Un aggiunta nella compagnia
Dopo quel pranzo erano stati fatti i più cortesi commenti
sul signor Nara. Era parso un uomo non troppo comunicativo o almeno non così
espansivo rispetto al principe Inuzuka e giovale come il conte Uzumaki.
Sembrava spesso assorto in un altro mondo anche nel pieno svolgimento del
pranzo di cui lui era il principale oggetto. Gaara poteva affermare che non era
stato scortese e che i suoi modi non mancavano di eleganza. Aveva trovato un
animo più simile al suo: non un energico giovane imbellettato in cerca di lodi
o ansioso di recare piacere. La contessina Sabaku poteva aggiunge anche un certa
inclinazione da parte di lui a trovare le cose faticose o comunque che richiedessero
un mal concesso impegno.
La visita dei signori Nara era stabilita per quella mattina
ed essi non tardarono nell’adempiere ai loro impegni. Il signor Nara colpì la
contessina per la rassomiglianza con il figlio. Si sarebbero potuti dire uguali
se il più vecchio non avesse avuto un viso più affilato. Mentre la signora Nara
era una donna elegante con lunghi capelli neri, di modi cortesi. Sembrava che
lei fosse la padrona: una vera matrona russa. Il figlio e il marito le
rispondevano con accondiscendenza e con tono stanco.
Ella aveva subito espresso la sua gioia nel vedere quanto Temari assomigliasse
alla madre e la prima parte della visita fu spesa nei piacevoli ricordi della
signora. La dama chiedeva spesso un cenno di conferma dal marito che lo faceva
di malavoglia. Molto spesso la contessina sorrideva e provava compassione per
il signor Nara che sembrava meno energico del figlio e completamente sottomesso
alla moglie.
La signora Nara sembrava così compiaciuta di parlare della
contessa Sabaku che Kankuro propose una visita al salottino dove erano in bella
mostra i ritratti e le miniature di sua madre.
Con garbo il signor Shikamaru rifiutò l’invito e a fargli
compagnia in salotto rimasero sia Temari sia Gaara, la prima per cortesia il
secondo perché non aveva voglia di vedere i ritratti.
Il signor Shikamaru sembrò sollevato dalla scomparsa della
madre e il suo viso aveva un’espressione più rilassata. Questo era palese
perché egli cominciò subito a parlare di ciò che aveva visto nel corso del suo
viaggio con molta allegria. Non poteva trovare un pubblico più entusiasta dei
due fratelli che non avevano mai viaggiato più in là della distanza Ol’sha
Mosca e Pietroburgo.
Raccontava di Parigi e i parigini, dell’Hannover, della
regione della Saal con voce lenta e profonda. Lo aveva principalmente colpito la Foresta Nera e le cittadine sul
Danubio.
Però aggiungeva che
viaggiare non era di suo gradimento: preferiva rimanere a casa sua. Dopotutto i
viaggi erano faticosi e ci si privava inevitabilmente di alcune comodità.
Proprio al termine di questi racconti Gaara fu chiamato
fuori della stanza e il signor Shikamaru si avvicinò alla finestra. Stava
osservando il cielo da un lungo periodo, quando sentì la presenza della
contessina accanto a sé.
-Voi moscoviti avete una grande fortuna. Il cielo è così
bello e i vostri cirri sono encomiabili- disse il giovane
-Non sapete quanto vi state sbagliando signore. Il cielo di
Mosca è uno dei cieli più brutti di cui io mi possa ricordare- rispose Temari
-Cosa sentono le mie orecchie? Una signorina che insulta il
cielo della sua città. Dovete essere il biasimo di tutta Mosca-
-Purtroppo non corro questo rischio. Voi siete una delle
poche persone a cui ne ho fatto menzione. Siete straniero e non penso che
andrete a spargere in giro il mio giudizio-
-Vi sono grato per l’onore che mi fate. Ma non vi
preoccupate anche se volessi non troverei la compagnia con cui degradarvi. Le
vecchie signore amiche di mia madre sono così tediose e tutte le signorine
cinguettanti che mi si sono avvicinate delle tali seccature-
-Ora è il mio turno di essere scandalizzata. Come osate
insultare le mie coetanee?- aggiunse la contessina ridendo.
