The Value Of Confidence

di __World_Of_Dreams__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1: A Second Chance? ***
Capitolo 2: *** Cap.2: In the Far Future ***
Capitolo 3: *** Cap.3: Loss of Memory ***
Capitolo 4: *** Cap.4: Discovering The New World ***
Capitolo 5: *** Cap.5: The Beginning Of The Pilgrimage ***
Capitolo 6: *** Cap.6: The Occasion ***
Capitolo 7: *** Cap.7: Lack Of Courage ***
Capitolo 8: *** Cap.8: Misterious (Dangerous?) Power ***
Capitolo 9: *** Cap.9: Welcome To Luka ***
Capitolo 10: *** Cap.10: Disappeared ***
Capitolo 11: *** Cap.11: Between Game and Danger ***
Capitolo 12: *** Cap.12: The Sudden Attack ***
Capitolo 13: *** Cap.13: Hypnel ***
Capitolo 14: *** Cap.14: Doubts And Thoughts ***
Capitolo 15: *** Cap.15: Before The Attack ***
Capitolo 16: *** Cap.16: Operation Mihen ***
Capitolo 17: *** Cap.17: Gothic and Past ***
Capitolo 18: *** Cap.18: Sexy Thing ***
Capitolo 19: *** Cap.19: Lost Memories ***
Capitolo 20: *** Cap.20: The Law of the Most Powerful ***
Capitolo 21: *** Cap.21: The Reason ***
Capitolo 22: *** Cap.22: The First Step ***
Capitolo 23: *** Cap.23: Listen To Your Soul ***
Capitolo 24: *** Cap.24: The Four Techniques' Jewel ***
Capitolo 25: *** Cap.25: The Far Plane ***
Capitolo 26: *** Cap.26: Desire and Lonlyness ***
Capitolo 27: *** Cap.27: The Photograph ***
Capitolo 28: *** Cap.28: Spark Of Remembrances ***
Capitolo 29: *** Cap.29: Seduction ***
Capitolo 30: *** Cap.30: Unexpected Betrayal ***
Capitolo 31: *** Cap.31: Fire-screen ***
Capitolo 32: *** Cap.32: The Chaos ***
Capitolo 33: *** Cap.33: The Charming Witch ***
Capitolo 34: *** Cap.34: The Joyful Surprise ***
Capitolo 35: *** Cap.35: Fire Horizon ***
Capitolo 36: *** Cap.36: The Albhed Psyches Team ***
Capitolo 37: *** Cap.37: The Lost Cargo ***
Capitolo 38: *** Cap.38: Hidden Voices From The Heart ***
Capitolo 39: *** Cap.39: The Magic Of The Presence ***
Capitolo 40: *** Cap.40: Change and Exchange ***
Capitolo 41: *** Cap.41: A New Threat ***



Capitolo 1
*** Cap.1: A Second Chance? ***


[Note d’Autore]

Volevo fare una piccola premessa... Nella storia sono presenti diversi modi di scrittura, tra cui quella in questa forma: aaaa..., che indica il pensiero di un protagonista o antagonista, raramente di un altro personaggio. Le note d’autore vengono indicate tra parentesi quadre (es: [aaaa…]). Le diverse grandezze di scrittura indicano l’intensità della voce del parlante (es. aaaa), mentre le onomatopee vengono racchiuse tra asterischi: *AAAA*. Eventuali cambiamenti di scrittura vengono scelti per dare un particolare effetto. Auguro una buona lettura e buon divertimento!                             __World_Of_Dreams__

 

 

Tutto iniziò nella città di Metropolis, una delle capitali più importanti esistenti e fiorenti dell'anno 2007, ben conosciuta per i suoi altissimi grattacieli e per la sua immagine di potenza e tecnologia raggiunte. Una città caotica e trafficata, ma ricchissima di opportunità per costruirsi un gran futuro. Invece, per una persona in particolare, quella città era un vero e proprio inferno cupo e buio. Era un'orfana abbandonata per strada, che tutti i giorni lottava per un po' di frutta, di pane, e di tutto ciò che poteva essere rubato presso il mercato quotidiano al centro città. Ella si chiamava Noemi, e tutti i giorni pensava Che vita orribile... Vorrei tanto cambiare vita, diventare qualcun'altro... e chi l'avrebbe mai detto che un giorno tutto questo sarebbe divenuto realtà... La mia realtà è solo un vero schifo... e che futuro...

Tutto ciò che ricordava della sua infelice infanzia era che il padre a soli sette anni la lasciò a soffrire di fame, a causa degli enormi debiti che aveva accumulato giocando d'azzardo e spendendo tutto in scommesse, liquori, e serate allo sbando, tanto che lei era scappata di casa a cercare la madre.

‘Mi dispiace, figliola... credo che dovrai d'ora in poi cavartela da sola... sono senza soldi…mi dispiace…’ erano sempre quelle le parole del padre che continuavano a rimbombarle nella mente, come un disco che continuava a girare, inesorabile. Tutto ciò che lui le aveva offerto era solo tanto dolore e solitudine...

Erano passati così altri dieci anni, e Noemi credeva che la madre fosse ancora viva, nonostante le avesse detto che in realtà la sua vita fu stroncata da un pirata della strada. Passeggiava per le strade più in periferia, covo di altri piccoli ladri di strada come lei, ma di certo essi non lo facevano contro la propria volontà come l’orfana quasi maggiorenne. Aveva sempre detestato la crudeltà, e soprattutto le storie cattive cattive che sua madre le raccontava prima di non tornare più. Per mantenersi puntava di più sui venditori al mercato quotidiano, approfittando della confusione e della folla di gente onnipresente. Ormai si trascinava dietro fruttivendoli e mercanti di ogni tipo: tanto che era diventata davvero una velocista, e riusciva a trovare tutti i nascondigli per sfuggire, ogni giorno, ogni notte. Era stata sempre questa la sua routine: mordi, fuggi, e mangia.

 

Un giorno, verso mezzogiorno, proprio prima di ‘andare a caccia’, vide una folla di gente accalcata davanti ad una piccola tenda. Essa era di colore rosso ed era piuttosto modesta e semplice, e all’ingresso non c’era nessun’insegna particolare. Quella tenda?! Al centro della città? Non l’ho mai vista in tutti questi anni... Che sta succedendo? Così Iniziò a chiedere spiegazioni alle persone in fila.

‘E' l'indovina più brava del continente!! Per questa settimana è qui, e dicono che sia in grado di leggere il futuro più lontano e di svelare il destino delle persone!!’ disse un tipo che sembrava tutto muscoli e niente cervello, con la pelle color mulatta e vestito casual. Si era messo a correre come un pazzo facendo la fila assieme agli altri.

‘Cosa??!!’ esclamò lei, guardando il ragazzo correre e poi quella tenda. Per fortuna che non era vicino alle bancarelle di quelli che la cercavano. E se... lei... potrebbe...cambiare la mia vita?? Ma no...non ho mai creduto né agli indovini, né alla fortuna... Infatti ne ho avuta così tanta in vita mia... Però...magari se gli spiego come sono concia, potrebbe prestarmi dei soldini per comprare qualcosa senza farmi vedere dai creditori...

Anche se non credeva molto negli aruspici, non costava nulla fare un tentativo... forse.

‘Si deve pagare?’ chiese ancora, stavolta ad un’anziana signora scorbutica che camminava lenta come una lumaca affianco a lei, con la stessa direzione.

‘E cosa ne so IO??!! Fate la fila no??!! Tsk…’. Oh, mi scusi...reginetta!!! Che antipatica!!!

Cosa poteva fare? Quel giorno non aveva la benché minima voglia di correre all’impazzata come al solito. Preferì così aspettare la fila ed il suo turno.

 

Poi, finalmente, arrivò il suo turno. Si stava quasi addormentando… forse perché faceva un gran caldo, specie se si è sotto un sole che picchia in una città così tanto abitata. Quando entrò dentro dopo un dolce ‘avanti’, si trovò in un'altra atmosfera, quasi magica. Era tutto pieno di stelle cavolo!! Sembrano vere!!!  e, stranamente, dentro non c'era ancora nessuno. Qua e là le mura erano segnate da diverse scritte di diverso tipo, che ella guardò con stupore. “Questo linizio della tua storia…” e poi “da  ora  la  tua  vita cambier  per  sempre…”. Si guardò poi intorno, notando scaffali e tavoli pieni di oggetti stravaganti e mai visti, dalle forme più insolite, fino a quando notò una strana luce blu da lontano, in un angoletto. Così si avvicinò piano piano con stupore e vide una spada azzurrina brillante e quasi trasparente, appoggiata sul muro in verticale, sulla quale c'era una pietra incastonata, forse sferica, che continuava a lanciare ovunque intensi raggi blu. Non sembrava una spada normale, anche se la ragazza non era per niente esperta di queste cose, ma non era fatta di metallo: era fatta di acqua cristallizzata, che non sembrava nemmeno vero e proprio ghiaccio freddo. Incredibile!!! Che razza di spada è?? Così la prese in mano e cominciò ad ammirarla in tutti i suoi aspetti. Era davvero leggerissima.

Improvvisamente chissà da dove apparve l'indovina.

‘E' la "Fraternity"’, rispose lei, come se la avesse colta nei pensieri. Noemi si girò di scatto, quasi spaventata ed imbarazzata, come colta nel sacco. Era una donna alta, snella e totalmente coperta nel suo lungo vestito in parte rosso ed in parte fucsia. Sembrava portare i capelli ricci e lunghi, ma quella specie di cappello stile ‘futuristico’ sembrava una perfetta maschera, sia per il volto che per i capelli. E la luce fioca di quel posto, rotta solo dal chiarore della spada, rendeva più difficile il riconoscimento dell’indovina. Per non parlare poi di com’era vestita in modo strano.

‘Ehm... scusi, mi sono lasciata andare dalla curiosità e... lo rimetto subito a posto…’. Ma l’arma continuava a brillare tra le sue mani, e la maga subito mostrò l'aria di una persona davvero sorpresa, come forse non lo era mai stata.

‘Dimmi, cosa ti porta qui?’ disse l’altra, con una voce dolce ed affettuosa.

Noemi non la ascoltò, impressionata dalla spada che aveva in mano. La fine del manico aveva dei sottili fasci rossi di cotone (forse) che restavano sospesi nell'aria, ma ciò che la colpì fu soprattutto la sua immagine riflessa sulla spada. Intravide, infatti, non sé stessa, ma una figura umana che sembrava una specie di viso sorridente e che portava i capelli biondi.

‘Eh???’ esclamò, indietreggiando la sua testa, senza staccare i suoi occhi da quell’immagine. Non poteva essere sua. L’indovina stette dietro di lei come se aspettasse con grande pazienza, già certa e decisa di cosa dover fare per la sua ospite.

‘Dimmi, quella spada ti cambierà il futuro??’.

La ragazza esitò nel rispondere. Sul manico aveva avuto l’impressione di notare qualcosa, come una strana scritta, in rilievo, che riuscì a fatica a leggere per via della scarsa luce lì presente. Un fascio di quella luce blu le diede la possibilità. Tidus?? Ma non si chiamava Frat..coso...??

L’indovina si avvicinò lentamente a lei. Sembrava che qualcosa la trattenesse.

‘Io dico che quella spada sarà la risoluzione dei tuoi problemi...’.

‘Mi scusi, non avrei dovuto curiosare... ecco, io...’.

‘Non c'è bisogno che ti scusi... Basta che ti concentri ora...’ e rise contenendosi.

‘Ma... non bisogna pagare per questa “visita”???’.

‘Pagare?? Per la tua condizione??’.

Noemi neanche si interrogò come mai era così generosa nonostante la sua fama, ma non riusciva a distaccare gli occhi da quella figura riflessa, e da quella strana scritta, che sembrava una specie di nome.

L’indovina aspettò la risposta, e si diresse verso il tavolo principale, forse per prendere qualcosa. Ma quando si girò di nuovo verso la ragazza, dopo una luce blu più intensa, lei e la spada non c’erano già più.

 

Accidenti! Dove sono??? Cos’è stato??!!

Noemi si svegliò in tutt’altro posto. Ma dov'era finita?? Si alzò di colpo e si accorse di avere ancora quella spada in mano. Ma l’indovina? Metropolis?? No, non era quella capitale trafficata… Era una città diversa, molto, troppo diversa. Era già notte e le stelle illuminavano l'intera volta celeste, accompagnate da diverse aurore che ella non vide mai. Una città piena di luci, di persone felici e di bambini che giocavano con palle bianche con strisce blu. Tutto era un insieme di luci, di ogni colore, con grattacieli che avevano le forme più strane, alcune che ricordavano le chiese indiane per le loro forme curve ed arrotondate a punta. Le strane erano sopraelevate, andavano tra i palazzi e le torri, alcune decorate con strani archi, altre che portavano in centinaia di direzioni diverse. E, da lontano, si poteva notare un'enorme cascata d'acqua, che seguiva la stessa parabola di un arcobaleno. Fantastico...ma che posto è questo?? D...dove sono finita??

Più si guardava in giro e più era confusa. Non sapeva più a quale città pensare affinché fosse abbastanza simile a quelle che ricordava. Niente confusione, niente smog e ruberie, solo uno spettacolo di luci e colori e tanta, tanta felicità e pace.

Improvvisamente ella vide una grande folla di persone che si dirigevano tutte verso quello che sembrava una specie di gigantesco 'stadio', che era visibile da quella strada sopraelevata su cui l’orfana si trovava.

‘Scusi, che città è questa?? Dove siamo? Cosa succede??’ chiese ad un uomo di una trentina d’anni, che teneva per la mano la piccola figlia, ansiosa quanto lui. Avevano strane sciarpe e cappellini addosso, tipici dei tifosi di una squadra di sport.

‘Anche lei, eh?? Si lascia prendere così tanto dalle emozioni del Blitzball, eh?? Benvenuto a Zanarkand!!!’

Lei si sentiva più confusa che mai, e l'unica cosa che la sua ragione la spinse a fare fu di seguire la massa.

Blizt...eh??? Possibile che nessuno sappia dirmi cosa succede??? Mannaggia a quell'indovina e a quella spada!!! Mi chiedo se tutto questo sia solo un sogno o una visione... non ci sto capendo niente!!! Se questi vanno tutti lì ci sarà un motivo...forse c’è una partita... Non ne vedo una da anni ed anni!!

Così decise di correre come una dannata seguendo la folla verso un enorme stadio sferico trasparente e tutti sembravano entusiasmati dalla notizia di una "partita amichevole di Blitz".

 

In breve tempo, seguendo curve e discese ripide, entrò senza ammirare l’immenso stadio sferico, ed arrivò a quello che sembrava il controllo dei biglietti (anche se lei non ne aveva) quando notò un'enorme immagine fissata al muro dell’entrata dello stadio. Sembrava un’immagine magica, trasparente… quasi un’allucinazione.

Erano raffigurati otto giocatori di quello sport stravagante, ed a vedere come erano rappresentati, sembravano davvero importanti e conosciutissimi. La cosa che la fece ridere e preoccupare insieme, era il fatto che tra loro, c’era quello che sembrava il capitano, biondo, di quella squadra, che sapeva di già visto. Sotto, ad un angolo, una scritta: ‘Lode ai campionissimi degli Zanarkand Abes’.

Quello forse era stato il giorno più strano della vita della ragazza. Infatti, appena che il suo sguardo si diresse verso la spada misteriosa, quell’immagine già non c’era più. Se lo aveva sognato? Stava sognando ancora? Sicuramente...

Pensò comunque di entrare nello stadio, sfruttando la confusione della folla per evitare il controllo dei biglietti. Anzi, lì sembravano tutti rigorosamente onestissimi. Quando entrò, correndo per le vie che portavano nelle tribune, con le mura piene di foto, immagini e trofei vinti forse da quella squadra, ella si fermò e contemplò l’interno dello stadio. Al centro dei posti a sedere un enorme spazio sferico, che subito si riempì d’acqua. Un momento! Ma lo stadio sta per essere riempito d’acqua???!! Loro giocano sott’acqua??!!

Tutti gridavano, eccitati, agitando le proprie bandierine qua e là, creando un vero trambusto. Tutti però ammutolirono, quando, improvvisamente, una violenta scossa di terremoto spaventò l’intera città.

‘Ma che diavolo succede??’ ‘Cos’è stato?’ continuavano a chiedersi tra loro i tifosi dentro e fuori dallo stadio già quasi pieno. I tumulti e le vibrazioni si susseguirono continuamente, e la gente iniziò ad uscire di colpo, investendo le persone che camminavano o correvano dalla parte opposta, e si riversarono tutti fuori, a cercare di comprendere cosa stava succedendo. Sembrava una scenda del tipo ‘Giudizio Universale’.

Adesso che altro succede? Voglio uscire da questo incubo..,non mi piace per niente... accade tutto così in fretta che...

 

Da lontano, sopra un grattacielo, un guardiano scrutava la situazione come colui che aveva già capito cosa stava succedendo: non era una banale scossa di terremoto.

Tutto d’un tratto la superficie marina si sollevò più di uno tsunami, rivelando un mostro con numerosi occhi brillanti e dalle forme più incomprensibili ed indescrivibili. La notte non permetteva di vederlo bene, ma è bastato solo guardarlo per far morire di paura tutta la gente che lo aveva notato. Sembrava che lo conoscessero bene, quel ‘coso’...

Lanciava urla spaventose, acutissime, grida che non sembravano grida, voci che non sembravano nemmeno voci. Incomprensibili, strani, gelidi. ‘finalmente la   mia attesa e  finita…’.

Dalle sue strane forme si staccarono delle scaglie che caddero per tutte le strade, come proiettili di una potente mitragliatrice. La ragazza perse la pazienza, non appena vide tutta quell’agitazione.

‘QUALCUNO MI VUOLE DIRE CHE SUCCEDE!!??” esclamò, disperata, fino a quando la spada riprese a brillare all’improvviso. Si, questo è un incubo... cosa aspetta quell’indovina a svegliarmi??!! Non lo vede quanto sono agitata??!!

Iniziò a scappare quanto poté da quell’essere mostruoso e gigantesco uscito dal mare, vicinissimo alla città, quando si trovò di fronte una strada piena zeppa di quelle strane ‘scaglie’, che si aprirono come i boccioli di un fiore, diventando mostriciattoli dotati di ali. Alcuni di essi la circondarono in ogni direzione. Lei si fermò di colpo, guardò negli occhi lucenti di quei mostri mai visti, che le facevano tremare gambe e mani. Sono spacciata...

Subito, come caduto dall’alto, venne raggiunta da una strana persona, che sembrava comportarsi come una specie di guardiano o guardia del corpo: indossava uno strano abbigliamento stile ‘antico’, rosso, e dei pantaloni lunghi che largamente ricordano quelle a ‘zampa di elefante’. Portava inoltre una strana borraccia grigia appesa alla vita e vedeva tramite un solo occhio (con l’altro non vedeva a causa di un’ enorme cicatrice) e per questo portava degli occhiali scuri, come i suoi capelli castani. Avrà avuto sulla quarantina d’anni. Poi egli si mise a bere qualcosa dalla borraccia.

‘Ti sembra proprio il caso di bere, ora?!?! Non vedi come siamo circondati?? Dammi una mano!!!!’.

‘Tsk. Anziché gridare inutilmente, datti una mossa! Usa la spada e trasformati, presto!!!’ Che???? Questa è nuova!!

‘Di cosa diavolo stai parlando?? Sai per caso cosa sia questa spada? Ehi! Sto parlando con te!!’. Il guardiano sembrava non aver la minima voglia di parlare.

‘Ho capito…non sai nulla, eh??’ diceva, mentre sguainò un’ enorme spada pesantissima, tanto che la tenne sulla spalla. ‘Comunque, mi chiamo Auron, e adesso sbrigati, vieni con me’.

Noemi non se lo fece ripetere due volte e corse dietro di lui, continuando a pensare a che razza di incubo era capitata. Ammesso che lo fosse. Da lontano, quelle urla e quelle grida aliene continuavano senza sosta vibrando nell’aria. ‘Non andare via aiutami dammi quella vita che tanto manca…’.

Dopo un pezzo di strada egli si fermò di colpo e si voltò verso l’essere dalle forme più insolite. Ma perché ti fermi??!! Che cosa c’è ora??????

‘Lo vedi?? Lo chiamano Sin…’. E’ venuto per noi… Per LUI….’ ed indicò con l’indice l’essere.

La mia attesa  e  finalmente  terninata…’.

‘Chi?? Conosci quel “coso”?’ Questo tizio sa troppe cose.... Forse può aiutarmi...a capire...

Ad un’altra potente scossa, che fece crollare un intero grattacielo già prima fatiscente, ripresero a correre come dei dannati, mentre Auron eliminava i mostri-scaglie, e la ragazza notò che, alla loro morte, uscivano delle strane ‘luci’ che si muovevano come comete. Non può non essere un sogno!! Quando finisce?? Quando sarò morta???!!

Le scaglie perforavano qualsiasi cosa, dalle finestre alle dure strutture dei grattacieli e delle strade, facendo esplodere alcuni impianti elettrici ed alcune autocisterne. La ragazza cadde atterra a pancia in giù, rialzandosi spaventata con l’aiuto dell’uomo in rosso, e si girò dietro di sé osservando il nuovo panorama che la circondava: un’intera città in fiamme, piena di questi orribili ‘cosi’, ovunque, e laggiù, verso il mare, una massa informe, che continuava ad avvicinarsi, proprio nella loro direzione, ingoiando ogni cosa.

Auron correva più veloce e quasi Noemi lo perse di vista, quando le scaglie la circondarono ancora.

‘Ehi! Dove sei?? Aiutami, ti prego!!! Sono rimasta indietro!!! Non so combattere!!!’ gli gridò, agitando le mani come poté, gesto che sembrò innervosire ancora di più quelle scaglie. Egli la sentì, ma la sua corsa venne rallentata dall’arrivo di altre scaglie che lo aggredirono. La strada su cui stavano ne era difatti strapiena.

La ragazza si girò attorno senza una via d’uscita. Essere in quella situazione era molto peggio di un inseguimento dei creditori. Quel sogno era troppo vero, le sensazioni erano reali…

Uno di quei mostri si avvicinò pronta ad aggredirla, ed in quel momento, la paura e la confusione si trasformò in qualcosa di davvero insolito. La spada si mise a brillare quasi più di un sole blu ed il guardiano si girò ed esclamò: ‘Era ora!’.

 

Quando la strana luce scomparve, il mostro venne completamente dilaniato da quella spada, e cadde a terra rilasciando altre di quelle magiche comete brillanti. Il guardiano si voltò ancora dietro di sé e vide un ragazzo un po’ meno alto di lui, vestito in modo decisamente inusuale: portava un paio di pantaloncini neri, molto corti a sinistra e lunghi tipo bermuda a destra, ed una maglietta T-shirt gialla, scoperta a ‘V’ all’altezza del petto, dotata di un cappuccio bianco che gli calava da dietro. La sua manica sinistra era lunga, blu sulla spalla, rossa vicino al gomito, e verde nella parte terminale, e portava in ambo le mani dei guanti, verde il sinistro, e nero il destro. Ovunque portava uno strano simbolo rosso, a forma di ‘T’ con alcuni cerchi che si collegavano all’asse verticale, sulla schiena, sulla parte destra dei pantaloncini.  Portava i capelli biondi, lisci e mossi, sparati, e gli occhi azzurri, e sembrava avere la stessa età di Noemi. Da dove cavolo era apparso?? Già, l’orfana non c’era più.

Quel ragazzo vide con stupore quel mostro sparire liberando quelle strane luci vaganti, come se non conoscesse le sue vere abilità.

‘Ma co…cos’è successo?? Mi sento…strano…’ disse lui, tenendosi la testa con la mano libera. Forse gli girava da matti.

‘Vuoi muoverti?! O vuoi andare di nuovo all’Oltremondo??’ si mise a gridare Auron, che aveva appena finito con l’ultima scaglia. Dovevano muoversi, se non volevano finire di nuovo circondati.

‘Auron, cosa mi è successo?? Sbaglio o questa è…Zanarkand??!! E perché sono vestito così?? VOGLIO SAPERLO!!!’ chiese al compagno, un po’ agitato e spaventato. Continuava a girarsi intorno, vedendo tutto in fumo e quasi cenere. Sembrava proprio che ci tenesse davvero a quella città. Ma cos’era successo davvero? Quella spada sembrava averlo portato lì, in qualche modo, al posto di quell’orfana.

Improvvisamente ci fu una violenta esplosione che distrusse l’intera parte di autostrada lì vicino, ed era l’unica via d’uscita possibile. Quell’esplosione separò Auron da quello strano ragazzo, rimasto più indietro.

‘Tidus! Sbrigati!! Salta ed afferra la mia mano!!!’ gli urlò, ponendosi vicino all’orlo. Sotto di loro c’erano almeno cinquanta metri di vuoto.

Si può sapere come cavolo fa a conoscermi???  Non riesco a ricordare nulla... E’ tutto così confuso... Ma...ma perché la mia città è...è... Un’altra esplosione lo spinse ad agire subito, anche perché non riusciva a trovare in decimi di secondo le sue risposte. Era come se avesse una forte amnesia.

A pelo riuscì ad afferrare la mano del guardiano, facendo un grande salto, ma dietro alle sue spalle ormai Sin fu vicino e dalla sua enorme bocca (se così si può chiamare…) si creò una sorta di tunnel, che assomigliava tanto a quelle che si usavano in Guerre Stellari tipo ‘tunnel spazio-temporali’, che aspiravano tutto dentro di sé come il tubo di un aspirapolvere.

‘AUROOON!!! Aiutami!!!’ gli gridò il biondo, che sembrava non capirci più niente.

‘Tieniti pronto…Da qui in avanti inizierà la tua storia’ La...la mia storia??.. un momento!!! Ma allora...

Quando entrambi furono con i piedi per terra, si voltarono e videro un ammasso deforme, che mostrava stranissimi lineamenti, che si muovevano come le onde del mare ovunque. In un breve istante tutti e due vennero risucchiati in quel tunnel per un lungo, lungo viaggio, dopo che tutto divenne allungato, bianco…e poi nero, solo nero.

 

Noemi, o meglio, chi sia diventata, sembrava aver sognato durante quel viaggio.

Si trovava nel suo aspetto ‘normale’, nel buio più nero, senza cielo né terra, e si trovò di fronte un piccolo ragazzino, dai capelli corti e castani, e che portava una maglietta T-shirt blu semplice. Egli si avvicinò lentamente camminando verso di lei.

‘D’ora in poi saremo una cosa sola. Io…ho bisogno del tuo aiuto…sei l’unica che mi può aiutare, ti prego!’ disse, con voce minuta e debole, come timida.

‘Io??? Chi sei??!! Non ti ho mai visto…che cosa è successo?? Rispondi!!!’ quasi quasi gli voleva mettere le mani addosso per capirci qualcosa.

‘Capirai… Basta che tu abbia fiducia in me… Adesso inizia la tua… la nostra storia…’.

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Capitolo 2
*** Cap.2: In the Far Future ***


Noemi si sentiva la testa che pesava più di un masso gigantesco.

Dove sono, cos’è successo voglio tornare a Metropolis Maledetta quell’indovina da strapazzo eee questa spada stregata! Ma con chi si poteva sfogare alla fine?? Si trovava nei pressi di quello che sembrava un tempio sommerso tra acque gelide. Dappertutto c’erano massi, come delle rovine, che sembravano avere davvero molti, ma molti anni. Non poteva essere tutto crollato per caso…forse era stato quell’essere deforme. Fatto sta che faceva molto freddo, e cadeva una pioggia leggera ma incessante, accompagnata da un vento che poteva far soffrire anche un drago.

Noemi si accorse subito di essere se stessa come al solito e pensò di aver fatto un terribile sogno, il più strano mai fatto, e che esso ancora non era del tutto finito. Poi si accorse di avere una strana catena al collo, una catena che sembrava esser fatta d’argento, con uno strano simbolo impresso. Sembrava tanto quella famosa forma simile a “T”. Ci mancava pure questa!! Vendendola, forse, risolverei parte dei miei problemi economici  Poi tornò ad essere nervosa solo a guardare quell’arma che era rimasta accanto a lei in mezzo alle rovine. Così si alzò di scatto e decise di cercare aiuto. Già, ma dove??

‘Auron!!! Sei qui??! Rispondi!!’ Sembrava l’unica persona vivente in quel luogo sinistro. La sua voce rimbombava qua e là tra gli ostacoli, sotto un cielo grigio scurissimo.

Si avvicinò ad un percorso pietroso che si trovava sul pelo dell’acqua, leggermente sopraelevato, quando, improvvisamente, comparvero degli strani pesci verdi, con le code rosse. Noemi non ne aveva visto mai così grossi in vita sua. Uno di essi sbatté contro il passaggio che si reggeva appena, fino a poi crollare facendo cadere la ragazza nell’acqua gelida e questa, per sfuggire a quelle creature che cercavano di afferrarla, cercò di imboccare un piccolo passaggio sott’acqua che sembrava portare all’interno del tempio sommerso. Era abbastanza piccolo per sfuggire a quei ‘cosi’.

Devo, devo, DEVO farcela!!! Nuotando come una matta, riuscì a portarsi in salvo, con la sola maglietta strappata in una manica da quei mostri marini.

 

‘Sono….sono ancora viva??’ esclamò prima di urlare e sbraitare contro la Fraternity, che magicamente e chissà come si ritrovò sulle scale rovinate che portavano all’ingresso del tempio. Ti avevo mollato quando ero caduta nell’acqua ed ora ti fai beffe di me e ti fai sempre trovare??? Ma cosa vuoi da me??!! Vuole finire questo incubo, sì o no??!! Maforsenon è un incubo. Ma va’!!! Quei mostri e quei pesci non esistono!! Ho le allucinazioniper la fame, credo

Appena entrò dentro, varcando una porta con un’anta completamente a terra, evitando pietre e sassi qua e là sparsi, si trovò in un enorme salone, pieno di rovine ovunque. Tutti i fregi, le decorazioni, erano state scavate dagli agenti atmosferici. Sembravano resti davvero vecchi di molti secoli, ma alcune forme appuntite sembravano insolite per essere state ‘create’ dal tempo, e ciò faceva  più pensare per un crollo successo più per qualche avvenimento o incidente.  Ma il freddo là dentro si accentuò, poiché da una parte alta del salone c’era una cascata che penetrava da una buca e usciva da un’altra grande fessura, aumentando l’umidità del posto. Al centro di esso si trovavano dei resti di un falò recente. Allora qui c’è qualcuno... Qualcuno?? Forse di più, cara Noemi…

Non resisteva più al freddo, così cercò di trovare qualcosa da usare come combustibile, quando sentì degli strani borbottii. Essi provenivano dal portale principale che era bloccata dalla parte del salone. Aveva le ante che erano rimaste chiuse chissà per quanti secoli, con i colori ormai invisibili. Dall’altra parte qualcuno parlava così forte che lo si poteva sentire chiaramente, ma capire niente, visto che usavano una lingua strana.

‘Yppeysu jecdu ihy mila bnujahena ty cit!!‘ [‘Abbiamo visto una luce provenire da sud’] fece una voce bassa.

‘Ban te xiy’ [‘Per di qua’] diceva un altro uomo con decisione.

‘Ycbaddyda! Beywwu ma puspa!’ [‘Aspettate! Piazzo le bombe!’] subito gridò quello di prima.

Si sentì dopo una specie segnale sonoro, come un conto alla rovescia, seguito subito da una forte esplosione che distrusse la porta. Fu così violenta che confuse Noemi quanto basta per cadere a terra e vedere in maniera distorta ed offuscata. Entrarono in seguito tre strani individui che la presero da terra, intravisti a malapena. C’erano tre uomini ed una ragazza, con tutti addosso degli strani occhialini, quest’ultima vestita in modo alquanto inusuale. Portava una sorta di vestito rosso con molte parti del corpo scoperte Ma non sente freddo,quella?? ed una serie di cinture verdi che le attraversavano tutto il corpo. Aveva i capelli biondi e lisci raccolti dietro, e coperti in parte da quelle strane lenti che portavano. Davvero difficile descriverla vedendola con l’intera testa che ti gira…

Due dei tre uomini sconosciuti condussero l’orfana sulla loro nave, prendendo anche la spada magica che prima l’era caduta. Era una nave enorme, lunga, che si muoveva con la sola forza meccanica del motore sottostante. La pioggia continuava, più forte di prima, accompagnata da alcuni tuoni ogni tanto.

Quando la ragazza si svegliò, seduta appoggiata ad un bordo metallico della struttura, si trovò con una lama a dieci centimetri dalla sua gola. Eeehm po...possiamo parlarne??

‘Lucy le vylaje mì?? Necbuhte!!!’ [‘Cosa ci facevi lì?? Rispondi!!!’] gli fece il tizio davanti, pieno di tatuaggi blu a forma di fiamma, che lo attraversavano per tutto il corpo. Sembrava il capo del gruppo.

Che razza di lingua parlano Mi trovo su un pianeta di marziani????!! ‘Eh??? Cosa?? Puoi ripetere per favore?? Non capisco…!!’. Egli ritirò la sua baionetta, attaccata a quella che sembrava una mitragliatrice, ed iniziò a fare gesti e versacci strani per farsi capire. Sinceramente sarebbero più stati chiari i versi di un cane… Poi si rivolse alla ragazza vestita in modo stravagante.

‘Xiacdy huh lybecla heahda...!!! [‘Questa non capisce niente…!!!’] Rikku!’ e la ragazza si girò di scatto verso di quel vicecapo’. E’ quello il suo nome???

Lei si avvicinò, notando lo sguardo estremamente impaurito di Noemi.

‘Non avere paura…! Abbiamo solo bisogno di aiuto…. Abbiamo un equipaggio scarso per badare alla nave, perciò posso andare solo io sott’acqua. Da sola non riesco a recuperare un carico che abbiamo perso.’

‘Tu…. Io riesco a capirti??? Chi siete???’.

‘Strano che tu non ci conosca!!!’ e, dopo essersi tolta gli occhialini, ‘il mio nome è Rikku. Siamo Albhed.’

Alb che??? ‘Scusa, non so chi siano gli A…’

‘Ma da quale mondo vieni??? Ti prometto che ti riporterò a casa tua se ci aiuti a recuperare il carico…’ rispose lei, gentilmente.

‘Vengo da Metropolis… Mi potete riportare là??’.

‘Scusa, ma dove si trova?? Non ho mai sentito nominare una città del genere…’.

Poi si smise di parlare: aveva visto Noemi impallidire quasi quanto la luna.

‘Co..co…cosa???’ Se non possono portarmi lì, è meglio se ritorni nella città attaccata da Sin lì da lì troverò il modo per tornare a casa

Poi riprese:’Sentite, allora potreste riportarmi a Zanarkand!’.

Non fece in tempo a rispondere (mostrava una faccia davvero scettica) che uno di quei quattr’occhi si rivolse a lei prepotentemente: ‘A' xie!!’ [E’ qui!!].

‘Siamo arrivati. Sarà una cosa breve, vedrai. Basta che fai attenzione ad alcuni piccoli piranha…’. Pipipiranha?? Devo finire squartata???

‘Ehm…Bisogna…proprio??’ più che pallida il suo viso sembrava non avere più vita.

‘Sì…’ E Rikku le riconsegnò la spada. ‘Che nome strano che hai… L’ho letto sul manico della tua arma…ammesso che sia tua!! Vedo che hai troppa paura per usare un’arma così fatta!!!’ e rise di gusto, simpaticamente, cosa che all’altra non fu di certo una bella cosa. Quella non è la mia. Vabè, chi se ne importa!!! Portatemi a casa, piuttosto!!

‘Veramente mi chiamo Noemi…’ disse quasi con seccatura.

‘Ah, si??’ poi si girò verso il tizio con i tatuaggi a fiamma, che si avvicinò al bordo della nave, indicandogli con l’indice e con altre parole strane il punto esatto. Con un sorriso sincero la ragazza bionda si tuffò nell’acqua, per fare dal basso dei cenni per incitare l’altra. Bastò poi un colpo da dietro da parte di una baionetta appuntita sul fondoschiena a farla tuffare. Gli altri compagni Albhed non fecero altro che ridere a crepapelle. Grrrrazie tante!!!

Così iniziarono a guardare qua e là le profondità dell’oceano (era un oceano?) per cercare il carico perduto. Cos’era? Un tesoro? La parte fondamentale di una nave?? Fatto sta che, a causa del cattivo tempo atmosferico, non si riusciva a vedere quasi niente, se non grazie alle luci emesse dalla nave di sopra, che creava degli squarci simili a quelli che si vedono nei tramonti d’autunno. Si riusciva ad intravedere ‘solo’ un gigantesco relitto, che assomigliava ad una sorta di navicella spaziale stranissima.

Whoa!!! BrrrQuesto gelo mi blocca i movimenti ma quanto nuota veloce quella????

Rikku si avvicinò a quello che sembrava una sorta di scrigno, proprio sulla poppa di quel relitto. Ora mi devo mettere a fare la cercatrice d’oro??!! A differenza di dove stava, quello scrigno sembrava insolitamente nuovo, ma era troppo pesante per essere recuperato da una sola ragazza. Così Rikku con cenni chiese a Noemi di aiutarla, anche se lei, in realtà, non la ascoltò neanche. Si accorse, infatti, di essere sott’acqua da quindici minuti interi senza soffocare. Ma com’era possibile?? Era acqua quella o cosa?? Riusciva a respirare come se niente fosse: era la prova che tutto ciò era un unico incubo?? Sicuri di considerarlo un incubo???

Improvvisamente arrivò una medusa gigante blu, con una spessa ‘corazza’ sulla testa e dei denti denti?? che sporgevano di sotto, affiancato da alcuni piranha, che forse aspettavano l’attacco dello squalo per appropriarsi di quello che sarebbe rimasto delle ‘carcasse’. Arrivavano alla stessa velocità di un turbine e solo per un pelo non colpirono Noemi, incantata dalla strana natura dell’acqua. Il mostro si girò, pronto ad attaccare di nuovo con più violenza.

Era impressionante la differenza tra lei e Rikku. La prima era bloccata dalla paura, incapace di reagire, pietrificata E’ la fine è la fine, appena vide il pesciolone carnivoro, mentre la seconda aveva già lanciato una manciata di granate contro di esso come se si potesse domare. Ma purtroppo la sua corazza era molto dura, e quelle esplosioni furono più per difesa che per ucciderlo, fino a quando non prese, con uno dei suoi lunghi tentacoli viscidi, la ragazza Albhed all’improvviso, facendole cadere dalla mano l’intera sacca di granate, che andò dispersa sul fondo marino. Noemi la vide trascinata da una parte all’altra da quella medusa, già pronta per attaccare con un secondo tentacolo l’altra sua preda. E. adesso cosa faccio??? Ma quelli non vedono niente?? Quando, dico, quando finirà tutto questo???

Sembrava davvero tutto finito. Ogni qual volta che ella si sentiva così iniziava a pensare alla sorte che l’aveva condannata alla tristezza ed alla sua orfana condizione. Così rievocava la madre, che tanto sperava di incontrare (viva, ovviamente!!), e il padre, verso il quale l’odio della figlia era continuata a crescere fino a quel momento, ogni giorno passato a rubare a Metropolis. Se poi si aggiungeva l’acqua strana, il pericolo che incombeva, ed in genere l’incubo… Cosa doveva fare alla fine?? Delirare? Impazzire? Forse era meglio sfogare la propria rabbia, ed ogni persona ha il suo modo. Ma quel modo, che ne seguì fu davvero strano, di nuovo… In un istante, un’intensa luce blu illuminò quasi tutto il fondo marino sotto la nave. L’equipaggio si guardò meravigliato, affacciandosi vicino alla barriera metallica, nel vedere una sorta di sole azzurro subacqueo. Sembrava la stessa vista dall’indovina. La ragazza sentì una strana energia attraversarla, da capo a piedi, soprattutto nella parte vicina al collo, che le dava un’incredibile carica e forza. La medusa, vedendo quell’intensa luce, si spaventò, anche per via di strane cariche elettriche azzurre che partivano da quella specie di mini-sole.

Rikku venne rilasciata delicatamente dal tentacolo che le aveva stretto una gamba fortunatamente senza rilasciare tossine. Le girò molto la testa, ed appena si ridestò, guardò attraverso quella luce che lentamente diminuì la sua intensità, e vi notò una nuova figura confusa: era un mostro? Era un pesce degli abissi (tipo quelli che fanno da soli la ‘lucina’)? No, era solo una persona, come lei. Da dove era partita quella specie di luce, come pensava la ragazza Albhed?? No…non era stata la spada… A sprigionare quell’energia era stata lei. O meglio, lui…

Mentre il nuovo ‘comparso dal nulla’ si studiava da capo a piedi, stupito di dove si trovasse, di come fosse lui, nell’abbigliamento e nell’aspetto…. La sua faccia dimostrava tutto il suo stupore ed anche, perché no, confusione, e non appena volse i suoi occhi azzurri verso Rikku, questa si pietrificò come se fosse stata colpita da un fulmine. Un fulmine molto particolare…. Lui le si avvicinò ed iniziò a scuoterla come chi, disperato, non capisce più nulla di quello che era appena accaduto o successo prima. Era quasi una fortuna che erano sott’acqua: chissà le grida che si dovevano sentire… Dimmidimmi dimmi!!! Cosa mi è successo??? Rispondimi!!! Perché sono conciato così?? Grrrrr!!!

La bionda ragazza restò almeno cinque minuti interi ad osservarlo nello sguardo, nel suo aspetto, nel suo fisico atletico, dopo che i mostri si allontanarono spaventati: ad un tratto lei divenne rossiccia sul volto e poi trovò il coraggio di portarlo verso lo scrigno, che tirarono su insieme senza troppa fatica.

Quei metri che separavano i due dalla superficie sembrarono interminabili per entrambi. La ragazza non sapeva se girarsi attorno per cercare Noemi o guardare ancora il suo nuovo compagno, ancora incantata, mentre l’altro si sentiva come qualcuno che aveva appena visto il mondo della realtà.

L’equipaggio, appena vide Rikku, la tempestarono di domande sull’accaduto, prima e dopo il ritorno a bordo. Continuano a parlare da marziani??!! Non capisco Spero che almeno mi riportino a casa.e se così non fosse? Se vogliono usarmi per i loro servigi? Se solo qualcuno potesse dirmi cosa mi è successo mi sento così confuso

Lo scrigno venne tirato su da alcuni bracci meccanici che facevano un tutt’uno con la nave. Gli Albhed erano  così interessati ad esso che passarono tutto il tempo a cercare di aprirlo, cosicché i due poterono restare in disparte.

‘Tu…ehm...tu chi sei? Venuto così, all’improvviso…Ci hai aiutato…’ disse Rikku.

‘Io… Non lo so va bene?!’—alzando il tono della voce—‘voglio solo che qualcuno mi spieghi cosa ci faccio qui e che sta succedendo!!! Io…io.. non capisco più niente!!! Io….io… non…’.

Egli si sedette sul limite della prua, a contemplare l’oceano sotto di lui, camminando quasi come un ubriaco. Sembrava che gli girasse la testa. Ma che Oohhh

Sì… l’oceano, diventando calmo quando finì la pioggia di cadere, era divenuto piatto tanto da fare da specchio. Si trovò cambiato, come se improvvisamente fosse “cresciuto” tutt’ad un tratto, sentendosi come chi era rimasto nel sonno o in un coma per tanto tempo. Più cercava di pensare, più non riusciva a ricordare nulla. Una cosa era certa: quella era un’amnesia, ed appena avrebbe recuperato la memoria, avrebbe avuto le sue risposte. Sulla superficie del’acqua c’era l’immagine di quella medesima persona che la ragazza aveva visto sulla spada e allo stadio. Chissà se l’animo (chissà dov’era) di Noemi si sarebbe ricordato invece che era diventato lui, l’as dei Zanarkand Abes, quello che conosceva Auron, che lo aveva chiamato….

‘Scusami… vorrei solo… ecco…sapere chi sei…’ per dire quelle parole Rikku le studiò per dieci minuti.

‘Io… ecco… Mi chiamano Tidus…’.

‘Allora…quella era la tua spada!!!! Ma perché l’aveva quella ragazza???’ chiese l’altra, mostrando enormi perplessità e chiedendosi dove Noemi fosse finita: nel gran caos non era riuscita a capire un granché.

‘Ecco… non lo so…’ Leisparita?? !!! Aaspetta!! Questo significa che devo inventarmi qualcosa Era...era con me, ma non preoccuparti… riuscirà a cavarsela…’.

‘Non vi ho mai visto qui… Come ci siete arrivati?’.

Così Tidus gli raccontò tutto quello che era successo, mischiando le sue esperienze con quelle dell’altra metà, ricordandosele entrambe perfettamente, e di come fosse così confuso, mentre contemplava il grigio orizzonte del calmo oceano.

 

‘Capisco… ecco perché sei così disperato… Ma perché sott’acqua ti ‘studiavi’ in quel modo?? Avevi bisogno di uno specchio? In effetti, sei così car… ehm’—si gira di spalle—‘casuale, qui…’ Eh?? Siamo davvero sicuri che riesca a parlare la mia lingua??

‘Ehi…Non è colpa mia se sono finito qui! Vorrei solo…ecco…’ non glielo posso diresarebbe troppo rischioso

‘Tornare a casa? E dove?? A Zanarkand? Quella città è stata distrutta 1000 anni fa!!’ Rikku sembrava contenta di dire ciò, come se sperasse di rimanere ancora di più con Tidus.

‘Co…co…cosa? Stai dicendo sul serio?? Ma… io… l’ho vista, l’ho vista mentre veniva distrutta da Sin!! Pe…perché…’ subito il suo volto passò dalla confusione alla tristezza. Ora sapeva di non avere neppure una casa….certo, se quello che gli dicevano era vero… Infatti, in un primo tempo, nessuno crederebbe a parole simili…

Lei gli si avvicinò notando una catena che aveva al collo. Aveva un simbolo che gli sembrava famigliare.

‘Bella questa catena…!!!’ Non sapeva cos’altro dire…era proprio imbarazzata.

‘Davvero???’ rispose lui, ma la sua testa era ben al di là. Quella città. distrutta da 1000 anni?? Sono cambiato, finito nella mia città distrutta da quel mostro e poi nel lontano futuro!!! E poi come sono.conciato!!! Quella ragazza di cui parla Rikku deve avermi liberato… Quella spada mi ha portato qui??? Non ricordavo che fosse miaanzi, non ho mai avuto un’arma simileChi mi potrà aiutare se non quell’indovina!! Sbaglio, o era lì la spada?? La cosa più bizzarra è che riesco a ricordare quello che ha fatto lei a Metropolis!!

La ragazza Albhed lo chiamò, desiderosa di vederlo ancora in faccia. ‘Ascolta…. È meglio che non dici a nessuno che vieni da quella città… E’ considerata una città sacra a Yevon….’ poi si fermò ad osservarlo.

Ah, sì?? E poi?? Non sapeva come rispondergli.

Non appena Tidus si rispecchiò nell’acqua, un forte scossone fece vibrare l’intera nave.

Si levò una gigantesca onda (tipo tsunami) dall’orizzonte ad un’incredibile velocità e la nave si apprestava a fare quasi una brutta fine. Tutto l’equipaggio venne spinto verso babordo, quando l’onda improvvisamente si fermò ad alcuni metri dalla nave.

‘E’ Ceh!!! Lubnedaje!!!’ [E’ Sin!!! Copritevi!!!] urlò uno là vicino.

Tutto accadde nel giro di pochi secondi. L’onda si sollevò di nuovo con forza inaudita e fece cadere Tidus in acqua, che non ebbe il tempo di aggrapparsi da qualche parte.

Rikku urlò disperatamente all’equipaggio nel fare qualcosa, ma loro sembrarono conigli di paglia per la paura.

Tidus venne trascinato da quell’onda, perdendo subito i sensi. L’ultima cosa a cui pensò era lei… e la sua città rasa al suolo. E nel sottofondo, altre strane parole… “Unisciti   a   me  E   lunico   modo   per   porre fine   al   nostro   dolore…”

Per venti minuti tutti ammutolirono. Dopo l’accaduto il mare si era appiattito all’istante. Tutto era come prima, o quasi, mentre la pioggia riprese a cadere. Tutto uguale, tranne per qualcuno. Era accaduto tutto così in fretta…. senza alcun grido…tanto che nessuno poté davvero capire cosa fosse successo. Rikku avrebbe voluto conoscerlo di più. Non aveva mai visto un ragazzo così affascinante… eppure aveva sempre giurato che gli piacevano i mori…

Un po’ tramortita ed infelice, tornò a concentrarsi sullo scrigno. Cosa poteva fare?? Suo padre la aspettava… Così si avvicinò allo scrigno, che si trovava più in là e notò che c’era una strana serratura di fronte: aveva lo stesso simbolo della catena di quel tizio venuto dal nulla. Doveva trovarlo.

Già, dov’era finito Tidus??? Era morto? Era scomparso così come era venuto??? Ancora l’incubo non era finito… o sognavano lo stesso??

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Capitolo 3
*** Cap.3: Loss of Memory ***


L’incubo era finito??? No, per niente… anzi, era “ricominciato” con una bella pallonata sulla schiena, che fece quasi sprofondare Tidus nell’acqua del mare ora limpido.

Subito egli si destò in piedi con la testa che continuava a girare. Eppure il colpo gli aveva solo centrato la schiena, ma tra la fame e la fatica, la debolezza iniziava a farsi sentire.

Si svegliò in un altro posto, in un mare tipo “Carabi”, azzurro quasi più del cielo, che era completamente senza nuvole, con un sole cocente e caldo come quello di Metropolis ad Agosto. Più oltre notava una spiaggia bianca e candida che si estendeva oltre delle rocce appuntite ed a scaglie, dalle quali spuntava qualche palma ricca di datteri. Era la piccola costa di un’isoletta.

Magnifico…che panorama!!! Ho sempre sognato di farmi una vacanza coi fiocchi… non sarebbe male fermarsi qui! Che male alla schiena… E questa palla?? Mi sembra tanto…ma…chi l’ha lanciata??

‘EHI TU!!!! VIENI QUI!!! SCUSACI!!!’ gridava un tizio vestito tipo ‘indigeno moderno’ (provate a descrivere uno che vi dista almeno 30 metri!!!) che agitava la mano come per un saluto. Assieme a lui c’erano altri cinque ragazzi, meno alti di lui, tutti alle prese con altri palloni dello stesso tipo. Erano vestiti in modo molto simile, e per questo sembravano una squadra vera e propria.

 Tidus notò vicino a sé galleggiare una palla grande poco meno della sua testa. Era per metà bianca e per metà blu chiaro, con alcune strisce sempre blu attorno alternati, e con una scritta gialla che non riusciva a comprendere. Io questa palla l’ho già vista….. Ma certo!!! Non è quella che si usa per il Blitz?? Adesso inizio a ricordare!!

Quella palla portò con sé moltissimi ricordi, tra qui la squadra rappresentante la sua città Zanarkand. Tutte le volte che c’era una partita, una grande quantità di tifosi e fan venivano a chiedere autografi, oppure di essere visti durante i goal o all’intervallo. Erano i giocatori più forti in assoluto nel torneo, fondata dal mitico “Dark Crow” o qualcosa di simile. Si ricordava piuttosto piccolo, mentre provava a giocare ed a tirare con quel pallone. Ma c’era davvero una domanda a cui non sapeva rispondere. Come faceva a non ricordare nulla?? Cosa gli aveva fatto perdere la memoria sul proprio passato?? Cosa gli era successo?? Volle provare a tirare quel pallone, magari avrebbe ricordato di più: forse era ancora sotto gli effetti di quella ‘stregonesca’ trasformazione… Così prese il pallone e la lanciò in alto con le mani, si alzò dall’acqua e fece una sorta di rovesciata, colpendola con entrambi i piedi: ne uscì un tiro così potente che raggiunse il gruppo sulla spiaggia in pochi secondi, schiumando la superficie vicina alla sua direzione. L’uomo più alto, che aveva prima agitato la mano, per un pelo riuscì a schivare quella cannonata e poi si girò con la bocca spalancata per lo stupore, mentre gli altri si girarono facendo commenti a bassa voce nelle loro orecchie. Forse… forse ho un pochino esagerato…. Cavolo!! Devo ammettere di essere migliorato molto in fretta… o non ricordo nemmeno questo??

L’amnesia iniziò a turbarlo un poco. Cos’altro doveva scoprire, così, di colpo?? Forse restare lì, in ammollo, con una squadra che ti lancia strane occhiate, non era una buona idea… Così si avvicinò ai ragazzi molto lentamente, mostrando notevoli segni di fatica. Già, perché?? Forse tutti quei “viaggi” lo avevano stancato...

 

L’acqua era un po’ fredda, mentre la sabbia della piccola costa dorata era invece quasi bollente, tanto che quando mise delle mani lì sopra, dovette ritirarle subito. Quando alzò lo sguardo, si trovò davanti quello più alto: aveva i capelli rossicci e tenuti in alto grazie ad una fascia azzurra che li separava dalla fronte abbronzata, con un ciuffo centrale più lungo. I suoi occhi erano castani chiari e portava dei pantaloni gialli,  leggeri e gonfi, e portava sulle braccia delle specie di maniche singole, di diversa lunghezza, che lasciavano il busto completamente scoperto, tranne la parte bassa dell’addome. Ma come cavolo è vestito??

‘Ma come cavolo sei vestito? Non sembri di qua!’ diceva uno, e gli altri lo raggiunsero dietro.

‘Che…che…che… tiro!!! Non sembri un dilettante!! Da chi hai imparato?’ continuò quello che doveva essere il capitano.

‘Io…ehm… talento…eh eh!’. La sua risposta fu interrotta da un acuto rumore che proveniva dal suo stomaco: tutti si misero a ridere come pazzi, alcuni puntandogli l’indice, altri invece piegandosi sull’addome, mentre lui arrossì di colpo per imbarazzo. Forse quello era un altro talento…!!

‘Vedo che hai fame, eh??! Ti porterò io al nostro villaggio… Comunque mi chiamo Wakka, allenatore e capitano di questa squadra: i “Besaid Aurochs”’–diede una specie di “cinque” al nuovo arrivato—‘Quel tiro era degno di un vero campione!!! Non mi hai ancora detto come ti chiami o da dove vieni!!!’. Gli altri smisero di ridere, vinti dalla propria curiosità.

Bene, vediamo se lui mi può riportare indietro o mi può dire qualcosa su quello che è successo…

Mi chiamo…Tidus e vengo da Zanarkand. Potreste portarmi là, o meno…dirmi dov’è? E…dove mi trovo ora?’ chiese con un tono un po’ affaticato. Beh, cosa c’era di male?? Fatto sta che la sua risposta fece ammutolire l’intera squadra di quel “Blitzball”. Wakka fece segno agli altri di andare al villaggio per restare solo con lui, prima di rivoltarsi di nuovo.

‘Accidenti… ‘—lo guarda da capo a piedi—‘…ti vedo conciato male!! Cosa ti è successo?’.

‘Mi ha…risucchiato Sin e…mi ha portato qui…almeno credo…’.

‘Ahhh…Questo spiega tutto…sei stato intossicato da quel mostro…!!!’.

‘Intossicato?!’ e l’altro subito spiegò ‘Sì, come no? Le tossine sono piuttosto potenti, e possono far perdere la memoria. E non sei l’unico sai? Ti trovi in Spira, sulla spiaggia di quest’isola, Besaid, nel punto più a sud del continente…’. S..Spira?? Che posto è??? Poi il capitano continuò.

‘Avrai sbagliato il nome della tua città….Lo sai che Zanarkand non esiste più??’.

‘Che significa non esiste più??’—lo fissa scettico—‘Io.. l’ho vista mentre veniva distrutta da quel mostro!!! Da quelle specie di scaglie…e…’.

‘Ahahahah…Devi aver fatto un sogno, perché è successo mille anni fa! Una notte, secondo quanto dice il nostro credo, un’entità che tutti chiamano con il nome di Sin [sarebbe ‘Peccato’] distrusse la florida città più felice e meccanizzata di Spira in quel momento…’—il suo tono poi si fece duro—‘E tutto a causa dell’eccessivo uso delle macchine da parte degli uomini, che diventarono piano piano sempre più pigri e fannulloni. Da lì in poi non facciamo più uso di esse: se capitasse arriverebbe di nuovo per seminare la morte…!!’.

Tidus non fu capace di rispondere, ed erano vari i motivi. Era la tipica reazione di chi non riusciva a credere più a nulla, forse anche per via dell’amnesia. Aveva la strana sensazione di essere rimasto…come dire… “addormentato”…”bloccato” per tanto, davvero tanto tempo, forse addirittura per decine di anni. E aveva in mente anche quell’indovina, quella città trafficatissima, quei creditori che correvano dietro ad una ragazza disperata. Quella ragazza?? Lo aveva svegliato da quella specie di “sonno”?? E quel ‘coso’ che chiamavano tutti Sin? Lo aveva portato mille anni nel futuro?? Ma come crederci??

Tra un pensiero e l’altro, nacque un forte mal di testa, che si aggiungeva alla stanchezza. Si piegò a metà in avanti, mettendo entrambe le mani sulle ginocchia. Wakka stava già spiegando il loro tragitto verso il villaggio, quando, improvvisamente, vide davanti ai suoi occhi una breve ma intensa luce azzurra: dopo di essa vide davanti a sé una ragazza di diciassette anni, che respirava affannosamente come una maratoneta alla fine della sua corsa. Wakka restò impressionato per alcuni minuti, il tempo in cui Noemi si guardava da capo a piedi, mani comprese. Ma…ma…che…

‘Tu...tu hai un chakra!!’. Quell’esclamazione la stava facendo quasi spaventare.

‘Tu…tu hai visto?! Un…un ‘chakra???’ Ma…cos’è??’ gli rivolse uno sguardo che conteneva in sé tutto il suo scetticismo e la sua confusione. L’altro si avvicinò piano piano verso di lei, come chi deve confessare una specie di segreto.

‘Ascolta…vieni con me al villaggio…ti porto in un posto dove non potrà sentirci nessuno...’

Noemi si guardò intorno inquieta, seguendo camminando con scarsa sicurezza dietro il nuovo amico. Si sentiva come un pulcino appena uscito dall’uovo, alla scoperta di una realtà del tutto nuova. Spira??? Blitzball?? Chakra??? Questo…questo…è ridicolo… Ma che cosa ha fatto quella spada?? Mi ha portato in questo mondo nuovo…però sembra così reale tutto questo…forse più che un sogno è un’allucinazione… Ma…quella donna!! Quel…quel bambino!! Che cosa vuole da me?? Sembrava il “sapientone” della situazione…E poi…dov’è finita quella nave?? Quel carico…quel ragazzo che…!! Che strano...ho l'impressione di essere stata...lui!!!  

Le domande si aggiungevano tutte come frammenti di un gigantesco puzzle, tutti alla rinfusa e senza un punto di riferimento. Wakka intanto la condusse attraverso un piccolo sentiero ricoperto di palme sotto il sole cocente, ricco di erba, fiori vari e piante più strane. Esso portava verso l’altra spiaggia rocciosa che si affacciava coma un promontorio sul mare calmo ed incredibilmente trasparente. L’orfana si affacciò contemplando il bel panorama intorno, fino a quando Wakka non la spaventò a morte da dietro. Che bel tuffo che fece! Da almeno una ventina di metri!!! Era il suo record, fatto urlando come una disperata mentre era sospesa in aria, agitando braccia e gambe a vuoto... Egli lo segui facendo un tuffo a testa in giù, dopo una megarisata che aveva fatto volare diversi uccelli che avevano piume dai colori dell’arcobaleno.

Nonostante il megatuffo, Noemi non "affogò" come pensava. Infatti, anche quell’acqua era strana. Riusciva infatti respirare.

‘TI…TI SEMBRA IL CASO DI SCHERZARE??? Volevi farmi affogare???’ esclamò la ragazza, appena raggiunse la superficie. Mi conosce da poco e già fa il clown con le persone…. Ma qui hanno tutti una rotella fuori posto???

‘Non ti piace l’acqua??? Eppure, se non esisterebbe, non ci sarebbe neanche il mitico  Blitzball!!’.

‘E’… quello sport che si esegue sott’acqua, vero?? Avevo visto uno stadio….’ Intanto il capitano indicava la strada da seguire, nuotando con velocità incredibile.

‘Sì…certo!! Dovrei portarti un giorno a Luka: la capitale del Blitz! Tutti i campioni si recano là per partecipare al supertorneo annuale! Quest’anno, in particolare, gli organizzatori hanno pensato in grande, mettendo numerosi premi in palio.. tra cui la Coppa di Cristallo!!’ Sarà... ma mi sembra strano che tutti non muoiano affogati!!

Tutt’intorno al golfo si estendeva una natura rigogliosa, che meritava un intero calendario. C’erano uccelli mai visti e sott’acqua piante brillanti come cristalli, che in confronto alla barriera corallina era come paragonare i diamanti al bronzo. Il fondo brillava come se fosse ricoperto di perle, riflettendo le onde luminose esterne, tanto che il fondo era perfettamente visibile. Continuarono a nuotare fino all'altra sponda, da cui proseguiva un'altra vietta.

‘Conosci la squadra dei  Zanarkand Abes?? Ecco… ho visto un’ immagine su di loro…’ chiese Noemi.

‘Cosa??? Allora cadi dalle nuvole!!! Ahahah...quella squadra è leggendaria!'—mostrò poi un viso "solenne"—'Si dice che prima della distruzione di quella città sacra, era imbattibile, vincendo per quindici anni di fila!!! Era una squadra praticamente perfetta, grazie anche al loro fondatore che giocando pure da capitano, la portò agli apici con i suoi tiri potentissimi… Purtroppo nessuno sa chi fosse stato, perché andò tutto perduto mille anni fa...’ Una squadra imbattibile?? Mi piacerebbe così tanto diventare una celebrità…peccato che non abbia mai avuto questa fortuna!! Figuriamoci il capitano di una squadra...

I due poi uscirono dall’acqua vedendo da lontano il villaggio.

‘Tu...sei un capitano... o sbaglio?? Ti vedevo con gli altri ragazzi...'.

‘Beh… Se riesci a portare la squadra alla vittoria…’ lo sguardo si fece cupo, poi lo rivolse verso il villaggio.

‘Iniziai a giocare a cinque anni e poi giocai ai tornei da quando avevo tredici anni. Ma mai, in dieci anni di tentativi su tentativi, riuscii a strappare un misero quarto posto…’ Quarto posto??? Poverino… Ne ha collezionate di sconfitte…

‘E quante squadre partecipano??’ Lui rispose che erano sei. Si notava quasi qualche lacrima all’occhio. Era davvero abbattuto. Questi casi di solito, spingevano la ragazza di Metropolis ad agire quasi senza pensare alle conseguenze: e si vedeva benissimo che cosa poteva "sparare" a volte.

‘Ti piaceva quel tiro, vero??’ disse ella.

‘Cosa vorresti dire??’ fece una faccia davvero sorpresa.

‘Potrei… ecco… quei tiri...'—come spiegarglielo??—'...potrebbero aiutare la tua squadra, vero?? Basta usare il…c…come si chiama...’.

‘Chakra??? Usarlo? Senza sfruttare i suoi poteri…??’.

‘Cosa intendi dire??? Che "magia" c’è dietro?? Ecco... questa è un’ altra novità: passeranno decenni prima che capisca cosa succede… un sogno non può durare così tanto...ma... come pensare che sia vero?? Però mi trovo così bene lontano da quella vitaccia da ladra… Era però vero... per la prima volta, da quando scappò dal padre, non correva via da fruttivendoli e mercanti per qualche pezzo di pane o frutta, ma il pensiero di quei "poteri" la turbava ancora.

‘Il chakra è una forma di energia magica che permette di avere poteri straordinari e leggendari: sono in pochissimi a possederne uno. Con esso questi "eletti" possono effettuare speciali magie ed incantesimi... in alcuni casi con esso si possono evocare spiriti dell’aldilà...’  Ho... ho sentito bene?? Ha detto aldilà??? Oddio!!!

‘Mi stai dicendo che il "chakra" è una magia che risorge un’anima, uno spirito o cosa?!?!?’.

‘Be… più o meno sì… Conosco comunque una persona che sicuramente ti dirà di più… E’ al villaggio…’ poi notò la faccia impallidita di Noemi che sembrò passare del rossore della stanchezza al candido colore dei fiori “biancaneve”.

‘Stai bene?? Eppure tutti conoscono questa magia... Ah!! L'intossicazione… Da quanto tempo hai usato il chakra?’ chiese Wakka pensoso.

‘Non lo so… E’ successo tutto verso notte…credo...’poi fu colpita da un lampo—'Ma...ma... tu...hai visto che io ero...prima...' il suo viso arrossì per la paura di dire una gigantesca sciocchezza.

'Ahahah....che tu eri...un'altra persona?? Certo che l'ho visto!! E giuro di non aver mai visto una cosa simile in vita mia!! Credo che tu abbia una seconda identità magica...!!' il capitano rideva di gusto, dando poco peso alla stranezza. Poi notò la fatica della ragazza, che era ancora più confusa di prima.

‘Stai attenta ad usare poteri del genere... perché usarli comporta un grande sforzo fisico e mentale! Hai bisogno di riposarti un pochino…ahahah!!!’. Fantastico, arriva quel tizio e mi mette ko!!! Deve essere lo stesso che avevo visto sulla spada... Se ancora si azzarda a ricomparire o a "sconquassarmi" la vita… giuro, non so cosa gli faccio… Poi lo stomaco della ragazza brontolò. ‘Ehm… ok, anche di un bel piatto di pasta!!’ Bene, finalmente qualcosa in comune con Metropolis…!!

Arrivarono in poco tempo al villaggio di Besaid: solo cinque tende stile "pellirosse civilizzati" fatti con tessuti, legno colorato, fili di canna e delle foglie di palma. Gli abitanti erano forse  solo una quarantina, contando forse anche cani (con orecchie lunghe almeno quanto la loro coda) ed uccelli. Si trovava in una pianura affacciata sul mare, attraversato da un sentiero di terra. Da lontano si notava davanti una specie di tempio. Era incredibile come la minaccia di Sin fosse così tanto sentita: non c’era la minima presenza di macchinari o mezzi di trasporto… come se non ci fosse mai stata la rivoluzione industriale. Noemi si immaginava il futuro come qualcosa forse di opposto e diverso. Ma quello era davvero il futuro del suo mondo??

Lei iniziò ad essere davvero pervasa dall’ira di non sapere nulla di nulla. Non solo si trovava chissà dove, ma doveva fare i conti con Tidus che la stancava in quella maniera e che prendeva prepotentemente il suo "posto". Ma chi si credeva di essere? Lo riteneva come una sorta di "boss" da sconfiggere. E poi da dove cavolo era spuntato?? Tra le domande senza risposta ed il rischio di non essere più sé, ella rischiava di scoppiare, e Wakka se ne accorse.

‘Ehi!! Siamo al villaggio… Cerca di stare calma, ok? Se fai così userai di nuovo il chakra!!!’ le sussurrò affianco, quando si trovavano sotto un piccolo arco d' "ingresso".

Tale rischio la fece tornare fuori dai suoi pensieri su come progettare un piano per scacciare le "anime in più indesiderate". Che villaggio?? Ma… le case normali non esistono? Non c’è ombra di qualche macchina… Tutto per colpa di quel mostro. Mi sembra di aver usato io una macchina del tempo….

‘Vado nella mia tenda a prepararti qualcosa… Intanto vai a conoscere qualcuno. Poi ti chiamo’.

Subito arrivarono due ragazzi vestiti quasi da "soldati", uno con i capelli rossi e l’altro scuri, con la coda di cavallo che gli usciva da dietro. Si misero insieme a fare quello che sembrava una forma saluto: portarono dietro la gamba sinistra, allargarono le braccia per poi ricongiungerle insieme davanti al petto con i palmi delle mani che formavano un cerchio, uno sopra l'altro, per poi chinarsi come i sudditi davanti ad un re medievale. Ma cosa stanno facendo??

‘Ah! Non sei arrivato con il tipo venuto dal mare… Ma mi avevano detto che  era un ragazzo...’ disse quello rossiccio. A quanto pare tutti sanno già tutto qui…

‘Ehm...hanno sbagliato… Comunque penso che farete amicizia… E’ solo un po’ confusa...’ dopo Wakka andò nella sua tenda, pensando che fosse meglio tenere nascosta la nuova scoperta.

I due portarono Noemi in quella che sembrava la tenda principale. Era blu con diversi tronchi accatastati che costituivano le facciate. La porta invece era costituita da una bellissima tenda ricamata. Continuavano a parlare tra loro, di cannoni, di esche... chissà per che cosa.

Dentro c’era un tavolo in legno e più in fondo alcuni letti (su uno di essi dormiva perfino un gatto). All’ingresso c’era un gestore delle armi che comprendeva aste, lance e giavellotti, ben lontani dalle pistole e dai fucili. I tre si sedettero vicino al tavolino.

‘Mi presento. Mi chiamo Luzzu, al comando delle forze della Milizia di Besaid!’ disse quello con i capelli rossi. ‘Io mi chiamo Gatta, sottotenente.’ continuò quello con il codino.

‘Ehm...scusate… cos’è la Milizia??’ a quella domanda gli altri due ammutolirono improvvisamente guardandosi in faccia.

Signore… ma le tossine di Sin sono così potenti??’ fece Gatta a bassa voce, portandosi la mano destra sul viso.

Evidentemente sì... Bene, la Milizia è un esercito composto da volontari da tutta Spira. Fondata dal guerriero Mihen, si incarica di sconfiggere Sin una volta per tutte. Ed abbiamo intenzione di attaccarlo fra una settimana circa...’ Uao! Ne hanno di coraggio ma…

‘Ma… in quanti siete??’

‘Circa… un migliaio...’ Cosa?? Poi Gatta balbettò con un po' di imbarazzo ‘Ma...ma ci stiamo espandendo!!! Basta un po’ di tempo!!...’.

Noemi passò poi parte del pomeriggio a mangiare e riposarsi un poco sul letto nella tenda di Wakka. Quando mai lo avesse fatto!!! Infatti, quella era stata una "ghiotta" occasione per rivedere qualcuno nei propri sogni...

 

Nel sogno la ragazza si ritrovò nella periferia di quella che sembrava la precedente Zanarkand. Era in una specie di nave sul mare, vicino allo stadio che aveva visto. C’erano due persone: uno che sembrava vestito da "pirata", ma non era molto chiaro come, ed un bambino affianco, che sembrava lo stesso sognato prima.

Il "signore" era a torso nudo e girato di spalle, e portava dei strani pantaloni, da una parte lunghi e rossi, che sfumavano in arancione, con delle fiamme nere sopra stilizzate nella parte terminale, e dall'altra molto corti e grigi. Portava sulla fronte una spessa fascia rossa, dalla quale spuntavano, sparati, capelli castani lisci e lunghi. Non appena quel tizio si girò, mostrò i suoi occhi castani scuri, e sul petto muscoloso un enorme tatuaggio che rappresentava uno  strano simbolo a forma di "T", lo stesso che c’era ad esempio nella catena che Noemi si era trovata al collo. Si mise a ridere con la bocca spalancata, e le mani sulla vita, come chi non teme nessuno e non sente rivali prima di una gara.

‘LUI mi ha rovinato la vita….’ disse una voce triste che Noemi sentì da dietro. Quel bambino, senza che ella se ne accorgesse, era alle sue spalle.

Stavolta lo vide più da vicino ed assomigliava, almeno nel volto e nella forma degli occhi, a qualcuno che aveva già visto, anche se aveva i capelli e le sopracciglia castani. Finalmente ti vedo di nuovo… Se non mi dici bene cosa significa tutto questo…almeno chi sia quello…

‘Chi è? E’ mio padre…Jecht....che purtroppo ho appena ricordato...’ poi calò la testa. Lei si spaventò un poco.

‘Tu… tu leggi nella mia mente???’.

‘I sogni si fanno nella mente. Siamo nella tua mente... o nella nostra...’.

Noemi iniziò ad essere davvero stufa di misteri e frasi cifrate. ‘Ma... Insomma!! Che sta succedendo?? Che cosa vuoi da me?? Cosa ho fatto di male??!!’. Il piccolo mostrava una grande comprensione, nonostante la sua piccola età.

‘Non hai fatto nulla di male... ma... vedi... solo tu puoi aiutarmi…!! Piano piano inizio a ricordare... ma sento che è stata tutta colpa sua se sono ora così!!! Jecht!!!’—ed indicò quel "pirata"—‘E...la mia città è stata distrutta!!!' e rese la faccia più triste che Noemi ebbe mai visto prima.

‘Scusami...'con tono dolce—'...Io non posso farci niente!! E poi non capisco di che parli!!'—poi alzò la voce‘Prima vengo spedita in un mondo strano, poi assalita da un mostro enorme, poi "ripescata" da persone che parlano marziano e poi divento un’altra persona… Ti sembro in grado di aiutarti?!?!?’.

Il piccolo si mise quasi a piangere, e la ragazza si sentì subito in colpa per essersi sfogata con un triste bambino. Si avvicinò a lui, mentre il tizio da lontano continuava a ridere.

‘Scusami… non volevo… Io... sono davvero confusa in questo momento… ma se è possibile aiutarti io lo farò...’.

‘Ho fiducia in te... e capisco che è più difficile per te... io aspetterò... Deve essere stato lui a distruggere la mia casa, i miei amici, la mia vita!! Ti donerò tutti i poteri che ho visto di possedere...'  Noemi non capì proprio nulla, fino a quando non pensò al chakra che Wakka aveva cercato di spiegare: ebbe una strana intuizione. Strana, ma possibile.

‘No, no, no… stai parlando di Zanarkand?? Abitavi lì?’.

‘Sì…. Ed ora… tutto sparito, cancellato, distrutto… come abbiamo visto...’ Poi ella notò che egli aveva la stessa catena a "T" strana che Noemi si era trovata dopo il "superviaggio". Ed ebbe un’altra intuizione, stavolta quella che poteva chiarire qualche dubbio bello grosso.

‘Tu...tu non sei mica lo spirito del chakra?? Tu.. tu sei  Tidus??’

Quel bambino annuì timidamente, dicendo poi qualcosa sottovoce che non si riuscì a comprendere. Lentamente egli sparì come un fantasma che "evapora", fino a quando tutto divenne improvvisamente bianco.

Noemi non sapeva se odiarlo o meno. E poi come si spiegava il fatto che lo vedeva come bambino?? Era così... diverso lui…quasi opposto. Ma questo, di certo, non spiegava perché proprio lei era stata scelta per un "favore" al quale non si sentiva all’altezza.

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Capitolo 4
*** Cap.4: Discovering The New World ***


Noemi stava ancora sognando su quel materasso bianco affianco ad una parete, mentre Wakka venne chiamato da Gatta fuori.

‘Siete pronto? La prova vi aspetta…’.

‘Va bene…arrivo subito…’ rispose lui, lasciando dormire l’orfana, che dopo pochi minuti si alzò di colpo, come se fosse ritornata nel mondo reale dopo un incubo. Già…quella era la prova che ciò che era successo nell’ “incubo”, iniziato da Zanarkand, in realtà era stato tutto vero, purtroppo.

‘Wakka?!’ esclamò, subito destandosi da letto ed andando a cercarlo al villaggio. Trovò, seduto a mirare intorno con tranquillità, il miliziano Gatta che subito la notò.

‘Scusate, avete visto Wakka? E’ importante…’ chiese lei, con la faccia da “disperata” scioccata. Non voleva per niente crederci che forse, quello, era un mondo reale.

‘Si trova al tempio di fronte al villaggio. E’ al “Chiostro della Prova” per trovare la sfera’. Cosa ha detto?? Vabè… devo subito trovarlo ‘E… dov’è il tempio?’ chiese ancora.

‘Non te l’ho detto?? E’ dietro di te!!’ rispose, rivolgendo anche l’indice. Ella si voltò e vide un tempio che lontanamente ricordava le chiese di Metropolis o quelle medievali. Era una costruzione dalle forme azzurre, arrotondate ed allungate. L’ingresso era diretto, preceduto da un corridoio che passava sotto diverse arcate circolari che si collegavano ai lati del tempio. Non ho visto mai niente di simile!!  Entrò attraverso una porta a due ante, alta circa due metri, e decorata da strani simboli: “Benvenuti   al   tempio   ventoso   di   Yevon”.

Dentro si trovò in un’enorme sala circolare con attorno i posti dove pensava che si sedevano i predicatori. Fu in quel momento che ella capì quanto quel mondo fosse diverso dal suo. A fianco della porta frontale alla sala, opposta alla porta d’ingresso, si trovavano due statue enormi, una per fianco, e il soffitto era tapezzato di simboli strani che conferivano alla sala un aspetto di grande solennità e maestà. Uao…. Ma che religione professano in questo mondo? E chi sono quelli rappresentati? Restò davvero meravigliata e si avvicinò poi davanti alla figura di destra, che rappresentava un tizio dall’aria molto importante con un’asta in mano, un elmetto in testa, ed un vestito quasi complessivamente di forma triangolare, con maniche molto lunghe e gonfie. Subito, mentre lei mirava, iniziò a parlare quello che sembrava il sacerdote del tempio di Besaid, dopo aver fatto quella stessa forma di saluto che la ragazza aveva visto all’ingresso del villaggio.

‘Questa è la statua del grande invocatore Braska. Combatté Sin molto tempo fa, ma perse la vita durante il suo scontro contro Sin…’ Cosa… non ho capito…

‘Posso…sapere chi è un “gran invocatore?” chiese lei ad alta voce, e tutte le persone presenti si sorpresero nel sentire una domanda del genere, come chiedersi “Ma da che mondo viene questa, che non sa una cosa così importante??!”. Da lì in avanti si potevano sentire piccoli brusii qua e là, tipo come si fa nei pettegolezzi. Di fronte ad una situazione di tale imbarazzo, ella tirò fuori la scusa di Wakka: ‘Ehm… Sono stata intossicata da Sin…e…ehm…non ricordo più nulla…!!’.

Il sacerdote si riprese dal suo scetticismo ed iniziò a parlare, quasi con fatica. ‘I grandi invocatori…sono coloro che vengono eletti ad avere poteri straordinari, evocando anime dell’aldilà che si sono sacrificate.’—Questa l’ho già sentita… —‘Essi sono la grazia data a noi da Yevon…’—Deve essere il “Dio di Spira” immagino… —‘…per combattere e sconfiggere una volta per tutte Sin!’—Ma non c’era la Milizia per questo?? —‘C’è adesso Yuna a darci una nuova speranza!!’.

Improvvisamente giunsero altre due persone. Uno forse no: era alto almeno due metri, robusto e con la pelle viola, con del pelo folto e di color lilla sulle spalle e sulla parte superiore delle braccia e delle mani. Mani?? Mi sembrano più zampe!! Perfino i suoi capelli erano dello stesso colore: lunghi fino al collo e lisci, tanto che poteva permettersi di avere una corta coda di cavallo dietro. Aveva la faccia esattamente come quella di un leone, con gli occhi giallastri ed un corno, forse rotto da molto tempo, sulla sua fronte, e qualche orecchino a cerchio sulle orecchie. Sembrava un vero e proprio leone bipede, con artigli affilati sui piedi e sulle arti superiori. Da dietro il vestito, molto semplice, spuntava anche una coda.

L’altra era una donna alta con i capelli neri, lunghi e lisci, raccolti dietro con due bacchette stile cinese a croce e decorati. Portava un abito nero e grigio scuro, con ampie e lunghe maniche, ricamate nella parte terminale, che lasciava scoperte le sue candide spalle lisce e consisteva ai lati di una folta pelliccia di colore bianco sporco, e che terminava con una lunga gonna composta da diverse cinture intrecciate. Il suo soffice collo era occupato da due grosse collane, ed una lunga frangia nera e mossa, le copriva l’occhio sinistro. La cosa che più sorprese fu il suo colore: un puro porfido rosso sangue. No, no… non era un vampiro… Ma quelle labbra violacee… Brrr…mi mette i brividi!! Si avvicinò al custode. ‘Wakka è ancora dentro?’

‘Sì…Gli dev’essere successo qualcosa…’ rispose. Cosa?? Proprio ora che gli devo parlare?? Cosa cavolo sta facendo là dentro??

Noemi sapeva bene che quell’ “indigeno” era l’unico che potesse aiutarla con i suoi dubbi, soprattutto con il sogno che aveva fatto con Tidus. Così corse verso la porta là vicino senza ascoltare nessuno.

‘Ehi tu! Dove vai?? Lo sai che il Chiostro della Prova è accessibile solo ai guardiani??’ urlò quasi la “signora in nero” in modo autoritario.

L’altra allora scoppiò quasi con rabbia. ‘Ah, sì? Che razza di prova deve superare?? Ho bisogno di lui ORA!!! Che cosa mai ci sarà di strano in una stanzetta??!!’ e corse verso il chiostro. Per fortuna che non erano abituati ad avere a che fare con una ragazza sacrilega, e sul momento non riuscirono a fermarla. La signora scosse la testa mettendosi una mano sulla fronte. ‘Beh…almeno Wakka non sarà solo… lui che vuole farsi sempre vedere e mostrare…così imparerà che il Chiostro è una cosa seria!!!’.

 

Una volta dentro, Noemi non capì più nulla. C’erano passaggi, scale, porte ovunque, tapezzate di simboli luminosi simili a quelli visti prima. Uno, in particolare, continuava a ripetersi: “t”. Deve essere la lingua del posto… peccato che non ci capisca un tubo… Ehi!! E’ una fortuna che mi capiscano quando parlo!! Ehm…credo di essermi persa… Così iniziò ad urlare il nome del suo amico e a fare casino, cosa che gli riusciva sempre bene, soprattutto quando rubava ai fruttivendoli, fino a quando non si sedette stanca vicino ad una porta bloccata, che era forse la giusta via d’uscita. Guarda in che ginepraio mi sono cacciata… ora chi mi tira fuori da qui??… Usare quel cha… come cavolo si chiama?? Naaaah… è troppo pericoloso!! P…però…’—rabbrividì—‘…mi…mi sa che…che non sto sognando…!!!

Ma, per fortuna, dopo alcuni interminabili minuti, fu Wakka a trovarla disperata, uscendo proprio da quella porta che aveva interrotto la sua ricerca. ‘Ehi!! Cosa ci fai qui?? Lo sai che è vietato??!!’ le urlò quasi con grande durezza.  Ci tieni così tanto alle tradizioni??!!

‘Ma tu… cioè…io…’—guarda il suolo—‘…dovevo parlarti, ecco!!’.

‘Ah ah ah!! Una ragazza che vuole parlare con me?? Devo dire che è la mia giornata fortunata!!’.

‘Vabè… dimmi piuttosto come cavolo usciamo da questa specie di labirinto!!’.

‘Cosa??! Non sai neppure questo?? Sei proprio messa male…’—Grrrrazie!!!—‘…Sto cercando il Naos dell’Intercessore. E’ lì che potrò trovare la sfera magica di Besaid!’ Una sfera magica???

‘Per cosa, scusa? Per battere Sin? Da solo??? Pffff…’ si stava mettendo a ridere.

Così lui iniziò a spiegare, mentre la conduceva al Naos, risolvendo l’uno e l’altro enigma dei simboli sulle pareti. Doveva conoscerli bene, per rendere più facile del previsto la prova.

‘Vedi… dice la tradizione, che il grande Braska usò sei sfere magiche per ottenere un potere tanto immenso da poterlo sconfiggere. Esse si trovano risolvendo le prove nei chiostri dei templi e sconfiggendo il mostro che custodisce ciascuna sfera nel Naos dell’Intercessore. Le sfere sono quella di Besaid, Kilika, Djose, Macalania, Gagazet e quella di Bevelle. Ognuna di esse permette di controllare particolari elementi naturali, e fare incantesimi con le opportune formule magiche…le magie…M…“Master”, o una cosa simile…! Le sfere vengono raccolte da un invocatore e dai suoi guardiani’—e forse senza accorgersene mostrò maggiormente il suo petto con il pollice—‘viaggiando in pellegrinaggio per tutta Spira!!’.

‘Ma dimmi… perché allora Braska venne sconfitto? Me l’ha detto un sacerdote...’.

‘Beh…ecco…si dice che esiste anche una settima sfera, quella di Zanarkand. Però è solo una leggenda, e sembra che non sia nemmeno custodita da un mostro o sia in un tempio…’ Qui il suo viso si riempì di insicurezza.

‘Ma…allora??!! Cosa aspettate a cercare prima quella?? Così vi evitate la fatica…’.

‘Ne abbiamo discusso a lungo… alla fine è stata la nostra invocatrice, Yuna, a decidere. Sarà l’ultima sfera che cercheremo. In fondo…bisogna fidarsi di chi proteggiamo!!! Ehehehe’.

Wakka aprì poi una grossa porta. Sembrava l’ultima. Era molto semplice, e sembrava quella che si usava nei castelli medievali, pesante e alta più del dovuto.

‘E poi… mi ha detto che quelli come lei riescono ad evocare spiriti dell’aldilà… Ehm… il mio caso c’entra qualcosa??’ Noemi mostrò grande ansia. Pensava che almeno non fosse l’unica.

‘In realtà…il tuo caso è piuttosto particolare… ecco perché voglio farti conoscere Yuna… Magari anche tu potresti diventare una guardiana o guardiano!!!’ Cosa??!! Non mi passa neanche per la testa di andare in capo al mondo a cercare sfere… mi interessa risolvere il problema e fuggire subito, all’istante…

‘Perché tu sei un guardiano??’ chiese la ragazza, mentre percorrevano un piccolo e semplice corridoio, che portò ad una piccola sala circolare.

‘Sì…penso di abbandonare il Blitz per intraprendere meglio questo impegno!! Il nostro dovere è proteggere gli invocatori ad ogni costo durante il pellegrinaggio. Ora la mia squadra è rimasta senza capitano… Ed avevo bisogno di qualcuno che ecco…’—un po’ imbarazzato—‘…portasse la squadra alla vittoria… Avevo pensato a…’.

‘Tidus??’ appena detto, la saletta iniziò a tremare ritmicamente. Era come se si stesse avvicinando un gigante. Altro che gigante!!!!

Nella sala entrò un essere di tre metri, che si muoveva su due piedi ed era composto di sole pietre e sassi. Alcune rocce componevano le sue gambe, altre le “mani”, che avevano la stessa forma dei martelli. Tutt’intorno si muoveva un vortice d’aria fortissimo che fischiava e che sembrava mantenere in piedi tutte quelle pietre. Oh…oh!!! Chi… CHE DIAVOLO E’ QUEL COSO?? Vuole massacrarci, immagino!!! La prossima volta non citerò ancora quel nome… magari è stregato come quella maledetta spada…

‘Eccolo!! Quello è il custode della sfera di Besaid, che controlla l’aria e le rocce!! Abbiamo risolto gli enigmi… ora dobbiamo solo batterlo!!’ spiegò Wakka, mentre tirava fuori un pallone chiodato. Ha…ha detto bene??? DOBBIAMO??? No no no…. Io me la filo…

Noemi cercò di uscire dal naos a gambe levate: era un coso orrendo sì, ma anche lento nei movimenti, pensava, con tutte quelle rocce!! Peccato che quel vortice in realtà lo rendeva molto più agile di una gazzella. Quando lei cercò di avvicinarsi alla porta, venne presa in pieno di lato da uno di quei “martelli” rocciosi e venne catapultata per terra: solo per miracolo non andò a sbattere violentemente contro il muro.

‘Ehi!!! Stai bene???’ le gridò Wakka, che ancora non sapeva come la ragazza si chiamava. Ma non aveva tempo per aiutarla: per un soffio riuscì a non rimanere “spiaccicato” sul pavimento. Lei era accasciata a terra dolente, ma non aveva perso i sensi, e questo era strano, per la botta che aveva preso. Si sentiva ancora in modo strano, come era successo quando Rikku era stata attaccata dal mostro. La testa gli girava da impazzire e parallelamente sentiva ancora quella “cosa” che l’assaliva, e non sapeva se avere più paura del custode o di come di nuovo si sentiva.

 

‘Pensavo di trovare Yuna… Lei può battere questo mostro… Forse è stata una cattiva idea fare tutto da solo…!!!’ poi tirò una cannonata con il suo piede destro, che centrò in pieno la testa di quello e lo accecò per alcuni minuti. Lui già festeggiava, quando però una potente brezza lo fece sbattere contro una colonna. Quando si destò, con gli uccellini sulla testa, vide qualcosa di insolito alla sua destra. Accanto a Noemi era comparsa una spada, che lanciava luci blu ovunque, come la stessa ragazza.

‘Ma certo…il chakra… Forse se riesco a farle...’ Wakka venne preso da un’altra folata di vento che lo sollevò da terra. Lei lo aveva visto, spostando la testa, senza quasi mostrare consapevolezza nel suo sguardo e nella sua espressione. No!!! Se lo uccide…chi mi può aiutare… Lo devo fermare!!! Non voglio rimanere in questo mondo!!! MAI!!!

Senza che lei ragionasse impugnò la Fraternity e si scagliò contro la roccia-custode, facendo esplodere tutta l’energia nascosta che aveva dentro che aveva, venuta chissà dove.

Wakka ammirò come Tidus affrontava il nemico con quella spada che, composta d’acqua, era in grado di sciogliere le rocce tenute insieme dall’aria. Si muoveva così velocemente che quasi quasi non riusciva a seguirlo con gli occhi: non aveva mai visto così tanta grinta. Neanche nelle sue precedenti partite di Blitzball. Il gigante indietreggiò mano a mano che cadeva a pezzi sotto i colpi di quel “furioso” biondo. Quando il mostro di roccia cadde a terra a “roccia” in sù, Tidus corse verso di esso, fece un balzo dal suo petto e, mentre era in aria, mise la spada verso il basso in verticale e per i diversi secondi della caduta, essa si caricò di energia tale da tremare all’altezza dell’impugnatura. La spada perforò il petto robusto del custode, nonostante la resistenza offertagli dell’aria. L’energia blu che si liberò esplose, disintegrando le rocce del mostro e lasciando Wakka pietrificato. ‘Fooooorteeee!!’.

Dopo l’interna esplosione del gigante, piovevano sassolini ovunque e tra essi anche una sfera arancione, che cadde ai piedi di Wakka, che trasformò il suo stupore in felicità estrema. Essa riportava quel simbolo già visto “T”, emergendo con un colore arancione un po’ più chiaro.

‘E’… è lei!!! L’abbiamo presa!!! Ma come hai fatto?? Me…me la sono vista…brutta…eheheh!!’ e poi raccolse da terra la Sfera di Besaid, che brillava come il sole al tramonto, visibile agli occhi.

Tidus era caduto in piedi e rimase anche lui impressionato di quello che aveva fatto, Guardando qua e là i vari sassolini sparsi a terra. Anche se non ricordava molto, era sicuro di non aver mai fatto una cosa simile. Per giunta neanche pensandoci. Sembrava come dire “Era tutto calcolato”. Cercava di capirsi osservandosi, soprattutto il suo fisico, che non si addiceva né ad un ragazzo poco sportivo, né ad uno come lui, che non sapeva neppure calciare un pallone. Ma cosa gli era successo?? Era così confuso di tutto ciò che si mise le mani sulla testa lasciando cadere la spada, come se un gladiatore valoroso avesse ucciso in nemico che scoprì dopo che era un amico mascherato. Ma il nemico non era il problema: era la disperazione per non capire perché succedeva questo, perché era cambiato, e cosa c’entrava quella ragazza con cui continuava a fare i “cambi di parte”, per giunta che viene da un altro tempo e mondo?? Era un misto di confusione, dubbi, domande per quello che riusciva ora a fare, ma soprattutto paura di ciò che non ricordava e di quella strana forza. E se un giorno lei sarebbe sparita per sempre dalla circolazione a causa sua???

Wakka lo vide mentre scuoteva la testa a destra ed a sinistra con gli occhi chiusi, fino ad urlare all’impazzata, come un vero e proprio disperato matto, volgendo la testa verso il soffitto. Gli si avvicinò, appoggiò le sue mani sulle sue spalle e fece incrociare i suoi occhi castani chiari con i suoi, blu come il cielo.

‘Ma cosa ti prende?? Perché ti sei messo ad urlare?? Ahahah… E’ per caso questa la tua esultanza quando batti i tuoi avversari?? Lo avevo detto che eri un tipo strano, ma fino ad un certo punto!!’  gli disse, ridendo. Lei…io… perché… io non capisco… devo...devo riuscire a ricordare!! Ma...ma come?? Chissà cosa potrebbe pensare lei di me… che mi sto impossessando di lei?? L’unico modo è cercare di acquistare la sua fiducia… sono sicuro che passerà questa maledetta amnesia!!

ALLORA!!! Rispondi!! Cos’hai?? C’è qualche problema? Cosa ti assilla?’ Wakka iniziò a scuotere Tidus avanti e indietro come quasi un burattino, confuso più che mai.

‘Lui…il mostro…è tutto…finito??’ gli girava enormemente la testa.

‘Tu non stai bene. A quanto pare non hai recuperato le forze. Sei sicuro che conosci il chakra?? Senti, seguimi, che usciamo dal tempio. La sfera l’ho presa io!!’ “La sfera l’ho presa io!!” Certo, io faccio la fatica e lui si prende il bottino!! Però…non mi sono mai sentito così energico!!!

‘Tu… ti chiami Tidus, vero? Sai, ho già sentito questo nome da qualche parte… ma non mi ricordo proprio dove…!!!’ disse l’altro, guardandolo in faccia. Sembrava che quei capelli biondi (e in particolare i tre ciuffi che gli spuntavano nella parte davanti) gli avevano fatto ricordare qualcosa di importante. Ma non aveva molto tempo per pensare, visto che era atteso fuori da lì. Ed era anche difficile, con un compagno che sbandava qua e là senza saperlo. Sembrava un ubriaco…

 

Quando Wakka e Tidus uscirono dal tempio, il primo mostrò subito la sfera magica alla “signora in nero” e al leone violaceo.

‘Bene!!! Bravo! L’hai presa! Non ci posso credere…!!’ disse lei.

‘Mi ha aiutato lui!!’ e Wakka indicò il compagno di fianco. Per diversi secondi tutti stettero in silenzio. Ma…ma cos’hanno da guardare?? E’ vero, non mi sono visto allo specchio, ma perché tanto stupore? Ho qualcosa che non va?? Spero che passi via tutto…

‘LUI??? E chi è?? Non l’ho visto nemmeno entrare…era nel naos??!!’ chiese la signora.

‘No…no Lulu…l’ho…ecco… “trovato” stamattina mentre allenavo la mia ex-squadra. Ha anche lui un chakra! Forza, presentati!!’ e diede una potente pacca dietro la schiena al compagno. Lulu invece non sembrava per niente entusiasta all’idea di un nuovo guardiano da inserire nel loro gruppo. E poi non sarebbe nemmeno stato tale, visto che aveva un chakra come un invocatore. Era disgustata dalla sola idea, pensando “Ma dove l’ha pescato? E chi cavolo è??”. E non aveva di certo l’aspetto né di un guardiano, né tantomeno di un invocatore. Intanto il “leone viola” restava in disparte, a braccia conserte vicino all’ingresso del tempio, come se aspettasse l’arrivo di qualcuno. Dopo alcuni minuti fece un cenno a Lulu che si avvicinò anche lei verso l’ingresso.

‘Ma…sono tuoi amici??’ chiese l’ex-naufrago.

‘Be… li conosco da molto tempo assieme a Yuna!!. Io, Lulu e Kimahri’—ed indicò il leone—‘siamo suoi guardiani. Abbiamo appena appena iniziato il pellegrinaggio, ed abbiamo raccolto la prima sfera. Sono sicuro che lei potrà aiutarti per il tuo problema! Mi sa che è arrivata…’.

Poi Tidus vide il sacerdote fare ancora quello strano saluto.

‘Mi spieghi perché ogni tanto si fa… quello?’.

‘Quello? E’ la “reverenza”, l’hai scordato?? La forma di saluto che usiamo qui. E’ una forma di rispetto verso gli avvenimenti sacri, gli invocatori…bla,bla,bla…’ Ah…. Anziché fare la stretta di mano si fa quella sorta di rituale… mah… ormai…qui le novità non finiscono mai!!

Dopo che Wakka gli insegnò la “pratica”, tutti uscirono dal tempio: era arrivata la famosa invocatrice. Era già calato il sole già da un pezzo e si vedevano così tante stelle nel cielo, che sembravano più un insieme di nebulose, tanto da rendere il cielo blu, completamente diverso da quello di Metropolis, reso di solito nero-arancione dal grande inquinamento luminoso. Che spettacolo… Non è male questo posto…

Accompagnata da quasi tutti gli abitanti del villaggio (davvero pochi!!), arrivò Yuna, correndo verso Wakka, con un grande sorriso stampato sulla faccia.

‘Ho sentito…che sei riuscito a prendere la sfera!!’ disse, prendendolo per le mani e guardandolo negli occhi.

‘Sì… eccola!!!’ gliela consegnò e lei mostrò tutta la sua felicità, contenuta forse, per mantenere il carisma di fronte agli altri. Così lei le conserva…bene!! Adesso gli chiedo come risolvere il problema e…buonanotte! Anche perché, se rimango qui forse non tornerò indietro…neanche a Metropolis per lei!

Non era però ancora il momento: Yuna prese un’asta lucente e si mise al centro della piccola piazza al centro del villaggio e di fronte al tempio. Tutti si avvicinarono in cerchio, come se stesse iniziando uno spettacolo. Improvvisamente la sua bacchetta si illuminò assieme alla sfera arancione appena raccolta e tenuta nella mano, e si liberò un’intensa luce. Alzò poi le braccia prima ai lati e poi al cielo, e dalla sua asta si liberarono quattro fasci di luce arancioni, che sembravano “comete in miniatura”. Esse salirono fino al cielo che s’illuminò per un attimo. Dopo alcuni secondi arrivò da quel punto uno strano essere alato, che aveva ali rosee più leggere di quelle di un qualunque altro uccello, senza penne o piume. Non aveva arti superiori, ma solo inferiori, viola, e dal corpo esile spuntava un lungo collo, ricco di scaglie rosse lunghe ed appuntite, che si collegava alla testa appuntita, che ricordava quasi quella di un falco. Inoltre da questa spuntavano delle specie di capelli, che sembravano la continuazione di quelle scaglie rosse. Questo atterrò proprio davanti all’invocatrice. Ma…cos’è quel coso? E se… è pericoloso? Se le farà del male?? Tutti, soprattutto Tidus, erano stupefatti ed eccitati. Quell’essere era così docile che si faceva accarezzare facilmente.

In poco tempo tutti iniziarono ad esultare. ‘Evviva!! Evviva!! Ce l’ha fatta!!’ ‘Finalmente c’è qualcuno che ci proteggerà!!’ ‘La leggenda ricomincia!!!’.

Dopo una superrisata, Wakka si accorse di quanto fosse confuso il suo nuovo amico. Già, per i fatti suoi, se poi si metteva pure quell “uccello”, se si può chiamare così… Era rimasto incantato. Tutto qui?? Chissà cosa gli passava per la testa… si chiedeva.

‘Quello è un Eone!! Si possono evocare solo dagli invocatori, tramite le sfere magiche. Non è fantastico?? Per farlo è necessario un chakra. Con essi, sconfiggeremo Sin!! Allora… ti sei ricordato tutto ora? Sei ancora…intossicato?’ chiese Wakka.

‘Ah, sì?’—Tidus lo fulminò nello sguardo—‘Se quel “chakcoso” ti permette di evocare quelle creature dell’aldilà, allora io sarei morto??!!’. Wakka si spaventò, e dopo aver guardato a destra ed a sinistra, gli schiaffò un lunghissimo ‘Shhhhtt’. Ma lui riprese, mostrando ancora la rabbia e la confusione che aveva addosso.

‘Allora?? Perché sono conciato in questo modo?? Perché mi sono ritrovato qui, con una strana catena che non mi ero mai visto addosso??’—e gliela porta avanti agli occhi—‘E mi sono poi trovato tutto d’un colpo biondo e cresciuto??!! Perché non riesco a ricordarmi nulla???!!!’.

‘C…cresciuto?? Ehm…’—si grattò il capo—‘..siamo sicuri che sia solo un’amnesia?? Ti ho detto che il tuo caso è strano… Ascolta, perché non parli con Yuna?? Fidati, lei ti potrà aiutare…’ Wakka gli diede una pacca sulla spalla. Di lì a poco e Tidus sarebbe scoppiato di nuovo. Ma stranamente c’era qualcosa che lo rassicurava. Qualcosa…

 

Era tardi, ed alcuni abitanti erano rimasti in piedi seduti per terra davanti ad un falò a chiacchierare dell’ “impresa” di Yuna. Wakka chiamò la squadra dei Besaid Aurochs e si mise quasi ad urlare.

‘Da ora in avanti avrete un nuovo capitano!’ Perfetto!! Ed ora?? Mi metto a giocare con questi in una situazione così grave?? Non so nemmeno… Poi l’ex-capitano diede uno spintone a Tidus tanto da metterlo al centro dei ragazzi. Diciamo che era decisamente in imbarazzo, tanto da dire un “ciao” tiratissimo, portandosi la mano dietro il collo e tirando fuori un “sorrisino”.

‘Il nostro nuovo obiettivo sarà VINCERE!!! Battere tutti i rivali ed arrivare alla Coppa!!’ disse ancora Wakka e tutti i compagni festeggiarono il nuovo compagno saltellando come canguri ed incitandolo continuamente, ripensando a quel supertiro che avevano visto quella mattina.

Ma più che ascoltare i compagni di Blitzball, Tidus si fermò a guardare la nuova invocatrice. Stava bevendo il thé, mentre parlava con alcuni del villaggio. Lei… è l’unica… se solo…

Lei lo guardò per diversi secondi negli occhi, cosa che lo immobilizzò. I suoi occhi, uno azzurro e l’altro verde, incrociarono i suoi blu. Sembrava che tutto ciò che c’era attorno a loro non esistesse. Erano entrambi assorti in differenti pensieri, diversi, ma forse simili.

Da quella notte, infatti, tutto cambiò. Per tutti, per la squadra di Blitz, per Yuna, per Tidus. E chissà se sarebbe davvero migliorato il destino di ciascuno…

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Capitolo 5
*** Cap.5: The Beginning Of The Pilgrimage ***


Il clima era molto mite, nonostante fosse notte, accompagnato da numerosissime stelle, ma senza la presenza della luna, con grilli che cantavano così bene che sembravano quasi uccellini. Dormire in un posto simile, sotto la luce morbida e quel canticchiare dolce, sarebbe stato molto facile.

Yuna ad un tratto si alzò e si allontanò dal gruppo, sempre con il sorriso stampato sul viso.

‘State attenta!! Quel ragazzo è un sacrilego!! Non fidatevi troppo di lui!!!’ esclamò una donna anziana, forse sull’ottantina, che vestiva abiti da contadina. Sacrilego?? Ho solo cercato di aiutare un amico… sono tutti così religiosi qui???

Ma lei, senza dare ascoltò sì avvicinò a Tidus camminando con leggiadria. Era così ‘delicato’ il suo passo che lui le rivolse una faccia un po’ sorpresa, attento a mirare la grande felicità che mostrava.

Ella portava una specie di kimono, bianco, che arrivava fino al seno, e sotto una lunga gonna viola, con una serie di fiori bianchi che si arrampicavano ad essa partendo da sotto. Il kimono era retto da una fascia larga e dorata, con dei fiori verdi sopra, che terminava con un grande fiocco dietro la schiena. Le maniche erano sfumate (dal bianco al fucsia) e così lunghe (ai lati, non dove esce la mano) che arrivavano a metà della gonna. Portava i capelli lunghi, lisci e castani, con una treccia “africana” che le cadeva sul lato destro; una collana sottile sul collo e due paia di braccialetti dello stesso tipo sui polsi. Lei gli si fermò davanti e lo guardò negli occhi mostrando tutta la sua timidezza. In realtà i timidi erano due…

‘Ehm… Ciao! Mi chiamo Yuna!’ poi mostrò ancora quel sorriso. L’invocatrice…

‘Io…sono Tidus…’

I due si guardarono per diversi secondi. L’una arrossì di colpo, per un misto di timidezza e, forse, di stanchezza per l’evocazione dell’Eone. L’altro era rimasto ancora impressionato da quello che aveva visto, ed a questo si aggiungeva anche quella “forza” che lo faceva sentire incredibilmente bene, dopo tutto. ‘Ehm…Ho visto il tuo Eone…era stupendo! Non ho mai visto nulla del genere!’ riprese Tidus, che fece forse il suo primo sorriso della giornata. Era contagiosa…

‘Valefor? E’ l’Eone di Besaid. Protegge questo villaggio.’—stette poi altri secondi in silenzio—‘A…Adesso inizieremo il nostro pellegrinaggio…v…vuoi venire anche tu? Ho…sentito che tu hai battuto il custode…!’ Poi arrossì di nuovo, più di prima, raccogliendo entrambe le mani candide davanti.

‘Ma io…ho un problema. Vengo da Zanarkand e questo…come lo chiamate…chakra mi ha portato qui. Cioè…mi sento ancora confuso…come se mi fossi risvegliato da…un lungo sonno… Non so né il motivo né qualcos’altro… è solo che ho questa strana sensazione, ma non riesco a ricordare…’ poi Tidus cambiò completamente sguardo. Lei sentì come una stretta nel cuore. Gli si avvicinò e gli prese le mani, calde, come le mani di una madre con suo figlio.

‘Da…Zanarkand?? Il tuo nome l’ho già sentito da qualche parte… credimi, sono sicura che durante il pellegrinaggio potremo aiutarti a risolvere i tuoi problemi. Hai detto di avere un chakra??’ sembrò riprendersi.

‘Tu…mi aiuteresti??’ lui arrossì di più di prima, senza staccarle gli occhi. Lei ebbe come un lampo.

‘Ma certo!! Ricordo una leggenda su un chakra molto particolare e potente… non sono sicura, ma trovando le sfere, riusciremo a fare qualcosa…!’ E gli fece l’occhiolino, come se gli avesse detto “E’ una promessa”.

Poi Wakka si intromise, mentre lui continuava a guardarla pensando a che aiuto poteva ricevere. Non sarebbe stato un pensiero in più durante il pellegrinaggio? Per giunta, doveva ancora dirgli quale era l’altra sua identità. Mentre pensava, l’invocatrice tornava dal gruppo precedente, che lanciava occhi fulminei verso il biondo.

‘Allora! Domani partiremo per Kilika alla ricerca della prossima sfera… Hai deciso??’ L’altro non rispose. Aveva proprio intenzione di portarlo con loro. Ma sarebbero stati tutti d’accordo? E chi tace…

Decidere??? In realtà siete stati voi a farlo… ma se questa è l’unica chance per capire e tornare a casa….

 

Passò un’altra nottata nera per Noemi, nonostante l’effetto del chakra fosse finito. Stavolta si trovò in una specie di baia, quella che aveva visto la mattina precedente, vicino alla spiaggia. Si trovava là sotto un cielo grigio e plumbeo. Alla sua sinistra vide ancora quel bambino. Aveva le mani sulla testa, come se gli scoppiasse. L’orfana gli si stava accostando, quando comparve improvvisamente ancora quel “pirata”.

‘Ah ah ah… cosa fai??? Continui a piangere??? Piangi, piangi… non sarai mai bravo quanto me….MAI!! resterai sempre un fallito…!!’ disse quello.

Il bambino si alzò in piedi per poi urlare con tutta la forza che aveva. ‘Jecht…..TI ODIOOOO!!!!’ Il grido riecheggiò così tanto che Noemi si svegliò di soprassalto dal letto. Tra poco avrebbe preso l’infarto. Si fermò per alcuni secondi prima a riprendere fiato, e poi a meditare, sul perché di quei continui sogni. Forse è l’infanzia di Tidus… ma…perché?? Quell’uomo chi è?? Cosa vuole? Cosa devo fare io??…. Sembra un enigma senza fine… Non riusciva però a trovare un punto fermo. Forse se avesse eliminato quell’uomo dai suoi ricordi, sarebbe finito tutto. Già, ma come, visto che non erano ricordi suoi?? E cosa c’entrava lei in questo??

Improvvisamente sentì delle voci provenire da fuori. Erano Wakka e Lulu che discutevano in maniera piuttosto accesa, sotto il sole mattutino.

‘NON DOVEVI, Wakka!!’.

‘Perché?? E’ in gamba, credimi… Ha un chakra molto potente!! E’ custodito da una ragazza molto decisa… dobbiamo solo risolvergli alcuni dubbi e basta…. E poi più siamo meglio è…!’.

‘BASTA, Wakka!! Il fatto che quel tipo assomigli a Chappu, non è un motivo valido!!! Non facciamo una vacanza!!!’  Chappu?? Stanno parlando di me?? Quella mi sta davvero antipatica…

L’altro sbuffò e rientrò dentro la sua tenda, e s notò alla sua destra, appoggiata al muro, a mani conserte e viso severo, la ragazza di Metropolis.

‘Chi è Chappu?? Stavate parlando di me, vero??!! Voglio avere delle spiegazioni! Cosa vuole da me quella lì??’.

Wakka subito cambiò volto. Camminò lentamente e si sedette su un letto, accanto a quello di Noemi ed iniziò a parlare con tono lento.

‘Chappu era mio fratello… Ha perso la vita combattendo contro Sin nella Milizia…. Ed ora per vendicarlo sono diventato un guardiano, lasciando perdere il mio sport preferito…’ Chinò la testa. Oh…

Calò il silenzio. L’orfana si sentì un po’ in colpa per la sua prepotenza nel sapere tutto di tutti. Così tirò fuori la prima cosa che le venne in mente per tirarlo su.

‘Senti Wakka…’—lei si alzò dal letto—‘Io…vorrei…vorrei dirti grazie per tutto quello che stai facendo per me… Insomma…’—sorrise—‘…chi si prenderebbe cura di una persona chissà chi, venuta per giunta dal nulla??’.

Lui riprese il sorriso: ‘Dai…ehm… non fare così… Mi stai facendo arrossire!!!’.

Da quel momento i due divennero amici intimi. E fu anche da lì in poi che Noemi decise di far parte del gruppo, mettendo da parte la sua solita testardaggine. Non ho altra scelta… Se voglio trovare quel “Jecht” e tornare alla normalità… spero che non sia troppo pericoloso….

 

Erano ormai tutti pronti per prendere la nave che si trovava in quel momento al molo, con direzione Kilika: un’isoletta leggermente più a nord di Besaid. Lì c’era l’altra sfera da prendere.

Tutti erano nella piazzetta del villaggio, sotto un’altra bella mattinata di sole. Noemi, Lulu e Wakka stavano aspettando Yuna da almeno mezz’ora, fino a quando non arrivò in fretta e furia con una grossa pila di valigie.

‘Non stiamo partendo per spassarcela!!!’ disse Wakka  Senti chi parla…!!!

‘Hai… hai ragione… Sto arrivando!!’ Poi lui disse tra sé a bassa voce ‘Sempre così… da dieci anni che la conosco!!!’.

‘La conosci bene allora?’ chiese Noemi, sentendolo.

‘Sì… l’ho conosciuta dieci anni fa, incrociando Kimahri…’. Mi chiedo cosa ci possa centrare un leone viola del genere… boh…!!

Lui riprese. ‘Eravamo piccoli, allora!! E non avevo mai visto un Ronso in vita mia! Fu così che lei me lo fece conoscere… e poi, quando mi disse che ero simpatico…eheh…siamo diventati ottimi amici!!!’.

Yuna poi si girò e fece il gesto di reverenza davanti al tempio, e Noemi notò nel suo viso un non so che di tristezza e arresa, come chi deve dire addio a qualche cosa.

Dopo partirono subito, percorrendo una stradina che passava sotto diverse cascate scintillanti, dalle quali spuntava anche un meraviglioso arcobaleno. L’orfana pensava ancora se aveva fatto bene a venire con loro, fermandosi ogni tanto a mirare il paesaggio che la circondava. Altro che Metropolis!!! Quello era davvero un luogo paradisiaco. Quanto si dovrebbe pagare per una vacanza qui per una settimana??

Mentre Wakka e Lulu liberavano la strada da animali selvatici, il primo con una palla chiodata, l’altra con formule magiche tenendo in mano la sfera dell’aria e delle rocce, Yuna e Noemi si misero a parlare insieme.

Speriamo che mi creda… lo so, è assurdo…come è assurdo che mi trovi qui… ‘Io…sono…’ diventò rossa per imbarazzo.

‘Lo so…’—disse lei con sicurezza—‘…Mi ha detto tutto Wakka quando tu eri già a letto!! Il chakra ti fa diventare un’altra persona…che sa di chiamarsi Tidus…e che non ricorda molto di sé, vero? Ma non mi ha detto più nulla poi…!’. Quella specie di “riassunto” della situazione confortò la ragazza abbastanza sia per fidarsi di lei, che mostrava grande comprensione, sia per avere il coraggio per confessare altro.

‘Quella spada… è stregata!! Mi ha portato qui… E…e poi…e poi faccio sogni strani, con un bambino che mi assilla continuamente, dicendo che io gli devo fare un favore o una cosa simile…’ lo disse in maniera davvero confusionale.

‘Incredibile… un chakra che evoca una persona e non un Eone!! Questo è il tuo “vero” aspetto e lui quello magico?’.

‘Sì!! Ma quando mi sento in difficoltà, non sono più me… ti prego…aiutami!!!’—alzò la voce—‘Non so né chi sia né da dove venga… ma per favore, liberami da questo “spirito” o chicchessia…PER FAVORE!!! Io… io sono così confusa… Non ce la faccio più… Non voglio saperne un tubo di lui e i suoi problemi!!!’ si fece una bella sfogata per poi riprendere il controllo di sé.

‘Ascolta, però…Devi stare più calma…Sono sicura che non voglia farti del male!! Forse ha scelto te per risolvere contemporaneamente i suoi e i tuoi problemi…! Magari vuole aiutare anche te!!’.

‘I MIEI problemi?? Non li risolvere di certo uno stupido bambino e la sua copia più grande che si diverte a prendermi il posto…!!’ esclamò con grande disprezzo. Non voleva proprio saperne. E mi chiedo anche perché sia bambino… Era così assillata nei suoi pensieri che non si accorse che gli altri si erano già fermati prima. Non fece in tempo a girarsi che subito le comparve Kimahri davanti. Aveva un’aria estremamente minacciosa, ed armatosi di una lancia cercò di attaccarla.

Per un pelo lei schivò un primo attacco, cosa che la fece cadere a terra.

‘MA…CHE TI SALTA IN MENTE??!!! NON SONO UN MOSTRO IO!!!!’ urlò subito, ma sembrava parlare con un muro. Il leone cercò di attaccarla di nuovo, con occhi, gialli e luminosi, come quelle dei gatti la notte. L’altra si alzò di colpo ma inciampò all’indietro, e la lancia si fermò a 5 cm dalla sua gola, quando si sentirono delle grida da dietro. La ragazza stava sudando freddo, con il cuore, appunto, in gola.

‘Basta così!!’ disse Wakka. Dopo alcuni secondi, lei cercò di sbollire.

‘VI SEMBRA IL CASO???? MI AVETE FATTO PRENDERE UN INFARTO!!!!’ rialzandosi, mentre si avvicinava ridendo, sempre con quella leggiadria, Yuna.

‘Eheheh… Oh, non farci caso…. E’ fatto così Kimahri!! Voleva…metterti alla prova…forse!! Sai, non si capisce mai cosa pensa… Lo conosco da dieci anni!! E’ stato lui ad aiutarmi quando ero orfana!!’.

A sentire quella parola, Noemi trasformò il suo “infarto” in una minuta sorpresa. O…Orfana?? Anche lei è orfana come me?? Accidenti…ne abbiamo di cose in comune!! ‘Tu…sei stata un’orfana??’ chiese con delicatezza.

‘Sì…’—e ripresero tutti a camminare—‘…ma lui mi aiutò a superare quel momento!!’. Accidenti?? Ma come ha perso i suoi genitori??

‘Ma come…’ Noemi glielo stava chiedendo, quando Lulu sovrappose la sua voce alla sua.

‘Kimahri fa parte della tribù dei Ronso, del monte Gagazet. E’ stato il primo a diventare guardiano per proteggerla…!!’ Deve sempre rovinare le feste??!!

Erano intanto arrivati alla spiaggia, morbida e dorata come quelle che aveva sempre sognato di incontrare.

‘Non mi hai detto bene cosa ti è successo o da dove vieni…!’ le chiese l’invocatrice, con grande felicità.

‘E’ successo tutto per colpa di una spada che mi ha portato a Zanarkand… ma mi hanno detto che non esiste più…!! Me lo sarò sognato…’ ed abbassò gli occhi.

‘E’ vero, oggi rimangono solo rovine… ma non te lo sei sognato!! Ma se ritorni là potresti trovare qualche indizio che potrebbe aiutarti, non preoccuparti!!! Ma di quale spada parli??’.

Noemi si girò prima a destra e poi a sinistra.

‘Quella spada sparisce “così”—e schioccò le dita—e poi ricompare allo stesso modo!! E’ sulla manica che ho saputo…’ rispose stizzita.

‘Quel nome, vero??’

La ragazza ritrovò un filo di speranza. Sa qualcosa!!!! Forse….

‘Tu…tu lo sai???’ e si fermarono. Erano arrivati al molo.

‘No… però ho sentito tanto tempo fa una storia simile… quando ero piccola da mio padre. Non la ricordo molto bene…ma sono sicura che durante il pellegrinaggio mi verrà in mente qualcosa di più!!’. Speriamo…che non sia lungo!!!

Il molo era piccolissimo, costituito da un’unica “passerella” di legno e di sicuro non potevano attraccare più di tre navi. C’era già una piccola nave composta da tre piani, quello sottocoperta con il primo piano in alto esterno. Una nave piuttosto strana, non perché aveva le vele, ma perché ai lati presentava due grandi ruote con grandi pale per raggio, come quelle che hanno i mulini. Ma….a cosa servono?? Non vanno a remi ma a “pale”?? Qua le sorprese non finiscono più….

Il capitano—un tipo ciccione pelato e goffo—li fece imbarcare tutti e si mostrò un po’ timoroso quando vide Kimahri. E’ proprio orribile…ma come mai gli altri non sono sorpresi di vedere un leone bipede che entra nella nave??? Il viaggio sarebbe durato per tutto il pomeriggio, si moriva già di caldo. Non erano gli unici ad essere sulla nave: c’era anche la squadra di Blitz degli Aurochs e molta altra gente che aveva la necessità di raggiungere l’isola di Kilika.

Tutti gli abitanti del villaggio di Besaid si radunarono al molo (quattro gatti con il sacerdote pelato) per salutare la loro idola, perfino piangendo ed urlando ogni genere di saluto, che sembravano più degli addii, mentre Yuna tirò fuori un fazzoletto e lo agitò, continuando a salutare, e non riuscii a trattenere qualche piccola lacrima che gli rigò il suo bel candido viso, sempre però sorridendo.

 

Mentre Wakka pensava alla squadra, Lulu e il leone stavano ad aspettare l’arrivo, e Yuna letteralmente “ingabbiata” dalle persone imbarcate che la circondavano, Noemi si avvicinò all’ex-capitano di Blitz.

‘Perché la lodano così tanto? Cos’ha di speciale? Quella sorta di rituale che fa venire mostri dal nulla?’.

‘Ma…!! Certo che sei proprio un’ignorante!!’—mostrando una faccia estremamente sorpresa—‘Ti ho già detto che sono solo in pochi ad avere un chakra!! E solo esso può essere forte abbastanza per sconfiggere Sin. Quando la gente sente di questi “eletti” li lodano perché il loro potere riempie i loro cuori di speranza. E quella magia permette loro di evocare gli Eoni, che NON sono mostri!!!!!!’ rispose lui con tono severo.

‘Ahhhhhh… Quindi se mi metto ad urlare che anche io ho un chakra, verrò lodata anche io in quel modo??’. Noemi fece per la prima volta una faccia sorridente. L’altro, invece, fece una faccia preoccupatissima.

‘Co…cosa vorresti fare?? NON VORRESTI…’.

Noemi si girò verso il gruppo che circondavano l’ “eletta” ed iniziò a gridare ‘IO HO…’ quando Wakka gli ficcò una mano davanti alla bocca e la immobilizzò. Tutta la gente li guardavano, e Wakka divenne più rosso del pomodoro, tirando fuori un sorriso grande come una casa. Poi disse a Noemi sottovoce con il sorrisino tiratissimo: ‘Adesso VAI IN SOTTOCOPERTA e ci stai PER TUTTA LA DURATA DEL VIAGGIO, chiaro????’.

 

Ancora rossa sia dal ridere, sia per imbarazzo, Noemi andò al piano di sotto, tramite alcune scale ed iniziò a pensare. Quella ragazza non riusciva a vivere senza avere il cervello occupato.

Un chakra che è in grado di sconfiggere quella strana entità… Forse possono farlo quegli Eoni, ma ciò non vale per me. Io non so evocare quei cosi!! E di certo non ci tengo neppure!! Però… Quel bambino…. Ancora??!! Possibile che ci penso sempre?? Tanto è inutile!! Da sola non potrò mai trovare la soluzione! E’ un enigma più forte di me…Forse se riuscissi a parlare direttamente con… ma che dico?? Devo essere solo una pazza!!

Frattanto era arrivata al piano più in basso della nave, seguendo il rumore di uno strano motore. Ma cos’è questo fracasso?? Poi lesse sulla porta “Sala Motori” e la sua curiosità la spinse a darci un’occhiata.

Dentro vide due corridoi paralleli, con due ruote per parte, all’interno delle quali correvano degli strani animali dalle piume gialle, più alti dei cavalli, agili come lepri. Avevano delle zampe lunghe ed arancioni, che terminavano con tre dita, ed avevano un becco lucido dello stesso colore. Non sembrava che sapessero volare, ma le loro piume gialle brillanti sembravano leggerissime, e ricoprivano tutto il loro corpo, perfino il lungo ciuffo che spuntava sulla loro testa. Ma…cosa cavolo sono?? Una nuova generazione di polli ingranditi di 10 volte?? Avevo sentito parlare di OGM, ma questi proprio… Guarda!! Si muovono come criceti che continuano a correre in una ruota!!!

Lei si fermò a bocca aperta davanti ad uno di quei “polli” gialli, quando una ragazza, che forse era la responsabile del reparto, le andò incontro.

‘Ehi, tu!! Cosa ci fai qui?? Lo sai che potresti disturbare i chocobo?’ con un tono di rimprovero.

‘Cosa? I chocoche?? Scusa, io non ho mai visto polli così grossi in vita mia! Cosa avete fatto? Esistono raggi di ingrandimento??’ L’altra fece una faccia davvero sorpresa.

‘Ma….da che mondo vieni?!?! Mi stai dicendo che non hai mai visto un chocobo?? E’ inaudito!!’.

Noemi cercò di cambiare discorso, per evitare che quella ragazza gli facesse le stesse domande solite.

‘Ah… Quindi sono questi….chocobo che fanno andare la nave? Non si usa più il gasolio?’.

‘Sì, esatto… Ma cos’è il gasolio?’ adesso fu l’altra a fare la faccia sorpresa.

