The Value Of Confidence di __World_Of_Dreams__ (/viewuser.php?uid=52299)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1: A Second Chance? ***
Capitolo 2: *** Cap.2: In the Far Future ***
Capitolo 3: *** Cap.3: Loss of Memory ***
Capitolo 4: *** Cap.4: Discovering The New World ***
Capitolo 5: *** Cap.5: The Beginning Of The Pilgrimage ***
Capitolo 6: *** Cap.6: The Occasion ***
Capitolo 7: *** Cap.7: Lack Of Courage ***
Capitolo 8: *** Cap.8: Misterious (Dangerous?) Power ***
Capitolo 9: *** Cap.9: Welcome To Luka ***
Capitolo 10: *** Cap.10: Disappeared ***
Capitolo 11: *** Cap.11: Between Game and Danger ***
Capitolo 12: *** Cap.12: The Sudden Attack ***
Capitolo 13: *** Cap.13: Hypnel ***
Capitolo 14: *** Cap.14: Doubts And Thoughts ***
Capitolo 15: *** Cap.15: Before The Attack ***
Capitolo 16: *** Cap.16: Operation Mihen ***
Capitolo 17: *** Cap.17: Gothic and Past ***
Capitolo 18: *** Cap.18: Sexy Thing ***
Capitolo 19: *** Cap.19: Lost Memories ***
Capitolo 20: *** Cap.20: The Law of the Most Powerful ***
Capitolo 21: *** Cap.21: The Reason ***
Capitolo 22: *** Cap.22: The First Step ***
Capitolo 23: *** Cap.23: Listen To Your Soul ***
Capitolo 24: *** Cap.24: The Four Techniques' Jewel ***
Capitolo 25: *** Cap.25: The Far Plane ***
Capitolo 26: *** Cap.26: Desire and Lonlyness ***
Capitolo 27: *** Cap.27: The Photograph ***
Capitolo 28: *** Cap.28: Spark Of Remembrances ***
Capitolo 29: *** Cap.29: Seduction ***
Capitolo 30: *** Cap.30: Unexpected Betrayal ***
Capitolo 31: *** Cap.31: Fire-screen ***
Capitolo 32: *** Cap.32: The Chaos ***
Capitolo 33: *** Cap.33: The Charming Witch ***
Capitolo 34: *** Cap.34: The Joyful Surprise ***
Capitolo 35: *** Cap.35: Fire Horizon ***
Capitolo 36: *** Cap.36: The Albhed Psyches Team ***
Capitolo 37: *** Cap.37: The Lost Cargo ***
Capitolo 38: *** Cap.38: Hidden Voices From The Heart ***
Capitolo 39: *** Cap.39: The Magic Of The Presence ***
Capitolo 40: *** Cap.40: Change and Exchange ***
Capitolo 41: *** Cap.41: A New Threat ***
Capitolo 1 *** Cap.1: A Second Chance? ***
[Note
d’Autore]
Volevo fare
una piccola premessa... Nella storia sono presenti diversi modi di
scrittura,
tra cui quella in questa forma: aaaa..., che indica
il pensiero di un protagonista o antagonista, raramente di un altro
personaggio. Le note d’autore vengono indicate tra parentesi
quadre (es:
[aaaa…]). Le diverse grandezze di scrittura indicano
l’intensità della voce del
parlante (es. aaaa), mentre
le onomatopee vengono racchiuse tra asterischi: *AAAA*. Eventuali
cambiamenti
di scrittura vengono scelti per dare un particolare effetto. Auguro una
buona
lettura e buon divertimento!
__World_Of_Dreams__
Tutto
iniziò nella città di Metropolis, una delle
capitali più importanti esistenti e
fiorenti dell'anno 2007, ben conosciuta per i suoi altissimi
grattacieli e per
la sua immagine di potenza e tecnologia raggiunte. Una città
caotica e
trafficata, ma ricchissima di opportunità per costruirsi un
gran futuro.
Invece,
per una persona in
particolare, quella città era un vero e proprio inferno cupo
e buio. Era
un'orfana abbandonata per strada, che tutti i giorni lottava per un po'
di
frutta, di pane, e di tutto ciò che poteva essere rubato
presso il mercato
quotidiano al centro città. Ella si
chiamava Noemi, e tutti i giorni pensava… Che
vita orribile... Vorrei tanto cambiare vita, diventare qualcun'altro...
e chi l'avrebbe
mai detto che un giorno tutto questo sarebbe divenuto realtà... La
mia realtà è solo un vero schifo... e che
futuro...
Tutto
ciò
che ricordava della sua infelice infanzia era che il padre a soli sette
anni la
lasciò a soffrire di fame, a causa degli enormi debiti che
aveva accumulato
giocando d'azzardo e spendendo tutto in scommesse, liquori, e serate
allo
sbando, tanto che lei era scappata di casa a cercare la madre.
‘Mi
dispiace, figliola... credo che dovrai d'ora in poi cavartela da
sola... sono
senza soldi…mi dispiace…’ erano sempre
quelle le parole del padre che
continuavano a rimbombarle nella mente, come un disco che continuava a
girare,
inesorabile. Tutto ciò che lui le aveva offerto era solo
tanto dolore e
solitudine...
Erano
passati così altri dieci anni, e Noemi credeva che la madre
fosse ancora viva,
nonostante le avesse detto che in realtà la sua vita fu
stroncata da un pirata
della strada. Passeggiava per le strade più in periferia,
covo di altri piccoli
ladri di strada come lei, ma di certo essi non lo facevano contro la
propria
volontà come l’orfana quasi maggiorenne. Aveva
sempre detestato la crudeltà, e
soprattutto le storie cattive cattive che sua madre le raccontava prima
di non
tornare più. Per mantenersi puntava di più sui
venditori al mercato quotidiano,
approfittando della confusione e della folla di gente onnipresente.
Ormai si
trascinava dietro fruttivendoli e mercanti di ogni tipo: tanto che era
diventata davvero una velocista, e riusciva a trovare tutti i
nascondigli per
sfuggire, ogni giorno, ogni notte. Era stata sempre questa la sua
routine:
mordi, fuggi, e mangia.
Un giorno,
verso mezzogiorno,
proprio
prima di ‘andare a caccia’, vide una folla di gente
accalcata davanti ad una
piccola tenda. Essa era di colore rosso ed era piuttosto modesta e
semplice, e
all’ingresso non c’era nessun’insegna
particolare. Quella tenda?! Al centro
della città? Non l’ho mai vista in tutti questi
anni... Che sta succedendo? Così Iniziò
a chiedere spiegazioni alle
persone in fila.
‘E'
l'indovina più brava del continente!! Per questa settimana
è qui, e dicono che
sia in grado di leggere il futuro più lontano e di svelare
il destino delle
persone!!’ disse un tipo che sembrava tutto muscoli e niente
cervello, con la
pelle color mulatta e vestito casual. Si era messo a correre come un
pazzo
facendo la fila assieme agli altri.
‘Cosa??!!’
esclamò lei, guardando il ragazzo correre e poi quella
tenda. Per fortuna che non
era vicino alle bancarelle di quelli che la cercavano. E
se... lei... potrebbe...cambiare la mia vita?? Ma no...non ho mai
creduto né
agli indovini, né alla fortuna... Infatti ne ho avuta
così tanta in vita mia...
Però...magari se gli spiego come sono concia, potrebbe
prestarmi dei soldini
per comprare qualcosa senza farmi vedere dai creditori...
Anche se
non credeva molto negli aruspici, non costava nulla fare un
tentativo... forse.
‘Si
deve
pagare?’ chiese ancora, stavolta ad un’anziana
signora scorbutica che camminava
lenta come una lumaca affianco a lei, con la stessa direzione.
‘E
cosa ne
so IO??!! Fate la fila no??!! Tsk…’. Oh,
mi scusi...reginetta!!!
Che antipatica!!!
Cosa poteva
fare? Quel giorno non aveva la benché minima voglia di
correre all’impazzata
come al solito. Preferì così aspettare la fila ed
il suo turno.
Poi,
finalmente, arrivò il suo turno. Si stava quasi
addormentando… forse perché
faceva un gran caldo, specie se si è sotto un sole che
picchia in una città
così tanto abitata. Quando entrò dentro dopo un
dolce ‘avanti’, si trovò in
un'altra atmosfera, quasi magica. Era tutto pieno di stelle cavolo!! Sembrano vere!!! e, stranamente, dentro non
c'era ancora nessuno.
Qua e là le mura erano segnate da diverse scritte di diverso
tipo, che ella
guardò con stupore. “Questo l’inizio della
tua storia…”
e poi “da ora la
tua vita
cambier per sempre…”.
Si guardò poi intorno, notando
scaffali e tavoli pieni di oggetti stravaganti e mai visti, dalle forme
più
insolite, fino a quando notò una strana luce blu da lontano,
in un angoletto.
Così
si avvicinò piano piano
con stupore e vide una spada azzurrina brillante e quasi trasparente,
appoggiata sul muro in verticale, sulla quale c'era una pietra
incastonata,
forse sferica, che continuava a lanciare ovunque intensi raggi blu. Non
sembrava
una spada normale, anche se la ragazza non era per niente esperta di
queste
cose, ma non era fatta di metallo: era fatta di acqua cristallizzata,
che non
sembrava nemmeno vero e proprio ghiaccio freddo. Incredibile!!!
Che razza di spada
è?? Così
la prese in mano e cominciò ad
ammirarla in tutti i suoi aspetti. Era davvero leggerissima.
Improvvisamente
chissà da dove apparve l'indovina.
‘E'
la
"Fraternity"’, rispose lei, come se la avesse colta nei
pensieri.
Noemi si girò di scatto, quasi spaventata ed imbarazzata,
come colta nel sacco.
Era una donna alta, snella e totalmente coperta nel suo lungo vestito
in parte
rosso ed in parte fucsia. Sembrava portare i capelli ricci e lunghi, ma
quella
specie di cappello stile ‘futuristico’ sembrava una
perfetta maschera, sia per
il volto che per i capelli. E la luce fioca di quel posto, rotta solo
dal
chiarore della spada, rendeva più difficile il
riconoscimento dell’indovina.
Per non parlare poi di com’era vestita in modo strano.
‘Ehm...
scusi, mi sono lasciata andare dalla curiosità e... lo
rimetto subito a posto…’.
Ma l’arma continuava a brillare tra le sue mani, e la maga
subito mostrò l'aria
di una persona davvero sorpresa, come forse non lo era mai stata.
‘Dimmi,
cosa ti porta qui?’ disse l’altra, con una voce
dolce ed affettuosa.
Noemi non
la ascoltò, impressionata dalla spada che aveva in mano. La
fine del manico
aveva dei sottili fasci rossi di cotone (forse) che restavano sospesi
nell'aria, ma ciò che la colpì fu soprattutto la
sua immagine riflessa sulla
spada. Intravide, infatti, non sé stessa, ma una figura
umana che sembrava una specie
di viso sorridente e che portava i capelli biondi.
‘Eh???’
esclamò,
indietreggiando la sua testa, senza staccare i suoi occhi da
quell’immagine.
Non poteva essere sua. L’indovina stette dietro di lei come
se aspettasse con
grande pazienza, già certa e decisa di cosa dover fare per
la sua ospite.
‘Dimmi,
quella spada ti cambierà il futuro??’.
La ragazza
esitò nel rispondere. Sul manico aveva avuto
l’impressione di notare qualcosa,
come una strana scritta, in rilievo, che riuscì a fatica a
leggere per via
della scarsa luce lì presente. Un fascio di quella luce blu
le diede la
possibilità. Tidus?? Ma non
si chiamava Frat..coso...??
L’indovina
si avvicinò lentamente
a lei. Sembrava che qualcosa la trattenesse.
‘Io
dico
che quella spada sarà la risoluzione dei tuoi
problemi...’.
‘Mi
scusi,
non avrei dovuto curiosare... ecco, io...’.
‘Non
c'è
bisogno che ti scusi... Basta che ti concentri ora...’ e rise
contenendosi.
‘Ma...
non
bisogna pagare per questa “visita”???’.
‘Pagare??
Per la tua condizione??’.
Noemi
neanche si interrogò come mai era così generosa
nonostante la sua fama, ma non
riusciva a distaccare gli occhi da quella figura riflessa, e da quella
strana
scritta, che sembrava una specie di nome.
L’indovina
aspettò la risposta, e si diresse verso il tavolo
principale, forse per
prendere qualcosa. Ma quando si girò di nuovo verso la
ragazza, dopo una luce
blu più intensa, lei e la spada non c’erano
già più.
Accidenti! Dove
sono??? Cos’è stato??!!
Noemi si
svegliò in tutt’altro posto. Ma dov'era finita??
Si
alzò di colpo e si accorse di avere ancora quella
spada in mano. Ma l’indovina? Metropolis?? No, non era quella
capitale
trafficata… Era una città diversa, molto, troppo
diversa. Era già notte e le
stelle illuminavano l'intera volta celeste, accompagnate da diverse
aurore che
ella non vide mai. Una città piena di luci, di persone
felici e di bambini che
giocavano con palle bianche con strisce blu. Tutto era un insieme di
luci, di
ogni colore, con grattacieli che avevano le forme più
strane, alcune che
ricordavano le chiese indiane per le loro forme curve ed arrotondate a
punta.
Le strane erano sopraelevate, andavano tra i palazzi e le torri, alcune
decorate con strani archi, altre che portavano in centinaia di
direzioni
diverse. E, da lontano, si poteva notare un'enorme cascata d'acqua, che
seguiva
la stessa parabola di un arcobaleno. Fantastico...ma che posto
è questo?? D...dove sono finita??
Più
si
guardava in giro e più era confusa. Non sapeva
più a quale città pensare
affinché fosse abbastanza simile a quelle che ricordava.
Niente
confusione, niente smog e
ruberie, solo uno spettacolo di luci e colori e tanta, tanta
felicità e pace.
Improvvisamente
ella vide una grande folla di persone che si dirigevano tutte verso
quello che
sembrava una specie di gigantesco 'stadio', che era visibile da quella
strada
sopraelevata su cui l’orfana si trovava.
‘Scusi,
che
città è questa?? Dove siamo? Cosa
succede??’ chiese ad un uomo di una trentina
d’anni, che teneva per la mano la piccola figlia, ansiosa
quanto lui. Avevano
strane sciarpe e cappellini addosso, tipici dei tifosi di una squadra
di sport.
‘Anche
lei,
eh?? Si lascia prendere così tanto dalle emozioni del
Blitzball, eh?? Benvenuto
a Zanarkand!!!’
Lei si
sentiva più confusa che mai, e l'unica cosa che la sua
ragione la spinse a fare
fu di seguire la massa.
Blizt...eh???
Possibile che nessuno
sappia dirmi cosa succede??? Mannaggia a quell'indovina e a quella
spada!!! Mi
chiedo se tutto questo sia solo un sogno o una visione... non ci sto
capendo
niente!!! Se questi vanno tutti lì ci sarà un
motivo...forse c’è una partita...
Non ne vedo una da anni ed anni!!
Così
decise
di correre come una dannata seguendo la folla verso un enorme stadio
sferico
trasparente e tutti sembravano entusiasmati dalla notizia di una
"partita
amichevole di Blitz".
In breve
tempo, seguendo curve e discese ripide, entrò senza ammirare
l’immenso stadio
sferico, ed arrivò a quello che sembrava il controllo dei
biglietti (anche se
lei non ne aveva) quando notò un'enorme immagine fissata al
muro dell’entrata
dello stadio. Sembrava un’immagine magica,
trasparente… quasi un’allucinazione.
Erano
raffigurati
otto giocatori di quello sport stravagante, ed a vedere come erano
rappresentati, sembravano davvero importanti e conosciutissimi. La cosa
che la
fece ridere e preoccupare insieme, era il fatto che tra loro,
c’era quello che
sembrava il capitano, biondo, di quella squadra, che sapeva di
già visto.
Sotto, ad un angolo, una scritta: ‘Lode
ai campionissimi
degli Zanarkand Abes’.
Quello
forse era stato il giorno più strano della vita della
ragazza. Infatti, appena
che il suo sguardo si diresse verso la spada misteriosa,
quell’immagine già non
c’era più. Se lo aveva sognato? Stava sognando
ancora? Sicuramente...
Pensò
comunque di entrare nello stadio, sfruttando la confusione della folla
per
evitare il controllo dei biglietti. Anzi, lì sembravano
tutti rigorosamente
onestissimi. Quando entrò, correndo per le vie che portavano
nelle tribune, con
le mura piene di foto, immagini e trofei vinti forse da quella squadra,
ella si
fermò e contemplò l’interno dello
stadio. Al centro dei posti a sedere un
enorme spazio sferico, che subito si riempì
d’acqua. Un momento! Ma
lo stadio sta per
essere riempito d’acqua???!! Loro giocano
sott’acqua??!!
Tutti
gridavano, eccitati, agitando le proprie bandierine qua e
là, creando un vero
trambusto. Tutti però ammutolirono, quando, improvvisamente,
una violenta
scossa di terremoto spaventò l’intera
città.
‘Ma
che
diavolo succede??’ ‘Cos’è
stato?’ continuavano a chiedersi tra loro i tifosi
dentro e fuori dallo stadio già quasi pieno. I tumulti e le
vibrazioni si
susseguirono continuamente, e la gente iniziò ad uscire di
colpo, investendo le
persone che camminavano o correvano dalla parte opposta, e si
riversarono tutti
fuori, a cercare di comprendere cosa stava succedendo. Sembrava una
scenda del
tipo ‘Giudizio Universale’.
Adesso
che altro succede? Voglio uscire da questo incubo..,non mi piace per
niente... accade tutto
così in fretta che...
Da lontano,
sopra un grattacielo, un guardiano scrutava la situazione come colui
che aveva
già capito cosa stava succedendo: non era una banale scossa
di terremoto.
Tutto
d’un
tratto la superficie marina si sollevò più di uno
tsunami, rivelando un mostro
con numerosi occhi brillanti e dalle forme più
incomprensibili ed
indescrivibili. La notte non permetteva di vederlo bene, ma
è bastato solo
guardarlo per far morire di paura tutta la gente che lo aveva notato.
Sembrava
che lo conoscessero bene, quel ‘coso’...
Lanciava
urla spaventose, acutissime, grida che non sembravano grida, voci che
non
sembravano nemmeno voci. Incomprensibili, strani, gelidi. ‘finalmente… la
mia attesa… e‘
finita…’.
Dalle sue
strane forme si staccarono delle scaglie che caddero per tutte le
strade, come
proiettili di una potente mitragliatrice. La ragazza perse la pazienza,
non
appena vide tutta quell’agitazione.
‘QUALCUNO
MI VUOLE DIRE CHE SUCCEDE!!??” esclamò, disperata,
fino a quando la spada
riprese a brillare all’improvviso. Si,
questo è un incubo...
cosa aspetta quell’indovina a svegliarmi??!! Non lo vede
quanto sono
agitata??!!
Iniziò
a
scappare quanto poté da quell’essere mostruoso e
gigantesco uscito dal mare,
vicinissimo alla città, quando si trovò di fronte
una strada piena zeppa di
quelle strane ‘scaglie’, che si aprirono come i
boccioli di un fiore,
diventando mostriciattoli dotati di ali. Alcuni di essi la circondarono
in ogni
direzione. Lei si fermò di colpo, guardò negli
occhi lucenti di quei mostri mai
visti, che le facevano tremare gambe e mani. Sono spacciata...
Subito,
come caduto dall’alto, venne raggiunta da una strana persona,
che sembrava
comportarsi come una specie di guardiano o guardia del corpo: indossava
uno
strano abbigliamento stile ‘antico’, rosso, e dei
pantaloni lunghi che
largamente ricordano quelle a ‘zampa di elefante’.
Portava inoltre una strana
borraccia grigia appesa alla vita e vedeva tramite un solo occhio (con
l’altro
non vedeva a causa di un’ enorme cicatrice) e per questo
portava degli occhiali
scuri, come i suoi capelli castani. Avrà avuto sulla
quarantina d’anni. Poi
egli si mise a bere qualcosa dalla borraccia.
‘Ti
sembra
proprio il caso di bere, ora?!?! Non vedi come siamo circondati?? Dammi
una
mano!!!!’.
‘Tsk.
Anziché gridare inutilmente, datti una mossa! Usa la spada e
trasformati,
presto!!!’ Che???? Questa
è
nuova!!
‘Di
cosa
diavolo stai parlando?? Sai per caso cosa sia questa spada? Ehi! Sto
parlando
con te!!’. Il guardiano sembrava non aver la minima voglia di
parlare.
‘Ho
capito…non sai nulla, eh??’ diceva, mentre
sguainò un’ enorme spada
pesantissima, tanto che la tenne sulla spalla. ‘Comunque, mi
chiamo Auron, e
adesso sbrigati, vieni con me’.
Noemi non
se lo fece ripetere due volte e corse dietro di lui, continuando a
pensare a
che razza di incubo era capitata. Ammesso che lo fosse. Da lontano,
quelle urla
e quelle grida aliene continuavano senza sosta vibrando
nell’aria. ‘Non
andare via… aiutami… dammi quella
vita che tanto
manca…’.
Dopo un pezzo
di strada egli si
fermò di colpo e si voltò verso
l’essere dalle forme più insolite. Ma
perché ti fermi??!! Che cosa c’è
ora??????
‘Lo
vedi??
Lo chiamano Sin…’. E’ venuto per
noi… Per LUI….’ ed indicò
con l’indice
l’essere.
‘La mia
attesa e’ finalmente terninata…’.
‘Chi??
Conosci quel “coso”?’ Questo
tizio sa troppe cose....
Forse può aiutarmi...a
capire...
Ad
un’altra
potente scossa, che fece crollare un intero grattacielo già
prima fatiscente,
ripresero a correre come dei
dannati, mentre Auron eliminava i mostri-scaglie, e la ragazza
notò che, alla
loro morte, uscivano delle strane ‘luci’ che si
muovevano come comete. Non
può non
essere un sogno!! Quando finisce?? Quando sarò morta???!!
Le scaglie
perforavano
qualsiasi cosa, dalle finestre alle dure strutture dei grattacieli e
delle
strade, facendo esplodere alcuni impianti elettrici ed alcune
autocisterne. La
ragazza cadde atterra a pancia in giù, rialzandosi
spaventata con l’aiuto
dell’uomo in rosso, e si girò dietro di
sé osservando il nuovo panorama che la
circondava: un’intera città in fiamme, piena di
questi orribili ‘cosi’,
ovunque, e laggiù, verso il mare, una massa informe, che
continuava ad
avvicinarsi, proprio nella loro direzione, ingoiando ogni cosa.
Auron correva
più
veloce e quasi Noemi lo perse di vista, quando le scaglie la
circondarono
ancora.
‘Ehi!
Dove sei??
Aiutami, ti prego!!! Sono rimasta indietro!!! Non so
combattere!!!’ gli gridò,
agitando le mani come poté, gesto che sembrò
innervosire ancora di più quelle
scaglie. Egli la sentì, ma la sua corsa venne rallentata
dall’arrivo di altre
scaglie che lo aggredirono. La strada su cui stavano ne era difatti
strapiena.
La ragazza si
girò
attorno senza una via d’uscita. Essere in quella situazione
era molto peggio di
un inseguimento dei creditori. Quel sogno era troppo vero, le
sensazioni erano
reali…
Uno di quei
mostri si
avvicinò pronta ad aggredirla, ed in quel momento, la paura
e la confusione si
trasformò in qualcosa di davvero insolito. La spada si mise
a brillare quasi
più di un sole blu ed il guardiano si girò ed
esclamò: ‘Era ora!’.
Quando la
strana luce
scomparve, il mostro venne completamente dilaniato da quella spada, e
cadde a
terra rilasciando altre di quelle magiche comete brillanti. Il
guardiano si
voltò ancora dietro di sé e vide un ragazzo un
po’ meno alto di lui, vestito in
modo decisamente inusuale: portava un paio di pantaloncini neri, molto
corti a
sinistra e lunghi tipo bermuda a destra, ed una maglietta T-shirt
gialla,
scoperta a ‘V’ all’altezza del petto,
dotata di un cappuccio bianco che gli
calava da dietro. La sua manica sinistra era lunga, blu sulla spalla,
rossa
vicino al gomito, e verde nella parte terminale, e portava in ambo le
mani dei
guanti, verde il sinistro, e nero il destro. Ovunque portava uno strano
simbolo
rosso, a forma di ‘T’ con alcuni cerchi che si
collegavano all’asse verticale,
sulla schiena, sulla parte destra dei pantaloncini.
Portava i capelli biondi, lisci e mossi,
sparati, e gli occhi azzurri, e sembrava avere la stessa età
di Noemi. Da dove
cavolo era apparso?? Già, l’orfana non
c’era più.
Quel ragazzo
vide con
stupore quel mostro sparire liberando quelle strane luci vaganti, come
se non
conoscesse le sue vere abilità.
‘Ma
co…cos’è successo??
Mi sento…strano…’ disse lui, tenendosi
la testa con la mano libera. Forse gli
girava da matti.
‘Vuoi
muoverti?! O
vuoi andare di nuovo all’Oltremondo??’ si mise a
gridare Auron, che aveva
appena finito con l’ultima scaglia. Dovevano muoversi, se non
volevano finire
di nuovo circondati.
‘Auron,
cosa mi è
successo?? Sbaglio o questa è…Zanarkand??!! E
perché sono vestito così?? VOGLIO
SAPERLO!!!’ chiese al compagno, un po’ agitato e
spaventato. Continuava a
girarsi intorno, vedendo tutto in fumo e quasi cenere. Sembrava proprio
che ci
tenesse davvero a quella città. Ma cos’era
successo davvero? Quella spada sembrava
averlo portato lì, in qualche modo, al posto di
quell’orfana.
Improvvisamente
ci fu
una violenta esplosione che distrusse l’intera parte di
autostrada lì vicino,
ed era l’unica via d’uscita possibile.
Quell’esplosione separò Auron da quello
strano ragazzo, rimasto più indietro.
‘Tidus!
Sbrigati!! Salta
ed afferra la mia mano!!!’ gli urlò, ponendosi
vicino all’orlo. Sotto di loro
c’erano almeno cinquanta metri di vuoto.
Si
può sapere come cavolo fa a conoscermi???
Non riesco a ricordare nulla... E’
tutto così
confuso... Ma...ma
perché la mia città è...è... Un’altra
esplosione lo spinse ad agire subito, anche perché non
riusciva a trovare in
decimi di secondo le sue risposte. Era come se avesse una forte amnesia.
A pelo
riuscì ad
afferrare la mano del guardiano, facendo un grande salto, ma dietro
alle sue
spalle ormai Sin fu vicino e dalla sua enorme bocca (se così
si può chiamare…)
si creò una sorta di tunnel, che assomigliava tanto a quelle
che si usavano in
Guerre Stellari tipo ‘tunnel spazio-temporali’, che
aspiravano tutto dentro di
sé come il tubo di un aspirapolvere.
‘AUROOON!!!
Aiutami!!!’ gli gridò il biondo, che sembrava non
capirci più niente.
‘Tieniti
pronto…Da
qui in avanti inizierà la tua storia’ La...la mia
storia??..
un momento!!! Ma allora...
Quando entrambi
furono con i piedi per terra, si voltarono e videro un ammasso deforme,
che
mostrava stranissimi lineamenti, che si muovevano come le onde del mare
ovunque. In un breve istante tutti e due vennero risucchiati in quel
tunnel per
un lungo, lungo viaggio, dopo che tutto divenne allungato,
bianco…e poi nero,
solo nero.
Noemi, o
meglio, chi
sia diventata, sembrava aver sognato durante quel viaggio.
Si trovava nel
suo
aspetto ‘normale’, nel buio più nero,
senza cielo né terra, e si trovò di
fronte un piccolo ragazzino, dai capelli corti e castani, e che portava
una
maglietta T-shirt blu semplice. Egli si avvicinò lentamente
camminando verso di
lei.
‘D’ora
in poi saremo
una cosa sola. Io…ho bisogno del tuo aiuto…sei
l’unica che mi può aiutare, ti
prego!’ disse, con voce minuta e debole, come timida.
‘Io???
Chi sei??!!
Non ti ho mai visto…che cosa è successo??
Rispondi!!!’ quasi quasi gli voleva
mettere le mani addosso per capirci qualcosa.
‘Capirai…
Basta che
tu abbia fiducia in me… Adesso inizia la tua… la
nostra storia…’.
|
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Capitolo 2 *** Cap.2: In the Far Future ***
Noemi si
sentiva la
testa che pesava più di un masso gigantesco.
Dove sono,
cos’è successo… voglio tornare
a Metropolis… Maledetta
quell’indovina da strapazzo e…e…e questa spada
stregata! Ma con chi si
poteva sfogare alla fine?? Si trovava nei
pressi di quello che sembrava un tempio
sommerso tra acque gelide. Dappertutto c’erano massi, come
delle rovine, che
sembravano avere davvero molti, ma molti anni. Non poteva essere tutto
crollato
per caso…forse era stato quell’essere deforme.
Fatto sta che faceva molto
freddo, e cadeva una pioggia leggera ma incessante, accompagnata da un
vento
che poteva far soffrire anche un drago.
Noemi si
accorse
subito di essere se stessa come al solito e pensò di aver
fatto un terribile
sogno, il più strano mai fatto, e che esso ancora non era
del tutto finito. Poi
si accorse di avere una strana catena al collo, una catena che sembrava
esser
fatta d’argento, con uno strano simbolo impresso. Sembrava
tanto quella famosa
forma simile a “T”. Ci
mancava pure questa!! Vendendola, forse, risolverei parte dei miei problemi
economici… Poi
tornò ad essere nervosa solo a guardare quell’arma
che era rimasta accanto a
lei in mezzo alle rovine. Così si alzò di scatto
e decise di cercare aiuto. Già,
ma dove??
‘Auron!!!
Sei qui??!
Rispondi!!’ Sembrava l’unica persona vivente in
quel luogo sinistro. La sua
voce rimbombava qua e là tra gli ostacoli, sotto un cielo
grigio scurissimo.
Si
avvicinò ad un
percorso pietroso che si trovava sul pelo dell’acqua,
leggermente sopraelevato,
quando, improvvisamente, comparvero degli strani pesci verdi, con le
code
rosse. Noemi non ne aveva visto mai così grossi in vita sua.
Uno di essi sbatté
contro il passaggio che si reggeva appena, fino a poi crollare facendo
cadere
la ragazza nell’acqua gelida e questa, per sfuggire a quelle
creature che
cercavano di afferrarla, cercò di imboccare un piccolo
passaggio sott’acqua che
sembrava portare all’interno del tempio sommerso. Era
abbastanza piccolo per
sfuggire a quei ‘cosi’.
Devo, devo,
DEVO farcela!!!
Nuotando come una matta, riuscì a portarsi in salvo, con la
sola maglietta
strappata in una manica da quei mostri marini.
‘Sono….sono
ancora
viva??’ esclamò prima di urlare e sbraitare contro
la
Fraternity, che
magicamente e chissà come si ritrovò sulle scale
rovinate che portavano
all’ingresso del tempio. Ti avevo
mollato quando ero caduta nell’acqua ed ora ti fai beffe
di me e ti fai sempre trovare??? Ma cosa vuoi da me??!! Vuole finire
questo
incubo, sì o no??!! Ma…forse…non
è un incubo…. Ma
va’!!! Quei mostri e quei pesci
non esistono!! Ho le allucinazioni…per la fame,
credo…
Appena
entrò dentro,
varcando una porta con un’anta completamente a terra,
evitando pietre e sassi
qua e là sparsi, si trovò in un enorme salone,
pieno di rovine ovunque. Tutti i
fregi, le decorazioni, erano state scavate dagli agenti atmosferici.
Sembravano
resti davvero vecchi di molti secoli, ma alcune forme appuntite
sembravano
insolite per essere state ‘create’ dal tempo, e
ciò faceva più
pensare per un crollo successo più per
qualche avvenimento o incidente. Ma
il
freddo là dentro si accentuò, poiché
da una parte alta del salone c’era una
cascata che penetrava da una buca e usciva da un’altra grande
fessura, aumentando
l’umidità del posto. Al centro di esso si
trovavano dei resti di un falò
recente. Allora qui
c’è
qualcuno... Qualcuno??
Forse di più, cara
Noemi…
Non resisteva
più al freddo, così cercò di trovare
qualcosa
da usare come combustibile, quando sentì degli strani
borbottii. Essi
provenivano dal portale principale che era bloccata dalla parte del
salone.
Aveva le ante che erano rimaste chiuse chissà per quanti
secoli, con i colori
ormai invisibili. Dall’altra parte qualcuno parlava
così forte che lo si poteva
sentire chiaramente, ma capire niente, visto che usavano una lingua
strana.
‘Yppeysu
jecdu ihy mila bnujahena ty cit!!‘ [‘Abbiamo visto
una luce provenire da sud’] fece una voce bassa.
‘Ban
te xiy’ [‘Per di qua’] diceva un altro
uomo con
decisione.
‘Ycbaddyda!
Beywwu ma puspa!’ [‘Aspettate! Piazzo le
bombe!’] subito gridò quello di prima.
Si
sentì dopo una specie segnale sonoro, come un conto alla
rovescia, seguito subito da una forte esplosione che distrusse la
porta. Fu
così violenta che confuse Noemi quanto basta per cadere a
terra e vedere in
maniera distorta ed offuscata. Entrarono in seguito tre strani
individui che la
presero da terra, intravisti a malapena. C’erano tre uomini
ed una ragazza, con
tutti addosso degli strani occhialini, quest’ultima vestita
in modo alquanto
inusuale. Portava una sorta di vestito rosso con molte parti del corpo
scoperte
Ma non sente
freddo,quella?? ed una serie
di cinture verdi che le
attraversavano tutto il corpo. Aveva i capelli biondi e lisci raccolti
dietro,
e coperti in parte da quelle strane lenti che portavano. Davvero
difficile
descriverla vedendola con l’intera testa che ti
gira…
Due dei tre
uomini sconosciuti condussero l’orfana sulla
loro nave, prendendo anche la spada magica che prima l’era
caduta. Era una nave
enorme, lunga, che si muoveva con la sola forza meccanica del motore
sottostante.
La pioggia continuava, più forte di prima, accompagnata da
alcuni tuoni ogni
tanto.
Quando la
ragazza si svegliò, seduta appoggiata ad un bordo
metallico della struttura, si trovò con una lama a dieci
centimetri dalla sua
gola. E…e…ehm…
po...possiamo parlarne…??
‘Lucy
le vylaje mì?? Necbuhte!!!’ [‘Cosa ci
facevi lì??
Rispondi!!!’] gli fece il tizio davanti, pieno di tatuaggi
blu a forma di
fiamma, che lo attraversavano per tutto il corpo. Sembrava il capo del
gruppo.
Che
razza di lingua parlano… Mi trovo su un
pianeta di marziani????!!
‘Eh??? Cosa?? Puoi ripetere per favore?? Non
capisco…!!’. Egli ritirò la sua
baionetta, attaccata a quella che sembrava una mitragliatrice, ed
iniziò a fare
gesti e versacci strani per farsi capire. Sinceramente sarebbero
più stati
chiari i versi di un cane… Poi si rivolse alla ragazza
vestita in modo
stravagante.
‘Xiacdy
huh lybecla heahda...!!! [‘Questa non capisce
niente…!!!’] Rikku!’
e la
ragazza si girò di scatto verso di quel vicecapo’.
E’ quello il suo
nome???
Lei si
avvicinò, notando lo sguardo estremamente impaurito
di Noemi.
‘Non
avere paura…! Abbiamo solo bisogno di aiuto….
Abbiamo
un equipaggio scarso per badare alla nave, perciò posso
andare solo io
sott’acqua. Da sola non riesco a recuperare un carico che
abbiamo perso.’
‘Tu….
Io riesco a capirti??? Chi siete???’.
‘Strano
che tu non ci conosca!!!’ e, dopo essersi tolta gli
occhialini, ‘il mio nome è Rikku. Siamo
Albhed.’
Alb…
che???
‘Scusa, non so chi siano gli A…’
‘Ma
da quale mondo vieni??? Ti prometto che ti riporterò a
casa tua se ci aiuti a recuperare il carico…’
rispose lei, gentilmente.
‘Vengo
da Metropolis… Mi potete riportare
là??’.
‘Scusa,
ma dove si trova?? Non ho mai sentito nominare una
città del genere…’.
Poi si smise di
parlare: aveva visto Noemi impallidire quasi
quanto la luna.
‘Co..co…cosa???’
Se
non possono portarmi lì, è meglio se ritorni
nella città attaccata da Sin…
lì da lì troverò il modo per tornare a
casa…
Poi
riprese:’Sentite, allora potreste riportarmi a
Zanarkand!’.
Non fece in
tempo a rispondere (mostrava una faccia davvero
scettica) che uno di quei quattr’occhi si rivolse a lei
prepotentemente: ‘A'
xie!!’ [E’ qui!!].
‘Siamo
arrivati. Sarà una cosa breve, vedrai. Basta che fai
attenzione ad alcuni piccoli piranha…’. Pi…pi…piranha?? Devo
finire squartata???
‘Ehm…Bisogna…proprio??’
più che pallida il suo viso sembrava
non avere più vita.
‘Sì…’
E Rikku le riconsegnò la spada. ‘Che nome strano
che
hai… L’ho letto sul manico della tua
arma…ammesso che sia tua!! Vedo che hai
troppa paura per usare un’arma così
fatta!!!’ e rise di gusto, simpaticamente,
cosa che all’altra non fu di certo una bella cosa. Quella
non è la mia….
Vabè, chi se ne importa!!! Portatemi a casa, piuttosto!!
‘Veramente
mi chiamo Noemi…’ disse quasi con seccatura.
‘Ah,
si??’ poi si girò verso il tizio con i tatuaggi a
fiamma, che si avvicinò al bordo della nave, indicandogli
con l’indice e con
altre parole strane il punto esatto. Con un sorriso sincero la ragazza
bionda
si tuffò nell’acqua, per fare dal basso dei cenni
per incitare l’altra. Bastò
poi un colpo da dietro da parte di una baionetta appuntita sul
fondoschiena a
farla tuffare. Gli altri compagni Albhed non fecero altro che ridere a
crepapelle. Grrrrazie
tante!!!
Così
iniziarono a guardare qua e là le profondità
dell’oceano (era un oceano?) per cercare il carico perduto.
Cos’era? Un tesoro?
La parte fondamentale di una nave?? Fatto sta che, a causa del cattivo
tempo
atmosferico, non si riusciva a vedere quasi niente, se non grazie alle
luci
emesse dalla nave di sopra, che creava degli squarci simili a quelli
che si
vedono nei tramonti d’autunno. Si riusciva ad intravedere
‘solo’ un gigantesco
relitto, che assomigliava ad una sorta di navicella spaziale
stranissima.
Whoa!!!
Brrr…Questo
gelo mi blocca i movimenti… ma quanto
nuota veloce quella????
Rikku si
avvicinò a quello che sembrava una sorta di
scrigno, proprio sulla poppa di quel relitto. Ora mi devo
mettere a fare la cercatrice d’oro??!! A differenza di
dove stava, quello scrigno sembrava
insolitamente nuovo, ma era troppo pesante per essere recuperato da una
sola
ragazza. Così Rikku con cenni chiese a Noemi di aiutarla,
anche se lei, in
realtà, non la ascoltò neanche. Si accorse,
infatti, di essere sott’acqua da
quindici minuti interi senza soffocare. Ma com’era
possibile?? Era acqua quella
o cosa?? Riusciva a respirare come se niente fosse: era la prova che
tutto ciò
era un unico incubo?? Sicuri di considerarlo un incubo???
Improvvisamente
arrivò una medusa gigante blu, con una
spessa ‘corazza’ sulla testa e dei denti denti?? che
sporgevano di sotto, affiancato da alcuni piranha, che forse
aspettavano
l’attacco dello squalo per appropriarsi di quello che sarebbe
rimasto delle
‘carcasse’. Arrivavano alla stessa
velocità di un turbine e solo per un pelo
non colpirono Noemi, incantata dalla strana natura
dell’acqua. Il mostro si
girò, pronto ad attaccare di nuovo con più
violenza.
Era
impressionante la differenza tra lei e Rikku. La prima
era bloccata dalla paura, incapace di reagire, pietrificata E’
la fine…
è la fine…,
appena vide il pesciolone carnivoro, mentre
la seconda aveva già lanciato una manciata di granate contro
di esso come se si
potesse domare. Ma purtroppo la sua corazza era molto dura, e quelle
esplosioni
furono più per difesa che per ucciderlo, fino a quando non
prese, con uno dei
suoi lunghi tentacoli viscidi, la ragazza Albhed
all’improvviso, facendole
cadere dalla mano l’intera sacca di granate, che
andò dispersa sul fondo
marino. Noemi la vide trascinata da una parte all’altra da
quella medusa, già
pronta per attaccare con un secondo tentacolo l’altra sua
preda. E…. adesso cosa
faccio??? Ma quelli
non vedono niente?? Quando, dico, quando finirà tutto
questo???
Sembrava
davvero tutto finito. Ogni qual volta che ella si
sentiva così iniziava a pensare alla sorte che
l’aveva condannata alla
tristezza ed alla sua orfana condizione. Così rievocava la
madre, che tanto
sperava di incontrare (viva, ovviamente!!), e il padre, verso il quale
l’odio
della figlia era continuata a crescere fino a quel momento, ogni giorno
passato
a rubare a Metropolis. Se poi si aggiungeva l’acqua strana,
il pericolo che incombeva,
ed in genere l’incubo… Cosa doveva fare alla
fine?? Delirare? Impazzire? Forse
era meglio sfogare la propria rabbia, ed ogni persona ha il suo modo.
Ma quel
modo, che ne seguì fu davvero strano, di nuovo…
In un istante, un’intensa luce
blu illuminò quasi tutto il fondo marino sotto la nave.
L’equipaggio si guardò
meravigliato, affacciandosi vicino alla barriera metallica, nel vedere
una
sorta di sole azzurro subacqueo. Sembrava la stessa vista
dall’indovina. La
ragazza sentì una strana energia attraversarla, da capo a
piedi, soprattutto
nella parte vicina al collo, che le dava un’incredibile
carica e forza. La
medusa, vedendo quell’intensa luce, si spaventò,
anche per via di strane
cariche elettriche azzurre che partivano da quella specie di mini-sole.
Rikku venne
rilasciata delicatamente dal tentacolo che le
aveva stretto una gamba fortunatamente senza rilasciare tossine. Le
girò molto
la testa, ed appena si ridestò, guardò attraverso
quella luce che lentamente
diminuì la sua intensità, e vi notò
una nuova figura confusa: era un mostro?
Era un pesce degli abissi (tipo quelli che fanno da soli la
‘lucina’)? No, era
solo una persona, come lei. Da dove era partita quella specie di luce,
come
pensava la ragazza Albhed?? No…non era stata la
spada… A sprigionare
quell’energia era stata lei. O meglio, lui…
Mentre il nuovo
‘comparso dal nulla’ si studiava da capo a
piedi, stupito di dove si trovasse, di come fosse lui,
nell’abbigliamento e
nell’aspetto…. La sua faccia dimostrava tutto il
suo stupore ed anche, perché
no, confusione, e non appena volse i suoi occhi azzurri verso Rikku,
questa si
pietrificò come se fosse stata colpita da un fulmine. Un
fulmine molto
particolare…. Lui le si avvicinò ed
iniziò a scuoterla come chi, disperato, non
capisce più nulla di quello che era appena accaduto o
successo prima. Era quasi
una fortuna che erano sott’acqua: chissà le grida
che si dovevano sentire… Dimmi…dimmi…
dimmi!!! Cosa mi è successo??? Rispondimi!!!
Perché sono conciato così??
Grrrrr!!!
La bionda
ragazza restò almeno cinque minuti interi ad
osservarlo nello sguardo, nel suo aspetto, nel suo fisico atletico,
dopo che i
mostri si allontanarono spaventati: ad un tratto lei divenne rossiccia
sul
volto e poi trovò il coraggio di portarlo verso lo scrigno,
che tirarono su
insieme senza troppa fatica.
Quei metri che
separavano i due dalla superficie sembrarono
interminabili per entrambi. La ragazza non sapeva se girarsi attorno
per
cercare Noemi o guardare ancora il suo nuovo compagno, ancora
incantata, mentre
l’altro si sentiva come qualcuno che aveva appena visto il
mondo della realtà.
L’equipaggio,
appena vide Rikku, la tempestarono di domande
sull’accaduto, prima e dopo il ritorno a bordo. Continuano a
parlare da marziani??!! Non capisco…
Spero che almeno mi riportino a casa….e se
così non fosse? Se vogliono
usarmi per i loro servigi? Se solo qualcuno potesse dirmi cosa mi
è successo…
mi sento così confuso…
Lo scrigno
venne tirato su da alcuni bracci meccanici che
facevano un tutt’uno con la nave. Gli Albhed erano così interessati
ad esso che passarono tutto
il tempo a cercare di aprirlo, cosicché i due poterono
restare in disparte.
‘Tu…ehm...tu
chi sei? Venuto così, all’improvviso…Ci
hai
aiutato…’ disse Rikku.
‘Io…
Non lo so va bene?!’—alzando il tono della
voce—‘voglio
solo che qualcuno mi spieghi cosa ci faccio qui e che sta succedendo!!!
Io…io..
non capisco più niente!!! Io….io…
non…’.
Egli si sedette
sul limite della prua, a contemplare
l’oceano sotto di lui, camminando quasi come un ubriaco.
Sembrava che gli
girasse la testa. Ma
che…
O…ohhh…
Sì…
l’oceano, diventando calmo quando finì la pioggia
di
cadere, era divenuto piatto tanto da fare da specchio. Si
trovò cambiato, come
se improvvisamente fosse “cresciuto”
tutt’ad un tratto, sentendosi come chi era
rimasto nel sonno o in un coma per tanto tempo. Più cercava
di pensare, più non
riusciva a ricordare nulla. Una cosa era certa: quella era
un’amnesia, ed
appena avrebbe recuperato la memoria, avrebbe avuto le sue risposte.
Sulla
superficie del’acqua c’era l’immagine di
quella medesima persona che la ragazza
aveva visto sulla spada e allo stadio. Chissà se
l’animo (chissà dov’era) di
Noemi si sarebbe ricordato invece che era diventato lui, l’as
dei Zanarkand
Abes, quello che conosceva Auron, che lo aveva chiamato….
‘Scusami…
vorrei solo… ecco…sapere chi
sei…’ per dire quelle
parole Rikku le studiò per dieci minuti.
‘Io…
ecco… Mi chiamano Tidus…’.
‘Allora…quella
era la tua spada!!!! Ma perché l’aveva quella
ragazza???’ chiese l’altra, mostrando enormi
perplessità e chiedendosi dove
Noemi fosse finita: nel gran caos non era riuscita a capire un
granché.
‘Ecco…
non lo so…’ Lei…sparita?? !!! A…aspetta…!! Questo
significa che… devo
inventarmi qualcosa…
Era...era con
me, ma non preoccuparti… riuscirà a
cavarsela…’.
‘Non
vi ho mai visto qui… Come ci siete arrivati?’.
Così
Tidus gli raccontò tutto quello che era successo,
mischiando le sue esperienze con quelle dell’altra
metà, ricordandosele
entrambe perfettamente, e di come fosse così confuso, mentre
contemplava il
grigio orizzonte del calmo oceano.
‘Capisco…
ecco perché sei così disperato… Ma
perché
sott’acqua ti ‘studiavi’ in quel modo??
Avevi bisogno di uno specchio? In effetti,
sei così car… ehm’—si gira di
spalle—‘casuale, qui…’ Eh?? Siamo
davvero sicuri che
riesca a parlare la mia lingua??
‘Ehi…Non
è colpa mia se sono finito qui! Vorrei
solo…ecco…’ non glielo
posso dire…sarebbe
troppo rischioso…
‘Tornare
a casa? E dove?? A Zanarkand? Quella città è
stata
distrutta 1000 anni fa!!’ Rikku sembrava contenta di dire
ciò, come se sperasse
di rimanere ancora di più con Tidus.
‘Co…co…cosa?
Stai dicendo sul serio?? Ma… io… l’ho
vista,
l’ho vista mentre veniva distrutta da Sin!!
Pe…perché…’ subito il suo
volto
passò dalla confusione alla tristezza. Ora sapeva di non
avere neppure una
casa….certo, se quello che gli dicevano era vero…
Infatti, in un primo tempo,
nessuno crederebbe a parole simili…
Lei gli si
avvicinò notando una catena che aveva al collo.
Aveva un simbolo che gli sembrava famigliare.
‘Bella
questa catena…!!!’ Non sapeva cos’altro
dire…era
proprio imbarazzata.
‘Davvero???’
rispose lui, ma la sua testa era ben al di là. Quella
città….
distrutta… da 1000 anni??
Sono cambiato, finito nella mia città distrutta
da quel mostro e poi… nel lontano
futuro…!!! E poi come
sono….conciato!!!
Quella ragazza di cui parla Rikku deve avermi
liberato… Quella spada mi ha portato qui??? Non ricordavo
che fosse mia…anzi,
non ho mai avuto un’arma simile…Chi mi
potrà aiutare… se non
quell’indovina!! Sbaglio, o
era lì la spada?? La cosa più bizzarra
è che riesco a ricordare quello che ha
fatto lei a Metropolis…!!
La ragazza
Albhed lo chiamò, desiderosa di vederlo ancora in
faccia. ‘Ascolta…. È meglio che non
dici a nessuno che vieni da quella città…
E’ considerata una città sacra a
Yevon….’ poi si fermò ad osservarlo.
Ah,
sì?? E poi?? Non sapeva
come rispondergli.
Non appena
Tidus si rispecchiò nell’acqua, un forte scossone
fece vibrare l’intera nave.
Si
levò una gigantesca onda (tipo tsunami)
dall’orizzonte ad
un’incredibile velocità e la nave si apprestava a
fare quasi una brutta fine.
Tutto l’equipaggio venne spinto verso babordo, quando
l’onda improvvisamente si
fermò ad alcuni metri dalla nave.
‘E’
Ceh!!! Lubnedaje!!!’ [E’ Sin!!! Copritevi!!!]
urlò uno
là vicino.
Tutto accadde
nel giro di pochi secondi. L’onda si sollevò
di nuovo con forza inaudita e fece cadere Tidus in acqua, che non ebbe
il tempo
di aggrapparsi da qualche parte.
Rikku
urlò disperatamente all’equipaggio nel fare
qualcosa,
ma loro sembrarono conigli di paglia per la paura.
Tidus venne
trascinato da quell’onda, perdendo subito i
sensi. L’ultima cosa a cui pensò era
lei… e la sua città rasa al suolo. E nel
sottofondo, altre strane parole… “Unisciti a me…
E’ l’unico
modo per porre fine
al nostro dolore…”
Per venti
minuti tutti ammutolirono. Dopo l’accaduto il mare
si era appiattito all’istante. Tutto era come prima, o quasi,
mentre la pioggia
riprese a cadere. Tutto uguale, tranne per qualcuno. Era accaduto tutto
così in
fretta…. senza alcun grido…tanto che nessuno
poté davvero capire cosa fosse
successo. Rikku avrebbe voluto conoscerlo di più. Non aveva
mai visto un
ragazzo così affascinante… eppure aveva sempre
giurato che gli piacevano i
mori…
Un
po’ tramortita ed infelice, tornò a concentrarsi
sullo
scrigno. Cosa poteva fare?? Suo padre la aspettava…
Così si avvicinò allo
scrigno, che si trovava più in là e
notò che c’era una strana serratura di
fronte: aveva lo stesso simbolo della catena di quel tizio venuto dal
nulla.
Doveva trovarlo.
Già,
dov’era finito Tidus??? Era morto? Era scomparso
così
come era venuto??? Ancora l’incubo non era finito…
o sognavano lo stesso??
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Capitolo 3 *** Cap.3: Loss of Memory ***
L’incubo
era finito??? No, per niente… anzi, era
“ricominciato” con una bella pallonata sulla
schiena, che fece quasi
sprofondare Tidus nell’acqua del mare ora limpido.
Subito egli
si destò in piedi con la testa che continuava a girare.
Eppure il colpo gli aveva
solo centrato la schiena, ma tra la fame e la fatica, la debolezza
iniziava a
farsi sentire.
Si
svegliò
in un altro posto, in un mare tipo “Carabi”,
azzurro quasi più del cielo, che
era completamente senza nuvole, con un sole cocente e caldo come quello
di
Metropolis ad Agosto. Più oltre notava una spiaggia bianca e
candida che si
estendeva oltre delle rocce appuntite ed a scaglie, dalle quali
spuntava
qualche palma ricca di datteri. Era la piccola costa di
un’isoletta.
Magnifico…che
panorama!!! Ho sempre sognato di farmi una vacanza coi
fiocchi… non sarebbe
male fermarsi qui! Che male alla schiena… E questa palla??
Mi sembra
tanto…ma…chi l’ha lanciata??
‘EHI
TU!!!!
VIENI QUI!!! SCUSACI!!!’ gridava un tizio vestito tipo
‘indigeno moderno’
(provate a descrivere uno che vi dista almeno 30 metri!!!)
che agitava
la mano come per un saluto. Assieme a lui c’erano altri
cinque ragazzi, meno
alti di lui, tutti alle prese con altri palloni dello stesso tipo.
Erano
vestiti in modo molto simile, e per questo sembravano una squadra vera
e
propria.
Tidus
notò vicino a sé galleggiare una palla grande
poco meno della sua testa. Era
per metà bianca e per metà blu chiaro, con alcune
strisce sempre blu attorno
alternati, e con una scritta gialla che non riusciva a comprendere.
Io
questa palla l’ho già vista….. Ma
certo!!! Non è quella che si usa per il
Blitz?? Adesso inizio a ricordare!!
Quella
palla portò con sé moltissimi ricordi, tra qui la
squadra rappresentante la sua
città Zanarkand. Tutte le volte che c’era una
partita, una grande quantità di
tifosi e fan venivano a chiedere autografi, oppure di essere visti
durante i
goal o all’intervallo. Erano i giocatori più forti
in assoluto nel torneo,
fondata dal mitico “Dark Crow” o qualcosa di
simile. Si ricordava piuttosto
piccolo, mentre provava a giocare ed a tirare con quel pallone. Ma
c’era
davvero una domanda a cui non sapeva rispondere. Come faceva a non
ricordare
nulla?? Cosa gli aveva fatto perdere la memoria sul proprio passato??
Cosa gli
era successo?? Volle provare a tirare quel pallone, magari avrebbe
ricordato di
più: forse era ancora sotto gli effetti di quella
‘stregonesca’ trasformazione…
Così prese il pallone e la lanciò in alto con le
mani, si alzò dall’acqua e
fece una sorta di rovesciata, colpendola con entrambi i piedi: ne
uscì un tiro
così potente che raggiunse il gruppo sulla spiaggia in pochi
secondi,
schiumando la superficie vicina alla sua direzione. L’uomo
più alto, che aveva
prima agitato la mano, per un pelo riuscì a schivare quella
cannonata e poi si
girò con la bocca spalancata per lo stupore, mentre gli
altri si girarono
facendo commenti a bassa voce nelle loro orecchie. Forse…
forse ho un
pochino esagerato…. Cavolo!! Devo ammettere di essere
migliorato molto in
fretta… o non ricordo nemmeno questo??
L’amnesia
iniziò a turbarlo un poco. Cos’altro doveva
scoprire, così, di colpo?? Forse
restare lì, in ammollo, con una squadra che ti lancia strane
occhiate, non era
una buona idea… Così si avvicinò ai
ragazzi molto lentamente, mostrando
notevoli segni di fatica. Già, perché?? Forse
tutti quei “viaggi” lo avevano
stancato...
L’acqua
era
un po’ fredda, mentre la sabbia della piccola costa dorata
era invece quasi
bollente, tanto che quando mise delle mani lì sopra, dovette
ritirarle subito.
Quando alzò lo sguardo, si trovò davanti quello
più alto: aveva i capelli
rossicci e tenuti in alto grazie ad una fascia azzurra che li separava
dalla
fronte abbronzata, con un ciuffo centrale più lungo. I suoi
occhi erano castani
chiari e portava dei pantaloni gialli, leggeri e gonfi, e
portava sulle
braccia delle specie di maniche singole, di diversa lunghezza, che
lasciavano
il busto completamente scoperto, tranne la parte bassa
dell’addome. Ma come
cavolo è vestito??
‘Ma
come
cavolo sei vestito? Non sembri di qua!’ diceva uno, e gli
altri lo raggiunsero
dietro.
‘Che…che…che…
tiro!!! Non sembri un dilettante!! Da chi hai imparato?’
continuò quello che
doveva essere il capitano.
‘Io…ehm…
talento…eh eh!’. La sua risposta fu interrotta da
un acuto rumore che proveniva
dal suo stomaco: tutti si misero a ridere come pazzi, alcuni
puntandogli
l’indice, altri invece piegandosi sull’addome,
mentre lui arrossì di colpo per
imbarazzo. Forse quello era un altro talento…!!
‘Vedo
che
hai fame, eh??! Ti porterò io al nostro
villaggio… Comunque mi chiamo Wakka,
allenatore e capitano di questa squadra: i “Besaid
Aurochs”’–diede una specie
di “cinque” al nuovo
arrivato—‘Quel tiro era degno di un vero
campione!!! Non
mi hai ancora detto come ti chiami o da dove vieni!!!’. Gli
altri smisero di
ridere, vinti dalla propria curiosità.
Bene,
vediamo se lui mi può riportare indietro o mi può
dire qualcosa su quello che è
successo…
Mi
chiamo…Tidus e vengo da Zanarkand. Potreste portarmi
là, o meno…dirmi dov’è?
E…dove mi trovo ora?’ chiese con un tono un
po’ affaticato. Beh, cosa c’era di
male?? Fatto sta che la sua risposta fece ammutolire l’intera
squadra di quel
“Blitzball”. Wakka fece segno agli altri di andare
al villaggio per restare
solo con lui, prima di rivoltarsi di nuovo.
‘Accidenti…
‘—lo guarda da capo a
piedi—‘…ti vedo conciato male!! Cosa ti
è successo?’.
‘Mi
ha…risucchiato Sin e…mi ha portato
qui…almeno credo…’.
‘Ahhh…Questo
spiega tutto…sei stato intossicato da quel
mostro…!!!’.
‘Intossicato?!’
e l’altro subito spiegò ‘Sì,
come no? Le tossine sono piuttosto potenti, e
possono far perdere la memoria. E non sei l’unico sai? Ti
trovi in Spira, sulla
spiaggia di quest’isola, Besaid, nel punto più a
sud del continente…’. S..Spira??
Che posto è??? Poi il capitano continuò.
‘Avrai
sbagliato
il nome della tua città….Lo sai che Zanarkand non
esiste più??’.
‘Che
significa non esiste più??’—lo fissa
scettico—‘Io.. l’ho vista mentre veniva
distrutta da quel mostro!!! Da quelle specie di
scaglie…e…’.
‘Ahahahah…Devi
aver fatto un sogno, perché è successo mille anni
fa! Una notte, secondo quanto
dice il nostro credo, un’entità che tutti chiamano
con il nome di Sin [sarebbe
‘Peccato’] distrusse la florida città
più felice e meccanizzata di Spira in
quel momento…’—il suo tono poi si fece
duro—‘E tutto a causa dell’eccessivo uso
delle macchine da parte degli uomini, che diventarono piano piano
sempre più
pigri e fannulloni. Da lì in poi non facciamo più
uso di esse: se capitasse
arriverebbe di nuovo per seminare la morte…!!’.
Tidus non
fu capace di rispondere, ed erano vari i motivi. Era la tipica reazione
di chi
non riusciva a credere più a nulla, forse anche per via
dell’amnesia. Aveva la
strana sensazione di essere rimasto…come dire…
“addormentato”…”bloccato”
per
tanto, davvero tanto tempo, forse addirittura per decine di anni. E
aveva in
mente anche quell’indovina, quella città
trafficatissima, quei creditori che
correvano dietro ad una ragazza disperata. Quella ragazza?? Lo aveva
svegliato
da quella specie di “sonno”?? E quel
‘coso’ che chiamavano tutti Sin? Lo aveva
portato mille anni nel futuro?? Ma come crederci??
Tra un
pensiero e l’altro, nacque un forte mal di testa, che si
aggiungeva alla
stanchezza. Si piegò a metà in avanti, mettendo
entrambe le mani sulle
ginocchia. Wakka stava già spiegando il loro tragitto verso
il villaggio,
quando, improvvisamente, vide davanti ai suoi occhi una breve ma
intensa luce
azzurra: dopo di essa vide davanti a sé una ragazza di
diciassette anni, che
respirava affannosamente come una maratoneta alla fine della sua corsa.
Wakka
restò impressionato per alcuni minuti, il tempo in cui Noemi
si guardava da
capo a piedi, mani comprese. Ma…ma…che…
‘Tu...tu
hai un chakra!!’. Quell’esclamazione la stava
facendo quasi spaventare.
‘Tu…tu
hai
visto?! Un…un ‘chakra???’
Ma…cos’è??’ gli rivolse uno
sguardo che conteneva in
sé tutto il suo scetticismo e la sua confusione.
L’altro si avvicinò piano
piano verso di lei, come chi deve confessare una specie di segreto.
‘Ascolta…vieni
con me al villaggio…ti porto in un posto dove non
potrà sentirci nessuno...’
Noemi si
guardò intorno inquieta, seguendo camminando con scarsa
sicurezza dietro il
nuovo amico. Si sentiva come un pulcino appena uscito
dall’uovo, alla scoperta
di una realtà del tutto nuova. Spira???
Blitzball?? Chakra???
Questo…questo…è ridicolo…
Ma che cosa ha fatto quella spada?? Mi ha portato in
questo mondo nuovo…però sembra così
reale tutto questo…forse più che un sogno
è
un’allucinazione… Ma…quella donna!!
Quel…quel bambino!! Che cosa vuole da me??
Sembrava il “sapientone” della
situazione…E poi…dov’è
finita quella nave?? Quel
carico…quel ragazzo che…!! Che strano...ho
l'impressione di essere
stata...lui!!!
Le domande
si aggiungevano tutte come frammenti di un gigantesco puzzle, tutti
alla
rinfusa e senza un punto di riferimento. Wakka intanto la condusse
attraverso
un piccolo sentiero ricoperto di palme sotto il sole cocente, ricco di
erba,
fiori vari e piante più strane. Esso portava verso
l’altra spiaggia rocciosa
che si affacciava coma un promontorio sul mare calmo ed incredibilmente
trasparente. L’orfana si affacciò contemplando il
bel panorama intorno, fino a
quando Wakka non la spaventò a morte da dietro. Che bel
tuffo che fece! Da
almeno una ventina di metri!!! Era il suo record, fatto urlando come
una disperata
mentre era sospesa in aria, agitando braccia e gambe a vuoto... Egli lo
segui
facendo un tuffo a testa in giù, dopo una megarisata che
aveva fatto volare
diversi uccelli che avevano piume dai colori dell’arcobaleno.
Nonostante
il megatuffo, Noemi non "affogò" come pensava. Infatti,
anche
quell’acqua era strana. Riusciva infatti respirare.
‘TI…TI
SEMBRA IL CASO DI SCHERZARE??? Volevi farmi affogare???’
esclamò la ragazza,
appena raggiunse la superficie. Mi conosce da poco e
già fa il clown con le
persone…. Ma qui hanno tutti una rotella fuori posto???
‘Non
ti
piace l’acqua??? Eppure, se non esisterebbe, non ci sarebbe
neanche il
mitico Blitzball!!’.
‘E’…
quello
sport che si esegue sott’acqua, vero?? Avevo visto uno
stadio….’ Intanto il
capitano indicava la strada da seguire, nuotando con
velocità incredibile.
‘Sì…certo!!
Dovrei portarti un giorno a Luka: la capitale del Blitz! Tutti i
campioni si
recano là per partecipare al supertorneo annuale!
Quest’anno, in particolare,
gli organizzatori hanno pensato in grande, mettendo numerosi premi in
palio..
tra cui la
Coppa
di Cristallo!!’ Sarà... ma mi sembra
strano che tutti non muoiano affogati!!
Tutt’intorno
al golfo si estendeva una natura rigogliosa, che meritava un intero
calendario.
C’erano uccelli mai visti e sott’acqua piante
brillanti come cristalli, che in
confronto alla barriera corallina era come paragonare i diamanti al
bronzo. Il
fondo brillava come se fosse ricoperto di perle, riflettendo le onde
luminose
esterne, tanto che il fondo era perfettamente visibile. Continuarono a
nuotare
fino all'altra sponda, da cui proseguiva un'altra vietta.
‘Conosci
la
squadra dei Zanarkand Abes??
Ecco… ho visto un’ immagine su di
loro…’ chiese Noemi.
‘Cosa???
Allora cadi dalle nuvole!!! Ahahah...quella squadra è
leggendaria!'—mostrò poi
un viso "solenne"—'Si dice che prima della distruzione di
quella
città sacra, era imbattibile, vincendo per quindici anni di
fila!!! Era una
squadra praticamente perfetta, grazie anche al loro fondatore che
giocando pure
da capitano, la portò agli apici con i suoi tiri
potentissimi… Purtroppo
nessuno sa chi fosse stato, perché andò tutto
perduto mille anni fa...’ Una
squadra imbattibile?? Mi piacerebbe così tanto diventare una
celebrità…peccato
che non abbia mai avuto questa fortuna!! Figuriamoci il capitano di una
squadra...
I due poi
uscirono dall’acqua vedendo da lontano il villaggio.
‘Tu...sei
un capitano... o sbaglio?? Ti vedevo con gli altri ragazzi...'.
‘Beh…
Se
riesci a portare la squadra alla vittoria…’ lo
sguardo si fece cupo, poi lo
rivolse verso il villaggio.
‘Iniziai
a
giocare a cinque anni e poi giocai ai tornei da quando avevo tredici
anni. Ma
mai, in dieci anni di tentativi su tentativi, riuscii a strappare un
misero
quarto posto…’ Quarto posto???
Poverino… Ne ha collezionate di sconfitte…
‘E
quante
squadre partecipano??’ Lui rispose che erano sei. Si notava
quasi qualche
lacrima all’occhio. Era davvero abbattuto. Questi casi di
solito, spingevano la
ragazza di Metropolis ad agire quasi senza pensare alle conseguenze: e
si
vedeva benissimo che cosa poteva "sparare" a volte.
‘Ti
piaceva
quel tiro, vero??’ disse ella.
‘Cosa
vorresti dire??’ fece una faccia davvero sorpresa.
‘Potrei…
ecco… quei tiri...'—come
spiegarglielo??—'...potrebbero aiutare la tua
squadra, vero?? Basta usare il…c…come si
chiama...’.
‘Chakra???
Usarlo? Senza sfruttare i suoi poteri…??’.
‘Cosa
intendi dire??? Che "magia" c’è dietro?? Ecco...
questa è un’
altra novità: passeranno decenni prima che capisca cosa
succede… un sogno non
può durare così tanto...ma... come pensare che
sia vero?? Però mi trovo così
bene lontano da quella vitaccia da ladra… Era
però vero... per la prima
volta, da quando scappò dal padre, non correva via da
fruttivendoli e mercanti
per qualche pezzo di pane o frutta, ma il pensiero di quei "poteri"
la turbava ancora.
‘Il
chakra
è una forma di energia magica che permette di avere poteri
straordinari e
leggendari: sono in pochissimi a possederne uno. Con esso questi
"eletti" possono effettuare speciali magie ed incantesimi... in alcuni
casi con esso si possono evocare spiriti
dell’aldilà...’ Ho...
ho
sentito bene?? Ha detto aldilà??? Oddio!!!
‘Mi
stai
dicendo che il "chakra" è una magia che risorge
un’anima, uno spirito
o cosa?!?!?’.
‘Be…
più o
meno sì… Conosco comunque una persona che
sicuramente ti dirà di più…
E’ al
villaggio…’ poi notò la faccia
impallidita di Noemi che sembrò passare del
rossore della stanchezza al candido colore dei fiori
“biancaneve”.
‘Stai
bene?? Eppure tutti conoscono questa magia... Ah!!
L'intossicazione… Da quanto
tempo hai usato il chakra?’ chiese Wakka pensoso.
‘Non
lo so…
E’ successo tutto verso notte…credo...’—poi
fu colpita da un lampo—'Ma...ma...
tu...hai visto che io ero...prima...' il suo viso arrossì
per la paura di dire
una gigantesca sciocchezza.
'Ahahah....che
tu eri...un'altra persona?? Certo che l'ho visto!! E giuro di non aver
mai
visto una cosa simile in vita mia!! Credo che tu abbia una seconda
identità
magica...!!' il capitano rideva di gusto, dando poco peso alla
stranezza. Poi
notò la fatica della ragazza, che era ancora più
confusa di prima.
‘Stai
attenta ad usare poteri del genere... perché usarli comporta
un grande sforzo
fisico e mentale! Hai bisogno di riposarti un
pochino…ahahah!!!’. Fantastico,
arriva quel tizio e mi mette ko!!! Deve essere lo stesso che avevo
visto sulla
spada... Se ancora si azzarda a ricomparire o a "sconquassarmi" la
vita… giuro, non so cosa gli faccio…
Poi lo stomaco della ragazza brontolò.
‘Ehm… ok, anche di un bel piatto di
pasta!!’ Bene, finalmente qualcosa in
comune con Metropolis…!!
Arrivarono
in poco tempo al villaggio di Besaid: solo cinque tende stile
"pellirosse
civilizzati" fatti con tessuti, legno colorato, fili di canna e delle
foglie di palma. Gli abitanti erano forse solo una
quarantina, contando
forse anche cani (con orecchie lunghe almeno quanto la loro coda) ed
uccelli.
Si trovava in una pianura affacciata sul mare, attraversato da un
sentiero di
terra. Da lontano si notava davanti una specie di tempio. Era
incredibile come
la minaccia di Sin fosse così tanto sentita: non
c’era la minima presenza di
macchinari o mezzi di trasporto… come se non ci fosse mai
stata la rivoluzione
industriale. Noemi si immaginava il futuro come qualcosa forse di
opposto e
diverso. Ma quello era davvero il futuro del suo mondo??
Lei
iniziò
ad essere davvero pervasa dall’ira di non sapere nulla di
nulla. Non solo si
trovava chissà dove, ma doveva fare i conti con Tidus che la
stancava in quella
maniera e che prendeva prepotentemente il suo "posto". Ma chi si
credeva di essere? Lo riteneva come una sorta di "boss" da
sconfiggere. E poi da dove cavolo era spuntato?? Tra le domande senza
risposta
ed il rischio di non essere più sé, ella
rischiava di scoppiare, e Wakka se ne
accorse.
‘Ehi!!
Siamo al villaggio… Cerca di stare calma, ok? Se fai
così userai di nuovo il
chakra!!!’ le sussurrò affianco, quando si
trovavano sotto un piccolo arco d'
"ingresso".
Tale
rischio la fece tornare fuori dai suoi pensieri su come progettare un
piano per
scacciare le "anime in più indesiderate". Che
villaggio?? Ma… le
case normali non esistono? Non c’è ombra di
qualche macchina… Tutto per colpa
di quel mostro. Mi sembra di aver usato io una macchina del
tempo….
‘Vado
nella
mia tenda a prepararti qualcosa… Intanto vai a conoscere
qualcuno. Poi ti
chiamo’.
Subito
arrivarono due ragazzi vestiti quasi da "soldati", uno con i capelli
rossi e l’altro scuri, con la coda di cavallo che gli usciva
da dietro. Si
misero insieme a fare quello che sembrava una forma saluto: portarono
dietro la
gamba sinistra, allargarono le braccia per poi ricongiungerle insieme
davanti
al petto con i palmi delle mani che formavano un cerchio, uno sopra
l'altro,
per poi chinarsi come i sudditi davanti ad un re medievale. Ma
cosa stanno
facendo??
‘Ah!
Non
sei arrivato con il tipo venuto dal mare… Ma mi avevano
detto che era un
ragazzo...’ disse quello rossiccio. A quanto pare
tutti sanno già tutto qui…
‘Ehm...hanno
sbagliato… Comunque penso che farete amicizia…
E’ solo un po’ confusa...’ dopo
Wakka andò nella sua tenda, pensando che fosse meglio tenere
nascosta la nuova
scoperta.
I due
portarono Noemi in quella che sembrava la tenda principale. Era blu con
diversi
tronchi accatastati che costituivano le facciate. La porta invece era
costituita da una bellissima tenda ricamata. Continuavano a parlare tra
loro,
di cannoni, di esche... chissà per che cosa.
Dentro
c’era un tavolo in legno e più in fondo alcuni
letti (su uno di essi dormiva
perfino un gatto). All’ingresso c’era un gestore
delle armi che comprendeva
aste, lance e giavellotti, ben lontani dalle pistole e dai fucili. I
tre si
sedettero vicino al tavolino.
‘Mi
presento. Mi chiamo Luzzu, al comando delle forze della Milizia di
Besaid!’
disse quello con i capelli rossi. ‘Io mi chiamo Gatta,
sottotenente.’ continuò
quello con il codino.
‘Ehm...scusate…
cos’è la Milizia??’
a quella domanda gli altri due ammutolirono improvvisamente guardandosi
in
faccia.
‘Signore…
ma le tossine di Sin sono
così potenti??’
fece
Gatta a bassa voce, portandosi la mano destra sul viso.
‘Evidentemente
sì... Bene, la Milizia
è un esercito
composto da volontari da tutta Spira. Fondata dal guerriero Mihen, si
incarica
di sconfiggere Sin una volta per tutte. Ed abbiamo intenzione di
attaccarlo fra
una settimana circa...’ Uao! Ne hanno di coraggio
ma…
‘Ma…
in
quanti siete??’
‘Circa…
un
migliaio...’ Cosa?? Poi Gatta
balbettò con un po' di imbarazzo ‘Ma...ma
ci stiamo espandendo!!! Basta un po’ di tempo!!...’.
Noemi
passò
poi parte del pomeriggio a mangiare e riposarsi un poco sul letto nella
tenda
di Wakka. Quando mai lo avesse fatto!!! Infatti, quella era stata una
"ghiotta" occasione per rivedere qualcuno nei propri sogni...
Nel sogno
la ragazza si ritrovò nella periferia di quella che sembrava
la precedente
Zanarkand. Era in una specie di nave sul mare, vicino allo stadio che
aveva
visto. C’erano due persone: uno che sembrava vestito da
"pirata", ma
non era molto chiaro come, ed un bambino affianco, che sembrava lo
stesso
sognato prima.
Il
"signore" era a torso nudo e girato di spalle, e portava dei strani
pantaloni, da una parte lunghi e rossi, che sfumavano in arancione, con
delle
fiamme nere sopra stilizzate nella parte terminale, e dall'altra molto
corti e
grigi. Portava sulla fronte una spessa fascia rossa, dalla quale
spuntavano,
sparati, capelli castani lisci e lunghi. Non appena quel tizio si
girò, mostrò
i suoi occhi castani scuri, e sul petto muscoloso un enorme tatuaggio
che
rappresentava uno strano simbolo a forma di "T", lo stesso
che
c’era ad esempio nella catena che Noemi si era trovata al
collo. Si mise a
ridere con la bocca spalancata, e le mani sulla vita, come chi non teme
nessuno
e non sente rivali prima di una gara.
‘LUI
mi ha
rovinato la vita….’ disse una voce triste che
Noemi sentì da dietro. Quel
bambino, senza che ella se ne accorgesse, era alle sue spalle.
Stavolta lo
vide più da vicino ed assomigliava, almeno nel volto e nella
forma degli occhi,
a qualcuno che aveva già visto, anche se aveva i capelli e
le sopracciglia
castani. Finalmente ti vedo di nuovo… Se non mi
dici bene cosa significa
tutto questo…almeno chi sia quello…
‘Chi
è?
E’ mio padre…Jecht....che purtroppo ho
appena ricordato...’ poi calò la
testa. Lei si spaventò un poco.
‘Tu…
tu
leggi nella mia mente???’.
‘I
sogni si
fanno nella mente. Siamo nella tua mente... o nella
nostra...’.
Noemi
iniziò ad essere davvero stufa di misteri e frasi cifrate.
‘Ma... Insomma!! Che
sta succedendo?? Che cosa vuoi da me?? Cosa ho fatto di
male??!!’. Il piccolo
mostrava una grande comprensione, nonostante la sua piccola
età.
‘Non
hai
fatto nulla di male... ma... vedi... solo tu puoi
aiutarmi…!! Piano piano
inizio a ricordare... ma sento che è stata tutta colpa sua
se sono ora così!!!
Jecht!!!’—ed indicò quel
"pirata"—‘E...la mia città è
stata
distrutta!!!' e rese la faccia più triste che Noemi ebbe mai
visto prima.
‘Scusami...'—con
tono dolce—'...Io non posso farci niente!!
E poi non capisco di che
parli!!'—poi alzò la voce—‘Prima
vengo spedita in un mondo
strano, poi assalita da un mostro enorme, poi "ripescata" da persone
che parlano marziano e poi divento un’altra
persona… Ti sembro in grado di
aiutarti?!?!?’.
Il piccolo
si mise quasi a piangere, e la ragazza si sentì subito in
colpa per essersi
sfogata con un triste bambino. Si avvicinò a lui, mentre il
tizio da lontano
continuava a ridere.
‘Scusami…
non volevo… Io... sono davvero confusa in questo
momento… ma se è possibile
aiutarti io lo farò...’.
‘Ho
fiducia
in te... e capisco che è più difficile per te...
io aspetterò... Deve essere
stato lui a distruggere la mia casa, i miei amici, la mia vita!! Ti
donerò
tutti i poteri che ho visto di possedere...' Noemi non
capì proprio
nulla, fino a quando non pensò al chakra che Wakka aveva
cercato di spiegare:
ebbe una strana intuizione. Strana, ma possibile.
‘No,
no,
no… stai parlando di Zanarkand?? Abitavi
lì?’.
‘Sì….
Ed
ora… tutto sparito, cancellato, distrutto… come
abbiamo visto...’ Poi ella notò
che egli aveva la stessa catena a "T" strana che Noemi si era trovata
dopo il "superviaggio". Ed ebbe un’altra intuizione, stavolta
quella
che poteva chiarire qualche dubbio bello grosso.
‘Tu...tu
non sei mica lo spirito del chakra?? Tu.. tu sei
Tidus??’
Quel
bambino annuì timidamente, dicendo poi qualcosa sottovoce
che non si riuscì a
comprendere. Lentamente egli sparì come un fantasma che
"evapora",
fino a quando tutto divenne improvvisamente bianco.
Noemi non
sapeva se odiarlo o meno. E poi come si spiegava il fatto che lo vedeva
come
bambino?? Era così... diverso lui…quasi opposto.
Ma questo, di certo, non
spiegava perché proprio lei era stata scelta per un "favore"
al quale
non si sentiva all’altezza.
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Capitolo 4 *** Cap.4: Discovering The New World ***
Noemi
stava ancora sognando su quel materasso bianco affianco ad una parete,
mentre Wakka
venne chiamato da Gatta fuori.
‘Siete
pronto? La prova vi aspetta…’.
‘Va
bene…arrivo subito…’ rispose lui,
lasciando dormire l’orfana, che dopo pochi
minuti si alzò di colpo, come se fosse ritornata nel mondo
reale dopo un
incubo. Già…quella era la prova che
ciò che era successo nell’
“incubo”,
iniziato da Zanarkand, in realtà era stato tutto vero,
purtroppo.
‘Wakka?!’
esclamò, subito destandosi da letto ed andando a cercarlo al
villaggio. Trovò,
seduto a mirare intorno con tranquillità, il miliziano Gatta
che subito la
notò.
‘Scusate,
avete visto Wakka? E’ importante…’
chiese lei, con la faccia da “disperata”
scioccata. Non voleva per niente crederci che forse, quello, era un
mondo
reale.
‘Si
trova al tempio di fronte al villaggio. E’ al
“Chiostro della Prova” per
trovare la sfera’. Cosa ha detto??
Vabè…
devo subito trovarlo ‘E…
dov’è il tempio?’ chiese ancora.
‘Non
te l’ho detto?? E’ dietro di te!!’
rispose, rivolgendo anche l’indice. Ella si
voltò e vide un tempio che lontanamente ricordava le chiese
di Metropolis o quelle
medievali. Era una costruzione dalle forme azzurre, arrotondate ed
allungate. L’ingresso
era diretto, preceduto da un corridoio che passava sotto diverse arcate
circolari che si collegavano ai lati del tempio. Non
ho visto mai niente di simile!! Entrò
attraverso una porta a due ante, alta
circa due metri, e decorata da strani simboli: “Benvenuti al tempio
ventoso di Yevon”.
Dentro
si trovò in un’enorme sala circolare con attorno i
posti dove pensava che si
sedevano i predicatori. Fu in quel momento che ella capì
quanto quel mondo
fosse diverso dal suo. A fianco della porta frontale alla sala, opposta
alla
porta d’ingresso, si trovavano due statue enormi, una per
fianco, e il soffitto
era tapezzato di simboli strani che conferivano alla sala un aspetto di
grande
solennità e maestà. Uao….
Ma che
religione professano in questo mondo? E chi sono quelli rappresentati?
Restò
davvero meravigliata e si avvicinò poi davanti alla figura
di destra, che
rappresentava un tizio dall’aria molto importante con
un’asta in mano, un
elmetto in testa, ed un vestito quasi complessivamente di forma
triangolare,
con maniche molto lunghe e gonfie. Subito, mentre lei mirava,
iniziò a parlare
quello che sembrava il sacerdote del tempio di Besaid, dopo aver fatto
quella
stessa forma di saluto che la ragazza aveva visto
all’ingresso del villaggio.
‘Questa
è la statua del grande invocatore Braska.
Combatté Sin molto tempo fa, ma perse
la vita durante il suo scontro contro Sin…’ Cosa…
non ho capito…
‘Posso…sapere
chi è un “gran invocatore?” chiese lei
ad alta voce, e tutte le persone presenti
si sorpresero nel sentire una domanda del genere, come chiedersi
“Ma da che
mondo viene questa, che non sa una cosa così
importante??!”. Da lì in avanti si
potevano sentire piccoli brusii qua e là, tipo come si fa
nei pettegolezzi. Di
fronte ad una situazione di tale imbarazzo, ella tirò fuori
la scusa di Wakka:
‘Ehm… Sono stata intossicata da
Sin…e…ehm…non ricordo più
nulla…!!’.
Il
sacerdote
si riprese dal suo scetticismo ed iniziò a parlare, quasi
con fatica. ‘I grandi
invocatori…sono coloro che vengono eletti ad avere poteri
straordinari,
evocando anime dell’aldilà che si sono
sacrificate.’—Questa
l’ho già sentita…
—‘Essi sono la grazia data a noi da
Yevon…’—Deve
essere il “Dio di Spira” immagino…
—‘…per
combattere e sconfiggere una volta per tutte Sin!’—Ma non c’era la Milizia
per questo?? —‘C’è
adesso Yuna a darci una nuova
speranza!!’.
Improvvisamente
giunsero altre due persone. Uno forse no: era alto almeno due metri,
robusto e
con la pelle viola, con del pelo folto e di color lilla sulle spalle e
sulla
parte superiore delle braccia e delle mani. Mani??
Mi sembrano più zampe!! Perfino i suoi capelli
erano dello stesso colore:
lunghi fino al collo e lisci, tanto che poteva permettersi di avere una
corta
coda di cavallo dietro. Aveva la faccia esattamente come quella di un
leone,
con gli occhi giallastri ed un corno, forse rotto da molto tempo, sulla
sua fronte,
e qualche orecchino a cerchio sulle orecchie. Sembrava un vero e
proprio leone
bipede, con artigli affilati sui piedi e sulle arti superiori. Da
dietro il
vestito, molto semplice, spuntava anche una coda.
L’altra
era una donna alta con i capelli neri, lunghi e lisci, raccolti dietro
con due
bacchette stile cinese a croce e decorati. Portava un abito nero e
grigio
scuro, con ampie e lunghe maniche, ricamate nella parte terminale, che
lasciava
scoperte le sue candide spalle lisce e consisteva ai lati di una folta
pelliccia di colore bianco sporco, e che terminava con una lunga gonna
composta
da diverse cinture intrecciate. Il suo soffice collo era occupato da
due grosse
collane, ed una lunga frangia nera e mossa, le copriva
l’occhio sinistro. La
cosa che più sorprese fu il suo colore: un puro porfido
rosso sangue. No, no… non
era un vampiro… Ma quelle labbra violacee… Brrr…mi
mette i brividi!! Si avvicinò al custode.
‘Wakka è ancora dentro?’
‘Sì…Gli
dev’essere successo qualcosa…’ rispose. Cosa??
Proprio ora che gli devo parlare?? Cosa cavolo sta facendo
là dentro??
Noemi
sapeva bene che quell’ “indigeno” era
l’unico che potesse aiutarla con i suoi
dubbi, soprattutto con il sogno che aveva fatto con Tidus.
Così corse verso la
porta là vicino senza ascoltare nessuno.
‘Ehi
tu! Dove vai?? Lo sai che il Chiostro della Prova è
accessibile solo ai
guardiani??’ urlò quasi la “signora in
nero” in modo autoritario.
L’altra
allora scoppiò quasi con rabbia. ‘Ah,
sì? Che razza di prova deve superare?? Ho
bisogno di lui ORA!!! Che cosa mai ci sarà di strano in una
stanzetta??!!’ e
corse verso il chiostro. Per fortuna che non erano abituati ad avere a
che fare
con una ragazza sacrilega, e sul momento non riuscirono a fermarla. La
signora
scosse la testa mettendosi una mano sulla fronte.
‘Beh…almeno Wakka non sarà
solo… lui che vuole farsi sempre vedere e
mostrare…così imparerà che il
Chiostro è una cosa seria!!!’.
Una
volta dentro, Noemi non capì più nulla.
C’erano passaggi, scale, porte ovunque,
tapezzate di simboli luminosi simili a quelli visti prima. Uno, in
particolare,
continuava a ripetersi: “t”.
Deve
essere la lingua del posto… peccato che non ci capisca un
tubo… Ehi!! E’ una
fortuna che mi capiscano quando parlo!! Ehm…credo di essermi
persa… Così
iniziò ad urlare il nome del suo amico e a fare casino, cosa
che gli riusciva
sempre bene, soprattutto quando rubava ai fruttivendoli, fino a quando
non si
sedette stanca vicino ad una porta bloccata, che era forse la giusta
via
d’uscita. Guarda in che ginepraio
mi sono
cacciata… ora chi mi tira fuori da qui??… Usare
quel cha… come cavolo si chiama??
Naaaah… è troppo pericoloso!!
P…però…’—rabbrividì—‘…mi…mi sa che…che
non sto sognando…!!!
Ma,
per fortuna, dopo alcuni interminabili minuti, fu Wakka a trovarla
disperata,
uscendo proprio da quella porta che aveva interrotto la sua ricerca.
‘Ehi!!
Cosa ci fai qui?? Lo sai che è vietato??!!’ le
urlò quasi con grande durezza.
Ci
tieni così tanto alle tradizioni??!!
‘Ma
tu…
cioè…io…’—guarda
il suolo—‘…dovevo parlarti,
ecco!!’.
‘Ah
ah
ah!! Una ragazza che vuole parlare con me?? Devo dire che è
la mia giornata
fortunata!!’.
‘Vabè…
dimmi piuttosto come cavolo usciamo da questa specie di
labirinto!!’.
‘Cosa??!
Non sai neppure questo?? Sei proprio messa
male…’—Grrrrazie!!!—‘…Sto
cercando il Naos dell’Intercessore. E’
lì che
potrò trovare la sfera magica di Besaid!’ Una
sfera magica???
‘Per
cosa, scusa? Per battere Sin? Da solo??? Pffff…’
si stava mettendo a ridere.
Così
lui iniziò a spiegare, mentre la conduceva al Naos,
risolvendo l’uno e l’altro
enigma dei simboli sulle pareti. Doveva conoscerli bene, per rendere
più facile
del previsto la prova.
‘Vedi…
dice la tradizione, che il grande Braska usò sei sfere
magiche per ottenere un
potere tanto immenso da poterlo sconfiggere. Esse si trovano risolvendo
le
prove nei chiostri dei templi e sconfiggendo il mostro che custodisce
ciascuna
sfera nel Naos dell’Intercessore. Le sfere sono quella di
Besaid, Kilika,
Djose, Macalania, Gagazet e quella di Bevelle. Ognuna di esse permette
di
controllare particolari elementi naturali, e fare incantesimi con le
opportune
formule magiche…le
magie…M…“Master”, o una cosa
simile…! Le sfere vengono raccolte
da un invocatore e dai suoi guardiani’—e forse
senza accorgersene mostrò
maggiormente il suo petto con il
pollice—‘viaggiando in pellegrinaggio per
tutta Spira!!’.
‘Ma
dimmi… perché allora Braska venne sconfitto? Me
l’ha detto un sacerdote...’.
‘Beh…ecco…si
dice che esiste anche una settima sfera, quella di Zanarkand.
Però è solo una
leggenda, e sembra che non sia nemmeno custodita da un mostro o sia in
un
tempio…’ Qui il suo viso si riempì di
insicurezza.
‘Ma…allora??!!
Cosa aspettate a cercare prima quella?? Così vi evitate la
fatica…’.
‘Ne
abbiamo discusso a lungo… alla fine è stata la
nostra invocatrice, Yuna, a
decidere. Sarà l’ultima sfera che cercheremo. In
fondo…bisogna fidarsi di chi
proteggiamo!!! Ehehehe’.
Wakka
aprì poi una grossa porta. Sembrava l’ultima. Era
molto semplice, e sembrava
quella che si usava nei castelli medievali, pesante e alta
più del dovuto.
‘E
poi… mi ha detto che quelli come lei riescono ad evocare
spiriti dell’aldilà…
Ehm… il mio caso c’entra qualcosa??’
Noemi mostrò grande ansia. Pensava che
almeno non fosse l’unica.
‘In
realtà…il tuo caso è piuttosto
particolare… ecco perché voglio farti conoscere
Yuna… Magari anche tu potresti diventare una guardiana o
guardiano!!!’ Cosa??!! Non mi passa
neanche per la testa
di andare in capo al mondo a cercare sfere… mi interessa
risolvere il problema
e fuggire subito, all’istante…
‘Perché
tu sei un guardiano??’ chiese la ragazza, mentre percorrevano
un piccolo e
semplice corridoio, che portò ad una piccola sala circolare.
‘Sì…penso
di abbandonare il Blitz per intraprendere meglio questo impegno!! Il
nostro
dovere è proteggere gli invocatori ad ogni costo durante il
pellegrinaggio. Ora
la mia squadra è rimasta senza capitano… Ed avevo
bisogno di qualcuno che ecco…’—un
po’ imbarazzato—‘…portasse la
squadra alla vittoria… Avevo pensato
a…’.
‘Tidus??’
appena detto, la saletta iniziò a tremare ritmicamente. Era
come se si stesse
avvicinando un gigante. Altro che gigante!!!!
Nella
sala entrò un essere di tre metri, che si muoveva su due
piedi ed era composto
di sole pietre e sassi. Alcune rocce componevano le sue gambe, altre le
“mani”,
che avevano la stessa forma dei martelli. Tutt’intorno si
muoveva un vortice
d’aria fortissimo che fischiava e che sembrava mantenere in
piedi tutte quelle
pietre. Oh…oh!!! Chi…
CHE DIAVOLO E’ QUEL
COSO?? Vuole massacrarci, immagino!!! La prossima volta non
citerò ancora quel
nome… magari è stregato come quella maledetta
spada…
‘Eccolo!!
Quello è il custode della sfera di Besaid, che controlla
l’aria e le rocce!!
Abbiamo risolto gli enigmi… ora dobbiamo solo
batterlo!!’ spiegò Wakka, mentre
tirava fuori un pallone chiodato. Ha…ha
detto bene??? DOBBIAMO??? No no no…. Io me la
filo…
Noemi
cercò di uscire dal naos a gambe levate: era un coso orrendo
sì, ma anche lento
nei movimenti, pensava, con tutte quelle rocce!! Peccato che quel
vortice in
realtà lo rendeva molto più agile di una
gazzella. Quando lei cercò di
avvicinarsi alla porta, venne presa in pieno di lato da uno di quei
“martelli” rocciosi
e venne catapultata per terra: solo per miracolo non andò a
sbattere
violentemente contro il muro.
‘Ehi!!!
Stai bene???’ le gridò Wakka, che ancora non
sapeva come la ragazza si
chiamava. Ma non aveva tempo per aiutarla: per un soffio
riuscì a non rimanere
“spiaccicato” sul pavimento. Lei era accasciata a
terra dolente, ma non aveva
perso i sensi, e questo era strano, per la botta che aveva preso. Si
sentiva
ancora in modo strano, come era successo quando Rikku era stata
attaccata dal
mostro. La testa gli girava da impazzire e parallelamente sentiva
ancora quella
“cosa” che l’assaliva, e non sapeva se
avere più paura del custode o di come di
nuovo si sentiva.
‘Pensavo
di trovare Yuna… Lei può battere questo
mostro… Forse è stata una cattiva idea
fare tutto da solo…!!!’ poi tirò una
cannonata con il suo piede destro, che
centrò in pieno la testa di quello e lo accecò
per alcuni minuti. Lui già
festeggiava, quando però una potente brezza lo fece sbattere
contro una
colonna. Quando si destò, con gli uccellini sulla testa,
vide qualcosa di
insolito alla sua destra. Accanto a Noemi era comparsa una spada, che
lanciava
luci blu ovunque, come la stessa ragazza.
‘Ma
certo…il chakra… Forse se riesco a
farle...’ Wakka venne preso da un’altra
folata di vento che lo sollevò da terra. Lei lo aveva visto,
spostando la
testa, senza quasi mostrare consapevolezza nel suo sguardo e nella sua
espressione.
No!!! Se lo uccide…chi mi
può aiutare… Lo
devo fermare!!! Non voglio rimanere in questo mondo!!! MAI!!!
Senza
che lei ragionasse impugnò la Fraternity
e si scagliò contro la roccia-custode, facendo
esplodere tutta l’energia nascosta che aveva dentro che
aveva, venuta chissà
dove.
Wakka
ammirò come Tidus affrontava il nemico con quella spada che,
composta d’acqua,
era in grado di sciogliere le rocce tenute insieme dall’aria.
Si muoveva così
velocemente che quasi quasi non riusciva a seguirlo con gli occhi: non
aveva
mai visto così tanta grinta. Neanche nelle sue precedenti
partite di Blitzball.
Il gigante indietreggiò mano a mano che cadeva a pezzi sotto
i colpi di quel
“furioso” biondo. Quando il mostro di roccia cadde
a terra a “roccia” in sù, Tidus
corse verso di esso, fece un balzo dal suo petto e, mentre era in aria,
mise la
spada verso il basso in verticale e per i diversi secondi della caduta,
essa si
caricò di energia tale da tremare all’altezza
dell’impugnatura. La spada
perforò il petto robusto del custode, nonostante la
resistenza offertagli dell’aria.
L’energia blu che si liberò esplose, disintegrando
le rocce del mostro e lasciando
Wakka pietrificato. ‘Fooooorteeee!!’.
Dopo
l’interna esplosione del gigante, piovevano sassolini ovunque
e tra essi anche
una sfera arancione, che cadde ai piedi di Wakka, che
trasformò il suo stupore
in felicità estrema. Essa riportava quel simbolo
già visto “T”,
emergendo con un colore arancione un po’ più
chiaro.
‘E’…
è
lei!!! L’abbiamo presa!!! Ma come hai fatto??
Me…me la sono
vista…brutta…eheheh!!’ e poi raccolse
da terra la
Sfera di Besaid, che
brillava come il sole al tramonto, visibile agli occhi.
Tidus
era caduto in piedi e rimase anche lui impressionato di quello che
aveva fatto,
Guardando qua e là i vari sassolini sparsi a terra. Anche se
non ricordava
molto, era sicuro di non aver mai fatto una cosa simile. Per giunta
neanche pensandoci.
Sembrava come dire “Era tutto calcolato”. Cercava
di capirsi osservandosi,
soprattutto il suo fisico, che non si addiceva né ad un
ragazzo poco sportivo,
né ad uno come lui, che non sapeva neppure calciare un
pallone. Ma cosa gli era
successo?? Era così confuso di tutto ciò che si
mise le mani sulla testa
lasciando cadere la spada, come se un gladiatore valoroso avesse ucciso
in
nemico che scoprì dopo che era un amico mascherato. Ma il
nemico non era il
problema: era la disperazione per non capire perché
succedeva questo, perché era
cambiato, e cosa c’entrava quella ragazza con cui continuava
a fare i “cambi di
parte”, per giunta che viene da un altro tempo e mondo?? Era
un misto di
confusione, dubbi, domande per quello che riusciva ora a fare, ma
soprattutto
paura di ciò che non ricordava e di quella strana forza. E
se un giorno lei sarebbe
sparita per sempre dalla circolazione a causa sua???
Wakka
lo vide mentre scuoteva la testa a destra ed a sinistra con gli occhi
chiusi,
fino ad urlare all’impazzata, come un vero e proprio
disperato matto, volgendo
la testa verso il soffitto. Gli si avvicinò,
appoggiò le sue mani sulle sue
spalle e fece incrociare i suoi occhi castani chiari con i suoi, blu
come il
cielo.
‘Ma
cosa ti prende?? Perché ti sei messo ad urlare??
Ahahah… E’ per caso questa la
tua esultanza quando batti i tuoi avversari?? Lo avevo detto che eri un
tipo strano,
ma fino ad un certo punto!!’
gli disse,
ridendo. Lei…io…
perché… io non capisco… devo...devo
riuscire a ricordare!! Ma...ma come?? Chissà cosa potrebbe
pensare lei di me… che
mi sto impossessando di lei?? L’unico modo è
cercare di acquistare la sua
fiducia… sono sicuro che passerà questa maledetta
amnesia!!
‘ALLORA!!!
Rispondi!! Cos’hai?? C’è qualche
problema? Cosa ti assilla?’ Wakka iniziò a
scuotere Tidus avanti e indietro come quasi un burattino, confuso
più che mai.
‘Lui…il
mostro…è tutto…finito??’ gli
girava enormemente la testa.
‘Tu
non stai bene. A quanto pare non hai recuperato le forze. Sei sicuro
che
conosci il chakra?? Senti, seguimi, che usciamo dal tempio. La sfera
l’ho presa
io!!’ “La sfera
l’ho presa io!!” Certo,
io faccio la fatica e lui si prende il bottino!!
Però…non mi sono mai sentito
così energico!!!
‘Tu…
ti
chiami Tidus, vero? Sai, ho già sentito questo nome da
qualche parte… ma non mi
ricordo proprio dove…!!!’ disse l’altro,
guardandolo in faccia. Sembrava che
quei capelli biondi (e in particolare i tre ciuffi che gli spuntavano
nella
parte davanti) gli avevano fatto ricordare qualcosa di importante. Ma
non aveva
molto tempo per pensare, visto che era atteso fuori da lì.
Ed era anche
difficile, con un compagno che sbandava qua e là senza
saperlo. Sembrava un
ubriaco…
Quando
Wakka e Tidus uscirono dal tempio, il primo mostrò subito la
sfera magica alla “signora
in nero” e al leone violaceo.
‘Bene!!!
Bravo! L’hai presa! Non ci posso
credere…!!’ disse lei.
‘Mi
ha
aiutato lui!!’ e Wakka indicò il compagno di
fianco. Per diversi secondi tutti
stettero in silenzio. Ma…ma
cos’hanno da
guardare?? E’ vero, non mi sono visto allo specchio, ma
perché tanto stupore?
Ho qualcosa che non va?? Spero che passi via tutto…
‘LUI???
E chi è?? Non l’ho visto nemmeno
entrare…era nel naos??!!’ chiese la signora.
‘No…no
Lulu…l’ho…ecco…
“trovato” stamattina mentre allenavo la mia
ex-squadra. Ha
anche lui un chakra! Forza, presentati!!’ e diede una potente
pacca dietro la
schiena al compagno. Lulu invece non sembrava per niente entusiasta
all’idea di
un nuovo guardiano da inserire nel loro gruppo. E poi non sarebbe
nemmeno stato
tale, visto che aveva un chakra come un invocatore. Era disgustata
dalla sola
idea, pensando “Ma dove l’ha pescato? E chi cavolo
è??”. E non aveva di certo
l’aspetto né di un guardiano, né
tantomeno di un invocatore. Intanto il “leone
viola” restava in disparte, a braccia conserte vicino
all’ingresso del tempio,
come se aspettasse l’arrivo di qualcuno. Dopo alcuni minuti
fece un cenno a
Lulu che si avvicinò anche lei verso l’ingresso.
‘Ma…sono
tuoi amici??’ chiese l’ex-naufrago.
‘Be…
li conosco da molto tempo assieme a Yuna!!. Io, Lulu e
Kimahri’—ed indicò il
leone—‘siamo suoi guardiani. Abbiamo appena appena
iniziato il pellegrinaggio,
ed abbiamo raccolto la prima sfera. Sono sicuro che lei
potrà aiutarti per il
tuo problema! Mi sa che è arrivata…’.
Poi
Tidus vide il sacerdote fare ancora quello strano saluto.
‘Mi
spieghi perché ogni tanto si fa…
quello?’.
‘Quello?
E’ la “reverenza”, l’hai
scordato?? La forma di saluto che usiamo qui. E’ una
forma di rispetto verso gli avvenimenti sacri, gli
invocatori…bla,bla,bla…’ Ah….
Anziché fare la stretta di mano si fa
quella sorta di rituale… mah…
ormai…qui le novità non finiscono mai!!
Dopo
che Wakka gli insegnò la “pratica”,
tutti uscirono dal tempio: era arrivata la
famosa invocatrice. Era già calato il sole già da
un pezzo e si vedevano così
tante stelle nel cielo, che sembravano più un insieme di
nebulose, tanto da
rendere il cielo blu, completamente diverso da quello di Metropolis,
reso di
solito nero-arancione dal grande inquinamento luminoso. Che
spettacolo… Non è male questo posto…
Accompagnata
da quasi tutti gli abitanti del villaggio (davvero pochi!!),
arrivò Yuna,
correndo verso Wakka, con un grande sorriso stampato sulla faccia.
‘Ho
sentito…che sei riuscito a prendere la sfera!!’
disse, prendendolo per le mani
e guardandolo negli occhi.
‘Sì…
eccola!!!’ gliela consegnò e lei mostrò
tutta la sua felicità, contenuta forse,
per mantenere il carisma di fronte agli altri. Così
lei le conserva…bene!! Adesso gli chiedo come risolvere il
problema e…buonanotte! Anche perché, se rimango
qui forse non tornerò
indietro…neanche a Metropolis per lei!
Non
era però ancora il momento: Yuna prese un’asta
lucente e si mise al centro
della piccola piazza al centro del villaggio e di fronte al tempio.
Tutti si
avvicinarono in cerchio, come se stesse iniziando uno spettacolo.
Improvvisamente
la sua bacchetta si illuminò assieme alla sfera arancione
appena raccolta e
tenuta nella mano, e si liberò un’intensa luce.
Alzò poi le braccia prima ai
lati e poi al cielo, e dalla sua asta si liberarono quattro fasci di
luce
arancioni, che sembravano “comete in miniatura”.
Esse salirono fino al cielo
che s’illuminò per un attimo. Dopo alcuni secondi
arrivò da quel punto uno
strano essere alato, che aveva ali rosee più leggere di
quelle di un qualunque
altro uccello, senza penne o piume. Non aveva arti superiori, ma solo
inferiori, viola, e dal corpo esile spuntava un lungo collo, ricco di
scaglie rosse
lunghe ed appuntite, che si collegava alla testa appuntita, che
ricordava quasi
quella di un falco. Inoltre da questa spuntavano delle specie di
capelli, che
sembravano la continuazione di quelle scaglie rosse. Questo
atterrò proprio
davanti all’invocatrice. Ma…cos’è
quel
coso? E se… è pericoloso? Se le farà
del male?? Tutti, soprattutto Tidus,
erano stupefatti ed eccitati. Quell’essere era
così docile che si faceva
accarezzare facilmente.
In
poco tempo tutti iniziarono ad esultare. ‘Evviva!! Evviva!!
Ce l’ha fatta!!’
‘Finalmente c’è qualcuno che ci
proteggerà!!’ ‘La leggenda
ricomincia!!!’.
Dopo
una superrisata, Wakka si accorse di quanto fosse confuso il suo nuovo
amico.
Già, per i fatti suoi, se poi si metteva pure quell
“uccello”, se si può
chiamare così… Era rimasto incantato. Tutto qui??
Chissà cosa gli passava per
la testa… si chiedeva.
‘Quello
è un Eone!! Si possono evocare solo dagli invocatori,
tramite le sfere magiche.
Non è fantastico?? Per farlo è necessario un
chakra. Con essi, sconfiggeremo
Sin!! Allora… ti sei ricordato tutto ora? Sei
ancora…intossicato?’ chiese
Wakka.
‘Ah,
sì?’—Tidus lo fulminò nello
sguardo—‘Se quel “chakcoso” ti
permette di evocare
quelle creature dell’aldilà, allora io sarei
morto??!!’. Wakka si spaventò, e
dopo aver guardato a destra ed a sinistra, gli schiaffò un
lunghissimo
‘Shhhhtt’. Ma lui riprese, mostrando ancora la
rabbia e la confusione che aveva
addosso.
‘Allora??
Perché sono conciato in questo modo?? Perché mi
sono ritrovato qui, con una
strana catena che non mi ero mai visto addosso??’—e
gliela porta avanti agli
occhi—‘E mi sono poi trovato tutto d’un
colpo biondo e cresciuto??!! Perché non
riesco a ricordarmi nulla???!!!’.
‘C…cresciuto??
Ehm…’—si grattò il
capo—‘..siamo sicuri che sia solo
un’amnesia?? Ti ho detto
che il tuo caso è strano… Ascolta,
perché non parli con Yuna?? Fidati, lei ti
potrà aiutare…’ Wakka gli diede una
pacca sulla spalla. Di lì a poco e Tidus
sarebbe scoppiato di nuovo. Ma stranamente c’era qualcosa che
lo rassicurava.
Qualcosa…
Era
tardi, ed alcuni abitanti erano rimasti in piedi seduti per terra
davanti ad un
falò a chiacchierare dell’
“impresa” di Yuna. Wakka chiamò la
squadra dei
Besaid Aurochs e si mise quasi ad urlare.
‘Da
ora in avanti avrete un nuovo capitano!’ Perfetto!!
Ed ora?? Mi metto a giocare con questi in una situazione
così grave?? Non so
nemmeno… Poi l’ex-capitano diede uno
spintone a Tidus tanto da metterlo al
centro dei ragazzi. Diciamo che era decisamente in imbarazzo, tanto da
dire un
“ciao” tiratissimo, portandosi la mano dietro il
collo e tirando fuori un
“sorrisino”.
‘Il
nostro nuovo obiettivo sarà VINCERE!!! Battere tutti i
rivali ed arrivare alla
Coppa!!’ disse ancora Wakka e tutti i compagni festeggiarono
il nuovo compagno
saltellando come canguri ed incitandolo continuamente, ripensando a
quel
supertiro che avevano visto quella mattina.
Ma
più
che ascoltare i compagni di Blitzball, Tidus si fermò a
guardare la nuova
invocatrice. Stava bevendo il thé, mentre parlava con alcuni
del villaggio. Lei… è
l’unica… se solo…
Lei
lo
guardò per diversi secondi negli occhi, cosa che lo
immobilizzò. I suoi occhi,
uno azzurro e l’altro verde, incrociarono i suoi blu.
Sembrava che tutto ciò
che c’era attorno a loro non esistesse. Erano entrambi
assorti in differenti
pensieri, diversi, ma forse simili.
Da
quella notte, infatti, tutto cambiò. Per tutti, per la
squadra di Blitz, per
Yuna, per Tidus. E chissà se sarebbe davvero migliorato il
destino di ciascuno…
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Capitolo 5 *** Cap.5: The Beginning Of The Pilgrimage ***
Il
clima era molto mite, nonostante fosse
notte, accompagnato da numerosissime stelle, ma senza la presenza della
luna,
con grilli che cantavano così bene che sembravano quasi
uccellini. Dormire in
un posto simile, sotto la luce morbida e quel canticchiare dolce,
sarebbe stato
molto facile.
Yuna
ad un tratto si alzò e si
allontanò dal gruppo, sempre con il sorriso stampato sul
viso.
‘State
attenta!! Quel ragazzo è un
sacrilego!! Non fidatevi troppo di lui!!!’ esclamò
una donna anziana, forse sull’ottantina,
che vestiva abiti da contadina. Sacrilego??
Ho solo cercato di aiutare un amico… sono tutti
così religiosi qui???
Ma
lei, senza dare ascoltò sì avvicinò
a Tidus camminando con leggiadria. Era così
‘delicato’ il suo passo che lui le
rivolse una faccia un po’ sorpresa, attento a mirare la
grande felicità che mostrava.
Ella
portava una specie di kimono,
bianco, che arrivava fino al seno, e sotto una lunga gonna viola, con
una serie
di fiori bianchi che si arrampicavano ad essa partendo da sotto. Il
kimono era
retto da una fascia larga e dorata, con dei fiori verdi sopra, che
terminava
con un grande fiocco dietro la schiena. Le maniche erano sfumate (dal
bianco al
fucsia) e così lunghe (ai lati, non dove esce la mano) che
arrivavano a metà
della gonna. Portava i capelli lunghi, lisci e castani, con una treccia
“africana”
che le cadeva sul lato destro; una collana sottile sul collo e due paia
di
braccialetti dello stesso tipo sui polsi. Lei gli si fermò
davanti e lo guardò
negli occhi mostrando tutta la sua timidezza. In realtà i
timidi erano due…
‘Ehm…
Ciao! Mi chiamo Yuna!’ poi mostrò
ancora quel sorriso. L’invocatrice…
‘Io…sono
Tidus…’
I
due si guardarono per diversi
secondi. L’una arrossì di colpo, per un misto di
timidezza e, forse, di
stanchezza per l’evocazione dell’Eone.
L’altro era rimasto ancora impressionato
da quello che aveva visto, ed a questo si aggiungeva anche quella
“forza” che
lo faceva sentire incredibilmente bene, dopo tutto.
‘Ehm…Ho visto il tuo
Eone…era stupendo! Non ho mai visto nulla del
genere!’ riprese Tidus, che fece
forse il suo primo sorriso della giornata. Era contagiosa…
‘Valefor?
E’ l’Eone di Besaid. Protegge
questo villaggio.’—stette poi altri secondi in
silenzio—‘A…Adesso inizieremo il
nostro pellegrinaggio…v…vuoi venire anche tu?
Ho…sentito che tu hai battuto il
custode…!’ Poi arrossì di nuovo,
più di prima, raccogliendo entrambe le mani
candide davanti.
‘Ma
io…ho un problema. Vengo da
Zanarkand e questo…come lo chiamate…chakra mi ha
portato qui. Cioè…mi sento
ancora confuso…come se mi fossi risvegliato da…un
lungo sonno… Non so né il
motivo né qualcos’altro… è
solo che ho questa strana sensazione, ma non riesco
a ricordare…’ poi Tidus cambiò
completamente sguardo. Lei sentì come una
stretta nel cuore. Gli si avvicinò e gli prese le mani,
calde, come le mani di
una madre con suo figlio.
‘Da…Zanarkand??
Il tuo nome l’ho già
sentito da qualche parte… credimi, sono sicura che durante
il pellegrinaggio potremo
aiutarti a risolvere i tuoi problemi. Hai detto di avere un
chakra??’ sembrò riprendersi.
‘Tu…mi
aiuteresti??’ lui arrossì di più
di prima, senza staccarle gli occhi. Lei ebbe come un lampo.
‘Ma
certo!! Ricordo una leggenda su un
chakra molto particolare e potente… non sono sicura, ma
trovando le sfere,
riusciremo a fare qualcosa…!’ E gli fece
l’occhiolino, come se gli avesse detto
“E’ una promessa”.
Poi
Wakka si intromise, mentre lui
continuava a guardarla pensando a che aiuto poteva ricevere. Non
sarebbe stato
un pensiero in più durante il pellegrinaggio? Per giunta,
doveva ancora dirgli
quale era l’altra sua identità. Mentre pensava,
l’invocatrice tornava dal
gruppo precedente, che lanciava occhi fulminei verso il biondo.
‘Allora!
Domani partiremo per Kilika
alla ricerca della prossima sfera… Hai deciso??’
L’altro non rispose. Aveva
proprio intenzione di portarlo con loro. Ma sarebbero stati tutti
d’accordo? E
chi tace…
Decidere???
In realtà siete stati voi a farlo… ma se questa
è l’unica chance per capire e tornare a
casa….
Passò
un’altra nottata nera per Noemi,
nonostante l’effetto del chakra fosse finito. Stavolta si
trovò in una specie
di baia, quella che aveva visto la mattina precedente, vicino alla
spiaggia. Si
trovava là sotto un cielo grigio e plumbeo. Alla sua
sinistra vide ancora quel
bambino. Aveva le mani sulla testa, come se gli scoppiasse.
L’orfana gli si stava
accostando, quando comparve improvvisamente ancora quel
“pirata”.
‘Ah ah ah… cosa
fai??? Continui
a piangere??? Piangi, piangi…
non sarai mai bravo quanto me….MAI!! resterai sempre un
fallito…!!’ disse
quello.
Il
bambino si alzò in piedi per poi
urlare con tutta la forza che aveva. ‘Jecht…..TI
ODIOOOO!!!!’ Il grido
riecheggiò così tanto che Noemi si
svegliò di soprassalto dal letto. Tra poco
avrebbe preso l’infarto. Si fermò per alcuni
secondi prima a riprendere fiato,
e poi a meditare, sul perché di quei continui sogni. Forse è l’infanzia di
Tidus… ma…perché??
Quell’uomo chi è?? Cosa vuole?
Cosa devo fare io??…. Sembra un enigma senza fine…
Non riusciva però a trovare
un punto fermo. Forse se avesse eliminato quell’uomo dai suoi
ricordi, sarebbe
finito tutto. Già, ma come, visto che non erano ricordi
suoi?? E cosa c’entrava
lei in questo??
Improvvisamente
sentì delle voci
provenire da fuori. Erano Wakka e Lulu che discutevano in maniera
piuttosto
accesa, sotto il sole mattutino.
‘NON
DOVEVI, Wakka!!’.
‘Perché??
E’ in gamba, credimi… Ha un
chakra molto potente!! E’ custodito da una ragazza molto
decisa… dobbiamo solo
risolvergli alcuni dubbi e basta…. E poi più
siamo meglio è…!’.
‘BASTA,
Wakka!! Il fatto che quel tipo
assomigli a Chappu, non è un motivo valido!!! Non facciamo
una vacanza!!!’ Chappu??
Stanno parlando di me?? Quella mi sta davvero antipatica…
L’altro
sbuffò e rientrò dentro la sua
tenda, e s notò alla sua destra, appoggiata al muro, a mani
conserte e viso
severo, la ragazza di Metropolis.
‘Chi
è Chappu?? Stavate parlando di me,
vero??!! Voglio avere delle spiegazioni! Cosa vuole da me quella
lì??’.
Wakka
subito cambiò volto. Camminò
lentamente e si sedette su un letto, accanto a quello di Noemi ed
iniziò a
parlare con tono lento.
‘Chappu
era mio fratello… Ha perso la
vita combattendo contro Sin nella Milizia…. Ed ora per
vendicarlo sono
diventato un guardiano, lasciando perdere il mio sport
preferito…’ Chinò la
testa. Oh…
Calò
il silenzio. L’orfana si sentì un
po’ in colpa per la sua prepotenza nel sapere tutto di tutti.
Così tirò fuori
la prima cosa che le venne in mente per tirarlo su.
‘Senti
Wakka…’—lei si alzò dal
letto—‘Io…vorrei…vorrei dirti
grazie per tutto quello che stai facendo per me…
Insomma…’—sorrise—‘…chi
si prenderebbe cura di una persona chissà chi, venuta
per giunta dal nulla??’.
Lui
riprese il sorriso: ‘Dai…ehm… non
fare così… Mi stai facendo
arrossire!!!’.
Da
quel momento i due divennero amici
intimi. E fu anche da lì in poi che Noemi decise di far
parte del gruppo,
mettendo da parte la sua solita testardaggine. Non
ho altra scelta… Se voglio trovare quel
“Jecht” e tornare alla
normalità… spero che non sia troppo
pericoloso….
Erano
ormai tutti pronti per prendere
la nave che si trovava in quel momento al molo, con direzione Kilika:
un’isoletta
leggermente più a nord di Besaid. Lì
c’era l’altra sfera da prendere.
Tutti
erano nella piazzetta del
villaggio, sotto un’altra bella mattinata di sole. Noemi,
Lulu e Wakka stavano
aspettando Yuna da almeno mezz’ora, fino a quando non
arrivò in fretta e furia
con una grossa pila di valigie.
‘Non
stiamo partendo per
spassarcela!!!’ disse Wakka
Senti chi parla…!!!
‘Hai…
hai ragione… Sto arrivando!!’ Poi
lui disse tra sé a bassa voce ‘Sempre
così… da
dieci anni che la conosco!!!’.
‘La
conosci bene allora?’ chiese Noemi,
sentendolo.
‘Sì…
l’ho conosciuta dieci anni fa, incrociando
Kimahri…’. Mi chiedo
cosa ci possa
centrare un leone viola del genere… boh…!!
Lui
riprese. ‘Eravamo piccoli, allora!!
E non avevo mai visto un Ronso in vita mia! Fu così che lei
me lo fece
conoscere… e poi, quando mi disse che ero
simpatico…eheh…siamo diventati ottimi
amici!!!’.
Yuna
poi si girò e fece il gesto di reverenza
davanti al tempio, e Noemi notò nel suo viso un non so che
di tristezza e
arresa, come chi deve dire addio a qualche cosa.
Dopo
partirono subito, percorrendo una
stradina che passava sotto diverse cascate scintillanti, dalle quali
spuntava anche
un meraviglioso arcobaleno. L’orfana pensava ancora se aveva
fatto bene a
venire con loro, fermandosi ogni tanto a mirare il paesaggio che la
circondava.
Altro che Metropolis!!! Quello era davvero un luogo paradisiaco. Quanto si dovrebbe pagare per una vacanza
qui per una settimana??
Mentre
Wakka e Lulu liberavano la
strada da animali selvatici, il primo con una palla chiodata,
l’altra con
formule magiche tenendo in mano la sfera dell’aria e delle
rocce, Yuna e Noemi
si misero a parlare insieme.
Speriamo
che mi creda… lo so, è assurdo…come
è assurdo che
mi trovi qui…
‘Io…sono…’ diventò
rossa per
imbarazzo.
‘Lo
so…’—disse lei con
sicurezza—‘…Mi
ha detto tutto Wakka quando tu eri già a letto!! Il chakra
ti fa diventare
un’altra persona…che sa di chiamarsi
Tidus…e che non ricorda molto di sé, vero?
Ma non mi ha detto più nulla poi…!’.
Quella specie di “riassunto” della
situazione confortò la ragazza abbastanza sia per fidarsi di
lei, che mostrava
grande comprensione, sia per avere il coraggio per confessare altro.
‘Quella
spada… è stregata!! Mi ha
portato qui… E…e poi…e poi faccio
sogni strani, con un bambino che mi assilla
continuamente, dicendo che io gli devo fare un favore o una cosa
simile…’ lo
disse in maniera davvero confusionale.
‘Incredibile…
un chakra che evoca una
persona e non un Eone!! Questo è il tuo
“vero” aspetto e lui quello magico?’.
‘Sì!!
Ma quando mi sento in difficoltà,
non sono più me… ti
prego…aiutami!!!’—alzò la
voce—‘Non so né chi sia né da
dove venga… ma per favore, liberami da questo
“spirito” o chicchessia…PER FAVORE!!!
Io… io sono così confusa… Non ce la
faccio più… Non voglio saperne un tubo di
lui e i suoi problemi!!!’ si fece una bella sfogata per poi
riprendere il
controllo di sé.
‘Ascolta,
però…Devi stare più
calma…Sono
sicura che non voglia farti del male!! Forse ha scelto te per risolvere
contemporaneamente
i suoi e i tuoi problemi…! Magari vuole aiutare anche
te!!’.
‘I
MIEI problemi?? Non li risolvere di
certo uno stupido bambino e la sua copia più grande che si
diverte a prendermi
il posto…!!’ esclamò con grande
disprezzo. Non voleva proprio saperne. E mi
chiedo anche perché sia bambino… Era
così assillata nei suoi pensieri che non si accorse che gli
altri si erano già
fermati prima. Non fece in tempo a girarsi che subito le comparve
Kimahri
davanti. Aveva un’aria estremamente minacciosa, ed armatosi
di una lancia cercò
di attaccarla.
Per
un pelo lei schivò un primo
attacco, cosa che la fece cadere a terra.
‘MA…CHE
TI SALTA IN MENTE??!!! NON SONO
UN MOSTRO IO!!!!’ urlò subito, ma sembrava parlare
con un muro. Il leone cercò
di attaccarla di nuovo, con occhi, gialli e luminosi, come quelle dei
gatti la
notte. L’altra si alzò di colpo ma
inciampò all’indietro, e la lancia si
fermò
a 5
cm
dalla sua gola, quando si sentirono delle grida da dietro. La ragazza
stava
sudando freddo, con il cuore, appunto, in gola.
‘Basta
così!!’ disse Wakka. Dopo alcuni
secondi, lei cercò di sbollire.
‘VI
SEMBRA IL CASO???? MI AVETE FATTO
PRENDERE UN INFARTO!!!!’ rialzandosi, mentre si avvicinava
ridendo, sempre con
quella leggiadria, Yuna.
‘Eheheh…
Oh, non farci caso…. E’ fatto
così Kimahri!! Voleva…metterti alla
prova…forse!! Sai, non si capisce mai cosa
pensa… Lo conosco da dieci anni!! E’ stato lui ad
aiutarmi quando ero orfana!!’.
A
sentire quella parola, Noemi
trasformò il suo “infarto” in una minuta
sorpresa. O…Orfana?? Anche lei
è orfana come me?? Accidenti…ne abbiamo di cose
in
comune!! ‘Tu…sei stata
un’orfana??’ chiese con delicatezza.
‘Sì…’—e
ripresero tutti a camminare—‘…ma
lui mi aiutò a superare quel momento!!’. Accidenti??
Ma come ha perso i suoi genitori??
‘Ma
come…’ Noemi glielo stava
chiedendo, quando Lulu sovrappose la sua voce alla sua.
‘Kimahri
fa parte della tribù dei
Ronso, del monte Gagazet. E’ stato il primo a diventare
guardiano per
proteggerla…!!’ Deve
sempre rovinare le
feste??!!
Erano
intanto arrivati alla spiaggia,
morbida e dorata come quelle che aveva sempre sognato di incontrare.
‘Non
mi hai detto bene cosa ti è
successo o da dove vieni…!’ le chiese
l’invocatrice, con grande felicità.
‘E’
successo tutto per colpa di una
spada che mi ha portato a Zanarkand… ma mi hanno detto che
non esiste più…!! Me
lo sarò sognato…’ ed abbassò
gli occhi.
‘E’
vero, oggi rimangono solo rovine…
ma non te lo sei sognato!! Ma se ritorni là potresti trovare
qualche indizio
che potrebbe aiutarti, non preoccuparti!!! Ma di quale spada
parli??’.
Noemi
si girò prima a destra e poi a
sinistra.
‘Quella
spada sparisce “così”—e
schioccò le dita—e poi ricompare allo stesso
modo!! E’ sulla manica che ho
saputo…’ rispose stizzita.
‘Quel
nome, vero??’
La
ragazza ritrovò un filo di speranza.
Sa qualcosa!!!! Forse….
‘Tu…tu
lo sai???’ e si fermarono. Erano
arrivati al molo.
‘No…
però ho sentito tanto tempo fa una
storia simile… quando ero piccola da mio padre. Non la
ricordo molto bene…ma
sono sicura che durante il pellegrinaggio mi verrà in mente
qualcosa di più!!’.
Speriamo…che non sia lungo!!!
Il
molo era piccolissimo, costituito da
un’unica “passerella” di legno e di
sicuro non potevano attraccare più di tre
navi. C’era già una piccola nave composta da tre
piani, quello sottocoperta con
il primo piano in alto esterno. Una nave piuttosto strana, non
perché aveva le
vele, ma perché ai lati presentava due grandi ruote con
grandi pale per raggio,
come quelle che hanno i mulini. Ma….a
cosa servono?? Non vanno a remi ma a “pale”?? Qua
le sorprese non finiscono
più….
Il
capitano—un tipo ciccione pelato e
goffo—li fece imbarcare tutti e si mostrò un
po’ timoroso quando vide Kimahri. E’
proprio orribile…ma come mai gli altri non
sono sorpresi di vedere un leone bipede che entra nella nave???
Il viaggio
sarebbe durato per tutto il pomeriggio, si moriva già di
caldo. Non erano gli
unici ad essere sulla nave: c’era anche la squadra di Blitz
degli Aurochs e
molta altra gente che aveva la necessità di raggiungere
l’isola di Kilika.
Tutti
gli abitanti del villaggio di
Besaid si radunarono al molo (quattro gatti con il sacerdote pelato)
per
salutare la loro idola, perfino piangendo ed urlando ogni genere di
saluto, che
sembravano più degli addii, mentre Yuna tirò
fuori un fazzoletto e lo agitò,
continuando a salutare, e non riuscii a trattenere qualche piccola
lacrima che
gli rigò il suo bel candido viso, sempre però
sorridendo.
Mentre
Wakka pensava alla squadra, Lulu
e il leone stavano ad aspettare l’arrivo, e Yuna
letteralmente “ingabbiata” dalle
persone imbarcate che la circondavano, Noemi si avvicinò
all’ex-capitano di
Blitz.
‘Perché
la lodano così tanto? Cos’ha di
speciale? Quella sorta di rituale che fa venire mostri dal
nulla?’.
‘Ma…!!
Certo che sei proprio
un’ignorante!!’—mostrando
una faccia estremamente sorpresa—‘Ti ho
già detto che sono solo in pochi ad
avere un chakra!! E solo esso può essere forte abbastanza
per sconfiggere Sin.
Quando la gente sente di questi “eletti” li lodano
perché il loro potere
riempie i loro cuori di speranza. E quella magia permette loro di
evocare gli
Eoni, che NON sono mostri!!!!!!’ rispose lui con tono severo.
‘Ahhhhhh…
Quindi se mi metto ad urlare
che anche io ho un chakra, verrò lodata anche io in quel
modo??’. Noemi fece
per la prima volta una faccia sorridente. L’altro, invece,
fece una faccia
preoccupatissima.
‘Co…cosa
vorresti fare?? NON VORRESTI…’.
Noemi
si girò verso il gruppo che
circondavano l’ “eletta” ed
iniziò a gridare ‘IO HO…’
quando Wakka gli ficcò
una mano davanti alla bocca e la immobilizzò. Tutta la gente
li guardavano, e
Wakka divenne più rosso del pomodoro, tirando fuori un
sorriso grande come una
casa. Poi disse a Noemi sottovoce con il sorrisino tiratissimo:
‘Adesso
VAI IN SOTTOCOPERTA e ci stai PER TUTTA LA DURATA
DEL VIAGGIO, chiaro????’.
Ancora
rossa sia dal ridere, sia per imbarazzo,
Noemi andò al piano di sotto, tramite alcune scale ed
iniziò a pensare. Quella
ragazza non riusciva a vivere senza avere il cervello occupato.
Un
chakra che è in grado di sconfiggere quella strana
entità…
Forse possono farlo quegli Eoni, ma ciò non vale per me. Io
non so evocare quei
cosi!! E di certo non ci tengo neppure!! Però…
Quel bambino…. Ancora??!! Possibile
che ci penso sempre?? Tanto è inutile!! Da sola non
potrò mai trovare la
soluzione! E’ un enigma più forte di
me…Forse se riuscissi a parlare
direttamente con… ma che dico?? Devo essere solo una pazza!!
Frattanto
era arrivata al piano più in
basso della nave, seguendo il rumore di uno strano motore. Ma cos’è questo fracasso?? Poi
lesse sulla porta “Sala Motori” e la
sua curiosità la spinse a darci un’occhiata.
Dentro
vide due corridoi paralleli, con
due ruote per parte, all’interno delle quali correvano degli
strani animali
dalle piume gialle, più alti dei cavalli, agili come lepri.
Avevano delle zampe
lunghe ed arancioni, che terminavano con tre dita, ed avevano un becco
lucido
dello stesso colore. Non sembrava che sapessero volare, ma le loro
piume gialle
brillanti sembravano leggerissime, e ricoprivano tutto il loro corpo,
perfino
il lungo ciuffo che spuntava sulla loro testa. Ma…cosa
cavolo sono?? Una nuova generazione di polli ingranditi di 10
volte?? Avevo sentito parlare di OGM, ma questi proprio…
Guarda!! Si muovono
come criceti che continuano a correre in una ruota!!!
Lei
si fermò a bocca aperta davanti ad
uno di quei “polli” gialli, quando una ragazza, che
forse era la responsabile
del reparto, le andò incontro.
‘Ehi,
tu!! Cosa ci fai qui?? Lo sai che
potresti disturbare i chocobo?’ con un tono di rimprovero.
‘Cosa?
I chocoche?? Scusa, io non ho
mai visto polli così grossi in vita mia! Cosa avete fatto?
Esistono raggi di
ingrandimento??’ L’altra fece una faccia davvero
sorpresa.
‘Ma….da
che mondo vieni?!?! Mi stai
dicendo che non hai mai visto un chocobo?? E’
inaudito!!’.
Noemi
cercò di cambiare discorso, per
evitare che quella ragazza gli facesse le stesse domande solite.
‘Ah…
Quindi sono questi….chocobo che
fanno andare la nave? Non si usa più il gasolio?’.
‘Sì,
esatto… Ma cos’è il gasolio?’
adesso fu l’altra a fare la faccia sorpresa.
