Segui il tuo cuore

di Criscri95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Camilla‘s POV


“Che hai? “ mi chiedi, tenendomi un braccio e tirandomi verso di te. Sfuggo il tuo sguardo, potresti capire.
“Niente” ti dico divincolandomi.
“E allora perché mi eviti? Perché non mi parli? Non rispondi ai miei messaggi da giorni!” Mi inchiodi con quegli occhi azzurri.
“Ora ti sto parlando!” ribatto.
“Sotto costrizione …” e mi guardi, cerchi di capire, davvero non potresti mai immaginare cosa mi passa per la testa. Non riesco a sostenere i tuoi occhi indagatori, i miei mi stanno tradendo, si stanno riempiendo di lacrime. Mi mordo le labbra e mi conficco le unghie nel palmo della mano, di solito funziona.
“Mi spieghi che cos’hai?” riprendi.
“Niente, te l’ho detto, è un periodo un po’ così.”
“Non è una scusante, non mi hai mai escluso dalle tue giornate nere, non sei mai riuscita a non parlarmi, nemmeno per poche ore, hai sempre ceduto. “
“Stavolta ci stavo riuscendo, sto diventando forte anche io. Tanto che ti cambia se non ti parlo?” Ci resti male, me ne accorgo. Improvvisamente lasci la presa. Ne approfitto per distanziarmi da te.
“Mi importa di te.” Mormori a bassa voce. -Non come io vorrei- mi verrebbe da rispondere, ma lo tengo per me. Mi volto e comincio a camminare.
“Fermati, ti prego!” mi fermo, “Basta trattarmi così …”
E vorrei voltarmi e abbracciarti, forte forte, come solo io e te sappiamo fare, ma reprimo anche questo desiderio. Continuo a camminare. Sento che i tuoi occhi non si staccano da me ma resti immobile. Troppo difficile per te capire. Infilo le cuffiette, almeno così non sento se mi chiami ancora, e cammino verso casa con la testa altrove. Non so perché mi sto comportando così ma ho bisogno di capire. Ripenso ai tuoi occhi azzurri, ai tuoi riccioletti ribelli, alle tue felpe enormi e al tuo skate. E ripenso al momento in cui mi hai detto: “Sto con lei.”… Non ho mai ammesso che tra me e te potesse esserci qualcosa, o meglio, che io provassi qualcosa nei tuoi confronti, e ancora adesso non voglio ammetterlo ma non riesco a spiegarmi in altro modo la mia reazione. “Ah, auguri…” la mia risposta. Ah, auguri?! Davvero, Camilla, non ti è venuto in mente niente di meglio?! Fingere un po’ di entusiasmo no, eh?! Non me lo aspettavo, davvero. E non ero pronta a fingere. Non pensavo neanche che ce ne sarebbe stato bisogno. E lo so che non ci stai capendo niente ma sono io la prima a non avere le idee chiare. E scusa se ti sto trattando male, ma staccarmi un po’ da te penso mi farà bene. Almeno non continuo a illudermi.

 
Mi spieghi cosa ho fatto di male? Non ce la faccio più!
 
Leggo il messaggio e spengo il telefono. Davvero non capisco perché ti importi così tanto del fatto che io non ti parli. Mi manchi tanto ma devo resistere. Devo dimostrare a me stessa di riuscire a cavarmela anche senza di te.



Apro gli occhi. Sono le 7.30. Aspetta un secondo … 7.30?! è tardissimo! Mi catapulto fuori dal letto e mi precipito in bagno. Che faccia che ho stamattina, peggio del solito. E i miei capelli? Non ne parliamo. Mi preparo alla meno peggio, prendo due biscotti e li mangio per le scale. Devo fare una corsa per arrivare a scuola. Accendo il cellulare, un altro messaggio:

 
Buongiorno … prima o poi dovrai pur parlarmi.

Eh, già! Ma preferisco rimandare. Arrivo fuori scuola, supero la folla e cerco i miei compagni. “Buondì” li saluto. Stanno tutti scopiazzando latino sul muretto. Mi sorridono e continuano a fare quello che stavano facendo. Qualcuno mi abbraccia da dietro. Subito riconosco il suo profumo alla vaniglia. Mi giro e ricambio l’abbraccio. Lei è Carlotta, la mia migliore amica. È esattamente il mio opposto: è bellissima e divertente, non ha mai vergogna di nulla ed è molto sicura di sé, pagherei per avere un briciolo della sua fiducia in se stessa o della sua sfacciataggine. È alta, bionda e fa girare la testa a tutti i ragazzi della scuola. Ma lei è innamorata persa di Luca non ha occhi per nessun altro. Cerca i miei occhi per capire cosa ho. Io cerco di sfuggirle ma riesce ad inchiodare il suo sguardo nel mio.
“Allora? Gli hai parlato?” mi chiede a bassa voce.
“No” le rispondo secco.
“Perché? Sta male, non riesce a capire perché ti comporti così! Mi sta tartassando di domande … ” alza un po’ la voce.
“Devo prima capirlo io …” abbasso lo sguardo. Mi abbraccia.
“Tu non vuoi capirlo, vero?”
“Non voglio capirlo perché non sta ne’ in cielo ne’ in terra quello che provo!”
“Dai, Milla, sei umana anche tu. È una cosa normalissima che tu provi qualcosa per lui. E fidati che non è una cosa recente, è da parecchio che è dentro te, solo che l’hai sempre repressa.”
“Proprio adesso doveva uscir fuori?” mi si stavano riempiendo gli occhi di lacrime.
“Prima o poi doveva pur uscire. E tu ci devi sempre andare a sbattere prima di capirle le cose!”
“Me ne sono accorta troppo tardi, come al solito …”
“Chi ti dice che sia troppo tardi?” “Mi prendi in giro? C’è un’altra al posto mio…”
“ Io sono convinta che anche lui provi qualcosa per te, ma tu non gli hai mai dato modo di capire, scappi sempre.”
“Lui non prova niente, altrimenti come spieghi che ora sta con lei?”
“Semplicemente non ha trovato in te interesse, quindi perché rovinare un’amicizia storica dichiarandosi quando ha una ragazza che gli va dietro come un cagnolino?”
In effetti ha ragione. Noi due ci conosciamo dal quando eravamo bambini ma solo dall’estate del primo liceo siamo diventati molto amici. Da subito siamo stati qualcosa di più di semplici amici. Diciamo siamo sempre stati sulla linea di confine tra migliori amici e qualcosa in più. Quella linea di confine che nessuno di noi due ha mai osato minimamente pensare di superare. Quanti sguardi maliziosi e domandine civettuole ci sono state fatte :”Ma state insieme?” “Non vedi come ti mangia con gli occhi?” “Dai, ammettilo che a te piace!” E noi abbiamo sempre negato tutto con prontezza. Io, però, davvero credevo di non provare nulla. Fino all’altro giorno … E se Lotta avesse ragione? Se anche lui, come me, avesse pensato che fosse più importante non rovinare quest’amicizia cercando di far nascere qualcosa?

