vicini di casa

di Monkey_D_Alyce
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. i nuovi vicini ***
Capitolo 2: *** 2. presentazioni ***
Capitolo 3: *** 3. comprensione ***
Capitolo 4: *** 4. cominciamo bene! ***
Capitolo 5: *** 5. piani di vendetta ***
Capitolo 6: *** 6. un viaggio suicida ***
Capitolo 7: *** Special: San Valentino ***
Capitolo 8: *** 7. litigi di famiglia e verità insospettabili ***
Capitolo 9: *** 8. compiti di Chimica e fuga di cervelli ***
Capitolo 10: *** 9. una breccia nel cuore? ***
Capitolo 11: *** 10. nuove conoscenze e amici ritrovati ***
Capitolo 12: *** 11. un passo indietro nel passato e l'inizio della corsa! ***
Capitolo 13: *** 12. in cerca di guai ***
Capitolo 14: *** 13. non si dice addio a un fratello ***
Capitolo 15: *** 14. ritorno a casa con sorpresa ***
Capitolo 16: *** 15. bacio rubato ***
Capitolo 17: *** 16. visite inaspettate e rimpatriata di famiglia! ***
Capitolo 18: *** 17. casa dolce casa ***
Capitolo 19: *** 18. un bellissimo risveglio ***
Capitolo 20: *** 19. l'ombra del mio passato... ***
Capitolo 21: *** 20. un gesto di amicizia ***
Capitolo 22: *** 21. la conoscenza del Babbo e…attacchi di gelosia! ***
Capitolo 23: *** 22. scommesse ***
Capitolo 24: *** 23. una Nissan come nuova e lezioni di guida ***
Capitolo 25: *** 24. ordine del giorno! Divertirsi! ***
Capitolo 26: *** 25. una notte in discoteca ***
Capitolo 27: *** 26. Amore? Impossibile! ***
Capitolo 28: *** 27. lo faccio per il vostro bene ***
Capitolo 29: *** 28. misteriosa scomparsa ***
Capitolo 30: *** 29. lei è una mia dipendente! ***
Capitolo 31: *** Special: Grande Piccolo Lupo Solitario ***
Capitolo 32: *** 30. una famiglia su cui contare ***
Capitolo 33: *** 31. noi ti salveremo! ***
Capitolo 34: *** 32. la guerra ***
Capitolo 35: *** 33. scontro finale! ***
Capitolo 36: *** 34. promesse! ***



Capitolo 1
*** 1. i nuovi vicini ***


1°capitolo: i nuovi vicini

 
Come al solito, anche oggi sono in ritardo per andare a scuola. Ieri sera sono andata a letto tardi, stamani non ho sentito la sveglia, e ora, eccomi qui, che corro come una matta verso la fermata dell’autobus.
Odio questo posto e, odio andare a scuola! Ci vado solamente per incontrare i miei amici, che considero come una famiglia.
Mia madre è sempre in viaggio per lavoro in tutta Europa, e vivo costantemente da sola in casa, poiché mio padre è venuto a mancare quattro anni fa, causa un incidente stradale.
E’ da quel momento, che la mamma ha quasi smesso di curarmi, fiondandosi anima e corpo sul suo maledetto lavoro…
 
Come avevo previsto, entro in classe con venti minuti di ritardo e, di conseguenza, devo subirmi i rimproveri della professoressa di Matematica e Scienze:
“Alice Carter! Ti sembra questa, l’ora di entrare?!? E’ la quinta volta in questa settimana, che entri in ritardo! Sono stufa di doverti perdonare ogni volta, solo perché ti alzi tardi la mattina!”
Odio quando fa così. E’ una donna un po’bassa e molto robusta, con occhiali che rendono ancora più paffuta e antipatica la sua faccia, per non parlare della sua voce stridula: sembra che le abbiano tirato il collo, come ad una gallina.
“Scusi prof., non lo farò più!” sbuffo per l’ennesima volta.
“Lo ripeti in continuazione, ma non cambi mai il tuo atteggiamento superbo e maleducato!” si lamenta lei continuando per la sua strada. Tanto non l’ascolto più: ripete le stesse cose!
 
Mi dirigo al mio posto, dove trovo seduti Trafalgar Law e Eustass Kidd: ecco. Loro sono i miei migliori amici.
Trafalgar è un ragazzo molto bello e sexy, alto e magro. Ha capelli blu scuro, ma che, alla luce del Sole sembrano neri come pece; i suoi occhi sono color ghiaccio, il che, lo rende ancora più distante e freddo verso le altre persone, anche se con Eustass e con me si comporta in modo differente, ovvio.
Veste con una felpa raffigurante un Jolly Roger, dei jeans scuri e un cappello peloso maculato in testa. Ma nonostante questo, è un tipo a posto.
Kidd, invece, da l’impressione di essere un musicista dei gruppi metal: ha capelli rossi a forma di fiamma, le sue labbra sono di colore viola scuro. Inoltre, porta una maglietta attillata nera, anche se di solito, non la usa, sostituendola alla sua pelliccia. Indossa pantaloni neri con macchie gialle, accompagnati dai suoi stivali.
E’ un tipo abbastanza irritabile, infatti, è stato più volte sospeso da scuola per aver picchiato vari studenti e professori, incluso il Preside; ma è una persona che tiene molto ai suoi amici, anche se lo dimostra indirettamente.
Beh, ora tocca a me…che dire…sono abbastanza alta, magra e formosa. Ho capelli biondi e un po’mossi lunghi fino alle spalle e, ho occhi verde muschio.
Il mio abbigliamento non è molto particolare: jeans e maglietta, accompagnate dalle mie inseparabili All Star in stile americano.
 
“Ciao dolcezza! Anche oggi rimprovero quotidiano?” mi chiede Eustass ghignando.
“Già! Ma che ci posso fare se non sento la sveglia alla mattina?” domando a mia volta, come se non fossi colpevole di niente.
“Se vuoi…posso venire a svegliarti io!” dice provocante, leccandosi lentamente le labbra.
“Eustass-ya, non ti conviene fare il cazzone. A differenza di te, Alice è intelligente e studia. Non è come una delle tante ragazzine stupide che vorresti portarti a letto” interviene in modo drastico Trafalgar.
Un’altra cosa che dovete sapere: per me, quei due, si piacciono…almeno, sotto sotto! Trafalgar non ha mai parlato con quel tono geloso! E Kidd, non guarda molte persone con quello sguardo voglioso, ma intendo veramente voglioso, di volersi sbattere qualcuno subito.
“Ti sfondo quel culo perfetto che ti ritrovi!!” gli sussurra minaccioso Kidd.
Avevo ragione. Si piacciono.
“Carter! Oltre ad essere in ritardo, ti incanti ad osservare i tuoi amici?!?” mi richiama la prof.
“Prof! Guardi, che non è colpa di Alice, se siamo incredibilmente affascinanti e sexy!” dice Kidd in mia difesa.
“Grrr…MI AVETE VERAMENTE STANCATO!!! FUORI DI QUI, VOI DUE!!!” urla lei furiosa.
Ma se non ho nemmeno parlato!!! Ah! Tanto è inutile! Sarebbe solamente fiato sprecato! Meglio! Così non dovrò sopportare la sua faccia da schiaffi mentre spiega!!
Usciamo fuori dalla classe, seguiti dalle risa sommesse di alcune studentesse, nonché, le ochette dell’intero gruppo.
“Cacciato fuori dall'aula per la milionesima volta! E’ un record!” esclama entusiasta il mio amico, stringendo un pugno in segno di vittoria.
“Contento tu. Ora? Che facciamo?” domando in tono annoiato.
“Di certo non possiamo farci seghe mentali. Forza! Andiamo a fare un giro per la scuola. Casomai c’è qualche ceffo da mandare all'ospedale!” propone, anzi, ordina ghignante.
“Non cambierai mai. Piuttosto, perché non stiamo buoni e tranquilli per una buona volta?” propongo incrociando le braccia al petto.
“Sarà un’attesa noiosa! Cazzo! Se ci fosse Trafalgar o Killer, sarebbe un altro paio di maniche!” borbotta infastidito Eustass.
All’ improvviso, la porta della classe si apre, per poi svelare il volto di Law. Devo dire che Kidd ha molta fortuna.
“Tsk! Guarda chi si vede! Cacciato anche tu?” domanda lui sorridendo malignamente.
“No, Eustass-ya. Ho chiesto di andare in bagno. Non mi comporto come una scimmione scorbutico, caratteristica che ti si addice” gli risponde Trafalgar in modo provocatorio.
“Te la faccio vedere io! Non ti permetto di insultarmi in questa maniera, brutto stronzo! Ne riparliamo stasera!” ribatte in risposta Eustass.
“Alice. Ti vedo tesa e nervosa. Che ti succede?” mi chiede Trafalgar, allontanandosi dal suo compare, che non la prende molto bene.
“Non ho niente. Sono solo stanca. E’ tutto a posto” dico stancamente. Non ho nemmeno voglia di parlare, oggi. Non vedo l’ora che finisca questa giornata!
 
 
Torno a casa camminando come se avessi pesi di piombo al posto dei piedi. Sono stanchissima. Meno male, che per domani non ci sono compiti, o meglio, giorno di vacanza! Sabato e Domenica!
Potrei farmi un programmino del tutto rilassante: la mattina dormo per tutto il tempo, il pomeriggio esco con Kidd e Law e, la sera mi guardo la TV fino a tardi.
Sì, mi piace! Ho ritrovato il buonumore!
 
 
Entro in casa, accorgendomi immediatamente che c’è qualcosa che non va: le finestre sono aperte, inoltre, c’è odore di lasagne…
 
“Ah! Ciao tesoro! Pensavo non tornassi mai più! Avanti, vieni qui!” esclama mia madre felice dal soggiorno: di sicuro sarà tornata dal suo viaggio in Giappone stamattina verso le dieci o undici.
“Mamma, non ho voglia di mangiare o parlare con te, in questo momento. Voglio solamente andar…” dico un po’lamentosa, ma non riesco a finire la frase, che davanti a me trovo due ragazzi.
“Chi sono, questi?” domando senza capire.
“Ma che maleducata! Sono i nostri nuovi vicini! Te li presento: Portgas D Ace e Marco La Fenice!”

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Capitolo 2
*** 2. presentazioni ***


2° capitolo: presentazioni
 

Sono sbigottita. Non solo mia madre non mi ha avvertito del suo ritorno a casa, ma inoltre, ha portato in casa due perfetti sconosciuti, che, da quel che ho capito, sono i nostri nuovi vicini di casa.
Purtroppo, i nostri vecchi vicini di casa, erano i miei nonni paterni, venuti a mancare nello stesso anno di mio padre, per la vecchiaia e il dolore.
“Molto piacere” dice risvegliandomi dai miei pensieri il ragazzo biondo, porgendomi la mano, Marco. Devo dire che per certi tratti assomiglia ad un pennuto: ha capelli biondi a forma di ananas, il corpo snello e ben formato. Porta jeans lunghi, neri, e una giacca di pelle slacciata, che fa intravedere una maglietta anche essa nera.
Ricambio la sua stretta di mano in modo diffidente, rimanendo rigida, pronunciando un “piacere mio” con voce bassa.
“Perdonala, Marco. Con gli estranei diventa un po’timida, ma quando vi conoscerete meglio, diventerete grandi amici! Scusala ancora!” dice dispiaciuta mia madre per il mio comportamento.
Le lancio un’occhiata gelida, che fa finta di non notare: perché deve spifferare al mondo intero, cose che non sono vere?!? Non sono timida! Si chiama circospezione!
“Non si preoccupi! E’ normale che si comporti così! Siamo “piombati” in casa vostra dal nulla!” cerca di prendere le mie difese il biondo.
Almeno esiste qualcuno in grado di pensare nel senso giusto!
“Lui è Ace! E…anche lui, come te, è diffidente verso gli estranei” continua lui, allontanandosi da me, per poi prendere il suo amico con la forza.
Devo ammettere che è veramente un bel figo: capelli neri corti mossi, occhi color onice, accompagnati da una spruzzata di lentiggini, che rendono il suo viso infantile.
E’ alto e slanciato, porta pantaloncini corti, nonostante il freddo di questa stagione e, una maglietta bianca, che aderisce perfettamente alla forma dei suoi pettorali e dei suoi fianchi.
“Molto piacere. Ace” dice in tono freddo e distaccato. Bello ma stronzo, non c’è che dire.
“Alice” rispondo usando la sua stessa moneta, per poi lanciarci uno sguardo carico di astio e sfida.
“Ehm ehm! Ali, vatti a cambiare! Tra poco sarà pronta la cena!” esclama mia madre, interrompendo quella lotta all’ultimo sangue tra me e Ace.
“Sì, va bene” le rispondo freddamente, lasciandola a dir poco perplessa.
 
 
Proprio oggi, dovevano sbucare fuori, quei due? Certo, non ne hanno colpa, ma potevano venire a trovarci un’altra volta. E poi, mia mamma non doveva tornare prima di tre giorni… lei sapeva!
Come al solito! Prende le decisioni da sola senza avvertire nessuno!
Devo sfogarmi con qualcuno, chiamerò Trafalgar. Mi farà calmare i bollenti spiriti, ne sono sicura.
 
“Pronto?” chiede lui rispondendo.
“Ciao Trafalgar… spero di non averti disturbato… devo sfogarmi con qualcuno… mia madre è tornata e, inoltre abbiamo nuovi vicini…” comincio a dire, rabbuiandomi.
“Capisco, aspetta solamente un momento. Devo dire a un brutto energumeno di smetterla di farmi succhiotti. Non lo sopporto, quando parlo con qualcuno” dice lasciandomi un attimo interdetta.
Mi scappa un risolino nel sentire nomi pochi piacevoli tra i miei due amici.
“Eustass-ya, lascia stare il mio cellulare!” sento esclamare Law da lontano.
Speriamo solamente che Kidd non lo spacchi. Mi dispiace averlo interrotto in un momento intimo, ma che ne sapevo?
“Ciao dolcezza!” mi saluta ghignando, come se niente fosse successo.
“Eustass, mi spiace davvero molto avervi interrotto, giuro… chiamerò un’altra volta…” dico allontanando il cellulare dall’orecchio, ma vengo fermata dal richiamo di Kidd.
“Non ti preoccupare! Dopo mi sbatterò Trafalgar talmente tanto, che lo farò urlare! Ma dimmi, ho sentito che hai problemi in casa: devo venire?” mi chiede in tono comprensivo.
“E’? No, no! Sono solo facilmente irritabile in questo momento che potrei spaccare tutto, ma sentire la vostra voce mi tranquillizza” lo rassicuro un po’preoccupata per l’incolumità della mia casa.
“Trafalgar, dobbiamo fare una cosa a tre. Scaricherà la tensione a stare con noi!” propone Kidd a Law, ridendo sguaiatamente, tanto che devo allontanare l’apparecchio dal mio apparato uditivo…una cosa a tre… ma che cazzo…
“KIDD! MA CHE VAI DICENDO?!? TU SEI MALATO! UNA COSA A TRE?!? VENGO E TI SPACCO IL CULO!!! CHIARO?!? NON DIRE MAI PIU’ UNA COSA SIMILE!!!” urlo bordò in viso. Ci tengo alla mia verginità!
“Perdonalo Alice. L’eccitazione gli sta’ dando alla testa” dice Trafalgar, calmandomi.
 
“Ehi Alice! E’ tutto ok? Con chi stavi parlando?” mi chiede mia madre da dietro alla porta.
Cazzo. Mi ha sentita e, di sicuro avranno sentito pure Marco ed Ace.
Giuro che uccido Kidd.
“Niente mamma! E’ tutto a posto!” le rispondo. Sentire parlare di una cosa sessuale a squarciagola non è molto normale…soprattutto se si tratta di una cosa a tre…bleah!
“Ok, va bene! Ma sbrigati! Ti stiamo aspettando!” mi rimprovera allontanandosi.
 
“Ti conviene andare” mi consiglia Trafalgar.
“Sì, hai ragione…” dico non molto entusiasta. Anzi. Ho l’umore sotto i tacchi.
“Piccola! Domani usciamo tutti insieme! Ci vediamo da Shakky!” esclama Kidd da lontano.
“Hai sentito che cosa ha detto Eustass-ya. Ci vediamo domani. Divertiti, Ali” mi saluta Trafalgar chiudendo la chiamata. Hanno fretta di scoparsi quei due.
 
Metto i miei soliti pantaloncini corti da stare a casa e la mia maglietta preferita, regalo di Law e Kidd, raffigurante un pupazzo di neve con un mitra e un sigaro in bocca. Mi piace un casino, inoltre, non ho nient’altro da mettermi: i miei vestiti sono in lavanderia e, ho solo il ricambio per la scuola.
 
Scendo in soggiorno, raggiungendo mia madre in cucina.
“Tesoro! Non avevi altri vestiti?” mi domanda con tono di rimprovero mia madre.
“No. Sono in lavanderia” le rispondo facendomi uno chignon, lasciando libera la mia frangia.
“Lavati le mani e porta i piatti e i bicchieri sul tavolo. E mi raccomando: comportati in modo educato! Non come il tuo amico Kidd!” dice in tono perentorio.
Alice fai questo; Alice fai quello; comportati bene; non essere come Kidd… tutte le volte mi deve ammonire con una delle sue frasi. Non sopporto quando fa così.
Devo subirmi le sue prediche per il mio comportamento, per il modo di vestire e per tante altre cose, però non pensa mai a se stessa.
 
Mi dirigo dagli ospiti, distribuendo un piatto e un bicchiere ciascuno, venendo interrotta dalla voce di Marco: “Volete una mano?”
“No, sta’ tranquillo! Siete ospiti!” gli rispondo facendo un sorriso imbarazzato.
“Ecco le lasagne!” esclama la mamma portando un vassoio enorme contenente quella prelibatezza.
Ma è per un intero esercito! Avremmo bisogno di un pozzo senza fondo, per mangiare tutta quella roba!
 
Cominciamo a mangiare con allegria, parlando del più e del meno, anzi, solo Marco e la mamma parlano. Ace interviene solamente qualche volta con qualche commento, mentre io, resto in rigoroso silenzio, finché non vengo richiamata da un complimento rivolto alla sottoscritta:
“Belli, i tuoi tatuaggi” dice Marco guardandomi.
“Cos…” dico solamente, guadagnando l’attenzione di tutti i presenti, in particolar modo, quello di mia madre.
Di sicuro prenderò una bella ramanzina da parte sua per non averla avvertita.
E’ stata una casualità: io, Kidd e Law eravamo andati in discoteca e finimmo ubriachi fradici in uno studio di tattoo. Mi feci tatuare una tigre sulla schiena, la cui zampa mi attraversava parte del collo e, un drago tribale sul braccio; mentre Trafalgar si fece fare vari tatuaggi sulle braccia e sulle mani.
 
“Tesoro…non mi hai mai detto di esserti fatta dei tattoo…” dice mia madre con un sorriso significante: ne parliamo dopo!
“Beh…è logico che tu non lo sappia… eri via per lavoro…” ribatto in modo pacato, causando un velo di tensione tra noi due.
“E dimmi, quando te li saresti fatti?” chiede in modo nervoso: speriamo non abbia un attacco isterico.
“Una sera, quando ero in compagnia di amici…” butto li ingoiando un boccone di lasagna.
“Quali amici?”
“…” vorrei sprofondare. Se viene a sapere che erano Eustass e Trafalgar, mi uccide.
Non posso dirle di essermi ubriacata e di aver commesso una follia, anche se non mene pento: tanto me lo sarei fatta lo stesso, prima o poi.
“Tesoro, vieni ad aiutarmi a preparare il caffè, per favore!” dice forzandosi di essere gentile, cosa che le riesce ben poco.
 
Appena arrivate, scatena la sua ira su di me, ma nonostante tutto, non mi intimorisce: resto ferma, fredda e impassibile.
“Cosa cavolo ti è saltato in mente?!? Di sicuro è stata colpa di quel Kidd!!! Ti avrà costretto con chissà quali…” continua a dire, ma la interrompo, spazientita da quella situazione.
“No! Lui non c’entra un bel niente! Mi sono ubriacata quando sono andata in discoteca, ed ecco il risultato!” sbotto seccata.
“Così ti vai pure a ubriacare in giro! Devo sapere altro?!?” chiede lei sull’orlo delle lacrime.
“Sì. Vado a prendere una boccata d’aria. Non aspettarmi!” le dico allontanandomi, senza lasciare trasparire alcuna emozione. Oramai siamo due estranee che vivono sotto lo stesso tetto.
 
Passo attraverso il soggiorno, scusandomi con gli ospiti per la mia improvvisa assenza.
Prendo la giacca ed esco di casa, sbattendo la porta, inseguita dalle urla di mia madre, che tenta invano di richiamarmi…

 

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Capitolo 3
*** 3. comprensione ***


3° capitolo: comprensione

 
Passo la notte, vagabondando per le strade del quartiere, per poi prendere il bus che mi porterà in città.
Mentre sto seduta, penso alla discussione avuta con mia madre: prima eravamo mamma e figlia, due sorelle, due amiche… ora, invece siamo solamente conoscenti e tutto, perché mi ha “abbandonata” per “sposarsi” con il lavoro. Non per dire che non sia più una bella donna, anzi, devo dire che ha molta cura di se stessa, però…sta’ di fatto che mi ha sempre trattato freddamente da quando è morto papà. Come può pretendere di cercare di riallacciare i nostri rapporti in una sola serata?!?
Ci vorranno mesi, se non anni, per cercare di ristimare tutto!
 
Scendo alla fermata, dirigendomi da Shakky, sia per un po’di consolazione e anche per bere qualcosa di caldo, mi sento gelare: potevo almeno cambiarmi i pantaloni!!!
 
Entro nel locale, venendo avvolta da un caldo torpore, sentendo poi una voce famigliare:
“Silvers! Vattene a casa! Non ti darò nient’altro da bere, questa sera! Hai già bevuto abbastanza!”
“Ehi, Shakky! Capisco di aver un comportamento da maschiaccio, ma darmi del vecchio, non lo accetto!” esclamo divertita.
“Alice! Zuccherino mio! Qual buon vento ti porta qui?” mi chiede, prendendo un bicchiere e appoggiandolo sul bancone, mentre mi siedo su uno sgabello, davanti a lei.
“Ho litigato con mia madre” dico sorridendo tristemente.
“Capisco. Ho notato che il tuo umore è andato a farsi benedire per questa notte. Ma dimmi, come ti è saltato in mente di andare in giro a quest’ora?” mi rimprovera con fare materno.
E’ una donna che porta i suoi anni come una ventenne: ha capelli corti a caschetto, neri; è alta e magra e non abbandona mai la sua fidata sigaretta.
“Lo so, lo so. Ma ero troppo arrabbiata per restare a casa, inoltre, abbiamo dei nuovi vicini.
Uno è gentile e carino, mentre il suo amico è bello ma stronzo. Ti faccio invidia?” le chiedo infine sarcasticamente, provocando la sua risata, la quale contagia anche me.
“Alice! Non puoi giudicare le persone da una sola occhiata!” mi rimprovera dandomi un buffetto sul naso.
“Sì, ma ti posso giurare che ci guardavamo con sguardi omicida. Se potevamo, potevamo incenerirci!” sbotto fingendomi offesa.
“Dai! Bevi un po’ di whisky! Ti aiuterà a dormire e a ritrovare il buon umore! Te lo assicuro!” esclama versando quel liquido color ambra nel mio bicchiere.
“Lo sai che ho avuto già un’esperienza con l’alcool…” comincio a dire rigirandomi il bicchiere tra le mani.
“Non c’è bisogno di ricordarmelo. Però un bicchiere ogni tanto non fa mai male!” dice strizzandomi l’occhio, complice.
“D’accordo!” dico trangugiando la bevanda, che scorre lentamente lungo la mia gola, provocando un leggero bruciore, ma facendomi sentire meglio.
 
Parliamo così per circa tre ore bevendo qualche volta un goccetto, finché la stanchezza non mi riversa sul tavolo, facendomi addormentare…
 
 
Mi sveglio la mattina seguente e, guardandomi intorno, noto che le persone entrano per fare colazione senza degnarmi di attenzione alcuna. Meglio così. Almeno non darò peso ai loro giudizi.
“Ti sei svegliata, finalmente!” mi saluta Shakky, dandomi una pacca sulle spalle.
“Shakky! Fa attenzione! Si è appena svegliata! Piuttosto, dammi della cola!” ordina Franky, mentre mi carezza la testa con fare paterno.
Franky è un carpentiere che lavora insieme a suo fratello acquisito Iceberg alla  
Galley-La Company. Ha capelli azzurri e un fisico prestante, porta sempre una camicia slacciata e dei pantaloni corti, ma il più delle volte, gira in slip, inoltre, indossa sempre i suoi occhiali da sole.
“Buongiorno a tutti!” saluto stancamente, chiunque si trovi nel bar.
“Vergognati! Andare in giro con pantaloncini corti! Neanche dovessi andare in spiaggia!” sbotta irato Pauli per il mio modo di vestire.
E’ biondo e alto, è il vicepresidente della Galley-La-Company.
“Non volevo provocare la tua rabbia… Don Giovanni che non sei altro! Shakky mi daresti una cioccolata e un cornetto?” le domando mentre Pauli urla come un ossesso, trattenuto a fatica da Franky.
“Anche per noi!” esclamano entrando Eustass e Trafalgar.
“Salve ragazzi! Fate compagnia alla vostra amica! Ne ha bisogno! Io vado a prepararvi la colazione!” ribatte Shakky dirigendosi in cucina.
“Contaci!”
 
“Ragazzi!” gli saluto con un cenno della mano, appoggiando nuovamente la testa sul tavolo: sento che sta’ per scoppiare. Ho bevuto troppo, stanotte.
“Che brutta cera. Poi, puzzi anche di alcool. Quanto hai bevuto?” mi domanda Trafalgar sollevando il mio viso e guardandomi scrupolosamente, per poi aggiungere: “Shakky, porta anche del caffè!”
“Capisco che sei un esperto nel campo di medicina, ma potresti evitare di guardarmi come se fossi una tua cavia?” gli domando scacciando la sua mano.
“Non hai risposto alla mia domanda” continua per la sua strada provocando l’ilarità di Eustass.
“Ti prego di non ridere, Kidd. Sono piuttosto nervosa e incazzata con te, in questo momento” dico minacciosa, riservandogli un’occhiata gelida.
“Andiamo dolcezza! Sei ancora arrabbiata per la storia di ieri sera?” domanda lui smettendo di ridere.
“E non è l’unica…” aggiunge incupendosi Law.
“Fottetevi! Certe volte siete veramente delle teste di cazzo!” sbotta alterandosi Kidd, ma non ci facciamo caso: tanto, ci siamo abituati. Al limite prenderà una bella sgridata da Shakky per averle distrutto metà locale.
“Perché ti ha fatto incazzare, Trafalgar?” gli chiedo con una vena di curiosità nella voce.
“Se ne è andato sul più bello” sbuffa rabbuiandosi ancora di più.
“Ahahahahahah! Questa sì, che è bella! Ahahahahah! Kidd: secondo me resterai in astinenza per un bel po’!” concludo ridendo tenendomi la pancia per il dolore.
“Non dire cazzate! Di sicuro, stasera tornerà tutto come prima, non ti preoccupare!” sbotta in difesa Eustass.
“No, Eustass-ya. Alice ha perfettamente ragione. Ti posso giurare che mi verrai a pregare in ginocchio per avere delle fottute ore di sesso” sentenzia perentorio Law.
“Se era uno scherzo: era di pessimo gusto!” sbotta alzandosi dal suo sgabello.
“Kidd…non scherza per niente…” dico guardandolo in modo serio.
Quando parla in quel modo, Law, dice sul serio: c’è poco da scherzare.
“Lo stupro mentre dorme!”
“Tu provaci e ti ritroverai senza palle”
Devo dire che è il periodo dei litigi. Che tristezza.
 
 
Mangiamo in rigoroso silenzio, interrompendolo qualche volta con un sospiro, sotto lo sguardo divertito di  Shakky.
All’improvviso, qualcuno entra nel locale e, quel qualcuno è Marco:
“Alice. Ti ho trovata, finalmente, forza, torniamo a casa. Tua madre è in lacrime” sentenzia dirigendosi verso di me.
“Possiamo venire anche noi?” chiedono in coro Eustass e Trafalgar. Che veri amici! Li adoro!
“Siete i suoi famosi amici? Beh…allora, sì, potete venire. Però, c’è uno di voi due che ha una brutta reputazione, almeno, così mi è stato detto…Eustass Kidd, si chiama” dice Marco assottigliando lo sguardo.
Rivolgiamo uno sguardo carico di preoccupazione al rosso, che, anche se a malincuore, dice: “Va bene, va bene! Non combinerò casini. Di nessun tipo”
“Lo spero vivamente” ribatte La Fenice facendoci da guida.
 
 
Saliamo sulla macchina del pennuto, rimanendo a dir poco estasiati da quel gioiellino: una Ford Mustang Shelby GT-H Fun di colore blu con delle bellissime striature bianche.
“Bella la tua macchina!” esclama Kidd lanciando un fischio di apprezzamento.
“Grazie per il complimento” gli risponde facendola partire con un rombo a dir poco eccitante.
 
 
Giungiamo davanti a casa mia in tutta velocità: Marco è un bravissimo guidatore, non c’è che dire! Sfrecciava in città schivando con tranquillità le macchine e, passava i semafori gialli in due nanosecondi, prima che diventassero rossi!
“Come fai a guidare così bene?!?” gli chiedo veramente sorpresa.
“Faccio il rallysta” mi risponde sorridendomi compiaciuto.
“Ma quindi Ace…” comincio a dire incupendomi: non so il perché, ma non lo sopporto. La cosa è reciproca, da quel che ho potuto notare.
“No. Se mi facesse da navigatore, ti assicuro che non mi ritroverei qui, tanto è spericolato. Lui partecipa alle gare clandestine” ah, alle gare clandestine! Aspetta…
“CHE COSA?!?!? È PERCHE’ DICI CHE E’ SPERICOLATO, SCUSA?!? PIU’ O MENO E’ COME TE!!!” urlo terrorizzata. Ho come vicini di casa due piloti matti da legare!
“Shhh! Abbassa la voce! Ti ricordo che le sue corse sono illegali, quindi se fosse il mio navigatore mi farebbe prendere scorciatoie non consentite dal bando di gara. E poi, lui prende soldi sporchi” mi spiega ghignando.
“Interessante. Che dici Trafalgar? Facciamo anche noi?” chiede Kidd interessato.
“Tu Eustass-ya, e basta. Io farò il chirurgo, così ti riparo ciò che hai rotto” ribatte Law sincero.
Ha sempre sognato di aiutare nel campo medico e, io lo rispetto per questo.
“Forza, andiamo. Siamo in orario” ordina perentorio Marco, tornando serio.
Che cosa intende con: siamo in orario?

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Capitolo 4
*** 4. cominciamo bene! ***


4° capitolo: cominciamo bene!

 
 
Saliamo le scale che conducono in casa mia in totale silenzio, mentre io mi sto scervellando nel capire la frase che ha detto poco prima il pennuto.
 
“Lauren, Ace. Siamo tornati” avverte Marco entrando in casa: sembra che abiti con noi da sempre.
 
Mia madre ci corre incontro: ha gli occhi arrossati e tiene in mano un fazzoletto impregnato delle sue lacrime.
Io, a differenza di lei, sono un po’sbronza, ma sono perfettamente in grado di intendere e di volere.
Si avvicina a me lentamente e, all’improvviso, mi tira uno schiaffo in pieno volto.
Noto che Kidd si sta alterando, ma Trafalgar gli si para davanti, nel tentativo di calmarlo.
“Non hai niente da dire?” mi domanda mia madre, scoppiando ancora in lacrime.
Ci ha raggiunti anche Ace. Che gioia!
Ma non pensando a lui… non spiccico nemmeno parola: mi è ritornato il malumore.
Mi viene una voglia matta di scapparmene da casa, lontano da tutto e da tutti…
“Rispondi!” sbotta lei adirata.
Che le devo dire? Scusa mamma, ma ero arrabbiatissima con te! Sono andata da Shakky e mi sono presa una sbronza!
“E tu? Cosa vuoi che ti risponda? Vuoi la verità o una menzogna?” le chiedo raddrizzando il viso, in modo tale da poterla guardare negli occhi.
I suoi sono tristi e adirati. I miei sono apatici. Non trasmettono nulla. Ormai, non mi importa più niente e, non so nemmeno il perché. Sono…vuota.
Almeno con lei. Con i miei migliori amici, no.
“Che ti è successo?” mi domanda quasi cadendo, facendosi reggere prontamente da Ace.
Si preoccupa per me. Per me! Cosa mi è successo?!? Cosa è successo a lei!
Si è fiondata sul lavoro e non mi ha più degnato di uno sguardo!! Perché la gente deve essere così?!?
È soltanto capace di criticare gli altri e mai se stessa!
“Verità…o bugia?” le domando ancora, chiudendo le mie mani in pugni talmente forti, da conficcarmi le unghie nella carne: mi rende calma, anche se è doloroso.
“Perché mi tratti così?” chiede ancora.
“Che cosa intendi, scusa? Sei sempre andata in viaggio di lavoro, non badando più a me. Non una tua lettera, mai una tua cartolina dei posti che visitavi. Niente. Tornavi a casa…dopo settimane, mesi! E parlavi di te come se nulla fosse. E ora, mi vieni a chiedere cosa mi è successo? Perché ti tratto così? PROVA A PENSARE PER UNA BUONA VOLTA!” dico con voce tremante.
Ho tenuto tutto dentro e, adesso sto liberando tutto, tutto.
“Io…volevo farti avere un futuro migliore…” tenta di dire sottovoce.
“No! Non è affatto vero! Me la sono dovuta sempre cavare da sola! Pagavo le bollette, andavo a fare la spesa per nutrirmi, mi compravo i vestiti, da sola! Ho incominciato a lavorare a tredici anni. Se non ci credi: chiedi a Trafalgar e a Eustass. Loro saranno in grado di dirti quante volte tornavo a casa con graffi e bernoccoli, perché combinavo casini o perché ho visto cose che non dovevo guardare. Spiegami: come poteva sapere una mocciosa di soli tredici anni che non ci si immischia in affari altrui? Che siano di droga o per tradimento verso il marito o la moglie?” dico tutto d’un fiato, non riuscendo a trattenere alcune lacrime bastarde che mi rigano le guance.
Cala un silenzio opprimente, spezzato solamente dai nostri respiri, fino a che non parla Marco:
“Lauren…è meglio che tu vada…” che cosa intende? Non ci sto capendo più niente.
Guardo mia madre con sguardo vagamente perplesso, aspettando una sua risposta, la quale non tarda ad arrivare:
“Ho un altro viaggio di lavoro…il capo mi ha chiamato questa notte, tu non c’eri…”
“Vai pure” le rispondo solamente, camminando velocemente verso la mia stanza.
Nonostante il casino, lei continua a fare di testa sua…è incredibile…
 
 
 
Mi risveglio da un sonno agitato dopo circa tre ore.
Ho sognato tutti i ricordi di quando eravamo una vera famiglia, dell’incidente di mio padre e del cambiamento repentino di mia madre. Sono distrutta.
 
Scendo in soggiorno, trovando comodamente seduti Marco e Ace, intenti a guardare la televisione.
“Ciao! Dormito bene?” mi chiede La Fenice, regalandomi un sorriso.
“Non molto…” gli rispondo scroccandomi le ossa del corpo.
“Tua madre ha lasciato un biglietto per te. E’ attaccato al frigo” si intromette Ace non staccando lo sguardo dal programma che stanno guardando.
 
Lentamente, guardando di sottecchi i due, mi avvio in cucina: perché sono ancora qui?
Bah!
 
Ciao piccola mia.
Mi dispiace moltissimo del mio comportamento assunto nei tuoi confronti e, credo non basti un semplice bigliettino per scusarmi.
Ti volevo dire che Marco e Ace baderanno a te, durante la mia assenza e, guarderanno che tu non commetta sciocchezze.
Ti voglio bene.
 
Lauren
 
 
Leggendo quel messaggio vengo avvolta da una strana sensazione di calore al cuore, finendo per piangere silenziosamente: che cosa devo fare? Darle un’altra possibilità?
 
Prendo dalla tasca il mio cellulare, digitando velocemente una risposta:
 
Ti concedo un’altra possibilità. Solo una. Non la sprecare, perché non sarà più così facile perdonarti. Hai ancora molta strada da fare.
Buon viaggio.
Alice.
 
 
Non posso rovinarmi la vita così, combattendo con mia madre in continuazione. Va a finire che finirò in un riformatorio! Però, non posso nemmeno perdonarla così in fretta.
Non se lo merita tanto, dopo tutto quello che mi ha fatto passare.
 
 
“Ma guarda! La ragazza senza sentimenti sta piangendo! Dovrebbero farti un monumento, sai?” dice Ace, interrompendo il filo dei miei pensieri.
“Ti ringrazio! A te dovrebbero farti un’iniezione di simpatia! Le tue battute non fanno divertire un granché!” sbotto adirata.
“Sei tu che non conosci il senso dell’umorismo!” ringhia guardandomi truce.
“A me non sembra! Non fai altro che sbuffare e borbottare! Ti chiamerò Brontolo!” esulto con un ghigno.
“Va bene! Allora, niente in contrario se ti chiamo Scorbutica!” dice a sua volta.
“Scorbutico lo sarai tu! Non io! Scommetto che il mio Q.I. è più alto del tuo!”
“Il Q. che???”
“Visto? Sono più intelligente di te!”
“Non sarò intelligente, ma sono bravo con le donne e a guidare! So fare più cose di te!”
“Quanto sei vanitoso!”
“Perché? Non mi dirai che non è vero!”
“Oh sì, certo! L’importante è crederci!” dico sarcasticamente.
“Sì, ci credo! Tu non hai nemmeno il fidanzato!” cazzo! Questo è un colpo basso!
“Non ne ho bisogno! Sto bene da sola! Voi uomini siete tutti uguali!” mi sto divertendo.
“Gnè! Sarai una zitella!”
“E tu sei un puttaniere!”
“Che cosa?!? Non è affatto vero!!!”
“Ma sei hai detto che sei bravo con le donne! Allora sei un bugiardo!”
“Non ho mai detto questo! Sei peggio di una bambina di dieci anni!”
“E tu sei peggio di un bambino di due!”
“Mocciosa impertinente! Sono più grande di te! Devi portarmi rispetto!”
“Quanti anni hai?”
“Cos’è? Ci stai provando?”
“MA CHE PERVERTITO!!!” urlo all’improvviso. Gli ho fatto una domanda!!!
Mi ha dato della mocciosa impertinente!
“Io??? Ma stai scherzando?!? Quella sei te!!!” mi risponde per le rime.
“Non è vero!! Mi hai dato della bimba e, mi sembra logico informarmi quanti anni hai! Voglio sapere se la nostra differenza di età è così alta da chiamarmi con nomignoli come fai tu!!” gli spiego alterata.
“Venti” si intromette improvvisamente Marco, facendoci sussultare dalla sorpresa.
“Perché glielo hai detto?!?” chiede Ace allibito.
“Non c’è un motivo. Ho ascoltato…” si difende lui.
“Non si origlia!!” sbotta offeso il suo amico…ora non tanto.
“Moccioso” lo sfotto ridendo.
“Bambina!!”
“Neonato!”
“Ripetilo!”
“Basta!” esclama Marco sbuffando.
“NO!” ribattiamo in coro io e Ace.
“Che cosa? Per vostra informazione sono più grande di voi due” ci minaccia.
Aiuto. Siamo nella cacca fino al collo.
“Forza. Piuttosto che litigare, andiamo a guardarci il film” ci ordina La Fenice, prendendo dal frigo della birra, il che lo lascia molto sorpreso.
“Non è quello che penso…vero, Alice?” gulp! Sgamata! Addio fuga!! Che faccio, ora?!?
E poi, non è che sia un’alcolizzata, sia chiaro. La bevo solamente con della pizza.
Mio padre mi ha insegnato così.
“No! E’ succo…al luppolo! E’ analcolica, sai? Dovresti provare ad assaggiarla! Anzi! No, non farlo! Sarà scaduta! Non vorrai farti venire un mal di pancia!” esclamo strappando dalle sue mani la bevanda appena in tempo.
Dove la metto, ora? Berla e fare finta di nulla o…buttarla giù nel lavandino?
“Di la verità” mi minaccia Marco avvicinandosi pericolosamente a me.
Scappo dalle sue grinfie e vado a rifugiarmi in camera mia.
La chiave, la chiave della stanza… DOVE CAVOLO E’ LA CHIAVE DELLA STANZA?!?
 
“Cercavi questa?” mi chiede Ace facendo dondolare l’oggetto dei miei desideri tra le dita.
“Potresti darmela?” gli chiedo con un sorrisino innocente.
“Neanche per idea!” mi risponde girandosi da un’altra parte.
“Antipatico!”
“Zitella!”
“Pervertito!”
“Mocciosa!”
“Bambino!”
“Poppante!”
“Neonato!”
“Scorbutica!”
“…Stronzo!”
“Che cosa?!? Tu mi dai dello stronzo?!?” mi chiede minaccioso, girandosi di scatto verso di me.
Credo di avere esagerato.
“Sì, perché è vero, in effetti…” gli rispondo cominciando a pensare.
“Rimangiati quello che hai detto, altrimenti ti uccido!” ribatte dirigendosi nella mia direzione.
“No!” esclamo tutto d’un fiato.
“L’hai voluto tu!” dice buttandomi a terra e sedendosi sopra di me.
“Levati!” sbotto dimenandomi come una pazza, tenendo ancora tra le mani la birra di poco fa.
“No!”
“Cosa?!? Scansati o giuro che…” comincio a dire: fare che cosa??
“Vai avanti” mi provoca, avvicinando il suo viso al mio. Che vuole fare, questo?!?
Un’idea mia attraversa la mente, prendo la birra, la agito velocemente e la apro, senza troppi problemi.
Il risultato è ottimo: la birra gli finisce in faccia e, inevitabilmente finisce anche sulla mia, accecando tutte e due per pochi istanti. Questo non lo avevo affatto previsto.
“Arg! Ma che ti è saltato in mente?!?” mi rimprovera strappandomi dalle mani la lattina, per poi scagliarla in un punto lontano della stanza, ma il problema rimane: è ancora sopra di me.
Che mi invento, ora?
“Togliti di dosso!” sbotto cercando di alzarmi con un colpo di reni, ma senza successo.
“Sognatelo! Non mi scanso finché non mi chiederai scusa!” ribatte sulla difensiva.
“Neanche se mi paghi” finisco col dire, facendolo rimanere un po’sorpreso.
“Lo vedremo!”

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Capitolo 5
*** 5. piani di vendetta ***


5°capitolo: piani di vendetta

 
Questa mocciosa è veramente insopportabile! Mi è stata antipatica sin dal primo momento che l’ho vista: così sfrontata, bambina e…e…irritabile, ecco!
Non solo prima mi offende, ma poi, mi bagna anche con la birra per scrollarmi di dosso, rovinando la mia maglietta preferita! Questa me la paga!
“Chiedimi scusa, immediatamente!” sbotto adirato, bloccandole i polsi per non farla scappare.
“Mai e poi mai!” mi risponde sputandomi in faccia. Ha superato il limite! Questo è davvero troppo!
“Non sai in che cosa ti sei cacciata. Non ti farò da baby-sitter, sarò il tuo assassino personale!!” dico quasi urlando.
“Avanti! Provaci!” ribatte provocatoria. Vuole la guerra? E guerra sia!
 
Mi sto alzando e la sto per prendere per il colletto della maglia, solo che Marco interrompe il mio piano di vendetta.
“Piantatela immediatamente, voi due. Capisco che vi odiate a morte, ma non voglio ripulire niente, né voglio avvertire Lauren di quel che è successo. Siete d’accordo?” ci chiede separandoci.
“Ha cominciato il tuo amichetto!” si difende Alice con grinta.
“Che cosa?!? Vieni a dirmelo in faccia! Non aspetto altro!!” le ringhio contro.
“Ho. Detto. Basta” dice perentorio, facendo sobbalzare tutti e due.
Non ci tengo a provocare la sua ira, anche se odio a morte quella ragazzina.
“D’accordo! Però rivoglio la mia chiave!” esclama lei alterandosi ancora di più.
“Ace…” mi rimprovera Marco esasperato.
Che barba! Gliela avrei ridata! Tardi, però!
Prendo la chiave in questione dalle mie tasche, porgendogliela con vari sbuffi, che vengono ricambiati con occhiate glaciali.
Credo che mi farà a fettine, quando resteremo soli. Ci sarà da divertirsi!
“Forza Portgas! Torniamo a casa!” sentenzia il pennuto prendendomi per un braccio, lasciando Alice interdetta da quell’improvviso cambiamento di umore.
Mi aspetterà una bella ramanzina e, tutto per colpa di quella mocciosa!
 
 
 
“Ace. Si può sapere che ti salta in mente?!?” mi domanda allibito Marco, inserendo la chiave nella toppa di casa, facendomi poi cenno di entrare.
“Ha cominciato lei, non io!” mi difendo offendendomi. Credo che questa volta non funzionerà la tattica: mi sono offeso e, se mi rimproveri ancora non ti parlo più.
“A me non sembra, dato che l’hai sfottuta mentre piangeva” osserva poggiando le chiavi sul tavolo del nostro soggiorno.
Nonostante non volessi venire qui, è un posto tranquillo e carino, a parte, ovviamente, il vicinato.
“Cercavo di tirarle su il morale” ribatto con noncuranza, perdendomi a guardare i soprammobili abbastanza pregiati della stanza.
“Allora, non ci sai fare con le donne” dice sghignazzando.
“Ti ricordo che quasi tutte le donne vorrebbero avere una notte di fuoco con Portgas D Ace. Io ci so fare! Se voglio posso farla cadere ai miei piedi senza tante cerimonie!” sbotto irritato.
“Sì, come no. Lei non è stupida, te lo assicuro. E’ intelligente” mi dice canzonatorio.
“E anche se fosse? Fidati, ho avuto a che fare con donne ben più toste di lei!” sbotto irritandomi sempre di più. Ma dove vuole andare a parare?
“E cosa pensi di lei?” mi domanda rivolgendomi un sorriso malizioso. Che intende?
Ci penso un po’ su per poi rispondergli: “E’ bella ma è stronza!”
“Proprio quello che pensa lei di te. Né più né meno” sono contento, il sentimento è reciproco.
Devo pensare alla mia vendetta personale, dopo quello che mi ha fatto, l’ha scampata bellamente! La prossima volta non sarà così! Poco ma sicuro!
 
 
“Quella faccia non mi piace per niente. Dimmi, vuoi ancora vendicarti per ciò che ti ha fatto?” mi chiede Marco, risvegliandomi dai miei pensieri: alcuni molto sadici, altri molto poco casti.
Mi devo svegliare! Non posso pensare a queste cose! Soprattutto con quella smorfiosa!
“Oh sì! Con o senza il tuo consenso, ci riuscirò!” gli rispondo dirigendomi verso la mia camera.
Sarà una sfida molto divertente!
 
 
Mi alzo la mattina seguente con il buon umore: sarà una giornata indimenticabile!
Ho studiato tutto nei minimi dettagli!
Andrò a casa della ragazzina, già, solo io, dato che Marco deve andare a fare il collaudo della Subaru Impreza e deve fare la spesa: ho finito le scorte di cibo! Da solo! Sono un vero genio del male!
 
Scendo in cucina, prelibandomi già il dolce gusto…
“Ace, mi raccomando: non fare casini, ti prego” dice Marco distrattamente, mentre si prepara in fretta e furia.
“Sei in ritardo? Strano! Di solito sei puntuale come un orologio svizzero!” osservo sghignazzando per la sua gaffe.
“Esilarante, davvero. Tu, piuttosto, stasera non hai una gara?” mi domanda con fare saccente.
La gara! E’ vero! Aspetta un attimo…è stata rimandata!
“Sai, momenti ci cascavo! L’hanno posposta a domani: ci sono troppi sbirri in giro, in quest’ultimo periodo. Deve esserci una talpa dentro alla nostra compagnia…” comincio a pensare interessato.
Chi sarà mai?
“Va bene. Basta che poi, non finisci in gattabuia per essere liberato dal sottoscritto. E’ già capitato due volte, non ho intenzione di liberarti una terza!” sbotta aprendo la porta di casa, salutandomi con un cenno della mano.
“Tranquillo. Bye-bye!” ribatto con un sorriso beffardo stampato sul viso.
“Con te non si può mai stare tranquillo” lo sento sussurrare prima che scompaia del tutto da dietro alla porta, provocandomi una grassa risata.
Quel pennuto è troppo forte!
 
 
Dopo aver fatto colazione con ciò che è rimasto, vale a dire fette di pane con Nutella e caffè, mi vesto velocemente, per poi uscire di casa per andare a trovare la mia “cara” vicina di casa.
Busso insistentemente alla porta, fino a che, qualcuno non viene ad aprire:
“Kidd! Quante volte ti ho detto di suonare quello stramaledettissimo campanello?!?” sbotta la mocciosa semi addormentata.
“Buongiorno!” esclamo ghignando davanti alla sua faccia che pian piano diventa sempre più stupita e irritata.
“Che vuoi?” mi domanda alterata.
“Ma come sei gentile! Non fai entrare gli ospiti?” le chiedo ridicolizzandola.
Devo dire che il mio piano funziona meglio del previsto!
“E spiegami…perché dovrei fare entrare un moccioso come te?!? Ti sei reso conto che sono le sette del mattino?!? E’ Domenica!!! Io voglio dormire!” esclama allibita, facendo per chiudermi la porta in faccia, ma mi infilo nello spazio che c’è rimasto, sorprendendola non poco.
“Giuro che se non esci di qui, chiamo la polizia!” dice prendendo il cellulare dal mobiletto e iniziando a digitare con le sue dita molto velocemente sulla tastiera.
“Io non credo…” ribatto strappandogli l’arnese dalla mano.
“Per l’ultima volta: che cosa vuoi?” mi domanda in tono perentorio, però si capisce che è nervosa e preoccupata.
“E’ semplice mia cara! Vendicarmi di ciò che mi hai fatto ieri sera!” le rispondo sorridendo.
“Fa come ti pare. Torno a dormire. Buonanotte!” dice iniziando a salire le scale pigramente.
Non può ignorarmi così! Ma come si permette?!? Giuro che mi vendicherò anche di questo!
 
La seguo continuando a puntare lo sguardo sulla sua schiena: posso intravedere un altro pezzo di tatuaggio sulla sua schiena: devo dire che ha gusto!
“Finito di fissarmi? Sembri un maniaco sessuale” mi fa notare entrando nella sua camera.
Sono entrato ieri sera ed era un disastro, mentre ora è in perfetto ordine, a parte il letto sfatto.
Non stava affatto mentendo, prima.
“Faccio quello che voglio!” sbotto freddamente, rivolgendole un’occhiataccia.
“Tsk! Che faccia tosta! Prima entri in casa mia, mi requisisci il cellulare e, adesso, detti ordini ovunque. Almeno abbi il coraggio di stare zitto e farmi dormire ancora un po’!!!” ribatte per le rime.
“Non attuerei il mio piano di vendetta, in questo modo! Come posso farti dormire?!?” chiedo allibito, guardandola mentre si copre con il piumone fin sopra la testa.
“Tu e la tua vendetta! Ma dov’è Marco?!?” la sento dire con voce ovattata.
“Ti piace il pennuto?” le domando malizioso.
Si scopre il viso, rossissimo: è imbarazzo o rabbia?
“Non mi piace!” sentenzia sbuffando, mentre si volta da un’altra parte.
“Sgamata! Ammettilo! Ti piace!” rincaro la dose sedendomi sul suo letto.
“No! Ma lo vuoi capire?!? Sto meglio da sola!!! E poi, Marco, sarà pure gentile, ma è un pennuto!” sbotta irata, guardandomi dritto negli occhi.
I suoi occhi verdi hanno un che…di strano…sono magnetici, li guarderei per ore e ore…Ace! Ma che cavolo vai dicendo???? E’ la tua peggior nemica e tu pensi al suo sguardo!!!
Continuo a guardarla però, nonostante la mia voce interiore mi richiami all’attenti.
Ora che ci penso, sta arrossendo a vista d’occhio! Lo sapevo che sarebbe cascata ai miei piedi!
“Piantala di fissarmi in quel modo! Sei fastidioso!” dice guardando un punto indefinito della stanza.
“Oh, poverina! La mocciosa si imbarazza facilmente!” la schernisco ridendo sommessamente.
“Non è vero!”
“Ah, no? E cos’è quel rosso sulle guance, allora?”
“E’…il riflesso del sole!”
“Ma se non c’è neanche in questo momento! E’ dall’altra parte!”
“Non sto arrossendo!” dice mettendosi a pancia all’aria, mentre si passa le mani tra i suoi capelli biondi in modo esasperato. Mi costa ammetterlo, ma quando è imbarazzata è molto più bella.
Se fosse sempre così, non sembrerebbe così antipatica e superba.
Idea…
 
“Ehi, ma che fai?!?” domanda allibita dalla mia azione improvvisa: mi sono seduto sopra di lei, in modo da non farle male, ma sporgendomi con il viso vicino al suo, finché non rimangono solo cinque centimetri di distanza.
“Ti osservo” le rispondo semplicemente, provocandole ancor più imbarazzo.
“Lo sai che è maleducazione fissare gli altri in modo insistente?? Addio bella dormita!” ribatte lei, scansandomi con un movimento brusco, facendomi cadere dal letto.
“Certo, che te le cerchi!” sbotto rialzandomi e parandomi di fronte a lei.
“Ops! Non era mia intenzione! Molto probabilmente non ti ho visto!” dice con tono fintamente dispiaciuto, provocandomi una vena pulsante sulla testa.
Adesso la deve smettere. Mi sta letteralmente stancando!
“Con permesso. Dovrei fare colazione, moccioso dalla presa d’oro!” dice incominciando a dirigersi verso il soggiorno, ignorando bellamente i miei insulti contro di lei: perché mi ha chiamato “moccioso dalla presa d’oro”?!?!?
 
“Ehi, ragazzina!”- comincio a dire richiamando la sua attenzione-“ Perché mi hai chiamato in quel modo, poco fa? Che intendevi?”
Sospira, mettendosi una mano in testa: “Ieri sera. Quando mi hai buttato per terra…mi hai fatto male, quando mi hai preso per i polsi, contento?”
“Ah! Devo dire che sei un po’deboluccia…bimba!” la derido senza tanti complimenti, provocandole uno scatto d’ira. Conseguenza: un bel segno rosso di cinque dita sul mio viso. Ha davvero superato il suo limite.