‘Ehm…lasciamo
perdere…’ Guarda un
po’ te gli uomini!! Avevano detto
mille volte che le risorse non rinnovabili sarebbero finite!! Adesso
hanno
creato polli giganti per risolvere il problema…roba da
matti!! Forse ancora
non teneva conto che da Sin in poi tutte (forse) le macchine non
venivano più
usate…
Noemi
tornò al piano di sopra,
allontanandosi dal gran fracasso della sala motori, sostituito dal
dolce rumore
delle onde marine rotte al passaggio della nave. Trovò Yuna
finalmente sola e
disponibile e le si avvicinò, pronta per farle altre
domande, ma lei la
anticipò. Il bello era come l’aveva fatto.
‘Sai…trovo
Tidus un tipo molto speciale…’
disse quasi
sottovoce.
‘COSA???
Stai bene?!? Per me è proprio
lui il problema!! Volete aiutarmi o “ammirare il
tipo”??’. L’altra si girò.
‘Sbaglio
o è diventato il nuovo capitano della squadra di Wakka e che
viene da
Zanarkand?’.
‘Si…
te l’ha detto Wakka? E’ vero…’.
‘Allora
ci credo che sarà un buon
capitano!! Ho sentito che in quella città c’era
uno stadio che era il più
grande in Spira di tutti i tempi!! Ha giocato
là?’. Finalmente!! Ho
trovato chi mi può aiutare!!!
‘Non
lo so… ma Io quel tempio l’ho
visto!!! E Tidus l’ho anche visto in una strana immagine
gigantesca proprio in
quello stadio!! Apparteneva in una squadra-idolo… come si
chiama…?’.
‘Vallo
a chiedere a Wakka. Potrebbero
essere informazioni utili per iniziare a fare
ordine!!…’.
‘Ma
tu come fai a sapere tutto questo?’.
‘Mi
è stata tramandata una storia
simile di generazione in generazione, dai tempi di Braska…
io sono una sua
discendente.’.
‘Ah…
Quell’ invocatore che non aveva
abbastanza potere e non è riuscito a sconfiggere
Sin…’.
‘Sì…
proprio lui!! Dicono che io abbia
ereditato da lui le forze necessarie per farlo!!’.
‘Ma
Braska era da solo?’ e Noemi si
mise a mirare l’orizzonte sereno del cielo.
‘No…
era assieme a due guardiani… uno
non so chi sia, l’altro si chiamava Jecht’. Jecht???!!
Ho già sentito questo nome… Ma certo!!
‘Ma
questo è successo… mille anni fa??’.
‘Già…al
famoso Sacrificio…’.
E il suo bel viso si incupì di brutto. Sa….sacrificio???
Vabbè…come al solito non ci capisco
niente…
Noemi
si mise a pensare a come fargli
quella domanda. La toccava davvero molto, perché la
riguardava molto da vicino.
‘Tu….tu
perché sei orfana? Perché
io…io…’.
|
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Capitolo 6 *** Cap.6: The Occasion ***
Si
sentì uno strano silenzio per diversi secondi, in cui Yuna
trasformò la sua
naturale felicità in leggera mestizia.
‘Io…ho
perso mio padre mentre lottava contro Sin. Abitavo a Besaid, e
già molti mi
conoscevano perché possedevo un chakra, e che quindi potevo
invocare Eoni con
le pietre magiche. Mi sono esercitata per dieci anni ed ora ho
intenzione di
sconfiggerlo, per il bene di tutti.’ Cavolo…
Che peso avere certi poteri….
Però…questo chakra… se mi salverebbe
da Sin…
forse torno a casa…
L’invocatrice
però tornò a sorridere… stava pensando
a quel biondo “ruba-parti”? No… pensava
alla sua felice infanzia. Improvvisamente, i ricordi furono interrotti
da uno
scossone, che fece tremare l’intera nave: tutti si
aggrapparono a qualcosa, ma lei
non trovò appigli se non la mano della ragazza castana, che
si tenne sul bordo
della nave.
‘Ma…Che
cosa succede??TIENITI!!! Non mollare!!!’ gridò
lei, mentre la nave continuava a
vibrare, perdendo già parte del suo equipaggio e membri
della Milizia in mare.
‘Tieniti!!!’
Noemi cercò di resistere, ma un violento colpo le fece
mollare la presa, e se
non fosse stato per Kimahri, che la prese al volo da dietro, sarebbe
anche lei
caduta in quelle onde violente, che già stavano facendo le
prime vittime.
Quella
di Metropolis si girò intorno senza capire nulla, fino a
quando tutti videro
una strana “pinna” sbucare dall’acqua. E’
lui…forse…torno a casa… Se mi ha
portato qui, mi riporterà anche indietro…basta
entrare in contatto...credo! Ella, nonostante la confusione,
riconobbe che
quello era…
‘SIN!!!!!’
gridò uno della Milizia a prua, ed esso, insieme ad un altro
compagno, misero
mani su degli arpioni là davanti.
‘Che
vi salta in mente di fare??? Non lo sapete che potremo rimanere tutti
secchi!!!!??’ urlò Wakka, mentre Noemi senti la
sua pressione crescere. In
fondo, la vita da ladra era molto più tranquilla…
‘Se
non cerchiamo di dirottare la sua corsa andrà a
Kilika!!’ rispose uno.
Così
non lo ascoltarono e spararono contro la pinna di quel
“pescione”, e la nave
venne trascinata dalla forza incredibile di quel mostro.
“Ho perso
la pazienza…
unisciti a me,
o incontrerai la
mia furia…”.
‘Grazie…Kimahri…’
disse Yuna, quando la pinna di Sin cambiò direzione, facendo
cadere in acqua
altri soldati miliziani. Noemi si sentì davvero vicino alla
morte, confusa e
strana. L’unica cosa che la rassicurava era di avere la
speranza di tornare a
casa. Viva, certo… Se io venni qua
durante la distruzione di quella città mentre Sin attaccava,
forse posso ritornare
ora in quel tunnel e….
Così
corse verso il centro della nave, pronta per poter essere presa di
nuovo da
quell’essere.
‘Noemi!!!
Che stai facendo???’ gridò l’ex-blitzer,
che non poté fare nulla, poiché
cercava di salvare uno che stava per cadere.
Yuna
si destò subito, prese la sfera di Besaid e senza pensarci
due volte, invocò l’Eone
delle rocce e dell’aria, Valefor. ll cielo si
annuvolò improvvisamente, e una
leggera brezza si levò, illuminato da quattro mini comete di
colore arancione,
come la sfera. Uscì dal cielo ancora quello strano uccello,
mentre l’invocatrice
restò ferma con l’asta in mano dritta, come per
concentrarsi nel modo migliore.
E’ vero che il chakra usa anche “energie
mentali”??
‘IO
NON MI MUOVO DI QUI!!!! HO FINITO CON
QUEST’INCUBO!!!!’ gridò lei, ma la pinna
si spostò di nuovo, e quando l’acqua
finì di piovere ovunque, lei sparì.
“Manca poco
ormai…”
Yuna
mosse la sua asta, che brillava di almeno mille tipi di arancioni
diversi e
mandò Valefor contro la pinna di Sin, che continuava a
spingere la nave. L’Eone
sprigionò la forza di un centinaio di venti, da ovunque,
creando un enorme
vortice d’aria che però non scalfì
nemmeno la pellaccia di quel “coso”. Da esso
caddero diverse scaglie, che arrivarono sulla nave, aprendosi e
liberando gli
stessi mostri di Zanarkand.
‘Maledizione!!
Ancora le scaglie!!!’ esclamò Lulu, mentre
aprì un libro che sembrava vecchio secoli.
Valefor allora fece una magia, e subito comparì un enorme
masso che cadde,
frantumandosi sulla pinna e tagliando le corde attaccate che legavano
la nave a
Sin. La nave così frenò di colpo, mentre
l’essere scomparve sott’acqua,
velocemente così come era apparso.
“Inutili saranno
i vostri tentativi…”.
Valefor
sparì nel cielo, che tornò subito dopo sereno, ma
di certo non si poteva
parlare di “serenità” sulla nave: aveva
perso circa un terzo dell’equipaggio
che non stava sottocoperta. Tutti erano scossi, con qualcuno che
piangeva il
proprio compagno perso, perfino i chocobo della sala motori erano
agitati: essi
raggiunsero il piano di sopra continuando a strillare ed ad agitare le
loro
brillanti piume gialle.
Yuna
smise di usare il suo chakra e cadde quasi svenuta per la fatica sulle
braccia
di Kimahri. Lulu nascose il suo libro, mentre l’ex-capitano
si accostò alla sua
invocatrice. Si girò a destra ed a sinistra: mancava
qualcuno. Egli corse
attorno alla nave, cercò dappertutto: Noemi era caduta in
acqua, e forse per
lei non c’erano più speranze.
Wakka,
dopo che legò la sua vita ad una spessa corda, si
tuffò in acqua e si mise a
cercarla. Non si riusciva a vedere niente: l’acqua del mare
era troppo profonda,
e increspata fortemente dalla nave adiacente. Per non parlare poi della
presenza di diversi piranha, che erano più numerosi del
solito. Infatti,
avevano localizzato la loro “merenda” in mare.
Wakka non riuscì a trovarla, e
tirò la fune per tornare sulla nave, prima di rimanere
divorato da quello
sciame affamato. Pensava ad un modo per salvare la sua nuova amica, che
lo
aveva imbarazzato prima, ma che gli stava più a cuore di
quanto credesse. Appena
mise piede sulla nave, i suoi compagni lo raggiunsero.
‘Allora…l
ragazza? L’hai trovata?’ chiese aggrappata ancora a
Kimahri per la stanchezza.
‘No…nessuna
traccia…il mare è pieno di
piranha…’ poi chinò il capo, ricordando
che l’aveva
condotta lui in quel rischioso viaggio.
‘Lo
avevo detto che non era una buona idea!!! Complimenti
Wakka!!!!’ urlò Lulu.
Tutti,
eccetto Kimahri, si guardarono male, pensando a quella povera ragazza e
ai
compagni dispersi.
‘Purtroppo
dovremo continuare senza lei. Complimenti…! Mettere di mezzo
una ragazza…’ ribadì
la maga.
Il
mostro si allontanò nell’orizzonte marino e
continuò dritto la sua corsa
raggiungendo Kilika. Esso era un piccolo villaggio, composto da
piattaforme
sollevate dall’acqua e palafitte di legno ben resistenti. Si
trovava poco prima
dell’isola omonima, ed era poco più grande di
Besaid. Sin arrivò a folle
velocità, tanto che formò un enorme tsunami, alto
almeno venti metri, che
spazzò via l’intero posto e un terzo dei suoi
abitanti. Molti cercarono di
trovare riparo, ma la furia distruttiva del mare rase quasi tutte le
palafitte
sulla destra, creando un vortice d’aria che
sollevò numerosi pezzi di legno e
quelli che erano gli strumenti di quella gente. Accadde tutto in pochi
secondi,
e si contarono altre vittime. Quello che regnò poi era un
grande silenzio,
rotto forse da un pallone di Blitzball che sbatteva contro altri pezzi
di legno
sull’acqua.
Tutti
quelli della nave, amareggiati, avevano già visto che Sin si
era recato sfortunatamente
in quella direzione, e che l’attracco sarebbe stato molto
più difficile. La
nave “Liki” uscì malconcia, perdendo una
delle sue ruote “a pale” e malgrado
tutto non imbarcava acqua.
Improvvisamente
a babordo, là dove erano state distrutte le barriere di
protezione, uscì dall’acqua
una mano, o meglio, un guanto nero che cadde di peso, e il tonfo venne
sentito
da tutti che si girarono da quella parte. Venne seguita da un'altra
mano inguantata,
verde, e subito dall’acqua salì una persona, che
portava negli occhi
un’amara…”delusione”.
Non…ci
sono
riuscito…sono ancora qui… Sono stato
colpito…e non ha funzionato…che botta!
‘Il
tipo venuto dal mare!’ gridava uno della Milizia. Yuna,
nonostante la
stanchezza, si mise a correre verso quella parte, affiancata da Wakka.
‘Tidus!!!
Sei…vivo??!! Con Sin…quei
piranha…??’ urlò Wakka, che lo
abbracciò, quando
neanche quest’ultimo si era alzato in piedi. Beh…almeno…almeno
non ho perso gli amici!!! Ma..ero sicuro che avrebbe
funzionato…che cosa non va?? Perché non sono
tornato nella mia città????
Subito
Tidus si liberò dall’affetto di Wakka, mostrando
ancora quel nervosismo che era
difficile da capire.
‘Perché!??!
Perché sono ancora qui?? Perché non mi ha
riportato indietro??!!’—gridò
pestando anche il piede destro—‘Chi devo
pregare??!!’.
‘Ehi…cosa
ti prende?? E anzi che sei sopravvissuto…’ gli
rispose Wakka con una faccia
davvero scettica, ma anche scherzosa. “Perché,
ogni volta, quella rabbia?”, si
chiedeva ogni volta. Era il chakra? Era la sua intossicazione, ora
doppia??
‘Grazie
al cielo, grazie Yevon!’ disse Yuna, che fece la reverenza
con la testa alzata
verso il cielo, mentre Lulu andò sottocoperta, tirando di
nuovo fuori quel
libro che portava con sé.
‘Ehi….possiamo
parlarne… Che ne dici di andare al piano scoperto di sopra e
parlarne con più
calma? Non mi va di discutere con una persona
inferocita…’ chiese Wakka e Tidus
annuì, tenendo la testa bassa e lo sguardo un po’
perso.
Era
già il tramonto e si vedeva come il sole, prima cocente,
fosse visibile ora ad
occhio nudo. Era tre volte più grande di quello di
Metropolis. Come sottofondo
si sentiva il grido di molti uccelli che sembravano i discendenti dei
gabbiani:
erano della stessa grandezza, ma erano in parte bianchi e in parte
avevano
penne azzurre. Wakka era a terra, a gambe incrociate, con le mani
dietro stese,
mentre Tidus era in piedi, appoggiato ad una delle poche barriere di
protezione
rimaste, mentre osservava lo spettacolo offerto dalla natura, che forse
gli
infondeva quella tranquillità e quella
razionalità che gli mancava.
‘Pensavo…
io… di poter tornare a casa… bastava entrare in
contatto con Sin…. E invece mi
trovo intrappolato…per sempre…’ disse a
bassa voce il biondo mostrando una
sorta di “sottomissione alla realtà”
negli occhi blu.
‘Oh…avanti!!
Non essere giù… arriveremo a Zanarkand,
sta’ tranquillo!! Non capisco perché ci
tieni così tanto… qual è il
problema??!!’.
‘Qual
è il problema???’—alzò la
voce, girandosi verso di lui—‘Che sono nel
futuro!!!
E la mia città non esiste più!! Volevo tornare
nel passato, per poter ricordare
di più quello che ho dimenticato…
Io…io mi sento come se fossi
rimasto…addormentato…per tanto
tempo…!!’.
‘Addormentato??
Intossicato, semmai!!! Magari non è stato
quell’essere a portarti…nel
futuro…magari
qualcos’altro!! Secondo me è in quella
città che avrai delle risposte!!’.
‘Ma…ti
ho detto che è un cumulo di rovine ormai!! Cosa vuoi che ci
troverò li?? Un
cumulo di macerie e il ricordo di tutta questa
disgrazia…’ ed abbassò lo
sguardo.
‘Chiami
me e i tuoi nuovi amici disgrazia??’ continuò
Wakka, alzandosi in piedi e si
mise nella stessa posizione del suo compagno. La sua frase non
nascondeva un
pizzico di irritazione.
Tidus
girò la testa più volte, prima lentamente e poi
più velocemente, volgendo uno
sguardo adirato.
‘CERTO!!
Come fate a capire?? Non avete mai visto la vostra casa essere rasa al
suolo da
un essere deforme mai visto!!!!’—alzò la
voce ed iniziò a
gesticolare—‘E’
questo il problema!!!’—e con i pollici delle sue
mani si autoindicò—‘Mi sono
ritrovato così, cresciuto, cambiato… che scambio
la mia identità con una povera
ragazza!!! Io voglio tornare come ero!! Che cos’è
questa magia?? Che cos’è
questo chakra che tanto elogiate???!!!’.
Wakka
restò alcuni minuti in silenzio a calcolare le parole
giuste, cosa in cui non
era di certo un genio, ma comprese lo sfogo e la disperazione di Tidus,
che aveva
chiuso gli occhi e si era messo le mani sulla testa, come chi non
vorrebbe
sentire più nessuno, non vorrebbe più ragionare e
complicarsi la vita, o semplicemente
come dopo aver capito di diventare pazzo. Cadde lentamente ginocchioni
e cercò
in tutti i modi di non piangere: aveva la sensazione che farlo sarebbe
stato
imperdonabile. Anche questa era un’altra domanda:
perché?
Il
compagno si sedette di nuovo vicino a lui e gli mise il braccio
sinistro sulla
schiena. ‘Beh…il chakra potrà essere il
tuo “peggior problema”, assieme ai tuoi
ricordi…ma ti ha salvato la vita proprio ora… E
l’ha salvata anche a me contro
il custode del tempio…ehehe!!’.
Tidus
aprì gli occhi e alzò la testa lentamente,
tornando a contemplare il sole
all’orizzonte. Aveva ragione.
‘Forza!—e
gli diede due pacche sulla spalla—‘Siamo arrivati a
Kilika!!’ e detto questo l’ex-capitano
raggiunse gli altri a prua, che erano tutti rimasti pietrificati dalla
nuova
panoramica del villaggio.
Ha…ha
salvato…la
vita?? E’ vero… però immagino come si
dovrebbe sentire l’altra identità!!
Spaventata, confusa… devo solo cercare di ottenere la sua
fiducia, in un modo o
nell’altro! Ed appena otterrò le mie risposte, le
spiegherò tutto… già…credo
che anche un “dialogo” sarà un
problema…
Si
fece forza e si avvicinò al gruppo. Lo spettacolo era
orribile: quasi tutte le
palafitte della parte di destra erano state spazzate via, e gli
abitanti
sopravvissuti già piangevano le vittime ginocchioni, mentre
altri si misero
subito al lavoro per riparare i danni.
A
quella vista, Yuna trasformò la sua felicità nel
rivedere il proprio compagno
illeso in una tristezza enorme. ‘Sconfiggerò Sin.
Devo sconfiggere Sin!!’ si
promise, guardando con occhi sbarrati il desolato paesaggio.
La
nave attraccò a fatica e l’equipaggio
sbarcò con le gambe che ancora tremavano.
Fortunatamente i chocobo si erano calmati, ma era meglio tenerli dentro
la
nave.
Quando
l’invocatrice sbarcò, fece la reverenza e poi
cercò di dare conforto al popolo.
‘Abitanti di Kilika…Sono l’invocatrice
Yuna….vengo da Besaid!’ in breve tempo
tutti gli abitanti lì presenti si radunarono attorno a lei
come con una dea.
‘Un’invocatrice!!’ ‘Grazie al
cielo!!’ esclamarono alcuni. Dopo poco tempo si
avvicinò una signora anziana accompagnata da una ragazza,
forse la nipote.
‘Per
favore!! Aiutateci!! Potete fare il rito del Trapasso? Abbiamo paura
dei
mostri!!’.
‘Va
bene…conducetemi voi…’ rispose lei,
seguendo quelle persone, assieme a Kimahri
e Lulu.
Wakka
si guardò intorno, e notò Luzzu e Gatta con
quelli della Milizia che
scaricavano il cargo segretissimo della nave. ‘Avete bisogno
di aiuto?? Mi
sembra pesante….’.
‘No…restate
lì…questo cargo è troppo
importante...se lo sapesse il clero ci rovinerebbe
tutto…’ rispose Gatta.
‘Eh??
Vabbè…’. Wakka poi fece sbarcare
l’intera squadra dei Besaid Aurochs ed ordinò
loro di aiutare gli abitanti con le riparazioni già avviate.
Poi s’incamminò
verso il centro del villaggio, su palafitte improvvisate, quando
notò Tidus
fermo in piedi, in un lato della piattaforma di legno semi-distrutta.
Sembrava
che se si stesse specchiando, confuso e sicuro di non poter
più tornare
indietro, con occhi smarriti, non sapendo bene chi fosse o chi sia
diventato,
perché e come sia “ritornato”.
Stranamente, per la prima volta, tutto questo
conteneva anche una sorta di “ammirazione”. In
fondo, aveva scoperto delle
qualità che aveva sempre desiderato…
‘Ehi!!’—e
qui Tidus si girò—‘Io vado ad aiutare
quelli del villaggio. Vai a raggiungere
gli altri…’ gli urlò Wakka, mentre
correnva a dare una mano. Aiutare? Che
tristezza… Sin distrugge e gli
altri riparano tutte le volte… Devo cercare di stare
calmo… E’ troppo
pericoloso questo…chakra!! Ho ancora in mente la distruzione
di quel custode… E
poi perché non invoco un Eone, visto che è la
stessa “magia”?? Basta sperare
che ritornino i miei ricordi…e com’ero
prima… anche se mi sento davvero benissimo!
Già…nonostante tutto quello che era
successo, e quell’enorme “schiaffo”,
forse anche fatale, dalla pinna di quel mostro, non aveva neanche un
graffio.
Era completamente uscito illeso. Non stava solo
“bene”: ma c’era
di più. C’era qualcosa.
Mentre
seguì l’unica piattaforma percorribile che portava
dagli altri, si guardò
intorno: uomini che lavoravano con grande pazienza, donne e bambini che
seguirono lo stesso percorso, piangendo e ricordando i propri cari. Era
davvero
molto drammatico…il peggio era passato??
Tidus
raggiunse la soglia di una piattaforma affondata a metà.
Erano tutti lì, mentre
Yuna tirò fuori di nuovo la sua asta. Che
spettacolo raccapricciante!! Orribile… Già,
anche molto. Tutta la gente si
era radunata davanti ad un grande numero di corpi senza vita, che
galleggiavano
appena appena sulla superficie del mare, reso arancione dal tramonto, e
scuro
dalla presenza diffusa di varie ninfee. Erano vecchi, bambini, uomini
robusti…
E tutt’intorno c’erano diversi luminari, con del
fuoco che bruciava
vivacemente, messi lì di recente.
‘Allora…inizio….’
disse fra sé l’invocatrice, concentrandosi ed
avvicinandosi all’acqua che
nascondeva i cadaveri.
Il
biondo, come tutti gli altri, erano rimasti
“congelati” alla vista di
quell’orrore, fino a quando la curiosità non
batté la tristezza. ‘Inizia…cosa??
Cosa fa??’ chiese a Lulu che gli era di fianco. Lei si
girò, e dopo aver fatto
gesti del tipo “da che mondo vieni??”, gli rispose.
‘Sta eseguendo il “rito del
Trapasso” ’.
‘Il…Trapasso??’
Che roba è?
‘Sei
sicuro che la tua non sia solo un’amnesia?’
continuò lei, lanciandogli i suoi
occhi, rossi come il sangue. Poi continuò: ‘Si
esegue tale rito per mandare le
anime all’Oltremondo. Quando una persona muore, è
ancora molto legata alla vita
terrena, e rifiuta di lasciare il mondo. L’anima
però prova una grande invidia nei
confronti dei vivi, e se restano per molto tempo sulla Terra,
trasformano la
loro invidia in rabbia ed odio, fino a diventare dei mostri. Il rito
serve per
mandarli là dove potranno stare in pace! E’ per
questo che nei percorsi trovi
dei mostri in giro…’. O…oltremondo?
A…agghiacciate!!
Yuna
si concentrò a tal punto che il suo chakra bianco la
avvolse, soprattutto nei
pressi della sua asta. Riusciva a camminare perfettamente
sull’acqua, e quando
fu abbastanza al centro dei cadaveri, iniziò a fare una
specie di rito
muovendosi energicamente assieme all’asta, come una
danzatrice in gara. Improvvisamente
i fuochi sui luminari divennero blu e dai corpi uscirono strane
“comete”, come
quelli che si erano visti dai mostri di Zanarkand abbattuti. Esse
girarono a
spirale attorno a Yuna, fino a quando non fu sollevata lentamente da
una specie
di fontanella d’acqua, che si apriva come un fiore. E lei
continuava a girare,
assieme a quelle comete, che salirono al cielo ed illuminavano tutto il
posto,
mentre la gente che vedeva quel rituale continuava a piangere,
inginocchiandosi, gridando e urlando di dolore…
Quando
il rito finì, la danzatrice era stanca morta, forse per
colpa dell’uso di quel
“chakra”, e subito venne condotta verso una
palafitta indenne, ovvero una
taverna per viaggiatori, e quasi tutti la seguirono.
‘Hai
visto? E si deve fare tutte le volte che Sin fa delle
vittime.’ continuò a voce
bassa Lulu, mentre si incamminava con gli altri. Il “tipo
venuto dal mare”, invece,
restò ancora fermo a pensare, impressionato dallo spettacolo
di dolore,
guardando il sole mentre spariva basso all’orizzonte. Viene fatto tutte le volte?? Mi auguro che sia
stata l’ultima questa!!
Non vorrei mai più assistere a certe scene!! Mai
più… Ma non mollerò mai!! Loro
lotteranno contro Sin fino alla fine, io lotterò per
arrivare al succo di tutto!!
E’ una promessa…
Quella
era la sua nuova, definitiva realtà. Il fatto che non era di
nuovo a casa dopo
aver incontrato Sin, e il fatto di trovarsi cambiato, lo spingeva a
doversi
abituare alla sua nuova vita…ed ad acquisire la fiducia di
un’altra…
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Capitolo 7 *** Cap.7: Lack Of Courage ***
Tutti
erano stanchi per il viaggio ed andarono a letto presto. La prima ad
addormentarsi fu Yuna, stanca per il rito, che poteva essere fatto solo
da
quegli strani “eletti del chakra”. Fu
un’altra dura nottata per Noemi, che si
era buttata nel letto forse a causa sempre di quella stessa magia.
Sognò
l’interno di una casa, composta da una sala di medie
dimensioni, con al centro
un tavolo circolare. Alla porta di ingresso della casa ci si arrivava
tramite
delle brevissime scale, e di più non si riusciva a vedere:
era tutto offuscato.
Lei non c’era in quella casa: vi era una donna alta, dai
capelli castani lisci e
mediamente lunghi, e con lei un bambino di sette anni che la ragazza
iniziava a
conoscere bene, e forse anche a detestare parecchio. Nei pressi della
porta
d’ingresso c’erano delle persone, precedute da due
altre.
‘Lo…avete
trovato?? Vi prego! Parlate….’ disse quella donna,
mentre abbracciava in parte
il bambino, come una madre.
‘No…
Lo abbiamo cercato ovunque, ma non lo abbiamo trovato da nessuna
parte… mi
dispiace…’ disse uno. Poi subito il bambino parlo
quasi a bassa voce.
‘Meglio…’
La madre che lo
abbracciava abbassò lo sguardo fino a quando i suoi occhi
castani non
incontravano quelli azzurri del piccolo.
‘Come??
Capisco che lo odi tanto, ma se lui non tornerà non potrai
mai dirgli che lo
odi!!’ disse lei con una voce quasi da disperata. Poi riprese.
‘Lui…non
avrei mai pensato che si sarebbe allontanato così tanto per
quel maledetto
sport…Jecht… dove sei…’.
Tutto
poi divenne improvvisamente bianco. Si svegliò di
soprassalto balzando dal
mediocre letto su cui aveva dormito. Solo la stanchezza gli aveva
permesso di
dormire su di un affare di quel genere. Era uno dei pochi rimasti
disponibili
dopo il devasto. Jecht? Jecht?
Jecht… Chi
è questo diavolo di “Jecht”?
Maledizione! Ma che mi prende?? Non ho mai fatti
sogni così strani…e simili… La
ragazza continuava a pensare che era colpa
di quegli strani avvenimenti, considerati ormai una realtà
vera e propria. Per
diversi secondi, mettendosi le mani sulla testa e scostandola
leggermente, ebbe
nella mente quel nome, chissà perché quasi
“riecheggiato” continuamente.
Quando
si riprese un poco, cercò di dimenticare i ricordi del
giorno prima, e provare
invece a pensare quali altre sorprese avrebbe dato quel nuovo giorno.
Di certo
si augurava di non fare ancora i conti con Tidus, questo era davvero
sicuro. Fuori
faceva molto caldo ed era una splendida giornata. Il sole era cocente,
nonostante alcune innocue nuvole ogni tanto indebolissero i suoi raggi.
Già
c’era un bell’ordine e gran parte delle passerelle
di legno e delle palafitte
erano state riparate, e questo dimostrava che la gente era abituata a
questi
lavori di riparazione. Insomma, quante volte Sin aveva distrutto quel
villaggio?
Noemi
vide poi Wakka avanzare verso di lei, con aria piuttosto allegra.
‘Ah! Ben
svegliata! Vieni con me! Gli altri ti stanno aspettando nel
bosco…’.
‘Nel
bosco?? Qui?!’.
‘Certo!!
Questo passaggio porta all’isola vera e propria. E tutta
boscosa, ed in cima
c’è il Tempio di Fuoco. E’ lì
che prenderemo la seconda sfera. Bisogna stare
attenti però… il sentiero è pieno di
mostri…’ Oddio…
Vi prego…
‘Mo…mostri??
Ancora??’ si spaventò, come se prevedesse il
futuro, mettendosi una mano sulla
fronte.
‘Beh…secondo
te perché gli abitanti hanno scelto di vivere su
palafitte??’ poi Wakka rise di
gusto e spinse la ragazza a camminare avanti, dandole una pacca sulla
schiena. Fantastico… Chi arriverà
ora?? Un pipistrello gigante? Un
essere a nove teste???... Poi si fermò di nuovo.
‘NO!!
NON CONTATE SU DI ME, EH!? Io…non rischio di nuovo!!! Non
voglio avere più a
che fare con…’.
‘Oh,
avanti!! Vuoi dimostrare davvero quello che sei o no? Se vuoi venire
con noi
non puoi stare con le mani in mano… Bla,bla,bla…
E chi ha detto che voglio “combattere per voi”??! Poi l’ex-blitzer
riprese. ‘Forza, datti una
mossa!! Il grande Ohalland non aspetta nessuno!!’ Noemi
iniziò a seguirlo.
‘Ah….E…chi
sarebbe?’.
‘Era
il sacerdote del tempio che lo ha fondato per custodire la sfera. Fu un
grande
giocatore di Blitzball… Fu lì che si
allenò per la prima volta. Oggi tutti i
giocatori si radunano lì per pregare per la vittoria. Sacerdoti…che praticano sport?? E che
sport religioso sarebbe?? Ancora
non mi ha spiegato come si gioca…
‘Anche
quella squadra leggendaria?’.
‘Gli
Zanarkand Abes? Veramente il tempio venne costruito circa ottocento
anni fa… Dopo
la distruzione di quella città quei campioni
sparirono….dispersi…’.
‘Ah…
mi dispiace… Ma ho visto comunque una loro immagine che
rappresentava i
giocatori prima che la città venisse distrutta. Te
l’ho già detto questo?? Se
mi credesse qualcuno…’ Wakka si fermò.
‘Senti,
ho sentito già storie del tipo “uomini che vengono
trasportati in altre epoche
da Sin”!! Perché dovrei considerare ciò
impossibile??’ Intanto raggiunsero gli
altri nel bel mezzo del bosco.
‘Ah,
sì? E se ti dicessi che ho visto Tidus in
quell’immagine gigante??’.
Wakka
si fermò stupito ed a bocca aperta, mentre Yuna si
avvicinò all’orfana.
’Ehm…ecco…io…vorrei
che ci accompagnassi per tutto il viaggio…’ chiese
lei sorridendo, un po’
imbarazzata. Cosa??
‘COSA?’
esclamò Lulu appena sentite quelle parole.‘Cosa??
Deve venire con noi?? Ma
Wakka non aveva detto che doveva fermarsi a Luka per trovare qualcuno??
Sei
impazzita?? E’ troppo rischioso… ed è
anche una novellina con il suo stesso
chakra…’ L’invocatrice congiunse le mani
tenendole in basso.
‘Oh…le
mie scuse… perdonatemi…’ poi si
girò verso il sentiero terroso e si incamminò. Ma… cosa le è preso??
Perché fa così?? Boh…
Wakka
non si era quasi accorto di nulla, immerso nei suoi pensieri. Se prima
ci
credeva a malapena alla sua storia, ora lo credeva più una
favola straordinaria.
Quella squadra era il suo idolo, il suo modello per eccellenza. Quando
fondò la
sua, era convinto che essa diventasse come quella. Ma si sbagliava. I
suoi
giocatori erano davvero delle pappemolli…
Il
bosco sembrava più una vera e propria giungla, e la grande
umidità del posto
rendeva più opprimente il gran caldo e l’afa. Si
sentivano cantare grilli
ovunque. Il sentiero era composto da piccole radici di piante che lo
affiancavano, e tutt’intorno c’erano solo lunghi
fili d’erba. Dalle piante più
alte cadevano lunghe liane, e si notava anche qualche strano fiore qua
e là. Il
percorso proseguiva accanto ad un piccolo golfo, che era
così calmo che tutto vi
si specchiava sopra, reso grigio dall’ombra degli alti alberi
là attorno. Poi,
nei pressi un ponte di legno, il gruppo incontrò Luzzu e
Gatta.
‘Ah,
voi!! State attenti!!’ avvertì Luzzu, mentre dava
strani segni a Gatta.
‘Perché?
C’è qualcosa che non va?’ chiese Wakka.
‘Abbiamo
avvistato una Scaglia Gamo all’ingresso del
tempio.’ Scaglia…che??
Mi rifiuto!! Appena che sono distratti…me la filo!!!
‘Accidenti…
non abbiamo altra scelta. C’è un unico
ingresso….’ continuò l’altro.
Noemi era
letteralmente sbiancata in faccia, immaginando un mostro alto quanto un
grattacielo.
Salirono
lentamente le scale di pietra, con i corrimani dove si alternavano
luminari con
fiamme brucianti, fino ad arrivare in una piccola piazza che si trovava
a metà
tra il tempio di Kilika e il bosco. Alla propria sinistra era possibile
vedere
il villaggio dall’alto. Davvero un bel paesaggio.
‘Qui
è dove Ohalland giocò le sue prime partite in
superficie e si allenò…’
spiegò
Wakka, ma tutti erano concentrati su un “coso” che
non si riusciva a capire
cos’era. Si trovava nel lato esterno della piazzetta, fisso,
immobile. A
vederlo da lontano sembrava un enorme masso grigio. Ma si sbagliavano
di
grosso.
Improvvisamente
quella sorta di “conchiglia” si aprì e
ne uscì uno strano essere d’erba, che
aveva un corpo possente con alcuni funghi rossi sopra e sulle
“spalle”, ed era
provvisto di lunghi, lunghissimi tentacoli che si attaccavano a quel
“tronco”
come braccia vere e proprie. La sua “bocca” poi si
apriva in tre parti, dal
quale usciva un non so che di melma appiccicosa, ma di sicuro velenosa.
I versi
che lanciava assordavano chiunque, ma non abbastanza per essere uditi
dalla
Milizia di sotto.
‘Bene…bene…bene…
tocca a noi guardiani!!’ gridò Wakka, che
tirò fuori la sua palla chiodata, usata
come vera e propria arma da calciare. Roba
da guardiani?? Voi siete pazzi... Via…!
Yuna
era protetta strettamente da Kimahri, che cercava di difenderla da quei
lunghi
tentacoli, mentre Lulu aveva già previsto da prima
che…
‘Lo
sapevo!! Eccola lì… che scappa a gambe levate!!
Non può venire!!!’ Yuna si
accorse che l’orfana stava correndo come una matta scendendo
le scale.
‘Dove
vai!!!?’—le urlò, inseguendola, per
paura che altri mostri le bloccassero la
strada—‘E’ pericoloso!!!’.
Così,
mentre i guardiani cercavano di liberare la via per il tempio, lei
corse più
veloce che poteva per raggiungere Noemi. E lei, quanto andava veloce!!
Già, per
tutte le volte che era scappata a Metropolis, per sfuggire ai suoi
creditori!!!
Poi però lei inciampò su una radice ad
“arco” che sbucava, e cadde a terra. Io…
non voglio… Basta mostri… basta
incubi…
basta tutto!!! Io sono stufa!! Preferisco starmene al villaggio ed
aspettare
che tutto sia finito… Tanto… chi se ne
importa!!!! Poi girò la testa dietro
di sé. Yu…Yuna???
‘Perché
sei corsa via?? Hai paura??’ chiese l’invocatrice,
con grande gentilezza.
Sembrava tutt’altro che arrabbiata.
‘Io…
Non sono in grado… È roba vostra, quella!! Che
volete da me??’ rispose l’altra,
rialzandosi e togliendosi la polvere di dosso. L’altra si
avvicinò a lei, con i
suoi occhi, uno blu e l’altro verde.
‘Temi
i mostri?? Sbaglio o hai un chakra come me? Sai, anche io quando ho
scoperto
questo potere avevo tanta paura, ma se riuscirai a controllarlo ti
potrà solo
aiutare!!!’ e le sorrise.
‘A…aiutare!!
Ho…paura…Non voglio averci a che fare con quel
mostro Gamo-coso!! E poi chi mi
assicura che quella magia mi aiuti?? Vuole farmi sparire dalla faccia
della
terra!!!’. Stava davvero morendo dalla paura.
L’aveva tantissimo quando aveva
incontrato Sin, ma riuscì ad agire, semplicemente
perché la speranza di tornare
a casa non faceva che batterla. Lì c’era la
possibilità invece di lasciarci puramente
la pelle.
‘Ho
capito…! Non sai ancora come usarla la magia!! Mi sono
allenata dieci anni e so
benissimo come fare…non preoccuparti!! Ti
insegnerò io…’ detto questo le fece
l’occhiolino, risollevandola un poco. Mi…mi
aiuterà?? Lei…ma come…
I
guardiani fecero una grande fatica contro quel mostro d’erba:
le armi
sembravano che non facessero alcun effetto. Lulu poi tirò
fuori di nuovo quel
libro, prese la sfera di Besaid che aveva ancora con sé e la
girò in modo
circolare, e recitò Deepwhirl,
creando una specie
di turbine che portò con sé un grande numero di
sassi e pietre dalle
circostanze.
Noemi
e Yuna erano nei pressi della piazza e videro tutto. Il turbine
colpì così
duramente il mostro che ad uno ad uno caddero tutti i suoi tentacoli, e
lentamente il suo corpo cadde a terra, liberando ancora quelle
singolari
“comete”.
‘Cavolo!!
Deve essere potente quella sfera!! Cos’era?? Altra
magia??’ chiese l’orfana.
‘Lulu
ha studiato la magia nera prima di diventare una guardiana. Porta
sempre con sé
un libro pieno di formule di incantesimi… ma siccome non ha
un chakra,
l’energia la prende dalle sfere’.
Bene!!
Il chakra
trasforma in maghi le persone… e c’è
qualcos’altro che devo scoprire?!
Wakka
e la “maga nera” erano stanchi morti, forse anche
Kimahri, ma lo nascondeva
bene.
‘Essere
guardiani… stanca!!’ commentò Noemi da
lontano, e subito Lulu rispose con
arroganza. ‘E così tu, scappando a gambe levate,
dovresti venire con noi??!!’
Lei
a sentire quelle parole cambiò sguardo ed abbassò
gli occhi. Non poteva andare
con loro. Non aveva coraggio, per niente. Non sapeva neanche impugnare
un’arma,
niente di niente. L’unica cosa era quel chakra che tanto lei
odiava. Cosa poteva
fare a quel punto? Imparare ad “usarlo” o rimanere
imprigionata lì, in quello
strano mondo?? Erano poche le alternative…
Wakka,
vedendola imprigionata nei suoi pensieri, ribatté con forza.
‘Ma…io lo giuro!!
L’ho vista!! Contro il custode di
Besaid…!’.
‘Ah,
si?? E allora perché, di fronte ad una situazione del genere
non lo ha
dimostrato??? E’ inutile che insisti Wakka, nessuno
può prendere il posto di
tuo fratello Chappu! Nessuno!! Mettitelo bene in
testa!!’—e qui Lulu iniziò a
salire le scale che salivano fino al
tempio—‘…è morto, schiacciato
da Sin, e
buttato nelle acque del mare…’
Mo...morto…
oh…Certo…Io…Prendere il suo
posto?? Sono pazzi, sia che pensano a me o a Tidus…
L’ex-capitano
non sapeva come rispondere. Aveva sempre creduto che Tidus fosse la sua
“seconda occasione”. Non era riuscito a proteggere
il fratello, sentiva così
tanto la sua mancanza nel cuore! E il nuovo arrivato assomigliava molto
a lui,
e voleva davvero che prendesse il suo posto. Niente a che vedere con la
ragazza, come pensava Lulu…di certo, lei ancora non
sapeva…
‘Deve
solo superare i suoi problemi!! Diamole un po’ di
tempo!’ disse Yuna, e tutti
si incamminarono verso il tempio. Superare
i problemi?? Io sono solo di impiccio qui…
In
effetti, sembravano strani i riferimenti di Lulu. Insomma, gira e
rigira e quel
nome saltava sempre fuori. Doveva essere successo qualcosa tra lei, il
“Chappu”
e Wakka. Questo era certo.
Così
in breve tempo raggiunsero il tempio di Kilika. Era un tempio di pietra
bicromata,
di un marroncino leggero e un chiaro verde. Era davvero strana, era
composta da
due imponenti torri dalle forme circolari e contorte, quasi come la
giungla-bosco iniziale. Prima dell’ingresso, al quale si
accedeva tramite delle
scale che portavano in basso, c’era una piccola piazza
circolare, dove al
centro c’era del fuoco “sotterraneo” che
bruciava. Tutt’attorno ad essa c’erano
delle piccole scalinate con diversi luminari ed alcune statue messe
lì chissà
perché. C’erano diverse persone, ed assieme a loro
si aggiunsero quelli dei
Besaid Aurochs, aspettando però alcuni minuti,
affinché arrivasse anche il loro
portiere, un po’ cicciotto. Faceva quasi pena a vederlo,
tanto che faceva
fatica con quelle interminabili scale.
I
pellegrini entrarono nel tempio e Noemi esitò un momento.
Una signora
decisamente anziana, dalla schiena ricurva, si avvicinò a
lei come se qualcosa
catturasse la sua attenzione.
‘Tu…
sei stata a Zanarkand?’ chiese a lei, reggendosi con un
bastone. L’orfana
rimase estremamente sorpresa. Forse sapeva qualcosa. Lei…lei…
Finalmente qualcuno che mi può aiutare!!
‘Sì!!
Mi…conosce??’ con faccia stupita e sorridente.
‘Quella…
mi sembra la catena di Zanarkand, se la mia memoria non
m’inganna… sa
com’é…a
quest’età…eheh!! Allora
l’avete ritrovata!!’ Cosa???
E che è??
‘Ehi!!
Vieni!!’ gridò poi Yuna, ridendo ed agitando la
mano destra. Poi quella signora
anziana seguì con lo sguardo la ragazza, mentre si
incamminava, commentando poi
‘Incredibile…!’.
Quando
la ragazza entrò con gli altri nel tempio, si accorse come
l’elemento del fuoco
fosse dominante, accompagnato da un simbolo continuo, “n”
. C’erano luminari
dappertutto, specialmente i due più grossi situati prima
delle scale che
portavano al Chiostro della Prova. Essi conferivano
all’ambiente l’atmosfera
“calda” e giallo-arancione all’ambiente.
Era entrata in una sala circolare come
quella del tempio precedente, e c’erano le stesse statue di
prima, come quella
di Braska. Ce n’era comunque anche un’altra, di
fronte alla quale Wakka stava
inginocchiato a pregare e fare riti di reverenza.
‘Grande
Ohalland, guidate i nostri passi! Per la vittoria…per la
coppa!’ diceva. E’
ridicolo!! Si rischia la vita e lui pensa
al gioco?!? Se non ha vinto per tutti quegli anni…. Non
è che sta pensando…no….non
lo farebbe!! Lo conosce appena…
Quando
ebbe finito, si destò in piedi. ‘Bene!! La sfera
del fuoco e della forza di
Kilika ci aspetta!! Ma…’—si
girò verso gli altri—‘…chi va
a prenderla? Non
possiamo andare più di due persone…è
vietato dal credo…!!’.
‘Io
dico che dovresti andarci tu, Wakka… Sbaglio
o l’ultima volta volevi tanto dimostrare quanto eri forte?? E
comunque questo è
il famigerato tempio del Blitzball…ti porterà
fortuna!!’ disse Lulu.
Fiuuuuu…
E chi sarebbe la seconda persona?? Con la mia caaaara sfort…
‘Vieni
con me Noemi! Gli faremo vedere a Lulu
la tua vera forza!!’ e la prese per un braccio, quasi
facendola cadere e
trascinandola verso le scale che portavano al Chiostro della Prova.
‘COSA??
Sei pazzo?? Io non ci entro là
dentro!! Mai e poi mai!! Sia chiaro!!’.
Poi
Wakka la tirò di nuovo con forza, fino a
farla girare di 180 gradi. ‘Certo
che sei strana!! Vuoi vincere l’arroganza di quella’—ed
indicò la
“signora in nero”—‘si
o no??’
‘A
me non me ne frega niente di quello che
pensa!! Adesso lasciami!!’
‘Ti
prego!! Farò tutto io, promesso!!’
e poi, con la mano nascosta
in una tasca, fece il “segno della forbice”. Come
dire “Come
no?? Farò di tutto per mostrare l’altra
parte di te!”.
Alla
fine la ragazza accettò, annuendogli, forse
grazie al sorriso di Yuna, che le mostrò quando si
voltò verso il gruppo. Si
giurava stavolta di restare il più possibile calma e di non
fare assolutamente
nulla, per evitare il solito “fastidio”.
All’interno
si trovò una piccola saletta,
piena di luminari di fuoco. Faceva molto caldo, e sulla porta, avvolta
dalle
fiamme, era possibile vedere alcune scritte strane, le stesse del
tempio
precedente, e quello stesso simbolo. Speriamo
che non mi trovi in un altro labirinto come in quell’altro
tempio!!!
‘Uff…che
caldo… Si può sapere che razza di
scrittura è questa??’ chiese al compagno, con aria
seccata dalle novità che
uscivano fuori. Tanto che non
c’è mai un
attimo di respiro!!! Indicò prima il “e”,
poi il “j”,
ed infine il “v”
affianco.
‘E’
la lingua di Spira. E’ la sacra scrittura
“yevonita”, usata nelle magie, nei templi e nelle
preghiere’. Ah…un’altra
lingua marziana… infatti non ci
capisco un acca!!
Stranamente,
anche prima di Besaid, a Noemi
quella scrittura sembrava di averla già vista da qualche
parte. Chissà perché. Intuito??
Il
duetto avanzò oltre corridoi e porte su
porte, superando diversi tranelli, come evitare piccole palle di fuoco
o
saltare oltre aperture profonde ed infuocate del pavimento, ricoperto
di
bassorilievi con le stesse scritture. Ad ogni ostacolo la ragazza
mostrò sempre
grande paura e ciò di certo complicava il percorso e il
lavoro di Wakka. Lei
non era in grado di diventare una di loro o una guardiana se
l’avessero voluto.
Non aveva le qualità, anzi una ce l’aveva:
cacciarsi nei guai. Quello era sicuro.
A parte che non era nemmeno una
“qualità”… Più si
avvicinavano al Naos
centrale, più la temperatura aumentava. Era davvero
insopportabile quel posto,
e per dimenticare un po’ la stanchezza, un bel dialogo era la
“cura” migliore.
‘Posso
almeno sapere che cosa c’è scritto da
tutte le parti??’ chiese lei, facendo con la mano sinistra un
“ventaglio”.
‘Sono
tutte preghiere e versi sulla sfera di
Kilika. Essa permette di invocare un potente essere di
fuoco… così dicono le
scritte…’. Certo…
Con questo caldo non
poteva essere diversamente… Mi gira la testa!!
Finalmente,
dopo tanta fatica e sudore, i due
arrivarono di fronte alla porta del Naos. Era una porta composta da
solo fuoco.
‘Ci
siamo!!’ disse il suo compagno con
serenità e fatica.
‘Ah,
benissimo!! Fatica sprecata!! Non si può
passare!! Bene… torniamo indie…’ appena
si girò di spalle venne catturata per
un braccio dall’amico.
‘Non
l’hai capito?? E’ un altro
trabocchetto!!’ spiegò lui, e quando
mollò la ragazza passò oltre la
“porta” senza
farsi un graffio.
Ci
vollero però dieci, lunghissimi,
interminabili minuti prima che convincesse Noemi ad oltrepassarla.
Quella sì
che era l’ultimo ostacolo del tempio. “Far
oltrepassare un trabocchetto ad una
persona impossibile…”. Bella come idea. Lo fece
sorridere, ed è proprio quel
suo atteggiamento che la spinse a buttarsi. Si sentiva un po’
presa in giro e
derisa. Era una di quelle cose che non sopportava.
Dopo
ciò raggiunsero un’enorme sala
circolare, dove all’interno non si poteva proprio stare,
tanto che la vista si
appannava. No…non mi
dite…che… Per
favore!! Ho… già visto una sala come
questa…
I
suoi pensieri furono stroncati da rumori di
passi pesanti, mooolto pesanti. In breve tempo comparì un
essere che era alto
due volte di più di ella, e aveva la fisionomia umana. Un
essere completamente avvolto
dalle fiamme, tanto che non si riuscivano a distinguere le sue parti
superficiali. Si scorgevano chiaramente dei lunghi
“artigli” di fuoco nella
parte terminale delle sue braccia. Era decisamente molto più
arrabbiato
dell’altro custode di pietra, come se qualcuno gli aveva
fatto un torto.
Lanciava versi striduli che rabbrividivano chiunque. Come un perfetto
pazzo. Se
avesse saputo parlare, allora la diplomazia sarebbe stata decisamente
la cosa
migliore, ma…
La
sola vista di quel custode e la paura di
quello strano chakra, come era successo prima, bloccarono la
diciassettenne,
che non sapeva proprio né cosa fare, né cosa
pensare.
‘Forza!!
Mostrami cosa sai fare!!! Io lo
distraggo, mentre tu… eh?’ Wakka si
girò dietro, pensando che lei o lui avesse
collaborato, ma si sbagliava. Infatti la vide correre verso la
porta-tranello.
‘IO…ME
NE VADO!!! IO CI TENGO ALLA PELLE!!!
Non ho mai rischiato così tanto in vita mia!! Se volevi che
quell’energia mi
prendesse di nuovo e mi facesse sparire hai fatto male i tuoi
conti!!!’ e lei, dopo
aver urlato, si avviò alla porta. Questa volta
l’ex-blitzer si accorse che
quella porta era diventata fuoco vero. Lo poté fare
perché vide una fulminea
luce azzurra mista all’arancione-giallo del fuoco.
‘NO!!!!!
FERMA!!!!’ urlò, ma si dovette
girare subito davanti a sé, se non voleva fare la fine
dell’abbrustolito. Poi
sentì un tonfo da dietro, come quello di qualcuno che cadeva
di peso.
Stavolta
Wakka si era davvero sbagliato.
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Capitolo 8 *** Cap.8: Misterious (Dangerous?) Power ***
Il
custode della sfera di Kilika lanciò continue palle di
fuoco, creando una
pericolosa pioggia che cadeva per tutta la sala. Per quel gran caldo
Wakka già
soffriva, e con la presenza di quell’essere
l’ambiente divenne davvero
insopportabile. Di certo la sua palla chiodata non avrebbe mai
funzionato
contro il fuoco, perciò pensò che
l’unico modo per batterlo fosse, com’era
ovvio, l’acqua. Bravissimo, intelligente, ma dove la trovi in
un posto simile??
Si
girò ovunque per trovare un’idea, qualcosa che
potesse fermarlo. Non era facile
però farlo quando vieni continuamente attaccato da spirali
di fuoco o veri e
propri “getti” tipo lanciafiamme che partivano da
una specie di bocca, che a
malapena si scorgeva dalle fiamme. Guardò dappertutto, ma
non aveva il coraggio
di guardare dietro di sé. Sapeva bene che Noemi si era
avvicinata troppo alla
porta, che era diventata davvero di fuoco. Aveva troppa paura di
vedere: dopo
quel tonfo non aveva sentito più nulla. Forse
perché quello che temeva era
davvero accaduto, o forse il mostro lo opprimeva con i suoi attacchi
ripetuti.
Fatto sta che il custode era troppo forte e non avrebbe resistito
ancora per
molto.
Il
mostro si fermò un momento e inspirò fortemente,
fino a quando il suo “corpo”
si gonfiò molto, pronto per lanciare un getto
così potente che avrebbe ucciso
l’ex-capitano, se restava fermo nelle sue paure. Wakka lo
guardò, agitandosi,
senza trovare una soluzione, indietreggiando e poi cadendo
all’indietro con il
sedere. Ma quanto si ingrandiva quell’ammasso di fiamme?? Il
getto partì e fece
diventare l’aula quasi un cerchio dell’Inferno.
Wakka cercò di coprirsi mettendo
le braccia davanti alla testa, in tutti i modi, confidando nei
copribraccia che
solitamente sono più utili nelle partite
nell’acqua, più che nel bel mezzo nel
fuoco.
Subito
vide qualcosa davanti a sé, in piedi, nero e sfocato. Cosa
si poteva vedere con
quelle elevatissime temperature?? Sembrava comparso così,
come uno schiocco di
dita.
L’ex-capitano
non riuscì a capire più niente durante il potente
getto di fuoco.
Istintivamente chiuse gli occhi e concentrò le sue forze
sulle sue braccia più
che mai. Anche se, sotto sotto, aveva davvero una grande paura.
Grandissima.
Riuscì a sentire qualcosa. Una parola. Paraidro…
Poi
il grande calore cessò di colpo. Aprì gli occhi.
Era vivo e vegeto. Beh…anche
piuttosto confuso.
‘Ma…cosa…!!
Ooooh…’ Poi vide meglio. Si stupì.
Ancora una volta. Era salvo. Grazie a lui.
‘Mi
hai davvero stufato!! Tu e questo maledetto caldo!!’ disse
Tidus mentre si
proteggeva con la magia e la Fraternity insieme. Con
quella parola aveva creato una sorta
di barriera d’acqua che copriva sia lui che il compagno
dietro.
‘Si!!!
Adesso ci siamo!!!’ Wakka si svegliò dallo
spavento e tutto sudato si alzò
subito in piedi e mostrò di nuovo la sua palla.
Già…originale come arma.
Tidus
si girò dalla sua parte con faccia stupita. Si rese conto di
cose assolutamente
strane che o non ricordava per niente, o erano del tutto nuove. Quella
spada
era comparsa misteriosamente di nuovo, e faceva quelle strane magie.
Come?
Recitando formule a caso? Da dove saltavano fuori?? Quelle
però avevano
protetto Wakka, e ciò gli diede la forza di non pensare a
qualche pericolo
nascosto.
‘Allora!!
Facciamolo secco!!’ disse a Wakka con uno sguardo sicuro e
deciso, perfino sorridendo,
come se quel affare in fiamme fosse un gioco da ragazzi. Infatti,
quella strana
energia sembrava scacciare qualsiasi paura. Quasi…
L’altro
si fermò a guardarlo. Era stato investito dalle fiamme, e
nonostante ciò era rimasto
completamente indenne. Perfino i vestiti o il cappuccio bianco di
dietro, che
era la parte più esposta. Ma il mostro si preparò
di nuovo all’attacco.
‘Distrailo
di là’—e il biondo indicò la
destra—…e io poi lo spengo!!!’.
‘Finalmente!!
L’avevo
detto io… anche se mi ha fatto preoccpare!!!’.
Il
custode così seguì con lo sguardo
l’ex-capitano che continuava a fargli le linguacce.
Cavolo se è bravo!! Farebbe
arrabbiare
chiunque…. Ed ora… a me!! Ti farò
sparire dalla faccia della terra!!
Quando
il mostro fiammeggiante girò le spalle al compagno, questo
si mosse a velocità
mai vista, fino ad avvicinarsi a lui. Poi balbettò alcune
parole strane
indescrivibili con gli occhi chiusi e la mano destra a pugno sul petto,
mentre
con l’altra mano reggeva la spada magica. Poi aprì
gli occhi e recitò ‘Blizzaga!!’
Improvvisamente
così si crearono cristalli attorno al mostro che si
avvicinarono sempre di più,
ingrandendosi piano piano, fino ad unirsi tutte al centro, creando un
enorme
ammasso di ghiaccio che bloccò il mostro e in gran parte lo
spense.
Wakka
rimase a bocca aperta a vedere la scena. Il custode cadde a terra
spegnendosi
piano piano e senza dare più segni di vita. Dopo un
po’ di tempo era possibile
scorgere il suo corpo, simile a quello di un essere umano, simile
più un
“culturista” dalla pelle mulatta.
La
spada intanto sparì di colpo davanti agli occhi di Tidus
mentre vedeva il
mostro caduto. Subito il fedele amico gli si avvicinò,
dandogli una forte pacca
sulla spalla sinistra. ‘Lo dicevo che avevi talento!! Sei
forte con quelle
tecniche magiche… per renderlo così di certo il
tuo chakra deve essere potente!!’
e scoppiò a ridere a crepapelle. Ma si poteva davvero
riderci sopra? Era la
prima volta che Tidus sorrise di gusto, mentre vedeva quel
“cadavere”. Era
fiero di sé, certo, ma c’era sempre qualcosa che
non quadrava. E’ stato
così facile!!! Non ricordo di cose
simili in vita mia… Quella formula magica… Non la
ricordo nemmeno ora… Poi
si guardò le mani. Davvero
incredibile…
questa cosa… fantastico… magnifico…!!
Ma ci deve essere un qualche…fondamento… Era
anche vero che consumava moltissime energie, che tuttavia aveva salvato
ancora
Wakka e la stessa ragazza in sé. Chissà se ora
poteva fidarsi si lui… Le parole
di Wakka su quella nave al tramonto gli riecheggiarono nella mente. Va
bene tutto,
ma perché dovrebbe avere questa magia? E
“gratis” per giunta… Poteva comunque
portare
a pagare un prezzo molto rischioso, quello che Noemi temeva tantissimo
e del
quale aveva paura. Se doveva perdere la propria vita per questo??
Davvero lei
sarebbe sparita un giorno a causa sua?? Sarebbe andata o no
nell’Oltremondo, visto
che non era propriamente di quel continente?? Che caos!!
Devo
trovare le
risposte… Subito!!! Prima che mi uccidi da solo!!
Eppure…
‘Grande!!!
Grande!! Grande!! Con te e Yuna sconfiggeremo Sin!!!’
continuò urlando Wakka, rimettendosi
poi a ridere all’impazzata.
‘COSA?!
Stai dando i numeri?? Io contro… quel coso??
No…no…no… Raggiungo Zanarkand e
poi vi lascio…!!’ e passò dallo stupore
a scetticismo.
L’altro
stette a braccia conserte.
‘Tu…
saresti un ottimo guardiano, sai?’
‘Dici…davvero?!
Ma io non so…’ lui gli si avvicinò e
gli sorrise.
‘Perché
ti disperi, poi?? Lo dicevo io… Sai quanto ti
invidio…!!’ Invidiare…
me?? Eheheh..
Non
volle tornare a quel discorso solito… così si
ricordò di un piccolo dettaglio.
Ehm… “piccolo”??
‘Ma
la sfera di Kilika dov’è?? Insomma, dopo che il
custode è fuori gioco…’ chiese
lui girandosi attorno.
‘Già…
accidenti, strano!! La tradizione dice che la sfera compare sempre dopo
sconfitto il custode… possibile che non
c’è??’ e
Wakka interrogò con occhi scettici Tidus, che
innocentemente alzò le spalle e scosse la testa, come dire
“Boh!”.
Si
misero a cercare la sfera dappertutto e passarono quasi
un’ora per analizzare
ogni singolo spazio del Naos, e nei corridoi precedenti, dato che la
“barriera”
di fuoco era ormai sparita. Niente da fare.
‘NO!!
Non è possibile!! Qualcuno deve averla rubata!! Deve averci
anticipato!!’ esclamò
Wakka, sedendosi a terra a gambe incrociate, disperato.
‘La
vostra tradizione è un disastro!! Come fa allora questo
“ladro” a sottrarre la
sfera ad un custode di fuoco??’ ribatté
l’altro, avviandosi verso la sala di
ingresso del tempio.
‘Ah,
sì?? E cosa diremo agli altri?? Che
“l’abbiamo persa per strada”??
No…no…’.
‘No…
gli diremo la verità. Qualcuno ci ha probabilmente
anticipato. Perché sparare
tali scuse?? Fanno così i guardiani?? Ancora non ho capito
che tipi siete…!!’.
E’
vero, era la giusta cosa da fare. Ci mancava solo che, dopo tanta
fatica,
nemmeno l’ambito “premio” saltava fuori.
Miracoli ed assurdità
sono
all’ordine del giorno… se poi non troviamo la
sfera da qui non ci muoviamo più…
‘Beh…
di certo Lulu dirà la sua… E poi,
scusa…’—guardando curiosamente le mani
del
compagno—‘…con questo caldo tu indossi i
guanti???!!’
‘Eh??
In realtà non ricordo di averli mai
messi…!’.
Il
discorso finì lì: erano appena usciti dal
Chiostro e l’unica ad essere lì
presente era Lulu, che lanciava strane occhiate ai due. O era colpa dei
suoi
occhi rossi?
‘Ah…siete
qui… Ma quanto ci avete messo?! E la ragazza dove
è andata?? Gli altri vi
aspettano fuori….’ Poi uscì, come presa
dalla fretta. O dai suoi pensieri. Di
nuovo. Come quando la Liki
era stata attaccata. Ma chi è, suo fratello?? E lei?
Sparita, ancora una volta.
Che puzza di bruciato!
‘Lei
ancora…non sa niente??’.
‘Così
sembra… lei prima di convincersi di qualcosa deve vederlo di
persona… a meno
che non sia Yuna a dirglielo…’ gli rispose Wakka
mentre uscivano. La “tipa in
nero” si fida proprio di tutti,
eh??
All’interno
del tempio continuava a cantare uno strano inno, che sembrava sacro ed
importante. Era strano però che sembrava davvero familiare a
Tidus: Dove
l’aveva già sentito?? Quelle note, quelle parole??
Finalmente
respirarono fresco, usciti da quel tempio quasi rovente: una leggera
brezza alleviò
il calore accumulato. Era proprio…di fuoco!! Ma il
“fuoco”, detto in un altro
senso, si stava ancora avvicinando: quello della competizione.
Un
gruppo di sei persone si avvicinò al duetto. Erano tutti
vestiti allo stesso
modo: portavano una sorta di “divisa” in violetto
scuro, con due stelle gialle
grosse al petto e con pantaloni larghi e gialli, con lunghissimi
polsini dello
stesso colore. Erano preceduti da un uomo alto, con i capelli rossi a
caschetto
e un piccolo codino addietro e portava la faccia del classico tipo
vanitoso.
Appena vide Wakka gli si fermò davanti, così come
tutti gli altri dietro, come
pecorelle, e dopo aver lanciato occhiatacce scettiche a Tidus,
scoppiò a ridere
a bocca spalancata. ‘AHAHAHAH!! Sei…pronto per
un’altra bruciante sconfitta???!!’
sembrava essere il capo.
‘Bixen??Qui?!
Tu… Sei venuto per pregare?!’ ribadì
Wakka con lo stesso tono di sfida.
‘Noi…pregare?!
Preghiamo sì… Ma per trovare finalmente delle
squadre decenti…e non delle
pappemolli come voi!!!’ Ma che
antipatico!!
Chi si crede di essere??!!
Poi
quello riprese: ‘Qual è il vostro motto??
“Dare il meglio”?? Come l’anno scorso
in cui siete arrivati sesti,
cioè ultimi??’
gli altri che gli stavano addietro ripresero a ridere.
‘NO…
il nostro nuovo obiettivo è vincere la Coppa!!!’
rispose deciso Wakka, ma le sue parole nascondevano
a fatica l’insicurezza di esse stesse.
‘AHAHAHAH!!!
Come no, ci vedremo a Luka!!!’—e iniziò
ad allontanarsi—‘Buona
fortuna…idioti!!!’.
Essi
continuarono a ridere ed a farsi beffe di Wakka. Gli
idioti sono loro, che sanno solo parlare!! Sbaglio,
o quella che hanno detto è la città
del…
‘Quella
è una squadra di Blitzball… una degli avversari
da battere… Si chiamano “Luka
Goers” e l’anno scorso sono arrivati
secondi…per fortuna!!! Sai quante arie che
si sarebbero dati altrimenti!!!’ spiegò
l’ex-capitano, con aria in parte
arrabbiata ed in parte stufata del comportamento del loro capitano
così
arrogante. Quell’atteggiamento era quello che più
imbestialiva l’amico di
Wakka, come se gli ricordasse un rivale insopportabile. Ma certo! Ecco
una
prima scintilla. Una prima immagine. Era così che si
comportava suo padre,
Jecht. Non lo vedeva da tanto tempo…per fortuna. Che barba,
però… le cose
brutte si ricordano…
‘Ah...immagino…
Ma se te l’ha detto significa che il torneo
inizierà tra poco, o no?’.
‘Già…
farò la mia ultima partita ufficiale proprio contro di
loro…da capitano,
ovviamente!!’.
‘Pensavo
che avessi già lasciato tutto… quando inizieranno
i giochi??’ chiese mentre si
scrocchiava vivacemente le dita.
‘Quando
arriveremo a Luka. Però non ricordo se lo stesso giorno o
quello dopo…!’ poi
Wakka tacque per pochi secondi prima di fare quella bella sua domandina.
‘Ehm…
prenderai il mio posto?? Sai…quei tiri… mi
ricordano tanto quel campione che si
chiamava…’.
‘Ehi,
ehi, ehi…frena!!! Ascolta…ehm…non lo
so… Sono ancora così confuso… non sono
nemmeno sicuro di quello che davvero succede…!’ si
irrigidì come una statua di
sale.
‘Ehm…
ok, ok… ti sistemo io…’ Ti
sistemo
io???!!! Wakka fece davvero una faccia stupita: come mai
doveva avere così
tanta sicurezza se lanciava quei tiri?? Forse erano le tossine, si
diceva, o
forse gli era successo qualcosa in modo che perdesse ogni ricordo. Ma,
forse,
era troppo presto dare una risposta…
Yuna
corse verso di loro assieme al suo guardiano Kimahri, sempre
appiccicato a lei,
con le solite mani conserte e bocca serrata.
‘L’avete trovata??! Ero…così
in
pensiero per voi… Cosa è successo??’ Ha
ragione… siamo lì da stamattina…
‘Tranquilla…noi…ecco…’
Wakka non riusciva proprio a dirlo. Ho
capito…”orgoglio dei guardiani”, eh?
‘Abbiamo
battuto il custode, ma la sfera non c’era… abbiamo
paura che qualcuno l’abbia presa
senza sconfiggerlo prima…’ concluse il compagno,
ancora rosso in faccia per il
gran caldo. Sembrava, però, più stanco del solito.
‘Oh!!
Chi avrebbe potuto?? La nave ripartirà stasera…
le riparazioni sono
terminate…!!’ fece preoccupata Yuna. Adesso
ci tocca stare qui chissà quanto tempo…!! Che
fortuna…
‘NO!!!
Qualcuno vuole ostacolarci!!’—tuonò Lulu
improvvisamente—‘Avevo visto che
eravate tornati senza e mi sono informata!’—ah,
ecco… a quanto pare non si fida per niente…
sarebbe stato troppo strano se lei
non facesse o dicesse niente!!!—‘Ieri
alcuni predicatori nella notte avevano
visto qualcuno che aveva osato correre nella sala e nella piazza di
fronte… dirigendosi
in fretta e furia verso il villaggio e poi non sa più
niente…’.
‘E
quello sarebbe il ladro?? Non ne siamo mica
sicuri…’ disse Wakka, giustamente.
‘Io
invece dico che quello si portava dietro la sfera…
altrimenti perché mai
avrebbe trasgredito una regola tale??’ Ah,
siiiiii, certo…. Perché lo dice lei, allora deve
essere legge!!! Sai che
importanza quella regola…
‘Ma…
sembra strano!!! Chi potrebbe essere così bravo e abile da
sottrarre una sfera
magica ad un sacro custode?? No… non è
possibile!! Deve essere andata persa, o
è da qualche parte…’ ribadì
l’ex-capitano, anzi, quasi “ex”, visto
che doveva
giocare ancora la sua ultima partita.
‘Facciamo
come dice Lulu… magari lo incontreremo, se non
sarà così come dice lei, torneremo
di nuovo qui a cercarla!!’ suggerì
l’invocatrice. Se non
riuscirò a tornare a casa mi fermerò in qualche
città e lascerò
questa banda di matti viaggiatori!!! Figurati se mi metto dietro a
delle sfere…
Mancava
circa un’ora al tramonto, cioè quando la nave
sarebbe ripartita. Wakka diede
man forte ai suoi compagni nel aggiustare le ultime cose: era
incredibile come
già dopo quasi ventiquattr’ore era già
tutto a posto o quasi. Tutti lavoravano,
tranne il portiere della squadra: dopo aver segato sei tavolette era
già
stremato. Lulu intanto leggeva quello strano libro segretamente, mentre
Yuna
era sempre circondata ed ammirata da folle di persone. Erano davvero
convinti
che lei sarebbe stata più determinata e forte del suo
predecessore Braska. Ma
sapeva benissimo che se mancava di già la sfera di fuoco,
sarebbero diminuite
di molto le probabilità di riuscita. Ma aveva una
così grande fiducia che
incantava bambini ed anziani. Il suo sorriso confortava anche gli animi
più
tristi, e i suoi occhi nascondevano sempre una grande speranza, la
speranza di
vedere di nuovo un continente felice, senza la minaccia di un essere
orribile
che spargeva sangue e morte. Aveva scelto la sua strada, lo sapeva
benissimo,
aveva pregi, glorie, ma anche enormi rischi, alcuni così
tali da non poter
essere evitati dai più fedeli guardiani. Un rischio era
certissimo e purtroppo
inevitabile: a volte ci pensava, a volte no. Ultimamente per niente.
Forse
perché qualcuno o qualcosa la distoglieva.
In
quell’interminabile attesa Tidus contemplò il
tramonto. Faceva di tutto per non
pensare al totale vuoto su di sé che gli facevano solo
venire mal di testa e
basta. Si sentiva terribilmente stanco, tanto da appoggiarsi di peso su
una
specie di steccato in legno, vicino al molo dove Yuna salutava
già la gente.
Improvvisamente la testa gli girò vorticosamente e tutto
divenne sempre meno
nitido e più offuscato.
Tutto
poi divenne altra cosa, sempre più confusa e strana, per
divenire poi un enorme
stadio illuminato, con un alto ingresso, pieno e strapieno di gente,
che
acclamava, gridava i campioni di quella città. Molti
facevano lo strano segno
di reverenza, pur senza trovarsi in un tempio o cosa, altri a saltare
come
matti, pazzi per loro e il loro nuovo capitano. Lui era lì,
al centro, a firmare
autografi a ripetizione, terminanti con una stella, e a sorridere alla
gente,
mentre si avviava verso lo stadio che veniva riempito lentamente
d’acqua, fino
ad esserne del tutto pieno. Dopo lo affiancarono altre cinque persone,
fieri di
lui, con pacche sulla spalla, i cosiddetti
“cinque”, pugni come dire “ce la
faremo!!” e simili.
Camminava
sicuro verso quello stadio, e oltre la parete circolare e trasparente
di esso
si vedeva una folla immane di spettatori ovunque, che avevano diverse
bandiere,
slogan, in molti dei quali comparivano degli strani simboli, e tutto
sotto gli
occhi delle stelle, che erano così fitte, ma così
fitte, che illuminavano il
cielo.
Poi
una voce… una voce che riecheggiava nella sua mente. Una
voce che odiava, non
sopportava mai, e che lo spingeva sempre a sbagliare. Una voce
vanitosa,
arrogante, ripetitiva. ‘Non
riuscirai…mai….mai…mai…non…riuscirai…mai…’.
Lui
si fermò a quella voce. Si arrabbiò a tal punto
da coprirsi le orecchie. Da
lanciare un grido. E piegarsi a metà, mentre quella voce
continuava. Senza
alcuna pietà.
‘AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!!’.
E mezza gente si girò tutta da una parte.
‘Ehi…Sveglia!!!!’
disse una voce maschile.
‘Stai
bene???!!’ disse un’altra, stavolta femminile e
bassa.
Tidus
aprì gli occhi e si alzò di soprassalto, sotto
gli sguardi di Wakka e Lulu
davanti a lui. L’uno era preoccupato, l’altra ormai
sembrava non aver più dubbi
e pensare: “Non solo è incompetente, ma
è anche un perfetto pazzo”.
Lo
vedevano girare la testa per riuscire a capire cos’era stato
e cos’era
successo. Si era seduto per terra senza accorgersene e si era ritrovato
le mani
sulle orecchie e la bocca aperta. I due lo guardavano scettici e fissi.
‘Ecco…io…ehm…eh
eh’ disse Tidus tirando fuori il sorriso più
simpatico che poteva, mettendosi
una mano dietro il collo. Non sapeva proprio cosa dire o fare. Che
figuraccia!!
Si era messo a gridare come un bambino spaventato… Ma…cos’è stato? Un
sogno?
Lulu
tirò per il braccio Wakka allontanandolo e facendolo girare
di 180 gradi in un
colpo solo.
‘E
così LUI dovrebbe venire con noi??!! Mi stai davvero facendo
perdere la
pazienza Wakka…!’.
‘Ehi,
senti… È un tipo stravagante, lo so….
Ma ti giuro che ho visto cosa sa fare!!!
Oggi…ha fatto un incantesimo senza l’uso della
sfera di Macalania!!!’.
‘Cosa??!!
Tu… mi fai cadere le braccia!!’ Lulu si
crucciò, tanto da girargli le spalle in
modo piuttosto seccante ed arrogante. Peccato che l’altro
aveva detto la
verità. Poi lei riprese. ‘Ne parliamo durante il
viaggio!!!’.
La
maga era davvero imbestialita per ciò che si era messo in
testa l’ex-capitano,
che si era fissato con quello che lei considerava un perfetto
imbecille, che si
impicciava nei loro fatti e che rallentava solo il
“lavoro”. Ma quella è sempre
stata così?? Arrabbiata,
intrattabile,
seccata… Sarà quello che vuole, a tutti capita di
avere incubi… Anche se quello
mi sembrava molto realistico…
Era
intanto tutto pronto per la partenza. Luzzu e Gatta, assieme a quelli
della Milizia,
portarono uno strano cargo, tanto che riempiva l’intera stiva
di cassoni e
cassonetti piene di scritte “top secret”. Emanavano
un forte puzzo quei cosi, e
molte persone si guardavano chiedendosi del loro contenuto. Salirono
anche i
Besaid Aurochs e la squadra rivale dei Luka Goers. Poi salì
Yuna con tutti i compagni.
‘Rotta
a Luka, la capitale del Blitzball!!!’ gridò Wakka
con grande felicità. Altro che
guardiano!!! Quello pensa sempre a
giocare!! E così tutti
iniziarono
a salutare Kilika.
‘Ehi
Wakka!!! Da quanto tempo!! Ti sei allenato??’
gridò uno sulla nave, dietro di
lui.
‘No…vieni
davvero con noi??!!’—corse verso un tizio che aveva
un occhio coperto ed era
molto robusto; sembrava di salute giovane, nonostante i capelli e la
barba
bianchi e corti—‘Che piacere Vuroja!! Il grande
capitano-vecchia guardia!!! Come
sta la tua squadra??’ e lo abbracciò con gioia.
‘I
Kilika Beasts?? Benone!! Ora sono sottocoperta a
riposarsi…hanno lavorato tutto
il giorno!!’.
‘E’
stato comunque un bell’allenamento in vista di
domani!!‘.
‘Mi
dispiace che sarà la tua ultima partita, amico
mio…Sei davvero sicuro?? I pochi
tifosi che rimangono degli Aurochs lo fanno solo per
te…chiunque dopo tante
sconfitte si sarebbe ritirato subito…Ma tu…hai
continuato senza guardare in
faccia ai feroci critici!!!’.
‘Beh…forse
a Bixen!!’.
I
due si misero a ridere come matti vicino la prua, mentre la nave si
staccò dal
molo in rotta verso nord e sarebbero arrivati lì a mezzogiorno.
Yuna
pensava alla sfera mancata di Kilika. Era davvero necessario trovarla:
si era
fidata di Lulu perché la conosceva da almeno dieci anni o
quasi, e spesso il
suo intuito non sbagliava. Però era piuttosto inverosimile
una cosa del genere,
diceva tra sé, mentre contemplava le prime stelle nel cielo
che comparivano. La
prossima sfera si trovava a Djose, lontana parecchi kilometri. Di certo
il
Blitzball avrebbe confortato parecchio gli animi, dopo
l’attacco di Sin.
Wakka
ne era di certo entusiasta, mentre Tidus invece non sapeva cosa
pensare. Quella
specie di sogno-allucinazione da una parte gli aveva dato un
po’ di sicurezza,
dall’altra una così grande inquietudine per i
misteri connessi e quegli strani
sogni-ricordi. Di certo, quelli erano sicuramente suoi.
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Capitolo 9 *** Cap.9: Welcome To Luka ***
Il
cielo era pieno zeppo di stelle e a Yuna facevano venire in mente molti
ricordi
d’infanzia, per esempio quando a Besaid si divertiva a
rincorrere i chocobo che
suo padre teneva per la Milizia. Oppure
quando pregava per il ritorno della pace permanente senza Sin,
obiettivo che
proprio da quel momento si prefissò. Era immersa nei suoi
pensieri fino a
quando non sentì delle chiacchiere fastidiose. Wakka era
circondato dai Luka
Goers, che continuavano a criticare lui e la sua squadra, per non
parlare del
nuovo arrivato, soprannominato “l’idiota di
Zanarkand”.
‘Ahahah!!
Voi ancora qui?? Ma come?? Non dovevi tu proteggere
l’invocatrice, anziché fare
ancora l’allenatore-capitano degli ultimi della
classe??’ sparlò Bixen, sempre
con quella voce antipatica.
‘Questi
sono…fatti miei!! E la squadra stavolta
vincerà!!!’ ribatté Wakka battendo il
piede destro con rabbia.
‘Ah,
si?? Con un tizio che dice di venire
da…Zanarkand??!!’ tutti si misero a ridere
dopo la battuta del biondo a caschetto della squadra.
‘Ahahahah!!
Bella questa Graav!!! Digli al tuo…amichetto che quella
città non esiste più!!
Ma da che mondo viene?! Oltre ad essere idiota è anche uno
svitato!!’ riprese
Bixen, ed un’altra risata fioccò allegramente.
‘Ahahah…e…avete
visto come cavolo è vestito quello???’ fece Anbus,
uno di colore, con i capelli
nerissimi ed abbastanza lunghi da avere il codino.
Già…pure lui…sembrava una
vera e propria moda. Faceva il portiere.
‘E…ahah…ah…venuto
dal mare, sperduto, e inserito subito nella
squadra…!!’.
Yuna
si chiedeva come cavolo avevano fatto quelli a sapere certe cose. Era
però vero
che quelli di Besaid erano dei pettegoli, ma davvero quaqquaraqua. Di
certo se Tidus
fosse stato lì, di certo li avrebbe pestati. Invece era
andato sottocoperta con
gli altri. Stanco e distrutto.
Quando
però gli insulti esagerarono, Yuna non si contenne
più. ‘AVETE FINITO??!! E’
comunque diventato un blitzer!! Il Blitzball serve per sollevare gli
animi e
gioire, non sparlare male della gente!!!’.
I
tre uomini (Bixen, Anbus e Graav, davanti alle due ragazze difensori
della
squadra, Balgerda e Doram) ammutolirono di colpo. Era una regola
fondamentale
portare rispetto vero i sacri e rarissimi chakra, chiunque ne sia il
portatore.
Così dice il credo. Se poi quelli avessero saputo che il
nuovo blitzer… Beh…
ancora non sapevano proprio un tubo.
‘Oh…ci
scusi…’ Cambiò tono Bixen e per la
prima volta Wakka lo vide con un po’ più di
contegno in faccia.
Quando
essi se ne andarono, lui ringraziò l’invocatrice e
le fece il segno di
reverenza. ‘Oh…Wakka…non
c’è bisogno che mi ringrazi… non si fa
così!!
Specialmente se non si conosce bene una persona!!! Io trovo orribili le
persone
che si comportano così….’ gli disse con
voce soave.
‘Già…ma…hanno
ragione sulla mia squadra…!’—con tono
malinconico—‘…In tredici anni non ha mai
vinto, e al massimo ci avvicinavamo ad un
pareggio…’.
‘Non
fare così…hai ancora la tua ultima occasione,
no??’ e gli fece l’occhiolino.
‘Contro
proprio loro…! Non avrò speranze… E io
che da piccolo speravo di entrare a far
parte di una squadra forte come i Zanarkand Abes…’.
‘Ma…sai,
spesso ci vuole fortuna e talento naturale… E tu un grande
talento caro ce
l’hai!’—e gli si avvicinò
prendendogli le mani, con lui che arrossì di
colpo—‘…Nonostante
le sconfitte, hai sempre mantenuto viva la speranza e non ti sei mai
arreso!! E
credimi… sei così anche come un guardiano!
Ecco…perché…ti ho
scelto….’ anche lei
arrossì, ma non per timidezza, piuttosto per fierezza nei
suoi confronti. Anche
se talvolta aveva la testa nelle partite, lo ammirava per la sua
eccellente
determinazione. Era davvero unico in questa qualità. Peccato
che non tutti i
tifosi preferissero apprezzare questo che un po’ di vittorie
in più…
La
“bella” serata per Wakka non
era ancora
finita.
‘WAKKA!!!‘
tuonò Lulu, con quel suo bel tono autoritario.
Ehm…forse di più…
‘Oh…oh…’
già temeva una ramanzina-super-davvero-famosissima da parte
di lei. Quando
faceva così era davvero impossibile fuggire alle sue
grinfie: quando si
presentava l’occasione di far mettere giudizio a qualcuno,
non la distoglieva
nessuno. Il capitano quasi ex la vide al piano di sopra della nave,
sotto la
grande vela, però raccolta per mancanza di vento. La
“Liki”, infatti, si
muoveva con la sola forza motrice dei chocobo di sotto. Erano stati
anche
cambiati, perché di quelli precedenti alcuni erano annegati
durante l’attacco,
altri erano così impauriti che, appena era attraccata la
nave, erano scappati
via verso il bosco, inarrestabili. Lui cercò di camminare
più lentamente che
poteva, in modo da racimolare qualche secondino in più prima
del “grande attacco”.
Peccato che…sen’era accorta. Benissimo.
Immediatamente.
‘WAKKA!!
VIENI SUBITO QUI!!!’
L’asso
(asso?) nella manica: cambiare discorso come al solito.
‘Accidenti!!
Sono concentratissimo per la partita… Adesso quelli li
strabatto!!!’ poi Wakka si
girò verso la maga. Non si era spostata di una virgola.
‘VIENI
QUI!! Subito!’ e con un indice mostrò
l’ultimo gradino della breve scaletta di
legno.
‘Va
bene…sigh!!’.
Dopo
poco tempo, Wakka si mise a guardare il cielo, con la schiena
appoggiata
all’albero maestro, mentre Lulu attaccava.
‘Tu…??!!
Io…non ho parole su di te, davvero!! Prima dici di diventare
guardiano e prendi
dal mare non so che razza di tipo, e poi ti rimetti a giocare??!!
Deciditi ora
Wakka. Dimmi ORA cosa vuoi fare. Giocare o farti sostituire da quel tuo
amico e
fare sul serio il guardiano per Chappu!!’.
Wakka
rimase zitto per diversi secondi. Era vero.
‘Senti…la
prossima sarà la mia ultima partita, davvero!!!‘ e
fece su e giù con la testa
diversi cenni.
‘E…LASCERAI
ragazzino lì con la squadra, VERO??’ il suo tono
si faceva più minaccioso.
‘Io…
ma…perché??’.
‘Come
PERCHE’?? Ti sembra il caso di portarlo con noi??
E’ troppo giovane
e…soprattutto rimbambito per i miei gusti…
è troppo pericoloso per lui. E
quella ragazza, poi, che compare e scompare…’ e
posò il suo sguardo verso le
stelle, pensosa.
‘La
ragazza (che si chiama Noemi) e Tidus sono la stessa persona. Hanno un
chakra,
capito?? Come quello di Yuna, o quasi…!!
Deve…ehm…devono venire con noi!!’.
Lulu
si avvicinò a Wakka con uno sguardo che poteva incutere
paura a chiunque.
Almeno fino a quando non gli lanciò un forte schiaffo che
gli lasciò delle
belle cinque dita.
‘NON
VOGLIO VEDERE NESSUNO DEI DUE CON NOI CHIARO?? E se gli succedessero
qualcosa??
Colpa nostra!! APPENA SBARCHIAMO a Luka li saluti. Sei incredibile. Da
quando
in qua un chakra non evoca Eoni ma
evoca…persone??’—e si mise la mano sulla
fronte scuotendo la testa—‘Per giunta senza
sfere…!! Cercatene un’altra
Wakka…anzi non ti conviene, se vuoi continuare ad essere un
guardiano! VOGLIO
SAPERE cosa vorrai fare appena arriveremo, quindi…deciditi.
O lasci tu e loro,
o solo loro.’ detto questo, tornò sotto a poppa a
fare chissà che cosa. Wakka non
la guardò più. Si sedette lì stesso a
gambe incrociate, sospirando e
massaggiando la sua guancia. Non l’aveva mai vista
così arrabbiata. Altro che
partita!! La conosceva bene…quello che dice fa senza
pensare. Stava dunque
rischiando grosso. Anche il suo profondo rispetto verso il fratello
minore.
Yuna
guardava le stelle, appoggiata al bordo della prua della nave, assieme
al
fedele compagno Kimahri. Continuava a sospirare e a pensare alla prima
difficoltà del viaggio. ‘Senza quella
sfera…’—disse portandosi le mani al
petto
congiunte—‘…non riusciremo a sconfiggere
Sin…’.
Il
leone non le disse nulla. Alzò solo il braccio destro e la
abbracciò,
proteggendola dalla brezza fredda della notte e fornendole anche un
calore di
speranza.
‘Oh...Kimahri…
Non posso dimenticare quello che sempre hai fatto per me sin da quando
ero
piccola… Sei il primo guardiano che ha voluto
proteggermi…’ e lo abbracciò
fortemente, come se fosse suo padre. Intanto Lulu scese le scale che
portavano
al piano di sotto, sentendo i discorsi dell’invocatrice.
‘Anche io non posso
dimenticare i momenti passati vissuti…’ Che senso
di nostalgia…
‘Tutti…quanti
per colpa di Sin…’. La maga le si
affiancò vicina.
‘L’ultima
volta che vidi i miei genitori avevo solo cinque anni. Vivevo a
Besaid… quando
un giorno quel mostro maledetto attaccò il villaggio,
schiacciando ogni cosa… mentre
i miei genitori lavoravano…’.
‘Oh…
terribile… Perché in questi anni non me
l’hai mai detto??’ chiese Yuna con
grande sorpresa e mestizia.
‘Perché…preferisco
non pensarci… Ora penso solo di farlo sparire e
basta…’.
‘Ti
sei salvata! Ti ha aiutato qualcuno??’.
‘Era
una delle poche volte che fui lontana dal villaggio… Quando
tornai, trovai solo
macerie dappertutto. Solo e soltanto macerie…’ e
la “signora in nero” si mise a
guardare l’orizzonte con occhi sbarrati, pieni di sofferenza.
Nonostante fosse
passato molto tempo, quei ricordi erano così forti che
sembravano successi
ieri.
‘Oh…mi
dispiace… Allora ecco il perché di quel libro che
porti…’.
‘Sì,
è così… è un cimelio di
famiglia. Da quel momento conobbi le magie oscure
studiandolo per diversi anni…’.
Non
furono però Wakka e Lulu gli
unici ad
avere una serata non troppo tranquilla. La stanchezza della battaglia,
della
magia, aveva levato ogni forza a Noemi, che era caduta stremata a peso
morto
sul letto. E menomale che nessuno l’aveva vista. Continuava a
girarsi a destra
e a sinistra, a pancia in giù, in su… di certo
non avrebbe mai potuto dormire
con qualcuno affianco. Chissà quanti schiaffi, o gomitate
gli avrebbe dato…
Stava
pensando a quella magia di ghiaccio. Accidenti!! Come ricordava bene
quello che
il “ruba-posto” aveva fatto!! Proprio come
se… avesse vissuto lei quei momenti.
Poi, subito dopo, la luce si spense. E poi si trovò ancora
in quello strano
posto che aveva già sognato [cap. 3], e al centro
c’era ancora quel bambino di sette
anni. Cercava di tirare calci ad un pallone, dello stesso tipo che
Wakka usò in
spiaggia [cap. 3]. Peccato che, o cadeva per terra, o faceva
più passaggi che
tiri in avanti.
Ecco…la
mia
occasione…finalmente!!! Ora posso finalmente sapere e
levarmi questo
fastidio!!!
‘Quale
fastidio?? Hai ragione…
E’ proprio un fastidio…!’.
Noemi
non lo sentì e si avvicinò decisa per trovare le
dannate risposte che le
servivano per tornare a casa. Non l’avrebbe fermata
nessuno…forse. Magari…
‘TU!!’—e
si inginocchiò davanti a lui per la bassa
statura—‘Voglio sapere perché mi stai
tormentando!!’.
Non
le rispose. Continuava a provarci con quel pallone senza che un bel
tiro
venisse fuori. E ogni volta che la sua espressione insoddisfatta
seguiva quella
sfera di gomma che quasi quasi lo beffava, essa stessa gli si compariva di nuovo
davanti ai suoi
piedi, nella stessa posizione ed angolatura.
Lei
stava perdendo la pazienza. Per giunta essere ignorati come fantasmi!!
‘Allora!!!
Perché!!! Perché succede??? Perché
divento te?? Perché sei un bambino
allora!!!???’ la sua rabbia crebbe, spinta
dall’ansia per quelle risposte, ma
sembrava che Tidus non sentisse. Forse non era lui, pensava: aveva pure
i
capelli castani. E quello che ricordava di quelle specie di
“visioni” oniriche
erano fatti così confusi che non era facile sapersi
ricordare chi si vedeva e
chi no.
Comparì
poi dietro di lei un tizio alto che camminava a piedi nudi, con capelli
castani
sparati, lunghi fino alle spalle e mossi, a torso nudo e portava un
enorme
tatuaggio con sempre quel simbolo strano simile alla
“T”. Non c’erano dubbi…
era ancora quell’uomo [cap. 3]… che si ricordava a
fatica. Buio tortale sul
nome.
‘Ahahah….
Cosa vuoi fare?? Vuoi seguire le mie orme?? Lo sanno tutti che io sono
IL
migliore!! Sono il più grande di tutti i tempi!! Il
leggendario corvo!! Non
riesci a calciare un pallone?? Guarda qua allora…’
disse quello strano uomo a
quel bambino con un carattere ed un modo di parlare che assomigliava
tanto a
Bixen.
Noemi
si accorse di non esser vista da quel vanitoso. Cercò di
parlare, o anche
urlare più volte al bambino, a chiedergli perché,
come… le risposte e
soprattutto se c’erano rischi. Inutile.
Il
bambino indietreggiò di qualche metro e si mise a guardare,
come inerte, a
quell’altro che iniziò a calciare il pallone, che
poi rimbalzò contro un palo
di fronte. Poi lo colpì di nuovo con la mano per due volte,
dopo ciascun
rimbalzo contro lo stesso palo, e dopo, all’ultimo, quando la
sfera fu molto
più in alto, l’uomo fece un salto e, girando
vorticosamente (come riusciva a
farlo non sapeva spiegarselo) calciò con la gamba sinistra.
Quel tiro era così
potente che la palla volò come un missile a pelo
dell’acqua, lasciando scie che
crearono piccole schiume. O…cavolo!!!
Forse sarebbe arrivata verso una città tutta illuminata dai
colori più
disparati che si notavano in quella notte limpida e stellata.
Sì, sembrava
proprio…
Quella
cascata
d’acqua ad arco in fondo… L’ho
già vista…
Mentre
l’uomo rideva a crepapelle con le mani sulla vita, il bambino
finalmente si girò
di lato verso di lei.
‘Zanarkand…
è lì… così
vicina…così lontana…’.
‘Come??
Così lontana?? Ma se è
lì…?’.
‘E’
lì? Siamo noi ad essere lontani…’.
‘Cosa??
Non capisco! Come siamo lontani?? Da quella città?? Ma se la
vediamo??’.
Il
bambino però non gli rispose più. Si era messo le
mani nelle orecchie. Quelle
risate sembravano lacerarlo, ucciderlo come veleno. Così
tanto che iniziò ad
urlare per almeno una decina di secondi.
Bianco.
Puro e luminoso bianco. Luminoso come la luce del sole. Il sole
c’era benissimo…
semplicemente usciva da una finestra della stanza. E’…è
finito??
Sì,
il sogno è finito, carissima. Ma inizia una nuova,
stressante giornata per te. Che
bello…!
Si
era alzata dal letto dando i pugni sul materasso con rabbia. No!! No!! E poi no!!! Quello non era un
sogno e basta!!! Quello sembrava così…vero!!!
Come se quel bambino volesse
parlare con me tutte le volte che dormo… E’
impossibile che abbia tutte le
volte cose del genere!!! Perché??? Vuole dirmi qualcosa?!
La
rabbia era davvero difficile da tenere a freno. Ogni volta, infatti,
diventava
sempre più complicato sciogliere il nodo della questione.
Forse aveva ragione
Wakka: agire contro l’altra metà non avrebbe
portato di certo le risposte. Ma
se l’atteggiamento fosse diverso…
Così
cercò di non pensarci più e si alzò di
colpo dal letto che non era stato per
niente comodo. Ma come cavolo
l’hanno
riparato questo letto?? Ohi ohi che mal di schiena…
Tutti
i passeggeri della nave stavano già a prua. Tutti svegli,
sotto un cielo
completamente sereno, ma la temperatura era gradevole, grazie alla
dolce e
cullante brezza marina. Si vide davanti a nord un’enorme
città, dalla quale
partivano diversi palloncini, e si sentiva una forte voce da un
megafono in
lontananza.
Yuna
agitava la mano destra, felice, mentre Wakka era al piano di sopra ad
urlare
diversi saluti.
Tutti
“felici e contenti”, per non aver incrociato un
certo incubo. Forse tranne i
Besaid Aurochs, che erano più dentro che mai
all’incubo delle figuracce. Più
che “lottare per la vittoria” sembravano
“lottare per non avere fifa”. Mai
visti tizi così preoccupati… E… QUELLI
dovrebbero vincere?? Oddio, a che razza di compito ho
pensato…
Noemi
si accostò a loro con aria serena, come se quella brezza la
facesse sentire
meglio. Menomale… quando si dice “una bella
boccata d’ossigeno”…
‘Comunque, non
vi siete ancora presentati…’ e si portò
le mani dietro la schiena, sorridendo
loro. La squadra così si presentò, felicissima
come non mai (già credevano di
essere diventati un pochino famosi). Era composta da un attaccante
(l’altro era
il capitano quasi ex), due difensori, un centrocampista ed un portiere.
Erano
in tutto sei giocatori. L’attaccante era un tipo alto e
snello, rasato, con una
fascia verde sulla fronte, di nome Datt, che si credeva un velocista di
gran
livello. Il centrocampista si chiamava Jash, un tipo di pelle piuttosto
scura,
con alcuni tatuaggi chiari sulle spalle a cerchio, e portava capelli
molto
chiari e cortissimi. I due
difensori erano invece Botts e Letty, l’uno con i capelli
rossicci raccolti a
codino dietro, rasato di sotto e robusto, e l’altro sempre
castano con dei
baffi di media lunghezza castani e con le braccia quasi interamente
segnate da
tatuaggi più scuri. Vedo che i
tatuaggi
vi piacciono molto…
Ma
la figura che davvero poteva rendere scettici, e soprattutto divertire
da pazzi
(la ragazza riuscì a fatica a trattenere una risata grossa
come una casa), era
il portiere, che più di dire che era grasso, era di
più quasi obeso. Quella
bella pancia non sapeva dove stare. Un uomaccio grosso che teneva
divise di
squadra su misura, con capelli
corti e
castani, e si muoveva in modo goffo ed impacciato. E…mmmph...
quello dovrebbe parare i tiri avversari?? NOOOO…
‘Questo
è Keepa, il nostro portiere!!’ spiegò
Jash, che sembrava il vice-capitano.
‘Ehhmm…
saaaalveee…’ disse il portiere con un
po’ di imbarazzo, e con voce che sembrava
provenire dal fondo di qualche pozzo.
Tutti
avevano una divisa simile a quella di Wakka: una fascia piuttosto
spessa sulla
vita gialla e verde, pantaloni di sopra blu e di sotto gialli.
Piuttosto
semplice, in confronto a quella dei Luka Goers.
‘E…tu
chi saresti?? Ci conosci??!!’ chiese con stupore Datt.
Noemi
inventò la prima scusa che aveva in mente. Doveva essere
anche buona, perché
sapeva che li avrebbe incontrati perfino negli spogliatoi, data la sua
situazione. In fondo… lo avrebbe fatto solo per un amico,
anche se questo aveva
il vizio di portare guai…
‘Ecco…sono…ehm…
la vostra… nuova bidella!!! Sì, mi
hanno…ehm…assunto!!!’.
‘Una
bidella??? NOI???’ fece Keepa.
‘Perché
le altre squadre hanno bidelli???’ disse poi Botts.
‘Stiamo…stiamo
diventando famosi!!!’ esclamò Letty,
già a sogni aperti. Devo dire che
questi ragazzi si montano facilmente la testa… Meglio
farli…tornare sulla terra!!!
‘In
realtà non ho visto molti tifosi
incitarvi…’ precisò la ragazza, e la
squadra
subito si raggelò. A parte Jash: quello sembrava il
più serio di tutti. Tutti gli
altri si guardarono intorno con espressioni del perfetto
“Ehm…”, altri
abbassarono subito le spalle.
‘Ragaaaaazzi!!!’—arrivò
il capitano—‘Questa è la grande capitale
di Luka!!! Guardate!!!’.
Noemi
e la squadra si affacciarono a prua e videro una città
enorme, con edifici
circolari mai visti: regnava il colore e la festa ovunque, e da quei
grattacieli
venivano lanciati ogni sorta di coriandoli e volantini. Tutta la gente
gridava
di gioia e il clima di festa aveva davvero contagiato tutti. Forse
l’unico era
Kimahri. La città aveva l’aspetto estremamente
moderno e contorto… chissà
allora lo stadio…
I
volantini ricordavano il grande torneo di Blitzball: da ogni parte
spuntavano
bandiere, palloni, trombe… era da tanto tempo che
l’orfana non vedeva una
festa. Anche perché a Metropolis non ce n’era mai
una vera e propria. Anzi…
‘Ma…che bello!! Cosa festeggiano??’.
‘Luka
è in festa…pronta per il torneo!! Si
svolgerà interamente qui!!’—rispose
Wakka
rivolgendosi poi ai ragazzi—‘Allora… Non
respirate l’aria di gara e di fama!?
La coppa sarà nostra!!!’.
La
squadra lo guardò un po’ con paura e un
po’ con felicità. Non si capiva
nemmeno. Forse era più la prima.
Da
lontano si vedeva un enorme edificio trasparente e circolare, simile a
quello
visto a Zanarkand.
‘Cos’è
quello??’ chiese Noemi, anche se già la mezza idea
ce l’aveva.
‘Quello??
E’ dove dobbiamo giocare!! Lo stadio più grande di
Spira!! Fantastico!!’.
Cavolo
che
entusiasmo… Forse è troppo sicuro di
sé… Già prevedo la figuraccia che
questa
squadra farà, visto che continua a blaterare della
vittoria…e poi si ritrova a
tremare come una foglia!!
La
nave poco dopo attraccò e il molo era già
strapieno di tifosi con bandiere e
palloni in mano. Erano vecchi, bambini, donne e uomini, artigiani e
sacerdoti. Questo sport deve essere davvero
importante…
Non ho mai visto una cosa simile…
La
voce di un cronista, che parlava con un grosso megafono al molo,
iniziava a
preparare gli animi al torneo, presentando le squadre appena arrivate,
una ad
una. ‘Ecco
a voi i Kilika Beasts…. Dopo
l’attacco di Sin, la squadra è diventata
più forte ed ora aspira ad essere un
ottimo candidato alla Coppa!!!’.
Wakka
si avvicinò da dietro ed urlò al loro capitano.
‘Buona fortuna Vuroja!!!’.
Buona
fortuna???
Veramente a noi servirebbe fortuna…
Anzi, un miracolo…
Poi
arrivò il suo turno. ‘Ecco a voi i Besaid
Aurochs!! La vergogna del torneo!! In
tredici anni non hanno mai superato il primo turno!!! Non ci resta che
augurare
a loro un…buon ritorno!!!’.
“Casualmente”
i pochi tifosi lì presenti per loro contennero di
più l’entusiasmo. E’…incredibile!!!
Non vedo dico, una
bandiera della sua squadra!!! Ma… si nascondono???? Ed
era vero: diciamo
che erano gli unici a non portare bandiere o divise come gli altri, ma
limitandosi solo alle trombette…
‘Ma
tute le volte che c’è questo torneo
c’è questo caos??’ chiese la ragazza.
‘Beh…ora
più che mai!! Questo torneo è stato organizzato
dalla città per il
cinquantesimo anniversario di servizio del grande maestro
Mika!!’ disse Yuna.
‘Ma…maestro???’.
‘Sì…una
guida che, con il credo, aiuta il popolo…’.
‘Cavolo!!!
Ma…non va in pensione? A
quell’età…ehm…’.
Si
tappò la bocca. Tutti, soprattutto Lulu, le lanciarono
occhiatacce. Ok…era una
battuta… b.a.t.t.u.t.a.
‘Ecco
i Luuuuka… Gooooeeeersss…!!!! I nostri campioni
sono arrivati secondi l’anno
scorso ed ora sono caricatissimi a vincere!!! Incitiamoli, ragazzi,
incitiamo i
nostri campioni!!!’.
Tutti
i tifosi sembravano impazziti. Si misero ad applaudire come matti e ad
urlare quasi
al delirio, soprattutto il nome di Bixen. E chi poteva essere?
Tutti
erano sbarcati, e Wakka ribolliva di rabbia dietro alcuni cassoni. Nero
in
faccia, invidioso più che mai. Pensava che un giorno sarebbe
stato lui il divo,
dopo anni e anni di esperienza e di sconfitte…e pensare che
il rivale era
entrato solo da due anni nella squadra e già era diventato
famoso. Continuava a
firmare autografi qua e là, tanto che alcune ragazze si
pestavano a vicenda.
Anche
Noemi, a vedere il suo amico in quelle condizioni, veniva voglia di
stappare il
codino a quella specie di divo. Insomma, dopotutto, era stato lui ad
aiutarla,
a dargli fiducia, a rassicurare un’orfana che non aveva
conosciuto altro che
dolore e sofferenze. Non si era mai fidata di nessuno: lui era divenuto
il suo
primo, grande amico. Chissà se anche qualcun altro poteva
diventarlo…
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Capitolo 10 *** Cap.10: Disappeared ***
La
grande confusione lasciò subito spazio ad
un’enorme folla di persone che si stava
dirigendo verso la banchina adiacente.
‘Ma
cosa succede??’ disse Noemi guardandosi qua e là.
‘C’è
il maestro Mika!!! Andiamo a trovarlo!!!’ le rispose Yuna con
grande ansia,
quasi saltando.
Tutto
il gruppo così seguì la folla di tifosi che
correvano all’impazzata, fatta
eccezione per gli anziani. Wakka invece non li seguì,
raggiungendo la sua
squadra e le altre, per prepararsi negli spogliatoi davanti ed affianco
al
campo.
‘EHI
TU!!!!!??? DOVE VAI????’ urlò Wakka a Noemi,
facendosi con la mano un megafono.
Ehm…ooopppssss…
credo
di aver dimenticato una cosina… Ma chi cavolo me lo fa
fare!!!
‘Ehm…
Wakka…io… non sono sicura che sia una buona
idea!!!’.
‘Vieni
con me… Ti spiego come si gioca, già che ci
siamo…o se ne hai bisogno…! Vedi la
partita…e poi sarai già pronta… Tanto
sei bravissima ad usare il chakra…!!!’
Continuò lui per poi fare una risata a bocca aperta.
Sembrava avere già la
vittoria in tasca. Siiiiiiiiiiiiii, come
nooo…Sono proprio brava, così brava, da avere
tutte le notti gli incubi…Ma…
‘Ti
sbagli di grosso!! Non rischio di certo per una stupida
partita!!!’.
Così
lui corse verso l’orfana e iniziò a parlare
sottovoce. Di solito quando faceva
così era perché si era messo nei guai, o meglio,
era pronto a mettere gli altri
in essi, come al solito.
‘Ehm…
Ho detto a tutti
che dopo di me ci sarà Tidus… lo sai che le ho
descritte così bene le sue
qualità che già alcuni fantasticano??’.
‘COOOSAAA!???’
e i pochi tifosi in “ritardo” la guardarono
scettici, dopo un grido che preannunciava
una perfetta previsione di guai o figuracce.
‘TU…TU…’—balbettò
lei, alzando l’indice destro tremolante e a bocca
aperta—‘TU… COS’HAI
FATTO???’.
‘Ehm…
Vieni dopo… Nello spogliatoio, ok?
Ti…ehm… aspetto…!’ fece lui,
per poi correre
a velocità supersonica: o era in ritardo o era
perché l’amica stava diventando
una belva inferocita. Se non fosse stato per Yuna che la prese per mano.
‘Vieni…ti
faccio vedere io chi è Mika…’ IO…LO
AMMAZZO QUELLO…gliela darò io la giusta
“qualità”!!!
La
città vista da lontano sembrava davvero una vera e propria
capitale, tanto che
a Noemi faceva venire in mente la sua “cara”
Metropolis. Anzi, le venivano in
mente solo ricordi pessimi, come quelle viette, che erano la sua via di
scampo
per sfuggire ai creditori, o quel grande traffico e folle di gente
stressata
che non guardava in faccia a nessuno. Ogni volta che capitava
rivederli, era
sempre difficile uscirne. Ogni sorriso diventava tristezza, ogni
tentativo di
migliorarsi ricadeva in una autostima quasi inesistente, soprattutto
per colpa
del padre, che l’aveva lasciata da sola, senza soldi, senza
un buon futuro.
‘Qualcosa
che non va??’ chiese Yuna a lei, vedendola un po’
sovrappensiero.
‘No…è
che…non amo molto le città grandi come
questa…!’ e cercò di mostrarsi
più
spensierata, nonostante quei pensieri fossero più legati di
qualsiasi colla.
L’altra capì subito che, in realtà,
quella risposta non era completamente
esatta: se una città semplicemente non piace è
strano che una ragazza perda di
colpo la sua felicità. Ma non era nel suo carattere chiedere
di più, piuttosto
avrebbe aspettato la giusta occasione. Metropolis…d’altronde
è la mia “casa”… solo a
conoscerla, forse!. Ma…mi trovo così bene
qui…dopo
tutto non sono più sola! Però…questo
non è il mio mondo, ed ho ancora paura…
Dovrò forse tornare un giorno dove
io provengo
davvero…se questo non è un sogno…
Alla
banchina n°2 affianco era attraccata un’altra nave,
un po’ più piccola della
Liki. Tutti attendevano lo sbarco del grande Maestro, soprattutto
perché aveva
qualcuno di importante da presentare. Noemi faceva molta fatica a
guardare,
anche per via di quell’idiota che
continua a muovere quella testa pelata!!! Stai fermo!!!
Dalla
nave scese, preceduto da alcuni templari del credo (tutti vestiti
rigorosamente
allo stesso modo), un anziano dall’aspetto nobile e fiero,
portava baffi e
barba bianchi entrambi folti ma corti, con spesse sopracciglia dello
stesso
colore. Portava il classico abito tipico e solenne dei cardinali,
compreso un
piccolo cappello. Alzò poi lentamente le braccia al cielo,
come per accogliere
un intero popolo. Era proprio quello Mika.
‘Salve
a tutti… Popolo di Spira… Vi ringrazio di essere
tutti qui presenti per
celebrare il mio cinquantesimo anno di servizio come guida di questa
gente
meravigliosa… Auguro a tutti un felice torneo ed un prossimo
Bonacciale…’ Bo…Bonacciale???
Cos’è questa novità???
Tutti
fecero un segno di riverenza insieme [cap.4], accompagnato da un
profondo
inchino. Invece la ragazza non fece in tempo a togliersi qualche
dubbio, che
subito scese un'altra persona dall’aspetto imponente ed
importante. Portava un
completo unico viola, dalle maniche lunghe e larghe, con alcune strisce
bianche
in basso. Il vestito era retto sulla vita con una fascia verde, che si
apriva
davanti a “fiocco”, e si apriva sulla
sommità del petto, mostrando due
tatuaggi, uno a destra ed uno a sinistra, raffiguranti due draghi
simmetrici
tra loro neri. Quello che di più stupiva erano i suoi strani
capelli raccolti come
lunghissime code di cavallo, che vincevano la forza di
gravità. Erano azzurri e
portati all’insù, su entrambi i lati della sua
testa, che gli arrivavano fin
oltre le ginocchia. Dalla fronte spuntava un lungo ciuffo a
“zig zag”, ed erano
agghiaccianti i suoi occhi di color lilla chiari. Per non parlare poi
delle sue
strane mani: quella di sinistra era normale, mentre quella di destra
aveva
unghie robuste e lunghe più centimetri del normale.
Quello
si inginocchiò prima davanti a Mika, e poi davanti alla
folla. Tutti risposero
con un’altra classica riverenza. ‘Il mio nome
è Seymour Guado. Sono il figlio
di Jyscal Guado, e sono stato designato dal saggio Maestro Mika come
suo
successore dopo il suo servizio. Il mio compito è quello di
unire le stirpi dei
Guado e degli Umani.’ Ah…
allora è vero
che sta per andare in pensione…
‘Grande
popolo… Il vostro prossimo Maestro di Yevon è un
abilissimo mago, grazie alla
Gemma delle Quattro Arti Proibite, che ha un potere sufficientemente
grande da
proteggere voi tutti… Sia lodato Yevon!!!’
continuò il maestro Mika, e tutti si
misero ad applaudire incessantemente.
Già
quel “Seymour” stava antipatico a Noemi.
Chissà perché le ricordava tanto suo
padre?? Quello sguardo, che sembrava non conoscere pietà,
che non ha saputo insegnare
a lei come vivere in una comunità o avere degli
amici… che l’aveva condannata a
dieci anni di solitudine e tristezza, tra ruberie e corse sfrenate per
qualche
pezzo di pane. Quei pensieri le davano davvero sui nervi. Forse di
più del
chakra spuntato all’improvviso. Ma cosa l’aveva
costretta ad accettare quella
sua infelice infanzia?
Mancava
circa un’ora e mezza alla partita, e c’era ancora
il tempo per fare un giro in
città. Ogni due per tre l’invocatrice veniva
circondata da folle di persone,
che Noemi notò ogni volta diverse. Alcuni sembravano umani,
altri sembravano
leoni tipo Kimahri, altri ancora portavano occhialini continuamente,
che tanto
ricordavano qualcuno già incontrato. C’erano
diverse stirpi, diverse “persone”,
insomma una comunità che congiungeva moltissimi popoli
diversi, mai visti a
Metropolis. Ancora…il pensiero di quella città
era come dire “inferno”. E’ vero
che quella città era diversa, ma la ragazza riusciva a
trovare anche le più
piccole somiglianze e collegamenti, come chi, quando è di
cattiva luna, pensa
sempre in peggio. Quelle
vie…quegli
enormi palazzi…ed io che ho buttato se non più di
nove della mia infanzia… In
una città che non offriva niente, squallida e
stressata… E tutto… per colpa di
mio padre…lui…lui…se potessi
riderlo!!! Io…io…gli…
Yuna
approfittava dei pochi momenti in cui era libera dalla sua stessa fama
per
confortarla, che ad occhio nudo si vedeva molto bene che era
turbata… e non per
il Blitzball…
‘Allora…
Com’è Zanarkand? E’ enorme? Come
questa??’ e cercò ovviamente di distrarla. O
era anche un suo interesse…
‘Eh…oh…quella
città??’. Ed intanto continuarono a passeggiare
vicino alla baia, accanto al
mare cristallino. Una bella immagine da cartolina.
‘Sì…
vorrei sapere com’è... Ci sei stata,
vero??’.
‘Sì…
ma tu…mi credi?? Credi a quello che cerco di
dire??’ Noemi la guardò non poco
stupita.
‘Certo!!
Quella città esiste!! Se l’hai vista
tu!!’.
La
ragazza si guardò intorno. Era circondata di palazzine
circolari dalle forme
più strane e strade strapiene di gente. Altro che macchine e
smog di
Metropolis… e quella città, dall’arco
acquatico, con quelle aurore luminose e
quelle infinite nebulose, ritornava davanti agli occhi
dell’immaginazione.
‘Beh…
Era..era…enorme!! Più grande di questa!! Sotto le
stelle… piena di ogni colore,
ogni luce… Una città piena di vita, attiva, che
conosceva solo la felicità. Era
tutto…come
dire…incantevole…magico…
incredibile!’ ed alzò gli occhi al cielo,
come se stesse già lì. Ci era stata poco
là, ma era come se le avesse lasciato
il segno. Forse semplicemente perché era l’esatto
opposto della sua prigione
infantile.
Dopo
la sua descrizione Yuna iniziò a pensare. Aveva
l’impressione che, tutte le
volte che Noemi, e specialmente Tidus parlava di quella
città, era come se
sentisse delle cose familiari, già sentite, da qualche
parte, molto tempo fa,
chissà da chi… Un intuito azzardava che il chakra
della ragazza aveva a che
vedere con tutto. ‘Io…vorrei andare in quella
città…’ rispose, forse con un
po’
di imbarazzo.
‘Già…se
sapessi come fare!’ di certo non
sarei
ancora qui…
‘Forse
Tidus saprebbe come fare…’.
Noemi
la guardò così male che lei arrossì di
colpo, quasi mordendosi la lingua.
‘Oh…andiamo
allo stadio… La partita di Wakka sta per
cominciare!!!’ disse infine
l’invocatrice, trasformando la sua timidezza in esaltazione
per il suo
amico-guardiano.
‘ODDIO!!!’
esclamò l’altra. Sbaglio, o doveva andare negli
spogliatoi con lui? Non sapeva
nemmeno le regole di base!!! E nemmeno le importava. Era comunque un
piccolo
favore, pensò. Tutti la videro correre come una dannata
verso lo stadio
salutando al volo, mentre gli altri continuarono il loro giro con
più
tranquillità, qualcuno ridendo per la banalità
della scena. In fondo, i
guardiani dovevano essere bravi anche a portare sollievo nelle
situazioni
difficili. Chissà se nei panni di una guardiana…
Perfetto…
ora???
Accidenti!! La mia idea era solo un…esperimento!!! Adesso
che ha messo in giro
la voce… Forse se scredito tutto quello che ha detto,
forse…
Wakka
era già negli spogliatoi con i Besaid Aurochs. Quella
mattina si sarebbe svolta
la primissima gara del torneo, prima di continuare il pellegrinaggio
diretto
verso nord. Tutta la squadra era tesissima, soprattutto in attesa della
rivale da
affrontare. Ma il sorteggio… beh, anche quella poteva essere
un’ “avversaria”…
‘Spero
solo che non ci siano ancora i Luka Goers da battere!! L’anno
scorso ci hanno massacrato!!’
disse Keepa speranzoso. Aveva appena finito la sua colazione: un panino
alla
marmellata, un po’ di patatine fritte e due belle frittelle
al cioccolato.
Quando
si sentirono dei passi venire dal corridoio d’ingresso, tutti
tacquero. Wakka entrò
e si mise al centro della stanza. Lo spogliatoio era moderatamente
grande, con
una fila di armadietti color verde di plastica sulla destra, una
lavagna
piccola rettangolare in fondo, vicino ad un angolo, con, sul fondo, una
larga
bandiera di stoffa con lo stemma della squadra. C’erano anche
diverse foto sul
muro di sinistra, che ritraevano scene disparate di giocatori che non
sembravano proprio loro, né di aspetto, né
soprattutto nella tecnica. Il
capitano quasi ex li aveva messi apposta per far crescere
l’impegno dei suoi,
spinti dall’invidia di quelle incredibili e storiche scene.
Ma tutto quello che
ottenne fu solo l’effetto opposto, ovvero un grosso
scoraggiamento. Allora
perché erano rimasti appesi?? Forse la sua eccessiva
speranza e voglia di fare
lo accecavano un po’. Ma era proprio quella che lo faceva
sorridere, con la
solita sicurezza che portava ogni anno in quelle mura. Forse
sprecata…
‘Ragazzi…
giocheremo contro i Luka Goers!!!’.
Le
speranze di tutti si trasformarono in sguardi persi e vuoti.
‘Perché
quelle facce?? Avanti, ragazzi… Ce la faremo!! Gliela faremo
vedere a quei
vanitosi!!!’ continuò il capitano quasi ex, con i
pugni delle mani sulla vita.
‘Ma…l’ultima
volta avevano vinto 3 a
0!!! Non eravamo riusciti a tirare neanche una volta!’
spiegò Datt.
‘Non
vi preoccupate… vedrete che ce la faremo. Adesso vado e
torno…restate qui!’ e
Wakka uscì, lasciando i giocatori così
ammutoliti, che lo spogliatoio sembrava
vuoto. Ecco come un sorteggio può diventare
“nemico”, dunque…
Il
problema ora era serio o quasi. Dove si era cacciata Noemi?? Era
terribilmente
in ritardo: mancava solo mezz’ora alla partita. Gli spalti
erano già strapieni
e gremiti. Non poté far altro che aspettarla
all’ingresso dello stadio: un’enorme
sala aperta all’esterno, circolare, che portava ai due
spogliatoi tramite delle
scale ai lati della reception ben abbellita. Erano ormai tutti pronti,
e Wakka sembrava
esser l’unico a girare avanti indietro. E quel odioso
“tic-tac” continuava a
scattare.
La
ragazza stava correndo come una disperata, per giunta non sapendo
neppure dov’era
l’ingresso degli spogliatoi, e in giro non trovò
nessuno. Così fece
letteralmente il giro dell’oca, ed una volta che i dadi
tirarono fuori il
numero giusto, Wakka la trovò bordeaux in faccia con la
lingua di fuori.
‘Dove
accidenti sei stata?! Vieni, che ti spiego le regole!!
Muoviti!!!’. Sì,
sì, certo!! Io mi devo sempre muovere…!
Quando
ella entrò nello spogliatoio sembrava fosse morto qualcuno. Che facce… ma cosa è
successo??? Poverini…che
pena!!!
‘Prima
di affrontare i Luka Goers, ripassiamo un po’ di
regole…’ iniziò il compagno,
l’unico entusiasta. Ah, ora
capisco!!!
‘Dunque…
Il torneo è composto da due parti, una a punti e
l’altra ad eliminazione
diretta. Chi passa il primo turno, avanzerà con il
successivo. Semplice, no?’.
‘Certo…non
l’abbiamo mai passato il primo turno…!!’
disse ben serio il mulatto Jash. Già…semplice
a dirsi…eh?
‘Fidatevi!
Poi, al torneo Yevon…’—sempre
quel…dio
ovunque?? Anche nello sport???—‘…partecipano
in tutto sei squadre: noi, i
Luka Goers, i Kilika Beasts, i Ronso Fang, i Guado Glories e gli Albhed
Psyches, quelli che hanno vinto lo scorso anno!’ Quell’aggettivo non mi è
nuovo… non era quella ragazza della nave???
[cap.2].
Poi
Wakka fece una sorta di resoconto, mentre tutti stavano seduti sulle
panchine a
vederlo e a non vederlo, già accecati dalla nube delle
figuracce e delle
schiappe. ‘Allora… prima di tutto dobbiamo giocare
contro tutte le squadre. Se
si vince si prendono tre punti, se si pareggia uno solo, se si perde,
nessuno.
Chi, nella classifica finale, arriva tra i primi quattro va
avanti.’.
‘Beh…Il
problema sono forse le regole…’ fece la
ragazza-bidella quando tutti la
guardarono malissimo. Cosa dire quando ben dodici occhi ti guardano
dicendoti
da quale caspita di posto vieni??
‘Ecco…io…’.
‘E’
stata intossicata…. Assieme al nostro nuovo
compagno… non si ricorda più
nulla…. Adesso le rispiego le regole!!’ Fiuuuuu…
Per una volta Wakka fa una cosa giusta…
Tutti
si guardarono in faccia squadrati. Come faceva quella a non sapere lo
sport più
famoso di Spira, seguito da chiunque?? Pure i bambini più
piccoli sapevano
giocarci… C’era anche chi sapeva ogni singolo nome
di tutti i giocatori, e chi
si appassionava di più anche al gossip.
‘Allora…ci
sono in campo cinque giocatori più il portiere. Si gioca
all’interno di uno
stadio leggermente ellittico completamente sommerso, dove ai due poli
esterni
ci sono due porte, quelle delle rispettive
squadre…’.
‘Come???
E quanto dura una partita??!!’ chiese Noemi mentre gli altri
divennero da
scettici a stupiti davvero.
‘Una
partita si divide in due tempi da quindici minuti ciascuno.
C’è poi un
intervallo di circa mezz’ora.’.
‘COME???
Ma non affogate, scusa?? Come fate a stare in acqua???’.
Stavolta
non solo la squadra era ammutolita, ma lo era anche Wakka. Non sapeva
più cosa
pensare a quello che girava per la testa pervertita di quella ragazza.
Figuriamoci Tidus, che sembrava ancora più
strano… Era davvero stata una buona
idea??
‘Ehm…perché
è acqua, no?? Perché dovresti affogare??
L’acqua contiene ossigeno, quello che
in fondo respiriamo!’.
‘Ma
noi non abbiamo le branchie!!!’.
‘Ma
cosa sta
blaterando???’
disse poi Botts a Datt sottovoce. Questo rise coprendosi le labbra,
malamente. Sì, si, bravo, ridi!!!
Voglio vedere te al
posto mio, super-campione!!!!
Wakka,
imbarazzato, cambiò abilmente discorso. Il tempo stava
scadendo.
‘Vabbè…
passiamo alle regole fondamentali. La palla che si usa è
questa’—e indica la
stessa palla bianca e blu che Noemi e Tidus avevano visto
chissà quante volte
in giro [cap.3]—‘…e la squadra che vince
è quella che riesce a segnare di più nella
porta avversaria. Si possono fare i tiri con i piedi e le mani, i
passaggi con
le mani soltanto, e si possono dribblare gli avversari che ti
ostacolano
schivandoli…’.
Poi
Wakka continuò velocemente: era chiaro che una prova pratica
fosse il miglior
sistema per imparare.
‘…oppure
lanciando al tuo compagno un passaggio così potante da
superarlo con la forza
del pallone. Sono ammessi tiri speciali come rovesciate e Sferatiri,
tiri ad
effetto… e le sostituzioni vanno fatte solo a fine del primo
tempo. Lo schema
da seguire è lo stesso per tutte le squadre: 2-1-2 e il
portiere dietro. Due
attaccanti, un centrocampista centrale e due difensori. Tutto
chiaro??’. Chiarissimo…a
parole!
Sarebbe
stata dura a chiunque capire determinate tattiche e movimenti a soli
parole,
per giunta per pochi minuti. Sarebbe stato molto più
efficace vedere una
partita effettiva. Sono certissima che la
partita la perderanno, ma almeno servirà a capire cosa
questo Blitzball sia… Giocare
poi sott’acqua senza nemmeno una mascherina!! Quella non
può essere “acqua”
come ha detto! Però… una volta avevo respirato
acqua… ma dovevo stare davvero
male, molto male!!
Noemi
guardava in basso senza aver scampo. Wakka non aveva ancora considerato
il
difficile problema del chakra…. Diciamo che si sprigionava
quasi quando voleva
e non di certo quando lei diceva “Abra,
Kadabra…Alakazam” oppure “Bim Bum
Bam…”, o robe simili…. E come faceva ad
essere così sicuro che Tidus avrebbe
collaborato??
Interessanti,
quelle foto. Davvero. In una era raffigurata una ragazza con i capelli
castani,
lunghi e lisci, fluttuanti nell’acqua di quello stadio, con
un particolare paio
di occhialini addosso. Un’Albhed?? Quella l’aveva
già vista. Si…era in quella
gigantesca immagine dello stadio di Zanarkand! Era una di quei
leggendari
giocatori. Poi, mai notata prima, un’altra foto. Sembrava
diversa dalle altre.
Era un poco più grande e leggermente sbiadita. Rappresentava
un giocatore
ripreso di spalle, intento in un tiro spettacolare, a distanza. Portava
i
capelli mediamente lunghi e castani, ed un colore chiariccio dalla vita
al
collo. “Dark
Crow”,
c’era scritto sotto. Una scritta che
sembrava più una vera e propria firma.
‘Noemi…!!
Vieni!! Non c’è più tempo…!
Recati sugli spalti!! Ti ho tenuto un posto
riservato!!’.
Era
Wakka. ‘Oh…ehm…sì,
arrivo… grazie per il posto…!!’ e lo
sentì recarsi con la squadra
allo stadio, tramite il corridoio di prima. In realtà voleva
chiedergli se
fossero davvero gli Zanarkand Abes, quelli. Un
momento… ma se ha delle foto su loro…
perché non dovrebbe conoscere…
Brutto,
acido presentimento. La ragazza si voltò subito di nuovo
verso le foto. Muro.
Solo muro bianco e ruvido, reso leggermente scuro dalla sua ombra. La
foto
sbiadita era scomparsa. Sparita. Svanita. Volatilizzata. Lei si prese
un colpo.
Tutte le altre foto erano una ad una al loro posto. Pessimo
presentimento. Se
l’era sognato??
Non
ebbe il coraggio di chiedersi nulla al riguardo, anche
perché aveva capito che
farsi domande era inutile. Non poteva più dire che quello
era tutto un sogno. O
era pazza, oppure era un effetto del chakra. Era come se le comunicasse
qualcosa.
Poi si fermò a guardare uno stranissimo strumento. Era una
specie di palo, che
terminava con un affare che sembrava una telecamera o cosa. Di certo
aveva una
lente, dal quale usciva una piccola luce verde che splendeva
continuamente,
come i luccichii del mare. Cosa cavolo
è?? Non ho mai visto nulla di simile…non ditemi
che me lo sto immaginando…
Wakka
era più sicuro che mai. Era in fondo la sua partita della
vita. La sua ultima
partita da capitano. Non si aspettava un granché, certo, non
poteva pretendere
altro, ma un suo goal pesante contro Bixen glielo voleva fare. Voleva
fargli
cadere le braccia, semplicemente. Per una
volta…l’unica.
Il
pubblico era in visibilio, peccato che almeno il novanta percento di
loro o di
più erano tifosi degli avversari… Era tutto
pronto per la partita: lo stadio
era già stracolmo di acqua…mancava solo il via.
Yuna,
Lulu e Kimahri erano ancora nei pressi dello stadio: la fama della
prima era
così diffusa che anche loro erano in
“ritardo”. La seconda era già stufa di
fermarsi
tutte le sante volte, continuando a mettersi la mano in faccia o
sbuffare senza
essere sentita, mentre il terzo li seguì impassibile, senza
fiatare e
mantenendo le solite braccia conserte.
Yuna
passò davanti a due individui, che sembravano Albhed, con i
classici occhialini
e gli abiti semplici neri e molto aderenti. Erano distesi sul muretto e
la
guardavano in modo sinistro.
‘A'
mae m'ehjulydnela!!’ disse l’uno
all’altro [E’ lei l’invocatrice…].
L’altro
alzò la testa lentamente, come se stesse pensando. Fu
lì che Lulu notò le loro
strane facce, senza troppa attenzione.
‘Tuppeysu
nevanenmu??’ [Dobbiamo riferirlo??].
Ma
l’attenzione della poca gente rimasta era in
tutt’altra direzione. Due grossi
Ronso, ovvero quella specie di individui simili a “leoni
bipidi” si
avvicinarono con aria di sfida e superiorità a Kimahri, il
quale passò dallo
sguardo serio già per conto suo a quello davvero arrabbiato.
Erano due alti
tizi, molto robusti: uno aveva la pelle grigia, ricoperta sulle spalle
e sulla
testa da folto pelo giallo (era lontano dal biondo) e sulla testa aveva
un
lungo corno appuntito, che a Kimahri mancava, come se il suo fosse
stato
“tagliato”, che diceva di chiamarsi Brian, e
l’altro era meno alto, con la
pelle più scura e il pelo castano. Anche lui aveva un corno
ben più lungo del
guardiano. Forse tutti i Ronso maschi ce
l’avevano… Quell’altro si chiamava
Yenke.
Doveva
essere una questione davvero seria (come dire… “da
leoni”…), per vedere Kimahri
girare le spalle all’invocatrice ed allontanarsi un poco.
‘Ah
ah ah!! Tu…qui??’ disse Yenke. Poi, silenzio.
‘Tu…perché
non parlare?? Perso lingua??’ continuò Brian, che
sembrava conoscerlo non
troppo poco. I due si misero a ridere. E sembravano più dei
ruggiti…
‘Come
non parli tu con tuoi amici Ronso?? Noi insegnato te a combattere!! E
tu
ringrazi così??’ alzò la voce Brian.
‘Ahahahah!!
Povero Kimahri… Tu non capace di agire…e
parlare…ahahah!!!’.
Dopo
che Yenke finì la frase con arroganza, Kimahri gli
lanciò un potente destro da
farlo cadere a terra.
Lulu
vide la situazione e accorse subito, fermando una prossima rissa.
‘Smettetela!!
Vi sembra il caso di litigare?? In un momento di festa??’.