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Mattia ‘s POV

 
Ultima ora, fisica. Quando passa quest’ora!  Guardo il display del cellulare ogni due minuti, non so se per rendermi conto dello scorrere del tempo o se spero di ricevere finalmente una sua risposta. Davvero non riesco a capirla. Sono giorni che non mi parla. O meglio, mi ha parlato, solo per dirmi di lasciarla in pace. Ho sentito una stretta al cuore quando mi ha detto “Tanto che ti cambia se non ti parlo?”. Mi cambia. E pure molto. Ci sto davvero malissimo. Il professore di fisica spiega e io penso a lei. Penso all’altro giorno, ai suoi occhi pieni di lacrime, al suo allontanarsi da me. Ripenso alla prima volta che ci siamo parlati. Era l’estate del primo anno delle superiori. Eravamo ad una festa, lei era con le sue amiche ma ad un certo punto si staccò da loro per venire a prendere da bere, io ero vicino al bancone e lei mi versò addosso tutto il contenuto del suo bicchiere, logicamente. Ancora oggi è così distratta e combina solo guai. Ha sempre la testa tra le nuvole e le cuffiette nelle orecchie, mi piacerebbe entrare nel suo mondo e sapere cosa pensa. Devo ringraziare proprio questo suo “pregio” che mi ha permesso di conoscerla. Infatti, dopo che mi ebbe avermi rovesciato il bicchiere addosso si offrì per accompagnarmi fuori a prendere un po’ d’aria e per cercare di far asciugare la mia camicia. Mi ricordo che arrossiva ogni volta che diceva qualcosa, aveva gli occhi grandi, grandissimi, color cioccolato e un sorriso dolcissimo. Ancora oggi, nonostante ci conosciamo da ormai cinque anni e ne abbiamo passate tante insieme, ogni tanto arrossisce ancora quando deve confidarmi qualcosa o se le faccio un complimento. E pensare che adesso non mi parla e non vuole vedermi.
“… ma stai seguendo?” mi chiede Manuele, il mio compagno di banco.
Mi volto verso di lui come se fosse un extraterrestre. “Eh? Come?”
“Non hai ancora fatto pace con Camilla, eh?” è incredibile quanto questo ragazzo riesca, solo guardandomi negli occhi, a capire cosa mi passa per la testa.
“No.”
“Prima o poi le passerà” cerca di confortarmi.
“Stavolta mi sto preoccupando davvero, non è mai riuscita a stare lontana da me per così tanto tempo …”
“Senti … posso farti una domanda indiscreta? Però dovrai rispondermi col cuore in mano.”
“Spara …”
“Non è che provi qualcosa di più per lei?”
“No.” Rispondo secco, come tutte le volte, d’altronde.”Lei è la mia migliore amica. E poi lo sai, io sto con Sara.”
“Vabbe’, se lo dici te...” Dice, col tono di chi non ci crede. “Però pensaci a questa cosa, perché a me non sembra poi così tanto amicizia quella che provi e non così  tanto da amico la tua reazione.”
Mi alzo ed esco. Queste erano le parole che mai avrei voluto sentirmi dire. Io? Provare qualcosa per Camilla? Impossibile! Continuo a negarmi questa cosa e continuerò a negarla. Noi siamo solo amici, è come una sorella per me. Eppure se penso al fatto che è da più di dieci giorni che non so come se la passa, sento una stretta al cuore. Mi mancano i suoi abbracci, mi manca il suo profumo, mi manca lei che si preoccupa per me. Finalmente la campanella. Mi alzo, afferro la tracolla e corro fuori.
“Oh, dove vai così di corsa?” Mi urla dietro Manuele.
“C’è Sara fuori ad aspettarmi!” rispondo. In realtà voglio solo mettere fine al discorso. E poi sì, c’è Sara fuori.
“Ripensa a quello che ti ho detto!” mi urla, preparando la cartella.
Eccola. È appoggiata al muretto dove mi aspetta di solito quando esce prima. La saluto con un bacio veloce sulle labbra e subito mi stacco “Scusami, ma oggi devo scappare, ho allenamento alle cinque e devo studiare un botto” le dico. Non è vero, non devo studiare quasi niente ma adesso non ho voglia di stare con lei, ho troppi pensieri per la testa.
“Se vuoi ti accompagno, non fa niente che ci metto di più.” Eccola che parte all’attacco.
“No, non preoccuparti. È già l’una e mezza e il cielo sta diventando scurissimo. Forza corri a casa.” Le dico sorridendo, premendo le mie labbra a timbro contro le sue e mi volto per la mia strada. Lei resta girata verso di me come sempre, sento i suoi occhi su di me, di solito mi volto e le mando un bacio con la mano, ma oggi no, non ne ho voglia, sono confuso e non mi va di prenderla in giro. Già che mi trovo vedo di passare fuori al liceo di Camilla, anche se ormai è tardi.


C’è ancora un gruppetto di ragazzi che si intrattiene avanti il cancello, ma  di lei neanche l’ombra. Sarà già tornata a casa.
Mi sento toccare la spalla e mi volto spaventato. E’ Lotta. Le sorrido e subito cerco Camilla con lo sguardo. Strano che non sia con lei, sono inseparabili.
“ È inutile che cerchi, l’ho appena accompagnata a casa.” Mi dice ridendo.
“ Chi?” faccio il finto tonto, ma non mi riesce bene.
“Lo sai benissimo chi.” questa ragazza ne sa una più del diavolo. “ Oggi non le andava di entrare e siamo state un po’ insieme.” Mi informa.
“Avete fatto filone? Ecco spiegato il tempo.” La prendo in giro.
“Gne gne. Più che altro, hai scoperto perché non ti parla?” mi chiede preoccupata.
Abbasso lo sguardo “ Ti giuro che non lo so. Stavo per chiederlo io a te.”
“Non lo so neanche io, non dice neanche una parola, sai com’è fatta.” dice sbattendo le palpebre un po’ troppo spesso, significa che sta mentendo. Una goccia mi bagna il naso, e un’altra ancora la mano.
“Adesso scappo, prima che mi faccio un bagno.” Mi dice dandomi un bacio veloce sulla guancia e scappando via.
“Se scopri qualcosa fammelo sapere …” le urlo dietro.
Fa segno di sì con la mano e scappa via. Comincio a correre anche io. Comincia a piovere fortissimo. Ci sono i lampi e i tuoni. Lei sicuramente avrà paura e avrà bisogno di qualcuno che l’abbracci.

 
 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Camilla ‘s POV
 
Piove a dirotto. Il tempo mi rispecchia. Sono talmente triste che mi sento un tutt’uno con il cielo là fuori. Scuro, scurissimo, con tante gocce che cadono giù. Il rumore della pioggia,però, non copre quello dei miei pensieri, quelli sono molto più forti. Sono seduta vicino la finestra mentre mangio uno yogurt, questo è il mio pranzo per oggi, e guardo le goccioline scivolare giù sul vetro, e, come quando ero bambina, ne scelgo una e spero che scenda giù più velocemente delle altre. Ed ecco che il cielo si illumina e un grosso boato segue quella luce. Mi copro le orecchie. Così come ogni volta che Zeus si diverte a scagliar giù fulmini e saette il mio cellulare si illumina.
 
“Booom … Il fatto che non mi parli non vuol dire che non devo
tenerti compagnia durante i temporali... Non aver paura!
 
Sorrido. Anche adesso si ricorda delle mie paure. Mi manca parlare con lui. Ma penso che sia arrivato il momento di farmi un po’ da parte. È vero, noi siamo come fratello e sorella, ma per ora meglio così. Meglio allentare un po’ i rapporti. Le lacrime cominciano a scendere. Piove, dentro e fuori me. Che confusione. Un altro tuono e un altro messaggio.
 