Angolo di Alyce:
Buonasera a tutti!!!
Questo capitolo l'ho scritto dal punto del nostro zolfanello super sexy...Ace!
Spero che sia venuto bene o, almeno decentemente...
Ringrazio , inoltre, tutti coloro che recensiscono la mia storia o che la leggono solamente e, chi l'ha messa tra le preferite/seguite/ricordate!!
Ciao e un strasuperbacione!!!
Alyce :)

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Capitolo 6
*** 6. un viaggio suicida ***


6° capitolo: un viaggio suicida
 

“Brutta mocciosa che non sei altro!! Come hai osato darmi uno schiaffo?!?” grida alterato, prendendo il mio polso, strattonandomi verso di lui.
“Scusa, ma te la sei cercata! E se stai cercando di intimorirmi…beh! Piano fallito!” gli rispondo per le rime, lanciandogli un’occhiata carica di odio.
“Muoviti a fare colazione e a vestirti. Non ho tempo” dice mollando la sua presa su di me.
Che ha intenzione di fare? Se pensa di farmi qualcosa, se lo scorda!!!
“Perché, scusa? Che vuoi fare?” dico dando voce ai miei pensieri.
“Andiamo ad una garetta. Stasera dovevo partecipare ad una sfida, che purtroppo è stata rimandata, ma lontano da qui, ce n’è una, a cui mi avevano chiesto di parteciparvi. Ecco dove andiamo!” mi risponde facendo nascere sul suo viso un sorriso sadico. Questa storia non mi piace.
Avanti Alice! Non puoi arrenderti così, al suo volere!
“Non vengo!” sbotto alterata, prendendo una brioche e cominciando ad addentarla, insieme ad un goccio di caffè.
“La mia non era una richiesta. Il mio era un ordine, ragazzina. Non mi dirai che hai paura della velocità!” ribatte cominciando a deridermi.
Giuro che lo prenderò a pugni in faccia e a calci nel culo! Mi sta provocando e, io odio le provocazioni, soprattutto, se rivolte alla sottoscritta.
Mi ha lanciato una sfida! Perché non accettare per dimostrargli chi sono veramente?
“Che devo fare di specifico?” gli domando, centrando il punto della situazione, il che, lo diverte molto.
“Mi farai da assistente, ovvio” dice stravaccandosi su una sedia vicino al tavolo.
Con assistente, che intende?
“Scusa, ma credo di non capire…” comincio un po’insicura.
“A queste gare si punta su un pilota in particolare e…di solito si ha un’assistente, che gareggia insieme a lui, tutto qui…” dice vago, provocando in me dei forti sospetti…che cosa nasconde?
“Non me la racconti giusta. Ammettilo. Mi stai nascondendo qualcosa” dico puntandogli contro il mio dito per colpevolizzarlo.
“Io non ti sto nascondendo un bel niente! Non mi credi, per caso?” mi chiede allibito.
“No!”
“Fantastico! Ti prometto che non ti succederà nulla! Ne va della mia vita, altrimenti il mio piano di vendetta sarebbe semplicemente geniale! Maledetto pennuto! Lui e il voler fare il babysitter ad una ragazzina viziata!” esclama deprimendosi.
Finisco la mia colazione, per poi andare in camera mia e prendere vestiti più consoni: non posso andare via in pigiama!

“Che fai?” mi sento domandare da dietro.
“Mi vesto. Che domande del cavolo fai, Ace?!?” dico a mia volta, prendendo una t-shirt a caso, dei jeans lunghi, una felpa e le mie All Stars.
“Così!?!?” mi domanda scioccato. Ma come  mi dovrei vestire? In costume da bagno?
“Sì, perché? Qualche problema?” gli domando cominciando a togliere la maglietta del pigiama.
“Alice. Andiamo ad una corsa illegale, cioè…”
“Cioè, cosa?!?”
“Non puoi vestirti in modo un po’ più…provocante?”
“Che dovrei fare? La tua donna di compagnia?” dico avvicinandomi minacciosa. Non voglio vestirmi come quelle ragazze che lavorano in strada!
“Lo sai? Sei…suscettibile! Posso frugare nel tuo armadio? No, perché altrimenti potresti darmi addosso come una sclerata!!” sbotta irritato, sorpassandomi, per poi dirigersi verso il mio guardaroba.
Io rimango interdetta, mentre lui “fruga” tra i miei vestiti, continuando a sospirare perché non trova niente che gli va a genio, finché…
“Ah! Trovato! Guarda!” dice mettendomi davanti agli occhi il top regalatomi da mia madre quando era ritornata dal viaggio in Austria.
È abbellita da catenine che pendono da una spallina all’altra, facendo intravedere due occhi di leone.
“Ti ricordo che non è estate” cerco di spiegargli stancamente, sedendomi a bordo del letto, ancora in pantaloncini e reggiseno.
“Metterai la giacca di pelle, sta’ tranquilla. Oggi c’è piuttosto caldo e, poi, saremo in macchina” dice lanciandomela addosso.
“Se lo dici tu” ribatto indossando quella maglietta che mi arriva sopra l’ombelico, scoprendo la mia pelle bronzea.
“Hai dei pantaloni di pelle e degli stivali a tacco?” mi chiede improvvisamente, risvegliandomi dai miei pensieri.
“Sì, i pantaloni li ho, ma gli stivali…li ho solamente a tacco basso…” gli rispondo insicura.
“Dove sono?”
“Seconda anta dell’armadio: pantaloni e scarpe gli tengo li”
“Tieni! Vado a prendere la macchina, poi ti raggiungo!” mi urla dall’entrata di casa.
Certo che è veloce a correre! Chissà che auto avrà… sono curiosa!
 
 
“Hai finito?” mi interrompe dal mio pettinare Ace, guardandomi con un sopracciglio alzato.
“Mmmh…” mugugno solamente, guardando il mio risultato allo specchio: non che stia bene, ma mi sento a disagio… e se mi capita qualcosa di brutto? Come farò?
“Da qua!” esclama strappandomi il pettine di mano, che vuole fare?
Comincia a pettinarmi dolcemente, per poi separare i capelli in tre ciocche e formarne una treccia, che lascia ricadere sulla spalla sinistra.
“I trucchi?” domanda ancora. Ma è uno stilista di moda, per caso?
“In bagno, sul ripiano” dico automaticamente.
Ma che mi è saltato in mente? Perché gliel’ho detto? Neanche fossi impazzita!!!
 
Rientra nella camera poco tempo dopo, poggia i trucchi sul comodino (tranne la matita degli occhi), mi prende il viso e comincia la sua operazione.
Qualche volta mi impartisce qualche ordine, come: chiudi gli occhi; gira il volto dall’altra parte e così via…per poi staccarsi da me.
“Puoi riaprire” dice tranquillo, come se nulla fosse accaduto.
“Ma cosa…” comincio a dire, ma vengo fermata sul tempo da un suo fischio di apprezzamento.
“Impeccabile! Sembri una ventenne e, non una bambina! Dopo mi ringrazierai! Andiamo, su!” ordina perentorio, spingendomi letteralmente fuori di casa.
 
Lo spettacolo che ho davanti è…è…mio Dio!
“Cioè…tu…hai una Nissan GT-R?!?” chiedo allibita.
“Certo! Pensavi che avessi un catorcio??? Pagano molto bene alle corse!” mi risponde salendo sul bolide, seguito a ruota da me.
“Preparati. Perché non sarò così gentile con te” mi avverte con un ghigno stampato in faccia.
“Non mi sono mai lamentata. E mai mi lamenterò!” sbotto con uno sguardo altezzoso rivolto a lui.
“Tsk! Gli altri ti sbaveranno a dietro! Di solito le loro compagne sono così sottomesse! Avere una tigre come te, sarà un divertimento!” esclama partendo con una velocità sorprendente.
Se andiamo avanti così, arriveremo in pochi minuti!
 
 
Dopo un viaggio di circa mezz’ora, arriviamo vicino al Monte Corvo: ci sono venuta cinque anni fa, insieme ai miei genitori, per fare un picnic.
Il posto è molto carino. Ci sono delle bellissime vallate, dove si può scorgere un laghetto e un boschetto, ove si racconta vivano i banditi. Chissà se è vero!
A concludere questo magnifico paesaggio, vi è una bellissima strada: anche se è un po’vecchiotta, è in perfetto stato, come se la rinnovassero ogni anno!
“Scendiamo” dice Ace, dandomi un leggero scappellotto sulla testa.
“Vabbè! Basta che non mi picchi, altrimenti ti ritrovi a terra con la faccia gonfia!” sbotto irritata per il suo improvviso comportamento confidenziale.
“Oh! Ma che paura! Aspetta che scappo!” dice scherzosamente uscendo dalla vettura, lasciandomi sola, come uno stoccafisso: io lo ammazzo!
 
Dopo un paio di minuti lo raggiungo: ho dovuto camminare in mezzo a quella calca di persone, entusiaste di puntare sui piloti, non vedendo l’ora di vedere la gara.
“Io punto diecimila! Nah, io novantamila! Che spendaccione! Ehi, tirchio, ti ricordo che siamo ad una corsa clandestina! Ho sentito che parteciperà pure Portgas! Sì, è vero! Dicono che sia uno dei migliori piloti!” sento dire intorno.
Vedo che la fama precede Ace. Ma che bravo! Poteva fare l’attore, intanto che c’era!
 
“Ehi, bimba! Muoviti a venire qui!” sento esclamare. Parli del diavolo e spuntano le corna.
 
“Ace, questa è la tua amichetta?” domanda un ragazzo alto e muscoloso, guardandomi con cipiglio interessato. Cavolo, ma in che situazione mi sono andata a cacciare?
“Sì! Ryan, lei è Alice! Alice, lui è Ryan!” ci presenta Ace tranquillamente.
“Piacere di conoscerti, dolcezza!” dice Ryan porgendomi la mano.
Anche se con un po’di timore, che cerco di nascondere il più possibile, gli stringo la mano, venendo colta alla sprovvista da un suo abbraccio.
Rimango a dir poco di sasso. Anche se è durato tre secondi, sono ancora rigida come un tubo di ferro.
“Non sei molto pratica del nostro saluto. Devi essere una novellina” mi fa notare Ryan con sguardo incuriosito.
“Già! Sono il suo “babysitter” e non potevo farla rimanere a casa da sola, per questo, l’ho portata con me!” risponde Ace per me.
Ma che bugiardo!!! Mi ha quasi costretta e, lui deve farsi notare, dicendo che è una brava persona!
“Ahahahah! Ace! Sei un tipo in gamba, sai? Non cambierai mai! Alice! Sei fortunata ad avere uno come lui, fidati!”-  esclama il ragazzo facendomi l’occhiolino, per poi gridare-“ Forza ragazzi! Preparatevi, che la gara incomincerà tra pochi minuti! Ace! Contiamo su di te!”
“Puoi scommetterci! Andiamo mocciosa!” gli risponde allontanandosi insieme a me, strattonandomi per un braccio: che delicatezza!
 
“3…2…1…VIA!!” grida una ragazza giovane, vestita in modo molto provocante, dando inizio alla corsa.
 
Partiamo in un lampo, raggiungendo subito la seconda posizione, mentre gli altri piloti cercano di superarci, ma invano.
Ace è molto concentrato, ha smesso persino di parlare: deve essere veramente appassionato a questo “sport”. Meglio non disturbarlo…non voglio subire la sua ira…
Però, questo silenzio è troppo opprimente, sembra che se rompiamo questo muro, potrebbe scoppiare chissà che cosa.
“Potresti parlare, per favore?” mi domanda improvvisamente il guidatore, facendomi sobbalzare per lo spavento. E io che mi preoccupavo!!!
“E…di cosa dovrei parlare?” gli domando cercando di ridarmi un contegno.
“…Beh…non lo so…raccontami di te!” esclama fissandomi per pochi istanti, per poi, rimettere lo sguardo sulla strada.
Cosa potrei dirgli di me? Non c’è molto da raccontare!
“Dunque…vediamo…frequento l’Istituto di Meccanica, perché da grande vorrei entrare come ingegnere meccanico nell’Esercito…” comincio a dire un po’imbarazzata.
Se prima mi odiava…adesso mi vorrà morta! Di sicuro faremo un’incidente, lui resterà illeso, io morirò, ci saranno i miei funerali eccetera eccetera…
“…Io…Ahahahahah!! Tu mi vuoi morto!! Ahahahah!!!” ride divertito, aggrappandosi al volante, mantenendo però, il controllo della macchina.
“Come? Perché? Pensavo che quello che doveva essere morto, fossi io!” esclamo senza capire, cominciando a fissarlo, in attesa di spiegazioni.
“Io volevo solo vendicarmi! Certo, alcune volte mi passa l’idea di fare un piccolo omicidio e farlo sembrare un suicidio! Ma non mi sporco le mani! Sono andato in galera troppe volte!” mi spiega ritornando serio e aumentando la velocità della vettura, sorpassando la prima macchina.
“Come mai hai aspettato così tanto per superarlo?” gli chiedo incuriosita.
“Beh, ecco…serve per non lasciarci le penne! Vedrai che quando saremo quasi alla fine della corsa, lui cercherà in tutti i modi di batterci…ma noi gli faremo una bella sorpresa…” mi risponde con un ghigno enigmatico, che mi manda letteralmente in tilt…non in quel senso…forse anche quello…però…sono un po’impaurita! Chi non lo sarebbe?
Avere un pilota di gare clandestine non è cosa da tutti i giorni, soprattutto se sai che potrebbe farti venire un accidente perché usa il protossido di azoto!
“Dimmi…vuoi usare il NOS?” domando dando voce ai miei pensieri.
“Ci puoi contare baby!” esclama eccitato. Cosa cazzo mi è venuto in mente di chiederlo???
Non potevo stare zitta??? Mi sarei risparmiata brutti incubi di noi, che facciamo un incidente d’auto!!
Sono troppo giovane per morire!!!
“Come mai così preoccupata?” mi chiede con cipiglio interessato e strafottente.
“Chi? Io? No! Non sono preoccupata!” mento spudoratamente. Non voglio che mi prenda per una bambina!! Voglio che cambi opinione su di me!!
 
Ricadiamo, così, in un silenzio di tomba, smorzato solamente dai nostri respiri tranquilli…
 
“Ci siamo!” sbotta Ace improvvisamente, guadagnandosi un’occhiata piuttosto incuriosita da me.
“Dobbiamo vincere questa gara! Al mio via, attiverai il computer di bordo e cliccherai solamente OK. Chiaro? Bene! Tieniti forte, perché comincia il vero divertimento!” spiega perentorio, senza lasciarmi replicare…come si attiva il computer di bordo?!?
“Avrei una domanda…mi spieghi l’attivazione del computer?” chiedo un po’intimorita per una sua presa in giro.
“Basta che dici “accenditi Kowalski” e il gioco è fatto. Io devo pensare a quello che ci sta dietro. Potrebbero esserci un po’di botti, dopo” ribatte sinceramente divertito.
Questo. È. Completamente. Pazzo!!!!
Forse ci spareranno e, lui…che cosa fa?!? Ride?!? Giuro che se ne esco viva lo spenno!!!
 
“VAI ALI!” urla prendendo una pistola: E QUELLA?!? QUANDO L’HA PRESA?!?
Comunque sia, non posso incantarmi, così, do l’ordine automaticamente, attivando il dispositivo.
 
“Premere OK per attivare N2O” dice quello o quella con voce robotica.
Va bene! Addio!
 
Accade tutto in pochissimi secondi: Ace accelera ulteriormente, il paesaggio intorno a me si fa distorto, provocandomi un leggero giramento di testa, però, nonostante tutto, rimango attaccata perfettamente al sedile, con lo sguardo fisso davanti a me.
Sento dire  qualcosa da parte di Ace, solo che è ovattato: che sta succedendo? Mi sento…strana…
 
 
 
“Alice! Alice! Svegliati, ti prego!!” sento dire in lontananza…vedo tutto così…ondeggiante e…ondeggiante…che mi è successo?
“Do…dove…dove sono?” chiedo con un filo di voce, cercando di alzarmi aiutandomi con i gomiti, ma non ho fatto conto della mia povera testa…
“Arg!”
“Attenta ragazzina! Meglio che tu stia stesa ancora un po’!” mi rimprovera Ryan con voce preoccupata.
“Sto bene Ryan, tranquillo…a proposito…abbiamo vinto?” domando sedendomi su quel letto così scomodo e duro…ma è la strada! Mistero risolto!
“Sì, abbiamo vinto” dice Ace sorridendomi, facendomi qualche carezza sulla testa.
“Ali, devo dire che non sei molto abituata agli effetti del NOS…novellina!” sfotte Ryan ridacchiando, mentre si allontana.
“Forza! Meglio tornare a casa, altrimenti Marco ci sgrida!” esclama Ace prendendomi in braccio… neanche fossi la sua principessa! Ma sto bene!
“Ace, stai esagerando! Riesco a camminare! Mettimi giù!” sbotto irritata, cercando di divincolarmi da quella specie di abbraccio, ma nulla da fare. Più mi dimeno e più aumenta la presa.
“Fidati. Lo faccio per il tuo bene, mocciosa. Ci sono passato anche io e, sono più grande di te!” ribatte testardo. Che barba!
 
 
Torniamo a casa, dopo un viaggio silenzioso e qualche lamentela da parte mia, taciuta immediatamente dal pilota, che diventa sempre più irritato.
Dovremmo festeggiare e invece…Bah! Meglio non pensarci!
 
Saliamo in casa mia, sorretta dal mio peggior nemico e, appena entrati, Marco ci inveisce contro:
“Menomale che avevo detto di non fare stronzate, Ace!! Ma che cazzo ti è saltato in mente?!? Perché sorreggi Alice?!? Non mi dirai che ha partecipato ad una corsa!!!” sbotta alterato.
Ahia! Siamo nei guai fino al collo!
“Ho guidato io, Marco! Non lei! Era…la mia assistente!” ribatte a modo Ace, stringendomi a sé…Gulp!! Mi sento imbarazzata! In che situazione sono finita?!? Vorrei andare sottoterra!!!
“Sì, certo! Sai, lei è molto abituata al NOS!!!” dice sarcastico il pennuto.
Che ci sia passato anche lui?
 
“Marco. Non dare tutta la colpa ad Ace-ya. La colpa è anche di una certa ragazza, che presa dall’orgoglio ha voluto dimostrare di essere grande” interrompe una voce molto famigliare.
Trafalgar?!? Dio, fa che non ci sia…


“Alice!!! GIURO CHE TI UCCIDO!!!” come sospettavo! C’è anche Eustass!



Angolo di Alyce: Salve a tutti! (schiva appena in tempo un pomodoro marcio)
Ok, non c'è molto da dire, solo che io non so che effetti abbia il NOS...riguardo alla visione "distorta" l'ho visto su Fast and Furios, quando Brian O' Conner aveva attivato il protossido di azoto in uno dei primi film...
Spero che il capitolo vi sia piaciuto almeno un pochino!
Ciao e un strasuperbacione!!!
Alyce :))

 

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Capitolo 7
*** Special: San Valentino ***


Special: San Valentino

 
 
Sento la sveglia suonare in un modo assurdo…ah, no…non è la sveglia…è Eustass-ya che sta russando in modo piuttosto pesante.
In momenti come questi vorrei mettergli un cuscino in bocca o tagliarli la lingua per poi analizzarla da cima a fondo…uhm… penso che lo farò per davvero uno di questi giorni.
Mi alzo stancamente dal letto, anche se potrei dormire ancora un po’, in fondo, sono le sette di mattina…
 
 
“TRAFALGAR!!!! DOVE CAZZO SEI FINITO?!?” sento urlare dalla camera da letto, per poi sentire dei passi avvicinarsi al soggiorno.
“Eustass-ya. Anche se non urli, fai un favore a tutti” dico in modo pacato, lasciandolo prima sorpreso e poi ghignante come non mai.
Non vorrà ricominciare, spero! Siamo andati avanti tutta la notte!
Si china su di me, lasciando una scia di baci lungo il mio collo nudo, per poi passare a divorarmi le labbra in modo animalesco, succhiandomi qualche volta il labbro inferiore.
“Kidd. Piantala” sbotto allontanandolo in malo modo da me.
“Tsk! Cos’è? Sei stanco, per caso? Soffri di invecchiamento precoce, allora! Andrò da un’altra parte…testa di cazzo!” ribatte vestendosi frettolosamente.
“Non mi farai cambiare idea!” gli rispondo per le rime.
“Fa’ come ti pare!” e se ne va, lasciandomi a dir poco perplesso… non si è mai comportato così…
 
 
Passo tutto il pomeriggio tra vari libri di medicina, ma non riesco a trovare la concentrazione!
Maledetto Eustass-ya! Che cazzo gli è preso?!? Di solito, quando gli rispondo in malo modo, mi sbatte contro il muro e, via! Altre ore di sesso!
Se pensa che gli chiederò scusa per il mio comportamento…si sbaglia di grosso!!!
 
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Ho passato l’intera giornata da Ali, solo che lei e Ace hanno continuato a sbraitare come matti.
Non che considerassi la scena stressante, anzi, mi divertiva parecchio!!!
Sembravano mamma e papà mentre litigano davanti al figlio!!!
Chissà…forse, un giorno…
 
“Scusami Kidd se non ti ho degnato di uno sguardo! Solo che quel coglione di Ace mi ha fatto imbestialire!!!” si scusa Alice sedendosi accanto a me.
“Non ti preoccupare piccola! Mi avete tirato su il morale, invece!” le rispondo nel tentativo di tranquillizzarla.
“…Va tutto bene con Trafalgar?” mi chiede all’improvviso, cogliendomi di sorpresa.
Cos’è? Un strega???
 
Mi imbarazzo tantissimo, volgendo lo sguardo altrove: ma che cazzo mi prende?!?
“Allora?” continua lei in modo insistente.
“No. Non va bene per niente” mormoro con amarezza, ripensando a come mi abbia cacciato in malo modo questa mattina quella specie di medicastro.
Non che sia un tipo romantico! Sia ben chiaro! Ma non ricordarsi nemmeno che oggi è San Valentino, mi sembra un po’assurdo!!
Ma che cosa mi sta succedendo?!? Non ho mai pensato a queste cose!!! Perché, ora, sì?!?
Tra me e quello stupido c’è solo sesso!!! Solo ed esclusivamente sesso!!!
“CAZZO!”- urla lei facendomi sobbalzare dallo spavento e, posso notare che ha la faccia molto, molto arrabbiata…che le prende??? –“ Oh! Ma per la barba di Odino!! Come ha potuto cacciarti il giorno di San Valentino!!! Mica è single!!! Cos’è…deve festeggiare San Faustino?!?”
“Ma Ali…” tento di dire, ma mi batte sul tempo, digitando velocemente un numero sul cellulare, attivando la chiamata…fa che non sia Law…
 
“Ciao Law!” ecco! Lo sapevo!
 
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“Ciao Alice…come mai questa improvvisa chiamata? E’ successo qualcosa?” le chiedo con tono vagamente annoiato e irritato.
“NON LO SO!!! VEDI TU!!! TI RICORDO, ESIMIA TESTA DI CAZZO, CHE OGGI E’ LA FESTA DEGLI INNAMORATI!!! QUINDI: MUOVI IL TUO BEL CULETTO E VIENI A CASA MIA!!! ALTRIMENTI VENGO A PRENDERTI CON LA FORZA!!!” grida con voce alterata, facendomi allontanare la cornetta del cellulare dall’orecchio.
Non ho molta scelta… quando Alice si arrabbia veramente è un uragano!
 
Arrivo a casa sua dopo aver preso il bus delle 18.00 e, camminando velocemente, ci ho impiegato…dieci minuti.
Suono il suo campanello e, in men che non si dica, Alice apre la porta furiosamente, per poi darmi un pugno in faccia: questa me la paga!!
“Che cazzo ti è saltato in mente?” le chiedo irato  per la sua reazione non molto normale: che cosa non va? Non credo di averle fatto qualcosa…
“Muovi il culo ed entra” mi dice solamente, aprendo del tutto la porta per farmi passare.
“Perché mi hai convocato?” le domando, ponendo fine a quel suo modo silenzioso di fare: da leggermente sui nervi, nonostante io sia un tipo calmo.
“Kidd!” grida incrociando le braccia al petto. Eustass-ya? Che ci fa lui qui?
 
Entra a passi incerti e misurati, come se fossimo delle bestie feroci pronte ad attaccarlo.
“Fate pace. Immediatamente. Non sopporto vedere i miei amici soffrire!” sbotta Alice allontanandosi da noi, quasi a volerci lasciare la tranquillità più assoluta.
 
“Te la sei presa per davvero?” chiedo al diretto interessato con un ghigno strafottente.
“Sì” risponde in modo automatico… di solito non è un tipo suscettibile, anzi, è il contrario!
È talmente testardo e stronzo che ottiene sempre ciò che vuole! Perché si è comportato così?
E poi, da quando è così sincero??? Lui non ammetterebbe cose del genere!!!
“Perché?” continuo, deciso a venire a capo della situazione.
“Non lo so!”
“Che vuol dire: non lo so?”
“Cazzo! Mi sembra un messaggio chiaro! Non. Lo. So!! Che ci posso fare se il cuore mi batte all’impazzata, se ho lo stomaco sottosopra e se sento la gola secca quando ti vedo?!?” sbotta furibondo cominciando ad uscire da quella casa.
Lo fermo per un braccio, tenendo lo sguardo fisso altrove che non sia quel ragazzo forte nel corpo, ma maldestro nei sentimenti.
“Lasciami” dice perentorio, cercando di scrollarsi da me.
“Mai. Altrimenti come posso dirti che anche io ti amo?” gli domando rivolgendogli un sorriso carico di tenerezza.
 
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Sobbalzo a quelle sue parole… è questo…quello che viene definito amore?
È quel calore che si prova nel petto?
 
Dietro Trafalgar, posso vedere Alice ridere sommessamente, guardandoci con dolcezza infinita.
Appena posso, la ringrazio!
“Andiamo?” mi domanda Law trascinandomi stancamente.
“Certo dolcezza. Però, quando arrivi a casa…avrai una bella sorpresa!” esclamo con un sorriso malizioso.
“Non vedo l’ora!” mi risponde, per poi baciarmi con passione.



Angolo di Alyce: Salve a tutti!
Ok! potete tirarmi roba marcia quanto volete! Metterò pure il cartello con scritto: tirare qui!

Chiedo scusa per il mio ritardo: sia perchè non è più la festa degli innamorati, ma quella dei single e, sia perchè...sono in ritardo!
Non so come mia sia saltata in mente questa idea e, forse i personaggi saranno un po' OOC (un po' troppo, secondo me), ma ho voluto provare, perchè trovo questa coppia veramente adorabile e divertente.
Ci si vede al prossimo capitolo!!!
Ciao e un strasuperbacione!!!
Alyce :)))

 

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Capitolo 8
*** 7. litigi di famiglia e verità insospettabili ***


7° capitolo: litigi di famiglia e verità insospettabili

 
 
“Alice!!! GIURO CHE TI UCCIDO!!!” sento urlare Eustass dal soggiorno.
Credo che questo sia l’ultimo giorno della mia povera esistenza. Sono troppo giovane per morire!
“Eustass! Trafalgar! Come sono contenta di rivedervi!” li saluto facendomi piccola piccola dietro il corpo di Ace.
Dove posso scappare? Alice, pensa! Hai un cervello! Mettilo in moto ed elabora una via di fuga!!
Tanto è inutile scappare, mi prenderebbero in un batter d’occhio, considerando che Law è molto veloce e io sono mezza stordita dagli effetti del NOS.
“CONTENTA DI RIVEDERCI?!? MA CHE CAZZO VAI BLATERANDO!!!” grida con tutto il fiato che ha in gola Kidd, “rompendo” il mio apparato uditivo.
Ma perché fa così? Sono sana e salva, per la miseria!!! Non ho riportato ferite o…che so io!!
“Eustass-ya. Calmati. Allora, Alice? Perché non hai risposto alle nostre chiamate e ai nostri messaggi?” mi chiede Trafalgar con tono pacato, però si può sentire una vena di ira nelle sue parole, il che lo rende alquanto inquietante…e sexy, ovvio.
Aspetta…messaggi? Chiamate? Ma io non ho sentito il mio telefono!
 
Provo a guardare nelle tasche della giacca di pelle, poi, nei miei pantaloni, ma del cellulare, nessuna traccia…Ace!
 
Lo guardo, incrociando le braccia al petto, con occhi che dicono molte più parole, rispetto alla bocca.
“Non guardare me! Ti ho già parato il culo una volta!” esclama sottovoce al mio orecchio, provocando sguardi omicida da parte di tutti i presenti.
Lo prendo per il colletto della maglietta, dicendogli solamente: “La prossima volta non rubi le cose altrui, testa di rapa!!!”
 
“Ace. A quanto pare sembra che ci sia il tuo zampino…” ci interrompe Marco minaccioso, avvicinandosi a noi, come fa una madre quando sorprende il proprio figlio con le mani dentro la Nutella.
“Pennuto. Non so di cosa tu stia parlando! Forse, Alice, non ha controllato bene nelle sue tasche!” esclama lui con occhi divertiti…Ma che cazzo…
Tiro fuori il mio telefono da una tasca del giacchetto, rimanendo senza parole. Non riesco a parlare!
Io giuro che…
“Alice…” dice stancamente Eustass, mettendomi le sue mani sulle mie spalle, con fare esasperato.
“Perché non rispondevi?” chiede lui guardandomi dritto negli occhi, con i suoi color giallo, come quelli di un rapace pronto ad attaccare la sua preda indifesa.
“Io non c’entro…” sussurro stancamente, stufa di tutta quella situazione: voglio andare a dormire…
Lui, di risposta, si gira verso Trafalgar, come a chiedergli cosa deve fare con me, finché non ottiene risposta: “Signori. Potete andare a casa. Resterò io con Alice”
“Law” tenta di dire Marco, ma viene immediatamente fermato con un suo cenno della mano.
È incazzato. La mia vita tutto sommato è stata piuttosto bella, addio!
 
Quando incominciano ad uscire tutti, io, cerco di defilarmi dalle grinfie di Traffy, in punta di piedi, verso la mia amatissima cameretta.
“Dove pensi di andare, tu?” mi chiede con aria minacciosa.
“Chi? Io?” domando a mia volta, come se non sapessi nulla, solo che non ho tenuto conto del gradino bastardo, che, inevitabilmente, mi fa cadere per terra, provocandomi un bel dolore atroce al mio povero fondoschiena.
“Ti sei fatta molto male?” domanda Trafalgar con fare professionale, come se fosse un vero dottore.
Mi rialzo in tutta fretta, prima che lui possa aiutarmi e, chi lo sa, prima che mi adoperi qualche sporco trucchetto per farmi dire la verità su ciò che è successo questa mattina.
“NO! Sto…benissimo!” esclamo, dirigendomi con passo spedito verso la mia meta iniziale: la camera da letto.
“Alice…” comincia a dire lui seguendomi con sguardo attento e calmo.
Quando fa così sta architettando qualcosa: freddo e calcolatore!
“Traffy, non è successo nulla di grave! Quante volte ve lo devo ripetere??? E, poi, è colpa di Ace! È stato lui a mettermi il cellulare nelle tasche mentre eravate…occupati a osservarci imbambolati!” sbotto irritata da quella specie di interrogatorio.
“D’accordo. Ti credo. Non sei come Eustass-ya che dice balle tutto il giorno. Come ha fatto, Ace, a prenderti il telefono?” domanda distrattamente, entrando insieme a me in camera.
“Stavo per chiamare la polizia, ma me lo ha strappato dalle mani, quell’energumeno e pervertito del cavolo!!!” gli spiego dirigendomi verso il mio bagno personale, per struccarmi.
“Sei ridotta veramente male!” dice improvvisamente, appoggiandosi allo stipite della porta, osservando con meticolosità, quasi maniacale, i miei movimenti.
“In che senso, scusa?” cerco spiegazioni, facendo un risolino isterico.
“Non ti vedevo così… “viva” da molto tempo” dice allontanandosi.
“Mi stai dando della morta vivente, per caso? Con voi scherzo e rido, mi sembra!” sbotto alterata dalla sua affermazione.
“Non devi scaldarti. Lo so, che con noi, sei te stessa, ma con altre persone, ad esempio tua madre, non è così. Sei…apatica…” ribatte pensieroso, per poi rivolgermi un sorriso dolce, il che, mi fa sciogliere. Mi spiego: è raro vedere Traffy che ti sorride a quel modo e, quando lo fa, è…incredibilmente tenero, tenero, tenero e ancora tenero!!!
Ti fa sentire in colpa per averlo trattato male!!! Traditore sporco e approfittatore!!!
“Certe volte sei un grandissimo bastardo!” dico con un ghigno stampato in faccia, andando verso l’armadio per prendere il mio pigiama.
“Lo so, Ali. Per questo ti voglio bene” mi risponde scompigliandomi i capelli sciolti dalla treccia di poco fa.
Rido sommessamente, per poi abbracciarlo con slancio, lasciandolo un poco sorpreso.
“Anche tu, certe volte, sei una calcolatrice”
“Capisco che preferisci abbracci molto più focosi da Kidd, ma ti ricordo che l’allieva supera il maestro, in fatto di piani spietati!”
“Ma che…non si dicono queste cose, mocciosa che non sei altro! Fila a dormire!” mi ordina indicandomi la mia “cuccia”. Di sicuro, non me lo faccio ripetere due volte!!!
“Notte, Traffy…” dico stancamente, sentendo le mie palpebre sempre più pesanti, per poi sentire un flebile “Notte, Ali”
 
 
Ma che bella giornata!! Niente può andare storto!!!
Solo che c’è un piccolo problemino…
“Buongiorno Prof.!!!” esclamo pimpante come non mai. Primo giorno della settimana e non sono in ritardo!!! Questo evento bisogna festeggiarlo!!!
“Salve Carter! Oggi posso notare che non sei in ritardo! Forza! Va’ a sederti!” dice felice, però, tenendo un comportamento serio.
 
Eseguo il suo ordine, proprio come un soldatino, per poi notare i volti di Kidd e Law ghignanti…perché fanno così???
“Ragazzi! È successo qualcosa?”  domando senza capire.
“Ma come? Non hai sentito la notizia? Hanno rubato a casa del Preside, stanotte!” mi spiega Trafalgar trattenendo a stento le risa.
“E c’è bisogno di ridere?” chiedo con tono stizzito. Non riesco a trovare la parte divertente!!
“E’ vero, Trafalgar! Non c’è bisogno di ridere! Neanche se il ladro è stato acciuffato e lo conosciamo molto bene!! Ahahahahah!!” sbotta Eustass tenendosi la pancia, continuando a ridere come un ossesso.
 
“Ragazzi! State facendo casino!” ci rimprovera con voce alterata il Prof. di Italiano, dando un pugno in testa a tutti e tre.
 
“Prof.!!! Ma perché lo ha fatto?!?!?” gli chiedo urlando.
Ma perché si comporta sempre così con i suoi alunni???
E’ molto alto, ha capelli brizzolati e corti e, addenta sempre la sua inseparabile ciambella o biscotto.
Si chiama Monkey D. Garp!! Ed è stato un ufficiale della Marina, da giovane.
Lo stimo moltissimo, anche se torno sempre a casa con un bernoccolo in testa.
“E LO CHIEDI PURE, ALICE?!?!?!? STATE RIDENDO COME MATTI!!!!”
“MA SONO LORO CHE URLANO!!!!” mi difendo urlandogli in faccia.
Altra cosa che bisogna sapere: con lui si può litigare senza ricevere note o sospensioni.
Infatti, è molto amato in questa scuola, anche se incute timore.
“NON MI IMPORTA!!! FAI PARTE DEL GRUPPO!!!” ribatte lui per le rime.
“E ALLORA?!? MICA TE LA DEVI PRENDERE PURE CON ME!!! VECCHIO!!!” urlo come fanno i personaggi dei manga: denti da squalo e una vena pulsante sulla testa.
“NON SONO VECCHIO!!!” dice offeso, tirandomi un pugno in testa che mi fa cadere per terra, mentre lui si allontana come se nulla fosse successo.
 
“Te le ha date di santa ragione” nota Law facendo fatica a non ridere per la “scena comica” di me e Garp.
“Già! Comunque, Alice”- si intromette Kidd, ritornando serio- “Chi ha commesso il furto è un tuo amico: Ace…”
Ok…Ace si è improvvisato ladro (o lo era già da prima?) ed è andato a casa del Preside…perché è andato a rubare? Ha una bella macchina e, ha detto che riceve molti soldi alle gare…
Devo chiedere spiegazioni a Marco! Sono davvero curiosa e, posso sfotterlo, ottenendo così, la mia vendetta!!! Muahahahahahah!!!
 
La giornata passa in fretta, non ho seguito molto attentamente le lezioni, a causa del mio dilemma che mi aleggia la mente dalla prima ora.
Torno a casa immersa nei miei più totali pensieri, finché un clacson non mi “risveglia”:
“Ciao Alice! Vuoi un passaggio?” mi chiede cordialmente La Fenice: questa sì, che è fortuna!!!
 
“Allora? Come è andata a scuola?” mi domanda durante il tragitto di ritorno.
“E’? Ah, sì! Bene!” gli rispondo impacciatamente.
“Qualcosa ti preoccupa?” gulp! Ma è un mago?!?!?
“Ehm…beh…a scuola ho sentito che Ace ha commesso un furto alla casa del Preside, questa notte e, che è stato catturato…” ribatto volgendo lo sguardo altrove, guardando il paesaggio che scorre velocemente di fronte a me.
“Ahahahahahah! Ben gli sta! Io glielo avevo detto di non fare cavolate assurde, ma lui ha voluto fare di testa sua!” dice ridendo di gusto.
“Ma…perché lo ha fatto?”
“Ha fatto una scommessa con quel pazzo di suo nonno!” mi spiega tranquillamente, rivolgendomi un sorriso.
“Ah! Non solo suo nonno è un pazzo! Lo è anche Ace! Meno male che non lo conosco!” osservo ridacchiando sommessamente, immaginandomi Ace e suo nonno che litigano come ossessi, per poi  giungere a quella sfida.
“Mi spiace per te…ma credo che tu lo conosca…”
“Ahahahahah! Questa sì, che è bella!!! Ahahahahah!! E sentiamo: chi sarebbe?”
“Monkey D Garp!” ah! AHHHHHHHHHHH!!!! Non ci posso credere!!!! Se questo è uno scherzo…non è divertente!!
“Andiamo! Pensavo lo sapessi, Alice!” non oso immaginare come sia il resto della famiglia di Ace! Non vorrei incontrarli per nulla al mondo!!!
“E tu…lo sei andato a liberare?” gli chiedo con un velo di preoccupazione.
“No. C’è andato Garp. Lo hanno già rilasciato. Ma come mai ti preoccupi tanto? Non è che sotto sotto ti piace?” mi domanda con un pizzico di malizia.
“MA CHE TI SALTA IN MENTE?!? SIAMO COME CANE E GATTO! FUOCO E ACQUA!!!” urlo fuori di me. Io e Ace siamo acerrimi nemici. Fine della questione!!!
“Sarà…comunque siamo arrivati! Guarda! Ci sono Ace e Garp!” mi dice Marco, parcheggiando in una sola mossa.
 
“Ciao Marco! Ciao Alice!!! Che ci fai tu qui?” ci saluta Garp, grattandosi imbarazzato dietro la nuca.
Che ci faccio, io qui? Questa è casa mia!!!

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Capitolo 9
*** 8. compiti di Chimica e fuga di cervelli ***


8° capitolo: compiti di Chimica e fuga di cervelli!

 
 
Sono a dir poco spiazzata. Non solo ho scoperto che Garp, vale a dire il mio Prof. di Italiano è il nonno di Ace, ma ha anche la faccia tosta di chiedermi che cosa ci faccio qui. A casa mia!!!
E poi, perché ha quell’espressione sorpresa sul volto??? Per Roger, ha azionato il cervello?
“Professore…sta…bene?” provo a chiedergli impacciatamente, per paura di una sua reazione improvvisa.
“Alice…vivi qui?” mi domanda a sua volta, come se fosse la prima cosa che dicesse in vita sua, ovvero: ma che bello! Sono venuto al mondo!
“Beh…credo di sì…a meno che qualcuno non abbia spostato la mia casa, mettendone una uguale…immagino che questa sia casa mia…” gli rispondo con un pizzico di incredulità nella voce.
E’ identico ad Ace: un po’stupido.
“Ah! Capisco! Allora tu e queste due canaglie vi conoscete già! Manca solamente Rufy e il gruppo è al completo! Ahahahahahah!” esclama lui, ridendo come un matto.
Rufy? E chi è? Non sarà un altro nipote di Garp, spero!!!
Se sono tutti come lui, rischio di avere un trauma cranico!!!
“Ehi, vecchio! Ti ricordo che Rufy è in giro per il mondo!” sbotta Ace con tono alterato, provocando l’ira di Garp, il quale, assesta un bel pugno sulla testa a suo nipote.
Che scena comica!! Mi viene da ridere a crepapelle!! Ahahahahah!!!
Primo, perché il Prof. è un mito, secondo, perché ho avuto una piccola vendetta sul mio acerrimo nemico!
“Non parlare così a tuo nonno! Tu e Rufy siete degli scalmanati! Tu partecipi a corse clandestine, mentre tuo fratello, piuttosto che andare a scuola, se ne va in giro per il mondo! Per poi a fare che cosa? A provocare danni a chiunque!!! Maledetto Shanks Il Rosso! Giuro che appena lo vedo gliene dico quattro!!!” dice arrabbiato, tanto è che gli esce del fumo dalle orecchie! E’ incredibile di come possa essere violento quest’uomo!!
“Una banda di scalmanati!” osservo sottovoce esasperata, provocando un ghigno divertito a Marco.
“Carter! Hai detto qualcosa?” mi chiede minaccioso Garp.
“No! Affatto!” rispondo dileguandomi in casa, lasciandoli alla loro lite famigliare.
 
Ho voglia di mangiare! Ordinerò una bella pizza da Sanji! E’ il miglior cuoco che ci sia, dopo Zef, il capocuoco.
Sanji è un ragazzo alto e biondo con delle strane sopracciglia a ricciolo, inoltre, è un Don Giovanni di prima categoria; mentre Zef è un tipo burbero, ma ha un cuore d’oro.
Hanno “fondato” il Baratie, il ristorante dove lavorano e, devo dire che si mangia molto bene!
La compagnia è ottima: ci sono sempre risse tra pochi di buono e i cuochi! Il divertimento è assicurato!
Mi ricordo che alcune volte, anche io, Traffy e Kidd prendevamo parte allo spettacolo! Bei tempi!
 
 
“Ristorante Baratie. Desidera qualcosa?” mi chiede una voce famigliare.
“Ciao Sanji! Sono Alice! Vorrei una pizza margherita!” gli rispondo calorosamente.
“Alice??? AMORE DELLA MIA VITA!!! TUTTE LE VOLTE CHE SENTO LA TUA VOCE, MI SENTO IN PARADISO!!! SEI UN BOCCIOLO DI ROSA!!!” grida, facendomi allontanare per sicurezza il cellulare dal mio povero orecchio.
Non è cambiato per niente!!
“Va bene, Sanji! Quanto devo pagare?”
“COSA?!? PAGARE?!? MA PER TE E’ TUTTO GRATIS, MIA DEA!!!” oh, beh! Meglio così!
“Grazie mille! Sei un amico!” lo ringrazio cordialmente, il che lo manda un po’ in depressione, dato che posso sentire “sono solo un amico…sono solo un amico”.
Poverino. Mi fa tenerezza, ma sono e resterò single, al momento!
Così, lo saluto, dicendomi che la pizza arriverà tra dieci minuti. Bravi e veloci!
 
 
DIN DON…DIN DON…
 
“Ciao! Sei arrivato in meno di dieci minuti! I miei complimenti!” dico al mio amico cuoco.
“Questo ed altro per la mia bellissima dea!” ribatte con fare di gala.
“Ahahahah! Ora è meglio che vai, altrimenti Zef si arrabbia! Sicuro che non devo pagarti?” gli chiedo con un piccolo tono di preoccupazione nella voce.
“No! Sta’ tranquilla Alice-swan! Ci si vede, dolcezza!” mi saluta con un baciamano, per poi dileguarsi a velocità sorprendente.
“Ciao…” gli rispondo, anche se parlo più all’aria che al mio interlocutore che c’era prima.
 
 
Dopo la mia bella cenetta, mi fiondo sul divano per guardarmi la tv, ma sento la serratura della porta di ingresso aprirsi: chi sarà mai?
Gli unici che hanno la chiave sono Law e Kidd…
 
Mi avvicino alla porta con cautela, preparando la mia gamba a calciare.
Almeno, gli allenamenti di karate, sono serviti a qualcosa, anche se sono un po’arrugginita.
Si sta per aprire…
 
“Kiai!” urlo tirando un calcio alla persona entrata in casa, che prontamente, para con una mossa del braccio, facendomi capitombolare a terra: dolore!
 
“Uh! Bella mossa Marco! Ti sei difeso bene!” sento dire da una voce famigliare: Ace?!?
“Già. Ma credo che qualcuno non stia molto bene…vero Alice?” mi sento chiedere.
Che vergogna! Mi sono fatta battere da un uomo!! Sotterratemi! Vi scongiuro!!!
“Beh…ecco…io…” comincio a dire nel mio più totale imbarazzo, ma vengo interrotta prontamente da Ace, che non si sdegna di non dire la sua battuta pungente:
“Alice! Sai fare karate?? Certo che sei un po’scarsa! Ti sei fatta battere da Marco che non lo pratica da cinque anni! Eri cintura “non esistente” per caso?”
“Fottiti!” esclamo irritata. Giuro che prenderò una katana e lo taglierò a pezzi piccoli piccoli!!!
“Ahahahahah! Si è offesa!” ribatte ridendo sguaiatamente. Ha superato il limite!
 
SBAM!
 
“Hai ancora il coraggio di ribattere?” chiedo con un ghigno minaccioso al mio nemico.
“Marco…”
“Te la sei cercata! Comunque, Alice, era un bel calcio! Un malvivente non sarebbe riuscito a pararlo se non aveva i sensi all’erta!” si complimenti La Fenice, facendomi sobbalzare.
“Grazie…” gli rispondo imbarazzata.
 
“Che bastardo traditore!” sentiamo sbuffare Ace sottovoce. Devo dire che oggi non ha molta fortuna.
 
“Poverino! Si è offeso!” esclamo vittoriosa, guadagnandomi un’occhiata omicida da parte del sottoscritto. Credo che si vendicherà per il torto subito!
Cose da non fare: restare da sola con Ace!
 
Il giorno dopo mi reco a scuola, con qualche minuto di anticipo rispetto ai miei compagni: oggi la Professoressa di Chimica interrogherà e, come al solito, darà compiti sempre più difficili da fare a casa! Non siamo all’Università!!!
 
“Salve alunni!” saluta con quel suo maledetto modo di fare: rivolgerti un sorriso sadico e guardarti in modo truce.
“Buongiorno signorina Devon!” le rispondiamo: c’è chi è intimorito e, chi la vuole uccidere con la forza del pensiero. Io rientro nell’ultima categoria.
Si definisce una “signorina”, ma è una donna di mezza età, bruttissima e antipatica come non mai!!
“Allora! Oggi interrogherò…Kidd!” esclama strafottente.
“Brutta troia!” sbotta Eustass sottovoce, in modo tale che solamente io e Trafalgar, lo possiamo sentire.
“Hai detto qualcosa?” domanda minacciosa.
“No niente!...stronza!” sarà una “battaglia” interessante!
 
Kidd ha preso tre nell’interrogazione di Katarina Devon, il che, non ha fatto molto piacere a Eustass: aveva studiato insieme a Law per due giorni di fila.
Non posso che continuare a ripetergli che quella megera chiederà sempre cose che non abbiamo mai fatto in tutto il quadrimestre. Ha dato compiti che richiederanno due ore!!!
E’ assolutamente irragionevole!!!
 
 
Rientro a casa con un diavolo per capello: non solo abbiamo avuto compiti impossibili da fare, ma sono stata cacciata fuori aula per aver litigato con il Prof. di Fisica!!!
Di male in peggio!!
 
“Ciao Alice! Che brutta espressione! E’ successo qualcosa?” mi chiede Marco premurosamente, intento a prendere qualcosa dalla dispensa: che starà cercando?
“Sì! Sono stata mandata fuori dalla classe per un lite e ho un mucchio di compiti di Chimica, oltretutto impossibili, da fare!” sbotto irata, sfogando parte della mia frustrazione.
“Chimica? È una bellissima materia!” esclama felicemente…
BELLA MATERIA?!? MA DOVE?!?
“Beato te!”
“Ti posso aiutare. Andiamo a casa mia, così, preparerò qualcosa di diverso da mangiare!” dice tirandomi per un braccio, facendomi sorridere di tenerezza: sembra un bambino!
 
 
“Andiamo Alice! La biochimica è estremamente semplice!” dice Marco esasperato: sta’ cercando di farmi capire una regola che mi entra da un orecchio e mi esce dall’altro.
Non ci sto capendo niente! Non che Marco non sia bravo a spiegare, il concetto l’ho capito, sono i problemi che sono difficili!!!
“Non è colpa mia! Sto cercando di impegnarmi! Te lo giuro!!!” ribatto accasciandomi sul tavolo, provata da quel pomeriggio di studio estremo: mi vengono le lacrime agli occhi, come nei manga.
 
“Sono tornato!” sento urlare da lontano. Dio, ci mancava solo lui!!!
Mi sfotterà a vita!!!
 
“Ah! Ci sei anche tu!” commenta con tono acido.
“Per tua e mia sfortuna, sì!” gli rispondo per le rime.
“Che state facendo…di interessante?” domanda alla Fenice, con tono interessato e vagamente…malizioso? Ma che cazzo…
“Chimica! Per la precisione: biochimica!” gli risponde con un sorriso raggiante.
“Buona morte, Alice! Se vuoi suicidarti, dimmelo. Ti do una mano a preparare il cappio” dice Ace allontanandosi da noi, per poi dirigersi verso la cucina.
Perché aspettare? Ho una bellissima occasione.
“No! Vengo imm…” comincio a dire, alzandomi dalla sedia, ma vengo “ributtata” al punto di partenza.
“Assolutamente! Tu stai qui e studi!” dice Marco minaccioso… ho leggermente paura…
“La Chimica non piace a nessuno, tarararara…” canticchia Ace con tono serio.
“Concordo perfettamente con te!” continuo io, provocando un riso sommesso al mio nemico.
“Allora, scappiamo dal pennuto! Perché altrimenti si incazza e ci ammazza!! Ma non prima di aver mangiato pane e Nutella!!!” urla prendendomi in braccio e scappando fuori di casa.
La Chimica non piace a nessuno, tanto è che provoca fughe di cervelli insieme al tuo peggior nemico!
Credo che per stavolta farò un’eccezione!


Angolo di Alyce: Salve a tutti!!
Allora, premetto subito col fatto che non ho più la pallida idea di cosa sia la Biochimica, quindi, anche se ho letto la spiegazione, mi è sembrato difficile lo stesso.
"Kiai!" invece, è un'"urlo" utilizzato per "raggruppare" la forza e sferrare un attacco. (almeno così ho capito)
Spero che sia venuto abbastanza bene questo capitolo!!
Ringrazio inoltre, tutti coloro che recensiscono e seguono la mia storia! Grazie di tutto cuore!!!! Siete gentilissimi!!!
Ci si vede!
Ciao e un strasuperbacione a tutti!!!
Alyce :)

 

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Capitolo 10
*** 9. una breccia nel cuore? ***


9° capitolo: una breccia nel cuore?

 
Dopo che Ace mi ha lasciata dalla sua presa, abbiamo cominciato a correre come matti, inseguiti dal pennuto che continua ad urlare : “Fermatevi! Giuro che se vi prendo vi concio per le feste!”
E chi si sarebbe aspettato che Marco sarebbe andato in escandescenza? Io, no di certo!
Sta’ di fatto, però, che ho il fiatone e, Ace sta’ ridendo come un matto!
Come fa a resistere? Di sicuro, gli si collasseranno i polmoni!
“Ace! Nascondiamoci da qualche parte! Così, riprenderemo fiato!!” gli faccio notare continuando quella folle corsa dalla mania omicida della Fenice.
“Già! Hai ragione! Nascondiamoci dietro a quel cespuglio nel campetto! Poi, andremo a casa tua!” propone, o meglio, ordina ritornando serio.
Lo seguo, assicurandomi di aver seminato il nostro “assassino” poco prima. Dobbiamo fare in fretta, altrimenti ci sgama!
“Abbassati!” mi richiama all’attenzione il mio nemico/amico (anche se è solo e ripeto solo per questa volta).
“Sicuro che non ci scoprirà?” gli chiedo con una nota di preoccupazione.
“Alice! I miei piani diabolici sono sempre geniali! Non sbaglio mai!” sbotta offeso.
“Sì, come no! Allora? Come hai fatto a perdere la scommessa contro tuo nonno?” gli chiedo con un sorriso furbo, facendolo rimanere per pochi istanti sorpreso, poi arrabbiato come non mai.
Quanto mi sto divertendo!!!
“Questa me la paghi!” ribatte sottovoce, per poi farsi piccolo contro il cespuglio, imitato da me, a ruota.
 
“Dove si saranno cacciati quei due dementi? Giuro che se li becco, non la passeranno liscia! Soprattutto Ace!” sentiamo esclamare Marco iracondo.
Roger, abbiamo superato veramente il limite!
 
Creo un buco in quell’ammasso di rami e foglie, per poi scorgere parte del corpo del pennuto davanti a noi: come ha fatto a non accorgersi che siamo qui?
Vabbè che siamo un po’dentro al cespuglio, però non vedere due corpi…è il colmo!!!
Se ne va sbuffando parole di significato non molto compreso, mentre gesticola con le braccia in continuazione: che comica!
 
“Alice! Dileguiamoci!” mi ordina perentorio Ace, tirandomi per un braccio: mica sono un oggetto!!!
“Ma tu il significato di delicatezza…ce l’hai?” gli domando con tono scettico.
“Assolutamente sì! Muoviti! Andiamo, mocciosa!!” andiamo, mocciosa! Tsk!
Che faccia tosta! Giuro che se Marco ci scopre, gli dirò che Ace mi ha ricattato!!!
No…forse è meglio di no…chissà che cosa va a pensare, poi!
Anche Eustass, farebbe pensieri poco casti su me e questo pervertito Don Giovanni!
Anche se, ovviamente, non batte Sanji!
 
 
“Forza! Apri la porta!” dice cominciando a guardarsi intorno guardingo. Sembra una spia!
Dopo vari tentativi di infilare la chiave nella serratura, esclamo felicemente: “Fatto!”
“Dai, entra! Altrimenti arriva il pennuto”
“Se, come no! E’ intento a dire cose incomprensibili a se stesso! Secondo me è caduto in depressione!” osservo con un filo di divertimento, immaginandomi Marco che sta rannicchiato in un angolo mentre disegna cerchi concentrici per terra…Ahahahahahahah!!!
“Ahahahah!! Questa era buona, lo ammetto! Ahahahah! Caduto in depressione! Caso mai a disegnare cerchi concentrici in un angolo remoto e buio!!! AHAHAHAHAH!!! Troppo divertente!!” ribatte a sua volta…abbiamo avuto gli stessi pensieri…davvero strano!
Di solito litighiamo su tutto!!!
“Ahahahahah!!! Ok…fiu! Ora…che si fa?” gli domando con il fiato corto dalle troppe risa.
“Ah! Oh! Non lo so, sinceramente! Improvvisiamo!” suggerisce riprendendo il suo colorito naturale.
“Mmmh…di solito…non fa bell’effetto improvvisare!” osservo pensierosa.
“Oh! Andiamo! Anche i Russi, improvvisano!”
“Ma che c’entrano i Russi, scusa?”
“Non lo so! Mi è venuta così!” ah! Gli è venuta così!
“Dio mio! Non abbiamo un piano per sfuggire al pennuto!”
“Cos’è? L’idea non ti piace?” domanda con tono piuttosto acido.
“Eh, sarebbe tragedia…”-comincio a dire, guadagnandomi un’occhiata truce-“ Era battuta sarcastica!”
“Ora va meglio!” ribatte con un ghigno sadico sul volto: sembra uno psicopatico!! Ha perso la sua faccia da ragazzino.
 
Stiamo in camera di mia madre, dato che la sua finestra, da’ sul campo, così possiamo vedere ciò che combina il nostro amico pennuto, divertendoci a sfotterlo a sua insaputa.
Però, siamo stati scoperti subito dopo: stavamo facendo varie espressioni buffe, lui si è girato, ci ha guardato per momenti che mi sono sembrati interminabili e… zac! Ha cominciato a correre verso la mia casa!!! Ora che facciamo????
“Dimmi che gli hai rubato la chiave…” gli dico supplichevole, ma l’unica cosa che ottengo è solo uno sguardo perplesso e una risposta che mi fa un po’, ma dico, solo un po’, imbestialire:
“Perché? Dovevo?”
“E lo chiedi pure?!? Sei uno stupido!!!” gli urlo contro, scatenando la mia ira e, facendolo indietreggiare dalla paura.
 
Quando, sentiamo la porta aprirsi…
“Dio! È già qui!” esclamo sottovoce, entrando nel panico: siamo nella merda! Siamo nella merda! Siamo nella merda! SIAMO NELLA MERDA!!!!
 