‘Ehm…lasciamo perdere…’ Guarda un po’ te gli uomini!! Avevano detto mille volte che le risorse non rinnovabili sarebbero finite!! Adesso hanno creato polli giganti per risolvere il problema…roba da matti!! Forse ancora non teneva conto che da Sin in poi tutte (forse) le macchine non venivano più usate…

 

Noemi tornò al piano di sopra, allontanandosi dal gran fracasso della sala motori, sostituito dal dolce rumore delle onde marine rotte al passaggio della nave. Trovò Yuna finalmente sola e disponibile e le si avvicinò, pronta per farle altre domande, ma lei la anticipò. Il bello era come l’aveva fatto.

Sai…trovo Tidus un tipo molto speciale…’ disse quasi sottovoce.

‘COSA??? Stai bene?!? Per me è proprio lui il problema!! Volete aiutarmi o “ammirare il tipo”??’. L’altra si girò. ‘Sbaglio o è diventato il nuovo capitano della squadra di Wakka e che viene da Zanarkand?’.

‘Si… te l’ha detto Wakka? E’ vero…’.

‘Allora ci credo che sarà un buon capitano!! Ho sentito che in quella città c’era uno stadio che era il più grande in Spira di tutti i tempi!! Ha giocato là?’. Finalmente!! Ho trovato chi mi può aiutare!!!

‘Non lo so… ma Io quel tempio l’ho visto!!! E Tidus l’ho anche visto in una strana immagine gigantesca proprio in quello stadio!! Apparteneva in una squadra-idolo… come si chiama…?’.

‘Vallo a chiedere a Wakka. Potrebbero essere informazioni utili per iniziare a fare ordine!!…’.

‘Ma tu come fai a sapere tutto questo?’.

‘Mi è stata tramandata una storia simile di generazione in generazione, dai tempi di Braska… io sono una sua discendente.’.

‘Ah… Quell’ invocatore che non aveva abbastanza potere e non è riuscito a sconfiggere Sin…’.

‘Sì… proprio lui!! Dicono che io abbia ereditato da lui le forze necessarie per farlo!!’.

‘Ma Braska era da solo?’ e Noemi si mise a mirare l’orizzonte sereno del cielo.

‘No… era assieme a due guardiani… uno non so chi sia, l’altro si chiamava Jecht’. Jecht???!! Ho già sentito questo nome… Ma certo!!

‘Ma questo è successo… mille anni fa??’.

‘Già…al famoso Sacrificio…’. E il suo bel viso si incupì di brutto.  Sa….sacrificio??? Vabbè…come al solito non ci capisco niente…

Noemi si mise a pensare a come fargli quella domanda. La toccava davvero molto, perché la riguardava molto da vicino.

‘Tu….tu perché sei orfana? Perché io…io…’.

 

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Capitolo 6
*** Cap.6: The Occasion ***


Si sentì uno strano silenzio per diversi secondi, in cui Yuna trasformò la sua naturale felicità in leggera mestizia.

‘Io…ho perso mio padre mentre lottava contro Sin. Abitavo a Besaid, e già molti mi conoscevano perché possedevo un chakra, e che quindi potevo invocare Eoni con le pietre magiche. Mi sono esercitata per dieci anni ed ora ho intenzione di sconfiggerlo, per il bene di tutti.’ Cavolo… Che peso avere certi poteri…. Però…questo chakra… se mi salverebbe da Sin… forse torno a casa…

L’invocatrice però tornò a sorridere… stava pensando a quel biondo “ruba-parti”? No… pensava alla sua felice infanzia. Improvvisamente, i ricordi furono interrotti da uno scossone, che fece tremare l’intera nave: tutti si aggrapparono a qualcosa, ma lei non trovò appigli se non la mano della ragazza castana, che si tenne sul bordo della nave.

‘Ma…Che cosa succede??TIENITI!!! Non mollare!!!’ gridò lei, mentre la nave continuava a vibrare, perdendo già parte del suo equipaggio e membri della Milizia in mare.

‘Tieniti!!!’ Noemi cercò di resistere, ma un violento colpo le fece mollare la presa, e se non fosse stato per Kimahri, che la prese al volo da dietro, sarebbe anche lei caduta in quelle onde violente, che già stavano facendo le prime vittime.

Quella di Metropolis si girò intorno senza capire nulla, fino a quando tutti videro una strana “pinna” sbucare dall’acqua. E’ lui…forse…torno a casa… Se mi ha portato qui, mi riporterà anche indietro…basta entrare in contatto...credo! Ella, nonostante la confusione, riconobbe che quello era…

‘SIN!!!!!’ gridò uno della Milizia a prua, ed esso, insieme ad un altro compagno, misero mani su degli arpioni là davanti.

‘Che vi salta in mente di fare??? Non lo sapete che potremo rimanere tutti secchi!!!!??’ urlò Wakka, mentre Noemi senti la sua pressione crescere. In fondo, la vita da ladra era molto più tranquilla…

‘Se non cerchiamo di dirottare la sua corsa andrà a Kilika!!’ rispose uno.

Così non lo ascoltarono e spararono contro la pinna di quel “pescione”, e la nave venne trascinata dalla forza incredibile di quel mostro.

Ho   perso   la   pazienza unisciti   a   me,   o   incontrerai   la   mia   furia…”.

‘Grazie…Kimahri…’ disse Yuna, quando la pinna di Sin cambiò direzione, facendo cadere in acqua altri soldati miliziani. Noemi si sentì davvero vicino alla morte, confusa e strana. L’unica cosa che la rassicurava era di avere la speranza di tornare a casa. Viva, certo… Se io venni qua durante la distruzione di quella città mentre Sin attaccava, forse posso ritornare ora in quel tunnel e….

Così corse verso il centro della nave, pronta per poter essere presa di nuovo da quell’essere.

‘Noemi!!! Che stai facendo???’ gridò l’ex-blitzer, che non poté fare nulla, poiché cercava di salvare uno che stava per cadere.

Yuna si destò subito, prese la sfera di Besaid e senza pensarci due volte, invocò l’Eone delle rocce e dell’aria, Valefor. ll cielo si annuvolò improvvisamente, e una leggera brezza si levò, illuminato da quattro mini comete di colore arancione, come la sfera. Uscì dal cielo ancora quello strano uccello, mentre l’invocatrice restò ferma con l’asta in mano dritta, come per concentrarsi nel modo migliore. E’ vero che il chakra usa anche “energie mentali”??

‘IO NON MI MUOVO DI QUI!!!! HO FINITO CON QUEST’INCUBO!!!!’ gridò lei, ma la pinna si spostò di nuovo, e quando l’acqua finì di piovere ovunque, lei sparì.

Manca   poco   ormai…”

Yuna mosse la sua asta, che brillava di almeno mille tipi di arancioni diversi e mandò Valefor contro la pinna di Sin, che continuava a spingere la nave. L’Eone sprigionò la forza di un centinaio di venti, da ovunque, creando un enorme vortice d’aria che però non scalfì nemmeno la pellaccia di quel “coso”. Da esso caddero diverse scaglie, che arrivarono sulla nave, aprendosi e liberando gli stessi mostri di Zanarkand.

‘Maledizione!! Ancora le scaglie!!!’ esclamò Lulu, mentre aprì un libro che sembrava vecchio secoli. Valefor allora fece una magia, e subito comparì un enorme masso che cadde, frantumandosi sulla pinna e tagliando le corde attaccate che legavano la nave a Sin. La nave così frenò di colpo, mentre l’essere scomparve sott’acqua, velocemente così come era apparso.

Inutili   saranno   i   vostri   tentativi”.

Valefor sparì nel cielo, che tornò subito dopo sereno, ma di certo non si poteva parlare di “serenità” sulla nave: aveva perso circa un terzo dell’equipaggio che non stava sottocoperta. Tutti erano scossi, con qualcuno che piangeva il proprio compagno perso, perfino i chocobo della sala motori erano agitati: essi raggiunsero il piano di sopra continuando a strillare ed ad agitare le loro brillanti piume gialle.

Yuna smise di usare il suo chakra e cadde quasi svenuta per la fatica sulle braccia di Kimahri. Lulu nascose il suo libro, mentre l’ex-capitano si accostò alla sua invocatrice. Si girò a destra ed a sinistra: mancava qualcuno. Egli corse attorno alla nave, cercò dappertutto: Noemi era caduta in acqua, e forse per lei non c’erano più speranze.

 

Wakka, dopo che legò la sua vita ad una spessa corda, si tuffò in acqua e si mise a cercarla. Non si riusciva a vedere niente: l’acqua del mare era troppo profonda, e increspata fortemente dalla nave adiacente. Per non parlare poi della presenza di diversi piranha, che erano più numerosi del solito. Infatti, avevano localizzato la loro “merenda” in mare. Wakka non riuscì a trovarla, e tirò la fune per tornare sulla nave, prima di rimanere divorato da quello sciame affamato. Pensava ad un modo per salvare la sua nuova amica, che lo aveva imbarazzato prima, ma che gli stava più a cuore di quanto credesse. Appena mise piede sulla nave, i suoi compagni lo raggiunsero.

‘Allora…l ragazza? L’hai trovata?’ chiese aggrappata ancora a Kimahri per la stanchezza.

‘No…nessuna traccia…il mare è pieno di piranha…’ poi chinò il capo, ricordando che l’aveva condotta lui in quel rischioso viaggio.

‘Lo avevo detto che non era una buona idea!!! Complimenti Wakka!!!!’ urlò Lulu.

Tutti, eccetto Kimahri, si guardarono male, pensando a quella povera ragazza e ai compagni dispersi.  

‘Purtroppo dovremo continuare senza lei. Complimenti…! Mettere di mezzo una ragazza…’ ribadì la maga.

 

Il mostro si allontanò nell’orizzonte marino e continuò dritto la sua corsa raggiungendo Kilika. Esso era un piccolo villaggio, composto da piattaforme sollevate dall’acqua e palafitte di legno ben resistenti. Si trovava poco prima dell’isola omonima, ed era poco più grande di Besaid. Sin arrivò a folle velocità, tanto che formò un enorme tsunami, alto almeno venti metri, che spazzò via l’intero posto e un terzo dei suoi abitanti. Molti cercarono di trovare riparo, ma la furia distruttiva del mare rase quasi tutte le palafitte sulla destra, creando un vortice d’aria che sollevò numerosi pezzi di legno e quelli che erano gli strumenti di quella gente. Accadde tutto in pochi secondi, e si contarono altre vittime. Quello che regnò poi era un grande silenzio, rotto forse da un pallone di Blitzball che sbatteva contro altri pezzi di legno sull’acqua.

 

Tutti quelli della nave, amareggiati, avevano già visto che Sin si era recato sfortunatamente in quella direzione, e che l’attracco sarebbe stato molto più difficile. La nave “Liki” uscì malconcia, perdendo una delle sue ruote “a pale” e malgrado tutto non imbarcava acqua.

Improvvisamente a babordo, là dove erano state distrutte le barriere di protezione, uscì dall’acqua una mano, o meglio, un guanto nero che cadde di peso, e il tonfo venne sentito da tutti che si girarono da quella parte. Venne seguita da un'altra mano inguantata, verde, e subito dall’acqua salì una persona, che portava negli occhi un’amara…”delusione”.

Non…ci sono riuscito…sono ancora qui… Sono stato colpito…e non ha funzionato…che botta!

‘Il tipo venuto dal mare!’ gridava uno della Milizia. Yuna, nonostante la stanchezza, si mise a correre verso quella parte, affiancata da Wakka.

‘Tidus!!! Sei…vivo??!! Con Sin…quei piranha…??’ urlò Wakka, che lo abbracciò, quando neanche quest’ultimo si era alzato in piedi. Beh…almeno…almeno non ho perso gli amici!!! Ma..ero sicuro che avrebbe funzionato…che cosa non va?? Perché non sono tornato nella mia città????

Subito Tidus si liberò dall’affetto di Wakka, mostrando ancora quel nervosismo che era difficile da capire.

‘Perché!??! Perché sono ancora qui?? Perché non mi ha riportato indietro??!!’—gridò pestando anche il piede destro—‘Chi devo pregare??!!’.

‘Ehi…cosa ti prende?? E anzi che sei sopravvissuto…’ gli rispose Wakka con una faccia davvero scettica, ma anche scherzosa. “Perché, ogni volta, quella rabbia?”, si chiedeva ogni volta. Era il chakra? Era la sua intossicazione, ora doppia??

‘Grazie al cielo, grazie Yevon!’ disse Yuna, che fece la reverenza con la testa alzata verso il cielo, mentre Lulu andò sottocoperta, tirando di nuovo fuori quel libro che portava con sé.

‘Ehi….possiamo parlarne… Che ne dici di andare al piano scoperto di sopra e parlarne con più calma? Non mi va di discutere con una persona inferocita…’ chiese Wakka e Tidus annuì, tenendo la testa bassa e lo sguardo un po’ perso.

 

Era già il tramonto e si vedeva come il sole, prima cocente, fosse visibile ora ad occhio nudo. Era tre volte più grande di quello di Metropolis. Come sottofondo si sentiva il grido di molti uccelli che sembravano i discendenti dei gabbiani: erano della stessa grandezza, ma erano in parte bianchi e in parte avevano penne azzurre. Wakka era a terra, a gambe incrociate, con le mani dietro stese, mentre Tidus era in piedi, appoggiato ad una delle poche barriere di protezione rimaste, mentre osservava lo spettacolo offerto dalla natura, che forse gli infondeva quella tranquillità e quella razionalità che gli mancava.

‘Pensavo… io… di poter tornare a casa… bastava entrare in contatto con Sin…. E invece mi trovo intrappolato…per sempre…’ disse a bassa voce il biondo mostrando una sorta di “sottomissione alla realtà” negli occhi blu.

‘Oh…avanti!! Non essere giù… arriveremo a Zanarkand, sta’ tranquillo!! Non capisco perché ci tieni così tanto… qual è il problema??!!’.

‘Qual è il problema???’—alzò la voce, girandosi verso di lui—‘Che sono nel futuro!!! E la mia città non esiste più!! Volevo tornare nel passato, per poter ricordare di più quello che ho dimenticato… Io…io mi sento come se fossi rimasto…addormentato…per tanto tempo…!!’.

‘Addormentato?? Intossicato, semmai!!! Magari non è stato quell’essere a portarti…nel futuro…magari qualcos’altro!! Secondo me è in quella città che avrai delle risposte!!’.

‘Ma…ti ho detto che è un cumulo di rovine ormai!! Cosa vuoi che ci troverò li?? Un cumulo di macerie e il ricordo di tutta questa disgrazia…’ ed abbassò lo sguardo.

‘Chiami me e i tuoi nuovi amici disgrazia??’ continuò Wakka, alzandosi in piedi e si mise nella stessa posizione del suo compagno. La sua frase non nascondeva un pizzico di irritazione.

Tidus girò la testa più volte, prima lentamente e poi più velocemente, volgendo uno sguardo adirato.

‘CERTO!! Come fate a capire?? Non avete mai visto la vostra casa essere rasa al suolo da un essere deforme mai visto!!!!’—alzò la voce ed iniziò a gesticolare—‘E’ questo il problema!!!’—e con i pollici delle sue mani si autoindicò—‘Mi sono ritrovato così, cresciuto, cambiato… che scambio la mia identità con una povera ragazza!!! Io voglio tornare come ero!! Che cos’è questa magia?? Che cos’è questo chakra che tanto elogiate???!!!’.

Wakka restò alcuni minuti in silenzio a calcolare le parole giuste, cosa in cui non era di certo un genio, ma comprese lo sfogo e la disperazione di Tidus, che aveva chiuso gli occhi e si era messo le mani sulla testa, come chi non vorrebbe sentire più nessuno, non vorrebbe più ragionare e complicarsi la vita, o semplicemente come dopo aver capito di diventare pazzo. Cadde lentamente ginocchioni e cercò in tutti i modi di non piangere: aveva la sensazione che farlo sarebbe stato imperdonabile. Anche questa era un’altra domanda: perché?

Il compagno si sedette di nuovo vicino a lui e gli mise il braccio sinistro sulla schiena. ‘Beh…il chakra potrà essere il tuo “peggior problema”, assieme ai tuoi ricordi…ma ti ha salvato la vita proprio ora… E l’ha salvata anche a me contro il custode del tempio…ehehe!!’.

Tidus aprì gli occhi e alzò la testa lentamente, tornando a contemplare il sole all’orizzonte. Aveva ragione.

‘Forza!—e gli diede due pacche sulla spalla—‘Siamo arrivati a Kilika!!’ e detto questo l’ex-capitano raggiunse gli altri a prua, che erano tutti rimasti pietrificati dalla nuova panoramica del villaggio.

Ha…ha salvato…la vita?? E’ vero… però immagino come si dovrebbe sentire l’altra identità!! Spaventata, confusa… devo solo cercare di ottenere la sua fiducia, in un modo o nell’altro! Ed appena otterrò le mie risposte, le spiegherò tutto… già…credo che anche un “dialogo” sarà un problema…

Si fece forza e si avvicinò al gruppo. Lo spettacolo era orribile: quasi tutte le palafitte della parte di destra erano state spazzate via, e gli abitanti sopravvissuti già piangevano le vittime ginocchioni, mentre altri si misero subito al lavoro per riparare i danni.

A quella vista, Yuna trasformò la sua felicità nel rivedere il proprio compagno illeso in una tristezza enorme. ‘Sconfiggerò Sin. Devo sconfiggere Sin!!’ si promise, guardando con occhi sbarrati il desolato paesaggio.

La nave attraccò a fatica e l’equipaggio sbarcò con le gambe che ancora tremavano. Fortunatamente i chocobo si erano calmati, ma era meglio tenerli dentro la nave.

Quando l’invocatrice sbarcò, fece la reverenza e poi cercò di dare conforto al popolo. ‘Abitanti di Kilika…Sono l’invocatrice Yuna….vengo da Besaid!’ in breve tempo tutti gli abitanti lì presenti si radunarono attorno a lei come con una dea. ‘Un’invocatrice!!’ ‘Grazie al cielo!!’ esclamarono alcuni. Dopo poco tempo si avvicinò una signora anziana accompagnata da una ragazza, forse la nipote.

‘Per favore!! Aiutateci!! Potete fare il rito del Trapasso? Abbiamo paura dei mostri!!’.

‘Va bene…conducetemi voi…’ rispose lei, seguendo quelle persone, assieme a Kimahri e Lulu.

Wakka si guardò intorno, e notò Luzzu e Gatta con quelli della Milizia che scaricavano il cargo segretissimo della nave. ‘Avete bisogno di aiuto?? Mi sembra pesante….’.

‘No…restate lì…questo cargo è troppo importante...se lo sapesse il clero ci rovinerebbe tutto…’ rispose Gatta.

‘Eh?? Vabbè…’. Wakka poi fece sbarcare l’intera squadra dei Besaid Aurochs ed ordinò loro di aiutare gli abitanti con le riparazioni già avviate. Poi s’incamminò verso il centro del villaggio, su palafitte improvvisate, quando notò Tidus fermo in piedi, in un lato della piattaforma di legno semi-distrutta. Sembrava che se si stesse specchiando, confuso e sicuro di non poter più tornare indietro, con occhi smarriti, non sapendo bene chi fosse o chi sia diventato, perché e come sia “ritornato”. Stranamente, per la prima volta, tutto questo conteneva anche una sorta di “ammirazione”. In fondo, aveva scoperto delle qualità che aveva sempre desiderato…

‘Ehi!!’—e qui Tidus si girò—‘Io vado ad aiutare quelli del villaggio. Vai a raggiungere gli altri…’ gli urlò Wakka, mentre correnva a dare una mano. Aiutare? Che tristezza… Sin distrugge e gli altri riparano tutte le volte… Devo cercare di stare calmo… E’ troppo pericoloso questo…chakra!! Ho ancora in mente la distruzione di quel custode… E poi perché non invoco un Eone, visto che è la stessa “magia”?? Basta sperare che ritornino i miei ricordi…e com’ero prima… anche se mi sento davvero benissimo! Già…nonostante tutto quello che era successo, e quell’enorme “schiaffo”, forse anche fatale, dalla pinna di quel mostro, non aveva neanche un graffio. Era completamente uscito illeso. Non stava solo “bene”: ma  c’era di più. C’era qualcosa.

Mentre seguì l’unica piattaforma percorribile che portava dagli altri, si guardò intorno: uomini che lavoravano con grande pazienza, donne e bambini che seguirono lo stesso percorso, piangendo e ricordando i propri cari. Era davvero molto drammatico…il peggio era passato??

Tidus raggiunse la soglia di una piattaforma affondata a metà. Erano tutti lì, mentre Yuna tirò fuori di nuovo la sua asta. Che spettacolo raccapricciante!! Orribile… Già, anche molto. Tutta la gente si era radunata davanti ad un grande numero di corpi senza vita, che galleggiavano appena appena sulla superficie del mare, reso arancione dal tramonto, e scuro dalla presenza diffusa di varie ninfee. Erano vecchi, bambini, uomini robusti… E tutt’intorno c’erano diversi luminari, con del fuoco che bruciava vivacemente, messi lì di recente.

‘Allora…inizio….’ disse fra sé l’invocatrice, concentrandosi ed avvicinandosi all’acqua che nascondeva i cadaveri.

Il biondo, come tutti gli altri, erano rimasti “congelati” alla vista di quell’orrore, fino a quando la curiosità non batté la tristezza. ‘Inizia…cosa?? Cosa fa??’ chiese a Lulu che gli era di fianco. Lei si girò, e dopo aver fatto gesti del tipo “da che mondo vieni??”, gli rispose. ‘Sta eseguendo il “rito del Trapasso” ’.

‘Il…Trapasso??’ Che roba è?

‘Sei sicuro che la tua non sia solo un’amnesia?’ continuò lei, lanciandogli i suoi occhi, rossi come il sangue. Poi continuò: ‘Si esegue tale rito per mandare le anime all’Oltremondo. Quando una persona muore, è ancora molto legata alla vita terrena, e rifiuta di lasciare il mondo. L’anima però prova una grande invidia nei confronti dei vivi, e se restano per molto tempo sulla Terra, trasformano la loro invidia in rabbia ed odio, fino a diventare dei mostri. Il rito serve per mandarli là dove potranno stare in pace! E’ per questo che nei percorsi trovi dei mostri in giro…’. O…oltremondo? A…agghiacciate!!

Yuna si concentrò a tal punto che il suo chakra bianco la avvolse, soprattutto nei pressi della sua asta. Riusciva a camminare perfettamente sull’acqua, e quando fu abbastanza al centro dei cadaveri, iniziò a fare una specie di rito muovendosi energicamente assieme all’asta, come una danzatrice in gara. Improvvisamente i fuochi sui luminari divennero blu e dai corpi uscirono strane “comete”, come quelli che si erano visti dai mostri di Zanarkand abbattuti. Esse girarono a spirale attorno a Yuna, fino a quando non fu sollevata lentamente da una specie di fontanella d’acqua, che si apriva come un fiore. E lei continuava a girare, assieme a quelle comete, che salirono al cielo ed illuminavano tutto il posto, mentre la gente che vedeva quel rituale continuava a piangere, inginocchiandosi, gridando e urlando di dolore…

 

Quando il rito finì, la danzatrice era stanca morta, forse per colpa dell’uso di quel “chakra”, e subito venne condotta verso una palafitta indenne, ovvero una taverna per viaggiatori, e quasi tutti la seguirono.

‘Hai visto? E si deve fare tutte le volte che Sin fa delle vittime.’ continuò a voce bassa Lulu, mentre si incamminava con gli altri. Il “tipo venuto dal mare”, invece, restò ancora fermo a pensare, impressionato dallo spettacolo di dolore, guardando il sole mentre spariva basso all’orizzonte. Viene fatto tutte le volte?? Mi auguro che sia stata l’ultima questa!! Non vorrei mai più assistere a certe scene!! Mai più… Ma non mollerò mai!! Loro lotteranno contro Sin fino alla fine, io lotterò per arrivare al succo di tutto!! E’ una promessa…

Quella era la sua nuova, definitiva realtà. Il fatto che non era di nuovo a casa dopo aver incontrato Sin, e il fatto di trovarsi cambiato, lo spingeva a doversi abituare alla sua nuova vita…ed ad acquisire la fiducia di un’altra…

 

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Capitolo 7
*** Cap.7: Lack Of Courage ***


Tutti erano stanchi per il viaggio ed andarono a letto presto. La prima ad addormentarsi fu Yuna, stanca per il rito, che poteva essere fatto solo da quegli strani “eletti del chakra”. Fu un’altra dura nottata per Noemi, che si era buttata nel letto forse a causa sempre di quella stessa magia.

Sognò l’interno di una casa, composta da una sala di medie dimensioni, con al centro un tavolo circolare. Alla porta di ingresso della casa ci si arrivava tramite delle brevissime scale, e di più non si riusciva a vedere: era tutto offuscato. Lei non c’era in quella casa: vi era una donna alta, dai capelli castani lisci e mediamente lunghi, e con lei un bambino di sette anni che la ragazza iniziava a conoscere bene, e forse anche a detestare parecchio. Nei pressi della porta d’ingresso c’erano delle persone, precedute da due altre.

‘Lo…avete trovato?? Vi prego! Parlate….’ disse quella donna, mentre abbracciava in parte il bambino, come una madre.

‘No… Lo abbiamo cercato ovunque, ma non lo abbiamo trovato da nessuna parte… mi dispiace…’ disse uno. Poi subito il bambino parlo quasi a bassa voce.

Meglio…’ La madre che lo abbracciava abbassò lo sguardo fino a quando i suoi occhi castani non incontravano quelli azzurri del piccolo.

‘Come?? Capisco che lo odi tanto, ma se lui non tornerà non potrai mai dirgli che lo odi!!’ disse lei con una voce quasi da disperata. Poi riprese.

‘Lui…non avrei mai pensato che si sarebbe allontanato così tanto per quel maledetto sport…Jecht… dove sei…’.

 

Tutto poi divenne improvvisamente bianco. Si svegliò di soprassalto balzando dal mediocre letto su cui aveva dormito. Solo la stanchezza gli aveva permesso di dormire su di un affare di quel genere. Era uno dei pochi rimasti disponibili dopo il devasto. Jecht? Jecht? Jecht… Chi è questo diavolo di “Jecht”? Maledizione! Ma che mi prende?? Non ho mai fatti sogni così strani…e simili… La ragazza continuava a pensare che era colpa di quegli strani avvenimenti, considerati ormai una realtà vera e propria. Per diversi secondi, mettendosi le mani sulla testa e scostandola leggermente, ebbe nella mente quel nome, chissà perché quasi “riecheggiato” continuamente.

Quando si riprese un poco, cercò di dimenticare i ricordi del giorno prima, e provare invece a pensare quali altre sorprese avrebbe dato quel nuovo giorno. Di certo si augurava di non fare ancora i conti con Tidus, questo era davvero sicuro. Fuori faceva molto caldo ed era una splendida giornata. Il sole era cocente, nonostante alcune innocue nuvole ogni tanto indebolissero i suoi raggi. Già c’era un bell’ordine e gran parte delle passerelle di legno e delle palafitte erano state riparate, e questo dimostrava che la gente era abituata a questi lavori di riparazione. Insomma, quante volte Sin aveva distrutto quel villaggio?

Noemi vide poi Wakka avanzare verso di lei, con aria piuttosto allegra. ‘Ah! Ben svegliata! Vieni con me! Gli altri ti stanno aspettando nel bosco…’.

‘Nel bosco?? Qui?!’.

‘Certo!! Questo passaggio porta all’isola vera e propria. E tutta boscosa, ed in cima c’è il Tempio di Fuoco. E’ lì che prenderemo la seconda sfera. Bisogna stare attenti però… il sentiero è pieno di mostri…’ Oddio… Vi prego…

‘Mo…mostri?? Ancora??’ si spaventò, come se prevedesse il futuro, mettendosi una mano sulla fronte.

‘Beh…secondo te perché gli abitanti hanno scelto di vivere su palafitte??’ poi Wakka rise di gusto e spinse la ragazza a camminare avanti, dandole una pacca sulla schiena. Fantastico…  Chi arriverà ora?? Un pipistrello gigante? Un essere a nove teste???... Poi si fermò di nuovo.

‘NO!! NON CONTATE SU DI ME, EH!? Io…non rischio di nuovo!!! Non voglio avere più a che fare con…’.

‘Oh, avanti!! Vuoi dimostrare davvero quello che sei o no? Se vuoi venire con noi non puoi stare con le mani in mano… Bla,bla,bla… E chi ha detto che voglio “combattere per voi”??!  Poi l’ex-blitzer riprese. ‘Forza, datti una mossa!! Il grande Ohalland non aspetta nessuno!!’ Noemi iniziò a seguirlo.

‘Ah….E…chi sarebbe?’.

‘Era il sacerdote del tempio che lo ha fondato per custodire la sfera. Fu un grande giocatore di Blitzball… Fu lì che si allenò per la prima volta. Oggi tutti i giocatori si radunano lì per pregare per la vittoria. Sacerdoti…che praticano sport?? E che sport religioso sarebbe?? Ancora non mi ha spiegato come si gioca…

‘Anche quella squadra leggendaria?’.

‘Gli Zanarkand Abes? Veramente il tempio venne costruito circa ottocento anni fa… Dopo la distruzione di quella città quei campioni sparirono….dispersi…’.

‘Ah… mi dispiace… Ma ho visto comunque una loro immagine che rappresentava i giocatori prima che la città venisse distrutta. Te l’ho già detto questo?? Se mi credesse qualcuno…’ Wakka si fermò.

‘Senti, ho sentito già storie del tipo “uomini che vengono trasportati in altre epoche da Sin”!! Perché dovrei considerare ciò impossibile??’ Intanto raggiunsero gli altri nel bel mezzo del bosco.

‘Ah, sì? E se ti dicessi che ho visto Tidus in quell’immagine gigante??’.

Wakka si fermò stupito ed a bocca aperta, mentre Yuna si avvicinò all’orfana.

’Ehm…ecco…io…vorrei che ci accompagnassi per tutto il viaggio…’ chiese lei sorridendo, un po’ imbarazzata. Cosa??

‘COSA?’ esclamò Lulu appena sentite quelle parole.‘Cosa?? Deve venire con noi?? Ma Wakka non aveva detto che doveva fermarsi a Luka per trovare qualcuno?? Sei impazzita?? E’ troppo rischioso… ed è anche una novellina con il suo stesso chakra…’ L’invocatrice congiunse le mani tenendole in basso.

‘Oh…le mie scuse… perdonatemi…’ poi si girò verso il sentiero terroso e si incamminò. Ma… cosa le è preso?? Perché fa così?? Boh…

Wakka non si era quasi accorto di nulla, immerso nei suoi pensieri. Se prima ci credeva a malapena alla sua storia, ora lo credeva più una favola straordinaria. Quella squadra era il suo idolo, il suo modello per eccellenza. Quando fondò la sua, era convinto che essa diventasse come quella. Ma si sbagliava. I suoi giocatori erano davvero delle pappemolli…

 

Il bosco sembrava più una vera e propria giungla, e la grande umidità del posto rendeva più opprimente il gran caldo e l’afa. Si sentivano cantare grilli ovunque. Il sentiero era composto da piccole radici di piante che lo affiancavano, e tutt’intorno c’erano solo lunghi fili d’erba. Dalle piante più alte cadevano lunghe liane, e si notava anche qualche strano fiore qua e là. Il percorso proseguiva accanto ad un piccolo golfo, che era così calmo che tutto vi si specchiava sopra, reso grigio dall’ombra degli alti alberi là attorno. Poi, nei pressi un ponte di legno, il gruppo incontrò Luzzu e Gatta.

‘Ah, voi!! State attenti!!’ avvertì Luzzu, mentre dava strani segni a Gatta.

‘Perché? C’è qualcosa che non va?’ chiese Wakka.

‘Abbiamo avvistato una Scaglia Gamo all’ingresso del tempio.’ Scaglia…che?? Mi rifiuto!! Appena che sono distratti…me la filo!!!

‘Accidenti… non abbiamo altra scelta. C’è un unico ingresso….’ continuò l’altro. Noemi era letteralmente sbiancata in faccia, immaginando un mostro alto quanto un grattacielo.

Salirono lentamente le scale di pietra, con i corrimani dove si alternavano luminari con fiamme brucianti, fino ad arrivare in una piccola piazza che si trovava a metà tra il tempio di Kilika e il bosco. Alla propria sinistra era possibile vedere il villaggio dall’alto. Davvero un bel paesaggio.

‘Qui è dove Ohalland giocò le sue prime partite in superficie e si allenò…’ spiegò Wakka, ma tutti erano concentrati su un “coso” che non si riusciva a capire cos’era. Si trovava nel lato esterno della piazzetta, fisso, immobile. A vederlo da lontano sembrava un enorme masso grigio. Ma si sbagliavano di grosso.

Improvvisamente quella sorta di “conchiglia” si aprì e ne uscì uno strano essere d’erba, che aveva un corpo possente con alcuni funghi rossi sopra e sulle “spalle”, ed era provvisto di lunghi, lunghissimi tentacoli che si attaccavano a quel “tronco” come braccia vere e proprie. La sua “bocca” poi si apriva in tre parti, dal quale usciva un non so che di melma appiccicosa, ma di sicuro velenosa. I versi che lanciava assordavano chiunque, ma non abbastanza per essere uditi dalla Milizia di sotto.

‘Bene…bene…bene… tocca a noi guardiani!!’ gridò Wakka, che tirò fuori la sua palla chiodata, usata come vera e propria arma da calciare. Roba da guardiani?? Voi siete pazzi... Via…!

Yuna era protetta strettamente da Kimahri, che cercava di difenderla da quei lunghi tentacoli, mentre Lulu aveva già previsto da prima che…

‘Lo sapevo!! Eccola lì… che scappa a gambe levate!! Non può venire!!!’ Yuna si accorse che l’orfana stava correndo come una matta scendendo le scale.

‘Dove vai!!!?’—le urlò, inseguendola, per paura che altri mostri le bloccassero la strada—‘E’ pericoloso!!!’.

Così, mentre i guardiani cercavano di liberare la via per il tempio, lei corse più veloce che poteva per raggiungere Noemi. E lei, quanto andava veloce!! Già, per tutte le volte che era scappata a Metropolis, per sfuggire ai suoi creditori!!! Poi però lei inciampò su una radice ad “arco” che sbucava, e cadde a terra. Io… non voglio… Basta mostri… basta incubi… basta tutto!!! Io sono stufa!! Preferisco starmene al villaggio ed aspettare che tutto sia finito… Tanto… chi se ne importa!!!! Poi girò la testa dietro di sé. Yu…Yuna???

‘Perché sei corsa via?? Hai paura??’ chiese l’invocatrice, con grande gentilezza. Sembrava tutt’altro che arrabbiata.

‘Io… Non sono in grado… È roba vostra, quella!! Che volete da me??’ rispose l’altra, rialzandosi e togliendosi la polvere di dosso. L’altra si avvicinò a lei, con i suoi occhi, uno blu e l’altro verde.

‘Temi i mostri?? Sbaglio o hai un chakra come me? Sai, anche io quando ho scoperto questo potere avevo tanta paura, ma se riuscirai a controllarlo ti potrà solo aiutare!!!’ e le sorrise.

‘A…aiutare!! Ho…paura…Non voglio averci a che fare con quel mostro Gamo-coso!! E poi chi mi assicura che quella magia mi aiuti?? Vuole farmi sparire dalla faccia della terra!!!’. Stava davvero morendo dalla paura. L’aveva tantissimo quando aveva incontrato Sin, ma riuscì ad agire, semplicemente perché la speranza di tornare a casa non faceva che batterla. Lì c’era la possibilità invece di lasciarci puramente la pelle.

‘Ho capito…! Non sai ancora come usarla la magia!! Mi sono allenata dieci anni e so benissimo come fare…non preoccuparti!! Ti insegnerò io…’ detto questo le fece l’occhiolino, risollevandola un poco. Mi…mi aiuterà?? Lei…ma come…

I guardiani fecero una grande fatica contro quel mostro d’erba: le armi sembravano che non facessero alcun effetto. Lulu poi tirò fuori di nuovo quel libro, prese la sfera di Besaid che aveva ancora con sé e la girò in modo circolare, e recitò Deepwhirl, creando una specie di turbine che portò con sé un grande numero di sassi e pietre dalle circostanze.

Noemi e Yuna erano nei pressi della piazza e videro tutto. Il turbine colpì così duramente il mostro che ad uno ad uno caddero tutti i suoi tentacoli, e lentamente il suo corpo cadde a terra, liberando ancora quelle singolari “comete”.

‘Cavolo!! Deve essere potente quella sfera!! Cos’era?? Altra magia??’ chiese l’orfana.

‘Lulu ha studiato la magia nera prima di diventare una guardiana. Porta sempre con sé un libro pieno di formule di incantesimi… ma siccome non ha un chakra, l’energia la prende dalle sfere’.

Bene!! Il chakra trasforma in maghi le persone… e c’è qualcos’altro che devo scoprire?!

Wakka e la “maga nera” erano stanchi morti, forse anche Kimahri, ma lo nascondeva bene.

‘Essere guardiani… stanca!!’ commentò Noemi da lontano, e subito Lulu rispose con arroganza. ‘E così tu, scappando a gambe levate, dovresti venire con noi??!!’

Lei a sentire quelle parole cambiò sguardo ed abbassò gli occhi. Non poteva andare con loro. Non aveva coraggio, per niente. Non sapeva neanche impugnare un’arma, niente di niente. L’unica cosa era quel chakra che tanto lei odiava. Cosa poteva fare a quel punto? Imparare ad “usarlo” o rimanere imprigionata lì, in quello strano mondo?? Erano poche le alternative…

Wakka, vedendola imprigionata nei suoi pensieri, ribatté con forza. ‘Ma…io lo giuro!! L’ho vista!! Contro il custode di Besaid…!’.

‘Ah, si?? E allora perché, di fronte ad una situazione del genere non lo ha dimostrato??? E’ inutile che insisti Wakka, nessuno può prendere il posto di tuo fratello Chappu! Nessuno!! Mettitelo bene in testa!!’—e qui Lulu iniziò a salire le scale che salivano fino al tempio—‘…è morto, schiacciato da Sin, e buttato nelle acque del mare…’  Mo...morto… oh…Certo…Io…Prendere il suo posto?? Sono pazzi, sia che pensano a me o a Tidus…

L’ex-capitano non sapeva come rispondere. Aveva sempre creduto che Tidus fosse la sua “seconda occasione”. Non era riuscito a proteggere il fratello, sentiva così tanto la sua mancanza nel cuore! E il nuovo arrivato assomigliava molto a lui, e voleva davvero che prendesse il suo posto. Niente a che vedere con la ragazza, come pensava Lulu…di certo, lei ancora non sapeva…

‘Deve solo superare i suoi problemi!! Diamole un po’ di tempo!’ disse Yuna, e tutti si incamminarono verso il tempio. Superare i problemi?? Io sono solo di impiccio qui…

In effetti, sembravano strani i riferimenti di Lulu. Insomma, gira e rigira e quel nome saltava sempre fuori. Doveva essere successo qualcosa tra lei, il “Chappu” e Wakka. Questo era certo.

Così in breve tempo raggiunsero il tempio di Kilika. Era un tempio di pietra bicromata, di un marroncino leggero e un chiaro verde. Era davvero strana, era composta da due imponenti torri dalle forme circolari e contorte, quasi come la giungla-bosco iniziale. Prima dell’ingresso, al quale si accedeva tramite delle scale che portavano in basso, c’era una piccola piazza circolare, dove al centro c’era del fuoco “sotterraneo” che bruciava. Tutt’attorno ad essa c’erano delle piccole scalinate con diversi luminari ed alcune statue messe lì chissà perché. C’erano diverse persone, ed assieme a loro si aggiunsero quelli dei Besaid Aurochs, aspettando però alcuni minuti, affinché arrivasse anche il loro portiere, un po’ cicciotto. Faceva quasi pena a vederlo, tanto che faceva fatica con quelle interminabili scale.

I pellegrini entrarono nel tempio e Noemi esitò un momento. Una signora decisamente anziana, dalla schiena ricurva, si avvicinò a lei come se qualcosa catturasse la sua attenzione.

‘Tu… sei stata a Zanarkand?’ chiese a lei, reggendosi con un bastone. L’orfana rimase estremamente sorpresa. Forse sapeva qualcosa. Lei…lei… Finalmente qualcuno che mi può aiutare!!

‘Sì!! Mi…conosce??’ con faccia stupita e sorridente.

‘Quella… mi sembra la catena di Zanarkand, se la mia memoria non m’inganna… sa com’é…a quest’età…eheh!! Allora l’avete ritrovata!!’ Cosa??? E che è??

‘Ehi!! Vieni!!’ gridò poi Yuna, ridendo ed agitando la mano destra. Poi quella signora anziana seguì con lo sguardo la ragazza, mentre si incamminava, commentando poi ‘Incredibile…!’.

 

Quando la ragazza entrò con gli altri nel tempio, si accorse come l’elemento del fuoco fosse dominante, accompagnato da un simbolo continuo, “n” . C’erano luminari dappertutto, specialmente i due più grossi situati prima delle scale che portavano al Chiostro della Prova. Essi conferivano all’ambiente l’atmosfera “calda” e giallo-arancione all’ambiente. Era entrata in una sala circolare come quella del tempio precedente, e c’erano le stesse statue di prima, come quella di Braska. Ce n’era comunque anche un’altra, di fronte alla quale Wakka stava inginocchiato a pregare e fare riti di reverenza.

‘Grande Ohalland, guidate i nostri passi! Per la vittoria…per la coppa!’ diceva. E’ ridicolo!! Si rischia la vita e lui pensa al gioco?!? Se non ha vinto per tutti quegli anni…. Non è che sta pensando…no….non lo farebbe!! Lo conosce appena…

Quando ebbe finito, si destò in piedi. ‘Bene!! La sfera del fuoco e della forza di Kilika ci aspetta!! Ma…’—si girò verso gli altri—‘…chi va a prenderla? Non possiamo andare più di due persone…è vietato dal credo…!!’.

‘Io dico che dovresti andarci tu, Wakka… Sbaglio o l’ultima volta volevi tanto dimostrare quanto eri forte?? E comunque questo è il famigerato tempio del Blitzball…ti porterà fortuna!!’ disse Lulu.

Fiuuuuu… E chi sarebbe la seconda persona?? Con la mia caaaara sfort…

‘Vieni con me Noemi! Gli faremo vedere a Lulu la tua vera forza!!’ e la prese per un braccio, quasi facendola cadere e trascinandola verso le scale che portavano al Chiostro della Prova.

‘COSA?? Sei pazzo?? Io non ci entro là dentro!! Mai e poi mai!! Sia chiaro!!’.

Poi Wakka la tirò di nuovo con forza, fino a farla girare di 180 gradi. ‘Certo che sei strana!! Vuoi vincere l’arroganza di quella’—ed indicò la “signora in nero”—‘si o no??

A me non me ne frega niente di quello che pensa!! Adesso lasciami!!

Ti prego!! Farò tutto io, promesso!!’ e poi, con la mano nascosta in una tasca, fece il “segno della forbice”. Come dire  “Come no?? Farò di tutto per mostrare l’altra parte di te!”.

Alla fine la ragazza accettò, annuendogli, forse grazie al sorriso di Yuna, che le mostrò quando si voltò verso il gruppo. Si giurava stavolta di restare il più possibile calma e di non fare assolutamente nulla, per evitare il solito “fastidio”.

 

All’interno si trovò una piccola saletta, piena di luminari di fuoco. Faceva molto caldo, e sulla porta, avvolta dalle fiamme, era possibile vedere alcune scritte strane, le stesse del tempio precedente, e quello stesso simbolo. Speriamo che non mi trovi in un altro labirinto come in quell’altro tempio!!!

‘Uff…che caldo… Si può sapere che razza di scrittura è questa??’ chiese al compagno, con aria seccata dalle novità che uscivano fuori. Tanto che non c’è mai un attimo di respiro!!! Indicò prima il “e”, poi il “j”, ed infine il “v” affianco.

‘E’ la lingua di Spira. E’ la sacra scrittura “yevonita”, usata nelle magie, nei templi e nelle preghiere’. Ah…un’altra lingua marziana… infatti non ci capisco un acca!!

Stranamente, anche prima di Besaid, a Noemi quella scrittura sembrava di averla già vista da qualche parte. Chissà perché. Intuito??

Il duetto avanzò oltre corridoi e porte su porte, superando diversi tranelli, come evitare piccole palle di fuoco o saltare oltre aperture profonde ed infuocate del pavimento, ricoperto di bassorilievi con le stesse scritture. Ad ogni ostacolo la ragazza mostrò sempre grande paura e ciò di certo complicava il percorso e il lavoro di Wakka. Lei non era in grado di diventare una di loro o una guardiana se l’avessero voluto. Non aveva le qualità, anzi una ce l’aveva: cacciarsi nei guai. Quello era sicuro. A parte che non era nemmeno una “qualità”… Più si avvicinavano al Naos centrale, più la temperatura aumentava. Era davvero insopportabile quel posto, e per dimenticare un po’ la stanchezza, un bel dialogo era la “cura” migliore.

‘Posso almeno sapere che cosa c’è scritto da tutte le parti??’ chiese lei, facendo con la mano sinistra un “ventaglio”.

‘Sono tutte preghiere e versi sulla sfera di Kilika. Essa permette di invocare un potente essere di fuoco… così dicono le scritte…’. Certo… Con questo caldo non poteva essere diversamente… Mi gira la testa!!

Finalmente, dopo tanta fatica e sudore, i due arrivarono di fronte alla porta del Naos. Era una porta composta da solo fuoco.

‘Ci siamo!!’ disse il suo compagno con serenità e fatica.

‘Ah, benissimo!! Fatica sprecata!! Non si può passare!! Bene… torniamo indie…’ appena si girò di spalle venne catturata per un braccio dall’amico.

‘Non l’hai capito?? E’ un altro trabocchetto!!’ spiegò lui, e quando mollò la ragazza passò oltre la “porta” senza farsi un graffio.

Ci vollero però dieci, lunghissimi, interminabili minuti prima che convincesse Noemi ad oltrepassarla. Quella sì che era l’ultimo ostacolo del tempio. “Far oltrepassare un trabocchetto ad una persona impossibile…”. Bella come idea. Lo fece sorridere, ed è proprio quel suo atteggiamento che la spinse a buttarsi. Si sentiva un po’ presa in giro e derisa. Era una di quelle cose che non sopportava.

Dopo ciò raggiunsero un’enorme sala circolare, dove all’interno non si poteva proprio stare, tanto che la vista si appannava. No…non mi dite…che… Per favore!! Ho… già visto una sala come questa…

I suoi pensieri furono stroncati da rumori di passi pesanti, mooolto pesanti. In breve tempo comparì un essere che era alto due volte di più di ella, e aveva la fisionomia umana. Un essere completamente avvolto dalle fiamme, tanto che non si riuscivano a distinguere le sue parti superficiali. Si scorgevano chiaramente dei lunghi “artigli” di fuoco nella parte terminale delle sue braccia. Era decisamente molto più arrabbiato dell’altro custode di pietra, come se qualcuno gli aveva fatto un torto. Lanciava versi striduli che rabbrividivano chiunque. Come un perfetto pazzo. Se avesse saputo parlare, allora la diplomazia sarebbe stata decisamente la cosa migliore, ma…

La sola vista di quel custode e la paura di quello strano chakra, come era successo prima, bloccarono la diciassettenne, che non sapeva proprio né cosa fare, né cosa pensare.

‘Forza!! Mostrami cosa sai fare!!! Io lo distraggo, mentre tu… eh?’ Wakka si girò dietro, pensando che lei o lui avesse collaborato, ma si sbagliava. Infatti la vide correre verso la porta-tranello.

‘IO…ME NE VADO!!! IO CI TENGO ALLA PELLE!!! Non ho mai rischiato così tanto in vita mia!! Se volevi che quell’energia mi prendesse di nuovo e mi facesse sparire hai fatto male i tuoi conti!!!’ e lei, dopo aver urlato, si avviò alla porta. Questa volta l’ex-blitzer si accorse che quella porta era diventata fuoco vero. Lo poté fare perché vide una fulminea luce azzurra mista all’arancione-giallo del fuoco.

‘NO!!!!! FERMA!!!!’ urlò, ma si dovette girare subito davanti a sé, se non voleva fare la fine dell’abbrustolito. Poi sentì un tonfo da dietro, come quello di qualcuno che cadeva di peso.

Stavolta Wakka si era davvero sbagliato.

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Capitolo 8
*** Cap.8: Misterious (Dangerous?) Power ***


Il custode della sfera di Kilika lanciò continue palle di fuoco, creando una pericolosa pioggia che cadeva per tutta la sala. Per quel gran caldo Wakka già soffriva, e con la presenza di quell’essere l’ambiente divenne davvero insopportabile. Di certo la sua palla chiodata non avrebbe mai funzionato contro il fuoco, perciò pensò che l’unico modo per batterlo fosse, com’era ovvio, l’acqua. Bravissimo, intelligente, ma dove la trovi in un posto simile??

Si girò ovunque per trovare un’idea, qualcosa che potesse fermarlo. Non era facile però farlo quando vieni continuamente attaccato da spirali di fuoco o veri e propri “getti” tipo lanciafiamme che partivano da una specie di bocca, che a malapena si scorgeva dalle fiamme. Guardò dappertutto, ma non aveva il coraggio di guardare dietro di sé. Sapeva bene che Noemi si era avvicinata troppo alla porta, che era diventata davvero di fuoco. Aveva troppa paura di vedere: dopo quel tonfo non aveva sentito più nulla. Forse perché quello che temeva era davvero accaduto, o forse il mostro lo opprimeva con i suoi attacchi ripetuti. Fatto sta che il custode era troppo forte e non avrebbe resistito ancora per molto.

Il mostro si fermò un momento e inspirò fortemente, fino a quando il suo “corpo” si gonfiò molto, pronto per lanciare un getto così potente che avrebbe ucciso l’ex-capitano, se restava fermo nelle sue paure. Wakka lo guardò, agitandosi, senza trovare una soluzione, indietreggiando e poi cadendo all’indietro con il sedere. Ma quanto si ingrandiva quell’ammasso di fiamme?? Il getto partì e fece diventare l’aula quasi un cerchio dell’Inferno. Wakka cercò di coprirsi mettendo le braccia davanti alla testa, in tutti i modi, confidando nei copribraccia che solitamente sono più utili nelle partite nell’acqua, più che nel bel mezzo nel fuoco.

Subito vide qualcosa davanti a sé, in piedi, nero e sfocato. Cosa si poteva vedere con quelle elevatissime temperature?? Sembrava comparso così, come uno schiocco di dita.

L’ex-capitano non riuscì a capire più niente durante il potente getto di fuoco. Istintivamente chiuse gli occhi e concentrò le sue forze sulle sue braccia più che mai. Anche se, sotto sotto, aveva davvero una grande paura. Grandissima. Riuscì a sentire qualcosa. Una parola. Paraidro

Poi il grande calore cessò di colpo. Aprì gli occhi. Era vivo e vegeto. Beh…anche piuttosto confuso.

‘Ma…cosa…!! Ooooh…’ Poi vide meglio. Si stupì. Ancora una volta. Era salvo. Grazie a lui.

‘Mi hai davvero stufato!! Tu e questo maledetto caldo!!’ disse Tidus mentre si proteggeva con la magia e la Fraternity insieme. Con quella parola aveva creato una sorta di barriera d’acqua che copriva sia lui che il compagno dietro.

‘Si!!! Adesso ci siamo!!!’ Wakka si svegliò dallo spavento e tutto sudato si alzò subito in piedi e mostrò di nuovo la sua palla. Già…originale come arma.

Tidus si girò dalla sua parte con faccia stupita. Si rese conto di cose assolutamente strane che o non ricordava per niente, o erano del tutto nuove. Quella spada era comparsa misteriosamente di nuovo, e faceva quelle strane magie. Come? Recitando formule a caso? Da dove saltavano fuori?? Quelle però avevano protetto Wakka, e ciò gli diede la forza di non pensare a qualche pericolo nascosto.

‘Allora!! Facciamolo secco!!’ disse a Wakka con uno sguardo sicuro e deciso, perfino sorridendo, come se quel affare in fiamme fosse un gioco da ragazzi. Infatti, quella strana energia sembrava scacciare qualsiasi paura. Quasi…

L’altro si fermò a guardarlo. Era stato investito dalle fiamme, e nonostante ciò era rimasto completamente indenne. Perfino i vestiti o il cappuccio bianco di dietro, che era la parte più esposta. Ma il mostro si preparò di nuovo all’attacco.

‘Distrailo di là’—e il biondo indicò la destra—…e io poi lo spengo!!!’.

‘Finalmente!! L’avevo detto io… anche se mi ha fatto preoccpare!!!’.

Il custode così seguì con lo sguardo l’ex-capitano che continuava a fargli le linguacce. Cavolo se è bravo!! Farebbe arrabbiare chiunque…. Ed ora… a me!! Ti farò sparire dalla faccia della terra!!

Quando il mostro fiammeggiante girò le spalle al compagno, questo si mosse a velocità mai vista, fino ad avvicinarsi a lui. Poi balbettò alcune parole strane indescrivibili con gli occhi chiusi e la mano destra a pugno sul petto, mentre con l’altra mano reggeva la spada magica. Poi aprì gli occhi e recitò ‘Blizzaga!!’

Improvvisamente così si crearono cristalli attorno al mostro che si avvicinarono sempre di più, ingrandendosi piano piano, fino ad unirsi tutte al centro, creando un enorme ammasso di ghiaccio che bloccò il mostro e in gran parte lo spense.

Wakka rimase a bocca aperta a vedere la scena. Il custode cadde a terra spegnendosi piano piano e senza dare più segni di vita. Dopo un po’ di tempo era possibile scorgere il suo corpo, simile a quello di un essere umano, simile più un “culturista” dalla pelle mulatta.

La spada intanto sparì di colpo davanti agli occhi di Tidus mentre vedeva il mostro caduto. Subito il fedele amico gli si avvicinò, dandogli una forte pacca sulla spalla sinistra. ‘Lo dicevo che avevi talento!! Sei forte con quelle tecniche magiche… per renderlo così di certo il tuo chakra deve essere potente!!’ e scoppiò a ridere a crepapelle. Ma si poteva davvero riderci sopra? Era la prima volta che Tidus sorrise di gusto, mentre vedeva quel “cadavere”. Era fiero di sé, certo, ma c’era sempre qualcosa che non quadrava. E’ stato così facile!!! Non ricordo di cose simili in vita mia… Quella formula magica… Non la ricordo nemmeno ora… Poi si guardò le mani. Davvero incredibile… questa cosa… fantastico… magnifico…!! Ma ci deve essere un qualche…fondamento… Era anche vero che consumava moltissime energie, che tuttavia aveva salvato ancora Wakka e la stessa ragazza in sé. Chissà se ora poteva fidarsi si lui… Le parole di Wakka su quella nave al tramonto gli riecheggiarono nella mente. Va bene tutto, ma perché dovrebbe avere questa magia? E “gratis” per giunta… Poteva comunque portare a pagare un prezzo molto rischioso, quello che Noemi temeva tantissimo e del quale aveva paura. Se doveva perdere la propria vita per questo?? Davvero lei sarebbe sparita un giorno a causa sua?? Sarebbe andata o no nell’Oltremondo, visto che non era propriamente di quel continente?? Che caos!!

Devo trovare le risposte… Subito!!! Prima che mi uccidi da solo!! Eppure…

‘Grande!!! Grande!! Grande!! Con te e Yuna sconfiggeremo Sin!!!’ continuò urlando Wakka, rimettendosi poi a ridere all’impazzata.

‘COSA?! Stai dando i numeri?? Io contro… quel coso?? No…no…no… Raggiungo Zanarkand e poi vi lascio…!!’ e passò dallo stupore a scetticismo.

L’altro stette a braccia conserte.

‘Tu… saresti un ottimo guardiano, sai?’

‘Dici…davvero?! Ma io non so…’ lui gli si avvicinò e gli sorrise.

‘Perché ti disperi, poi?? Lo dicevo io… Sai quanto ti invidio…!!’ Invidiare… me?? Eheheh..

Non volle tornare a quel discorso solito… così si ricordò di un piccolo dettaglio. Ehm… “piccolo”??

‘Ma la sfera di Kilika dov’è?? Insomma, dopo che il custode è fuori gioco…’ chiese lui girandosi attorno.

‘Già… accidenti, strano!! La tradizione dice che la sfera compare sempre dopo sconfitto il custode… possibile che non c’è??’ e  Wakka interrogò con occhi scettici Tidus, che innocentemente alzò le spalle e scosse la testa, come dire “Boh!”.

Si misero a cercare la sfera dappertutto e passarono quasi un’ora per analizzare ogni singolo spazio del Naos, e nei corridoi precedenti, dato che la “barriera” di fuoco era ormai sparita. Niente da fare.

‘NO!! Non è possibile!! Qualcuno deve averla rubata!! Deve averci anticipato!!’ esclamò Wakka, sedendosi a terra a gambe incrociate, disperato.

‘La vostra tradizione è un disastro!! Come fa allora questo “ladro” a sottrarre la sfera ad un custode di fuoco??’ ribatté l’altro, avviandosi verso la sala di ingresso del tempio.

‘Ah, sì?? E cosa diremo agli altri?? Che “l’abbiamo persa per strada”?? No…no…’.

‘No… gli diremo la verità. Qualcuno ci ha probabilmente anticipato. Perché sparare tali scuse?? Fanno così i guardiani?? Ancora non ho capito che tipi siete…!!’.

E’ vero, era la giusta cosa da fare. Ci mancava solo che, dopo tanta fatica, nemmeno l’ambito “premio” saltava fuori.  Miracoli ed assurdità sono all’ordine del giorno… se poi non troviamo la sfera da qui non ci muoviamo più…

‘Beh… di certo Lulu dirà la sua… E poi, scusa…’—guardando curiosamente le mani del compagno—‘…con questo caldo tu indossi i guanti???!!’

‘Eh?? In realtà non ricordo di averli mai messi…!’.

Il discorso finì lì: erano appena usciti dal Chiostro e l’unica ad essere lì presente era Lulu, che lanciava strane occhiate ai due. O era colpa dei suoi occhi rossi?

‘Ah…siete qui… Ma quanto ci avete messo?! E la ragazza dove è andata?? Gli altri vi aspettano fuori….’ Poi uscì, come presa dalla fretta. O dai suoi pensieri. Di nuovo. Come quando la Liki era stata attaccata. Ma chi è, suo fratello?? E lei? Sparita, ancora una volta. Che puzza di bruciato!

‘Lei ancora…non sa niente??’.

‘Così sembra… lei prima di convincersi di qualcosa deve vederlo di persona… a meno che non sia Yuna a dirglielo…’ gli rispose Wakka mentre uscivano. La “tipa in nero” si fida proprio di tutti, eh??

All’interno del tempio continuava a cantare uno strano inno, che sembrava sacro ed importante. Era strano però che sembrava davvero familiare a Tidus: Dove l’aveva già sentito?? Quelle note, quelle parole??

Finalmente respirarono fresco, usciti da quel tempio quasi rovente: una leggera brezza alleviò il calore accumulato. Era proprio…di fuoco!! Ma il “fuoco”, detto in un altro senso, si stava ancora avvicinando: quello della competizione.

Un gruppo di sei persone si avvicinò al duetto. Erano tutti vestiti allo stesso modo: portavano una sorta di “divisa” in violetto scuro, con due stelle gialle grosse al petto e con pantaloni larghi e gialli, con lunghissimi polsini dello stesso colore. Erano preceduti da un uomo alto, con i capelli rossi a caschetto e un piccolo codino addietro e portava la faccia del classico tipo vanitoso. Appena vide Wakka gli si fermò davanti, così come tutti gli altri dietro, come pecorelle, e dopo aver lanciato occhiatacce scettiche a Tidus, scoppiò a ridere a bocca spalancata. ‘AHAHAHAH!! Sei…pronto per un’altra bruciante sconfitta???!!’ sembrava essere il capo.

‘Bixen??Qui?! Tu… Sei venuto per pregare?!’ ribadì Wakka con lo stesso tono di sfida.

‘Noi…pregare?! Preghiamo sì… Ma per trovare finalmente delle squadre decenti…e non delle pappemolli come voi!!!’ Ma che antipatico!! Chi si crede di essere??!!

Poi quello riprese: ‘Qual è il vostro motto?? “Dare il meglio”?? Come l’anno scorso in cui siete arrivati sesti, cioè ultimi??’ gli altri che gli stavano addietro ripresero a ridere.

‘NO… il nostro nuovo obiettivo è vincere la Coppa!!!’ rispose deciso Wakka, ma le sue parole nascondevano a fatica l’insicurezza di esse stesse.

‘AHAHAHAH!!! Come no, ci vedremo a Luka!!!’—e iniziò ad allontanarsi—‘Buona fortuna…idioti!!!’.

Essi continuarono a ridere ed a farsi beffe di Wakka. Gli idioti sono loro, che sanno solo parlare!! Sbaglio, o quella che hanno detto è la città del…

‘Quella è una squadra di Blitzball… una degli avversari da battere… Si chiamano “Luka Goers” e l’anno scorso sono arrivati secondi…per fortuna!!! Sai quante arie che si sarebbero dati altrimenti!!!’ spiegò l’ex-capitano, con aria in parte arrabbiata ed in parte stufata del comportamento del loro capitano così arrogante. Quell’atteggiamento era quello che più imbestialiva l’amico di Wakka, come se gli ricordasse un rivale insopportabile. Ma certo! Ecco una prima scintilla. Una prima immagine. Era così che si comportava suo padre, Jecht. Non lo vedeva da tanto tempo…per fortuna. Che barba, però… le cose brutte si ricordano…

‘Ah...immagino… Ma se te l’ha detto significa che il torneo inizierà tra poco, o no?’.

‘Già… farò la mia ultima partita ufficiale proprio contro di loro…da capitano, ovviamente!!’.

‘Pensavo che avessi già lasciato tutto… quando inizieranno i giochi??’ chiese mentre si scrocchiava vivacemente le dita.

‘Quando arriveremo a Luka. Però non ricordo se lo stesso giorno o quello dopo…!’ poi Wakka tacque per pochi secondi prima di fare quella bella sua domandina.

‘Ehm… prenderai il mio posto?? Sai…quei tiri… mi ricordano tanto quel campione che si chiamava…’.

‘Ehi, ehi, ehi…frena!!! Ascolta…ehm…non lo so… Sono ancora così confuso… non sono nemmeno sicuro di quello che davvero succede…!’ si irrigidì come una statua di sale.

‘Ehm… ok, ok… ti sistemo io…’ Ti sistemo io???!!! Wakka fece davvero una faccia stupita: come mai doveva avere così tanta sicurezza se lanciava quei tiri?? Forse erano le tossine, si diceva, o forse gli era successo qualcosa in modo che perdesse ogni ricordo. Ma, forse, era troppo presto dare una risposta…

 

Yuna corse verso di loro assieme al suo guardiano Kimahri, sempre appiccicato a lei, con le solite mani conserte e bocca serrata. ‘L’avete trovata??! Ero…così in pensiero per voi… Cosa è successo??’ Ha ragione… siamo lì da stamattina…

‘Tranquilla…noi…ecco…’ Wakka non riusciva proprio a dirlo. Ho capito…”orgoglio dei guardiani”, eh?

‘Abbiamo battuto il custode, ma la sfera non c’era… abbiamo paura che qualcuno l’abbia presa senza sconfiggerlo prima…’ concluse il compagno, ancora rosso in faccia per il gran caldo. Sembrava, però, più stanco del solito.

‘Oh!! Chi avrebbe potuto?? La nave ripartirà stasera… le riparazioni sono terminate…!!’ fece preoccupata Yuna. Adesso ci tocca stare qui chissà quanto tempo…!! Che fortuna…

‘NO!!! Qualcuno vuole ostacolarci!!’—tuonò Lulu improvvisamente—‘Avevo visto che eravate tornati senza e mi sono informata!’—ah, ecco… a quanto pare non si fida per niente… sarebbe stato troppo strano se lei non facesse o dicesse niente!!!—‘Ieri alcuni predicatori nella notte avevano visto qualcuno che aveva osato correre nella sala e nella piazza di fronte… dirigendosi in fretta e furia verso il villaggio e poi non sa più niente…’.

‘E quello sarebbe il ladro?? Non ne siamo mica sicuri…’ disse Wakka, giustamente.

‘Io invece dico che quello si portava dietro la sfera… altrimenti perché mai avrebbe trasgredito una regola tale??’ Ah, siiiiii, certo…. Perché lo dice lei, allora deve essere legge!!! Sai che importanza quella regola…

‘Ma… sembra strano!!! Chi potrebbe essere così bravo e abile da sottrarre una sfera magica ad un sacro custode?? No… non è possibile!! Deve essere andata persa, o è da qualche parte…’ ribadì l’ex-capitano, anzi, quasi “ex”, visto che doveva giocare ancora la sua ultima partita.

‘Facciamo come dice Lulu… magari lo incontreremo, se non sarà così come dice lei, torneremo di nuovo qui a cercarla!!’ suggerì l’invocatrice. Se non riuscirò a tornare a casa mi fermerò in qualche città e lascerò questa banda di matti viaggiatori!!! Figurati se mi metto dietro a delle sfere…

 

Mancava circa un’ora al tramonto, cioè quando la nave sarebbe ripartita. Wakka diede man forte ai suoi compagni nel aggiustare le ultime cose: era incredibile come già dopo quasi ventiquattr’ore era già tutto a posto o quasi. Tutti lavoravano, tranne il portiere della squadra: dopo aver segato sei tavolette era già stremato. Lulu intanto leggeva quello strano libro segretamente, mentre Yuna era sempre circondata ed ammirata da folle di persone. Erano davvero convinti che lei sarebbe stata più determinata e forte del suo predecessore Braska. Ma sapeva benissimo che se mancava di già la sfera di fuoco, sarebbero diminuite di molto le probabilità di riuscita. Ma aveva una così grande fiducia che incantava bambini ed anziani. Il suo sorriso confortava anche gli animi più tristi, e i suoi occhi nascondevano sempre una grande speranza, la speranza di vedere di nuovo un continente felice, senza la minaccia di un essere orribile che spargeva sangue e morte. Aveva scelto la sua strada, lo sapeva benissimo, aveva pregi, glorie, ma anche enormi rischi, alcuni così tali da non poter essere evitati dai più fedeli guardiani. Un rischio era certissimo e purtroppo inevitabile: a volte ci pensava, a volte no. Ultimamente per niente. Forse perché qualcuno o qualcosa la distoglieva.

In quell’interminabile attesa Tidus contemplò il tramonto. Faceva di tutto per non pensare al totale vuoto su di sé che gli facevano solo venire mal di testa e basta. Si sentiva terribilmente stanco, tanto da appoggiarsi di peso su una specie di steccato in legno, vicino al molo dove Yuna salutava già la gente. Improvvisamente la testa gli girò vorticosamente e tutto divenne sempre meno nitido e più offuscato.

Tutto poi divenne altra cosa, sempre più confusa e strana, per divenire poi un enorme stadio illuminato, con un alto ingresso, pieno e strapieno di gente, che acclamava, gridava i campioni di quella città. Molti facevano lo strano segno di reverenza, pur senza trovarsi in un tempio o cosa, altri a saltare come matti, pazzi per loro e il loro nuovo capitano. Lui era lì, al centro, a firmare autografi a ripetizione, terminanti con una stella, e a sorridere alla gente, mentre si avviava verso lo stadio che veniva riempito lentamente d’acqua, fino ad esserne del tutto pieno. Dopo lo affiancarono altre cinque persone, fieri di lui, con pacche sulla spalla, i cosiddetti “cinque”, pugni come dire “ce la faremo!!” e simili.

Camminava sicuro verso quello stadio, e oltre la parete circolare e trasparente di esso si vedeva una folla immane di spettatori ovunque, che avevano diverse bandiere, slogan, in molti dei quali comparivano degli strani simboli, e tutto sotto gli occhi delle stelle, che erano così fitte, ma così fitte, che illuminavano il cielo.

Poi una voce… una voce che riecheggiava nella sua mente. Una voce che odiava, non sopportava mai, e che lo spingeva sempre a sbagliare. Una voce vanitosa, arrogante, ripetitiva. ‘Non riuscirai…mai….mai…mai…non…riuscirai…mai…’.

Lui si fermò a quella voce. Si arrabbiò a tal punto da coprirsi le orecchie. Da lanciare un grido. E piegarsi a metà, mentre quella voce continuava. Senza alcuna pietà.

‘AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!!’. E mezza gente si girò tutta da una parte.

‘Ehi…Sveglia!!!!’ disse una voce maschile.

‘Stai bene???!!’ disse un’altra, stavolta femminile e bassa.

Tidus aprì gli occhi e si alzò di soprassalto, sotto gli sguardi di Wakka e Lulu davanti a lui. L’uno era preoccupato, l’altra ormai sembrava non aver più dubbi e pensare: “Non solo è incompetente, ma è anche un perfetto pazzo”.

Lo vedevano girare la testa per riuscire a capire cos’era stato e cos’era successo. Si era seduto per terra senza accorgersene e si era ritrovato le mani sulle orecchie e la bocca aperta. I due lo guardavano scettici e fissi.

‘Ecco…io…ehm…eh eh’ disse Tidus tirando fuori il sorriso più simpatico che poteva, mettendosi una mano dietro il collo. Non sapeva proprio cosa dire o fare. Che figuraccia!! Si era messo a gridare come un bambino spaventato… Ma…cos’è stato? Un sogno?

Lulu tirò per il braccio Wakka allontanandolo e facendolo girare di 180 gradi in un colpo solo.

‘E così LUI dovrebbe venire con noi??!! Mi stai davvero facendo perdere la pazienza Wakka…!’.

‘Ehi, senti… È un tipo stravagante, lo so…. Ma ti giuro che ho visto cosa sa fare!!! Oggi…ha fatto un incantesimo senza l’uso della sfera di Macalania!!!’.

‘Cosa??!! Tu… mi fai cadere le braccia!!’ Lulu si crucciò, tanto da girargli le spalle in modo piuttosto seccante ed arrogante. Peccato che l’altro aveva detto la verità. Poi lei riprese. ‘Ne parliamo durante il viaggio!!!’.

La maga era davvero imbestialita per ciò che si era messo in testa l’ex-capitano, che si era fissato con quello che lei considerava un perfetto imbecille, che si impicciava nei loro fatti e che rallentava solo il “lavoro”. Ma quella è sempre stata così?? Arrabbiata, intrattabile, seccata… Sarà quello che vuole, a tutti capita di avere incubi… Anche se quello mi sembrava molto realistico…

Era intanto tutto pronto per la partenza. Luzzu e Gatta, assieme a quelli della Milizia, portarono uno strano cargo, tanto che riempiva l’intera stiva di cassoni e cassonetti piene di scritte “top secret”. Emanavano un forte puzzo quei cosi, e molte persone si guardavano chiedendosi del loro contenuto. Salirono anche i Besaid Aurochs e la squadra rivale dei Luka Goers. Poi salì Yuna con tutti i compagni.

‘Rotta a Luka, la capitale del Blitzball!!!’ gridò Wakka con grande felicità. Altro che guardiano!!! Quello pensa sempre a giocare!! E così tutti iniziarono a salutare Kilika.

‘Ehi Wakka!!! Da quanto tempo!! Ti sei allenato??’ gridò uno sulla nave, dietro di lui.

‘No…vieni davvero con noi??!!’—corse verso un tizio che aveva un occhio coperto ed era molto robusto; sembrava di salute giovane, nonostante i capelli e la barba bianchi e corti—‘Che piacere Vuroja!! Il grande capitano-vecchia guardia!!! Come sta la tua squadra??’ e lo abbracciò con gioia.

‘I Kilika Beasts?? Benone!! Ora sono sottocoperta a riposarsi…hanno lavorato tutto il giorno!!’.

‘E’ stato comunque un bell’allenamento in vista di domani!!‘.

‘Mi dispiace che sarà la tua ultima partita, amico mio…Sei davvero sicuro?? I pochi tifosi che rimangono degli Aurochs lo fanno solo per te…chiunque dopo tante sconfitte si sarebbe ritirato subito…Ma tu…hai continuato senza guardare in faccia ai feroci critici!!!’.

‘Beh…forse a Bixen!!’.

I due si misero a ridere come matti vicino la prua, mentre la nave si staccò dal molo in rotta verso nord e sarebbero arrivati lì a mezzogiorno.

Yuna pensava alla sfera mancata di Kilika. Era davvero necessario trovarla: si era fidata di Lulu perché la conosceva da almeno dieci anni o quasi, e spesso il suo intuito non sbagliava. Però era piuttosto inverosimile una cosa del genere, diceva tra sé, mentre contemplava le prime stelle nel cielo che comparivano. La prossima sfera si trovava a Djose, lontana parecchi kilometri. Di certo il Blitzball avrebbe confortato parecchio gli animi, dopo l’attacco di Sin.

Wakka ne era di certo entusiasta, mentre Tidus invece non sapeva cosa pensare. Quella specie di sogno-allucinazione da una parte gli aveva dato un po’ di sicurezza, dall’altra una così grande inquietudine per i misteri connessi e quegli strani sogni-ricordi. Di certo, quelli erano sicuramente suoi.

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Capitolo 9
*** Cap.9: Welcome To Luka ***


Il cielo era pieno zeppo di stelle e a Yuna facevano venire in mente molti ricordi d’infanzia, per esempio quando a Besaid si divertiva a rincorrere i chocobo che suo padre teneva per la Milizia. Oppure quando pregava per il ritorno della pace permanente senza Sin, obiettivo che proprio da quel momento si prefissò. Era immersa nei suoi pensieri fino a quando non sentì delle chiacchiere fastidiose. Wakka era circondato dai Luka Goers, che continuavano a criticare lui e la sua squadra, per non parlare del nuovo arrivato, soprannominato “l’idiota di Zanarkand”.

‘Ahahah!! Voi ancora qui?? Ma come?? Non dovevi tu proteggere l’invocatrice, anziché fare ancora l’allenatore-capitano degli ultimi della classe??’ sparlò Bixen, sempre con quella voce antipatica.

‘Questi sono…fatti miei!! E la squadra stavolta vincerà!!!’ ribatté Wakka battendo il piede destro con rabbia.

‘Ah, si?? Con un tizio che dice di venire da…Zanarkand??!!’ tutti si misero a ridere dopo la battuta del biondo a caschetto della squadra.

‘Ahahahah!! Bella questa Graav!!! Digli al tuo…amichetto che quella città non esiste più!! Ma da che mondo viene?! Oltre ad essere idiota è anche uno svitato!!’ riprese Bixen, ed un’altra risata fioccò allegramente.

‘Ahahah…e…avete visto come cavolo è vestito quello???’ fece Anbus, uno di colore, con i capelli nerissimi ed abbastanza lunghi da avere il codino. Già…pure lui…sembrava una vera e propria moda. Faceva il portiere.

‘E…ahah…ah…venuto dal mare, sperduto, e inserito subito nella squadra…!!’.

Yuna si chiedeva come cavolo avevano fatto quelli a sapere certe cose. Era però vero che quelli di Besaid erano dei pettegoli, ma davvero quaqquaraqua. Di certo se Tidus fosse stato lì, di certo li avrebbe pestati. Invece era andato sottocoperta con gli altri. Stanco e distrutto.

Quando però gli insulti esagerarono, Yuna non si contenne più. ‘AVETE FINITO??!! E’ comunque diventato un blitzer!! Il Blitzball serve per sollevare gli animi e gioire, non sparlare male della gente!!!’.

I tre uomini (Bixen, Anbus e Graav, davanti alle due ragazze difensori della squadra, Balgerda e Doram) ammutolirono di colpo. Era una regola fondamentale portare rispetto vero i sacri e rarissimi chakra, chiunque ne sia il portatore. Così dice il credo. Se poi quelli avessero saputo che il nuovo blitzer… Beh… ancora non sapevano proprio un tubo.

‘Oh…ci scusi…’ Cambiò tono Bixen e per la prima volta Wakka lo vide con un po’ più di contegno in faccia.

Quando essi se ne andarono, lui ringraziò l’invocatrice e le fece il segno di reverenza. ‘Oh…Wakka…non c’è bisogno che mi ringrazi… non si fa così!! Specialmente se non si conosce bene una persona!!! Io trovo orribili le persone che si comportano così….’  gli disse con voce soave.

‘Già…ma…hanno ragione sulla mia squadra…!’—con tono malinconico—‘…In tredici anni non ha mai vinto, e al massimo ci avvicinavamo ad un pareggio…’.

‘Non fare così…hai ancora la tua ultima occasione, no??’ e gli fece l’occhiolino.

‘Contro proprio loro…! Non avrò speranze… E io che da piccolo speravo di entrare a far parte di una squadra forte come i Zanarkand Abes…’.

‘Ma…sai, spesso ci vuole fortuna e talento naturale… E tu un grande talento caro ce l’hai!’—e gli si avvicinò prendendogli le mani, con lui che arrossì di colpo—‘…Nonostante le sconfitte, hai sempre mantenuto viva la speranza e non ti sei mai arreso!! E credimi… sei così anche come un guardiano! Ecco…perché…ti ho scelto….’ anche lei arrossì, ma non per timidezza, piuttosto per fierezza nei suoi confronti. Anche se talvolta aveva la testa nelle partite, lo ammirava per la sua eccellente determinazione. Era davvero unico in questa qualità. Peccato che non tutti i tifosi preferissero apprezzare questo che un po’ di vittorie in più…

La “bella” serata per Wakka  non era ancora finita.

‘WAKKA!!!‘ tuonò Lulu, con quel suo bel tono autoritario. Ehm…forse di più…

‘Oh…oh…’ già temeva una ramanzina-super-davvero-famosissima da parte di lei. Quando faceva così era davvero impossibile fuggire alle sue grinfie: quando si presentava l’occasione di far mettere giudizio a qualcuno, non la distoglieva nessuno. Il capitano quasi ex la vide al piano di sopra della nave, sotto la grande vela, però raccolta per mancanza di vento. La “Liki”, infatti, si muoveva con la sola forza motrice dei chocobo di sotto. Erano stati anche cambiati, perché di quelli precedenti alcuni erano annegati durante l’attacco, altri erano così impauriti che, appena era attraccata la nave, erano scappati via verso il bosco, inarrestabili. Lui cercò di camminare più lentamente che poteva, in modo da racimolare qualche secondino in più prima del “grande attacco”. Peccato che…sen’era accorta. Benissimo. Immediatamente.

‘WAKKA!! VIENI SUBITO QUI!!!’

L’asso (asso?) nella manica: cambiare discorso come al solito.

‘Accidenti!! Sono concentratissimo per la partita… Adesso quelli li strabatto!!!’ poi Wakka si girò verso la maga. Non si era spostata di una virgola.

‘VIENI QUI!! Subito!’ e con un indice mostrò l’ultimo gradino della breve scaletta di legno.

‘Va bene…sigh!!’.

Dopo poco tempo, Wakka si mise a guardare il cielo, con la schiena appoggiata all’albero maestro, mentre Lulu attaccava.

‘Tu…??!! Io…non ho parole su di te, davvero!! Prima dici di diventare guardiano e prendi dal mare non so che razza di tipo, e poi ti rimetti a giocare??!! Deciditi ora Wakka. Dimmi ORA cosa vuoi fare. Giocare o farti sostituire da quel tuo amico e fare sul serio il guardiano per Chappu!!’.

Wakka rimase zitto per diversi secondi. Era vero.

‘Senti…la prossima sarà la mia ultima partita, davvero!!!‘ e fece su e giù con la testa diversi cenni.

‘E…LASCERAI ragazzino lì con la squadra, VERO??’ il suo tono si faceva più minaccioso.

‘Io… ma…perché??’.

‘Come PERCHE’?? Ti sembra il caso di portarlo con noi?? E’ troppo giovane e…soprattutto rimbambito per i miei gusti… è troppo pericoloso per lui. E quella ragazza, poi, che compare e scompare…’ e posò il suo sguardo verso le stelle, pensosa.

‘La ragazza (che si chiama Noemi) e Tidus sono la stessa persona. Hanno un chakra, capito?? Come quello di Yuna, o quasi…!! Deve…ehm…devono venire con noi!!’.

Lulu si avvicinò a Wakka con uno sguardo che poteva incutere paura a chiunque. Almeno fino a quando non gli lanciò un forte schiaffo che gli lasciò delle belle cinque dita.

‘NON VOGLIO VEDERE NESSUNO DEI DUE CON NOI CHIARO?? E se gli succedessero qualcosa?? Colpa nostra!! APPENA SBARCHIAMO a Luka li saluti. Sei incredibile. Da quando in qua un chakra non evoca Eoni ma evoca…persone??’—e si mise la mano sulla fronte scuotendo la testa—‘Per giunta senza sfere…!! Cercatene un’altra Wakka…anzi non ti conviene, se vuoi continuare ad essere un guardiano! VOGLIO SAPERE cosa vorrai fare appena arriveremo, quindi…deciditi. O lasci tu e loro, o solo loro.’ detto questo, tornò sotto a poppa a fare chissà che cosa. Wakka non la guardò più. Si sedette lì stesso a gambe incrociate, sospirando e massaggiando la sua guancia. Non l’aveva mai vista così arrabbiata. Altro che partita!! La conosceva bene…quello che dice fa senza pensare. Stava dunque rischiando grosso. Anche il suo profondo rispetto verso il fratello minore.

 

Yuna guardava le stelle, appoggiata al bordo della prua della nave, assieme al fedele compagno Kimahri. Continuava a sospirare e a pensare alla prima difficoltà del viaggio. ‘Senza quella sfera…’—disse portandosi le mani al petto congiunte—‘…non riusciremo a sconfiggere Sin…’.

Il leone non le disse nulla. Alzò solo il braccio destro e la abbracciò, proteggendola dalla brezza fredda della notte e fornendole anche un calore di speranza.

‘Oh...Kimahri… Non posso dimenticare quello che sempre hai fatto per me sin da quando ero piccola… Sei il primo guardiano che ha voluto proteggermi…’ e lo abbracciò fortemente, come se fosse suo padre. Intanto Lulu scese le scale che portavano al piano di sotto, sentendo i discorsi dell’invocatrice. ‘Anche io non posso dimenticare i momenti passati vissuti…’ Che senso di nostalgia…

‘Tutti…quanti per colpa di Sin…’. La maga le si affiancò vicina.

‘L’ultima volta che vidi i miei genitori avevo solo cinque anni. Vivevo a Besaid… quando un giorno quel mostro maledetto attaccò il villaggio, schiacciando ogni cosa… mentre i miei genitori lavoravano…’.

‘Oh… terribile… Perché in questi anni non me l’hai mai detto??’ chiese Yuna con grande sorpresa e mestizia.

‘Perché…preferisco non pensarci… Ora penso solo di farlo sparire e basta…’.

‘Ti sei salvata! Ti ha aiutato qualcuno??’.

‘Era una delle poche volte che fui lontana dal villaggio… Quando tornai, trovai solo macerie dappertutto. Solo e soltanto macerie…’ e la “signora in nero” si mise a guardare l’orizzonte con occhi sbarrati, pieni di sofferenza. Nonostante fosse passato molto tempo, quei ricordi erano così forti che sembravano successi ieri.

‘Oh…mi dispiace… Allora ecco il perché di quel libro che porti…’.

‘Sì, è così… è un cimelio di famiglia. Da quel momento conobbi le magie oscure studiandolo per diversi anni…’.

 

Non furono però Wakka e Lulu  gli unici ad avere una serata non troppo tranquilla. La stanchezza della battaglia, della magia, aveva levato ogni forza a Noemi, che era caduta stremata a peso morto sul letto. E menomale che nessuno l’aveva vista. Continuava a girarsi a destra e a sinistra, a pancia in giù, in su… di certo non avrebbe mai potuto dormire con qualcuno affianco. Chissà quanti schiaffi, o gomitate gli avrebbe dato…

Stava pensando a quella magia di ghiaccio. Accidenti!! Come ricordava bene quello che il “ruba-posto” aveva fatto!! Proprio come se… avesse vissuto lei quei momenti. Poi, subito dopo, la luce si spense. E poi si trovò ancora in quello strano posto che aveva già sognato [cap. 3], e al centro c’era ancora quel bambino di sette anni. Cercava di tirare calci ad un pallone, dello stesso tipo che Wakka usò in spiaggia [cap. 3]. Peccato che, o cadeva per terra, o faceva più passaggi che tiri in avanti.

Ecco…la mia occasione…finalmente!!! Ora posso finalmente sapere e levarmi questo fastidio!!!

Quale fastidio?? Hai ragione… E’ proprio un fastidio…!’.

Noemi non lo sentì e si avvicinò decisa per trovare le dannate risposte che le servivano per tornare a casa. Non l’avrebbe fermata nessuno…forse. Magari…

‘TU!!’—e si inginocchiò davanti a lui per la bassa statura—‘Voglio sapere perché mi stai tormentando!!’.

Non le rispose. Continuava a provarci con quel pallone senza che un bel tiro venisse fuori. E ogni volta che la sua espressione insoddisfatta seguiva quella sfera di gomma che quasi quasi lo beffava, essa stessa  gli si compariva di nuovo davanti ai suoi piedi, nella stessa posizione ed angolatura.

Lei stava perdendo la pazienza. Per giunta essere ignorati come fantasmi!!

‘Allora!!! Perché!!! Perché succede??? Perché divento te?? Perché sei un bambino allora!!!???’ la sua rabbia crebbe, spinta dall’ansia per quelle risposte, ma sembrava che Tidus non sentisse. Forse non era lui, pensava: aveva pure i capelli castani. E quello che ricordava di quelle specie di “visioni” oniriche erano fatti così confusi che non era facile sapersi ricordare chi si vedeva e chi no.

Comparì poi dietro di lei un tizio alto che camminava a piedi nudi, con capelli castani sparati, lunghi fino alle spalle e mossi, a torso nudo e portava un enorme tatuaggio con sempre quel simbolo strano simile alla “T”. Non c’erano dubbi… era ancora quell’uomo [cap. 3]… che si ricordava a fatica. Buio tortale sul nome.

‘Ahahah…. Cosa vuoi fare?? Vuoi seguire le mie orme?? Lo sanno tutti che io sono IL migliore!! Sono il più grande di tutti i tempi!! Il leggendario corvo!! Non riesci a calciare un pallone?? Guarda qua allora…’ disse quello strano uomo a quel bambino con un carattere ed un modo di parlare che assomigliava tanto a Bixen.

Noemi si accorse di non esser vista da quel vanitoso. Cercò di parlare, o anche urlare più volte al bambino, a chiedergli perché, come… le risposte e soprattutto se c’erano rischi. Inutile.

Il bambino indietreggiò di qualche metro e si mise a guardare, come inerte, a quell’altro che iniziò a calciare il pallone, che poi rimbalzò contro un palo di fronte. Poi lo colpì di nuovo con la mano per due volte, dopo ciascun rimbalzo contro lo stesso palo, e dopo, all’ultimo, quando la sfera fu molto più in alto, l’uomo fece un salto e, girando vorticosamente (come riusciva a farlo non sapeva spiegarselo) calciò con la gamba sinistra. Quel tiro era così potente che la palla volò come un missile a pelo dell’acqua, lasciando scie che crearono piccole schiume. O…cavolo!!! Forse sarebbe arrivata verso una città tutta illuminata dai colori più disparati che si notavano in quella notte limpida e stellata. Sì, sembrava proprio…

Quella cascata d’acqua ad arco in fondo… L’ho già vista…

Mentre l’uomo rideva a crepapelle con le mani sulla vita, il bambino finalmente si girò di lato verso di lei.

‘Zanarkand… è lì… così vicina…così lontana…’.

‘Come?? Così lontana?? Ma se è lì…?’.

‘E’ lì? Siamo noi ad essere lontani…’.

‘Cosa?? Non capisco! Come siamo lontani?? Da quella città?? Ma se la vediamo??’.

Il bambino però non gli rispose più. Si era messo le mani nelle orecchie. Quelle risate sembravano lacerarlo, ucciderlo come veleno. Così tanto che iniziò ad urlare per almeno una decina di secondi.

 

Bianco. Puro e luminoso bianco. Luminoso come la luce del sole. Il sole c’era benissimo… semplicemente usciva da una finestra della stanza. E’…è finito??

Sì, il sogno è finito, carissima. Ma inizia una nuova, stressante giornata per te. Che bello…!

Si era alzata dal letto dando i pugni sul materasso con rabbia. No!! No!! E poi no!!! Quello non era un sogno e basta!!! Quello sembrava così…vero!!! Come se quel bambino volesse parlare con me tutte le volte che dormo… E’ impossibile che abbia tutte le volte cose del genere!!! Perché??? Vuole dirmi qualcosa?!

La rabbia era davvero difficile da tenere a freno. Ogni volta, infatti, diventava sempre più complicato sciogliere il nodo della questione. Forse aveva ragione Wakka: agire contro l’altra metà non avrebbe portato di certo le risposte. Ma se l’atteggiamento fosse diverso…

Così cercò di non pensarci più e si alzò di colpo dal letto che non era stato per niente comodo. Ma come cavolo l’hanno riparato questo letto?? Ohi ohi che mal di schiena…

Tutti i passeggeri della nave stavano già a prua. Tutti svegli, sotto un cielo completamente sereno, ma la temperatura era gradevole, grazie alla dolce e cullante brezza marina. Si vide davanti a nord un’enorme città, dalla quale partivano diversi palloncini, e si sentiva una forte voce da un megafono in lontananza.

Yuna agitava la mano destra, felice, mentre Wakka era al piano di sopra ad urlare diversi saluti.

Tutti “felici e contenti”, per non aver incrociato un certo incubo. Forse tranne i Besaid Aurochs, che erano più dentro che mai all’incubo delle figuracce. Più che “lottare per la vittoria” sembravano “lottare per non avere fifa”. Mai visti tizi così preoccupati… E… QUELLI dovrebbero vincere?? Oddio, a che razza di compito ho pensato…

Noemi si accostò a loro con aria serena, come se quella brezza la facesse sentire meglio. Menomale… quando si dice “una bella boccata d’ossigeno”… ‘Comunque, non vi siete ancora presentati…’ e si portò le mani dietro la schiena, sorridendo loro. La squadra così si presentò, felicissima come non mai (già credevano di essere diventati un pochino famosi). Era composta da un attaccante (l’altro era il capitano quasi ex), due difensori, un centrocampista ed un portiere. Erano in tutto sei giocatori. L’attaccante era un tipo alto e snello, rasato, con una fascia verde sulla fronte, di nome Datt, che si credeva un velocista di gran livello. Il centrocampista si chiamava Jash, un tipo di pelle piuttosto scura, con alcuni tatuaggi chiari sulle spalle a cerchio, e portava capelli molto chiari e cortissimi. I due difensori erano invece Botts e Letty, l’uno con i capelli rossicci raccolti a codino dietro, rasato di sotto e robusto, e l’altro sempre castano con dei baffi di media lunghezza castani e con le braccia quasi interamente segnate da tatuaggi più scuri. Vedo che i tatuaggi vi piacciono molto…

Ma la figura che davvero poteva rendere scettici, e soprattutto divertire da pazzi (la ragazza riuscì a fatica a trattenere una risata grossa come una casa), era il portiere, che più di dire che era grasso, era di più quasi obeso. Quella bella pancia non sapeva dove stare. Un uomaccio grosso che teneva divise di squadra su misura, con  capelli corti e castani, e si muoveva in modo goffo ed impacciato. E…mmmph... quello dovrebbe parare i tiri avversari?? NOOOO…

‘Questo è Keepa, il nostro portiere!!’ spiegò Jash, che sembrava il vice-capitano.

‘Ehhmm… saaaalveee…’ disse il portiere con un po’ di imbarazzo, e con voce che sembrava provenire dal fondo di qualche pozzo.

Tutti avevano una divisa simile a quella di Wakka: una fascia piuttosto spessa sulla vita gialla e verde, pantaloni di sopra blu e di sotto gialli. Piuttosto semplice, in confronto a quella dei Luka Goers.

‘E…tu chi saresti?? Ci conosci??!!’ chiese con stupore Datt.

Noemi inventò la prima scusa che aveva in mente. Doveva essere anche buona, perché sapeva che li avrebbe incontrati perfino negli spogliatoi, data la sua situazione. In fondo… lo avrebbe fatto solo per un amico, anche se questo aveva il vizio di portare guai…

‘Ecco…sono…ehm… la vostra… nuova bidella!!! Sì, mi hanno…ehm…assunto!!!’.

‘Una bidella??? NOI???’ fece Keepa.

‘Perché le altre squadre hanno bidelli???’ disse poi Botts.

‘Stiamo…stiamo diventando famosi!!!’ esclamò Letty, già a sogni aperti. Devo dire che questi ragazzi si montano facilmente la testa… Meglio farli…tornare sulla terra!!!

‘In realtà non ho visto molti tifosi incitarvi…’ precisò la ragazza, e la squadra subito si raggelò. A parte Jash: quello sembrava il più serio di tutti. Tutti gli altri si guardarono intorno con espressioni del perfetto “Ehm…”, altri abbassarono subito le spalle.

‘Ragaaaaazzi!!!’—arrivò il capitano—‘Questa è la grande capitale di Luka!!! Guardate!!!’.

Noemi e la squadra si affacciarono a prua e videro una città enorme, con edifici circolari mai visti: regnava il colore e la festa ovunque, e da quei grattacieli venivano lanciati ogni sorta di coriandoli e volantini. Tutta la gente gridava di gioia e il clima di festa aveva davvero contagiato tutti. Forse l’unico era Kimahri. La città aveva l’aspetto estremamente moderno e contorto… chissà allora lo stadio…

I volantini ricordavano il grande torneo di Blitzball: da ogni parte spuntavano bandiere, palloni, trombe… era da tanto tempo che l’orfana non vedeva una festa. Anche perché a Metropolis non ce n’era mai una vera e propria. Anzi… ‘Ma…che bello!! Cosa festeggiano??’.

‘Luka è in festa…pronta per il torneo!! Si svolgerà interamente qui!!’—rispose Wakka rivolgendosi poi ai ragazzi—‘Allora… Non respirate l’aria di gara e di fama!? La coppa sarà nostra!!!’.

La squadra lo guardò un po’ con paura e un po’ con felicità. Non si capiva nemmeno. Forse era più la prima.

Da lontano si vedeva un enorme edificio trasparente e circolare, simile a quello visto a Zanarkand.

‘Cos’è quello??’ chiese Noemi, anche se già la mezza idea ce l’aveva.

‘Quello?? E’ dove dobbiamo giocare!! Lo stadio più grande di Spira!! Fantastico!!’.

Cavolo che entusiasmo… Forse è troppo sicuro di sé… Già prevedo la figuraccia che questa squadra farà, visto che continua a blaterare della vittoria…e poi si ritrova a tremare come una foglia!!

La nave poco dopo attraccò e il molo era già strapieno di tifosi con bandiere e palloni in mano. Erano vecchi, bambini, donne e uomini, artigiani e sacerdoti. Questo sport deve essere davvero importante… Non ho mai visto una cosa simile…

La voce di un cronista, che parlava con un grosso megafono al molo, iniziava a preparare gli animi al torneo, presentando le squadre appena arrivate, una ad una.  ‘Ecco a voi i Kilika Beasts…. Dopo l’attacco di Sin, la squadra è diventata più forte ed ora aspira ad essere un ottimo candidato alla Coppa!!!’.

Wakka si avvicinò da dietro ed urlò al loro capitano. ‘Buona fortuna Vuroja!!!’.

Buona fortuna??? Veramente a noi servirebbe  fortuna… Anzi, un miracolo…

Poi arrivò il suo turno. ‘Ecco a voi i Besaid Aurochs!! La vergogna del torneo!! In tredici anni non hanno mai superato il primo turno!!! Non ci resta che augurare a loro un…buon ritorno!!!’.

“Casualmente” i pochi tifosi lì presenti per loro contennero di più l’entusiasmo. E’…incredibile!!! Non vedo dico, una bandiera della sua squadra!!! Ma… si nascondono???? Ed era vero: diciamo che erano gli unici a non portare bandiere o divise come gli altri, ma limitandosi solo alle trombette…

‘Ma tute le volte che c’è questo torneo c’è questo caos??’ chiese la ragazza.

‘Beh…ora più che mai!! Questo torneo è stato organizzato dalla città per il cinquantesimo anniversario di servizio del grande maestro Mika!!’ disse Yuna.

‘Ma…maestro???’.

‘Sì…una guida che, con il credo, aiuta il popolo…’.

‘Cavolo!!! Ma…non va in pensione? A quell’età…ehm…’.

Si tappò la bocca. Tutti, soprattutto Lulu, le lanciarono occhiatacce. Ok…era una battuta… b.a.t.t.u.t.a.

‘Ecco i Luuuuka… Gooooeeeersss…!!!! I nostri campioni sono arrivati secondi l’anno scorso ed ora sono caricatissimi a vincere!!! Incitiamoli, ragazzi, incitiamo i nostri campioni!!!’.

Tutti i tifosi sembravano impazziti. Si misero ad applaudire come matti e ad urlare quasi al delirio, soprattutto il nome di Bixen. E chi poteva essere?

Tutti erano sbarcati, e Wakka ribolliva di rabbia dietro alcuni cassoni. Nero in faccia, invidioso più che mai. Pensava che un giorno sarebbe stato lui il divo, dopo anni e anni di esperienza e di sconfitte…e pensare che il rivale era entrato solo da due anni nella squadra e già era diventato famoso. Continuava a firmare autografi qua e là, tanto che alcune ragazze si pestavano a vicenda.

Anche Noemi, a vedere il suo amico in quelle condizioni, veniva voglia di stappare il codino a quella specie di divo. Insomma, dopotutto, era stato lui ad aiutarla, a dargli fiducia, a rassicurare un’orfana che non aveva conosciuto altro che dolore e sofferenze. Non si era mai fidata di nessuno: lui era divenuto il suo primo, grande amico. Chissà se anche qualcun altro poteva diventarlo…

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Capitolo 10
*** Cap.10: Disappeared ***


La grande confusione lasciò subito spazio ad un’enorme folla di persone che si stava dirigendo verso la banchina adiacente.

‘Ma cosa succede??’ disse Noemi guardandosi qua e là.

‘C’è il maestro Mika!!! Andiamo a trovarlo!!!’ le rispose Yuna con grande ansia, quasi saltando.

Tutto il gruppo così seguì la folla di tifosi che correvano all’impazzata, fatta eccezione per gli anziani. Wakka invece non li seguì, raggiungendo la sua squadra e le altre, per prepararsi negli spogliatoi davanti ed affianco al campo.

‘EHI TU!!!!!??? DOVE VAI????’ urlò Wakka a Noemi, facendosi con la mano un megafono.

Ehm…ooopppssss… credo di aver dimenticato una cosina… Ma chi cavolo me lo fa fare!!!

‘Ehm… Wakka…io… non sono sicura che sia una buona idea!!!’.

‘Vieni con me… Ti spiego come si gioca, già che ci siamo…o se ne hai bisogno…! Vedi la partita…e poi sarai già pronta… Tanto sei bravissima ad usare il chakra…!!!’ Continuò lui per poi fare una risata a bocca aperta. Sembrava avere già la vittoria in tasca. Siiiiiiiiiiiiii, come nooo…Sono proprio brava, così brava, da avere tutte le notti gli incubi…Ma…

‘Ti sbagli di grosso!! Non rischio di certo per una stupida partita!!!’.

Così lui corse verso l’orfana e iniziò a parlare sottovoce. Di solito quando faceva così era perché si era messo nei guai, o meglio, era pronto a mettere gli altri in essi, come al solito.

Ehm… Ho detto a tutti che dopo di me ci sarà Tidus… lo sai che le ho descritte così bene le sue qualità che già alcuni fantasticano??’.

‘COOOSAAA!???’ e i pochi tifosi in “ritardo” la guardarono scettici, dopo un grido che preannunciava una perfetta previsione di guai o figuracce.

‘TU…TU…’—balbettò lei, alzando l’indice destro tremolante e a bocca aperta—‘TU… COS’HAI FATTO???’.

‘Ehm… Vieni dopo… Nello spogliatoio, ok? Ti…ehm… aspetto…!’ fece lui, per poi correre a velocità supersonica: o era in ritardo o era perché l’amica stava diventando una belva inferocita. Se non fosse stato per Yuna che la prese per mano.

‘Vieni…ti faccio vedere io chi è Mika…’ IO…LO AMMAZZO QUELLO…gliela darò io la giusta “qualità”!!!

 

La città vista da lontano sembrava davvero una vera e propria capitale, tanto che a Noemi faceva venire in mente la sua “cara” Metropolis. Anzi, le venivano in mente solo ricordi pessimi, come quelle viette, che erano la sua via di scampo per sfuggire ai creditori, o quel grande traffico e folle di gente stressata che non guardava in faccia a nessuno. Ogni volta che capitava rivederli, era sempre difficile uscirne. Ogni sorriso diventava tristezza, ogni tentativo di migliorarsi ricadeva in una autostima quasi inesistente, soprattutto per colpa del padre, che l’aveva lasciata da sola, senza soldi, senza un buon futuro.

‘Qualcosa che non va??’ chiese Yuna a lei, vedendola un po’ sovrappensiero.

‘No…è che…non amo molto le città grandi come questa…!’ e cercò di mostrarsi più spensierata, nonostante quei pensieri fossero più legati di qualsiasi colla. L’altra capì subito che, in realtà, quella risposta non era completamente esatta: se una città semplicemente non piace è strano che una ragazza perda di colpo la sua felicità. Ma non era nel suo carattere chiedere di più, piuttosto avrebbe aspettato la giusta occasione. Metropolis…d’altronde è la mia “casa”… solo a conoscerla, forse!. Ma…mi trovo così bene qui…dopo tutto non sono più sola! Però…questo non è il mio mondo, ed ho ancora paura… Dovrò forse tornare un giorno  dove io provengo davvero…se questo non è un sogno…

Alla banchina n°2 affianco era attraccata un’altra nave, un po’ più piccola della Liki. Tutti attendevano lo sbarco del grande Maestro, soprattutto perché aveva qualcuno di importante da presentare. Noemi faceva molta fatica a guardare, anche per via di quell’idiota che continua a muovere quella testa pelata!!! Stai fermo!!!

Dalla nave scese, preceduto da alcuni templari del credo (tutti vestiti rigorosamente allo stesso modo), un anziano dall’aspetto nobile e fiero, portava baffi e barba bianchi entrambi folti ma corti, con spesse sopracciglia dello stesso colore. Portava il classico abito tipico e solenne dei cardinali, compreso un piccolo cappello. Alzò poi lentamente le braccia al cielo, come per accogliere un intero popolo. Era proprio quello Mika.

‘Salve a tutti… Popolo di Spira… Vi ringrazio di essere tutti qui presenti per celebrare il mio cinquantesimo anno di servizio come guida di questa gente meravigliosa… Auguro a tutti un felice torneo ed un prossimo Bonacciale…’ Bo…Bonacciale??? Cos’è questa novità???

Tutti fecero un segno di riverenza insieme [cap.4], accompagnato da un profondo inchino. Invece la ragazza non fece in tempo a togliersi qualche dubbio, che subito scese un'altra persona dall’aspetto imponente ed importante. Portava un completo unico viola, dalle maniche lunghe e larghe, con alcune strisce bianche in basso. Il vestito era retto sulla vita con una fascia verde, che si apriva davanti a “fiocco”, e si apriva sulla sommità del petto, mostrando due tatuaggi, uno a destra ed uno a sinistra, raffiguranti due draghi simmetrici tra loro neri. Quello che di più stupiva erano i suoi strani capelli raccolti come lunghissime code di cavallo, che vincevano la forza di gravità. Erano azzurri e portati all’insù, su entrambi i lati della sua testa, che gli arrivavano fin oltre le ginocchia. Dalla fronte spuntava un lungo ciuffo a “zig zag”, ed erano agghiaccianti i suoi occhi di color lilla chiari. Per non parlare poi delle sue strane mani: quella di sinistra era normale, mentre quella di destra aveva unghie robuste e lunghe più centimetri del normale.

Quello si inginocchiò prima davanti a Mika, e poi davanti alla folla. Tutti risposero con un’altra classica riverenza. ‘Il mio nome è Seymour Guado. Sono il figlio di Jyscal Guado, e sono stato designato dal saggio Maestro Mika come suo successore dopo il suo servizio. Il mio compito è quello di unire le stirpi dei Guado e degli Umani.’ Ah… allora è vero che sta per andare in pensione…

‘Grande popolo… Il vostro prossimo Maestro di Yevon è un abilissimo mago, grazie alla Gemma delle Quattro Arti Proibite, che ha un potere sufficientemente grande da proteggere voi tutti… Sia lodato Yevon!!!’ continuò il maestro Mika, e tutti si misero ad applaudire incessantemente.

Già quel “Seymour” stava antipatico a Noemi. Chissà perché le ricordava tanto suo padre?? Quello sguardo, che sembrava non conoscere pietà, che non ha saputo insegnare a lei come vivere in una comunità o avere degli amici… che l’aveva condannata a dieci anni di solitudine e tristezza, tra ruberie e corse sfrenate per qualche pezzo di pane. Quei pensieri le davano davvero sui nervi. Forse di più del chakra spuntato all’improvviso. Ma cosa l’aveva costretta ad accettare quella sua infelice infanzia?

 

Mancava circa un’ora e mezza alla partita, e c’era ancora il tempo per fare un giro in città. Ogni due per tre l’invocatrice veniva circondata da folle di persone, che Noemi notò ogni volta diverse. Alcuni sembravano umani, altri sembravano leoni tipo Kimahri, altri ancora portavano occhialini continuamente, che tanto ricordavano qualcuno già incontrato. C’erano diverse stirpi, diverse “persone”, insomma una comunità che congiungeva moltissimi popoli diversi, mai visti a Metropolis. Ancora…il pensiero di quella città era come dire “inferno”. E’ vero che quella città era diversa, ma la ragazza riusciva a trovare anche le più piccole somiglianze e collegamenti, come chi, quando è di cattiva luna, pensa sempre in peggio. Quelle vie…quegli enormi palazzi…ed io che ho buttato se non più di nove della mia infanzia… In una città che non offriva niente, squallida e stressata… E tutto… per colpa di mio padre…lui…lui…se potessi riderlo!!! Io…io…gli…

Yuna approfittava dei pochi momenti in cui era libera dalla sua stessa fama per confortarla, che ad occhio nudo si vedeva molto bene che era turbata… e non per il Blitzball…

‘Allora… Com’è Zanarkand? E’ enorme? Come questa??’ e cercò ovviamente di distrarla. O era anche un suo interesse…

‘Eh…oh…quella città??’. Ed intanto continuarono a passeggiare vicino alla baia, accanto al mare cristallino. Una bella immagine da cartolina.

‘Sì… vorrei sapere com’è... Ci sei stata, vero??’.

‘Sì… ma tu…mi credi?? Credi a quello che cerco di dire??’ Noemi la guardò non poco stupita.

‘Certo!! Quella città esiste!! Se l’hai vista tu!!’.

La ragazza si guardò intorno. Era circondata di palazzine circolari dalle forme più strane e strade strapiene di gente. Altro che macchine e smog di Metropolis… e quella città, dall’arco acquatico, con quelle aurore luminose e quelle infinite nebulose, ritornava davanti agli occhi dell’immaginazione.

‘Beh… Era..era…enorme!! Più grande di questa!! Sotto le stelle… piena di ogni colore, ogni luce… Una città piena di vita, attiva, che conosceva solo la felicità. Era tutto…come dire…incantevole…magico… incredibile!’ ed alzò gli occhi al cielo, come se stesse già lì. Ci era stata poco là, ma era come se le avesse lasciato il segno. Forse semplicemente perché era l’esatto opposto della sua prigione infantile.

Dopo la sua descrizione Yuna iniziò a pensare. Aveva l’impressione che, tutte le volte che Noemi, e specialmente Tidus parlava di quella città, era come se sentisse delle cose familiari, già sentite, da qualche parte, molto tempo fa, chissà da chi… Un intuito azzardava che il chakra della ragazza aveva a che vedere con tutto. ‘Io…vorrei andare in quella città…’ rispose, forse con un po’ di imbarazzo.

‘Già…se sapessi come fare!’ di certo non sarei ancora qui…

‘Forse Tidus saprebbe come fare…’.

Noemi la guardò così male che lei arrossì di colpo, quasi mordendosi la lingua.

‘Oh…andiamo allo stadio… La partita di Wakka sta per cominciare!!!’ disse infine l’invocatrice, trasformando la sua timidezza in esaltazione per il suo amico-guardiano.

‘ODDIO!!!’ esclamò l’altra. Sbaglio, o doveva andare negli spogliatoi con lui? Non sapeva nemmeno le regole di base!!! E nemmeno le importava. Era comunque un piccolo favore, pensò. Tutti la videro correre come una dannata verso lo stadio salutando al volo, mentre gli altri continuarono il loro giro con più tranquillità, qualcuno ridendo per la banalità della scena. In fondo, i guardiani dovevano essere bravi anche a portare sollievo nelle situazioni difficili. Chissà se nei panni di una guardiana…

Perfetto… ora??? Accidenti!! La mia idea era solo un…esperimento!!! Adesso che ha messo in giro la voce… Forse se scredito tutto quello che ha detto, forse…

 

Wakka era già negli spogliatoi con i Besaid Aurochs. Quella mattina si sarebbe svolta la primissima gara del torneo, prima di continuare il pellegrinaggio diretto verso nord. Tutta la squadra era tesissima, soprattutto in attesa della rivale da affrontare. Ma il sorteggio… beh, anche quella poteva essere un’ “avversaria”…

‘Spero solo che non ci siano ancora i Luka Goers da battere!! L’anno scorso ci hanno massacrato!!’ disse Keepa speranzoso. Aveva appena finito la sua colazione: un panino alla marmellata, un po’ di patatine fritte e due belle frittelle al cioccolato.

Quando si sentirono dei passi venire dal corridoio d’ingresso, tutti tacquero. Wakka entrò e si mise al centro della stanza. Lo spogliatoio era moderatamente grande, con una fila di armadietti color verde di plastica sulla destra, una lavagna piccola rettangolare in fondo, vicino ad un angolo, con, sul fondo, una larga bandiera di stoffa con lo stemma della squadra. C’erano anche diverse foto sul muro di sinistra, che ritraevano scene disparate di giocatori che non sembravano proprio loro, né di aspetto, né soprattutto nella tecnica. Il capitano quasi ex li aveva messi apposta per far crescere l’impegno dei suoi, spinti dall’invidia di quelle incredibili e storiche scene. Ma tutto quello che ottenne fu solo l’effetto opposto, ovvero un grosso scoraggiamento. Allora perché erano rimasti appesi?? Forse la sua eccessiva speranza e voglia di fare lo accecavano un po’. Ma era proprio quella che lo faceva sorridere, con la solita sicurezza che portava ogni anno in quelle mura. Forse sprecata…

‘Ragazzi… giocheremo contro i Luka Goers!!!’.

Le speranze di tutti si trasformarono in sguardi persi e vuoti.

‘Perché quelle facce?? Avanti, ragazzi… Ce la faremo!! Gliela faremo vedere a quei vanitosi!!!’ continuò il capitano quasi ex, con i pugni delle mani sulla vita.

‘Ma…l’ultima volta avevano vinto 3 a 0!!! Non eravamo riusciti a tirare neanche una volta!’ spiegò Datt.

‘Non vi preoccupate… vedrete che ce la faremo. Adesso vado e torno…restate qui!’ e Wakka uscì, lasciando i giocatori così ammutoliti, che lo spogliatoio sembrava vuoto. Ecco come un sorteggio può diventare “nemico”, dunque…

Il problema ora era serio o quasi. Dove si era cacciata Noemi?? Era terribilmente in ritardo: mancava solo mezz’ora alla partita. Gli spalti erano già strapieni e gremiti. Non poté far altro che aspettarla all’ingresso dello stadio: un’enorme sala aperta all’esterno, circolare, che portava ai due spogliatoi tramite delle scale ai lati della reception ben abbellita. Erano ormai tutti pronti, e Wakka sembrava esser l’unico a girare avanti indietro. E quel odioso “tic-tac” continuava a scattare.

La ragazza stava correndo come una disperata, per giunta non sapendo neppure dov’era l’ingresso degli spogliatoi, e in giro non trovò nessuno. Così fece letteralmente il giro dell’oca, ed una volta che i dadi tirarono fuori il numero giusto, Wakka la trovò bordeaux in faccia con la lingua di fuori.

‘Dove accidenti sei stata?! Vieni, che ti spiego le regole!! Muoviti!!!’. Sì, sì, certo!! Io mi devo sempre muovere…!

 

Quando ella entrò nello spogliatoio sembrava fosse morto qualcuno. Che facce… ma cosa è successo??? Poverini…che pena!!!

‘Prima di affrontare i Luka Goers, ripassiamo un po’ di regole…’ iniziò il compagno, l’unico entusiasta. Ah, ora capisco!!!

‘Dunque… Il torneo è composto da due parti, una a punti e l’altra ad eliminazione diretta. Chi passa il primo turno, avanzerà con il successivo. Semplice, no?’.

‘Certo…non l’abbiamo mai passato il primo turno…!!’ disse ben serio il mulatto Jash. Già…semplice a dirsi…eh?

‘Fidatevi! Poi, al torneo Yevon…’—sempre quel…dio ovunque?? Anche nello sport???—‘…partecipano in tutto sei squadre: noi, i Luka Goers, i Kilika Beasts, i Ronso Fang, i Guado Glories e gli Albhed Psyches, quelli che hanno vinto lo scorso anno!’ Quell’aggettivo non mi è nuovo… non era quella ragazza della nave??? [cap.2].

Poi Wakka fece una sorta di resoconto, mentre tutti stavano seduti sulle panchine a vederlo e a non vederlo, già accecati dalla nube delle figuracce e delle schiappe. ‘Allora… prima di tutto dobbiamo giocare contro tutte le squadre. Se si vince si prendono tre punti, se si pareggia uno solo, se si perde, nessuno. Chi, nella classifica finale, arriva tra i primi quattro va avanti.’.

‘Beh…Il problema sono forse le regole…’ fece la ragazza-bidella quando tutti la guardarono malissimo. Cosa dire quando ben dodici occhi ti guardano dicendoti da quale caspita di posto vieni??

‘Ecco…io…’.

‘E’ stata intossicata…. Assieme al nostro nuovo compagno… non si ricorda più nulla…. Adesso le rispiego le regole!!’ Fiuuuuu… Per una volta Wakka fa una cosa giusta…

Tutti si guardarono in faccia squadrati. Come faceva quella a non sapere lo sport più famoso di Spira, seguito da chiunque?? Pure i bambini più piccoli sapevano giocarci… C’era anche chi sapeva ogni singolo nome di tutti i giocatori, e chi si appassionava di più anche al gossip.

‘Allora…ci sono in campo cinque giocatori più il portiere. Si gioca all’interno di uno stadio leggermente ellittico completamente sommerso, dove ai due poli esterni ci sono due porte, quelle delle rispettive squadre…’.

‘Come??? E quanto dura una partita??!!’ chiese Noemi mentre gli altri divennero da scettici a stupiti davvero.

‘Una partita si divide in due tempi da quindici minuti ciascuno. C’è poi un intervallo di circa mezz’ora.’.

‘COME??? Ma non affogate, scusa?? Come fate a stare in acqua???’.

Stavolta non solo la squadra era ammutolita, ma lo era anche Wakka. Non sapeva più cosa pensare a quello che girava per la testa pervertita di quella ragazza. Figuriamoci Tidus, che sembrava ancora più strano… Era davvero stata una buona idea??

‘Ehm…perché è acqua, no?? Perché dovresti affogare?? L’acqua contiene ossigeno, quello che in fondo respiriamo!’.

‘Ma noi non abbiamo le branchie!!!’.

Ma cosa sta blaterando???’ disse poi Botts a Datt sottovoce. Questo rise coprendosi le labbra, malamente. Sì, si, bravo, ridi!!! Voglio vedere te al posto mio, super-campione!!!!

Wakka, imbarazzato, cambiò abilmente discorso. Il tempo stava scadendo.

‘Vabbè… passiamo alle regole fondamentali. La palla che si usa è questa’—e indica la stessa palla bianca e blu che Noemi e Tidus avevano visto chissà quante volte in giro [cap.3]—‘…e la squadra che vince è quella che riesce a segnare di più nella porta avversaria. Si possono fare i tiri con i piedi e le mani, i passaggi con le mani soltanto, e si possono dribblare gli avversari che ti ostacolano schivandoli…’.

Poi Wakka continuò velocemente: era chiaro che una prova pratica fosse il miglior sistema per imparare.

‘…oppure lanciando al tuo compagno un passaggio così potante da superarlo con la forza del pallone. Sono ammessi tiri speciali come rovesciate e Sferatiri, tiri ad effetto… e le sostituzioni vanno fatte solo a fine del primo tempo. Lo schema da seguire è lo stesso per tutte le squadre: 2-1-2 e il portiere dietro. Due attaccanti, un centrocampista centrale e due difensori. Tutto chiaro??’. Chiarissimo…a parole!

Sarebbe stata dura a chiunque capire determinate tattiche e movimenti a soli parole, per giunta per pochi minuti. Sarebbe stato molto più efficace vedere una partita effettiva. Sono certissima che la partita la perderanno, ma almeno servirà a capire cosa questo Blitzball sia… Giocare poi sott’acqua senza nemmeno una mascherina!! Quella non può essere “acqua” come ha detto! Però… una volta avevo respirato acqua… ma dovevo stare davvero male, molto male!!

Noemi guardava in basso senza aver scampo. Wakka non aveva ancora considerato il difficile problema del chakra…. Diciamo che si sprigionava quasi quando voleva e non di certo quando lei diceva “Abra, Kadabra…Alakazam” oppure “Bim Bum Bam…”, o robe simili…. E come faceva ad essere così sicuro che Tidus avrebbe collaborato??

 

Interessanti, quelle foto. Davvero. In una era raffigurata una ragazza con i capelli castani, lunghi e lisci, fluttuanti nell’acqua di quello stadio, con un particolare paio di occhialini addosso. Un’Albhed?? Quella l’aveva già vista. Si…era in quella gigantesca immagine dello stadio di Zanarkand! Era una di quei leggendari giocatori. Poi, mai notata prima, un’altra foto. Sembrava diversa dalle altre. Era un poco più grande e leggermente sbiadita. Rappresentava un giocatore ripreso di spalle, intento in un tiro spettacolare, a distanza. Portava i capelli mediamente lunghi e castani, ed un colore chiariccio dalla vita al collo. “Dark Crow”, c’era scritto sotto. Una scritta che sembrava più una vera e propria firma.

‘Noemi…!! Vieni!! Non c’è più tempo…! Recati sugli spalti!! Ti ho tenuto un posto riservato!!’.

Era Wakka. ‘Oh…ehm…sì, arrivo… grazie per il posto…!!’ e lo sentì recarsi con la squadra allo stadio, tramite il corridoio di prima. In realtà voleva chiedergli se fossero davvero gli Zanarkand Abes, quelli. Un momento… ma se ha delle foto su loro… perché non dovrebbe conoscere…

Brutto, acido presentimento. La ragazza si voltò subito di nuovo verso le foto. Muro. Solo muro bianco e ruvido, reso leggermente scuro dalla sua ombra. La foto sbiadita era scomparsa. Sparita. Svanita. Volatilizzata. Lei si prese un colpo. Tutte le altre foto erano una ad una al loro posto. Pessimo presentimento. Se l’era sognato??

Non ebbe il coraggio di chiedersi nulla al riguardo, anche perché aveva capito che farsi domande era inutile. Non poteva più dire che quello era tutto un sogno. O era pazza, oppure era un effetto del chakra. Era come se le comunicasse qualcosa. Poi si fermò a guardare uno stranissimo strumento. Era una specie di palo, che terminava con un affare che sembrava una telecamera o cosa. Di certo aveva una lente, dal quale usciva una piccola luce verde che splendeva continuamente, come i luccichii del mare. Cosa cavolo è?? Non ho mai visto nulla di simile…non ditemi che me lo sto immaginando…

 

Wakka era più sicuro che mai. Era in fondo la sua partita della vita. La sua ultima partita da capitano. Non si aspettava un granché, certo, non poteva pretendere altro, ma un suo goal pesante contro Bixen glielo voleva fare. Voleva fargli cadere le braccia, semplicemente. Per una volta…l’unica.

Il pubblico era in visibilio, peccato che almeno il novanta percento di loro o di più erano tifosi degli avversari… Era tutto pronto per la partita: lo stadio era già stracolmo di acqua…mancava solo il via.

 

Yuna, Lulu e Kimahri erano ancora nei pressi dello stadio: la fama della prima era così diffusa che anche loro erano in “ritardo”. La seconda era già stufa di fermarsi tutte le sante volte, continuando a mettersi la mano in faccia o sbuffare senza essere sentita, mentre il terzo li seguì impassibile, senza fiatare e mantenendo le solite braccia conserte.

Yuna passò davanti a due individui, che sembravano Albhed, con i classici occhialini e gli abiti semplici neri e molto aderenti. Erano distesi sul muretto e la guardavano in modo sinistro.

‘A' mae m'ehjulydnela!!’ disse l’uno all’altro [E’ lei l’invocatrice].

L’altro alzò la testa lentamente, come se stesse pensando. Fu lì che Lulu notò le loro strane facce, senza troppa attenzione.

‘Tuppeysu nevanenmu??’ [Dobbiamo riferirlo??].

Ma l’attenzione della poca gente rimasta era in tutt’altra direzione. Due grossi Ronso, ovvero quella specie di individui simili a “leoni bipidi” si avvicinarono con aria di sfida e superiorità a Kimahri, il quale passò dallo sguardo serio già per conto suo a quello davvero arrabbiato. Erano due alti tizi, molto robusti: uno aveva la pelle grigia, ricoperta sulle spalle e sulla testa da folto pelo giallo (era lontano dal biondo) e sulla testa aveva un lungo corno appuntito, che a Kimahri mancava, come se il suo fosse stato “tagliato”, che diceva di chiamarsi Brian, e l’altro era meno alto, con la pelle più scura e il pelo castano. Anche lui aveva un corno ben più lungo del guardiano. Forse tutti i Ronso maschi ce l’avevano… Quell’altro si chiamava Yenke.

Doveva essere una questione davvero seria (come dire… “da leoni”…), per vedere Kimahri girare le spalle all’invocatrice ed allontanarsi un poco.

‘Ah ah ah!! Tu…qui??’ disse Yenke. Poi, silenzio.

‘Tu…perché non parlare?? Perso lingua??’ continuò Brian, che sembrava conoscerlo non troppo poco. I due si misero a ridere. E sembravano più dei ruggiti…

‘Come non parli tu con tuoi amici Ronso?? Noi insegnato te a combattere!! E tu ringrazi così??’ alzò la voce Brian.

‘Ahahahah!! Povero Kimahri… Tu non capace di agire…e parlare…ahahah!!!’.

Dopo che Yenke finì la frase con arroganza, Kimahri gli lanciò un potente destro da farlo cadere a terra.

Lulu vide la situazione e accorse subito, fermando una prossima rissa.

‘Smettetela!! Vi sembra il caso di litigare?? In un momento di festa??’.