“ Non è successo niente, è solo caduto un tipo un po’ grasso, là tra le nuvole.”
 
Nonostante le lacrime mi scappa un sorriso. Mi è vicino anche ora, nonostante mi ostini a non parlargli. Forse è meglio che mi metta un po’ a studiare.
 
 
Un fascio di luce illumina la stanza, finendomi direttamente sugli occhi tanto da costringermi ad aprirli. “Forza, alzati, che farai tardi!” dice mio padre mentre mi tira via le coperte.
“Altri cinque minuti” mi lamento io, mettendo la testa sotto il cuscino e il freddo mi invade. Socchiudo un occhio e getto un occhio sulla sveglia. Le 7.40. Salto fuori dal letto. È tardissimo! Velocemente indosso un jeans e un maglione, infilo le mie Converse lilla. Un po’ di acqua fredda in faccia per svegliarmi e un filo di mascara e mi precipito in strada.


In lontananza intravedo gli ultimi ritardatari che si apprestano ad entrare il cancello che sta cominciando a chiudersi. Riesco a passare appena in tempo e mi precipito su per le scale. La prof sta uscendo ora dall’ascensore, un ultimo scatto ed entro in classe prima di lei. Ce l'ho fatta anche stavolta!
“Fammi indovinare: ti sei svegliata meno di venti minuti fa!.” Mi prende in giro Carlotta
“L’hai capito guardando i miei capelli?” la guardo stupita.
Si mette a ridere. Io non riesco a capire come fa lei a stare sempre con i capelli ordinati e il trucco ordinato. Io ho ancora i pensieri sul comodino.
Passano due noiosissime ore di latino. Comincia a venirmi fame, stamattina non ho neanche fatto colazione. Decido di uscire e prendere qualcosa al distributore. Scelgo una merendina, codice CG; la macchinetta si muove, gira a metà e la mia merendina resta lì sospesa. –perché sempre a me!?- penso. Mi guardo intorno, in cerca di qualcuno che potesse aiutarmi.
“Ti serve una mano?” Mi volto e trovo un ragazzo sorridente dagli occhi verdi.
“Ehm, in effetti mi si è bloccata la macchinetta” gli dico, arrossendo e abbassando lo sguardo. Le dà un paio di spintoni e la merendina finalmente cade. La prende e me la porge: “Ecco a te!” mi sorride. Gli sorrido di risposta.
“Posso offrirti qualcosa per ricambiare?” gli chiedo.
“No, non preoccuparti. Sempre pronto ad aiutare le donzelle in difficoltà.”
Sorrido. Mi sorride. È carino. Ha gli occhi verdi e i capelli castano chiari, quasi biondi. Ha i lineamenti molto dolci e la barba appena accennata.
Mi accorgo che lo sto squadrando e allora gli dico imbarazzata “Io torno in classe, ciao.”
Mi sorride e si avvia anche lui nella mia direzione. Prima di entrare mi volto e  vedo che mi stava guardando. Mi sorride. Ricambio. Entro in classe.
“Che fine avevi fatto?” mi sussurra Lotta.
“si era bloccato il distributore, come al solito... e mi ha aiutata un ragazzo.”
“Chi è? Chi è?” mi chiede curiosa. È a questo punto che mi ricordo di aver dimenticato di chiedergli il nome.
“Non lo so…” le dico.
Come non lo sai?” ride “sempre tu sei! Vabbe’, lo scopriremo” dice ammiccando.
Finalmente suona l’ultima campanella e mi preparo ad uscire. Scendendo le scale che danno sul cortile vedo che appena fuori al cancello c’è Mattia. Lo guardo e non so cosa fare. Lui si è accorto che io mi sono accorta della sua presenza. I nostri sguardi si sono incrociati. Si muove verso di me quando un qualcuno mi trattiene per il braccio. È il ragazzo di stamattina che mi guarda sorridendo. Sento gli occhi di Mattia puntati addosso.
“Comunque io sono Riccardo” mi dice, avvicinandosi e allungandomi la mano.
“Piacere, Camilla.” gli sorrido e gliela stringo.
“Finalmente conosco il tuo nome. La prossima volta che serve un aiuto, sempre a disposizione.” Mi dice mentre si mette il casco e sale sulla sua moto. “Ciao Camilla” mi saluta, sorride e va via.


ANGOLO AUTRICE: Cosa ne pensate della storia? E' la prima volta che pubblico qualcosa e mi piacerebbe avere consigli e critiche! (:

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Mattia’s POV
Ore 11.04. Noiosissima lezione di storia. Improvvisamente entra il bidello con in mano il libro verde delle uscite anticipate.
“Ragazzi, uscite alle 11.15, manca la Brudetti.”
La classe improvvisamente si risveglia dal letargo e festeggia come se l’Italia avesse vinto i mondiali. Uscire prima da scuola è sempre una bella notizia, conta che ci scampiamo l’interrogazione di inglese, non può che essere una notizia splendida! Tra le altre cose c’è anche una bellissima giornata.
“Facciamo un giro visto che usciamo prima?” mi chiede Manuele.
“Certo, non ho voglia di tornare a casa con questo sole.” gli rispondo.
“Verso l’una passiamo fuori al liceo? Sai, mi sto sentendo con una ragazza e vorrei farle una sorpresa…” dice sorridendo.
Conosco quel sorriso e non glielo vedevo sul viso da quando stava con Monica. Monica, il suo unico vero amore, tanto bella quanto stronza. Si sono lasciati perché lei l’ha tradito in vacanza. Dopo di lei nessuna è riuscita a farlo innamorare. Ma stavolta penso che sia la volta buona. Gli brillano gli occhi. Come dirgli di no?! Magari incontro anche Camilla e riesco a parlarle.
“Sì, però voglio conoscerla!” gli dico scherzosamente.
“D’accordo, se la cosa si fa seria te la presento.” Ride, poi torna improvvisamente serio: “Sicuro che non c’è problema per il fatto di Camilla?”
“No, certo che no. Anzi, magari riesco anche a parlarle” rispondo, abbassando gli occhi.
Mi da un pugno leggero sulla spalla. "Hai pensato a quel fatto?"
"Non c'è niente da pensare." chiudo il discorso.
 
