Nihal della Terra del Vento.

di albaTH
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Matrimonio. ***
Capitolo 2: *** Il Nome. ***
Capitolo 3: *** Scintille d'Amore. ***
Capitolo 4: *** Sempre nel cuore e nell'Anima. ***



Capitolo 1
*** Matrimonio. ***


E così, finalmente tutto era finito. Non doveva più combattere, odiare, uccidere. Ora poteva solamente amare, e, cosa ancora più bella, essere amata. Non riusciva a capire come avesse potuto non accorgersi degli occhi azzurri di Sennar, dei suoi capelli rossi, e di come l’aveva sempre guardata. Da quando le aveva vinto il pugnale con l’inganno. Da quando, vedendo gli occhi viola di lei persi nell’odio, si era imposto di salvarla dai suoi demoni e da se stessa a tutti i costi.
E ora, che lei aveva trovato un motivo per vivere, era il motivo della vita di qualcun altro, e questo le riempiva il cuore di una gioia immensa, smisurata; non ricordava di essere mai stata così felice e in pace con se stessa nemmeno quando da ragazzina, l’odore del ferro della fucina di Livon la inebriava. Su quell’isola, lontana da tutto e da tutti, finalmente sola con la persona che amava, le pareva che tutto il sangue che la sua spada aveva versato non fosse mai esistito, ma c’erano solo lei, e Sennar, il loro amore e null’altro.
“Ben svegliata.” le disse Sennar, non appena aprì i grandi occhi viola sul mondo circastante, quella mattina. La loro casa era piccola, e non molto spaziosa, ma l’avevano costruita loro, con i loro sforzi e il loro amore, ed era una reggia ai loro occhi.
“Buongiorno.” e  poi sorrise, finchè Sennar le posava un lieve bacio sulle labbra.
“Siamo liberi, ora.” Sennar era dolce, come sempre, e Nihal non riusciva a capacitarsi di come un tempo avesse potuto odiarlo con tutta se stessa.
“Devo dirti una cosa.” ora Nihal era nervosa, ma si sforzava ancora di sorridere.
Lui la guardò con leggera preoccupazione, ma senza dire niente, aspettando la dichiarazione di Nihal.
“Ecco io…” si interruppe e deglutì. Era una delle poche volte in cui aveva paura. Lei che aveva ucciso mostri e uomini a sangue freddo, lei che la Morte la vedeva solo come un piccolo contrattempo, aveva paura.
“Noi…” si corresse poi, “aspettiamo un bambino.” disse tutto d’un fiato, e poi abbassò lo sguardo.
Sennar era semplicemente raggiante. Sorrideva come un’idiota, come la prima volta in cui Nihal aveva detto di amarlo.
Guardò Nihal negli occhi, e piangendo e ridendo contemporaneamente si chinò su di lei e la baciò con forza e dolcezza, accarezzandole piano il collo e la vita. Staccandosi poco da lei, sussurrò piano nel suo oreccio: “Credevo di essere già la persona più felice del mondo, ma ora mi rendo conto che mi sbagliavo.”

Fine del primo capitolo. Spero vi sia piaciuto. A presto!

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Capitolo 2
*** Il Nome. ***


L’alba. La notte passava in fretta accanto a lui. E finchè sorgeva il sole, i corpi di Nihal e Sennar abbracciati nell’ultimo buio, stesi sull’erba a rimirare il cielo e la rugiada sull’erba cui erano poggiati, comparve la prima luce del giorno. La luce, che a Nihal aveva sempre dato speranza e sicurezza, come se alla luce del sole nulla potesse accaderle, e l’astro vegliasse su di lei.
Ma qualcosa catturò l’attenzione di Nihal dall’ammirare il sole sorgere lentamente: era un punto luminoso, visibile sebbene la luce iniziasse ad abbondare. Ne fu abbagliata, affascinata dalla sua semplice bellezza, con il cuore che le ribolliva di felicità e di stupore, ora che finalmente aveva capito che il mondo era meravglioso.
Con una lacrima che piano le rigava il volto contratto in un sorriso, i capelli blu mossi leggeri dal vento, Nihal sussurrò un’unica parola.
“Tarik” disse semplicemente.
Sennar guardò quell’emozione trasparire da Nihal, che che era sempre così chiusa con i suoi sentimenti, e che ora, piangeva tranquilla davanti a lui alla vista di una stella.
“Come, Nihal?” rispose lui gentilmente, carezzandole una guancia.
Lei non distolse lo sguardo dal punto luminoso, sembrava incantata, quasi ipnotizzata, ma ripetè, con aria sognante: “Tarik. La stella del mattino.”
Sennar la guardò, come non capacitandosi che una creatura così unica e spettacolare potesse amarlo, e potesse essere sua.
“Tarik.” disse allora lui, e si chinò a baciare il ventre ormai non più snello, ma vagamente rotondeggiante di Nihal, lo sguardo vitreo e umido.
“Tarik. Ti aspetto.”
 
“Avrà i capelli striati, metà rossi e metà blu” ridacchiava Sennar, mentre la mezzelfo lo guardava e sorrideva a sua volta.
“Speriamo che il carattere lo erediti da te.”
“E da te, invece, speriamo riceva il coraggio, la forza di volontà e la straordinaria bellezza.”
Sennar si inchinò e ridendo le baciò la mano destra.
Nihal adorava quegli improvvisi moti di dolcezza, e si fece trascinare da lui in una sorta di danza, un po’ buffa e sbilenca, in cui Nihal fingeva palesemente di essere scoordinata e impacciata per farsi condurre dal mago. Non aveva più ballato, da quando, la prima volta, l’aveva fatto alla festa in suo onore, la festa di Nihal il Cavaliere di Drago, in cui era profondamente ubriaca; Ido le aveva dichiarato, sganasciandosi, che aveva pure indossato un vestito.
 Quando infine, ridendo, caddero abbracciati al suolo, unendo le labbra in un solo atomo, Nihal gli sussurrò piano in un orecchio: “Grazie.”

