Tutta colpa del destino

di giny
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Salve a tutti gente :) Sono giny, ho 16 anni ed è la prima fanfic ispirata alla saga di Harry Potter che scrivo. Spero quindi che sia all'altezza e che la seguirete con piacere e in tanti :) buona lettura e alla prossima!!!!


 
Ritardo. Harry era tremendamente in ritardo, anche quel giorno. Non sapeva cosa gli fosse preso in quel periodo, ma era sempre, perennemente in ritardo.  Per giunta quel giorno aveva un appuntamento col Ministro della Magia e ovviamente se ne era dimenticato.
Finalmente arrivò davanti all’ufficio del Ministro e si appoggiò un attimo al muro per riprendere fiato.
Busso due volte finché una voce dall’interno gli disse di entrare.
-Benvenuto, signor Potter. Non speravamo più nella sua compagnia-.
-Mi scusi, Ministro. Di cosa voleva parlarmi?-.
-Oh, certo. Signor Potter, lei sa quanta fiducia riponga l’intero Ministero nei suoi confronti e soprattutto quanta stima  abbia di lei-.
-Certo, signore-.
-Bene. Vista dunque l’importanza della sua figura sia all’interno del Ministero sia nell’intera comunità magica,  abbiamo deciso di affidarle un incarico che io definirei un po’ diverso dal solito-.
Il Ministro sembrava essere molto fiducioso e ciò traspariva dalle sue parole e dai suoi occhi; Harry sapeva di poter affrontare qualsiasi cosa, ma adesso non sapeva davvero cosa aspettarsi.
-In cosa consiste questo incarico?-.
-Vede, un importante detenuto della prigione di Azkaban, Oliver Moore, ha problemi di salute.Le sue condizioni sono-
 state ritenute molto gravi perché possa essere curato all’interno del carcere, quindi verrà presto trasferito al San  Mungo-.
Adesso Harry era davvero confuso. Cosa c’entrava lui, un Auror, con un pezzo grosso in carcere e per giunta in pessime condizioni di salute?
-Signore, temo di non aver capito-.
Il Ministro si lasciò sfuggire un sorriso che lasciava quasi a intendere che quella di Harry era stata la reazione sperata.
-Signor Potter, lei ha il compito di sorvegliare la stanza del signor Moore durante il ricovero in ospedale-.
Nonostante le delucidazioni del Ministro, Harry continuava a non capire perché avessero scelto proprio lui.
-Ovviamente, non sarà da solo. Altri Auror la sostituiranno durante i turni, per altro saranno anche dei suoi colleghi e  quindi persone che lei conosce già e di cui si può fidare. Se ha qualche domanda, non esiti a chiedere-.
-Quando inizierò?-.
- Fra una settimana, il primo di settembre. Dovrà essere alle 9 davanti all’ospedale. Ha altri dubbi?-.
-Oh no, signore. Anzi, se non le dispiace andrei, il mio turno inizia tra poco-.
-Certo, certo, vada pure-.
-Arrivederci-.
Dopo una vigorosa stretta di mano, Harry si avvicinò alla porta e non fece in tempo a mettere la mano sulla maniglia che il Ministro lo chiamò.
-Signor Potter, un’ultima cosa-.
 Harry si voltò di scatto.
-Cerchi di essere puntuale quel giorno-.
Harry sorrise e fece un convinto cenno di assenso con la testa, poi uscì e si richiuse la porta alle spalle. La paura e l’inquietudine di prima avevano lasciato spazio al dubbio, perché proprio lui? Scosse la testa e decise che era meglio andare a lavorare, prima di arrivare di nuovo in ritardo e di farsi esplodere la testa per trovare una spiegazione che forse nemmeno esisteva.
 

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


Ciao a tutti!!!!!!! Sono davvero contenta dei risultati raggiunti dal prologo di questa storia. Davvero, non avrei ma pensat che potesse raggiungere le 55 visualizzazioni in un paio d'ore, grazie a tutti!!! Spero che vi piaccia questo nuovo capitolo e ringrazio chi segue la storia e soprattutto chi recensisce!!!! Alla prossima, baci!




Erano le 8 e 45 ed Harry stava per arrivare al San Mungo, finalmente quel giorno non sarebbe arrivato in ritardo. Arrivò davanti all'ospedale in perfetto orario e in quell'esatto istante arrivò il signor Moore scortato da quelli che dovevano essere altri funzionari del Ministero.
-Signor Potter, mi fa piacere che lei sia già qui-.
Evidentemente anche quel tizio alto, magro e sulla sessantina doveva essere stato informato dei suoi continui ritardi.
-Pare di sì, lei è il signor?-.
-Oh scusi, che sbadato. Io sono Thomas Walkins, sono l'addetto alla scorta dei detenuti ‘’speciali’’, lei mi capisce-.
Pronunciò quest'ultima frase, calcando su ‘’speciali’’, con uno strano ghigno, che seppur strano non lasciava niente alla libera interpretazione.
-Certo, capisco perfettamente, signor Walkins-.
-Bene, direi allora che possiamo andare-.
Sembrò conoscere già la strada, infatti camminò sicuro verso l'ufficio del capo reparto, bussò ed entrò, chiudendosi la porta alle spalle. Dopo una buona mezz'ora uscì e disse che il signor Moore era già stato accompagnato nella sua stanza da alcuni infermieri e che nel pomeriggio lo stesso capo reparto sarebbe passato da lui per tutti gli accertamenti del caso.
Dopo aver spiegato i vari turni ad Harry, Walkins andò via.
Harry vide con piacere che i suoi futuri compagni di turni erano Adam Moriarty e Lucas Philips, con i quali aveva già lavorato, e si sentì subito più tranquillo.
 