Kimahri
a gran fatica riuscì a non perdere la calma, ribollendo di
rabbia, soprattutto
dopo che i due Ronso se ne andarono, l’uno ridendo di
superbia e l’altro
toccandosi la guancia (era guancia quella??) dolente. Quando si
calmarono le
acque, Lulu si girò addietro e non riuscì a
trovare Yuna da nessuna parte. Si
girò a destra e a sinistra: sembrava sparita. Eppure quasi
tutta Luka,
visitatori compresi, erano a vedere la partita.
‘Kimahri!!
Yuna è sparita!!!’.
Appena
l’altro sentì quelle parole dimenticò
tutto e si misero a cercarla insieme. Non
c’era niente da fare.
Si
erano spinti fino allo stadio, dove incrociarono Noemi, mentre si
recava alle
tribune, gioendo per non vedere la partita in piedi. Lulu??
Quel leone?? Perché corrono??
‘TU!!!
Presto!!!’ gridò Lulu. Non
l’ho mai vista
così preoccupata e disperata…come fa a correre
con quella specie di gonna lunga
che porta???
‘Che…che
succede?? Perché correte?? Dov’è
Yuna??? Non era con voi?’.
‘E’…è
sparita… Non la troviamo da nessuna
parte…’.
‘Cosa???
Ma non siete mica voi i guardiani?? Sbaglio o questo
è…’.
‘Smettila!!
Piuttosto…’ tagliò corto la maga,
cercando di pensare ad una soluzione. Certo….
Prima questa mi crede come una nullafacente
che si mette solo in mezzo, poi guarda in modo strano Tidus come se
fosse un
rimbambito chiunque, e poi lei, che dovrebbe essere la madre sovrana
della
situazione, che sa tutto, cosa fare e cosa non fare, pretende pure
aiuti
disperati… Se non fosse per Yuna non la aiuterei di certo!!!
‘Bè…di
certo mia la colpa non è!!!’ fece Noemi con grande
enfasi.
‘Erano
Albhed quelli che la guardavano…stavano già
studiando…’.
‘Albhed??
Quelli con gli occhiali?? Che c’entrano??’ chiese
l’altra, con crescente
preoccupazione.
‘Ho
paura…che loro l’abbiano
rapita…’ Ra….rapita??
Noemi
non ci credeva per niente. Fatto sta che Yuna davvero era scomparsa.
Come
quella foto.
|
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Capitolo 11 *** Cap.11: Between Game and Danger ***
Noemi,
Lulu e Kimahri corsero subito all’ingresso dello stadio per
avvisare Wakka e
fargli lasciar perdere la partita: era comunque prima un guardiano che
un
giocatore di Blitzball. E’ vero, era la sua ultima partita, e
di certo non
voleva assolutamente (o quasi) fallire. In fondo, la testardaggine e la
sua
ferrea volontà, nonostante tutte quelle sconfitte, avevano
permesso ai Besaid
Aurochs di avere ancora qualche tifoso.
Chissà
se gli altri sanno che Wakka è
anche il guardiano della loro nuova speranza??
Noemi
aveva la lingua di fuori, e faceva quasi spavento a guardarla. Ma
lì non c’era
proprio nessuno: perfino quelli della reception erano andati a vedere
la
partita sugli spalti.
‘Fantastico!!!’—disse
Lulu mettendosi la mano destra sulla fronte—‘E
adesso cosa facciamo???’.
Poi,
improvvisamente videro alcuni schermi appesi al soffitto, che
trasmettevano la
partita sotto la voce di un vivace commentatore. Si vedeva Wakka in
possesso
palla, mentre veniva attaccato davvero duramente da tre avversari dei
Luka Goers,
con Bixen da lontano, che rideva a crepapelle. Quei contrasti erano
davvero forti,
tanto che ad un certo punto il capitano quasi ex perse i sensi, per un
colpo sullo
stomaco da parte del giocatore Anbus.
‘Ehi!!
Ma…avete visto come giocano sporco quelli???’
esclamò Noemi. E io, per giunta
con il chakra, dovrei fare
un gioco simile??? Sognatevelo!!!
‘Quella
squadra è stata sempre dura e sleale… Wakka ci
è abituato…! Basta ora!!!
Dobbiamo trovare Yuna!!’ Per una
volta la
“signorona” ha ragione…
Mentre
il capitano quasi ex era a “corpo morto”
nell’acqua dello stadio sommerso, si
sentì un forte rumore, simile proprio a quello di una nave
in partenza. Un
brivido scosse Lulu e la ragazza, mentre Kimahri, quasi senza pensare,
subito
corse in direzione della sorgente del suono, prima di tutti.
‘EHI!!!
Aspettatemi!!!’ urlò Noemi, vedendo la maga e il
leone già distanti metri, in
direzione della banchina n°4 affianco allo stadio. I tre
corsero per alcuni
minuti, fino a quando non videro un’enorme nave che
all’arrivo a Luka non
c’era. Questa nave
però… L’ho già
vista!!! E’ così simile a quella di quella ragazza
Albhed…
Era
enorme:
lunga almeno quaranta metri e larga molto meno; la prua coperta e la
poppa no,
tanto da avere grande spazio, forse per carichi pesanti. Era
l’unica imbarcazione
tra tutte le altre di quel porto a non possedere le vele. Forse
l’unica a
motore. Bene… allora è
vero che certi
macchinari si usano ancora!!!
Videro
imbarcarsi alcuni tizi Albhed, alti, con i soliti occhialini indossati
e tutti
biondi, che improvvisamente urlavano a squarciagola, l’uno
all’altro.
‘Bnacdu!!!
Cuhu ynnejyde!!!!’ disse uno, dando spintoni a quello che
stava salendo.
‘Lymsyde!!!!
L'è lucì dyhdu pecukhu te cbehkana?? Dyhdu e
bundeane Albhed cuhu keà
ynnejyde!!!’
‘Ma….cosa…’
Lulu si girò e improvvisamente alcuni robottini avanzarono
camminando verso di
loro, muniti di una lancia corta ed arrugginita. Sembravano fatti
proprio per
trattare “bene” gli ospiti.
‘Oddio!!!
Cosa…cosa vogliono questi???’ esclamò
Noemi, iniziando a sentirsi decisamente
agitata.
‘Presto!!
Stanno scappando!!’ Lulu la prese per un braccio, tanto che
per poco stava per
cadere per terra, mentre Kimahri teneva a bada quei strani aggeggi con
la sua
lunga ed lancia affidata.
La
nave si stava già staccando quando le due, con breve
esitazione (beh..dipende
da chi!) si catapultarono sul bordo esterno della poppa, riuscendo a
salire.
Davanti all’ingresso della prua coperta c’erano due
Albhed, uno dalla pelle
scura con i capelli castani più chiari e l’altro
con la pelle più chiara,
portando i capelli biondi in modo tale che gli occhialini li potevano
separare
a metà, e spuntare da entrambe le parti laterali, come due
specie di “corna”. Quando
Noemi li vide cercò di parlare con loro, pensando che
fossero gli stessi tizi
che avevano visto per la prima volta Tidus [cap.2]. Si…
Forse loro sanno cosa…
‘Cosa…cosa
fai?!’ le urlò quasi Lulu, non riuscendo a
fermarla. La ragazza si avvicinò
lentamente e parlò nella maniera più chiara che
poteva, per farsi comprendere.
‘I
o s
o n o
N o e m i… M i
c o n o s c
e u n a v o s t r a
c o m p a g n a
c h i a m a t
a R i k k
u…!! V i r
i c o r d a t e d
i
m e?? C o s a
è
s u c c e s s o
a l l a
v o s t r a
n a v e?? A v e t
e r a p i
t o v o i
Y u n a??’ aiutandosi, certo, con i gesti
più disparati.
Quelli
si guardarono a vicenda per diversi secondi e si dissero qualcosa a
bassa voce.
Ah!! Sono stata brava!! Forse mi hanno
capito!!!
‘Cuhu
munu e kiynteyhe??’ fece quello con i capelli divisi.
‘Cì,
cuhu
munu.... Xiacdy nykywwy cy dnubba luca... vymmy viune di,
Berrik!!’.
Si…
Ce l’ho fatta!! Allora loro capiscono…
Neanche Noemi finì di pensare che
venne colpita da una specie di arma simile ad una pistola sul fianco
sinistro. Lei
dondolò per alcuni secondi, indietreggiano piano fino a
cadere a terra,
iniziando a perdere molto sangue.
‘NO…NOEMI!!!’
urlò la maga nera, ricordandosi per la prima volta il suo
nome e correndo verso
di lei, accasciata a terra, con la mano destra tremante sulla profonda
ferita. La
pallottola le era rimasta conficcata. Respirava in modo asfissiante, e
a
vederla in quello stato, a pancia in su, mentre girava qua e
là la testa con
occhi vuoti, e lanciava gridi di dolore ogni tanto (esso, infatti
accresceva il
dolore), prese subito il suo libro centenario da una tasca nascosta, e
iniziò a
girare come una matta le pagine. Voleva trovare una magia curativa, ma
dimenticava che non aveva la sfera magica necessaria in suo possesso.
Erano
tutte nelle mani di Yuna, che forse non era nemmeno su quella nave. Chi
lo
poteva sapere? Lulu…tu…
perché l’hanno
fatto?? Perché… Lo stanno facendo?? Non credevo
di…fare una fine…simile…
Quello
di pelle scura gridò mentre vedeva la ragazza terribilmente
agonizzante, impallidendo
piano piano. L’agitazione di Lulu impediva di trovare la
pagina giusta.
‘Lreysy
e Bundeane, bnacdu!!! Xiammy è...ihy syky!!!’.
L’altro
aprì l’ingresso della prua coperta, dalla quale
uscirono tanti robottini simili
a quelli contro cui stava combattendo Kimahri sulla terraferma. Erano
davvero
tantissimi, e uno di loro si avvicinò a grande
velocità (eppure era un robot!!)
a Lulu, che con grande destrezza riuscì ad evitare la lunga
punta metallica di
quell’aggeggio. Ma mentre ne schivava uno, altri la
attaccarono, ed alcuni le
restarono impigliati sul suo lungo vestito nero.
‘Cosa
fate??? Perché avete sparato ad una ragazza disarmata che
voleva solo parlare
con voi??? Perché avete rapito Yuna, EH???
ALLORA???!!’ gridò lei, mentre
faceva sempre più fatica contro quei robot, fino a rimanere
quasi
immobilizzata, con il librone a terra aperto a metà, e la
copertina rivolta
verso l’alto.
L’altra
iniziò a non sentirsi più. Più che
altro era come se qualcuno le stesse dando
una sorta di scarica elettrica, nonostante un metà fianco
“bucato”. Quando si
girò a sinistra, ad occhi semichiusi, vedendo il libro della
salvezza a terra e
Lulu che stava ormai cedendo all’attacco di quegli affari,
chiuse le mani a
pugno, ed iniziò a vedere tutto in modo strano e confuso.
Contemporaneamente,
sentiva un misto di caldo e freddo che dalla parte destra del collo si
diffuse
poi dalla testa fino alle gambe e le mani. Era un brivido, era
adrenalina, era
qualcosa che voleva esplodere, qualcosa che diminuiva il dolore,
qualcosa che
faceva paura… ai due Albhed che la videro.
‘Ki...kiynty!!!
Xiammy nykywwy!!! Lra luc'è???’ chiese quello di
pelle chiara.
‘Xiammy....xiammy
ry ih chakra!!! Y..yppeysu cpykmeydu!!! Sy ymmuny...lre
yppeysu nybedu??’ gli
chiese
il compagno, girandosi verso la prua.
Lulu
cadde a terra, in balia dei “robot-Portieri”, e per
poco riuscì a notare una
strana e debole luce blu alla sua destra, mentre la ragazza strizzava
gli occhi
ed iniziò a tossire, restando completamente immobile,
mantenendo solo,
tremanti, i pugni chiusi. Aveva ormai perso molto sangue e le sue forze
erano
agli estremi.
‘Bnacdu, Berrik!! Lreysy m'uhtydy te
necanjy!! Ca icy
em chakra ceysu vuddide!! A'
mae m'ehjulydnela!!!’ urlò quello dalla pelle
più scura, facendo entrare altri
robot, che sembravano nuovi di zecca. Dovevano forse essere gli ultimi,
se dalla
prua non si sentivano più altri suoni meccanici.
Lulu
venne ferita in molte parti, specialmente sulle gambe, e il suo vestito
era
ormai stracolmo di quei cosi, che sembravano programmati per attaccare
solo
coloro che ancora erano in buone condizioni. I colpi inflittele furono
molti,
ma gli Albhed si avvicinarono alla ragazza, con l’intenzione
di rapirla.
Quando
la loro distanza si ridusse a pochi metri, la ragazza avvolta dal
chakra si
alzò lentamente barcollando con la testa che guardava fissa
in basso. Dalla sua
espressione sembrava non essere cosciente. I tizi videro davanti ai
loro occhi
comparire una spada blu cristallizzata nella sua mano destra, lunga
almeno un
metro e mezzo.
‘Hu...huh
è buccepema!!!’ esclamò quello
più chiaro, indietreggiando piano piano, mentre
Lulu stava per essere colpita da uno di quei robot appena arrivati,
più grande
di quelli precedenti.
Senza
che nessuno si accorse di nulla, dopo aver alzato lentamente la testa e
fulminato con gli occhi i rapitori, la ragazza si mosse a
velocità istantanea
verso quel robot. Mentre corse, si notò per alcuni istanti
quella luce blu più
intensa spostarsi come un fulmine, una vera e propria scia luminosa
nell’aria,
fino a quando l’attacco di quell’aggeggio non venne
bloccato al contatto di
quella spada d’acqua, che fuse i suoi circuiti fino a cadere
a terra, vibrando
come una perfetta macchina in tilt. Era stato lui a proteggerla,
proprio quello
che Lulu chiamava “rimbambito”.
La
maga si alzò con enorme difficoltà, per via di
tutte quelle ferite alle gambe.
Non ringraziò nessuno: il suo pensiero era solo concentrato
sull’invocatrice.
Così corse dentro la prua (la porta era aperta), dopo aver
ripreso il suo libro
al volo, alla ricerca di Yuna, a tutti i costi.
Gli
Albhed se ne accorsero e tentarono di fermarla, cambiando
l’obiettivo ai robot
con un modo tutto loro. Appena essi si avvicinarono alla soglia della
porta,
videro comparire davanti a loro quasi dal nulla Tidus, che rivolse a
pochi
centimetri di distanza la spada, ben retta. Si era mosso
così velocemente che
parte dei robot che lo stavano per aggredire caddero in acqua.
‘Dove credete di
andare?? Se non le capite con le buone… le capirete con le
cattive!!!’ ridendo.
Da dove aveva trovato tanta sicurezza, e soprattutto, tanta energia??
Lulu
girò in lungo e in largo alla ricerca di Yuna. La
trovò chiusa in una sorta di segreta,
e grazie ad un semplice incantesimo del libro, senza l’uso di
alcune sfere, la
liberò. Da fuori si sentivano continui rumori di
elettricità e casini vari.
‘Cosa
succede?? Grazie a Yevon che sei qui!!’ disse
l’invocatrice abbracciandola con
tutto l’affetto possibile.
‘Non…crederai
a quello che ho visto…’
fece l’altra, quasi
sconvolta. Per una volta…aveva sbagliato il suo ferreo
giudizio.
‘Gli
Albhed volevano…’.
‘Yuna!!’—la
interruppe Lulu, riprendendosi subito—‘Dobbiamo
scappare da qui. Se ci
allontaniamo da Luka…’.
‘Già…non
possiamo usare le macchine… Sin ci troverebbe…!!
Non usano qui vele o
chocobo…!!’.
Lulu
la guidò attraverso i fitti cunicoli e corridoi di quella
strana prua: quei due
Albhed, assieme forse ad un altro erano l’unico equipaggio. E
questo era
davvero mooolto, molto strano.
I
robottini-Portieri erano quasi tutti andati in tilt. Tidus li schivava,
uno
dopo l’altro, colpendoli a due per tre con quella lunga
spada. L’acqua li
arrugginiva, li bloccava, e i due Albhed erano fermi, pietrificati a
vederlo.
Perché erano così stupiti?? Quella spada, quel
ragazzo…ricordava a loro
qualcosa??
'A'
mie....huh le cuhu ymdna cbeakyweuhe!!!!' disse quello di pelle scura,
immobile.
‘Cly...clybbeysu!!!’.
Tidus
si guardò attorno: i robot erano tutti distrutti, alcuni
fumanti, altri che non
riuscivano più a muoversi, andando in cortocircuito. Stupito
di quello che da
solo era riuscito a fare. E’…è
finita??
E’…è stato così facile!! Non
è possibile!! Come ho fatto?? Pensando e
osservando attorno l’ammasso di ferraglia distrutta
iniziò a ridere, forse per
un misto di meraviglia e di autostima. Autostima?? Ma non era il
problema
principale della ragazza lui?? Perché??
Guardò
stupito prima le sue mani inguantate e poi la spada che era saltata
all’improvviso, rimanendo perplesso. Questo…questo
potere…non sarà mica pericoloso… Non
ci sarà un prezzo?? Perché…fa
stare…così
bene…
I
due
Albhed si tuffarono in acqua, senza essere visti da Tidus, mentre Lulu
e Yuna
uscirono di nuovo all’aria aperta. La nave era già
lontana da Luka. La maga si
bloccò quando vide l’enorme pila di aggeggi: era
la prima volta che dalla sua
faccia si poteva notare lo scetticismo di una che aveva sempre avuto le
idee
ben chiare. Yuna, invece, quando lo vide, subito sorrise e corse verso
di lui
con enorme felicità. E quando Tidus le rivolse lo sguardo
sereno (già, sereno!)
lei si fermò di colpo. Come se quegli occhi stupissero allo
stesso tempo.
Yuna
lo osservò e subito lo abbracciò fortemente
ma…come dire… anche delicatamente.
‘Mi…mi
avete salvato!!! Ho davvero dei guardiani così
premurosi….grazie!!!’ Gu…guardiani???
Ha…ha detto al plurale??
Certo…c’è quel leone…
Oddio…ma cosa fa??
A
quell’abbraccio di ringraziamento (anche se sembrava
più forte del solito)
Tidus arrossì di colpo, facendo scivolare la Fraternity
dalla mano,
poi venne raccolta da Lulu, stranamente zitta.
‘Io…io
non…’ perfettamente bloccato e rossissimo.
Yuna
si staccò e lo fissò negli occhi. Gli fece un
altro sorriso, prima che notò
l’improvvisa faccia strana di Lulu, che stava osservando il
manico della spada.
Era come se avesse visto qualcosa di scandaloso.
Ne..nessuno
mi aveva mai abbracciato in
questo modo…!! O forse non lo ricordo…
‘C’è
qualcosa che non va??’ chiese Yuna con estrema gentilezza.
L’altra
era più che perplessa. Forse preoccupata. ‘Guarda
qui!!’.
Lei
le
si accostò ed osservò quel manico e rimase anche
lei un po’ sconcertata, anche
se sembrava aver già intuito qualcosa.
Tidus,
tornando dai suoi pensieri alla realtà si accorse che i due
tizi erano
scappati. ‘Se ne sono andati…. Io volevo sapere
semplicemente dov’era andata a
finire quella ragazza che mi aveva aiutato…!’.
‘Dobbiamo
fare attenzione….’
continuò Lulu a Yuna, sempre a bassa voce.
‘Ehi???
Parlo con voi!!! Che state facendo??’.
Intanto
che Yuna rispose, la spada svanì nelle mani di Lulu, senza
che questa quasi se
ne accorgesse.
‘Conosci
quegli uomini?’ chiese l’invocatrice, mentre
l’altra tirò fuori il suo libro,
intenta a trovare un incantesimo di teletrasporto.
‘No…ma
una di loro mi aveva aiutato… poi è arrivato Sin
e adesso vorrei sapere dov’era
andata a finire la nave. Pensavo che fosse questa…era
così simile…’ le rispose
Tidus, che a Yuna sembrò molto più pimpante.
‘Ahhhh…vedo
che sei molto frizzante!! Lo sai che sei meglio sorridente
che…’ qui Yuna si
girò di spalle, non sapendo più che cosa dire.
Chissà perché… Forse perché
Lulu
le aveva chiesto con un gesto la sfera dell’aria di Besaid
per l’incantesimo.
‘Ehm…ecco…io…non
lo so!!! Ora sto bene…’ disse Tidus, che si
guardò poi sul fianco sinistro: la
ferita non c’era più. Era letteralmente sparita. Co…cosa??—pensava,
toccandosi da tutte le parti quel fianco—la…la
ferita…!!!
Lulu
completò l’incantesimo:”Transfert!!!!”
e lanciò la sfera arancione sopra
si sé, che si illuminò, e la sua luce
accecò i tre, trasportati sulla banchina
dove c’era ancora Kimahri.
Il
primo tempo stava scadendo, e Wakka era incredibilmente riuscito a
segnare. Era
stato molto fortunato. Il loro portiere aveva avuto dei giramenti di
testa
improvvisi e la palla era entrata. Bixen gli lanciò
un’occhiata così furibonda
che sicuramente sarebbe finito allo “spiedo”,
nonostante l’acqua dello stadio
tutt’attorno. Mai, fino in quel momento, la squadra di Luka
Goers si erano
divertiti a prendere in giro i Besaid, deconcentrandosi quanto basta.
Quando il
gioco ripartì, il capitano ordinò alla squadra di
attaccare senza pietà, tanto
da far vivere alla squadra di Wakka i cinque minuti più
infernali che avevano
mai avuto negli ultimi cinque anni. Subirono, uno dopo
l’altro, due goal del
capitano, sufficienti per scoraggiarli e farli smettere quasi di
giocare, fino
al fischiare del primo tempo. I tifosi dei Luka erano in visibilio:
c’erano
addirittura dei bambini che pretendevano che i genitori comprassero
loro la
parrucca rossa del capitano. ‘Diventa il grande-mitico
Bixen!!!’ urlavano i
venditori, mentre facevano davvero quattrini di Guil [è la
moneta in vigore].
Tra
loro, fisso e immobile, c’era un’altra persona,
vestita di rosso, che portava
il braccio destro legato e tenuto sul petto (come quelli che hanno un
braccio
ingessato), in piedi tra gli spettatori situati nei gradini
più alti. Aveva lo
sguardo deciso e severo, come se aspettasse qualcosa, o soprattutto
qualcuno.
Portava alla sua mano sinistra uno strano oggetto rosso brillante, che
rese
scettici alcuni tifosi che lo videro da dietro.
Kimahri
aveva già sistemato i robottini, quando vide i tre arrivare
dopo che una forte
luce arancione comparì alla sua sinistra.
‘Kimahri!!!’—disse
Yuna, correndo verso il suo fidatissimo guardiano
Ronso—‘Sto bene…sto bene…
Lulu mi ha liberato e Tidus mi ha protetto!!!’.
A
quelle parole Lulu rimase stranamente zittissima, così come
il leone, mentre il
biondo arrossì di nuovo e si girò dietro forse
per modestia, o semplicemente
perché un po’ si vergognava. Che strane idee gli
passavano per la testa!!!
I
tre
camminarono poi verso lo stadio, quando sentirono e videro dagli
schermi in
alto appesi sul soffitto che il primo tempo della partita era finito, e
subito
stava per ricominciare di nuovo. Gli Aurochs erano sotto di due goal. Devo dire che non mi sarei mai aspettato un
goal dai Besaid…forse stanno facendo miglioramenti!! Povero
Wakka… Starà
bene???
Yuna
guardò Tidus pensoso ed anche un po’ preoccupato.
Ma stavolta, non sembrava
così per via della sua identità, come se
l’aspettava. Era cambiato qualcosa.
‘Perché
non vai negli spogliatoi con loro?? Sono sicura che ti staranno
aspettando’ gli
disse.
Io??
Lì, a giocare?? Non sarebbe male!!
Anche se… qualcosa sembra non piacermi per
niente…! Ma di sicuro quel maledetto
capitano così altezzoso merita subito una dura lezione!
Tidus
annuì e corse agli spogliatoi.
Vide
l’intera squadra riunita a cerchio, tutti preoccupati per il
capitano. Era
disteso sulla panchina a pancia in su, tramortito e con alcuni lividi
ben
visibili, con il tempo di recupero ormai quasi scaduto. Quando
però la squadra
vide il nuovo arrivato, subito in loro si riaccese la speranza,
ripensando al
tiro che avevano visto [cap.3], mantenendo comunque alta
l’attenzione sul
capitano infortunato.
‘Wa…Wakka?!
Va tutto…bene?? Ho visto cosa hanno
fatto…’ gli disse Tidus sedendosi vicino.
‘No…’—si
alzò lentamente—‘sto bene…non
preocc…’ quando cercò di alzarsi gli
girò così
tanto la testa che il suo compagno dovette reggerlo un poco, per
evitare che
cadesse in avanti.
‘Io…io…’
–disse Wakka, guardando i compagni—‘ho
deciso di ritirarmi… Ho raggiunto il mio
massimo: il mio nuovo dovere sarà quello di essere un nobile
guardiano…!’
Dal
modo in cui parlava, sembrava proprio un discorso calcolato, tipo
quelli che
vengono usati in casi di “emergenza”. Quello era
decisamente uno di quei casi. Poi
si girò verso Tidus che lo guardò ad occhi quasi
incrociati, e gli mise entrambe
le mani sulle sue spalle, spingendosi un po’ in avanti.
‘Lui…’—alla
squadra—‘…prenderà il mio
posto. Ha un grande talento, e sono sicuro che
riuscirà ad essere all’altezza di questo
compito!’.
I
compagni, alcuni un po’ rattristati per il suo addio
annunciato, altri che lo
ringraziavano per il suo continuo sostegno nonostante le sconfitte, si
misero
poi ad incitare per nome il nuovo capitano, che sarebbe entrato subito
nel
secondo tempo. Certo, dopo alcuni aiuti da parte del loro ex. In poco
tempo però,
già fremevano nel dare un soprannome al neo-cannoniere. Nonononononono…a…aspettate!!!
Beh…in fondo…
Tidus
però non aveva il coraggio di frenare le loro speranze:
erano sembravano così
carichi. Avevano davvero enorme fiducia verso di lui. Forse
perché non ce la
potevano avere verso nessun’altro! La notizia si sparse
davvero velocemente,
tanto che il suo nome già riecheggiava tra i ben pochi
tifosi, riconoscendolo
meglio come “imbecille di Zanarkand”, come lo aveva
definito il già divo Bixen.
Sembrava che quella città fosse conosciuta da tutti, e
soprattutto continuavano
a chiedersi come fosse possibile che vivesse ancora qualcuno
addirittura da
quelle rovine desolate.
Il
diretto interessato, invece, non sapeva proprio a che pensare. Quel
chakra dava
una strana sicurezza, ma ancora troppi misteri ne erano legati. Il suo
obiettivo era quello di saperne di più. Ma non doveva
chiederle a lui stesso
(non riusciva a ricordare proprio nulla), ma a quegli strani
presentimenti,
sensazioni e quella mistica confusione, così, di botto.
Forse l’altra sua parte
poteva aiutarlo a fare una cosa del genere.
Tutto
era pronto: si ripartiva da punteggio 2 a
1. Yuna e il guardiano fidato erano a
vedere la partita al bar lì vicino, mentre Lulu era rimasta
nello spogliatoio
con Wakka. Questo aveva scritto alla lavagna una piccola dedica:
‘A
ricordo
dei miei giorni più belli…. Wakka, capitano dei
Besaid Aurochs’.
‘Devo
ammettere che hai dato l’anima fino
all’ultimo…’ gli disse la maga,
aiutandolo
a stare in piedi davanti allo schermo che trasmetteva la partita. Il
guardiano
la guardò con occhi socchiusi dalla stanchezza e poi
voltò lentamente lo
sguardo verso lo schermo.
‘Chappu…avrebbe
fatto lo stesso??’.
‘Si…per
questa volta sei stato alla sua altezza…’ e Lulu
gli sorrise, come mai aveva
saputo fare prima. In fondo, quella partita Wakka l’aveva
dedicata (assieme al
goal) al proprio fratello.
I
tifosi erano davvero impazienti, e tra loro, quello vestito di rosso
era
tutt’altro che entusiasta. All’improvviso si
girò verso destra, come se aveva
percepito qualcosa di brutto, davvero brutto. Si mise a correre fuori
dagli
spalti, sicuro della sua sensazione. Sicurissimo.
Incredibilmente deciso.
Uao!!
E’ incredibile…quanta gente!!
Riesco a respirare già l’aria accesa del
match!… Oddio…come si diceva?? Ah, si…
prima regola importante è segnare in porta. Menomale che mi
hanno messo in
attacco, così basta tirare… Mah!! Ma che dico??
Io voglio vincere!! Solo
vincere!! La farò vedere a tutte queste pappemolli e a degli
sbruffoni che
meritano quello che meritano!!! Gli farò vedere io come si
fa!!!
Lo
stadio, la palla e la tensione, sembravano davvero familiari per Tidus.
Era
come se sapesse già quello che doveva fare, come doveva
muoversi. Era…sesto
senso?? Impossibile…era la prima volta che partecipava ad
una partita. Per lo
meno per Noemi, quello era sicuro. Ma…
La
squadra iniziò ad attaccare a manetta, e già la
competizione arrivò a livelli
altissimi. Gli Aurochs già si appoggiarono al nuovo
capitano, che si adattò
alla partita, al gioco, come se già sapesse tutto dal fatto
suo. Anzi, era
quasi un gioco da ragazzi dribblare gli avversari come birilli. Il
pubblico e
il cronista rimasero stupiti da quello che faceva. Bixen allora si
arrabbiò e
lo attaccò, dandogli una forte gomitata sullo stomaco,
facendogli perdere la
palla. E l’arbitro non aveva neanche fischiato. A…ahia… Giochi sporco?? Ti
darò una bella lezione pensava Tidus,
toccandosi la parte colpita. Una barriera di tre giocatori
bloccò Graav, il
centrocampista di Luka. Così lui si lanciò contro
la porta avversaria,
girandosi pronto per fare una rovesciata. La palla venne centrata e il
portiere
non riuscì a parare la cannonata. Tutto così,
uno, due e tre. E il tabellino
che cambia le sue storiche statistiche. I tifosi rimasero ammutoliti,
eccetto
quelli degli Aurochs, che tornarono a sognare, per una volta. Il
risultato finì
sul 2
a 2
e Bixen lanciò occhiatacce demoniache all’altro
capitano, mentre veniva
incitato ed abbracciato dai suoi compagni impazziti, che lo stavano
quasi
soffocando. Ho…ho segnato!!
E’ successo…davvero??
Mi chiedo come io… Era da….tanto tempo che non mi
sentivo così!
Wakka
lo vide dallo schermo e saltò quasi in aria come una bomba.
Dov’era andata a
finire la sua stanchezza?? Si era messo ad abbracciare Lulu, cosa mai
fatta dai
tempi in cui si conoscevano. Il bello è che poi, dopo una
smorfia di lei, lui
si ritrasse imbarazzato.
Il
tempo che già il nome di Tidus riecheggiava che subito si
avvertì un’enorme
scossone di terremoto che fece vibrare spalti, pubblico e la massa
d’acqua che
circondava lo stadio. Le persone che erano già uscite,
gridando ed urlando: era
il caos. Co…cos’è
stato???
‘Sono
arrivati…’ disse, con voce lenta e soffusa, quel
tizio sinistro dalla giacca
rossa, fuori alla banchina, con una lunga spada da una parte, e un
rosso rubino
scintillante dall’altra, sorridendo pronto per la nuova
minaccia.
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Capitolo 12 *** Cap.12: The Sudden Attack ***
Lo scossone
era stato davvero fortissimo, e perfino da dentro lo stadio si potevano
sentire
voci, grida, urla a più non posso, le quali comprendevano
però strani versi,
che sembravano proprio quelli di….
‘MOOOSTRI!!!!
Sono qui!!!! Sono arrivati!!!!!’ urlò il cronista,
che lasciò subito il “posto
di comando”, mentre Tidus guardava attorno gli spalti,
confuso, tra il pareggio
inaspettato, il chakra rigenerante e il terrore che si era diffuso
così
rapidamente.
Cavolo…faccio
così paura??? A parte
gli scherzi… che sta succedendo? Subito vanno via tutti di
corsa!! E’ finito
tutto così velocemente…proprio sul bello!!!
I suoi
compagni si erano già volatilizzati e lui era
così impegnato a vedersi addosso
come dire “chi sono-che diavolo ho fatto-che mito”
che non si accorse di cosa
stava per accadergli. Si guardò continuamente attorno,
nonostante le frange
bionde laterali gli andassero a finire quasi sempre negli occhi.
Wakka e
Lulu uscirono dallo spogliatoio sbattendo la porta e quello che videro
era
orribile.
Tutta la
città di Luka era strapiena di mostri, alcuni volanti
tipo-pterodattili, altri
erano dei lucertoloni, altri ancora avevano la forma di una roccia
circolare,
quando in realtà rivelarono tutt’ad un tratto
lunghi artigli e degli occhi che
avevano un ostile colore giallastro brillante. La città
sembrava sotto assedio
ed attacco e molti dei cittadini vennero presi e sbattuti qua e
là.
‘Che
diavolo sta succedendo??? Perché questi mostri???’
urlò Wakka, mentre si
reggeva di peso sulla spalla di Lulu.
‘Dannazione…
Quanti mostri… L’unica spiegazione è
che… qualcuno li ha attirati qui…’.
‘COSA??
Attirati?? E quelli della Milizia?! Dove sono??? A
POLTRIRE???’ Wakka stava
perdendo il senno.
‘STAI
CALMO!!! I mostri sono troppi…avranno già
chiamato rinforzi…Troviamo Yuna
ora!!!’.
‘Era…era
al
bar?? Andiamo!!!’ e con grande sforzo l’ex-capitano
cercò di cavarsela da solo,
per accorciare i tempi.
Tidus aveva
trovato l’uscita, appena appena sotto la porta avversaria.
Con quella
tranquillità che gli era sempre mancata
dall’inizio, si diresse lì quando,
all’improvviso, uscirono dei grossi pescioloni che avevano
squame di colore
verde brillante, con le pinne dotate di punte di colore rosso scuro.
Erano
agili e scattanti, sembravano dei veri e propri squali in miniatura,
pronti a
mordere con i loro denti avvelenati.
Tidus,
ricordando la ferita sparita, li ignorò e cercò
di raggiungere l’uscita. Ma i “pesci”
che entrarono dall’altra parte si moltiplicarono, fino a
diventare una decina. Oh…oh…qui
si mette male…
Riuscì
ad
evitare i morsi velenosi di quelli, e continuò la sua corsa,
e quando ne
spuntava un altro improvvisamente, senza sapere in che modo, riusciva a
lanciare dei piccoli fulmini, pensando sempre ad una strana parola,Thunder. Da dove
l’aveva tirata fuori?? Era una formula magica che riusciva a
stordire per bene
i pesci, permettendo l’uscita da quella sferopiscina, mentre
piccoli terremoti
continuavano in serie.
Il blitzer
così raggiunse così gli spalti, dove
incontrò Lulu e Wakka, spaventatissimi, la
prima correndo per salvare alcuni piccoli bambini. Gli spalti erano
stati
occupati completamente da quei mostri.
‘Dove
cavolo sei stato???? Sta succedendo il pandemonio!!!!!!’ gli
urlò Wakka, che si
aspettava che il suo compagno li facesse fuori tutti.
‘Cosa??
Stai scherzando, vero?? E poi…perché quei cosi
sono qui?? Sta arrivando Sin???’
gli chiese Tidus, seriamente preoccupato. Gli sembrava di rivivere la
distruzione
di Zanarkand. Strano…sentiva una sensazione
di…nostalgia. Come se quella città
fosse stata davvero tutto per lui.
‘Cosa
aspetti??!! Vuoi che ci facciano fuori tutti???’
continuò l’ex-capitano, che a
malapena si reggeva in piedi. Ma subito arrivò un bestione
lungo tre metri, che
assomigliava ad una sorta di rettile marrone, che aveva ben quattro
occhi sulla
testa, e delle fauci estremamente appuntite. Si muoveva lentamente
verso i due,
con aria da cacciatore’vicino a due prede.
I…inizio a pensare che
io gli
piaccia…
Mentre
Wakka guardava sconcertato quel mostro e Tidus invece in giro per
cercare una
via di fuga, arrivò camminando un tizio vestito di
un’insolita giacca rossa
stile antico, con un altissimo colletto grigio,e le robuste spalle
scoperte.
Camminava contromano rispetto all’enorme massa di persone in
fuga, a passo
lento e sicuro, come se avesse un’esperienza di combattimento
così tale da non
temere nulla. Camminava tenendo gli occhi chiusi, che si intravedevano
dai suoi
occhiali scuri e che nascondevano anche un enorme taglio sulla parte
destra
della faccia. Portava con sé una lunga e pesante spada su
una delle spalle.
E’…è
vivo?? Così anche lui è stato
trasportato…!!
‘A…Auron!!!!
Se…sei qui??? Sei trasportato anche tu???’ gli
gridò Tidus, sbalordito e
confuso da quello che stava succedendo. Lui neanche gli rispose: il
tempo che
loro domandavano che il mostro iniziò ad attaccare. Lui
tirò fuori il suo
braccio sinistro dalla manica rossa, che scoprì anche una
corazza o armatura nera
che vestiva di sotto. Si avvicinò al mostro e gli diede un
forte colpo sulla
testa che lo atterrò. Gli altri due restarono fissi immobili
a guardare.
Poi il
cacciatore del cacciatore si avvicinò a Tidus senza perdere
tempo. ‘Dov’è la
vostra invocatrice???’.
‘Co…cosa??
Tu conosc…’ Auron avvicinò i suoi occhi
castani chiari ai suoi blu profondi,
con aria severa.
‘HO
DETTO
DOV’E’’ con un tono lento e duro.
‘Do…dov’è??
E..era al bar e…’ In quel momento stava arrivando
proprio Yuna assieme a
Kimahri.
Lei quando
vide Auron rimase a bocca aperta: sembrava conoscerlo già.
Il suo stupore
sembrava ben maggiore rispetto ad un normale incontro, seppur fortuito.
Ma non
c’era tempo: Luka stava correndo un grosso pericolo.
‘S…sono
qui!!!!!’—disse, con il
fiatone—‘ Dobbiamo…fermarli!!’.
Auron le si
avvicinò, sempre con quel passo lento che lo caratterizzava,
e tirò fuori dalla
tasca, vicino alla borraccia che Noemi aveva visto, una sfera,
brillante e
rossa. Essa riportava il simbolo trovato nel tempio di Kilika, quel
“n” che
si presentava di colore
arancione sul rosso puro dell’oggetto magico.
‘Prendi!!!
Fai fuggire quegli esseri prima che distruggeranno tutto!!!’
e le porse la
sfera.
‘La…la
sfera di Kilika!!!’ esclamò lei, tirando fuori
subito la sua asta magica,
pronta ad evocare l’Eone.
COSA??? Era lui
il ladro?? Ad
adesso, pentito, le dà la sfera?? Che diavolo ha nella
testa??? E’ colpa sua se
ora sono qui!!! Adesso mi farà tornare indietro!!!
Yuna si
posizionò nel piccolo spazietto centrale che c’era
sugli spalti, e la sfera
rossa di fuoco iniziò a brillare. La sua asta venne fatta
girare continuamente davanti
a sé, ed attorno essa, si crearono delle scie di fuoco e
fiamme, che poi si
concentrarono della parte di sopra dell’asta, fino a quando
Yuna non appoggiò
con forza l’asta a terra. Il nucleo dell’energia di
fuoco raccolta si spostò
verso terra lungo il bastone magico, e quando lei si inchinò
a terra, a braccia
dispiegate lateralmente, uscì dal suolo un enorme masso di
rocce infuocate, che
si divisero mostrando l’Eone Ifrit, un essere con tutti gli
arti incandescenti,
il corpo marroncino di cenere e muscoloso, le
“mani” con lunghissimi artigli
neri, e la sua testa aveva due lunghe e spesse corna a zig-zag. Dalla
sua bocca
ogni tanto quando respirava uscivano delle spire di fuoco, e i suoi
occhi,
risplendenti come il fuoco vivo, incrociarono quella
dell’invocatrice.
‘Per
favore, dacci la tua forza!!!’ quella gridò, con
il chakra bianco che aveva
investito l’intera asta.
L’Eone
subito corse verso i mostri e li colpì con i suoi lunghi e
spessi artigli, e
lanciò delle enormi palle di fuoco, a
“mini-soli” a quelli volanti. Uno dopo
l’altro vennero eliminati dell’intensissimo calore
di quell’Eone, e iniziarono
a volare alcune piccole “comete” da quelli
già uccisi, che salivano qua e là
verso il cielo. Il ruggito di quel magico essere faceva vibrare tutti i
vetri
delle finestre e dello stadio, dove si vedevano ancora i grossi pesci
verdi.
Yuna era lì, al centro degli spalti, con l’asta
sulla sua fronte, concentrata più
che mai, come se da lì riuscisse a controllare le mosse
dell’essere magico.
‘Co…cosa
sono??’ chiese Tidus a Wakka, mentre guardavano entrambi
Ifrit all’opera.
‘Ti
sembra
il momento di fare l’ignorante??? Sono lunioli,
quelli… Insieme compongono
l’anima degli esseri
viventi…’—spiegò, quasi
ansimando—‘…quando un essere viene
ucciso da armi magiche o incantesimi, questi vengono uccisi e
trapassati…’ Alla faccia
di tutti quelli che dicono che
non credono all’anima!!!!! E…se…
Colpendo il chakra in quel modo succede lo
stesso??? No…forse non è una buonissima
idea…
In breve
tempo, la città venne liberata dai mostri, che subito
fuggirono, schivando le
lingue di fuoco dell’Eone, che ritornò nel suolo
con u’altra scossa, e la sua
energia rientrò nella sfera rossa magica. Kimahri
aiutò Yuna a reggersi: era
sfinita. Quella magia consumava davvero moltissime energie.
‘Yuna?!
Stai bene??’—esclamò
Wakka—‘Sei
stata…fantastica!!!’.
‘Lasciala
stare!!!’ tagliò corto Lulu, che, vista la scena,
era già accorsa lì.
L’altro
si girò
intorno prima di allontanarsi. ‘Vado a salutare i miei
compagni di squadra… ma
dove sono andati Auron e Tidus??’.
La
situazione lentamente si portò alla tranquillità.
Quando la gente era tornata
sul posto, acclamò senza sosta Yuna, che a malapena teneva
gli occhi aperti. Acclamata,
incitata: solo Braska era riuscito a salvare un’intera
città con l’uso del suo
chakra prima di lei. Si vedeva che era tornato di nuovo il momento di
sperare
l’arrivo del “Bonacciale”.
Anche Lulu
ne era davvero entusiasta. Accarezzò con le sue fredde mani
l’invocatrice, un
po’ come fa la mamma con una figlia davvero ottima e
diligente.
Wakka era
tornato nella piazzola al bar, semidistrutta dall’attacco
degli esseri volanti,
che fecero cadere due alberi e distrussero il passaggio che connetteva
il posto
alla biglietteria di cui restava solo un cumulo di macerie.
Lì c’era la sua
squadra: allineata, con aria unita, proprio come aveva insegnato il
loro
capitano di sempre. Keepa, Botts, Letty, Jash e Datt erano ancora
tramortiti quasi
più dal pareggio ottenuto che dall’attacco.
Wakka si
avvicinò lentamente, promettendosi di non versare neanche
una lacrima.
‘Ragazzi…io…vi
ringrazio per questo meritato pareggio: avete dimostrato quella grinta
che ho
cercato di insegnarvi da sempre in tanti
anni…Io…’—e qui si mise la
mano destra
nella parte sinistra del petto—‘ sarò
sempre con voi, ovunque… promettetemi di costruire
il futuro che ho sempre sognato a questa squadra…’.
Dopo queste
parole, egli li salutò, senza né baci
né abbracci, perché quelli provavano
ribrezzo ad un “duro giocatore di Blitz” come era
lui, e i sui compagni lo
sapevano bene. Così loro, tutti insieme, incitarono il loro
nome e il nuovo
motto: non semplicemente “dare il meglio” ma
“vincere e vincere”. La squadra
così mise le mani incrociate, come fanno i tre moschettieri
con le spade,
gridando con decisione di fare il massimo. Quello che poi aveva
mostrato il
nuovo capitano dava la carica e la fiducia giusta per la prossima
partita:
quella contro i Kilika Beasts di Vuroja, uno dei migliori amici di
Wakka. Si
conoscevano da quando avevano solo sei anni, e si conobbero proprio
mentre
vedevano una partita di Blitzball tra professionisti.
Così
Wakka,
fatto il suo dovere, raggiunse Yuna, Kimahri e Lulu, che erano ad
aspettarlo nella
piazzola vicino alla base dei Miliziani, che si raggiungeva salendo
delle scale
proprio nel passaggio affianco al bar. Era una piazza circolare, dalla
quale
era ben visibile la sferopiscina. In effetti, quello era uno dei pochi
posti
tranquilli: ancora in città giravano grida ed urla
spaventate.
‘Wakka!!’esclamò
Yuna, correndo a fatica verso di lui. Sembrava piuttosto preoccupata.
‘Eheheh…
sto bene, sto bene… Ce la siamo vista brutta
ma’—ed abbracciò lei a
metà—‘abbiamo
una grande invocatrice al nostro fianco!! Bene…ora giuro
solennemente di fare
IL guardiano!’.
Lulu lo
guardò scettica, e si mise la mano sinistra sulla fronte.
Come dire “Adesso so
che ha davvero dato i numeri”.
‘Oh!!!
Allora… Bentornato Guardiano Wakka!!’ gli disse
Yuna, che era tanto entusiasta
da aver ripreso quasi le forze per un attimo. Si notava da lontano
però che
l’invocatrice era sovrappensiero. Aveva già
sentito sia il nome di Tidus che
quello di Auron, e sembravano a lei piuttosto collegati. Era evidente
che
nessuno dei due era lì per caso. Questo era certo.
Lulu
approfittò della sua esclusione e prese Wakka con forza per
un braccio, tanto
da portarlo sul bordo della piazza sopraelevata.
‘E…ehi!!!
Sei anche tu entusiasta per caso??’ bisbigliò a
lei ridendo, convinto che
finalmente poteva farsi perdonare da Chappu. Il prezzo era molto alto:
era la
sua passione per quello sport.
‘Ti
HO dato
il tempo per decidere! Allora?? Entri tu o se ne va via Tidus?? Qua
conoscerà
qualcuno e sarà al sicuro…’
continuò Lulu, parlando quasi ad alta voce.
Wakka si
bloccò come se qualcuno lo avesse congelato. Anzi,
peggio…
‘Ehm…ecco…io…non…’
e si girò attorno: era inutile, con lei nessuno aveva
speranze.
Ma Lulu,
improvvisamente, gli lasciò il braccio, nonostante non le
avesse dato una
risposta. Il bello è che era la prima volta che lo faceva ad
uno come Wakka.
‘Senti…
Capisco che per te è un amico… farò
uno strappo alla regola, ok? Adesso vediamo
come se la caverà più avanti…con
quella ragazza!!!’.
‘Tu…tu…hai
visto?? Mi credi ora??’ fece l’altro, aprendo gli
occhi come se avesse visto un
miracolo.
‘Si…era
stata ferita gravemente…poi ho visto che aveva un chakra blu
e che è
intervenuto quel giovane. E’…inammissibile!!! Come
fa a trasformarsi in
un’altra persona?? Dovrebbe al massimo diventare un
Eone…Ma avere un’altra
identità… è assurdo!!! Quello NON
è un chakra qualunque!!!’.
Wakka
rimase sconcertato da quelle parole. Se Lulu, maga espertissima, diceva
quelle
cose, erano quasi sempre…anzi, eliminiamo il
quasi…vere. In effetti, lui stesso
non se l’aveva mai chiesto. In realtà era
sbalordito non tanto da quel chakra
azzurro, ma dallo strappo alla regola di Lulu. Era quello
l’assurdo, forse!!
‘Ma…io
ho
visto che sapeva fare delle formule magiche Master [ci sono quattro
livelli di
magie: incantesimi semplici, magie Master, magie Sacre e magie
Proibite. Quelle
Master sono di livello intermedio, che possono essere fatte solo con le
sfere]
senza l’aiuto di nessuna sfera…’.
‘Già…e
quelle scritte antiche sulla sua spada… oltre al suo
nome…’ disse lei pensosa.
‘Quali
scritte??’.
La banchina
n°2 era una delle più deserte: la maggior parte
delle persone erano in quella
n°4, dove era presente la nave di Mika e di Seymour. Essa venne
completamente
distrutta ed incendiata dalle fiammelle volanti di Ifrit, e tutti erano
preoccupati per la salute del Gran Maestro. Menomale che in giro non
c’era
nessuno. Infatti, qualcuno si sarebbe messo a minacciare tutti, a dare
calci e
grida ovunque, a massacrare di botte e cazzotti chiunque.
‘TU!!!
ADESSO SEI QUI!!!?? SEI VENUTO PER PORTARMI IN UN ALTRO MONDO,
EH???’ gridò con
voce disperata Tidus, che prese Auron per le braccia, trattenendolo ed
agitandolo tramite la sua giacca rossa. Era fuori di sé
totalmente.
‘E’
TUTTA
COLPA TUA SE SONO QUI!!!! MI HAI PORTATO DA SIN, DISPERSO IN
CHISSA’ DOVE, E
NON MI RICORDO NIENTE!!!’ continuò a gridare,
agitandolo qua e là, avanti
indietro come solo un pazzo sapeva fare.
Auron
restò
praticamente impassibile, di fronte a quegli occhi azzurri disperati,
quasi
supplicanti. Restarono alcuni secondi a guardarsi in faccia, sguardo
nello
sguardo. Ad un certo punto, il guardiano in rosso iniziò a
ridere di gusto, ed
anche in faccia a Tidus, non appena si calmò un momento.
Quelle risate gli
fecero saltare letteralmente i nervi. Lui continuò a ridere,
alzando la sua
testa verso il sole che aveva sempre la meglio su quelle nuvole a
pecorelle del
tutto innocue, bianche che sembravano davvero cotone. Tidus si
girò di spalle e
poi ebbe un altro attacco di nervosismo: si mise a pugni chiusi e si
girò di
colpo di fronte all’altro, gridando chiudendo gli occhi e
quasi piegandosi in
avanti.
‘GRRR…SI
PUO’ SAPERE CHI SEI????? COSA VUOI DA ME??????’.
Auron
subito cambiò espressione. Passò dalla faccia
divertita a quello di una persona
decisa a fare un determinato dovere, come se avesse finalmente
raggiunto un
grande scopo, o piuttosto l’inizio del suo compimento. Si
girò lentamente a
contemplare il mare che si vedeva dalla banchina, tenendo la sua mano
destra
appesa sul petto come se fosse ingessato e sembrava non riuscire a
muoverlo
bene da lì. Con l’unico occhio sinistro gli
sembrò di ritornare a quelle grandi
battaglie, quelle grandi speranze che aveva quando era più
giovane.
‘Chi
sono?
Sono un guardiano professionista ed esperto… che
deve’—e qui prende dalla parte
destra una borraccia grigia, con strani simboli sopra, quasi
“arcaici”. Perché
mai beveva così tanto??—‘mantenere una
promessa…’ Gliela
do io la promessa…la promessa di ficcargli quella benedetta
borraccia in bocca
e buttarlo in mare con tutto l’insieme!!!
‘QUESTO
NON
SPIEGA PERCHE’ TU MI HAI FATTO QUESTO!!!!!! E’
TUTTA COLPA TUA!!!!’ gli gridò
ancora Tidus, continuando a girare senza controllo attorno allo
spazietto della
banchina, guardando prima a terra e poi lanciando occhiatacce ad Auron,
voltando la testa
in modo confusionale.
Lui
restò
per diversi secondi in silenzio, come se volesse calcolare le parole da
dire.
‘Mi
è stato
affidato il compito di proteggere te da chi…ti ha portato
qui.’.
Tidus si
fermò di colpo e lanciò l’occhiata
più scettica che riusciva a fare.
‘Co…cosa??
Ad…essere
qui???’.
‘Sì…Cosa
credevi?? Il tuo fosse un chakra non è come tutti gli
altri!!’ Auron si girò
verso Tidus, come se volesse davvero andare avanti, anche se sapeva che
fosse
ancora troppo presto.
‘La
tua anima…
necessita di aiuto… ha, anzi…. hai bisogno di
qualcuno per arrivare al tuo
scopo, di qualcuno che ti prestasse l’energia, ben
più grande di quella di un’
Eone. E mi è stato incaricato sia di proteggerti, sia di
portarti qui, sulla
futura Spira.’.
Tidus si
girò di nuovo di spalle, mentre vedeva davanti a
sé con occhi sbarrati. Fece
ripetere nella sua testa quelle parole mille volte, per poi tornare
alla
carica. La rabbia era tale da scatenare in parte il chakra blu, anche
se
debolmente, in modo che fluisse sulle mani ed in particolare dal collo.
‘AH,
SI???? E CHI??? CHI??? CHIII??? CHI TI HA DETTO QUESTO???? CHI???
PORTARMI QUI,
SENZA CAPIRE NIENTE DI QUELLO CHE SUCCEDE??!!’.
‘Non
credo
di riuscire a fartelo capire…’—e si
girò ancora verso il
mare—‘…sarà LUI a
dirtelo…un giorno…’.
In
realtà
al biondo non gliene fregava niente di chi fosse stato a dargli un
incarico
simile. Anzi, non si capiva nemmeno quale fosse la sua vera intenzione.
Uccidere chi gli stava davanti, o suicidarsi, visto che era colpa della
sua
stessa identità??
‘Vieni
con
me…’—continuò
l’altro, girandosi ancora verso di
lui—‘…in ogni caso ti lascio
la possibilità di scegliere…’.
Quella era
davvero la goccia che faceva traboccare il vaso.
‘COSA???
COSA TI ASPETTI CHE IO TI
DICA???’—iniziò lui a pestare i piedi
più volte,
continuando a gridare, non sapendo più da che parte
girarsi—‘ GRRR….QUALE E’ LA MIA
DECISIONE?? DOVE C’E’ DA
SCEGLIERE?? DA SOLO, SENZA NEMMENO SAPERE NULLA SU DI ME…???
DOV’E’ LA SCELTA??
L’UNICO CHE NON HA
ALTRE SCELTE SONO SOLO IO!!!! IO VENGO CON TE…DEVO VENIRE
CON TE!!!!!’ Sono
solo…senza una guida…che cosa ne sanno gli
altri??? Cosa ne sanno di quello che
mi è accaduto… credere ad una persona
“venuta dal mare”
all’improvviso…
Tidus gli
voltò ancora le spalle, a testa bassa. Guardava a terra,
perso, socchiudendo un
po’ gli occhi, come se davvero si stesse mettendo
a….
‘Vuoi
piangere?? Fai bene… È uno sfogo
comune…’ disse l’altro, con un tono
quasi da
padre affettivo. Era chiaro che volesse proteggerlo anche dalle sue
follie che
conosceva molto bene. Quante volte stava per fare
sciocchezze…
‘A…Auron…’—riprese
Tidus, volgendo gli occhi al cielo, azzurro come essi stessi, come
lì ci fosse
qualche misera speranza—‘
Io…potrò tornare un giorno a
Zanarkand?...’.
‘Dipende…Dipende…’
rispose il guardiano, che imboccò la via che portava alla
piazza soprastante
dove c’erano gli altri, continuando il discorso. ‘Dipende da
Lui… ma ora….è inutile che
tu lo sappia… I ricordi assopiti ritrovati sono meglio di
qualsiasi spiegazione…’.
Il biondo
restò
lì a vedere Auron allontanarsi con quel passo lento che lo
caratterizzava.
Anzi, restò lì per più di una decina
di minuti, non sapendo né cosa fare, né a
cosa pensare. Le parole sentite riecheggiavano continuamente, tanto da
trasformarsi in un enigma davvero irrisolvibile. Un enigma che Auron
non poteva
in nessun modo svelare, come se facesse parte della
“promessa” fatta con quel
“qualcuno” che voleva bene ad un giovane, che
voleva solo tornare nella sua
città, tornare a vivere la sua vita, a ricordare il suo
misterioso passato.
Perché…??
Io non ho bisogno di
nessuna protezione!!! Vorrei solo trovare le mie risposte…
Se non mi ricordo
nulla… a stento solo il mio nome… qualcuno mi
dovrà pur dire cosa mi è
successo!!! Sono nell’oscurità più
totale… e nessuno che davvero mi può spiegare!!!
Pe…perché…
Così,
a
testa bassa, perfino dopo aver fatto una bella figura alla partita,
Tidus si
incamminò verso la piazzola, lasciandosi alle spalle il mare
calmo che
rifletteva i caldi raggi del sole.
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Capitolo 13 *** Cap.13: Hypnel ***
Era
quasi mezzogiorno
quando il
sole iniziò a cuocere tutta la gente che era sulla piazza
semidistrutta,
attenta a guardarsi intorno, a chiedersi il come e il perché
dell’attacco di
quei mostri. Insomma, come avevano fatto a venire tutti in massa,
improvvisamente?
Erano stati attirati? E da cosa? O da chi…
In
città era il caos, specialmente per i Miliziani, ritenuti
colpevoli per mancato
avviso di pericolo. Luzzu e Gatta cercarono di tenere a bada le teste
più
calde, ma la situazione restò difficile, con molti che
avevano paura di un
nuovo attacco. Un’altra parte della gente cercava
l’invocatrice, la vera eroina
della città.
Lei
la guardava dall’alto: distrutta per un terzo, con lo stadio
fortunatamente in
piedi, e con esso il molo. Ma il suo pensiero non era quello.
Piuttosto,
pensava a quei nomi che le sembravano così tanto familiari.
Erano nomi che
appartenevano al passato, forse dimenticato, forse impensabile. Ma
chiederlo ai
diretti interessati era troppo difficile per lei, timida
com’era.
Wakka
notò il suo sguardo pensoso, mentre Lulu gli si
avvicinò con il solito passo
autoritario.
‘Come
si è fatta rapire dagli Albhed???Com’è
successo?’ chiese lui.
‘Lasciamo
stare… sono più furbi di quanto
pensavamo….’.
‘Quella
è una brutta gentaccia!!!! Non la sopporto!!!!’ e
aggrottò il viso.
‘Sappiamo
bene che li odi a morte…L’importante è
che sia sana e…’…e non finì
la frase:
dalle scale di sotto si sentirono due passi, uno lento e sicuro,
l’altro più
irregolare e discontinuo. Tutti si affacciarono: erano Auron e Tidus.
‘Oh…guarda
un po’…si
devono conoscere bene quei due…’
disse sottovoce Lulu.
Quando
essi arrivarono in cima, tutto il gruppo restò tra il
silenzio e la voglia di
fare domande e sapere qualcosa. Da una parte per la fermezza rigida di
Auron,
che spingeva tutti a mostrare grande reverenza e rispetto nei suoi
confronti,
come se avesse una dignità insuperabile. Era ben
più composto e serio di
Kimahri, solo nello sguardo che proveniva dal suo unico occhio sano,
quello
sinistro. Nell’altro si notava un enorme cicatrice che
partiva dalla guancia.
Dall’altro canto tutti erano curiosi di fare domande a Tidus,
che continuava a
girare come matto, tenendo la testa bassa e gli occhi persi. Era,
forse, la
persona più irrequieta di Luka. Girava la testa qua e
là e si muoveva come un
ubriaco con il corpo. Era così assorto nei suoi pensieri che
non guardò nessuno
dei suoi compagni di fronte.
‘Scusate…per
quello che per successo… Il mio nome è Auron.
Sono un guardiano
professionista.’.
Tutti
restarono ammutoliti a quelle parole di ghiaccio.
‘Pe…Perché
hai rubato la sfera di Kilika??’ chiese con grande coraggio
Wakka.
‘Semplicemente
per avere più possibilità di incontrarvi. Volevo
chiedervi…’—e si rivolse a
Yuna—‘…se potevo diventare vostro
guardiano.’ Continuò il guardiano in rosso,
mantenendo quello sguardo serio e impassibile.
‘Oh…io…ne
sarei davvero o…onorata…’ disse Yuna,
arrossendo da matti.
‘Bene…
Questo è una promessa che ho fatto a Braska…e
questo…’—prese per un braccio
Tidus e con forza lo portò davanti a sé quasi
facendolo cadere—‘…l’ho
promesso
a Jecht!’.
Detto
questo ci fu silenzio assoluto. Braska?? Non era l’invocatore
che aveva perso
la vita?? Aveva fatto una promessa a lui?? Promettere di diventare un
guardiano
della futura invocatrice???
Queste
domande erano solo alcune che il gruppo pensò tra
sé e sé. Al nome di Jecht,
infatti, Tidus venne colpito da una tempesta di pensieri che si
seguivano uno
dopo l’altro. Q…Quindi
lui sa chi è
quello del sogno!!! Lui c’entra qualcosa!!! E
perché mai quel tizio orribile ha
promesso me??? Cosa c’entro io??
Yuna venne colpita da un
fulmine. Iniziava a
ricordare qualcosa. ‘Tu…tu sei uno dei due
guardiani di Braska??!!’ chiese,
sorpresa.
‘Sì…
Ero insieme a lui e a Jecht. In quel disastro…’.
‘Ma…ma
è successo mille anni fa!!! Come è
possibile!!!???’ esclamò Wakka, prima che
venisse fermato da Lulu, come se gli ricordasse la “buona
educazione nei
confronti dei sconosciuti”.
‘Infatti.
Sono qui grazie a Sin. Ci ha portato lui in
quest’epoca…e farò comunque fede
alle mie promesse.’. “Ci”
ha portato
lui…!!!! Umpf…
Tidus,
a sentire quei discorsi e Sin, voleva quasi ammazzarlo. Ma come farlo
con una
persona così rispettata, quasi come un dio?? I suoi occhi
castani chiari bloccavano
ogni minimo movimento, senza contare quell’enorme cicatrice,
simbolo di
battaglie e di esperienza.
‘DI
CHE RAZZA DI PROMESSE PARLI, EH??!! Cosa sai di Jecht tu?? Cosa sai di
Zanarkand??’ gridò l’altro
“viaggiatore nel tempo”, senza pensarci due volte,
mentre gli altri non stavano capendo quasi più niente del
suo strano atteggiamento.
Auron
si girò verso di lui con la sola testa. ‘Temo che
dirtelo ora sia inutile…
saranno i tuoi ricordi a spiegartelo meglio di me… ogni cosa
fa il suo corso…’.
Tidus
stava per saltargli addosso quando Yuna rifletté alla
proposta di quel grande
guardiano.
‘Io…sono
davvero onorata di avervi come guardiano…’ detto
questo, lei e tutti gli altri,
eccetto Tidus e Kimahri, fecero il segno di reverenza con grande
rispetto.
Dopo
alcuni minuti tutti aspettarono un poco prima di ricominciare il
pellegrinaggio.
Più
sto in questo
gruppo e più mi confondo le idee… Eppure mi
sembra di conoscere quel tizio… più
che altro quel nome… Quel nome…
perché???
Auron
si avvicinò lentamente a Tidus, parlandogli sottovoce dalla
parte in cui
portava l’orecchino: ‘Mi
raccomando, non dire nulla delle tue origini… Non devono
sapere niente… intesi??
Dì, piuttosto, che sei intossicato…!!.
Me
ne sbatto di tutto quello che dici!!! Non sei mica il mio babysitter,
TU!!!!!!
Yuna
guardò il cielo: era già pomeriggio, ed alcune
innocue nuvole, simili alle
classiche caprette, cambiavano continuamente forma, spinte da un vento
caldo
leggero estremamente piacevole. Si sentiva davvero sollevata: chi
avrebbe mai
immaginato che un guardiano come Auron fosse entrato a far parte del
gruppo?? E
come faceva lei a sapere che era un guardiano eccellente? Chi
gliel’aveva
detto?
Si
girò poi verso Tidus, appoggiato al muretto, pensoso e con
la testa bassa. Lei
non sopportava vedere persone con il morale a pezzi. Così
lei gli si avvicinò
dolcemente, forse quasi senza che lui se ne accorgesse, mentre
continuava a
rivolgere qua e là a terra occhi sbarrati.
‘Conosci
Auron, vero?’ cominciò lei mostrando un bellissimo
sorriso.
Lui
la guardò per un momento per poi tornare a guardare a terra.
‘Si…purtroppo…’.
Lei
lo guardò ancora e non sopportando più
quell’atteggiamento smorto, passò
all‘attacco.
‘Senti…che
ne dici di farmi un bel sorriso??? Oppure una bella risata a
squarciagola…
Dai…lo so che lo fai fare molto
bene…’—arrossì—‘…mostrami
quello che sai
fare!!!’.
Come
se fosse facile…
Prima una nuova identità, poi arriva di nuovo il tizio che
ti nasconde tutto e
che ti ritiene quasi un poppante che non può sapere tutto
subito!!!
‘Fammelo!!!!
Ora!!!’ disse lei, sorridendo. Era impressionante come
riusciva a portare la
felicità nel gruppo di dietro. Tidus notò il suo
sorriso pieno forse di
speranza ed allora si distaccò dal muretto e, presa un
po’ d’aria, iniziò a
ridere a squarciagola come gli aveva detto, senza nemmeno farselo
ripetere,
forse per sfogo, forse per non pensare, davanti al panorama di Luka.
Che risata
forzata!! Lo fece spalancando la bocca, in modo da essere sentito da
chiunque.
I compagni erano davvero scettici. Fino a quando,
nell’imbarazzo di quello che
stava facendo, si misero a ridere davvero, soprattutto lei.
‘E’…è
ridicolo…ma… non c’è in
realtà nulla da ridere…’ disse Tidus,
mostrando però un
sorriso vero.
‘Eh,eh…Io…vorrei
che tu fossi un mio guardiano…’ rispose lei,
imbarazzata, con le mani congiunte
davanti, mentre guardava i suoi occhi blu. Forse gli erano piaciuti
quelli e il
suo sorriso naturale. Forse questo era stato il sorriso più
bello che lei
avesse mai visto in quel suo neo-guardiano.
Lui
subito trasformò il suo sorriso in un incredibile stupore,
spalancandogli gli
occhi in faccia. Io??? G...guardiano??
Siamo sicuri?? Io…non so se è una buona
idea…sono solo di impiccio, insomma…
Io…vorrei tornare a
casa…però…non mi sono mai trovato
così bene…
‘Io…ecco…’
balbettò poi, guardandosi
intorno,
continuando a sorridere, mentre Auron gli lanciò
l’occhiata, come se gli
dicesse “tu DEVI”. Gli altri, che avevano sentito
tutto, non ne furono molto
stupefatti: Wakka aveva visto come se la cavava, Lulu lo aveva
“perdonato”
quando aveva dato una mano contro gli Albhed, mentre
Kimahri… boh, non si sa
mai quello che pensa… Anzi, tra questi era il primo quello
più felice. Era
forse diventato il suo migliore amico, seppur dopo così
pochi giorni.
Quando
Tidus annuì con un leggero imbarazzo, Yuna ne fu
così contenta che gli prese la
mano sinistra e lo spinse verso il centro, annunciando a tutti:
’La nostra
destinazione è il tempio di Djose!! Andiamo!!’.
Co…cosa??
Un altro
tempio… Vabé…ormai sono arrivato a
questo punto…non posso tirarmi indietro… E
poi… sentirsi così…
‘Laggiù!!!’
disse improvvisamente Auron, indicando con l’indice della
mano sinistra una
lunga scala che stava opposta al muretto. Lulu, al sentire
“Djose” cambiò
subito espressione. Ed iniziò a pensare a qualcosa. Forse
anche molto grave,
visto che Wakka da dietro le diede delle leggeri pacche sul suo
braccio, mentre
gli altri compagni iniziarono a salire le scale.
Anzi,
il gruppo non aveva mai visto Yuna così contenta, mentre
trascinava con il suo
entusiasmo Tidus, che non poteva fare a meno di assecondarla, con i
sorrisi,
con maggiore ottimismo.
La
scala portò in un enorme viale che attraversava
un’immensa area collinare,
piena di verde, prati e fiori mai visti a Metropolis, mentre il sole
pomeridiano continuava a cuocere. Il viale era di terriccio rosso e
continuava
dritto, forse per diversi chilometri, con affianco diverse statue,
alcune in
buono stato, altre sembravano più delle rovine, mangiate
dall’alternarsi della
pioggia e del sole. Wakka non aveva mai visto quel posto in vita sua,
seppur a
due passi dalla capitale del Blitzball. In particolare il suo sguardo
andò ad
incrociarsi con una statua che sembrava antichissima e che
rappresentava un
grande condottiero su quello che sembrava un chocobo. Si
fermò a vederla e si
sforzò di capire chi fosse rappresentato. Un vecchio, chino
sulla sua gobba, si
avvicinò, contento forse per il suo interesse.
‘Mihen,
il fondatore della
Milizia…’—iniziò quello, con
una candida barba—‘…dopo la
disgrazia del Sacrificio, egli
raccolse con sé i più coraggiosi da tutta Spira
per combattere Sin, perdendo la
vita dignitosamente…’. Wakka si voltò
verso di lui, mostrando grande stupore.
‘Oooohhhh…e così…da
allora… I Miliziani hanno sempre fatto piani su piani per
sconfiggerlo??’.
‘Già….e
questa è la via che lui percorse prima di battersi con Sin
nella valle
Micorocciosa…è stata dedicata a lui e da allora
la chiamiamo “via Mihen”…’.
Quasi
puntualmente e di corsa, comparvero i due Miliziani Luzzu e Gatta, che
avevano
così tanta fretta da non fermarsi a guardare nessuno, e
quasi stavano
investendo Lulu di lato.
‘Permesso…permesso…’, mentre
le persone lungo la via
cercarono si scostarsi in tempo. Ma cosa
cavolo hanno da correre? Cosa stanno facendo? Deve essere davvero
importante,
se passano senza salutare!!!
Il
gruppo continuò a percorrere la via, osservando qua e
là i resti forse di una
città antica distrutta. Si notavano tetti di case, di altri
oggetti, tutti
nelle gabbie delle piante rampicanti di ogni possibile colore. E
diverse
scritte, impossibili, strane, vecchie e più recenti.
“La via
della saggezza e’
la via giusta
per restare giovani…”..
e poi… “Se ogni
uomo fosse puro, Sin
scomparirebbe per sempre…”.
E
attorno erano molte persone che lavoravano, parlavano, di fronte a
quelle
rovine che inquietavano un pochino. Yuna guardava ciascuna di quelle
facce, di
bambini, di anziani, di giovani donne e di uomini lavoratori.
‘Porterò
il Bonacciale a tutti i costi…’ si disse tra
sé, con grande decisione.
Ovviamente, l’unico che non sapeva che cosa intendeva dire
subito ebbe pronta
la domanda.
‘Ma…cos’è
il…Bonacciale??’.
‘E’
il periodo di pace che segue dopo l’uccisione di Sin, pregato
ed atteso da
tutti…’ rispose Lulu a Tidus, sempre con quel tono
lugubre che la
caratterizzava. Oh…accidenti…combattete
da così tanto tempo… Devo ammettere che la
speranza di questa gente è infinita…
A
quasi metà strada trovarono di fronte una sacerdotessa che
parlava con un
gruppo di cavalieri su chocobo, che sembravano una squadriglia vera e
propria,
e che parlavano piuttosto accesamente.
‘Come??
Cosa volete fare??? Siete pazzi?? Usare le macchine proibite??
E’ proibito da
Yevon, non lo sapete?? Non potete farlo!!!’ urlò
quasi quella, portando un
abito verde e bianco simile al templare di Kilika.
‘Questo
è il piano e non possiamo cambiarlo…abbiamo mezzi
e forze!!! Dobbiamo farlo per
sconfiggerlo!!!’ rispose invece quella che sembrava il capo
dello squadrone,
dai capelli lunghi e rossi, e domava un chocobo ben coperto da
un’armatura
lucente.
Lo
squadrone se ne andò nella stessa direzione di Luzzu e
Gatta, lasciando sola quella
sacerdotessa che sembrava disperata. Yuna corse da lei e, dopo aver
fatto la
reverenza e presentandosi, chiese subito spiegazioni.
‘Vogliono
usare le macchine per sconfiggere Sin!!! Per il loro piano!!! Le hanno
portate
qui con la nave!!! Sono già scomunicati dal clero, ma se
fanno questo…!!!!
Oh…scusatemi… mi chiamo Shelinda…sono
una novizia…sto imparando…’ disse lei,
portando anche uno strano cappello ovale.
‘Non
ti preoccupare…andrà tutto
bene…’—Yuna le sorrise in faccia e le
mostrò la
migliore calma e serenità—‘Pensa ora a
completare il noviziato…non devi
preoccuparti…’ Non
preoccuparsi?? Cioè,
ritorna quel mostro, ci potrebbero essere ancora vittime e non bisogna
preoccuparsi???
In
effetti forse Yuna lo faceva solo per calmarla un po’. Almeno
ora sapevano
cos’era quel misterioso carico che era sulla nave che era
stato portato a Luka.
Il fatto che avevano intenzione di usare le macchine proibite poteva
però
essere ancora più pericoloso. E quelle rovine attorno alla
via Mihen ne era una
prova lampante.
Il
tragitto continuò, ma mentre tutti erano assorti dal
pensiero del piano, e
qualcuno era già in fondo. Se prima si sentiva davvero
carico, ora Tidus era
più stanco del solito, e non gli sembrava di aver fatto
chissà che di duro. Era
capitato anche prima [cap.9], ed ancora anche adesso. Il chakra
consumava tutte
le sue energie fisiche prima, e poi provocava un enorme mal di testa,
dopo
eventuali sforzi per incantesimi e magie varie. Forse era anche per
questo che
Noemi aveva paura di lasciarci la pelle. Lo doveva ancora scoprire per
lo meno,
non poteva ancora fidarsi di questo potere, che aveva vantaggi, ma
anche
svantaggi ancora in parte sconosciuti.
Da
lontano venne notato subito da un uomo altissimo e magro; portava un
abito nero
vernice, dalle maniche lunghe e molto larghe, tanto da rivelare il
rosso
brillante all’interno, e un colletto alto e dalle forme
spigolose, e il vestito
arrivava fino in fondo a terra, nascondendo in parte i suoi pantaloni
neri e i
suoi stivali in pelle nuovissimi. Sulle mani portava dei guanti in
parte verdi
ed in parte fucsia insieme mischiati eccezionalmente, e aveva dei
curiosi capelli
viola (come i suoi occhi) scuro, lunghi e sparati ovunque, con un
ciuffo lungo
e liscio che gli cadeva dalla fronte ed attraversava tutto il suo viso
fino
alle labbra. Era forse un uomo sulla quarantina.
Oh!
Finalmente ho
trovato il simbolo…dopo averlo cercato ovunque da
solo…forse lui non mi riconosce
ancora…perché la mia fama sta crescendo proprio
ora…prima o poi tutti mi
conosceranno…come colui che si impadronirà con
senno…quello che solo in
pochissimi sanno…
pensò quello, avvicinandosi a passo lento e quasi felpato di
natura al gruppo
di pellegrini, mentre Tidus arrivava a fatica con quasi il fiatone,
piegandosi
in due un po’ come fanno i maratoneti dopo una gara.
Yuna
si fermò per prima, un po’ scettica e stupita del
tipo che si avvicinava, con
uno strano sorriso sulle labbra, ben diverso da quello del
neo-guardiano.
Quello si fermò mostrando una strana grazia nei movimenti e,
senza dire una
parola, fece la reverenza di fronte all’invocatrice. Poi si
destò e parlò.
‘Buongiorno
viaggiatori stanchi ma con grande ardore…mi chiamo Hypnel e
sono un
prestigiatore…vorrei conoscere la nuova speranza di
Spira…l’invocatrice che
tutto il popolo ammira…’.
Tutti
rimasero un attimo zitti a sentirlo parlare in quello strano modo. Perfetto…arriva un altro che si mette a
parlare in rima…certo che qua di gente strana ce
n’è di tutti i gusti…
‘E…ecco…mi
chiamo Yuna… sono la nuova
invocatrice…discendente di Braska. Vorrei portare qui
il Bonacciale tanto atteso…’ si
presentò. Lui sorrise un po’, e poi prese
dolcemente la mano destra di lei e la baciò e il suo sguardo
violaceo incrociò
il suo.
‘Piacere…Vorrei
diventare, se voi volete…una vostra guida fidata, anche se
non mi conoscete… Permettetemi
di portarvi al tempio dei tuoni…e di conoscere i vostri
compagni, le loro virtù
e i loro suoni…’.
Questo
tipo è davvero
svitato…dobbiamo fidarci??? E perché porta quei
guanti così ridicoli???
‘Va
bene…ci fareste un grosso piacere…ma prima,
diteci chi siete e da dove venite.’
chiese ancora lei, mantenendo un elevato grado di rispetto. Quello si
rialzò e
le lasciò la mano, prima di sorridere e guardare tutti gli
altri.
‘Io?
Vengo dalla sacra città di Bevelle…e quando vi ho
visto, per evitarvi un
viaggio più folle…mi sono incaricato di aiutarvi
per il prossimo:…tutti
vorrebbero il Bonacciale e la fine di quell’essere
infimo…è semplicemente il
dovere che viene per primo…’.
Gira
e rigira, il pensiero che una guida poteva rendere più
facile e soprattutto
breve il cammino fino a quel tempio, spinse il gruppo ad accoglierlo
nella
squadra. Il cammino così proseguì, con Hypnel che
sembrava non essere più
interessato a Yuna. Si girava qua e là, osservando la
situazione, l’ambiente,
come qualcuno che sta organizzando o calcolando qualcosa. Camminava con
un
passo lento e cadenzato, quasi come un danzatore, e da lontano quei
guanti
spiccavano, tanto da colpire l’attenzione della gente
intorno. Anche per via
dello strano colore dei capelli. Stravagante.
‘EHI!!
Ci sei??? Andiamo troppo veloci o sei stanco per la
partita????’ urlò Wakka
girandosi verso Tidus che sembrava non farcela più nemmeno a
camminare. Hypnel
approfittò dell’occasione per avvicinarsi a lui.
‘Ti
ho già visto alla partita [cap.11]… non sei mica
Tidus, della squadra sempre
punita?...Ti vedo stanco e turbato… io posso aiutarti a
sollevarti da questo
stato… conosco ogni cosa, più di ogni
altro… su ciò che è stato, su
ciò che
sarà, su ciò che c’è
dietro… Con me molte persone si confidano… nei
momenti più
difficili, parlando piano piano… dopo, prima degli
spettacoli, quando lo
desiderano…’.
Lui
se ne fregò altamente delle specie di lusinghe che faceva,
anche perché quella
sua stravaganza di certo non inspirava molta fiducia. Il fatto che
però “sapesse
ogni cosa” lo allarmò un poco, e si
fermò.
‘Ah…anf….e…
perché dovrei dirti tutto?? Ti
ho…anf…appena
conosciuto…pant…tutti fanno così
con te?? O sei uno dei tanti a cui piace sapere i fatti
e…anf…i problemi
altrui???’.
‘Capisco…ma
credimi, non sono in molti… ad essere come me, aperti e
svelti… nel trovare
rimedi, anche in segreto e di nascosto… in molti si sono poi
fidati e dandomi
del giusto… ringraziandomi anche ora, facendo tutto senza
costo…’ Certo…certo…ho
capito che ce l’hai con me….invece
di darmi una mano!!!
Auron
si girò e capì subito il problema. Doveva
portarlo via da lì, da tutti gli
occhi della gente che passava, per non essere scoperto. Doveva farlo,
altrimenti la faccenda si sarebbe complicata. Gli altri compagni lo
videro
preoccupato, e cercarono quindi di distrarre l’attenzione
della gente mettendo
in evidenza Yuna.
Auron
trascinò con sé Tidus, quasi senza forze. Hypnel
non si mosse da lì, senza la
benché minima curiosità. Era davvero strano che
chiedeva di far da confessore e
poi non interessarsi di così tanto ed improvviso
movimento… Faceva parte della
sua eccentricità? Auron lo portò dietro una di
quelle rovine affianco il viale,
cercando di non essere visto da nessuno. Quel bagliore blu poteva
davvero
attirare altri guai…
‘Brava,
fallo di nuovo e verrai scoperta all’istante!!
Così il nostro viaggio
rallenterà!!!!’ diceva lui, mentre Hypnel subito
si avvicinò al gruppo di
pellegrini, con gli occhi chiusi, come se sapesse perfettamente che
succedeva e
cosa doveva fare, sempre con quello strano sorriso stampato in faccia.
‘Il
cammino è ancora lungo per questo viale… per i
viaggiatori affaticati sarà
ancor meno banale… per facilitare il viaggio
chiederò per i chocobo piumati… a
coloro che vigilano quasi in tutti gli stati… bastano solo
pochi Guil e ce li
noleggeranno… e fino alla fine della via ce li
lasceranno…’.
Così
Hypnel si rivolse ai Miliziani che capeggiavano il battaglione di
chocobo,
attrezzati come se pronti per una battaglia. Essi gli concessero due
chocobo,
appena appena riposati, che si chinarono sulle zampe color arancione
brillante,
aprendo le piume gialle della coda, un po’ come sono soliti a
fare i pavoni.
Auron,
decisamente seccato, aiutò Noemi prendendola per il braccio
sinistro, e la
portò verso uno di quei “polli troppo
cresciuti”. Oh…oh…ancora
quei polli?? Ma certo, li usano come cavalli o cosa… o
è
un’allucinazione??? Non sto capendo più
niente…io lo dicevo che non dovevo
fidarmi del chakra!!! Vuole uccidermi, ecco cosa vuole fare!!! Ti
dà la carica
prima, e poi ti riduce in questo modo!!!!! Sono sicura che se avessi
continuato…
Yuna
e Wakka principalmente erano davvero preoccupati. Per fortuna, lei
sapeva bene
quali erano gli effetti di un potere simile, e cercò di
tranquillizzare il suo altro
neo-guardiano che non faceva motto per niente. Certo, non era
l’unico che non
diceva nulla: Kimahri e Lulu in realtà, sembravano farsi
immersi nei propri
pensieri…
‘E’
davvero forte Noemi, sai? Di…di solito, quando si
è alle prime armi non si
resiste neppure per un’ora…’
spiegò l’invocatrice, e Wakka la vide con quel bel
sorriso pieno di speranza e cominciò a fare lo stesso, fino
a quando Hypnel
invitò tutti quanti a proseguire il viaggio, lanciando
strane occhiate a Noemi,
che a fatica salì sul chocobo, sul quale sarebbe poi salito
anche Wakka.
‘Presto,
andiamo perché il tempo corre… il tempio di Djose
è ben al di là di queste
terre… mantenete gli animi e le speranze alte e senza
sbarre…!!’ Lo
sapevo, avevo perfettamente ragione… li ho trovati ormai,
non era un’impressione…
dovrei solo acquistare la loro fiducia… e quello che
farò avrà la massima
efficacia…
Così
Yuna ed Hypnel salirono sull’altro chocobo, e gli altri
restarono appiedati, rivolgendo
ogni tanto occhiate a destra ed a sinistra alle rovine attorno alla
via,
simbolo dell’eterna distruzione portata da Sin.
Il
gruppo così camminò per tutto il pomeriggio, con
il sole davanti a sé, e quasi
istantaneamente Noemi si addormentò appoggiando la testa su
quelle piume più
morbide di un qualunque cuscino. Chissà se questi potevano
conciliare
finalmente un bel sonno…
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Capitolo 14 *** Cap.14: Doubts And Thoughts ***
Il sole si
stava già avviando all’orizzonte ed erano arrivati
più o meno a metà della via
Mihen.
Subito
Hypnel, sul chocobo di sinistra insieme a Yuna, notò un
piccolo negozio, che
comprendeva la scritta “Casa di riposo Rin”. Noemi
dormiva profondamente, nonostante
Wakka ogni tanto avesse il “necessario bisogno di
gridare”, o per lo meno così
lo definiva Lulu.
‘C’E’
UN
NEGOZIO!!!!!’ disse lui, prima che lei gli lanciasse un
fulminante sguardo.
‘Va
bene…forse
è meglio che ci fermiamo un
po’…’ fece Yuna, guardando il cielo, che
iniziava
ad assumere i colori del fuoco.
‘Siamo
ora
a metà di questo cammino… se volete riposarvi, o
se ciò e destino… meglio
continuare domani, con più energie… e seguire nei
pericoli migliori strategie…’
consigliò Hypnel, tenendo gli occhi rivolti al gruppo. I
chocobo vennero
allacciati a delle piccole sbarre che circondavano il negozio (tranne
all’uscita), di modeste dimensioni e composto da due piani.
Abbellito e coperto
da tante tende leggere e trasparenti, che al minimo soffio di vento
salivano
all’insù, come quando si creano delle orecchie in
un libro. Non c’era nemmeno
una porta, sembrava fatto secondo lo stile dei villaggi di Besaid e
Kilika, e
affianco c’era una specie di lavagna retta in verticale che
diceva: “Il
viandante Rin al momento si trova alla Piana dei Lampi”.
Tutti
entrarono nel negozio-hotel, con Wakka che prese in braccio Noemi e
Hypnel che
restò appiccicato a Yuna, un po’ come un fidanzato
troppo fidanzato. Auron
invece, sempre camminando lentamente e deciso, si avvicinò a
quella di turno, e
senza dire una parola, lasciò diversi Guil sul banco in
legno, e la giovane signora
che gli stava di fronte, lì per i pagamenti,
restò bloccata dal suo scetticismo
e dallo sguardo di ghiaccio del guardiano, che subito si sedette
lì vicino,
prendendo poi la sua borraccia e bevendo abbondantemente. Wakka
portò Noemi al
piano di sopra, sopra un letto molto più comodo di quello
della nave [cap. 9]
e, vedendo poi Auron mentre scendeva le scale, non riuscì a
tenere a freno la
sua curiosità.
‘Che
bevi??
Mi sembra buono…’.
‘ALT!!!!’
–e
Wakka si congelò all’istante, non appena egli lo
guardò—‘Non è roba
tua…’.
Wakka perse
un attimo le parole, per poi girarsi al rallentatore ed uscire a
godersi lo
spettacolare tramonto che si poteva vedere di fronte
all’ingresso.
Hypnel si
sedette vicino ad Auron, e i due non si scambiarono né uno
sguardo, né una
misera parola. L’uno manteneva una strana risatina sul viso,
l’altro invece un
atteggiamento incredibilmente serio. Una strana coppia.
Yuna
preferì
restare fuori per godersi il bellissimo panorama: la via Mihen seguiva
la costa
di destra del continente e così si riuscivano a vedere
spettacolari tramonti
sul mare, dolce e calmo per l’assenza quasi completa di
vento. Si era seduta
proprio su un piccolo promontorio vicino alla costa, con le gambe unite
e
raccolte con le braccia. Pensava al pellegrinaggio, pensava ai suoi
nuovi
guardiani, pensava alla risata divertentissima fatta con Tidus, pensava
a tutte
quelle cose. Erano quelle che la stavano facendo piangere?? E
perché piangeva??
Non erano cose tristi, eppure…piangeva. Almeno fino a quando
Auron non uscì e,
sempre con il braccio sinistro raccolto, si avvicinò
lentamente a lei. ‘Pensi
alla tecnica Sunshine, vero? Me lo
ricordo molto bene purtroppo…’.
‘Ma….voi…
siete sopravvissuto…vero?’ Yuna si girò
subito e si alzò, mantenendo quella sua
grazia e dolcezza.
‘Già…
Anche
Jecht…purtroppo…’. Quando egli disse
ciò, Yuna approfittò del momento per fare
chiarezza.
‘Jecht??!!…I
miei genitori mi avevano detto che tutto era solo una
leggenda…e mi avevano
anche parlato di voi con quella persona e Braska, che è un
mio antenato…’.
‘Già…ma
vedi…non era una leggenda. Tutto successe davvero.
Tutto…1000 anni fa…se non di
più…’.
Yuna si
avvicinò davvero stupita. Non credeva per niente a quello
che aveva sentito.
‘Ma…non
è
possibile!!! E’ solo una…’ e non fece in
tempo di finire la frase.
‘E’
successo… E’ stato il clero che proibì
di raccontare, ricordare o divulgare i
fatti… Ma siccome ci sono sempre delle persone che
trasmettono di generazione
in generazione le loro storie, alla fine si crede che sia una
leggenda…’ spiegò
lui, impassibile, con l’occhio castano sinistro che scorgeva
l’ultimo raggio di
sole.
‘Ma…se
tu
sei qui, dove sarebbe “Jecht”?? E’ qui,
su Spira??’.
Auron
chiuse il suo occhio. Forse non perché il sole era ormai
calato…
‘Da
qualche
parte… Da qualche parte c’è di
sicuro… e di sicuro lo incontreremo…’.
Yuna non
riusciva più a parlare. Aveva sempre creduto che tutto
quello che gli avevano
raccontato, su Braska e i suoi guardiani fosse una leggenda per
spiegare la
presenza di Sin. Poi le venne un altro lampo. Ed era forse
più forte… Una
strana sensazione…
‘Allora…
è
vero che una persona…’.
‘Sì…è
tutto
vero…’ disse Auron, prima di tornare lentamente
dentro il negozio, lasciando
Yuna sola materialmente e nei suoi pensieri, che cercavano di fare due
più due,
dove, mentre prima era sicura che facevano quattro, ora era indecisa
tra otto e
sedici. Restò a pensare perfino dopo il tramonto, quando
iniziò a fare freddo e
il cielo ad annerirsi. Kimahri, quando la vide lì, da sola e
leggermente
infreddolita, subito si avvicinò e la abbracciò
calorosamente per contrastare
il freddo. Lei appoggiò la testa sul suo petto e si
addormentò, appena la sua
mente non riuscì più a connettere e dare ordine
alla tempesta dei suoi
pensieri.
Noemi non
si era accorta di nulla, nonostante i modi di Wakka non fossero
così garbati e
delicati, e dormiva più tranquillamente del solito, anche
per via di tutte le
energie mancate, prosciugate dal chakra.
Si
ritrovò
stavolta in un’insolita radura, circondata ovunque da alberi
dalle chiome più
attorcigliate possibili e con le punte che facevano il “giro
a chiocciola”, un
po’ come la panna montata sui gelati. L’erba era
stranamente blu, accentuato dalla
grande luna piena, e dalle grosse aurore polari a strati nel cielo
notturno, anche
se non faceva poi così freddo. Se si poteva parlare di
freddo…in un sogno,
eppure così vero…così illusorio. La
sua attenzione era rivolta verso una
cascata d’acqua ad arcobaleno, splendente, sempre presente e
familiarissima, e
ciò faceva pensare che stavolta
sono in
periferia…
Ma mentre
lei pensò, una voce quasi la spaventò per quanto
era stata improvvisa.
‘Mi
dispiace tanto per i tuoi sforzi… Lo so,
all’inizio mi aspettavo che sarebbe
stato così…’.
Noemi
pensò
prima di girarsi. Già, aveva ben capito che aveva
un’altra occasione.
Adesso non mi
sfuggi… Adesso mi dici
cosa c’è sotto o ti pianto in asso!!!!
Il bambino
che c’era dietro si spaventò da morire, come se
sentito che sua madre non gli voleva
più bene e non fece più motto. Aveva ascoltato i
suoi pensieri.
Noemi,
notando uno strano silenzio si girò e lo vide a testa bassa,
con occhi sbarrati
e le spalle giù. Gli fece un po’ pena e si
sentì un po’ in colpa. Quando gli si
avvicinò lentamente, si accorse che si stava mettendo a
piangere.
‘Io…non
volevo essere così
sgarbata…scusami…’—e con la
mano destra gli asciugò la
guancia rigata—‘ ecco…sono
così confusa…vorrei solo delle
risposte…vorrei la
verità…’.
Quando
disse questo, il piccolo Tidus la abbracciò fortemente,
continuando a piangere
più intensamente. Lei non fece altro che abbracciare a sua
volta, capendo poco quel
grande dolore di un bambino di soli sette anni.
‘Lui
vuole
me…ti prego…aiutami… ridammi la vita!!
E’ colpa sua se sono in questo stato!!!
Solo tu puoi …usa la mia identità, qualsiasi cosa
mi appartiene, tutto quello
che io ho e sono…’.
Noemi quasi
si pietrificò a quello che aveva sentito. Dare la propria
identità?? La propria
vita?? Quello che si è?? Ma non è mica la nostra
parte più preziosa e personale
che ci rende diversi? Cosa doveva fare? Cosa doveva dirgli, se non
sapeva
neanche a chi quel “lui” si riferiva??
‘Ma…non
so
a chi ti riferisci…io…non lo so
proprio… Non so come aiutarti, credimi, ed ho
anche paura…’.
Il bambino
rivolse i suoi occhi azzurri verso di lei, singhiozzando.
‘Non
farei
mai del male a te…come posso fare del male
all’unica che mi può salvare??’.
A quelle
parole in parte lei sembrò sorridere di sicurezza, ma
dall’altra era ancora
pervasa dai mille dubbi che le ronzavano per la mente. Così,
per essere certa
che non sarebbe “scappato” di nuovo,
continuò ad abbracciarlo, accarezzandogli
le rosse guance.
‘Ca…capisco…ma
non so a chi ti riferisci…non so nulla su di
te…come posso aiutarti???’.
Il suo
sguardo divenne profondamente cupo, ed era davvero insolito notarlo nei
bambini, che perfino a Metropolis erano sorridenti e pimpanti, tra lo
smog e le
grida della gente.
‘Il
mio
vecchio padre…è stato lui!! E’ tutta
colpa sua!!! JECHT!!!!’.
Noemi venne
fulminata e centrata in pieno. Quel nome!! Quel nome che aveva sentito
da
Auron!! Gliel’aveva già detto quel bambino che era
lui il “lui” [cap. 3], ma
lei era stata fin troppo ossessionata dal “pericolo
chakra” da accorgersene.
Forse in quel momento, che era già un pochettino
(pochettino!) rassicurata e
tranquilla, poteva comprendere meglio tutto quanto. O quasi…
infatti, il
bambino, così come la radura e Zanarkand, stavano
svanendo…
‘A…aspetta…
Come faccio a chiedere il tuo aiuto??…Come trovo
Jecht??… Perché devo fidarmi
di te e dovrei aiutarti????’.
Lentamente
il bambino diventò prima un fantasma e poi invisibile. Tutto
sembrava sparire
con lui.
‘Abbi
più
fiducia in me… E vedrai che anche la tua vita sfortunata
migliorerà…’.
Co…cosa???!!!
Come fa a sapere che
io…
La notte
passò
tranquilla e riposante per tutti, o quasi. Kimahri, Wakka e Lulu erano
già
fuori vicino ai chocobo, a preparare tutto e caricarli di cibi e
bevande varie
comprate al negozio, che forniva anche prezzi piuttosto buoni. Auron e
Yuna
erano in un angolo a discutere della prossima rotta e pausa, mentre
Hypnel era
nei pressi delle scale che portavano alle stanze-letto di sopra. Anche
la
vice-proprietaria si era accorta dell’atteggiamento
stralunato e divertito di
quell’uomo dai capelli violacei, guardando le colleghe con
scetticismo a
chiedersi “Perché mai questo ride
sempre??!!”.
Ad un certo
punto egli vide Noemi scendere le scale con gli stessi vestiti con i
quali era
andata a letto. Camminava sbattendo qua e là le sue braccia
contro i corrimani
di legno, come una perfetta zombie ubriaca, con occhi verdi semichiusi,
quasi
accecati, e la testa moscia, fino a quando essi non incrociarono quelli
del
prestigiatore. Si fermò.
‘Fammi
indovinare…hai avuto un altro sogno?... Uno dei tanti che
assillano e lasciano
il segno?... Io so interpretare specialmente quelli
particolari… possono essere
molto piacevoli o anche amari… e quando sono sinistri, molto
spesso… possono
risolvere un enigma, un secolare paradosso…’.
Noemi non
sapeva dire se era più stupita, più tramortita
dal sogno, o piuttosto spaventata
da quell’uomo. Aveva un intuito fenomenale o aveva un sesto
senso perfetto??
Lui forse
riesce a capirmi??! A me
quel tipo non piace per niente… mi fido di più di
Auron!!
Hypnel non
disse nient’altro. Era rimasto per alcuni secondi a
guardarla, da capo a piedi,
così come aveva fatto con Tidus, anche se ora in maniera
più dolce. Ce l’aveva
anche con lei??
Lui si
girò, sempre con quello strano sorrisetto, e uscì
dal negozio, dove i chocobo
erano già pronti.
E…se
fosse lui ad aver incaricato
Auron a fare quelle sciocche promesse?? E’ impossibile!! Quei
due non si
parlano, non si notano, sembrano non conoscersi proprio…
Accidenti!! Possibile
che non ho più pace??!!
In effetti,
Noemi si era davvero rotta le scatole di tutti quei dubbi, di quel
prestigiatore, di quei sogni, di Auron e di Tidus insieme. Anche se ci
pensava più
delicatamente con quest’ultimo, che l’aveva salvata
già ben più di una volta.
Ma continuava a non tollerare quell’incredibile stanchezza,
forse pericolosa,
che comportava.
Lulu
sembrava preoccupata invece. Dov’era Yuna?? L’aveva
persa di nuovo??
‘IIIIIAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Un MOSTRO!!!!’.
Il grido
era stato agghiacciante. Tutti uscirono di corsa dal negozio cercando
di capire
cosa stava succedendo.
Oddio…cos’altro
c’è adesso?? Stavolta io non mi metterò
di mezzo!!
Il sole era
limpido, meno si poteva dire per il panorama davanti agli occhi.
Infatti era
presente un enorme animale orribile, enorme, dalle braccia molto lunghe
e scagliate,
lunghe il doppio del suo tronco stretto e quasi nero, con una bocca che
ne era
il doppio, che mostrava una fila di denti appuntiti e giallastri, e due
lingue
lunghe e viola che uscivano compiendo movimenti a onde. Quello che
più disgustava
era quello che forse a quel coso piaceva fare di più. A
terra, infatti, c’era
un chocobo per metà sbranato, e a vedersi sembrava avere
tutte le ossa rotte da
quelle grosse fauci. Doveva essere quello la sua pietanza preferita,
dato che
aveva ancora in bocca qualche piuma giallo-brillante.
Auron e
Kimahri erano già pronti a sferrare un attacco diretto con
le loro armi, mentre
Yuna era esattamente dall’altra parte del mostro di dove
stavano loro, con
l’asta che era a terra diversi metri poco più in
là. Era combattuta tra il
terrore naturale e il senso del dovere della vera invocatrice, la sola
che
poteva portare la pace su Spira. Hypnel era impegnato a tenere al
sicuro i
chocobo, mentre Lulu e Wakka erano usciti di corsa e non sapevano in
che modo
superare il mostro e raggiungere Yuna.
Noemi non
sapeva cosa fare. Ebbe per un attimo in mente la Fraternity,
ma subito
pensò che fosse un’idea balzana e rischiosa.
Così,
Auron
tirò fuori la sua lunga e pesante katana color grigio scuro
e si lanciò contro
il braccio destro del mostro. Il guardiano Ronso, invece,
pensò all’altro
braccio, schivando abilmente i lenti attacchi sferrati.
Le persone
più curiose erano ai lati della via Mihen, pregando
più che per i guardiani al
lavoro, per l’invocatrice. L’esperienza di Auron
fece staccare il braccio del
mostro con la potenza della sua spada, lasciandolo cadere al centro
della via,
mentre sull’estremità tranciata
cominciò ad uscire uno schifoso liquido blu
scuro. Come faceva a muovere così velocemente una spada
così grande?? Grande
era forse la sua esperienza, di anni e anni…
Chissà
quali pericoli avrà
affrontato con quel Braska… Non capisco più
niente… ma… perché ora sento
caldo??
Pensò Noemi
toccandosi il collo dalla parte destra, mentre vedeva quello
straordinario combattimento.
Pensò di aver dormito male, come al solito, oppure che fosse
semplicemente una
conseguenza di quella sfacchinata. Solo Hypnel, con il solito
sorrisino, la
guardò, e con questo il suo sorriso stava per diventare una
vera e propria
risata. Aveva già visto quella luce blu che usciva dal
collo… Eccome…
Kimahri
approfittò del dolore causato da Auron per colpire alla
testa il mostro,
correndo in velocità con la sua lancia, sulla quale volavano
nell’aria delle
piccole fasce colorate in stile simile a quello delle piume dei copri
capi
degli indiani. Il colpo rovesciò il mostro che
restò a pancia in su e i suoi
corti arti inferiori gli impedirono di rialzarsi con
facilità.
Auron, come
se conoscesse già a vista le persone e i punti deboli del
“Mangia-chocobo” si
girò svelto verso Lulu, la quale aveva già preso
il suo libro, ed era riuscita
a prendere al volo la sfera di Kilika lanciatale da Yuna.
‘Presto!!!!
ORA!!!’ gridò il guardiano professionista verso di
lei, pronta ad eseguire
l’incantesimo Fira, mentre Noemi
si sentiva sempre di
più sudare a vedere quel guardiano. Eppure
non l’ho mai visto, se non a quella
città…
Lulu
recitò
la formula magica con la sfera rivolta verso il cielo, e dal terreno
partì
un’esplosione in verticale di fuoco, che centrò in
pieno il mostro, che fu
abbruciacchiato per bene e che cedette, lasciando nell’aria
molti lunioli qua e
là che si diffusero per un po’ per poi sparire
totalmente. Lulu, Wakka e
Kimahri corsero verso Yuna, raccogliendo la sua asta e verificando le
sue
condizioni. Fortunatamente stava perfettamente bene, anche se si
sentiva in
imbarazzo, poiché di certo la gente che stava lì
intorno si era aspettato un
suo intervento. Di certo avrebbe migliorato…
Auron
invece era rimasto impassibile. Aveva rimesso a posto la sua spada, e
subito si
girò di spalle e camminò verso i chocobo
terrorizzati che erano stati condotti
lì. E mentre lo faceva, con quel passo tranquillo e sicuro,
prese ancora la sua
borraccia e si mise a bere, forse più del solito, mentre
Noemi ancora lo guardava,
curiosa più che mai nei suoi confronti.
La gente
era tutta intenta a sapere come stava Yuna, tanto che
l’avevano circondata, non
permettendole di raggiungere i chocobo. Lentamente la situazione si
calmò,
anche se rimase alta l’attenzione per strane voci che
parlavano di una certa “Operazione
Mihen” di cui i guardiani non sapevano nulla.
Noemi si
avvicinò ad Auron senza mostrare alcun rispetto che altri
erano soliti a fare
con lui.
‘Tu
non sei
un tipo normale… ma…come hai fatto??’.
Lui smise
di bere per poi ridere ancora di gusto a bocca ed occhi chiusi, con il
braccio
sinistro appeso al petto come al modo solito.
‘Eheheh…
certo che lui non ti ha detto ancora niente…’ e si
appoggiò con la schiena sulle
stesse sbarre a cui erano stati tenuti legati i chocobo, mentre
l’altra restò
gelida a fissarlo negli occhi. Cosa aveva detto??!!
‘COSA??
Perché non mi dici cosa davvero sai invece di aspettare che
quel timido bambino
si sconvolga ancora?? Possibile che non provi un briciolo di
pietà?? Ti diverte
il fatto che io sia nel dubbio totale??!!’.
Auron non le
rispose. L’attenzione si rivolse verso Hypnel che richiamava
l’attenzione dei
pellegrini, proprio davanti al negozio. ‘Presto, andiamo
subito… Prima che il
rallentar non sia punito…!!!’.
Non
finirà qui, Auron…. Fino quando
non mi dirai cosa davvero c’è in questo dannato
chakra, su Zanarkand, e su
Tidus ti stresserò fino alla fine… Non mi piace
per niente il fatto che tutti
ti si devono rispetto e poi quando si tratta di ricambiare ti metti
pure a
ridere!!!!
Era
già
corsa velocissima la voce riguarda la segretissima Operazione Mihen: i
Miliziani
avevano tutta l’intenzione di attaccare Sin e sconfiggerlo,
per giunta
utilizzando antiche macchine con la collaborazione degli Albhed. Quelle
erano
severamente proibite dal clero, che già aveva scomunicato i
Miliziani.
‘COOOSAAAA???
Vogliono USARE le macchine??!! Con LORO??!!’ urlò
quasi Wakka, non appena sentì
della partecipazione degli stessi (che lui odiava a morte) che avevano
rapito
Yuna. Ci pensò Lulu a calmarlo, prendendolo con forza da una
manica verso i
chocobo ormai pronti e tranquillizzati.
I chocobo
attraversarono a passo d’uomo tutto il resto della via,
sopraelevata ed
affiancata da un’altra, più tortuosa e abitata da
altri esseri “simpatici”. La
stradina era bianca, stretta e senza protezione, e aveva un lato
ricoperto di
erba molto corta con qualche tulipano qua e là,
l’altro da una piccola
collinetta, sulla quale si potevano notare le anse e le onde
dell’erba piegata
dal leggerissimo vento che soffiava sulla pianura. Era molto caldo e
davvero
piacevole, anche perché si stava molto bene e non
c’era tutto quel caldo
intenso di Kilika e soprattutto di Besaid.
Non ci fu
molto dialogo: ognuno era assorto nei suoi pensieri, Yuna sul
pellegrinaggio,
Lulu su come far imparare definitivamente l’educazione a
Wakka, questo su come
cavolo era organizzata l’operazione. E Hypnel? Era davvero
abilissimo a non
farsi sentire e notare… Forse si sentiva di lui solo il
forte e lento rumore
dei suoi stivali neri vellutati…
Si
ritrovarono davanti a una breve piazzetta fiorita, dove la via era
bloccata da
un enorme carro che sembrava avere una gabbia all’interno e
che avanzava
lentamente per il pesante carico. Da essa uscivano versi disgustanti, e
ogni
angolo era controllato da guardie della Milizia riconoscibili dalla
loro
uniforme. Davanti al carro si intravedeva un vero e proprio battaglione
di chocobo
muntiti di armatura di tipo quasi medievale.
Wakka
sfuggì alla vista di Lulu e corse vicino al carro, spinto
dalla sua curiosità,
mentre gli altri si guardarono intorno, cercando di intuire qualcosa. Che puzza!!! Ma cosa cavolo hanno dentro
quel carro??!!
‘FERMO!!!
L’ACCESSO ALLA VIA MICOROCCIOSA E’ VIETATO a chi
non fa parte
dell’operazione!!!’.
Wakka si
girò verso quella guardia che per poco non lo
ammazzò a parole.
‘Co…cosa
state facendo??!!’ chiese lui, mentre gli altri compagni si
avvicinarono.
‘Tra
alcune
ore scatterà il piano. Non potete avanzare, è
pericoloso… abbiamo fatto
evacuare la zona…’—poi notò
la presenza
dell’invocatrice—‘…e NON ci
sono
eccezioni per i dotati di chakra…’.
Yuna volle
ribattere, poiché il tempio di Djose si trovava proprio
oltre tale via. E di
certo non sarebbe rimasta lì ferma ad aspettare
l’attacco. Ma quello più
agitato era di certo Wakka…il più religioso del
gruppo…
‘ANCHE
GLI
ALBHED???!!! Le macchine sono proibite!! Come potete
farlo???!’.
‘Che
ci
provino pure… Tanto non sconfiggeranno
Sin…’.
Tutti,
compreso la guardia, zittirono a sentire quelle parole lente e fredde
di Auron,
parole che sembravano avere una verità assoluta. Ecco…arriva lui e tutti
zitti… Ti faccio vedere io se starai ancora
zitto o no!!!!
‘Non
posso
farvi passare, mi dispiace…’ e la guardia tacque,
fermo e rigido nella sua
posizione, come una statua. Mancava solo un tipico cappellino verticale
lungo e
nero, come abbellimento.
Hypnel era
rimasto a braccia conserte fino a quando non sentì dei passi
arrivare da dietro
un gruppetto di persone. Poteva succedere qualsiasi cosa… Il
sorrisino non lo
perdeva proprio mai…
Tutti si
girarono e videro avanzare Seymour, quello che doveva diventare il
successore
di Mika, alla guida di Spira [cap. 10], affiancato da un gruppo di
strani
“umani”, dalla pelle azzurrina, le dita e le
orecchie allungate a punta, e
alcuni portavano capelli blu, altri tra il verde e il colore del mare.
Seymour
condivideva con loro, a parte le solenni vesti, solo i capelli blu e le
dita
allungate, ma sembrava già più umano di quegli
esseri blu. Gli altri dovevano
essere piuttosto anziani, poiché camminavano chini e
più lentamente.
Ed ora che cosa
vogliono questi?? Mi
sembra di stare in un teatro… Quante comparse ci sono??
Seymour si
avvicinò all’invocatrice per poi parlare con la
guardia principale più in
fondo. ‘E’ tutto pronto??’
‘Sì….maestro
Seymour…’ e fece il segno di reverenza.
‘Bene…
Fate
passare quest’invocatrice e i suoi guardiani!’ e la
indica, lanciandole anche
uno sguardo che la spaventò non poco. Erano gli occhi color
lilla o
comunicavano qualcosa di più??
‘Oh,
ma…’ la
guardia rimase stupita della strana richiesta.
‘Non
vi
preoccupate…’—e si gira di nuovo verso
Yuna con lo sguardo—‘…mi assumo io la
piena responsabilità…’.
La guardia
ubbidì senza rispondere. Seymour, seguito dagli
“affari blu”, proseguì la via,
con un passo più rallentato del solito, come qualcuno che
aspetta che l’altro
lo segua.
Mentre Lulu
abbracciava Yuna leggermente, intuendo al volo la sua brutta reazione,
Wakka
continuava a tirare calci sui sassolini, ripensando continuamente a
quegli
odiosi Albhed.
‘Ma
chi si
crede di essere??!!’ gli fece Noemi, ma lui che non la stava
nemmeno
ascoltando. Non mi piace per niente quel
faccio-tutto-io… Come se fosse il re, come se potesse fare
tutto…
‘No,no,no…
Va tutto…bene… sul serio!!!’ disse Yuna
a Lulu, la quale era davvero poco
convinta. In fondo la conosceva da anni e anni… forse
più di una sorella.
Così
tutti
oltrepassarono il controllo, alcuni turbati, alcuni più
tranquilli, mentre già
le prime nuvole minacciose iniziarono a coprire il cielo sereno di mezzogiorno,
cosa che, di solito, non
prometteva nulla di buono…
|
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Capitolo 15 *** Cap.15: Before The Attack ***
‘Eccoci
arrivati alla via Micorocciosa… fate attenzione ai lati,
è zona rischiosa…
guardate bene le rocce da questa parte… poiché
alcuni in battaglia qui ebbero
mala sorte… e sono caduti in questo profondo
precipizio… e preparatevi ai
mostri che sono in questo spazio… e non rivolgere bene
l’attenzione non è di
certo propizio…’ così disse Hypnel
appena arrivati ad una via molto più
sinistra rispetto alla tranquilla via Mihen, anche per via delle nuvole
minacciose nel cielo, che promettevano un forte acquazzone, avendo
già oscurato
tutto il cielo. In effetti, aveva ragione ad ammonire gli
altri… Il sentiero
era proprio affianco al mare, sopraelevata di diverse decine di metri,
senza
protezioni o barriere. Era come cadere in un pozzo, forse
più pericoloso ancora,
per la presenza di diversi spigoli taglienti ed appuntiti che
sporgevano da
rocce vicine e lontane. Dal lato sinistro della via c’era
invece la parte di
una montagna fatta di calcare (o cosa simile), impossibile da scalare,
con
quelle superfici liscissime, quasi come il ghiaccio, per
l’erosione causata
dalle frequenti piogge.
Iniziava
già a far freddo, e l’unico forse a non sentirne
era Wakka. Ce l’aveva a morte
con il piano, soltanto a sentire parlare di macchine o Albhed. Lo si
vedeva
sempre a braccia conserte sbuffando e con la testa che continuava a
dare segni
di disapprovazione.
Ah, ho
capito…si è messo a fare la
guida “ufficiale” fino a quando non sa i cavoli
degli altri…
pensò Noemi, considerando Hypnel come
se fossero in un viaggio turistico. Avrebbe voluto dirgli sicuramente
qualcosa,
ma quel sorrisino le avrebbe fatto solo saltare i nervi.
Seymour era
lì, più avanti davanti ad un gruppo di Miliziani.
Aveva portato le braccia
alzate e lanciava parole di esortazione ai soldati, che tutti portavano
il
braccio destro piegato e il pugno della mano sul petto, un segno un
po’ come un
“signorsì”.
‘Gloriosi
Miliziani…io, maestro Seymour, celebrerò le
vostre gesta e il vostro coraggio a
tutto il popolo… Abbiate la fede trasmessavi da Yevon,
mostrate le vostre virtù
apprese dopo anni di servizio… Il vostro sacrificio
sarà sempre ricordato…’. Quando
Wakka lo sentì si agitò di nuovo.
‘Co…cosa???’—e
si avvicinò di corsa dopo che i Miliziani andarono al posto
di comando—‘Ma…ma
Maestro!! Loro…usano… Macchine proibite!!! Sono
sacrileghe!!! E…ci sono anche
gli Albhed!!! E’ contro il credo!! Non
possiamo…!!’. Lulu avrebbe voluto
ammazzarlo, dato che stava parlando ad un Maestro come se fosse suo
fratello.
Ma ormai… Il latte era versato…
‘E’
vero…è
vero. Ma vedi, questi popoli si sono alleati perché hanno
intenzioni comuni e
pure: sconfiggere Sin una volta per tutte. Se questo può
essere un modo, perché
non provarci??’.
Noemi
notò
una silenziosa risata di Auron. Era come se avesse sentito una
sciocchezza. Che hai da ridere, ora, nonno??!
‘Ma
le
macchine!!! Sono proibite dal credo!!!!!’.
‘Fingi
di
non averle viste…’.
Le ultime
parole di Seymour lasciarono a bocca aperta quasi tutti, chi
più, chi meno.
Come poteva, un maestro-guida dell’intera Spira dire una cosa
del genere?? Il
titolo di Maestro viene dato da Yevon stesso, come avrebbe potuto
considerare
le macchine come qualcosa “da fingere”?? Wakka non
credeva alle sue orecchie. ‘MA
COME??!! Gli Albhed…sono
scomunicati…!!!’.
Lulu allora
lo prese per un braccio tirandolo leggermente e gli lanciò
un’occhiataccia.
‘Oh…invocatrice
Yuna…’—e il Maestro la guardò
negli occhi in modo strano e
profondo—‘…vi
aspetto al posto di comando per questa via…’.
‘Oh…va
bene…Maestro Seymour…’ disse lei
tremando e inchinandosi con il segno di riverenza.
Le aveva fatto ancora quello sguardo. Era fulminante per
lei…non era uno
sguardo normale…
Il Maestro
poi se ne andò, procedendo verso sinistra ad un bivio
più avanti, quando l’ex-blitzer
iniziò a fare versi e “sfuriate”.
Neanche a Noemi piaceva quel Maestro… non
tanto per il suo appoggio all’operazione, quanto per il suo
modo di comportarsi
come chissà chi. E le ricordava tanto qualcuno, per qualche
strano motivo.
Il gruppo
avanzò per la via procedendo verso sinistra, mantenendosi
vicino al bordo, per
evitare scivolate fatali. Essa portava in un percorso ben
più pericoloso, a
zig-zag, composto da passaggi sopraelevati, di calcare scivoloso di
colore
arancione, con buchi grossi e profondi diversi metri ambo le parti. Qua
e là,
tanto per peggiorare le cose, scorazzavano strani mostri che Auron
chiamava
“Garuda”, ovvero delle specie di pterodattili
robusti e lenti che vivevano in
quella zona, e che colpivano con il loro lungo collo e la testa a punta.
Noemi
continuava a vedere i buchi e quei precipizi ed aveva una paura
incredibile. La
grande attenzione ad ogni singolo passo, all’equilibrio,
rendevano la sua
andatura la più lenta di tutti. Poi ci fu un tratto in
salita senza
precipizi…fiuuuuu…che portò
ad
un’enorme area aperta e senza un filo d’erba o
pianta, nonostante le continue
piogge di quel luogo. Là c’erano, disposti in fila
e a scacchiera diversi
cannoni antichi, con qualche ruggine qua e là, posti davanti
al promontorio,
all’orizzonte che era più cupo degli stessi grigi
cumulonembi. Alcuni di essi erano
affiancati da alcuni Albhed che riparavano con cacciaviti, martelli,
quasi a
dare gli ultimi ritocchi.
‘Xiyhtu
clyddy em beyhu?? Unsye è diddu bnuhdu...’ [Quando
scatta il piano?? Ormai è
tutto pronto...] diceva uno sdraiato a terra.
‘Dny
bulu...
senyllusyhtu, ybbahy ynnejy Sin tuppeysu lumbena didde
ehceasa!!’ [Tra poco... mi
raccomando, appena arriva Sin dobbiamo colpire tutti insieme!!] disse
quell’altro al lavoro.
Wakka
restò
disgustato a vedere loro e le loro dannate macchine sacrileghe.
Soprattutto
quando si avvicinò al promontorio e vide altri spazi, anche
molto lontani,
strapiene di altri cannoni, tutti ristrutturati. Venne preso da un
attacco di
ira e diede un forte colpo contro una di esse con il piede sinistro,
saltellando dopo come una molla per il dolore. Noemi non capiva tale
comportamento: anche se era religiosissimo questo non spiegava un tale
odio
verso tutto. Forse Lulu poteva dirle qualcosa…
‘Cha…Chappu…perse
la vita combattendo con queste macchine…’ le
spiegò lei, con voce stranamente
bloccata da qualcosa. Perché stavolta non fermava il suo
“amico da educare”?
Era davvero…strana…
Ancora il
momento più strano doveva venire. Noemi si
spaventò a sentire delle grossa
grida di protesta davanti alla via che portava al posto di comando.
C’era Gatta
che teneva i pugni chiusi e continuava a dire la sua davanti a Luzzu,
piuttosto
severo di fronte al suo compagno.
‘Come…signore…
NON può farlo!!!! Io sono venuto a Besaid fino a
qui… come può…’.
‘Gli
ordini
sono ordini! Devi stare a guardia del posto di
comando…intesi??’ disse Luzzu
con voce più seria. Gatta, da bravo Miliziano,
accettò con rabbia per correre
poi al posto di comando.
Yuna si
avvicinò chiedendo con la massima gentilezza cosa stesse
succedendo.
‘Tra
poco…devo combattere… Gatta voleva pure, ma
è troppo giovane… non voglio che
succeda di nuovo che…’.
Luzzu si
bloccò alla vista di Wakka. Era sicuro che avrebbe perso
molto probabilmente la
vita durante l’attacco. Doveva dirglielo. Prima o poi. Ma
come? Dopo tutto il
tempo che aveva avuto…proprio all’ultimo
momento…? Povero
Gatta…ci teneva davvero tanto a combattere…
‘Wa…Wakka…devo…dirti
una cosa…’ e lui si bloccò. Era davvero
la sua giornata.
‘Ecco…devo…devo
dirtelo ora…’—riprese Luzzu, portando la
testa china verso il basso—‘…ero
stato…io a convincere…tuo fratello… ad
arruolarsi tra i Miliziani…’.
Lulu si
girò di spalle e si pose la mano sinistra verso il suo viso,
mentre Noemi era
ancora più confusa, senza capire che cosa significassero
quelle parole di
dolore, dette così, subito, senza né preamboli,
né altre facezie. Wakka, dopo
pochi secondi di confusione e rabbia totale, scaricò questa
su un destro che
stese at terra Luzzu colpendolo dalla parte sinistra della guancia che
subito arrossì.
Gli altri restarono a guardare inerti.
‘Lu…Luzzu…’—disse
mostrando qualche lacrima sul viso mischiato con la
rabbia—‘…Chappu… mi aveva
detto che voleva continuare il Blitz per vincere la
coppa…’—e si avvicinò a lui,
forse pronto per un altro destro—‘…ma
poi lui…lui decise di arruolarsi con i
Miliziani… per proteggere da Sin la donna che voleva
sposare…!!!’. Yuna e Noemi
si guardarono tra di loro. Gli altri non erano nemmeno attenti.
Luzzu
lentamente si rialzò massaggiandosi la guancia e mostrandosi
il più possibile
mortificato. ‘Me…me l’aveva
detto…mi aveva detto di dirti…quanto amava
Lulu…’.
Noemi si
girò stupita verso la maga, ormai in disparte per non
mostrare il suo dolore. COSA??? Lei, la
maestrina del gruppo che
chiama gli altri rimbambiti aveva una storia con il fratello di Wakka??
Adesso…capisco
perché lei…si comportava in quel
modo…e come tiene a l fratello ora...
Il
Miliziano stava per andare nel posto di combattimento di sotto, quando
Yuna gli
intralciò la strada a braccia aperte e rigide ai lati.
‘No…signor
Luzzu…vi prego…fermatevi…è
pericoloso…non lo fate!!!’.
‘Lascialo
andare…ha scelto la sua
strada…’—disse
Auron—‘…così come tu hai
scelto la tua
quando diventasti invocatrice…’.
Yuna
abbassò lentamente il suo sguardo, e si scostò
contro la sua volontà. Forse
quella sarebbe stata l’ultima
volta che
l’avrebbero visto. Wakka poi riprese, serio. ’Mi
raccomando…ti voglio qui vivo
per dartene ancora…’.
Luzzu si
girò e, continuando a camminare verso il suo destino,
alzò il suo braccio
destro con il pollice alzato. E sparì, unendosi con gli
altri, ormai ben pronti.
La base di
comando era perfettamente riconoscibile: la zona era circondata
completamente
di strani stendardi e tende, che sembravano un po’ di stile
indiano, altri di
tipo più futuristico, altri Noemi non riusciva nemmeno a
descriverli o
ricordarseli, tante erano le figure rappresentate contorte e
complicate. Alcuni
blu, altri marroni, con diverse spirali verdi o di altri colori strani,
con
diversi simboli che si ripetevano continuamente, simile a quelli visti
nei
templi precedenti. Le tende erano tenute tese da un chiodo ficcato
sull’erba
secca e gialla o sulla roccia del posto, mentre
l’illuminazione era affidata ad
alcune lanterne a fuoco tutt’intorno, che bruciavano bene
nonostante la forte
umidità di quel tempo che prometteva piogge. Qua e
là era possibile notare non
solo alcune lance tutte ammassate, ma anche alcuni Albhed che
rivedevano il
piano, altri Miliziani che facevano gli ultimi allenamenti, compresi un
padre e
il suo figlioletto munito di spada, che gridava con determinazione e
con la sua
voce infantile di vendicare la sua sorellina persa. Era possibile
vedere il
battaglione di chocobo, tutti in formazione ed in ordine, sulla piccola
pianura
sotto di diverse decine di metri, che si apriva fino a raggiungere la
spiaggia.
‘Gatta!!’
disse Yuna, con voce dolcissima, appena vedette il Miliziano adirato,
che non
sapeva stare fermo.
‘Controllate
il vostro equipaggiamento…tra poco inizia
l’operazione…’ fece lui, quasi con
voce robotica.
‘Mi…dispiace
per quello che Luzzu…’.
‘NO!!!
Sono
venuto fin qui da Besaid ed ora non posso combattere??!!’.
Era
comprensibile la sua rabbia. Voleva affrontare Sin, come gli altri, e
forse non
sapeva che Luzzu lo aveva fatto per non rifare lo stesso errore
successo con
Chappu.
Auron si
avvicinò a passo lento dopo aver girato la testa come se
percepito qualcosa. ‘Essere
Miliziani comporta anche questo. Rispetta gli ordini che ti danno i
tuoi
superiori.’ Ed entrò per primo al centro della
base, delimitato da un muro di
tende. Lui restò fermo nella sua rabbia, tanto che si
girò di spalle senza dire
un’acca.
Era
lì
presente anche Shelinda, che alla fine aveva approvato
l’operazione, dopo che
seppe che il Maestro Seymour era d’accordo, cosa alquanto
strana. Anche se gli
Albhed non approvavano molto la presenza del clero, visti di malocchio
per la
scomunica ai loro danni, e per le “lyjumyda” che
dicevano a Yevon, al quale non
credevano per nulla. Avevano fiducia solo delle loro macchine,
nonostante fossero
molto antiche e non molto in bello stato.
Poi, da
sotto, si sentì ancora quell’odore nauseante
sentito al controllo [cap.14], e
con essa certi rigurgiti e versi che avrebbero fatto paura anche ad una
tigre.
Noemi si affacciò con cautela vicino al piccolo precipizio e
vide ancora quel
carro, stavolta aperto: da esso uscì un enorme mostro viola,
simile ad uno
scarafaggio, munito di tante zampe ed almeno cinque occhi neri, spinto
dalle
mazzate dei Miliziani verso una piccola protuberanza, assieme ad altri
di quei
mostri, più piccoli e dalle forme più strane. Ah… e… che cosa vogliono fare
con quei cosi nauseanti?? Ma io dico, chi
me l’ha fatto fare a seguire questi pazzi!!!! Quasi quasi
Metropolis è più
sicura…
Subito i
pellegrini vennero raggiunti da una ragazza a cavallo di un chocobo
armato.
‘Il
Maestro
Seymour vi aspetta, invocatrice Yuna…’.
‘Ah…certo…ma…
in cosa consiste il vostro piano??’ chiese lei, sempre con un
alto grado di
timidezza, mentre Lulu, ancora immersa nel dolore dei suoi ricordi,
sembrava
ormai lontana da Wakka che faceva gestacci e mosse di disapprovazione,
quasi
come un matto. E Hypnel, invece, sembrava piuttosto divertito.
‘L’Operazione
Mihen inizierà quando il capo darà gli ordini. A
quel punto i Miliziani tortureranno
le scaglie di Sin…’—e indicò
con l’indice del braccio sinistro il piano di
sotto che aveva prima notato
l’orfana—‘…e quando questo
arriverà, gli Albhed lo
colpiranno con tutti i cannoni che vedete qui intorno a
Micorocciosa!’.
Wakka
urlò
“sacrileghe” con tutta la rabbia che aveva, fino a
quando non fu uno sguardo di
Auron a fulminarlo.
‘Poi,
mentre noi del battaglione chocobo terremo d’occhio i mostri
che si
staccheranno da Sin [cap.1], gli Albhed daranno a quel maledetto il
colpo di
grazia con il cannone laser che vedete laggiù,
più in fondo…!’.
I
più
curiosi, come Yuna e Noemi guardarono nell’orizzonte marino,
notando che questo
era interrotto da una sorta di torre mobile, che culminava con due
enormi aste
a curva con una sfera sulle estremità, dove si scorgevano
delle scariche
elettriche. Una vera e propria gigantesca torretta in fase di carica,
pronta a
lanciare raggi laser estremamente potenti ed a lunga gittata. O almeno,
così
aveva detto quella giovane.
Il gruppo
avanzò entrando nella base di comando. A parte i Miliziani,
c’era anche un
anziano pelato e paffutello in faccia, con la faccia stranamente serena
ma
anche determinata. Quando si alzò da una sedia di legno,
mostro il suo abito
forse pontificale di colore arancione-giallo e molto semplice, con il
colletto
basso e bianco e con le maniche molto larghe. Il vestito toccava terra
e
impediva di vedere i suoi piedi. Egli, appena vide il gruppo,
sembrò conoscere
al volo due persone, fregandosene o quasi di tutti gli altri.
‘Auron!!!
Hypnel!! Siete voi qui??!! Incredibile…cosa vi ha spinto a
venire qua??’ disse
quello, avvicinandosi e guardando prima Auron, il più avanti
del gruppo. ‘Non…non
credevo proprio che ti avrei rivisto! Come te la sei cavata dopo tutti
questi
anni? Dove sei sparito?’. Anche Auron sembrava conoscerlo
bene dalla sua
espressione, sempre seria…
‘Ma…quello
chi è?’ chiese Noemi a Yuna, sottovoce per non
farsi sentire. Sembrava una
persona importante. E lei ne aveva abbastanza di persone
“faccio-tutto-io” come
“Sua-Eminenza-Eminentissima
Prego-Strisciate-Ai-Miei-Piedi” Seymour.
‘Quello
è
Wen Kinoc, capo dei Templari…ed in questa operazione anche
della Milizia. Credo…che
sarà lui a dirigere
l’attacco…’.
Fammi
capire… I Miliziani sono stati
scomunicati, e ora lui è capo sia del clero sia di questi??
Ma si decidono o
no? Vanno bene le stranezze, ma le contraddizioni non sono peggio??
‘Sei
stato
a Zanarkand, vero?’ chiese Kinoc al guardiano professionista,
che rispose
sorridendo a bocca chiusa, e limitandosi a muovere le spalle e le mani,
come
dire “E’ ovvio!!!”.
Poi, dopo
che Noemi si girò ancora verso quel capo pelato e gli altri,
tranne Hypnel, si
preparavano per il combattimento, quello riprese, avvicinandosi ancora
di più
ad Auron. ‘Lo sai che il
piano è futile… meglio lasciarli sognare per un
po’!!’.
Noemi
riuscì
a sentire quelle parole e reagì come se colpita da un
fulmine. ‘COSA??!!’ Ma… se loro sanno che non
servirà, perché lasciano
che…oddio…non ci
capisco più niente…!!!
In quel
momento era giunto Seymour, accompagnato dai soliti azzurrini [cap.4]
che diede
la conferma a Kinoc, annuendo. Era tutto pronto per iniziare
l’operazione.
Doveva solo darne l’ordine.
Il Capo dei
Templari poi passò verso Hypnel, riconoscendo e ricambiando
il suo solito
sorrisino stampato tra i ciuffi viola che gli calavano sul viso. Noemi
venne
chiamata da Yuna, che la esortava a lasciare quelle persone
“tanto importanti”
da soli. Mi volete spiegare che
succede??!! Ah, giusto, non lo sapete neppure voi…siamo
proprio apposto,
allora!! Ho già problemi per cavoli miei con il chakra, ma
se poi non si
capisce neppure questo… siamo proprio rovinati, non
c’è alcun dubbio…!!
‘Hypnel…devo
ammettere che sei cresciuto da quando eri a Bevelle…
allora…cosa ci fai qui??’
chiese Kinoc con voce bassa, che mischiava sia una sinistra
spensieratezza, che
l’atteggiamento più serio.
