kisses

ka chan : grazie per il complimento, temo però di doverti deluere, Edward non è un vampiro, ho invertito i ruoli e non è innamorato pazzamente di Bella, per ora...spero che questo capitolo ti piaccia come il primo. Kisses

Bella4 : Ciaooo!! Non preoccuparti, niente finale triste, è solo che ho un debole per le storie così, malinconiche che, di solito, finiscono bene. Chiamala deformazione professionale. Spero il capitolo ti piaccia. Kisses

Bilu_emo : Eccoti il secondo capitolo, ho postato presto perchè non so se ci sono per il week-end. Kisses


Un grazie particolare a coloro che hanno messo questa fic tra i preferiti che , in questo caso corrispondono alle persone che hanno recensito. Grazie ancora.

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Capitolo 3
*** Omicidio e Gelosia ***


Omicidio e Gelosia




Isabella non riuscì a rilassarsi.
Passò tutta la notte seduta sul davanzale della finestra, una gamba penzoloni, a riflettere sulle parole di Rosalie.
Forse era arrivato il momento di ritirarsi, di smettere di essere un assassino.
Scosse la testa per questo suo pensiero.
Si fosse ritirata l'avrebbero uccisa; in fondo era diventata vampiro proprio per quello.
Ma il lavoro stava diventando troppo pesante forse morire era la soluzione migliore...
ancora immersa nelle sue riflessioni sentì un rumore fuori dalla porta.
Un sussurro smorzato, appena udibile.
-vieni Isabella c'è una nuova riunione per decidere il mediatore-
Isabella si alzò stancamente e, indossando la prima maglietta capitata in mano uscì dalla porta.
-Grazie Jasper, non mi ero accorta del passare del tempo...-
-figurati! Ora andiamo-
scesero le scale ed entrarono in salotto.
Tutti erano già accomodati al grande tavolo che troneggiava nella stanza.
Capotavola c'era Carlisle in quanto capo della famiglia, alla sua destra Esme di fianco a lei c'era Alice e una sedia vuota, probabilmente per Jasper.
Di fronte ad 'Alice, Rosalie e alla sinistra di quest'ultima Emmett.
Isabella si sedette alla sinistra di Carlisle, in una sedia lasciata vuota appositamente per lei.
-oggi, verso le cinque del pomeriggio, è arrivato un ragazzo a commissionare un omicidio, è nuovo... non è mai venuto...-
-e che gli ha dato l'indicazione per arrivare?-
-non lo so Rosalie... probabilmente è figlio di un nostro cliente...-
-non ha detto il suo cognome?-
-no... e questo mi fa pensare che sia in contatto con qualcuno che ha già avuto a che fare con noi-
-allora? Cosa vuole? Se volete me ne occupo io, è da un po' che non faccio movimento...-
-no Emmett... ha detto in modo esplicito ci vuole un lavoretto pulito e totalmente anonimo, niente corpo a corpo o ossa spezzate...-
Emmett sbuffò, la sua predilezione per il corpo a corpo a volte non gli permetteva di compiere missioni di un certo livello.
-dai Emmett non fare così... sarà per un'altra volta no?-
Emmett si girò a guardare la sua compagna, Rosalie era sempre la migliore a risollevargli il morale
-fa niente, mica me la prendo per così poco... allora Carlisle chi pensi di mandare?-
Carlisle sollevò un sopracciglio e scrutò attentamente le persone sedute al suo stesso tavolo
-all'inizio avevo pensato a Jasper, sicuramente le armi sono il mezzo migliore per passare inosservati ma poi...-
-ma poi? Il problema qual'è? Basta prendere un fucile di precisione appostarsi dietro la finestra di questa persona e...-
-si lo sò... solo che questo ragazzo non vuole segni visibili... quasi una morte naturale-
-e allora ci pensiamo noi, no? Il veleno non lascia tracce esteriori...-
Carlisle guardò Esme e scosse la testa
-no amore... vuole qualcosa di veloce, non possiamo perdere tempo a guadagnare la fiducia di servi e padroni per poi avvelenare il cibo...-
Esme lo guardò sconsolata e sospirò
-allora la scelta ricade su...-
tutti si voltarono a guardare Isabella che rimase impassibile di fronte alla muta richiesta
-non c'è problema... ci penso io!-
-Isabella... forse non è il caso...-
-non importa. Tanto non posso smettere, no?-
tutti la guardarono con tristezza, sapevano le sofferenze che stava passando; le avevano provate sulla loro pelle.
Ma non potevano comprenderle appieno, loro avevano un compagno e Isabella purtroppo no.
-l'appuntamento è per stasera alle 9 al pub di fianco al teatro, ci pensi tu?-
un sorriso sinistro spuntò sul viso di Isabella
-si... ci penso io-

Un ragazzo biondo stava seduto ad un tavolino nella penombra di uno dei più sconosciuti pub di Forks.
Aspettava con impazienza l'arrivo del " mediatore ".
Sul suo viso si aprì un ghigno malevolo; finalmente ora avrebbe avuto la sua vendetta.
-sei tu Mike?-
il ragazzo sussultò, non aveva sentito avvicinarsi nessuno.
Sollevò lo sguardo e inquadrò la persona in piedi di fronte a lui.
Nonostante non fosse particolarmente alta la figura aveva un non so che di imponente, forse sottolineato dal lungo mantello nero che le copriva sia il volto che il corpo.
Quello che però lo stupì maggiormente fu sentire il suo tono di voce, basso e delicato, come se fosse una ragazza.
-sì, sono io... siediti-
La persona di fronte a lui si tolse con un gesto fluido il lungo mantello e lo appoggiò sullo schienale della sedia.
Mike la guardò estasiato.
Di fronte a lui c'era la ragazza più bella che avesse mai visto.
Il viso, di carnagione pallida, era incorniciato da lunghi capelli castani che le arrivavano fino a metà schiena.
Sotto una frangia ribelle spuntavano due occhi neri come la pece che lo stavano scrutando con severità.
-non sono qui per te ma per il tuo obiettivo... vedi di fare in fretta, non ho tutta la sera... Newton-
il ragazzo deglutì, la ragazza di fronte a lui sembrava scocciata per qualche motivo.
-come fai a sapere il mio cognome? Non l'ho detto a nessuno...-
sul viso di lei si aprì un ghigno che mike che considerò fuori luogo su quel viso da angelo.
-credevi che sarei venuta impreparata? Sono molte cose su di te Mike Newton... ora dimmi qual è il tuo obiettivo-
-tu sai il mio nome... perché a non mi dici il tuo?-
lei lo guardò sprezzante
-io sono una Cullen... questo ti deve bastare-
Mike, un po' risentito dalla risposta, smise di farle domande e prese una foto dalla tasca appoggiandola sul tavolo.
Lei allungò una mano e la afferrò per poi osservarla attentamente
-quindi è lui...-
sul volto di mike si aprì un sorriso malevolo
-si chiama Edward Anthony Masen- la informò sbrigativo -e voglio che sia ucciso nel peggior modo possibile-



AliasNLH



chiedo scusa per il ritardo!!! È che sono andata via per il weekend con i miei e si sa che, quanto mi trascinano con loro, cercano sempre un posto dove " Internet " è solo una parola formata da lettere incomprensibili...
spero che questo terzo capitolo vi piaccia, adesso entra in gioco Edward e tutto si fa più interessante...
continuate a seguirmi numerosi.

Bilu-emo : sono contenta che anche il capitolo precedente ti sia piaciuto, spero di non averti deluso con questo. Kisses

Araiha : voilà! tu chiami e Edward arriva! Dal prossimo capitolo sarà legalmente riconosciuto come protagonista della storia... spero che anche questo capitolo non sia stato male. Kisses

ka chan : Edward è finalmente arrivato... certo, ancora non si è presentato, ma da adesso in poi sarà un elemento importante della storia. E non preoccuparti... prima o poi si innamoreranno. Kisses

niky_d : scusa se non ho aggiornato subito, non avevo né internet né un computer, spero di aggiornare prima i prossimi capitoli... Kisses

Les : grazie per aver messo alla storia fra i preferiti, spero di non deludere le tue aspettative. Continua a recensire, di aspetto! Kisses

momob : hai visto? Il mandante è Mike Newton! Ho pensato a lui perché sia in questa storia che nel libroi a un valido motivo per odiare Edward. Continua a recensire. Kisses


Un'enorme grazie anche a coloro che hanno messo questa fic tra i preferiti. Baci.

1 - Bella4
2 - Empira
3 - ka chan
4 - Les
5 - niky_d
6 - sunsunset
7 - Wind
8 - Yumi_chan

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Capitolo 4
*** Lo faccio! ***


Assassin
Lo faccio!



Isabella guardò con durezza il ragazzo seduto di fronte a lei, fissava il retro della foto come se volesse incenerirla.
Indubbiamente odiava con trasporto il tipo che vi era ritratto.
-Edward Anthony Masen, hai detto? Il figlio del più importante avvocato della east coast?-
-Esatto, Lo voglio morto!-
Isabella spostò lo sguardo su Mike per poi riportatlo sulla foto.
Ritraeva un ragazzo su una moto con un piede a terra.
Aveva arruffati capelli rosso-castano, indubbiamente a causa dal casco nero che teneva in mano.
Il suo sguardo non era rivolto all'obiettivo e la prospettiva faceva intuire che la foto fosse stata scattata di nascosto.
-Come mai vuoi vederlo morto?-
Il suo viso si contrasse
-Quella foto l'ho rubata alla mia ragazza, gliel'ha scattata un giorno a scuola, si è innamorata di lui-
Isabella alzò un sopracciglio
-Innamorata...addirittura...-
-Sì! Innamorata. Mi ha lasciato per quel fighetto da quattro soldi!!-
Fighetto da quattro soldi? Da che ne sapeva lei era figlio di uno degli uomini più ricchi del paese...
-E' capitato così, da un giorno all'altro! Si è presentata da me e mi ha detto che non voleva più vedermi e che si era innamorata di un altro-
Isabella sorrise sotto i baffi, quel tipo le stava dando molte informazioni inutili, parlava troppo.
Era inesperto, evidente...!
-Perchè hai deciso di rivolgerti a noi? Generalmente non ci occupiamo di cose futili come la gelosia...-
-Non è una cosa futile! Mio padre stesso mi ha consigliato di rivolgermi a voi, vi ha contattati già una volta, per un baro...-
Isabella si ricordava di quella missione, non vi aveva preso parte però.
Era successo quasi cinque anni prima, era stata Esme ad avvelenare il baro in questione.
Decisamente quel ragazzo non sapeva il significato della parola segretezza...
-Se non ho capito male tu vuoi che noi lo uccidiamo senza ricorrere ad armi che provochino ferite visibili ma allo stesso tempo vuoi che muoia provando atroci sofferenze, giusto?-
-Esatto...-
-Bene, allora direi che per il momento non abbiamo più niente da dirci-
Isabella fece per alzarsi quando Mike la prese per un polso per poi staccarsi velocemente come se si fosse scottato, lo sguardo della ragazza non era stato propriamente benevolo
-I-io...volevo chiederti...se....tu...noi...insomma....se volevi bere qualcosa-
Fece appena in tempo a terminare la frase che lei si era mossa.
Con un movimento invisibile da lui si era sporta in avanti fino a essere ad un soffio dal suo viso e gli aveva puntato uno dei suoi coltelli alla giugulare.
Mike la fissò negli occhi terrorizzato
-Io non sono qui per divertirmi- gli soffiò ad un centimetro dalle sue labbra -a differenza tua io penso seriamente a quello che ci siamo detti, mi hai appena commissionato un omicidio e mi chiedi se voglio qualcosa da bere, sei immaturo, posso capire per quale motivo la tua ragazza ti abbia mollato e, perchè tu lo sappia, io non accetto inviti dai miei esecutori, specialmente se questi parlano troppo, hai capito mocciosetto?-
Lui deglutì e annuì impercettibilmente.
Aveva visto qualcosa nel suo sguardo, qualcosa di inumano e pericoloso.
Isabella rinfoderò velocemente il pugnale nello stivale e fece per andarsene
-Quasi dimenticavo...risparmia la paghetta bamboccio, noi non facciamo sconti, neanche ad un moccioso-
Mike la guardò sparire tra la folla per poi spostare la sua attenzione alle mani.
Tremavano in modo incontrollato, quello di prima era stato un avvertimento, se l'avesse toccata un'altra volta l'avrebbe ucciso, ne era certo.

Isabella sospirò e ricadde sulla poltrona
-E questo è tutto, vuole una cosa pulita ma letale-
-Non mi sembra molto normale questo tizio...insomma, prima parla di uccidere una persona e poi invita l'assassino a bere qualcosa....pazzesco-
-E' uno sciocco, pensa di poter decidere della vita degli altri, è solo un moccioso viziato che non conosce il valore della vita...-
-Ma bravo Jas, che parole poetiche...da dove escono?-
-A differenza tua Emmett, io ho un cervello...-
-Ma come ti permetti?! Rosalie! Tu non dici niente?-
Roselie sbuffò divertita
-Ma come Emm!? Grande e grosso come sei ti fai difendere dalla tua ragazza?-
I due scoppiarono a ridere
-Ora calmatevi, non siamo qui per raccontare barzellette, cosa vogliamo fare?-
Carlisle scrutò i presenti, ritornati seri
-L'unica che è in grado di fare un lavoretto simile è Isabella...-
-Isa...te la senti?-
Tutti la guardarono preoccupati, non volevano vederla ancora sofferente
Lei continuò a fissare il volto del ragazzo in fotografia.
Sembrava assorto e serio, un volto che si vede spesso nei ragazzi costretti a crescere in fretta.
Allo stesso tempo però aveva un non so che di infantile, come se la sua infanzia non fosse mai del tutto passata.
Sembrava un normale ragazzo di 18 anni, che aveva fatto per meritarsi tanto odio?
Doveva incolpare solo la sua bellezza?
-Isabella? Mi senti? Che hai deciso?-
Lei alzò lo sguardo improvvisamente determinata.
Non avrebbe permesso che quel ragazzo soffrisse per la vita
-Lo faccio!-


AliasNLH


Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!! Non linciatemi che sennò non riesco a finire la fic!!! Siate pazienti!!!
Non è un capitolo nel quale succedono molte cose ma mi serviva per spiegare quello che avverrà nel capitolo successivo.
Spero vi sia piaciuto.
Kisses


aLbICoCCaCiDa : contenta che ti piaccia. La risposta alla tua domanda è semplice. Ho ideato un mondo dove le persone destinate a diventare vampiri fossero selezionate; in modo da trasformare solo coloro che hanno passato una vita di dolore e abbandono, in modo da dar loro una seconda possibilità. Sono costretti ad uccidere perchè la Corporazione, capeggiata da Aro, Caio e Marcus, ha dato vita alla stirpe di vampiri come assassini, gli unici in grado di uccidere senza lascire tracce o indizi, perfetti e soprattutto incapaci di provare pietà per coloro che hanno rovinato la loro vita, o almeno è quello che credono. Questo però è spiegato più avanti. Spero di essere stata abbastanza chiara, se non capisci ancora qualcosa dimmelo.

Araiha : Muahahahaha!!! Non la aggionerò per mesi!!!!!!!! No, sto scherzando...cavoli, potrei diventare un buon pacco di eroina, vedrò di farmi vendere ad un buon prezzo. Cerca di non morirmi, ok? Se no io a che servo? Baci

Shia : Sono riuscita ad incuriosirti, mi fa veramente piacere, spero solo di non deluderti. Recensisci ancora. Kisses

Wind : hai letto le "Guerre del mondo emerso"? E' una serie stupenda. Comunque no, non mi sono ispirata a quello anche se, ora che me lo fai pensare un pò ci assomiglia. Non mi era nemmeno venuto in mente! Mi sono ispirata ad un romanzo che ho appena letto, la trama non assomiglia affatto a questa ma mi ha dato l'ispirazione giusta. E' "Il vangelo secondo Satana".
Prova a leggerlo, è un pò macabro ma a me è piaciuto. A presto
.


Un'enorme grazie anche a coloro che hanno messo questa fic tra i preferiti. Baci.

1 - Bella4
2 - Empira
3 - ka chan
4 - Les
5 - niky_d
6 - sunsunset
7 - Wind
8 - Yumi_chan

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Capitolo 5
*** Un Angelo ***


Un Angelo





Isabella si trovava in prossimità del muro che circondava villa Masen.
Ci aveva messo due giorni per raccogliere tutte le informazioni utili per penetrare in quella casa.
Ora sapeva a memoria il giro e tempi delle guardie che si trovavano in giardino e conosceva a menadito sia le stanze che le persone che vi abitavano.
Edward viveva lì con la madre e un buon numero di servitori.
Il padre, il signor Edward senior, si trovava da ormai quattro mesi a New York per un importante caso affidatogli.
Con un balzo Isabella superò la cinta e si nascose tra il fogliame, di lì a poco sarebbe passata una guardia per l'ultimo giro prima del cambio del turno, a quel punto avrebbe avuto la possibilità di attraversare tutto il giardino senza essere vista.
Con uno scatto attraversò il viale che portava alla porta d'ingresso e si arrampicò agilmente fino al terzo piano.
La finestra del suo obiettivo era la più grande, un'immensa vetrata che dava un'ottima visuale sulla periferia fuori delle mura.
Senza fare rumore aprì la finestra con un attrezzo piatto che fece scattare la serratura e s'intrufolò all'interno nascosta dalle lunghe tende.
La stanza era grande e non molto arredata.
Di fronte a lei e c'era una porta a doppio battente di fianco a un grande quadro che raffigurava tre persone, probabilmente la famiglia al completo.
Sul muro alla sua destra era addossata una scrivania e un mobile in mogano scuro mentre sul muro opposto c'era un grande letto a due piazze a baldacchino, circondato da lunghe tende leggere color panna.
Isabella sogghignò e si mosse silenziosamente e con assoluta grazia verso di esso.
Arrivata ai piedi del letto scostò con una mano una delle tende e rivelò il corpo di un ragazzo addormentato.
Edward era a pancia in su con le gambe leggermente divaricate, un braccio era steso alla sua destra mentre l'altro si trovava piegato sotto il cuscino.
Lei sorrise, le lenzuola erano appallottolate in un angolo del letto e non coprivano il ragazzo, vestito solamente da lunghi pantaloni neri che mettevano in risalto la sua carnagione chiara.
Ancora in piedi davanti a lui Isabella osservò il suo volto rilassato, lunghe ciocche di capelli rossi di coprivano gli occhi chiusi contornati da lunghe ciglia chiare, la bocca leggermente dischiusa lasciava intravedere dei denti bianchi e regolari.
Veramente un bel ragazzo, non c'è che dire...
un vero peccato doverlo uccidere, solo per soddisfare l'assurda gelosia di un ragazzo immaturo.

Edward non capiva da dove venisse quella sensazione di fresco che gli avvolgeva il torace, come se avesse lasciato la finestra aperta.
Coperti per la maggior parte dei capelli socchiuse gli occhi e cercò di mettere a fuoco la sua camera.
Un secondo dopo averli aperti li richiuse e si chiese se per caso stessero ancora dormendo.
Gli era sembrato di vedere una persona in piedi di fronte al letto.
Quando li socchiuse nuovamente capì di non essersi sbagliato.
Di fronte a lui c'era una persona.
Era colpita dalla luce della luna alle spalle dando quindi un aspetto etereo ai contorni della figura.
Il suo viso, in ombra, sembrava risplendere all'altezza che gli occhi e si trovò a fissare un paio di Iri di dorate.
Il tempo di sbattere gli occhi e la figura era scomparsa.
Doveva essere stato un sogno...
sicuramente si era immaginato un angelo di fronte a al suo letto, forse avrebbe veduto evitare di mangiare tanto la sera.
Ormai sveglio si mise a sedere sul letto tenendo una gamba allungata di fronte a sè e piegando l'altra.
Passando uno sguardo assonnato sulla stanza si riscosse, non si ricordava a di aver lasciato aperto la finestra.
Scocciato di doversi alzare buttò di malavoglia le gambe giù dal letto e fece per mettersi in piedi quando qualcosa di freddo alla gola lo immobilizzò.
-se fai ancora un movimento ti taglio la gola in due-
Edward sussultò a sentire quella voce, era una voce dolce e incredibilmente fredda.
Indubbiamente di una ragazza.
Ubbidendo a un istinto irrazionale si voltò e si trovò a fissare il suo sogno seduto di fronte a lui con in mano un lungo coltello affilato.
Un sogno che presto sarebbe diventato il suo peggiore incubo.