 
 
Si era assentato per un’ora circa durante il cambio del turno all’ora di pranzo quando, tornando verso la camera di Moore, Harry sentì delle voci provenire dalla camera.
-Adam, chi c’è col signor Moore?-.
-Il medico, il capo reparto. E’ venuto per la visita. Puoi entrare, se vuoi-.
Harry entrò e quello che vide lo lasciò un po’ perplesso. Il medico gli dava le spalle, ma ciò non impedì ad Harry di riconoscere quei capelli così assurdamente biondi.
Il signor Moore stava parlando col medico, ma si bloccò appena vide Harry fermo sulla porta.
-Scommetto che lei è il signor Potter, dico bene?-.
Sentendo quel nome, il medico si voltò e non si capì chi dei due fosse più sconvolto, se Harry o… Malfoy?
Che diamine ci faceva Malfoy lì?!
Fatto sta che aveva un’espressione indecifrabile stampata in faccia ed Harry non riuscì a capire se fosse più sorpresa o… cosa, sconforto?
Insomma, non era colpa sua se gli avevano affidato quell’incarico!
-Va bene signor Moore, passerò nel tardo pomeriggio per un’altra visita-.
Malfoy uscì e guardò Harry per un istante con quei suoi occhi grigio-azzurri.
Harry, come sempre, lo seguì. Cavolo, perché lo seguiva? Non faceva altro fin dal primo anno ad Hogwarts; ma lì era diverso. Ora non temeva più complotti, non aveva più paura che Malfoy tramasse per conto di Voldemort. E allora perché diamine lo stava seguendo?!
Malfoy aprì la porta di quello che sembrava essere il suo studio e la lasciò aperta.
Cos’era, un invito a entrare, per caso? Harry si diede mentalmente dell’idiota per aver pensato una cosa del genere.
-Che fai Potter, mi stai ancora pedinando?Adesso il Signore Oscuro è sconfitto per sempre, non hai più nulla da temere- disse Malfoy spavaldo, con una punta di… cosa, sarcasmo? C’era una punta di sarcasmo nella sua frase? Anche Harry a quel punto si impose di riacquistare un po’ di spavalderia, insomma era sempre con Malfoy che stava parlando.
-Veramente Malfoy io sto lavorando. Ho ben altre cose, molto più importanti, a cui pensare-.
Malfoy accennò un sorriso e fece cenno ad Harry di sedersi ed Harry lo fece.
-Allora- disse Malfoy appoggiandosi allo schienale della poltrona- cosa ci fai qui?- con quella sua espressione di odiosa sufficienza.
-Sorveglio il signor Moore finchè rimane qui in ospedale. Tu, piuttosto, che ci fai qui? Come ti è venuta l’idea di diventare medico?-.
Draco parve pensarci un po’ su, ma si ricompose subito.
-Diciamo che ho voluto intraprendere una strada totalmente diversa da quella di mio padre. Quando capii chi era veramente, decisi che se lui aveva seminato distruzione, morte e sgomento, io volevo aiutare la gente, non ucciderla. Sono stato fianco a fianco con la morte per troppo tempo, Harry. Posso chiamarti Harry, vero?-.
A quella richiesta, Harry cercò di convincersi che aveva sentito male, ma sapeva che non era così; Malfoy sembrava voler confidare i suoi sentimenti più profondi a qualcuno ed Harry decise di non tirarsi indietro, anche se la cosa suonava comunque strana.
-Certo, Draco- disse Harry, sorridendo.
Draco sorrise e proseguì.
-Ho scoperto che era DAVVERO quello che volevo diventare; aiutare gli altri, far rinascere la speranza in gente che la speranza l’aveva persa da un pezzo. Quella stessa speranza che Voldemort e lo stesso mio padre avevano spento del tutto- concluse Draco, come se si fosse appena tolto un peso.
Harry non l’aveva mai visto così e, a malincuore, dovette ammettere che era felice per lui.
-Sono contento per te, Draco. Sul serio-.
Draco rise. In verità, anche Harry dentro di sé rideva, non avrebbe mai pensato di dire una cosa del genere.
-Sul serio, non mi sarei mai aspettato un frase del genere da te-.
-Beh, sono o no il tuo miglior nemico?- disse Harry con un sorrisino compiaciuto.
-Non posso darti torto, Potter- disse Draco, continuando a ridere.
Potter. Harry sapeva che la tregua non sarebbe durata a lungo, ma era di Malfoy che si trattava, tutto a suo tempo, pensò.
-Allora, cos’ha di tanto grave il signor Moore?-.
-Non se ne parla, Potter. Non posso dirti nulla. Primo, per il segreto professionale e secondo, per la privacy-.
-Andiamo, Draco. Sono Harry Potter, il tuo miglior nemico. E adesso anche Auror, responsabile della sicurezza del paziente in questione- disse Harry mellifluo, cercando di convincerlo.
-Non provare a convincermi, è inutile. Piuttosto, dicono sia un pezzo grosso al Ministero-.
Harry decise di cogliere la palla al balzo.
-Io non parlerò della sua posizione se tu non mi parlerai della sua salute-.
Draco lo guardò sconvolto e poi scoppiò a ridere.
-Mi stai ricattando, Potter?-.
-Io non lo chiamerei un ricatto. Più che altro, un compromesso forzato-.
-Eh va bene, dannato Potter. Ha una grave infezione ai polmoni, potrebbe riprendersi in un paio di giorni, ma non c’è ancora nulla di certo. Ora tocca a te-.
Harry sorrise, era riuscito a farlo cedere. Chi dei due era cambiato, lui o Malfoy?
-Moore è il direttore dell’ufficio comunicazioni al Ministero. Dicono sia finito ad Azkaban per alcune intercettazioni, anche se non ho idea di quali intercettazioni si tratti-.
Draco annuì e trascorsero qualche secondo in silenzio. Poi fu Harry a rompere il silenzio.
-Stai a Diagon Alley?-.
-Sì. Anche tu?-.
-Già. Scusa, devo andare ora, sta per iniziare il mio turno. Ci vediamo-.
-Ci vediamo-.
Mentre Harry stava per uscire, Malfoy lo chiamò ed Harry si voltò subito.
-Senza rancore?- disse sorridendo, spiazzando Harry, il quale sorrise a sua volta e annuì, prima di andare.
Gli piaceva questo nuovo lato di Malfoy. O forse doveva cominciare a chiamarlo Draco?