- Anch’io vi prego di non confessare a nessuno ciò che è
appena stato detto, mia madre potrebbe adirarsi e sarebbe anche quella una
seccatura- fece con un sospiro.
-Spero che voi siate a conoscenza che i vostri lamenti vi
porteranno l’astio delle signorine. Con questo vostro continuo lagnarsi non
riuscirete ad ingraziarvi il gentil sesso-
-Io non cerco i complimenti delle donne ne la loro compagnia.
Semmai mia madre spera che questo sia il mio desiderio, ma sono felice di
aggiungere che i suoi tentativi sono vani-
-Allora questo è il motivo che vi ha spinto ad un così lungo
e- aggiunse ridendo-faticoso viaggio.
Vostra madre vi ha ordinato e voi vi siete messo sull’attenti-
-Penso che la cosa dovrebbe assomigliare a ciò che voi
descrivete. Però dovete contare il fatto che non potevo lasciare il mio povero
padre da solo in questa circostanza-
-Quindi è il vostro buon cuore a farvi trovare qui. Devo
ammettere sapete come mostrare più bontà di quel vogliate. Questo va a favore
della vostra futura sposa. Spero che la città offra a vostra madre una
sufficiente varietà-
-Non ditelo neanche per scherzo. Sarei addolorato di
tornamene a casa con una di voi sotto il braccio-
-Vi troverei maleducato e sono anche propensa farlo se la
vostra originalità non vi salvasse dal mio giudizio. Dovete sapere che sono
avvezza a ben altri commenti sul mio sesso. Infatti ho sentito molti “che
leggiadre creature”, ma ben pochi “che seccature”. Spero che siate unico del
vostro genere o le signorine di buona famiglia dovranno correre ai ripari-
-Ma perdonatemi, non siete voi stessa una signorina di buona
famiglia? Come mai io non vi ho già visto fuggire al mio solo apparire?-
Temari ci pensò un po’ e dopo con calma rispose: -Vedete,
signore, io non so come la contessina Yamanaka o altre damigelle da voi
incontrate. Io non ho il loro stesso gusto e non provo piacere nel stare in
città a civettare con gli uomini. Lo trovo deplorevole abbassarsi a quel
livello. In più non sembra che si facciano discorsi molto sensati in questa
società. Io amo la campagna e casa mia. Quindi non mi sento così portata ad
prendere un qualsiasi uomo di mia conoscenza come mio marito. Non mi piacciono.
Quindi non deploro la vostra condotta. Prima siete una persona con intelletto e
dopo in caso un futuro sposo- concluse con calore. Si suoi occhi si erano
animati e aveva pronunciato il suo discorso con molto sicurezza.
-Ho l’impressione di aver conosciuto anch’io una donna molto
originale. Una donna provvista persino di cervello proprio-
-Non prendetevi troppe confidenze. Abbiamo parlato male di
tutto ciò che mi è attorno da ventun’anni. Di voi potreste lasciare solo il
ricordo sgradito, ma io ci passerò tutti i miei giorni.-
Si sedettero sui divani e rimasero un po’ di tempo in
riflessione. Entrambi erano colpiti dal carattere che in quella breve
conversazione avevano mostrato.
Il signor Shikamaru più della contessina. Questo era dovuto
al fatto che aveva sempre pensato alle donne come delle seccature omogenee
senza riuscire a carpire la differenza tra l’una e l’altra. Fatta eccezione per
sua madre: quella era una grande seccatura. La contessina dopo appena due
visite aveva potuto mostrare la sue qualità. Non era timida, ne remissiva:
tutt’altro era decisa e orgogliosa di essere ciò che è. Era anche molto
graziosa e dotata di un bel sorriso. Questi pensieri furono interrotti
dall’aggiunta di secondo: “perché era giunto a quelle considerazioni?”