Kimahri a gran fatica riuscì a non perdere la calma, ribollendo di rabbia, soprattutto dopo che i due Ronso se ne andarono, l’uno ridendo di superbia e l’altro toccandosi la guancia (era guancia quella??) dolente. Quando si calmarono le acque, Lulu si girò addietro e non riuscì a trovare Yuna da nessuna parte. Si girò a destra e a sinistra: sembrava sparita. Eppure quasi tutta Luka, visitatori compresi, erano a vedere la partita.

‘Kimahri!! Yuna è sparita!!!’.

Appena l’altro sentì quelle parole dimenticò tutto e si misero a cercarla insieme. Non c’era niente da fare.

Si erano spinti fino allo stadio, dove incrociarono Noemi, mentre si recava alle tribune, gioendo per non vedere la partita in piedi. Lulu?? Quel leone?? Perché corrono??

‘TU!!! Presto!!!’ gridò Lulu. Non l’ho mai vista così preoccupata e disperata…come fa a correre con quella specie di gonna lunga che porta???

‘Che…che succede?? Perché correte?? Dov’è Yuna??? Non era con voi?’.

‘E’…è sparita… Non la troviamo da nessuna parte…’.

‘Cosa??? Ma non siete mica voi i guardiani?? Sbaglio o questo è…’.

‘Smettila!! Piuttosto…’ tagliò corto la maga, cercando di pensare ad una soluzione. Certo…. Prima questa mi crede come una nullafacente che si mette solo in mezzo, poi guarda in modo strano Tidus come se fosse un rimbambito chiunque, e poi lei, che dovrebbe essere la madre sovrana della situazione, che sa tutto, cosa fare e cosa non fare, pretende pure aiuti disperati… Se non fosse per Yuna non la aiuterei di certo!!!

‘Bè…di certo mia la colpa non è!!!’ fece Noemi con grande enfasi.

‘Erano Albhed quelli che la guardavano…stavano già studiando…’.

‘Albhed?? Quelli con gli occhiali?? Che c’entrano??’ chiese l’altra, con crescente preoccupazione.

‘Ho paura…che loro l’abbiano rapita…’ Ra….rapita??

Noemi non ci credeva per niente. Fatto sta che Yuna davvero era scomparsa. Come quella foto.

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Capitolo 11
*** Cap.11: Between Game and Danger ***


Noemi, Lulu e Kimahri corsero subito all’ingresso dello stadio per avvisare Wakka e fargli lasciar perdere la partita: era comunque prima un guardiano che un giocatore di Blitzball. E’ vero, era la sua ultima partita, e di certo non voleva assolutamente (o quasi) fallire. In fondo, la testardaggine e la sua ferrea volontà, nonostante tutte quelle sconfitte, avevano permesso ai Besaid Aurochs di avere ancora qualche tifoso.

Chissà se gli altri sanno che Wakka è anche il guardiano della loro nuova speranza??

Noemi aveva la lingua di fuori, e faceva quasi spavento a guardarla. Ma lì non c’era proprio nessuno: perfino quelli della reception erano andati a vedere la partita sugli spalti.

‘Fantastico!!!’—disse Lulu mettendosi la mano destra sulla fronte—‘E adesso cosa facciamo???’.

Poi, improvvisamente videro alcuni schermi appesi al soffitto, che trasmettevano la partita sotto la voce di un vivace commentatore. Si vedeva Wakka in possesso palla, mentre veniva attaccato davvero duramente da tre avversari dei Luka Goers, con Bixen da lontano, che rideva a crepapelle. Quei contrasti erano davvero forti, tanto che ad un certo punto il capitano quasi ex perse i sensi, per un colpo sullo stomaco da parte del giocatore Anbus.

‘Ehi!! Ma…avete visto come giocano sporco quelli???’ esclamò Noemi. E io, per giunta con il chakra, dovrei fare un gioco simile??? Sognatevelo!!!

‘Quella squadra è stata sempre dura e sleale… Wakka ci è abituato…! Basta ora!!! Dobbiamo trovare Yuna!!’ Per una volta la “signorona” ha ragione…

Mentre il capitano quasi ex era a “corpo morto” nell’acqua dello stadio sommerso, si sentì un forte rumore, simile proprio a quello di una nave in partenza. Un brivido scosse Lulu e la ragazza, mentre Kimahri, quasi senza pensare, subito corse in direzione della sorgente del suono, prima di tutti.

‘EHI!!! Aspettatemi!!!’ urlò Noemi, vedendo la maga e il leone già distanti metri, in direzione della banchina n°4 affianco allo stadio. I tre corsero per alcuni minuti, fino a quando non videro un’enorme nave che all’arrivo a Luka non c’era. Questa nave però… L’ho già vista!!! E’ così simile a quella di quella ragazza Albhed…

Era enorme: lunga almeno quaranta metri e larga molto meno; la prua coperta e la poppa no, tanto da avere grande spazio, forse per carichi pesanti. Era l’unica imbarcazione tra tutte le altre di quel porto a non possedere le vele. Forse l’unica a motore. Bene… allora è vero che certi macchinari si usano ancora!!!

Videro imbarcarsi alcuni tizi Albhed, alti, con i soliti occhialini indossati e tutti biondi, che improvvisamente urlavano a squarciagola, l’uno all’altro.

‘Bnacdu!!! Cuhu ynnejyde!!!!’ disse uno, dando spintoni a quello che stava salendo.

‘Lymsyde!!!! L'è lucì dyhdu pecukhu te cbehkana?? Dyhdu e bundeane Albhed cuhu keà ynnejyde!!!’

‘Ma….cosa…’ Lulu si girò e improvvisamente alcuni robottini avanzarono camminando verso di loro, muniti di una lancia corta ed arrugginita. Sembravano fatti proprio per trattare “bene” gli ospiti.

‘Oddio!!! Cosa…cosa vogliono questi???’ esclamò Noemi, iniziando a sentirsi decisamente agitata.

‘Presto!! Stanno scappando!!’ Lulu la prese per un braccio, tanto che per poco stava per cadere per terra, mentre Kimahri teneva a bada quei strani aggeggi con la sua lunga ed lancia affidata.

La nave si stava già staccando quando le due, con breve esitazione (beh..dipende da chi!) si catapultarono sul bordo esterno della poppa, riuscendo a salire. Davanti all’ingresso della prua coperta c’erano due Albhed, uno dalla pelle scura con i capelli castani più chiari e l’altro con la pelle più chiara, portando i capelli biondi in modo tale che gli occhialini li potevano separare a metà, e spuntare da entrambe le parti laterali, come due specie di “corna”. Quando Noemi li vide cercò di parlare con loro, pensando che fossero gli stessi tizi che avevano visto per la prima volta Tidus [cap.2]. Si… Forse loro sanno cosa…

‘Cosa…cosa fai?!’ le urlò quasi Lulu, non riuscendo a fermarla. La ragazza si avvicinò lentamente e parlò nella maniera più chiara che poteva, per farsi comprendere.

‘I o   s o n o   N o e m i… M i   c o n o s c e   u n a   v o s t r a   c o m p a g n a   c h i a m a t a   R i k k u…!! V i   r i c o r d a t e   d i   m e?? C o s a   è   s u c c e s s o   a l l a   v o s t r a   n a v e?? A v e t e   r a p i t o   v o i   Y u n a??’ aiutandosi, certo, con i gesti più disparati.

Quelli si guardarono a vicenda per diversi secondi e si dissero qualcosa a bassa voce. Ah!! Sono stata brava!! Forse mi hanno capito!!!

‘Cuhu munu e kiynteyhe??’ fece quello con i capelli divisi.

‘Cì, cuhu munu.... Xiacdy nykywwy cy dnubba luca... vymmy viune di, Berrik!!’.

Si… Ce l’ho fatta!! Allora loro capiscono… Neanche Noemi finì di pensare che venne colpita da una specie di arma simile ad una pistola sul fianco sinistro. Lei dondolò per alcuni secondi, indietreggiano piano fino a cadere a terra, iniziando a perdere molto sangue.

‘NO…NOEMI!!!’ urlò la maga nera, ricordandosi per la prima volta il suo nome e correndo verso di lei, accasciata a terra, con la mano destra tremante sulla profonda ferita. La pallottola le era rimasta conficcata. Respirava in modo asfissiante, e a vederla in quello stato, a pancia in su, mentre girava qua e là la testa con occhi vuoti, e lanciava gridi di dolore ogni tanto (esso, infatti accresceva il dolore), prese subito il suo libro centenario da una tasca nascosta, e iniziò a girare come una matta le pagine. Voleva trovare una magia curativa, ma dimenticava che non aveva la sfera magica necessaria in suo possesso. Erano tutte nelle mani di Yuna, che forse non era nemmeno su quella nave. Chi lo poteva sapere? Lulu…tu… perché l’hanno fatto?? Perché… Lo stanno facendo?? Non credevo di…fare una fine…simile…

 

Quello di pelle scura gridò mentre vedeva la ragazza terribilmente agonizzante, impallidendo piano piano. L’agitazione di Lulu impediva di trovare la pagina giusta.

‘Lreysy e Bundeane, bnacdu!!! Xiammy è...ihy syky!!!’.

L’altro aprì l’ingresso della prua coperta, dalla quale uscirono tanti robottini simili a quelli contro cui stava combattendo Kimahri sulla terraferma. Erano davvero tantissimi, e uno di loro si avvicinò a grande velocità (eppure era un robot!!) a Lulu, che con grande destrezza riuscì ad evitare la lunga punta metallica di quell’aggeggio. Ma mentre ne schivava uno, altri la attaccarono, ed alcuni le restarono impigliati sul suo lungo vestito nero.

‘Cosa fate??? Perché avete sparato ad una ragazza disarmata che voleva solo parlare con voi??? Perché avete rapito Yuna, EH??? ALLORA???!!’ gridò lei, mentre faceva sempre più fatica contro quei robot, fino a rimanere quasi immobilizzata, con il librone a terra aperto a metà, e la copertina rivolta verso l’alto.

L’altra iniziò a non sentirsi più. Più che altro era come se qualcuno le stesse dando una sorta di scarica elettrica, nonostante un metà fianco “bucato”. Quando si girò a sinistra, ad occhi semichiusi, vedendo il libro della salvezza a terra e Lulu che stava ormai cedendo all’attacco di quegli affari, chiuse le mani a pugno, ed iniziò a vedere tutto in modo strano e confuso. Contemporaneamente, sentiva un misto di caldo e freddo che dalla parte destra del collo si diffuse poi dalla testa fino alle gambe e le mani. Era un brivido, era adrenalina, era qualcosa che voleva esplodere, qualcosa che diminuiva il dolore, qualcosa che faceva paura… ai due Albhed che la videro.

‘Ki...kiynty!!! Xiammy nykywwy!!! Lra luc'è???’ chiese quello di pelle chiara.

‘Xiammy....xiammy ry ih chakra!!! Y..yppeysu cpykmeydu!!! Sy ymmuny...lre yppeysu nybedu??’ gli chiese il compagno, girandosi verso la prua.

Lulu cadde a terra, in balia dei “robot-Portieri”, e per poco riuscì a notare una strana e debole luce blu alla sua destra, mentre la ragazza strizzava gli occhi ed iniziò a tossire, restando completamente immobile, mantenendo solo, tremanti, i pugni chiusi. Aveva ormai perso molto sangue e le sue forze erano agli estremi.

‘Bnacdu, Berrik!! Lreysy m'uhtydy te necanjy!! Ca icy em chakra ceysu vuddide!! A' mae m'ehjulydnela!!!’ urlò quello dalla pelle più scura, facendo entrare altri robot, che sembravano nuovi di zecca. Dovevano forse essere gli ultimi, se dalla prua non si sentivano più altri suoni meccanici.

Lulu venne ferita in molte parti, specialmente sulle gambe, e il suo vestito era ormai stracolmo di quei cosi, che sembravano programmati per attaccare solo coloro che ancora erano in buone condizioni. I colpi inflittele furono molti, ma gli Albhed si avvicinarono alla ragazza, con l’intenzione di rapirla.

Quando la loro distanza si ridusse a pochi metri, la ragazza avvolta dal chakra si alzò lentamente barcollando con la testa che guardava fissa in basso. Dalla sua espressione sembrava non essere cosciente. I tizi videro davanti ai loro occhi comparire una spada blu cristallizzata nella sua mano destra, lunga almeno un metro e mezzo.

‘Hu...huh è buccepema!!!’ esclamò quello più chiaro, indietreggiando piano piano, mentre Lulu stava per essere colpita da uno di quei robot appena arrivati, più grande di quelli precedenti.

Senza che nessuno si accorse di nulla, dopo aver alzato lentamente la testa e fulminato con gli occhi i rapitori, la ragazza si mosse a velocità istantanea verso quel robot. Mentre corse, si notò per alcuni istanti quella luce blu più intensa spostarsi come un fulmine, una vera e propria scia luminosa nell’aria, fino a quando l’attacco di quell’aggeggio non venne bloccato al contatto di quella spada d’acqua, che fuse i suoi circuiti fino a cadere a terra, vibrando come una perfetta macchina in tilt. Era stato lui a proteggerla, proprio quello che Lulu chiamava “rimbambito”.

La maga si alzò con enorme difficoltà, per via di tutte quelle ferite alle gambe. Non ringraziò nessuno: il suo pensiero era solo concentrato sull’invocatrice. Così corse dentro la prua (la porta era aperta), dopo aver ripreso il suo libro al volo, alla ricerca di Yuna, a tutti i costi.

Gli Albhed se ne accorsero e tentarono di fermarla, cambiando l’obiettivo ai robot con un modo tutto loro. Appena essi si avvicinarono alla soglia della porta, videro comparire davanti a loro quasi dal nulla Tidus, che rivolse a pochi centimetri di distanza la spada, ben retta. Si era mosso così velocemente che parte dei robot che lo stavano per aggredire caddero in acqua. ‘Dove credete di andare?? Se non le capite con le buone… le capirete con le cattive!!!’ ridendo. Da dove aveva trovato tanta sicurezza, e soprattutto, tanta energia??

 

Lulu girò in lungo e in largo alla ricerca di Yuna. La trovò chiusa in una sorta di segreta, e grazie ad un semplice incantesimo del libro, senza l’uso di alcune sfere, la liberò. Da fuori si sentivano continui rumori di elettricità e casini vari.

‘Cosa succede?? Grazie a Yevon che sei qui!!’ disse l’invocatrice abbracciandola con tutto l’affetto possibile.

‘Non…crederai a quello che ho visto…’  fece l’altra, quasi sconvolta. Per una volta…aveva sbagliato il suo ferreo giudizio.

‘Gli Albhed volevano…’.

‘Yuna!!’—la interruppe Lulu, riprendendosi subito—‘Dobbiamo scappare da qui. Se ci allontaniamo da Luka…’.

‘Già…non possiamo usare le macchine… Sin ci troverebbe…!! Non usano qui vele o chocobo…!!’.

Lulu la guidò attraverso i fitti cunicoli e corridoi di quella strana prua: quei due Albhed, assieme forse ad un altro erano l’unico equipaggio. E questo era davvero mooolto, molto strano.

I robottini-Portieri erano quasi tutti andati in tilt. Tidus li schivava, uno dopo l’altro, colpendoli a due per tre con quella lunga spada. L’acqua li arrugginiva, li bloccava, e i due Albhed erano fermi, pietrificati a vederlo. Perché erano così stupiti?? Quella spada, quel ragazzo…ricordava a loro qualcosa??

'A' mie....huh le cuhu ymdna cbeakyweuhe!!!!' disse quello di pelle scura, immobile.

‘Cly...clybbeysu!!!’.

Tidus si guardò attorno: i robot erano tutti distrutti, alcuni fumanti, altri che non riuscivano più a muoversi, andando in cortocircuito. Stupito di quello che da solo era riuscito a fare. E’…è finita?? E’…è stato così facile!! Non è possibile!! Come ho fatto?? Pensando e osservando attorno l’ammasso di ferraglia distrutta iniziò a ridere, forse per un misto di meraviglia e di autostima. Autostima?? Ma non era il problema principale della ragazza lui?? Perché?? Guardò stupito prima le sue mani inguantate e poi la spada che era saltata all’improvviso, rimanendo perplesso. Questo…questo potere…non sarà mica pericoloso… Non ci sarà un prezzo?? Perché…fa stare…così bene…

I due Albhed si tuffarono in acqua, senza essere visti da Tidus, mentre Lulu e Yuna uscirono di nuovo all’aria aperta. La nave era già lontana da Luka. La maga si bloccò quando vide l’enorme pila di aggeggi: era la prima volta che dalla sua faccia si poteva notare lo scetticismo di una che aveva sempre avuto le idee ben chiare. Yuna, invece, quando lo vide, subito sorrise e corse verso di lui con enorme felicità. E quando Tidus le rivolse lo sguardo sereno (già, sereno!) lei si fermò di colpo. Come se quegli occhi stupissero allo stesso tempo.

Yuna lo osservò e subito lo abbracciò fortemente ma…come dire… anche delicatamente.

‘Mi…mi avete salvato!!! Ho davvero dei guardiani così premurosi….grazie!!!’ Gu…guardiani??? Ha…ha detto al plurale?? Certo…c’è quel leone… Oddio…ma cosa fa??

A quell’abbraccio di ringraziamento (anche se sembrava più forte del solito) Tidus arrossì di colpo, facendo scivolare la Fraternity dalla mano, poi venne raccolta da Lulu, stranamente zitta.

‘Io…io non…’ perfettamente bloccato e rossissimo.

Yuna si staccò e lo fissò negli occhi. Gli fece un altro sorriso, prima che notò l’improvvisa faccia strana di Lulu, che stava osservando il manico della spada. Era come se avesse visto qualcosa di scandaloso.

Ne..nessuno mi aveva mai abbracciato in questo modo…!! O forse non lo ricordo…

‘C’è qualcosa che non va??’ chiese Yuna con estrema gentilezza.

L’altra era più che perplessa. Forse preoccupata. ‘Guarda qui!!’.

Lei le si accostò ed osservò quel manico e rimase anche lei un po’ sconcertata, anche se sembrava aver già intuito qualcosa.

Tidus, tornando dai suoi pensieri alla realtà si accorse che i due tizi erano scappati. ‘Se ne sono andati…. Io volevo sapere semplicemente dov’era andata a finire quella ragazza che mi aveva aiutato…!’.

Dobbiamo fare attenzione….’ continuò Lulu a Yuna, sempre a bassa voce.

‘Ehi??? Parlo con voi!!! Che state facendo??’.

Intanto che Yuna rispose, la spada svanì nelle mani di Lulu, senza che questa quasi se ne accorgesse.

‘Conosci quegli uomini?’ chiese l’invocatrice, mentre l’altra tirò fuori il suo libro, intenta a trovare un incantesimo di teletrasporto.

‘No…ma una di loro mi aveva aiutato… poi è arrivato Sin e adesso vorrei sapere dov’era andata a finire la nave. Pensavo che fosse questa…era così simile…’ le rispose Tidus, che a Yuna sembrò molto più pimpante.

‘Ahhhh…vedo che sei molto frizzante!! Lo sai che sei meglio sorridente che…’ qui Yuna si girò di spalle, non sapendo più che cosa dire. Chissà perché… Forse perché Lulu le aveva chiesto con un gesto la sfera dell’aria di Besaid per l’incantesimo.

‘Ehm…ecco…io…non lo so!!! Ora sto bene…’ disse Tidus, che si guardò poi sul fianco sinistro: la ferita non c’era più. Era letteralmente sparita. Co…cosa??—pensava, toccandosi da tutte le parti quel fianco—la…la ferita…!!!

Lulu completò l’incantesimo:”Transfert!!!!” e lanciò la sfera arancione sopra si sé, che si illuminò, e la sua luce accecò i tre, trasportati sulla banchina dove c’era ancora Kimahri.

 

Il primo tempo stava scadendo, e Wakka era incredibilmente riuscito a segnare. Era stato molto fortunato. Il loro portiere aveva avuto dei giramenti di testa improvvisi e la palla era entrata. Bixen gli lanciò un’occhiata così furibonda che sicuramente sarebbe finito allo “spiedo”, nonostante l’acqua dello stadio tutt’attorno. Mai, fino in quel momento, la squadra di Luka Goers si erano divertiti a prendere in giro i Besaid, deconcentrandosi quanto basta. Quando il gioco ripartì, il capitano ordinò alla squadra di attaccare senza pietà, tanto da far vivere alla squadra di Wakka i cinque minuti più infernali che avevano mai avuto negli ultimi cinque anni. Subirono, uno dopo l’altro, due goal del capitano, sufficienti per scoraggiarli e farli smettere quasi di giocare, fino al fischiare del primo tempo. I tifosi dei Luka erano in visibilio: c’erano addirittura dei bambini che pretendevano che i genitori comprassero loro la parrucca rossa del capitano. ‘Diventa il grande-mitico Bixen!!!’ urlavano i venditori, mentre facevano davvero quattrini di Guil [è la moneta in vigore].

Tra loro, fisso e immobile, c’era un’altra persona, vestita di rosso, che portava il braccio destro legato e tenuto sul petto (come quelli che hanno un braccio ingessato), in piedi tra gli spettatori situati nei gradini più alti. Aveva lo sguardo deciso e severo, come se aspettasse qualcosa, o soprattutto qualcuno. Portava alla sua mano sinistra uno strano oggetto rosso brillante, che rese scettici alcuni tifosi che lo videro da dietro.

 

Kimahri aveva già sistemato i robottini, quando vide i tre arrivare dopo che una forte luce arancione comparì alla sua sinistra.

‘Kimahri!!!’—disse Yuna, correndo verso il suo fidatissimo guardiano Ronso—‘Sto bene…sto bene… Lulu mi ha liberato e Tidus mi ha protetto!!!’.

A quelle parole Lulu rimase stranamente zittissima, così come il leone, mentre il biondo arrossì di nuovo e si girò dietro forse per modestia, o semplicemente perché un po’ si vergognava. Che strane idee gli passavano per la testa!!!

I tre camminarono poi verso lo stadio, quando sentirono e videro dagli schermi in alto appesi sul soffitto che il primo tempo della partita era finito, e subito stava per ricominciare di nuovo. Gli Aurochs erano sotto di due goal. Devo dire che non mi sarei mai aspettato un goal dai Besaid…forse stanno facendo miglioramenti!! Povero Wakka… Starà bene???

Yuna guardò Tidus pensoso ed anche un po’ preoccupato. Ma stavolta, non sembrava così per via della sua identità, come se l’aspettava. Era cambiato qualcosa.

‘Perché non vai negli spogliatoi con loro?? Sono sicura che ti staranno aspettando’ gli disse.

Io?? Lì, a giocare?? Non sarebbe male!! Anche se… qualcosa sembra non piacermi per niente…! Ma di sicuro quel maledetto capitano così altezzoso merita subito una dura lezione!

Tidus annuì e corse agli spogliatoi.  Vide l’intera squadra riunita a cerchio, tutti preoccupati per il capitano. Era disteso sulla panchina a pancia in su, tramortito e con alcuni lividi ben visibili, con il tempo di recupero ormai quasi scaduto. Quando però la squadra vide il nuovo arrivato, subito in loro si riaccese la speranza, ripensando al tiro che avevano visto [cap.3], mantenendo comunque alta l’attenzione sul capitano infortunato.

‘Wa…Wakka?! Va tutto…bene?? Ho visto cosa hanno fatto…’ gli disse Tidus sedendosi vicino.

‘No…’—si alzò lentamente—‘sto bene…non preocc…’ quando cercò di alzarsi gli girò così tanto la testa che il suo compagno dovette reggerlo un poco, per evitare che cadesse in avanti.

‘Io…io…’ –disse Wakka, guardando i compagni—‘ho deciso di ritirarmi… Ho raggiunto il mio massimo: il mio nuovo dovere sarà quello di essere un nobile guardiano…!’

Dal modo in cui parlava, sembrava proprio un discorso calcolato, tipo quelli che vengono usati in casi di “emergenza”. Quello era decisamente uno di quei casi. Poi si girò verso Tidus che lo guardò ad occhi quasi incrociati, e gli mise entrambe le mani sulle sue spalle, spingendosi un po’ in avanti.

‘Lui…’—alla squadra—‘…prenderà il mio posto. Ha un grande talento, e sono sicuro che riuscirà ad essere all’altezza di questo compito!’.

I compagni, alcuni un po’ rattristati per il suo addio annunciato, altri che lo ringraziavano per il suo continuo sostegno nonostante le sconfitte, si misero poi ad incitare per nome il nuovo capitano, che sarebbe entrato subito nel secondo tempo. Certo, dopo alcuni aiuti da parte del loro ex. In poco tempo però, già fremevano nel dare un soprannome al neo-cannoniere. Nonononononono…a…aspettate!!! Beh…in fondo…

Tidus però non aveva il coraggio di frenare le loro speranze: erano sembravano così carichi. Avevano davvero enorme fiducia verso di lui. Forse perché non ce la potevano avere verso nessun’altro! La notizia si sparse davvero velocemente, tanto che il suo nome già riecheggiava tra i ben pochi tifosi, riconoscendolo meglio come “imbecille di Zanarkand”, come lo aveva definito il già divo Bixen. Sembrava che quella città fosse conosciuta da tutti, e soprattutto continuavano a chiedersi come fosse possibile che vivesse ancora qualcuno addirittura da quelle rovine desolate.

Il diretto interessato, invece, non sapeva proprio a che pensare. Quel chakra dava una strana sicurezza, ma ancora troppi misteri ne erano legati. Il suo obiettivo era quello di saperne di più. Ma non doveva chiederle a lui stesso (non riusciva a ricordare proprio nulla), ma a quegli strani presentimenti, sensazioni e quella mistica confusione, così, di botto. Forse l’altra sua parte poteva aiutarlo a fare una cosa del genere.

 

Tutto era pronto: si ripartiva da punteggio 2 a 1. Yuna e il guardiano fidato erano a vedere la partita al bar lì vicino, mentre Lulu era rimasta nello spogliatoio con Wakka. Questo aveva scritto alla lavagna una piccola dedica:

A ricordo dei miei giorni più belli…. Wakka, capitano dei Besaid Aurochs’.

‘Devo ammettere che hai dato l’anima fino all’ultimo…’ gli disse la maga, aiutandolo a stare in piedi davanti allo schermo che trasmetteva la partita. Il guardiano la guardò con occhi socchiusi dalla stanchezza e poi voltò lentamente lo sguardo verso lo schermo.

‘Chappu…avrebbe fatto lo stesso??’.

‘Si…per questa volta sei stato alla sua altezza…’ e Lulu gli sorrise, come mai aveva saputo fare prima. In fondo, quella partita Wakka l’aveva dedicata (assieme al goal) al proprio fratello.

I tifosi erano davvero impazienti, e tra loro, quello vestito di rosso era tutt’altro che entusiasta. All’improvviso si girò verso destra, come se aveva percepito qualcosa di brutto, davvero brutto. Si mise a correre fuori dagli spalti, sicuro della sua sensazione. Sicurissimo.  Incredibilmente deciso.

Uao!! E’ incredibile…quanta gente!! Riesco a respirare già l’aria accesa del match!… Oddio…come si diceva?? Ah, si… prima regola importante è segnare in porta. Menomale che mi hanno messo in attacco, così basta tirare… Mah!! Ma che dico?? Io voglio vincere!! Solo vincere!! La farò vedere a tutte queste pappemolli e a degli sbruffoni che meritano quello che meritano!!! Gli farò vedere io come si fa!!!

Lo stadio, la palla e la tensione, sembravano davvero familiari per Tidus. Era come se sapesse già quello che doveva fare, come doveva muoversi. Era…sesto senso?? Impossibile…era la prima volta che partecipava ad una partita. Per lo meno per Noemi, quello era sicuro. Ma…

La squadra iniziò ad attaccare a manetta, e già la competizione arrivò a livelli altissimi. Gli Aurochs già si appoggiarono al nuovo capitano, che si adattò alla partita, al gioco, come se già sapesse tutto dal fatto suo. Anzi, era quasi un gioco da ragazzi dribblare gli avversari come birilli. Il pubblico e il cronista rimasero stupiti da quello che faceva. Bixen allora si arrabbiò e lo attaccò, dandogli una forte gomitata sullo stomaco, facendogli perdere la palla. E l’arbitro non aveva neanche fischiato. A…ahia… Giochi sporco?? Ti darò una bella lezione pensava Tidus, toccandosi la parte colpita. Una barriera di tre giocatori bloccò Graav, il centrocampista di Luka. Così lui si lanciò contro la porta avversaria, girandosi pronto per fare una rovesciata. La palla venne centrata e il portiere non riuscì a parare la cannonata. Tutto così, uno, due e tre. E il tabellino che cambia le sue storiche statistiche. I tifosi rimasero ammutoliti, eccetto quelli degli Aurochs, che tornarono a sognare, per una volta. Il risultato finì sul 2 a 2 e Bixen lanciò occhiatacce demoniache all’altro capitano, mentre veniva incitato ed abbracciato dai suoi compagni impazziti, che lo stavano quasi soffocando. Ho…ho segnato!! E’ successo…davvero?? Mi chiedo come io… Era da….tanto tempo che non mi sentivo così!

Wakka lo vide dallo schermo e saltò quasi in aria come una bomba. Dov’era andata a finire la sua stanchezza?? Si era messo ad abbracciare Lulu, cosa mai fatta dai tempi in cui si conoscevano. Il bello è che poi, dopo una smorfia di lei, lui si ritrasse imbarazzato.

Il tempo che già il nome di Tidus riecheggiava che subito si avvertì un’enorme scossone di terremoto che fece vibrare spalti, pubblico e la massa d’acqua che circondava lo stadio. Le persone che erano già uscite, gridando ed urlando: era il caos. Co…cos’è stato???

 

‘Sono arrivati…’ disse, con voce lenta e soffusa, quel tizio sinistro dalla giacca rossa, fuori alla banchina, con una lunga spada da una parte, e un rosso rubino scintillante dall’altra, sorridendo pronto per la nuova minaccia.

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Capitolo 12
*** Cap.12: The Sudden Attack ***


Lo scossone era stato davvero fortissimo, e perfino da dentro lo stadio si potevano sentire voci, grida, urla a più non posso, le quali comprendevano però strani versi, che sembravano proprio quelli di….

‘MOOOSTRI!!!! Sono qui!!!! Sono arrivati!!!!!’ urlò il cronista, che lasciò subito il “posto di comando”, mentre Tidus guardava attorno gli spalti, confuso, tra il pareggio inaspettato, il chakra rigenerante e il terrore che si era diffuso così rapidamente.

Cavolo…faccio così paura??? A parte gli scherzi… che sta succedendo? Subito vanno via tutti di corsa!! E’ finito tutto così velocemente…proprio sul bello!!!

I suoi compagni si erano già volatilizzati e lui era così impegnato a vedersi addosso come dire “chi sono-che diavolo ho fatto-che mito” che non si accorse di cosa stava per accadergli. Si guardò continuamente attorno, nonostante le frange bionde laterali gli andassero a finire quasi sempre negli occhi.

 

Wakka e Lulu uscirono dallo spogliatoio sbattendo la porta e quello che videro era orribile.

Tutta la città di Luka era strapiena di mostri, alcuni volanti tipo-pterodattili, altri erano dei lucertoloni, altri ancora avevano la forma di una roccia circolare, quando in realtà rivelarono tutt’ad un tratto lunghi artigli e degli occhi che avevano un ostile colore giallastro brillante. La città sembrava sotto assedio ed attacco e molti dei cittadini vennero presi e sbattuti qua e là.

‘Che diavolo sta succedendo??? Perché questi mostri???’ urlò Wakka, mentre si reggeva di peso sulla spalla di Lulu.

‘Dannazione… Quanti mostri… L’unica spiegazione è che… qualcuno li ha attirati qui…’.

‘COSA?? Attirati?? E quelli della Milizia?! Dove sono??? A POLTRIRE???’ Wakka stava perdendo il senno.

‘STAI CALMO!!! I mostri sono troppi…avranno già chiamato rinforzi…Troviamo Yuna ora!!!’.

‘Era…era al bar?? Andiamo!!!’ e con grande sforzo l’ex-capitano cercò di cavarsela da solo, per accorciare i tempi.

 

Tidus aveva trovato l’uscita, appena appena sotto la porta avversaria. Con quella tranquillità che gli era sempre mancata dall’inizio, si diresse lì quando, all’improvviso, uscirono dei grossi pescioloni che avevano squame di colore verde brillante, con le pinne dotate di punte di colore rosso scuro. Erano agili e scattanti, sembravano dei veri e propri squali in miniatura, pronti a mordere con i loro denti avvelenati.

Tidus, ricordando la ferita sparita, li ignorò e cercò di raggiungere l’uscita. Ma i “pesci” che entrarono dall’altra parte si moltiplicarono, fino a diventare una decina. Oh…oh…qui si mette male…

Riuscì ad evitare i morsi velenosi di quelli, e continuò la sua corsa, e quando ne spuntava un altro improvvisamente, senza sapere in che modo, riusciva a lanciare dei piccoli fulmini, pensando sempre ad una strana parola,Thunder. Da dove l’aveva tirata fuori?? Era una formula magica che riusciva a stordire per bene i pesci, permettendo l’uscita da quella sferopiscina, mentre piccoli terremoti continuavano in serie.

Il blitzer così raggiunse così gli spalti, dove incontrò Lulu e Wakka, spaventatissimi, la prima correndo per salvare alcuni piccoli bambini. Gli spalti erano stati occupati completamente da quei mostri.

‘Dove cavolo sei stato???? Sta succedendo il pandemonio!!!!!!’ gli urlò Wakka, che si aspettava che il suo compagno li facesse fuori tutti.

‘Cosa?? Stai scherzando, vero?? E poi…perché quei cosi sono qui?? Sta arrivando Sin???’ gli chiese Tidus, seriamente preoccupato. Gli sembrava di rivivere la distruzione di Zanarkand. Strano…sentiva una sensazione di…nostalgia. Come se quella città fosse stata davvero tutto per lui.

‘Cosa aspetti??!! Vuoi che ci facciano fuori tutti???’ continuò l’ex-capitano, che a malapena si reggeva in piedi. Ma subito arrivò un bestione lungo tre metri, che assomigliava ad una sorta di rettile marrone, che aveva ben quattro occhi sulla testa, e delle fauci estremamente appuntite. Si muoveva lentamente verso i due, con aria da cacciatore’vicino a due prede.  I…inizio a pensare che io gli piaccia…

Mentre Wakka guardava sconcertato quel mostro e Tidus invece in giro per cercare una via di fuga, arrivò camminando un tizio vestito di un’insolita giacca rossa stile antico, con un altissimo colletto grigio,e le robuste spalle scoperte. Camminava contromano rispetto all’enorme massa di persone in fuga, a passo lento e sicuro, come se avesse un’esperienza di combattimento così tale da non temere nulla. Camminava tenendo gli occhi chiusi, che si intravedevano dai suoi occhiali scuri e che nascondevano anche un enorme taglio sulla parte destra della faccia. Portava con sé una lunga e pesante spada su una delle spalle.

E’…è vivo?? Così anche lui è stato trasportato…!!

‘A…Auron!!!! Se…sei qui??? Sei trasportato anche tu???’ gli gridò Tidus, sbalordito e confuso da quello che stava succedendo. Lui neanche gli rispose: il tempo che loro domandavano che il mostro iniziò ad attaccare. Lui tirò fuori il suo braccio sinistro dalla manica rossa, che scoprì anche una corazza o armatura nera che vestiva di sotto. Si avvicinò al mostro e gli diede un forte colpo sulla testa che lo atterrò. Gli altri due restarono fissi immobili a guardare.

Poi il cacciatore del cacciatore si avvicinò a Tidus senza perdere tempo. ‘Dov’è la vostra invocatrice???’.

‘Co…cosa?? Tu conosc…’ Auron avvicinò i suoi occhi castani chiari ai suoi blu profondi, con aria severa.

‘HO DETTO DOV’E’’ con un tono lento e duro.

‘Do…dov’è?? E..era al bar e…’ In quel momento stava arrivando proprio Yuna assieme a Kimahri.

 

Lei quando vide Auron rimase a bocca aperta: sembrava conoscerlo già. Il suo stupore sembrava ben maggiore rispetto ad un normale incontro, seppur fortuito. Ma non c’era tempo: Luka stava correndo un grosso pericolo.

‘S…sono qui!!!!!’—disse, con il fiatone—‘ Dobbiamo…fermarli!!’.

Auron le si avvicinò, sempre con quel passo lento che lo caratterizzava, e tirò fuori dalla tasca, vicino alla borraccia che Noemi aveva visto, una sfera, brillante e rossa. Essa riportava il simbolo trovato nel tempio di Kilika, quel “n” che si presentava di colore arancione sul rosso puro dell’oggetto magico.

‘Prendi!!! Fai fuggire quegli esseri prima che distruggeranno tutto!!!’ e le porse la sfera.

‘La…la sfera di Kilika!!!’ esclamò lei, tirando fuori subito la sua asta magica, pronta ad evocare l’Eone.

COSA??? Era lui il ladro?? Ad adesso, pentito, le dà la sfera?? Che diavolo ha nella testa??? E’ colpa sua se ora sono qui!!! Adesso mi farà tornare indietro!!!

Yuna si posizionò nel piccolo spazietto centrale che c’era sugli spalti, e la sfera rossa di fuoco iniziò a brillare. La sua asta venne fatta girare continuamente davanti a sé, ed attorno essa, si crearono delle scie di fuoco e fiamme, che poi si concentrarono della parte di sopra dell’asta, fino a quando Yuna non appoggiò con forza l’asta a terra. Il nucleo dell’energia di fuoco raccolta si spostò verso terra lungo il bastone magico, e quando lei si inchinò a terra, a braccia dispiegate lateralmente, uscì dal suolo un enorme masso di rocce infuocate, che si divisero mostrando l’Eone Ifrit, un essere con tutti gli arti incandescenti, il corpo marroncino di cenere e muscoloso, le “mani” con lunghissimi artigli neri, e la sua testa aveva due lunghe e spesse corna a zig-zag. Dalla sua bocca ogni tanto quando respirava uscivano delle spire di fuoco, e i suoi occhi, risplendenti come il fuoco vivo, incrociarono quella dell’invocatrice.

‘Per favore, dacci la tua forza!!!’ quella gridò, con il chakra bianco che aveva investito l’intera asta.

L’Eone subito corse verso i mostri e li colpì con i suoi lunghi e spessi artigli, e lanciò delle enormi palle di fuoco, a “mini-soli” a quelli volanti. Uno dopo l’altro vennero eliminati dell’intensissimo calore di quell’Eone, e iniziarono a volare alcune piccole “comete” da quelli già uccisi, che salivano qua e là verso il cielo. Il ruggito di quel magico essere faceva vibrare tutti i vetri delle finestre e dello stadio, dove si vedevano ancora i grossi pesci verdi. Yuna era lì, al centro degli spalti, con l’asta sulla sua fronte, concentrata più che mai, come se da lì riuscisse a controllare le mosse dell’essere magico.

‘Co…cosa sono??’ chiese Tidus a Wakka, mentre guardavano entrambi Ifrit all’opera.

‘Ti sembra il momento di fare l’ignorante??? Sono lunioli, quelli… Insieme compongono l’anima degli esseri viventi…’—spiegò, quasi ansimando—‘…quando un essere viene ucciso da armi magiche o incantesimi, questi vengono uccisi e trapassati…’ Alla faccia di tutti quelli che dicono che non credono all’anima!!!!! E…se… Colpendo il chakra in quel modo succede lo stesso??? No…forse non è una buonissima idea…

In breve tempo, la città venne liberata dai mostri, che subito fuggirono, schivando le lingue di fuoco dell’Eone, che ritornò nel suolo con u’altra scossa, e la sua energia rientrò nella sfera rossa magica. Kimahri aiutò Yuna a reggersi: era sfinita. Quella magia consumava davvero moltissime energie.

‘Yuna?! Stai bene??’—esclamò Wakka—‘Sei stata…fantastica!!!’.

‘Lasciala stare!!!’ tagliò corto Lulu, che, vista la scena, era già accorsa lì.

L’altro si girò intorno prima di allontanarsi. ‘Vado a salutare i miei compagni di squadra… ma dove sono andati Auron e Tidus??’.

 

La situazione lentamente si portò alla tranquillità. Quando la gente era tornata sul posto, acclamò senza sosta Yuna, che a malapena teneva gli occhi aperti. Acclamata, incitata: solo Braska era riuscito a salvare un’intera città con l’uso del suo chakra prima di lei. Si vedeva che era tornato di nuovo il momento di sperare l’arrivo del “Bonacciale”.

Anche Lulu ne era davvero entusiasta. Accarezzò con le sue fredde mani l’invocatrice, un po’ come fa la mamma con una figlia davvero ottima e diligente.

 

Wakka era tornato nella piazzola al bar, semidistrutta dall’attacco degli esseri volanti, che fecero cadere due alberi e distrussero il passaggio che connetteva il posto alla biglietteria di cui restava solo un cumulo di macerie. Lì c’era la sua squadra: allineata, con aria unita, proprio come aveva insegnato il loro capitano di sempre. Keepa, Botts, Letty, Jash e Datt erano ancora tramortiti quasi più dal pareggio ottenuto che dall’attacco.

Wakka si avvicinò lentamente, promettendosi di non versare neanche una lacrima.

‘Ragazzi…io…vi ringrazio per questo meritato pareggio: avete dimostrato quella grinta che ho cercato di insegnarvi da sempre in tanti anni…Io…’—e qui si mise la mano destra nella parte sinistra del petto—‘ sarò sempre con voi, ovunque… promettetemi di costruire il futuro che ho sempre sognato a questa squadra…’.

Dopo queste parole, egli li salutò, senza né baci né abbracci, perché quelli provavano ribrezzo ad un “duro giocatore di Blitz” come era lui, e i sui compagni lo sapevano bene. Così loro, tutti insieme, incitarono il loro nome e il nuovo motto: non semplicemente “dare il meglio” ma “vincere e vincere”. La squadra così mise le mani incrociate, come fanno i tre moschettieri con le spade, gridando con decisione di fare il massimo. Quello che poi aveva mostrato il nuovo capitano dava la carica e la fiducia giusta per la prossima partita: quella contro i Kilika Beasts di Vuroja, uno dei migliori amici di Wakka. Si conoscevano da quando avevano solo sei anni, e si conobbero proprio mentre vedevano una partita di Blitzball tra professionisti.

Così Wakka, fatto il suo dovere, raggiunse Yuna, Kimahri e Lulu, che erano ad aspettarlo nella piazzola vicino alla base dei Miliziani, che si raggiungeva salendo delle scale proprio nel passaggio affianco al bar. Era una piazza circolare, dalla quale era ben visibile la sferopiscina. In effetti, quello era uno dei pochi posti tranquilli: ancora in città giravano grida ed urla spaventate.

‘Wakka!!’esclamò Yuna, correndo a fatica verso di lui. Sembrava piuttosto preoccupata.

‘Eheheh… sto bene, sto bene… Ce la siamo vista brutta ma’—ed abbracciò lei a metà—‘abbiamo una grande invocatrice al nostro fianco!! Bene…ora giuro solennemente di fare IL guardiano!’.

Lulu lo guardò scettica, e si mise la mano sinistra sulla fronte. Come dire “Adesso so che ha davvero dato i numeri”.

‘Oh!!! Allora… Bentornato Guardiano Wakka!!’ gli disse Yuna, che era tanto entusiasta da aver ripreso quasi le forze per un attimo. Si notava da lontano però che l’invocatrice era sovrappensiero. Aveva già sentito sia il nome di Tidus che quello di Auron, e sembravano a lei piuttosto collegati. Era evidente che nessuno dei due era lì per caso. Questo era certo.

Lulu approfittò della sua esclusione e prese Wakka con forza per un braccio, tanto da portarlo sul bordo della piazza sopraelevata.

‘E…ehi!!! Sei anche tu entusiasta per caso??’ bisbigliò a lei ridendo, convinto che finalmente poteva farsi perdonare da Chappu. Il prezzo era molto alto: era la sua passione per quello sport.

‘Ti HO dato il tempo per decidere! Allora?? Entri tu o se ne va via Tidus?? Qua conoscerà qualcuno e sarà al sicuro…’ continuò Lulu, parlando quasi ad alta voce.

Wakka si bloccò come se qualcuno lo avesse congelato. Anzi, peggio…

‘Ehm…ecco…io…non…’ e si girò attorno: era inutile, con lei nessuno aveva speranze.

Ma Lulu, improvvisamente, gli lasciò il braccio, nonostante non le avesse dato una risposta. Il bello è che era la prima volta che lo faceva ad uno come Wakka.

‘Senti… Capisco che per te è un amico… farò uno strappo alla regola, ok? Adesso vediamo come se la caverà più avanti…con quella ragazza!!!’.

‘Tu…tu…hai visto?? Mi credi ora??’ fece l’altro, aprendo gli occhi come se avesse visto un miracolo.

‘Si…era stata ferita gravemente…poi ho visto che aveva un chakra blu e che è intervenuto quel giovane. E’…inammissibile!!! Come fa a trasformarsi in un’altra persona?? Dovrebbe al massimo diventare un Eone…Ma avere un’altra identità… è assurdo!!! Quello NON è un chakra qualunque!!!’.

Wakka rimase sconcertato da quelle parole. Se Lulu, maga espertissima, diceva quelle cose, erano quasi sempre…anzi, eliminiamo il quasi…vere. In effetti, lui stesso non se l’aveva mai chiesto. In realtà era sbalordito non tanto da quel chakra azzurro, ma dallo strappo alla regola di Lulu. Era quello l’assurdo, forse!!

‘Ma…io ho visto che sapeva fare delle formule magiche Master [ci sono quattro livelli di magie: incantesimi semplici, magie Master, magie Sacre e magie Proibite. Quelle Master sono di livello intermedio, che possono essere fatte solo con le sfere] senza l’aiuto di nessuna sfera…’.

‘Già…e quelle scritte antiche sulla sua spada… oltre al suo nome…’ disse lei pensosa.

‘Quali scritte??’.

 

La banchina n°2 era una delle più deserte: la maggior parte delle persone erano in quella n°4, dove era presente la nave di Mika e di Seymour. Essa venne completamente distrutta ed incendiata dalle fiammelle volanti di Ifrit, e tutti erano preoccupati per la salute del Gran Maestro. Menomale che in giro non c’era nessuno. Infatti, qualcuno si sarebbe messo a minacciare tutti, a dare calci e grida ovunque, a massacrare di botte e cazzotti chiunque.

‘TU!!! ADESSO SEI QUI!!!?? SEI VENUTO PER PORTARMI IN UN ALTRO MONDO, EH???’ gridò con voce disperata Tidus, che prese Auron per le braccia, trattenendolo ed agitandolo tramite la sua giacca rossa. Era fuori di sé totalmente.

‘E’ TUTTA COLPA TUA SE SONO QUI!!!! MI HAI PORTATO DA SIN, DISPERSO IN CHISSA’ DOVE, E NON MI RICORDO NIENTE!!!’ continuò a gridare, agitandolo qua e là, avanti indietro come solo un pazzo sapeva fare.

Auron restò praticamente impassibile, di fronte a quegli occhi azzurri disperati, quasi supplicanti. Restarono alcuni secondi a guardarsi in faccia, sguardo nello sguardo. Ad un certo punto, il guardiano in rosso iniziò a ridere di gusto, ed anche in faccia a Tidus, non appena si calmò un momento. Quelle risate gli fecero saltare letteralmente i nervi. Lui continuò a ridere, alzando la sua testa verso il sole che aveva sempre la meglio su quelle nuvole a pecorelle del tutto innocue, bianche che sembravano davvero cotone. Tidus si girò di spalle e poi ebbe un altro attacco di nervosismo: si mise a pugni chiusi e si girò di colpo di fronte all’altro, gridando chiudendo gli occhi e quasi piegandosi in avanti.

‘GRRR…SI PUO’ SAPERE CHI SEI????? COSA VUOI DA ME??????’.

Auron subito cambiò espressione. Passò dalla faccia divertita a quello di una persona decisa a fare un determinato dovere, come se avesse finalmente raggiunto un grande scopo, o piuttosto l’inizio del suo compimento. Si girò lentamente a contemplare il mare che si vedeva dalla banchina, tenendo la sua mano destra appesa sul petto come se fosse ingessato e sembrava non riuscire a muoverlo bene da lì. Con l’unico occhio sinistro gli sembrò di ritornare a quelle grandi battaglie, quelle grandi speranze che aveva quando era più giovane.

‘Chi sono? Sono un guardiano professionista ed esperto… che deve’—e qui prende dalla parte destra una borraccia grigia, con strani simboli sopra, quasi “arcaici”. Perché mai beveva così tanto??—‘mantenere una promessa…’  Gliela do io la promessa…la promessa di ficcargli quella benedetta borraccia in bocca e buttarlo in mare con tutto l’insieme!!!

‘QUESTO NON SPIEGA PERCHE’ TU MI HAI FATTO QUESTO!!!!!! E’ TUTTA COLPA TUA!!!!’ gli gridò ancora Tidus, continuando a girare senza controllo attorno allo spazietto della banchina, guardando prima a terra e poi lanciando occhiatacce ad Auron, voltando  la testa in modo confusionale.

Lui restò per diversi secondi in silenzio, come se volesse calcolare le parole da dire.

‘Mi è stato affidato il compito di proteggere te da chi…ti ha portato qui.’.

Tidus si fermò di colpo e lanciò l’occhiata più scettica che riusciva a fare.

‘Co…cosa?? Ad…essere qui???’.

‘Sì…Cosa credevi?? Il tuo fosse un chakra non è come tutti gli altri!!’ Auron si girò verso Tidus, come se volesse davvero andare avanti, anche se sapeva che fosse ancora troppo presto.

‘La tua anima… necessita di aiuto… ha, anzi…. hai bisogno di qualcuno per arrivare al tuo scopo, di qualcuno che ti prestasse l’energia, ben più grande di quella di un’ Eone. E mi è stato incaricato sia di proteggerti, sia di portarti qui, sulla futura Spira.’.

Tidus si girò di nuovo di spalle, mentre vedeva davanti a sé con occhi sbarrati. Fece ripetere nella sua testa quelle parole mille volte, per poi tornare alla carica. La rabbia era tale da scatenare in parte il chakra blu, anche se debolmente, in modo che fluisse sulle mani ed in particolare dal collo. ‘AH, SI???? E CHI??? CHI??? CHIII??? CHI TI HA DETTO QUESTO???? CHI??? PORTARMI QUI, SENZA CAPIRE NIENTE DI QUELLO CHE SUCCEDE??!!’.

‘Non credo di riuscire a fartelo capire…’—e si girò ancora verso il mare—‘…sarà LUI a dirtelo…un giorno…’.

In realtà al biondo non gliene fregava niente di chi fosse stato a dargli un incarico simile. Anzi, non si capiva nemmeno quale fosse la sua vera intenzione. Uccidere chi gli stava davanti, o suicidarsi, visto che era colpa della sua stessa identità??

‘Vieni con me…’—continuò l’altro, girandosi ancora verso di lui—‘…in ogni caso ti lascio la possibilità di scegliere…’.

Quella era davvero la goccia che faceva traboccare il vaso.

‘COSA??? COSA TI ASPETTI CHE IO TI DICA???’—iniziò lui a pestare i piedi più volte, continuando a gridare, non sapendo più da che parte girarsi—‘ GRRR….QUALE E’ LA MIA DECISIONE?? DOVE C’E’ DA SCEGLIERE?? DA SOLO, SENZA NEMMENO SAPERE NULLA SU DI ME…??? DOV’E’ LA SCELTA?? L’UNICO CHE NON HA ALTRE SCELTE SONO SOLO IO!!!! IO VENGO CON TE…DEVO VENIRE CON TE!!!!!’  Sono solo…senza una guida…che cosa ne sanno gli altri??? Cosa ne sanno di quello che mi è accaduto… credere ad una persona “venuta dal mare” all’improvviso…

Tidus gli voltò ancora le spalle, a testa bassa. Guardava a terra, perso, socchiudendo un po’ gli occhi, come se davvero si stesse mettendo a….

‘Vuoi piangere?? Fai bene… È uno sfogo comune…’ disse l’altro, con un tono quasi da padre affettivo. Era chiaro che volesse proteggerlo anche dalle sue follie che conosceva molto bene. Quante volte stava per fare sciocchezze…

‘A…Auron…’—riprese Tidus, volgendo gli occhi al cielo, azzurro come essi stessi, come lì ci fosse qualche misera speranza—‘ Io…potrò tornare un giorno a Zanarkand?...’.

‘Dipende…Dipende…’ rispose il guardiano, che imboccò la via che portava alla piazza soprastante dove c’erano gli altri, continuando il discorso. ‘Dipende da Lui… ma ora….è inutile che tu lo sappia… I ricordi assopiti ritrovati sono meglio di qualsiasi spiegazione…’.

Il biondo restò lì a vedere Auron allontanarsi con quel passo lento che lo caratterizzava. Anzi, restò lì per più di una decina di minuti, non sapendo né cosa fare, né a cosa pensare. Le parole sentite riecheggiavano continuamente, tanto da trasformarsi in un enigma davvero irrisolvibile. Un enigma che Auron non poteva in nessun modo svelare, come se facesse parte della “promessa” fatta con quel “qualcuno” che voleva bene ad un giovane, che voleva solo tornare nella sua città, tornare a vivere la sua vita, a ricordare il suo misterioso passato.

Perché…?? Io non ho bisogno di nessuna protezione!!! Vorrei solo trovare le mie risposte… Se non mi ricordo nulla… a stento solo il mio nome… qualcuno mi dovrà pur dire cosa mi è successo!!! Sono nell’oscurità più totale… e nessuno che davvero mi può spiegare!!! Pe…perché…

Così, a testa bassa, perfino dopo aver fatto una bella figura alla partita, Tidus si incamminò verso la piazzola, lasciandosi alle spalle il mare calmo che rifletteva i caldi raggi del sole.

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Capitolo 13
*** Cap.13: Hypnel ***


Era quasi mezzogiorno quando il sole iniziò a cuocere tutta la gente che era sulla piazza semidistrutta, attenta a guardarsi intorno, a chiedersi il come e il perché dell’attacco di quei mostri. Insomma, come avevano fatto a venire tutti in massa, improvvisamente? Erano stati attirati? E da cosa? O da chi…

In città era il caos, specialmente per i Miliziani, ritenuti colpevoli per mancato avviso di pericolo. Luzzu e Gatta cercarono di tenere a bada le teste più calde, ma la situazione restò difficile, con molti che avevano paura di un nuovo attacco. Un’altra parte della gente cercava l’invocatrice, la vera eroina della città.

Lei la guardava dall’alto: distrutta per un terzo, con lo stadio fortunatamente in piedi, e con esso il molo. Ma il suo pensiero non era quello. Piuttosto, pensava a quei nomi che le sembravano così tanto familiari. Erano nomi che appartenevano al passato, forse dimenticato, forse impensabile. Ma chiederlo ai diretti interessati era troppo difficile per lei, timida com’era.

Wakka notò il suo sguardo pensoso, mentre Lulu gli si avvicinò con il solito passo autoritario.

‘Come si è fatta rapire dagli Albhed???Com’è successo?’ chiese lui.

‘Lasciamo stare… sono più furbi di quanto pensavamo….’.

‘Quella è una brutta gentaccia!!!! Non la sopporto!!!!’ e aggrottò il viso.

‘Sappiamo bene che li odi a morte…L’importante è che sia sana e…’…e non finì la frase: dalle scale di sotto si sentirono due passi, uno lento e sicuro, l’altro più irregolare e discontinuo. Tutti si affacciarono: erano Auron e Tidus.

Oh…guarda un po’…si devono conoscere bene quei due…’ disse sottovoce Lulu.

Quando essi arrivarono in cima, tutto il gruppo restò tra il silenzio e la voglia di fare domande e sapere qualcosa. Da una parte per la fermezza rigida di Auron, che spingeva tutti a mostrare grande reverenza e rispetto nei suoi confronti, come se avesse una dignità insuperabile. Era ben più composto e serio di Kimahri, solo nello sguardo che proveniva dal suo unico occhio sano, quello sinistro. Nell’altro si notava un enorme cicatrice che partiva dalla guancia. Dall’altro canto tutti erano curiosi di fare domande a Tidus, che continuava a girare come matto, tenendo la testa bassa e gli occhi persi. Era, forse, la persona più irrequieta di Luka. Girava la testa qua e là e si muoveva come un ubriaco con il corpo. Era così assorto nei suoi pensieri che non guardò nessuno dei suoi compagni di fronte.

‘Scusate…per quello che per successo… Il mio nome è Auron. Sono un guardiano professionista.’.

Tutti restarono ammutoliti a quelle parole di ghiaccio.

‘Pe…Perché hai rubato la sfera di Kilika??’ chiese con grande coraggio Wakka.

‘Semplicemente per avere più possibilità di incontrarvi. Volevo chiedervi…’—e si rivolse a Yuna—‘…se potevo diventare vostro guardiano.’ Continuò il guardiano in rosso, mantenendo quello sguardo serio e impassibile.

‘Oh…io…ne sarei davvero o…onorata…’ disse Yuna, arrossendo da matti.

‘Bene… Questo è una promessa che ho fatto a Braska…e questo…’—prese per un braccio Tidus e con forza lo portò davanti a sé quasi facendolo cadere—‘…l’ho promesso a Jecht!’.

Detto questo ci fu silenzio assoluto. Braska?? Non era l’invocatore che aveva perso la vita?? Aveva fatto una promessa a lui?? Promettere di diventare un guardiano della futura invocatrice???

Queste domande erano solo alcune che il gruppo pensò tra sé e sé. Al nome di Jecht, infatti, Tidus venne colpito da una tempesta di pensieri che si seguivano uno dopo l’altro. Q…Quindi lui sa chi è quello del sogno!!! Lui c’entra qualcosa!!! E perché mai quel tizio orribile ha promesso me??? Cosa c’entro io??

 Yuna venne colpita da un fulmine. Iniziava a ricordare qualcosa. ‘Tu…tu sei uno dei due guardiani di Braska??!!’ chiese, sorpresa.

‘Sì… Ero insieme a lui e a Jecht. In quel disastro…’.

‘Ma…ma è successo mille anni fa!!! Come è possibile!!!???’ esclamò Wakka, prima che venisse fermato da Lulu, come se gli ricordasse la “buona educazione nei confronti dei sconosciuti”.

‘Infatti. Sono qui grazie a Sin. Ci ha portato lui in quest’epoca…e farò comunque fede alle mie promesse.’. “Ci” ha portato lui…!!!! Umpf…

Tidus, a sentire quei discorsi e Sin, voleva quasi ammazzarlo. Ma come farlo con una persona così rispettata, quasi come un dio?? I suoi occhi castani chiari bloccavano ogni minimo movimento, senza contare quell’enorme cicatrice, simbolo di battaglie e di esperienza.

‘DI CHE RAZZA DI PROMESSE PARLI, EH??!! Cosa sai di Jecht tu?? Cosa sai di Zanarkand??’ gridò l’altro “viaggiatore nel tempo”, senza pensarci due volte, mentre gli altri non stavano capendo quasi più niente del suo strano atteggiamento.

Auron si girò verso di lui con la sola testa. ‘Temo che dirtelo ora sia inutile… saranno i tuoi ricordi a spiegartelo meglio di me… ogni cosa fa il suo corso…’.

Tidus stava per saltargli addosso quando Yuna rifletté alla proposta di quel grande guardiano.

‘Io…sono davvero onorata di avervi come guardiano…’ detto questo, lei e tutti gli altri, eccetto Tidus e Kimahri, fecero il segno di reverenza con grande rispetto.

Dopo alcuni minuti tutti aspettarono un poco prima di ricominciare il pellegrinaggio.

Più sto in questo gruppo e più mi confondo le idee… Eppure mi sembra di conoscere quel tizio… più che altro quel nome… Quel nome… perché???

Auron si avvicinò lentamente a Tidus, parlandogli sottovoce dalla parte in cui portava l’orecchino: ‘Mi raccomando, non dire nulla delle tue origini… Non devono sapere niente… intesi?? Dì, piuttosto, che sei intossicato…!!. Me ne sbatto di tutto quello che dici!!! Non sei mica il mio babysitter, TU!!!!!!

Yuna guardò il cielo: era già pomeriggio, ed alcune innocue nuvole, simili alle classiche caprette, cambiavano continuamente forma, spinte da un vento caldo leggero estremamente piacevole. Si sentiva davvero sollevata: chi avrebbe mai immaginato che un guardiano come Auron fosse entrato a far parte del gruppo?? E come faceva lei a sapere che era un guardiano eccellente? Chi gliel’aveva detto?

Si girò poi verso Tidus, appoggiato al muretto, pensoso e con la testa bassa. Lei non sopportava vedere persone con il morale a pezzi. Così lei gli si avvicinò dolcemente, forse quasi senza che lui se ne accorgesse, mentre continuava a rivolgere qua e là a terra occhi sbarrati.

‘Conosci Auron, vero?’ cominciò lei mostrando un bellissimo sorriso.

Lui la guardò per un momento per poi tornare a guardare a terra.

‘Si…purtroppo…’.

Lei lo guardò ancora e non sopportando più quell’atteggiamento smorto, passò all‘attacco.

‘Senti…che ne dici di farmi un bel sorriso??? Oppure una bella risata a squarciagola… Dai…lo so che lo fai fare molto bene…’—arrossì—‘…mostrami quello che sai fare!!!’.

Come se fosse facile… Prima una nuova identità, poi arriva di nuovo il tizio che ti nasconde tutto e che ti ritiene quasi un poppante che non può sapere tutto subito!!!

‘Fammelo!!!! Ora!!!’ disse lei, sorridendo. Era impressionante come riusciva a portare la felicità nel gruppo di dietro. Tidus notò il suo sorriso pieno forse di speranza ed allora si distaccò dal muretto e, presa un po’ d’aria, iniziò a ridere a squarciagola come gli aveva detto, senza nemmeno farselo ripetere, forse per sfogo, forse per non pensare, davanti al panorama di Luka. Che risata forzata!! Lo fece spalancando la bocca, in modo da essere sentito da chiunque. I compagni erano davvero scettici. Fino a quando, nell’imbarazzo di quello che stava facendo, si misero a ridere davvero, soprattutto lei.

‘E’…è ridicolo…ma… non c’è in realtà nulla da ridere…’ disse Tidus, mostrando però un sorriso vero.

‘Eh,eh…Io…vorrei che tu fossi un mio guardiano…’ rispose lei, imbarazzata, con le mani congiunte davanti, mentre guardava i suoi occhi blu. Forse gli erano piaciuti quelli e il suo sorriso naturale. Forse questo era stato il sorriso più bello che lei avesse mai visto in quel suo neo-guardiano.

Lui subito trasformò il suo sorriso in un incredibile stupore, spalancandogli gli occhi in faccia. Io??? G...guardiano?? Siamo sicuri?? Io…non so se è una buona idea…sono solo di impiccio, insomma… Io…vorrei tornare a casa…però…non mi sono mai trovato così bene… ‘Io…ecco…’ balbettò poi,  guardandosi intorno, continuando a sorridere, mentre Auron gli lanciò l’occhiata, come se gli dicesse “tu DEVI”. Gli altri, che avevano sentito tutto, non ne furono molto stupefatti: Wakka aveva visto come se la cavava, Lulu lo aveva “perdonato” quando aveva dato una mano contro gli Albhed, mentre Kimahri… boh, non si sa mai quello che pensa… Anzi, tra questi era il primo quello più felice. Era forse diventato il suo migliore amico, seppur dopo così pochi giorni.

Quando Tidus annuì con un leggero imbarazzo, Yuna ne fu così contenta che gli prese la mano sinistra e lo spinse verso il centro, annunciando a tutti: ’La nostra destinazione è il tempio di Djose!! Andiamo!!’.

Co…cosa?? Un altro tempio… Vabé…ormai sono arrivato a questo punto…non posso tirarmi indietro… E poi… sentirsi così…

‘Laggiù!!!’ disse improvvisamente Auron, indicando con l’indice della mano sinistra una lunga scala che stava opposta al muretto. Lulu, al sentire “Djose” cambiò subito espressione. Ed iniziò a pensare a qualcosa. Forse anche molto grave, visto che Wakka da dietro le diede delle leggeri pacche sul suo braccio, mentre gli altri compagni iniziarono a salire le scale.

Anzi, il gruppo non aveva mai visto Yuna così contenta, mentre trascinava con il suo entusiasmo Tidus, che non poteva fare a meno di assecondarla, con i sorrisi, con maggiore ottimismo.

 

La scala portò in un enorme viale che attraversava un’immensa area collinare, piena di verde, prati e fiori mai visti a Metropolis, mentre il sole pomeridiano continuava a cuocere. Il viale era di terriccio rosso e continuava dritto, forse per diversi chilometri, con affianco diverse statue, alcune in buono stato, altre sembravano più delle rovine, mangiate dall’alternarsi della pioggia e del sole. Wakka non aveva mai visto quel posto in vita sua, seppur a due passi dalla capitale del Blitzball. In particolare il suo sguardo andò ad incrociarsi con una statua che sembrava antichissima e che rappresentava un grande condottiero su quello che sembrava un chocobo. Si fermò a vederla e si sforzò di capire chi fosse rappresentato. Un vecchio, chino sulla sua gobba, si avvicinò, contento forse per il suo interesse.

‘Mihen, il fondatore della Milizia…’—iniziò quello, con una candida barba—‘…dopo la disgrazia del Sacrificio, egli raccolse con sé i più coraggiosi da tutta Spira per combattere Sin, perdendo la vita dignitosamente…’. Wakka si voltò verso di lui, mostrando grande stupore. ‘Oooohhhh…e così…da allora… I Miliziani hanno sempre fatto piani su piani per sconfiggerlo??’.

‘Già….e questa è la via che lui percorse prima di battersi con Sin nella valle Micorocciosa…è stata dedicata a lui e da allora la chiamiamo “via Mihen”…’.

Quasi puntualmente e di corsa, comparvero i due Miliziani Luzzu e Gatta, che avevano così tanta fretta da non fermarsi a guardare nessuno, e quasi stavano investendo Lulu di lato. ‘Permesso…permesso…’, mentre le persone lungo la via cercarono si scostarsi in tempo. Ma cosa cavolo hanno da correre? Cosa stanno facendo? Deve essere davvero importante, se passano senza salutare!!!

Il gruppo continuò a percorrere la via, osservando qua e là i resti forse di una città antica distrutta. Si notavano tetti di case, di altri oggetti, tutti nelle gabbie delle piante rampicanti di ogni possibile colore. E diverse scritte, impossibili, strane, vecchie e più recenti. “La  via  della  saggezza  e  la  via  giusta  per  restare  giovani…”.. e poi… “Se  ogni  uomo  fosse  puro, Sin  scomparirebbe  per  sempre…”.

E attorno erano molte persone che lavoravano, parlavano, di fronte a quelle rovine che inquietavano un pochino. Yuna guardava ciascuna di quelle facce, di bambini, di anziani, di giovani donne e di uomini lavoratori.

‘Porterò il Bonacciale a tutti i costi…’ si disse tra sé, con grande decisione. Ovviamente, l’unico che non sapeva che cosa intendeva dire subito ebbe pronta la domanda.

‘Ma…cos’è il…Bonacciale??’.

‘E’ il periodo di pace che segue dopo l’uccisione di Sin, pregato ed atteso da tutti…’ rispose Lulu a Tidus, sempre con quel tono lugubre che la caratterizzava. Oh…accidenti…combattete da così tanto tempo… Devo ammettere che la speranza di questa gente è infinita…

A quasi metà strada trovarono di fronte una sacerdotessa che parlava con un gruppo di cavalieri su chocobo, che sembravano una squadriglia vera e propria, e che parlavano piuttosto accesamente.

‘Come?? Cosa volete fare??? Siete pazzi?? Usare le macchine proibite?? E’ proibito da Yevon, non lo sapete?? Non potete farlo!!!’ urlò quasi quella, portando un abito verde e bianco simile al templare di Kilika.

‘Questo è il piano e non possiamo cambiarlo…abbiamo mezzi e forze!!! Dobbiamo farlo per sconfiggerlo!!!’ rispose invece quella che sembrava il capo dello squadrone, dai capelli lunghi e rossi, e domava un chocobo ben coperto da un’armatura lucente.

Lo squadrone se ne andò nella stessa direzione di Luzzu e Gatta, lasciando sola quella sacerdotessa che sembrava disperata. Yuna corse da lei e, dopo aver fatto la reverenza e presentandosi, chiese subito spiegazioni.

‘Vogliono usare le macchine per sconfiggere Sin!!! Per il loro piano!!! Le hanno portate qui con la nave!!! Sono già scomunicati dal clero, ma se fanno questo…!!!! Oh…scusatemi… mi chiamo Shelinda…sono una novizia…sto imparando…’ disse lei, portando anche uno strano cappello ovale.

‘Non ti preoccupare…andrà tutto bene…’—Yuna le sorrise in faccia e le mostrò la migliore calma e serenità—‘Pensa ora a completare il noviziato…non devi preoccuparti…’ Non preoccuparsi?? Cioè, ritorna quel mostro, ci potrebbero essere ancora vittime e non bisogna preoccuparsi???

In effetti forse Yuna lo faceva solo per calmarla un po’. Almeno ora sapevano cos’era quel misterioso carico che era sulla nave che era stato portato a Luka. Il fatto che avevano intenzione di usare le macchine proibite poteva però essere ancora più pericoloso. E quelle rovine attorno alla via Mihen ne era una prova lampante.

Il tragitto continuò, ma mentre tutti erano assorti dal pensiero del piano, e qualcuno era già in fondo. Se prima si sentiva davvero carico, ora Tidus era più stanco del solito, e non gli sembrava di aver fatto chissà che di duro. Era capitato anche prima [cap.9], ed ancora anche adesso. Il chakra consumava tutte le sue energie fisiche prima, e poi provocava un enorme mal di testa, dopo eventuali sforzi per incantesimi e magie varie. Forse era anche per questo che Noemi aveva paura di lasciarci la pelle. Lo doveva ancora scoprire per lo meno, non poteva ancora fidarsi di questo potere, che aveva vantaggi, ma anche svantaggi ancora in parte sconosciuti.

Da lontano venne notato subito da un uomo altissimo e magro; portava un abito nero vernice, dalle maniche lunghe e molto larghe, tanto da rivelare il rosso brillante all’interno, e un colletto alto e dalle forme spigolose, e il vestito arrivava fino in fondo a terra, nascondendo in parte i suoi pantaloni neri e i suoi stivali in pelle nuovissimi. Sulle mani portava dei guanti in parte verdi ed in parte fucsia insieme mischiati eccezionalmente, e aveva dei curiosi capelli viola (come i suoi occhi) scuro, lunghi e sparati ovunque, con un ciuffo lungo e liscio che gli cadeva dalla fronte ed attraversava tutto il suo viso fino alle labbra. Era forse un uomo sulla quarantina.

Oh! Finalmente ho trovato il simbolo…dopo averlo cercato ovunque da solo…forse lui non mi riconosce ancora…perché la mia fama sta crescendo proprio ora…prima o poi tutti mi conosceranno…come colui che si impadronirà con senno…quello che solo in pochissimi sanno… pensò quello, avvicinandosi a passo lento e quasi felpato di natura al gruppo di pellegrini, mentre Tidus arrivava a fatica con quasi il fiatone, piegandosi in due un po’ come fanno i maratoneti dopo una gara.

Yuna si fermò per prima, un po’ scettica e stupita del tipo che si avvicinava, con uno strano sorriso sulle labbra, ben diverso da quello del neo-guardiano. Quello si fermò mostrando una strana grazia nei movimenti e, senza dire una parola, fece la reverenza di fronte all’invocatrice. Poi si destò e parlò.

‘Buongiorno viaggiatori stanchi ma con grande ardore…mi chiamo Hypnel e sono un prestigiatore…vorrei conoscere la nuova speranza di Spira…l’invocatrice che tutto il popolo ammira…’.

Tutti rimasero un attimo zitti a sentirlo parlare in quello strano modo. Perfetto…arriva un altro che si mette a parlare in rima…certo che qua di gente strana ce n’è di tutti i gusti…

‘E…ecco…mi chiamo Yuna… sono la nuova invocatrice…discendente di Braska. Vorrei portare qui il Bonacciale tanto atteso…’ si presentò. Lui sorrise un po’, e poi prese dolcemente la mano destra di lei e la baciò e il suo sguardo violaceo incrociò il suo.

‘Piacere…Vorrei diventare, se voi volete…una vostra guida fidata, anche se non mi conoscete… Permettetemi di portarvi al tempio dei tuoni…e di conoscere i vostri compagni, le loro virtù e i loro suoni…’.

Questo tipo è davvero svitato…dobbiamo fidarci??? E perché porta quei guanti così ridicoli???

‘Va bene…ci fareste un grosso piacere…ma prima, diteci chi siete e da dove venite.’ chiese ancora lei, mantenendo un elevato grado di rispetto. Quello si rialzò e le lasciò la mano, prima di sorridere e guardare tutti gli altri.

‘Io? Vengo dalla sacra città di Bevelle…e quando vi ho visto, per evitarvi un viaggio più folle…mi sono incaricato di aiutarvi per il prossimo:…tutti vorrebbero il Bonacciale e la fine di quell’essere infimo…è semplicemente il dovere che viene per primo…’.

Gira e rigira, il pensiero che una guida poteva rendere più facile e soprattutto breve il cammino fino a quel tempio, spinse il gruppo ad accoglierlo nella squadra. Il cammino così proseguì, con Hypnel che sembrava non essere più interessato a Yuna. Si girava qua e là, osservando la situazione, l’ambiente, come qualcuno che sta organizzando o calcolando qualcosa. Camminava con un passo lento e cadenzato, quasi come un danzatore, e da lontano quei guanti spiccavano, tanto da colpire l’attenzione della gente intorno. Anche per via dello strano colore dei capelli. Stravagante.

‘EHI!! Ci sei??? Andiamo troppo veloci o sei stanco per la partita????’ urlò Wakka girandosi verso Tidus che sembrava non farcela più nemmeno a camminare. Hypnel approfittò dell’occasione per avvicinarsi a lui.

‘Ti ho già visto alla partita [cap.11]… non sei mica Tidus, della squadra sempre punita?...Ti vedo stanco e turbato… io posso aiutarti a sollevarti da questo stato… conosco ogni cosa, più di ogni altro… su ciò che è stato, su ciò che sarà, su ciò che c’è dietro… Con me molte persone si confidano… nei momenti più difficili, parlando piano piano… dopo, prima degli spettacoli, quando lo desiderano…’.

Lui se ne fregò altamente delle specie di lusinghe che faceva, anche perché quella sua stravaganza di certo non inspirava molta fiducia. Il fatto che però “sapesse ogni cosa” lo allarmò un poco, e si fermò.

‘Ah…anf….e… perché dovrei dirti tutto?? Ti ho…anf…appena conosciuto…pant…tutti fanno così con te?? O sei uno dei tanti a cui piace sapere i fatti e…anf…i problemi altrui???’.

‘Capisco…ma credimi, non sono in molti… ad essere come me, aperti e svelti… nel trovare rimedi, anche in segreto e di nascosto… in molti si sono poi fidati e dandomi del giusto… ringraziandomi anche ora, facendo tutto senza costo…’ Certo…certo…ho capito che ce l’hai con me….invece di darmi una mano!!!

Auron si girò e capì subito il problema. Doveva portarlo via da lì, da tutti gli occhi della gente che passava, per non essere scoperto. Doveva farlo, altrimenti la faccenda si sarebbe complicata. Gli altri compagni lo videro preoccupato, e cercarono quindi di distrarre l’attenzione della gente mettendo in evidenza Yuna.

Auron trascinò con sé Tidus, quasi senza forze. Hypnel non si mosse da lì, senza la benché minima curiosità. Era davvero strano che chiedeva di far da confessore e poi non interessarsi di così tanto ed improvviso movimento… Faceva parte della sua eccentricità? Auron lo portò dietro una di quelle rovine affianco il viale, cercando di non essere visto da nessuno. Quel bagliore blu poteva davvero attirare altri guai…

‘Brava, fallo di nuovo e verrai scoperta all’istante!! Così il nostro viaggio rallenterà!!!!’ diceva lui, mentre Hypnel subito si avvicinò al gruppo di pellegrini, con gli occhi chiusi, come se sapesse perfettamente che succedeva e cosa doveva fare, sempre con quello strano sorriso stampato in faccia.

‘Il cammino è ancora lungo per questo viale… per i viaggiatori affaticati sarà ancor meno banale… per facilitare il viaggio chiederò per i chocobo piumati… a coloro che vigilano quasi in tutti gli stati… bastano solo pochi Guil e ce li noleggeranno… e fino alla fine della via ce li lasceranno…’.

Così Hypnel si rivolse ai Miliziani che capeggiavano il battaglione di chocobo, attrezzati come se pronti per una battaglia. Essi gli concessero due chocobo, appena appena riposati, che si chinarono sulle zampe color arancione brillante, aprendo le piume gialle della coda, un po’ come sono soliti a fare i pavoni.

Auron, decisamente seccato, aiutò Noemi prendendola per il braccio sinistro, e la portò verso uno di quei “polli troppo cresciuti”. Oh…oh…ancora quei polli?? Ma certo, li usano come cavalli o cosa… o è un’allucinazione??? Non sto capendo più niente…io lo dicevo che non dovevo fidarmi del chakra!!! Vuole uccidermi, ecco cosa vuole fare!!! Ti dà la carica prima, e poi ti riduce in questo modo!!!!! Sono sicura che se avessi continuato…

Yuna e Wakka principalmente erano davvero preoccupati. Per fortuna, lei sapeva bene quali erano gli effetti di un potere simile, e cercò di tranquillizzare il suo altro neo-guardiano che non faceva motto per niente. Certo, non era l’unico che non diceva nulla: Kimahri e Lulu in realtà, sembravano farsi immersi nei propri pensieri…

‘E’ davvero forte Noemi, sai? Di…di solito, quando si è alle prime armi non si resiste neppure per un’ora…’ spiegò l’invocatrice, e Wakka la vide con quel bel sorriso pieno di speranza e cominciò a fare lo stesso, fino a quando Hypnel invitò tutti quanti a proseguire il viaggio, lanciando strane occhiate a Noemi, che a fatica salì sul chocobo, sul quale sarebbe poi salito anche Wakka.

‘Presto, andiamo perché il tempo corre… il tempio di Djose è ben al di là di queste terre… mantenete gli animi e le speranze alte e senza sbarre…!!’  Lo sapevo, avevo perfettamente ragione… li ho trovati ormai, non era un’impressione… dovrei solo acquistare la loro fiducia… e quello che farò avrà la massima efficacia…

Così Yuna ed Hypnel salirono sull’altro chocobo, e gli altri restarono appiedati, rivolgendo ogni tanto occhiate a destra ed a sinistra alle rovine attorno alla via, simbolo dell’eterna distruzione portata da Sin.

Il gruppo così camminò per tutto il pomeriggio, con il sole davanti a sé, e quasi istantaneamente Noemi si addormentò appoggiando la testa su quelle piume più morbide di un qualunque cuscino. Chissà se questi potevano conciliare finalmente un bel sonno…

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Capitolo 14
*** Cap.14: Doubts And Thoughts ***


Il sole si stava già avviando all’orizzonte ed erano arrivati più o meno a metà della via Mihen.

Subito Hypnel, sul chocobo di sinistra insieme a Yuna, notò un piccolo negozio, che comprendeva la scritta “Casa di riposo Rin”. Noemi dormiva profondamente, nonostante Wakka ogni tanto avesse il “necessario bisogno di gridare”, o per lo meno così lo definiva Lulu.

‘C’E’ UN NEGOZIO!!!!!’ disse lui, prima che lei gli lanciasse un fulminante sguardo.

‘Va bene…forse è meglio che ci fermiamo un po’…’ fece Yuna, guardando il cielo, che iniziava ad assumere i colori del fuoco.

‘Siamo ora a metà di questo cammino… se volete riposarvi, o se ciò e destino… meglio continuare domani, con più energie… e seguire nei pericoli migliori strategie…’ consigliò Hypnel, tenendo gli occhi rivolti al gruppo. I chocobo vennero allacciati a delle piccole sbarre che circondavano il negozio (tranne all’uscita), di modeste dimensioni e composto da due piani. Abbellito e coperto da tante tende leggere e trasparenti, che al minimo soffio di vento salivano all’insù, come quando si creano delle orecchie in un libro. Non c’era nemmeno una porta, sembrava fatto secondo lo stile dei villaggi di Besaid e Kilika, e affianco c’era una specie di lavagna retta in verticale che diceva: “Il viandante Rin al momento si trova alla Piana dei Lampi”.

Tutti entrarono nel negozio-hotel, con Wakka che prese in braccio Noemi e Hypnel che restò appiccicato a Yuna, un po’ come un fidanzato troppo fidanzato. Auron invece, sempre camminando lentamente e deciso, si avvicinò a quella di turno, e senza dire una parola, lasciò diversi Guil sul banco in legno, e la giovane signora che gli stava di fronte, lì per i pagamenti, restò bloccata dal suo scetticismo e dallo sguardo di ghiaccio del guardiano, che subito si sedette lì vicino, prendendo poi la sua borraccia e bevendo abbondantemente. Wakka portò Noemi al piano di sopra, sopra un letto molto più comodo di quello della nave [cap. 9] e, vedendo poi Auron mentre scendeva le scale, non riuscì a tenere a freno la sua curiosità.

‘Che bevi?? Mi sembra buono…’.

‘ALT!!!!’ –e Wakka si congelò all’istante, non appena egli lo guardò—‘Non è roba tua…’.

Wakka perse un attimo le parole, per poi girarsi al rallentatore ed uscire a godersi lo spettacolare tramonto che si poteva vedere di fronte all’ingresso.

Hypnel si sedette vicino ad Auron, e i due non si scambiarono né uno sguardo, né una misera parola. L’uno manteneva una strana risatina sul viso, l’altro invece un atteggiamento incredibilmente serio. Una strana coppia.

 

Yuna preferì restare fuori per godersi il bellissimo panorama: la via Mihen seguiva la costa di destra del continente e così si riuscivano a vedere spettacolari tramonti sul mare, dolce e calmo per l’assenza quasi completa di vento. Si era seduta proprio su un piccolo promontorio vicino alla costa, con le gambe unite e raccolte con le braccia. Pensava al pellegrinaggio, pensava ai suoi nuovi guardiani, pensava alla risata divertentissima fatta con Tidus, pensava a tutte quelle cose. Erano quelle che la stavano facendo piangere?? E perché piangeva?? Non erano cose tristi, eppure…piangeva. Almeno fino a quando Auron non uscì e, sempre con il braccio sinistro raccolto, si avvicinò lentamente a lei. ‘Pensi alla tecnica Sunshine, vero? Me lo ricordo molto bene purtroppo…’.

‘Ma….voi… siete sopravvissuto…vero?’ Yuna si girò subito e si alzò, mantenendo quella sua grazia e dolcezza.

‘Già… Anche Jecht…purtroppo…’. Quando egli disse ciò, Yuna approfittò del momento per fare chiarezza.

‘Jecht??!!…I miei genitori mi avevano detto che tutto era solo una leggenda…e mi avevano anche parlato di voi con quella persona e Braska, che è un mio antenato…’.

‘Già…ma vedi…non era una leggenda. Tutto successe davvero. Tutto…1000 anni fa…se non di più…’.

Yuna si avvicinò davvero stupita. Non credeva per niente a quello che aveva sentito.

‘Ma…non è possibile!!! E’ solo una…’ e non fece in tempo di finire la frase.

‘E’ successo… E’ stato il clero che proibì di raccontare, ricordare o divulgare i fatti… Ma siccome ci sono sempre delle persone che trasmettono di generazione in generazione le loro storie, alla fine si crede che sia una leggenda…’ spiegò lui, impassibile, con l’occhio castano sinistro che scorgeva l’ultimo raggio di sole.

‘Ma…se tu sei qui, dove sarebbe “Jecht”?? E’ qui, su Spira??’.

Auron chiuse il suo occhio. Forse non perché il sole era ormai calato…

‘Da qualche parte… Da qualche parte c’è di sicuro… e di sicuro lo incontreremo…’.

Yuna non riusciva più a parlare. Aveva sempre creduto che tutto quello che gli avevano raccontato, su Braska e i suoi guardiani fosse una leggenda per spiegare la presenza di Sin. Poi le venne un altro lampo. Ed era forse più forte… Una strana sensazione…

‘Allora… è vero che una persona…’.

‘Sì…è tutto vero…’ disse Auron, prima di tornare lentamente dentro il negozio, lasciando Yuna sola materialmente e nei suoi pensieri, che cercavano di fare due più due, dove, mentre prima era sicura che facevano quattro, ora era indecisa tra otto e sedici. Restò a pensare perfino dopo il tramonto, quando iniziò a fare freddo e il cielo ad annerirsi. Kimahri, quando la vide lì, da sola e leggermente infreddolita, subito si avvicinò e la abbracciò calorosamente per contrastare il freddo. Lei appoggiò la testa sul suo petto e si addormentò, appena la sua mente non riuscì più a connettere e dare ordine alla tempesta dei suoi pensieri.

 

 

Noemi non si era accorta di nulla, nonostante i modi di Wakka non fossero così garbati e delicati, e dormiva più tranquillamente del solito, anche per via di tutte le energie mancate, prosciugate dal chakra.

Si ritrovò stavolta in un’insolita radura, circondata ovunque da alberi dalle chiome più attorcigliate possibili e con le punte che facevano il “giro a chiocciola”, un po’ come la panna montata sui gelati. L’erba era stranamente blu, accentuato dalla grande luna piena, e dalle grosse aurore polari a strati nel cielo notturno, anche se non faceva poi così freddo. Se si poteva parlare di freddo…in un sogno, eppure così vero…così illusorio. La sua attenzione era rivolta verso una cascata d’acqua ad arcobaleno, splendente, sempre presente e familiarissima, e ciò faceva pensare che stavolta sono in periferia…

Ma mentre lei pensò, una voce quasi la spaventò per quanto era stata improvvisa.

‘Mi dispiace tanto per i tuoi sforzi… Lo so, all’inizio mi aspettavo che sarebbe stato così…’.

Noemi pensò prima di girarsi. Già, aveva ben capito che aveva un’altra occasione.

Adesso non mi sfuggi… Adesso mi dici cosa c’è sotto o ti pianto in asso!!!!

Il bambino che c’era dietro si spaventò da morire, come se sentito che sua madre non gli voleva più bene e non fece più motto. Aveva ascoltato i suoi pensieri.

Noemi, notando uno strano silenzio si girò e lo vide a testa bassa, con occhi sbarrati e le spalle giù. Gli fece un po’ pena e si sentì un po’ in colpa. Quando gli si avvicinò lentamente, si accorse che si stava mettendo a piangere.

‘Io…non volevo essere così sgarbata…scusami…’—e con la mano destra gli asciugò la guancia rigata—‘ ecco…sono così confusa…vorrei solo delle risposte…vorrei la verità…’.

Quando disse questo, il piccolo Tidus la abbracciò fortemente, continuando a piangere più intensamente. Lei non fece altro che abbracciare a sua volta, capendo poco quel grande dolore di un bambino di soli sette anni.

‘Lui vuole me…ti prego…aiutami… ridammi la vita!! E’ colpa sua se sono in questo stato!!! Solo tu puoi …usa la mia identità, qualsiasi cosa mi appartiene, tutto quello che io ho e sono…’.

Noemi quasi si pietrificò a quello che aveva sentito. Dare la propria identità?? La propria vita?? Quello che si è?? Ma non è mica la nostra parte più preziosa e personale che ci rende diversi? Cosa doveva fare? Cosa doveva dirgli, se non sapeva neanche a chi quel “lui” si riferiva??

‘Ma…non so a chi ti riferisci…io…non lo so proprio… Non so come aiutarti, credimi, ed ho anche paura…’.

Il bambino rivolse i suoi occhi azzurri verso di lei, singhiozzando.

‘Non farei mai del male a te…come posso fare del male all’unica che mi può salvare??’.

A quelle parole in parte lei sembrò sorridere di sicurezza, ma dall’altra era ancora pervasa dai mille dubbi che le ronzavano per la mente. Così, per essere certa che non sarebbe “scappato” di nuovo, continuò ad abbracciarlo, accarezzandogli le rosse guance.

‘Ca…capisco…ma non so a chi ti riferisci…non so nulla su di te…come posso aiutarti???’.

Il suo sguardo divenne profondamente cupo, ed era davvero insolito notarlo nei bambini, che perfino a Metropolis erano sorridenti e pimpanti, tra lo smog e le grida della gente.

‘Il mio vecchio padre…è stato lui!! E’ tutta colpa sua!!! JECHT!!!!’.

Noemi venne fulminata e centrata in pieno. Quel nome!! Quel nome che aveva sentito da Auron!! Gliel’aveva già detto quel bambino che era lui il “lui” [cap. 3], ma lei era stata fin troppo ossessionata dal “pericolo chakra” da accorgersene. Forse in quel momento, che era già un pochettino (pochettino!) rassicurata e tranquilla, poteva comprendere meglio tutto quanto. O quasi… infatti, il bambino, così come la radura e Zanarkand, stavano svanendo…

‘A…aspetta… Come faccio a chiedere il tuo aiuto??…Come trovo Jecht??… Perché devo fidarmi di te e dovrei aiutarti????’.

Lentamente il bambino diventò prima un fantasma e poi invisibile. Tutto sembrava sparire con lui.

‘Abbi più fiducia in me… E vedrai che anche la tua vita sfortunata migliorerà…’.

Co…cosa???!!! Come fa a sapere che io…

 

La notte passò tranquilla e riposante per tutti, o quasi. Kimahri, Wakka e Lulu erano già fuori vicino ai chocobo, a preparare tutto e caricarli di cibi e bevande varie comprate al negozio, che forniva anche prezzi piuttosto buoni. Auron e Yuna erano in un angolo a discutere della prossima rotta e pausa, mentre Hypnel era nei pressi delle scale che portavano alle stanze-letto di sopra. Anche la vice-proprietaria si era accorta dell’atteggiamento stralunato e divertito di quell’uomo dai capelli violacei, guardando le colleghe con scetticismo a chiedersi “Perché mai questo ride sempre??!!”.

Ad un certo punto egli vide Noemi scendere le scale con gli stessi vestiti con i quali era andata a letto. Camminava sbattendo qua e là le sue braccia contro i corrimani di legno, come una perfetta zombie ubriaca, con occhi verdi semichiusi, quasi accecati, e la testa moscia, fino a quando essi non incrociarono quelli del prestigiatore. Si fermò.

‘Fammi indovinare…hai avuto un altro sogno?... Uno dei tanti che assillano e lasciano il segno?... Io so interpretare specialmente quelli particolari… possono essere molto piacevoli o anche amari… e quando sono sinistri, molto spesso… possono risolvere un enigma, un secolare paradosso…’.

Noemi non sapeva dire se era più stupita, più tramortita dal sogno, o piuttosto spaventata da quell’uomo. Aveva un intuito fenomenale o aveva un sesto senso perfetto??

Lui forse riesce a capirmi??! A me quel tipo non piace per niente… mi fido di più di Auron!!

Hypnel non disse nient’altro. Era rimasto per alcuni secondi a guardarla, da capo a piedi, così come aveva fatto con Tidus, anche se ora in maniera più dolce. Ce l’aveva anche con lei??

Lui si girò, sempre con quello strano sorrisetto, e uscì dal negozio, dove i chocobo erano già pronti.

E…se fosse lui ad aver incaricato Auron a fare quelle sciocche promesse?? E’ impossibile!! Quei due non si parlano, non si notano, sembrano non conoscersi proprio… Accidenti!! Possibile che non ho più pace??!!

In effetti, Noemi si era davvero rotta le scatole di tutti quei dubbi, di quel prestigiatore, di quei sogni, di Auron e di Tidus insieme. Anche se ci pensava più delicatamente con quest’ultimo, che l’aveva salvata già ben più di una volta. Ma continuava a non tollerare quell’incredibile stanchezza, forse pericolosa, che comportava.

Lulu sembrava preoccupata invece. Dov’era Yuna?? L’aveva persa di nuovo??

‘IIIIIAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Un MOSTRO!!!!’.

Il grido era stato agghiacciante. Tutti uscirono di corsa dal negozio cercando di capire cosa stava succedendo. Oddio…cos’altro c’è adesso?? Stavolta io non mi metterò di mezzo!!

Il sole era limpido, meno si poteva dire per il panorama davanti agli occhi. Infatti era presente un enorme animale orribile, enorme, dalle braccia molto lunghe e scagliate, lunghe il doppio del suo tronco stretto e quasi nero, con una bocca che ne era il doppio, che mostrava una fila di denti appuntiti e giallastri, e due lingue lunghe e viola che uscivano compiendo movimenti a onde. Quello che più disgustava era quello che forse a quel coso piaceva fare di più. A terra, infatti, c’era un chocobo per metà sbranato, e a vedersi sembrava avere tutte le ossa rotte da quelle grosse fauci. Doveva essere quello la sua pietanza preferita, dato che aveva ancora in bocca qualche piuma giallo-brillante.

Auron e Kimahri erano già pronti a sferrare un attacco diretto con le loro armi, mentre Yuna era esattamente dall’altra parte del mostro di dove stavano loro, con l’asta che era a terra diversi metri poco più in là. Era combattuta tra il terrore naturale e il senso del dovere della vera invocatrice, la sola che poteva portare la pace su Spira. Hypnel era impegnato a tenere al sicuro i chocobo, mentre Lulu e Wakka erano usciti di corsa e non sapevano in che modo superare il mostro e raggiungere Yuna.

Noemi non sapeva cosa fare. Ebbe per un attimo in mente la Fraternity, ma subito pensò che fosse un’idea balzana e rischiosa.

Così, Auron tirò fuori la sua lunga e pesante katana color grigio scuro e si lanciò contro il braccio destro del mostro. Il guardiano Ronso, invece, pensò all’altro braccio, schivando abilmente i lenti attacchi sferrati.

Le persone più curiose erano ai lati della via Mihen, pregando più che per i guardiani al lavoro, per l’invocatrice. L’esperienza di Auron fece staccare il braccio del mostro con la potenza della sua spada, lasciandolo cadere al centro della via, mentre sull’estremità tranciata cominciò ad uscire uno schifoso liquido blu scuro. Come faceva a muovere così velocemente una spada così grande?? Grande era forse la sua esperienza, di anni e anni…

Chissà quali pericoli avrà affrontato con quel Braska… Non capisco più niente… ma… perché ora sento caldo?? Pensò Noemi toccandosi il collo dalla parte destra, mentre vedeva quello straordinario combattimento. Pensò di aver dormito male, come al solito, oppure che fosse semplicemente una conseguenza di quella sfacchinata. Solo Hypnel, con il solito sorrisino, la guardò, e con questo il suo sorriso stava per diventare una vera e propria risata. Aveva già visto quella luce blu che usciva dal collo… Eccome…

Kimahri approfittò del dolore causato da Auron per colpire alla testa il mostro, correndo in velocità con la sua lancia, sulla quale volavano nell’aria delle piccole fasce colorate in stile simile a quello delle piume dei copri capi degli indiani. Il colpo rovesciò il mostro che restò a pancia in su e i suoi corti arti inferiori gli impedirono di rialzarsi con facilità.

Auron, come se conoscesse già a vista le persone e i punti deboli del “Mangia-chocobo” si girò svelto verso Lulu, la quale aveva già preso il suo libro, ed era riuscita a prendere al volo la sfera di Kilika lanciatale da Yuna.

‘Presto!!!! ORA!!!’ gridò il guardiano professionista verso di lei, pronta ad eseguire l’incantesimo Fira, mentre Noemi si sentiva sempre di più sudare a vedere quel guardiano. Eppure non l’ho mai visto, se non a quella città…

Lulu recitò la formula magica con la sfera rivolta verso il cielo, e dal terreno partì un’esplosione in verticale di fuoco, che centrò in pieno il mostro, che fu abbruciacchiato per bene e che cedette, lasciando nell’aria molti lunioli qua e là che si diffusero per un po’ per poi sparire totalmente. Lulu, Wakka e Kimahri corsero verso Yuna, raccogliendo la sua asta e verificando le sue condizioni. Fortunatamente stava perfettamente bene, anche se si sentiva in imbarazzo, poiché di certo la gente che stava lì intorno si era aspettato un suo intervento. Di certo avrebbe migliorato…

Auron invece era rimasto impassibile. Aveva rimesso a posto la sua spada, e subito si girò di spalle e camminò verso i chocobo terrorizzati che erano stati condotti lì. E mentre lo faceva, con quel passo tranquillo e sicuro, prese ancora la sua borraccia e si mise a bere, forse più del solito, mentre Noemi ancora lo guardava, curiosa più che mai nei suoi confronti.

La gente era tutta intenta a sapere come stava Yuna, tanto che l’avevano circondata, non permettendole di raggiungere i chocobo. Lentamente la situazione si calmò, anche se rimase alta l’attenzione per strane voci che parlavano di una certa “Operazione Mihen” di cui i guardiani non sapevano nulla.

 

Noemi si avvicinò ad Auron senza mostrare alcun rispetto che altri erano soliti a fare con lui.

‘Tu non sei un tipo normale… ma…come hai fatto??’.

Lui smise di bere per poi ridere ancora di gusto a bocca ed occhi chiusi, con il braccio sinistro appeso al petto come al modo solito.

‘Eheheh… certo che lui non ti ha detto ancora niente…’ e si appoggiò con la schiena sulle stesse sbarre a cui erano stati tenuti legati i chocobo, mentre l’altra restò gelida a fissarlo negli occhi. Cosa aveva detto??!!

‘COSA?? Perché non mi dici cosa davvero sai invece di aspettare che quel timido bambino si sconvolga ancora?? Possibile che non provi un briciolo di pietà?? Ti diverte il fatto che io sia nel dubbio totale??!!’.

Auron non le rispose. L’attenzione si rivolse verso Hypnel che richiamava l’attenzione dei pellegrini, proprio davanti al negozio. ‘Presto, andiamo subito… Prima che il rallentar non sia punito…!!!’.

Non finirà qui, Auron…. Fino quando non mi dirai cosa davvero c’è in questo dannato chakra, su Zanarkand, e su Tidus ti stresserò fino alla fine… Non mi piace per niente il fatto che tutti ti si devono rispetto e poi quando si tratta di ricambiare ti metti pure a ridere!!!!

Era già corsa velocissima la voce riguarda la segretissima Operazione Mihen: i Miliziani avevano tutta l’intenzione di attaccare Sin e sconfiggerlo, per giunta utilizzando antiche macchine con la collaborazione degli Albhed. Quelle erano severamente proibite dal clero, che già aveva scomunicato i Miliziani.

‘COOOSAAAA??? Vogliono USARE le macchine??!! Con LORO??!!’ urlò quasi Wakka, non appena sentì della partecipazione degli stessi (che lui odiava a morte) che avevano rapito Yuna. Ci pensò Lulu a calmarlo, prendendolo con forza da una manica verso i chocobo ormai pronti e tranquillizzati.

 

I chocobo attraversarono a passo d’uomo tutto il resto della via, sopraelevata ed affiancata da un’altra, più tortuosa e abitata da altri esseri “simpatici”. La stradina era bianca, stretta e senza protezione, e aveva un lato ricoperto di erba molto corta con qualche tulipano qua e là, l’altro da una piccola collinetta, sulla quale si potevano notare le anse e le onde dell’erba piegata dal leggerissimo vento che soffiava sulla pianura. Era molto caldo e davvero piacevole, anche perché si stava molto bene e non c’era tutto quel caldo intenso di Kilika e soprattutto di Besaid.

Non ci fu molto dialogo: ognuno era assorto nei suoi pensieri, Yuna sul pellegrinaggio, Lulu su come far imparare definitivamente l’educazione a Wakka, questo su come cavolo era organizzata l’operazione. E Hypnel? Era davvero abilissimo a non farsi sentire e notare… Forse si sentiva di lui solo il forte e lento rumore dei suoi stivali neri vellutati…

Si ritrovarono davanti a una breve piazzetta fiorita, dove la via era bloccata da un enorme carro che sembrava avere una gabbia all’interno e che avanzava lentamente per il pesante carico. Da essa uscivano versi disgustanti, e ogni angolo era controllato da guardie della Milizia riconoscibili dalla loro uniforme. Davanti al carro si intravedeva un vero e proprio battaglione di chocobo muntiti di armatura di tipo quasi medievale.

Wakka sfuggì alla vista di Lulu e corse vicino al carro, spinto dalla sua curiosità, mentre gli altri si guardarono intorno, cercando di intuire qualcosa. Che puzza!!! Ma cosa cavolo hanno dentro quel carro??!!

‘FERMO!!! L’ACCESSO ALLA VIA MICOROCCIOSA E’ VIETATO a chi non fa parte dell’operazione!!!’.

Wakka si girò verso quella guardia che per poco non lo ammazzò a parole.

‘Co…cosa state facendo??!!’ chiese lui, mentre gli altri compagni si avvicinarono.

‘Tra alcune ore scatterà il piano. Non potete avanzare, è pericoloso… abbiamo fatto evacuare la zona…’—poi notò la presenza dell’invocatrice—‘…e NON ci sono eccezioni per i dotati di chakra…’.

Yuna volle ribattere, poiché il tempio di Djose si trovava proprio oltre tale via. E di certo non sarebbe rimasta lì ferma ad aspettare l’attacco. Ma quello più agitato era di certo Wakka…il più religioso del gruppo…

‘ANCHE GLI ALBHED???!!! Le macchine sono proibite!! Come potete farlo???!’.

‘Che ci provino pure… Tanto non sconfiggeranno Sin…’.

Tutti, compreso la guardia, zittirono a sentire quelle parole lente e fredde di Auron, parole che sembravano avere una verità assoluta. Ecco…arriva lui e tutti zitti… Ti faccio vedere io se starai ancora zitto o no!!!!

‘Non posso farvi passare, mi dispiace…’ e la guardia tacque, fermo e rigido nella sua posizione, come una statua. Mancava solo un tipico cappellino verticale lungo e nero, come abbellimento.

Hypnel era rimasto a braccia conserte fino a quando non sentì dei passi arrivare da dietro un gruppetto di persone. Poteva succedere qualsiasi cosa… Il sorrisino non lo perdeva proprio mai…

Tutti si girarono e videro avanzare Seymour, quello che doveva diventare il successore di Mika, alla guida di Spira [cap. 10], affiancato da un gruppo di strani “umani”, dalla pelle azzurrina, le dita e le orecchie allungate a punta, e alcuni portavano capelli blu, altri tra il verde e il colore del mare. Seymour condivideva con loro, a parte le solenni vesti, solo i capelli blu e le dita allungate, ma sembrava già più umano di quegli esseri blu. Gli altri dovevano essere piuttosto anziani, poiché camminavano chini e più lentamente.

Ed ora che cosa vogliono questi?? Mi sembra di stare in un teatro… Quante comparse ci sono??

Seymour si avvicinò all’invocatrice per poi parlare con la guardia principale più in fondo. ‘E’ tutto pronto??’

‘Sì….maestro Seymour…’ e fece il segno di reverenza.

‘Bene… Fate passare quest’invocatrice e i suoi guardiani!’ e la indica, lanciandole anche uno sguardo che la spaventò non poco. Erano gli occhi color lilla o comunicavano qualcosa di più??

‘Oh, ma…’ la guardia rimase stupita della strana richiesta.

‘Non vi preoccupate…’—e si gira di nuovo verso Yuna con lo sguardo—‘…mi assumo io la piena responsabilità…’.

La guardia ubbidì senza rispondere. Seymour, seguito dagli “affari blu”, proseguì la via, con un passo più rallentato del solito, come qualcuno che aspetta che l’altro lo segua.

Mentre Lulu abbracciava Yuna leggermente, intuendo al volo la sua brutta reazione, Wakka continuava a tirare calci sui sassolini, ripensando continuamente a quegli odiosi Albhed.

‘Ma chi si crede di essere??!!’ gli fece Noemi, ma lui che non la stava nemmeno ascoltando. Non mi piace per niente quel faccio-tutto-io… Come se fosse il re, come se potesse fare tutto…

‘No,no,no… Va tutto…bene… sul serio!!!’ disse Yuna a Lulu, la quale era davvero poco convinta. In fondo la conosceva da anni e anni… forse più di una sorella.

Così tutti oltrepassarono il controllo, alcuni turbati, alcuni più tranquilli, mentre già le prime nuvole minacciose iniziarono a coprire il cielo sereno di mezzogiorno, cosa che, di solito, non prometteva nulla di buono…

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Capitolo 15
*** Cap.15: Before The Attack ***


‘Eccoci arrivati alla via Micorocciosa… fate attenzione ai lati, è zona rischiosa… guardate bene le rocce da questa parte… poiché alcuni in battaglia qui ebbero mala sorte… e sono caduti in questo profondo precipizio… e preparatevi ai mostri che sono in questo spazio… e non rivolgere bene l’attenzione non è di certo propizio…’ così disse Hypnel appena arrivati ad una via molto più sinistra rispetto alla tranquilla via Mihen, anche per via delle nuvole minacciose nel cielo, che promettevano un forte acquazzone, avendo già oscurato tutto il cielo. In effetti, aveva ragione ad ammonire gli altri… Il sentiero era proprio affianco al mare, sopraelevata di diverse decine di metri, senza protezioni o barriere. Era come cadere in un pozzo, forse più pericoloso ancora, per la presenza di diversi spigoli taglienti ed appuntiti che sporgevano da rocce vicine e lontane. Dal lato sinistro della via c’era invece la parte di una montagna fatta di calcare (o cosa simile), impossibile da scalare, con quelle superfici liscissime, quasi come il ghiaccio, per l’erosione causata dalle frequenti piogge.

Iniziava già a far freddo, e l’unico forse a non sentirne era Wakka. Ce l’aveva a morte con il piano, soltanto a sentire parlare di macchine o Albhed. Lo si vedeva sempre a braccia conserte sbuffando e con la testa che continuava a dare segni di disapprovazione.

Ah, ho capito…si è messo a fare la guida “ufficiale” fino a quando non sa i cavoli degli altri… pensò Noemi, considerando Hypnel come se fossero in un viaggio turistico. Avrebbe voluto dirgli sicuramente qualcosa, ma quel sorrisino le avrebbe fatto solo saltare i nervi.

Seymour era lì, più avanti davanti ad un gruppo di Miliziani. Aveva portato le braccia alzate e lanciava parole di esortazione ai soldati, che tutti portavano il braccio destro piegato e il pugno della mano sul petto, un segno un po’ come un “signorsì”.

‘Gloriosi Miliziani…io, maestro Seymour, celebrerò le vostre gesta e il vostro coraggio a tutto il popolo… Abbiate la fede trasmessavi da Yevon, mostrate le vostre virtù apprese dopo anni di servizio… Il vostro sacrificio sarà sempre ricordato…’. Quando Wakka lo sentì si agitò di nuovo.

‘Co…cosa???’—e si avvicinò di corsa dopo che i Miliziani andarono al posto di comando—‘Ma…ma Maestro!! Loro…usano… Macchine proibite!!! Sono sacrileghe!!! E…ci sono anche gli Albhed!!! E’ contro il credo!! Non possiamo…!!’. Lulu avrebbe voluto ammazzarlo, dato che stava parlando ad un Maestro come se fosse suo fratello. Ma ormai… Il latte era versato…

‘E’ vero…è vero. Ma vedi, questi popoli si sono alleati perché hanno intenzioni comuni e pure: sconfiggere Sin una volta per tutte. Se questo può essere un modo, perché non provarci??’.

Noemi notò una silenziosa risata di Auron. Era come se avesse sentito una sciocchezza. Che hai da ridere, ora, nonno??!

‘Ma le macchine!!! Sono proibite dal credo!!!!!’.

‘Fingi di non averle viste…’.

Le ultime parole di Seymour lasciarono a bocca aperta quasi tutti, chi più, chi meno. Come poteva, un maestro-guida dell’intera Spira dire una cosa del genere?? Il titolo di Maestro viene dato da Yevon stesso, come avrebbe potuto considerare le macchine come qualcosa “da fingere”?? Wakka non credeva alle sue orecchie. ‘MA COME??!! Gli Albhed…sono scomunicati…!!!’.

Lulu allora lo prese per un braccio tirandolo leggermente e gli lanciò un’occhiataccia.

‘Oh…invocatrice Yuna…’—e il Maestro la guardò negli occhi in modo strano e profondo—‘…vi aspetto al posto di comando per questa via…’.

‘Oh…va bene…Maestro Seymour…’ disse lei tremando e inchinandosi con il segno di riverenza. Le aveva fatto ancora quello sguardo. Era fulminante per lei…non era uno sguardo normale…

Il Maestro poi se ne andò, procedendo verso sinistra ad un bivio più avanti, quando l’ex-blitzer iniziò a fare versi e “sfuriate”. Neanche a Noemi piaceva quel Maestro… non tanto per il suo appoggio all’operazione, quanto per il suo modo di comportarsi come chissà chi. E le ricordava tanto qualcuno, per qualche strano motivo.

Il gruppo avanzò per la via procedendo verso sinistra, mantenendosi vicino al bordo, per evitare scivolate fatali. Essa portava in un percorso ben più pericoloso, a zig-zag, composto da passaggi sopraelevati, di calcare scivoloso di colore arancione, con buchi grossi e profondi diversi metri ambo le parti. Qua e là, tanto per peggiorare le cose, scorazzavano strani mostri che Auron chiamava “Garuda”, ovvero delle specie di pterodattili robusti e lenti che vivevano in quella zona, e che colpivano con il loro lungo collo e la testa a punta.

Noemi continuava a vedere i buchi e quei precipizi ed aveva una paura incredibile. La grande attenzione ad ogni singolo passo, all’equilibrio, rendevano la sua andatura la più lenta di tutti. Poi ci fu un tratto in salita senza precipizi…fiuuuuu…che portò ad un’enorme area aperta e senza un filo d’erba o pianta, nonostante le continue piogge di quel luogo. Là c’erano, disposti in fila e a scacchiera diversi cannoni antichi, con qualche ruggine qua e là, posti davanti al promontorio, all’orizzonte che era più cupo degli stessi grigi cumulonembi. Alcuni di essi erano affiancati da alcuni Albhed che riparavano con cacciaviti, martelli, quasi a dare gli ultimi ritocchi.

‘Xiyhtu clyddy em beyhu?? Unsye è diddu bnuhdu...’ [Quando scatta il piano?? Ormai è tutto pronto...] diceva uno sdraiato a terra.

‘Dny bulu... senyllusyhtu, ybbahy ynnejy Sin tuppeysu lumbena didde ehceasa!!’ [Tra poco... mi raccomando, appena arriva Sin dobbiamo colpire tutti insieme!!] disse quell’altro al lavoro.

Wakka restò disgustato a vedere loro e le loro dannate macchine sacrileghe. Soprattutto quando si avvicinò al promontorio e vide altri spazi, anche molto lontani, strapiene di altri cannoni, tutti ristrutturati. Venne preso da un attacco di ira e diede un forte colpo contro una di esse con il piede sinistro, saltellando dopo come una molla per il dolore. Noemi non capiva tale comportamento: anche se era religiosissimo questo non spiegava un tale odio verso tutto. Forse Lulu poteva dirle qualcosa…

‘Cha…Chappu…perse la vita combattendo con queste macchine…’ le spiegò lei, con voce stranamente bloccata da qualcosa. Perché stavolta non fermava il suo “amico da educare”? Era davvero…strana…

Ancora il momento più strano doveva venire. Noemi si spaventò a sentire delle grossa grida di protesta davanti alla via che portava al posto di comando. C’era Gatta che teneva i pugni chiusi e continuava a dire la sua davanti a Luzzu, piuttosto severo di fronte al suo compagno.

‘Come…signore… NON può farlo!!!! Io sono venuto a Besaid fino a qui… come può…’.

‘Gli ordini sono ordini! Devi stare a guardia del posto di comando…intesi??’ disse Luzzu con voce più seria. Gatta, da bravo Miliziano, accettò con rabbia per correre poi al posto di comando.

Yuna si avvicinò chiedendo con la massima gentilezza cosa stesse succedendo.

‘Tra poco…devo combattere… Gatta voleva pure, ma è troppo giovane… non voglio che succeda di nuovo che…’.

Luzzu si bloccò alla vista di Wakka. Era sicuro che avrebbe perso molto probabilmente la vita durante l’attacco. Doveva dirglielo. Prima o poi. Ma come? Dopo tutto il tempo che aveva avuto…proprio all’ultimo momento…? Povero Gatta…ci teneva davvero tanto a combattere…

‘Wa…Wakka…devo…dirti una cosa…’ e lui si bloccò. Era davvero la sua giornata.

‘Ecco…devo…devo dirtelo ora…’—riprese Luzzu, portando la testa china verso il basso—‘…ero stato…io a convincere…tuo fratello… ad arruolarsi tra i Miliziani…’.

Lulu si girò di spalle e si pose la mano sinistra verso il suo viso, mentre Noemi era ancora più confusa, senza capire che cosa significassero quelle parole di dolore, dette così, subito, senza né preamboli, né altre facezie. Wakka, dopo pochi secondi di confusione e rabbia totale, scaricò questa su un destro che stese at terra Luzzu colpendolo dalla parte sinistra della guancia che subito arrossì. Gli altri restarono a guardare inerti.

‘Lu…Luzzu…’—disse mostrando qualche lacrima sul viso mischiato con la rabbia—‘…Chappu… mi aveva detto che voleva continuare il Blitz per vincere la coppa…’—e si avvicinò a lui, forse pronto per un altro destro—‘…ma poi lui…lui decise di arruolarsi con i Miliziani… per proteggere da Sin la donna che voleva sposare…!!!’. Yuna e Noemi si guardarono tra di loro. Gli altri non erano nemmeno attenti.

Luzzu lentamente si rialzò massaggiandosi la guancia e mostrandosi il più possibile mortificato. ‘Me…me l’aveva detto…mi aveva detto di dirti…quanto amava Lulu…’.

Noemi si girò stupita verso la maga, ormai in disparte per non mostrare il suo dolore. COSA??? Lei, la maestrina del gruppo che chiama gli altri rimbambiti aveva una storia con il fratello di Wakka?? Adesso…capisco perché lei…si comportava in quel modo…e come tiene a l fratello ora...

Il Miliziano stava per andare nel posto di combattimento di sotto, quando Yuna gli intralciò la strada a braccia aperte e rigide ai lati.

‘No…signor Luzzu…vi prego…fermatevi…è pericoloso…non lo fate!!!’.

‘Lascialo andare…ha scelto la sua strada…’—disse Auron—‘…così come tu hai scelto la tua quando diventasti invocatrice…’.

Yuna abbassò lentamente il suo sguardo, e si scostò contro la sua volontà. Forse quella sarebbe stata  l’ultima volta che l’avrebbero visto. Wakka poi riprese, serio. ’Mi raccomando…ti voglio qui vivo per dartene ancora…’.

Luzzu si girò e, continuando a camminare verso il suo destino, alzò il suo braccio destro con il pollice alzato. E sparì, unendosi con gli altri, ormai ben pronti.

 

La base di comando era perfettamente riconoscibile: la zona era circondata completamente di strani stendardi e tende, che sembravano un po’ di stile indiano, altri di tipo più futuristico, altri Noemi non riusciva nemmeno a descriverli o ricordarseli, tante erano le figure rappresentate contorte e complicate. Alcuni blu, altri marroni, con diverse spirali verdi o di altri colori strani, con diversi simboli che si ripetevano continuamente, simile a quelli visti nei templi precedenti. Le tende erano tenute tese da un chiodo ficcato sull’erba secca e gialla o sulla roccia del posto, mentre l’illuminazione era affidata ad alcune lanterne a fuoco tutt’intorno, che bruciavano bene nonostante la forte umidità di quel tempo che prometteva piogge. Qua e là era possibile notare non solo alcune lance tutte ammassate, ma anche alcuni Albhed che rivedevano il piano, altri Miliziani che facevano gli ultimi allenamenti, compresi un padre e il suo figlioletto munito di spada, che gridava con determinazione e con la sua voce infantile di vendicare la sua sorellina persa. Era possibile vedere il battaglione di chocobo, tutti in formazione ed in ordine, sulla piccola pianura sotto di diverse decine di metri, che si apriva fino a raggiungere la spiaggia.

‘Gatta!!’ disse Yuna, con voce dolcissima, appena vedette il Miliziano adirato, che non sapeva stare fermo.

‘Controllate il vostro equipaggiamento…tra poco inizia l’operazione…’ fece lui, quasi con voce robotica.

‘Mi…dispiace per quello che Luzzu…’.

‘NO!!! Sono venuto fin qui da Besaid ed ora non posso combattere??!!’.

Era comprensibile la sua rabbia. Voleva affrontare Sin, come gli altri, e forse non sapeva che Luzzu lo aveva fatto per non rifare lo stesso errore successo con Chappu.

Auron si avvicinò a passo lento dopo aver girato la testa come se percepito qualcosa. ‘Essere Miliziani comporta anche questo. Rispetta gli ordini che ti danno i tuoi superiori.’ Ed entrò per primo al centro della base, delimitato da un muro di tende. Lui restò fermo nella sua rabbia, tanto che si girò di spalle senza dire un’acca.

Era lì presente anche Shelinda, che alla fine aveva approvato l’operazione, dopo che seppe che il Maestro Seymour era d’accordo, cosa alquanto strana. Anche se gli Albhed non approvavano molto la presenza del clero, visti di malocchio per la scomunica ai loro danni, e per le “lyjumyda” che dicevano a Yevon, al quale non credevano per nulla. Avevano fiducia solo delle loro macchine, nonostante fossero molto antiche e non molto in bello stato.

Poi, da sotto, si sentì ancora quell’odore nauseante sentito al controllo [cap.14], e con essa certi rigurgiti e versi che avrebbero fatto paura anche ad una tigre. Noemi si affacciò con cautela vicino al piccolo precipizio e vide ancora quel carro, stavolta aperto: da esso uscì un enorme mostro viola, simile ad uno scarafaggio, munito di tante zampe ed almeno cinque occhi neri, spinto dalle mazzate dei Miliziani verso una piccola protuberanza, assieme ad altri di quei mostri, più piccoli e dalle forme più strane. Ah… e… che cosa vogliono fare con quei cosi nauseanti?? Ma io dico, chi me l’ha fatto fare a seguire questi pazzi!!!! Quasi quasi Metropolis è più sicura…

Subito i pellegrini vennero raggiunti da una ragazza a cavallo di un chocobo armato.

‘Il Maestro Seymour vi aspetta, invocatrice Yuna…’.

‘Ah…certo…ma… in cosa consiste il vostro piano??’ chiese lei, sempre con un alto grado di timidezza, mentre Lulu, ancora immersa nel dolore dei suoi ricordi, sembrava ormai lontana da Wakka che faceva gestacci e mosse di disapprovazione, quasi come un matto. E Hypnel, invece, sembrava piuttosto divertito.

‘L’Operazione Mihen inizierà quando il capo darà gli ordini. A quel punto i Miliziani tortureranno le scaglie di Sin…’—e indicò con l’indice del braccio sinistro il piano di sotto che aveva prima notato l’orfana—‘…e quando questo arriverà, gli Albhed lo colpiranno con tutti i cannoni che vedete qui intorno a Micorocciosa!’.

Wakka urlò “sacrileghe” con tutta la rabbia che aveva, fino a quando non fu uno sguardo di Auron a fulminarlo.

‘Poi, mentre noi del battaglione chocobo terremo d’occhio i mostri che si staccheranno da Sin [cap.1], gli Albhed daranno a quel maledetto il colpo di grazia con il cannone laser che vedete laggiù, più in fondo…!’.

I più curiosi, come Yuna e Noemi guardarono nell’orizzonte marino, notando che questo era interrotto da una sorta di torre mobile, che culminava con due enormi aste a curva con una sfera sulle estremità, dove si scorgevano delle scariche elettriche. Una vera e propria gigantesca torretta in fase di carica, pronta a lanciare raggi laser estremamente potenti ed a lunga gittata. O almeno, così aveva detto quella giovane.

Il gruppo avanzò entrando nella base di comando. A parte i Miliziani, c’era anche un anziano pelato e paffutello in faccia, con la faccia stranamente serena ma anche determinata. Quando si alzò da una sedia di legno, mostro il suo abito forse pontificale di colore arancione-giallo e molto semplice, con il colletto basso e bianco e con le maniche molto larghe. Il vestito toccava terra e impediva di vedere i suoi piedi. Egli, appena vide il gruppo, sembrò conoscere al volo due persone, fregandosene o quasi di tutti gli altri.

‘Auron!!! Hypnel!! Siete voi qui??!! Incredibile…cosa vi ha spinto a venire qua??’ disse quello, avvicinandosi e guardando prima Auron, il più avanti del gruppo. ‘Non…non credevo proprio che ti avrei rivisto! Come te la sei cavata dopo tutti questi anni? Dove sei sparito?’. Anche Auron sembrava conoscerlo bene dalla sua espressione, sempre seria…

‘Ma…quello chi è?’ chiese Noemi a Yuna, sottovoce per non farsi sentire. Sembrava una persona importante. E lei ne aveva abbastanza di persone “faccio-tutto-io” come “Sua-Eminenza-Eminentissima Prego-Strisciate-Ai-Miei-Piedi” Seymour.

‘Quello è Wen Kinoc, capo dei Templari…ed in questa operazione anche della Milizia. Credo…che sarà lui a dirigere l’attacco…’.

Fammi capire… I Miliziani sono stati scomunicati, e ora lui è capo sia del clero sia di questi?? Ma si decidono o no? Vanno bene le stranezze, ma le contraddizioni non sono peggio??

‘Sei stato a Zanarkand, vero?’ chiese Kinoc al guardiano professionista, che rispose sorridendo a bocca chiusa, e limitandosi a muovere le spalle e le mani, come dire “E’ ovvio!!!”.

Poi, dopo che Noemi si girò ancora verso quel capo pelato e gli altri, tranne Hypnel, si preparavano per il combattimento, quello riprese, avvicinandosi ancora di più ad Auron. ‘Lo sai che il piano è futile… meglio lasciarli sognare per un po’!!’.

Noemi riuscì a sentire quelle parole e reagì come se colpita da un fulmine. ‘COSA??!!Ma… se loro sanno che non servirà, perché lasciano che…oddio…non ci capisco più niente…!!!

In quel momento era giunto Seymour, accompagnato dai soliti azzurrini [cap.4] che diede la conferma a Kinoc, annuendo. Era tutto pronto per iniziare l’operazione. Doveva solo darne l’ordine.

Il Capo dei Templari poi passò verso Hypnel, riconoscendo e ricambiando il suo solito sorrisino stampato tra i ciuffi viola che gli calavano sul viso. Noemi venne chiamata da Yuna, che la esortava a lasciare quelle persone “tanto importanti” da soli. Mi volete spiegare che succede??!! Ah, giusto, non lo sapete neppure voi…siamo proprio apposto, allora!! Ho già problemi per cavoli miei con il chakra, ma se poi non si capisce neppure questo… siamo proprio rovinati, non c’è alcun dubbio…!!

‘Hypnel…devo ammettere che sei cresciuto da quando eri a Bevelle… allora…cosa ci fai qui??’ chiese Kinoc con voce bassa, che mischiava sia una sinistra spensieratezza, che l’atteggiamento più serio.

