Il Ranocchio e la P...okopeniana!

di chitta97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La lettera ***
Capitolo 2: *** Non si torna indietro ***
Capitolo 3: *** Si va in scena ***
Capitolo 4: *** La prima prova ***



Capitolo 1
*** La lettera ***


Il Ranocchio e la P...okopeniana!

 

La lettera

 

Non era possibile.

Non solo non riuscivano ad andare avanti con l'invasione della terra, ma ora ci si mettevano anche i suoi!

Oltre che rincarare la dose del “ormai è troppo tempo che siete su quel pianeta e non avete combinato ancora niente”, ciò che quindi sapeva benissimo anche lui, ora si erano messi in testa anche un'altra faccenda.

E la cosa buffa è quanto centrasse con il motivo per cui lui non riusciva a combinare più niente per quanto riguarda l'invasione...!

Strinse ancora la lettera tra le dita più rosse del solito, per la presa e la frustrazione mal repressa in quel gesto.

 

Qualcosa non va Giroro?”

Si voltò e non poté non arrossire trovandosi davanti quel volto d'angelo...Meno male che lui era già rosso di natura!

No, tutto benissimo Natsumi.”

Rispose laconico come al solito, sempre per conservare il suo modo di fare Hard boiled.

E allora quello che stai facendo a quel pezzo di carta è un normale tipo di addestramento delle forze militari keroniane?” Ironizzò lei.

Eh? Q-questa è dei miei genitori...” Confessò a quel punto.

Uh, vengono a trovarti? Non li ho mai visti, sarei curiosa di incontrarli.” Gli sorrise semplicemente e lui sentì di poter toccare il cielo con un dito.

 

No, cioè sì, ma...la questione è più complicata...”

Mh?” La rosa continuava a non capire e non aveva certo tutti i torti.

Be, dicono che siccome con l'invasione di Pekopon siamo troppo indietro, devo abbandonare la missione e concentrarmi piuttosto su altri...doveri...”

Quali altri doveri...?”

Ecco...”

 

 

Che cosaaa? Dovresti sposarti?!”

Non urlare così Natsumi!” Replicò imbarazzato oltre l'inverosimile.

Ma per-...?”

I miei pensano che siccome qua sulla Tera non combino niente come militare, tanto vale che ritorni su Keron e mi preoccupi del mio futuro procurandomi una moglie...”

Quindi...te ne dovresti andare?”

Ora c'era una nota ben evidente di malinconia nella voce della rosa.

 

Annuì mentre la frangetta rosata ricadeva sugli occhi della ragazza per l'abbassarsi del volto verso il pavimento.

A meno che...”

A meno che...?” Natsumi aveva alzato di scatto la testa a quella sospensione che rappresentava una speranza che lei non voleva farsi assolutamente sfuggire.

Be, ci sarebbe un' alternativa...”

Quale?” Tento' senza grande successo di reprimere l'eccitazione e istintivamente prese la mano del ranocchio avvicinandosi pericolosamente a lui.

Quest'ultimo d'altro canto voltò il capo di scatto cercando di celare il rossore che aveva acceso il suo sguardo ancora più del solito.

L'unica cosa che potrebbe distogliere i miei genitori dal loro intento, oltre alla conquista di Pekopon, è il fatto che ciò che vogliono io lo abbia già fatto. Cioè, se io avessi già una ragazza...Però è ovvio che è irrealizzabile!”

E perché? Posso sempre far finta io, no? L'ho già fatto con Keroro una volta, a maggior ragione posso farlo con te!”

Rimase sorpreso da quel 'a maggior ragione', ma rimaneva comunque attaccato alla convinzione che non doveva indurre Natsumi a recitare quella farsa. Sapeva che così le sue illusioni di un futuro insieme sarebbero cresciute nonostante i suoi tentativi di essere realista, e per questo avrebbe sofferto ulteriormente.

 

Ma non devi di nuovo invischiarti in cose che non ti riguardano...”

Mi riguardano eccome!” Aveva messo su un broncio che lui non poteva non trovare adorabile.

Mi sono affezionata a voi ranocchi, anche se mi secca ammetterlo, e a te in particolar modo, non potrei mai lasciarti andar via per un motivo tanto stupido.”

Sì, ma...probabilmente dovrai affrontare delle prove, forse anche peggiori di quella volta con il padre di Keroro e...-”

Pensi forse che io non ce la faccia? Ti stati dimenticando che io sono la difesa e l'attacco insieme del pianeta Terra.” Ammiccò alla sua direzione e non seppe come riuscì a non liquefarsi.

 

E il bello era che l'Hinata forse non si rendeva neanche conto quanto quello che aveva promesso di fare andasse contro alla protezione di Pekopon. Infondo con un invasore in meno la Terra sarebbe stata più al sicuro...

Ma forse ora c'era qualcosa di più importante anche se nemmeno lei se ne rendeva conto.

 

Lo sai che dovrai trasformarti in Keroniana? I miei genitori andrebbero su tutte le furie se li dicessi che la mia fidanzata è una Pekoponiana e allora le sorti della Terra sarebbero segnate...”