DRIIIIIIIIN. Finalmente la campanella e decine e decine di ragazzi scendono giù per le scale, velocemente. Tanti, tantissimi ragazzi, ognuno con le loro storie, chi non vede l’ora di accendere il motorino perché ha fretta di tornare a casa, chi ha aspettato impaziente quel suono per correre tra le braccia del proprio amore e poi ci sono io, che non aspetto altro che vederla scendere da quelle scale. Tra la folla intravedo Carlotta, e poco dopo ecco che scende anche lei. Guarda verso di me, che sto entrando nel cortile. Mi vede, penso. Ha un attimo di indecisione, poi decide di venire verso di me. Un ragazzo la trattiene, non l’ho mai visto. La fa ridere e parla un po’ con lei. Avrei tanta voglia di andare lì e portarmela via, ma non ho nessuna voce in capitolo. Lei ride davvero tanto. Finalmente lo saluta e lei continua verso di me.
“Ciao” mi sorride. Nessun abbraccio, nessuna smorfia, è fredda.
“Ciao” le rispondo, cercando di essere il più dolce possibile. “Manuele doveva venire a prendere la sua ragazza, così ho pensato di fare un salto per vedere come stavi.”
“Grazie… Io sto bene, e tu?” mi dice, fissandomi negli occhi.
“Ora che finalmente mi parli va già molto meglio.” reggo il suo sguardo.
Silenzio. Non sa che rispondermi.
“Mat, io vado via” mi dice Manuele, tenendo per mano una ragazza bionda. “Ci sentiamo.” Mi fa un occhiolino.
“Ciao Manu” gli faccio un cenno.
“Penso sia ora di avviarmi verso casa.” Mi dice lei guardando l’ora.
“Ti accompagno.” Non è una domanda, non le lascio il tempo di respingermi. Per tutto il tragitto è silenziosa. Annuisce alle mie domande, accenna un sorriso alle mie battute. È come il ghiaccio. Peccato che con un sole come quello di oggi dovrebbe sciogliersi, ma non lo fa.
“Ti ricordi quella panchina?” Annuisce. “La prima volta che siamo usciti abbiamo mangiato un gelato seduti proprio lì e tu mi hai sporcato il naso di cioccolato perché ti prendevo in giro dato che sembravi una bambina” Stavolta sorride per davvero. Sono un po’ più felice. “Diciamo che da quando ci conosciamo, ci sarò tornato al massimo cinque volte a casa pulito e ordinato così come ero uscito, senza che tu mi sporcassi con qualcosa.” Stavolta ride di gusto. Guadagno terreno. Nel frattempo siamo arrivati al portone di casa sua. Citofona, Le aprono. Si gira e mi fa ciao con la mano. Le prendo l’altra mano, la tiro a me e l’abbraccio. Mi cinge il collo con le sue braccia e io la stringo forte in vita. Metto il mio viso nell’incavo del suo collo e l’annuso. Mi mancava sentire il suo profumo, era da tanto che non lo sentivo. Anche lei stringe la stretta. Improvvisamente si stacca da me, ha gli occhi lucidi. Mi da un bacio sulla guancia e corre su per le scale. Non mi da il tempo di dire niente che già è sparita. Non capisco che le è preso. È appena andata via e già mi manca.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Camilla’s POV

 
E come al solito sono in ritardo! E, come se non bastasse ho anche il compito di latino alla prima e non ho ripetuto nulla. Bell’inizio di giornata!
Prendo chiavi, dizionario e cellulare, metto tutto in cartella e mi precipito giù per le scale. Attraverso di corsa la strada senza guardare a destra e sinistra e, prima di arrivare all’altro marciapiede, sento una brusca frenata alle mie spalle.
“E stai attenta quando attraversi!” mi urla un ragazzo alle spalle.
Mi volto, spaventata. “Scusami, è che sono in ritardassimo!” Alzo gli occhi per guardarlo in viso mentre si sfila il casco. Resto un attimo sorpresa. È Riccardo. Mi fissa con i suoi occhi verdi e ride.
“Di nuovo te?” Gli sorrido. “Dai Sali!” mi dice porgendomi il suo casco.
“Posso andare io senza casco, se vuoi.” Gli dico.
“Tieni.” Mi dice severo, avvicinandomi di nuovo il casco. Stavolta lo prendo e me lo infilo. Mi fa salire dietro di lui. “Metti le braccia intorno alla mia vita e reggiti.” Obbedisco. Parte, e va veloce, devo stringermi a lui per non volare via. Ha un profumo buonissimo e il vento gli scompiglia i capelli. Entriamo nel cortile della scuola e tutti ci guardano. Mi sento molto in imbarazzo. Scendo e gli rendo il casco.
“Non saprò mai come ringraziarti, sei il mio salvatore!” gli dico sorridendogli.
Ride. “Io in effetti avrei un piacere da chiederti…” Mi dice mentre ci avviamo verso la mia classe.
“Spara!” gli dico curiosa.
“Beh, sono stato invitato a una festa. A questa festa ci sarà la mia ex col suo nuovo fidanzato, un figlio di papà, tutto palestrato. Mi servirebbe un’accompagnatrice, ti va?” mi chiede sorridendomi. Guardo il suo sorriso, come si fa a dire di no?! Non mi da neanche il tempo di rispondergli. “Passo a prenderti alle 20.30, tanto so dove abiti.” dice e mi da un bacio sulla guancia lasciandomi fuori dalla mia aula.
Entro in classe e mi siedo al mio posto. Sento gli occhi di Carlotta puntati addosso. La prof comincia a distribuire le versioni. “Ti spiego dopo!” le sussurro. Fa cenno di sì con la testa.
 
 
“Allora? Che ci facevi dietro la moto con quello?” eccola che parte all’attacco.
“Mi stava per investire e poi mi ha dato un passaggio” le spiego. “E stasera mi ha chiesto di accompagnarlo a una festa per fare ingelosire la sua ex.”
“E hai rifiutato,spero..” dice in tono apprensivo
“Non me ne ha dato il tempo!” ribatto. “Viene a prendermi alle otto e mezza.”
“Tu sei pazza. Dov’è finita la Camilla che si fa sempre mille domande? Lei non avrebbe mai detto di sì a uno sconosciuto!” il suo tono è ironico.
“Ogni tanto si deve rischiare, no?” le sorrido.
“Era pure ora!” Ride “Ora dobbiamo scegliere cosa devi metterti. Dovrai essere magnifica, altro che la sua ex!”
“Ehm… questo è il problema più grande, non ne ho la minima idea!”
“Innanzitutto quelle scarpe col tacco nere e come vestito direi quello nero, che ha la blusa trasparente e la gonna più stretta.”
“Jeans e maglietta non vanno bene?” mi fulmini con lo sguardo.
 