AliasNLH





Eccomi con un nuovo capitolo!!! Sono contenta che questa fic sia così seguita!!
E io che pensavo che fosse una totale schifezza...
evidentemente mi devo ricredere.
Finalmente, direte voi, Edward è arrivato!!!!
Muahahahahaha!!!!!!!! Mi sono divertita a tenervi col fiato sospeso.
No, sto scherzando, da adesso cominceranno i casini.

aLbICoCCaCiDa : sono d'accordo con te, Mike è una delle persone più antipatiche che io abbia mai incontrato, ma per modo di dire... non è che l'ho visto per strada l'ho conosciuto... spero che anche questo capitolo ti piaccia. Sei hai altre domande sono a tua disposizione. Baci

Araiha : Muahahahaha!!! Come sono sadica... stavo giusto pensando di tentennare ancora un poco, ma poi ho pensato che ci tengo al mio corpo e non vorrei essere morsa da nessuno... quindi eccoti Edward, da cui si farà tutto più interessante. Continua a seguirmi. Kisses

Wind : voilà! Ecco che il primo incontro fra la vampira Isabella e l'umano e Edward! Ma questo è solo l'inizio, aspetta di vedere come prosegue a storia. Te lo dico con franchezza, noi siamo anime gemelle! Io amo i vampiri!! Il libro che stai leggendo adesso non l'ho mai sentito ma ho intenzione di dargli un'occhiata. Un'ultima cosa sul " Vangelo secondo Satana " è un thriller a sfondo religioso, non pensare che sia veramente il Vangelo scritto da Satana. Te lo dico perché quando l'ho proposto a una mia amica mi ha chiesto se era diventata eretica. Grazie ancora per le recensioni.

Bilu_emo : bentornata!!!cavoli se sarà difficile per Bella compiere il suo lavoro stavolta, ne vedrai delle belle... spero solo di non scioccarti troppo. Baci

EllaYaYa : ciao, sono contenta che ti piaccia, spero di non deludere le tue aspettative. Questo è soltanto l'inizio dell'incontro fra quelli due, vedrai che succederà dopo. Ho fatto Bella volutamente diversa perché immaginarsi un vampiro inbranato il timido non credo che le avrebbe donato molto... oltretutto con il mestiere che fa direi che la timidezza e la goffaggine non fossero esattamente la cosa migliore. Continua a recensire, di aspetto. Kisses

Un'enorme grazie anche a coloro che hanno messo questa fic tra i preferiti. Baci.

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Capitolo 6
*** L'assassina e la vittima ***


Assassin
L'assassina e la vittima




-Fai ancora un movimento di taglio la gola in due-
a quelle parole il ragazzo si immobilizzò.
Isabella aveva cercato di evitare questo momento.
Non voleva che il ragazzo che era costretta ad uccidere soffrisse.
Aveva come l'impressione che lui non avesse fatto nulla di male in vita sua.
Che non meritasse quella fine.
La sua idea era quella di ucciderlo nel sonno in modo che non si accorgesse dell'accaduto.
Il ragazzo però si era voltato di scatto fissandola come se fosse un fantasma.
Non che lei lo biasimasse... si era intrufolata attraverso la finestra del terzo piano e soprattutto non aveva destato il benché minimo sospetto alle numerose guardie che controllavano il perimetro della villa.
Edward si era come immobilizzato nel vederla, ancora seduto come per scendere dal letto aveva ruotato il busto in modo per fissarla negli occhi.
Isabella era come soggiogata dal suo sguardo.
Dal primo momento che aveva posato gli occhi sui suo il suo cuore avevo fatto un balzo in gola.
Metaforicamente parlando, il suo cuore non batteva più da ormai quarant'anni.
Come ipnotizzata da quelle Iridi verde smeraldo sollevò una mano per scostare le ciocche di capelli rossi che gli erano cadute sul viso.
A quel contatto il ragazzo si riscosse come se avesse ricevuto un pugno.
Si alzò dal letto e indietreggiò rapidamente fino a toccare con la schiena il muro.
-tu chi sei? Come sei entrata?-
Isabella non aprì bocca e rimase a contemplare l'espressione di terrore che si era dipinta sul volto di lui.
Scese anch'ella dal letto e rinfoderò il pugnale nello stivale.
-ti ho fatto una domanda! Chi sei?-
lei non rispose, anzi, si mosse lentamente a verso il ragazzo fino a trovarsi a meno di un metro da lui.
-dimmi chi sei?-
la sua voce cominciava a tradire segni di panico.
Quasi fosse sul punto di gridare.
-rispondimi oppure urlerò talmente forte che non potrai muovere un passo dalla quantità di colpi che ti verranno...-
Isabella non lo fece finire, con uno scatto gli fu addosso e gli tappò la bocca con una mano.
-ti consiglio di non provarci, non faresti nemmeno in tempo a prendere fiato-
lui la guardò sempre più sconvolto, non l'aveva vista muoversi.
Le cose cominciavano complicarsi.

Edward cercò di divincolarsi dalla presa ferrea della ragazza.
Nonostante fosse decisamente più alto di lei non riusciva ad imporsi.
Lei, notando la sua agitazione strinse maggiormente la presa.
-io adesso ti libero ma se tu provi a scappare o a gridare ti assicuro che non farai nemmeno in tempo a muoverti, ci siamo spiegati?-
Edward, ancora terrorizzato, annuì impercettibilmente.
Lei mollò la presa e si risedette sul letto.
Edward cadde bocconi e cercò di riprendere fiato. Dopodichè alzò lo sguardo su di lei e si avvicinò.
-chi... chi sei? Come ha il fatto... ad... entrare?-
Lei distolse lo sguardo ma lui riuscì a notare una sorta di disagio nei suoi occhi.
-avanti dimmelo... giuro che non lo dirò a nessuno, ti devi fidare di me...-
lo sguardo di lei si puntò sul suo e gli fece morire le parole in bocca.
-è questo il punto... se te lo dicessi non potresti comunque dirlo a nessuno...-Edward ammutolì ulteriormente.
Non aveva mai sentito una voce così melodiosa.
" Ma sei scemo? Questa qui ti sta praticamente dicendo che ti farà fuori e tu pensi che ha una bella voce!?! "
Le si avvicinò ulteriormente e si sedette sul letto al suo fianco.
-stai dicendo... che mi dovri uccidere?-
lei fece un sorriso malinconico che non raggiunse gli occhi.
Edward si prese il volto fra le mani e si strofinò il viso.
-lo prendo per un si...-
teneva ancora gli occhi chiusi quando sentì qualcosa di morbido e freddo appoggiarsi alla sua spalla.
Alzò lo sguardo e si trovò ancora una volta a fissare gli occhi dorati della ragazza.
-il mio nome è Isabella, il che tu ci creda o no per il momento non ho intenzione di ucciderti-
lui la guardò scioccato.
-come... come sarebbe a dire... che... non sei qui... per uccidermi...? E allora che ci saresti venuta fare?-
-certo che sei strano... io ti sto chiaramente dicendo che sono sul punto di tagliarti la gola e tu non hai la benché minima reazione?-
Edward fece un sorriso amaro
-potrei forse fare qualcosa per evitarlo?-
il sorriso di lei non lasciava adito a dubbi, non avrebbe potuto fare niente.
-mi dici come sei entrata?-
la ragazza si esibì in un sorrisetto compiaciuto e indicò un punto della stanza con un movimento del capo.
-dalla finestra!-

Questo Edward si dimostrava sempre più interessante ogni minuto che passava.
Gli aveva rivelato di essere stata sul punto di ucciderlo, l'aveva minacciato e gli aveva detto di essere entrata da una finestra al terzo piano senza appigli.
E lui cosa faceva? Si limitava a guardarla senza dire niente.
-chi è stato?-
la sua voce aveva rotto il silenzio che si era creato.
-a cosa ti riferisci?-
-bhe... non credo che tu ti si era svegliata un giorno e abbia deciso così, di dovermi uccidere... voglio sapere chi ci ha mandato?-
Isabella sussultò, il ragazzo era tutt'altro che stupido.
Non poteva rivelare questa informazione, era contro le regole...
si limitò a scuotere il capo e a rispondere:
-faccio parte della famiglia Cullen, questo dovrebbe bastarti come risposta-
lui la guardò con sufficienza.
-Anche se fai parte di quella particolare famiglia la domanda rimane, io non vi ho mai fatto nulla.
Qualcuno deve avere per forza ordinato la mia morte. Voglio sapere chi è stato-
Isabella si morse un labbro.
non avrebbe mai dovuto lasciarlo parlare, avrebbe dovuto ucciderlo il primo momento in cui l'aveva visto muoversi.
Qualcosa però glielo ha impedito...
cosa dovevoa fare? Ucciderlo adesso?
-me lo dici o no?-
ma si, in fondo cosa aveva da perdere? Oltre tutto quel tipo le stava pure antipatico.
-Newton, a commissionare il tuo omicidio è stato Mike Newton-
Edward sembrava rimasto senza parole.
-il... il mio... migliore amico...?-
Isabella ghignò.
-a questo punto possiamo dire con certezza che non fosse esattamente un grande amico...-

Edward non riusciva a credere a quello che Isabella gli aveva detto.
Lui credeva che Mike fosse la persona di cui avrebbe potuto fidarsi maggiormente. Non avrebbe mai pensato che lui...
stava ancora fissando la ragazza quando sentì la porta di camera sua aprirsi.
-Edward? Va tutto bene?-
lui sobbalzò e istintivamente portò lo sguardo prima alla porta per poi farlo ritornare alla ragazza seduta di fianco a lui.
Era sparita... non c'era più...
guardò freneticamente per tutta la stanza ma non vide nessuna traccia di lei.
Come se non fosse mai esistita.
Forse era stato veramente tutto un sogno.
-sai bene Edward? Cosa ci fa i sveglio a quest'ora?-
lui si sforzò di sorridere e volse lo sguardo alla donna di fronte a lui.
-va tutto bene mamma... avevo solo sete-
-se è così allora buona notte, ci vediamo domani-
-notte mamma...-
guardò la donna uscire e chiudersi la porta alle spalle.
Si alzò e andò verso la finestra.
Le tende mosse dal vento gli accarezzarono la pelle.
-buona notte Isabella, ovunque tu sia-



AliasNLH





Allora che ne dite? Comincia a farsi un po' più interessante la storia?
Questo è solamente l'inizio, preparatevi ad affrontare un casino pazzesco.
Spero che sia piaciuto.
Continua che recensire. Baci




aLbICoCCaCiDa: visto che non l'ha ucciso? Non avrei mai permesso a nessuno di fare una cosa simile ad Edward!! Tranquilla, credo che questo punto più che ucciderlo vorrà conoscerlo meglio. Grazie per la recensione e per la tua pazienza, ce ne vuole per seguire i miei scleri. Kisses

Araiha: voilà! Ecco a te l'Edward della mia fantasia! Spero ti piaccia, da questo capitolo quei due cominciano a conoscersi. Grazie per aver recensito. Baci

Wind: mi sa quanto che hai ragione, pure io avrei fatto altro al suo posto... ma capiscila poverina, non credo che le sia mai capitato di trovarsi in una situazione simile. Mi sa che non sa da che parte cominciare. Aspetto la tua prossima recensione. Grazie

Bilu_emo : non mi sono fatta aspettare, con tutte le richieste di fare in fretta finisco per aggiornare quasi tutti i giorni. Spero solo di non combinare troppi casini. E quindi preparati, ti scioccherò a dovere. Kisses

EllaYaYa : grazie per averla messa tra i preferiti, significa molto per me, mi fa capire di non essere una fallita al cubo. Alla fine gli ha tolto il coltello... direi che ha fatto la scelta migliore. Grazie ancora.

Un'enorme grazie anche a coloro che hanno messo questa fic tra i preferiti. Baci.

1 - alexandrathebest
2 - Araiha
3 - Bella4
4 - Bilu_emo
5 - EllaYaYa
6 - Empira
7 - ka chan
8 - Les
9 - niky_d
10 - NocturneViolin
11 - sunsunset
12 - Wind
13 - Yumi_chan

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Capitolo 7
*** Dubbi e incertezze ***


Assassin
Dubbi e incertezze





-buona notte Isabella, ovunque tu sia-
nonostante la situazione le labbra della ragazza si distesero in un sorriso.
Era accovacciata su un ramo a limitare del giardino.
Grazie al suo udito, finissimo, era riuscita a sentire le parole sussurrate da Edward.
Quel ragazzo aveva qualcosa che la intrigava, qualcosa che non sapeva spiegarsi.
Dal primo momento che l'aveva visto qualcosa si era mosso.
Era difficile spiegare le sensazioni che quel ragazzo umano le suscitava.
Forse c'entrava quel suo aspetto così angelico...
forse l'innocenza che ancora era presente nel suo sguardo...
forse quegli occhi color smeraldo che l'avevano ipnotizzata.
Da quando aveva posato lo sguardo sui suoi occhi non era riuscita più a distoglierlo.
Aveva come la sensazione che se non fosse arrivata la madre avrebbe fatto qualcosa di cui poi avrebbe potuto pentirsi.
E non si trattava di un omicidio.
Scosse violentemente il capo come per allontanare quei pensieri e lanciò un'ultima occhiata rabbiosa alla villa.
Stava succedendo qualcosa di strano in lei e certamente non avrebbe portato a nulla di buono.
Con un balzo felino saltò giù dall'albero atterrando al di là del muro, sulla strada.
Riacquistato velocemente il sangue freddo e l'indifferenza che la contraddistinguevano, si avvolse più strettamente nel mantello e con passo deciso si diresse verso casa.

Nessuno poteva affermare con tutta sincerità che Rosalie fosse una persona paziente.
Odiava che la gente la facesse aspettare.
Eppure ora, all'alba delle quattro del mattino, era ancora in salotto; seduta su una poltrona con lo sguardo fisso sulla porta d'ingresso.
Pensando costantemente all'unico motivo che l'aveva fatta desistere dal raggiungere il compagno.
Isabella.
Da quando aveva accettato di occuparsi della missione Rosalie aveva un brutto presentimento.
Ok... diciamo pure un bruttissimo presentimento.
Lo sguardo della ragazza quando era uscita era stato tutt'altro che rassicurante.
Sembrava quasi sull'orlo di una crisi.
Rosalie sapeva quali erano le sensazioni di Isabella in questo momento.
Anche lei le aveva provate anni prima.
Lei però aveva Emmett... le era andata meglio.
Sbuffando per l'ennesima volta si alzò e andò ad aprire la porta, come per assicurarsi che Isabella non fosse rimasta fuori.
"ma a che sciocchezze sto  pensando... non siamo esseri umani che sono costretti a rimanere chiusi fuori se non hanno le chiavi... forse mi sto preoccupando un po' troppo.È meglio che me ne vada a letto. Sempre che Emmett non se la sia presa troppo dal fatto di dovermi aspettare così a lungo"
chiuse di scatto la porta e salì le scale decisa a raggiungere la sua stanza.
Quando però passò accanto alla camera di Isabella si bloccò. La porta era socchiusa.
Niente di strano ovviamente, Isabella la lasciava sempre socchiusa.
Ciò che però aveva tirato la sua attenzione era la brezza d'aria proveniente da quella stanza.
Lei sapeva che Isabella odiava a tenere la finestra aperta, diceva che rovinava le sue preziosissime armi.
Sciocchezze, è vero, fatto sta che la finestra di camera sua veniva aperta solamente quando lei voleva pensare, quando si sedeva sul davanzale e si risparmiava dal mondo.
Incuriosita dalla situazione aprì la porta e entrò nella camera.
Ciò che vide le diede un mix di sensazioni contrastanti.
Da una parte un immenso sollievo, dall'altra un'irritazione che rasentava l'arrabbiatura.
-Isabella!!! Si può sapere cosa diavolo ci fai qui?!-
ragazza seduta per terra con la schiena appoggiata al letto sollevò lo sguardo
-sono in camera mia Rosalie... non vedo cosa ci sia di strano-
la bionda pestò con forza un piede per terra
-ti ho aspettato ore in salotto porca miseria... perché non usi la porta come tutti i comuni mortali?-
-tecnicamente Rose io non sono un comune normale...-
-se è per questo nemmeno io, eppure la porta la uso...-
-non farla tanto lunga rose... perché mi hai aspettato?-
ragazza si mosse un labbro
-perché... perché...-
Isabella sollevò un sopracciglio
-perché... cosa?-
-perché...sono preoccupata per te, in questi giorni non sei più la stessa... sei distante, sempre triste... per di più quest'ultima morte che hai deciso di compiere non ti aiuterà di certo ad andare avanti, quest'ultimo ragazzo ucciso per...-
-... non l'ho fatto...-
Rosalie interruppe la sua " predica "
-non hai fatto... cosa?-
Isabella sospirò e volse lo sguardo alla finestra spalancata
-non ce l'ha fatta... non l'ho ucciso-
un silenzio pesante scelse sulla stanza
-hai rinunciato... voglio dire, l'hai visto lì, indifeso... non hai avuto...-
-bhe... non è andata esattamente così...-
Rosalie fece un risolino nervoso
"andiamo, non può mica aver fatto... noooooooooo, ma cosa vado a pensare, figurati se Isabella può anche solo pensare a una cosa del genere "
-non mi dirai che è successo qualcosa che non doveva succedere?-
-...-
-figurati se tu ti metti a parlare con l'obiettivo... ma tu guarda cosa mi fa i pensare,...-
-ecco... io...-
Rosalie a quasi pietrificò
-non mi dirai... che gli hai parlato sul serio?-
-bhe... in effetti...-
-COOOOOSA!?!? MA SEI DIVENTATA IMPROVVISAMENTE PAZZA?!?-
-ssssssssshhhhhhhhh, non urlare così non vorrai che gli altri sentano?-
-troppo tardi, cos'è che hai tanto da urlare Rose?-
entrambe si voltarono a guardare coloro che erano entrati.
Jasper le fissava con uno sguardo sospettoso, Alice faceva passare il suo da una ragazza all'altra e Emmett guardava allibito la scena, chiedendosi per quale motivo la sua Rose fosse con Isabella piuttosto che con lui.
-Isabella non ce l'ha fatta! Per di più ha rivolto la parola a quel Masen... e l'ha lasciato addirittura in vita!!!-
tutti si voltarono a fissare la ragazza in questione
-è vero Isa? È successo veramente?-
ragazza abbassò lo sguardo
-non ce l'ha fatta... è come se fosse scattato qualcosa... era ingiusto togliergli la vita-
-va bene Isabella... raccontami esattamente che cosa è successo-

Finito il racconto tutti rimasero a dir poco scioccati dai fatti avvenuti.
Chi avrebbe mai pensato che la loro Isabella potesse trovarsi in una situazione del genere.
-... da quello che ho capito non hai avuto il coraggio di ucciderlo e, per di più gli hai rivelato il tuo nome-
Isabella annuì stancamente
-sei proprio scema ragazza mia... ma che fine ha fatto il tuo buon senso?-
-finiscila Emmett che tu di buonsenso non è neanche un po'-
-questa è pesante Jas...-
-finitela tutte le due, da quello che Isabella e Rosalie ci hanno raccontato posso dire che la spiegazione è una sola...-
tutti si voltarono allibiti verso Alice
-e quale sarebbe?!-
Alice alzò le spalle
-semplice, Isabella si è innamorata-



AliasNLH



Waaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Scusate il ritardo! Sono veramente imperdonabile!!!
Il fatto è che i miei mi hanno trascinato ancora via con loro per passare il weekend tutti insieme.
Inutile dire che, come al solito, hanno scelto come meta un luogo dove neanche prendevano i telefoni, figuratevi se esisteva Internet...
spero di esseremi fatta perdornare con questo capitolo... siete buoni, vi prego!!



aLbICoCCaCiDa: direi che le reazioni sono state contrastanti... i problemi però si faranno più evidenti del prossimo capitolo, dovrei riuscire a postarlo presto. Forse anche domani. Scusa per questo ritardo, non è colpa mia! Kisses

Araiha: veramente felice che chi sia piaciuto anche il capitolo scorso. Grazie per averla messa tra i preferiti, significa molto per me... almeno mi fa capire di non essere un disastro. Scusa ancora per aver aggiornato così tardi. Baci

Bilu_emo : spero che il pop corn siano buoni... prova anche quelli al cioccolato o con sopra il cammello, sono stratosferici. Fidati. Sta cominciando a scioccarti? Questo è solo l'inizio. Kisses

Momob : direi proprio che più che offendersi sono rimasti scioccati. Ma non c'è problema, qualunque cosa succeda la mia Bella non riuscirà mai perdente. Riuscirà sempre a vincere qualcosa. Continua recensire. Baci

Un'enorme grazie anche a coloro che hanno messo questa fic tra i preferiti. Baci.