Il conte Sabaku rientrò con
i propri ospiti, chiese dove fosse Gaara e fece portare un po’ di
frutta.
L’impressione della signora Nara sui quadri fu a lungo
discussa. Poco dopo dovettero congedarsi per tenere fede ad un altro impegno.
Appena se ne furono andati Gaara rientrò in salotto tutto
ghignante. Gli bastò un’occhiata di rimprovero della sorella perché assumesse
la consueta espressione pacata.
- E’ stato molto scortese da
parte tua abbandonare così i nostri ospiti. Meno male che non se ne sono
curati-
-Ma devi capire che per me non è
piacevole stare tutto questo tempo a riempire l’aria di discorsi vuoti. In più,
posso aggiungere che ti ho vista impegnata con il signor Nara e ho ritenuto
giusto per me e per voi farmi un altro giretto-
Ella aprì la bocca, ma la
richiuse in fretta. Non avrebbe saputo cosa ribattere: è vero che se Gaara
fosse stato presnete nessuno dei due si sarebbe sentito così libero di
esprimersi con tale libertà. Quindi il piacere dato da quella schietta
chiacchierata sarebbe stato inesistente.
***
Ottobre incalzava lasciando
depositare le foglie sulle strade moscovite. In Via Caterina I sembrava che le
cose procedessero come gli anni passati. Ma un’anomalia si era registrata nelle
abitudini dei tre fratelli. Infatti il signor Shikamaru Nara era spesso
partecipe alle serate date dal conte. Stava diventando un amico di famiglia.
Quindi era presente alle riunioni. Anche se la maggior parte del tempo stava in
disparte o in un luogo buio a sonnecchiare.
Però era sfuggito alle vecchie
signore il fatto che egli li andasse a trovare anche non in giorni di
ricevimento. Non si può notare quanto una persona fosse vicina alla famiglia
durante le cene in Via Caterina I poiché il padrone di casa invitava molta
gente spesso vecchi amici dei genitori con le figlie e i figli. Kankuro nella
sua ingenuità pensava che ciò recasse piacere ai fratelli giovani. Lui si
considerava molto più vecchio di quello che in realtà era. Le responsabilità
erano calate su di lui prima di qualsiasi suo amico. Voleva che i fratelli
avessero un buon posto in società e quindi i suoi ospiti variavano molto.
Il nostro signor Nara era
differente dagli altri. Egli era amico di tutti e tre i Sabaku che provavano grande
piacere nella sua compagnia. Molto spesso si ritrovava conversare solo con la
ragazza, abbandonata dagli altri due che dovendo sovrintendere ai loto impegni.
I due giovani lasciavano la stanza parecchie volte. L’impronta dei discorsi in
quella sala cambiava. Il signor Nara e la contessina Sabaku avevano iniziato la
loro conoscenza in piena sincerità e proseguivano senz’ombra di ipocrisia. Molto
spesso si rinfacciavano le cose l’un l’altro e scovavano i loro difetti. Si era
creata una certa intesa dovuta in parte ai loro caratteri molto simili. La cosa
che più gli differenziava era l’assoluta mancanza di energia in lui e
l’abbondanza di vitalità in lei. Ella parlava
a lungo e esponeva le cose con precisione. Sullo sfondo di questa discussioni
c’era sempre una partita a scacchi che inevitabilmente finiva con la vittoria
del signore. Questo gioco era il suo diletto e il suo ritmo lento era ciò che
lo deliziava maggiormente.
-Noi mi avete mai spiegato cosa
vi disgusta del cielo di Mosca- disse il signor Shikamaru muovendo l’alfiere.
Temari aspettò di muovere la
torre affinché l’alfiere non potesse avvicinarsi di più al re prima di
rispondere: -Perché è così diverso da quello della campagne intorno a Smolensk.