 
Ecco che sono già le otto. Sono vestita e mi sto truccando.
“Dove vai così bella?” mi chiede mia madre.
“A una festa. Con Carlotta. Mi ha chiesto di accompagnarla.”
Ci crede, mi da un bacio e mi fa “ Divertitevi e non tornare tardi.” e si va a mettere su divano. Ogni tanto spio dalla finestra se lo vedo arrivare. Eccolo. Prendo le chiavi e scendo. Esco dal cancelletto e lo trovo seduto sul muretto. È molto elegante. Indossa una giacca beige con un papillon blu. Sta davvero bene. Si alza e mi viene incontro.
“Wow, sono senza parole… sei davvero bella.” Mi dice salutandomi.
Arrossisco e abbasso lo sguardo. “Grazie.” Mi passa un casco e ne indossa un altro.
Per tutto il tragitto sono stata stretta stretta a lui. Ogni tanto accelerava e mi chiedeva se avessi paura. Arrivati al locale mi presenta a tutti. Che imbarazzo! 
Improvvisamente si blocca, fissando l’entrata. “E’ arrivata” mi dice ansioso.
Mi volto e la guardo. Alta, bionda, occhi nocciola. Indossa un vestito verde smeraldo.
“E io che ci faccio qui?” gli chiedo “Non potrò mai competere con lei!”
A questo punto lui stacca gli occhi da lei e mi guarda fisso negli occhi. “Tu sei anche più bella perché lei non ha questi occhioni grandi come i tuoi e, soprattutto, non è dolce come te.”
“E allora perché la ami ancora? A ‘sto punto potresti innamorarti di me!” gli dico scherzando.
Mi fissa di nuovo. “Quasi quasi ci faccio un pensierino” mi dice serio.
“Non capisco come fa una così bella ad aver preferito lui a te.”
“I soldi cantano. E poi litigavamo spesso… Lei ha un carattere strano, è acida e vuole avere tutti ai suoi piedi, per questo non andavamo d’accordo. E poi non la amo più, mi scoccia solo il fatto che lei mi abbia rimpiazzato così in fretta.”
“Vuoi farla ingelosire davvero?” gli dico ammiccante. Annuisce. “Innanzitutto stacca gli occhi da lei e guardami. Ogni tanto ridi come se ti dicessi la cosa più divertente del mondo.” Lui fa così. Mi fissa con quei suoi occhi verdi talmente tanto che mi fa arrossire. Se ne accorge e si mette a ridere. Mi scosta i capelli e li sistema dietro l’orecchio. “Hai un sorriso dolcissimo.” Mi dice. Proprio in quel momento ci passa la sua ex a fianco, mi fissa con aria di sfida e se ne va via.
“Mi ha guardata male.” Gli dico imbronciata. Ride. E mi abbraccia. Questo suo gesto mi coglie alla sprovvista.
“Hai anche un buon profumo.” Mi annusa i capelli. Ci sediamo. Mi prende il cellulare, scrive il suo numero e si fa uno squillo. “Così non dovrò più sperare di investirti per chiederti di uscire.” Mi spiega facendomi l’occhiolino.
Dopo un’oretta di balli di gruppo  il dj mette i lenti.
“Andiamo” mi prende la mano.
“Ma non c’è lei in pista, non devi fare ingelosire nessuno in questo momento.” Gli faccio notare.
“Infatti non voglio fare ingelosire nessuno, voglio solo ballare con te” sorride. Ha proprio un sorriso dolcissimo. Mi mette le mani sui fianchi e io gli cingo il collo. Le sue labbra vicino al mio orecchio canticchiando la canzone e solleticandomi. Ogni tanti gli scappa qualche parolina dolce e qualche bacio, ha capito che mi fanno impazzire i baci vicino l’orecchio.
Mi riaccompagna a casa, tutto il tragitto abbracciata a lui. Sotto casa mi dice che è stato benissimo.
“Ti devo portare più spesso alle feste con me.” Ride.
Gli sorrido. “ Io vado, buonanotte” e gli do un bacio sulla guancia. Mi prende la mano e mi avvicina a sé, abbracciandomi. Poi mi lascia andare.
“Sogni d’oro Milla” mi augura.
Salgo le scale con il cuore a mille, apro la porta e subito mi butto sul letto fissando il soffitto. Sono stata benissimo stasera e non ho pensato a Mattia neanche per un po’. Riccardo è dolcissimo e poi ha quegli occhi verdi in cui ti puoi perdere. Sono davvero felicissima. Però, Milla, stavolta non innamorarti solo di belle parole e di due occhi buoni. Sta attenta.
 
 
Buonanotte piccola!
 
Mi si scoglie il cuore. Lui non segue la logica, batte e basta, e in questo momento sembra voler uscire dal mio petto tanto che batte veloce, tanto che è felice.
 

ANGOLO AUTRICE: Spero vi piaccia! A me piace molto questo capitolo. Aspetto recensioni! :D
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Riccardo’s POV

 
Puntuale sono sotto casa sua. La vedo affacciarsi alla finestra e dopo una decina di minuti eccola che apre il portone. Sembra un’altra ragazza rispetto a quella che ho incontrato per i corridoi della scuola. Indossa i tacchi e un vestitino corto, ha i capelli lisci ed è truccata. Sta benissimo. Per tutto il tragitto lei si stringe a me, è una bella sensazione. Per farle aumentare la stretta ogni tanto accelero apposta e faccio le curve spericolate, chiedendole se ha paura. Lei mi dice di no, ma mi stringe ancora di più.
Arrivati alla festa subito la presento ai miei amici. È simpatica a tutti, comincia a parlare con loro e ha dei modi molto gentili.
“Per la prima volta mi sta simpatica una tua ragazza.” Mi si avvicina Mirko.
“In realtà è solo un’amica.” Rido.
“Senti a me, non lasciartela scappare. È molto carina e non si crede miss universo. Bella scelta!” e mi lascia lì a guardarla mentre parla con i miei amici.
Lei mi viene vicino e mi dice ammiccante: “Allora? A chi dobbiamo far ingelosire?”
Mi volto verso l’entrata e compare proprio lei, Marika. In compagnia del suo don Giovanni palestrato. Camilla si volta verso di lei e resta a bocca aperta. Dice che è molto più bella di lei e che non può competere. Io non la penso così. Certo, Marika è una bella ragazza, ma da quel poco che ho conosciuto Milla, oltre ad essere bella, è anche simpatica, dolce, intelligente, brillante. Tutte cose che non si potrebbero dire della mia ex che è molto presuntuosa e permalosa. Non voglio farla ingelosire perché provo ancora qualcosa per lei, ma non voglio fare la figura di quello che ancora non l’ha rimpiazzata. 
Guardo Milla, che mi fissa negli occhi, e mi perdo in quella dolcezza.
Mi chiede di fare tutto quello che mi dice. Comincio a ridere, come lei mi ha consigliato. Arrossisce e abbassa lo sguardo. Le scosto i capelli, sistemandoli dietro all’orecchio, e resto a fissarla. Mi piace questo gioco di sguardi, e anche a lei. Ha un sorriso dolcissimo. Proprio in questo momento ci passa accanto la mia ex, e le fa un’occhiataccia, almeno così dice lei mettendo il broncio. Rido per quel visino che ha fatto e la abbraccio. La annuso, ha un bellissimo profumo.
Vado al buffet a prenderle qualcosa da bere e mi si avvicina Marika.
“Dalle stelle alle stalle.” Dice con tono altezzoso.
“Fidati che è il contrario.” Le faccio un occhiolino.
“L’hai trovata alle elementari?” continua a stuzzicarmi.
“Ha la mia età. E anche se fosse più piccola non dovrebbe interessarti.” Le rispondo.
“Non ce la vedo con te, troppo semplice, troppo ingenua. Troppo diversa da me” si indica, come se fosse un’opera d’arte.
“Forse è proprio questa la cosa che più mi piace di lei. È il tuo opposto. Semplice e dolce. E non pensa solo a se stessa.” E la lascio lì, al tavolo del buffet, senza parole.
Camilla non si è accorta di niente, è intenta a parlare con Mirko.
“Le ho raccontato di tutte le ragazze che hai avuto.” Dice divertito.
Lei ride. Io sbianco. Questo potrebbe rovinare tutto con lei, soprattutto se sapesse che ho giocato con parecchie ragazze.
“Non è vero” tiro un sospiro di sollievo. “Mi ha raccontato di quella volta che il prof di arte vi ha beccati a copiare, con tanto di imitazione” ride ancora. Meno male.
La invito a ballare. All’inizio è titubante, poi si convince e mi cinge il collo con le braccia e io le stringo i fianchi. Le sussurro all’orecchio di quanto sono felice di stare lì con lei stasera. Ogni tanto le do qualche piccolo bacio sul collo e sull’orecchio. La fanno impazzire. Balliamo per un bel po’ di tempo, guardandoci negli occhi. Potrei baciarla, sono tentato dal farlo, ma non vorrei rovinare tutto. Ci voglio andare con calma con lei. Anche perché ora potrebbe pensare di essere solo un gioco per questa sera.
La riaccompagno a casa. Non vorrei lasciarla andare. Prima di farla sparire dietro al portone la tiro a me e la abbraccio. Poi la vedo andare via.
Avevo promesso che dopo Marika non ci sarei ricascato. Le donne sono tutte stronze, nessuna eccezione. Eppure lei è così ingenua, così dolce, che mi ha fatto ricredere. Ha quegli occhi grandi che, pur volendo, non potrebbero ingannarti. Occhi grandi e sinceri. E mi addormento così, pensando a quegli occhi.
 