1 - alexandrathebest
2 - Araiha
3 - Bella4
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5 - egypta
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Capitolo 8
*** Quando si dice il caso ***


Quando si dice il caso





Sulla stanza calò un silenzio di tomba.
Quattro volti allibiti si voltarono all'unisono verso Alice.
Quattro paia d'occhi si spalancarono dando ai volti che li ospitavano un aspetto ancor più cadaverico del solito.
Ad uno ad uno si riscossero, lentamente, dallo stato di trans in cui erano caduti.
-Alice... ti senti forse male? Hai la febbre?-
Jasper sollevò una mano come per verificare realmente se la sua compagna non stesse bene
-è ovvio che sto bene Jasper, sono un vampiro... non posso stare male-
Alice sbuffò e si voltò verso i tre rimanenti
-e non guardatemi con quelle facce... quello che ho detto è vero-
Emmett si alzò in piedi e si piazzò davanti a lei.
E scoppiò a ridere riempiendo il silenzio con delle risa sguaiate.
-ahahahahahah Alice sei troppo forte... solo tu potevi avere un'idea del genere!!! Ahahahah-
Alice lo guardò con pietà e condiscendenza
-guarda che io non stavo affatto scherzando...-
Emmett smise di ridere e si voltò a verso Isabella, imitato da tutti gli altri.
Ella era ancora seduta per terra, la schiena appoggiata al letto e lo sguardo perso fuori dalla finestra.
Con gli occhi scrutava il cielo stellato, tendente all'alba, come per evitare lo sguardo dei suoi fratelli.
Come per nascondere una verità troppo amara anche solo per ammetterlo a lei stessa.
Emmett spalancò gli occhi
-ma... allora è vero... ti sei innamorata sul serio...-
Isabella si alzò in piedi e per la prima volta li guardò
-non dire c*zate, non è assolutamente vero! È solo che... che...-
Rosalie la guardò benevola
-che... cosa, Isabella? Che non hai avuto il coraggio perché ti sei sentita come legata a lui? Che non sei riuscita a distogliere lo sguardo perché hai avuto la sensazione che potesse leggerti dentro e capirti? Che ti sei semplicemente fidata di lui e gli hai raccontato tutto? Non siamo ingenui... è successo anche a noi e che assicuro che questo tuo comportamento significa una sola cosa. E tu lo sai bene-
pur essendo il vampiro Isabella sembrava sull'orlo delle lacrime.
Le sue mani si strinsero a pugno di cercando di affondare le unghie nel palmo; come per cercare di svegliarsi da un sogno.
Abbassò lo sguardo e indietreggiò fino a toccare il davanzale della finestra
-io... io... devo parlare con Carlisle!-
-non c'è. Lui e Esme stasera dovevano completare il lavoro.-
-Alice ha ragione, è più di un mese che Esme si è fatta assumere come cameriera nella casa di quel ministro...-
-sì, quel ambasciatore...-
-e stasera...-
-o per meglio dire stanotte!-
-la vuoi smettere di interrompermi Emmett?!-
-eddai Jas! Colorisco solo un po' la storia...-
Rosalie li guardò e, sbuffando, si avvicinò a Isabella
-stasera Esme doveva avvelenare quell'ambasciatore, ormai si era guadagnata il totale fiducia di tutti in quella casa. Dovrebbero arrivare a momenti-
-Rosalie... cosa dovrei fare? Se quello che dici è vero io...-
-sì Isabella... noi vampiri abbiamo questa regola. Ci si innamora una volta sola... è rarissimo che accada due volte. È già raro che riusciamo a trovare un compagno almeno una volta... se è vero che ti innamorata di lui allora hai due possibilità. O lo uccidi e lo fai diventare come noi... o lo dimentichi e vai avanti nella tua vita come hai sempre fatto-
Rosalie sorrise e gli scostò una ciocca cadutagli sul viso
-io non ho avuto questo problema... Emmett era sul punto di morte, è stato facile per me. Ma per te?-

Edward si ritirò a sedere ancora intontito dal sonno.
Non riusciva a spiegarsi per quale motivo fosse sdraiato sul pavimento.
Facendo leva sul davanzale della finestra riuscì a tirarsi in piedi e a passare uno sguardo assonnato sulla stanza.
Si trovava di fronte alla grande vetrata di fianco al suo letto e non riusciva a capirne il perché.
Con passi lenti si chiuse in bagno e mise la testa sotto il getto d'acqua.
L'acqua ghiacciata ebbe il potere di farlo tornare in sé almeno in parte.
Fissandosi allo specchio, guardando il suo viso cosparso da 1000 gocce d'acqua, ebbe come una visione.
Il suo riflesso fu scacciato per un attimo da un viso di ragazza dai lunghi capelli castani e dai grandi occhi dorati.
Il sogno!!
Con rinnovate energie corse in camera e indossò i primi vestiti che trovò nell'armadio.
Se era veramente stato un sogno voleva dire qualcosa e lui doveva scoprire cosa!
Corse giù per le scale e si affacciò alla sala da pranzo dove una donna dai lunghi capelli ondulati di colore così simile ai suoi gli sorrise.
-buongiorno Edward, ben svegliato-
-buongiorno madre, grazie e ben svegliata anche a te-
la donna scoppiò in una breve risata
-Edward caro, sono in piedi da almeno tre ore... non hai visto che sono già le undici?-
Edward guardò allibito l'orologio alle sue spalle.
Aveva dormito veramente tanto... e aveva fatto un sogno stupendo
-capita a tutti, madre, di svegliarsi tardi... è che ieri sera devo dormito veramente poco-
-immagino... che stavi facendo in camera? Ho sentito dei rumori...-
Edward sollevò un sopracciglio e la guardò incredulo
-che rumori? Io non ho fatto altro che dormire!-
e sognare... ma di solito quando si sogna lo si fa dormendo...
-non saprei, quando sono venuta a controllare ti ho trovato seduto sul letto, sveglio-
-ma dai madre... sarà stato qualcuno fuori...-
lei lo guardò scettica
-se lo dici tu...-
Edward prese una fetta di pane imburrata dalla tavola e fece per uscire quando la madre lo bloccò
-Edward senti... sarebbe meglio...-
-ben svegliato Anthony, è da molto che non ci vediamo-
Edward pietrificò sulla soglia e, ancora con il pane in bocca si voltò
di fronte a lui c'era un uomo sulla quarantina con corti capelli rossicci e grandi occhi azzurri
-bentornato padre... è da molto che non ci vediamo-
l'uomo lo squadrò con occhi freddi e soffermò il suo sguardo sul pane che aveva ancora in mano
-non mangi alla tavola della tua famiglia come me e tua madre?-
-sono di fretta a padre, mangerò per strada...-
-mi dispiace deluderti Anthony ma tu stamani verrai con me, ho un lavoro da sbrigare e sarebbe ora che tu cresca e che ti prenda delle responsabilità-
Edward lo freddò con lo sguardo
-so bene quali sono le mie responsabilità, padre... e se non ti dispiace stamattina ho altro da fare-
-io sono tuo padre e come tale dovrai sottostare ai miei ordini. Ti lascio un quarto d'ora vattene in camera tua e cambiati, non crederai che io vado in giro con un figlio conciato in questo modo?!-
dicendo questo passò lo sguardo sui jeans e sulla felpa azzurra col cappuccio, soffermandosi sui capelli leggermente lunghi che gli incorniciavano il viso.
-e vedi di fare qualcosa a quei capelli, sembri un figlio di nessuno conciato così!-
Edward trattenendo una risposta non proprio carina per rispetto alla madre, fece dietrofront e risalì lentamente le scale.
Appena fu in camera prese il cuscino e lo scagliò con forza sul muro opposto
-ma come si permette quello? Arriva qui dopo mesi da chissà dove e pretende di darmi ordini come se nulla fosse?-
ancora arrabbiato Edward si cambiò e indossò uno degli odiati vestiti da cerimonia che il padre gli ordinava di mettere quando uscivano insieme, neanche andassero ad una festa in maschera.
Appena ritornò in salotto notò lo sguardo compiaciuto del padre che gli fece cenno di seguirlo.
-dove andiamo?-
-ho commissionato un certo lavoretto a una persona  e quest'oggi devo andare ad onorare il mio debito. Abbiamo un appuntamento con degli individui con cui preferirei non aver a che fare ma che mi sono necessari per " eliminare " i miei avversari-
-" eliminare " in che senso? Realmente o in senso figurato?-
il padre gli regalò un ghigno
-mi pareva chiaro il senso della mia frase-
Edward deglutì
-e... e chi sarebbero queste persone?-
un terribile sospetto gli si affacciò alla mente.
E se il sogno non fosse veramente un sogno?
-sono mercenari, assassini a pagamento che lavorano per un'organizzazione mondiale. Ne avrei sicuramente sentito parlare, l'appuntamento che abbiamo oggi è con un rappresentante della famiglia Cullen-



AliasNLH





Ciao! Visto che ho postato presto? Oggi ho avuto una giornata d'inferno e mi sono dovuto ritagliare un'oretta per poter scrivere questo capitolo.
Avrei voluto farlo più lungo ma causa forza maggiore (compiti) non sono riuscita a svilupparlo come avrei voluto.
Faccio ancora le mie scuse per il ritardo del capitolo scorso e spero di ricevere ancora tante recensioni.
Un bacio ancora!



Chiedo scusa per coloro che hanno recensito ma non ha proprio il tempo di rispondervi individualmente.
Spero vogliate perdonarmi.
Primato di rispondervi la prossima volta!!!





Un grazie anche a coloro che hanno messo questa fic tra i preferiti, significa molto per me.




1 - alexandrathebest
2 - aquizziana
3 - Araiha
4 - Bella4
5 - Bilu_emo
6 - egypta
7 - EllaYaYa
8 - Empira
9 - ka chan
10 - Les
11 - niky_d
12 - NocturneViolin
13 - piccolakia
14 - sunsunset
15 - Wind
16 - Yumi_chan




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Capitolo 9
*** ...bella... ***


Assassin
... bella...



-sono mercenari, a
ssassini a pagamento che lavorano per un'organizzazione mondiale. Ne avrai sicuramente sentito parlare, l'appuntamento che abbiamo oggi è con un rappresentante della famiglia Cullen-
per quanto Edward stesse ancora camminando la sua mente era discosta dal corpo.
Nonostante la sua espressione fosse rimasta neutra e impassibile dentro di sé aveva sgranato gli occhi e trattenuto il respiro.
Era una coincidenza?
Era normale che suo padre parlasse di questi individui il giorno dopo che uno di loro aveva avuto il compito di ucciderlo?
Newton era veramente il mandante?
Esse l'assassina avesse mentito... se in realtà il suo omicidio era stato commissionato da....
Edward si sentiva preso tra due fuochi.
Da una parte era sicuro di non uscirne vivo da questa storia, dall'altra aveva come il sospetto che tutto questo fosse un sogno, un'assurdità.
Magari aveva solo sognato quella ragazza...
in fondo le sue imprese sembravano veramente frutto di un'illusione.
Quale essere umano sarebbe stato in grado di entrare dalla finestra a quell'altezza senza l'aiuto di corde o ventose?
Quale essere umano avrebbe avuto la capacità di muoversi a quel modo?
Quale essere umano avrebbe avuto il coraggio di uccidere il proprio figlio?
-devi sapere Anthony che, tempo fa, o commissionato l'omicidio di una persona che mi intralciava-
incurante della reazione del figlio Edward, serio, continuava il suo discorso
-proprio ieri sera mi è stato detto che l'omicidio avrebbe avuto luogo; e stamane ho avuto la conferma del suo compimento-
Edward trasse un silenzioso sospiro di sollievo.
Quindi non era suo padre...
-nonostante ciò, però, o avuto l'impressione che qualcosa fosse andato storto...-
dicendo questo si voltò a guardare di sottecchi il figlio che, terrorizzato da quelle parole si fermò.
Possibile... possibile che...
-per questo ti porto con me a oggi, è ora che tu ti prenda le tue responsabilità e capisca in cosa consiste il mio lavoro perché un giorno sarà il tuo-
facendo cadere un pesante silenzio i due ripresero a camminare addentrandosi nelle profondità della foresta, ai margini del paese.
-sai, Anthony, stavo giusto pensando che la tua permanenza in quella casa sia giunto al termine. L'influenza di tua madre potrebbe essere dannosa per i nostri progetti. Ti comunico qui e adesso che tra pochi giorni, quando io dovrò ripartire, tu verrai con me. È ora che ti faccia le ossa e che capisca quel è il tuo dovere-
-ma padre, io preferirei...-
Edward non riuscì a continuare il discorso.
Aveva appena messo piede in una radura circolare al margine della quale svettava una grande abitazione coloniale di enorme bellezza.
Il padre sorrise appena alla sua reazione, anche lui aveva avuto la stessa impressione quand'era stato lì per la prima volta.
Quella radura, quella costruzione e persino le persone che vi abitavano avevano la capacità di far sentire, coloro che le vedono, delle nullità, degli esseri inferiori.
-bene, Anthony, ti presento la cosiddetta Casa Cullen-

improvvisamente la porta d'ingresso si aprì e ve ne uscì una donna.
Man mano che si avvicinava Edward notava maggiori dettagli del suo viso.
La carnagione candida, quasi bianca, i folti capelli color cammello e scendevano in morbide curve sulla schiena, i profondi occhi neri con strane sfumature dorate...
assomigliava in modo impressionante a Isabella, non tanto nei tratti quanto nel modo di fare e nei colori.
-le do il mio benvenuto Signor Masen e anche a lei signorino Edward, vogliate entrare...-
con passo aggraziato li precedette alla porta e li condusse in un'ampia entrata dove li aspettava un uomo biondo che aveva l'aria di essere il padrone del posto.
-buongiorno Signor Cullen, è un piacere rivederla-
Edward, ancora scosso dal benvenuto della donna, si ritrovò ancora una volta a disprezzare il padre, il suo servilismo per le persone più importanti e la sua codardia nelle azioni più spregevoli.
-grazie, spero che la sua visita sia di cortesia, io e lei non abbiamo più nulla a che fare-
Edward notò il sussulto del padre, era nervoso...
spostò la sua attenzione sull'uomo di fronte a se.
A vederlo così non sembrava molto importante nè emanava una sensazione sgradevole.
Perché allora il padre aveva reagito così in sua presenza?
l'uomo, notando l'interesse del ragazzo, si volse nella sua direzione e accennò un sorriso che riuscì a donare una ancor più grande bellezza al suo viso.
-tu devi essere Edward, dico bene?-
il ragazzo annuì, insicuro dell'esito del discorso.
-tuo padre mi ha parlato molto di te, mi farebbe piacere saperne di più... vogliate farmi la cortesia di fermarvi per un the?-
Edward annuuì di nuovo.
Percepiva una vaga sensazione di minaccia ma l'offerta, proprio per questo, non poteva essere rifiutata.
Seguì ancora una volta la donna da capelli color cammello in una stanza laterale e venne fatto accomodare in compagnia del padre su un divano color crema.
A loro si unirono l'uomo biondo e una ragazzina dai corti capelli neri.
-e così tu saresti Edward?-
quest'ultimo lanciò al padre un'occhiata.
Com'era possibile che avesse parlato così tanto di lui?
-Oh, non prendertela con tuo padre, in fondo non è stato lui a dirci così tanto di te-
Edward spostò il suo sguardo sulla ragazzina
-come sarebbe a dire?-
lei scoppiò in una risata cristallina
-ma allora sai parlare, temevo fossi muto!-
Edward si agitò in certo sul da farsi, come facevano queste persone a farlo sentire così con la loro sulla presenza?
-senti Isa! Potessi venire per favore?!-
Edward vende riscosso dai suoi pensieri sentendo la voce della ragazza urlare questa frase alla finestra
non l'aveva sentita muoversi...
-sai, Edward, c'è una persona che vorrei farti conoscere, sono certa che andreste d'accordo-
ma cosa stava dicendo?
Cosa stava succedendo?!
Come aveva fatto a finire in una situazione del genere!?!
-come... come sarebbe a dire che... andrei d'accordo con... questa... persona..?-
ragazza si rivolse un luminoso sorriso
-non lo sò... sesto senso? A proposito, il mio nome è Alice, nel caso tu voglia chiamarmi...-
con il cuore in gola Edward distolse lo sguardo per portarlo alla porta che si stava lentamente aprendo.
Strinse il bracciolo con una mano e si impose di calmarsi.
Che prima cosa che vide furono un paio di scarpe nere abbastanza eleganti accostate a un paio di pantaloni scuri.
Alzando lo sguardo rimase incantato da un semplice pullover che risaltava la figura facendola sembrare ancora più alta.
Lunghe ciocche di capelli castani facevano da contrasto al colore chiaro del pullover e al candore della pelle... e a un paio di grandi occhi dorati che lo stavano fissando con stupore, incredulità e... tenerezza?
Isabella.
Isabella Cullen...
socchiuse le labbra...
-... bella...-





Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!! Non vi rendete conto che le più di un mese che non aggiorno?!? Ma vi prego (me in ginocchio a mani giunte) non è stata colpa mia!! È che sono andata via ancora con i miei e mi hanno portato, come al solito, in un posto dove prendeva a malapena il cellulare... e il computer non c'era! È stata a dir poco una tortura... spero che io non vi abbia rimesso troppo...
questo capitolo è più che altro di congiunzione perché da adesso in poi due certe persone faranno le loro vera conoscenza, siete curiosi di sapere cosa succederà?
Seguitemi recensite.
Guardate che ci tengo eh!!!

AliasNLH




BloodScarlett : ciao, grazie per aver recensito, spero non ti sia dispiaciuto aspettare così tanto per il seguito, non è colpa mia... comunque no, il padre di Edward è semplicemente il mandante dell'omicidio e, come avrei potuto notare, non è simpatico nemmeno alla famiglia Cullen. Grazie ancora e alla prossima. Kisses

Arahia : sì, probabilmente lo avrei fatto anch'io... ma Edward è di tutt'altra pasta.
Vedrai però che alla fine se ne libertà, in un modo o... nell'altro. Recensisci ancora. Kisses

Wind : concordo, proprio un gran bastardo... allora mi è venuto bene! In questo capitolo si nota anche la sua propensione al servilismo... che vuoi farci, non voglio infangare di certo il modo in cui ha descritto la Mayer ma mi serviva qualcuno della sua famiglia così e sua madre sicuramente non l'avrei neanche presa in considerazione. A presto. Kisses

Bilu_emo : devi sapere che l'ho fatto apposta, volevo a tutti costi una tua recensione e non ho postato fino ad ora... no, è una balla, solo una parte però! Ci tenevo veramente ad avere una tua recensione ma mi è stato impossibile postare... i miei stanno progettando di vendermi il computer... speriamo non ci riescano. Grazie per la recensione. Kisses

Helen Cullen : benvenuta e grazie per aver messo questa fic tra i preferiti, contenta anche che ti piaccia. Come vedi ho preparato l'incontro tra i due che avverrà nel prossimo capitolo. Continua a seguirmi. Kisses

momob : come vedi Alice ha avuto un ruolo determinante per l'incontro tra i due (futuri) piccioncini, l'idea me l'ha data tu... inizialmente volevo fare che Isabella entrasse nella stanza per qualche motivo, ma come si fa a lasciare Alice fuori da una cosa come questa?! Kisses

beba7 : la cosa è semplice, Edward è freddo con il padre perché è un grande str****, tanto ormai si era capito. Grazie per aver recensito. Kisses



Vorrei inoltre dare un grazie speciale a coloro che hanno messo questa fic preferiti.