‘Ho saputo di questa nostra nuova occasione… e così ho deciso di fare una grossa decisione… è vero, mi mancano tanto anche i miei spettacoli… i giochi d’acqua, le illusioni con i lunioli… vi trovo bene, gran maestro, senza pieghe… l’ultima volta avete dato senza lusinghe… il permesso per tal operazione organizzata alle lunghe…’ rispose lui, rimanendo a braccia conserte ed impassibile.

‘Già…mi sembrava strano vedervi fuori dai vostri amati spettacoli e studi… immagino che siete qui per Yuna…’

‘Sì…ho preferito seguire questo più importante compito… lasciando il mio hobby per intervenire subito…’.

Kinoc così si apprestò a dare l’ordine sulla cima del promontorio più alto, in modo da essere visto da tutti mentre dava il segnale con il segno di riverenza. Hypnel si ritirò e restò affianco di Yuna, pensoso. In realtà ciò non mi interessa: quello che conta… per ora è solo il potere, una forza mai vinta… ed ora che l’ho trovata basta esser furbi… e non far loro saper nulla, facendo tutto ciò che garbi…

Al segnale i Miliziani iniziarono a bastonare e colpire con le armi a scariche elettriche prestate dagli Albhed le scaglie di Sin, che sicuramente sarebbe arrivato per riprendersele. Yuna accostò la sua testa sul petto di Kimahri, temendo di vedere una tremenda carneficina con una disgrazia. Wakka e Lulu si erano messi in disparte, l’uno per l’odio verso quelle macchine, l’altra ripensando a questa battaglia, molto simile, forse uguale a quella in cui il suo Chappu perse la vita. Auron teneva gli occhi chiusi, appoggiato su un bordo di legno, con il suo braccio sinistro appeso sul petto e la testa bassa. Mostrava un’insolita tranquillità, ma soprattutto la massima certezza di quello che sarebbe poi successo.

Noemi era rimasta a qualche metro di distanza vicino al precipizio, dove si vedeva benissimo tutto il campo di battaglia e il battaglione di chocobo di sotto che era pronto in schiera.

Dopo pochi minuti dall’inizio di quelle strazianti grida di quei mostri, improvvisamente il mare iniziò a colorarsi di nero profondo, e il cielo a colorarsi di grigio piombo, come se un’aurora oscura avvolgesse quell’acqua che ormai era simile a petrolio o quasi. Lei arretrò quando vide la superficie marina alzarsi come un palloncino gonfiato piano piano, e una strana voce, forse dentro di sé, sembrava dire, a quella forza spaventosa… Me la pagherai molto cara… Non avrò pace fino a quando non te l’avrò fatta pagare..ne sono sicuro… quello che è successo…è solo colpa tua…

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Capitolo 16
*** Cap.16: Operation Mihen ***


L’aura oscura mostrò un enorme rigonfiamento dell’acqua che subito scoppiò, rilasciando onde gigantesche come tsunami. Lì, all’orizzonte, era apparso un essere immenso, dalle curve più strane e dai lineamenti confusi e sconosciuti, dai quali era possibile solo riconoscere la testa e nient’altro, ovvero un prolungamento di quel corpo viscido e mobile in ogni singola parte o angolo, che terminava con strane e sinistre luci bianche, che sembravano essere i suoi occhi. Non si capiva per niente quali fossero i suoi arti, la sua coda, o le “ali”; solo tutto un insieme, un insieme di paura, dolore, morte… in carne e d’ossa.

Auron scrutava dall’alto quell’essere immondo con lo sguardo fisso e senza macchia. ‘Sin… lo sapevo che saresti tornato!!’.

E lui sembro rifondergli con un'altra delle sue grida. “Non   potete   sfuggire   per   sempre… “.

Al primo segnale di Kinoc, i Miliziani e gli Albhed iniziarono a usare i cannoni tutti in una volta, tanto da scatenare una pioggia di fuoco, una vera e propria tempesta di bombe, che colpiva l’essere in ogni parte. Dalle esplosioni su quel “corpo”, iniziarono a staccarsi delle scaglie che caddero nel mare, e raggiunsero in breve tempo la spiaggia, mutando il loro aspetto in scorpioni o mostriciattoli simili. Il battaglione chocobo partì all’assalto verso le spiagge per fermarli, sguainando spade e gridando coraggiosamente.

Yuna, a fianco di Kimahri era davvero terrorizzata. Ma cosa poteva fare? I Miliziani e gli Albhed stavano facendo il possibile per porre fine a quella minaccia. Ma questo avrebbe portato inevitabilmente ad una grossa carneficina. Gli altri restarono immobili a fissare quella strenua battaglia, che sembrava sotto il controllo dei compagni. Tutti tranne Noemi, riconoscendo quelle forme sinuose dell’essere, viste a Zanarkand e al viaggio sulla nave. Ma stavolta non pensava nemmeno di andarci incontro, e rischiare di nuovo… però… vedere Sin o gli altri mostri per lei era diverso, stranamente diverso. Nonostante tutto sembrava conoscere molto bene quel mostro, e non sapeva neanche lei il perché. Aveva strane sensazioni, intuizioni, che per una come lei, venuta da un mondo lontanissimo da quello, erano davvero ingiustificabili.

Le speranze di vittoria aumentarono quando tutti videro il cannone a raggi laser caricarsi da lontano. Diverse scariche blu e viola si concentrarono sulle punte delle due sfere del cannone, già posizionate sull’obiettivo. L’energia si concentrò fino a diventare luminosissima, e in breve tempo il cannone liberò una potente scarica che costrinse l’essere a crearsi, con il suo chakra, una barriera energetica, o scudo, attorno a sé, quasi bucato e perforato dalla potente scarica. Tutti guardarono impietriti, sperando che quello sarebbe stato il colpo di grazia decisivo, a mani giunte come in preghiera. Ma quello che aveva detto Kinoc era come se fosse stato scritto. In breve tempo, Sin concentrò il suo chakra in un punto preciso del suo scudo, accanto a quello colpito dal raggio: quella parte si allungò come un tentacolo che tranciò a metà il cannone, distruggendone la parte superiore, che crollò soffocando tutti gli Albhed di sotto tra le macerie.

A ciò tutti pietrificarono. Nessuno fu più in grado di agire, combattere o parlare. Ogni pietra, ogni parte delle macerie di quel cannone distruggeva a poco a poco i cuori dei più coraggiosi e dei più ottimisti, restando inerti di fronte all’essere portatore di morte, che continuava a farsi sentire più forte che mai. “Evita   di   farmi   distruggere   tutto…”

In breve tempo, esso concentrò ancora una grande quantità di energia sullo scudo, come se volesse in qualche modo esplodere. Auron aveva già visto quella scena, ai suoi tempi con Braska, e subito gridò ai compagni vicini, sperando che in tutta quella confusione qualcuno riuscisse a sentirlo. ‘PRESTO!!! AL RIPAROOO!!!’ e Lulu e Wakka si portarono al sicuro, l’una con una formula magica di nome Shell, l’altro nascondendosi sotto un tavolo della base di comando, non sapendo se essere più triste per fare la stessa fine di Chappu oppure per tutte quelle vite già perse per sempre. Anche Hypnel intuì il pericolo, e spinse Yuna con sé, portandola dietro una piccola collinetta vicino ad un promontorio, che li avrebbe protetti, se sdraiati totalmente a terra. E Noemi? Non era riuscita a sentire nessuno, e per giunta sembrava troppo tardi per dirle qualcosa. La…la…morte…in persona... Quel…coso…è… la fine…tutte quelle vite…quelle speranze…infrante… pensava, mentre indietreggiava piano piano dal promontorio, sconvolta ed impaurita, incapace di reagire.

Lo scudo iniziò a brillare, e subito si sentì uno strano stridio che lanciò un fascio orizzontale di chakra dorato, che si estese come un fronte d’onda, tagliente come una spada affilatissima, esplosiva come una bomba atomica, che in pochi secondi raggiunse la spiaggia, i promontori, e quelle rocce calcaree. Tutto venne spazzato via, tutto venne distrutto; i cavalieri chocobo guardarono quel fronte di energia avvicinarsi, e appena questo li toccò, questi divennero polvere invisibile all’istante; i Miliziani combattevano affianco degli Albhed, i quali caricavano i cannoni, ma dopo quel fascio dei loro corpi non ci fu alcuna traccia, con le ferraglie separate nei minimi pezzi di artiglieria. Gli esplosivi al posto di comando non ressero a quell’immane energia dorata e la distruzione causò altri morti alla base di comando, proprio nel punto in cui Noemi era vicina. Ma lei, ferma e rigida, bloccata da ogni parte, venne raggiunta prima da quella falce dorata che dall’esplosione…

 

Il cielo iniziò a liberarsi delle prime goccioline d’acqua, leggera e fresca, che non bastò però a spegnere l’incendio che già si era divorato almeno metà della base di comando, per non parlare della parte vicino alla spiaggia, dove i chocobo erano inermi tutti a terra, e la solitudine dominava come un perfetto re assoluto. Chi era sopravvissuto, coprendosi o nascondendosi sotto salite, dossi, o sporgenze nella roccia, era fuggito correndo e gridando la disgrazia, così velocemente che in breve tempo la voce circolò almeno fino a Luka. Che ne sarebbe stato dei Miliziani? Della speranza di questo buon popolo? Sarebbe stato per sempre in balia della morte?

 

La prima cosa che Yuna pensò era non tanto il fatto di essere ancora viva, ma quante persone innocenti non lo erano più. Si rialzò a fatica, con l’aiuto di Hypnel, il primo che si era svegliato, e si girò ovunque, vedendo solo fumo e macerie, oltre alle centinaia di cadaveri sparsi qua e là. Così lei congiunse le mani al petto come in preghiera e corse in lacrime verso il promontorio.

State calmi!!! Invocherò un Eone!!! Vi prego!!!!’ urlò lei, ma una ferrea voce da dietro intervenne.

‘Sarebbe inutile. Senza le sfere non ce la farete!! Fermatevi!! E’ un ordine!!!’ disse invece Seymour, che era lì, vicino, e che si era rialzato dietro di lei, prima dell’arrivo di un’enorme scaglia ancora più in là. Tutti e tre si girarono e videro un mostro, dotato di un lungo collo pieno di grigie scaglie e la testa rossa, due enormi e lunghi arti scuri, che terminavano con due corazze a forma di picche, con le quali si proteggeva il corpo e una seconda bocca che spuntava da lì, e che sembrava la parte più debole. Il suo mento e la sua schiena erano poi colmi di zampe e chele di ogni forma e che si muovevano continuamente, assieme ad altri due arti sotto il corpo centrale. Cosa si doveva fare? Vicini ad un promontorio che finiva in un precipizio, con davanti un mostro alto almeno sette metri, con i propri amici sparsi chissà dove?

Il primo attacco del mostro diretto a Yuna venne bloccato in tempo da Seymour, usando la magia Protect, e questo le gridò di allontanarsi.

‘Aspetti…maestro… invocherò Ifrit!!!’.

‘Si sbrighi…presto!!!’ fece lui, concentrandosi sullo scudo che teneva a distanza il mostro, mentre Hypnel, dopo essersi girato qua e là si incamminò fuori dal campo di battaglia. ‘Mantenete la concentrazione nella vostra asta… contro il grave pericolo di questa costa… vado ora a ritrovare i vostri guardiani… li porterò qui subito, non fate sforzi vani…!!!’ disse lui, iniziando a correre superando la scaglia per scendere di sotto.

‘A…aspetta!!’ gli gridò l’invocatrice, che aveva già preso la sfera di Kilika in mano.

‘Non preoccupatevi per me per nessun motivo…qui non c’è più pericolo spero di esser stato persuasivo…’ poi pensò l’altro, ormai invisibile dalla posizione di lei. In breve tempo, il piano davanti a Yuna iniziò a riempirsi di fuoco…

 

Noemi si ritrovò in una strana radura, e si chiedeva tra sé e sé se aveva raggiunto il paradiso. Peccato che non ci fossero angeli o molta luce… Era un posto che aveva già visto [parte 14], con quegli strani alberi simili stavolta a querce, con quell’erba blu insolita di sotto, che seguiva le ondate ventose, e quei lunioli che seguivano ed aspiravano alle aurore verdi e blu che solcavano continuamente il cielo pieno di stelle. Tutto era forse più confuso di prima, più sbiadito, più sfocato… Non credevo proprio che l’aldilà sarebbe stata così… ma…c’è qualcuno?? Non vorrei essere sola in questo posto….!!

Subito ella sentì una risata atroce che sembrava spaccare ogni tipo di timpano. Era peggio di uno stridio, davvero superbo ed insopportabile, tanto che tapparsi le orecchie sembrava totalmente inutile.

‘Tu…?? Ma…cos’è questo frastuono?? Cosa cavolo c’è da ridere??’ iniziò lei, incrociando proprio quel bambino.

‘E’…Jecht… Si crede chissà chi, sempre con la sua voglia di primeggiare… di odio… Mi ha ridotto in questo stato, un bambino, mi ha impedito di vivere la mia vita!!! Lo ha fatto tutto per il potere…la gloria…’ rispose lui, prima di scoppiare in lacrime di nuovo. Accidenti… ma piangi sempre… Capisco il tuo dolore…o quasi!!!

Poi quella voce rauca mutò la sua risata. ‘Bravo, bravo…ci risiamo…piangi, piangi!!!’.

Il bambino si destò in piedi e si girò verso quella strana quercia blu davanti a Noemi e si mise a gridare con tutta la forza che aveva. Uno stridio che avrebbe fatto gelare il sangue se sentito, uno stridio che cercava di fermare quella odiosa risata monotona e fastidiosa, uno stridio che fece sparire tutto…

 

Hypnel continuò a correre verso la spiaggia strapiena di cadaveri e macerie, incrociando anche Auron, che si era già rialzato e stava bevendo voracemente dalla sua borraccia. Erano davvero straordinarie le sue condizioni: né un graffio, né una misera ferita, né una minima sofferenza sul volto. Eppure si trovava in un’area del tutto spoglia, senza alcun riparo sicuro… Era stato colpito in pieno dalla falce di chakra e non era nemmeno caduto a terra, come se essa non lo avesse neppure sfiorato, e quell’energia era così spaventosa che lui sarebbe dovuto diventare polvere come tutti gli altri. Poteva avere chissà quanta esperienza, ma come aveva fatto ad essere ancora tutto intero, completamente indenne, dopo essere stato trapassato in quel modo diretto ed esposto? Ma il prestigiatore non badò molto a lui, che tenne bene in mente dove era Yuna, notando alcune scie di fuoco che si lanciavano nel cielo grazie ad Ifrit, e cercò gli altri compagni. Superò diversi cadaveri qua e là, lance spezzate a terra, tende bruciate a pezzi, senza contare anche dita, ossa ed arti staccati, in un fiume di sangue. Dopo aver fatto su e giù per le collinette formatasi per l’esplosione, subito trovò una persona incosciente, distesa a terra a pancia in giù e con la testa appoggiata sulle braccia, una dei pochi sopravvissuti alla strage, miracolosamente vivi. Si trovava a circa un metro dal mare, ancora agitato dopo i parecchi tsunami. Hypnel si inginocchiò cercando di portare ancora un po’ di vita in quella zona.

‘Svegliati! Svegliati!’—disse lui, scuotendo fortemente qua e là—‘La battaglia è conclusa… Sin è ora lontano, la lotta è chiusa… seguimi, so dove si trova salva Yuna… al di là di tutte queste sparse macerie, per fortuna…’.

La persona distesa a terra si alzò barcollando, con la testa che girava più di un pendolo, tanto che dovette tenersi le mani sulle orecchie per riprendere senno. Era come se qualcuno gli avesse dato una botta in testa, tanto che quelle scie di fuoco nell’aria sembravano comete volanti qua e là. ‘Co…cosa…. Lei…cosa….è successo??! D…Dov’è??’ disse, dondolando un poco, prima che Hypnel non gli mostrò il solito sorrisino (in questi casi??!!) in faccia.

‘Sta combattendo contro una di quelle grosse scaglie…’—alzando poi il dito sulla parte opposta del mare—‘…la vedi quell’aura rossa laggiù oltre le soglie?... Vieni, usa la magia, e raggiungi quelle rocce spoglie…’.

Co…cosa??Il chakra?? Co…come?? Sono ancora su Spira?? Pensò Tidus prima di guardarsi addosso, come dire “di nuovo così??” oppure “sto sognando?”. Bisognava anche contare che il chakra spendeva molte energie… ed ancora questa nascondeva dei segreti… anche pericolosi… però sembrava davvero la cosa che li aveva salvati. Entrambi. Lui e lei.

Un urlo di Hypnel da lontano lo fece tornare nella realtà, mentre iniziò a correre verso l’invocatrice, schivando qua e là i cadaveri a terra. E’…è…un inferno…questo posto…

Tidus, barcollando ancora, volse lo sguardo ovunque, in parte per non incrociare le pietre e i resti della battaglia, altre volte per non guardare quello che restava dei coraggiosi, per non restarne sconvolto, anche se era già in preda al panico al pensiero della potenza di Sin ed al fatto se l’altra identità era davvero ancora viva o meno.

‘A cosa serve piangere i morti… e vedere questi poveri cadaveri inerti?... Ringrazia piuttosto che siamo ancora vivi… dopo questa carneficina e tanti impegni illusivi… guarda davanti a te pensando al futuro per altri motivi…’ fece il prestigiatore, accorgendosi delle continue e ripetute esitazioni dell’altro, che non sapeva letteralmente da che parte girarsi per non impazzire in quell’abisso. Al diavolo te, questa folle operazione ed il chakra!!!!! Basta, non ne voglio più sapere!!! Voglio uscire di qui!!!! Voglio sparire!!! A…adesso…in che tipo di speranza dobbiamo credere?? Che possibilità c’è?? Che ne sarà di tanti innocenti??

Accanto ad una piccola sporgenza della roccia, che per metà era crollata nel mare, si era appoggiato con la schiena Gatta, sfinito e incredibilmente vivo, che mantenne la testa bassa e le mani sulle orecchie. ‘Che succede…????!!! CHE COSA STA SUCCEDENDOOOOOOOOO!!!!!!!????’ gridò quello, che tagliò il fiato ad Hypnel, senza perdere il suo sorriso, quando incrociò il povero Miliziano.

Tidus trasformò il freddo nelle vene in rabbia purissima. Non sapeva cosa dirgli, non sapeva come aiutarlo. Strinse i pugni e si voltò verso il mare scuro, verso l’orizzonte plumbeo, verso quell’essere, che era ancora lì, come se volesse aspettarlo, come se non aspettasse altro.

‘NON ANDARTENE!!!!! ASPETTA!!!!’ gridò il biondo correndo come un pazzo e tuffandosi in acqua, senza pensare nulla, senza dire più nulla. C’era qualcosa che lo attirava, qualcosa che gli ricordava Zanarkand, e l’odio verso suo padre. O era solo confusione, o l’unica cosa che poteva fare dopo una strage. Nuotò sopra le rovine, sopra cannoni totalmente distrutti, sopra quello che rimaneva del potente cannone a laser sott’acqua. Guardava davanti a sé, con gli occhi pieni di un misto di determinazione e arresa, verso un punto, solo verso un essere fermo ed immobile, che si avvicinò con la sua testa alla sua, fino a quando le dozzine dei suoi occhi non incrociarono i suoi azzurri…

 

Hypnel non capiva ancora che cosa gli era preso a quella testa quadra. Sin era scomparso dall’orizzonte e il mare era tornato tranquillo, perdendo il suo colore nero petrolio. Pensò che fosse meglio raggiungere Yuna, dato che Ifrit era scomparso e rientrato nella sfera. Lei era stata già raggiunta da Auron, Lulu e Wakka, che insieme si erano coperti sotto qualcosa alla base di comando, lontani dall’esplosione. Quella base era per metà crollata, e loro si trovavano proprio nella spiaggia sotto ad essa, accanto ad un mucchio di macerie e cadaveri, che erano stati disposti in ordine, pronti per il rito del Trapasso. Kimahri era già lì e nessuno sapeva come si era salvato…anche perché non parlava mai…!

L’invocatrice iniziò a danzare con la propria asta e con le sue lacrime che bagnavano i cadaveri e quella terra arida ed ora anche deserta. Erano tutti lì a guardarla, ad accompagnarla con qualche gesto di riverenza, mentre Kinoc ed altri sacerdoti si incamminarono verso la via Djose.

‘Tsk… Ritirata celere…eh??’—disse Auron a quel capo pelato con voce dura—‘…Soddisfatti???’.

Kinoc si fermò senza girarsi. ‘E’ morto chi non crede in Yevon ed era scomunicato…violare il credo con i cannoni è stato un errore… E tu non eri l’unico a saperlo come sarebbe andata a finire…’.

Quel capo se ne andò lasciando con serenità sfacciata almeno due terzi dell’intera Milizia a terra senza vita. I pochi sopravvissuti erano ancora in parte dispersi ed in parte soccorsi da preti e sacerdoti, compresa Shelinda.

Yuna era davvero in lacrime. Non riusciva a nasconderlo… cercava di farsi forza, si ripeteva che a tutto questo solo lei poteva porre fine. C’era anche Seymour con lei, che cercò di darle coraggio. ‘Yuna….stai bene?’—avvicinandosi e incrociando il suo fulminante sguardo verso di lei’—‘Tu… sei la speranza di Spira: devi essere il sostegno, non avere bisogno di esso. Porta la tranquillità, impegnati per portare qui il Bonacciale…’.

‘S…si…’ disse lei, subito cambiando espressione e trovando coraggio in brevissimo tempo. Il Maestro le si avvicinò con gli occhi e con le braccia.

‘Io…sarò il tuo sostegno…esattamente come Zaon con Yunalesca…’ e le rivolse occhi passionali e semichiusi all’invocatrice, che più che prendere forza si spaventò come era già successo. Egli le prese la mano destra, la baciò e la lasciò più delicatamente di una piuma. Poi anche lui si incamminò verso il tempio, dove i Miliziani sopravvissuti erano stati accolti, nonostante la loro eterna scomunica. Lei restò bloccata, gelida, a vedere quell’uomo dai capelli blu chiari allontanarsi, quando Wakka le si avvicinò, svegliandola dallo shock.

 

Una palla di Blitzball. Una piccola nave. Un arco d’acqua brillante come arcobaleno sullo sfondo. Una città dai mille colori. Era quello che vedeva con i suoi occhi, ormai pieni solo di dolore e di abbandono. Accanto a lui una donna dai capelli castani [cap.7], che cercava di consolarlo, ma che poi sparì subito appena ritornò quella voce rauca e superba che continuava a ridere.

‘Ho sentito che ti ritirerai dalla squadra di Blitzball. Che succede? Dov’è la tua gloria??’ disse lui alla voce rauca, continuando a scrutare l’orizzonte della città.

‘Ahahah!! E se così fosse?? Sono sempre io il migliore!!! AHAHAHAH!!!’.

‘Tu…sei una persona senza cuore…’ disse ancora lui, il bambino, con voce rotta e bassissima.

‘Tsk…Se non imparerai qualcosa da tuo padre non arriverai mai al mio livello!! Tu NON meriti di appartenere al mio sangue!! Piagnucolone, ecco cosa sei!!!’.

‘Io… TI ODIOOO!!’ fece il piccolo ormai in preda al panico.

‘Io faccio quello che voglio. Bevo? E allora? Ha senso che sprechi il mio tempo con te, che riesci solo a piangere e basta? Se solo imparassi qualcosa, forse potrei occuparmi anche di te!!!!’ rispose quello vestito quasi da pirata, bevendo una bottiglia di liquido verdognolo.

‘Perché mi disprezzi così tanto… perché…’.

‘Se impari a lottare e a fregartene degli altri, e ad essere il vero capo su tutti e su tutto, quasi come un dio, allora andremo d’accordo e ti mostrerò quanto ti voglio bene…’.

L’uomo rozzo, ormai ubriaco, svanì nel nulla come sua madre prima. Il bambino si sforzò di non piangere, e continuò a guardare la sua felice città.

Vorrei tanto qualcuno che mi mostri come si fa ad avere amici ed uscire da questo dolore…’ disse sottovoce, prima di appoggiarsi sul muretto della nave di famiglia e lasciar piovere gocce cristalline nel mare illuminato dalle aurore blu e verdi nel cielo notturno.

 

‘Hai…visto dov’è Noemi?? Io non l’ho vista al posto di comando…’—disse Wakka agitandosi—‘…non è che…è stata investita dall’esplosione?? Io…’.

‘Se la caverà… Sin se n’è andato…vedrete che verrà qui, lei o l’altro…’ rispose il guardiano professionista con tranquillità assoluta, appoggiato su una delle rovine più conficcate a terra.

Wakka non credeva ad una sola sua parola. Ci teneva tanto a quei due, erano diventati l’una la ragazza più confusa di una matta, l’altro il suo migliore amico. Era come perdere davvero due persone.

‘Siamo vicini ormai al tempio…’ iniziò Lulu, subito cambiando il suo viso svigorito in tristezza. Il tempio di quel posto era per lei fonte di ricordi terribili.

‘A…aspettiamo ancora un po’…’ disse l’invocatrice, con ancora nella mente quegli occhi color lilla.

‘Non possiamo aspettare più ora… vuoi che ci saranno altre stragi allora?... Andiamo per adesso avanti senza pensare… dobbiamo sbrigarci ed in fretta continuare… essere guardiani significa anche avere fiducia verso di essi… non preoccupiamoci e guardate bene i vostri passi… le ipotesi che si fanno con dubbio sono solo paradossi…’ aggiunse Hypnel, stufo di vedere cadaveri qua e là. Sfacciato.

La priorità era alta e dovevano per forza partire, prima che Sin facesse altri danni. Chi più, chi per niente erano preoccupati per la sorte degli scomparsi. Presero così la via per Djose, il tempio della psiche e dell’oscurità, pervasa da fulmini e tempeste.

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Capitolo 17
*** Cap.17: Gothic and Past ***


La via che portava al tempio di Djose aveva più o meno caratteristiche simili a quelle della via precedente, senza dubbio meno pericolosa, poiché si trattava di un percorso affianco al mare, meno scivoloso, anche se costituito dallo stesso tipo di rocce calcaree scavate dalle piogge. Un sentiero che sembrava una “caverna” aperta solo dalla parte destra, dove ogni tanto si alternavano delle “colonne” sottili, sempre di calcare, formatasi dall’unione di stalattiti e stalagmiti. L’acqua che si accumulava dalla leggera pioggia veniva raccolta dalla parte superiore della caverna, per poi cadere ai lati di essa, creando dei piccoli ruscelli sui promontori che andavano poi a sfociare nel mare.

Hypnel precedeva il gruppo, che notava qua e là un sacco di sacerdoti, Miliziani feriti ed accasciati a terra, mentre altri facevano segni di riverenza. A Wakka non piaceva neppure un po’ quell’uomo, che si era aggiunto così senza dare effettivamente delle chiare spiegazioni. Si chiedeva piuttosto se gli altri se ne fossero accorti. Chissà che cosa ne pensavano gli altri. Lulu, ogni volta che sentiva parlare di Djose subito cambiava espressione e pensieri insieme, Auron neanche se ne curava perché pensava a qualcosa di ben altro importante, Yuna pensava al pellegrinaggio in primo luogo, figuriamoci Kimahri… Quello che infine più colpiva l’ex-capitano era l’incredibile vitalità dell’invocatrice. Dopo la strage, ella cercò di farsi forza, e tentò sempre di mostrare il suo sorriso pieno di speranza contro tutto il resto. Era una sua dote naturale o si sforzava??

‘A volte mi chiedo come fa ad essere così capace a rallegrare la situazione…’ pensò Wakka ad alta voce, mentre Kimahri si fermò. Si girò appena appena verso di lui come se volesse dirgli qualcosa. Poi, udì un debole suono, acuto e ripetuto per tre volte consecutive. Sembrava partire dal polso sinistro di Wakka.

‘Lo…sapevo…Il torneo!!!! La partita…! Ma dov’è…??’ subito esclamò, prima che Lulu lo fulminasse.

‘Ti sembra il momento di pensare ad una partita??!!’.

‘Ma…i Kilika Beasts saranno già arrivati…! Per quanto ci devono aspettare??’.

Lulu stava già ribattendo, quando Yuna si girò, mostrando il suo sorriso. ‘Il Blitzball è l’unico divertimento che abbiamo…L’unico che può far dimenticare i dolori…’ tenendo le mani raccolte davanti a sé. Cosa doveva dire la signora in nero di fronte a quella realtà?

Continuarono a camminare, cercando di non volgere lo sguardo verso i cadaveri a terra, ancora non raccolti.

‘Ma…come fa ad essere così pimpante?’ si chiese ancora ad alta voce Wakka, e a quel punto Kimahri si girò totalmente verso di lui, e aprì la bocca, mostrando più che i suoi denti le sue fauci.

‘Lei fatta così… Sa sorridere quando difficile… Più gli altri si preoccupano, più lei contenta. Kimahri prova anche…’ disse lui, scoprendo una voce bassa e leggermente rauca. “Leggermente”?

‘Cosa? Tu sorridi??!! Non ci credo neanche morto!!!’ disse l’altro agitando le braccia.

A quel punto l’altro gli mostrò il suo “sorriso”: allargò i lati della sua bocca, mostrando i suoi denti in parte gialli ed in parte marroni, affilati e lunghi. Wakka retrocedette un filino.

‘A…ah…b…bello…’.

 

Ohi…ohi…che mal di testa… ora dove sono? Ma…ma che state facendo???!!!

‘INCREDIBILE…E’ VIVO!!!!’ urlò una sacerdotessa che si stava mettendo le mani nei capelli.

Un prete accorse per fare il segno di riverenza davanti a Tidus, che era stato disposto vicino agli altri cadaveri: pancia in su, mani raccolte in preghiera sull’addome. Ancora non capiva cosa stava succedendo.

‘Sia lodato Yevon!! Un altro sopravvissuto…’ esclamò il prete mostrando un sorriso in più.

‘Co...cosa? Ero…morto??’ rispose lui, puntuale, alzandosi in parte, per poi alzarsi del tutto ad “effetto-razzo”, appena vide i cadaveri che gli stavano affianco.

‘Ti abbiamo trovato quasi senza vita sulla spiaggia qua di sotto. Avevamo fatto di tutto per farti riprendere, ma non c’era stato verso… Ringrazia Yevon, che ha salvato tutti quelli che hanno fede nel credo!!!’ disse ancora la sacerdotessa incredula.

‘Ma…io non credo a nessuna rel…ehm… ah sì?...’ e si guardò intorno. Si trovava circa a metà della via Djose. Perfetto, ora gli altri dove sono? Scambiato per un cadavere…!! Devo aver perso i sensi…tutto qui…anche se… mi sento decisamente strano…

I primi che lo videro furono prima Auron e poi Hypnel. Non si erano per niente fermati ai discorsi di Wakka e Yuna, e alla fine, con il loro passo più lungo, si erano distaccati dal gruppo, camminando senza scambiarsi neanche una parola. Tanto la via era a senso unico.

Era la prima volta che Tidus era felice di vedere il guardiano in rosso. Forse aveva paura di stare da solo. Aveva davvero una grande timore della solitudine. Ma prima che potesse aprire bocca, subito l’altro lo precedette.

‘Sei entrato in contatto con Sin??’ e si avvicinò in modo tale da non farsi sentire da nessuno.

A quella domanda il biondo esitò. Aveva visto davanti a sé Sin sott’acqua, e aveva la sensazione di averlo proprio toccato o qualcosa di simile. La sua impulsività e il suo istinto lo avevano portato fino a quel punto, ma non sapeva bene spiegarlo. Era per colpa delle tossine o c’era qualcosa di Sin che sapeva e non sapeva? Solo un pazzo poteva avvicinarsi così tanto…

‘Io…credo…non lo so…devo essere svenuto e…’ Auron lo interruppe.

‘Vieni con me…credo che tu debba sapere…’.

 

Hypnel aveva visto il movimento quasi furtivo dei due là davanti, ma non aveva fatto neanche un passo in più. Anzi, quasi non gli interessava neanche. Tanto sapeva già la storia. E il suo obiettivo.

Auron arrivò con passi lunghissimi nei pressi di un bivio, alla fine della via Djose. Una strada portava ad una pianura, l’altra ad un lungo ponte che doveva portare al tempio della psiche. Il bivio era scoperto, ed in mezzo c’era anche un cartello che dava indicazioni con strane scritture.

‘Auron…aspetta…cosa c’è?? Lo sai che non ti sopporto quando fai il misterioso???’—disse Tidus, agitandosi—‘Se c’è qualcosa che devi dirmi, COSA aspetti a parlare???’.

Auron si girò verso di lui e gli rivolse uno sguardo quasi da padre, che si notava bene, per via del fatto che i suoi occhiali scuri e stretti erano debolmente scesi sul naso.

‘Io…Jecht e Braska… abbiamo affrontato Sin più di mille anni fa… Ero più giovane… Prima di tutta quella strage mi chiesero di mantenere delle promesse che ora devo mantenere…’.

‘E ALLORA?? Come fai ad essere qui dopo mille anni? Mi vuoi spiegare che succede??!!’ fece l’altro, spazientito, che iniziava a girare qua e là lo sguardo, mentre la pioggia era già terminata un poco.

‘Tu come fai ad essere qui??’ ribatté Auron, prima di bere ancora un po’ dalla sua borraccia.

Tidus pensò ancora a quel nome di prima. Provava davvero ribrezzo solo a sentirlo.

‘Mio padre…era con te?? A combattere contro Sin??’.

‘Allora secondo te perché un giorno se n’era andato senza dire nulla? [cap. 7] Lo aveva fatto per tenerti a distanza… anche perché tu avresti…’.

‘Pianto??’ continuò il biondo davanti al guardiano professionista, mostrando un’espressione di rabbia mooolto contenuta. ‘Che avrei pianto?? Perché lui…”deve essere il migliore in tutto, famoso, ricco”…’ continuò, alzando la voce.

‘Ssshhht…’.

Auron si avvicinò a Tidus con grande delicatezza. Doveva ormai dirglielo.

‘Tu l’hai sentito, vero?? In quelle scaglie…tuo padre…’ e gli portò, sulla sua spalla, quella mano che aveva con l’intero braccio appesa sul petto.

‘Co…cosa?? Io…ho…sentito la sua presenza… Ma…io…non capisco…perché…era…lì ad aspettarmi…non capivo perché… sentivo qualcosa e...’.

A quel punto la rabbia iniziò a lasciar posto alla pura confusione ed abbassò lentamente la testa.

Poi ebbe una sorta di flash violento, così forte che poco dopo lui ed Auron sembravano gli unici a muoversi, mentre per tutti gli altri il tempo sembrava essersi fermato, paralizzandoli.

‘NO…non è possibile…non…non… può essere….!!!’ esclamò  Tidus volgendo qua e là la testa.

Auron chiuse gli occhi per poi riaprirli dopo un profondo sospiro.

‘E’ così… Sin è Jecht…’.

Il tempo sembrava essersi fermato completamente e per qualcuno anche la stessa aria divenne più pericolosa del veleno. Era come aver saputo qualcosa che non si doveva assolutamente sapere, perché era così brutta che rovina un’intera esistenza o quasi.

‘No…no…NO…io non ti credo…!!! NON TI CREDOOOO!!!’ gli gridò in faccia Tidus, prima di girarsi di spalle ad occhi chiusi e scuotendo ripetutamente la testa.

‘Ma…è la verità… Lo so che è dura… ma non lo ricordi…’ ripeté Auron, prima di vederlo piegato in due dal dolore e pronto a scoppiare. ‘Tu non sai ancora che cosa nascondi… è stato Jecht a dirmi di tenerti a bada…se gli fosse successo qualcosa…prima di tutto quello che è diventato…’.

‘A ME NON IMPORTA NIENTE DI QUELLO CHE TI HA DETTO!!!’—gli gridò il biondo, voltandosi di nuovo davanti a lui ed agitando le braccia, mantenendo gli occhi chiusi e il volto svigorito—‘COSA HAI FATTO??? HAI PARLATO CON UN MOSTRO????’.

La gente iniziava a chiedersi da lontano da dove partivano quelle grida, che si mischiavano per fortuna ai lamenti dei sopravvissuti. Hypnel era ancora lì, a guardare, a sorridere… Fermo in piedi come se nulla fosse.

‘No…a…ascolta…me l’aveva chiesto prima…’ continuò Auron, iniziando a temere qualcosa di veramente pericoloso.

Tidus non voleva accettare per niente la realtà confessata. Non ricordava più nulla, ma la prova di tutto era sia lo strano comportamento di Sin, sia le voci di suo padre, sentite mentre entrò in contatto con esso. Come ci si sente ad essere il figlio dell’essere più pericoloso e portatore di morte?? La rabbia lo pervase dappertutto, da capo a piedi. Gli stessi pugni sembravano esplodere, e quelle vene a pulsare, ed in breve tempo da lui si liberarono alcune scie di chakra dorato, che iniziarono ad agitare come vento i suoi stessi indumenti e la sua catena, fino ad avvolgerlo completamente appena questo aprì i suoi occhi blu. Auron iniziò ad agire più ad istinto che con razionalità. Non c’era tempo da perdere. Corse verso di lui e bloccò ogni suo movimento placcandolo come un giocatore di rugby da dietro, gridandogli contro. ‘FERMO!!! Non fare sciocchezze!! Non sai controllare ancora la magia!! Tu non sai che potere nasc…!!!!!’.

Tidus non lo ascoltò e liberò una quantità di energia che creò uno scudo dorato dietro di sé che respinse Auron di diversi metri facendolo cadere a terra. Quando lui si rialzò l’altro non c’era più. Era sparito dopo pochissimi secondi. Nessuno se n’era accorto. Hypnel rideva…e rideva…e si voltò da un’altra parte…

 

‘Che succede??’ chiese Wakka, notando il guardiano per metà a terra a metri e metri di distanza, con la sua caratteristica voce a megafono. Lui non rispose subito.

‘Umph… Andiamo…prima raggiungiamo Zanarkand, meglio è…’ e si pulì leggermente la propria giacca rossa, senza dare (come al solito) una risposta adeguata.

Wakka guardò scettico Kimahri, mentre Yuna pensò al viaggio ancora da fare.

‘Manca ancora molto… dobbiamo superare il Fluvilunio, passare per il bosco di Macalania… e poi…’—l’invocatrice si girò verso il Ronso—‘…per il monte Gagazet…’. Il Ronso rispose facendo uno strano “sorriso”.

Il gruppo continuò la sua strada, chiedendosi dove fossero Hypnel e Tidus, girando a destra al bivio, quello che portava verso il tempio di Djose. Wakka era curioso più che mai nei confronti di Auron, ma chiedergli qualche informazione sarebbe stato inutile. Era come parlare di fronte ad un muro… Poi pensò a quel prestigiatore. In fondo, fino a quel momento li aveva aiutati indicando la strada e ritrovando i dispersi… ma era davvero antipatico quel sorrisetto!

Attraversarono un lungo ponte che metteva in comunicazione la via Djose con la piccola isoletta là adiacente, su cui giaceva il tempio. Sembrava più scura l’aria, man mano che si avanzava per il passaggio sopraelevato ed ornato con strani lampadari di fuoco color viola ed indaco. Qua e là correvano alcuni piccoli animaletti di colore verde acqua, più veloci dei gatti e più fastidiosi delle mosche. Si attaccavano ai vestiti, e il loro preferito sembrava quello di Lulu, che non riusciva proprio a levarseli di torno. Il gruppo incrociò un gruppetto di Miliziani, forse gli unici sopravvissuti, e tra loro c’era un chocobo, senza armatura, ferito ad una zampa. Tutti avevano l’aria abbattuta, e lo sguardo rivolto verso uno di loro che sembrava proprio Gatta. Era miracolosamente indenne, ed era ginocchioni a terra, con le mani che coprivano le sue orecchie, ed alcune lacrime che bagnavano il pavimento in pietra grigia. Si vede che era stato trovato e condotto verso la via del tempio… a suon di urlate qua e là…

Yuna lo vide in quello stato e non riuscì a trattenersi dal consolarlo un poco. Gli altri seguirono, ognuno con i propri pensieri. La più pensosa sembrava proprio Lulu, che sembrava conoscere fin troppo bene quel ponte, specialmente la parte intermedia, che pareva costruita recentemente…

‘Gatta!! Sei vivo!!’ disse l’invocatrice, facendo il segno di riverenza.

La Milizia è completamente disfatta…è finita…torneremo a Besaid…’ fece un Miliziano a terra, prima di essere seguito da Lucil, capitana del battaglione spazzato via e trasformato in polvere.

‘Abbiamo perso più di due terzi dei nostri uomini… abbiamo fatto un grosso errore a non seguire gli insegnamenti di Yevon…‘—poi si rivolse al gruppo appena giunto—‘…Non fate il nostro errore…’.

‘Lo avevo detto io che quelle erano macchine sacrileghe…’ ribadì Wakka, sbuffando ampiamente.

‘Lu…Lu…zzu…L’…ho visto…!!! Era…Era…tagliato…in due…!!!’.

A quelle parole di Gatta tutti gelarono. Tutti conoscevano Luzzu, uno dei più coraggiosi Miliziani che erano mai stati esistiti dai tempi di Mihen. Aveva fatto un grosso errore a mandare in campo Chappu un tempo, ma stavolta si era sacrificato per gli altri, aveva compensato al suo errore, aveva permesso a Gatta ancora di vivere.

‘Io…io…torno a Besaid…Pregherò…!!!’ continuò ancora il Miliziano, prima di essere aiutato dagli altri a rialzarsi.

‘Questo è l’unico chocobo che ci è rimasto del battaglione…usalo per tornare… ti raggiungeremo poi tutti dopo…’ gli disse Lucil amorevolmente, accarezzandogli la testa fino a toccargli il codino di dietro. Lui si mise su di esso con un altro ed insieme presero la via opposta verso sud. Quello che rimase fu un lungo silenzio, forse per quelle agghiaccianti parole, forse pensando al proprio passato, o forse, semplicemente, perché semplicemente non c’era più nulla da dire….

 

Il tempio di Djose sembrava più una montagna che un tempio vero e proprio. Era di pietra molto scura e composto da diversi strati circolari sovrapposti con diverso diametro di larghezza, inclinati quasi a formare una spirale. Nella parte superiore si potevano notare massi piccoli e grandi che letteralmente libravano nell’aria, e a rendere possibile ciò era forse una strana nebbiolina, una strana foschia nericcia che stava attorno ad ogni singola pietra, e sembrava provenire dal tempio, che da tale aspetto avrebbe inquietato chiunque. La nebbia arrivava fino alla base, e sembrava allontanare, o ammonire l’entrata ad esso. Al suo interno si custodiva la sfera della psiche e dell’oscurità. Era incredibile come le nuvole laggiù fossero molto più nere delle altre…

Ad una certa distanza da esso, dove c’era un piccolo muretto, Tidus sedeva, con le mani sulla testa, poggiando i gomiti sulle sue gambe, guardando qualche sassolino che stava sotto di lui. Vorrei proprio sapere cos’altro devo ascoltare… Se gli altri scoprissero tutto come minimo mi impiccherebbero… Possibile che Auron non abbia una benché minima delicatezza nei sentimenti degli altri?? O i miei non valgono nulla??? Oppure—aggrotta pesantemente la fronte—ha paura che io pianga?? Sì, certo…forse da piccolo…!!

Subito i suoi pensieri vennero rotti da una voce familiare che si avvicinava piano piano.

‘Dopo tutta questa carneficina, come vedi… molte vite sono perse, altri sono ora in piedi… la tua storia continua, tra gli altri infedeli nessuna… è il tuo destino segnato, non una fortuna… non è stato Yevon, o religione alcuna…’.

Tidus lanciò uno sguardo furioso nei confronti del prestigiatore, che non faceva altro che mettere il coltello nella piaga. Doveva goderci tanto a sottolineare il come mai Sin lo avesse risparmiato, nonostante il suo diretto contatto con lui… Forse quello che aveva sentito era colpa delle tossine, chissà…

‘Non me ne frega un fico secco!!! E smettila di parlare in rima!!!!’ fece a Hypnel, sbuffando e chiudendo gli occhi, cercando di trovare pace dalla sua confusione e dal suo mal di testa o forse per evitare di fare un’altra cosa…

Improvvisamente arrivò il gruppo con Yuna che superò tutti in corsa appena vide i due scomparsi, subito seguito da Auron, che stranamente aveva affrettato il passo.

‘Siete qui!!! Grazie a Yevon…’ disse lei, facendo ancora la riverenza, chiedendo anche, con il suo sorriso speranzoso e mani congiunte davanti, come stavano e cosa aveva svegliato il chakra. Lulu invece si girava continuamente osservando quei gradini, quelle pietre, quelle nuvole nere sul tempio, tutto quanto. Non era cambiato proprio nulla. Wakka invece era rimasto scettico. Davanti a quella felicità forzata o meno di Yuna per riportare un po’ di vita, Tidus non aveva fatto una piega. Era come se non gliene fregasse proprio nulla. Nemmeno si sforzò di volgere lo sguardo al suo amico di Blitz. Blitz?? Ma non c’era una partita??

‘Vi stavamo aspettando da qualche tempo… rimanendo qui davanti al tempio, senza alcun inciampo… l’ho trovato qui seduto, un po’ turbato e muto… l’ho visto pensoso e così ho pensato di portare aiuto… Si rifiuta di parlare, ma so ben più del segreto acuto…

Alle parole di Hypnel, Yuna volle capire cosa frullasse in quella testa bionda che sembrava sforzarsi di non mostrare qualche lacrima. A volte, pensava, era meglio sfogarsi che contenersi…

‘Tidus!!! Alzati, presto!!!! Abbiamo una nuova partita da giocare!! Muoviti!!!’ gli urlò Wakka, appena pensò alla partita. Per diversi secondi lui non disse nulla, fino a quando non fece un profondo respiro e si alzò in piedi barcollando un poco, mostrando lentamente i suoi occhi blu. Se loro scoprissero tutto mi ucciderebbero per primi… lo sapevo che...c’era qualcosa che non andava…

‘Andiamo…sono pronto…!!’ infine rispose, mostrando spensieratezza e un sorriso sforzatissimi per non suscitare sospetto, senza nemmeno chiedersi come era possibile parlare di Blitz a chilometri di distanza da Luka. A quel discorso, Hypnel, per la prima volta, mutò il suo sorrisino in un’espressione seccata.

Come??!! Devono andare a raccogliere la sfera di Djose!!!... Quella è fondamentale per sbrigare di più le cose… ‘Guardate che il sole sta calando e la notte avanza… dobbiamo continuare il nostro passo, per maggiore speranza… E io non aspetto di certo l’unione dell’ Occhio della Fratellanza…

Wakka si rivolse con faccia da duro di fronte al prestigiatore, anche se quest’ultimo lo batteva in altezza.

‘La partita E’ importante!! E poi Yuna ha deciso di riposarsi un po’!!!’ ed indicò un piccolo hotel per viaggiatori che era poco più lontano dal tempio. All’annuire di lei, più stanca psicologicamente a quello che aveva visto, che al resto, il prestigiatore cedette senza fare una piega.

‘Fate come volete dunque, a perdere tempo… quando invece il futuro rischia di essere senza scampo… a giocare, giocare, con altri innocenti che muoiono sul campo…’.

Il gruppo augurò buona fortuna ai due giocatori, il quale non potava seguirli, perché preferiva sostenere Yuna. Si doveva anche decidere chi avrebbe dovuto superare il Chiostro della prova…

‘Che antipatico!! Perché ha tanta fretta quell’ Hypnel???!!’ disse Wakka a Tidus, che gli stava di fianco, mentre il primo prese da una tasca una polverina argentata che chiamava “Eliomagilite” e parte di essa la diffuse su entrambi. In breve tempo, si levò una luce arancione a spirale che li avvolse piano piano. Il biondo iniziò a guardarsi sulle mani inguantate, sui piedi, sui fianchi, non sapendo cosa stava succedendo. L’ex-capitano lo tranquillizzò mettendogli una mano sulla spalla sinistra, fino a quando la luce divenne più forte e li fece volatilizzare nel nulla.

Intanto il gruppo entrò nel piccolo locale, dotato di scale che portavano di sotto, nel dormitorio scavato a fondo nel terreno, con il consenso della proprietaria, spaventandosi quando vide il volto broncio di Hypnel. L’unico che tardava a rientrare era Auron, che guardò fino alla fine il teletrasporto di Wakka e di Tidus. Pensava proprio a quest’ultimo, pensava a quando era piccolo, a quante volte si era sforzato di non piangere e non ci riusciva mai.

‘Questa è la prima volta che ci riesci… bravo… a volte mi chiedo perché dovrei fare questo per te…’ commentò il guardiano professionista, prima di tirarsi su gli occhiali da sole e voltarsi verso il locale, bevendo qualche goccio dalla borraccia fieramente.

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Capitolo 18
*** Cap.18: Sexy Thing ***


Le grida, le voci, e lo spavento subito si trasformarono in urla di tifo, mischiate alle parole del solito telecronista, che continuava ad incitare il Blitzball come una divinità che allontanava le paure appena vissute. Era proprio come aveva detto Yuna: sebbene fosse l’unico divertimento possibile, era anche una vera e propria arma di “speranza”, con partite sembravano organizzate non tanto per agonismo o per business, ma proprio per trovare un raggio di luce nel buio delle tenebre portato da Sin.

‘Ohhhh... Finalmente!! Ecco i ritardatari dei Besaid Aurochs!!’ disse l’uomo con il megafono, che iniziò a smaniare dagli spalti alti dello stadio di Luka contro i suoi assistenti, che a distanza dal precedente pareggio della scorsa partita, non erano riusciti a trovare una sola informazione sul nuovo capitano biondo. Infatti, alcuni bambini, che avevano sostituito le lacrime e la paura in sorrisi e speranze, sentirono versacci, parolacce, ed urla di sottofondo, e chiedevano ridendo alle nonne ed ai fratelli maggiori quale fosse il motivo di tutto quel casino. In realtà, molti si chiedevano come i Kilika Beasts, i prossimi avversari, fossero riusciti a presentarsi, dopo quei terribili tsunami [cap. 6] che avevano raso al suolo gran parte del villaggio sul mare. Nel complesso tutti, anche se lo stadio non era completamente pieno (poiché squadre non erano un granché), erano entusiasti, ed anche stupiti nel vedere come i tifosi della squadra più scarsa di Spira avevano iniziato a sfoggiare bandiere, peluche e cappellini. Alcuni avevano preso ciambelle gonfiate per assomigliare al cicciotto Keepa, ed altri si erano colorati il viso di scuro per Jash. Una cosa che si conosceva più da tutte le diverse sponde era il soprannome di “idiota di Zanarkand”, usatissimo specie dagli avversari, e quel suo potente Sferatiro in rovesciata, che, chissà perché, ricordava tanto un campione del passato.

‘BEEEEneeeee…adesso…’—disse, compiendo balzettini—‘…ci siamo!! Ci stanno aspettando sicuramente negli spogliatoi!!!!’.

‘A…aspetta…Ma…dove siamo???’ chiese Tidus a Wakka, che già stava correndo. Dove trovava tutta quella carica?? Quello che era successo non contava già nulla?

‘Siamo a Luka, che domande!! Secondo te dove si parla di Blitz??’ fece lui ridendo.

‘Ma…quel coso cos’è??’ chiese l’altro, vedendo alle proprie spalle lo strano strumento a luce verde che Noemi aveva visto prima [cap.10].

‘Ah! Quello…? E’ un raggio trasportatore ad Eliomagilite. Ci permette di tornare qui quando tutto è pronto per le gare del torneo!...’—e battè la mano sul “trasportatore”—‘…I giocatori possono provenire da Guadosalam, da Gagazet…e i chocobo sarebbero troppo lenti per i trasferimenti. Così…basta usare parte di quella polverina e appena che suona l’allarme che ci danno gli organizzatori…’ continuò Wakka, indicando anche una specie di “orologio” da polso che aveva dalla parte sinistra.

‘Ma…scusa…Le macchine non sono proibite??’ chiese Tidus, mostrando perplessità, mentre la porta dello spogliatoio era ormai di fronte.

‘Sì ma… un conto è usare armi sacrileghe o macchine che rendono bradipi la gente, un altro conto è usare strumenti che usano la magia e che rendono attivi…’ Certo, come no… Prima diventa una belva di fronte agli Albhed, ma quando si tratta di questo sport… O ha le preferenze, o non ho ancora capito cosa è “permesso” e cosa no…

Wakka era già entusiasta, e appena i compagni Keepa, Botts, Jash, Letty e Datt lo videro assieme al nuovo amico, si esaltarono, ricordando il grande pareggio strappato ai Luka Goers [cap.11].

‘Calmatevi, calmatevi…avete visto la classifica??’ chiese l’ex, che già sentiva la mancanza del suo adoratissimo sport. Cla…ssifica? Uao!! Credo di divertirmi un po’… Spero che serva per tirare su il morale di questa povera gente…

La classifica era molto semplice.                          

 

Besaid Aurochs – Luka Goers  2 – 2        Albhed Psyches 3

 

Kilika Beasts – Guado Glories  1 – 1        Kilika Beasts, Luka Goers, Guado Glories e Besaid Aurochs 1

 

Ronso Fang – Albhed Psyches  0 -3          Ronso Fang  0

 

‘UAOOO…’ continuavano a ripetersi tra loro i giocatori, vedendo quel incredibile punto piccolino-piccolino conquistato. Direi proprio che si sono innamorati di quel punto…

Invece per Tidus quel punto faceva proprio schifo. Insomma…erano già distaccati di due punti dalla vetta, e lui sapeva di avere una grande responsabilità. Oddio, era solo una promessa fatta ad un amico…

‘Perché festeggiate?? Non abbiamo mica vinto!!’.

‘Già…ma la figuraccia che ha fatto Bixen con il pareggio…ihihihi’ disse il portiere, mentre mangiava un panino lungo quasi quanto un braccio. E poi… mangiare prima di una partita sott’acqua non fa male? Ma se ne sono accorti gli altri o qua sono tutti svitati?? Ma in che razza di squadra sono??

‘Quello si meritava ben altro…’ riprese Tidus, quando qualcosa sembrava dirgli che l’ autore del suo cattivo soprannome fosse proprio lui. E di solito Il suo intuito azzeccava spesso…

‘Adesso dobbiamo prepararci contro i Kilika Beasts… Avete ripassato gli schemi??’.

Alla domanda dell’ex-capitano tutti tacquero e si guardarono un po’ come gli alunni scoperti a copiare da una severa maestra.

‘Ehm…no…!!’ disse Datt con la classica vocina.

Wakka si mise una mano sulla fronte. Insomma…mancava lui e tutto si perdeva? Anche le buone abitudini? Wakka… hai lasciato il posto di capitano, il tuo sport per fare il guardiano… ma perché allora sei venuto con me?? Ci hai ripensato e continuerai a giocare??

Mentre l’ex iniziò a fare la sua strigliata, venne fermato da un tap-tap di Tidus da dietro sulla spalla, che lo portò in un angolino.

Ma…allora continui a giocare?? Insomma…’.

Purtroppo non posso… cioè… potrei anche, visto che sono qui… ma vedi, se continuo a giocare…è come se ci fosse qualcosa che mi rimproverasse…e mi dice che invece di impegnarmi per Chappu perdo tempo per niente… E’ proprio questo turbamento che non mi faceva più giocare bene…’ bisbigliò Wakka, abbassando lo sguardo, e ripensando al povero fratello.

Intanto Botts e Letty stavano discutendo intensamente a bassa voce.

‘Oh…!! Ma…la nostra bidella personale dov’è??’ chiese il codino.

‘Boh… forse il capitano lo sa… ho sentito che si conoscono…!!’.

Botts si fece avanti al nuovo capitano, che subito si girò.

‘Ma… la bidella è qui?? Siamo gli unici ad averla…’ disse il difensore, mostrando uno strano colorito rosso sul viso.

A quella domanda Tidus non sapeva che balla tirare fuori. Infatti, Keepa con la maionese aveva sporcato il piccolo asciugamano a terra, per il lungo e per il largo, e la bidella era davvero necessaria. Già, il “grande ed intelligente” Wakka aveva detto che Noemi era eccellente nel suo lavoro, descrivendola così bene che era riuscito a convincere gli organizzatori a darle il permesso di entrare negli spogliatoi privati.

‘Oh…ehm…’—disse il biondo, toccandosi la parte posteriore della testa e guardando qua e là—‘…ha…avuto problemi con il fidanzato…ecco…mi sa che non c’è…oggi!!’.

A quelle parole Botts fece il muso più lungo che riusciva a fare. C’era rimasto davvero male…

‘Forza…Pulisci tu!!!’ disse ridendo Wakka al portiere, che, a quanto pare aveva appena finito.

Già…se ora vogliono conoscere il suo fidanzato?? Accidenti!!

Era la prima volta che Wakka assisteva da spettatore alla spiegazione di uno schema fatta da un capitano. Lo era stato sempre lui, in fondo… e le singole parole, le frecce che Tidus segnava sulla lavagna che tante volte aveva lui stesso tracciato, gli facevano ricordare le prime volte che aveva guidato la squadra. Un momento! si chiese poi tra sé… Come faceva a sapere trucchi e schemi e i punti deboli degli avversari se non li aveva neanche affrontati?? Iniziò a pensare che avesse un talento ineguagliabile. Forse “leggermente” e “quasi” quanto lui, che aveva anni ed anni di esperienza, in confronto a lui che aveva solo 17 anni. Cosa?? E sapeva tutte quelle cose?? Più della sua esperienza?? Dove le aveva imparate?? E soprattutto da chi?? Doveva essere davvero un campione, forse quello conosciuto come “Dark Crow”, il fondatore dei Zanarkand Abes, ma che era vissuto mille anni fa, di carattere e di aspetto esattamente opposto al suo. Tidus sembrava troppo giovane, troppo diverso…

 

Yuna quella sera non riusciva a dormire. Era forse il letto scomodo, o era piuttosto troppo difficile levarsi dalla testa tutte quelle strane coincidenze?? Insomma, come era possibile che dopo più di mille anni dalla catastrofe del Sacrificio Auron fosse davanti a lei?? Con delle promesse da parte di Braska?? Ma quello che davvero sconvolgeva la sua breve esperienza storica era quello “venuto dal mare”. Come si poteva immaginare che Noemi e Tidus fossero la stessa persona?? Insomma, lei conosceva benissimo i chakra, come non poteva? Aveva cercato la soluzione dappertutto ma non riusciva a spiegarselo. E di certo avrebbe fatto una cattiva figura se lo avesse chiesto a Seymour, dopo che questo lo rimproverò per il suo eccessivo dolore mostrato [cap.17]. E se glielo chiedeva a Noemi? A dire il vero era più impaurita lei di fronte a tale dubbio e alle possibili conseguenze di tutti quanti. E se invece ne parlava con Tidus? Sì, forse, si diceva. Forse poteva dirle di più. Ma era davvero un’altra persona, o pensavano in maniera esattamente identica? Ma non sembrava proprio, dato i due opposti caratteri che avevano: l’uno molto impulsivo, e l’altra troppo razionale.

E questo era tutto ciò che continuò a chiedersi affacciandosi verso la finestra a contemplar le stelle brillanti. Forse anche per non ripensare a quello sguardo inquietante di Seymour [cap.17].

Mentre Wakka russava alla grande, la grande preoccupazione di Lulu erano più che altro i suoi ricordi. Quelle colline rocciose, quel tempio oscuro, il “regno della psiche”, ricorrevano alla mente troppe cose, gioie e dolori. Non riusciva nemmeno a stare un attimo a letto. Il suo unico sfogo era quello di girare a vuoto le pagine parecchio ingiallite del suo libro, in piedi, cercando senza nessuna possibilità di riuscita la formula giusta per rimediare al suo errore, a quel suo grandissimo errore che ancora le faceva pesare il suo ruolo di guardiana. Come se quell’incubo ritornasse, pronto per portare via Yuna, per un’altra distrazione, o forse per la sua eccessiva preoccupazione di ora. Sentiva di nuovo girare la testa come quella volta, quando tutto le sfuggì di mano, quando ormai tutto si trasformò in tragedia, e quando non c’era più nulla da fare. Questa, sì, questa era “Djose” per lei. Che sia la via, il tempio, la sfera… ‘Adesso ci andrò io. E’ giusto che sia così dopo quella volta…’ fece lei sottovoce, quando venne sentita da Auron, appoggiato sul muro con occhi chiusi. Già, sembrava che nessuno volesse dormire quella sera…

 

La partita iniziò subito dopo. I Kilika Beasts erano già disposti, e il capitano Vuroja sembrava più che pimpante, un po’ triste per il ritiro del suo migliore amico Wakka. Guardava sugli spalti qua e là con il suo unico occhio (l’altro lo aveva coperto con una benda nera) per notarlo, fino a quando non entrò l’altra squadra.

‘I Besaid stanno entrando… Ma… ALLORA!!!! AVETE TROVATO SI O NO QUALCOSA?????’.

A quelle grida il pubblico borbottò. Il telecronista si dimenticò di scollegare il microfono e si scagliò per un attimo contro gli assistenti che avevano messo totalmente sottosopra gli archivi, con fogli che svolazzavano qua e là, mentre già una folla impazzita di intervistatori erano alla base degli spalti, pronti ad aspettare la fine della partita per conoscere il nuovo arrivato, soprattutto per guadagnare quanto più possibile, approfittando della mancanza di informazioni. E questo…puzzava di guai…molto grossi…!

Questo Vuroja non mi sembra molto giovane…ha i capelli grigi… Ma… quando si iniz…

Un flash colpì in pieno Tidus, scattato da breve distanza dagli spalti da uno strano individuo, basso, anzi, bassissimo, che portava occhiali da talpa perfetta, dai capelli color terra e a caschetto tipo secchione, che teneva in mano una macchina fotografica grossa almeno quante quattro mani e con uno zoom lungo più di mezzo braccio. Saltellò mille volte come un canguro appena vide la foto appena scattata, come un perfetto esaltato, ed accanto a lui era una ragazza alta, dalla pelle color mulatta e i capelli neri profondissimi e lunghi, appoggiata alle barriere sporgendo un po’ troppo il fondoschiena, tanto che alcuni anziani da dietro avevano già quasi perso la mandibola. Lei rimase impassibile quando il biondo la guardò con un microfono in mano, tenuto come un bastone, mostrando uno sguardo da pantera, pronta per agguantarsi la preda prima di tutti gli altri che erano già pronti a lanciare domande.

Il tempo per pensare non ci fu più: l’arbitro fischiò subito l’inizio della partita, che si svolse in perfetta parità. I Kilika Beasts erano una squadra piuttosto mediocre, e gli unici che davvero si distinguevano erano i due capitani. Vuroja aveva un intuito incredibile, e riusciva a precedere e prevedere molti passaggi e schemi avversari, sfruttando la sua grande esperienza e la velocità dei più giovani della sua squadra, dirigendo soprattutto il centrocampo. La marcatura era stretta a uomo, ma quando i Besaid attaccavano, la marcatura diventava a tre solo per il capitano, ricordando lo Sferatiro che aveva incantato il portiere Laudia nella partita precedente, sicuri che l’altro attaccante Datt fosse troppo scarso per battere il loro portiere. Peccato che questo era peggio, e bastò un suo semplice tiro per portare in vantaggio gli Aurochs. In seguito la partita andò a pendere a favore di questi anche dopo il primo tempo, cambiando tutte le volte lo schema, ma l’esperienza di Vuroja non poté fare nulla contro la velocità di Tidus, che mostrava pecche nei passaggi, ma che rimediava facendo diversi slalom. Wakka, a vedere ciò, continuò ad avere strane sensazioni, come se quelle cose le avesse già viste o notate da qualche parte, ma non riusciva proprio a spiegarselo. E non era l’unico… Bene, manca poco… ora ne facciamo un altro e porteremo questa squadra più in alto!!!

Bastò uno sprint da parte degli attaccanti per seminare i lenti difensori imbambolati dal capitano avversario e dall’insolita confusione di Vuroja, che aveva già giocato tutte le carte a sua disposizione. 1,2,3 e la palla arrivò a Datt che la passò al compagno attaccante, che calciò al volo e segnò nell’angolino della porta. Proprio quell’ “idiota”…

‘GOOOOOOOAAAAAAAALLLLLL!!! Fischio finale!!! I Besaid vincono 2 a 0!!!!’ urlò il telecronista incredulo.

‘Il tiro Voleè è stato stupendo!!! Quel ragazzo è un fenomeno!!’ disse l’assistente affianco al cronista, prima che la squadra vincitrice si riunì al centrocampo a festeggiare con il loro nuovo motto e…la loro prima vittoria, di fronte alle facce sbigottite degli sconfitti, che non credevano per niente ai loro occhi. Il gruppo impazzito di intervistatori era già lì, pronta per fare domande e domande, tutte o quasi di carattere personale. Anche Wakka non ci credeva, continuando a guardare il tabellino, che segnava davvero 2 a 0. Gli unici a festeggiare erano i tifosi dei Besaid, anche se gli altri, ritirando quei cattivi soprannomi, applaudirono fieramente. La squadra guardava l’ex-capitano, che alzò il braccio come era solito fare, come una sorta di simbolo, forse il nuovo della vittoria.

Per qualcun altro era forse di più. Dopo quello squarcio del suo passato ritrovato, la sua era mente era davvero a pezzi, senza risposte o soluzioni possibili, e la partita aveva un po’ indebolito tali dubbi, riprendendo un po’ di luce e di umore nella difficile situazione.

 

La notte passò davvero lenta a Djose. Lulu non sapeva da che parte girarsi nel suo enigma. Quel potente attacco del custode le costò caro tempo fa, ed ora doveva rimediare. Doveva far fronte ad esso con un potente attacco magico. Continuò a girare le 4000 pagine del suo vecchio libro parecchio ingiallito, dalla A alla Z, ma c’era sempre qualcosa che non quadrava per niente. Incantesimi semplici?? No…sono troppo deboli… Magie Proibite?? Troppo pericolosi… e ci mancano anche degli oggetti… Magie Sacre?? Solo Yuna può farle, essendo dotata di chakra… La sua unica arma erano le Magie Master, ovvero quelle in cui si usavano anche le sfere magiche, e di sicuro l’invocatrice gliele avrebbe date. Già, ma quale tecnica scegliere?? Aveva davvero la grande paura che tutto ritornasse, che quel fatale errore le sarebbe costa di nuovo. Se per questo doveva lasciarci la pelle lo avrebbe fatto di sicuro… C’era una tecnica, sì, ma aveva comunque bisogno di più energia. Flare… Sì doveva funzionare…

 

Se lo sport servirà per farmi dimenticare tutto o quasi… queste partite avranno davvero un senso… Spedito qui, in chissà quale epoca, sentendoti dire che Sin è tuo padre… quando puoi letteralmente sbatterne di tutto e aspettare che ne sarà… sì è davvero il caso… Solo l’ottimismo poteva farmi vincere questa partita… pensò Tidus, ridendo di fronte a tutti problemi che portava con sé. L’unico modo per uscirne era proprio l’ottimismo. Anche quando era piccolo era la sua arma vincente, assieme all’impulsività…

La sua squadra guardava la coppa del Torneo, esposta al centro dello spalto principale: era di cristallo azzurrino brillante, a forma di doppia piramide con vertici opposte a base quadrata, che rifletteva tutti i colori dell’arcobaleno, più a tinte azzurrine. Nella parte più bassa si poteva notare una scritta sullo sfondo dorato e ornato: “Sono il migliore!! E’ il vero potere che rende immortali!!”, firmato “Dark Crow”.

Nella passaggio che portava agli spogliatoi, piena zeppa di stemmi, immagini e foto recenti e vecchie, alcune stracciate, altre addirittura ornate ed incorniciate, la squadra vincitrice venne completamente investita dalla folla di intervistatori chiedendo di tutto. Ma il capitano non era lì. Era stato bloccato da due che avevano superato le linee di controllo, controllate da guardie ed arbitri. Erano riusciti in qualche modo a sviare tutti i controllori. Infatti, mentre Tidus camminava assorto nei propri pensieri, una donna alta lo prese improvvisamente per il braccio sinistro e lo portò in un angolino illuminato discretamente. Sì, era lei, corpo da pantera, più alta di lui, pelle mulatta e sguardo di un perforante nero scurissimo, con quei capelli che sembravano mossissime onde del mare di mezzanotte, con alcuni luccichii dalla timida luna all’orizzonte. Lei gli mise una mano sulla sua spalla sinistra, e l’altra sul suo petto destro, e la prima passò lentamente verso il basso, dolcemente, come un gatto nero che cerca le carezze. Il suo sguardo incrociò il suo, terrorizzato da quel corpo, distante solo una decina di centimetri, con quelle labbra carnose rosso fuoco, che ben si coordinava con il suo vestito serale di velluto, dalla quale si notava per metà il seno della donna che non sembrava nemmeno portare nulla di sotto…

‘Il…mio…nome…’—iniziò lei con voce sensuale, avvicinando il suo viso a Tidus, che stava un filino sudando’—…è Aisha… sono…un’intervistatrice…vorrei che…tu…rispondessi…alle mie domande…!!!’.

Quelle labbra gonfie, quello sguardo da pantera lo trasformarono in un ghiacciolo vero e proprio, con alcune gocce fredde che gli cadevano sul collo da dietro. Non sapeva dire nulla, quello che usciva erano solo parole spezzate, composte solo da due o tre lettere, per giunta consonanti…

‘Allosa?? Allosa?? Guasda qua!!!’ disse uno, che sbucò dal nulla da dietro le spalle della donna, puntando l’obiettivo grosso come una casa, per non parlare del flash, al biondo, che restò mezzo abbagliato e mezzo sbigottito. Aisha si girò con i suoi occhi nerissimi verso il “tappetto” visto prima sugli spalti, con aria forse di rimprovero, ma che riusciva a conservare quella voce focosa.

‘Chicco… per favore…??!! Lo vedi che…lo sto intervistando…??’. A…a…alla faccia…che intervi…sta!!!

‘Ma!! Sono le psime foto che faccio!! Anzi, se ci facciamo dase l’autogsafo, sasà favoloso!!!!!!!’ disse quell’altro, che era basso quasi come un bambino. Portava una camicetta bianca ed un’insolita cravatta color verdognolo, e un paio di pantaloni corti semplicissimi blu, per non parlare poi degli occhialoni da vista tipo talpa che portava, e che sbucavano dai suoi fitti capelli lisci che cadevano a caschetto ed avevano la frangia che sempre nascondeva gli occhi, già nascosti per i fatti loro…

‘Co…cosa?? Ma…!!’

Aisha si girò ancora verso Tidus, levando la sua mano dal suo petto atletico.

‘E’ mio fratello… scusate se…si comporta così…ma siete diventati…il suo idolo…’ disse sbuffando.

‘Tu non capisci chi…*FLASH*… è davveso foste Aisha!! *FLASH* Seguo il Blitz da quando eso piccolo…*FLASH*… e ho sempse fantasticato sui mitici Zanaskand Abes!! *FLASH* Aspettavo solo qualcuno che mi facesse vedese il veso talento!!!’ disse Chicco, cambiando così tante volte posizione che fece venire mal di testa a Tidus, con tutti quei flash… Ma cosa vogliono da me?? Ma allora è proprio vero che non c’è nessuno che sta a bene con il cervello!!! Vogliono un autografo?? Bene, ve lo do, basta che mi liberate da questa pazza seducente!!!!!!

‘Bene…prima domanda…’ riprese lei, avvicinandosi come una predatrice con la mano sinistra sul suo collo, e la destra che si avvicinava sempre più in basso, mentre suo fratello era completamente impazzito ed emozionato di fronte al suo nuovo beniamino. Ma che età aveva?? Dal viso sembrava adolescente. Ma non si calmava per niente. Infatti, era già pronto con carta e penna: più che per scrivere le future risposte, forse per farsi il pieno di firme...

Fatemela…vi prego!!! Non ce la faccio più!!!! Ma cosa vuol fare con me?? Pe…perché mi hai messo quella man…

Aisha sembrava costringerlo a dargli ogni tipo di risposta. Quella mano si avvicinava proprio lì, e se non rispondeva in fretta sarebbe andata a finire… beh, provate ad immaginare…

‘Allora…Questo talento…l’hai preso da…qualcuno??’—chiese lei con voce passionale, incrociando il suo sguardo con gli occhioni preoccupatissimi di Tidus—‘ …Magari da qualche tuo parente…?

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Capitolo 19
*** Cap.19: Lost Memories ***


Il serpente color mulatto era arrivato al livello dell’inguine, senza che Aisha distaccasse gli occhi da Tidus per nessuna ragione. Infatti, la nuova ragazza era stata assunta proprio per la sua incredibile capacità di tirare fuori le più segrete verità e di ottenere risposte anche dagli uomini più seri. Cosa fare?? C’era per lui un’unica risposta, visto che non conosceva nessuno, ed era troppo confuso perfino per rispondere in maniera compiuta. Le braccia erano gelide, pietrificate, appiccicate al corpo, che forse ricevevano gli impulsi, ma che si rifiutavano si muoversi…

‘Foste, foste!!! Che fostuna essese un fotogsafo!!!’ fece Chicco, che mostrò un insolito “tic” nella gamba destra flessa, che lo faceva vibrare tutto.

‘Je…Je…Je…Jecht!!!!’.

A quel nome la mano si bloccò come dopo un ordine. La donna era certissima che se nessuno sapeva ancora nulla di Tidus, e tali misteri non accadevano mai nei neo-blitzer.Significava che o lui o la squadra nascondevano qualcosa. Ecco perché aveva giocato una delle sue armi estreme…

Lui, appena rispose, da una parte si calmò e dall’altra si agitò insieme. Sì, aveva fatto una cavolata bella grossa!! Se poi gli altri avessero indagato su davvero chi fosse?? Complimenti…

Chicco guardò il biondo scettico. Conosceva ogni genere di persona, blitzer, e perfino i nomi di tutti i telecronisti storici, senza contare tutti i giocatori di tutte le squadre, vecchie e recenti… Ma chi era quello??

‘Jecht?? E chi sasebbe?? E’ IMPOSSIBILE CHE IO NON CONOSCA qualcuno!!! O ci vuoi nascondese qualcosa, o l’hai inventato!!! Pesché sei così siservato?? Che c’è di male a paslase di qualcuno, ammesso che il tuo talento non è innato, il che non mi sembsa psopsio!! Ho già visto tisi identici più volte!!’.

Quando Aisha si girò di nuovo, pensando se fosse una bugia, o che quella fosse la prova che nascondeva davvero ciò che non sapeva nessuno.

‘No…no!!!!!...Vi ho detto la verità…!!!’.

Tidus era completamente in preda al panico, quando arrivò di corsa Wakka, con una decina di intervistatori dietro.  Aveva esperienza nel “mordi e fuggi”: era così che si chiamava quella specie di tecnica in cui rispondi alle domande in maniera precisa, secca per crearsi squarci qua e là nella folla e liberarsene appena si intravedeva un buchino. Il neoguardiano entrò senza accorgersi della bella pantera, accecato dal suo entusiasmo, e prese per l’altro braccio il suo compagno semingabbiato tirandolo fuori dall’angolino e dai flash di Chicco, che stava quasi sbavando per il suo nuovo idolo.

‘Forza, vieni!!! Altrimenti faremo tardi!! Gli altri ci stanno aspettando!!!’ disse Wakka prendendo la strada verso il raggio trasportatore. Aveva già salutato il pubblico ed i compagni, ed almeno risposto ad una cinquantina di domande, inventandosi chissà che scuse per andare via e per il neocapitano. Infatti, Lulu gli aveva seriamente raccomandato di essere puntuale se non voleva…ehm…rimanere abbruciacchiato…

‘Co…cosa??? A…aspetta… loro…!!’.

Da dietro Chicco stava tentando la rincorsa con la fotocamera in mano ma sua sorella lo bloccò. ‘Ma…il MIO AUTOGSAFO!!!!!’ fece, con la mano sinistra davanti a sé.

‘Lascia perdere…’—disse lei con voce sensuale—‘…Sono sicura… che ci sta nascondendo qualcosa… e non ce lo vuole dire…’.

Poi voltò le spalle verso il fratello, incitandolo ad uscire dal corridoio. ‘La catena che aveva al collo… l’hai vista??... E quella figura sui pantaloncini neri…’.

Chicco si girò stupito. Era così eccitato che lo aveva notato senza farci caso.

‘Hai sagione!!!! Quello…esa il simbolo che postavano gli Zanaskand Abes!! Ma!! Quella squadsa è stata spazzata via cisca mille anni fa con quella città!!! E quel simbolo è tsoppo antico e sacso!! Ma come fa lui a…’.

‘Già… è nostro lavoro scoprirlo…!!!’.

 

Già…Wakka aveva proprio fatto tardi. Tra le attese per l’inizio della partita, le interviste, gli intervalli e tutto era notte fonda. E gli altri dormivano… che fare??

‘Dormiamo qui…’ disse lui al compagno, indicando quella superficie polverosa davanti al tempio oscuro di Djose.

‘Cosa?? Qua?? Ma…’ fece l’altro rivolgendogli occhioni blu.

‘Fai come ti dico io!!!’ rispose lui, immaginando già la faccia di Lulu…

La notte passò in fretta, tra pensieri e pensieri. Era da tanto tempo che non mi sentivo così sereno… tutto grazie a quella ragazza!! Se la passava davvero male a Metropolis!! Suo padre…assomiglia tanto al mio…se si può chiamare‘padre… con la scusa che non aveva soldi, che in realtà li aveva spesi nel gioco d’azzardo e nelle partitelle serali che faceva, l’aveva lasciata da sola, costretta a correre e rubare qua e là…

Wakka già russava, e Tidus si alzò di colpo dal suolo, osservando la luna calante semi-oscurata dallo strano alone nero che emanava il tempio.

Aspetta!! Ma io ho in mente i suoi ricordi!! Quindi… questo significa che anche lei scambia i miei!! Lei avrà visto allora!! Quello che è successo… forse ha scoperto anche qualcosa che non ricordo più… Lo spero… è così difficile…Mi dispiace così tanto tormentarla in questo modo…

 

 

Mattina. Già, mattina. Wakka non sapeva da che parte nascondersi. Lulu guarda caso era già in piedi all’alba, assieme ad Auron ed Hypnel, il primo scrutando il sole senza fare motto, prendendo qualche solito goccino (forse non proprio “goccino”), il secondo con aria profondamente pensosa. Kimahri era rimasto accanto a Yuna, che ancora dormiva profondamente. Stranamente la maga non sembrava dell’intenzione di fare rimproveri. Anzi, era piuttosto triste, e continuava a fissare quel tempio, ed a scrutarne i pericoli interni in tutto e per tutto. Wakka ci resto un non so che un misto di male per la sorpresa o di bene, del tipo “fiuuu…l’ho scampata bella”.  Non l’aveva mai vista così. Ma non lei, ma il gran cicerone del gruppo gli diede la strigliata, come se ci tenesse davvero tanto al tempo che non va sprecato…

‘Bene,bene,bene…vedo che i “guardiani” sono tornati… Te la sei passata bene, Wakka, sugli spalti colorati??... Sono sicuro che ha fatto tutto il tuo compagno… infatti non ho mai sentito parlar così tanto di un sogno… quello della coppa, e questo non per tuo impegno…’.

Hypnel mostrò un sorriso più tirato del solito, e l’ex-capitano si avvicinò con un’espressione da sfida, puntandogli addosso un indice “minaccioso” che faceva avanti-indietro.

‘TU… dì ancora qualcosa ed io…!!!’.

‘Scusate!!!’—disse Yuna ad alta voce, con i capelli ancora tutti scompigliati—‘…Mi…sono…alzata tardi…scusate…perdonatemi…’ e fece segni di riverenza a ripetizione, specialmente ad Auron. Il suo intervento rinviò il round tra il prestigiatore e l’ex-blitzer.

‘Come è andata…??’ riprese l’invocatrice, mentre Lulu cercava di sistemargli i capelli sparati.

‘Abbiamo vinto!!!’ subito rispose Wakka, lasciando perdere il tanto-ho-ragione-io e iniziò a raccontare le varie imprese. Stranamente il suo compagno non faceva motto. Anzi, aveva iniziato ad avere uno strano fiatone, e a mostrare un colorito acceso sulle guance e sulla fronte, scoperta a metà dai suoi capelli biondi. Sembrava che gli girasse la testa, tenendo gli occhi semichiusi, come una persona che sa di dover lavorare e che non ha dormito bene. Ma non sembrava colpa del sonno…

Lulu non voleva perdere tempo. Appena ci fu un po’ di silenzio subito passò ai doveri. Si girò vero l’ingresso del tempio, davanti a tutti, e mantenendo le spalle girate di fronte agli altri… ‘Andrò io al tempio di Djose… Kimahri, vieni con me??’.

Lui annuì senza emettere fiato o mostrare le fauci. Erano tutti un po’ tesi: dovevano superare il custode oscuro se volevano andare avanti con il loro pellegrinaggio… Tutti sapevano, chi più, chi meno su quel tempio, tranne uno, che si portava il braccio sinistro sull’addome. ‘Ma…quel tempio… anf…perché…??’.

Lulu fece un gran sospiro, con Yuna che si teneva entrambe le mani vicino alle sue labbra, sperando che la sua guardiana dicesse qualcosa. Poi cominciò a spiegare, chiudendo lentamente gli occhi. ‘Ero…tempo fa…una guardiana di una neo-invocatrice di nome Belgemine… Era dotata di una piccola quantità di chakra, ma non per questo la sua determinazione era altissima. Voleva iniziare da Djose, che si trovava più o meno vicino al Fluvilunio, dove abitava…’—con una voce semirotta—‘…Avevo appena perso Chappu… e volevo rifarmi combattendo fino alla fine per dare una lezione a Sin, che mi aveva pure separato dai miei genitori…’.

Tutti si avvicinarono ad ascoltare le sue parole, che sapevano di affetto e di dolore, e che partivano direttamente dal cuore della donna in nero.

‘Lei era entusiasta…era sicura che la quantità di chakra non contasse nulla, e che raccogliere le sfere fosse l’arma vincente. Così si avviò con me verso questo tempio, ma non sapevamo che il chiostro della prova dovesse essere superato dai guardiani e non dagli invocatori. I custodi… diventano più forti in loro presenza, e io mi fidai ciecamente di lei…’ poi abbassò lo sguardo, mentre Yuna le si fece accanto, cercando di darle conforto.

‘Lei andò avanti dicendo che quel custode non era così forte come pensava, ma non aveva ancora alcuna sfera… io non sapevo che esse davano il vero potere agli invocatori… dovevo fermarla…dovevo…dirle qualcosa… Ma poi… quella magia Antima la colpì in pieno… lei… l’ho vista…cadere senza un minimo di forze…e per salvarmi sono dovuta scappare come un coniglio, con la coda tra le gambe e tra le lacrime tra le vie di questo tempio…’.

Il dolore di Lulu commosse un po’ tutti. Nemmeno Yuna sapeva di questa storia. Già, quella maga era stata davvero sfortunata, e chissà se questo pellegrinaggio sarebbe stato un vero riscatto…

‘Mi…dispiace…Lulu…’ disse Wakka a voce bassissima. Lei si girò di scatto, facendo capire con lo sguardo a Kimahri che era l’ora di andare.

‘Il custode del tempio viene creduto tutt’ora… un allievo di Sin per la sua tecnica color porpora… i coraggiosi ci avevano provato, ma senza successo… forse perché superbi o inesperti di fronte ad esso… occorre conoscere a fondo la magia contro lo stesso…’ fece Hypnel, che riprese a sorridere perfino al momento più delicato, mettendo le braccia conserte come se aspettasse che se ne andassero.

Così i due entrarono nel tempio, i cui effluvi neri facevano girare la testa e confondere i pensieri. Tutti gli altri li seguirono fino al chiostro, mentre Hypnel e Tidus preferirono non seguirli.

Mi sento troppo stanco… è meglio che Lulu risolvi questa faccenda da sola…

 

Il tempio all’interno era completamente o quasi tutta una scia oscura a spirale che girava tutto intorno, partendo dalle pareti esterne andando verso l’alto, a quella lanterna che faceva uscire quegli strani effluvi. Ciascuna particella di quell’aria sinistra faceva confondere, sentire voci strane e vedere diverse allucinazioni, ed ogni volta che a Lulu sembrava vedere Belgemine, qualche lacrima bagnava il pavimento, segnato da ogni sorta di simbolo strano o malefico. La luce era data da alcuni lampadari a fiamma di colore fucsia, la cui parte terminale seguiva la scia a spirale nera che andava verso l’alto. Le statue erano rovinate ma fortunatamente in piedi, ed una lunga scala portava verso il chiostro della prova. Il lungo e continuo inno risuonò nei diversi angoli del luogo sacro, mentre diversi simboli riempivano le pareti e parti di quel pavimento scuro.

Lei non ci pensò due volte: ella aprì subito la porta, seguito dal Ronso affianco, che annuì continuamente per darle sostegno, mentre gli altri restarono nella sala d’ingresso, cercando di resistere agli effluvi. Infatti, Yuna era convinta che stare a contatto con essi era un perfetto allenamento per la mente: serviva per esercitare se stessa e gli altri a distinguere il vero dal falso, le vere sensazioni e quelle prodotte alle magie oscure. Bel “risveglio” mattutino… anche se Wakka preferì pregare davanti alle statue, emettendo una grande esclamazione di sorpresa quando gli sembrò di vedere davanti ai propri occhi la figura di Braska.

 

Hypnel, quando vide la porta del tempio richiudersi, si voltò verso Tidus, che era seduto a gambe incrociate per terra, come se non ce la facesse più a reggersi in piedi. Guardava un sassolino che prese con la mano e lo girò in ogni direzione, trattandolo come una pallina da gioco. Il prestigiatore fece un sorrisone incredibile, come se fosse finalmente arrivato il momento giusto che lui aspettava da tanto tempo.

Chissà se c’è un modo per ringraziarla… in fondo sono venuto così, all’improvviso, facendola sparire, sì e no, confondendola non poco… Ma anche se il mio chakra fa paura, per qualcosa che proprio non ricordo, spero che serva per cambiare anche la sua vita sfortunata in qualche modo…

‘Turbamenti, sogni e poteri nascosti?... E’ inutile che continui a riflettere dove fosti… chi tu sia veramente, ricercando nel passato… la tua infanzia, le persone care, quello che eri stato… hai bisogno di aiuto, di qualcuno che qualcosa ti sveli… non aspettare che te lo dica la sorte, o i cieli… ma apriti, esponi i tuoi problemi… con chi forse ne sa più di te senza escludere estremi… perché comportarsi così è solo da sciocchi e scemi…’.

Tidus non sopportava più le parole di Hypnel e le sue odiose rime. Gli scambiò uno sguardo di ghiaccio e severo, nonostante il chiaro colore dei suoi occhi.

‘Hai sempre, dico, puff…sempre qualcosa da dire??!! Non ti fai mai i fatti tuoi, pant…?? Se ho dei problemi li tengo per me!!! E non li vado di certo a dire ad uno che mi ride sempre in faccia anf…e che non ha rispetto per nessuno, se non per Yuna…pant!!!!’.

E’ il momento… si disse Hypnel. Non andavano bene le buone?? Andiamoci con le cattive…

 

Lulu si destreggiava perfettamente tra i vari ostacoli che il chiostro le presentava davanti. No, non era una serie di enigmi come le volte precedenti, ma era una lunga battaglia con le forze oscure. Fantasmi che tiravano la gonna, che rubavano la lancia a Kimahri, altri che si erano divertiti a strappare alcune preziose pagine del libro vecchissimo della maga, che cercava di raccogliere tutto, anche i singoli frammenti. Erano anime di morti non trapassati, che avevano mantenuto il loro corpo grazie al potere oscuro del custode, che controllava parte delle porte dell’Oltremondo. I più cattivi, i più pestiferi e birichini erano tutti lì, in quella via a senso unico che sembrava non finire mai, perché per via di trucchi, scherzetti e confusioni varie avanzare di alcuni metri diventava difficoltoso. Alcuni di essi si divertivano a generare allucinazioni con gli effluvi oscuri, tanto che Kimahri scambiò Lulu per un mostro dai peli neri e dagli occhi rossi. Con qualche acciacco qua e là, arrivarono al naos dell’intercessore, accompagnati da un forte giramento di testa. Alcuni attacchi psichici erano stati così potenti che Lulu a stento riusciva a parlare e Kimahri a pensare.

‘Forza…qua è la porta… Andare prima io… Tu faticato tanto…e questo Kimahri lo sa… Non preoccupare… il custode essere ucciso da te…’.

Dopo quelle parole egli sprangò la porta nerissima come la pece che cadde facendo un tonfo funerario. Dentro, seduto come se meditasse, il custode: a prima vista sembrava un guerriero umano, dotato di una corazza spessissima e curveggiante di metallo, che lo rivestiva da capo a piedi. Era alto almeno dieci metri o più, ed armato di una spada a sciabola, sulla quale c’era una scritta scolpita in grosso “Naghirai”, che in lingua antica significava “morte eterna”, riconosciuta dalla maga. I suoi occhi erano di color fucsia e brillantissimi, che comunicavano solo inquietudine e sensazioni sinistre. Ciascun suo passo faceva vibrare ogni cosa, e sotto i suoi piedi uscivano altri effluvi neri, che si muovevano come se comandati dallo stesso custode.

‘Kimahri!! Distrailo!! Io lo colpirò con Flare!!!’ disse Lulu, che già era con il libro antico, pronta a dire la formula. Distrarlo?? Era una parola…

Gli effluvi si avvicinarono ad una velocità incredibile verso i due: Lulu vide il suo libro strapparselo dalle mani per poi librare nell’oscurità e nel vuoto, peggio andò per il Ronso. Era stato letteralmente confuso da quell’aria, peggio dell’alcool o di dodici botte in testa. Stava quasi per cadere per terra, per poi ridestarsi barcollando e in maniera molto lenta. Ai richiami di lei il leone si girò e rivolse la lancia appuntita correndo come un pazzo verso di lei, fuori controllo…

 

Hypnel, quando si chinò sulle ginocchia davanti a Tidus, cambiò espressione in maniera stranamente seria. Troppo seria… Ah, finalmente hai capito che mi davi fastidio!!!

Il prestigiatore lo incrociò con i suoi occhi che subito divennero penetranti. Si strofinò le mani così leggermente da non fasi sentire e vedere, e lentamente iniziò a compiere gesti dolci, quasi cullanti, tanto che le forme sinuose a spirale dei suoi guanti verdi, fucsia e bianchi sembravano mischiarsi e girare tutt’all’improvviso, mentre il biondo non si fece intimorire nemmeno un po’, come se fosse una vera sfida e gioco di sguardi, occhi viola contro occhi blu.

‘Ora guardami attentamente e con cura… cosicché la tua confusione più non dura… vedi queste mani, che hanno aiutato molta gente,… che hanno dato sollievo e conforto veramente?... E’ ora che ciò che ti circonda diventa vuoto… è ora che quello che devi fare ti sia noto… ora ascolta bene la mia mente e i miei pensieri… ora segui solo me e annulla tutti i tuoi pareri… ora sei sotto il mio controllo ed ogni mio comando,… ora ubbidisci ad ogni incarico che ti mando… ti ordino ora di seguirmi fino alla fine… là, a Bevelle, dove il destino si compierà alfine…’.

Da qui il mondo visto dal punto di vista di Tidus divenne un ultra mix di ogni cosa da cui non si poteva distinguere più il bianco dal nero. Ogni parola, ogni virgola di quell’ipnotizzatore creava una spirale in più, che mischiava i bordi e i volumi degli oggetti, li rendeva indistinguibili, fino a quando tutto divenne grigio e sbiadito, quasi peggio di un sogno, e l’unica cosa che rimaneva evidente e definibile nella sua mente erano quegli occhi incantatori…

 

Lulu non sapeva cosa fare, ed aveva solo pochi secondi per pensare. Recitare la formula subito per far secco il custode o schivare il Ronso confuso che voleva ucciderla con la sua lancia?? L’aveva capito che era sotto l’effetto stordente degli effluvi magici, ma il dolore dei suoi ricordi la spingevano a far sparire quella sorta di soldato in formato gigante, che dopo aver creato scompiglio ai due, sembrava starsene lì a guardare come i compagni si uccidevano a vicenda. La maga schivò il colpo con la formula Doppioteam, grazie al quale ella creò diverse immagini e finti ologrammi di sé, che Kimahri cercò di colpire in ogni modo, dall’alto al basso, di taglio o di punta, mentre si potevano vedere uscire dalle sue narici fumi neri che accecavano la sua ragione e la sua coscienza.

Lulu stava per concentrarsi quando il custode andò all’attacco con la sua spada Naghirai, che creò un tremendo terremoto che fece cadere il leone, Lulu e il libro insieme, appena appena raccolto da terra con grande difficoltà. La maga ricordò nel suo subconscio delle parole, che ella cercò di dire quando Belgemine già non le rispondeva più in quel così vicino passato, quella formula che le sue lacrime avevano bloccato e soffocato. Era come se quelle parole gliele dicesse lei, come se lei fosse l’unica anima tra quei fantasmi a parlarle amichevolmente.

Ella si alzò in piedi, ferita, con alcune gocce rosse che le rigavano il viso dalla parte sinistra, fino ad arrivare sulle sue labbra viola e carnose. Lasciò perdere il libro e guardò con i suoi occhi rossi il custode, che aveva caricato sulla sua spada una grande quantità di effluvi neri, pronto per darle il colpo secco di grazia a salto. Lei non si fermò, quelle parole ce le aveva in bocca, era la sua ex-invocatrice a dirgliele, a sussurrargliele. Chiuse gli occhi e rivolse in alto il suo braccio destro coperto dalle lunghe maniche in grigio scuro del suo vestito ricamato, mentre il suo compagno stava per colpirla con la sua lancia appuntita. In breve tempo, concentrandosi al massimo e usando tutta la sua esperienza, disse alcune strane parole che terminarono in una sola…

Flare!!!!!!!!!’.

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Capitolo 20
*** Cap.20: The Law of the Most Powerful ***


In breve tempo si creò una scia di fuoco a spirale, incredibilmente potente, nonostante l’assenza completa di sfere magiche. La maga mosse quelle lingue di fuoco verso il centro del Naos, occupato dal custode, che rivolse la sua spada gigantesca contro di lei, fino a quando dal basso si liberò tutta quella magia, a cascata, che lo investì in pieno, e con il leone che era ormai a pochi metri da lei con la lancia già di punta. Il custode si fermò di colpo, rimanendo stordito, o forse bloccato dalla corazza stessa che lo ricopriva, diventata di un arancione fluorescente, tanto che si era scaldata. Poi cadde all’indietro di colpo, accompagnato da un tremendo terremoto ed un forte frastuono, sentito fuori e dentro il tempio.

‘Ma…cosa?? Un’altra all…lu…cinazione??’ chiese quasi urlando Wakka, che parlava a fatica per le forti vibrazioni.

‘No…deve essere successo qualcosa!!!’ esclamò l’invocatrice, che si aiutò con la sua asta a malapena.

Auron mostrava una calma assoluta e forse invidiabile. Egli voltò i suoi occhi castani verso la porta del Chiostro della prova oltre le scale, con il braccio raccolto vicino al petto. ‘Se la stanno cavando bene… davvero bene…’.

‘Lo spero…Io…non voglio che perdano la vita per me...’.

‘E’ questo il dovere del guardiano…’ rispose il professionista alle parole innocenti di Yuna, che già immaginava almeno dieci diverse versioni e supposizioni su ciò che stava accadendo.

 

L’enorme tonfo fece cadere l’elmo pesante del custode, mostrandone la testa scoperta, così scura che non si riconoscevano né eventuali capelli, né lineamenti o altro. Gli effluvi neri erano rientrati all’interno dell’avversario, e Kimahri riprese controllo di sé, quando era ormai a pochi centimetri dalla maga.

‘At…taccalo…O…ora!!!’ disse lei quasi urlando, dopo aver consumato tutte, ma proprio tutte le sue energie per quell’attacco furioso.

Lui tirò fuori la sua massima forza e grinta, e usando la sua lancia come l’asta dei saltatori in alto, fece un elevato balzo che gli acconsentì di aggrapparsi ad un lineamento della corazza sul petto del nemico. Questo si stava rialzando, e seguì con gli occhi fucsia luminosi Kimahri, che si destreggiava velocissimamente in quei lineamenti e finiture, fino ad arrampicarsi e raggiungere la testa.

Egli prese la sua lancia, la portò in alto con entrambi gli arti superiori muscolosi, e senza guardare o fiatare, ficcò la sua arma sulla fronte del custode, che iniziò a barcollare sempre più fortemente, fino a ricadere a pancia in su e non mostrare più segni di vita.

Il leone così scese abilmente prima del tonfo metallico della corazza, e in quel momento Lulu svenne di colpo, dopo violenti giramenti di testa, che le avevano concesso di vedere solo il momento cruciale dell’attacco. Così il leone corse da lei immediatamente, e dopo averla guardata per qualche secondo, sentì dietro di sé lo strano rumore di un tintinnio. Mentre la stava per prendere in braccio vide con la coda dell’occhio un oggetto rotolare ed avvicinarsi. Era sfera fucsia di Djose, la sfera dei poteri dell’oscurità e della psiche, che raffigurava un simbolo molto chiaro, “e”. Kimahri la prese e se la mise nell’unica tasca di cui disponeva il suo “vestito”.

Ora tornare indietro… tu stata brava Lulu… tu grande guardiana…’—fece il Ronso a bassa voce—‘…Kimahri portare te fuori dagli altri…’.

 

Il potente attacco psichico di Hypnel, unito alla stanchezza fisica e mentale dato dal chakra, fecero tornare la ragazza al suo posto. Quando si liberò in un brevissimo lasso di tempo una sorta di fiamma blu che andava dal basso verso l’alto e che investì dapprima il biondo, e poi lei, l’ipnotizzatore iniziò ad avere alcuni dubbi sull’efficacia della sua ipnosi. E se era riuscito a domare una sola delle due identità?? D’altronde non si era mai posto questo problema quando si limitava ad usare le sue abilità contro chi gli faceva girare le scatole…

Da dove, e soprattutto chi gli aveva insegnato quelle arti?? Ed erano pure vietate, visto che si trattava di manipolare l’animo e l’io delle persone…

‘Ora facciamo una prova efficace… inchinati davanti a me, cosa che mi compiace… ubbidiscimi ed esegui la missione che tutto tace…’ disse Hypnel, sperando che anche la ragazza lo avrebbe ascoltato.

Lei aveva le pupille totalmente dilatate, gli occhi socchiusi, l’espressione persa e con l’assenza totale di ogni tipo di emozione. Gli occhi erano fissi, le spalle in basso, le mani e le gambe che sembravano aspettare proprio da lui un ordine preciso. Muovendosi lentamente e senza fiatare, pose il suo ginocchio destro piegato, per poi mettersi totalmente bocconi, con le mani a terra, e lentamente piegò verso il suolo la testa, per poi restare lì, immobile, fino al prossimo comando del suo nuovo padrone. Egli, ritrovando il sorrisone si avvicinò e alzò la sua testa con la mano sinistra sul suo mento, pensando quanto fosse fortunato: quelle due identità erano così vicine ed unite che subivano quasi gli stessi dolori, le stesse emozioni, ed anche gli stessi guai. Ora poteva contare su “due” servitori, anche se a lui interessava solo l’altro…

‘Ora ti semilibero dall’ipnosi per precauzione… e  con uno schiocco di dita tornerai completamente all’azione… e finalmente sarò il re di tutte queste persone…!! Quello che farai non lo ricorderai da cosciente… perciò non ci saranno molti sospetti veramente… ora ascoltami e segui la tua strada presente...’.

Detto questo, Hypnel fece davanti a lei un forte schiocco di dita, che ridusse la grandezza delle sue pupille: la ragazza restò in quell’espressione persa, ma smise di stare immobile come in attesa di ordini...

 

La porta del Chiostro della prova si aprì di colpo e tutti si avvicinarono alle scale. Reso scuro dall’insolita luce dietro di lui, Kimahri iniziò a scendere le scale lentamente, con la maga in braccio posta orizzontalmente e vicino al suo petto viola, svenuta, con gli arti che sembravano senza vita.

‘LULU!!!’ esclamò l’invocatrice, che salì subito le scale e cercò di parlare con lei.

‘Sta bene… Ha solo bisogno di riposo…’ fece Auron, mantenendo quella sicurezza indistruttibile. Ma c’era qualcosa che davvero non quadrava. Aveva una strana sensazione, come ci fosse un pericolo imminente.

‘Lulu!! Rispondi!!! Chi mi darà poi le strigliate???!!’ urlò Wakka cercando di darle forza con qualche battutina.

Poi, lentissimamente, lei aprì gli occhi a metà, ed alzò la sua mano destra che fece una sorta di “ok”, come lo aveva visto fare molte volte da Wakka, e tutti ritrovarono piena serenità e determinazione, soprattutto appena che il Ronso mostrò a tutti la nuova sfera di Djose, che lanciava scintille e raggi magici di color fucsia brillante.

‘Sto…sto…bene…’ fece lei, e tutti lì attorno risero, rincuorati. Già Yuna pensava di fare un’altra pausa, ma intervenne improvvisamente il guardiano professionista, in tono certissimo e deciso.

‘Non possiamo restare qui… dobbiamo andare… Aiuteremo Lulu…’ disse lui, girando la testa e mantenendo un’espressione pensosa.

‘COME???!! Cosa???!!’ fece l’ex-capitano.

‘Lui ragione… non c’è tempo… Kimahri aiuta maga… è tutto a posto… Pericolo vicino…’.

Alle parole della voce poco umana il più religioso del gruppo rimase scettico. Invece, Yuna seguì il loro consiglio, fidandosi ciecamente. ‘Ma cosa sapete voi??!! Cos’è…vedete nel futuro?? Lulu è stanca!! QUINDI DOBBIAMO riposarci!!!’.

Nessuno rispose a Wakka. Anzi, mentre tutti si diressero verso l’uscita, Yuna lo prese per un braccio delicatamente e lo illuminò con il suo bianco e speranzoso sorriso.

‘Dai…non te la prendere… a volte devi ascoltare quelli che hanno più esperienza… Ed ora che abbiamo tre sfere… andiamo a prendere la prossima… quella di Macalania!!’.

 

All’uscita del gruppo Hypnel sorrise ampiamente alla vista della nuova sfera dell’oscurità, e subito li incitò a proseguire per il cammino, senza nemmeno considerare le condizioni della maga. Spesso lanciava occhiate alla ragazza orfana, per controllare che davvero la sua tecnica stava funzionando. Non faceva motto, non fiatava, sembrava come se avesse perso tutti i sensi, o semplicemente, usarli solo per il suo padrone. Il primo ad accorgersi fu il curioso Wakka. Aveva già lanciato diverse domande, anche piuttosto sciocche alla ragazza, senza ottenere né una risposta, né una minima reazione. Esattamente come una persona che si fa completamente i cavoli suoi e non guarda neanche in faccia. L’ipnotizzatore vide l’espressione pensosa dell’ex-blitzer, che non riusciva a capire cosa era successo, e cercò così di sviare.

‘Prendiamo ora la rotta del Fluvilunio… qui alberi e flora ne fanno completo dominio… dovremo passare poi per tal fiume luminoso… Stanno già sospettando? Per loro sarà pericoloso… non posso andare avanti di questo passo con questi… è troppo lungo andare attraverso tutti i posti… potrebbe essere tardi continuar a rimaner nascosti…

La rotta verso il “fiume luminoso” era verso sinistra al bivio che il gruppo aveva passato prima [cap.17]. Il tempio era sull’altra riva di esso, situato dopo la Piana dei Lampi e il bosco di Macalania. Il cielo era nuvoloso, ma si stava bene e la via era affiancata da erba verdissima e molto alta, con alcune margherite qua e là, e più lontano dalle rocce dalle dolci curve, che ricordavano ben poco quelle scivolose di Micorocciosa. La strada era sterrata ed “innocua”, tanto che si vedevano alcuni animaletti scorazzare in giro vistosi. Il problema, durante quel cammino, era più rappresentato da alcuni piccoli mostri, o dalle forme gelatinose, o che erano delle giganti piante velenose dalle lunghe e taglienti lame, altri ancora erano degli enormi coleotteri dotati di una spessissima corazza, spesso attaccati da alcuni uccelli dal becco perforante, usato per nutrirsi delle uova giallastre che essi portavano sulla violacea corazza. La maga era sfinita, ma aiutata dal buon Kimahri; Yuna cercava di portare sempre serenità e si preoccupò di trovare la concentrazione giusta per lanciare il nuovo Eone di Djose, Anima. Erano più Wakka ed Auron a liberare la strada: l’uno si occupava degli uccelli e delle api gigantesche con la sua palla chiodata, l’altro si occupava dei mostri corazzati. Era davvero un gioco da ragazzi per loro, o i mostri erano troppo docili?

Durante la strada incontrarono la sacerdotessa Shelinda, che li benedisse ampiamente, dopo aver fatto segno di riverenza. ‘Buona fortuna… forse ci vedremo poi a Bevelle…’.

‘Vi ringrazio di cuore…’ fece l’invocatrice, facendole vedere le sfere raccolte. Esse lanciavano scintille rosse, arancioni e viola. Mancano le altre tre… pensò tra sé. La sacerdotessa invece notò lo sguardo completamente fisso e perso dell’orfana, che sembrava non essere interessata di nulla. Lei decise di seguire il gruppo per un po’, almeno fino a quando il sentiero non andava attraverso il piccolo bosco che si trovava vicino al Fluvilunio, cercando di capire cosa avesse, senza allertare troppo, specialmente Yuna.

‘Presto…noi dovere anche fare riposare Lulu…’ disse Kimahri, girandosi solo con la testa e proseguendo avanti, mentre Auron ed Hypnel erano già distanti qualche centinaio di metri. Il primo andava con una fretta incredibile. Aveva bevuto il suo ultimo goccino. Già, goccino: la sua borraccia era completamente vuota. E lui davvero non poteva stare senza di quel la specie di liquore: era così importante che lasciò perdere l’invocatrice, già, lui, il guardiano più esperto e più ricordato dopo il disastro con Braska… Era lì, a correre come un pazzo, trascinandosi la sua katana, la sua giacca, a trovare quel liquore…

‘Adesso prenderemo la sfera di Macalania…’ fece Yuna, con quel sorriso incredibile, e che non notò la corsa di Auron, coperto dalle ombre di alcuni alberi.

‘Sì…voi ce la farete…come il vostro antenato Braska!!! Permettetevi di seguire la strada per un po’ con voi…’.

A parte i soliti noti, si era ormai capito che Noemi o aveva ricevuto una botta in testa, o aveva dormito male, o Tidus gli aveva fatto qualcosa. Wakka voleva lasciar perdere, e pensare alle cose più importanti, ma a quella ragazza ci teneva davvero tanto. Aveva notato che Shelinda voleva fare lo stesso, e per non far preoccupare l’invocatrice, cosa più importante, essi si avvicinarono a lei, che era anche quella che camminava più lenta.

‘Vi sentite male?? E’ successo qualcosa??’ chiese quasi sottovoce la sacerdotessa, che già stava prendendo dalla tasca del suo abito da templare alcune piccole pozioni rigeneranti. Wakka le passò la mano destra avanti ed indietro come il pendolo di un orologio davanti ai suoi occhi verdi, ma non riuscì nemmeno a farle muovere le pupille. Hypnel, come se avesse avuto un terzo occhio dietro il collo, si fermò e si blocco come se pietrificato. Era il momento?? Lo avrebbero scoperto??? Aveva fatto un’ipnosi troppo potente??

‘E’ come se fosse sotto ipnosi… Aspetta!! Ecco…quest’ “Erba dell’Eco” è la migliore cura possibile…’ fece la sacerdotessa, fino a quando Yuna si girò.

‘Heeeeeyy!!! Volete rimanere indietro??’ disse lei, agitando la mano destra, dapprima velocemente, poi più lentamente fino a tornare in basso al rallentatore. Sì, era davvero preoccupata adesso…

Erano arrivati alla via che attraversava il bosco: c’era una nebbia leggera leggera che copriva il suolo, e gli alberi erano sempreverdi, come pini, anche se non avevano nulla a che vedere con il mondo che conosceva l’orfana per le forme attorcigliate ed anche spigolose. Il Fluvilunio si poteva già intravedere, forse…

‘Non…ha funzionato!! Cos’ hai?? Noemi...Noemi??? Noe…’.

‘HAHAHAHAHAHAAHAHAHAHAH…’.

Quel sorriso fu fortissimo. Sì, era stato proprio lui…

‘Ma…COS’HAI DA RIDERE TU???!!!’ disse l’ex-capitano, che stava per aggredire o quasi Hypnel. Questo si girò lentamente, mostrando uno sguardo fulminante, che tolse le parole a Yuna, e che bloccò Kimahri, il quale aiutava con il braccio sinistro possente il cammino faticoso della maga.

‘Ah, ah, ah…esatto…esatto…che perspicacia… sapete anche che potere nasconde con audacia?... Non vi ascolta più poiché è sotto il mio totale controllo… la priverò del chakra per me senza alcun fallo… lo userò per eliminare prima Sin e poi diventare il padrone del mondo… e grazie al Sacrificio ora basta solo un mio dimando… vi accorgerete davvero quale sia la forza di fondo…!!!’.

Shelinda non credeva alle sue orecchie. Quella ragazza nascondeva un chakra?? E perché allora non era un’invocatrice come Yuna??

‘TRADITORE!!!!’ urlò Wakka, che subito si mise davanti a Noemi per proteggerla, a braccia aperte e distese sui lati, mentre il leone lasciò velocemente e con delicatezza la maga per puntare la sua lancia contro l’ipnotizzatore proteggendo invece Yuna.

‘Ma dov’è quel pezzo di guardiano???!!!’ diceva Wakka, guardandosi qua e là senza vederlo…

‘Eravate convinti che fossi solo un prestigiatore???... Ho aspettato fin troppo questo momento con fervore… adesso mi basta portare lui e lei a Bevelle… là dove il trasferimento sarà completo sotto le stelle… e loro acconsentiranno, se non vogliono finire in barelle…’.

‘Co…cosa?? Di chi state parlando?? Di loro chi??’.

Alle domande di Shelinda, Wakka ebbe un brivido indescrivibile, mentre Hypnel scoppiò ancora a ridere. Poi egli smise di colpo e schioccò le sue dita. La ragazza riprese a muoversi così improvvisamente che il suo compagno davanti si spaventò, mentre il leone non perdeva di vista il traditore. Lei si avvicinò a questo, quasi zoppicando davanti ad Hypnel, per poi fermarsi di colpo ed inchinarsi per baciargli gli stivali di velluto neri, anche per diversi secondi.

‘Ma…cosa?? Noemi Che stai facendo????!!!!’.

‘Lei è…colpita…dall’ipnosi….dobbiamo…svegliarla…prima che…la magia…’.

Lulu non fece in tempo a dirlo. Era forse troppo tardi…

‘Basta chiacchiere o commenti: un litigio tutto confonde… sarà lo stesso Tidus a portarvi fuor delle sponde…’—poi egli si volse verso la ragazza, che a quelle parole già era completamente avvolta dal chakra blu, come se anche l’altro rispondesse agli ordini—‘…VAI, amico mio, libera la via piena di alberi e fronde…’.

Wakka non voleva credere ai suoi occhi. La ragazza si alzò e si girò lentamente, e la luce divenne così forte da non riuscire più a distinguerne i contorni. Quando egli riaprì gli occhi dopo alcuni secondi vide davanti a sé il suo migliore amico. Già, con la brillante Fraternity in mano e con le pupille nere che avevano completamente sostituito l’iride azzurra dei suoi occhi, che rimasero socchiusi, che non esprimevano nulla…così come le sue spalle, il suo viso smorto…irriconoscibile…

 

‘Ma…cosa??!! Il chakra…due persone???!!’.

Shelinda venne messa subito fuori gioco. Tidus disse con voce ‘robotica’ la formula Slow che rallentò quasi da bloccare completamente la povera sacerdotessa. E l’ipnotizzatore rimase lì, a guardare, con il suo sorrisone ed a braccia conserte. Mancava solo qualche pop corn per godersi lo spettacolo. Lulu rimase sconcertata; non tanto da quello che stava succedendo, quanto dall’incantesimo che Tidus era riuscito a fare. Quella magia, infatti, controllava il tempo, e si diceva che non ci fossero nemmeno magie proibite che lo manipolassero a piacere. Lei stessa, da maga esperta, non aveva mai saputo o vista, o letta una cosa simile, e questo la inquietò non poco. Aveva ragione…quel chakra era diverso dagli altri. Forse nascondeva qualcosa di più. Qualcosa di molto, davvero molto pericoloso. Era forse vero quello che tanto si citava e parlava negli anni?? Dopo tutto quello che era successo, dopo tutto quel tempo, si pensava che era tutto inventato. Era una storia vera, o semplicemente una di quelle cose che si nascondono?? Non era ancora sicurissima…ma di certo iniziò a sospettare…

Wakka non sapeva reagire. Era bloccato da quello che aveva visto. Quell’espressione, che era passato in pochi giorni dallo sconforto al sorriso puro…non esisteva più?? Come poteva attaccarlo, dopo tutto??

Lo stesso lo era per Yuna, che continuava ad incitarlo, a parlargli, ma non c’era verso. Non c’era davvero nulla da fare??

Kimahri invece non ci pensò due volte. Egli iniziò a correre velocissimo con la sua lancia di punta prima contro l’ipnotizzatore, e poi contro lo stesso Tidus, che proteggeva il suo padrone.

‘NOOOO!!! Non farlo!!!! Kimahri!!!’ urlò Yuna, che venne presa per il braccio da Lulu, nonostante la sua grande fatica e la sua debolezza.

‘Lascia perdere… se dobbiamo ucciderlo per continuare il nostro pellegrinaggio ed affrontare Sin, non abbiamo altra scelta…’ spiegò lei, che prese il libro magico debolmente, e fu già pronta per colpire il biondo, che di certo avrebbe protetto con il suo chakra Hypnel.

Improvvisamente la corsa furiosa di Kimahri venne bloccato dalla magia Megagrav di Tidus, che alzò semplicemente la mano destra davanti a sé, messa a palmo piatto e trasversalmente rispetto al suo braccio coperto da una manica corta e gialla. I suoi occhi restarono gelidi appiccicati a quelli gialli del leone, che in breve tempo venne scagliato dapprima lentamente, e poi velocemente indietro verso alcuni alberi che si trovavano ad almeno venti metri di distanza come se volasse. Lui assorbì la caduta violenta con il suo corpo possente, aiutandosi anche con la sua lunga lancia. Lulu non aveva forze sufficienti per lanciare l’attacco magico, e così, vedendo Yuna completamente bloccata nell’agire, cercò di incitarla per fermare l’ex-amico, che sembrava avere tutta l’intenzione di fare tutti fuori.

‘Yuna!!!! Presto!!!...Usa… la sfera di Djose!!... Invoca l’Eone!!!... Quel chakra…non è normale!!! Le sue magie…non le conosco!!!’ urlò la maga, ancora per metà china sulla sua schiena.

Lei la guardò con occhi lucidi. Non aveva il coraggio di farlo. Infatti, l’Eone era comunque un essere estremamente potente, che secondo Lulu poteva battere anche battere un chakra anomalo come quello, anche se non era certissima. Wakka si avvicinò correndo al biondo, e mise le sue mani sulle sue spalle, guardandolo faccia a faccia ed agitandolo avanti ed indietro, mentre Hypnel continuò a ridere senza fermarsi.

‘ALLORA!!!! SVEGLIATI!!!!!!! Ti ha fatto il lavaggio del cervello!!!!!’.

Wakka vide davanti a sé alzarsi la testa e rivolgere le pupille nerissime senza iride e perse del suo amico verso di lui, quando si creò tra loro una specie di scudo fatto di chakra, che divenne sempre più brillante e forte, fino a fare pressione sull’ex-capitano per poi scagliarlo indietro fino agli alberi, dove questo batté fortemente la testa, che iniziò a vedere gli uccellini-chocobo girargli attorno.

Poi, senza perdere tempo, Tidus si girò avvicinandosi a passo lentissimo verso Yuna, continuandola a guardare con occhi gelidi e fissi. Lei si alzò e puntò la sua asta vicino a sé, che le copriva le lacrime sul suo bianco viso, con la parte terminale più larga sulla sua fronte, e con la sfera dell’oscurità in mano, e si concentrò per invocare l’Eone Anima. Ella quando allargò le braccia il cielo sopra e il suolo davanti a lei si colorarono di nero, e dalle nuvole scese come una sorta di catena gigantesca, che terminava con una specie di ancora a tre punte di metallo pesante, che perforò il suolo. La catena poi tirò con grande lentezza verso l’alto, e dalla terra che mandò effluvi oscuri uscì un enorme essere, tutto incatenato, incapace di muoversi, con due enormi arti messe attorno alla vita legate, e due altri arti più piccoli che sbucavano dal suo collo, e l’altezza complessiva era almeno di venti metri. La sua testa era tutta fasciata, e c’era solo una parte scoperta, dove si poteva scorgere l’occhio dell’essere magico, che sembrava, come dire, sanguinare continuamente senza fermarsi. Dalla bocca uscivano diverse fauci, storte e contorte, dalle quali uscivano strani fumi nerissimi. Gli arti inferiori di Anima non erano visibili: sembravano conficcati nel terreno, come se fosse nascosta un'altra parte di sé, e quando uscì lanciò diverse grida e stridii, come se fosse in preda ad un enorme dolore atroce ed insopportabile. Già, come se soffrisse per la morsa di tutte quelle catene che lo circondavano.

Yuna non riusciva a nascondere le lacrime, e vedendo tutti i suoi compagni, chi più, chi meno a terra, e poi vedendo il suo amico davanti, di cui si era sempre fidata, che stava facendola uscire dalla sua timidezza, urlò con tutta la forza e il dolore che aveva, forse più grande di quello dell’Eone.

‘A…Anima…’—e pose l’asta verso Tidus—‘…A…attacca…!!!’.

Anima subito concentrò una grande quantità di effluvi sulla sua bocca, che subito iniziò a brillare all’interno sempre di più, mentre gli altri si avvicinarono al campo di battaglia, ed Hypnel iniziò a preoccuparsi un poco. Tidus era pronto a schivare qualsiasi colpo per eseguire gli ordini, ma non aveva fatto i conti con il tipo di attacco dell’Eone. In breve tempo, dalla bocca uscirono degli effluvi così condensata che divennero più duri del ferro, e si diffusero verso il biondo come il ragno che lancia la sua tela, in tutte le direzioni. Le scariche nere erano fittissime, e colpirono praticamente l’intera area davanti ad Anima, creando una nube di povere che per alcuni attimi annebbiò le viste di tutti.

‘Noooo!!!! A…aspetta!!!!!!!’ urlò l’invocatrice con voce rotta, correndo verso la polvere. Quando la nebbiola si dissolse, si notò che una di quelle scariche avevano trafitto nettamente l’addome di Tidus, che dopo alcuni passi zoppicanti all’indietro, senza fiatare cadde all’indietro, e con lui anche la spada prima portata con la mano inguantata sinistra, creando un tintinnio acutissimo che ben si sentiva nel silenzio più assoluto di tutti coloro che avevano visto l’attacco.

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Capitolo 21
*** Cap.21: The Reason ***


La nuvolosità del cielo rendeva i raggi solari deboli e fiochi, e difficoltosa un poco la vista da lontano. Anima era ancora lì, a lanciare grida e stridii per il suo dolore, e stava per essere seguita da Yuna. Wakka si era appena ripreso dalla botta in testa, e credeva di avere ancora alcune allucinazioni e confusioni, e Hypnel, invece, aveva perso totalmente il sorriso, e stava già pensando alla via di fuga. ‘Ma Auron dove finito??’ si chiedeva Kimahri, pensando che l’ipnotizzatore e Tidus non fossero gli unici traditori, o semplici “bambolotti” del vero nemico. Così restò sempre con la sua lancia tesa e puntata, pronto per attaccare senza vedere in faccia nessuno Hypnel appena questo avesse deciso di fuggire senza pentirsi. La maga era ancora debole, ed anche stranamente dispiaciuta per il compagno caduto, che tanto chiamava “rimbambito”, semplicemente perché non aveva l’esperienza di un guardiano vero anche per via della sua giovane età. L’ex-capitano subito si vide i sogni dell’amicizia e delle partite andare in fumo, così, improvvisamente, appena vide cosa c’era nel campo di battaglia. Nessuno agiva in quell’istante, alcuni perché tramortiti dagli avvenimenti, altri perché concentrati su Hypnel, altri ancora perché colpiti dalla magia, come Shelinda.

‘Pe…pe…perdonami… Io…non…volevo…’ disse l’invocatrice piangendo ai piedi dell’amico caduto, che tenne gli occhi nerissimi socchiusi al cielo plumbeo e sembrava ancora capace di muoversi e respirare. Gli effluvi concentrati dopo un poco erano tornati ad essere fumo, lasciando libera l’emorragia, coperta dalla sua mano sinistra, che tremando si avvicinò ad essa.

La maga si avvicinò a passi lenti, e vedendo quella scena si ricordò ancora la povera Belgemine. Era così, distesa a pancia in su, senza espressione, senza rimpianti… forse era anche per questo che in fondo in fondo dispiaceva pure a lei…

Lui respirava a gran fatica ed ansimando, con voce tremante, e sempre robotica, pronunciò quasi senza farsi sentire Areiz, e il suo guanto verde sopra la ferita si illuminò di una bianchissima luce, e il cielo nuvoloso sopra di lui si aprì di colpo, dal quale partirono dei raggi splendenti e luminosi, forse di più dei raggi solari che riescono a penetrare le nuvole dopo un temporale. L’ipnotizzatore e la maga si ritrassero un poco, soprattutto la seconda, che pensò a come fosse possibile fare quella magia che conosceva senza la sfera di Bevelle, mentre il primo tornò a sorridere, trovando un’altra certezza di quello che davvero desiderava…

La luce illuminò il caduto da capo a piedi per pochi secondi, per poi svanire nel nulla di colpo. Tutto poi rimase fermo, silenzioso, vuoto… dopo quella magia non ci fu più nulla. Nemmeno una parola.