Be, basterà chiedere a Kururu di inventare qualcosa che mi porti alle vostre sembianze per qualche tempo, no?”

Lo meravigliava quanto per lei fosse così semplice, era davvero decisa a farlo;

e per lui.

Se insisti tanto...” Cedette allora.

Certo. Allora è deciso;

Kururu!”

Iniziò già ad urlare, anche se il ranocchio giallo in questione si trovava nella sua base e non poteva probabilmente sentirla.

Gli scappo' un sorriso. Se non altro, lei almeno gli voleva bene, non importava se diversamente da come lui ne voleva a lei;

e poi almeno avrebbe vissuto, anche se per poco, il suo sogno irrealizzabile.

 

 

 

Note dell'autrice:

Sì, so' che il capitolo è molto corto ma serviva giusto da introduzione, a mo' di prologo insomma XD Spero che comunque vi abbia incuriosito e immagino già si veda parecchio che io sono assolutamente pro GiroNatsu XD Spero che qualcuno mi segua in questo esperimento che sarebbe poi il mio debutto in questo fandom...E be, mi sembra basta ^^'

Un bacione a tutti, in particolare a chi vorrà recensire :*

chitta97 <3

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Capitolo 2
*** Non si torna indietro ***


Non si torna indietro

 

 

Era nel suo letto che continuava a girarsi e rigirarsi cercando di prendere sonno senza successo:

“Ma come ho potuto promettere una cosa del genere? Che cosa mi è preso? D'altronde è solo uno stupido ranocchio anche lui...”

Ma non ci credeva più molto neanche lei.

Si era affezionata a quegli extraterrestri e quello ormai possiamo dire che l'aveva anche accettato...Il problema ora era un altro.

 

Non si era limitata ad esprimere la sua riluttanza alla, fino a quel momento, probabile partenza, ma si era anche offerta di trasformarsi in Keroniana!

No, c'era decisamente qualche cosa che non andava più in lei.

 

Convincere Kururu non era stato difficile, evidentemente il fatto che lei diventasse una di loro lo divertiva particolarmente e aveva chiesto solo un piatto di Curry in cambio.

 

Ora doveva solo convincere pienamente se stessa.

Sbuffò di nuovo facendo sollevare appena la frangetta scarmigliata.

Però più ci rifletteva più scopriva di non essere pentita...In fondo avrebbe dovuto solo recitare un po' e Giroro non sarebbe partito.

 

Si ricordava bene quanto aveva sofferto quella volta che sembrava dovesse andare a prestare servizio come comandante di un suo personale plotone, anche se fino all'ultimo aveva cercato di nasconderlo a tutti. Anche a se stessa.

“Be sì, in fondo ormai gli voglio bene.” Ammise sorridendo a mezza voce.

Con quella confessione segreta finalmente si abbandonò tra le braccia di Morfeo andando incontro a cuore un po' più leggero alla mattina seguente.

 

 

 

Giroro era sceso nel laboratorio del suo amico/nemico all'alba. Era in ansia per quella strana situazione; e poi non è che si fidasse così tanto delle invenzioni di Kururu, figurarsi se poi una di queste era indirizzata alla sua Natsumi!

“Nervoso caporale?”

“Tsk, figurati. Semplicemente mi sono svegliato presto.”

Il silenzio pesante fu interrotto solo dalla solita e fastidiosa risata del ranocchio giallo; se l'altro non lo colpì con una pallottola fu solo perché ormai era quasi abituato a quel suo strano e sadico modo di fare che una sghignazzata non gli faceva più né caldo né freddo.

Si limitò quindi a lucidare nuovamente una tra le sue tante armi per ingannare il tempo, certo non si aspettava che Natsumi si svegliasse a quell'ora.

 

 

E invece sbagliava visto che neanche un quarto d'ora dopo dalla porta si vide spuntare una chioma rosata.

La maggiore dei fratelli Hinata non aveva neanche fatto colazione che si era precipitata nel laboratorio sinistro di quel genio giallo.

“Oh ciao, pensavo di essere arrivata troppo presto.”

“Infatti, ma a quanto pare non sei l'unica ad essere così agitata.” Ammiccò in direzione del caporale lo scienziato.

Natsumi non fece caso a quell'allusione, ma annuì semplicemente, quasi soprappensiero; continuava a fissare quel marchingegno nell'angolo a destra;

Sembrava una cabina telefonica, ma senza telefono. Una di quelle docce trasparenti senza tenda né niente, solo grossi tubi collegati ad una macchina strana e strapiena di pulsanti colorati.

Inghiottì la saliva quasi con fatica.

 

 

“Se non te la senti non lo fare.” Disse Giroro all'apparenza così distante.

Era combattuto: avrebbe tanto voluto che lei non rinunciasse, ma certo non voleva costringerla a fare una cosa che non voleva fare.

 

“Io rinunciare? Lo sai che il giorno in cui io mi tirerò indietro cascherà il mondo!”