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Capitolo 10
*** Guardia del corpo ***


Assassin
Guardia del corpo



-... bella...-
tutti si voltarono sbalorditi verso di lui.
Come l'aveva chiamata?
Il padre fissava il figlio come se fosse stato un estraneo.
O aveva sentito male oppure Edward aveva veramente fatto un complimento a uno dei mostri di quella casa... ad un'assassina.
L'uomo biondo (che per comodità chiameremo Carlisle) spostava lentamente lo sguardo dall'uno all'altra quasi come se gli mancasse un tassello di un puzzle complicato.
Alice, invece, guardava soddisfatta Isabella che sembrava pietrificata sulla porta.
Edward continuava a far scivolare gli occhi sul contorno della ragazza in piedi all'ingresso.
Fino a quel momento aveva come creduto inconsciamente che il loro incontro fosse stato solamente un sogno.
Ora che però era davanti a lui si rendeva conto di quanto il suo sogno fosse reale, di quanto avesse sperato che fosse reale.
La maschera che Isabella portava normalmente ebbe come un cedimento.
Facendo un passo avanti indicò il ragazzo che aveva il compito di uccidere.
-e tu che ci fai qui?-
-bhe... ecco... io...-
il padre di Edward si riscosse e puntò lo sguardo sul figlio.
-la conosci?-
-no... io...-
-come fai a conoscerla? Questa è un'assassina! Tu non hai...-
una strana consapevolezza fece breccia nel suo stupore.
E se...
-non è possibile... tu non puoi...-
Carlisle si schiarì la voce e decise di prendere in mano la situazione
-La prego di calmarsi, se Isabella vuole gentilmente sedersi spiegherò la situazione-
Isabella, ripreso rapidamente il controllo, si avvicinò lentamente per poi accomodarsi sulla poltrona più lontana da loro
-le ordino di dirmi immediatamente ciò che è successo! Se mio figlio si è imbarcato in una situazione e vi ha contattati io non...-
-mi pare di averle già detto di calmarsi...-
Edward senior perse la voce alla vista degli occhi di Carlisle
-oh, non si preoccupi, suo figlio non ci ha commissionato niente!-
il signor Masen si voltò scettico verso Alice
-e allora abbiate la grazia di spiegarmi per quale motivo mio figlio Edward conosce... questa-
Edward si contrasse sentendo il tono con cui il padre aveva indicato Isabella, quasi come se si trattasse di un rifiuto della società, o un oggetto.
Isabella, gli occhi nascosti dalla lunga frangia, non accennò un movimento limitandosi a mantenere un pesante silenzio che lo fece sentire ancor più in colpa per le affermazioni del padre.
-questa, come dice lei, è una delle mie figlie... forse la più dotata. Non credo che le convenga insultarla in questo modo-
padre e figlio rabbrividivano al tono freddo usato da Carlisle.
-Lei...p-però, non mi ha...d-detto p-perché... sì... conoscono...-
il padre, nonostante fosse terrorizzato, voleva conoscere il motivo degli ultimi avvenimenti, voleva sapere cosa c'entrasse a quello scavazzacollo di suo figlio con quei pericolosi assassini
-è presto detto, mi è stato assegnato il compito di ucciderlo-

Un opprimente silenzio calò su di loro.
Alle parole di Isabella Carlisle e Alice sospirarono.
Il padre di Edward rimase pietrificato dalla notizia.
e Edward...
Edward non poté fare a meno di pensare a quanto fosse dolce la sua voce.
-come sarebbe... ucciderlo?-
le labbra di Isabella si piegarono in una smorfia sarcastica.
-a me pare un concetto semplice da capire... come lei ha commissionato l'omicidio di quel ministro, qualcun altro ha commissionato l'omicidio di suo figlio-
-ma voi... voi dovete fare qualcosa! Io non voglio permettere che mio figlio muoia!-
Edward guardò stupito il padre, non si aspettava che difendesse.
-se lo morisse io non avrei più un erede e la nobile tradizione di famiglia andrà distrutta! Voi dovete proteggerlo!-
ecco appunto, figurarsi se suo padre lo avesse protetto solo perché gli voleva bene...
il silenzio creatosi venne rotto da una risata cristallina che riempì la stanza
-Lei è veramente comico signor Masen! Si rende conto che sta chiedendo, a coloro che devono uccidere suo figlio, di proteggerlo!?-
il padre squadrò severo Alice che cercava di frenare le risate tappandosi la bocca con una mano.
-io voglio solo che mio figlio sia protetto, se a questa ragazza- disse indicando Isabella -è stato dato il compito di ucciderlo, a qualcun altro della vostra famiglia io darò il compito di proteggerlo!-
Alice bloccò subito le risate e inchiodò l'uomo con uno sguardo nero
-ci sta chiedendo di metterci l'uno contro l'altro?-
-n-no...v-voglio solo che... sia... al sicuro-
-andata-
per una seconda volta tutti fecero passare lo sguardo tra Isabella e Edward.
Entrambi, nello stesso momento, avevano accettato le condizioni di questa nuova offerta.
Isabella, abbandonando ogni ormai inutile proposito di portare a termine il suo compito, aveva accettato di proteggere la sua vittima e Edward, sempre più affascinato da quella ragazza, aveva accettato di essere protetto nonostante sapesse i rischi che stava correndo.
-ne siete sicuri?-
Carlisle guardò serio i due ragazzi che annuirono.
-molto bene allora Signor Masen, immagino che siamo ancora in affari-
Alice si dimenò sulla sedia volgendo lo sguardo preoccupato verso Isabella.
-ma come farai con l'incarico che ti ha commissionato Newton?-
-Newton... hai detto?-
il padre di Edward aveva gli occhi spalancati dallo stupore
-è... è stato lui... a commissionare l'omicidio di Edward?-
Isabella guardò severamente Alice, non sapeva proprio tenere la bocca chiusa.




Ehm... è inutile dire quanto io sia mortificata di quest'ennesimo ritardo?!?! So bene che avevo promesso che avrei postato regolarmente ma... e questo il difetto di avere un computer portatile e Hitler al posto di una madre...
:-(
è stata decisamente una settimana sfiancante, so che il capitolo è un po' corto... ok, forse troppo corto... ma proprio per il momento non riesco a fare di più, spero di spostare presto il prossimo capitolo domani o al massimo lunedì, però se aggiorno martedì non ve la prendete, vero?   (sguardo speranzoso)

AliasNLH







Wind : grazie per avermi dato il bentornata senza maledirmi, mi ha fatto capire quanto poco avessi voglia di uccidermi, a differenza di qualcun altro... (vedi il resto della famiglia) spero che anche questo capitolo che sia piaciuto. Scusa se un po' corto! Ci vediamo al prossimo. Kisses

Bilu_emo : è bello risentirti! Come sono andate le vacanze? Spero bene, le mie sono state veramente uno schifo... spero di rifarmi in quest'ultima settimana... spero...! Come hai ben detto si sono incontrati e da questo momento in poi passeranno un sacco di tempo insieme... che dire di più? Lo scoprirai! Ciao ciao

Helen Cullen : Carissima Elena, come vedi ho aggiornato, non proprio presto, ma ho aggiornato! Mi aspetto ancora un'altra recensione, anche perché non sono proprio sicura che questo capitolo mi sia venuto bene. L'ho riscritto almeno tre volte... speriamo...

momob : brava brava, si vede che tu e Alice ha detto lo stesso talento... continua con i tuoi colpi di genio che sicuramente mi daranno lo spunto per migliorare quello che è ho già in mente! Ti chiedo scusa per il capitolo troppo corto ma non riesco proprio a farli più lunghi, sono costretta a fermarmi sempre ad un certo punto... A presto!

aLbICoCCaCiDa : brava che hai recuperato, mi sembrava che mancasse qualcosa... concordo con te che il padre non è proprio degno di essere SUO padre! Ci sentiamo presto, vero? Kisses



Vorrei inoltre dare un grazie speciale a coloro che hanno messo questa fic preferiti.









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Capitolo 11
*** Perchè vuoi proteggermi? ***


Assassin
Perchè vuoi proteggermi?


-come sarebbe a dire... Newton?! Cosa c'entra il mio socio in affari con lui?! Non... non vorrete farmi credere che... è stato lui a commissionare l'omicidio... di Anthony!-
Carlisle fece passare uno sguardo stupito dal padre al figlio
-come sarebbe a dire... Anthony? Ma tu non ti chiamavi Edward?-
il padre fece un gesto di sufficienza e indicò il figlio
-sì... quello sarebbe il suo nome... l'ha preso da me. Io però non ritengo degno di portarlo, così lo chiamo con il suo secondo nome-
Edward, gli occhi nascosti da ciocche di capelli che gli erano sfuggite dal codino, sembrava come pietrificato e non proferì una parola.
Isabella però, aveva notato il contrarsi delle nocche e il lieve tremolio delle spalle, come se stesse cercando con tutte le sue forze di evitare di saltare addosso al padre.
Facendo così non avrebbe di certo ottenuto il rispetto del figlio.
-ora volete spiegarmi che cosa c'entra Newton?-
Isabella distolse lo sguardo da Edward e si concentrò sul padre
-quando dice Newton, a chi si riferisce?-
lui ha squadrò accigliato
-ma il mio socio d'affari ovviamente, chi altri?-
-mi dispiace deluderla allora, ma a commissionare l'omicidio di suo figlio non è stato il padre...-
il signor Masen fece una risatina nervosa
-andiamo... vorresti dirmi che siete stati contattati dal figlio? Mike?! Ma è soltanto un ragazzino-
-ha l'età di suo figlio-
-appunto!-
Isabella lo squadrò con sufficienza
-non mi pare il momento di mettersi a discutere su queste cose, io so bene con chi ho parlato e so bene da chi ho accettato l'incarico; se lo lascio incompiuto è solo per rispetto in quello che credo e non perché ritengo il mandante troppo giovane. Dovrebbe ringraziarmi Signor Masen, invece di criticare il nostro modo di fare. Se non fosse stato per questo suo figlio sarebbe già morto ieri sera-
il Signor Masen si girò stupito verso Edward
-dice il vero? Aveva già potuto ucciderti ieri sera?!
-e anche se fosse?-
-perché non mi hai avvertito? Avrei potuto mettere più guardie e...-
il discorso venne stroncato dalla risata di Isabella
-credo che Alice abbia ragione, lei è un uomo veramente spassoso! Come può pensare che io possa essere fermata da delle semplici guardie? Come può sperare lei di fermarmi in qualche modo? Ma se neanche uno dei più importanti ministri del mondo ce l'ha fatta... cosa può fare lei contro di noi?-

Edward era sdraiato sul letto, ancora vestito con gli abiti formali.
Appena usciti da quella casa suo padre non gli aveva più rivolto una parola e, una volta arrivati, si era chiuso nel suo studio senza nemmeno salutare la moglie che, preoccupata per lui e per il figlio, era ancora fuori dalla porta cercando inutilmente di convincerlo ad uscire.
Dal canto suo, Edward, era stupito che il padre si fosse abbassato a chiedere aiuto a degli assassini; questo spiegava molte cose.
Spiegava come le cause che sarebbero dovute essere perse fossero state vinte per mancanza di testimoni... di come questi stessi testimoni fossero trovati morti e dichiarati suicidi.
Era ovvio che con degli assassini del genere al suo servizio avesse scalato le vette del potere in così poco tempo.
Non poteva credere che avesse chiesto veramente a Isabella di proteggerlo, proprio lei che aveva avuto il compito di eliminarlo!
Improvvisamente si mise a sedere e si passò una mano tra i capelli scompigliandogli ancora di più.
Ma perché lei aveva accettato?
Perché non lo aveva ucciso già la sera prima?
Cosa l'aveva spinta a rifiutare l'offerta di Newton?
-perché hai deciso di salvarmi la vita?-
-se ho deciso così avrò avuto sicuramente un'ottima ragione...-
sentendo quella voce Edward saltò velocemente giù dal letto, mettendosi in posizione di difesa.
-credi davvero che una difesa così scarsa possa avere anche una sola possibilità contro mio attacco? Ti facevo più intelligente Anthony-
-non chiamarmi in quel modo!-
Isabella sorrise e scavalcò il davanzale della finestra di
-non scaldarti così... non ne vedo il motivo-
Edward scrollò le spalle e le andò incontro
-odio quando mio padre mi chiama in quel modo, è come se non mi ritenesse parte della famiglia...-
-bella famiglia una che non accetta l'esistenza di un proprio figlio-
Edward scrollò alla testa e infastidito da quelle parole e le fece cenno di avvicinarsi
-mi spieghi come ci fai qui?-
-il mio dovere, è ovvio!-
-se sei qui per proteggermi allora puoi anche tornatene a casa, non ne ho bisogno-
Isabella emise un risolino divertito
-non ne avresti bisogno? Io dico di sì-
-e invece no, da quando tu hai rinunciato ad uccidermi non mi pare che ci sia qualcun altro con lo stesso intento, no?-
Isabella divenne improvvisamente seria e, avvicinandosi velocemente a lui, riprese un braccio bloccandogli ogni possibilità di fuga
-ascolta attentamente, Edward, solo perché io ho rinunciato ad ucciderti non vuol dire che anche Newton lo farà. Quando si renderà conto che non ho accettato le sue condizioni lo chiederà sicuramente a qualcun altro e allora ci sarà la guerra. Non importa a chi lo chiederà, se a un membro della mia famiglia o ad  un qualunque altro gruppo di assassini il risultato sarà lo stesso, io non ho adempiuto al mio compito e per quelli come me questo equivale ad un tradimento-
-e allora... perché vuoi proteggermi?-
Isabella distolse lo sguardo e lo liberò, guadagnandosi velocemente una distanza da lui.
Salì in piedi sul davanzale e si voltò a guardarlo.
Edward rimase quasi pietrificato dall'intensità di quegli occhi.
Sembravano caramello fuso con strane striature nere, sembravano troppo profondi per essere anche solo lontanamente umani.
-non lo sò nemmeno io-
dicendo questo saltò giù dal davanzale e sparì nel buio della notte. 



 Visto? Ho detto che avrei aggiornato entro oggi e, effettivamente, entro oggi ho aggiornato!
In questo capitolo succede qualcosa in più, da adesso vedremo Edward e Isabella che cominceranno a conoscersi e a passare sempre più tempo insieme, li vedremo prendere confidenza l'uno con l'altra ma soprattutto vedremo (questa è un'anticipazione, è sconsigliata a chi non vuole avere sorprese sui prossimi capitoli) il loro incontro con Mike Newton!
Godetevii quindi l'attesa perché succederà di tutto! 


AliasNLH



Wind : sono proprio contenta che anche lo scorso capitolo che sia piaciuto!questo ho cercato di farlo un po' più lungo, spero di esserci riuscita!!! Se puoi commissionare dell'omicidio di Edward Cullen senior!? Ma certo!! Anzi! Mi è venuta un'idea! Se mi dai tuo nome, o un nome che ti piace, ti faccio entrare nella storia come personaggio e ti farò commissionare il suo omicidio entro l'ultimo capitolo! Ti piace come l'idea? Spiazzati poi dispiego un paio di cose che mi servono. Pensaci e recensisce ancora! A presto!

Bilu_emo : grazie per aver recensito ancora e per nno aver criticato il capitolo troppo corto, questo peso di averlo fatto un po' più lungo. Da qui in poi si può dire che si evolverà il rapporto tra quei due. A presto

Helen Cullen : sì, anch'io adoro quel vampiro... e per quanto riguarda Edward ed Isabella dovranno stare veramente MOLTO vicini! Aspettati molti colpi di scena perché ce ne saranno! Kisses

Rowen_Cullen : ciao! È sempre bello ricevere recensioni da qualcuno di nuovo! Sono contenta che la storia ti piaccia e spero di non deluderti! Ma toglimi una curiosità... il nome Rowen l'hai preso da Elemental Gerard? A presto

aLbICoCCaCiDa : cerca di capirlo poveretto, è innamorato cotto e non riesce a pensare in modo coerente...e poi è un maschio... è ovvio che non riesce ad elaborare più pensieri in una volta... senza offesa ai maschi che leggono...! A presto




Vorrei inoltre dare un grazie speciale a coloro che hanno messo questa fic preferiti.














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Capitolo 12
*** Usciamo? ***


Assassin
Usciamo?


Erano ormai le due di notte e Edward, come sempre da quando era cominciata quella storia, non riusciva a chiudere occhio.
Dal giorno in cui suo padre aveva chiesto alla sua ex assassina di proteggerlo era passata una settimana e ancora non gli parlava.
Passava le sue giornate chiuso in ufficio e ignorando persino le suppliche della moglie.
Il fatto che non gli parlasse non era poi così insolito ma normalmente quando lo incrociava non mancava di fargli un commento di disprezzo sul suo modo di vestire, su suo taglio di capelli o sulle sue abitudini.
Edward, ora, era sdraiato a letto vestito soltanto con un accappatoio; i capelli ancora bagnati per la doccia.
Stava riflettendo sulla sua situazione, chiedendosi quando tutta questa storia sarebbe finita.
Isabella, come al solito, era appostata subito fuori dalla sua camera, su un albero, che sorvegliava su suo " sonno ".
Alzandosi, Edward, si diresse verso la finestra e appoggiando una mano sul vetro osservò Isabella che scrutava il cielo.
Era inspiegabile come potesse fare questo lavoro.
Dava come l'impressione che non dormisse mai poichè lo seguiva notte e giorno, incessantemente.
Anche adesso... dopo più di dodici ore di appostamento non dava segni di stanchezza e continuava imperterrita a scrutare il cielo, la sua finestra, lui... e a giocare con un coltello dal lancio che continuava a rigirare tra le dita.
Inspiegabilmente, a quel pensiero, Edward ebbe come paura che si tagliasse... non riusciva a capire cosa gli stesse succedendo ma quando Isabella era con lui lo mandava in confusione... era una cosa assolutamente nuova.
Rialzando lo sguardo notò che Isabella era sparita.
Dopo un momento di panico durante il quale si chiese se per caso non fosse stata colpita o forse che se ne fosse andata di sua spontanea volontà, sentì dei passi lungo il corridoio.
Irrigidendosi istintivamente osservò la porta aprirsi e una figura entrare silenziosa.
-Edward...-
Edward si rilasso vistosamente
-madre...-
la donna fece qualche passo verso di lui, il sorriso sulle labbra.
-ti ho detto che quando non c'è tuo padre non ti devi rivolgerne in modo così deferente...-
Edward abbozzò un sorriso e sedette sul letto battendo sul materasso per invitarla ad imitarlo
-va bene, va bene... allora mamma, cosa che porta qui a quest'ora di notte?-
lei abbassò lo sguardo sulle mani intrecciate
-è che sono preoccupata... tuo padre non mi rivolge più la parola e quella ragazza di continua a seguirti... non potresti spiegarmi cosa sta succedendo?-
-io... io ho... non credo che tu...-
-capisco, tuo padre certo di non farne parola, vero?-
-no... non è questo è solo che...-
-non devi giustificarti, è comprensibile che tu e tuo padre abbiate dei segreti, non importa... ora vado. Scusa che ho disturbato-
E prima che Edward potesse fare anche un solo movimento la madre uscì silenziosa dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle
Edward si lasciò cadere pesantemente sul letto e passò una mano sui capelli per scompigliarli ancora di più
-ma cosa voleva?-
-probabilmente aveva soltanto voglia di stare un po' in tua compagnia... in questi giorni le sei stato molto lontano-
Edward alzò pigramente uno sguardo e inquadrò Isabella in piedi di fronte a lui. Ormai non si stupiva più quando la vedeva apparire così nella sua stanza, c'era abituato, anche se continuava a non capire come potesse succedere.
-tu dici?-
lei alzò un sopracciglio in modo eloquente e si allontanò appoggiandosi al muro opposto della stanza
-sembra che tu non riesca a dormire... come mai?-
-ma... non saprei... forse perché c'è qualcuno che vuole uccidermi... o forse sono terrorizzato dalla persona che mi protegge... chi lo sa?-
Isabella fece una smorfia sarcastica e fece passare lo sguardo su cui " vestiti " che Edward indossava.
-che hai da fissarmi?-
lei alzò le spalle
-niente... mi chiedevo solamente se avessi voglia di farti in giro. È una settimana che te ne resti chiuso in casa, potresti venre con me da qualche parte-
Edward strabuzzò gli occhi facendo un'espressione buffa, un incrocio tra l'incredulo e lo stupito. Sembrava quasi un bambino alla vigilia di Natale, alla vista di un regalo troppo grande.
Isabella scoppiò a ridere e Edward non poté fare altro che bearsi di quella risata che riempiva il silenzio della stanza.
-allora... hai intenzione di venire o devo andarci da sola?-
con uno scatto Edward si precipitò al suo armadio e prese le prime cose che gli capitarono sottomano.
Si diresse in fretta e furia dentro il bagno e chiuse la porta.
Isabella stupita da questo comportamento si avvicinò quando, improvvisamente, la porta si spalancò di nuovo mostrandole un Edward a torso nudo vestito solamente con un paio di jeans larghi neri e con i capelli che svolazzavano intorno al suo viso a causa dell'aria prodotta dal phon.
-e non ti azzardare ad andartene da sola! Dammi cinque minuti che arrivo! Potrebbe essere pericoloso per una ragazza andarsene in giro da sola a quest'ora di notte!-
dicendo questo fece una breve risata e richiuse la porta imbarazzato, non si era neanche reso conto di essere ancora così svestito.
Aveva come paura che lei se ne andasse lasciandoli da solo.
Da quando lo terrorizzava l'idea che qualcuno se ne andasse dalla sua vita?
Chiudendo la porta e ricominciando ad asciugarsi capelli l'ultima cosa che sentì fu la risata cristallina di Isabella.
-dolcezza... ti assicuro che sono l'ultima persona che ha bisogno di protezione, tantomeno della tua-


 Ehilà! Sono tornata! Non lamentatevi che non vi ho fatto aspettare tanto!
Lo so cosa dire ma al momento sono leggermente di fretta quindi non vi do anticipazione o suggerimenti.
Godetevi questo capitolo e aspettate il prossimo.
Ah... quasi dimenticavo! Da settimana prossima non avrò a disposizione il computer tutti i giorni ma solo il martedì, il giovedì e la domenica (credo) dovrei riuscire ad aggiornare una o due volte la settimana. Se ci sono cambiamenti vi avverto!