A risvegliarmi ci pensa Ace, che, in una sola mossa, mi “caccia” sotto al letto insieme a lui.
Come se potesse funzionare! Per me, è la prima cosa che guarderà!
Aspetta…Ace…è vicino a me…troppo vicino…ci sono a malapena due centimetri di distanza!
Sto quasi per gridare, ma lui mi anticipa, tappandomi la bocca con un mano, mentre mi mima di stare zitta…io non prendo ordini da nessuno!!!
 
“Non possono essere andati molto lontani. A meno che non siano saltati giù da una finestra, sono ancora in casa, nascosti da qualche parte” dice Marco passando davanti alla stanza in cui ci siamo nascosti. Sarà pure divertente, ma mi sto addormentando…
 
 
“Dove sono…?” mi domando con voce flebile, vedendo tutto sfocato.
“Bene! Ti sei svegliata! Manca solamente Portgas!” esclama Marco felice…come? Io e basta? Non dirmi che Ace si è addormentato!
“Ma allora…”
“Allora, Ace, causa la sua narcolessia, ti ha abbandonato al tuo destino! Beh! Almeno vi siete conosciuti un pochino di più!” esclama il mio interlocutore, facendomi sorgere vari pensieri per la testa: io e Ace abbiamo parlato come due persone civili, o quasi…c’è stato qualche battibecco, ma nulla di più…però…
“Dimmi Marco: lo hai fatto a posta?” gli domando con un certo dubbio e, la risposta, non tarda ad arrivare: “Sì! Sinceramente, non avevo una grande voglia di rincorrervi, ma poi, l’idea di farvi fare amicizia si è insinuata nella mia mente e così… ho fatto ciò che dovevo fare! Credo che il mio piano sia riuscito, dato che Ace ti ha tenuta abbracciata a sé per tutto il tempo!” risponde in tutta tranquillità…CHE COSA?!? ANDIAMO!!! ACE NON PUO’ AVER FATTO VERAMENTE COSI’!!! SAREBBE L’ULTIMA, SE NON COSA  “NON ESISTENTE” CHE FAREBBE!!!!
Sono a dir poco scioccata! E Marco non mi è d’aiuto, dato che mi guarda con un sorriso divertito sul volto.
“Non ti credo!” sbotto alterata, cercando di alzarmi, ma qualcosa mi trattiene…
“Se non ci credi, voltati!” e…c’è Ace che mi sta’ tenendo per la vita…ok! Calma! Non sta’ succedendo nulla di anomalo! No, assolutamente! Non sei rossa Alice, dico sul serio!
Sei solamente nel più totale imbarazzo, ma non è nulla di grave!!!
 
“Dovresti vedere la tua faccia! Ahahahah!” ride di gusto La Fenice, provocando un sussulto da parte mia e, il risveglio di Ace.
“Che succede?” chiede assonnato guardandosi intorno.
“Niente, Ace! Assolutamente niente!” gli risponde il pennuto, girando lo sguardo altrove.
“Staccati” sibilo tra i denti, rimanendo ferma come una statua.
“Cosa? Che intendi?” mi domanda stranito.
“Le tue braccia… per favore…staccati!” mi guarda per un po’, per poi passare lo sguardo sui suoi arti intorno alla mia vita, speriamo che se ne accorga!
“Sc…scusa! Non era…non era mia intenzione!” borbotta rosso in viso: di solito non si comporta così… che gli sta’ succedendo? O meglio: che ci sta’ succedendo? Perché non provo il mio più totale odio nei suoi confronti?



Angolo di Alyce: Sa...(schiva per un soffio un oggetto non identificato)
Salve a tutti!
Allora! Che dire? Mi scuso se questo capitolo è un po'corto, ma...nella prossima puntata ci sarà una piccola sorpresina...
Ace: Piccola anticipazione, Alyce?
Io: perchè no?

...

Cerco Ace da tutte le parti, ma non lo trovo da nessuna parte. Possibile, che tutte le volte che c'è una corsa, dobbiamo sempre perderci di vista???
Guardo da tutte le parti, quando, urto contro qualcosa, o meglio, qualcuno...
"Ehi!" sbotto irritata, mettendomi una mano sul naso dolorante.
"Scusa ragazzina...ma tu chi sei? Quelle come te dovrebbero restare in casa a guardarsi i film d'amore e piangere!" lo sento dire: ma chi si crede di essere???
"Per tua informazione, zucca rasata, a me non piacciono i film d'amore!!!" ribatto per le rime, facendolo rimanere un poco sorpreso, finché non scoppia in una risata, che coinvolge tutto il gruppo che si è creato intorno a noi due.

"Per Roger! Quella ragazzina finirà veramente male! Ahahahah!!" commentano gli spettatori, quando arriva una ragazza...

"Che succede, tesoro?" domanda abbracciando l'energumeno.
"Niente. C'è una ragazzina che scherza col fuoco!"
"Oh! Allora la micetta ha le unghie! Piacere! Sono Letty! Ti presento..."

Fine dell'anticipazione! Vi ho incuriositi?

Spero che questo capitolo sia almeno, decente!
Ci si vede!
Ciao e un strasuperbacione a tutti!!!
Alyce :)))

 

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Capitolo 11
*** 10. nuove conoscenze e amici ritrovati ***


10 capitolo:  nuove conoscenze e amici ritrovati
 

 
Dopo quel episodio imbarazzante dell’abbraccio, io ed Ace abbiamo preso le distanze e, tutte le sante volte che ci incontravamo, arrossivamo e non parlavamo per intere ore: sembravamo due fidanzatini che erano stati sgamati dai genitori per essersi baciati, fino a che un giorno…
 
“Ace! Alice! Ho delle belle notizie! Ci sarà una bellissima gara, stasera!!! E  parteciperà pure lui…” ci dice Ryan contento come una Pasqua…chi è lui?
Guardo Ace in modo perplesso, come a chiedere spiegazioni, ma lui rimane imbambolato, guardando davanti a sé con occhi sgranati, tanto è che, per un attimo, ho avuto paura che gli occhi gli uscissero fuori dalle orbite.
“Alice. Dobbiamo andare!” esclama prendendomi una mano, il mio…nemico?
“Ma come? Io…non capisco…pensavo che non mi avresti più portata con te alle tue corse e poi…” dico lasciando in sospeso la frase.
Cala il gelo più totale. L’aria è talmente opprimente e tesa che si può tagliare con un coltello.
Mi guarda sorpreso dopo la mia affermazione, per poi calare il suo sguardo verso le mattonelle di casa sua, stringendomi sempre di più la mano...che gli prende, ora?
 
Marco ci raggiunge, intento ad asciugare un bicchiere con il canovaccio, lanciando occhiate incuriosite da una parte all’altra:
“E’ successo qualcosa? Ace?” chiede La Fenice, avvicinandosi alla persona che mi è di fronte per poi, cominciarla a scuoterla con vigore…non si muove di un millimetro…
“Un altro attacco narcolettico” dice con fare professionale.
Ecco un altro motivo per non andare alle corse con Ace: può avere un attacco e potremmo morire!!!
“E’ sempre il solito! Comunque, non dovremmo appoggiarlo sul divano? E se cadesse e si facesse male?” chiedo con un velo di preoccupazione.
“Nah! Sta’ tranquilla! Guarda!” e detto questo, stacca la mano del bell’addormentato dal mio polso, per poi spingerlo con delicatezza fino a farlo cadere.
 
SBAM!
 
“Per Roger! Ma che cazzo hai fatto?!?” gli domando irata, chinandomi per aiutare il malcapitato…perché lo sto aiutando?
Forse perché potrebbe essersi fatto male! Uhm! Nient’altro! E’ solo un aiuto!
“Ma che succede? Perché ho un dolore atroce alla mia povera testa?” domanda guardandosi intorno, Ace, per poi far ricadere lo sguardo su di me…
“SCUSA!” esclamo rilasciandolo andare…
 
SBAM!
 
“Arg! Ma che cazzo ti prende?!? Perché cazzo mi hai mollato?!?” domanda alzandosi di scatto tenendosi la testa: forse è diventato più furbo!
“Mi…mi dispiace!” sussurro chiudendo le mani in pugni.
“Se! Se! Va bene! Calmati! A proposito…Marco? Può venire con…”
“Non se ne parla nemmeno! E’ fuori discussione!” lo precede con sguardo severo il pennuto.
“Ma non sai nemmeno quello che…”
“Posso immaginarlo! Vuoi portare ad un’altra corsa clandestina, Alice, giusto?”
“Beh…ecco…”
“La risposta è no!”
“Ma Marco!”- si intromette Ryan, provocando uno sguardo omicida da parte di quest’ultimo-“ Non ti devi preoccupare! La terremo d’occhio! Andiamo! Non le succederà nulla, promesso!”
“Primo: è minorenne; secondo: ti ricordo che poi bisogna dire tutto a sua madre se le capita qualcosa e terzo: sappiamo che effetti ha su di lei, il NOS” ribatte Marco con estrema sicurezza…purtroppo ha ragione… però…confesso che mi piacerebbe partecipare: la velocità e le competizioni per me sono come un gelato per un bambino.
Farei di tutto, pur di parteciparvi!
“Fammi tentare un’altra volta! Ti scongiuro!” esclamo girandomi di scatto verso di lui, provocando la sorpresa più totale da parte dei presenti, soprattutto in Ace.
“Alice…” tenta di dire, ma lo batto sul tempo, cercando di convincerlo.
“Mi assumerò io la responsabilità di tutto! Mia madre non si è quasi mai preoccupata per me! Che differenza fa, se vado tre giorni in ospedale?” gli chiedo con sguardo duro.
“Ascoltami!”- dice mettendomi le mani sulle spalle-“ Che cosa dirò a tua madre, se tu dovessi…morire?”
 
Silenzio…che cosa rispondo? Scelta difficile, a dire il vero…però…la tentazione di andare è troppo forte!!!
 
“Digli che…mi sono divertita a combinare guai!” gli rispondo infine, sorridendo da un orecchio all’altro.
Da una parte questo sorriso è sincero, mentre dall’altra falso: se muoio, almeno l’ho fatto divertendomi, ma non posso nemmeno non pensare che un poco di paura la abbia!
Sarebbe come chiedere a Indiana Jones: << Odi i serpenti?>> e lui << No!!! Assolutamente no! >>
 
“Certe volte sei uguale al matto che ti sta’ a fianco! E va bene! Ti ricordo che, la colpa è tua, se ti succede qualcosa!” mi rimprovera esasperato Marco, ritornando verso la cucina…
 
“Con matto che le sta’ a fianco, intendevi me?!?” domanda Ace puntandosi un dito contro il petto, chissà come starebbe senza maglietta…ALICE!!! NON PENSARE A QUESTE COSE!!!!
 

 
Dopo quella piccola discussione, ci siamo preparati in fretta e furia, per poter raggiungere il prima possibile il luogo di ritrovo della gara. Sono emozionatissima!!!
 
 
Raggiunta la nostra destinazione, ci siamo “immessi” nella folla, perdendoci di vista molto presto!
Va’ a sempre finire così!! Dovremo legarci con delle manette, se andiamo avanti di questo passo!
Però, ora, devo cercare Ace! Altrimenti, chi lo sente?
 
“Alice! Ti ho trovata, finalmente! Hai visto Portgas?” mi chiede Ryan raggiungendomi e affiancandosi a me, circondando le mie spalle con un braccio.
“No! Non perdiamo tempo in chiacchere! Tu vai da quella parte, mentre io vado da questa! Ti do il mio numero di telefono, così ci avviseremo se troviamo quello scapestrato!” gli dico quasi urlando.
La gente parla talmente tanto che sembra di ascoltare la musica vicino alle casse della discoteca.
Che ci sarà di così tanto interessante???
 
Cerco Ace da tutte le parti, ma non lo trovo neanche sotto tortura. Questa, è la parte che odio di più di una corsa: l’inizio di tutto!!
Tra le persone che spingono per prevaricare al centro dell’attenzione e Ace… preferisco tre milioni di volte il mio nemico!!!
 
Proseguo così, ignorando quella calca di persone, la mia agognata ricerca, finché non vado a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno…
“Ehi!” sbotto irritata, mettendomi una mano sul mio povero naso dolorante.
“Ma cosa…Ragazzina! Che ci fai, tu qui? Non dovresti essere a casa tua, seduta comodamente sul divano con una scatola di fazzoletti in mano, mentre ti guardi un film d’amore strappalacrime?” lo sento dire girandosi verso di me: ma chi si crede di essere, questo?!? Il re del mondo?!?
“Per tua informazione, brutta testa rasata: a me non piacciono i film d’amore!!!” ribatto per le rime, facendolo rimanere un poco sorpreso, per poi scoppiare in una risata che coinvolge tutto il gruppo che si è creato intorno a noi: lecchini!
“Brutta testa rasata! Questa sì, che è bella! Tu non sai con chi hai a che fare!” mi avverte quello, avvicinandosi sempre più a me…
 
“Ahahahah! Non credo che la perdonerà! Ahahahah! Hai ragione! Quella mocciosa se l’è proprio cercata! Ahahahah!” commentano gli spettatori, causandomi uno scatto d’ira: mi prudono le mani…
 
SCIAF!
 
Cala il mutismo tra i presenti…ok…forse ho esagerato, ma cavolo! Mi stigavano!
Ero talmente incazzata, che ho tirato uno schiaffo all’uomo possente che mi ritrovo davanti.
Aiutati che Dio ti aiuta!
Scommetto che morirò prima del tempo. Non la passerò liscia, come faccio di solito.
 
“Vai Dom! Fagli vedere chi comanda! Vendicati!” urlano all’improvviso quelli, creando un grande caos, finché non arriva una ragazza…
 
“Fate largo, massa di bisonti! Muovetevi! Ah! Ciao! Che succede tesoro?” domanda abbracciando l’energumeno…cioè…è la sua fidanzata?
E’ giovanissima!!! Sembra avere pochi più anni di me, ha capelli neri ed ha la carnagione bronzea.
“Oh, niente! C’è solamente una ragazzina impertinente che ha osato darmi della “brutta testa rasata” e uno schiaffo!” dice con tono tranquillo, baciando la ragazza.
“Allora la micetta ha le unghie! Sai, preferisco una bambina come lei, piuttosto che le gatte morte che ti girano attorno! Questa, dimostra che non ha interesse per te!” osserva lei, staccandosi dal suo uomo: sono una bella coppia, dopotutto.
“Piacere! Sono Letty! Tu chi sei?” mi chiede porgendomi la mano.
“…” cavolo! Prima dimostro di essere chissà chi e ora non parlo! Sono veramente stupida!
“Dio! Questa ragazzina è veramente forte! A parte gli scherzi! Cosa ci fai, qui? Quanti anni hai?” continua imperterrita, prendendomi un braccio con forza: non credo che mi lascerà andare così facilmente.
“Alice” rispondo automaticamente.
“Anni?”
“Non vedo il motivo di farti sapere la mia età. Potrei avere trenta anni, come potrei averne dodici. A te che importa?” le domando enigmatica, il che la sorprende molto.
“Ahahah! Mi piaci! Sai farti rispettare! Comunque, ti consiglio di chiedere scusa al mio uomo! Potrei iniziare a picchiarti!” mi minaccia con sguardo glaciale.
“Scusa…”
“Mi prendi in giro? Scusa e basta? Come minimo voglio novecentomila dollari per avermi dato il ceffone!” mi sgrida….ma chi ha tutti quei soldi??? Dovrò lavorare per chissà quanto tempo!!!
“No!”
“Hai pure il coraggio di controbattere?!?” mi domanda.
“…Per un ceffone?!? Cavolo! Sarei già ricca, se penso a quanti bigliettoni avrei preso per un schiaffetto!!! Mai e poi mai! Accetto tutto, ma non i soldi, eh!” gli urlo contro, provocandogli un ghigno divertito.
“Ahahahah! Sei veramente un asso, Ali! Ti presento Dominic Toretto! E’ uno dei piloti di auto più forti!” ci presenta Letty, spingendomi verso di lui.
“Uno dei più forti? Per Roger! Devo trovare Ace!!!” urlo all’improvviso, “svegliandomi” da quella situazione, ritornando coi piedi per terra.
“Conosci Portgas D Ace?” mi domanda Dominic, scuotendomi.
“Sì! L’hai visto?” gli domando con agitazione. Ho perso tempo!!! Chissà cosa starà facendo, ora!!!
Mi starà lanciando maledizioni a non finire per essere sparita!!!
“Certo! Stavamo parlando poco fa! Poi è andato da Brian perché doveva parlargli di non so cosa…” mi informa facendosi pensieroso…questo Brian mi sembra di averlo già sentito nominare…
“Eccoli Dom! stanno arrivando i diretti interessati!” annuncia Letty indicando i due.
 
“Beh? Che sono quelle facce?” domanda Ace senza capire.
HA PURE IL CORAGGIO DI CHIEDERLO?!?!? IO LO AMMAZZO!!!
 
Mi sto avvicinando a lui, preparando le mie mani, con l’intento di strozzarlo, quando un braccio ferma la mia tanto desiderata azione…
 
“Ma tu sei Alice!” sento esclamare una voce famigliare…
Vuoi vedere che…
 
“Brian? Che ci fai, tu qui?”




Angolo di Alyce: Buonasera lettori!
Avevo intenzione di scrivere tutta la gara, ma proprio tutta in un solo capitolo, ma poi, ho deciso di dividerlo in due...sono sadica, lo so.
Passando alle domande: come fa Alice a conoscere Brian? Perchè ho messo Dominic Toretto di Fast and Furious, nella storia?
La prima, è... e lo scoprirete nel prossimo capitolo, mentre la seconda è perché qualcuno mi aveva chiesto se avessi fatto la gara con Dom.
Io ci ho pensato e ho mi son detta : Perchè no? Sarà divertente! E poi, adoro Dom!!!! *-*
Ringrazio tutti coloro che leggono questa storia e chi recensisce o mette tra le preferite/seguite/ricordate. Grazie infinite!!!!

Scrivo questo capitolo in onore del grande attore Paul Walker! Un bacione!!!!

Ciao e un strasuperbacione a tutti!!!
Alyce :)))

 

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Capitolo 12
*** 11. un passo indietro nel passato e l'inizio della corsa! ***


11° capitolo: un passo indietro nel passato e l’inizio della corsa!

 
 
“Brian? Che ci fai, tu qui?” domando al ragazzo biondo di fronte a me.
Sapevo che faceva il poliziotto, ma che fosse passato dalla parte del crimine, partecipando a gare clandestine…no…sono sinceramente sorpresa e molto, molto perplessa.
 
“Beh…vedi, io…” tenta di dirmi, ma Dominic si intromette, ed è abbastanza alterato.
“Brian. Alice. Vi conoscete?” chiede rivolgendoci un’occhiata sospettosa…ma che diavolo succede?
“Lui e mio padre erano amici. Qualche problema?” gli rispondo con tranquillità.
Non c’è nulla da nascondere.
“In effetti, sì! Che lavoro svolgeva, tuo padre?” domanda ancora lui, avvicinandosi a noi.
Ho la netta sensazione che potrebbe tirare fuori una pistola, pronto a spararci, se viene a sapere verità scomode… meglio mentire. Non posso dirgli che era uno sbirro. Mi ritroverei sottoterra.
“Meccanico!” dico facendo un falso sorriso amichevole.
“E che c’entra lui?” continua indicando Brian.
“Mi aveva salvato la vita, una volta. E da quel momento ci siamo sentiti, se avevamo bisogno di qualcosa. Dovevo pur sdebitarmi” dice a quel punto, il mio amico biondo, grattandosi la nuca.
“Vi crederò sulla parola…ma vi tengo d’occhio…” ci avverte Dominic, velando la sua minaccia: se scopro qualcosa di incomodo, sapete che fine farete.
 
A quel punto, alleggerendo quell’aria carica di tensione, un ragazzo, che avrà all’incirca la mia età, segnala che la gara sta’ per cominciare…
 
“Sei pronta?” mi chiede Ace, risvegliandomi dai miei pensieri.
“Ma certo! Dobbiamo vincere, a tutti i costi!” esclamo rivolgendogli un sorriso rassicurante, il che, non può fare a meno di sorprenderlo tantissimo.
“Che c’è?” gli chiedo a quel punto, vagamente perplessa da quella sua strana reazione.
Di certo, non può essere un sorriso, a “scongelargli” il cuore.
“Mmmh? Niente, niente! E’ tutto…ok! Credo…” ribatte con una punta di incertezza.
“E’ già qualcosa! Andiamo! Non possiamo perderci l’inizio della corsa! Soprattutto se partecipiamo!” gli faccio notare decisa.
“Hai ragione! Facciamogli il culo! Gli faremo mangiare il nostro gas di scarico!” grida ghignando come non mai. Che ragazzo incredibile!!!
 
“Pronti ragazzi e…ragazze?” domanda il giovane di poco fa, facendomi l’occhiolino, che nota pure Ace…come risposta ha fatto rombare il motore in un modo assurdo…che gli prende?
“Oh! Vedo che qualcuno è impaziente…allora…VIA!”
 
Inizio gara! Siamo partiti subito in quarta, accompagnati da un’impennata di Dominic con la sua bellissima Dodge Charger nera. Devo dire che è fantastica!!! Vorrei guidare come lui, un giorno!!!
Non che Ace non sia bravo, anzi, ma non credo che lui sappia fare un’impennata. Con un’auto, poi!
A proposito…Brian è ancora indietro…a pensarci bene… non posso fare a meno di ricordare ciò che è successo tanto tempo fa…
 
 
INIZIO FLASHBACK
 
Alice stava aspettando, impaziente, il ritorno del suo adorato papà. Era un poliziotto, o, come lo definivano i criminali, uno sbirro.
Tornava a casa molto tardi, la sera, ma la piccola undicenne, non se ne curava per niente, nonostante i ripetuti richiami da parte di sua madre, che le intimava di andare a dormire.
 
Quella notte, Ian Carter, tornò a casa verso mezzanotte, accompagnato da un giovane biondo:
“Ciao piccola mia! Non dovresti essere a letto?” chiese prendendola in braccio, ma lei, era come incantata dalla vista del collega del padre, che ricambiava il suo sguardo, con uno vagamente interessato e perplesso.
“Pa…chi è quello?” sussurrò all’orecchio di lui.
“Lui? Ah! E’ il giovane Brian O’Conner! E’ nuovo, nel nostro corpo di polizia!”- gli rispose a sua volta, usando il suo stesso tono, per poi riprendere-“ Brian! Ti presento, Alice! Mia figlia! Ali, ti presento Brian! Trattalo bene, mi raccomando! Vado un attimo da tua madre!”
Se ne andò, lasciando nell’imbarazzo più totale i due, che si lanciavano occhiate furtive di tanto in tanto, finché Alice, decise di spezzare il silenzio che si era creato:
“Quanti anni hai?”
“…Scusa piccola, ma perché me lo chiedi? Dovrei essere io a domandartelo…” gli rispose sorridendo.
“Mmmh…forse hai ragione…undici! Ora tocca a te!” gli disse in un soffio, provocando l’ilarità da parte del ragazzo.
“Diciotto! Dimmi…come vai a scuola?”
“Bene! Io da grande voglio entrare nell’esercito!” disse la piccola enfatizzando, fiera del suo più grande sogno.
“Wow! Hai già le idee ben chiare! Allora, ci aiuterai qualche volta!”
“Dipende! Al limite posso soccorrervi con il mio carrarmato!” ribatté lei, causando immensa sorpresa nel giovane Brian: quella piccoletta lo divertiva, ma allo stesso tempo la rispettava.
Aveva un bellissimo sogno, come non negarglielo? Solo che pensare già alle armi quando si è molto giovani, potrebbe averla fatta crescere nella criminalità o nel terrorismo.
Non si sarebbe affatto sorpreso, se un giorno, l’avrebbe dovuta ricercare per un qualsiasi reato commesso.
 
“Che c’è? Anche tu non mi credi?” domandò la piccola un po’stizzita.
Tutti la prendevano in giro perché voleva entrare nell’esercito. Che c’era di male?
Era un lavoro come un altro! Come fare il poliziotto!!!
“Assolutamente…stavo…pensando a come potresti essere da grande…” rispose sovrappensiero, accorgendosi troppo tardi, che il guaio era stato fatto.
“Intendi fisicamente o moralmente? Potrei denunciarti per pedofilia!” disse Alice, ridendo sotto i baffi: si vedeva che lo prendeva in giro.
Si era sempre comportata così, anche se suo padre le aveva ripetuto un’infinità di volte: “Tratta bene gli ospiti e, non fare scherzi! Altrimenti te la dovrai vedere con me!”
Ma non ci badava molto: per scamparla, ricattava la gente, tecnica che aveva imparato da alcuni “amici” criminali, che conosceva durante gli interrogatori di suo padre.
Erano molto efficaci. Gli avevano anche insegnato anche un po’di ladreria e omicidio, ma quello non gli interessava: al limite avrebbe stordito la vittima, ma mai, uccisa.
 
“Ehi! Sono un poliziotto! Potrei essere licenziato e tuo padre potrebbe uccidermi! Comunque, intendevo moralmente! Quando mi hai parlato a quel modo, ho pensato: questa non sarà mai una criminale! Mi ricredo! Dalle facce che fai, hai già avuto a che fare con gente poco di buono. Cosa hai fatto?” domandò Brian ghignando trionfante.
“Sì, te lo dirò! Ma non lo dire a nessuno! Sarà il nostro segreto! D’accordo?” chiese sospettosa, allungando il mignolo della sua manina.
“Adoro mantenere i segreti! Ci sto! Ma non devi tralasciare niente!” ricattò a sua volta.
“Ma che bast…”
“Ehi! Sarai una donna! Le parolacce non si addicono alle signore! Chiedi scusa!” le ordinò sorridendole.
Da prima, Alice gli fece una linguaccia, ma vedendo l’espressione penetrante del giovane ragazzo, non poté farne a meno: aveva una sincerità incredibile, in quegli occhi!
“Scusa…” sussurrò chinando il capo, come pronta a ricevere una ramanzina.
“Nah! Non ce n’è bisogno! L’ho fatto per il tuo bene! Mi devi un favore! Saremo amici, che ne dici?” gli propose entusiasta.
“Sì!!!” rispose con un brillio negli occhi, prendendo la mano del più grande.
“Bene, allora! Sputa il rospo! Che cosa hai fatto? Non ti arresto. Chiuderò un occhio, per questa volta” disse calcando bene le ultime parole.
Sincero e ricattatore. Bell’amico!
“Dunque…ho…rubato le merendine dei miei compagni…” disse vaga, girando lo sguardo altrove.
Aveva fatto ben peggio e, questo, Brian, lo aveva capito:
“Potrei arrestarti per calunnia, in questo momento” la minacciò ridendo, il che, provocò nella ragazzina un lampo veloce nei suoi occhi verdi, non molto rassicurante: sembrava preoccupata.
“Ok! Ok! Dirò tutto! Ho…vedi…ho rubato dei soldi ad una maestra…ma mi stava antipatica!! Non volevo farlo! Mi ha costretto, in un certo senso, eh!!! Ho rubato ad un ladro…però…non sarebbe furto! Lui aveva rubato prima di me! Era una collanina con sopra un teschio! Mi piaceva! E così, l’ho presa, mentre veniva interrogato da mio padre…e…mi sono picchiata con una mia compagna di classe, fuori da scuola…” disse imbarazzata, torturandosi le piccole mani e lisciandosi in continuazione la maglietta che indossava.
“Altro?” aggiunse Brian, sollevandole il visino turbato.
“No!” si difese scacciando la mano dal suo mento.
“Bene!”- disse alzandosi, imitando una voce severa- “Sei in arresto per furto e per disturbo della quiete pubblica con rissa, incitando alla violenza!”
“Ma…io…avevi promesso…” cominciò a dire lei, cadendo nella disperazione più totale.
A quella scena, non poté trattenersi e, O’Conner rise come non aveva mai fatto in vita sua, ricevendo un’occhiata omicida da parte della piccola: se avesse potuto, lo avrebbe ucciso con la forza del pensiero!
“Avanti! Ahahahah! Scherzavo! Non dicevo sul serio! Te l’ho promesso, ricordi?” le chiese Brian smettendo di ridere. Manteneva fede alle promesse e, lo avrebbe fatto, sempre.
“Speriamo!” sbottò stizzita la più giovane. L’aveva spaventata a morte!
Si sarebbe vendicata, prima o poi…
 
 
 
Passarono due anni e, Alice e Brian, diventarono come fratelli.
Si frequentavano molto: la prima causa, era perché, il ventenne biondo, trascorreva tantissimo tempo a casa della piccola, tanto è che, i genitori di Alice lo consideravano un secondo figlio; la seconda causa, invece, era che Alice si cacciava spesso nei guai, soprattutto se era accompagnata dai suoi due migliori amici Eustass Kidd e Trafalgar Law.
Facevano scherzi a non finire a tutte le persone, partecipavano a risse in locali dove girava costantemente droga e pallottole, nonostante i loro tredici anni e, compivano qualche piccolo furto, per togliersi degli sfizi.
O’Conner minacciava in continuazione la sua piccola “sorella” se sarebbe andata avanti così, con la promessa di sbatterla in galera molto presto…
 
“Alice. Da quanto tempo?” chiese una sera il biondo, raggiungendola velocemente.
“Poco. Ci siamo visti ieri sera!” constatò con aria perplessa la tredicenne, alzandosi dal divano del salotto.
“Lo so. Era una domanda retorica…ascolta…devi venire con me…alla centrale…” disse con un po’di delusione nella voce. Che voleva significare?
“Brian…non capisco di cosa tu stia parlando…” ribatté lei, incominciando ad agitarsi.
“Sei in arresto per aver picchiato un agente di polizia sotto copertura” pronunciò lui, ammanettando la giovane, che, scossa da tutta quella situazione, non aveva mosso un dito per liberarsi.
“Va bene! Mi sono picchiata! Ma era stato quell’uomo a iniziare! E’ legittima difesa!” tentò di dire, mentre uscivano da casa per poi entrare nella volante della LAPD.
“Alice, per la miseria! Ti avevo avvertito di smettere! Te la sei cercata! Non voglio che tu diventi una criminale ricercata per le cazzate che hai fatto! Sono passato sopra ad un mucchio dei tuoi casini! Ti ho parato il culo migliaia di volte! Hai superato il limite! Non ci starai molto in gattabuia. Giusto tre giorni” le urlò contro accendendo la macchina e partendo a tutta velocità.
 
In meno di venti minuti arrivarono alla stazione di polizia: fu un viaggio silenzioso e teso.
Alice era in preda ai sensi di colpa, Brian era in guerra con se stesso, poiché gli dispiaceva che la sua sorellina andasse in carcere, anche se per poco tempo.
C’erano un mucchi di ceffi che potevano importunarla: stava diventando una bella adolescente ed era un bocconcino piuttosto appetitoso.
 
“Oh! Ma guarda chi si vede! La figlia di Carter! Tuo padre sarà deluso da ciò che hai fatto! Non c’è più nessuno a proteggerti. Siamo in America, tesoro e, qui, vengono messi dentro anche i minorenni! Tienitelo a mente per la tua fedina penale!” la informò il poliziotto Smoker, uno fra i più temuti a Los Angeles.
Non era “cattivo” solo per il suo codice morale e di giustizia, ma anche per il suo fisico e la sua mania per il fumo: portava con sé una lunga fila di sigari attaccati al giubbotto, più due, che teneva sempre in bocca.
“Non te ne deve fregare un cazzo della mia vita. Sappiamo bene tutte e due, che siamo come cane e gatto. Non negarlo!” sbottò irritata Alice, la quale stava per mettergli le mani addosso, se non fosse stato per il  tempismo di Brian, che la fermò e la portò lontana da lui, in una cella dove le avrebbero fatto compagnia due ladri di auto giapponesi. Almeno non erano stupratori o pazzi assassini…
 
 
Alice era stesa supina sulla sua branda. Era due giorni che era li dentro.
Due stramaledettissimi giorni e poi l’aspettava di nuovo la libertà.
Aveva promesso, sia a lei che a Brian che avrebbe smesso di fare la teppistella, pur di non dire ai suoi genitori che era in prigione.
A quell’affermazione, O’Conner si era messo a ridere, ma avrebbe tenuto il loro segreto, dicendo ai suoi che era a casa di Law.
Quella sera, c’era un via vai di sbirri, che a quanto pare, dovevano inseguire dei famosi piloti ricercati di gare clandestine e, tra questi agenti, vi era anche suo padre Ian Carter…
 
 
Pioveva. A dirotto. Ma alla giovane non interessava un bel niente. Suo padre era morto in un incidente durante l’inseguimento. Due morti. Quattro feriti.
Purtroppo, suo padre faceva parte della prima categoria.
“E’ stato uno scherzo del destino. E’ stato un uomo forte e coraggioso” le dicevano con aria impietosita, che dava molto sui nervi ad Alice.
Non sopportava tutte quelle compassioni! Come avrebbero potuto capire?!?
Non era da tutti i giorni perdere un proprio caro mentre sei in carcere! Soprattutto se non ti consolava nessuno. Dovevi vivere il tuo dolore in silenzio, senza disturbare nessuno.
La notizia le era giunta dal suo “fratellone”, l’alba del terzo giorno della sua detenzione.
 
…“Almeno non ha sofferto. È morto sul colpo. Mi dispiace Ali…” le aveva detto con una punta di malinconia, osservando gli occhi della ragazza, che pian piano si riempivano di lacrime e, il suo bel visetto si “contorceva” in mille smorfie dolorose per cercare di non urlare tutta la sua disperazione.
Brian avrebbe voluto fare qualcosa e, da quel momento, decise  che avrebbe combattuto contro tutti coloro che potevano far uccidere persone innocenti a quel modo…
 
Brian non venne al funerale del suo adorato papà. Non lo vide più, né lo senti per telefono.
Era sparito dalla circolazione, dalla sua vita.
“Mi ha abbandonata? Si è stancato di me?” si chiedeva Alice nelle lunghe nottate in cui si girava e rigirava nel letto, senza riuscire a dormire.
Non lo aveva più rivisto…sino a quel momento…
 
FINE FLASHBACK
 
 
 
“Alice? Come mai sei così assorta e triste?” mi chiede Ace, lanciandomi occhiate furtive, per assicurarsi che stia bene.
“E’? Non ho niente! Stavo solo ricordando i miei momenti passati con Brian…” gli rispondo sottovoce.
“Stavate…insieme? Cioè…non che io sia geloso, sia chiaro! Che ne so…se ne volevi parlare…io ci sono…” ribatte un po’imbarazzato, causandomi un risolino di infinita tenerezza: sembrava un cucciolo smarrito con quei suoi occhi neri e penetranti.
Ti poteva leggere nell’anima, se avesse voluto.
“Ti ringrazio per la tua gentilezza! Ma ora è meglio che pensiamo alla corsa. Non devi avere preoccupazioni! Devi rimanere concentrato! E per la cronaca: io e Brian NON ABBIAMO AVUTO UNA RELAZIONE!!! Ci consideriamo come fratelli, anche se non lo siamo” lo informo incrociando le braccia al petto in un moto di stizza.
“Come io e Rufy! La cosa è analoga!” ancora questo Rufy! Ma chi è?
“Pensiamo a restare primi!” gli ordino con tono di chi non ammette repliche.
“Sì! Va bene! Agente Smoker! Sono al suo servizio!” Tsk! Agente Smoker!! Ahahahah…ah…ah…ah…CHE COSA?!? CONOSCE SMOKER?!?
“FIGLIO DI PUTTANA!”
 
 


Angolo di Alyce: Ma buonasera a tutti!!!!
Mi dispiace di non aver aggiornato ieri, ma non ho avuto tempo! Spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo!
Ace si sta pian piano lasciando andare e, lo dimostra preoccupandosi per quella piccola teppistella di Alice.
Nel prossimo capitolo se ne vedranno delle belle! Wow!
Ciao e un strasuperbacione a tutti!!!
Alyce :)))

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Capitolo 13
*** 12. in cerca di guai ***


12° capitolo: in cerca di guai

 
 
Ace mi ha veramente stupito. Cioè, lui conosce Smoker?!?
Ma che diavolo ha fatto per finire tra le grinfie di quel vecchietto che si crede un figo???
“Che hai combinato?” gli chiedo veramente incuriosita.
“Corsa clandestina in pieno giorno! Gli sono passato davanti, oltretutto, ero anche sotto l’effetto dell’alcool…Ahahahah! Mi ricordo ancora il viso furioso e allibito di Marco quando mi ha pagato la cauzione! Ahahah! Dovevi vederlo!” mi risponde mettendosi a ridere come un matto.
Però! Corsa! In pieno giorno! Ubriaco! Dovrò provarci anche io, un giorno!
“Però…spiegami una cosa…”- comincia a dire sovrappensiero- “Perché hai detto “figlio di puttana” quando ho nominato Smoker?”
Per Roger! L’ho detto veramente?!? Che gli rispondo???
Mi prenderà per il culo a vita, se viene a sapere che anche io non ho la fedina penale molto pulita!!!
“No! Niente! L’ho detto così…” ribatto vaga, guardando attraverso il finestrino le strade affollate di Los Angeles. Tutto sommato, è una bella città: locali da cui si può sentire musica a palla, i grattacieli che sembrano un punto di riferimento nel buio più totale.
“Sarà, ma sarà il caso di accelerare! Forza! Si part…” dice accelerando, ma la macchina perde la potenza tutto d’un colpo: che cosa è successo? Si rende conto che siamo in mezzo ad un incrocio???
“Ace! Che cazzo sta succedendo?!?” gli domando iniziando ad agitarmi più che mai e, la scena che vedo, mi fa gelare il sangue: Ace si è addormentato. Mi ha abbandonato!!!
Che faccio ora?!? Io non so guidare!!! Mia madre mi ha proibito di guidare fino ai diciotto anni!!!
Non può farmi questo, Ace! Non adesso!!!
 
Ok. Cerchiamo di mantenere la calma…COME CAZZO FACCIO A MANTENERE LA CALMA?!? RISCHIAMO UN’INCIDENTE STRADALE!!!
Per prima cosa…devo spostare il corpo inerme di Ace sul sedile del passeggero, senza combinare casini o cose simili.
 
Con un po’di fatica, mi sposto sul sedile del pilota, mentre il mio nemico (giuro che in questo momento è la persona che odio di più al mondo) dorme beatamente, come se niente fosse!
Meglio non pensarci! Ci sono un mucchi di automobilisti che stanno suonando i clacson a non finire: non che non ci passino, ovvio! Ma devono far credere che la strada sia tutta loro!
Bene! Facciamo partire questa benedetta macchina!
 
Sento un rumore di clacson veramente assordante…chi è che suona così?
 
 

 
 
Oh. Mio. Dio. C’è…c’è un tir…che sta venendo verso di me…AHHHHHHHHHH!
Macchina parti!!! Macchina parti!!! Ti prego!!!
“CAZZO!!! PERCHE’ NON TI ACCENDI?!?” urlo tentando in continuazione di far partire la vettura e, dopo molti tentativi e varie imprecazioni, sembra voler eseguire il mio comando.
Alzo lo sguardo e…
 
 
“CAZZO!!!!CAZZO!!!CAZZO!!!! E ANCORA CAZZO!!!” urlo levandomi dalla traiettoria del bestione, purtroppo, però, la fiancata della Nissan viene mezza sfasciata.
Ace mi ammazzerà! Ne sono certa!
 
 
Nel frattempo, più avanti…
 
Sono davvero forte! Non mi batte nessuno! Ho persino superato Ace con estrema facilità!
Prima ha dato l’impressione di accelerare, poi, si è fermato di un colpo…che tipo!
Vincerò anche questa gara e, potrò tornare felicemente da Letty, godendoci la serata…
Che strano però…la macchina di quei due è ancora ferma…se non si leveranno di li, quel tir gli andrà addosso! Cazzo! Molto probabilmente, Ace, ha avuto un attacco di narcolessia!!!
 
“ALICE!!!” urlo con tutto il fiato che ho in gola. Non possono morire così! Sono troppo giovani!
Sono Dominic Toretto, il pilota più forte che ci sia e, in questo momento non so che cosa fare!
 

 
Ho recuperato gli altri abbastanza velocemente. In fin dei conti, è stato un gioco da ragazzi!
Mi piacerebbe tantissimo arrivare primo e, nessuno, nemmeno Alice insieme ad Ace e, Dominic, riusciranno a fermarmi!
Voglio vincere questa competizione e poter parlare con la mia sorellina.
E’ da tempo che non conversiamo. Io, Brian O’Conner sono sparito dalla sua vita senza un perché e deve avere sofferto tantissimo... mi vergogno di ciò che ho fatto, ma era per una giusta causa e saprò farmi perdonare!
 
 
Ma perché si sono fermati? Cosa ci fanno quei due scalmanati in mezzo alla strada?
Non vedono che un grosso tir sta’ venendo verso di loro?
Perché c’è mia sorella alla guida? Che cosa sta’ succedendo?
 

 
Per fortuna non sono rimasta ferita e nemmeno Ace, in compenso, ho preso solo una botta alla testa, ma non è niente di che.
Devo riuscire a vincere e dimostrare che non sono una mocciosa che si lascia scarrozzare alle corse solo perché vuole provare l’adrenalina che scorre nelle vene.
 
Così, parto con velocità moderata, stando attenta a quello che mi succede intorno, accelerando sempre più quando comincio a prendere la mano: è abbastanza facile, dopotutto!
Stando al percorso che dovevamo seguire, manca poco al traguardo e gli altri avversari hanno rallentato per vedere cosa stava succedendo alla nostra macchina.
Devo attivare il NOS. Lo so, è pericoloso e so anche quali rischi corro, ma non mi preoccupo…
 
“Accenditi Kowalski” dico mantenendo lo sguardo fisso davanti a me, schivando in tempo una macchina che mi veniva incontro a velocità folle…la cosa simpatica è che suona pure!!!
Di risposta gli urlo “PIRATA DELLA STRADA!” e gli faccio un bel dito medio, tanto che possa capire che mi doveva lasciar passare.
 
“Premere OK, per attivare N2O” mi interrompe il computer di bordo con la sua voce melliflua e innaturale: mette i brividi, a pensarci bene.
 
Prendo un bel respiro profondo, preparandomi al peggio che può capitare…forza e coraggio!
 
“NOS attivato” dice ancora quello, facendomi sobbalzare sul sedile. Ho preso un mezzo infarto!
 
All’improvviso, il mio corpo viene come spinto all’indietro, però cerco di mantenere il controllo, tenendo le mani attaccate al volante, tanto da sentire male.
Il paesaggio si fa più sottile, facendomi vedere la traiettoria che devo seguire, zigzagando tra le auto dei cittadini per strada, finché non scorgo quelle di Dominic e Brian: gli ho raggiunti!
Posso ancora sperare di farcela!
Comprendendo le mie intenzioni, attivano anche loro il protossido di azoto, dando inizio ad una battaglia senza esclusione di colpi.
 
Accelero. Comincio a sentire giramenti di testa, ma non ha importanza, il traguardo è vicino…
 
 

 
Esco velocemente dalla macchina, inspirando a fondo l’ossigeno, ritrovandomi subito dopo a vomitare anche l’anima, “supportata” da Letty, che mi accarezza la schiena per tranquillizzarmi.
“Tutto bene?” mi domanda preoccupata, raccogliendomi i capelli in una coda alta.
“Insomma…Ace mi ucciderà…” dico trattenendo a stento un altro conato di vomito.
“Puoi dirlo forte! Hai distrutto parte della fiancata. Ci sarà da lavorare parecchio!” si intromette Dominic guardandoci con un ghigno, che fa irritare di un poco Letty:
“Dom! Ti sembra il caso di farla preoccupare ulteriormente? Non vedi che sta’ male?”
“Ahahahah! Si vede che sei ancora una novellina! Bella frenata, comunque! Hai lasciato il segno degli pneumatici!” si complimenta lui, cercando di non dare troppo peso ai rimproveri della sua donna.
Ora che ci penso, è stata una frenata al dir poco spettacolare: ho oltrepassato il traguardo, ma non mi sono fermata, anzi, sono andata avanti e, quando mi sono accorta che avrei potuto combinare molti guai, ho schiacciato il freno, girato il volante e la macchina ha fatto il resto.
 
“Ehi! Alice! Stai bene?” mi chiede Brian raggiungendoci con cipiglio veramente, ma veramente preoccupato.
“Sì, sto bene…più o meno… chi ha vinto?” domando a mia volta ai presenti, facendogli nascere un sorriso vittorioso:
“Io sono arrivato primo!” esclama Dominic.
“Io secondo!”
“Ditemi che almeno sono arrivata terza…” dico supplicante, facendoli ridere.
“Ahahahahah! Sì! Ahahahah! Vedessi la tua faccia! Sei bianca come un lenzuolo! Ahahahah!” ribatte Brian tra le risa.
Ma che gentili! Io sono qua, mezza morta e, loro che fanno? Pensano a prendermi per il culo!
“Dom. Dacci un taglio! Prendi i soldi e andiamo a casa tua! Faremo riposare Alice ed Ace sotto al nostro tetto, per questa notte” ordina perentoria Letty, tagliando quel momento di ilarità che si era creata tra Brian e Dominic.
“Ne sei sicura?” gli chiedo respirando a fondo, cominciando a sentirmi meglio.
“Ma certo! Vero, tesoro?”
“Sì, piccola! E poi, ti dovremo aiutare a dare delle spiegazioni a quello scalmanato del tuo fidanzato!” dice guardandomi con cipiglio malizioso, Toretto.
“Co…cosa? Io ed Ace…non…non…siamo fidanzati…ti…ti sbagli!” tento di dire nell’imbarazzo più totale.
“Sì, vabbè! Ne riparliamo domani!” dice scoppiando di nuovo a ridere.
Ma che ho fatto di male?




Angolo di Alyce: buonasera a tutti!
So che questo capitolo è abbastanza corto, ma era per unire ciò che succedeva nella seconda metà della serata con il prossimo capitolo.
Spero che possiate perdonarmi.
Passando ai nostri cari protagonisti!
Dom fa tanto il duro, ma in realtà ha un cuore d'oro e, a modo suo, cerca di tirare sul il morale ad Alice, sfottendola un pochettino.
Per quanto riguarda Alice...ho voluto aiutarla (nella guida), diciamo, però senza esagerare: in fin dei conti... gli ho fatto sfasciare mezza macchina!
Povera! Ace si arrabbierà molto moltissimo! Poteva evitare di addormentarsi, però! L'ha abbandonata, crollando nel suo beato sonno, lasciando il lavoro sporco alla nostra giovane e pestifera protagonista!
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento!
Buona notte e un strasuperbacione a tutti!!!!
Alyce :)

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Capitolo 14
*** 13. non si dice addio a un fratello ***


13° capitolo: non si dice addio a un fratello!

 
Sto discutendo animatamente con Dominic riguardo alla faccenda “io e Ace fidanzati”, continuando a dirgli che non stiamo insieme e che siamo acerrimi nemici da quando ci siamo visti e, lui ride insieme ai suoi, incluso Brian!
Non appoggia la sua sorellina, anzi da man forte a Toretto! Nessuno mi aiuta!
 
All’improvviso veniamo messi sull’attenti dal suono delle sirene della polizia.
Come faranno a rincorrere più di duecento persone con macchine truccate?
“Dom! Dobbiamo sbrigarci! Come facciamo con Alice ed Ace?” domanda Letty con voce agitata.
“Posso guidare” gli faccio notare impaziente di andarmene da lì.
“Alice! Non è il momento di fare l’eroe! Potresti stare male durante la guida! Non è sicuro! Brian! Prendi Ace con te, Alice con me! Ryan! Prendi la Nissan e portala dentro al magazzino dietro casa mia! MUOVIAMOCI!” grida con voce sicura Dominic, per poi trascinarmi letteralmente per un braccio fino alla sua Dodge.
 
Partiamo in tutta velocità, scampando appena in tempo dalle grinfie della LAPD.
Ci stanno alle calcagna e non hanno alcuna intenzione di mollarci!
“Dominic! Perché abbiamo un mucchio di sbirri dietro?!?” gli chiedo con una vena di preoccupazione nella voce, continuando a guardare lo specchietto retrovisore.
“Beh, devi sapere che sono molto ricercato. E chiamami Dom! Mi fai sentire vecchio! Ah! E per la cronaca: devi ripagare il danno che mi hai procurato al viso!” mi risponde sogghignando, svoltando a destra, verso un parcheggio a più piani.
“Ancora questa storia? Mi dispiace, ok? Mi hai fatto, anzi, mi avevate fatto incazzare!” ribatto sbigottita, aggrappandomi con forza al sedile, causa il suo modo di parcheggiare spericolato.
“Ragazzina! Oh paghi o lavori per me!” dice indicandomi di uscire dalla macchina, seguita a ruota da lui.
Mi ha ricattata! Ma che cazzo…
 
“DOMINIC TORETTO! NON CERCARE DI SCAPPARE! SEI IN ARRESTO!” sento gridare in lontananza da un megafono…ci hanno sgamati!
 
In tutta fretta, prende un telo e ricopre la Dodge, per poi correre verso un’uscita secondaria.
“Hai intenzione di rimanere lì, imbambolata, ancora per molto?” mi domanda Dom, continuando a scappare, osservato insistentemente dalla sottoscritta.
“Arrivo!”
 
E’ una serie di corse e camminate per i vari vicoli, nascondendoci dalle volanti che illuminano le strade a giorno: sono esausta!
“Dom, per quanto dovremmo fuggire, ancora?” gli domando con il fiato corto.
“Non ne ho idea. Ci stanno con il fiato sul collo, non sarà così semplice” mi risponde tranquillo.
COME FA A TENERE I NERVI COSI’ SALDI?!? IO STO PER URLARE DALLA DISPERAZIONE!!!
 
“Dom! Ali! Salite in macchina! Forza!” ci chiama sottovoce Brian, facendoci sobbalzare dalla sorpresa. Ma non doveva accompagnare Ace al sicuro?
“E Ace?” gli domando dando voce ai miei pensieri e alle mie preoccupazioni.
“Sta’ bene. E’ a casa di Dom che dorme come un angioletto!” dice sorridendomi dolcemente.
“Se questo non è amore…” comincia Dom, ma non lo lascio finire, dato che gli rifilo un altro ceffone sul suo bel visetto.
“Ti diverti? Questo è troppo! D’ora in poi, lavorerai per me! Niente scuse che tengano, mocciosa!” mi minaccia puntandomi un dito contro, sotto lo sguardo divertito di Brian.
“Scordatelo! Già non ascolto i miei amici e mia madre, figuriamoci se mi faccio comandare a bacchetta da uno come te!” ribatto innervosita, il che, lo fa molto arrabbiare.
“Scusa…che tipo sarei, io?”
“Un criminale!”
“Ti consiglio di parlare per te, ragazzina! Sei ridotta peggio di me!”
“Ma se non sai un cazzo sulla mia vita! Sono una cittadina che rispetta la legge!” come no…
“Ah, sì? Beh, mi spiace deluderti, ma gli sbirri sanno già che sei entrata nel giro delle corse. Hanno emesso un mandato di cattura per aver gareggiato insieme al tuo partner! E poi, mi sono informato sul tuo passato. Tuo padre era un meccanico, eh? Ma se anche lui era un agente della LAPD! Da questo, posso dedurre che mi hai mentito anche tu, Brian?” ribatte Dom, visibilmente incazzato, lanciando sguardi omicida da una all’altro.
Oramai, è inutile mentire.
“E’ vero. Ma era un modo per non essere cacciata! Cosa mi avreste fatto, se lo dicevo sin dall’inizio? Molto probabilmente mi avreste menata, perché sono figlia di uno sbirro!” gli urlo contro, per poi allontanarmi da loro due, arrabbiata e triste.
Non è che rinneghi mio padre, sia ben chiaro! Però, volevo staccare dalla mia solita vita, animata fino ad allora dalla compagnia di Kidd e Law.
Sono arrivati Ace e Marco e…e…mi hanno stravolto la mia quotidianità! Cosa ci posso fare?!?
Mia madre aveva chiesto loro di farmi da “baby-sitter”, quindi, era anche inutile evitarli!
L’unica cosa che mi sarebbe rimasta da fare, era mettermi le mani nei capelli.
 
Una mano forte, mi trattiene per il braccio, facendomi girare di scatto e farmi finire contro il petto di Dom.
“Non conta chi sei, per noi! È vero, forse, le prime volte ti tratteremo con diffidenza, ma non si dice addio a un fratello!” esclama prendendomi per le spalle, guardandomi negli occhi.
“Un…fratello?” domando mordendomi il labbro inferiore per non scoppiare a piangere.
“Ma certo! Dico sul serio! Non faccio soffiate su nessuno!” ribatte con estrema convinzione, per poi accompagnarmi alla macchina di Brian, che ci aspetta impaziente.
“Ehi. Posso guidare io?” chiedo con un brillio negli occhi, facendo scoppiare l’ilarità in Dom, che mi risponde poi, facendosi serioso:
“Meglio di no. Sei ancora una novellina. Non voglio che sfasci anche questa macchina!”
“Non hai fiducia in me!” mi difendo gonfiando le guance infastidita.
“Non è che non ho fiducia in te. Non abbiamo tempo!” ribatte spingendomi dentro alla macchina con poca delicatezza.
 
Inizia così, la nostra fuga in macchina dagli sbirri: nonostante andiamo a velocità folle, quelli ci raggiungono in meno di due secondi, neanche avessero modificato le volanti.
Oramai, avremo girato mezza Los Angeles!
“Brian, conosco una scorciatoia. Tra trecento metri, gira a sinistra il più velocemente possibile” gli ordina Dom, con tutta la pacatezza possibile.
“Sei sicuro? Non è che poi, ci ritroviamo nella merda, vero?” gli chiede con una nota di incertezza.
“Ali! Ti fidi di me?” domanda Dom, guardandomi con severità. Potrei dire che mi sta ricattando con lo sguardo, ma non può essere così.
“Sì!” gli rispondo decisa.
“E tu, Brian?”
“…Ah! Fanculo! Reggetevi forte! Si balla!”
 
Io giuro che imparerò a guidare! Promesso! E giuro, anche, che io farò venire infarti a tutti coloro che viaggeranno con me!
“WOW! Non mi sono mai divertita così tanto in vita mia! Ehi, Dom! Brian! Lo rifacciamo? E’ stato mitico!” esclamo facendo un piccolo saltello dopo essere scesa dalla macchina.
“Tsk! Di solito, le ragazzine come te si mettono a piangere a dirotto, minacciando di denunciarci” afferma Dom scuotendo la testa divertito.
“Sì, Dom, hai ragione! Ma la mocciosa qui presente, ha un carattere…spericolato…certe volte anche troppo, oserei dire!” aggiunge Brian avvicinandosi a noi, cogliendomi di sorpresa e dandomi una pacca dolorosa sulla schiena: questa me la paga!
“Ti conviene correre, altrimenti sei nei guai!” gli urlo contro, cominciando ad inseguirlo: mi sembra di ritornare al passato, quando io e lui, ci rincorrevamo per gli scherzi fatti.
“Tsk! Ho a che fare con due ragazzini! Ciao Letty!” dice Dom, allargando le braccia.
“Ciao tesoro! Voi due! Smettetela, altrimenti vi farete male!” ci rimprovera fermandoci con tutte e due le braccia.
“Ok! Ok! A proposito…dov’è…” tento di domandare, ma vengo battuta sul tempo…
“E’ in magazzino!” o cazzo!
 
 
In magazzino, nel frattempo…
 
 
Un ragazzo, cerca a tentoni l’interruttore, inciampando moltissime volte in oggetti di vario tipo: tubi, marmitte, chiavi…
“Cazzo! Non mi sto divertendo per niente!” sbotta irritato, per poi trovare ed accendere con rabbia l’oggetto dei suoi desideri…
“Oh! Finalmente un po’di luce! Ora, troviamo la mia macchina! Letty ha detto che era qui!”
Purtroppo, però, non ha bisogno di cercare a  lungo, dato che trova la sua Nissan in bella vista, esponendo il suo fianco mezzo distrutto e graffiato.
“No. Questa non…non è la mia macchina. E’ impossibile! Forse ho sbagliato magazzino…solo che ce n’è uno e basta…e…questa è l’unica macchina che c’è qui dentro…”
Credo che qualcuno, sarà molto, ma molto arrabbiato…
“ALICE!!! TI DISTRUGGO!!!”
 