Voi non avete notato forse, ma le nuvole qui non sono vapore acqueo, ma il
risultato delle immonde fabbriche che attorniano la città-
-Mi sembrate troppo delicata
contessina Temari. Qui in Russia avete ben poche fabbriche. Se mai un giorno vi
trovaste a Londra penso che sverreste
solo ad alzare gli occhi. Le vostre sono state costruite più per bellezze che
utilità. Forse in futuro ne avrete di più e vi daranno i problemi che danno a
noi.-
-Comunque sia. Io proprio non
sopporto l’aria di Mosca. Se un giorno vedrete la mia residenza di campagna. Lì
si che potrete deliziarvi gli occhi con delle belle nuvole. Se esse vi
piacciono così tanto avrete di certo degli ottimi cieli in Inghilterra.-
-In campagna godiamo delle viste
maggiori. A casa di mia madre c’è un punto esatto del giardino dove ci si può
distendere ad osservarle senza essere visto da occhi inopportuni- fece muovendo
un pedone con evidente desiderio di sacrificarlo.
-Una cosa che mi fa restare
ancora perplessa di voi è che viviate ancora con vostra madre.-
-No, io sono pienamente libero da
quella seccatura-
-Ma come non fate altro che
parlare della casa della signora Nara. Allora le voci che ho sentito sono vere.
Vi siete davvero creato un patrimonio di vostro. Questo mi stupisce ancora di
più: voi che fate la fatica di creare qualcosa se poi senza una minima goccia
di sudore la otterrete fra dieci anni!-
-Siete ancora così ingenua se la
pensate in questo modo e vuol dire che non vi ho svelato tutte le mie carte. Ho
lavorato per uno scopo ben preciso. Mi sono persino messo di impegno pur di
rendermi indipendente dalla mia famiglia. Riesco a essere sveglio se ne provo veramente il desiderio…come
in questo caso- e con un sorriso mosse il cavallo verso destra
-Scacco matto!- esclamò alzando
gli occhi verso l’interlocutrice.
***
Con grande gioia da parte delle
varie contessine, principessine e così dicendo, a Mosca fu annunciato un ballo.
Il primo ballo di novembre. Si sapeva che era un mese piacevole per dare queste feste
perché anche coloro che si erano attardati nelle loro residenze estive per la
raccolta, occupavano la città.
Il fautore del festeggiamento era stato il
conte Inoichi Yamanaka in onore della figlia. O meglio dire sua figlia aveva
voluto che l’evento avesse luogo per quel motivo.
Erano stati invitati gli Haruno, Inuzuka,
Uzumaki, Aburame, Hyuga e naturalmente i Sabaku. Molti altri parteciparono a
quest’evento, ma sono state citate le famiglie più importanti. Si dice spesso
che questo genere di riunioni sono ben riuscite se la compagnia è affiatata.
Non c’era da temere il gruppo era ben collaudato, l’unica aggiunta fu quella
dei Nara.
Temari si era preparata tutto il
giorno arricciando i capelli, stringendosi il busto così da entrare nel meraviglioso
abito giallo che le era stato regalato per il suo ventunesimo compleanno. Era
davvero bella con i capelli raccolti in un’alta acconciatura da cui sfuggivano
apposta dei riccioli biondi che le andavano ad incorniciare il viso. Una fascia
in vita richiamava il colore più scuro dei capelli l’ampia gonna era inframmezzata di piccoli
ricami bianchi che davano al tessuto ancora più luminosità.
Era stato una gran lavoro di
parrucchiere e cameriere che, soddisfatte del loro lavoro, la facevano girare e
rigirare per ammirare l’ opera. L’ultimo accorgimento fu quello di attaccare ad
un nastro verde-acqua che ricordava il colore degli occhi intorno al collo.
Questo terminava con un esotico ciondolo a forma di ventaglio. Era stato un
regalo dello zio materno che viaggiava molto e l’aveva scovato nelle sue
peregrinazioni in Cina.
La carrozza li condusse a casa
Yamanaka dove furono salutati dai padroni.
Temari fu letteralmente rapita
dalla contessina Ino che raggiante la prese sotto braccio e la condusse in mezzo
al salone delle danze. Le due signorine caratterizzarono subito
l’intrattenimento degli ospiti. Furono attorniate da un gruppo di giovanotti
che non smettevano di lusingarle e fare complimenti. Le coppie si stavano
disponendo e Temari aveva già prenotato tutti i balli.