AliasNLH



Wind : allora hai deciso di accettare la mia proposta!? Sono felicissima! Ti spiego quale sarebbe la mia idea. L'ultimo capitolo sarà... era un diverso da questi. Sarà scritto in prima persona. Visto che avevo deciso a priori che il padre di Edward sarebbe morto ho pensato di approfittare della tua richiesta (che cade a fagiolo) e farti commissionare l'omicidio. Dovresti darmi o il tuo nome o un nome che vuoi e magari descrivere un po' le tue caratteristiche fisiche (o se vuoi inventartele) sarai tu ( un il tuo personaggio) a chiedere la sua morte. Se non ti è chiaro qualcosa scrivi! Grazie per la recensione

Bilu_emo : errori di battitura parte sono contenta che il capitolo ti soddisfi! In questo capitolo (meno male) il padre di Eduardo non c'entra tanto! Spero solo di non averti fatto aspettare troppo. Kisses

Helen Cullen : contenta che sei d'accordo con wind! Mi dispiace ma non c'è nessuno che lo prenderà a calci... gli faranno di peggio *risata satanica* temo però che tu dovrai aspettare l'ultimo capitolo per questo. Abbi pazienza e continua a recensire. Bye bye

BloodScarlett : non preoccuparti del padre di Edward... tanto alla fine muore... è bello risentirti! Grazie anche per questa recensione. Kisses

MimiMiaoTwilight4e : ciao e ben arrivata... per modo di dire. È sempre bello ricevere recensioni da persone nuove! Hai letto tutti capitoli in una mezz'ora? Cavoli... vuol dire che non sono così male scrivere! Sono veramente contenta che la mia storia ti piaccia e spero che vorrai continuare a seguirla! Grazie per avere recensito. Kisses

Rowen_Cullen : per la foto di Edward in moto ci sto lavorando, con un po' di fortuna dovrei riuscire anche a colorarla. Chissà che io non riesca a inserirla in uno dei prossimi capitoli. Riguardo al tuo nome sono due devo dirti, a parte il fatto che piace veramente tanto, ho pensato che l'avessi preso da Elemental Gerad, un fumetto; o per meglio dire, una manga giapponese. C'è anche il cartone ma non è granché. Rowen è un uomo, piuttosto giovane direi... circa vent'anni. A parte il fatto che è molto carino... capelli biondi lunghi raccolti in una coda e occhi azzurri, è molto simpatico e sa fare praticamente di tutto. Non so se ci sono molte persone che conoscono questo fumetto ma io credo ne valga la pena. 





Vorrei inoltre dare un grazie speciale a coloro che hanno messo questa fic preferiti.


1 - acqua1879
2 - aLbICoCCaCiDa
3 - alexandrathebest
4 - Allen_Anne_Black
5 - Angel23
6 - annina91
7 - aquizziana
8 - Araiha
9 - beba7
10 - Bella4
11 - Bilu_emo
12 - BloodScarlett
13 - Clhoe
14 - darkcy
15 - deisy87
16 - egypta
17 - EllaYaYa
18 - Empira
19 - Helen Cullen
20 - ka chan
21 - kira988
22 - lady bella
23 - Les
24 - lupacchiotta_mannara
25 - MemiDark_Cullen
26 - MimiMiaotwilight4e
27 - Miyu
28 - MizzCamilla
29 - niky_d
30 - NocturneViolin
31 - novilunio
32 - piccolakia
33 - punk92
34 - Rowen_Cullen
35 - sunsunset
36 - underworld_max
37 - valemyni
38 - Wind
39 - ysellTheFabulous







Arigatoo e a presto!!!!!!


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Capitolo 13
*** La tristezza del passato ***


Assassin
La tristezza del passato


Era da tanto tempo che Edward non usciva di casa la sera ma, forse proprio per questo, non si sentiva a suo agio.
O forse era il fatto che stava camminando accanto alla ragazza più bella che avesse mai visto.
Dopo essersi ripreso dalla figuraccia del bagno, si era vestito ed erano usciti lasciando un biglietto sul letto nel caso la madre di Edward fosse tornata in camera sua.
Immerso nelle sue riflessioni aveva acconsentito di guidarla in uno dei locali che frequentava solitamente, sembrava quasi che lei non fosse abituata a passare le sue serate i luoghi come discoteche o bar.
La vedeva camminare, mani in tasca, accanto a lui con lo sguardo perso all'orizzonte.
-sai... ho sempre pensato che il tuo nome fosse troppo a lungo...-
Isabella si voltò verso di lui.
Dal canto suo, Edward, non credeva di aver veramente rotto quel silenzio che regnava tra di loro.
Nonostante fosse a disagio decise di andare avanti o lei lo avrebbe scambiato per uno matto da legare.
-sì... Isabella è un nome veramente lungo, se sono nei guai e devo chiamarti  rischio di perdere un sacco di tempo...-
Isabella si concesse un sorriso e si fermò davanti a lui come per invogliarlo a finire il discorso.
-e infine? Come mi chiameresti?-
-bhe... potrei chiamarti Isa ma è troppo comune... che ne dici di Bella?-
Isabella alzò un sopracciglio e fece finta di pensarci su seriamente.
-Bella eh..? Mi piace, approvato!-
Edward le sorrise felice e, quasi senza accorgersene, la prese per mano e la trascinò nel suo locale preferito, sicuro che quella sera si sarebbe divertito un mondo.

Da quando erano entrati tutti i ragazzi non facevano altro che addocchiare Isabella, lanciandole frasi più o meno esplicite...
Edward si sentiva stranamente toccato da questa situazione e non poteva fare a meno di sussultare leggermente ad ogni complimento.
Isabella, dal canto suo, sembrava apparentemente non accorgersi delle attenzioni che le si rivolgevano ma, internamente, si sentiva profondamente a disagio poiché era abituata a non essere notata da nessuno.
Senza il suo fido mantello che la nascondeva a gli occhi del mondo si sentiva persa e, istintivamente, incrociò le braccia, cercando in qualche modo una protezione dall'esterno.
Edward aveva notato questo strano comportamento e, intuendone la causa, compì un'altra azione, da lui successivamente definita inspiegabile; si alzò e, con assoluta calma, circondò le spalle di Isabella con fare protettivo guidandola lentamente fuori dal locale.
Isabella, dopo un momento di stupore, gli sorrise riconoscente e si lasciò portare fino in strada e poi fino ad un piccolo spiazzo d'erba, a cielo aperto, al margine del bosco che segnava il confine di Forks.
Gli unici rumori che si poteva sentire erano il canto dei grilli e il soffio del vento che scuoteva i rami degli alberi, creando una melodia triste.
-grazie, non mi sentivo esattamente a mio agio...-
-...-
-...-
-perché fai questo lavoro? Perché hai scelto basare la tua vita all'omicidio?-
Isabella sussultò sentendo questa domanda.
Nessuno le aveva mai chiesto il motivo del suo lavoro... è vero che nessuno li si era mai avvicinato tanto ma, tutte le persone che aveva conosciuto, non si erano mai interessate veramente a lei (famiglia Cullen a parte).
Si accovacciò a terra e strinse le ginocchia tra le braccia facendo un sorriso malinconico.
-perché vuoi saperlo?-
-così... non c'è una ragione precisa... sono curioso...-
Isabella lasciò correre alcuni secondi, quasi come se stesse prendendo in considerazione l'idea di non parlare affatto.
Infine sospirò.
-è semplice... ho scelto questo lavoro perche è l'unico che posso fare, da quando la famiglia Cullen mi ha accolta ho sempre pensato di essere stata incredibilmente fortunata a trovare delle persone così buone e gentili, all'inizio credevo che questo incarico fosse un passaggio temporaneo... credevo che, dopo un po' di tempo, avrei potuto scegliere liberamente della mia vita... purtroppo non è stato così, quando uno fa questo lavoro, specialmente uno come me, il lavoro gli entra nel sangue, nel corpo... è impossibile lavare via il sangue versato come è impossibile distruggere i ricordi. In poche parole potrei dire ad che faccio questo lavoro perché ormai io sono diventata il mio lavoro...-
Edward assimilò le informazioni e tacque, si rendeva conto di aver fatto una domanda invadente ma allo stesso tempo non poteva non notare come gli occhi di Isabella si fossero improvvisamente rattristati e come avesse abilmente schivato la domanda, dando una risposta che poteva significare tutto e niente.
Senza aggiungere altro si sdraiò accanto a lei e, l'ultima cosa che vide prima di addormentarsi, furono le stelle in cielo e il suo profilo perfetto, leggermente illuminato dalla luna.


 Ehilà! Sono tornata! Sono tremendamente dispiaciuta del ritardo ma, come ho scritto la volta scorsa, ho dei problemi ad avere il computer tutto per me... il fatto di avere un portatile non rende più facile la cosa... oltretutto in questi giorni Internet non andava e stò ancora decidendo come uccidere il responsabile... perché, se vogliamo essere del tutto sinceri, è terza o la quarta volta che mi tocca il computer e mi scombina tutto, specialmente Internet. Sono accettati consigli, ne aspetto tanti! Comunque sono riuscita a rimettere Internet in sesto e ad aggiornare. Speriamo che anche questo capitolo vi soddisfi! Ciao ciao



AliasNLH



Wind : sono contenta che tu abbia accettato! Aspetto con ansia la tua mail e, se per caso dovessi metterci troppo, m'impegno ad avvisarti due o tre capitoli prima della fine. È stata un'idea geniale quella del bagno (sbav)... peccato non poterla vedere, tu che dici? Scusa ancora per il ritardo e a presto.

Bilu_emo : ma certo che il papà di Edward muore! Non è neanche da chiedere! Scusa se la volta scorsa ho scritto Eduardo ma intanto che scrivevo stavo studiando storia... per essere più precisi la monarchia spagnola... spero di non fare mai più questo errore! Grazie per la recensione, Kisses

Helen Cullen : ciao Elena, come puoi vedere alla fine ce l'ho fatta ad aggiornare! *mi in ginocchio per chiedere perdono per il ritardo* vorrei innanzitutto puntualizzare una cosa, non so se si è capito ma il padre di Edward morirà muahahahahahah!!! L'ho inserito nella storia proprio per questo... hanno già assoldato un killer, se vuole puoi associarti anche tu...! Grazie per recensione, spero di poter aggiornare il prima possibile.

BloodScarlett : no... no... la madre di Edward non morirà sicuramente, al massimo di vecchiaia ma non penso di carri fare così avanti, credo... non preoccuparti se di colleghi in fretta, se non hai il tempo puoi sempre scrivere di una recensione veloce, l'importante è sentirti! Ci vediamo al prossimo capitolo!

MimiMiaoTwilight4e : ringrazio per i baci e per la tua recensione, mi dispiace averci messo così tanto... spero di non averti deluso. Spero anche questo capitolo ti piaccia, il futuro dovrei riuscire ad aggiornare più regolarmente. Non si sa mai... con la coppia di Hitler in gonnella che ho in casa... grazie ancora e a presto!

Rowen_Cullen : sono contenta che ogni capitolo ti piaccio sempre di più e spero che anche questo sia così... mi spiace d'accesso tanto, casini col computer... aspetto un'altra tua recensione. Chi serve

momob : ehilà! Che bello di sentirti! Dispiace anche a me per la mamma di Edward... si sente un po' trascurata... tutta colpa del padre però...! Aspetto un altra tua recensione; ciao ciao




Vorrei inoltre dare un grazie speciale a coloro che hanno messo questa fic preferiti.









Arigatoo e a presto!!!!!!



Mi stavo quasi dimenticando, questo capitolo è dedicato a sabar75 (almeno spero che sia questo il tuo nickname, se non lo è vuol dire che ho usato quello del tuo sito...) che mi ha fatto i complimenti contattandomi direttamente sul mio sito, grazie 1000 e spero che tu voglia seguirmi ancora!





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Capitolo 14
*** Non morire! ***


Assassin
Non morire


in una stanza buia un uomo sedeva composto alla scrivania... l'unica fonte di luce era una piccola lampada poggiata su un mobiletto di fianco a lui.
Una debole luce illuminava appena quello che sembrava uno studio.
Ad interrompere il silenzio creatosi fu un bussare insistente alla porta che, subito dopo, si aprì.
Un uomo, sicuramente più giovane di quello già presente nella stanza, sbattè la porta e si piazzò di fronte alla scrivania.
-sei proprio deciso?-
-si... non posso più aspettare che ci pensi lei,...-
il primo uomo si portò una mano al viso, stanco.
-fai come puoi... sappi solo che io farò finta di non saperne nulla, non venire qui a piangere se fallisci, non ti vendicherò in alcun modo-
il giovane sferrò forte i pugni.
-non ce ne sarà bisogno-

Edward si mosse infastidito da un qualche rumore.
Era sdraiato a pancia in giù e le braccia erano entrambe sotto la sua testa.
Il rumore fu più forte e lo costrinse a prendere il cuscino e a premerselo sulle orecchie.
In quel momento il ricordo della sera prima tornò a galla.
Svegliandosi improvvisamente si alzò a sedere e si trovò in pigiama seduto sul suo letto.
Con una mano ravviò i capelli che aveva davanti agli occhi.
Com'era possibile che fose in camera sua? La sera prima era uscito con Bella...
-ben svegliato Edward!-
si voltò in direzione di quella voce che ormai conosceva bene che le sorrise.
Isabella era mezza sdraiata, nel senso sbagliato, su una poltrona, la testa e le gambe poggiate sui braccioli.
-era ora! Sbrigati che tra poco si va a scuola!-
Edward non aveva mai pensato che svegliarsi per andare a scuola fosse così piacevole, specie dopo le vacanze.

-come sarebbe a dire no?-
Isabella sbuffò e guardò con sospetto la moto nera di fronte a lui.
-sarebbe a dire che non mi serve un passaggio-
-guarda che tu devi proteggermi... non è andando a scuola a piedi che riuscirai a seguirmi bene-
uno strano silenzio accompagnato da un sorriso sinistro aleggiò sul viso di Bella.
-fossi in te non ne sarei tanto sicura... in ogni caso io in moto con te non ci vengo! E datti una mossa che tra meno di dieci minuti cominciano le lezioni-
Edward alzò gli occhi al cielo e guardò le nuvole passare.
Gli sembrava strano che Isabella si ostinasse così tanto a non ricevere un passaggio in moto... come faceva a stargli dietro se no?
Preparatosi velocemente un nuovo discorso per convincerla abbassò velocemente lo sguardo e si preparò a fronteggiarla.
Si guardò un po' intorno e tornò a fissare davanti a sé dopo un momento di sbalordimento.
Isabella era sparita... eppure un secondo prima era di fronte a lui...
un altro mistero, un'altra domanda per quella strana ragazza, sicuramente un altro suo segreto.

Edward odiava a andare a scuola, non perché non gli piacesse... anzi! Provava piacere a conoscere cose nuove e, per questo, era uno dei migliori studenti del suo anno.
No... lui odiava andare a scuola per...
-Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhh!!! Eccolo! È arrivato!!-
-Aaaaaaaaahhhhh! Com'è bello!-
-Edward! Ti amo!-
-Ed! Se lei il mio mito!-
-mi fai fare un giro in moto?-
Edward sospirò forte e, cercando di nascondere la sua irritazione, alzò una mano e sorrise in segno di saluto.
Non l'avesse mai fatto...
il gruppo di ragazze, che gli sembrava più grande ogni anno che passava, urlò ancora più forte, felici che il loro idolo le avesse salutate.
Tra tutti quei volyi, improvvisamente, ad Edward sembrò di riconoscerne uno in particolare.
Non era possibile! Lui andava veloce in moto... eppure sembrava...
sistemò velocemente la moto e si diresse a passo deciso verso un gruppo nutrito di ragazze che, vedendolo arrivare, cominciò a spintonarsi e a strillare.
Edward le ignorò e passò oltre trovandosi al limitare della scuola, non c'era nessuno... eppure gli era sembrato di vederla...
scosse la testa e ritornò sui suoi passi.
Quando entrò in classe e si sedette al suo posto incrociò, come tutte le mattine, lo sguardo di quello che avrebbe dovuto essere il suo migliore amico.
Mike Newton.
Come ogni mattina lui gli sorrise e agitò una mano nella sua direzione.
E, come ogni mattina, Edward inclinò la testa e accennò ad un piccolo ghigno.
Quello era il loro modo di salutarsi, lui era da anni...
Mike non gli sembrava diverso dai giorni precedenti... chissà per quanto tempo lo aveva odiato e lui, come uno scemo, aveva pensato che se i sorrisi e la sua amicizia fossero sinceri...
in quel momento entrò il professore e, con malavoglia, si concentrò su di lui seguendo una lezione.

-le lezioni di oggi sono state veramente noiose, vero Ed?-
-ha ragione... meno male che c'è la pausa pranzo se no sarei già scappato!-
Newton era venuto a prenderlo come tutti i giorni alla lezione di spagnolo ed erano andati insieme a pranzo.
Discutevano e ridevano come se nulla fosse successo... come sempre...
ma ora Edward sapeva.
-Edward? Ma mi stai ascoltando?-
Edward si riscosse e concentrò la sua attenzione sull' " amico "
-scusa... ero sovrappensiero... dicevi?-
Newton non lo squadrò in modo strano e alzò le spalle
-ti ho chiesto se ti andava di mangiare in giardino invece che in mensa-
Edward si bloccò di colpo e cercò di non dargli a vedere il suo disagio...
Isabella lo aveva avvertito... lui non avrebbe mai rinunciato e quella sarebbe stata un'occasione perfetta.
-allora?-
Newton aspettava impaziente e la sua risposta
-sì... perché no?-
accettando, a Edward, era sembrato quasi di vedere il viso di Bella tra la folla che scuoteva la testa con rassegnazione ma, quando guardò meglio, vide soltanto gli stessi ragazzi che pranzavano, come tutti i giorni.

-dove stiamo andando?-
Newton lo aveva guidato in giardino e poi verso l'orto botanico... una specie di serra a cielo aperto dove gli studenti del corso di biologia coltivavano piante.
-non avevi detto di voler pranzare giardino?-
Newton, chiuso nel suo silenzio, si arrestò improvvisamente e voltò verso di lui; gli occhi nascosti dalla lunga frangia bionda.
-cosa pensi di fare? Si accorgeranno della nostra assenza-
Newton lo guardò stupito... probabilmente non credeva che Edward fosse al corrente di tutto.
Poi, inspiegabilmente, sorrise.
-bene, così tu sai...meglio così, mi risparmierai la parte in cui devo spiegare-
senza dire un'altra parola si mise una mano in tasca e tirò fuori una pistola.
Edward, nonostante il senso di gelo che aveva provato, ne aveva riconosciuto il modello: un'automatica, una pistola come quelle che danno in dotazione alla polizia.
-non dovevi intrometterti! Jessica doveva essere mia! Perché me l'hai portata via?-
Edward, ancora scosso, cercò di non fare movimenti troppo bruschi; sapeva di essersi cacciato in un guaio e cercava un modo per uscirne, incolume possibilmente.
Dov'era Bella!?
-non è stata colpa mia... io neanche la conosco...-
-zitto!! Non dire un'altra parola! Se lei non ti avesse visto... se tu non fossi stato mio amico... allora forse si, saresti riuscito a vivere... ma non è andata così. Ora, Edward Anthony Masen, devi morire!-
il braccio e la mano che teneva la pistola tremavano mentre lui cercava di prendere la mira.
Improvvisamente un fruscio alla loro destra li fece sussultare.
-ma come siamo agitati.. perché invece di minacciare un tuo compagno non abbassi quella pistola e ne parliamo?-
Edward si rilassiò impercettibilmente... Isabella non l'aveva abbandonato.
-tu... avresti dovuto ucciderlo tu! Perché non l'hai fatto?-
Isabella si posizionò tra di loro e allargò le braccia rivolta verso Newton.
-ora capisco... anche tu come tutte le altre stupide di questo posto ti sei lasciata ammaliare dal suo bel visino... è per questo che non merita di vivere!-
Edward le mise una mano sulla spalla e lo spostò di lato
-non ti mettere in mezzo! E' una faccenda tra me e lui!-
-non essere stupido!-
Edward non l'ascoltò e fece un passo verso Newton che, perdendo la testa per quel gesto così improvviso, sparò un colpo.
Tutto parve oscurarsi per un momento e, quando riaprirono gli occhi, sentirono il fruscio di un corpo che stava accadendo.
Edward, istintivamente, allungò le braccia e accolse il corpo magro di Isabella che, portandosi le mani al petto, cadde all'indietro senza un suono.
Un liquido scuro si propagò dal suo petto e le macchiò la candida maglietta che indossava.