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Capitolo 3
*** Scintille d'Amore. ***


 Capelli rossi. Orecchie poco appuntite. E i profondi occhi viola.
Tarik; Nihal lo amava con tutta se stessa. Seguiva ossessiva i suoi primi passi con sguardo attento, vigilando sulla sua sicurezza, e facendogli gli occhi dolci da madre innamorata. Sennar era emozionato: mai aveva visto Nihal così, così spensierata e felice, nemmeno dopo il loro matrimonio.
Era la persona più felice al mondo. E Sennar, vedendola così, lo era a sua volta. Ogni volta che le passava accanto o la vedeva carezzare la capigliatura fulva del neonato, ardeva di desiderio di stringerla a sé con tutte le sue forze e urlarle che l’amava, più della sua vita, più del Sole e più del Mare, più della sua vita.
Ma si limitava a fissare l’amore di lei come in disparte, come uno che ammirando un quadro si emoziona. La sindrome di Stendhal.
Tarik aveva occhi solo per lei: un po’ ne era geloso, ma la felicità di Nihal lo rendeva felice, e poi, amava alla follia quel piccolo fagotto, rosso come lui. Quando lo vedeva dormire, pensava di rimirare se stesso appena nato, ma poi, quando apriva gli occhi, vi leggeva la scintilla e il colore di Nihal.
La mezzelfo, sentendosi gli occhi di lui puntati addosso si girò e lo guardò. Preso il figlio in braccio, si volse al suo ventre e ci si fiondò contro. Il mago li circondò entrambi con le braccia e pianse silenziosamente, mentre Nihal rideva.
È questa la Felicità.
Si asciugò in fretta le lacrime strofinandosi il viso sul tessuto che gli ricopriva la spalla. Doveva smetterla di piangere. Nihal, che non piangeva mai, o quasi, chissà cosa avrebbe pensato.
Ma sì, cosa gliene sarebbe importato, in fondo? Lei lo amava.
Sennar sorrise, gli occhi ancora lucidi e stampò un lieve bacio sulle labbra di Nihal.
“È tutto perfetto” disse in un soffio a poca distanza dalla sua bocca.
Tarik, proprio in quell’istante, levò una mano verso il viso del padre e lo sfiorò, poi dalla punta delle dita gli spirò una piccola scintilla bluastra, che subito si dissolse. Questa volta fu Nihal, inaspettatamente, a piangere, la bocca, però distesa in un ampissimo sorriso.
Sarà molto più potente di me, pensò Sennar, sconvolto ed emozionato.

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Capitolo 4
*** Sempre nel cuore e nell'Anima. ***


Dal punto di vista di Nihal.
 
 
 
Caro Fen,
 ieri guardavo mio figlio. È la cosa più meravigliosa che mi potesse accadere.
Stupendo, ha i miei occhi. Non potrei essere più felice di così, eppure spesso mi torna in mente il tuo viso, mi torna in mente il tuo sorriso.
Non credo che riuscirò mai a dimenticarti del tutto, e spesso mi chiedo se sarei felice, ora, se fossi rimasta nel santuario di Toolan con te.
Sono morta insieme a te, quel giorno della mia prima battaglia, e nel giorno in cui  ho visto nuovamente il tuo cadavere, questa volta per mia causa, è morta la mia anima.
Mi dico sempre che ti ho dimenticato, quando percepisco l’amore che provo per Sennar e Tarik, quando li vedo giocare allegramente insieme, ma la verità è che tu sei stato il mio primo amore, benché tu ne fossi inconsapevole, e non ti dimenticherò mai.
A volte, mi sorprendo la notte a piangere. Per te.
Dopo tutti gli anni che sono passati, dopo tutte le belle persone che hanno cambiato la mia vita, mi scopro a rimpiangere ancora la tua stretta possente, il tuo corpo atletico mentre volavi con Gaart al tramonto. Il nostro bacio, nel santuario, nonostante tu non fossi altro che un mero ricordo, una mia speranza vana.
Sei dentro la parte più oscura e recondita del mio essere, e ci rimarrai sempre fino alla mia morte, a prescindere da tutto ciò che accadrà.
Non ho mai sperato che tu potessi ricambiare i miei sentimenti, non ho mai nemmeno pensato di poterti sfiorare, se non in combattimento.
Ma soltanto la vista di te, solamente il suono della tua voce e il calore che emanavi erano tutto il mio mondo. Tu che per primo hai avuto fiducia in Nihal il Cavaliere di Drago, tu che non hai potuto vedermi riuscire nel mio sogno.
Amo Sennar e amo mio figlio, ma finché non morrò tu sarai un tassello importante nel mio cuore; nemmeno Soana, ti ha mai dimenticato, benché anche lei abbia trovato una persona da amare.
Non ti abbiamo rimpiazzato, ti prego, credimi.
Non sono più convinta che quello che provavo fosse amore, ma un sentimento talmente forte resta tale nonostante tutti gli anni passati.
E ora prendo questa lettera e lascio che il vento la porti via, lascio che finisca chissà dove, lascio che venga dimenticata: perché queste parole a te dedicate resteranno comunque fotografie nella mia mente.
Grazie, di aver creduto in me da subito, e questo, dopo tanti anni che mi tenevo dentro le parole di questa lettera, è un addio.
Per sempre tua.
 
 
 
Nihal, Cavaliere di Drago.

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