‘Ho
saputo
di questa nostra nuova occasione… e così ho
deciso di fare una grossa
decisione… è vero, mi mancano tanto anche i miei
spettacoli… i giochi d’acqua,
le illusioni con i lunioli… vi trovo bene, gran maestro,
senza pieghe… l’ultima
volta avete dato senza lusinghe… il permesso per tal
operazione organizzata
alle lunghe…’ rispose lui, rimanendo a braccia
conserte ed impassibile.
‘Già…mi
sembrava strano vedervi fuori dai vostri amati spettacoli e
studi… immagino che
siete qui per Yuna…’
‘Sì…ho
preferito seguire questo più importante compito…
lasciando il mio hobby per
intervenire subito…’.
Kinoc
così
si apprestò a dare l’ordine sulla cima del
promontorio più alto, in modo da
essere visto da tutti mentre dava il segnale con il segno di riverenza.
Hypnel
si ritirò e restò affianco di Yuna, pensoso. In realtà ciò non mi
interessa: quello che conta… per ora è solo il
potere, una forza mai vinta… ed ora che l’ho
trovata basta esser furbi… e non
far loro saper nulla, facendo tutto ciò che garbi…
Al segnale
i Miliziani iniziarono a bastonare e colpire con le armi a scariche
elettriche
prestate dagli Albhed le scaglie di Sin, che sicuramente sarebbe
arrivato per
riprendersele. Yuna accostò la sua testa sul petto di
Kimahri, temendo di
vedere una tremenda carneficina con una disgrazia. Wakka e Lulu si
erano messi
in disparte, l’uno per l’odio verso quelle
macchine, l’altra ripensando a
questa battaglia, molto simile, forse uguale a quella in cui il suo
Chappu
perse la vita. Auron teneva gli occhi chiusi, appoggiato su un bordo di
legno,
con il suo braccio sinistro appeso sul petto e la testa bassa. Mostrava
un’insolita tranquillità, ma soprattutto la
massima certezza di quello che
sarebbe poi successo.
Noemi era
rimasta a qualche metro di distanza vicino al precipizio, dove si
vedeva benissimo
tutto il campo di battaglia e il battaglione di chocobo di sotto che
era pronto
in schiera.
Dopo pochi
minuti dall’inizio di quelle strazianti grida di quei mostri,
improvvisamente
il mare iniziò a colorarsi di nero profondo, e il cielo a
colorarsi di grigio
piombo, come se un’aurora oscura avvolgesse
quell’acqua che ormai era simile a
petrolio o quasi. Lei arretrò quando vide la superficie
marina alzarsi come un
palloncino gonfiato piano piano, e una strana voce, forse dentro di
sé,
sembrava dire, a quella forza spaventosa… Me
la pagherai molto cara… Non avrò pace fino a
quando non te l’avrò fatta pagare..ne
sono sicuro… quello che è
successo…è solo colpa tua…
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Capitolo 16 *** Cap.16: Operation Mihen ***
L’aura
oscura mostrò un enorme rigonfiamento dell’acqua
che subito scoppiò,
rilasciando onde gigantesche come tsunami. Lì,
all’orizzonte, era apparso un
essere immenso, dalle curve più strane e dai lineamenti
confusi e sconosciuti,
dai quali era possibile solo riconoscere la testa e
nient’altro, ovvero un
prolungamento di quel corpo viscido e mobile in ogni singola parte o
angolo,
che terminava con strane e sinistre luci bianche, che sembravano essere
i suoi
occhi. Non si capiva per niente quali fossero i suoi arti, la sua coda,
o le “ali”;
solo tutto un insieme, un insieme di paura, dolore, morte…
in carne e d’ossa.
Auron
scrutava dall’alto quell’essere immondo con lo
sguardo fisso e senza macchia.
‘Sin… lo sapevo che saresti tornato!!’.
E
lui sembro rifondergli con un'altra delle sue grida. “Non potete
sfuggire per sempre…
“.
Al
primo segnale di Kinoc, i Miliziani e gli Albhed iniziarono a usare i
cannoni
tutti in una volta, tanto da scatenare una pioggia di fuoco, una vera e
propria
tempesta di bombe, che colpiva l’essere in ogni parte. Dalle
esplosioni su quel
“corpo”, iniziarono a staccarsi delle scaglie che
caddero nel mare, e
raggiunsero in breve tempo la spiaggia, mutando il loro aspetto in
scorpioni o mostriciattoli
simili. Il battaglione chocobo partì all’assalto
verso le spiagge per fermarli,
sguainando spade e gridando coraggiosamente.
Yuna,
a fianco di Kimahri era davvero terrorizzata. Ma cosa poteva fare? I
Miliziani
e gli Albhed stavano facendo il possibile per porre fine a quella
minaccia. Ma
questo avrebbe portato inevitabilmente ad una grossa carneficina. Gli
altri
restarono immobili a fissare quella strenua battaglia, che sembrava
sotto il
controllo dei compagni. Tutti tranne Noemi, riconoscendo quelle forme
sinuose
dell’essere, viste a Zanarkand e al viaggio sulla nave. Ma
stavolta non pensava
nemmeno di andarci incontro, e rischiare di nuovo…
però… vedere Sin o gli altri
mostri per lei era diverso, stranamente diverso. Nonostante tutto
sembrava
conoscere molto bene quel mostro, e non sapeva neanche lei il
perché. Aveva
strane sensazioni, intuizioni, che per una come lei, venuta da un mondo
lontanissimo da quello, erano davvero ingiustificabili.
Le
speranze di vittoria aumentarono quando tutti videro il cannone a raggi
laser
caricarsi da lontano. Diverse scariche blu e viola si concentrarono
sulle punte
delle due sfere del cannone, già posizionate
sull’obiettivo. L’energia si
concentrò fino a diventare luminosissima, e in breve tempo
il cannone liberò
una potente scarica che costrinse l’essere a crearsi, con il
suo chakra, una barriera
energetica, o scudo, attorno a sé, quasi bucato e perforato
dalla potente
scarica. Tutti guardarono impietriti, sperando che quello sarebbe stato
il
colpo di grazia decisivo, a mani giunte come in preghiera. Ma quello
che aveva
detto Kinoc era come se fosse stato scritto. In breve tempo, Sin
concentrò il
suo chakra in un punto preciso del suo scudo, accanto a quello colpito
dal
raggio: quella parte si allungò come un tentacolo che
tranciò a metà il cannone,
distruggendone la parte superiore, che crollò soffocando
tutti gli Albhed di
sotto tra le macerie.
A
ciò tutti pietrificarono. Nessuno fu più in grado
di agire, combattere o
parlare. Ogni pietra, ogni parte delle macerie di quel cannone
distruggeva a
poco a poco i cuori dei più coraggiosi e dei più
ottimisti, restando inerti di
fronte all’essere portatore di morte, che continuava a farsi
sentire più forte
che mai. “Evita di farmi
distruggere
tutto…”
In
breve tempo, esso concentrò ancora una grande
quantità di energia sullo scudo,
come se volesse in qualche modo esplodere. Auron aveva già
visto quella scena,
ai suoi tempi con Braska, e subito gridò ai compagni vicini,
sperando che in
tutta quella confusione qualcuno riuscisse a sentirlo.
‘PRESTO!!! AL
RIPAROOO!!!’ e Lulu e Wakka si portarono al sicuro,
l’una con una formula
magica di nome Shell,
l’altro
nascondendosi sotto un tavolo della base di comando, non sapendo se
essere più
triste per fare la stessa fine di Chappu oppure per tutte quelle vite
già perse
per sempre. Anche Hypnel intuì il pericolo, e spinse Yuna
con sé, portandola dietro
una piccola collinetta vicino ad un promontorio, che li avrebbe
protetti, se
sdraiati totalmente a terra. E Noemi? Non era riuscita a sentire
nessuno, e per
giunta sembrava troppo tardi per dirle qualcosa. La…la…morte…in
persona... Quel…coso…è… la
fine…tutte quelle vite…quelle
speranze…infrante… pensava, mentre
indietreggiava piano piano dal
promontorio, sconvolta ed impaurita, incapace di reagire.
Lo
scudo iniziò a brillare, e subito si sentì uno
strano stridio che lanciò un
fascio orizzontale di chakra dorato, che si estese come un fronte
d’onda,
tagliente come una spada affilatissima, esplosiva come una bomba
atomica, che
in pochi secondi raggiunse la spiaggia, i promontori, e quelle rocce
calcaree.
Tutto venne spazzato via, tutto venne distrutto; i cavalieri chocobo
guardarono
quel fronte di energia avvicinarsi, e appena questo li
toccò, questi divennero
polvere invisibile all’istante; i Miliziani combattevano
affianco degli Albhed,
i quali caricavano i cannoni, ma dopo quel fascio dei loro corpi non ci
fu
alcuna traccia, con le ferraglie separate nei minimi pezzi di
artiglieria. Gli
esplosivi al posto di comando non ressero a quell’immane
energia dorata e la
distruzione causò altri morti alla base di comando, proprio
nel punto in cui
Noemi era vicina. Ma lei, ferma e rigida, bloccata da ogni parte, venne
raggiunta prima da quella falce dorata che
dall’esplosione…
Il
cielo iniziò a liberarsi delle prime goccioline
d’acqua, leggera e fresca, che
non bastò però a spegnere l’incendio
che già si era divorato almeno metà della
base di comando, per non parlare della parte vicino alla spiaggia, dove
i
chocobo erano inermi tutti a terra, e la solitudine dominava come un
perfetto
re assoluto. Chi era sopravvissuto, coprendosi o nascondendosi sotto
salite,
dossi, o sporgenze nella roccia, era fuggito correndo e gridando la
disgrazia,
così velocemente che in breve tempo la voce
circolò almeno fino a Luka. Che ne
sarebbe stato dei Miliziani? Della speranza di questo buon popolo?
Sarebbe
stato per sempre in balia della morte?
La
prima cosa che Yuna pensò era non tanto il fatto di essere
ancora viva, ma
quante persone innocenti non lo erano più. Si
rialzò a fatica, con l’aiuto di Hypnel,
il primo che si era svegliato, e si girò ovunque, vedendo
solo fumo e macerie,
oltre alle centinaia di cadaveri sparsi qua e là.
Così lei congiunse le mani al
petto come in preghiera e corse in lacrime verso il promontorio.
‘State
calmi!!!
Invocherò un Eone!!! Vi prego!!!!’
urlò lei, ma una ferrea voce da dietro
intervenne.
‘Sarebbe
inutile. Senza le sfere non ce la farete!! Fermatevi!! E’ un
ordine!!!’ disse
invece Seymour, che era lì, vicino, e che si era rialzato
dietro di lei, prima dell’arrivo
di un’enorme scaglia ancora più in là.
Tutti e tre si girarono e videro un
mostro, dotato di un lungo collo pieno di grigie scaglie e la testa
rossa, due
enormi e lunghi arti scuri, che terminavano con due corazze a forma di
picche,
con le quali si proteggeva il corpo e una seconda bocca che spuntava da
lì, e
che sembrava la parte più debole. Il suo mento e la sua
schiena erano poi colmi
di zampe e chele di ogni forma e che si muovevano continuamente,
assieme ad
altri due arti sotto il corpo centrale. Cosa si doveva fare? Vicini ad
un
promontorio che finiva in un precipizio, con davanti un mostro alto
almeno
sette metri, con i propri amici sparsi chissà dove?
Il
primo attacco del mostro diretto a Yuna venne bloccato in tempo da
Seymour,
usando la magia Protect,
e questo le gridò
di allontanarsi.
‘Aspetti…maestro…
invocherò Ifrit!!!’.
‘Si
sbrighi…presto!!!’ fece lui, concentrandosi sullo
scudo che teneva a distanza
il mostro, mentre Hypnel, dopo essersi girato qua e là si
incamminò fuori dal
campo di battaglia. ‘Mantenete la concentrazione nella vostra
asta… contro il
grave pericolo di questa costa… vado ora a ritrovare i
vostri guardiani… li
porterò qui subito, non fate sforzi
vani…!!!’ disse lui, iniziando a correre
superando la scaglia per scendere di sotto.
‘A…aspetta!!’
gli gridò l’invocatrice, che aveva già
preso la sfera di Kilika in mano.
‘Non
preoccupatevi per me per nessun motivo…qui non
c’è più pericolo spero
di esser stato persuasivo…’ poi
pensò l’altro, ormai invisibile dalla posizione di
lei. In breve tempo, il
piano davanti a Yuna iniziò a riempirsi di fuoco…
Noemi
si ritrovò in una strana radura, e si chiedeva tra
sé e sé se aveva raggiunto
il paradiso. Peccato che non ci fossero angeli o molta luce…
Era un posto che
aveva già visto [parte 14], con quegli strani alberi simili
stavolta a querce, con
quell’erba blu insolita di sotto, che seguiva le ondate
ventose, e quei lunioli
che seguivano ed aspiravano alle aurore verdi e blu che solcavano
continuamente
il cielo pieno di stelle. Tutto era forse più confuso di
prima, più sbiadito,
più sfocato… Non
credevo proprio che
l’aldilà sarebbe stata così…
ma…c’è qualcuno?? Non vorrei essere
sola in questo
posto….!!
Subito
ella sentì una risata atroce che sembrava spaccare ogni tipo
di timpano. Era
peggio di uno stridio, davvero superbo ed insopportabile, tanto che
tapparsi le
orecchie sembrava totalmente inutile.
‘Tu…??
Ma…cos’è questo frastuono?? Cosa cavolo
c’è da ridere??’ iniziò lei,
incrociando proprio quel bambino.
‘E’…Jecht…
Si crede chissà chi, sempre con la sua voglia di
primeggiare… di odio… Mi ha
ridotto in questo stato, un bambino, mi ha impedito di vivere la mia
vita!!! Lo
ha fatto tutto per il potere…la
gloria…’ rispose lui, prima di scoppiare in
lacrime di nuovo. Accidenti… ma
piangi
sempre… Capisco il tuo dolore…o quasi!!!
Poi
quella voce rauca mutò la sua risata. ‘Bravo,
bravo…ci risiamo…piangi,
piangi!!!’.
Il
bambino si destò in piedi e si girò verso quella
strana quercia blu davanti a
Noemi e si mise a gridare con tutta la forza che aveva. Uno stridio che
avrebbe
fatto gelare il sangue se sentito, uno stridio che cercava di fermare
quella
odiosa risata monotona e fastidiosa, uno stridio che fece sparire
tutto…
Hypnel
continuò a correre verso la spiaggia strapiena di cadaveri e
macerie, incrociando
anche Auron, che si era già rialzato e stava bevendo
voracemente dalla sua
borraccia. Erano davvero straordinarie le sue condizioni: né
un graffio, né una
misera ferita, né una minima sofferenza sul volto. Eppure si
trovava in un’area
del tutto spoglia, senza alcun riparo sicuro… Era stato
colpito in pieno dalla
falce di chakra e non era nemmeno caduto a terra, come se essa non lo
avesse
neppure sfiorato, e quell’energia era così
spaventosa che lui sarebbe dovuto
diventare polvere come tutti gli altri. Poteva avere chissà
quanta esperienza,
ma come aveva fatto ad essere ancora tutto intero, completamente
indenne, dopo
essere stato trapassato in quel modo diretto ed esposto? Ma il
prestigiatore
non badò molto a lui, che tenne bene in mente dove era Yuna,
notando alcune
scie di fuoco che si lanciavano nel cielo grazie ad Ifrit, e
cercò gli altri
compagni. Superò diversi cadaveri qua e là, lance
spezzate a terra, tende
bruciate a pezzi, senza contare anche dita, ossa ed arti staccati, in
un fiume
di sangue. Dopo aver fatto su e giù per le collinette
formatasi per
l’esplosione, subito trovò una persona
incosciente, distesa a terra a pancia in
giù e con la testa appoggiata sulle braccia, una dei pochi
sopravvissuti alla strage,
miracolosamente vivi. Si trovava a circa un metro dal mare, ancora
agitato dopo
i parecchi tsunami. Hypnel si inginocchiò cercando di
portare ancora un po’ di
vita in quella zona.
‘Svegliati!
Svegliati!’—disse lui, scuotendo fortemente qua e
là—‘La battaglia è
conclusa…
Sin è ora lontano, la lotta è chiusa…
seguimi, so dove si trova salva Yuna… al
di là di tutte queste sparse macerie, per
fortuna…’.
La
persona distesa a terra si alzò barcollando, con la testa
che girava più di un
pendolo, tanto che dovette tenersi le mani sulle orecchie per
riprendere senno.
Era come se qualcuno gli avesse dato una botta in testa, tanto che
quelle scie
di fuoco nell’aria sembravano comete volanti qua e
là. ‘Co…cosa….
Lei…cosa….è
successo??! D…Dov’è??’ disse,
dondolando un poco, prima che Hypnel non gli mostrò
il solito sorrisino (in questi casi??!!) in faccia.
‘Sta
combattendo contro una di quelle grosse
scaglie…’—alzando poi il dito sulla
parte opposta del mare—‘…la vedi
quell’aura rossa laggiù oltre le soglie?...
Vieni, usa la magia, e raggiungi quelle rocce
spoglie…’.
Co…cosa??Il
chakra??
Co…come?? Sono ancora su Spira??
Pensò Tidus prima di guardarsi addosso, come
dire “di nuovo così??” oppure
“sto sognando?”. Bisognava anche contare che il
chakra spendeva molte energie… ed ancora questa nascondeva
dei segreti… anche
pericolosi… però sembrava davvero la cosa che li
aveva salvati. Entrambi. Lui e
lei.
Un
urlo di Hypnel da lontano lo fece tornare nella realtà,
mentre iniziò a correre
verso l’invocatrice, schivando qua e là i cadaveri
a terra. E’…è…un
inferno…questo posto…
Tidus,
barcollando ancora, volse lo sguardo ovunque, in parte per non
incrociare le
pietre e i resti della battaglia, altre volte per non guardare quello
che
restava dei coraggiosi, per non restarne sconvolto, anche se era
già in preda
al panico al pensiero della potenza di Sin ed al fatto se
l’altra identità era davvero
ancora viva o meno.
‘A
cosa serve piangere i morti… e vedere questi poveri cadaveri
inerti?...
Ringrazia piuttosto che siamo ancora vivi… dopo questa
carneficina e tanti impegni
illusivi… guarda davanti a te pensando al futuro per altri
motivi…’ fece il
prestigiatore, accorgendosi delle continue e ripetute esitazioni
dell’altro,
che non sapeva letteralmente da che parte girarsi per non impazzire in
quell’abisso. Al diavolo te, questa
folle
operazione ed il chakra!!!!! Basta, non ne voglio più
sapere!!! Voglio uscire
di qui!!!! Voglio sparire!!! A…adesso…in che tipo
di speranza dobbiamo
credere?? Che possibilità c’è?? Che ne
sarà di tanti innocenti??
Accanto
ad una piccola sporgenza della roccia, che per metà era
crollata nel mare, si
era appoggiato con la schiena Gatta, sfinito e incredibilmente vivo,
che
mantenne la testa bassa e le mani sulle orecchie. ‘Che
succede…????!!! CHE COSA
STA SUCCEDENDOOOOOOOOO!!!!!!!????’ gridò quello,
che tagliò il fiato ad Hypnel,
senza perdere il suo sorriso, quando incrociò il povero
Miliziano.
Tidus
trasformò il freddo nelle vene in rabbia purissima. Non
sapeva cosa dirgli, non
sapeva come aiutarlo. Strinse i pugni e si voltò verso il
mare scuro, verso l’orizzonte
plumbeo, verso quell’essere, che era ancora lì,
come se volesse aspettarlo,
come se non aspettasse altro.
‘NON
ANDARTENE!!!!! ASPETTA!!!!’ gridò il biondo
correndo come un pazzo e tuffandosi
in acqua, senza pensare nulla, senza dire più nulla.
C’era qualcosa che lo
attirava, qualcosa che gli ricordava Zanarkand, e l’odio
verso suo padre. O era
solo confusione, o l’unica cosa che poteva fare dopo una
strage. Nuotò sopra le
rovine, sopra cannoni totalmente distrutti, sopra quello che rimaneva
del
potente cannone a laser sott’acqua. Guardava davanti a
sé, con gli occhi pieni
di un misto di determinazione e arresa, verso un punto, solo verso un
essere
fermo ed immobile, che si avvicinò con la sua testa alla
sua, fino a quando le
dozzine dei suoi occhi non incrociarono i suoi azzurri…
Hypnel
non capiva ancora che cosa gli era preso a quella testa quadra. Sin era
scomparso dall’orizzonte e il mare era tornato tranquillo,
perdendo il suo
colore nero petrolio. Pensò che fosse meglio raggiungere
Yuna, dato che Ifrit
era scomparso e rientrato nella sfera. Lei era stata già
raggiunta da Auron,
Lulu e Wakka, che insieme si erano coperti sotto qualcosa alla base di
comando,
lontani dall’esplosione. Quella base era per metà
crollata, e loro si trovavano
proprio nella spiaggia sotto ad essa, accanto ad un mucchio di macerie
e
cadaveri, che erano stati disposti in ordine, pronti per il rito del
Trapasso.
Kimahri era già lì e nessuno sapeva come si era
salvato…anche perché non
parlava mai…!
L’invocatrice
iniziò a danzare con la propria asta e con le sue lacrime
che bagnavano i
cadaveri e quella terra arida ed ora anche deserta. Erano tutti
lì a guardarla,
ad accompagnarla con qualche gesto di riverenza, mentre Kinoc ed altri
sacerdoti si incamminarono verso la via Djose.
‘Tsk…
Ritirata celere…eh??’—disse Auron a quel
capo pelato con voce
dura—‘…Soddisfatti???’.
Kinoc
si fermò senza girarsi. ‘E’ morto chi
non crede in Yevon ed era
scomunicato…violare il credo con i cannoni è
stato un errore… E tu non eri l’unico
a saperlo come sarebbe andata a finire…’.
Quel
capo se ne andò lasciando con serenità sfacciata
almeno due terzi dell’intera
Milizia a terra senza vita. I pochi sopravvissuti erano ancora in parte
dispersi ed in parte soccorsi da preti e sacerdoti, compresa Shelinda.
Yuna
era davvero in lacrime. Non riusciva a nasconderlo… cercava
di farsi forza, si
ripeteva che a tutto questo solo lei poteva porre fine. C’era
anche Seymour con
lei, che cercò di darle coraggio.
‘Yuna….stai
bene?’—avvicinandosi e incrociando
il suo fulminante sguardo verso di
lei’—‘Tu… sei la speranza di
Spira: devi
essere il sostegno, non avere bisogno di esso. Porta la
tranquillità, impegnati
per portare qui il Bonacciale…’.
‘S…si…’
disse lei, subito cambiando espressione e trovando coraggio in
brevissimo
tempo. Il Maestro le si avvicinò con gli occhi e con le
braccia.
‘Io…sarò
il tuo sostegno…esattamente come Zaon con
Yunalesca…’ e le rivolse occhi
passionali e semichiusi all’invocatrice, che più
che prendere forza si spaventò
come era già successo. Egli le prese la mano destra, la
baciò e la lasciò più
delicatamente di una piuma. Poi anche lui si incamminò verso
il tempio, dove i
Miliziani sopravvissuti erano stati accolti, nonostante la loro eterna
scomunica.
Lei restò bloccata, gelida, a vedere quell’uomo
dai capelli blu chiari
allontanarsi, quando Wakka le si avvicinò, svegliandola
dallo shock.
Una
palla di Blitzball. Una piccola nave. Un arco d’acqua
brillante come arcobaleno
sullo sfondo. Una città dai mille colori. Era quello che
vedeva con i suoi
occhi, ormai pieni solo di dolore e di abbandono. Accanto a lui una
donna dai
capelli castani [cap.7], che cercava di consolarlo, ma che poi
sparì subito
appena ritornò quella voce rauca e superba che continuava a
ridere.
‘Ho
sentito che ti ritirerai dalla squadra di Blitzball. Che succede?
Dov’è la tua
gloria??’ disse lui alla voce rauca, continuando a scrutare
l’orizzonte della
città.
‘Ahahah!!
E se così fosse?? Sono sempre io il migliore!!!
AHAHAHAH!!!’.
‘Tu…sei
una persona senza cuore…’ disse ancora lui, il
bambino, con voce rotta e
bassissima.
‘Tsk…Se
non imparerai qualcosa da tuo padre non arriverai mai al mio livello!!
Tu NON
meriti di appartenere al mio sangue!! Piagnucolone, ecco cosa
sei!!!’.
‘Io…
TI ODIOOO!!’ fece il piccolo ormai in preda al panico.
‘Io
faccio quello che voglio. Bevo? E allora? Ha senso che sprechi il mio
tempo con
te, che riesci solo a piangere e basta? Se solo imparassi qualcosa,
forse
potrei occuparmi anche di te!!!!’ rispose quello vestito
quasi da pirata,
bevendo una bottiglia di liquido verdognolo.
‘Perché
mi disprezzi così tanto…
perché…’.
‘Se
impari a lottare e a fregartene degli altri, e ad essere il vero capo
su tutti
e su tutto, quasi come un dio, allora andremo d’accordo e ti
mostrerò quanto ti
voglio bene…’.
L’uomo
rozzo, ormai ubriaco, svanì nel nulla come sua madre prima.
Il bambino si
sforzò di non piangere, e continuò a guardare la
sua felice città.
‘Vorrei
tanto qualcuno
che mi mostri come si fa ad avere amici ed uscire da questo
dolore…’
disse sottovoce,
prima di appoggiarsi sul muretto della nave di famiglia e lasciar
piovere gocce
cristalline nel mare illuminato dalle aurore blu e verdi nel cielo
notturno.
‘Hai…visto
dov’è Noemi?? Io non l’ho vista al posto
di comando…’—disse Wakka
agitandosi—‘…non
è che…è stata investita
dall’esplosione?? Io…’.
‘Se
la caverà… Sin se n’è
andato…vedrete che verrà qui, lei o
l’altro…’ rispose il
guardiano professionista con tranquillità assoluta,
appoggiato su una delle
rovine più conficcate a terra.
Wakka
non credeva ad una sola sua parola. Ci teneva tanto a quei due, erano
diventati
l’una la ragazza più confusa di una matta,
l’altro il suo migliore amico. Era
come perdere davvero due persone.
‘Siamo
vicini ormai al tempio…’ iniziò Lulu,
subito cambiando il suo viso svigorito in
tristezza. Il tempio di quel posto era per lei fonte di ricordi
terribili.
‘A…aspettiamo
ancora un po’…’ disse
l’invocatrice, con ancora nella mente quegli occhi color
lilla.
‘Non
possiamo aspettare più ora… vuoi che ci saranno
altre stragi allora?... Andiamo
per adesso avanti senza pensare… dobbiamo sbrigarci ed in
fretta continuare…
essere guardiani significa anche avere fiducia verso di
essi… non
preoccupiamoci e guardate bene i vostri passi… le ipotesi
che si fanno con
dubbio sono solo paradossi…’ aggiunse Hypnel,
stufo di vedere cadaveri qua e
là. Sfacciato.
La
priorità era alta e dovevano per forza partire, prima che
Sin facesse altri
danni. Chi più, chi per niente erano preoccupati per la
sorte degli scomparsi.
Presero così la via per Djose, il tempio della psiche e
dell’oscurità, pervasa
da fulmini e tempeste.
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Capitolo 17 *** Cap.17: Gothic and Past ***
La via che
portava al tempio di Djose aveva più o meno caratteristiche
simili a quelle
della via precedente, senza dubbio meno pericolosa, poiché
si trattava di un
percorso affianco al mare, meno scivoloso, anche se costituito dallo
stesso
tipo di rocce calcaree scavate dalle piogge. Un sentiero che sembrava
una
“caverna” aperta solo dalla parte destra, dove ogni
tanto si alternavano delle “colonne”
sottili, sempre di calcare, formatasi dall’unione di
stalattiti e stalagmiti.
L’acqua che si accumulava dalla leggera pioggia veniva
raccolta dalla parte
superiore della caverna, per poi cadere ai lati di essa, creando dei
piccoli
ruscelli sui promontori che andavano poi a sfociare nel mare.
Hypnel
precedeva il gruppo, che notava qua e là un sacco di
sacerdoti, Miliziani
feriti ed accasciati a terra, mentre altri facevano segni di riverenza.
A Wakka
non piaceva neppure un po’ quell’uomo, che si era
aggiunto così senza dare
effettivamente delle chiare spiegazioni. Si chiedeva piuttosto se gli
altri se
ne fossero accorti. Chissà che cosa ne pensavano gli altri.
Lulu, ogni volta
che sentiva parlare di Djose subito cambiava espressione e pensieri
insieme,
Auron neanche se ne curava perché pensava a qualcosa di ben
altro importante,
Yuna pensava al pellegrinaggio in primo luogo, figuriamoci
Kimahri… Quello che infine
più colpiva l’ex-capitano era
l’incredibile vitalità dell’invocatrice.
Dopo la
strage, ella cercò di farsi forza, e tentò sempre
di mostrare il suo sorriso
pieno di speranza contro tutto il resto. Era una sua dote naturale o si
sforzava??
‘A
volte mi
chiedo come fa ad essere così capace a rallegrare la
situazione…’ pensò Wakka ad
alta voce, mentre Kimahri si fermò. Si girò
appena appena verso di lui come se
volesse dirgli qualcosa. Poi, udì un debole suono, acuto e
ripetuto per tre
volte consecutive. Sembrava partire dal polso sinistro di Wakka.
‘Lo…sapevo…Il
torneo!!!! La partita…! Ma
dov’è…??’ subito
esclamò, prima che Lulu lo
fulminasse.
‘Ti
sembra
il momento di pensare ad una partita??!!’.
‘Ma…i
Kilika
Beasts saranno già arrivati…! Per quanto ci
devono aspettare??’.
Lulu stava
già ribattendo, quando Yuna si girò, mostrando il
suo sorriso. ‘Il Blitzball è
l’unico divertimento che abbiamo…L’unico
che può far dimenticare i dolori…’
tenendo le mani raccolte davanti a sé. Cosa doveva dire la
signora in nero di
fronte a quella realtà?
Continuarono
a camminare, cercando di non volgere lo sguardo verso i cadaveri a
terra,
ancora non raccolti.
‘Ma…come
fa
ad essere così pimpante?’ si chiese ancora ad alta
voce Wakka, e a quel punto
Kimahri si girò totalmente verso di lui, e aprì
la bocca, mostrando più che i
suoi denti le sue fauci.
‘Lei
fatta
così… Sa sorridere quando difficile…
Più gli altri si preoccupano, più lei
contenta. Kimahri prova anche…’ disse lui,
scoprendo una voce bassa e
leggermente rauca. “Leggermente”?
‘Cosa?
Tu
sorridi??!! Non ci credo neanche morto!!!’ disse
l’altro agitando le braccia.
A quel
punto l’altro gli mostrò il suo
“sorriso”: allargò i lati della sua
bocca,
mostrando i suoi denti in parte gialli ed in parte marroni, affilati e
lunghi.
Wakka retrocedette un filino.
‘A…ah…b…bello…’.
Ohi…ohi…che
mal di testa… ora dove
sono? Ma…ma che state facendo???!!!
‘INCREDIBILE…E’
VIVO!!!!’ urlò una sacerdotessa che si stava
mettendo le mani nei capelli.
Un prete
accorse per fare il segno di riverenza davanti a Tidus, che era stato
disposto
vicino agli altri cadaveri: pancia in su, mani raccolte in preghiera
sull’addome. Ancora non capiva cosa stava succedendo.
‘Sia
lodato
Yevon!! Un altro sopravvissuto…’
esclamò il prete mostrando un sorriso in più.
‘Co...cosa?
Ero…morto??’ rispose lui, puntuale, alzandosi in
parte, per poi alzarsi del
tutto ad “effetto-razzo”, appena vide i cadaveri
che gli stavano affianco.
‘Ti
abbiamo
trovato quasi senza vita sulla spiaggia qua di sotto. Avevamo fatto di
tutto
per farti riprendere, ma non c’era stato verso…
Ringrazia Yevon, che ha salvato
tutti quelli che hanno fede nel credo!!!’ disse ancora la
sacerdotessa
incredula.
‘Ma…io
non
credo a nessuna rel…ehm… ah
sì?...’ e si guardò intorno. Si trovava
circa a
metà della via Djose. Perfetto,
ora gli
altri dove sono? Scambiato per un cadavere…!! Devo aver
perso i sensi…tutto
qui…anche se… mi sento decisamente
strano…
I primi che
lo videro furono prima Auron e poi Hypnel. Non si erano per niente
fermati ai
discorsi di Wakka e Yuna, e alla fine, con il loro passo più
lungo, si erano
distaccati dal gruppo, camminando senza scambiarsi neanche una parola.
Tanto la
via era a senso unico.
Era la
prima volta che Tidus era felice di vedere il guardiano in rosso. Forse
aveva
paura di stare da solo. Aveva davvero una grande timore della
solitudine. Ma
prima che potesse aprire bocca, subito l’altro lo precedette.
‘Sei
entrato in contatto con Sin??’ e si avvicinò in
modo tale da non farsi sentire
da nessuno.
A quella
domanda il biondo esitò. Aveva visto davanti a sé
Sin sott’acqua, e aveva la
sensazione di averlo proprio toccato o qualcosa di simile. La sua
impulsività e
il suo istinto lo avevano portato fino a quel punto, ma non sapeva bene
spiegarlo.
Era per colpa delle tossine o c’era qualcosa di Sin che
sapeva e non sapeva?
Solo un pazzo poteva avvicinarsi così tanto…
‘Io…credo…non
lo so…devo essere svenuto e…’ Auron lo
interruppe.
‘Vieni
con me…credo
che tu debba sapere…’.
Hypnel
aveva visto il movimento quasi furtivo dei due là davanti,
ma non aveva fatto
neanche un passo in più. Anzi, quasi non gli interessava
neanche. Tanto sapeva
già la storia. E il suo obiettivo.
Auron
arrivò con passi lunghissimi nei pressi di un bivio, alla
fine della via Djose.
Una strada portava ad una pianura, l’altra ad un lungo ponte
che doveva portare
al tempio della psiche. Il bivio era scoperto, ed in mezzo
c’era anche un
cartello che dava indicazioni con strane scritture.
‘Auron…aspetta…cosa
c’è?? Lo sai che non ti sopporto quando fai il
misterioso???’—disse Tidus,
agitandosi—‘Se c’è qualcosa
che devi dirmi, COSA aspetti a parlare???’.
Auron si
girò verso di lui e gli rivolse uno sguardo quasi da padre,
che si notava bene,
per via del fatto che i suoi occhiali scuri e stretti erano debolmente
scesi
sul naso.
‘Io…Jecht
e
Braska… abbiamo affrontato Sin più di mille anni
fa… Ero più giovane… Prima di
tutta quella strage mi chiesero di mantenere delle promesse che ora
devo
mantenere…’.
‘E
ALLORA??
Come fai ad essere qui dopo mille anni? Mi vuoi spiegare che
succede??!!’ fece
l’altro, spazientito, che iniziava a girare qua e
là lo sguardo, mentre la
pioggia era già terminata un poco.
‘Tu
come
fai ad essere qui??’ ribatté Auron, prima di bere
ancora un po’ dalla sua borraccia.
Tidus
pensò
ancora a quel nome di prima. Provava davvero ribrezzo solo a sentirlo.
‘Mio
padre…era con te?? A combattere contro Sin??’.
‘Allora
secondo te perché un giorno se n’era andato senza
dire nulla? [cap. 7] Lo aveva
fatto per tenerti a distanza… anche perché tu
avresti…’.
‘Pianto??’
continuò
il biondo davanti al guardiano professionista, mostrando
un’espressione di
rabbia mooolto contenuta. ‘Che avrei pianto??
Perché lui…”deve essere il
migliore in tutto, famoso, ricco”…’
continuò, alzando la voce.
‘Ssshhht…’.
Auron si
avvicinò a Tidus con grande delicatezza. Doveva ormai
dirglielo.
‘Tu
l’hai
sentito, vero?? In quelle scaglie…tuo
padre…’ e gli portò, sulla sua spalla,
quella
mano che aveva con l’intero braccio appesa sul petto.
‘Co…cosa??
Io…ho…sentito la sua presenza…
Ma…io…non
capisco…perché…era…lì
ad
aspettarmi…non capivo perché… sentivo
qualcosa e...’.
A quel
punto la rabbia iniziò a lasciar posto alla pura confusione
ed abbassò
lentamente la testa.
Poi ebbe
una sorta di flash violento, così forte che poco dopo lui ed
Auron sembravano
gli unici a muoversi, mentre per tutti gli altri il tempo sembrava
essersi
fermato, paralizzandoli.
‘NO…non
è
possibile…non…non… può
essere….!!!’ esclamò
Tidus volgendo qua e là la testa.
Auron
chiuse gli occhi per poi riaprirli dopo un profondo sospiro.
‘E’
così…
Sin è Jecht…’.
Il tempo
sembrava
essersi fermato completamente e per qualcuno anche la stessa aria
divenne più
pericolosa del veleno. Era come aver saputo qualcosa che non si doveva
assolutamente sapere, perché era così brutta che
rovina un’intera esistenza o
quasi.
‘No…no…NO…io
non ti credo…!!! NON TI CREDOOOO!!!’ gli
gridò in faccia Tidus, prima di
girarsi di spalle ad occhi chiusi e scuotendo ripetutamente la testa.
‘Ma…è
la
verità… Lo so che è dura…
ma non lo ricordi…’ ripeté Auron, prima
di vederlo
piegato in due dal dolore e pronto a scoppiare. ‘Tu non sai
ancora che cosa
nascondi… è stato Jecht a dirmi di tenerti a
bada…se gli fosse successo
qualcosa…prima di tutto quello che è
diventato…’.
‘A ME
NON
IMPORTA NIENTE DI QUELLO CHE TI HA DETTO!!!’—gli
gridò il biondo, voltandosi di
nuovo davanti a lui ed agitando le braccia, mantenendo gli occhi chiusi
e il
volto svigorito—‘COSA HAI FATTO??? HAI PARLATO CON
UN MOSTRO????’.
La gente
iniziava a chiedersi da lontano da dove partivano quelle grida, che si
mischiavano per fortuna ai lamenti dei sopravvissuti. Hypnel era ancora
lì, a
guardare, a sorridere… Fermo in piedi come se nulla fosse.
‘No…a…ascolta…me
l’aveva chiesto prima…’
continuò Auron, iniziando a temere qualcosa di
veramente pericoloso.
Tidus non
voleva accettare per niente la realtà confessata. Non
ricordava più nulla, ma
la prova di tutto era sia lo strano comportamento di Sin, sia le voci
di suo
padre, sentite mentre entrò in contatto con esso. Come ci si
sente ad essere il
figlio dell’essere più pericoloso e portatore di
morte?? La rabbia lo pervase
dappertutto, da capo a piedi. Gli stessi pugni sembravano esplodere, e
quelle
vene a pulsare, ed in breve tempo da lui si liberarono alcune scie di
chakra dorato,
che iniziarono ad agitare come vento i suoi stessi indumenti e la sua
catena,
fino ad avvolgerlo completamente appena questo aprì i suoi
occhi blu. Auron
iniziò ad agire più ad istinto che con
razionalità. Non c’era tempo da perdere.
Corse verso di lui e bloccò ogni suo movimento placcandolo
come un giocatore di
rugby da dietro, gridandogli contro. ‘FERMO!!! Non fare
sciocchezze!! Non sai
controllare ancora la magia!! Tu non sai che potere
nasc…!!!!!’.
Tidus non
lo ascoltò e liberò una quantità di
energia che creò uno scudo dorato dietro di
sé che respinse Auron di diversi metri facendolo cadere a
terra. Quando lui si
rialzò l’altro non c’era più.
Era sparito dopo pochissimi secondi. Nessuno se
n’era accorto. Hypnel rideva…e rideva…e
si voltò da un’altra parte…
‘Che
succede??’ chiese Wakka, notando il guardiano per
metà a terra a metri e metri
di distanza, con la sua caratteristica voce a megafono. Lui non rispose
subito.
‘Umph…
Andiamo…prima raggiungiamo Zanarkand, meglio
è…’ e si pulì leggermente la
propria
giacca rossa, senza dare (come al solito) una risposta adeguata.
Wakka
guardò scettico Kimahri, mentre Yuna pensò al
viaggio ancora da fare.
‘Manca
ancora molto… dobbiamo superare il Fluvilunio, passare per
il bosco di
Macalania… e
poi…’—l’invocatrice si
girò verso il Ronso—‘…per il
monte
Gagazet…’. Il Ronso rispose facendo uno strano
“sorriso”.
Il gruppo
continuò la sua strada, chiedendosi dove fossero Hypnel e
Tidus, girando a
destra al bivio, quello che portava verso il tempio di Djose. Wakka era
curioso
più che mai nei confronti di Auron, ma chiedergli qualche
informazione sarebbe
stato inutile. Era come parlare di fronte ad un muro… Poi
pensò a quel
prestigiatore. In fondo, fino a quel momento li aveva aiutati indicando
la
strada e ritrovando i dispersi… ma era davvero antipatico
quel sorrisetto!
Attraversarono
un lungo ponte che metteva in comunicazione la via Djose con la piccola
isoletta là adiacente, su cui giaceva il tempio. Sembrava
più scura l’aria, man
mano che si avanzava per il passaggio sopraelevato ed ornato con strani
lampadari di fuoco color viola ed indaco. Qua e là correvano
alcuni piccoli
animaletti di colore verde acqua, più veloci dei gatti e
più fastidiosi delle
mosche. Si attaccavano ai vestiti, e il loro preferito sembrava quello
di Lulu,
che non riusciva proprio a levarseli di torno. Il gruppo
incrociò un gruppetto
di Miliziani, forse gli unici sopravvissuti, e tra loro c’era
un chocobo, senza
armatura, ferito ad una zampa. Tutti avevano l’aria
abbattuta, e lo sguardo
rivolto verso uno di loro che sembrava proprio Gatta. Era
miracolosamente
indenne, ed era ginocchioni a terra, con le mani che coprivano le sue
orecchie,
ed alcune lacrime che bagnavano il pavimento in pietra grigia. Si vede
che era
stato trovato e condotto verso la via del tempio… a suon di
urlate qua e là…
Yuna lo
vide in quello stato e non riuscì a trattenersi dal
consolarlo un poco. Gli
altri seguirono, ognuno con i propri pensieri. La più
pensosa sembrava proprio
Lulu, che sembrava conoscere fin troppo bene quel ponte, specialmente
la parte
intermedia, che pareva costruita recentemente…
‘Gatta!!
Sei vivo!!’ disse l’invocatrice, facendo il segno
di riverenza.
‘La Milizia
è completamente
disfatta…è finita…torneremo a
Besaid…’ fece un Miliziano a terra, prima di
essere seguito da Lucil, capitana del battaglione spazzato via e
trasformato in
polvere.
‘Abbiamo
perso più di due terzi dei nostri uomini… abbiamo
fatto un grosso errore a non
seguire gli insegnamenti di Yevon…‘—poi
si rivolse al gruppo appena giunto—‘…Non
fate il nostro errore…’.
‘Lo
avevo
detto io che quelle erano macchine sacrileghe…’
ribadì Wakka, sbuffando
ampiamente.
‘Lu…Lu…zzu…L’…ho
visto…!!!
Era…Era…tagliato…in
due…!!!’.
A quelle
parole di Gatta tutti gelarono. Tutti conoscevano Luzzu, uno dei
più coraggiosi
Miliziani che erano mai stati esistiti dai tempi di Mihen. Aveva fatto
un
grosso errore a mandare in campo Chappu un tempo, ma stavolta si era
sacrificato per gli altri, aveva compensato al suo errore, aveva
permesso a
Gatta ancora di vivere.
‘Io…io…torno
a Besaid…Pregherò…!!!’
continuò ancora il Miliziano, prima di essere aiutato
dagli altri a rialzarsi.
‘Questo
è
l’unico chocobo che ci è rimasto del
battaglione…usalo per tornare… ti
raggiungeremo poi tutti dopo…’ gli disse Lucil
amorevolmente, accarezzandogli
la testa fino a toccargli il codino di dietro. Lui si mise su di esso
con un
altro ed insieme presero la via opposta verso sud. Quello che rimase fu
un
lungo silenzio, forse per quelle agghiaccianti parole, forse pensando
al
proprio passato, o forse, semplicemente, perché
semplicemente non c’era più
nulla da dire….
Il tempio
di Djose sembrava più una montagna che un tempio vero e
proprio. Era di pietra
molto scura e composto da diversi strati circolari sovrapposti con
diverso
diametro di larghezza, inclinati quasi a formare una spirale. Nella
parte
superiore si potevano notare massi piccoli e grandi che letteralmente
libravano
nell’aria, e a rendere possibile ciò era forse una
strana nebbiolina, una
strana foschia nericcia che stava attorno ad ogni singola pietra, e
sembrava
provenire dal tempio, che da tale aspetto avrebbe inquietato chiunque.
La
nebbia arrivava fino alla base, e sembrava allontanare, o ammonire
l’entrata ad
esso. Al suo interno si custodiva la sfera della psiche e
dell’oscurità. Era
incredibile come le nuvole laggiù fossero molto
più nere delle altre…
Ad una
certa distanza da esso, dove c’era un piccolo muretto, Tidus
sedeva, con le
mani sulla testa, poggiando i gomiti sulle sue gambe, guardando qualche
sassolino
che stava sotto di lui. Vorrei proprio
sapere cos’altro devo ascoltare… Se gli altri
scoprissero tutto come minimo mi
impiccherebbero… Possibile che Auron non abbia una
benché minima delicatezza
nei sentimenti degli altri?? O i miei non valgono nulla???
Oppure—aggrotta pesantemente
la fronte—ha paura che io pianga??
Sì,
certo…forse da piccolo…!!
Subito i
suoi pensieri vennero rotti da una voce familiare che si avvicinava
piano
piano.
‘Dopo
tutta
questa carneficina, come vedi… molte vite sono perse, altri
sono ora in piedi… la
tua storia continua, tra gli altri infedeli nessuna…
è il tuo destino segnato,
non una fortuna… non è stato Yevon, o religione
alcuna…’.
Tidus
lanciò uno sguardo furioso nei confronti del prestigiatore,
che non faceva
altro che mettere il coltello nella piaga. Doveva goderci tanto a
sottolineare
il come mai
Sin
lo avesse risparmiato, nonostante il suo diretto contatto con
lui… Forse quello
che aveva sentito era colpa delle tossine, chissà…
‘Non
me ne
frega un fico secco!!! E smettila di parlare in rima!!!!’
fece a Hypnel,
sbuffando e chiudendo gli occhi, cercando di trovare pace dalla sua
confusione
e dal suo mal di testa o forse per evitare di fare un’altra
cosa…
Improvvisamente
arrivò il gruppo con Yuna che superò tutti in
corsa appena vide i due scomparsi,
subito seguito da Auron, che stranamente aveva affrettato il passo.
‘Siete
qui!!! Grazie a Yevon…’ disse lei, facendo ancora
la riverenza, chiedendo
anche, con il suo sorriso speranzoso e mani congiunte davanti, come
stavano e cosa
aveva svegliato il chakra. Lulu invece si girava continuamente
osservando quei
gradini, quelle pietre, quelle nuvole nere sul tempio, tutto quanto.
Non era
cambiato proprio nulla. Wakka invece era rimasto scettico. Davanti a
quella
felicità forzata o meno di Yuna per riportare un
po’ di vita, Tidus non aveva
fatto una piega. Era come se non gliene fregasse proprio nulla. Nemmeno
si
sforzò di volgere lo sguardo al suo amico di Blitz. Blitz??
Ma non c’era una
partita??
‘Vi
stavamo
aspettando da qualche tempo… rimanendo qui davanti al
tempio, senza alcun
inciampo… l’ho trovato qui seduto, un
po’ turbato e muto… l’ho visto pensoso e
così ho pensato di portare aiuto… Si
rifiuta di parlare, ma so ben più del segreto
acuto…
Alle parole
di Hypnel, Yuna volle capire cosa frullasse in quella testa bionda che
sembrava
sforzarsi di non mostrare qualche lacrima. A volte, pensava, era meglio
sfogarsi che contenersi…
‘Tidus!!!
Alzati, presto!!!! Abbiamo una nuova partita da giocare!!
Muoviti!!!’ gli urlò
Wakka, appena pensò alla partita. Per diversi secondi lui
non disse nulla, fino
a quando non fece un profondo respiro e si alzò in piedi
barcollando un poco,
mostrando lentamente i suoi occhi blu. Se
loro scoprissero tutto mi ucciderebbero per primi… lo sapevo
che...c’era
qualcosa che non andava…
‘Andiamo…sono
pronto…!!’ infine rispose, mostrando
spensieratezza e un sorriso sforzatissimi
per non suscitare sospetto, senza nemmeno chiedersi come era possibile
parlare
di Blitz a chilometri di distanza da Luka. A quel discorso, Hypnel, per
la
prima volta, mutò il suo sorrisino in
un’espressione seccata.
Come??!! Devono
andare a raccogliere
la sfera di Djose!!!... Quella è fondamentale per sbrigare
di più le cose… ‘Guardate
che il sole sta calando e
la notte avanza… dobbiamo continuare il nostro passo, per
maggiore speranza… E io non
aspetto di certo l’unione dell’
Occhio della Fratellanza…
Wakka si
rivolse con faccia da duro di fronte al prestigiatore, anche se
quest’ultimo lo
batteva in altezza.
‘La
partita
E’ importante!! E poi Yuna ha deciso di riposarsi un
po’!!!’ ed indicò un
piccolo hotel per viaggiatori che era poco più lontano dal
tempio. All’annuire
di lei, più stanca psicologicamente a quello che aveva
visto, che al resto, il
prestigiatore cedette senza fare una piega.
‘Fate
come
volete dunque, a perdere tempo… quando invece il futuro
rischia di essere senza
scampo… a giocare, giocare, con altri innocenti che muoiono
sul campo…’.
Il gruppo
augurò buona fortuna ai due giocatori, il quale non potava
seguirli, perché
preferiva sostenere Yuna. Si doveva anche decidere chi avrebbe dovuto
superare
il Chiostro della prova…
‘Che
antipatico!! Perché ha tanta fretta quell’
Hypnel???!!’ disse Wakka a Tidus,
che gli stava di fianco, mentre il primo prese da una tasca una
polverina argentata
che chiamava “Eliomagilite” e parte di essa la
diffuse su entrambi. In breve
tempo, si levò una luce arancione a spirale che li avvolse
piano piano. Il
biondo iniziò a guardarsi sulle mani inguantate, sui piedi,
sui fianchi, non
sapendo cosa stava succedendo. L’ex-capitano lo
tranquillizzò mettendogli una
mano sulla spalla sinistra, fino a quando la luce divenne
più forte e li fece
volatilizzare nel nulla.
Intanto il
gruppo entrò nel piccolo locale, dotato di scale che
portavano di sotto, nel
dormitorio scavato a fondo nel terreno, con il consenso della
proprietaria,
spaventandosi quando vide il volto broncio di Hypnel. L’unico
che tardava a
rientrare era Auron, che guardò fino alla fine il
teletrasporto di Wakka e di
Tidus. Pensava proprio a quest’ultimo, pensava a quando era
piccolo, a quante
volte si era sforzato di non piangere e non ci riusciva mai.
‘Questa
è
la prima volta che ci riesci… bravo… a volte mi
chiedo perché dovrei fare
questo per te…’ commentò il guardiano
professionista, prima di tirarsi su gli
occhiali da sole e voltarsi verso il locale, bevendo qualche goccio
dalla
borraccia fieramente.
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Capitolo 18 *** Cap.18: Sexy Thing ***
Le grida,
le voci, e lo spavento subito si trasformarono in urla di tifo,
mischiate alle
parole del solito telecronista, che continuava ad incitare il Blitzball
come
una divinità che allontanava le paure appena vissute. Era
proprio come aveva
detto Yuna: sebbene fosse l’unico divertimento possibile, era
anche una vera e
propria arma di “speranza”, con partite sembravano
organizzate non tanto per
agonismo o per business, ma proprio per trovare un raggio di luce nel
buio
delle tenebre portato da Sin.
‘Ohhhh...
Finalmente!! Ecco i ritardatari dei Besaid Aurochs!!’ disse
l’uomo con il
megafono, che iniziò a smaniare dagli spalti alti dello
stadio di Luka contro i
suoi assistenti, che a distanza dal precedente pareggio della scorsa
partita,
non erano riusciti a trovare una sola informazione sul nuovo capitano
biondo. Infatti,
alcuni bambini, che avevano sostituito le lacrime e la paura in sorrisi
e
speranze, sentirono versacci, parolacce, ed urla di sottofondo, e
chiedevano
ridendo alle nonne ed ai fratelli maggiori quale fosse il motivo di
tutto quel casino.
In realtà, molti si chiedevano come i Kilika Beasts, i
prossimi avversari,
fossero riusciti a presentarsi, dopo quei terribili tsunami [cap. 6]
che
avevano raso al suolo gran parte del villaggio sul mare. Nel complesso
tutti,
anche se lo stadio non era completamente pieno (poiché
squadre non erano un
granché), erano entusiasti, ed anche stupiti nel vedere come
i tifosi della
squadra più scarsa di Spira avevano iniziato a sfoggiare
bandiere, peluche e
cappellini. Alcuni avevano preso ciambelle gonfiate per assomigliare al
cicciotto Keepa, ed altri si erano colorati il viso di scuro per Jash.
Una cosa
che si conosceva più da tutte le diverse sponde era il
soprannome di “idiota di
Zanarkand”, usatissimo specie dagli avversari, e quel suo
potente Sferatiro in
rovesciata, che, chissà perché, ricordava tanto
un campione del passato.
‘BEEEEneeeee…adesso…’—disse,
compiendo balzettini—‘…ci siamo!! Ci
stanno aspettando sicuramente negli
spogliatoi!!!!’.
‘A…aspetta…Ma…dove
siamo???’ chiese Tidus a Wakka, che già stava
correndo. Dove trovava tutta
quella carica?? Quello che era successo non contava già
nulla?
‘Siamo
a
Luka, che domande!! Secondo te dove si parla di Blitz??’ fece
lui ridendo.
‘Ma…quel
coso cos’è??’ chiese l’altro,
vedendo alle proprie spalle lo strano strumento a
luce verde che Noemi aveva visto prima [cap.10].
‘Ah!
Quello…? E’ un raggio trasportatore ad
Eliomagilite. Ci permette di tornare qui
quando tutto è pronto per le gare del
torneo!...’—e battè la mano sul
“trasportatore”—‘…I
giocatori possono provenire da Guadosalam, da Gagazet…e i
chocobo sarebbero troppo lenti per i trasferimenti.
Così…basta usare parte di quella
polverina e appena che suona l’allarme che ci danno gli
organizzatori…’
continuò Wakka, indicando anche una specie di
“orologio” da polso che aveva
dalla parte sinistra.
‘Ma…scusa…Le
macchine non sono proibite??’ chiese Tidus, mostrando
perplessità, mentre la
porta dello spogliatoio era ormai di fronte.
‘Sì
ma… un
conto è usare armi sacrileghe o macchine che rendono bradipi
la gente, un altro
conto è usare strumenti che usano la magia e che rendono
attivi…’ Certo, come
no… Prima diventa una belva di
fronte agli Albhed, ma quando si tratta di questo sport… O
ha le preferenze, o
non ho ancora capito cosa è “permesso” e
cosa no…
Wakka era
già entusiasta, e appena i compagni Keepa, Botts, Jash,
Letty e Datt lo videro
assieme al nuovo amico, si esaltarono, ricordando il grande pareggio
strappato
ai Luka Goers [cap.11].
‘Calmatevi,
calmatevi…avete visto la classifica??’ chiese
l’ex, che già sentiva la mancanza
del suo adoratissimo sport. Cla…ssifica?
Uao!! Credo di divertirmi un po’… Spero che serva
per tirare su il morale di
questa povera gente…
La
classifica era molto semplice.
Besaid Aurochs – Luka
Goers 2 –
2
Albhed Psyches 3
Kilika Beasts – Guado
Glories 1
– 1
Kilika Beasts, Luka Goers, Guado
Glories e Besaid Aurochs 1
Ronso Fang – Albhed Psyches 0 -3 Ronso
Fang 0
‘UAOOO…’
continuavano a ripetersi tra loro i giocatori, vedendo quel incredibile
punto piccolino-piccolino
conquistato. Direi proprio che si sono
innamorati di quel punto…
Invece per
Tidus quel punto faceva proprio schifo. Insomma…erano
già distaccati di due
punti dalla vetta, e lui sapeva di avere una grande
responsabilità. Oddio, era
solo una promessa fatta ad un amico…
‘Perché
festeggiate?? Non abbiamo mica vinto!!’.
‘Già…ma
la
figuraccia che ha fatto Bixen con il
pareggio…ihihihi’ disse il portiere,
mentre mangiava un panino lungo quasi quanto un braccio. E
poi… mangiare prima di una partita sott’acqua non
fa male? Ma se ne
sono accorti gli altri o qua sono tutti svitati?? Ma in che razza di
squadra
sono??
‘Quello
si
meritava ben altro…’ riprese Tidus, quando
qualcosa sembrava dirgli che l’ autore
del suo cattivo soprannome fosse proprio lui. E di solito Il suo
intuito
azzeccava spesso…
‘Adesso
dobbiamo prepararci contro i Kilika Beasts… Avete ripassato
gli schemi??’.
Alla
domanda dell’ex-capitano tutti tacquero e si guardarono un
po’ come gli alunni
scoperti a copiare da una severa maestra.
‘Ehm…no…!!’
disse Datt con la classica vocina.
Wakka si
mise una mano sulla fronte. Insomma…mancava lui e tutto si
perdeva? Anche le
buone abitudini? Wakka… hai
lasciato il
posto di capitano, il tuo sport per fare il guardiano… ma
perché allora sei
venuto con me?? Ci hai ripensato e continuerai a giocare??
Mentre
l’ex
iniziò a fare la sua strigliata, venne fermato da un tap-tap
di Tidus da dietro
sulla spalla, che lo portò in un angolino.
‘Ma…allora
continui a giocare??
Insomma…’.
‘Purtroppo non
posso… cioè… potrei
anche, visto che sono qui… ma vedi, se continuo a
giocare…è come se ci fosse
qualcosa che mi rimproverasse…e mi dice che invece di
impegnarmi per Chappu
perdo tempo per niente… E’ proprio questo
turbamento che non mi faceva più
giocare bene…’
bisbigliò
Wakka, abbassando lo sguardo, e ripensando al povero fratello.
Intanto
Botts e Letty stavano discutendo intensamente a bassa voce.
‘Oh…!!
Ma…la
nostra bidella personale dov’è??’ chiese
il codino.
‘Boh…
forse
il capitano lo sa… ho sentito che si
conoscono…!!’.
Botts si
fece avanti al nuovo capitano, che subito si girò.
‘Ma…
la
bidella è qui?? Siamo gli unici ad
averla…’ disse il difensore, mostrando uno
strano colorito rosso sul viso.
A quella
domanda Tidus non sapeva che balla tirare fuori. Infatti, Keepa con la
maionese
aveva sporcato il piccolo asciugamano a terra, per il lungo e per il
largo, e
la bidella era davvero necessaria. Già, il “grande
ed intelligente” Wakka aveva
detto che Noemi era eccellente nel suo lavoro, descrivendola
così bene che era
riuscito a convincere gli organizzatori a darle il permesso di entrare
negli
spogliatoi privati.
‘Oh…ehm…’—disse
il biondo, toccandosi la parte posteriore della testa e guardando qua e
là—‘…ha…avuto
problemi con il fidanzato…ecco…mi sa che non
c’è…oggi!!’.
A quelle
parole Botts fece il muso più lungo che riusciva a fare.
C’era rimasto davvero
male…
‘Forza…Pulisci
tu!!!’ disse ridendo Wakka al portiere, che, a quanto pare
aveva appena finito.
Già…se
ora vogliono conoscere il suo
fidanzato?? Accidenti!!
Era la prima
volta che Wakka assisteva da spettatore alla spiegazione di uno schema
fatta da
un capitano. Lo era stato sempre lui, in fondo… e le singole
parole, le frecce
che Tidus segnava sulla lavagna che tante volte aveva lui stesso
tracciato, gli
facevano ricordare le prime volte che aveva guidato la squadra. Un
momento! si
chiese poi tra sé… Come faceva a sapere trucchi e
schemi e i punti deboli degli
avversari se non li aveva neanche affrontati?? Iniziò a
pensare che avesse un
talento ineguagliabile. Forse “leggermente” e
“quasi” quanto lui, che aveva
anni ed anni di esperienza, in confronto a lui che aveva solo 17 anni.
Cosa?? E
sapeva tutte quelle cose?? Più della sua esperienza?? Dove
le aveva imparate??
E soprattutto da chi?? Doveva essere davvero un campione, forse quello
conosciuto come “Dark Crow”, il fondatore dei
Zanarkand Abes, ma che era
vissuto mille anni fa, di carattere e di aspetto esattamente opposto al
suo.
Tidus sembrava troppo giovane, troppo diverso…
Yuna quella
sera non riusciva a dormire. Era forse il letto scomodo, o era
piuttosto troppo
difficile levarsi dalla testa tutte quelle strane coincidenze??
Insomma, come era
possibile che dopo più di mille anni dalla catastrofe del Sacrificio Auron fosse davanti a lei??
Con delle promesse da parte
di Braska?? Ma quello che davvero sconvolgeva la sua breve esperienza
storica
era quello “venuto dal mare”. Come si poteva
immaginare che Noemi e Tidus fossero
la stessa persona?? Insomma, lei conosceva benissimo i chakra, come non
poteva?
Aveva cercato la soluzione dappertutto ma non riusciva a spiegarselo. E
di
certo avrebbe fatto una cattiva figura se lo avesse chiesto a Seymour,
dopo che
questo lo rimproverò per il suo eccessivo dolore mostrato
[cap.17]. E se glielo
chiedeva a Noemi? A dire il vero era più impaurita lei di
fronte a tale dubbio
e alle possibili conseguenze di tutti quanti. E se invece ne parlava
con Tidus?
Sì, forse, si diceva. Forse poteva dirle di più.
Ma era davvero un’altra
persona, o pensavano in maniera esattamente identica? Ma non sembrava
proprio,
dato i due opposti caratteri che avevano: l’uno molto
impulsivo, e l’altra
troppo razionale.
E questo
era tutto ciò che continuò a chiedersi
affacciandosi verso la finestra a
contemplar le stelle brillanti. Forse anche per non ripensare a quello
sguardo
inquietante di Seymour [cap.17].
Mentre Wakka
russava alla grande, la grande preoccupazione di Lulu erano
più che altro i
suoi ricordi. Quelle colline rocciose, quel tempio oscuro, il
“regno della
psiche”, ricorrevano alla mente troppe cose, gioie e dolori.
Non riusciva
nemmeno a stare un attimo a letto. Il suo unico sfogo era quello di
girare a
vuoto le pagine parecchio ingiallite del suo libro, in piedi, cercando
senza
nessuna possibilità di riuscita la formula giusta per
rimediare al suo errore,
a quel suo grandissimo errore che ancora le faceva pesare il suo ruolo
di
guardiana. Come se quell’incubo ritornasse, pronto per
portare via Yuna, per
un’altra distrazione, o forse per la sua eccessiva
preoccupazione di ora.
Sentiva di nuovo girare la testa come quella volta, quando tutto le
sfuggì di
mano, quando ormai tutto si trasformò in tragedia, e quando
non c’era più nulla
da fare. Questa, sì, questa era “Djose”
per lei. Che sia la via, il tempio, la
sfera… ‘Adesso ci
andrò
io. E’ giusto che sia così dopo quella
volta…’
fece lei sottovoce, quando venne sentita da Auron,
appoggiato sul muro con occhi chiusi. Già, sembrava che
nessuno volesse dormire
quella sera…
La partita
iniziò subito dopo. I Kilika Beasts erano già
disposti, e il capitano Vuroja
sembrava più che pimpante, un po’ triste per il
ritiro del suo migliore amico
Wakka. Guardava sugli spalti qua e là con il suo unico
occhio (l’altro lo aveva
coperto con una benda nera) per notarlo, fino a quando non
entrò l’altra
squadra.
‘I
Besaid
stanno entrando… Ma… ALLORA!!!! AVETE TROVATO SI
O NO QUALCOSA?????’.
A quelle
grida il pubblico borbottò. Il telecronista si
dimenticò di scollegare il
microfono e si scagliò per un attimo contro gli assistenti
che avevano messo
totalmente sottosopra gli archivi, con fogli che svolazzavano qua e
là, mentre
già una folla impazzita di intervistatori erano alla base
degli spalti, pronti
ad aspettare la fine della partita per conoscere il nuovo arrivato,
soprattutto
per guadagnare quanto più possibile, approfittando della
mancanza di
informazioni. E questo…puzzava di guai…molto
grossi…!
Questo Vuroja
non mi sembra molto
giovane…ha i capelli grigi… Ma… quando
si iniz…
Un flash
colpì in pieno Tidus, scattato da breve distanza dagli
spalti da uno strano
individuo, basso, anzi, bassissimo, che portava occhiali da talpa
perfetta, dai
capelli color terra e a caschetto tipo secchione, che teneva in mano
una
macchina fotografica grossa almeno quante quattro mani e con uno zoom
lungo più
di mezzo braccio. Saltellò mille volte come un canguro
appena vide la foto
appena scattata, come un perfetto esaltato, ed accanto a lui era una
ragazza alta,
dalla pelle color mulatta e i capelli neri profondissimi e lunghi,
appoggiata alle
barriere sporgendo un po’ troppo il fondoschiena, tanto che
alcuni anziani da dietro
avevano già quasi perso la mandibola. Lei rimase impassibile
quando il biondo
la guardò con un microfono in mano, tenuto come un bastone,
mostrando uno
sguardo da pantera, pronta per agguantarsi la preda prima di tutti gli
altri
che erano già pronti a lanciare domande.
Il tempo
per pensare non ci fu più: l’arbitro
fischiò subito l’inizio della partita, che
si svolse in perfetta parità. I Kilika Beasts erano una
squadra piuttosto
mediocre, e gli unici che davvero si distinguevano erano i due
capitani. Vuroja
aveva un intuito incredibile, e riusciva a precedere e prevedere molti
passaggi
e schemi avversari, sfruttando la sua grande esperienza e la
velocità dei più
giovani della sua squadra, dirigendo soprattutto il centrocampo. La
marcatura
era stretta a uomo, ma quando i Besaid attaccavano, la marcatura
diventava a
tre solo per il capitano, ricordando lo Sferatiro che aveva incantato
il
portiere Laudia nella partita precedente, sicuri che l’altro
attaccante Datt
fosse troppo scarso per battere il loro portiere. Peccato che questo
era peggio,
e bastò un suo semplice tiro per portare in vantaggio gli
Aurochs. In seguito
la partita andò a pendere a favore di questi anche dopo il
primo tempo,
cambiando tutte le volte lo schema, ma l’esperienza di Vuroja
non poté fare
nulla contro la velocità di Tidus, che mostrava pecche nei
passaggi, ma che
rimediava facendo diversi slalom. Wakka, a vedere ciò,
continuò ad avere strane
sensazioni, come se quelle cose le avesse già viste o notate
da qualche parte,
ma non riusciva proprio a spiegarselo. E non era
l’unico… Bene, manca
poco… ora ne facciamo un altro e porteremo questa squadra
più in alto!!!
Bastò
uno
sprint da parte degli attaccanti per seminare i lenti difensori
imbambolati dal
capitano avversario e dall’insolita confusione di Vuroja, che
aveva già giocato
tutte le carte a sua disposizione. 1,2,3 e la palla arrivò a
Datt che la passò
al compagno attaccante, che calciò al volo e
segnò nell’angolino della porta. Proprio
quell’ “idiota”…
‘GOOOOOOOAAAAAAAALLLLLL!!!
Fischio finale!!! I Besaid vincono 2 a
0!!!!’ urlò il telecronista incredulo.
‘Il
tiro
Voleè è stato stupendo!!! Quel ragazzo
è un fenomeno!!’ disse l’assistente
affianco al cronista, prima che la squadra vincitrice si
riunì al centrocampo a
festeggiare con il loro nuovo motto e…la loro prima
vittoria, di fronte alle
facce sbigottite degli sconfitti, che non credevano per niente ai loro
occhi.
Il gruppo impazzito di intervistatori era già lì,
pronta per fare domande e
domande, tutte o quasi di carattere personale. Anche Wakka non ci
credeva,
continuando a guardare il tabellino, che segnava davvero 2 a
0. Gli unici a festeggiare
erano i tifosi dei Besaid, anche se gli altri, ritirando quei cattivi
soprannomi, applaudirono fieramente. La squadra guardava
l’ex-capitano, che
alzò il braccio come era solito fare, come una sorta di
simbolo, forse il nuovo
della vittoria.
Per qualcun
altro era forse di più. Dopo quello squarcio del suo passato
ritrovato, la sua
era mente era davvero a pezzi, senza risposte o soluzioni possibili, e
la
partita aveva un po’ indebolito tali dubbi, riprendendo un
po’ di luce e di
umore nella difficile situazione.
La notte
passò davvero lenta a Djose. Lulu non sapeva da che parte
girarsi nel suo
enigma. Quel potente attacco del custode le costò caro tempo
fa, ed ora doveva
rimediare. Doveva far fronte ad esso con un potente attacco magico.
Continuò a
girare le 4000 pagine del suo vecchio libro parecchio ingiallito, dalla
A alla
Z, ma c’era sempre qualcosa che non quadrava per niente.
Incantesimi semplici??
No…sono troppo deboli… Magie Proibite?? Troppo
pericolosi… e ci mancano anche
degli oggetti… Magie Sacre?? Solo Yuna può farle,
essendo dotata di chakra… La
sua unica arma erano le Magie Master, ovvero quelle in cui si usavano
anche le
sfere magiche, e di sicuro l’invocatrice gliele avrebbe date.
Già, ma quale
tecnica scegliere?? Aveva davvero la grande paura che tutto ritornasse,
che
quel fatale errore le sarebbe costa di nuovo. Se per questo doveva
lasciarci la
pelle lo avrebbe fatto di sicuro… C’era una
tecnica, sì, ma aveva comunque
bisogno di più energia. Flare…
Sì
doveva funzionare…
Se lo sport
servirà per farmi
dimenticare tutto o quasi… queste partite avranno davvero un
senso… Spedito
qui, in chissà quale epoca, sentendoti dire che Sin
è tuo padre… quando puoi
letteralmente sbatterne di tutto e aspettare che ne
sarà… sì è davvero il
caso…
Solo l’ottimismo poteva farmi vincere questa
partita… pensò
Tidus, ridendo di fronte a
tutti problemi che portava con sé. L’unico modo
per uscirne era proprio
l’ottimismo. Anche quando era piccolo era la sua arma
vincente, assieme
all’impulsività…
La sua
squadra guardava la coppa del Torneo, esposta al centro dello spalto
principale: era di cristallo azzurrino brillante, a forma di doppia
piramide
con vertici opposte a base quadrata, che rifletteva tutti i colori
dell’arcobaleno, più a tinte azzurrine. Nella
parte più bassa si poteva notare una
scritta sullo sfondo dorato e ornato: “Sono
il
migliore!! E’ il vero potere che rende immortali!!”,
firmato “Dark
Crow”.
Nella passaggio
che portava agli spogliatoi, piena zeppa di stemmi, immagini e foto
recenti e
vecchie, alcune stracciate, altre addirittura ornate ed incorniciate,
la
squadra vincitrice venne completamente investita dalla folla di
intervistatori
chiedendo di tutto. Ma il capitano non era lì. Era stato
bloccato da due che
avevano superato le linee di controllo, controllate da guardie ed
arbitri. Erano
riusciti in qualche modo a sviare tutti i controllori. Infatti, mentre
Tidus
camminava assorto nei propri pensieri, una donna alta lo prese
improvvisamente
per il braccio sinistro e lo portò in un angolino illuminato
discretamente. Sì,
era lei, corpo da pantera, più alta di lui, pelle mulatta e
sguardo di un
perforante nero scurissimo, con quei capelli che sembravano mossissime
onde del
mare di mezzanotte,
con
alcuni luccichii dalla timida luna all’orizzonte. Lei gli
mise una mano sulla
sua spalla sinistra, e l’altra sul suo petto destro, e la
prima passò
lentamente verso il basso, dolcemente, come un gatto nero che cerca le
carezze.
Il suo sguardo incrociò il suo, terrorizzato da quel corpo,
distante solo una
decina di centimetri, con quelle labbra carnose rosso fuoco, che ben si
coordinava con il suo vestito serale di velluto, dalla quale si notava
per metà
il seno della donna che non sembrava nemmeno portare nulla di
sotto…
‘Il…mio…nome…’—iniziò
lei con voce sensuale, avvicinando il suo viso a Tidus, che stava un
filino sudando’—…è
Aisha…
sono…un’intervistatrice…vorrei
che…tu…rispondessi…alle mie
domande…!!!’.
Quelle
labbra gonfie, quello sguardo da pantera lo trasformarono in un
ghiacciolo vero
e proprio, con alcune gocce fredde che gli cadevano sul collo da
dietro. Non sapeva
dire nulla, quello che usciva erano solo parole spezzate, composte solo
da due
o tre lettere, per giunta consonanti…
‘Allosa??
Allosa?? Guasda qua!!!’ disse uno, che sbucò dal
nulla da dietro le spalle
della donna, puntando l’obiettivo grosso come una casa, per
non parlare del
flash, al biondo, che restò mezzo abbagliato e mezzo
sbigottito. Aisha si girò
con i suoi occhi nerissimi verso il “tappetto”
visto prima sugli spalti, con
aria forse di rimprovero, ma che riusciva a conservare quella voce
focosa.
‘Chicco…
per favore…??!! Lo vedi che…lo sto
intervistando…??’. A…a…alla
faccia…che intervi…sta!!!
‘Ma!!
Sono
le psime foto che faccio!! Anzi, se ci facciamo dase
l’autogsafo, sasà
favoloso!!!!!!!’ disse quell’altro, che era basso
quasi come un bambino.
Portava una camicetta bianca ed un’insolita cravatta color
verdognolo, e un
paio di pantaloni corti semplicissimi blu, per non parlare poi degli
occhialoni
da vista tipo talpa che portava, e che sbucavano dai suoi fitti capelli
lisci
che cadevano a caschetto ed avevano la frangia che sempre nascondeva
gli occhi,
già nascosti per i fatti loro…
‘Co…cosa??
Ma…!!’
Aisha si
girò ancora verso Tidus, levando la sua mano dal suo petto
atletico.
‘E’
mio
fratello… scusate se…si comporta
così…ma siete diventati…il suo
idolo…’ disse
sbuffando.
‘Tu
non
capisci chi…*FLASH*… è davveso foste
Aisha!! *FLASH* Seguo il Blitz da quando
eso piccolo…*FLASH*… e ho sempse fantasticato sui
mitici Zanaskand Abes!!
*FLASH* Aspettavo solo qualcuno che mi facesse vedese il veso
talento!!!’ disse
Chicco, cambiando così tante volte posizione che fece venire
mal di testa a
Tidus, con tutti quei flash… Ma
cosa
vogliono da me?? Ma allora è proprio vero che non
c’è nessuno che sta a bene
con il cervello!!! Vogliono un autografo?? Bene, ve lo do, basta che mi
liberate da questa pazza seducente!!!!!!
‘Bene…prima
domanda…’ riprese lei, avvicinandosi come una
predatrice con la mano sinistra
sul suo collo, e la destra che si avvicinava sempre più in
basso, mentre suo
fratello era completamente impazzito ed emozionato di fronte al suo
nuovo
beniamino. Ma che età aveva?? Dal viso sembrava adolescente.
Ma non si calmava
per niente. Infatti, era già pronto con carta e penna:
più che per scrivere le
future risposte, forse per farsi il pieno di firme...
Fatemela…vi
prego!!! Non ce la
faccio più!!!! Ma cosa vuol fare con me??
Pe…perché mi hai messo quella man…
Aisha
sembrava costringerlo a dargli ogni tipo di risposta. Quella mano si
avvicinava
proprio lì, e se non rispondeva in fretta sarebbe andata a
finire… beh, provate
ad immaginare…
‘Allora…Questo
talento…l’hai preso
da…qualcuno??’—chiese lei con voce
passionale, incrociando
il suo sguardo con gli occhioni preoccupatissimi di
Tidus—‘ …Magari da qualche
tuo parente…?
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Capitolo 19 *** Cap.19: Lost Memories ***
Il
serpente color mulatto era arrivato al livello dell’inguine,
senza che Aisha
distaccasse gli occhi da Tidus per nessuna ragione. Infatti, la nuova
ragazza
era stata assunta proprio per la sua incredibile capacità di
tirare fuori le
più segrete verità e di ottenere risposte anche
dagli uomini più seri. Cosa
fare?? C’era per lui un’unica risposta, visto che
non conosceva nessuno, ed era
troppo confuso perfino per rispondere in maniera compiuta. Le braccia
erano
gelide, pietrificate, appiccicate al corpo, che forse ricevevano gli
impulsi,
ma che si rifiutavano si muoversi…
‘Foste,
foste!!! Che fostuna essese un fotogsafo!!!’ fece Chicco, che
mostrò un
insolito “tic” nella gamba destra flessa, che lo
faceva vibrare tutto.
‘Je…Je…Je…Jecht!!!!’.
A
quel nome la mano si bloccò come dopo un ordine. La donna
era certissima che se
nessuno sapeva ancora nulla di Tidus, e tali misteri non accadevano mai
nei
neo-blitzer.Significava che o lui o la squadra nascondevano qualcosa.
Ecco
perché aveva giocato una delle sue armi estreme…
Lui,
appena rispose, da una parte si calmò e dall’altra
si agitò insieme. Sì, aveva
fatto una cavolata bella grossa!! Se poi gli altri avessero indagato su
davvero
chi fosse?? Complimenti…
Chicco
guardò il biondo scettico. Conosceva ogni genere di persona,
blitzer, e perfino
i nomi di tutti i telecronisti storici, senza contare tutti i giocatori
di
tutte le squadre, vecchie e recenti… Ma chi era quello??
‘Jecht??
E chi sasebbe?? E’ IMPOSSIBILE CHE IO NON CONOSCA qualcuno!!!
O ci vuoi
nascondese qualcosa, o l’hai inventato!!! Pesché
sei così siservato?? Che c’è
di male a paslase di qualcuno, ammesso che il tuo talento non
è innato, il che
non mi sembsa psopsio!! Ho già visto tisi identici
più volte!!’.
Quando
Aisha si girò di nuovo, pensando se fosse una bugia, o che
quella fosse la
prova che nascondeva davvero ciò che non sapeva nessuno.
‘No…no!!!!!...Vi
ho detto la verità…!!!’.
Tidus
era completamente in preda al panico, quando arrivò di corsa
Wakka, con una
decina di intervistatori dietro. Aveva
esperienza nel “mordi e fuggi”: era così
che si chiamava quella specie di tecnica
in cui rispondi alle domande in maniera precisa, secca per crearsi
squarci qua
e là nella folla e liberarsene appena si intravedeva un
buchino. Il
neoguardiano entrò senza accorgersi della bella pantera,
accecato dal suo
entusiasmo, e prese per l’altro braccio il suo compagno
semingabbiato tirandolo
fuori dall’angolino e dai flash di Chicco, che stava quasi
sbavando per il suo
nuovo idolo.
‘Forza,
vieni!!! Altrimenti faremo tardi!! Gli altri ci stanno
aspettando!!!’ disse
Wakka prendendo la strada verso il raggio trasportatore. Aveva
già salutato il
pubblico ed i compagni, ed almeno risposto ad una cinquantina di
domande,
inventandosi chissà che scuse per andare via e per il
neocapitano. Infatti,
Lulu gli aveva seriamente raccomandato di essere puntuale se non
voleva…ehm…rimanere
abbruciacchiato…
‘Co…cosa???
A…aspetta… loro…!!’.
Da
dietro Chicco stava tentando la rincorsa con la fotocamera in mano ma
sua sorella
lo bloccò. ‘Ma…il MIO
AUTOGSAFO!!!!!’ fece, con la mano sinistra davanti a
sé.
‘Lascia
perdere…’—disse lei con voce
sensuale—‘…Sono sicura… che
ci sta nascondendo
qualcosa… e non ce lo vuole dire…’.
Poi
voltò le spalle verso il fratello, incitandolo ad uscire dal
corridoio. ‘La
catena che aveva al collo… l’hai vista??... E
quella figura sui pantaloncini
neri…’.
Chicco
si girò stupito. Era così eccitato che lo aveva
notato senza farci caso.
‘Hai
sagione!!!! Quello…esa il simbolo che postavano gli
Zanaskand Abes!! Ma!! Quella
squadsa è stata spazzata via cisca mille anni fa con quella
città!!! E quel
simbolo è tsoppo antico e sacso!! Ma come fa lui
a…’.
‘Già…
è nostro lavoro scoprirlo…!!!’.
Già…Wakka
aveva proprio fatto tardi. Tra le attese per l’inizio della
partita, le interviste,
gli intervalli e tutto era notte fonda. E gli altri
dormivano… che fare??
‘Dormiamo
qui…’ disse lui al compagno, indicando quella
superficie polverosa davanti al
tempio oscuro di Djose.
‘Cosa??
Qua?? Ma…’ fece l’altro rivolgendogli
occhioni blu.
‘Fai
come ti dico io!!!’ rispose lui, immaginando già
la faccia di Lulu…
La
notte passò in fretta, tra pensieri e pensieri. Era da tanto tempo che non mi sentivo
così sereno… tutto grazie a
quella ragazza!! Se la passava davvero male a Metropolis!! Suo
padre…assomiglia
tanto al mio…se si può
chiamare‘padre… con la scusa che non aveva soldi,
che in
realtà li aveva spesi nel gioco d’azzardo e nelle
partitelle serali che faceva,
l’aveva lasciata da sola, costretta a correre e rubare qua e
là…
Wakka
già russava, e Tidus si alzò di colpo dal suolo,
osservando la luna calante
semi-oscurata dallo strano alone nero che emanava il tempio.
Aspetta!!
Ma io ho in
mente i suoi ricordi!! Quindi… questo significa che anche
lei scambia i miei!!
Lei avrà visto allora!! Quello che è
successo… forse ha scoperto anche qualcosa
che non ricordo più… Lo spero…
è così difficile…Mi dispiace
così tanto
tormentarla in questo modo…
Mattina.
Già, mattina. Wakka non sapeva da che parte nascondersi.
Lulu guarda caso era
già in piedi all’alba, assieme ad Auron ed Hypnel,
il primo scrutando il sole
senza fare motto, prendendo qualche solito goccino (forse non proprio
“goccino”),
il secondo con aria profondamente pensosa. Kimahri era rimasto accanto
a Yuna,
che ancora dormiva profondamente. Stranamente la maga non sembrava
dell’intenzione
di fare rimproveri. Anzi, era piuttosto triste, e continuava a fissare
quel
tempio, ed a scrutarne i pericoli interni in tutto e per tutto. Wakka
ci resto un
non so che un misto di male per la sorpresa o di bene, del tipo
“fiuuu…l’ho
scampata bella”. Non
l’aveva mai vista
così. Ma non lei, ma il gran cicerone del gruppo gli diede
la strigliata, come
se ci tenesse davvero tanto al tempo che non va sprecato…
‘Bene,bene,bene…vedo
che i “guardiani” sono tornati… Te la
sei passata bene, Wakka, sugli spalti
colorati??... Sono sicuro che ha fatto tutto il tuo
compagno… infatti non ho
mai sentito parlar così tanto di un sogno… quello
della coppa, e questo non per
tuo impegno…’.
Hypnel
mostrò un sorriso più tirato del solito, e
l’ex-capitano si avvicinò con
un’espressione da sfida, puntandogli addosso un indice
“minaccioso” che faceva
avanti-indietro.
‘TU…
dì ancora qualcosa ed io…!!!’.
‘Scusate!!!’—disse
Yuna ad alta voce, con i capelli ancora tutti
scompigliati—‘…Mi…sono…alzata
tardi…scusate…perdonatemi…’
e fece segni di riverenza a ripetizione,
specialmente ad Auron. Il suo intervento rinviò il round tra
il prestigiatore e
l’ex-blitzer.
‘Come
è andata…??’ riprese
l’invocatrice, mentre Lulu cercava di sistemargli i capelli
sparati.
‘Abbiamo
vinto!!!’ subito rispose Wakka, lasciando perdere il
tanto-ho-ragione-io e
iniziò a raccontare le varie imprese. Stranamente il suo
compagno non faceva
motto. Anzi, aveva iniziato ad avere uno strano fiatone, e a mostrare
un colorito
acceso sulle guance e sulla fronte, scoperta a metà dai suoi
capelli biondi.
Sembrava che gli girasse la testa, tenendo gli occhi semichiusi, come
una
persona che sa di dover lavorare e che non ha dormito bene. Ma non
sembrava
colpa del sonno…
Lulu
non voleva perdere tempo. Appena ci fu un po’ di silenzio
subito passò ai
doveri. Si girò vero l’ingresso del tempio,
davanti a tutti, e mantenendo le
spalle girate di fronte agli altri…
‘Andrò io al tempio di Djose… Kimahri,
vieni con me??’.
Lui
annuì senza emettere fiato o mostrare le fauci. Erano tutti
un po’ tesi:
dovevano superare il custode oscuro se volevano andare avanti con il
loro
pellegrinaggio… Tutti sapevano, chi più, chi meno
su quel tempio, tranne uno,
che si portava il braccio sinistro sull’addome.
‘Ma…quel tempio…
anf…perché…??’.
Lulu
fece un gran sospiro, con Yuna che si teneva entrambe le mani vicino
alle sue
labbra, sperando che la sua guardiana dicesse qualcosa. Poi
cominciò a
spiegare, chiudendo lentamente gli occhi.
‘Ero…tempo fa…una guardiana di una
neo-invocatrice di nome Belgemine… Era dotata di una piccola
quantità di
chakra, ma non per questo la sua determinazione era altissima. Voleva
iniziare
da Djose, che si trovava più o meno vicino al Fluvilunio,
dove abitava…’—con
una voce semirotta—‘…Avevo appena perso
Chappu… e volevo rifarmi combattendo
fino alla fine per dare una lezione a Sin, che mi aveva pure separato
dai miei
genitori…’.
Tutti
si avvicinarono ad ascoltare le sue parole, che sapevano di affetto e
di
dolore, e che partivano direttamente dal cuore della donna in nero.
‘Lei
era entusiasta…era sicura che la quantità di
chakra non contasse nulla, e che
raccogliere le sfere fosse l’arma vincente. Così
si avviò con me verso questo
tempio, ma non sapevamo che il chiostro della prova dovesse essere
superato dai
guardiani e non dagli invocatori. I custodi… diventano
più forti in loro
presenza, e io mi fidai ciecamente di lei…’ poi
abbassò lo sguardo, mentre Yuna
le si fece accanto, cercando di darle conforto.
‘Lei
andò avanti dicendo che quel custode non era così
forte come pensava, ma non
aveva ancora alcuna sfera… io non sapevo che esse davano il
vero potere agli
invocatori… dovevo
fermarla…dovevo…dirle qualcosa… Ma
poi… quella magia Antima
la colpì in pieno… lei… l’ho
vista…cadere senza un minimo di forze…e per
salvarmi sono dovuta scappare come
un coniglio, con la coda tra le gambe e tra le lacrime tra le vie di
questo
tempio…’.
Il
dolore di Lulu commosse un po’ tutti. Nemmeno Yuna sapeva di
questa storia.
Già, quella maga era stata davvero sfortunata, e
chissà se questo
pellegrinaggio sarebbe stato un vero riscatto…
‘Mi…dispiace…Lulu…’
disse Wakka a voce bassissima. Lei si girò di scatto,
facendo capire con lo
sguardo a Kimahri che era l’ora di andare.
‘Il
custode del tempio viene creduto tutt’ora… un
allievo di Sin per la sua tecnica
color porpora… i coraggiosi ci avevano provato, ma senza
successo… forse perché
superbi o inesperti di fronte ad esso… occorre conoscere a
fondo la magia
contro lo stesso…’ fece Hypnel, che riprese a
sorridere perfino al momento più
delicato, mettendo le braccia conserte come se aspettasse che se ne
andassero.
Così
i due entrarono nel tempio, i cui effluvi neri facevano girare la testa
e
confondere i pensieri. Tutti gli altri li seguirono fino al chiostro,
mentre
Hypnel e Tidus preferirono non seguirli.
Mi
sento troppo
stanco… è meglio che Lulu risolvi questa faccenda
da sola…
Il
tempio all’interno era completamente o quasi tutta una scia
oscura a spirale
che girava tutto intorno, partendo dalle pareti esterne andando verso
l’alto, a
quella lanterna che faceva uscire quegli strani effluvi. Ciascuna
particella di
quell’aria sinistra faceva confondere, sentire voci strane e
vedere diverse
allucinazioni, ed ogni volta che a Lulu sembrava vedere Belgemine,
qualche
lacrima bagnava il pavimento, segnato da ogni sorta di simbolo strano o
malefico. La luce era data da alcuni lampadari a fiamma di colore
fucsia, la
cui parte terminale seguiva la scia a spirale nera che andava verso
l’alto. Le
statue erano rovinate ma fortunatamente in piedi, ed una lunga scala
portava
verso il chiostro della prova. Il lungo e continuo inno
risuonò nei diversi
angoli del luogo sacro, mentre diversi simboli riempivano le pareti e
parti di
quel pavimento scuro.
Lei
non ci pensò due volte: ella aprì subito la
porta, seguito dal Ronso affianco,
che annuì continuamente per darle sostegno, mentre gli altri
restarono nella sala
d’ingresso, cercando di resistere agli effluvi. Infatti, Yuna
era convinta che stare
a contatto con essi era un perfetto allenamento per la mente: serviva
per
esercitare se stessa e gli altri a distinguere il vero dal falso, le
vere
sensazioni e quelle prodotte alle magie oscure. Bel
“risveglio” mattutino…
anche se Wakka preferì pregare davanti alle statue,
emettendo una grande
esclamazione di sorpresa quando gli sembrò di vedere davanti
ai propri occhi la
figura di Braska.
Hypnel,
quando vide la porta del tempio richiudersi, si voltò verso
Tidus, che era
seduto a gambe incrociate per terra, come se non ce la facesse
più a reggersi
in piedi. Guardava un sassolino che prese con la mano e lo
girò in ogni
direzione, trattandolo come una pallina da gioco. Il prestigiatore fece
un
sorrisone incredibile, come se fosse finalmente arrivato il momento
giusto che
lui aspettava da tanto tempo.
Chissà
se c’è un modo
per ringraziarla… in fondo sono venuto così,
all’improvviso, facendola sparire,
sì e no, confondendola non poco… Ma anche se il
mio chakra fa paura, per
qualcosa che proprio non ricordo, spero
che serva per cambiare anche la sua vita sfortunata in qualche
modo…
‘Turbamenti,
sogni e poteri nascosti?... E’ inutile che continui a
riflettere dove fosti…
chi tu sia veramente, ricercando nel passato… la tua
infanzia, le persone care,
quello che eri stato… hai bisogno di aiuto, di qualcuno che
qualcosa ti sveli…
non aspettare che te lo dica la sorte, o i cieli… ma apriti,
esponi i tuoi
problemi… con chi forse ne sa più di te senza
escludere estremi… perché
comportarsi così è solo da sciocchi e
scemi…’.
Tidus
non sopportava più le parole di Hypnel e le sue odiose rime.
Gli scambiò uno
sguardo di ghiaccio e severo, nonostante il chiaro colore dei suoi
occhi.
‘Hai
sempre, dico, puff…sempre qualcosa da dire??!! Non ti fai
mai i fatti tuoi,
pant…?? Se ho dei problemi li tengo per me!!! E non li vado
di certo a dire ad
uno che mi ride sempre in faccia anf…e che non ha rispetto
per nessuno, se non
per Yuna…pant!!!!’.
E’
il momento…
si disse Hypnel. Non
andavano bene le buone?? Andiamoci con le cattive…
Lulu
si destreggiava perfettamente tra i vari ostacoli che il chiostro le
presentava
davanti. No, non era una serie di enigmi come le volte precedenti, ma
era una
lunga battaglia con le forze oscure. Fantasmi che tiravano la gonna,
che
rubavano la lancia a Kimahri, altri che si erano divertiti a strappare
alcune
preziose pagine del libro vecchissimo della maga, che cercava di
raccogliere
tutto, anche i singoli frammenti. Erano anime di morti non trapassati,
che
avevano mantenuto il loro corpo grazie al potere oscuro del custode,
che
controllava parte delle porte dell’Oltremondo. I
più cattivi, i più pestiferi e
birichini erano tutti lì, in quella via a senso unico che
sembrava non finire
mai, perché per via di trucchi, scherzetti e confusioni
varie avanzare di
alcuni metri diventava difficoltoso. Alcuni di essi si divertivano a
generare
allucinazioni con gli effluvi oscuri, tanto che Kimahri
scambiò Lulu per un
mostro dai peli neri e dagli occhi rossi. Con qualche acciacco qua e
là,
arrivarono al naos dell’intercessore, accompagnati da un
forte giramento di
testa. Alcuni attacchi psichici erano stati così potenti che
Lulu a stento
riusciva a parlare e Kimahri a pensare.
‘Forza…qua
è la porta… Andare prima io… Tu
faticato tanto…e questo Kimahri lo sa… Non
preoccupare… il custode essere ucciso da
te…’.
Dopo
quelle parole egli sprangò la porta nerissima come la pece
che cadde facendo un
tonfo funerario. Dentro, seduto come se meditasse, il custode: a prima
vista
sembrava un guerriero umano, dotato di una corazza spessissima e
curveggiante di
metallo, che lo rivestiva da capo a piedi. Era alto almeno dieci metri
o più,
ed armato di una spada a sciabola, sulla quale c’era una
scritta scolpita in
grosso “Naghirai”,
che in lingua antica significava “morte
eterna”, riconosciuta dalla maga. I suoi occhi erano di color
fucsia e
brillantissimi, che comunicavano solo inquietudine e sensazioni
sinistre.
Ciascun suo passo faceva vibrare ogni cosa, e sotto i suoi piedi
uscivano altri
effluvi neri, che si muovevano come se comandati dallo stesso custode.
‘Kimahri!!
Distrailo!! Io lo colpirò con Flare!!!’
disse Lulu, che
già era con il libro antico, pronta a dire la formula.
Distrarlo?? Era una
parola…
Gli
effluvi si avvicinarono ad una velocità incredibile verso i
due: Lulu vide il
suo libro strapparselo dalle mani per poi librare
nell’oscurità e nel vuoto,
peggio andò per il Ronso. Era stato letteralmente confuso da
quell’aria, peggio
dell’alcool o di dodici botte in testa. Stava quasi per
cadere per terra, per
poi ridestarsi barcollando e in maniera molto lenta. Ai richiami di lei
il
leone si girò e rivolse la lancia appuntita correndo come un
pazzo verso di
lei, fuori controllo…
Hypnel,
quando si chinò sulle ginocchia davanti a Tidus,
cambiò espressione in maniera
stranamente seria. Troppo seria… Ah,
finalmente hai capito che mi davi fastidio!!!
Il
prestigiatore lo incrociò con i suoi occhi che subito
divennero penetranti. Si
strofinò le mani così leggermente da non fasi
sentire e vedere, e lentamente
iniziò a compiere gesti dolci, quasi cullanti, tanto che le
forme sinuose a
spirale dei suoi guanti verdi, fucsia e bianchi sembravano mischiarsi e
girare
tutt’all’improvviso, mentre il biondo non si fece
intimorire nemmeno un po’,
come se fosse una vera sfida e gioco di sguardi, occhi viola contro
occhi blu.
‘Ora
guardami attentamente e con cura… cosicché la tua
confusione più non dura… vedi
queste mani, che hanno aiutato molta gente,… che hanno dato
sollievo e conforto
veramente?... E’ ora che ciò che ti circonda
diventa vuoto… è ora che quello
che devi fare ti sia noto… ora ascolta bene la mia mente e i
miei pensieri… ora
segui solo me e annulla tutti i tuoi pareri… ora sei sotto
il mio controllo ed
ogni mio comando,… ora ubbidisci ad ogni incarico che ti
mando… ti ordino ora
di seguirmi fino alla fine… là, a Bevelle, dove
il destino si compierà
alfine…’.
Da
qui il mondo visto dal punto di vista di Tidus divenne un ultra mix di
ogni
cosa da cui non si poteva distinguere più il bianco dal
nero. Ogni parola, ogni
virgola di quell’ipnotizzatore creava una spirale in
più, che mischiava i bordi
e i volumi degli oggetti, li rendeva indistinguibili, fino a quando
tutto
divenne grigio e sbiadito, quasi peggio di un sogno, e
l’unica cosa che
rimaneva evidente e definibile nella sua mente erano quegli occhi
incantatori…
Lulu
non sapeva cosa fare, ed aveva solo pochi secondi per pensare. Recitare
la
formula subito per far secco il custode o schivare il Ronso confuso che
voleva
ucciderla con la sua lancia?? L’aveva capito che era sotto
l’effetto stordente
degli effluvi magici, ma il dolore dei suoi ricordi la spingevano a far
sparire
quella sorta di soldato in formato gigante, che dopo aver creato
scompiglio ai
due, sembrava starsene lì a guardare come i compagni si
uccidevano a vicenda.
La maga schivò il colpo con la formula Doppioteam,
grazie al quale ella creò diverse immagini e finti ologrammi
di sé, che Kimahri
cercò di colpire in ogni modo, dall’alto al basso,
di taglio o di punta, mentre
si potevano vedere uscire dalle sue narici fumi neri che accecavano la
sua
ragione e la sua coscienza.
Lulu
stava per concentrarsi quando il custode andò
all’attacco con la sua spada
Naghirai, che creò un tremendo terremoto che fece cadere il
leone, Lulu e il
libro insieme, appena appena raccolto da terra con grande
difficoltà. La maga
ricordò nel suo subconscio delle parole, che ella
cercò di dire quando
Belgemine già non le rispondeva più in quel
così vicino passato, quella formula
che le sue lacrime avevano bloccato e soffocato. Era come se quelle
parole
gliele dicesse lei, come se lei fosse l’unica anima tra quei
fantasmi a
parlarle amichevolmente.
Ella
si alzò in piedi, ferita, con alcune gocce rosse che le
rigavano il viso dalla
parte sinistra, fino ad arrivare sulle sue labbra viola e carnose.
Lasciò
perdere il libro e guardò con i suoi occhi rossi il custode,
che aveva caricato
sulla sua spada una grande quantità di effluvi neri, pronto
per darle il colpo
secco di grazia a salto. Lei non si fermò, quelle parole ce
le aveva in bocca,
era la sua ex-invocatrice a dirgliele, a sussurrargliele. Chiuse gli
occhi e
rivolse in alto il suo braccio destro coperto dalle lunghe maniche in
grigio
scuro del suo vestito ricamato, mentre il suo compagno stava per
colpirla con
la sua lancia appuntita. In breve tempo, concentrandosi al massimo e
usando tutta
la sua esperienza, disse alcune strane parole che terminarono in una
sola…
‘Flare!!!!!!!!!’.
|
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Capitolo 20 *** Cap.20: The Law of the Most Powerful ***
In
breve tempo si creò una scia di fuoco a spirale,
incredibilmente potente,
nonostante l’assenza completa di sfere magiche. La maga mosse
quelle lingue di
fuoco verso il centro del Naos, occupato dal custode, che rivolse la
sua spada
gigantesca contro di lei, fino a quando dal basso si liberò
tutta quella magia,
a cascata, che lo investì in pieno, e con il leone che era
ormai a pochi metri
da lei con la lancia già di punta. Il custode si
fermò di colpo, rimanendo
stordito, o forse bloccato dalla corazza stessa che lo ricopriva,
diventata di
un arancione fluorescente, tanto che si era scaldata. Poi cadde
all’indietro di
colpo, accompagnato da un tremendo terremoto ed un forte frastuono,
sentito
fuori e dentro il tempio.
‘Ma…cosa??
Un’altra all…lu…cinazione??’
chiese quasi urlando Wakka, che parlava a fatica
per le forti vibrazioni.
‘No…deve
essere successo qualcosa!!!’ esclamò
l’invocatrice, che si aiutò con la sua
asta a malapena.
Auron
mostrava una calma assoluta e forse invidiabile. Egli voltò
i suoi occhi
castani verso la porta del Chiostro della prova oltre le scale, con il
braccio
raccolto vicino al petto. ‘Se la stanno cavando
bene… davvero bene…’.
‘Lo
spero…Io…non voglio che perdano la vita per
me...’.
‘E’
questo il dovere del guardiano…’ rispose il
professionista alle parole
innocenti di Yuna, che già immaginava almeno dieci diverse
versioni e
supposizioni su ciò che stava accadendo.
L’enorme
tonfo fece cadere l’elmo pesante del custode, mostrandone la
testa scoperta,
così scura che non si riconoscevano né eventuali
capelli, né lineamenti o
altro. Gli effluvi neri erano rientrati all’interno
dell’avversario, e Kimahri
riprese controllo di sé, quando era ormai a pochi centimetri
dalla maga.
‘At…taccalo…O…ora!!!’
disse lei quasi urlando, dopo aver consumato tutte, ma proprio tutte le
sue
energie per quell’attacco furioso.
Lui
tirò fuori la sua massima forza e grinta, e usando la sua
lancia come l’asta
dei saltatori in alto, fece un elevato balzo che gli
acconsentì di aggrapparsi
ad un lineamento della corazza sul petto del nemico. Questo si stava
rialzando,
e seguì con gli occhi fucsia luminosi Kimahri, che si
destreggiava
velocissimamente in quei lineamenti e finiture, fino ad arrampicarsi e
raggiungere la testa.
Egli
prese la sua lancia, la portò in alto con entrambi gli arti
superiori
muscolosi, e senza guardare o fiatare, ficcò la sua arma
sulla fronte del
custode, che iniziò a barcollare sempre più
fortemente, fino a ricadere a
pancia in su e non mostrare più segni di vita.
Il
leone così scese abilmente prima del tonfo metallico della
corazza, e in quel
momento Lulu svenne di colpo, dopo violenti giramenti di testa, che le
avevano
concesso di vedere solo il momento cruciale dell’attacco.
Così il leone corse
da lei immediatamente, e dopo averla guardata per qualche secondo,
sentì dietro
di sé lo strano rumore di un tintinnio. Mentre la stava per
prendere in braccio
vide con la coda dell’occhio un oggetto rotolare ed
avvicinarsi. Era sfera
fucsia di Djose, la sfera dei poteri dell’oscurità
e della psiche, che
raffigurava un simbolo molto chiaro, “e”.
Kimahri la prese e se la mise nell’unica tasca di cui
disponeva il suo “vestito”.
‘Ora
tornare indietro…
tu stata brava Lulu… tu grande guardiana…’—fece
il Ronso a bassa voce—‘…Kimahri
portare te
fuori dagli altri…’.
Il
potente attacco psichico di Hypnel, unito alla stanchezza fisica e
mentale dato
dal chakra, fecero tornare la ragazza al suo posto. Quando si
liberò in un
brevissimo lasso di tempo una sorta di fiamma blu che andava dal basso
verso
l’alto e che investì dapprima il biondo, e poi
lei, l’ipnotizzatore iniziò ad
avere alcuni dubbi sull’efficacia della sua ipnosi. E se era
riuscito a domare
una sola delle due identità?? D’altronde non si
era mai posto questo problema quando
si limitava ad usare le sue abilità contro chi gli faceva
girare le scatole…
Da
dove, e soprattutto chi gli aveva insegnato quelle arti?? Ed erano pure
vietate, visto che si trattava di manipolare l’animo e
l’io delle persone…
‘Ora
facciamo una prova efficace… inchinati davanti a me, cosa
che mi compiace…
ubbidiscimi ed esegui la missione che tutto tace…’
disse Hypnel, sperando che
anche la ragazza lo avrebbe ascoltato.
Lei
aveva le pupille totalmente dilatate, gli occhi socchiusi,
l’espressione persa
e con l’assenza totale di ogni tipo di emozione. Gli occhi
erano fissi, le
spalle in basso, le mani e le gambe che sembravano aspettare proprio da
lui un
ordine preciso. Muovendosi lentamente e senza fiatare, pose il suo
ginocchio
destro piegato, per poi mettersi totalmente bocconi, con le mani a
terra, e
lentamente piegò verso il suolo la testa, per poi restare
lì, immobile, fino al
prossimo comando del suo nuovo padrone. Egli, ritrovando il sorrisone
si
avvicinò e alzò la sua testa con la mano sinistra
sul suo mento, pensando
quanto fosse fortunato: quelle due identità erano
così vicine ed unite che
subivano quasi gli stessi dolori, le stesse emozioni, ed anche gli
stessi guai.
Ora poteva contare su “due” servitori, anche se a
lui interessava solo l’altro…
‘Ora
ti semilibero dall’ipnosi per precauzione… e
con uno schiocco di dita tornerai completamente
all’azione… e finalmente
sarò il re di tutte queste persone…!! Quello che
farai non lo ricorderai da
cosciente… perciò non ci saranno molti sospetti
veramente… ora ascoltami e
segui la tua strada presente...’.
Detto
questo, Hypnel fece davanti a lei un forte schiocco di dita, che
ridusse la
grandezza delle sue pupille: la ragazza restò in
quell’espressione persa, ma
smise di stare immobile come in attesa di ordini...
La
porta del Chiostro della prova si aprì di colpo e tutti si
avvicinarono alle
scale. Reso scuro dall’insolita luce dietro di lui, Kimahri
iniziò a scendere
le scale lentamente, con la maga in braccio posta orizzontalmente e
vicino al
suo petto viola, svenuta, con gli arti che sembravano senza vita.
‘LULU!!!’
esclamò l’invocatrice, che salì subito
le scale e cercò di parlare con lei.
‘Sta
bene… Ha solo bisogno di riposo…’ fece
Auron, mantenendo quella sicurezza
indistruttibile. Ma c’era qualcosa che davvero non quadrava.
Aveva una strana
sensazione, come ci fosse un pericolo imminente.
‘Lulu!!
Rispondi!!! Chi mi darà poi le strigliate???!!’
urlò Wakka cercando di darle
forza con qualche battutina.
Poi,
lentissimamente, lei aprì gli occhi a metà, ed
alzò la sua mano destra che fece
una sorta di “ok”, come lo aveva visto fare molte
volte da Wakka, e tutti
ritrovarono piena serenità e determinazione, soprattutto
appena che il Ronso
mostrò a tutti la nuova sfera di Djose, che lanciava
scintille e raggi magici
di color fucsia brillante.
‘Sto…sto…bene…’
fece lei, e tutti lì attorno risero, rincuorati.
Già Yuna pensava di fare un’altra
pausa, ma intervenne improvvisamente il guardiano professionista, in
tono
certissimo e deciso.
‘Non
possiamo restare qui… dobbiamo andare… Aiuteremo
Lulu…’ disse lui, girando la
testa e mantenendo un’espressione pensosa.
‘COME???!!
Cosa???!!’ fece l’ex-capitano.
‘Lui
ragione… non c’è tempo…
Kimahri aiuta maga… è tutto a posto…
Pericolo vicino…’.
Alle
parole della voce poco umana il più religioso del gruppo
rimase scettico. Invece,
Yuna seguì il loro consiglio, fidandosi ciecamente.
‘Ma cosa sapete voi??!!
Cos’è…vedete nel futuro?? Lulu
è stanca!! QUINDI DOBBIAMO riposarci!!!’.
Nessuno
rispose a Wakka. Anzi, mentre tutti si diressero verso
l’uscita, Yuna lo prese
per un braccio delicatamente e lo illuminò con il suo bianco
e speranzoso
sorriso.
‘Dai…non
te la prendere… a volte devi ascoltare quelli che hanno
più esperienza… Ed ora
che abbiamo tre sfere… andiamo a prendere la
prossima… quella di Macalania!!’.
All’uscita
del gruppo Hypnel sorrise ampiamente alla vista della nuova sfera
dell’oscurità, e subito li incitò a
proseguire per il cammino, senza nemmeno considerare
le condizioni della maga. Spesso lanciava occhiate alla ragazza orfana,
per
controllare che davvero la sua tecnica stava funzionando. Non faceva
motto, non
fiatava, sembrava come se avesse perso tutti i sensi, o semplicemente,
usarli
solo per il suo padrone. Il primo ad accorgersi fu il curioso Wakka.
Aveva già
lanciato diverse domande, anche piuttosto sciocche alla ragazza, senza
ottenere
né una risposta, né una minima reazione.
Esattamente come una persona che si fa
completamente i cavoli suoi e non guarda neanche in faccia.
L’ipnotizzatore
vide l’espressione pensosa dell’ex-blitzer, che non
riusciva a capire cosa era
successo, e cercò così di sviare.
‘Prendiamo
ora la rotta del Fluvilunio… qui alberi e flora ne fanno
completo dominio…
dovremo passare poi per tal fiume luminoso… Stanno
già sospettando? Per loro sarà
pericoloso… non posso andare avanti di questo
passo con questi… è troppo lungo andare
attraverso tutti i posti… potrebbe
essere tardi continuar a rimaner nascosti…
La
rotta verso il “fiume luminoso” era verso sinistra
al bivio che il gruppo aveva
passato prima [cap.17]. Il tempio era sull’altra riva di
esso, situato dopo la Piana dei Lampi e il
bosco
di Macalania. Il cielo era nuvoloso, ma si stava bene e la via era
affiancata
da erba verdissima e molto alta, con alcune margherite qua e
là, e più lontano
dalle rocce dalle dolci curve, che ricordavano ben poco quelle
scivolose di
Micorocciosa. La strada era sterrata ed “innocua”,
tanto che si vedevano alcuni
animaletti scorazzare in giro vistosi. Il problema, durante quel
cammino, era
più rappresentato da alcuni piccoli mostri, o dalle forme
gelatinose, o che
erano delle giganti piante velenose dalle lunghe e taglienti lame,
altri ancora
erano degli enormi coleotteri dotati di una spessissima corazza, spesso
attaccati da alcuni uccelli dal becco perforante, usato per nutrirsi
delle uova
giallastre che essi portavano sulla violacea corazza. La maga era
sfinita, ma
aiutata dal buon Kimahri; Yuna cercava di portare sempre
serenità e si
preoccupò di trovare la concentrazione giusta per lanciare
il nuovo Eone di
Djose, Anima. Erano più Wakka ed Auron a liberare la strada:
l’uno si occupava
degli uccelli e delle api gigantesche con la sua palla chiodata,
l’altro si
occupava dei mostri corazzati. Era davvero un gioco da ragazzi per
loro, o i
mostri erano troppo docili?
Durante
la strada incontrarono la sacerdotessa Shelinda, che li benedisse
ampiamente,
dopo aver fatto segno di riverenza. ‘Buona
fortuna… forse ci vedremo poi a
Bevelle…’.
‘Vi
ringrazio di cuore…’ fece l’invocatrice,
facendole vedere le sfere raccolte.
Esse lanciavano scintille rosse, arancioni e viola. Mancano le altre
tre… pensò
tra sé. La sacerdotessa invece notò lo sguardo
completamente fisso e perso
dell’orfana, che sembrava non essere interessata di nulla.
Lei decise di
seguire il gruppo per un po’, almeno fino a quando il
sentiero non andava
attraverso il piccolo bosco che si trovava vicino al Fluvilunio,
cercando di
capire cosa avesse, senza allertare troppo, specialmente Yuna.
‘Presto…noi
dovere anche fare riposare Lulu…’ disse Kimahri,
girandosi solo con la testa e
proseguendo avanti, mentre Auron ed Hypnel erano già
distanti qualche centinaio
di metri. Il primo andava con una fretta incredibile. Aveva bevuto il
suo
ultimo goccino. Già, goccino: la sua borraccia era
completamente vuota. E lui
davvero non poteva stare senza di quel la specie di liquore: era
così
importante che lasciò perdere l’invocatrice,
già, lui, il guardiano più esperto
e più ricordato dopo il disastro con Braska… Era
lì, a correre come un pazzo,
trascinandosi la sua katana, la sua giacca, a trovare quel
liquore…
‘Adesso
prenderemo la sfera di Macalania…’ fece Yuna, con
quel sorriso incredibile, e che
non notò la corsa di Auron, coperto dalle ombre di alcuni
alberi.
‘Sì…voi
ce la farete…come il vostro antenato Braska!!! Permettetevi
di seguire la
strada per un po’ con voi…’.
A
parte i soliti noti, si era ormai capito che Noemi o aveva ricevuto una
botta
in testa, o aveva dormito male, o Tidus gli aveva fatto qualcosa. Wakka
voleva
lasciar perdere, e pensare alle cose più importanti, ma a
quella ragazza ci teneva
davvero tanto. Aveva notato che Shelinda voleva fare lo stesso, e per
non far
preoccupare l’invocatrice, cosa più importante,
essi si avvicinarono a lei, che
era anche quella che camminava più lenta.
‘Vi
sentite male?? E’ successo qualcosa??’ chiese quasi
sottovoce la sacerdotessa,
che già stava prendendo dalla tasca del suo abito da
templare alcune piccole
pozioni rigeneranti. Wakka le passò la mano destra avanti ed
indietro come il
pendolo di un orologio davanti ai suoi occhi verdi, ma non
riuscì nemmeno a
farle muovere le pupille. Hypnel, come se avesse avuto un terzo occhio
dietro
il collo, si fermò e si blocco come se pietrificato. Era il
momento?? Lo
avrebbero scoperto??? Aveva fatto un’ipnosi troppo potente??
‘E’
come se fosse sotto ipnosi… Aspetta!!
Ecco…quest’ “Erba
dell’Eco” è la migliore
cura possibile…’ fece la sacerdotessa, fino a
quando Yuna si girò.
‘Heeeeeyy!!!
Volete rimanere indietro??’ disse lei, agitando la mano
destra, dapprima
velocemente, poi più lentamente fino a tornare in basso al
rallentatore. Sì,
era davvero preoccupata adesso…
Erano
arrivati alla via che attraversava il bosco: c’era una nebbia
leggera leggera
che copriva il suolo, e gli alberi erano sempreverdi, come pini, anche
se non
avevano nulla a che vedere con il mondo che conosceva
l’orfana per le forme
attorcigliate ed anche spigolose. Il Fluvilunio si poteva
già intravedere,
forse…
‘Non…ha
funzionato!! Cos’ hai?? Noemi...Noemi???
Noe…’.
‘HAHAHAHAHAHAAHAHAHAHAH…’.
Quel
sorriso fu fortissimo. Sì, era stato proprio lui…
‘Ma…COS’HAI
DA RIDERE TU???!!!’ disse l’ex-capitano, che stava
per aggredire o quasi
Hypnel. Questo si girò lentamente, mostrando uno sguardo
fulminante, che tolse
le parole a Yuna, e che bloccò Kimahri, il quale aiutava con
il braccio
sinistro possente il cammino faticoso della maga.
‘Ah,
ah, ah…esatto…esatto…che
perspicacia… sapete anche che potere nasconde con
audacia?... Non vi ascolta più poiché
è sotto il mio totale controllo… la
priverò del chakra per me senza alcun fallo… lo
userò per eliminare prima Sin e
poi diventare il padrone del mondo… e grazie al Sacrificio ora basta solo un mio
dimando… vi accorgerete davvero
quale sia la forza di fondo…!!!’.
Shelinda
non credeva alle sue orecchie. Quella ragazza nascondeva un chakra?? E
perché
allora non era un’invocatrice come Yuna??
‘TRADITORE!!!!’
urlò Wakka, che subito si mise davanti a Noemi per
proteggerla, a braccia
aperte e distese sui lati, mentre il leone lasciò
velocemente e con delicatezza
la maga per puntare la sua lancia contro l’ipnotizzatore
proteggendo invece Yuna.
‘Ma
dov’è quel pezzo di guardiano???!!!’
diceva Wakka, guardandosi qua e là senza
vederlo…
‘Eravate
convinti che fossi solo un prestigiatore???... Ho aspettato fin troppo
questo
momento con fervore… adesso mi basta portare lui e lei a
Bevelle… là dove il
trasferimento sarà completo sotto le stelle… e
loro acconsentiranno, se non
vogliono finire in barelle…’.
‘Co…cosa??
Di chi state parlando?? Di loro chi??’.
Alle
domande di Shelinda, Wakka ebbe un brivido indescrivibile, mentre
Hypnel scoppiò
ancora a ridere. Poi egli smise di colpo e schioccò le sue
dita. La ragazza
riprese a muoversi così improvvisamente che il suo compagno
davanti si spaventò,
mentre il leone non perdeva di vista il traditore. Lei si
avvicinò a questo,
quasi zoppicando davanti ad Hypnel, per poi fermarsi di colpo ed
inchinarsi per
baciargli gli stivali di velluto neri, anche per diversi secondi.
‘Ma…cosa??
Noemi Che stai facendo????!!!!’.
‘Lei
è…colpita…dall’ipnosi….dobbiamo…svegliarla…prima
che…la magia…’.
Lulu
non fece in tempo a dirlo. Era forse troppo tardi…
‘Basta
chiacchiere o commenti: un litigio tutto confonde…
sarà lo stesso Tidus a
portarvi fuor delle sponde…’—poi egli si
volse verso la ragazza, che a quelle
parole già era completamente avvolta dal chakra blu, come se
anche l’altro
rispondesse agli ordini—‘…VAI, amico
mio, libera la via piena di alberi e
fronde…’.
Wakka
non voleva credere ai suoi occhi. La ragazza si alzò e si
girò lentamente, e la
luce divenne così forte da non riuscire più a
distinguerne i contorni. Quando egli
riaprì gli occhi dopo alcuni secondi vide davanti a
sé il suo migliore amico.
Già, con la brillante Fraternity in mano e con le pupille
nere che avevano
completamente sostituito l’iride azzurra dei suoi occhi, che
rimasero socchiusi,
che non esprimevano nulla…così come le sue
spalle, il suo viso smorto…irriconoscibile…
‘Ma…cosa??!!
Il chakra…due persone???!!’.
Shelinda
venne messa subito fuori gioco. Tidus disse con voce
‘robotica’ la formula Slow
che rallentò quasi da bloccare completamente
la povera sacerdotessa. E l’ipnotizzatore rimase
lì, a guardare, con il suo
sorrisone ed a braccia conserte. Mancava solo qualche pop corn per
godersi lo
spettacolo. Lulu rimase sconcertata; non tanto da quello che stava
succedendo,
quanto dall’incantesimo che Tidus era riuscito a fare. Quella
magia, infatti,
controllava il tempo, e si diceva che non ci fossero nemmeno magie
proibite che
lo manipolassero a piacere. Lei stessa, da maga esperta, non aveva mai
saputo o
vista, o letta una cosa simile, e questo la inquietò non
poco. Aveva ragione…quel
chakra era diverso dagli altri. Forse nascondeva qualcosa di
più. Qualcosa di
molto, davvero molto pericoloso. Era forse vero quello che tanto si
citava e
parlava negli anni?? Dopo tutto quello che era successo, dopo tutto
quel tempo,
si pensava che era tutto inventato. Era una storia vera, o
semplicemente una di
quelle cose che si nascondono?? Non era ancora
sicurissima…ma di certo iniziò a
sospettare…
Wakka
non sapeva reagire. Era bloccato da quello che aveva visto.
Quell’espressione,
che era passato in pochi giorni dallo sconforto al sorriso
puro…non esisteva
più?? Come poteva attaccarlo, dopo tutto??
Lo
stesso lo era per Yuna, che continuava ad incitarlo, a parlargli, ma
non c’era
verso. Non c’era davvero nulla da fare??
Kimahri
invece non ci pensò due volte. Egli iniziò a
correre velocissimo con la sua
lancia di punta prima contro l’ipnotizzatore, e poi contro lo
stesso Tidus, che
proteggeva il suo padrone.
‘NOOOO!!!
Non farlo!!!! Kimahri!!!’ urlò Yuna, che venne
presa per il braccio da Lulu,
nonostante la sua grande fatica e la sua debolezza.
‘Lascia
perdere… se dobbiamo ucciderlo per continuare il nostro
pellegrinaggio ed
affrontare Sin, non abbiamo altra scelta…’
spiegò lei, che prese il libro
magico debolmente, e fu già pronta per colpire il biondo,
che di certo avrebbe
protetto con il suo chakra Hypnel.
Improvvisamente
la corsa furiosa di Kimahri venne bloccato dalla magia Megagrav
di Tidus, che alzò semplicemente la
mano destra davanti a sé, messa a palmo piatto e
trasversalmente rispetto al
suo braccio coperto da una manica corta e gialla. I suoi occhi
restarono gelidi
appiccicati a quelli gialli del leone, che in breve tempo venne
scagliato
dapprima lentamente, e poi velocemente indietro verso alcuni alberi che
si
trovavano ad almeno venti metri di distanza come se volasse. Lui
assorbì la
caduta violenta con il suo corpo possente, aiutandosi anche con la sua
lunga
lancia. Lulu non aveva forze sufficienti per lanciare
l’attacco magico, e così,
vedendo Yuna completamente bloccata nell’agire,
cercò di incitarla per fermare
l’ex-amico, che sembrava avere tutta l’intenzione
di fare tutti fuori.
‘Yuna!!!!
Presto!!!...Usa… la sfera di Djose!!... Invoca
l’Eone!!!... Quel chakra…non è
normale!!! Le sue magie…non le conosco!!!’
urlò la maga, ancora per metà china
sulla sua schiena.
Lei
la guardò con occhi lucidi. Non aveva il coraggio di farlo.
Infatti, l’Eone era
comunque un essere estremamente potente, che secondo Lulu poteva
battere anche
battere un chakra anomalo come quello, anche se non era certissima.
Wakka si
avvicinò correndo al biondo, e mise le sue mani sulle sue
spalle, guardandolo
faccia a faccia ed agitandolo avanti ed indietro, mentre Hypnel
continuò a
ridere senza fermarsi.
‘ALLORA!!!!
SVEGLIATI!!!!!!! Ti ha fatto il lavaggio del cervello!!!!!’.
Wakka
vide davanti a sé alzarsi la testa e rivolgere le pupille
nerissime senza iride
e perse del suo amico verso di lui, quando si creò tra loro
una specie di scudo
fatto di chakra, che divenne sempre più brillante e forte,
fino a fare
pressione sull’ex-capitano per poi scagliarlo indietro fino
agli alberi, dove questo
batté fortemente la testa, che iniziò a vedere
gli uccellini-chocobo girargli
attorno.
Poi,
senza perdere tempo, Tidus si girò avvicinandosi a passo
lentissimo verso Yuna,
continuandola a guardare con occhi gelidi e fissi. Lei si
alzò e puntò la sua
asta vicino a sé, che le copriva le lacrime sul suo bianco
viso, con la parte
terminale più larga sulla sua fronte, e con la sfera
dell’oscurità in mano, e
si concentrò per invocare l’Eone Anima. Ella
quando allargò le braccia il cielo
sopra e il suolo davanti a lei si colorarono di nero, e dalle nuvole
scese come
una sorta di catena gigantesca, che terminava con una specie di ancora
a tre
punte di metallo pesante, che perforò il suolo. La catena
poi tirò con grande
lentezza verso l’alto, e dalla terra che mandò
effluvi oscuri uscì un enorme
essere, tutto incatenato, incapace di muoversi, con due enormi arti
messe
attorno alla vita legate, e due altri arti più piccoli che
sbucavano dal suo
collo, e l’altezza complessiva era almeno di venti metri. La
sua testa era
tutta fasciata, e c’era solo una parte scoperta, dove si
poteva scorgere
l’occhio dell’essere magico, che sembrava, come
dire, sanguinare continuamente
senza fermarsi. Dalla bocca uscivano diverse fauci, storte e contorte,
dalle
quali uscivano strani fumi nerissimi. Gli arti inferiori di Anima non
erano
visibili: sembravano conficcati nel terreno, come se fosse nascosta
un'altra
parte di sé, e quando uscì lanciò
diverse grida e stridii, come se fosse in
preda ad un enorme dolore atroce ed insopportabile. Già,
come se soffrisse per
la morsa di tutte quelle catene che lo circondavano.
Yuna
non riusciva a nascondere le lacrime, e vedendo tutti i suoi compagni,
chi più,
chi meno a terra, e poi vedendo il suo amico davanti, di cui si era
sempre
fidata, che stava facendola uscire dalla sua timidezza, urlò
con tutta la forza
e il dolore che aveva, forse più grande di quello
dell’Eone.
‘A…Anima…’—e
pose l’asta verso
Tidus—‘…A…attacca…!!!’.
Anima
subito concentrò una grande quantità di effluvi
sulla sua bocca, che subito
iniziò a brillare all’interno sempre di
più, mentre gli altri si avvicinarono
al campo di battaglia, ed Hypnel iniziò a preoccuparsi un
poco. Tidus era
pronto a schivare qualsiasi colpo per eseguire gli ordini, ma non aveva
fatto i
conti con il tipo di attacco dell’Eone. In breve tempo, dalla
bocca uscirono
degli effluvi così condensata che divennero più
duri del ferro, e si diffusero
verso il biondo come il ragno che lancia la sua tela, in tutte le
direzioni. Le
scariche nere erano fittissime, e colpirono praticamente
l’intera area davanti
ad Anima, creando una nube di povere che per alcuni attimi
annebbiò le viste di
tutti.
‘Noooo!!!!
A…aspetta!!!!!!!’ urlò
l’invocatrice con voce rotta, correndo verso la polvere.
Quando la nebbiola si dissolse, si notò che una di quelle
scariche avevano
trafitto nettamente l’addome di Tidus, che dopo alcuni passi
zoppicanti all’indietro,
senza fiatare cadde all’indietro, e con lui anche la spada
prima portata con la
mano inguantata sinistra, creando un tintinnio acutissimo che ben si
sentiva
nel silenzio più assoluto di tutti coloro che avevano visto
l’attacco.
|
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Capitolo 21 *** Cap.21: The Reason ***
La
nuvolosità del cielo rendeva i raggi solari deboli e fiochi,
e difficoltosa un
poco la vista da lontano. Anima era ancora lì, a lanciare
grida e stridii per
il suo dolore, e stava per essere seguita da Yuna. Wakka si era appena
ripreso
dalla botta in testa, e credeva di avere ancora alcune allucinazioni e
confusioni, e Hypnel, invece, aveva perso totalmente il sorriso, e
stava già
pensando alla via di fuga. ‘Ma Auron dove finito??’
si chiedeva Kimahri,
pensando che l’ipnotizzatore e Tidus non fossero gli unici
traditori, o
semplici “bambolotti” del vero nemico.
Così restò sempre con la sua lancia tesa
e puntata, pronto per attaccare senza vedere in faccia nessuno Hypnel
appena questo
avesse deciso di fuggire senza pentirsi. La maga era ancora debole, ed
anche
stranamente dispiaciuta per il compagno caduto, che tanto chiamava
“rimbambito”,
semplicemente perché non aveva l’esperienza di un
guardiano vero anche per via della
sua giovane età. L’ex-capitano subito si vide i
sogni dell’amicizia e delle
partite andare in fumo, così, improvvisamente, appena vide
cosa c’era nel campo
di battaglia. Nessuno agiva in quell’istante, alcuni
perché tramortiti dagli
avvenimenti, altri perché concentrati su Hypnel, altri
ancora perché colpiti
dalla magia, come Shelinda.
‘Pe…pe…perdonami…
Io…non…volevo…’ disse
l’invocatrice piangendo ai piedi dell’amico caduto,
che
tenne gli occhi nerissimi socchiusi al cielo plumbeo e sembrava ancora
capace
di muoversi e respirare. Gli effluvi concentrati dopo un poco erano
tornati ad
essere fumo, lasciando libera l’emorragia, coperta dalla sua
mano sinistra, che
tremando si avvicinò ad essa.
La maga si
avvicinò a passi lenti, e vedendo quella scena si
ricordò ancora la povera
Belgemine. Era così, distesa a pancia in su, senza
espressione, senza
rimpianti… forse era anche per questo che in fondo in fondo
dispiaceva pure a
lei…
Lui respirava
a gran fatica ed ansimando, con voce tremante, e sempre robotica,
pronunciò
quasi senza farsi sentire Areiz, e il suo
guanto verde sopra la
ferita si illuminò di una bianchissima luce, e il cielo
nuvoloso sopra di lui
si aprì di colpo, dal quale partirono dei raggi splendenti e
luminosi, forse di
più dei raggi solari che riescono a penetrare le nuvole dopo
un temporale.
L’ipnotizzatore e la maga si ritrassero un poco, soprattutto
la seconda, che
pensò a come fosse possibile fare quella magia che conosceva
senza la sfera di
Bevelle, mentre il primo tornò a sorridere, trovando
un’altra certezza di
quello che davvero desiderava…
La luce
illuminò il caduto da capo a piedi per pochi secondi, per
poi svanire nel nulla
di colpo. Tutto poi rimase fermo, silenzioso, vuoto… dopo
quella magia non ci
fu più nulla. Nemmeno una parola.
Poi,
un’
improvvisa folata di vento attraversò Yuna e Kimahri, e
raggiunse poi Anima velocissimamente,
che iniziò a lanciare un grido fortissimo, come se colpito
da qualcosa, come se
fosse giunta la sua ora. Hypnel rideva alla grande. Era stato colpito
davvero…
sul petto aveva conficcata la magica Fraternity, e da quella parte si
liberarono degli squarci azzurrini, che si diffusero per
l’intero corpo
dell’Eone, assumendo forme come venature, dalle quali
iniziarono a volare
lunioli continuamente. Era ancora vivo, tra loro, con il braccio destro
gettato
in avanti che impugnava la spada cristallina. L’espressione
di tristezza si
trasformò in stupore puro. Nessuno era riuscito a vederlo,
forse nemmeno
l’Eone, conficcato al suolo. L’invocatrice si
alzò lentamente aiutandosi con la
sua asta, mentre non credeva ai suoi occhi, che vedevano Tidus
avvicinarsi a
lei, che si lasciava dietro una cascata rovesciata di lunioli
dell’Eone
abbattuto, che erano così i tanti che sembravano illuminare
l’intera area di
bianco. Si avvicinava a passo lunghissimo e lento, con la punta della
spada che
era verso il suolo terroso, con i pantaloni neri rovinati
dall’attacco mortale
precedente, con l’addome ora intatto e tutto scoperto. La
maga era sempre meno
convinta della sua esperienza. Quel chakra era più potente
di quanto aveva
immaginato. Quella magia aveva curato tutte le sue ferite in brevissimo
tempo,
e quella velocità non poteva essere attribuibile ad una come
Yuna, benché
invocatrice. Doveva nascondere qualcosa, nel suo passato o da qualche
parte. Ma
un conto era averlo come compagno, ma un altro come nemico. Se nemmeno
un Eone
era sufficiente, era necessario usare la diplomazia e non la forza.