 
 
 
“ALICE!!! TI DISTRUGGO!!! DOVE CAZZO SEI FINITA?!? VIENI FUORI!!!” sento urlare da lontano…Ace…
“Dom! Brian! Letty! Aiutatemi!! Vi prego!!!” gli supplico mettendomi quasi in ginocchio.
“Calma! Sta’ arrivando!” mi avverte il mio fratellone tirandomi su.
“Ace! Ciao! Ti sei…svegliato!” noto con tono sarcastico.
Sono nella MERDA!!!!!
“CHE COSA?!? DICI SOLO QUESTO?!? SOLO QUESTO?!? MI HAI SFASCIATO LA NISSAN!!!”
“Ma Ace ci deve essere un errore! Forse hai preso una botta in testa!”
“CHE CAZZO DICI?!? LA MACCHINA E’…E’…DISTRUTTA!!!! TE NE RENDI CONTO?!?”
“SE TU NON TI FOSSI ADDORMENTATO, TUTTO QUESTO, NON SAREBBE SUCCESSO!”
“CHE CI POSSO FARE SE SOFFRO DI NARCOLESSIA?!?”
“Al diavolo! Fatti curare la tua narcolessia!” sbotto infine, lasciandolo solo come un baccalà, intento ad osservarmi sorpreso, sotto gli sguardi divertiti dei miei amici.
“Mai urlare con una donna, Ace! Vincerà sempre lei! Ricordatelo!” sento dire Dom.
“Dom ha ragione! Ultima cosa: non urlare così a mia sorella!” commenta Brian, seguita da una risata cristallina di Letty…che fenomeni!




Angolo di Alyce: Salve a tutti!!! (schiva appena in tempo un uovo marcio)
Ok! Chiedo scusa per il mio ritardo di aggiornamento, ma non ho avuto tempo!
Anche se forse l'ho già detto, la LAPD è Los Angeles Police Department, ovvero Dipartimento di Polizia di Los Angeles.
Che dire? Nel prossimo capitolo, i nostri amici torneranno a casa e, ritorneranno anche i nostri Kidd e Law!
Poveri! Gli abbiamo lasciati in un angolino, ma niente paura!
Ci sarà anche una piccola sorpresa...
Ciao e un strasuperbacione!!!
Alyce :)))

 

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Capitolo 15
*** 14. ritorno a casa con sorpresa ***


14° capitolo: ritorno a casa con sorpresa

 
 
Dopo aver litigato con Ace mi sono rintanata in casa di Dom, cercando di non pensare a quel cretino, ma i miei tentativi sono vani: mi sto incazzando sempre di più, vorrei spaccare tutto!!!
Mi considera una mocciosa; mi da la colpa che gli ho distrutto mezza macchina, quando la colpa è sua!!! Gli ho salvato il culo e, lui che fa?!?
Mi minaccia di distruggermi!!! Lui!!!
 
“Ehi, ragazzina…è tutto ok? Sembra che tu sia…arrabbiata…” mi dice una voce risvegliandomi dai miei pensieri di vendetta e tortura atroce verso…verso…Ace! Quello…
 
“No! Non va affatto bene! Mi viene voglia di…Arg!!” rispondo ringhiando furibonda, facendo sobbalzare dalla preoccupazione la ragazza che mi ha rivolto la parola.
Ha capelli castani abbastanza lunghi e occhi scuri, ed è vestita con una camicetta larga e dei jeans attillati.
“Dai, vieni! Sono Mia! Tu…chi sei?” mi chiede facendomi cenno di seguirla.
“Alice” ribatto automaticamente, seguendola. Mi ha calmato i bollenti spiriti con la sua serietà e calma.
Ma ciò, non toglie che mi viene ancora voglia di prendere a botte qualcuno di mia conoscenza!
“Alice, eh? Ho sentito che hai distrutto una…Nissan…di Ace?” mi chiede porgendomi una birra tirata fuori dal frigo.
“Cazz…beh…sì…ma non è stata colpa mia…solo in parte, diciamo…” mi difendo aprendo la birra con rabbia, per poi berne una lunga sorsata.
“Ahahahah! Sta’ attenta. Altrimenti ti ritroverai con un forte mal di testa!” mi ammonisce con un sorriso dolce.
“Mi ricordi tanto una persona…” osservo con noncuranza.
L’assomiglianza nel carattere c’è, anche se non nel fisico…
 
“Ciao sorellina! Alice!” ci richiama…Dom…come sospettavo…
 
“Era lui la persona a cui assomiglio?” mi chiede Mia con un risolino.
“Sì. Decisamente!”
“Sono contento che vi siate conosciute! Bene! Possiamo andare!” ci interrompe Dom, tirandomi indietro per la maglietta.
“Di già? Ma…la birra…” cerco di convincerlo a farmi rimanere ancora un po’, ma è tutto inutile.
Mi strappa di mano la bottiglia, la poggia sul tavolo e mia accompagna fuori di casa, dove ad attenderci, ci sono Brian, Ryan ed Ace…con la faccia nera di rabbia, inutile negarlo.
“Brian, resta qui a controllare la situazione insieme a Mia, Ryan, sai già cosa devi fare…Alice ed Ace, con me…” ci ordina Toretto con voce perentoria, dandomi una leggera spinta verso il marciapiede.
“Posso tornare a casa a piedi?” gli domando con voce stizzita, tenendomi il più lontana possibile dal mio nemico pilota.
“No piccola, mi spiace. Ace…non te la prendere, lei non poteva saperlo!” ribatte Dom, dandogli una pacca sulla spalla, che lui rifiuta categoricamente.
Mi sta’ facendo innervosire! E anche parecchio!
“Dom! Devo parlarti!” sbotto facendogli segno di seguirmi in un luogo più appartato…
 
 
Camminiamo per un po’, finché non trovo un punto che sia perfetto per fargli sapere la mia idea, anche se non so come la prenderà.
“Come mai così lontani?” mi domanda con circospezione, dando un’occhiata in giro.
“Lavorerò per te!” esclamo girando lo sguardo altrove.
Non voglio guardarlo, perché da una parte ha vinto lui, mentre dall’altra non sa quello che ho intenzione di fare.
“Questo era ovvio. Ti avrei costretto, se tu non avessi accettato!” mi risponde sogghignando.
“…Voglio e devo riparare la Nissan…” aggiungo con una certa nota di insicurezza.
“Alice, non sei ancora pronta…”
“Insegnami! Per favore! Cosa avrei dovuto fare per te?”
“Rubare, guidare…insomma, tu ti facevi il culo e io facevo i soldi!”
Ok…lavorare per Dom significava rischiare la pelle tutti i giorni, saltare la scuola per i suoi affari…interessante…come no!
“Per favore!”
“Che ricattatrice! Arrestata per rissa, per furti…dovevano anche metterti al fresco per ricatto!”
“Ma non ti ho ricattato!”
“Sì, invece! Hai fatto gli occhi dolci!”
“Davvero? Ahahahahah! Allora?!? Dai, ti prego!” lo supplico prendendolo per il colletto della giacca.
“E va bene! Domani mattina alle quattro in punto! Ti voglio fuori di casa!” mi avverte puntandomi un dito contro, per poi andarsene allibito. Deve essere la prima volta che qualcuno gli tiene testa in questo modo, “dettando” legge.
Credo proprio che sarà un’esperienza divertente…potrei entrare definitivamente nel giro delle corse…solo che…infangherei il nome di mio padre…
 
 
Raggiungo Dom ed Ace dopo un buon dieci minuti, notando le loro facce spazientite:
“Pensato bene, principessa?” mi chiede con tono sarcastico Ace.
“Sì! Mi sento molto meglio! Grazie per il tuo interessamento! Non ci sono più cavalieri d’altri tempi!” dico con tono acido, buttandomi sul sedile e fissando il mio sguardo fuori dal finestrino: non guardarlo, non guardarlo, non guardarlo!
“Vostra signoria! Vi ricordo che avete combinato un bel casino ad una bellissima auto! Mi costerà molti soldi ripararla! Spero che diate un contributo, dato che la colpa è anche vostra!” ribatte con lo stesso tono…lo ha ammesso! Per Odino!
Ha ammesso le sue colpe! Era ora!
“Basta voi due! Non ho intenzione di ripulire la macchina perché vi siete scannati a vicenda. Sono stato chiaro?” ci minaccia Dom con sguardo truce.
“Chiaro come il Sole!” rispondiamo in coro.
 
 
Il viaggio è silenzioso e tranquillo: ognuno pensa ai fatti propri e non rompe le scatole agli altri.
Questa sì, che è pace!
 
“Siamo arrivati” ci avverte Dom, cominciando a parcheggiare, questa volta, con più calma.
 
Usciamo, felici di respirare l’aria fresca della notte e togliendoci il senso di ristrettezza della vita notturna in città…
 
“Ace! Alice! Era ora!” sento una voce famigliare…Marco!
 
“Ciao Marco…oh! Ma ci siete anche voi ragazzi!” saluto infine Kidd e Law.
Per un attimo mi sono preoccupata! Avevo paura di averli addosso perché gli ho fatti preoccupare, mentre invece sono tranquilli, anche se un po’spazientiti.
“Sei stata via troppo! Ti sembra l’ora di rincasare???” mi sgrida Eustass con tono fraterno, mentre Traffy cerca di calmarlo. Sembrano marito e moglie, visti così!
“Chiedo scusa! Colpa mia! Avevo intenzione di farli dormire a casa mia, per stanotte, ma poi Ace si è svegliato e ha espresso il desiderio di tornare qui!” ci difende Dom, parandosi di fronte a noi.
“Guarda chi si rivede! Dominic Toretto!” esclama Marco con aria divertita.
“Marco La Fenice! E’ da tempo che non ci si vede! Ho sentito che sei uno dei migliori piloti di rally in America! Perché non ritorni con noi?” gli propone Dom con voce malinconica, quasi fosse in preda a vecchi ricordi.
“Mi spiace, ma ho abbandonato le scorribande e la malavita! Adesso, devo anche curare Alice! Però verrò, qualche volta! Te lo assicuro!” gli risponde sorridendo.
“Guarda che ci conto! Manchi a tutti!”
“Non ne dubito!”- ok! Questa storia di Marco nelle corse clandestine la voglio sapere proprio!-
“Ace! Hai visite! Vai in casa, muoviti! Altrimenti il moccioso farà fuori tutte le scorte di cibo!” dice il pennuto, richiamando il sottoscritto all’attenzione, provocandogli un brillio negli occhi.
Sorrido al pensiero, accorgendomi troppo tardi, che qualcuno mi strattona per un braccio e, quel qualcuno è Ace…ha già dimenticato la storia della macchina? Oltre a soffrire di narcolessia, soffre anche di amnesia…
 
“Ehm…ehm! Mi raccomando, Alice!” mi ammonisce Dom da lontano, ricevendo come risposta un ok con le dita…
 
 
 
Entriamo in casa di Ace e Marco in un battibaleno, seguiti a ruota da Kidd e Law, che scuotono la testa come a dire: sono ragazzi senza speranze.
 
Solo che quando entriamo in soggiorno, la spettacolo è…non so se esilarante o sorprendente…c’è qualcuno che sta’ mangiando una montagna di cibo a velocità stratosferica, facendomi rimanere a bocca aperta…ma chi cavolo è questo?!?
 
“Ciao fratellino! Mi sei mancato!” esclama Ace, lasciando la presa dal mio povero braccio: oramai sarà viola! Mi ha strattonato talmente tanta gente, che avrò i segni di tutte le persone in questione che hanno lasciato la loro impronta…letteralmente…
“Sfiao Afe! Fono fontento ti rifederfi! Fai, ho fonosciuto Fuffy e Piddo! Fono molfo fifacifi…E fuesta? Fi è? La fua fidanfata?” dice il ragazzo continuando a masticare a bocca aperta, mostrando il bolo di cibo masticato…la prima parte di quello che ha detto l’ho capito pochissimo, ma la seconda parte anche troppo! Ha chiesto se sono la fidanzata di Ace!!!
“No! Cosa hai capito? Lei è Alice! Alice, lui è mio fratello Rufy!” ah! Suo fratello Rufy!
Rufy?!?!?!? E’ LUI?!?
Roger! Aiutami!
 


Angolo di Alyce: Buonasera! (entra insieme ad Ivankov)
I nostri Kidd e Law sono tornati! E non se la sono presa con la nostra giovane protagonista!
Iva: Hai ragione! Sono veramente adorabili! Soprattutto Rufy-boy!
Giusto! Un grandissimo appaluso va al nostro caro Cappello di Paglia! Che nonostante la situazione...mangia in continuazione!
Iva: Alyce-girl! Hai fatto rima! Bravissima piccola!
Ti ringrazio! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
Iva: Ma come faceva Marco a conoscere Dom? E' stata una grandissima sorpresa!
Lo si scoprirà nei prossimi capitoli!
Ciao e un strasuperbacione a tutti! Buonanotte!!
Alyce :)))

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Capitolo 16
*** 15. bacio rubato ***


15° capitolo: bacio rubato
 

Io e il fratellino di Ace continuiamo a guardarci per un tempo indefinito, finché Kidd non ci richiama all’attenzione:
“Alice? Rufy? Siete sulla Terra?” ci domanda sventolandoci una mano davanti ai nostri occhi e, come risvegliatoci dai nostri pensieri, rispondiamo in coro: “Certo che no!”
Traffy, in compenso, sbuffa esasperato, per poi sedersi su una sedia e togliersi il cappello.
E’ molto nervoso, chissà che gli prende…
“Come ti sei fatta quella botta in testa, Alice?” mi chiede, lasciandomi sorpresa per un’istante.
“Beh…ecco…come posso dire…un tir…ci è venuto addosso, eheheheh…” rispondo imbarazzatissima, provocando un nervo pulsante sulla fronte di Eustass…non credo che questa “chiacchierata” stia prendendo una bella piega…
“CHE COSA?!?!? POTEVI RIMANERE UCCISA!!!” mi urla contro, facendomi indietreggiare per timore.
“Ferché rifiava di morife? Non f’era Afe con lei?” chiede Rufy continuando a mangiare…ma come fa?? Io non riuscirei a mangiare tutti quei chili di carne!
“E SECONDO TE?!? UN TIR TI VIENE ADDOSSO E TU CHE FAI?!? VIVI?!? PROVIAMO A METTERTI ALLA PROVA E POI VEDREMO!!!” sbotta gridando come un ossesso.
Questa volta ho superato il limite…
“Kidd, calmati, per favore” lo intima Law, alzandosi con scatto fulmineo e avvicinandosi a me, per poi tastarmi la parte dolente della testa.
“Traffy, va tutto bene!” esclamo cacciando malamente la sua mano.
“Vai a letto e, Eustass-ya, non urlare. Peggiori la situazione” ci ordina perentorio, lasciando una lunga scia di silenzio opprimente.
“TRAFALGAR! MA CHE CAZZO…”
“Ho detto basta!” ahia! Ora si che Law è veramente, ma veramente…arrabbiato.
I suoi occhi sono pieni di ira e ti viene voglia di scappare, al solo guardarli per un secondo.
 
Senza aggiungere altro, esco da quella casa, trovando Dom e Marco intenti a parlare intensamente.
Sembra che non si siano accorti minimamente di me…beh…che dire…è da molto tempo che non si vedono…quindi…meglio lasciarli soli.
Cerco di dileguarmi il più in fretta possibile, ma il mio tentativo è vano. E io che pensavo che non si sarebbero accorti di me!
“Alice. Vieni un attimo qui” mi richiama Marco con voce che non promette nulla di buono.
“Sì? Che c’è?” gli domando con un filo di preoccupazione nella voce.
“E’ vero che un tir vi ha…”
“Sì! Ma è stato tutto calcolato, eh! Sto bene…cioè…io e Ace stiamo bene…anche se lui dormiva profondamente…” gli dico battendolo sul tempo.
“Seh! Come no!” esclama Dom visibilmente divertito, il che, provoca un riso sottomesso da parte del pennuto.
“Lo giuro!” mi difendo gonfiando le guance indispettita.
“Sì, sì! Va bene, va bene!” mi calma La Fenice, tenendosi la pancia per le risa.
Vederlo ridere è tutta altra cosa! Sempre serio e composto…non staccava mai! Almeno, ora, si diverte.
“Ok. Basta con gli scherzi. Vai a riposarti! Ti aspetta del lavoro, domani!” mi avverte Dom, dandomi una leggera spinta.
“Alice! Lavori?” mi domanda sorpreso Marco.
“Sì…qualcosa del genere…” rispondo vagamente, cominciando ad allontanarmi.
“Dom…”
“Me lo ha chiesto lei! Io non ho fatto soffiate su nessuno!”
“Che??? Mi avevi mezza minacciata! Vabbè! Notte! Buona fortuna, Dom!” dico velocemente, per poi dileguarmi in fretta e furia.
 
 
La mattina seguente, faccio fatica ad alzarmi dal letto, rischiando di rompermi qualche osso.
La testa mia gira vorticosamente! Non mi sono mai alzata ad un orario così impossibile!
Ho dormito a malapena quattro ore!!
Stancamente, mi dirigo verso il soggiorno per fare colazione e, dopo mi vesto con una t-shirt nera e dei jeans trasandati. Comoda e semplice!
 
Non riesco nemmeno ad aprire la porta, che mi trovo Dominic che mi guarda con sguardo piuttosto spazientito…che gli prende?
“Ciao!” lo saluto con un sorriso raggiante, per quanto la stanchezza me lo permetta.
“Sei in ritardo. Di dieci minuti” sbotta incrociando le braccia al petto.
“Capirai! Per dieci minuti!” mi difendo oltrepassando la soglia…CHE FREDDO!!!
“Che sciocca! La giacca!” osservo sbattendomi una mano sulla fronte…dentro alla giacca…c’erano le chiavi di casa…e…la porta…è chiusa…CAZZO!!!!! MI SONO CHIUSA FUORI!!!
“Non è giusto…” dico esasperandomi, accovacciandomi per terra.
“Che ti prende?” mi domanda Dom.
“Mi sono chiusa fuori…e ho freddo!”
“Ah! Quante storie! Lavorerai tutto il giorno! Non ci pensare!” mi rassicura, mettendomi una mano sulla spalla.
“Già! Hai ragione! Per le chiavi chiederò a Marco! Ha il doppione!”
“Vedi? Problema risolto!”
 
 
La giornata passa velocemente. Io e il mio amico, insieme all’aiuto di Letty, abbiamo riparato parte dell’auto, ma c’è ancora molto lavoro da fare.
In compenso, ci siamo divertiti un mondo! Certo, non sono mancate le sfuriate da parte del “capo” per alcuni piccoli errori…ad esempio: ho scambiato il contenitore della vernice con quella dell’olio.
Morale: ho dovuto rifare tutto daccapo, da sola! Senza l’aiuto di nessuno come punizione!
 
“Ehi, Dom! mi insegnerai a guidare, vero?” gli chiedo ad un certo punto, alzando la testa dal cofano della Nissan.
“Che? Stai scherzando, vero?” mi domanda a sua volta, tenendo la sua chiave inglese in mano.
Potrebbe usarla come arma contundente! Meglio essere cauti!
“Affatto!” Ahhhhh! Non avevo detto cauti?!?
“Sei ancora troppo piccola! E poi, Marco ha detto che dovranno passare degli anni, prima che tu possa guidare. Ha detto che hai rischiato troppo” mi risponde tornando al suo lavoro.
“Oh! Andiamo! Gli avevo detto che non doveva preoccuparsi! Che mi sarei assunta la responsabilità!” mi oppongo sbattendo i piedi per terra, come una bambina piccola.
“Perché vuoi guidare?” mi chiede improvvisamente, lasciandomi boccheggiare per un poco, ma mi riprendo subito dopo: “Voglio gareggiare! Mi piace la velocità!”
“Ahahahahah! Tu? Io avevo saputo che volevi essere ingegnere meccanico nell’Esercito! Hai cambiato idea?”
“Non importa in questo momento! Mi piace correre, tutto qui! Per favore, Dom!”
“Dio! Lo stai facendo ancora! Questa volta non funziona! La mia risposta è no!”
“Per piacere! Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego!!!!”
“Ma dai! Che ingiustizia! E va bene! Ma…questo comporta a…”
“Lo so! Dovrò lavorare per te ok, ci sto!”
“Ma se prima…”
“Non mene frega un cazzo. Voglio entrare nel mondo delle corse!”
 
 
Non so come, ma mi addormentai dopo quella piccola divergenza con Dominic e, cosa ancor peggiore, era che stava cominciando a piovere.
Andai a farmi una passeggiata fuori, sotto quella fine pioggerellina, tanto per darmi una svegliata.
“Dormito bene?” mi sento chiedere alle mie spalle.
“Scusa! Non mene ero assolutamente accorta!” mi scuso col “capo”, il quale mi da un buffetto sulla testa, facendomi sorridere appena.
“Non ti preoccupare. È logico. Ti sei svegliata alle quattro del mattino dopo aver passato maggior parte della notte in città e, hai lavorato tutto il giorno. Ti accompagno a casa” mi dice allontanandosi e, come un soldatino di piombo, lo seguo.
 
 
“Bene! Devi solamente andare da Marco a farti dare il doppione! Ti saluto” dice Dom mettendo in moto la Dodge, ma lo fermo sul tempo: “Devo venire anche domani?”
“Al pomeriggio, dato che alla mattina hai scuola” ribatte sorridendo divertito.
Non cambierà mai.
“Ok. Va bene. Ciao!” lo saluto dileguandomi dalla sua vista, dirigendomi verso la casa dei miei vicini.
Però…c’è una cosa che non mi va assolutamente a genio. Sono già bagnata fradicia, nel vero senso della parola, e sono sotto alla pioggia da neanche tre secondi!
Che tempo di merda! Non che io odi il brutto tempo, ma quando è così, mi irrito all’inverosimile!
 
Sconsolata, mi dirigo verso la mia meta principale, suonando svariate volte il campanello, aspettando di trovarmi davanti il pennuto, ma non è così…
“Cazzo! Potresti evitare di suonare come un’ossessa? La bolletta non la paghi tu!” sbotta Ace alterato.
Strano! Pensavo ci fosse il pennuto, oppure tutta l’allegra combriccola, compreso Rufy.
“Sono venuta per il doppione di casa mia” dico con tono di voce freddo e distaccato.
Non ho assolutamente voglia di litigare, sono stanca.
“Mi spiace deluderti! L’ha Marco! Non mi affida mai niente perché ha paura che possa combinare qualche guaio” ribatte acidamente.
Questa sì, che è sfiga! E ora? Come faccio?
“Quando torna?” domando frettolosamente.
“Non prima di tarda sera”
“Va bene. Ciao!”
“Dove vai?” mi chiede improvvisamente, facendomi girare di scatto verso di lui, ottenendo un’occhiata indagatrice.
“Vado a casa mia, ovvio!” gli rispondo seccata.
“E come pensi di entrare? Non credo che tu abbia mai scassinato la serratura di una porta” osserva con ghigno strafottente.
Quando fa così, mi viene voglia di tirargli un bel destro sul suo bel visetto infantile che si ritrova!
“Non devi andare da tuo fratello?” gli chiedo incrociando le braccia al petto.
“E’ andato in centro. Ha voluto visitare tutti i ristoranti che ci sono. Credo che tornerà domani mattina!” cazzo! Ma perché ha tutte le fortune di questo benedettissimo pianeta?!?
Non è giusto!
“Non posso farti restare fuori tutta notte. La Fenice mi ammazzerebbe di botte! Muoviti! Entra!” mi ordina perentorio. Io giuro che lo uccido! Poco ma sicuro!
Contro il mio volere, le mie gambe si muovono da sole, portandomi dentro l’abitazione.
Ma che cazzo sto facendo?!? Sono entrata nella tana del leone!!!
“Stai qui. Ti vado a prendere un asciugamano, così potrai farti una doccia. Ti procurerò dei vestiti asciutti” dice cominciando a dirigersi verso il piano superiore, per poi sparire dentro alla…sua camera?
 
Nel frattempo, mi perdo ad osservare meglio quella casa. Avevo solamente visto la cucina, ma non il salotto.
Da quando sono morti i miei nonni, questa casa è quasi totalmente cambiata, a parte due o tre  caratteristiche, tra cui il caminetto, le scale in legno e la finestra che da sul davanzale.
Mi ricordo che da piccola, giocavo tutto il tempo in quel piccolo angolo che dava all’aria aperta, beccandomi delle insolazioni nelle calde giornate d’estate.
Il sole mi picchiava in continuazione sulla testa e, il giorno seguente, stavo a letto con la febbre da cavallo, mentre Brian mi rassicurava con parole dolci, non prima, però, di avermi fatto la ramanzina per la mia negligenza.
Di risposta, sbuffavo e mi giravo dall’altra parte del letto! Che comica!
 
“Ehi! Sei attratta dalla pioggia, per caso? Non ho voglia di asciugare il pavimento, solo perché tu hai lasciato la finestra aperta! Chiudi immediatamente!” mi rimprovera Ace, risvegliandomi dai miei pensieri…come ci sono finita, qui fuori?
“Scusami. Non so che mi è preso!” cerco di scusarmi, ottenendo solo uno sbuffo e una domanda alquanto strana: “Qual e il tuo elemento preferito? Terra, Acqua, Aria o Fuoco?”
Ma che c’entrano, adesso, gli elementi naturali?
“Dipende…Acqua e Fuoco…più Acqua” rispondo sovrappensiero.
Ma che mi prende? Da quando in qua sono così disponibile e “simpatica” nei suoi confronti?
“Il mio è il Fuoco” dice lanciandomi l’asciugamano in testa. Ora lo riconosco.
 
Mi dirigo verso il bagno, avendo lo sguardo di Ace puntato sulla mia schiena: che ha, ora?
“Mmmh?”
“Io non ti avevo detto dove si trovava il bagno…” osserva inclinando la testa da un lato con fare perplesso.
“Lo so perché questa era la casa dei miei nonni!” esclamo imbarazzandomi.
“Ah! Ok…vai! E’ meglio!” contento lui!
 
 
Dopo così tante ore di lavoro, mi rilasso dentro alla vasca, chiudendo gli occhi, non pensando più a niente. Acqua e Fuoco…ora che ci faccio caso, non possono stare vicini: sono opposti di natura…
Io e Ace, come Acqua e Fuoco…metafora azzeccatissima, per noi due!
Ahhhhhh! Mi sto scervellando con queste cose insensate! Devo rilassarmi…
 
 
Dopo quasi un’ora…
 
 
“Alice! Hai finito? Sai, anche gli altri avrebbero diritto a una bella lavata!” sento dire da una voce in lontananza…ti prego…fa che non sia entrato…
“AHHHHHHH! PERVERTITO! E TU CHE CAZZO CI FA QUI?!? ESCI IMMEDIATAMENTE!!” urlo a tal punto di “bruciarmi” le corde vocali.
“CHE CAZZO DICI?!? TI RICORDO CHE QUESTO E’ IL MIO BAGNO!!! E POI, SEI COPERTA DALLA SCHIUMA!!! NON C’E’ BISOGNO DI URLARE COME CHISSA’ CHI!!!” grida in risposta, rischiando di rompermi l’apparato uditivo.
“D’accordo, signorino “so tutto io”! ora potresti uscire? Dovrei vestirmi! Sempre che tu sappia cosa voglia dire!” gli faccio notare con voce più calma, tenendo però, il mio comportamento stizzito e autoritario.
“Voi donne! Siete tutte uguali! Comandate e pretendete!” sbotta uscendo dal bagno, sbattendo con forza la porta. Gliela faccio vedere io!
 
Mi vesto con gli abiti che mi ritrovo sotto agli occhi, vale a dire…intimo da donna in pizzo e una maglia grandissima per il mio corpo, raffigurante un’aquila che si libra in cielo…mi arriva più o meno a metà coscia, neanche…come fa, Ace, ad avere un intimo del genere???
Forse, con quell’osservazione fatta poco fa…BLEAH! NON VOGLIO NEMMENO PENSARCI!
 
Esco di tutta fretta, scendo le scale, trovandomelo davanti. Ha un’espressione piuttosto alterata e, in attesa di spiegazioni.
“Con quante donne lo hai fatto?” gli domando, lasciandolo a bocca aperta.
Mi dovrò mettere un tappo in bocca, in futuro. Parlo senza contare fino a dieci e, i risultati si vedono; sguardi imbambolati.
Dopo alcuni minuti, si “risveglia” dal suo stato, mentre un leggero rossore gli imbratta le gote…non so se è per l’imbarazzo o per la rabbia…
“Ma…ma…come osi! Cosa ti frega, scusa???” mi domanda sbigottito, stringendo con forza i pugni.
“M’importa, invece, dato che sto indossando io, questi vestiti! Altrimenti cosa dovrei pensare? Che ti piace travestirti da donna super sexy quando non ti vede nessuno?” ribatto con tono di sfida.
Alice!!! Stai camminando in un campo minato!!!
“Prova a ripeterlo e ti faccio pentire di essere venuta qui!” mi provoca, mentre un luccichio sinistro gli attraversa lo sguardo. Forse sto esagerando.
“…”
“Cos’è? Hai paura? Povera principessa!” dice sfottendomi per il mio silenzio, allontanandosi da me.
Vuole guerra? E guerra sia! Ma che non vada a piangere dalla mamma, se le prende!
“Donnicciola!” ecco! L’ho detto! Viva la libertà di parola!
Si ferma, mentre un leggero tremore gli attraversa le spalle, per poi girarsi con scatto fulmineo verso di me…
 
In meno di pochi secondi, mi ritrovo intrappolata tra lui e il muro freddo.
Lo spazio tra noi due è talmente poco tanto che i nostri respiri si mescolano tra loro.
Chi vincerà tra i due? Acqua o Fuoco?
“L’hai voluto tu” dice con sguardo carico di disprezzo, prendendomi il mento tra le mani.
“Me la sarò pure cercata, ma tu non vinci di sicuro!” esclamo sicura di me stessa.
“Lo vedremo…” ribatte avvicinando il suo viso al mio, accorciando lentamente la distanza che ci separa.
Perché non riesco a muovermi? Le gambe mi tremano e il cuore batte all’impazzata…ho il fiato corto, ma perché? Io lo odio!
Eppure…ora che mi sta’ baciando non riesco a sottrarmi a quella tentazione sempre più forte che si fa largo nel mio petto con forza.
Senza accorgermi dei miei movimenti, allaccio le mie braccia al suo collo, facendo combaciare perfettamente i nostri corpi e, piuttosto che un rifiuto da parte sua, ricevo un bacio più passionale, mentre mi abbraccia la vita.
 
Ci stacchiamo dopo molti minuti, a causa dell’assenza di ossigeno e volgiamo gli sguardi altrove senza guardarci, finché non dice un’unica parola: “Scusa”
Tutto qui? Mi ha provocata per poi baciarmi e…e…questo…è tutto quello che sa dire?!?
Non riesco nemmeno a ribattere, che il suono del campanello riecheggia tra le pareti della casa…



Angolo di Alyce: Buona sera!!!! (schiva oggetti non identificati)
Chiedo venia per il mio ritardo, ma in questo periodo sono stata molto occupata, a causa delle interrogazioni e delle verifiche.
E finalmente, i nostri due protagonisti si baciano! Ma, a quanto pare, è stato solamente un' "incidente" di percorso.
Conseguenza: Alice, nel profondo, c'è rimasta male, anche se lo dimostra vagamente! E Ace? Boh!
Chi sarà il personaggio misterioso che ha suonato il campanello sul più bello??? Che cosa vorrà???
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
Vi auguro una Buona Notte!!!
Ciao e un strasuperbacione a tutti!!!
Alyce :)

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Capitolo 17
*** 16. visite inaspettate e rimpatriata di famiglia! ***


16° capitolo: visite inaspettate e rimpatriata di famiglia!

 
 
Io e Alice, al suono del campanello, rimaniamo immobili e muti, ad osservare quella porta, che secondo il mio parere, mi ha salvato il culo dalla sfuriata della mia compagna…
Aspetta! Lei non è affatto la mia compagna!! Quel bacio è solo stato un’incidente di percorso, punto!
“Allora? Che fai? Non apri?” mi chiede con tono di sfida, ottenendo uno sguardo confuso da parte del sottoscritto.
Non credo sia Marco. Ha detto che sarebbe tornato non prima delle due di notte…e non può essere Rufy! Non ha preso l’autobus per andare in centro, dato che si era offerto Marco, di accompagnarlo!
“Non so chi sia!” mi difendo, provocandole uno sguardo allibito.
Rimane in silenzio per svariati secondi, per poi rispondermi piccata: “Guarda dallo spioncino!”
Non ha tutti i torti…ah! Adesso basta! E’ solamente una ragazza che si crede chissà chi e che parla senza pensare. Vedi il discorso di poco prima riguardo l’intimo!
Ne ha parlato come se fosse la cosa più naturale di questo mondo!
“Strega!” ribatto acidamente con sguardo di fuoco.
“Donnicciola!” è fissata! Ha superato veramente il limite! Non sto scherzando!
 
Riservandole uno sguardo omicida, mi dirigo verso la meta di tante attenzioni, per poi spiare chi richiede la mia presenza o quella di Marco…
 
“Teach…” sussurro sbigottito, indietreggiando di pochi passi.
Che ci fa, lui qui? Cosa è venuto a fare? Io pensavo che fosse partito per un lungo viaggio…
 
“Ace…Ace? Avanti, Ace! Riprenditi! Che ti succede?” mi domanda Alice parandosi di fronte a me, sventolandomi una mano davanti al viso per risvegliarmi…
“Alice. Vai al piano superiore e non ti muovere finché non te lo verrò a dire. Forza” le ordino spingendola delicatamente.
“Non…non capisco…mi spighi che succede?” chiede insistentemente.
Non posso “mostrarla” a Teach. Ha un debole per le belle ragazze giovani e, quindi, non so cosa gli farebbe per avvicinarla a sé.
Se penso a tutte quelle ragazze che ha fatto cadere ai suoi piedi per una notta di passione, mi si accappona la pelle. Soprattutto per i modi in cui le “accalappiava”.
“Non posso spiegarti nulla. Fai come ti dico” e detto questo, se ne va con sguardo perso e triste.
Mi dispiace…
 
 
“Teach! Ma che sorpresa! Qual buon vento?” domando aprendo di scatto la porta, lasciandolo un attimino sorpreso, per poi scoppiare in una delle sue fragorose risate.
“Zeahahahahah! Ace! Ma che bella accoglienza! Vedi, sono venuto qui per discutere di affari con te e Marco, però ho potuto notare che manca La Fenice!” osserva entrando senza neanche chiedere il permesso.
Spero solamente che adesso non si metta a visitare quest’abitazione come se fosse a casa sua!
“Già! Marco non c’è! Quindi? Che cosa desideri?” gli chiedo un po’scocciato, mentre lui ride ancora di gusto. Gli piace sapere che le persone non lo sopportino un granché.
“Sta’ calmo fratello! Che ne dici di viaggiare con me? Sono un cacciatore di tesori! Potrei renderti molto ricco!” mi propone cingendomi le spalle con un braccio.
Puzza di alcool e di strip club e, questa, è una cosa che mi infastidisce parecchio.
Certo, ci sono andato anche io, qualche volta, ma non facevo mai caso alle ragazze che ballavano ai pali mezze nude.
Uscivo con ragazze che partecipavano alle corse, oppure, con quelle come Alice.
“Sai già la mia risposta, Teach” gli rispondo scostandomelo di dosso.
“Zeahahahahah! Sei uguale a Marco in queste scelte! Ti ha cambiato profondamente dalla vita che conducevi da piccolo. Un moccioso che veniva odiato da tutti solamente perché…”
“Sta’ zitto! Non ti permetto di parlare del mio passato!” lo zittisco stringendo i pugni, fino a farmi sbiancare le nocche.
Questa parte di me la odio anche io, cosa crede?
Nessuno vorrebbe sapere che il peggior criminale al mondo, ha un figlio!
Lo osservo di sottecchi, accorgendomi che sta’ ghignando…mi verrebbe voglia di tirargli un pugno sulla sua faccia da schiaffi, in momenti come questi!
“Vattene. Ora” dico solamente, aprendogli la porta di ingresso, aspettando con tutto il cuore che se ne vada.
“Va bene! Zeahahahah! Ma se vuoi cambiare idea…fammi un fischio! Zeahahahah!” ribatte uscendo.
“Ci si vede” lo saluto, chiudendo la porta alle mie spalle.
Non ne potevo più!
 
Sento dei passi frettolosi scendere le scale, finché non mi trovo davanti la mocciosa, che mi guarda come in attesa di spiegazioni.
“Senti…non è il momento di ottenere risposte! Lasciami in pace!” sbotto irritato, spingendola lontano da me.
Chi vorrebbe stare vicino ad un mostro? Nessuno, mi sembra chiaro.
Di certo non vado a spifferare la mia vera natura, soprattutto ad una ragazzina capricciosa come lei!
“Che risposte dovrei ottenere, scusa?” mi chiede perplessa, provocandomi una sorpresa immensa.
Pensavo avesse ascoltato il discorso tra me e quel farabutto…
“Non che io abbia non abbia fatto caso al vostro discorso di poco fa! Anzi! Ho ascoltato, ma non mene importa in questo momento! Voglio sapere perché tieni dell’intimo da donna con te! Sono curiosa! Illuminami!” esclama avvicinandosi con un dito accusatorio.
Non le importa? Davvero? Wow…è la prima volta che qualcuno non si interessa della mia situazione! Sono felice, adesso!
Di solito, tutti mi fanno una valanga di domande, ottenendo risposte sgarbate o sbuffi.
“Per tua informazione…non ti deve interessare! Sono affari miei! Fine della discussione!” le rispondo prendendo la sua mano puntata contro di me.
“Invece sono affari miei!” si difende gonfiando le guance come una bimba piccola.
“No, affatto! E comunque…me la devi pagare…” comincio a dire vago.
“Cosa? Non capisco!” dice preoccupandosi.
“Ma come? Mi hai ancora dato della donnicciola! Non te ne sei resa conto?” le domando con fare fintamente sorpreso e offeso.
“Ancora? Se pensi che io porga le mie scuse…ti sbagli di grosso!” esclama liberandosi dalla mia presa.
Le rivolgo uno sguardo attento e intenso su tutto il corpo, accorgendomi che è molto più femminile, vestita così.
“P…perché mi guardi?” domanda arrossendo vistosamente, il che, mi fa sogghignare per la mia vittoria. Manca solamente la ciliegina sulla torta.
“Niente! Non si può guardare una donna con occhi diversi?” le domando facendola imbarazzare ancora di più.
Vedo che ha perso tutta la sua sicurezza! Ma lei non diceva di non imbarazzarsi davanti a nulla?
“P…pervertito!” sussurra con poca convinzione, poggiando il suo sguardo verso il pavimento.
“Io? Questa sì, che è bella! Secondo me sei tu che capisci tutt’altra cosa! Che mocciosa!” osservo sorridendo.
Mi sto divertendo un mucchio! Certo, quello che ho detto prima, era tutta una balla. Aveva ragione Alice, dicendo che sono un pervertito.
Me la sono immaginata per pochi attimi con soltanto gli slip di pizzetto, delle scarpe a tacco alto, un filo di trucco e i capelli sciolti mentre si avvicinava con fare suadente a me, per poi baciarmi con passione.
“N…n…non è affatto vero!” dice vergognandosi come non mai, cercando di coprirsi di più le sue belle gambe.
“Mica ti sentirai in imbarazzo” dico sollevandole il volto per guardarla nei suoi occhi verdi.
“A…affatto!” sbotta cacciando la mia mano, per poi andarsi a sedere sul divano, guardando fuori dalla finestra. Chissà a che cosa pensa…
“E allora perché distogli lo sguardo?” le domando sedendomi accanto a lei.
“I…i…io…non distolgo…lo …lo sguardo!” tenta di dire, inciampando nelle sue stesse parole.
“Sì, come no! Dimostramelo!” la sfido girandomi totalmente verso di lei.
Di risposta si sorprende, come colta sul vivo, per poi arrossire ancor più, fino a che non decide di girarsi, cacciando uno lungo respiro per calmarsi.
“Allora?” le chiedo con insistenza.
“…Fottiti!” esclama guardandomi con cipiglio alterato.
“Ahahahah! Sei proprio una mocciosa! Ahahahahah!” rido di gusto.
Arrabbiandosi ancora di più, mi salta addosso, facendomi cadere dal divano.
Allora la micetta ha le unghie! E io che stavo cominciando a pensare che fosse una ragazza che subiva!
“Non chiamarmi mocciosa! Chiaro?!?” sbotta con un vena pulsante in fronte, artigliandomi le spalle con forza inaudita.
“Ahahahah! Se no? Che mi fai? Mi gonfi?” la sfotto assumendo un cipiglio divertito.
“Non provocarmi!”
“Oh! La provoco! Sei tu che mi provochi! Hai cominciato tu!”
“…” questo suo silenzio è il momento adatto!
 
In pochi secondi ribalto la situazione: lei sotto, io sopra.
“Mollami!” dice dimenandosi, nel vano tentativo di liberarsi dalla mia presa.
“No!” esclamo, facendola zittire per un attimo, per poi guardarmi con occhi maliziosi, avvicinandosi lentamente alla mia bocca.
“Dai…liberami…per favore…” quelle ultime due parole…ci sta’ provando????
Cioè…non che il resto della frase fosse stata detta con normalità, anzi!
Questo è un affronto alla mia figura maschile! Ha firmato la sua condanna a morte!
E se ti rispondessi sempre no?” le domando usando il suo stesso tono, mentre un odore di cioccolato e fragola mi invade le narici. Ha un buon profumo…
Beh…non mi lasci altra scelta…” comincia a dire, rivolgendomi uno sguardo che ha un che di sinistro…che vuole fare?
Posso sapere le tue intenzioni?” le domando ancora, sicuro della mia vittoria schiacciante.
Lo sai…che i segreti rendono una donna ancora più donna?” osserva con fare ancora più seducente.
Non lo metto in dubbio…in effetti…siete molto più attraenti e irraggiungibili quando nascondete qualcosa…” ribatto senza timore.
Appunto…” dice cominciando ad azzerare le distanze che separano le nostre bocche, provocandomi dei lunghi brividi lungo la spina dorsale…
Questo suo fare lento e calcolato mi sta’ facendo fremere di impazienza.
O forse, vuole prendere lei l’iniziativa e vendicarsi del bacio che le ho dato poco tempo fa…
 
Dopo attimi interminabili, decido di unire le nostre bocche con forza, come a dirle che quello che comanda è il sottoscritto.
Sono io che faccio cose simili. Ho sempre condotto il gioco! Perché non dovrei farlo anche questa volta?
Ho sempre saputo che prima o poi sarebbe caduta ai miei piedi. E’ stato difficile, ma dopo tanto ci sono riuscito! Un’altra vittoria per me!
 
Senza accorgermene, comincia ad alzarsi, senza smettere di baciarmi, ribaltando di nuovo le nostre posizioni.
Glielo concederò. Tanto ho vinto io!
“Grazie per avermi liberata! Molto gentile da parte tua!” esclama staccandosi da me, per poi scappare, lasciandomi come un baccalà…
Mi ha fregato! Sono stato fregato da una donna! Una mocciosa, oltretutto!
“Questa me la paghi molto cara!” sbotto cominciando a cercarla per le varie stanze della casa, non trovandola da nessuna parte. Scomparsa! Non è possibile!
 
“Ihihihih! Ho fregato la donnicciola senza che se ne accorgesse! Ihihihihih!” sento in lontananza.
Ora sfotte pure! Avrà una morte lenta e dolorosa! Poco ma sicuro!
 
 
Nel frattempo, da Marco…
 
 
Dopo un lungo viaggio sono arrivato a casa del mio vecchio.
Due giorni fa, mentre Alice e Ace non c’erano, ho ricevuto una chiamata dal Babbo, dicendomi che era da tempo che non mi vedeva e che voleva parlare con me.
Così, ho accettato il suo invito, affidando l’incarico di curare Ali ad Ace, facendomi promettere di non combinare qualche suo diavoleria.
Spero che sia veramente così, perché altrimenti vado in escandescenza!
 
 
“Figlio mio! Sei arrivato, finalmente! Non c’è Ace, con te?” mi sento chiedere da una voce altisonante.
 
“No Babbo. Ha dovuto badare ad un’amica…” butto li, provocandogli uno sguardo indagatore.
“Gurarararara! Dimmi: ha messo la testa a posto?” hai capito! Ha colto la situazione in meno di due secondi! Vecchio ma arguto!
“Da quando quei due si conoscono, ha smesso di fare il Don Giovanni con tutte! In un certo senso…è attratto da quella ragazzina, anche se dice che la odia con tutto se stesso” gli spiego sogghignando.
“Come si chiama?”
“Alice”
“Anni?”
“Diciassette…Babbo! Come mai questo interrogatorio?!?” gli chiedo allibito.
“Gurararararara! Voglio conoscerla! Faremo una bella cena di famiglia! Gurarararara! Satch! Comincia a preparare il menù!” ordina a mio fratello, che nel frattempo aveva origliato.
Siamo nei guai fino al collo! Quando il Babbo si mette in testa una cosa, è difficile fargli cambiare idea!


Angolo di Alyce: Salve a tutti!
Come si può notare, Alice è un piccolo diavoletto tentatore nei confronti del nostro sexy zolfanello!
E Ace...è...come dire...pervertito (come ha detto lui) *-*
In questo capitolo c'è anche una nostra vecchia e bruttissima conoscenza! Marshall D. Teach! Una bella mitragliata per lui!
Un grandissimo applauso, invece, al nostro vecchio Barbabianca, che, comprendendo la situazione al volo, non vuole fare mancare nulla ai suoi bene amati figli!
Certe volte mi chiedo come faccia ad essere così intelligente! Marco non ha nemmeno spiccicato parola, che già, aveva compreso la situazione al volo! Increndibile!
Ace: Ti ricordo che l'hai scritta tu, questa scena!
Io:...Puccio *-*
Premetto che il prossimo capitolo sarà scritto sotto il punto di vista del nostro pennuto Marco La Fenice!
E dopo questo monologo interiore confuso, vi lascio!
Ciao e un strasuperbacione a tutti!
Alyce :))))


P.S. Ringrazio tutti coloro che leggono/ recensiscono questa storia! Siete troppo gentili!!!! <3<3<3
Ringrazio chi ha messo questa storia tra le preferite/seguite/ricordate! Grazie infinitamente!!!! <3

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Capitolo 18
*** 17. casa dolce casa ***


17° capitolo: casa dolce casa!

 
 
 
Osservo i miei fratelli, che alle parole del Babbo, sono subito accorsi per sapere la grande novità: Ace fidanzato.
Tutti mi saltano addosso, riempendomi la testa di domande: da quella più casta a quella più hot.
Non cambieranno mai! Le notizie corrono in fretta e, tutti, vengono a sapere puntualmente i fatti degli altri.
Bello, no?
“Ehi, Marco! Da quanto tempo stanno insieme?” mi domanda con tono visibilmente divertito Satch.
“Beh…ecco…veramente…” tento di dire, ma gli altri continuano a domandare, senza farmi finire una frase di senso compiuto!
“FRATELLI! ADESSO BASTA! NON VEDETE CHE NON STA’ RESPIRANDO???” urla mia sorella Halta, facendo scansare tutti.
Le donne sanno ottenere sempre quello che vogliono!
“Grazie mille, Halta” la ringrazio, facendole nascere un sorriso dolce sulle labbra.
Siamo sempre stati una grande famiglia. La vita era “piuttosto” tranquilla, fino a quando non arrivò Ace.
La sua entrata in scena sconvolse la nostra quotidianità con la sua allegria e il suo non stare fermo un attimo…
 
 
 
INIZIO FLASHBACK
 
 
Era una mattina come tante altre, in casa di Barbabianca.
Ognuno svolgeva le proprie mansioni: chi stirava, chi cucinava fischiettando allegramente, chi leggeva un libro. Insomma, una giornata normale, fino a che…
 
“Ehi! Lasciami andare! Lasciami, ti ho detto, brutta ananas vivente!” gridò una voce all’ingresso della grande casa.
“No che non ti lascio! Hai tentato di rubare la mia macchina! Questa la pagherai molto cara!” ribatté a tono Marco La Fenice.
 
A quel tempo, era già nel giro delle corse clandestine, assieme a Dominic Toretto.
Era uno dei piloti più ricercati in Asia per vari furti di pezzi meccanici, giro di soldi sporchi e risse contro le forze dell’ordine…
 
“Non è vero! Non ho tentato di rubare!” si difese il ragazzo preso per il colletto della maglietta.
“Ah no? Allora dimmi: chi era che stava tentando di aprire la macchina?”
“…”
“Vedi? Non sei molto furbo!”
 
“Marco! Perché urli tanto? Qualcosa non va?” domandò Edward Newgate, che nel frattempo aveva interrotto la visione del suo programma preferito alla tv per ascoltare la bizzarra conversazione di suo figlio.
“C’è questo ragazzino che è entrato nella nostra proprietà per commettere un piccolo furto!” gli spiegò con tranquillità, lasciando andare quel ragazzo vivace, che si continuava a dimenare come una scimmia.
“Mmmh? E tu, chi sei, figliolo?” domandò il vecchio Barbabianca, chinandosi leggermente in avanti per osservarlo meglio.
“Primo! Non sono un tuo “figliolo”! Secondo! Il mio nome è Portgas D. Ace, vecchio!” rispose con sfrontatezza, tanto da beccarsi un pugno in testa per il comportamento maleducato nei confronti di persone più grandi di lui.
“Marco. Non c’era bisogno di dargli un pugno” lo ammoni Newgate con un sorriso paterno.
“Tsk! Tra poco sarò pure ricercato per omicidio!”
“Ahahahahah! Questa sì, che è bella! Un assassino! Come se tu fossi già andato in galera! Ahahahahah!” rise Ace tenendosi la pancia.
“Ahahahahah! Hai ragione! Peccato che ci sia già passato!” lo zittì con una risata sarcastica, uscendo di casa per andare a gareggiare…
 
 
 
Quella sera, il pennuto rientrò sul tardi, provocando l’ira di Halta.
Lo trattava come se fosse suo figlio, nonostante fosse la più giovane dei due, però a Marco piacevano quelle specie di coccole, fatte di urla e sberle.
“Ciao Babbo! Sono tornato con tanti bei bigliettoni!” esclamò felice, ammirando il gruzzolo con estrema concentrazione.
“Ma che bella notizia!”- rispose, per poi ghignare divertito- “Anche io ne ho una! Ace farà parte della nostra grande famiglia! Sei contento?”
Si senti cadere il mondo addosso.
Lasciò tutti i soldi svolazzare, lo sguardo vuoto. Che gli prendeva?
“S…S…STAI SCHERZANDO, VERO?!?!?” gli domandò gridando, dando inizio ad una scenata epica, provocando l’ilarità e perplessità nei suoi fratelli.
Barbabianca, invece, lo continuava a guardare sorridendo. Ci sarebbe stato da divertirsi…
 
 
 
Passarono gli anni e Ace, dopo vari tentativi di fuga da quella famiglia sconclusionata (furono più di mille), si arrese e cominciò a divertirsi insieme ai suoi nuovi fratelli, soprattutto con Marco.
 
 
“WOW! E’ FANTASTICO!!” urlava il ragazzo mettendosi in piedi sul sedile passeggeri, venendo ripreso da Marco, che continuava ad intimargli di rimettersi composto.
“Giuro che se non ti siedi, inchiodo!” lo minacciò con tutta la pacatezza di cui disponeva: avrebbe voluto saltargli addosso e picchiarlo, in realtà.
“Non succederà niente! Promesso!” lo tranquillizzò, facendogli un sorriso da orecchio a orecchio, provocando lo stupore da parte dell’altro.
“Per favore. Siediti” lo pregò tornando a guardare la strada tortuosa. Era uno dei percorsi che doveva imparare per la prossima corsa e, si diceva che aveva mietuto molte vittime.
Scorgendo la preoccupazione da parte del maggiore, Ace, anche se di malavoglia, decise di assecondarlo. Non voleva causargli un incidente o cose simili.
 
“Diventerò anche io un pilota di gare clandestine” disse all’improvviso.
A quelle parole, Marco inchiodò come non aveva mai fatto prima, lasciando una lunga di scia di impronte di pneumatici sull’asfalto.
“Perché hai frenato?” gli domandò Ace.
“No” rispose solamente quello.
“N…non capisco…che intendi?”
“Tu non parteciperai mai alle corse” ribatté con tono duro La Fenice.
“Perché?!?”
“Sei troppo giovane. Ammetti che tu muoia…cosa diresti al Babbo?” gli chiese Marco guardandolo nei suoi occhi neri come la pece.
C’era ben altro, che quella “semplice” motivazione.
Lui non voleva che Ace partecipasse perché si era affezionato a quello scapestrato, che tutti i giorni combinava solo guai, saltandone fuori, solo con l’aiuto del maggiore…
 
 
“E se partecipassi alle corse?” chiese Ace una sera, quando aveva alzato un po’il gomito a causa dei festeggiamenti dovuti al compleanno di Satch.
“Mmmh? Tu? Ma sei soltanto un moccioso!” esclamò Marco, dandogli una leggera pacca sulla schiena.
“Ehi! Non offendere…vecchio pennuto…” sussurrò in sua difesa, accasciandosi sul tavolo, guardando di sottecchi il resto della combriccola che dormiva scompostamente per terra o sulle sedie.
“Non ti permetto di trattarmi così! Nel caso tu non lo sapessi, riesco a regalare alle donne notti di grande passione…certe volte hanno chiesto pure il bis…” ribatté sovrappensiero, cadendo in ricordi poco casti.
“L’importante è crederci!” lo sfotté ridendo.
“Mi stai provocando?” domandò Marco alzando un sopracciglio.
“Può darsi…”
“Non costringermi a dimostrartelo!”
“Ok! Scherzavo! Ti credo…ma passando a cose serie…perché non vuoi?” gli chiese Ace guardandolo.
“Mi spiace ammetterlo…ma mi sono affezionato. Ti devo proteggere, in un certo senso…”
“Allora promettimelo!”
“Che cosa?”
“Che mi proteggerai!”

 
 
“Capisci perché non voglio e non posso, Ace?” gli domandò serio Marco, appoggiando il viso al volante.
“…Sì…però…gareggerò io, per te! Tu entrerai nelle gare di rally, mentre io, sarò un ricercato…” gli propose Ace speranzoso.
“CAZZO! MA ALLORA NON HAI CAPITO NIENTE!” gridò il più grande, scendendo dalla macchina.
“Non mi hai fatto finire di parlare! Tu hai detto che dovevi proteggermi, giusto? Mi insegnerai a guidare come solo tu sai fare e, se mi caccerò nei guai…sarai libero di farmi ciò che vuoi!” finì Ace sorridente, raggiungendolo.
“Ma non ha senso…” sussurrò esasperato in risposta, girando lo sguardo altrove.
“Sì che ha senso! Ti ho chiesto di proteggermi! Non dalla morte, ma bensì dalla giustizia!”
“Ma cosa…”
“Io intendevo questo! Se morirò…pace! Ho vissuto bene! Ho conosciuto un bravo fratellone pennuto, un buon padre…una bella famiglia…” disse Ace cercando lo sguardo dell’altro.
“Che bastardo! Mi hai ricattato! D’accordo! L’hai voluto tu! Però se ti succede qualcosa…” cominciò a dire l’altro con tono minaccioso, facendo comprendere ad Ace l’importanza della vita.
Mica poteva morire senza neanche aver incominciato!
 
 
FINE FLASHBACK
 
 
Sorrido a quel ricordo piuttosto particolare. Cavolo. Ricattato da un ragazzino! Robe da matti!
 