 



Mattia’s POV

Ore 21.30. Mi sto annoiando. Quasi quasi faccio una sorpresa a Camilla.
Vado sotto casa sua e citofono.
“Chi è?” risponde la madre.
“Salve, signora,  sono Mattia. Camilla è in casa?” chiedo speranzoso.
“No, guarda, è andata a una festa con Carlotta.”
“Ah, grazie lo stesso. Buona serata.” E vado via deluso. Non c’è da sorprendersi che non mi abbia avvertito della festa, ci stiamo sentendo poco e niente.
Il mio cellulare squilla. Manuele.
“Pronto?” rispondo
“Hey Matt, sei a casa?” mi chiede subito.
“No, sto sotto casa di Camilla, solo che lei è a una festa con Carlotta. Ora sto tornando a casa.” Gli spiego.
“Ehm.. Matt, per la verità Carlotta sta nello stesso pub in cui sto io. E non c’è traccia di Camilla. Vuoi venire?”
Come?! La madre mi ha detto che sta a una festa con la sua migliore amica e la sua migliore amica sta in un pub senza di lei?! “Vi raggiungo subito.”
Arrivo al pub e li trovo tutti allo stesso tavolo. Lotta, Manu, la ragazza di stamattina, e altri due ragazzi e una ragazza. Saluto tutti e mi siedo vicino Carlotta.
“Ma tu non dovresti essere a una festa con Milla?” le chiedo.
“Che ne sai tu?” mi guarda in modo strano.
“Ero andata a trovarla e me l’ha detto la madre” spiego.
“Ah. No, era una copertura. In realtà sta alla festa con un ragazzo.”
Sbarro gli occhi. “E chi è questo?” chiedo preoccupato.
“Non lo conosci, un tipo della scuola. L’ha conosciuto qualche giorno fa. A proposito, avete fatto pace?” svia il discorso.
“Una mezza cosa…” taglio corto.
Per tutta la serata non affrontiamo l’argomento Camilla.
A fine serata saluto tutti e mi avvio verso casa. Passo sotto casa di Camilla. È mezzanotte. Non penso sia tornata ancora. Decido di aspettarla. Voglio vedere com’è fatto questo tipo. Mi siedo su una panchina un po’ distante, nascosto da un albero. Aspetto per un’oretta. Finalmente arriva qualcuno. Due ragazzi in moto. No, un ragazzo e una ragazza. Aspetta un attimo, sono proprio loro. Lei è bellissima, come sempre. Lui si toglie il casco, ha un viso familiare, ma non riesco a riconoscerlo. Parlano per un po’. Poi lui la abbraccia forte. Quando la lascia lei va via su per le scale. E così è lui il ragazzo misterioso.
Mi squilla il cellulare. Sara.
“Ciao, amore.” Fingo un tono tranquillo.
“Hey, ma dove sei? Ho telefonato a casa un paio d’ore fa e tua madre mi ha detto che eri uscito.
“Ero al pub con Manu.” Ometto di essere passato prima per casa di Camilla e di tutte le altre persone che c’erano a cena con noi.
“Ho capito” è un po’ arrabbiata. “Avresti potuto avvisarmi, no?”
“Hai ragione, scusa.” Fingo di essere dispiaciuto.
“Domani hai da fare?” chiede
“Ho scuola.”
“Anche io, però non mi va tanto… che ne dici di fare festa e passare una mattinata sotto al sole?” se dico di no succede la terza guerra mondiale, quindi sono costretto ad accettare.
“Ci vediamo fuori scuola tua, quindi?” chiede tutta felice.
“Certo.” Rispondo di rimando.
“Ora vado a dormire, buonanotte amore!” mi manda un bacio attraverso il telefono.
“Buonanotte.” E attacco.

 

Angolo autrice: Ciaaaao! Scusate l'assenza ma ho avuto parecchi impegni. In questo capitolo è raccontata la sera della festa vista da Riccardo e Mattia. Che ne pensate??

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Riccardo's POV


Finalmente si parte! Cinque giorni in Puglia con la scuola.
Sono le sei del mattino e con il mio trolley blu notte mi avvio verso scuola, dove ci aspettano gli autobus. Tra la folla scorgo Camilla e i suoi capelli mossi. Mi spunta un sorriso a trecentosessanta gradi, non sapevo che partisse con noi. Dalla sera della festa non ci siamo più visti, ci siamo solo incontrati un paio di volte per i corridoi e abbiamo messaggiato ogni tanto. Le non mi ha visto, così, avvicinandomi alle spalle, le copro gli occhi. Sento il suo profumo. 
" Seeei Matteo?"mi chiede esitante.
Nessuna risposta. Comincia a tastarmi le mani: mi sfiora le dita, il dorso, il polso; a sinistra trova l'orologio, a destra uno di quei braccialettini che vendono in spiaggia.
"Carlo? Andrea?" Ancora nessuna risposta.
"Non è un nostro compagno di classe" la aiuta Carlotta, sorridendomi.
"E chi è allora?" Nel frattempo sghignazzavo alle sue spalle. "Riccardo! " dice trionfante liberandosi dalle mie mani. "Ho riconosciuto la risata." mi spiega e mi da un leggero abbraccio. Si avvicinano Mirko e Davide; salutano prima lei e poi me. Davide mi da una pacca sulla spalla e mi fa l'occhiolino; io gli faccio lo sguardo innocente.
Carichiamo i bagagli nel vano dell’autobus e saliamo; siamo tutti contentissimi di questa gita: cinque giorni, con albergo sul mare, nel mese di maggio, poi!
Un paio di ragazzi hanno portato le chitarre e cantano e suonano dal fondo del pullman. Mirko, che è seduto vicino a me, si unisce ai cori divertito. Io osservo il paesaggio e il cielo azzurro e limpido. Ci divertiremo in questa gita. Camilla si è addormentata vicino al finestrino, con le cuffiette nelle orecchie. Mi avvicino a Carlotta e le propongo di fare scambio posto, lei accetta e prende il mio posto accanto a Mirko; sicuramente lui sarà felice di avermi scambiato con una ragazza tanto bella, penso sorridendo. Mi soffermo a guardare Camilla che dorme affianco a me, con il cellulare in mano collegato agli auricolari; all’improvviso le scivola via e riesco a prenderlo appena in tempo prima che si schianti al suolo. Lei si accorge di questo movimento brusco.
 