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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


Finalmente era a casa. Era stata una giornata abbastanza lunga e adesso era davvero stanco. Stava preparando qualcosa per cena, quando Edvige arrivò con una lettera. Era di Hermione. Si sentivano abbastanza spesso da quando era finita la guerra e soprattutto da quando lei e Ron, dopo il matrimonio, avevano preso casa a Diagon Alley.


Ciao Harry! Come va? Abbiamo saputo del tuo nuovo incarico. Che ne diresti di una cena a tre venerdì sera? 
Hermione


P.S. Ron ti saluta



Harry sorrise leggendo la lettera. Era davvero contento per loro, se lo meritavano. Rispose velocemente ad Hermione e propose di vedersi alle 20:00 alla taverna Avalon, un posto tranquillo in cui si mangiava molto bene e dove avrebbero potuto parlare con calma.
Mentre andava a letto, ripensava alla giornata che era appena finita; oltre alla novità dell'incarico, si era aggiunto anche Malfoy. Era strano... I suoi atteggiamenti erano strani, forse perchè non l'aveva mai visto così, ma si vedeva che c'era qualcosa di diverso.
Era strabiliante il cambiamento, fossero stati ancora ai tempi della scuola non si sarebbe mai azzardato a scherzare con Harry o, addirittura, a chiamarlo per nome. Ad Harry risuonava ancora nelle orecchie quel ''Potter'' pronunciato con così tanto disprezzo.
Era sempre stato dell'idea che i cambiamenti fossero positivi, quindi avrebbe accettato quel nuovo aspetto del suo carattere.
Anche se avrebbe fatto comunque fatica ad abituarsi.









Era appena arrivato in ospedale, vicino la stanza di Moore, quando vide Adam. Appena vide Harry, sembrò sollevato e quando si avvicinò, Harry capì il perchè. Aveva un aspetto stanco e delle profonde occhiaie.
-Adam, sarà meglio che tu vada a casa a riposarti, sei distrutto!-.
-Puoi dirlo forte Harry, credevo che il turno non sarebbe mai finito!-.
Harry rise e lo lasciò andare, adesso era il suo turno, insieme a Lucas.
-Notizie sulla salute di Moore?- chiese a Lucas.
-Non ancora, il dottore dovrebbe arrivare a momenti-.
Come se gli avesse letto nel pensiero, Malfoy arrivò.
-Finalmente, Potter. Credevo che se il tuo collega fosse rimasto qui un minuto di più, sarebbe crollato sul pavimento- disse sarcastico.
-Beh, almeno mi sono ricordato di arrivare puntuale-.
Malfoy rise ed entrò nella stanza di Moore, che si era svegliato da un paio di minuti.
Quando uscì, Harry chiese novità sulla salute di Moore.
-Allora, come sta? Ci sono novità?-.
-Migliora, ma molto lentamente. Potrebbe dover restare qui anche mesi, se va avanti così-.
-Non si può far niente per velocizzare la guarigione?-.
-I farmaci non sono abbastanza potenti e la situazione è abbastanza critica-.
All'improvviso, sentirono Moore tossire molto forte e Draco si precipitò subitò nella stanza.
-Signor Moore, si sente bene?-.
-Sì sì, dottore, sto bene-.
-Ne è sicuro? Signor Moore, deve dirmelo se...-.
-Dottore, è tutto a posto, sto bene-.
Draco annuì, non convinto, e uscì dalla stanza, guardando Harry e Lucas.
-Posso solo provare ad intensificare un poco la terapia, niente di più-.
Harry e Lucas annuirono e Draco se ne andò.
-Harry, non si riprenderà, vero?- chiese Lucas sconfortato.
-Ce la farà Lucas, ce la farà- disse Harry sorridendo e cercando di essere il più concvincente possibile e infatti Lucas parve convincersi.
Lucas era molto giovane, il più giovane fra gli Auror. Lavorava con Harry da pochi mesi, ma imparava in fretta e ci si poteva fidare.