“Forza! Pennuto! Torna a casa! Il tuo dolce fratellino ti sta’ aspettando a casa!” mi richiama all’attenzione Satch, accompagnandomi alla porta, rischiando di sbattermela in faccia prima che io sia uscito.
Che gli prende?
“Perché mi cacciate?” domando senza capire, trovando poi lo sguardo di tutti i miei fratelli puntato su di me.
“Ma è logico! Non possiamo metterti al corrente di niente! Sarà una festa a sorpresa! Sappiamo tutti com’è il tuo legame tra te e Ace. Gli andresti a spifferare tutto in un secondo! Addioooo!” mi spiega Vista, salutandomi con la mano e chiudendo definitivamente la porta.
Ma che razza di fratelli! Non si fidano di me!
 
 
Torno  a casa verso le due di notte, trascorrendo il viaggio tra sbuffi e imprecazioni dedicate al mio caro fratello Satch. Di sicuro, ha architettato tutto lui!
Ha sempre organizzato feste in grande, difendendosi con la scusa: “Pensavo che fosse un po’piccola! Scusate tanto ragazzi! Mi perdonate?”
Mai nessuno che gli dicesse di no! Lui e i suoi occhi da cucciolo!
 
Entro in casa, trovando incredibilmente buio pesto…non ho mai trovato la casa così silenziosa…
“Ace?” lo richiamo, ma nulla…volatilizzato.
Che sia da Alice? No…impossibile…aveva detto che non si sarebbe mosso da casa neanche se lo avessero pagato!
 
“Ho fame…” sento dire dal stanza accanto, facendomi sobbalzare.
“Hai già mangiato…” aggiunge un’altra voce femminile.
“Però non è giusto…la cioccolata non si può definire pranzo” cioccolata? Cibo?
 
Mi dirigo a passi veloci verso la fonte delle voci, trovandomi davanti ad uno spettacolo surreale…
Ace e Alice che parlano nel sonno. Senza litigare, poi!
Tra l’altro, Ace ha la faccia mezza sporca di cioccolata, mentre Alice è stesa supina sopra di lui, con la testa appoggiata al petto nudo di lui…
Non ci credo! Che abbiano fatto sesso alla fine?!? Questo vorrebbe dire che i miei fratelli ci avevano visto giusto, o meglio, il Babbo ci ha visto giusto!!!
Quasi quasi faccio una foto, per poi chiedere loro spiegazioni e chi lo sa…anche per prenderli un po’in giro!




Angolo di Alyce: Siete liberi di sparami!
Se dite che questo capitolo fa pena...vi do ragione!
E se dite che non vi è piaciuto...anche questa volta, avete ragione!
Passando ai nostri cari protagonisti!
Marco! Il nostro carissimo e fighissimo Marco! Sarà pure fighissimo ma è anche un po'bastardo...però è per questo che è così sexy *-*
Ricattato da un ragazzino, per poi "vendicarsi" immortalando Ace e Alice metre dormono insieme, anche se...lasciamo stare va! Lasciamo vivere nelle sue convinzioni il nostro pennuto!
Satch che fa gli occhi da cucciolo? Puccio, o almeno per me. Sentendomi chiedere che vuole essere perdonato, facendo lo sguardo puccio...io cedo!
Gli do anche il premio!!! Robe da matti!
Passiamo alle domande: Come la prenderanno Ace e Alice vedendo una foto di loro due insieme? Cosa sarà successo veramente?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo!
Ciao e un strasuperbacione a tutti!!!
Alyce :)))

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Capitolo 19
*** 18. un bellissimo risveglio ***


Note dell'autrice: la parte scritta in corsivo è il racconto di Alice. Buona lettura!


 

18° capitolo: un bellissimo risveglio
 

 
Mi sveglio molto lentamente, godendomi il dolce torpore del letto…certo che questo letto è un po’strano…no, seriamente! Da quando in qua la mia amata cuccia respira?!?
Leggermente terrorizzata mi alzo, trovandomi a cavalcioni su un ragazzo che conosco molto bene…Ace.
Mi perdo a guardarlo attentamente, osservando i suoi lineamenti delicati del viso e la forma scolpita dei suoi pettorali, accorgendomi poco dopo che ho le mani sul suo petto…
“Dio. Perché sono così…pervertita?” mi domando sottovoce, cercando di non svegliarlo, ritirando i miei arti, sentendomi andare a fuoco.
 
“Buongiorno! Dormito bene?” mi sento domandare da una voce famigliare. Marco…
Speriamo che non mi abbia vista!! E’ stato solamente un equivoco!!! Anche se molto piacevole, ma un piccolo incidente! Non mi ero accorta delle mie azioni!!!
“Ma certo! Cioè…no, anzi…sì, ma…” tento di rispondergli, sperando vivamente di non essere arrossita come un tacchino.
“Allora? Sii sincera” ribatte avvicinandosi con delle brioche e delle tazze di cioccolata.
Ma che bevanda famigliare!
“Non ho molta fame!” dico scuotendo le mani in modo impressionante.
“Ma come? Ci ho messo molto impegno! Questa cioccolata è buonissima!” mi intima con tono di malizia nella voce…Per Roger! Siamo stati sgamati!!!
“Non ne dubito!”- rispondo istericamente- “Ma te lo assicuro! Bevila tu! Insisto!”
“Mmmh…forse ti piace la cioccolata spalmata. Deve essere ottima! Ti è mai capitato di ritrovarti questa golosità sulla pelle? Ha un gusto migliore, soprattutto se in compagnia!” osserva con tranquillità.
Respira Alice. Calmati! Non è una frase a doppio senso, ok?
“Non ti seguo”
“Ma come? Vedo che vi siete divertiti ieri sera, tu ed Ace” dice con tono fintamente sorpreso.
“C…c…cosa? Non è come pensi!!!!” cerco di spiegargli, iniziando il mio racconto…
 
 
Era impossibile nascondersi! Oramai non avevo più posti dove rifugiarmi dalla furia di Ace.
Lo avevo preso in giro, ovvio. Si sentiva ferito nell’orgoglio e mi dispiace, ma non mi ha lasciato altra scelta.
Certo che però le sue labbra erano davvero invitanti…Ah! Basta pensare a queste cose!
 
“Alice! Ti ho trovata finalmente!” lo sento esclamare, venendo “accecata” dalla luce del lampadario della stanza, tenuta oscurata dalle coperte del letto che ricadevano penzoloni sul pavimento, o almeno, fino a quel momento…
 
Mi sento prendere per il braccio, per poi essere trascinata in cucina, dove mi molla e mi guarda con sguardo infuocato.
“Scusa…” gli dico con un sorrisetto innocente, ma lui non ci casca e, esasperato, si mette a preparare qualcosa.
E’ la seconda volta che mi “perdona”…strano.
“Cioccolata?” gli sento chiedere, porgendomi la ciotola ricolma fino all’orlo, ma la diniego con un cenno del capo.
“Come vuoi. Ne avrò di più!” osserva felice come un bambino e non posso non trattenere un sorriso dolcissimo, venendo scoperta da un Ace con sguardo vuoto.
“Che ti prende?” gli chiedo piccata, per poi vedergli la testa cadergli dentro a quella delizia.
Ma come fa?!? Persino quando mangia della cioccolata!!! Meglio che lo tiri fuori, altrimenti  affoga. Non voglio avere pesi sulla coscienza!
 
“Eh? Ma che è successo?” domanda intontito, con la faccia letteralmente ricoperta da cioccolata, facendomi scoppiare a ridere. Quanto è buffo!!
“E ora? Perché ridi?!?” chiede seccato dal mio comportamento, alzandosi di scatto, per poi guardarmi intensamente negli occhi.
“Sei sporco. E quando parli sei divertente” gli dico senza tante cerimonie.
Si tasta il viso con un dito, per poi accorgersi della situazione…
Gli compare un ghigno sinistro, avvicinandosi lentamente a me, facendomi indietreggiare.
“Non ci provare!” lo minaccio guardandomi attorno, in cerca di una via di fuga.
“Altrimenti?”
“E! Non lo so!”
“Sei furba!”
“Mene sono resa conto! Ehi! Non farlo! Prova a toccarmi e ti uccido!”
“Per un po’di cioccolato!”
“L’hai voluto tu!” esclamo infine, sorprendendolo un poco, non capendo le mie intenzioni.
Anche se con un po’di rossore sulle gote, mi “avvento” sul suo dito, pulendolo dal dolce.
Mi ritraggo un attimo dopo, volgendo lo sguardo altrove, evitando i suoi bellissimi occhi.
“Certo che sei stata un po’avventata. Potrei prenderlo come un invito ad un banchetto” dice malizioso, avvicinando il suo viso al mio, finché i nostri nasi non si toccano, sporcando anche me.
“Odioso!” sbotto irritata, provocandogli un sorrisetto sghembo, ma non accenna a staccarsi.
“Ma come siamo simpatici!”
“Gnè!”
“Come osi?!?”
“Oso, invece! Sporcami un’altra volta e ti costringerò a sborsare una somma di denaro immensa!” lo ricatto sorridendo malandrina, lasciandolo boccheggiare un poco, per poi allontanarsi sbuffando parole incomprensibili.
“La somma sta’ triplicando!” lo avverto incrociando le labbra al petto.
“CHE COSA?!? SEI UNA RICATTATRICE!!!” grida allibito, pulendosi il viso alla chicchessia con una mano, restando sporco in alcuni punti della bocca e delle guance.
Assomiglia ad un pagliaccio!
“Mi hai provocato. Ora paghi” gli spiego con sguardo omicida, facendolo indietreggiare impaurito.
“Sì, sì!” ha già affrontato la cosa?!? Ma come fa a mangiare?!? Lo sto’ ricattando e lui s’ingozza!!
“Sono senza speranze” borbotto tra me e me, sbattendomi una mano sulla fronte.
“Riguardo a cosa?” gli sento chiedere alle mie spalle, leccando le ultime tracce di cioccolato sulla mano. Voglio morire!
“SEI UNO STUPIDO!!!” urlo tirandogli un pungo in testa.
“Perché lo hai fatto?”
“Perché mi andava!” rispondo guardandolo altezzosamente.
“Ma sì! Certo! Dare pugni in testa alla gente è normale, sai? Vediamo come reagisci tu!” ribatte preparandosi.
“Ti farò pagare un mucchio di bigliettoni! Occhio!” lo minaccio senza timore.
“C…c…come? Stai scherzando, vero???” mi chiede con un filo di preoccupazione della voce.
“Assolutamente no!” dico sicura.
“Mmmh…ok!”
Si avvicina di nuovo a me e, io, cercando una via di fuga, trovo solamente il bancone dell’isola.
Deglutisco, mentre osservo il suo viso vicinissimo al mio: abbiamo le labbra a pochi millimetri di distanza e posso sentire il suo respiro caldo.
“C…c…che vuoi fare?” chiedo titubante, ricevendo, con mia estrema sorpresa, un attacco di solletico…
“Ahahahahah! Basta! Ahahahah! Ti scongiuro, basta! Ahahahah!” lo prego aggrappandomi a lui con forza, nel tentativo di non cadere rovinosamente a terra dal troppo ridere.
“Ahahahah! Te la sei cercata!” dice caricandomi sulle sue spalle e buttandomi di peso sul divano, ricominciando quella tortura.
“Ahahahah! Non ce la faccio! Ahahahah!”
“Chiedimi scusa e smetto!” mi intima ridendo divertito.
“Ahahahahah! No! Ahahahah!”
“Cosa?” domanda aumentando il ritmo del solletico.
 Cerco di dimenarmi, per quanto il ridere me lo permetta, solo che mi trovo a tenermi la pancia per proteggermi.
“No!”
“Guarda che continuerò per ore!”
“No!!! Ti prego! Non farlo! Scusami! Ahahahah!” gli dico con le lacrime agli occhi.
Smette appena ho pronunciato la parola scusa ed ora mi fissa intensamente nei miei occhi lucidi, per poi sorridere raggiante.
“Ok! Basta! Notte!!” esclama gettandosi su di me, ritrovandomi schiacciata tra il divano e il suo corpo scolpito.
Non che mi dispiaccia, eh! Ma che dico?!? Sono ammattita?!?
Solo che sento già il fiato corto, se poi lui si sdraia comodamente sulla sottoscritta, è un omicidio!
“Scusa bello, non respiro!” gli faccio notare, battendogli una mano sul petto.
“Mmmh? Scusa! Ehi! Mi stai dicendo che vorresti dormire sopra???” domanda alzando un sopracciglio.
“Sì! Cioè! No! Ma che…no! O sì?”
“Ahahahah! Soffri di crisi di incertezza, secondo me!” mi stuzzica con quell’aria birichina.
“E’? NO! Ma va’!”
“Allora vuoi dormire sopra sì o no?”
“…”
“Lo prendo per un sì…uffa…mi sentirò sottomesso!” sbuffa ribaltando le nostre posizioni.
“Povero! Non mi dirai che vuoi un po’di coccole, adesso!!!” dico fintamente alterata.
“Sì! Sei arguta ragazzina! Mi fai le coccole?” chiede speranzoso.
“Ma anche no!” rispondo mettendomi comoda.
“Grazie! Almeno il bacio della buonanotte potresti darmelo!”
“No!”
“Perché no?”
“Perché no!”
“Ma come no?!? Esigo il bacio della buonanotte!”
“Smak! Dormi!” naturalmente non l’ho baciato per davvero! Sia chiaro! Sono quei baci detti ma non fatti!
“Io non ho sentito niente!” sbotta gonfiando le guance offeso, facendomi sorridere.
Più fa così e più assomiglia ad un bimbo!
“Notte piccolo bambino!”
“Ehi! Non sono un bambino…se vuoi te lo dimostro anche!”
“Cosa?!? Non ce n’è bisogno! Grazie mille!” mi difendo con il cuore che batte a mille, sentendomi in fiamme.
“Peccato!” Non. Ho. Parole.
 
Finalmente tace! Era ora! Dopo tanto tempo ha rinunciato all’idea del bacio!
Meglio. Posso dormire in santa pace!
“Dai! Per favore!” esclama facendomi sobbalzare.
Mi sembrava troppo bello per essere vero.
“None!!! Ace! Voglio dormire!” sbotto irritata, dandogli un leggero schiaffo sulla guancia.
“Non ti lascio stare! Finché…” non lo lascio finire, che premo le mie labbra sulle sue, staccandomi subito dopo, per dire: “Ora taci!”
 
 
“Fine della storiella!” dico con le guance rossissime. Comincia ad esserci caldo! ARIA!!!
“Però! Devo dire che i piccioncini si stanno innamorando a puntino!” esclama Marco bevendo un goccio di cioccolata.
“…MA CHE CAZZO DICI?!? SEI IMPAZZITO!!! IO LO ODIO!!!” urlo con tutta la voce che ho, svegliando la persona presa di mira, che, con un colpo di reni mi fa cadere rovinosamente a terra, seguito a ruota da lui.
“No, Alice! Per nulla!” osserva sarcastico il pennuto alzandosi con un ghigno stampato in faccia.
“C’è un errore!” dico scostandomi Ace di dosso, ancora semi addormentato.
“Ahi” borbotta con la faccia sul pavimento, ma non lo ascolto, inseguendo a tutta velocità La Fenice.
 
“Perché sei così testardo?” gli domando piccata, fermando la sua “corsa”.
“Preparati. Ti porto a scuola…a proposito…perché sei qui? Non che la cosa mi dia fastidio! Anzi!” dice assumendo un cipiglio pensieroso.
“Ah! Giusto! Mi sono chiusa fuori! Mi dai la copia della chiave?” gli chiedo congiungendo le mani.
“Forza, allora! Siamo in ritardo! Ace! Svegliati per favore!”
 
Ci dirigiamo verso la porta, per andare a casa mia, solo che ci si para davanti uno spettacolo un po’ buffo.
“Kidd! Law! Che succede?” gli domando curiosa. Non li ho mai visti con quegli sguardi esasperati.
Sembra che stiano per impazzire da un momento all’altro!
“Dillo a Rufy e ai suoi nuovi amici!” ribatte seccato Traffy.
Mi sporgo un po’di più per vedere la scena, trovando Rufy insieme ad altre otto persone, tra cui: Franky e Sanji.
“Chi sono?” dico dando voce ai miei dubbi, trovandomi subito davanti un Sanji adulatorio e un Franky in versione disco. Sempre in mutande, eheheheh.
Parlo io, poi!
“Sorella! SEI VERAMENTE SUPER!!!!” esclama alzando gli occhiali da sole.
“Hai ragione! Mia dea! Sei bellissima!!!” aggiunge Sanji.
“Ma come vi siete conosciuti?”
“Lunga storia!”- ci richiama una ragazza dai capelli color arancio, per poi continuare-“ Siamo in ritardo! Alcuni di noi devono andare a scuola! I particolari saranno per dopo!”




Angolo di Alyce: Salve carissimi!
Finalmente si è scoperto cosa è successo la sera/notte prima tra Ace e Alice.
Questo è quello che ho scritto. Voi vi aspettavate qualcosa di più? Oppure era già troppo?
Comunque, ritornando a noi!
Rufy si è aggiunto ai nostri carissimi amici! La ciurma di Cappello Di Paglia è al completo!
Non ci saranno "tradimenti" tra loro. Robin o Nami non fuggiranno per proteggere i loro compagni, state tranquilli.
Nel prossimo capitolo spiegherò anche come si sono conosciuti...
Passiamo a Kidd e Law...beh! Loro sono sempre...super! Al solo pensiero di trovarmeli con la faccia esasperata mi faccio due risate, beccandomi qualche bel pugno vacante.
Vi saluto!
Ciao e un strasuperbacione a tutti!!!!
Alyce :)))


P.S. Vi ringrazio per le recensioni che lasciate!!! Siete troppo gentili!!!
Ringrazio coloro che leggono questa storia e chi l'ha messa tra le preferite/seguite/ricordate! Grazie infinitamente!!!! Troppo cari!!!!

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Capitolo 20
*** 19. l'ombra del mio passato... ***


19° capitolo: l’ombra del mio passato…
 

 
Quella ragazza dai capelli arancio sapeva farsi rispettare. Ordinava a destra e a manca e tutti, ma proprio tutti, l’ascoltavano!
Erano dei tipi particolari, nonostante conoscessi alcuni di loro: il ragazzo dai capelli verdi dormiva per terra. Indossava una maglietta bianca, una fascia verde e pantaloni di colore nero, accompagnati da degli stivaletti dal medesimo colore e, infine, tre katane appoggiate di fianco alle spalle.
Un altro aveva un naso lunghissimo, come quello di pinocchio e continuava a mentire dicendo che lui era l’uomo più forte del mondo, seguito da mille seguaci…sì, come no!
C’era un ragazzo in particolare che suscitava la mia curiosità: cercava di nascondersi dietro a Rufy, tenendo tutto il corpo, compresa la testa, allo scoperto… furbo!
Aveva capelli biondo oro con occhi grandi, totalmente neri. Sembrava un animaletto indifeso…
Ultimo dei maschi, era un uomo altissimo con la capigliatura ad afro, vestito in modo molto elegante. Continuava a chiedere a noi donne se gli mostravamo le mutandine, ricevendo dei pugni in testa dalla ragazza con i capelli arancioni.
Infine, c’era una donna dai capelli nerissimi e occhi azzurri come l’oceano.
Faceva trasparire un alone di mistero, provocandoti un po’di diffidenza nei suoi confronti…
 
“Ehi biondina! Ci sei?” mi chiede risvegliandomi dai miei pensieri la ragazza comandante.
“E’? Sì! Ero sovrappensiero! Scusami!” le dico mortificata, facendola ridere.
“Ahahahah! Tranquilla! Ci presentiamo! Io sono Nami!” ribatte porgendomi la mano, che stringo subito.
“Io sono Zoro Roronoa” si presenta quello dai capelli verdi.
“Ciao bellezza! Sono il grande capitano Usopp!” dice il nasone.
“Io sono Brook! Yohohohohoh!” aggiunge quello dai capelli afro.
“Io sono Nico Robin” si presenta in modo gentile la ragazza misteriosa.
“Io sono Alice Carter…ma chi è…quello? Assomiglia ad un orsetto lavatore!” esclamo puntando il mio sguardo sul ragazzo che si nasconde pensando di non essere visto.
“NON SONO UN ORSETTO LAVATORE!!! Sono…Chopper…” sbotta lui alterato.
“Ti chiedo scusa. Era per farti uscire allo scoperto. Sei carinissimo” ribatto sorridendo.
“Uh! Ma che gentile! Tutti questi complimenti mi mettono in imbarazzo!! Per favore smettila!” risponde mettendosi a ballare.
 
“Ok! Ora che vi siete presentati…Alice! Muoviti! Devi ancora vestirti!” mi richiama Marco scuotendomi…inizio a sentire un po’freddino…certo! Sono mezza nuda!
 
Gli porgo la mano, chiedendogli silenziosamente la chiave di casa, che non tarda ad arrivare e fiondo in casa mia, vestendomi velocemente.
 
“Sono pronta!” esclamo uscendo di corsa, notando che ci sono solamente Rufy, Eustass, Trafalgar , Nami e Usopp.
“Dove sono finiti gli altri?” domando guardandomi in giro.
“Come ben sai, Sanji lavora al Baratie e Franky alla Galley La Company. Zoro, invece, si allena sempre a kendo, con il suo maestro Mihawk; Chopper lavora con la dottoressa Kureha, Nico Robin è un’archeologa e Brook è musicista!” mi spiega tranquillamente Nami, dirigendosi verso la macchina di Marco.
“Ah! Però è strano! Non vi ho mai visti in giro, a parte Sanji e Franky!” le rispondo visibilmente sorpresa, ottenendo come risposta una linguaccia con occhiolino.
“Bene! Dato che siete in sei, faremo due gruppi da tre: Nami, Usopp e Eustass con me, mentre Rufy, Trafalgar e Ali con Ace” ordina Marco perentorio…
“Perché devo andare con Ace?!?” gli chiedo allibita, gonfiando le guance in un moto di stizza.
Ce l’hanno tutti con me, per caso?!? E poi! Come fa Ace senza la macchina?!?
“Perché l’ho deciso io”- ghigna vittorioso, per poi aggiungere- “E tranquilla. Ace ha una macchina di riserva!”
Ahahahahah! Fregata come…come…come non lo so!!
Sembra che si siano messi d’accordo per farmi innervosire oltre ogni limite! Inoltre, oggi ho anche Garp che mi strapazzerà come un pupazzo perché sono la vicina di casa di Ace e Marco.
“Io non ci trovo niente di male, Alice-san! Posso conoscere la fidanzata di mio fratello!” commenta Rufy felice come un pasqua.
“NON SIAMO FIDANZATI!!!” urlo indignata, sentendo le mie guance infiammarsi.
Lo odio! Mi fa i dispetti e dobbiamo pure essere fidanzati! Robe da matti!
 
“Eccomi! Scusate il ritardo!” esclama il ragazzo che in questo momento odio di più al mondo, arrivando a bordo della sua…Chevrolet Camaro Performance Garage Concept?!? Lui…per Roger! E’ incredibile!!! Se questo è un sogno, non svegliatemi, vi prego!!!
“Alice-ya? Potresti evitare di slogarti la mascella per lo stupore?” mi chiede con fare tranquillo Traffy, destandomi dai miei pensieri.
Ha una Camaro…ha una Camaro!!!
“Ihihihih! Certo che sei davvero buffa” ride Rufy con fare divertito.
“Io dietro” sbuffa Law, aprendo la portiera.
“Io pure!” aggiunge il fratellino del mio nemico. E ma che cazzo!
Mi tocca pure stare davanti! Se non sono sfigata io, chi lo è? Ace? Non credo proprio!
“Bastardi infami!” sbotto irritata, “buttandomi” sul sedile di fianco a quello del pilota.
“Tutto ok?” mi domanda Ace guardandomi con occhi perplessi.
“OK! Però…tu prova ad addormentarti e giuro che ti uccido!” lo minaccio puntandogli un dito contro.
“Sai, ti preferivo quando dormivi come un angioletto sopra di me” osserva con un sorriso malizioso.
Che stronzo!!
“Alice…non mi avevi detto di avere una vita sessuale così attiva”  dice sogghignando Trafalgar.
Arrossisco di botto, girando lo sguardo altrove: perché a me?
“Non è vero” borbotto offesa, tenendo gli occhi sul panorama che passa velocemente davanti a noi.
 
Il resto del viaggio passa silenzioso. Appena esco dalla macchina, entro dentro scuola senza aspettare Rufy e Trafalgar.
Spero che si accorgano che hanno esagerato!
 
 
“Ehi mocciosa! Come mai quel musone? Cos’è? Il ragazzo ti ha mollato?” domanda sadicamente la ragazza che odio più al mondo: Vicky.
Soltanto perché ha “un corpo da urlo” e un bel viso, come dicono i ragazzi di questa scuola, si crede la regina indiscussa del mondo.
Ci siamo sempre detestate, fin da quando andavo alle elementari.
Lei cercava di attirare l’attenzione truccandosi con quantità industriali di cipria e rossetto, neanche fosse Emporio Ivankov in persona; mentre io, mi tenevo a debita distanza da lei e il suo gruppo, frequentando Kidd e Law.
Insomma: lei è la tipica figlia di papà, io sono solo la teppista di strada già andata in gattabuia.
“Ma che bellissima sorpresa vederti qui, Vicky!” ribatto sarcasticamente.
“Anche per me, lo è! Lo sai? Halloween si avvicina! Da cosa ti travestirai?” mi chiede con quella sua voce da gallina.
“Da me stessa” dico con tono indifferente, come a dirle: che cazzo te ne frega?
“Oh! Aspetta…quando dici così, vuol dire che ti travestirai da strega?”
“Ahahahahah! Bella questa, Vicky!” la acclamano le ochette del gruppo.
“Ahahahahah! Molto divertente, Vicky!”- rido sarcasticamente, per poi dire- “E tu? Da cosa ti travestirai? Da sgualdrina?”
“Come osi, brutta stronza!” sbotta iraconda, venendomi vicino, per poi darmi uno schiaffo in pieno volto.
Secondo voi ho esagerato? Per me no, dato che mi da lo stesso soprannome che ho usato adesso da sempre.
Apro il mio armadietto per prendere i libri, andandomene con tutta la calma di cui dispongo. Posso giurare che sento prudermi le mani.
Non ho intenzione di rissare con lei un’altra volta. E’ solamente una bambina viziata che sa solamente truccarsi e vestirsi.
“Te ne vai? Hai paura, sgualdrina?” prosegui Alice, prosegui e non voltarti.
“Ahahahahahah! La mocciosa ha paura di una parolaccia!” sapessi quanti nomignoli dispregiativi ho ricevuto in mia vita, Vicky!
“Scappa, scappa! Non ti servirà a molto!” continua a provocarmi, ma io, neanche l’ascolto.
“Sei solamente una codarda che merita di essere punita! Vigliacca!”
 

 
 
Quella frase…quella maledettissima frase…l’avevo già sentita tempo fa.
Non fini molto bene. Ricordo solamente di essere stata portata in ospedale per varie fratture.
 
 
INIZIO FLASHBACK
 
 
“Scappa pure! Ma non ti servirà a molto! Hai messo il naso in affari che non dovevi! Ora, pagherai con la vita!” ghignò l’uomo, dandole un calcio alla bocca dello stomaco.
“Ti prego…lasciami…stare…” sussurrò Alice con le lacrime agli occhi.
“Io? E’ colpa tua! E questo tuo comportamento! Sei solamente una codarda che merita di essere punita! Vigliacca!” esclamò quello con un sorriso sadico.
 
Iniziò a torturarla e a menarla, per poi lasciarla in mezzo alla strada sporca di sangue.
Sentiva quel liquido rosso e caldo scendergli copiosamente dagli arti e un po’dalla fronte, le ossa che scricchiolavano in modo sinistro ad ogni sua mossa, ma il rancore cresceva dentro di lei a vista d’occhio.
Giuro che mi vendicherò…Akainu…” si promise cadendo nel buio…
 
 
FINE FLASHBACK
 
 
 
Sei solamente una codarda che merita di essere punita! Vigliacca!” quelle parole mi rimbombano nella testa, tutt’ora.
Una furia cieca mi attraversa gli occhi, facendomi vedere solamente quel volto e quel corpo più grande di me, al posto di Vicky.
“Figlio. Di. Puttana” sibilo a denti stretti, chiudendo i pugni, conficcandomi le unghie nei palmi, mentre mi avvicino con passi lenti e misurati.
Ahahahahah! Poverina! La ragazzina si è offesa!” sento dire quella voce, che mi arriva alle orecchie come un grido.
 
“Alice! Alice! Torna in te!” una voce…chi sarà mai?
 
“Alice! Riprenditi, per la miseria!” ancora…ma cosa vuole, questo, da me? Perché sento trascinarmi lontano da quell’uomo? Io voglio vendicarmi! Lasciami andare!
 
Sto per colpire la persona che mi sta’ portando via, ma vengo frenata dalla sua mano.
“Ascoltami, Alice. Quella persona non era Akainu! Riprenditi!” mi scuote dai miei pensieri…Garp.
 
Già. Proprio lui. Mi trovò in mezzo alla strada e mi portò all’ospedale, ma sono solo ricordi confusi.
Dopo essere svenuta, riaprii per un frangente di tempo i miei occhi, mentre Garp cercava di rassicurarmi che sarebbe andato tutto bene…nient’altro…solo quella frase…




Angolo di Alyce: Salve a tutti!!! E BUONA FESTA DELLA DONNA, RAGAZZE!!!!
Ok! Tornando a noi! Alloooooora...come potete vedere....è arrivato...quell'infame di Akainu e, a quanto pare, ha punito Alice per qualcosa che non doveva fare.
Voi vi chiederete: Che cosa?
E io vi risponderò: Lo scoprirete più avanti!
Sappiamo solamente che per Alice, Akinu, è un nemico da uccidere, torturare, ecc. (l'aiuto molto volentieri, però)
In questo capitolo non ho messo come si sono conosciuti Rufy-chan e i nostri amici, ma si scoprirà più avanti.
Sono sadica, lo so!
Vi saluto!
Ciao e un strasuperbacione a tutti!!!
Alyce :))))

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Capitolo 21
*** 20. un gesto di amicizia ***


20° capitolo: un gesto di amicizia
 

 
Dopo la discussione avuta con Vicky, Garp, mi ha portata a prendere una boccata d’aria per farmi calmare. Mi sento molto meglio, ora.
“Uff. Ero convinto che l’avessi dimenticato in questi ultimi tempi…” dice Garp malinconico, mettendosi una mano tra i capelli, preoccupato per la mia situazione.
“L’avevo dimenticato, a essere sinceri, solo che…quando quello sgorbio ha detto quella frase mi è ritornato in mente e ora eccoci qui” gli spiego sospirando pesantemente.
Non scoccia solamente a lui questa situazione.
Grazie a Ace e a Marco mi ero “lasciata” alle spalle questa faccenda: mi hanno coinvolto in nuove esperienze piene di emozioni, ho conosciuto nuovi amici…stavo ricominciando a vivere…
 
 
“ALICE! STAI BENE?!?” sento gridare in lontananza, mentre dei passi veloci si stanno avvicinando sempre più.
“Nipote?!? Che ci fai, tu qui??? Non dovresti essere a scuola??? Ah! Vedo che ci siete anche voi! Kidd, Law, Nami e Usopp!” nota con fare sorpreso il Prof. di Italiano.
“Salve Professore!” saluta educatamente Nami, facendo un lieve inchino, per poi affiancarsi a me, nel tentativo di darmi conforto.
“Che è successo?” chiede Usopp incuriosito, avvicinandosi a sua volta, insieme al resto della combriccola.
“Stava per picchiare una ragazza…” risponde vago Garp, provocandomi un lieve sorriso.
Ormai è inutile nascondere la verità…
“Ci vuoi raccontare ciò che è successo? Possiamo aiutarti!” afferma sicura Nami, dandomi una leggera pacca sulla schiena.
“Io…”
“Alice. Ti ricordo che non sei costretta a dirlo, se la cosa ti turba” osserva Trafalgar incupendosi notevolmente.
“Grazie Traffy, ma è ora che la verità venga a galla…” ribatto arrendevole.
“La…verità?” chiede Rufy sedendosi davanti a me, pronto ad ascoltare la mia storia.
“Sì, Rufy. Per un certo periodo ho lavorato per varie organizzazioni gangster…”
“Gangster? Ma come è possibile? Perché?” chiede Nami con sguardo vitreo.
“Perché una ragazzina senza genitori deve riuscire a sopravvivere in qualche modo” gli spiega Eustass sedendosi accanto a Garp, mentre Trafalgar si appoggia ad una colonna.
“Ma non avevi proprio nessun genitore?” domanda Usopp, facendomi sobbalzare.
“Mio padre è morto, mentre mia madre è in giro per il mondo…” spiego freddamente.
Tutto questo è successo dopo la morte di mio padre e la scomparsa di Brian…
 
 
INIZIO FLASHBACK
 
 
“Tesoro! Anche oggi sei tornata a casa a notte fonda! Mi spieghi cosa fai in giro?” chiese preoccupata Lauren alla figlia, notando che i suoi occhi diventavano ogni giorno più vuoti e malinconici. Era morta dentro, in un certo senso…
“Niente mamma. Sono stanca, vado a dormire” le rispose Alice, andando in camera sua con passi strascicati, per poi buttarsi sul letto in un sonno agitato pieno di incubi…
 
 
Si sveglio nel tardò pomeriggio, notando che la casa era fin troppo silenziosa.
Preoccupata scese le scale in tutta fretta, trovandosi un biglietto della madre sul tavolo:
 
Ciao piccola mia.
Ho deciso di intraprendere un viaggio di lavoro, ma tornerò presto, te lo assicuro.
Ti voglio un mondo di bene!
XXOO
 
Mamma
 
 
Almeno la mamma è al sicuro” pensò cominciando a sgranocchiare qualcosa per rimettersi in forze.
Era passato un anno dalla morte del suo adorato papà e, aveva lavorato per un paio di mesi alla Baroque Works, ma poi fu costretta ad abbandonarla, poiché Smoker scopri i loschi affari della banda, dato che la teneva d’occhio da un bel po’di tempo.
Crocodile, o meglio conosciuto come Mr. 0, fini in galera e c’era tutt’ora.
 
Cominciò a fare dei lavoretti per ladri di poco conto, cercando di guadagnare qualche soldo, fino a che, Akainu non la “fiutò”.
Le aveva offerto del lavoro in cambio di parecchi soldi e, lei, contenta, aveva accettato molto volentieri.
Guadagnava tanto per riuscire ad arrivare a fine mese e concedersi qualche piccolo sfizio.
Certo, tornava a casa con molte ferite, ma a quello pensavano Trafalgar, Eustass e i suoi amici del bar di Shakky.
Andava tutto bene, finché un giorno…
 
“Ho saputo che qualcuno ti ha seguita durante un mio compito. Ora ci hanno scoperti e se non agiremo subito verremo messi dietro le sbarre. Devi uccidere una persona per il mio conto” le ordinò Akainu, mentre la guardava con quel suo ghigno strafottente, che metteva in soggezione la ragazza.
“Non erano questi i patti” sussurrò alterata, facendo scoppiare a ridere l’uomo.
“Ahahahahah! Sei proprio una mocciosa! Se tu non farai ciò che ti dico, non avrai più i pagamenti per la tua miserabile vita!” disse lanciandogli un piccolo foglio con su scritto un nome: Trafalgar Law.
 
Leggendo il nome del suo più caro amico, un brivido le percorse la schiena:
“No…non posso farlo!” esclamò Alice, mentre le lacrime le scendevano lungo le guance, divertendo sempre più Akainu.
“Ah, no? Degli informatori mi hanno detto che ti ha seguita, tutto qui. Ho sempre mandato degli uomini a controllarti. So come siete fatti, voi ragazzini” ribatté andando verso la finestra della villetta.
“No!”
“Non puoi opporti. O lo fai o muori sia tu che il tuo amico” la vincolò tra quel bivio.
In fin dei conti poteva solamente fare finta di ucciderlo, per poi metterlo al sicuro da quella banda capeggiata dal Cane Rosso.
“Va bene” decise infine, uscendo da quella maledetta dimora.
 
 
“Law. Devi metterti al sicuro!” gli ordinò Alice, sbattendolo contro il muro.
“Alice. Io non vado da nessuna parte! Ho visto come ti trattano! Sei il loro schiavetto! Devi andare alla Polizia! Facciamoci aiutare anche da Garp! Lo sai che ha a cuore i suoi ragazzi!” esclamò guardandola dritto negli occhi, ricevendo in risposta solamente un pugno alla bocca dello stomaco.
“Non permetterò che i miei amici muoiano! Mi hai capito?!? MAI!!” gridò dandogli un altro pugno.
“Ti stai distruggendo!”
“Non mi importa! Questa è la vita che ho scelto! Chiusa la questione!”
“Tu non sei così! Quel maledetto ti ha fatto il lavaggio del cervello!”
“Sta’ zitto Trafalgar!! Non è vero niente di quello che dici! STA’ZITTO!!”
“Perché ti comporti così?!? Tuo padre non sarebbe fiero di te, in questo momento!” rimase interdetta. Lei voleva proteggere i suoi amici e non essere un peso per loro…
“I…i…” non riusciva nemmeno a parlare. La voce era rotta dal pianto, gli occhi arrossati.
“Alice. Non ci saremo sempre per te…”
 
Abbandonò la banda e fu così che si arrivò a quella sera.
Fu la notte più brutta che Alice ebbe mai vissuto…
 
 
Si svegliò il giorno dopo, trovandosi in un letto di ospedale, mentre Kidd, Law e il Professor Garp la guardavano preoccupati per le sue condizioni.
“C…che cosa è successo? Dove sono?” chiese Alice con un filo di voce.
Stava riprendendo coscienza di se stessa: la vista stava tornando lentamente e le membra cominciavano a farle veramente molto male.
“Quando tu sei scappata di casa, ho chiamato il Prof. Garp, affinché ti aiutasse…Akainu era già scappato…i dottori hanno detto che sei salva per miracolo.
Ti hanno soccorsa in tempo: hai un po’di costole incrinate, alcune ossa rotte…ti hanno dovuto fare una trasfusione perché avevi perso molto sangue…” le spiegò scosso Trafalgar.
Faceva fatica a parlare. Dopo che Alice aveva scoperto che avevano tentato di ucciderlo era andata su tutte le furie, promettendo di vendicarsi contro quel lurido bastardo.
“Capisco…” fece per alzarsi, ma Garp la fermò, dicendole che doveva riposarsi.
“Ehi Eustass…che hai?” gli chiese Alice guardandolo intensamente.
“…ALICE! PERCHE’ DEVI SEMPRE FARE DI TESTA TUA, EH?!? HAI RISCHIATO LA VITA!! TE NE RENDI CONTO?!? AMMETTI CHE NON SAREMMO ARRIVATI IN TEMPO…COSA AVREMMO FATTO?!? COSA AVREMMO DETTO A TUA MADRE?!? RISPONDI!” gridò irato avvicinandosi a lei, per poi prenderla per il colletto del camice, sollevandola dal lettino.
“Perché avrei dovuto dirvelo? Per farvi rischiare la vita inutilmente?” domandò a sua volta, scorgendo negli occhi di Eustass un’ira pura.
“Non è giusto… ti avremmo aiutato!” esclamò calmandosi un poco.
“Tsk! Mi aiutavate tutte le volte che tornavo a casa piena di ferite e bernoccoli! Era già troppo!” gli disse dolcemente, accarezzandolo in viso.
“Promettimi che non ti caccerai più in guai simili!” sussurrò allentando la presa sul camice.
“Va bene! Ma basta con queste smancerie! Non è…” non riuscì nemmeno a terminare la frase che venne accolta da un caloroso abbraccio da Eustass e Trafalgar…
 
 
FINE FLASHBACK
 
 
“Questa è tutta la storia…” dico tristemente, torturandomi le mani nervosamente.
“Che bastardo! Trattare una ragazzina a quel modo! Se lo becco, giuro che lo uccido!” esclama Usopp mettendosi in posa di attacco, mimando alcuni colpi.
“E’ sparito dalla circolazione da un bel po’di tempo” lo ferma tranquillo Traffy, mentre Rufy si incupisce, calcandosi maggiormente il suo cappello di paglia in testa.
“Sì, questo sarà pure vero! Ma prima o poi dovrà rifarsi vivo!” sbotta Nami rabbiosa.
 
“Alice” mi richiama Rufy, costringendomi a guardarlo nei suoi occhi neri ossidiana.
“Dimmi”
“Giuro che troverò quell’uomo e lo sistemerò per le feste!” mi promette seriamente.
“Rufy. Voglio risolvere la questione da sola! Hai visto cosa mi ha costretto a fare a Law! E’ scampato alla morte per miracolo!” gli urlo contro, prendendolo per il colletto del gilè.
“Allora vorrà dire che ti aiuterò! Lo hai già detto ad Ace?” mi chiede sorridendo.
“NO! E non ho intenzione di dirgli nulla!” sbotto iraconda, aumentando maggiormente la mia presa.
“Ma perché? Lui ci aiuterà!!” tenta di convincermi. La mia risposta è e rimarrà sempre no!
“Ahahahahahah! Si vede proprio che tu e Ace vi piacete! Ahahahahah!” ride di gusto Garp, tenendosi la pancia per il troppo ridere.
“MA CHE COSA DICI VECCHIO?!? CI ODIAMO!!!” questa è l’ennesima volta che lo ripeto.
“Ci crediamo ben poco, Alice!” osserva Nami con fare saccente, mettendosi a posto i suoi capelli arancioni.
“Anche tu??? Rufy! dove l’hai trovata una combriccola così?!?” gli domando esasperata.
“Ihihihihih! Da Shakky, ovvio! Io volevo andare a mangiare, Nami e Robin erano andate per prendere un aperitivo, Zoro e Sanji volevano festeggiare un evento importante, Chopper e Usopp dovevano incontrarsi per raccontarsi le loro avventure, Brook doveva suonare e Franky va a bere da Shakky quasi tutte le sere!” mi spiega tranquillamente.
“Ah Ah Ah! Sono messa male!” esclamo deprimendomi.
“Male, Alice? Non sei ridotta male, malissimo! Noi ti aiuteremo a qualsiasi costo!” ribatte Rufy abbracciandomi. Impulsivo il ragazzo!

Però è strano…siamo quasi sconosciuti e lui mi tratta come se fossimo amici da sempre…



Angolo di Alyce: Buon pomeriggio a tutti, cari lettori!
Abbiamo scoperto un'altra parte del passato della nostra cara protagonista e...bisogna solamente uccidere Akainu per ciò che gli ha fatto (una bella mitragliata per lui). Non dimentichiamoci che ha anche tentato di uccidere il nostro sexy chirurgo della morte. Altra bellissima morte per lui! Yeeeeeeeee.
Quando è successo quel che è successo, Alice aveva circa quattordici/quindici anni. Per questo conosceva Garp...andava alle superiori.
Riguardo a Rufy...non si preoccupa mai delle conseguenze e vuole aiutare Alice a tutti i costi, anche se lei non vuole, inoltre ha voluto coivolgere Ace.
Domanda: Non farai uccidere Ace da quel bastardo del Cane Rosso, vero, Alyce?
Io vi risponderò...
Ace: Stai zitta! (mi da un pugno in testa)
Io: Perché lo hai fatto?
Ace: Si chiama anticipare, mia cara! Non lo sapevi???
Io: Chiedo perdono (si inchina)
Sachi e Penguin: Ma per cosa?!?!?
Ci si vede al prossimo capitolo, amici!
Ciao e un strasuperbacione a tutti!!!!
Alyce :)))

 

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Capitolo 22
*** 21. la conoscenza del Babbo e…attacchi di gelosia! ***


21° capitolo: la conoscenza del Babbo e…attacchi di gelosia!
                                                                                             

 
 
Il resto della giornata passa abbastanza tranquillamente.
Sì, abbastanza, se non fosse per il fatto che io e Ace ci siamo messi a litigare dopo il mio ritorno dal lavoro in officina di Dom.
“Si può sapere dove diavolo sei stata?!?” mi domanda Ace adirato.
“Che ti interessa? Mica lo devo rendere conto a te!” rispondo per le rime, incrociando le braccia al petto stizzosamente.
“Sì, invece! Mi hai fatto preoccupare!” ribatte esasperato gesticolando in continuazione.
Tsk! Allora ce l’ha il cuore! Pensavo fosse un caso disperato!
Sto’ quasi per lamentarmi, quando entra Marco insieme ad un tizio mai visto…che succede, ora?
“Ciao ragazzi! Preparatevi! Si va a cena!” esclama il pennuto con fare teatrale…aspetta…a cena? E da chi?
“Marco! Ma che maleducato! Non mi presenti alla fidanzata di Ace?” chiede il tizio misterioso fingendosi offeso…
“C…come? Credo di non aver capito molto bene quello che tu abbia detto…” dico con un tic nervoso all’occhio.
Sto per arrabbiarmi! La mia soglia di pazienza sta’ superando il limite! Chiamate le ambulanze, se non volete che qualcuno ci lasci le penne!
“Satch! Taci, per favore! Alice! Ti presento Satch! Uno dei miei fratelli! Satch! Ti presento Alice! La nostra vicina di casa!” ci presenta La Fenice vagamente preoccupato per l’incolumità delle persone presenti in casa.
Perché Ace non mi da man forte?
“Ace…” dico con un sorrisetto sadico, come aspettando una sua risposta, ma lui, resta imbambolato…non è che ha un altro dei suoi attacchi narcolettici, vero?
“Oh! Sai Alice che sei proprio una bella ragazza? Meno male che lo scapestrato del mio fratellino ha trovato te!” osserva sorridendo Satch.
“Nononononono! Credo che tu non abbia capito la situazione! Io e tuo fratello Ace, non siamo fidanzati! Si da il caso che siamo acerrimi nemici! Vero, Ace?!?” domando in cerca di conferma, ottenendo sguardi perplessi da parte di Satch.
“Ah! Ho capito! Allora sei la donna di Marco!” dice indicando il pennuto.
Mi metto a piangere come una fontana, stile personaggi anime, per poi deprimermi in un angolo buoi a tracciare cerchi concentrici.
“Satch! Lei non sta’ con nessuno di noi due!” gli spiega Marco scuotendolo, per poi raggiungermi per confortarmi.
Ma perché capitano tutte a me? Cosa ho fatto per meritarmi questo???
Quanto darei per avere Brian vicino a me!!! O Dom! Sigh!
“Ma se non è vostra…”- sono pure un oggetto, ora!!! Anche di due persone, tra l’altro- “Di chi è?”
“Satch! Ma non vedi come la stai trattando?!? Un po’di rispetto per la mocciosa!!!” mi difende Ace…e ma che cazzo! Prima mi difende e poi mi da della mocciosa!!
Un fulmine, voglio!!! Così incenerisco tutti!
“Uhm…davvero?” domanda Satch con fare innocente.
“NO! PER FINTA!!!” grido esasperata.
“Ah! Non me ne ero accorto!”
“Non se ne era accorto! Ma sentilo!”
“Certo che ne hai di grinta, Alice!” osserva avvicinandosi a me. Vi prego! Fatemi morire!
Qualsiasi cosa, ma non stare vicino a Satch ed Ace un minuto di più!
 
“Dio! Si è fatto tardi! Dobbiamo andare! Forza!” ci sprona Marco, sollevandomi da terra con delicatezza, per poi mettermi le mani sulle spalle, come a dire che è stato un piacere conoscermi ma che non sopravvivrò…
“Marco…senza offesa…mi stai leggermente spaventando” gli dico preoccupandomi.
“Che ci vuoi fare?”- interviene Satch passandoci davanti assieme ad Ace- “E’ un pennuto!”
“L’hai fatta la battuta? Ora, taci per una settimana!” sbotta alterato La Fenice, facendomi scappare un sorriso divertito per la scena comica che si è creata: Marco sembra avvolto da un’aura, mentre suo fratello Satch da un’altra…se si va avanti così, si uccidono con lo sguardo.
“Che cosa hai detto? Ripetilo!” lo provoca prendendolo per i lembi della cami…da quando in qua Marco va in giro con la camicia slacciata?!?
 
“Ali…perché sei rossa in viso? Stai bene?” mi chiede Ace sventolandomi una mano davanti al viso per risvegliarmi dai miei pensieri poco casti su Marco.
“Cosa? No! Cioè…sì! Sì! Sto bene!” gli rispondo agitandomi ulteriormente, sentendo le guance in fiamme.
“A me non sembra…sembra che hai visto una persona nuda!” osserva Ace mettendosi due dita sotto il mento con fare pensieroso.
Ma che dice?!? Cioè! Nudo, proprio no! Ho visto solamente dei bellissimi pettorali, Ace!
Certo, non saranno belli come i tuoi…ma che vado a pensare?!? SONO AMMATTITA?!?
CHE PENSIERI SCONCI HO, PER LA TESTA???
“Ali! Sto’ cominciando a preoccuparmi seriamente! Sei rossissima! Spiegami che succede! Hai mangiato qualcosa che non dovevi?!? Cosa?!? Avanti! Parla!” mi travolge con il suo fiume di parole, lasciandomi un attimo interdetta. Ha ammesso che si è preoccupato!
Lui! Ma che roman…noooooo! Alice! Datti una calmata, per favore! Non ti riconosco più!!!!
“Ace”- dico prendendo il suo viso tra le mani…mi viene una voglia matta di baciarlo su quelle labbra invitanti…basta!! Datti un contegno!- “Sto’ bene…o almeno credo…”
“A me pare il contrario!” dice copiando il mio gesto.
“No! Ma va! Che dici! Sai, vedere uno che va in giro con i pettorali in bella vi…niente! Lasciamo cadere la questione!” ribatto staccandomi da lui il più velocemente possibile, per poi fuggire verso la mia casa per cambiarmi…Pace interiore… Pace interiore…
 
“Alice!” Pace…ma chi è, ora?!?
“Ah! Ciao Ace! Da quanto tempo!” lo saluto ironicamente dalla porta semiaperta.
“Chi è che va in giro con la maglia slacciata?” mi domanda diventando improvvisamente serio.
E’ Marco! E’ Marco! E’ Marco!
“Un mio compagno di scuola!” mento spudoratamente, rivolgendogli un sorrisetto innocente.
“E chi è?” chiede ancora.
Ma va! E’ tuo fratello Marco, Ace! E’ tuo fratello Marco, Ace! Arrivaci per una buona volta! Aziona la tua bellissima testolina! Anche uno come…come…Rufy ci sarebbe arrivato!
“Ma è Kidd! Che domande!” ribatto con convinzione. Ma perché sto mentendo? E poi! Eustass ci va a scuola a petto nudo? Per strada sì, ma a scuola? Non ci ho mai fatto caso!
“E c’è bisogno di arrossire a quel modo?”
“Ma no! Non è lui!”
“Ma se hai appena detto…”
“Mentivo!”
“E allora chi è?!?”
“Ma è tuo…”
“Sì?”
“Tuo…”
“Mio…?”
“Tuo…”
“Alice! Smettila di lasciarmi sulle spine! Chi è costui?!?”
“Marco!”
“Ah! E bisognava aspettare così tanto a dirlo?!? Ok! E’…aspetta…come Marco?”
“E! E’ Marco!”
“Ma Marco, Marco, Marco? Il pennuto? Quell’ananas vivente?!?”
“Sì!”
“Grazie! Vestiti! Muoviti!” mi ordina andandosene.
“Ehi! Tu non mi dai gli ordini! Mi hai capito, zolfanello?!?” lo provoco irata.
Si ferma sulle scale, per poi fare dietro front e ritornare davanti a me, guardandomi con cipiglio incuriosito, poi, serio.
“Primo. Non sono uno zolfanello. Secondo. Vestiti. Chiusa la discussione!” esclama con occhi di fuoco.
“Sì, sì! Va bene, va bene…ma che buffone!” borbotto tra me, facendolo ridere sommessamente…
 
Dopo essermi preparata in fretta e furia con i primi vestiti che mi sono capitati a tiro, vado ad aprire la porta, trovandomi di fronte a Ace, Marco e Satch che mi fissano spazientiti.
“Io non sono in ritardo!” sbotto chiudendo casa a chiave.
Ora non me la dimenticherò più! Parola mia!
“Non ce l’abbiamo con te perché sei in ritardo!” osserva Satch sorridendo malizioso…che cosa diavolo intende?
“E…allora per cosa?” chiedo con un filo di preoccupazione nella voce.
“Ace è geloso” spiega tranquillamente Marco, facendoci strada verso la sua macchina.
“NON E’ AFFATTO VERO!!” grida imbarazzato.
“Ma cosa ne vuoi sapere, tu? Sei rientrato in casa urlando: “Marco! Allacciati quella camicia! Muoviti!”. Così, hai detto. Parola mia e di Satch!” gli fa notare sorridendo…Ace…è…è…geloso? E di chi?
“Scusa…ma non capisco…” mormoro pensierosa, sorprendendo gli altri.
Che ho fatto? Ho detto qualcosa che non dovevo?
“In un certo senso…”- comincia Satch guardandomi intensamente- “Ad Ace da fastidio…il fatto…che tu abbia guardato…sognante? Il fisico…del pennuto…eri…rossissima dall’imbarazzo”
Ah! Bene…questa sarebbe la parte in cui io dico che non guardavo Marco con certi occhi?
Beh! Sarebbe una balla colossale! Per me non ci crederebbe nessuno!
“Sì. Giusto…cioè…nonononono! Non intendevo quello, eh! Insomma! Avete capito, vero?” domando insicura.
“Mmmh…non molto…” rispondo in coro loro tre.
“Voi maschi! Tutti uguali! Chissà che pensieri vi passavano per la testa!”
“Sì! Avevamo certi pensieri nella testa!”
“Basta, vi prego! Non voglio essere partecipe alla cosa!”
“Ok. Come vuoi!” per Roger! Sono in una gabbia di matti pervertiti!
 
 
Il resto del viaggio verso la nostra meta è “tranquillo”…diciamo che Satch, Ace e Marco hanno passato tutto il tempo a litigare su cosa avrebbero mangiato a cena, osservati da una me piuttosto impaurita. Vedere tre uomini che si “picchiano” come bambini dentro ad una macchina è una cosa assolutamente normale!
 
“Eccoci arrivati! Guardate! C’è Halta e Vista!” esclama Satch scendendo dalla macchina prima del tempo, rischiando quasi di cadere rovinosamente a terra.
“Pirla!” esclama Marco, scendendo a sua volta.
“Irresponsabile!” aggiunge Ace guardandolo divertito.
“Satch! Tutto ok? Niente di rotto?” gli chiedo preoccupata, provocando l’ilarità del pennuto e l’ira dello zolfanello, che viene verso di noi, staccandoci.
Neanche avessimo fatto chissà che!
“ZUCCONE! COSA TI E’ SALTATO IN MENTE?!? VOLEVI UCCIDERTI?!?” urlano in coro una ragazza e un uomo vestito da gentiluomo, con due lunghi baffi e un cilindro in testa.
“Eheheheh! Scusate!” ribatte la vittima facendo un lieve inchino.
 
“Oh! Ma che bellissima vista! Lei deve essere la signorina di cui si parla tanto!” mi richiama il gentiluomo facendomi il baciamano.
“Gr…grazie…” tento di rispondere, imbarazzatissima, a causa della vista di tutti i presenti puntati su di me.
“Vista! Non vedi di che colore è diventata? Falle prendere aria, povera creatura!” lo rimprovera dolcemente la ragazza, conducendomi verso…l’immensa villa…wow!
Mai visto nulla di simile! E’…è…enorme!!
“Scioccata?”
“No! E’ solo che…è bellissima!!” mi complimento con fare teatrale, indicando la grandezza di quell’abitazione.
“Ahahahah! Tutti stanno zitti, quando la vedono per la prima volta! Finalmente, qualcuno che non è tramortito!” osserva ridendo la ragazza.
“Piacere! Sono Halta!” si presenta porgendomi la mano.
“Alice!” ribatto stringendola.
“Io sono Vista! Vieni! Dobbiamo presentarti nostro Padre!” dice il gentiluomo, spingendomi delicatamente lungo i lunghissimi corridoi della casa…
“Come…Padre?” domando senza capire.
“Ma come? Il Babbo deve conoscere la fidanzata di Ace! Sai? Non sta’ più nella pelle!”
Ah ah ah! Ma che bella notizia! Voglio andare a casa!!!