 

Camilla’s POV

 
Sento qualcosa scivolarmi dalle mani e un movimento un po’ strano, invasivo al mio fianco. Apro gli occhi e vedo due grandi occhi verdi sorridermi. Spalanco gli occhi. Dove sono? Dov’è Carlotta?
Come se mi leggesse nel pensiero mi risponde “Ho fatto scambio posto con la tua amica, ora lei è seduta vicino a Mirko. Sembra che si divertano!” dice indicandomi con la testa di guardare dietro. Mi sollevo sulle ginocchia e guardo un paio di posti più indietro. Vedo Lotta ridere e scherzare con Mirko. Aveva la schiena appoggiata al finestrino e le gambe appoggiate su di lui. Era da tanto tempo che non la vedevo così tranquilla con un ragazzo.
Sorrido e mi risiedo.
“Come sono carini!” dico con gli occhietti a cuoricino.
Riccardo si avvicina pericolosamente a me. “E Noi?” mi chiede con voce suadente.
“E noi… cosa?” gli chiedo tendendo gli occhi fissi nei suoi.
“Noi non siamo ‘carini’?” continua. È bellissimo quando dice la parola ‘noi’, ha un suono dolcissimo pronunciata dalle sue labbra. Noi, noi, noi…
Penso di aver fatto la faccia da pesce lesso, perdendomi nei miei pensieri.
Ritorno alla realtà, e lui mi è vicinissimo.
“Non siamo bellissimi” gli rispondo. E come se aspettasse solo questo, mi fa spostare un po’ più al centro, tra i due sediolini, e si siede mettendosi con le gambe su di me. Mette la testa nell’incavo del mio collo e mi da due leggeri bacini, ha capito che mi fanno impazzire. Poi poggia la testa sul mio petto e dice: “Ecco, ora mi farai da cuscino!” e chiude gli occhi prendendomi la mano. Continuando a tenere gli occhi chiusi, giocherella con le mie dita, fino ad addormentarsi veramente, così stretto a me. Lo osservo: sembra un angelo; e quest’angelo sta dormendo proprio tra le mie braccia.
 
 
Mi sento toccare delicatamente il braccio; devo essermi appisolata. Riccardo ancora dorme. Mi volto verso destra e vedo Lotta.
“Mi devi un favore!” mi dice divertita.
Le sorrido. “Com’è Mirko?”
“È un tipo ok.” Non si sbilancia, ma lo dice col sorriso. L’ha colpita. E bravo Mirko! Lei torna dietro. Riccardo si sveglia. Mi sorride.
“Sei comoda” afferma soddisfatto. “Quasi quasi mi addormento un altro po’” mi abbraccia e ride.
In lontananza si vede il mare, ci siamo quasi.
 
 
Finalmente siamo arrivati. L’albergo è proprio sulla spiaggia, stupendo.
Prendiamo i bagagli e aspettiamo nella hall che ci diano le camere.
Ci viene consegnata la chiave con il numero 36. Io e Lotta partiamo alla ricerca della camera su per le scale. Trovata! Secondo piano corridoio centrale. Scendiamo per prendere i nostri bagagli.
“Dov’è che avete la camera? Questa la porto io.” chiede Mirko, prendendo la valigia di Carlotta. Che gentile. Riccardo fa lo stesso con il mio trolley.
“Secondo piano.” Risponde Carlotta. “Voi?”
“Piano terra. Affaccia direttamente sulla spiaggia.”
Ci lasciano i bagagli fuori la porta e vanno a sistemare le loro cose.
Apriamo la stanza e restiamo incantate. Anche la nostra ha vista mare.
Sistemiamo i bagagli e ci prepariamo per andare cena. Dopo siamo liberi di gironzolare, basta che non diamo fastidio e che restiamo in albergo.
I ragazzi ci raggiungono in camera e ci mettiamo a guardare un horror in tv. Io ho un po’ paura e uso questa scusa per accoccolarmi vicino a Riccardo e la stessa cosa fa Lotta con Mirko. Finito il film parliamo un po’ e ci addormentiamo così, vestiti e con la tv accesa.

 

ANGOLO AUTRICE: Scusate se vi ho fatto aspettare così tanto e se è un po' corto. Aspetto vostre critiche. Spero vi piaccia! :))

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Camilla’s POV

TOC TOC TOC. Sento bussare alla porta.
Riccardo si stringe a me e si accoccola con la testa contro il mio, ha il braccio che mi cinge la vita.
“Ragazze, apritemi!” si sente urlare dall’altra parte della porta.
Cavolo la prof! Mi alzo di scatto e sveglio Riccardo. Guardo Lotta, mi dispiace svegliarla, sta dormendo sul petto di Mirko. Li tocco sulla spalla, facendoli svegliare. La prof ancora bussa. Indico il balcone ai ragazzi, sussurrando loro
“Uscite fuori!”.
Fanno così. Carlotta chiude il vetro mentre io apro la porta.
“Buongiorno, prof” cerco di fare la faccia più disinvolta del mondo.
“Buongiorno ragazze” entra “dormito bene?” ci chiede, guardandosi intorno e controllando con lo sguardo ogni angolo.
“Sì, benissimo.” Rispondiamo in coro sorridendole.
Si guarda ancora un po’ intorno, poi, più tranquilla, aggiunge. “La colazione è alle 8.30, ci vediamo tra un po’” e esce.
Subito Lotta chiude a chiave la porta, mentre io vado ad aprire a quei due poverini là fuori. Rientrano. Mirko si butta subito sul letto tirandosi per un braccio Carlotta.
“Mi aspettavo un risveglio più tranquillo.” La tira a sè e l’abbraccia.
Tutti ridiamo. Richi mi prende in braccio improvvisamente e mi butta sul letto e viene ad abbracciarmi. Subito mette il viso nell’incavo del mio collo. Sento il suo respiro dolce e mi vengono i brividi.
Mattia ci riporta alla realtà. “Mi sa che dobbiamo andare in camera, prima che qualche prof venga a cercarci.”
Mattia lo guarda e a malincuore si alza. lui mi lascia un bacio sulla guancia prima di uscire.
 
Appena la porta si chiude sento gli occhi della mia migliore amica puntati addosso. Corre ad abbracciarmi.
“E’ fantastico!” mi dice, socchiudendo gli occhi, con aria trasognante. “Dove me l’avevi nascosto tutto questo tempo?”
Rido. “Ma quindi ti sei accorta che era un ragazzo?” Spalanco la bocca, fingendo di essere sorpresa, prendendola in giro. “ Da quanto tempo non facevi quegli occhietti per un ragazzo?” la canzono. Da davvero tanto. Da quando ha conosciuto Luca non ha voluto proprio saperne di ragazzi. E il bello è che quello stupido è l’unico in tutto il mondo che non se la fila. Cose da pazzi!
Lei ride ma capisco che è la prima volta che la vede in questa prospettiva. “In effetti per tutto il tempo che sono stata con lui non ci ho pensato minimamente.” Afferma, quasi per convincere se stessa che per farmelo sapere. Fa un sorriso grandissimo. “Però anche tu non mi sembra che hai pensato a Mattia!” ammicca ridendo.
Divento seria. “Ma a me non piace Mattia!”
“Mettiamola così” mi risponde. “Non vuoi ammettere a te stessa che sia così” diventa seria anche lei.
La guardo negli occhi, capisce che è così ma svia il discorso.
“Sbrighiamoci,che altrimenti finiscono tutto” dice, cominciando a vestirsi.
 
Dopo la colazione, abbiamo cominciato il giro turistico seguendo la guida. Per tutta la mattinata siamo stati lontane dai ragazzi. Mi sono sentita osservata per tutto il tempo, e ogni volta che alzavo lo sguardo verso di lui, trovavo Riccardo che mi fissava. Quando i nostri occhi si sono incontrati, mi ha sorriso. Penso che il mio cuore abbia perso un battito, o forse due.
 