Questo era
quello che Belgemine le aveva sempre detto. Wakka si
avvicinò ancora una volta,
ponendosi davanti a Yuna, e lanciando occhiate ad Hypnel che si godeva
lo
spettacolo meraviglioso per lui. Aveva forse un motivo in
più per riprovarci:
dopo quella magia rigeneratrice, le pupille dell’amico
sembravano essersi
ristrette un poco e la stessa espressione passò da quella
immobile e senza
espressione a quella di confusione manifestata. Alcune volte si muoveva
come se
gli girasse la testa, e teneva la spada più debolmente di
prima. Che l’ipnosi
abbia un po’ diminuito i suoi effetti con quella magia
bianca? L’ipnosi,
infatti, era una sorta di magia nera, e quella bianca di solito agisce
in
maniera opposta. Sì c’era una speranza…
‘WAKKA!!!
WAKKA!!! Sono Wakka!!!’—disse lui davanti
all’amico, gesticolando alla
grande—‘Possibile che non ti ricordi più
di me??!! Ti prego…ascoltami!!!...’.
‘Co…cosa…t…tu…i…io…?’.
Nonostante
la voce fioca e tremante del ‘vero’ Tidus, Hypnel
lo sentì e subito iniziò a
ribattere urlando.
‘Cosa
fai??
Perché ora esiti alla mia parola??... Loro cercano di
confonderti, la tua forza
ce la fa da sola… non ricadere nel loro mondo, lo sai che il
tempo vola!!!’.
‘No!!!
Non
stare a sentirlo!!! Lui è un traditore!! Ci sta ingannando
tutti!!!!’ continuò
Yuna, avvicinandosi con fiducia sfacciata al biondo, che
iniziò a non capire
più niente e a rivedere e non contorni sbiaditi, alternati a
quelle spirali che
comparivano ai suoi occhi ogni volta che sentiva le parole
dell’ipnotizzatore.
Egli si coprì le orecchie con le mani, chiuse gli occhi con
forza e girò la
testa qua e là come un perfetto pazzo.
Hypnel si
avvicinò allo schiavo per farsi sentire di più,
mentre Kimahri lo seguiva in
ogni passo, millimetro per millimetro.
‘Vorresti
aspettare ancora? Dopo ben mille e dieci anni?... Sperando che qualcuno
ti
accolga, fuori dal mondo degli inni??...Ed ora che sei qui, ti rifiuti
di por
fine ai sogni perenni??...’.
A quelle
parole Tidus iniziò a gridare con tutta la forza che aveva
in gola. Si piegò
sulle sue ginocchia, e subito il suo chakra passò da un
colore azzurrino più
intenso nel collo ad un colore simile all’oro purissimo e
brillante, che lo
investì completamente, più di prima. Lulu si
trasse indietro e prese
l’invocatrice per il braccio destro.
‘Presto…andiamo
VIA!!! Lo dicevo, lo dicevo che quello non era un
chak…’.
Kimahri
approfittò del momento di distrazione di Hypnel per colpirlo
di taglio in pieno
da dietro: egli cadde a terra per poi alzarsi supino, e ritrovarsi a
pochi
centimetri la punta della lancia del coraggioso leone davanti.
‘Tu…non
presentare più vicino a Yuna!!! Torna da dove sei venuto e
non fare te più
vedere!!!’.
Hypnel vide
la scia di chakra dorato incontrollabile che iniziò a
sgusciare qua e là per il
bosco ai lati, e iniziò di nuovo a ridere come un dannato
vero e proprio, e
parlò indicando con l’indice Tidus.
‘Ahahah
Voi
siete solo dei pazzi!!!... Non avete con voi una persona
ragazzi… ma solo il
contenitore di un vero e proprio mostro… che porta dolore,
distruzione, ed è
oscuro e tetro… voi vi state fidando troppo del vostro
amico… sul fatto se è
umano o no io sono in bilico… affari vostri quando
mostrerà di sé l’aspetto più
bellico!!!’.
Detto
questo, l’ipnotizzatore scappò a gambe levate e
con fatica per la ferita verso
il Fluvilunio, senza perdere il suo perfido sorriso, ormai certo di
aver
identificato la preda, ed anche forse il suo punto debole.
Illusi…tornerò!!!
Molto più presto
di quanto pensiate!!!... Il suo chakra dorato è un pericolo
che troppo
sottovalutate… e la prossima volta sarà mio,
senza che voi fermarmi
possiate!!!!!!!’.
Un urlo che
sembrava la confusione pura, esaurì anche le ultime energie
di Tidus, che dopo aver
liberato chissà da dove un’energia che
accecò ed arretrò un poco i presenti,
cadde a terra senza sensi e senza luci. Ed anche senza i suoi capelli
biondi…
‘Noemi!!!!
RISPONDI!!!’ dissero insieme Yuna e Wakka, che si chinarono
davanti a lei,
sperando che non fosse la fine, un’altra volta. La maga si
avvicinò con il
fiatone, in parte per la stanchezza, in parte per lo spavento, e la
vide sul
viso. La spada era magicamente sparita dissolvendosi.
‘E’
svenuta… è senza forze…’
disse lei a voce semirotta. Nessuno le rispose, forse
perché tutti erano ancora un po’ tramortiti dagli
avvenimenti. L’effetto della
magia sulla sacerdotessa Shelinda terminò e questa venne poi
aiutata
dall’ex-capitano, che iniziò a fare le sue
classiche lamentele.
‘MA
AURON
DOV’E’??? DOV’E’ ANDATO??? CHE
FINE HA FATTO????’.
Kimahri lo
fulminò di colpo con lo sguardo, mentre abbracciò
Yuna che non smise di
piangere.
‘Il
problema è scoprire che cosa sotto… cosa si
nasconde… non potere noi fidarci
troppo di Tidus ora… istinto Ronso lo dice e lo
insegna…’.
‘Lo…lo
lasciamo??
Ma così lasceremo anche la ragazza… non
possiamo!!!!’ ribadì Yuna con occhi
lucidi, che in parte avevano bagnato il “vestito”
in pelle di Kimahri. Wakka a
fatica ragionava.
‘MA
SE E’
STATO QUEL TIPO!!! LUI NON C’ENTRA, E’ STATA
L’IPNOSI!!!’.
‘No!!!’—disse
secca Lulu—‘Il chakra non dipende dagli effetti
magici esterni. Sembra che
abbia un chakra nascosto sotto di quello azzurro, e
dorato…l’ho già visto…e poi
quelle scritte sulla Fraternity…’.
‘E
sentito…’—continuò in ritardo
l’invocatrice—‘…Ma non voglio
lasciarli qui tutti
e due. Io sono l’invocatrice!!! Ed IO correrò i
rischi!!!!’.
A quelle
parole i guardiani tutti ubbidirono senza fare motto. Wakka prese in
braccio il
corpo inerte della ragazza, mentre Kimahri ritirò la sua
lancia ed aiutò Yuna,
stanca dopo l’invocazione, e Lulu insieme. Come potevano
continuare il
pellegrinaggio con Auron sparito chissà dove, le due ragazze
stanche, Noemi
svenuta, e Kimahri da solo?? Sicuramente si sarebbero fermati nel posto
di
riposo più vicino, situato dall’altra parte del
Fluvilunio, così come fu suggerito
dalla sacerdotessa, che, ripresasi dallo spavento, decise di tornare al
tempio
di Djose, senza nemmeno salutare.
Il
Fluvilunio era un fiume che ben meritava l’appellativo
“luminoso” ma che,
purtroppo, non venne ammirato in tutta la sua bellezza per colpa degli
effetti
ancora presenti dell’attacco di Hypnel. I
“lillà lunalis”, ovvero quei fiori di
colore viola che sbucavano dalle ninfee diffusissime che ben
resistevano contro
le onde leggere, lanciavano nel cielo polline dai colori
dell’arcobaleno, che
illuminavano tutta la superficie dell’acqua e zone vicine,
che stavano già
assumendo i colori del tramonto, con il sole posto proprio dietro la
riva nord,
la destinazione. La giornata, nonostante tutto, era passata davvero
velocemente
tra mostri e viaggi. I fiori cullavano la vista, con quei loro
dolcissimi
movimenti, prima a destra, e poi a sinistra: chissà come
doveva essere di notte
quel fiume!! Purtroppo non era il momento per ammirare tutta quella
bellezza.
Il leone aiutò il gruppo, che arrivò fino alla
stazione per il transito. Le
persone là presenti erano già state avvertite
dell’arrivo dell’invocatrice, che
assieme ai guardiani aveva la priorità di attraversare per
prima il fiume. Ma
alla vista di questi, fiaccati e sfiniti, molti corsero spediti
specialmente
verso di lei, preoccupatissimi di quello che era successo. Videro Yuna
con i
capelli scompigliati e qualche lacrima rimasta sul viso, e gli altri
guardiani,
più composti, ai quali vennero dedicate scettiche
occhiatacce. La pazienza di
Kimahri era però già da tempo finita: dopo alcuni
secondi egli si mise davanti
a tutti, tagliando la folla ed allontanandola
dall’interessata.
‘Voi
lontani…lei assieme ad altri dovere riposare…!!!
Lasciate noi passare subito!!!’.
Le parole
furono così serie e dure che il gruppo più che
essere avvisato sembrava più
minacciato. In breve tempo fu chiamato il conduttore dello
“shoopuf”, il mezzo
di trasporto.
Frattanto
ci fu la carissima sorpresa. Quasi dal nulla sbucò tra la
folla Auron, che
beveva abbondantemente dalla sua borraccia, ora ben riempita. Ma quanto
di quel
liquore poteva contenere?? E soprattutto per quanto tempo era rimasto
lontano
da Yuna?? Alla vista del “guardiano professionista”
Wakka gli si scagliò
addosso, senza spostarsi, mantenendo Noemi sulle braccia, inerte.
‘TU!!!
HAI
PURE IL CORAGGIO DI RIPRESENTARTI,EH????’ urlò
l’ex-capitano, tanto che tutti
si girarono curiosi.
‘Ho
avuto
un contrattempo… cosa diavolo è
successo???!!’.
A quelle
parole Wakka divenne un diavolo in faccia, soprattutto dopo averlo
visto bere.
‘E TU
TI
RITIENI IL PIU’ GRANDE GUARDIANO DI TUTTI I TEMPI??!! GUARDA
CHE HA FATTO IL
NOSTRO AMICO HYPNEL!!’—ed indica tutti, in primis
la ragazza—‘GUARDA!!! E Tidus
ci stava pure lasciando le…’.
A quelle
parole il volto di Auron, che dapprima mostrava quanto mai prima
d’ora la sua
colpevolezza gravissima ma purtroppo necessaria e di estrema
importanza,
divenne serissimo, avvicinandosi all’ex-capitano con occhi
perforanti.
‘Il
chakra… è successo??’.
Lui non
fece altro che annuire, per rispondere alla domanda fatta sottovoce. E
che
sforzo che fece per non scoppiare!
Il litigio
venne interrotto dall’arrivo del conduttore, appartenente
alla razza Hypello:
degli esseri acquatici, che sapevano vivere sia sulla terra sia
nell’acqua,
bassi di statura, che possedevano piedi totalmente palmati, e mani le
cui dita
terminavano con forme sferiche gialle sui polpastrelli. Che dire degli
occhi? Gialli
e sferici, enormi, affiancati da guance gonfissime ed azzurrine, e
sulla testa,
senza né capelli, né peli, spuntavano due specie
di antennine molto corte, che
facevano una classica forma a V. Erano piuttosto lenti a camminare, ma
quando
si trattava di nuotare non li batteva nessuno, e preferivano vivere
vicino al
Fluvilunio, in quell’ambiente umido e mai eccessivamente
caldo, forse dannoso
per loro, che sembravano respirare tramite la pelle blu un
po’ come le rane.
‘Shoopuf
pronto!! Venite a bordo!! L’attraversata sarà
leggera e comoda… appena
arriverete dall’altra parte un posto di alloggio vi
aspetterà…!!!’ disse quel
tappetto blu, cercando di tranquillizzare gli agitati. Egli
guidò il gruppo
attraverso la via e la folla, fino ad arrivare ad un’enorme
area, al centro
della quale si trovava una specie di gru, che però terminava
nel suo braccio
non da un gancio o una cosa simile, ma da un ripiano su cui potevano
salire le
persone, un po’ come una sorta di ascensore. Già,
ma portava dove?? Non portava
di certo ad un piano superiore.
‘Venite…per
di qua...’.
Il conduttore
mostrò con la mano l’enorme
“shoopuf”: una sorta di gigantesco elefante
grigio-azzurrino, privo di zanne ed alto almeno venticinque metri,
molto lento
per la sua statura, che possedeva una coda simile a quella di un
dinosauro, che
iniziava con una scaglia verticale molto pronunciata come la pinna di
uno
squalo, e dotato anche di una simpatica
“proboscide” davanti. Questa era più
sottile e delicata rispetto a quella di un normale elefante, ed era
tutta
attorcigliata su se stessa a spirale, come la corda di uno yo-yo
gigante. Gli
occhi erano allungati come un cinese, e dal carattere
l’animale si mostrava
amichevole, estremamente pacifico ed addomesticabile. Sopra il suo
dorso ampio
si poteva scorgere una struttura quadrata, munita di alcuni sedili,
forse per i
passeggeri, appunto. E per arrivare lì quella gru era
davvero necessaria. Di
certo, quella pelle liscia dell’animale impediva perfino ai
ragni di salirci
sopra senza di essa.
Alla vista
di quell’animale Wakka ne restò completamente
impressionato. Non aveva mai
visto una cosa simile dal vivo. Molti suoi amici gli avevano detto e
raccontato
tutto ciò, ma vedere tutto con i propri occhi era davvero
molto diverso…
‘E’
vero
che… non mangiano nulla questi animali??’ chiese
lui, con Lulu che voleva lanciargli
qualche magia addosso per evitare domande sciocche in un momento di
così tale
difficoltà e fretta.
‘Shoopuf
non mangia… Sono semplicemente le acque del Fluvilunio a
dargli l’energia per
mantenere le sue dimensioni!!! Le acque di quel fiume, sono acque di
pura vita ed
energia, oltre che di luce!’.
Il gruppo
evitò tutti i vari negozianti e mercanti, che non
aspettavano altro che i
viaggiatori, i quali per souvenir, armi e pozioni varie a prezzi
esorbitanti,
si divertivano a prosciugare i portafogli dei più ingenui.
Il gruppo salì su
quella gru che li portò sulla struttura sul dorso dello
shoopuf, mentre
l’Hypello andò sul collo dell’animale,
prendendo redini e briglie per la
partenza. Al suono di un campanellino, l’animale si
destò lentamente sulle sue
lunghe zampe prive di artigli e iniziò
l’attraversata del fiume, dove per metà
corpo ne restò sommerso.
Sullo
shoopuf nessuno aveva voglia di parlare o fare commenti. Tra il
pellegrinaggio,
tra le novità del “tipo venuto dal
mare”, e tutto, ormai anche un genio poteva
perdere la testa nei pensieri più intricati. Le uniche note
positive erano
quello di non avere più l’ipnotizzatore tra i
piedi ed avere in mano la sfera
di Djose. E la prossima era un po’ più dopo
Guadosalam, una delle città più
importanti di Spira.
Lulu
guardò
la superficie del mare attentamente, notando qualcosa di sensazionale.
‘Wakka!!
Vieni qui!!!’.
Egli si
avvicinò di corsa sulla parte opposta della struttura di
dove si trovava e si
affacciò tenendosi sulle barriere con la mano destra.
Kimahri restò vicino
all’invocatrice, che si stava riprendendo, forse molto
più velocemente delle
altre precedenti invocazioni, segno che si stava abituando ad usare le
giuste
energie. Ella guardò l’orizzonte, dove il sole
poco per volta calò e sparì
sotto il panorama della riva nord, mentre le acque del Fluvilunio, per
la luce
solare ormai fioca, iniziava a brillare più intensamente dei
sette colori.
‘Guarda!!
Una città sommersa…sotto il fiume!!’.
L’ex-capitano
fece la sua seconda faccia stupita del giorno. Sin da fuori era
possibile
scorgere strade interrotte a metà, ponti crollati,
abitazioni assediate da
alghe, metalli completamente arrugginiti, tra cui alcune macchine ben
note.
‘Scommetto
che è stata distrutta durante quell’interminabile
guerra oppure da Sin… Vergogna!!
Sfidare le leggi della natura in questo modo… costruendo una
città sopra un
fiume!!! Ben gli stanno a quei bradipi, che per colpa loro e delle loro
dannate
macchine ora ci ritroviamo Sin!!! E’ proprio questo che Yevon
insegna!!! Più
gli uomini hanno potere, più lo usano!!!’.
Lulu
guardò
profondamente le rovine come se vedesse il passato più
passato, mentre era
appoggiata sul bordone della struttura.
‘Già…Sin fermò la guerra tra
le due
fazioni ed ora ci punisce… Ora nemmeno i morti trovano
pace…’.
Mentre
Noemi dormiva, con ancora i segni della fatica sul volto, Auron a
quelle parole
sembrava ricordare bene quella storia che tanto gli ribadiva Braska:
quell’interminabile guerra, che portò alla
creazione di Sin, e quella grande
impresa con quell’invocatore, che aveva una
dignità ed una sicurezza
indistruttibile, dal quale in parte l’apprese. Come
dimenticare??
‘Braska
quando
salimmo sullo shoopuf iniziò a raccontare quello che si
diceva di quella
guerra… anche se il discorso era ben
altro…’ disse Auron ridendo con gusto,
sempre con la bocca chiusa.
‘Cosa??’
chiesero
Lulu e Wakka.
‘Del
fatto
che noi tre eravamo completamente senza soldi eheh… Appena
appena che Jecht
vide per la prima volta lo shoopuf si scagliò contro di esso
con la spada… e
per risarcire i danni abbiamo dovuto offrire tutto quello che
avevamo.’.
‘Ma
che uomo
era quello???!!’ rispose la maga, mentre lo squadrava un poco.
‘Diciamo
che era un perfetto zoticone… quasi sempre ubriaco. Infatti,
aveva scambiato lo
shoopuf per un mostro… Era molto coraggioso, ma mi diceva
spesso di non
sopportare i piagnucoloni, specie i “bambinetti”,
così come li chiamava
lui…eheh…’.
Yuna venne
catturata dalle risate. Lei c’era già salita su
quell’animale, e l’attraversata
era sempre stata rilassante e bellissima, ma quell’altro
guardiano di Braska catturò
la sua attenzione.
‘Ma…non
mi
avevi detto che lo avremmo visto presto??’.
Auron si
girò con sguardo più preoccupato che fiero.
‘Infatti…
infatti…’ disse lui, guardando poi il cielo in
parte rosso, in parte grigio per
l’umidità, come se in esso vedesse ancora il suo
compagno dalla voce rauca e
sempre carica di risate esagerate che facevano assordare.
Da
sott’acqua, lo shoopuf venne seguito in tutti i suoi
movimenti da poco lontano.
‘Berrik!!!
Cae celinu lra cey ihy piuhy etay?? Se
cy
lra xie le cuhu tia ehjulydune te sawwu!!!’ [Sei sicuro che
sia una buona idea?? Mi sa che qui ci sono
due invocatori di mezzo!!!] fece uno sul posto di comando di una strana
macchina, dotata di tentacoli metallici che si muovevano dolcemente e
che terminavano
con una lucina bianca per illuminare il fondo marino. Il suo corpo,
trasparente
come il vetro, poteva contenere circa massimo cinque persone, ed in
esso
c’erano tre Albhed, tra cui gli stessi del rapimento di Yuna
[cap.11].
‘Hu!!!
Luhlahdneysule cim nykywwu... è em beù
banelumucu... ru m'esbnaceuha lra cey
bnubneu xiammu lra em lnatu ry lanlydu te uclinyna...!!’
[No!!! Concentriamoci
sul ragazzo... è il più pericoloso... ho
l'impresione che sia proprio quello
che il credo ha cercato di oscurare...!!] ribadì quello dai
capelli biondi che
gli facevano in testa due “corna”, con gli
occhialini che coprivano gli occhi
come il suo compagno al posto di guida.
‘Sy
cae bywwu!!! Bnahteysu mae!! A' mae lra tuppeysu
bundyna viune ty xiacdy cduney!!’ [Ma sei
pazzo!!! Prendiamo lei!! E' lei che dobbiamo portare
fuori da questa storia!!] rispose l’altro, un po’
agitatuccio.
‘Ca
huh mu
dnujeysu ymmuny ykenasu lusa rye taddu di. Yhlra
banlré...huh se caspny te
yjanmu jecdu myccù...’ [Se non lo troviamo allora
agiremo come hai detto tu.
Anche perché...non mi sembra di averlo visto
lassù...].
La macchina
subacquea era anche dotata di alcuni piedi meccanici, nascosti sotto il
posto
di comando e l’armamento, dove era possibile anche osservare
alcuni missili che
vi spuntavano. Alcuni?? No… diciamo che era il necessario
per l’attacco che avevano
intenzione di fare…
I due
stavano ancora borbottando quando dietro di loro sentirono una voce
femminile
molto severa, che portava i consueti occhialini come loro, e un vestito
rosso
aderente quanto un costume.
‘Te
lre
cdyjyda bynmyhtu?? Cymjeysu m'ehjulydnela a bundeysumy ty Cid... ca jue
yddyllyda luh my syllrehy, eu clahtanò y danny at
yhtnò ty munu...’ [Di chi
stavate parlando?? Salviamo l'invocatrice e portiamola da Cid... se voi
attaccate con la macchina, io scenderò a terra ed
andrò da loro...].
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Capitolo 22 *** Cap.22: The First Step ***
La
traversata sullo shoopuf fu davvero rilassante e tranquilla, che in
parte fece anche
recuperare le energie al gruppo.
‘Eccoci
qua!! Fluvilunio riva nord!!!’ esclamò
l’Hypello, che suonò ancora il
campanellino, svegliando di colpo Wakka che si era per metà
addormentato. Ormai
il sole era calato da tre quarti d’ora, e stava per iniziare
un’altra notte di
pensieri…
‘C’è
un
posto dove riposarci??’ chiese l’invocatrice al
conduttore, ma gli rispose
prima Auron.
‘Là,
davanti a te, c’è un posto fatto
apposta… mi ero fermato là tempo
fa…’.
Con qualche
fatica, i pellegrini usarono la gru per scendere dal gigantesco animale
simile all’elefante,
che venne condotto da altri Hypello verso un angolo strapieno di erba,
dove
poteva riposarsi e dormire.
Yuna
ripensò alle parole del guardiano, e mentre Lulu
continuò da sola più avanti, e
l’ex-capitano prese in braccio Noemi, lei gli si affiancò,
cercando di fare chiarezza una
volta per tutte. ‘Scusami… ma… come fai
a parlare di Braska?? E’ successo…mille
anni fa…’ fece con la massima gentilezza, mentre
lui la accompagnava verso quel
“posticino”, seguendo un piccolo percorso che venne
improvvisamente illuminato
da entrambe le parti, per
contrastare l’oscurità della notte che stava
giungendo.
‘Come??
Ho
combattuto con loro fino alla fine… fino a quando Sin non
divenne quella
potente entità perfetta che ora conosciamo…
restai poi a Zanarkand aspettando
il momento giusto, e poi sono venuto qua nel futuro assieme a
Noemi… o meglio
Tidus…’ e intanto Auron si voltava alcune volte
verso gli altri che seguivano
dietro.
‘Ma…
allora
quella ragazza era lì con te… mi ha detto che
viene da Metropolis… io quella
città non l’ho mai sentita
nominare…’.
‘Lo
so che
non l’hai mai sentita… e lo stesso vale per
me!!’ rispose lui, ridendo, mentre già
si poteva scorgere il posto in cui avrebbero dormito: una sorta di
enorme
capanna fatto di canne ben messe ed intricate tra loro, con finestre
che
sembravano più dei buchi coperti da tendicciole, e la porta
era un ammasso
verticale di altre canne sottili, forse quelle che crescevano poco
lontano dal
fiume. Il proprietario, forse senza la vista di un becco di quattrino,
li
acclamò come se fossero principi e regine, e
spalancò loro l’ingresso, porgendo
subito la mano per ricevere i Guil anticipatamente. Yuna era rimasta di
stucco
alla risposta del guardiano, e neanche notò il proprietario,
passando subito al
pagamento forse senza nemmeno sentire il prezzo esagerato del tizio
che, da
come era vestito, sembrava più un marinaio, con quei baffi
arricciati alla
capitan Uncino. La stanza era unica, e i letti singoli, tutti
appiccicati e
quasi ammassati, erano fatti di qualcosa simile alla paglia,
spiegazzata, con
alcuni fili che sbucavano dalle tende che nascondevano toppe qua e
là. Alla
vista di esse Wakka, con una faccia squadrata, pose l’orfana
di Metropolis sul
letto più comodo di tutti, la quale sembro la
“bella addormentata”, mentre la
maga non fece alcun motto ed andò subito a letto.
L’ex-capitano subito si
sdraiò nel letto vicino a lei, ponendosi le mani dietro il
suo collo e
guardando il soffitto con faccia estremamente turbata.
‘Perché
Auron… ci hai lasciato?? Così,
all’improvviso te ne sei fregato di
tutto?????!!!!!’.
Yuna si
voltò verso il guardiano professionista guardandolo negli
occhi e restandogli vicino,
sentendolo.
‘Ho
avuto…
dei problemi…’.
‘CERTO!!!
Quello di rimanere senza la tua bevanda preferita,
GIUSTO???!!!’.
Il
guardiano dalla giacca rossa antica uscì dal locale, senza
una benché minima
risposta, seguito dall’invocatrice, che cercava di far
tornare la calma al più
presto. Wakka si girò dalla parte opposta rispetto
all’uscita, sbuffando e
pensando al Blitz come unica soluzione per calmarlo.
Fuori la
notte offriva il migliore spettacolo del Fluvilunio. Il silenzio era
assoluto,
cullato dal classico rumore della legna che ardeva dolcemente. Il fiume
risplendeva di sette colori dell’arcobaleno, tutto in
superficie, un po’ meno
di sopra, e il polline che volava sembrava formare come delle comete,
che
giravano su se stesse, cambiando direzione e luccicando lampeggiando
debolmente
l’una vicino all’altra.
‘A…Auron…io
ti credo! Chiunque se ha dei problemi…
insomma…’.
Lui non
rispose. Continuò a guardare il fiume, scolando anche un
poco di quel
preziosissimo liquore per il quale aveva mancato al suo dovere
principale, così
lentamente che non fece il minimo rumore. L’invocatrice
così cercò di cambiare
discorso, sempre cercando di fare chiarezza.
‘Hypnel…quando
ci ha attaccato… ha detto che Tidus è un
mostro… ed a me sembra che
quell’ipnotizzatore abbia detto qualcosa che ha un fondo di
verità…è una
sensazione che ho…seppur impossibile…’.
Auron si
sentì il suo sangue ghiacciare da capo a piedi. Ma i suoi
occhi castani
restarono fissi sul fiume, senza mostrare il benché minimo
cambiamento di
espressione.
‘No…non
esattamente… ma non c’è bisogno che tu
ne faccia molto scrupolo…’.
Quell’
incerta risposta incuriosì non poco l’invocatrice.
‘Come
non
ne dovrei far scrupolo?? E’ o non è uno di noi??!!
Ha detto che è pericoloso…
per favore, dimmi qualcosa!!’—fece il segno di
riverenza davanti a lui—‘Così
posso anche tranquillizzare quella povera ragazza, che mi sembra che
sia quella
che stia soffrendo di più!!!’.
Lui rimase
un attimo in silenzio, forse per calcolare le parole.
‘Yuna…
quel
chakra non è come il tuo. Ce n’è un
altro dorato, nascosto, che non deve MAI
emergere…’.
Lei, con
voce rotta, fu come colpita da un fulmine.
‘Do…dorato??!!! Aspetta… ma anche
Sin era...era…!!!’.
Era…era
qui!!! Sì!!! Era
assolutamente qui dove era successo tutto!!! Questa strada, quelle
specie di
grattacieli curveggianti!!!
Noemi si
guardò intorno riconoscendo al volo la città
distrutta e disintegrata. Era
tutto riapparso così, all’improvviso come al
solito, ma stavolta sembrava più
sicura delle altre volte, chissà perché.
Era sulla
strada che sopraelevava di almeno una ventina di metri la base della
città
illuminata dalle aurore, che portava ad una sorta di porto, totalmente
assente
di ogni genere di nave.
Si
girò
intorno, e dopo alcuni secondi apparvero vicino e lontano da lei
bambini,
vecchi, anziani, donne, tutti sorridenti e felicissimi, come li aveva
visti per
la prima volta [parte 1], e nonostante le loro azioni, i loro
movimenti,
sembravano andare al rallentatore, con i contorni che si sovrapponevano
l’uno
all’altro, tanto da far girare quasi la testa. Lo stesso
accadeva per le aurore
del cielo e quelle degli edifici. Quando si spostavano gli occhi
più che essere
luci puntiformi, erano più delle vere e proprie scie di
comete.
Subito vide
una donna dai capelli castani, lunghi e lisci, già vista
diverse volte [cap.7,16],
mentre correva come pazza ed andava piangendo un poco davanti ai volti
sereni e
spensierati della gente, ben diversa dall’espressione della
donna.
‘Dove…sapete
dove è mio marito??!! E’ sparito nel
nulla… Per favore, rispondetemi!!!!’.
La donna si
mise ginocchioni appena vide che tutte le persone spensierate le
risposero negativamente,
scotendo con delicatezza la testa. Da dietro sbucò
dall’oscurità il piccolo
bambino di sette anni, che mostrò occhi castani rigidi,
senza alcuna pietà,
come se essi nascondessero chissà che odio o rancore.
‘Chi
se ne
importa di dove sia o cosa stia facendo!!! Non è mai stato
un padre e MAI lo
sarà!!!’.
Sua madre
neanche si rialzò e solo si girò lentamente verso
di Tidus, mostrando le lacrime,
ed anche una certa tendenza al rimprovero. Noemi voleva fare qualcosa,
ma si
accorse che neanche i suoi versi più forti venivano sentiti
dalle persone che
gli stavano attorno.
‘Ma…
come… fai
a dire… una cosa… simile!! Lo
fa…per…il tuo…bene… E
se…non lo ritroviamo… non…potrai
mai
dirgli…quanto…lo…odi…’.
La voce
rotta non fece la benché minima piega al piccolo castano,
che mantenne
l’espressione decisa e carica d’odio, e forse di
vendetta.
‘Gliel’ho
già detto infatti…!!’.
Un’altra
persona si avvicinò correndo ed urlando a quasi tutta la
città.
‘Braska,
Braska!!!! Braska ci libererà da Sin!!!! Ha due guardiani in
gamba!!! Ha già
raccolto la sfera di Djose!!! Verrà qui, verrà
qui!!!!’.
Tutti si
girarono verso quel trentenne quasi svitato. E saltarono ed urlarono di
gioia,
per la nuova speranza, che avrebbe riportato finalmente la pace dopo
così tanto
tempo di battaglie. La donna si alzò in piedi e
già capì che il suo amato era
lì a combattere. E lo faceva per diventare ancora
più famoso, lo conosceva
bene… i suoi tiri potentissimi nel Blitzball non erano di
certo sufficienti…
‘Ma
perché…perché Jecht…non me
l’hai detto?? Quali sono le tue intenzioni??? Non
è
da te…’ fece la donna, prima che tutto
tornò di nuovo bianco ed
indistinguibile…
‘Svegliaaaaaa!!!’—urlò
il proprietario del locale, appena vide che il tempo permesso ai
pellegrini era
scaduto di soli pochi minuti—‘…Il vostro
periodo di permanenza è passato!!
Forza, fuori!!! Il locale…ehm…deve essere
rioccupato!!!’.
Wakka si
alzò sbattendo la testa violentemente sullo scaffale di
sopra, ritrovandosi non
uno, ma ben due bernoccoli in testa, tanto che dopo si alzò
di scatto dal letto
saltellando qua e là nonostante il piccolo spazio, mentre
Yuna, con i capelli
tutti scompigliati sul volto, iniziò a ridere di gusto,
quasi fino a piangere,
seguita da Lulu, che era già sveglia dall’alba e
si era ripresa alla grande.
Auron e Kimahri erano già fuori, ed aspettavano di
continuare il viaggio, sotto
il brillante sole nel cielo azzurro.
Che?? Cosa??
Dove?? Quella donna…lui…dove
sono??? Eh??? Ah… che imbranato che sei Wakka!! Non stare
attenti a…*BONK*
La botta
era stata stavolta più forte. Gli scaffali erano davvero
bassi, e guarda caso
erano l’unica parte metallica della struttura. Li
hanno fatti apposta…ouch!!! Tutti videro la scena,
ed anche
Wakka si mise a ridere, quando vide l’orfana toccarsi la
fronte dolente.
‘Che
avete
da ridere?? Si può sempre…ehm…prendere
botte simili!!’.
‘Troooooppoooo
divertente!!!’ fece la “prima vittima”, e
Yuna, appena si rialzò, si sistemò i
capelli e si preparò per bene per raggiungere la prossima
destinazione:
Guadosalam.
‘Guad…che??
Dove dobbiamo andare???’ chiese l’orfana, che era
già fuori, mentre gli altri
iniziarono ad uscire dal locale mezzo degradato.
‘Guadosalam…
è la città dei Guado… li hai visti
vero? Insieme a Seymour…[cap.14]’ fece la
maga, indicando la direzione nord.
‘Che
città
splendida!! E’ così… immersa nella
natura…’.
Certo
Yuna… entreremo in un’altra
capanna, immersa in una giungla vera e propria, non fatta
però di canne, ma di
liane attorcigliate…così saranno le zanzare a
mangiarci!!!
Mettendo da
parte problemi vari e turbamenti, il viaggio continuò
attraverso una strada che
ricordava molto quello della riva sud precedente, affiancato da erba
lunga,
alternata a file di alberi sempreverdi, e rocce dalle curve
più leggere.
Wakka e
Lulu videro di nuovo davanti a sé la ragazza, che sembrava
meno turbata del
solito. Già, perché?? Da dove arrivava quella
strana sicurezza che aveva???
Aveva lasciato perdere?? Cercare la soluzione era inutile?? Anzi, forse
nemmeno
lei lo sapeva fino in fondo cosa le prendeva.
‘Cos’hai
sul collo?? Un tatuaggio??’ chiese l’ex-capitando
serenamente e curiosissimo
come al solito, notando qualcosa che sbucava dalla sua pelle chiara.
‘Co…cosa??
Un tatuaggio?? Dove??!!’ disse lei, toccandosi da tutte le
parti sul collo.
‘Bello!!
Anche io volevo farmene uno!! La faccia di Medusa, per
esempio…’ fece la maga.
‘Che??
Tu??
Ma dai!!! Non me l’hai mai detto!!!’.
‘Scusate??!!!
Vi ho detto dove sta questo tatuaggio che dite!!!’.
Wakka si
avvicinò e toccò la parte destra un po’
in basso con l’indice. ‘Qui!!’.
‘Lì??
Sei
sicuro?? Io…non ho mai fatto tatuaggi!!!’.
Lulu si
avvicinò guardando più attentamente, e vide una
strana forma che era di colore
blu molto scuro, ed aveva la forma di “e” in
stampatino, con il pallino
centrale che andava verso l’interno a spirale, i cui bordi
della figura erano
da una parte lisci, dall’altra dentata verso
l’esterno, simile agli estremi di
un ingranaggio. Ella quando lo vide rimase stupita. Anzi, sconcertata
quasi…
‘Ma…ma…
è
un sigillo!!’.
‘Un…sigillo??’
chiesero simultaneamente Wakka e Noemi, fermandosi di colpo mentre Yuna
e gli
altri due continuarono a ragionare sulla prossima sfera.
‘Noemi!!!
Voglio sapere quando ti è apparso!!! Subito!!!’
chiese ancora la signora in
nero con tono molto autoritario. Mah…
devo dire che oggi è veramente isterica!! E quanto
lunatica!!!
‘Cosa
ne so
io??!! Non avevo nulla di simile…’. Sarà
sempre colpa del chakra, tanto è sempre colpa sua!!!
Lulu continuava
a sommare il tutto. Anche quella sorta di marchio sembrava
già visto. Già, ma
quanti misteri!! Poteva fondere un cervello qualunque… la
spada, le strane
magie…ora pure il “sigillo”, e
chissà se era proprio dovuto alla magia. Noemi
era così stufa di tutta quella storia sconosciuta ed
intricata che non si
preoccupò minimamente né
dell’atteggiamento di Lulu, né di quello che
poteva
avere al collo.
‘Sentite…
il viaggio è ancora lungo, non so cosa cavolo è
quello che mi dite, ora
dobbiamo tenere d’occhio un’invocatrice, no?? Siamo
guardiani in fondo!!!’
disse lei con grande leggerezza ed anche sbuffando un poco, affiancata
poi da
Wakka, che le diede da dietro quattro pacche sulla spalla destra,
ridendo
fieramente.
‘Già,
ma tu
l’arma ce l’hai per fare questo mestiere??!! Quella
spada azzurra dove sta??’
chiese ridendo, mentre la ragazza si fermò di nuovo in mezzo
alla via, superata
da Lulu che continuava a sospettare.
‘Io…io…boh!!
Quella spada sparisce sempre e riappare come
niente…’.
‘Eheheheh!!!
Dai…ti avevo detto che ti avrei insegnato ad usare il tuo
chakra!!!’ disse
l’invocatrice, felicissima di averla ancora davanti a
sé. Aveva aspettato il
gruppo che era rimasto indietro: si vede che lei, Auron e Kimahri
avevano un
passo bello veloce…
‘Cosa???
Stai scherzando!!! Io con quella stregoneria non voglio averci nulla a
che
fare!!!!’.
‘Invece
sbagli!! Se vuoi venire con noi devi risolvere anche i tuoi conflitti
interiori…
così finalmente combatterai con noi…e con
lui…!!’ disse ancora Yuna, facendo un
insolito occhiolino, mentre gli altri fissarono la ragazza di
Metropolis, che
non si era mai sentita così tanto al centro
dell’attenzione prima d’ora.
‘Ma…ma….ehi!!!
Perché mi fissate???!! Io non ho mai preso un’arma
in mano prima d’ora!!! E
visto che vi fidate così tanto del
vostro…’—si schiarisce la
voce—‘…amico,
perché non glielo chiedete a lui?? Così almeno
lascerà libera me!!!’. No,
mi correggo… oggi tutti ce l’hanno con
me!!!
‘Però
è
anche vero che sei nel nostro gruppo!! Perciò devi
imparare…alcuni trucchi del
mestiere…’ disse Wakka, che si
autoindicò con l’indice, come dire “IO
sono il
perfetto modello, rispetto ad Auron…”.
‘Ma…io…
non
credo che sia una
buona….ehm…idea…ecco…’
fece Noemi arretrando un poco e
squadrando gli occhi alla grande.
Dopo una
fila di risate fatte davanti a lei, che contagiarono perfino Kimahri ed
Auron,
il cammino continuò tra gli alberi pieni di foglie e che
generavano una
graditissima ombra sotto il sole mattutino.
‘Quella
spada è magica… e credo che possa essere evocata
un po’ come il chakra o come
gli Eoni. Facciamo così: prima impari ad evocarla tra noi, e
poi provi a
trasformarti…’.
‘Ma…Yuna!!
Non è una buona idea…lo so che se sono ancora qui
è anche grazie alla magia, ma
io…ho…ho paura!! Ho tanta
paura…’. Ella poi abbassò lo sguardo,
mostrando il
volto preoccupato del futuro. Lo so, lo
so…che ha bisogno di aiuto, ma se non so quasi
nulla… non so nemmeno combattere
e non ho mai creduto nella magia… come fa a fidarsi
così tanto di me??
Arrivando anche a salvarmi la pelle??
‘Fidati
di me!!
Facciamo così…arrivati a Guadosalam ci fermeremo
un poco, e ti insegnerò a come
usare il chakra, almeno per evocare la spada, poi…’…poi?? Poi cosa?? Aaaahhh...lasciamo
perdere!!!
Per tutto
il discorso tra le due il guardiano professionista sorrise con
tranquillità. Doveva
dirgli ancora parecchie cose…se sbuffava per sciocchezze
come quelle, sarebbe
come minimo svenuta a quello che poi avrebbe saputo…come
minimo!!! Per Wakka,
invece, la testa era sempre…al suo adorato sport, per quanto
potesse concentrarsi
a fare il guardiano per Chappu. Himahri?? Boh, non si sa mai quello che
pensa..!
‘Attenti!!!
Pericolo dietro voi!! Qualcuno insegue noi!!!’
gridò Kimahri da dietro, che richiamò
l’attenzione di tutti. Quella macchina Albhed che li
inseguiva da sott’acqua
prima [cap.21] emerse silenziosissima, e venne avvertita quando
iniziò a
camminare verso di loro con quei corti arti metallici che facevano il
“bizz-fizz”
dei robot. Sopra, nel posto di comando trasparente, era possibile
intravedere
due Albhed alla guida, senza la terza, come ordinato dalla loro
capitana. La
macchina si avvicinava con i suoi tentacoli di ferro, pronti per rapire
di
nuovo Yuna. I missili erano già visibili
all’esterno, per essere scagliati
contro i guardiani.
‘ALBHED!!!
Lo sapevo, sempre loro!!! AVETE VISTO la vostra penosa riuscita
all’operazione
MIhen???!!! [parte 16], eh?? ED ANCORA siete qui con le vostre schifose
armi??!!’ urlò Wakka subito seguito stranamente
anche dalla ragazza, che non si
era mai mostrata così combattiva. ‘Cosa volete da
noi??!! Cosa??
Rispondete!!!!’.
‘Devono
avercela con Yuna per qualche motivo… leviamoli di mezzo,
non c’è tempo da
perdere…’ disse Auron, con grande sicurezza,
sfoderando subito la sua pesante
Katana.
Dalla parte
centrale della macchina uscì una specie di piccolo megafono:
‘Luhcakhydale
m'ehjulydnela CIPEDU!!!! Ymdnesahde cbynanasu e hucdne secceme luhdnu
te jue!!!
Huh lucdnehkadale y vynmu!!!’ [Consegnateci l'invocatrice
SUBITO!!!! Altrimenti
spareremo i nostri missili contro di voi!!! Non costringeteci a
farlo!!!].
Wakka e
Noemi si guardarono in faccia.
‘Ma
che ha
detto?? E’ la solita lingua marziana??’.
‘NO…
è la
loro schifosa lingua… Dai…fammi vedere cosa sai
fare contro questa macchina… Mi
sembra piuttosto vecchia….’ fece Wakka, mentre
Kimahri si offriva avanti con la
sua lancia, ordinando a Yuna di restare indietro e non faticarsi.
‘Cosa???!!
Io??!! Cosa faccio???’.
‘Distraili!!
Attira la loro attenzione, mentre noi metteremo fuori uso i fili che si
trovano
dietro l’ammasso di ferraglia!!!’ disse pronto
Auron girandosi verso Noemi.
‘COSA???
I…IO???!! E poi come fai a…’.
‘TU
ANDARE!!!! Noi occupati a dare colpo a macchina!!! Lulu a confonderla
con magie
oscure!!!’ disse il leone, con tono così
autoritario che la ragazza fu
costretta ad agire, finalmente. Ok…se
mi
ammazzano sarà colpa vostra…glom!!!
Noemi
avanzò sola davanti alla macchina, mentre gli altri tre
guardiani erano dietro,
pronti per attaccare in tutte le direzioni alla prima mossa degli
Albhed. Yuna
lanciò la sfera di Djose alla maga, che si
preparò a lanciare la magia Antima, che
avrebbe reso più tenero e debole il metallo già
non proprio nuovo della
macchina, facilitando la scoperta e il taglio dei fili elettrici di
alimentazione.
‘E…ehm…
A…Allora?? Perché…ce
l’avete…con noi???!!! E..eh??’ fece la
ragazza, agitando
in maniera un po’ rachitica le mani, soprattutto alla vista
dell’arsenale
esposto.
‘Majyde
te
dunhu!! Jiue vehena ynnucdu!! Jy
paha!! M'rye jumidy
di!!!!’ [Levati di
torno!! Vuoi finire arrosto!! Va bene!! L'hai voluta tu!!!!] disse
l’Albhed
accanto a quello con le “corna” bionde, che
puntò i missili verso di lei. A
quel punto Lulu, approfittando della distrazione, lanciò
l’attacco magico, che
per alcuni secondi creò una depressione nell’aria,
simile ad un buco nero in
parte anche viola, che neutralizzò l’HUD del
sistema, accecando, di fatto, la
mira e i conducenti a bordo. Wakka lanciò una pallonata
verso una copertura
chiusa di metallo di dietro alla macchina, che, scendendo,
scoprì i fili di
alimentazione. La lancia, la katana e la forza dei due guardiani fecero
il
resto. Oh,
oh…a…aiutooooo!!!!
La macchina,
senza più energia elettrica, cadde a pochissimi metri da
Noemi, che restò
fissa, immobile, terrorizzata a pensare di essere sul punto di essere
schiacciata come una mosca sul suolo. Fortunatamente quello che ci fu
dopo fu
solo un grande fracasso, metalli distaccati che andarono a finire qua e
là,
cortocircuiti dappertutto, e una grande quantità di
terriccio che si sollevò
per decine di metri, facendo tossire molto tutti, tranne Auron, che non
tossì
nemmeno una volta. Già strano. Lui neanche
starnutiva… aveva forse dei polmoni
di ferro??
Prima della
caduta della macchina, i due Albhed azionarono il meccanismo di
espulsione,
uscendo all’esterno.
‘Symateweuha!!!
Yppeysu yhluny vymmedu!!!!’ [Maledizione!!! Abbiamo ancora
fallito!!!!].
‘Ycbaddy
Berrik!!
L'è yhluny diy cunammy, keicdu?? Yhteysu ty Cid...mie le
tenà lucy vyna!!!’ [Aspetta
Berrik!! C'è ancora tua sorella, giusto?? Andiamo da
Cid...lui ci dirà cosa
fare!!!].
‘Yhluny
xiammy
nykywwy... xiammy cdaccy tam hucdnu bnesu dahdydeju... [cap.11]
cynà mae em
hucdnu upeaddeju my bnuccesy jumdy!!!’ [Ancora
quella ragazza... quella stessa del nostro primo tentativo...
sarà
lei il nostro obiettivo la
prossima volta!!!] disse quello più biondo e robusto, mentre
tirò fuori dalla
sacca di sinistra un po’ di polvere di Eliomagilite [cap.17],
con la quale essi
vennero trasportati chissà dove, sparendo nel nulla.
Noemi poi,
ridendo,
si girò verso il gruppo, davanti e dietro di sé,
appena quella nebbia pesante
tornò al suo posto.
‘Ehm…allora??’—rossissima—‘…ehm…sono
stata brava???’.
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Capitolo 23 *** Cap.23: Listen To Your Soul ***
Dietro
la ragazza rimase solo un mucchio di rottami, vetri rotti e
cortocircuiti che
continuavano a ronzare peggio delle mosche. Ci fu un attimo in cui
tutti le
sorrisero davanti, e forse era questo che la tranquillizzava o le
faceva
dimenticare i problemi e i misteri. Quello che davvero se li fece fu
Wakka, che
si sedette sul ferro più comodo che giaceva lì,
con la mano destra che reggeva
il mento e la testa con il gomito sul femore destro.
‘Ma
cosa cavolo vogliono da noi??!! Dannati Albhed!! Bisognerebbe
cacciarli,
odiarli a morte!!! AH!! Non è che vogliono mettersi in
mostra dopo l’Operazione
Mihen [cap.16]?? Oppure…’.
‘FINISCILA!!!’
lo interruppe Lulu, che non ne poteva proprio più sia delle
sue ipotesi, che
dei soliti imprevisti. ‘Fare un pellegrinaggio comporta i
suoi rischi… questo
continente sembra non cambiare mai…’ disse
sottovoce Auron. E come poteva non
dirlo, ricordando tutte le sue imprese?
Yuna
si mise al centro del cerchio di rottami davanti a tutti i suoi
guardiani, con
quel sorriso carico e acceso.
‘Ragazzi…
voi…siete…straordinari… vi ringrazio
davvero tanto… Abbiamo ora tre sfere…non
possiamo mollare ora!! Vedrete che il Bonacciale arriverà
presto!!!’.
Arriverà??
C’erano grosse speranze… anche se dopo quella
tremenda operazione fallita, che
spazzò via quasi tutti i Miliziani, era divenuta meno e
più fioca. Ma la gente di Spira
sembra così ipnotizzata da
lei e dal suo sorriso… rischiare così tante volte
la pelle…se non ci fosse
stata la magia sarei già chissà dove…
Un momento!!
Noemi
si girò intorno e non scorse la figura di Hypnel da nessuna
parte. Che era
successo?? Il bello è che lei non si ricordava nulla. Anzi,
le sembrava di
essersi trasformata e giocare una partita, ma nient’altro.
‘Ehm…e
la guida dov’è??’.
A
parte Wakka che non capì a chi si riferiva la ragazza, gli
altri rimasero zitti.
Era davvero strano quel silenzio, che la incuriosì non poco.
Le facce erano
diventate tutt’ad un tratto cupe e preoccupate, come se ci
fosse chissà che da
nascondere.
‘Forza…
Guadosalam è oltre questo
bosco…andiamo!!!’ riprese l’invocatrice
ridendo,
cercando di cambiare totalmente discorso. Ella prese con sé
Noemi
delicatamente, la quale era desiderosa più che mai di avere
risposte chiare e
decise.
Il
gruppo continuò attraverso una strada terrosa e
completamente all’ombra, data
dai fittissimi rami degli alberi, che si intrecciavano verso alto sia
da destra
che da sinistra. E i mostriciattoli non mancavano mai, fatti fuori dal
pallone
di Wakka, dalla lancia del Ronso e dalla pesante katana del guardiano
professionista,
che, piano piano, stava riacquistano la fiducia di tutti.
Lulu
e Yuna restarono indietro e vicino a Noemi, che continuava a fare la
stessa
domanda con decisa prepotenza.
‘Hypnel??
Cosa ha fatto?? Ha ipnotizzato te e Tidus come due polli e vi ha spinto
contro
di noi!! Tutto perché?? Voleva portarti a Bevelle per
ottenere potere…’.
Lei
in realtà non sapeva se ridere o gridare di stupore alle
parole decise della
maga. Cosa?? State scherzando??!! ‘Co...come??’.
‘Sì’—continuò
l’altra affianco—‘…eravate
fuori controllo, anzi…completamente sotto i suoi
ordini. Ti abbiamo visto inchinarti davanti a lui e baciargli gli
stivali…’.
‘COSA??
BLEAH!!!’ esclamò la ragazza, e il suo tono di
voce si fece più forte, dopo
sputazzate per terra qua e là.
‘Non
ricordi nulla perché non ragionavi… ma non
preoccuparti… l’abbiamo fatto
fuggire ed ora sarà andato chissà dove,
lontano… sta tranquilla…’
continuò
Yuna, prendendole il braccio sinistro dandole conforto.
Nononono…
aspettate…
IO GLI HO BACIATO I PIEDI??? Nonono… io NON posso
crederci…
Yuna
cercò di raggiungere il gruppo più avanti
affrettando il passo, lasciando Noemi
e Lulu da sole. La prima continuava a mettersi la mano sulla fronte,
per
controllare che non avesse la febbre, e a darsi pizzicotti per
svegliarsi dal
possibile incubo. Almeno fino a quando la maga non la fermò
con forza con voce
ferrea e serissima. ‘Noemi…fermati qui, per
favore’.
Lei
preoccupata, si girò lentamente e con un po’ di
timore verso di lei.
‘Che…c’è?
Che…succede…?’.
‘Ti
devo dire una cosa…’.
Quelle
parole che sapevano di suspense avevano gelato il sangue alla ragazza,
che si
avvicinò al rallentatore.
Lulu
la guardò negli occhi direttamente. Mai aveva fatto
così. ‘Noemi…ti prego, stai
attenta a Tidus. Non mi convince… Sa tecniche che non ho mai
visto, sappiamo
troppo poco di lui… E tutti quei simboli antichi che lo
riguardano… Cerca di
controllarti e NON far emergere il chakra
dorato…intesi??!!’.
‘Co...cosa??
Pensavo che la magia fosse azz…’.
L’altra la fulminò a velocità mai vista.
‘Ti
ho detto di stare attenta!! Sembra che ci sia una magia oscura ed
antica sotto
tutto… Non dire nulla da dove provieni, da dove viene lui, e
di Zanarkand, capito??
Quell’Hypnel sembra conoscere più cose di
noi…’ riprese la maga, iniziando a
camminare avanti.
‘Lulu…’—disse
con strana sicurezza la ragazza—‘…mi ha
salvato la vita così tante volte…Ho
promesso di aiutarlo… se devo fidarmi o no, sarà
lui stesso a farmelo capire…e
fino ad ora si è mostrato un amico…’.
La
strada sterrata passò poi vicino ad un piccolo torrente del
Fluvinlunio, su cui
crescevano anche diversi fiori di “lillà
lunalis”. Dopo alcuni minuti di
silenzio, Noemi ripensò alle parole che aveva detto alla
maga. Anzi, si stupiva
di quelle parole, che se le aveva pronunciate senza pensare. Era forse
l’istinto che gliela aveva detto, o qualcosa che la spingeva
a potersi fidare.
Più ci pensava e più trovava fiducia nei suoi
confronti, e non sapeva nemmeno
spiegarsi il perché.
Il
gruppo poi incontrò due Ronso, quegli Yenke e Brian
incontrati prima a Luka [cap.10],
e alla loro vista Kimahri subito acquisì nel volto
l’aria di combattimenti e
sfide.
‘Guarda
guarda…piccolo Kimahri con invocatrice!!!’ disse
quello dai peli gialli, Brian,
con aria superba ed orgogliosa. I due avevano sulla fronte dei corni
appuntiti
e lunghissimi, mentre Kimahri sembrava che ce l’avesse
spezzato a metà, come se
spezzato quando ancora non era duro.
‘Senza
corno!!! Senza corno!!!’ disse Yenke con voce infantile.
‘Venite
per insultare Kimahri??!!’ controbatté lui,
avvicinandosi a loro prima di
tutti. Noemi era così assorta nei suoi pensieri che,
guardando il suolo,
continuò a camminare senza dare loro retta, tra tutti quei
fitti alberi.
‘Veniamo
per vedere come sei forte Kimahri…’
continuò Brian, prima che con il compagno si
mettesse a ridere a fauci aperte.
Kimahri
gli stava per lanciare un destro, quando lo interruppe Auron.
‘FERMO!!!...’—si
avvicinò al terzetto con quel passo lungo e
pietrificante—‘…E voi, se siete qui
per rallentarci il viaggio, farete meglio a levarvi di mezzo dalla
strada!!!’.
I
due Ronso, in effetti, sembravano non avere molta voglia di prendere in
giro
Kimahri e pestare il suo difensore, perché dava molto
fastidio il sole che
picchiava, e loro in genere preferivano ambienti freddi come il loro
monte Gagazet.
‘Ahahahah!!
Molto bene Kimahri…se restare senza invocatrice un
giorno… tua colpa!!’
continuò Brian ridendo a crepapelle dopo una battuta sciocca
di Yenke.
I
due si allontanarono ridendo e sfottendo il loro simile, con Yuna che
cercava
di tranquillizzare l’istinto del suo compagno. Raramente i
Ronso agivano
pensando. Erano pur sempre o quasi leoni…e una tra le
qualità migliori di
Kimahri era appunto il suo giusto istinto e il suo agire anche in modo
razionale come gli umani. Era in questo molto simile a loro.
Noemi
si era già allontanata di un centinaio di metri, quando
sentì, improvvisamente,
alcuni strani rumori dolci uscire dalla riva del fiume dietro di
sé. Si girò di
scatto, e vide una ragazza uscire da esso, che portava uno strano
vestito rosso,
che emetteva riflessi lucidi, che scopriva in totale, almeno la
metà del suo
corpo. Portava occhialini come gli Albhed, e dalla sua testa si
notavano dei
capelli di colore biondo acceso. Lei, senza accorgersi di Noemi, fece
calare la
cerniera dietro la sua schiena, e piano piano si tolse quel vestito,
lasciandolo a terra, ed abbassò gli occhialini, tenendoseli
sul collo,
scoprendo i suoi occhi verdi e lucenti che notarono la presenza della
ragazza,
che continuava a fissarla. Portava sotto una canottiera arancione,
bagnata
dagli occhialini appena tolti, e le sue gambe sottili erano scoperte da
corti
pantaloncini verdi, che erano retti tramite una cintura per
metà bianca ed
arancione. I suoi capelli lunghi erano raccolti dietro con un codino, e
la sua
lunga frangia era aperta a finestra, da una parte e
dall’altra tenute ferme da
fermagli.
Noemi
non credeva ai propri occhi. O era ancora l’ipnosi?
‘Ri…Rikku!!!
Allora…sei viva!!!’ esclamò, rivedendo
la ragazza Albhed della nave [cap.2].
‘Tu??!!
Semmai sono io a farti questa domanda!!! Eri con me
sott’acqua, per poi sparire
di colpo!!! E menomale che c’era quel
ragazzo…’.
Noemi
sembrò ricordare quello che successe dopo come un flash
confuso. E gli
improvvisi occhi sognanti dell’altra, affiancati da un
leggero rossore delle
sue guance, incuriosirono non poco la ragazza.
‘Ma
la vostra nave…che è successo?? E’
stata attaccata da Sin…’.
Rikku
la squadrò un poco.
‘Ma!!
Allora ERI lì!! Dove eri finita?’.
Il
discorso venne interrotto dall’arrivo del gruppo. Esso si
fermò quando videro
le due chiacchierare normalmente, e subito chiesero chi fosse la nuova.
‘Ragazzi….
Vi presento Rikku. Si trovava in quella nave che vi dicevo…
E’ un
Alb…ehm…eee…è
ancora sana e salva…eheh…’. Se Wakka
sapesse che lei è un’ Albhed…
‘Ah!!
Piacere…Rikku…’ disse Yuna, seguita
dall’ex-capitano, che si avvicinò con
faccia amichevole e curiosa di fronte alla nuova amica.
‘Bhé…dopo
la lotta con quella macchina… che c’è
di meglio che conoscere qualcuno di
nuovo??’.
Alle
sue parole lei ammutolì. Sì, era
l’unica ancora in missione dei tre.
‘Aaaahhh….’—fece
lei guardando il suolo con occhi prima cupi, poi improvvisamente
strapieni di
vitalità—‘…Sentite!! Vi
dispiace se mi metto nel vostro gruppo?? Insomma…sono
sola, senza un mezzo di trasporto…’.
‘Dov’è
casa tua??’ le chiese la maga.
Rikku
era una fucina di idee. Infatti, aveva già davanti tra le
mani almeno sei
varianti di risposte valide.
‘Purtroppo
non ce l’ho. Sto cercando un posto fisso…e meglio
di un pellegrinaggio per
trovarlo…!!’.
I
guardiani si volsero verso Yuna. Era alla fine lei che doveva decidere
cosa
fare. Lei si avvicinò con passo sereno alla bionda,
facendole un segno di
reverenza.
‘Oh…posso
darti del tu?? Non fare quel genere di cose… preferisco che
mi dici un “ciao”
con la mano!!’.
Yuna
rise di gusto e si rivolse poi a tutti gli altri.
‘Ecco…voi
non siete in disaccordo se lei diventa guardiana fino a quando non
troverà un
posto??’.
Nessuno
le fece obiezione. L’unico a rispondere fu Wakka.
‘Ma certo!! Benvenuta tra
noi!!’ e si diede inizio alle presentazioni. Quello
più sospettoso fu Auron, al
quale non sfuggiva nemmeno il singolo particolare, a differenza
dell’ex-capitano.
A
prima vista la ragazza bionda era vispa, caricatissima, ma i suoi
sguardi conferivano
sincerità e bontà assoluta. Aveva solo bisogno di
amicizie e conforto. Ma
quegli occhialini dicevano qualcos’altro…
Quando
il gruppo ripartì, il guardiano professionista si
avvicinò a lei con severità,
mentre Noemi restò lì a guardare curiosa.
‘Fammi
vedere gli occhi’.
Agli
occhi castani chiari del guardiano, lei obbedì senza opporre
la minima
resistenza o fare domande. I suoi occhi erano verdi chiari, e non aveva
una
pupilla: come tutti gli Albhed, vi aveva invece una chiocciola nera a
spirale.
Lì Auron capì tutto, e seguì poi gli
altri senza fare cenno o movimento. Si
comportò come se non aveva visto nulla.
Noemi
invece rimase sbalordita e si mise a parlare con la nuova compagna per
tutta la
fine del tragitto che portava alla città dei Guado.
‘Ma…non
hai pupille… ci vedi?’.
‘Certo
che ci vedo!! Che credi??!! E non mi hai detto dove sei andata
l’ultima
volta!!’. Perfetto… ora
che dico??
‘Ehm…
sono scappata… quando ho visto quei piranha…
i…insomma…non volevo finire in
brandelli!!’.
Rikku
poi notò la strana catena che Noemi portava al collo. Quello
strano simbolo lo
aveva già visto in qualcun altro e ciò le fece
avere un flash.
‘LO
SCRIGNO!!!!’ gridò con la bocca tappata dalla sua
mano destra per non fasi
sentire.
‘S…scrigno??’.
‘Ehm…
niente…niente… avevo un carico sulla
nave… e mi sa che è rimasto
lì…era molto
importante…!!’.
‘Basta
che torni nella nave, qual è il problema? Il trasporto e
basta…no?’.
Gli
occhi della ragazza Albhed si fecero un po’ preoccupati.
‘E’
impossibile tornare su quella nave…’.
‘Siamo
arrivati!!’ esclamò Yuna, appena raggiunse un
albero enorme, completamente
cavo, che aveva avuto almeno qualche centinaia di migliaia di anni. Era
così
grande dentro, che ci poteva stare metà villaggio di Besaid.
I rami erano tutti
intricati anche all’interno, tanto che la luce non riusciva a
penetrare da
nessuno spazio. L’erba era verde brillante, come se non
avesse conosciuto alcun
passo.
A
quella vista Wakka restò sbalordito, e non riuscì
nemmeno a fare i suoi soliti
commenti. Noemi, invece, sembrava averlo già visto un albero
così grosso. Questo albero
assomiglia tanto a quello che
c’è ad Alphaville a sud di Metropolis…
già, l’albero più antico del
continente…a quanto pare c’è anche a
Spira…
All’interno
della cava, era presente un corridoio fatto completamente dalle radici
di varie
piante, che, sembravano non puzzare per niente di terra. Sopra di esso,
era presente
una scritta indecifrabile: “Benvenuti a
Guadosalam”.
‘Oh!!
Cos’è??’ chiese Noemi, attratta da
quegli strani simboli.
‘E’
lingua Guado… andiamo, l’accoglienza è
la loro migliore qualità…’ rispose
Lulu,
e l’intero gruppo con Rikku entrò nella
città di Guadosalam.
La
città si trovava sotto terra, e sembrava più un
villaggetto in realtà, tra le
radici di quell’albero millenario. Tutto, dalle pareti, agli
edifici, alle
viozze, c’erano rami e radici, lisci e perfetti, tutto
sembrava in armonia
completa con la natura. La luce, luminosissima, era garantita da strane
polverine di “Sacromagilite”, o così la
chiamavano, che bruciavano. Le porte
con le insegne della stessa strana lingua di prima erano invece di
vetro, tutto
colorato di verde, blu o fucsia brillante, sulle quali correvano
lineamenti,
forme curveggianti e strane. Le vie sfruttavano ogni singolo spazio,
andando
anche ad incrociarsi su livelli sfalsati e sopraelevati, che si
intrecciavano
tra loro in modo indescrivibile. Sulle vie camminavano diversi Guado:
gente di
pelle azzurrina, ma non troppo, molto simili agli umani, tranne per
l’altezza,
le orecchie e le dita più allungate e più
appuntite sulle estremità. Una gente
pacifica, che portava massimo rispetto e serenità a
chiunque, senza badare
tanto alla specie che si presentava di fronte a loro.
Un
Guado alto, un po’ anziano, ma dritto sulla schiena, si
avvicinò al gruppo, con
l’abito allungato come gli altri, che lo rendeva
più importante per le forme
che c’erano sopra, e questo portava capelli ricci verdognoli
e tutti sparati,
come del resto i suoi baffi e la barba, lunghi entrambi.
‘Benvenuta
a Guadosalam, mia invocatrice…mi chiamo Tromell
Guado… Il maestro Seymour arriverà
tra poco…fatevi trovare nella residenza laggiù...
la vostra permanenza qui ci
riempie i cuori d’orgoglio…’.
Detto
questo, egli indicò con il lungo indice una porta, che si
trovava più in fondo
di tutti, e che evitava ogni via che portava ai livelli più
rialzati. Era
riconoscibile per la porta, più grande delle altre, e sopra
di essa c’era una
scritta: “Residenza
Sacra
del Maestro”.
Oh,
no!! Ancora quel
barbone!!! Che palle!! Ma non ci lascia mai in pace?? Peggio degli
Albhed con
tutte quelle arie che si dà tutte le volte!!!!
Appena
sentì il nome del “gran” maestro, Wakka
avanzò con il suo classico e cupo
broncio, prima che Lulu lo fulminò con lo sguardo.
‘Vedi di comportarti bene,
non è il momento adesso!!!’.
Rikku
invece non stava mai ferma. Era sempre in movimento, pimpante, e quando
camminava quasi saltellava. Come Albhed sapeva amministrare qualunque
genere di
macchina, e ciò era anche incredibile, visto che aveva
un’età di circa 15-16
anni soltanto. Noemi non aveva mai visto una tipa così
carica.
L’aria
della città era così pura che liberava i polmoni.
In quel covo sotterraneo era
possibile notare la squadra dei Guado Glories che correva e si allenava
tra le
viozze legnose della stessa città, tra i passanti che si
mettevano di lato per
lasciare le vie libere.
‘Bene,
ragazzi…ci fermeremo qui fino a quando non
arriverà il maestro...’ fece
l’invocatrice girandosi verso i guardiani. Kimahri ed Auron
non fecero motto, e
si appoggiarono entrambi sulla parete lignea lì vicino, il
primo a braccia
conserte, il secondo faceva cadere tutto il suo peso su quei rami
robusti.
Lulu
e Wakka preferirono fare rifornimento di pozioni ed antidoti contro i
veleni
dei mostri lì presenti, specialmente quello delle
“api killer”. Con la sua
vitalità li seguì anche Rikku, ancora stupita di
vedere proprio lì Noemi dopo
tutto quello che era successo all’una ed all’altra.
Già, ancora lei non sapeva
nulla dell’orfana di Metropolis…
‘Allora…
conosco una piccola saletta… vediamo se trovo
Yuma…’ bisbigliò Yuna a Noemi che
le era accanto, anche se questa, più che badare alle sue
parole, era più
concentrata a contemplare l’incredibile posto avvolto nella
natura. Così lei
trascinò la ragazza con il suo entusiasmo, che divenne
massimo quando vide una
giovane Guado adolescente, che portava capelli rosso mogano e corti,
che appena
notò le due, subito vi corse incontro.
‘Yuna!!!!
Amica mia!! Sei qui!!!!!’ e la giovane Guado la
abbracciò con grande felicità,
tipica di due persone che non si vedevano da tanto, tanto tempo. Si devono conoscere molto…
‘Eheheh…Noemi,
questa è Yuma… è una mia cara vecchia
amica di infanzia… spesso mi accompagnava
in questa città dove ho conosciuto Yevon prima di passare la
mia adolescenza a
Bevelle…!!!’.
Noemi
strinse la mano al Guado, che aveva mani più fredde e dita
lunghissime e senza
la presenza di un filo d’unghia. Faceva quasi provare
ribrezzo.
‘Eheheh…ci
siamo conosciute per via della grande somiglianza dei nostri
nomi…’—poi si
rivolse alla cara amica—‘…non avrei mai
immaginato che saresti diventata la
nostra speranza!!!’.
‘Già…
E…vorrei andare nella Sala del Pensiero… Macchen
è qui, vero??’.
‘Certo!!
Venite!! Vi conduco subito da lui!!!’.
Non
ci sto capendo un
tubo…comunque non mi inspira molto questa “Sala
del Pensiero”… anche perché io
penso fin troppo!!!
Le
tre camminarono per uno dei viottoli sopraelevati, fino ad arrivare ad
una
piccola porta sulla quale l’insegna segnava
“chiaramente” “Sala
del Pensiero di Macchen”.
All’interno Noemi
rimase stupita. Superata la soglia della porta di vetro colorato, i
rami assumevano
uno strano colore azzurrino, e formavano, intricandosi, strane forme
mai viste
prima, curveggianti o quadrate, che quasi, con i loro movimenti,
riuscivano a
confondere qualsiasi senso. La stanza era completamente vuota,
illuminata dai
Sacromagilite fiammeggianti. Là, da solo, in meditazione,
stava un signore
anziano, dalla barba lunga fino al petto, con il viso svigorito e
segnato da
profondissime rughe, e le folte sopracciglia, che quasi gli coprivano
gli
occhi, infondevano una notevole saggezza e senso di rispetto. Con la
sola forza
della mente, riusciva a librarsi senza problemi a diversi centimetri
dal suolo
blu ligneo.
‘Macchen!!!
E’ venuta un’amica…!!!’.
‘Ehhh
Eh???!! Cofa?? Chfe cfé??!! Cfhi mi disfturba??’
pronunciò quello, che sembrava
ora invece un vecchio decrepito. Poi continuò.
‘AAAhhh!!
Ho capito… Voi dofete essere
l’invocaftrice…pfrego,
accomodatefi…’. Gli
devono mancare molti denti per parlare
in quel modo…
‘Volevo…
far insegnare alla mia amica come invocare una spada magica in suo
possesso…’. In MIO
possesso??
Dopo
il segno di riverenza di Yuna, Noemi si presentò con un
po’ di imbarazzo. O
forse di disgusto, visto che l’alito del vecchio era davvero
micidiale…
‘Ah…una
spfada cfhe si infoca…Sì, ho senfito delle cofe
sfimili… E’ molto sempflice…
basfta la forzfa della mentfe…!!’ rispose Macchen,
che portava anche un cappello
lungo tipo cardinale da Chiesa, metà blu e metà
verde. Aveva il vizio di
gesticolare ad ogni parola che diceva.
Yuna
si pose a sedere vicino a Yuma, le quali si misero a parlare sottovoce,
e la
prima lanciava occhiate amichevoli e pieni di fiducia verso
l’orfana. A darle
coraggio era però più il sorriso e gli occhiolini.
Macchen
si alzò, ben ricurvo sulla schiena.
‘Conosci
i lunioli??’.
‘Ehm…non
tanto…ecco…sono stata
intoss…’.
Alle
parole timide di lei Macchen reagì tacendola con la mano
aperta sinistra alzata
davanti al suo viso.
‘Non
pfreoccupfartfi… Adesso tfi spfiego… i
lunioli sono partfi di un’anima che fi difintegra, si
dispferde compfletamente
o quafi. Quando le perfsone chfe perfdono la fita non fengono
trfapassate, quefte
difentfano dei mostrfi, chfe se fengono uccifi liberano quefte
“comete”…’.
‘Ho
visto molte volte questo…’ fece la ragazza, con
espressione più disgustata per
l’odore della bocca.
‘Bene…
perfò, l’amore, la concentrfazfione, e magie come
il chakrfa o le sfere possono
riunire di nuofo quefti lunioli e ricompforre
l’anima…’.
‘Sì…ma…cosa
c’entra con…’. Macchen la
zittì di nuovo, stavolta con la mano destra.
Quell’atteggiamento la stava leggermente innervosendo.
‘Se
la forzfa di una di quefte o di tutte infieme è
sfufficientfe, è possibile far
difentare reale cfiò chfe era fottoforma di fpiritfo. Ad
efempio, l’infocatore,
con il suo chakfra, è in grado con le sffere di radunare i
lunioli degli intfercessori,
per far riapparire magicamentfe nella realtfà i mitfici
Eoni, evocandoli. Cfon
la spfada è pratficamentfe lo ftesso… bafta
concentfrare la mentfe, e la spfada
apparirà dafantfi a te…’.
Noemi
squadrò un poco il vecchio. Ah,
sì,
sapientone, ok, ma come si fa???!!! E poi parla meglio, non si capisce
quasi
niente di quello che dici!!
Macchen
si girò, fece alcuni passi e poi tornò a lei.
‘Bene…ora
defi concentrfartfi al massimo. Penfa alla spfada,
com’è fattfa, allo scfopo,
al tuo strfettfo bifogno di essa… immagina dofe fuoi
trofarla, ed essa verrfà
da te…’. La fai troppo
facile… ho già la
testa piena di enigmi, ora la distruggo completamente…guarda
un po’ cosa devo
fare… ‘Allora
tu!! “Zanarkandese”… Sei contento?? Ci
stai godendo??!! Guarda cosa sono
costretta a fare per colpa tua…’.
‘Noemi…??’
‘E…eh???
A…ah?? Cosa??!!’ la ragazza fu come colpita da un
fulmine.
‘Chfe
stfai dicfendo? Cfon chfi stai parlando??’ chiese lui,
tirandosi delicatamente
la barba come un perfetto pascià.
‘Ehm…n…nulla…stavo
parlando tra me…e me…’. E
forse non è
nemmeno un modo di dire…
Lei
così si mise completamente al centro della sala, mentre
Macchen zittì con la
mano sinistra sempre al modo solito le due intime amiche, creando uno
strano
silenzio. Il volto di Noemi si trasformò da quello sorpreso
a quello
concentrato e deciso. Ella chiuse gli occhi, non fece più
motto e iniziò a
concentrarsi ed a pensare. Gli veniva in mente Metropolis, quel padre
odioso…
altro che spada!!! Quel padre che l’aveva lasciata
lì, sola, in balia della
sorte, costretta a rubare qua e là pezzi di pane e di
frutta…e ora si trovava
lì, su Spira, senza maltrattamenti, con nuovi amici, con le
prime avventure che
l’avevano, perché no, cambiata, anche
radicalmente, e forse non se ne rendeva proprio
conto. Tutto era partito da lì, da quell’indovina
che sembrava conoscere i suoi
desideri, le sue disperazioni, conoscere proprio lei…e poi
quell’arma in mano
che lei prese la prima volta e che si illuminò di luce
turchina intensa…e…e…
Cosa
sei costretta a
fare per me?? Lo so…sono in debito con te e mi
dispiace…ma vedrai che la tua
tremenda storia nel tuo mondo finirà…la
farò finire…
A
quella voce familiare Noemi aprì di colpo i suoi occhi
verdi, colti da un
insolito bagliore azzurro che durò per pochi secondi. Fece
un sussulto lungo
mezzo metro e spalancò la bocca quando si ritrovò
alle mani la magica spada
cristallizzata.
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Capitolo 24 *** Cap.24: The Four Techniques' Jewel ***
Lo
stupore investì anche Yuma e Macchen. Yuna era
l’unica che si era alzata di
scatto in piedi, applaudendo la ragazza, che era un
po’…come dire…scioccata.
‘Brava!!
Lo sapevo che ce l’avresti fatta!!’ disse, correndo
ad abbracciarla con grande
gioia. L’altra rimase immobile con la spada nella mano
destra, che sudava in
maniera indescrivibile, caldissima, con l’impugnatura marrone
insieme, dalla
quale spiccavano nastrini rossi dalle punte gialle.
‘Lui…era…era…ha…!!’
balbettò con voce rotta, come gelata.
Yuma
sorrise alla buona riuscita della prova, mentre Macchen era stranamente
zitto.
La sua faccia esprimeva una paura enorme, come se quello che Noemi
aveva fatto
fosse chissà che sacrilegio. Con il volto cupo si
avvicinò lentamente a lei.
‘Qfuella
spada…q…qfuella spfada….è la Fratfernitfy!!!’.
Yuna
subito ritirò il sorriso, chiedendosi che cosa ci fosse di
strano, dopotutto.
Noemi, invece, era più agitata del vecchio e stava cercando
ancora di riordinare
la mente. Era convinta di essere ancora sotto l’effetto di
qualche ipnosi o allucinazione,
per aver sentito quella voce dentro di sé.
‘Qfuella
spada!! E’ FACRFA!! NON pufò essere ufata!!!
Volete trfafgredire il crfedo di
Yefon!!!???’.
L’invocatrice
non capiva quello che Macchen intendeva. Anzi, non sapeva che quella
spada
fosse sacra. E perché mai, poi?
‘Ma…cosa??
Qu…quale sacrilegio??’ chiese Noemi, che iniziava
finalmente a mettere insieme
frasi.
Lui
addolcì un poco il suo volto segnato dagli anni.
‘Foi
non fapfete a chfi afete rubato la spfada!! Lafsciate perdere
l’arma immediatfamentfe!!
O folete chfe arrifi
Sin…e…eh…?’ detto questo
Macchen si bloccò di colpo, come
se stesse per dire troppo.
A
quelle parole Noemi iniziò ad avere scatti d’ira.
C’erano già Hypnel ed Auron a
tenere segreti, ed ora non voleva proprio saperne di attenersi alle
regole. ‘COSA??
Perché dovrebbe venire Sin?? Che sta dicendo??!!
Parlate!!!’.
Il
vecchio si girò di nuovo, severissimo. ‘Il Sacrfo
crfedo di Yefon detiene molti
segrfeti chfe non possono essere sfelati…altrfimentfi il
nostrfo continentfe
sarebbe in pericolo!! Percfiò scordatfefi quella spfada e
qfuefa storia, fe non
folete chfe non cfi farà mai un Bonacciale!!!’.
A
quelle parole Yuna subito si scusò al posto della ragazza
con diversi segni di
riverenza, mentre l’altra aveva il nervosismo alle stelle.
Non voleva, davvero,
più saperne di quegli enigmi. Era come se ne fosse diventata
allergica.
‘Perdonatela…
sapete…è giovane…è stata
intossicata da Sin…!!’.
‘Lo
sapefo!!! E’ colpa di qfuella spfada!! Non dofete
usarla…ha poteri che non
immaginate nemmeno!!!’.
Po…poteri??
Altri??
Secondo me questi sciocchi religiosi esagerano soltanto…
eppure… non sembra
così tragica la cosa… come se Yevon punisca con
l’aiuto di Sin… bel dio che
avete, complimenti… ma siccome io NON credo alla vostra
insulsa religione,
potete dire quello che volete su di lui, a me entra ed esce
dall’orecchio!!!
Macchen
poi tornò a librarsi nel solito posto, come se cercasse di
restare lontano
dall’arma lucente.
‘Ehi!!
Che bella!! Non ho mai visto nulla di simile!!!’
esclamò Yuma, che si avvicinò
ad essa, notando delle strane scritte dalla parte del manico libera.
Ella non
fece in tempo a chiedere che subito entrò una guardia Guado,
vestita come i
protettori di Seymour [cap.14], senza nemmeno bussare, facendo cadere
il
vecchio, distraendolo.
‘Chfi??
Chfi è??’ Che
svitato…ed io pensavo
chissà chi…
‘Invocatrice
Yuna…’—fece la guardia con voce
decisa—‘… il maestro Seymour
è arrivato da
Bevelle… ha da parlare con voi nella residenza qui sotto,
che vi attende…’.
‘Sì,
subito!!’ rispose lei, dopo la riverenza.
Non
finirà qui
vecchio!! Se questa è l’unica arma che ho in mano,
userò questa punto e basta,
chiaro?? Io non credo al vostro dio, ergo…
‘Ehm…Noemi…mi
sono dimenticata di dirti che in questa città sacra non si
possono sfoderare
armi…!!’.
‘Ah,
Yuna, no?? Perc…’.
La
spada si era già volatilizzata come niente. Era chiaro che
per averla in mano e
mantenerla “reale” bisognava mantenere la
concentrazione su di essa…
La
residenza era controllata da due guardie Guado ai lati, dove uno di
loro aprì
la grande porta rossa, che fece un leggero rumore e cigolio per la
pesantezza.
L’interno era una sala d’ingresso enorme, percorsa
da due ampie scalinate su
ciascun un lato, percorse da alcune insolite finestre e spazi occupati
da foto
che ritraevano maestri precedenti a Seymour, tra cui Jyscal Guado, suo
padre,
il quale convertì l’intera stirpe Guado a Yevon,
mentre il figlio si impegnava
ad unire la stirpe umana a quella “azzurrina”,
visto che sua madre era umana
pura, e non si era mai saputo chi fosse. Allo stesso piano del gruppo
c’era una
porta, che fu aperta da Tromell dall’interno, invitando tutti
a proseguire.
Dentro c’era un enorme salone, che ben poco ricordava la
natura. Tutto era in
marmo e piastrelle brillanti, con tavole completamente piene di roba da
mangiare: torte, pasticcini, frutta… alle quali subito Rikku
si cimentò.
Davvero strana l’atmosfera
all’interno…molto, molto sinistro quello strano
silenzio d’accoglienza…
‘*MUNCH*,
*MUNCH*….mmmhhh…che buono!!! Queste mele sono
squisite!!!’ fece la ragazza
Albhed, che preferì esse e le banane agli innumerevoli dolci
che riempivano
alla grande i vari tavoli. Altro che
banchetto!! Qui potrebbero mangiare in minimo ottanta persone!!!
Era
l’unica che mangiava alla grande. Gli altri erano
più o meno pensosi o agitati.
Lulu era vicino allo stesso tavolo di Rikku, sempre in cerca di
soluzioni;
appoggiato sul muro con tutto il corpo era il guardiano professionista,
muto ed
immobile, proprio come una statua. Kimahri era accanto
all’invocatrice, che era
quella più in ansia di tutti. Si notava un miglio quanto
avesse fifa di
incontrare di nuovo il Grande Maestro di Spira. Wakka invece aveva il
volto
sbuffante: era seduto su uno dei comodissimi sedili in pelle accanto ai
tavoli
imbanditi. Era stufo a sentire solo il nome di Seymour, delle sue manie
di
grandezza di chissà chi, del suo davvero scarso interesse
manifestato nella
religione, e questo per lui era già di per sé un
buon motivo per “odiarlo” (era
pur sempre un maestro!!).
E
Noemi cosa faceva? Cosa pensava in quei minuti interminabili in attesa
del Gran
Maestro? In realtà la sua testa era completamente altrove o
quasi. Che
coincidenza avere di nuovo davanti agli occhi proprio Rikku!! Cosa
strana,
stranissima, come l’incontro con Auron. A Spira
c’erano milioni e milioni di
abitanti, senza contare le migliaia di posti, città e
villaggi tutti sparsi o
addirittura sperduti…e incontrarli, così, come se
fosse già tutto nel programma...
Poi notò i comodi sedili su cui sedeva
l’ex-capitano. Città
immersa nella natura??!! Noooo… per la Vostra
Eccellentissima
Grazia un posto normale come gli altri Guado non era
possibile…certo...ci vuole
solo lusso….altrimenti che maestro è?? Che faccia
tosta!!!! Mandare all’inferno
migliaia di Miliziani!! Dovrebbe andarci lui!!!!
‘Il
Grande Maestro Seymour sta arrivando…mia
invocatrice!’ disse Tromell, seguito
quasi subito dal Maestro.
‘Quando
smetterai di farmi così tante lodi??!!’ fece
Seymour, come se quelle parole sembrassero
dargli parecchio fastidio. E forse…non era
l’unico!!! Tutti lo seguirono in
un’altra sala, che sembrava una vera e propria Sala del
Trono, tutta decorata
ai lati con fregi e colonne varie dalle forme più
avviluppate e strane, e
davanti non c’era propriamente il trono, ma una sorta di
enorme parete, di
colore azzurrino e completamente piatto.
‘Comunque….perdonatemi
Yuna… ecco…volevo parlarvi seriamente un
poco… tanto…non c’è
fretta…’.
Alle
parole di “Grazia Vostra”, o così lo
chiamava Wakka, Auron si irritò un poco.
Egli si avvicinò al Maestro con tono estremamente duro, non
fidandosi di una
persona comunque di così alto grado da essere la guida
suprema del popolo. ‘NO!!
Yuna NON ha tempo da perdere!! Dobbiamo
andare…ora!!!’.
‘Oh…va
bene…permettetemi di farle vedere una cosa…che
potrebbe interessarle molto…
soprattutto a voi, Sir Auron…ditemi, cosa avete intenzione
di fare dopo la
bruciante fine di Braska?’.
Tutti
restarono zitti. Compreso lui, che non diede nemmeno una lettera di
risposta
alla domanda. A quel punto, Seymour si avvicinò a quella
parete azzurrina e
tirò un poco su la sua pesante e gonfia manica sinistra,
mostrando sul dito
medio un anello che deteneva una gemma enorme, così
splendente che dava gran
fastidio agli occhi dei presenti. Esso copriva quasi tutte le altre due
dita di
fianco al medio che lo portava, e sembrava diviso in quattro. Al centro
c’era
una stella curveggiante a tre punte, che era di colore nerissimo, e sui
tre lati
di questa stavano tre triangoli con i vertici sporgenti, uno rosso, uno
blu, e
l’altro giallo. Era davvero spaventosa la luce che riusciva
ad emettere, che
passò dal bianco puro ad un insolito colore azzurrino, che
illuminò la parete
appena il possessore pose l’anello dritto dritto contro di
essa con il braccio
teso davanti a sé. Così si mise a proiettare
diverse immagini, che piano piano
divennero tridimensionali, fino ad occupare magicamente
l’intera stanza, che
assunse forme, colori, figure di persone, edifici, macchine, luci,
tutto come
se la
Sala fosse
diventata una specie di ologramma gigantesco. Nessuno aveva mai visto
una cosa
del genere. Anche Auron ne fu stupito, forse più di tutti,
assieme alla ragazza
orfana. Quando, infatti, quelle immagini divennero sempre
più chiare e
definite, riconobbero insieme quella cascata d’acqua ad
arcobaleno, quegli enormi
palazzi curveggianti, quelle strade sopraelevate, quello stadio che
Noemi aveva
visto con i suoi occhi [cap.1], quelle persone innamorate del
Blitzball, e
quegli anziani sereni e felici.
‘Questa
era la città dove vivevi, vero??’ fece Seymour al
guardiano in giacca rossa,
con voce viscida. Lui non rispose, cercando di tenere segrete le sue
sensazioni. Yuna e Wakka continuavano ad emettere
“oh” a ripetizione, come se
davvero fossero lì, tra le vie, tra le brillanti luci di
quella splendida e
felice città delle macchine. Per Noemi sembrò di
tornare in quel tragico
momento, in cui tutto sparì, in cui aveva dato una svolta,
forse definitiva,
alla sua vita, in cui aveva conosciuto Tidus ed Auron la prima volta.
Era come
se fosse stato ieri.
‘Questa
era la città di Zanarkand, prima della distruzione di
Sin… era qui che
Yunalesca visse ed incontrò Zaon… Lei fu la prima
della storia a sacrificarsi
per aiutarlo a sconfiggerlo. Egli non fu un semplice
invocatore…’.
Mentre
diceva questo, egli mosse un poco il suo anello e l’ologramma
cambiò. Ora
sembrava trovarsi in una stanza da letto, coperta da una grigiastra
zanzariera,
dove era seduta una figura aggraziata, dai lunghissimi capelli a
zig-zag chiarissimi,
affiancata da un personaggio vestito quasi come i Miliziani, che le
prendeva le
mani, la guardava negli occhi, la baciava sulle labbra con grande
passione e le
braccia al collo dolcemente, proprio come due innamorati inseparabili.
‘…egli
fu il suo primo grande amore. Essi, insieme, da soli, riuscirono a
superare i
vari custodi, raccogliere tutte le sei sfere totali grazie al grande
legame che
li univa… Essendo i primi, purtroppo, non erano pienamente a
conoscenza della
tecnica Sunshine per usarle, e
così
Sin li uccise entrambi… E tu hai ereditato il nome da
lei…’ continuò il
Maestro, ponendosi di fianco all’invocatrice, prima di trarre
indietro il suo
anello, facendo, di fatto, sparire ogni traccia
dell’ologramma magico.
Tutti
restarono, chi più, chi meno, impressionati. Dopo Seymour
portò Yuna in un
angolo della sala, dicendole qualcosa sotto voce. I guardiani la
notarono
portarsi improvvisamente la mano vicino alla bocca, e il suo viso
passare dallo
stupore di prima alla manifestazione di qualcosa di sconvolgente, o
forse
terribile. Bastarono forse poche parole, per farla subito correre a
prendere un
grosso bicchiere d’acqua che c’era nella sala
precedente. Ella prese coraggio,
si avvicinò ai guardiani tutta rossa e turbata nel volto.
‘Ehi!!
Che succede?? Perché sei così rossa?’
chiese con voce innocente Rikku, squadrandola
un po’.
‘Cosa
ti ha detto?’.
‘Wakka…ecco…mi…ha…chiesto…di…di…sposarlo…’.
Per
almeno un minuto intero tutti si girarono stupiti ed anche sospettosi.
Frasi
come “Cosa?”
“Perché” “E’
impazzito!” risuonavano a ripetizione, fino a quando
il Ronso ed Auron iniziarono a prendere le misure dal Maestro. Quali
erano le
sue intenzioni? Perché poi sposarla? Voleva essere come Zaon
e Yunalesca come
le aveva detto [cap.16]? Ma lei i guardiani li aveva
già…ed avere un Maestro
per guardiano o addirittura sposo era piuttosto strano.
‘Avete
tempo per decidere, Yuna… ma, mi raccomando…da
voi mi aspetto un bel
“si”…!!!’.
Un “sì”?? Vuoi
un ”si”?? Te lo do io il “si”
se non ti levi di piedi e dalla mia vista!!! Chi cavolo ti credi di
essere??!!
Un Maestro penso che sia una guida, non uno che usa le persone a
proprio
piacimento!!!
Le
acque si calmarono un poco. Auron raccomandò
all’invocatrice di stare attenta:
Braska gli aveva insegnato molto bene che chi ha potere lo usa alla
grande. E
di certo l’arte oscura di Hypnel ne era stata una prova
indelebile. E forse,
anche il suo diverso comportamento con il “tipo venuto dal
mare” poteva essere
spiegato allo stesso modo…
‘Questo
non è un teatro di commedia!!!’ fece il guardiano
in giacca rossa, prima di
imboccare l’uscita con gli altri.
Seymour
sentì le sue parole e subito incrociò i suoi
occhi color lilla con i suoi
castani chiari.
‘Dimmi
un po’… come hai fatto a venire qui?? Oh!! Le mie
scuse…i Guado rilevano
l’odore dell’Oltremondo…’. O…Oltremondo??
Ha un odore?? O non si sente bene??!! Di che odore parla?? Lo sapevo
che quel
capo da strapazzo non ha una rotella a posto!!
Lui
non fece motto né mostrò riguardi. Forse
perché era un po’ in ansia per la
risposta di Yuna.
‘Ci…c…ci
devo pensare…Scusate…’
bisbigliò quasi lei, lasciando di fretta la Sala.
Lei
poi si sedette su un alto gradino che era di fronte alla porta rossa
della
residenza, riccamente decorata. Guardò pensosa il suolo
ligneo, con le mani
congiunte l’una sopra all’altra, ferma, rigida,
tenendo ancora i segni dello
sconforto o quasi.
‘Io
ve lo dico…a me quel maestro non mi convince
proprio… mi sta più simpatico
Jyscal!!’.
‘Sono
d’accordo...’—continuò Wakka
dopo Noemi, mettendosi a braccia
conserte—‘…noi
abbiamo un pellegrinaggio da fare…’.
Gli
altri si girarono verso loro due, che subito zittirono. Yuna aveva
aperto la
bocca, pronta a parlare.
‘Credo…credo
che potrebbe essere una giusta cosa…alla fine….
Insomma…se questo matrimonio
potrebbe dare nuove speranze alla gente, una guida più
forte… Se questo può
renderla più felice, allora non mi tiro
indietro…’.
‘Ma…!!
Queste questioni vanno discusse dopo!! Abbiamo un pellegrinaggio da
finire, Sin
da sconfiggere… perdere tempo in questo modo potrebbe essere
pericoloso...o no?’.
Le
parole dell’orfana furono come un reset per
l’invocatrice, che iniziò daccapo a
ragionare. Anche il pellegrinaggio era molto, molto importante, se
Spira voleva
arrivare ad un nuovo Bonacciale…
‘Ecco…io…devo
sconfiggere Sin… devo assolutamente…’. Brava!!!
A che serve dunque sposare quella “Eminenza” da
strapazzo??!! E poi non mi dire
che ti piace un tipo simile…
‘…come
fece il tuo predecessore Braska…’.
Yuna
si alzò improvvisamente in piedi. Ha
deciso??
‘Sir
Auron… Io…devo scegliere…
Andrò a visitare l’Oltremondo…
lì avrò la
risposta!!!’.
Così
il gruppo già stava per imboccare la via, tranne Noemi.
‘O…Oltremondo??
Si…si..visita?? Cosa??!!’ non credeva alle sue
orecchie. Era rimasta ferma,
immobile come una statua di pietra.
Lulu
sbuffò un poco, e fece segno agli altri di proseguire verso
un viottolo che era
un po’ lungo, e che sopraelevava tutte le altre vie.
L’ingresso dell’Oltremondo
si trovava più in alto, affiancato da tendicciole arancioni,
illuminate dietro
da piccole lanterne che emettevano una luce fioca, un poco sinistra. A
destra
si trovava una guardia Guado, che sembrava davvero anziano, ricurvo
sulle
spalle. La maga si avvicinò a Noemi, incitandola a camminare.
‘L’ingresso
dell’Oltremondo si trova là in alto qui a
Guadosalam’—e porta l’indice verso
l’ingresso,
senza alcuna porta—‘…I Guado vegliano su
di esso e sui morti trapassati da
molti secoli. Qui moltissime persone di ogni specie vanno a rivedere i
propri
cari’.
‘Ma…è
assurdo, Lulu!! Rivedere i propri cari perduti??
Com’è possibile??’.
Il
gruppo stava già percorrendo la leggera salita verso
l’ingresso. E non c’era
nessuna protezione, né da una parte, né
dall’altra.
‘E’
possibile...in un certo senso. Quando una persona muore e non viene
trapassata,
essa diventa un mostro, intrappolato nella sua invidia ed odio verso i
vivi. Se
poi esso viene ucciso, la sua anima si scompone in tanti lunioli che
spariscono
nel nulla dopo poco tempo. Se l’anima della persona viene
invece trapassata,
essa viene accolta nell’Oltremondo, dove l’anima si
frammenta in lunioli che
però rimangono conservati in eterno e in
serenità. Quando un vivo visita
l’Oltremondo, e pensa alla persona cara, i lunioli
ricompongono l’anima, che
può riapparire di fronte al pensante…’.
‘Uaaaaoooo…
incredibile…!!!!’.
‘Le
anime trapassate sono però nel loro mondo… e
possono solo far vedere la propria
immagine. Non possono né parlare né reagire. Sono
come delle visioni
trasparenti…’. Chissà
se oltre ai morti
si possono vedere le persone che…
‘Ci
sono comunque delle eccezioni. A volte anche dopo la morte
l’anima può restare
legata al corpo, anche se temporaneamente, un po’ come i
mostri, oppure ci sono
delle anime che vagano nella realtà come fantasmi, senza
corpo, senza
trasformarsi in mostri. Ma dicono che siano solo delle
leggende… ma mi rendo
conto che certe leggende si stanno avverando…’.
‘In
che senso??’.
La
discussione venne interrotta dal guardiano Guado.
‘Per
favore, nell’Oltremondo occorre fare silenzio
massimo…’.
Subito
la curiosità dell’orfana si spostò
verso quel posto famoso ed anche il più
visitato di Spira. Molti non avevano il coraggio di entrarci, forse
perché il
ricordo dei cari era troppo doloroso, come scoprire vecchie ferite non
completamente rimarginate. La stradina era piccola e stretta,
affiancata ai
lati da uno strano pavimento azzurro che sembrava vetro, ma non
l’era affatto,
e le pareti, compreso il soffitto erano ricoperti di rami e radici
dell’enorme
pianta di Guadosalam. Affianco erano presenti delle tende, piene di
simboli
antichi, visti in vari templi e in altri posti, che calavano qua e
là, dove i
rami erano più sottili e piatti.
Dopo
una piccola via ad “S”, strapiena di lunioli
volanti come comete in miniatura
di tutti i colori dell’arcobaleno, il gruppo si
trovò di fronte la Porta
dell’Oltremondo: essa
era a forma di cerchio perfetto, circondato da sei cerchi di uguale
distanza ma
più piccoli di colore azzurrino, coperti da una strana e
leggera barriera,
forse per i lunioli e le anime all’interno. Ad essa si
giungeva tramite tre
serie separate di scale, fatte di un liscio e duro pietrisco, lucido ed
irregolare,
che sovrastava un profondo precipizio coperto da nubi, nebbie e nuvole
azzurrine, così fitte che era impossibile scorgere oltre ad
esse. L’aria aveva
uno strano odore che tranquillizzava tutte le menti dei presenti, come
se fosse
il profumo intenso di un prato immenso di fiori che rasserenavano
l’animo.
Su
una roccia, impresso su fregi millenari, vi era “Silenzio e riposo
sono le
due vie a
cui accedono solo i buoni spiriti…”.
Noemi
era rimasta pietrificata dallo stupore. Ed ancora non aveva visto
l’Aldilà!!!
Tutti
iniziarono a salire le scale, quando Auron si fermò dietro
senza mutare per
niente la sua espressione.
‘Andate…io
vi aspetto qui…’.
‘Tu
non vieni??!!’ chiese l’orfana a lui, che si
sedette su uno dei gradini
rivolgendo le spalle verso l’entrata
dell’Oltremondo.
‘Eheh…
rivedere il passato per intravedere il futuro…
beh…non fa per me!! Io non ho
nulla da ricordare…’. Parli
proprio te,
Auron, proprio te di ricordi!!!
‘Giusto!!
Ti faccio compagnia!!! A cosa serve vedere visioni che ricordano
persone care??
Io i ricordi preferisco tenermeli per me!! Essi sono fini a se
stessi…nulla di
più…. A dopo!!!’ continuò
Rikku, che si appoggiò sul bordo sinistro della
scalinata, sorridente come sempre. Era davvero incredibile quella
ragazza,
sempre così pimpante.
Yuna
fu la prima a oltrepassare quella barriera, seguita poi dagli altri,
senza
preoccuparsi di quella specie di “velo” che
separava, di fatto, i due mondi.
L’effetto che la ragazza di Metropolis vide era uguale a
quella di una mano che
varca una superficie d’acqua, che genera leggere onde
circolari, che
attraversano gran parte di essa. Quella specie di cerchio, leggermente
convesso, veniva superato in quel modo, come se quella barriera fosse
più una
pellicola che altro. Dopo un attimo di esitazione anche lei vi
entrò chiudendo
gli occhi, pregando di tornare nella realtà prima possibile.
Uno…due…e...tre!!!
Quando
ella varcò quella barriera, impercettibile per i sensi dei
vivi, specialmente
quello del tatto, lei rimase a bocca aperta, fermandosi di colpo e
sgranandosi
gli occhi. Dalla bocca non riuscì ad emettere nemmeno una
lettera
comprensibile.
I…incredibile!!!
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Capitolo 25 *** Cap.25: The Far Plane ***
Lo
spettacolo a cui Noemi assistette fu incredibile, proprio come aveva
immaginato
nella sua mente. Si trovò in un’isoletta di
roccia, tra il marrone e
l’arancione nel suo colore. Il posto era grande poco
più come il monolocale di
una casa, ferma, sospesa, tra due immensità, l’una
rappresentata dal cielo in
alto, composto da nuvole che passavano e si modificavano a grande
velocità, e in
basso da un paesaggio mai visto prima. Davanti agli occhi della ragazza
c’era
un sole azzurro, visibile ad occhio nudo, che illuminava il cielo, che
assumeva
colori blu, nero, viola, verde laddove c’erano nubi. Sui lati
della terraferma
di sotto erano presenti innumerevoli cascate d’acqua limpida,
che scorrevano
tra sporgenze della roccia, più o meno acute, e coperte da
vegetazione
rigorosissima. L’acqua così si riversava tutta al
centro, sotto a dove si
trovava il gruppo, ed andava a raccogliersi in un prato quasi infinito,
pieno
di fiori dai mille colori, che dondolavano danzando dolcemente.
All’orizzonte,
dopo il prato, si estendeva un mare cristallino, dove si intravedevano
alcune
colline e montagne. Il cielo più infondo sembrava comunicare
con il basso tramite
diverse cascate al “rovescio” (cioè dal
basso verso l’alto) molto sottili e
fitte, che sembravano delle torri dalle infinite altezze. Era il mondo
dei
lunioli, non c’era alcun dubbio. Da qualunque parte ci si
girava, c’era sempre
qualche cometa, per non parlare della quantità di esse che
c’era in quella mistica
valle fiorita.
Tutti,
tranne Kimahri, si misero vicino ai bordi dell’isoletta,
là dove la roccia che
faceva da base diventava leggermente più rialzata.
L’orfana si avvicinò prima a
Wakka, dove , proprio davanti a lui, si radunarono in breve tempo
alcuni
brillanti lunioli, fino a comporre la sagoma, e poi la figura di una
persona
che aveva lo stesso colore dei suoi capelli, vestito quasi allo stesso
modo,
portando una fascia azzurra sulla fronte, e dei capelli lisci sparati
verso
l’alto.
‘Chappu!!
Come sono felice di vederti!! Allora…come va?? Spero
bene… Sono venuto…ecco…per
dirti che ho lasciato il Blitz…ora sono un
guardiano… spero che
apprezzerai…!!’.
La sua
faccia non aveva la minima presenza di lacrime. Più che
altro, era rossissimo,
come se imbarazzato. Non credo ai miei
occhi…d…davvero…sta parlando con suo
fratello!!!
Un poco
più
a fianco c’era Yuna, che vide davanti ai suoi occhi il grande
invocatore
Braska. Aveva i capelli lunghi e castani, un abito violaceo composto da
scaglie
rosse e colorate, dalle maniche lunghe, che arrivava senza problemi a
toccare il
suolo, coprendo completamente le sue gambe. Sopra la testa, portava una
sorta
di elmetto, da cui spuntavano forme allungate, fino a dietro.
Anche lei
era molto colorata sul viso: aveva le mani congiunte come se in
preghiera, e
guardava con i suoi occhi blu e verdi quell’anima trapassata.
Era come se
parlasse con il pensiero, come se volesse chiedergli profondi segreti
legati al
passato, se non un parere sul matrimonio proposto.
La maga era
sulla parte sinistra. Guardava quelle innumerevoli cascate
continuamente, senza
però far apparire alcuna anima davanti a sé.
Teneva le mani congiunte davanti,
e quello sguardo sembrava andare ben oltre quelle cascate.
‘Lulu…tu?
Insomma… non hai nessuno da ricordare?’ chiese
Noemi, quasi sottovoce per non
disturbarla.
‘Io…
credo
che non sia il momento… e sia inutile…’
Inutile?
Certo che sei davvero strana!!
‘Perché?
Ho
visto gli altri che…’.
‘Perché
non
provi tu a ricordare qualcuno?’ fece lei, senza spostarsi di
un millimetro. Ah,
si? E chi dovrei
immagin…a…re…
Davanti a
sé si radunarono velocemente alcuni lunioli, fino a creare
la figura di una
donna, che portava i capelli rossi, castani e ricci a boccoli, che
arrivavano
fino alle spalle. I suoi occhi erano castani scuri, e portava le labbra
carnose
e rossissime. Il viso sembrava angelico, che poteva portare amore e
conforto
come quello di una madre al piccolo. Era vestita semplice, cool, e
guardava la
ragazza con pace e serenità. Lei si bloccò
all’istante, come se fosse stata
pietrificata. Guardò l’anima con occhi socchiusi e
lucidissimi, dalle quali
scappò una piccola lacrima impossibile da trattenere.
‘M…mia…madre…!!’
riuscì a dire, prima di porgere la sua mano destra verso
quell’anima, che
l’attraversarono proprio come con un fantasma. La sua voce si
fece tremante,
come le sue mani, come i suoi pensieri, che rivedevano quella madre che
l’aveva
amata davvero, lasciandola a quel padre spregevole.
‘…q…questo…significa…che…è…morta…’.
Lulu le
andò incontro, abbracciandola calorosamente, quasi reggendo
il suo corpo
rigidissimo che quasi non si teneva in piedi.
‘Aspetta…ricorda
che vieni dal passato, giusto? Da…mille anni fa, no? Dopo
così tanto tempo, tua
madre non può essere in vita… Al tuo tempo lei lo
era…ecco perché ora la vedi
qui…!!’ poi la strinse più forte per
darle coraggio.
‘Forse…forse…era
ancora viva… Io…vorrei tanto
rivederla…tanto…è…stata
l’unica che davvero mi
aveva amato!! L’ho sempre sognato… tutto per colpa
di mio padre!!!!!’.
La maga la
vide con i pugni chiusi e i denti quasi mostrati, con la testa verso il
suolo.
‘Stai
calma… arrabbiarsi non serve a niente…
Perché non le dici qualcosa?’.
Lei
alzò la
testa come per prendere forza. Guardò sua madre negli occhi
e si impressionò.
Quei lineamenti, quelle gonfie labbra, quei capelli, sembrava di averli
già
visti molto più recentemente di quando si era separata da
lei. E dove li aveva
visti? Su Spira? Su quei sogni non suoi? Dove??!!
Lei sapeva come
aiutarti… e spera
che tutto questo possa farti ricongiungere da lei, in qualche
modo… Basta avere
fiducia…e non solo in se stessi…spero che
capirai…
‘COSA???!!
Cosa??!!’ esclamò Noemi spingendo lei stessa e
Lulu insieme all’indietro
improvvisamente.
‘Cosa,
Noemi?’.
‘La…la…voce!!
Quella voce!! Di nuovo…!!’.
‘Stai
calma!! Tua madre ti ha parlato??’.
‘No…!!!
Io…credo che stia diventando pazza…!!!’.
Era ancora
rossa quando Yuna si girò e si portò al centro
dell’ isoletta per essere ben sentita.
‘Ho
deciso…continuerò il pellegrinaggio!!
Sconfiggerò Sin!!!’.
Quel
sorriso, anche se non troppo deciso come al solito, fu un sollievo per
tutti,
tranne per l’orfana, che pensava di avere più
bisogno di uno psicologo in quel
momento. Subito le anime davanti ai guardiani sparirono di colpo e
tornarono ad
esser piccole comete, volanti in quello splendido paesaggio sovrumano.
Lulu
lasciò Noemi, dopo averle accarezzato il viso, come per
calmarla un attimo. Voi non mi credete!!
Anzi…forse sono io che
non sto bene… credo…di dover parlare e sfogarmi
con qualcuno… sì, ne ho proprio
bisogno….ma NON con quel vecchio decrepito di Macchen!
Sembra tanto saggio, e
poi sta’ a tenersi i suoi segreti!!! Se solo sputasse il
rospo!!!
Il gruppo
riattraversò con calma quella specie di pellicola, tornando
nel mondo reale. Fiuuuu… forse se
torno qui sarò meno
pazza…!!
Erano tutti
stranamente zitti e muti. Forse volevano chiedere, dire o chiedere di
più a
quelle anime. Chissà…
Appena che
Yuna si staccò un filino dal gruppo, subito un Guado molto
anziano la raggiunse
con grande ed insolita agilità per la sua età,
portandosi subito davanti a lei
bloccandole quasi la strada.
‘Mia
invocatrice…perdonatemi…prendete subito
questo!!!’—e le diede, prendendole la
mano, una strana sfera schiacciata—‘Guardatelo
voi… l’abbiamo tenuto nascosto e
per fortuna non se ne sono accorti!!’.
‘Yunie!!!!...Andiamo?!’
esclamò Rikku, già trovandole un soprannome.
Agitava la mano destra di qua e di
là sorridendo quasi divertita. Già, per cosa?
‘A…arrivo!!’
rispose lei, mettendosi di filato in una piccola tasca la sfera
azzurra, con il
volto di nuovo leggermente confuso. Il vecchio Guado era sparito
così come era
venuto, all’improvviso.
Tornati a
Guadosalam, il gruppo venne informato dalle guardie Guado della
partenza di
Seymour verso il tempio di Macalania, del quale egli ne era il
sacerdote. Bene, è pure sacerdote,
questo qua… Se
potessi buttarlo in un precipizio sarei al settimo cielo!!
Ma…come fa Yuna a pensare
sul fatto di sposarlo?? E’ assurdo!! Non è mica
carino quello!!
‘Bene…la Piana
dei Lampi ci aspetta…’
fece Auron quasi sottovoce e con uno strano sorriso sulle labbra.
Già, ogni
volta che c’era una nuova destinazione, la sua mente
ricordava diversi
fotogrammi del suo antico pellegrinaggio. E quel sorriso
chissà che avventure
nascondeva!
Rikku a
quelle parole rabbrividì e perse la sua carica naturale.
‘P….P…Piana….dei...l..lampi??!’
era diventata insolitamente pallida e tremante nelle mani.
‘Sì…
è la
pianura che ci porta al bosco di Macalania, dove si trova il prossimo
tempio…andiamo!! Devo parlare con il
Maestro…’ fece l’invocatrice, che si
incamminò per prima, affiancata dal Ronso.
‘Ma…!!
A…aspettate!!!’ continuò la ragazza
Albhed, che si incamminò dopo che Noemi le
rivolse una sincera alzata di spalle. Boh…se
dobbiamo andare là, andiamo…perché sei
così agitata Rikku??
Quando
finirono di percorrere una viottola che era quella inferiore
più di tutti a
Guadosalam, essa risalì di colpo, riportando i pellegrini
all’aperto. Era già
tramontato il sole da un bel pezzo, e quello che si riuscì a
vedere del cielo
era solo un profondo nero, un’oscurità totale. Il
cielo era coperto da nuvole
che portavano una pioggia leggera, ma una quantità di lampi
così tale, che
illuminavano quasi sempre il percorso e che assordavano dopo solo pochi
secondi. La via era pietrosa, segnata qua e là da diverse
più o meno grosse
pozzanghere diffuse, e non c’era la minima traccia di erba o
alberi: davvero
desolato. Le rocce e le pietre, per le intense piogge, erano
curveggianti e
dolci, ma un po’ scivolose. Accanto a tale via, si trovavano,
alternate a
destra ed a sinistra, delle alte torri di metallo, dalle forme
appuntite e
strane, che sembravano attirare molti di quei fulmini, così
potenti che esse
diventavano di un colore rosso acceso, come quello di una spada appena
forgiata.
Qua e là era possibile scorgere diverse cunette e buchi. I
fulmini arrivavano a
colpire il suolo con violenza spaventosa.
‘Benvenuti
alla Piana dei Lampi di Gandolf…!!*SCRANG*’ disse
Auron, evitando tutte le
mosse di una classica guida turistica. Ca…ca…cavoli…bel…bel…posto…!!
‘Bel
posto…*SCRACK*’ rispose Wakka, con voce
però tranquilla, anzi, serenissima.
‘Ehfehfhef…’.
Dopo
diversi “eh?” “uh?” alcuni si
girarono e videro la figura di Macchen, che
camminava ricurvo, toccandosi la barba bianca e avvicinandosi a loro a
passo di
lumaca.
‘Già…
*SCRANG* …la Pfiana
dei Lampfi…l’incubo dei fiandantfi!! Dicefano chfe
fe fi cercafa di
attrafersarlo di ficurfo fi restafa inceneritfi
all’iftantfe!!’.
Poi si
voltò ed indicò con la mano tremante una di
quelle torri di metallo, mentre la
ragazza Albhed non diceva un’acca, immobile, come se non
avesse né movimento né
vita.
‘Qfuelle
sono le torri pfarafulmini… grazfie ad effe
c’fè meno pfossibilità di finire
all’Oltfremondo… Furono coftruitfe da un Albhed,
di nome Bilghen, *CRACK* chfe
rimafe fulminatfo all’iftantfe qfuando finì di
coftruire l’ultfima tforre. Il Cfredo,
offiamentfe, ha un’altfra ferfione della loro coftruzione,
essendo gli Albhed fcomunicatfi…
*SCROCK*’.
‘Bene…
basta evitare questi lampi per raggiungere il bosco,
finalmente...*SCRACK*’
fece la maga nera, non vedendo da nessuna parte il problema. Per
proteggersi da
quei fulmini, infatti, pensava al semplice incantesimo Parathund.
‘Beh…
passiamo sotto quelle torri…così non
rischieremo!’ continuò l’invocatrice,
anche se mostrò nel volto una non leggera preoccupazione. Il
rischio c’era lo
stesso. G…già…bella…cosa…bella
Piana…g…già..!!!
‘Beh…buona
fortfuna Yuna… attfenzione ai mostfri lungo la
ftrada!!...*CRACK*…Cfi rifedremo
a Befelle…’.
Pure i
mostri??? Ok, mi sa che dovrò
pregare Yevon per farmi uscire di qui… Sto
scherzando…per chi mi avete preso?
Per una religiosa?!
Dopo il
segno di reverenza ricambiato dell’invocatrice, il gruppo
avanzò a zig-zag
attraverso la pianura delle tempeste. Possibile che per secoli e secoli
non aveva
smesso mai di piovere?! Cos’era? Una maledizione?!
Noemi si
rifugiò assieme a Yuna nell’incantesimo protettivo
della maga, mentre i ragazzi
dovevano provvedere a liberare la via dai mostri sparsi qua e
là. Già, esseri
davvero mai visti: uno era un’entità che si
librava nell’aria e composta
interamente da scariche elettriche, un altro mostro sembrava, per la
sua
piccolezza, il figlio identico del custode di Djose [cap.19], dotato
pure di
spada, un altro aveva la forma di cactus, piccolo, dotato di gambe e
braccia
tutte coperte di spine, dove si intravedevano pure gli occhi e la
bocca,
nerissimi, che Auron chiamava “Kyactus”, dicendo
che dietro di essi si erano
raccontate nel tempo mille ed una favole. Potevano essere graziosi, ma
quelle
spine lanciate come proiettili di una mitragliatrice facevano molto,
molto
male! E se si trovavano in difficoltà, o chiamavano gli
altri a raccolta, dopo
aver fatto una bella linguaccia ai loro nemici, oppure se la davano a
gambe
come dei perfetti codardi.
‘Ehm…scusate…quanti
orribili mostri ci sono su Spira??!! *SCRANG* E per quanto dobbiamo
ancora
camminare?’ chiese Noemi, che aveva le gambe a pezzi, e il
sonno che faceva
alti e bassi a seconda dei tuoni schivati a pelo, oppure dei mostri che
cercavano a volte di attaccarla.
‘Smettila
di lamentarti!! Ci fermeremo quando sarà
l’ora!!’ rispose la maga, sbuffando.
‘Capisco…mah…*CRACK*’—gira
qua e là la
testa—‘Ehm…scusate…ma…Rikku
dove sta??!!’.
La pioggia
era insistente. L’umidità era così
densa che aveva ridotto leggermente la
visibilità, e dal suolo duro si levava una piccola nebbiola
simile ad una leggera
nuvola semi-trasparente. Oltre di essa, dietro di loro, videro una
figura
accucciata, con le mani sui capelli, e il volto nascosto e rivolto
contro il
suolo sotto la pioggia incessante.
‘Tsk…dobbiamo
andare!!!’ continuò il guardiano in giacca rossa,
stufo di continue fermate a
ripetizione.
‘Ma!!
La
lasciamo li??!! Yuna! Diglielo!!!’.
Ma alle
parole di Noemi ella fece un timido accenno verticale con la testa.
Sembrava…come dire…sovrappensiero.
‘RIKKU!!
CHE STAI FACENDO??!! *CROCK*’ le urlò Wakka,
agitando la mano destra, mentre
con la sinistra teneva il suo pallone chiodato. Lei alzò
timidamente la testa,
e quando un fulmine arrivò a pochi metri di distanza da lei,
ella si alzò a
razzo e corse come una pazza gattoni, come i bambini, e a
velocità pazzesca
raggiunse la gamba destra di Auron, afferrandola e stringendola con
grande
forza. Tremava anche più di una foglia secca.
‘VipregoVipregoViprego…Io
ho tanta *SCRANG* AHHHHH!!!!.. paura…!! Fermiamoci, per
favore… *CRACK*…IIIIIIIIIIIIIIHHHH!!!’.
‘Levati
subito
di dosso!!!’ continuò lui, forse sentendosi anche
in imbarazzo per avere metà
arti bloccati dalla morsa della bionda. Già, tutti gli altri
non poterono fare
a meno che ridere di fronte alla situazione. Alla fine
l’interessato si liberò
della ragazza Albhed, per continuare il suo cammino indisturbato, o
quasi.
‘Per
favooooreeee!!! Non potete lasciarmi qui!! Ho paura dei fulmini!!! Vi
prego!!!’
continuò a pregare lei, ancora in ginocchio sul suolo
bagnato. Lo vide
continuare il suo cammino, senza una minima piega.
‘Certo
che
avete tanta pietà voi verso una ragazza, eh??!! Mi
sentite??!!’.
Non ci fu
una minima risposta.
‘Volete
farmi morire qui??!!!!!! E’ questo che volete??!! Non avete
un minimo di
cuore!!!!’.
Lui alla
fine sbuffando alla grande si girò, mentre una scarica
elettrica lo sfioro di
solo un metro. Lui non si mosse nemmeno un poco.
‘Quella bionda
è peggio dei mostri o
dei fulmini…Decide
l’invocatrice se dobbiamo o no!!! Tsk!!’.
Non ci credo!!
Gli sta facendo
cambiare idea!! Devo dire che Rikku è una tipa molto
ostinata!!! Accidenti!!
Yuna aveva
tenuto per quasi tutto il cammino la testa bassa. Era davvero strano,
per una
come lei.
‘O…ok…Credo...che…*CRACK*
abbiamo bisogno di riposarci…’. Che
strana…cosa c’è che non va? Quel
dannato Maestro!! Se lo vedo davanti io…io…
Il locale
di riposo era fortunatamente situato a poca distanza dal gruppo. Era
molto
piccolo, tanto che era composto dalla sala principale, dove una ragazza
mora
vendeva oggetti ed armi, e una sola camera da letto, preceduta da un
breve e
dritto corridoio dietro la sala stessa. Era piuttosto modesto, ben
adatto ad
una breve fermata. Accanto c’era anche una piccola stufa per
contrastare il
freddo acuito dall’umidità esterna. Era
così fitta che sarebbe sicuramente
stato difficile respirare per qualcuno che soffrisse d’asma.
Appena
entrati, Rikku era tutta rattrappita in un angolo, quello
più lontano
dall’ingresso, ancora tremante e piena di paura. I suoi
biondi capelli
sembravano elettrizzarsi appena le finestre si illuminavano ogni tanto.
Tutti notarono
lo strano comportamento dell’invocatrice, che subito a gran
fretta chiese il
permesso per accedere alla camera per poi volatilizzarsi in un istante.
Kimahri
non provò neppure a fermarla o seguirla. Forse la conosceva
meglio di tutti gli
altri…
‘Ma...che
è
successo a Yuna? Mi sembra strana…’ chiese Noemi
all’ex-capitano.
‘Non
lo
so…sinceramente non l’ho mai vista
così… Dev’essere colpa di
quel…quel…!!!’.
‘Calmo…secondo
me c’è qualcosa di strano sotto sotto…
io non mi fido per niente!!’.
‘Ciao!!!
Sono felice di rivedervi qui… Come sta andando??’.
Tutti si
girarono verso l’ingresso: era la sacerdotessa Shelinda.
Sembrava pimpante e
felicissima più che mai.
‘Ho
saputo
delle nozze tra Yuna e il Maestro Seymour!!!’.
La frase
suonò come campanello d’allarme.
‘Ma…
come
fate a saperlo??!’ le chiese la ragazza, che era forse quella
più confusa.
‘I
Guado lo
stanno dicendo a tutti…E’ assolutamente
fantastico…!!’ rispose, prima di
congiungere le mani come in preghiera e volgere gli occhi al soffitto
del
locale. Bleah!! Non mi sono mai piaciute
le questioni amorose…figuriamoci i matrimoni. Se poi non
c’è nemmeno amore ma
solo potere o cos’ altro in mezzo, che razza di
felicità deve dare una notizia
riluttante come questa??!! E poi che pettegoli che sono i Guado!!
‘Già…davvero
una bella notizia…’ continuò una voce
maschile che proveniva dal corridoio che
portava alla stanza occupata da Yuna. ‘Oh!
Scusate…mi chiamo Rin… Sono il
proprietario di queste case di riposo che vedete…’.
Era un uomo
alto e robusto, dai capelli lisci, lunghi e biondi, che portava degli
occhialini molto familiari sopra la fronte tra i capelli, e una camicia
gialla
piuttosto pesante con degli stivalini neri. La pelle era di color
mulatto.
‘E’
un
Albhed?’ chiese con voce secca il guardiano professionista
senza muoversi dal
suo muretto d’appoggio.
‘Sì…certo…Beylana!!’
‘E…eh??!!
Cosa?’ chiese Noemi, mentre Wakka sbuffò girandosi
verso le finestre a braccia
conserte.
‘Oh…scusate…è
lingua
Albhed…significa…”Piacere”…’
rispose Rin, sorridente al massimo.
Oh…non
capisco un’acca…!! Meglio che
veda cosa sta facendo Yuna…sono un pochino preoccupata!
Lulu si
avvicinò a Rikku dolcemente, cercando di farla sciogliere un
pochino, anche
perché altrimenti se arrivava l’ora di andare, lei
non si sarebbe mossa nemmeno
a colpi di cannone.
‘Ma…perché
hai tanta paura dei fulmini??’. L’altra si
girò tremando.
‘Un
g…giorno… stavo nuotando c…con mio
fratello B…Berrik quando fui attaccata da un
m…mostro marino… Lui provò ad usare un
incantesimo di tuono per la p…prima
volta…e…e…colpì ME
anziché il mostro!!! E’ stato
terribile… bzzzzzzzz!!!!’—agita
le mani—‘Da allora…ho
avuto…s…sempre paura dei fulmini!!!’.
La ragazza
di Metropolis si avvicinò a passi felpati verso la porta
della camera di Yuna.
Riusciva a sentire delle strane voci dall’interno, in
particolare una maschile
che sembrava quasi una lamentela. Lo
dicevo che c’era qualcosa che non quadrava…con chi
sta parlando? Chi sta
parlando? Adesso piano…piano...piano…
Appena
raggiunse la porta cercò di guardare meglio nella stanza
tramite il buco della
serratura, ben libero. Ella riuscì a intravedere una sfera
schiacciata, che si
era illuminata tanto da far apparire un ologramma sopra di essa, che
rappresentava la figura di forse un precedente Maestro Guado. Non
riusciva ad scorgere
Yuna, se non le sue mani, poste sul tavolino che reggeva la sfera.
Forse da quell’oggetto
partivano le voci, un po’ rotte, un po’ disturbate,
molto basse e lontane.
‘Questo…mio…testamento…’ Mannaggia…mi viene da
starnutire…resisti Noemi, chi è quello
raffigurato??
‘State…attenti…lui….è…’ Basta…non ce la faccio più!!!
‘Io…
maestro Jyscal… vi svelo che…’. Cosa??!! Ma…non è il padre di
quell’orgoglioso??!!
‘EEEETCIUUUUUUUUU’!!!!!!!!!!!
Sniff…’.
Yuna si
girò di scatto verso la porta, portandosi la sfera verso la
taschina,
disattivandola a tempo record. Si portò verso
l’uscita e aprì di colpo, tanto
che la ragazza cadde all’indietro, spaventata a morte. Le due
si scambiarono
diverse occhiate strane.
‘E…ehm…ecco…io…stavo…passando…e…poi…si
è aperta la porta…e…’ lei
era rossissima sul volto, ma l’invocatrice forse
nemmeno ascoltò le sue parole e tornò nel gruppo
di corsa. Ella la guardò fino
a quando poté seguirla con gli occhi, passando dallo sguardo
imbarazzato a
quello preoccupato.
Ma…cosa
succede??!! Cosa ti è
successo?? Cosa ci tieni nascosto….?
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Capitolo 26 *** Cap.26: Desire and Lonlyness ***
Tra lampi e
fulmini, fuori e dentro la casa di riposo, era necessario continuare
subito il
viaggio, se non volevano restare svegli fino all’alba
successiva. Infatti, era
troppo rischioso fermarsi alla Piana dei Lampi o al Bosco di Macalania:
c’erano
molti pericoli, e soprattutto mostri in giro. Dovevano almeno superare la Piana
se volevano essere
sicuri.
‘Adesso
dobbiamo andare. Ci siamo fermati abbastanza…’
ribatté il guardiano in giacca rossa, che dopo
la breve attesa
richiesta da Rikku e Yuna era
rimasto immobile ed impassibile.
‘Ah…dovete
andarvene…Oh!! Sa ha cdyju tesahdelyhtu [stavo
dimenticando]… Prendete
questo!!’ e Rin si avvicinò a Lulu, che le stava
accanto.
‘Cos’è?’
chiese
lei, porgendo la mano e prendendo un piccolo sacchettino argenteo
chiuso,
mentre Noemi era appena entrata nella sala. Mi
sono persa qualcosa?
‘E’
una
piccola quantità di
“Neromagilite”… la usano gli Albhed per
indebolire i
chakra. Potrebbe proteggervi da alcuni attacchi magici di
Sin…prendete,
potrebbe esservi utile…’ Interessante…interessante…ok…
‘Andiamo?!’
chiese la ragazza orfana, mentre Wakka stava facendo scorta di viveri
presso la
venditrice.
‘Sono
pronta…possiamo partire…’.
‘A…aspetta
Yuna!! Aspettiamo che il temporale finisca!!!’
implorò Rikku.
‘AHAHAHAH!!!
Certo…aspettiamo cent’anni!!!’
continuò l’ex-capitano, pensando che
l’unico
modo per farla uscire da lì fosse quello di darle un bel
calcio potente quanto
un tiro.
Il gruppo
iniziò ad uscire, abituandosi di nuovo ai violenti fulmini e
tuoni. L’Albhed
era ancora indietro.
‘Ehm…credo
di aver dimenticato una cosa…’.
‘E’
stato
un piacere…’ le disse Auron seccamente ed
iniziando ad andarsene, senza nemmeno
girarsi o smettere di avanzare.
Che gentile!!!
‘Rikku…dai…siamo
a metà percorso… basta seguire quelle torri, non
corriamo pericolo!!!’.
‘O…ok...!!’
rispose all’orfana, tremando e prendendole la mano. Dai…sei ancora viva, no?? Continua a
fare così e qualche fulmine
cercherà di colpirti apposta!!
I pensieri
della
bionda poi cambiarono completamente. Aveva solo ora notato che la
ragazza che
cercava di darle coraggio aveva la stessa identica catena che aveva
visto al
collo di Tidus [cap.2]. Ci rimase, come dire…di stucco.
‘Ma…!!
Cos’è quella catena??!!’. Noemi subito
si trovò con la voce rotta. Lei ancora
non sapeva… e forse era meglio che non sapesse… o
per lo meno, era una sua
precauzione.
‘E…ehm…questa??’
chiese, toccandosela con la mano sinistra, girata di spalle.
‘Già…
ecco…l’ho vista a quel ragazzo biondo che mi ha
aiutato a prendere il carico…
proprio quando te l’eri data a gambe!! Te l’ha data
lui??!!’. Il viso di lei
era diventato curiosamente felice e speranzoso. Pensava: “Dai
che lo rivedo!!
Dai che questa lo conosce!!!”.
‘N…no…credo
che tu…ti
stia…sbagliando…*SCRANG*’.
Il fulmine
la fece tornare nel suo abisso di paura. Noemi la prese stavolta lei
per mano,
sorridendole, ed insieme raggiunsero gli altri che erano già
più avanti, a
liberare la strada a Yuna. Quel carico
deve starti proprio a cuore, eh?? Posso sapere almeno che
c’era dentro!??
La seconda
parte della Piana era più in sinuosa, con la strada che
faceva a zig-zag, forse
per dare spazio alle torri parafulmini in una stradina così
stretta e
fiancheggiata da pozzanghere così ampie che sembravano
più dei laghi o cosa. La
pioggia era sempre leggera, anche se i tuoni e i lampi sembravano
accentuarne
la forza. Bisognava
più che altro stare
attenti a certi mostri, come pipistrelli giganti, con corpo sferico e
verdognolo, sul quale era visibile un solo ed enorme occhio giallastro,
e sotto
di esso spuntava una bocca che lanciava ultrasuoni così
potenti da confondere
le vittime. Già, a momenti Noemi stava per strozzare Rikku
tutt’ad un tratto,
credendo che fosse suo padre. Meglio lasciar perdere gli altri casi
più
strani!! Giuro che se lo fate di nuovo vi
distruggo con la Fraternity!!
Poi, sotto
una torre ampia abbastanza da proteggere l’intero gruppo
dalla pioggia,
l’invocatrice si fermò di colpo. Non aveva
spiccicato nemmeno una parola
durante tutto il tragitto.
‘I…io…
ho
cambiato idea…*CROCK*’.
‘CHE??!!’
esclamarono contemporaneamente Wakka e Noemi, prima di guardarsi in
faccia
squadrandosi a vicenda.
‘Hai
deciso…di sposarlo?’ chiese la maga delicatamente,
mostrando massima
comprensione.