Angolo di Alyce: Buona sera a tutti!!!!
Eccoci qui con l'arrivo di Alice alla casa di Barbabianca!!! Che emozione! Mi viene la tremarella alle gambe!!
Ok, momento serietà!
Come abbiamo potuto notare...Ace sta' diventando un po'geloso della mocciosa e lei...non lo vuole capire...decisamente no!
Alice! Stiamo aspettando che tu azioni la tua bella testolina, non Ace! O forse sì...saprà cosa vuol dire gelosia, il nostro amato zolfanello?
Mah! E chi lo sa!
Ace: Guarda che non occorre sfottere!
Io: Non ti sto sfottendo!
Ace: Lo stai facendo pure ora!
Io: Non è vero!!!
Ace: Grrr!!!
Io: Grrr!
Alice: BASTA VOI DUE!!!! (ci da un pugno in testa)
E dopo questo momento sclero da parte della sottoscritta, vi saluto!!!
Ciao e un strasuperbacione a tutti!!!!
Alyce :))))

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Capitolo 23
*** 22. scommesse ***


22° capitolo: scommesse
 

 
Resto imbambolata, fissando con occhi strabuzzati e la bocca spalancata questo colosso davanti a me. Ma che cos’è? Un gigante??
E’…non ho parole per descriverlo, talmente sono sorpresa!!!
 
“Ciao, figliola! Tu devi essere la fidanzata di mio figlio, Ace!” esclama richiamandomi all’attenzione…e dai! Ma è una malattia!!!
“Senta! C’è un malinteso! Io non sono fidanzata con suo figlio!” ribatto a mia volta, facendolo sorridere con fare paterno.
Cazzo! Quello sguardo lo assumeva mio padre per farmi svuotare il sacco quando dicevo, secondo lui, una balla. Però, questa volta è diverso!
Non è una bugia!
“Andiamo! Capisco che tu sia imbarazzata, ma non c’è bisogno di fare così!” gli da man forte Satch, abbracciandomi da dietro, lasciandomi un attimo interdetta.
“Ehi, fratello! Ti ricordo che siamo acerrimi nemici, io e Alice! Altra cosa! Staccati da lei. Immediatamente!” ci interrompe Ace, prendendolo per le spalle con sguardo minaccioso.
Neanche fossi la sua preda personale!
Non ho bisogno del baby-sitter! So cavarmela benissimo da sola!
“Non c’è bisogno che tu mi faccia da balia!” gli faccio notare irritata, prendendo la distanza da tutta quella famiglia in versione extra large, diventando il centro dell’attenzione.
“Forse hai ragione! Ma solamente io faccio queste cose! Fine della questione!” risponde avvicinandosi.
“E io non ti permetto di farle a me! E’ stato un piacere conoscerti, vecchio! Con permesso! Devo andare!” sbotto avviandomi verso l’uscita della casa, sempre che ci riesca…potrei perdermi, anche se non sono un totale disastro in Geografia.
“Gurararararara! Mocciosa, mi fai divertire! Fermati a cena! Sei una delle poche che è riuscita finora a tenere testa ad Ace!” già! Una delle poche! Quante ne ha avute?
Due? Dieci? Venti? Cento?
E’ vero, forse sto esagerando, ma sapere quello zolfanello che se la spassa bellamente con altre, per poi fare lo stronzo con me, mi manda in bestia!
In alcuni casi, sono stata io a cominciare, ma la maggior parte è colpa sua!
“No! Grazie mille per l’offerta! Ho da fare!” ribatto rabbuiandomi, proseguendo per la mia strada, in mezzo a quella calca di persone, che man mano si fanno da parte per farmi passare.
Chissà cosa sta’ facendo Dom…potrei finire il lavoro alla Nissan e chi lo sa…iniziare un po’di lezioni di guida.
“Del tipo?”- mi provoca Ace, per poi continuare- “Non credo che tu abbia un lavoro!”
Le mani cominciano a prudermi terribilmente!
Potrei ricambiarlo con la sua stessa moneta! Tanto da far capire una volta per tutte che io non sono il tipo di fidanzata per lo zolfanello.
Sento il cellulare vibrare, così lo prendo per leggere il messaggio:
 
Da Marco, ore 21.01
 
Non rispondere, per favore. So già
cosa hai in mente.
 
 
Intelligente, il pennuto! Ma chi gli ha dato il mio numero?
 
 
A Marco, ore 21.03
 
Perché non dovrei? Mi sta provocando.
 
 
Da Marco, ore 21.05
 
Avanti! Resta a cena! Ti prego!
 
 
A Marco, ore 21.07
 
Sei un bastardo infame!
Lo faccio solamente perché me lo hai
chiesto tu!
 
 
Da Marco, ore 21.09
 
Grazie piccola ;)
 
 
 
Sospiro pesantemente, pensando a cosa potrei rispondere a quello sconclusionato.
Non posso deludere il pennuto! Qualche volta mi piacerebbe non riuscire provare tenerezza per tutti coloro che mi fanno gli occhi da cucciolo, perché anche se era oltre lo schermo del telefono, si capiva che stava facendo quello sguardo!
 
“Allora non mi conosci abbastanza!” esclamo in risposta, cercando poi, lo sguardo della Fenice, ricevendo in cambio, un sorriso d’intesa.
“E allora chi ti conosce?” domanda sprezzante, Ace, facendomi ghignare divertita.
Ci starebbe la battuta maliziosa! Eccome!
 
Da Marco, ore 21.15
 
Te lo concedo. Ma poi lo curi tu, Rufy J
 
A Marco, ore 21.16
 
Si, tranquillo ;)
 
 
“Tuo fratello!” ribatto contenta…in fin dei conti, un po’ lo difendo!
Ne ha di fratelli, Ace! Speriamo che non pensi subito a Marco!
Se sene accorge…mi assumerò la colpa di tutto! Pagherò anche gli interessi! Qualunque sia la cifra!
“Stai scherzando, vero?” mi domanda incupendosi, avvicinandosi con passi lenti, calcolati…quasi mette paura questo comportamento e, a dimostrarlo, è l’aria carica di tensione che si respira in questa grande sala…persino Barbabianca è ammutolito…
“Affatto!” rispondo coraggiosamente, anche se con un po’di tremarella nella voce.
Maledetta emozione e adrenalina del momento!! Vorrei essere uguale a Traffy, adesso!
Così sono apatica, o almeno, nascondo bene i miei reali sentimenti.
“…”
 
“Ragazzi! Che ne dite di cominciare la cena? Si raffredderà il tutto, altrimenti!” esclama Satch, risvegliando tutti i presenti dallo stato catatonico, facendo fare un sospiro di sollievo.
“E vai!” caccio un urlo, avvicinandomi a Marco, cioè, le mie intenzioni erano quelle, se solo non ci fosse stato uno zolfanello che mi ha bloccato per un braccio, costringendomi a guardarlo e ritrovandomi le sue labbra vicinissime alle mie…
“Questa volta passa…non la prossima…preparati ad una bella vendetta…” mi soffia con tono tranquillo, ma allo stesso tempo minaccioso.
Non rispondo, fissandolo in continuazione, come in estasi, provocandogli un ghigno malizioso:
“Ci si vede…mocciosa!” dice allontanandosi…perché le deve avere vinte sempre lui?!?
 
 
Il tempo passa all’insegna del divertimento: si fanno moltissime battaglie di cibo, l’alcool che scorre a fiumi e Barbabianca che continua a ridere, felice, ricevendo vari rimproveri da parte delle infermiere perché continua a bere sakè.
Nel frattempo, io, me ne sto un po’in disparte. Certo, chiacchiero un po’con Marco, con Halta, Vista e Satch, ma non mi lascio andare più di tanto e qualcuno sembra accorgersene:
“Figliola! Perché non bevi un po’ e ti diverti come tutti gli altri?” mi domanda sorridente Barbabianca, porgendomi un boccale di birra.
Sono nella cacca!!! Non voglio bere!!! Perché altrimenti va a finire che farò qualche cazzata, me lo sento!!!
“No, grazie!” rispondo allontanando da me quella tentazione alcolica…Alice…prendi un bel respiro profondo e pensa ad altro!!!
“Oh! Per un boccale! Forza figliola!” insiste lui…Ma perché??? Cosa ho fatto di male?!?
Dio, ho fatto qualcosa??? Perché se la risposta è no, ti prego di darmi un piccolo aiuto!
“Mi spiace…” cero di convincerlo, ma Ace si avvicina a me, rubando di mano il bicchiere al suo Babbo e portandomelo con poca delicatezza alla bocca.
Ecco. Il danno è fatto! Cazzo!
“Buona?” chiede Ace sghignazzando.
“E me lo chiedi? Che domande fai?” gli ribatto allibita, finendo di trangugiare quella delizia.
“Devo dire che lo reggi bene!” osserva ammirevole Halta, facendomi sorridere.
“Sì, ma era solamente il primo e ultimo boccale! Te lo assicuro!” la tranquillizzo agitando le mani con foga.
“E perché? Ti è capitato di stare male il giorno dopo per una semplice sbronza?” si intromette Satch, ridendo divertito.
“Uhm…qualche volta! Non è lo star male a preoccuparmi. È il fare le cazzate! Questo mi mette in allerta all’invero simile!” dico ripensando a tutto quello che devo aver fatto dopo aver bevuto: tatuaggi, risse, piccoli atti di vandalismo…tradimento dei confronti di Eustass assieme a Traffy…che ridere! Kidd si era beccato una bella nottata in galera, mentre io e Law eravamo scappati lasciando da solo il nostro amico.
Quanti insulti! E quante sberle!
“Allora…prendine un altro, Alice! Voglio vedere cosa sei capace di fare!” mi sfida Satch, risvegliandomi dai miei ricordi.
Sto per ribattere a tono, quando vengo richiamata dalla vibrazione del mio cellulare.
“Scusate” mi congedo allontanandomi dalla sala, per sentire meglio chi mi chiama.
 
“Pronto?”
“Ciao Ali! Sono Dom! Sono arrivati alcuni pezzi della Nissan. Se vuoi possiamo finire il lavoro adesso” mi informa il mio amico, facendomi brillare gli occhi.
Fantastico! Ace avrà di nuovo la sua macchina!
“Verrei molto volentieri…ma sono a cena con Ace e Family!”
“Possiamo fare anche domani, se vuoi” mi propone tranquillo.
“Va ben…Ah! Ciao Marco!” saluto il pennuto arrivato da dietro, togliendomi il telefono di mano.
“ Può venire anche ora! Almeno la salvi da una sbronza colossale! Non voglia che commetta cazzate” gli dice con un tono di voce concitato, che mi fa pensare…
Ha ragione…Satch mi ha lanciato una sfida…e se avessi vinto, diventando ubriaca? Cosa mi sarebbe successo?
 
“Ti viene a prendere tra dieci minuti. Andiamo a fare un giretto, intanto” sento dirmi dalla Fenice.
“D’accordo!”
 
Camminiamo per il grande giardino della villa lentamente, mantenendo il silenzio che si è creato tra noi.
Non è opprimente, anzi, mi rilassa, mi fa sentire in pace con me stessa e sento che il leggero velo di alcool che mi annebbiava la mente in modo inebriante sta’ sparendo, facendomi riprendere il totale controllo.
“Uff…”
“Che c’è?” chiedo al mio vicino, guardandolo incuriosita.
“Stavo pensando…perché tu e Ace non vi dichiarate?”…questa domanda è un colpo veramente basso…ma molto basso!
“Di nuovo! Quante volte vi devo ripetere che io e quello là ci odiamo a morte?!?” sbotto alterata, guardandolo furiosamente.
Di risposta mi appoggia le mani sulle spalle, guardandomi negli occhi: “Allora vuol dire che non vi siete ancora accorti dei vostri sentimenti…peccato! Per una volta che Ace aveva messo la testa a posto”
“Marco…”
 
“Alice! Sei pronta? Dobbiamo andare!” dice una voce famigliare…Dom!
Cavolo! Marco l’ha scampata, ma dovrò spiegargli che io non provo niente per Ace!
E giuro che farò qualsiasi cosa pur di farlo capire! O con le buone o con le cattive!




Angolo di Alyce: Salve a tutti! (schiva: piatti, forchette, moltissimi bicchieri...ma non riesce a schivare...un pupazzo di Pikachu...)
Io:...
Ace: Beh! Dai! Di che ti lamenti? E' un pupazzo!
Io: Ma è assurdo! E' un Pikachu!!!!
Ace: E...quindi?
Io: Beh! E' un...Pikachu! Un Pikachu è un Pikachu!
Ace: Quante storie per un pupazzo dei Pokemon!!! Oltretutto è un pupazzo! Andiamo!
Io: Hai ragio...(osserva il Pikachu prendere vita)
Io e Ace: O_O
Pikachu: PIKACHUUUUUUUUUUUUUUUU!!! (lancia una scarica elettrica)
Io e Ace: Coff-coff! Che tosse! Ci ha abbrustolito per bene! Deve essere la vendetta!
Pikachu: Pikachu! (sorride felice)
Io e Ace: Non avrai vita lunga (lo guardano minaccioso)
Tornando a noi! ^-^
Mi dispiace non aver aggiornato! Ho dovuto studiare un mucchio e avevo solamente il tempo di leggere le FF e recensirle! Chiedo perdono alle mie lettrici/lettori e alle recensitrici!!!!
Scusate tanto!!!!! (si inchina)
Allora! Alice non ne vuole proprio sapere di Ace! E' una testa dura!
Ma...nei prossimi capitoli...ihihihih...ci sarà da divertirsi (sorride malefica)
Vi lascio!!!
Buona notte e un strasuperbacione a tutti!!!!
Alyce :)))))

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Capitolo 24
*** 23. una Nissan come nuova e lezioni di guida ***


23° capitolo: Una Nissan come nuova e lezioni di guida
 

 
 
Raggiungiamo l’officina in poco tempo, per poi metterci subito al lavoro della Nissan: finalmente la potrò aggiustare del tutto!!! Sono così felice che Ace abbia la sua macchina come nuova!!
Aspetta…ho veramente detto così? Non è possibile! Ah! Vabbè!! Pensiamo a riparare!!
“Ti vedo in combattimento con te stessa. Che cos’hai?” mi chiede Dom avvicinandosi.
Come ha fatto ad accorgersene?!? Ma è peggio di uno stregone!!!
“Sei diventata anche rossa, ora” continua ridendo divertito.
“Non…non sono rossa! E non sono in combattimento con me stessa!” sbotto imbarazzata.
Tutte le volte va sempre a finire così! Uno si accorge che qualcosa non va e fa di tutto per aiutarti!
Non mi era mai successo, a parte con gli amici più stretti!
Le persone mi schivavano se stavo male, oppure mi sfottevano.
Da quando sono entrati Marco ed Ace nella mia vita, è cambiato tutto: ora ho tantissimi amici, ho ritrovato il mio fratellone, ho un nemico che non mi lascia stare un secondo…no, lui non c’entra niente, decisamente!
 
“Comunque sia, Ali…ripariamo l’auto? Sai…dovremmo anche testarla, inoltre, qualcuno dovrà guidare” mi richiama all’attenzione il mio amico, facendomi sobbalzare.
Ha detto veramente guidare? SUL SERIO?!?
“Non stai scherzando, vero?” domando speranzosa, sentendo i miei occhi che brillano come due stelle alla loro piena potenza.
“Affatto! Sarà divertente vederti guidare di notte!” osserva con un sorriso rassicurante.
“Beh, dai! Mi farai compagnia, nel caso morissimo!” ribatto ridendo, lasciandolo un attimo interdetto, mentre io comincio a fare le ultime riparazioni alla piccola.
“Ehi! Guai a te se moriamo! Ti ricordo che ho una fidanzata!” mi sgrida allibito.
“Lo sai? Sei veramente un grande quando ti incazzi” mi complimento, facendogli scuotere la testa, esasperato.
“Aspetta di vedere quando ti ucciderò, se continuerai a fare la furbetta!” mi risponde dandomi una pacca sulla schiena, mettendosi anche lui al lavoro.
“Ah! Ma che buffone! Ahi!” esclamo massaggiandomi la testa dolorante. Che botta!
“Che è successo?”
“Ho preso un cofano sulla testa!”
“Ma non sarà stato un po’pesante? Cioè! Portarlo sulla testa…è logico che fa male…Ahahahahah!”
“Dom, sei veramente un cretino! Ahahahahah!”
“Io? Ma quando mai! Sono un uomo serio, io!”
“Sì! E io sono Clint Eastwood!”
“Oh mio Dio! E’ un onore conoscerla!! Sono un suo grande fan!”
“Ti ringrazio, giovanotto!” gli dico imitando la voce da maschio di Eastwood, facendo finta di fumare un sigaro e mettermi a posto il cappello da cowboy.
“Mmmh! Non sei male. Potresti fare l’attrice! Pardon! L’attore!” si corregge, prendendo la chiave inglese, lavorando su alcuni bulloni.
“Ehi! Lo devo considerare come un complimento o un’offesa?” gli domando con cipiglio un pochino alterato, anche se è semplicemente uno scherzo, il mio comportamento.
“Un…complimento, credo…” risponde con fare pensieroso.
Oggi è la giornata: soffro di crisi di personalità…
 
“Ehi ragazzi! Che succede? Vi si sentiva ridere fino a casa!” esclama Brian entrando nel garage, tutto bello pimpante…che gli prende?
“Ah, no! Alice non sapeva come passare il tempo…lavora! Altrimenti contaci che ti arriva la paga, ragazza!” mi riprende scherzosamente Dom, dandomi un buffetto sul naso con le dita sporche di olio.
“Sì, sì! Non ti lamentare, se poi faccio qualche guaio! Vorrei riparare la macchina prima di domattina! Starò sveglia sino all’alba!” dico più a me stessa che ai presenti, rimettendomi subito all’opera.
“Hai bisogno di più tempo? Comprati un orologio” mi spiega ridendo Brian, facendomi innervosire.
Tutte le volte esce sempre con quella frase!
Non facevo i compiti? Comprati un orologio!
Facevo tardi la sera a rincasare? Comprati un orologio e guai a te se ti azzardi ancora a tornare ad un orario così!
Ecco! Mi rimproverava con quelle sue frasi, ridendo di gusto, perché sapeva che mi arrabbiavo, e la cosa lo divertiva parecchio.
 
“Brian. Pensa per te. Mi devi una macchina da dieci secondi!” lo rimprovera Dom, incrociando le braccia al petto.
Mi alzo dal motore, come se mi fossi ricordata di una cosa molto importante…o meglio…due cose importanti…forse anche tre…
“Ali, che ti prende?” domandano in coro Dom e Brian.
“Mi sono…”
“Ti sei…?”
“Il cellulare…Trafalgar e Kidd…Brian! Che cazzo hai fatto alla macchina di Dom?!?”
“Aspetta, tesoro! Una cosa per volta!”- mi interrompe il mio fratellone, mettendomi le mani sulle spalle, come a calmarmi- “Primo. Che cosa è successo al cellulare?”
“Ce l’ha il pennuto del mio vicino…”
“Ok. Poco male!”
“Insomma Brian! Considera il fatto che Traffy mi sgriderà se non lo avverto della mia posizione e dei miei affari…in questo ultimo periodo è diventato piuttosto protettivo…e devo ancora capire il perché” gli spiego con tranquillità.
All’improvviso, scorgo il viso di Dom cominciare a rabbuiarsi notevolmente, facendomi agitare.
C’è qualcosa che non so?
“Dom…”lo richiamo per ricevere spiegazioni, mentre lui alza la testa come se niente fosse successo, rivolgendomi un ampio sorriso.
“Non ti preoccupare! E’ tutto ok!” cerca di tranquillizzarmi, ma non gli credo.
Uno non può comportarsi così e l’attimo dopo parlare con tutta calma.
Lascio cadere l’argomento, ma poi indagherò per scoprire cosa sta’ succedendo.
“Comunque”- dice Brian- “Se vuoi gli mando un messaggio. Non preoccuparti! Buon lavoro e buona guida!”
“Non si origlia!” sbotta divertito Dom, facendo scappare un Brian ridente per la sua marachella.
“Parlavate troppo forte!”
 
 

 
 
E vai!!!! FINALMENTE HO FINITO!!! LA MACCHINA E’ VENUTA PERFETTAMENTE!!!
“Ahhhhhhhhh! Sono così contenta!!!!” urlo cominciando a saltare come una bambina alla vista di un gelato.
“Tsk! Ma che mocciosa! Beh! Devo dire che le cromature sono venute molto bene!” esclama Dom scompigliandomi dolcemente i capelli, contento del mio operato.
“Sì, sì, sì, sì!!! La proviamo???” domando speranzosa, continuando a saltare.
“Ok. Ma guido io. Non voglio che la rompi di nuovo!” esclama salendo sulla vettura.
Lo mimo fintamente infastidita, facendo varie smorfie che dovrebbero eguagliare la sua faccia.
“Ma come sei spiritosa! Non vedo l’ora di vederti dormire, così ti faccio una marea di scherzi!” mi riprende Dom, accendendo. Ahhhhhhhh!!! Che bellissima canzone!!!
Non c’è niente di meglio che ascoltare il rombo del motore alle cinque e mezza di mattina!!!
“Ehi. Non saltarmi fuori dalla macchina! Sei troppo agitata. E io che pensavo che saresti stata mezza assonnata!” osserva Dom, complimentandosi della mia resistenza.
“Ahhhhhh! Voglio guidare, voglio guidare!!!!”
“Oh Roger! Calmati!”
“Non ci riesco!!! E’ più forte di me!!!” tento di spiegargli, anche se sto andando in iperventilazione.
“Ok! Se la metti così…Ad Alice piace Ace”…
“…”
“Uh! Vedo che ti sei calmata! Ha funzionato!” ok che doveva farmi calmare, ma questa è stata un’esagerazione!!!
 
Dopo quello scambio di battute, abbiamo testato la Nissan e devo dire che va che è una meraviglia: sia da vedere che da sentire quando corre…fantastica!
All’improvviso, ci affianchiamo ad un’altra macchina da corsa, fermandoci in mezzo alla piccola pista di prova…che vuole fare?
“Mmmh?”
“Oh, Alice! Mi sorprendi! Non volevi imparare a guidare?” mi chiede con aria stizzita e divertita allo stesso tempo…ha detto…GUIDARE!!!!
Lo guardo con occhi speranzosi, per poi scendere dall’auto e sedermi sul posto del pilota dell’altra macchina, aspettando il mio prof. di guida…
 
“Eccoci qui. Ok. Accendi il motore” incomincia allacciandosi la cintura di sicurezza…mi viene da pensare che abbia paura. Che ridere!
“Fatto” rispondo dando una piccola accelerata, tanto da preoccuparlo ancora di più.
“Fiu! Ok…falla partire…”
“Wow. Che spiegazione esaustiva!”
“Dolcezza! Per me conta la pratica di guidare, non la teoria! Quella la impari con la pratica!”
“Ok…vado?”
“Non lo so. Vuoi aspettare il tuo compleanno?” mi domanda scettico, grattandosi la nuca esasperato. Devo dire che ha un senso dell’umorismo che coincide con la depressione!
Faccio partire la vettura a tutta velocità, facendo sobbalzare Dom dallo spavento.
Non ho dimenticato del tutto l’esperienza con la Nissan…me la cavo piuttosto bene!
“Uhm. Come inizio non è male! Guidi come un esperto. Che fai l’autista nelle rapine?” chiede abbozzando ad un sorriso divertito, guardando il paesaggio che scorre veloce.
“Non sarebbe un cattivo lavoro!”
“Ehi! Allora hai capito tutto! Meno male! Così non dovrò spiegarti le cose miliardi di volte quando ti farò lavorare sul serio!” osserva ammirato.
Ma che bel complimento! Mi sento lusingata! Quasi quasi vado da Ace a dirgli che sono più brava di lui a guidare!
“Ti metto alla prova: fai un testacoda senza fare ribaltare la macchina! E poi riparti a tutta velocità! È un altro modo per sfuggire agli sbirri” mi ordina perentorio, con un velo di minaccia nella voce.
Come a dire che se rinuncio alla cosa mi ammazza di bastonate.
La cosa si fa interessante!
“Ok! Quanto l’hai pagata?” domando fissandolo per un momento, per poi riconcentrarmi sulla strada.
“Un po’…perché?”
“Nel caso ti dovessi anche io una macchina da dieci secondi!”
“Tu provaci, bellezza, e giuro che ti mando a casa a calci!”
“Ti ringrazio per riaccompagnarmi a casa, allora!”
Ok! Facciamo vedere a Dom quello di cui sono capace!
Tre! Due! Uno! Via!!!






Angolo di Alyce: Ma buonasera!!!!!
Ok. Devo dire che questo capitolo non è molto descrittivo/narrativo...più che altro si basa sui dialoghi...chiedo perdono! (si inchina)
Sachi e Penguin: Ma per cosa?!?
Io: Boh!
Sachi e Penguin: La solita buffoncella! -.-''
Io: Adorabili!!!! <3<3<3<3<3
Sachi e Penguin: Eheheheheh!
Ok! Torniamo a noi!
Finalemente Alice sta' imparando a guidare! Chissà, forse l'allieva supererà il maestro! (Anche se Dom non lo batterà mai nessuno...ma tutto è possbile! Allacciatevi le cinture!)
Beh! Bisogna solamente sperare che non abbiano qualche incidente...altrimenti povera protagonista! Le toccherà riparare un'altra macchina avendo altre notti in bianco!
Che dire...tra poco la situazione si farà anche un po'movimentata, come ho già detto in precedenza...e QUALCUNO si rifarà vivo...non dico nient'altro!
Ace: Appunto! Questo si chiama anticipare e non va bene!
Pikachu: Pikachuuu! (annuisce in concordo con Ace)
Io: Grazie mille Pikachu per il tuo sostegno! -.-''
Pikachu: <3
Ci si vede al prossimo capitolo!!!!
Ciao e un strasuperbacione a tutti!!!!
Alyce :)))))

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Capitolo 25
*** 24. ordine del giorno! Divertirsi! ***


24° capitolo: ordine del giorno! Divertirsi!

 
 
 
Il paesaggio comincia a ruotare velocemente per poi ritrovarmi tutto fermo, dritto…ci sono riuscita!
Devo solamente ripartire e il gioco è fatto!
Accelero a tutto gas, sentendo la mia schiena aderire perfettamente contro il sedile, mentre sento la risata cristallina di Dom sovrastare il rumore del motore, facendomi sorridere, felice.
“Brava! Devi ancora migliorare, ma sei pronta a guidare! Certo, durante i primi tempi dovrai fare attenzione: non solo perché sei alle prime armi e sei un bocconcino prelibato per gli sbirri, ma anche perché i tuoi amici si preoccuperanno molto” mi spiega Dom tranquillamente, rilassandosi sul sedile.
“Dom…posso sapere…perché prima…ti sei incupito? Sembrava che ci fosse qualcosa che non andava…non è che Trafalgar è nei guai, vero?” gli domando continuando a guidare veloce, per scaricare quella maledettissima tensione che mi provoca brutti pensieri.
“Alice…non c’è niente che non va, almeno, il tuo amico Law non è in pericolo” mi risponde guardando avanti, come a evitare il mio sguardo perplesso.
“Quindi?”
“So il tuo passato nelle varie bande…”
“Io…”
“No. Non ti devi preoccupare. Tutti hanno degli scheletri nell’armadio. Ho saputo da fonti attendibili che Akainu è tornato…” n…non ci posso credere!
Pensavo che se ne fosse andato in un posto lontano perché la LAPD aveva scoperto i suoi sporchi traffici!
“Questo quando è successo?” gli chiedo rabbuiandomi, stringendo le mani sul volante, fino a far diventare bianche le nocche.
“Una settimana fa…l’unico che lo sapeva era…Law…” dice con un velo di malinconia nella voce.
Trafalgar lo sapeva…e non me lo aveva detto…ecco perché quando avevo raccontato ciò che mi era successo a Rufy e i suoi amici si era fatto pensieroso!
Freno bruscamente, per poi scendere velocemente dalla macchina, seguita a ruota da un Dom visibilmente preoccupato.
“Alice! Dove vai?” mi domanda, trattenendomi per un braccio, ma io cerco in continuazione di avanzare, ignorandolo.
“Vado a riempire di botte qualcuno di mia conoscenza! Lasciami andare, Dom!” sbotto cercando di liberarmi, ma senza successo.
“Ascoltami!”- esclama bloccandomi per le spalle, costringendomi a guardarlo negli occhi- “Non te lo ha detto per proteggerti! Sapeva che se lo avresti saputo saresti andata in bestia e avresti fatto di tutto per vendicarti!”
“Non capisci! Non ha rispettato la promessa che ci eravamo fatti!” gli urlo contro, sentendo le lacrime pungermi gli occhi insistentemente.
“Che intendi?”
“Ci eravamo promessi…che qualunque cosa sarebbe successa…avremo informato l’uno o l’altra, aiutandoci a vicenda” dico singhiozzando fortemente.
“…”
 
 
 

 
 
Dopo essere rimasta a casa di Dom e Mia a dormire un po’, ho preso la Nissan per tornare a casa, venendo raccomandata in continuazione di stare attenta agli sbirri da Dom e Brian…essere raccomandati da un agente di Polizia di stare attenta ai suoi colleghi è il colmo!
 
“Va bene! Terrò gli occhi aperti!” li rassicuro salutandoli con gesto della mano.
“E mi raccomando Alice…sta’ attenta…per favore” mi intima ancora il mio amico Dom, facendomi soffermare sulla soglia della loro casa.
“Puoi stare tranquillo, amico!” ribatto ghignando…non farò nulla per il momento, questo è vero…ma appena ne avrò l’occasione…mi vendicherò! E’ una promessa!
 
Corro per le strade di Los Angeles, per poi arrivare a casa mia in un batter di ciglia.
Nonostante abbia dormito poco, mi sento in forma e riposata.
Salgo le scale dei miei vicini, bussando alla loro porta, aspettando che qualcuno mi venga ad aprire.
 
“Arrivo!” sento sbottare una voce assonnata, vedendo poi un viso…a dir poco distrutto…indoviniamo chi è…
“Ciao Ace!” lo saluto pimpante, accorgendomi troppo tardi che è solamente in boxer…wow…uno spettacolo a dir poco mozzafiato!
Alice! Ma che cazzo vai a pensare?!? Lui è il tuo acerrimo nemico!!! Non ti permetto di fare pensieri sconci su di lui!!!
“Ciao piccola…successo qualcosa? No, perché avrei un po’freddino…” dice tremando impercettibilmente…logico! Sei in mutande!
“Ho una sorpresa per te!” esclamo compiendo un piccolo balzello sul posto.
“Mmmh…ok…è un altro dei tuoi scherzetti?” domanda insospettendosi.
“No! Perché mai dovrei farlo?” gli chiedo indispettita.
“No, nel caso volessi vendicarti del fatto che ti ho fatto ingoiare la birra…”
“No, tranquillo! Ho passato cose ben peggiori!” gli spiego vagamente, per poi trascinarlo per mano verso la sua sorpresa…
 
“Allora? Cosa ne pensi?” gli chiedo fissandolo, mentre lui guarda estasiato la sua Nissan, spalancando la bocca ad ogni secondi che passa.
“E’ lei…”
“Sì!”
“Ed è come nuova!”
“Assolutamente!”
“Ma…ma…com’è possibile?!? Come hai fatto?!? Non ti ho mai visto lavorarci dietro!!” esclama stupito, cominciando a gesticolare e cominciare a girare intorno alla sua macchina, toccandone i lineamenti e le cromature con delicatezza.
“Andavo a lavorare da Dom di nascosto…adesso lavoro per lui…colpa di un piccolo ceffone, che a sua detta, gli ha sfregiato il bel viso” spiego ridendo sommessamente al solo ricordo delle sue parole.
“E’…è…assolutamente fantastica! E’ più bella di prima!!!” si complimenta raggiugendomi con un sorriso stampato sulle labbra, scaldandomi il cuore.
“Ehi! Mica sarai sentimentalista, ora! Ti devo la macchina perché l’ho rotta! Mi dispiaceva vederla così malridotta!” ribatto puntandomi le mani sui fianchi, anche se mi dispiaceva vedere Ace con il broncio perché aveva la sua macchina preferita sfasciata.
“Grazie!” grida abbracciandomi con slancio, lasciandomi paralizzata da quel gesto…urca! Troppe sensazioni in così poco tempo! Ho bisogno di ritornare al mio colorito normale!
“Ma non ce n’è bisogno!” ribatto allontanandolo da me con delicatezza, riprendendomi poco a poco.
“Sì, invece! Chissà quanto hai dannato! So cosa vuol dire passare intere giornate attaccati ad una macchina! Anche se me lo dovevi, naturalmente, eh!” dice agitandosi un poco, mentre le sue guance spruzzate di lentiggini si imporporano un poco, facendomi sorridere divertita.
“Sì! Modestamente sono troppo brava! Migliore di qualcuno di mia conoscenza!” dico avviandomi verso casa mia, ghignando sotto i baffi, sentendolo sbuffare sonoramente dal quell’insulto, se così si può definire.
“Che cosa intendi dire, mocciosa?” domanda raggiungendomi velocemente, entrando con me in casa.
“Sono più brava di te a guidare e a riparare auto!” ribatto con ovvietà, allargando le braccia, come dirgli: rassegnati!
“Ah! Ah! Molto spiritosa! Ma che mocciosa impertinente! Quasi mi ritiro quello che ti ho detto prima!”
“Non mi faccio alcun problema, poppante! Di sicuro non mi dispero!”
“A chi hai dato del poppante, bugiarda?!?” si ricomincia a fare la guerra…mi mancava questa nostra abitudine!
“A te! E non sono una bugiarda! Tu, secondo me, non paghi nemmeno il conto quando vai al ristorante!!!” provo a dire, facendolo sussultare…ho fatto centro! E non lo sapevo nemmeno!
 
“Avete finito di litigare, voi due?” sento domandare da una voce proveniente dal soggiorno…Kidd!
 
Corro entusiasta, felice di raccontargli ciò che mi è successo, trovandomi un Law con sguardo serio, mentre Eustass batte le dite sul tavolo nervosamente…ma Brian…ha inviato il messaggio?
“Traf…”
“Non devi spiegarmi nulla. Ho ricevuto l’avviso di tuo fratello” mi interrompe con voce secca e scocciata, come se avessi fatto qualcosa che non dovevo…ma cosa?
“Medicastro! Vedi di darti una calmata! Non è stata colpa sua, se Marco si è dimenticato di restituirle il telefono!” prende le mie difese Eustass, facendomi sobbalzare.
Anche se quel bastardo infame di Akainu è tornato, ci deve essere sotto qualcos’altro!
Non si sta’ comportando in modo normale! Non lo riconosco più.
Di solito rimane freddo e impassibile, mentre è Kidd che si altera se torno a casa tardi…
“Sì, va bene”- ribatte solamente alzandosi, per poi uscire di casa, lasciandomi perplessa…-
“Vado a farmi un giro!”
 
“Perdonalo, Alice. In questo periodo non lo riconosco più nemmeno io!” mi calma Eustass, porgendomi una tazza di caffè bollente che accetto molto volentieri.
“Avete già mangiato?” domando ai due ragazzi, ricevendo in risposta solamente dei gorgoglii provenienti dai loro stomaci…a quanto pare no.
“Vi preparo qualcosa, tranquilli”…
 
Osservando quei due ingordi mangiare come se non ci fosse un domani, penso alle scorpacciate di biscotti e cioccolata che facevamo io e Brian da giovani…battaglie di cibo veramente epiche!
 
 
DIN DON!
 
“Chi farà tai?” chiede Ace con la bocca piena, facendo smettere di mangiare Kidd, che perplesso mi guarda, come a dirmi di andare ad aprire…non ha mai sopportato che qualcuno lo interrompesse durante il suo operato.
 
 
“Sì?”
“CIAO ALICE-SWAN!!!! E’ UNA GIOIA VEDERTI, MIA DEA!!!!” urla Sanji, abbracciandomi con gli occhi a cuore…neanche non ci vedessimo da un anno!!
“Perdonalo, Alice!” esclama Nami con un sorriso minaccioso sul viso, per poi dare un pugno in testa al povero cuoco, che striscia ai suoi piedi, chiedendole perdono.
“CIAO SORELLONA!” mi saluta Rufy, facendomi volteggiare in aria, in uno dei suoi abbracci stritolanti…non respiro!!!!
“Ahhhhhhhh!!!! Rufy, mollala!!!! Altrimenti morirà di asfissia!!!!” lo rimprovera agitato Chopper, ottenendo ossigeno per i miei poveri polmoni!!! ARIA!!!
“C…che ci fate, qui?” domando ai presenti ansimando.
“Siamo venuti a farti compagnia! Ci dispiace di non essere al completo, ma alcuni sono al lavoro, anche se è Sabato!” esclama il fratellino di Ace, entrando in casa senza neanche chiedermi il permesso…fate come se fosse a casa vostra…
“Ti chiedo di scusarlo, Ali! E’ un po’agitato!” si scusa Nami per quello screanzato…povera ragazza!
Chissà quante pene dovrà patire!!!
“Ti capisco! AVERE QUALCUNO CHE TI FA DANNARE? SUCCEDE ANCHE A ME!!! ANCHE MOLTO SPESSO!!!” urlo facendomi sentire da Ace, che in risposta ci raggiunge sulla soglia di casa, seguito da Rufy e Kidd…anche Rufy si è messo a mangiare???? Ora?!?
Cazzo! Mi finirà tutte le scorte!!! Non bastavano gli altri due?!? Anche lui?!?
“Fai fetto qualfosa, Afice??? Ti ho fentito, fai?” osserva Ace continuando a masticare tranquillamente, guardandomi con quei suoi due occhi da bambino birichino.
“Meno male, tesoro! Quando hai finito, fai i lavori di casa! Sono stanca!” dico con superiorità, facendo ghignare Nami, per poi dire: “Così si comanda, amica mia!”
“Io i lavori non te li faccio! Scantati!”
“Se la metti in questo modo…nulla in contrario se porto tuo fratello a fare un giro sulla Nissan!”
“No! Non fargliela toccare!” mi supplica con voce piagnucolosa, facendo inclinare la testa di lato a Rufy, perplesso.
“Bene! Così si ragiona!”
“Ehm…ehm!”- ci richiama all’attenzione la rossa, ricomponendosi- “Siamo qui anche per chiedervi se venivate con tutti noi in discoteca!”
Ok…sono a dir poco sorpresa…mi piacerebbe molto, ma non posso.
Con Akainu in circolazione, metterei in pericolo l’incolumità loro e di Ace, tenendo anche conto di Kidd, Law e Marco!
Mi intristisco, abbassando il mio sguardo per terra, stringendo con forza il pomello della porta.
 
“Accettiamo volentieri! Vero, Kidd?” risponde Ace con un sorriso stampato in faccia.
“Assolutamente sì! Inoltre quel medicastro di Trafalgar potrà rilassarsi un attimo!” commenta Eustass sorridendo a sua volta.
 
“Tu, Alice? Verrai, vero?” mi chiede Rufy, scuotendomi leggermente per le spalle.
Sorrido amaramente…ma non posso reagire così! Li farò insospettire!
“Mi spiace ragazzi, ma io passo! Devo studiare un mucchio!” mento spudoratamente, facendo l’occhiolino ai presenti, causando la perplessità di Ace, l’ira di Rufy e la tristezza degli altri, soprattutto in Sanji.
“NO! TU VERRAI!” mi ordina quel mentecatto di Rufy, gridandomi nelle orecchie.
Ma non capisce un acca!!!
“Ho detto che non vengo! Chiusa la discussione!!”
“INVECE VIENI!!!”
“HO DETTO NO!!”
“SI’!”
“NO!”
“SIIIIIIIIIIIII’!!!!”
“NOOOOOO!!”
“Finitela voi due!!” ci sgrida Nami, dandoci un pugno in testa, calmandoci un pochino, anche se io e quello stupido moccioso ci guardiamo con sguardo truce.
Assomiglia molto ad Ace, in questo momento!
“Ok! Calma ragazzi! Non avete il potere di incenerirvi con il pensiero! Quindi, giungo alle conclusioni! Andremo tutti in discoteca! Verrai anche tu, cocca!” spiega brevemente Ace, calcando bene l’ultima parola pronunciata, riservandomi un ghigno vittorioso.
“Non sapete quanto vi odio in questo momento!” sbotto andando in camera mia con aria corrucciata.
Non prendo ordini da nessuno!





Angolo di Alyce: Salve! (entra assieme a Pikachu ed Ace)
Come avete potuto ben notare, Alice non è molto d'accordo sul programma della serata, anzi!
Pikachu: Pika?
Io: Sì, Pikachu. Non vuole andare...come ha detto: deve proteggere i suoi amici...ricorda tanto Robin, vero?
Tutti:...Sì!
Io: Ok! Passando alle cosa serie...avremo...una piccola sorpresa nel prossimo capitolo...
Ace: Chissà perché ma non mi piace!
Io: Infatti, sarà così! Anzi, vorrai fare a botte, quando lo saprai, ma non anticipo niente nemmeno a te!
Ace: Cattiva!
Pikachu: Pikachu!
Io: Ma che...O_O (si mette in un angolino a tracciare cerchi concentrici, deprimendosi)
Ric Savage: Danger! Danger! Danger!
Tutti:...(cicaleccio di grilli)
Ric Savage: BOOM BABY!

Tornando a noi! Abbiamo scoperto anche la causa del perché Traffy sia preoccupato! O almeno, una piccola parte!
Ciao e un strasuperbacione a tutti!!!
Alyce :)))))

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Capitolo 26
*** 25. una notte in discoteca ***


25° capitolo: una notte in discoteca

 
 
Passo l’intero pomeriggio insieme a Nami in camera mia, perché vuole che sia al top, questa notte.
Ma non basta un semplice jeans e maglietta?
Vabbè che non corro il rischio di indossare una gonna, dato che tengo quasi ed esclusivamente pantaloni e shorts e le poche gonne che ho non mi vanno più bene. Sono fortunata, alla fine!
“Ok! Ho trovato la maglietta giusta! La mini te la presto io!” esclama Nami vittoriosa, lanciandomi addosso la maglietta di pelle…come ha fatto a trovarla? Era nascosta in un angolo buio e segreto!
“Cosa intendi per mini, scusa?” le domando insospettendomi, causando la sua ilarità.
“Come? Ti presto una delle mie minigonne! Ne ho una che si addice con la tua maglietta! Sono un genio in fatto di moda! Sarai sportiva e comoda! Fidati!” mi spiega rimettendosi a frugare nel mio armadio, lasciandomi a dir poco allibita.
“Nami…non mi piacciono le gonne…fammi indossare degli shorts, al massimo, ma non una gonna, soprattutto se mini!!” sbotto agitata come non mai.
Si gira verso di me, per poi puntarsi le mani sui fianchi, indispettita dal mio comportamento…non lo faccio mica a posta!
“Sbuff! Quante storie! E va bene! Per questa volta te la cavi, ma la prossima volta ti vestirai come voglio io, chiaro?”
“Cristallina come il Sole!”
 
Dopo vari litigi sui look che dovevamo avere, io e Nami usciamo dalla mia camera vestite di tutto punto: lei con una minigonna a strisce nere e fucsia e un top nero, accompagnato dalla mia giacca di pelle e degli stivaletti anche essi neri. Capelli sciolti e un velo di trucco per accompagnare il tutto.
Io, invece, ho la mia maglietta di pelle, dei jeans molto attillati neri e le mie All Stars.
Un filo di trucco e capelli raccolti in un alta coda tranne la frangia.
 
“Era ora che usciste! Voi donne non…” si lamenta Eustass, per poi interrompersi di punto in bianco, spalancando la bocca sorpreso.
“Dicevi sulle donne, Eustass-ya?” domanda Trafalgar ghignando…vedo che gli è ritornato il buon umore! Sono contenta!
“Cosa dicevo? Che certe volte sono delle bombe sexy!” gli risponde ancora più sorpreso, facendo sbuffare sonoramente Law…un po’ geloso…
“MA CHE BELLISSIMO SPETTACOLO!!!! SIETE DUE DEE NATE DALLA SPUMA DI MARE!!!” urla Sanji con il sangue che gli esce dal naso…Oh Roger! E’ ridotto veramente male!
 
“Piantatela! Tutti e tre! Dove sono gli altri?” chiede Nami spazientita, mettendo fine a quello spettacolo…come dire…non ci sono parole per descriverlo, punto.
“Mi adorata dea! Stanno tutti arrivando!” gli risponde Sanji facendo il baciamano a tutte e due.
“Meno male! Intanto andiamo fuori! Gli andremo incontro!” ordina Nami cominciando ad uscire di casa, seguita a ruota dalla sottoscritta e dai miei amici.
 
“Ti sei vestita in modo poco opportuno, per i miei gusti, Alice” osserva Traffy con un leggero tono di preoccupazione nella voce, provocandomi un sorriso mesto.
“Tranquillo! Non correrò alcun rischio, con voi al mio fianco!” lo tranquillizzo abbracciandolo di slancio, lasciandolo interdetto per pochi secondi, rispondendo successivamente al mio gesto di affetto.
 
“EHI! RAGAZZI! SIAMO ARRIVATI!” grida Rufy correndo verso di noi, facendoci sobbalzare dallo spavento…non perché ha urlato…no! E’ perché sta’ correndo verso di noi senza fermarsi!!! Se continua così, ci schianteremo a terra!!!
“Fermati Ru!” gli intimo ponendomi davanti ai miei amici, in un tentativo di proteggerli da quella furia scatenata.
“NON CI RIESCOOOOOOOOOO!”
“Tu provaci!”
“MA TI VERRO’ ADDOSSO!!!”
“Amen!”
“Alice! E’ stato un piacere conoscerti! Pace all’anima tua!” dice Kidd ghignando divertito…ma che spiritoso! Uno sta’ per venirmi addosso e lui ride! Ride!
 
All’improvviso, mi sento indietreggiare velocemente, accorgendomi che sto tentando di fermare la corsa di Rufy, rischiando le suole delle mie amate scarpe.
 
 
SBAM!
 
 
“Che botta…” sussurro tra me e me, massaggiandomi il di dietro dolorante, provocando la risata cristallina di Rufy, che, inevitabilmente, si becca un pugno in testa da Nami.
“RAZZA DI SCREANZATO!!!! TI RENDI CONTO DI QUANTO HO DOVUTO DANNARE PER FARLA VESTIRE COSI’?!?!?” urla la rossa con i denti a squalo…si è arrabbiata…ed anche molto…
 
 
Dopo esserci riuniti tutti ed essere raggiunti dai miei cari vicini, ci siamo diretti a spasso spedito verso la discoteca di Sabaody, come se fosse una droga: non ne puoi fare a meno.
Il locale è piuttosto grande e la musica e i cocktail non sono niente male: questo è il luogo dove ho preso la mia prima sbronza…è stato epico! La prossima volta ci penso su due volte!
 
“Bene ragazzi! Divertitevi!” ci raccomanda Kidd ghignando per poi confondersi con la folla, seguito a ruota da Traffy: scommetto che si metteranno in un angolino a fare dispetti a chiunque passi davanti a loro, berranno a volontà e finiranno in una bella notte di passione.
L’importante è che si divertano, per me conta solo questo!
“Ragazzi! Io vado a farmi un giro…” annuncia Ace allontanandosi, lasciando noi presenti piuttosto perplessi…per giro intende una giro di bevuta o di donne?
Non so il perché, ma sento una strana sensazione alla bocca dello stomaco…è fastidiosa…
“Alice! Come mai quella faccia? Forza! Andiamo a divertirci pure noi. Siamo rimasti solo noi due…” osserva Marco guardandosi intorno, notando che proprio tutti ci hanno lasciati soli…bene!
“Sì, hai ragione…ti propongo una sfida…che ne dici di fare una gara di bevute?” gli propongo con un sorriso malefico stampato sul viso.
“Ehi…guarda che stai scherzando col fuoco…vincerò io!” dice cominciando  fare lo sbruffone.
“Questo è tutto da vedere!”
 

 
Wow! Questa birra è veramente ottima! Non ho mai bevuto nulla di simile, se non da Shakky!
Talmente eccellente che sto bevendo il quindicesimo boccale! E Marco è solamente al…non me lo ricordo…forse sono già ubriaca…hik!
 
“Mocciosa! Arrenditi! Sto vincendo io…” mi fa notare il pennuto con aria maliziosa…lo trovo molto attraente in questo momento e non so nemmeno il perché!
Saranno gli effetti della sbornia!
Ha una stranissima capigliatura ad ananas e io lo considero sexy! Robe da matti! Hik!
“Ehi pennuto! Questo lo dici tu! Quanti ne hai bevuti?”
“Venti! Hik!”
“Oh, andiamo! Non puoi passarci sopra?” gli chiedo con tono fintamente supplichevole, facendolo ridere di gusto…che bella risata! Hik!
“Mi spiace…ma devi pagare! Ho vinto io, giusto? Stai crollando!” risponde avvicinandosi a me, sollevandomi il mento con due dita.
“Mmmh! Sì, hai ragione! Ma non avevamo stabilito cosa c’era in ballo” mormoro infastidita dalla mia sbadataggine: faccio una sfida e non mi ricordo nemmeno che dovevamo scommettere qualcosa…tanto ha vinto lui, quindi, sta’ a lui decidere!
“Oh, tranquilla! Per quello c’è sempre tempo…” mi sussurra all’orecchio, facendomi rabbrividire piacevolmente.
“Andiamo fuori?” mi domanda ancora con occhi speranzosi e non posso fare a meno di accettare…
 
 
“Ti giuro che se vedo ancora quel bastardo, lo faccio a fette!” sbotto iraconda, dopo aver raccontato la mia parte di passato a Marco riguardante Akainu.
“Non dirlo a me! Ti do una mano, molto volentieri!” rincara la dose lui, facendomi ridere di gusto per la strana posizione da eroe che ha assunto.
Non ho parole per descriverlo talmente è buffo! Ahahahahah!
“Lo sai Marco che sei molto divertente quando bevi?” gli chiedo sorridendo mestamente.
“Ehi! Guarda che posso prenderla come un’offesa! Mi stai dicendo che le altre volte sono noioso, ragazzina?”
“Ahahahahah! No! Non mi permetterei mai! Sei una bella compagnia!” gli spiego piegandomi in due dalle risate per la faccia da pollo che ha assunto: credo di avere le traveggole!
O forse è lui che è proprio un pollo in versione umana, chi lo sa!
“Anche tu lo sei. Hai cambiato radicalmente le nostre vite, soprattutto quella di Ace. Quando torna a casa che avete fatto qualcosa insieme, sta’ li intere ore a raccontarmi le vostre avventure”
“Dici sul serio?!?”
“Parola di Fenice!”
“O forse di un pollo…Ahahahahah!”
“Cosa hai detto mocciosa?!?”
“Non sono una mocciosa! Ahahahah!”
“E io non sono un pollo!” ribatte dopo quel battibecco, bloccandomi tra lui e un muro esterno della discoteca, mentre sento la musica far ballare persino il mio cuore a ritmo.
“Sei bellissima…” sussurra estasiato, scostandomi una ciocca di capelli biondi da davanti al viso, guardandomi intensamente negli occhi…è bellissimo e non mene sono mai resa conto realmente.
Dopo pochi istanti sento le sue labbra poggiate sulle mie, chiedendo poi l’accesso per approfondire quel bacio…il suo è un bacio dolce, quello di Ace di solito è passionale e irruento.
Due facce di una stessa medaglia: calma e tranquillità e passione e avventura spericolata.
Do il via ad una danza di lingue, che alla fine lottano per la supremazia…ha vinto la sfida della birra…di sicuro non gli darò vinta anche questa!
 
Ci stacchiamo per riprendere ossigeno, dopo un lungo momento e sorridiamo…però…cosa accadrà domani?
Abbiamo fatto qualcosa che non andava? Non so il perché, ma mi sento un po’in colpa, anche se non ho fatto nulla di male…insomma, questa strana sensazione mi attanaglia il petto in una morsa dolorosissima e riguarda Ace…mi vedo il suo viso arrabbiato, deluso e triste, ma perché?!?
Noi due ci odiamo!!! Non riesco proprio a capire!!!
 
“Ehi, Ali…tutto ok?” mi chiede Marco preoccupato per la mia strana reazione.
“No, no! Tranquillo! Tutto a posto! Che facciamo, ora?” domando a mia volta rivolgendogli un sorriso rassicurante, facendogli sparire l’agitazione di poco fa.
“Che ne dici di andare a dormire?”
“Non chiedo nulla di meglio!” gli rispondo avviandomi con lui verso casa, dandogli un bacio casto sulle labbra, subito ricambiato.
 
 
Si allontanano abbracciati l’uno all’altra in quella notte di plenilunio non accorgendosi che una figura nascosta gli sta’ fissando, facendo trasparire dal suo volto un sorriso malvagio e arrogante illuminato dalla Luna…




Angolo di Alyce: Salve a tutti!
Come abbiamo potuto notare Alice si trova a combattere con se stessa e i suoi sensi di colpa!
Povera cara, credo che gliene sto facendo patire un po' troppe!
Pikachu: Pika? -.-''
Io: Sì, Pikachu, me ne sono accorta...
Pikachu: Pika pika pika!!!
Io: Sì, ok! Riconosco che sono cattiva, contento?
Pikachu: Pikachu!
Io: Bene! Sono contenta anche io!
Ma passiamo alle domande, ora!
Tutti: Ne avremo un bel po'!!!! (preparano forconi e bazooka)
Io: Eheheheheh ^_^
Cosa succederà adesso tra Alice e Marco? Sarà tutto come prima, o "rovineranno" il rapporto di amicizia? Ed Ace? Come la prenderà?!?
Chi era la figura misteriosa che ha sorriso? Che cosa voleva dai nostri amici???
Questo e altro nelle prossime puntate di "Vicini di casa"!
Ciao e un strasuperbacione!!!!
Alyce :)))))))

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Capitolo 27
*** 26. Amore? Impossibile! ***


26° capitolo : Amore? Impossibile!

 
 
Uhg! La mia povera testa! Credo di aver alzato un po’troppo il gomito, ieri sera…però almeno mi sono divertita! Non ho pensato a quel bastardo di Akainu… è una buona cosa!
Però…ora che ci penso…c’è una cosa che non mi convince…che ci faccio nel letto di Marco?
Mi ricordo solamente che ci siamo baciati, ma non credo che abbiamo fatto sesso!
Lo guardo per alcuni istanti, decidendo così di svegliarlo e di fargli la fatidica domanda che mi assilla la mente.
“Mmmh…ma che ore sono?” domanda con la voce impastata dal sonno. Non ha una bella cera.
“Uhm…le nove e trenta” gli rispondo guardando l’orologio del mio cellulare riposto sul comodino della camera…
Wow! Allora esistono i maschi che tengono in perfetto ordine la camera! Mi sembrava impossibile.
Il pavimento non è sporco di cibo o bevande, i libri sono riposti sullo scaffale e la scrivania non è nascosta dai vestiti o da altri oggetti non identificabili.
 