 

Poi, un’ improvvisa folata di vento attraversò Yuna e Kimahri, e raggiunse poi Anima velocissimamente, che iniziò a lanciare un grido fortissimo, come se colpito da qualcosa, come se fosse giunta la sua ora. Hypnel rideva alla grande. Era stato colpito davvero… sul petto aveva conficcata la magica Fraternity, e da quella parte si liberarono degli squarci azzurrini, che si diffusero per l’intero corpo dell’Eone, assumendo forme come venature, dalle quali iniziarono a volare lunioli continuamente. Era ancora vivo, tra loro, con il braccio destro gettato in avanti che impugnava la spada cristallina. L’espressione di tristezza si trasformò in stupore puro. Nessuno era riuscito a vederlo, forse nemmeno l’Eone, conficcato al suolo. L’invocatrice si alzò lentamente aiutandosi con la sua asta, mentre non credeva ai suoi occhi, che vedevano Tidus avvicinarsi a lei, che si lasciava dietro una cascata rovesciata di lunioli dell’Eone abbattuto, che erano così i tanti che sembravano illuminare l’intera area di bianco. Si avvicinava a passo lunghissimo e lento, con la punta della spada che era verso il suolo terroso, con i pantaloni neri rovinati dall’attacco mortale precedente, con l’addome ora intatto e tutto scoperto. La maga era sempre meno convinta della sua esperienza. Quel chakra era più potente di quanto aveva immaginato. Quella magia aveva curato tutte le sue ferite in brevissimo tempo, e quella velocità non poteva essere attribuibile ad una come Yuna, benché invocatrice. Doveva nascondere qualcosa, nel suo passato o da qualche parte. Ma un conto era averlo come compagno, ma un altro come nemico. Se nemmeno un Eone era sufficiente, era necessario usare la diplomazia e non la forza. Questo era quello che Belgemine le aveva sempre detto. Wakka si avvicinò ancora una volta, ponendosi davanti a Yuna, e lanciando occhiate ad Hypnel che si godeva lo spettacolo meraviglioso per lui. Aveva forse un motivo in più per riprovarci: dopo quella magia rigeneratrice, le pupille dell’amico sembravano essersi ristrette un poco e la stessa espressione passò da quella immobile e senza espressione a quella di confusione manifestata. Alcune volte si muoveva come se gli girasse la testa, e teneva la spada più debolmente di prima. Che l’ipnosi abbia un po’ diminuito i suoi effetti con quella magia bianca? L’ipnosi, infatti, era una sorta di magia nera, e quella bianca di solito agisce in maniera opposta. Sì c’era una speranza…

‘WAKKA!!! WAKKA!!! Sono Wakka!!!’—disse lui davanti all’amico, gesticolando alla grande—‘Possibile che non ti ricordi più di me??!! Ti prego…ascoltami!!!...’.

‘Co…cosa…t…tu…i…io…?’.

Nonostante la voce fioca e tremante del ‘vero’ Tidus, Hypnel lo sentì e subito iniziò a ribattere urlando.

‘Cosa fai?? Perché ora esiti alla mia parola??... Loro cercano di confonderti, la tua forza ce la fa da sola… non ricadere nel loro mondo, lo sai che il tempo vola!!!’.

‘No!!! Non stare a sentirlo!!! Lui è un traditore!! Ci sta ingannando tutti!!!!’ continuò Yuna, avvicinandosi con fiducia sfacciata al biondo, che iniziò a non capire più niente e a rivedere e non contorni sbiaditi, alternati a quelle spirali che comparivano ai suoi occhi ogni volta che sentiva le parole dell’ipnotizzatore. Egli si coprì le orecchie con le mani, chiuse gli occhi con forza e girò la testa qua e là come un perfetto pazzo.

Hypnel si avvicinò allo schiavo per farsi sentire di più, mentre Kimahri lo seguiva in ogni passo, millimetro per millimetro.

‘Vorresti aspettare ancora? Dopo ben mille e dieci anni?... Sperando che qualcuno ti accolga, fuori dal mondo degli inni??...Ed ora che sei qui, ti rifiuti di por fine ai sogni perenni??...’.

A quelle parole Tidus iniziò a gridare con tutta la forza che aveva in gola. Si piegò sulle sue ginocchia, e subito il suo chakra passò da un colore azzurrino più intenso nel collo ad un colore simile all’oro purissimo e brillante, che lo investì completamente, più di prima. Lulu si trasse indietro e prese l’invocatrice per il braccio destro.

‘Presto…andiamo VIA!!! Lo dicevo, lo dicevo che quello non era un chak…’.

Kimahri approfittò del momento di distrazione di Hypnel per colpirlo di taglio in pieno da dietro: egli cadde a terra per poi alzarsi supino, e ritrovarsi a pochi centimetri la punta della lancia del coraggioso leone davanti.

‘Tu…non presentare più vicino a Yuna!!! Torna da dove sei venuto e non fare te più vedere!!!’.

Hypnel vide la scia di chakra dorato incontrollabile che iniziò a sgusciare qua e là per il bosco ai lati, e iniziò di nuovo a ridere come un dannato vero e proprio, e parlò indicando con l’indice Tidus.

‘Ahahah Voi siete solo dei pazzi!!!... Non avete con voi una persona ragazzi… ma solo il contenitore di un vero e proprio mostro… che porta dolore, distruzione, ed è oscuro e tetro… voi vi state fidando troppo del vostro amico… sul fatto se è umano o no io sono in bilico… affari vostri quando mostrerà di sé l’aspetto più bellico!!!’.

Detto questo, l’ipnotizzatore scappò a gambe levate e con fatica per la ferita verso il Fluvilunio, senza perdere il suo perfido sorriso, ormai certo di aver identificato la preda, ed anche forse il suo punto debole.

Illusi…tornerò!!! Molto più presto di quanto pensiate!!!... Il suo chakra dorato è un pericolo che troppo sottovalutate… e la prossima volta sarà mio, senza che voi fermarmi possiate!!!!!!!’.

Un urlo che sembrava la confusione pura, esaurì anche le ultime energie di Tidus, che dopo aver liberato chissà da dove un’energia che accecò ed arretrò un poco i presenti, cadde a terra senza sensi e senza luci. Ed anche senza i suoi capelli biondi…

‘Noemi!!!! RISPONDI!!!’ dissero insieme Yuna e Wakka, che si chinarono davanti a lei, sperando che non fosse la fine, un’altra volta. La maga si avvicinò con il fiatone, in parte per la stanchezza, in parte per lo spavento, e la vide sul viso. La spada era magicamente sparita dissolvendosi.

‘E’ svenuta… è senza forze…’ disse lei a voce semirotta. Nessuno le rispose, forse perché tutti erano ancora un po’ tramortiti dagli avvenimenti. L’effetto della magia sulla sacerdotessa Shelinda terminò e questa venne poi aiutata dall’ex-capitano, che iniziò a fare le sue classiche lamentele.

‘MA AURON DOV’E’??? DOV’E’ ANDATO??? CHE FINE HA FATTO????’.

Kimahri lo fulminò di colpo con lo sguardo, mentre abbracciò Yuna che non smise di piangere.

‘Il problema è scoprire che cosa sotto… cosa si nasconde… non potere noi fidarci troppo di Tidus ora… istinto Ronso lo dice e lo insegna…’.

‘Lo…lo lasciamo?? Ma così lasceremo anche la ragazza… non possiamo!!!!’ ribadì Yuna con occhi lucidi, che in parte avevano bagnato il “vestito” in pelle di Kimahri. Wakka a fatica ragionava.

‘MA SE E’ STATO QUEL TIPO!!! LUI NON C’ENTRA, E’ STATA L’IPNOSI!!!’.

‘No!!!’—disse secca Lulu—‘Il chakra non dipende dagli effetti magici esterni. Sembra che abbia un chakra nascosto sotto di quello azzurro, e dorato…l’ho già visto…e poi quelle scritte sulla Fraternity…’.

‘E sentito…’—continuò in ritardo l’invocatrice—‘…Ma non voglio lasciarli qui tutti e due. Io sono l’invocatrice!!! Ed IO correrò i rischi!!!!’.

A quelle parole i guardiani tutti ubbidirono senza fare motto. Wakka prese in braccio il corpo inerte della ragazza, mentre Kimahri ritirò la sua lancia ed aiutò Yuna, stanca dopo l’invocazione, e Lulu insieme. Come potevano continuare il pellegrinaggio con Auron sparito chissà dove, le due ragazze stanche, Noemi svenuta, e Kimahri da solo?? Sicuramente si sarebbero fermati nel posto di riposo più vicino, situato dall’altra parte del Fluvilunio, così come fu suggerito dalla sacerdotessa, che, ripresasi dallo spavento, decise di tornare al tempio di Djose, senza nemmeno salutare.

 

Il Fluvilunio era un fiume che ben meritava l’appellativo “luminoso” ma che, purtroppo, non venne ammirato in tutta la sua bellezza per colpa degli effetti ancora presenti dell’attacco di Hypnel. I “lillà lunalis”, ovvero quei fiori di colore viola che sbucavano dalle ninfee diffusissime che ben resistevano contro le onde leggere, lanciavano nel cielo polline dai colori dell’arcobaleno, che illuminavano tutta la superficie dell’acqua e zone vicine, che stavano già assumendo i colori del tramonto, con il sole posto proprio dietro la riva nord, la destinazione. La giornata, nonostante tutto, era passata davvero velocemente tra mostri e viaggi. I fiori cullavano la vista, con quei loro dolcissimi movimenti, prima a destra, e poi a sinistra: chissà come doveva essere di notte quel fiume!! Purtroppo non era il momento per ammirare tutta quella bellezza. Il leone aiutò il gruppo, che arrivò fino alla stazione per il transito. Le persone là presenti erano già state avvertite dell’arrivo dell’invocatrice, che assieme ai guardiani aveva la priorità di attraversare per prima il fiume. Ma alla vista di questi, fiaccati e sfiniti, molti corsero spediti specialmente verso di lei, preoccupatissimi di quello che era successo. Videro Yuna con i capelli scompigliati e qualche lacrima rimasta sul viso, e gli altri guardiani, più composti, ai quali vennero dedicate scettiche occhiatacce. La pazienza di Kimahri era però già da tempo finita: dopo alcuni secondi egli si mise davanti a tutti, tagliando la folla ed allontanandola dall’interessata.

‘Voi lontani…lei assieme ad altri dovere riposare…!!! Lasciate noi passare subito!!!’.

Le parole furono così serie e dure che il gruppo più che essere avvisato sembrava più minacciato. In breve tempo fu chiamato il conduttore dello “shoopuf”, il mezzo di trasporto.

Frattanto ci fu la carissima sorpresa. Quasi dal nulla sbucò tra la folla Auron, che beveva abbondantemente dalla sua borraccia, ora ben riempita. Ma quanto di quel liquore poteva contenere?? E soprattutto per quanto tempo era rimasto lontano da Yuna?? Alla vista del “guardiano professionista” Wakka gli si scagliò addosso, senza spostarsi, mantenendo Noemi sulle braccia, inerte.

‘TU!!! HAI PURE IL CORAGGIO DI RIPRESENTARTI,EH????’ urlò l’ex-capitano, tanto che tutti si girarono curiosi.

‘Ho avuto un contrattempo… cosa diavolo è successo???!!’.

A quelle parole Wakka divenne un diavolo in faccia, soprattutto dopo averlo visto bere.

‘E TU TI RITIENI IL PIU’ GRANDE GUARDIANO DI TUTTI I TEMPI??!! GUARDA CHE HA FATTO IL NOSTRO AMICO HYPNEL!!’—ed indica tutti, in primis la ragazza—‘GUARDA!!! E Tidus ci stava pure lasciando le…’.

A quelle parole il volto di Auron, che dapprima mostrava quanto mai prima d’ora la sua colpevolezza gravissima ma purtroppo necessaria e di estrema importanza, divenne serissimo, avvicinandosi all’ex-capitano con occhi perforanti.

Il chakra… è successo??’.

Lui non fece altro che annuire, per rispondere alla domanda fatta sottovoce. E che sforzo che fece per non scoppiare!

Il litigio venne interrotto dall’arrivo del conduttore, appartenente alla razza Hypello: degli esseri acquatici, che sapevano vivere sia sulla terra sia nell’acqua, bassi di statura, che possedevano piedi totalmente palmati, e mani le cui dita terminavano con forme sferiche gialle sui polpastrelli. Che dire degli occhi? Gialli e sferici, enormi, affiancati da guance gonfissime ed azzurrine, e sulla testa, senza né capelli, né peli, spuntavano due specie di antennine molto corte, che facevano una classica forma a V. Erano piuttosto lenti a camminare, ma quando si trattava di nuotare non li batteva nessuno, e preferivano vivere vicino al Fluvilunio, in quell’ambiente umido e mai eccessivamente caldo, forse dannoso per loro, che sembravano respirare tramite la pelle blu un po’ come le rane.

‘Shoopuf pronto!! Venite a bordo!! L’attraversata sarà leggera e comoda… appena arriverete dall’altra parte un posto di alloggio vi aspetterà…!!!’ disse quel tappetto blu, cercando di tranquillizzare gli agitati. Egli guidò il gruppo attraverso la via e la folla, fino ad arrivare ad un’enorme area, al centro della quale si trovava una specie di gru, che però terminava nel suo braccio non da un gancio o una cosa simile, ma da un ripiano su cui potevano salire le persone, un po’ come una sorta di ascensore. Già, ma portava dove?? Non portava di certo ad un piano superiore.

‘Venite…per di qua...’.

Il conduttore mostrò con la mano l’enorme “shoopuf”: una sorta di gigantesco elefante grigio-azzurrino, privo di zanne ed alto almeno venticinque metri, molto lento per la sua statura, che possedeva una coda simile a quella di un dinosauro, che iniziava con una scaglia verticale molto pronunciata come la pinna di uno squalo, e dotato anche di una simpatica “proboscide” davanti. Questa era più sottile e delicata rispetto a quella di un normale elefante, ed era tutta attorcigliata su se stessa a spirale, come la corda di uno yo-yo gigante. Gli occhi erano allungati come un cinese, e dal carattere l’animale si mostrava amichevole, estremamente pacifico ed addomesticabile. Sopra il suo dorso ampio si poteva scorgere una struttura quadrata, munita di alcuni sedili, forse per i passeggeri, appunto. E per arrivare lì quella gru era davvero necessaria. Di certo, quella pelle liscia dell’animale impediva perfino ai ragni di salirci sopra senza di essa.

Alla vista di quell’animale Wakka ne restò completamente impressionato. Non aveva mai visto una cosa simile dal vivo. Molti suoi amici gli avevano detto e raccontato tutto ciò, ma vedere tutto con i propri occhi era davvero molto diverso…

‘E’ vero che… non mangiano nulla questi animali??’ chiese lui, con Lulu che voleva lanciargli qualche magia addosso per evitare domande sciocche in un momento di così tale difficoltà e fretta.

‘Shoopuf non mangia… Sono semplicemente le acque del Fluvilunio a dargli l’energia per mantenere le sue dimensioni!!! Le acque di quel fiume, sono acque di pura vita ed energia, oltre che di luce!’.

Il gruppo evitò tutti i vari negozianti e mercanti, che non aspettavano altro che i viaggiatori, i quali per souvenir, armi e pozioni varie a prezzi esorbitanti, si divertivano a prosciugare i portafogli dei più ingenui. Il gruppo salì su quella gru che li portò sulla struttura sul dorso dello shoopuf, mentre l’Hypello andò sul collo dell’animale, prendendo redini e briglie per la partenza. Al suono di un campanellino, l’animale si destò lentamente sulle sue lunghe zampe prive di artigli e iniziò l’attraversata del fiume, dove per metà corpo ne restò sommerso.

Sullo shoopuf nessuno aveva voglia di parlare o fare commenti. Tra il pellegrinaggio, tra le novità del “tipo venuto dal mare”, e tutto, ormai anche un genio poteva perdere la testa nei pensieri più intricati. Le uniche note positive erano quello di non avere più l’ipnotizzatore tra i piedi ed avere in mano la sfera di Djose. E la prossima era un po’ più dopo Guadosalam, una delle città più importanti di Spira.

Lulu guardò la superficie del mare attentamente, notando qualcosa di sensazionale.

‘Wakka!! Vieni qui!!!’.

Egli si avvicinò di corsa sulla parte opposta della struttura di dove si trovava e si affacciò tenendosi sulle barriere con la mano destra. Kimahri restò vicino all’invocatrice, che si stava riprendendo, forse molto più velocemente delle altre precedenti invocazioni, segno che si stava abituando ad usare le giuste energie. Ella guardò l’orizzonte, dove il sole poco per volta calò e sparì sotto il panorama della riva nord, mentre le acque del Fluvilunio, per la luce solare ormai fioca, iniziava a brillare più intensamente dei sette colori.

‘Guarda!! Una città sommersa…sotto il fiume!!’.

L’ex-capitano fece la sua seconda faccia stupita del giorno. Sin da fuori era possibile scorgere strade interrotte a metà, ponti crollati, abitazioni assediate da alghe, metalli completamente arrugginiti, tra cui alcune macchine ben note.

‘Scommetto che è stata distrutta durante quell’interminabile guerra oppure da Sin… Vergogna!! Sfidare le leggi della natura in questo modo… costruendo una città sopra un fiume!!! Ben gli stanno a quei bradipi, che per colpa loro e delle loro dannate macchine ora ci ritroviamo Sin!!! E’ proprio questo che Yevon insegna!!! Più gli uomini hanno potere, più lo usano!!!’.

Lulu guardò profondamente le rovine come se vedesse il passato più passato, mentre era appoggiata sul bordone della struttura. ‘Già…Sin fermò la guerra tra le due fazioni ed ora ci punisce… Ora nemmeno i morti trovano pace…’.

Mentre Noemi dormiva, con ancora i segni della fatica sul volto, Auron a quelle parole sembrava ricordare bene quella storia che tanto gli ribadiva Braska: quell’interminabile guerra, che portò alla creazione di Sin, e quella grande impresa con quell’invocatore, che aveva una dignità ed una sicurezza indistruttibile, dal quale in parte l’apprese. Come dimenticare??

‘Braska quando salimmo sullo shoopuf iniziò a raccontare quello che si diceva di quella guerra… anche se il discorso era ben altro…’ disse Auron ridendo con gusto, sempre con la bocca chiusa.

‘Cosa??’ chiesero Lulu e Wakka.

‘Del fatto che noi tre eravamo completamente senza soldi eheh… Appena appena che Jecht vide per la prima volta lo shoopuf si scagliò contro di esso con la spada… e per risarcire i danni abbiamo dovuto offrire tutto quello che avevamo.’.

‘Ma che uomo era quello???!!’ rispose la maga, mentre lo squadrava un poco.

‘Diciamo che era un perfetto zoticone… quasi sempre ubriaco. Infatti, aveva scambiato lo shoopuf per un mostro… Era molto coraggioso, ma mi diceva spesso di non sopportare i piagnucoloni, specie i “bambinetti”, così come li chiamava lui…eheh…’.

Yuna venne catturata dalle risate. Lei c’era già salita su quell’animale, e l’attraversata era sempre stata rilassante e bellissima, ma quell’altro guardiano di Braska catturò la sua attenzione.

‘Ma…non mi avevi detto che lo avremmo visto presto??’.

Auron si girò con sguardo più preoccupato che fiero.

‘Infatti… infatti…’ disse lui, guardando poi il cielo in parte rosso, in parte grigio per l’umidità, come se in esso vedesse ancora il suo compagno dalla voce rauca e sempre carica di risate esagerate che facevano assordare.

 

Da sott’acqua, lo shoopuf venne seguito in tutti i suoi movimenti da poco lontano.

‘Berrik!!! Cae celinu lra cey ihy piuhy etay?? Se cy lra xie le cuhu tia ehjulydune te sawwu!!!’ [Sei sicuro che sia una buona idea?? Mi sa che qui ci sono due invocatori di mezzo!!!] fece uno sul posto di comando di una strana macchina, dotata di tentacoli metallici che si muovevano dolcemente e che terminavano con una lucina bianca per illuminare il fondo marino. Il suo corpo, trasparente come il vetro, poteva contenere circa massimo cinque persone, ed in esso c’erano tre Albhed, tra cui gli stessi del rapimento di Yuna [cap.11].

‘Hu!!! Luhlahdneysule cim nykywwu... è em beù banelumucu... ru m'esbnaceuha lra cey bnubneu xiammu lra em lnatu ry lanlydu te uclinyna...!!’ [No!!! Concentriamoci sul ragazzo... è il più pericoloso... ho l'impresione che sia proprio quello che il credo ha cercato di oscurare...!!] ribadì quello dai capelli biondi che gli facevano in testa due “corna”, con gli occhialini che coprivano gli occhi come il suo compagno al posto di guida.

‘Sy cae bywwu!!! Bnahteysu mae!! A' mae lra tuppeysu bundyna viune ty xiacdy cduney!!’ [Ma sei pazzo!!! Prendiamo lei!! E' lei che dobbiamo portare fuori da questa storia!!] rispose l’altro, un po’ agitatuccio.

‘Ca huh mu dnujeysu ymmuny ykenasu lusa rye taddu di. Yhlra banlré...huh se caspny te yjanmu jecdu myccù...’ [Se non lo troviamo allora agiremo come hai detto tu. Anche perché...non mi sembra di averlo visto lassù...].

La macchina subacquea era anche dotata di alcuni piedi meccanici, nascosti sotto il posto di comando e l’armamento, dove era possibile anche osservare alcuni missili che vi spuntavano. Alcuni?? No… diciamo che era il necessario per l’attacco che avevano intenzione di fare…

I due stavano ancora borbottando quando dietro di loro sentirono una voce femminile molto severa, che portava i consueti occhialini come loro, e un vestito rosso aderente quanto un costume.

‘Te lre cdyjyda bynmyhtu?? Cymjeysu m'ehjulydnela a bundeysumy ty Cid... ca jue yddyllyda luh my syllrehy, eu clahtanò y danny at yhtnò ty munu...’ [Di chi stavate parlando?? Salviamo l'invocatrice e portiamola da Cid... se voi attaccate con la macchina, io scenderò a terra ed andrò da loro...].

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Capitolo 22
*** Cap.22: The First Step ***


La traversata sullo shoopuf fu davvero rilassante e tranquilla, che in parte fece anche recuperare le energie al gruppo.

‘Eccoci qua!! Fluvilunio riva nord!!!’ esclamò l’Hypello, che suonò ancora il campanellino, svegliando di colpo Wakka che si era per metà addormentato. Ormai il sole era calato da tre quarti d’ora, e stava per iniziare un’altra notte di pensieri…

‘C’è un posto dove riposarci??’ chiese l’invocatrice al conduttore, ma gli rispose prima Auron.

‘Là, davanti a te, c’è un posto fatto apposta… mi ero fermato là tempo fa…’.

Con qualche fatica, i pellegrini usarono la gru per scendere dal gigantesco animale simile all’elefante, che venne condotto da altri Hypello verso un angolo strapieno di erba, dove poteva riposarsi e dormire.

Yuna ripensò alle parole del guardiano, e mentre Lulu continuò da sola più avanti, e l’ex-capitano prese in braccio Noemi, lei gli  si affiancò, cercando di fare chiarezza una volta per tutte. ‘Scusami… ma… come fai a parlare di Braska?? E’ successo…mille anni fa…’ fece con la massima gentilezza, mentre lui la accompagnava verso quel “posticino”, seguendo un piccolo percorso che venne improvvisamente  illuminato da entrambe le parti, per contrastare l’oscurità della notte che stava giungendo.

‘Come?? Ho combattuto con loro fino alla fine… fino a quando Sin non divenne quella potente entità perfetta che ora conosciamo… restai poi a Zanarkand aspettando il momento giusto, e poi sono venuto qua nel futuro assieme a Noemi… o meglio Tidus…’ e intanto Auron si voltava alcune volte verso gli altri che seguivano dietro.

‘Ma… allora quella ragazza era lì con te… mi ha detto che viene da Metropolis… io quella città non l’ho mai sentita nominare…’.

‘Lo so che non l’hai mai sentita… e lo stesso vale per me!!’ rispose lui, ridendo, mentre già si poteva scorgere il posto in cui avrebbero dormito: una sorta di enorme capanna fatto di canne ben messe ed intricate tra loro, con finestre che sembravano più dei buchi coperti da tendicciole, e la porta era un ammasso verticale di altre canne sottili, forse quelle che crescevano poco lontano dal fiume. Il proprietario, forse senza la vista di un becco di quattrino, li acclamò come se fossero principi e regine, e spalancò loro l’ingresso, porgendo subito la mano per ricevere i Guil anticipatamente. Yuna era rimasta di stucco alla risposta del guardiano, e neanche notò il proprietario, passando subito al pagamento forse senza nemmeno sentire il prezzo esagerato del tizio che, da come era vestito, sembrava più un marinaio, con quei baffi arricciati alla capitan Uncino. La stanza era unica, e i letti singoli, tutti appiccicati e quasi ammassati, erano fatti di qualcosa simile alla paglia, spiegazzata, con alcuni fili che sbucavano dalle tende che nascondevano toppe qua e là. Alla vista di esse Wakka, con una faccia squadrata, pose l’orfana di Metropolis sul letto più comodo di tutti, la quale sembro la “bella addormentata”, mentre la maga non fece alcun motto ed andò subito a letto. L’ex-capitano subito si sdraiò nel letto vicino a lei, ponendosi le mani dietro il suo collo e guardando il soffitto con faccia estremamente turbata.

‘Perché Auron… ci hai lasciato?? Così, all’improvviso te ne sei fregato di tutto?????!!!!!’.

Yuna si voltò verso il guardiano professionista guardandolo negli occhi e restandogli vicino, sentendolo.

‘Ho avuto… dei problemi…’.

‘CERTO!!! Quello di rimanere senza la tua bevanda preferita, GIUSTO???!!!’.

Il guardiano dalla giacca rossa antica uscì dal locale, senza una benché minima risposta, seguito dall’invocatrice, che cercava di far tornare la calma al più presto. Wakka si girò dalla parte opposta rispetto all’uscita, sbuffando e pensando al Blitz come unica soluzione per calmarlo.

Fuori la notte offriva il migliore spettacolo del Fluvilunio. Il silenzio era assoluto, cullato dal classico rumore della legna che ardeva dolcemente. Il fiume risplendeva di sette colori dell’arcobaleno, tutto in superficie, un po’ meno di sopra, e il polline che volava sembrava formare come delle comete, che giravano su se stesse, cambiando direzione e luccicando lampeggiando debolmente l’una vicino all’altra.

‘A…Auron…io ti credo! Chiunque se ha dei problemi… insomma…’.

Lui non rispose. Continuò a guardare il fiume, scolando anche un poco di quel preziosissimo liquore per il quale aveva mancato al suo dovere principale, così lentamente che non fece il minimo rumore. L’invocatrice così cercò di cambiare discorso, sempre cercando di fare chiarezza.

‘Hypnel…quando ci ha attaccato… ha detto che Tidus è un mostro… ed a me sembra che quell’ipnotizzatore abbia detto qualcosa che ha un fondo di verità…è una sensazione che ho…seppur impossibile…’.

Auron si sentì il suo sangue ghiacciare da capo a piedi. Ma i suoi occhi castani restarono fissi sul fiume, senza mostrare il benché minimo cambiamento di espressione.

‘No…non esattamente… ma non c’è bisogno che tu ne faccia molto scrupolo…’.

Quell’ incerta risposta incuriosì non poco l’invocatrice.

‘Come non ne dovrei far scrupolo?? E’ o non è uno di noi??!! Ha detto che è pericoloso… per favore, dimmi qualcosa!!’—fece il segno di riverenza davanti a lui—‘Così posso anche tranquillizzare quella povera ragazza, che mi sembra che sia quella che stia soffrendo di più!!!’.

Lui rimase un attimo in silenzio, forse per calcolare le parole.

‘Yuna… quel chakra non è come il tuo. Ce n’è un altro dorato, nascosto, che non deve MAI emergere…’.

Lei, con voce rotta, fu come colpita da un fulmine. ‘Do…dorato??!!! Aspetta… ma anche Sin era...era…!!!’.

Era…era qui!!! Sì!!! Era assolutamente qui dove era successo tutto!!! Questa strada, quelle specie di grattacieli curveggianti!!!

Noemi si guardò intorno riconoscendo al volo la città distrutta e disintegrata. Era tutto riapparso così, all’improvviso come al solito, ma stavolta sembrava più sicura delle altre volte, chissà perché.

Era sulla strada che sopraelevava di almeno una ventina di metri la base della città illuminata dalle aurore, che portava ad una sorta di porto, totalmente assente di ogni genere di nave.

Si girò intorno, e dopo alcuni secondi apparvero vicino e lontano da lei bambini, vecchi, anziani, donne, tutti sorridenti e felicissimi, come li aveva visti per la prima volta [parte 1], e nonostante le loro azioni, i loro movimenti, sembravano andare al rallentatore, con i contorni che si sovrapponevano l’uno all’altro, tanto da far girare quasi la testa. Lo stesso accadeva per le aurore del cielo e quelle degli edifici. Quando si spostavano gli occhi più che essere luci puntiformi, erano più delle vere e proprie scie di comete.

Subito vide una donna dai capelli castani, lunghi e lisci, già vista diverse volte [cap.7,16], mentre correva come pazza ed andava piangendo un poco davanti ai volti sereni e spensierati della gente, ben diversa dall’espressione della donna.

‘Dove…sapete dove è mio marito??!! E’ sparito nel nulla… Per favore, rispondetemi!!!!’.

La donna si mise ginocchioni appena vide che tutte le persone spensierate le risposero negativamente, scotendo con delicatezza la testa. Da dietro sbucò dall’oscurità il piccolo bambino di sette anni, che mostrò occhi castani rigidi, senza alcuna pietà, come se essi nascondessero chissà che odio o rancore.

‘Chi se ne importa di dove sia o cosa stia facendo!!! Non è mai stato un padre e MAI lo sarà!!!’.

Sua madre neanche si rialzò e solo si girò lentamente verso di Tidus, mostrando le lacrime, ed anche una certa tendenza al rimprovero. Noemi voleva fare qualcosa, ma si accorse che neanche i suoi versi più forti venivano sentiti dalle persone che gli stavano attorno.

‘Ma… come… fai a dire… una cosa… simile!! Lo fa…per…il tuo…bene… E se…non lo ritroviamo… non…potrai mai dirgli…quanto…lo…odi…’.

La voce rotta non fece la benché minima piega al piccolo castano, che mantenne l’espressione decisa e carica d’odio, e forse di vendetta.

‘Gliel’ho già detto infatti…!!’.

Un’altra persona si avvicinò correndo ed urlando a quasi tutta la città.

‘Braska, Braska!!!! Braska ci libererà da Sin!!!! Ha due guardiani in gamba!!! Ha già raccolto la sfera di Djose!!! Verrà qui, verrà qui!!!!’.

Tutti si girarono verso quel trentenne quasi svitato. E saltarono ed urlarono di gioia, per la nuova speranza, che avrebbe riportato finalmente la pace dopo così tanto tempo di battaglie. La donna si alzò in piedi e già capì che il suo amato era lì a combattere. E lo faceva per diventare ancora più famoso, lo conosceva bene… i suoi tiri potentissimi nel Blitzball non erano di certo sufficienti…

‘Ma perché…perché Jecht…non me l’hai detto?? Quali sono le tue intenzioni??? Non è da te…’ fece la donna, prima che tutto tornò di nuovo bianco ed indistinguibile…

 

‘Svegliaaaaaa!!!’—urlò il proprietario del locale, appena vide che il tempo permesso ai pellegrini era scaduto di soli pochi minuti—‘…Il vostro periodo di permanenza è passato!! Forza, fuori!!! Il locale…ehm…deve essere rioccupato!!!’.

Wakka si alzò sbattendo la testa violentemente sullo scaffale di sopra, ritrovandosi non uno, ma ben due bernoccoli in testa, tanto che dopo si alzò di scatto dal letto saltellando qua e là nonostante il piccolo spazio, mentre Yuna, con i capelli tutti scompigliati sul volto, iniziò a ridere di gusto, quasi fino a piangere, seguita da Lulu, che era già sveglia dall’alba e si era ripresa alla grande. Auron e Kimahri erano già fuori, ed aspettavano di continuare il viaggio, sotto il brillante sole nel cielo azzurro.

Che?? Cosa?? Dove?? Quella donna…lui…dove sono??? Eh??? Ah… che imbranato che sei Wakka!! Non stare attenti a…*BONK*

La botta era stata stavolta più forte. Gli scaffali erano davvero bassi, e guarda caso erano l’unica parte metallica della struttura. Li hanno fatti apposta…ouch!!! Tutti videro la scena, ed anche Wakka si mise a ridere, quando vide l’orfana toccarsi la fronte dolente.

‘Che avete da ridere?? Si può sempre…ehm…prendere botte simili!!’.

‘Troooooppoooo divertente!!!’ fece la “prima vittima”, e Yuna, appena si rialzò, si sistemò i capelli e si preparò per bene per raggiungere la prossima destinazione: Guadosalam.

‘Guad…che?? Dove dobbiamo andare???’ chiese l’orfana, che era già fuori, mentre gli altri iniziarono ad uscire dal locale mezzo degradato.

‘Guadosalam… è la città dei Guado… li hai visti vero? Insieme a Seymour…[cap.14]’ fece la maga, indicando la direzione nord.

‘Che città splendida!! E’ così… immersa nella natura…’.

Certo Yuna… entreremo in un’altra capanna, immersa in una giungla vera e propria, non fatta però di canne, ma di liane attorcigliate…così saranno le zanzare a mangiarci!!!

Mettendo da parte problemi vari e turbamenti, il viaggio continuò attraverso una strada che ricordava molto quello della riva sud precedente, affiancato da erba lunga, alternata a file di alberi sempreverdi, e rocce dalle curve più leggere.

Wakka e Lulu videro di nuovo davanti a sé la ragazza, che sembrava meno turbata del solito. Già, perché?? Da dove arrivava quella strana sicurezza che aveva??? Aveva lasciato perdere?? Cercare la soluzione era inutile?? Anzi, forse nemmeno lei lo sapeva fino in fondo cosa le prendeva.

‘Cos’hai sul collo?? Un tatuaggio??’ chiese l’ex-capitando serenamente e curiosissimo come al solito, notando qualcosa che sbucava dalla sua pelle chiara.

‘Co…cosa?? Un tatuaggio?? Dove??!!’ disse lei, toccandosi da tutte le parti sul collo.

‘Bello!! Anche io volevo farmene uno!! La faccia di Medusa, per esempio…’ fece la maga.

‘Che?? Tu?? Ma dai!!! Non me l’hai mai detto!!!’.

‘Scusate??!!! Vi ho detto dove sta questo tatuaggio che dite!!!’.

Wakka si avvicinò e toccò la parte destra un po’ in basso con l’indice. ‘Qui!!’.

‘Lì?? Sei sicuro?? Io…non ho mai fatto tatuaggi!!!’.

Lulu si avvicinò guardando più attentamente, e vide una strana forma che era di colore blu molto scuro, ed aveva la forma di “e” in stampatino, con il pallino centrale che andava verso l’interno a spirale, i cui bordi della figura erano da una parte lisci, dall’altra dentata verso l’esterno, simile agli estremi di un ingranaggio. Ella quando lo vide rimase stupita. Anzi, sconcertata quasi…

‘Ma…ma… è un sigillo!!’.

‘Un…sigillo??’ chiesero simultaneamente Wakka e Noemi, fermandosi di colpo mentre Yuna e gli altri due continuarono a ragionare sulla prossima sfera.

‘Noemi!!! Voglio sapere quando ti è apparso!!! Subito!!!’ chiese ancora la signora in nero con tono molto autoritario. Mah… devo dire che oggi è veramente isterica!! E quanto lunatica!!!

‘Cosa ne so io??!! Non avevo nulla di simile…’. Sarà sempre colpa del chakra, tanto è sempre colpa sua!!!

Lulu continuava a sommare il tutto. Anche quella sorta di marchio sembrava già visto. Già, ma quanti misteri!! Poteva fondere un cervello qualunque… la spada, le strane magie…ora pure il “sigillo”, e chissà se era proprio dovuto alla magia. Noemi era così stufa di tutta quella storia sconosciuta ed intricata che non si preoccupò minimamente né dell’atteggiamento di Lulu, né di quello che poteva avere al collo.

‘Sentite… il viaggio è ancora lungo, non so cosa cavolo è quello che mi dite, ora dobbiamo tenere d’occhio un’invocatrice, no?? Siamo guardiani in fondo!!!’ disse lei con grande leggerezza ed anche sbuffando un poco, affiancata poi da Wakka, che le diede da dietro quattro pacche sulla spalla destra, ridendo fieramente.

‘Già, ma tu l’arma ce l’hai per fare questo mestiere??!! Quella spada azzurra dove sta??’ chiese ridendo, mentre la ragazza si fermò di nuovo in mezzo alla via, superata da Lulu che continuava a sospettare.

‘Io…io…boh!! Quella spada sparisce sempre e riappare come niente…’.

‘Eheheheh!!! Dai…ti avevo detto che ti avrei insegnato ad usare il tuo chakra!!!’ disse l’invocatrice, felicissima di averla ancora davanti a sé. Aveva aspettato il gruppo che era rimasto indietro: si vede che lei, Auron e Kimahri avevano un passo bello veloce…

‘Cosa??? Stai scherzando!!! Io con quella stregoneria non voglio averci nulla a che fare!!!!’.

‘Invece sbagli!! Se vuoi venire con noi devi risolvere anche i tuoi conflitti interiori… così finalmente combatterai con noi…e con lui…!!’ disse ancora Yuna, facendo un insolito occhiolino, mentre gli altri fissarono la ragazza di Metropolis, che non si era mai sentita così tanto al centro dell’attenzione prima d’ora.

‘Ma…ma….ehi!!! Perché mi fissate???!! Io non ho mai preso un’arma in mano prima d’ora!!! E visto che vi fidate così tanto del vostro…’—si schiarisce la voce—‘…amico, perché non glielo chiedete a lui?? Così almeno lascerà libera me!!!’. No, mi correggo… oggi tutti ce l’hanno con me!!!

‘Però è anche vero che sei nel nostro gruppo!! Perciò devi imparare…alcuni trucchi del mestiere…’ disse Wakka, che si autoindicò con l’indice, come dire “IO sono il perfetto modello, rispetto ad Auron…”.

‘Ma…io… non credo che sia una buona….ehm…idea…ecco…’ fece Noemi arretrando un poco e squadrando gli occhi alla grande.

Dopo una fila di risate fatte davanti a lei, che contagiarono perfino Kimahri ed Auron, il cammino continuò tra gli alberi pieni di foglie e che generavano una graditissima ombra sotto il sole mattutino.

‘Quella spada è magica… e credo che possa essere evocata un po’ come il chakra o come gli Eoni. Facciamo così: prima impari ad evocarla tra noi, e poi provi a trasformarti…’.

‘Ma…Yuna!! Non è una buona idea…lo so che se sono ancora qui è anche grazie alla magia, ma io…ho…ho paura!! Ho tanta paura…’. Ella poi abbassò lo sguardo, mostrando il volto preoccupato del futuro. Lo so, lo so…che ha bisogno di aiuto, ma se non so quasi nulla… non so nemmeno combattere e non ho mai creduto nella magia… come fa a fidarsi così tanto di me?? Arrivando anche a salvarmi la pelle??

‘Fidati di me!! Facciamo così…arrivati a Guadosalam ci fermeremo un poco, e ti insegnerò a come usare il chakra, almeno per evocare la spada, poi…’…poi?? Poi cosa?? Aaaahhh...lasciamo perdere!!!

Per tutto il discorso tra le due il guardiano professionista sorrise con tranquillità. Doveva dirgli ancora parecchie cose…se sbuffava per sciocchezze come quelle, sarebbe come minimo svenuta a quello che poi avrebbe saputo…come minimo!!! Per Wakka, invece, la testa era sempre…al suo adorato sport, per quanto potesse concentrarsi a fare il guardiano per Chappu. Himahri?? Boh, non si sa mai quello che pensa..!

 

‘Attenti!!! Pericolo dietro voi!! Qualcuno insegue noi!!!’ gridò Kimahri da dietro, che richiamò l’attenzione di tutti. Quella macchina Albhed che li inseguiva da sott’acqua prima [cap.21] emerse silenziosissima, e venne avvertita quando iniziò a camminare verso di loro con quei corti arti metallici che facevano il “bizz-fizz” dei robot. Sopra, nel posto di comando trasparente, era possibile intravedere due Albhed alla guida, senza la terza, come ordinato dalla loro capitana. La macchina si avvicinava con i suoi tentacoli di ferro, pronti per rapire di nuovo Yuna. I missili erano già visibili all’esterno, per essere scagliati contro i guardiani.

‘ALBHED!!! Lo sapevo, sempre loro!!! AVETE VISTO la vostra penosa riuscita all’operazione MIhen???!!! [parte 16], eh?? ED ANCORA siete qui con le vostre schifose armi??!!’ urlò Wakka subito seguito stranamente anche dalla ragazza, che non si era mai mostrata così combattiva. ‘Cosa volete da noi??!! Cosa?? Rispondete!!!!’.

‘Devono avercela con Yuna per qualche motivo… leviamoli di mezzo, non c’è tempo da perdere…’ disse Auron, con grande sicurezza, sfoderando subito la sua pesante Katana.

Dalla parte centrale della macchina uscì una specie di piccolo megafono: ‘Luhcakhydale m'ehjulydnela CIPEDU!!!! Ymdnesahde cbynanasu e hucdne secceme luhdnu te jue!!! Huh lucdnehkadale y vynmu!!!’ [Consegnateci l'invocatrice SUBITO!!!! Altrimenti spareremo i nostri missili contro di voi!!! Non costringeteci a farlo!!!].

Wakka e Noemi si guardarono in faccia.

‘Ma che ha detto?? E’ la solita lingua marziana??’.

‘NO… è la loro schifosa lingua… Dai…fammi vedere cosa sai fare contro questa macchina… Mi sembra piuttosto vecchia….’ fece Wakka, mentre Kimahri si offriva avanti con la sua lancia, ordinando a Yuna di restare indietro e non faticarsi.

‘Cosa???!! Io??!! Cosa faccio???’.

‘Distraili!! Attira la loro attenzione, mentre noi metteremo fuori uso i fili che si trovano dietro l’ammasso di ferraglia!!!’ disse pronto Auron girandosi verso Noemi.

‘COSA??? I…IO???!! E poi come fai a…’.

‘TU ANDARE!!!! Noi occupati a dare colpo a macchina!!! Lulu a confonderla con magie oscure!!!’ disse il leone, con tono così autoritario che la ragazza fu costretta ad agire, finalmente. Ok…se mi ammazzano sarà colpa vostra…glom!!!

Noemi avanzò sola davanti alla macchina, mentre gli altri tre guardiani erano dietro, pronti per attaccare in tutte le direzioni alla prima mossa degli Albhed. Yuna lanciò la sfera di Djose alla maga, che si preparò a lanciare la magia Antima, che avrebbe reso più tenero e debole il metallo già non proprio nuovo della macchina, facilitando la scoperta e il taglio dei fili elettrici di alimentazione.

‘E…ehm… A…Allora?? Perché…ce l’avete…con noi???!!! E..eh??’ fece la ragazza, agitando in maniera un po’ rachitica le mani, soprattutto alla vista dell’arsenale esposto.

‘Majyde te dunhu!! Jiue vehena ynnucdu!! Jy paha!! M'rye jumidy di!!!!’ [Levati di torno!! Vuoi finire arrosto!! Va bene!! L'hai voluta tu!!!!] disse l’Albhed accanto a quello con le “corna” bionde, che puntò i missili verso di lei. A quel punto Lulu, approfittando della distrazione, lanciò l’attacco magico, che per alcuni secondi creò una depressione nell’aria, simile ad un buco nero in parte anche viola, che neutralizzò l’HUD del sistema, accecando, di fatto, la mira e i conducenti a bordo. Wakka lanciò una pallonata verso una copertura chiusa di metallo di dietro alla macchina, che, scendendo, scoprì i fili di alimentazione. La lancia, la katana e la forza dei due guardiani fecero il resto. Oh, oh…a…aiutooooo!!!!

La macchina, senza più energia elettrica, cadde a pochissimi metri da Noemi, che restò fissa, immobile, terrorizzata a pensare di essere sul punto di essere schiacciata come una mosca sul suolo. Fortunatamente quello che ci fu dopo fu solo un grande fracasso, metalli distaccati che andarono a finire qua e là, cortocircuiti dappertutto, e una grande quantità di terriccio che si sollevò per decine di metri, facendo tossire molto tutti, tranne Auron, che non tossì nemmeno una volta. Già strano. Lui neanche starnutiva… aveva forse dei polmoni di ferro??

Prima della caduta della macchina, i due Albhed azionarono il meccanismo di espulsione, uscendo all’esterno.

‘Symateweuha!!! Yppeysu yhluny vymmedu!!!!’ [Maledizione!!! Abbiamo ancora fallito!!!!].

‘Ycbaddy Berrik!! L'è yhluny diy cunammy, keicdu?? Yhteysu ty Cid...mie le tenà lucy vyna!!!’ [Aspetta Berrik!! C'è ancora tua sorella, giusto?? Andiamo da Cid...lui ci dirà cosa fare!!!].

‘Yhluny xiammy nykywwy... xiammy cdaccy tam hucdnu bnesu dahdydeju... [cap.11] cynà mae em hucdnu upeaddeju my bnuccesy jumdy!!!’  [Ancora quella ragazza... quella stessa del nostro primo tentativo... sarà lei il nostro obiettivo la prossima volta!!!] disse quello più biondo e robusto, mentre tirò fuori dalla sacca di sinistra un po’ di polvere di Eliomagilite [cap.17], con la quale essi vennero trasportati chissà dove, sparendo nel nulla.

Noemi poi, ridendo, si girò verso il gruppo, davanti e dietro di sé, appena quella nebbia pesante tornò al suo posto.

‘Ehm…allora??’—rossissima—‘…ehm…sono stata brava???’.

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Capitolo 23
*** Cap.23: Listen To Your Soul ***


Dietro la ragazza rimase solo un mucchio di rottami, vetri rotti e cortocircuiti che continuavano a ronzare peggio delle mosche. Ci fu un attimo in cui tutti le sorrisero davanti, e forse era questo che la tranquillizzava o le faceva dimenticare i problemi e i misteri. Quello che davvero se li fece fu Wakka, che si sedette sul ferro più comodo che giaceva lì, con la mano destra che reggeva il mento e la testa con il gomito sul femore destro.

‘Ma cosa cavolo vogliono da noi??!! Dannati Albhed!! Bisognerebbe cacciarli, odiarli a morte!!! AH!! Non è che vogliono mettersi in mostra dopo l’Operazione Mihen [cap.16]?? Oppure…’.

‘FINISCILA!!!’ lo interruppe Lulu, che non ne poteva proprio più sia delle sue ipotesi, che dei soliti imprevisti. ‘Fare un pellegrinaggio comporta i suoi rischi… questo continente sembra non cambiare mai…’ disse sottovoce Auron. E come poteva non dirlo, ricordando tutte le sue imprese?

Yuna si mise al centro del cerchio di rottami davanti a tutti i suoi guardiani, con quel sorriso carico e acceso.

‘Ragazzi… voi…siete…straordinari… vi ringrazio davvero tanto… Abbiamo ora tre sfere…non possiamo mollare ora!! Vedrete che il Bonacciale arriverà presto!!!’.

Arriverà?? C’erano grosse speranze… anche se dopo quella tremenda operazione fallita, che spazzò via quasi tutti i Miliziani, era divenuta meno e più fioca. Ma la gente di Spira sembra così ipnotizzata da lei e dal suo sorriso… rischiare così tante volte la pelle…se non ci fosse stata la magia sarei già chissà dove… Un momento!!

Noemi si girò intorno e non scorse la figura di Hypnel da nessuna parte. Che era successo?? Il bello è che lei non si ricordava nulla. Anzi, le sembrava di essersi trasformata e giocare una partita, ma nient’altro.

‘Ehm…e la guida dov’è??’.

A parte Wakka che non capì a chi si riferiva la ragazza, gli altri rimasero zitti. Era davvero strano quel silenzio, che la incuriosì non poco. Le facce erano diventate tutt’ad un tratto cupe e preoccupate, come se ci fosse chissà che da nascondere.

‘Forza… Guadosalam è oltre questo bosco…andiamo!!!’ riprese l’invocatrice ridendo, cercando di cambiare totalmente discorso. Ella prese con sé Noemi delicatamente, la quale era desiderosa più che mai di avere risposte chiare e decise.

Il gruppo continuò attraverso una strada terrosa e completamente all’ombra, data dai fittissimi rami degli alberi, che si intrecciavano verso alto sia da destra che da sinistra. E i mostriciattoli non mancavano mai, fatti fuori dal pallone di Wakka, dalla lancia del Ronso e dalla pesante katana del guardiano professionista, che, piano piano, stava riacquistano la fiducia di tutti.

Lulu e Yuna restarono indietro e vicino a Noemi, che continuava a fare la stessa domanda con decisa prepotenza.

‘Hypnel?? Cosa ha fatto?? Ha ipnotizzato te e Tidus come due polli e vi ha spinto contro di noi!! Tutto perché?? Voleva portarti a Bevelle per ottenere potere…’.

Lei in realtà non sapeva se ridere o gridare di stupore alle parole decise della maga. Cosa?? State scherzando??!!  ‘Co...come??’.

‘Sì’—continuò l’altra affianco—‘…eravate fuori controllo, anzi…completamente sotto i suoi ordini. Ti abbiamo visto inchinarti davanti a lui e baciargli gli stivali…’.

‘COSA?? BLEAH!!!’ esclamò la ragazza, e il suo tono di voce si fece più forte, dopo sputazzate per terra qua e là.

‘Non ricordi nulla perché non ragionavi… ma non preoccuparti… l’abbiamo fatto fuggire ed ora sarà andato chissà dove, lontano… sta tranquilla…’ continuò Yuna, prendendole il braccio sinistro dandole conforto.

Nononono… aspettate… IO GLI HO BACIATO I PIEDI??? Nonono… io NON posso crederci…

Yuna cercò di raggiungere il gruppo più avanti affrettando il passo, lasciando Noemi e Lulu da sole. La prima continuava a mettersi la mano sulla fronte, per controllare che non avesse la febbre, e a darsi pizzicotti per svegliarsi dal possibile incubo. Almeno fino a quando la maga non la fermò con forza con voce ferrea e serissima. ‘Noemi…fermati qui, per favore’.

Lei preoccupata, si girò lentamente e con un po’ di timore verso di lei. ‘Che…c’è? Che…succede…?’.

‘Ti devo dire una cosa…’.

Quelle parole che sapevano di suspense avevano gelato il sangue alla ragazza, che si avvicinò al rallentatore.

Lulu la guardò negli occhi direttamente. Mai aveva fatto così. ‘Noemi…ti prego, stai attenta a Tidus. Non mi convince… Sa tecniche che non ho mai visto, sappiamo troppo poco di lui… E tutti quei simboli antichi che lo riguardano… Cerca di controllarti e NON far emergere il chakra dorato…intesi??!!’.

‘Co...cosa?? Pensavo che la magia fosse azz…’. L’altra la fulminò a velocità mai vista.

‘Ti ho detto di stare attenta!! Sembra che ci sia una magia oscura ed antica sotto tutto… Non dire nulla da dove provieni, da dove viene lui, e di Zanarkand, capito?? Quell’Hypnel sembra conoscere più cose di noi…’ riprese la maga, iniziando a camminare avanti.

‘Lulu…’—disse con strana sicurezza la ragazza—‘…mi ha salvato la vita così tante volte…Ho promesso di aiutarlo… se devo fidarmi o no, sarà lui stesso a farmelo capire…e fino ad ora si è mostrato un amico…’.

 

La strada sterrata passò poi vicino ad un piccolo torrente del Fluvinlunio, su cui crescevano anche diversi fiori di “lillà lunalis”. Dopo alcuni minuti di silenzio, Noemi ripensò alle parole che aveva detto alla maga. Anzi, si stupiva di quelle parole, che se le aveva pronunciate senza pensare. Era forse l’istinto che gliela aveva detto, o qualcosa che la spingeva a potersi fidare. Più ci pensava e più trovava fiducia nei suoi confronti, e non sapeva nemmeno spiegarsi il perché.

Il gruppo poi incontrò due Ronso, quegli Yenke e Brian incontrati prima a Luka [cap.10], e alla loro vista Kimahri subito acquisì nel volto l’aria di combattimenti e sfide.

‘Guarda guarda…piccolo Kimahri con invocatrice!!!’ disse quello dai peli gialli, Brian, con aria superba ed orgogliosa. I due avevano sulla fronte dei corni appuntiti e lunghissimi, mentre Kimahri sembrava che ce l’avesse spezzato a metà, come se spezzato quando ancora non era duro.

‘Senza corno!!! Senza corno!!!’ disse Yenke con voce infantile.

‘Venite per insultare Kimahri??!!’ controbatté lui, avvicinandosi a loro prima di tutti. Noemi era così assorta nei suoi pensieri che, guardando il suolo, continuò a camminare senza dare loro retta, tra tutti quei fitti alberi.

‘Veniamo per vedere come sei forte Kimahri…’ continuò Brian, prima che con il compagno si mettesse a ridere a fauci aperte.

Kimahri gli stava per lanciare un destro, quando lo interruppe Auron.

‘FERMO!!!...’—si avvicinò al terzetto con quel passo lungo e pietrificante—‘…E voi, se siete qui per rallentarci il viaggio, farete meglio a levarvi di mezzo dalla strada!!!’.

I due Ronso, in effetti, sembravano non avere molta voglia di prendere in giro Kimahri e pestare il suo difensore, perché dava molto fastidio il sole che picchiava, e loro in genere preferivano ambienti freddi come il loro monte Gagazet.

‘Ahahahah!! Molto bene Kimahri…se restare senza invocatrice un giorno… tua colpa!!’ continuò Brian ridendo a crepapelle dopo una battuta sciocca di Yenke.

I due si allontanarono ridendo e sfottendo il loro simile, con Yuna che cercava di tranquillizzare l’istinto del suo compagno. Raramente i Ronso agivano pensando. Erano pur sempre o quasi leoni…e una tra le qualità migliori di Kimahri era appunto il suo giusto istinto e il suo agire anche in modo razionale come gli umani. Era in questo molto simile a loro.

 

Noemi si era già allontanata di un centinaio di metri, quando sentì, improvvisamente, alcuni strani rumori dolci uscire dalla riva del fiume dietro di sé. Si girò di scatto, e vide una ragazza uscire da esso, che portava uno strano vestito rosso, che emetteva riflessi lucidi, che scopriva in totale, almeno la metà del suo corpo. Portava occhialini come gli Albhed, e dalla sua testa si notavano dei capelli di colore biondo acceso. Lei, senza accorgersi di Noemi, fece calare la cerniera dietro la sua schiena, e piano piano si tolse quel vestito, lasciandolo a terra, ed abbassò gli occhialini, tenendoseli sul collo, scoprendo i suoi occhi verdi e lucenti che notarono la presenza della ragazza, che continuava a fissarla. Portava sotto una canottiera arancione, bagnata dagli occhialini appena tolti, e le sue gambe sottili erano scoperte da corti pantaloncini verdi, che erano retti tramite una cintura per metà bianca ed arancione. I suoi capelli lunghi erano raccolti dietro con un codino, e la sua lunga frangia era aperta a finestra, da una parte e dall’altra tenute ferme da fermagli.

Noemi non credeva ai propri occhi. O era ancora l’ipnosi?

‘Ri…Rikku!!! Allora…sei viva!!!’ esclamò, rivedendo la ragazza Albhed della nave [cap.2].

‘Tu??!! Semmai sono io a farti questa domanda!!! Eri con me sott’acqua, per poi sparire di colpo!!! E menomale che c’era quel ragazzo…’.

Noemi sembrò ricordare quello che successe dopo come un flash confuso. E gli improvvisi occhi sognanti dell’altra, affiancati da un leggero rossore delle sue guance, incuriosirono non poco la ragazza.

‘Ma la vostra nave…che è successo?? E’ stata attaccata da Sin…’.

Rikku la squadrò un poco.

‘Ma!! Allora ERI lì!! Dove eri finita?’.

Il discorso venne interrotto dall’arrivo del gruppo. Esso si fermò quando videro le due chiacchierare normalmente, e subito chiesero chi fosse la nuova.

‘Ragazzi…. Vi presento Rikku. Si trovava in quella nave che vi dicevo… E’ un Alb…ehm…eee…è ancora sana e salva…eheh…’. Se Wakka sapesse che lei è un’ Albhed…

‘Ah!! Piacere…Rikku…’ disse Yuna, seguita dall’ex-capitano, che si avvicinò con faccia amichevole e curiosa di fronte alla nuova amica.

‘Bhé…dopo la lotta con quella macchina… che c’è di meglio che conoscere qualcuno di nuovo??’.

Alle sue parole lei ammutolì. Sì, era l’unica ancora in missione dei tre.

‘Aaaahhh….’—fece lei guardando il suolo con occhi prima cupi, poi improvvisamente strapieni di vitalità—‘…Sentite!! Vi dispiace se mi metto nel vostro gruppo?? Insomma…sono sola, senza un mezzo di trasporto…’.

‘Dov’è casa tua??’ le chiese la maga.

Rikku era una fucina di idee. Infatti, aveva già davanti tra le mani almeno sei varianti di risposte valide.

‘Purtroppo non ce l’ho. Sto cercando un posto fisso…e meglio di un pellegrinaggio per trovarlo…!!’.

I guardiani si volsero verso Yuna. Era alla fine lei che doveva decidere cosa fare. Lei si avvicinò con passo sereno alla bionda, facendole un segno di reverenza.

‘Oh…posso darti del tu?? Non fare quel genere di cose… preferisco che mi dici un “ciao” con la mano!!’.

Yuna rise di gusto e si rivolse poi a tutti gli altri.

‘Ecco…voi non siete in disaccordo se lei diventa guardiana fino a quando non troverà un posto??’.

Nessuno le fece obiezione. L’unico a rispondere fu Wakka. ‘Ma certo!! Benvenuta tra noi!!’ e si diede inizio alle presentazioni. Quello più sospettoso fu Auron, al quale non sfuggiva nemmeno il singolo particolare, a differenza dell’ex-capitano.

A prima vista la ragazza bionda era vispa, caricatissima, ma i suoi sguardi conferivano sincerità e bontà assoluta. Aveva solo bisogno di amicizie e conforto. Ma quegli occhialini dicevano qualcos’altro…

Quando il gruppo ripartì, il guardiano professionista si avvicinò a lei con severità, mentre Noemi restò lì a guardare curiosa.

‘Fammi vedere gli occhi’.

Agli occhi castani chiari del guardiano, lei obbedì senza opporre la minima resistenza o fare domande. I suoi occhi erano verdi chiari, e non aveva una pupilla: come tutti gli Albhed, vi aveva invece una chiocciola nera a spirale. Lì Auron capì tutto, e seguì poi gli altri senza fare cenno o movimento. Si comportò come se non aveva visto nulla.

Noemi invece rimase sbalordita e si mise a parlare con la nuova compagna per tutta la fine del tragitto che portava alla città dei Guado.

‘Ma…non hai pupille… ci vedi?’.

‘Certo che ci vedo!! Che credi??!! E non mi hai detto dove sei andata l’ultima volta!!’. Perfetto… ora che dico??

‘Ehm… sono scappata… quando ho visto quei piranha… i…insomma…non volevo finire in brandelli!!’.

Rikku poi notò la strana catena che Noemi portava al collo. Quello strano simbolo lo aveva già visto in qualcun altro e ciò le fece avere un flash.

‘LO SCRIGNO!!!!’ gridò con la bocca tappata dalla sua mano destra per non fasi sentire.

‘S…scrigno??’.

‘Ehm… niente…niente… avevo un carico sulla nave… e mi sa che è rimasto lì…era molto importante…!!’.

‘Basta che torni nella nave, qual è il problema? Il trasporto e basta…no?’.

Gli occhi della ragazza Albhed si fecero un po’ preoccupati.

‘E’ impossibile tornare su quella nave…’.

‘Siamo arrivati!!’ esclamò Yuna, appena raggiunse un albero enorme, completamente cavo, che aveva avuto almeno qualche centinaia di migliaia di anni. Era così grande dentro, che ci poteva stare metà villaggio di Besaid. I rami erano tutti intricati anche all’interno, tanto che la luce non riusciva a penetrare da nessuno spazio. L’erba era verde brillante, come se non avesse conosciuto alcun passo.

A quella vista Wakka restò sbalordito, e non riuscì nemmeno a fare i suoi soliti commenti. Noemi, invece, sembrava averlo già visto un albero così grosso. Questo albero assomiglia tanto a quello che c’è ad Alphaville a sud di Metropolis… già, l’albero più antico del continente…a quanto pare c’è anche a Spira…

All’interno della cava, era presente un corridoio fatto completamente dalle radici di varie piante, che, sembravano non puzzare per niente di terra. Sopra di esso, era presente una scritta indecifrabile: “Benvenuti a Guadosalam.

‘Oh!! Cos’è??’ chiese Noemi, attratta da quegli strani simboli.

‘E’ lingua Guado… andiamo, l’accoglienza è la loro migliore qualità…’ rispose Lulu, e l’intero gruppo con Rikku entrò nella città di Guadosalam.

 

La città si trovava sotto terra, e sembrava più un villaggetto in realtà, tra le radici di quell’albero millenario. Tutto, dalle pareti, agli edifici, alle viozze, c’erano rami e radici, lisci e perfetti, tutto sembrava in armonia completa con la natura. La luce, luminosissima, era garantita da strane polverine di “Sacromagilite”, o così la chiamavano, che bruciavano. Le porte con le insegne della stessa strana lingua di prima erano invece di vetro, tutto colorato di verde, blu o fucsia brillante, sulle quali correvano lineamenti, forme curveggianti e strane. Le vie sfruttavano ogni singolo spazio, andando anche ad incrociarsi su livelli sfalsati e sopraelevati, che si intrecciavano tra loro in modo indescrivibile. Sulle vie camminavano diversi Guado: gente di pelle azzurrina, ma non troppo, molto simili agli umani, tranne per l’altezza, le orecchie e le dita più allungate e più appuntite sulle estremità. Una gente pacifica, che portava massimo rispetto e serenità a chiunque, senza badare tanto alla specie che si presentava di fronte a loro.

Un Guado alto, un po’ anziano, ma dritto sulla schiena, si avvicinò al gruppo, con l’abito allungato come gli altri, che lo rendeva più importante per le forme che c’erano sopra, e questo portava capelli ricci verdognoli e tutti sparati, come del resto i suoi baffi e la barba, lunghi entrambi.

‘Benvenuta a Guadosalam, mia invocatrice…mi chiamo Tromell Guado… Il maestro Seymour arriverà tra poco…fatevi trovare nella residenza laggiù... la vostra permanenza qui ci riempie i cuori d’orgoglio…’.

Detto questo, egli indicò con il lungo indice una porta, che si trovava più in fondo di tutti, e che evitava ogni via che portava ai livelli più rialzati. Era riconoscibile per la porta, più grande delle altre, e sopra di essa c’era una scritta: “Residenza Sacra  del  Maestro.

Oh, no!! Ancora quel barbone!!! Che palle!! Ma non ci lascia mai in pace?? Peggio degli Albhed con tutte quelle arie che si dà tutte le volte!!!!

Appena sentì il nome del “gran” maestro, Wakka avanzò con il suo classico e cupo broncio, prima che Lulu lo fulminò con lo sguardo. ‘Vedi di comportarti bene, non è il momento adesso!!!’.

Rikku invece non stava mai ferma. Era sempre in movimento, pimpante, e quando camminava quasi saltellava. Come Albhed sapeva amministrare qualunque genere di macchina, e ciò era anche incredibile, visto che aveva un’età di circa 15-16 anni soltanto. Noemi non aveva mai visto una tipa così carica.

L’aria della città era così pura che liberava i polmoni. In quel covo sotterraneo era possibile notare la squadra dei Guado Glories che correva e si allenava tra le viozze legnose della stessa città, tra i passanti che si mettevano di lato per lasciare le vie libere.

‘Bene, ragazzi…ci fermeremo qui fino a quando non arriverà il maestro...’ fece l’invocatrice girandosi verso i guardiani. Kimahri ed Auron non fecero motto, e si appoggiarono entrambi sulla parete lignea lì vicino, il primo a braccia conserte, il secondo faceva cadere tutto il suo peso su quei rami robusti.

Lulu e Wakka preferirono fare rifornimento di pozioni ed antidoti contro i veleni dei mostri lì presenti, specialmente quello delle “api killer”. Con la sua vitalità li seguì anche Rikku, ancora stupita di vedere proprio lì Noemi dopo tutto quello che era successo all’una ed all’altra. Già, ancora lei non sapeva nulla dell’orfana di Metropolis…

‘Allora… conosco una piccola saletta… vediamo se trovo Yuma…’ bisbigliò Yuna a Noemi che le era accanto, anche se questa, più che badare alle sue parole, era più concentrata a contemplare l’incredibile posto avvolto nella natura. Così lei trascinò la ragazza con il suo entusiasmo, che divenne massimo quando vide una giovane Guado adolescente, che portava capelli rosso mogano e corti, che appena notò le due, subito vi corse incontro.

‘Yuna!!!! Amica mia!! Sei qui!!!!!’ e la giovane Guado la abbracciò con grande felicità, tipica di due persone che non si vedevano da tanto, tanto tempo. Si devono conoscere molto…

‘Eheheh…Noemi, questa è Yuma… è una mia cara vecchia amica di infanzia… spesso mi accompagnava in questa città dove ho conosciuto Yevon prima di passare la mia adolescenza a Bevelle…!!!’.

Noemi strinse la mano al Guado, che aveva mani più fredde e dita lunghissime e senza la presenza di un filo d’unghia. Faceva quasi provare ribrezzo.

‘Eheheh…ci siamo conosciute per via della grande somiglianza dei nostri nomi…’—poi si rivolse alla cara amica—‘…non avrei mai immaginato che saresti diventata la nostra speranza!!!’.

‘Già… E…vorrei andare nella Sala del Pensiero… Macchen è qui, vero??’.

‘Certo!! Venite!! Vi conduco subito da lui!!!’.

Non ci sto capendo un tubo…comunque non mi inspira molto questa “Sala del Pensiero”… anche perché io penso fin troppo!!!

Le tre camminarono per uno dei viottoli sopraelevati, fino ad arrivare ad una piccola porta sulla quale l’insegna segnava “chiaramente” “Sala del Pensiero di  Macchen”. All’interno Noemi rimase stupita. Superata la soglia della porta di vetro colorato, i rami assumevano uno strano colore azzurrino, e formavano, intricandosi, strane forme mai viste prima, curveggianti o quadrate, che quasi, con i loro movimenti, riuscivano a confondere qualsiasi senso. La stanza era completamente vuota, illuminata dai Sacromagilite fiammeggianti. Là, da solo, in meditazione, stava un signore anziano, dalla barba lunga fino al petto, con il viso svigorito e segnato da profondissime rughe, e le folte sopracciglia, che quasi gli coprivano gli occhi, infondevano una notevole saggezza e senso di rispetto. Con la sola forza della mente, riusciva a librarsi senza problemi a diversi centimetri dal suolo blu ligneo.

‘Macchen!!! E’ venuta un’amica…!!!’.

‘Ehhh Eh???!! Cofa?? Chfe cfé??!! Cfhi mi disfturba??’ pronunciò quello, che sembrava ora invece un vecchio decrepito. Poi continuò.

‘AAAhhh!! Ho capito… Voi dofete essere l’invocaftrice…pfrego, accomodatefi…’. Gli devono mancare molti denti per parlare in quel modo…

‘Volevo… far insegnare alla mia amica come invocare una spada magica in suo possesso…’. In MIO possesso??

Dopo il segno di riverenza di Yuna, Noemi si presentò con un po’ di imbarazzo. O forse di disgusto, visto che l’alito del vecchio era davvero micidiale…

‘Ah…una spfada cfhe si infoca…Sì, ho senfito delle cofe sfimili… E’ molto sempflice… basfta la forzfa della mentfe…!!’ rispose Macchen, che portava anche un cappello lungo tipo cardinale da Chiesa, metà blu e metà verde. Aveva il vizio di gesticolare ad ogni parola che diceva.

Yuna si pose a sedere vicino a Yuma, le quali si misero a parlare sottovoce, e la prima lanciava occhiate amichevoli e pieni di fiducia verso l’orfana. A darle coraggio era però più il sorriso e gli occhiolini.

Macchen si alzò, ben ricurvo sulla schiena.

‘Conosci i lunioli??’.

‘Ehm…non tanto…ecco…sono stata intoss…’.

Alle parole timide di lei Macchen reagì tacendola con la mano aperta sinistra alzata davanti al suo viso.

‘Non pfreoccupfartfi… Adesso tfi spfiego…  i lunioli sono partfi di un’anima che fi difintegra, si dispferde compfletamente o quafi. Quando le perfsone chfe perfdono la fita non fengono trfapassate, quefte difentfano dei mostrfi, chfe se fengono uccifi liberano quefte “comete”…’.

‘Ho visto molte volte questo…’ fece la ragazza, con espressione più disgustata per l’odore della bocca.

‘Bene… perfò, l’amore, la concentrfazfione, e magie come il chakrfa o le sfere possono riunire di nuofo quefti lunioli e ricompforre l’anima…’.

‘Sì…ma…cosa c’entra con…’. Macchen la zittì di nuovo, stavolta con la mano destra. Quell’atteggiamento la stava leggermente innervosendo.

‘Se la forzfa di una di quefte o di tutte infieme è sfufficientfe, è possibile far difentare reale cfiò chfe era fottoforma di fpiritfo. Ad efempio, l’infocatore, con il suo chakfra, è in grado con le sffere di radunare i lunioli degli intfercessori, per far riapparire magicamentfe nella realtfà i mitfici Eoni, evocandoli. Cfon la spfada è pratficamentfe lo ftesso… bafta concentfrare la mentfe, e la spfada apparirà dafantfi a te…’.

Noemi squadrò un poco il vecchio. Ah, sì, sapientone, ok, ma come si fa???!!! E poi parla meglio, non si capisce quasi niente di quello che dici!!

Macchen si girò, fece alcuni passi e poi tornò a lei.

‘Bene…ora defi concentrfartfi al massimo. Penfa alla spfada, com’è fattfa, allo scfopo, al tuo strfettfo bifogno di essa… immagina dofe fuoi trofarla, ed essa verrfà da te…’. La fai troppo facile… ho già la testa piena di enigmi, ora la distruggo completamente…guarda un po’ cosa devo fare…Allora tu!! “Zanarkandese”… Sei contento?? Ci stai godendo??!! Guarda cosa sono costretta a fare per colpa tua…’.

‘Noemi…??’

‘E…eh??? A…ah?? Cosa??!!’ la ragazza fu come colpita da un fulmine.

‘Chfe stfai dicfendo? Cfon chfi stai parlando??’ chiese lui, tirandosi delicatamente la barba come un perfetto pascià.

‘Ehm…n…nulla…stavo parlando tra me…e me…’. E forse non è nemmeno un modo di dire…

Lei così si mise completamente al centro della sala, mentre Macchen zittì con la mano sinistra sempre al modo solito le due intime amiche, creando uno strano silenzio. Il volto di Noemi si trasformò da quello sorpreso a quello concentrato e deciso. Ella chiuse gli occhi, non fece più motto e iniziò a concentrarsi ed a pensare. Gli veniva in mente Metropolis, quel padre odioso… altro che spada!!! Quel padre che l’aveva lasciata lì, sola, in balia della sorte, costretta a rubare qua e là pezzi di pane e di frutta…e ora si trovava lì, su Spira, senza maltrattamenti, con nuovi amici, con le prime avventure che l’avevano, perché no, cambiata, anche radicalmente, e forse non se ne rendeva proprio conto. Tutto era partito da lì, da quell’indovina che sembrava conoscere i suoi desideri, le sue disperazioni, conoscere proprio lei…e poi quell’arma in mano che lei prese la prima volta e che si illuminò di luce turchina intensa…e…e…

Cosa sei costretta a fare per me?? Lo so…sono in debito con te e mi dispiace…ma vedrai che la tua tremenda storia nel tuo mondo finirà…la farò finire…

A quella voce familiare Noemi aprì di colpo i suoi occhi verdi, colti da un insolito bagliore azzurro che durò per pochi secondi. Fece un sussulto lungo mezzo metro e spalancò la bocca quando si ritrovò alle mani la magica spada cristallizzata.

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Capitolo 24
*** Cap.24: The Four Techniques' Jewel ***


Lo stupore investì anche Yuma e Macchen. Yuna era l’unica che si era alzata di scatto in piedi, applaudendo la ragazza, che era un po’…come dire…scioccata. ‘Brava!! Lo sapevo che ce l’avresti fatta!!’ disse, correndo ad abbracciarla con grande gioia. L’altra rimase immobile con la spada nella mano destra, che sudava in maniera indescrivibile, caldissima, con l’impugnatura marrone insieme, dalla quale spiccavano nastrini rossi dalle punte gialle. ‘Lui…era…era…ha…!!’ balbettò con voce rotta, come gelata.

Yuma sorrise alla buona riuscita della prova, mentre Macchen era stranamente zitto. La sua faccia esprimeva una paura enorme, come se quello che Noemi aveva fatto fosse chissà che sacrilegio. Con il volto cupo si avvicinò lentamente a lei.

‘Qfuella spada…q…qfuella spfada….è la Fratfernitfy!!!’.

Yuna subito ritirò il sorriso, chiedendosi che cosa ci fosse di strano, dopotutto. Noemi, invece, era più agitata del vecchio e stava cercando ancora di riordinare la mente. Era convinta di essere ancora sotto l’effetto di qualche ipnosi o allucinazione, per aver sentito quella voce dentro di sé.

‘Qfuella spada!! E’ FACRFA!! NON pufò essere ufata!!! Volete trfafgredire il crfedo di Yefon!!!???’.

L’invocatrice non capiva quello che Macchen intendeva. Anzi, non sapeva che quella spada fosse sacra. E perché mai, poi?

‘Ma…cosa?? Qu…quale sacrilegio??’ chiese Noemi, che iniziava finalmente a mettere insieme frasi.

Lui addolcì un poco il suo volto segnato dagli anni.

‘Foi non fapfete a chfi afete rubato la spfada!! Lafsciate perdere l’arma immediatfamentfe!! O folete chfe arrifi Sin…e…eh…?’ detto questo Macchen si bloccò di colpo, come se stesse per dire troppo.

A quelle parole Noemi iniziò ad avere scatti d’ira. C’erano già Hypnel ed Auron a tenere segreti, ed ora non voleva proprio saperne di attenersi alle regole. ‘COSA?? Perché dovrebbe venire Sin?? Che sta dicendo??!! Parlate!!!’.

Il vecchio si girò di nuovo, severissimo. ‘Il Sacrfo crfedo di Yefon detiene molti segrfeti chfe non possono essere sfelati…altrfimentfi il nostrfo continentfe sarebbe in pericolo!! Percfiò scordatfefi quella spfada e qfuefa storia, fe non folete chfe non cfi farà mai un Bonacciale!!!’.

A quelle parole Yuna subito si scusò al posto della ragazza con diversi segni di riverenza, mentre l’altra aveva il nervosismo alle stelle. Non voleva, davvero, più saperne di quegli enigmi. Era come se ne fosse diventata allergica.

‘Perdonatela… sapete…è giovane…è stata intossicata da Sin…!!’.

‘Lo sapefo!!! E’ colpa di qfuella spfada!! Non dofete usarla…ha poteri che non immaginate nemmeno!!!’.

Po…poteri?? Altri?? Secondo me questi sciocchi religiosi esagerano soltanto… eppure… non sembra così tragica la cosa… come se Yevon punisca con l’aiuto di Sin… bel dio che avete, complimenti… ma siccome io NON credo alla vostra insulsa religione, potete dire quello che volete su di lui, a me entra ed esce dall’orecchio!!!

Macchen poi tornò a librarsi nel solito posto, come se cercasse di restare lontano dall’arma lucente.

‘Ehi!! Che bella!! Non ho mai visto nulla di simile!!!’ esclamò Yuma, che si avvicinò ad essa, notando delle strane scritte dalla parte del manico libera. Ella non fece in tempo a chiedere che subito entrò una guardia Guado, vestita come i protettori di Seymour [cap.14], senza nemmeno bussare, facendo cadere il vecchio, distraendolo.

‘Chfi?? Chfi è??’ Che svitato…ed io pensavo chissà chi…

‘Invocatrice Yuna…’—fece la guardia con voce decisa—‘… il maestro Seymour è arrivato da Bevelle… ha da parlare con voi nella residenza qui sotto, che vi attende…’.

‘Sì, subito!!’ rispose lei, dopo la riverenza.

Non finirà qui vecchio!! Se questa è l’unica arma che ho in mano, userò questa punto e basta, chiaro?? Io non credo al vostro dio, ergo…

‘Ehm…Noemi…mi sono dimenticata di dirti che in questa città sacra non si possono sfoderare armi…!!’.

‘Ah, Yuna, no?? Perc…’.

La spada si era già volatilizzata come niente. Era chiaro che per averla in mano e mantenerla “reale” bisognava mantenere la concentrazione su di essa…

 

La residenza era controllata da due guardie Guado ai lati, dove uno di loro aprì la grande porta rossa, che fece un leggero rumore e cigolio per la pesantezza. L’interno era una sala d’ingresso enorme, percorsa da due ampie scalinate su ciascun un lato, percorse da alcune insolite finestre e spazi occupati da foto che ritraevano maestri precedenti a Seymour, tra cui Jyscal Guado, suo padre, il quale convertì l’intera stirpe Guado a Yevon, mentre il figlio si impegnava ad unire la stirpe umana a quella “azzurrina”, visto che sua madre era umana pura, e non si era mai saputo chi fosse. Allo stesso piano del gruppo c’era una porta, che fu aperta da Tromell dall’interno, invitando tutti a proseguire. Dentro c’era un enorme salone, che ben poco ricordava la natura. Tutto era in marmo e piastrelle brillanti, con tavole completamente piene di roba da mangiare: torte, pasticcini, frutta… alle quali subito Rikku si cimentò. Davvero strana l’atmosfera all’interno…molto, molto sinistro quello strano silenzio d’accoglienza…

‘*MUNCH*, *MUNCH*….mmmhhh…che buono!!! Queste mele sono squisite!!!’ fece la ragazza Albhed, che preferì esse e le banane agli innumerevoli dolci che riempivano alla grande i vari tavoli. Altro che banchetto!! Qui potrebbero mangiare in minimo ottanta persone!!!

Era l’unica che mangiava alla grande. Gli altri erano più o meno pensosi o agitati. Lulu era vicino allo stesso tavolo di Rikku, sempre in cerca di soluzioni; appoggiato sul muro con tutto il corpo era il guardiano professionista, muto ed immobile, proprio come una statua. Kimahri era accanto all’invocatrice, che era quella più in ansia di tutti. Si notava un miglio quanto avesse fifa di incontrare di nuovo il Grande Maestro di Spira. Wakka invece aveva il volto sbuffante: era seduto su uno dei comodissimi sedili in pelle accanto ai tavoli imbanditi. Era stufo a sentire solo il nome di Seymour, delle sue manie di grandezza di chissà chi, del suo davvero scarso interesse manifestato nella religione, e questo per lui era già di per sé un buon motivo per “odiarlo” (era pur sempre un maestro!!).

E Noemi cosa faceva? Cosa pensava in quei minuti interminabili in attesa del Gran Maestro? In realtà la sua testa era completamente altrove o quasi. Che coincidenza avere di nuovo davanti agli occhi proprio Rikku!! Cosa strana, stranissima, come l’incontro con Auron. A Spira c’erano milioni e milioni di abitanti, senza contare le migliaia di posti, città e villaggi tutti sparsi o addirittura sperduti…e incontrarli, così, come se fosse già tutto nel programma... Poi notò i comodi sedili su cui sedeva l’ex-capitano. Città immersa nella natura??!! Noooo… per la Vostra Eccellentissima Grazia un posto normale come gli altri Guado non era possibile…certo...ci vuole solo lusso….altrimenti che maestro è?? Che faccia tosta!!!! Mandare all’inferno migliaia di Miliziani!! Dovrebbe andarci lui!!!!

‘Il Grande Maestro Seymour sta arrivando…mia invocatrice!’ disse Tromell, seguito quasi subito dal Maestro.

‘Quando smetterai di farmi così tante lodi??!!’ fece Seymour, come se quelle parole sembrassero dargli parecchio fastidio. E forse…non era l’unico!!! Tutti lo seguirono in un’altra sala, che sembrava una vera e propria Sala del Trono, tutta decorata ai lati con fregi e colonne varie dalle forme più avviluppate e strane, e davanti non c’era propriamente il trono, ma una sorta di enorme parete, di colore azzurrino e completamente piatto.

‘Comunque….perdonatemi Yuna… ecco…volevo parlarvi seriamente un poco… tanto…non c’è fretta…’.

Alle parole di “Grazia Vostra”, o così lo chiamava Wakka, Auron si irritò un poco. Egli si avvicinò al Maestro con tono estremamente duro, non fidandosi di una persona comunque di così alto grado da essere la guida suprema del popolo. ‘NO!! Yuna NON ha tempo da perdere!! Dobbiamo andare…ora!!!’.

‘Oh…va bene…permettetemi di farle vedere una cosa…che potrebbe interessarle molto… soprattutto a voi, Sir Auron…ditemi, cosa avete intenzione di fare dopo la bruciante fine di Braska?’.

Tutti restarono zitti. Compreso lui, che non diede nemmeno una lettera di risposta alla domanda. A quel punto, Seymour si avvicinò a quella parete azzurrina e tirò un poco su la sua pesante e gonfia manica sinistra, mostrando sul dito medio un anello che deteneva una gemma enorme, così splendente che dava gran fastidio agli occhi dei presenti. Esso copriva quasi tutte le altre due dita di fianco al medio che lo portava, e sembrava diviso in quattro. Al centro c’era una stella curveggiante a tre punte, che era di colore nerissimo, e sui tre lati di questa stavano tre triangoli con i vertici sporgenti, uno rosso, uno blu, e l’altro giallo. Era davvero spaventosa la luce che riusciva ad emettere, che passò dal bianco puro ad un insolito colore azzurrino, che illuminò la parete appena il possessore pose l’anello dritto dritto contro di essa con il braccio teso davanti a sé. Così si mise a proiettare diverse immagini, che piano piano divennero tridimensionali, fino ad occupare magicamente l’intera stanza, che assunse forme, colori, figure di persone, edifici, macchine, luci, tutto come se la Sala fosse diventata una specie di ologramma gigantesco. Nessuno aveva mai visto una cosa del genere. Anche Auron ne fu stupito, forse più di tutti, assieme alla ragazza orfana. Quando, infatti, quelle immagini divennero sempre più chiare e definite, riconobbero insieme quella cascata d’acqua ad arcobaleno, quegli enormi palazzi curveggianti, quelle strade sopraelevate, quello stadio che Noemi aveva visto con i suoi occhi [cap.1], quelle persone innamorate del Blitzball, e quegli anziani sereni e felici.

‘Questa era la città dove vivevi, vero??’ fece Seymour al guardiano in giacca rossa, con voce viscida. Lui non rispose, cercando di tenere segrete le sue sensazioni. Yuna e Wakka continuavano ad emettere “oh” a ripetizione, come se davvero fossero lì, tra le vie, tra le brillanti luci di quella splendida e felice città delle macchine. Per Noemi sembrò di tornare in quel tragico momento, in cui tutto sparì, in cui aveva dato una svolta, forse definitiva, alla sua vita, in cui aveva conosciuto Tidus ed Auron la prima volta. Era come se fosse stato ieri.

‘Questa era la città di Zanarkand, prima della distruzione di Sin… era qui che Yunalesca visse ed incontrò Zaon… Lei fu la prima della storia a sacrificarsi per aiutarlo a sconfiggerlo. Egli non fu un semplice invocatore…’.

Mentre diceva questo, egli mosse un poco il suo anello e l’ologramma cambiò. Ora sembrava trovarsi in una stanza da letto, coperta da una grigiastra zanzariera, dove era seduta una figura aggraziata, dai lunghissimi capelli a zig-zag chiarissimi, affiancata da un personaggio vestito quasi come i Miliziani, che le prendeva le mani, la guardava negli occhi, la baciava sulle labbra con grande passione e le braccia al collo dolcemente, proprio come due innamorati inseparabili.

‘…egli fu il suo primo grande amore. Essi, insieme, da soli, riuscirono a superare i vari custodi, raccogliere tutte le sei sfere totali grazie al grande legame che li univa… Essendo i primi, purtroppo, non erano pienamente a conoscenza della tecnica Sunshine per usarle, e così Sin li uccise entrambi… E tu hai ereditato il nome da lei…’ continuò il Maestro, ponendosi di fianco all’invocatrice, prima di trarre indietro il suo anello, facendo, di fatto, sparire ogni traccia dell’ologramma magico.

Tutti restarono, chi più, chi meno, impressionati. Dopo Seymour portò Yuna in un angolo della sala, dicendole qualcosa sotto voce. I guardiani la notarono portarsi improvvisamente la mano vicino alla bocca, e il suo viso passare dallo stupore di prima alla manifestazione di qualcosa di sconvolgente, o forse terribile. Bastarono forse poche parole, per farla subito correre a prendere un grosso bicchiere d’acqua che c’era nella sala precedente. Ella prese coraggio, si avvicinò ai guardiani tutta rossa e turbata nel volto.

‘Ehi!! Che succede?? Perché sei così rossa?’ chiese con voce innocente Rikku, squadrandola un po’.

‘Cosa ti ha detto?’.

‘Wakka…ecco…mi…ha…chiesto…di…di…sposarlo…’.

Per almeno un minuto intero tutti si girarono stupiti ed anche sospettosi. Frasi come “Cosa?” “Perché” “E’ impazzito!” risuonavano a ripetizione, fino a quando il Ronso ed Auron iniziarono a prendere le misure dal Maestro. Quali erano le sue intenzioni? Perché poi sposarla? Voleva essere come Zaon e Yunalesca come le aveva detto [cap.16]? Ma lei i guardiani li aveva già…ed avere un Maestro per guardiano o addirittura sposo era piuttosto strano.

‘Avete tempo per decidere, Yuna… ma, mi raccomando…da voi mi aspetto un bel “si”…!!!’. Un “sì”?? Vuoi un ”si”?? Te lo do io il “si” se non ti levi di piedi e dalla mia vista!!! Chi cavolo ti credi di essere??!! Un Maestro penso che sia una guida, non uno che usa le persone a proprio piacimento!!!

Le acque si calmarono un poco. Auron raccomandò all’invocatrice di stare attenta: Braska gli aveva insegnato molto bene che chi ha potere lo usa alla grande. E di certo l’arte oscura di Hypnel ne era stata una prova indelebile. E forse, anche il suo diverso comportamento con il “tipo venuto dal mare” poteva essere spiegato allo stesso modo…

‘Questo non è un teatro di commedia!!!’ fece il guardiano in giacca rossa, prima di imboccare l’uscita con gli altri.

Seymour sentì le sue parole e subito incrociò i suoi occhi color lilla con i suoi castani chiari.

‘Dimmi un po’… come hai fatto a venire qui?? Oh!! Le mie scuse…i Guado rilevano l’odore dell’Oltremondo…’. O…Oltremondo?? Ha un odore?? O non si sente bene??!! Di che odore parla?? Lo sapevo che quel capo da strapazzo non ha una rotella a posto!!

Lui non fece motto né mostrò riguardi. Forse perché era un po’ in ansia per la risposta di Yuna.

‘Ci…c…ci devo pensare…Scusate…’ bisbigliò quasi lei, lasciando di fretta la Sala.

 

Lei poi si sedette su un alto gradino che era di fronte alla porta rossa della residenza, riccamente decorata. Guardò pensosa il suolo ligneo, con le mani congiunte l’una sopra all’altra, ferma, rigida, tenendo ancora i segni dello sconforto o quasi.

‘Io ve lo dico…a me quel maestro non mi convince proprio… mi sta più simpatico Jyscal!!’.

‘Sono d’accordo...’—continuò Wakka dopo Noemi, mettendosi a braccia conserte—‘…noi abbiamo un pellegrinaggio da fare…’.

Gli altri si girarono verso loro due, che subito zittirono. Yuna aveva aperto la bocca, pronta a parlare.

‘Credo…credo che potrebbe essere una giusta cosa…alla fine…. Insomma…se questo matrimonio potrebbe dare nuove speranze alla gente, una guida più forte… Se questo può renderla più felice, allora non mi tiro indietro…’.

‘Ma…!! Queste questioni vanno discusse dopo!! Abbiamo un pellegrinaggio da finire, Sin da sconfiggere… perdere tempo in questo modo potrebbe essere pericoloso...o no?’.

Le parole dell’orfana furono come un reset per l’invocatrice, che iniziò daccapo a ragionare. Anche il pellegrinaggio era molto, molto importante, se Spira voleva arrivare ad un nuovo Bonacciale…

‘Ecco…io…devo sconfiggere Sin… devo assolutamente…’. Brava!!! A che serve dunque sposare quella “Eminenza” da strapazzo??!! E poi non mi dire che ti piace un tipo simile…

‘…come fece il tuo predecessore Braska…’.

Yuna si alzò improvvisamente in piedi. Ha deciso??

‘Sir Auron… Io…devo scegliere… Andrò a visitare l’Oltremondo… lì avrò la risposta!!!’.

Così il gruppo già stava per imboccare la via, tranne Noemi.

‘O…Oltremondo?? Si…si..visita?? Cosa??!!’ non credeva alle sue orecchie. Era rimasta ferma, immobile come una statua di pietra.

Lulu sbuffò un poco, e fece segno agli altri di proseguire verso un viottolo che era un po’ lungo, e che sopraelevava tutte le altre vie. L’ingresso dell’Oltremondo si trovava più in alto, affiancato da tendicciole arancioni, illuminate dietro da piccole lanterne che emettevano una luce fioca, un poco sinistra. A destra si trovava una guardia Guado, che sembrava davvero anziano, ricurvo sulle spalle. La maga si avvicinò a Noemi, incitandola a camminare.

‘L’ingresso dell’Oltremondo si trova là in alto qui a Guadosalam’—e porta l’indice verso l’ingresso, senza alcuna porta—‘…I Guado vegliano su di esso e sui morti trapassati da molti secoli. Qui moltissime persone di ogni specie vanno a rivedere i propri cari’.

‘Ma…è assurdo, Lulu!! Rivedere i propri cari perduti?? Com’è possibile??’.

Il gruppo stava già percorrendo la leggera salita verso l’ingresso. E non c’era nessuna protezione, né da una parte, né dall’altra.

‘E’ possibile...in un certo senso. Quando una persona muore e non viene trapassata, essa diventa un mostro, intrappolato nella sua invidia ed odio verso i vivi. Se poi esso viene ucciso, la sua anima si scompone in tanti lunioli che spariscono nel nulla dopo poco tempo. Se l’anima della persona viene invece trapassata, essa viene accolta nell’Oltremondo, dove l’anima si frammenta in lunioli che però rimangono conservati in eterno e in serenità. Quando un vivo visita l’Oltremondo, e pensa alla persona cara, i lunioli ricompongono l’anima, che può riapparire di fronte al pensante…’.

‘Uaaaaoooo… incredibile…!!!!’.

‘Le anime trapassate sono però nel loro mondo… e possono solo far vedere la propria immagine. Non possono né parlare né reagire. Sono come delle visioni trasparenti…’. Chissà se oltre ai morti si possono vedere le persone che…

‘Ci sono comunque delle eccezioni. A volte anche dopo la morte l’anima può restare legata al corpo, anche se temporaneamente, un po’ come i mostri, oppure ci sono delle anime che vagano nella realtà come fantasmi, senza corpo, senza trasformarsi in mostri. Ma dicono che siano solo delle leggende… ma mi rendo conto che certe leggende si stanno avverando…’.

‘In che senso??’.

La discussione venne interrotta dal guardiano Guado.

‘Per favore, nell’Oltremondo occorre fare silenzio massimo…’.

Subito la curiosità dell’orfana si spostò verso quel posto famoso ed anche il più visitato di Spira. Molti non avevano il coraggio di entrarci, forse perché il ricordo dei cari era troppo doloroso, come scoprire vecchie ferite non completamente rimarginate. La stradina era piccola e stretta, affiancata ai lati da uno strano pavimento azzurro che sembrava vetro, ma non l’era affatto, e le pareti, compreso il soffitto erano ricoperti di rami e radici dell’enorme pianta di Guadosalam. Affianco erano presenti delle tende, piene di simboli antichi, visti in vari templi e in altri posti, che calavano qua e là, dove i rami erano più sottili e piatti.

Dopo una piccola via ad “S”, strapiena di lunioli volanti come comete in miniatura di tutti i colori dell’arcobaleno, il gruppo si trovò di fronte la Porta dell’Oltremondo: essa era a forma di cerchio perfetto, circondato da sei cerchi di uguale distanza ma più piccoli di colore azzurrino, coperti da una strana e leggera barriera, forse per i lunioli e le anime all’interno. Ad essa si giungeva tramite tre serie separate di scale, fatte di un liscio e duro pietrisco, lucido ed irregolare, che sovrastava un profondo precipizio coperto da nubi, nebbie e nuvole azzurrine, così fitte che era impossibile scorgere oltre ad esse. L’aria aveva uno strano odore che tranquillizzava tutte le menti dei presenti, come se fosse il profumo intenso di un prato immenso di fiori che rasserenavano l’animo.

Su una roccia, impresso su fregi millenari, vi era “Silenzio e  riposo  sono  le due  vie a  cui  accedono  solo i buoni spiriti”.

Noemi era rimasta pietrificata dallo stupore. Ed ancora non aveva visto l’Aldilà!!!

Tutti iniziarono a salire le scale, quando Auron si fermò dietro senza mutare per niente la sua espressione.

‘Andate…io vi aspetto qui…’.

‘Tu non vieni??!!’ chiese l’orfana a lui, che si sedette su uno dei gradini rivolgendo le spalle verso l’entrata dell’Oltremondo.

‘Eheh… rivedere il passato per intravedere il futuro… beh…non fa per me!! Io non ho nulla da ricordare…’. Parli proprio te, Auron, proprio te di ricordi!!!

‘Giusto!! Ti faccio compagnia!!! A cosa serve vedere visioni che ricordano persone care?? Io i ricordi preferisco tenermeli per me!! Essi sono fini a se stessi…nulla di più…. A dopo!!!’ continuò Rikku, che si appoggiò sul bordo sinistro della scalinata, sorridente come sempre. Era davvero incredibile quella ragazza, sempre così pimpante.

Yuna fu la prima a oltrepassare quella barriera, seguita poi dagli altri, senza preoccuparsi di quella specie di “velo” che separava, di fatto, i due mondi. L’effetto che la ragazza di Metropolis vide era uguale a quella di una mano che varca una superficie d’acqua, che genera leggere onde circolari, che attraversano gran parte di essa. Quella specie di cerchio, leggermente convesso, veniva superato in quel modo, come se quella barriera fosse più una pellicola che altro. Dopo un attimo di esitazione anche lei vi entrò chiudendo gli occhi, pregando di tornare nella realtà prima possibile. Uno…duee...tre!!!

 

Quando ella varcò quella barriera, impercettibile per i sensi dei vivi, specialmente quello del tatto, lei rimase a bocca aperta, fermandosi di colpo e sgranandosi gli occhi. Dalla bocca non riuscì ad emettere nemmeno una lettera comprensibile.

I…incredibile!!!

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Capitolo 25
*** Cap.25: The Far Plane ***


Lo spettacolo a cui Noemi assistette fu incredibile, proprio come aveva immaginato nella sua mente. Si trovò in un’isoletta di roccia, tra il marrone e l’arancione nel suo colore. Il posto era grande poco più come il monolocale di una casa, ferma, sospesa, tra due immensità, l’una rappresentata dal cielo in alto, composto da nuvole che passavano e si modificavano a grande velocità, e in basso da un paesaggio mai visto prima. Davanti agli occhi della ragazza c’era un sole azzurro, visibile ad occhio nudo, che illuminava il cielo, che assumeva colori blu, nero, viola, verde laddove c’erano nubi. Sui lati della terraferma di sotto erano presenti innumerevoli cascate d’acqua limpida, che scorrevano tra sporgenze della roccia, più o meno acute, e coperte da vegetazione rigorosissima. L’acqua così si riversava tutta al centro, sotto a dove si trovava il gruppo, ed andava a raccogliersi in un prato quasi infinito, pieno di fiori dai mille colori, che dondolavano danzando dolcemente. All’orizzonte, dopo il prato, si estendeva un mare cristallino, dove si intravedevano alcune colline e montagne. Il cielo più infondo sembrava comunicare con il basso tramite diverse cascate al “rovescio” (cioè dal basso verso l’alto) molto sottili e fitte, che sembravano delle torri dalle infinite altezze. Era il mondo dei lunioli, non c’era alcun dubbio. Da qualunque parte ci si girava, c’era sempre qualche cometa, per non parlare della quantità di esse che c’era in quella mistica valle fiorita.

Tutti, tranne Kimahri, si misero vicino ai bordi dell’isoletta, là dove la roccia che faceva da base diventava leggermente più rialzata. L’orfana si avvicinò prima a Wakka, dove , proprio davanti a lui, si radunarono in breve tempo alcuni brillanti lunioli, fino a comporre la sagoma, e poi la figura di una persona che aveva lo stesso colore dei suoi capelli, vestito quasi allo stesso modo, portando una fascia azzurra sulla fronte, e dei capelli lisci sparati verso l’alto.

‘Chappu!! Come sono felice di vederti!! Allora…come va?? Spero bene… Sono venuto…ecco…per dirti che ho lasciato il Blitz…ora sono un guardiano… spero che apprezzerai…!!’.

La sua faccia non aveva la minima presenza di lacrime. Più che altro, era rossissimo, come se imbarazzato. Non credo ai miei occhi…d…davvero…sta parlando con suo fratello!!!

Un poco più a fianco c’era Yuna, che vide davanti ai suoi occhi il grande invocatore Braska. Aveva i capelli lunghi e castani, un abito violaceo composto da scaglie rosse e colorate, dalle maniche lunghe, che arrivava senza problemi a toccare il suolo, coprendo completamente le sue gambe. Sopra la testa, portava una sorta di elmetto, da cui spuntavano forme allungate, fino a dietro.

Anche lei era molto colorata sul viso: aveva le mani congiunte come se in preghiera, e guardava con i suoi occhi blu e verdi quell’anima trapassata. Era come se parlasse con il pensiero, come se volesse chiedergli profondi segreti legati al passato, se non un parere sul matrimonio proposto.

La maga era sulla parte sinistra. Guardava quelle innumerevoli cascate continuamente, senza però far apparire alcuna anima davanti a sé. Teneva le mani congiunte davanti, e quello sguardo sembrava andare ben oltre quelle cascate.

‘Lulu…tu? Insomma… non hai nessuno da ricordare?’ chiese Noemi, quasi sottovoce per non disturbarla.

‘Io… credo che non sia il momento… e sia inutile…’ Inutile? Certo che sei davvero strana!!

‘Perché? Ho visto gli altri che…’.

‘Perché non provi tu a ricordare qualcuno?’ fece lei, senza spostarsi di un millimetro. Ah, si? E chi dovrei immagin…a…re…

Davanti a sé si radunarono velocemente alcuni lunioli, fino a creare la figura di una donna, che portava i capelli rossi, castani e ricci a boccoli, che arrivavano fino alle spalle. I suoi occhi erano castani scuri, e portava le labbra carnose e rossissime. Il viso sembrava angelico, che poteva portare amore e conforto come quello di una madre al piccolo. Era vestita semplice, cool, e guardava la ragazza con pace e serenità. Lei si bloccò all’istante, come se fosse stata pietrificata. Guardò l’anima con occhi socchiusi e lucidissimi, dalle quali scappò una piccola lacrima impossibile da trattenere.

‘M…mia…madre…!!’ riuscì a dire, prima di porgere la sua mano destra verso quell’anima, che l’attraversarono proprio come con un fantasma. La sua voce si fece tremante, come le sue mani, come i suoi pensieri, che rivedevano quella madre che l’aveva amata davvero, lasciandola a quel padre spregevole.

‘…q…questo…significa…che…è…morta…’.

Lulu le andò incontro, abbracciandola calorosamente, quasi reggendo il suo corpo rigidissimo che quasi non si teneva in piedi.

‘Aspetta…ricorda che vieni dal passato, giusto? Da…mille anni fa, no? Dopo così tanto tempo, tua madre non può essere in vita… Al tuo tempo lei lo era…ecco perché ora la vedi qui…!!’ poi la strinse più forte per darle coraggio.

‘Forse…forse…era ancora viva… Io…vorrei tanto rivederla…tanto…è…stata l’unica che davvero mi aveva amato!! L’ho sempre sognato… tutto per colpa di mio padre!!!!!’.

La maga la vide con i pugni chiusi e i denti quasi mostrati, con la testa verso il suolo.

‘Stai calma… arrabbiarsi non serve a niente… Perché non le dici qualcosa?’.

Lei alzò la testa come per prendere forza. Guardò sua madre negli occhi e si impressionò. Quei lineamenti, quelle gonfie labbra, quei capelli, sembrava di averli già visti molto più recentemente di quando si era separata da lei. E dove li aveva visti? Su Spira? Su quei sogni non suoi? Dove??!!

Lei sapeva come aiutarti… e spera che tutto questo possa farti ricongiungere da lei, in qualche modo… Basta avere fiducia…e non solo in se stessi…spero che capirai…

‘COSA???!! Cosa??!!’ esclamò Noemi spingendo lei stessa e Lulu insieme all’indietro improvvisamente.

‘Cosa, Noemi?’.

‘La…la…voce!! Quella voce!! Di nuovo…!!’.

‘Stai calma!! Tua madre ti ha parlato??’.

‘No…!!! Io…credo che stia diventando pazza…!!!’.

Era ancora rossa quando Yuna si girò e si portò al centro dell’ isoletta per essere ben sentita.

‘Ho deciso…continuerò il pellegrinaggio!! Sconfiggerò Sin!!!’.

Quel sorriso, anche se non troppo deciso come al solito, fu un sollievo per tutti, tranne per l’orfana, che pensava di avere più bisogno di uno psicologo in quel momento. Subito le anime davanti ai guardiani sparirono di colpo e tornarono ad esser piccole comete, volanti in quello splendido paesaggio sovrumano. Lulu lasciò Noemi, dopo averle accarezzato il viso, come per calmarla un attimo. Voi non mi credete!! Anzi…forse sono io che non sto bene… credo…di dover parlare e sfogarmi con qualcuno… sì, ne ho proprio bisogno….ma NON con quel vecchio decrepito di Macchen! Sembra tanto saggio, e poi sta’ a tenersi i suoi segreti!!! Se solo sputasse il rospo!!!

 

Il gruppo riattraversò con calma quella specie di pellicola, tornando nel mondo reale. Fiuuuu… forse se torno qui sarò meno pazza…!!

Erano tutti stranamente zitti e muti. Forse volevano chiedere, dire o chiedere di più a quelle anime. Chissà…

Appena che Yuna si staccò un filino dal gruppo, subito un Guado molto anziano la raggiunse con grande ed insolita agilità per la sua età, portandosi subito davanti a lei bloccandole quasi la strada.

‘Mia invocatrice…perdonatemi…prendete subito questo!!!’—e le diede, prendendole la mano, una strana sfera schiacciata—‘Guardatelo voi… l’abbiamo tenuto nascosto e per fortuna non se ne sono accorti!!’.

‘Yunie!!!!...Andiamo?!’ esclamò Rikku, già trovandole un soprannome. Agitava la mano destra di qua e di là sorridendo quasi divertita. Già, per cosa?

‘A…arrivo!!’ rispose lei, mettendosi di filato in una piccola tasca la sfera azzurra, con il volto di nuovo leggermente confuso. Il vecchio Guado era sparito così come era venuto, all’improvviso.

 

Tornati a Guadosalam, il gruppo venne informato dalle guardie Guado della partenza di Seymour verso il tempio di Macalania, del quale egli ne era il sacerdote. Bene, è pure sacerdote, questo qua… Se potessi buttarlo in un precipizio sarei al settimo cielo!! Ma…come fa Yuna a pensare sul fatto di sposarlo?? E’ assurdo!! Non è mica carino quello!!

‘Bene…la Piana dei Lampi ci aspetta…’ fece Auron quasi sottovoce e con uno strano sorriso sulle labbra. Già, ogni volta che c’era una nuova destinazione, la sua mente ricordava diversi fotogrammi del suo antico pellegrinaggio. E quel sorriso chissà che avventure nascondeva!

Rikku a quelle parole rabbrividì e perse la sua carica naturale.

‘P….P…Piana….dei...l..lampi??!’ era diventata insolitamente pallida e tremante nelle mani.

‘Sì… è la pianura che ci porta al bosco di Macalania, dove si trova il prossimo tempio…andiamo!! Devo parlare con il Maestro…’ fece l’invocatrice, che si incamminò per prima, affiancata dal Ronso.

‘Ma…!! A…aspettate!!!’ continuò la ragazza Albhed, che si incamminò dopo che Noemi le rivolse una sincera alzata di spalle. Boh…se dobbiamo andare là, andiamo…perché sei così agitata Rikku??

 

Quando finirono di percorrere una viottola che era quella inferiore più di tutti a Guadosalam, essa risalì di colpo, riportando i pellegrini all’aperto. Era già tramontato il sole da un bel pezzo, e quello che si riuscì a vedere del cielo era solo un profondo nero, un’oscurità totale. Il cielo era coperto da nuvole che portavano una pioggia leggera, ma una quantità di lampi così tale, che illuminavano quasi sempre il percorso e che assordavano dopo solo pochi secondi. La via era pietrosa, segnata qua e là da diverse più o meno grosse pozzanghere diffuse, e non c’era la minima traccia di erba o alberi: davvero desolato. Le rocce e le pietre, per le intense piogge, erano curveggianti e dolci, ma un po’ scivolose. Accanto a tale via, si trovavano, alternate a destra ed a sinistra, delle alte torri di metallo, dalle forme appuntite e strane, che sembravano attirare molti di quei fulmini, così potenti che esse diventavano di un colore rosso acceso, come quello di una spada appena forgiata. Qua e là era possibile scorgere diverse cunette e buchi. I fulmini arrivavano a colpire il suolo con violenza spaventosa.

‘Benvenuti alla Piana dei Lampi di Gandolf…!!*SCRANG*’ disse Auron, evitando tutte le mosse di una classica guida turistica. Ca…ca…cavoli…bel…bel…posto…!!

‘Bel posto…*SCRACK*’ rispose Wakka, con voce però tranquilla, anzi, serenissima.

‘Ehfehfhef…’.

Dopo diversi “eh?” “uh?” alcuni si girarono e videro la figura di Macchen, che camminava ricurvo, toccandosi la barba bianca e avvicinandosi a loro a passo di lumaca.

‘Già… *SCRANG* …la Pfiana dei Lampfi…l’incubo dei fiandantfi!! Dicefano chfe fe fi cercafa di attrafersarlo di ficurfo fi restafa inceneritfi all’iftantfe!!’.

Poi si voltò ed indicò con la mano tremante una di quelle torri di metallo, mentre la ragazza Albhed non diceva un’acca, immobile, come se non avesse né movimento né vita.

‘Qfuelle sono le torri pfarafulmini… grazfie ad effe c’fè meno pfossibilità di finire all’Oltfremondo… Furono coftruitfe da un Albhed, di nome Bilghen, *CRACK* chfe rimafe fulminatfo all’iftantfe qfuando finì di coftruire l’ultfima tforre. Il Cfredo, offiamentfe, ha un’altfra ferfione della loro coftruzione, essendo gli Albhed fcomunicatfi… *SCROCK*’.

‘Bene… basta evitare questi lampi per raggiungere il bosco, finalmente...*SCRACK*’ fece la maga nera, non vedendo da nessuna parte il problema. Per proteggersi da quei fulmini, infatti, pensava al semplice incantesimo Parathund.

‘Beh… passiamo sotto quelle torri…così non rischieremo!’ continuò l’invocatrice, anche se mostrò nel volto una non leggera preoccupazione. Il rischio c’era lo stesso. G…già…bella…cosa…bella Piana…g…già..!!!

‘Beh…buona fortfuna Yuna… attfenzione ai mostfri lungo la ftrada!!...*CRACK*…Cfi rifedremo a Befelle…’.

Pure i mostri??? Ok, mi sa che dovrò pregare Yevon per farmi uscire di qui… Sto scherzando…per chi mi avete preso? Per una religiosa?!

Dopo il segno di reverenza ricambiato dell’invocatrice, il gruppo avanzò a zig-zag attraverso la pianura delle tempeste. Possibile che per secoli e secoli non aveva smesso mai di piovere?! Cos’era? Una maledizione?!

Noemi si rifugiò assieme a Yuna nell’incantesimo protettivo della maga, mentre i ragazzi dovevano provvedere a liberare la via dai mostri sparsi qua e là. Già, esseri davvero mai visti: uno era un’entità che si librava nell’aria e composta interamente da scariche elettriche, un altro mostro sembrava, per la sua piccolezza, il figlio identico del custode di Djose [cap.19], dotato pure di spada, un altro aveva la forma di cactus, piccolo, dotato di gambe e braccia tutte coperte di spine, dove si intravedevano pure gli occhi e la bocca, nerissimi, che Auron chiamava “Kyactus”, dicendo che dietro di essi si erano raccontate nel tempo mille ed una favole. Potevano essere graziosi, ma quelle spine lanciate come proiettili di una mitragliatrice facevano molto, molto male! E se si trovavano in difficoltà, o chiamavano gli altri a raccolta, dopo aver fatto una bella linguaccia ai loro nemici, oppure se la davano a gambe come dei perfetti codardi.

‘Ehm…scusate…quanti orribili mostri ci sono su Spira??!! *SCRANG* E per quanto dobbiamo ancora camminare?’ chiese Noemi, che aveva le gambe a pezzi, e il sonno che faceva alti e bassi a seconda dei tuoni schivati a pelo, oppure dei mostri che cercavano a volte di attaccarla.

‘Smettila di lamentarti!! Ci fermeremo quando sarà l’ora!!’ rispose la maga, sbuffando.

‘Capisco…mah…*CRACK*’—gira qua e là la testa—‘Ehm…scusate…ma…Rikku dove sta??!!’.

La pioggia era insistente. L’umidità era così densa che aveva ridotto leggermente la visibilità, e dal suolo duro si levava una piccola nebbiola simile ad una leggera nuvola semi-trasparente. Oltre di essa, dietro di loro, videro una figura accucciata, con le mani sui capelli, e il volto nascosto e rivolto contro il suolo sotto la pioggia incessante.

‘Tsk…dobbiamo andare!!!’ continuò il guardiano in giacca rossa, stufo di continue fermate a ripetizione.

‘Ma!! La lasciamo li??!! Yuna! Diglielo!!!’.

Ma alle parole di Noemi ella fece un timido accenno verticale con la testa. Sembrava…come dire…sovrappensiero.

‘RIKKU!! CHE STAI FACENDO??!! *CROCK*’ le urlò Wakka, agitando la mano destra, mentre con la sinistra teneva il suo pallone chiodato. Lei alzò timidamente la testa, e quando un fulmine arrivò a pochi metri di distanza da lei, ella si alzò a razzo e corse come una pazza gattoni, come i bambini, e a velocità pazzesca raggiunse la gamba destra di Auron, afferrandola e stringendola con grande forza. Tremava anche più di una foglia secca.

‘VipregoVipregoViprego…Io ho tanta *SCRANG* AHHHHH!!!!.. paura…!! Fermiamoci, per favore… *CRACK*…IIIIIIIIIIIIIIHHHH!!!’.

‘Levati subito di dosso!!!’ continuò lui, forse sentendosi anche in imbarazzo per avere metà arti bloccati dalla morsa della bionda. Già, tutti gli altri non poterono fare a meno che ridere di fronte alla situazione. Alla fine l’interessato si liberò della ragazza Albhed, per continuare il suo cammino indisturbato, o quasi.

‘Per favooooreeee!!! Non potete lasciarmi qui!! Ho paura dei fulmini!!! Vi prego!!!’ continuò a pregare lei, ancora in ginocchio sul suolo bagnato. Lo vide continuare il suo cammino, senza una minima piega.

‘Certo che avete tanta pietà voi verso una ragazza, eh??!! Mi sentite??!!’.

Non ci fu una minima risposta.

‘Volete farmi morire qui??!!!!!! E’ questo che volete??!! Non avete un minimo di cuore!!!!’.

Lui alla fine sbuffando alla grande si girò, mentre una scarica elettrica lo sfioro di solo un metro. Lui non si mosse nemmeno un poco.

Quella bionda è peggio dei mostri o dei fulmini…Decide l’invocatrice se dobbiamo o no!!! Tsk!!’.

Non ci credo!! Gli sta facendo cambiare idea!! Devo dire che Rikku è una tipa molto ostinata!!! Accidenti!!

Yuna aveva tenuto per quasi tutto il cammino la testa bassa. Era davvero strano, per una come lei.

‘O…ok…Credo...che…*CRACK* abbiamo bisogno di riposarci…’. Che strana…cosa c’è che non va? Quel dannato Maestro!! Se lo vedo davanti io…io…

 

Il locale di riposo era fortunatamente situato a poca distanza dal gruppo. Era molto piccolo, tanto che era composto dalla sala principale, dove una ragazza mora vendeva oggetti ed armi, e una sola camera da letto, preceduta da un breve e dritto corridoio dietro la sala stessa. Era piuttosto modesto, ben adatto ad una breve fermata. Accanto c’era anche una piccola stufa per contrastare il freddo acuito dall’umidità esterna. Era così fitta che sarebbe sicuramente stato difficile respirare per qualcuno che soffrisse d’asma.

Appena entrati, Rikku era tutta rattrappita in un angolo, quello più lontano dall’ingresso, ancora tremante e piena di paura. I suoi biondi capelli sembravano elettrizzarsi appena le finestre si illuminavano ogni tanto. Tutti notarono lo strano comportamento dell’invocatrice, che subito a gran fretta chiese il permesso per accedere alla camera per poi volatilizzarsi in un istante. Kimahri non provò neppure a fermarla o seguirla. Forse la conosceva meglio di tutti gli altri…

‘Ma...che è successo a Yuna? Mi sembra strana…’ chiese Noemi all’ex-capitano.

‘Non lo so…sinceramente non l’ho mai vista così… Dev’essere colpa di quel…quel…!!!’.

‘Calmo…secondo me c’è qualcosa di strano sotto sotto… io non mi fido per niente!!’.

‘Ciao!!! Sono felice di rivedervi qui… Come sta andando??’.

Tutti si girarono verso l’ingresso: era la sacerdotessa Shelinda. Sembrava pimpante e felicissima più che mai.

‘Ho saputo delle nozze tra Yuna e il Maestro Seymour!!!’.

La frase suonò come campanello d’allarme.

‘Ma… come fate a saperlo??!’ le chiese la ragazza, che era forse quella più confusa.

‘I Guado lo stanno dicendo a tutti…E’ assolutamente fantastico…!!’ rispose, prima di congiungere le mani come in preghiera e volgere gli occhi al soffitto del locale. Bleah!! Non mi sono mai piaciute le questioni amorose…figuriamoci i matrimoni. Se poi non c’è nemmeno amore ma solo potere o cos’ altro in mezzo, che razza di felicità deve dare una notizia riluttante come questa??!! E poi che pettegoli che sono i Guado!!

‘Già…davvero una bella notizia…’ continuò una voce maschile che proveniva dal corridoio che portava alla stanza occupata da Yuna. ‘Oh! Scusate…mi chiamo Rin… Sono il proprietario di queste case di riposo che vedete…’.

Era un uomo alto e robusto, dai capelli lisci, lunghi e biondi, che portava degli occhialini molto familiari sopra la fronte tra i capelli, e una camicia gialla piuttosto pesante con degli stivalini neri. La pelle era di color mulatto.

‘E’ un Albhed?’ chiese con voce secca il guardiano professionista senza muoversi dal suo muretto d’appoggio.

‘Sì…certo…Beylana!!’

‘E…eh??!! Cosa?’ chiese Noemi, mentre Wakka sbuffò girandosi verso le finestre a braccia conserte.

‘Oh…scusate…è lingua Albhed…significa…”Piacere”…’ rispose Rin, sorridente al massimo.

Oh…non capisco un’acca…!! Meglio che veda cosa sta facendo Yuna…sono un pochino preoccupata!

Lulu si avvicinò a Rikku dolcemente, cercando di farla sciogliere un pochino, anche perché altrimenti se arrivava l’ora di andare, lei non si sarebbe mossa nemmeno a colpi di cannone.

‘Ma…perché hai tanta paura dei fulmini??’. L’altra si girò tremando.

‘Un g…giorno… stavo nuotando c…con mio fratello B…Berrik quando fui attaccata da un m…mostro marino… Lui provò ad usare un incantesimo di tuono per la p…prima volta…e…e…colpì ME anziché il mostro!!! E’ stato terribile… bzzzzzzzz!!!!’—agita le mani—‘Da allora…ho avuto…s…sempre paura dei fulmini!!!’.

 

La ragazza di Metropolis si avvicinò a passi felpati verso la porta della camera di Yuna. Riusciva a sentire delle strane voci dall’interno, in particolare una maschile che sembrava quasi una lamentela. Lo dicevo che c’era qualcosa che non quadrava…con chi sta parlando? Chi sta parlando? Adesso piano…piano...piano…

Appena raggiunse la porta cercò di guardare meglio nella stanza tramite il buco della serratura, ben libero. Ella riuscì a intravedere una sfera schiacciata, che si era illuminata tanto da far apparire un ologramma sopra di essa, che rappresentava la figura di forse un precedente Maestro Guado. Non riusciva ad scorgere Yuna, se non le sue mani, poste sul tavolino che reggeva la sfera. Forse da quell’oggetto partivano le voci, un po’ rotte, un po’ disturbate, molto basse e lontane.

Questo…mio…testamento…Mannaggia…mi viene da starnutire…resisti Noemi, chi è quello raffigurato??

State…attenti…lui….è…Basta…non ce la faccio più!!!

Io… maestro Jyscal… vi svelo che…’. Cosa??!! Ma…non è il padre di quell’orgoglioso??!!

‘EEEETCIUUUUUUUUU’!!!!!!!!!!! Sniff…’.

Yuna si girò di scatto verso la porta, portandosi la sfera verso la taschina, disattivandola a tempo record. Si portò verso l’uscita e aprì di colpo, tanto che la ragazza cadde all’indietro, spaventata a morte. Le due si scambiarono diverse occhiate strane.

‘E…ehm…ecco…io…stavo…passando…e…poi…si è aperta la porta…e…’ lei era rossissima sul volto, ma l’invocatrice forse nemmeno ascoltò le sue parole e tornò nel gruppo di corsa. Ella la guardò fino a quando poté seguirla con gli occhi, passando dallo sguardo imbarazzato a quello preoccupato.

Ma…cosa succede??!! Cosa ti è successo?? Cosa ci tieni nascosto….?

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Capitolo 26
*** Cap.26: Desire and Lonlyness ***


Tra lampi e fulmini, fuori e dentro la casa di riposo, era necessario continuare subito il viaggio, se non volevano restare svegli fino all’alba successiva. Infatti, era troppo rischioso fermarsi alla Piana dei Lampi o al Bosco di Macalania: c’erano molti pericoli, e soprattutto mostri in giro. Dovevano almeno superare la Piana se volevano essere sicuri.

‘Adesso dobbiamo andare. Ci siamo fermati abbastanza…’  ribatté il guardiano in giacca rossa, che dopo la  breve attesa richiesta da Rikku e Yuna era rimasto immobile ed impassibile.

‘Ah…dovete andarvene…Oh!! Sa ha cdyju tesahdelyhtu [stavo dimenticando]… Prendete questo!!’ e Rin si avvicinò a Lulu, che le stava accanto.

‘Cos’è?’ chiese lei, porgendo la mano e prendendo un piccolo sacchettino argenteo chiuso, mentre Noemi era appena entrata nella sala. Mi sono persa qualcosa?

‘E’ una piccola quantità di “Neromagilite”… la usano gli Albhed per indebolire i chakra. Potrebbe proteggervi da alcuni attacchi magici di Sin…prendete, potrebbe esservi utile…’ Interessante…interessante…ok…

‘Andiamo?!’ chiese la ragazza orfana, mentre Wakka stava facendo scorta di viveri presso la venditrice.

‘Sono pronta…possiamo partire…’.

‘A…aspetta Yuna!! Aspettiamo che il temporale finisca!!!’ implorò Rikku.

‘AHAHAHAH!!! Certo…aspettiamo cent’anni!!!’ continuò l’ex-capitano, pensando che l’unico modo per farla uscire da lì fosse quello di darle un bel calcio potente quanto un tiro.

Il gruppo iniziò ad uscire, abituandosi di nuovo ai violenti fulmini e tuoni. L’Albhed era ancora indietro.

‘Ehm…credo di aver dimenticato una cosa…’.

‘E’ stato un piacere…’ le disse Auron seccamente ed iniziando ad andarsene, senza nemmeno girarsi o smettere di avanzare.

Che gentile!!!

‘Rikku…dai…siamo a metà percorso… basta seguire quelle torri, non corriamo pericolo!!!’.

‘O…ok...!!’ rispose all’orfana, tremando e prendendole la mano. Dai…sei ancora viva, no?? Continua a fare così e qualche fulmine cercherà di colpirti apposta!!

I pensieri della bionda poi cambiarono completamente. Aveva solo ora notato che la ragazza che cercava di darle coraggio aveva la stessa identica catena che aveva visto al collo di Tidus [cap.2]. Ci rimase, come dire…di stucco.

‘Ma…!! Cos’è quella catena??!!’. Noemi subito si trovò con la voce rotta. Lei ancora non sapeva… e forse era meglio che non sapesse… o per lo meno, era una sua precauzione.

‘E…ehm…questa??’ chiese, toccandosela con la mano sinistra, girata di spalle.

‘Già… ecco…l’ho vista a quel ragazzo biondo che mi ha aiutato a prendere il carico… proprio quando te l’eri data a gambe!! Te l’ha data lui??!!’. Il viso di lei era diventato curiosamente felice e speranzoso. Pensava: “Dai che lo rivedo!! Dai che questa lo conosce!!!”.

‘N…no…credo che tu…ti stia…sbagliando…*SCRANG*’.

Il fulmine la fece tornare nel suo abisso di paura. Noemi la prese stavolta lei per mano, sorridendole, ed insieme raggiunsero gli altri che erano già più avanti, a liberare la strada a Yuna. Quel carico deve starti proprio a cuore, eh?? Posso sapere almeno che c’era dentro!??

 

La seconda parte della Piana era più in sinuosa, con la strada che faceva a zig-zag, forse per dare spazio alle torri parafulmini in una stradina così stretta e fiancheggiata da pozzanghere così ampie che sembravano più dei laghi o cosa. La pioggia era sempre leggera, anche se i tuoni e i lampi sembravano accentuarne la  forza. Bisognava più che altro stare attenti a certi mostri, come pipistrelli giganti, con corpo sferico e verdognolo, sul quale era visibile un solo ed enorme occhio giallastro, e sotto di esso spuntava una bocca che lanciava ultrasuoni così potenti da confondere le vittime. Già, a momenti Noemi stava per strozzare Rikku tutt’ad un tratto, credendo che fosse suo padre. Meglio lasciar perdere gli altri casi più strani!! Giuro che se lo fate di nuovo vi distruggo con la Fraternity!!

Poi, sotto una torre ampia abbastanza da proteggere l’intero gruppo dalla pioggia, l’invocatrice si fermò di colpo. Non aveva spiccicato nemmeno una parola durante tutto il tragitto.

‘I…io… ho cambiato idea…*CROCK*’.

‘CHE??!!’ esclamarono contemporaneamente Wakka e Noemi, prima di guardarsi in faccia squadrandosi a vicenda.

‘Hai deciso…di sposarlo?’ chiese la maga delicatamente, mostrando massima comprensione.