Edward spostò il suo sguardo scioccato tra le mani di Isabella e le sue.
Mai come in quel momento aveva notato quanto la sua pelle fosse bianca, pallida, cadaverica...
mai, fino a quel momento, aveva notato quelle ombre violacee sotto gli occhi.
Passandogli una mano notò, forse per la prima volta, quanto la sua pelle fosse gelata e, posando una mano sulle sue, notò come il suo cuore non battesse.
Newton guardava terrorizzato la pistola come se non riuscisse a credere di essere stato lui a sparare, a togliere una vita.
Gli occhi di Edward si inumidirono e calde lacrime scivolarono sulle guance per poi cadere su gli occhi e sulla fronte della ragazza che teneva tra le braccia.
Mai, come in quel momento, aveva notato quanto Isabella fosse bella, dolce, così incredibilmente delicata ma allo stesso tempo così incredibilmente unica.
I suoi singhiozzi aumentarono e stringendola forte al petto si sfogò urlando tutta la sua disperazione
-ti prego... ti prego Bella... ti prego, non morire...-



 Ehilà! Sono tornata! Sono tremendamente dispiaciuta del ritardo ma, come ho scritto la volta scorsa, ho dei problemi ad avere il computer tutto per me... il fatto di avere un portatile non rende più facile la cosa... oltretutto non è facile con una specie di Hitler in gonnella per madre.
Spero che questo capitolo vi piaccia!
Rilascio con parecchia suspense! Scrivetevi cosa ne pensate!!



AliasNLH



Wind : non preoccuparti... per la mail c'è tempo e, in ogni caso, cercherò di ricordarlo ogni volta che risponderò ad una tua recensione! Sono contenta che il capitolo che sia piaciuto, spero di non deluderti!

Bilu_emo : che bello! Qualcuno sente la mia mancanza! Comunque... grazie averla per la recensione e non preoccuparti, Edward ci proverà in un modo mooooooolto plateale, soltanto che non lo farà subito. Abbi pazienza! Per la tua ficca là leggo appena ho cinque minuti (spero di averli presto) ciao ciao

Helen Cullen : mi sa tanto che questo capitolo non è esattamente romantico... che vuoi farci! Senza un poco di sano sadismo io non riesco a vivere ma non preoccuparti! Ce ne saranno altri!

BloodScarlett : sono carini, vero? Ci tengo però a correggerti su una cosa... è un'anticipazione di quello che succederà... quindi, se non vuoi leggerla, termina qui la mia risposta. Se vuoi leggerla vai avanti. Sarà lui stesso ad uccidere il padre.


Rowen_Cullen : come sarebbe a dire per sei mesi?! Io non riesco a sopravvivere per una settimana! Mi dispiace veramente da morire! Ti sei ripresa? Spero di sì... aspetto un'altra tua recensione! 






Vorrei inoltre dare un grazie speciale a coloro che hanno messo questa fic preferiti.









Arigatoo e a presto!!!!!!









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Capitolo 15
*** Vampire ***


Assassin
Vampire


-ti prego... Bella...-
Mike guardava terrorizzato la pistola... sembrava quasi incosciente, come se non fosse stato lui a premere il grilletto.
Edward poggiò Isabella per terra, con delicatezza, le scostò e la frangia disordinata da davanti gli occhi e indugiò con le dita sulla sua guancia.
Aveva una pelle così delicata... così fredda...
ricacciando indietro le lacrime si voltò rabbioso verso Mike.
-perché? Che cosa c'entrava lei?!-
Mike sembrò riscuotersi e fermò il tremore alla mano, puntando la pistola contro di lui.
-non è stata colpa mia. È lei che si è messa in mezzo! Quel colpo era per te...-
Edward strinse convulsamente i pugni
-in fondo era una ragazza così carina... ma non è colpa mia se anche lei si è invaghita di te. Non doveva mettersi in mezzo tutto qui-
Edward ascoltava questi discorsi che gli sembravano senza senso.
Solo ora se ne rendeva conto...
lui aveva bisogno di Isabella.
Ormai dipendeva da lei...
non gliel'avrebbe mai perdonato.
Uno scatto si preparò a tirare in pugno, incurante della pistola tra le sue mani.
Improvvisamente sentì qualcosa di freddo poggiato alla spalla.
Qualcosa che sembrava una mano...
osservò il viso terrorizzato del ragazzo di fronte a lui.
Era pallido, gli occhi fuori dalle orbite, la bocca leggermente socchiusa come se non riuscisse a trovare l'aria.
Un ringhio freddo ruppe il silenzio.
Edward si girò lentamente e si specchiò negli occhi di Isabella.
Era lei che l'aveva fermato...
il suo cervello stentava a registrare questa informazione poiché solo una cosa ora era importante.
Isabella era viva...
la sua Bella non era morta...
lo sguardo freddo di Isabella era punato su Mike ma Edward riuscì a vedere i suoi occhi.
Erano rossi, lo stesso colore del sangue.
In un momento si sentì scaraventare di lato e tutto divenne confuso.
Isabella era diventata una macchia di colore ai confini della vista e si dirigeva verso Mike.
Edward non riuscì a capire esattamente ciò che successe.
L'unica cosa che sentiva erano degli strani rumori come dei tessuti strappati gli urli terrorizzati di quello che era stato il suo migliore amico... e un rumore come di deglutizione... come se qualcuno stesse bevendo qualcosa.
Appena focalizzò la scena gelò al posto.
Il corpo di Mike era irriconoscibile... sembrava fatto a pezzi da qualcosa di estremamente forte e violento...
era una scena disgustosa...
Isabella era inginocchiata su di lui con il viso su quello che doveva essere stato il suo collo.
Improvvisamente lei si alzò e si voltò, lentamente, verso di lui.
Edward arretrò istintivamente...
il volto e i vestiti di Isabella erano imbarattati di sangue e trasudavano una freddezza e una spietatezza uniche.
Lei si avvicinò lentamente e appoggiò una mano sulla sua guancia.
Con un movimento veloce se lo caricò sulle spalle e si mise a correre.
Si muoveva così in fretta che Edward non riusciva nemmeno mettere a fuoco il paesaggio che stavano attraversando.
Riprese " conoscenza " solamente quando lei lo poggiò a terra.
Si trovavano in una camera da letto oscurata da tende pesanti.
Edward era seduto su un letto a baldacchino dalle lenzuola scure.
Intorno a lui numerose armi erano appoggiate per terra o appese sui muri tranne che in un punto dove troneggiava una scritta con inchiostro fosforescente.

Il tempo passa per tutti, anche per noi, e nessuno può portarlo indietro.
Possiamo solo viverlo come un'occasione unica e irripetibile che, nel nostro caso, non si esaurirà mai...

Isabella Marie Swan.
Nata il 13 settembre 1950.
Morta ufficiosamente il 14 gennaio 1969.
Morta veramente il 19 gennaio 1969.
In vita da quello stesso giorno.

-questa è la mia camera-
La voce di Isabella lo riportò alla realtà.
La vide seminascosta all'ombra della tenda.
La vide come per la prima volta...
-cosa sei?-
La domanda era appena sussurrata ma lei sembrò recepirla distintamente lo stesso.
Puntò gli occhi, neri che sembravano risucchiarlo nelle loro profondità, su di lui.
-Un vampiro...-






 Ehilà! Sono tornata! Sono tremendamente dispiaciuta del ritardo ma, come ho scritto la volta scorsa, ho dei problemi ad avere il computer tutto per me... il fatto di avere un portatile non rende più facile la cosa... oltretutto non è facile con una specie di Hitler in gonnella per madre.
Spero che questo capitolo vi piaccia!
Vi lascio con parecchia suspense! Scrivetevi cosa ne pensate!!



AliasNLH



Wind : ciao!! Non preoccuparti, ti dico subito che i capitoli saranni i tutto 22, così ti regoli pe l'e-mail! A presto!! Kisses

Bilu_emo : ma certo che Mike muore!!!!! Lo odio con tutto il cuore!!!!! Scusa per il ritardo, veramente!!!!! Spero che ti piaccia anche questo chap!! Recensisci presto!!! ^.^

Helen Cullen : Mhuahhahahahahahah!!!!!!!!!!!! Ti ho fatta aspettare per vederti morire di artoci sofferenze e curiosità!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ehm...veramente mi hanno requisito il computer, comunque........recensisci!!!!!!!!! Spero ti sia piaciuto....Mike è morto abbastanza dolorosmente se non si è capito......a presto!!!!!!!!!!!!

BloodScarlett : ...............................................ehm.....................scusa......................LO SO'!!!!!!! E' un ritardo pazzesco ma giuro che non è colpa mia!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Coninua a seguirmi, guarda che ci tengo!!!!!!!! Kisses

Rowen_Cullen : ehm....sono un pò in ritardo eheh.... *sguardo imbarazzato* anche se ti ho fatta aspettare tanto spero che questo capitolo ti piaccia!!!!! A presto!!! Kisses

Falmarin : grazie per averla messa tra i preferiti e scusami veramente per il ritardo...ha avuto qualche problema ad avere il computer per un tempo sufficiente a scrivere...a presto!!!!!! Kisses

beba7 : come puoi vedere l'ho continuata!!!!!!!!! Ma tu vedi di recensire, ci siamo capite?!

MimiMiaoTwilight4e : ciao!!!!! Scusa il ritardo ma ho avuto qualche problema.........ma come faccio a far morire Bella? Amo quel personaggio!!!!!!!! Ci sentiamo presto!!






Vorrei inoltre dare un grazie speciale a coloro che hanno messo questa fic preferiti.









Arigatoo e a presto!!!!!!









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Capitolo 16
*** I volturi ***


Assassin
I Volturi



-Un vampiro...-

una singola parola ruppe il silenzio creatosi nella stanza.
Isabella era nascosta nella penombra ed Edward non riusciva a vederla.
Ma, stranamente, sembrava quasi percepirla...
sentiva la pelle fredda della sua mano come se fosse ancora sulla sua guancia...
percepiva il suo sguardo vagare su di lui, sul suo viso, per conoscere le reazioni...
sentiva il profumo che sprigionavano i suoi capelli ad ogni movimento...
percepiva il gelo che emanava la sua presenza...
poteva essere veramente un vampiro?
Se glielo avessero detto in un qualunque altro momento si sarebbe messo a ridere e avrebbe negato tutto... ma ora?
In fondo cosa ne sapeva di lei? Sapeva che era un mercenario... un assassino che suo padre e Newton avevano assoldato prima di lui...
poteva essere un vampiro?
-vieni...-
aveva capito.
Fece alcuni passi per la stanza avvicinandosi al letto.
Edward ora poteva vederla: capelli castani lunghi fino alla vita, grandi occhi una volta di uno strano colore dorato... ora rossi. Carnagione bianca... se l'avesse toccata avrei potuto sentirne il freddo...
era un vampiro?
-allora?-
si riscosse: la sua voce era troppo bella... troppo morbida... troppo dolce e allo stesso tempo troppo sovrannaturale per appartenere a un semplice essere umano.
Era un vampiro!
-allora... è vero?-
lei distolse lo sguardo e le fece scorrere fino alla scritta sul muro.
Era stranamente spiazzata dal modo in cui aveva reagito: nessuno.
Aveva appena saputo che la persona con cui aveva convissuto per un lungo periodo non era umana e... si limitava a confermare ciò che aveva scoperto?!
-com'è successo?-
Isabella, nonostante le situazione fece un sospiro e lo raggiunse sul letto.
Si sedette il fianco a lui ma non troppo vicino e fece passare una mano sulla fronte.
-è successo circa quarant'anni fa... mio padre e mia madre avevano divorziato dopo un matrimonio finito male... è stato un periodo, quando ero piccola, che facevano finta di stare bene insieme di amarsi ancora... davanti a me sorridevano e facevamo sempre cose molto divertenti ma... quando erano da soli... un giorno di mio padre prese la pistola e cercò di colpirla... avevo solo sette anni... ho smesso di credere alla facciata felice della mia famiglia nonostante tutti i miei amici e tutte le persone che conoscevo le credessero ancora. Ho smesso di frequentare la compagnia giù a La Push, i ragazzi della riserva... ho cominciato a vedere tutte le menzogne che si nascondevano nella mia famiglia: i debiti di gioco di mio padre, i tradimenti di mia madre, la malattia... un cancro... un giorno ho deciso di farla finita! Non potevo più di vivere in quel modo... avevo solo 19 anni e avevo deciso di smetterla. Carlisle mi trovò: il primo tentativo di suicidio non era andato a buon fine... invece di colpire le rocce nella mia caduta sono andata a finire nell'unico punto in cui c'era acqua... solo qualche contusione dovuta alla caduta, niente di più. La seconda volta è stata decisamente più definitiva... essenza di belladonna: veleno. Carlisle aveva cercato di farmi superare quel periodo ma quando ha visto quello che avevo fatto aveva capito che non c'erano più speranze...-
le parole le uscivano difficili, fredde e senza nessun sentimento umano nascosto dietro.
Erano ricordi che aveva cercato di seppellire il più possibile nel profondo della sua anima...
-corrispondevo alle caratteristiche per entrare nella corporazione... da allora ho sempre vissuto con lui...-
Edward, incurante delle possibili reazioni e della natura di Isabella, allungò una mano coprendole la guancia.
-Mi dispiace...-
Isabella spalancò gli occhi incredula... quel ragazzo... era dispiaciuto per lei...
erano anni che non le capitava di trovare un essere umano che si interessasse a lei in modo così sincero... incondizionato. Se avesse saputo farlo avrebbe cominciato a piangere...
-e gli altri? Sono anche loro di...?-
Isabella sorrise
-dei vampiri intendi? Si...-
Edward sembrava esitante
-e... come..?-
-per loro è stato diverso...-
Isabella guardavo fuori dalla finestra e sembrava rivedere momenti e ricordi di un tempo passato.
-Carlisle era figlio di un medico... un giorno venne portato alla clinica un uomo dalla pelle fredda e con numerosi graffi e contusioni in tutto il corpo... mentre suo padre cercava i capirci qualcosa quell'essere aveva allungato una mano e l'aveva racchiusa delicatamente su quella di Carlisle... era uno dei vampiri dell'origine... uno di quelli che avevano fondato la corporazione. Consegnò il suo segreto alla persona che riteneva più idonea e compassionevole in quel posto: Carlisle. Poi lo morse...
rimase solo per molti anni fino a che non capitò in una piccola cittadina fuori Seattle. Imprigionato in eterno del suo corpo di ventiseienne aveva proseguito i sospiri di medicina ed era diventato un medico di altissimo livello... un giorno passò per il suo ambulatorio una donna che tutti davano per spacciata: Esme... l'aveva già vista quando era più giovane e se ne era come innamorato... Esme era sarà costretta a sposare un uomo violento e manesco dai suoi genitori e per la disperazione si era lanciata da una scogliera, cercando suicidio... inutile dire che l'amore per lei lo convinse a trasformarla...stanno insieme da allora
con Jasper è stato diverso... lui è diventato vampiro molti secoli prima di Carlisle... era uno degli allievi prediletti di Aro. Intorno al 1800 fu mandato in America in missione... doveva controllare alcuni clan appartenenti alla corporazione che sembravano non attenersi al patto... è stato lì che ha incontrato Carlisle... la sua politica, così diversa da quella violenta di Aro lo convinse a rimanere con lui.
Aro non ha esattamente approvato ma non ha potuto fare altro che accettare la situazione... specie quando Jasper ha trovato Alice, la sua partner.
Lei era stata ricoverata per un tumore al cervello... era in fase terminale e nessuno della sua famiglia andata a più a trovarla. Jasper era stato attirato dal suo profumo e, avendola vista in quela situazione non aveva potuto far altro che salvarla...
Rosalie, a differenza di noialtri, ha vissuto una vita agiata e felice sino a pochi giorni prima della sua morte... genitori ricchi, viaggio in città ogni volta che potevano, cavalli, fiori e un sacco di corteggiatori... ha avuto solo la sfortuna di innamorarsi del figlio di uno dei servi della casa, Emmet... lui scappava da un padre troppo violento e lei aveva deciso di uscire a fare una passeggiata... si innamorarono a prima vista ma furono scoperti per colpa di uno dei corteggiatori di Rosalie... il padre li cacciò via e furono trovati stremati e morenti in una foresta vicino a casa di Carlisle.-
-sono tutte storie tristi...-
Isabella si alzò di scatto e si avvicinò alla finestra stringendo il davanzale sino a ridurne un pezzo in briciole.
-se non fossimo stati così... se fossimo stati felici... allora noi in questo momento saremo tutti morti... non costretti a vivere senza farlo veramente!-
Edward non sapeva cosa dire... non trovava parole per esprimere il dolore che la figura di Bella sembrava emanare.
-io avrei dovuto ucciderti!- la voce di Bella era gelida -era questo il mio compito... e non l'ho portato a termine...-
con uno scatto repentino si voltò verso di lui e gli si portò di fronte appoggiando le mani ai lati del suo viso.
Il viso di bella era un susseguirsi di emozioni contrastanti.
Rabbia, dolcezza, pentimento, incomprensione... amore?
-ma non ci riesco...-
Edward sembrava scioccato dalla situazione e vide, senza possibilità di opporre resistenza, il viso di Bella farsi sempre più vicino.
Le sue labbra schiudersi leggermente...
socchiuse gli occhi e cercò di non pensare a niente.
-Isabella! È successo che...-
Alice era entrata in fretta e furia nella stanza interrompendo quel momento.
Isabella si scostò velocemente da lui guardandola inespressiva mentre Edward sembrava ancora incapace di comprendere la situazione.
-Ehm...ho interrotto qualcosa?-
-cosa succede Alice?-
-oh, si! quello che temevamo! Non hai adempiuto al tuo compito e per di più hai ucciso un essere umano senza commissione...-
-capisco...-
Isabella abbassò lo sguardo e si girò verso Edward che la guardava incuriosito, non potendo situazione.
-Che cosa...?-
-sono arrivati i volturi-





 Ehilà! Sono tornata! Sono tremendamente dispiaciuta del ritardo ma, come ho scritto la volta scorsa, ho dei problemi ad avere il computer tutto per me... il fatto di avere un portatile non rende più facile la cosa... oltretutto non è facile con una specie di Hitler in gonnella per madre.
Spero che questo capitolo vi piaccia!
Vi lascio con parecchia suspance! Scrivetevi cosa ne pensate!!



AliasNLH



mi dispiace veramente per le recensioni ma non riesco a rispondere a tutti! Volevo soltanto ringraziare le persone che mi seguono e che hanno la pazienza di aspettare tra un capitolo e l'altro! Vi voglio a tutti un gran bene!






Vorrei inoltre dare un grazie speciale a coloro che hanno messo questa fic preferiti.

1 - acqua1879 [Contatta]
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Arigatoo e a presto!!!!!!