Prima si ballò la mazurca, cosa
alquanto singolare dato che non la si metteva mai come primo ballo.
La ragazza era tutto sorrisi e
dolcezza con il cavaliere di turno. Era si una delle dame più osservate della
sala, ma l’intensità degli sguardi del signor Shikamaru Nara non aveva euguali.
Ghignava per ciò che vedeva.
Quella non era la contessina Sabaku che aveva conosciuto lui. Sapeva bene che
l’animo timido che appariva dai quei
gesti era tutto esteriore. Conosceva il suo carattere deciso e inarrestabile.
Gli dava a noia però tale contegno, non riusciva a capire perché dovesse comportarsi
in quel modo.
Ah le donne che seccature.
Forse aveva deciso di trovare
marito. No, non sarebbe stato da lei: era certo che avrebbe preferito divenire
zitella che sposarsi per convenienza. Perché di una cosa Nara era certo: gli
occhi di Temari non fissavano i
cavalieri con affetto. Il sorriso non si allargava sino ad essi.
Ormai Shikamaru non si chiedeva
più perché facesse certi pensieri. La realtà gli era piombata addosso chiara e
limpida come le acqua di un ruscello.
Era realmente interessato alla
contessina Sabaku prima come amico e poi in modo più profondo.
Costei era esausta: il ballo le recava piacere, ma
forse i primi due l’avevano deliziata. Trovarsi in coppia con o estranei o
uomini che non stimava non era il suo ideale di divertimento. Si era davvero rallegrata
di danzare con i fratelli che l’avevano fatta ridere con le storie raccolte nel
corso di quell’ora.
Il violino smise di echeggiare
con una lunga nota finale dando termine alla prima parte delle danze della
serata. Temari si diresse decisa verso
il lato nord della sala da ballo sicura di avervi scorto un uomo dalla capigliatura scura seduto su una
sedia. Questi non era altro che il povero Nara che era riuscito a scovare
finalmente qualcosa su cui sedersi.
-Buonasera signore. Come mai non
avete ballato? Un giovane della vostra età dovrebbe essere grato agli Yamanaka
per avervi offerto un simile invito- chiese con velata ironia
-Dannati i balli e dannato il
conte Yamanaka. Non sapete quanto non sopporti questo genere di cose se per di
più sono fatte così in grande! Ma perdonatemi come sapete che non ho danzato?-
rispose quello alzandosi e porgendo il braccio alla bionda. Infatti tutti si
stavano incamminando verso la sala da pranzo per desinare.
-Vi ho osservato. I miei occhi
spaziavano per tutta la sala alla vostra ricerca.- disse e accortasi delle
proprie parole, con lieve rossore aggiunse – Ero curiosa di vedere se le mie
teorie erano fondate-
-Il vostro esperimento è andato a
buon fine?-
-Come da me immaginato-
-E, di grazia, potrei sapere il
responso?-
-Beh ho immaginato che sareste
stato troppo stanco per prendere parte alle danze, in più mi diverte l’idea di
voi che ballate. Forse perchè la ritengo un’immagine impossibile-
-La mia arguta amica ha fatto di
nuovo centro a quanto pare. Avreste dovuto vedere gli sguardi di mia madre.
Meno male che questi arzilli vecchietti russi la tenevano occupata-
-Potrei chiedervi una grande
seccatura?- chiese Temari distogliendo lo sguardo per un secondo.
-Come potrei negarvelo sapendo
che mi fulminereste sull’istante in caso contrario?- e si fermò per ascoltare
le parole di lei. Con aria arrogante, lo fisso negli occhi e gli propose di
ballare almeno le prime due danze successive con lei.
Nara fu davvero stupito della domanda
primo perché le donne non potevano fare inviti del genere e secondo perché la
proposta di per se lusingava la sua idea che l’amica pensasse a lui nello
stesso modo in cui lui pensava a lei.