“Come mai sei già sveglia?” mi chiede ancora Marco guardandomi con la coda dell’occhio e parte del volto nascosto dal cuscino.
“Non lo so…ascolta…volevo…”
“Tranquilla. Non abbiamo fatto sesso. Siamo solamente venuti a dormire nel mio letto perché tu continuavi a farfugliare qualcosa e a sbandare da tutte le parti…ti ho dovuta portare in braccio e ti sei addormentata” mi spiega prima ancora che io possa porgli la domanda.
Mi sento così stupida!
“Mi spiace…” sussurro mortificata, provocandogli un sorriso dolce a fior di labbra.
“Non ti devi scusare! In questi giorni eri così tesa. E’ normale che ti sei lasciata andare…soprattutto dopo quello che sta’ succedendo in questo periodo” mi rassicura guardandomi con quegli occhi vispi e attenti, ma anche saggi e seri quando occorre.
“Cavolo! Ti avrò sicuramente scocciato con il mio passato!” esclamo mettendomi le mani tra i capelli. Certe volte devo contare fino a mille prima di dire una cosa!
Che sia ubriaca o meno!
“Affatto. Ti giuro che io ed Ace ti aiuteremo…ti difenderemo a costo della vita…” mi promette fissando un punto indefinito della stanza…non posso permetterglielo! Né a lui né ad Ace!
“No, Marco. È una questione che risolverò da sola” dico rabbuiandomi scendendo dal letto, barcollando un pochino a causa di un giramento di testa.
“Ehi! Sei tu che non puoi fare una cosa simile! Ci faremo persino aiutare dal Babbo…”
“Marco, non è questo il punto. Non voglio che altre persone rischino la vita per una cosa che non hanno commesso! Ho messo in serio pericolo la vita di un mio più caro amico! E non me lo sono ancora perdonata!” sbotto furente, stringendo i pugni e abbassando lo sguardo a terra, mordendomi il labbro inferiore fino a farlo sanguinare.
“Ti capisco. Però ora Trafalgar è vivo, no? Perché rifiuti il nostro aiuto?” mi domanda mettendomi le mani sulle spalle.
“Perché…” ma non riesco a finire la frase, che Ace entra sorridente, per poi rivolgerci uno sguardo perplesso, che via via diventa sempre più cupo e iracondo.
 
“Che cosa è successo?” domanda sforzandosi di apparire calmo, anche se la cosa non gli riesce molto bene.
“Che cosa intendi?” chiedo a mia volta, staccandomi delicatamente dalla presa di Marco, avvicinandomi allo zolfanello.
“Quelli che dovrebbero farmelo capire siete voi. Soprattutto tu!” sbotta con occhi fiammeggianti, fissando a fondo La Fenice, avanzando di una passo.
“Non è successo niente, Ace” gli spiega pacatamente, cominciando a prendere l’occorrente per farsi una doccia.
“A me non sembra” ribatte  sua volta, correndo verso di lui, per poi prenderlo per il colletto della camicia slacciata…forse ha pensato che…
MA COME PUO’ PENSARE AD UNA COSA SIMILE?!? SOLO PERCHE’ UNO HA LA CAMICIA SLACCIATA DEVE INCAZZARSI COSI’?!? E ALLORA COSA SONO QUEI SEGNI ROSSI CHE HA SUL BUSTO? E QUELLA MACCHIA DI ROSSETTO SUL PETTO?
“Ace. Lascialo” gli ordino perentoria, prendendolo per una spalla, trascinandolo lontano da Marco.
“Perché dovrai farlo, eh? Non mi sembra che la cosa ti riguardi, Alice!” sbotta scacciando malamente il mio arto, guardandomi dritto negli occhi…
 
SCIAF!
 
“E’ vero. Forse la cosa non mi riguarderà…ma se è per quello che penso…non ti permetto di parlare così, come se tutti dovrebbero fornirti una spiegazione. Dovresti essere l’ultimo a commentare! Ma guardati! Succhiotti su metà del corpo e un bel segno di rossetto da contorno! Tsk! Forse dovresti fare la predica a te stesso, tesoro!” gli dico con tono sarcastico, dopo avergli rifilato un bello schiaffo in pieno viso.
Mi guarda sorpreso, in totale silenzio, mentre io mene vado da quella stanza, da quella casa.
Avrò esagerato? Sono così confusa!
Ho ancora avuto quella sensazione allo stomaco, quando ho visto il corpo di Ace in quello stato.
Era una cosa bruttissima e la sento tutt’ora. Maledizione!
Ma perché?!? Che cosa mi sta’ succedendo?!?
Se prima lo odiavo, lo odio ancora di più!
 
Accecata dalla rabbia, decido di chiamare i miei due amici più fidati…
 
“Pronto?” sento dire Trafalgar con voce assonnata, mentre un leggero russare gli fa da “colonna sonora”.
“Ciao Law… potreste venire qui…per favore?” gli chiedo con voce supplicante, ricevendo come risposta un: “Arriviamo immediatamente”.
 

 
“Allora? Ti è successo qualcosa di brutto, Ali?” mi domanda Eustass con fare preoccupato, scompigliandomi i capelli con dolcezza.
“Sono nella merda” dico solamente, avviandomi verso la cucina, per preparare a loro e a me qualcosa da mettere sotto i denti.
“Che significa?!?” aggiunge Trafalgar agitandosi ulteriormente, raggiungendomi velocemente, per poi guardarmi in attesa di risposte.
“Si tratta di Ace…” mormoro con voce incrinata…cazzo. Adesso sto’ pure per piangere!
Maledette lacrime!
“Ace? Ti ha fatto qualcosa che non doveva?” domanda Kidd, scroccandosi le dita e il collo, mentre nei suoi occhi gli si può leggere la rabbia che cresce pian piano.
“No, no! E’ che…Dio! Non ci capisco più nulla!” spiego singhiozzando sommessamente, mentre la bracci di Law mi avvolgono le spalle in un abbraccio fraterno per tranquillizzarmi.
“Adesso mangiamo e ti calmi. Poi ci darai le dovute spiegazioni” ordina mettendosi a cucinare al posto mio…
 
“Eh sì! Sei proprio nella merda fino al collo!” sputa senza minima preoccupazione Eustass, facendo sbuffare il suo compagno.
“Eustass-ya. La delicatezza non è il tuo forte, lo sai?” gli fa notare con una certa nota di scocciatura, facendolo impensierire per un momento per poi boccheggiare.
“Mi spiace, Alice! Non era mia intenzione!” si giustifica Kidd inchinando la testa un poco.
“Tranquillo. Preferisco una verità dura da accettare che una menzogna di consolazione” lo perdono sorridendogli.
“Oh, beh! Se la metti in questo modo, allora…Alice. Sei innamorata…e gelosa…molto gelosa!” esclama il rosso, lasciandomi sorpresa.
No. Andiamo! Non è possibile che io mi sia innamorata di quel Don Giovanni da strapazzo!
E’ completamente assurdo! Non ci credo neanche se mi pagano!!!
“Alice. So come ti senti ora. Ti starai dicendo che Eustass-ya stia dicendo una cazzata assurda, ma ha ragione. Mi spiace per te” gli da man forte Trafalgar, distribuendo un cornetto e una tazza di cioccolata bollente.
“Ma io lo odio! E dopo quello che ho visto stamattina, ancora di più!!” sbotto addentando ferocemente quella delizia, bevendo subito dopo un goccio di cioccolata…per Roger! Che brutti ricordi…scotta…
“Ah! SCOTTAAAAA!!!” urlo ossigenando la mia povera lingua “abbrustolita”.
“Giura?” domanda Kidd con una nota di ironia, scoppiando subito a ridere per quel mio siparietto molto buffo.
“Mofto spifitofo!” mi complimento a tentoni, strappando di mano un bicchiere di acqua offertomi da Law, che bevo come non ci fosse un domani.
“Come va?” mi domanda Trafalgar.
“Molto meglio, grazie!”
“Certo che sei una pirla! Vai a bere un bicchiere di cioccolata bollente senza lasciare che si raffreddi?” mi rimprovera Eustass ridendo come un matto.
“Me ne ero dimenticata!” mi giustifico offesa, masticando un altro pezzo di cornetto.
“Sì, vabbè! Capisco che ti piaccia Ace! Ma pensarlo pure mentre mangi, non è molto romantico!”
“Che hai detto, rosso truccato?”
“Ho detto che pensi costantemente ad Ace, biondina mezza nuda!”
“Mezza nuda? Io? Ma se tu ti vesti come una Drag Queen!”
“Che cosa?!? Ma ti sei vista? Chi è che va in giro con i pantaloncini corti con questo freddo? Mia nonna?”
“Ah, sì? E chi è che si mette i pantaloni con un tema a giraffa? Il mio cane?”
“Ma tu non hai un cane!”
“Appunto. Era per dimostrarti che l’unico che si veste a questo modo sei tu!”
“Tsk! Ma io sono più grande di te! Vado in giro come mi pare e piace!”
“Capirai! Sei più grande di me di due mesi! Però, in confronto, hai il Q.I. più basso del mio!”
“Ma fammi il favore! Non sei riuscita nemmeno a battere Marco quella volta in cui era entrato in casa tua assieme ad Ace!”
“Ma tu…”
“Basta voi due! Ci manca solamente che vi uccidiate e siete a posto!” ci riprende Law, rifilando un pugno in testa a tutti e due. Assomiglia a Nami, in questo momento!
“Primo. Eustass-ya. Piantala di fare commenti sciocchi. Secondo. Alice-ya. Non gli devi dare corda ogni volta che capita! Siete peggio di due bambini!” sbotta calmandosi un poco e risiedendosi sulla sedia.
“Scusaci” rispondiamo in coro, per poi sentire il campanello di casa suonare insistentemente…
 
 
“Ciao ragazzi!” saluto Rufy e la sua compagnia in modo piuttosto allibito.
“Ciao Ali! Abbiamo una proposta da farti!”- mi informa Rufy contento come una Pasqua- “Facciamo una partita di rugby? Dai! Ci saremo tutti! Io, i miei amici, tu, Kidd, Traffy, Ace e Marco!”
U…una partita? Di rugby? Sta’ scherzando, vero?
“Mi spiace, ma…”
“Accettiamo molto volentieri!” risponde al posto mio Eustass.
Un’altra volta? Ma non posso prendere le decisioni da sola?!? Ci deve essere sempre qualcuno che risponde al posto mio?!?
“E vai!!!!! Sono così contento!!!” esclama Rufy abbracciandomi.
E’ peggio di un bimbo, eheheheheh…
“Rufy. Staccati. Le farai mancare il respiro” lo rimprovera dolcemente Nico Robin, seguita a ruota da Chopper.
“E’ che non ne posso fare a meno! Sembra così bisognosa di affetto!” si giustifica con un sorriso a trentadue denti, lasciandomi andare.
“Io? Non è affatto vero!” sbotto stizzita, causando l’ilarità di tutti gli altri, contagiando anche me.
Sarà una bella partita!



Angolo di Alyce: Buon pomeriggio! (entra assieme a Pikachu e Kidd)
Kidd: Oramai Pikachu sei la nostra mascotte!
Pikachu: Pika?
Io: Kidd ha ragione!
Pikachu: Pikachu :)))))
Ok, tornando a noi! (coff coff) Ace si è ingelosito oltre ogni dire e Alice, gli ha dato un bello schiaffo in pieno volto.
Kidd: Anche se non riscrivi tutta la storia, fai un favore!
Io: Mmmh! Giusto! Vabbè! Quello che intendevo è che Alice non si merita forconi e torce. Ha solamente fatto in modo che Ace capisse che doveva essere l'ultimo a parlare, inoltre, cercava di non far litigare Ace e Marco. E' stata altruista, no?
Tutti:...Forse...
Io: Ma come, forse???? O_O
Tutti: Insomma!
Io: Insomma? Pikachu! Kidd!
Pikachu e Kidd: E' stata altruista. Avrei agito anche io così. Pika!
Tutti: Ok!
Io: Cioè...loro sì e me no! Ok. Facciamo il punto della situazione. Dal prossimo cappy, le cose si incominceranno a smuovere un pochettino, anche se con il rientro di Akainu in città si è gia smossa la vicenda.
Kidd: Esatto! Basti dire che 
qualcuno farà una cosetta...
Pikachu:
Pika!
Io: Non aggiungiamo altro! Lasciamo con il fiato sospeso!
Pikachu: Pika! Pikachu!
Ciao e un strasuperbacione a tutti!!!!!
Alyce :))))))))

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Capitolo 28
*** 27. lo faccio per il vostro bene ***


27° capitolo: lo faccio per il vostro bene

 
 
Dopo essermi preparata il più velocemente possibile con abiti comodi e piuttosto trasandati, io e gli altri, ci dirigiamo al campo per giocare quella fatidica partita di rugby.
Tornerò a casa con bernoccoli e lividi! Ne sono certa al mille per mille!
 
 
“Allora? Incominciamo?” domanda Rufy eccitato, saltando da tutte le parti, provocandomi un’enorme istinto omicida.
Capisco che sia vivace e sempre allegro, ma può contenersi per soli tre nanosecondi????
“Alice! Vedo che sei molto nervosa…hai paura di farti male?” mi domanda Robin con fare divertito, rivolgendomi al contempo un sorriso dolcissimo, che mi disarma in pochi attimi.
Non ho mai visto uno sguardo così sereno e…e…puro?
“Nono! È che se Rufy non sta’ fermo riceverà una bella botta in testa, sempre che qualcun altro non mi preceda!” le rispondo fissando Nami che sta’ digrignando i denti, nel vano tentativo di calmarsi…cosa che non le riesce per nulla, infatti…
“RUFYYYYY!!! STA’ FERMO!!!!” gli urla la rossa rifilandogli un pugno in testa…bel sedativo!
 
Bene! Abbiamo fatto due squadre!
Io, Rufy, Nami, Sanji, Zoro, Traffy e Marco contro Robin, Eustass, Franky, Chopper, Ace, Usopp e Brook. Meno male che non c’è Ace nella mia stessa squadra!
Giuro che gli darò del filo da torcere!
 
“Pronti?” chiede teso Usopp, mentre le gambe gli tremano in modo pauroso! Sta’ calmo!
“Sì!” esclamiamo felici in coro.
“Beh…allora…via!”
 
Appena presa la palla, Rufy, si precipita indietro…MA CHE FA?!?!? DEVE AVANZARE!!!!
“RUFY! CORRI IN AVANTI!!!” gli ordino aspettandolo.
“COME FACCIO? SARO’ CIRCONDATO!!!!” si difende gonfiando le guance indispettito, schivando per un pelo Chopper, che urla come un ossesso.
“TU CORRI!”
Senza protestare oltre, fa’ come gli dico, avanzando come un cavallo selvaggio in mezzo alla prateria, mentre io gli sto’ dietro.
“Che faccio ora, Ali? Guarda!!!” mi esorta fissandomi agitato.
Gli faccio cenno di passarmi la palla, in modo da proseguire, cosa che comprende al volo!
Qualcuno che si fida di me!
“Bravo scricciolo!” mi complimento sorpassandolo in pochi attimi, facendomi strada tra i miei amici, sfuggendo dalle loro grinfie come una gazzella rincorsa da un leone.
“AHHHHHH! ORA TI PRENDO, SORELLA!!!” grida Franky nel tentativo di saltarmi addosso.
Resto ferma, per poi scansarmi, facendolo cadere rovinosamente a terra.
“Gnè! Prendimi, ora!” lo sfido facendogli la linguaccia, riprendendo la mia corsa…
 
Sono vicina alla meta! Solo pochi passi e ci sono!!!!
Uno…Due…e…ma cosa?!?
Chi mi ha placcato?!? Ace?!? Vuole guerra? E guerra sia!
Tra una serie di passi e placcaggi, mi butto sul terreno morbido, accompagnando il pallone verso la prima vittoria, ritrovandomi successivamente quello scapestrato dello zolfanello sul mio bacino…ok…Alice…posa imbarazzante! Non arrossire, ti prego!!!!
Si china verso di me, per poi sussurrami all’orecchio: “Hai vinto tu…ma sarà solo per questa volta!”
Alzatosi, si dirige verso i suoi compagni, lasciandomi imbambolata per svariati secondi, sentendo il mio cuore battere all’impazzata e le gote rossissime…
 
“ALICE!!!! SORELLONA!!!! SEI STATA GRANDE!!!” urla Rufy saltandomi addosso, abbracciandomi nella sua morsa letale.
“Rufy! non vedi che non respira?!?” lo rimprovera Marco, togliendomelo di dosso.
“Gr…grazie! Non respiravo! Comunque anche tu, Rufy, sei stato un grande!” gli dico dandogli un buffetto sul naso, lasciandolo sghignazzare imbarazzato.
 
La partita si protende fino a pomeriggio inoltrato, dato che non c’è una squadra vincitrice.
Siamo ancora in parità!
“Questa volta farò punto!” sbotto stanca, ma decisa.
Farò di tutto, per vincere!!!!
“E’ da vedere, mocciosa! Ti fermerò!” mi promette Ace regalandomi uno sguardo a dir poco malizioso…io…io…Ah! Lasciamo perdere!
 
Cerco di avanzare il più velocemente possibile, venendo messa alle strette in continuazione dallo zolfanello, che non mi lascia un attimo di pace.
“RUFY!!!!!! VIENIMI DIETRO!!!” gli comando richiamando la sua attenzione.
“Eccomi!”
“Ok…ti passo la palla…non appena sarò avanti a destra. Ace cercherà di fermarmi, ma noi lo raggireremo! Passaggio veloce, ok?” gli spiego velocemente a bassa voce, camminando lentamente.
“Chiaro e tondo!”
Che l’azione abbia inizio, allora!
 
Devio a destra, trovandomi Ace alle calcagna. Decido di rallentare la mia corsa, al fine di farmi prendere…e così è! Stolto!
“RUFY!!!!”
“VAIIIIIIIIIII!!!”
Accade tutto in poco tempo: Rufy riceve la palla in un passaggio perfetto e corre come una tigre verso la meta, lasciando Ace e gli altri a dir poco sorpresi…bella azione, vero?
 
“SI HA UN VINCITORE! LA SQUADRA DI ALICE!!!” dichiara a squarciagola Usopp, fischiando.
 
“EVVAI! CE LA ABBIAMO FATTA!!! SIAMO STAI GRANDI!!!” urliamo io e il mio “fratellino” di gioco, abbracciandoci assieme agli altri della nostra squadra…
 
“Complimenti, Alice. È stata una bella partita” dice Ace porgendomi la mano, lasciandomi a dir poco sorpresa…
“Sì…una bella partita…” ribatto malandrina, schioccandogli un bacio veloce sulla guancia, per poi correre verso gli spogliatoi…
 
 
Prendo dalla mia sacca il cambio che ho portato sa casa, dandomi una lieve rinfrescata al viso imperlato di sudore. Appena sarò a casa mi farò una bella doccia!
Uscendo, noto che una strana figura è appoggiata al muretto del campo: è coperto da una mantella lunga fino al polpaccio, la testa coperta dal cappuccio…chi sarà?
Decisa a non fargli caso, proseguo nella mia direzione, anche se questa condizione non dura al lungo…
 
“Alice Carter?” mi sento chiedere.
Sobbalzo, sgranando leggermente i miei occhi verdi. Ho una bruttissima sensazione.
“Sì. Sono io. Che vuoi?” domando a mia volta, girandomi verso l’uomo misterioso.
“Tsk! Che bella sfacciataggine! Piacere. Sono Van Ooger, sottoposto di Teach. Lavoro per Akainu…lo conosci, vero?”…bastardo…
“…”
“Ahahahahah! Cos’è? Il gatto ti ha mangiato la lingua? Dovrai seguirmi…se non vuoi che i tuoi amici facciano una brutta fine. Sono tutti sotto al nostro controllo, e se tu non ritorni dal capo…sarà peggio per te, per loro…soprattutto per…aspetta. Come si chiama? Ah, sì! Ace!”
“Sei un bastardo!” sibilo tra i denti, trattenendo a stento le lacrime che minacciano insistentemente di uscire.
 
Facendomi cenno con una mano, decido di seguirlo…mi dispiace amici miei. Lo faccio per il vostro bene!
Non mi rivedrete mai più…






Angolo di Alyce: Sera a tutti! (schiva cose di ogni genere...meno male che non c'è Pikachu tra loro)
Ok, ammetto che questo capitolo è decisamente corto, ma serve per sviluppare i prossimi. Chiedo perdono (si inchina)
Pikachu: Pika?!?
Sachi e Penguin: Già, per cosa?!?
Kidd: Ma la piantate, pollastri?!?!?
Sachi, Penguin e Pikachu:...O_O
Io: Grazie Kidd.
Kidd: Prego, Scimmia!
Io: Premetto inoltre, che Venerdì, forse, non aggiorno, ma è un forse!
Tutti: Ahhhhhhhh! (ripongono forconi e torce)
Io: Altra cosa...
Tutti: (riprendono le loro armi) SPARA!
Io: O_O...Volevo dire...che...che...nei prossimi cappy il punto di vista non sarà più quello di Alice...
Tutti: Beh, sì! Si può fare...(si mettono a confabulare tra loro)
Bene! Passiamo ai ringraziamenti!
Un grazie di cuore va alle recensitrici! Mi date un supporto enorme!!! Siete veramente SUPER!!!!!! (posa di Franky)
Grazie a tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite e chi legge soltanto.
UN MILLE GRAZIE!!!!!! <3<3<3<3<3<3<3
Ciao e un strasuperbacione a tutti!!!!
Alyce :))))))))

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Capitolo 29
*** 28. misteriosa scomparsa ***


 

28° capitolo: misteriosa scomparsa

 
 
Dopo il bacio a stampo di Alice sulla guancia, mi sono sentito pervadere da un piacevolissimo torpore, che sento ancora tutt’ora.
Credo di essermi innamorato di lei, ma questa volta, non è come una delle mie tante fiamme.
Prima, le mie relazioni erano “usa e getta”, tanto da non restare da solo e avere qualche notte di passione, ma poi, quando ho conosciuto quella biondina dal carattere irrequieto e vivace, la mia vita è cambiata in modo radicale.
Se prima la consideravo la mia acerrima nemica, adesso la considero come la mia fidanzata…anche se lei non ricambia i miei stessi sentimenti…
Quando ho scoperto che si è baciata con Marco, sono andato su tutte le furie, tanto è che stavo anche per riempirlo di botte, fino a che lei non mi ha fermato, facendomi pensare sulla cazzata che ho commesso nei suoi confronti.
Ho sbagliato ad andare a letto con quella Vicky, che poi si è dimostrata solamente una grande stronza, quando mi ha detto che una sua compagna di classe, Alice, le stava antipatica e che se avesse voluto, l’avrebbe mandata in cella un’altra volta…
 
 
INIZIO FLASHBACK
 
“Allora? Cosa mi racconti di te, Ace?” chiese Vicky, bevendo un altro sorso del suo cocktail all’arancia.
“Niente di che. Se lo sapessi, fuggiresti a gambe levate, fidati…” le rispose con un sorriso enigmatico, facendo incuriosire ancora di più quella ragazza vestita in modo pressoché vistoso.
“Mmmh…mi piacciono i tipi come te. Sexy ed oscuri…” osservò stampandosi un sorriso malizioso sul volto.
“Ma davvero?” chiese Ace, avvicinandosi alle labbra di Vicky, sfiorandole appena.
“Assolutamente…”
 
E fu così, che tra balli e alcolici finirono nello stesso letto, condividendo gli stessi momenti di gioia, per poi addormentarsi, stanchi…
 
 
“Ah! Che mal di testa!” esclamò la ragazza al fianco di Ace, facendolo svegliare dal suo sonno tranquillo.
In fin dei conti si era divertito, ma sentiva qualcosa alla bocca dello stomaco…come…vergogna.
Lui, il grande Portgas D. Ace che si sente in colpa per essere andato a letto con una ragazza qualunque! Non era possibile!
“A chi lo dici!” rincarò la dose, massaggiandosi le tempie doloranti, sentendo tutto in modo molto più amplificato e fastidioso…persino i lamenti di Vicky.
“Beh! Almeno non mi hai fatto pensare ad una mia compagna di classe che non mi va’ a genio per niente! Era persino in discoteca, quella puttanella da quattro soldi!” si inalberò lei, tirando un pugno sul materasso del letto.
“Ah, sì? E’ veramente come la descrivi? Deve essere una persona insopportabile, allora”
“Già! Per poco, non mi picchiava, poche settimane fa! Le avevo ricordato un certo tipo…ho sentito dire che Alice faceva parte di organizzazioni nella malavita. E’ persino andata in gattabuia! Fosse per me, ce la rispedirei nuovamente!” gli spiegò brevemente, guardandolo intensamente negli occhi.
“Hai detto Alice?” domandò Ace, facendosi di colpo, molto serio.
“Sì! Si chiama Alice Carter!”
E senza dare una spiegazione a Vicky, si vesti velocemente, per poi andarsene…
 
FINE FLASHBACK
 
 
Non riesco ancora a capire perché non ne sono venuto a conoscenza prima, riguardo al suo passato…Alice nella malavita.
Certo, ha il carattere di una ragazza discreta e che non direbbe nulla agli agenti neanche a pagarla…ma persino il carcere! Mi sembra impossibile!
 
Continuando a rimuginare su quei pensieri, mi dirigo verso gli spogliatoi, sentendo un urlo improvviso…Nami? Che sarà successo?!?
 
Corro a più non posso, fino a raggiungere i miei amici, che stanno cercando di consolare la rossa, che piange disperatamente.
“Che è successo?” chiedo incuriosito dalla faccenda, facendomi largo tra i miei compagni.
“Al…Alice…” mormora Nami tra i singhiozzi, porgendomi un biglietto bagnato in vari punti, e con alcune stille di sangue…
 
Mi dispiace ragazzi, ma ho deciso di abbandonarvi…
Vi prego di non cercarmi, né di farmi cambiare idea,
perché non servirebbe a niente…il vostro…sarebbe
solo fiato sprecato.
Salutatemi Dom, Brian, Letty, Mia e Ryan.
Addio.
Alice
 
No. Non posso credere a quello che leggo! E’ uno scherzo, spero!
Non ci abbandonerebbe senza neanche una spiegazione!!! Ci deve essere un motivo! DEVE ESSERCI!!!
“Ditemi, che il vostro, è solamente uno scherzo di pessimo gusto! Che Alice è nascosta da qualche parte!” sbotto incupendomi.
“No…purtroppo…non lo è” risponde Marco, facendomi sobbalzare dall’incredulità…
 
 
Dopo aver deciso sul da farsi, ci siamo divisi per cercare quella scapestrata in tutto il quartiere e nei posti che frequentava.
Personalmente, dopo aver cercato in lungo e in largo, mi sono diretto verso la spiaggia, distante dalla città di pochi chilometri…
Ed ora, eccola li, mentre osserva il mare sul bagnasciuga, mentre una leggera brezza le scompiglia i capelli mossi biondo grano…
“Alice! Ti ho trovata finalmente! Non sai quanto ci hai fatto preoccupare!” esclamo felice, correndo verso la sua figura.
Si gira lentamente, guardandomi con un sorriso malinconico a fior di labbra.
“Ho pensato di dirti addio in modo personale” afferma rigirandosi, facendomi ridere nervosamente.
“Smettila con questa messa in scena!”
“Infatti non la era…ho deciso di abbandonarvi…non vi voglio più vedere” ribatte sorridendo pragmatica.
“Che significa? Alice. Non è divertente!” le dico alterandomi, prendendola per un braccio, affinché mi guardi negli occhi.
“Hai capito bene, invece” dice liberandosi dalla mia stretta, guardandomi con un sorriso sinistro, mentre nei suoi occhi leggo una cattiveria profonda.
“Perché?” chiedo solamente, nel vano tentativo di avvicinarmi a lei.
“Tsk! È molto semplice! Non posso e non voglio stare nella vostra allegra combriccola!”
“Perché? Alice, torna in te! Questa non sei tu!!!”
“Ahahahah! Sei patetico! Tutti lo siete. Non sono degna di stare con persone come voi!”
“No! Tu non la pensi in questo modo!!! No e poi no! Chi ti ha costretto a dire queste cose?!? Dimmelo!!!”
“Nessuno. Sono io che lo dico. Addio” dice allontanandosi…non posso demordere così!!
L’Alice che conosco io è solare, pronta a sfottere in modo positivo, a scherzare, a consolare!!! L’Alice che io conosco vuole bene ai suoi amici!
“Non ti credo!” sbotto fermando la sua camminata tranquilla.
“Non crederci, allora…” afferma ritornando indietro, raggiungendomi- “Sei libero di fare ciò che vuoi…ma…te ne devi andare”
“Altrimenti?”
“Ti uccido…” risponde sadica posando le sue labbra sulle mie, per poi andarsene definitivamente dalla mia vista e dalla mia vita…



Angolo di Alyce: Buon pomeriggio!!! (schiva oggetti non identificati)
Io: Mammina! Mi vogliono uccidere O_O
Pikachu: Pika? -.-''
Kidd: Appunto! Giura? -.-''
Io: Ma quantyo siete...str...cioè...teneri!!!! ^_^''
Pikachu: Pika!
Kidd: Grazie!
Tornando a noi!
Alice si è comportata male nei confronti di Ace, ma come detto nello scorso capitolo, lo ha fatto per il suo bene e per i suoi amici.
Tutti: HA TRATTATO MALE ACE!!!!!
Io: M-ma avete capito ciò che ho detto?
Sebastian: My Lady ha ragione (sorride in modo affascinanate)
Io: MA DA DOVE SBUCHI FUORI??????
Sebastian: Mistero
Io: Dio! Sei sexy!!!!! :Q___
Ace: Grazie, Alyce!
Io: Anche tu lo sei, mio amore!!!! *-*
Ace: Meno male! :)))))
Sebastian: Un po'di thè?
Tutti: Sì, grazie! (si mettono a tavola)
Io: L'importante è che non mi scannino, eheheheheh! Bravo maggiordomo ^_^
Sebastian: Avrò la tua anima molto presto :)
Ok, sto' divagando! O_O
Ciao e un strasuperbacione a tutti!!!!
Alyce :))))))))))))))

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Capitolo 30
*** 29. lei è una mia dipendente! ***


29° capitolo: Lei è una mia dipendente!
 

 
Oggi è stata proprio una giornata del cazzo.
I pezzi di ricambio per la mia auto non sono arrivati e, come se non bastasse, quello squinternato di Brian mi ha dato buca per svolgere i suoi lavoretti…che si fottano, i suoi lavoretti!
Meno male che c’è la mia Letty, altrimenti avrei già spaccato qualcosa!
 
“Come va, tesoro?” mi chiede in comprensione la mia amata, facendomi sorridere dolcemente.
“Ora che ci sei tu, va molto meglio…” le rispondo dandole un lieve bacio sulla bocca, per poi ordinare altre due birre…
 
Bevo e scherzo, dimenticandomi dei brutti pensieri che mi assillano da questa mattina la mente, finché il rumore della porta di ingresso del bar che si apre richiama la mia attenzione, ponendomi davanti un uomo piuttosto alto e muscoloso, vestito con un abito elegante di colore rosso, con appuntato un fiore su di esso…che tipo strano.
Non è da persone come lui, venire in un posto rozzo come questo…aspetta…che ci fa Alice in sua compagnia?!?
Non dovrebbe essere con i suoi compagni? Con Ace?
“Dom…” mi richiama Letty, guardando nella stessa direzione in cui ho puntato il mio sguardo.
“Ho visto. Ti confesso che sono confuso…molto confuso” ribatto sinceramente bevendo un sorso di birra, tenendo sotto stretta osservazione quei due…
 
“Barista! Due birre, per favore!” ordina con prepotenza l’uomo di fianco ad Alice, facendo segno a quest’ultima di sedersi su uno degli sgabelli posti vicino al bancone, cosa a cui lei, obbedisce immediatamente…non si è mai comportata così.
Quando ci eravamo conosciuti stava sempre sulla difensiva e mi sfotteva come se fossi al suo stesso livello, anche se sapeva che ero pericoloso.
 
Dopo essere stati serviti, l’uomo si è messo subito a bere, mentre la mia amica stava ferma immobile in un religioso silenzio…
“Devi andare a prendere tutto quello che c’è scritto sul biglietto questa notte. Niente domande” gli dice gettandogli di fianco il foglietto, che Alice apre immediatamente sgranando sempre di più i suoi occhi verdi scorrendo quelle righe.
“Boss…”- incomincia- “N-non pos…”
“Niente domande o scuse! Se ti ho detto di prendere quella roba per me, tu la prenderai! Hai capito bene?”
“S-sì…” sobbalza Alice spaventata.
Che le sta’ facendo quel tizio?!? Le sta’ puntando un’arma contro, per caso?!?
 
Fuori di me, mi dirigo velocemente verso di loro, per poi prendere per una spalla quel moscerino che sta’ trattando in modo irrispettoso la mia dipendente.
Lei lavora per me. Per nessun altro!
“Scusa, ma non ho potuto fare a meno di notare che stai trattando male questa bella ragazza” ringhio facendolo voltare con cipiglio alterato.
“Non mi interessa. Fatti i cazzi tuoi, moccioso che non sei altro. Tu non sai chi sono io!” sbotta irritato, cacciando malamente la mia mano.
“Invece sono fatti miei. Alice è una mia dipendente” ribatto senza sentire ragioni.
Il tizio si alza, mostrando tutta la sua imponenza, facendo tremare leggermente Alice.
Che le prende?
Lo imita a sua volta, richiamando la sua attenzione, mentre lei si incupisce sempre più.
“Boss. Ci penso io. Non ti sporcare le mani”
“Tsk! Mi fido di te, Carter!” ghigna sedendosi e ricominciando a bere, mentre Alice mi fa cenno di seguirla con un gesto irritato della mano…
 
“Mi spieghi che cazzo ti è preso?!? Stai sotto gli ordini di quello stronzo come se gli dovessi chissà che!!!” urlo prendendola per i lembi della camicia slacciata che fanno intravedere la sua canotta bianca attillata.
Abbassa lo sguardo, per poi staccarsi e allontanarsi di pochi passi.
“La questione non ti deve interessare, Toretto! Come dice il Boss ti devi fare i fatti tuoi!” grida a sua volta rifilandomi un cazzotto in faccia.
Indietreggio di pochi passi, per poi gettarla a terra e mettermi cavalcioni sul suo corpo.
“Questa non sei tu! Dimmi che cazzo ti prende! Siamo come fratelli, ricordi?” le domando sottovoce avvicinandomi al suo viso.
Mi sono accorto che ci stanno osservando. Quell’uomo ha anche degli scagnozzi. Perfetto.
Veramente una giornata del cazzo.
“Dom…per favore…vattene via. Dimenticatemi! Solo così sarete al sicuro!” mi supplica con gli occhi lucidi.
Si vede che è stremata…chissà cos’ha passato.
“No! Non si abbandona un fratello e tu lo sai! Adesso vado dentro e gli faccio il culo, a quel bastardo!” esclamo staccandomi da lei.
 
Sono deciso! Voglio andare a fondo in questa situazione. Hanno osato trattare male una mia sorella, una mia dipendente, la donna di un mio amico!
Chi decide di non rispettare queste regole, per me è un uomo morto!
 
“Dom…” mi sento richiamare da Alice.
Mi giro e poi il buio…
 
 

 
 
“Dom! Amore! Svegliati, avanti!” mi esorta la voce di Letty.
Apro gli occhi vedendo delle figure sfuocate intorno a me, ma che pian piano prendono forma.
“Ragazzi…dov’è Alice?” chiedo immediatamente tirandomi su di scatto…errore.
Non dovevo farlo. Per colpa della botta che mi ha procurato quella sciocca adesso mi ritrovo con un forte mal di testa.
Ah! Ma mi sentirà! Finito tutto questo casino me la pagherà molto cara!
“Fai piano!” mi rimprovera Ryan, incrociando le braccia al petto.
Ora che ci penso…chi sono gli altri ragazzi? C’è Marco, Ace, Letty, Ryan…e gli altri.
Alcuni gli conosco di vista, altri proprio no.
“Quindi sei tu il tizio che hai visto per ultimo la mia sorellona, vero???” domanda un moccioso dai capelli neri come la pece e una cicatrice sotto l’occhio.
“Ragazzino. Questo tizio ha un nome. E comunque sì, sono io”
“Ti ha detto qualcosa di importante, Dom?!? Rispondi, per favore!!!” si dispera Ace scuotendomi con forza.
“Mi ha detto che dovevamo dimenticarla, perché solo così saremo stati al sicuro…piangeva ed era veramente molto provata” gli spiego brevemente.
“Sapevo che c’era qualcosa che non tornava” interviene rabbioso un ragazzo con uno strano cappello maculato in testa e una nodachi al proprio fianco.
“Cazzo. Giuro che appena vedo quel figlio di puttana di Akainu gli spacco la faccia e lo faccio soffrire in modi che neanche esistono!” rincara la dose uno dai capelli rossi e dei pantaloni con un motivo a giraffa. Uno più strano dell’altro, non c’è che dire…
“Akainu, hai detto?” chiedo incuriosito, guardando i due tipi in questione negli occhi.
“Eustass-ya. Preparati, perché è ora che tutti, ma veramente tutti conoscano questa storia…” dice sospirando il ragazzo dallo strano cappello, sedendosi sulla poltrona…




Angolo di Alyce: Buona sera!!!
Pikachu: Pika Pikachu!
Come ha detto Pikachu, questo capitolo è relativamente corto...mi dispiace molto! E so anche che ci sono molti dialoghi, ma questo è quello che è successo.
Alice, tra bene o male, ha detto perché si è allontananta dai suoi più cari amici...soprattutto da Ace!
Diciamo che con Dom si è aperta di più, e questo perchè Alice tiene in particolar modo a Toretto.
Lo considera parte della sua grande famiglia che si è creata ed ha un posto speciale nel suo cuore, tutto per sè.
Considerando che una grossa parte appartiene ad Ace.
Ace: Avanti! Rifammela incontrare, ti prego! ;(
Io: Con calma, per favore!
Tutti: Mmmmh?
Io: No comment, please! No comment!
Tutti: Ok!
Bene. Ora tutti verranno a conoscenza del passato di Alice e credo che qualcuno si incazzerà moltissimo. Corro ai ripari per sicurezza. (chiude il bunker)
Ace: Chi è?
Io: IL PRIMO SEI TU! (denti da squalo)
Ace: Preparati alla mia vendetta, allora! ^_^
Ci vediamo al prossimo capitolo!!!
Ciao e un strasuperbacione a tutti!!!!!!!!!!!!
Alyce :)))))))

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Capitolo 31
*** Special: Grande Piccolo Lupo Solitario ***


Special:  Grande Piccolo Lupo Solitario

 
 
Era da quasi una settimana che non vedevo più i miei amici.
Era da quasi una settimana che non vedevo quel ragazzo strano, sexy, rompiscatole che non era altro…credo di stare impazzendo.
Questa maledetta camera mi da sui nervi!!!
Voglio tornarmene a casa! Voglio rivedere Rufy, Marco, Zoro, Nami, Robin, Usopp, Chopper, zio Franky, quel pervertito di Brook, che ogni volta che mi vede, mi chiede se posso mostrargli le mutandine, Sanji! Ma voglio rivedere anche Ace…
Non me lo sarei mai aspettata. Mi sono innamorata del mio acerrimo nemico e mene accorgo solo ora…
Spero solamente che possa vivere felice senza una come me.
Ho tradito tutti! Non solo i miei “fratelli”, il Babbo di Ace, il mio vero Boss, ovvero Dom.
Una come me non merita di vivere.
 
“Allora Alice? Hai fatto ciò che ti ho chiesto?” mi domanda quel figlio di puttana.
“Non ancora…” rispondo flebilmente, guardando il Sole caldo del pomeriggio attraverso la piccola finestrella di quella gattabuia.
“Ti conviene sbrigarti, allora! Entro notte dovresti essere dove ti ho chiesto!” sbotta irritato andandosene.
Una cosa positiva c’è. Non lo vedrò fino domattina! E’ un bene, no?
 
Preparo la mia sacca con lo stretto necessario: una felpa nel caso facesse freddo, due bottiglie di acqua, delle barrette energetiche e un cappello da cow boy…mi ricorda tanto quello di Ace…basta pensarci! Devo farmi forza!
 
“La macchina è pronta?” chiedo fredda a Teach, facendolo sghignazzare senza ritegno, mentre si avvicina pericolosamente a me.
“Certo dolcezza!” sussurra accarezzandomi i capelli…che schifo!
Puzza di alcool e di un altro puzzo che non so identificare molto bene.
“Non. Toccarmi” gli ordino prendendogli il polso e storcendoglielo all’indietro, facendolo urlare sommessamente dal dolore.
“Piccola puttanella…” comincia, ma non riesce a finire la frase, che si ritrova disteso a terra, mentre io salgo in macchina il più velocemente possibile, partendo a tutto gas…fortuna che gli ho rubato i soldi per la benzina!
 

 
 
Viaggio a velocità sostenuta per l’intero pomeriggio, finché il Sole incomincia a sparire all’orizzonte lasciando spazio alle stelle e alla Luna piena…che spettacolo meraviglioso…cosa mi costa…fare una piccola sosta?
La strada sembra illuminata a giorno…dovrò solamente mettermi la felpa, dato che siamo nel mezzo del “deserto”…alcune macchie di cactus e delle montagne alte e rocciosa…mi piacerebbe guardare questo posto con occhi diversi, in compagnia, non come adesso…pensando solamente ai pensieri brutti e tristi.
 
Dopo aver fermato la Ford GT, scendo e mi vado a sedere sul cofano della macchina per ammirare questo paesaggio calmo, freddo e rassicurante, facendomi perdere la condizione del tempo…
 
“Cosa ci fa qui, Lupo Solitario?”
 
Sobbalzo a quella domanda postami da una voce a me estranea, facendomi voltare di scatto, trovandomi di conseguenza, un fucile puntato alla testa.
“Potresti abbassare la tua cosa…?”
“Aquila della Guerra” continua la frase lui, abbassando il fucile.
Cavolo! Ci mancava anche l’indiano d’America! Non posso avere un solo attimo di pace? Uno soltanto?
“Che cosa vuoi?” chiedo rivolgendo lo sguardo verso la Luna.
“Tsk! Sono io che devo farti questa domanda. Lupo Solitario ha fermato la sua corsa per ammirare la Luna…solo che Lupo deve proseguire nella sua corsa…altrimenti suo clan morirebbe” dice misterioso…che cosa intende?
Non posso fare a meno di guardarlo scocciata, avendo modo però, di osservarlo più attentamente: ha capelli neri lunghi fino alle spalle, mentre alcune ciocche sono legate mediante treccine.
Porta jeans sgualciti e solamente un gilè di pelle, mentre i suoi piedi sono scalzi e il fucile “riposa” sulla sua spalla… devo ammettere che è un bell’uomo…
“Stavo…osservando…” dico perdendomi nei suoi occhi pieni di mistero e orgoglio.
“Lo avevo notato, Piccolo Lupo Solitario” ribatte raggiungendomi sul cofano, appoggiando il suo “amico” di fianco a sé.
“Voi sapete sempre tutto…” osservo malinconica, facendolo ridere di gusto.
“Ahahahahahah! Noi ci affidiamo alla Natura…come stai facendo tu ora, Piccolo Lupo Solitario”
“Ahh! Ma che intendi? E perché mi chiami con quel nomignolo?!? Per caso vedi pelo nero, occhi gialli e assassini, lunghe zanne e la mia voce è lugubre e inquietante quando ululo?” domando scocciata, guadagnandomi una scrollata di spalle da parte sua.
Ecco! Mi prendo pure per il culo da sola! Fantastico! Sono caduta veramente in basso!
“Tu cerchi di vedere nella Luna il tuo amore nascosto, Piccolo Lupo Solitario…o meglio Grande Piccolo Lupo Solitario…” mi spiega guardando nel mio stesso punto nel cielo.
“E perché questo nomignolo, scusa?” domando incuriosita dalle sue frasi ad effetto.
Se mi raccontasse una storia, sono certa che penderei dalle sue labbra!
“Fai tutto da sola, senza aiuto di nessuno, credendoti coraggiosa, ma in realtà sei piccola e fragile…come una foglia…cerca di resistere, ma senza l’aiuto delle sue compagne…non ce la potrà mai fare…” mi spiega con quella sua voce calda e rilassante.
“Non sono piccola e fragile! E cosa intendi con: fai tutto da sola?!? Che problema hai???” continuo a chiedere spazientita, battendo qualche volta i pugni sul cofano.
“Vedi? Attacchi come farebbe un Lupo Solitario, convincendosi che può farcela…ma non è non mai così…perché non crede nel suo clan…”
“Sei antipatico, Aquila della Guerra!”
“E tu sei debole!”
“UNA VOLTA PER TUTTE! IO NON SONO DEBOLE!!!” grido scoppiando in un pianto liberatorio.
Con Dom avevo faticato a trattenere le lacrime, ed ora, mi ritrovo a frignare perché uno sconosciuto mi ha detto le cose come stanno veramente…e non le accetto…
“DIMOSTRALO!! FORZA LUPO SOLITARIO! FAMMI VEDERE LA TUA FORZA!!!” urla a sua volta, scaraventandomi per terra, fermando il mio busto con il suo piede, mentre mi punta il fucile contro.
“Io…non ho…paura di morire…” singhiozzo cercando di ricacciare indietro le lacrime, ma senza successo.
“Dimostralo ad Aquila della Guerra…sto aspettando…” mi esorta, caricando l’arma con una sola mano.
 
Rimango ferma per istanti che mi sembrano eterni, mentre leggo negli occhi di Aquila una rabbia e una freddezza mai dimostrati prima.
Prendo un lungo respiro, per poi fargli lo sgambetto facendolo scivolare, dandomi il tempo di sedermi a cavalcioni su di lui.
 
“Non hai ancora vinto…Piccolo Lupo Solitario…”
“Che inten…”
 

 
Un rivolo di sangue scivola indisturbato lungo la guancia, mentre io sono ancora ferma e muta per lo spavento del colpo del proiettile che mi ha graffiato leggermente il viso.
“Non mi dirai che avevi paura, Grande Lupo Solitario!” mi prende in giro Aquila della Guerra, lasciandomi ancora più interdetta.
“P…Potevi uccidermi, lo sai…?” gli chiedo atona fissandolo intensamente negli occhi.
“Tsk! Lupo Solitario…ho una mira infallibile…non avrei mai sbagliato” afferma convinto, alzandosi solo con il busto, lasciandomi sopra di lui.
“C’è sempre un prima volta…”
“Spero di non averla, allora…forza, alzati! Andiamo a fare un giro…”
 
 

 
 
Dopo aver camminato senza sosta in un religioso silenzio, arriviamo alla sua abitazione, stupendomi un poco…abita ancora in una tenda come gli antichi indiani  d’America!!!!
“Attenta a Zanna di Luna…si potrebbe accorgere di avere un rivale…” mi dice Aquila della Guerra…che significa? Un rivale?
 
Grrrrrrr!
 
Quel ringhio mi congela il sangue nelle vene, facendomi voltare lentamente verso la provenienza di quella minaccia…un lupo…
 
Ecco cosa intendeva Aquila! Devo dire, che assomiglia molto ad Eustass, in fatto di occhi.
Ha il pelo totalmente nero, gli occhi gialli, mentre una cicatrice parte del suo occhi destro fino a una parte del naso, le zanne di un bianco accecante…
“Come se l’è procurata?” domando ad Aquila, avvicinandomi al suo animale che continua a ringhiarmi contro.
“Non hai paura di lui? Ti sta’ dicendo di allontanarti…e tu ti avvicini…” cambia discorso, entrando momentaneamente nella sua umile dimora.
“Ti confesso che non lo temo…non so il perché…” rispondo cominciando ad accarezzare il suo manto nero che sembra quasi blu…ha smesso pure di ringhiare.
“Tsk! Si fida già cecamente di te! Neanche quando ci siamo conosciuti mi trattava così” sbuffa divertito Aquila uscendo con una tazza fumante.
“Che intendi?”
“Sono stato io a procurargli la cicatrice…ma mi ha ripagato della stessa moneta…un combattimento davvero niente male!” racconta indicandosi la cicatrice sul petto mentre si avvicina a noi due, guardando dolcemente il suo lupo.
“Perché?”
“Questione di territori…”
“Voi maschi siete incorreggibili!” sbotto un pochino infastidita dalla causa del loro litigio.
“Però da quel momento siamo diventati ottimi amici! Solamente una volta, ha fatto una cosa da solo…e ne ha pagato le conseguenze tornando a casa zoppicando…perché non si fidava di me”
“…”
“Forza, Lupo Solitario. Bevi e ti sentirai meglio!”
 
 
Mi sveglio la mattina seguente fresca e riposata, notando tardi che Aquila e Zanna non ci sono.
Ovunque cerchi, sono come spariti nel nulla.
“Ah! Che diamine! Dove sono, quei…e questo?” mi chiedo guardando incuriosita il mio braccio tatuato…quando ho fatto un nuovo tattoo?
 
“Ti piace?” sento domandare dietro di me, facendomi girare di scatto verso l’artefice di quel capolavoro.
“Sì, ma…cosa rappresenta?”
“Il lupo rappresenta il bene della comunità, il senso di famiglia, mentre l’Aquila è il potere del Grande Spirito e della Libertà…” mi spiega cominciando a preparare qualcosa da mangiare, mentre l’osservo con curiosità…
“Pensavo che il lupo fosse una figura triste e solitaria…”
“Ahahahah. Sei ingenua, Lupo Solitario. Il Lupo ha un grande senso dell’onore e della famiglia. Se si allontana, è solo per imparare cose nuove per poi tramandarle…lo sai che quando sceglie una compagna, quella è per la vita?”
“No…non lo sapevo…” mormoro pensando alla figura di Ace, che per quanto cerchi di non pensarci, mi assilla la mente con costanza.
“E’ ora che tu parta, Grande Piccolo Lupo Solitario…” mi annuncia continuando a cucinare.
“Mi chiamerai sempre così, eh?” domando girandomi dalla parte opposta, incamminandomi verso la macchina che ho lasciato in mezzo alla strada.
“Ricordati Alice che un cane non può fare mai una cosa da solo, ma forse…un lupo sì…ma ricordati anche…che esistono gli amici, i fratelli…l’amore…dovrai ritornare da loro…e lo farai…ne sono certo…” osserva con voce flebile.
“Ma prima hai detto…”- cerco di fermarlo, ma è sparito di nuovo- “Mph…Ahahahahahah! Non ti dimenticherò mai…Grande Aquila della Guerra!”
 

 
“Neanche io ti dimenticherò…Piccolo Grande Lupo Solitario. Torna a casa presto…il tuo compagno ti sta’ aspettando” sussurra Aquila della Guerra guardando la macchina di Alice viaggiare lungo quella strada.
Zanna della Luna lo osserva stranito, mugugnando qualcosa nella sua lingua.
“Ce la farà Zanna…quella ragazza, anche se è fragile…può diventare forte e attaccare come un’ Aquila con la sua preda…”




Angolo di Alyce: Siete liberi di uccidermi (si indica con un cartello)
Questa idea mi è venuta ascoltando una canzone degli indiani d'America e poi...ho avuto sempre una forte passione per i lupi.
Aquila della Guerra sembra che faccia dei discorsi senza senso? Beh! Non è esattamente così...tutto quello che dice ha un senso logico che si collega alla nostra piccola Alice (come se avesse otto anni -.-)
Non ho molto da dire questa sera!
Ciao e un strasuperbacione a tutti!!!!!
Alyce :)))))))))))

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Capitolo 32
*** 30. una famiglia su cui contare ***


30° capitolo: Una famiglia su cui contare
 

 
 
Quando Marco mi ha riferito cosa è accaduto ad Alice, sono andato su tutte le furie.
Anche se conosco poco quella piccola peste, la considero già una figlia, la fidanzata di mio figlio!
La sua futura moglie! Non permetterò a nessuno di farle del male!
I miei figli ed io ci sacrificheremo per salvarla!
“Grrr! Se becco il bastardo che ha osato torcere un capello a quella divinità, lo uccido!” ringhia mio figlio Satch, facendomi sorridere di cuore.
E’ bello sapere che si aiutino a vicenda, soprattutto nelle situazioni più difficili.
“Calmati figliuolo!”- lo rassicuro con dolcezza-“ Nessuno torcerà un capello ad un mio figlio!”
“Esatto, Babbo! Tu sei il Grande e Potente Barbabianca! Tutti ti ammirano e rispettano! Coloro che hanno osato fare un affronto simile ad un membro della nostra famiglia, verrà punito severamente!” esclama decisa mia figlia Halta. Testarda e orgogliosa, forte e leale!
 
Sposto il mio sguardo sul resto della combriccola che si è unita.
Il fratello di Ace insieme ai suoi amici e un’altra compagnia, sempre amici di Ace e Marco.
Però non capisco…da quel che ne so, quest’ultimi hanno dei precedenti penali, inoltre sono nel giro delle corse…cosa c’entra Alice?
“Ragazzo rasato!” richiamo quello che presume essere il capo della compagnia.
Irrigidendo le spalle, si volta verso di me, guardandomi con cipiglio preoccupato e scocciato.
“Signore?”
“Cosa c’entra la fidanzata di mio figlio con te?” domando imperioso, facendolo voltare verso un Ace imbarazzato che continua a torturarsi le mani.
“La fidanzata di suo figlio, è una mia dipendente. Sono qui per riportarla nella mia officina! Mi è stata prelevata come un oggetto di un’altra proprietà! E’ un affronto grave alla mia compagnia e a me!” mi risponde offeso, stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche.
“Bene! Allora avremo più alleati per salvare uno dei miei figli!” osservo sorridente guardandolo bonariamente negli occhi…
“Ehi, ehi! Aspetti un minuto! Ma se è una dei suoi figli, come può essere la fidanzata di un altro dei suoi figli? C’è qualcosa che non mi torna!” nota perplesso e piuttosto agitato.
“Gurarararararara! Alice è una mia figlia adottiva! Io, la considero tale!” spiego ridendo di gusto,
“Ah! Una figlia adottiva. Infatti sapevo che era figlia del poliziotto Carter, non del padre di Ace!”
 
“Suo padre faceva il poliziotto?!?” domandano tutti sorpresi, tranne io, Marco, il ragazzo di prima e la sua compagnia.
 
“Traffy! Questi particolari non sono mai stati detti né da te, né da Alice!” sbotta gonfiando le guance indispettito il fratellino di Rufy.
“Infatti non eravate tenuti a saperlo! Non so come Dom ne sia venuto a conoscenza…” dice uno dei suoi amici, incuriosendomi di più.
“Law. Si chiama informarsi sulla vita altrui” interviene il ragazzo di prima…Dom…o almeno, così ho capito.
“Illegalmente!” aggiunge un tizio biondo, che viene prontamente zittito da un’occhiataccia di Dom.
“COSA?!? ALICE LAVORA ILLEGALMENTE?!?” urla Rufy saltando sul posto.
“E LO CAPISCI SOLO ORA?!?” gli chiedono i suoi amici riempendolo di botte…che mocciosi!
Gurarararararara! Mi ricordano in modo davvero impressionante le prime litigate di Marco e Ace!
A proposito…Ace non ha ancora aperto bocca.
“Figlio mio! Come mai questo tuo silenzio?” domando guardandolo.
“Ehm…non ho molta…voglia di parlare, ecco…non sono di buon umore…” mi risponde grattandosi dietro la nuca con estremo imbarazzo.
“Capisco che tu sia preoccupato per la tua fidanzata! Ma non ti devi preoccupare! La salveremo!” lo rassicuro con sorriso paterno, sperando di infondergli un po’di coraggio.
“Già…sperando che sia facile come dici…” sussurra amareggiato, facendomi preoccupare.
“Che vuoi dire, Ace? C’è qualcosa che non mi hai ancora detto e che devo sapere?”
“Niente di importante Babbo, davvero!” ho la strana sensazione che Ace abbia avuto qualcosa con Alice.
Non ha parlato per tutto questo tempo e adesso ne esce che forse non sarà facile salvare la sua donna?
Tenendo il capo basso se ne va fuori di casa, per poi farci sentire il rumore della sua auto che parte a velocità folle. Spero che non commetta sciocchezze…di alcun genere!
 
“Babbo!”- mi chiama Fossa, fumando in tutta tranquillità il suo amato sigaro- “Ho paura che Ace ne combinerà una delle sue!!”
“Concordo con Fossa!” interviene Satch continuando a camminare avanti e indietro per l’agitazione.
“A proposito…”- interviene Izo, lucidando le sue pistole- “Ho chiamato anche Teach, ma quando mi ha risposto era piuttosto arrabbiato con una ragazza…inoltre ha detto che non poteva venire alla nostra riunione famigliare!”
Strano…più si va avanti, più vengono avanti nodi al pettine di cui non ne sapevo nulla.
“Ho un brutto presentimento…” osserva Marco, incrociando le braccia al petto con fare pensieroso.
“Che vuoi dire, ananas?” chiede incuriosito Rufy.
Domanda legittima, direi.
“Ne sei proprio sicuro, Fenice?” domanda una ragazza dai capelli neri, amica di Cappello di Paglia.
 