La mattinata passò in fretta ed Harry decise di allontanarsi un attimo per prendere un caffè al distributore automatico, quando sentì qualcuno alle sue spalle.
-Questa roba è peggio dell'Ossofast di Madama Chips!-.
Harry rise e si voltò. Draco non aveva per niente torto.
-Non posso darti torto. Il secondo anno, avrei preferito perdere il braccio piuttosto che bere quella cosa-.
Draco rise e bevve quello che in teoria doveva essere caffè. Harry notò che aveva una luce particolare negli occhi quando rideva.
-Comunque, che sia buono o no, sarà sicuramente il primo di una lunga serie, oggi-.
-Turno?-.
-Già...-.
-Scommetto che ti ridurrai peggio del tuo amico- disse Draco con finta sufficienza.
-Non cantare vittoria troppo presto, Malfoy. Ho fatto di peggio-.
Draco doveva aver capito a cosa si riferiva, perchè sorrise mestamente.
-Ti andrebbe una burrobirra domani sera?- chiese Draco. Harry vide che sembrava leggermente imbarazzato nel fare quella domanda. Non che Harry non lo fosse, più che altro era sorpreso, non si era mai immaginato davanti a una burrobirra in compagnia di Malfoy.
-Ehm... sono impegnato domani sera. Sai, Ron ed Hermione. Hanno preso casa a Diagon alley anche loro-.
-Cosa?! Weasley e la Granger?! Non l'avrei immaginato per nulla al mondo!- disse Draco scoppiando a ridere.
-A volte succedono le cose più impensabili. Neanche io mi sarei immaginato di bere un caffè e chiacchierare con Draco Malfoy-.
Draco rise, rendendosi conto che, forse, era più strano vedere lui ed Harry parlare amichevolmente. In fondo, quel pel di carota di Wealsey era sempre andato dietro alla Granger, non c'era molto di cui stupirsi.
-Devo andare, ho lasciato Lucas da solo-.
-Certo. A più tardi-.
-A più tardi-.
Mentre camminava, Harry pensava che quella situazione stesse prendendo una piega sempre più strana. Adesso Draco proponeva anche di bere una burrobirra insieme. Di sicuro non era una situazione ''normale'', prima di tutto perchè si stava parlando di Malfoy. E poi perchè potevano bere una burrobirra insieme. Decise che era meglio pensare al lavoro.





Salve gente :) eccomi di nuovo con un altro capitolo!!! Voglio ringraziare la mia cara cugina per il sostegno innanzitutto e anche per i preziosi consigli, grazie cugi!!!^_^ E poi voglio ovviamente ringraziare chi segue la storia :) grazie mille per il vostro supporto!!!! Questo capitolo, come avete visto, è sempre incentrato su Harry e Draco e al loro rapporto che inizia a cambiare :) spero che vi sia piaciuto e vi aspetto nel prossimo capitolo, baci!!!
Note:ovviamente, la taverna ''Avalon'' è un luogo di fantasia che è stato inserito nella storia :) (ancora grazie cugi xD <3)


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Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


Harry era davanti all'Avalon da mezz'ora, ormai. Quella sera Diagon Alley non era molto trafficata; l'aria era tiepida e piacevole. Ma dov'erano finiti Ron ed Hermione?
Due secondi dopo arrivarono, affannati e con un espressione sconvolta.
-Scusaci Harry. Abbiamo lasciatoi bambini con Ginny e lei è arrivata tadi a casa nostra- disse Hermione tutto d'un fiato e Ron annuì.
-Tranquilli ragazzi, capisco perfettamente. Come sta Ginny?-.
Da quel che sapeva, Ginny stava con un ragazzo di Tassorosso, un giocatore della sua squadra di Quidditch. Lei ed Harry, durante la guerra, avevano deciso di troncare il rapporto, messo a dura prova dal conflitto.
-Mia sorella sta ancora con Mark Richards. A quanto pare, la squadra sta andando davvero bene da quando lei è capitano-.
-Sono contento, ginny è sempre stata un asso nel Quidditch-.
Tutti e tre si sedettero al tavolo che Harry aveva prenotato e ordinarono la cena.
-Allora, parlaci un po' di te, adesso. In cosa consiste questo nuovo incarico?- chiese Hermione, interessata.
-Abbiamo sentito che si tratta di una cosa importante- concluse Ron.
- Avete presente Oliver Moore?-.
-Quello delle intercettazioni?-.
-Che passava le informazioni alla società rivale?-.
-Esatto, proprio lui. Devo sorvegliare la sua stanza al San Mungo-.
-Ma non era ad Azkaban?- chiese Ron, confuso.
-Sì, ma le sue condizioni di salute erano molto serie e lo stanno curando là-.
-Che problemi ha? Mezza giornata in prigione gli ha dato alla testa?- disse Ron scherzando, facendo ridere Harry.
-Ronald!- lo rimbeccò Hermione e Ron fece una faccia offesa.
-A quanto ne so, ha una grave infezione ai polmoni. O almeno, così ha detto Malfoy-.
Hermione e Ron guardarono Harry come se avessero avuto davanti Voldemort, tornato dal Regno delle Tenebre per ucciderli.
-Hai detto Malfoy?-.
L'aveva detto? Sì, l'aveva detto. E senza rendersene conto, tra l'altro. Perchè si sentiva improvvisamente in imbarazzo?
-Beh... Sì, Malfoy. Gestisce il reparto in cui è ricoverato Moore-.
-Vuole far fuori qualche altro babbano innocente?- disse Ron ridacchiando, ma tornò subito serio quando vide lo sguardo truce di Hermione.
-Ragazzi, ve lo giuro. Drac... Malfoy è cambiato, davvero. Non è più il rampollo sbruffone e arrogante di prima, è un'altra persona-.
-Io non mi fiderei- disse Ron ed Hermione alzò gli occhi al cielo.
-Harry, il fatto è - continuò Hermione, dolcemente - che è sempre e comunque Malfoy. Magari è cambiato davvero, ma stai ugualmente in guardia-.
-Ragazzi, state tranquilli e fidatevi di me. E' un nuovo Malfoy, adesso-.
-Sarà- disse Ron, chiudendo la questione.