Spavalda si avvicinò a quell'arnese e con un tono un po' meno convinto chiese all'inventore: “Come funziona questo coso?”

“Ku ku ku. E' semplice: te devi solo entrare in quella cabina e io farò il resto. Ku ku ku.”

“E' proprio questo che mi preoccupa...”

Commentò a mezza voce la ragazza non sapendo che lo stesso pensiero stava passando anche per la mente del ranocchio rosso.

 

“Non vuoi aspettare che si sveglino anche gli altri?”

“Ma no, figurati! Mamma deve andare al lavoro e se aspettiamo Fuyuki... lui è capace di svegliarsi all'ora di pranzo.”

“Come vuoi te. Entra lì dentro allora.” La frase fu seguita dalla sua solita risatina fastidiosa.

 

A passi incerti la rosa si avvicinò alla capsula e ci entrò con, in netto contrasto, un gesto risoluto.

Ora era lì e non poteva tornare indietro...O forse sì?

Sì immaginò in una di quelle scene da fumetti tipo Peanuts che spalanca la porta ed esclama una cosa come “vi è piaciuto lo scherzo?”. Peccato che poi avrebbe avuto un terribile senso di colpa per tutto il giorno e non solo. Odiava il senso di colpa, quella terribile sensazione che ti prende allo stomaco, te lo rivolta e poi sale alla gola, stringendotela come se stessi per soffocare; però alla fine non hai niente di clinicamente provabile quindi va tutto bene e non è mai niente di grave per gli altri, d'altronde è solo una sensazione. Sì, una sensazione che ti fa sentire peggio di un'influenza. No, meglio rimanere e provare.

D'altronde Kururu, per quanto sadico e strambo non è un incompetente...

Ma è sadico!

 

“Ora avvio il processo di trasformazione da umana a keroniana.”

Chiuse gli occhi mentre, quasi spasmodicamente, stringeva i pugni.

E intanto due occhi nero-pece la osservavano preoccupati.

Perché se fosse successo qualcosa era lui che si sarebbe sentito in colpa...

 

Il tutto durò appena qualche attimo, ma sembrò molto di più.

Quando la ragazza (?) uscì dalla macchina Giroro trattenne il fiato.

Era più piccola anche di lui adesso, ma dai contorni per ora visibili si notavano ancora i suoi inconfondibili codini; si avvicinò ancora di più rendendosi completamente visibile:

era un girino come Tamama, con il viso quasi completamente bianco insieme alla pancia vivacizzata dal simbolo di un sole di un arancione brillante. Lo stesso arancione che le colorava il resto del corpo eccetto i capelli ancora rosati e le iridi color caramello. Lo stesso simbolo che aveva sul ventre riappariva sul capo, proprio sotto alla solita frangetta, la quale continuava a ricaderle sugli occhi (ora molto più grandi) provocandole un certo fastidio e uno sbuffo ogni tanto nella speranza di scansarla.

 

Ed anche così era tremendamente carina.

Molto più tenera anche a causa di quell'aria da cucciola e la codina da girino, ma con sempre quella scintilla di determinazione nello sguardo; quello sguardo da guerriera che lo aveva fatto innamorare perdutamente dopo che lo aveva messo KO con una semplice cartellina.

 

Arrossì come al solito senza quasi neanche farci caso mentre restava imbambolato a fissarla.

Era successo, l'aveva fatto davvero: ora Natsumi Hinata era in tutto e per tutto una Keroniana come lui!

“Be, è andato tutto bene?” Chiese titubante l'interessata.

“Puoi vederlo tu stessa, lì c'è uno specchio. Ku ku ku...”

Kururu le indicò con un impercettibile cenno del capo la lastra di vetro.

Lei avanzò piano, quasi misurando ogni singolo passo; nonostante questo però il suo sguardo si ostinava ad essere serio e fermo; solo una lievissima piaga al lato della bocca tradiva una certa titubanza.

 

Sollevò gli occhi e si ritrovò davanti il suo riflesso.

“Sono davvero una Keroniana...”

Mormorò senza, a primo impatto, una particolare intonazione.

Non si riusciva a capire se fosse contenta, triste, delusa o altro.

“Preferisci ritornare indietro?”
Chiese duramente Giroro. Non voleva usare un modo troppo dolce con lei...Un po' perché avrebbe sicuramente in parte compromesso la sua reputazione da vero Hard boiled, un po' perché un tono del genere alla Hinata avrebbe solo dato fastidio.

 

“Certo che no! E poi non sono tanto male.”

Sorrise allo specchio, discretamente contenta del risultato di quella trasformazione. E anche se non si fosse piaciuta non sarebbe comunque tornata indietro tanto facilmente, troppo orgogliosa!

 

“Allora dovete sbrigarvi, i tuoi genitori caporale arriveranno tra due ore al massimo. Ku ku ku...”

“Così presto? Devo ancora preparare la colazione per tutti, oggi è il mio turno!”

Il ranocchio rosso non fece in tempo a dire alcunché che la, ormai, keroniana era già sfrecciata via al piano superiore.