-Ah contessina voi mi chiedete un grande sacrifico- fece
sbuffando
-Sapevo che sareste stato troppo
pigro per accettare. Ma potreste mettervi di impegno per una volta- sbuffando a
sua volta e costruendo un espressione indispettita.
-Voi mi incolpate di pigrizia, ma
io sono inglese e la nostra caratteristica è la flemma. Io sono soltanto la
reincarnazione dell’inglese flemmatico-
-Allora per due balli rinuncerete
alla vostra natura.- affermò la contessina Sabaku con tono dispotico.
-Agli ordini vostra Altezza
Serenissima- disse facendo sbattere i tacchi.
***
La cena era allegra e rumorosa,
per un caso Temari e la contessina Ino si erano trovate vicine e davanti a loro
il silenzioso Gaara e Nara. La conversazione era delle più banali: la
contessina Yamanaka stava esprimendo la sua gioia nel fatto che lei e la sua
vicina compissero gli anni lo stesso giorno anche se in mesi differenti. Gli
astanti sorridevano educatamente agli sproloqui della signorina.
-…davvero una casualità quanto
mai azzeccata, non credete signor Nara?-
-Si, sono pienamente convinto che
il fato abbia voluto graziarvi o punirvi con tale scelta- rispose questi
scambiando un’occhiata d’intesa con Temari
-In che senso, scusate?- fece
ingenuamente la contessina Sabaku.
-Graziate perché così siete più
unite. E punite per il fatto che vi tolgono un po’ di distinzione. Meno male
che il mese è diverso. Potete riscuotere gli auguri ad una lunga distanza l’una
dall’altra-
-Beh non così lontano quanto
pensiate voi-
-Perché quando siete nata?- chiese
in tono garbato.
-Il 23 agosto, mentre la
contessina Yamanaka il 23 settembre. Come notate non molto lontano-
-E invece signore quando dovremo
festeggiare il vostro compleanno?- chiese la contessina Ino curiosa.
-Non molto distante dal vostro a
dir la verità. Sono venuto al mondo il 22 settembre-
-Oh ma che bello. Sarebbe
straordinario festeggiare i nostri compleanno con una grande festa. Non
trovate?-
Ormai la ragazza stava
progettando altri divertimenti.
-Purtroppo mia cara prevedo che
non si potrò attuare il vostro desiderio. Sono convinta che il signore qui
presente non si tratterà quasi un anno sulle rive della Moscova- le fece notare
Temari che chissà per che era contrariata da un’idea simile.
Ma la signorina non l’aveva
udita: era stata annunciata la riapertura delle danze.
Tutti si alzarono da tavola e uno
stupito Gaara vide Nara prendere il braccio della sorella per andare a
posizionarsi. I sospetti del rosso diventarono certezze e rattristato dalla
conclusione che ne aveva dedotto si incamminò rapido verso la terrazza. Lì
trovò l’alto cielo scuro puntellato di stelle. In quel luogo nessuno l’avrebbe
cercato. Ed era anche libero di pensare a quanto la sorella gli sarebbe mancato.
Dopotutto l’Inghilterra distava molto. Nessuno aveva la perspicacia o la
conoscenza del più giovane dei Sabaku, di conseguenza non una persona suppose
qualcosa di ardito quando i due giovani si sistemarono tra le altre coppie.
I suonatori iniziarono e le gonne
delle dame volteggiavano nel salone.
-Siete bellissima stasera- ammise
il signor Shikamaru che non aveva trovato l’occasione di dirglielo prima.
Lusingata la contessina arrossì,
però non distolse gli occhi dalle iridi nere di lui.
-Me lo dite solo ora? Dovete
trovarvi proprio senza argomenti per pronunciare tali parole-
-Siete davvero anche voi una
seccatura. Giuro, non sarò mai più sincero con voi. Quindi annoiamoci
raccontando di come ieri ho incontro il signor Nessuno che girava senza
bastone-
-Non provateci neanche.