‘Ma…Il
pellegrinaggio è più importante!!
Insomma…*SCRANG* sei o non sei la Speranza
di Spira??!! Cosa
ci trovi in quel Maestro?? Non ricordi più il disastro
*SCRACK* dell’Operazione
Mihen [cap.16]??’ ribatté l’ex-capitano.
Yuna
cercò
di prendere coraggio, e chiuse gli occhi facendo un profondo respiro.
‘Credo
che sia la cosa migliore… per l’unità
di Yevon e per dare nuove speranze a
questo popolo…*CRACK*’. No,
non c’entra
niente l’unità di Yevon, che è solo
roba inventata da questo credo malato, il
problema è Sin e tu pensi a sposare quello schifo di
persona??!! Per giunta
senza un minimo d’amore??!! Io, davvero…non vi
capisco proprio…
Si diffuse poi
uno strano silenzio rotto solo dai tuoni.
‘Lo
puoi
fare però…’
‘lo
so… a
patto che continui a fare il mio compito…’ disse
Yuna, continuando la frase di
Auron.
Rikku le
guardò il volto. Era passata da una decisione ad
un’altra in poco tempo, e non
si vedeva un minimo di sicurezza nei suoi occhi. Forse aveva bisogno di
conforto, oppure di più. Non era una scelta facile. E di
solito, era qui che si
notava il vero spirito dell’invocatore…e la sua
grossa responsabilità.
La ragazza
Albhed senza pensare superò Noemi e prese per entrambe le
mani l’invocatrice
turbata, stringendole fortemente. ‘Io…ho grande
fiducia in te…anche se ci
conosciamo poco…*SCRANGH*’.
A quel
grosso tuono, lei si volse al cielo nerissimo senza lasciarle le mani
ed urlò.
‘SILENZIO!!!!’. Poi si volse di nuovo verso di lei.
‘Non
devi
avere paura…ricorda che siamo sempre vicino a te…
rispetteremo sempre le tue
scelte… anche se in questa, volendo, non possiamo fare nulla
per aiutarti…lo
devi sapere tu…!!!’.
‘O…ok…
Adesso vado da Seymour e glielo dico…’.
Wakka scuoteva
la testa come per dire “non ci credo!!”, anche se,
in realtà, avrebbe giurato a
chiunque che sapeva benissimo quello che la sua amica avrebbe fatto.
E mentre il
cammino proseguì, quella che davvero non capiva di
più di tutti era Noemi.
Pensava di averla convinta, soprattutto sul fatto che il pellegrinaggio
era la
cosa più importante. Cosa non dava in lei la fiducia?
Perché non aveva seguito
il suo consiglio?
Credo di non
essermi ancora ben
integrata nel gruppo… Alle cose che dico non viene data
importanza… ma se non
mi contano significa che sono sola… sola qui, in un mondo e
in un’epoca
sconosciuti… Così
abbassò le spalle e li seguì, con la tristezza
che la isolava sia dagli
attacchi dei mostri sia dai potenti fulmini vicini.
Improvvisamente
Rikku alzò la testa e si volse attorno: i fulmini erano
scomparsi tutt’ad un
tratto, appena che il gruppo di pellegrini entrò in un bosco
quasi magico.
Faceva salti di gioia, con i suoi passi, con le sue braccia
all’aria, e
finalmente le sue orecchie si liberarono anche delle palme delle sue
mani. Che
liberazione. Il cielo si fece improvvisamente sereno e stellato: mai se
n’erano
viste di così tante nel cielo, tanto che la loro luce poteva
diventare anche
più forte del bagliore lunare.
‘Il
Bosco
di Macalania… è…è uno
spettacolo!’ esclamò Wakka, guardandosi intorno,
restando
poi senza parole, volgendo qua e là la testa verso alberi
tutti attorcigliati
che lo circondavano da ogni parte tranne che sul sentiero. Erano molto
alti,
fitti, dotati di foglie appuntite che brillavano come cristalli alla
luce di
quelle stelle, che rendevano blu i grossi tronchi nel loro colore.
Affianco al
sentiero si vedevano altre piante di media e piccola altezza, dalle
estremità a
punta che splendevano come diamante. Su alcuni alberi crescevano anche
delle
sfere bianche ed arancioni, che quasi folgoravano con la loro luce
riflessa,
alcune un po’ schiacciate, altre più irregolari, e
vicino ad esse svolazzavano
delle falene, alcuni di colore blu o rosso, altre più grosse
con ali ad
arcobaleno. Tutto sembrava idilliaco, magico, ogni tanto qua e
là l’occhio
veniva catturato da diversi bagliori che provenivano perfino dal suolo
blu del
sentiero pietroso. Il rumore dei passi riecheggiava, come se quegli
alberi non fossero
esistiti, come se quello fosse un bosco completamente vuoto. Forse
l’unico,
debole e dolce rumore rivelabile era quello delle sfere che luccicavano
lassù.
I pensieri
di Yuna non riuscivano a distaccarsi dalle nozze previste. Ogni tanto
si notava
qualche Guado, incaricato di sorvegliare tutta la zona dai mostri, e
soprattutto il Tempio che si trovava oltre il bosco un po’
più in là. Kimahri
ed Auron non facevano parola, concentrandosi alla sua salute e al suo
gran pellegrinaggio.
Il secondo poi ricordava altre storie del suo vecchio pellegrinaggio,
anche se
cercò di non ridere, ogni volta che pensava alle pazzie di
Jecht.
Il gruppo
poi continuò verso un percorso rialzato, quasi come quello
della precedente
Guadosalam [parte 23]: sentiero ligneo, composto non da radici,
bensì dagli
enormi rami degli alberi, forse secolari, che creavano un percorso, a
volte a
zig-zag, a volte ad “S”, altre volte a
360°, tutti intricati ma perfettamente
percorribili, che si incrociavano in molti spazi liberi. Una via
rialzata di
diversi metri, tra brillanti foglie appuntite che sembravano contenere
chissà
che magia o spirito.
‘Oh!!
Invocatrice!! Ci rivediamo, finalmente!!’ disse una donna dai
capelli lunghi,
lisci e rossi, affiancata da un’altra ragazza e un Miliziano.
‘Oh…Lucil…
difendete…anche voi?’ rispose Yuna, riconoscendo i
Miliziani del battaglione
chocobo sopravvissuto. Ma la sua voce era tutt’altro rispetto
a quella sicura
dell’inizio.
‘Che
succede? Ah…dev’essere
l’ansia…abbiamo saputo dell’attesissima
cerimonia che si
farà a Bevelle tra lei e il Gran Maestro
Sey…’.
‘Scusate…ma
non abbiamo tempo da perdere!!’ disse seccamente Auron, come
se il pensiero di
quelle nozze fosse quasi un disonore.
‘Ma…Sir
Auron…voi…voi…non siete contento di
una cerimonia così epocale??!’ gli
ribatté
la ragazza affianco, di nome Elma.
Lui
continuò il percorso senza guardarle nemmeno in faccia,
superandole. E sia Lulu
sia Yuna sembravano essere pienamente d’accordo.
‘Tsk…Un vero guardiano deve
saper nascondere le proprie emozioni…’.
Elma, il
ragazzo e Lucil sembravano ora avere la lingua tagliata. Soprattutto
perché non
sapevano spiegarsi lo strano atteggiamento preoccupato di Yuna.
Dov’era quel suo
sorriso incantatore??
Wakka forse
non ci pensava nemmeno alle nozze. Più che altro la sua
testa era concentrata su
una cosa importantissima, il Blitzball. Era passato un po’ di
tempo dall’ultima
partita…quando sarebbe stata la prossima??
Insomma…mai erano partiti così bene
nel torneo, e di certo non poteva perdere l’occasione. Tra le
meraviglie del bosco
incantato e tali pensieri ben aldilà dal suo dovere si
spostava la sua testa,
che ogni tanto si svegliava per evitare di cadere in basso dal viottolo
rialzato come un perfetto pollo.
Noemi
invece era rimasta completamente o quasi distaccata dal gruppo. In
fondo in
fondo si sentiva in compagnia di conoscenti e non di amici, forse
eccetto Yuna.
I suoi discorsi non erano stati contati un granché,
così come i suoi seppur
minimi consigli, ed il fatto di dover sempre iniziare lei il discorso,
senza
che nessun’altro le desse retta su questioni serie o volesse,
come dire, dare
più conforto, la faceva sentire come una di cui non si
poteva avere fiducia. Aveva
notato che il gruppo era più interessato al suo alterego, e
questo la faceva
sentire forse più sola e sfiduciata. La cosa che davvero
più odiava era la
solitudine.
‘Yuna…capisco…come
ti senti…non vuoi coinvolgere nessuno in questa storia,
vero?’ le chiese la
maga nera, avvicinandosi con il suo lungo vestito, standole vicino e
notando il
suo viso pallido e basso. Subito alla sua sinistra si
affiancò anche la ragazza
Albhed, felicissima per aver passato quell’inferno di Piana.
‘Cerca
di
vedere il lato positivo… insomma…è un
evento che può rendere felici milioni di
persone in tutta Spira!!!’ continuò lei ridendo e
saltellando come un grillo.
Io…ho
paura della solitudine…ho
passato anni ed anni a Metropolis…da sola…senza
amici…possibile che questo è
sempre il mio destino quando sono tra gli altri??
‘Lo
so, lo
so… ma… io non sono così
sicura…’ rispose Yuna alle altre due.
‘Ma!!
Senti…lo so che non lo fai per amore… almeno
questo ti permetterà di trattare
con lui, no?’ fece Lulu.
Forse
è colpa del mio carattere
introverso…della mia scarsa voglia di parlare…sto
sempre zitta… sono solo una
ladra con chissà quanti debiti…
‘T...trattare??’
poi Yuna alzò la testa d’un tratto.
‘Sì…sai
quelle specie di matrimoni…civili…che si fanno
per dare stabilità alle cose,
per dare sicurezza…ecco!! Credo…’ disse
l’Albhed facendo gesti con le mani.
Perché
non mi considerano
tanto….beh, certo… l’invocatrice
è più importante…ma perché
devo soffrire in
questo modo?? Non c’è verso…
perché mi sento così
sola….ho…ho…paura….
‘Lo
so, lo
so…è per questo che ho cambiato
idea…se questo può dare più
fiducia…’.
‘Giusto!!
Così Yuna!! Determinazione!! Uno, due, tre….uno,
due, tre…!!!’.
‘RIKKU!!!??’
disse, secca, la maga.
Ho
così paura…io non conosco questo
posto…pieno di mostri…pericoli…
io…io non so più che cosa fare…
Forse…forse se
mi fidassi di più di lui…
‘E…ehm…scusate…cercavo
di dare un po’ di carica!!!’ rispose la bionda.
‘No,
non
sgridarla…è così
simpatica…’ continuò
l’invocatrice, accennando un minuto
sorriso.
Ma che sto
dicendo!!?? Lulu mi ha
avvertito che non devo fidarmi…però…
mi sembra l’unico che mi possa aiutare…mi
ha anche salvato la vita più
volte…io…io…
Rikku si
avvicinò di più a Yuna, abbracciandola
affettuosamente. ‘Ti voglio tanto bene…
mi dispiace che tu soffra così…’.
Yuna
ricambiò l’abbraccio, fermandosi per pochi
secondi, nel bosco fatato dai mille
riflessi colorati.
Io…forse
sono in debito con
lui…forse non è così pericoloso come
dicono….perché dovrebbe?? Insomma…
quello
che ci capita è solo uno scambio temporaneo…
magari se lo conoscessi di più…
‘Andiamo
ora… la casa di riposo è qui
vicina…’ riprese Lulu, rompendo
l’abbraccio tra le
due. I guardiani erano già
sull’estremità del bosco lungo e tortuoso.
…potrei
essere più tranquilla,
trovando le fatidiche risposte che sto cercando…se
quell’idiota di un guardiano
mi dicesse qualcosa…
Il gruppo
arrivò ad una specie di bivio. La strada di sinistra portava
al lago ghiacciato
di Macalania. Infatti, lì era presente una forte
depressione, e come lo strano
tempo atmosferico della Piana dei Lampi, anche lì cambiava
di molto, tanto che la
temperatura calava bruscamente, con neve ed l’acqua sempre
ghiacciata sul
fondo. Eppure nel bosco l’atmosfera era piuttosto mite, ed
appena si usciva da
esso, ci si imbatteva in una casa di riposo piuttosto ampia ed
accogliente, là
dove avrebbero passato tutto il resto di quella notte interminabile,
soprattutto infernale per Rikku. Era modesta d’aspetto, molto
simile a quella
della Piana precedente, anche se molto più grande e dotato
di più stanze.
Poteva già essere notabile.
‘Ci
fermiamo
là…’ fece Auron facendo un cenno con il
capo. Erano tutti d’accordo, anche
perché la stanchezza si faceva davvero sentire. Wakka e
Rikku sbadigliavano
alla grande, cercando di non farsi vedere.
‘A…Andate
voi…io…vi raggiungo dopo…’.
Il gruppo,
tranne il Ronso, si girò verso Noemi, scettico. Lei
alzò lentamente la testa verso
loro e tenne gli occhi socchiusi, come tristi. Guardava fissamente,
senza
allontanarsi da quegli alberi splendenti.
‘Io…io…devo
risolvere una questione…non aspettatemi…andate a
dormire…’.
Così
lei
imboccò la strada di destra, che sembrava portare in una
piccola radura, senza
dire altro, guardando verso il basso, a passo svelto e quasi perso.
Wakka volle
seguirla, fermato da Yuna delicatamente con un braccio.
‘Lasciamola da sola… so
a cosa sta pensando…’ e la seguirono tutti verso
il locale per la notte.
‘Ma
che le
è preso??!! Io a volte non la capisco!’ disse
l’ex-capitano, grattandosi più
volte la testa.
‘Ma
non ti
fai mai i cavoli tuoi??!!’ continuò Rikku,
mettendosi le mani ai lati della sua
magra vita.
‘Lo
so….però…insomma…è
comunque una nostra compagna…la lasciamo
lì??’.
‘Ohhhh…
Ma
non ti capitano mai dei momenti in cui hai bisogno di stare da
solo??!!’ sbuffò
la maga, forse anche per la stanchezza.
‘Stiamo
calmi… ora pensiamo a prendere la sfera di Macalania dopo
esserci riposati…’
disse l’invocatrice, sperando che la notte avrebbe portato
più che consiglio,
un po’ di sicurezza. E tutto per colpa di quella sfera che
gli venne data da
quel Guado, pensò.
‘Basta
che
stia attenta a quelle grosse sfere… possono essere
scintillanti… ma oltre ad
assorbire e conservare le emozioni e ricordi della gente, attirano
anche
parecchi mostri…’ osservò il guardiano
in rosso, che già aveva tra le mani i
Guil per pagare il proprietario per sette clienti.
ÑÑÑ Altrove ÐÐÐ
Tra
viali strapieni di gente molti attendevano con ansia la trasmissione
delle
nuove partite di Blitzball nella capitale di Spira, Bevelle. Vecchi,
giovani,
donne e bambini tifosissimi non stavano più nella pelle,
tanto da non dormire
la notte, mentre i più curiosi, attenti ai particolari,
notarono una strana
figura vestita di una giacca scura, alta e dai capelli color lilla e di
media
lunghezza, che avanzava con i suoi stivali neri vellutati, e ogni suo
passo
inquietava i passanti vicini, che voltavano la testa verso
quell’eccentrico
individuo, che non sembrava per niente interessato alla grande
atmosfera,
acuita dalle nozze annunciate proprio in quella città.
Sembrava non fare caso
nemmeno a chi gli veniva di fronte, sbattendo contro spalle,
calpestando i
piedi dei passanti, non sdegnandosi neppure minimamente di schivare i
bambini
più piccoli. Egli entrò subito nel Tempio di
Bevelle senza guardare nessuno,
entrando furtivamente nel Chiostro della Prova di nascosto.
Superò tutti
ostacoli con le sue arti oscure, penetrando nel Naos del Tempio. Ad
attenderlo
ci fu il custode: un angelo alto quattro metri, dotato di quattro ali
bianche e
piumate, dal corpo umano a petto nudo, e dotato di un elmetto di
metallo da
guerriero sulla testa, munito di una lunga lancia da combattimento
sulla mano
sinistra. I suoi capelli dorati coprivano i suoi occhi, e le sue gambe
erano
coperte da un’insolita luce bianca, fioca, ma sufficiente a
non fare
intravedere null’altro.
L’eccentrico
spostò con la sua mano sinistra il suo lungo ciuffo violaceo
sulla fronte, e
mostrò i suoi guanti, di colore fucsia verde e bianco
mischiati, e mentre il
custode angelico si avvicinava a lui a folle velocità con
l’asta di punta, lui
restò impassibile di fronte ad esso, e porse le sue mani
davanti a lui,
iniziando a farle muovere in modo dolce e strano. I movimenti furono
confusi e
calcolati alla perfezione, tanto che l’uomo faticò
moltissimo, e diverse gocce
di sudore iniziarono a rigare il suo volto serio ed impassibile dopo
soli pochi
secondi. L’asta del custode ad un tratto si fermò
da lui per pochi centimetri,
e a quel punto esso cadde a terra, come se gli girasse la testa,
colpito senza
essere colpito, producendo un tonfo che allarmò i sacerdoti
che erano lì e lì vicini.
L’uomo
si inginocchiò a metà lentamente, e davanti a lui
rotolò una sfera brillante,
gialla, che si muoveva con dolcezza. La raccolse mostrando finalmente
il
sorriso sul volto, quello che da tanto aveva perso, dopo tanta fatica
per
raggiungere quel tempio anticipando i suoi nemici.
‘Ahahahah…Perfetto!
Ecco la preziosa sfera dell’amore… è
stato troppo facile prenderlo senza alcun
errore… se quelli vogliono continuare il loro
viaggio… aspetterò qui con
pazienza il loro passaggio… e saranno loro a portare
l’obiettivo qui stesso…
mentre io mi preparerò bene per non rifare il
fesso… e così il potere sarà in
mio possesso!!!’.
Così
l’uomo restò ad attendere al Naos, con quanta mai
pazienza un individuo poteva
avere nonostante il desiderio che lo stava mangiando piano piano.
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Capitolo 27 *** Cap.27: The Photograph ***
Il locale
in cui dovevano riposare era non simile, ma praticamente identico a
quello
della Piana dei Lampi. Era della stessa filiare di Rin, con
l’insegna
caratteristica, e perfino gli stessi oggetti e pozioni in vendita.
L’ingresso
era a forma semicircolare, e là vicino c’era una
stufa accesa e carica al
massimo di legna, per contrastare quell’improvviso gelo,
vicino al lago
ghiacciato. Quelli vestiti più scoperti, come
l’ex-capitano, l’invocatrice e
Rikku, comprarono delle giacche o dei scalda spalle per contrastare il
freddo
improvviso e pungente. Il Ronso non sembrava per niente soffrire il
freddo:
quella specie di leoni viola era ben abituata ai climi gelidi,
poiché la loro
terra d’origine, il monte Gagazet, era anche più
freddo di quel posto stesso.
Per il guardiano in giacca rossa quel gelo era come se non esistesse:
non aveva
fatto la minima piega passando da un posto all’altro. Il
gruppo infine non si
scambiò molte parole, per via della stanchezza e del grande
sonno, anche se
alcuni si chiedevano che era preso alla ragazza di Metropolis. Per
giunta, Yuna
era andata a letto senza nemmeno dare una buonanotte e, arrivata nella
sua
camera piccola ma accogliente, si chiuse dentro appena ci mise piede,
cosa che di
solito non faceva. Wakka e Rikku corsero ad assalire i primi letti che
videro,
con materassi di buona qualità…anche contando
quanto Guil erano stati spesi. Lulu
li stava seguendo con tutta calma, quando vide Auron appoggiato al
muretto di
destra vicino alla porta d’ingresso, con gli occhi chiusi
dietro i suoi
occhiali scuri, come se davvero attendessero quella ragazza.
‘La
stai
aspettando, vero?’ gli chiese girando lentamente la testa.
‘No…
non mi
sto preoccupando di lei, ma di quello che potrebbe fare
lui…’ le rispose,
alzando leggermente la testa rimanendo immobile. Lei gli si
avvicinò.
‘Mi
sembrava pensosa… io però l’ho
avvertita dei rischi connessi… e lei non è una
che rischia…da quello che ho visto ci tiene molto alla sua
vita…’.
‘Che
faccia
quello che vuole… Il problema qui non è lei, ma
è Tidus… Meno cose fa quel
ragazzo, meglio è…’.
continuò, con occhi profondi.
‘Pensavo
che fosse solo uno stralunato… Non che
fosse…’ lo sguardo serio di Auron la
fermò.
‘E’
tutt’altro di quello che pensi…se volesse,
potrebbe essere più forte di un
invocatore esperto…’.
La ragazza
orfana, ripensando alle facce severe del padre, quelle sfocate della
madre
perduta, e tutti i suoi guai da ladra, avanzava a passi lenti e quasi
calcolati
verso una piccola radura, ben aperta al cielo stellato sopra di lei,
che dava ad
ogni cosa un’atmosfera quasi incantata. Il suolo era
completamente fatto
d’acqua, dura di sotto e liquida di sopra, con diverse liane
che attraversavano
tutta la zona, fino ad incontrare gli alberi vicini tutti a fianco sui
lati,
dotati di sfere brillanti e foglie splendenti come diamanti appuntiti.
Il blu
dominante dei tronchi, delle piante, dell’acqua
cristallizzata che vi era dava
una strana sensazione di tranquillità, relax,
anche…come dire…fiducia nel cuore
di quella ragazza. Forse. Dispersa
chissà
dove, in un mondo sconosciuto, senza conoscere nessuno…se
anche loro mi
abbandonano non so che cosa mi accadrà…
è vero, sto meglio rispetto a quando
ero a Metropolis ma…ma…
I suoi
pensieri vennero rotti appena vide cosa c’era nella parte
terminale della
radura d’acqua. Le liane poco fitte sul suolo, si diramavano
tutte a destra ed
a sinistra, circondando una specie di mini-lago, al centro del quale vi
era un
albero di medie dimensioni, dal tronco tutto intricato e dalle forme
più in
sinuose possibili, e le foglie, tutte raccolte in alto, attiravano una
grande
quantità di farfalle, che svolazzavano al chiaro di luna,
che ne sembrava
fendere con i suoi bianchi raggi il tronco avviluppato, illuminandolo
da ogni
parte possibile. Su di esso, poi, c’era una gigantesca sfera
quasi trasparente,
grande quanto l’intero diametro del tronco, al quale Noemi
venne bloccata dal
solo stupore del magnifico spettacolo. Quell’intensa luce
riflessa illuminava
anche tutta l’acqua fin dalle profondità di quel
lago, che si originava da una
continua, piccola e leggera cascata d’acqua che cadeva da
quella magnifica
sfera.
Lei si
avvicinò lentamente alla radura e si sedette là
dove l’acqua era ancora
cristallizzata, a gambe incrociate e fissando quella grande sfera.
Forse devo
ancora dimostrare che
posso far parte di questo gruppo… Ma…ho tanta
paura!!! Forse mi hanno tagliata
fuori perché non sono all’altezza del
compito… Se solo qualcuno potesse capire
come ci si sente!! Essere abbandonati da un padre che non si degna
nemmeno di
ascoltarti…non sapendo nemmeno se c’è
ancora o no l’unica che poteva volerti
bene… mi manchi tanto… dove sei?? Io non credo
che tu sei morta come lui mi ha
detto…
A quel
punto lei sospirò, alzò gli occhi lucidi al
cielo, cercando di trovare in
quelle stelle la verità che tanto sembrava nascosta. La sua
tristezza la spinse
a parlare ad alta voce da sola, tenendo le mani raccolte vicino alle
sue gambe.
‘Mamma…sei ancora viva??!! Rispondi!!! Ti
prego…io…io…non so cosa
fare…non so
come ritornare indietro…io voglio
solo…solo…v…vederti…’.
Poi
abbassò
lentamente la testa chiudendo lentamente gli occhi fino a guardare il
suolo
brillante sotto di sé. Alcune lacrime trasparenti
scivolarono sul suo viso pallido
e senza speranze, fino a raccogliersi su quell’acqua magica,
resa azzurra dal
chiarore della luna piena.
No…ti
prego…non
piangere…è…è una tra
le cose che davvero non sopporto!!! Non fare il mio stesso
errore… devi trovare
la forza per andare avanti… solo così saprai la
verità…
Lei
alzò la
testa d’un tratto, mentre altre lacrime le rigavano il
giovane viso.
‘Tu…come
puoi sapere se mia madre c’è ancora??!! Smettila
di trattarmi in questo
modo!!!’ urlò quasi, a voce rotta.
Credimi…lo
so che è difficile… farò
di tutto per aiutarti…con ogni cosa, ogni forza, ogni
desiderio… Vorrei solo un
po’ di fiducia nei tuoi confronti…
Noemi si
alzò di colpo. Non sapeva se arrabbiarsi come una belva, o
cercare di tendere
verso la massima comprensione. ‘F...fiducia??
Tu…tu ti fidi di me??’.
Rimase poi
ferma per diversi secondi come una statua di sale aspettando una
risposta.
Aveva sia paura, sia desiderio di conforto. Forse…desiderio
di avere un amico…
Mi fido
ciecamente di te… Come posso
abbandonare l’unica che può salvarmi?? Ti
sarò sempre vicino, ti darò sempre
una mano…
‘Ma…ma…
Lulu mi ha detto che devo starti alla larga perché
tu…tu…’.
Poi si
fermò di colpo ed abbassò la testa tenendo gli
occhi socchiusi.
‘Mi
sento
sola… e ho tanta paura… come posso fidarmi di
qualcuno dopo così tanti anni di
solitudine e di ruberie??...’.
Lei si mise
a fissare quella brillante sfera, come se cercasse davanti ad essa il
volto
della propria madre.
Loro non sanno
nulla… non possono
dirti niente… Se hai bisogno di aiuto, chiamami e
sarò lì da te… con ogni
mezzo, in ogni modo risolverò il problema senza farti del
male…
Insieme
raggiungeremo le nostre due
verità del passato assopite da tempo…
Lei si
sbalordì a quelle parole, e volse le spalle a
quell’albero incantato ed
intricato, pensando a cosa fare. Fidarsi o non fidarsi?? Solo insieme
sarebbero
riusciti a scoprire cosa gli altri volevano celare?? Oppure era un
tranello per
ingannarla e doveva seguire il consiglio della maga esperta??
Così
chiuse
gli occhi ed ascoltò il suo cuore. Non l’aveva mai
fatto prima di quel momento,
lei che aveva un carattere razionale al cento per cento. Quella volta
ascoltò
il suo istinto, che sembrava più certo che mai della
decisione da prendere. Intanto,
dietro dall’albero, sbucò un enorme e silenzioso
serpente verdognolo, come le
foglie appena nate, dalla pelle viscida e ricca di scaglie, che si
avvicinava
sinuosamente alla sua preda, rigida ed immobile. Aveva il corpo lungo
che
terminava con una coda vibrante e dotata di numerosi anelli gelatinosi
e
giallastri, con la testa avente scaglie più grosse che
spuntavano sulla parte
superiore, quasi a costituire una criniera color verde scuro, per non
parlare di
quel “rubino” che aveva conficcato sulla fronte,
quasi a costituire un terzo
occhio. Nella parte del corpo vicino alla testa, spuntavano due arti
anteriori,
simili a lame appuntite ed affilate, che venivano nascoste nel
movimento
furtivo dell’animale per cogliere alla sprovvista la sua
vittima.
Lo strano
sibilo del mostro dalla lunga lingua scurissima che continuava ad
uscire ed
entrare dalla bocca impastata fece girare di colpo la ragazza, che
scattò
all’indietro per lo spavento, schivando per sua fortuna il
suo primo e duro
attacco. La testa sbatté duramente contro l’acqua
cristallina, creando un
tremendo tonfo che rimbombò per poco, facendo cadere
all’indietro Noemi quasi
senza rendersene conto.
Il rumore
raggiunse debolmente la casa di riposo vicino al lago ghiacciato, e
venne
sentito dal guardiano professionista, che aprì
d’un tratto gli occhi e mise
mano sulla sua grossa katana.
‘Lo
sapevo
che doveva succedere qualcosa stanotte…’.
Uscì
di
scatto sfondando la porta chiusa del locale con un duro colpo di
spalla, e si
affrettò verso la radura, però da numerosi
mostri, attirati dalle luci del
locale in quella notte.
‘Che…che…diavolo…!!’.
La ragazza
alzò la testa e vide davanti a sé dieci metri di
corpo allungato e viscido,
mentre alcune gocce vischiose della grossa bocca caddero sopra il suo
viso,
confondendosi con le sue lacrime ancora sul volto. Lei venne presa dal
panico,
si alzò quanto più velocemente poté,
scivolando un poco, ed evitando a pelo un
altro attacco di quel mostro. Così corse
all’impazzata verso l’uscita della
radura, con quel passo con cui era riuscita ad evitare
chissà quanti venditori
di Metropolis, ma il serpente si mosse molto velocemente, e sembrava
divertirsi
ad apparire tutte le volte di colpo davanti a lei, bloccandole la
strada.
Così
la sua
corsa subito si arrestò, per poi riprendere
nell’altra direzione, per fermarsi
ancora davanti all’albero incantato dalla grande e bianca
sfera. Una via
d’uscita…devo...trovare una via
d’uscita….!!
Si
girò a
destra ed a sinistra con agitazione, mentre il serpente si avvicinava
emettendo
strani sibili disgustosi. La sua mente non trovava un’idea o
una soluzione da
nessuna parte. Poi, quasi inconsciamente, chiuse gli occhi per un
secondo e
fece un gran respiro, voltandosi verso il mostro che strisciava
lasciando delle
“S” sull’acqua bassa. Fu lì
che lo guardò negli occhi giallastri con serietà
e
quasi con sfida.
‘Scommetto
che siete lì a dormire pensando solo a Yuna,
vero??!!’—iniziò a gridare, come in
una battaglia, come se gli altri stessero
ascoltando—‘Benissimo, allora
significa che dovrò fidarmi di più di qualcun
altro!!!’.
Senza
neanche pensare, lei mise le mani congiunte davanti a sé,
con tutte le dita,
eccetto gli indici e i pollici, piegate, tanto da darne la forma di
pistola,
con la canna verso l’alto. Tutt’intorno si
creò una strana luce blu,
accompagnata da una brezza leggera, che fece muovere le scaglie del
mostro
ormai vicinissimo. Lei poi chiuse gli occhi lentamente senza pensare a
nulla,
seguendo solo l’istinto.
‘Diamine!!
Devo sbrigarmi!!’ esclamò il guardiano
professionista, scontrandosi con api
giganti e velenose, mostri bassi dotati di spessissima corazza, ed
altri che
erano gelatinosi, e che lanciavano attacchi magici di ghiaccio con la
formula Blizzard.
Aveva sentito sinistre folate di vento e cercò di sbrigarsi
con ogni mezzo.
In
realtà,
mai lui si era preoccupato così tanto di qualcuno. Doveva
mantenere delle
promesse. Già, quel vecchio pellegrinaggio con Jecht lo
aveva proprio cambiato
tantissimo. Chissà se sarebbe ancora cambiato, ancora
più radicalmente??
Nonostante
la corazza pesante, la grossa spada, e la sua giacca, corse a gran
velocità,
schivando tutti gli ostacoli, imboccando subito il bivio e la strada
alla sua
sinistra.
Quello che
lui vide fu una breve luce azzurra che poi svanì
all’improvviso, appena prima
che il grosso serpente attaccò con un morso lo spazio
davanti a sé. Poi questo
si voltò intorno, con la sua scura lingua
all’infuori, notando con i suoi occhi
quelli castani del guardiano professionista, che tolse la katana
appoggiata
sulle sue spalle, e si posizionò per difendersi da un
possibile suo attacco, vedendolo
lentamente avvicinarsi.
Dopo
un’altra piccola folata di vento, Auron
indietreggiò un poco, appena che vide Tidus
davanti a sé, disarmato, piombatogli davanti senza che lui
se ne accorgesse.
Era rivolto davanti al serpente, determinato e forse anche un
po’ arrabbiato,
con il volto segnato da strane lacrime, e quando il mostro
accelerò il passo,
lui si portò l’indice destro sulla fronte, coperta
ai lati dalle lunghe frange
bionde, e quando chiuse gli occhi recitò sottovoce Thundaga, ed in
breve tempo, vicino al serpente si crearono delle piccole cariche
volanti attorno,
che si avvicinarono piano piano al
centro. Appena che questi si congiunsero, un tremendo fulmine, dello
stesso
diametro dell’albero, colpì in pieno il mostro,
liberando numerosi lunioli qua
e là, dopo un violento tonfo a terra. La scarica si diffuse
più debolmente
anche attraverso l’acqua di sotto, rendendo per alcuni
secondi quel posto una
vera e propria zona elettrificata e pericolosa.
Ci fu uno
strano silenzio per alcuni secondi, in cui si sentì un
piccolo respiro
affannoso.
‘Ahahahahahahah…
bel lavoro, complimenti…devo ammettere che potresti superare
tuo padre!!!’.
Alle parole
del guardiano l’altro non gli rispose. Né un
cenno, né una parola. Così lui si
avvicinò a passo lento, guardando oltre i suoi scuri
occhiali qualche residuo
luniolo.
‘Questo
posto…mi ricorda tante cose… Passano mille anni e
qui non cambia proprio
nulla…!!’.
Il biondo,
quasi facendo finta di niente, si avvicinò alla fonte
d’acqua vicino all’albero
incantato, e si sciacquò il volto segnato dallo schifo di
quel serpente e dalle
lacrime che sentiva come sue. E fece questo lentamente, come se
aspettasse che
il suo compagno se ne andasse via.
‘E’
stata
Noemi questa volta… eheh…Perché sei
così serio? Era assolutamente necessario
che imparasse a fidarti di te… altrimenti come potresti
tu…’.
‘Auron…’—rispose
lui senza girarsi—‘…questi sono fatti
miei e suoi. Non ti intromettere. Già
troppe persone sembrano non fidarsi abbastanza di
noi…’.
L’altro
si
avvicinò ancora un poco, appoggiando il suo braccio destro
sulla sua katana che
spaccava quasi l’acqua cristallina con la punta.
‘Parli al plurale? Che
miglioramenti… cos’è successo? Guarda
che questo potrebbe essere cruciale…’.
Tidus si
girò poi lentamente rimettendosi in piedi.
‘Siccome avete così tanti segreti e
misteri da nascondere, perché mai io dovrei dirvi tutto??!!
Cosa vuoi che
faccia??... Ora che posso contare finalmente su
qualcuno…!!’.
Lo sguardo
dell’altro si fece improvvisamente serio. ‘Tu non
lo ricordi…ma c’è qualcosa
che non puoi controllare, e che forse nessuno potrebbe!!!’
gli ribatté Auron,
prima che Tidus lo sorpassasse senza neanche guardarlo in faccia.
‘Credi di
averti sotto controllo?? Credi che lei possa aiutarti in questo,
facendoti
tornare qui, nella realtà, di nuovo?? Non fare il solito
testardo!! Hai perso
la memoria, guarda che ti sto…’.
Lui poi si
girò di scatto verso il guardiano, quasi in preda
all’ira ed a pugni chiusi,
come se quelle parole, o domande fossero più aspre di
qualche offesa. ‘Non mi
interessa quello che mi dici!!! Qui nessuno vuole dirmi la
verità!!! Se nessuno
vuole dirmela, me la cercherò da
solo!!!’—e si
indicò—‘Almeno potrò spiegare
tutto… anche a lei…’.
Auron lo
seguì, vedendolo con le mani in tasca e la testa bassa. Non ti sopporto più… Non vuoi
aiutarmi ma confondermi la testa?? Ok,
allora fai bene a starmi alla larga!!! Parlare di mio padre, poi!!!
Però…sono
contento che si sia fidata di me… e speriamo che non mi veda
come chi che se ne
approfitta facilmente... Se potessi darle delle spiegazioni
l’avrei già fatt…
Con un
“Uh?”
si fermò di colpo, prima di lasciare la radura. Aveva notato
per terra una
foto, che sembrava essere stata lasciata lì di recente. La
raccolse e la studiò
con gran stupore. Raffigurava Jecht seduto a gambe incrociate davanti
all’albero dove Noemi aveva chiesto il suo aiuto. Era
stranamente sorridente,
sereno, in quella foto, quasi irriconoscibile per lui. Quella fascia
rossa,
meno severa di quanto potesse sembrare, quel tatuaggio sul petto
scoperto con
quel simbolo… quegli occhi che non esprimevano odio come al
solito…
Quando
Auron vide la scena, si toccò tutte le tasche possibili,
sopra e sotto la sua
giacca. Quella foto gli era caduta quando entrò nella radura
e vide il
serpente. Già, quella foto… si ricordava quando
Braska l’aveva fatta... e cosa
dicevano insieme….in quella radura…
———Flashback–––
‘Allora,
Jecht!!! Ti muovi??!! Non c’è tempo da
perdere!!!’ esclamava un uomo dalla
giacca rossa, dai capelli neri e lisci, lunghi abbastanza da portare
anche una
piccola coda di cavallo dietro. Non portava occhiali, e questo forse
era il
peggio, perché mostrava sempre il suo sguardo arrabbiato e
sempre stufato di
ogni cosa. Non possedeva borracce, ma solo una lunga e grossa spada
grigia ed
appuntita.
‘Oh,
avanti
Auron… Che fretta c’è?? Lascia che gli
faccia questa foto, no?? Tanto il
prossimo tempio è vicino...’ gli rispose Braska
sorridendo alla grande, con una
macchina fotografica in mano, mentre il suo amico si sistemava davanti
all’albero.
‘Questa
non
è una gita turistica, ma un pellegrinaggio!!! E voi vi
divertite in questo modo
mentre c’è Sin??!! Dobbiamo sconfiggerlo prima
possibile, ora che è solo uno
spirito magico! Potrebbe diventare un giorno quasi impossibile fermarlo
se
diventa reale, ci avete pensato??!!’.
‘Ohhhh…calmati
un attimo. Partiremo subito…accontentalo per una
volta!!’ disse l’invocatore,
mentre aggiustava la fotocamera.
Jecht si
posizionò per bene, più sorridente che mai. Aveva
bevuto?? No, stranamente no…
‘Braska…deve
venire bene, mi raccomando!! Ah!!!! TU!!!!
EHI!!!!’—rivolgendosi al compagno in
rosso con voce rauca—‘Se un giorno mi
capiterà qualcosa, dai tu questa foto a
mio figlio… ed…anche questo messaggio,
già che sei lì…!!!’. Lui si
schiarì la
voce dopo che vide Auron sbuffare qua e là, e si mise a
parlare come se stesse
facendo un testamento. Era così ridicolo che
l’invocatore non fece altro che
ridere, e l’obiettivo iniziò a traballare.
‘Allora…digli
che…ecco… se vedrà questa foto e
capirà il luogo in cui mi trovo, significa che
sta diventando grande finalmente… Io non posso tornare
più a Zanarkand… forse
neanche lui un giorno… Ora ho un grande desiderio che mi
preme più che mai e
che mi pulsa nel sangue… arriverà il
momento…spero…in cui dovrà
capire pure quel piagnucolone che dovrà
smettere di piangere ed andare avanti… ecco…
digli che… mi mancano le sue
frignate…eheheh!!!’.
Un flash
scattò ed illuminò per un istante la radura.
‘E’
venuta
bene!!! Bravo!! E io che pensavo che tu non eri
fotogenico!!!’ disse Braska.
‘DI
CHE
desiderio parli??!!’ subito chiese Auron, con tono
estremamente serio. Jecht
rimase stranamente in silenzio, prima di ridere a crepapelle,
chissà per quale
motivo…per la domanda??
‘Ahahahah…
Un desiderio che ho sempre avuto…e che presto
diverrà vero…se è come
penso…ahahahah!!! Così starò
finalmente in pace con me stesso!!!’.
Lui
continuò a ridere, mentre Braska guardò
scetticamente l’altro suo guardiano.
‘Andiamo…
avrà bevuto come al solito…!!!’
tagliò corto il giovane in giacca rossa,
voltandosi verso la radura.
‘Oh,
andiamo… smettila!!! Perché
dovrei…’.
‘Mi
aveva
detto questo, davvero… Se mi vuoi credere o
no…’.
Il guardiano professionista
bevve un po’ dalla
sua borraccia, mentre Tidus continuava a guardare scettico la foto in
mano.
Quale desiderio a quello premeva di più?? E
perché improvvisamente era
diventato in quel momento un poco più padre del solito??
‘Forse
se
lo nascondeva, ma sotto sotto credo che ti volesse bene…
Anche se… in realtà
quello che fece poi fu terribile, imperdonabile…’
continuò lui, imboccando
l’uscita della radura.
‘Oh,
andiamo, per favore!!!... E poi cosa ha fatto di tanto
grave??’ chiese il
biondo, continuando a negare il tutto con la testa e seguendo il
compagno.
‘Cosa
ha
fatto??? Quello per cui noi siamo qua a combattere ed a
pellegrinare…’.
‘Già…è
diventato Sin…’ chiese l’altro,
mostrando sorpresi occhioni al chiaro di luna.
‘Hai
usato
un termine molto adatto…e a che prezzo lo
fece…!!’.
Tutt’e
due
poi improvvisamente tacquero. La casa di riposo era ormai di fronte a
loro, e i
primi sprizzi d’alba cominciavano ad apparire
all’orizzonte.
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Capitolo 28 *** Cap.28: Spark Of Remembrances ***
Nonostante
la pesante stanchezza, Yuna non riusciva proprio a dormire. Quando
c’era
qualcosa che non andava, una domanda senza risposta o una difficile
decisione
da prendere, preferiva alzarsi dal letto e riflettere guardando
attraverso una
finestra. Vedere la notte, le stelle, o anche la pioggia, la aiutava
sempre in
qualche modo. Però evitò di aprire le persiane,
poiché fuori dal bosco si era
passati da un clima primaverile ad uno completamente invernale. Ogni
tanto
qualche brivido le correva lungo la schiena, sia per il freddo
pungente,
nonostante le stufe accese, sia per i pensieri che le passavano ogni
tanto.
Quante volte pensò a quegli occhi color lilla del Maestro!!
Quando l’avevano
fissata in quel modo, così strano,
così…attento. Aveva pensato qualche volta
che si fosse innamorato di lei, ma il suo cuore non sembrava molto
convinto. Di
solito, certe cose, le si riconoscono al volo per istinto, e in questo
campo di
solito non sbagliava mai. Sicuramente avrebbe voluto sapere qualcosa di
più
rispetto a quanto aveva capito da quella sfera schiacciata
consegnatale, anche
perché ne era rimasta praticamente sottoshock dal suo
contenuto e da
quell’ologramma. Doveva fare qualcosa e fare la scelta
giusta, assolutamente.
Wakka si
era catapultato sul letto a pancia in giù, addormentandosi
di colpo e facendo
un “leggero” casino, senza nemmeno rimboccarsi le
coperte, mentre Rikku con più
calma, si coprì per bene e chiuse gli occhi dolcemente come
una principessa.
Lulu e Kimahri vennero destinati in una camera unica, e nessuno
badò a loro
quando il resto del gruppo si separò. Così anche
il guardiano professionista e
il biondo andarono a dormire in una camera a sé, per non
disturbare nessuno al
loro ritorno.
Il primo
non aveva un filo di sonno. Rimase tutta la notte in parte seduto sul
letto
affianco al suo compagno, ed in parte su un muretto. Se non camminava
lo si
vedeva sempre appoggiato da qualche parte. Forse era
comprensibile… chissà
quante ne aveva passate nel precedente pellegrinaggio!! Magari era
stato ferito
in modo grave, tanto da averne ancora degli acciacchi irreparabili. Era
capace
di passare tutta una notte senza pensare, senza che il tempo per lui
passasse
meno velocemente, come molti che, sbuffando ed aspettando, tenderebbero
a
credere.
Ogni tanto
si voltava verso il letto dell’altro, vedendo continui
giramenti, qua e là, a
destra ed a sinistra, con le coperte tutte piegate e sparse, e il
cuscino che
continuava a cambiare angolatura. Gli veniva un po’ da ridere
a guardarlo.
Chissà che razza di sogno stava facendo… e
sperava che fosse anche quello
giusto. “A volte i sogni svelano ciò che si
è dimenticato, o non si è mai
saputo” disse Braska, un giorno… Sinceramente non
aveva mai visto una persona
agitarsi in quel modo. Non passava un minuto in cui non ci fosse un
movimento, seppur
minimo. Il volto sembrava mostrare rabbia, arresa ed anche tristezza.
Ma quello
che più dominava era il cenno “no” con
la testa, che andava a colpire il
cuscino da entrambe le parti.
Poi Auron
pensò per un attimo. La foto ce l’aveva ancora lui
o l’aveva buttata o
stracciata senza essere visto? Così egli rise sottovoce e
chiuse gli occhi,
aspettando impassibile.
‘Vieni
qua…devo
parlarti…’ disse un uomo alto e magro, dai capelli
ricci, corti e di color
grigio scurissimo, vestito in modo semplice, con una bianca T-shirt un
po’
macchiata in qualche parte, e dei jeans parecchio strappati, forse
nemmeno
fatti così apposta, ma piuttosto perché
vecchiotti. Era seduto su una vecchia
sedia di legno, a guardare una bambina davanti a sé con
sguardo perso e severo,
con volto pieno di barba corta, e mal tagliata, piuttosto svigorito e
scuro non
tanto per la pelle quanto per la sua espressione. Aveva il vizio di
mettere
sempre le mani nelle tasche, come se cercasse qualcosa.
‘Cosa?
Cosa
c’è papi? Posso comprarmi un gelato?’
chiese con voce innocente la piccola, che
portava corti capelli castani mossi e ricci, gli occhi verdi, il volto
meno
sereno del solito, ed era piuttosto magra, forse anche troppo. Portava
al
braccio destro un bracciale d’oro, con un ciondolo a forma di
cuore, l’ultimo
regalo che le fece sua madre, prima di non rivederla più, e
vestiva una
maglietta a maniche corte leggera, rosa, con diversi orsetti marroni
davanti e
dietro, e una gonnellina di colore fucsia, tutta ricamata, anche se
diverse
parti erano sfilacciate rovinate.
‘Vieni,
vieni…devi sapere una cosa…’.
Lei era
all’ingresso di un piccolo monolocale, dalle mura di color
bianco sporco,
consumato, con diverse increspature qua e là. Forse quel
posto aveva bisogno di
un restauro, e sicuramente di oggetti nuovi ed alcuni elettrodomestici
lì
mancanti. Non c’era un frigorifero, mancavano i fornelli.
C’era la televisione,
certo, peccato che ne era saltato completamente il tubo catodico. Al
centro era
un semplice tavolo forse fatto a mano, con due sedie piccole dello
stesso
autore.
‘Vieni,
vieni…!!!’ continuò l’uomo,
con voce bassa ed estremamente calma.
La bambina
si avvicinò a passi lenti e corti verso di lui, con le mani
raccolte e con il
suo sorriso improvvisamente svanito. ‘Hai…hai
giocato di nuovo? Hai perso??’
L’uomo
annuì debolmente, guardando alternamente lei e il locale in
cui vivevano. ‘Già…
sono stato sfortunato… pensavo di avere tutto in
pugno… ed ora devo pagare un
pesante debito…’.
La bambina
divenne subito triste. Era giunta l’ennesima notizia.
‘Ed
adesso
cosa si vende? Quegli uomini alti si sono presi tutto!!!’
disse lei, con voce
infantile.
Lui
guardò
quel bracciale che aveva da quando era appena una neonata. Era
l’unico modo per
non perdere almeno la quella “casa”.
‘Il
bracciale… c’è ancora il tuo
bracciale… lo dai a tuo padre?’ e le porse la mano
aperta davanti.
La bambina
subito ritrasse il braccio interessato verso il suo petto, coprendo con
l’altra
mano il suo grande ricordo. ‘Non posso!! Me l’ha
dato la mamma!! E’ unica cosa
che ho di lei!!’.
‘Ma
se non
me lo dai, vivremo sotto i ponti di questa benedetta
metropoli!’.
‘NO,NO,
e
NO!!’ gli ripeté lei, con insistenza e prepotenza.
Poi l’uomo stette in
silenzio per diversi secondi, guardandosi intorno, sempre con grande
calma. ‘Ho
il viziaccio di giocare… anche tua madre me lo
diceva…’ sospirando.
‘D…davvero??!!’
e la bambina si avvicinò con occhi grandi.
‘Già…
e
sono sicuro che sarebbe felice se tu aiutassi tuo
padre…dammi quel
bracciale!!’.
‘NO!!!
Non
sarebbe felice!! Tu perdi perdi e perdi e poi gli uomini alti si
prendono le
nostre cose!!’.
‘Dammi
quel
bracciale!!!’ il tono dell’uomo si fece
più forte, quasi da rimbombare su
quelle pareti semivuote.
‘NO!!!!’.
Poi egli
fece un grande respiro, mantenendo la calma di fronte a quegli occhi
dolci. ‘Tua
madre è morta… non tornerà
più tra noi!! Non lo vuoi capire??!! E’ scomparsa,
è
stata uccisa da un pirata della strada!!!!’.
‘NO!!!!
Io
non ti credo!!!! NON è vero!!!!’ urlò
lei, toccandosi il bracciale ed iniziando
a piangere fortemente.
‘Ti
prego,
credimi!! Ho bisogno di soldi!! Dammi quel bracciale!!!’ e
lui si alzò dalla
sedia, avvicinandosi a lei, facendola indietreggiare sempre di
più, con
crescente paura e tremolii.
‘La
mamma è
da qualche parte!! Dobbiamo cercarla!!!!’.
L’uomo
iniziò a perdere la pazienza, e accelerò i passi.
‘DAMMI il bracciale!!!
Altrimenti non potrò più mantenerti, e sarai
costretta a cavartela da sola,
senza bambole, senza gelati, senza nessuno!!!’.
A quel tono
austero la piccola pianse di più ed ebbe voce rotta e
singhiozzante. Era ad un
passo dall’uscita.
‘Io…vado
a
cercare la mamma…lei sa…sniff…che cosa
fare…sniff…contro gli uomini alti!!!’
così
si girò di scatto ed iniziò a correre quanto
velocemente poté fare verso la
città trafficata e confusa. L’uomo per poco non
riuscì a prenderla per il
piccolo braccio, e si affacciò verso la porta, guardandola
ormai lontana, tra
le folle di persone che camminavano un po’ sbalordite da
quello che stava
accadendo.
‘TORNA
INDIETROOOO!!! Fermaaa!!! Dove vaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii……’.
*BONK*!!!!!!
‘A…a…ahiiiii…iiiii…i….iiii……’.
La porta
della camera si aprì di colpo. E chi doveva essere?? Wakka,
ovviamente, con le
sue maniere così delicaaaate…
‘Ehi!!!
Svegliaaaa… Uh? HAAHAHAHAAHAHAH!!! Che imbranato!!!
AHAHAAAHAH!!!’. disse,
portando l’indice davanti a sé e con la mano
destra che gli copriva la fronte. Aveva
visto Tidus cadere dal letto, mentre ancora si toccava con la mano il
fondoschiena dolente. Il letto era tutto sotto sopra, il cuscino caduto
dalla
parte opposta, le coperte che coprivano metà letto e
metà moquette, piuttosto
consumata.
‘C’è…ohi…tanto
da ridere??…a…ahi!!!’.
L’ex-capitano
si avvicinò con gran allegria verso di lui, aiutandolo ad
alzarsi tirandolo con
la mano destra.
‘Che
hai
fatto? Quando sei tornato tra noi?? Eheheeh!!!’
chiese, dandogli delle pacche
sulla spalla.
‘Si
vede
che dormivi come un ghiro!!!’—poi si
girò verso il
letto—‘O…oh…!!’.
‘Ahaahah!!!
Quando dormi sei peggio di un cavallo!!! Guarda come hai conciato il
letto!!!’.
Che strano
sogno…Ma chi era
quell’uomo?? Quella bambina…quella bambina mi
sembrava tanto…
‘Beh?!
Stai
a guardare la tua opera d’arte?? Io la intitolerò
“la
Notte del Giudizio”!! Sai
com’è… si parla di paure al
“Giorno del Giudizio”..eheheeh!!!’.
Quando
smisero di ridere tutt’e due, Tidus notò che Wakka
aveva affianco a sé sulla
sinistra un pallone di Blitzball.
‘Ahhhh…ora
capisco perché sei così fuori,
stamattina!!!’ e indicò con lo sguardo il
pallone azzurro e bianco.
‘Ehehehe…già…dobbiamo
affrontare i Guado Glories…sei pronto??!!’.
‘Co...come??
Adesso??!! L’hai detto agli altri o spariamo come
fantasmi?’.
‘E’
già a
posto tutto…!! Così daremo a Yuna il tempo per
pensare, no?’.
‘Mmmhhh…
Hai ragione…massacriamoli!!!’ disse il biondo, con
grande determinazione. Così
bastò qualche pizzico di Eliomagilite per trasportarli
subito a Luka, con ancora
tutti i capelli scompigliati…
‘Così
sono
andati a perdere tempo, eh??!!’ fece duramente Auron, che era
fuori assieme a
Lulu e Kimahri fuori dal locale, sotto la neve che cadeva piuttosto
fitta.
L’invocatrice era rimasta a letto, e nessuno sapeva cosa
stesse facendo.
Probabilmente dormendo.
‘Lasciali
fare… ci riposiamo di più… il Chiostro
della Prova di Macalania non sarà uno
scherzo…’ gli rispose la maga.
‘Kimahri
non sicuro… Forse altro attacco arriva… migliore
cosa è tenersi pronti…’.
‘Allora…
hai trovato…qualcosa??’.
‘Pochissimo…
Ho aspettato che gli Albhed Psyches finisseso la pastita pes fasmi
psestase le
loso informazioni su di lui…!!’.
A quelle
parole di Chicco, Aisha pensò di andare ancora
all’attacco. In quel momento si
trovavano nei pressi dell’ingresso dello stadio, in attesa
delle squadre. Doveva
avere quelle informazioni prima di tutti se voleva avere
l’esclusiva e
diventare ricca. Infatti, quello era da sempre stato il suo, il loro
sogno, e ciò
l’aveva in parte spinta a fare l’intervistatrice,
per cogliere l’occasione
giusta. Viveva a Luka ormai da tre anni, e si poteva capire quanto era
questo
suo impegno al riguardo. Nella lunga pausa tra la precedente partita
contro i
Kilika [cap.18] e questa, aveva interrogato tutti i compagni dei Besaid
Aurochs,
senza ottenere nessuna informazione utile. “Boh, e chi lo
sa?? Dicono che sia
di Zanarkand, ma non ci credo…” disse il
centrocampista Letty. “E’ il nostro
nuovo capitano…” rispose invece Datt, mentre
faceva i pesi. La risposta chiarissima
e davvero di grande aiuto fu quella del portiere cicciotto Keepa.
“E’
biondo…munch, munch…” con un paninazzo
al salame in mano, che quasi faceva
vomitare a quella ragazza mulatta. Aveva poi saputo che Wakka ne era un
grande
amico, però impegnato nel pellegrinaggio con la nuova
invocatrice Yuna,
impossibile da non conoscere. Di lei si sapeva quasi anche il passato
addirittura, e dei guardiani si conoscevano di più solo
l’ex degli Aurochs ed
Auron. L’uno perché era il capitano della squadra
più scarsa in assoluto, anche
se molti iniziavano a cambiare idea, l’altro
perché ci si chiedeva se lui era
proprio lo stesso di mille anni fa, cosa che appassionava i
più curiosi.
‘Io…non
ho…trovato…un granché… So
solo quello che… la gente dice…’
riprese la pantera,
mentre si avvicinarono di più all’ingresso dello
stadio, là dove le squadre
passavano per entrare negli spogliatoi.
‘Gli
Albhed
dicono che l’hanno visto a fase il guasdiano assieme a Wakka
con Yuna…’ disse
il tappo con i capelli a caschetto, già pronto con
blocchettino, penna e
macchina fotografica.
‘Aspettiamo…
ho un’idea… E su
quel…simbolo?’ chiese lei con voce passionale.
‘Vediamo…’—e
tira fuori una decina di carte alla rinfusa, che teneva piegate in una
tasca—‘…Era lo stemma della
città di Zanaskand, che coincideva con quello della
squadsa… ci sono vasie leggende legate ad essa, ma non ho
ancosa scopesto
niente…’.
Il discorso
venne bloccato quando una folla inferocita di intervistatori e
giornalisti, con
telecamere e flash scattati ovunque si avvicinò a loro
spingendoli e rendendoli
quasi come sardine nella folla di gente ammassata.
‘Q…quanta
gente…!! Era da tanto tempo che…’.
‘Seguimi…altrimenti
da qui non ci muoviamo più…
Permesso…scusate….’ disse Wakka
trascinandosi il
compagno per un braccio, cercando di crearsi delle vie contro quella
marea.
Grazie all’aiuto dei controllori dello stadio, riuscirono in
breve tempo a
raggiungere gli spogliatoi. La squadra era già lì
da qualche minuto, eccetto
Keepa, che aveva avuto un certo languorino e sarebbe arrivato
più tardi. Erano
piuttosto fiduciosi nei volti, grazie a quella precedente vittoria
contro i
Kilika, che li aveva davvero gasati e caricati alla grande, e Wakka ne
era contento
ora più che mai.
‘Bene,
ragazzi… spero che non abbiate poltrito in mia
assenza!!’ fece lui davanti alla
squadra, mostrando bene petto all’infuori.
‘No…assolutamente….anzi,
abbiamo lavorato sodo!!’ gli rispose Jash, il difensore dalla
pelle scura, mostrando
il pugno chiuso.
‘Sì…abbiamo
anche avuto molte interviste!!!’ continuò Letty,
che era seduto con gran
sicurezza.
‘Incredibile…stiamo
diventando famosi!!!’ ribatté invece Botts, forse
il più scarso della squadra. Già
si montano la testa… ma giocano per
passione o solo per essere conosciuti?! L’importante
è che diamo una lezione
agli altri, dopo essere stati presi così tante volte in
giro…
‘Lo
diverremo di più se vinciamo il torneo…avete
pensato pure a questo??’.
Alle parole
piene di certezza di Tidus tutti un pochino ammutolirono. Non erano
molto
convinti di arrivare fino in fondo, dopo tutte le figuracce degli anni
passati.
Però di certo non poterono fare a meno di sorridere o
annuire timidamente.
‘Heeeeyyyy…ragazzi!!!
Ceeeerto che ce la faremo!!! Dobbiamo essere sicuri,
certi!!!’ riprese Wakka,
davanti a tutta la squadra, quasi abbracciando il compagno affianco.
‘Piuttosto…qual
è la situazione al momento??’ riprese.
‘E’
sulla
lavagna…c’è tutto!!’.
Essa era
bianca e lucida, sulla quale vi si era scritto con l’aiuto di
un pennarello
rosso. Anche se la scritta era da cani…
Guado Glories – Albhed
Psyches 1
– 0
Luka Goers, Guado Glories e
Besaid Aurochs 4
Besaid Aurochs – Kilika
Beasts 2
– 0
Albhed Psyches 3
Ronso Fang – Luka
Goers
1 – 2
Kilika Beasts 1
Ronso
Fang 0
La loro
felicità era data anche da quell’incredibile
numero segnato alla lavagna. Mai,
in due partite, erano arrivati a così tanti punti. Qualcuno
già si vedeva
circondato dalle ragazze, un altro da montagne di panini gratis, un
altro
ancora pensava alla gloria e alla fama. Però tra il dire e
il fare… certo,
nessuno vietava di sognare…
‘Ehm…scusate…posso
fare una domanda…?’ disse timidamente Botts, il
codino rosso, alzando la mano
destra. Tutti lo guardarono. Questo…lo imbarazzò
ancora di più.
‘E…ecco…io
fino ad adesso non ho più visto la nostra bidella
Noemi…non so voi se….’. Queste…domande!!!
Deve interessarti davvero
tanto quella ragazza!! Ora cosa dico?
‘Ahahaahah!!!
Ora si deve pensare solo alla partita!! Poi…andremo a
cercarla!!’ rispose Wakka,
appoggiandosi ora alla lavagna. A…a
cercarla??
Gli spalti
iniziarono a gremirsi appena appena vennero aperte le porte. Almeno due
terzi
del pubblico erano tutti Guado, alcuni da Guadosalam, altri invece
abitavano lì
stesso a Luka, altri venuti chissà da dove a piedi, anche
percorrendo strade
piuttosto pericolose tra i mostri. Tra quegli spettatori e tifosi
regnava una
grande sfacciataggine, ripetendo tra loro che avrebbero vinto anche ad
occhi
chiusi. In realtà, senza ammetterlo, erano meno sicuri del
solito. Non
avrebbero mai immaginato quella super partenza di quella squadra sempre
fallimentare. Ma, stando alle leggi della probabilità, erano
fin certo sicuri
che stavolta sarebbero stati sfortunati ed imbecilli come al solito.
“Senza
Wakka, poi…il migliore della squadra…che idioti!!
Si vede che si era stufato
pure lui ihihihi…”,”Figurati se lo scemo
che dice di arrivare da Zanarkand
possa fare tutto da solo!! Avrà fortuna, avrà
tecnica, ma se hanno un portiere
che fa acqua da tutte le parti, cosa vuoi che faccia...??” si
dicevano tra loro
ridacchiando. Così continuavano a gridare il nome del loro
capitano, un
attaccante svelto ed agile, di nome Zazi. Un tipo piuttosto serio e
zitto, ma
quando si trattava di scatti, gare e competizioni, non lo batteva
nessuno.
Forse era addirittura più veloce degli stessi Hypello
[cap.21].
Una
minoranza delle ragazze Guado sembrava simpatizzare per il nuovo
capitano della
squadra avversaria. Certo, volevano una grande vittoria da parte di
quelli di
Zazi, ed anche schiacciante, ma avrebbero voluto anche conoscere
l’altro, o
almeno riceverne un autografo. Forse nascondevano tra loro questa loro
strana ammirazione
o il motivo di essa. Ad alcune interessava perché era
misterioso, poiché non si
sapeva niente o quasi di lui, altre erano curiose per la figura fatta
nelle
altre partite, ad altre ancora piaceva perché lo trovava
piuttosto carino.
Quando il telecronista iniziò a parlare dei Glories, un
boato colse tutti al
volo, e si misero a tifare insieme come un’unica anima.
I tifosi
degli Aurochs non avevano mai occupato così tanti posti
prima d’ora. Iniziavano
ad urlare, a schiamazzare, agitare bandierine, bloccandosi di colpo
appena gli
altri tifosi mostravano la loro superiorità e maggioranza.
Certo, una loro
vittoria non era così probabile, ma contavano ora sulla
nuova carica che
avevano i loro ragazzi.
‘Ecco
a
voi!! Le squadre stanno entrando in campo!!!’ disse il
telecronista al megafono,
seguito poi da un'altra voce, quella del commentatore.
‘Oggi
i
Guado Glories sono davvero in forma!! Farà un altro dei suoi
famosi scatti
Zazi??!’.
‘Yeeeeesss!!
Forse vedremo altre prodezze anche dell’altro
capitano…’ detto questo il
telecronista staccò la linea e si girò verso i
collaboratori, sbattendo almeno
tre volte il pugno chiuso sul tavolo. Subito arrivò un tizio
che corse come un
pazzo a consegnare alcuni fogli alla rinfusa.
‘Bene…Oh!
Sappiamo ora che Tidus è anche un guardiano della nuova
invocatrice…!!’.
La palla
era già al centro dello stadio. Il telecronista si
girò con sguardo fulminante
verso quel tizio, parlando a bassa voce per non farsi sentire in
diretta.
‘Un
Blitzer…guardiano??!! Non solo
siete INCAPACI, ma anche senza CERVELLO!!! Vi farò
licenziare tutti!!!
E…ehm…spero che sia una buona
partita!! Che vinca il migliore!!!’.
La palla
venne lanciata verso l’alto per mezzo di un turbine
artificiale dal fondo al
centro dello stadio dopo il fischio. Le squadre si guardarono in
faccia. “Vi
stracceremo” pensava Yuma, proprio l’amica di Yuna,
che era il portiere dei
Glories. “Speriamo che non ci
massacreranno!!’”pensava invece Datt in attacco.
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Capitolo 29 *** Cap.29: Seduction ***
I tifosi
degli Aurochs erano già rimasti ammutoliti dopo il primo
tempo. Gli scatti di
Zazi erano micidiali per chiunque, e la sua squadra avversaria
resistette solo
per una decina di minuti, grazie agli attaccanti Datt e Tidus. Il primo
dopo un
po’ si stancò di sacrificarsi tutte le volte in
difesa, dando, con la sua
velocità, man forte a Botts, che restava imbambolato a quel
turbine; il biondo
invece non riuscì dopo un poco a scattare come si deve, per
via di diverse
fitte che sentiva, per colpa di quel bel colpo mattutino. Ma il vero
problema
dell’ex-squadra di Wakka erano i passaggi. I Guado erano
fortissimi
nell’intercettare i palloni ed indebolire la potenza dei
tiri. I Guado
continuavano a guardare fieramente il tabellone, che segnava un netto 0 a
2.
‘Sembra
che
gli Aurochs siano un po’ lenti nei confronti dei
Guado!!’ fece il telecronista.
‘Già…i
Guado sono deboli nei dribbling, ma imprendibili quando
scattano!!’.
A volte
preferisco che stiano zitti…
non si vede già dal tabellone??!! Che botta!! Avrei
già calciato se non fosse
stato per quel colpo… E poi quel sogno…
quell’uomo assomigliava così tanto a
mio padre nell’essere così duro e
spregevol…
Immerso nei
suoi pensieri, cercando di non infuriarsi per il risultato, non si
accorse dell’arrivo
del centrocampista avversario Nav, un tipo dai capelli più
chiari dei suoi e
molto scuro di pelle. Questo, forse per la velocità o per la
fierezza dei goal
appena fatti, lanciò il pallone quasi ad occhi chiusi verso
Pah, il difensore
di fascia, che andò a finire duramente sullo stomaco del
biondo. La palla venne
ripresa dal difensore Jash, che notò il compagno piegarsi
per un momento. Ma
non sembrava mostrare dolore, piuttosto stupore. Ma per cosa? Datt
chiese
subito la palla da lontano, intercettata però dal solito
Nav. Letty non fece
altro che gesticolare per tutta la partita. Veniva sempre lasciato
libero,
completamente smarcato, ma più volte Zazi, quasi comparendo
dal nulla,
sorprendeva tutti. Ed arrivato lì, avrebbe distrutto la
difesa con la sua
velocità e segnato come niente. Era così che
aveva segnato i due goal.
Wakka era
sugli spalti con le mani sul volto. Non sapeva se continuare a guardare
come
era in difficoltà la sua squadra, o piuttosto evitare,
volgendo lo sguardo
altrove. L’effetto tanto era lo stesso: ai lati infatti si
trovavano solo i
Guado in visibilio. I tifosi dell’altra squadra, la sua,
quasi si nascondevano.
Alcuni, come Botts e Keepa, avevano perfino paura, altri come Letty e
Datt continuavano
ad impegnarsi a fondo per evitare figure più imbarazzanti.
Pensava, forse
pregava che la partita sarebbe finita presto, almeno per evitare il
peggio.
Ho…ho
sognato i suoi ricordi!!
Questo le deve essere successo quando era piccola!!
Forse…forse…riuscirò…!!
Grazie ad
passaggio sbagliato un’altra volta per l’eccessiva
sicurezza di Nav, Tidus riuscì
a recuperare palla, ed iniziò a scattare senza guardare
nessuno, come se avesse
ricevuto una carica indescrivibile. Datt lo vide muoversi di colpo, e
assecondò
il suo attacco, con Letty che continuò a richiedere palla.
Riuscì a schivare
l’attacco veloce di Zazi e poi quello di Pah, aiutando
l’altro attaccante a
smarcarsi per bene.
Così…così…
io…finalmente…finalmente…
Continuò la sua corsa fino a quando
i suoi occhi non incrociarono quelli di Nav. Lui iniziò un
tackle aggressivo su
di lui, che lo evitò facilmente, passando la palla a Datt,
che caricò il tiro,
imparabile per Yuma a quella distanza ravvicinata.
Il goal
risvegliò i tifosi scoraggiati, anche se finì in
quello stesso istante la
partita, sull’1 a 2. Quel risultato era stato preso come se
valesse addirittura
un pareggio insperato. Da cosa si poteva pretendere da una squadra come
quella??!
‘Non
ci
posso credere…sono riusciti a segnare!!!’ fece il
telecronista.
‘E’
vero!!
I loro attaccati sono molto migliorati!! Non era facile schivare
Nav!!’.
Queste ed
altre lodi varie si mischiavano alle urla dei tifosi, da una parte e
dall’altra
ugualmente contenti. Era come se avessero vinto entrambe, e da fuori,
chi
aspettava le altre partite, non si capiva chi aveva effettivamente
vinto.
Wakka in
quell’istante avrebbe dedicato un monumento d’oro a
Datt e baciato Tidus appena
l’avrebbe visto. Erano idee che ferivano il suo orgoglio e la
sua reputazione,
e che si levò immediatamente dalla testa. Così
scese di fretta verso gli
spogliatoi, bloccato però dalla lunga coda di giornalisti e
fotografi già
pronti a fare domande.
Gli Aurochs
in un primo momento abbracciarono Datt tutt’insieme per il
goal
salva-reputazione, per poi guardarsi intorno. Non potevano parlare
sott’acqua,
ma la domanda era la stessa nei pensieri di tutti. Il capitano
dov’era??
Sparito, di colpo.
‘Da
dove
hai pseso quei vestiti?’ chiese Chicco, mentre erano in coda,
più avanti di
Wakka. Anche loro avevano visto la partita, anche se i Guado erano
piuttosto
altini sugli spalti.
‘Ho…scassinato
un armadio… e l’ho trovato…
Ora…quello che devi fare… è venire con
me…sfruttare
la tua bassa altezza… e seguirmi…’
iniziò la pantera, già vestita. Finalmente
il tappo l’aveva trovata. Lei avanzò tra la folla
sfruttando l’uniforme dei
controllori, ma forse anche il suo passo felpato e danzato, che
ammirarono in
molti, tanto che ad alcuni l’istinto fece uscire la lingua
senza pensare. Chicco
la seguì mettendosi di dietro, senza fiatare e sfruttando
attentamente l’ombra
dell’alta sorella.
‘Scusate…permesso…spostatevi…’
iniziò a dire, imbambolando gli uomini con la sua voce
così calda. Così
entrambi, senza essere fermati da altri “colleghi”,
raggiunsero lo spogliatoio,
quando ancora le squadre festeggiavano l’una la vittoria e
l’altra il goal
della bandiera.
Uff…
mi fa ancora male… ma sono
davvero tranquillo ora… ora che si fida di me… Ed
ora…
Tidus era
seduto a gambe incrociate per terra, appoggiato con la schiena e i
vestiti
bagnati fradici sul muro accanto alla lavagna ancora scritta. Avrebbe
voluto
stare qualche minuto da solo un po’ in
tranquillità, tornando prima degli altri
negli spogliatoi. Il bello è che aveva percorso
l’intero tragitto in davvero
poco…forse troppo poco tempo e si chiedeva come aveva fatto,
fino a quando
sentì dei passi lenti avvicinarsi.
Oh! Stanno
arrivando gli
altri…abbiamo perso, ma siamo ancora in gioco!!
Non poteva
essere la squadra. Erano troppo cadenzanti e ridotti i passi che
sentiva. Subito
ebbe un brutto presentimento…
La porta si
aprì dolcemente ed entrò proprio quella che
desiderava non vedere più in vita
sua. Puntuale il tappetto, che aveva ormai preso una mania su di lui,
in tutti
i sensi. Il biondo rimase come pietrificato, mentre diverse gocce le
rigavano
la fronte tutta bagnata.
‘Scusate…
abbiamo il… permesso dei controllori…’
disse lei in uniforme, avvicinandosi a
passi felpati verso di lui, che iniziò a perdere il fiato
appena risentì quella
voce sensuale. Il fratello, invece, saltellò come un pazzo,
e cercò da tutte le
parti un asciugamano per il primo obiettivo: l’
“autogsafo”, come pensava
ripetutamente, come un disco rotto, nella sua testa.
‘Co…come??
Cosa?’ rispose il biondo a voce rotta, sentendosi ancora
addosso le sensazioni
che gli aveva dato Aisha la scorsa volta [cap.18]. In nanosecondi si
era alzato
e faceva finta di camminare normalmente quando voleva in
realtà dileguarsi in
un modo o nell’altro.
Lei lo
osservò sorridendo. La faceva davvero ridere guardarlo, e
soprattutto
iniziavano a piacerle quegli azzurri occhioni supplicanti che mostrava.
La
catturavano con la loro dolcezza, impensabile in quella situazione.
‘Ho
sentito…che è anche un guardiano…lo sa
che…non è mai successa…una cosa
simile?
Come…fa??’.
Aisha lo
fissava
con occhi seducenti, forse senza rendersene conto. Lui era in preda al
panico,
e il cuore gli salì in gola.
‘Pe…perché??
E’ strano??
Significa…che…sono…il
primo!!!’.
Lei
avanzava lenta e sicura, come faceva anche normalmente. Per Tidus era
invece
come se avanzasse la morte in persona.
‘Beh…devo
ammettere…che è pieno di energie… non
è facile… Avrei alcune domande da
farti…
posso…darle del tu…??’.
Quegli
occhi le piacevano davvero tanto. Non si staccò nemmeno un
secondo da essi, se
non per battere le palpebre. Era ormai a pochi passi lontano da lui,
che aveva
raggiunto l’angolo più lontano, bagnando senza
accorgersi, tutto il muretto
strisciandoci sopra.
Auron
osservò il percorso ghiacciato che gli stava davanti. Ogni
cosa, ogni figura,
gli ricordava il grande invocatore e quel pazzoide del suo compagno. In
fondo
in fondo gli stava un pochino simpatico… anche se la prima
volta che lo vide
sembrava un perfetto ubriacone da strapazzo…
———Flashback–––
Braska ed
il guardiano in codino arrivarono finalmente al carcere che si trovava
un po’
lontano da Zanarkand. Era un posto appena costruito, con le mura di
color verde
e scarsamente decorate, pieno di guardie qua e là. Non
c’era ombra di finestre
o porte, tranne quella di ingresso. Essi si avviarono con permesso
verso le
celle, e solo una di esse era occupata, e chiusa da alcune sbarre di
bronzo brillante.
Si sentivano strani borbottii di una voce rauca, cos’ noiose
che le guardie si
erano un po’ allontanate.
Braska si
avvicinò lì, e notò un omaccione
seduto a gambe incrociate, a petto nudo scoperto
con un tatuaggio grosso e nero sopra, a forma più o meno di
“T”, pantaloni per
metà lunghi ed arancioni, e per metà grigi
cortissimi. Portava una fascia rossa
sulla fronte, scoperta dai suoi lunghi e sparati capelli castani scuri.
‘Sei
tu
quello di Zanarkand?’ chiese l’invocatore, ormai
deciso. Auron gli era
affianco, e provava tanto disgusto verso quello che volse la testa alla
sua
destra chissà dove.
‘Ehhh??
Si…Cosa volete?!’.
‘Oh…mi
scusi…non mi sono presentato…sono
l’invocatore Braska… Ed ho bisogno di un
altro guardiano, come vede… Mi sembra il tipo adatto per
questo…’.
‘COSA?
Ma…!! Scusate se obietto, ma… quello è
un ubriacone!!! Vi sembra una persona
giusta per fare il guardiano??!!’ disse quello affianco,
squadrando non poco
prima l’invocatore e poi l’omaccione.
‘Oh,
avanti
Auron!! Anche io sono particolare…ti pare che possa fare
l’invocatore uno che
ha sposato un’Albhed??!! Ormai siamo in
gioco…’—poi si rigirò verso
il
prigioniero—‘...Ti propongo un affare! Io ti libero
da questo carcere e tu vieni
con noi! Finito il viaggio, ti riporteremo nella tua
città… ah! Come ti chiami?’.
‘Jecht…o
Dark Crow, meglio…!!!’—poi si
alzò di scatto, mostrando il petto ed un volto
orgoglioso—‘CERTO che accetto!! Chi vorrebbe essere
rinchiuso in questa
topaia!!??’.
In breve
tempo le guardie, confuse non però quanto Auron, eseguirono
la richiesta
dell’invocatore, che si fregò di tutti i rischi
che potevano essere connessi.
Era estremamente deciso a portarlo con sé. Mentre discuteva
con le guardie, gli
altri due di trovarono da soli in una sala vicina.
‘Libertà…ohhhhh…finalmente
libero!!! Ci vorrebbe un po’ di vodka per questo!!’.
Il
guardiano già iniziava a non sopportarlo. Aveva sentito in
giro di ruberie,
risse, e confusione da parte di gruppi di ubriachi, e lui sembrava
esserne il
leader. Il bello è che era un guardiano come lui adesso
ora!! Si girò di scatto
verso Jecht, con sguardo durissimo.
‘Guarda
che
fare il guardiano comporta molta attenzione e
responsabilità!!’.
L’altro
si
girò come divertito all’idea.
‘Ahahahah…e
che problema c’è?! Ah! Cosa…farebbe un
guardiano??’.
Ma…ma
q…quando arrivano??!! Quando??
Quando??
Aisha si
avvicinò prendendolo per le sue mani inguantate, un
po’ tremolanti ed ancora
bagnate, forse per i guanti che portava, e le strinse quasi con
passione.
‘Ah…perché
porti questi…guanti? E’ strano… non
sei…un portiere…’.
Avrebbe
voluto rispondere all’istante prima dell’attacco
della pantera. Ma non riusciva
a rispondere. Infatti, non sapeva per niente il motivo per cui li
portasse. E
così, nel panico, era difficile anche trovare una buona
scusa. Lei iniziò ad
usare le sue armi. Si avvicinò con le sue labbra carnose
fino a pochi
centimetri dal suo petto semiscoperto, mentre lui continuava a sudare
freddo
come un pazzo, cercando di difendersi, ma il suo panico era un punto a
favore
della pantera.
‘Perché…sai…molta
gente…’—e si avvicinò al suo
orecchino sinistro, notando quello stesso simbolo
della catena—‘…vorrebbe
conoscere…questo nuovo campione…’.
Mentre
Chicco aveva trovato finalmente una modesta pezza per asciugare le mani
del suo
idolo e acchiappare l’autografo, Aisha approfittò
dello shock di Tidus per
sfilargli il guanto nero della mano destra per vedere cosa nascondesse.
Ella
rimase parecchio stupita. Il biondo ormai guardava davanti a
sé, perso, senza
muoversi, contro il muro.
‘Potsesti
intessompese?? Vossei che mi facesse un autogsafo!!’ chiese
il fratellino,
tirando più volte l’uniforme della sorella. Ma
subito si sentirono dei passi:
era la squadra che tornava.
‘Chicco…
dobbiamo andare… noi non possiamo stare
qui…!!!’ tagliò corto la pantera, che,
prima di andarsene, osservò ancora quei grandi occhioni.
‘E…stavo
dimenticando…’.
‘Dai,
ragazzi…abbiamo fatto comunque bene!!’ urlava
quasi Letty, soddisfatto per quell’unico
goal, quando poi dovette schivare, come tutti gli altri dietro, un
controllore
che si mosse correndo a passo incantevole e veloce, seguita da uno
strano tizio
piuttosto basso che continuava a gridare.
‘L’AUTOGSAFO!!!
IL MIO AUTOGSAFO!!!...’, ponendo la mano destra davanti a
sé indietro, mentre
l’altra sembrava essere tenuta dal controllore di fretta.
‘Ma
che ha
quello??!!’ chiese Jash.
‘Boooh…io
ho fame!!!’ fece Keepa, toccandosi a rotazione la sua pancia
non piccola.
Quando
entrarono videro il capitano ancora contro il muro, muto, quasi
immobile, che
si era portato la mano sinistra sulla fronte bagnata, stavolta di
sudore. Aveva
uno strano stampo rosso sulla sua guancia destra.
‘Ahhhh!!
Ecco dove sei stato… Hai la
ragazza…eeeeeehhh??’ chiese Datt, facendo due
gomitate leggere verso il compagno ancora sottoshock, seduto sulla
panchina e
circondato dagli altri, tranne Keepa, che era andato a prendersi un
panino.
‘Perché
non
ci hai detto che hai una fidanzata??!!’ riprese Jash, davvero
divertito. Forse
l’unico a non esserlo era Botts. Si era messo in un angolo,
stranamente pensoso
ed invidioso.
‘Io...io
non ho una
fidanzata!!...Q…quella…è…è
una pazza!!!’ disse lui, pulendosi almeno
mille volte quella guancia, prima con il braccio, poi con le mani, e
dopo perfino
con lo straccio lasciato a terra da quel tappo scatenato. Aveva rimesso
a tempo
record il guanto senza notare nulla di strano per
l’agitazione.
‘OOOhh…dai…non
fare il modesto…!!!’. Modesto??!!
Quella
voleva aggredirmi!!!
Subito
tutti tacquero. Quello che si sentiva era solo lo strano fiatone di
Tidus,
quando arrivò Wakka.
‘Menomale
ragazzi…quel goal ci voleva proprio… altrimenti
perdevamo il prestigio…Beh? Che
succede?? Perché siete tutti lì?
Tidus…stai bene??!’.
‘Sta
bene…sta benissimo…ihihi…’
rispose Letty, dando pacche sulla spalla al compagno.
L’ex-capitano, dopo un’alzata di spalle,
spiegò loro per tutta la mattinata
rimanente gli esercizi e gli allenamenti da fare prima della prossima
partita,
come passaggi, tiri e resistenza. I compagni, nell’attendere
la prossima
partita, sarebbero rimasti tutti a Luka, e lo stadio a volte utilizzato
con
permesso per gli allenamenti, assieme alle altre squadre. Molti si
chiedevano
ancora perché Wakka aveva chiuso con la sua eterna passione.
Alla fin della
fiera, era rimasto lì, con i suoi ragazzi, dopo
tutto…
Aisha era
voluta uscire subito dallo stadio trascinandosi Chicco. Raggiunto un
angolo,
nascose l’uniforme immediatamente, per poi fermarsi un
attimo. Suo fratello era
davvero furioso.
‘Uffa!!
Ti
avevo detto che volevo avese un suo autogsafo!!’ e si mise a
pestare
continuamente i piedi con prepotenza. Lei guardò in giro per
controllare di non
essere sentita, poi si chinò leggermente vicino al
fratellino.
‘Ho
tolto…uno dei suoi guanti…e sai che
cosa?’.
Chicco
cambiò espressione. In fondo, pensava, avrebbe avuto anche
una terza occasione
grazie sempre a sua sorella.
‘Cosa?’.
‘Nasconde
delle strane cicatrici…a forma di vene…o a rami
d’albero…’.
‘Cosa?
Che
razza di fosme sono? A meno che non si è voluto tagliase da
solo in quel modo
pes lasciassi il segno…’.
‘No…non
credo…questo è…un altro mistero da
scoprire…Abbiamo tempo…per un’altra
ricerca…’.
Il fratello
pensò un poco, mentre lasciavano lo stadio.
‘Senti…io
mi occupesò del simbolo…tu ti occupi delle
cicatsici… anche se io in sealtà non
gliele ho viste…’.
‘Ho
l’impressione…’—disse lei
socchiudendo gli occhi—‘…che ci
sarà…molto ancora da
scoprire…’.
Auron era a
guardare ancora il Lago Ghiacciato assieme alla maga, pensoso, quando
notarono
delle luci fioche provenire da dietro.
‘Sono
tornati… è tempo di andare…’
e così la maga entrò nel locale, lasciando
l’altro
da solo che non si mosse nemmeno un poco. Alla sala di ingresso
notò che
l’invocatrice si era alzata e si era seduta vicino ad un
angolo. Già si
sentivano le risate di Wakka dalla camera.
‘Tutto
bene? Ti sei riposata?’.
‘Si…tutto
bene…a posto…’ rispose, prima di
alzarsi subito dalla sedia, quasi ponendosi
sull’attenti. Lulu la vide negli occhi. Non era serenissima,
ma di certo più
determinata della sera prima. Che era una dormigliona lo si sapeva e
risapeva,
ma qualcosa le diceva che non aveva dormito affatto quella volta.
‘Kimahri
in
pensiero. Fatto riposo?’ chiese il Ronso, appena entrato dopo
la signora in
nero. Anche di mattina teneva sempre quelle braccia conserte.
‘Si,
si
,si…ora andiamo al tempio…lì
incontrerò il Maestro per risolvere la
questione…’.
‘…e
prendere la sfera, no?? Sbaglio, o avete parlato anche di questa
cosa??’.
Wakka e
Tidus erano usciti dalle loro camere insieme. L’invocatrice
venne stupita da
quelle parole cariche di quest’ultimo. Vederlo lì
fu una doppia sorpresa, sia
perché non sapeva quando e per quale motivo c’era
stato lo scambio, sia perché
a differenza della ragazza egli sembrava di umore del tutto opposto.
Sorrideva
alla grande e le sue frasi erano piene di ottimismo e sicurezza. Lei
non fece
che rispondere con un sorriso dopo aver annuito. Rimasero a guardarsi
ed a
sorridersi per alcuni secondi.
‘Che
hai da
sorridere? Guarda che abbiamo perso!!!’ ribatté il
compagno un po’ scettico.
‘E
allora?
Ci rifaremo la prossima volta! Tanto…possiamo ancora
farcela, no?’ rispose
quello affianco, mostrando i pugni chiusi come un giocatore di boxe e
sferrando
pugni lenti a vuoto. Era certa Yuna. Era successo qualcosa.
‘Sarà…
ma
mi dirai che mi stai nascondendo!!! Forza, andiamo!! Chissà
da quanto tempo ci
stanno aspettando!!’ fece poi lei, carica, uscendo dal
locale. Era proprio vero
che la notte aiutava…
‘Di
che
stava parlando?’ chiese l’ex-capitano al nuovo,
così pimpante.
‘Boh…’.
Adesso prendiamo le sfere e poi
finirà tutto
l’incubo. Sarà così. Sarà ed
andrà come dico e voglio io.
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Capitolo 30 *** Cap.30: Unexpected Betrayal ***
Erano tutti
fuori, già pronti per partire, quando si accorsero che
mancava una persona in
particolare.
‘Rikku!!!
Manca lei!!!’ disse Yuna, che era circondata dai suoi
guardiani. Ognuno doveva
avere la testa sovrappensiero per dimenticare la ragazza più
pimpante…e
stressante per qualcuno…del gruppo.
‘Oooopssss…
Mi sa che sta ancora dormendo!!’ rispose Wakka, facendo uno
strano sorrisino,
che a molti ricordava quell’odioso di Hypnel. Chissà
che fine ha fatto…
‘Se
lei
preferisce dormire lasciamola pure riposare!’ fece invece
Auron, che già forse
non ne poteva più di quella pazza molla vivente. Stava
già avviandosi per conto
suo.
‘Auron!!
Non possiamo lasciarla!! Già che ci siamo, aiutiamola a
trovare qualcuno!!
Insomma, hai portato qui la ragazza e Tidus, perché non
lei??’ continuò la
maga, che mostrava interesse invece per quella ragazza.
Lui si
fermò un poco, girandosi per metà con la testa.
‘Perché
non
credo che possiamo fidarci di lei…’.
Tutti si
lanciarono occhiatacce, eccetto il biondo, che guardava il cielo con
strana
felicità e con le mani dietro il collo, come per stirarsi.
‘Ma…perché?
Che ha di male?’ continuò l’ex-capitano,
alzando le spalle e continuando a
guardare il guardiano professionista. Eh…Wakka…
chissà che diresti se tu sapessi che è
un’Albhed!!
‘Non
lo so…
però la dobbiamo svegliare… anzi,
andrò io a svegliarla! Aspettatemi qui…e
fermate Auron…!’ rispose Yuna, correndo subito
verso la stanza di Rikku. Lei
dormiva come un piccolo angioletto sognante. Il bello è che
parlava nel sonno.
La cosa fece ridere non poco l’invocatrice, che rimase
silenziosa, e aprendo la
porta leggermente, per non spaventarla.
‘Cid…Cid…
yppeysu
bancu em lynelu… banò…taju
tende…lra…[Cid…Cid…abbiamo
perso il carico…
però…devo
dirti…che…]’.
Era coperta
fino al collo e sorrideva ampiamente. Portava le mani congiunte come in
preghiera
e poste sotto la sua guancia sinistra.
‘…ru…ru
luhucleidu ihy bancuhy lra se ry yeidydu…. Hu, huh ih
Albhed… lra
banò…allu…[…ho…ho
conosciuto una persona che mi ha aiutato…No, non un
Albhed…che
però…ecco…]’.
‘Ehm…Rikku?
Svegliati… dormigliona...ehehehe!!’.
Toccate
dolci qua e là la svegliarono pian piano. Yuna vide i suoi
occhi senza pupille.
‘Alzati… dobbiamo andare…gli altri
sanno aspettare…non Auron!!!’.
Lei si
alzò
dal letto con tutta calma. Forse era rimbambita, o forse era ancora o
quasi nel
sogno. Era davvero buffa.
‘Ehm…Yunie…che…che ore
sono?’ chiese, stropicciandosi
gli occhi.
‘Credo...mezzogiorno!!’.
La ragazza
Albhed si svegliò di colpo.
‘M…mezzogiorno??!! Cavolo…peccato...
è così bello
dormire!!’.
‘Me
ne sono
accorta…’ e le mostrò un bel sorriso.
Rikku si preparò in pochi minuti, così da
uscire subito.
Mentre
usciva dal locale si sistemò come meglio poté i
capelli, liscissimi, e quindi
facili da sistemare. Appena uscì si trovò il
cuore in gola impazzito. Aveva
bloccato il suo passo allegro come se avesse visto qualcosa di
incredibile e
scarsamente possibile. Aveva rivisto davanti a sé chi
l’aveva aiutata tempo fa,
che voleva conoscere ed incontrare.
‘Buongiorno!!’
le dissero contemporaneamente Wakka, Tidus e Lulu, ognuno a modo suo.
L’Albhed
ebbe gli occhi fissi a terra, come se provasse chissà che
vergogna in un primo
momento. Quante volte, in quei giorni, la sua speranza
l’aveva portata a
fantasticare, ad immaginare domande, risposte, passeggiate
ed…ehm…
‘Ehi!
C’è
qualcosa che non va? Oggi siete tutti strani!!’ riprese
l’ex-capitano ridendo,
avvicinandosi.
‘Rikku!!!
E’
da tanto che non ci vediamo!!’ esclamò il biondo,
sorridendole di fronte e
rifacendole il saluto con la mano. Era carico e sereno. Non
so che scusa tirare fuori… ma ormai ha troppi
sospetti…e mi sembra
di potermi fidare di lei, in fondo…
La bionda
vide il suo sorriso. Il fatto di vederlo lì, davanti ai suoi
occhi, fuori da
possibili sogni, le dava una carica impazzita, e si sentiva eccitata
quanto
mai.
‘Sei…qui!!!!??’—e
dopo si mise a correre abbracciandolo davanti a
tutti—‘…pensavo che fossi stato
spazzato via da Sin!! Quanto sono contenta di vederti!!!!!’.
Lei era ben
colorata sul viso, mentre lui lo era per imbarazzo. Tutti non fecero
altro che
ridere, anche se Kimahri sembrava più ruggire ed il
guardiano in rosso invece
non si faceva sentire.
‘Ehm…ok…ok…Rikku…ho…ho...capito
la tua
felicità…e…eheh…eh…he…’
le disse Tidus quasi sottovoce, senza sapere
quasi dove guardare. Più che un abbraccio sembrava una
morsa, e si chiedeva
perché tanto fervore. Ella poi si staccò dopo
alcuni secondi e si fermò a
fissarlo con le mani congiunte, felicissima. Avrebbe voluto quasi
saltargli
addosso a momenti. Come se non l’avesse già fatto.
‘Sei
vivo!!
Pensavo di non rivederti più!!! Davvero!!!’.
‘Ok…ok…
abbiamo tempo per parlarne… non stare rigida in quel
modo… Perché sei così
rossa?’ continuò lui, sorridendole, ancora un
po’ imbarazzato.
‘Oh…niente…sentivo…sentivo
caldo sotto le coperte…
ma…’—vede gli altri che la fissavano
allegramente—‘...dovevamo
andare…no?‘.
Molti
continuavano a ridere anche dopo. Come faceva a sentire caldo con quel
freddo??
Lei stessa chiese poi una giacca da Yuna. Una cosa era certa: era
imbattibile
nella carica e nella felicità.
Il sentiero
era pieno di neve, ghiacciato. Gli alberi del bosco si vedevano
sbiaditi per
via dell’umidità presente, e
tutt’intorno non c’era altro che bianco, bianco, e
bianco di collinette. Fortunatamente la neve era dura, e questo
impediva ai
pellegrini di sprofondare. Wakka, il Ronso ed Auron erano
già pronti a liberare
la strada, contro molti mostri diversi, ma sempre noiosissimi, che
facevano
perdere tempo a tutto il gruppo. Rikku restò affianco a
Yuna. Aveva bisogno di
consigli, pareri, aiuti. Ma qualcosa le diceva che doveva fare di testa
sua. Era
davvero eccellente nel trascinare le persone con il suo umore
incontrollabile.
Avrebbe aspettato il momento giusto.
‘Heeeeeeeeeeey!!!!’.
Dei tre,
solo Wakka si girò verso il biondo, che agitava il braccio
sinistro. ‘Cheeee??’.
‘Mi
sembra
divertente il…vostro lavoro!! Posso darvi una
mano?’.
‘NO!
Resta
al tuo posto, prima che fai danni più seri!’.
‘Oh,
avanti
Auron!...‘—poi continuò cercando di
imitare la sua voce bassa—‘…non vorrai
fare
una gran fatica…’.
Wakka
sembrò piuttosto divertito. Non era male ad imitare la sua
voce. Ma in un
istante il suolo vibrò ai loro piedi. Erano ormai arrivati
sul lago ghiacciato.
Una distesa enorme di ghiaccio, liscissimo, perfetto per pattinare.
Tutto era
bianco, anche il cielo, per via della grande umidità. Il
percorso continuava
più avanti, superando un arco di ghiaccio cristallino e
trasparente, che
ricordava quelle forme avviluppate del bosco. Ebbene? Perché
tremava il suolo?
‘Dannati
Albhed!!! Sono arrivati!!!’ esclamò
l’ex-capitano, quando vide un’enorme
macchina avvicinarsi da una collinetta a ridosso del lago, dotata di un
grosso
e robusto trapano di fronte, ed ai lati due braccia meccaniche che si
muovevano
a scatto e terminavano con grosse mani robotiche che si aprivano e si
chiudevano a pugno. Era cingolato e molto pesante, tanto da muoversi
molto
lentamente, ma in grado di superare ogni ostacolo. Sotto il trapano era
presente una fessura chiusa, da dove venivano lanciati proiettili e
missili. C’erano
tre tizi Albhed affianco ad esso: due erano quelli che avevano
già attaccato il
gruppo due volte [cap.11,22], mentre era presente un altro, di pelle
opaca non
tanto scura, e con il petto e le braccia coperti quasi totalmente di
tatuaggi
blu a forma di fiamma. Da quella distanza, era la cosa che
più si notava.
Sembrava essere il capo del gruppo.
‘Rikkuuuu!!!
Icy m’Eliomagilite!! Cbucdyde ty mì u jannye
dnyjumdy tymma pnylley
sallyhelra!! Yppeysu cybidu te diddu at uny ceysu jahide xie!!
[Rikkuuuu!!! Usa
l'Eliomagilite!! Spostati da lì o verrai travolta dalle
braccia meccaniche!!
Abbiamo saputo di tutto ed ora siamo venuti qui!!]’ si mise
ad urlare quel
tatuato, usando la mano come megafono. Gli altri due Albhed si
guardarono
squadrati.
‘Sy
l'è
yhluny xiammu, m'rye jecdu??!! [Ma c'è ancora quello, l'hai
visto??!!]’.
‘Tuppeysu
tenkmeamu!! [Dobbiamo dirglielo!!]’.
‘Sy
Cid jiuma lra… [Ma Cid vuole
che…!!]’.
‘Ri…Rikku??
Cosa…vogliono da lei?’ chiese Yuna, ma nessuno fu
in grado di rispondere, anche
perché la macchina approfittò subito della
discesa per aumentare la sua
velocità di avvicinamento. La neve che continuava a cadere
riduceva la
visibilità.
‘State
attenti!!’ gridò il guardiano professionista
impugnando la sua katana, quando la
macchina arrivò sul lago, causando un profondo tonfo che
fece indietreggiare
tutti. Un colpo di vento fece arrivare la neve sollevata
all’altezza degli occhi,
rendendo più difficile la situazione. L’unico a
non soffrirne fu il Ronso, che subito
attaccò la macchina con la sua potente lancia.
‘Yuna!!!!
Invoca un Eone!!!’ urlò Wakka, quando la macchina
si avvicinò verso di lui.
Sembrava essere dotata di una corazza dura e spessa, che forse solo la
magia
poteva sfondare.
‘Allora,
Auron??!! Posso SI o NO darvi una mano????’
ribatté Tidus al guardiano, con
aria provocatoria. Voleva proprio aver ragione.
Kimahri
venne colpito in pieno dalla mano meccanica sinistra, che lo
scaraventò
violentemente contro il lago durissimo. Lulu stava prendendo il libro
magico,
mentre Yuna già tirando fuori la sfera. La mano destra
libera della macchina la
anticipò e la acchiappò come una bambola,
sollevandola come niente. Per terra
caddero le sfere di Djose e di Besaid, e con esse anche la sfera
schiacciata
che gli venne data dal Guado a Guadosalam [cap.23]. Lei
cercò di vincolarsi in
ogni modo e cercò aiuto. I guardiani corsero insieme verso
la macchina, mentre
la maga afferrò al volo la prima sfera che gli era capitata
tra le mani per
lanciare un incantesimo.
Tidus vide
l’invocatrice tenuta come un cono di gelato in mano.
Recitò al volo una formula
con la mente, Blizzara, senza
l’uso di alcuna sfera. L’attacco magico
però si infranse in una invisibile
barriera magica che avvolgeva la macchina. Il fulmine dal cielo si
divise
appena toccò la barriera e si diffuse in altri posti,
tutt’attorno.
‘Cosa?!’
esclamò lui, mentre la macchina iniziava ad allontanarsi.
‘E’
protetto da una barriera magica con la formula Shell …’
rispose la maga.
Quella
macchina aveva tutta l’intenzione di portarsi via
l’invocatrice.
‘Co…cosa
facciamo??!!’ urlò l’ex-capitano al
gruppo, che non sapeva cosa fare per
bloccare la macchina. Il Ronso si rialzò appena riprese
conoscenza, con l’aiuto
della sua lancia.
Dalla
collinetta, scesero i tre Albhed, e con esse una persona, che era
però
indistinguibile sotto quella feroce caduta di neve. Volevano
raggiungere il
loro marchingegno.
‘Dispel!!! Dispel dovrebbe
funzionare!!! Esso elimina
la magia Shell… ma
serve la sfera di Bevelle per
fare un incantesimo simile!!!’ rispose Lulu, che non aveva
altre soluzioni.
Dalla
macchina iniziavano a liberarsi delle piccole scintille arancioni e
brillanti
dal basso verso l’alto. Wakka conosceva bene quelle
scintille, ed iniziò a
sudare freddo.
‘Stanno…stanno
usando l’Eliomagilite!!! Vogliono fuggire di
qui!!!’.
Quelle
parole furono pesantissime. Ma cosa potevano fare per fermarli, se la
magia non
funzionava? Un lampo colpì Auron, che si voltò di
scatto verso Tidus,
prendendolo per il braccio sinistro e spingendolo in avanti.
‘Cosa
aspetti??!! Vuoi o no usare Dispel??!! Tu lo puoi
fare senza sfere!!!’
gli gridò, agitandolo, ma lui non rispose. Si era fermato,
come tutti gli altri
guardiani dopo. Sulla macchina, avvolta dalla luce, erano presenti i
tre Albhed
in piedi, e con loro c’era anche quella bionda, pimpante e
caricatissima Rikku,
che si mise a gridare verso di loro, agitando una mano.
‘Perdonatemi…
ma non dovete preoccuparvi…lo facciamo per il suo bene!! Ci
sono altri modi che
la magia Sunshine per sconfiggere
Sin!! Ehm…Wakka!!! Ho preso io la tua
Eliomagilite… te la restituirò poi!!!’.
Detto
questo, si liberò una luce intensa per pochi secondi. La
macchina sparì di
colpo, e il silenzio calò sotto la neve gelida.
‘Yu…Yuna…’
balbettò il biondo, che forse non credeva ai suoi occhi,
fissando le ultime
luci e scintille. Affianco a lui era l’ex-capitano, ritto ed
immobile per
diversi minuti, con lo sguardo fisso, prima di esplodere
tutt’ad un tratto,
agitandosi come non mai.
‘RIKKU…UN’ALBHED????!!!
E CI HA INGANNATI TUTTI IN QUESTO MODO??!! HA FATTO LA GUARDIANA,
CI HA
IMBAMBOLATI TUTTI E POI DICE DI FARLO PER IL SUO BENE??!! IO QUELLA
LA…LA…!!’.
‘BASTA!!!’
lo rimproverò Auron, con sguardo fulminante. Dopo
sospirò per poi riprendere a
voce calma. ‘La ritroveremo…ovunque ella sia!!! Ci
hanno studiato nei
precedenti attacchi, ed hanno trovato il modo per
bloccarci…’.
‘Ma…non
abbiamo la minima idea di dove iniziare la
ricerca…’ rispose la maga, posando
lentamente il suo libro. Non si sapeva se era più
preoccupata o più arrabbiata
per quello che era successo.
‘E
SEMPRE
QUELLI!!! PERCHE’ NON DOVREI ODIARLI, EHHH?? QUELLO CHE FANNO
CON LE MACCHINE
PROIBITE, IL LORO PAGANESIMO!!! E…per colpa
loro…’—abbassò la
testa—‘…mio
fratello non c’è
più…’.
Il biondo
lo vide con quell’espressione abbattuta e persa, e si
avvicinò per confortarlo
e tirarlo su, e trasformò la sua incredulità in
determinazione, girandosi verso
gli altri. ‘Sentite… ha senso se ci mettiamo a
cercarla per tutta Spira andando
alla cieca?? Andiamo avanti, per ora!! Continuiamo il nostro dovere!
Prendiamo
la sfera di Macalania…al Tempio ci sarà qualcuno
che potrà darci
l’Eliomagilite! Facciamo questo per ora…cosa
possiamo fare? Stare qui fermi a
piangere sconfitti??’.
Alcuni
annuirono, altri rimasero o arrabbiati o perplessi. Cos’altro
si poteva fare,
quindi? Avere pazienza, prendere sfere ed informazioni…e
poi? Tutti guardarono
Auron, come chiedere con gli occhi “Facciamo
così”?
‘Facciamo
così… non abbiamo che altro
fare…’ fece infine lui, che subito si
incamminò verso
il sentiero che portava al Tempio, superando l’arco
ghiacciato. Lulu raccolse
tutte le sfere, notandone una stranamente schiacciata, ma la sua mente
era in
quel momento più preoccupata per la sua invocatrice. Il
dramma di Belgemine gli
tornò, puntuale, in quel momento.
Il freddo
era ancora più pungente con il rapimento di Yuna. Erano
tutti tesissimi e
pensosi, in cerca di una soluzione a tutti i costi. Non
si può stare tranquilli che subito accade
qualcosa…datemi un attimo
di respiro!!
Uccidendo
vari mostri qua e là, essi percorsero il sentiero ghiacciato
e scivoloso, fino
a raggiungere l’ingresso attraverso un altro percorso
coperto, che portava
sotto il lago ghiacciato. Il Tempio si trovava nello spazio tra il
ghiaccio
della superficie del lago e la sua acqua di sotto, distante centinaia
di metri
dalla superficie, che reggeva tutta la struttura del Tempio. Questo era
a forma
quasi ellittica, con diverse decorazioni di colore blu scuro-bronzo,
con strani
simboli e scritte sopra, e dalle cornici arrotondate e sporgenti. Si
notavano
due ingressi, uno a media altezza, l’altro nella parte
più bassa del tempio, e
i sentieri erano sempre di ghiaccio, e facevano un intero giro a
spirale
attorno prima di portare all’ingresso di media altezza. Il
percorso poi usciva
dalla parte posteriore per poi portare all’altro ingresso,
sempre a spirale,
riducendo la sua altitudine dall’acqua sottostante. Dalla
superficie del lago
ghiacciato, uscivano con forza, come in una giornata nuvolosa al
tramonto,
degli spiragli di luce fioca, dall’esterno. Quel sentiero non
sembrava finire
mai per Wakka, che sarebbe scoppiato di rabbia pura, e dato un cazzotto
a
chiunque Albhed gli sarebbe capitato a tiro.
Essi
arrivarono tutti muti presso l’ingresso. Il freddo era
indescrivibile, e, chi
più, chi meno, aveva continui brividi. Erano tutti nelle
mani del guardiano
professionista di Braska.
Sulla porta
era presente il sacerdote, vestito, anzi, imbottito. Un tipo calvo che
aveva
già fatto capire che aspettava l’arrivo
dell’invocatrice, e non tanto quello
dei guardiani. Ai lati della porta, erano delle insegne di colore
scuro, tutte
con uno strano simbolo sopra.
‘Salve
a
voi…’—e fece la
riverenza—‘…ma…la vostra
invocatrice dov’è??’. Già…vallo
a dire ora a tutta questa gente
quello che è successo!!
Auron,
stizzito, forzò il passo ed entrò senza guardarlo
in faccia. ‘Siamo noi che
dobbiamo superare il Chiostro della Prova, no? Quindi non è
necessario…’.
Gli altri
seguirono, mentre il sacerdote non fece altro che grattarsi la testa.
Aveva
ragione… erano loro che dovevano sconfiggere il
custode…
La sala
interna era tutta tappezzata di tende ed insegne già viste
fuori all’ingresso.
L’ambiente era ben illuminato, e il pavimento, di color
azzurro decorato in
bianco, diffondeva ancora di più la luce che proveniva
dall’alto. C’era tanta
gente che pregava al suo interno, e tanto, tanto movimento e fervore,
nonostante il freddo gelido. Vicino alle scale che portavano al
Chiostro, erano
presenti degli strani aggeggi, che facevano volare piccoli cristalli
brillanti.
‘Ciao!!!
Ragazzi!! E’ da tanto che non ci vediamo!!!’. Era
Shelinda. Portava un sorriso
indescrivibile: forse non era mai stata così contenta in
vita sua.
‘Le
nozze
si avvicinano!! E guardate quanta gente che qui prega per le nozze!!
Questo
matrimonio rinsalderà i legami tra i Guado e gli umani!!
E’ fantastico!!!
Ma…dov’è Yuna??’.
Nessuno
rispose. Anzi, si sfruttò l’acume di Auron. Dire
che era stata sparita, sarebbe
stato peggio di un attacco di Sin.
‘Fa
freddo…
e quindi siamo noi qui a prendere la sfera di
Macalania…’ rispose Wakka,
crucciato quanto mai.
‘Cosa
c’è??
Perché siete arrabbiato? Oh…guardate questa
gente!! Guardate quanto freme!!!’ e
la sacerdotessa invitò i guardiani a vedere attorno. Qua e
là era un via-vai di
gente che fremeva, pregava, cantava e addirittura suonava. Ella non
riuscì a
resistere e si unì alle folle di fedeli.
‘Dobbiamo
decidere chi entra nel Chiostro…’ fece notare la
maga, che non aveva nessuna
intenzione di perdere tempo.
Una Guado
era lì e fischiava fortemente. Cantava una strana melodia,
lenta, ed anche
solenne.
Quando
Tidus la sentì, si girò di scatto. Quella melodia
gli era molto familiare,
anzi…gli ricordava la sua infanzia. Come faceva a conoscere
quella melodia?! Si
avvicinò a lei, girata di spalle a contemplare la statua di
Braska.
‘Ehm…scusate…
voi…’.
Lei smise
di fischiare si girò lentamente. Portava un abito lungo e
decorato, di colore
blu scuro e pallido, ed agli estremi ricamato con colori marroncini e
con forme
più strane. L’abito la copriva dal collo alle
gambe completamente, e la sua
pelle era azzurrina, ma molto vicina al colore di quella degli umani, e
i suoi
capelli erano castani, lunghi e mossi, con lunghe frange che gli
cadevano sulla
fronte e si aprivano a finestra. Essi in parte erano raccolti dietro a
codino
con un elastico rosso. Le sue orecchie e le sue dita erano poco
allungate, e i
suoi occhi verdi chiari, uniti al suo candido viso giovane, le
conferivano un
aspetto quasi angelico e sublime.
‘Oh…
Ma!...
Voi non siete mica Tidus, della squadra dei Besaid Aurochs?’
chiese lei,
sorridendo e mostrando gran stupore.
‘Si…’.
Lei
continuò a sorridere. Non pensavo
di
essere conosciuto già…
‘Sono…sono
una vostra fan!!! Mi piace come giocate!!! Ehm…mi
presento!!! Mi chiamo
Isabelle (Seymour) Guado...’ e fece il segno di riverenza.
‘Se…Seymour??’
esclamò lui, mostrando sorpresa inarcando le sopracciglia.
Lei rise
contenendosi. Aveva un grande senso del galateo.
‘Sì…cioè…sono
sua cugina di primo grado! Sono la figlia del fratello di suo padre
Jyscal…’.
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Capitolo 31 *** Cap.31: Fire-screen ***
Lulu
richiamò
i guardiani più seri a raccolta. Wakka aveva preferito
più pregare per Yevon
che andare al chiostro…in questi casi estremi, diceva sempre
a se stesso, era
meglio pregare il più possibile.
‘Andremo
io
e Lulu…’ fece subito Auron, pensando di sbrigare
la faccenda al più presto
possibile. L’invocatrice chissà dov’era
e loro? Stavano lì a raccattare sfere?
Se avessero avuto l’Eliomagilite, l’avrebbero
subito usato…ma per andare dove,
poi? Se avessero saputo dove ella fosse, avrebbero già avuto
le idee chiare:
prendere parte di quella polvere magica, ed usarla subito. Ma
così…
‘Kimahri
aspetta… Ma bisogna muoversi…’ e si
diresse verso un angolo, da solo, il più
lontano da tutta quella gente. Wakka era nell’angolo opposto,
davanti alla
statua di Braska. Faceva i movimenti rituali più strani, in
ginocchio, alzando
ed abbassando il bacino, con le braccia tese e rivolte verso la statua.
I due guardiani
decisi salirono subito le scale ed entrarono nel Chiostro, preparando
libro e
katana.
Il percorso
che portava al Naos del custode da affrontare era ancora più
gelido e freddo
dell’esterno. Era tutto fatto di ghiaccio. Le porte, gli
archi, le colonne, e
le volute…alcune parti del passaggio sembravano come quelli
che passavano
attorno ai nobili giardini, con decorazioni, volte dalle forme
più curvate, e
tutto splendidamente simile al cristallo. A volte questo era
così trasparente
che si poteva vedere cosa c’era oltre. Non c’erano
enigmi, porte multiple,
attacchi o tranelli. La vera prova sembrava una tremenda resistenza
fisica
contro il gelo più pungente in quel posto, che rallentava
parecchio i
movimenti, e con essi la mente. Più si avanzava,
più il freddo si faceva
sentire. Ma l’unica a subire il gelo sembrava la maga. Il
compagno, infatti, si
muoveva tranquillamente come se nulla fosse.
‘A…Auron…Aspetta!
Uso la sfera di K…Kilika…fa t...troppo
freddo…’ e prese al volo la sfera,
recitando l’incantesimo Fire, creando una
scia di fuoco aereo nell’aria intorno a lei, che riscaldava
l’aria circostante,
prima di congelarsi rarefatta. Lui invece fece una corta risata, e si
fermò a
guardarla. Attorno a lei erano piccoli spiragli di fuoco continui che
volteggiavano a cerchi.
‘A
quanto
pare per prendere questa sfera servono dei maghi…altrimenti
si morirebbe di
ipotermia…’.
Stavolta fu
la maga a fissarlo, mentre avanzava aprendo un’altra porta
con difficoltà per
il ghiaccio duro.
‘Ma…tu…non
soffri il gelo…’ e lo seguì appena si
sentì meglio.
‘Eheheh…un
buon guardiano trova ovunque la forza per lottare anche contro il
gelo… o
contro se stessi…’.
Così
lei
avanzò con la sfera sulla mano sinistra, cercando di
stringere i denti e
continuare la via, a senso unico.
Isabelle
portò Tidus vicino alla statua di Ohalland, affianco alle
scale. Anche nei
passi ella sembrava un angelo. Insieme contemplarono
quell’immagine solenne.
‘Vedo…che
siete guardiano di quell’invocatrice…allora quello
che avevano detto allo
stadio era vero!!’.
Lui si
girò
di scatto verso la ragazza, pensoso. ‘Ma!! Eri allo
stadio??!! Avevi visto la
partita??’.
‘Si!!
Chissà che male quella pallonata che avevate preso! Mi
è dispiaciuto un po’…’.
Poi si
fermò quando lo vide di nuovo sorridere.
‘E…voi
abitate qui??’ chiese lui, portandosi la mano destra sotto il
mento.
‘No…diciamo
che seguo mio cugino, anche se ultimamente non vuole parlare con
nessuno…’.
‘Perché?’.
‘Non
lo
so…sai, i suoi pensieri, fin da quando era piccolo, sono
stati sempre un
mistero per me!! Lo conosco da tanti, tanti anni!’. Già…e non mi sembra tanto un
tipo di cui ci si possa fidare…
‘Cosa
sai
di lui? Sarà stato un capo anche da piccolo,
immagino…’.
Lei congiunse
le sue mani aggraziate, e si girò verso la statua di Braska,
senza distaccare
il suo sguardo.
‘In
realtà…la sua infanzia non fu affatto
semplice… essendo di sangue per metà
Guado e per metà umano, non era molto accettato da
tutti…ed è per questo che
ora il suo obiettivo è cercare di unire le due razze anche
con il
matrimonio….’. Che
scusa!!!…secondo me si
è innamorato di lei…
‘Beh…allora
giuro che la sua educazione sarà stata da
oscar…’ Quello
è bravo solo a fare le fusa alle ragazze che gli piacciono!!!
Lei
tornò a
fissare Ohalland. ‘Questo
si…insomma…era figlio di un Maestro...e si
pensò da
subito che sarebbe stato il suo successore! Era l’alunno
più bravo della scuola
nel credo di Bevelle, imparando le formule magiche e tutti i segreti
delle Arti
Proibite… ed è per questo che divenne custode
della Gemma delle Quattro Arti…
Una volta che Mika lo nominò Maestro di Yevon, divenne
subito famoso per il suo
impegno e le sue imprese! Secondo lui, il compito di un invocatore non
è solo
quello di sconfiggere Sin, ma anche pensare alla felicità
tra le razze ed è per
questo che…’.
Il biondo
cambiò espressione e smise di seguire Isabelle appena
sentì la citazione di
quella gemma. Quella aveva l’impressione di averla
già vista… ‘Un momento!
Ma…quella
gemma è una specie di anello extralarge che porta su un
medio [cap.24]??’ e
mimava con la mano l’inserimento di un invisibile anello sul
medio dell’altra
mano.
‘Esatto!
E’
proprio quella! E’ molto potente…perciò
ha bisogno di qualcuno che la metta al
sicuro con sé, come un custode con la propria sfera nei
Templi!’. Chissà come se
la stanno cavando…
La maga,
anche grazie al suo pesante vestito, riuscì a resistere fino
alla fine, quando
arrivarono ad un viale più grande, tutto di ghiaccio, che
terminava con una
doppia porta dello stesso materiale. Sembrava la porta per
l’ingresso di una
fortezza.
‘Credo
che
questa sia la porta del Naos…’ disse il compagno,
che subito prese la katana e
diede un colpo secco in mezzo, così da rompere il ghiaccio.
Il freddo era tale
da rendere immobili quelle ante. Oltre la porta distrutta
entrò del caldo.
‘Mi
sa che
dobbiamo continuare il passaggio verso l’entrata
più bassa del tempio che
abbiamo visto prima…’ disse la maga, avvicinandosi
verso l’uscita.
‘Là
sotto
c’è il
Naos…andiamo…’ continuò
l’altro, rimettendo la propria katana lucida
sulle spalle. La via continuò a spirale verso destra in
discesa, e ben più in
basso là sotto si poteva vedere l’acqua del lago.
Bisognava fare molta
attenzione ed avere sangue per non caderci. Era molto facile scivolare
e farsi
un bel volo.
Arrivarono
poi ad un’altra porta, non di ghiaccio, ma forse di legno,
tutta decorata in
diversi colori, che si aprì da sola appena giunsero davanti
ad essa. Lanciava
un rumore debole ma inquietante.
‘No…è
questa la porta…’ fece lei, ritirando la sfera,
che poteva farle perdere molte
energie per il combattimento.
‘Lo
è…me la
ricordo… però non si apriva da sola! Stiamo
attenti…credo che non siamo soli…’
e mise la mano pronta sulla katana, tenendosi pronto a tutto.
Entrarono
in un’enorme sala, di ghiaccio brillante e decorato a
rilievi, che creava volte
a crociera, con colonne a capitelli compositi, con due navate laterali
ed una
centrale. Sembrava a momenti di stare in una chiesa, a prima vista.
‘Andiamo…stiamo
pronti…arriverà…!!’ ed Auron
si mosse davanti a Lulu, pronta con la sfera di
Kilika. Contro il gelo, il fuoco era l’arma migliore.
Essi
giunsero sotto una cupola emisferica, al centro della sala, dalla quale
proveniva
la luce.
‘Mi
chiedo
come faccia a stare un posto così ampio sotto un Tempio
grande la metà!!’ esclamò
la maga, guardando intorno l’enorme spazio ghiacciato.
‘E’
possibile quando c’è di mezzo un
custode…tutto il gelo che c’è qui,
compreso il
lago, è tutto ad opera sua… A volte è
capace di portarti anche in un’altra
dimensione se vuole…’.
‘Cosa??!!’.
All’improvviso
la cupola soprastante si ruppe in mille pezzi, lasciando cadere
qualcosa che
sembrava essere un abete, creando un frastuono che rimbombò
per tutto il Naos.
Aveva la lunghezza di una normale altezza di un adulto, e le minute
foglie si
muovevano come danzando, a destra ed a sinistra, dolcemente come le
onde del
mare. Le radici erano scoperte e senza terra, e tutto, dopo quei pochi
secondi
di sorpresa, tornò ad essere fisso, immobile e silenzioso.
‘Un…un
abete??!! Cos’è…? Un
tranello?’.
‘Probabile…aspettiamo…’.
ÑÑÑAltroveÐÐÐ
Gli Albhed,
arrivati alla loro base, erano già scesi dalla macchina,
tutti soddisfatti del
proprio lavoro, anche se due di loro sembravano ancora preoccupati.
Yuna era
stata condotta da altri ragazzi lì pronti.
'Uny
yppeysu m'ehjulydnela!! Vehymsahda…knywea ym
leamu…’ fece il tipo con la pelle
scura.
Quello
tatuato a fiamma si rivolse a loro con i nervi a fior di pelle.
‘Any
uny!!!
Ca le vucce cdydu eu hakme yddyllre bnalatahde lra yjada vyddu, y
xiacd'uny
anyjyda yhluny mì yt ehcakienmy!! A jue lra 'cybada paha
icyna ma syllreha'… sy
ca huh cybada hassahu clakmeana xiamma keicda!!!'.
‘Oh,
Fratello…Huh accana ynnyppeydu!! Me
yppeysu….cuddujymidyde!! A nelunty lra
yppeysu yhlra ih dunhau te Pmedw y lie bahcyna!!’ disse il
tipo con i capelli
biondi a corna.
‘Landu,
landu…’—riprese l’altro
sbuffando di fronte—‘…uny
yhtyda…Cid je cdynà
ycbaddyhtu…’.
Appena
quello tatuato se ne andò i due ripresero a parlare, mentre
Rikku era ancora
sulla macchina. Si tolse subito lo scalda spalle di Yuna per il gran
caldo e si
fermò a fissarlo. Si sentiva un po’ in colpa per
aver lasciato i suoi amici in
quel modo per fare il suo dovere. Aveva rubato anche
l’Eliomagilite che serviva
tanto a Wakka per trasferirsi a Luka per le partite. Come avrebbe fatto
ora?
Sentì poi gli altri due compagni, e la sua attenzione si
accentuò quando si
misero a parlare bassi bassi.
‘Sy…ymmuny??
Kme teleysu yhlra tam nykywwu peuhtu?’ fece quello scuro,
coprendosi con la
mano.
‘Vunca
è
sakmeu lra kmeamu teleysu…banlré yhlra mie ry ih
chakra… a se caspnyjy beù
budahda…’.
‘Cì
sy…Lyjumu!!’—e il biondo si mise con la
mano sulla fronte—‘...huh cybbeysu
habbina lusa ce lreysy!!!’.
Rikku
aprì
la bocca per rispondere, ma qualcosa la fermò di colpo. Li
vide poi andare da
suo padre, lasciandola sola, sotto il sole picchiante e cocente.
E se rapiscono
anche lui?? Come
faranno in cinque? Beh…però…mi
piacerebbe se lo portassero qui… forse… si
potrebbe…potrei…
Lei scese
si colpo e rincorse i suoi compagni a gambe levate e chiamandoli
gridando ed
agitando le mani.
Auron si
fermò a contemplare l’ambiente. C’era
qualcosa che non quadrava, per niente. Il
custode non sembrava lì…forse era già
stato sconfitto da qualcun altro.
Possibile?
‘Forse
la
sfera è stata già presa...’ fece la
maga, voltando le spalle e dirigendosi
verso l’uscita.
‘No…
Non
capita tutti i giorni che da una cupola possa cadere un
abete…’.
Lulu,
più
che alla sfera pensava all’invocatrice che non era
più tra loro. Preferiva di
certo andare a cercarla, anche andando alla cieca, come le era stato
detto dal
“rimbambito”, piuttosto che stare lì a
contemplare una chiesa di ghiaccio e
cristallo. Quando lei si avvicinò alla porta a due ante per
uscire,
improvvisamente il suolo ghiacciato davanti a lei si spaccò
di colpo, dove
comparvero dal basso dei giganteschi rami, che coprirono la porta,
portando con
sé rumori e terremoti, che smisero di colpo appena quelle
radici non si mossero
più, coprendo tutto.
‘Co…cosa??
Ma…!!’.
‘ATTENTA!!!’
le urlò il guardiano, che si voltò di scatto
vedendo due grosse radici
avvicinarsi a velocità pazzesca verso la maga, afferrandola
per la vita e
sollevandola da terra. Quei rami, che si muovevano come tentacoli,
provenivano
da quell’albero prima caduto, che iniziò a
muoversi sinuosamente per mettersi in
piedi, e per spostarsi iniziò a far strisciare i tronchi
come fa il corpo del
serpente. Le strane fessure sul tronco principale si definirono,
mostrando degli
occhi giallastri, per non parlare della bocca, dalla quale usciva, come
saliva,
della resina appiccicosa che in parte cadde sul suolo ghiacciato.
Auron prese
la katana e con tutta la sua forza cercò di stroncare il
ramo che aveva preso
Lulu da dietro e che la stava facendo soffrire non poco, intrappolata
in quella
stretta morsa feroce. La chiesa rimbombava qua e là per i
rumori a scatti e
duri del legname che si contorceva e cambiava continuamente forma.
‘Maledizione!!
Lulu!! Appena ti libero, usa la sfera di fuoco!! Usa una magia
potente!!…’.
La sua
spada si incastrò all’interno della radice e il
custode ligneo sembrava non
soffrirne per niente.
La maga,
approfittando del fatto che le sue braccia erano vicine al corpo,
riuscì a
prendere in mano la sfera di Djose, mentre l’altra le
scivolò a terra, e recitò
al volo l’unica magia psiche che ricordava a memoria.
‘Bailamme!!’
urlò lei, e mentre Auron cercava di recuperare la
sua spada, attorno all’abete vivente si crearono delle
piccole scariche violacee,
unite a strane sfere dello stesso colore, che continuarono a girare,
fino a
quando le scariche non colpirono il custode tutte insieme,
confondendolo. Le
radici iniziarono a muoversi in maniera confusa ed a casaccio,
rilasciando la
maga, che cadde duramente sul suolo con il fondoschiena. I rami
divennero più
teneri, tanto che il guardiano riprese la sua spada, ed
approfittò del momento
per mettere a terra diversi bracci dell’albero con attacchi
secchi e decisi,
facendone cadere una ventina qua e là. L’abete
continuava a vacillare, ma i
rami sembravano non finire mai, e continuavano a muoversi, cercando di
colpire
i due.
‘Lulu!!’—disse
lui, ponendosi davanti a lei—‘Stai bene?! Presto!!
Usa la magia, prima che sia
troppo tardi!!’.
Si
girò
almeno cinque volte in pochi secondi per vedere a che punto stava.
‘Non
riesco
a trovare la sfera di Kilika!!!’—rispose, alzandosi
barcollando—‘Dev’essere
caduta da qualche parte…!!’.
Auron si
girò lentamente verso il boss. La sfera di fuoco era stata
presa da una radice
minore, che la rilasciò poi, facendola cadere nella bocca
del mostro davanti ai
due guardiani. Il custode sembrava ridere ampiamente dietro quei strani
lineamenti, con la sfera luccicante in rosso nelle
“fauci”.
‘Fantastico…’.
‘Ehm…Isabelle…
posso chiederti una cosa?’
Lei si
girò
facendo oscillare per breve i suoi lunghi capelli mossi castani. Erano
davvero
bellissimi.
‘Prima…vorrei
un vostro autografo!!!’ chiese a Tidus mostrando un
blocchetto bianco ed una
penna. Stranamente gli venivano i brividi rivedere un affare simile,
perché
ripensare a quel fanatico di Chicco era come ripensare alla pantera. Groan…ancora??!! Non è
proprio il momento…
‘Ecco…abbiamo
un problema…un piccolo…’—fece
l’autografo e glielo
consegnò—‘…problema...’.
‘Cosa?!
Qualunque cosa…’.
‘Beh…due…innanzitutto
dammi del tu…’ continuò, sorridendole
un poco. Lei mantenne un alto grado di
rispetto. Chissà che educazione ferrea che aveva
ricevuto…
‘E
poi… siamo
rimasti senza Eliomagilite…che ci serve davvero
tanto…sai…anche per le partite
di Blitz…!!’.
Lei si
avvicinò fino a una decina di centimetri di distanza. Senza
fare motto gli
prese la sua mano destra delicatamente, come nessuno poteva saper fare,
con il
sorriso stampato sull’angelico viso, e gli pose, apparsa
chissà quando e dove,
un piccolo sacchettino rosso di velluto, chiuso con un piccolo laccetto
marroncino che terminava a fiocco. Lui arrossì un poco, lei
continuò a
sorridere.
‘Qui
c’è un
po’ di quella polvere magica…diciamo
che…è in cambio del suo autografo!!
Ma…’—con tono più
duro—‘Non chiedetemi MAI di darle del tu!! Non
è rispettoso!!
Non siamo né parenti, né ci
conosciamo...’.
Il biondo
le scambiò quasi uno sguardo di sfida per gioco. Che gentilezza!! Ora è fatta!!
‘Ah,
si??
Ora ci conosciamo e poi…’—si
schiarì la voce—‘mi dici che al tuo
cugino Maestro
gli dai del tu??’.
‘E…ehm…’—guarda
qua e là mostrando
difficoltà—‘no...no…e…ecco…’.
‘Maledizione!!’—continuò
la maga—‘…ed ora come prendiamo quella
sfera??!!’.
Il custode
sembrava divertirsi da morire a far vedere che aveva in bocca. Non
parlava, ma
dai movimenti e dagli atteggiamenti, sembrava amare farsi beffe dei
suoi
avversari come un bambino pestifero. Il guardiano osservò i
suoi movimenti con
cura, come per studiarlo, e dopo che sospirò fortemente, si
girò verso la maga
dietro di lei, con la katana sulle spalle e gli occhi chiusi.
‘Mi
faccio
catturare…tu prendi la sfera che ti lancio e poi fai
l’incantesimo!!’.
Lei lo
squadrò non poco. ‘Cosa??!! E tu vorresti finire
in polvere??!!’.
‘Ognuno
decide per sé il suo destino e quello che vuole
fare…’ e si avvicinò sfacciato
verso quei rami, i più vicini alla bocca.
‘FERMO!!
Tu
sei impazzito!!!’.
Il biondo
si mise a ridere dolcemente, mettendosi il sacchettino in una delle due
tasche
che aveva dietro ai suoi pantaloni stravaganti neri.
‘Oh…stavo scherzando…non
volevo metterti in difficoltà… comunque io alle
persone do del tu e basta…
Figurati a tuo cugino!! Sinceramente io non mi fido di lui!! Fin dalla
prima
volta che l’ho visto non mi sembra che ci abbia aiutato
chissà tanto!!’.
Lei lo
fulminò con lo sguardo, mettendosi le mani sulla vita.
‘Lui è il più Grande
Maestro che ci possa essere!!!!’.
‘Ehm…nononononono…’—girando
qua e là la testa e le mani—‘non volevo
dire questo…ecco…è solo una mia
impressione…non voglio offendere
nessuno…’. Lei tornò a mostrare un viso
dolce.
‘Ho
solo
un’altra piccola domanda…’ riprese.
‘Cosa…ditemi!!’
e sorrise di nuovo.
‘Sai
dove
vivono gli Albhed?? Ecco…io non sono di queste
parti…è una
curiosità…’.
‘La
loro
base principale si trova oltre il deserto di Sanubia… ma non
frequentate quei
posti!! Loro sono stati scomunicati dal clero, non seguono la retta via
di
Yevon!!’. Perfetto…un’altra
religiosa
come Wakka… forse andranno molto d’accordo insieme
se si conosc…
‘Ma…mi
hanno detto che venite da Zanarkand!! Quella città non
esiste da mille anni!!