‘Ma…Il pellegrinaggio è più importante!! Insomma…*SCRANG* sei o non sei la Speranza di Spira??!! Cosa ci trovi in quel Maestro?? Non ricordi più il disastro *SCRACK* dell’Operazione Mihen [cap.16]??’ ribatté l’ex-capitano.

Yuna cercò di prendere coraggio, e chiuse gli occhi facendo un profondo respiro. ‘Credo che sia la cosa migliore… per l’unità di Yevon e per dare nuove speranze a questo popolo…*CRACK*’. No, non c’entra niente l’unità di Yevon, che è solo roba inventata da questo credo malato, il problema è Sin e tu pensi a sposare quello schifo di persona??!! Per giunta senza un minimo d’amore??!! Io, davvero…non vi capisco proprio…

Si diffuse poi uno strano silenzio rotto solo dai tuoni.

‘Lo puoi fare però…’

‘lo so… a patto che continui a fare il mio compito…’ disse Yuna, continuando la frase di Auron.

Rikku le guardò il volto. Era passata da una decisione ad un’altra in poco tempo, e non si vedeva un minimo di sicurezza nei suoi occhi. Forse aveva bisogno di conforto, oppure di più. Non era una scelta facile. E di solito, era qui che si notava il vero spirito dell’invocatore…e la sua grossa responsabilità.

La ragazza Albhed senza pensare superò Noemi e prese per entrambe le mani l’invocatrice turbata, stringendole fortemente. ‘Io…ho grande fiducia in te…anche se ci conosciamo poco…*SCRANGH*’.

A quel grosso tuono, lei si volse al cielo nerissimo senza lasciarle le mani ed urlò. ‘SILENZIO!!!!’. Poi si volse di nuovo verso di lei.

‘Non devi avere paura…ricorda che siamo sempre vicino a te… rispetteremo sempre le tue scelte… anche se in questa, volendo, non possiamo fare nulla per aiutarti…lo devi sapere tu…!!!’.

‘O…ok… Adesso vado da Seymour e glielo dico…’.

Wakka scuoteva la testa come per dire “non ci credo!!”, anche se, in realtà, avrebbe giurato a chiunque che sapeva benissimo quello che la sua amica avrebbe fatto.

E mentre il cammino proseguì, quella che davvero non capiva di più di tutti era Noemi. Pensava di averla convinta, soprattutto sul fatto che il pellegrinaggio era la cosa più importante. Cosa non dava in lei la fiducia? Perché non aveva seguito il suo consiglio?

Credo di non essermi ancora ben integrata nel gruppo… Alle cose che dico non viene data importanza… ma se non mi contano significa che sono sola… sola qui, in un mondo e in un’epoca sconosciuti… Così abbassò le spalle e li seguì, con la tristezza che la isolava sia dagli attacchi dei mostri sia dai potenti fulmini vicini.

 

Improvvisamente Rikku alzò la testa e si volse attorno: i fulmini erano scomparsi tutt’ad un tratto, appena che il gruppo di pellegrini entrò in un bosco quasi magico. Faceva salti di gioia, con i suoi passi, con le sue braccia all’aria, e finalmente le sue orecchie si liberarono anche delle palme delle sue mani. Che liberazione. Il cielo si fece improvvisamente sereno e stellato: mai se n’erano viste di così tante nel cielo, tanto che la loro luce poteva diventare anche più forte del bagliore lunare.

‘Il Bosco di Macalania… è…è uno spettacolo!’ esclamò Wakka, guardandosi intorno, restando poi senza parole, volgendo qua e là la testa verso alberi tutti attorcigliati che lo circondavano da ogni parte tranne che sul sentiero. Erano molto alti, fitti, dotati di foglie appuntite che brillavano come cristalli alla luce di quelle stelle, che rendevano blu i grossi tronchi nel loro colore. Affianco al sentiero si vedevano altre piante di media e piccola altezza, dalle estremità a punta che splendevano come diamante. Su alcuni alberi crescevano anche delle sfere bianche ed arancioni, che quasi folgoravano con la loro luce riflessa, alcune un po’ schiacciate, altre più irregolari, e vicino ad esse svolazzavano delle falene, alcuni di colore blu o rosso, altre più grosse con ali ad arcobaleno. Tutto sembrava idilliaco, magico, ogni tanto qua e là l’occhio veniva catturato da diversi bagliori che provenivano perfino dal suolo blu del sentiero pietroso. Il rumore dei passi riecheggiava, come se quegli alberi non fossero esistiti, come se quello fosse un bosco completamente vuoto. Forse l’unico, debole e dolce rumore rivelabile era quello delle sfere che luccicavano lassù.

I pensieri di Yuna non riuscivano a distaccarsi dalle nozze previste. Ogni tanto si notava qualche Guado, incaricato di sorvegliare tutta la zona dai mostri, e soprattutto il Tempio che si trovava oltre il bosco un po’ più in là. Kimahri ed Auron non facevano parola, concentrandosi alla sua salute e al suo gran pellegrinaggio. Il secondo poi ricordava altre storie del suo vecchio pellegrinaggio, anche se cercò di non ridere, ogni volta che pensava alle pazzie di Jecht.

Il gruppo poi continuò verso un percorso rialzato, quasi come quello della precedente Guadosalam [parte 23]: sentiero ligneo, composto non da radici, bensì dagli enormi rami degli alberi, forse secolari, che creavano un percorso, a volte a zig-zag, a volte ad “S”, altre volte a 360°, tutti intricati ma perfettamente percorribili, che si incrociavano in molti spazi liberi. Una via rialzata di diversi metri, tra brillanti foglie appuntite che sembravano contenere chissà che magia o spirito.

‘Oh!! Invocatrice!! Ci rivediamo, finalmente!!’ disse una donna dai capelli lunghi, lisci e rossi, affiancata da un’altra ragazza e un Miliziano.

‘Oh…Lucil… difendete…anche voi?’ rispose Yuna, riconoscendo i Miliziani del battaglione chocobo sopravvissuto. Ma la sua voce era tutt’altro rispetto a quella sicura dell’inizio.

‘Che succede? Ah…dev’essere l’ansia…abbiamo saputo dell’attesissima cerimonia che si farà a Bevelle tra lei e il Gran Maestro Sey…’.

‘Scusate…ma non abbiamo tempo da perdere!!’ disse seccamente Auron, come se il pensiero di quelle nozze fosse quasi un disonore.

‘Ma…Sir Auron…voi…voi…non siete contento di una cerimonia così epocale??!’ gli ribatté la ragazza affianco, di nome Elma.

Lui continuò il percorso senza guardarle nemmeno in faccia, superandole. E sia Lulu sia Yuna sembravano essere pienamente d’accordo. ‘Tsk…Un vero guardiano deve saper nascondere le proprie emozioni…’.

Elma, il ragazzo e Lucil sembravano ora avere la lingua tagliata. Soprattutto perché non sapevano spiegarsi lo strano atteggiamento preoccupato di Yuna. Dov’era quel suo sorriso incantatore??

 

Wakka forse non ci pensava nemmeno alle nozze. Più che altro la sua testa era concentrata su una cosa importantissima, il Blitzball. Era passato un po’ di tempo dall’ultima partita…quando sarebbe stata la prossima?? Insomma…mai erano partiti così bene nel torneo, e di certo non poteva perdere l’occasione. Tra le meraviglie del bosco incantato e tali pensieri ben aldilà dal suo dovere si spostava la sua testa, che ogni tanto si svegliava per evitare di cadere in basso dal viottolo rialzato come un perfetto pollo.

Noemi invece era rimasta completamente o quasi distaccata dal gruppo. In fondo in fondo si sentiva in compagnia di conoscenti e non di amici, forse eccetto Yuna. I suoi discorsi non erano stati contati un granché, così come i suoi seppur minimi consigli, ed il fatto di dover sempre iniziare lei il discorso, senza che nessun’altro le desse retta su questioni serie o volesse, come dire, dare più conforto, la faceva sentire come una di cui non si poteva avere fiducia. Aveva notato che il gruppo era più interessato al suo alterego, e questo la faceva sentire forse più sola e sfiduciata. La cosa che davvero più odiava era la solitudine.

‘Yuna…capisco…come ti senti…non vuoi coinvolgere nessuno in questa storia, vero?’ le chiese la maga nera, avvicinandosi con il suo lungo vestito, standole vicino e notando il suo viso pallido e basso. Subito alla sua sinistra si affiancò anche la ragazza Albhed, felicissima per aver passato quell’inferno di Piana.

‘Cerca di vedere il lato positivo… insomma…è un evento che può rendere felici milioni di persone in tutta Spira!!!’ continuò lei ridendo e saltellando come un grillo.

Io…ho paura della solitudine…ho passato anni ed anni a Metropolis…da sola…senza amici…possibile che questo è sempre il mio destino quando sono tra gli altri??

‘Lo so, lo so… ma… io non sono così sicura…’ rispose Yuna alle altre due.

‘Ma!! Senti…lo so che non lo fai per amore… almeno questo ti permetterà di trattare con lui, no?’ fece Lulu.

Forse è colpa del mio carattere introverso…della mia scarsa voglia di parlare…sto sempre zitta… sono solo una ladra con chissà quanti debiti…

‘T...trattare??’ poi Yuna alzò la testa d’un tratto.

‘Sì…sai quelle specie di matrimoni…civili…che si fanno per dare stabilità alle cose, per dare sicurezza…ecco!! Credo…’ disse l’Albhed facendo gesti con le mani.

Perché non mi considerano tanto….beh, certo… l’invocatrice è più importante…ma perché devo soffrire in questo modo?? Non c’è verso… perché mi sento così sola….ho…ho…paura….

‘Lo so, lo so…è per questo che ho cambiato idea…se questo può dare più fiducia…’.

‘Giusto!! Così Yuna!! Determinazione!! Uno, due, tre….uno, due, tre…!!!’.

‘RIKKU!!!??’ disse, secca, la maga.

Ho così paura…io non conosco questo posto…pieno di mostri…pericoli… io…io non so più che cosa fare… Forse…forse se mi fidassi di più di lui…

‘E…ehm…scusate…cercavo di dare un po’ di carica!!!’ rispose la bionda.

‘No, non sgridarla…è così simpatica…’ continuò l’invocatrice, accennando un minuto sorriso.

Ma che sto dicendo!!?? Lulu mi ha avvertito che non devo fidarmi…però… mi sembra l’unico che mi possa aiutare…mi ha anche salvato la vita più volte…io…io…

Rikku si avvicinò di più a Yuna, abbracciandola affettuosamente. ‘Ti voglio tanto bene… mi dispiace che tu soffra così…’.

Yuna ricambiò l’abbraccio, fermandosi per pochi secondi, nel bosco fatato dai mille riflessi colorati.

Io…forse sono in debito con lui…forse non è così pericoloso come dicono….perché dovrebbe?? Insomma… quello che ci capita è solo uno scambio temporaneo… magari se lo conoscessi di più…

‘Andiamo ora… la casa di riposo è qui vicina…’ riprese Lulu, rompendo l’abbraccio tra le due. I guardiani erano già sull’estremità del bosco lungo e tortuoso.

…potrei essere più tranquilla, trovando le fatidiche risposte che sto cercando…se quell’idiota di un guardiano mi dicesse qualcosa…

Il gruppo arrivò ad una specie di bivio. La strada di sinistra portava al lago ghiacciato di Macalania. Infatti, lì era presente una forte depressione, e come lo strano tempo atmosferico della Piana dei Lampi, anche lì cambiava di molto, tanto che la temperatura calava bruscamente, con neve ed l’acqua sempre ghiacciata sul fondo. Eppure nel bosco l’atmosfera era piuttosto mite, ed appena si usciva da esso, ci si imbatteva in una casa di riposo piuttosto ampia ed accogliente, là dove avrebbero passato tutto il resto di quella notte interminabile, soprattutto infernale per Rikku. Era modesta d’aspetto, molto simile a quella della Piana precedente, anche se molto più grande e dotato di più stanze. Poteva già essere notabile.

‘Ci fermiamo là…’ fece Auron facendo un cenno con il capo. Erano tutti d’accordo, anche perché la stanchezza si faceva davvero sentire. Wakka e Rikku sbadigliavano alla grande, cercando di non farsi vedere.

‘A…Andate voi…io…vi raggiungo dopo…’.

Il gruppo, tranne il Ronso, si girò verso Noemi, scettico. Lei alzò lentamente la testa verso loro e tenne gli occhi socchiusi, come tristi. Guardava fissamente, senza allontanarsi da quegli alberi splendenti.

‘Io…io…devo risolvere una questione…non aspettatemi…andate a dormire…’.

Così lei imboccò la strada di destra, che sembrava portare in una piccola radura, senza dire altro, guardando verso il basso, a passo svelto e quasi perso. Wakka volle seguirla, fermato da Yuna delicatamente con un braccio. ‘Lasciamola da sola… so a cosa sta pensando…’ e la seguirono tutti verso il locale per la notte.

 

‘Ma che le è preso??!! Io a volte non la capisco!’ disse l’ex-capitano, grattandosi più volte la testa.

‘Ma non ti fai mai i cavoli tuoi??!!’ continuò Rikku, mettendosi le mani ai lati della sua magra vita.

‘Lo so….però…insomma…è comunque una nostra compagna…la lasciamo lì??’.

‘Ohhhh… Ma non ti capitano mai dei momenti in cui hai bisogno di stare da solo??!!’ sbuffò la maga, forse anche per la stanchezza.

‘Stiamo calmi… ora pensiamo a prendere la sfera di Macalania dopo esserci riposati…’ disse l’invocatrice, sperando che la notte avrebbe portato più che consiglio, un po’ di sicurezza. E tutto per colpa di quella sfera che gli venne data da quel Guado, pensò.

‘Basta che stia attenta a quelle grosse sfere… possono essere scintillanti… ma oltre ad assorbire e conservare le emozioni e ricordi della gente, attirano anche parecchi mostri…’ osservò il guardiano in rosso, che già aveva tra le mani i Guil per pagare il proprietario per sette clienti.

 

 

ÑÑÑ Altrove ÐÐÐ

 

Tra viali strapieni di gente molti attendevano con ansia la trasmissione delle nuove partite di Blitzball nella capitale di Spira, Bevelle. Vecchi, giovani, donne e bambini tifosissimi non stavano più nella pelle, tanto da non dormire la notte, mentre i più curiosi, attenti ai particolari, notarono una strana figura vestita di una giacca scura, alta e dai capelli color lilla e di media lunghezza, che avanzava con i suoi stivali neri vellutati, e ogni suo passo inquietava i passanti vicini, che voltavano la testa verso quell’eccentrico individuo, che non sembrava per niente interessato alla grande atmosfera, acuita dalle nozze annunciate proprio in quella città. Sembrava non fare caso nemmeno a chi gli veniva di fronte, sbattendo contro spalle, calpestando i piedi dei passanti, non sdegnandosi neppure minimamente di schivare i bambini più piccoli. Egli entrò subito nel Tempio di Bevelle senza guardare nessuno, entrando furtivamente nel Chiostro della Prova di nascosto. Superò tutti ostacoli con le sue arti oscure, penetrando nel Naos del Tempio. Ad attenderlo ci fu il custode: un angelo alto quattro metri, dotato di quattro ali bianche e piumate, dal corpo umano a petto nudo, e dotato di un elmetto di metallo da guerriero sulla testa, munito di una lunga lancia da combattimento sulla mano sinistra. I suoi capelli dorati coprivano i suoi occhi, e le sue gambe erano coperte da un’insolita luce bianca, fioca, ma sufficiente a non fare intravedere null’altro.

L’eccentrico spostò con la sua mano sinistra il suo lungo ciuffo violaceo sulla fronte, e mostrò i suoi guanti, di colore fucsia verde e bianco mischiati, e mentre il custode angelico si avvicinava a lui a folle velocità con l’asta di punta, lui restò impassibile di fronte ad esso, e porse le sue mani davanti a lui, iniziando a farle muovere in modo dolce e strano. I movimenti furono confusi e calcolati alla perfezione, tanto che l’uomo faticò moltissimo, e diverse gocce di sudore iniziarono a rigare il suo volto serio ed impassibile dopo soli pochi secondi. L’asta del custode ad un tratto si fermò da lui per pochi centimetri, e a quel punto esso cadde a terra, come se gli girasse la testa, colpito senza essere colpito, producendo un tonfo che allarmò i sacerdoti che erano lì e lì vicini.

L’uomo si inginocchiò a metà lentamente, e davanti a lui rotolò una sfera brillante, gialla, che si muoveva con dolcezza. La raccolse mostrando finalmente il sorriso sul volto, quello che da tanto aveva perso, dopo tanta fatica per raggiungere quel tempio anticipando i suoi nemici.

‘Ahahahah…Perfetto! Ecco la preziosa sfera dell’amore… è stato troppo facile prenderlo senza alcun errore… se quelli vogliono continuare il loro viaggio… aspetterò qui con pazienza il loro passaggio… e saranno loro a portare l’obiettivo qui stesso… mentre io mi preparerò bene per non rifare il fesso… e così il potere sarà in mio possesso!!!’.

Così l’uomo restò ad attendere al Naos, con quanta mai pazienza un individuo poteva avere nonostante il desiderio che lo stava mangiando piano piano.

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Capitolo 27
*** Cap.27: The Photograph ***


Il locale in cui dovevano riposare era non simile, ma praticamente identico a quello della Piana dei Lampi. Era della stessa filiare di Rin, con l’insegna caratteristica, e perfino gli stessi oggetti e pozioni in vendita. L’ingresso era a forma semicircolare, e là vicino c’era una stufa accesa e carica al massimo di legna, per contrastare quell’improvviso gelo, vicino al lago ghiacciato. Quelli vestiti più scoperti, come l’ex-capitano, l’invocatrice e Rikku, comprarono delle giacche o dei scalda spalle per contrastare il freddo improvviso e pungente. Il Ronso non sembrava per niente soffrire il freddo: quella specie di leoni viola era ben abituata ai climi gelidi, poiché la loro terra d’origine, il monte Gagazet, era anche più freddo di quel posto stesso. Per il guardiano in giacca rossa quel gelo era come se non esistesse: non aveva fatto la minima piega passando da un posto all’altro. Il gruppo infine non si scambiò molte parole, per via della stanchezza e del grande sonno, anche se alcuni si chiedevano che era preso alla ragazza di Metropolis. Per giunta, Yuna era andata a letto senza nemmeno dare una buonanotte e, arrivata nella sua camera piccola ma accogliente, si chiuse dentro appena ci mise piede, cosa che di solito non faceva. Wakka e Rikku corsero ad assalire i primi letti che videro, con materassi di buona qualità…anche contando quanto Guil erano stati spesi. Lulu li stava seguendo con tutta calma, quando vide Auron appoggiato al muretto di destra vicino alla porta d’ingresso, con gli occhi chiusi dietro i suoi occhiali scuri, come se davvero attendessero quella ragazza.

‘La stai aspettando, vero?’ gli chiese girando lentamente la testa.

‘No… non mi sto preoccupando di lei, ma di quello che potrebbe fare lui…’ le rispose, alzando leggermente la testa rimanendo immobile. Lei gli si avvicinò.

‘Mi sembrava pensosa… io però l’ho avvertita dei rischi connessi… e lei non è una che rischia…da quello che ho visto ci tiene molto alla sua vita…’.

‘Che faccia quello che vuole… Il problema qui non è lei, ma è Tidus… Meno cose fa quel ragazzo, meglio è…’. continuò, con occhi profondi.

‘Pensavo che fosse solo uno stralunato… Non che fosse…’ lo sguardo serio di Auron la fermò.

‘E’ tutt’altro di quello che pensi…se volesse, potrebbe essere più forte di un invocatore esperto…’.

 

La ragazza orfana, ripensando alle facce severe del padre, quelle sfocate della madre perduta, e tutti i suoi guai da ladra, avanzava a passi lenti e quasi calcolati verso una piccola radura, ben aperta al cielo stellato sopra di lei, che dava ad ogni cosa un’atmosfera quasi incantata. Il suolo era completamente fatto d’acqua, dura di sotto e liquida di sopra, con diverse liane che attraversavano tutta la zona, fino ad incontrare gli alberi vicini tutti a fianco sui lati, dotati di sfere brillanti e foglie splendenti come diamanti appuntiti. Il blu dominante dei tronchi, delle piante, dell’acqua cristallizzata che vi era dava una strana sensazione di tranquillità, relax, anche…come dire…fiducia nel cuore di quella ragazza. Forse. Dispersa chissà dove, in un mondo sconosciuto, senza conoscere nessuno…se anche loro mi abbandonano non so che cosa mi accadrà… è vero, sto meglio rispetto a quando ero a Metropolis ma…ma…

I suoi pensieri vennero rotti appena vide cosa c’era nella parte terminale della radura d’acqua. Le liane poco fitte sul suolo, si diramavano tutte a destra ed a sinistra, circondando una specie di mini-lago, al centro del quale vi era un albero di medie dimensioni, dal tronco tutto intricato e dalle forme più in sinuose possibili, e le foglie, tutte raccolte in alto, attiravano una grande quantità di farfalle, che svolazzavano al chiaro di luna, che ne sembrava fendere con i suoi bianchi raggi il tronco avviluppato, illuminandolo da ogni parte possibile. Su di esso, poi, c’era una gigantesca sfera quasi trasparente, grande quanto l’intero diametro del tronco, al quale Noemi venne bloccata dal solo stupore del magnifico spettacolo. Quell’intensa luce riflessa illuminava anche tutta l’acqua fin dalle profondità di quel lago, che si originava da una continua, piccola e leggera cascata d’acqua che cadeva da quella magnifica sfera.

Lei si avvicinò lentamente alla radura e si sedette là dove l’acqua era ancora cristallizzata, a gambe incrociate e fissando quella grande sfera.

Forse devo ancora dimostrare che posso far parte di questo gruppo… Ma…ho tanta paura!!! Forse mi hanno tagliata fuori perché non sono all’altezza del compito… Se solo qualcuno potesse capire come ci si sente!! Essere abbandonati da un padre che non si degna nemmeno di ascoltarti…non sapendo nemmeno se c’è ancora o no l’unica che poteva volerti bene… mi manchi tanto… dove sei?? Io non credo che tu sei morta come lui mi ha detto…

A quel punto lei sospirò, alzò gli occhi lucidi al cielo, cercando di trovare in quelle stelle la verità che tanto sembrava nascosta. La sua tristezza la spinse a parlare ad alta voce da sola, tenendo le mani raccolte vicino alle sue gambe. ‘Mamma…sei ancora viva??!! Rispondi!!! Ti prego…io…io…non so cosa fare…non so come ritornare indietro…io voglio solo…solo…v…vederti…’.

Poi abbassò lentamente la testa chiudendo lentamente gli occhi fino a guardare il suolo brillante sotto di sé. Alcune lacrime trasparenti scivolarono sul suo viso pallido e senza speranze, fino a raccogliersi su quell’acqua magica, resa azzurra dal chiarore della luna piena.

No…ti prego…non piangere…è…è una tra le cose che davvero non sopporto!!! Non fare il mio stesso errore… devi trovare la forza per andare avanti… solo così saprai la verità…

Lei alzò la testa d’un tratto, mentre altre lacrime le rigavano il giovane viso.

‘Tu…come puoi sapere se mia madre c’è ancora??!! Smettila di trattarmi in questo modo!!!’ urlò quasi, a voce rotta.

Credimi…lo so che è difficile… farò di tutto per aiutarti…con ogni cosa, ogni forza, ogni desiderio… Vorrei solo un po’ di fiducia nei tuoi confronti…

Noemi si alzò di colpo. Non sapeva se arrabbiarsi come una belva, o cercare di tendere verso la massima comprensione. ‘F...fiducia?? Tu…tu ti fidi di me??’.

Rimase poi ferma per diversi secondi come una statua di sale aspettando una risposta. Aveva sia paura, sia desiderio di conforto. Forse…desiderio di avere un amico…

Mi fido ciecamente di te… Come posso abbandonare l’unica che può salvarmi?? Ti sarò sempre vicino, ti darò sempre una mano…

‘Ma…ma… Lulu mi ha detto che devo starti alla larga perché tu…tu…’.

Poi si fermò di colpo ed abbassò la testa tenendo gli occhi socchiusi.

‘Mi sento sola… e ho tanta paura… come posso fidarmi di qualcuno dopo così tanti anni di solitudine e di ruberie??...’.

Lei si mise a fissare quella brillante sfera, come se cercasse davanti ad essa il volto della propria madre.

Loro non sanno nulla… non possono dirti niente… Se hai bisogno di aiuto, chiamami e sarò lì da te… con ogni mezzo, in ogni modo risolverò il problema senza farti del male…

Insieme raggiungeremo le nostre due verità del passato assopite da tempo…

Lei si sbalordì a quelle parole, e volse le spalle a quell’albero incantato ed intricato, pensando a cosa fare. Fidarsi o non fidarsi?? Solo insieme sarebbero riusciti a scoprire cosa gli altri volevano celare?? Oppure era un tranello per ingannarla e doveva seguire il consiglio della maga esperta??

Così chiuse gli occhi ed ascoltò il suo cuore. Non l’aveva mai fatto prima di quel momento, lei che aveva un carattere razionale al cento per cento. Quella volta ascoltò il suo istinto, che sembrava più certo che mai della decisione da prendere. Intanto, dietro dall’albero, sbucò un enorme e silenzioso serpente verdognolo, come le foglie appena nate, dalla pelle viscida e ricca di scaglie, che si avvicinava sinuosamente alla sua preda, rigida ed immobile. Aveva il corpo lungo che terminava con una coda vibrante e dotata di numerosi anelli gelatinosi e giallastri, con la testa avente scaglie più grosse che spuntavano sulla parte superiore, quasi a costituire una criniera color verde scuro, per non parlare di quel “rubino” che aveva conficcato sulla fronte, quasi a costituire un terzo occhio. Nella parte del corpo vicino alla testa, spuntavano due arti anteriori, simili a lame appuntite ed affilate, che venivano nascoste nel movimento furtivo dell’animale per cogliere alla sprovvista la sua vittima.

Lo strano sibilo del mostro dalla lunga lingua scurissima che continuava ad uscire ed entrare dalla bocca impastata fece girare di colpo la ragazza, che scattò all’indietro per lo spavento, schivando per sua fortuna il suo primo e duro attacco. La testa sbatté duramente contro l’acqua cristallina, creando un tremendo tonfo che rimbombò per poco, facendo cadere all’indietro Noemi quasi senza rendersene conto.

Il rumore raggiunse debolmente la casa di riposo vicino al lago ghiacciato, e venne sentito dal guardiano professionista, che aprì d’un tratto gli occhi e mise mano sulla sua grossa katana.

‘Lo sapevo che doveva succedere qualcosa stanotte…’.

Uscì di scatto sfondando la porta chiusa del locale con un duro colpo di spalla, e si affrettò verso la radura, però da numerosi mostri, attirati dalle luci del locale in quella notte.

 

‘Che…che…diavolo…!!’.

La ragazza alzò la testa e vide davanti a sé dieci metri di corpo allungato e viscido, mentre alcune gocce vischiose della grossa bocca caddero sopra il suo viso, confondendosi con le sue lacrime ancora sul volto. Lei venne presa dal panico, si alzò quanto più velocemente poté, scivolando un poco, ed evitando a pelo un altro attacco di quel mostro. Così corse all’impazzata verso l’uscita della radura, con quel passo con cui era riuscita ad evitare chissà quanti venditori di Metropolis, ma il serpente si mosse molto velocemente, e sembrava divertirsi ad apparire tutte le volte di colpo davanti a lei, bloccandole la strada.

Così la sua corsa subito si arrestò, per poi riprendere nell’altra direzione, per fermarsi ancora davanti all’albero incantato dalla grande e bianca sfera. Una via d’uscita…devo...trovare una via d’uscita….!!

Si girò a destra ed a sinistra con agitazione, mentre il serpente si avvicinava emettendo strani sibili disgustosi. La sua mente non trovava un’idea o una soluzione da nessuna parte. Poi, quasi inconsciamente, chiuse gli occhi per un secondo e fece un gran respiro, voltandosi verso il mostro che strisciava lasciando delle “S” sull’acqua bassa. Fu lì che lo guardò negli occhi giallastri con serietà e quasi con sfida.

‘Scommetto che siete lì a dormire pensando solo a Yuna, vero??!!’—iniziò a gridare, come in una battaglia, come se gli altri stessero ascoltando—‘Benissimo, allora significa che dovrò fidarmi di più di qualcun altro!!!’.

Senza neanche pensare, lei mise le mani congiunte davanti a sé, con tutte le dita, eccetto gli indici e i pollici, piegate, tanto da darne la forma di pistola, con la canna verso l’alto. Tutt’intorno si creò una strana luce blu, accompagnata da una brezza leggera, che fece muovere le scaglie del mostro ormai vicinissimo. Lei poi chiuse gli occhi lentamente senza pensare a nulla, seguendo solo l’istinto.

 

‘Diamine!! Devo sbrigarmi!!’ esclamò il guardiano professionista, scontrandosi con api giganti e velenose, mostri bassi dotati di spessissima corazza, ed altri che erano gelatinosi, e che lanciavano attacchi magici di ghiaccio con la formula Blizzard. Aveva sentito sinistre folate di vento e cercò di sbrigarsi con ogni mezzo.

In realtà, mai lui si era preoccupato così tanto di qualcuno. Doveva mantenere delle promesse. Già, quel vecchio pellegrinaggio con Jecht lo aveva proprio cambiato tantissimo. Chissà se sarebbe ancora cambiato, ancora più radicalmente??

Nonostante la corazza pesante, la grossa spada, e la sua giacca, corse a gran velocità, schivando tutti gli ostacoli, imboccando subito il bivio e la strada alla sua sinistra.

Quello che lui vide fu una breve luce azzurra che poi svanì all’improvviso, appena prima che il grosso serpente attaccò con un morso lo spazio davanti a sé. Poi questo si voltò intorno, con la sua scura lingua all’infuori, notando con i suoi occhi quelli castani del guardiano professionista, che tolse la katana appoggiata sulle sue spalle, e si posizionò per difendersi da un possibile suo attacco, vedendolo lentamente avvicinarsi.

Dopo un’altra piccola folata di vento, Auron indietreggiò un poco, appena che vide Tidus davanti a sé, disarmato, piombatogli davanti senza che lui se ne accorgesse. Era rivolto davanti al serpente, determinato e forse anche un po’ arrabbiato, con il volto segnato da strane lacrime, e quando il mostro accelerò il passo, lui si portò l’indice destro sulla fronte, coperta ai lati dalle lunghe frange bionde, e quando chiuse gli occhi recitò sottovoce Thundaga, ed in breve tempo, vicino al serpente si crearono delle piccole cariche volanti  attorno, che si avvicinarono piano piano al centro. Appena che questi si congiunsero, un tremendo fulmine, dello stesso diametro dell’albero, colpì in pieno il mostro, liberando numerosi lunioli qua e là, dopo un violento tonfo a terra. La scarica si diffuse più debolmente anche attraverso l’acqua di sotto, rendendo per alcuni secondi quel posto una vera e propria zona elettrificata e pericolosa.

Ci fu uno strano silenzio per alcuni secondi, in cui si sentì un piccolo respiro affannoso.

‘Ahahahahahahah… bel lavoro, complimenti…devo ammettere che potresti superare tuo padre!!!’.

Alle parole del guardiano l’altro non gli rispose. Né un cenno, né una parola. Così lui si avvicinò a passo lento, guardando oltre i suoi scuri occhiali qualche residuo luniolo.

‘Questo posto…mi ricorda tante cose… Passano mille anni e qui non cambia proprio nulla…!!’.

Il biondo, quasi facendo finta di niente, si avvicinò alla fonte d’acqua vicino all’albero incantato, e si sciacquò il volto segnato dallo schifo di quel serpente e dalle lacrime che sentiva come sue. E fece questo lentamente, come se aspettasse che il suo compagno se ne andasse via.

‘E’ stata Noemi questa volta… eheh…Perché sei così serio? Era assolutamente necessario che imparasse a fidarti di te… altrimenti come potresti tu…’.

‘Auron…’—rispose lui senza girarsi—‘…questi sono fatti miei e suoi. Non ti intromettere. Già troppe persone sembrano non fidarsi abbastanza di noi…’.

L’altro si avvicinò ancora un poco, appoggiando il suo braccio destro sulla sua katana che spaccava quasi l’acqua cristallina con la punta. ‘Parli al plurale? Che miglioramenti… cos’è successo? Guarda che questo potrebbe essere cruciale…’.

Tidus si girò poi lentamente rimettendosi in piedi. ‘Siccome avete così tanti segreti e misteri da nascondere, perché mai io dovrei dirvi tutto??!! Cosa vuoi che faccia??... Ora che posso contare finalmente su qualcuno…!!’.

Lo sguardo dell’altro si fece improvvisamente serio. ‘Tu non lo ricordi…ma c’è qualcosa che non puoi controllare, e che forse nessuno potrebbe!!!’ gli ribatté Auron, prima che Tidus lo sorpassasse senza neanche guardarlo in faccia. ‘Credi di averti sotto controllo?? Credi che lei possa aiutarti in questo, facendoti tornare qui, nella realtà, di nuovo?? Non fare il solito testardo!! Hai perso la memoria, guarda che ti sto…’.

Lui poi si girò di scatto verso il guardiano, quasi in preda all’ira ed a pugni chiusi, come se quelle parole, o domande fossero più aspre di qualche offesa. ‘Non mi interessa quello che mi dici!!! Qui nessuno vuole dirmi la verità!!! Se nessuno vuole dirmela, me la cercherò da solo!!!’—e si indicò—‘Almeno potrò spiegare tutto… anche a lei…’.

Auron lo seguì, vedendolo con le mani in tasca e la testa bassa. Non ti sopporto più… Non vuoi aiutarmi ma confondermi la testa?? Ok, allora fai bene a starmi alla larga!!! Parlare di mio padre, poi!!! Però…sono contento che si sia fidata di me… e speriamo che non mi veda come chi che se ne approfitta facilmente... Se potessi darle delle spiegazioni l’avrei già fatt…

Con un “Uh?” si fermò di colpo, prima di lasciare la radura. Aveva notato per terra una foto, che sembrava essere stata lasciata lì di recente. La raccolse e la studiò con gran stupore. Raffigurava Jecht seduto a gambe incrociate davanti all’albero dove Noemi aveva chiesto il suo aiuto. Era stranamente sorridente, sereno, in quella foto, quasi irriconoscibile per lui. Quella fascia rossa, meno severa di quanto potesse sembrare, quel tatuaggio sul petto scoperto con quel simbolo… quegli occhi che non esprimevano odio come al solito…

Quando Auron vide la scena, si toccò tutte le tasche possibili, sopra e sotto la sua giacca. Quella foto gli era caduta quando entrò nella radura e vide il serpente. Già, quella foto… si ricordava quando Braska l’aveva fatta... e cosa dicevano insieme….in quella radura…

 

 

Flashback

 

‘Allora, Jecht!!! Ti muovi??!! Non c’è tempo da perdere!!!’ esclamava un uomo dalla giacca rossa, dai capelli neri e lisci, lunghi abbastanza da portare anche una piccola coda di cavallo dietro. Non portava occhiali, e questo forse era il peggio, perché mostrava sempre il suo sguardo arrabbiato e sempre stufato di ogni cosa. Non possedeva borracce, ma solo una lunga e grossa spada grigia ed appuntita.

‘Oh, avanti Auron… Che fretta c’è?? Lascia che gli faccia questa foto, no?? Tanto il prossimo tempio è vicino...’ gli rispose Braska sorridendo alla grande, con una macchina fotografica in mano, mentre il suo amico si sistemava davanti all’albero.

‘Questa non è una gita turistica, ma un pellegrinaggio!!! E voi vi divertite in questo modo mentre c’è Sin??!! Dobbiamo sconfiggerlo prima possibile, ora che è solo uno spirito magico! Potrebbe diventare un giorno quasi impossibile fermarlo se diventa reale, ci avete pensato??!!’.

‘Ohhhh…calmati un attimo. Partiremo subito…accontentalo per una volta!!’ disse l’invocatore, mentre aggiustava la fotocamera.

Jecht si posizionò per bene, più sorridente che mai. Aveva bevuto?? No, stranamente no…

‘Braska…deve venire bene, mi raccomando!! Ah!!!! TU!!!! EHI!!!!’—rivolgendosi al compagno in rosso con voce rauca—‘Se un giorno mi capiterà qualcosa, dai tu questa foto a mio figlio… ed…anche questo messaggio, già che sei lì…!!!’. Lui si schiarì la voce dopo che vide Auron sbuffare qua e là, e si mise a parlare come se stesse facendo un testamento. Era così ridicolo che l’invocatore non fece altro che ridere, e l’obiettivo iniziò a traballare.

‘Allora…digli che…ecco… se vedrà questa foto e capirà il luogo in cui mi trovo, significa che sta diventando grande finalmente… Io non posso tornare più a Zanarkand… forse neanche lui un giorno… Ora ho un grande desiderio che mi preme più che mai e che mi pulsa nel sangue… arriverà il momento…spero…in cui  dovrà capire pure quel piagnucolone che dovrà smettere di piangere ed andare avanti… ecco… digli che… mi mancano le sue frignate…eheheh!!!’.

Un flash scattò ed illuminò per un istante la radura.

‘E’ venuta bene!!! Bravo!! E io che pensavo che tu non eri fotogenico!!!’ disse Braska.

‘DI CHE desiderio parli??!!’ subito chiese Auron, con tono estremamente serio. Jecht rimase stranamente in silenzio, prima di ridere a crepapelle, chissà per quale motivo…per la domanda??

‘Ahahahah… Un desiderio che ho sempre avuto…e che presto diverrà vero…se è come penso…ahahahah!!! Così starò finalmente in pace con me stesso!!!’.

Lui continuò a ridere, mentre Braska guardò scetticamente l’altro suo guardiano.

‘Andiamo… avrà bevuto come al solito…!!!’ tagliò corto il giovane in giacca rossa, voltandosi verso la radura.

 

‘Oh, andiamo… smettila!!! Perché dovrei…’.

‘Mi aveva detto questo, davvero… Se mi vuoi credere o no…’.

Il  guardiano professionista bevve un po’ dalla sua borraccia, mentre Tidus continuava a guardare scettico la foto in mano. Quale desiderio a quello premeva di più?? E perché improvvisamente era diventato in quel momento un poco più padre del solito??

‘Forse se lo nascondeva, ma sotto sotto credo che ti volesse bene… Anche se… in realtà quello che fece poi fu terribile, imperdonabile…’ continuò lui, imboccando l’uscita della radura.

‘Oh, andiamo, per favore!!!... E poi cosa ha fatto di tanto grave??’ chiese il biondo, continuando a negare il tutto con la testa e seguendo il compagno.

‘Cosa ha fatto??? Quello per cui noi siamo qua a combattere ed a pellegrinare…’.

‘Già…è diventato Sin…’ chiese l’altro, mostrando sorpresi occhioni al chiaro di luna.

‘Hai usato un termine molto adatto…e a che prezzo lo fece…!!’.

Tutt’e due poi improvvisamente tacquero. La casa di riposo era ormai di fronte a loro, e i primi sprizzi d’alba cominciavano ad apparire all’orizzonte.

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Capitolo 28
*** Cap.28: Spark Of Remembrances ***


Nonostante la pesante stanchezza, Yuna non riusciva proprio a dormire. Quando c’era qualcosa che non andava, una domanda senza risposta o una difficile decisione da prendere, preferiva alzarsi dal letto e riflettere guardando attraverso una finestra. Vedere la notte, le stelle, o anche la pioggia, la aiutava sempre in qualche modo. Però evitò di aprire le persiane, poiché fuori dal bosco si era passati da un clima primaverile ad uno completamente invernale. Ogni tanto qualche brivido le correva lungo la schiena, sia per il freddo pungente, nonostante le stufe accese, sia per i pensieri che le passavano ogni tanto. Quante volte pensò a quegli occhi color lilla del Maestro!! Quando l’avevano fissata in quel modo, così strano, così…attento. Aveva pensato qualche volta che si fosse innamorato di lei, ma il suo cuore non sembrava molto convinto. Di solito, certe cose, le si riconoscono al volo per istinto, e in questo campo di solito non sbagliava mai. Sicuramente avrebbe voluto sapere qualcosa di più rispetto a quanto aveva capito da quella sfera schiacciata consegnatale, anche perché ne era rimasta praticamente sottoshock dal suo contenuto e da quell’ologramma. Doveva fare qualcosa e fare la scelta giusta, assolutamente.

Wakka si era catapultato sul letto a pancia in giù, addormentandosi di colpo e facendo un “leggero” casino, senza nemmeno rimboccarsi le coperte, mentre Rikku con più calma, si coprì per bene e chiuse gli occhi dolcemente come una principessa. Lulu e Kimahri vennero destinati in una camera unica, e nessuno badò a loro quando il resto del gruppo si separò. Così anche il guardiano professionista e il biondo andarono a dormire in una camera a sé, per non disturbare nessuno al loro ritorno.

Il primo non aveva un filo di sonno. Rimase tutta la notte in parte seduto sul letto affianco al suo compagno, ed in parte su un muretto. Se non camminava lo si vedeva sempre appoggiato da qualche parte. Forse era comprensibile… chissà quante ne aveva passate nel precedente pellegrinaggio!! Magari era stato ferito in modo grave, tanto da averne ancora degli acciacchi irreparabili. Era capace di passare tutta una notte senza pensare, senza che il tempo per lui passasse meno velocemente, come molti che, sbuffando ed aspettando, tenderebbero a credere.

Ogni tanto si voltava verso il letto dell’altro, vedendo continui giramenti, qua e là, a destra ed a sinistra, con le coperte tutte piegate e sparse, e il cuscino che continuava a cambiare angolatura. Gli veniva un po’ da ridere a guardarlo. Chissà che razza di sogno stava facendo… e sperava che fosse anche quello giusto. “A volte i sogni svelano ciò che si è dimenticato, o non si è mai saputo” disse Braska, un giorno… Sinceramente non aveva mai visto una persona agitarsi in quel modo. Non passava un minuto in cui non ci fosse un movimento, seppur minimo. Il volto sembrava mostrare rabbia, arresa ed anche tristezza. Ma quello che più dominava era il cenno “no” con la testa, che andava a colpire il cuscino da entrambe le parti.

Poi Auron pensò per un attimo. La foto ce l’aveva ancora lui o l’aveva buttata o stracciata senza essere visto? Così egli rise sottovoce e chiuse gli occhi, aspettando impassibile.

 

‘Vieni qua…devo parlarti…’ disse un uomo alto e magro, dai capelli ricci, corti e di color grigio scurissimo, vestito in modo semplice, con una bianca T-shirt un po’ macchiata in qualche parte, e dei jeans parecchio strappati, forse nemmeno fatti così apposta, ma piuttosto perché vecchiotti. Era seduto su una vecchia sedia di legno, a guardare una bambina davanti a sé con sguardo perso e severo, con volto pieno di barba corta, e mal tagliata, piuttosto svigorito e scuro non tanto per la pelle quanto per la sua espressione. Aveva il vizio di mettere sempre le mani nelle tasche, come se cercasse qualcosa.

‘Cosa? Cosa c’è papi? Posso comprarmi un gelato?’ chiese con voce innocente la piccola, che portava corti capelli castani mossi e ricci, gli occhi verdi, il volto meno sereno del solito, ed era piuttosto magra, forse anche troppo. Portava al braccio destro un bracciale d’oro, con un ciondolo a forma di cuore, l’ultimo regalo che le fece sua madre, prima di non rivederla più, e vestiva una maglietta a maniche corte leggera, rosa, con diversi orsetti marroni davanti e dietro, e una gonnellina di colore fucsia, tutta ricamata, anche se diverse parti erano sfilacciate rovinate.

‘Vieni, vieni…devi sapere una cosa…’.

Lei era all’ingresso di un piccolo monolocale, dalle mura di color bianco sporco, consumato, con diverse increspature qua e là. Forse quel posto aveva bisogno di un restauro, e sicuramente di oggetti nuovi ed alcuni elettrodomestici lì mancanti. Non c’era un frigorifero, mancavano i fornelli. C’era la televisione, certo, peccato che ne era saltato completamente il tubo catodico. Al centro era un semplice tavolo forse fatto a mano, con due sedie piccole dello stesso autore.

‘Vieni, vieni…!!!’ continuò l’uomo, con voce bassa ed estremamente calma.

La bambina si avvicinò a passi lenti e corti verso di lui, con le mani raccolte e con il suo sorriso improvvisamente svanito. ‘Hai…hai giocato di nuovo? Hai perso??’

L’uomo annuì debolmente, guardando alternamente lei e il locale in cui vivevano. ‘Già… sono stato sfortunato… pensavo di avere tutto in pugno… ed ora devo pagare un pesante debito…’.

La bambina divenne subito triste. Era giunta l’ennesima notizia.

‘Ed adesso cosa si vende? Quegli uomini alti si sono presi tutto!!!’ disse lei, con voce infantile.

Lui guardò quel bracciale che aveva da quando era appena una neonata. Era l’unico modo per non perdere almeno la quella “casa”.

‘Il bracciale… c’è ancora il tuo bracciale… lo dai a tuo padre?’ e le porse la mano aperta davanti.

La bambina subito ritrasse il braccio interessato verso il suo petto, coprendo con l’altra mano il suo grande ricordo. ‘Non posso!! Me l’ha dato la mamma!! E’ unica cosa che ho di lei!!’.

‘Ma se non me lo dai, vivremo sotto i ponti di questa benedetta metropoli!’.

‘NO,NO, e NO!!’ gli ripeté lei, con insistenza e prepotenza. Poi l’uomo stette in silenzio per diversi secondi, guardandosi intorno, sempre con grande calma. ‘Ho il viziaccio di giocare… anche tua madre me lo diceva…’ sospirando.

‘D…davvero??!!’ e la bambina si avvicinò con occhi grandi.

‘Già… e sono sicuro che sarebbe felice se tu aiutassi tuo padre…dammi quel bracciale!!’.

‘NO!!! Non sarebbe felice!! Tu perdi perdi e perdi e poi gli uomini alti si prendono le nostre cose!!’.

‘Dammi quel bracciale!!!’ il tono dell’uomo si fece più forte, quasi da rimbombare su quelle pareti semivuote.

‘NO!!!!’.

Poi egli fece un grande respiro, mantenendo la calma di fronte a quegli occhi dolci. ‘Tua madre è morta… non tornerà più tra noi!! Non lo vuoi capire??!! E’ scomparsa, è stata uccisa da un pirata della strada!!!!’.

‘NO!!!! Io non ti credo!!!! NON è vero!!!!’ urlò lei, toccandosi il bracciale ed iniziando a piangere fortemente.

‘Ti prego, credimi!! Ho bisogno di soldi!! Dammi quel bracciale!!!’ e lui si alzò dalla sedia, avvicinandosi a lei, facendola indietreggiare sempre di più, con crescente paura e tremolii.

‘La mamma è da qualche parte!! Dobbiamo cercarla!!!!’.

L’uomo iniziò a perdere la pazienza, e accelerò i passi. ‘DAMMI il bracciale!!! Altrimenti non potrò più mantenerti, e sarai costretta a cavartela da sola, senza bambole, senza gelati, senza nessuno!!!’.

A quel tono austero la piccola pianse di più ed ebbe voce rotta e singhiozzante. Era ad un passo dall’uscita.

‘Io…vado a cercare la mamma…lei sa…sniff…che cosa fare…sniff…contro gli uomini alti!!!’ così si girò di scatto ed iniziò a correre quanto velocemente poté fare verso la città trafficata e confusa. L’uomo per poco non riuscì a prenderla per il piccolo braccio, e si affacciò verso la porta, guardandola ormai lontana, tra le folle di persone che camminavano un po’ sbalordite da quello che stava accadendo.

‘TORNA INDIETROOOO!!! Fermaaa!!! Dove vaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii……’.

 

*BONK*!!!!!!

‘A…a…ahiiiii…iiiii…i….iiii……’.

La porta della camera si aprì di colpo. E chi doveva essere?? Wakka, ovviamente, con le sue maniere così delicaaaate…

‘Ehi!!! Svegliaaaa… Uh? HAAHAHAHAAHAHAH!!! Che imbranato!!! AHAHAAAHAH!!!’. disse, portando l’indice davanti a sé e con la mano destra che gli copriva la fronte. Aveva visto Tidus cadere dal letto, mentre ancora si toccava con la mano il fondoschiena dolente. Il letto era tutto sotto sopra, il cuscino caduto dalla parte opposta, le coperte che coprivano metà letto e metà moquette, piuttosto consumata.

‘C’è…ohi…tanto da ridere??…a…ahi!!!’.

L’ex-capitano si avvicinò con gran allegria verso di lui, aiutandolo ad alzarsi tirandolo con la mano destra.

‘Che hai fatto? Quando sei tornato tra noi?? Eheheeh!!!’ chiese, dandogli delle pacche sulla spalla.

‘Si vede che dormivi come un ghiro!!!’—poi si girò verso il letto—‘O…oh…!!’.

‘Ahaahah!!! Quando dormi sei peggio di un cavallo!!! Guarda come hai conciato il letto!!!’.

Che strano sogno…Ma chi era quell’uomo?? Quella bambina…quella bambina mi sembrava tanto…

‘Beh?! Stai a guardare la tua opera d’arte?? Io la intitolerò “la Notte del Giudizio”!! Sai com’è… si parla di paure al “Giorno del Giudizio”..eheheeh!!!’.

Quando smisero di ridere tutt’e due, Tidus notò che Wakka aveva affianco a sé sulla sinistra un pallone di Blitzball.

‘Ahhhh…ora capisco perché sei così fuori, stamattina!!!’ e indicò con lo sguardo il pallone azzurro e bianco.

‘Ehehehe…già…dobbiamo affrontare i Guado Glories…sei pronto??!!’.

‘Co...come?? Adesso??!! L’hai detto agli altri o spariamo come fantasmi?’.

‘E’ già a posto tutto…!! Così daremo a Yuna il tempo per pensare, no?’.

‘Mmmhhh… Hai ragione…massacriamoli!!!’ disse il biondo, con grande determinazione. Così bastò qualche pizzico di Eliomagilite per trasportarli subito a Luka, con ancora tutti i capelli scompigliati…

 

‘Così sono andati a perdere tempo, eh??!!’ fece duramente Auron, che era fuori assieme a Lulu e Kimahri fuori dal locale, sotto la neve che cadeva piuttosto fitta. L’invocatrice era rimasta a letto, e nessuno sapeva cosa stesse facendo. Probabilmente dormendo.

‘Lasciali fare… ci riposiamo di più… il Chiostro della Prova di Macalania non sarà uno scherzo…’ gli rispose la maga.

‘Kimahri non sicuro… Forse altro attacco arriva… migliore cosa è tenersi pronti…’.

 

‘Allora… hai trovato…qualcosa??’.

‘Pochissimo… Ho aspettato che gli Albhed Psyches finisseso la pastita pes fasmi psestase le loso informazioni su di lui…!!’.

A quelle parole di Chicco, Aisha pensò di andare ancora all’attacco. In quel momento si trovavano nei pressi dell’ingresso dello stadio, in attesa delle squadre. Doveva avere quelle informazioni prima di tutti se voleva avere l’esclusiva e diventare ricca. Infatti, quello era da sempre stato il suo, il loro sogno, e ciò l’aveva in parte spinta a fare l’intervistatrice, per cogliere l’occasione giusta. Viveva a Luka ormai da tre anni, e si poteva capire quanto era questo suo impegno al riguardo. Nella lunga pausa tra la precedente partita contro i Kilika [cap.18] e questa, aveva interrogato tutti i compagni dei Besaid Aurochs, senza ottenere nessuna informazione utile. “Boh, e chi lo sa?? Dicono che sia di Zanarkand, ma non ci credo…” disse il centrocampista Letty. “E’ il nostro nuovo capitano…” rispose invece Datt, mentre faceva i pesi. La risposta chiarissima e davvero di grande aiuto fu quella del portiere cicciotto Keepa. “E’ biondo…munch, munch…” con un paninazzo al salame in mano, che quasi faceva vomitare a quella ragazza mulatta. Aveva poi saputo che Wakka ne era un grande amico, però impegnato nel pellegrinaggio con la nuova invocatrice Yuna, impossibile da non conoscere. Di lei si sapeva quasi anche il passato addirittura, e dei guardiani si conoscevano di più solo l’ex degli Aurochs ed Auron. L’uno perché era il capitano della squadra più scarsa in assoluto, anche se molti iniziavano a cambiare idea, l’altro perché ci si chiedeva se lui era proprio lo stesso di mille anni fa, cosa che appassionava i più curiosi.

‘Io…non ho…trovato…un granché… So solo quello che… la gente dice…’ riprese la pantera, mentre si avvicinarono di più all’ingresso dello stadio, là dove le squadre passavano per entrare negli spogliatoi.

‘Gli Albhed dicono che l’hanno visto a fase il guasdiano assieme a Wakka con Yuna…’ disse il tappo con i capelli a caschetto, già pronto con blocchettino, penna e macchina fotografica.

‘Aspettiamo… ho un’idea… E su quel…simbolo?’ chiese lei con voce passionale.

‘Vediamo…’—e tira fuori una decina di carte alla rinfusa, che teneva piegate in una tasca—‘…Era lo stemma della città di Zanaskand, che coincideva con quello della squadsa… ci sono vasie leggende legate ad essa, ma non ho ancosa scopesto niente…’.

Il discorso venne bloccato quando una folla inferocita di intervistatori e giornalisti, con telecamere e flash scattati ovunque si avvicinò a loro spingendoli e rendendoli quasi come sardine nella folla di gente ammassata.

 

‘Q…quanta gente…!! Era da tanto tempo che…’.

‘Seguimi…altrimenti da qui non ci muoviamo più… Permesso…scusate….’ disse Wakka trascinandosi il compagno per un braccio, cercando di crearsi delle vie contro quella marea. Grazie all’aiuto dei controllori dello stadio, riuscirono in breve tempo a raggiungere gli spogliatoi. La squadra era già lì da qualche minuto, eccetto Keepa, che aveva avuto un certo languorino e sarebbe arrivato più tardi. Erano piuttosto fiduciosi nei volti, grazie a quella precedente vittoria contro i Kilika, che li aveva davvero gasati e caricati alla grande, e Wakka ne era contento ora più che mai.

‘Bene, ragazzi… spero che non abbiate poltrito in mia assenza!!’ fece lui davanti alla squadra, mostrando bene petto all’infuori.

‘No…assolutamente….anzi, abbiamo lavorato sodo!!’ gli rispose Jash, il difensore dalla pelle scura, mostrando il pugno chiuso.

‘Sì…abbiamo anche avuto molte interviste!!!’ continuò Letty, che era seduto con gran sicurezza.

‘Incredibile…stiamo diventando famosi!!!’ ribatté invece Botts, forse il più scarso della squadra. Già si montano la testa… ma giocano per passione o solo per essere conosciuti?! L’importante è che diamo una lezione agli altri, dopo essere stati presi così tante volte in giro…

‘Lo diverremo di più se vinciamo il torneo…avete pensato pure a questo??’.

Alle parole piene di certezza di Tidus tutti un pochino ammutolirono. Non erano molto convinti di arrivare fino in fondo, dopo tutte le figuracce degli anni passati. Però di certo non poterono fare a meno di sorridere o annuire timidamente.

‘Heeeeyyyy…ragazzi!!! Ceeeerto che ce la faremo!!! Dobbiamo essere sicuri, certi!!!’ riprese Wakka, davanti a tutta la squadra, quasi abbracciando il compagno affianco.

‘Piuttosto…qual è la situazione al momento??’ riprese.

‘E’ sulla lavagna…c’è tutto!!’.

Essa era bianca e lucida, sulla quale vi si era scritto con l’aiuto di un pennarello rosso. Anche se la scritta era da cani…

 

Guado Glories – Albhed Psyches  1 – 0                    Luka Goers, Guado Glories e Besaid Aurochs 4

Besaid Aurochs – Kilika Beasts     2 – 0                    Albhed Psyches 3

Ronso Fang – Luka Goers             1 – 2                    Kilika Beasts 1

                                                                                     Ronso Fang 0

 

La loro felicità era data anche da quell’incredibile numero segnato alla lavagna. Mai, in due partite, erano arrivati a così tanti punti. Qualcuno già si vedeva circondato dalle ragazze, un altro da montagne di panini gratis, un altro ancora pensava alla gloria e alla fama. Però tra il dire e il fare… certo, nessuno vietava di sognare…

‘Ehm…scusate…posso fare una domanda…?’ disse timidamente Botts, il codino rosso, alzando la mano destra. Tutti lo guardarono. Questo…lo imbarazzò ancora di più.

‘E…ecco…io fino ad adesso non ho più visto la nostra bidella Noemi…non so voi se….’. Queste…domande!!! Deve interessarti davvero tanto quella ragazza!! Ora cosa dico?

‘Ahahaahah!!! Ora si deve pensare solo alla partita!! Poi…andremo a cercarla!!’ rispose Wakka, appoggiandosi ora alla lavagna. A…a cercarla??

 

Gli spalti iniziarono a gremirsi appena appena vennero aperte le porte. Almeno due terzi del pubblico erano tutti Guado, alcuni da Guadosalam, altri invece abitavano lì stesso a Luka, altri venuti chissà da dove a piedi, anche percorrendo strade piuttosto pericolose tra i mostri. Tra quegli spettatori e tifosi regnava una grande sfacciataggine, ripetendo tra loro che avrebbero vinto anche ad occhi chiusi. In realtà, senza ammetterlo, erano meno sicuri del solito. Non avrebbero mai immaginato quella super partenza di quella squadra sempre fallimentare. Ma, stando alle leggi della probabilità, erano fin certo sicuri che stavolta sarebbero stati sfortunati ed imbecilli come al solito. “Senza Wakka, poi…il migliore della squadra…che idioti!! Si vede che si era stufato pure lui ihihihi…”,”Figurati se lo scemo che dice di arrivare da Zanarkand possa fare tutto da solo!! Avrà fortuna, avrà tecnica, ma se hanno un portiere che fa acqua da tutte le parti, cosa vuoi che faccia...??” si dicevano tra loro ridacchiando. Così continuavano a gridare il nome del loro capitano, un attaccante svelto ed agile, di nome Zazi. Un tipo piuttosto serio e zitto, ma quando si trattava di scatti, gare e competizioni, non lo batteva nessuno. Forse era addirittura più veloce degli stessi Hypello [cap.21].

Una minoranza delle ragazze Guado sembrava simpatizzare per il nuovo capitano della squadra avversaria. Certo, volevano una grande vittoria da parte di quelli di Zazi, ed anche schiacciante, ma avrebbero voluto anche conoscere l’altro, o almeno riceverne un autografo. Forse nascondevano tra loro questa loro strana ammirazione o il motivo di essa. Ad alcune interessava perché era misterioso, poiché non si sapeva niente o quasi di lui, altre erano curiose per la figura fatta nelle altre partite, ad altre ancora piaceva perché lo trovava piuttosto carino. Quando il telecronista iniziò a parlare dei Glories, un boato colse tutti al volo, e si misero a tifare insieme come un’unica anima.

I tifosi degli Aurochs non avevano mai occupato così tanti posti prima d’ora. Iniziavano ad urlare, a schiamazzare, agitare bandierine, bloccandosi di colpo appena gli altri tifosi mostravano la loro superiorità e maggioranza. Certo, una loro vittoria non era così probabile, ma contavano ora sulla nuova carica che avevano i loro ragazzi.

‘Ecco a voi!! Le squadre stanno entrando in campo!!!’ disse il telecronista al megafono, seguito poi da un'altra voce, quella del commentatore.

‘Oggi i Guado Glories sono davvero in forma!! Farà un altro dei suoi famosi scatti Zazi??!’.

‘Yeeeeesss!! Forse vedremo altre prodezze anche dell’altro capitano…’ detto questo il telecronista staccò la linea e si girò verso i collaboratori, sbattendo almeno tre volte il pugno chiuso sul tavolo. Subito arrivò un tizio che corse come un pazzo a consegnare alcuni fogli alla rinfusa.

‘Bene…Oh! Sappiamo ora che Tidus è anche un guardiano della nuova invocatrice…!!’.

La palla era già al centro dello stadio. Il telecronista si girò con sguardo fulminante verso quel tizio, parlando a bassa voce per non farsi sentire in diretta.

Un Blitzer…guardiano??!! Non solo siete INCAPACI, ma anche senza CERVELLO!!! Vi farò licenziare tutti!!! E…ehm…spero che sia una buona partita!! Che vinca il migliore!!!’.

La palla venne lanciata verso l’alto per mezzo di un turbine artificiale dal fondo al centro dello stadio dopo il fischio. Le squadre si guardarono in faccia. “Vi stracceremo” pensava Yuma, proprio l’amica di Yuna, che era il portiere dei Glories. “Speriamo che non ci massacreranno!!’”pensava invece Datt in attacco.

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Capitolo 29
*** Cap.29: Seduction ***


I tifosi degli Aurochs erano già rimasti ammutoliti dopo il primo tempo. Gli scatti di Zazi erano micidiali per chiunque, e la sua squadra avversaria resistette solo per una decina di minuti, grazie agli attaccanti Datt e Tidus. Il primo dopo un po’ si stancò di sacrificarsi tutte le volte in difesa, dando, con la sua velocità, man forte a Botts, che restava imbambolato a quel turbine; il biondo invece non riuscì dopo un poco a scattare come si deve, per via di diverse fitte che sentiva, per colpa di quel bel colpo mattutino. Ma il vero problema dell’ex-squadra di Wakka erano i passaggi. I Guado erano fortissimi nell’intercettare i palloni ed indebolire la potenza dei tiri. I Guado continuavano a guardare fieramente il tabellone, che segnava un netto 0 a 2.

‘Sembra che gli Aurochs siano un po’ lenti nei confronti dei Guado!!’ fece il telecronista.

‘Già…i Guado sono deboli nei dribbling, ma imprendibili quando scattano!!’.

A volte preferisco che stiano zitti… non si vede già dal tabellone??!! Che botta!! Avrei già calciato se non fosse stato per quel colpo… E poi quel sogno… quell’uomo assomigliava così tanto a mio padre nell’essere così duro e spregevol…

Immerso nei suoi pensieri, cercando di non infuriarsi per il risultato, non si accorse dell’arrivo del centrocampista avversario Nav, un tipo dai capelli più chiari dei suoi e molto scuro di pelle. Questo, forse per la velocità o per la fierezza dei goal appena fatti, lanciò il pallone quasi ad occhi chiusi verso Pah, il difensore di fascia, che andò a finire duramente sullo stomaco del biondo. La palla venne ripresa dal difensore Jash, che notò il compagno piegarsi per un momento. Ma non sembrava mostrare dolore, piuttosto stupore. Ma per cosa? Datt chiese subito la palla da lontano, intercettata però dal solito Nav. Letty non fece altro che gesticolare per tutta la partita. Veniva sempre lasciato libero, completamente smarcato, ma più volte Zazi, quasi comparendo dal nulla, sorprendeva tutti. Ed arrivato lì, avrebbe distrutto la difesa con la sua velocità e segnato come niente. Era così che aveva segnato i due goal.

Wakka era sugli spalti con le mani sul volto. Non sapeva se continuare a guardare come era in difficoltà la sua squadra, o piuttosto evitare, volgendo lo sguardo altrove. L’effetto tanto era lo stesso: ai lati infatti si trovavano solo i Guado in visibilio. I tifosi dell’altra squadra, la sua, quasi si nascondevano. Alcuni, come Botts e Keepa, avevano perfino paura, altri come Letty e Datt continuavano ad impegnarsi a fondo per evitare figure più imbarazzanti. Pensava, forse pregava che la partita sarebbe finita presto, almeno per evitare il peggio.

Ho…ho sognato i suoi ricordi!! Questo le deve essere successo quando era piccola!! Forse…forse…riuscirò…!!

Grazie ad passaggio sbagliato un’altra volta per l’eccessiva sicurezza di Nav, Tidus riuscì a recuperare palla, ed iniziò a scattare senza guardare nessuno, come se avesse ricevuto una carica indescrivibile. Datt lo vide muoversi di colpo, e assecondò il suo attacco, con Letty che continuò a richiedere palla. Riuscì a schivare l’attacco veloce di Zazi e poi quello di Pah, aiutando l’altro attaccante a smarcarsi per bene.

Così…così… io…finalmente…finalmente… Continuò la sua corsa fino a quando i suoi occhi non incrociarono quelli di Nav. Lui iniziò un tackle aggressivo su di lui, che lo evitò facilmente, passando la palla a Datt, che caricò il tiro, imparabile per Yuma a quella distanza ravvicinata.

Il goal risvegliò i tifosi scoraggiati, anche se finì in quello stesso istante la partita, sull’1 a 2. Quel risultato era stato preso come se valesse addirittura un pareggio insperato. Da cosa si poteva pretendere da una squadra come quella??!

‘Non ci posso credere…sono riusciti a segnare!!!’ fece il telecronista.

‘E’ vero!! I loro attaccati sono molto migliorati!! Non era facile schivare Nav!!’.

Queste ed altre lodi varie si mischiavano alle urla dei tifosi, da una parte e dall’altra ugualmente contenti. Era come se avessero vinto entrambe, e da fuori, chi aspettava le altre partite, non si capiva chi aveva effettivamente vinto.

Wakka in quell’istante avrebbe dedicato un monumento d’oro a Datt e baciato Tidus appena l’avrebbe visto. Erano idee che ferivano il suo orgoglio e la sua reputazione, e che si levò immediatamente dalla testa. Così scese di fretta verso gli spogliatoi, bloccato però dalla lunga coda di giornalisti e fotografi già pronti a fare domande.

Gli Aurochs in un primo momento abbracciarono Datt tutt’insieme per il goal salva-reputazione, per poi guardarsi intorno. Non potevano parlare sott’acqua, ma la domanda era la stessa nei pensieri di tutti. Il capitano dov’era?? Sparito, di colpo.

 

‘Da dove hai pseso quei vestiti?’ chiese Chicco, mentre erano in coda, più avanti di Wakka. Anche loro avevano visto la partita, anche se i Guado erano piuttosto altini sugli spalti.

‘Ho…scassinato un armadio… e l’ho trovato… Ora…quello che devi fare… è venire con me…sfruttare la tua bassa altezza… e seguirmi…’ iniziò la pantera, già vestita. Finalmente il tappo l’aveva trovata. Lei avanzò tra la folla sfruttando l’uniforme dei controllori, ma forse anche il suo passo felpato e danzato, che ammirarono in molti, tanto che ad alcuni l’istinto fece uscire la lingua senza pensare. Chicco la seguì mettendosi di dietro, senza fiatare e sfruttando attentamente l’ombra dell’alta sorella.

‘Scusate…permesso…spostatevi…’ iniziò a dire, imbambolando gli uomini con la sua voce così calda. Così entrambi, senza essere fermati da altri “colleghi”, raggiunsero lo spogliatoio, quando ancora le squadre festeggiavano l’una la vittoria e l’altra il goal della bandiera.

Uff… mi fa ancora male… ma sono davvero tranquillo ora… ora che si fida di me… Ed ora…

Tidus era seduto a gambe incrociate per terra, appoggiato con la schiena e i vestiti bagnati fradici sul muro accanto alla lavagna ancora scritta. Avrebbe voluto stare qualche minuto da solo un po’ in tranquillità, tornando prima degli altri negli spogliatoi. Il bello è che aveva percorso l’intero tragitto in davvero poco…forse troppo poco tempo e si chiedeva come aveva fatto, fino a quando sentì dei passi lenti avvicinarsi.

Oh! Stanno arrivando gli altri…abbiamo perso, ma siamo ancora in gioco!!

Non poteva essere la squadra. Erano troppo cadenzanti e ridotti i passi che sentiva. Subito ebbe un brutto presentimento…

La porta si aprì dolcemente ed entrò proprio quella che desiderava non vedere più in vita sua. Puntuale il tappetto, che aveva ormai preso una mania su di lui, in tutti i sensi. Il biondo rimase come pietrificato, mentre diverse gocce le rigavano la fronte tutta bagnata.

‘Scusate… abbiamo il… permesso dei controllori…’ disse lei in uniforme, avvicinandosi a passi felpati verso di lui, che iniziò a perdere il fiato appena risentì quella voce sensuale. Il fratello, invece, saltellò come un pazzo, e cercò da tutte le parti un asciugamano per il primo obiettivo: l’ “autogsafo”, come pensava ripetutamente, come un disco rotto, nella sua testa.

‘Co…come?? Cosa?’ rispose il biondo a voce rotta, sentendosi ancora addosso le sensazioni che gli aveva dato Aisha la scorsa volta [cap.18]. In nanosecondi si era alzato e faceva finta di camminare normalmente quando voleva in realtà dileguarsi in un modo o nell’altro.

Lei lo osservò sorridendo. La faceva davvero ridere guardarlo, e soprattutto iniziavano a piacerle quegli azzurri occhioni supplicanti che mostrava. La catturavano con la loro dolcezza, impensabile in quella situazione.

‘Ho sentito…che è anche un guardiano…lo sa che…non è mai successa…una cosa simile? Come…fa??’.

Aisha lo fissava con occhi seducenti, forse senza rendersene conto. Lui era in preda al panico, e il cuore gli salì in gola.

‘Pe…perché?? E’ strano?? Significa…che…sono…il primo!!!’.

Lei avanzava lenta e sicura, come faceva anche normalmente. Per Tidus era invece come se avanzasse la morte in persona.

‘Beh…devo ammettere…che è pieno di energie… non è facile… Avrei alcune domande da farti… posso…darle del tu…??’.

Quegli occhi le piacevano davvero tanto. Non si staccò nemmeno un secondo da essi, se non per battere le palpebre. Era ormai a pochi passi lontano da lui, che aveva raggiunto l’angolo più lontano, bagnando senza accorgersi, tutto il muretto strisciandoci sopra.

 

Auron osservò il percorso ghiacciato che gli stava davanti. Ogni cosa, ogni figura, gli ricordava il grande invocatore e quel pazzoide del suo compagno. In fondo in fondo gli stava un pochino simpatico… anche se la prima volta che lo vide sembrava un perfetto ubriacone da strapazzo…

 

 

Flashback

 

 

Braska ed il guardiano in codino arrivarono finalmente al carcere che si trovava un po’ lontano da Zanarkand. Era un posto appena costruito, con le mura di color verde e scarsamente decorate, pieno di guardie qua e là. Non c’era ombra di finestre o porte, tranne quella di ingresso. Essi si avviarono con permesso verso le celle, e solo una di esse era occupata, e chiusa da alcune sbarre di bronzo brillante. Si sentivano strani borbottii di una voce rauca, cos’ noiose che le guardie si erano un po’ allontanate.

Braska si avvicinò lì, e notò un omaccione seduto a gambe incrociate, a petto nudo scoperto con un tatuaggio grosso e nero sopra, a forma più o meno di “T”, pantaloni per metà lunghi ed arancioni, e per metà grigi cortissimi. Portava una fascia rossa sulla fronte, scoperta dai suoi lunghi e sparati capelli castani scuri.

‘Sei tu quello di Zanarkand?’ chiese l’invocatore, ormai deciso. Auron gli era affianco, e provava tanto disgusto verso quello che volse la testa alla sua destra chissà dove.

‘Ehhh?? Si…Cosa volete?!’.

‘Oh…mi scusi…non mi sono presentato…sono l’invocatore Braska… Ed ho bisogno di un altro guardiano, come vede… Mi sembra il tipo adatto per questo…’.

‘COSA? Ma…!! Scusate se obietto, ma… quello è un ubriacone!!! Vi sembra una persona giusta per fare il guardiano??!!’ disse quello affianco, squadrando non poco prima l’invocatore e poi l’omaccione.

‘Oh, avanti Auron!! Anche io sono particolare…ti pare che possa fare l’invocatore uno che ha sposato un’Albhed??!! Ormai siamo in gioco…’—poi si rigirò verso il prigioniero—‘...Ti propongo un affare! Io ti libero da questo carcere e tu vieni con noi! Finito il viaggio, ti riporteremo nella tua città… ah! Come ti chiami?’.

‘Jecht…o Dark Crow, meglio…!!!’—poi si alzò di scatto, mostrando il petto ed un volto orgoglioso—‘CERTO che accetto!! Chi vorrebbe essere rinchiuso in questa topaia!!??’.

In breve tempo le guardie, confuse non però quanto Auron, eseguirono la richiesta dell’invocatore, che si fregò di tutti i rischi che potevano essere connessi. Era estremamente deciso a portarlo con sé. Mentre discuteva con le guardie, gli altri due di trovarono da soli in una sala vicina.

‘Libertà…ohhhhh…finalmente libero!!! Ci vorrebbe un po’ di vodka per questo!!’.

Il guardiano già iniziava a non sopportarlo. Aveva sentito in giro di ruberie, risse, e confusione da parte di gruppi di ubriachi, e lui sembrava esserne il leader. Il bello è che era un guardiano come lui adesso ora!! Si girò di scatto verso Jecht, con sguardo durissimo.

‘Guarda che fare il guardiano comporta molta attenzione e responsabilità!!’.

L’altro si girò come divertito all’idea.

‘Ahahahah…e che problema c’è?! Ah! Cosa…farebbe un guardiano??’.

 

 

Ma…ma q…quando arrivano??!! Quando?? Quando??

Aisha si avvicinò prendendolo per le sue mani inguantate, un po’ tremolanti ed ancora bagnate, forse per i guanti che portava, e le strinse quasi con passione.

‘Ah…perché porti questi…guanti? E’ strano… non sei…un portiere…’.

Avrebbe voluto rispondere all’istante prima dell’attacco della pantera. Ma non riusciva a rispondere. Infatti, non sapeva per niente il motivo per cui li portasse. E così, nel panico, era difficile anche trovare una buona scusa. Lei iniziò ad usare le sue armi. Si avvicinò con le sue labbra carnose fino a pochi centimetri dal suo petto semiscoperto, mentre lui continuava a sudare freddo come un pazzo, cercando di difendersi, ma il suo panico era un punto a favore della pantera.

‘Perché…sai…molta gente…’—e si avvicinò al suo orecchino sinistro, notando quello stesso simbolo della catena—‘…vorrebbe conoscere…questo nuovo campione…’.

Mentre Chicco aveva trovato finalmente una modesta pezza per asciugare le mani del suo idolo e acchiappare l’autografo, Aisha approfittò dello shock di Tidus per sfilargli il guanto nero della mano destra per vedere cosa nascondesse. Ella rimase parecchio stupita. Il biondo ormai guardava davanti a sé, perso, senza muoversi, contro il muro.

‘Potsesti intessompese?? Vossei che mi facesse un autogsafo!!’ chiese il fratellino, tirando più volte l’uniforme della sorella. Ma subito si sentirono dei passi: era la squadra che tornava.

‘Chicco… dobbiamo andare… noi non possiamo stare qui…!!!’ tagliò corto la pantera, che, prima di andarsene, osservò ancora quei grandi occhioni. ‘E…stavo dimenticando…’.

 

‘Dai, ragazzi…abbiamo fatto comunque bene!!’ urlava quasi Letty, soddisfatto per quell’unico goal, quando poi dovette schivare, come tutti gli altri dietro, un controllore che si mosse correndo a passo incantevole e veloce, seguita da uno strano tizio piuttosto basso che continuava a gridare.

‘L’AUTOGSAFO!!! IL MIO AUTOGSAFO!!!...’, ponendo la mano destra davanti a sé indietro, mentre l’altra sembrava essere tenuta dal controllore di fretta.

‘Ma che ha quello??!!’ chiese Jash.

‘Boooh…io ho fame!!!’ fece Keepa, toccandosi a rotazione la sua pancia non piccola.

Quando entrarono videro il capitano ancora contro il muro, muto, quasi immobile, che si era portato la mano sinistra sulla fronte bagnata, stavolta di sudore. Aveva uno strano stampo rosso sulla sua guancia destra.

‘Ahhhh!! Ecco dove sei stato… Hai la ragazza…eeeeeehhh??’ chiese Datt, facendo due gomitate leggere verso il compagno ancora sottoshock, seduto sulla panchina e circondato dagli altri, tranne Keepa, che era andato a prendersi un panino.

‘Perché non ci hai detto che hai una fidanzata??!!’ riprese Jash, davvero divertito. Forse l’unico a non esserlo era Botts. Si era messo in un angolo, stranamente pensoso ed invidioso.

‘Io...io non ho una fidanzata!!...Q…quella…è…è una pazza!!!’ disse lui, pulendosi almeno mille volte quella guancia, prima con il braccio, poi con le mani, e dopo perfino con lo straccio lasciato a terra da quel tappo scatenato. Aveva rimesso a tempo record il guanto senza notare nulla di strano per l’agitazione.

‘OOOhh…dai…non fare il modesto…!!!’. Modesto??!! Quella voleva aggredirmi!!!

Subito tutti tacquero. Quello che si sentiva era solo lo strano fiatone di Tidus, quando arrivò Wakka.

‘Menomale ragazzi…quel goal ci voleva proprio… altrimenti perdevamo il prestigio…Beh? Che succede?? Perché siete tutti lì? Tidus…stai bene??!’.

‘Sta bene…sta benissimo…ihihi…’ rispose Letty, dando pacche sulla spalla al compagno. L’ex-capitano, dopo un’alzata di spalle, spiegò loro per tutta la mattinata rimanente gli esercizi e gli allenamenti da fare prima della prossima partita, come passaggi, tiri e resistenza. I compagni, nell’attendere la prossima partita, sarebbero rimasti tutti a Luka, e lo stadio a volte utilizzato con permesso per gli allenamenti, assieme alle altre squadre. Molti si chiedevano ancora perché Wakka aveva chiuso con la sua eterna passione. Alla fin della fiera, era rimasto lì, con i suoi ragazzi, dopo tutto…

 

Aisha era voluta uscire subito dallo stadio trascinandosi Chicco. Raggiunto un angolo, nascose l’uniforme immediatamente, per poi fermarsi un attimo. Suo fratello era davvero furioso.

‘Uffa!! Ti avevo detto che volevo avese un suo autogsafo!!’ e si mise a pestare continuamente i piedi con prepotenza. Lei guardò in giro per controllare di non essere sentita, poi si chinò leggermente vicino al fratellino.

‘Ho tolto…uno dei suoi guanti…e sai che cosa?’.

Chicco cambiò espressione. In fondo, pensava, avrebbe avuto anche una terza occasione grazie sempre a sua sorella.

‘Cosa?’.

‘Nasconde delle strane cicatrici…a forma di vene…o a rami d’albero…’.

‘Cosa? Che razza di fosme sono? A meno che non si è voluto tagliase da solo in quel modo pes lasciassi il segno…’.

‘No…non credo…questo è…un altro mistero da scoprire…Abbiamo tempo…per un’altra ricerca…’.

Il fratello pensò un poco, mentre lasciavano lo stadio.

‘Senti…io mi occupesò del simbolo…tu ti occupi delle cicatsici… anche se io in sealtà non gliele ho viste…’.

‘Ho l’impressione…’—disse lei socchiudendo gli occhi—‘…che ci sarà…molto ancora da scoprire…’.

 

Auron era a guardare ancora il Lago Ghiacciato assieme alla maga, pensoso, quando notarono delle luci fioche provenire da dietro.

‘Sono tornati… è tempo di andare…’ e così la maga entrò nel locale, lasciando l’altro da solo che non si mosse nemmeno un poco. Alla sala di ingresso notò che l’invocatrice si era alzata e si era seduta vicino ad un angolo. Già si sentivano le risate di Wakka dalla camera.

‘Tutto bene? Ti sei riposata?’.

‘Si…tutto bene…a posto…’ rispose, prima di alzarsi subito dalla sedia, quasi ponendosi sull’attenti. Lulu la vide negli occhi. Non era serenissima, ma di certo più determinata della sera prima. Che era una dormigliona lo si sapeva e risapeva, ma qualcosa le diceva che non aveva dormito affatto quella volta.

‘Kimahri in pensiero. Fatto riposo?’ chiese il Ronso, appena entrato dopo la signora in nero. Anche di mattina teneva sempre quelle braccia conserte.

‘Si, si ,si…ora andiamo al tempio…lì incontrerò il Maestro per risolvere la questione…’.

‘…e prendere la sfera, no?? Sbaglio, o avete parlato anche di questa cosa??’.

Wakka e Tidus erano usciti dalle loro camere insieme. L’invocatrice venne stupita da quelle parole cariche di quest’ultimo. Vederlo lì fu una doppia sorpresa, sia perché non sapeva quando e per quale motivo c’era stato lo scambio, sia perché a differenza della ragazza egli sembrava di umore del tutto opposto. Sorrideva alla grande e le sue frasi erano piene di ottimismo e sicurezza. Lei non fece che rispondere con un sorriso dopo aver annuito. Rimasero a guardarsi ed a sorridersi per alcuni secondi.

‘Che hai da sorridere? Guarda che abbiamo perso!!!’ ribatté il compagno un po’ scettico.

‘E allora? Ci rifaremo la prossima volta! Tanto…possiamo ancora farcela, no?’ rispose quello affianco, mostrando i pugni chiusi come un giocatore di boxe e sferrando pugni lenti a vuoto. Era certa Yuna. Era successo qualcosa.

‘Sarà… ma mi dirai che mi stai nascondendo!!! Forza, andiamo!! Chissà da quanto tempo ci stanno aspettando!!’ fece poi lei, carica, uscendo dal locale. Era proprio vero che la notte aiutava…

‘Di che stava parlando?’ chiese l’ex-capitano al nuovo, così pimpante.

‘Boh…’. Adesso prendiamo le sfere e poi finirà tutto l’incubo. Sarà così. Sarà ed andrà come dico e voglio io.

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Capitolo 30
*** Cap.30: Unexpected Betrayal ***


Erano tutti fuori, già pronti per partire, quando si accorsero che mancava una persona in particolare.

‘Rikku!!! Manca lei!!!’ disse Yuna, che era circondata dai suoi guardiani. Ognuno doveva avere la testa sovrappensiero per dimenticare la ragazza più pimpante…e stressante per qualcuno…del gruppo.

‘Oooopssss… Mi sa che sta ancora dormendo!!’ rispose Wakka, facendo uno strano sorrisino, che a molti ricordava quell’odioso di Hypnel. Chissà che fine ha fatto…

‘Se lei preferisce dormire lasciamola pure riposare!’ fece invece Auron, che già forse non ne poteva più di quella pazza molla vivente. Stava già avviandosi per conto suo.

‘Auron!! Non possiamo lasciarla!! Già che ci siamo, aiutiamola a trovare qualcuno!! Insomma, hai portato qui la ragazza e Tidus, perché non lei??’ continuò la maga, che mostrava interesse invece per quella ragazza.

Lui si fermò un poco, girandosi per metà con la testa.

‘Perché non credo che possiamo fidarci di lei…’.

Tutti si lanciarono occhiatacce, eccetto il biondo, che guardava il cielo con strana felicità e con le mani dietro il collo, come per stirarsi.

‘Ma…perché? Che ha di male?’ continuò l’ex-capitano, alzando le spalle e continuando a guardare il guardiano professionista. Eh…Wakka… chissà che diresti se tu sapessi che è un’Albhed!!

‘Non lo so… però la dobbiamo svegliare… anzi, andrò io a svegliarla! Aspettatemi qui…e fermate Auron…!’ rispose Yuna, correndo subito verso la stanza di Rikku. Lei dormiva come un piccolo angioletto sognante. Il bello è che parlava nel sonno. La cosa fece ridere non poco l’invocatrice, che rimase silenziosa, e aprendo la porta leggermente, per non spaventarla.

‘Cid…Cid… yppeysu bancu em lynelu… banò…taju tende…lra…[Cid…Cid…abbiamo perso il carico… però…devo dirti…che…]’.

Era coperta fino al collo e sorrideva ampiamente. Portava le mani congiunte come in preghiera e poste sotto la sua guancia sinistra.

‘…ru…ru luhucleidu ihy bancuhy lra se ry yeidydu…. Hu, huh ih Albhed… lra banò…allu…[…ho…ho conosciuto una persona che mi ha aiutato…No, non un Albhed…che però…ecco…]’.

‘Ehm…Rikku? Svegliati… dormigliona...ehehehe!!’.

Toccate dolci qua e là la svegliarono pian piano. Yuna vide i suoi occhi senza pupille. ‘Alzati… dobbiamo andare…gli altri sanno aspettare…non Auron!!!’.

Lei si alzò dal letto con tutta calma. Forse era rimbambita, o forse era ancora o quasi nel sogno. Era davvero buffa. ‘Ehm…Yunie…che…che ore sono?’ chiese, stropicciandosi gli occhi.

‘Credo...mezzogiorno!!’.

La ragazza Albhed si svegliò di colpo. ‘M…mezzogiorno??!! Cavolo…peccato... è così bello dormire!!’.

‘Me ne sono accorta…’ e le mostrò un bel sorriso. Rikku si preparò in pochi minuti, così da uscire subito.

 

Mentre usciva dal locale si sistemò come meglio poté i capelli, liscissimi, e quindi facili da sistemare. Appena uscì si trovò il cuore in gola impazzito. Aveva bloccato il suo passo allegro come se avesse visto qualcosa di incredibile e scarsamente possibile. Aveva rivisto davanti a sé chi l’aveva aiutata tempo fa, che voleva conoscere ed incontrare.

‘Buongiorno!!’ le dissero contemporaneamente Wakka, Tidus e Lulu, ognuno a modo suo. L’Albhed ebbe gli occhi fissi a terra, come se provasse chissà che vergogna in un primo momento. Quante volte, in quei giorni, la sua speranza l’aveva portata a fantasticare, ad immaginare domande, risposte, passeggiate ed…ehm…

‘Ehi! C’è qualcosa che non va? Oggi siete tutti strani!!’ riprese l’ex-capitano ridendo, avvicinandosi.

‘Rikku!!! E’ da tanto che non ci vediamo!!’ esclamò il biondo, sorridendole di fronte e rifacendole il saluto con la mano. Era carico e sereno. Non so che scusa tirare fuori… ma ormai ha troppi sospetti…e mi sembra di potermi fidare di lei, in fondo…

La bionda vide il suo sorriso. Il fatto di vederlo lì, davanti ai suoi occhi, fuori da possibili sogni, le dava una carica impazzita, e si sentiva eccitata quanto mai.

‘Sei…qui!!!!??’—e dopo si mise a correre abbracciandolo davanti a tutti—‘…pensavo che fossi stato spazzato via da Sin!! Quanto sono contenta di vederti!!!!!’.

Lei era ben colorata sul viso, mentre lui lo era per imbarazzo. Tutti non fecero altro che ridere, anche se Kimahri sembrava più ruggire ed il guardiano in rosso invece non si faceva sentire.

‘Ehm…ok…ok…Rikku…ho…ho...capito la tua felicità…e…eheh…eh…he…’ le disse Tidus quasi sottovoce, senza sapere quasi dove guardare. Più che un abbraccio sembrava una morsa, e si chiedeva perché tanto fervore. Ella poi si staccò dopo alcuni secondi e si fermò a fissarlo con le mani congiunte, felicissima. Avrebbe voluto quasi saltargli addosso a momenti. Come se non l’avesse già fatto.

‘Sei vivo!! Pensavo di non rivederti più!!! Davvero!!!’.

‘Ok…ok… abbiamo tempo per parlarne… non stare rigida in quel modo… Perché sei così rossa?’ continuò lui, sorridendole, ancora un po’ imbarazzato.

‘Oh…niente…sentivo…sentivo caldo sotto le coperte… ma…’—vede gli altri che la fissavano allegramente—‘...dovevamo andare…no?‘.

Molti continuavano a ridere anche dopo. Come faceva a sentire caldo con quel freddo?? Lei stessa chiese poi una giacca da Yuna. Una cosa era certa: era imbattibile nella carica e nella felicità.

 

Il sentiero era pieno di neve, ghiacciato. Gli alberi del bosco si vedevano sbiaditi per via dell’umidità presente, e tutt’intorno non c’era altro che bianco, bianco, e bianco di collinette. Fortunatamente la neve era dura, e questo impediva ai pellegrini di sprofondare. Wakka, il Ronso ed Auron erano già pronti a liberare la strada, contro molti mostri diversi, ma sempre noiosissimi, che facevano perdere tempo a tutto il gruppo. Rikku restò affianco a Yuna. Aveva bisogno di consigli, pareri, aiuti. Ma qualcosa le diceva che doveva fare di testa sua. Era davvero eccellente nel trascinare le persone con il suo umore incontrollabile. Avrebbe aspettato il momento giusto.

‘Heeeeeeeeeeey!!!!’.

Dei tre, solo Wakka si girò verso il biondo, che agitava il braccio sinistro. ‘Cheeee??’.

‘Mi sembra divertente il…vostro lavoro!! Posso darvi una mano?’.

‘NO! Resta al tuo posto, prima che fai danni più seri!’.

‘Oh, avanti Auron!...‘—poi continuò cercando di imitare la sua voce bassa—‘…non vorrai fare una gran fatica…’.

Wakka sembrò piuttosto divertito. Non era male ad imitare la sua voce. Ma in un istante il suolo vibrò ai loro piedi. Erano ormai arrivati sul lago ghiacciato. Una distesa enorme di ghiaccio, liscissimo, perfetto per pattinare. Tutto era bianco, anche il cielo, per via della grande umidità. Il percorso continuava più avanti, superando un arco di ghiaccio cristallino e trasparente, che ricordava quelle forme avviluppate del bosco. Ebbene? Perché tremava il suolo?

‘Dannati Albhed!!! Sono arrivati!!!’ esclamò l’ex-capitano, quando vide un’enorme macchina avvicinarsi da una collinetta a ridosso del lago, dotata di un grosso e robusto trapano di fronte, ed ai lati due braccia meccaniche che si muovevano a scatto e terminavano con grosse mani robotiche che si aprivano e si chiudevano a pugno. Era cingolato e molto pesante, tanto da muoversi molto lentamente, ma in grado di superare ogni ostacolo. Sotto il trapano era presente una fessura chiusa, da dove venivano lanciati proiettili e missili. C’erano tre tizi Albhed affianco ad esso: due erano quelli che avevano già attaccato il gruppo due volte [cap.11,22], mentre era presente un altro, di pelle opaca non tanto scura, e con il petto e le braccia coperti quasi totalmente di tatuaggi blu a forma di fiamma. Da quella distanza, era la cosa che più si notava. Sembrava essere il capo del gruppo.

‘Rikkuuuu!!! Icy m’Eliomagilite!! Cbucdyde ty mì u jannye dnyjumdy tymma pnylley sallyhelra!! Yppeysu cybidu te diddu at uny ceysu jahide xie!! [Rikkuuuu!!! Usa l'Eliomagilite!! Spostati da lì o verrai travolta dalle braccia meccaniche!! Abbiamo saputo di tutto ed ora siamo venuti qui!!]’ si mise ad urlare quel tatuato, usando la mano come megafono. Gli altri due Albhed si guardarono squadrati.

‘Sy l'è yhluny xiammu, m'rye jecdu??!! [Ma c'è ancora quello, l'hai visto??!!]’.

‘Tuppeysu tenkmeamu!! [Dobbiamo dirglielo!!]’.

Sy Cid jiuma lra… [Ma Cid vuole che…!!]’.

‘Ri…Rikku?? Cosa…vogliono da lei?’ chiese Yuna, ma nessuno fu in grado di rispondere, anche perché la macchina approfittò subito della discesa per aumentare la sua velocità di avvicinamento. La neve che continuava a cadere riduceva la visibilità.

‘State attenti!!’ gridò il guardiano professionista impugnando la sua katana, quando la macchina arrivò sul lago, causando un profondo tonfo che fece indietreggiare tutti. Un colpo di vento fece arrivare la neve sollevata all’altezza degli occhi, rendendo più difficile la situazione. L’unico a non soffrirne fu il Ronso, che subito attaccò la macchina con la sua potente lancia.

‘Yuna!!!! Invoca un Eone!!!’ urlò Wakka, quando la macchina si avvicinò verso di lui. Sembrava essere dotata di una corazza dura e spessa, che forse solo la magia poteva sfondare.

‘Allora, Auron??!! Posso SI o NO darvi una mano????’ ribatté Tidus al guardiano, con aria provocatoria. Voleva proprio aver ragione.

Kimahri venne colpito in pieno dalla mano meccanica sinistra, che lo scaraventò violentemente contro il lago durissimo. Lulu stava prendendo il libro magico, mentre Yuna già tirando fuori la sfera. La mano destra libera della macchina la anticipò e la acchiappò come una bambola, sollevandola come niente. Per terra caddero le sfere di Djose e di Besaid, e con esse anche la sfera schiacciata che gli venne data dal Guado a Guadosalam [cap.23]. Lei cercò di vincolarsi in ogni modo e cercò aiuto. I guardiani corsero insieme verso la macchina, mentre la maga afferrò al volo la prima sfera che gli era capitata tra le mani per lanciare un incantesimo.

Tidus vide l’invocatrice tenuta come un cono di gelato in mano. Recitò al volo una formula con la mente, Blizzara, senza l’uso di alcuna sfera. L’attacco magico però si infranse in una invisibile barriera magica che avvolgeva la macchina. Il fulmine dal cielo si divise appena toccò la barriera e si diffuse in altri posti, tutt’attorno.

‘Cosa?!’ esclamò lui, mentre la macchina iniziava ad allontanarsi.

‘E’ protetto da una barriera magica con la formula Shell …’ rispose la maga.

Quella macchina aveva tutta l’intenzione di portarsi via l’invocatrice.

‘Co…cosa facciamo??!!’ urlò l’ex-capitano al gruppo, che non sapeva cosa fare per bloccare la macchina. Il Ronso si rialzò appena riprese conoscenza, con l’aiuto della sua lancia.

Dalla collinetta, scesero i tre Albhed, e con esse una persona, che era però indistinguibile sotto quella feroce caduta di neve. Volevano raggiungere il loro marchingegno.

Dispel!!! Dispel dovrebbe funzionare!!! Esso elimina la magia Shell… ma serve la sfera di Bevelle per fare un incantesimo simile!!!’ rispose Lulu, che non aveva altre soluzioni.

Dalla macchina iniziavano a liberarsi delle piccole scintille arancioni e brillanti dal basso verso l’alto. Wakka conosceva bene quelle scintille, ed iniziò a sudare freddo.

‘Stanno…stanno usando l’Eliomagilite!!! Vogliono fuggire di qui!!!’.

Quelle parole furono pesantissime. Ma cosa potevano fare per fermarli, se la magia non funzionava? Un lampo colpì Auron, che si voltò di scatto verso Tidus, prendendolo per il braccio sinistro e spingendolo in avanti.

‘Cosa aspetti??!! Vuoi o no usare Dispel??!! Tu lo puoi fare senza sfere!!!’ gli gridò, agitandolo, ma lui non rispose. Si era fermato, come tutti gli altri guardiani dopo. Sulla macchina, avvolta dalla luce, erano presenti i tre Albhed in piedi, e con loro c’era anche quella bionda, pimpante e caricatissima Rikku, che si mise a gridare verso di loro, agitando una mano.

‘Perdonatemi… ma non dovete preoccuparvi…lo facciamo per il suo bene!! Ci sono altri modi che la magia Sunshine per sconfiggere Sin!! Ehm…Wakka!!! Ho preso io la tua Eliomagilite… te la restituirò poi!!!’.

Detto questo, si liberò una luce intensa per pochi secondi. La macchina sparì di colpo, e il silenzio calò sotto la neve gelida.

‘Yu…Yuna…’ balbettò il biondo, che forse non credeva ai suoi occhi, fissando le ultime luci e scintille. Affianco a lui era l’ex-capitano, ritto ed immobile per diversi minuti, con lo sguardo fisso, prima di esplodere tutt’ad un tratto, agitandosi come non mai.

‘RIKKU…UN’ALBHED????!!! E CI HA INGANNATI TUTTI IN QUESTO MODO??!! HA FATTO LA GUARDIANA, CI HA IMBAMBOLATI TUTTI E POI DICE DI FARLO PER IL SUO BENE??!! IO QUELLA LA…LA…!!’.

‘BASTA!!!’ lo rimproverò Auron, con sguardo fulminante. Dopo sospirò per poi riprendere a voce calma. ‘La ritroveremo…ovunque ella sia!!! Ci hanno studiato nei precedenti attacchi, ed hanno trovato il modo per bloccarci…’.

‘Ma…non abbiamo la minima idea di dove iniziare la ricerca…’ rispose la maga, posando lentamente il suo libro. Non si sapeva se era più preoccupata o più arrabbiata per quello che era successo.

‘E SEMPRE QUELLI!!! PERCHE’ NON DOVREI ODIARLI, EHHH?? QUELLO CHE FANNO CON LE MACCHINE PROIBITE, IL LORO PAGANESIMO!!! E…per colpa loro…’—abbassò la testa—‘…mio fratello non c’è più…’.

Il biondo lo vide con quell’espressione abbattuta e persa, e si avvicinò per confortarlo e tirarlo su, e trasformò la sua incredulità in determinazione, girandosi verso gli altri. ‘Sentite… ha senso se ci mettiamo a cercarla per tutta Spira andando alla cieca?? Andiamo avanti, per ora!! Continuiamo il nostro dovere! Prendiamo la sfera di Macalania…al Tempio ci sarà qualcuno che potrà darci l’Eliomagilite! Facciamo questo per ora…cosa possiamo fare? Stare qui fermi a piangere sconfitti??’.

Alcuni annuirono, altri rimasero o arrabbiati o perplessi. Cos’altro si poteva fare, quindi? Avere pazienza, prendere sfere ed informazioni…e poi? Tutti guardarono Auron, come chiedere con gli occhi “Facciamo così”?

‘Facciamo così… non abbiamo che altro fare…’ fece infine lui, che subito si incamminò verso il sentiero che portava al Tempio, superando l’arco ghiacciato. Lulu raccolse tutte le sfere, notandone una stranamente schiacciata, ma la sua mente era in quel momento più preoccupata per la sua invocatrice. Il dramma di Belgemine gli tornò, puntuale, in quel momento.

 

Il freddo era ancora più pungente con il rapimento di Yuna. Erano tutti tesissimi e pensosi, in cerca di una soluzione a tutti i costi. Non si può stare tranquilli che subito accade qualcosa…datemi un attimo di respiro!!

Uccidendo vari mostri qua e là, essi percorsero il sentiero ghiacciato e scivoloso, fino a raggiungere l’ingresso attraverso un altro percorso coperto, che portava sotto il lago ghiacciato. Il Tempio si trovava nello spazio tra il ghiaccio della superficie del lago e la sua acqua di sotto, distante centinaia di metri dalla superficie, che reggeva tutta la struttura del Tempio. Questo era a forma quasi ellittica, con diverse decorazioni di colore blu scuro-bronzo, con strani simboli e scritte sopra, e dalle cornici arrotondate e sporgenti. Si notavano due ingressi, uno a media altezza, l’altro nella parte più bassa del tempio, e i sentieri erano sempre di ghiaccio, e facevano un intero giro a spirale attorno prima di portare all’ingresso di media altezza. Il percorso poi usciva dalla parte posteriore per poi portare all’altro ingresso, sempre a spirale, riducendo la sua altitudine dall’acqua sottostante. Dalla superficie del lago ghiacciato, uscivano con forza, come in una giornata nuvolosa al tramonto, degli spiragli di luce fioca, dall’esterno. Quel sentiero non sembrava finire mai per Wakka, che sarebbe scoppiato di rabbia pura, e dato un cazzotto a chiunque Albhed gli sarebbe capitato a tiro.

Essi arrivarono tutti muti presso l’ingresso. Il freddo era indescrivibile, e, chi più, chi meno, aveva continui brividi. Erano tutti nelle mani del guardiano professionista di Braska.

Sulla porta era presente il sacerdote, vestito, anzi, imbottito. Un tipo calvo che aveva già fatto capire che aspettava l’arrivo dell’invocatrice, e non tanto quello dei guardiani. Ai lati della porta, erano delle insegne di colore scuro, tutte con uno strano simbolo sopra.

‘Salve a voi…’—e fece la riverenza—‘…ma…la vostra invocatrice dov’è??’. Già…vallo a dire ora a tutta questa gente quello che è successo!!

Auron, stizzito, forzò il passo ed entrò senza guardarlo in faccia. ‘Siamo noi che dobbiamo superare il Chiostro della Prova, no? Quindi non è necessario…’.

Gli altri seguirono, mentre il sacerdote non fece altro che grattarsi la testa. Aveva ragione… erano loro che dovevano sconfiggere il custode…

La sala interna era tutta tappezzata di tende ed insegne già viste fuori all’ingresso. L’ambiente era ben illuminato, e il pavimento, di color azzurro decorato in bianco, diffondeva ancora di più la luce che proveniva dall’alto. C’era tanta gente che pregava al suo interno, e tanto, tanto movimento e fervore, nonostante il freddo gelido. Vicino alle scale che portavano al Chiostro, erano presenti degli strani aggeggi, che facevano volare piccoli cristalli brillanti.

‘Ciao!!! Ragazzi!! E’ da tanto che non ci vediamo!!!’. Era Shelinda. Portava un sorriso indescrivibile: forse non era mai stata così contenta in vita sua.

‘Le nozze si avvicinano!! E guardate quanta gente che qui prega per le nozze!! Questo matrimonio rinsalderà i legami tra i Guado e gli umani!! E’ fantastico!!! Ma…dov’è Yuna??’.

Nessuno rispose. Anzi, si sfruttò l’acume di Auron. Dire che era stata sparita, sarebbe stato peggio di un attacco di Sin.

‘Fa freddo… e quindi siamo noi qui a prendere la sfera di Macalania…’ rispose Wakka, crucciato quanto mai.

‘Cosa c’è?? Perché siete arrabbiato? Oh…guardate questa gente!! Guardate quanto freme!!!’ e la sacerdotessa invitò i guardiani a vedere attorno. Qua e là era un via-vai di gente che fremeva, pregava, cantava e addirittura suonava. Ella non riuscì a resistere e si unì alle folle di fedeli.

‘Dobbiamo decidere chi entra nel Chiostro…’ fece notare la maga, che non aveva nessuna intenzione di perdere tempo.

Una Guado era lì e fischiava fortemente. Cantava una strana melodia, lenta, ed anche solenne.

Quando Tidus la sentì, si girò di scatto. Quella melodia gli era molto familiare, anzi…gli ricordava la sua infanzia. Come faceva a conoscere quella melodia?! Si avvicinò a lei, girata di spalle a contemplare la statua di Braska.

‘Ehm…scusate… voi…’.

Lei smise di fischiare si girò lentamente. Portava un abito lungo e decorato, di colore blu scuro e pallido, ed agli estremi ricamato con colori marroncini e con forme più strane. L’abito la copriva dal collo alle gambe completamente, e la sua pelle era azzurrina, ma molto vicina al colore di quella degli umani, e i suoi capelli erano castani, lunghi e mossi, con lunghe frange che gli cadevano sulla fronte e si aprivano a finestra. Essi in parte erano raccolti dietro a codino con un elastico rosso. Le sue orecchie e le sue dita erano poco allungate, e i suoi occhi verdi chiari, uniti al suo candido viso giovane, le conferivano un aspetto quasi angelico e sublime.

‘Oh… Ma!... Voi non siete mica Tidus, della squadra dei Besaid Aurochs?’ chiese lei, sorridendo e mostrando gran stupore.

‘Si…’. Lei continuò a sorridere. Non pensavo di essere conosciuto già…

‘Sono…sono una vostra fan!!! Mi piace come giocate!!! Ehm…mi presento!!! Mi chiamo Isabelle (Seymour) Guado...’ e fece il segno di riverenza.

‘Se…Seymour??’ esclamò lui, mostrando sorpresa inarcando le sopracciglia. Lei rise contenendosi. Aveva un grande senso del galateo.

‘Sì…cioè…sono sua cugina di primo grado! Sono la figlia del fratello di suo padre Jyscal…’.

 

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Capitolo 31
*** Cap.31: Fire-screen ***


Lulu richiamò i guardiani più seri a raccolta. Wakka aveva preferito più pregare per Yevon che andare al chiostro…in questi casi estremi, diceva sempre a se stesso, era meglio pregare il più possibile.

‘Andremo io e Lulu…’ fece subito Auron, pensando di sbrigare la faccenda al più presto possibile. L’invocatrice chissà dov’era e loro? Stavano lì a raccattare sfere? Se avessero avuto l’Eliomagilite, l’avrebbero subito usato…ma per andare dove, poi? Se avessero saputo dove ella fosse, avrebbero già avuto le idee chiare: prendere parte di quella polvere magica, ed usarla subito. Ma così…

‘Kimahri aspetta… Ma bisogna muoversi…’ e si diresse verso un angolo, da solo, il più lontano da tutta quella gente. Wakka era nell’angolo opposto, davanti alla statua di Braska. Faceva i movimenti rituali più strani, in ginocchio, alzando ed abbassando il bacino, con le braccia tese e rivolte verso la statua.

I due guardiani decisi salirono subito le scale ed entrarono nel Chiostro, preparando libro e katana.

 

Il percorso che portava al Naos del custode da affrontare era ancora più gelido e freddo dell’esterno. Era tutto fatto di ghiaccio. Le porte, gli archi, le colonne, e le volute…alcune parti del passaggio sembravano come quelli che passavano attorno ai nobili giardini, con decorazioni, volte dalle forme più curvate, e tutto splendidamente simile al cristallo. A volte questo era così trasparente che si poteva vedere cosa c’era oltre. Non c’erano enigmi, porte multiple, attacchi o tranelli. La vera prova sembrava una tremenda resistenza fisica contro il gelo più pungente in quel posto, che rallentava parecchio i movimenti, e con essi la mente. Più si avanzava, più il freddo si faceva sentire. Ma l’unica a subire il gelo sembrava la maga. Il compagno, infatti, si muoveva tranquillamente come se nulla fosse.

‘A…Auron…Aspetta! Uso la sfera di K…Kilika…fa t...troppo freddo…’ e prese al volo la sfera, recitando l’incantesimo Fire, creando una scia di fuoco aereo nell’aria intorno a lei, che riscaldava l’aria circostante, prima di congelarsi rarefatta. Lui invece fece una corta risata, e si fermò a guardarla. Attorno a lei erano piccoli spiragli di fuoco continui che volteggiavano a cerchi.

‘A quanto pare per prendere questa sfera servono dei maghi…altrimenti si morirebbe di ipotermia…’.

Stavolta fu la maga a fissarlo, mentre avanzava aprendo un’altra porta con difficoltà per il ghiaccio duro.

‘Ma…tu…non soffri il gelo…’ e lo seguì appena si sentì meglio.

‘Eheheh…un buon guardiano trova ovunque la forza per lottare anche contro il gelo… o contro se stessi…’.

Così lei avanzò con la sfera sulla mano sinistra, cercando di stringere i denti e continuare la via, a senso unico.

 

Isabelle portò Tidus vicino alla statua di Ohalland, affianco alle scale. Anche nei passi ella sembrava un angelo. Insieme contemplarono quell’immagine solenne.

‘Vedo…che siete guardiano di quell’invocatrice…allora quello che avevano detto allo stadio era vero!!’.

Lui si girò di scatto verso la ragazza, pensoso. ‘Ma!! Eri allo stadio??!! Avevi visto la partita??’.

‘Si!! Chissà che male quella pallonata che avevate preso! Mi è dispiaciuto un po’…’.

Poi si fermò quando lo vide di nuovo sorridere.

‘E…voi abitate qui??’ chiese lui, portandosi la mano destra sotto il mento.

‘No…diciamo che seguo mio cugino, anche se ultimamente non vuole parlare con nessuno…’.

‘Perché?’.

‘Non lo so…sai, i suoi pensieri, fin da quando era piccolo, sono stati sempre un mistero per me!! Lo conosco da tanti, tanti anni!’. Già…e non mi sembra tanto un tipo di cui ci si possa fidare…

‘Cosa sai di lui? Sarà stato un capo anche da piccolo, immagino…’.

Lei congiunse le sue mani aggraziate, e si girò verso la statua di Braska, senza distaccare il suo sguardo.

‘In realtà…la sua infanzia non fu affatto semplice… essendo di sangue per metà Guado e per metà umano, non era molto accettato da tutti…ed è per questo che ora il suo obiettivo è cercare di unire le due razze anche con il matrimonio….’. Che scusa!!!…secondo me si è innamorato di lei…

‘Beh…allora giuro che la sua educazione sarà stata da oscar…’ Quello è bravo solo a fare le fusa alle ragazze che gli piacciono!!!

Lei tornò a fissare Ohalland. ‘Questo si…insomma…era figlio di un Maestro...e si pensò da subito che sarebbe stato il suo successore! Era l’alunno più bravo della scuola nel credo di Bevelle, imparando le formule magiche e tutti i segreti delle Arti Proibite… ed è per questo che divenne custode della Gemma delle Quattro Arti… Una volta che Mika lo nominò Maestro di Yevon, divenne subito famoso per il suo impegno e le sue imprese! Secondo lui, il compito di un invocatore non è solo quello di sconfiggere Sin, ma anche pensare alla felicità tra le razze ed è per questo che…’.

Il biondo cambiò espressione e smise di seguire Isabelle appena sentì la citazione di quella gemma. Quella aveva l’impressione di averla già vista… ‘Un momento! Ma…quella gemma è una specie di anello extralarge che porta su un medio [cap.24]??’ e mimava con la mano l’inserimento di un invisibile anello sul medio dell’altra mano.

‘Esatto! E’ proprio quella! E’ molto potente…perciò ha bisogno di qualcuno che la metta al sicuro con sé, come un custode con la propria sfera nei Templi!’. Chissà come se la stanno cavando…

 

La maga, anche grazie al suo pesante vestito, riuscì a resistere fino alla fine, quando arrivarono ad un viale più grande, tutto di ghiaccio, che terminava con una doppia porta dello stesso materiale. Sembrava la porta per l’ingresso di una fortezza.

‘Credo che questa sia la porta del Naos…’ disse il compagno, che subito prese la katana e diede un colpo secco in mezzo, così da rompere il ghiaccio. Il freddo era tale da rendere immobili quelle ante. Oltre la porta distrutta entrò del caldo.

‘Mi sa che dobbiamo continuare il passaggio verso l’entrata più bassa del tempio che abbiamo visto prima…’ disse la maga, avvicinandosi verso l’uscita.

‘Là sotto c’è il Naos…andiamo…’ continuò l’altro, rimettendo la propria katana lucida sulle spalle. La via continuò a spirale verso destra in discesa, e ben più in basso là sotto si poteva vedere l’acqua del lago. Bisognava fare molta attenzione ed avere sangue per non caderci. Era molto facile scivolare e farsi un bel volo.

Arrivarono poi ad un’altra porta, non di ghiaccio, ma forse di legno, tutta decorata in diversi colori, che si aprì da sola appena giunsero davanti ad essa. Lanciava un rumore debole ma inquietante.

‘No…è questa la porta…’ fece lei, ritirando la sfera, che poteva farle perdere molte energie per il combattimento.

‘Lo è…me la ricordo… però non si apriva da sola! Stiamo attenti…credo che non siamo soli…’ e mise la mano pronta sulla katana, tenendosi pronto a tutto.

Entrarono in un’enorme sala, di ghiaccio brillante e decorato a rilievi, che creava volte a crociera, con colonne a capitelli compositi, con due navate laterali ed una centrale. Sembrava a momenti di stare in una chiesa, a prima vista.

‘Andiamo…stiamo pronti…arriverà…!!’ ed Auron si mosse davanti a Lulu, pronta con la sfera di Kilika. Contro il gelo, il fuoco era l’arma migliore.

Essi giunsero sotto una cupola emisferica, al centro della sala, dalla quale proveniva la luce.

‘Mi chiedo come faccia a stare un posto così ampio sotto un Tempio grande la metà!!’ esclamò la maga, guardando intorno l’enorme spazio ghiacciato.

‘E’ possibile quando c’è di mezzo un custode…tutto il gelo che c’è qui, compreso il lago, è tutto ad opera sua… A volte è capace di portarti anche in un’altra dimensione se vuole…’.

‘Cosa??!!’.

All’improvviso la cupola soprastante si ruppe in mille pezzi, lasciando cadere qualcosa che sembrava essere un abete, creando un frastuono che rimbombò per tutto il Naos. Aveva la lunghezza di una normale altezza di un adulto, e le minute foglie si muovevano come danzando, a destra ed a sinistra, dolcemente come le onde del mare. Le radici erano scoperte e senza terra, e tutto, dopo quei pochi secondi di sorpresa, tornò ad essere fisso, immobile e silenzioso.

‘Un…un abete??!! Cos’è…? Un tranello?’.

‘Probabile…aspettiamo…’.

 

 

ÑÑÑAltroveÐÐР

 

 

Gli Albhed, arrivati alla loro base, erano già scesi dalla macchina, tutti soddisfatti del proprio lavoro, anche se due di loro sembravano ancora preoccupati. Yuna era stata condotta da altri ragazzi lì pronti.

'Uny yppeysu m'ehjulydnela!! Vehymsahda…knywea ym leamu…’ fece il tipo con la pelle scura.

Quello tatuato a fiamma si rivolse a loro con i nervi a fior di pelle.

‘Any uny!!! Ca le vucce cdydu eu hakme yddyllre bnalatahde lra yjada vyddu, y xiacd'uny anyjyda yhluny mì yt ehcakienmy!! A jue lra 'cybada paha icyna ma syllreha'… sy ca huh cybada hassahu clakmeana xiamma keicda!!!'.

‘Oh, Fratello…Huh accana ynnyppeydu!! Me yppeysu….cuddujymidyde!! A nelunty lra yppeysu yhlra ih dunhau te Pmedw y lie bahcyna!!’ disse il tipo con i capelli biondi a corna.

‘Landu, landu…’—riprese l’altro sbuffando di fronte—‘…uny yhtyda…Cid je cdynà ycbaddyhtu…’.

Appena quello tatuato se ne andò i due ripresero a parlare, mentre Rikku era ancora sulla macchina. Si tolse subito lo scalda spalle di Yuna per il gran caldo e si fermò a fissarlo. Si sentiva un po’ in colpa per aver lasciato i suoi amici in quel modo per fare il suo dovere. Aveva rubato anche l’Eliomagilite che serviva tanto a Wakka per trasferirsi a Luka per le partite. Come avrebbe fatto ora? Sentì poi gli altri due compagni, e la sua attenzione si accentuò quando si misero a parlare bassi bassi.

‘Sy…ymmuny?? Kme teleysu yhlra tam nykywwu peuhtu?’ fece quello scuro, coprendosi con la mano.

‘Vunca è sakmeu lra kmeamu teleysu…banlré yhlra mie ry ih chakra… a se caspnyjy beù budahda…’.

‘Cì sy…Lyjumu!!’—e il biondo si mise con la mano sulla fronte—‘...huh cybbeysu habbina lusa ce lreysy!!!’.

Rikku aprì la bocca per rispondere, ma qualcosa la fermò di colpo. Li vide poi andare da suo padre, lasciandola sola, sotto il sole picchiante e cocente.

E se rapiscono anche lui?? Come faranno in cinque? Beh…però…mi piacerebbe se lo portassero qui… forse… si potrebbe…potrei…

Lei scese si colpo e rincorse i suoi compagni a gambe levate e chiamandoli gridando ed agitando le mani.

 

Auron si fermò a contemplare l’ambiente. C’era qualcosa che non quadrava, per niente. Il custode non sembrava lì…forse era già stato sconfitto da qualcun altro. Possibile?

‘Forse la sfera è stata già presa...’ fece la maga, voltando le spalle e dirigendosi verso l’uscita.

‘No… Non capita tutti i giorni che da una cupola possa cadere un abete…’.

Lulu, più che alla sfera pensava all’invocatrice che non era più tra loro. Preferiva di certo andare a cercarla, anche andando alla cieca, come le era stato detto dal “rimbambito”, piuttosto che stare lì a contemplare una chiesa di ghiaccio e cristallo. Quando lei si avvicinò alla porta a due ante per uscire, improvvisamente il suolo ghiacciato davanti a lei si spaccò di colpo, dove comparvero dal basso dei giganteschi rami, che coprirono la porta, portando con sé rumori e terremoti, che smisero di colpo appena quelle radici non si mossero più, coprendo tutto.

‘Co…cosa?? Ma…!!’.

‘ATTENTA!!!’ le urlò il guardiano, che si voltò di scatto vedendo due grosse radici avvicinarsi a velocità pazzesca verso la maga, afferrandola per la vita e sollevandola da terra. Quei rami, che si muovevano come tentacoli, provenivano da quell’albero prima caduto, che iniziò a muoversi sinuosamente per mettersi in piedi, e per spostarsi iniziò a far strisciare i tronchi come fa il corpo del serpente. Le strane fessure sul tronco principale si definirono, mostrando degli occhi giallastri, per non parlare della bocca, dalla quale usciva, come saliva, della resina appiccicosa che in parte cadde sul suolo ghiacciato.

Auron prese la katana e con tutta la sua forza cercò di stroncare il ramo che aveva preso Lulu da dietro e che la stava facendo soffrire non poco, intrappolata in quella stretta morsa feroce. La chiesa rimbombava qua e là per i rumori a scatti e duri del legname che si contorceva e cambiava continuamente forma.

‘Maledizione!! Lulu!! Appena ti libero, usa la sfera di fuoco!! Usa una magia potente!!…’.

La sua spada si incastrò all’interno della radice e il custode ligneo sembrava non soffrirne per niente.

La maga, approfittando del fatto che le sue braccia erano vicine al corpo, riuscì a prendere in mano la sfera di Djose, mentre l’altra le scivolò a terra, e recitò al volo l’unica magia psiche che ricordava a memoria.

Bailamme!!’ urlò lei, e mentre Auron cercava di recuperare la sua spada, attorno all’abete vivente si crearono delle piccole scariche violacee, unite a strane sfere dello stesso colore, che continuarono a girare, fino a quando le scariche non colpirono il custode tutte insieme, confondendolo. Le radici iniziarono a muoversi in maniera confusa ed a casaccio, rilasciando la maga, che cadde duramente sul suolo con il fondoschiena. I rami divennero più teneri, tanto che il guardiano riprese la sua spada, ed approfittò del momento per mettere a terra diversi bracci dell’albero con attacchi secchi e decisi, facendone cadere una ventina qua e là. L’abete continuava a vacillare, ma i rami sembravano non finire mai, e continuavano a muoversi, cercando di colpire i due.

‘Lulu!!’—disse lui, ponendosi davanti a lei—‘Stai bene?! Presto!! Usa la magia, prima che sia troppo tardi!!’.

Si girò almeno cinque volte in pochi secondi per vedere a che punto stava.

‘Non riesco a trovare la sfera di Kilika!!!’—rispose, alzandosi barcollando—‘Dev’essere caduta da qualche parte…!!’.

Auron si girò lentamente verso il boss. La sfera di fuoco era stata presa da una radice minore, che la rilasciò poi, facendola cadere nella bocca del mostro davanti ai due guardiani. Il custode sembrava ridere ampiamente dietro quei strani lineamenti, con la sfera luccicante in rosso nelle “fauci”.

‘Fantastico…’.

 

‘Ehm…Isabelle… posso chiederti una cosa?’

Lei si girò facendo oscillare per breve i suoi lunghi capelli mossi castani. Erano davvero bellissimi.

‘Prima…vorrei un vostro autografo!!!’ chiese a Tidus mostrando un blocchetto bianco ed una penna. Stranamente gli venivano i brividi rivedere un affare simile, perché ripensare a quel fanatico di Chicco era come ripensare alla pantera. Groan…ancora??!! Non è proprio il momento…

‘Ecco…abbiamo un problema…un piccolo…’—fece l’autografo e glielo consegnò—‘…problema...’.

‘Cosa?! Qualunque cosa…’.

‘Beh…due…innanzitutto dammi del tu…’ continuò, sorridendole un poco. Lei mantenne un alto grado di rispetto. Chissà che educazione ferrea che aveva ricevuto…

‘E poi… siamo rimasti senza Eliomagilite…che ci serve davvero tanto…sai…anche per le partite di Blitz…!!’.

Lei si avvicinò fino a una decina di centimetri di distanza. Senza fare motto gli prese la sua mano destra delicatamente, come nessuno poteva saper fare, con il sorriso stampato sull’angelico viso, e gli pose, apparsa chissà quando e dove, un piccolo sacchettino rosso di velluto, chiuso con un piccolo laccetto marroncino che terminava a fiocco. Lui arrossì un poco, lei continuò a sorridere.

‘Qui c’è un po’ di quella polvere magica…diciamo che…è in cambio del suo autografo!! Ma…’—con tono più duro—‘Non chiedetemi MAI di darle del tu!! Non è rispettoso!! Non siamo né parenti, né ci conosciamo...’.

Il biondo le scambiò quasi uno sguardo di sfida per gioco. Che gentilezza!! Ora è fatta!!

‘Ah, si?? Ora ci conosciamo e poi…’—si schiarì la voce—‘mi dici che al tuo cugino Maestro gli dai del tu??’.

‘E…ehm…’—guarda qua e là mostrando difficoltà—‘no...no…e…ecco…’.

 

 

‘Maledizione!!’—continuò la maga—‘…ed ora come prendiamo quella sfera??!!’.

Il custode sembrava divertirsi da morire a far vedere che aveva in bocca. Non parlava, ma dai movimenti e dagli atteggiamenti, sembrava amare farsi beffe dei suoi avversari come un bambino pestifero. Il guardiano osservò i suoi movimenti con cura, come per studiarlo, e dopo che sospirò fortemente, si girò verso la maga dietro di lei, con la katana sulle spalle e gli occhi chiusi.

‘Mi faccio catturare…tu prendi la sfera che ti lancio e poi fai l’incantesimo!!’.

Lei lo squadrò non poco. ‘Cosa??!! E tu vorresti finire in polvere??!!’.

‘Ognuno decide per sé il suo destino e quello che vuole fare…’ e si avvicinò sfacciato verso quei rami, i più vicini alla bocca.

‘FERMO!! Tu sei impazzito!!!’.

 

Il biondo si mise a ridere dolcemente, mettendosi il sacchettino in una delle due tasche che aveva dietro ai suoi pantaloni stravaganti neri. ‘Oh…stavo scherzando…non volevo metterti in difficoltà… comunque io alle persone do del tu e basta… Figurati a tuo cugino!! Sinceramente io non mi fido di lui!! Fin dalla prima volta che l’ho visto non mi sembra che ci abbia aiutato chissà tanto!!’.

Lei lo fulminò con lo sguardo, mettendosi le mani sulla vita. ‘Lui è il più Grande Maestro che ci possa essere!!!!’.

‘Ehm…nononononono…’—girando qua e là la testa e le mani—‘non volevo dire questo…ecco…è solo una mia impressione…non voglio offendere nessuno…’. Lei tornò a mostrare un viso dolce.

‘Ho solo un’altra piccola domanda…’ riprese.

‘Cosa…ditemi!!’ e sorrise di nuovo.

‘Sai dove vivono gli Albhed?? Ecco…io non sono di queste parti…è una curiosità…’.

‘La loro base principale si trova oltre il deserto di Sanubia… ma non frequentate quei posti!! Loro sono stati scomunicati dal clero, non seguono la retta via di Yevon!!’. Perfetto…un’altra religiosa come Wakka… forse andranno molto d’accordo insieme se si conosc…

‘Ma…mi hanno detto che venite da Zanarkand!! Quella città non esiste da mille anni!! Lo sapete quante versioni di voi si stanno creando??!!’. Adesso ho un motivo in più per odiare i giornalisti… un po’ di privacy?? No, eh??