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Capitolo 17
*** Adieu my angel ***


Assassin
Adieu my angel





I Volturi
La scena sembrò cristallizzarsi nel momento stesso in cui Alice pronunciò quelle parole.
Edward osservò sconcertato l'espressione terrorizzata di Bella.
Non l'aveva mai vista in quello stato.
-Sono già arrivati...-
Alice annuì seria
-Hanno fatto in fretta...-
Isabella stinse la mano a pugno
-Non hanno di certo perso tempo...-
-Forse è meglio scendere...-
La ragazza annuì come un automa e si diresse verso la porta
-Edward...- sussurrò -credo sia meglio che venga anche tu...-

Ancora intontito a causa delle emozioni che stava provando prima che il mondo avesse deciso di crollare, Edward, seguì Bella e Alice fino al piano di sotto, insolitamente pieno.
Tutti i componenti della famigli erano in fila ai piedi delle scale mentre, di fronte a loro, c'erano cinque figure incappucciate.
-E' venuto persino lui...- sentì sussurrare Bella.
Prima che potesse chiedere spiegazioni quello che sembrava il capo della spedizione fece un passo avanti scoprendosi il capo.
-Aro...- constatò Bella impassibile.
-E' sempre un piacere vederti Bella- fece lui con voce morbida -è passato molto tempo dalla tua ultima visita...-
-Ma guarda...non me ne sono accorta...- gli rispose sprezzante
Un'altra figura si fece avanti, minacciosa
-Vedi di abbassare la testa, non mi pare che tu sia in una situazione molto rosea Bella mia...-
-Vedi di cucirti quella bocca Felix-
-Vediamo di calmarci tutti...- s'intromise una terza voce, delicata quanto infantile.
Aro guardò la figura più bassa con un moto d'affetto
-Grazie mille Jane...ora ci penso io...-
Tornò a rivolgersi a Bella
-In effetti Felix ha ragione...quello che hai fatto non è in linea con la condotta che abbiamo adottato per il nostro lavoro-
Lo sbuffo di Emmett venne ignorato
-Hai ucciso un essere umano senza la dovuta autorizzazione e ti sei rifiutata di uccidere il tuo vero obiettivo arrivando persino a proteggerlo-
Per la prima volta il suo sguardo sereno viaggiò sull'unico umano presente
-Tu dovresti essere Edward...vieni avanti-
Incapace di disobbedire fece un passo verso di lui.
Bella ringhiò sommessamente
-Tranquilla Isabella...- ridacchiò -non intendo fargli niente, sono solo curioso-
Gli girò intorno una volta come a volerlo valutare prima di piazzarsi di fronte a lui
-E' innegabilmente bello per essere un umano...ciò non toglie che io non capisca per quale motivo Bella abbia voluto risparmiarti...-
-E' il suo compagno.... s'intromise sommessamente Carlisle
-Prego?- scappò ad Edward incapace di capire la situazione in cui si era improvvisamente trovato -come sarebbe a dire...compagno?-
-I vampiri- spiegò pazientemente -non provano i sentimenti degli umani con la stessa intensità e frequenza. Se voi potete innamorarvi più volte a noi non è concesso. Troviamo un solo compagno per la nostra esistenza eterna ed è rarissimo che capiti due volte. Non è chiaro quale sia la causa scatenante di questo fenomeno ma quando un vampiro trova un compagno ha ben poche scelte...-
-Come ha detto Carlisle le opzioni per Isabella sono essenzialmente due- riprese Aro -Può trasformarti in un vampiro e farti entrare nella corporazione o...-
-o..?-
Aro non diede segno di voler continuare il discorso guardando intensamente Bella.
Lei abbassò lo sguardo
-oppure...- terminò comunque -dovrà ucciderti; non possiamo permettere che una distrazione così grande porti conseguenze negative sul suo lavoro-
-U-uccidermi...?- ripeté tremante -ma voi siete pazzi! Uccidere per una cosa del genere...!!!-
Il sorriso sinistro di Felix bloccò le parole che stavano per uscire
-Credo che tu non abbia capito la situazione in cui ti trovi...qui non ci troviamo in un tribunale o in un riunione tra esseri umani. Noi siamo vampiri...assassini per natura...-
-Ora però vediamo di calmarci...- sorrise Aro -non è detto che Bella debba scegliere solo tra queste due opzioni...-
Tutti lo guardarono increduli
-Cosa intendi?-
-Che c'è un'alternativa...-
Nessuno sembrava capire dove volesse andare a parare tranne Bella che strinse i pugni con forza
-Aro...-
Lui le sorrise amabile
-Bella...spero tu possa riconsiderare, a questo punto, la proposta che ti feci qualche decennio fa...-
-Aro...-
-Pensaci...è l'unica opzione che ti rimane...non credo tu voglia morire...o uccidere il bel ragazzone qui...- alluse facendo un cenno con il capo in direzione di Edward.
Gli altri componenti della famiglia Cullen li guardarono irritati e interrogativi.
-Bella...cosa intende?-
La giovane chinò nuovamente la testa evitando di guardarli
-Mi stanno dando la possibilità di uscire pulita da queata storia senza che nessuno di voi ne subisca le conseguenze...-
-Questo lo abbiamo capito...ma...-
-Bella...cosa vogliono che tu faccia?-
La voce della ragazza fu poco più che un sussurro
-Vogliono che me ne vada, che mi unisca a loro...-

Quando, diverse ore dopo, Isabella raggiunse la casa dei Masen tutto era tranquillo.
Non perse tempo a controllare eventuali guardie o sensori, non ne aveva il tempo; se fossero scattati sarebbe stata comunque più veloce dei soccorsi.
Doveva vederlo; almeno per l'ultima volta.
Il giovane era sdraiato scomposto sul letto, apparentemente addormentato.
Ammirò per l'ultima volta la bellezza e ricordò tutti i momenti passati con la persona che le aveva sconvolto l'esistenza così tanto.
Gli scostò la solita ciocca ribelle da davanti gli occhi e fece scorrere la punta delle dita su una guancia.
-Edward...-
Ebbe come la sensazione che una lacrima le scivolasse lungo la gota fino al mento per poi cadere sul viso del giovane.
Appoggiò delicatamente le labbra sulle sue.
-Addio...-

Il giovane si tirò a sedere sfiorandosi le labbra con le dita.
Una lacrima scivolò su una guancia subito seguita da altre, incapaci di essere trattenute.
-Addio...mio angelo-














 ..................................................................................................................................................non so cosa dire.................
Ho praticamente fatto un anno di assenza ingiustificata!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!  vabbé....mi giustifico ora....
E siete pregati di non ridere, ok?
o piangere...
nemmeno dispiacersi è nelle opzioni.
Ci siamo capiti?
bene, allora comincio.
Sono stata costretta a ritirarmi da scuola a due mesi dalla fine per le troppe assenze, in accordo con tutti i professori.
Ho passato quasi 3 mesi in ospedale perché continuavo a svenire...e nessuno ne capiva la causa scatenante.
Quindi ora mi sto curando e sono a casa sicuramente fino a settembre.
Quindi ho deciso di riprendere a pubblicare le mie fic...
E quindi..............................................................finalmente conoscerete la fine di questa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Contenti,
Contenti, Contenti, Contenti, Contenti, Contenti, Contenti!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!!



AliasNLH


mux: sono contenta che ti piaccia!!!! Mi dispiace veramente di averla trascurata così tanto....d'ora in poi l'aggiornerò molto più spesso!!! Spero i ricevere altre recensioni da parte tua!! Kiss

Rowen_Cullen: Alice non sarebbe lei se non fosse così! E temo che stavolta sia io a dovermi scusare per il ritardo....

Bilu_emo: mi sa che ti ho fatto aspettare un po' troppo....scusa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Giuro che non succederà più!!! (crocettini xk non si sa mai...) Baci

Helen Cullen: E' bello sentirti e sono contenta che le mie versioni dei loro incontri ti siano piaciute...e ti dico una cosa...ne farò delle fic di qualche capitolo per ognuna...quella a cui stò lavorando ora è su Alice e Jasper, si intitolerà "Speranza di vita"

BloodScarlett: che ne dici come seguito...? agghiacciante, vero? mi sa che ti lascio con un po' di suspence...ci vediamo al prossimo capitolo! Muhahahahahahahahahahah...cofcofcofocof....



E adesso un enorme grazie per coloro che hanno messo Assassin tra i preferiti

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Anche uno per chi l'ha messa tra le storie seguite...



E infine un grazie speciale per coldrina che l'ha messa ANCHE tra le storie da ricordare!!!



Arigatoooooooo!!!!!!!!!




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Capitolo 18
*** Four Years Later ***


Assassin

Four Years Later

 

 

Il silenzio quasi sacro che regnava intorno a quella casa isolata nel verde sembrò quasi spezzarsi nel momento in cui una macchina argentata entrò nel vialetto che portava al suo ingresso.

Il conducente scese senza una parola e senza guardarsi intorno, sicuro che, in ogni caso,  non avrebbe visto nessuno né niente di diverso dal normale.

Il vento scompigliò gentilmente i corti capelli ramati facendolo rabbrividire nella leggera felpa azzurra.

L’inverno non aveva la benché minima intenzione di lasciare il passo alla primavera così facilmente.

Raggiunse con sollievo il portico della casa e suonò il campanello più per educazione che per altro; gli occupanti di quella casa così sperduta nel nulla si erano sicuramente già accorti del suo arrivo.

Quindi, senza aspettare una risposta aprì la porta d’ingesso e si diresse nella sala dove di solito li trovava intenti a svagarsi quando non erano al lavoro.

Il salone era completamente immerso nell’oscurità del tardo pomeriggio e non dava cert l’idea di essere abitato.

-Ma non c’è nessuno?- chiese retorico e anche deluso.

Per lui quello era un giorno importante e quelli che in teoria sarebbero dovuti essere gli esseri più vicini a lui (dopo sua madre) non si facevano neanche vivi?

Sbuffò e, in mancanza di altro non si fece scrupoli a gironzolare in quella casa che ormai conosceva come le sue tasche.

Represse un sorriso malinconico quando si rese conto di essere finito, ancora una volta, si fronre a quella porta.

-…-

Cercò inutilmente di resistere alla tentazione di aprirla.

Quella porta non aveva nulla a che vedere con lui, non si sarebbe certo lascito fregare ancora! Lui l’aveva superata e non aveva certo intenzione di tornare indietro per rovinarsi ancora la vita!

Lui era diventato forte!

Non avrebbe più ceduto!

Non l’avrebbe mai più fatto…

Mai…

…!!!!!

Rassegnato mise una mano sulla maniglia e entrò.

Una luce forte rischiò di accecarlo, ormai abituato all’oscurità perenne del corridoio

-Tanti Auguri!! Buon compleanno Edward!!!-

Lui sorrise tra le dita della mano che aveva usato per schermarsi.

C’erano tutti, non si erano dimenticati!

Alice e Esme che correvano verso di lui in una gara a chi fosse stata la prima ad abbracciarlo per fargli gli auguri, Jasper con dei festoni in mano che gli sorrideva e Carlisle che stava tagliando una torta a tre pini, decisamente troppo grande visto che avrebbe dovuto mangiarla da solo…

-Rose e Emm?- chiese cercando di districarsi dagli abbracci delle due donne

-Sono fuori per un lavoro nel New Jersey si scusò Esme dispiaciuta –ma hanno detto che ce la fanno a tornare entro oggi, giusto per farti gli auguri in tempo-

Edward sorrise.

Non avrebbe potuto scegliere di passare un miglior ventunesimo compleanno.

-Forse…- sussurrò malinconico prima di lanciarsi nei festeggiamenti.

 

-Tanti auguri Edward, con tutto il cuore…-

Il giovane sorrise dolcemente alla madre che, nonostante la malattia che la costringeva a letto, aveva cercato di organizzargli una sorpresa per il suo rientro.

Prese i pacchetti con cui era tornato dalla festa dei Cullen e uscì dalla stanza per farla riposare.

Sua madre era peggiorata nell’ultimo anno ed era raro vederla nuovamente in piedi decisa a cucinargli i suoi piatto preferiti.

Il sorriso scomparve dal suo volto una volta che si chiuse la porta della camera da letto elle spalle.

Non poteva continuare così, doveva trovare una soluzione.

Suo padre aveva acconsentito a lasciarlo vivere ancora con la madre solo perché pensava che ormai la sua vita fosse giunta la capolinea e non trovava giusto che la moglie trascorresse in solitudine i suoi ultimi anni.

Ma ora che sembrava dare segni di ripresa aveva ricominciato e fare pressioni perché Edward lo accompagnasse nei suoi viaggi d’affari per poi essere in grado di succedergli quando fosse giunto il momento.

Ma lui non poteva andarsene…

E non solo per sua madre…

Quella mattina, prima di andare all’università aveva fatto una deviazione per il cimitero e si era fermato davanti ad una certa tomba.

Il solo rivedere quel viso, anche se in forma umana, gli aveva fatto capir quanto fosse realmente forte il desiderio di rimanere in quella sonnacchiosa cittadina che era Forks per aspettarla.

Sempre se sarebbe mai tornata.

Erano già passati quattro anni e, a detta dei membri della famiglia Cullen, sarebbe stato inutile aspettare ancora.

Avevano detto che nella Guardia, presso i Volturi, il tempo sembrava scorrere in modo diffrerentee che Bella sarebbe benissimo potuta tornare centinaia di anni dopo senza che si accorgesse dello scorrere del tempo.

Dicevano che si è così tanto presi dal lavoro che i ritmi venivano continuamente cambiati.

Jasper aveva detto che quando lavorava ancora per Aro aveva avuto l’impressione di averlo servito per pochi mesi quando in realtà era passato un secolo.

Avevano anche detto che la Guardia ti cambia, e che se anche Bella fosse tornata a breve nulla sarebbe stato più come prima.

Avevano detto molte cose ma a lui non importava, l’avrebbe aspettata, anche a costo di rimanere ancorato in qual posto fino alla morte.

Si chiese se qual sentimento fosse così forte proprio perché si era innamorato di un essere leggendario o solo perché semplicemente era amore…

Ancora vestito spense la luce e si stese sul letto esausto.

L’avrebbe aspettata.

E questo era quanto!

 

Forse fu la leggera brezza sul viso.

O magari la familiarità della scena.

Fatto sta’ che spalancò gli occhi con la sensazione di non essere solo nella stanza.

Ricordava bene di non aver mai aperto la finestra eppure ora eccola lì, leggermente socchiusa.

Si tirò a sedere imponendosi di calmarsi e di smetterla di fantasticare.

Presupposti che andarono miseramente in fumo quando scorse una siluette scura confondersi con il muro.

-Bella…?- chiese in un certo senso speranzoso.

La figura si fece aventi con un atteggiamento che catalogò subito come dispiaciuto.

Ora poteva chiaramente vedere le curve prosperose e i lunghi capelli dorati di Rosalie.

Sbuffò sentendosi uno stupido.

Ma cosa aveva pensato?

-Mi dispiace Ed…- sussurrò lei sedendosi sul bordo del letto –ero venuta solo per farti gli auguri…non avevo immaginato che avrei potuto…-

Lui alzò una mano per fermare le scuse e le sorrise

-Tranquilla Rose…è tutto a posto, mi hai solo colto di sorpresa…-

Le lo fisso contrita prima di sporsi maggiormente verso di lui.

-Ti fa gli auguri anche Emmett e si scusa perché non è potuto venire…abbiamo avuto un piccolo problema durante la missione…-

Edward accantonò i suoi pensieri per concentrarsi completamente sulle parole dell’amica.

Non era mai successo che quella parola uscisse dalle sue labbra, specie se abbinata alla parola lavoro.

-Cos’è successo?- chiese allarmato

Lei abbassò lo sguardo consapevole di essersi lascita sfuggire un’informazione che non avrebbe dovuto raccontargli

-Ma niente…solo…-

-Cosa è successo!- esclamò deciso.

Lei sospirò conscia del fatto che non l’avrebbe lasciata andare fin a che non avesse parlato.

-Eravamo quasi riusciti a portarla a temine- cominciò tirando a fatica le parole fuori –quando per errore non ci siamo imbattiti in un gruppo che come noi aveva il compito di uccidere quegli uomini. Prima che riuscissimo anche solo a muoverci una di loro aveva già finito il lavoro con una precisione e un’efficienza che sono pochi possiedono. Noi, invece, siamo stati visti come una minaccia e siamo stati attaccati dai suoi compagni.

Prima che tutto si chiarisse Emmett è stato ferito. Niente di grave, tranquillo- si affretto a precisare vedendo l’espressione di Edward – ora sarà già stato guarito, ma non è questo il punto…-

Edward la guardò interrogativo.

Lei sospirò.

-Conosco un solo Vampiro in grado di fare da solo ciò che ha fatto oggi. Solo una- precisò calcando sull’ultima lettera.

La consapevolezza si fece strada nel cuore e nella mente del giovane che cominciò ad aumentare i battiti.

-Bella…- sussurrò come in trance –è tornata…-

-Esattamente- s’intromise una voce fredda facendoli voltare.

 

 

 

 

 

 

 

E voilà!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ho finalmente postato il capitolo successivo!

Contenti?

Non vi ho fatto aspettare un anno stavolta…

(risatine per evitar di contrariare l’autrice)

Spero vi sia piaciuto ^.^ !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


AliasNLH



Austen95: che ne dici come seguito...? agghiacciante, vero? mi sa che ti lascio con un po' di suspence...chissà di chi è quella voce fredda...ci vediamo al prossimo capitolo! Muhahahahahahahahahahah...cofcofcofocof.... p.s. grazie per la recensione!!!!!!!!!!!



E adesso un enorme grazie per coloro che hanno messo Assassin tra i preferiti

1 - acqua1879 [Contatta]
2 - aLbICoCCaCiDa [Contatta]
3 - alexandrathebest [Contatta]
4 - Allen_Anne_Black [Contatta]
5 - annina91 [Contatta]
6 - Araiha [Contatta]
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9 - Bella4 [Contatta]
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Capitolo 19
*** Complicazioni ***


Complicazioni

 

 

La figura che si stagliava nell’oscurità non era molto diversa da quella che Edward aveva visto poco prima, all’arrivo di Rosalie.

Ma questa volta la bionda era di fianco a lui, ugualmente stupita.

Possibile che nemmeno lei l’avesse sentita arrivare?

Chi poteva fare una cosa del genere?

Quale, tra tutte le creature viventi di questa terra, poteva eludere così abilmente i sensi di un vampiro?

Chi? A parte un altro vampiro ovviamente.

Ma allora non si trattava più di esseri viventi…

La figura fece dei piccoli passi avanti per portarsi nella piccola area illuminata.

-Ma come…potrei offendermi…-

Edward deglutì al sentire nuovamente quella voce

Così controllata. Così fredda. Così…sensuale.

-Bella…-

La luce illuminò i suoi profondi occhi neri cerchiati da occhiaie violacee e le labbra sottili stirate in un sorrisino derisorio.

-Bene…almeno tu non ti sei dimenticata di me…-

Il giovane scosse la testa ancora incapace di parlare.

 Finalmente la sua Bella era tornata e tutto quello che era in grado di fare era guardarla e starle lontano.

Perché?

Bella gli si avvicinò allungando una mano nella sua direzione.

Quante volte aveva sognato che lo facesse?, si chiese Edward, Per quanto aveva aspettato quel momento?.

Perché ora gli sembrava minacciosa?

La voce di Rosalie tornò a spezzare il silenzio.

-Cosa ci fai qui?-

 

Bella la guardò di sfuggita, come se non la ritenesse degna di nota, sempre sporta verso di me.

Perché desideravo allontanarmi?

Lei era o non era la mia Bella?

Perché mi faceva paura?

-Allontanati da lui-

Nella nebbia che era scesa a coprire il mio cervello le parole della bionda suonarono come vuote.

Perché le stava chiedendo di non venirmi vicino?

Lei era la mia Bella.

Un’altra voce si fece largo tra i miei pensieri confusi, una voce che conoscevo bene, la mia.

-Lei era…non è…-

La mora mi squadrò interrogativa e divertita.

Poi scoprì i canini allungati in un ghigno malevolo.

E si lanciò su di me.

Mi sembrava quasi un flash-back.

Come quella volta che aveva ucciso Mike.

Non riuscivo a seguire i suoi movimenti né, tantomeno, quelli di Rosalie che si era gettata tra di noi per proteggermi.

Ma sapevo che non stava avendo la meglio.

Lo sapevo perché alle mie orecchie giungevano i suoi lamenti.

Poi, improvvisamente come tutto era cominciato, vidi una di loro essere scaraventata sul mio letto, momentaneamente incapace di muoversi.

 

Bella si sistemò i capelli arruffati dallo scontro e, ignorando la bionda svenuta, si avvicinò al ragazzo.

-B..Bella…-

-Bene- sogghignò lei –vedo che ti ricordi il mio nome…-

Edward deglutì

-Cosa ti è successo?- chiese con voce tremante -perché sei così?-

Lei lo guardò con scherno

-Sono un vampiro, Edward…come altro dovrei essere?-

Lui fece un passo esitante verso di lei.

-Tu..- cominciò quasi incapace di esprimere il suo pensiero –tu non sei mai stata..così…eri…diversa-

Gli occhi di lei ebbero un sussulto ed Edward notò chiaramente delle leggere sfumature dorate prima che diventassero rossi.

-Non capisco proprio cosa intendi…- fece lei in tono leggero –ma vedi di non prenderti troppe libertà, ho ucciso per molto meno…-

Forse fu proprio questa insolita leggerezza che non aveva mai avuto a convincere il cervello del giovane a fare, forse per la prima volta, quello che il cuore desiderava.

Bella era così vicina che poteva sentire il suo respiro freddo e leggero.

Si sporse semplicemente il avanti, chinandosi quel tanto che bastava per far combaciare le loro labbra.

 

Avevo come l’impressione di vedere tutto ciò che mi circondava da dietro un paravento semitrasparente rosso.

Rosso sangue.

Ma allora perché quegli occhi così verdi non ne risentivano?

Tutto ciò che mi aveva circondata negli ultimi anni era freddo, inconsistente e crudele.

E allora per quale motivo le labbra che mi stavano a mala pena sfiorando erano così calde e morbide.

In un attimo mi resi conto di quello che avevo fatto.

Di quello che avevo permesso ai Volturi di farmi.

Gli avevo permesso di comandarmi, di piegarmi, di farmi dimenticare l’unica cosa che non avrei mai dovuto allontanare dalla mia mente.

Ripercorsi in quei pochi millesimi di secondo le stragi e il dolore che avevo lasciato alle mie spalle per ordine di quelli che si erano proclamati i miei padroni.