La serata passò tranquilla. Quando, ad un certo punto, Ron andò in bagno, Hermione si avvicinò ad Harry.
-Harry, sei proprio sicuro sul conto di Malfoy?- chiese Hermione, premurosa.
-Sì Hermione, te l'ho detto, è un altro adesso-.
-Beh, in questo caso, non posso far altro che essere contenta per te- disse Hermione, sorridendo.
che cavolo voleva dire questa frase? Per cosa era contenta? Harry si sforzò di capire, ma era confuso.
-A che ti riferisci?-.
-Poi lo capirai- concluse Hermione, vedendo che Ron stava tornando.
Così Harry pagò il conto, salutò gli amici e tornò a casa.









A letto, Harry cercava di dormire, ma la frase di Hermione gli rimbombava ancora in testa. ''Non posso far altro che essere contenta per te''. Per cosa doveva essere contenta e, soprattutto, cosa c'entrava Malfoy in tutto questo? Harry non riusciva a capirlo... Dopo un po', sentì le palpebre farsi pesanti e in pochi secondi scivolò tra le braccia di Morfeo.







Ciao gente!!! Questa volta mi sono fatta viva prima, rispetto alle altre volte :) in questo capitolo assistiamo alla fatidica cena con Ron ed Hermione (ebbene sì, non erano scomparsi xD), i quali rimangono un po'... interdetti sulle considerazioni di Harry riguardo a Draco :) spero che il capitolo vi sia piaciuto e come sempre ringrazio chi segue la storia e chi recensisce :) alla prossima!!!!!!!

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Capitolo 5
*** capitolo 4 ***


Harry arrivò alle 8:30 al San Mungo, dieci minuti prima dell'inizio del suo turno.
-Ciao Harry!!- lo salutò Lucas.
-Hey!! Andato bene il turno?-.
-Abbastanza. Oh, dentro c'è Thomas Walkins, voleva vedere se era tutto a posto-.
Harry rimase un po' interdetto sentendo quella frase, ma pensò che fosse solo un semplice controllo.
Una voce alle sue spalle lo allontanò dai suoi pensieri.
-Signor Potter, sono felice di rivederla. Mi è sembrato di capire che ve la stiate cavando abbastanza bene-.
-Sì signor Walkins, nessun problema- rispose Harry, con un sorriso di circostanza. Quel tizio proprio non gli piaceva.
- Il dottor Malfoy mi ha informato sullo stato di salute del signor Moore e, a quanto pare, la situazione non è delle più rosee-.
-Temo sia così, signore. Il dottor Malfoy sta facendo il possibile-.
-Oh non ne dubito. Vogliate scusarmi, ho degli affari urgenti da sbrigare al Ministero. Arrivederci-.
-Arrivederci-.
-Quel tizio non mi piace- disse Lucas, dopo che Walkins andò via.
-Neanche a me- disse Harry -Il dottore è già venuto per la visita?-.
-Oh sì, mezz'ora prima che tu arrivassi-.
-Come mai così presto?-.
-Sapeva dell'arrivo di Walkins e voleva visitare Moore prima che arrivasse-.
Perchè lui non era stato informato della visita di Walkins e Malfoy sì? In fondo, era lui l'Auror, non Malfoy, perchè doveva saperlo prima di lui?
-Perchè non sono stato informato?- disse Harry, un po' alterato.
-Beh, non lo so Harry- rispose Lucas imbarazzato ed Harry si pentì subito della sua reazione esagerata.
-Okay Lucas, scusami, non volevo reagire in quel modo. Devo fare una cosa, tu resta qui- disse e Lucas annuì.
Doveva andare da Malfoy e chiedere spiegazione del perchè lui non fosse stato informato, così arrivò davanti al suo studio e busso.
-Avanti- disse una voce dall'interno ed Harry entrò.
-Ah sei tu, accomodati- disse Malfoy.
-Ti devo parlare-.
-Va bene, dimmi-.
-Perchè non sono stato informato dell'arrivo di Walkins?-.
Malfoy sembrò realmente disorientato.
-Beh, non lo so, io sono solo un medico, non c'entro col Ministero-.
-Appunto, non capisco perchè tu sia stato informato e io no- disse Harry, con voce leggermente alterata e Malfoy lo notò.
-Senti Potter, se c'è qualcuno con cui devi prendertela non sono io, va' dal Ministro e prenditela con lui! E ora esci, ho di meglio da fare che litigare con te- rispose secco Malfoy, concentrandosi su alcuni documenti che giacevano sulla scrivania. Harry pensò che fosse davvero il caso di andarsene, non voleva problemi anche con Malfoy, così si alzò e uscì.