Lo sapete quante versioni di voi si stanno creando??!!’. Adesso ho un motivo in più per odiare i
giornalisti… un po’ di
privacy?? No, eh??
‘Ehm…ecco…mi…mi
piace fare il misterioso!!! No, sul serio… ho…com’era la scusa di Wakka?...sono
stato intossicato da Sin…ed ora
sto recuperando la memoria…’.
Improvvisamente
si sentì un enorme tonfo che fece vibrare tutto.
‘Cosa
succede??!!’ urlò Wakka, correndo verso il centro
della sala e richiamando i
guardiani presenti.
Auron venne
catturato all’istante dalle radici più corte e
più vicine alle fauci, che
continuavano a muoversi come per imitare una risata. Stretto nella
morsa,
riuscì comunque a prendere la sfera, lanciandola come meglio
poté a terra.
Questa rotolò fin verso la maga, che la raccolse al volo, e
che nel frattempo
lesse la formula magica. Ma per fare l’incantesimo, era
necessario pronunciarne
il nome alla fine. E vedere Auron lì, in quella morsa, a
fare la fine di cenere
come quell’abete, la rendeva titubante ed esitante come mai
fino ad allora.
Restò lì, con la sfera rossa già
fiammeggiante in mano, immobile e rigida.
‘Auron!!’.
‘MUOVITI!!!’
riprese lui, seccamente, rimanendo impassibile nel volto e non
riuscendo in
alcun modo a muoversi da quella gabbia. Lei prese coraggio e
cercò di non
ripensare a Belgemine, il ricordo che sempre tornava quando lei si
sentiva in
difficoltà. Alzò la sfera in alto con la mano
destra ed urlò: ‘Firagaaaa!!!’.
Dove
c’era
l’abete si creò una strana luce brillante gialla,
che raccolse piano piano
energia, fino ad esplodere tutt’all’improvviso,
facendo bruciare ogni singolo
braccio ligneo, e fondere il ghiaccio nell’area vicina. Molta
acqua evaporò per
poi cadere sotto forma di goccioline ghiacciate, appena queste si
avvicinarono
nelle aree più fredde.
Lei rimase
rigida davanti a quella piccola nebbia che si era creata davanti a
sé. Riusciva
a scorgere solo fuoco, fiamme che avvolgevano l’albero, che
cadde di colpo,
facendo un forte rumore sul suolo [vedi sopra], poi sostituito da un
silenzio,
lungo ed assoluto…
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Capitolo 32 *** Cap.32: The Chaos ***
Wakka,
Tidus e Kimahri corsero subito verso le scale. Quel tonfo non era
niente, ma
davvero niente di buono. Davanti alla porta principale era presente il
sacerdote pelato, incontrato prima all’ingresso, che si
accertava che
nessun’altro guardiano entrasse nel Chiostro, per far
rispettare la tradizione.
Senza nemmeno parlare o usare la diplomazia, il Ronso precedette tutti
e
scaraventò giù dalle scale con la forza quel
povero vecchio, che solo grazie al
pesante e spesso vestito non si fece nulla di grave. Poveretto...mi
sa che gli abbiamo fatto male…
‘INGRATI!!
Lo riferirò a Bevelle il vostro atteggiamento!!’.
Essi
continuarono
a correre verso il Naos, trovando un gelo assurdo e pungente. I Ronso
non soffrivano
per niente il freddo, abituati al clima del monte Gagazet, ma per gli
altri
due, che rimasero anche indietro, fu un problema maggiore. Il biondo
subito
recitò l’incantesimo Fire,
più potente di quello della maga,
proteggendosi in maniera sufficiente più o meno allo stesso
modo, mentre Wakka
cercò di stargli vicino, con il pallone chiodato in mano e
stringendo i denti.
Da dietro poté vedere che il sigillo che il compagno aveva
al collo e che aveva
visto [cap.22] si era illuminato di blu, appena l’incantesimo
venne lanciato.
Uno dopo l’altro, le porte furono superate, mentre il gelo si
fece sempre più ferreo…
Lulu rimase
ferma ed immobile davanti a quella nebbia, che in breve tempo scomparve
e si portò
via anche le fiamme, soffocate dal gelo e dai ghiacci presenti.
Improvvisamente, si lasciò cadere la sfera di Kilika dalle
mani, che sciolse
l’area dove cadde, ancora calda dopo il potente incantesimo.
Dopo il forte
rumore, persisteva ancora un’ombra, che subito
mostrò una sporgenza, che
assomigliava proprio a quella di una lunga e pesante spada.
‘A…Auron!!
Sei…sei
vivo??!!’.
Lui le si
avvicinò camminando, senza alcun graffio o segno,
né su di sé, né sui vestiti.
Era come se non era successo nulla. Aveva lasciato dietro di
sé una pila di
cenere e rami carbonizzati che ancora stavano fumando. Tranquillo, con
passo
lento e deciso, superò la maga senza nemmeno guardarla negli
occhi. Quando raggiunse
la porta, liberatasi dai rami occupanti, si girò a
metà verso di lei. ‘Andiamo...basta
chiacchiere! Abbiamo ancora un’invocatrice
dispersa!!!’.
Lulu lo
seguì senza fiatare, e raccolta la sfera di fuoco,
notò una strana luce verde
brillante sulla mano destra del guardiano. La sfera di
Macalania…quella che
controllava il gelo e il potere delle piante e della terra.
In poco
tempo uscirono dal tempio nella parte più bassa. Ma fu
proprio lì, davanti al
sentiero ghiacciato che portava nella prima parte del Chiostro, che
incontrarono l’ultima persona che avrebbero voluto incontrare
in quel momento.
‘Così
siete
arrivati fino a qui…ma che bravi!!!’.
Era lui, il
“Gran Maestro” Seymour, scortato da due guardie
Guado, molto più giovani di
quelli che si era portato appresso di solito [cap.14]. Teneva in mano,
lanciandola continuamente in alto ed in basso, una sfera schiacciata
azzurrina.
‘Cosa
vuoi
ancora??’ chiese il guardiano, con la mano che già
impugnava la katana. I toni
erano già duri ed il clima accesissimo.
‘Cosa?
Diciamo che avevate con voi qualcosa che NON vi
apparteneva…’ e mostrò la sfera
davanti a sé, come per scrutarla meglio, studioso.
‘La
sfera…era quella che aveva Yuna!! Noi non ne sappiamo
niente!’ fece la maga, ma
Seymour non voleva spostarsi, bloccando loro la strada.
‘Voi
no…ma
la vostra cara invocatrice sì… E pagherete per
esservi messi in mezzo a questa
storia!! Nessuno deve sapere i segreti dei Guado!!!’
urlò ancora il Maestro,
invitando i suoi scagnozzi a farsi avanti.
‘Sciocco!!...Se
ci sbarra la strada, noi lo faremo fuori ad ogni costo!!!’.
Lulu si voltò preoccupata.
‘Ma…Auron!!
E’ un Maestro!! E…’.
‘FERMO!!!’.
Seymour si
girò con regale arroganza verso Tidus, che aveva
già in mano la Fraternity.
Wakka
lo seguì come può, mezzo bloccato dal freddo,
mentre Kimahri arrivò qualche
secondo più tardi, perché dovette fare i conti
con la porta precedente, troppo
piccola per la sua statura. Guarda che
rompiscatole doveva saltare fuori!!!
‘Oh!!’—disse
il Maestro, sistemandosi bene i capelli—‘Guarda chi
c’è…lo sconosciuto del
mare…’.
Così
si
avvicinò di poco verso il biondo, mentre le guardie tenevano
d’occhio ciascuno
gli altri due guardiani dall’altra parte, e
l’ex-capitano continuava a
ripetersi nella mente “Non è
possibile…non può essere…
perché il Maestro è così
ostile??” mettendosi spesso una mano sulla fronte per sapere
se quel freddo gli
avesse fatto venire la febbre. Seymour e Tidus si lanciarono occhiate
di sfida.
‘Guarda
che
ho visto il sigillo che hai dietro il collo!!!’—gli
urlò tranquillamente,
continuando a manipolare la sfera schiacciata—‘Non
puoi più nasconderti… presto
sapranno chi sei e ti daranno la caccia!! Molti temevano il tuo
ritorno…lo
sai??!!’.
Un minimo
passo falso e si finiva di sotto, nel lago freddo.
‘Non
so di
cosa tu stia parlando!’ rispose lui, mantenendo rigido il suo
sguardo sugli
occhi color lilla.
Wakka era
confuso quanto mai. Non sapeva più se credere alle parole
del suo migliore
amico o a quelle del Gran Maestro.
‘Ahahahah….come
no?? Oh!!! Forse non lo ricordi… allora te lo dico
io…tu sei solo un mostro,
nient’altro!!’.
Quelle
parole gli fecero saltare i nervi, tanto da farlo divampare nel chakra
blu che
lo avvolse come una fiamma bruciante al rallentatore.
‘Come
mi
hai chiamato???!!!’.
‘Fermati!!
Lascialo perdere!! Perdiamo solo tempo in questo modo!!’
subito gli gridò
Auron, che ebbe subito alcuni brividi sulla schiena. Doveva cercare di
mantenere la calma quel ragazzo, a tutti i costi.
‘Ti
ho
detto la verità!! Mi ha detto tutto la vista di quel
sigillo…gli anni di studio
al credo mi sono serviti!! Così la tecnica Sunshine
ti ha ridotto in questo stato, eh?! Ed ora chiedi ad
un’innocente ragazza di
farti da cavia per i tuoi scopi!!!’.
‘Cosa??
Non...non
è possibile…’ balbettò
Wakka, che si stava avvicinando al bordo del sentiero
ghiacciato, indietreggiando piano piano.
‘SMETTILA!!!
Tu non sai niente!!!!!!’ gli gridò il biondo, che
stava perdendo le staffe.
‘Come
non
so niente??!! Vuoi o no che ti ricordi chi diavolo sei??!! Che razza di
pericolo sei per chiunque?? Vergognati!!! Usare una ragazza
così debole ed
inesperta!! Quanto la stai facendo soffrire?? Eh?? Prendere la sua vita
in
prestito…!!’ gli ribatté il Maestro,
mostrando un sorriso perfido.
‘BASTAAAA!!!!’.
‘M…Maestro…lei…non…!’
e il Ronso prese subito l’ex-capitano, prima che potesse
cadere di sotto. Era
sotto shock.
Tidus si
lanciò contro Seymour, accecato dalla rabbia. Non ricordava
nulla, e di certo
non credeva ad una minima parola di quello sbruffone, come lo
considerava lui.
La cosa che più lo faceva arrabbiare era il fatto che
dicesse che stava usando
Noemi come strumento. Non ci aveva visto più. Si era messo a
correre come un
pazzo nonostante il suolo scivoloso, quando però la sua
spada non colpì
l’obiettivo, ma squarciò di punta una guardia
Guado, che cadde a terra
all’istante, sacrificandosi per salvare Seymour. A
quell’attacco Auron si
lanciò, per fermare anche chi poteva diventare
più pericoloso del Maestro.
‘Lulu…’
disse, senza girarsi.
‘Attacchiamo!’.
‘Bene…’
e
le lanciò dietro la sfera di Macalania, mentre lei prese
subito il suo libro
magico, pronta per lanciare incantesimi. Appena il guardiano
professionista si
mosse, il Ronso partì come una molla con la sua lancia
metallica, mentre Wakka
restò a guardare inerte senza aver coraggio di agire.
Kimahri si
lanciò verso l’altra guardia, che
bloccò la sua lama con le semplici mani
appiattite, dalla parte meno affilata. Auron attaccò il
Maestro, che subito si
girò, protetto davanti da una magia respingente gli attacchi
fisici, di nome Protect, che
bloccò la lama a distanza dall’obiettivo, come
una sorta di muro invisibile. La maga cercò di trovare in
fretta la pagina
giusta, perdendo tempo a causa del leggero vento che soffiava, e che
faceva perdere
il segno tutte le volte.
Seymour
iniziò a ridere a crepapelle quando vide Tidus bloccarsi in
quel modo, rimanendo
rigido e fermo, a vedere quello che aveva combinato con la sua rabbia.
‘Ahahahah…e
ti assicuro, biondino, che questo è solo l’inizio
per questa tua storia… ma per
te ho un regalo…’—e alzò su
la sua manica sinistra, mostrando bene il grosso
anello sul medio—‘…Ti ricordi di questa?
Già…la Gemma delle Quattro
Arti…e
la userò per fermarvi!!! Per punirvi per ciò che
avete fatto!!’.
La Gemma, appena venne
alzata in alto dal
Maestro, si illuminò improvvisamente, lanciando luci gialle,
rosse, blu, e
nere, tutt’attorno all’ambiente.
L’atmosfera divenne fioca, il tempo era come
se si fosse fermato, tutto era fisso ed immobile. C’era solo
lui.
‘Vi
pentirete amaramente di esservi messi in mezzo alla mia strada!! Vi
siete
portati il mostro? Va bene, allora userò contro di voi
un’Arte Proibita, la
tecnica Chaos!!!’.
Lui
inspirò
fortemente e poi si chinò, ponendo la mano libera verso il
suolo, e guardando
fisso verso il basso.
‘Chiamo la
sacra terra
piena di colori e deforma…’
‘dove ogni
flora ed
ogni fauna ad essa si conforma…’
‘adesso
anche il piu’ misero
anche lontano
informa…’
‘che
ottengo ora
poteri per temporanea riforma…’
‘e vendo la
mia umanita’ per
Chaos, l ’Arte della
Forma!!!’.
Detto
questo, il triangolo giallo della Gemma si ruppe in mille pezzi, dopo
che
Seymour venne rivestito totalmente di una luce del medesimo colore, che
lo
rivestì da capo a piedi. Tutto riprese a muoversi, il tempo
a scorrere, la luce
limpida e brillante. Per alcuni secondi, tutti restarono a guardare
quei raggi
sinistri.
‘Non
ho
visto mai nulla del genere…’ bisbigliò
tra sé la maga, ancora in difficoltà nel
trovare la pagina giusta, mentre Tidus era bloccato dalla vista del
cadavere
della guardia inerte. Co…cosa ho
fatto…
Kimahri,
appena si liberò della presa della guardia, si
lanciò all’attacco di punta con
la sua lancia e la sua forza fisica, ma venne preceduto dal Maestro.
‘Vendere
la
propria forma umana non è uno scherzo…ma per me
non è un prezzo da
pagare…’—fece Seymour, concentrando
nelle sue mani gran parte di quell’energia
gialla—‘…è piuttosto
l’inizio per arrivare a ciò che
desidero…e a ciò che mi
appagherà…per tutto il male che voi e i Guado mi
hanno fatto fin
dall’infanzia!!! Electroflusso!!!’.
Egli
diresse la luce verso il leone, tendendo avanti le mani. In breve tempo
essa si
trasformò in una gigantesca scarica elettrica, che lo
bloccò. In quel flusso di
corrente passò poi una grossa sfera che concentrava in
sé potente energia
elettrica, che diede il colpo finale a Kimahri, già tra le
scariche elettriche.
‘Kimahri!!!
No!!!’ urlò Lulu. Il biondo si girò
quasi con paura verso il compagno Ronso
dietro, che cadde quasi sul bordo del sentiero scivoloso, a pancia in
giù a
peso morto con la lancia insieme, mentre altre scariche di corrente
ancora lo
attraversavano.
‘Tsk…
vende
la sua umanità per un orrendo
spettacolo…’ continuò Auron, che
approfittò
subito del momento di distrazione per colpire l’altra guardia
in testa, in modo
da fargli perdere i sensi. La maga non aveva mai visto un attacco
elettrico di
così elevata potenza. Era almeno dieci volte più
potente dell’attacco Thundaga, il
più potente che conosceva. E
faceva quelle magie senza l’ausilio di alcuna sfera magica.
Wakka era lì,
fermo, che continuava a fare cenni negativi con la testa. Auron lo vide
in
quello stato.
‘M…Maestro…lei...lei…non
può… le Arti Proibite…’.
‘Wakka!!!
Il dovere di un guardiano è fare ogni cosa per il suo
invocatore!!! Se qualcuno
ci ostacola la strada noi dobbiamo superarlo!!! E se dobbiamo
proteggere Yuna
da un Maestro, lotteremo anche contro di lui!!!’.
‘TACI!!!
Perché non dici anche tu la tua verità,
Auron??!!’ gli rispose Seymour,
caricando ancora energia gialla sulle mani. Wakka non fece la minima
piega.
‘Quello
che
deve spiegare la sua pazzia è lei!’ gli
ribatté l’altro, che rimise la sua
katana sulle spalle, pronto per un nuovo attacco.
‘Seymour!!
Si fermi!! Noi non sappiamo nulla di quella sfera!!!’
gridò Lulu, ma il Maestro
continuò il suo attacco. Le sue mani piene di quella luce si
avvicinarono alla
sua bocca, quando pronunciò Idrorespiro. Da
lì partì una violenta scarica
d’acqua, che investì il guardiano professionista,
scaraventandolo contro il
muro a sinistra della porta dalla quale era uscito. Il colpo fu
violento, e
tutta l’acqua allagò per alcuni secondi
l’area, fino a quando parte di essa
cadde sul fondo del lago, e un’altra parte si
solidificò a contatto con il
suolo ghiacciato. Quel getto potente sfiorò la maga di pochi
centimetri.
‘A...Auron!!
Io…io…’.
‘Ahahah…tu
COSA, biondo? Parli proprio tu!! Quello che potrebbe davvero
distruggere questo
posto!!’.
‘Sig…signor
Seymour…io…io…’
balbettò Wakka, che con gli occhi sembrava supplicarlo. Per
il
Maestro era come se non esistesse.
‘Seymour…sei
solo un pazzo!! Pagherai per quello che stai facendo ai miei unici
amici!!!’ e
Tidus recitò al volo una formula magica, ma il Maestro aveva
già le mani piene
di energia.
‘Mi
spiace…il tuo chakra sarà anche inarrestabile, ma
nulla può contro un’Arte
Proibita…’. Egli mise i due palmi di mano
l’una davanti all’atra a braccia
tese, fino a quando la luce gialla si trasformò in una magia
di gelo, Diamanpolvere. Un flusso di
ghiaccio e gelo
investì Tidus immobilizzando ogni suo muscolo. Agli estremi
delle sue sagome si
erano creati dei cristalli di ghiaccio allungati.
‘LULU!!’.
La maga si
girò. Era Auron, spossato, ma riuscì comunque ad
alzarsi, appoggiandosi sulla
sua katana, che subito prese la borraccia e ne bevette una
quantità tremenda.
‘Ti
sembra
il momento??!!’.
‘Lulu…usa
la sfera di Macalania… Rendi più duro ed efficace
il pallone di
Wakka…fallo…SUBITO!!!’.
‘Ma…Wakka
non attaccherà mai un Maestro!!’.
‘Se
non lo
attacca significa che non merita di essere un guardiano!!!’.
Lulu si
girò verso l’ex-capitano. Sembrava più
bloccato di Tidus. Ella si fidò delle
sue parole, e lesse al volo la formula del libro, volgendo verso
l’alto con la
mano sinistra la sfera di color verde.
‘Il
vero
pericolo sei tu, mostro!!! E avrò ragione di difendere la
reputazione che mi
sono costruito levandoti di torno!!!’ urlò
Seymour, mentre mise le mani in
preghiera davanti a sé, per poi distanziare le mani. Nello
spazio in mezzo si
creò in breve tempo una sfera di fuoco concentrata, che era
così calda da fondere
il ghiaccio in tutta l’area circostante. Credi
che mi fai paura??!! Non riesco a
muovermi…
‘Lulu!!
Sbrigati!!’ le urlò ancora Auron. Ella in breve
tempo, guardando nel frattempo
il pallone del compagno, a bassa voce disse la formula Naturarisveglio. La sua arma
chiodata così si
riempì di spine appuntite e più diffuse, del
più duro legno possibile, che grazie
alla magia non ferivano in alcun modo il possessore, ma erano in grado
di
bucare anche l’acciaio contro il resto.
‘Wakka!!!
Colpisci Seymour…ora!!’ gli urlò lei,
che mantenne la concentrazione per
mantenere l’effetto della magia. Lui però non
sapeva proprio cosa fare. Non si
era mai messo contro un Maestro, ed aveva giurato di non farlo mai in
nessun
modo.
‘No…no…non
posso…’.
‘Addio,
Tidus…ti auguro un buon viaggio…e sappi che se
perderai la vita…tu tornerai
nella tua prigione, lei andrà
nell’Oltremondo…per colpa tua…!!! Meteorstrike!!!’.
La palla di fuoco si fece più
grande e colpì il biondo scaraventandolo oltre il bordo del
sentiero
ghiacciato, facendolo cadere negli abissi del lago. L’ultima
cosa che si sentì
di lui fu un suo grido disperato, che si fece sempre più
debole e lontano.
Wakka si avvicinò verso il bordo e guardò verso
il basso, con il braccio destro
proteso in avanti. Lui non c’era più.
‘NOOOOOOO!!!’.
Seymour si
voltò per la prima volta verso di lui, tra le lacrime.
‘Piangi
per
questi, Wakka??!! Dovevano farsi i fatti loro su quello che
è successo ed ho
fatto!!! Volevo subito diventare Maestro, subito!!!
Per farvi pagare come mi avete maltrattato
per la mia natura!!’.
Wakka si
alzò lentamente in piedi, con il viso pieno di lacrime, e la
testa bassa,
stringendo tra sé il pallone chiodato.
‘Mi
avete
deluso… un M…Maestro non farebbe mai
questo…’.
‘Che
dispiacere…’.
‘Avete
ucciso il mio migliore amico…’.
‘Il
vostro “migliore
amico” non era che un pericolo e una cosa da
eliminare…’.
‘Usare
un’Arte Proibita per i propri scopi!! Yevon non lo
permetterebbe mai!! SIETE
VOI IL TRADITORE!!!’.
‘Ah,
si?
Dammi la prova, allora!!!’.
Auron si
alzò di colpo per attaccarlo di nuovo, e quando il Maestro
se ne accorse, si
voltò pronto per scagliare un altro potente attacco
elementale. La sua
distrazione e la sua sicurezza, lo portarono a non considerare troppo
l’ex-capitano,
che lanciò il suo pallone con tutta la forza che i suoi
vent’anni e più di
Blitzball seppero insegnargli. Esso andò dritto sulla
schiena di Seymour, in
quella parte non protetta dalla magia, provocandogli delle profonde
ferite,
prima che potesse finire il suo attacco. Il dolore fu atroce, tanto che
cadde
dopo pochi secondi per poi svenire. La luce gialla della tecnica Chaos svanì piano piano.
Il
guardiano professionista avanzò verso Seymour svenuto e
raccolse la sfera
schiacciata, mentre Wakka si mise ginocchioni davanti al Maestro,
guardando
ogni tanto lui e il lago in fondo ad essi.
‘Cosa…cosa
ho dovuto fare…cosa…’
balbettò lui, mentre la maga riprese le forze e si
avvicinò a lui, mettendo al suo posto il libro e
conservandosi le sfere per non
perderle. Si inginocchiò ed aiutò il compagno a
farsi coraggio.
‘Forza
Wakka…sono sicura che Tidus se la
caverà… è in
gamba…!!’ gli disse, facendogli
piccole carezze sulla schiena.
‘Ma…o...ora…il…il
Maestro… io
l’ho…sniff…’.
‘Tu
non hai
fatto nulla...solo il tuo dovere. E non chiamarlo più
Maestro… Ha usato l’Arte
Proibita Chaos…si chiama
Arte della
Forma perché il prezzo da pagare per ottenere simili poteri
è la perdita della
propria forma umana. Sarà lui un mostro, man mano che
passerà del tempo…’.
Auron si
accostò
al gruppo, dopo che si riprese perfettamente come se nulla fosse stato,
mentre
il leone si tirò su, grazie alle pozioni fornitegli. Furono necessarie tutte
quelle che si erano
portati dietro.
‘Lulu…
guardiamo cosa c’è nella sfera… Se
Seymour è arrivato a tanto ci deve essere un
motivo…’.
Ella
annuì,
e aiutò prima Wakka e poi il Ronso, barcollando
l’uno di dolore psicologico,
l’altro di quello fisico. Si chiedeva come il guardiano
professionista fosse
così a posto. Doveva esserci qualcosa dietro, ne era
pienamente certa. A meno
che il liquido della borraccia non fosse chissà quanto
rigenerante. Cosa c’era
dentro quella borraccia grigia con quegli strani simboli in rilievo
sopra?
Si misero
tutti vicini alla sfera, appoggiata a terra, con la maga al centro.
Essa si
illuminò, creando un ologramma nello spazio soprastante, che
vibrava, forse per
i colpi che l’oggetto azzurro aveva subito man mano. La
figura sembrava essere
vestita in modo solenne, ma non si capiva bene come, visto che
l’immagine era
leggermente sfocata. Ma il viso era ben riconoscibile.
‘Ma…ma
quello…è…è…’.
‘Jyscal...suo
padre…’ continuò la maga, completando
le parole rotte dell’amico di Blitz. Ad
un certo punto quella figura si mise a parlare.
‘Chiunque
stia guardando… la prego di ascoltare
attentamente…questo…mio…testamento…Ho fatto
un grosso errore…a non difenderlo dalla
crudeltà e dalla malvagità del mondo… ‘.
‘State…attenti…mio
figlio
Seymour…lui…è…pericoloso,
crudele…la sua mente è malvagia..sta usando
tutti… ‘.
‘Io…maestro
Jyscal… vi svelo che… mio figlio…sta
cercando un chakra potente… e lo vuole
usare per distruggere questo continente… per scoprire
l’Arte del Sacrificio ed usarlo…e ottenere poteri
inimmaginabili, come successe più di mille anni
fa… fermatelo…io…tra
poco…sarò
nell’Oltremondo…a causa sua…’.
L’immagine
svanì subito improvvisamente come fumo nell’aria.
‘Stupefacente…’
fece Auron, guardando Wakka e contenendosi per
non mostrargli un sorriso davanti a lui. Bel Maestro, il caro
Seymour…
‘Questo
significa che…Seymour ha assassinato suo padre per
diventare Maestro??!!’ ribatté la maga, che
squadrava il guardiano in rosso con
stupore. Wakka si era messo un’altra mano sulla fronte,
continuando a scuotere
la testa, cercando di non credere a quello che aveva sentito.
‘Già…
voleva rifare il disastro della tecnica Sunshine
di mille anni fa per ottenere
potere…e non si accorge ancora di che prezzo ci sia
sotto…’ le rispose lui,
rivedendo davanti agli occhi la tragedia che pose fine
all’avventura di Braska.
|
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Capitolo 33 *** Cap.33: The Charming Witch ***
‘Vi
prego…ditemi…d…ditemi che è
solo un sogno…’.
‘Wakka…stai
calmo, va bene?? Seymour è solo un impostore. Ora dobbiamo
solo spiegare a
tutto il clero cosa davvero c’è
sotto…’.
Auron stava
già tornando indietro, dopo che raccolse, vicino al bordo
del sentiero, un
piccolo sacchettino rosso con dell’Eliomagilite dentro, senza
chiedersi perché
mai fosse lì, quando il suo volto cambiò
improvvisamente espressione.
‘Ma
cosa??!! Ci è stata sottratta Yuna, Tidus è
caduto di sotto, ed ho ferito un
Maestro!!! Cos’altro c’è??!!’
le urlò quasi senza voce Wakka, che non sapeva
più
da che parte girarsi. Subito, dall’altra parte del sentiero,
giunsero diversi
Guado, il sacerdote del tempio ed anche Tromell [cap.23], venuto forse
usando quella
polvere. Era lì presente anche la bella Isabelle, che appena
vide il corpo
svenuto del cugino, subito corse a verificare le sue condizioni,
superando
Auron senza nemmeno notarlo. ‘Seymour!! Rispondi!! Cosa
è successo!!’ e
continuava a scuoterlo qua e là.
‘Cosa…cosa
avete fatto??!! Avete…colpito…un
Maestro… voi…guardiani??!!’
balbettò Tromell,
che non credeva a ciò che vedeva. Wakka si sarebbe tra poco
buttato di sotto.
‘Cosa…cosa…cosa…’.
‘Aspettate!!
Dovete guardare la sfera!!! Seymour ha…!!’ fece la
maga.
‘Dite…questa??’
e Tromell prese in mano la sfera azzurrina tra le mani.
‘Guardatela!!!’
continuò lei, ma i Guado sembravano essere feriti
più che mai. Isabelle si alzò
di scatto e si girò verso i guardiani, con alcune lacrime
sul volto candido.
‘Voi
siete
solo degli sporchi traditori!!!! Il Maestro non vi ha fatto niente di
male!!!!
Mi sembrava strano che l’invocatrice non fosse con voi!!!!
Guardate come
l’avete trattato!!!!’ gridò quella voce
quasi angelica, disperata. Essa
alimentò la rabbia dei Guado, in primo luogo Tromell, che
lanciò la sfera verso
il fondo del lago. ‘Voi…vi siete intromessi nelle
nostre questioni…voi avete
disonorato la nostra tradizione!!!!’.
‘Ma…cosa
dite??!! Cosa fate!! Quella sfera è la nostra
prova!!!’.
Auron si
girò verso Lulu. ‘Prendi la sfera di Djose e
liberaci la strada… anche se
restiamo qui a discutere non risolveremo niente…’.
In breve
tempo arrivarono diverse guardie Guado, pronti con semplici incantesimi
a
bloccare la strada ai guardiani ed imprigionarli per il loro gravissimo
reato.
La maga, appena li vide arrivare, prese la sfera della psiche e
recitò la
formula meglio conosciuta, Bailamme, che confuse
tutti i Guado
presenti, permettendo al gruppo di scappare, con Auron che
trascinò con sé
l’ex-capitano, che non sapeva da che parte stare.
Uscirono dal
tempio di corsa, sfruttando la confusione e le domande
nell’aria, e
continuarono fino a tornare nel lago ghiacciato, distaccando i Guado di
molto.
‘Siamo…siamo
traditori…’ continuava a ripetere
l’ex-blitzer, mettendosi le mani sulle
ginocchia e chinandosi un poco. I guardiani si guardarono intorno.
Andare al
bosco o alla Piana dei Lampi equivaleva ad avvicinarsi a Guadosalam, e
se non
si sarebbero mossi da lì, sicuramente sarebbero stati
catturati ed arrestati,
nelle migliori delle ipotesi.
‘Ho…ho
sempre servito Yevon…ed ora…mi ritrovo ad
essere…un traditore??!!’.
‘Kimahri
vuole Wakka calmo… Tutto si risolve se si continua ad
agire…’.
All’improvviso
tutti si voltarono verso un uomo, che camminava tranquillamente e che
portava
un grande zaino di escursione dietro la schiena, di colore blu e rosso
e
strapieno, munito anche di una sacca a pelo. Portava i capelli castani
scuri,
lisci e mossi, piuttosto corti, con un corto e piccolo ciuffo in mezzo
alla
fronte che gli spuntava allegramente, baffi e barba appena appena
visibili, ed
occhi castani chiari, e dal colore della sua pelle sembrava abbronzato.
Era
alto e magro, vestito in modo molto semplice, con una camicia bianca di
cotone
a maniche corte, un paio di pantaloni di colore marroncino scuro
tendente al
rosso, che si tenevano con delle braghette che gli arrivavano fino alle
spalle.
A vederlo da lontano gli si potevano dare circa una ventina
d’anni.
‘Ehilà!!!
Siete anche voi qui in viaggio??’ esclamò quello,
con grande spensieratezza,
avvicinandosi al gruppo. Era abissale la differenza degli stati
d’animo.
‘Voi…conoscete
questo posto?? Ci portate fuori di qui???’ subito gli fece la
maga, e l’uomo divenne
un po’ scettico.
‘Si…si…certo…seguitemi…!!!’.
Il
viaggiatore li portò dall’altra parte del lago,
pattinando per raggiungere
l’altra sponda e seguendo una brevissima via sotto la neve
cadente, raggiungendo
un piccolo spazio riparato dalle collinette nevose che erano nei pressi
del
lago. Faceva un freddo cane, ma in questo modo evitavano problemi con i
sacerdoti ed i Guado. Quella che precedeva il gruppo inseguitore era
Isabelle,
con ancora diverse lacrime sul candido viso per il dolore verso il
cugino
svenuto.
‘I
Guado vi
stanno inseguendo?? Ah…le loro tradizioni…guai a
toccarle!! Tra regole di
qua…regole di là… alla fine
è facile che non se ne rispetti
qualcuna…’.
Alle parole
del viaggiatore nessuno rispose o lo guardò.
‘Ehm…
avete
visto quella ragazza?? Si chiama Isabelle…e quanto
è carina!! Ho sentito che la
cugina di Seymour e…’.
Sembrava
parlare con dei muri. Solo la maga lo notava, e gli sorrise
forzatamente, per
lasciarlo tranquillo.
L’acqua
del
lago era davvero freddissima e sopra la sua superficie giaceva una
pesante e
densa nebbia, che rendeva i colori e le sagome più sfumate.
Laggiù giacevano
anche delle rovine, che conservavano largamente i loro colori e le loro
forme.
Improvvisamente ci fu una piccola scossa di terremoto, seguite da
diverse onde
sottomarine più grandi del solito, fino a diventare quasi
degli tsunami. Sì era
tornato. Quell’essere
gigantesco dalle
forme e dai lineamenti più strani. Aveva tirato fuori la
testa dai numerosi
occhi dall’acqua, come se cercasse qualcosa, o piuttosto,
qualcuno, rimanendo
però al di sotto dello strato di ghiaccio soprastante. Si
muoveva superando e
distruggendo ciò che andava contro il suo cammino, lento e
calmo, quando subito
i suoi occhi videro qualcosa, quella che sembrava un ragazzo senza vita
o
completamente senza sensi, che galleggiava sull’acqua a
pancia in giù, con le
gambe perse sul fondo come a penzoloni. L’essere si
avvicinò a maggiore
velocità verso il corpo inerte, come spinto da quale
volontà, da quale
intenzione…
‘Scusate…avete
ragione…non mi sono presentato… mi chiamo Matthew
e faccio l’esploratore!! E’
da tre anni che ho questa passione, e cerco di svelare misteri, come
quello del
Sacrificio… Accidenti!!
Stavo sapendo
tutto quando arriva una regola non rispettata tra i piedi e vieni
cacciato
dalle scuole di Bevelle!!!’.
Lulu si
girò di colpo verso di lui.
‘Quindi…anche voi siete ricercato??’.
‘Beh…
in
realtà no…mi hanno cacciato perché non
sopportavo l’idea di stare chiuso in
un’aula… E così mi sto rifacendo
girando Spira in lungo e in largo… ora mi sto
dirigendo a Bevelle… e poi andrò a
Zanarkand…magari lì saprò qualcosa di
più
sul…’—cambiò la voce
rendendola bassa e
solenne—‘…”Misterioso Passato
Che Il
Credo Tanto Nasconde”…non sapete quanto mi eccita
saperlo!!’.
‘TSK’.
Matthew
e la maga si volsero verso Auron. ‘E’ tutto
inutile… una città non dice
nulla…ha solo resti e frammenti inconciliabili…
se vuoi scoprire il passato,
devi andare a consultare le persone che ne hanno una visione
più completa…’.
‘Secondo
me
è meglio scoprirlo da sé…è
più divertente!! Eheheh!!’.
Il
guardiano professionista si voltò verso di lui, severo.
‘Ti sei mai chiesto
perché il clero lo nasconde bene così
tanto????’.
Matthew si
guardò intorno e non riuscì a rispondere, forse
anche perché non gli dava per
nulla peso. Ma quella domanda lo incuriosì ancora di
più e gli diede un’ansia
indescrivibile. La maga si girò verso il guardiano in rosso,
dopo aver
osservato di nuovo lo stato in cui era conciato Wakka psicologicamente.
‘Ma
ora…dove andiamo?? Il credo ci darà la
caccia…’
Lui
mostrò
nella sua mano il sacchettino rosso trovato prima. ‘Useremo
questa… l’ho
trovata vicino al sentiero… ora non ci resta che sapere dove
si trova Yuna ed
andare là…’.
‘Ma…’.
‘Adesso
pensiamo all’invocatrice… La sua parola a Bevelle
potrebbe calmare il clero in
qualche modo…’.
‘Ho
fatto un tremendo errore… un
pesante errore…’.
Zanarkand era
laggiù, ben visibile. Con i suoi grattacieli e il suo
mistico arcobaleno d’acqua. Era come se fosse ieri, quando
era tutto successo
più di mille anni fa.
‘Pensavo…di
essere felice e salvare la mia gloria…ed invece…’.
C’era
l’ingresso di una casa, proprio ai piedi del mare, sotto
quell’infinito di stelle ed aurore nel cielo. Si scorgeva
qualche pallone di
Blitzball qua e là, uno di essi autografato con la scritta
“Dark Crow”.
‘Mi
rendo conto
che…forse…c’è qualcosa di
meglio che tutto questo…’.
Poi dalla
porta, uscì un bambino di sette anni, con i capelli
castani, vestito di una maglietta blu con un cappuccio bianco.
Spaventato da
qualcosa, corse verso la strada vicina, cercando di capire come mai
tanta gente
guardava tutta verso una direzione, gridando.
‘Ma
non sopportavo
l’idea di quel momento…
l’arroganza… sentivo che stava per mancare
qualcosa…che Sin stava distruggendo…’.
La gente
portava diversi indici verso quella direzione, alcuni
invece erano con le mani sulle guance, come per sperare qualcosa con
grande
ardore e cuore.
‘Volevo
essere un
esempio…soprattutto per te… ma forse non era
questo…il modo giusto…’.
Il bambino si
girò spaventato verso quella parte. Si notava una
strana luce bianca e dorata, che sfolgorava così tanto da
non rendere visibile
quello che lì c’era e stava succedendo. Subito da
lì essa partì a folle
velocità, estendendosi come un fronte d’onda, a
forma di disco, come una falce
luminosa bianca. Quel fronte attraversò mura, palazzi,
strade e persone, senza
fare alcun danno o ferite, come se non esistesse. Il bambino si
spaventò, corse
verso casa, piangendo fortemente, la madre lo sentì, si
affrettò ad uscire e si
affacciò fuori verso la strada.
‘Se
avessi avuto
più fiducia…e saputo prima il prezzo da pagare,
forse…’.
La donna vide
il bambino colpito duramente da quella falce. Il
piccolo restò nella sua posizione e dopo che
tentennò un poco, cadde a terra a
pancia in giù senza più muoversi. La madre corse
disperata tra le lacrime verso
di lui, prendendone in braccio il corpo senza vita, tra gli sguardi
della
gente, mentre lei si disperava, gridando, e correndo verso casa.
Matthew si
mise proprio davanti ad Auron, che era appoggiato su una parete
ghiacciata. ‘Ma…voi
non siete mica…il guardiano di cui parlano tanto??
Come…si chiama…’.
Lui rispose
spostandosi da un'altra parte, e lanciando un altro
“Tsk”.
‘Sì…Auron…Siamo i
guardiani di Yuna…’.
L’esploratore
accentuò di molto la sua curiosità.
‘Uao!! Davvero!! Sapete…ultimamente stanno
continuando a mettere fuori la storia delle nozze… e la
ricerca delle famose
sei sfere??!!’. Il guardiano in rosso iniziava ad averne
abbastanza.
‘Continueremo
il pellegrinaggio…ci…sono stati dei
problemi…’ rispose la maga, prima che ebbe
un lampo. ‘Hai detto…sei sfere?? Quindi la settima
non esiste…’.
‘Boh…da
quello che avevo studiato, so che la settima non si sa se esiste oppure
no…
alcuni dicono addirittura che non sia una vera e propria sfera, ma che
sia
anche un oggetto, di un’altra forma…’.
‘Questo
potrebbe spiegare perché è difficile da
trovare… Ed…ha un custode??’.
‘Sé
è vero
quello che ti ho detto… il custode dovrebbe essere
logicamente il possessore di
quell’oggetto!! Potrebbe essere una persona,
un’animale… oppure un’anima
dell’Oltremondo…’.
Subito ci
fu silenzio. Sembrava che i Guado se ne erano andati. Ma dove sarebbero
andati,
ora??
Wakka si
alzò, cercando di trovare coraggio. ‘Andiamo a
trovare Yuna!! Andremo ad
espiare i nostri peccati davanti al Maestro Mika…’.
Matthew si
sbalordì ancora di più. Si stava affezionando
già al gruppo…tante erano le cose
da scoprire.
‘Cosa??!!
L’invocatrice non è con voi?? L’avete
persa??’.
Auron si
avvicinò a lui, fino a quando la sua faccia severa non fu
distante pochi
centimetri dalla sua.
‘Un’informazione…tu sai dove si trova il
covo degli
Albhed??!!’.
‘E…ehm…N...no…p…però…p…posso…p…portarvi
d…da…una…persona….’.
Il
guardiano si staccò dall’incrocio di sguardi.
‘Andiamo’.
Lulu e
Wakka si guardarono in faccia. Kimahri era già con
l’altro compagno, mentre
Matthew era ancora indietro.
‘Ehi!!
A…aspettate!!!’.
ÑÑÑAltrove
ÐÐÐ
‘Ohi
ohi
ohi…che…mal di testa…!!! Eh?? D...dove
sono?? Sono a casa??’ chiese tra sé
Noemi voltando la testa qua e là. Come cavolo ci era finita
in quella piccola
oasi?? Una pozza d’acqua, circondata da alcuni baobab, piante
secche e cactus.
Davanti a sé c’era solo un colore, il giallo
dorato della sabbia di un deserto.
Quel deserto. Il caldo era asfissiante e secco, ed in cielo non
c’era la minima
presenza di una nuvola. Il sole poteva spaccare le pietre color
marrone, che
assumeva colori più chiari per via dei granelli di sabbia
sopra.
‘Nooooo…Questa
non è casa mia…sigh!!’ ed
abbassò di colpo la testa, specchiandosi nel’acqua.
‘Sono
tornata me?? Oh! Un momento!! Tidus era caduto nel lago!!
Così ha perso i
sensi, e si spiega anche perché mi pesa la testa!! Ed anche
quel sogno…mi
sembrava ancora quella città…anche se io non ci
ho capito niente!! Però...tutto
questo non spiega il fatto che io sono qui… L’
Eliomagilite!!!.
Frugò
tra
tutte le tasche alla ricerca del sacchettino. Ma non c’era
l’ombra di niente.
Era così agitata che ormai parlava da sola.
‘Accidenti!!
Devo averlo perso!!! Adesso come, COME faccio?? Io NON mi muovo da
qui!!! A
morire disidratata per quelle dune e quel vento che mi butta la sabbia
agli
occhi!!! Aspetterò che arrivi qualcuno!!’.
Poi
restò
dieci minuti precisi immersa nell’acqua calda ad osservare
ogni singolo
ramoscello di quel baobab lì vicino. Alcuni avevano forme
più spigolose, altre
più allungate. Quale ramoscello si aggiudicava il premio per
essere il più
dolce di tutti?? Che bel passatempo per aspettare!!!
Poi
guardò
di nuovo il cielo sereno completamente spoglio.
‘Ok,ok,
ok…va bene!! Mi do una mossa!!! Ma meritavo una fine
migliore!!!’.
Così
uscì
dall’acqua e mise piede sulla sabbia. Avrebbe giurato che se
non avesse portato
le scarpe si sarebbe bruciata, non solo scottata. Camminò
per una trentina di
metri avanti, il necessario per scorgere cosa ci fosse dopo la duna
bassa sulla
sua sinistra. Cosa c’era??
‘Altre
dune… finirò dimenticata… come a
Metropolis, del resto!!’.
Poi si
rivolse ancora al cielo, urlando come un’imbecille, agitando
le mani a
casaccio.
‘Ehi
tu!!
Campione di Blitzball… Vuoi darmi una mano?? Mi dici dove
cavolo sono??!!
Guarda che finiremo entrambi i nostri giorni qui!!’.
Silenzio.
Si sentiva solo il versaccio di due avvoltoi, che si posarono sopra ad
una
piccola dunetta vicino a Noemi, quasi come se a loro piacessero quelle
demenze
disperate. Forse il caldo dava davvero alla testa…
Si rivolse
poi agli uccelli. ‘E voi cosa guardate??!! Sparite!!!! Via!!
Sciò!!!’. Quelli
non si mossero e continuarono a fissarla.
‘Aaaahhhh…lasciamo perdere!! Qui non mi sente
nessuno!!!’ e dopo averli mandati
a quel paese con la mano, continuò il sentiero attraverso le
dunette, notando
anche qualche strana rovina qua e là. Sembravano carcasse di
macchine, mezze
arrugginite e lì quasi sepolte dalle frequenti tempeste di
sabbia.
L’esploratore
Matthew li condusse a passo deciso verso una piccola via proprio al
confine tra
il bosco e il gelo del lago. Era tutta percorsa ai lati da alberi di
strane
forme, tutte curveggianti, e dai colori per metà verdi, e
per l’altra quasi blu,
semi-ghiacciata, che finiva in un piccolo spazio, sotto un piccolo
strato di
neve, e circondato da diversi abeti. Al centro vi era una specie di
baita,
molto semplice, di legno, che qua e là era illuminata da
fioche luci bianche,
forse date dal Sacromagilite, che illuminavano specialmente
l’ingresso. Il
fischio del vento sembrava essere l’unica anima viva presente.
‘E’
laggiù…’—ed indicò
la baita—‘…c’è una
strana tipa…dicono che sia una strega e
non ami molto la compagnia…!’.
‘Ma
voi…la
conoscete?’ chiese Lulu, camminando con un po’
difficoltà con il vestito in
parte coperto di fiocchi. Auron e Kimahri erano quasi già
arrivati, mentre
l’ex-capitano era rimasto indietro, in preda ai suoi
pensieri. Si sentiva come
un cavaliere che aveva perso l’onore. Si chiedeva davvero
come facevano gli
altri a mantenere la calma, dopo il rapimento di Yuna, la perdita di
Tidus e il
loro tradimento verso i Guado.
‘Beh…
ne ho
sentito parlare, specialmente al credo. Dice che riesce a fare ogni
sorta di
magia nera e conosce le Arti Proibite…!’.
Quando
arrivarono notarono che la baita sembrava più una
catapecchia vera e propria.
Parte del legno delle finestre era stato mangiato dalle tarme, alcune
ante
erano cadenti, altri pareti completamente fatiscenti. Era un miracolo
se quella
struttura poteva reggere la neve che giaceva sul tetto, sempre di
legno. L’ingresso
era perfetto...stranamente, decorato come meglio si poteva, ornato da
abbellimenti vari, fatti di vetro come cristallo, con sopra
un’arcata di
metallo, che sembrava quasi oro lucente.
‘Facciamo
le nostre domande e ce ne andiamo…’ fece Auron,
subito bussando alla porta. Per
lui perdere tempo era un optional. Matthew subito cercò di
frenare
l’entusiasmo.
‘Io…io
vi
consiglio di fare attenzione… Non c’è
da fidarsi di quella tipa…’.
‘Tu...resti
con noi??’ gli chiese la maga.
‘Beh…sapete…’—arrossisce—‘…sto
andando proprio a Bevelle per riacquisirmi gli amici persi tanto tempo
fa… Ed
anche per uscire un po’…
sapete…è ora che mi trovi una
fidanzata!!’.
La porta si
aprì di pochissimo, e fuori di essa uscì appena
appena un pappagallo dai mille
colori. Quello che si poté vedere era solo la sua testa, con
la sua chioma
color rosso fuoco, verde brillante di sotto, e il becco giallo liscio e
duro.
‘La
sig. Mizuno non accetta visite, grazie!!’.
‘Ma…!!
Quel
pappagallo parla!!’ esclamò Wakka, svegliandosi
quasi dalla sua trance
psicologica.
’Pappagallo??
Che mi faccia il piacere…’ tagliò corto
il guardiano in rosso, che subito entrò
spingendo la porta e facendo volare l’uccello piumato verso
l’interno, come
spaventato.
‘A…attenti!!
L…lei…è...!!’.
‘Oh,
avanti…entriamo!!!’ continuò la maga,
trascinandosi dietro con le parole il
viaggiatore, che fu l’ultimo ad entrare. Il Ronso
preferì stare fuori. Quando furono
dentro, si capì subito che quella catapecchia era composta
da sole due stanze,
una cucina ed una camera da letto affianco. Com’era la
cucina?? Come quella di
una strega…un tavolino stile vecchia data in mezzo, finestre
che facevano
passare la minima luce sufficiente, ed al posto di forno e fornelli,
come
ricordava Noemi a Metropolis, c’era una grossa pignatta,
sotto il fuoco, in uno
spazio che sembrava quello tipico del camino. Si scorgeva poi un altro
tavolo,
più lungo, affianco alla pignatta, pieno di polveri, liquidi
vari, e libri
vecchi più o meno come quelli della maga guardiana.
‘Visitatori
ostili!! Ladri!! Allarme!! Allarme!!’.
‘Sta’
zitto, uccellaccio!!! Ne ho abbastanza!!’ gridò o
quasi Wakka, fino a quando
non si sentì una voce starnazzante, tipica della vecchia
cattiva. Sembrava di
trovarsi davanti l’antagonista della favola di Hansel e
Gretel.
‘CHI
OSA
ENTRARE NELLA MIA DIMORA???’.
‘E che
dimora…’.
Lulu diede una piccola gomitata
all’ex-blitzer per farlo tacere.
‘FANTASTICO!!
Cosa fa una povera come me in mezzo ad un deserto?? Eh??
C’E’ NESSUNOOOOO???’.
Sì…lo
si
poteva dire. Quel caldo intenso faceva proprio delirare. Noemi aveva
già
camminato per almeno due chilometri, quando sfinita, si mise
ginocchioni,
mentre osservava le immense ed infinite dune davanti a sé,
ed alcune rovine che
sembravano più macchinari rotti. Assomigliavano molto alle
macchine Albhed, ma
si poteva ragionare in quello stato?? Sotto un sole così
cocente, prendere un
colpo di sole era facilissimo.
‘Vorrei
proprio sapere chi mi ha portato in questo posto… Volete
CAPIRE CHE IO NON
C’ENTRO NIENTE?? Ero a Metropolis…facevo la
ladra…e allora?? Devo espiare le
mie colpe in questo modo??’.
Ella si
toccò la fronte fradicia di sudore. Le era appena passata di
mente l’idea di
dissetarsi con quello stesso liquido. Se fossero passati altri minuti,
in quel
caldo massiccio, sicuramente l’avrebbe fatto, grazie alle
allucinazioni. Ma perché non sono
rimasta in quell’oasi,
eh??!!
Si mise poi
distesa a pancia in su, con le braccia distese ed aperte
all’esterno, a
contemplare il chiarore del cielo, socchiudendo gli occhi. Neanche
nella sua
città aveva visto un azzurro simile…lì
la cappa d’afa e lo smog offuscavano e
scurivano quel colore, facendolo assomigliare moltissimo a quello delle
nuvole
maligne. Il grande caldo conciliava un gran sonno, disturbato
però dalla sete
micidiale. Lei, che odiava fin da piccola i liquori, che tanto gli
ricordavano
il padre che sperperava il denaro anche per quello, seppur in minor
quantità
rispetto al gioco, avrebbe giurato almeno dieci volte di berne una
bottiglia
intera, solo per dissetarsi. Ritornare a pensare al padre le faceva
passare del
tempo, ma anche soffrire. Infatti, si ricordò di aver
sognato il proprio
passato, quando era fuggita di casa per cercare la madre. Ma di certo,
lì, non
l’avrebbe mai trovata…
La sua
attenzione poi si mosse altrove. Infatti, accanto a lei, su un piccolo
ferro
vecchio che spuntava dalla sabbia, tornarono puntuali i due avvoltoi di
prima.
Già…molto, ma molto più vicini. La
ragazza si destò di colpo, e fissò negli
occhi i due carissimi. Subito ebbe un brivido di paura.
‘E…ehm…S...state
calmiii….Guardate che sono ancora viva e
vegeta!!!’—e si batté due volte il
petto, fino a quando non brontolò il suo
stomaco—‘ehm…ops!! Non sono il vostro
pasto, è chiaro?? Ora sparite!! Via!!!’.
I due
uccelli volarono come spaventati Ahahahah…quando
voglio so far fuggire chiunque…ehehehe ma non
sembrò per via
dell’’avvertimento dell’orfana. Infatti,
da una duna alla sua sinistra,
comparvero tre macchie, di cui due grosse e uno più piccolo,
che si definirono
simili a quei robottini che avevano attaccato il gruppo a Luka [parte
11]. La
differenza fu che questi sembravano più nuovi ed
accessoriati, muovendosi più
velocemente e più fluidi nei movimenti. I due ferri grossi
erano molto piatti
di sopra, bassi, che portavano nella parte frontale due bracci
metallici che
subito spuntarono fuori, e nella parte terminale di esse avevano delle
rotelline che giravano molto velocemente. Erano dotati di altri quattro
bracci,
più corti, usati per il movimento.
La ragazza
si girò verso le macchine ed ebbe un altro brivido. Oh, no…proprio ora quei cosi??? Vi
prego…risparmiatemi…!!! Le
macchine poi si fermarono di colpo. Vedo
che capite, eh?? Bene…potreste indicarmi ora dove posso
trovare un’anima viva e
non dei robottini simpatici come voi… Graaaazie…
Subito
quelle rotelline dei pezzi grossi mostrarono diverse punte di metallo,
lucenti
ed affilati, che, girando a quella velocità, creavano una
perfetta lama che
riusciva a fare a fette qualunque cosa di organico. Sembravano
mini-motoseghe.
E…ehm…po…possiamo…parlarne...civilmente??
No, eh….ecco...forse erano meglio gli
avvoltooooiiiii…!!!!
La ragazza
iniziò a scappare con tutte le energie rimaste dalla parte
opposta, e con la
vista offuscata dal caldo, dalla fame e dalla sete, inseguita dalle tre
macchine, specialmente dal più piccolo che la stava
raggiungendo. Forse,
pensava, raggiungendo l’oasi, l’acqua li avrebbe
messi ko. Ma quanto era
lontana???
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Capitolo 34 *** Cap.34: The Joyful Surprise ***
‘Eccoli!!
Eccoli!! Ficcanaso!!!!’
continuava il pappagallo, sopra una piccola
asticella di legno piuttosto alta, quasi fino al soffitto, semi bucato
qua e
là.
Dalla
stanza affianco si avvicinò una strega, che a parte la voce
o le maniere, era
davvero incantevole nell’aspetto. E nemmeno Matthew avrebbe
mai immaginato che era
così bella…forse aveva fatto un recente
incantesimo, chi lo poteva sapere?
Portava un vestito color fucsia, dalle maniche gonfie e ricamate, che
terminava
con una gonna stile principessa, che sembrava nuovo, tranne per dei
piccoli
buchi nella parte terminale. Portava i capelli lisci e lunghi fino a
metà
schiena, di color azzurro limpido tendente al blu, e i suoi occhi erano
leggermente allungati, dalle ciglia lunghe e curate, e così
scuri che non si
riusciva a localizzarne le pupille. Da quel momento in avanti,
l’esploratore
non fece più motto, rimasto con la bocca spalancata, a
fissare ogni minimo
particolare della strega carina, specialmente il suo petto, davvero
sexy. Prese
però un colpo d’infarto quando lei si mise ad
urlare, con voce da perfetta
vecchia, quando in realtà sembrava avere solo una trentina
d’anni. Anche Wakka
ne restò un po’ incantato, ma solo
all’inizio, perché i suoi pensieri
confluivano sempre al suo tradimento con Yevon, imperdonabile per lui.
‘CHI
DIAVOLO SIETE??? FUORI DA CASA MIA!!!’.
‘Ehm…mi
scusi…abbiamo bisogno di
un’informazione…’.
‘TZK!!
IO NON DO’ INFORMAZIONI A NESSUNO!!!! ORA
SPARITE!!!’ rispose ella a Lulu, che
sbuffò un poco. Subito ci provò Auron.
‘Costa
tanto per lei fare una domanda??!!’.
‘INSOLENTE!!!!!
COME SI PERMETTE DI TRATTARE COSI’ UNA SIGNORA???’.
‘IIIInsolente!!
IIInsolente!!!!’.
La
strega si schiarì la voce. ‘Il mio nome
è Mizuno, strega Mizuno, prego!!! Sono
esperta in sortilegi, magie nere ed oscure!!! Volevate sapere questo??
Bene,
ora SPARITE!! Ho altro da fare…’.
A
quelle parole, che si sentivano perfettamente da fuori, il Ronso
entrò nella
stanza, in tutto il suo meraviglioso aspetto. Mizuno cacciò
un urlo così
potente da far fischiare le orecchie a tutti.
‘Kimahri
stufo!! Noi non aspettare!!! Yuna in pericolo!!!’.
‘AAAAHHHHH!!!
CO…COS’E’ QUEL MOSTRO??? IO ODIO I
RONSO!!! Per favore… PORTATELO VIA!!! Vi
dirò tutto!!!!’.
‘Viiii
dirà
tutto…portatelo
viaaaa…’.
La
maga si girò verso Kimahri sorridendogli mentre richiudeva
la porta.
‘Davvero…tutto??’.
‘TUTTO!!’.
Ci
fu un attimo di silenzio. Le sedie non c’erano, e
perciò tutti rimasero in
piedi, con il guardiano professionista che si appoggiò al
solito muretto
libero. Wakka era depresso, ma si interessò comunque al
discorso, per ritrovare
l’invocatrice. Matthew restò incantato a vedere
quella strega per tutto il
tempo. Lei si sistemò come poté, e
trasformò la sua arroganza nella massima
gentilezza che il suo carattere poteva offrirle. Aveva davvero il
terrore di
quei leoni viola.
ÑÑÑAltroveÐÐÐ
‘AIUUUUUTOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!’.
Ormai
il robottino le stava alle costole, e Noemi doveva trovare in fretta
un’idea.
La sua vista offuscata, e quelle dune tutte identiche a se stesse, le
fecero prendere
una direzione che non riportava a quell’oasi ora sognata.
Poi, improvvisamente
riuscì ad intravedere da lontano quella che sembrava una
tenda. Si agitò come
poté, prima di essere presa per una gamba da un braccio
della macchina, che terminava
con una grossa pinza. Sotto la tenda erano presenti due uomini, che
videro la
ragazza sollevarsi per aria, in preda al robot. Uno di loro corse verso
di lei.
‘Lra
cdy cillatahtu!! Are!!! YMD!!!! [Che sta succedendo!! Ehi!!!
ALT!!!!]’.
Tutti
i tre robot si fermarono e divennero come statue, perfette, fisse ed
immobili
nelle loro posizioni. Anche la ragazza, a dir la verità. Era
rimasta a testa in
giù dopo essere stata sollevata da terra, penzolando a
destra ed a sinistra.
‘Ehiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!
Fateeeeeemiiii sceeendereeeeeeeeeee…!!!’.
L’uomo
si mise a ridere di cuore a vederla appesa sopra, attraverso la gamba
destra. Portava
degli occhialini ed era vestito similmente ad un soldato.
‘TU!!!
Albhed!!! Fammi scendere!!! NON faccio…ridere!!!’.
Quel tipo però non sembrava
capire un’acca di quello che gli stava dicendo. Quel caldo,
quella corsa,
quella stanchezza che già sentiva quando si
svegliò nell’oasi, e quel chakra,
le stavano facendo perdere i sensi. Subito quello venne raggiunto da un
altro.
‘Lre
è?? My luhucle?? [Chi è?? La
conosci??]’.
‘Eu??
Luhuclana xiacdy?? Hu...a huh è ih Albhed!! [Io?? Conoscere
questa?? No...e non
è un Albhed!!]’ L’altro si
voltò sorpreso.
‘Sy!!!
Ymmuny lusa vy y luhuclana xiacdu bucdu?? Lus'è ynnejydy
xie?? [Ma!!! Allora
come fa a conoscere questo posto?? Com'è arrivata
qui??]’.
‘Pur...sykyne
xiammy...Yuna my luhucla!! [Boh...magari quella...Yuna la
conosce!!]’. Poi si
voltò verso la macchina. ‘MYCLEY!!!
[LASCIA!!!]’.
Noemi
cadde a peso vuoto sulla sabbia, perdendo definitivamente i sensi. Era
ormai
senza un briciolo di energie, prosciugate in quella corsa disperata. E
correre
sulla sabbia, con quel caldo, non era facile…
I
due Albhed chiamarono una delle due grosse macchine piatte rimaste un
po’ più
indietro, che avevano già ritirato le loro lame. Appena si
avvicinò sul posto,
camminando a scatti, sulla sua superficie piatta venne messa la ragazza
svenuta.
I
due Albhed fecero una breve camminata, quando arrivarono nei pressi di
un
complesso gigantesco, grande quanto la capitale intera di una
provincia. Era
composta da un’alta torre centrale, e nove strutture
tutt’attorno a cerchio,
ognuno dei quali aveva una forma leggermente convessa, e strani simboli
diversi
l’uno dall’altro sopra, tutti terminanti con
rotelle che continuavano a girare
in una direzione. Si aprivano a conchiglia, allontanandosi dalla torre
al
centro, e collegandosi ad esso per mezzo di ponti ed altri
collegamenti. Tutta
la costruzione era di colore lucente, simile al bronzo, che componeva
l’intera
struttura, dalla quale si sentivano rumori di macchine e circuiti.
Sì, quella
doveva essere…
‘Una
base!! Certo!! State parlando della base Albhed?? Si trova a sud
dell’isola di
Bikanel, molto più ad ovest di qui, oltre il mare. Ma per
raggiungere quel
posto, dovete superare le dune di Sanubia…che sono tra i
luoghi più inospitali
di questo continente…’.
‘IIInospitali!!!
IIInospitali!!!!’.
‘Possiamo
usare l’Eliomagilite? Se l’hanno usato pure
loro…’.
‘Sì...probabile…che
volete…non so mica tutto io!!!’ poi Mizuno prese
un mestolo che era sul
tavolino, ed iniziò a girare il contenuto della pignatta.
Non si sentiva nessun
profumo, e chissà cosa c’era dentro. ‘Se
volete usare quella polvere, dovete
avere in mente il posto…avete bisogno almeno di una foto per
darvi un’idea…’.
‘Fantastico!!
E dove l’abbiamo questa foto???’. Alle parole di
Wakka, che abbassava le
spalle, Matthew si risvegliò da quella trance.
‘Io
ce l’ho!! Insomma...sono o non sono un esploratore??
Però non ci sono mai
stato…e poi preferisco ora andare a
Bevelle…!!’. Wakka si avvicinò e prese
la
foto, che mostrava solo dune, dune, ed ancora dune sabbiose.
Sull’angolo in
basso a destra era presente un ferro vecchio arrugginito, che sembrava
un
braccio meccanico.
‘Bene…arrivederci…’
disse subito Auron, che si diresse verso la porta.
‘Auron!!
Aspetta…’—le disse la maga, prima di
voltarsi di nuovo—‘…ma
lei…conosce le Arti
Proibite, vero?’.
La
strega continuò a guardare la pignatta.
‘E…perché ve lo dovrei dire,
questo??’.
Quella
domanda fu come miele per le api per Matthew. I misteri gli fecero
dimenticare
tutto il resto, anche la bellezza della strega. A vederle
così, sembrava un
faccia a faccia tra le due maghe nere.
‘Perché
siamo guardiani di un’invocatrice!! Abbiamo il diritto di
sapere la loro
potenza!!’.
‘TZK…
Siete davvero voi i guardiani di cui parla tanto la gente??
Ridicolo…’.
‘Riiidicolo!!
Visitatori ridicoli!!!!’.
‘Ehi!!!
Piano con le parole!!!!!!!’.
‘Wakka!!
Lascia stare…’—poi Lulu si
voltò ancora verso Mizuno, sempre di
spalle—‘…la
prego!! Siamo appena stati attaccati dalla magia Chaos…’.
Mizuno
ripensò al Ronso lì fuori. Forse era meglio
rispondere…almeno l’avrebbero
lasciata in pace…
‘E
va bene… Esistono cinque Arti
Proibite…’—la strega poi si
avvicinò ad una
specie di quadernetto, che sembrava molto più giovane
rispetto ai malloppi che
c’erano vicino, sfogliandone le
pagine—‘…l’Arte della Forma,
l’Arte della
Presenza, l’Arte della Vita, l’Arte della Fine e
l’Arte del Sacrificio.
L’Arte della Forma viene
anche chiamata Chaos,
poiché si perde
la propria forma umana, l’Arte della Presenza, o tecnica Schmelzend fa perdere la consistenza
della materia e del corpo,
l’Arte della Vita o tecnica Sacratix
fa perdere la stessa, mentre l’Arte della Fine, o tecnica Ultimada fa perdere l’anima
completamente a chi fa tale magia.
Tutte queste Arti Proibite possono essere eseguiti con delle pietre
speciali,
di colore rispettivamente giallo, blu, rosso e nero, molto rare e
potenti. La
formula poi, è tenuta segretissimo dal clero, e solo gli
esponenti più alti
hanno accesso a simili cose… Per quanto riguarda gli
effetti…quello non lo so
proprio…’.
Auron
fece marcia indietro. ‘Come fa a sapere queste
cose??’.
‘Come??
Una strega deve saperlo!! Fui una vecchia allieva della scuola di
Bevelle…ma mi
ritirai appena appena seppi dell’esistenza delle magie oscure
e degli intrugli
magici che si fanno con l’Eliomagilite, la
Sacromagilite, la Magmagilite…’.
Con
un gesto di stizza il guardiano aspettò con Kimahri fuori,
mentre Wakka
osservava la foto con Matthew.
‘Che…postaccio…!!’.
‘Già…ehmm…buona
fortuna…!! Ci vedremo a Bevelle…’ e
l’esploratore diede due pacche sulla
schiena all’ex-blitzer, che sgranava gli occhi, dirigendosi
poi verso l’uscita,
un po’ spaventato per la prossima bella destinazione. Ma Yuna
sarebbe davvero
là? Chi poteva dirlo!! Magari gli Albhed l’avevano
portata da un’altra parte,
non per forza alla loro base.
La
maga non si mosse da lì.
‘E…l’Arte del Sacrificio?
Sa qualcosa??’.
Mizuno
sospirò. Qualcosa diceva a Lulu che anche lei avrebbe voluto
sapere di più su
di esso.
‘E’
la più pericolosa di tutte le arti… si chiama
anche tecnica Sunshine…
e la dovreste conoscere meglio
di me, visto che affiancate un’invocatrice!!! Comunque
è un’Arte che conferisce
poteri straordinari, forse anche maggiori di quelli di
Sin…però per fare una
cosa del genere ci vuole il sacrificio di chi è
più vicino alla persona che fa
quest’Arte e di chi la fa. E’ necessario anche
avere una pietra molto speciale
e fondamentale, che però non seppi, perché
lasciai prima la scuola… Ora ve ne
potete andare, GRAZIE???’.
Lulu
uscì immersa nei suoi pensieri. Quale pietra ci voleva?? Non
aveva mai sentito
una cosa del genere… e poi perché il clero non lo
diceva? Magari era stata
l’assenza di quell’oggetto a creare la disfatta di
Braska...
‘AAArrrivederci!!
Arrivederciiii!! E non tornate mai più!!!!’.
Noemi
forse aveva dormito solo una mezz’oretta. E si
spaventò un poco quando vide di
non essere più nel deserto. Poi, dopo alcuni secondi, quella
stanza le sembrò
un paradiso. Sul comodino affianco al letto trovò un
bicchiere affiancato da
una bottiglia d’acqua bella piena e fresca. Perché
usare il bicchiere, se con
quella sete era meglio a bere a canna?
‘Ce
è nebnacy...ehvunsydamy a bundydamy xie...[Si è
ripresa...informatela e
portatela qui...]’ fece una voce fuori dalla stanza, che
quasi la stava facendo
andare di traverso. Quando ebbe la pancia bella piena, si
lasciò cadere sul
letto e si mise ad osservare quella strana stanza dove si trovava.
No… non era
come quella di una casa di Metropolis...ma molto più
robotizzata. Dovunque ci si
girava c’era sempre qualche rotella che girava costantemente,
diversi tubi ben
scoperti, ed appesi sulla parete c’erano una serie di
strumenti, proprio come
quelle che si vedono nell’officina di un meccanico. In una camera da letto?? Cosa se ne fanno?? Le pareti erano semplici,
e sembrava tutto,
ma davvero tutto costruito in metallo e ferro. Forse perfino il
pavimento lo
era, a vedere com’era caldo e lucente. Ella si mise seduta
sul lato libero del
letto, attaccato al muro ed opposto all’ingresso, quando vide
l’ultima persona
che si aspettava.
‘Noemi!!
Sei qui!!! Eheheheh!!!’ La ragazza si alzò di
colpo in piedi.
‘Y…Yuna??!!
Oddio!! Tu??!!!’.
Elle
corsero insieme ad abbracciarsi. L’invocatrice sembrava
più fresca come una
rosa che l’orfana, che aveva ancora un po’ i segni
della polvere e della sabbia
sul volto.
‘Ma…gli
Albhed…ti
avevano…rapito…e…’ le parole
erano rotte dallo stupore e dalla
felicità di non essere sola in quel posto.
‘Ohhh…
va tutto bene!!! Non sai quanto sono gentili…e mi chiedo
anche perché gli
yevoniti li disprezzano così
tanto…!!!’. L’abbraccio divenne
fortissimo.
Dopodiché entrambe si sedettero sul letto.
‘Gentili??
Per quello che hanno fatto direi proprio di no!! Una volta mi stavano
pure
uccidendo!! [cap.11]’.
‘Lo
so… e sanno anche della tua seconda
identità…e sembrano piuttosto spaventati di
essa…! Comunque non lo fecero per dispetto…!!
Ma…credo che qui ci sia una
persona che te lo spiegherà meglio!!!’.
‘Chi??
Mi gira la testa… dove siamo??’.
La
porta automatica si aprì alzandosi appena vi si
affacciò una ragazza bionda.
‘Noemi!!??
Cosa ci fai qui?? Menomale che l’Albhedina ha funzionato!!
Eri sparita di
colpo…e quel ragazzo…!!’. Ancora???
‘Ehm…
beh…mi ero cacciata nei guai…qui…tra
le dune…anche
se…’—abbassò la
testa—‘..non
so perché mi sono trovata qui…’.
Rikku
si avvicinò saltellante e si inginocchiò
così da vederla negli occhi alla
stessa altezza.
‘Sei
alla base degli Albhed…nell’isola di
Bikanel…Qui noi Albhed abbiamo la casa!!
Ho sentito che due nostri compagni ti hanno trovato tra le dune di
Sanubia!!
Sei stata fortunata, sai?? Uscire da esse, se non le conosci bene,
è difficile
e rischioso!! Comunque…ti prego di non dire a nessuno dove
ci troviamo!! I
Guado ci attaccherebbero!!’. Poi le prese le mani, prima di
notare con gli
occhi la strana catena che dondolava avanti ed indietro. Ne era ormai
certa:
era praticamente identica. Quello che l’altra ragazza
notò furono i suoi occhi
senza pupille. Ma niente contava, se non la spiegazione
dell’attacco sul lago [cap.30].
‘Perché
ci hai lasciato in quel modo??? Che cosa ti è
preso??!!’.
Rikku
si spaventò alla domanda e si girò verso Yuna,
che era troppo contenta per
mostrargli qualche sospetto o risposta.
‘Beh…
il nostro dovere è salvare gli invocatori e soprattutto i
guardiani… Vedi…da
quando è successo quel disastro con la tecnica Sunshine, ai tempi di Braska, abbiamo
pensato che l’unico modo per
salvarli fosse quello di rapirli e farli ragionare qui sui loro inutili
rischi…
Noi non abbiamo nulla contro il clero e i sacerdoti, davvero!! Non
è come penserebbe
Wakka!!...’.
‘Ma…
perché rapire gli invocatori, se ci sono i guardiani a
proteggerli??’.
Subito
Yuna cambiò espressione. Passò dalla
felicità esaltata ad una malinconica
tristezza. Non volle farsi vedere, e perciò
preferì alzarsi ed avvicinarsi all’ingresso,
restando però nella stanza.
‘Beh…ma
per sconfiggere Sin…accidenti!! Ci deve essere un altro
modo…’. Che cosa
c’entra?? A cosa servono allora i
guardiani?? Perché???
Rikku stava
aprendo la bocca quando la anticipò Noemi.
‘Aspetta…ma…
perché siete qui? In un posto così inospitale??
Perché vi odiano così tanto?’.
Lei
le rivolse un’espressione leggermente afflitta.
‘Beh…
un tempo noi Albhed avevamo un’isola che era la nostra
casa…poi i sacerdoti e i
Guado ci attaccarono, perché avevano paura delle nostre
macchine, secondo loro
responsabili dell’avvento di Sin… Loro non hanno
prove per darci la colpa!!!
Comunque…dopo la distruzione del’isola, tutti noi
ci eravamo dispersi per tutto
il continente, fino a quando mio padre, Cid, riunì tutti gli
Albhed qui,
nell’isola di Bikanel, lavorando sodo per questa nuova
casa...!!!’. Cavolo…hanno
ragione..!! Perché fare del
male a questa gente?? E poi non credo che a Sin interessino le
macchine…
compare e distrugge anche laddove non ce ne stanno…
Rikku poi sollevò la
testa, notando il viso pensoso della ragazza.
‘E
poi come fai a sapere che abbiamo “rapito” Yuna???
Tu non eri laggiù, se non
ricordo male!!!’.
Per
l’altra fu come un lampo. Basta!!
Deve
saperlo…
‘Ehm…beh…ecco…Rikku…ti
devo dire una cosa…’.
La
“cosa” non fu detta. Si sentì, poco
lontano, un’esplosione che fece vibrare
tutto il posto. Iniziarono a sentirsi urla e grida ovunque, e
macchinari
muoversi tutt’ad un tratto. Cominciò a suonare
l’allarme attraverso i vari
megafoni sparsi per la base.
’Yddahweuha!!
Ymmynsa!!
Ymmynsa!!! Ceh le cdy yddyllyhtu!! Nebadu!!! Ceh le cdy yddyllyhtu!!
Bnabynyda
didda ma ynse y tecbuceweuha!!! Ry keà tecdniddu my lahdnyma
ahankadely!!!
Bnacdu!!!! Vansydamu!!! [Attenzione!! Allarme!! Allarme!!! Sin ci sta
attaccando!! Ripeto!!! Sin ci sta attaccando!! Preparate tutte le armi
a
disposizione!!! Ha già distrutto la centrale energetica!!!
Presto!!!!
Fermatelo!!!]’.
Il
volto di Rikku si fece pallidissimo. Il suo sangue divenne
così gelido che aprì
la bocca, ma le parole non uscivano. Noemi e Yuna la guardarono, in
ansia per
avere un minimo di traduzione.
‘Cosa…cosa
sta succedend…’. La domanda di Noemi venne
bloccata da un altro terremoto,
seguito da un’altra esplosione, dall’altra parte
rispetto a quello precedente.
Si guardarono tra loro, incuriosite, impaurite, fino a quando Rikku si
alzò in
piedi e mostrò il suo sguardo perso. Per qualche strana
ragione, l’orfana
iniziò a sentire un leggero calore al collo. E aveva
imparato che non era
niente, niente di buono quando accadeva…
Lasciata
la baita, il gruppo si ritrovò con Auron proprio vicino allo
spazietto nevoso.
Egli prese da una tasca il sacchettino rosso di Eliomagilite, mentre
Wakka
consegnò la foto a Lulu, che la fece vedere a tutti, in modo
tale che il
teletrasporto riuscisse. Erano già tutti pronti, quando
Matthew esitò.
‘Ehm…scusate…io
devo raggiungere Bevelle…vi auguro buona fortuna!! In posti
così di certo non
troverò delle soluzioni al “Misterioso Passato Che
Il Clero Tanto
Nasconde”….eheheheh!! Ci vediamo!!’.
Egli
agitò la mano e corse verso il Bosco di Macalania in
direzione di quella città.
‘Tsk…
Scherzare sul passato…!!!’.
‘Dai,
Auron…lascialo perdere…è solo un
esploratore...concentriamoci, ora...per il
bene di Yuna!!!’.
Tutti
e quattro toccarono la foto insieme, con il guardiano in rosso che
spargeva
l’Eliomagilite al centro, in modo che investisse tutti
interamente. Subito si
liberò una leggera luce bianca, che li investì
fino a teletrasportarli chissà
se proprio in quel posto desertico. Wakka si sentiva davvero disperato.
Già
odiava tra sé e sé gli Albhed, poi era diventato
un traditore, proprio lui che
amava Yevon con tutto il suo cuore. Quello che lo faceva sentire
più solo era
anche il fatto che nessuno, oltre a lui, sembrava pensare anche alla
sorte del
suo migliore amico. Auron aveva una sicurezza sfacciata verso di lui,
mentre Lulu
non ne aveva mai parlato. Wakka aveva pensato che con lui la sua
squadra
avrebbe avuto un’altra bella chance. E poi?? Lui si era
ritirato per fare il
guardiano per Chappu, e per questo mancava un giocatore, e non avrebbe
potuto
nemmeno far partecipare la sua squadra al torneo in cinque. Chi avrebbe
voluto
giocare in quella squadra di “poppanti”?? Questo lo
avrebbe costretto a
sciogliere la squadra per sempre, cosa che lo metteva davvero
giù. Povero
Wakka!!
‘Co…cosa…??’
Noemi e Yuna non credettero alle loro orecchie. Le grida erano ormai
ovunque.
‘S…sì…Sin
è qui…!!! Presto!! Andiamo fuori di
qui!!!’.
‘Ti ho
trovato…
Finalmente…vieni con
me.. non scappare…’.
L’Albhed
si alzò di scatto, ed incitò le due amiche ad
uscire fuori per seguirla. S…Sin…ma…ma
allora…allora…mi aveva portato
lui qui….forse… Ma...cosa vuole?? Odia davvero le
macchine?? Cosa sta
cercando??? Perché!!!
Uscirono
dalla stanza in fretta e furia, continuando a correre, mentre il suolo
vibrava
ai loro piedi. Tra urla, esplosioni e duri colpi vari, ci si doveva
quasi
coprire le orecchie. Passarono per vie coperte, senza alcuna finestra,
ma piene
di macchine, tubi scoperti, e rotelline che si muovevano lentamente. Le
luci
erano dati quasi come a Metropolis, con l’energia elettrica e
i fili di
tungsteno, che funzionavano ad intermittenza, a causa della centrale
già danneggiata.
L’energia elettrica era fondamentale per gli Albhed, per far
funzionare i
cannoni potenti di cui la base disponeva, e si poteva ben dire che
l’essere deforme
aveva centrato il loro punto debole, e questo spiegava anche la grande
agitazione dei compagni di Rikku. Mano a mano che si avanzava verso
l’ingresso,
aumentavano i detriti, il ferrame sparso in giro, ed il numero degli
individui,
muniti di ogni genere di arma, più o meno strana, mentre qua
e là fuoco e
fumera rendevano il posto ancora più a pezzi.
‘R…Rikku!!!
Dove…pant…ci stai portando??’ le
urlò la ragazza orfana.
‘Da…da
mio padre!! Lui saprà cosa fare!!!!’.
Corsero
per almeno quindici minuti in quella gigantesca struttura per
raggiungere l’ingresso
principale. Appena che uscirono, tutte e tre rimasero gelide come
ghiaccioli.
Davanti a loro c’era Sin, in tutta la sua potenza, che si
librava nell’aria
grazie a quello che sembrava un chakra, di colore dell’oro,
che lo rivestiva
completamente. Era lì, fermo, quasi immobile, come se
aspettasse qualcosa o si
godesse lo spettacolo. La distruzione della centrale, e di un terzo
della base,
era stata causata dai mostriciattoli nati dalle sue scaglie, che
caddero in
varie parti, e continuavano a fare danni. Ne erano caduti a migliaia
dappertutto, perfino sui tetti. Ma cosa faceva quell’essere??
Completamente
nulla. Noemi si sentì continui brividi sulla schiena,
terrorizzata dalla vista
di quel mostro portatore di morte, tanto da non riuscire più
a muovere un dito
per diversi minuti. E qulle voci, quei suoni, tuonavano, vibravano,
cercavano
di dare un messaggio. ‘La
fine e’ vicina… non aspettare… non cadere
nel tuo passato
dimenticato…’.
Yuna
reagì più in fretta della ragazza, e si
avvicinò a Rikku di corsa. ‘Rikku!!! Ho
bisogno dell’asta e della sfera magica che mi è
rimasta!!! DEVO fermarlo!!!’.
Lei
non le rispose. Vicino a lei c’erano due Albhed, di cui uno
era proprio quello
biondo con le due “corna”, per metà
ginocchioni, mentre l’altro in piedi era un
tipo alto, robusto e calvo, con una barba cortissima solo a livello del
mento,
e che vestiva un paio di pantaloni gonfi e gialli, stivali lunghi, blu
e neri,
e dello stesso colore erano anche i suoi scalda braccia. Qua e
là sbucavano dei
piccoli cinturini verdi, che reggevano tutti i suoi vestiti. Aveva una
quarantina d’anni, e l’aria di essere un capo.
Davanti a loro giaceva un
cadavere, un uomo dalla pelle scura. I toni erano davvero tristissimi.
‘Huh
vyna lucì Berrik... A' cdydu ih jymunucu luspyddahda... de
ry casbna
yvveyhlydu, vehu ymmy veha... Mu neluntanasu casbna... [Non fare
così Berrik...
E' stato un valoroso combattente... ti ha sempre affiancato, fino alla
fine...
Lo ricorderemo sempre...]’. Il biondo non fece una piega e
rispose con voce
molto debole.
‘Huh
cluntanò sye ma esbnaca lra ehceasa yppeysu
yddnyjancydu...[Non scorderò mai le
imprese che insieme abbiamo attraversato...]’. Rikku gli mise
una mano sulla
spalla.
‘Se
tecbeyla dyhdu...[Mi dispiace tanto...] ’.
Rikku
poi disse sottovoce qualcosa al tipo calvo, che si girò
verso le altre due, con
modo di fare autoritario e molto serio. Era un tipo dal sangue freddo.
‘Piacere…mi
chiamo Cid… sono il padre di Rikku e il capo degli
Albhed… Ma non è tempo per i
convenevoli ora… Voi,
invocatrice…’—lei lo guardò
subito negli occhi—‘…la
vostra asta la prenderà mia figlia, con la sfera…
e…’—si voltò verso Noemi,
ancora bloccata—‘…voi!! Se restate
lì incantata, farete una brutta fine!!
Prendete un’arma subito e dateci una mano a
respingerlo!!!’. Cosa...?? Io??
Ma….ma…
‘Si…
Proprio te sto
cercando…’.
Kimahri,
Auron, Lulu e Wakka si trovarono tra quelle dune sabbiose. I due
guardiani seri
subito si misero in cammino, mentre Lulu ringraziava quel cielo sereno
e
limpido per averli condotti nel posto giusto, se avrebbero poi trovato
Yuna lì.
‘Ma…adesso dove andiamo??’.
‘Andiamo
a salvare Yuna…’ rispose il guardiano in rosso
alla maga nera, camminando come
se il loro obiettivo fosse una cosa ben facile. Fu lì che
l’ex-blitzer scoppiò
di rabbia.
‘CERTO,
COME SE FOSSIMO SICURI CHE LEI FOSSE LA’!!! IO TRA GLI ALBHED
NON CI STO!!!
Sono solo gentaccia!!!!’.
Subito
si sentì un forte rumore nell’aria, che sembrava
provenire dalla parte in cui
si dirigevano il Ronso ed Auron. Sembrava il rumore di una fortissima
esplosione.
‘Ma…cos’è
stato?? Avete sentito??’ chiese la maga, mentre Wakka si mise
a braccia
conserte, fermo e rigido nella sua posizione, come per dispetto.
‘Kimahri
sente qualcosa non buona… Pericolo vicino!!!’.
Quando
i tre più avanti superarono la piccola duna alla loro
sinistra, videro, da lontano,
la base Albhed tra le fiamme e la fumera. Da lì si
lanciavano rumori confusi,
distorti, mischiati al rumore delle fiamme e della distruzione. E
lì, sulla
sinistra, davanti, c’era Sin, che si librava di un chiarore
dorato luminoso.
Quando lo videro Lulu ed il leone, si bloccarono a quella vista
orribile. Il
guardiano professionista fu l’unico a commentare.
‘Eccolo…è
lì…il nostro
carissimo…’—ed impugnò la
katana lucente, pronto alla battaglia,
che si aspettava
durissima—‘…Laggiù ci sono
tutti quanti…Rikku, Yuna e Tidus…’
continuò, osservando quel’essere. Se
c’era quell’affare, lì, doveva esserci
anche lui, pensò con sicurezza.
|
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Capitolo 35 *** Cap.35: Fire Horizon ***
Rikku
corse come una matta nella “Sala della Sicurezza”,
utilizzata per conservare
tutti gli oggetti magici e le armi altrui. Non era facile trovare
un’asta ed
una sfera lì, tra il fumo e le fiamme, soprattutto quando ti
tremano le mani all’impazzata.
L’ingresso
era pieno di lunioli qua e là, man mano che quelle scaglie
venivano uccise
l’una dopo l’altra. Molti Albhed erano a terra
inerti, e le fiamme erano
arrivate a coprire almeno metà della struttura. Cid
continuava a combattere con
coraggio, mentre Sin era lì, fermo, mentre tutto bruciava e
cadeva a pezzi.
Tutte le fatiche di quel popolo odiato, il loro duro
lavoro…prima distrutto dai
Guado e poi da quell’essere, che riprese a gridare ancora.
“Non aspettare…Non scappare… non c’e’
altro modo per
rinascere…”.
La
ragazza di Metropolis più si guardava intorno e
più sentiva l’odore della
morte. Ovunque erano sparsi diversi cadaveri, di coloro che
combatterono con
coraggio, proteggendo loro stessi ed anche l’invocatrice. Che
ragione c’era di
disprezzare gli Albhed, dunque??
Il
campo era appena stato liberato, quando da Sin cadde un’altra
ondata di
scaglie, tutte nello spazio dove stava il gruppo più
compatto, ed appena esse
si aprirono come boccioli, uscirono altri mostriciattoli, almeno un
centinaio,
che erano lì, pronti a radere al suolo quello che rimaneva.
Cid e il compagno
Berrik, guardarono senza reagire quei mostri muoversi.
‘Symateweuha...’
[Maledizione...]. Il biondo a corna si girò verso il capo.
‘Lucy...lucy
vylleysu???’ [Cosa...cosa facciamo???]. Cid
osservò duramente più Sin che le
scaglie che si stavano avvicinando, mantenendo il sangue freddo. Perché…perché…
questo mostro è sempre qui…
che ragione ha di distruggere tutto… sei stato tu a portarmi
qui, non è vero??
Che cosa vuoi???!! Noemi cercò di trovare una via
d’uscita.
‘Tuppeysu....vikkena...
Berrik!! Bnabyny m'yanuhyja!!! Vynò tecdnikkana xiacdu
bucdu... luh didde
xiacde tyhhyde...!!!’ [Dobbiamo....fuggire... Berrik!!
Prepara l'aeronave!!!
Farò distruggere questo posto... con tutti questi
dannati...!!!] continuò Cid,
rigido.
“Ti prego… Non posso
rimanere in questo
stato ancora per
molto…”.
‘Sy...Cid!!!
Sin le ehcakienà!! Cy jumyna!!!’ [Ma...Cid!!! Sin
ci inseguirà!! Sa
volare!!!]. Cid restò zitto per diversi secondi, vedendo
l’essere librarsi
nell’aria. ‘Huh yppeysu ymdny clamdy...’
[Non abbiamo altra scelta...] .
Berrik
si voltò per dare la notizia a tutti i sopravvissuti
all’interno della
struttura, quando notò Noemi. Già, quella
ragazza… e quel chakra. Gli venne un
grosso brivido sulla schiena e si rivolse verso Cid.
‘Cae
yhluny XIE????!!! Lra cillata???’ [Sei ancora QUI????!!! Che
succede???]. Il
pelato lo vide tremare come una foglia.
‘Cid!!!
X....xiammy nykywwy...!!! Ry em chakra pmi!!! Ja mu keinu!! M'ru
jecdu!!! Huh cybajysu ca tenjamu xiacdu...!!!’ [Cid!!!
Q....quella
ragazza...!!! Ha il chakra blu!!! Ve lo giuro!! L'ho visto!!! Non
sapevamo se
dirvelo questo...!!!]. Cid si sbalordì e si mise quasi a
sbraitare.
‘Lucy??!!
Ceysu eh ihy cediyweuha te asankahwy a de sadde y tena vaccanea tam
kahana???!!’
[Cosa??!! Siamo in una situazione di emergenza e ti metti a dire
fesserie del
genere???!!].
L’orfana
continuava ad indietreggiare. Che cosa poteva fare? Le scaglie
sembravano
divertirsi a mettere gli Albhed e loro alle corde… quando
sarebbe arrivata
Rikku?? Quel posto che aveva citato era forse molto lontano da
lì?? Certo, in
una base così grande…
‘Yuna!!!’.
‘Co…cosa??’
ella si volto verso Noemi, che subito ebbe nel volto una strana
determinazione.
‘Allontanati…non
c’è altro modo!!!’.
‘Cosa???
Stai scherzando??!! Invocherò subito Valefor!!!’.
L’orfana
si fermò di colpo e cercò di concentrarsi.
‘Non c’è tempo…ti
prego…scappa!!!’.
Rikku
riuscì a trovare l’asta e la sfera di Besaid, ed
era corsa come non mai verso
l’uscita, con i nuovi detriti che, trovati qua e
là, la rallentarono parecchio.
Quando la porta automatica si aprì si fermò di
colpo. Altri cadaveri, altre
scaglie erano davanti a lei e gli altri. Le più isolate
scaglie iniziarono ad
attaccare, fermati dalle armi degli altri Albhed lì
presenti, che continuavano
a resistere.
‘Scappa!!!
Ti prego…’.
Yuna
era ancora più preoccupata. Sapeva bene che un Eone non
sarebbe stato di certo
sufficiente per fermare il portatore di morte. Vide la ragazza rimanere
ferma
ed immobile davanti a quei mostri, mentre alcuni di essi iniziarono a
lanciare
aculei da quelle specie di ali. Subito il chakra blu
l’avviluppò come se
invocato, agli occhi di Berrik e Cid. Quest’ultimo si
girò stupendosi.
‘Sy...ymmuny...any
janu xiammu lra telajyhu... Huh...huh le buccu
lnatana...’ [Ma...allora...era vero quello che dicevano...
Non...non ci posso
credere...].
Rikku
non capiva cosa stava succedendo. L’istinto le disse di dare
al volo l’asta e
la sfera a Yuna, che le prese subito. ‘Invoca, presto!! Non
c’è tempo da
perdere!!!’.
Noemi
si sentì come in sintonia. Quei versacci che scuotevano
l’aria erano fin troppo
incomprensibili. Ma una strana, sconosciuta sensazione, le diceva che
Sin in
realtà parlava, gridava, lanciava messaggi. Comprensibili
solo per qualcosa,
per qualcuno.
Le
scaglie attaccarono in massa. Gli Albhed misero mani alle armi e alle
munizioni
scarse rimaste per far fronte a quei cosi. Yuna prese in mano
l’asta, mentre
Rikku tirò fuori il suo guanto, affilato
all’esterno. I mostriciattoli erano in
troppi, ed uno di essi spinse l’invocatrice facendola cadere
assieme alla sfera
di Besaid. Altri tre spinsero la bionda Albhed per terra a pancia in
giù,
vedendo davanti a sé il padre lottare contro la maggioranza
di quelle scaglie.
Quello che la impressionò fu quella luce blu che generava la
ragazza. Si alzò
lentamente, mentre le girava fortemente la testa, e vide una specie di
trasformazione, mai vista in vita sua. Un altro fascio di luci si
concentrò in
quella mano destra, fino a diventare una spada colore azzurrino, prima
che l’aura
non sparì con leggerezza. La bionda Albhed pensava di aver
avuto qualche
allucinazione. ‘Ma…ma…quello
è…’.
Un’altra
scaglia aveva drizzato le “ali”, e si
lanciò verso di lei per morderla di lato,
quando sentì una piccola folata di vento alla sua destra,
accompagnata da una
breve scia azzurra e seguita da un tonfo secco, come quello di una lama
che
squarcia un nemico.
‘Ma…ma…tu…lei…!!’
balbettò dopo aver visto i lunioli volare qua e
là, sgranando gli occhi
continuamente. Non ci capiva più niente.
‘Va...tutto
bene…??’ le chiese Tidus, mentre una luce blu
continuava a illuminarne le sue
sagome. A quelle comete ne seguirono altre, generate dai mostri uccisi
dai
coraggiosi Albhed lì vicino. Rikku incrociò i
suoi occhi verdi con i suoi
azzurri, per poi scoppiare in lacrime, abbracciandolo fortemente. Era
una
fortuna che molte scaglie avevano preso di mira altre persone e non
loro in
quel momento. Intanto Yuna si rialzò e cercò di
avvicinarsi alla sfera caduta,
difendendosi dagli attacchi per mezzo della sua asta.
‘Siamo…siamo
persi…la nostra casa…le nostre
fatiche…!!!!’ fece Rikku in tono disperato. Cid
aveva visto la trasformazione a tratti, a causa degli attacchi, e
lì capì
tutto. Appena ebbe un istante libero, si rivolse urlando a Berrik.
‘Rye
nykeuha...è mie!!! Sy se caspny lucleahda te xiammu lra
vy... bucceysu
vetynle!!! Bnacdu...tì y didde te dnujynce hae cuddannyhae,
ymm'yanuhyja,
CIPEDU!!!’[Hai ragione...è lui!!! Ma mi sembra
cosciente di quello che fa...
possiamo fidarci!!! Presto...dì a tutti di trovarsi nei
sotterranei,
all'aeronave, SUBITO!!!]. L’Albhed non se lo fece dire due
volte, e corse
entrando di nuovo nella base.
‘Dove…dove
andremo…tutti ci odiano e non ci
sopportano…!!!’ continuò la bionda
Albhed,
singhiozzando ed appoggiando la sua testa sul petto del compagno. Lui
cercò di
consolarla, portando la mano sinistra libera dietro al suo collo e alla
sua
schiena. E tutto per una stupida
tradizione… ma cosa trama il credo?? Di cosa ha paura???
‘Mi
dispiace… troveremo un modo!!! Ora dobbiamo uscire di
qui!!!’. Gli attacchi
delle scaglie divennero più organizzate, come se prima esse
si stavano solo
divertendo. Subito Tidus si staccò da Rikku per fronteggiare
un altro attacco,
fino a quando essi divennero interminabili.
Cid,
Berrik e i rimanenti Albhed erano ormai stremati, quando arrivarono di
corsa
gli altri guardiani, capeggiati da Auron.
‘YUNA!!!
PRENDI QUESTA!!!!’.
Tutti
sollevarono la testa, e videro, da una duna sulla loro sinistra, un
gruppo di
quattro persone, che scivolavano sulla sabbia dorata con armi in mano,
pronti a
fronteggiare gli attacchi. Il guardiano in rosso fu quello ad urlare, e
lanciò
con tutta la forza che aveva, la sfera verde di Macalania, che cadde
appena
appena sullo spazio antecedente alla base. Guarda
chi si rivede!!! L’invocatrice riuscì a
prendere la sfera e seguì il
consiglio del guardiano professionista. Era anche lei convinta che la
sfera con
i poteri del gelo poteva essere più efficace per confondere
i nemici tra il
clima deserto e quello antartico. Ella corse come poté verso
la sfera a terra,
pronta con l’asta ad invocare Shiva, l’Eone di
quella sfera. Subito il Ronso ed
il guardiano professionista aumentarono la resistenza con la loro
forza, mentre
la maga nera prese il libro e lanciò incantesimi oscuri e di
fuoco, con le
sfere di Djose e di Kilika.
Wakka
subito si fermò ai piedi della base, appena vide insieme le
persone che aveva
desiderato riabbracciare in quello stesso momento. Inconsciamente, in
quel
desolato panorama d’inferno e distruzione, sorrise di cuore,
prese la sua palla
chiodata, e diede man forte insieme agli Albhed che tanto odiava, senza
forse
nemmeno accorgersi di aiutarli, per la prima volta.
‘Rikku!!
Vieni dietro di me!! Sta invocando!!!’ le urlò il
biondo, mentre continuava ad
indietreggiare per via degli attacchi. L’invocatrice venne
protetta arduamente,
mentre ella chiuse per un attimo gli occhi, mettendo la sua asta dritta
intorno
a sé, con la sfera di Macalania sulla mano destra. Da essa
si liberarono in
poco tempo delle scie brillanti di ghiaccio, fredde e gelide, che si
muovevano
dal basso verso l’alto con forme sinuose e dolci, attorno a
Yuna. Quando
l’energia fu sufficiente, ella aprì le braccia
all’esterno, e dietro di lei si
formarono, in quei soffi gelati, cinque enormi blocchi trasparenti di
ghiaccio,
che creavano la forma di un fiore, mentre la luce del sole desertico si
fece
più fioca e debole.
Tutti
i combattenti si voltarono verso di lei, quando si liberò
una strana luce verdicciola,
che ruppe il ghiaccio, facendo uscire, nella sua bellezza,
l’Eone Shiva. Aveva
una somiglianza straordinaria alla fisionomia umana, più di
tutti gli altri
esseri mistici. Era alto due metri e mezzo circa, ed aveva
l’aspetto di una
donna ventenne sul volto. La sua pelle era azzurra più scura
del cielo, gli
occhi erano verdi come le foglie degli alberi, e i suoi capelli, lunghi
fino al
fondoschiena, e raccolti separatamente con sette trecce con delle
corone di
rami, erano di colore blu scuro, terminanti con anelli di cristallo,
più grossi
per le trecce più lunghe. Nella parte di destra le cadeva un
velo trasparente,
lungo fino al suolo, e il suo seno era coperto da uno spesso strato di
ghiaccio
e ramoscelli. Si muoveva con grande grazia ed eleganza, mentre strane
verdi
scintille luminose si liberavano da essa, ad ogni suo passo e
movimento,
perfino allo spostamento di un anello sulla sua caviglia sinistra.
Berrik si
voltò verso Cid, che non aveva mai visto nulla di
così incantevole e
straordinario.
‘Sy...luc'è??
A' ih ymdnu sucdnu???’
[Ma...cos'è?? E'
un altro mostro???].
‘Hu...
è my jany vunwy takme ehjulydune...’ [No...
è la vera forza degli invocatori...]
rispose il capo pelato. Le
scaglie, per
quella luce, si spaventarono ed iniziarono ad indietreggiare,
così come avevano
fatto un attimo fa con il chakra blu.
In
quel momento regnava il caos ed il silenzio insieme. Fuori si ammirava
quella
graziosa creatura, che generava grandi speranze, ma dentro gli animi di
tutti o
quasi non si riusciva a trovare una soluzione per scacciare Sin e
salvare la
base. Yuna si concentrò e Shiva si avvicinò alle
scaglie, alzò le sue braccia e
concentrò la sua energia sulle mani, fino a rivolgerle
dritte verso di loro. In
pochi secondi la temperatura si abbassò di colpo, e
ciò crebbe, nello spazio
occupato dalle scaglie, uno strato spesso di ghiaccio, che
investì ogni cosa,
congelandola all’istante. L’Eone poi, sempre con
leggerezza, abbassò la mano
sinistra, mentre con la destra schioccò le dita fortemente.
Dal suolo
ghiacciato spuntarono rami e radici varie di ogni forma e dimensione,
che con
la loro violenza distrussero tutte quelle “statue”,
rendendole solo in pezzi e
frammenti, che si sciolsero al sole, quasi coperto
dall’incredibile quantità di
comete liberate.
Ovunque
regnava il silenzio della speranza. Shiva si volse verso Sin e gli
rivolse il
potente attacco Diamanpolvere
che i guardiani avevano visto prima al
tempio [cap.32]. L’attacco arrivò in pochi
secondi, ma l’essere si protesse con
uno scudo dorato, che deviò in varie direzioni la gelida
magia, per quanto efficace
poteva essere.
“Unisciti a me… E sconfiggiamo questo
nostro dolore una
volta per tutte…”
La
temperatura tornò poi normale pian piano, mentre
l’invocatrice iniziò a
faticare per il grande sforzo. Sin era ancora lì, davanti a
loro, senza un
misero graffio, e da esso calarono un altro centinaio di scaglie,
pronte ad
attaccare. Gli Albhed si guardarono tra loro, mostrando tutti la paura
di
andare all’Oltremondo, o peggio, diventare mostri
perché odiati dal clero e
quindi non trapassati di conseguenza. Wakka notò i loro
volti, la loro base
quasi distrutta completamente, e i cadaveri che rendevano orrendo il
panorama.
Era la prima volta che provava un po’ di pena per loro. Sono
o non sono esseri
umani?? Perché disprezzarli tanto, e solo perché
preferiscono affidarsi alla
tecnica delle macchine che alle magie o al credo??
Tidus
guardò Yuna abbassare le spalle e respirare un po’
a fatica. Quelle magie
dell’Eone sembravano mangiargli le forze, e per giunta erano
state totalmente
inutili. Sin era là, come uno spettatore davanti a dei
gladiatori romani, che
se ne fregano altamente, anzi, godono dello spettacolo di morte e
sangue. Io lo so… tu vuoi
me… mi odi ancora?? Perché
non sono alla tua altezza?? Perché sono stato un
piagnucolone?? Allora, avanti??
Cosa aspetti???!!!
’COSA
ASPETTI???!! NON VEDI CHE SONO QUI??? SMETTILA DI UCCIDERE TANTA
GENTE!!!!’
urlò poi, agitando braccia e Fraternity insieme, aumentando
l’aura blu che lo
investiva. Auron lo sentì gridare e corse verso di lui,
attaccandolo con la
katana per calmarlo. Lui si difese parandosi con la spada magica.
‘IDIOTA!!!
Smettila di fare lo sciocco!!! Non ricordi ancora niente per fare il
pazzoide!!!!’.
La
sgridata “fraterna”, e la probabile lotta che ne
sarebbe sorta, venne
interrotta da suoni meccanici di accensione, dai pochi megafoni rimasti
funzionanti.
‘Yhtyda
didde hae cuddannyhae!! Bnacdu!! Cid ry untehydu my tecdniweuha tammy
pyca!!! Bnacdu!!
Didde jancu m'yanuhyja!!!’ [Andate tutti nei sotterranei!!
Presto!! Cid ha
ordinato la distruzione della base!!! Presto!! Tutti verso
l'aeronave!!!]. Si
videro tutti gli Albhed correre verso la base, Berrik compreso.
Cid
si avvicinò a Rikku, rimasta indietro. ‘Bnacdu!!
Bundy yhlra munu hae
cuddannyhae, cubnyddiddu xiamme luh e chakra...cipedu!!!’
[Presto!! Porta anche
loro nei sotterranei, soprattutto quelli con i chakra...subito!!!].
Lei
si voltò, e si mise in mezzo al guardiano in rosso e al
biondo, che stava
scattando di nuovo dall’ira.
‘Presto!!
Corriamo giù nei sotterranei!!! Lì ci
salveremo!!! Faranno…faranno saltare la
base…!!!’.
I
due si guardarono in faccia, ed Auron fu il primo ad abbassare la
pesante lama.
‘Allora andiamo. Se restiamo qui morirete di
sicuro…’. Mo…morirete???!!
Perché, tu fai eccezione??
Io…io…ti…
Tutti
senza fiatare corsero verso i sotterranei, schivando ogni genere di
scaglia qua
e là, fuori e dentro la struttura. L’Eone era
scomparso, e Lulu assistette
l’invocatrice, che correva più lentamente degli
altri. ‘Hai fatto il possibile…sono
fiera di te!!!’ le sussurrò.
Il
percorso fu tutto un insieme di grida di aiuto, esplosioni varie, tubi
fuoriusciti e fumanti e tanti, tanti lunioli sparsi. Dovevano alla fine
seguire
quella strada, e l’Eliomagilite era per giunta finito,
rendendo impossibile il
trasporto di così tante persone.
Una
porta automatica si alzò verso l’alto a tratti,
quasi guastata, portando verso
un breve ponte illuminato in rosso, che terminava con delle piccole
scale.
L’aeronave era lì, sospeso in aria grazie a degli
strani aggeggi attorno
all’enorme sala a forma di sfera schiacciata, che lanciavano
raggi elettrici
che mantenevano sollevato quell’affare. Era un miracolo che i
sotterranei erano
ancora sicuri.
L’ex-capitano
si voltò verso l’aeronave, mostrando
già segni di avversione. Le sue dimensioni
erano più o meno come quelle di una collina intera, di
chissà quante tonnellate
e tonnellate. Aveva forme affusolate, con un corpo centrale di forma
ovale e
bianco, con piccole finestre schiacciate nella parte bassa, e
tutt’attorno ad
esso il veicolo si estendeva più o meno come le ali di un
jet, di colore viola
e dalle forme molto più curveggianti. Sotto di esso
c’erano delle tende con dei
simboli sopra, più o meno come quelli dei blocchi della
base, ed oltre ad esse
c’erano delle eliche, sempre di colore viola, una a destra, e
l’altra a
sinistra, che giravano vorticosamente, assieme ad una gigantesca ruota
color
dorato, inclinata a 45 gradi, dietro il corpo bianco centrale
più in alto.
Quell’elica era grande quattro volte di più, e
mostrava ancora dei simboli,
scuri sul fondo chiaro.
‘Questa
è una macchina proibita!! Non volete mica che
io…’.
Tutti
gli altri si girarono fulminandolo mentre salivano. Lui
cercò di resistere anche
contro l’imbarazzo.
‘Se
vuoi restare qua, fai pure… Arrivederci
all’Oltremondo…’.
Quelle
parole di Auron bruciarono nell’animo
dell’ex-capitano e di Tidus, ormai gli
unici ancora fuori dall’aeronave, mentre i terremoti si
susseguivano
continuamente. In particolare, uno di essi, fece rompere uno di quegli
aggeggi
“spara-laser”, tanto che il veicolo
iniziò a dondolare pericolosamente Io…io
non lo sopporto più…
Il
biondo si avvicinò a Wakka cercando di sorridere, vedendolo
a braccia conserte,
e temendo la sua fine. Gli mise le mani inguantate sulle spalle e lo
guardò fisso
negli occhi.
‘Wakka…
gli Albhed ci hanno aiutato… volevano solo fare del
bene… non c’è motivo di
odiarli… E poi… non voglio mica che il mio
migliore amico faccia una brutta
fine…’.
Detto
questo, gli lasciò le spalle e iniziò a salire le
scale, mantenendo un sorriso
sincero.
‘Aspetta!!!!’.
Tidus
si girò.
‘Sono…’—imbarazzato—‘…felice
di rivederti ancora vivo!!!’ e corse verso di lui sorridendo,
salendoci insieme
sull’aeronave. Fiuuuu…
Ad
un ordine di Cid, subito il soffitto di quel posto iniziò ad
aprirsi, facendo
cadere tutta la sabbia che era sopra di esso all’interno, e
il giro di eliche
aumentò la sua potenza. L’aeronave salì
di quota, sullo cattivo spettacolo
della base, e non appena un Garuda cercò di attaccare il
veicolo, esso prese
enorme velocità, fuggendo da Sin e da tutti quei mostri.
Il
conto alla rovescia dell’autodistruzione era già
stato avviato. Bastarono solo
pochi secondi per spazzare via il frutto del lavoro di numerosi anni di
un
intero popolo. La base fu disintegrata da una potente esplosione, delle
stesse
dimensioni di una vera e propria bomba atomica, creando il famoso
“fungo” nel
cielo. Un fronte di fuoco si estese per almeno un terzo
dell’isola, bruciando
piante, fondendone i rottami sparsi, trasformando ogni cosa in fumo e
cenere.
Rikku
era lì, vicino ad una finestra della cabina di comando,
assieme a suo padre, i
suoi due fratelli, Berrik e Fratello, e gli altri suoi amici.
‘La
nostra base…la
nostra casa…distrutta…per sempre…!!!’.
ÑÑÑAltroveÐÐÐ
Erano
tutti lì, sulla porta del tempio della capitale Bevelle.
Davanti
ad una porta azzurra, che si trovava sotto ad una struttura, che
ricordava
tanto quella della facciata di un castello. Si trovavano proprio al
“Gran
Ponte”, che collegava la città al suo cuore
più sacro.
Tutti
i Guado erano lì, preoccupati come mai prima di quel
momento,
soprattutto Tromell ed Isabelle, che avevano aiutato il Maestro
nell’intero
tragitto dal lago ghiacciato di Macalania. La graziosa Guado non si era
accorta
di aver regalato l’ultimo sacchettino di Eliomagilite al
tempio ghiacciato.
‘Ti
prego, cugino… non rischiare!!!
Perché…perché arrivi a tanto??
Cosa ti è successo?? Cosa ti hanno fatto quei traditori per
arrivare ad un’Arte
Proibita???’ chiese dolcemente al Maestro, che non mostrava
per niente una
buona cera. Sul suo volto erano comparsi, lentamente, degli strani
lineamenti,
che non assomigliavano né a quelli di un umano,
né a quelli di un Guado. Lui
non rispose, e guardò in particolare la sua Gemma delle
Quattro Arti, che era
ora composta solo da tre cristalli, quelli blu, rosso e nero.
‘Signor
Seymour… diteci cosa dobbiamo dire alla gente…
con la
tecnica Chaos perderete la vostra
forma umana…potrete non essere più lo
stesso…’.
Il
Maestro sospirò. Bastò quello per zittire tutti.
‘Loro…si
sono…intromessi…nelle…nostre…faccende…
In
faccende…assolutamente…private… I
guardiani…sono i traditori…ma…
l’invocatrice…devo…sposarla!!!’.
I
Guado ne restarono impressionati. Sposarla?? In quello stato?? A
prima vista sembrava aver acquisito di colpo almeno una cinquantina
d’anni.
Aveva strane rughe ovunque, e soprattutto due gobbe sulla schiena, una
bassa e
l’altra, quella di destra, un po’ più
gonfia ed alta.
‘Ma…
Seymour!!! Con quell’Arte Proibita…!!’
ribatté un sacerdote
Guado, e lui iniziò a perdere le staffe.
‘ALLORA…significa…
che troverete…il modo… per
spiegare…l’accaduto…!!’.
Tra
i Guado si diffuse un “oh” ovunque. Nessun Maestro
si era
prima comportato in quel modo, e le Arti Proibite non erano mai state
più usate
dalla disgrazia di Braska, fatta eccezione per la tecnica del Sacrificio, l’unica Arte a non
essere
stata abolita tassativamente dal credo. Ma tutto ciò non
valeva anche per il
credo stesso?? Era una fortuna che ancora la gente non sapeva nulla,
altrimenti
ci sarebbe stato già uno scandalo. Ma per quanto tempo si
sarebbe tenuto a
freno l’accaduto?
‘Non
dite…nulla…alla gente…
almeno…fino a quando… non
avrò…sposato…Yuna…!!
Sono…sicuro…che verrà…qui
da me…per la sfera…di Bevelle…!!
Lasciatemi…solo…’.
I
Guado non osarono aprire bocca, e pensarono che fosse meglio
consultare il Maestro Mika per prendere le giuste direttive, anche se
ce n’erano
ben poche possibili, in una situazione del genere, mai successa, per
giunta.
L’unica
che restò ancora un poco fu Isabelle. Non voleva smuoversi
da lì, tanto che era preoccupata.
‘Ti
prego… puoi lasciarla perdere!! Se la gente vi vedesse in
questo stato…e poi…!!!’.
Seymour
non rispose, nonostante i continui suoi tentativi. Lei
alla fine seguì, un po’ piangendo, gli altri
Guado, voltandosi più volte verso
il cuginetto, mentre percorreva il lungo ponte che portava nella
capitale.
Quando aprì la porta opposta in fondo, uscirono schiamazzi e
grida di felicità,
tutti aspettando le attesissime nozze che avrebbero, come dicevano,
portato
finalmente l’attesissimo Bonacciale. Ma sarebbe davvero
arrivato, con l’uso di
magie così proibite??
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Capitolo 36 *** Cap.36: The Albhed Psyches Team ***
L’aeronave
lasciò dietro di sé l’isola Bikanel e
le sue dune per elevarsi fino alla
stratosfera, al di sopra delle candide nuvole che sorvolavano il mare
calmo. La
sua velocità era più o meno come quella di un
jet, diretto però verso dove?
‘Grazie
al cielo sei salva!!’ esclamò Lulu, abbracciando
sorridente l’invocatrice, di
nuovo tra i suoi guardiani.
‘Kimahri
molto in pensiero per te…’ continuò il
Ronso, avvicinandosi a passo lento ed a
braccia conserte, mentre il guardiano professionista si
accostò a Cid, che era
affianco a Fratello, il “vicecapo” Albhed, quello
con i tatuaggi a fiamma sul
corpo e sulle braccia [cap.30]. L’interno
dell’aeronave era tutto elettronico,
con diversi computer di controllo sparsi davanti ed a destra, con il
posto di
guida al centro, affiancato da due rampe di scale che scendevano e
portavano
verso altri computer. Diverse strisce verdi sul pavimento illuminavano
il
percorso, mentre davanti a sé si poteva avere una vista
quasi a 180° di quello
che c’era davanti all’aereo, oltre un vetro spesso
e tanto trasparente da
sembrare invisibile, su cui c’era anche un HUD molto moderno
e sofisticato,
completo di radar sullo stato dello scafo e delle munizioni. Era anche
armato
quell’affare?
‘Dove
siamo diretti?’ chiese Auron con tono autoritario.
‘Dove
vuole Yuna…doveva andare a Bevelle, giusto?? Ci
vorrà circa un’oretta…’ gli
rispose il pelato.
‘Sono
felicissima di rivedervi!!! E voi…immagino che siete stati
molto in pensiero
per me… ed avete anche raccolto la sfera di
Macalania…’. Yuna poi guardò la
sfera verde che aveva in mano per evitare ancora di più
l’imbarazzo e il suo
rossore, mentre tutti i guardiani, eccetto Rikku ed Auron, erano di
fronte a
lei a sorridergli.
‘Beh…
diciamo solo che siamo stati attaccati da
Seymour…’. Yuna si sbalordì alle
parole di Lulu.
‘Cosa??!!
Vi…vi ha attaccato??!!’ Si mise entrambe le mani
sulla bocca.
‘Già…
e mi ha anche scaraventato in fondo ad un lago ghiacciato!!! E
quello…sarebbe
un Maestro da sposare??!!’ rispose il biondo, pensandone
chissà quante altre
contro Seymour, il vero traditore del credo, secondo lui.
L’invocatrice non
riusciva a crederci.
‘Abbiamo
visto la sfera!! E’ stato lui ad uccidere Jyscal per
diventare subito Maestro!!
Mi chiedo che piano abbia in mente!’ continuò la
maga.
‘Ma…
io…‘—abbassò gli
occhi—‘…allora avete visto la sfera!!
Io… io… volevo sposarlo…
per aiutarlo a rimetterlo nella strada giusta del
credo…’.
‘Si
vede!! Da come ci ha attaccato!!!’. Lulu diede una gomitata a
Tidus, cercando
di non rincarare la dose.
‘Mi
dispiace…avrei dovuto pensare di più al
pellegrinaggio… ed ora abbiamo solo
perso tempo…!!’. A quelle parole il guardiano in
rosso si avvicinò a lei.
‘Tsk!!
Smettila di rimuginare il passato!! Quello non è un Maestro,
ma solo un
approfittatore! E se c’è qualcuno che si
intromette nel nostro pellegrinaggio,
lotteremo comunque, che sia il credo, sia un Maestro oppure Yevon
stesso!!!!’.
Quelle
parole dure sbalordirono quasi tutti.
‘MA!!!
AURON!!! Contro il credo?? Sei pazzo????!!!’ gli
schiaffò queste parole
l’ex-capitano, mettendosi faccia a faccia davanti a lui.
‘Ha
ragione!! Dobbiamo comunque… espiare i nostri
peccati… anche dopo sconfitto
Sin…’ ribatté Lulu, prima che Auron,
dopo un altro “Tsk” abbandonò la stanza
di
comando, per appoggiarsi su un muretto nel corridoio vicino centrale.
Quella
scintilla fece traboccare il vaso a Wakka. E forse, non solo
uno…
‘Bene,
già che sono un traditore… ora devo agire
completamente contro il credo!!! E
per giunta mi trovo in una macchina Albhed!!’.
Rikku
lo sentì e si alzò di colpo dalla sedia su cui
stava, pronta a ribattere a modo
suo.
‘Ma
perché ci disprezzi così tanto?? Sei uguale agli
yevoniti… accecati e zittiti
da una sciocca tradizione!!’.
Egli
si voltò verso di lei con sguardo duro, anzi, durissimo.
‘Ah,
si?? E allora sai da dove proviene Sin?? Da dove si è
originato???’.
La
bionda Albhed non seppe rispondere. Si grattò la guancia
destra, guardando a
terra.
‘Ah
aaah… visto?? Proviene da queste benedette e vostre
macchine!!!’ e con le
braccia mostrava, con ironica solennità,
l’aeronave.
‘Ma
cosa dici? Non hai nessuna prova per dirlo!! Chi dice che bisogna
seguire il
credo per forza per fermare Sin?? Chi lo dice?? Yevon?? E credi davvero
che
eliminando le macchine lui sparirà??!!’.
Wakka
restò zitto per pochi secondi. Si riusciva a sentire solo il
basso rumore dei
motori. ‘SI’!!!’.
‘Uff…
parlare con te è tempo perso!!!’.
Rikku
si rimise a sedere, stizzita, mentre Lulu pensò di fermare
l’atteggiamento
dell’ex-capitano, che andò esattamente dalla parte
opposta della bionda. Anche
Yuna diede man forte per calmarlo. D’altronde, gli Albhed
l’avevano aiutata ad
evitare il suo orribile destino…e non solo il suo…
Aahhh…
Wakka…sei
sempre il solito!! Perché devi considerarla cattiva questa
gente? Cosa ti ha
fatto?? Anzi… chi ha più torto ora mi sembra il
credo… Dev’essere proprio cieco
per appoggiare ancora Seymour dopo aver usato un’Arte
Proibita!! Anzi, la
faccenda si sistemerà anche senza fare nulla secondo
me…
Un
“DOVE credi di andare??!!” fermò il
passo curioso di Tidus verso il corridoio
che portava all’interno dell’aeronave. Si
girò e trovò alla sua sinistra Auron.
Solo a vederlo gli faceva già in parte perdere la sua
pazienza.
‘Cosa
c’è?? Cosa ho fatto stavolta??’.
Il
guardiano in rosso si staccò dal muretto dopo quelle parole
già seccanti per
conto loro. Doveva essere davvero importante per spostarsi.
‘C’era
Sin laggiù. Cosa hai fatto??!!’.
‘Io????’—si
mise una mano sulla fronte. Quei discorsi proprio non gli piacevano per
niente—‘Io non ho fatto proprio nulla!! Ho fatto
quello che un guardiano doveva
fare…’.
‘Ma
tu cosa ci facevi lì a Bikanel??’ rimase
impassibile, sia nello sguardo che nel
corpo.
‘Ehm…boh!!!
Ti fa sempre comodo fare le domande e non
rispondere poi, eh?!! Cioè… mi sono
ritrovato in un’oasi… nell’altra
identità…’.
‘Ti
ha portato Sin??’.
Quella
domanda lo inquietò non poco. Quell’essere era suo
padre. Quello che aveva era
un’ipotesi più che possibile. Il suo sguardo si
fece basso e preoccupato, così
come la sua voce.
‘Ecco…non
lo so… Ho fatto solo… una sorta di
sogno… [cap.33]’.
‘Hai
sognato Zanarkand??’.
Lui
si fermò come se fulminato. Ricordava bene quel sogno. Ed
aveva anche molta,
molta paura che fosse un frammento del suo passato dimenticato.
Abbassò ancora gli
occhi e le spalle, come per suggerire al guardiano professionista di
essere
almeno “più delicato”.
‘Ecco…
c’era una strana luce… da lontano…
che…che… credo che mi abbia investito…
quando ero più piccolo… E poi…una
strana voce parlava…più
o meno… così…’
ed imitò una voce tipo quella che si sente dal fondo di un
pozzo o di una
caverna. Auron gli fece un insolito sorriso in faccia. ‘Lo
trovi TANTO
divertente!!!???’ gli sbuffò in faccia.
‘No…’—continuò
il guardiano in rosso in tono
calmo—‘…sono contento che inizi a
ricordare!!’.
‘Uh??’
Ecco che inizia a parlare in modo
cifrato!!! Ma adesso devi dirmi la verità!!!
‘Dev’essere
un tuo ricordo… e ti assicuro che ero altrove quando
è successo… per lo meno non
vicino a te!!! Quella voce… credo che sia stato tuo padre a
parlarti… Sin deve
averti portato in quell’isola, e questo mi dice che da
qualche parte, in
quell’essere, è nascosta ancora l’anima
di Jecht…’.
Il
biondo non gli rispose. Si trovava in un misto di confusione e, forse,
anche di
responsabilità. Forse se lui non fosse stato lì,
su Spira, magari i morti
sarebbero stati di meno. Aveva la strana impressione che ce
l’avesse con lui.
‘Sin…Jecht…
sembra che voglia sempre cercarmi…’.
Auron
lo vide sospirare e calare la testa, per poi mettergli la mano destra
sulla sua
spalla sinistra.
‘Lui
viene per te… e tutte le volte vuole mostrarti la sua forza.
Finché sarà un
mostro continuerà ad uccidere ed a far massacri...
finché non lo fermi. Questo
è quello che vuole da te… tirar fuori quello che
voleva che gli mostrassi da
piccolo…’.
‘COSA??!!’—prese
la mano di Auron e la scagliò lontano da sé con
forza—‘Mi stai dicendo che sta
provocando morte e distruzione per fare uno spettacolo davanti a
me??!!’.
Lui
non gli rispose. In fondo, pensava, doveva imparare a far fronte alla
situazione che si era creata. Se prima non riusciva a credere alle sue
parole,
ora Tidus doveva farlo per forza. Quelle del sogno, anche se
rimbombanti,
assomigliavano molto a quelle rauche di suo padre. Ma quello che lo
sorprendeva
di più era il loro senso di grande dispiacere, quasi
supplichevole. Che egli
fosse cambiato?? Oppure era tutta un’intossicazione di Sin??
Ma se lui era Sin,
per arrivare al Bonacciale, bisognava fermarlo e sconfiggerlo. E di
certo, per
vendicarsi, lo avrebbe fatto con grandissimo piacere e senza un
briciolo di
pietà. Ma sbaglio, o era stato proprio lui a portarlo nel
futuro?? Ad
allontanarlo dalla sua città??
‘Ma…’—gli
puntò addosso occhioni di
stupore—‘…se…se…
noi…uccidiamo Sin… allora resterò
per sempre nel futuro… resterò su Spira!! La mia
casa?? E come farà Noemi a
tornare a Metropolis??’.
Auron
restò immobile. ‘Ci sarà forse un altro
modo…ma questo dipende…da entrambi…
Almeno credo… questo non lo so…’.
Quella
era, in realtà, la prima volta che il guardiano mostrava
insicurezza e dubbio.
Certo, l’altro avrebbe voluto fare maggiori domande, ma
sapeva che sarebbe
stato tutto inutile, con un tipo del genere davanti. Però
aveva ragione. Quando
lo aveva rivisto a Luka [cap.12], era forse sicuro che quelle specie di
“sogni”
gli avrebbero dato una mano per ricordare. Forse doveva rispettare
maggiormente
il silenzio che si veniva a formare tutte le volte in discorsi simili. Ora so che si diverte per fare spettacolo!!
Almeno in questo non è per nulla cambiato!! Non
lascerò morire altra gente
innocente!! Vuole me?? E sia!!!
Erano
a metà viaggio, quando Cid si volse verso Rikku, ancora in
parte crucciata.
‘Rikku!!
Jye y luhdnummyna xiam nykywwu... Xiam chakra è dnubbu
banelumucu!!!’ [Rikku!!
Vai a controllare quel ragazzo... Quel chakra è troppo
pericoloso!!!].
Lei
si alzò squadrando un poco suo padre. ‘Sy!! Bybe!!
Huh è banelumucu!! Le ry
tydu ihy syhu...ham bammaknehykkeu!!! A bue... a bue... ‘
[Ma!! Papi!! Non è
pericoloso!! Ci ha dato una mano...nel pellegrinaggio!!! E poi... e
poi...].
Improvvisamente
divenne un po’ rossiccia sul volto, e si accostò
ad un suo orecchio dicendole qualcosa
sottovoce. Cid sorrise di gran gusto, mentre la figlia si
incamminò verso il
corridoio principale che portava a quella sala, a modo suo, saltellante
e
carica di energia. Appena entrata lì, vide Auron
riappoggiarsi sul muretto, e
l’altro guardiano fare un gesto di stizza, uscendo
dall’altra parte e facendo
azionare la porta automatica. Poiché non si fidava molto di
quella persona così
seria e taciturna, e forse, anche per ben altri motivi, decise di
seguire
l’altro, cercando di non farsi scoprire. Era davvero strano
il suo
atteggiamento. Lo aveva detto a suo padre, anche se lo aveva preso come
una
barzelletta… perché non dirlo a lui??
Perché non coglierlo di sorpresa, come fa
un leopardo per afferrare una gazzella??
Fare
a lui domande è
totalmente inutile… ma non ho capito perché
continua ad aspettare a dirmi cosa
c’è sotto!! Perché non si decide a
farmi passare questo capogiro??
Ella
si mosse a passi felpati, e si nascose di lato appena la porta
automatica si
aprì verso l’alto per farla entrare.
Controllò con cautela di non essere vista,
prima di proseguire il suo inseguimento. Era lì, che
camminava a testa bassa,
forse preoccupato e triste, mentre ogni tanto alzava lo sguardo per
notare la
complessa struttura del veicolo, composta da tubi, lampadine di ogni
colore e
pavimento metallico, tutto dall’aspetto molto moderno.
Sono
sicuro che
quello non era un sogno a caso… quello era successo
davvero!! E dev’essere
stato mio padre!!
Anche
se lo vedeva di spalle, avrebbe giurato che aveva qualcosa che non gli
andava a
genio. Sfruttò l’andamento curvo del corridoio per
tenersi ben nascosta, pronta
a sorprenderlo, e vedere come avrebbe reagito. Eppure… si
era comportato in
maniera così dolce e gentile con lei… forse
poteva almeno tentare…
So
che se sono qui è
merito di quella ragazza… e chissà quante gliene
sto facendo passare!!
Era
il momento, penso Rikku. Si scoprì completamente, pronta per
l’ “assalto”, e
per le sue conseguenze, positive o negative che ci sarebbero state. Ma
ci fu
qualcosa che la bloccò. Quella luce blu… quella
specie di trasformazione che
ricordava. Ella rialzò poco dopo la testa e lo vide ora
vicino ad una finestra,
a contemplare il cielo sopra le nuvole, soffici come cotone.
Appoggiò la sua
fronte sul vetro, cambiando espressione, che divenne serio e
determinato. ‘Se
nessuno mi aiuterà
farò a modo mio!! Fermerò Sin!! Ed
aiuterò anche lei…’.
La
ragazza Albhed vide ancora davanti ai suoi occhi quella che gli era
sembrata
una cosa impossibile. Di nuovo quella luce azzurra si
liberò, mentre lui,
sorridendo lievemente e socchiudendo gli occhi, guardò quasi
ammirando le sue
mani diventare luce, prima l’una e poi l’altra,
fino a quando, scomparsa l’aura
dopo poco tempo, Rikku rivide ancora quella ragazza, più
grande di lei di solo
un anno. Non riuscì a contenersi.
‘Noemi!!!
TU??!!!’. Si scostò dalla sua posizione, e
l’altra ragazza castana si spaventò.
‘R…Rikku…’.
Si
avvicinò alla bionda, sospirando. L’aveva vista
negli occhi. Era un po’
sconcertata.
‘Rikku…
io…volevo dirtelo…ma… vedi…
avevo temuto che tu mi Avresti ritenuto pazza…!’.
Restarono
a fissarsi per diversi secondi. Avrei
dovuto dirglielo prima… prima o poi…
‘Tu…tu…’—si
avvicinò ancora di
più—‘…sei…’.
‘Rikku…ascolta…
‘—guardò ancora la finestra per trovare
le parole—‘…avevo…solo paura
della tua
reazione… ecco…hai presente il chakra di Yuna?
Bene… diciamo che questo è più o
meno una cosa simile, anche se non invoca Eoni…’ Brava… così…
semplice semplice e chiara spiegazione!!
‘Ma…ma…
io non credevo che fosse proprio quel chakra…
ecco…io…’.
Noemi
in realtà non riusciva a capire la sua reazione. Sembrava
tremendamente
dispiaciuta, come se a Tidus
ci tenesse
molto, anzi troppo. Oppure temeva così tanto quel chakra
come gli Albhed ed
Auron?
‘Senti…
io…guarda, sono più confusa di
te!!’—con tono sempre dolce—‘E
poi… mi sembri
così preoccupata!! Sto bene… ok??!! E
poi…eheh’—ridacchia con
forza—‘…non
facciamo altro che scambiarci i ruoli…no??’.
Lei
non fece una piega, e mantenne la testa bassa. Quando
l’alzò per rispondere,
aveva gli occhi lucidi.
‘Non…non
capisci…—‘con voce a
tratti—‘…tu…non
sapevi…io…non sapevo chi
era….!!’.
La
ragazza di Metropolis si spaventò. Era quello che il
guardiano presunto
“professionista” gli nascondeva? La prese per le
mani, stringendole fortemente,
guardandola negli occhi. ‘Rikku…ti
prego…che cosa stai nascondendo??
Parlami…non lo dirò a nessuno, lo
giuro!!!’.
Lei
rimase zitta per un attimo guardando di nuovo quel pavimento di
metallo. Era
come se avesse ricevuto un colpaccio sullo stomaco. E non
solo…in quel momento
entrò l’ex-capitano, con aria… quasi
dispiaciuta.