Dopo un attimo di smarrimento però si avviò anche lui, la fedele arma sotto il braccio.

“Buona fortuna caporale. Ku ku ku. Ci sarà da divertirci. Ku ku ku...”

“Taci e non farti venire in mente strane idee per rendere il tutto più divertente secondo te, oppure ti troverai una pallottola in fronte.”

“Come siamo nervosi, avresti il coraggio di picchiare uno con gli occhiali?”

“Tsk, on ti picchio ti sparo, la cosa è diversa. E poi tu sei un'eccezione alla galanteria.”

Detto questo lasciò definitivamente la sala ritrovandosi presto con la porta alle sue spalle completamente chiusa.

 

Note dell'autrice:

Lo so, lo so, lo so, è decisamente troppo che non aggiorno > < Ma ho avuto qualche problema di salute che mi ha tenuto un po' lontana da efp e poi, diciamocelo seriamente, chi è che con questo caldo freme a stare seduta ad un pc a scrivere una storia? Io sinceramente no per quanto mi piaccia scrivere ff, poi ora che mi sono decisa a farmi facebook le cose sono un po' diverse...se prima passavo ogni tre minuti a controllare messaggi, recensioni e storie qua su efp, ora controllo ogni due minuti chat, posto e notifiche su facebook XD

Okay, dopo questo lungo sproloquio vi saluto augurandovi che questo capitolo vi piaccia :)

Un bacione enorme, chitta97 <3

P.S. So' che non è affatto un capitolo chilometrico però ho preferito pubblicare intanto questo che farvi aspettare ancora..Spero comprendiate ^_^

 

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Capitolo 3
*** Si va in scena ***


Si va in scena

"Buduboom!"
Un rumore di stoviglie, cadute rovinosamente a terra, riecheggiò per la cucina facendo quasi precipitare dalla sedia la piccola Keroniana.

Non aveva calcolato che, una volta trasformata, le dimensioni così ridotte sarebbero state tutta una novità a cui si sarebbe dovuta abituare presto...E certo non erano l'ideale per preparare la colazione nella loro cucina in cui tutto ciò di cui necessitava era in alto, troppo per lei.

"Uffa, non è giusto, così avrò svegliato tutti!" Si lamentò ad alta voce sfoderando un broncio adorabile su quel faccino da cucciola.

"Che è successo qui?" Entrò un po' allarmato Giroro; d'altronde iperprotettivo nei suoi confronti lo era sempre stato, ora che la vedeva con un aspetto più delicato e anche fragile, a maggior ragione.

Ma mentre lui entrava, immediatamente dietro parlò anche qualcun altro:
"Che diavolo succede...?" Fuyuki, con un timbro decisamente più assonnato e strascicando quasi le poche parole emesse, fece capolino dalla porta, stropicciandosi un occhio e con addosso ancora il pigiama color del cielo.

Ci mise qualche attimo a realizzare l'immagine sotto i suoi occhi, ma appena lo fece irruppe in un grido d'entusiasmo che probabilmente fece molto più baccano di tutte le stoviglie che aveva fatto cadere precedentemente Natsumi.
"Sorellina,ma sei proprio tu? Oppure abbiamo una nuova Keroniana che ti assomiglia incredibilmente? Perché nessuno mi aveva avvertito di questa cosa, mi sarei preparato delle domande da farti e poi-..?"

La Hinata si adoperò subito per mettere a tacere il fratello, semplicemente posandogli una zampetta aranciata sulla bocca con un gesto risoluto.
"Fuyuki calmati, e una domanda alla volta per piacere. Sì, sono Natsumi e sì, sono una Keroniana; e no, non sono impazzita né sono diventata un'amante dell'occultismo che vuole provare sulla sua pelle l'esaltante esperienza di essere un'aliena."
"Questo non te l'avevo ancora chiesto però."
"Probabilmente l'avresti fatto se non ti avessi interrotto."

Il silenzio del ragazzo fu una risposta più che eloquente.

"Bene, detto ciò, il motivo per cui sono ridotta così è molto semplice. Tra poco meno di un'ora e mezza i genitori di Giroro arriveranno a casa nostra per portarselo a casa a meno che non li convinca, o che la conquista della terra sta procedendo bene (cosa impossibile), o che è felicemente fidanzato. Ora, essendo l'unico individuo di sesso femminile, esclusa la mamma ed Angol mois che per, credo motivi ovvi a tutti, non sarebbero state adatte, mi sono proposta per recitare questa parte. Tutto qua, quindi: arrivano, fingo di essere la sua fidanzata, si convincono, se ne vanno e tutto ritorna come prima."

Quella sottospecie di monologo sembrava tanto una rassicurazione a se stessa più che la risposta all'interrogativo di Fuyuki. Ma quest'ultimo ritenne saggiamente che non fosse il caso di farlo notare alla sorellina che sembrava già abbastanza agitata di suo. Quindi annuì semplicemente, non riuscendo però a frenare il luccicare degli occhi...dopotutto ora aveva una sorella-aliena, la cosa, per un esperto dell'occultismo come lui, era davvero eccitante.