‘Ehm…ecco…mi…mi piace fare il misterioso!!! No, sul serio… ho…com’era la scusa di Wakka?...sono stato intossicato da Sin…ed ora sto recuperando la memoria…’.

Improvvisamente si sentì un enorme tonfo che fece vibrare tutto.

‘Cosa succede??!!’ urlò Wakka, correndo verso il centro della sala e richiamando i guardiani presenti.

 

Auron venne catturato all’istante dalle radici più corte e più vicine alle fauci, che continuavano a muoversi come per imitare una risata. Stretto nella morsa, riuscì comunque a prendere la sfera, lanciandola come meglio poté a terra. Questa rotolò fin verso la maga, che la raccolse al volo, e che nel frattempo lesse la formula magica. Ma per fare l’incantesimo, era necessario pronunciarne il nome alla fine. E vedere Auron lì, in quella morsa, a fare la fine di cenere come quell’abete, la rendeva titubante ed esitante come mai fino ad allora. Restò lì, con la sfera rossa già fiammeggiante in mano, immobile e rigida.

‘Auron!!’.

‘MUOVITI!!!’ riprese lui, seccamente, rimanendo impassibile nel volto e non riuscendo in alcun modo a muoversi da quella gabbia. Lei prese coraggio e cercò di non ripensare a Belgemine, il ricordo che sempre tornava quando lei si sentiva in difficoltà. Alzò la sfera in alto con la mano destra ed urlò: ‘Firagaaaa!!!’.

Dove c’era l’abete si creò una strana luce brillante gialla, che raccolse piano piano energia, fino ad esplodere tutt’all’improvviso, facendo bruciare ogni singolo braccio ligneo, e fondere il ghiaccio nell’area vicina. Molta acqua evaporò per poi cadere sotto forma di goccioline ghiacciate, appena queste si avvicinarono nelle aree più fredde.

Lei rimase rigida davanti a quella piccola nebbia che si era creata davanti a sé. Riusciva a scorgere solo fuoco, fiamme che avvolgevano l’albero, che cadde di colpo, facendo un forte rumore sul suolo [vedi sopra], poi sostituito da un silenzio, lungo ed assoluto…

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Capitolo 32
*** Cap.32: The Chaos ***


Wakka, Tidus e Kimahri corsero subito verso le scale. Quel tonfo non era niente, ma davvero niente di buono. Davanti alla porta principale era presente il sacerdote pelato, incontrato prima all’ingresso, che si accertava che nessun’altro guardiano entrasse nel Chiostro, per far rispettare la tradizione. Senza nemmeno parlare o usare la diplomazia, il Ronso precedette tutti e scaraventò giù dalle scale con la forza quel povero vecchio, che solo grazie al pesante e spesso vestito non si fece nulla di grave. Poveretto...mi sa che gli abbiamo fatto male…

‘INGRATI!! Lo riferirò a Bevelle il vostro atteggiamento!!’.

Essi continuarono a correre verso il Naos, trovando un gelo assurdo e pungente. I Ronso non soffrivano per niente il freddo, abituati al clima del monte Gagazet, ma per gli altri due, che rimasero anche indietro, fu un problema maggiore. Il biondo subito recitò l’incantesimo Fire, più potente di quello della maga, proteggendosi in maniera sufficiente più o meno allo stesso modo, mentre Wakka cercò di stargli vicino, con il pallone chiodato in mano e stringendo i denti. Da dietro poté vedere che il sigillo che il compagno aveva al collo e che aveva visto [cap.22] si era illuminato di blu, appena l’incantesimo venne lanciato. Uno dopo l’altro, le porte furono superate, mentre il gelo si fece sempre più ferreo…

 

Lulu rimase ferma ed immobile davanti a quella nebbia, che in breve tempo scomparve e si portò via anche le fiamme, soffocate dal gelo e dai ghiacci presenti. Improvvisamente, si lasciò cadere la sfera di Kilika dalle mani, che sciolse l’area dove cadde, ancora calda dopo il potente incantesimo. Dopo il forte rumore, persisteva ancora un’ombra, che subito mostrò una sporgenza, che assomigliava proprio a quella di una lunga e pesante spada.

‘A…Auron!! Sei…sei vivo??!!’.

Lui le si avvicinò camminando, senza alcun graffio o segno, né su di sé, né sui vestiti. Era come se non era successo nulla. Aveva lasciato dietro di sé una pila di cenere e rami carbonizzati che ancora stavano fumando. Tranquillo, con passo lento e deciso, superò la maga senza nemmeno guardarla negli occhi. Quando raggiunse la porta, liberatasi dai rami occupanti, si girò a metà verso di lei. ‘Andiamo...basta chiacchiere! Abbiamo ancora un’invocatrice dispersa!!!’.

Lulu lo seguì senza fiatare, e raccolta la sfera di fuoco, notò una strana luce verde brillante sulla mano destra del guardiano. La sfera di Macalania…quella che controllava il gelo e il potere delle piante e della terra.

In poco tempo uscirono dal tempio nella parte più bassa. Ma fu proprio lì, davanti al sentiero ghiacciato che portava nella prima parte del Chiostro, che incontrarono l’ultima persona che avrebbero voluto incontrare in quel momento.

‘Così siete arrivati fino a qui…ma che bravi!!!’.

Era lui, il “Gran Maestro” Seymour, scortato da due guardie Guado, molto più giovani di quelli che si era portato appresso di solito [cap.14]. Teneva in mano, lanciandola continuamente in alto ed in basso, una sfera schiacciata azzurrina.

‘Cosa vuoi ancora??’ chiese il guardiano, con la mano che già impugnava la katana. I toni erano già duri ed il clima accesissimo.

‘Cosa? Diciamo che avevate con voi qualcosa che NON vi apparteneva…’ e mostrò la sfera davanti a sé, come per scrutarla meglio, studioso.

‘La sfera…era quella che aveva Yuna!! Noi non ne sappiamo niente!’ fece la maga, ma Seymour non voleva spostarsi, bloccando loro la strada.

‘Voi no…ma la vostra cara invocatrice sì… E pagherete per esservi messi in mezzo a questa storia!! Nessuno deve sapere i segreti dei Guado!!!’ urlò ancora il Maestro, invitando i suoi scagnozzi a farsi avanti.

‘Sciocco!!...Se ci sbarra la strada, noi lo faremo fuori ad ogni costo!!!’. Lulu si voltò preoccupata.

‘Ma…Auron!! E’ un Maestro!! E…’.

‘FERMO!!!’.

Seymour si girò con regale arroganza verso Tidus, che aveva già in mano la Fraternity. Wakka lo seguì come può, mezzo bloccato dal freddo, mentre Kimahri arrivò qualche secondo più tardi, perché dovette fare i conti con la porta precedente, troppo piccola per la sua statura. Guarda che rompiscatole doveva saltare fuori!!!

‘Oh!!’—disse il Maestro, sistemandosi bene i capelli—‘Guarda chi c’è…lo sconosciuto del mare…’.

Così si avvicinò di poco verso il biondo, mentre le guardie tenevano d’occhio ciascuno gli altri due guardiani dall’altra parte, e l’ex-capitano continuava a ripetersi nella mente “Non è possibile…non può essere… perché il Maestro è così ostile??” mettendosi spesso una mano sulla fronte per sapere se quel freddo gli avesse fatto venire la febbre. Seymour e Tidus si lanciarono occhiate di sfida.

‘Guarda che ho visto il sigillo che hai dietro il collo!!!’—gli urlò tranquillamente, continuando a manipolare la sfera schiacciata—‘Non puoi più nasconderti… presto sapranno chi sei e ti daranno la caccia!! Molti temevano il tuo ritorno…lo sai??!!’.

Un minimo passo falso e si finiva di sotto, nel lago freddo.

‘Non so di cosa tu stia parlando!’ rispose lui, mantenendo rigido il suo sguardo sugli occhi color lilla.

Wakka era confuso quanto mai. Non sapeva più se credere alle parole del suo migliore amico o a quelle del Gran Maestro.

‘Ahahahah….come no?? Oh!!! Forse non lo ricordi… allora te lo dico io…tu sei solo un mostro, nient’altro!!’.

Quelle parole gli fecero saltare i nervi, tanto da farlo divampare nel chakra blu che lo avvolse come una fiamma bruciante al rallentatore.

‘Come mi hai chiamato???!!!’.

‘Fermati!! Lascialo perdere!! Perdiamo solo tempo in questo modo!!’ subito gli gridò Auron, che ebbe subito alcuni brividi sulla schiena. Doveva cercare di mantenere la calma quel ragazzo, a tutti i costi.

‘Ti ho detto la verità!! Mi ha detto tutto la vista di quel sigillo…gli anni di studio al credo mi sono serviti!! Così la tecnica Sunshine ti ha ridotto in questo stato, eh?! Ed ora chiedi ad un’innocente ragazza di farti da cavia per i tuoi scopi!!!’.

‘Cosa?? Non...non è possibile…’ balbettò Wakka, che si stava avvicinando al bordo del sentiero ghiacciato, indietreggiando piano piano.

‘SMETTILA!!! Tu non sai niente!!!!!!’ gli gridò il biondo, che stava perdendo le staffe.

‘Come non so niente??!! Vuoi o no che ti ricordi chi diavolo sei??!! Che razza di pericolo sei per chiunque?? Vergognati!!! Usare una ragazza così debole ed inesperta!! Quanto la stai facendo soffrire?? Eh?? Prendere la sua vita in prestito…!!’ gli ribatté il Maestro, mostrando un sorriso perfido.

‘BASTAAAA!!!!’.

‘M…Maestro…lei…non…!’ e il Ronso prese subito l’ex-capitano, prima che potesse cadere di sotto. Era sotto shock.

Tidus si lanciò contro Seymour, accecato dalla rabbia. Non ricordava nulla, e di certo non credeva ad una minima parola di quello sbruffone, come lo considerava lui. La cosa che più lo faceva arrabbiare era il fatto che dicesse che stava usando Noemi come strumento. Non ci aveva visto più. Si era messo a correre come un pazzo nonostante il suolo scivoloso, quando però la sua spada non colpì l’obiettivo, ma squarciò di punta una guardia Guado, che cadde a terra all’istante, sacrificandosi per salvare Seymour. A quell’attacco Auron si lanciò, per fermare anche chi poteva diventare più pericoloso del Maestro. ‘Lulu…’ disse, senza girarsi.

‘Attacchiamo!’.

‘Bene…’ e le lanciò dietro la sfera di Macalania, mentre lei prese subito il suo libro magico, pronta per lanciare incantesimi. Appena il guardiano professionista si mosse, il Ronso partì come una molla con la sua lancia metallica, mentre Wakka restò a guardare inerte senza aver coraggio di agire.

Kimahri si lanciò verso l’altra guardia, che bloccò la sua lama con le semplici mani appiattite, dalla parte meno affilata. Auron attaccò il Maestro, che subito si girò, protetto davanti da una magia respingente gli attacchi fisici, di nome Protect, che bloccò la lama a distanza dall’obiettivo, come una sorta di muro invisibile. La maga cercò di trovare in fretta la pagina giusta, perdendo tempo a causa del leggero vento che soffiava, e che faceva perdere il segno tutte le volte.

Seymour iniziò a ridere a crepapelle quando vide Tidus bloccarsi in quel modo, rimanendo rigido e fermo, a vedere quello che aveva combinato con la sua rabbia.

‘Ahahahah…e ti assicuro, biondino, che questo è solo l’inizio per questa tua storia… ma per te ho un regalo…’—e alzò su la sua manica sinistra, mostrando bene il grosso anello sul medio—‘…Ti ricordi di questa? Già…la Gemma delle Quattro Arti…e la userò per fermarvi!!! Per punirvi per ciò che avete fatto!!’.

La Gemma, appena venne alzata in alto dal Maestro, si illuminò improvvisamente, lanciando luci gialle, rosse, blu, e nere, tutt’attorno all’ambiente. L’atmosfera divenne fioca, il tempo era come se si fosse fermato, tutto era fisso ed immobile. C’era solo lui.

‘Vi pentirete amaramente di esservi messi in mezzo alla mia strada!! Vi siete portati il mostro? Va bene, allora userò contro di voi un’Arte Proibita, la tecnica Chaos!!!’.

Lui inspirò fortemente e poi si chinò, ponendo la mano libera verso il suolo, e guardando fisso verso il basso.

 

Chiamo la sacra terra piena di colori e deforma…’

dove ogni flora ed ogni fauna ad essa si conforma…’

adesso anche il piu misero anche lontano informa

che ottengo ora poteri per temporanea riforma…’

e vendo la mia umanita per Chaos, l Arte della Forma!!!’.

 

Detto questo, il triangolo giallo della Gemma si ruppe in mille pezzi, dopo che Seymour venne rivestito totalmente di una luce del medesimo colore, che lo rivestì da capo a piedi. Tutto riprese a muoversi, il tempo a scorrere, la luce limpida e brillante. Per alcuni secondi, tutti restarono a guardare quei raggi sinistri.

‘Non ho visto mai nulla del genere…’ bisbigliò tra sé la maga, ancora in difficoltà nel trovare la pagina giusta, mentre Tidus era bloccato dalla vista del cadavere della guardia inerte. Co…cosa ho fatto…

Kimahri, appena si liberò della presa della guardia, si lanciò all’attacco di punta con la sua lancia e la sua forza fisica, ma venne preceduto dal Maestro.

‘Vendere la propria forma umana non è uno scherzo…ma per me non è un prezzo da pagare…’—fece Seymour, concentrando nelle sue mani gran parte di quell’energia gialla—‘…è piuttosto l’inizio per arrivare a ciò che desidero…e a ciò che mi appagherà…per tutto il male che voi e i Guado mi hanno fatto fin dall’infanzia!!! Electroflusso!!!’.

Egli diresse la luce verso il leone, tendendo avanti le mani. In breve tempo essa si trasformò in una gigantesca scarica elettrica, che lo bloccò. In quel flusso di corrente passò poi una grossa sfera che concentrava in sé potente energia elettrica, che diede il colpo finale a Kimahri, già tra le scariche elettriche.

‘Kimahri!!! No!!!’ urlò Lulu. Il biondo si girò quasi con paura verso il compagno Ronso dietro, che cadde quasi sul bordo del sentiero scivoloso, a pancia in giù a peso morto con la lancia insieme, mentre altre scariche di corrente ancora lo attraversavano.

‘Tsk… vende la sua umanità per un orrendo spettacolo…’ continuò Auron, che approfittò subito del momento di distrazione per colpire l’altra guardia in testa, in modo da fargli perdere i sensi. La maga non aveva mai visto un attacco elettrico di così elevata potenza. Era almeno dieci volte più potente dell’attacco Thundaga, il più potente che conosceva. E faceva quelle magie senza l’ausilio di alcuna sfera magica. Wakka era lì, fermo, che continuava a fare cenni negativi con la testa. Auron lo vide in quello stato.

‘M…Maestro…lei...lei…non può… le Arti Proibite…’.

‘Wakka!!! Il dovere di un guardiano è fare ogni cosa per il suo invocatore!!! Se qualcuno ci ostacola la strada noi dobbiamo superarlo!!! E se dobbiamo proteggere Yuna da un Maestro, lotteremo anche contro di lui!!!’.

‘TACI!!! Perché non dici anche tu la tua verità, Auron??!!’ gli rispose Seymour, caricando ancora energia gialla sulle mani. Wakka non fece la minima piega.

‘Quello che deve spiegare la sua pazzia è lei!’ gli ribatté l’altro, che rimise la sua katana sulle spalle, pronto per un nuovo attacco.

‘Seymour!! Si fermi!! Noi non sappiamo nulla di quella sfera!!!’ gridò Lulu, ma il Maestro continuò il suo attacco. Le sue mani piene di quella luce si avvicinarono alla sua bocca, quando pronunciò Idrorespiro. Da lì partì una violenta scarica d’acqua, che investì il guardiano professionista, scaraventandolo contro il muro a sinistra della porta dalla quale era uscito. Il colpo fu violento, e tutta l’acqua allagò per alcuni secondi l’area, fino a quando parte di essa cadde sul fondo del lago, e un’altra parte si solidificò a contatto con il suolo ghiacciato. Quel getto potente sfiorò la maga di pochi centimetri.

‘A...Auron!! Io…io…’.

‘Ahahah…tu COSA, biondo? Parli proprio tu!! Quello che potrebbe davvero distruggere questo posto!!’.

‘Sig…signor Seymour…io…io…’ balbettò Wakka, che con gli occhi sembrava supplicarlo. Per il Maestro era come se non esistesse.

‘Seymour…sei solo un pazzo!! Pagherai per quello che stai facendo ai miei unici amici!!!’ e Tidus recitò al volo una formula magica, ma il Maestro aveva già le mani piene di energia.

‘Mi spiace…il tuo chakra sarà anche inarrestabile, ma nulla può contro un’Arte Proibita…’. Egli mise i due palmi di mano l’una davanti all’atra a braccia tese, fino a quando la luce gialla si trasformò in una magia di gelo, Diamanpolvere. Un flusso di ghiaccio e gelo investì Tidus immobilizzando ogni suo muscolo. Agli estremi delle sue sagome si erano creati dei cristalli di ghiaccio allungati.

‘LULU!!’.

La maga si girò. Era Auron, spossato, ma riuscì comunque ad alzarsi, appoggiandosi sulla sua katana, che subito prese la borraccia e ne bevette una quantità tremenda.

‘Ti sembra il momento??!!’.

‘Lulu…usa la sfera di Macalania… Rendi più duro ed efficace il pallone di Wakka…fallo…SUBITO!!!’.

‘Ma…Wakka non attaccherà mai un Maestro!!’.

‘Se non lo attacca significa che non merita di essere un guardiano!!!’.

Lulu si girò verso l’ex-capitano. Sembrava più bloccato di Tidus. Ella si fidò delle sue parole, e lesse al volo la formula del libro, volgendo verso l’alto con la mano sinistra la sfera di color verde.

‘Il vero pericolo sei tu, mostro!!! E avrò ragione di difendere la reputazione che mi sono costruito levandoti di torno!!!’ urlò Seymour, mentre mise le mani in preghiera davanti a sé, per poi distanziare le mani. Nello spazio in mezzo si creò in breve tempo una sfera di fuoco concentrata, che era così calda da fondere il ghiaccio in tutta l’area circostante. Credi che mi fai paura??!! Non riesco a muovermi…

‘Lulu!! Sbrigati!!’ le urlò ancora Auron. Ella in breve tempo, guardando nel frattempo il pallone del compagno, a bassa voce disse la formula Naturarisveglio. La sua arma chiodata così si riempì di spine appuntite e più diffuse, del più duro legno possibile, che grazie alla magia non ferivano in alcun modo il possessore, ma erano in grado di bucare anche l’acciaio contro il resto.

‘Wakka!!! Colpisci Seymour…ora!!’ gli urlò lei, che mantenne la concentrazione per mantenere l’effetto della magia. Lui però non sapeva proprio cosa fare. Non si era mai messo contro un Maestro, ed aveva giurato di non farlo mai in nessun modo.

‘No…no…non posso…’.

‘Addio, Tidus…ti auguro un buon viaggio…e sappi che se perderai la vita…tu tornerai nella tua prigione, lei andrà nell’Oltremondo…per colpa tua…!!! Meteorstrike!!!’. La palla di fuoco si fece più grande e colpì il biondo scaraventandolo oltre il bordo del sentiero ghiacciato, facendolo cadere negli abissi del lago. L’ultima cosa che si sentì di lui fu un suo grido disperato, che si fece sempre più debole e lontano. Wakka si avvicinò verso il bordo e guardò verso il basso, con il braccio destro proteso in avanti. Lui non c’era più.

‘NOOOOOOO!!!’.

Seymour si voltò per la prima volta verso di lui, tra le lacrime.

‘Piangi per questi, Wakka??!! Dovevano farsi i fatti loro su quello che è successo ed ho fatto!!! Volevo subito diventare Maestro, subito!!!  Per farvi pagare come mi avete maltrattato per la mia natura!!’.

Wakka si alzò lentamente in piedi, con il viso pieno di lacrime, e la testa bassa, stringendo tra sé il pallone chiodato.

‘Mi avete deluso… un M…Maestro non farebbe mai questo…’.

‘Che dispiacere…’.

‘Avete ucciso il mio migliore amico…’.

‘Il vostro “migliore amico” non era che un pericolo e una cosa da eliminare…’.

‘Usare un’Arte Proibita per i propri scopi!! Yevon non lo permetterebbe mai!! SIETE VOI IL TRADITORE!!!’.

‘Ah, si? Dammi la prova, allora!!!’.

Auron si alzò di colpo per attaccarlo di nuovo, e quando il Maestro se ne accorse, si voltò pronto per scagliare un altro potente attacco elementale. La sua distrazione e la sua sicurezza, lo portarono a non considerare troppo l’ex-capitano, che lanciò il suo pallone con tutta la forza che i suoi vent’anni e più di Blitzball seppero insegnargli. Esso andò dritto sulla schiena di Seymour, in quella parte non protetta dalla magia, provocandogli delle profonde ferite, prima che potesse finire il suo attacco. Il dolore fu atroce, tanto che cadde dopo pochi secondi per poi svenire. La luce gialla della tecnica Chaos svanì piano piano.

 

Il guardiano professionista avanzò verso Seymour svenuto e raccolse la sfera schiacciata, mentre Wakka si mise ginocchioni davanti al Maestro, guardando ogni tanto lui e il lago in fondo ad essi.

‘Cosa…cosa ho dovuto fare…cosa…’ balbettò lui, mentre la maga riprese le forze e si avvicinò a lui, mettendo al suo posto il libro e conservandosi le sfere per non perderle. Si inginocchiò ed aiutò il compagno a farsi coraggio.

‘Forza Wakka…sono sicura che Tidus se la caverà… è in gamba…!!’ gli disse, facendogli piccole carezze sulla schiena.

‘Ma…o...ora…il…il Maestro… io l’ho…sniff…’.

‘Tu non hai fatto nulla...solo il tuo dovere. E non chiamarlo più Maestro… Ha usato l’Arte Proibita Chaos…si chiama Arte della Forma perché il prezzo da pagare per ottenere simili poteri è la perdita della propria forma umana. Sarà lui un mostro, man mano che passerà del tempo…’.

Auron si accostò al gruppo, dopo che si riprese perfettamente come se nulla fosse stato, mentre il leone si tirò su, grazie alle pozioni fornitegli.  Furono necessarie tutte quelle che si erano portati dietro.

‘Lulu… guardiamo cosa c’è nella sfera… Se Seymour è arrivato a tanto ci deve essere un motivo…’.

Ella annuì, e aiutò prima Wakka e poi il Ronso, barcollando l’uno di dolore psicologico, l’altro di quello fisico. Si chiedeva come il guardiano professionista fosse così a posto. Doveva esserci qualcosa dietro, ne era pienamente certa. A meno che il liquido della borraccia non fosse chissà quanto rigenerante. Cosa c’era dentro quella borraccia grigia con quegli strani simboli in rilievo sopra?

Si misero tutti vicini alla sfera, appoggiata a terra, con la maga al centro. Essa si illuminò, creando un ologramma nello spazio soprastante, che vibrava, forse per i colpi che l’oggetto azzurro aveva subito man mano. La figura sembrava essere vestita in modo solenne, ma non si capiva bene come, visto che l’immagine era leggermente sfocata. Ma il viso era ben riconoscibile.

‘Ma…ma quello…è…è…’.

‘Jyscal...suo padre…’ continuò la maga, completando le parole rotte dell’amico di Blitz. Ad un certo punto quella figura si mise a parlare.

Chiunque stia guardando… la prego di ascoltare attentamente…questo…mio…testamento…Ho fatto un grosso errore…a non difenderlo dalla crudeltà e dalla malvagità del mondo… ‘.

State…attenti…mio figlio Seymour…lui…è…pericoloso, crudele…la sua mente è malvagia..sta usando tutti… ‘.

Io…maestro Jyscal… vi svelo che… mio figlio…sta cercando un chakra potente… e lo vuole usare per distruggere questo continente… per scoprire l’Arte del Sacrificio  ed usarloe ottenere poteri inimmaginabili, come successe più di mille anni fafermatelo…io…tra poco…sarò nell’Oltremondo…a causa sua…’.

L’immagine svanì subito improvvisamente come fumo nell’aria.

‘Stupefacente…’ fece Auron, guardando Wakka e contenendosi per non mostrargli un sorriso davanti a lui. Bel Maestro, il caro Seymour…

‘Questo significa che…Seymour ha assassinato suo padre per diventare Maestro??!!’ ribatté la maga, che squadrava il guardiano in rosso con stupore. Wakka si era messo un’altra mano sulla fronte, continuando a scuotere la testa, cercando di non credere a quello che aveva sentito.

‘Già… voleva rifare il disastro della tecnica Sunshine di mille anni fa per ottenere potere…e non si accorge ancora di che prezzo ci sia sotto…’ le rispose lui, rivedendo davanti agli occhi la tragedia che pose fine all’avventura di Braska.

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Capitolo 33
*** Cap.33: The Charming Witch ***


‘Vi prego…ditemi…d…ditemi che è solo un sogno…’.

‘Wakka…stai calmo, va bene?? Seymour è solo un impostore. Ora dobbiamo solo spiegare a tutto il clero cosa davvero c’è sotto…’.

Auron stava già tornando indietro, dopo che raccolse, vicino al bordo del sentiero, un piccolo sacchettino rosso con dell’Eliomagilite dentro, senza chiedersi perché mai fosse lì, quando il suo volto cambiò improvvisamente espressione.

‘Ma cosa??!! Ci è stata sottratta Yuna, Tidus è caduto di sotto, ed ho ferito un Maestro!!! Cos’altro c’è??!!’ le urlò quasi senza voce Wakka, che non sapeva più da che parte girarsi. Subito, dall’altra parte del sentiero, giunsero diversi Guado, il sacerdote del tempio ed anche Tromell [cap.23], venuto forse usando quella polvere. Era lì presente anche la bella Isabelle, che appena vide il corpo svenuto del cugino, subito corse a verificare le sue condizioni, superando Auron senza nemmeno notarlo. ‘Seymour!! Rispondi!! Cosa è successo!!’ e continuava a scuoterlo qua e là.

‘Cosa…cosa avete fatto??!! Avete…colpito…un Maestro… voi…guardiani??!!’ balbettò Tromell, che non credeva a ciò che vedeva. Wakka si sarebbe tra poco buttato di sotto. ‘Cosa…cosa…cosa…’.

‘Aspettate!! Dovete guardare la sfera!!! Seymour ha…!!’ fece la maga.

‘Dite…questa??’ e Tromell prese in mano la sfera azzurrina tra le mani.

‘Guardatela!!!’ continuò lei, ma i Guado sembravano essere feriti più che mai. Isabelle si alzò di scatto e si girò verso i guardiani, con alcune lacrime sul volto candido.

‘Voi siete solo degli sporchi traditori!!!! Il Maestro non vi ha fatto niente di male!!!! Mi sembrava strano che l’invocatrice non fosse con voi!!!! Guardate come l’avete trattato!!!!’ gridò quella voce quasi angelica, disperata. Essa alimentò la rabbia dei Guado, in primo luogo Tromell, che lanciò la sfera verso il fondo del lago. ‘Voi…vi siete intromessi nelle nostre questioni…voi avete disonorato la nostra tradizione!!!!’.

‘Ma…cosa dite??!! Cosa fate!! Quella sfera è la nostra prova!!!’.

Auron si girò verso Lulu. ‘Prendi la sfera di Djose e liberaci la strada… anche se restiamo qui a discutere non risolveremo niente…’.

In breve tempo arrivarono diverse guardie Guado, pronti con semplici incantesimi a bloccare la strada ai guardiani ed imprigionarli per il loro gravissimo reato. La maga, appena li vide arrivare, prese la sfera della psiche e recitò la formula meglio conosciuta, Bailamme, che confuse tutti i Guado presenti, permettendo al gruppo di scappare, con Auron che trascinò con sé l’ex-capitano, che non sapeva da che parte stare.

Uscirono dal tempio di corsa, sfruttando la confusione e le domande nell’aria, e continuarono fino a tornare nel lago ghiacciato, distaccando i Guado di molto.

‘Siamo…siamo traditori…’ continuava a ripetere l’ex-blitzer, mettendosi le mani sulle ginocchia e chinandosi un poco. I guardiani si guardarono intorno. Andare al bosco o alla Piana dei Lampi equivaleva ad avvicinarsi a Guadosalam, e se non si sarebbero mossi da lì, sicuramente sarebbero stati catturati ed arrestati, nelle migliori delle ipotesi.

‘Ho…ho sempre servito Yevon…ed ora…mi ritrovo ad essere…un traditore??!!’.

‘Kimahri vuole Wakka calmo… Tutto si risolve se si continua ad agire…’.

All’improvviso tutti si voltarono verso un uomo, che camminava tranquillamente e che portava un grande zaino di escursione dietro la schiena, di colore blu e rosso e strapieno, munito anche di una sacca a pelo. Portava i capelli castani scuri, lisci e mossi, piuttosto corti, con un corto e piccolo ciuffo in mezzo alla fronte che gli spuntava allegramente, baffi e barba appena appena visibili, ed occhi castani chiari, e dal colore della sua pelle sembrava abbronzato. Era alto e magro, vestito in modo molto semplice, con una camicia bianca di cotone a maniche corte, un paio di pantaloni di colore marroncino scuro tendente al rosso, che si tenevano con delle braghette che gli arrivavano fino alle spalle. A vederlo da lontano gli si potevano dare circa una ventina d’anni.

‘Ehilà!!! Siete anche voi qui in viaggio??’ esclamò quello, con grande spensieratezza, avvicinandosi al gruppo. Era abissale la differenza degli stati d’animo.

‘Voi…conoscete questo posto?? Ci portate fuori di qui???’ subito gli fece la maga, e l’uomo divenne un po’ scettico.

‘Si…si…certo…seguitemi…!!!’.

Il viaggiatore li portò dall’altra parte del lago, pattinando per raggiungere l’altra sponda e seguendo una brevissima via sotto la neve cadente, raggiungendo un piccolo spazio riparato dalle collinette nevose che erano nei pressi del lago. Faceva un freddo cane, ma in questo modo evitavano problemi con i sacerdoti ed i Guado. Quella che precedeva il gruppo inseguitore era Isabelle, con ancora diverse lacrime sul candido viso per il dolore verso il cugino svenuto.

‘I Guado vi stanno inseguendo?? Ah…le loro tradizioni…guai a toccarle!! Tra regole di qua…regole di là… alla fine è facile che non se ne rispetti qualcuna…’.

Alle parole del viaggiatore nessuno rispose o lo guardò.

‘Ehm… avete visto quella ragazza?? Si chiama Isabelle…e quanto è carina!! Ho sentito che la cugina di Seymour e…’.

Sembrava parlare con dei muri. Solo la maga lo notava, e gli sorrise forzatamente, per lasciarlo tranquillo.

 

L’acqua del lago era davvero freddissima e sopra la sua superficie giaceva una pesante e densa nebbia, che rendeva i colori e le sagome più sfumate. Laggiù giacevano anche delle rovine, che conservavano largamente i loro colori e le loro forme. Improvvisamente ci fu una piccola scossa di terremoto, seguite da diverse onde sottomarine più grandi del solito, fino a diventare quasi degli tsunami. Sì era tornato.  Quell’essere gigantesco dalle forme e dai lineamenti più strani. Aveva tirato fuori la testa dai numerosi occhi dall’acqua, come se cercasse qualcosa, o piuttosto, qualcuno, rimanendo però al di sotto dello strato di ghiaccio soprastante. Si muoveva superando e distruggendo ciò che andava contro il suo cammino, lento e calmo, quando subito i suoi occhi videro qualcosa, quella che sembrava un ragazzo senza vita o completamente senza sensi, che galleggiava sull’acqua a pancia in giù, con le gambe perse sul fondo come a penzoloni. L’essere si avvicinò a maggiore velocità verso il corpo inerte, come spinto da quale volontà, da quale intenzione…

 

‘Scusate…avete ragione…non mi sono presentato… mi chiamo Matthew e faccio l’esploratore!! E’ da tre anni che ho questa passione, e cerco di svelare misteri, come quello del Sacrificio… Accidenti!! Stavo sapendo tutto quando arriva una regola non rispettata tra i piedi e vieni cacciato dalle scuole di Bevelle!!!’.

Lulu si girò di colpo verso di lui. ‘Quindi…anche voi siete ricercato??’.

‘Beh… in realtà no…mi hanno cacciato perché non sopportavo l’idea di stare chiuso in un’aula… E così mi sto rifacendo girando Spira in lungo e in largo… ora mi sto dirigendo a Bevelle… e poi andrò a Zanarkand…magari lì saprò qualcosa di più sul…’—cambiò la voce rendendola bassa e solenne—‘…”Misterioso Passato Che Il Credo Tanto Nasconde”…non sapete quanto mi eccita saperlo!!’.

‘TSK’. Matthew e la maga si volsero verso Auron. ‘E’ tutto inutile… una città non dice nulla…ha solo resti e frammenti inconciliabili… se vuoi scoprire il passato, devi andare a consultare le persone che ne hanno una visione più completa…’.

‘Secondo me è meglio scoprirlo da sé…è più divertente!! Eheheh!!’.

Il guardiano professionista si voltò verso di lui, severo. ‘Ti sei mai chiesto perché il clero lo nasconde bene così tanto????’.

Matthew si guardò intorno e non riuscì a rispondere, forse anche perché non gli dava per nulla peso. Ma quella domanda lo incuriosì ancora di più e gli diede un’ansia indescrivibile. La maga si girò verso il guardiano in rosso, dopo aver osservato di nuovo lo stato in cui era conciato Wakka psicologicamente.

‘Ma ora…dove andiamo?? Il credo ci darà la caccia…’

Lui mostrò nella sua mano il sacchettino rosso trovato prima. ‘Useremo questa… l’ho trovata vicino al sentiero… ora non ci resta che sapere dove si trova Yuna ed andare là…’.

‘Ma…’.

‘Adesso pensiamo all’invocatrice… La sua parola a Bevelle potrebbe calmare il clero in qualche modo…’.

 

Ho fatto un tremendo errore… un pesante errore…’.

Zanarkand era laggiù, ben visibile. Con i suoi grattacieli e il suo mistico arcobaleno d’acqua. Era come se fosse ieri, quando era tutto successo più di mille anni fa.

Pensavo…di essere felice e salvare la mia gloria…ed invece…’.

C’era l’ingresso di una casa, proprio ai piedi del mare, sotto quell’infinito di stelle ed aurore nel cielo. Si scorgeva qualche pallone di Blitzball qua e là, uno di essi autografato con la scritta “Dark Crow”.

Mi rendo conto che…forse…c’è qualcosa di meglio che tutto questo…’.

Poi dalla porta, uscì un bambino di sette anni, con i capelli castani, vestito di una maglietta blu con un cappuccio bianco. Spaventato da qualcosa, corse verso la strada vicina, cercando di capire come mai tanta gente guardava tutta verso una direzione, gridando.

Ma non  sopportavo l’idea di quel momento… l’arroganza… sentivo che stava per mancare qualcosa…che Sin stava distruggendo…’.

La gente portava diversi indici verso quella direzione, alcuni invece erano con le mani sulle guance, come per sperare qualcosa con grande ardore e cuore.

Volevo essere un esempio…soprattutto per te… ma forse non era questo…il modo giusto…’.

Il bambino si girò spaventato verso quella parte. Si notava una strana luce bianca e dorata, che sfolgorava così tanto da non rendere visibile quello che lì c’era e stava succedendo. Subito da lì essa partì a folle velocità, estendendosi come un fronte d’onda, a forma di disco, come una falce luminosa bianca. Quel fronte attraversò mura, palazzi, strade e persone, senza fare alcun danno o ferite, come se non esistesse. Il bambino si spaventò, corse verso casa, piangendo fortemente, la madre lo sentì, si affrettò ad uscire e si affacciò fuori verso la strada.

Se avessi avuto più fiducia…e saputo prima il prezzo da pagare, forse…’.

La donna vide il bambino colpito duramente da quella falce. Il piccolo restò nella sua posizione e dopo che tentennò un poco, cadde a terra a pancia in giù senza più muoversi. La madre corse disperata tra le lacrime verso di lui, prendendone in braccio il corpo senza vita, tra gli sguardi della gente, mentre lei si disperava, gridando, e correndo verso casa.

 

Matthew si mise proprio davanti ad Auron, che era appoggiato su una parete ghiacciata. ‘Ma…voi non siete mica…il guardiano di cui parlano tanto?? Come…si chiama…’.

Lui rispose spostandosi da un'altra parte, e lanciando un altro “Tsk”. ‘Sì…Auron…Siamo i guardiani di Yuna…’.

L’esploratore accentuò di molto la sua curiosità. ‘Uao!! Davvero!! Sapete…ultimamente stanno continuando a mettere fuori la storia delle nozze… e la ricerca delle famose sei sfere??!!’. Il guardiano in rosso iniziava ad averne abbastanza.

‘Continueremo il pellegrinaggio…ci…sono stati dei problemi…’ rispose la maga, prima che ebbe un lampo. ‘Hai detto…sei sfere?? Quindi la settima non esiste…’.

‘Boh…da quello che avevo studiato, so che la settima non si sa se esiste oppure no… alcuni dicono addirittura che non sia una vera e propria sfera, ma che sia anche un oggetto, di un’altra forma…’.

‘Questo potrebbe spiegare perché è difficile da trovare… Ed…ha un custode??’.

‘Sé è vero quello che ti ho detto… il custode dovrebbe essere logicamente il possessore di quell’oggetto!! Potrebbe essere una persona, un’animale… oppure un’anima dell’Oltremondo…’.

Subito ci fu silenzio. Sembrava che i Guado se ne erano andati. Ma dove sarebbero andati, ora??

Wakka si alzò, cercando di trovare coraggio. ‘Andiamo a trovare Yuna!! Andremo ad espiare i nostri peccati davanti al Maestro Mika…’.

Matthew si sbalordì ancora di più. Si stava affezionando già al gruppo…tante erano le cose da scoprire.

‘Cosa??!! L’invocatrice non è con voi?? L’avete persa??’.

Auron si avvicinò a lui, fino a quando la sua faccia severa non fu distante pochi centimetri dalla sua. ‘Un’informazione…tu sai dove si trova il covo degli Albhed??!!’.

‘E…ehm…N...no…p…però…p…posso…p…portarvi d…da…una…persona….’.

Il guardiano si staccò dall’incrocio di sguardi. ‘Andiamo’.

Lulu e Wakka si guardarono in faccia. Kimahri era già con l’altro compagno, mentre Matthew era ancora indietro.

‘Ehi!! A…aspettate!!!’.

 

 

ÑÑÑAltrove ÐÐР

 

 

‘Ohi ohi ohi…che…mal di testa…!!! Eh?? D...dove sono?? Sono a casa??’ chiese tra sé Noemi voltando la testa qua e là. Come cavolo ci era finita in quella piccola oasi?? Una pozza d’acqua, circondata da alcuni baobab, piante secche e cactus. Davanti a sé c’era solo un colore, il giallo dorato della sabbia di un deserto. Quel deserto. Il caldo era asfissiante e secco, ed in cielo non c’era la minima presenza di una nuvola. Il sole poteva spaccare le pietre color marrone, che assumeva colori più chiari per via dei granelli di sabbia sopra.

‘Nooooo…Questa non è casa mia…sigh!!’ ed abbassò di colpo la testa, specchiandosi nel’acqua.

‘Sono tornata me?? Oh! Un momento!! Tidus era caduto nel lago!! Così ha perso i sensi, e si spiega anche perché mi pesa la testa!! Ed anche quel sogno…mi sembrava ancora quella città…anche se io non ci ho capito niente!! Però...tutto questo non spiega il fatto che io sono qui… L’ Eliomagilite!!!.

Frugò tra tutte le tasche alla ricerca del sacchettino. Ma non c’era l’ombra di niente. Era così agitata che ormai parlava da sola.

‘Accidenti!! Devo averlo perso!!! Adesso come, COME faccio?? Io NON mi muovo da qui!!! A morire disidratata per quelle dune e quel vento che mi butta la sabbia agli occhi!!! Aspetterò che arrivi qualcuno!!’.

Poi restò dieci minuti precisi immersa nell’acqua calda ad osservare ogni singolo ramoscello di quel baobab lì vicino. Alcuni avevano forme più spigolose, altre più allungate. Quale ramoscello si aggiudicava il premio per essere il più dolce di tutti?? Che bel passatempo per aspettare!!!

Poi guardò di nuovo il cielo sereno completamente spoglio.

‘Ok,ok, ok…va bene!! Mi do una mossa!!! Ma meritavo una fine migliore!!!’.

Così uscì dall’acqua e mise piede sulla sabbia. Avrebbe giurato che se non avesse portato le scarpe si sarebbe bruciata, non solo scottata. Camminò per una trentina di metri avanti, il necessario per scorgere cosa ci fosse dopo la duna bassa sulla sua sinistra. Cosa c’era??

‘Altre dune… finirò dimenticata… come a Metropolis, del resto!!’.

Poi si rivolse ancora al cielo, urlando come un’imbecille, agitando le mani a casaccio.

‘Ehi tu!! Campione di Blitzball… Vuoi darmi una mano?? Mi dici dove cavolo sono??!! Guarda che finiremo entrambi i nostri giorni qui!!’.

Silenzio. Si sentiva solo il versaccio di due avvoltoi, che si posarono sopra ad una piccola dunetta vicino a Noemi, quasi come se a loro piacessero quelle demenze disperate. Forse il caldo dava davvero alla testa…

Si rivolse poi agli uccelli. ‘E voi cosa guardate??!! Sparite!!!! Via!! Sciò!!!’. Quelli non si mossero e continuarono a fissarla.
‘Aaaahhhh…lasciamo perdere!! Qui non mi sente nessuno!!!’ e dopo averli mandati a quel paese con la mano, continuò il sentiero attraverso le dunette, notando anche qualche strana rovina qua e là. Sembravano carcasse di macchine, mezze arrugginite e lì quasi sepolte dalle frequenti tempeste di sabbia.

 

L’esploratore Matthew li condusse a passo deciso verso una piccola via proprio al confine tra il bosco e il gelo del lago. Era tutta percorsa ai lati da alberi di strane forme, tutte curveggianti, e dai colori per metà verdi, e per l’altra quasi blu, semi-ghiacciata, che finiva in un piccolo spazio, sotto un piccolo strato di neve, e circondato da diversi abeti. Al centro vi era una specie di baita, molto semplice, di legno, che qua e là era illuminata da fioche luci bianche, forse date dal Sacromagilite, che illuminavano specialmente l’ingresso. Il fischio del vento sembrava essere l’unica anima viva presente.

‘E’ laggiù…’—ed indicò la baita—‘…c’è una strana tipa…dicono che sia una strega e non ami molto la compagnia…!’.

‘Ma voi…la conoscete?’ chiese Lulu, camminando con un po’ difficoltà con il vestito in parte coperto di fiocchi. Auron e Kimahri erano quasi già arrivati, mentre l’ex-capitano era rimasto indietro, in preda ai suoi pensieri. Si sentiva come un cavaliere che aveva perso l’onore. Si chiedeva davvero come facevano gli altri a mantenere la calma, dopo il rapimento di Yuna, la perdita di Tidus e il loro tradimento verso i Guado.

‘Beh… ne ho sentito parlare, specialmente al credo. Dice che riesce a fare ogni sorta di magia nera e conosce le Arti Proibite…!’.

Quando arrivarono notarono che la baita sembrava più una catapecchia vera e propria. Parte del legno delle finestre era stato mangiato dalle tarme, alcune ante erano cadenti, altri pareti completamente fatiscenti. Era un miracolo se quella struttura poteva reggere la neve che giaceva sul tetto, sempre di legno. L’ingresso era perfetto...stranamente, decorato come meglio si poteva, ornato da abbellimenti vari, fatti di vetro come cristallo, con sopra un’arcata di metallo, che sembrava quasi oro lucente.

‘Facciamo le nostre domande e ce ne andiamo…’ fece Auron, subito bussando alla porta. Per lui perdere tempo era un optional. Matthew subito cercò di frenare l’entusiasmo.

‘Io…io vi consiglio di fare attenzione… Non c’è da fidarsi di quella tipa…’.

‘Tu...resti con noi??’ gli chiese la maga.

‘Beh…sapete…’—arrossisce—‘…sto andando proprio a Bevelle per riacquisirmi gli amici persi tanto tempo fa… Ed anche per uscire un po’… sapete…è ora che mi trovi una fidanzata!!’.

La porta si aprì di pochissimo, e fuori di essa uscì appena appena un pappagallo dai mille colori. Quello che si poté vedere era solo la sua testa, con la sua chioma color rosso fuoco, verde brillante di sotto, e il becco giallo liscio e duro.

La sig. Mizuno non accetta visite, grazie!!’.

‘Ma…!! Quel pappagallo parla!!’ esclamò Wakka, svegliandosi quasi dalla sua trance psicologica.

’Pappagallo?? Che mi faccia il piacere…’ tagliò corto il guardiano in rosso, che subito entrò spingendo la porta e facendo volare l’uccello piumato verso l’interno, come spaventato.

‘A…attenti!! L…lei…è...!!’.

‘Oh, avanti…entriamo!!!’ continuò la maga, trascinandosi dietro con le parole il viaggiatore, che fu l’ultimo ad entrare. Il Ronso preferì stare fuori. Quando furono dentro, si capì subito che quella catapecchia era composta da sole due stanze, una cucina ed una camera da letto affianco. Com’era la cucina?? Come quella di una strega…un tavolino stile vecchia data in mezzo, finestre che facevano passare la minima luce sufficiente, ed al posto di forno e fornelli, come ricordava Noemi a Metropolis, c’era una grossa pignatta, sotto il fuoco, in uno spazio che sembrava quello tipico del camino. Si scorgeva poi un altro tavolo, più lungo, affianco alla pignatta, pieno di polveri, liquidi vari, e libri vecchi più o meno come quelli della maga guardiana.

Visitatori ostili!! Ladri!! Allarme!! Allarme!!’.

‘Sta’ zitto, uccellaccio!!! Ne ho abbastanza!!’ gridò o quasi Wakka, fino a quando non si sentì una voce starnazzante, tipica della vecchia cattiva. Sembrava di trovarsi davanti l’antagonista della favola di Hansel e Gretel.

‘CHI OSA ENTRARE NELLA MIA DIMORA???’.

E che dimora…’. Lulu diede una piccola gomitata all’ex-blitzer per farlo tacere.

 

 

‘FANTASTICO!! Cosa fa una povera come me in mezzo ad un deserto?? Eh?? C’E’ NESSUNOOOOO???’.

Sì…lo si poteva dire. Quel caldo intenso faceva proprio delirare. Noemi aveva già camminato per almeno due chilometri, quando sfinita, si mise ginocchioni, mentre osservava le immense ed infinite dune davanti a sé, ed alcune rovine che sembravano più macchinari rotti. Assomigliavano molto alle macchine Albhed, ma si poteva ragionare in quello stato?? Sotto un sole così cocente, prendere un colpo di sole era facilissimo.

‘Vorrei proprio sapere chi mi ha portato in questo posto… Volete CAPIRE CHE IO NON C’ENTRO NIENTE?? Ero a Metropolis…facevo la ladra…e allora?? Devo espiare le mie colpe in questo modo??’.

Ella si toccò la fronte fradicia di sudore. Le era appena passata di mente l’idea di dissetarsi con quello stesso liquido. Se fossero passati altri minuti, in quel caldo massiccio, sicuramente l’avrebbe fatto, grazie alle allucinazioni. Ma perché non sono rimasta in quell’oasi, eh??!!

Si mise poi distesa a pancia in su, con le braccia distese ed aperte all’esterno, a contemplare il chiarore del cielo, socchiudendo gli occhi. Neanche nella sua città aveva visto un azzurro simile…lì la cappa d’afa e lo smog offuscavano e scurivano quel colore, facendolo assomigliare moltissimo a quello delle nuvole maligne. Il grande caldo conciliava un gran sonno, disturbato però dalla sete micidiale. Lei, che odiava fin da piccola i liquori, che tanto gli ricordavano il padre che sperperava il denaro anche per quello, seppur in minor quantità rispetto al gioco, avrebbe giurato almeno dieci volte di berne una bottiglia intera, solo per dissetarsi. Ritornare a pensare al padre le faceva passare del tempo, ma anche soffrire. Infatti, si ricordò di aver sognato il proprio passato, quando era fuggita di casa per cercare la madre. Ma di certo, lì, non l’avrebbe mai trovata…

La sua attenzione poi si mosse altrove. Infatti, accanto a lei, su un piccolo ferro vecchio che spuntava dalla sabbia, tornarono puntuali i due avvoltoi di prima. Già…molto, ma molto più vicini. La ragazza si destò di colpo, e fissò negli occhi i due carissimi. Subito ebbe un brivido di paura.

‘E…ehm…S...state calmiii….Guardate che sono ancora viva e vegeta!!!’—e si batté due volte il petto, fino a quando non brontolò il suo stomaco—‘ehm…ops!! Non sono il vostro pasto, è chiaro?? Ora sparite!! Via!!!’.

I due uccelli volarono come spaventati Ahahahah…quando voglio so far fuggire chiunque…ehehehe ma non sembrò per via dell’’avvertimento dell’orfana. Infatti, da una duna alla sua sinistra, comparvero tre macchie, di cui due grosse e uno più piccolo, che si definirono simili a quei robottini che avevano attaccato il gruppo a Luka [parte 11]. La differenza fu che questi sembravano più nuovi ed accessoriati, muovendosi più velocemente e più fluidi nei movimenti. I due ferri grossi erano molto piatti di sopra, bassi, che portavano nella parte frontale due bracci metallici che subito spuntarono fuori, e nella parte terminale di esse avevano delle rotelline che giravano molto velocemente. Erano dotati di altri quattro bracci, più corti, usati per il movimento.

La ragazza si girò verso le macchine ed ebbe un altro brivido. Oh, no…proprio ora quei cosi??? Vi prego…risparmiatemi…!!! Le macchine poi si fermarono di colpo. Vedo che capite, eh?? Bene…potreste indicarmi ora dove posso trovare un’anima viva e non dei robottini simpatici come voi… Graaaazie…

Subito quelle rotelline dei pezzi grossi mostrarono diverse punte di metallo, lucenti ed affilati, che, girando a quella velocità, creavano una perfetta lama che riusciva a fare a fette qualunque cosa di organico. Sembravano mini-motoseghe. E…ehm…po…possiamo…parlarne...civilmente?? No, eh….ecco...forse erano meglio gli avvoltooooiiiii…!!!!

La ragazza iniziò a scappare con tutte le energie rimaste dalla parte opposta, e con la vista offuscata dal caldo, dalla fame e dalla sete, inseguita dalle tre macchine, specialmente dal più piccolo che la stava raggiungendo. Forse, pensava, raggiungendo l’oasi, l’acqua li avrebbe messi ko. Ma quanto era lontana???

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Capitolo 34
*** Cap.34: The Joyful Surprise ***


Eccoli!! Eccoli!! Ficcanaso!!!!’ continuava il pappagallo, sopra una piccola asticella di legno piuttosto alta, quasi fino al soffitto, semi bucato qua e là.

Dalla stanza affianco si avvicinò una strega, che a parte la voce o le maniere, era davvero incantevole nell’aspetto. E nemmeno Matthew avrebbe mai immaginato che era così bella…forse aveva fatto un recente incantesimo, chi lo poteva sapere? Portava un vestito color fucsia, dalle maniche gonfie e ricamate, che terminava con una gonna stile principessa, che sembrava nuovo, tranne per dei piccoli buchi nella parte terminale. Portava i capelli lisci e lunghi fino a metà schiena, di color azzurro limpido tendente al blu, e i suoi occhi erano leggermente allungati, dalle ciglia lunghe e curate, e così scuri che non si riusciva a localizzarne le pupille. Da quel momento in avanti, l’esploratore non fece più motto, rimasto con la bocca spalancata, a fissare ogni minimo particolare della strega carina, specialmente il suo petto, davvero sexy. Prese però un colpo d’infarto quando lei si mise ad urlare, con voce da perfetta vecchia, quando in realtà sembrava avere solo una trentina d’anni. Anche Wakka ne restò un po’ incantato, ma solo all’inizio, perché i suoi pensieri confluivano sempre al suo tradimento con Yevon, imperdonabile per lui.

‘CHI DIAVOLO SIETE??? FUORI DA CASA MIA!!!’.

‘Ehm…mi scusi…abbiamo bisogno di un’informazione…’.

‘TZK!! IO NON DO’ INFORMAZIONI A NESSUNO!!!! ORA SPARITE!!!’ rispose ella a Lulu, che sbuffò un poco. Subito ci provò Auron.

‘Costa tanto per lei fare una domanda??!!’.

‘INSOLENTE!!!!! COME SI PERMETTE DI TRATTARE COSI’ UNA SIGNORA???’.

IIIInsolente!! IIInsolente!!!!’.

La strega si schiarì la voce. ‘Il mio nome è Mizuno, strega Mizuno, prego!!! Sono esperta in sortilegi, magie nere ed oscure!!! Volevate sapere questo?? Bene, ora SPARITE!! Ho altro da fare…’.

A quelle parole, che si sentivano perfettamente da fuori, il Ronso entrò nella stanza, in tutto il suo meraviglioso aspetto. Mizuno cacciò un urlo così potente da far fischiare le orecchie a tutti.

‘Kimahri stufo!! Noi non aspettare!!! Yuna in pericolo!!!’.

‘AAAAHHHHH!!! CO…COS’E’ QUEL MOSTRO??? IO ODIO I RONSO!!! Per favore… PORTATELO VIA!!! Vi dirò tutto!!!!’.

Viiii dirà tuttoportatelo viaaaa’.

La maga si girò verso Kimahri sorridendogli mentre richiudeva la porta. ‘Davvero…tutto??’.

‘TUTTO!!’.

Ci fu un attimo di silenzio. Le sedie non c’erano, e perciò tutti rimasero in piedi, con il guardiano professionista che si appoggiò al solito muretto libero. Wakka era depresso, ma si interessò comunque al discorso, per ritrovare l’invocatrice. Matthew restò incantato a vedere quella strega per tutto il tempo. Lei si sistemò come poté, e trasformò la sua arroganza nella massima gentilezza che il suo carattere poteva offrirle. Aveva davvero il terrore di quei leoni viola.

 

 

ÑÑÑAltroveÐÐР

 

 

‘AIUUUUUTOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!’.

Ormai il robottino le stava alle costole, e Noemi doveva trovare in fretta un’idea. La sua vista offuscata, e quelle dune tutte identiche a se stesse, le fecero prendere una direzione che non riportava a quell’oasi ora sognata. Poi, improvvisamente riuscì ad intravedere da lontano quella che sembrava una tenda. Si agitò come poté, prima di essere presa per una gamba da un braccio della macchina, che terminava con una grossa pinza. Sotto la tenda erano presenti due uomini, che videro la ragazza sollevarsi per aria, in preda al robot. Uno di loro corse verso di lei.

‘Lra cdy cillatahtu!! Are!!! YMD!!!! [Che sta succedendo!! Ehi!!! ALT!!!!]’.

Tutti i tre robot si fermarono e divennero come statue, perfette, fisse ed immobili nelle loro posizioni. Anche la ragazza, a dir la verità. Era rimasta a testa in giù dopo essere stata sollevata da terra, penzolando a destra ed a sinistra.

‘Ehiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! Fateeeeeemiiii sceeendereeeeeeeeeee…!!!’.

L’uomo si mise a ridere di cuore a vederla appesa sopra, attraverso la gamba destra. Portava degli occhialini ed era vestito similmente ad un soldato.

‘TU!!! Albhed!!! Fammi scendere!!! NON faccio…ridere!!!’. Quel tipo però non sembrava capire un’acca di quello che gli stava dicendo. Quel caldo, quella corsa, quella stanchezza che già sentiva quando si svegliò nell’oasi, e quel chakra, le stavano facendo perdere i sensi. Subito quello venne raggiunto da un altro.

‘Lre è?? My luhucle?? [Chi è?? La conosci??]’.

‘Eu?? Luhuclana xiacdy?? Hu...a huh è ih Albhed!! [Io?? Conoscere questa?? No...e non è un Albhed!!]’ L’altro si voltò sorpreso.

‘Sy!!! Ymmuny lusa vy y luhuclana xiacdu bucdu?? Lus'è ynnejydy xie?? [Ma!!! Allora come fa a conoscere questo posto?? Com'è arrivata qui??]’.

‘Pur...sykyne xiammy...Yuna my luhucla!! [Boh...magari quella...Yuna la conosce!!]’. Poi si voltò verso la macchina. ‘MYCLEY!!! [LASCIA!!!]’.

Noemi cadde a peso vuoto sulla sabbia, perdendo definitivamente i sensi. Era ormai senza un briciolo di energie, prosciugate in quella corsa disperata. E correre sulla sabbia, con quel caldo, non era facile…

I due Albhed chiamarono una delle due grosse macchine piatte rimaste un po’ più indietro, che avevano già ritirato le loro lame. Appena si avvicinò sul posto, camminando a scatti, sulla sua superficie piatta venne messa la ragazza svenuta.

I due Albhed fecero una breve camminata, quando arrivarono nei pressi di un complesso gigantesco, grande quanto la capitale intera di una provincia. Era composta da un’alta torre centrale, e nove strutture tutt’attorno a cerchio, ognuno dei quali aveva una forma leggermente convessa, e strani simboli diversi l’uno dall’altro sopra, tutti terminanti con rotelle che continuavano a girare in una direzione. Si aprivano a conchiglia, allontanandosi dalla torre al centro, e collegandosi ad esso per mezzo di ponti ed altri collegamenti. Tutta la costruzione era di colore lucente, simile al bronzo, che componeva l’intera struttura, dalla quale si sentivano rumori di macchine e circuiti. Sì, quella doveva essere…

 

‘Una base!! Certo!! State parlando della base Albhed?? Si trova a sud dell’isola di Bikanel, molto più ad ovest di qui, oltre il mare. Ma per raggiungere quel posto, dovete superare le dune di Sanubia…che sono tra i luoghi più inospitali di questo continente…’.

IIInospitali!!! IIInospitali!!!!’.

‘Possiamo usare l’Eliomagilite? Se l’hanno usato pure loro…’.

‘Sì...probabile…che volete…non so mica tutto io!!!’ poi Mizuno prese un mestolo che era sul tavolino, ed iniziò a girare il contenuto della pignatta. Non si sentiva nessun profumo, e chissà cosa c’era dentro. ‘Se volete usare quella polvere, dovete avere in mente il posto…avete bisogno almeno di una foto per darvi un’idea…’.

‘Fantastico!! E dove l’abbiamo questa foto???’. Alle parole di Wakka, che abbassava le spalle, Matthew si risvegliò da quella trance.

‘Io ce l’ho!! Insomma...sono o non sono un esploratore?? Però non ci sono mai stato…e poi preferisco ora andare a Bevelle…!!’. Wakka si avvicinò e prese la foto, che mostrava solo dune, dune, ed ancora dune sabbiose. Sull’angolo in basso a destra era presente un ferro vecchio arrugginito, che sembrava un braccio meccanico.

‘Bene…arrivederci…’ disse subito Auron, che si diresse verso la porta.

‘Auron!! Aspetta…’—le disse la maga, prima di voltarsi di nuovo—‘…ma lei…conosce le Arti Proibite, vero?’.

La strega continuò a guardare la pignatta. ‘E…perché ve lo dovrei dire, questo??’.

Quella domanda fu come miele per le api per Matthew. I misteri gli fecero dimenticare tutto il resto, anche la bellezza della strega. A vederle così, sembrava un faccia a faccia tra le due maghe nere.

‘Perché siamo guardiani di un’invocatrice!! Abbiamo il diritto di sapere la loro potenza!!’.

‘TZK… Siete davvero voi i guardiani di cui parla tanto la gente?? Ridicolo…’.

Riiidicolo!! Visitatori ridicoli!!!!’.

‘Ehi!!! Piano con le parole!!!!!!!’.

‘Wakka!! Lascia stare…’—poi Lulu si voltò ancora verso Mizuno, sempre di spalle—‘…la prego!! Siamo appena stati attaccati dalla magia Chaos…’.

Mizuno ripensò al Ronso lì fuori. Forse era meglio rispondere…almeno l’avrebbero lasciata in pace…

‘E va bene… Esistono cinque Arti Proibite…’—la strega poi si avvicinò ad una specie di quadernetto, che sembrava molto più giovane rispetto ai malloppi che c’erano vicino, sfogliandone le pagine—‘…l’Arte della Forma, l’Arte della Presenza, l’Arte della Vita, l’Arte della Fine e l’Arte del Sacrificio. L’Arte della Forma viene anche chiamata Chaos, poiché si perde la propria forma umana, l’Arte della Presenza, o tecnica Schmelzend fa perdere la consistenza della materia e del corpo, l’Arte della Vita o tecnica Sacratix fa perdere la stessa, mentre l’Arte della Fine, o tecnica Ultimada fa perdere l’anima completamente a chi fa tale magia. Tutte queste Arti Proibite possono essere eseguiti con delle pietre speciali, di colore rispettivamente giallo, blu, rosso e nero, molto rare e potenti. La formula poi, è tenuta segretissimo dal clero, e solo gli esponenti più alti hanno accesso a simili cose… Per quanto riguarda gli effetti…quello non lo so proprio…’.

Auron fece marcia indietro. ‘Come fa a sapere queste cose??’.

‘Come?? Una strega deve saperlo!! Fui una vecchia allieva della scuola di Bevelle…ma mi ritirai appena appena seppi dell’esistenza delle magie oscure e degli intrugli magici che si fanno con l’Eliomagilite, la Sacromagilite, la Magmagilite…’.

Con un gesto di stizza il guardiano aspettò con Kimahri fuori, mentre Wakka osservava la foto con Matthew.

‘Che…postaccio…!!’.

‘Già…ehmm…buona fortuna…!! Ci vedremo a Bevelle…’ e l’esploratore diede due pacche sulla schiena all’ex-blitzer, che sgranava gli occhi, dirigendosi poi verso l’uscita, un po’ spaventato per la prossima bella destinazione. Ma Yuna sarebbe davvero là? Chi poteva dirlo!! Magari gli Albhed l’avevano portata da un’altra parte, non per forza alla loro base.

La maga non si mosse da lì. ‘E…l’Arte del Sacrificio? Sa qualcosa??’.

Mizuno sospirò. Qualcosa diceva a Lulu che anche lei avrebbe voluto sapere di più su di esso.

‘E’ la più pericolosa di tutte le arti… si chiama anche tecnica Sunshine… e la dovreste conoscere meglio di me, visto che affiancate un’invocatrice!!! Comunque è un’Arte che conferisce poteri straordinari, forse anche maggiori di quelli di Sin…però per fare una cosa del genere ci vuole il sacrificio di chi è più vicino alla persona che fa quest’Arte e di chi la fa. E’ necessario anche avere una pietra molto speciale e fondamentale, che però non seppi, perché lasciai prima la scuola… Ora ve ne potete andare, GRAZIE???’.

Lulu uscì immersa nei suoi pensieri. Quale pietra ci voleva?? Non aveva mai sentito una cosa del genere… e poi perché il clero non lo diceva? Magari era stata l’assenza di quell’oggetto a creare la disfatta di Braska...

AAArrrivederci!! Arrivederciiii!! E non tornate mai più!!!!’.

 

Noemi forse aveva dormito solo una mezz’oretta. E si spaventò un poco quando vide di non essere più nel deserto. Poi, dopo alcuni secondi, quella stanza le sembrò un paradiso. Sul comodino affianco al letto trovò un bicchiere affiancato da una bottiglia d’acqua bella piena e fresca. Perché usare il bicchiere, se con quella sete era meglio a bere a canna?

‘Ce è nebnacy...ehvunsydamy a bundydamy xie...[Si è ripresa...informatela e portatela qui...]’ fece una voce fuori dalla stanza, che quasi la stava facendo andare di traverso. Quando ebbe la pancia bella piena, si lasciò cadere sul letto e si mise ad osservare quella strana stanza dove si trovava. No… non era come quella di una casa di Metropolis...ma molto più robotizzata. Dovunque ci si girava c’era sempre qualche rotella che girava costantemente, diversi tubi ben scoperti, ed appesi sulla parete c’erano una serie di strumenti, proprio come quelle che si vedono nell’officina di un meccanico. In una camera da letto?? Cosa se ne fanno??  Le pareti erano semplici, e sembrava tutto, ma davvero tutto costruito in metallo e ferro. Forse perfino il pavimento lo era, a vedere com’era caldo e lucente. Ella si mise seduta sul lato libero del letto, attaccato al muro ed opposto all’ingresso, quando vide l’ultima persona che si aspettava.

‘Noemi!! Sei qui!!! Eheheheh!!!’ La ragazza si alzò di colpo in piedi.

‘Y…Yuna??!! Oddio!! Tu??!!!’.

Elle corsero insieme ad abbracciarsi. L’invocatrice sembrava più fresca come una rosa che l’orfana, che aveva ancora un po’ i segni della polvere e della sabbia sul volto.

‘Ma…gli Albhed…ti avevano…rapito…e…’ le parole erano rotte dallo stupore e dalla felicità di non essere sola in quel posto.

‘Ohhh… va tutto bene!!! Non sai quanto sono gentili…e mi chiedo anche perché gli yevoniti li disprezzano così tanto…!!!’. L’abbraccio divenne fortissimo. Dopodiché entrambe si sedettero sul letto.

‘Gentili?? Per quello che hanno fatto direi proprio di no!! Una volta mi stavano pure uccidendo!! [cap.11]’.

‘Lo so… e sanno anche della tua seconda identità…e sembrano piuttosto spaventati di essa…! Comunque non lo fecero per dispetto…!! Ma…credo che qui ci sia una persona che te lo spiegherà meglio!!!’.

‘Chi?? Mi gira la testa… dove siamo??’.

La porta automatica si aprì alzandosi appena vi si affacciò una ragazza bionda.

‘Noemi!!?? Cosa ci fai qui?? Menomale che l’Albhedina ha funzionato!! Eri sparita di colpo…e quel ragazzo…!!’. Ancora???

‘Ehm… beh…mi ero cacciata nei guai…qui…tra le dune…anche se…’—abbassò la testa—‘..non so perché mi sono trovata qui…’.

Rikku si avvicinò saltellante e si inginocchiò così da vederla negli occhi alla stessa altezza.

‘Sei alla base degli Albhed…nell’isola di Bikanel…Qui noi Albhed abbiamo la casa!! Ho sentito che due nostri compagni ti hanno trovato tra le dune di Sanubia!! Sei stata fortunata, sai?? Uscire da esse, se non le conosci bene, è difficile e rischioso!! Comunque…ti prego di non dire a nessuno dove ci troviamo!! I Guado ci attaccherebbero!!’. Poi le prese le mani, prima di notare con gli occhi la strana catena che dondolava avanti ed indietro. Ne era ormai certa: era praticamente identica. Quello che l’altra ragazza notò furono i suoi occhi senza pupille. Ma niente contava, se non la spiegazione dell’attacco sul lago [cap.30].

‘Perché ci hai lasciato in quel modo??? Che cosa ti è preso??!!’.

Rikku si spaventò alla domanda e si girò verso Yuna, che era troppo contenta per mostrargli qualche sospetto o risposta.

‘Beh… il nostro dovere è salvare gli invocatori e soprattutto i guardiani… Vedi…da quando è successo quel disastro con la tecnica Sunshine, ai tempi di Braska, abbiamo pensato che l’unico modo per salvarli fosse quello di rapirli e farli ragionare qui sui loro inutili rischi… Noi non abbiamo nulla contro il clero e i sacerdoti, davvero!! Non è come penserebbe Wakka!!...’.

‘Ma… perché rapire gli invocatori, se ci sono i guardiani a proteggerli??’.

Subito Yuna cambiò espressione. Passò dalla felicità esaltata ad una malinconica tristezza. Non volle farsi vedere, e perciò preferì alzarsi ed avvicinarsi all’ingresso, restando però nella stanza.

‘Beh…ma per sconfiggere Sin…accidenti!! Ci deve essere un altro modo…’. Che cosa c’entra?? A cosa servono allora i guardiani?? Perché???  Rikku stava aprendo la bocca quando la anticipò Noemi.

‘Aspetta…ma… perché siete qui? In un posto così inospitale?? Perché vi odiano così tanto?’.

Lei le rivolse un’espressione leggermente afflitta.

‘Beh… un tempo noi Albhed avevamo un’isola che era la nostra casa…poi i sacerdoti e i Guado ci attaccarono, perché avevano paura delle nostre macchine, secondo loro responsabili dell’avvento di Sin… Loro non hanno prove per darci la colpa!!! Comunque…dopo la distruzione del’isola, tutti noi ci eravamo dispersi per tutto il continente, fino a quando mio padre, Cid, riunì tutti gli Albhed qui, nell’isola di Bikanel, lavorando sodo per questa nuova casa...!!!’. Cavolo…hanno ragione..!! Perché fare del male a questa gente?? E poi non credo che a Sin interessino le macchine… compare e distrugge anche laddove non ce ne stanno… Rikku poi sollevò la testa, notando il viso pensoso della ragazza.

‘E poi come fai a sapere che abbiamo “rapito” Yuna??? Tu non eri laggiù, se non ricordo male!!!’.

Per l’altra fu come un lampo. Basta!! Deve saperlo… ‘Ehm…beh…ecco…Rikku…ti devo dire una cosa…’.

La “cosa” non fu detta. Si sentì, poco lontano, un’esplosione che fece vibrare tutto il posto. Iniziarono a sentirsi urla e grida ovunque, e macchinari muoversi tutt’ad un tratto. Cominciò a suonare l’allarme attraverso i vari megafoni sparsi per la base.

Yddahweuha!! Ymmynsa!! Ymmynsa!!! Ceh le cdy yddyllyhtu!! Nebadu!!! Ceh le cdy yddyllyhtu!! Bnabynyda didda ma ynse y tecbuceweuha!!! Ry keà tecdniddu my lahdnyma ahankadely!!! Bnacdu!!!! Vansydamu!!! [Attenzione!! Allarme!! Allarme!!! Sin ci sta attaccando!! Ripeto!!! Sin ci sta attaccando!! Preparate tutte le armi a disposizione!!! Ha già distrutto la centrale energetica!!! Presto!!!! Fermatelo!!!]’.

Il volto di Rikku si fece pallidissimo. Il suo sangue divenne così gelido che aprì la bocca, ma le parole non uscivano. Noemi e Yuna la guardarono, in ansia per avere un minimo di traduzione.

‘Cosa…cosa sta succedend…’. La domanda di Noemi venne bloccata da un altro terremoto, seguito da un’altra esplosione, dall’altra parte rispetto a quello precedente. Si guardarono tra loro, incuriosite, impaurite, fino a quando Rikku si alzò in piedi e mostrò il suo sguardo perso. Per qualche strana ragione, l’orfana iniziò a sentire un leggero calore al collo. E aveva imparato che non era niente, niente di buono quando accadeva…

 

Lasciata la baita, il gruppo si ritrovò con Auron proprio vicino allo spazietto nevoso. Egli prese da una tasca il sacchettino rosso di Eliomagilite, mentre Wakka consegnò la foto a Lulu, che la fece vedere a tutti, in modo tale che il teletrasporto riuscisse. Erano già tutti pronti, quando Matthew esitò.

‘Ehm…scusate…io devo raggiungere Bevelle…vi auguro buona fortuna!! In posti così di certo non troverò delle soluzioni al “Misterioso Passato Che Il Clero Tanto Nasconde”….eheheheh!! Ci vediamo!!’.

Egli agitò la mano e corse verso il Bosco di Macalania in direzione di quella città.

‘Tsk… Scherzare sul passato…!!!’.

‘Dai, Auron…lascialo perdere…è solo un esploratore...concentriamoci, ora...per il bene di Yuna!!!’.

Tutti e quattro toccarono la foto insieme, con il guardiano in rosso che spargeva l’Eliomagilite al centro, in modo che investisse tutti interamente. Subito si liberò una leggera luce bianca, che li investì fino a teletrasportarli chissà se proprio in quel posto desertico. Wakka si sentiva davvero disperato. Già odiava tra sé e sé gli Albhed, poi era diventato un traditore, proprio lui che amava Yevon con tutto il suo cuore. Quello che lo faceva sentire più solo era anche il fatto che nessuno, oltre a lui, sembrava pensare anche alla sorte del suo migliore amico. Auron aveva una sicurezza sfacciata verso di lui, mentre Lulu non ne aveva mai parlato. Wakka aveva pensato che con lui la sua squadra avrebbe avuto un’altra bella chance. E poi?? Lui si era ritirato per fare il guardiano per Chappu, e per questo mancava un giocatore, e non avrebbe potuto nemmeno far partecipare la sua squadra al torneo in cinque. Chi avrebbe voluto giocare in quella squadra di “poppanti”?? Questo lo avrebbe costretto a sciogliere la squadra per sempre, cosa che lo metteva davvero giù. Povero Wakka!!

 

‘Co…cosa…??’ Noemi e Yuna non credettero alle loro orecchie. Le grida erano ormai ovunque.

‘S…sì…Sin è qui…!!! Presto!! Andiamo fuori di qui!!!’.

Ti   ho   trovato Finalmentevieni   con   me.. non   scappare…’.

L’Albhed si alzò di scatto, ed incitò le due amiche ad uscire fuori per seguirla. S…Sin…ma…ma allora…allora…mi aveva portato lui qui….forse… Ma...cosa vuole?? Odia davvero le macchine?? Cosa sta cercando??? Perché!!!

Uscirono dalla stanza in fretta e furia, continuando a correre, mentre il suolo vibrava ai loro piedi. Tra urla, esplosioni e duri colpi vari, ci si doveva quasi coprire le orecchie. Passarono per vie coperte, senza alcuna finestra, ma piene di macchine, tubi scoperti, e rotelline che si muovevano lentamente. Le luci erano dati quasi come a Metropolis, con l’energia elettrica e i fili di tungsteno, che funzionavano ad intermittenza, a causa della centrale già danneggiata. L’energia elettrica era fondamentale per gli Albhed, per far funzionare i cannoni potenti di cui la base disponeva, e si poteva ben dire che l’essere deforme aveva centrato il loro punto debole, e questo spiegava anche la grande agitazione dei compagni di Rikku. Mano a mano che si avanzava verso l’ingresso, aumentavano i detriti, il ferrame sparso in giro, ed il numero degli individui, muniti di ogni genere di arma, più o meno strana, mentre qua e là fuoco e fumera rendevano il posto ancora più a pezzi.

‘R…Rikku!!! Dove…pant…ci stai portando??’ le urlò la ragazza orfana.

‘Da…da mio padre!! Lui saprà cosa fare!!!!’.

Corsero per almeno quindici minuti in quella gigantesca struttura per raggiungere l’ingresso principale. Appena che uscirono, tutte e tre rimasero gelide come ghiaccioli. Davanti a loro c’era Sin, in tutta la sua potenza, che si librava nell’aria grazie a quello che sembrava un chakra, di colore dell’oro, che lo rivestiva completamente. Era lì, fermo, quasi immobile, come se aspettasse qualcosa o si godesse lo spettacolo. La distruzione della centrale, e di un terzo della base, era stata causata dai mostriciattoli nati dalle sue scaglie, che caddero in varie parti, e continuavano a fare danni. Ne erano caduti a migliaia dappertutto, perfino sui tetti. Ma cosa faceva quell’essere?? Completamente nulla. Noemi si sentì continui brividi sulla schiena, terrorizzata dalla vista di quel mostro portatore di morte, tanto da non riuscire più a muovere un dito per diversi minuti. E qulle voci, quei suoni, tuonavano, vibravano, cercavano di dare un messaggio. ‘La   fine   e   vicina non   aspettare non   cadere   nel   tuo   passato   dimenticato…’.

Yuna reagì più in fretta della ragazza, e si avvicinò a Rikku di corsa. ‘Rikku!!! Ho bisogno dell’asta e della sfera magica che mi è rimasta!!! DEVO fermarlo!!!’.

Lei non le rispose. Vicino a lei c’erano due Albhed, di cui uno era proprio quello biondo con le due “corna”, per metà ginocchioni, mentre l’altro in piedi era un tipo alto, robusto e calvo, con una barba cortissima solo a livello del mento, e che vestiva un paio di pantaloni gonfi e gialli, stivali lunghi, blu e neri, e dello stesso colore erano anche i suoi scalda braccia. Qua e là sbucavano dei piccoli cinturini verdi, che reggevano tutti i suoi vestiti. Aveva una quarantina d’anni, e l’aria di essere un capo. Davanti a loro giaceva un cadavere, un uomo dalla pelle scura. I toni erano davvero tristissimi.

‘Huh vyna lucì Berrik... A' cdydu ih jymunucu luspyddahda... de ry casbna yvveyhlydu, vehu ymmy veha... Mu neluntanasu casbna... [Non fare così Berrik... E' stato un valoroso combattente... ti ha sempre affiancato, fino alla fine... Lo ricorderemo sempre...]’. Il biondo non fece una piega e rispose con voce molto debole.

‘Huh cluntanò sye ma esbnaca lra ehceasa yppeysu yddnyjancydu...[Non scorderò mai le imprese che insieme abbiamo attraversato...]’. Rikku gli mise una mano sulla spalla.

‘Se tecbeyla dyhdu...[Mi dispiace tanto...] ’.

Rikku poi disse sottovoce qualcosa al tipo calvo, che si girò verso le altre due, con modo di fare autoritario e molto serio. Era un tipo dal sangue freddo.

‘Piacere…mi chiamo Cid… sono il padre di Rikku e il capo degli Albhed… Ma non è tempo per i convenevoli ora… Voi, invocatrice…’—lei lo guardò subito negli occhi—‘…la vostra asta la prenderà mia figlia, con la sfera… e…’—si voltò verso Noemi, ancora bloccata—‘…voi!! Se restate lì incantata, farete una brutta fine!! Prendete un’arma subito e dateci una mano a respingerlo!!!’. Cosa...?? Io?? Ma….ma…

Si Proprio   te   sto   cercando…’.

 

Kimahri, Auron, Lulu e Wakka si trovarono tra quelle dune sabbiose. I due guardiani seri subito si misero in cammino, mentre Lulu ringraziava quel cielo sereno e limpido per averli condotti nel posto giusto, se avrebbero poi trovato Yuna lì. ‘Ma…adesso dove andiamo??’.

‘Andiamo a salvare Yuna…’ rispose il guardiano in rosso alla maga nera, camminando come se il loro obiettivo fosse una cosa ben facile. Fu lì che l’ex-blitzer scoppiò di rabbia.

‘CERTO, COME SE FOSSIMO SICURI CHE LEI FOSSE LA’!!! IO TRA GLI ALBHED NON CI STO!!! Sono solo gentaccia!!!!’.

Subito si sentì un forte rumore nell’aria, che sembrava provenire dalla parte in cui si dirigevano il Ronso ed Auron. Sembrava il rumore di una fortissima esplosione.

‘Ma…cos’è stato?? Avete sentito??’ chiese la maga, mentre Wakka si mise a braccia conserte, fermo e rigido nella sua posizione, come per dispetto.

‘Kimahri sente qualcosa non buona… Pericolo vicino!!!’.

Quando i tre più avanti superarono la piccola duna alla loro sinistra, videro, da lontano, la base Albhed tra le fiamme e la fumera. Da lì si lanciavano rumori confusi, distorti, mischiati al rumore delle fiamme e della distruzione. E lì, sulla sinistra, davanti, c’era Sin, che si librava di un chiarore dorato luminoso. Quando lo videro Lulu ed il leone, si bloccarono a quella vista orribile. Il guardiano professionista fu l’unico a commentare.

‘Eccolo…è lì…il nostro carissimo…’—ed impugnò la katana lucente, pronto alla battaglia, che si aspettava durissima—‘…Laggiù ci sono tutti quanti…Rikku, Yuna e Tidus…’ continuò, osservando quel’essere. Se c’era quell’affare, lì, doveva esserci anche lui, pensò con sicurezza.

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Capitolo 35
*** Cap.35: Fire Horizon ***


Rikku corse come una matta nella “Sala della Sicurezza”, utilizzata per conservare tutti gli oggetti magici e le armi altrui. Non era facile trovare un’asta ed una sfera lì, tra il fumo e le fiamme, soprattutto quando ti tremano le mani all’impazzata.

L’ingresso era pieno di lunioli qua e là, man mano che quelle scaglie venivano uccise l’una dopo l’altra. Molti Albhed erano a terra inerti, e le fiamme erano arrivate a coprire almeno metà della struttura. Cid continuava a combattere con coraggio, mentre Sin era lì, fermo, mentre tutto bruciava e cadeva a pezzi. Tutte le fatiche di quel popolo odiato, il loro duro lavoro…prima distrutto dai Guado e poi da quell’essere, che riprese a gridare ancora.

Non   aspettareNon   scappare non  ce   altro   modo   per   rinascere…”.

La ragazza di Metropolis più si guardava intorno e più sentiva l’odore della morte. Ovunque erano sparsi diversi cadaveri, di coloro che combatterono con coraggio, proteggendo loro stessi ed anche l’invocatrice. Che ragione c’era di disprezzare gli Albhed, dunque??

Il campo era appena stato liberato, quando da Sin cadde un’altra ondata di scaglie, tutte nello spazio dove stava il gruppo più compatto, ed appena esse si aprirono come boccioli, uscirono altri mostriciattoli, almeno un centinaio, che erano lì, pronti a radere al suolo quello che rimaneva. Cid e il compagno Berrik, guardarono senza reagire quei mostri muoversi.

‘Symateweuha...’ [Maledizione...]. Il biondo a corna si girò verso il capo.

‘Lucy...lucy vylleysu???’ [Cosa...cosa facciamo???]. Cid osservò duramente più Sin che le scaglie che si stavano avvicinando, mantenendo il sangue freddo. Perché…perché… questo mostro è sempre qui… che ragione ha di distruggere tutto… sei stato tu a portarmi qui, non è vero?? Che cosa vuoi???!! Noemi cercò di trovare una via d’uscita.

‘Tuppeysu....vikkena... Berrik!! Bnabyny m'yanuhyja!!! Vynò tecdnikkana xiacdu bucdu... luh didde xiacde tyhhyde...!!!’ [Dobbiamo....fuggire... Berrik!! Prepara l'aeronave!!! Farò distruggere questo posto... con tutti questi dannati...!!!] continuò Cid, rigido.

Ti   prego Non   posso   rimanere   in   questo   stato   ancora   per   molto…”.

‘Sy...Cid!!! Sin le ehcakienà!! Cy jumyna!!!’ [Ma...Cid!!! Sin ci inseguirà!! Sa volare!!!]. Cid restò zitto per diversi secondi, vedendo l’essere librarsi nell’aria. ‘Huh yppeysu ymdny clamdy...’ [Non abbiamo altra scelta...] .

Berrik si voltò per dare la notizia a tutti i sopravvissuti all’interno della struttura, quando notò Noemi. Già, quella ragazza… e quel chakra. Gli venne un grosso brivido sulla schiena e si rivolse verso Cid.

‘Cae yhluny XIE????!!! Lra cillata???’ [Sei ancora QUI????!!! Che succede???]. Il pelato lo vide tremare come una foglia.

‘Cid!!! X....xiammy nykywwy...!!! Ry em chakra pmi!!! Ja mu keinu!! M'ru jecdu!!! Huh cybajysu ca tenjamu xiacdu...!!!’ [Cid!!! Q....quella ragazza...!!! Ha il chakra blu!!! Ve lo giuro!! L'ho visto!!! Non sapevamo se dirvelo questo...!!!]. Cid si sbalordì e si mise quasi a sbraitare.

‘Lucy??!! Ceysu eh ihy cediyweuha te asankahwy a de sadde y tena vaccanea tam kahana???!!’ [Cosa??!! Siamo in una situazione di emergenza e ti metti a dire fesserie del genere???!!].

L’orfana continuava ad indietreggiare. Che cosa poteva fare? Le scaglie sembravano divertirsi a mettere gli Albhed e loro alle corde… quando sarebbe arrivata Rikku?? Quel posto che aveva citato era forse molto lontano da lì?? Certo, in una base così grande…

‘Yuna!!!’.

‘Co…cosa??’ ella si volto verso Noemi, che subito ebbe nel volto una strana determinazione.

‘Allontanati…non c’è altro modo!!!’.

‘Cosa??? Stai scherzando??!! Invocherò subito Valefor!!!’.

L’orfana si fermò di colpo e cercò di concentrarsi. ‘Non c’è tempo…ti prego…scappa!!!’.

Rikku riuscì a trovare l’asta e la sfera di Besaid, ed era corsa come non mai verso l’uscita, con i nuovi detriti che, trovati qua e là, la rallentarono parecchio. Quando la porta automatica si aprì si fermò di colpo. Altri cadaveri, altre scaglie erano davanti a lei e gli altri. Le più isolate scaglie iniziarono ad attaccare, fermati dalle armi degli altri Albhed lì presenti, che continuavano a resistere.

‘Scappa!!! Ti prego…’.

Yuna era ancora più preoccupata. Sapeva bene che un Eone non sarebbe stato di certo sufficiente per fermare il portatore di morte. Vide la ragazza rimanere ferma ed immobile davanti a quei mostri, mentre alcuni di essi iniziarono a lanciare aculei da quelle specie di ali. Subito il chakra blu l’avviluppò come se invocato, agli occhi di Berrik e Cid. Quest’ultimo si girò stupendosi.

‘Sy...ymmuny...any janu xiammu lra telajyhu... Huh...huh le buccu lnatana...’ [Ma...allora...era vero quello che dicevano... Non...non ci posso credere...].

Rikku non capiva cosa stava succedendo. L’istinto le disse di dare al volo l’asta e la sfera a Yuna, che le prese subito. ‘Invoca, presto!! Non c’è tempo da perdere!!!’.

Noemi si sentì come in sintonia. Quei versacci che scuotevano l’aria erano fin troppo incomprensibili. Ma una strana, sconosciuta sensazione, le diceva che Sin in realtà parlava, gridava, lanciava messaggi. Comprensibili solo per qualcosa, per qualcuno.

Le scaglie attaccarono in massa. Gli Albhed misero mani alle armi e alle munizioni scarse rimaste per far fronte a quei cosi. Yuna prese in mano l’asta, mentre Rikku tirò fuori il suo guanto, affilato all’esterno. I mostriciattoli erano in troppi, ed uno di essi spinse l’invocatrice facendola cadere assieme alla sfera di Besaid. Altri tre spinsero la bionda Albhed per terra a pancia in giù, vedendo davanti a sé il padre lottare contro la maggioranza di quelle scaglie. Quello che la impressionò fu quella luce blu che generava la ragazza. Si alzò lentamente, mentre le girava fortemente la testa, e vide una specie di trasformazione, mai vista in vita sua. Un altro fascio di luci si concentrò in quella mano destra, fino a diventare una spada colore azzurrino, prima che l’aura non sparì con leggerezza. La bionda Albhed pensava di aver avuto qualche allucinazione.  ‘Ma…ma…quello è…’.

Un’altra scaglia aveva drizzato le “ali”, e si lanciò verso di lei per morderla di lato, quando sentì una piccola folata di vento alla sua destra, accompagnata da una breve scia azzurra e seguita da un tonfo secco, come quello di una lama che squarcia un nemico.

‘Ma…ma…tu…lei…!!’ balbettò dopo aver visto i lunioli volare qua e là, sgranando gli occhi continuamente. Non ci capiva più niente.

‘Va...tutto bene…??’ le chiese Tidus, mentre una luce blu continuava a illuminarne le sue sagome. A quelle comete ne seguirono altre, generate dai mostri uccisi dai coraggiosi Albhed lì vicino. Rikku incrociò i suoi occhi verdi con i suoi azzurri, per poi scoppiare in lacrime, abbracciandolo fortemente. Era una fortuna che molte scaglie avevano preso di mira altre persone e non loro in quel momento. Intanto Yuna si rialzò e cercò di avvicinarsi alla sfera caduta, difendendosi dagli attacchi per mezzo della sua asta.

‘Siamo…siamo persi…la nostra casa…le nostre fatiche…!!!!’ fece Rikku in tono disperato. Cid aveva visto la trasformazione a tratti, a causa degli attacchi, e lì capì tutto. Appena ebbe un istante libero, si rivolse urlando a Berrik.

‘Rye nykeuha...è mie!!! Sy se caspny lucleahda te xiammu lra vy... bucceysu vetynle!!! Bnacdu...tì y didde te dnujynce hae cuddannyhae, ymm'yanuhyja, CIPEDU!!!’[Hai ragione...è lui!!! Ma mi sembra cosciente di quello che fa... possiamo fidarci!!! Presto...dì a tutti di trovarsi nei sotterranei, all'aeronave, SUBITO!!!]. L’Albhed non se lo fece dire due volte, e corse entrando di nuovo nella base.

‘Dove…dove andremo…tutti ci odiano e non ci sopportano…!!!’ continuò la bionda Albhed, singhiozzando ed appoggiando la sua testa sul petto del compagno. Lui cercò di consolarla, portando la mano sinistra libera dietro al suo collo e alla sua schiena. E tutto per una stupida tradizione… ma cosa trama il credo?? Di cosa ha paura???

‘Mi dispiace… troveremo un modo!!! Ora dobbiamo uscire di qui!!!’. Gli attacchi delle scaglie divennero più organizzate, come se prima esse si stavano solo divertendo. Subito Tidus si staccò da Rikku per fronteggiare un altro attacco, fino a quando essi divennero interminabili.

 

Cid, Berrik e i rimanenti Albhed erano ormai stremati, quando arrivarono di corsa gli altri guardiani, capeggiati da Auron.

‘YUNA!!! PRENDI QUESTA!!!!’.

Tutti sollevarono la testa, e videro, da una duna sulla loro sinistra, un gruppo di quattro persone, che scivolavano sulla sabbia dorata con armi in mano, pronti a fronteggiare gli attacchi. Il guardiano in rosso fu quello ad urlare, e lanciò con tutta la forza che aveva, la sfera verde di Macalania, che cadde appena appena sullo spazio antecedente alla base. Guarda chi si rivede!!! L’invocatrice riuscì a prendere la sfera e seguì il consiglio del guardiano professionista. Era anche lei convinta che la sfera con i poteri del gelo poteva essere più efficace per confondere i nemici tra il clima deserto e quello antartico. Ella corse come poté verso la sfera a terra, pronta con l’asta ad invocare Shiva, l’Eone di quella sfera. Subito il Ronso ed il guardiano professionista aumentarono la resistenza con la loro forza, mentre la maga nera prese il libro e lanciò incantesimi oscuri e di fuoco, con le sfere di Djose e di Kilika.

Wakka subito si fermò ai piedi della base, appena vide insieme le persone che aveva desiderato riabbracciare in quello stesso momento. Inconsciamente, in quel desolato panorama d’inferno e distruzione, sorrise di cuore, prese la sua palla chiodata, e diede man forte insieme agli Albhed che tanto odiava, senza forse nemmeno accorgersi di aiutarli, per la prima volta.

‘Rikku!! Vieni dietro di me!! Sta invocando!!!’ le urlò il biondo, mentre continuava ad indietreggiare per via degli attacchi. L’invocatrice venne protetta arduamente, mentre ella chiuse per un attimo gli occhi, mettendo la sua asta dritta intorno a sé, con la sfera di Macalania sulla mano destra. Da essa si liberarono in poco tempo delle scie brillanti di ghiaccio, fredde e gelide, che si muovevano dal basso verso l’alto con forme sinuose e dolci, attorno a Yuna. Quando l’energia fu sufficiente, ella aprì le braccia all’esterno, e dietro di lei si formarono, in quei soffi gelati, cinque enormi blocchi trasparenti di ghiaccio, che creavano la forma di un fiore, mentre la luce del sole desertico si fece più fioca e debole.

Tutti i combattenti si voltarono verso di lei, quando si liberò una strana luce verdicciola, che ruppe il ghiaccio, facendo uscire, nella sua bellezza, l’Eone Shiva. Aveva una somiglianza straordinaria alla fisionomia umana, più di tutti gli altri esseri mistici. Era alto due metri e mezzo circa, ed aveva l’aspetto di una donna ventenne sul volto. La sua pelle era azzurra più scura del cielo, gli occhi erano verdi come le foglie degli alberi, e i suoi capelli, lunghi fino al fondoschiena, e raccolti separatamente con sette trecce con delle corone di rami, erano di colore blu scuro, terminanti con anelli di cristallo, più grossi per le trecce più lunghe. Nella parte di destra le cadeva un velo trasparente, lungo fino al suolo, e il suo seno era coperto da uno spesso strato di ghiaccio e ramoscelli. Si muoveva con grande grazia ed eleganza, mentre strane verdi scintille luminose si liberavano da essa, ad ogni suo passo e movimento, perfino allo spostamento di un anello sulla sua caviglia sinistra. Berrik si voltò verso Cid, che non aveva mai visto nulla di così incantevole e straordinario.

‘Sy...luc'è?? A' ih ymdnu sucdnu???’ [Ma...cos'è?? E' un altro mostro???].

‘Hu... è my jany vunwy takme ehjulydune...’ [No... è la vera forza degli invocatori...] rispose il capo pelato.  Le scaglie, per quella luce, si spaventarono ed iniziarono ad indietreggiare, così come avevano fatto un attimo fa con il chakra blu.

In quel momento regnava il caos ed il silenzio insieme. Fuori si ammirava quella graziosa creatura, che generava grandi speranze, ma dentro gli animi di tutti o quasi non si riusciva a trovare una soluzione per scacciare Sin e salvare la base. Yuna si concentrò e Shiva si avvicinò alle scaglie, alzò le sue braccia e concentrò la sua energia sulle mani, fino a rivolgerle dritte verso di loro. In pochi secondi la temperatura si abbassò di colpo, e ciò crebbe, nello spazio occupato dalle scaglie, uno strato spesso di ghiaccio, che investì ogni cosa, congelandola all’istante. L’Eone poi, sempre con leggerezza, abbassò la mano sinistra, mentre con la destra schioccò le dita fortemente. Dal suolo ghiacciato spuntarono rami e radici varie di ogni forma e dimensione, che con la loro violenza distrussero tutte quelle “statue”, rendendole solo in pezzi e frammenti, che si sciolsero al sole, quasi coperto dall’incredibile quantità di comete liberate.

Ovunque regnava il silenzio della speranza. Shiva si volse verso Sin e gli rivolse il potente attacco Diamanpolvere che i guardiani avevano visto prima al tempio [cap.32]. L’attacco arrivò in pochi secondi, ma l’essere si protesse con uno scudo dorato, che deviò in varie direzioni la gelida magia, per quanto efficace poteva essere.

Unisciti   a   me E   sconfiggiamo   questo   nostro   dolore   una   volta   per   tutte…”

La temperatura tornò poi normale pian piano, mentre l’invocatrice iniziò a faticare per il grande sforzo. Sin era ancora lì, davanti a loro, senza un misero graffio, e da esso calarono un altro centinaio di scaglie, pronte ad attaccare. Gli Albhed si guardarono tra loro, mostrando tutti la paura di andare all’Oltremondo, o peggio, diventare mostri perché odiati dal clero e quindi non trapassati di conseguenza. Wakka notò i loro volti, la loro base quasi distrutta completamente, e i cadaveri che rendevano orrendo il panorama. Era la prima volta che provava un po’ di pena per loro. Sono o non sono esseri umani?? Perché disprezzarli tanto, e solo perché preferiscono affidarsi alla tecnica delle macchine che alle magie o al credo??

Tidus guardò Yuna abbassare le spalle e respirare un po’ a fatica. Quelle magie dell’Eone sembravano mangiargli le forze, e per giunta erano state totalmente inutili. Sin era là, come uno spettatore davanti a dei gladiatori romani, che se ne fregano altamente, anzi, godono dello spettacolo di morte e sangue. Io lo so… tu vuoi me… mi odi ancora?? Perché non sono alla tua altezza?? Perché sono stato un piagnucolone?? Allora, avanti?? Cosa aspetti???!!!

’COSA ASPETTI???!! NON VEDI CHE SONO QUI??? SMETTILA DI UCCIDERE TANTA GENTE!!!!’ urlò poi, agitando braccia e Fraternity insieme, aumentando l’aura blu che lo investiva. Auron lo sentì gridare e corse verso di lui, attaccandolo con la katana per calmarlo. Lui si difese parandosi con la spada magica.

‘IDIOTA!!! Smettila di fare lo sciocco!!! Non ricordi ancora niente per fare il pazzoide!!!!’.

La sgridata “fraterna”, e la probabile lotta che ne sarebbe sorta, venne interrotta da suoni meccanici di accensione, dai pochi megafoni rimasti funzionanti.

‘Yhtyda didde hae cuddannyhae!! Bnacdu!! Cid ry untehydu my tecdniweuha tammy pyca!!! Bnacdu!! Didde jancu m'yanuhyja!!!’ [Andate tutti nei sotterranei!! Presto!! Cid ha ordinato la distruzione della base!!! Presto!! Tutti verso l'aeronave!!!]. Si videro tutti gli Albhed correre verso la base, Berrik compreso.

Cid si avvicinò a Rikku, rimasta indietro. ‘Bnacdu!! Bundy yhlra munu hae cuddannyhae, cubnyddiddu xiamme luh e chakra...cipedu!!!’ [Presto!! Porta anche loro nei sotterranei, soprattutto quelli con i chakra...subito!!!].

Lei si voltò, e si mise in mezzo al guardiano in rosso e al biondo, che stava scattando di nuovo dall’ira.

‘Presto!! Corriamo giù nei sotterranei!!! Lì ci salveremo!!! Faranno…faranno saltare la base…!!!’.

I due si guardarono in faccia, ed Auron fu il primo ad abbassare la pesante lama. ‘Allora andiamo. Se restiamo qui morirete di sicuro…’. Mo…morirete???!! Perché, tu fai eccezione?? Io…io…ti…

Tutti senza fiatare corsero verso i sotterranei, schivando ogni genere di scaglia qua e là, fuori e dentro la struttura. L’Eone era scomparso, e Lulu assistette l’invocatrice, che correva più lentamente degli altri. ‘Hai fatto il possibile…sono fiera di te!!!’ le sussurrò.

Il percorso fu tutto un insieme di grida di aiuto, esplosioni varie, tubi fuoriusciti e fumanti e tanti, tanti lunioli sparsi. Dovevano alla fine seguire quella strada, e l’Eliomagilite era per giunta finito, rendendo impossibile il trasporto di così tante persone.

Una porta automatica si alzò verso l’alto a tratti, quasi guastata, portando verso un breve ponte illuminato in rosso, che terminava con delle piccole scale. L’aeronave era lì, sospeso in aria grazie a degli strani aggeggi attorno all’enorme sala a forma di sfera schiacciata, che lanciavano raggi elettrici che mantenevano sollevato quell’affare. Era un miracolo che i sotterranei erano ancora sicuri.

L’ex-capitano si voltò verso l’aeronave, mostrando già segni di avversione. Le sue dimensioni erano più o meno come quelle di una collina intera, di chissà quante tonnellate e tonnellate. Aveva forme affusolate, con un corpo centrale di forma ovale e bianco, con piccole finestre schiacciate nella parte bassa, e tutt’attorno ad esso il veicolo si estendeva più o meno come le ali di un jet, di colore viola e dalle forme molto più curveggianti. Sotto di esso c’erano delle tende con dei simboli sopra, più o meno come quelli dei blocchi della base, ed oltre ad esse c’erano delle eliche, sempre di colore viola, una a destra, e l’altra a sinistra, che giravano vorticosamente, assieme ad una gigantesca ruota color dorato, inclinata a 45 gradi, dietro il corpo bianco centrale più in alto. Quell’elica era grande quattro volte di più, e mostrava ancora dei simboli, scuri sul fondo chiaro.

‘Questa è una macchina proibita!! Non volete mica che io…’.

Tutti gli altri si girarono fulminandolo mentre salivano. Lui cercò di resistere anche contro l’imbarazzo.

‘Se vuoi restare qua, fai pure… Arrivederci all’Oltremondo…’.

Quelle parole di Auron bruciarono nell’animo dell’ex-capitano e di Tidus, ormai gli unici ancora fuori dall’aeronave, mentre i terremoti si susseguivano continuamente. In particolare, uno di essi, fece rompere uno di quegli aggeggi “spara-laser”, tanto che il veicolo iniziò a dondolare pericolosamente Io…io non lo sopporto più…

Il biondo si avvicinò a Wakka cercando di sorridere, vedendolo a braccia conserte, e temendo la sua fine. Gli mise le mani inguantate sulle spalle e lo guardò fisso negli occhi.

‘Wakka… gli Albhed ci hanno aiutato… volevano solo fare del bene… non c’è motivo di odiarli… E poi… non voglio mica che il mio migliore amico faccia una brutta fine…’.

Detto questo, gli lasciò le spalle e iniziò a salire le scale, mantenendo un sorriso sincero.

‘Aspetta!!!!’.

Tidus si girò.

‘Sono…’—imbarazzato—‘…felice di rivederti ancora vivo!!!’ e corse verso di lui sorridendo, salendoci insieme sull’aeronave. Fiuuuu…

Ad un ordine di Cid, subito il soffitto di quel posto iniziò ad aprirsi, facendo cadere tutta la sabbia che era sopra di esso all’interno, e il giro di eliche aumentò la sua potenza. L’aeronave salì di quota, sullo cattivo spettacolo della base, e non appena un Garuda cercò di attaccare il veicolo, esso prese enorme velocità, fuggendo da Sin e da tutti quei mostri.

Il conto alla rovescia dell’autodistruzione era già stato avviato. Bastarono solo pochi secondi per spazzare via il frutto del lavoro di numerosi anni di un intero popolo. La base fu disintegrata da una potente esplosione, delle stesse dimensioni di una vera e propria bomba atomica, creando il famoso “fungo” nel cielo. Un fronte di fuoco si estese per almeno un terzo dell’isola, bruciando piante, fondendone i rottami sparsi, trasformando ogni cosa in fumo e cenere.

Rikku era lì, vicino ad una finestra della cabina di comando, assieme a suo padre, i suoi due fratelli, Berrik e Fratello, e gli altri suoi amici.

La nostra base…la nostra casa…distrutta…per sempre…!!!’.

 

 

ÑÑÑAltroveÐÐР

 

 

Erano tutti lì, sulla porta del tempio della capitale Bevelle. Davanti ad una porta azzurra, che si trovava sotto ad una struttura, che ricordava tanto quella della facciata di un castello. Si trovavano proprio al “Gran Ponte”, che collegava la città al suo cuore più sacro.

Tutti i Guado erano lì, preoccupati come mai prima di quel momento, soprattutto Tromell ed Isabelle, che avevano aiutato il Maestro nell’intero tragitto dal lago ghiacciato di Macalania. La graziosa Guado non si era accorta di aver regalato l’ultimo sacchettino di Eliomagilite al tempio ghiacciato.

‘Ti prego, cugino… non rischiare!!! Perché…perché arrivi a tanto?? Cosa ti è successo?? Cosa ti hanno fatto quei traditori per arrivare ad un’Arte Proibita???’ chiese dolcemente al Maestro, che non mostrava per niente una buona cera. Sul suo volto erano comparsi, lentamente, degli strani lineamenti, che non assomigliavano né a quelli di un umano, né a quelli di un Guado. Lui non rispose, e guardò in particolare la sua Gemma delle Quattro Arti, che era ora composta solo da tre cristalli, quelli blu, rosso e nero.

‘Signor Seymour… diteci cosa dobbiamo dire alla gente… con la tecnica Chaos perderete la vostra forma umana…potrete non essere più lo stesso…’.

Il Maestro sospirò. Bastò quello per zittire tutti.

‘Loro…si sono…intromessi…nelle…nostre…faccende… In faccende…assolutamente…private… I guardiani…sono i traditori…ma… l’invocatrice…devo…sposarla!!!’.

I Guado ne restarono impressionati. Sposarla?? In quello stato?? A prima vista sembrava aver acquisito di colpo almeno una cinquantina d’anni. Aveva strane rughe ovunque, e soprattutto due gobbe sulla schiena, una bassa e l’altra, quella di destra, un po’ più gonfia ed alta.

‘Ma… Seymour!!! Con quell’Arte Proibita…!!’ ribatté un sacerdote Guado, e lui iniziò a perdere le staffe.

‘ALLORA…significa… che troverete…il modo… per spiegare…l’accaduto…!!’.

Tra i Guado si diffuse un “oh” ovunque. Nessun Maestro si era prima comportato in quel modo, e le Arti Proibite non erano mai state più usate dalla disgrazia di Braska, fatta eccezione per la tecnica del Sacrificio, l’unica Arte a non essere stata abolita tassativamente dal credo. Ma tutto ciò non valeva anche per il credo stesso?? Era una fortuna che ancora la gente non sapeva nulla, altrimenti ci sarebbe stato già uno scandalo. Ma per quanto tempo si sarebbe tenuto a freno l’accaduto?

‘Non dite…nulla…alla gente… almeno…fino a quando… non avrò…sposato…Yuna…!! Sono…sicuro…che verrà…qui da me…per la sfera…di Bevelle…!! Lasciatemi…solo…’.

I Guado non osarono aprire bocca, e pensarono che fosse meglio consultare il Maestro Mika per prendere le giuste direttive, anche se ce n’erano ben poche possibili, in una situazione del genere, mai successa, per giunta.

L’unica che restò ancora un poco fu Isabelle. Non voleva smuoversi da lì, tanto che era preoccupata.

‘Ti prego… puoi lasciarla perdere!! Se la gente vi vedesse in questo stato…e poi…!!!’.

Seymour non rispose, nonostante i continui suoi tentativi. Lei alla fine seguì, un po’ piangendo, gli altri Guado, voltandosi più volte verso il cuginetto, mentre percorreva il lungo ponte che portava nella capitale. Quando aprì la porta opposta in fondo, uscirono schiamazzi e grida di felicità, tutti aspettando le attesissime nozze che avrebbero, come dicevano, portato finalmente l’attesissimo Bonacciale. Ma sarebbe davvero arrivato, con l’uso di magie così proibite??

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Capitolo 36
*** Cap.36: The Albhed Psyches Team ***


L’aeronave lasciò dietro di sé l’isola Bikanel e le sue dune per elevarsi fino alla stratosfera, al di sopra delle candide nuvole che sorvolavano il mare calmo. La sua velocità era più o meno come quella di un jet, diretto però verso dove?

‘Grazie al cielo sei salva!!’ esclamò Lulu, abbracciando sorridente l’invocatrice, di nuovo tra i suoi guardiani.

‘Kimahri molto in pensiero per te…’ continuò il Ronso, avvicinandosi a passo lento ed a braccia conserte, mentre il guardiano professionista si accostò a Cid, che era affianco a Fratello, il “vicecapo” Albhed, quello con i tatuaggi a fiamma sul corpo e sulle braccia [cap.30]. L’interno dell’aeronave era tutto elettronico, con diversi computer di controllo sparsi davanti ed a destra, con il posto di guida al centro, affiancato da due rampe di scale che scendevano e portavano verso altri computer. Diverse strisce verdi sul pavimento illuminavano il percorso, mentre davanti a sé si poteva avere una vista quasi a 180° di quello che c’era davanti all’aereo, oltre un vetro spesso e tanto trasparente da sembrare invisibile, su cui c’era anche un HUD molto moderno e sofisticato, completo di radar sullo stato dello scafo e delle munizioni. Era anche armato quell’affare?

‘Dove siamo diretti?’ chiese Auron con tono autoritario.

‘Dove vuole Yuna…doveva andare a Bevelle, giusto?? Ci vorrà circa un’oretta…’ gli rispose il pelato.

‘Sono felicissima di rivedervi!!! E voi…immagino che siete stati molto in pensiero per me… ed avete anche raccolto la sfera di Macalania…’. Yuna poi guardò la sfera verde che aveva in mano per evitare ancora di più l’imbarazzo e il suo rossore, mentre tutti i guardiani, eccetto Rikku ed Auron, erano di fronte a lei a sorridergli.

‘Beh… diciamo solo che siamo stati attaccati da Seymour…’. Yuna si sbalordì alle parole di Lulu.

‘Cosa??!! Vi…vi ha attaccato??!!’ Si mise entrambe le mani sulla bocca.

‘Già… e mi ha anche scaraventato in fondo ad un lago ghiacciato!!! E quello…sarebbe un Maestro da sposare??!!’ rispose il biondo, pensandone chissà quante altre contro Seymour, il vero traditore del credo, secondo lui. L’invocatrice non riusciva a crederci.

‘Abbiamo visto la sfera!! E’ stato lui ad uccidere Jyscal per diventare subito Maestro!! Mi chiedo che piano abbia in mente!’ continuò la maga.

‘Ma… io…‘—abbassò gli occhi—‘…allora avete visto la sfera!! Io… io… volevo sposarlo… per aiutarlo a rimetterlo nella strada giusta del credo…’.

‘Si vede!! Da come ci ha attaccato!!!’. Lulu diede una gomitata a Tidus, cercando di non rincarare la dose.

‘Mi dispiace…avrei dovuto pensare di più al pellegrinaggio… ed ora abbiamo solo perso tempo…!!’. A quelle parole il guardiano in rosso si avvicinò a lei.

‘Tsk!! Smettila di rimuginare il passato!! Quello non è un Maestro, ma solo un approfittatore! E se c’è qualcuno che si intromette nel nostro pellegrinaggio, lotteremo comunque, che sia il credo, sia un Maestro oppure Yevon stesso!!!!’.

Quelle parole dure sbalordirono quasi tutti.

‘MA!!! AURON!!! Contro il credo?? Sei pazzo????!!!’ gli schiaffò queste parole l’ex-capitano, mettendosi faccia a faccia davanti a lui.

‘Ha ragione!! Dobbiamo comunque… espiare i nostri peccati… anche dopo sconfitto Sin…’ ribatté Lulu, prima che Auron, dopo un altro “Tsk” abbandonò la stanza di comando, per appoggiarsi su un muretto nel corridoio vicino centrale. Quella scintilla fece traboccare il vaso a Wakka. E forse, non solo uno…

‘Bene, già che sono un traditore… ora devo agire completamente contro il credo!!! E per giunta mi trovo in una macchina Albhed!!’.

Rikku lo sentì e si alzò di colpo dalla sedia su cui stava, pronta a ribattere a modo suo.

‘Ma perché ci disprezzi così tanto?? Sei uguale agli yevoniti… accecati e zittiti da una sciocca tradizione!!’.

Egli si voltò verso di lei con sguardo duro, anzi, durissimo.

‘Ah, si?? E allora sai da dove proviene Sin?? Da dove si è originato???’.

La bionda Albhed non seppe rispondere. Si grattò la guancia destra, guardando a terra.

‘Ah aaah… visto?? Proviene da queste benedette e vostre macchine!!!’ e con le braccia mostrava, con ironica solennità, l’aeronave.

‘Ma cosa dici? Non hai nessuna prova per dirlo!! Chi dice che bisogna seguire il credo per forza per fermare Sin?? Chi lo dice?? Yevon?? E credi davvero che eliminando le macchine lui sparirà??!!’.

Wakka restò zitto per pochi secondi. Si riusciva a sentire solo il basso rumore dei motori. ‘SI’!!!’.

‘Uff… parlare con te è tempo perso!!!’.

Rikku si rimise a sedere, stizzita, mentre Lulu pensò di fermare l’atteggiamento dell’ex-capitano, che andò esattamente dalla parte opposta della bionda. Anche Yuna diede man forte per calmarlo. D’altronde, gli Albhed l’avevano aiutata ad evitare il suo orribile destino…e non solo il suo…

 

Aahhh… Wakka…sei sempre il solito!! Perché devi considerarla cattiva questa gente? Cosa ti ha fatto?? Anzi… chi ha più torto ora mi sembra il credo… Dev’essere proprio cieco per appoggiare ancora Seymour dopo aver usato un’Arte Proibita!! Anzi, la faccenda si sistemerà anche senza fare nulla secondo me…

Un “DOVE credi di andare??!!” fermò il passo curioso di Tidus verso il corridoio che portava all’interno dell’aeronave. Si girò e trovò alla sua sinistra Auron. Solo a vederlo gli faceva già in parte perdere la sua pazienza.

‘Cosa c’è?? Cosa ho fatto stavolta??’.

Il guardiano in rosso si staccò dal muretto dopo quelle parole già seccanti per conto loro. Doveva essere davvero importante per spostarsi.

‘C’era Sin laggiù. Cosa hai fatto??!!’.

‘Io????’—si mise una mano sulla fronte. Quei discorsi proprio non gli piacevano per niente—‘Io non ho fatto proprio nulla!! Ho fatto quello che un guardiano doveva fare…’.

‘Ma tu cosa ci facevi lì a Bikanel??’ rimase impassibile, sia nello sguardo che nel corpo.

‘Ehm…boh!!! Ti fa sempre comodo fare le domande e non rispondere poi, eh?!! Cioè… mi sono ritrovato in un’oasi… nell’altra identità…’.

‘Ti ha portato Sin??’.

Quella domanda lo inquietò non poco. Quell’essere era suo padre. Quello che aveva era un’ipotesi più che possibile. Il suo sguardo si fece basso e preoccupato, così come la sua voce.

‘Ecco…non lo so… Ho fatto solo… una sorta di sogno… [cap.33]’.

‘Hai sognato Zanarkand??’.

Lui si fermò come se fulminato. Ricordava bene quel sogno. Ed aveva anche molta, molta paura che fosse un frammento del suo passato dimenticato. Abbassò ancora gli occhi e le spalle, come per suggerire al guardiano professionista di essere almeno “più delicato”.

‘Ecco… c’era una strana luce… da lontano… che…che… credo che mi abbia investito… quando ero più piccolo… E poi…una strana voce parlava…più o meno… così…’ ed imitò una voce tipo quella che si sente dal fondo di un pozzo o di una caverna. Auron gli fece un insolito sorriso in faccia. ‘Lo trovi TANTO divertente!!!???’ gli sbuffò in faccia.

‘No…’—continuò il guardiano in rosso in tono calmo—‘…sono contento che inizi a ricordare!!’.

‘Uh??’ Ecco che inizia a parlare in modo cifrato!!! Ma adesso devi dirmi la verità!!!

‘Dev’essere un tuo ricordo… e ti assicuro che ero altrove quando è successo… per lo meno non vicino a te!!! Quella voce… credo che sia stato tuo padre a parlarti… Sin deve averti portato in quell’isola, e questo mi dice che da qualche parte, in quell’essere, è nascosta ancora l’anima di Jecht…’.

Il biondo non gli rispose. Si trovava in un misto di confusione e, forse, anche di responsabilità. Forse se lui non fosse stato lì, su Spira, magari i morti sarebbero stati di meno. Aveva la strana impressione che ce l’avesse con lui.

‘Sin…Jecht… sembra che voglia sempre cercarmi…’.

Auron lo vide sospirare e calare la testa, per poi mettergli la mano destra sulla sua spalla sinistra.

‘Lui viene per te… e tutte le volte vuole mostrarti la sua forza. Finché sarà un mostro continuerà ad uccidere ed a far massacri... finché non lo fermi. Questo è quello che vuole da te… tirar fuori quello che voleva che gli mostrassi da piccolo…’.

‘COSA??!!’—prese la mano di Auron e la scagliò lontano da sé con forza—‘Mi stai dicendo che sta provocando morte e distruzione per fare uno spettacolo davanti a me??!!’.

Lui non gli rispose. In fondo, pensava, doveva imparare a far fronte alla situazione che si era creata. Se prima non riusciva a credere alle sue parole, ora Tidus doveva farlo per forza. Quelle del sogno, anche se rimbombanti, assomigliavano molto a quelle rauche di suo padre. Ma quello che lo sorprendeva di più era il loro senso di grande dispiacere, quasi supplichevole. Che egli fosse cambiato?? Oppure era tutta un’intossicazione di Sin?? Ma se lui era Sin, per arrivare al Bonacciale, bisognava fermarlo e sconfiggerlo. E di certo, per vendicarsi, lo avrebbe fatto con grandissimo piacere e senza un briciolo di pietà. Ma sbaglio, o era stato proprio lui a portarlo nel futuro?? Ad allontanarlo dalla sua città??

‘Ma…’—gli puntò addosso occhioni di stupore—‘…se…se… noi…uccidiamo Sin… allora resterò per sempre nel futuro… resterò su Spira!! La mia casa?? E come farà Noemi a tornare a Metropolis??’.

Auron restò immobile. ‘Ci sarà forse un altro modo…ma questo dipende…da entrambi… Almeno credo… questo non lo so…’.

Quella era, in realtà, la prima volta che il guardiano mostrava insicurezza e dubbio. Certo, l’altro avrebbe voluto fare maggiori domande, ma sapeva che sarebbe stato tutto inutile, con un tipo del genere davanti. Però aveva ragione. Quando lo aveva rivisto a Luka [cap.12], era forse sicuro che quelle specie di “sogni” gli avrebbero dato una mano per ricordare. Forse doveva rispettare maggiormente il silenzio che si veniva a formare tutte le volte in discorsi simili. Ora so che si diverte per fare spettacolo!! Almeno in questo non è per nulla cambiato!! Non lascerò morire altra gente innocente!! Vuole me?? E sia!!!

 

Erano a metà viaggio, quando Cid si volse verso Rikku, ancora in parte crucciata.

‘Rikku!! Jye y luhdnummyna xiam nykywwu... Xiam chakra è dnubbu banelumucu!!!’ [Rikku!! Vai a controllare quel ragazzo... Quel chakra è troppo pericoloso!!!].

Lei si alzò squadrando un poco suo padre. ‘Sy!! Bybe!! Huh è banelumucu!! Le ry tydu ihy syhu...ham bammaknehykkeu!!! A bue... a bue... ‘ [Ma!! Papi!! Non è pericoloso!! Ci ha dato una mano...nel pellegrinaggio!!! E poi... e poi...].

Improvvisamente divenne un po’ rossiccia sul volto, e si accostò ad un suo orecchio dicendole qualcosa sottovoce. Cid sorrise di gran gusto, mentre la figlia si incamminò verso il corridoio principale che portava a quella sala, a modo suo, saltellante e carica di energia. Appena entrata lì, vide Auron riappoggiarsi sul muretto, e l’altro guardiano fare un gesto di stizza, uscendo dall’altra parte e facendo azionare la porta automatica. Poiché non si fidava molto di quella persona così seria e taciturna, e forse, anche per ben altri motivi, decise di seguire l’altro, cercando di non farsi scoprire. Era davvero strano il suo atteggiamento. Lo aveva detto a suo padre, anche se lo aveva preso come una barzelletta… perché non dirlo a lui?? Perché non coglierlo di sorpresa, come fa un leopardo per afferrare una gazzella??

 

Fare a lui domande è totalmente inutile… ma non ho capito perché continua ad aspettare a dirmi cosa c’è sotto!! Perché non si decide a farmi passare questo capogiro??

Ella si mosse a passi felpati, e si nascose di lato appena la porta automatica si aprì verso l’alto per farla entrare. Controllò con cautela di non essere vista, prima di proseguire il suo inseguimento. Era lì, che camminava a testa bassa, forse preoccupato e triste, mentre ogni tanto alzava lo sguardo per notare la complessa struttura del veicolo, composta da tubi, lampadine di ogni colore e pavimento metallico, tutto dall’aspetto molto moderno.

Sono sicuro che quello non era un sogno a caso… quello era successo davvero!! E dev’essere stato mio padre!!

Anche se lo vedeva di spalle, avrebbe giurato che aveva qualcosa che non gli andava a genio. Sfruttò l’andamento curvo del corridoio per tenersi ben nascosta, pronta a sorprenderlo, e vedere come avrebbe reagito. Eppure… si era comportato in maniera così dolce e gentile con lei… forse poteva almeno tentare…

So che se sono qui è merito di quella ragazza… e chissà quante gliene sto facendo passare!!

Era il momento, penso Rikku. Si scoprì completamente, pronta per l’ “assalto”, e per le sue conseguenze, positive o negative che ci sarebbero state. Ma ci fu qualcosa che la bloccò. Quella luce blu… quella specie di trasformazione che ricordava. Ella rialzò poco dopo la testa e lo vide ora vicino ad una finestra, a contemplare il cielo sopra le nuvole, soffici come cotone. Appoggiò la sua fronte sul vetro, cambiando espressione, che divenne serio e determinato. ‘Se nessuno mi aiuterà farò a modo mio!! Fermerò Sin!! Ed aiuterò anche lei…’.

La ragazza Albhed vide ancora davanti ai suoi occhi quella che gli era sembrata una cosa impossibile. Di nuovo quella luce azzurra si liberò, mentre lui, sorridendo lievemente e socchiudendo gli occhi, guardò quasi ammirando le sue mani diventare luce, prima l’una e poi l’altra, fino a quando, scomparsa l’aura dopo poco tempo, Rikku rivide ancora quella ragazza, più grande di lei di solo un anno. Non riuscì a contenersi.

‘Noemi!!! TU??!!!’. Si scostò dalla sua posizione, e l’altra ragazza castana si spaventò.

‘R…Rikku…’.

Si avvicinò alla bionda, sospirando. L’aveva vista negli occhi. Era un po’ sconcertata.

‘Rikku… io…volevo dirtelo…ma… vedi… avevo temuto che tu mi Avresti ritenuto pazza…!’.

Restarono a fissarsi per diversi secondi. Avrei dovuto dirglielo prima… prima o poi…

‘Tu…tu…’—si avvicinò ancora di più—‘…sei…’.

‘Rikku…ascolta… ‘—guardò ancora la finestra per trovare le parole—‘…avevo…solo paura della tua reazione… ecco…hai presente il chakra di Yuna? Bene… diciamo che questo è più o meno una cosa simile, anche se non invoca Eoni…’ Brava… così… semplice semplice e chiara spiegazione!!

‘Ma…ma… io non credevo che fosse proprio quel chakra… ecco…io…’.

Noemi in realtà non riusciva a capire la sua reazione. Sembrava tremendamente dispiaciuta, come se a  Tidus ci tenesse molto, anzi troppo. Oppure temeva così tanto quel chakra come gli Albhed ed Auron?

‘Senti… io…guarda, sono più confusa di te!!’—con tono sempre dolce—‘E poi… mi sembri così preoccupata!! Sto bene… ok??!! E poi…eheh’—ridacchia con forza—‘…non facciamo altro che scambiarci i ruoli…no??’.

Lei non fece una piega, e mantenne la testa bassa. Quando l’alzò per rispondere, aveva gli occhi lucidi.

‘Non…non capisci…—‘con voce a tratti—‘…tu…non sapevi…io…non sapevo chi era….!!’.

La ragazza di Metropolis si spaventò. Era quello che il guardiano presunto “professionista” gli nascondeva? La prese per le mani, stringendole fortemente, guardandola negli occhi. ‘Rikku…ti prego…che cosa stai nascondendo?? Parlami…non lo dirò a nessuno, lo giuro!!!’.

Lei rimase zitta per un attimo guardando di nuovo quel pavimento di metallo. Era come se avesse ricevuto un colpaccio sullo stomaco. E non solo…in quel momento entrò l’ex-capitano, con aria… quasi dispiaciuta.

‘Oh…scusate… vi ho...’—un po’ imbarazzato—‘…disturbato…!!!’.