Senza quasi rendermene conto sporsi leggermente le labbra in una pallida risposta a quelle così calde così familiari e allo stesso tempo sconosciute.

Sentii il corpo della persona di fronte a me vibrare e stringermi con maggiore forza approfondendo il tocco in qualcosa di più intimo, mai provato prima.

Fu solo quando avvertii chiaramente la lingua di lui sfiorarmi il labbro superiore che mi decisi ad aprire gli occhi.

Quegli occhi verdi mi fissavano con sollievo e…amore?

Riuscii a vedere la carnagione chiara della pelle anche se in quel momento era arrossata in zona guance.

E gli scarmigliati capelli rossicci.

Se fossi stata umana, probabilmente, sarei scoppiata in lacrime al riconoscere, finalmente, quel viso.

-Edward…- sussurrai

-Bentornata a casa piccola…-

 

Quando Rosalie riprese conoscenza, non più di tre secondi dopo averla persa, si accorse che qualcosa di fondamentale era cambiato.

Edward stringeva Bella tra le braccia, circondandola completamente come per proteggerla da ciò che la circondava.

Lei alzò gli occhi intrecciandoli a quelli di lui, lucidi.

Fu allora che se ne accorse: erano tornati dorati.

Non rossi, né neri…dorati.

La loro Bella era finalmente ritornata a casa.

E, sicuramente, non l’avrebbero mai più lasciata andare.

Anche a costo di dover combattere contro tutta la Confraternita.

 

Edward la allontanò leggermente dal suo petto per poterla guardare meglio.

Le sorrise.

-Mi sei mancata…-

-Oh…Edward…-

-Stà sicura che stavolta non ti lascerò andare-

-Tranquillo, non intendo andarmene…però…-

-Cosa?- le chiese allarmato.

Che problema c’era ancora?

Lei sorrise contrita allontanandosi.

-Non fai bene a starmi così vicino, non ho ancora…mangiato…-

Edward ci mise un po’ per rendersi conto dell’assurdità della scena.

Poi rise.

-Tranquilla, vai pure…ma vedi di tornare presto da me…-

-Promesso…-

Stava quasi per baciarla nuovamente quando la porta della sua camera si aprì di scatto.

 

Il genitore squadrò severamente il figlio, fermo in mezzo alla stanza in piedi e il letto disfatto.

-Anthony, cosa stavi facendo?-

Il giovane guardò automaticamente il letto ed abbassò le braccia quasi avesse tentato di abbracciare l’aria.

-Nulla padre…- rispose con la sua solita voce apatica, tipica di quando rispondeva al genitore.

Ma questa volta c’era qualcosa di più.

L’uomo non ci fece caso limitandosi a lanciargli un’altra occhiata storta.

-Non importa, vedi comunque di preparati, domani partiamo. Non è un bene che tu rimanga ancora a lungo con tua madre, specie se le manca così poco da vivere-

 

 

 

Per questo capitolo ci ho messo ancora meno tempo!!!

Si vede che ci sto riprendendo la mano!!!!

(E CHE HAI UN SACCO DI TEMPO LIBERO!!! ndEmm

Piantala di rompere o la prossima volta non ti faccio guarire così in fretta ndA

….-silenzio di tomba-… ndEmm)

Come dicevo…ecco a voi il diciannovesimo capitolo!!!!!!!!!

Alla prossima!!!

Approposito…quasi dimenticavo…in tutto i capitoli saranno….22!!! Quindi ma sa che ci stiamo avvicinando alla fine…sigh…sob….prrrrrrrrrrrrrrrrr . Grazie Emm - restituendogli il fazzoletto.

AliasNLH



Austen95: grazie, grazie, il mio ego si gonfia. Spero che anche questo capitolo ti piaccia!!!! Kisses



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Capitolo 20
*** Fuoco del dolore ***



  

 

Il fuoco del Dolore

 

 

 

 

 

Il genitore squadrò severamente il figlio, fermo in mezzo alla stanza in piedi e il letto disfatto.

-Anthony, cosa stavi facendo?-

Il giovane guardò automaticamente il letto ed abbassò le braccia quasi avesse tentato di abbracciare l’aria.

-Nulla padre…- rispose con la sua solita voce apatica, tipica di quando rispondeva al genitore.

Ma questa volta c’era qualcosa di più.

L’uomo non ci fece caso limitandosi a lanciargli un’altra occhiata storta.

-Non importa, vedi comunque di preparati, domani partiamo. Non è un bene che tu rimanga ancora a lungo con tua madre, specie se le manca così poco da vivere-

 

 

In quello stesso istante, ma molte miglia più lontano, due donne stavano correndo troppo veloci perché chiunque potesse vederle.

Due vampire.

Bella e Rosalie.

La prima correva lasciando che tutte le sue energie convogliassero nelle gambe per ritornare presto a casa.

Per rivedere parte di quello che le era mancato in quei lunghi anni, troppo freddi per aver voglia di rivangarli nuovamente.

Correva veloce, tanto che la compagna faceva una seria fatica a starle dietro.

Nonostante le stessa situazione fisica si intende...essere morte per lo meno non ti permetteva di sentire né la fatica né la stanchezza.

Sapeva che prima fossero tornate a casa e prima avrebbe potuto rivedere Edward.

Un sorriso tornò a farsi strada sul suo viso provato.

-Mi sei mancata- la bionda spezzò il silenzio creatosi senza guardarla -Esme per poco non impazziva dal dolore...per non parlare di Edward...veniva tutti i giorni...-

Bella la guardò e sorrise rassicurante; non c'era bisogno di aggiungere nulla.

Sapeva cosa Rosalie stesse cercando di dirle.

-Quindi vediamo di muoverci- riprese imbronciata per le parole che aveva appena pronunciato -tutti vogliono almeno abbracciarti prima che tu sparisca nuovamente tra le braccia di quel poveretto!-

Isabella rise forte.

-E' bello essere a casa-

-E' bello riaverti...-

 

-Oddio...BELLA!!!-

La giovane non fece nemmeno in tempo ad entrare in casa che una furia bionda le si aggrappò al collo con una tale forza che se non fosse stata quello che era sarebbe finita contro il muro completamente affratturata.

-Esme...-

-Bella...- ripeté lei tra i singhiozzi desiderando per la prima volta poter piangere solo per sfogare il suo sollievo -sei tornata!-

La mora sorrise dolcemente circondandole la vita con le braccia -scusa...-

Guarda che le scuse non le devi solo ad Esme- fece una voce dolce nonostante il disappunto -ci saremmo anche noi...-

-Alice...- commentò l'altra semplicemente incapace di liberarsi dall'abbraccio della bionda guardandola avvicinarsi con Jasper.

-Oh! Al diavolo!!!- gridò Alice incapace di rimanere anche solo un altro attimo arrabbiata e gettandosi in un violento abbraccio collettivo -non ce la faccio proprio!!! sono così contenta di riaverti qui!!-

Ancora una volta in quella serata Bella si trovò a ringraziare il fatto di essere un vampiro.

-Dove sono gli altri?- chiese non appena le due donne la lasciarono "respirare"

-Bhe...- fece Jasper -Emm è in camera sua, ad aspettarti oltretutto- fece poi guardando Rosalie -ma mi ha detto di dirti che ti darà una lezione non appena tutte le smancerie si saranno placate-

-CI PUOI GIURARE!!- si senti arrivare dal piano superiore

Tutti ridacchiarono

-Vado da lui- disse Rosalie semplicemente facendo una carezza alla mora mentre passava - ci vediamo dopo...-

Bella annuì prima di volgere nuovamente l'attenzione a Jasper

-E Carlisle?-

I volti dei presenti si fecero improvvisamente scuri

-E'...è in salotto...- fece Esme guardando Japer preoccupata -con Aro...-

 

-Cosa c'è sotto?-

Le parole del figlio lo fecero sobbalzare.

Non si aspettava certo una razione del genere; si aspettava cha chinasse i capo contrito e gli chiedesse con voce sommessa di poter rimanere adducendo come scusa la madre e il desiderio di finire l'università in quel luogo dimenticato da Dio.

Non certo che gli chiedesse con voce sprezzante il vero motivo della loro partenza guardandolo negli occhi.

Quello fu forse il premo momento in cui guardò per la prima volta suo figlio.

Trovandolo ben diverso da anni prima.

Quando, precisamente, si era fatto così alto tanto da essere costretto ad alzare il viso per guardarlo negli occhi?

E quando, sotto i suoi occhi, erano spuntate quelle occhiaie che gli conferivano un'aria tanto matura e...da adulto?

Quando, in che momento di tutti quegli anni, Anthony era diventato un uomo?

Edward?

-Come sarebbe? Non c'è niente sotto...non capisco cosa tu stia dicendo...-

-Non prendetemi per un ingenuo, padre- soffiò facendo sobbalzare il genitore -so perfettamente che non è solo per la mamma che volete andarvene...quindi, vi riformulo la domanda in un modo più comprensibile: cosa nei vostri affari è andato storto?-

Tutto...si aspettava di tutto ma certamente non quello.

Come faceva a conoscere quei dettagli?

-Non...-

-Andiamo, padre- lo interruppe sarcastico -non crederete certo che io non sappia nulla dei vostri sporchi affarucci con...-

-ANTHONY!- gridò quasi, incredulo e scandalizzato -come ti permetti di rivolgerti a me con questo tono! sono tuo padre e per tutto quello che ho fatto per te merito...-

-Per me non hai fatto nulla- sibilò abbandonando ogni formalità -tranne che umiliarmi, non credo di doverti nulla-

-Anth...- cercò di dire scandalizzato prima di venire interrotto nuovamente

-Il mio nome è Edward, se non ti dispiace, preferirei che lo usassi-

Improvvisamente privo di energie il genitore si sedette sulla poltrona più vicina fissandolo come se avesse visto un fantasma.

Improvvisamente consapevole della nuova maturità raggiunta da quel ragazzo che aveva sempre considerato meno di niente.

Improvvisamente incapace di combattere questo nuovo Edward che era cresciuto tutto d'un pezzo.

Improvvisamente sconfitto.

Chinò la testa sorridendo tristemente.

Come aveva fatto a perdersi la crescita del suo unico figlio?

Fece per dire qualcosa quando un rumore li fece sobbalzare.

Un'esplosione nella parte Ovest della villa.

E un grido angosciato.

-Mamma!-

 

Mentre correva Bella non era in grado di sentire nulla.

Non le rassicurazioni di Rosalie sul fatto che sarebbero arrivati in tempo.

Non le parole pacate di Carlisle.

Non le battute nervose di Emmett che non riusciva proprio a vederla in quello stato.

Non gli sguardi preoccupati di Esme al suo fianco.

Né il respiro tranquillo, tipico di chi respira solo per abitudine e non ne cambia cero il ritmo per una corsa di Jasper e Alice.

E sicuramente non sentiva le parole prive di sentimento e vuote di scuse di Aro.

Non sentiva nulla.

Niente che non fosse l'odore di bruciato che li guidava.

E la risata di Edward nei suoi ricordi.

 

Erano arrivati troppo tardi.

Della splendida villa dei Mason non era rimato nulla se non cenere a pezzi mezzi carbonizzato che davano ancora qualche fiamma, le ultime superstiti e che gli umani si stavano dando tanto da fare per domarle.

A Bella cedettero le ginocchia e si accasciò a terra incapace di fissare null'altro che non fossero ceneri fumanti

E corpi carbonizzati.

Uno di essi era quello di Edward.

Era troppo tardi per salvarlo.

Aro le si avvicinò posandole una mano sulla spalla come aveva fatto tante volte negli ultimi anni.

-Mi dispiace Bella...non avevo idea che Felix potesse compiere un gesto del genere...-

-Dovevate tenerlo sotto controllo- fece dura Alice -sapevate benissimo quello che passava nella tesa di quello squilibrato...-

-Ma non avevo certo idea che avrebbe ucciso Edward pur di avere Bella solo per sé!- le rispose esasperato.

-Isabella- fece improvvisamente l'interessata ghiacciandolo tanto era freddo il suo tono di voce -solo Edward poteva chiamarmi Bella...questo è...era suo-

Aro distolse lo sguardo incapace di reggere il dolore e la disperazione in quello di lei.

-Mi dispiace- ripeté, forse per la prima volta sincero -non ho scusanti-

E, detto questo, se ne andò.

Lasciando quel luogo che sapeva di morte e che per una volta si sentiva ingiustificato ad averla portata.

Quella famiglia unita nel cercare di lenire la disperazione di quella ragazza, troppo giovane, anche per un vampiro, per perdere l'amore.

E soprattutto da quella stessa ragazza che, accasciata a terra, sembrava incapace di intendere e volere tanto era il dolore.

 

 

 

AliasNLH

 

 

 

 

Allora….inizio col dire che sono appena arrivata dall’Inghilterra e lì non avevo il computer…ho passato un sacco di tempo tra inglesi, russi e francesi e devo dire che mi sono rifatta gli occhi hihihihi….

In ogni caso questo è il terzultimo cap, spero che vi sia piaciuto!

E vi lascio in sospeso dicendo che non ho ancora deciso LA FINE…cioè…ne ho scritte due…una in cui Edward si salva miracolosamente in un modo che non potete nemmeno immaginare (è un modo velato per invitarvi a farlo per chi non lo avesse capito) o un altro ben meno allegro…tutto da immaginare pure questo…quale preferite?

 

Me ghigna

Quanto sn sadica!!!!!!!

 

 

yaoista_tendoXD:tranqui, l’importante è che tu abbia commentato il cap precedente e spero che tu faccia lo stesso con questo J  sono anko indecisa sul finale

 

Austen95:Non potevo lasciare belle lontana ancora a lungo, ti pare? Povero eddie…tendo a farlo soffrire…spero di sentirti ancora

 

 LadyGlam: sono contenta che ti sia piaciuta tanto da averla letta tutto d’un fiato!!!! Spero che il seguito ti abbia soddisfatta e ti invito ad aiutarmi a decidere il finale….hihihihi…in bocca al lupo

 

 

 

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Capitolo 21
*** Nascita di un Vampiro ***


Nascita di un Vampiro

 

 

 

Come sonnambula Isabella sia alzò ignorando tutti e cominciò ad aggirarsi per le rovine, tra gli umani.

Incurante del pericolo derivante dal fuoco non ancora del tutto domato.

Inconsapevole della sua famiglia che la seguiva preoccupata.

Totalmente estranea del fatto che si stava avvicinando l'alba e che gli umani avrebbero potuto scoprisse la loro vera natura.

Nulla era più importane ora che lo aveva perso completamente.

Poi, improvvisamente, un grido la risvegliò dal suo torpore

-Venite! qui c'è qualcuno ancora vivo!-

Prima che la sua mente potesse anche solo comandarlo le sue gambe l'avevano portata accanto ai soccorritori.

I capelli dell'uomo tra le loro braccia la fecero per un attimo sperare ma non ebbe bisogno nemmeno di vedere il colore dei suoi occhi quando li aprì un attimo dopo per sapere che non era lui.

L'azzurro opaco degli occhi di Edward Senior si fecero un po’ più vivi mentre riprendeva conoscenza.

-Mia moglie...- riuscì a mala pena a sussurrare, supplicante.

-E'già stata portata in salvo....una dei pochi superstiti, molto fortunata, come lei del resto-

l'aristocratico signore non sembrò dare peso alla mancanza di cortesia e ai modi spicci dell'uomo che gli aveva risposto tirando un sospiro di sollievo e chiudendo gli occhi prima di spalancarli nuovamente.

Dopo un momento di esitazione tornò a fissare i suoi soccorritori.

-E...Edward...? Mio figlio? Dov'è?-

Bella non volle sentire la risposta preferendo rimanere nell'oblio piuttosto che affrontare al realtà che era appena stata creata davanti ai suoi occhi.

Purtroppo il sussurro le arrivò lo stesso.

-Non l'abbiamo ancora trovato....-

I singhiozzi dell'uomo non erano che una pallida imitazione di quelli che lei aveva stretti nel suo cuore.

 

Caldo.

Bruciore in tutto il corpo.

Puzza di zolfo.

Edward non riusciva a sentire nient'altro.

Sapeva vagamente quello che era successo.

La corsa nel tentativo di salvare la madre, il padre che lo spingeva via dicendogli di uscire, che ci avrebbe pensato lui.

Di mettersi in salvo.

La preoccupazione negli occhi del genitore e poi la corsa frenetica verso la porta più vicina nel tentativo di uscire da quell'inferno che era diventata casa sua.

Poi il crollo del soffitto.

Ora, schiacciato dalla via in giù, sanguinante e ustionato sapeva bene di essere ad un passo dalla morte.

Tuttavia tutti i suoi pensieri non erano per sé ma per la madre, che sperava essere in salvo, e per il padre che non avrebbe mai creduto capace di un gesto simile.

Molto probabilmente non lo aveva mai conosciuto veramente.

Gli venne quasi da sorridere.

Si assomigliavano parecchio tutto sommato.

Bella.

Il mesto sorriso s'incrinò.

Stava per morire.

Non avrebbe più potuto rivederla....stava per lasciarla sola ancora una volta.

Ma questo sarebbe stato un addio definitivo.

Chiuse gli occhi.

In fondo non è che potesse fare molto altro.

-E ti arrendi così?-

Infastidito da quella voce atona socchiuse le palpebre trovandosi davanti un vampiro.

Come lo sapeva?

Somigliava in modo impressionante ad Aro.

-Non combatti nemmeno per quello che desideri?-

Edward emise un gemito di dolore sperando che se ne andasse subito.

-Chi sei?- gli sussurrò conscio che probabilmente non sarebbe stato nemmeno cosciente per sentire la risposta.

Tuttavia essa lo raggiunse comunque.

-Il mio nome è Marcus, e conosco abbastanza bene il dolore che Isabella sta provando da non permettere che uno degli assurdi piani di mio fratello ne provochi altro-

E, senza apparente sforzo, sollevò tutte le macerie che lo costringevano sollevandolo con una delicatezza che il ragazzo non avrebbe mai creduto possibile.

Poi un dolore al collo gli fece completamente perdere conoscenza.

 

Non sapeva quanti giorni fossero passati ma nel delirio del fuoco che lo divorava poteva sentire solo il respiro tranquillo dell'uomo accanto a lui.

Marcus.

Non aveva ancora capito il motivo che lo avesse spinto a morderlo ma sperava con tutto il cuore di morire presto.

Perché sottoporlo ad ulteriori sofferenze dopo averlo liberato?

Non poteva lasciarlo morire semplicemente?

Che senso aveva tutto quel dolore?

E perché alla fine no lo lasciava solo?

 

Quando finalmente il dolore cessò Edward si rimise in piedi intuendo solo vagamente che il suo presunto salvatore non era più nei paraggi.

Non sapeva in quale momento del suo dolore se ne fosse andato fatto sta che ora era solo.

E capiva che qualcosa era cambiato.

Non sentiva più nulla.

Né il dolore precedente né qualunque altro desiderio del corpo.

Non aveva fame?

Eppure qualcosa nella sua gola...

Quando delle figure gli si avvicinarono non si prese nemmeno la briga di osservarle registrando a malapena le loro parole, ancora intento a capire cosa potesse essergli successo.

-è vivo...-

-Ma perché....Marcus...-

-Per quale motivo l'ha fatto?-

-Sia ringraziato il cielo...-

Di tutte queste voci solo una ebbe il potere di risvegliarlo dal torpore che lo aveva avvolto

-Edward-

Il suo nome, appena sussurrato, che sulle sue labbra aveva un suono così diverso, così puro, cosi SUO.

-Bella- sussurrò, la voce melodiosa tanto da fargli portare una mano alla bocca dallo stupore.

Cos'era successo alla sua voce?

Ma tutto perse importanza quando la vide finalmente tra le sua braccia, bella come non lo era mai stata.

-Ti amo...- le sussurrò incapace di aspettare altro tempo prima di confessarglielo -e a quel che ho capito temo che dovrò continuare a farlo per l'eternità-

Bella ridacchio finalmente sollevata.

Dio quanto gli era mancata la sua risata.

La strinse più forte sentendosi ricambiare.

-Ti amo anche io...-

Ora proprio niente aveva più importanza.

Niente che non fossero le sue braccia, le sue labbra e lei.

 

 

 

AliasNLH

 

 

 

 

Allora? Piaciuta? Peccato che nessuno si sia dimostrato curioso di conoscere la storia drammatica….vabbé………………………….tranquilli, scherzavo!!!

In ogni caso questo è l’ultimo capitolo ma penso che farò un Epilogo…..

Voi che dite?

Lo volete?

 

 

 

 

 

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Arigatoooooooo!!!!!!!!!

 

 

 

E soprattutto un bel bacio a tutti quelli che hanno letto, recensito, sperato che prima o poi riuscissi a finire questa fic!! Grazie per l’incoraggiamento e la pazienza, siete fantastici

 

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