"Aspetta, ma la mamma dov'è?" la Hinata si era resa conto soltanto adesso che Aki non si era ancora fatta viva, cosa molto strana visto l'orario del suo lavoro che la obbligava ad alzarsi sempre ad orari improbabili.

"Non so, ma credo sia andata via circa una trentina di minuti fa, mi sembrava di aver sentito il rumore della moto dalla mia camera..."

Un impercettibile sospiro di sollievo sfuggì alle labbra della giovane; non sapeva perché, ma il fatto che non avrebbe dovuto spiegare niente alla madre, almeno per il momento, la alleggeriva non poco.

"Oh, ma io devo ancora preparare la colazione!" Si ridestò Natsumi, voltandosi di scatto verso l'interno della stanza e dipingendo una smorfia delusa sul suo nuovo volto alla vista delle stoviglie ancora in disordine sul pavimento e della sedia spostata.
Ci avrebbe messo decisamente troppo tempo per cucinare un qualcosa di decente.

"Ma dai sorellina, per oggi faccio io! So che la mia cucina non è granché, ma non mi sembra il caso tu cucini in queste condizioni."

Nonostante inizialmente non le piacesse molto l'idea di farsi aiutare così da suo fratello, anche perché avrebbe significato ammettere che non riusciva a gestire una situazione in cui si era ficcata essa stessa, alla fine accettò. D'altronde, che senso aveva sprecare in un modo così inutile delle preziose energie che, quasi sicuramente, le sarebbero servite di lì a poco con i genitori di Giroro?









Erano arrivati, erano proprio lì, davanti ai suoi occhi, dopo così tanto tempo.
Ed anche lei era lì, proprio affianco a lui.
Sembrava un sogno, uno di quelli che faceva anche troppo spesso e non solo ad occhi chiusi.
Anche se effettivamente le cose erano un po' diverse da come aveva sempre immaginato; decisamente meno romantiche delle sue fantasticherie, ma anche inaspettatamente fantastiche considerando le aspettativa che nutriva nella vita reale. Insomma, dopotutto quella farsa era dovuta al fatto che Natsumi non volesse farlo partire!

 

Cercava di non ripeterselo per paura di troppe illusioni però non poteva non arrossire lievemente ogni volta che ci ripensava.

Fugò lo sguardo in direzioni di quella ranocchietta arancione e subito lo distolse avendo incontrato gli occhi color caramello della giovane.

 

Si avvicinò con passo deciso ai suoi genitori e con un gesto puramente militare li salutò entrambi.

Il padre era decisamente più austero che nella foto in cui era ubriaco assieme al padre di Keroro e le sue folte sopracciglia non facevano che acuire la severità dello sguardo; la madre aveva un'aria giusto un poco più dolce, forse a causa del sesso a cui apparteneva. Ma anch'essa incuteva un certo timore con il suo sguardo risoluto e quelle labbra, colorate da un rossetto bordeaux, piegate in una smorfia decisamente diversa da un sorriso. Aveva delle orecchie che tendevano all'amaranto e le incorniciavano il volto quasi fossero un caschetto di capelli terrestri e la loro forma un po' squadrata non faceva che sottolineare questa somiglianza.

 

“Allora figliolo, pronto per ritornare a casa?”

Stranamente, notò il diretto interessato, il tono del genitore era davvero paterno, ed era una cosa rara dato che di solito dominavano i modi militareschi in lui.

Forse fu per quello che esitò giusto qualche secondo prima di rispondere a quella che voleva essere una domanda retorica.

“No.”

“Come, scusa?” Si intromise allora la donna con giusto la voce un po' stridula.

 

“Io...Io non posso venire su Keron con voi perché...perché qua ho conosciuto una persona importante, lei è...è...”

Non capiva perché fosse così difficile non balbettare nel recitare quella farsa. Forse perché tante volte aveva desiderato di poter dire una cosa del genere, forse perché purtroppo era solo una bugia, una recita....Forse perché in fondo era contento anche solo del fatto che fosse stata Natsumi a proporre un'idea del genere, la sua Natsumi....

 

E fu proprio lei a tirarlo fuori da quella situazione così tremendamente imbarazzante.

“Quello che Giroro vuole dirvi è che io e lui siamo fidanzati, per questo non può ritornare su Keron.” Disse semplicemente, con tutta la naturalezza del mondo, quella ranocchietta arancione con appena un po' di rossore sulle gote.

 

Ancora una volta ringraziò mentalmente quella creaturina di esistere mentre continuava a guardarla di sottecchi, inconsciamente magari cercava un barlume di verità in quello che aveva appena detto? Nel caso sarebbe stato davvero uno stupido, dopotutto stava fingendo, lui lo sapeva...

 

“Oh, ma davvero?” La voce perentoria del padre, con un accento di sarcasmo, lo riportò alla realtà all'istante.

 

“Certo.” Si affrettò a rispondere con quanta più decisione possibile, anche se sapeva che nessuno dei suoi genitori avrebbe ceduto per così poco.