‘No... non fa niente Wakka…’ gli rispose Rikku, risollevando la testa e voltandosi verso di lui. Era la prima volta che lui sorrideva davanti ad un Albhed. Forse era la volta buona. Noemi li guardò entrambi e lasciò cadere le sue mani nel vuoto. ‘Va bene… è meglio che voi due vi chiariate un poco…’.

Entrambi si girarono fissandola, mentre ella voltava loro le spalle ed entrava in una stanza sulla sinistra, che portava in una camera da letto. Ho capito… ho capito… devo saperlo da sola…

‘Rikku…che è successo…?? Ecco io…’ balbettò l’ex-blitzer, mostrando tutta la sua incomprensione.

‘Niente… è…ecco… una cosa…da donne!!!’—poi cambiò improvvisamente tono, forse per riprendersi—‘E tu cosa facevi??!! Spiavi?? Curiosone che non sei altro!!!’.

Wakka rise di gusto spalancando la bocca. Non si era mai comportato in quel modo con lei. ‘Ahahahah….no, no… ero venuto solo per…‘—rossiccio—‘scusarmi…!!’.

‘S…scusarti?? Oh… capisco…!! Insomma… è vero, l’abbiamo rapita, ma volevamo solo salvare lei e voi dal vostro destino… da quell’orrenda magia che dovrete poi fare…!!’.

‘Naaaahhh… bisogna vedere!!’ e le fece uno sguardo serio e duro.

‘Già… hai ragione… ma te ne accorgerai presto!!!!!!’ rispose lei, sorridendogli come meglio poté, cercando di non pensare all’orribile scoperta. Poi le venne subito un’idea.

‘Ascolta!! Che ne dici di farti conoscere tutta la squadra degli Albhed Psyches?? Non mi sembra che essi abbiamo ancora giocato contro di voi, no?’. L’altro si stupì.

‘Cosa??!! Sono qui… nell’aeronave…??’.

‘Certo!!! Volevi che li lasciavamo lì nella base??!!! Peccato che abbiamo perso l’Eliomagilite… ma Cid lo recupererà presto presso i negozi di Rin…!!!’.

‘Oh…’ l’ex-capitano sembrava piuttosto confuso. Almeno con l’Eliomagilite le partite di Blitz erano salve, forse…. Rikku lo prese per una mano e lo trascinò con il suo entusiasmo verso il fondo del corridoio, continuando ad andare dritti fino ad arrivare vicino alla sala motori, dove avrebbero incontrato l’intera squadra.

 

La ragazza di Metropolis si ritrovò in una stanza piccola ma accogliente, simile a quella in cui si era svegliata nella base, con diversi tubi qua e là e lampadine tipo quelle a basso consumo. Quel veicolo stranamente gli ricordava tanto il suo mondo. Ma chi pensava ormai a Metropolis!!!

Si distese sul comodo letto singolo, coperto dalle sole lenzuola bianche e candide. Neanche stette a disfarlo, pensando di arrivare subito a Bevelle. Non era il cuore del clero?? Non avrebbero attaccato una macchina Albhed??!! Solo a sentire il nome di quella città le veniva già il voltastomaco. La questione era però un’altra. Cosa nascondevano Rikku ed il guardiano taciturno?? Sapevano entrambi qualcosa, ne era certa, e forse anche il clero, ricordando la reazione esagerata di quel rimbambito e decrepito di Macchen [cap.24]. Si era però anche promessa di non farsi più problemi simili. Se non trovo una soluzione, e se mi scoppia solo la testa a risolverla, perché ci devo pensare?? Sono sicura che Rikku me lo dirà…!! Basta darle tempo di trovare il coraggio… ma quale coraggio!!! Per cosa?? Tutti si comportano come se la questione fosse peggio di un segreto da nascondere!!!

Poi cambiò posizione. Passò dal fianco destro alla pancia in sù, guardando ogni singolo particolare del soffitto.

Non capisco che razza di cosa non dovrei sapere o dovrei temere… Eppure mi sembra che finora mi abbia dato più volte una mano!! E’ bastato…come dire… sentirlo dentro… da qualche parte…nascosto… e poi… non mi stanco più come prima… Perché dovrei dubitare di chi, forse più di tutti, aiuta a darmi la soluzione??

 

La sala motori era composta da due parti, una percorribile, uguale alla struttura interna generale dell’aeronave, fatta eccezione per il pavimento in ferro a “quadretti”, mentre l’altra più in fondo, separata con apposite barriere, era tutto un misto di ingranaggi, tubi che fischiavano, ed altri aggeggi. Forse si trattavano del complesso che si trovava proprio sotto l’elica più grande. Nella prima “zona” facevano stretching tutta la squadra, con Berrik al centro. Avevano tutti una stessa uniforme nera, molto semplice, con parabracci e parastinchi grigi, che si univano ai pantaloni marroncini, blu nel capitano, mediante una cinturetta di colore marrone. Ma più che vederli e conoscerli, Wakka risultò schifato dalla visione della seconda “area”. Quando Rikku lo vide mettersi a braccia conserte e sbuffare, sorrise e si avvicinò proprio al biondo con le “corna”.

‘Ars....Berrik!! L'è xiymlihu lra junnappa luhuclanje...!! A' ih seu lynu yselu!! Vynò eu ty dnytiddnela!!!’ [Ehm....Berrik!! C'è qualcuno che vorrebbe conoscervi...!! E' un mio caro amico!! Farò io da traduttrice!!!].

Lui le ricambiò il sorriso e diede strani segni alla squadra, che si voltò tutta ordinata verso Wakka, che ammirò quell’ordine, che mancava completamente nel suo gruppo, che nemmeno considerò “ex”.

‘Bene!!!’—e gli si mise affianco—‘…Lui è Berrik, mio fratello! E’ il capitano centrocampista degli Psyches!! E questi che vedi sono le difensori Judda e Lakkam’—entrambe bionde e molto snelle, la seconda con un codino che le calava sul collo—‘il portiere Himrook, e gli attaccanti Eigaar e Blappa!!’. Questi ultimi due avevano la pelle più scura, il primo con i capelli castani, il secondo biondi.

Wakka studiò come un esaminatore tutte le loro facce con occhi da duro, quasi addirittura socchiusi, passandoci davanti come un sergente davanti ai suoi soldati, mentre essi non fanno una piega e mantengono la loro fila, l’uno vicino all’altro. Il loro capitano si mise affianco alla sorella, un po’ scettico. ‘Sy...xiacdu diu yselu cdy paha??!!’[Ma...questo tuo amico sta bene??!!].

‘Eheheh... è...ih debu vyddu y sutu ciu!! Kiyntyda lra è sumdu ykkiannedu!!!’ [Eheheh... è...un tipo fatto a modo suo!! Guardate che è molto agguerrito!!!].

Wakka poi si portò davanti a tutti, superando anche il fratello e la sorella girandosi e mettendosi a ridere a crepapelle, con le mani sulla sua vita, e alzando la testa al soffitto. ‘Ahahahahah!!!! Bisogna ancora vedere chi è il più forte!!! Siamo diventati più forti noi ora!!!’.

Bnacdu!! Cdyda bnuhde!! Ceysu ynnejyde y Bevelle!!’ [Presto!! State pronti!! Siamo arrivati a Bevelle!!] lo interruppe la voce di Cid da un megafono. L’allenatore degli Aurochs interruppe la sua bella risata e guardò Rikku con la faccia a punto di domanda.

‘Che…che ha detto??’. Lei sorrise, mentre tutti gli altri Albhed si incamminarono verso l’uscita.

‘Siamo arrivati!! Eheheh!!’ detto questo gli prese la mano sinistra e lo guidò attraverso i corridoi, quasi di corsa, per riunirsi con gli altri suoi amici. Era la prima volta che un religioso accanito la stava accettando con il cuore, più che con la tolleranza. Che aveva davvero capito che era una brava gente, oppure si sforzava di accettarla soltanto?

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Capitolo 37
*** Cap.37: The Lost Cargo ***


Tutto il gruppo dei guardiani e dell’invocatrice, con Cid e i due fratelli, avevano già gli occhi sulla capitale di Bevelle, davvero enorme, ove predominavano principalmente due colori, il rosso e il verde dei palazzi e dei grattacieli, tutti così vicini che quasi non si riuscivano a vedere le strade. Erano molto alti, e la maggior parte di essi terminavano con una specie di torre, che aveva la forma di sfera allungata ed affusolata, che terminava con un lungo palo, chissà a che scopo. Doveva essere la zona residenziale del posto: infatti, in diversi punti, si scorgevano microscopiche piazze, che si univano per mezzo di parecchi boulevard. Forse li usano per fare i mercati… ricordo bene che tipo di vie sono!!! Quello che colpiva, però, era il tempio di quell’immensa città, che si affacciava sul golfo. Faceva un tutt’uno con una struttura, così alta da raggiungere perfino l’altitudine dell’aeronave, tra le nuvole e i soffi di cirri. Vedendola da lontano, completamente sopra l’acqua, si poteva giurare che quella costruzione, così complicata e alta, aveva richiesto secoli e secoli di lavoro. Noemi e Wakka ne rimasero impressionati, l’una perché non aveva visto nulla di simile, l’altro perché aveva sempre sognato di andare in quella città “santa”, certo, non da traditore…

‘Quello è il palazzo di S. Bevelle. Sotto di esso si trova il tempio dove prenderemo la sfera, che comanda l’amore…’ spiegò Lulu. Fantastico… è…veramente straordinario!!!

‘Beh… come potremo entrarci, visto che siamo dei traditori??’ chiese l’ex-blitzer, abbassando le spalle e guardando con chissà quanto desiderio quel palazzo. Vederlo da vicino sarebbe stato come essere re per un giorno per lui.

‘Tra…traditori??!!’ esclamarono insieme Noemi e Yuna, girandosi prima verso di lui, e poi verso il fedele Auron, in attesa di spiegazioni più chiare e secche.

‘Traditori… Abbiamo fermato Seymour ed il clero lo ha visto svenuto…’—rispose con un tono semplice e calmo—‘E comunque, se ci impediranno di prendere la sfera, la prenderemo con la forza!!’. Poi si rivolse a Yuna. ‘State attenta!! Sono sicuro che approfitterà delle nozze… lo rivedremo molto presto!!!’.

‘Ma…ma… è Seymour che ha violato le tradizioni…’—ricordando la sfera vista—‘…perché ora…oddio!! I Guado vi staranno cercando allora!!’ rispose l’invocatrice, mostrando uno spavento che cercò di contenere per non peggiorare la situazione in cui Wakka si trovava. Cid poi riprese il discorso.

‘Tsk!!!! Dove volete andare?? Ancora vi ostinate a pellegrinare??!! Lo sapete a cosa andrete incontro??!!’.

Co…cosa?? A…cosa dovremmo andare incontro?? Mostri orrendi, con Sin compreso, non sono sufficienti???

‘Ah, si? Anche contro la sua e la nostra volontà lo farete??!!’ ribatté pronto il guardiano professionista.

‘Cosa?? Di cosa state parlando??’ esclamò la ragazza di Metropolis, che sentì diversi brividi sulla schiena, quando sulla cabina di comando calò un silenzio profondo, rotto solo da Fratello.

‘Paha!! Ru mulymewwydu em bihdu te yddannykkeu!!! Sy...le cdyhhu yddyllyhtu e dasbmyne ty bymywwu!!!! Cid!!! Lra...lra...vylleu???!!’ [Bene!! Ho localizzato il punto di atterraggio!!! Ma...ci stanno attaccando i templari da palazzo!!!! Cid!!! Che...che...faccio???!!].

 

Proprio in cima alla struttura santa, il maestro Mika [cap.9] incrociò nello sguardo Kinoc [cap.15]: quest’ultimo alzò il suo braccio destro, rivolto verso un gruppo di soldati, tutti vestiti in modo uguale, e rigorosamente armati di fucili e mitragliatrici. Armi?? Ma non erano comunque proibite dal clero?? E quella specie di “armatura” che indossavano? Un pesante elmetto metallico, che copriva quasi la loro vista, e i loro parastinchi dello stesso materiale, e la copertura del petto e delle spalle?? Sotto portavano un’uniforme semplice, di colore verde pisello, e dei pantaloncini marroni. A quel comando tutti puntarono e spararono contro l’aeronave, aiutandosi con granate, e cannonate sparate da chissà quali altri aggeggi.

‘Teyseha!! Le ryhhu clubandu!! Uny cyhhu lra ceysu xie!!!’ [Diamine!! Ci hanno scoperto!! Ora sanno che siamo qui!!!].

Fratello!! Csaddemy te pmydanyna at yddanny ym te mà tammy bynda nacetahweyma... Icy bue m'Examagilite ban hycluhtana m'yanuhyja!!!’ [Fratello!! Smettila di blaterare ed atterra al di là della parte residenziale... Usa poi l’Examagilite per nascondere l'aeronave!!!] gli urlò o quasi il capo Albhed, prima di rigirarsi verso i guardiani, riprendendo il discorso del pellegrinaggio. ‘Va bene…fate come volete… morite pure!!! So che mia figlia vi è affezionata… però voglio che non le succeda nulla, è chiaro?!’.

‘Tsk… come se noi gli avessimo detto di venire e rischiare…’.

‘Oh, signor Auron… voleva solo…aiutarci!! Ed io…’—Yuna si volse verso la bionda, sorridendole—‘…sono felicissima di averla accanto!!’.

Ma non ci fu l’attimo per i “convenevoli”. L’aeronave era molto resistente, ma se i proiettili avessero danneggiato una delle eliche, la delicata stabilità del mezzo ne sarebbe stato compromesso. Il velivolo sfrecciò proprio affianco alla torre alta, fino a quando non sorvolò l’intera Bevelle, creando una grande ombra, che spinse tutta la gente a guardare verso l’alto e stupirsi. Molti bambini puntavano l’indice, mentre con l’altra mano chiedevano con insistenza l’attenzione dei nonni e dei genitori, ma i più allarmati erano di certo il grande numero di credenti accaniti e sacerdoti che passeggiavano per le strade e le vie. Una macchina volante?? Gli Albhed erano lì?? Bisognava fermarli, scacciarli!! Il velivolo con qualche difficoltà e con un tonfo atterrò su una vallata, che si trovava proprio dall’altra parte del lago ghiacciato di Macalania. Tutti uscirono di corsa dall’aereo, sentendo ancora qua e là diversi spari e bombe lanciate ed esplose in aria. Appena gli ultimi, ovvero la squadra degli Psyches, uscirono, Berrik prese al volo un piccolo sacchettino di colore verde argentato, e sparse su tutti e quattro i lati una strana polvere, che aderì subito sullo scafo dell’aeronave. Dopo pochi minuti, le parti interessate iniziarono a diventare completamente invisibili, fino a quando tutto fu nascosto proprio ad arte.

‘Ma…ma…’.

‘…è…è sparito!!!’ continuò l’orfana le parole di Wakka.

‘E’ l’effetto dell’Examagilite… la polvere dell’invisibilità! Ora però andiamo… dobbiamo superare tutta la zona residenziale…’ spiegò la maga, che subito notò che Auron era già partito per i cavoli suoi.

‘Buona fortuna ragazzi… noi ricaveremo l’Eliomagilite… sappiamo che vi serve anche a voi per il torneo!!’—poi Cid si voltò verso Rikku, che stava per seguirli—‘Ycbaddy!!! Senyllusyhtu.. deahede casbna eh luhdyddu luh hue luh em dnycsaddeduna, ug? A...huh de vetyna dnubbu te xiam nykywwu... a mu cye paha, t'ylluntu?? Majyde tymmy dacdy xiamm'etay yccinty te bnesy!!!’ [Aspetta!!! Miraccomando.. tieniti sempre in contatto con noi con il trasmettitore, ok? E...non ti fidare troppo di quel ragazzo... e lo sai bene, d'accordo?? Levati dalla testa quell'idea assurda di prima!!!] .

‘Bybe...[Papi...] ’—lo guardò sorridendogli—‘huh cuhu ihy pyspehy!! Mu cu... sy kme ymdne ce cpykmeyhu yt yjana ih desuna lucì acykanydu!!!’ [non sono una bambina!! Lo so... ma gli altri si sbagliano ad avere un timore così esagerato!!!].

 

La città di Bevelle era davvero spensierata, ma molto, molto abitata. Anzi, a ben dire, ogni singolo spazio veniva sfruttato. A differenza di Luka o Zanarkand, quella capitale sembrava molto più “ordinaria” e “normale”, almeno secondo il punto di vista di Noemi. Le strade erano più strette e tutte a “terra”, esistevano qua e là spazi affianco alle strade, coperte da pietre grigie a quadretti. Le vie passavano attraverso grattacieli più o meno elevati, messi proprio a ridosso delle stesse strade. Ma non erano come quelli della città distrutta, anzi, se ne riuscivano a distinguere due tipi principali: alcuni di essi si slanciavano davvero verso il cielo, con delle insolite torri a “sfera” come quelli delle chiese indiane, in parte in verde ed in parte in rosso, come si vedeva dall’alto. Sembravano i colori-simboli della città. Ma altri di essi, erano alti forse nemmeno la metà, ed avevano una forma rettangolare ed erano più spigolosi sugli angoli, finendo con quattro di essi, o addirittura uno. Non erano così colorati come gli altri, ma erano leggermente più spenti.

Il gruppo si era diviso in due parti. L’invocatrice era affiancata dal fedele Ronso, con Auron più avanti e Lulu, mentre Wakka, Noemi e Rikku erano più indietro. Diciamo che loro erano…più attenti ad osservare la città. Mentre loro discutevano, passava tantissima gente sulle strade, come nelle aree pedonali delle grandi metropoli, e molti di essi erano ancora sconcertati, parlando e ragionando sulla comparsa di quell’aggeggio volante. Se non fosse per quello, sarebbero stati ancora di più rallentati dalla folla, che comprendeva umani, Guado, Ronso e perfino qualche Hypello, fermatosi lì per pregare.

‘Ma…avete visto?? Che strani grattacieli?’—poi l’orfana ne osservò in particolare uno grigio spigoloso—‘Quelli mi sembrano piuttosto antichi… o no??’.

‘Già… ho sempre sognato di venire qui!! Ma…qui sembrano tutti confusi…oh!! Un…un momento!!! Ci passano davanti i templari e non ci fermano??’.

Rikku subito gli tappò la bocca. ‘Ssshhhht!! Zitto!! Vuoi che ci scoprano?? Secondo te perché non sanno niente?? Per non creare confusione, no??!! Intelligentone!!’.

La strada da percorrere era ancora di diversi chilometri, e Noemi ne approfittò per dare occhiate qua e là. Che strano… quelle vie… quella città…quel caos, anche senza macchine o tram, gli ricordava molto la sua Metropolis. Certo, era un ambiente molto più vivibile, quello, almeno dal punto di vista della salute… ma ricordare tutte le volte la sua infanzia non era di certo bello… e lo si capiva dal suo modo di fare, zitta e “spenta”.

‘Ehi!! Va…va tutto bene??’ le chiese Rikku. Wakka osservava ogni minimo particolare. Perfino da lontano, era ben visibile il Palazzo Sacro davanti a sé.

‘No…niente… è solo che… ripensare a Metropolis mi fa stare male… tutto qui…’.

L’altra aspettò prima di rispondere. ‘Ma…tu vivevi là? Sempre da sola??’.

Quella domanda fu l’ottima occasione per ricordare vecchi, belli e brutti, ricordi. Se escludeva tutto quello che accadde dopo i suoi sei, sette anni, in fondo, aveva passato un’infanzia felice. Ehi?? Da quando sono ottimista??!!

‘Ecco… sì, vivevo là… proprio in una catapecchia…a ridosso di una via come queste! Ero molto legato più a mia madre che a mio padre, perché lui aveva il grande vizio di giocare. Così mia madre cercò di trovare un lavoro, e sai come è difficile trovare fortuna in una città così grande?? E dovevamo trovare molto denaro, per far fronte ai debiti che si erano venuti a creare. Finché ci fu lei, ci pensò lei a fare lavoretti qua e là…!!’.

Poi la bionda la guardò un po’ scura nel volto. Cercò così di rimediare.

‘Oh…tua madre doveva proprio essere una brava persona!!’.

‘Lo era, lo era… andava a lavorare tutto il giorno, e si sforzava di portare mio padre sulla buona strada, senza l’alcool e il gioco. E poi, la notte, dopo che mi leggeva le favole e mi addormentavo, andava spesso in biblioteca, a consultare chissà che libri, con la scusa che era la bidella del turno notturno!!! Le avevo chiesto molte volte di cosa si trattava, ma lei continuava a dire che ero troppo piccola per capire, e che, un giorno, mi avrebbe fatto capire tutto…’.

‘Che carina!!! Una madre davvero affettuosa!! E…poi… te lo disse??’.

‘No… ma…anche se sono piccola non posso mai dimenticare cosa mi disse un giorno. “Ricordati bene…devi credere alle favole, sai?? Perché quando i sogni si avverano, si può arrivare sempre ad un lieto fine: basta crederci sempre ed avere fiducia in essi…”’—lo sguardo si fece poi cupo—‘...Io…in realtà non ho mai creduto nei sogni. Come avrei potuto seguirla e crederla?? L’anno seguente, una notte, mi ritrovai sola in casa con mio padre… e da lì non la rividi più… I debiti si accumularono, e fummo costretti a vendere ogni cosa…! Così… sono scappata di casa a cercare mia madre… e mi sono ritrovata a fare la ladruncola. Dopo tanti anni…inizio a credere che davvero lei perse la vita in un incidente stradale…’.

Il discorso si chiuse lì, dopo un “Mi dispiace tanto” della giovane Albhed. Era davvero sincera… non sapeva nulla di tutto questo. In quel momento arrivarono in una via principale, che portava dritto dritto al tempio. Lì c’era un mercato vero e proprio, con bancarelle di ogni colore possibile su entrambi i lati della strada pavimentosa. Anche i negozianti avevano lo stesso tema nelle loro bocche. Sarebbe stato facile per l’orfana rubare qualcosa… ma il solo pensiero, che le sopraggiunse per abitudine, la schifò. Rivedere i mercanti la faceva rabbrividire, e soprattutto emergere la sua sporca coscienza. Era come se si incamminasse per un grande viale di Metropolis, come se fosse tornata lì improvvisamente, anche se edifici, abitudini e tradizioni erano completamente diversi.

 

‘LULU!!!! Guarda chi si vede!!!!!!’.

Auron era davanti, e dovette interrompere il proprio passo. Infatti, Yuna era assieme alla maga, che si fermò portando lo sguardo sulla sua destra. Era l’esploratore Matthew, con il suo fedele zaino strapieno e la sua spensieratezza. Assieme a lui c’era un altro ragazzo, un po’ più alto di lui.

‘Matthew!! Così…sei venuto a Bevelle…!!’ gli rispose Lulu, mentre Yuna, appena essi giunsero, fece una riverenza, sorridendo come il sole. Kimahri non faceva motto.

‘Stavo facendo un giro al mercato con il mio amico…Oh!! Ve lo presento… si chiama Kyle!! Siamo amici da molto tempo!!’— passò il braccio destro sulle spalle del compagno—‘Ci siamo conosciuti appena lasciai la scuola del clero!! OH!! Lei dev’essere Yuna!!!’ e accorgendosi della sua presenza, ritirò subito il braccio.

La maga ebbe un lungo brivido sulla schiena. Come assomigliava tanto a Chappu quel Kyle!! Era alto più o meno come l’ex-capitano, e portava i capelli rossicci e corti tutti all’insù, e la fronte occupata da una fascia azzurra, con due ciuffi sottili che gli cadevano sulla fronte, in mezzo agli occhi, neri e profondissimi. Le sue labbra erano piccole e soffici, e dal modo in cui era vestito sembrava una persona molto differente rispetto al viaggiatore. Vestiva una canottiera color bianco sporco, spessa e di cotone, che lo copriva fino alle spalle, con le estremità strappate grigie; un paio di pantaloni lunghi e gonfi, sempre bianchi, ma per metà resi neri da figure stilizzate ed allungate su entrambi i lati, nelle parti terminali, tenuti insieme da una cintura nera con doppia cinghia. Portava sulla destra un parabraccio rosso, forse di metallo, e su entrambi i polsi ondeggiavano dei nastri blu molto chic.

‘Sì...sono l’invocatrice Yuna!! Piacere di conoscervi!!!’.

Kyle si avvicinò di qualche passo e abbassò l’addome, con il braccio destro su di esso, e l’altro sulla schiena dietro. ‘Piacere mio, signore…!!’. Sembrava quasi un inchino… ed oltre ad essere educato, era anche molto galante!!!

‘Kyle!! Devi sempre fare il cavaliere?? Ahahahah!!! Che ne dite se vi accompagno al tempio??’.

Yuna annuì con felicità alla proposta di Matthew, mentre Lulu rimase ancora ferma nei suoi pensieri. Era come se avesse ancora Chappu davanti agli occhi. E non aveva nemmeno conosciuto un tipo così ordinato. Era una bellezza passeggiare sotto quel sole pomeridiano, con la leggera brezza marina.

‘E così voi siete l’invocatrice di cui parlano, vero? Allora… a che punto siete?? Eravate stata rapita, nevvero?’ le chiese ridendo, e camminando a modo suo, ondeggiando un po’, a destra ed a sinistra.

‘Eheheh…si, si… abbiamo quattro sfere, ora!! Ma non sarà facile prendere le altre!! E voi?? Conoscete i miei amici??’.

‘Beh…tutti tranne quella bionda e la ragazza che gli sta di fianco…’—e fa un cenno con la testa dietro—‘…mi fermerò qui per un po’…poi andrò a visitare le rovine di Zanarkand!!’.

Lulu e Kyle camminavano meno velocemente. Si trovavamo a metà tra il gruppo di “testa” e quello di “coda”.

‘Devo dire che il vostro vestito le sta proprio bene!! Ma non fa un po’ caldo?? Eheh…’ fece il galante, che nei modi di fare assomigliava molto ad un principe delle favole.

‘Mi sta benissimo…’ rispose impassibile.

Tre, quattro passi sul suolo sembravano risuonare nelle orecchie più del solito.

‘Eheheh…qui siete l’unica che lo indossa… guardate me, invece…come sono conciato!!!’.

Alla maga viene voglia di ridere, ma non era tanto il momento di farlo. Lui riprese: ‘Va bene, va bene…non le piacciono i vestiti…!! Anche io non me ne intendo! Preferisco dedicarmi allo sport’.

Scoprì che era anche uno sportivo, ma la maga non riusciva a non pensare al suo aspetto.

‘Sapete… assomigliate molto… ad una cara persona che ricordo…’.

‘Oh…davvero?? Mi fa piacere!! Permettetemi che vi accompagni fino alla vostra destinazione… non ho mai visto una signora tanto particolare come voi!!’. Lei non riuscì a contenersi dal ridere. In fondo, tutta quella galanteria era divertente.

‘Cosi voi… siete uno sportivo??’ gli chiese con voce serena. Sembrava parlare proprio con lui…

‘Mi piace il combattimento…spesso vado alla Piana della Bonaccia per allenarmi! Vedere tutti quei lunioli volare qua e là è un piacere… peccato che questi mostri siano anime non trapassate irrecuperabili…’.

Bene…era anche coraggioso. Chissà come se la sarebbe cavata contro un custode, pensava Lulu. ‘Avete fegato… e sareste in grado di affrontare i pericoli di un guardiano??’ sorrise.

‘Certo!! Altrimenti... che gusto c’è??’.

‘Eheh… avete ragione…’.

Kyle era molto allegro. Sembrava che andasse davvero d’accordo. Di solito, preferiva la solitudine: divertiva di più. ‘E…voi?? Ditemi di voi…’.

‘Io sono una maga… e guardiana di Yuna. Che gusto c’è a fare magie senza un preciso scopo?’.

Entrambi risero di gran cuore, su cose serie per giunta. Non era Chappu, cara Lulu, ma poteva essere comunque un tuo amico! Meritava il soprannome “principe” solo per il suo comportamento.

‘Da dove avete imparato a comportarvi così educatamente?’.

‘Imparato? Non mi ha insegnato nessuno… sono rimasto orfano fin da piccolo ed è in questa città che sono cresciuto… ora mi mantengo combattendo nella Milizia… ho appena finito l’addestramento!!’. La maga si stupì.

‘Milizia?? Qui, nella capitale del credo??’.

‘No…nella Piana della Bonaccia…ogni tanto mi sposto lì… ma non dite che sono un Miliziano!!! Mi caccerebbero!!’.

‘E…dell’Operazione Mihen [cap.16]? Voi avete partecipato?’.

‘Averi voluto…’—e volse la testa al cielo limpido pomeridiano—‘…ma mi avevano impedito di farlo! Mi mancavano pochi giorni alla nomina… Capisco il vostro stupore!! Non è sufficiente essere volontari per essere ammessi, ma anche addestrati per bene, ovviamente!! Ubbidiamo al capo Kinoc, che comanda sia noi sia i templari…’. Lulu continuava a non capire.

‘I...templari usano armi??!!’.

‘Beh…questo in realtà non lo so… non ci hanno mai dato informazioni su di essi…!! Comunque…lo sa?? Lei mi è molto simpatica...!!’.

Lulu sorrise di nuovo…era da tanto tempo che non riceveva un complimento simile. Lei? Simpatica? Ma chi gliel’aveva detto?? Forse soltanto Chappu…

 

Rikku si sentì un po’ in colpa per quello che aveva fatto. E’ vero, poteva essere pericoloso, ma ci teneva sia alla sua amica, sia a lui. Si era giurata che avrebbe trovato la forza per continuare il suo proposito, e la sua amicizia con Noemi. Certo, la scoperta la faceva vedere con occhi diversi…

‘Però…dimmi…da quanto tempo…tu e lui…sì insomma…’ era un po’ rossa nel volto.

‘Beh… quando ero con te a recuperare quel carico [parte 2] era stata la seconda volta… Ma…ti prego, non ne parliamo…Piuttosto, posso sapere che cosa c’è di importante in quello scrigno??’.

Rikku pensò un poco. Era un grande segreto, che non sapeva neppure lei, ma suo padre sì. ‘In realtà…non lo so cosa ci sia dentro… il mio papi mi ha detto che “E’ una cosa che dovevamo assolutamente prendere e nascondere per impedire altre stragi”…Lo avevamo recuperato, ma quando tu…cioè…’—e strizza un po’ gli occhi—’Tidus venne risucchiato…

 

Flashback

 

‘Rikku!! Y...yppeysu ih bnupmasy!! Jeahe cipedu xie!! [A...abbiamo un problema!! Vieni subito qui!!]’ urlò un compagno, che era appiccicato alle barriere di tribordo. Sin era appena scomparso, dopo quel vortice che inghiottì il più bel ragazzo che la bionda avesse mai visto. Era quasi messa ginocchioni davanti allo scrigno, continuando ad osservare quella figura, strana per una serratura. Avrebbe voluto chiedergli ancora molte cose, o per lo meno, aiutarlo nella sua confusione. Con gran ritardo ella girò la testa sulla sua sinistra, sotto il cielo nuvoloso che lasciava gocce fresche e delicate sulla pelle. ‘Lucy l'è?? [Cosa c'è??]’.

Non c’era stato bisogno più di chiarire. Degli spostamenti verso il basso della nave fecero capire che l’acqua stava diminuendo a grande velocità la sua profondità, come se il mare si stesse ritirando: da lontano, un’enorme montagna d’acqua stava schizzando verso di loro, ingoiando ogni cosa, e con essa, anche le speranze di Rikku nel ritrovare il giovane. Silenziosa, inarrestabile, stava per ingoiare anche loro.

‘Ur, hu!!! At uny...at uny...lucy vylleysu??’ [Oh, no!!! Ed ora...ed ora...cosa facciamo??].

Un compagno corse a gambe levate uscendo dall’interno della nave, gridando. ‘M'Eliomagilite!!! Iceysumu, bnacdu!!! Yhteysu y Bikanel!!! [L'Eliomagilite!!! Usiamolo, presto!!! Andiamo a Bikanel!!!]’.

Tutti furono d’accordo e composero già un gruppo ben compatto. Ma Rikku tardava ad unirsi. Ormai non c’era più tempo. ‘Rikku?? Lra cdye valahtu?? Jiue sunena xiykkeù??? [Rikku?? Che stai fecendo?? Vuoi morire quaggiù???]’.

Lei osservava inerte quell’onda spaventosa che si avvicinava, con le morbide mani sulla barriera. C’era qualcosa che avrebbe risposto “Cì, nesynnò xie!! [Sì, rimarrò qui!!]”, ma si accorse che era letteralmente un’idea assurda. Ma non poté mai dimenticare quell’enorme dispiacere, tale da essere quasi inspiegabile. Quella strana sensazione, la spingeva a restare fino a quando almeno le sue speranze non sarebbero state vane.

‘Sy...sy..em...lynelu...!! [Ma...ma..il...carico...!!]’ balbettò, cercando di trovare una copertura, quando, uno degli Albhed la prese per un braccio e la trascinò verso il gruppo, che subito sparì prima dell’inferno e della distruzione, che cancellò anche la piccola lacrima che le sfuggì nell’aria.

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Capitolo 38
*** Cap.38: Hidden Voices From The Heart ***


In poco tempo il gruppo superò il mercato centrale di Bevelle, avvicinandosi al cosiddetto “Gran Ponte”, che connetteva la città al Sacro Palazzo. Vedere da vicino quella struttura, che arrivava fino alle nuvole, era uno spettacolo incredibile. Prendere la sfera dell’amore sarebbe stata un’impresa ben più difficile, dato che il clero sapeva bene che essi erano traditori puri, ma non che dalla loro parte stava anche l’invocatrice.

‘Il “Gran Ponte??” Cos’è?’ chiedeva Noemi, anche per scacciarsi quei brutti pensieri rievocati.

‘E’ il lungo ponte che collega la zona residenziale e il Bosco di Macalania con il Palazzo di S. Bevelle. Lì camminarono e camminano tutt’ora tutti i più famosi Maestri e le cariche più elevate!!!’ le rispose Wakka, che sembrava piuttosto eccitato all’idea. Per lo meno, questo lo aiutava a dimenticare la delicata situazione in cui si trovavano.

Superate diverse arcate decorate, si entrò in quel lungo Gran Ponte, largo almeno quattro metri e lungo un chilometro e mezzo, completamente sull’acqua. Il palazzo, infatti, era sopraelevato da essa, situato un po’ più oltre la costa. Il ponte, però era a più pelo dell’acqua, composto da un pavimento in marmo color bianco sporco, decorato al centro con figure a zig-zag rossi all’esterno e blu-verdi alternati all’interno dei rettangoli che si venivano a creare. Ai lati del ponte, c’erano delle basse barriere sempre in marmo, con diversi Sacromagilite bianchi che illuminavano il percorso. Più all’esterno si susseguivano delle sporgenze che si allungavano sempre di più vedendole dal basso verso l’alto, e che in parte coprivano la visione del cielo, dato che il passaggio era scoperto e non aveva un soffitto. Dove quelle sporgenze non c’erano, si poteva vedere l’orizzonte calmo del mare.

Auron, per ogni passo che rifaceva, rievocava sempre più ricordi. Sembrava che fosse stato ieri, quando era giunto lì con i suoi precedenti compagni di pellegrinaggio. Potevano essere stati chiunque, ma lui non sarebbe mai cambiato…si era detto!

 

 

Flashback

 

Tutti e tre percorrevano il Gran Ponte, ognuno a modo suo. Braska già pensava cosa si sarebbero “inventati” i suoi guardiani per sconfiggere l’ennesimo custode, Auron, invece, era un po’ più avanti degli altri due, mentre Jecht filmava ogni cosa con la sua filmo sfera, una sfera azzurrina e leggermente schiacciata. Quando faceva così divertiva il suo invocatore.

‘Ohhhh…Braska!! Guarda qui!!!’ gli diceva lui, il “rozzo” per eccellenza per il guardiano in rosso con il codino.

L’altro guardò sorridendo fermandosi un poco. ‘Va bene così??’ e gli si mise di fronte.

‘Yeah!!! Auron!!! Ora tu…’. Il guardiano non si girò nemmeno, ma dovette fermarsi per aspettarli.

‘Allora??!! Sei ancora lì per perdere tempo??!!’.

‘Perdere tempo??’—e rise a bocca spalancata—‘…Sto filmando non lo vedi?? Bisogna ricordare le meraviglie che incontriamo nel viaggio, no?? E poi sono sicuro che i miei fan apprezzeranno!!!’. Poi staccò per un poco la filmosfera per mostrarsi più solenne, mostrando il petto più del dovuto, con i pugni ai lati della vita. ‘Ahahaha…Il grande Dark Crow che affianca il mitico Braska alla ricerca delle sfere!!!’—ed imita la voce di un pubblicitario—‘…Un viaggio lungo ed insidioso!!!’—poi calma la voce, rivolendosi al compagno guardiano—‘…Questo è perdere tempo?? Lo sai quanti fan ci saranno ad invocare me e Braska nella storia?? Non certo te!!!’.

Auron rispose con un deciso “Tsk”, continuando a camminare per i fatto suoi. Il “rozzo” riprese.

‘Che c’è?? Hai paura che io morda, che mi stai sempre lontano??’ Hahrhahrhahr…’.

‘Beh…non è bello filmare battaglie ed addii…’ riprese l’invocatore, quando ormai giunsero all’ingresso del Palazzo Sacro.

 

L’ingresso era estremamente imponente, come quello di una fortezza. A vedere la piazza semicircolare che l’antecedeva, sembrava il luogo dove i fedeli pregavano intensamente. Qua e là, inginocchiati o seduti, c’erano diversi anziani ed alcuni sacerdoti che balbettavano a bassa voce. La porta di ingresso per il Chiostro era almeno un ventesimo dell’intera struttura: azzurrina, divisa in sei parti da decorazioni marroni, sormontata da una volta a tutto sesto, davanti al pavimento della piazzola, con figure romboidali dorate, su sfondi blu ed azzurri. Ben più sopra della porta, stavano tre archi a sesto acuto, con quella centrale più rialzata, che culminavano con finestre istoriate e si scorgevano sopra gli archi due finestre allungate verticalmente ed arancioni. Più in alto ancora, si emergeva un parapetto azzurro e blu, composto da sporgenze e rientranze ripetute. L’intero muretto era affiancato da quattro pilastri, di cui due terminanti con delle torri vere e proprie: quelle più vicine erano strette, e passavano dal colore rosso del basso, a quello blu in alto, mentre quelle più spesse e lontane, terminavano con una forma a zampa di leone. Dietro al muretto di ingresso, si collegavano due strade sopraelevate, rette da colonne doriche che affiancavano oracoli con delle statue all’interno.

‘Wooooaaaahhh!!!’ esclamò l’ex-capitano, che subito corse per pregare, quando venne fermato da un braccio esteso e rigido di Auron, che lo stava quasi colpendo in faccia a momenti.

‘Prima vediamo chi entra nel Chiostro, poi aspetteremo in questa piazza’.

Matthew iniziava a non capire. ‘Cosa…dovete fare?? Cosa pregate a fare se siete dei trad…’.

Rikku gli chiuse la bocca  con la sua mano appena in tempo. ‘Noooo…certo che pregheremo!! E aspetteremo il ritorno di chi andrà…glom!!’.

‘Ci andrò io!!’—saltò fuori Kyle, facendo alcuni passi avanti—‘…Amo combattere!! Sarei contento di darvi una mano!!’.

Auron lo guardò con estrema durezza, davanti a tutti gli altri. ‘Non se ne parla nemmeno!!’.

‘Ma…perché?? Tanto...cosa serve ora rispettare le tradizioni?’ ribatté la maga, mentre Wakka cercava di fulminarla con lo sguardo. Non ne voleva sapere di tradire ancora i precetti del credo.

‘Cosa interessa??!!’—con tono duro—‘…il credo del Palazzo avrà saputo tutto… perciò dovranno entrare le persone che non sono coinvolte nel tradimento…’.

Rikku e Noemi si guardavano in faccia. Oh…oh…

Yuna rimase pensierosa per un poco. Il guardiano aveva ragione…dovevano mantenere un minimo di copertura per facilitarsi le cose.

‘Giusto… andrò io dal sacerdote e dirò che saranno loro ad affrontare la prova!!’ fece l’invocatrice, guardando le ragazze, che erano un “filino” confuse.

‘Noi…noi nel chiostro??’ balbettò la ragazza di Metropolis, mentre guardava quella struttura imponente. Si immaginava già di incontrare stranezze, figuriamoci il custode che doveva esserci all’interno!

‘Un…un…Albhed nel chiostro??’ fece Wakka allibito, ma si accorse subito che non c’era altra soluzione.

‘Beh…è una guardiana ora, no? I precetti non dicono che non può entrare…’.

Dopo quelle parole di Lulu lui si girò di spalle stizzito, tirando fuori un lungo “Naaahhhh” a braccia conserte.

Ehm…cosa si fa nel chiostro??’ chiese la bionda alla compagna avvicinandosi all’orecchio. Più che spaventata sembrava curiosa di vedere come funzionava la sciocca tradizione che tutti quei creditori seguivano.

‘Beh… è meglio che non te ne parli… Quello che è sicuro è che è una grande seccatura!!’.

Era deciso. I cosiddetti “traditori misteriosi”, come li definiva la gente, restarono lontano dalla piazzola, voltati di spalle, eccetto quelli “sicuri” come Matthew e il fedele amico Kyle. Yuna prese con sé le due compagne, ed insieme si avvicinarono alla porta, dove, al centro di essa, c’era un cerchio metallico, che veniva usato per bussare. Sulla porta emergeva una scritta. “Largo   alla   potente   forza   di    Yu    Yevon   e   alla   sua   immortalita’ ”. Due rumori echeggianti allarmarono il sacerdote del tempio, che si affacciò ad esse, aprendo una sola anta.

‘Oh…voi dovete essere l’invocatrice…dunque, chi deve superare la prova?’.

Lo sguardo di quell’uomo, un tipo alto, robusto e pelato, cercava di indagare con gli occhi se c’era qualcosa di sospetto. Era evidente che lui sapeva tutto.

‘Porto le mie due guardiane…’ e si girò verso di loro, sorridendo. G…guardiana?? Lo sono davvero anch’io?? Il sacerdote squadrò non poco l’invocatrice.

‘Co…cosa?? Ho sentito bene?? Un’Albhed…g…guardiana??!!’.

‘Senta…sono io che decido chi portare con me… e vi assicuro che è una guardiana perfetta!!’ rispose lei con tono deciso, e il sacerdote calvo annuì debolmente aprendo le ante. Lei poi porse di nascosto uno strano sacchettino color argento a Noemi. ‘Prendi questa…è “Neromagilite” [cap.26]…se siete in difficoltà usatela!! Ti ricordi come evocare la Fraternity, vero?’ lei le rispose facendo un occhiolino, prima di varcare la soglia.

‘E’ fatta…tocca a noi!!!’ disse pimpante Rikku, ma la sua amica affianco non aveva di certo tutta quella carica. Gli anziani intorno furono piuttosto curiosi e felici di rivedere Yuna, ma non andarono ad acclamarla, per mantenere il “Sacro Contegno” che doveva essere rispettato all’interno di luoghi così sacri.

 

L’interno del Tempio sembrava di tutt’altro ambiente ed atmosfera. Tempio dell’amore?? Ci assomigliava forse più Djose!! Ma che razza di posto è?? Si trovarono all’interno di una sala molto alta e larga, di forma cilindrica, le cui pareti erano percorse da diverse colonne, alcune con simboli sopra, altre erano delle specie di “tubi”, all’interno del quale passava dell’acqua che saliva in cima contro la gravità. Nello spazio tra le colonne scivolavano diverse cascatelle d’acqua scoperte. La prima cosa che però videro davanti a loro fu una lunga scala a spirale, che saliva sempre di più, verso la loro sinistra, i cui lati erano coperti da dei muretti illuminati con il Sacromagilite, all’interno di vetri blu. Rikku esclamò di stupore, davanti a quei gradini marmorei perfettamente lucidi, e si affacciò sul muretto. ‘E’…è fantastico!! E così questo è un Chiostro?? Peccato che non abbia una macchina fotografica!!!’.

‘Beh…forse perché è una macchina proibita… sai come sono questi religiosi! Io mi sono sempre curata poco di tradizioni simili…’ rispose Noemi, affiancandosi all’amica. Quando vide verso il basso stava cadendo all’indietro. ‘GASP!!! Ma…ma…c’è…c’è un ABISSO qua sotto!!!!’.

Sotto la scala sembrava che ci fosse un pozzo senza fondo. Non si riusciva a vederne la base, poiché solo il nero più nero dominava, assieme ad una densa nebbiola.

‘E…ehm…non è che hai una…ehm...monetina??’ chiese con voce incerta.

‘Cosa ti serve?? Credo che dobbiamo salire su!!’ e alzò la testa.

‘Per...ehm…vedere quanto è profondo!!!’ sudava freddo.

‘Ahahah!! Non fare la sciocchina!! Basta che non guardi e sali le scale…!!’.

Si Renda Grazie a Yevon che Voi Siete Qui…’. Noemi si girò intorno spaventata.

‘Chi…chi ha PARLATO???!!’.

‘Zitta!! Fammi sentire!!’ e la bionda tese l’orecchio.

Siete Pronti per la Prova del Chiostro di Bevelle? Dovete Salire Volta per Volta le Scale e Rispondere alle Domande che il Custode vi Pone…’.

‘Do…domande?? Aaahhh…bene!! Basta rispondere, allora...’. continuò la ragazza castana, tranquillizzandosi. Beh…mi sembra semplice…basta salire le scale, rispondere alle domandine… salire…e…battere il custode…prendiamo la sfera e ce la filiamo…!!

Mentre uno dopo l’altro i gradini sfilavano, si riusciva a sentire un debole inno di sottofondo mano a mano diventare sempre più forte di intensità. Era sempre quello che cantava nei Templi… quello che la ragazza di Metropolis non aveva mai sentito, ma che era così familiare per qualcun’altro. Ogni nota era un continuo brivido. Era una nuova insicurezza. Era una nuova domanda.

Man mano che avanzavano, i passi si facevano sempre più pesanti per la fatica, fino a quando Rikku si fermò di colpo, tanto che la compagna ci sbatté da dietro. ‘Ehi!!! Che ti prende?? Perché ti sei fermata?’.

Scostò la testa, piegandola sulla destra dal collo della bionda. Davanti a loro la fila di gradini si interrompeva: se avessero continuato a correre senza guardare dove mettere i piedi, sarebbero cadute nell’abisso.

Prima Domanda’.

‘Co…cosa?? “P...prima domanda”??’. esclamò l’orfana. La compagna bionda si girò verso di lei.

‘Se non rispondiamo non riusciremo a salire…credo che funzioni così…!!’ Mi sento più ansiosa adesso che quando fuggivo dai creditori!!!

Qual è la Funzione Principale dell’Inno di Yevon?’.

‘Ehm…Rikku…quante…domande ci sono???’.

‘Cosa ne so io?? Rispondi piuttosto!! Vuoi che un’Albhed sappia queste cose??’ e si mise i pugni chiusi sulla vita.

‘Co…cosa?? Devo rispondere io?? Ma se non sono nemmeno di questo mondo!!!’.

Rispondete, Prego.’. Eh...”Rispondete prego”…!!!

Le due si guardarono in faccia, con l’Albhed stizzita. ‘Ah, si?? E da che mondo vieni?? Te l’avrà spiegato un fedele come Wakka o altri, no??’. L’altra ribatté alzando la voce.

‘Cosa??!! E pretendi che io mi interesso di cose del genere?? Purificarsi, fare smancerie ed alleviare le proprie pene e i peccati???!!’.

Risposta Esatta!’ e dal nulla ricomparvero i gradini di marmo nel vuoto. Potevano passare.

Le due si guardarono di nuovo, stupite. ‘Brava!! Lo sapevo che te l’avevano detto!!’. Detto…cosa?? Cosa ho detto??

 

Fuori dal Chiostro  la situazione era molto tesa. La gente non sapeva né dello scandalo, né dei traditori, e bisognava mantenere la massima discrezione possibile.

‘Signora Lulu… Ho sentito palare di questi Chiostri… ma perché bisogna scegliere solo due guardiani? Non sono pochi per tutti i pericoli che ci possono essere?’ chiese con gentilezza Kyle, che le si affiancò.

‘Quando si effettuano queste prove bisogna seguire i precetti di Yevon, che decise che solo due guardiani, scelti dal proprio invocatore, possono affrontare la prova del Chiostro e battere il custode della sfera…’.

‘E ve ne mancano…?’.

‘Ancora due… tra quelle conosciute…’—poi si girò verso di lui—‘..voi avete sentito parlare della settima sfera?’. Il galantuomo sorrise ampiamente.

‘Eheh…io combatto, non mi interessano i misteri o le leggende… Su questo io e Matthew non siamo mai stati d’accordo!’.

Il viaggiatore che stava facendo? Tutti gli altri aspettavano, molto più tranquilli dell’altra volta. La paura che il credo aveva di lasciar diffondere lo scompiglio nel continente era un loro chiaro punto a favore. In quel modo l’intera Spira poteva considerarli ancora degli eroi che potevano portare il Bonacciale. Matthew si accostò all’amico Kyle, portandogli una mano sulla sua spalla destra. ‘Beh…amico mio… devo lasciarti qui…vedo che ti trovi molto bene con loro!!’.

‘Ma…’.

‘Nono…’—scosse la testa diverse volte—‘…non preoccuparti!! Se c’è una cosa che non sopporto è aspettare!! Ci sono così tanti misteri da scoprire!! Ci vediamo a Zanarkand!!!’.

Poi il viaggiatore si incamminò dalla parte opposta del Gran Ponte. ‘Vi saluto raga!! Ci sono altri chilometri che mi aspettano!!!’.

Per cenni, Lulu, Kyle e Wakka lo salutarono. Aveva così tanta curiosità e passione quell’esploratore che si mise a correre nonostante il peso dello zaino sulle spalle.

‘Però…il vostro amico ha energia da vendere!!’.

Kyle sorrise, per poi incrociare i suoi occhi con quelli rossi della maga per alcuni secondi.

‘Tu…vorresti venire con noi??’ chiese lei con strana difficoltà. C’era qualcosa che le diceva che doveva diventare a tutti i costi un guardiano della loro squadra. Gli aveva dato anche del tu.

‘Io?? Guardiano??’—vide il suolo e poi tornò a guardarla—‘Ecco…Ne sarei onorato!!!’.

‘Bene… Allora… vieni con me dall’invocatrice…’. disse lei. Sarebbe stato l’ottavo guardiano??

 

‘Ehm… siamo sicure di non cadere in quell’abisso??’.

‘Oh….possibile che ti devi sempre fare problemi su problemi?? Ce la siamo cavata…ce la caveremo ancora!!!’ fece l’Albhed, che saliva le scale più velocemente della compagna, con gli occhi rigorosamente tenuti a terra.

Certo, come no… se la fortuna ci dà una mano!!! ‘Certo…salterà fuori un’altra domanda stramba!!’.

L’altra sbuffò. ‘Smettila di fare la catastrofica pessimista e muoviti!! Gli altri ci aspettano!!!’. Ehiii!! Da quando in qua tu sei la capa??!!

La bionda si fermò prontamente. Il vuoto che divideva una sponda dall’altra era più ampio di quello precedente. Cosa significava? Che la domanda sarebbe stata più difficile?

Seconda Domanda.’. Bleah!! Questa voce inizio a non sopportarla più!!!

‘Pronta??’ e Rikku tese ancora l’orecchio.

Cos’è la Tecnica Sunshine??’. Le due si guardarono preoccupate.

‘Che…che tecnica sarebbe questa ???’.

‘Beh…non lo so… forse è il secondo nome di qualcosa…’ ipotizzò l’Albhed, ponendosi la mano destra sotto il mento.

‘Ahhh… io non ci capisco niente!!!!! Io non so niente di magie, arti o tecniche!!!! Se c’era Lulu, a quest’ora…’.

‘Smettila di agitarti!!’—vedendo la castana fare avanti ed indietro dietro di lei nel piccolo spazio, salendo e scendendo le scale furiosamente—‘Mi fai venire il mal di testa!! Insomma…secondo me dev’essere una magia molto importante… se è la domanda di un Chiostro…!!’.

‘Io…non lo so…!!! Mi sento già mancare la terra sotto i piedi!!!’ e Noemi tenne gli occhi preoccupati e fissi a terra.

‘VUOI AIUTARMI????!!!’.

L’orfana sospirò ampiamente, e dopo aver riaperto gli occhi, alzò la testa. ‘Va bene…ok… Manteniamo la caaaalmaaa….’.

Si mise davanti a Rikku, con sguardo concentrato, e pensosa ad alta voce. ‘Dunque…dev’essere una cosa importante…ne sono certa!!! Una cosa importante…una magia potente! Per avere un nome simile…sì, non ti sembra??’.

‘Boh…se lo dici tu…!!’.

‘Avanti!! Segui il mio ragionamento!!! Quando non si sa qualcosa, si deve usare l’istinto, giusto??’.

‘Ohh…istinto...io preferisco ragionare!!! E non andare alla cieca!!!’.

‘NON sto andando alla cieca!!’—e le rivolse uno sguardo duro—‘…Qual è la magia che più si teme e di cui più si parla?? Lo avrai sentito, no??’.

‘Sentito cosa?? Io non me ne intendo…davvero!!! Si temono le Arti Proibite, credo…’.

‘Bene!!!’—e Rikku le sorrise—‘Allora si tratta di un’Arte Proibita. Potrebbero avere dei secondi nomi, no?? E qual è quella più temuta??’.

Noemi si mise una mano in faccia. Già pensava ad un modo su come aggrapparsi e salvarsi la pelle. Dove siamo capitate…DOVE!!!

‘L’Arte del Sacrificio!!! Non è quella che più scandalizza?? La conosciamo perfino noi Albhed!!!’.

Risposta Esatta’.

‘Yeeeeahhh!!! Rikku uno Noemi uno!!!!!’ e saltellò, mentre si riformavano i gradini prima scomparsi.

L’altra non credeva alle sue orecchie. Co…cosa?? Ri…risposta esatta???!!

‘U…uno a uno…?? Lo consideri…un GIOCO??!!’.

‘Perché no?? Questi questionari sono divertenti!!!’ continuò la bionda, che dopo aver fatto l’ok con il pollice alzato corse in alto ancora più velocemente.

‘A…aspetta!!! Rikku…puff…pant!!!’ esclamò l’altra, pensando a quante domande ci fossero ancora. Se ci fosse stata qui Lulu, saremmo già arrivate in cima…!!! Guarda cosa mi tocca fare!!!

‘Cosa fai ancora lì?? Datti una mossa pelandrona!!!’.

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Capitolo 39
*** Cap.39: The Magic Of The Presence ***


I guardiani affiancarono l’invocatrice, che restava nella piazzola semicircolare ad aspettare il ritorno delle altre, mentre il sole era già a metà dell’orizzonte, nel bel mezzo del pomeriggio.

‘Yuna… devo chiederti una cosa…’.

Si girò e vide Lulu sulla soglia della piazza, affiancata dal galante. Bisognava stare cauti, se non si voleva essere di nuovo inseguiti da sacerdoti e templari. ‘Si?? Dimmi!’.

‘Kyle vorrebbe…diventare un guardiano…’.

Lo guardò sorridendo. Egli rispose facendo una riverenza e rimanendo chino per alcuni secondi. ‘Sarei molto grato di aiutarle nel vostro sublime compito...!!’.

Lei gli si avanzò dolcemente ancora di più. Appena lui si ridestò, gli restituì lo stesso gesto. ‘Certo!!! Non ho nulla in contrario…eheh…signor Auron!!’.

Wakka era lì a vedere cosa stava succedendo, addirittura fremendo per avere spiegazioni.

‘Cosa?!’ rispose il guardiano in rosso, girandosi di novanta gradi. Appena vide quel gruppetto a tre insieme, capì subito tutto. ‘Se è disposto a sacrificare la propria vita per te, allora può diventare un guardiano’.

Kyle si rivolse prima alla maga e poi a Yuna. ‘Io non temo la morte! Non l’ho mai temuta da piccolo!! Se fosse per me, mi sacrificherei anche per salvare una piccola bambina indifesa…’.

Le due risero di cuore e quello solo bastò per un sì.

Ma di cosa stanno parlando?? A me quel Kyle non mi piace!! Chi si crede di essere?? Il principe azzurro della mia amica Yuna??!!’commentò l’ex-blitzer a bassa voce.

 

Le scale erano ancora molte, e la ragazza castana era già esausta. Non erano nemmeno a metà del percorso a chiocciola. Da dove trova tutta quella energia??!!

‘VUOI RALLENTARE??!! Anfff…Non sono così allenata come te!!!!!’.

‘Sbrigati, invece!!! Sei una lumacon…’.

Puff!!! Altre gradinate sparirono di nuovo. E con ciò, altra domanda.

‘Puff…pant…anf…Fi…finalmente ti sei fermata!!!’ esclamò Noemi, prima che si piegasse sull’addome, con le mani sulle ginocchia.

Terza domanda’. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.

‘PIANTATELA DI FARE DOMAN…!!’ e si ritrovò la mano destra dell’Albhed sulle labbra.

‘Smettila di urlare!! Sei peggio di una bambina!! Ascolta la domanda, piuttosto!!!’ e dopo un secco “Sgrunt” di risposta, entrambe rimasero attente.

Qual è il confine tra l’amicizia e l’amore?’.

Noemi si mise una mano sulla fronte. ‘Amore??!! Puah!! Figurati se mi interesso di cose così futili!!!’.

Rikku si girò piuttosto alterata. ‘Certo che sei proprio fredda, tu!!! Come fai a dire che è futile??’.

‘Perché non lo è??!!’—e si mise a braccia conserte—‘L’amore rovina e basta!! Ti fa fare pazzie!! E’ solo una malattia!!!’.

‘Ma che cosa dici??!! Non è una malattia… è il motore che ti fa arrivare al settimo cielo…’ e guardò il soffitto con occhi sognanti.

‘Tsk!!! Settimo cielo?? Sai che cosa ti fa fare??!! Ti dà estrema felicità solo nel momento, per poi colpirti con le gelosie, le incomprensioni e…bleah!!! Certe cose mi danno solo un grande senso di disprezzo!!!!’.

‘Piantala di dire idiozie!!! Sai solo parlare senza ascoltare il tuo cuore!!! Tu non sai nemmeno che significa essere innamorati!!!!’ e le rivolse uno sguardo di ghiaccio. Noemi non fece una piega.

‘Ah, si?? E tu allora sai cosa significa??!!!’.

Rikku si irrigidì. Tutt’ad un tratto divenne rossa ed iniziò a sentire caldo. Le sue guance morbide mostrarono un colorito molto acceso, accompagnato da forti battiti che sentiva in gola e una strana adrenalina correrle per tutte le parti del corpo.

‘Allora??!! Guardati!!! Non vedi come sei agitata!! Te l’ho detto che è una malattia!!!’.

‘FINISCILA!!!!!’ gridò, e la parola echeggiò almeno una decina di volte in quella specie di “pozzo”. I suoi occhi sembravano quasi mostrare fiamme. Noemi si fermò a guardarla, in quello stato, facendosi mille domande, tutte di carattere molto personale. Ma tra tutte, una le sembrò quella più importante di tutte.

‘Tu…tu…sei innamorata??’.

Rispondete prego.’ tuonò ancora la voce del tempio. Rikku restò ferma e rigida, abbassando la testa per non far vedere ancora di più il proprio rossore. I suoi pugni chiusi, aderenti ai lati del corpo, rendevano più evidente la risposta. Cambiò subito il proprio tono della voce.

‘Ecco… sai… la risposta… a questa domanda…è…è molto semplice… quando…quando conosci un amico… e ti rendi conto…che…che…ti piace… capisci di essere…innamorata… e…e…così…per capire se anche…lui… ci sta… basta che aspetti…aspetti il suo bacio…che ti faccia capire…che…che lui…è più…di un amico…!!’.

Risposta esatta.’.

Noemi restò a guardarla impressionata. L’Albhed balbettava ed ogni sua parola esprimeva tutto il suo pieno significato. Provenivano dal più profondo del cuore, che ella ancora non riusciva a capire che cosa avessero di tanto speciale. Restò un po’ meravigliata di quella frase, che sembrava idilliaca ed onirica, ma poi, appena vide quei gradini ricomparire, riacquistò la sua piena e ferrea razionalità.

‘Complimenti per la risposta esatta, comunque… Non restare lì rossa a pensare a quelle facezie… abbiamo ancora chissà quante domande!!!’ e superò la compagna nell’ascesa.

‘Non...non sono facezie!!!’ e la sua voce restò più tremante che mai. Sono sicura che tu stia fantasticando su qualcuno Rikku… ma perché devi rovinarti?? Cose del genere servono solo a mandare in tilt il cervello!!! Non cadere nella trappola!!

 

Wakka si avvicinò all’invocatrice con sguardo curiosissimo. ‘Ma… quel Kyle…ha fatto qualcosa??’.

‘Eheheh…ma no!! E’ diventato un guardiano!!’.

Lui fece qualche passo indietro per la notizia. ‘G…guardiano?? Eeeeehhh??!!’.

‘Perché tanto stupore?? E’ un bravo ragazzo!! Non essere geloso!!!’ e gli rivolse degli occhi sereni che un po’ lo tranquillizzarono.

‘Mah… lo deve prima dimostrare!!’ e rivolse sul galante occhi indaganti, come per trovarne il primo difetto, mostrandogli il viso lungo.

All’improvviso il guardiano professionista si avvicinò cautamente al gruppo. ‘Attenti…!!’.

Tutti guardarono verso la piazzola, dove lui osservava. La porta del chiostro era socchiusa. Erano tornati già con la sfera? No… si era solo affacciato debolmente il sacerdote, piuttosto preoccupato e pensieroso. ‘Miei cari fedeli… per ordini dell’Altisssimo Credo di Yevon, il ricevimento al tempio è sospeso… Tornate nelle vostre case…e siate lodati!!’ e fece davanti a loro, fuori dalla porta, un lentissimo segno di riverenza. I vecchi e i religiosi si guardarono in faccia per un poco, per poi imboccare il Gran Ponte e tornare in città.

‘Che cosa sta succedendo?? Questo tempio chiude prima??’ chiese un po’ spaventato l’ex-capitano, che avrebbe voluto restare lì ancora per un po’ proprio per pregare.

‘Non lo so… non ne sono sicura, ma il credo è più confuso che mai…’ continuò la maga. La porta azzurrina poi rimase per un attimo aperta, dopo che il sacerdote tornò dentro.

‘L’alto credo della luce ha perso il suo sole…’.

‘Ma che stai dicendo??!!’—si mise a gridare Wakka contro Auron—‘Se si trova in difficoltà è solo colpa nostra e dei nostri peccati!!!!’.

‘Zitto!!! Guarda chi c’è…’.

Dopo le parole della maga tutti si voltarono di nuovo. Erano sicuri che l’avrebbero rincontrato di nuovo, in tutta la sua “bellezza” e solennità.

‘Ma…guarda…chi c’è…proprio…chi stavo…aspettando…!!’.

Era vestito di un abito curato e raffinato, ovunque perfetto ed elegante, che arrivava fino al pavimento marmoreo, con il suo grigio scurissimo prevalente. Indossava un cappello alto e grigio, come i ricami sulle sue spalle, che si estendevano oltre un enorme colletto, che partiva dalla vita e copriva quasi metà del suo busto. Dal centro di esso si scorgeva una cravatta bianchissima a forma triangolare, doppia. Al centro della parte terminale del vestito, una striscia lo percorreva in verticale, con il simbolo del continente al centro. Le maniche erano molto lunghe, ma non abbastanza per coprire le sue unghie lunghe ed orribili.

‘Seymour… vedo che l’abito da sposo ti ha fatto crescere troppo…’ riprese il guardiano in rosso, sentendo la voce affaticata del Maestro. Il vestito forse gli serviva anche per non far notare i lineamenti che lo stavano e che l’avrebbero divorato nel tempo inevitabilmente.

‘M…Maestro… la prego! Facciamola finita con questa pazzia…!! E’ vero ci siamo intromessi, ma…è stata tutta una serie di coincidenze che…’.

Le parole di Wakka fecero scattare delle risate quasi infernali. Anche la sua voce era un po’ cambiata, diventata più bassa e lugubre. ‘Ahahah… certo…ora…siete…i traditori…!! Non…lo sapevi…Yuna??’.

L’invocatrice sbiancò e guardò uno per uno i suoi amici, Kyle compreso. ‘Sì…sì, l’ho saputo cos’è successo…’.

‘E ALLORA??!!...Ti…ostini…a seguirli…ancora?...Sapendo…che…rischieresti…il tuo…compito…supremo??!’ e si avvicinò, mettendosi al centro della piazzola.

Lei non rispose. Sapeva bene quali rischi stava correndo, e tutti le avevano dato la massima fiducia.

Il Maestro continuò, camminando lentamente verso di lei, mentre gli altri tirarono fuori le loro armi. ‘Mia invocatrice… io voglio…solo…aiutarvi…sono…venuto qui…per permettervi…di arrivare…al vostro…compito…senza…questi…traditori…!!’.

Kimahri fece diversi passi avanti. La situazione era tesissima. ‘Non avvicinare te!!!!!!’ impugnando con grande forza la sua lancia. Ma Seymour continuò la sua “marcia”, fino a quando non si fermò davanti a lei e porse la sua mano destra percorsa da varie rughe profonde.

‘Ti prego… che non succeda nulla…’ supplicò Wakka, portando gli occhi al cielo.

‘Sono…venuto…qui…per chiedervi…la vostra…mano…!!’.

Subito tutti i guardiani si misero tra loro due, tutti fissando con aria di sfida lo sposo ambizioso ed elegante.

‘Oh…ammirevole!!...Certo…certo… voi siete…i guardiani… e proteggete…la vostra…invocatrice…da chiunque… vedo che…osservate bene…il vostro…giuramento…!!’. Poi mostrò meglio il suo volto, ritirando la mano destra e gettando il cappello a terra. I capelli non erano cambiati, ma il suo giovane viso non era più lo stesso, tanto era percorso qua e là da profondi rughe, tanto che si notavano diverse parti in cui la pelle poteva “penzolare” liberamente. Le orbite degli occhi erano ben visibili, e quello che, forse, rimaneva inalterato, era il suo sguardo e il suo sorriso. Yuna cacciò un forte urlo, che la spinse di alcuni passi indietro.

‘No!!!! Tu hai usato un Arte Proibita!! Hai ucciso Jyscal per ottenere potere… ed ora?? Qual è il tuo scopo??!!’.

Gli sguardi passarono da lei allo sposo, in tutta la sua natura scoperta, o quasi. ‘Sposarti… così insieme…prima…sconfiggeremo…Sin…e poi saremo…i padroni…del continente…!!’.

‘COSA??!!’ e Wakka superò tutti, schivando a pelo l’appuntita cuspide della lancia del Ronso. ‘Ma come?!! Maestro!! Il dovere è quello di portare la pace, non di ottenere potere o diventare i re di Spira!!! Voi…voi…!!’.

Un’altra famelica risata satanica frantumò il cuore puro del religioso guardiano.

‘Certo!!...Certo!!!...Come…se fossi…l’unico…a pensarla…così!!!...Bene… se volete…intralciarvi…nella mia strada…’—e scoprì di nuovo la famosa manica—‘…significa che…me la…libererò…anche…senza di voi…!!’.

 

La scala iniziava ad essere pesante sulle quattro gambe delle guardiane. Quella prova sembrava non finire mai… e se fossero arrivate troppo stanche di fronte al custode, sarebbe stato davvero un grande, grandissimo guaio.

‘Sono stanca…non ce la faccio più…perché non ha scelto uno atletico come Wakka??!!’.

L’Albhed non rispose. A che stava pensando o fantasticando? Certo, lei, in vita sua, tra macchine da riparare e costruire, aveva sempre avuto la smania di passare del tempo nei suoi sogni. Ma, mai, fino ad allora, tali sogni erano stati così forti da trasparire all’esterno.

‘Rikku??! Mi stai sentendo??!’ e la ragazza accelerò il passo, cercando di “svegliarla” dai suoi pensieri. E che fatica, quando le gambe sono strapiene di acido lattico!!! E fece anche bene, perché alcuni secondi dopo, altri gradini sparirono di colpo, e l’Albhed stava per cadere nell’abisso. La castana, di corsa, l’afferrò per la camicetta arancione da dietro, e la spinse con tutta la sua forza verso di sé, tanto che Noemi si ritrovò una bella zuccata dietro la testa, sbattendo contro delle gradinate.

‘Ohi…ohi…’—si passò con la mano la parte dolente—‘…ma..!! Guarda dove vai!!! Ora mi ritroverò una bella patacca…ahi ahi!!!’.

Erano ancora entrambe a terra quando sentirono ancora la voce. ‘Quarta domanda.’.

La ragazza di Metropolis ribollì in silenzio. ‘I…inizio ad averne abbastanza…grrrr…’.

‘Scusami…ero…sovrappensiero…!’.

‘Noooooo…’—in tono ironico—‘…Guarda, non lo avevo capito…!!!’. L’altra si girò sorridendole. ‘Grazie!!’.

Cosa c’è di più importante tra due innamorati?’.

Quel “Grazie” stava facendo riprendere l’umore alla ragazza di Metropolis, che però tornò subito stufata. ‘Sgrunt…ancora domande del genere…?? Me ne infischio!!!’ e si ridestò, dando una mano anche alla bionda.

‘Non capisco… perché odi tanto i sentimenti??’. Perché???!! Fanno semplicemente schifo!!

‘Perché ti porta su cattive strade!! Io non ci avrò nulla a che fare!!’. Poi riprese. ‘Guardami!! Sono una povera orfana, costretta a rubare pane e frutta e a bere su letti dei fiumi più o meno svariati ed inquinati… Secondo te chi mi apprezzerebbe tanto da amarmi?? Bah!! Io non mi sogno mica cose del genere!! Penso a me stessa, e fin’ora ho fatto bene!!!’.

L’Albhed la fulminò con lo sguardo. ‘Ah, si?? E allora, se pensi tanto a te stessa, perché ora stai con noi?? Perché ti sei offerta di aiutare…di aiutare…’ qui mostrò una strana esitazione.

‘Di aiutare chi? Yuna??’—con tono di sfogo—‘…L’ho fatto solo per fare luce su questa situazione!!! Di chi??

Tidus?? E’ stato lui a prendermi come una cavia per i suoi giochi!!!’—alzò la voce—‘Non sono stata di certo io a dirgli “Guarda!! Sono qui, vienimi a prendere perché sono una disgraziata!!!”…e fosse per me poteva anche lasciarmi marcire, tanto non…non…’—abbassò lo sguardo—‘...cambierà niente… Mi devo fidare alla cieca, senza nemmeno conoscere bene chi sia…’.

Rispondete, prego.’ La domanda riecheggiò più volte. Il silenzio era tornato massimo.

‘Tu…tu non puoi essere…così fredda e senza cuore…!! Come…come puoi dire questo… Non hai mai pensato…che…volesse aiutarti??’ disse con voce morbida e dolce. Ci voleva poco che l’altra scattasse di nuovo come una molla.

‘Smettila…Rikku… Io non considero un aiuto quello di portarmi chissà dove, e ritrovarmi in mano non so che di poteri e di ricordi che io non ho mai attraversato!!’—in tono più delicato—‘Tu...tu non puoi capire…cosa significa…’.

Secondo avvertimento: Rispondete, prego.’.

Rikku le voltò le spalle e alzò la testa decisa a rispondere. ‘La fiducia!! E’ la fiducia la risposta!!!’.

Non si sentì più nulla. L’attesa sembrava mangiare, pezzo per pezzo, entrambe le ragazze. Avevano sbagliato??

‘E…ehm…a…allora??’.

Risposta esatta.’.

‘Co...come??’—la sua espressione passò dalla tristezza alla sorpresa—‘Hai…hai risposto giusto??!’.

L’Albhed si girò guardandola fissa negli occhi, seriamente. ‘Sei tu che mi hai detto la risposta…’.

 

La Gemma delle Quattro Arti iniziò a splendere di un unico colore: il blu. La luce pomeridiana divenne più fioca, e tutto sembrò fermarsi e diventare quasi trasparente. Kimahri ed Auron corsero contro il Maestro, ma egli era già protetto dalla magia Protect, che respinse i loro attacchi fisici, facendoli cadere a terra.

‘MAESTROOO!!’.

‘E’ inutile Wakka!! Finché non ci avrà fatto fuori, continuerà ad usare tutte le Arti con quella maledetta gemma!!!!’ gli gridò Lulu, mentre Kyle era rimasto impietrito da quell’intensissima luce di colore blu scuro, che, nonostante fosse del colore della notte, non era sopportabile dagli occhi. Così si poteva solo sentire cosa stava succedendo.

‘Ora…vedrete…cosa…significa…non rispettare….i precetti…!!’.

Così inspirò fortemente, come avevano visto nell’Arte precedente [cap.32], stavolta non ponendo la mano libera verso il basso, ma verso l’alto, e alzando gli occhi al cielo, che stava lentamente mostrando i colori accesi del tramonto.

 

Chiamo le stelle e il cielo con insistenza..:’

mi libero dei sensi per ottenere gran potenza…’

voi che con nuvole e sole ne rappresentate l essenza…’

per questo accetto di avere delle cose l assenza…’

e lancio Schmelzend, l Arte della Presenza!!’.

 

La pietra blu si separò in numerosi frammenti, e il Maestro acquisì una sinistra aura di colore blu scuro, che lo avvolse come un chakra, anche se temporaneo. Così la luminosità dell’ambiente tornò ad essere normale, così come la concezione dei movimenti e delle azioni.

‘Pazzo!! Lo sa che cosa ha fatto??!!’ gli gridò la maga, ma lui non fece una piega.

‘E cosa??...Finché…non vi…leverò…di mezzo…e..non..la farò..pagare..a tutti…!!!’.

Yuna si avvicinò alla fiamma blu. ‘Attenta!!!’ l’avvertì Lulu. La prima non sapeva cosa fare, e si sentiva anche un po’ in colpa. ‘Ma...perché tanto odio??!! Perché...fate questo?? Perché usate le Arti Proibite??’.

Seymour la prese per un braccio e usò la magia Lifedrain, recitandola a bassa voce. Dopo pochi secondi, il tempo in cui i guardiani si stupirono, l’invocatrice cadde delicatamente a terra, come se, tutt’ad un tratto, si sentisse tremendamente stanca. Dopodiché la prese in braccio, avvolto da quella magia, e la posò delicatamente al centro della piazzola semicircolare dietro di sé, a pancia in su. Kimahri urlò un lungo “Nooooo”, correndo verso il pazzo, pronto a fare un potente fendente, ma venne subito respinto di nuovo. Gli attacchi fisici erano completamente inutili.

‘Eheheh…stavolta…sono…protetto…anche dietro…!!’ riprese lui, alzandosi maestosamente e più lentamente possibile. Era come se volesse gustarsi il momento.

‘Che cosa gli hai fatto???!!!!’ chiese Wakka, con un tono che egli mai avrebbe usato con un Maestro.

‘Ohhh… gli ho solo…chiesto in…prestito…un po’…di energia… State…tranquilli…non è…morta…ma sono…sicuro…che farà…sogni…che la convinceranno…!!’.

‘Tsk…credi che sia facile imbambolare un’invocatrice con il suo chakra??!!’.

‘Oh…signor…Auron…certo!!! Ricordati…che hai…di fronte…l’Arte…della…Presenza!!’.

‘E così per questo ti arrischieresti a rimanere senza diversi sensi e rovinarti?? Non lo sai che prezzo c’è??’ continuò Lulu, che pensava di lanciare un incantesimo. Certo, “bastava” prendere una sfera dalle tasche dell’invocatrice…

‘Me ne…infischio…in un modo…o nell’altro…arriverò…al mio…obiettivo…e la farò…pagare…a chi…mi ha…trattato...male…per la mia…maledetta…natura…!!’.

‘Io…io avevo sempre creduto che i Maestri fossero delle guide, non dei vendicatori di sé…’ commentò Kyle. Aveva tirato fuori uno “shuriken”, un’arma di metallo, con l’impugnatura al centro, di forma circolare, che da essa si estendevano quattro lame affilatissime e curvilinee, che dopo il lancio si “collegavano” tutte quante con il movimento rotatorio, creando una lama girevole e continua. Lo si lanciava più o meno come un frisbee.

‘MAESTRO!!! Si fermi!!! E’ una pazzia!!! Basta!! Possiamo risolvere...!!’.

Le continue suppliche dell’ ex-capitano furono stroncate appena il Maestro, stizzito, alzò la mano destra, dalla quale partì un fascio di quell’aura che lo colpì in pieno sul volto. Da quel momento in avanti, non avrebbe più potuto né parlare né sentire, come un perfetto sordomuto.

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Capitolo 40
*** Cap.40: Change and Exchange ***


Rikku e Noemi furono quasi arrivate in cima, finalmente. Erano passati altri cinque minuti di tranquillità, e questo fece loro pensare che ci sarebbe stata un’altra domanda, forse l’ultima. Erano rimaste stranamente in silenzio, fino a quando la castana non ruppe il ghiaccio.

‘Rikku…sei…puff…arrabbiata con me? Pant…Scusami…sai…io…anf…ho detto tutte quelle cose perché ero un po’ agitata…anf…ed io a volte esagero…puff…non farci caso…!!!’.

‘Non fa niente…anf…lasciamo perdere,ok? Finché non lo provi di persona…sbuff…non puoi affermare quelle cose…’.

L’altra pensò un poco. ‘Sì…credo che tu abbia ragione… ma…pant…ce l’hai ora con me...??’.

Altri gradini scomparvero davanti a Rikku, che era quella più avanti. ‘Un pochino…’.

Ultima domanda.’. Ultima domanda!!!!!!! Finalmente…ma sarà la più difficile delle altre…ne sono sicura!! Però…mi dispiace di aver offeso la mia amica!! Forse... ho detto qualcosa su qualche persona a cui lei tiene molto…!! Maledetta boccaccia!! Ora rispondo a questa domanda così faccio pace!!

Noemi corse come una matta, con le gambe che non reggevano più la salita, accostando la compagna.

Qual è il nemico peggiore tra due innamorati??’. Fantastico…!! Ed ora cosa rispondo?? Rikku è più esperta di me…!! Come mi faccio perdonare??

‘Ehm…ecco… e se…rispondessi io, ora??’ Iniziamo a dire questo… L’Albhed la guardò scettica.

‘Tu??!! Che sei allergica a questi argomenti??’.

‘Beh… non siamo mica…’—ridendo, grattandosi la testa—‘…in parità ora??’.

Lei sorrise. ‘Eheh…in effetti… siamo due a due!!!’.

‘Bene!! Allora ce la giochiamo!!!!’.

‘Non hai scampo!! Ti schiaccerò!!!’.

Restarono a pensare alcuni minuti, l’una voltandosi a destra, e l’altra  a sinistra. Erano entrambe a braccia conserte, come due sorelle gemelle dopo un litigio che si comportavano ugualmente, l’una da una parte e l’altra dall’altra.

Rispondete prego.’.

Qual è il peggior nemico...il peggior nemico…boh…non mi viene in mente niente!! Quello che mi chiedo è invece cosa mi sta nascondendo Rikku!! Non capita tutti i giorni vedere un visino così rossiccio!! E poi sa più cose di quanto possa credere… ma non capisco perché non si fida di me e non parla…forse perché ha paura che io faccia pettegolezzi…o forse perché io non gli avevo confessato il mio di segreto…

‘Credo…credo che sia il tempo…!! Il tempo che passa e affievolisce ogni sentimento…’.

Risposta esatta.’ E i gradini ricomparvero tutte all’improvviso. Era già visibile, in alto, una piccolissima piazza che aveva due porte, tra loro opposte.

Noemi rimase pietrificata a guardare la compagna, mentre continuava ad avanzare, vincente e trionfante. ‘Impara ad ascoltare il tuo cuore ed usare l’istinto, prima di disprezzare le cose più preziose!!!’ disse, salendo sempre di più. Le aveva dato una bella lezione. Così, rimanendo zitta, l’orfana la raggiunse. Là notarono due porte, entrambe di colore giallo, decorate allo stesso modo. Quale bisognava varcare? Faceva parte della prova, oppure portavano entrambe al Naos??

‘Anf…anf…’—piegata sull’addome—‘…hai…uff…hai vinto, brava!!! Io… sono troppo razionale per intendere cose del genere…!! Che cosa vuoi in cambio ora??’.

L’Albhed si era affacciata sul muretto, guardando tutta la fila di gradini che avevano salito insieme. Erano così tanti che non riusciva a vedere da dove erano entrate. Erano quasi giunte al Palazzo di S.Bevelle, quello che avevano visto dall’aeronave, che evidentemente coincideva con il Naos. ‘In cambio…vorrei…che tu imparassi a giudicare le cose solo quando le vivi!!’ rispose, con occhi sognanti.

Il discorso venne interrotto quando una strana luce gialla si concentrò in un punto davanti ad entrambe, proprio sopra il vuoto, al centro di quella chiocciola infinita. I raggi divennero più intensi, fino a quando si svelò un angelo, dalle quattro ali piumate, dotato di un elmetto metallico sulla testa, pieno di rilievi con simboli, e il resto del suo corpo era praticamente umano, se non per la grandezza, almeno tre o quattro volte tanto. Aveva in mano sulla destra una lunga lancia, tenuta però bassa, a riposo.

Avete superato la prova rispondendo alle mie domande…’—iniziò a dire—‘…ora potete accedere al Naos oltre quelle porte…’.

‘Cosa??!! Questo custode parla!!!’ esclamò Noemi, almeno fino a quando l’Albhed non la fece zittire pestandole un piede. Ahiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!

‘…ma state attenti!! Io ho fallito nel mio dovere…qualcuno ha truccato le prove con arti oscure e si è impossessato della sfera dell’amore. Ora vi sta aspettando nel Palazzo. Fermatelo e potrete prendervela…’.

La luce gialla brillò ancora, fino a quando non sparì del tutto, e con esso anche il solenne custode.

‘Non ci posso credere…questi custodi sono proprio pessimi!! Prima si fanno soffiare la sfera a Kilika, ora pure in una fortezza come Bevelle… non credevo che potessero cadere così in basso…!!!’.

‘Beh…per lo meno ci ha avvertito…ma…chi credi che ci aspetti??’ chiese con ansia la bionda, fregandosi le mani.

‘Non ne ho idea…ma ho già sentito parlare di arti oscure…oltre a quelle di Djose…!! Ho un brutto presentimento…!!’.

Elle si trovarono davanti le due porte praticamente identiche, una a destra, e l’altra a sinistra. In mezzo ad esse, c’era una grande finestra, che si affacciava all’esterno. Da lì si vedeva un solo colore: l’arancione del cielo al tramonto. Ma di quanto erano salite?? Le gambe non reggevano più…

‘Ma…dove andiamo, capa??’. chiese la castana.

‘Non lo so…facciamo così!! Tu vai di là, ed io di qua...’ indicando con gli indici le porte.

‘SICUUURA??’.

‘Certo che sono sicura!! Secondo me portano nello stesso posto!!!’. Boh, sarà…

 

‘Wakka!! Wakka!! Rispondi!!!’.

‘Calmi…calmi… Ha solo…perso…l’uso…dei…sensi… Conoscete…la magia…Asensis?? Ecco, simile…’.

‘Vi piace proprio fare uno spettacolo di mimi…’ e poi il guardiano professionista scrutò oltre il Maestro, cercando un’idea che permettesse loro di lanciare l’incantesimo giusto. Ma era ben difficile contro un’Arte Proibita…

‘Allora!!…Mi state…annoiando…’.

‘Auron…cosa facciamo?? Le sfere le ha Yuna…’ chiese la maga. Seymour era lì, bruciante in ogni punto del suo corpo, nell’abito da sposo, aspettando ogni attacco. Ogni sua risposta sarebbe stata anche peggio di quella data all’ex-blitzer, forse anche fatale. Lui, infatti, non riusciva né a dire qualcosa, né a sentire, come se isolato dal mondo.

‘Non credo che abbia qualche protezione contro la magia…’ riprese la maga, cercando di intravvedere qualche riflesso della magia Shell, che proteggeva dagli incantesimi semplici e Master.

‘Allora…!! Volete…ancora…farmi…aspettare??...Se siete…arrivati...fin qui…ci deve…essere…un motivo!!’. Le parole piene di esuberante orgoglio dello sposo fecero saltare i nervi al galante. ‘Se c’è una cosa che non sopporto, sono quelli che si vantano!!’ e lanciò con tutta la sua forza il suo shuriken, che per aria girò attorno a sé come un frisbee, con la differenza che se lo si prendeva al volo si rischiava di avere una mano a terra. Fu un attacco inutile, contro la magia Protect.

‘Ahahah…Divertiamoci...un po’…’ continuò ancora il Maestro, e dopo che estese le proprie braccia all’esterno, dettò la parola Doppioteam, e, dopo pochi secondi, la piazzola fu colma di copie identiche dello sposo, così perfette, che quello vero era pressoché indistinguibile. Gli ologrammi circondarono l’intero gruppo, e ciascuno si muoveva in maniera identica, a seconda di come si spostava quello vero.

‘Adesso…fatemi…vedere…qual è…la forza…che…vi ha…condotto…fino a …qui!!!’ balbettò la sua voce, sovrapposta più volte, come in un coro. Era diventato ancora più insopportabile tollerare la sua risata.

‘Questo… assurdo!!!’ il Ronso stava per attaccare di nuovo.

‘Kimahri!! Sono certa che ha un punto debole…basta trovarlo!!’ rispose Lulu, ma gli “sposi” iniziarono a fare sul serio. Cominciarono a girare le mani tra loro, una sopra l’altra, fino a quando la luce blu scura non si concentrò in quel punto. Quando tutte le copie posero i palmi dritti delle mani verso di loro, lanciarono Trouble, ed i guardiani iniziarono ad avere una grossa confusione di tutti i sensi, dall’udito alla vista: tutto iniziò a girare, a rallentare o ad accelerare, ed i suoni a sovrapporsi, a riecheggiare, a perdere la semplice concezione dell’equilibrio. La maga si era tappata le orecchie, il Ronso era caduto confuso ginocchioni, tenendosi fortemente con la lancia in verticale, Kyle faceva passi inconsci in varie direzioni diverse. Wakka, invece, era fuori dalla cerchia, a terra, immobilizzato dagli effetti della magia Asensis.

‘Vi piace…questa…sensazione??...I nostri…sensi…sono…così…deboli…così…facili…da ingannare…!!!’ ripetevano gli “sposi”, ma le loro espressioni si preoccuparono leggermente quando videro Auron. Era rigorosamente in piedi, perfetto, impassibile, completamente immune alla potente magia permessa da un’Arte Proibita. ‘Ahh…Dimenticavo…tu…non…sei…di questo…mondo!!...Come…chi…tanto…badi…’—poi le copie mossero contemporaneamente le teste, a destra ed a sinistra—‘…che…non..è…con voi!!! Sarà…rimasto…prigioniero…del…lago!!!’.

Il guardiano professionista approfittò del momento e prese al volo il braccio destro di Kyle, il più vicino a lui, e lo spinse fuori dall’accerchiamento, tanto violentemente da farlo cadere a terra su un fianco. ‘Kyle!!! KYLE!!!’.

‘Sono…sicuro…che…tornerà…!!...Tornerà…per…vendicarsi…per…quella…tecnica…Sunshine…che…lo…ha… condannato…!!!’.

Kyle era ancora a terra, ma si stava riprendendo pian piano. Le luci ancora giravano da sé, così come lo stesso cielo, diventato di un colore rosso fuoco, con qualche cirro di passaggio. ‘D…dove?? C…cosa??’.

Il richiamo di Auron fu ancora più duro. ‘KYLE!!!! Sbrigati!!! Prendi le sfere!!!’ sentì il galante, con la voce del guardiano in rosso che si ripeteva per chissà quante volte. Lui si girò verso l’interno della cerchia, e pensò di essere ancora confuso, a vedere una dozzina di Seymour tutti uguali. ‘Ma…ma…q…quanti sono??!!’.

Auron, vedendolo temporeggiare, decise di attaccare tutte le copie, cercando di scovare quello “vero”. Erano tutti come fantasmi, senza corpo, mentre quello vero era in carne ed ossa, anche se protetto da Protect. Il Maestro, spinto dall’orgoglio e dalla vanità, ancora non si era accorto del galante. Così pensò che quello vero doveva avere le spalle girate verso di lui, per non vederlo.

Kyle, vedendolo avvicinarsi verso di lui con la katana, si ridestò in piedi, con ancora qualche difficoltà di equilibrio e ricordò le parole sentite. Guardò verso Yuna.

‘Che…peccato…avrei…voluto…sfidare…la sua…potenza…. Già… quella…aura…dorata…sublime…semplicemente…perfetta…!!’.

 

Rikku corse attraverso un corridoio leggermente curvo a sinistra ed in salita, pavimentato in marmo lucente, che brillava sotto i raggi rossi del sole all’orizzonte, perfettamente visibile. Il percorso era coperto, ed affiancato da diverse colonne doriche con simboli, che si susseguivano continuamente, fino a quando il soffitto non si apriva, dividendosi al centro, più o meno a metà percorso, lasciando vedere, in tutta la sua bellezza, il Palazzo Sacro di lato. Alla fine del passaggio si trovò in una piccola piazzetta, pavimentata in marmo bianco con varie decorazioni rosse, e incrociò proprio davanti a sé la sua compagna, che percorse il passaggio adiacente, che invece di curvare verso sinistra, lo faceva verso destra.

‘Oh!! Sei qui!!!’ esclamò lei con stupore.

‘Visto?? Ti avevo detto che portavano nello stesso posto!!’ ribadì Rikku, e si sorrisero in faccia. Anche se con qualche tono troppo alto, quasi da litigio. Erano state brave, ed ora sicure che il momento più difficile sarebbe arrivato in quel momento.

Quando si girarono verso il Palazzo, restarono sbalordite ed impressionate per due volte. Si notava un grande santuario rettangolare, preceduto da una piazzetta semicircolare e da una lunga scala, dotato di una torre alticcia, la cui cuspide raccoglieva a sé diversi fili di tende, di colore arancione, che si collegavano a quattro grosse sporgenze della struttura, che si aprivano dal centro come i petali di un fiore, tutti completamente in marmo bianco e purissimo, reso roseo dai colori del tramonto. Dall’alto del santuario cadevano dolcemente sei fasci di tende fucsia ed arancioni, e nel piccolo spazio affianco sbucavano altri tre bracci in marmo, di colore arancione, con diverse gemme incastonate come abbellimento. La piazzetta era sopraelevata rispetto a dove stavano le due guardiane, collegate da una lunga scala, munita di un lungo tappeto rosso, con al centro una striscia argentea, che rifletteva i raggi del sole ormai fioco. Sotto la struttura che reggeva il santuario, più in basso, si vedevano diverse cascatelle, che si raccoglievano di nuovo, più in basso, per riformare cascate leggermente più grosse. Di giorno doveva essere più bello vedere quello spettacolo. Così decorato…mi sa che volevano farci qui il matrimonio… io lo sapevo che non sarebbe stata una bella idea!! E’ già andato tutto a rotoli…

Ma c’era un altro motivo per cui si rimaneva sbalorditi. Qua e là, giacevano corpi senza sensi di Templari e sacerdoti, ovunque. Non ce n’era uno in piedi. Cos’era successo?? I primi erano poi quelli che avevano sparato contro l’aeronave. Infatti, vicino ad essi, erano a terra le armi che avevano usato: granate, pistole, ma soprattutto fucili e carabine. Ma non erano proibite, secondo i precetti??

‘Ma…ma…chi ha fatto questo??’ chiese l’Albhed, osservando il corpo più vicino ad esse. L’altra rabbrividì.

‘Ooooh… Secondo me… è stato quello di cui ha parlato il custode...e sono sicura che salterà fuori…’ e si affiancò alla compagna, che si era inginocchiata.

‘Guarda!!’—e prese in mano un fucile—‘Queste sono armi!! E gli yevoniti continuano a punirci per questo!!’.

‘Come??!! Ma...i Templari non dovrebbero usarli!! Sono proibiti…da quello che ho capito…!!!’. Fantastico!! E questa sarebbe un’eccezione??!! Cioè, scomunicano i poveri Miliziani, quando loro sotto sotto ne fanno largo uso??!!

Rikku scattò in piedi, furiosa. ‘Ci cacciano via dalle nostre case, e poi usano armi anche più pericolose delle nostre!!!!!!!!!’. La compagna la prese per mano.

‘Rikku…stai calma, d’accordo? Ricorda che noi non siamo considerate traditrici…troveremo un modo per mostrare la vera faccia di questi maledetti che vi hanno fatto tanto male!!!’—poi le sorrise—‘Eheh…se riusciremo a convincere Wakka, allora tutti ci crederanno!!!!’.

L’Albhed si fece forza. ‘Ok…va bene…ma non la passeranno liscia!!!’.

‘Ma…emh…sono vivi…questi qua??’.

‘Sì che lo sono!! Sono solo…tramortiti...addormentati, credo!’.

Esse si avvicinarono al santuario, pronte per l’attacco previsto. L’unica cosa davvero fastidiosa era quello di salire ancora gradini. Anf…basta, vi prego…ho le gambe a pezzi!!! Anche il “palazzo” era davvero incantevole. Semplice, al cui interno si scorgeva un altare marroncino, forse in bronzo. Dietro di esso si scorgeva un’ombra muoversi molto lentamente.

‘Rikku…tieniti pronta…arriva il nostro “amico”…’ disse Noemi, che chiuse gli occhi in cerca di concentrazione. Dunque…come mi aveva detto Macchen?? L’altra tirò fuori il suo guanto affilato sulla destra e si tenne pronta.

L’ombra subito uscì allo scoperto, per poi essere debolmente illuminata dalle luci del tramonto, quella sera di colore rosso fuoco. Brillava molto di più una sfera, gialla, tenuta in mano da un uomo, che continuava a lanciarla su e giù dalla sua mano destra, inguantata, dai colori verdi, fucsia e bianchi.

‘Buonasera, carissime viaggiatrici coraggiose… vedo che siete alla ricerca di queste cose… che in realtà non valgono così tanto come pensate…’—e analizzò con occhi indagatori la sfera in mano—‘…sono solo magiche sfere, da vari eventi trasportate… quello che davvero conta è il vero potere dell’eternità… che da solo è già sufficiente per sconfiggere quell’entità… io, Hypnel, ne sarò il padrone, grazie alla conoscenza di tal verità…!!’.

‘Tu…tu…ancora…!!’ balbettò Noemi, che riuscì ad evocare la spada azzurrina. La pose davanti ai suoi occhi, come pregando di vincere quel nemico che l’aveva usata per i suoi giochi [parte 20,21]. La bionda l’affiancò.

‘Lo…lo conosci?? Ha la sfera in mano!!! E’ il ladro!!’ mentre l’ipnotizzatore cacciò una lunga risata.

‘ *AHAHAH* Sì…è uno sporco malfattore che ci ha complicato la strada al Fluvilunio… Stai attenta!! E’ in grado di manipolare le menti…!!’.

‘Cosa??!! Ma...parla in rima…!!’.

‘Guarda guarda chi ho qui sotto i miei occhi… una bella ragazzina tra tutti questi sciocchi… devi essere anche forte per essere giunta a palazzo… avventurarsi qui ed arrivare perfettamente e tutta ad un pezzo… salendo uno ad uno i gradini per non cadere in quel profondo pozzo…!!’.

Hypnel si era messo di fronte al santuario, con la sfera di Bevelle in bella mostra, mentre il sole tramontava sul suo fianco sinistro, in tutto il suo splendore.

‘Non ci fregherai una seconda volta, disgraziato!! Sono molto diversa da come mi conoscevi!!!!’.

L’altro scoppiò a ridere, mentre Rikku li guardava facendosi mille domande.

‘RISPONDI!!! Che cosa vuoi da noi??!!’ riprese la castana.

‘Ahahah…Cosa voglio?? Il potere del tuo amichetto…e stavolta tutto sarà per me perfetto… ora che la sfera dell’amore è nelle mie mani… e le stelle sovrasteranno il cielo su di me e voi guardiani… potrò compiere la magia Exchange, tanto aspettata… e nessuno mi fermerà, una volta iniziata… realizzerò così la mia propensione, ora rivelata!!’ e volse in alto le sue mani, con la sfera più in alto e con il sorrisino beffardo stampato sul volto. Che razza di magia sarebbe??

‘Maledetto!!!! Non ti permetterò mai di fare queste tue pazzie!! Cosa hai fatto a questa gente???? E poi…’—quasi gridando—‘…si PUO’ SAPERE che COSA tutti mi NASCONDETE???? Di che potere parlate???!!! Dovreste conoscere un chakra, si o no???!!!’.

Rikku le si accostò, tenendola per il braccio sinistro, quello non armato. ‘Calma… stiamo caute…!!!’ e l’uomo continuò a ridere a crepapelle.

‘Mi dici di stare calma???!! Per tutto quello che ci ha fatto passare questo ladro di sfere????!!’ si girò verso la compagna guardiana.

‘Sì…vorrei sapere come sconfiggerlo…ma lo conosci tu meglio di me…se ti fai prendere dall’ira, non andremo avanti…!!’.

L’ipnotizzatore si mise la sfera gialla nella tasca, prima di avvicinarsi delicatamente. ‘Stupida! Come puoi fidarti di uno spirito vagabondo??...Sai cosa vuole? Solo un corpo del real mondo… è un parassita, qualcuno che tende solo ai propri interessi!...Cerco di farti un favore, per non essere come gli oppressi… quanti problemi ti sta dando, eh? Quanti ne ha annessi??’.

Noemi abbassò le spalle e rimase zitta. Non riuscì a tenere rigido lo sguardo sull’ex-guida del loro pellegrinaggio, e si mise ad osservare di nuovo la Fraternity. Fu in quel momento che notò, oltre al nome, una strana scritta dall’altra parte del manico, in bassorilievo, una serie di simboli, diversi da tutti quelli precedentemente incontrati, che sembravano molto antichi:

g^f  

‘Dimmi…quante domande hai ancora per la testa??...Quante cose ancora rendono la questione ben più tosta?...Ti rendi conto che non sai ancora niente… cosa che ben pochi sanno, anche perché non è successo di recente??… Liberati di questo peso, di questa tortura… così anche la tua vita sarà più sicura… e anche più docile la tua sorte futura…!!’.

La ragazza alzò la testa lentamente, con il viso tracciato da una piccola lacrima, che si infranse sul colletto della sua maglietta preferita. Guardò l’ipnotizzatore porgerle davanti a lei la sua mano destra, trattenendo il più possibile il suo solito sorrisetto.

‘NO!! Non farlo!! Vuole ingannarti di nuovo!!!!’ urlò l’Albhed, ma ella non la sentì. Sembrava quasi in trance.

Hypnel era lì, ad aspettare una sua decisione. Se avesse accettato, si sarebbe liberata di tutto quel peso che la rendeva sacrilega, pericolosa, e misteriosa, ma anche tanto, tanto insicura e timorosa di tutti quegli enigmi e misteri che aveva ancora di fronte. Compresi i nuovi simboli che aveva scoperto sul manico.

‘I…io…io…’ balbettava, mentre l’Albhed continuava a gridare, ad urlare, ma non riusciva a sentirla. Sentiva solo… solo una debole voce che affievoliva, da qualche parte, fuori di lì…

Lascia perdere quello che ti dice questo pazzo!! Lo so che per te è difficile, chiedendoti molte cose… ma non cadere nel suo gioco… gliela faremo vedere per tutto quello che ci ha fatto!!!

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Capitolo 41
*** Cap.41: A New Threat ***


Le copie di Seymour venivano continuamente falciate dai colpi del guardiano in rosso, senza sparire: le immagini di dividevano a metà, per poi ricomporsi come nulla. Fortunatamente, restavano nelle loro posizioni, senza restringere la cerchia già stretta. Wakka e Kyle erano gli unici fuori da essa, ma, mentre il primo girava a casaccio come effetto della magia scagliatasi su di lui, il secondo passò all’azione seguendo i consigli di Auron. Corse come meglio poté verso Yuna, passando attraverso una di quegli ologrammi semiviventi, e dopo aver recuperato da terra e sistemato il suo shuriken, prese in braccio il suo corpo senza sensi, e lo portò dall’altra parte della cerchia, verso il Gran Ponte, un po’ più lontano per trovare le sfere. Lo sposo se ne accorse, e per poterlo fermare, bloccò la sua magia stordente verso gli altri. ‘Cosa…hai…intenzione…di fare…??!!...Credi…davvero…che…delle…stupide..sfere…possano…fermarmi?’.

Auron strigliò gli altri guardiani, che stavano per riprendere i sensi lentamente. Il galante posò l’invocatrice dolcemente a terra, e da una tasca trovò delle sfere.

‘Dovrebbero essere queste…’—e alzò la testa verso la cerchia—‘…Lulu!!!! Prendi!!!!’ e lanciò le pietre magiche verso di lei, che non riuscì però a prenderle al volo, per la vista era ancora un po’ offuscata. Dovevano approfittare del momento, dato che la magia Doppioteam non permetteva allo sposo di cambiare posizione. Il Ronso fu il primo a riprendersi completamente, ed aiutò l’altro guardiano a scovare la “copia” più vera. La maga subito riprese le sfere cadute a terra, e si mise a guardare Kyle, con un ginocchio a terra, vicino all’invocatrice. ‘Usa le sfere!!! Presto!!! Stai attenta!!!’.

‘Ahah…State…sprecando…tempo…a…cercarmi…tra…queste…copie??...Lo sapete…che…ogni…secondo…mi…nascondo…in…un’immagine…diversa?? Non…lo avete…capito??’.

Il galante non staccava gli occhi di dosso dalla maga nera. Lei prese in mano subito la sfera più vicina, quella di Kilika, e cercò di ricordare una formula abbastanza potente da uscire da quella trappola. I due guardiani continuavano a cercare lo sposo, ma quelle copie erano solo fantasmi, ologrammi ed immagini innocue.

‘Basta…mi…avete…scocciato!!...Le…sfere…saranno…mie!!!’ e la dozzina di paia di mani si diressero verso Lulu, lanciando la magia Necrosis, e una scarica verde, che si mosse a chiocciola attorno all’asse della sua direzione, si avvicinò a lei molto lentamente. Il galante si alzò di colpo e corse sparato verso la cerchia. ‘Nooooo!!! Spostati!!!!!!!’. La maga restò a bocca aperta quando vide il loro nuovo compagno esser colpito in pieno da quella magia, facendolo cadere a terra, ai suoi piedi, con violente convulsioni verso tutte le parti del corpo. A guardarlo faceva più pena dell’ex-blitzer.

‘Posa…immediatamente…quelle…sfere!!...Se…non…vuoi…fare…la…sua…fine!!!’.

Lulu si mise ginocchioni davanti al principe, che si muoveva inconsciamente, come un pazzo agitato.

K...Kyle… Solo…solo Chappu…mi aveva protetto in quel modo…’ sussurrò, ma lo sposo era già pronto per attaccare di nuovo. ‘Spazzerò…via…tutti…quelli…che…non…mi hanno…mai…rispettato!!!’.

‘Idiota!!! E tu saresti un Maestro?? Il clero è ormai cieco come la notte senza luna…’ disse il guardiano professionista, continuando a squarciare copie per tenere a bada Seymour.

‘Stai…zitto!!...Perché…non…racconti la…verità…su di…te??...Ancora…non…lo sanno…chi…sei???’ rispose lui, quando iniziò a girargli la testa. Si mise le mani ai lati della fronte, e si chinò leggermente in avanti, iniziando a gridare di dolore. Le copie scomparvero, e rivelarono il vero sposo, dolente quanto mai. Auron si girò verso la maga. ‘ *AAAAAAAAAAAHHHHH* ORA!!! Attacca!!!!’ le urlò, chiedendosi cosa gli stava provocando tanta sofferenza.

 

Hypnel stava per perdere la pazienza. Aveva aspettato davvero fin troppo, ma nonostante ciò sentiva la ragazza in pugno. Lei non sapeva che cosa fare. Non si fidava per niente di lui, ma l’eccessivo stress, e il desiderio di tranquillità la spingevano a liberarsi di quella magia. Rikku capì subito la stoffa dell’ipnotizzatore, e si mise tra loro due, con le braccia tese e aperte ai lati.

‘TU!!! Chi sei???!!! Chi ti credi di essere??? Che arte oscura è la tua??’ il sole non era più visibile all’orizzonte.

‘Ahahah…siete solo degli illusi e sciocchi… l’ipnosi è un’arte nera che proviene dagli occhi… ho studiato ben dieci anni per esso dopo il Sacrificio… ora quasi proibita, ed appresa prima senza capriccio… e ora è molto utile per levare qualsiasi impiccio…’. Poi, improvvisamente, cambiò tono, abbandonandosi ai ricordi. Pensò che forse potevano frenare la sua famelica ansia. ‘Eheh…quel potere che quel biondo acquisì all’interno… iniziai ad invidiarlo, scopertone il privilegio eterno… e il grande e connesso errore paterno…!’.

‘I…invidiarlo?? Ma…tu…lo conoscevi??’ chiese Rikku, sperando che l’amica avesse capito che aveva bisogno anche del suo aiuto.

‘Lo conosco fin dalla più piccola ed innocente infanzia… eravamo tutt’e due a Zanarkand, io con idee di forza, lui di giustizia… ho sempre desiderato di avere il potere su tutto… e da quel momento in cui sparì ho sempre aspettato sotto sotto… venendo nel futuro seguendo Auron, e lui, che tornò vivo di fatto…’.

Noemi sentì il sangue fermarsi nelle sue vene. ‘To…tornare vivo?? Tu…ci hai…inseguito????!!!’.

Una risata dell’ipnotizzatore fece rizzare quasi i capelli. ‘Sciocca!! Un ipnotizzatore deve essere… oltre che esperto ed abile nel mestiere… anche capace di nascondersi, per il potere…!’.

‘Tu ci hai seguito e sei venuto con noi nel futuro…tu…brutto bastardo…’ continuò la ragazza, che iniziava a non vederci più. L’Albhed si girò qua e là, senza capire molto.

‘…e io, dopo il mio lungo e ferreo studio… non volevo rimanere in quella città con fastidio… e di questo terribile desiderio trovarne rimedio…!!’ continuò l’uomo dagli stivali vellutati, mostrando un perfido sorrisino, come dire: “Bei tempi…che sciocco che ero”. L’orfana si avvicinò fino a pochi centimetri da lui, spingendo pesantemente di lato l’amica con un braccio, tanto che i loro volti distavano solo pochi centimetri.

‘Tu… tu hai finto di aiutarci… e mi hai spinto anche a…puah!!’—e si pulì le labbra—‘…baciarti quei tuoi sporchi stivali…[cap.20] e spinto il chakra contro i miei unici amici…’ balbettò con un tono basso. La bionda restò davvero sorpresa. Era la prima volta che una “non-Albhed” l’aveva chiamata “amica”. O almeno sperava che la includesse, visto che non capiva ancora bene di cosa stava parlando. Ma iniziava seriamente a preoccuparsi. ‘Vi prego… non…’.

Hypnel vide con la coda dell’occhio già le prime scie azzurre illuminare i lati della piazzetta del Palazzo, mentre stava per calare la notte. ‘Ahahah… che cosa vorresti fare ora orfanella??... Come l’altro tuo amico, cioè piangere come una fontanella??... E allora avanti, dammi ragione di questa novella!!!’.

Rikku prese al volo entrambe le braccia della sua compagna da dietro, cercando di fermarla.

‘LASCIAMI!!! Ti farò vedere!!! MALEDETTO!!!’ la sentì gridare, mentre rilevò uno strano calore sulle sue mani, come se quelle braccia che tratteneva avessero la febbre. Iniziò ad avere paura, e a temere quello che l’aveva resa tanto triste. L’ipnotizzatore rideva di cuore, ringraziando nella sua mente l’Albhed, dandogli tutto il tempo per realizzare il suo desiderio. Alzò gli occhi verso il cielo, riempito già di numerose stelle lucenti, riprese in mano la pietra gialla, la mostrò ad esse e si mise a dire ad alta voce: ‘Sotto il cielo blu luminoso di Bevelle… sotto la luce brillante delle grandi stelle… che il chakra si trasferisca in gran scintille belle!!’.

La sfera iniziò a splendere sempre più intensamente, fino a quando essa non fu in grado di investire l’ipnotizzatore e l’orfana, respingendo però Rikku, che cadde all’indietro. Ella sentì un grido, forte, della sua compagna, soffocate dalle risate dell’altro. ‘Noooooo…!! Aspettaaaa!!!’.

 

La maga restò fissa a guardare per diversi secondi il povero galante agitare mani, braccia, testa a casaccio, senza calmarsi. Tutto per proteggerla. E si erano appena conosciuti. Si alzò lentamente, con la pietra in mano, che iniziò a lanciare raggi, e con un calore che faceva vibrare le sue sagome vivacemente. Lanciò uno sguardo di ghiaccio verso il Maestro, piegato sofferente. Quando questo cacciò un altro forte grido, la manica destra del suo poderoso vestito si ruppe in mille pezzi.

Fu uno spettacolo orrendo. Il suo non sembrava nemmeno un braccio umano. Era di colore rossastro, con le grosse arterie ben scoperte e di colore rosso vivo, culminante con una mano grande almeno il triplo dell’altra, e dotata di artigli lunghi quanto quelle di Kimahri, ma più nere ed appuntite. I muscoli erano visibili ad occhio nudo, come se non esistesse alcuna pelle, ma la cosa che più sconvolgeva era la sua “spalla”. Non era propriamente una cosa simile, ma era un enorme occhio, grande due volte la testa del soggetto, di colore arancione, con altre vene violacee attorno. I guardiani ne furono impressionati e schifati da che tipo di mostro stava diventando quell’ex-Maestro, ma Lulu non perse tempo e rabbia, rivolse davanti a sé a braccio teso la sfera di fuoco, recitò Pyrokinesis, e sulla sua mano si concentrò dell’energia rossa, creando tre sferette di fuoco consecutive che colpirono Seymour, bruciando il suo bel vestito, ed ustionandolo specie nel petto. Egli così cadde a terra, a pancia in su, con l’aura blu scura che si estinse, come una fiamma che si estingue.

Wakka riprese pieno possesso dei suoi sensi, ma Kyle rimase ancora a terra con le convulsioni. Sì, lo scontro era finalmente finito.

La maga si mise ginocchioni e prese tra le sue braccia il galante. ‘K...Kyle…tu…mi hai salvata!!’. Wakka la vide quasi disperata e le si affiancò. ‘Eheh…g…grazie… avete salvato anche me…!! Non sapete quanto è brutto non poter sentire e dire nulla…!’. Poi si fermò, vedendo il compagno senza sensi. ‘Stai tranquilla…si riprenderà!!! Se sono guarito io!!!!...’.

Auron e Kimahri aiutarono Yuna a rialzarsi. Era ancora un po’ tramortita. ‘Non sapete quanto sono felice di rivedervi…ho fatto un terribile incubo…!!!’.

‘No preoccupare… noi siamo qui!!!’ le disse il leone, prima che ella si destò. Le sfere vennero riprese e risistemate per bene, ma Kyle era ancora lì a terra. Senza convulsioni… ma ancora vivo.

‘Si riprenderà...! L’arte dello Schmelzend è sparito…’ commentò il guardiano professionista, mentre bevve con avidità dalla sua borraccia. Curioso. Era da tanto che non lo faceva. Si avvicinò poi a quello che rimaneva di quel “Maestro”, affiancato subito da Wakka, che cacciò un forte urlo quando vide quel mostruoso affare.

‘AAAAAAAAAAAAHHHHHHH!!! Che…CHE COS’E’??????’.

‘Il prezzo da pagare per l’Arte della Forma… la perdita dell’umanità.’. L’altro rabbrividì.

‘Oooohhh… E…ehm… e…e…per l’Arte della Presenza?’.

Auron restò a vedere quel “coso” con occhi di ghiaccio. ‘Perderà alcuni dei sensi che tanto considerava futili…’. Wakka si girò dall’altra parte, non sopportando più quegli argomenti agghiaccianti.

‘…ora si accorgerà se erano davvero tali…’ continuò il guardiano in rosso.

 

La luce gialla si affievolì lentamente, fino a sparire. Che cos’era successo?? Hypnel riaprì gli occhi con fierezza e guardò la sfera davanti a sé. Dopo, la ragazza. Era a terra, a pancia in giù, tramortita ma non svenuta. Cosa…cosa mi ha fatto?? Cosa…è stato quella specie di risucchio??!!

‘Ora che sono riuscito a fare l’incantesimo… che uno sia mago o invocatore, sarà per me solo pessimo… vedremo di chi la gente avrà timore fortissimo…!!!’ e sghignazzò ancora, mentre si incamminava verso la piazzetta antecedente, superando la ragazza. Lei cercò di riprendersi, senza capire nulla. La testa sembrava girarle come una campana. Quello che sentì era solo una voce rimbombante da dietro.

‘Hai fatto la scelta giusta cara mia orfanella Noemi… ora sei libera e lontana finalmente da enigmi scemi… distante dalla situazione ove tu vagavi come barca senza remi…’. Dopo una bella risatina riprese. ‘Hai ottenuto la tranquillità tanto desiderata… proprio quella che questa società non ti ha concesso, ingrata… goditela, lontano da quella forte pressione in cui eri bloccata…!!’.

L’Albhed gli si mise davanti, con il guanto affilato in bella mostra, mentre i Sacromagilite sui muretti attorno iniziarono a brillare. Erano forse sensibili alla scarsa luce, o si “accendevano” come lampadine?? ‘Dove credi di andare??!! Non ti lascerò fuggire con la sfera!!! Cos’hai fatto alla mia amica????’.

Hypnel rise di nuovo con gusto. ‘Non avete ancora capito la grande faccenda?... Il potente chakra che ella ha avuto in ogni vicenda… ora è divenuto mio, dopo uno scambio sul fondo… se non vorrai finire tra le anime dell’Oltremondo… ti consiglio di levarti immediatamente dai piedi… mi basta solo un tocco di mani se nell’idea procedi… e quello diverrà il tuo biglietto di sola andata…non ci credi??’.

Rikku non riusciva a credere alle sue parole. Era possibile un trasferimento simile?? ‘Co…come..??’ balbettò, scettica, mentre ogni tanto si scostava per vedere come stava la sua compagna. La vide rialzarsi supina e guardarsi intorno, come spaesata. In realtà era immersa nei suoi pensieri. Di…diventato suo…?? Ma…ma… significa che ora… Potrò ancora tornare a casa?? Era quello che avevo sempre desiderato, ma… Ma?? Ma come?? Non era quello che volevi?? Tornare tranquilla, senza misteri ed enigmi?? Non sei ora contenta?? Ma…io…non volevo… insomma… non ho mai avuto amici finora…e mi sono trovata tanto bene… Cosa??!! Non vuoi più tornare nella tua cara Metropolis che ti aspetta?? Perché? Ti sei affezionata a questo posto piena di magia ed anche minacciata da quell’essere deforme?? Io… gli avevo promesso…di aiutarlo… Tu?? Aiutare?? Ma se hai sempre fatto danni in vita tua!!! Ma qualcosa era riuscita a battere la sua ferrea razionalità. Si era affezionata davvero?? Era, piuttosto, in debito per tutte le volte che l’ha salvata??

L’Albhed si spostò un’altra volta. Si era rialzata, un po’ barcollando. Era curiosamente triste e crucciata, come se si sentisse…in colpa per qualcosa.

‘Scansati all’istante bionda coraggiosa… sarai carina, sarai brava e deliziosa… ma guai mettersi contro la magia dorata e favolosa!!’. Lei capì che doveva prendere tempo. Qualcosa le diceva che non era successo assolutamente nulla. Solo un bagliore innocuo. Fine. ‘Non mi sposto!! Dammi subito la sfera!!!!’.

L’altone rise a crepapelle. ‘Certo…così magari rifarete la magia che avete visto di nuovo!!... Credete che il maestro di furbizia diventi fragile come un uovo??... Che tu insista o il clero agisca…tanto dall’intenzione non mi muovo…’. La bionda non mollò il gioco di sguardi, continuando ad avere quella strana certezza che non fosse accaduto nulla. Eppure l’aveva sentita gridare….

Hypnel scoprì la sua mano inguantata destra, e si concentrò per evocare il nuovo chakra acquisito. La castana si era appena messa in piedi, con una mano sulla fronte, sentendosi quasi la febbre. Ma poi, curiosamente, sentì di nuovo quella voce. Sì, proprio quella che forse aveva voluto sentire in quel momento.

Che idiota!! Rubare una sfera e usarla solo per fare casino…

‘Co…cosa??’ balbettò lei, mentre guardava davanti a sé il bel santuario illuminato dai vari Sacromagilite di diverse forme. Hypnel non la guardava, perché era voltato di spalle. Continuò a concentrarsi, pensando che, d’altronde, ci volesse tempo: era la prima volta che faceva una cosa simile…

Mi ha scocciato anche fin troppo!! Ora mi ricordo di lui… che brutto tipo…

La ragazza sorrise debolmente.

Hypnel si avvicinò ancora di più alla bionda, tanto da bloccarle lo sguardo. ‘Sognatela la bella sfera gialla… guarda come risplende come una stella… dopo aver messo la sua potenza a galla…!’. ed Rikku iniziò a spaventarsi. Infatti, nel buio che era calato, scorse una luce azzurra illuminarne le sue sagome, specialmente nella parte superiore. Era intensa, e questo la spinse a socchiudere gli occhi, senza vedere bene. Quello che riuscì a notare fu un improvviso sguardo perplesso dell’uomo. Lo vide girandosi lentamente dietro di sé, alla sua sinistra, fino a quando non ricevette un potente destro sulla guancia, che lo fece girare di novanta gradi, prima di cadere a terra svenuto a pancia in giù. Una pietra di forma sferica rotolò per pochi secondi da una sua tasca, seguito dagli occhi a spirale dell’Albhed sedicenne. La luce davanti a sé sparì lentamente. Riaprì bene gli occhi. Alzò lentamente la testa. Ecco che sorrise di nuovo…

 

Uno, due, tre ecco che subito passava qualcuno. Sì, era proprio lei. Doveva ritornare. Piuttosto era ansiosa per le nozze. Si chiedeva, ad esempio, come era stato, dato che si tennero in gran segreto… con la delusione di tutti, costretti a festeggiare per conto loro alla Piana della Bonaccia. A quell’ora la cerimonia sarebbe finita, e quindi, poteva tornare. Forse no… aveva visto un gruppo piuttosto compatto là di fronte. Che era successo?? Corse come una pazza, nonostante il lungo abito canonico che portava, e quando si fermò davanti a loro, ricevette solo occhiatacce e facce sbiancate, specialmente da uno che aveva già visto molte volte negli stadi ed incontrato nei pellegrinaggi.

‘Wakka!!! Ma…ma…cosa è successo??’.

L’ex-capitano si voltò debolmente verso la maga e l’invocatrice. La prima aveva chiesto un aiuto per trasportare Kyle, la seconda, invece, guardò la nuova arrivata, Shelinda, con sguardo preoccupato, ed anche, un poco deluso.

‘Oh… vi prego… Dovete crederci…!!’ e fece un segno di riverenza. La sacerdotessa continuava a non capire. Poi ricordò. Quei guardiani non erano mica i traditori sconosciuti di cui si parlava? Alcune strane voci erano sgusciate dai segreti del clero. Anche lei impallidì, e prese dolcemente le mani di Yuna. ‘Credere?? Che cosa è successo?? Io…vi posso aiutare….fidatevi…!! Qualsiasi cosa per lei…!!’.

L’altra fece un lungo sospiro, pensando anche a dove erano andate a finire Noemi e Rikku. ‘Seymour…è…è un traditore… ha ucciso suo padre, Jyscal…per ottenere il potere… E noi abbiamo dovuto fermarlo!! Voleva sposarmi per acquistare la fiducia di tutta questa gente che voleva ingannare…!! Ha usato già due Arti Proibite…e ne userà anche altre per arrivare al suo scopo!!!’.

Shelinda si mise le mani sul volto, credendo ferramente alle parole della Speranza di Spira. Si avvicinò a gambe tremanti verso l’unico corpo a terra. Quando lo vide svenne di colpo, e se non fosse stato per Auron, avrebbe sbattuto la testa sul marmo, non di certo morbido. ‘Dobbiamo andarcene..subito!!’ balbettò lui, fino a quando, adagiando delicatamente la svenuta per terra, chiamo subito l’ex-blitzer. ‘Porta Kyle e Yuna fuori da questo dannato posto… io e Kimahri penseremo a liberarvi la strada…’—poi notò lo scetticismo di Wakka, come dire “perché”?—‘...stanno già arrivando…’.

In poco tempo arrivò la cugina Isabelle, affiancata da Kinoc e il maestro Mika. Dietro, una folla di Templari, armati fino ai denti, con qualche macchina volante sparacannoni. L’ex-capitano aveva già preso in braccio il galante di cui era geloso, quando si bloccò alla vista di quelle orrende armi e ferraglie. Ma quelle, appunto, non erano proibite?? E il clero le usava comunque??

‘TRADITORI!!!’ strillò la graziosa.

‘Signor Auron… ‘—iniziò a dire il “capo” pelato—‘…vedo che ora tocchi a lei la “ritirata celere” [cap.16]…’.

‘Tsk… vedo che vi piace usare quello che voi stessi proibite…’.

Poi fece alcuni passi avanti il grande Maestro anziano. Tra loro e il gruppo c’erano almeno cento metri di distanza. Bastavano. ‘Questo non vi riguarda… Sarete tutti mandati alla Corte Suprema di Yevon…e confesserete le vostre colpe!’. Quelle parole distrussero il cuore di Wakka. Era finita. Era un uomo finito. ‘Be…bene… ora…espieremo le nostre colpe…’.

Il guardiano professionista, affiancato dal Ronso, lanciò un altro secco “Tsk”, e tirò subito fuori la sua lucente katana, che si incrociò con la lancia tagliente del leone. La maga guardò di nuovo quella specie di Maestro che c’era a terra. Se voleva che almeno Yuna si salvasse, assieme al suo primo salvatore dopo Chappu, doveva andare contro il credo. Prese una delle sfere dall’invocatrice, aprì inesorabilmente il libro, e mantenne gli occhi rosso sangue fissi verso quei maledetti Templari. Il guardiano in rosso bevve un altro goccetto. Cadde un profondo silenzio. Loro aspettavano che i guardiani posavano le armi, specialmente dopo che i Templari fecero caricare tutti quei fucili, ed abbassare le canne verso di loro. Niente. L’unica cosa che si sentiva era il cigolio del tappo di quella borraccia. Nient’altro. Poi Auron si girò verso il leone, che lo vide con la coda del suo occhio giallastro. Si misero a correre con le armi impuntate, e la maga partecipò con la sfera di Macalania in mano, brillante. Mika e Kinoc rimasero impassibili, mentre Isabelle gridava. Bastò un’alzata di mano del capo dei Templari per far partire tutti quei colpi.

‘ANDATE…presto!!’ gridò Auron, e l’invocatrice, con Wakka e Kyle svenuto, corsero a rifugiarsi nel tempio. Già, nel cuore di Yevon. Proprio quello che stava dando a loro la caccia.

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