Mentre tornava a casa, Harry ripensava alla discussione con Malfoy. Lo sapeva. Sapeva che la tregua non sarebbe durata per molto. In fondo, c'era Malfoy di mezzo, cosa si aspettava? Era stato davvero così idiota da pensare che fosse cambiato? Eppure gli aveva creduto, quel giorno, quando aveva detto di essere una persona diversa. Ma si sbagliava clamorosamente... evidentemente, la gente non può cambiare sè stessa così, all'improvviso, dopo tutta una vita. E poi, perchè mentire a lui, la persona che aveva odiato di più in tutta la sua vita? Insomma, sapeva com'era fatto, non c'era bisogno di fingere che fosse cambiato. Forse Ron ed Hermione avevano ragione sul suo conto, era sempre Malfoy e non sarebbe cambiato mai. Doveva capire. Avrebbe aspettato che le acque si fossero calmate e poi gli avrebbe parlato.
Appena entrò in casa, vide il gufo di Ron sul tavolo della cucina con una pergamena legata alla zampa. 


Ciao Harry!! Io ed Hermione volevamo sapere come stava andando il lavoro. Beh, in realtà io volevo sapere se Malfoy si stava comportando bene, in caso potresti sempre lanciargli uno Schiantesimo se dovesse infastidirti!!

Ronald, smettila di fare l'idiota.

Hermione, prendi un'altra pergamena se vuoi scrivere ad Harry. Comunque, facci sapere, qui ti salutano tutti, soprattutto i bambini.






Harry rise, Ron ed Hermione non avrebbero mai smesso di battibeccare. Prese una pergamena e rispose.


Ciao ragazzi! Il lavoro va abbastanza bene, ma forse avevate ragione su Malfoy, mi ero illuso. Oggi abbiamo avuto una piccola discussione.
Comunque no Ron, non credo che lo schianterò, sarebbe capace di farmi rinchiudere ad Azkaban per l'eternità. Salutatemi tutti, un bacio.


P.S. non la smetterete mai di punzecchiarvi voi, eh?




Harry legò la pergamena alla zampa del gufo e andò a dormire. Com'era potuto succedere che l'equilibrio che si era creato tra lui e Malfoy si fosse incrinato tutto in una volta? Sembrava che andasse tutto così bene... non sarebbe cambiato mai, nemmeno se minacciato da una Maledizione senza Perdono, doveva rassegnarsi.

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Capitolo 6
*** capitolo 5 ***


Ciao gente!!!! L'altra volta non ho potuto ringraziare chi aveva recensito e chi segue la storia perchè purtroppo ho avuto qualche problema con l'html :) allora, nello scorso capitolo Harry ha reagito in maniera un po' spropositata alla notizia dell'arrivo di Walkins. Parlerà con Draco? E se lo farà, riuscirà il biondino a perdonarlo? Al prossimo capitolo e buona lettura!!! Baci!!!!!






Appena svegliato, Harry vide il gufo di Ron sul tavolo, stava portando forse la risposta alla sua lettera.
 
 
 
Te l'avevo detto Harry, non c'è da fidarsi di Malfoy, è solo un viziato figlio di papà. Stammi a sentire e lascialo perdere, o perderai tu la salute. Devo lasciarti adesso, Hermione mi sta cercando. Sai, andiamo dai suoi qualche giorno, in Australia. Ti salutiamo tutti.
 
 
 
Harry rise, era contento che Ron avesse avuto la possibilità di conoscere i genitori di Hermione. Ma Harry era convinto che Ron non avesse ragione, non era stato vicino a Malfoy come lui. Non l'aveva visto rivelare quel lato così umano di lui. Decise che doveva parlargli, a qualsiasi costo, così si preparò e uscì subito.
 