‘Oh…scusate…
vi ho...’—un po’
imbarazzato—‘…disturbato…!!!’.
‘No...
non fa niente Wakka…’ gli rispose Rikku,
risollevando la testa e voltandosi
verso di lui. Era la prima volta che lui sorrideva davanti ad un
Albhed. Forse
era la volta buona. Noemi li guardò entrambi e
lasciò cadere le sue mani nel
vuoto. ‘Va bene… è meglio che voi due
vi chiariate un poco…’.
Entrambi
si girarono fissandola, mentre ella voltava loro le spalle ed entrava
in una
stanza sulla sinistra, che portava in una camera da letto. Ho capito… ho capito… devo
saperlo da sola…
‘Rikku…che
è successo…?? Ecco io…’
balbettò l’ex-blitzer, mostrando tutta la sua
incomprensione.
‘Niente…
è…ecco… una cosa…da
donne!!!’—poi cambiò improvvisamente
tono, forse per
riprendersi—‘E tu cosa facevi??!! Spiavi??
Curiosone che non sei altro!!!’.
Wakka
rise di gusto spalancando la bocca. Non si era mai comportato in quel
modo con lei.
‘Ahahahah….no, no… ero venuto solo
per…‘—rossiccio—‘scusarmi…!!’.
‘S…scusarti??
Oh… capisco…!! Insomma… è
vero, l’abbiamo rapita, ma volevamo solo salvare lei
e voi dal vostro destino… da quell’orrenda magia
che dovrete poi fare…!!’.
‘Naaaahhh…
bisogna vedere!!’ e le fece uno sguardo serio e duro.
‘Già…
hai ragione… ma te ne accorgerai presto!!!!!!’
rispose lei, sorridendogli come
meglio poté, cercando di non pensare all’orribile
scoperta. Poi le venne subito
un’idea.
‘Ascolta!!
Che ne dici di farti conoscere tutta la squadra degli Albhed Psyches??
Non mi
sembra che essi abbiamo ancora giocato contro di voi, no?’.
L’altro si stupì.
‘Cosa??!!
Sono qui… nell’aeronave…??’.
‘Certo!!!
Volevi che li lasciavamo lì nella base??!!! Peccato che
abbiamo perso
l’Eliomagilite… ma Cid lo recupererà
presto presso i negozi di Rin…!!!’.
‘Oh…’
l’ex-capitano sembrava piuttosto confuso. Almeno con
l’Eliomagilite le partite
di Blitz erano salve, forse…. Rikku lo prese per una mano e
lo trascinò con il
suo entusiasmo verso il fondo del corridoio, continuando ad andare
dritti fino
ad arrivare vicino alla sala motori, dove avrebbero incontrato
l’intera
squadra.
La
ragazza di Metropolis si ritrovò in una stanza piccola ma
accogliente, simile a
quella in cui si era svegliata nella base, con diversi tubi qua e
là e lampadine
tipo quelle a basso consumo. Quel veicolo stranamente gli ricordava
tanto il
suo mondo. Ma chi pensava ormai a Metropolis!!!
Si
distese sul comodo letto singolo, coperto dalle sole lenzuola bianche e
candide. Neanche stette a disfarlo, pensando di arrivare subito a
Bevelle. Non
era il cuore del clero?? Non avrebbero attaccato una macchina
Albhed??!! Solo a
sentire il nome di quella città le veniva già il
voltastomaco. La questione era
però un’altra. Cosa nascondevano Rikku ed il
guardiano taciturno?? Sapevano
entrambi qualcosa, ne era certa, e forse anche il clero, ricordando la
reazione
esagerata di quel rimbambito e decrepito di Macchen [cap.24]. Si era
però anche
promessa di non farsi più problemi simili. Se
non trovo una soluzione, e se mi scoppia solo la testa a risolverla,
perché ci
devo pensare?? Sono sicura che Rikku me lo
dirà…!! Basta darle tempo di trovare
il coraggio… ma quale coraggio!!! Per cosa?? Tutti si
comportano come se la
questione fosse peggio di un segreto da nascondere!!!
Poi
cambiò posizione. Passò dal fianco destro alla
pancia in sù, guardando ogni
singolo particolare del soffitto.
Non
capisco che razza
di cosa non dovrei sapere o dovrei temere… Eppure mi sembra
che finora mi abbia
dato più volte una mano!! E’
bastato…come dire… sentirlo dentro… da
qualche
parte…nascosto… e poi… non mi stanco
più come prima… Perché dovrei dubitare
di
chi, forse più di tutti, aiuta a darmi la soluzione??
La
sala motori era composta da due parti, una percorribile, uguale alla
struttura
interna generale dell’aeronave, fatta eccezione per il
pavimento in ferro a
“quadretti”, mentre l’altra
più in fondo, separata con apposite barriere, era
tutto un misto di ingranaggi, tubi che fischiavano, ed altri aggeggi.
Forse si
trattavano del complesso che si trovava proprio sotto l’elica
più grande. Nella
prima “zona” facevano stretching tutta la squadra,
con Berrik al centro. Avevano
tutti una stessa uniforme nera, molto semplice, con parabracci e
parastinchi
grigi, che si univano ai pantaloni marroncini, blu nel capitano,
mediante una
cinturetta di colore marrone. Ma più che vederli e
conoscerli, Wakka risultò
schifato dalla visione della seconda “area”. Quando
Rikku lo vide mettersi a
braccia conserte e sbuffare, sorrise e si avvicinò proprio
al biondo con le
“corna”.
‘Ars....Berrik!!
L'è xiymlihu lra junnappa luhuclanje...!! A' ih seu lynu yselu!! Vynò
eu ty dnytiddnela!!!’ [Ehm....Berrik!! C'è
qualcuno
che vorrebbe conoscervi...!! E' un mio caro amico!! Farò io
da traduttrice!!!].
Lui
le ricambiò il sorriso e diede strani segni alla squadra,
che si voltò tutta
ordinata verso Wakka, che ammirò quell’ordine, che
mancava completamente nel
suo gruppo, che nemmeno considerò “ex”.
‘Bene!!!’—e
gli si mise affianco—‘…Lui è
Berrik, mio fratello! E’ il capitano centrocampista
degli Psyches!! E questi che vedi sono le difensori Judda e
Lakkam’—entrambe
bionde e molto snelle, la seconda con un codino che le calava sul
collo—‘il
portiere Himrook, e gli attaccanti Eigaar e Blappa!!’. Questi
ultimi due
avevano la pelle più scura, il primo con i capelli castani,
il secondo biondi.
Wakka
studiò come un esaminatore tutte le loro facce con occhi da
duro, quasi
addirittura socchiusi, passandoci davanti come un sergente davanti ai
suoi
soldati, mentre essi non fanno una piega e mantengono la loro fila,
l’uno
vicino all’altro. Il loro capitano si mise affianco alla
sorella, un po’
scettico. ‘Sy...xiacdu diu yselu cdy
paha??!!’[Ma...questo tuo amico sta
bene??!!].
‘Eheheh...
è...ih debu vyddu y sutu ciu!! Kiyntyda lra è
sumdu ykkiannedu!!!’ [Eheheh...
è...un tipo fatto a modo suo!! Guardate che è
molto agguerrito!!!].
Wakka
poi si portò davanti a tutti, superando anche il fratello e
la sorella girandosi
e mettendosi a ridere a crepapelle, con le mani sulla sua vita, e
alzando la
testa al soffitto. ‘Ahahahahah!!!! Bisogna ancora vedere chi
è il più forte!!! Siamo
diventati più forti noi ora!!!’.
‘Bnacdu!!
Cdyda
bnuhde!! Ceysu ynnejyde y Bevelle!!’
[Presto!! State pronti!! Siamo arrivati a Bevelle!!]
lo interruppe la voce di Cid da un megafono. L’allenatore
degli Aurochs
interruppe la sua bella risata e guardò Rikku con la faccia
a punto di domanda.
‘Che…che
ha detto??’. Lei sorrise, mentre tutti gli altri Albhed si
incamminarono verso
l’uscita.
‘Siamo
arrivati!! Eheheh!!’ detto questo gli prese la mano sinistra
e lo guidò
attraverso i corridoi, quasi di corsa, per riunirsi con gli altri suoi
amici.
Era la prima volta che un religioso accanito la stava accettando con il
cuore,
più che con la tolleranza. Che aveva davvero capito che era
una brava gente,
oppure si sforzava di accettarla soltanto?
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Capitolo 37 *** Cap.37: The Lost Cargo ***
Tutto
il gruppo dei guardiani e dell’invocatrice, con Cid e i due
fratelli, avevano
già gli occhi sulla capitale di Bevelle, davvero enorme, ove
predominavano
principalmente due colori, il rosso e il verde dei palazzi e dei
grattacieli, tutti
così vicini che quasi non si riuscivano a vedere le strade.
Erano molto alti, e
la maggior parte di essi terminavano con una specie di torre, che aveva
la
forma di sfera allungata ed affusolata, che terminava con un lungo
palo, chissà
a che scopo. Doveva essere la zona residenziale del posto: infatti, in
diversi
punti, si scorgevano microscopiche piazze, che si univano per mezzo di
parecchi
boulevard. Forse li usano per fare i
mercati… ricordo bene che tipo di vie sono!!!
Quello che colpiva, però, era
il tempio di quell’immensa città, che si
affacciava sul golfo. Faceva un tutt’uno
con una struttura, così alta da raggiungere perfino
l’altitudine dell’aeronave,
tra le nuvole e i soffi di cirri. Vedendola da lontano, completamente
sopra
l’acqua, si poteva giurare che quella costruzione,
così complicata e alta, aveva
richiesto secoli e secoli di lavoro. Noemi e Wakka ne rimasero
impressionati,
l’una perché non aveva visto nulla di simile,
l’altro perché aveva sempre
sognato di andare in quella città
“santa”, certo, non da traditore…
‘Quello
è il palazzo di S. Bevelle. Sotto di esso si trova il tempio
dove prenderemo la
sfera, che comanda l’amore…’
spiegò Lulu. Fantastico…
è…veramente straordinario!!!
‘Beh…
come potremo entrarci, visto che siamo dei traditori??’
chiese l’ex-blitzer,
abbassando le spalle e guardando con chissà quanto desiderio
quel palazzo.
Vederlo da vicino sarebbe stato come essere re per un giorno per lui.
‘Tra…traditori??!!’
esclamarono insieme Noemi e Yuna, girandosi prima verso di lui, e poi
verso il
fedele Auron, in attesa di spiegazioni più chiare e secche.
‘Traditori…
Abbiamo fermato Seymour ed il clero lo ha visto
svenuto…’—rispose con un tono
semplice e calmo—‘E comunque, se ci impediranno di
prendere la sfera, la
prenderemo con la forza!!’. Poi si rivolse a Yuna.
‘State attenta!! Sono sicuro
che approfitterà delle nozze… lo rivedremo molto
presto!!!’.
‘Ma…ma…
è Seymour che ha violato le
tradizioni…’—ricordando la sfera
vista—‘…perché
ora…oddio!! I Guado vi staranno cercando allora!!’
rispose l’invocatrice,
mostrando uno spavento che cercò di contenere per non
peggiorare la situazione
in cui Wakka si trovava. Cid poi riprese il discorso.
‘Tsk!!!!
Dove volete andare?? Ancora vi ostinate a pellegrinare??!! Lo sapete a
cosa
andrete incontro??!!’.
Co…cosa??
A…cosa
dovremmo andare incontro?? Mostri orrendi, con Sin compreso, non sono
sufficienti???
‘Ah,
si? Anche contro la sua e la nostra volontà lo
farete??!!’ ribatté pronto il
guardiano professionista.
‘Cosa??
Di cosa state parlando??’ esclamò la ragazza di
Metropolis, che sentì diversi
brividi sulla schiena, quando sulla cabina di comando calò
un silenzio
profondo, rotto solo da Fratello.
‘Paha!!
Ru mulymewwydu em bihdu te yddannykkeu!!! Sy...le cdyhhu yddyllyhtu e
dasbmyne
ty bymywwu!!!! Cid!!! Lra...lra...vylleu???!!’ [Bene!! Ho
localizzato il punto
di atterraggio!!! Ma...ci stanno attaccando i templari da palazzo!!!!
Cid!!!
Che...che...faccio???!!].
Proprio
in cima alla struttura santa, il maestro Mika [cap.9]
incrociò nello sguardo
Kinoc [cap.15]: quest’ultimo alzò il suo braccio
destro, rivolto verso un
gruppo di soldati, tutti vestiti in modo uguale, e rigorosamente armati
di
fucili e mitragliatrici. Armi?? Ma non erano comunque proibite dal
clero?? E
quella specie di “armatura” che indossavano? Un
pesante elmetto metallico, che
copriva quasi la loro vista, e i loro parastinchi dello stesso
materiale, e la
copertura del petto e delle spalle?? Sotto portavano
un’uniforme semplice, di
colore verde pisello, e dei pantaloncini marroni. A quel comando tutti
puntarono e spararono contro l’aeronave, aiutandosi con
granate, e cannonate
sparate da chissà quali altri aggeggi.
‘Teyseha!!
Le ryhhu clubandu!! Uny cyhhu lra ceysu xie!!!’ [Diamine!! Ci
hanno scoperto!!
Ora sanno che siamo qui!!!].
‘Fratello!!
Csaddemy te pmydanyna at yddanny ym te mà tammy bynda
nacetahweyma... Icy bue
m'Examagilite ban hycluhtana m'yanuhyja!!!’
[Fratello!! Smettila di
blaterare ed atterra al di là della parte residenziale...
Usa poi l’Examagilite
per nascondere l'aeronave!!!] gli urlò o quasi il capo
Albhed, prima di
rigirarsi verso i guardiani, riprendendo il discorso del
pellegrinaggio. ‘Va
bene…fate come volete… morite pure!!! So che mia
figlia vi è affezionata… però
voglio che non le succeda nulla, è chiaro?!’.
‘Tsk…
come se noi gli avessimo detto di venire e
rischiare…’.
‘Oh,
signor Auron… voleva solo…aiutarci!! Ed
io…’—Yuna si volse verso la bionda,
sorridendole—‘…sono felicissima di
averla accanto!!’.
Ma
non ci fu l’attimo per i “convenevoli”.
L’aeronave era molto resistente, ma se
i proiettili avessero danneggiato una delle eliche, la delicata
stabilità del
mezzo ne sarebbe stato compromesso. Il velivolo sfrecciò
proprio affianco alla
torre alta, fino a quando non sorvolò l’intera
Bevelle, creando una grande ombra,
che spinse tutta la gente a guardare verso l’alto e stupirsi.
Molti bambini
puntavano l’indice, mentre con l’altra mano
chiedevano con insistenza
l’attenzione dei nonni e dei genitori, ma i più
allarmati erano di certo il
grande numero di credenti accaniti e sacerdoti che passeggiavano per le
strade
e le vie. Una macchina volante?? Gli Albhed erano lì??
Bisognava fermarli,
scacciarli!! Il velivolo con qualche difficoltà e con un
tonfo atterrò su una
vallata, che si trovava proprio dall’altra parte del lago
ghiacciato di
Macalania. Tutti uscirono di corsa dall’aereo, sentendo
ancora qua e là diversi
spari e bombe lanciate ed esplose in aria. Appena gli ultimi, ovvero la
squadra
degli Psyches, uscirono, Berrik prese al volo un piccolo sacchettino di
colore verde
argentato, e sparse su tutti e quattro i lati una strana polvere, che
aderì
subito sullo scafo dell’aeronave. Dopo pochi minuti, le parti
interessate iniziarono
a diventare completamente invisibili, fino a quando tutto fu nascosto
proprio
ad arte.
‘Ma…ma…’.
‘…è…è
sparito!!!’ continuò l’orfana le parole
di Wakka.
‘E’
l’effetto dell’Examagilite… la polvere
dell’invisibilità! Ora però
andiamo…
dobbiamo superare tutta la zona residenziale…’
spiegò la maga, che subito notò
che Auron era già partito per i cavoli suoi.
‘Buona
fortuna ragazzi… noi ricaveremo
l’Eliomagilite… sappiamo che vi serve anche a
voi per il torneo!!’—poi Cid si voltò
verso Rikku, che stava per seguirli—‘Ycbaddy!!!
Senyllusyhtu.. deahede casbna eh luhdyddu luh hue luh em dnycsaddeduna,
ug? A...huh
de vetyna
dnubbu te xiam nykywwu... a mu cye paha, t'ylluntu?? Majyde tymmy dacdy
xiamm'etay yccinty te bnesy!!!’
[Aspetta!!! Miraccomando.. tieniti sempre in
contatto con noi con il trasmettitore, ok? E...non ti fidare troppo di
quel
ragazzo... e lo sai bene, d'accordo?? Levati dalla testa quell'idea
assurda di
prima!!!] .
‘Bybe...[Papi...]
’—lo guardò
sorridendogli—‘huh cuhu ihy pyspehy!! Mu cu... sy
kme ymdne ce
cpykmeyhu yt yjana ih desuna lucì acykanydu!!!’
[non sono una bambina!! Lo
so... ma gli altri si sbagliano ad avere un timore così
esagerato!!!].
La
città di Bevelle era davvero spensierata, ma molto, molto
abitata. Anzi, a ben
dire, ogni singolo spazio veniva sfruttato. A differenza di Luka o
Zanarkand,
quella capitale sembrava molto più
“ordinaria” e “normale”, almeno
secondo il
punto di vista di Noemi. Le strade erano più strette e tutte
a “terra”,
esistevano qua e là spazi affianco alle strade, coperte da
pietre grigie a
quadretti. Le vie passavano attraverso grattacieli più o
meno elevati, messi
proprio a ridosso delle stesse strade. Ma non erano come quelli della
città
distrutta, anzi, se ne riuscivano a distinguere due tipi principali:
alcuni di
essi si slanciavano davvero verso il cielo, con delle insolite torri a
“sfera”
come quelli delle chiese indiane, in parte in verde ed in parte in
rosso, come
si vedeva dall’alto. Sembravano i colori-simboli della
città. Ma altri di essi,
erano alti forse nemmeno la metà, ed avevano una forma
rettangolare ed erano più
spigolosi sugli angoli, finendo con quattro di essi, o addirittura uno.
Non
erano così colorati come gli altri, ma erano leggermente
più spenti.
Il
gruppo si era diviso in due parti. L’invocatrice era
affiancata dal fedele
Ronso, con Auron più avanti e Lulu, mentre Wakka, Noemi e
Rikku erano più
indietro. Diciamo che loro erano…più attenti ad
osservare la città. Mentre loro
discutevano, passava tantissima gente sulle strade, come nelle aree
pedonali
delle grandi metropoli, e molti di essi erano ancora sconcertati,
parlando e
ragionando sulla comparsa di quell’aggeggio volante. Se non
fosse per quello,
sarebbero stati ancora di più rallentati dalla folla, che
comprendeva umani,
Guado, Ronso e perfino qualche Hypello, fermatosi lì per
pregare.
‘Ma…avete
visto?? Che strani grattacieli?’—poi
l’orfana ne osservò in particolare uno
grigio spigoloso—‘Quelli mi sembrano piuttosto
antichi… o no??’.
‘Già…
ho sempre sognato di venire qui!! Ma…qui sembrano tutti
confusi…oh!! Un…un
momento!!! Ci passano davanti i templari e non ci fermano??’.
Rikku
subito gli tappò la bocca. ‘Ssshhhht!! Zitto!!
Vuoi che ci scoprano?? Secondo
te perché non sanno niente?? Per non creare confusione,
no??!!
Intelligentone!!’.
La
strada da percorrere era ancora di diversi chilometri, e Noemi ne
approfittò
per dare occhiate qua e là. Che strano… quelle
vie… quella città…quel caos,
anche senza macchine o tram, gli ricordava molto la sua Metropolis.
Certo, era
un ambiente molto più vivibile, quello, almeno dal punto di
vista della salute…
ma ricordare tutte le volte la sua infanzia non era di certo
bello… e lo si
capiva dal suo modo di fare, zitta e “spenta”.
‘Ehi!!
Va…va tutto bene??’ le chiese Rikku. Wakka
osservava ogni minimo particolare.
Perfino da lontano, era ben visibile il Palazzo Sacro davanti a
sé.
‘No…niente…
è solo che… ripensare a Metropolis mi fa stare
male… tutto qui…’.
L’altra
aspettò prima di rispondere. ‘Ma…tu
vivevi là? Sempre da sola??’.
Quella
domanda fu l’ottima occasione per ricordare vecchi, belli e
brutti, ricordi. Se
escludeva tutto quello che accadde dopo i suoi sei, sette anni, in
fondo, aveva
passato un’infanzia felice. Ehi??
Da
quando sono ottimista??!!
‘Ecco…
sì, vivevo là… proprio in una
catapecchia…a ridosso di una via come queste! Ero
molto legato più a mia madre che a mio padre,
perché lui aveva il grande vizio
di giocare. Così mia madre cercò di trovare un
lavoro, e sai come è difficile
trovare fortuna in una città così grande?? E
dovevamo trovare molto denaro, per
far fronte ai debiti che si erano venuti a creare. Finché ci
fu lei, ci pensò
lei a fare lavoretti qua e là…!!’.
Poi
la bionda la guardò un po’ scura nel volto.
Cercò così di rimediare.
‘Oh…tua
madre doveva proprio essere una brava persona!!’.
‘Lo
era, lo era… andava a lavorare tutto il giorno, e si
sforzava di portare mio
padre sulla buona strada, senza l’alcool e il gioco. E poi,
la notte, dopo che
mi leggeva le favole e mi addormentavo, andava spesso in biblioteca, a
consultare chissà che libri, con la scusa che era la bidella
del turno
notturno!!! Le avevo chiesto molte volte di cosa si trattava, ma lei
continuava
a dire che ero troppo piccola per capire, e che, un giorno, mi avrebbe
fatto
capire tutto…’.
‘Che
carina!!! Una madre davvero affettuosa!! E…poi…
te lo disse??’.
‘No…
ma…anche se sono piccola non posso mai dimenticare cosa mi
disse un giorno.
“Ricordati bene…devi credere alle favole, sai??
Perché quando i sogni si
avverano, si può arrivare sempre ad un lieto fine: basta
crederci sempre ed
avere fiducia in essi…”’—lo
sguardo si fece poi cupo—‘...Io…in
realtà non ho
mai creduto nei sogni. Come avrei potuto seguirla e crederla??
L’anno seguente,
una notte, mi ritrovai sola in casa con mio padre… e da
lì non la rividi più… I
debiti si accumularono, e fummo costretti a vendere ogni
cosa…! Così… sono
scappata di casa a cercare mia madre… e mi sono ritrovata a
fare la ladruncola.
Dopo tanti anni…inizio a credere che davvero lei perse la
vita in un incidente
stradale…’.
Il
discorso si chiuse lì, dopo un “Mi dispiace
tanto” della giovane Albhed. Era
davvero sincera… non sapeva nulla di tutto questo. In quel
momento arrivarono
in una via principale, che portava dritto dritto al tempio.
Lì c’era un mercato
vero e proprio, con bancarelle di ogni colore possibile su entrambi i
lati
della strada pavimentosa. Anche i negozianti avevano lo stesso tema
nelle loro
bocche. Sarebbe stato facile per l’orfana rubare
qualcosa… ma il solo pensiero,
che le sopraggiunse per abitudine, la schifò. Rivedere i
mercanti la faceva
rabbrividire, e soprattutto emergere la sua sporca coscienza. Era come
se si
incamminasse per un grande viale di Metropolis, come se fosse tornata
lì
improvvisamente, anche se edifici, abitudini e tradizioni erano
completamente
diversi.
‘LULU!!!!
Guarda chi si vede!!!!!!’.
Auron
era davanti, e dovette interrompere il proprio passo. Infatti, Yuna era
assieme
alla maga, che si fermò portando lo sguardo sulla sua
destra. Era l’esploratore
Matthew, con il suo fedele zaino strapieno e la sua spensieratezza.
Assieme a
lui c’era un altro ragazzo, un po’ più
alto di lui.
‘Matthew!!
Così…sei venuto a
Bevelle…!!’ gli rispose Lulu, mentre Yuna, appena
essi
giunsero, fece una riverenza, sorridendo come il sole. Kimahri non
faceva
motto.
‘Stavo
facendo un giro al mercato con il mio amico…Oh!! Ve lo
presento… si chiama
Kyle!! Siamo amici da molto tempo!!’—
passò il braccio destro sulle spalle del
compagno—‘Ci siamo conosciuti appena lasciai la
scuola del clero!! OH!! Lei
dev’essere Yuna!!!’ e accorgendosi della sua
presenza, ritirò subito il
braccio.
La
maga ebbe un lungo brivido sulla schiena. Come assomigliava tanto a
Chappu quel
Kyle!! Era alto più o meno come l’ex-capitano, e
portava i capelli rossicci e
corti tutti all’insù, e la fronte occupata da una
fascia azzurra, con due
ciuffi sottili che gli cadevano sulla fronte, in mezzo agli occhi, neri
e
profondissimi. Le sue labbra erano piccole e soffici, e dal modo in cui
era
vestito sembrava una persona molto differente rispetto al viaggiatore.
Vestiva
una canottiera color bianco sporco, spessa e di cotone, che lo copriva
fino alle
spalle, con le estremità strappate grigie; un paio di
pantaloni lunghi e gonfi,
sempre bianchi, ma per metà resi neri da figure stilizzate
ed allungate su
entrambi i lati, nelle parti terminali, tenuti insieme da una cintura
nera con doppia
cinghia. Portava sulla destra un parabraccio rosso, forse di metallo, e
su
entrambi i polsi ondeggiavano dei nastri blu molto chic.
‘Sì...sono
l’invocatrice Yuna!! Piacere di conoscervi!!!’.
Kyle
si avvicinò di qualche passo e abbassò
l’addome, con il braccio destro su di
esso, e l’altro sulla schiena dietro. ‘Piacere mio,
signore…!!’. Sembrava quasi
un inchino… ed oltre ad essere educato, era anche molto
galante!!!
‘Kyle!!
Devi sempre fare il cavaliere?? Ahahahah!!! Che ne dite se vi
accompagno al tempio??’.
Yuna
annuì con felicità alla proposta di Matthew,
mentre Lulu rimase ancora ferma
nei suoi pensieri. Era come se avesse ancora Chappu davanti agli occhi.
E non
aveva nemmeno conosciuto un tipo così ordinato. Era una
bellezza passeggiare
sotto quel sole pomeridiano, con la leggera brezza marina.
‘E
così voi siete l’invocatrice di cui parlano, vero?
Allora… a che punto siete??
Eravate stata rapita, nevvero?’ le chiese ridendo, e
camminando a modo suo,
ondeggiando un po’, a destra ed a sinistra.
‘Eheheh…si,
si… abbiamo quattro sfere, ora!! Ma non sarà
facile prendere le altre!! E voi??
Conoscete i miei amici??’.
‘Beh…tutti
tranne quella bionda e la ragazza che gli sta di
fianco…’—e fa un cenno con la
testa dietro—‘…mi fermerò qui
per un po’…poi andrò a visitare le
rovine di
Zanarkand!!’.
Lulu
e Kyle camminavano meno velocemente. Si trovavamo a metà tra
il gruppo di
“testa” e quello di “coda”.
‘Devo
dire che il vostro vestito le sta proprio bene!! Ma non fa un
po’ caldo??
Eheh…’ fece il galante, che nei modi di fare
assomigliava molto ad un principe
delle favole.
‘Mi
sta benissimo…’ rispose impassibile.
Tre,
quattro passi sul suolo sembravano risuonare nelle orecchie
più del solito.
‘Eheheh…qui
siete l’unica che lo indossa… guardate me,
invece…come sono conciato!!!’.
Alla
maga viene voglia di ridere, ma non era tanto il momento di farlo. Lui
riprese:
‘Va bene, va bene…non le piacciono i
vestiti…!! Anche io non me ne intendo!
Preferisco dedicarmi allo sport’.
Scoprì
che era anche uno sportivo, ma la maga non riusciva a non pensare al
suo
aspetto.
‘Sapete…
assomigliate molto… ad una cara persona che
ricordo…’.
‘Oh…davvero??
Mi fa piacere!! Permettetemi che vi accompagni fino alla vostra
destinazione…
non ho mai visto una signora tanto particolare come voi!!’.
Lei non riuscì a
contenersi dal ridere. In fondo, tutta quella galanteria era divertente.
‘Cosi
voi… siete uno sportivo??’ gli chiese con voce
serena. Sembrava parlare proprio
con lui…
‘Mi
piace il combattimento…spesso vado alla Piana della Bonaccia
per allenarmi!
Vedere tutti quei lunioli volare qua e là è un
piacere… peccato che questi
mostri siano anime non trapassate irrecuperabili…’.
Bene…era
anche coraggioso. Chissà come se la sarebbe cavata contro un
custode, pensava
Lulu. ‘Avete fegato… e sareste in grado di
affrontare i pericoli di un
guardiano??’ sorrise.
‘Certo!!
Altrimenti... che gusto c’è??’.
‘Eheh…
avete ragione…’.
Kyle
era molto allegro. Sembrava che andasse davvero d’accordo. Di
solito, preferiva
la solitudine: divertiva di più.
‘E…voi?? Ditemi di voi…’.
‘Io
sono una maga… e guardiana di Yuna. Che gusto
c’è a fare magie senza un preciso
scopo?’.
Entrambi
risero di gran cuore, su cose serie per giunta. Non era Chappu, cara
Lulu, ma
poteva essere comunque un tuo amico! Meritava il soprannome
“principe” solo per
il suo comportamento.
‘Da
dove avete imparato a comportarvi così
educatamente?’.
‘Imparato?
Non mi ha insegnato nessuno… sono rimasto orfano fin da
piccolo ed è in questa
città che sono cresciuto… ora mi mantengo
combattendo nella Milizia… ho appena
finito l’addestramento!!’. La maga si
stupì.
‘Milizia??
Qui, nella capitale del credo??’.
‘No…nella
Piana della Bonaccia…ogni tanto mi sposto
lì… ma
non dite che sono un Miliziano!!! Mi
caccerebbero!!’.
‘E…dell’Operazione
Mihen [cap.16]? Voi avete partecipato?’.
‘Averi
voluto…’—e volse la testa al cielo
limpido pomeridiano—‘…ma mi avevano
impedito
di farlo! Mi mancavano pochi giorni alla nomina… Capisco il
vostro stupore!!
Non è sufficiente essere volontari per essere ammessi, ma
anche addestrati per
bene, ovviamente!! Ubbidiamo al capo Kinoc, che comanda sia noi sia i
templari…’. Lulu continuava a non capire.
‘I...templari
usano armi??!!’.
‘Beh…questo
in realtà non lo so… non ci hanno mai dato
informazioni su di essi…!! Comunque…lo
sa?? Lei mi è molto simpatica...!!’.
Lulu
sorrise di nuovo…era da tanto tempo che non riceveva un
complimento simile.
Lei? Simpatica? Ma chi gliel’aveva detto?? Forse soltanto
Chappu…
Rikku
si sentì un po’ in colpa per quello che aveva
fatto. E’ vero, poteva essere
pericoloso, ma ci teneva sia alla sua amica, sia a lui. Si era giurata
che
avrebbe trovato la forza per continuare il suo proposito, e la sua
amicizia con
Noemi. Certo, la scoperta la faceva vedere con occhi diversi…
‘Però…dimmi…da
quanto tempo…tu e lui…sì
insomma…’ era un po’ rossa nel volto.
‘Beh…
quando ero con te a recuperare quel carico [parte 2] era stata la
seconda
volta… Ma…ti prego, non ne
parliamo…Piuttosto, posso sapere che cosa
c’è di
importante in quello scrigno??’.
Rikku
pensò un poco. Era un grande segreto, che non sapeva neppure
lei, ma suo padre
sì. ‘In realtà…non lo so
cosa ci sia dentro… il mio papi mi ha detto che
“E’
una cosa che dovevamo assolutamente prendere e nascondere per impedire
altre
stragi”…Lo avevamo recuperato, ma quando
tu…cioè…’—e
strizza un po’ gli
occhi—’Tidus venne risucchiato…
———Flashback–––
‘Rikku!! Y...yppeysu ih bnupmasy!! Jeahe
cipedu xie!! [A...abbiamo
un problema!! Vieni subito qui!!]’ urlò un
compagno, che era appiccicato alle
barriere di tribordo. Sin era appena scomparso, dopo quel vortice che
inghiottì
il più bel ragazzo che la bionda avesse mai visto. Era quasi
messa ginocchioni
davanti allo scrigno, continuando ad osservare quella figura, strana
per una
serratura. Avrebbe voluto chiedergli ancora molte cose, o per lo meno,
aiutarlo
nella sua confusione. Con gran ritardo ella girò la testa
sulla sua sinistra,
sotto il cielo nuvoloso che lasciava gocce fresche e delicate sulla
pelle. ‘Lucy
l'è?? [Cosa c'è??]’.
Non
c’era stato bisogno più di chiarire. Degli
spostamenti verso il basso della
nave fecero capire che l’acqua stava diminuendo a grande
velocità la sua
profondità, come se il mare si stesse ritirando: da lontano,
un’enorme montagna
d’acqua stava schizzando verso di loro, ingoiando ogni cosa,
e con essa, anche
le speranze di Rikku nel ritrovare il giovane. Silenziosa,
inarrestabile, stava
per ingoiare anche loro.
‘Ur,
hu!!! At uny...at uny...lucy vylleysu??’ [Oh,
no!!! Ed
ora...ed ora...cosa facciamo??].
Un
compagno corse a gambe levate uscendo dall’interno della
nave, gridando. ‘M'Eliomagilite!!!
Iceysumu, bnacdu!!! Yhteysu y Bikanel!!! [L'Eliomagilite!!! Usiamolo,
presto!!!
Andiamo a Bikanel!!!]’.
Tutti
furono d’accordo e composero già un gruppo ben
compatto. Ma Rikku tardava ad
unirsi. Ormai non c’era più tempo.
‘Rikku?? Lra cdye valahtu?? Jiue sunena
xiykkeù??? [Rikku?? Che stai fecendo?? Vuoi morire
quaggiù???]’.
Lei
osservava inerte quell’onda spaventosa che si avvicinava, con
le morbide mani
sulla barriera. C’era qualcosa che avrebbe risposto
“Cì, nesynnò xie!! [Sì,
rimarrò qui!!]”, ma si accorse che era
letteralmente un’idea assurda. Ma non
poté mai dimenticare quell’enorme dispiacere, tale
da essere quasi inspiegabile.
Quella strana sensazione, la spingeva a restare fino a quando almeno le
sue
speranze non sarebbero state vane.
‘Sy...sy..em...lynelu...!!
[Ma...ma..il...carico...!!]’ balbettò, cercando di
trovare una copertura,
quando, uno degli Albhed la prese per un braccio e la
trascinò verso il gruppo,
che subito sparì prima dell’inferno e della
distruzione, che cancellò anche la
piccola lacrima che le sfuggì nell’aria.
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Capitolo 38 *** Cap.38: Hidden Voices From The Heart ***
In
poco tempo il gruppo superò il mercato centrale di Bevelle,
avvicinandosi al
cosiddetto “Gran Ponte”, che connetteva la
città al Sacro Palazzo. Vedere da
vicino quella struttura, che arrivava fino alle nuvole, era uno
spettacolo
incredibile. Prendere la sfera dell’amore sarebbe stata
un’impresa ben più difficile,
dato che il clero sapeva bene che essi erano traditori puri, ma non che
dalla
loro parte stava anche l’invocatrice.
‘Il
“Gran Ponte??”
Cos’è?’ chiedeva Noemi, anche per
scacciarsi quei brutti pensieri
rievocati.
‘E’
il lungo ponte che collega la zona residenziale e il Bosco di Macalania
con il
Palazzo di S. Bevelle. Lì camminarono e camminano
tutt’ora tutti i più famosi Maestri
e le cariche più elevate!!!’ le rispose Wakka, che
sembrava piuttosto eccitato
all’idea. Per lo meno, questo lo aiutava a dimenticare la
delicata situazione
in cui si trovavano.
Superate
diverse arcate decorate, si entrò in quel lungo Gran Ponte,
largo almeno
quattro metri e lungo un chilometro e mezzo, completamente
sull’acqua. Il
palazzo, infatti, era sopraelevato da essa, situato un po’
più oltre la costa. Il
ponte, però era a più pelo dell’acqua,
composto da un pavimento in marmo color
bianco sporco, decorato al centro con figure a zig-zag rossi
all’esterno e
blu-verdi alternati all’interno dei rettangoli che si
venivano a creare. Ai
lati del ponte, c’erano delle basse barriere sempre in marmo,
con diversi
Sacromagilite bianchi che illuminavano il percorso. Più
all’esterno si
susseguivano delle sporgenze che si allungavano sempre di
più vedendole dal
basso verso l’alto, e che in parte coprivano la visione del
cielo, dato che il
passaggio era scoperto e non aveva un soffitto. Dove quelle sporgenze
non
c’erano, si poteva vedere l’orizzonte calmo del
mare.
Auron,
per ogni passo che rifaceva, rievocava sempre più ricordi.
Sembrava che fosse
stato ieri, quando era giunto lì con i suoi precedenti
compagni di
pellegrinaggio. Potevano essere stati chiunque, ma lui non sarebbe mai
cambiato…si era detto!
———Flashback–––
Tutti
e tre percorrevano il Gran Ponte, ognuno a modo suo. Braska
già pensava cosa si
sarebbero “inventati” i suoi guardiani per
sconfiggere l’ennesimo custode,
Auron, invece, era un po’ più avanti degli altri
due, mentre Jecht filmava ogni
cosa con la sua filmo sfera, una sfera azzurrina e leggermente
schiacciata.
Quando faceva così divertiva il suo invocatore.
‘Ohhhh…Braska!!
Guarda qui!!!’ gli diceva lui, il “rozzo”
per eccellenza per il guardiano in
rosso con il codino.
L’altro
guardò sorridendo fermandosi un poco. ‘Va bene
così??’ e gli si mise di fronte.
‘Yeah!!!
Auron!!! Ora tu…’. Il guardiano non si
girò nemmeno, ma dovette fermarsi per
aspettarli.
‘Allora??!!
Sei ancora lì per perdere tempo??!!’.
‘Perdere
tempo??’—e rise a bocca
spalancata—‘…Sto filmando non lo vedi??
Bisogna
ricordare le meraviglie che incontriamo nel viaggio, no?? E poi sono
sicuro che
i miei fan apprezzeranno!!!’. Poi staccò per un
poco la filmosfera per mostrarsi
più solenne, mostrando il petto più del dovuto,
con i pugni ai lati della vita.
‘Ahahaha…Il grande Dark Crow che affianca il
mitico Braska alla ricerca delle
sfere!!!’—ed imita la voce di un
pubblicitario—‘…Un viaggio lungo ed
insidioso!!!’—poi calma la voce, rivolendosi al
compagno guardiano—‘…Questo è
perdere tempo?? Lo sai quanti fan ci saranno ad invocare me e Braska
nella
storia?? Non certo te!!!’.
Auron
rispose con un deciso “Tsk”, continuando a
camminare per i fatto suoi. Il
“rozzo” riprese.
‘Che
c’è?? Hai paura che io morda, che mi stai sempre
lontano??’ Hahrhahrhahr…’.
‘Beh…non
è bello filmare battaglie ed addii…’
riprese l’invocatore, quando ormai
giunsero all’ingresso del Palazzo Sacro.
L’ingresso
era estremamente imponente, come quello di una fortezza. A vedere la
piazza
semicircolare che l’antecedeva, sembrava il luogo dove i
fedeli pregavano
intensamente. Qua e là, inginocchiati o seduti,
c’erano diversi anziani ed
alcuni sacerdoti che balbettavano a bassa voce. La porta di ingresso
per il Chiostro
era almeno un ventesimo dell’intera struttura: azzurrina,
divisa in sei parti
da decorazioni marroni, sormontata da una volta a tutto sesto, davanti
al
pavimento della piazzola, con figure romboidali dorate, su sfondi blu
ed
azzurri. Ben più sopra della porta, stavano tre archi a
sesto acuto, con quella
centrale più rialzata, che culminavano con finestre
istoriate e si scorgevano
sopra gli archi due finestre allungate verticalmente ed arancioni.
Più in alto
ancora, si emergeva un parapetto azzurro e blu, composto da sporgenze e
rientranze ripetute. L’intero muretto era affiancato da
quattro pilastri, di
cui due terminanti con delle torri vere e proprie: quelle
più vicine erano
strette, e passavano dal colore rosso del basso, a quello blu in alto,
mentre
quelle più spesse e lontane, terminavano con una forma a
zampa di leone. Dietro
al muretto di ingresso, si collegavano due strade sopraelevate, rette
da
colonne doriche che affiancavano oracoli con delle statue
all’interno.
‘Wooooaaaahhh!!!’
esclamò l’ex-capitano, che subito corse per
pregare, quando venne fermato da un
braccio esteso e rigido di Auron, che lo stava quasi colpendo in faccia
a
momenti.
‘Prima
vediamo chi entra nel Chiostro, poi aspetteremo in questa
piazza’.
Matthew
iniziava a non capire. ‘Cosa…dovete fare?? Cosa
pregate a fare se siete dei
trad…’.
Rikku
gli chiuse la bocca con
la sua mano
appena in tempo. ‘Noooo…certo che pregheremo!! E
aspetteremo il ritorno di chi
andrà…glom!!’.
‘Ci
andrò io!!’—saltò fuori Kyle,
facendo alcuni passi avanti—‘…Amo
combattere!! Sarei
contento di darvi una mano!!’.
Auron
lo guardò con estrema durezza, davanti a tutti gli altri.
‘Non se ne parla
nemmeno!!’.
‘Ma…perché??
Tanto...cosa serve ora rispettare le tradizioni?’
ribatté la maga, mentre Wakka
cercava di fulminarla con lo sguardo. Non ne voleva sapere di tradire
ancora i
precetti del credo.
‘Cosa
interessa??!!’—con tono
duro—‘…il credo del Palazzo
avrà saputo tutto… perciò
dovranno entrare le persone che non sono coinvolte nel
tradimento…’.
Rikku
e Noemi si guardavano in faccia. Oh…oh…
Yuna
rimase pensierosa per un poco. Il guardiano aveva
ragione…dovevano mantenere un
minimo di copertura per facilitarsi le cose.
‘Giusto…
andrò io dal sacerdote e dirò che saranno loro ad
affrontare la prova!!’ fece
l’invocatrice, guardando le ragazze, che erano un
“filino” confuse.
‘Noi…noi
nel chiostro??’ balbettò la ragazza di Metropolis,
mentre guardava quella
struttura imponente. Si immaginava già di incontrare
stranezze, figuriamoci il
custode che doveva esserci all’interno!
‘Un…un…Albhed
nel chiostro??’ fece Wakka allibito, ma si accorse subito che
non c’era altra
soluzione.
‘Beh…è
una guardiana ora, no? I precetti non dicono che non può
entrare…’.
Dopo
quelle parole di Lulu lui si girò di spalle stizzito,
tirando fuori un lungo
“Naaahhhh” a braccia conserte.
‘Ehm…cosa
si fa nel
chiostro??’
chiese la bionda alla compagna avvicinandosi all’orecchio.
Più che spaventata
sembrava curiosa di vedere come funzionava la sciocca tradizione che
tutti quei
creditori seguivano.
‘Beh…
è meglio che non te ne parli… Quello che
è sicuro è che è una grande
seccatura!!’.
Era
deciso. I cosiddetti “traditori misteriosi”, come
li definiva la gente,
restarono lontano dalla piazzola, voltati di spalle, eccetto quelli
“sicuri”
come Matthew e il fedele amico Kyle. Yuna prese con sé le
due compagne, ed
insieme si avvicinarono alla porta, dove, al centro di essa,
c’era un cerchio
metallico, che veniva usato per bussare. Sulla porta emergeva una
scritta. “Largo alla
potente forza di
Yu
Yevon e
alla sua immortalita’
”. Due rumori echeggianti allarmarono
il sacerdote del tempio, che si affacciò ad esse, aprendo
una sola anta.
‘Oh…voi
dovete essere l’invocatrice…dunque, chi deve
superare la prova?’.
Lo
sguardo di quell’uomo, un tipo alto, robusto e pelato,
cercava di indagare con
gli occhi se c’era qualcosa di sospetto. Era evidente che lui
sapeva tutto.
‘Porto
le mie due guardiane…’ e si girò verso
di loro, sorridendo. G…guardiana??
Lo sono davvero anch’io??
Il sacerdote squadrò non poco l’invocatrice.
‘Co…cosa??
Ho sentito bene??
Un’Albhed…g…guardiana??!!’.
‘Senta…sono
io che decido chi portare con me… e vi assicuro che
è una guardiana perfetta!!’
rispose lei con tono deciso, e il sacerdote calvo annuì
debolmente aprendo le
ante. Lei poi porse di nascosto uno strano sacchettino color argento a
Noemi. ‘Prendi
questa…è
“Neromagilite” [cap.26]…se
siete in
difficoltà usatela!! Ti ricordi come evocare la Fraternity,
vero?’
lei le rispose
facendo un occhiolino, prima di varcare la soglia.
‘E’
fatta…tocca a noi!!!’ disse pimpante Rikku, ma la
sua amica affianco non aveva di
certo tutta quella carica. Gli anziani intorno furono piuttosto curiosi
e
felici di rivedere Yuna, ma non andarono ad acclamarla, per mantenere
il “Sacro
Contegno” che doveva essere rispettato all’interno
di luoghi così sacri.
L’interno
del Tempio sembrava di tutt’altro ambiente ed atmosfera. Tempio dell’amore?? Ci
assomigliava forse più Djose!! Ma che razza di posto
è?? Si trovarono
all’interno di una sala molto alta e larga, di forma
cilindrica, le cui pareti
erano percorse da diverse colonne, alcune con simboli sopra, altre
erano delle
specie di “tubi”, all’interno del quale
passava dell’acqua che saliva in cima
contro la gravità. Nello spazio tra le colonne scivolavano
diverse cascatelle
d’acqua scoperte. La prima cosa che però videro
davanti a loro fu una lunga
scala a spirale, che saliva sempre di più, verso la loro
sinistra, i cui lati
erano coperti da dei muretti illuminati con il Sacromagilite,
all’interno di
vetri blu. Rikku esclamò di stupore, davanti a quei gradini
marmorei perfettamente
lucidi, e si affacciò sul muretto.
‘E’…è fantastico!! E
così questo è un Chiostro??
Peccato che non abbia una macchina fotografica!!!’.
‘Beh…forse
perché è una macchina proibita… sai
come sono questi religiosi! Io mi sono
sempre curata poco di tradizioni simili…’ rispose
Noemi, affiancandosi
all’amica. Quando vide verso il basso stava cadendo
all’indietro. ‘GASP!!!
Ma…ma…c’è…c’è
un ABISSO qua sotto!!!!’.
Sotto
la scala sembrava che ci fosse un pozzo senza fondo. Non si riusciva a
vederne
la base, poiché solo il nero più nero dominava,
assieme ad una densa nebbiola.
‘E…ehm…non
è che hai una…ehm...monetina??’ chiese
con voce incerta.
‘Cosa
ti serve?? Credo che dobbiamo salire su!!’ e alzò
la testa.
‘Per...ehm…vedere
quanto è profondo!!!’ sudava freddo.
‘Ahahah!!
Non fare la sciocchina!! Basta che non guardi e sali le
scale…!!’.
‘Si Renda Grazie a
Yevon che Voi Siete Qui…’.
Noemi si girò
intorno spaventata.
‘Chi…chi
ha PARLATO???!!’.
‘Zitta!!
Fammi sentire!!’ e la bionda tese l’orecchio.
‘Siete Pronti
per la Prova del Chiostro di Bevelle? Dovete Salire Volta per Volta le
Scale e
Rispondere alle Domande che il Custode vi Pone…’.
‘Do…domande??
Aaahhh…bene!! Basta rispondere, allora...’.
continuò la ragazza castana,
tranquillizzandosi. Beh…mi sembra
semplice…basta salire le scale, rispondere alle
domandine… salire…e…battere il
custode…prendiamo la sfera e ce la filiamo…!!
Mentre
uno dopo l’altro i gradini sfilavano, si riusciva a sentire
un debole inno di
sottofondo mano a mano diventare sempre più forte di
intensità. Era sempre
quello che cantava nei Templi… quello che la ragazza di
Metropolis non aveva
mai sentito, ma che era così familiare per
qualcun’altro. Ogni nota era un
continuo brivido. Era una nuova insicurezza. Era una nuova domanda.
Man
mano che avanzavano, i passi si facevano sempre più pesanti
per la fatica, fino
a quando Rikku si fermò di colpo, tanto che la compagna ci
sbatté da dietro.
‘Ehi!!! Che ti prende?? Perché ti sei
fermata?’.
Scostò
la testa, piegandola sulla destra dal collo della bionda. Davanti a
loro la
fila di gradini si interrompeva: se avessero continuato a correre senza
guardare dove mettere i piedi, sarebbero cadute nell’abisso.
‘Prima Domanda’.
‘Co…cosa??
“P...prima domanda”??’.
esclamò l’orfana. La compagna bionda si
girò verso di
lei.
‘Se
non rispondiamo non riusciremo a salire…credo che funzioni
così…!!’ Mi
sento più ansiosa adesso che quando fuggivo
dai creditori!!!
‘Qual è
la
Funzione Principale dell’Inno di Yevon?’.
‘Ehm…Rikku…quante…domande
ci sono???’.
‘Cosa
ne so io?? Rispondi piuttosto!! Vuoi che un’Albhed sappia
queste cose??’ e si
mise i pugni chiusi sulla vita.
‘Co…cosa??
Devo rispondere io?? Ma se non sono nemmeno di questo
mondo!!!’.
‘Rispondete, Prego.’.
Eh...”Rispondete
prego”…!!!
Le
due si guardarono in faccia, con l’Albhed stizzita.
‘Ah, si?? E da che mondo
vieni?? Te l’avrà spiegato un fedele come Wakka o
altri, no??’. L’altra ribatté
alzando la voce.
‘Cosa??!!
E pretendi che io mi interesso di cose del genere?? Purificarsi, fare
smancerie
ed alleviare le proprie pene e i peccati???!!’.
‘Risposta Esatta!’
e dal nulla
ricomparvero i gradini di marmo nel vuoto. Potevano passare.
Le
due si guardarono di nuovo, stupite. ‘Brava!! Lo sapevo che
te l’avevano
detto!!’. Detto…cosa??
Cosa ho detto??
Fuori
dal Chiostro la
situazione era molto
tesa. La gente non sapeva né dello scandalo, né
dei traditori, e bisognava
mantenere la massima discrezione possibile.
‘Signora
Lulu… Ho sentito palare di questi Chiostri… ma
perché bisogna scegliere solo
due guardiani? Non sono pochi per tutti i pericoli che ci possono
essere?’
chiese con gentilezza Kyle, che le si affiancò.
‘Quando
si effettuano queste prove bisogna seguire i precetti di Yevon, che
decise che
solo due guardiani, scelti dal proprio invocatore, possono affrontare
la prova
del Chiostro e battere il custode della sfera…’.
‘E
ve ne mancano…?’.
‘Ancora
due… tra quelle
conosciute…’—poi si girò
verso di lui—‘..voi avete sentito
parlare della settima sfera?’. Il galantuomo sorrise
ampiamente.
‘Eheh…io
combatto, non mi interessano i misteri o le leggende… Su
questo io e Matthew
non siamo mai stati d’accordo!’.
Il
viaggiatore che stava facendo? Tutti gli altri aspettavano, molto
più
tranquilli dell’altra volta. La paura che il credo aveva di
lasciar diffondere
lo scompiglio nel continente era un loro chiaro punto a favore. In quel
modo
l’intera Spira poteva considerarli ancora degli eroi che
potevano portare il
Bonacciale. Matthew si accostò all’amico Kyle,
portandogli una mano sulla sua
spalla destra. ‘Beh…amico mio… devo
lasciarti qui…vedo che ti trovi molto bene
con loro!!’.
‘Ma…’.
‘Nono…’—scosse
la testa diverse volte—‘…non
preoccuparti!! Se c’è una cosa che non sopporto
è
aspettare!! Ci sono così tanti misteri da scoprire!! Ci
vediamo a
Zanarkand!!!’.
Poi
il viaggiatore si incamminò dalla parte opposta del Gran
Ponte. ‘Vi saluto raga!!
Ci sono altri chilometri che mi aspettano!!!’.
Per
cenni, Lulu, Kyle e Wakka lo salutarono. Aveva così tanta
curiosità e passione
quell’esploratore che si mise a correre nonostante il peso
dello zaino sulle
spalle.
‘Però…il
vostro amico ha energia da vendere!!’.
Kyle
sorrise, per poi incrociare i suoi occhi con quelli rossi della maga
per alcuni
secondi.
‘Tu…vorresti
venire con noi??’ chiese lei con strana
difficoltà. C’era qualcosa che le
diceva che doveva diventare a tutti i costi un guardiano della loro
squadra.
Gli aveva dato anche del tu.
‘Io??
Guardiano??’—vide il suolo e poi tornò a
guardarla—‘Ecco…Ne sarei
onorato!!!’.
‘Bene…
Allora… vieni con me
dall’invocatrice…’. disse lei. Sarebbe
stato l’ottavo
guardiano??
‘Ehm…
siamo sicure di non cadere in quell’abisso??’.
‘Oh….possibile
che ti devi sempre fare problemi su problemi?? Ce la siamo
cavata…ce la
caveremo ancora!!!’ fece l’Albhed, che saliva le
scale più velocemente della
compagna, con gli occhi rigorosamente tenuti a terra.
Certo,
come no… se la
fortuna ci dà una mano!!! ‘Certo…salterà
fuori un’altra domanda stramba!!’.
L’altra
sbuffò. ‘Smettila di fare la catastrofica
pessimista e muoviti!! Gli altri ci
aspettano!!!’. Ehiii!! Da quando in
qua
tu sei la capa??!!
La
bionda si fermò prontamente. Il vuoto che divideva una
sponda dall’altra era
più ampio di quello precedente. Cosa significava? Che la
domanda sarebbe stata
più difficile?
‘Seconda Domanda.’.
Bleah!! Questa voce inizio a non sopportarla
più!!!
‘Pronta??’
e Rikku tese ancora l’orecchio.
‘Cos’è
la Tecnica
Sunshine??’.
Le due si
guardarono preoccupate.
‘Che…che
tecnica sarebbe questa ???’.
‘Beh…non
lo so… forse è il secondo nome di
qualcosa…’ ipotizzò l’Albhed,
ponendosi la
mano destra sotto il mento.
‘Ahhh…
io non ci capisco niente!!!!! Io non so niente di magie, arti o
tecniche!!!! Se
c’era Lulu, a quest’ora…’.
‘Smettila
di agitarti!!’—vedendo la castana fare avanti ed
indietro dietro di lei nel
piccolo spazio, salendo e scendendo le scale
furiosamente—‘Mi fai venire il mal
di testa!! Insomma…secondo me dev’essere una magia
molto importante… se è la
domanda di un Chiostro…!!’.
‘Io…non
lo so…!!! Mi sento già mancare la terra sotto i
piedi!!!’ e Noemi tenne gli
occhi preoccupati e fissi a terra.
‘VUOI
AIUTARMI????!!!’.
L’orfana
sospirò ampiamente, e dopo aver riaperto gli occhi,
alzò la testa. ‘Va bene…ok…
Manteniamo la caaaalmaaa….’.
Si
mise davanti a Rikku, con sguardo concentrato, e pensosa ad alta voce.
‘Dunque…dev’essere una cosa
importante…ne sono certa!!! Una cosa
importante…una
magia potente! Per avere un nome simile…sì, non
ti sembra??’.
‘Boh…se
lo dici tu…!!’.
‘Avanti!!
Segui il mio ragionamento!!! Quando non si sa qualcosa, si deve usare
l’istinto, giusto??’.
‘Ohh…istinto...io
preferisco ragionare!!! E non andare alla cieca!!!’.
‘NON
sto andando alla cieca!!’—e le rivolse uno sguardo
duro—‘…Qual è la magia che
più si teme e di cui più si parla?? Lo avrai
sentito, no??’.
‘Sentito
cosa?? Io non me ne intendo…davvero!!! Si temono le Arti
Proibite, credo…’.
‘Bene!!!’—e
Rikku le sorrise—‘Allora si tratta di
un’Arte Proibita. Potrebbero avere dei
secondi nomi, no?? E qual è quella più
temuta??’.
Noemi
si mise una mano in faccia. Già pensava ad un modo su come
aggrapparsi e
salvarsi la pelle. Dove siamo
capitate…DOVE!!!
‘L’Arte
del Sacrificio!!! Non è
quella che
più scandalizza?? La conosciamo perfino noi
Albhed!!!’.
‘Risposta Esatta’.
‘Yeeeeahhh!!!
Rikku uno Noemi uno!!!!!’ e saltellò, mentre si
riformavano i gradini prima
scomparsi.
L’altra
non credeva alle sue orecchie. Co…cosa??
Ri…risposta esatta???!!
‘U…uno
a uno…?? Lo consideri…un GIOCO??!!’.
‘Perché
no?? Questi questionari sono divertenti!!!’
continuò la bionda, che dopo aver
fatto l’ok con il pollice alzato corse in alto ancora
più velocemente.
‘A…aspetta!!!
Rikku…puff…pant!!!’ esclamò
l’altra, pensando a quante domande ci fossero
ancora. Se ci fosse stata qui Lulu,
saremmo già arrivate in cima…!!! Guarda cosa mi
tocca fare!!!
‘Cosa
fai ancora lì?? Datti una mossa pelandrona!!!’.
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Capitolo 39 *** Cap.39: The Magic Of The Presence ***
I
guardiani affiancarono l’invocatrice, che restava nella
piazzola semicircolare
ad aspettare il ritorno delle altre, mentre il sole era già
a metà
dell’orizzonte, nel bel mezzo del pomeriggio.
‘Yuna…
devo chiederti una cosa…’.
Si
girò e vide Lulu sulla soglia della piazza, affiancata dal
galante. Bisognava
stare cauti, se non si voleva essere di nuovo inseguiti da sacerdoti e
templari. ‘Si?? Dimmi!’.
‘Kyle
vorrebbe…diventare un guardiano…’.
Lo
guardò sorridendo. Egli rispose facendo una riverenza e
rimanendo chino per
alcuni secondi. ‘Sarei molto grato di aiutarle nel vostro
sublime
compito...!!’.
Lei
gli si avanzò dolcemente ancora di più. Appena
lui si ridestò, gli restituì lo
stesso gesto. ‘Certo!!! Non ho nulla in
contrario…eheh…signor
Auron!!’.
Wakka
era lì a vedere cosa stava succedendo, addirittura fremendo
per avere
spiegazioni.
‘Cosa?!’
rispose il guardiano in rosso, girandosi di novanta gradi. Appena vide
quel
gruppetto a tre insieme, capì subito tutto. ‘Se
è disposto a sacrificare la
propria vita per te, allora può diventare un
guardiano’.
Kyle
si rivolse prima alla maga e poi a Yuna. ‘Io non temo la
morte! Non l’ho mai
temuta da piccolo!! Se fosse per me, mi sacrificherei anche per salvare
una
piccola bambina indifesa…’.
Le
due risero di cuore e quello solo bastò per un sì.
‘Ma
di cosa stanno
parlando?? A me quel Kyle non mi piace!! Chi si crede di essere?? Il
principe
azzurro della mia amica Yuna??!!’commentò
l’ex-blitzer a bassa voce.
Le
scale erano ancora molte, e la ragazza castana era già
esausta. Non erano
nemmeno a metà del percorso a chiocciola. Da
dove trova tutta quella energia??!!
‘VUOI
RALLENTARE??!! Anfff…Non sono così allenata come
te!!!!!’.
‘Sbrigati,
invece!!! Sei una lumacon…’.
Puff!!!
Altre gradinate sparirono di nuovo. E con ciò, altra domanda.
‘Puff…pant…anf…Fi…finalmente
ti sei fermata!!!’ esclamò Noemi, prima che si
piegasse sull’addome, con le
mani sulle ginocchia.
‘Terza domanda’.
Quella fu la
goccia che fece traboccare il vaso.
‘PIANTATELA
DI FARE DOMAN…!!’ e si ritrovò la mano
destra dell’Albhed sulle labbra.
‘Smettila
di urlare!! Sei peggio di una bambina!! Ascolta la domanda,
piuttosto!!!’ e dopo
un secco “Sgrunt” di risposta, entrambe rimasero
attente.
‘Qual è
il
confine tra l’amicizia e l’amore?’.
Noemi
si mise una mano sulla fronte. ‘Amore??!! Puah!! Figurati se
mi interesso di
cose così futili!!!’.
Rikku
si girò piuttosto alterata. ‘Certo che sei proprio
fredda, tu!!! Come fai a
dire che è futile??’.
‘Perché
non lo è??!!’—e si mise a braccia
conserte—‘L’amore rovina e basta!! Ti fa
fare
pazzie!! E’ solo una malattia!!!’.
‘Ma
che cosa dici??!! Non è una malattia…
è il motore che ti fa arrivare al settimo
cielo…’ e guardò il soffitto con occhi
sognanti.
‘Tsk!!!
Settimo cielo?? Sai che cosa ti fa fare??!! Ti dà estrema
felicità solo nel
momento, per poi colpirti con le gelosie, le incomprensioni
e…bleah!!! Certe
cose mi danno solo un grande senso di disprezzo!!!!’.
‘Piantala
di dire idiozie!!! Sai solo parlare senza ascoltare il tuo cuore!!! Tu
non sai
nemmeno che significa essere innamorati!!!!’ e le rivolse uno
sguardo di
ghiaccio. Noemi non fece una piega.
‘Ah,
si?? E tu allora sai cosa significa??!!!’.
Rikku
si irrigidì. Tutt’ad un tratto divenne rossa ed
iniziò a sentire caldo. Le sue
guance morbide mostrarono un colorito molto acceso, accompagnato da
forti
battiti che sentiva in gola e una strana adrenalina correrle per tutte
le parti
del corpo.
‘Allora??!!
Guardati!!! Non vedi come sei agitata!! Te l’ho detto che
è una malattia!!!’.
‘FINISCILA!!!!!’
gridò, e la parola echeggiò almeno una decina di
volte in quella specie di
“pozzo”. I suoi occhi sembravano quasi mostrare
fiamme. Noemi si fermò a
guardarla, in quello stato, facendosi mille domande, tutte di carattere
molto
personale. Ma tra tutte, una le sembrò quella più
importante di tutte.
‘Tu…tu…sei
innamorata??’.
‘Rispondete
prego.’
tuonò ancora la voce del tempio. Rikku restò
ferma e rigida, abbassando la
testa per non far vedere ancora di più il proprio rossore. I
suoi pugni chiusi,
aderenti ai lati del corpo, rendevano più evidente la
risposta. Cambiò subito
il proprio tono della voce.
‘Ecco…
sai… la risposta… a questa
domanda…è…è molto
semplice… quando…quando conosci un
amico… e ti rendi
conto…che…che…ti piace…
capisci di essere…innamorata…
e…e…così…per capire se
anche…lui… ci sta… basta che
aspetti…aspetti il suo
bacio…che ti faccia capire…che…che
lui…è più…di un
amico…!!’.
‘Risposta
esatta.’.
Noemi
restò a guardarla impressionata. L’Albhed
balbettava ed ogni sua parola esprimeva
tutto il suo pieno significato. Provenivano dal più profondo
del cuore, che
ella ancora non riusciva a capire che cosa avessero di tanto speciale.
Restò un
po’ meravigliata di quella frase, che sembrava idilliaca ed
onirica, ma poi,
appena vide quei gradini ricomparire, riacquistò la sua
piena e ferrea
razionalità.
‘Complimenti
per la risposta esatta, comunque… Non restare lì
rossa a pensare a quelle
facezie… abbiamo ancora chissà quante
domande!!!’ e superò la compagna
nell’ascesa.
‘Non...non
sono facezie!!!’ e la sua voce restò
più tremante che mai. Sono sicura
che tu stia fantasticando su qualcuno Rikku… ma
perché devi
rovinarti?? Cose del genere servono solo a mandare in tilt il
cervello!!! Non
cadere nella trappola!!
Wakka
si avvicinò all’invocatrice con sguardo
curiosissimo. ‘Ma… quel Kyle…ha fatto
qualcosa??’.
‘Eheheh…ma
no!! E’ diventato un guardiano!!’.
Lui
fece qualche passo indietro per la notizia.
‘G…guardiano?? Eeeeehhh??!!’.
‘Perché
tanto stupore?? E’ un bravo ragazzo!! Non essere
geloso!!!’ e gli rivolse degli
occhi sereni che un po’ lo tranquillizzarono.
‘Mah…
lo deve prima dimostrare!!’ e rivolse sul galante occhi
indaganti, come per
trovarne il primo difetto, mostrandogli il viso lungo.
All’improvviso
il guardiano professionista si avvicinò cautamente al
gruppo. ‘Attenti…!!’.
Tutti
guardarono verso la piazzola, dove lui osservava. La porta del chiostro
era
socchiusa. Erano tornati già con la sfera? No… si
era solo affacciato
debolmente il sacerdote, piuttosto preoccupato e pensieroso.
‘Miei cari fedeli…
per ordini dell’Altisssimo Credo di Yevon, il ricevimento al
tempio è sospeso…
Tornate nelle vostre case…e siate lodati!!’ e fece
davanti a loro, fuori dalla
porta, un lentissimo segno di riverenza. I vecchi e i religiosi si
guardarono
in faccia per un poco, per poi imboccare il Gran Ponte e tornare in
città.
‘Che
cosa sta succedendo?? Questo tempio chiude prima??’ chiese un
po’ spaventato
l’ex-capitano, che avrebbe voluto restare lì
ancora per un po’ proprio per
pregare.
‘Non
lo so… non ne sono sicura, ma il credo è
più confuso che mai…’
continuò la
maga. La porta azzurrina poi rimase per un attimo aperta, dopo che il
sacerdote
tornò dentro.
‘L’alto
credo della luce ha perso il suo sole…’.
‘Ma
che stai dicendo??!!’—si mise a gridare Wakka
contro Auron—‘Se si trova in
difficoltà è solo colpa nostra e dei nostri
peccati!!!!’.
‘Zitto!!!
Guarda chi c’è…’.
Dopo
le parole della maga tutti si voltarono di nuovo. Erano sicuri che
l’avrebbero
rincontrato di nuovo, in tutta la sua “bellezza” e
solennità.
‘Ma…guarda…chi
c’è…proprio…chi
stavo…aspettando…!!’.
Era
vestito di un abito curato e raffinato, ovunque perfetto ed elegante,
che
arrivava fino al pavimento marmoreo, con il suo grigio scurissimo
prevalente.
Indossava un cappello alto e grigio, come i ricami sulle sue spalle,
che si
estendevano oltre un enorme colletto, che partiva dalla vita e copriva
quasi
metà del suo busto. Dal centro di esso si scorgeva una
cravatta bianchissima a
forma triangolare, doppia. Al centro della parte terminale del vestito,
una
striscia lo percorreva in verticale, con il simbolo del continente al
centro.
Le maniche erano molto lunghe, ma non abbastanza per coprire le sue
unghie
lunghe ed orribili.
‘Seymour…
vedo che l’abito da sposo ti ha fatto crescere
troppo…’ riprese il guardiano in
rosso, sentendo la voce affaticata del Maestro. Il vestito forse gli
serviva
anche per non far notare i lineamenti che lo stavano e che
l’avrebbero divorato
nel tempo inevitabilmente.
‘M…Maestro…
la prego! Facciamola finita con questa pazzia…!!
E’ vero ci siamo intromessi,
ma…è stata tutta una serie di coincidenze
che…’.
Le
parole di Wakka fecero scattare delle risate quasi infernali. Anche la
sua voce
era un po’ cambiata, diventata più bassa e
lugubre. ‘Ahahah…
certo…ora…siete…i
traditori…!! Non…lo
sapevi…Yuna??’.
L’invocatrice
sbiancò e guardò uno per uno i suoi amici, Kyle
compreso. ‘Sì…sì,
l’ho saputo
cos’è successo…’.
‘E
ALLORA??!!...Ti…ostini…a
seguirli…ancora?...Sapendo…che…rischieresti…il
tuo…compito…supremo??!’ e si
avvicinò, mettendosi al centro della piazzola.
Lei
non rispose. Sapeva bene quali rischi stava correndo, e tutti le
avevano dato
la massima fiducia.
Il
Maestro continuò, camminando lentamente verso di lei, mentre
gli altri tirarono
fuori le loro armi. ‘Mia invocatrice… io
voglio…solo…aiutarvi…sono…venuto
qui…per permettervi…di arrivare…al
vostro…compito…senza…questi…traditori…!!’.
Kimahri
fece diversi passi avanti. La situazione era tesissima. ‘Non
avvicinare te!!!!!!’
impugnando con grande forza la sua lancia. Ma Seymour
continuò la sua “marcia”,
fino a quando non si fermò davanti a lei e porse la sua mano
destra percorsa da
varie rughe profonde.
‘Ti
prego… che non succeda nulla…’
supplicò Wakka, portando gli occhi al cielo.
‘Sono…venuto…qui…per
chiedervi…la vostra…mano…!!’.
Subito
tutti i guardiani si misero tra loro due, tutti fissando con aria di
sfida lo
sposo ambizioso ed elegante.
‘Oh…ammirevole!!...Certo…certo…
voi siete…i guardiani… e proteggete…la
vostra…invocatrice…da chiunque… vedo
che…osservate bene…il
vostro…giuramento…!!’. Poi
mostrò meglio il suo volto,
ritirando la mano destra e gettando il cappello a terra. I capelli non
erano
cambiati, ma il suo giovane viso non era più lo stesso,
tanto era percorso qua
e là da profondi rughe, tanto che si notavano diverse parti
in cui la pelle
poteva “penzolare” liberamente. Le orbite degli
occhi erano ben visibili, e
quello che, forse, rimaneva inalterato, era il suo sguardo e il suo
sorriso.
Yuna cacciò un forte urlo, che la spinse di alcuni passi
indietro.
‘No!!!!
Tu hai usato un Arte Proibita!! Hai ucciso Jyscal per ottenere
potere… ed ora??
Qual è il tuo scopo??!!’.
Gli
sguardi passarono da lei allo sposo, in tutta la sua natura scoperta, o
quasi.
‘Sposarti… così
insieme…prima…sconfiggeremo…Sin…e
poi saremo…i padroni…del
continente…!!’.
‘COSA??!!’
e Wakka superò tutti, schivando a pelo l’appuntita
cuspide della lancia del
Ronso. ‘Ma come?!! Maestro!! Il dovere è quello di
portare la pace, non di
ottenere potere o diventare i re di Spira!!!
Voi…voi…!!’.
Un’altra
famelica risata satanica frantumò il cuore puro del
religioso guardiano.
‘Certo!!...Certo!!!...Come…se
fossi…l’unico…a
pensarla…così!!!...Bene… se
volete…intralciarvi…nella mia
strada…’—e scoprì di nuovo la
famosa manica—‘…significa
che…me
la…libererò…anche…senza di
voi…!!’.
La
scala iniziava ad essere pesante sulle quattro gambe delle guardiane.
Quella
prova sembrava non finire mai… e se fossero arrivate troppo
stanche di fronte
al custode, sarebbe stato davvero un grande, grandissimo guaio.
‘Sono
stanca…non ce la faccio
più…perché non ha scelto uno atletico
come Wakka??!!’.
L’Albhed
non rispose. A che stava pensando o fantasticando? Certo, lei, in vita
sua, tra
macchine da riparare e costruire, aveva sempre avuto la smania di
passare del
tempo nei suoi sogni. Ma, mai, fino ad allora, tali sogni erano stati
così
forti da trasparire all’esterno.
‘Rikku??!
Mi stai sentendo??!’ e la ragazza accelerò il
passo, cercando di “svegliarla”
dai suoi pensieri. E che fatica, quando le gambe sono strapiene di
acido
lattico!!! E fece anche bene, perché alcuni secondi dopo,
altri gradini
sparirono di colpo, e l’Albhed stava per cadere
nell’abisso. La castana, di
corsa, l’afferrò per la camicetta arancione da
dietro, e la spinse con tutta la
sua forza verso di sé, tanto che Noemi si ritrovò
una bella zuccata dietro la
testa, sbattendo contro delle gradinate.
‘Ohi…ohi…’—si
passò con la mano la parte
dolente—‘…ma..!! Guarda dove vai!!! Ora
mi ritroverò
una bella patacca…ahi ahi!!!’.
Erano
ancora entrambe a terra quando sentirono ancora la voce. ‘Quarta
domanda.’.
La
ragazza di Metropolis ribollì in silenzio.
‘I…inizio ad averne abbastanza…grrrr…’.
‘Scusami…ero…sovrappensiero…!’.
‘Noooooo…’—in
tono ironico—‘…Guarda, non lo avevo
capito…!!!’. L’altra si girò
sorridendole.
‘Grazie!!’.
‘Cosa
c’è di
più importante tra due innamorati?’.
Quel
“Grazie” stava facendo riprendere l’umore
alla ragazza di Metropolis, che però
tornò subito stufata. ‘Sgrunt…ancora
domande del genere…?? Me ne infischio!!!’
e si ridestò, dando una mano anche alla bionda.
‘Non
capisco… perché odi tanto i
sentimenti??’. Perché???!!
Fanno semplicemente schifo!!
‘Perché
ti porta su cattive strade!! Io non ci avrò nulla a che
fare!!’. Poi riprese.
‘Guardami!! Sono una povera orfana, costretta a rubare pane e
frutta e a bere
su letti dei fiumi più o meno svariati ed
inquinati… Secondo te chi mi
apprezzerebbe tanto da amarmi?? Bah!! Io non mi sogno mica cose del
genere!!
Penso a me stessa, e fin’ora ho fatto bene!!!’.
L’Albhed
la fulminò con lo sguardo. ‘Ah, si?? E allora, se
pensi tanto a te stessa,
perché ora stai con noi?? Perché ti sei offerta
di aiutare…di aiutare…’ qui
mostrò una strana esitazione.
‘Di
aiutare chi? Yuna??’—con tono di
sfogo—‘…L’ho fatto solo per
fare luce su
questa situazione!!! Di chi??
Tidus??
E’ stato lui a prendermi come una cavia per i suoi
giochi!!!’—alzò la
voce—‘Non
sono stata di certo io a dirgli “Guarda!! Sono qui, vienimi a
prendere perché
sono una disgraziata!!!”…e fosse per me poteva
anche lasciarmi marcire, tanto
non…non…’—abbassò
lo sguardo—‘...cambierà
niente… Mi devo fidare alla cieca,
senza nemmeno conoscere bene chi sia…’.
‘Rispondete,
prego.’
La domanda riecheggiò più volte. Il silenzio era
tornato massimo.
‘Tu…tu
non puoi essere…così fredda e senza
cuore…!! Come…come puoi dire questo…
Non
hai mai pensato…che…volesse aiutarti??’
disse con voce morbida e dolce. Ci
voleva poco che l’altra scattasse di nuovo come una molla.
‘Smettila…Rikku…
Io non considero un aiuto quello di portarmi chissà dove, e
ritrovarmi in mano
non so che di poteri e di ricordi che io non ho mai
attraversato!!’—in tono più
delicato—‘Tu...tu non puoi capire…cosa
significa…’.
‘Secondo
avvertimento: Rispondete, prego.’.
Rikku
le voltò le spalle e alzò la testa decisa a
rispondere. ‘La fiducia!! E’ la
fiducia la risposta!!!’.
Non
si sentì più nulla. L’attesa sembrava
mangiare, pezzo per pezzo, entrambe le
ragazze. Avevano sbagliato??
‘E…ehm…a…allora??’.
‘Risposta
esatta.’.
‘Co...come??’—la
sua espressione passò dalla tristezza alla
sorpresa—‘Hai…hai risposto
giusto??!’.
L’Albhed
si girò guardandola fissa negli occhi, seriamente.
‘Sei tu che mi hai detto la
risposta…’.
La
Gemma
delle Quattro Arti
iniziò a splendere di un unico colore: il blu. La luce
pomeridiana divenne più
fioca, e tutto sembrò fermarsi e diventare quasi
trasparente. Kimahri ed Auron
corsero contro il Maestro, ma egli era già protetto dalla
magia Protect,
che respinse i loro attacchi fisici,
facendoli cadere a terra.
‘MAESTROOO!!’.
‘E’
inutile Wakka!! Finché non ci avrà fatto fuori,
continuerà ad usare tutte le
Arti con quella maledetta gemma!!!!’ gli gridò
Lulu, mentre Kyle era rimasto
impietrito da quell’intensissima luce di colore blu scuro,
che, nonostante
fosse del colore della notte, non era sopportabile dagli occhi.
Così si poteva
solo sentire cosa stava succedendo.
‘Ora…vedrete…cosa…significa…non
rispettare….i precetti…!!’.
Così
inspirò fortemente, come avevano visto nell’Arte
precedente [cap.32], stavolta
non ponendo la mano libera verso il basso, ma verso l’alto, e
alzando gli occhi
al cielo, che stava lentamente mostrando i colori accesi del tramonto.
‘Chiamo
le stelle e il cielo con insistenza..:’
‘mi
libero dei sensi per ottenere gran potenza…’
‘voi
che con nuvole e sole ne rappresentate l essenza…’
‘per
questo accetto di avere delle cose
l
assenza…’
‘e
lancio Schmelzend, l
Arte
della Presenza!!’.
La
pietra blu si separò in numerosi frammenti, e il Maestro
acquisì una sinistra
aura di colore blu scuro, che lo avvolse come un chakra, anche se
temporaneo.
Così la luminosità dell’ambiente
tornò ad essere normale, così come la
concezione dei movimenti e delle azioni.
‘Pazzo!!
Lo sa che cosa ha fatto??!!’ gli gridò la maga, ma
lui non fece una piega.
‘E
cosa??...Finché…non
vi…leverò…di
mezzo…e..non..la farò..pagare..a
tutti…!!!’.
Yuna
si avvicinò alla fiamma blu.
‘Attenta!!!’ l’avvertì Lulu.
La prima non sapeva
cosa fare, e si sentiva anche un po’ in colpa.
‘Ma...perché tanto odio??!!
Perché...fate questo?? Perché usate le Arti
Proibite??’.
Seymour
la prese per un braccio e usò la magia Lifedrain,
recitandola a bassa voce. Dopo pochi
secondi, il tempo in cui i guardiani si stupirono,
l’invocatrice cadde
delicatamente a terra, come se, tutt’ad un tratto, si
sentisse tremendamente
stanca. Dopodiché la prese in braccio, avvolto da quella
magia, e la posò
delicatamente al centro della piazzola semicircolare dietro di
sé, a pancia in
su. Kimahri urlò un lungo “Nooooo”,
correndo verso il pazzo, pronto a fare un
potente fendente, ma venne subito respinto di nuovo. Gli attacchi
fisici erano
completamente inutili.
‘Eheheh…stavolta…sono…protetto…anche
dietro…!!’ riprese lui, alzandosi maestosamente e
più lentamente possibile. Era
come se volesse gustarsi il momento.
‘Che
cosa gli hai fatto???!!!!’ chiese Wakka, con un tono che egli
mai avrebbe usato
con un Maestro.
‘Ohhh…
gli ho solo…chiesto in…prestito…un
po’…di energia…
State…tranquilli…non
è…morta…ma
sono…sicuro…che
farà…sogni…che la
convinceranno…!!’.
‘Tsk…credi
che sia facile imbambolare un’invocatrice con il suo
chakra??!!’.
‘Oh…signor…Auron…certo!!!
Ricordati…che hai…di
fronte…l’Arte…della…Presenza!!’.
‘E
così per questo ti arrischieresti a rimanere senza diversi
sensi e rovinarti??
Non lo sai che prezzo c’è??’
continuò Lulu, che pensava di lanciare un
incantesimo. Certo, “bastava” prendere una sfera
dalle tasche dell’invocatrice…
‘Me
ne…infischio…in un modo…o
nell’altro…arriverò…al
mio…obiettivo…e la
farò…pagare…a chi…mi
ha…trattato...male…per la
mia…maledetta…natura…!!’.
‘Io…io
avevo sempre creduto che i Maestri fossero delle guide, non dei
vendicatori di
sé…’ commentò Kyle. Aveva
tirato fuori uno “shuriken”, un’arma di
metallo, con
l’impugnatura al centro, di forma circolare, che da essa si
estendevano quattro
lame affilatissime e curvilinee, che dopo il lancio si
“collegavano” tutte
quante con il movimento rotatorio, creando una lama girevole e
continua. Lo si
lanciava più o meno come un frisbee.
‘MAESTRO!!!
Si fermi!!! E’ una pazzia!!! Basta!! Possiamo
risolvere...!!’.
Le
continue suppliche dell’ ex-capitano furono stroncate appena
il Maestro,
stizzito, alzò la mano destra, dalla quale partì
un fascio di quell’aura che lo
colpì in pieno sul volto. Da quel momento in avanti, non
avrebbe più potuto né
parlare né sentire, come un perfetto sordomuto.
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Capitolo 40 *** Cap.40: Change and Exchange ***
Rikku
e Noemi furono quasi arrivate in cima, finalmente. Erano passati altri
cinque
minuti di tranquillità, e questo fece loro pensare che ci
sarebbe stata
un’altra domanda, forse l’ultima. Erano rimaste
stranamente in silenzio, fino a
quando la castana non ruppe il ghiaccio.
‘Rikku…sei…puff…arrabbiata
con me?
Pant…Scusami…sai…io…anf…ho
detto tutte quelle cose perché ero un po’
agitata…anf…ed io a volte
esagero…puff…non farci
caso…!!!’.
‘Non
fa niente…anf…lasciamo perdere,ok?
Finché non lo provi di
persona…sbuff…non
puoi affermare quelle cose…’.
L’altra
pensò un poco. ‘Sì…credo che
tu abbia ragione… ma…pant…ce
l’hai ora con
me...??’.
Altri
gradini scomparvero davanti a Rikku, che era quella più
avanti. ‘Un pochino…’.
‘Ultima
domanda.’.
Ultima domanda!!!!!!! Finalmente…ma
sarà
la più difficile delle altre…ne sono sicura!!
Però…mi dispiace di aver offeso
la mia amica!! Forse... ho detto qualcosa su qualche persona a cui lei
tiene
molto…!! Maledetta boccaccia!! Ora rispondo a questa domanda
così faccio pace!!
Noemi
corse come una matta, con le gambe che non reggevano più la
salita, accostando
la compagna.
‘Qual è
il
nemico peggiore tra due innamorati??’.
Fantastico…!!
Ed ora cosa rispondo?? Rikku è più esperta di
me…!! Come mi faccio perdonare??
‘Ehm…ecco…
e se…rispondessi io, ora??’ Iniziamo
a
dire questo… L’Albhed la
guardò scettica.
‘Tu??!!
Che sei allergica a questi argomenti??’.
‘Beh…
non siamo mica…’—ridendo, grattandosi la
testa—‘…in parità
ora??’.
Lei
sorrise. ‘Eheh…in effetti… siamo due a
due!!!’.
‘Bene!!
Allora ce la giochiamo!!!!’.
‘Non
hai scampo!! Ti schiaccerò!!!’.
Restarono
a pensare alcuni minuti, l’una voltandosi a destra, e
l’altra a
sinistra. Erano entrambe a braccia
conserte, come due sorelle gemelle dopo un litigio che si comportavano
ugualmente,
l’una da una parte e l’altra dall’altra.
‘Rispondete
prego.’.
Qual
è il peggior
nemico...il peggior nemico…boh…non mi viene in
mente niente!! Quello che mi
chiedo è invece cosa mi sta nascondendo Rikku!! Non capita
tutti i giorni
vedere un visino così rossiccio!! E poi sa più
cose di quanto possa credere… ma
non capisco perché non si fida di me e non
parla…forse perché ha paura che io
faccia pettegolezzi…o forse perché io non gli
avevo confessato il mio di
segreto…
‘Credo…credo
che sia il tempo…!! Il tempo che passa e affievolisce ogni
sentimento…’.
‘Risposta
esatta.’
E i gradini ricomparvero tutte all’improvviso. Era
già visibile, in alto, una
piccolissima piazza che aveva due porte, tra loro opposte.
Noemi
rimase pietrificata a guardare la compagna, mentre continuava ad
avanzare,
vincente e trionfante. ‘Impara ad ascoltare il tuo cuore ed
usare l’istinto,
prima di disprezzare le cose più preziose!!!’
disse, salendo sempre di più. Le
aveva dato una bella lezione. Così, rimanendo zitta,
l’orfana la raggiunse. Là
notarono due porte, entrambe di colore giallo, decorate allo stesso
modo. Quale
bisognava varcare? Faceva parte della prova, oppure portavano entrambe
al Naos??
‘Anf…anf…’—piegata
sull’addome—‘…hai…uff…hai
vinto, brava!!! Io… sono troppo razionale per
intendere cose del genere…!! Che cosa vuoi in cambio
ora??’.
L’Albhed
si era affacciata sul muretto, guardando tutta la fila di gradini che
avevano
salito insieme. Erano così tanti che non riusciva a vedere
da dove erano
entrate. Erano quasi giunte al Palazzo di S.Bevelle, quello che avevano
visto
dall’aeronave, che evidentemente coincideva con il Naos.
‘In cambio…vorrei…che
tu imparassi a giudicare le cose solo quando le vivi!!’
rispose, con occhi
sognanti.
Il
discorso venne interrotto quando una strana luce gialla si
concentrò in un
punto davanti ad entrambe, proprio sopra il vuoto, al centro di quella
chiocciola infinita. I raggi divennero più intensi, fino a
quando si svelò un
angelo, dalle quattro ali piumate, dotato di un elmetto metallico sulla
testa,
pieno di rilievi con simboli, e il resto del suo corpo era praticamente
umano,
se non per la grandezza, almeno tre o quattro volte tanto. Aveva in
mano sulla
destra una lunga lancia, tenuta però bassa, a riposo.
‘Avete
superato la prova rispondendo alle mie domande…’—iniziò
a dire—‘…ora potete
accedere al Naos oltre quelle porte…’.
‘Cosa??!!
Questo custode parla!!!’ esclamò Noemi, almeno
fino a quando l’Albhed non la
fece zittire pestandole un piede. Ahiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!
‘…ma state
attenti!! Io ho fallito nel mio dovere…qualcuno ha truccato
le prove con arti
oscure e si è impossessato della sfera dell’amore.
Ora vi sta aspettando nel
Palazzo. Fermatelo e potrete prendervela…’.
La
luce gialla brillò ancora, fino a quando non
sparì del tutto, e con esso anche
il solenne custode.
‘Non
ci posso credere…questi custodi sono proprio pessimi!! Prima
si fanno soffiare
la sfera a Kilika, ora pure in una fortezza come Bevelle…
non credevo che
potessero cadere così in basso…!!!’.
‘Beh…per
lo meno ci ha avvertito…ma…chi credi che ci
aspetti??’ chiese con ansia la
bionda, fregandosi le mani.
‘Non
ne ho idea…ma ho già sentito parlare di arti
oscure…oltre a quelle di Djose…!!
Ho un brutto presentimento…!!’.
Elle
si trovarono davanti le due porte praticamente identiche, una a destra,
e
l’altra a sinistra. In mezzo ad esse, c’era una
grande finestra, che si
affacciava all’esterno. Da lì si vedeva un solo
colore: l’arancione del cielo
al tramonto. Ma di quanto erano salite?? Le gambe non reggevano
più…
‘Ma…dove
andiamo, capa??’. chiese la castana.
‘Non
lo so…facciamo così!! Tu vai di là, ed
io di qua...’ indicando con gli indici
le porte.
‘SICUUURA??’.
‘Certo
che sono sicura!! Secondo me portano nello stesso posto!!!’. Boh, sarà…
‘Wakka!!
Wakka!! Rispondi!!!’.
‘Calmi…calmi…
Ha
solo…perso…l’uso…dei…sensi…
Conoscete…la magia…Asensis??
Ecco, simile…’.
‘Vi
piace proprio fare uno spettacolo di mimi…’ e poi
il guardiano professionista
scrutò oltre il Maestro, cercando un’idea che
permettesse loro di lanciare
l’incantesimo giusto. Ma era ben difficile contro
un’Arte Proibita…
‘Allora!!…Mi
state…annoiando…’.
‘Auron…cosa
facciamo?? Le sfere le ha Yuna…’ chiese la maga.
Seymour era lì, bruciante in
ogni punto del suo corpo, nell’abito da sposo, aspettando
ogni attacco. Ogni
sua risposta sarebbe stata anche peggio di quella data
all’ex-blitzer, forse
anche fatale. Lui, infatti, non riusciva né a dire qualcosa,
né a sentire, come
se isolato dal mondo.
‘Non
credo che abbia qualche protezione contro la
magia…’ riprese la maga, cercando
di intravvedere qualche riflesso della magia Shell,
che proteggeva dagli incantesimi semplici e Master.
‘Allora…!!
Volete…ancora…farmi…aspettare??...Se
siete…arrivati...fin qui…ci
deve…essere…un
motivo!!’. Le parole piene di esuberante orgoglio dello sposo
fecero saltare i
nervi al galante. ‘Se c’è una cosa che
non sopporto, sono quelli che si
vantano!!’ e lanciò con tutta la sua forza il suo
shuriken, che per aria girò
attorno a sé come un frisbee, con la differenza che se lo si
prendeva al volo si
rischiava di avere una mano a terra. Fu un attacco inutile, contro la
magia Protect.
‘Ahahah…Divertiamoci...un
po’…’ continuò ancora il
Maestro, e dopo che estese le proprie braccia
all’esterno, dettò la parola Doppioteam,
e, dopo pochi
secondi, la piazzola fu colma di copie identiche dello sposo,
così perfette,
che quello vero era pressoché indistinguibile. Gli ologrammi
circondarono
l’intero gruppo, e ciascuno si muoveva in maniera identica, a
seconda di come
si spostava quello vero.
‘Adesso…fatemi…vedere…qual
è…la forza…che…vi
ha…condotto…fino a …qui!!!’
balbettò la sua voce, sovrapposta
più volte, come in un coro. Era diventato ancora
più insopportabile tollerare
la sua risata.
‘Questo…
assurdo!!!’ il Ronso stava per attaccare di nuovo.
‘Kimahri!!
Sono certa che ha un punto debole…basta
trovarlo!!’ rispose Lulu, ma gli “sposi”
iniziarono a fare sul serio. Cominciarono a girare le mani tra loro,
una sopra
l’altra, fino a quando la luce blu scura non si
concentrò in quel punto. Quando
tutte le copie posero i palmi dritti delle mani verso di loro,
lanciarono Trouble,
ed i guardiani iniziarono ad avere
una grossa confusione di tutti i sensi, dall’udito alla
vista: tutto iniziò a
girare, a rallentare o ad accelerare, ed i suoni a sovrapporsi, a
riecheggiare,
a perdere la semplice concezione dell’equilibrio. La maga si
era tappata le
orecchie, il Ronso era caduto confuso ginocchioni, tenendosi fortemente
con la
lancia in verticale, Kyle faceva passi inconsci in varie direzioni
diverse.
Wakka, invece, era fuori dalla cerchia, a terra, immobilizzato dagli
effetti
della magia Asensis.
‘Vi
piace…questa…sensazione??...I
nostri…sensi…sono…così…deboli…così…facili…da
ingannare…!!!’ ripetevano gli
“sposi”, ma le loro espressioni si preoccuparono
leggermente quando videro Auron. Era rigorosamente in piedi, perfetto,
impassibile, completamente immune alla potente magia permessa da
un’Arte
Proibita.
‘Ahh…Dimenticavo…tu…non…sei…di
questo…mondo!!...Come…chi…tanto…badi…’—poi
le copie mossero contemporaneamente le teste, a destra ed a
sinistra—‘…che…non..è…con
voi!!!
Sarà…rimasto…prigioniero…del…lago!!!’.
Il
guardiano professionista approfittò del momento e prese al
volo il braccio
destro di Kyle, il più vicino a lui, e lo spinse fuori
dall’accerchiamento,
tanto violentemente da farlo cadere a terra su un fianco.
‘Kyle!!! KYLE!!!’.
‘Sono…sicuro…che…tornerà…!!...Tornerà…per…vendicarsi…per…quella…tecnica…Sunshine…che…lo…ha…
condannato…!!!’.
Kyle
era ancora a terra, ma si stava riprendendo pian piano. Le luci ancora
giravano
da sé, così come lo stesso cielo, diventato di un
colore rosso fuoco, con
qualche cirro di passaggio. ‘D…dove??
C…cosa??’.
Il
richiamo di Auron fu ancora più duro. ‘KYLE!!!!
Sbrigati!!! Prendi le sfere!!!’
sentì il galante, con la voce del guardiano in rosso che si
ripeteva per chissà
quante volte. Lui si girò verso l’interno della
cerchia, e pensò di essere
ancora confuso, a vedere una dozzina di Seymour tutti uguali.
‘Ma…ma…q…quanti
sono??!!’.
Auron,
vedendolo temporeggiare, decise di attaccare tutte le copie, cercando
di
scovare quello “vero”. Erano tutti come fantasmi,
senza corpo, mentre quello
vero era in carne ed ossa, anche se protetto da Protect.
Il Maestro, spinto dall’orgoglio e dalla vanità,
ancora non si era accorto del
galante. Così pensò che quello vero doveva avere
le spalle girate verso di lui,
per non vederlo.
Kyle,
vedendolo avvicinarsi verso di lui con la katana, si ridestò
in piedi, con
ancora qualche difficoltà di equilibrio e ricordò
le parole sentite. Guardò
verso Yuna.
‘Che…peccato…avrei…voluto…sfidare…la
sua…potenza…. Già…
quella…aura…dorata…sublime…semplicemente…perfetta…!!’.
Rikku
corse attraverso un corridoio leggermente curvo a sinistra ed in
salita,
pavimentato in marmo lucente, che brillava sotto i raggi rossi del sole
all’orizzonte,
perfettamente visibile. Il percorso era coperto, ed affiancato da
diverse
colonne doriche con simboli, che si susseguivano continuamente, fino a
quando
il soffitto non si apriva, dividendosi al centro, più o meno
a metà percorso,
lasciando vedere, in tutta la sua bellezza, il Palazzo Sacro di lato.
Alla fine
del passaggio si trovò in una piccola piazzetta, pavimentata
in marmo bianco
con varie decorazioni rosse, e incrociò proprio davanti a
sé la sua compagna,
che percorse il passaggio adiacente, che invece di curvare verso
sinistra, lo
faceva verso destra.
‘Oh!!
Sei qui!!!’ esclamò lei con stupore.
‘Visto??
Ti avevo detto che portavano nello stesso posto!!’
ribadì Rikku, e si sorrisero
in faccia. Anche se con qualche tono troppo alto, quasi da litigio.
Erano state
brave, ed ora sicure che il momento più difficile sarebbe
arrivato in quel
momento.
Quando
si girarono verso il Palazzo, restarono sbalordite ed impressionate per
due
volte. Si notava un grande santuario rettangolare, preceduto da una
piazzetta
semicircolare e da una lunga scala, dotato di una torre alticcia, la
cui
cuspide raccoglieva a sé diversi fili di tende, di colore
arancione, che si
collegavano a quattro grosse sporgenze della struttura, che si aprivano
dal
centro come i petali di un fiore, tutti completamente in marmo bianco e
purissimo, reso roseo dai colori del tramonto. Dall’alto del
santuario cadevano
dolcemente sei fasci di tende fucsia ed arancioni, e nel piccolo spazio
affianco sbucavano altri tre bracci in marmo, di colore arancione, con
diverse
gemme incastonate come abbellimento. La piazzetta era sopraelevata
rispetto a
dove stavano le due guardiane, collegate da una lunga scala, munita di
un lungo
tappeto rosso, con al centro una striscia argentea, che rifletteva i
raggi del
sole ormai fioco. Sotto la struttura che reggeva il santuario,
più in basso, si
vedevano diverse cascatelle, che si raccoglievano di nuovo,
più in basso, per
riformare cascate leggermente più grosse. Di giorno doveva
essere più bello
vedere quello spettacolo. Così
decorato…mi
sa che volevano farci qui il matrimonio… io lo sapevo che
non sarebbe stata una
bella idea!! E’ già andato tutto a
rotoli…
Ma
c’era un altro motivo per cui si rimaneva sbalorditi. Qua e
là, giacevano corpi
senza sensi di Templari e sacerdoti, ovunque. Non ce n’era
uno in piedi.
Cos’era successo?? I primi erano poi quelli che avevano
sparato contro
l’aeronave. Infatti, vicino ad essi, erano a terra le armi
che avevano usato:
granate, pistole, ma soprattutto fucili e carabine. Ma non erano
proibite,
secondo i precetti??
‘Ma…ma…chi
ha fatto questo??’ chiese l’Albhed, osservando il
corpo più vicino ad esse.
L’altra rabbrividì.
‘Ooooh…
Secondo me… è stato quello di cui ha parlato il
custode...e sono sicura che
salterà fuori…’ e si
affiancò alla compagna, che si era inginocchiata.
‘Guarda!!’—e
prese in mano un fucile—‘Queste sono armi!! E gli
yevoniti continuano a punirci
per questo!!’.
‘Come??!!
Ma...i Templari non dovrebbero usarli!! Sono proibiti…da
quello che ho
capito…!!!’. Fantastico!!
E questa
sarebbe un’eccezione??!! Cioè, scomunicano i
poveri Miliziani, quando loro
sotto sotto ne fanno largo uso??!!
Rikku
scattò in piedi, furiosa. ‘Ci cacciano via dalle
nostre case, e poi usano armi
anche più pericolose delle nostre!!!!!!!!!’. La
compagna la prese per mano.
‘Rikku…stai
calma, d’accordo? Ricorda che noi non siamo considerate
traditrici…troveremo un
modo per mostrare la vera faccia di questi maledetti che vi hanno fatto
tanto
male!!!’—poi le
sorrise—‘Eheh…se riusciremo a convincere
Wakka, allora tutti ci
crederanno!!!!’.
L’Albhed
si fece forza. ‘Ok…va bene…ma non la
passeranno liscia!!!’.
‘Ma…emh…sono
vivi…questi qua??’.
‘Sì
che lo sono!! Sono solo…tramortiti...addormentati,
credo!’.
Esse
si avvicinarono al santuario, pronte per l’attacco previsto.
L’unica cosa
davvero fastidiosa era quello di salire ancora gradini. Anf…basta,
vi prego…ho le gambe a pezzi!!! Anche il
“palazzo” era
davvero incantevole. Semplice, al cui interno si scorgeva un altare
marroncino,
forse in bronzo. Dietro di esso si scorgeva un’ombra muoversi
molto lentamente.
‘Rikku…tieniti
pronta…arriva il nostro
“amico”…’ disse Noemi, che
chiuse gli occhi in cerca di
concentrazione. Dunque…come mi
aveva
detto Macchen?? L’altra tirò fuori il
suo guanto affilato sulla destra e si
tenne pronta.
L’ombra
subito uscì allo scoperto, per poi essere debolmente
illuminata dalle luci del
tramonto, quella sera di colore rosso fuoco. Brillava molto di
più una sfera,
gialla, tenuta in mano da un uomo, che continuava a lanciarla su e
giù dalla
sua mano destra, inguantata, dai colori verdi, fucsia e bianchi.
‘Buonasera,
carissime viaggiatrici coraggiose… vedo che siete alla
ricerca di queste cose…
che in realtà non valgono così tanto come
pensate…’—e analizzò con
occhi
indagatori la sfera in mano—‘…sono solo
magiche sfere, da vari eventi
trasportate… quello che davvero conta è il vero
potere dell’eternità… che da
solo è già sufficiente per sconfiggere
quell’entità… io, Hypnel, ne
sarò il
padrone, grazie alla conoscenza di tal
verità…!!’.
‘Tu…tu…ancora…!!’
balbettò Noemi, che riuscì ad evocare la spada
azzurrina. La pose davanti ai
suoi occhi, come pregando di vincere quel nemico che l’aveva
usata per i suoi
giochi [parte 20,21]. La bionda l’affiancò.
‘Lo…lo
conosci?? Ha la sfera in mano!!! E’ il ladro!!’
mentre l’ipnotizzatore cacciò
una lunga risata.
‘
*AHAHAH* Sì…è uno sporco malfattore
che ci ha complicato la strada al
Fluvilunio… Stai attenta!! E’ in grado di
manipolare le menti…!!’.
‘Cosa??!!
Ma...parla in rima…!!’.
‘Guarda
guarda chi ho qui sotto i miei occhi… una bella ragazzina
tra tutti questi
sciocchi… devi essere anche forte per essere giunta a
palazzo… avventurarsi qui
ed arrivare perfettamente e tutta ad un pezzo… salendo uno
ad uno i gradini per
non cadere in quel profondo pozzo…!!’.
Hypnel
si era messo di fronte al santuario, con la sfera di Bevelle in bella
mostra,
mentre il sole tramontava sul suo fianco sinistro, in tutto il suo
splendore.
‘Non
ci fregherai una seconda volta, disgraziato!! Sono molto diversa da
come mi
conoscevi!!!!’.
L’altro
scoppiò a ridere, mentre Rikku li guardava facendosi mille
domande.
‘RISPONDI!!!
Che cosa vuoi da noi??!!’ riprese la castana.
‘Ahahah…Cosa
voglio?? Il potere del tuo amichetto…e stavolta tutto
sarà per me perfetto… ora
che la sfera dell’amore è nelle mie
mani… e le stelle sovrasteranno il cielo su
di me e voi guardiani… potrò compiere la magia Exchange,
tanto aspettata… e nessuno mi fermerà, una volta
iniziata… realizzerò così la
mia propensione, ora rivelata!!’ e volse in alto le sue mani,
con la sfera più
in alto e con il sorrisino beffardo stampato sul volto. Che
razza di magia sarebbe??
‘Maledetto!!!!
Non ti permetterò mai di fare queste tue pazzie!! Cosa hai
fatto a questa
gente???? E poi…’—quasi
gridando—‘…si PUO’ SAPERE che
COSA tutti mi NASCONDETE????
Di che potere parlate???!!! Dovreste conoscere un chakra, si o
no???!!!’.
Rikku
le si accostò, tenendola per il braccio sinistro, quello non
armato. ‘Calma…
stiamo caute…!!!’ e l’uomo
continuò a ridere a crepapelle.
‘Mi
dici di stare calma???!! Per tutto quello che ci ha fatto passare
questo ladro
di sfere????!!’ si girò verso la compagna
guardiana.
‘Sì…vorrei
sapere come sconfiggerlo…ma lo conosci tu meglio di
me…se ti fai prendere
dall’ira, non andremo avanti…!!’.
L’ipnotizzatore
si mise la sfera gialla nella tasca, prima di avvicinarsi
delicatamente.
‘Stupida! Come puoi fidarti di uno spirito vagabondo??...Sai
cosa vuole? Solo
un corpo del real mondo… è un parassita, qualcuno
che tende solo ai propri
interessi!...Cerco di farti un favore, per non essere come gli
oppressi… quanti
problemi ti sta dando, eh? Quanti ne ha annessi??’.
Noemi
abbassò le spalle e rimase zitta. Non riuscì a
tenere rigido lo sguardo
sull’ex-guida del loro pellegrinaggio, e si mise ad osservare
di nuovo la Fraternity. Fu
in quel momento che notò, oltre al nome, una strana scritta
dall’altra parte
del manico, in bassorilievo, una serie di simboli, diversi da tutti
quelli
precedentemente incontrati, che sembravano molto antichi:
“g^♀≈f“
‘Dimmi…quante
domande hai ancora per la testa??...Quante cose ancora rendono la
questione ben
più tosta?...Ti rendi conto che non sai ancora
niente… cosa che ben pochi
sanno, anche perché non è successo di
recente??… Liberati di questo peso, di questa
tortura… così anche la tua vita sarà
più sicura… e anche più docile la tua
sorte futura…!!’.
La
ragazza alzò la testa lentamente, con il viso tracciato da
una piccola lacrima,
che si infranse sul colletto della sua maglietta preferita.
Guardò l’ipnotizzatore
porgerle davanti a lei la sua mano destra, trattenendo il
più possibile il suo
solito sorrisetto.
‘NO!!
Non farlo!! Vuole ingannarti di nuovo!!!!’ urlò
l’Albhed, ma ella non la sentì.
Sembrava quasi in trance.
Hypnel
era lì, ad aspettare una sua decisione. Se avesse accettato,
si sarebbe liberata
di tutto quel peso che la rendeva sacrilega, pericolosa, e misteriosa,
ma anche
tanto, tanto insicura e timorosa di tutti quegli enigmi e misteri che
aveva ancora
di fronte. Compresi i nuovi simboli che aveva scoperto sul manico.
‘I…io…io…’
balbettava, mentre l’Albhed continuava a gridare, ad urlare,
ma non riusciva a
sentirla. Sentiva solo… solo una debole voce che
affievoliva, da qualche parte,
fuori di lì…
Lascia
perdere quello
che ti dice questo pazzo!! Lo so che per te è difficile,
chiedendoti molte
cose… ma non cadere nel suo gioco… gliela faremo
vedere per tutto quello che ci
ha fatto!!!
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Capitolo 41 *** Cap.41: A New Threat ***
Le
copie di Seymour venivano continuamente falciate dai colpi del
guardiano in
rosso, senza sparire: le immagini di dividevano a metà, per
poi ricomporsi come
nulla. Fortunatamente, restavano nelle loro posizioni, senza
restringere la cerchia
già stretta. Wakka e Kyle erano gli unici fuori da essa, ma,
mentre il primo
girava a casaccio come effetto della magia scagliatasi su di lui, il
secondo
passò all’azione seguendo i consigli di Auron.
Corse come meglio poté verso
Yuna, passando attraverso una di quegli ologrammi semiviventi, e dopo
aver
recuperato da terra e sistemato il suo shuriken, prese in braccio il
suo corpo
senza sensi, e lo portò dall’altra parte della
cerchia, verso il Gran Ponte, un
po’ più lontano per trovare le sfere. Lo sposo se
ne accorse, e per poterlo
fermare, bloccò la sua magia stordente verso gli altri.
‘Cosa…hai…intenzione…di
fare…??!!...Credi…davvero…che…delle…stupide..sfere…possano…fermarmi?’.
Auron
strigliò gli altri guardiani, che stavano per riprendere i
sensi lentamente. Il
galante posò l’invocatrice dolcemente a terra, e
da una tasca trovò delle
sfere.
‘Dovrebbero
essere queste…’—e alzò la
testa verso la cerchia—‘…Lulu!!!!
Prendi!!!!’ e
lanciò le pietre magiche verso di lei, che non
riuscì però a prenderle al volo,
per la vista era ancora un po’ offuscata. Dovevano
approfittare del momento,
dato che la magia Doppioteam
non permetteva allo
sposo di cambiare posizione. Il Ronso fu il primo a riprendersi
completamente,
ed aiutò l’altro guardiano a scovare la
“copia” più vera. La maga subito riprese
le sfere cadute a terra, e si mise a guardare Kyle, con un ginocchio a
terra,
vicino all’invocatrice. ‘Usa le sfere!!! Presto!!!
Stai attenta!!!’.
‘Ahah…State…sprecando…tempo…a…cercarmi…tra…queste…copie??...Lo
sapete…che…ogni…secondo…mi…nascondo…in…un’immagine…diversa??
Non…lo
avete…capito??’.
Il
galante non staccava gli occhi di dosso dalla maga nera. Lei prese in
mano
subito la sfera più vicina, quella di Kilika, e
cercò di ricordare una formula
abbastanza potente da uscire da quella trappola. I due guardiani
continuavano a
cercare lo sposo, ma quelle copie erano solo fantasmi, ologrammi ed
immagini
innocue.
‘Basta…mi…avete…scocciato!!...Le…sfere…saranno…mie!!!’
e la dozzina di paia di mani si diressero verso Lulu, lanciando la
magia Necrosis,
e una scarica verde, che si mosse a
chiocciola attorno all’asse della sua direzione, si
avvicinò a lei molto
lentamente. Il galante si alzò di colpo e corse sparato
verso la cerchia.
‘Nooooo!!! Spostati!!!!!!!’. La maga
restò a bocca aperta quando vide il loro
nuovo compagno esser colpito in pieno da quella magia, facendolo cadere
a
terra, ai suoi piedi, con violente convulsioni verso tutte le parti del
corpo. A
guardarlo faceva più pena dell’ex-blitzer.
‘Posa…immediatamente…quelle…sfere!!...Se…non…vuoi…fare…la…sua…fine!!!’.
Lulu
si mise ginocchioni davanti al principe, che si muoveva inconsciamente,
come un
pazzo agitato.
‘K...Kyle…
Solo…solo
Chappu…mi aveva protetto in quel modo…’
sussurrò, ma lo sposo era già pronto per
attaccare di nuovo.
‘Spazzerò…via…tutti…quelli…che…non…mi
hanno…mai…rispettato!!!’.
‘Idiota!!!
E tu saresti un Maestro?? Il clero è ormai cieco come la
notte senza luna…’
disse il guardiano professionista, continuando a squarciare copie per
tenere a
bada Seymour.
‘Stai…zitto!!...Perché…non…racconti
la…verità…su
di…te??...Ancora…non…lo
sanno…chi…sei???’ rispose lui, quando
iniziò a girargli la testa. Si mise le mani ai lati della
fronte, e si chinò
leggermente in avanti, iniziando a gridare di dolore. Le copie
scomparvero, e
rivelarono il vero sposo, dolente quanto mai. Auron si girò
verso la maga. ‘
*AAAAAAAAAAAHHHHH* ORA!!! Attacca!!!!’ le urlò,
chiedendosi cosa gli stava
provocando tanta sofferenza.
Hypnel
stava per perdere la pazienza. Aveva aspettato davvero fin troppo, ma
nonostante
ciò sentiva la ragazza in pugno. Lei non sapeva che cosa
fare. Non si fidava
per niente di lui, ma l’eccessivo stress, e il desiderio di
tranquillità la
spingevano a liberarsi di quella magia. Rikku capì subito la
stoffa
dell’ipnotizzatore, e si mise tra loro due, con le braccia
tese e aperte ai
lati.
‘TU!!!
Chi sei???!!! Chi ti credi di essere??? Che arte oscura è la
tua??’ il sole non
era più visibile all’orizzonte.
‘Ahahah…siete
solo degli illusi e sciocchi… l’ipnosi
è un’arte nera che proviene dagli
occhi…
ho studiato ben dieci anni per esso dopo il Sacrificio…
ora quasi proibita, ed appresa prima senza capriccio… e ora
è molto utile per
levare qualsiasi impiccio…’. Poi, improvvisamente,
cambiò tono, abbandonandosi
ai ricordi. Pensò che forse potevano frenare la sua famelica
ansia. ‘Eheh…quel
potere che quel biondo acquisì
all’interno… iniziai ad invidiarlo, scopertone
il privilegio eterno… e il grande e connesso errore
paterno…!’.
‘I…invidiarlo??
Ma…tu…lo conoscevi??’ chiese Rikku,
sperando che l’amica avesse capito che
aveva bisogno anche del suo aiuto.
‘Lo
conosco fin dalla più piccola ed innocente
infanzia… eravamo tutt’e due a
Zanarkand, io con idee di forza, lui di giustizia… ho sempre
desiderato di
avere il potere su tutto… e da quel momento in cui
sparì ho sempre aspettato
sotto sotto… venendo nel futuro seguendo Auron, e lui, che
tornò vivo di
fatto…’.
Noemi
sentì il sangue fermarsi nelle sue vene.
‘To…tornare vivo?? Tu…ci
hai…inseguito????!!!’.
Una
risata dell’ipnotizzatore fece rizzare quasi i capelli.
‘Sciocca!! Un
ipnotizzatore deve essere… oltre che esperto ed abile nel
mestiere… anche capace
di nascondersi, per il potere…!’.
‘Tu
ci hai seguito e sei venuto con noi nel
futuro…tu…brutto bastardo…’
continuò la
ragazza, che iniziava a non vederci più. L’Albhed
si girò qua e là, senza
capire molto.
‘…e
io, dopo il mio lungo e ferreo studio… non volevo rimanere
in quella città con
fastidio… e di questo terribile desiderio trovarne
rimedio…!!’ continuò l’uomo
dagli stivali vellutati, mostrando un perfido sorrisino, come dire:
“Bei
tempi…che sciocco che ero”. L’orfana si
avvicinò fino a pochi centimetri da
lui, spingendo pesantemente di lato l’amica con un braccio,
tanto che i loro
volti distavano solo pochi centimetri.
‘Tu…
tu hai finto di aiutarci… e mi hai spinto anche
a…puah!!’—e si pulì le
labbra—‘…baciarti
quei tuoi sporchi stivali…[cap.20] e spinto il chakra contro
i miei unici
amici…’ balbettò con un tono basso. La
bionda restò davvero sorpresa. Era la
prima volta che una “non-Albhed” l’aveva
chiamata “amica”. O almeno sperava che
la includesse, visto che non capiva ancora bene di cosa stava parlando.
Ma iniziava
seriamente a preoccuparsi. ‘Vi prego…
non…’.
Hypnel
vide con la coda dell’occhio già le prime scie
azzurre illuminare i lati della
piazzetta del Palazzo, mentre stava per calare la notte.
‘Ahahah… che cosa
vorresti fare ora orfanella??... Come l’altro tuo amico,
cioè piangere come una
fontanella??... E allora avanti, dammi ragione di questa
novella!!!’.
Rikku
prese al volo entrambe le braccia della sua compagna da dietro,
cercando di
fermarla.
‘LASCIAMI!!!
Ti farò vedere!!! MALEDETTO!!!’ la
sentì gridare, mentre rilevò uno strano
calore sulle sue mani, come se quelle braccia che tratteneva avessero
la
febbre. Iniziò ad avere paura, e a temere quello che
l’aveva resa tanto triste.
L’ipnotizzatore rideva di cuore, ringraziando nella sua mente
l’Albhed,
dandogli tutto il tempo per realizzare il suo desiderio.
Alzò gli occhi verso
il cielo, riempito già di numerose stelle lucenti, riprese
in mano la pietra
gialla, la mostrò ad esse e si mise a dire ad alta voce:
‘Sotto il cielo blu
luminoso di Bevelle… sotto la luce brillante delle grandi
stelle… che il chakra
si trasferisca in gran scintille belle!!’.
La
sfera iniziò a splendere sempre più intensamente,
fino a quando essa non fu in
grado di investire l’ipnotizzatore e l’orfana,
respingendo però Rikku, che
cadde all’indietro. Ella sentì un grido, forte,
della sua compagna, soffocate
dalle risate dell’altro. ‘Noooooo…!!
Aspettaaaa!!!’.
La
maga restò fissa a guardare per diversi secondi il povero
galante agitare mani,
braccia, testa a casaccio, senza calmarsi. Tutto per proteggerla. E si
erano
appena conosciuti. Si alzò lentamente, con la pietra in
mano, che iniziò a lanciare
raggi, e con un calore che faceva vibrare le sue sagome vivacemente.
Lanciò uno
sguardo di ghiaccio verso il Maestro, piegato sofferente. Quando questo
cacciò
un altro forte grido, la manica destra del suo poderoso vestito si
ruppe in
mille pezzi.
Fu
uno spettacolo orrendo. Il suo non sembrava nemmeno un braccio umano.
Era di
colore rossastro, con le grosse arterie ben scoperte e di colore rosso
vivo, culminante
con una mano grande almeno il triplo dell’altra, e dotata di
artigli lunghi
quanto quelle di Kimahri, ma più nere ed appuntite. I
muscoli erano visibili ad
occhio nudo, come se non esistesse alcuna pelle, ma la cosa che
più sconvolgeva
era la sua “spalla”. Non era propriamente una cosa
simile, ma era un enorme
occhio, grande due volte la testa del soggetto, di colore arancione,
con altre
vene violacee attorno. I guardiani ne furono impressionati e schifati
da che
tipo di mostro stava diventando quell’ex-Maestro, ma Lulu non
perse tempo e
rabbia, rivolse davanti a sé a braccio teso la sfera di
fuoco, recitò Pyrokinesis,
e sulla sua mano si
concentrò dell’energia rossa, creando tre sferette
di fuoco consecutive che
colpirono Seymour, bruciando il suo bel vestito, ed ustionandolo specie
nel
petto. Egli così cadde a terra, a pancia in su, con
l’aura blu scura che si
estinse, come una fiamma che si estingue.
Wakka
riprese pieno possesso dei suoi sensi, ma Kyle rimase ancora a terra
con le
convulsioni. Sì, lo scontro era finalmente finito.
La
maga si mise ginocchioni e prese tra le sue braccia il galante.
‘K...Kyle…tu…mi
hai salvata!!’. Wakka la vide quasi disperata e le si
affiancò.
‘Eheh…g…grazie…
avete salvato anche me…!! Non sapete quanto è
brutto non poter sentire e dire nulla…!’.
Poi si fermò, vedendo il compagno senza sensi.
‘Stai tranquilla…si
riprenderà!!! Se sono guarito io!!!!...’.
Auron
e Kimahri aiutarono Yuna a rialzarsi. Era ancora un po’
tramortita. ‘Non sapete
quanto sono felice di rivedervi…ho fatto un terribile
incubo…!!!’.
‘No
preoccupare… noi siamo qui!!!’ le disse il leone,
prima che ella si destò. Le
sfere vennero riprese e risistemate per bene, ma Kyle era ancora
lì a terra. Senza
convulsioni… ma ancora vivo.
‘Si
riprenderà...! L’arte dello Schmelzend
è sparito…’ commentò il
guardiano professionista, mentre bevve con avidità
dalla sua borraccia. Curioso. Era da tanto che non lo faceva. Si
avvicinò poi a
quello che rimaneva di quel “Maestro”, affiancato
subito da Wakka, che cacciò
un forte urlo quando vide quel mostruoso affare.
‘AAAAAAAAAAAAHHHHHHH!!!
Che…CHE COS’E’??????’.
‘Il
prezzo da pagare per l’Arte della Forma… la
perdita dell’umanità.’.
L’altro
rabbrividì.
‘Oooohhh…
E…ehm… e…e…per
l’Arte della Presenza?’.
Auron
restò a vedere quel “coso” con occhi di
ghiaccio. ‘Perderà alcuni dei sensi che
tanto considerava futili…’. Wakka si
girò dall’altra parte, non sopportando
più
quegli argomenti agghiaccianti.
‘…ora
si accorgerà se erano davvero tali…’
continuò il guardiano in rosso.
La
luce gialla si affievolì lentamente, fino a sparire. Che
cos’era successo??
Hypnel riaprì gli occhi con fierezza e guardò la
sfera davanti a sé. Dopo, la
ragazza. Era a terra, a pancia in giù, tramortita ma non
svenuta. Cosa…cosa mi ha fatto??
Cosa…è stato quella
specie di risucchio??!!
‘Ora
che sono riuscito a fare l’incantesimo… che uno
sia mago o
invocatore, sarà per me solo pessimo… vedremo di
chi la gente avrà timore
fortissimo…!!!’
e
sghignazzò
ancora, mentre si
incamminava verso la piazzetta antecedente, superando la ragazza. Lei
cercò di
riprendersi, senza capire nulla. La testa sembrava girarle come una
campana.
Quello che sentì era solo una voce rimbombante da dietro.
‘Hai
fatto la scelta giusta cara mia orfanella Noemi… ora sei
libera e lontana
finalmente da enigmi scemi… distante dalla situazione ove tu
vagavi come barca
senza remi…’. Dopo una bella risatina riprese.
‘Hai ottenuto la tranquillità
tanto desiderata… proprio quella che questa
società non ti ha concesso,
ingrata… goditela, lontano da quella forte pressione in cui
eri bloccata…!!’.
L’Albhed
gli si mise davanti, con il guanto affilato in bella mostra, mentre i
Sacromagilite sui muretti attorno iniziarono a brillare. Erano forse
sensibili
alla scarsa luce, o si “accendevano” come
lampadine?? ‘Dove credi di andare??!!
Non ti lascerò fuggire con la sfera!!! Cos’hai
fatto alla mia amica????’.
Hypnel
rise di nuovo con gusto. ‘Non
avete ancora capito la
grande faccenda?... Il potente chakra che ella ha avuto in ogni
vicenda… ora è
divenuto mio, dopo uno scambio sul fondo… se non vorrai
finire tra le anime
dell’Oltremondo… ti consiglio di levarti
immediatamente dai piedi… mi basta
solo un tocco di mani se nell’idea procedi… e
quello diverrà il tuo biglietto
di sola andata…non ci credi??’.
Rikku
non riusciva a credere alle sue parole. Era possibile un
trasferimento simile?? ‘Co…come..??’
balbettò, scettica, mentre ogni tanto si
scostava per vedere come stava la sua compagna. La vide rialzarsi
supina e
guardarsi intorno, come spaesata. In realtà era immersa nei
suoi pensieri. Di…diventato
suo…?? Ma…ma… significa che
ora… Potrò ancora tornare a casa?? Era quello che
avevo sempre desiderato, ma…
Ma?? Ma come?? Non era quello che volevi?? Tornare tranquilla, senza
misteri ed
enigmi?? Non sei ora contenta?? Ma…io…non
volevo… insomma… non ho mai avuto amici
finora…e mi sono trovata tanto bene…
Cosa??!! Non vuoi più tornare nella tua cara Metropolis che
ti aspetta??
Perché? Ti sei affezionata a questo posto piena di magia ed
anche minacciata da
quell’essere deforme?? Io…
gli avevo
promesso…di aiutarlo… Tu?? Aiutare?? Ma
se hai sempre fatto danni in vita
tua!!! Ma qualcosa era riuscita a battere la sua ferrea
razionalità. Si era
affezionata davvero?? Era, piuttosto, in debito per tutte le volte che
l’ha
salvata??
L’Albhed
si spostò un’altra volta. Si era rialzata, un
po’
barcollando. Era curiosamente triste e crucciata, come se si
sentisse…in colpa
per qualcosa.
‘Scansati
all’istante bionda coraggiosa… sarai carina, sarai
brava
e deliziosa… ma guai mettersi contro la magia dorata e
favolosa!!’. Lei capì
che doveva prendere tempo. Qualcosa le diceva che non era successo
assolutamente nulla. Solo un bagliore innocuo. Fine. ‘Non mi
sposto!! Dammi
subito la sfera!!!!’.
L’altone
rise a crepapelle. ‘Certo…così magari
rifarete la magia
che avete visto di nuovo!!... Credete che il maestro di furbizia
diventi
fragile come un uovo??... Che tu insista o il clero
agisca…tanto
dall’intenzione non mi muovo…’. La
bionda non mollò il gioco di sguardi,
continuando ad avere quella strana certezza che non fosse accaduto
nulla. Eppure
l’aveva sentita gridare….
Hypnel
scoprì la sua mano inguantata destra, e si
concentrò per
evocare il nuovo chakra acquisito. La castana si era appena messa in
piedi, con
una mano sulla fronte, sentendosi quasi la febbre. Ma poi,
curiosamente, sentì
di nuovo quella voce. Sì, proprio quella che forse aveva
voluto sentire in quel
momento.
Che
idiota!! Rubare una sfera e usarla solo per fare casino…
‘Co…cosa??’
balbettò lei, mentre guardava davanti a sé il bel
santuario illuminato dai vari
Sacromagilite di diverse forme. Hypnel non la guardava,
perché era voltato di
spalle. Continuò a concentrarsi, pensando che,
d’altronde, ci volesse tempo: era
la prima volta che faceva una cosa simile…
Mi
ha scocciato anche
fin troppo!! Ora mi ricordo di lui… che brutto
tipo…
La
ragazza sorrise debolmente.
Hypnel
si avvicinò ancora di più alla bionda, tanto da
bloccarle lo sguardo. ‘Sognatela
la bella sfera gialla… guarda come risplende
come una stella… dopo aver messo la sua potenza a
galla…!’. ed Rikku
iniziò a spaventarsi. Infatti, nel buio che era calato,
scorse una luce azzurra
illuminarne le sue sagome, specialmente nella parte superiore. Era
intensa, e
questo la spinse a socchiudere gli occhi, senza vedere bene. Quello che
riuscì
a notare fu un improvviso sguardo perplesso dell’uomo. Lo
vide girandosi
lentamente dietro di sé, alla sua sinistra, fino a quando
non ricevette un
potente destro sulla guancia, che lo fece girare di novanta gradi,
prima di
cadere a terra svenuto a pancia in giù. Una pietra di forma
sferica rotolò per
pochi secondi da una sua tasca, seguito dagli occhi a spirale
dell’Albhed
sedicenne. La luce davanti a sé sparì lentamente.
Riaprì bene gli occhi. Alzò
lentamente la testa. Ecco che sorrise di nuovo…
Uno,
due, tre ecco che subito passava qualcuno. Sì, era proprio
lei. Doveva
ritornare. Piuttosto era ansiosa per le nozze. Si chiedeva, ad esempio,
come
era stato, dato che si tennero in gran segreto… con la
delusione di tutti,
costretti a festeggiare per conto loro alla Piana della Bonaccia. A
quell’ora
la cerimonia sarebbe finita, e quindi, poteva tornare. Forse
no… aveva visto un
gruppo piuttosto compatto là di fronte. Che era successo??
Corse come una
pazza, nonostante il lungo abito canonico che portava, e quando si
fermò
davanti a loro, ricevette solo occhiatacce e facce sbiancate,
specialmente da
uno che aveva già visto molte volte negli stadi ed
incontrato nei
pellegrinaggi.
‘Wakka!!!
Ma…ma…cosa è successo??’.
L’ex-capitano
si voltò debolmente verso la maga e l’invocatrice.
La prima aveva chiesto un
aiuto per trasportare Kyle, la seconda, invece, guardò la
nuova arrivata,
Shelinda, con sguardo preoccupato, ed anche, un poco deluso.
‘Oh…
vi prego… Dovete crederci…!!’ e fece un
segno di riverenza. La sacerdotessa
continuava a non capire. Poi ricordò. Quei guardiani non
erano mica i traditori
sconosciuti di cui si parlava? Alcune strane voci erano sgusciate dai
segreti
del clero. Anche lei impallidì, e prese dolcemente le mani
di Yuna. ‘Credere??
Che cosa è successo?? Io…vi posso
aiutare….fidatevi…!! Qualsiasi cosa per
lei…!!’.
L’altra
fece un lungo sospiro, pensando anche a dove erano andate a finire
Noemi e
Rikku.
‘Seymour…è…è un
traditore… ha ucciso suo padre, Jyscal…per
ottenere il
potere… E noi abbiamo dovuto fermarlo!! Voleva sposarmi per
acquistare la
fiducia di tutta questa gente che voleva ingannare…!! Ha
usato già due Arti
Proibite…e ne userà anche altre per arrivare al
suo scopo!!!’.
Shelinda
si mise le mani sul volto, credendo ferramente alle parole della
Speranza di
Spira. Si avvicinò a gambe tremanti verso l’unico
corpo a terra. Quando lo vide
svenne di colpo, e se non fosse stato per Auron, avrebbe sbattuto la
testa sul
marmo, non di certo morbido. ‘Dobbiamo
andarcene..subito!!’ balbettò lui, fino
a quando, adagiando delicatamente la svenuta per terra, chiamo subito
l’ex-blitzer. ‘Porta Kyle e Yuna fuori da questo
dannato posto… io e Kimahri
penseremo a liberarvi la strada…’—poi
notò lo scetticismo di Wakka, come dire
“perché”?—‘...stanno
già arrivando…’.
In
poco tempo arrivò la cugina Isabelle, affiancata da Kinoc e
il maestro Mika.
Dietro, una folla di Templari, armati fino ai denti, con qualche
macchina
volante sparacannoni. L’ex-capitano aveva già
preso in braccio il galante di
cui era geloso, quando si bloccò alla vista di quelle
orrende armi e ferraglie.
Ma quelle, appunto, non erano proibite?? E il clero le usava comunque??
‘TRADITORI!!!’
strillò la graziosa.
‘Signor
Auron… ‘—iniziò a dire il
“capo” pelato—‘…vedo
che ora tocchi a lei la
“ritirata celere” [cap.16]…’.
‘Tsk…
vedo che vi piace usare quello che voi stessi
proibite…’.
Poi
fece alcuni passi avanti il grande Maestro anziano. Tra loro e il
gruppo
c’erano almeno cento metri di distanza. Bastavano.
‘Questo non vi riguarda…
Sarete tutti mandati alla Corte Suprema di Yevon…e
confesserete le vostre
colpe!’. Quelle parole distrussero il cuore di Wakka. Era
finita. Era un uomo
finito. ‘Be…bene…
ora…espieremo le nostre colpe…’.
Il
guardiano professionista, affiancato dal Ronso, lanciò un
altro secco “Tsk”, e
tirò subito fuori la sua lucente katana, che si
incrociò con la lancia
tagliente del leone. La maga guardò di nuovo quella specie
di Maestro che c’era
a terra. Se voleva che almeno Yuna si salvasse, assieme al suo primo
salvatore
dopo Chappu, doveva andare contro il credo. Prese una delle sfere
dall’invocatrice, aprì inesorabilmente il libro, e
mantenne gli occhi rosso sangue
fissi verso quei maledetti Templari. Il guardiano in rosso bevve un
altro
goccetto. Cadde un profondo silenzio. Loro aspettavano che i guardiani
posavano
le armi, specialmente dopo che i Templari fecero caricare tutti quei
fucili, ed
abbassare le canne verso di loro. Niente. L’unica cosa che si
sentiva era il
cigolio del tappo di quella borraccia. Nient’altro. Poi Auron
si girò verso il
leone, che lo vide con la coda del suo occhio giallastro. Si misero a
correre
con le armi impuntate, e la maga partecipò con la sfera di
Macalania in mano, brillante.
Mika e Kinoc rimasero impassibili, mentre Isabelle gridava.
Bastò un’alzata di
mano del capo dei Templari per far partire tutti quei colpi.
‘ANDATE…presto!!’
gridò Auron, e l’invocatrice, con Wakka e Kyle
svenuto, corsero a rifugiarsi
nel tempio. Già, nel cuore di Yevon. Proprio quello che
stava dando a loro la
caccia.
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