E infatti...

“Vedremo se è la verità...” Disse allora la madre con tono di sfida, guardando ora il figlio, ora la presunta fidanzata.

 

“Con permesso, cosa intende esattamente?” Fece allora Natsumi con misurata cortesia senza aver minimamente paura di che cosa mai avrebbero potuto rispondere. Lei era pur sempre la prima linea di difesa del pianeta terra, che cosa aveva da temere?

 

“Giroro non ti ha parlato di noi allora. Noi vogliamo sempre delle prove concrete e di certo non prenderemo tutto quello che ci dicono due ragazzini per oro colato. Se però alla fine salterà fuori che davvero siete felicemente innamorati noi vi lasceremo in pace una volta per tutte, mi sembra un accordo giusto, non pensi? In fondo se non state dicendo sciocchezze non avete nulla da temere, o no?”

 

“Certo.” Solo il Caporale si accorse di quel piccolo deglutire a fatica che denotava una punta di incertezza nell'Hinata.

Ma non poteva certo biasimarla, d'altronde era perfettamente consapevole quanto i suoi incutessero rispetto e anche una certa dose di timore. E poi...che cosa veramente li stava aspettando?

 

 

 

 

Okay, eccomi ritornata dopo secoli ^^' Immagino che chiunque sia così buono da seguire questa ff mi abbia già ucciso mille volte per i miei tempi di aggiornamento, I'm sorry, però mi sa che ormai andrà un po' così per tutta la storia (anche perché non dovrebbe durare molto), purtroppo davvero quest'anno la scuola mi stressa non poco, problemi di salute spuntano come funghi e la voglia di scrivere va a farsi friggere sempre più spesso...Spero, però, che qualcuno continui a seguirmi e che magari mi lasci anche qualche recensione, anche negativa purché costruttiva,

un bacione a tutti, chitta97 <3

 

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Capitolo 4
*** La prima prova ***


La prima prova

Sbatté gli occhioni color caramello più volte di fronte a quello strano percorso a cui si trovava di fronte. Non aveva mai visto niente di simile, eppure il suo professore di ginnastica ce la metteva sempre tutta a inventare sempre più esercizi e sempre più difficili -che lei puntualmente superava rasentando la perfezione-.

Ma quella... quella era una cosa completamente diversa!

 

Si iniziava con un normale percorso ad ostacoli che rimaneva tale solo per pochi metri; infatti si trasformava in una fossa dall'odore nauseabondo e un colore tra il vomito e il sangue raggrumato, sopra la quale penzolavano delle corde dall'aria poco stabile e sicura.

Si continuava con un poco di corsa su un terreno leggermente accidentato, ma niente di così preoccupante...soprattutto in confronto alla salita, decisamente ripida, di quello che sembrava una sorta di scivolo gigante dove le scale venivano dopo la parte liscia che, inoltre, si snodava in giri peggiori di quelli delle montagne russe. Dopo di che si riprendeva di nuovo il percorso ad ostacoli, ma questa volta ciò che dovevano saltare era decisamente più alto. E poi finalmente il traguardo, dalla cui striscia, peraltro, pendevano due “affari” (così li aveva denominati nella sua testa Natsumi) che assomigliavano vagamente a dei krapfen; sì, pendevano perché il nastro in questione era posizionato molto sopra le loro teste...!

 

Deglutì a fatica e delle minuscole gocce di sudore incominciarono ad imperlarle la fronte.

E Giroro se ne accorse subito.

 

“Scusa” sussurrò con un tono così fievole da insinuare il dubbio che fosse più un pensiero un po' troppo alto che una parola pronunciata vera e propria. “E di cosa? Per avermi un po' movimentato un pomeriggio? Ormai ci sono abituata con voi brutti ranocchi, dovresti saperlo.”

Disse sfoderando un sorriso brillante per poi volgere il suo sguardo a quell'abominio che avrebbe dovuto affrontare di lì a poco.

 

Proprio in quel momento si avvicinarono le menti che avevano progettato quel percorso, entrambi con un'aria soddisfatta e forse un poco altezzosa, se non addirittura sadica. “Questa sarà la prima prova.”

Esordì la donna, un sorriso malizioso ad incresparle le labbra. “Dovrete completare il percorso insieme e con insieme intendo con una gamba legata a quella dell'altro. Forse ti sembrerà troppo semplice per noi questo percorso Giroro, ma ricorda che niente è come sembra.”

Concluse sibillina, mentre il padre si apprestava ad aggiungere qualcosa. “Ma ovviamente noi non ti diremo niente di più. Gli imprevisti dovreste saperli affrontare da soli, o meglio, voi due insieme, se siete tanto innamorati come dite”

 

Che strana concezione dell'amore di coppia hanno questi keroniani...!

Non poté esimersi dal pensare la girina, un po' agitata al pensiero di cosa la stava aspettando...E se già quello visibile non era poco figuriamoci ciò che era nascosto!