Ricordate? Io comando quindi trovate subito un altro argomento-
-Siete così smaniosa che io torni
in patria?- le chiese a bruciapelo.
Temari stupita da quella domanda
balbetto un confuso “no”. Si riprese: -Ne sareste turbato?- chiese maliziosa.
Lui in tutta risposta emise un non-compromettente sbuffo. Allora la contessina
chiese il motivo di quel quesito.
-Avete detto in tale maniera che
non avrei mai potuto fare la festa con la contessina Yamanaka che mi avete
creato questo dubbio-
-E voi con la vostra testa
egoista avete capito altro. Io…io non volevo partecipare ad un’altra festa
danzante- sviò lei che non voleva ammettere il vero motivo della sua frase.
Guardando la sala continuò: -Sono già stata così fortunata a partecipare ad una
sola di codeste riunioni quest’inverno che averne certe il prossimo mi rende
triste-
-Ma voi vi ingannate. Le future
di questa stagione non ci sono nei vostri piani?-
-Per me non ce ne saranno altre
quest’anno. Mio fratello è stato richiamato da affari in campagna e noi lo
seguiamo. Per regalo di compleanno Gaara ha chiesto di rimanere ad Ol’sha e
Mosca non ci rivedrà prima di marzo-
Nara fu evidentemente rattristato
dalla notizia. Perse quel poco di energia che aveva mostrato. La sua famiglia
sarebbe partita dopo il disgelo. La musica si fermò. Stava per tornare alla sua
sedia quando Temari lo trattene. Gli ricordò il ballo e a forza lo rimise in
pista. Egli si scusò, era sovra pensiero e doveva fare una cosa. Ma la magia
che il walzer porta in due giovani è straordinaria. L’essere così vicini e
l’uno a l’altro e lontani dagli altri crea un piccolo mondo appartato. Questo è
il caso di un determinato tipo di coppia. E Temari e Nara erano quella coppia quella notte. Il giovane
la strinse più vicino a sé e entrambi erano estranei agli altri ballerini. I
loro volti era costretti ad una distanza che le loro labbra non sopportavano. Le
bocche si stavano cercando
---------------------------
muzik= contadino russo
Beh finalmente posso usare l'espressione
del Manzoni: "pensino i miei pochi lettori"...va be' che soddisfazione.
Di certo non posso essere allegra del fatto che una sola persona ha
recensito, ma non sono indisposta verso nessuno quindi continuo la
mia nobile opera. eheh
non ho commenti da fare se non ringraziare il mio più grande fan:
Ulixes= non sai quanto ti devo
ringraziare per avere recensito: pensavo di essere incompresa. ritengo
che tu abbia ragione forse il tono che ho voluto dare è stato un
po' troppo elevato. ma deve ribadire che lo scopo di questa fic
è illustrare il mondo, il modo di vivere e anche lo stile in cui
io l'ho appreso. purtroppo mi dispiace dirti che non leggerai nulla di
mio simile a questo. perchè 1 non sono un'autrice prolifica e le
cose che ho scritto sono molto leggere e anche quelle che
scriverò. come tu l'hai già citata la mia prima fic
è quella che mi caratterizza questa è un omaggio alle mie
grandi passioni: il XIX secolo, Tolstoj. quindi ho cercato di in
qualche modo emulare le sue scelte di ambientazione, ma sono
consapevole di non riuscire neanche ad arrivare a lui e ho
preferito i toni più leggeri e facile di jane austen. spero che
la scelta non risulti errata. cmq al centro di tutto è come al
solito l'amore e non so come la cosa ti sia gradita, ma Temari e
Shikamru hanno dei caratteri tali che si offrono a questo genere di
esperimento. ribadisco l'invito che ho fatto (ho recensito la tua fic
"antitesi del buon ninja" vai a vedere lì) precedentemente.
segui la fine di questa per piacere
Prossima settimana aggiungerò il terzo e ultimo capitolo.
PS:per chiunque si sia interessato a "unire due vite" sappia che sto
creando un nuovo capitolo. Non riesco ad abbaondonare quei personaggi.
Abayo
|