“Che significa?!? Volete spiegarci cosa sta’ succedendo?!? Robin!!!” sbotta infuriata e preoccupata una rossa, gesticolando in continuazione.
 
“Vogliamo dire che forse Teach ci ha traditi…” spiega pacatamente Marco, facendo piombare nella stanza un silenzio di gelo e opprimente.
Allora è così…ora capisco cosa intendevano Marco e quella ragazza.
Dato che Izo ha sentito Teach imprecare contro una ragazza e che non poteva venire alla nostra riunione, hanno pensato che in un qualche modo Alice abbia litigato contro Teach.
 
“Però…c’è ancora qualcosa che non mi torna…mio figlio, vostro fratello ci ha traditi…capisco che sia abbastanza avaro, ma stento a crederci che arrivi a così tanto!” ringhio stringendo i pugni, sbattendoli con fare adirato sui braccioli del mio “trono”.
“Anche noi Babbo, anche noi…” ribattono a loro volta i miei figli, pensando ognuno, a quello che ha dentro…




Angolo di Alyce: Buona sera!!! (entra assieme a Pikachu e Sebastian)
Ora, abbiamo scoperto cosa ne pensa il nostro mitico Barbabianca!
Pikachu: Pika!!!!
Io: Già! Hanno anche scoperto che quel bastardo di Teach è un traditore!!!
Sebastian: Mi scusi, My Lady, ma penso che quell'individuo è e rimarrà un traditore...
Io: Sei un amore!!!!! *-* <3<3
Sebastian: Grazie, My Lady!
Pikachu: Pika pikachu! -.-''
Kidd: *entrato da Dio sa dove* Concordo con te! Alyce è un po' tarda a capire!
Rufy: Ehi! Vuoi dire che Aly-san non è intelligente?!?
Kidd: Va a mangiare carne, va!
Rufy: CORRO!!!!! *se ne va*
Io: Un dialogo molto lungo, davvero O_O Entrate e uscite in meno di tre nanosecondi!
Pikachu: Pika?
Sebastian: Dice?
Io: Ehhh...come, prego?
Sebastain e Pikachu: Lasci perdere! Pika! -.-''
Tornando a noi, carissimi!!!
Cosa vorrà fare il nostrofigo e supersexy Ace?
Tutto questo nei prossimi capitoli!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ciao e un strasuperbacione!!!!
Alyce :))))))))))

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Capitolo 33
*** 31. noi ti salveremo! ***


31° capitolo: noi ti salveremo!

 
 
 
Osservo i vari componenti della famiglia di mio fratello, sorprendendomi in continuazione di quanto sia grande e unita.
Basta a malapena una grossa villa per far vivere tutta questa gente! Come fa Ace a sapere quasi tutti i nomi?!?
“Rufy! piantala di fissare!” mi rimprovera Nami sottovoce, tirandomi per un lembo del mio gilè.
“Cosa posso farci? E’ più forte di me! Guardali! Sono così…bizzarri!” cerco di difendermi, gonfiando le guance stizzito.
“Vogliamo parlare di te, per caso?” rincara la dose Usopp, facendomi ridere imbarazzato.
Hanno ragione. Ma solo un po’, eh!
Se prima c’era brusio, adesso, tutto è muto. Il mio stomaco ha reclamato cibo!
Tutti mi guardano: c’è chi ride sommessamente, chi ha uno sguardo a dir poco allibito e chi, come Nami sospira affranta, mettendosi in un angolino a deprimersi insieme ad Usopp.
“Non è colpa mia se ho sempre fame!” esclamo nella loro direzione, facendoli deprimere ancora di più. Antipatici!
 
“Ehi, Satch!”- dice il papà di Ace- “Procura a questo ragazzino del cibo. Se vogliamo salvare Alice, bisogna che tutti siano in forze!”
Bravo! Così si ragiona!
“Cosa vuoi, Rufy?” mi domanda Satch con un sorriso cordiale stampato sul volto.
Ah beh! La lista è lunga!
“Allora! Voglio un mucchio di carne, pasticcio di carne, patatine fritte, Nutella, gelato, pizza, salame, torta alla ricotta, torta al cioccolato, minestrone…” e la lista continua, facendo scomparire pian piano il sorriso di Satch, fino a farlo diventare una linea tirata sul viso.
“Che c’è?” chiedo guardandolo incuriosito.
“E’…che in fatto di cibo sei peggio di tuo fratello!” mi risponde accigliato, indicandomi di seguirlo fino in cucina…
 

 
Ah! Ora mi sento meglio!
Certo! Ho ancora un certo languorino, ma non mi lamento! Almeno parte del mio stomaco è riempito! Posso ragionare meglio così…no…se penso, poi mi viene la febbre da cavallo.
Con la pancia simile ad un pallone, mi avvicino ai miei amici, sorridendo contento.
“Rufy! Sei il solito ingordo!” mi rimproverano loro, tirandomi dei pugni in testa.
“Ihihihihihih! Però io ho ancora fame!” dico facendoli crollare nella depressione più totale, questa volta.
Forse ho esagerato un pochino…
“State bene?”
“SECONDO TE?!? SEI UN BABBEO!!!” urlano compiendo movimenti strani.
“Calmatevi, vi prego! Vi ricordo che siete davanti ad un mucchio di persone!” li rimprovero con fare saggio, mentre loro si sbattono una mano sulla fronte. Che ho fatto, ora???
Sospirano ancora una volta, dicendo un: “Non cambierà mai!”.
Anche se mi continuano a sgridare per il mio comportamento infantile, voglio molto bene a loro.
Sono i miei compagni a cui non rinuncerò mai, solo che manca lei…senza le sue battutine pungenti, mi sento un pochino spaesato.
Anche se la “strangolavo” con i miei abbracci, Alice cercava di dimostrarsi calma, dicendomi, anche se sottovoce, di staccarmi da lei, ricevendo ogni volta, un bel pugno in testa dai miei amici o da Traffy e Eusty.
Non capirò mai questo suo gesto suicida, di risolvere i suoi problemi da sola, nel vano tentativo di proteggerci! Che cazzo le è saltato in mente?
Gli amici servono a questo! A darti conforto nei momenti di difficoltà, a gioire con te quando è successa una cosa bella!!! Fanno parte della tua vita!
 
Mi dirigo verso Barbabianca, per guardarlo intensamente negli occhi, dicendo solo una frase:
“Andiamo a salvarla”.
Mi fissa incuriosito, ghignando contento.
“Il moccioso ha ragione. Forza figli miei! Andiamo ad aiutare Alice!” ordina alzandosi dal suo trono e appoggiandosi il suo grande mantello sulle spalle.
“SIIIIII’!!!” urlano i suoi uomini imbracciando le armi.
Alice! Stiamo arrivando!
 
 

 
 
Dopo aver impartito l’ordine, io e i miei amici ci siamo preparati per lo scontro che avverrà appena saremo nel covo di quei bastardi…a proposito…dov’è la loro base?
Mi fermo immediatamente, facendo voltare tutti di scatto per il mio gesto improvviso.
“Non sappiamo dove andare!” sbotto infastidito, calandomi maggiormente il cappello di Shanks in testa.
“Merda! Rufy ha ragione! Cosa faremo, ora?!?” domanda frustrato Zoro, stringendo l’elsa della katana…
 
“Non preoccupatevi, ragazzi! Ci ho pensato io!” dice un ragazzo che non ho mai visto fino ad ora.
Ha capelli corti biondi, alto e minuto di corporatura…si porta appresso un computer portatile.
Chi è?
“Sei arrivato, finalmente!” esclama Dom sollevato, salutandolo con dei gesti al quanto strani.
Si sono dati un pugno e poi si sono abbracciati…non bastava un semplice “Ciao”?
“Scusa Dom, ma lo conosci?” chiedo guardandolo impazientemente.
“Sì! Ragazzi, ho l’onore di presentarvi Ash!” dice con fare teatrale, facendo sobbalzare la persona in questione.
“D’accordo! Ma lui come potrà aiutarci, ragazzo?” domanda interessato Barbabianca, battendo le dita sull’asta della sua lancia.
Così da l’impressione di essere arrabbiato, però! Non starà esagerando?
“Ecco…quando Dom e Alice si sono visti per l’ultima volta, sono riuscito ad attaccare un micro GPS sulla sua auto…naturalmente non mi sono fatto scoprire, eh!” spiega un pochino imbarazzato Ash, aprendo il suo pc, per poi digitare velocemente sui tasti…
 
“Ho capito dove si sono nascosti…devo dire che non me lo sarei mai aspettata!” osserva Robin guardando da dietro le spalle del ragazzo, lo schermo, per poi essere raggiunta da tutti, in attesa di spiegazioni.
“Oltre ad Edward Newgate, c’è un altro uomo molto potente che risiede da queste parti e, caso strano, è a stretto contatto con la LAPD. Infatti, mi era già parso di sentire il nome di Akainu. Circola voce che abbia catturato alcuni dei più forti criminali dell’America…” racconta la mia amica. Tutte le volte che ci spiega una cosa, pendiamo totalmente dalle sue labbra!
E’ fantastica!
“Sei SUPER sorella!” si complimenta Franky, assumendo una delle sue tipiche pose.
“Franky ha ragione!” aggiunge Nami sorridendo contenta.
“Bene! Quanto tempo ci vorrà per raggiungerli?” chiedo eccitato.
“Secondo i miei calcoli, due ore. Spero che le armi non siano un problema, dato che la villa è circondata da un mucchio di uomini armati fino ai denti!” dice Ash finendo i suoi ultimi lavoretti sul computer.
“Non ti preoccupare ragazzo! Volendo, possiamo fare esplodere l’intera villa di quel farabutto!” lo rassicura Satch, seguito da un coro di acclamazioni da parte dei suoi fratelli.
 
“Sì, ma…Ace?” domanda Marco, facendo cadere un silenzio di tomba.
 
Preoccupato, prendo il mio cellulare, digitando il numero di mio fratello e avviando la chiamata.
 

 
Avanti rispondi!
 

 
Ace! Rispondi per favore!!!
 

 
“Che c’è Ru?” risponde Ace un po’ scocciato, facendomi però, sorridere di sollievo.
“Dove sei? Abbiamo una missione da compiere e lo sai!” sbotto arrabbiato per la sua negligenza in fatto di memoria.
“Sto andando al covo di quei bastardi!”…
“Ace! Che cosa cazzo hai intenzione di fare?!? Sei uno contro tanti!!!”
“Io voglio salvare Alice! Mi sembra chiaro e semplice da capire!” urla iracondo.
“E’ un gesto suicida! Per favore, non fare casini! Aspettaci!!!” tento di dissuaderlo, ma senza successo.
Infatti, mi chiude la chiamata senza nemmeno controbattere.
 
“Ace…è…andato da loro…” mormoro scioccato.
“Ah! Giuro che quando lo becco, lo ammazzo di botte!!!” esclamano in coro Satch e Fossa.
“State calmi!”- ordina imperioso il loro Babbo- “Adesso, l’importante è salvare non solo Alice, ma anche quello scapestrato del vostro fratello! Le ramanzine tenetevele per dopo!”
E detto questo, partiamo alla volta della guerra. La nostra guerra.





Angolo di Alyce: Buon giorno!!!!
Tutti: (le lanciano contro oggetti non identificati) SEI IN RITARDO!!!!
Io: Lo so! Chiedo perdono!
Sachi e Penguin: MA PER COSA?!?!? Ah! Sei in ritardo ad aggiornare! Chiediamo perdono! (si inchinano)
Io: Ma per cosa?!?!?!?!? Lasciamo perdere, va!
Passando al capitolo! Ora si è scoperto che Akainu è un doppio giochista, dato che lavora con la Polizia di Los Angeles...MA CHE BASTARDO!!!
Pikachu: Pika? Pika pikachu!!!!
Io: Lo so che se scrivo la storia non dovrei avere questi raptus! Ma mi sorprendo anche io, che credi!!!
Kidd: Tu sei strana, lasciatelo dire!
Io: Lo prendo come un complimento.
Kidd: Ma era un'offesa!
Io: MA LO SO!!!! NON SONO RIMBAMBITA!!!!
Kidd: A me sembra di sì  XD
Io: Ridi con nulla, sul serio  -.-''
Passando oltre! Abbiamo pure scoperto che Ace sta' andando a riprendersi Alice con le maniere forti! Bisogna solamente sperare che non combini qualche guaio!
Tutto, nelle prossime puntate!
Ciao e un strasuperbacione a tutti!!!!
Alyce :))))))


P.S. Ringrazio tutti coloro che hanno recensito questa storia! Siete fantastici!!!! Vi adoro!!!
Ringrazio, inoltre, anche tutti quelli che hanno messo questa storia tra le preferite/seguite/ricordate o che leggono e basta!
Grazie infinitamente a tutti!!!!

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Capitolo 34
*** 32. la guerra ***


32° capitolo: la guerra

 
 
 
Dopo aver terminato abbastanza bruscamente la telefonata con mio fratello Rufy, ho ripensato a quello che ci siamo detti.
Forse ha ragione, è un gesto suicida andare a salvare Alice da solo, ma non riesco e non posso stare fermo un secondo di più!
Dopo che Dom ha detto che lo aveva fatto per proteggerci, mi sono dato del coglione in continuazione, rimproverandomi di non averlo capito prima.
Fortunatamente ho sentito dire da Ash dove si trovava il covo di quel bastardo, prima che potesse rivelarlo anche agli altri.
 
 
DRIN! DRIN!
 
 
Ancora Rufy? Ma non gli avevo già detto che la questione era chiusa? Che sarei andato a salvare Ali anche senza il loro permesso?
Chiudo la chiamata senza neanche rispondergli, parcheggiando successivamente la Nissan in un posto abbastanza coperto dagli occhi della banda…
 
L’esterno della villa è ben protetto: decine e decine di uomini vestiti di nero armati fino ai denti…non sarà facile abbatterli tutti!
Di soppiatto, mi avvicino da dietro ad uno di quei scimmioni, facendolo svenire con un pugno ben assestato, venendo scoperto dal suo collega, messo K.O. pure lui…
“Argh!”
 
Ehi! E’ successo qualcosa? E’ tutto ok?” domanda una voce proveniente dalla ricetrasmittente di uno dei due.
 
“Tutto ok. Il mio collega è stato male” rispondo atono cominciando a cambiarmi i vestiti.
 
Devo far venire il cambio?” chiede ancora impaziente. Sono proprio pignoli!
 
“No, tranquillo. Me la cavo benissimo da solo” rispondo scocciato, finendo di allacciarmi la camicia del completo nero con non poche difficoltà.
 
Va bene. Passo e chiudo
 
Finalmente libertà da questo tipo!
Per un po’ non dovrei avere problemi con il mio travestimento!
Mi dirigo verso l’entrata della base, notando che davanti alla porta d’ingresso ci sono altri quattro uomini armati.
“Che cosa vuoi?” domanda spazientito uno di quelli, facendo sghignazzare gli altri senza ritegno.
“Devo parlare con il capo” ribatto con il suo stesso tono, cosa che lo infastidisce parecchio, vedendo il suo viso bronzeo contratto da una smorfia.
“Perché? Che è successo?” chiede allora l’altro con fare sospettoso.
“Non sono tenuto a dirtelo”
“Tsk! Ne hai di fegato! Va bene! Puoi passare!” esclama quello aprendomi la porta.
Dentro la tana del leone…speriamo che vada tutto per il meglio!
 
Dopo aver camminato a lungo per i vari corridoi semibui, mi ritrovo davanti ad una porta più grande rispetto a tutte quelle che ho visto sino ad ora, sentendo delle voci provenire dall’interno della stanza: un uomo e una donna…deve essere Alice!
Prendendo un respiro profondo, decido di bussare con fare deciso, facendo ammutolire all’istante quel brusio.
 
“Avanti!” ordina la voce dell’uomo, facendomi sobbalzare sul posto.
 
Entro nel grande salone.
E’ arredato come un ufficio: scrivania molto grande e pregiata, tre finestroni adornati da grandi tende di velluto rosso e pochi quadri di paesaggi naturali, notando infine la grande poltrona rivolta verso il finestrone centrale…
 
“Che cosa vuoi? Non dovresti badare all’area che ti hanno assegnato?” domanda l’uomo, facendomi innervosire.
“Sono qui…per riferirle che ci sono degli intrusi…” dico guardandomi in giro, sperando di trovare Alice da qualche parte, ma senza successo.
“Come? Hanno già scoperto la nostra posizione?” chiede ancora girandosi assieme alla sedia, mostrando finalmente il suo volto: lo sguardo è severo e i lineamenti del volto sono induriti dalla sua espressione infastidita.
Porta un cappello con la visiera bianco e un completo rosso con motivi floreali, accompagnato da un mantello dello stesso colore del cappello simile a quello del Babbo.
“Sì. Ho notato una Nissan postata poco lontano da qui” dico ingoiando rumorosamente la mia saliva.
“Già. E’ strano. A parte noi, qui non ci abita nessun altro”- osserva incrociando le braccia al petto- “Sarà sicuramente uno dei suoi amichetti che tanto vuole proteggere…tsk! Carter!”…
 
Eccola.
Devo dire che è molto cambiata…non tanto per i suoi vestiti, più che altro dalla sua espressione fredda e indifferente.
“Boss?”
“Questo ragazzo mi ha riferito che c’è una Nissan qui vicino…se non sbaglio è la macchina del tuo amico Ace! Che ne dici di fargli una piccola visita?” più che un’offerta, era un ordine.
Posa il suo sguardo su di me, che all’improvviso si illumina, per poi tornare alla sua maschera.
“D’accordo!” esclama senza protestare, estraendo la sua pistola…
 
Ci dirigiamo verso la porta e forse verso anche la libertà, ma la nostra corsa viene subito fermata…
“Aspetta un attimo Carter! Come mai tutta questa fretta? Di solito hai sempre qualcosa da ridire sui miei ordini…” ghigna lui, facendo gelare il sangue nelle vene a noi due.
Ci ha scoperti!
“Ho…ho voglia di prendere una boccata d’aria…è da tempo che non esco…” cerca di giustificarsi tentando di mantenere la calma.
“Tsk! Non è che per caso conosci questo tizio, vero?” domanda ancora, cominciando ad alzarsi dalla sedia.
“No no! Affatto! Non l’ho mai visto in vita mia!” esclama girandosi di scatto verso di lui, trovandoselo a due centimetri dal viso…se non fosse per la situazione, gli avrei già riempito il muso di botte.
“Capo! Non ti tradirei mai!” sibila nuovamente a denti stretti, caricando l’arma a sua disposizione.
“A me non sembra…lo hai già fatto una volta…”
“Sono stata scoperta senza che mene accorgessi! Non avevo nessuna colpa”
“Allora perché hai caricato la pistola? Potresti farti molto male” la deride accarezzandole il viso con una mano.
“Come posso farmi male…se quello che morirà sei tu, Akainu?” domanda puntandogliela contro.
“Sapevo che saresti giunta a questo punto!” sospira rassegnato allontanandosi da lei, guadagnandosi un’occhiata truce dal sottoscritto.
“Così tu saresti il suo fidanzatino? Devo dire che il tuo amore nei suoi confronti è davvero patetico!” esclama con fare teatrale guardandomi con aria di sfida.
“Sta’ zitto. Tu non sai nulla di lei!” sbotto stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche.
“Ahahahahahah! Io non saprei nulla di lei? Ti sbagli, moccioso! La conosco fin troppo bene! E’ una debole! Per salvare i suoi amici ha deciso di lavorare per me!” ribatte ridendo sguaiatamente, facendomi incazzare sempre più. Perché non sta’ zitto?!?
“Sei solamente un…”
“Taci, Ace!” mi zittisce Alice, mantenendo il suo sguardo fisso su quello di Akainu.
“Perché?” le domando solamente, facendola sobbalzare, mentre una scia di malinconia attraversa i suoi occhi verdi.
“Nessuno…mi conosce…nessuno…conosce quello che sto’ passando in questo momento. Siete solamente degli egoisti! Come pretendete di darmi ordini, dicendo che ci sono gli amici e i fratelli ad aiutarmi, quando nessuno sa veramente come stanno le cose?!? Perché non considerate i miei sentimenti?!? Sto’ cercando di salvare quelli che amo, e voi che fate? Fate quel cazzo che volete senza accendere il vostro cervello per pensare!!!” grida, spostando il suo sguardo su di me.
“…” non so nemmeno che cosa dire. Noi volevamo solamente aiutarla!
“Ahahahahahah! Alla fine ha tradito pure voi, eh? O meglio. Voi avete tradito la sua fiducia!”
“Stai zitto, Akainu! Sei solamente un figlio di puttana che ricatta le persone!”
“Ti ricordo, Carter, che se osi, anche solamente toccarmi, la situazione non finirà molto bene!” la minaccia avvicinandosi.
“Ahahahahahahah!”- ride Alice abbassando lo sguardo, per poi rialzarlo velocemente sul suo nemico- “Lo sai? Non l’ho mai detto a nessuno, ma io una volta ho ucciso una persona. E sai perché telo dico? Perché sono sicura che starai pensando, o meglio, convincendo che io non avrò il coraggio di ucciderti…ma ti sbagli!”
“E sentiamo! Chi avresti ammazzato, da non farti venire neppure un senso di colpa?” le chiede Akainu derisorio.
“Tu.”





Angolo di Alyce: Buon pomeriggio!!!
Allora! In questo capitolo, possiamo ben notare che Alice si sta' ribellando sempre più ad Akainu! Vai così, ragazza!
Anzi! Si è ribellata del tutto, ormai, dato che gli ha detto chiaramente che vuole ucciderlo, puntandogli anche la pistola contro!
Diciamo che comunque...come dire...aveva (in teoria) già la situazione sotto controllo, dato che aveva già programmato di ucciderlo...anche se logicamente sarebbe stata ammazzata dal resto della banda...uno contro cento...
Tutti: Cosa hai detto?
Io: Io? Niente! Ho detto, che logicamente sarebbe stata uccisa, ma...non era nel mio programma!
Tutti: (ripongono le armi)
Io: Andiamo! Vi siete spaventati?!?
Tutti: E CE LO DICI COSI'?!?!?!?!?!?!?!?
Io: Chiedo perdono (si inchina)
Sachi e Penguin: MA PER COSA?!?!?
Bene! Vi annuncio, che ormai siamo al termine di questa storia!
Mancheranno ancora pochi capitoli...tipo due o tre, dipende come gli suddivido.
Vi saluto!
Ciao e un strasuperbacione!!!!
Alyce :))))))))

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Capitolo 35
*** 33. scontro finale! ***


33° capitolo: Scontro finale!
 

 
 
Dopo aver visto Ace travestito da guardia del corpo di Akainu sono stata attraversata da un’immensa felicità!
La sua sola vicinanza mi ha dato conforto e coraggio, ed ora, ho finalmente sparato quel colpo che sarà micidiale per quel grandissimo figlio di puttana.
Lo osservo mentre crolla a terra, tenendosi il fianco sinistro con una mano, nel tentativo di fermare l’emorragia che gli sta’ causando un bel po’di gemiti di dolore e sangue denso che scorre lentamente lungo il suo completo, imbrattando infine tutto il parquet di legno pregiato.
Non so descrivere la mia sensazione in questo momento: gioia, odio represso, il gusto inebriante della vittoria e della libertà che fa si di non farmi sentire per nulla in colpa per ciò che ho fatto.
Non l’ho ucciso subito. Voglio fargli patire atroci sofferenze, vendicandomi così, di quello che ha fatto a me quando ero piccola.
 
“T…tr…traditrice…giuro che…ti ucciderò…per questo affronto…” mormora con il fiato corto, risvegliandomi dal mio stato catatonico in cui ero caduta.
“Sai…sinceramente non mene importa un bel niente di ciò che farai. Quello che voglio è vederti soffrire…” dico con una voce che non è mia, lasciando visibilmente sorpreso Ace, che mi guarda come se non fossi umana…forse sono un mostro…
 
Mi dirigo verso la porta, convinta del fatto che gli scagnozzi di Akainu arriveranno a momenti, se non sono già qui davanti, pronti per porre fine alla mia vita.
“Ace, andiamo” lo richiamo, indicando la via d’uscita con ancora la pistola in mano.
Vedendo che non c’è nessuno, esco dall’ufficio di quel verme, camminando lungo le pareti, come a volere un appiglio.
“Alice…prima…non ti ho riconosciuto…pensavo ti fosse successo qualcosa a farti diventare sadica e fredda a quel modo” osserva Ace continuando a seguirmi.
Ripenso alla scena di poco fa, trattenendo a stento una grassa risata.
“Già…fredda e sadica”- ribatto divertita, giungendo ad un “incrocio” di corridoi, per poi sviare a destra- “Ti ho spaventato? Non volevo, credimi. E’ per questo che non volevo il vostro aiuto. Mi avreste visto nei panni del mostro che è cresciuto fino ad ora con odio represso e gusto di vendetta”
Sorrido amaramente, pensando che, dovrò allontanarmi per il bene di tutti.
Non voglio che altre persone a me care, rischino la vita per una come me.
“Non sei un mostro!” sbotta infastidito, prendendomi un braccio con forza, da farmi girare verso di lui. Posso leggere nei suoi occhi la rabbia e la preoccupazione.
“Ace. Devi capire una cosa. Non mi pentirò mai di ciò che ho fatto e se potessi…lo rifarei ancora e ancora” gli spiego ridendo di gusto.
“No…questa non sei tu…QUESTA NON SEI TU!!!!”
“Fattene una ragione, allora! Vi ho chiesto e ribadito di stare alla larga da me! Non sono io? Per te, questa non sono io? Bene! Allora prendi questa cazzo di pistola e ammazzami!” lo sfido porgendogliela, mantenendo però, il mio sorriso.
Mi guarda allibito, mentre pian piano la rabbia si impadronisce di lui, per poi rubarmela di mano e baciarmi con passione e forza, sentendo partire un colpo…
 
“Argh!”
 
“Non avrei mai pensato di giungere a questo punto. Ricordati, allora, che non solo tu sei un mostro…lo sono anche io” mi sussurra a fior di labbra, riconsegnandomi la pistola in mano, per poi allontanarsi da me.
Ha ucciso un uomo che attentava alla nostra vita…
 
“Quando hai imparato?” domando rabbuiandomi in un colpo solo.
“Quando? Quando un pazzo criminale ha cercato di uccidere Rufy quando era piccolo” risponde fermando la sua avanzata fissando la mia schiena.
“Avrebbe ucciso me…ti stavo facendo da scudo…perché lo hai ucciso?” continuo imperterrita.
“Pensavo lo avresti capito da quel bacio. Io ti amo”
“…”
Non so che cosa dire. Lo ha fatto perché mi ama.
Non lo ha fatto per un suo tornaconto, come aveva fatto Akainu, che non mi uccideva solo per il fatto che avevo un enorme potenziale nascosto, che, se risvegliato, poteva diventare una vera e propria arma da guerra.
 
Decido di raggiungerlo, affiancandolo, in modo tale da coprirci le spalle a vicenda…
 
Anche io ti amo…Ace…
 

 
Abbiamo messo a K.O. un bel po’di persone, decidendo comunque, di avere pietà di loro e lasciarli andare.
Chiameremo la polizia e li faremo arrestare, anche se non sarà facile, dato che anche noi siamo criminali. Sono più che certa che il mio caro amico Smoker sarà felice di questa cosa.
 
“Ragazzi! Andate all’ala Ovest! Mi hanno riferito che sono arrivati Barbabianca e i suoi! Marshall D. Teach si occuperà dei due ragazzi che hanno cercato di uccidere il Boss!” sento urlare uno dei suoi uomini.
Bene! Vedo che quella feccia umana è ancora al mondo! Pensavo di averlo colpito in un punto vitale…peccato! Dovrò consumare un’altra pallottola!
 
“Hai intenzione di ucciderlo definitivamente, questa volta?” chiede Ace tirando un calcio in faccia ad uno di quelli.
“Sì! Non avrò pietà, stavolta!” rispondo spingendolo lontano dalla traiettoria di un coltello, che, o per una cosa divina o puro culo, va ad uccidere un altro uomo armato che urlava a squarciagola dicendoci che ci avrebbe ammazzato.
“Ops, scusa!” esclamo mettendomi una mano davanti alla bocca, fintamente mortificata.
“Fai del sarcasmo in un momento come questo?” mi domanda sorridendo divertito il mio partner.
“Se l’è cercata!” mi giustifico con fare altezzoso, tirando una gomitata ad un altro giuntomi da dietro. Vengono fuori come formiche, questi!
“Sì, hai ragione!” si scusa facendo sbattere le teste di due tizi giunti dai lati.
“Ricorda Ace! Le donne hanno sempre ragione!” esclamo schivandone uno per un pelo, facendogli successivamente lo sgambetto.
Pensavo di adoperare le mie tecniche di karate, invece! Sono tutti delle mezze calzette!
“Devo dire che sei brava…non quanto Marco però! Ahahahahahahah!” ride di gusto Ace, facendomi irritare.
“Ancora con quella storia del calcio? Eravate entrati in casa mia senza il mio permesso!” sbotto indispettita, scalciando i piedi per terra come una bambina.
“Oh, scusa! Però sei veramente adorabile quando ti arrabbia!” dice con tono falsamente dispiaciuto, trattenendo a stento un’altra sua risata.
“Ah! Ah! Ah! Spiritoso!”
 
 
Dopo quel breve battibecco, una voce a noi famigliare ci ha interrotti, salutandoci con un commentino sporco.
“Ma che bei piccioncini! Ditemi! Volete anche un luogo appartato? L’adrenalina renderebbe le cose ancora più eccitanti!”
Mi giro di scatto, fulminando Teach con lo sguardo, per poi sorridere strafottente, ricordandogli che se volessi, potrei mettergli fuori gioco gli arti per un bel po’di tempo, se non spaccarglieli del tutto, al fine di non usarli più. Per alcun scopo.
Di risposta, mi dice che sono solo una puttanella da quattro soldi, facendo inviperire all’invero simile Ace, che si sta’ trattenendo dal saltargli addosso.
“Non chiamarla mai più in quel modo!” grida adirato, facendolo ridere sguaiatamente, mostrando così la sua brutta dentatura.
“Cos’è? Sei geloso, per caso? Ho fatto un brutto commento sul tuo giocattolino, fratello?” domanda guardandolo con aria di sfida.
“Figlio di puttana…” mormoro mordendomi il labbro inferiore con forza, caricando la pistola, pronta a sparare alla sua prossima parola.
“Stai zitto! Sei solo un verme che ha tradito la famiglia!” sbotta Ace, ringhiando.
“Zeahahahahah! Io l’ho fatto solo per i soldi e il potere! Non mi è mai importato nulla di voi!” spiega con fare saccente, innervosendoci ancora più.
La mia soglia di pazienza è già al limite…
 
BANG! BANG!
 
Lo raggiungo con passi calmi e misurati, fino a ad affiancarmi a lui, mettendogli successivamente un piede sul petto sgorgante di sangue.
“Dimmi…Teach. Ti piace ancora il potere? Questo è quello che riceverai in cambio…Good Death” lo saluto camminando sopra il suo corpo inerme, sporcandomi le All Star di rosso…
 
 
Camminiamo in religioso silenzio, per poi rivolgerci uno sguardo che dice tutto.
“Se consideriamo che tra poco farai fuori Akainu…sono due persone uccise” mormora amareggiato, ricevendo un’occhiata comprensiva.
“Lo so! Lo so! Ma mi dava i nervi quel tipo! Ci ha provato varie volte, chiedendomi persino quanto volessi! Non sono una troia!” dico irritata, grattandomi la testa, scompigliandomi così i capelli sciolti, sporchi anche essi di sangue ormai esiccato.
“Giuro che lo avrei ucciso, se te lo avesse detto un’altra volta. Più che altro…lo volevo vedere in carcere…chissà, forse si rimetteva in careggiata!” dice con un sorriso malinconico sul volto.
“Scusa se te lo dico, ma ti sei fatto false speranze, Ace”
“E perché?”
“Lo sentivo dire di quanto odiava la sua famiglia e Barbabianca, poiché veniva considerato la pecora nera”
“Tsk! Che idiota!”
“Concordo pienamente con te”
 
“ACE!!! ALICEEEEEEE!!!” sentiamo urlare in lontananza, alzando lo sguardo verso la fonte di tale casino…Rufy!
 
“Ehilà, Rufy! Tutto ok?” domando nascondendo la pistola nella cinta dei pantaloni, nascosta anche essa dalla giacca di pelle.
“Io sì, sorellona!”- grida raggiungendoci, per poi coinvolgere me ed Ace in un abbraccio caldo e rassicurante- “Come mai siete sporchi di sangue?!? Vi hanno ferito?!? State bene?!?”
Per Roger! Se continuerà a parlare così finirà per morire di asfissia!!!
“Calmati zuccone!” lo riprende suo fratello, dandogli un pugno in testa.
“Eravamo preoccupati tantissimo! Alice! Che cazzo ti è saltato in mente?!? Non fare mai più una cosa simile!!!” mi rimprovera, abbracciandomi ancora.
Non resistendo a tanta tenerezza, gli accarezzo dolcemente la schiena, accorgendomi successivamente che anche tutti i suoi amici sono intorno a noi: chi con le lacrime agli occhi, chi ghigna soddisfatto e chi si mette a fare pose strane, piangendo e ridendo allo stesso tempo.
“Ciao ragazzi!”- li saluto con un sorriso da orecchio a orecchio, venendo travolta da una marea di abbracci- “Ehi! Guardate che sto bene! Non sono morta!”
“Eravamo preoccupati per te!” gridano in coro, stringendo ancor più la morsa, soffocandomi.
“Ehi teste quadre! Se non è morta prima, state cercando di ucciderla voi!” li rimprovera Zoro venendo a provvedere come una sorta di “sparti persone”.
 
“Pensavo fossi morta, Carter! Ma a quanto pare non è così!” sento esclamare dietro di me, mettendomi sull’attenti. Akainu.
 
“Noto con piacere che la stessa cosa vale per te, Boss” osservo ghignando con sguardo di sfida.
“Ahahahahah! Certo mia cara! La tua pallottola mi ha fatto solamente il solletico!” ride di rimando, mettendosi a posto il suo cappello.
“Chi è, Ali-san?” si intromette Rufy, guardandomi incuriosito.
“Lui è Akainu, Ru-chan” rispondo parandomi davanti ai miei amici, in modo tale che capiscano che non devono essere coinvolti. Per nessun motivo.
 
“Ragazzi, allontaniamoci” ordina perentorio Ace, spingendoli con quanta più forza ha, ottenendo delle lamentele.
 
“Vedo che hai a cuore i tuoi amichetti…ma non ti salverai…non questa volta!” sbotta correndo verso di me per attaccarmi con un pugno.
Lo schivo velocemente, senza battere ciglio, per poi piegarmi verso terra, allungando una gamba per fargli lo sgambetto.
Mentre cade, estrae una pistola e tenta di colpirmi, ma mi piego all’indietro…per un pelo!
“Devo ammettere che sei diventata più forte. Ma non basta!” grida rialzandosi velocemente, per poi prendere il mio collo, sbattendomi contro il terreno.
“Argh!” tento di dimenarmi, ma senza successo, sentendo le forze venirmi meno, mentre le voci dei miei amici cercano di infondermi coraggio, sentendole ovattate, mentre qualcosa di scuro, caldo e liquido mi copre la visuale…non posso…arrendermi…
 
Tiro fuori la pistola e, anche se momentaneamente cieca, gliela punto contro, premendo infine il grilletto…
 
E’ finita…







Angolo di Alyce: Ok! Siete libere di prendermi a cannonate o quello che volete!
1° Perchè sono in un ritardo che neanche Kakashi Hatake è così ritardatario! (e lui tra l'altro è un ritardatario cronico)
2° Perchè non sono brava a scrivere combattimenti e scene di morte!!! (si mette a piangere disperata)
Pikachu: Pika pika! (le porge un fazzoletto)
Io: Grazie infinite Pikachu.
Allora! Tornando a noi! Secondo voi, come è venuto questo capitolo?
Le scene "crude" sono venute bene? Se no, potete fucilare la sottoscritta! (si indica con un cartello rosso)
Akainu sarà morto finalmente? O sarà un'impressione della nostra Alice?
Siete contenti che Teach sia morto? Io sì, e anche molto!
Ci vediamo al prossimo capitolo!!!!
Ciao e un strasuperbacione!!!!!!!!
Alyce :)))))))

 

P.S. Auguro a tutti una FELICE PASQUA!!!!!!!!!!!!!!! <3

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Capitolo 36
*** 34. promesse! ***


34° capitolo: promesse!

 
 
 
Dove sono?
 
Alice…
 
Di chi è questa voce? Perché mi chiama?
 
Alice…svegliati…
 
Perché devo aprire gli occhi? Io non voglio aprirli…ho paura…
 
Ti prego, Alice…c’è una persona che deve vederti…
 
Chi mi vuole vedere con così tanta impazienza?
 
Alice. Ti ordino di risvegliarti.
 
Ora c’è un’altra voce…se prima avevo paura di risvegliarmi…adesso ne ho ancora di più…
Chi mi dice che tutto quello che è accaduto non sia stato un sogno?
Come posso sapere se Akainu è morto?
Per saperlo…devo svegliarmi…speriamo bene…
 
 
Apro lentamente gli occhi, sbattendoli più volte, nel tentativo di mettere a fuoco le cose.
Sento le membra così pesanti che non riesco neppure a muoverle…e questo odore di disinfettante.
Questo odore mi è sempre piaciuto, ma ora mi da la nausea, e, come se non bastasse, la testa “lancia” dolori acutissimi.
 
“Ti sei svegliata, Carter! Era ora!” sento esclamare una voce famigliare. Perché deve urlare così?!?
Lo sento, non sono sorda!!!
“La prego Signor Smoker! Parli piano! La paziente si è appena risvegliata e tutto le sembra mille volte più amplificato!” lo rimprovera un’altra voce, questa volta femminile e dolce…ah! Che ci farà qui Smoker?
 
Tento di rialzarmi, trovando molta difficoltà nei miei movimenti, che quasi cado di nuovo sul materasso, accompagnata dalla voce femminile che mi intima di riposare, altrimenti rischierei una ricaduta.
“C…che vuoi, Smoker?” domando non curandomi dell’ira della donna. Un’infermiera, per l’esattezza: è alta, magra, degli occhi color nocciola e capelli lunghi neri, legati in una coda di cavallo.
Il suo corpo flessuoso è ricoperto dolcemente dalla stoffa del camice.
“Cosa voglio? Tsk! Mocciosa! Per colpa tua, mi hai soffiato da sotto il naso quel figlio di puttana di Akainu! Io e i miei uomini avevamo trovato le prove per incastrarlo finalmente! E tu che fai? Ti getti in una missione suicida, ammazzandolo! In più, mi hanno riferito che hai anche ucciso Marshall D. Teach a sangue freddo. Dovrei arrestarti per omicidio, lo sai?” mi spiega tirando una boccata di fumo dai suoi amati sigari.
“Occhio, sbirro, che rischi di catramarti i polmoni” commento acida, sfidandolo con lo sguardo.
“Dovresti pensare più a te stessa, che a me, delinquente. Non sei in una buona posizione in questo momento…” ghigna perfido, buttando fuori il fumo davanti al mio viso.
“Andiamo Smoker! Non ti facevo così ingenuotto. Come fai ad avere una calca di donne ai tuoi piedi? Saprò farmi perdonare, in qualche modo…” ribatto maliziosa, facendolo arrabbiare ulteriormente, mentre un lieve rossore gli imporpora le gote.
“Ti consiglio di non fare commenti così…così…certe volte sei uguale a tuo padre! Nonostante tutto, non ti imbarazzi e sei senza pudore! Vergognati! Se continuerai di questo passo, ti spedisco in un riformatorio!!!” afferma sclerato.
Ihihihihihih! Non è cambiato per niente! Assomiglia moltissimo a Pauli, in questo momento!
Lo osservo sempre con il mio sorriso strafottente, mentre lui continua la sua bella ramanzina di quanto sia stata sciocca e imprudente, tutto, sotto lo sguardo allibito dell’infermiera, che scuote la testa sconsolata.
“Cosa mi dici degli altri scagnozzi?” lo interrompo, ritornando seria, seguita a ruota da lui.
“Tutti arrestati, tranquilla. Per quanto riguarda i tuoi amici…sono in centrale per la deposizione” mi spiega finendo un sigaro e accendendosene subito un altro.
Almeno stanno bene! Che sollievo. Finalmente, si è conclusa questa brutta storia.
“Alice.”- mi richiama Smoker- “Non fare mai più una cosa simile, intesi? Non solo potresti rimetterci la tua vita, ma anche quella degli altri.”
“Lo so, Smoker…lo so…ma l’ho fatto per proteggerli!” sbotto infastidita, stringendo le candide lenzuola, ripensando a quello che mi ha fatto passare quel figlio di puttana.
“Ah! Lo sai? Anche tuo padre disse così…prima di morire…” -osserva sospirando, mettendosi seduto comodamente su una sedia- “Signorina! Ci porti una bottiglia di whisky, per favore!”
“Ma, Capitano Smoker! Non si può bere  in Ospedale! Inoltre, non teniamo alcolici!” esclama sorpresa l’infermiera, rimasta a fissarci per tutto il tempo.
“Non si preoccupi! Il mio sottoposto ne tiene una. È fuori dalla porta. Si muova!” ordina perentorio, facendola sbuffare irritata.
Rientra pochi secondi dopo, con in mano la famosa bottiglia che affida a Smoker…
Mentre lui la stappa, io ripenso a ciò che ha detto prima, rabbuiandomi.
“Tieni mocciosa!” mi risveglia dai miei pensieri porgendomi il whiskey, ottenendo ancora più lamentele da parte della donna.
“Quindi…tu c’eri…quando è morto papà…” dico bevendo quell’elisir, che mi scorre lungo la gola, “infiammandomela”.
Annuisce distrattamente, cominciando a raccontare per filo e per segno la dinamica dell’incidente, venendo a sapere poco dopo, che è stato lui a dire a Bryan di raccontarmi poco e niente, ma nonostante questo non sono arrabbiata…
 
“Mi arresterai?” chiedo dopo un silenzio di tomba di svariati minuti, sorprendendolo non poco.
“No, mocciosa. In fin dei conti, ci hai fatto un favore. La tua sola condanna sarà avere sulla coscienza le persone a cui hai tolto la vita” mi risponde cominciando a dirigersi verso l’uscita della mia camera provvisoria.
“Io non le ho sulla coscienza. Lo rifarei di nuovo, se mi si presentasse l’occasione!” borbotto stancamente, mantenendo però un tono deciso.
“Ahahahahahah! Meglio così, Carter! Ci si becca per le strade!” mi saluta allontanandosi, lasciandomi come un baccalà. Per le strade? Non era: “Ci si becca in giro”?
Vabbè! Chi lo capisce è bravo! E’ e rimarrà un fumoso, per i miei gusti!
 
 
Dopo aver trascorso un’intera giornata ad annoiarmi, mi vengono a fare visita tutta la famiglia di Ace e Marco, accompagnati dalla banda di Dom, che non manca di dirmi che ora sono una sua dipendente a tutti gli effetti, ottenendo un cenno di assenso dalla sottoscritta, l’allegra combriccola di Rufy e i miei amici Kidd e Law.
Quasi tutti sono coperti da bende e cerotti, compreso il Grande e Potente Barbabianca.
“Era ora che ti svegliassi, principessa!” esclama ridendo sguaiatamente il Professor…Garp?!? C’è anche lui?!? E da dove diavolo è sbucato fuori?!?
“S…s…salve Professore! Da quanto tempo!” lo saluto ridendo istericamente, mentre lui si dirige verso di me, abbracciandomi, o meglio, soffocandomi…N…n…non respiro!!!
“Ehi, vecchio! Non vedi cha la stai soffocando?!?” lo riprende Ace, avvicinandosi anche lui, poggiandosi le mani sui fianchi. Non potrebbe direttamente staccarlo da me?!?
Questo qui è peggio di un polipo!
“Scusa nipotino! Ma che ci posso fare se sono contento di vedere che la tua futura moglie sta’ bene?!?” domanda ringhiando sommessamente, stringendo ancor di più la presa.
 
“Cosa?!? Chi sposa chi, mi scusi?!?” domanda un voce altamente famigliare.
 
Voltiamo il nostro sguardo verso la persona che ha rivolto quella minaccia sotto forma di domanda, mentre un silenzio opprimente cala nella camera d’Ospedale.
“Signora Carter! E’ un piacere rivederla!” la saluta Garp stringendole la mano, mentre tutti i presenti, a parte me, Ace, Marco, Kidd e Law, continuano a volgere la testa da una parte all’altra, perplessi.
“Scusa Ali, ma lei chi è?” domandano in coro i miei amici, indicandola.
“Scusate!”- interviene mia madre, visibilmente arrabbiata- “Al limite…CHI SIETE VOI?!?”
“Mamma! Calmati, ti prego!” tento di calmarla, ma senza successo.
Anzi! Viene verso di me e in meno di tre nanosecondi mi tira uno schiaffo in faccia.
“Razza di screanzata!”- mi rimprovera con le lacrime agli occhi- “Volevi morire, per caso?”
“Guardi signora Carter che lei non è morta! Anzi, è stata…”
“Sta’ zitto Rufy!!! SEI IL SOLITO MENTECATTO!!!” lo zittiscono prontamente tutti i suoi amici, mentre io li ringrazio mentalmente. Ancora un frase e avrebbe scoperto tutto!!!
“Non so di cosa tu stia parlando!” ribatto fintamente dispiaciuta, grattandomi il capo imbarazzata.
“Cosa?!? Mi hanno riferito che stavi per morire!!!”
“Ma no, no! Cos’hai capito??? Ho fatto…un incidente, cadendo giù dalle scale…e…e…eccomi qui…eheheheheh!”
“Davvero? Uh! Che sollievo! Avevo capito che c’era stata una specie di battaglia con un’organizzazione mafiosa!” dice tirando un sospiro di sollievo.
Ok. Provate a immaginarvi la scena.
Se avessimo potuto, ci saremmo irrigiditi e frantumati come specchi, boccheggiando in continuazione, compreso il Babbo di Ace e Marco.
L’unico minimamente toccato era Rufy, che continuava a ridere come uno scemo, coinvolgendo persino mia madre, mentre noi, cercavamo di dargli corda, riuscendo ad emettere dei versi sconnessi che sembravano delle urla di gallina quando vengono strozzate.
Meno male che non si è accorta delle medicazioni riportate dagli altri! Deve essere piuttosto euforica!
“Siete bianchi come cenci!” osserva mia madre continuando a ridere.
Ah! Ma che spiritosa! Abbiamo solo rischiato di morire, mamma, cosa ti aspettavi? Che fossimo rossi come ciliegie? Hai ragione! Quello che è successo era una cosa di poca importanza. Ah ah ah!
“Si, è vero! Ahahahahah!” rispondiamo in coro con voce isterica.
“Bene! Vi invito tutti a casa mia per un bel barbecue, allora!” esclama elettrizzata mia madre, ottenendo delle risposte affermative…soprattutto da parte di Rufy…
 
 
 

 
 
 
Questa giornata è veramente splendida!
I miei amici si divertono, cantando e suonando, alcuni si mettono a fare i buffoni mettendosi degli stecchi nel naso, ballando con un cestino di vimini.
Eustass e Traffy si sono appartati, bevendo una birra ghiacciata, mentre io e le altre ragazze ci godiamo il sole sulle sdraio, vestite solamente con un bikini striminzito, venendo riprese costantemente da Garp e mia madre, affermando che ci prenderemo un bella polmonite.
Solo che non vedo Ace, Marco, Satch, Zoro, Rufy e Franky…dove saranno?
Pensavo che almeno Ru-chan rimanesse per mangiare la sua carne…
“Ragazze…avete idea di dove siano i ragazzi?” domando mettendomi gli occhiali da sole sulla punta del naso, guardando in giro in maniera sospetta.
“E chi lo sa! Mi hanno riferito che dovevano fare un cosa! Contenti loro!” risponde Nami, consigliandomi di non farci caso con un gesto veloce della mano, ritornando al suo quotidiano.
“Molto probabilmente ne combineranno una delle loro!” rincara la dose Halta, non staccando gli occhi dal suo magazine di armi.
“Concordo pienamente con Halta” aggiunge Robin, voltando una pagina del suo libro di Archeologia. Bah! Io non mi sentirei così tranquilla!
Vabbè! Mi sto creando troppo paranoie! Adesso torno a rilassarmi e…ok…piccolo problema…perché sento un peso gravare sul mio corpo? Sul mio bacino, oltretutto!
Apro gli occhi e attraverso le lenti posso scorgere il viso di Ace illuminato da un sorriso birichino.
La cosa non mi piace per niente!
“Ah! Zoro! Che diavolo stai facendo?!? Togliti subito di dosso!!” grida alterata la mia amica Nami, accorgendomi, che sopra ognuno di noi ragazze, c’è un maschio: io sono stata messa in trappola da Ace, Nami da Zoro, Robin da Rufy e Halta da Marco, mentre Satch e Franky fanno da “sentinelle”…tutti…hanno una pistola d’acqua…CAZZO!!!
“Ace! Non ci provare nemmeno!!!” lo minaccio cercando di scostarmelo di dosso, ma senza successo.
“Altrimenti?” domanda strafottente, caricando la sua arma.
“Ti uccido e non scherzo!” continuo ringhiando, ma il male è fatto…bagnata.
“SE TI PRENDO!!!” grido cominciando a rincorrerlo per tutto il cortile, zigzagando tra le varie persone sotto lo sguardo divertito di Barbabianca…
 
 

 
 
Passiamo l’intero pomeriggio a rincorrerci, coinvolgendo alla fine tutti, ma proprio tutti! Persino mia madre e Garp si sono messi a “combattere”.
Sto’ cercando Ace dappertutto, nel vero senso del termine, ma di lui…neanche la minima traccia…
“Ehi, Nami!”- la richiamo- “Hai visto Ace?”
“Sì”- risponde- “E’ andato in casa tua. Hai visto Zoro?”
“Da quella parte” ribatto indicandole il punto, per poi salutarci, promettendoci la nostra vendetta.
 
Entro in casa, cominciando dal piano inferiore…no, non c’è…
Pensa, Alice, pensa! Dove potrebbe nascondersi, A…cazzo! In camera mia, ovvio! Se scopro che mi ha allagato tutta la stanza, non lo uccido! Lo trucido!
Cammino, con passo veloce, aiutata dal fatto che sono scalza, offrendomi una piccola possibilità di essere silenziosa e prenderlo alla sprovvista.
Vedo che la porta è aperta leggermente, consentendomi di intravedere Ace coricato sul mio letto.
Questo è troppo! Non permetto a nessuno di toccarlo! Tantomeno a lui!!!
 
Fregandomene altamente del piano che avevo ideato, mi dirigo verso di lui, facendomi scoprire, che comincia indietreggiare (per quanto lo spazio glielo consenta), trovandosi alla fine, a bordo letto:
“Ti ho sgamato, Ace!” dico con tono minaccioso, pregustandomi il dolce sapore della vendetta.
Di rimando, lui mi fissa un po’, per poi ghignare divertito.
“Infatti era questo il mio scopo!”
“Come?” chiedo allibita, fermando la mia avanzata, dandogli il tempo di alzarsi e raggiungermi.
“Hai capito bene!”- continua- “Era questo ciò che volevo! E’ andato tutto secondo i miei piani!”
“Tsk! Tu pensi? E da quando?” chiedo derisoria, incrociando le braccia al petto.
“Da quando conosco una mocciosa pestifera come te!” ribatte allo stesso tono, inviperendomi.
“Sfacciato!”
“Bambina!”
“Don Giovanni!”
“Vipera!”
“Babbuino!”
“Pantera!”
“Ehi! Non era un’offesa! Non si dicono queste cose, anaconda!”
“Lupo Solitario!”
“Aqui…cosa hai detto?”
“Lupo Solitario. Che c’è di male? Aspetta! E tu quando ti sei fatta quel tatuaggio?!?” domanda improvvisamente indicandomi il braccio.
“E’ una lunga storia!” esclamo cercando di deviare il discorso, ricevendo un’occhiata maliziosa da parte sua.
“Sai…abbiamo tutto il tempo…” afferma convinto, prendendomi i fianchi dolcemente.
“Sì, ma con tutto il tempo che abbiamo vuoi che ti racconti solo la storia?” sussurro sensuale, avvicinandomi alle sue labbra.
“Oh, no. Abbiamo tenti secondi, minuti, ore…cominciamo?” mormora cominciando a baciarmi.
“Beh, Ace…credo che la risposta sia quella che desideriamo entrambi” dico allacciando le braccia al suo collo, ricambiando i suoi baci passionali.
“Ti amo, Alice…non ti lascerò più scappare, telo prometto.”
“Anche io ti amo…e ti prometto che non scapperò più…soprattutto da te.”
 
 
 
THE END
 
 
 
 
Angolo di Alyce: Buonasera a tutti!!!
Siamo giunti alla fine di questa storia!
Se ripenso a quando ho incominciato a scrivere questa long mi sembra ieri!
Tutto è finito! Akainu è morto, Teach pure e la sua banda è stata arrestata da nientepopodimeno che dal nostro sexy Smoker e i suoi agenti!!! Un grandissimo applauso!!!
Smoker: Smettila! Fosse stato per me, avrei arrestato pure Alice! Solo che mi ha fatto un favore, ma se la becco durante un gara clandestina, non la passerà liscia!
Tutti: Ehhhhhhh!!! Esagerato! Non l’hai arrestata perché le volevi bene, su!
Smoker: O_O
Io: Sgamatoooooooo <3
Tornando a noi! Alice finalmente ha una bella famiglia, con un sacco di amici, fratelli e l’amore…festeggiamo!!!
Tutti: Ma lo hanno già fatto loro!
Io: E festeggiamo ancora, no?
Pikachu: Pika!!!! -.-‘’
Io: Perché devo smetterla? Vabbè!
Voglio  ringraziare infinitamente per aver recensito:

Okami D Anima; Mydreamofthestory; KikiShadow93; Lully2c; Portgas D SaRa;
Eirlys_chan;
FlameOfLife; Keyra Hanako D Hono; Giannis_89; summer_time; iaele santin; NamiSwan19; Vidalita; up all demigods; Sanjina99; giada1999_Lawliet.

Grazie infinitamente!!!! Il vostro supporto è stato bellissimo!!!! <3
 
Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite: angy999; Bita; cuorepazzo; Elsword; evelinstar31; Felpato_394; Giannis_89; iaele santin; Itacina; Jeanne_Roux; KikiShadow93; Lully2c; mileace99; Mydreamofthestory; naikechan; nanni 222; Okami D Anima; Portgas D SaRa; PortgasDSara; Portuguese D Ice; sasuxsaku; Scarlet_D_Rose; summer_time; SunshineNami;_Micky.
 
Ringrazio chi ha messo la storia tra le seguite: astro_e_fiocchi; Bisca88;  Bita; blackwhiteeli; Chiara900; cice2599; Eirlys_chan; evy88; FamousLastWords; FlameOfLife;  giada1999; girosolomina; Giulia6879; Hichan; iaele santin; Ikki; Jeanne_Roux; KikiShadow93; Kyuubi10; LallaOrlando; Mugiwara_no_Luffa; Nami93; PortgasDSara; Quinn Fabray; Redangel19; Sanjina99; shadow_shine; up all demigods; Vaniglia92_; Vidalita; Zefiria BlackIce; Zictney_; zorina98;  _Lawliet;  _Naomi.
 
Ringrazio chi ha messo questa stori tra le ricordate: Acchan074; Bita; HanaeChan; kira fray.
 
 
Vi ringrazio moltissimo!!!!!!!! <3<3<3<3<3<3<3
Ciao e un strasuperbacione a tutti!!!!!
Alyce :))))))))))

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