A ora di pranzo io e Lotta andiamo a mangiare al Mc. Qualcuno posa un vassoio sul nostro tavolo.
“Possiamo?” due grandi occhi verdi mi sorridono.
“Ma certo…” ricambio.
Mirko e Mattia si siedono di fronte a noi.
“Cosa ci fanno due dolci donzelle sole solette?” chiede Mirko mentre si siede.
“Mangiano” risponde Carlotta. “ Non hanno bisogno mica della guardia del corpo?” risponde, punzecchiandolo.
“No, di certo. Ma sicuramente necessitano di una divertente compagnia” ammicca.
Io e Riccardo sghignazziamo mentre i nostri amici giocano a chi ha la risposta più pronta.
“Stasera scendiamo in spiaggia” mi dice. Metti il costume e porta il telo.
“Veniamo anche noi!” Mirko interrompe il gioco. “Ti va?” fissa la mia amica negli occhi.
“Certo che mi va.” Gli sorride.
Adesso non vediamo l’ora che venga stasera.
 
Non ho mai visto Carlotta così entusiasta. Appena siamo tornate in albergo è andata a farsi la doccia e poi ha cominciato a mettere il suo telo da spiaggia nello zaino, e così ha fatto con il mio. Dopo cena siamo tornate subito in camera per metterci il costume, così come ci avevano detto i ragazzi.
Il mio cellulare si illumina.
 
“Appena la prof viene a fare il controllo in camera vostra, mandami un mess. <3”
 
Proprio in  questo momento bussano alla porta. Carlotta va ad  aprire raggiante e si ritrova di fronte i capelli tinti e il rossetto troppo forte della prof. Fa fatica a nascondere la sua delusione ma lei non sembra farci caso.
“Ragazze, tutto bene?” chiede, entrando un po’ e perlustrando con gli occhi la camera.
“Si si” rispondo io, sorridendole.
“Perfetto, allora buonanotte ragazze. Andate a dormire, che domani sarà una giornata stancante.” Ci consiglia uscendo.
“Certo prof, ci stavamo giusto preparando per andare a dormire” dico angelicamente e chiudo la porta.
Mi giro verso Carlotta “ti aspettavi altro?” e rido.
Mi lancia un’occhiataccia.
“Manda dal mio cell un messaggio a Riccardo e digli che possono venire” le dico
“Ci stavi parlando?” mi chiede.
“No, mi ha solo chiesto di avvisarlo quando la prof andava via”
 
Dopo pochi minuti sentiamo bussare alla porta. Stavolta Lotta ha ragione ad avere un’espressione raggiante. Mirko e Riccardo entrano in camera. Hanno gli infradito e il pantaloncino del costume, una t-shirt e la felpa. Ci chiedono di mettere i nostri teli nei loro zaini.
Ora dobbiamo scendere nella loro camera, perché da lì poi, uscendo dalla finestra possiamo arrivare in spiaggia.
Decidiamo di scendere prima io e Richi. Si mette lo zaino in spalla e usciamo dalla camera. Mi sembra di essere in un film di spionaggio. Lui mi prende la mano e mi fa scendere giù per le scale, andando avanti per controllare la situazione. Finalmente arriviamo avanti la porta della sua camera ed entriamo.
“Siete più ordinati tu e Mirko che noi ragazze!” rido guardandomi intorno.
Lui ride e mi fa il solletico buttandomi sul suo letto. Io rido e cerco di divincolarmi. All’improvviso si ferma e mi guarda. Mi tira su e dice:
“su, andiamo in spiaggia.”
Sposta una panca e la mette sotto la finestra e mi aiuta a salire per uscire, poi mi segue, lasciando la finestra aperta. Potremmo cacciarci nei guai, ma non mi importa, sono davvero senza pensieri con lui.
Cominciamo a passeggiare sulla spiaggia. Continua a tenermi la mano. La luna piena ci guarda e si riflette sull’acqua.
“Guarda, è bellissima!” esclama indicandomela.
Sì, ha proprio ragione. Arriviamo a un gazebo che deve essere sopravvissuto all’inverno. Sistema i teli e si toglie felpa e maglietta. Poi si ferma a guardarmi.
“allora? Ce lo facciamo ‘sto bagno?”
“Ma mi vergogno!” mi copro il viso con le mani.
“Ti butto in acqua vestita allora.” Ride.
“Fa’ vedere, dai” lo provoco.
Non se lo fa ripetere due volte. Mi solleva a mo’ di sacco di patate e corre verso l’acqua. L’acqua gelida ci avvolge e lui mi lascia. Non mi ero accorta della profondità, così, non trovando sostegno mi abbraccio a lui. Ne approfitta e mi stringe ancora di più. Comincia a farmi il solletico e ride perché cerco di contorcermi in tutte le maniere pur di farlo smettere, ma non molla la presa.
“Facciamo una nuotata fino alla boa” mi porpone.
“Ok” accetto. “Tanto ti batto!” dico sbruffona.
“Pronti, partenza, via!”
Io parto, lui mi lascia un po’ di vantaggio. Appena tocco la boa sento che mi tira verso di lui e mi abbraccia. Gli cingo il collo con le braccia.
“Sei davvero molto veloce!” mi prende in giro. “Ma ora mi vendico…” mi sussurra all’orecchio prima di cominciare a baciarmi sul collo. Un po’ per l’acqua congelata, un po’ perché sapevo che mi separava da lui solo la mia t-shirt leggera ormai zuppa, mi provocò brividi mai avuti prima. Continua a giocare con il mio collo mentre mi stringe ancora di più. Dal collo passa alla guancia, fino a lasciarmi un bacio a stampo sulle labbra. Le sente congelate e si accorge che sto tremando,
“Hai freddo?” mi chiede preoccupato.
“Un po’…” accenno un sorriso.
“Usciamo, dai.” Mi prende la mano e mi porta sotto il gazebo, dove mi copre con il mio telo.
“Ora però dovresti toglierti questa maglietta, tieni, mettiti la mia felpa se hai vergogna.” Me la porge e si gira.
Faccio come mi dice, ma un attimo prima che io riesca a tirare su la zip si volta. Divento tutta rossa e mi affretto a coprirmi e lui ride. Mi fa segno di andare sul suo telo, che è rimasto asciutto. Io mi ci siedo e lui viene al mio fianco e mi abbraccia, dandomi calore.
Mi fa sdraiare e si corica vicino a me. Si volta verso di me e comincia ad accarezzarmi i capelli bagnati.
“Dove eravamo rimasti?” mi sussurra all’orecchio, lasciandomi una scia di baci leggeri fino alle mie labbra. Le mie labbra cercano le sue e vengono accontentate. Si posiziona su di me, con la mano destra fa scivolare giù la zip della felpa e poi la mette accanto alla mia testa, accarezzandomi. Porto le mie braccia dietro la sua nuca, giocando con i suoi capelli. Sento la sua pelle calda contro di me, che mi riscalda e contemporaneamente mi lascia una scia di brividi lungo la schiena.


ANGOLO AUTRICE: Salveee e scusate il ritardo... ma tra esame e altri impegni ho talmente tanta ansia che mi manca l'isporazione. Spero vi piaccia e che ne sia valsa l'attesa! Recensite, recensite e recensite!!! (:

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