 
 
 
In pochi minuti Harry fu al San Mungo e dato che il suo turno non era ancora iniziato, decise di andare direttamente da Malfoy e lo trovò nel suo studio.
-Vattene Potter- disse Malfoy secco.
-Malfoy, ho bisogno di parlarti-.
-Non abbiamo niente di cui parlare, quindi va' via-.
-Invece dobbiamo parlare. Di quello che è successo ieri-.
-Quello che è successo ieri non ha importanza- disse Malfoy, sembrando più calmo e... triste?
-Se allora non ha importanza, ti andrebbe di parlarne stasera davanti a una burrobirra?- chiese Harry sconsolato, non sapendo più cosa fare per convincerlo.
Draco parve pensarci un po' su.
-Va bene- rispose, fissando Harry, che sorrise soddisfatto.
-Allora a stasera- disse Harry uscendo, e Draco annuì.
Harry si sentiva improvvisamente leggero, come se si fosse tolto un macigno dal cuore. Era felice.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La fatidica sera arrivò. Harry e Draco dovevano incontrarsi in un locale di Diagon Alley. Come al solito, Harry era in ritardo; quando Draco lo vide arrivare, fece un sorriso che dava a intendere che non aveva dubbi che sarebbe arrivato tardi.
-Sai Potter, credo che la McGrannitt non avesse torto quando diceva di volerti trasformare in un orologio da taschino-.
Harry rise, ricordando quella scena, il primo anno ad Hogwarts, l'anno in cui la magia aveva avuto inizio.
-Perdonami, io e il tempo non abbiamo un bel rapporto-.
-Sì, credo di essermene accorto- disse Draco, prima di entrare nel locale.
Si sedettero e ordinarono le loro burrobirre.
-Allora, cos'era che volevi dirmi con tanta urgenza?- iniziò Draco.
-Mi dispiace-.
-E?-.
-E so che non c'entri nulla, ho sbagliato a reagire in modo così esagerato. Ho una chance di essere perdonato?-
Draco finse di pensarci, fissando Harry coi suoi occhi grigio-azzurri, poi annuì sorridendo.
In quel momento, le burrobirre arrivarono.
-Non avrei immaginato, nemmeno nei miei peggiori incubi, di parlare con Malfoy così tranquillamente- disse Harry, facendo ridere Draco- Per questo, propongo un brindisi. Ai cambiamenti-.
-Ai tuoi ritardi- aggiunse Draco ed entrambi risero.
Bevvero un sorso di burrobirra ed Harry si accorse che Draco era molto pensieroso.
-A che pensi?-.
-A mio padre. Chissà cosa penserebbe se mi vedesse seduto a questo tavolo mentre discuto amichevolmente con Harry Potter- rispose Draco, sorridendo un po' tristemente.
Lucius Malfoy era stato ucciso da Bellatrix Lestrange durante la Guerra.
-Ti manca?-
-Ogni tanto. Non l'ho mai giustificato per quello che ha fatto, ma era pur sempre mio padre, gli volevo bene. E so che anche lui me ne voleva in fondo, anche se può sembrare il contrario. E' stato in quel momento che ho capito come tu ti sia sentito per una vita, senza l'appoggio dei tuoi genitori-.
Harry annuì. Non era stato per niente facile.
-Hai sempre tua madre, è una donna fantastica- e Draco sorrise.
-Sì, lo è-.
-Le devo la vita- disse Harry e Draco parve non capire.
-Quando Voldemort pensava di avermi ucciso, tua madre gli ha fatto credere che io fossi morto per salvarmi. E' per lei se ora posso raccontarlo-.
Draco sembrò davvero colpito dal racconto di Harry.
-Non sapevo nulla di questa storia-.
-Non finirò mai di ringraziarla-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Quando uscirono dal locale, Harry e Draco fecero un giro per Diagon Alley. Dopo una buona mezz'ora, arrivarono davanti alla casa di Harry.
-Così stai qui- disse Draco- bella zona-.
-Già, non è male. Mi sa che devo salire, domani il turno inizia alle 6:30, un'alzataccia. Allora, a domani, buonanotte-.
-'Notte, a domani-.
Quando Draco andò via, Harry salì le scale ed entrò in casa.
Non era stato così felice in vita sua. Era come se tutte le preoccupazioni e tutti i problemi fossero magicamente volati via.
 

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Capitolo 7
*** capitolo 6 ***


Ormai il sabato sera al pub ''Firewhiskey &co.'' era diventato quasi un obbligo, un impegno improrogabile.

Harry e Draco avevano finalmente imparato a conoscersi e recuperare tutto il tempo perso a odiarsi e sfidarsi l'un l'altro. I preconcetti di Harry nei confronti del rampollo di casa Malfoy sembravano essere svaniti, così come i demoni che avevano turbato Draco quando era solo un ragazzo. 

Quei demoni che avevano avvolto la sua gioventù in un mantello di morte, cattiveria  e crudeltà.
In fondo, anche i fantasmi di Harry avevano cambiato ruolo nella sua vita: se prima erano ricordi di cari spariti per sempre, che non sarebbero mai più stati al suo fianco, adesso erano persone dalle quali Harry aveva imparato qualcosa e a cui doveva molto.

Lui aveva dimenticato quei fantasmi, non perchè dimenticare significasse cancellare, ma perchè volesse dire ricordare senza soffrire; e adesso lui era troppo felice per soffrire. Non avrebbe sofferto, mai più. O comunque, non adesso.