 

Ingoiò la saliva e si diresse verso il punto di partenza, subito seguita dal ranocchio rosso che si ostinava a tenere il capo chino.

“Non è colpa tua, sono io che mi immischio sempre in cose del genere.”

Fece alla sua direzione Natsumi con un tono che voleva essere scherzoso, ma che veniva inevitabilmente velato da una sottile ansia.

 

Giroro arrossì, ma per fortuna il colore naturale della sua pelle lo nascondeva bene; quindi si affiancò meglio a lei mentre Keroro, incaricato poco prima dai due in veste di assistente (schiavo a detta del verde), legava loro le gambe con una corda.

Ripercorse con la mente la volta in cui aveva sostituito Aki nella corsa con i genitori, vincendo il primo premio con la sua Natsumi. Era uno dei tanti ricordi che custodiva gelosamente nel suo cuore, uno di quelli più felici perché in sua compagnia. Chissà, magari in un qualche modo quella volta poteva essere servita da allenamento per questo, anche se in effetti il percorso non era certo lo stesso...

 

Nonostante ciò si sentì in dovere di rassicurare la rosa “Non ti preoccupare, ce la faremo come quella volta.” Non specificò esattamente cosa intendeva, ma lei capì ugualmente e gli sorrise di rimando, annuendo convinta ora un po' di più del buon esito della prova.

 

E andrà tutto bene perché io ti proteggerò sempre Natsumi.

 

E dovrà andare tutto bene perché lui non può partire solo per questo....

 

 

 

 

Iniziarono e si vide subito che la coordinazione dei movimenti non era un grande problema per loro. Sì, Natsumi era un poco più impacciata del solito, probabilmente perché ancora non perfettamente abituata al corpo che aveva attualmente, però Giroro aveva saputo subito adattarsi al suo passo e lei d'altronde aveva cercato di velocizzarsi più che poteva. Ora tutto stava nel vedere gli ostacoli che si sarebbero presentati davanti a loro.

 

Il primo tratto fu superato senza problemi, con grande stupore dei due che si erano aspettati qualche strana trappola qua e là, ma il difficile venne quando constatarono che l'altezza delle liane era decisamente spropositata rispetto alla loro statura. Natsumi maledisse ancora una volta quell'altezza ridotta che avevano i brutti ranocchi, mentre Giroro si ingegnava su come risolvere il problema. “Non credo ci sia molto da fare, dobbiamo saltare...”

“Saltare??” Fece l'altra “Ma hai idea di quanto bisognerebbe saltare?! E' un'impresa impossibile, anche per noi due!”

Un brivido gli attraversò la schiena a quel noi e di nuovo si maledisse mentalmente per essere così sensibile a cose tanto insignificanti.

 

“Fidati di me, Natsumi.” La prese per le spalle, girandola verso di lui- e in quell'attimo poté giurare di vedere le gote di lei colorarsi di una tonalità più scura dell'arancione- per poi avvolgerla, con impacciata quanto tenere timidezza, in un abbraccio che tinse definitivamente entrambi di un rosso scarlatto. “C-che fai?” Balbettò confusa l'Hinata. “Ci faccio saltare fino alla liana.” Rispose con quanta più naturalezza possibile l'altro, trattenendo a stento un insulso balbettio.

 

Dal nulla fece comparire un'arma che assomigliava in tutto e per tutto ad un cannone, non fosse per le dimensioni ridotte e l'impugnatura da pistola. Fu in quel momento che anche Natsumi capì. Forse per quello riuscì a trattenere lo strillo che rimase imprigionato nella sua gola, quando il piccolo proiettile, appiccicoso e unito alla bocca del fucile con un filo grigio e resistente, fu sparato verso la liana e, riuscendo a centrarla, si portò con sé i due ranocchi.

Ci volle un attimo perché la coppia volasse fino all'altra riva e continuasse tranquilla- per quanto possibile ovviamente- il percorso.

 

Ora li aspettava un tratto con strani mucchietti di terra che innestarono subito nell'uomo (se così si può dire) della questione un dubbio pessimo.

“Natsumi, stai att-” neanche il tempo di finire la frase che l'Hinata inciampò proprio in uno dei quei piccoli rialzamenti. E, come previsto dalla ranocchia rossa, si verificò un'esplosione devastante.

Alla girina sembrò di cadere a rallentatore, esattamente come si vedeva nei film, con lo scoppio -un misto tra fumo e fuoco dai colori più vivaci, quali arancione e rosso- a fare da sfondo al “volo” dei due malcapitati protagonisti.

 

Solo che avrebbe giurato che avrebbe a breve assaggiato la terra con tutta quanta la faccia e invece...invece sembrava che il volo si prolungasse, come se restasse ferma in aria, quasi fosse nello spazio e il sapore amaro del suo giardino non raggiungeva mai il suo palato...Ma nello spazio non ci sono delle piccole eppure forti braccia a sostenerti.

Ma cosa??!

 

Aprì gli occhi per comprendere che cosa esattamente stava succedendo attorno a lei, perché quel giorno davvero pensava di non capire più niente, contornata com'era da eventi incredibili e surreali.

Ma quando mai la sua vita era stata normale da quanto conosceva quelle strane ranocchie arcobaleno, in effetti?

 

Incrociò immediatamente le iridi d'ebano del caporale che, con sguardo determinato, continuava a tenerla in braccio, ora che le era possibile visto che la corda era andata perduta, trasformata in un mozzicone bruciacchiato dalla bomba esplosa.

 

“M-ma-ma Giroro...Così non stiamo barando? Cioè, per i tuoi genitori è valido?” Non sapeva esattamente cosa dire per non sembrare ridicola o indifesa più di quanto si era dimostrata in quel momento, perciò optò per una domanda intelligente, tralasciando scuse o ringraziamenti imbarazzanti.

 

“Ai miei interessa principalmente che si usino tutti i metodi possibili per sopravvivere entrambi...Saper reagire agli inconvenienti, sapersi tirare fuori dai guai insomma...!” Non aveva ripetuto “insieme” perché era già troppo più rosso del normale per poter reggere ad un'altra parola che mettesse ancora sotto i riflettori quanto stessero facendo, che cosa stessero recitando...già, solo recitando, dannazione, doveva tenerlo a mente!

 

La piccola Natsumi deglutì mentre attorno a lei continuavano a svolazzare le macerie create dall'esplosione di poco prima.

Neanche il tempo di rendersene conto e avevano incominciato a salire su quella specie di scivolo al contrario e la scalata era ben più faticosa di quanto potevano immaginare...Tutti i bimbi si divertono a salire dalla parte in cui generalmente si scende, ma di certo nessuno scivolo normale è così simile a delle montagne russe, in cui sono più i giri della morte che altro.

 

E di certo non aiuta avere la tua amata in braccio, eh Giroro?

 

Ma, forse scioccamente, forse non tanto, il ranocchio in questione ha paura a lasciare la ragazza, ha paura che quel momento possa finire, Non Vuole che quel momento finisca, che quegli attimi in cui riesce a sentire il suo respiro così vicino, in cui sente così distintamente -e non solo tramite un fugace e lieve tocco- il calore che emana quella creaturina, dal carattere così dirompente che scuote anche il suo cuore da soldato.

 

Ma alla fine, se non completerai queste dannate prove, se non convincerai quei tuoi terribili genitori, tu quella girina non la rivedrai più...te ne rendi conto Giroro?

 

Trattiene le lacrime, perché un vero uomo non piange mai, o almeno non per pensieri così stupidi.

E' l'Hinata a precederlo scendendo con agile balzo dal comodo abbraccio dato dalle sue braccia.

“Se non hai un peso da portare sarà più facile, che dici?” Dice con un accenno di sarcasmo che, però , non vuole essere un rimprovero, forse addirittura è un muto ringraziamento per essere sempre così stranamente premuroso con lei...Lui annuisce semplicemente con aria decisa e la scalata continua come se nulla fosse, con giusto una scintilla di determinazione nei loro sguardi che così sembrano quasi infuocati.

Delle scale neanche si preoccupano e le saltano semplicemente, continuando indisturbati il loro tragitto, alternandosi nel sollevarsi a vicenda per poter superare gli ostacoli, altrimenti decisamente alti.

 

Ormai niente gli avrebbe fermati, erano una squadra formidabile e lo sapevano, come testimonianza bastava vedere gli sguardi complici che ad ogni prova superata si lanciavano in contemporanea.

Così, mentre Natsumi, che seguiva di poco il caporale, addentava il krapfen sulla linea del traguardo, una smorfia di fastidio attraversò il volto della madre del rosso, accompagnata dal marito che esibiva lo sguardo di non approvazione, ferito com'era nell'orgoglio.

 

Ce l'avevano fatta, ora dovevano inventarsi qualcos'altro di più efficace, di più duro, più difficile...Qualcosa di impossibile.

Perché avevano capito che non tutto era come poteva sembrare, una menzogna c'era sotto quella coppia e loro l'avrebbero smascherata.

Ne andava della loro credibilità, del loro onore..

 

 

Note dell'autrice:

Ciauuu <3 Allora, che ve ne pare di questo capitolo? Io sinceramente non so darne una valutazione precisa, quindi lascio tutto nelle vostre manine che spero mi lasceranno delle recensioni, al solito non importa se positive o no, basta siano costruttive (: Mi dispiace per i tempi di aggiornamento, ma purtroppo prima delle ff ci sono troppe cose che mi tengono impegnata e non posso farci molto, di certo non voglio che efp diventi un obbligo stressante invece che un bel passatempo, ergo perdonate i tempi di pubblicazione così lenti e abbiate un po' di pazienza, oppure non seguite la storia. Ve lo dico col cuore perché so quanto può essere fastidioso aspettare, soprattutto se pensate che non ne valga la pena, giuro che non mi offendo :) E a chi vorrà continuare a seguirmi un mega bacio e un ringraziamento speciale <3

Un bacio a tutti, chitta97 <3

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