Harry arrivò in ospedale e, siccome era qualche minuto in anticipo, decise di andare da Draco. Bussò due volte alla porta del suo studio.
''Posso entrare?'' chiese, facendo capolino da dietro la porta.
''Certo, entra'' rispose draco, sorridendo.
''Bella giornata, oggi. Non se ne vedono molte a Londra'' disse Harry, distogliendo lo sguardo.
''In effetti, non si può dire che sia il posto più assolato del mondo'' rispose Draco, sarcastico.
''Stasera solito posto?'' chiese Harry.
''Certo!'' rispose Draco con fare ovvio, facendo ridere Harry.
''Oh cavolo! -disse Draco, sbarrando gli occhi- Devo andare, iniziano le visite''.

Mentre Draco si avviava verso il corridoio, lui ed Harry continuavano a discutere, quando quest'ultimo si accorse che Adam non era al suo posto davanti alla porta, semiaperta.

Harry decise di controllare e arrivò appena in tempo. 
Adam stava per lanciare un incantesimo a un Moore addormentato e ignaro di tutto.

Harry si mosse il più silenziosamente possibile e afferrò Adam per le spalle, impedendogli di muoversi.
''Adam, ma che ti è saltato in mente?!'' disse Harry furioso, scuotendolo.
''I-io... io dovevo ucciderlo, Harry'' disse Adam, terrorizzato.
''Perchè?''.
''Perchè mi hanno pagato per farlo''.
''Chi? Chi ti ha pagato?''.
''Non posso dirtelo''.
''Adam, tu devi dirmelo, o finiremo tutti nei guai''.
''Non posso, loro mi uccideranno''.









Ciao genteeeee!!!!!! Eh sì sono tornata :3 Allora, parliamo del capitolo: ho deciso di farlo un po' più corto (che novità, direte voi) perchè, come avrete capito, è un capitolo introduttivo e quindi la situazione si svilupperà più avanti :) ringrazio sempre chi segue la storia e chi recensisce, vi adoro!!!!!!! Alla prossima, baci!!!!!!

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Capitolo 8
*** capitolo 7 ***


Adam non si decideva a parlare, così Harry fu costretto a prendere una decisione.
-Adam, non mi lasci altra scelta, devo avvertire il Ministro- disse esasperato Harry.
In quel momento, entrò Draco.
-Ma che sta succedendo?-.
-Draco, manda un gufo a Lucas Philips e digli di venire subito qui, è urgente!- disse sbrigativo Harry e Draco annuì, poco convinto, e andò a inviare il gufo.
 
 
 
 
Lucas arrivò nel giro di un quarto d'ora.
-Eccomi Harry, ho fatto prima che ho potuto. Che è successo?-.
-Adam ha cercato di uccidere Moore, devo scappare al Ministero e tu devi sorvegliare sia Moore che Adam-.
-D'accordo, vai!!-.
 
 
 
 
 
In 5 minuti, Harry era già al Ministero. Quando arrivò davanti all'ufficio del Ministro, busso due volte, con forza.
-Avanti-.
-Buon giorno, Ministro-.
-Buon giorno a lei, signor Potter. A cosa devo questa vista?-.
-Abbiamo un problema. C'è stato un attentato, a Moore-.
-Un attentato?! A Moore?!-.
-Sì, da parte di Adam Moriarty. Dice che è stato pagato, ma non vuole dire altro. Dice che se parlerà, i mandanti lo uccideranno-.
-Beh, è una cosa abbastanza seria-.
-Cosa pensa di fare?-.
-Credo che il signor Moriarty sarà trasferito ad Azkaban-.
-Ma signore, non possiamo accusarlo del tutto-.
-Resta il fatto che lei ha visto Moriarty sul punto di lanciare un incantesimo. E' comunque un tentato omicidio. Ovviamente saremo in grado di formulare un'accusa ufficiale quando sapremo i nomi dei mandanti. Moriarty sarà comunque condannato come complice, delle guardie del carcere saranno mandate a prelevarlo. Così è la legge-.
-Certo, signore-.
-Grazie per avermi avvertito subito, signor Potter-.
-Ho fatto solo il mio dovere, Ministro. Nulla di più-.
-E mi dica, come va la salute del signor Moore?-.
-Beh, ad essere franco, non ho buone notizie-.
-Grazie per la sua sincerità. Sta molto male? Eppure è ricoverato al San Mungo da un mese, ormai-.
-Diciamo che non è migliorato di molto, è stato fatto il possibile, il dottor Malfoy non sa più che fare-.
-Certo, è un bel problema, ma non è di sicuro il mio campo-.
-Se non le dispiace, io andrei, Lucas Philips è da solo con Moriarty e Moore-.
-Certo certo, vada. Le guardie di Azkaban saranno subito al San Mungo-.
-Arrivederci, signore-.
-Arrivederci-.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Harry aveva ancora davanti agli occhi l'immagine di Adam, tenuto per le braccia dalle guardie, che piangendo continuava a ripetere ''Scusami Harry, non volevo farlo''. Non l'avrebbe mai dimenticato. Anche perchè, in fondo, non era una cattiva persona.
Una voce interruppe i suoi pensieri.
-E' schifoso, ma può servire a qualcosa-.
Draco teneva tra le mani un bicchierino di caffè, o quello che doveva essere.
-Grazie mille, ma credo che qui ci voglia un bel Whiskey Incendiario-.
-Potter, per caso stai insinuando qualcosa?- disse Draco, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi.
-Oh sì- rispose Harry, ridendo a sua volta.
-Poso il camice e andiamo- disse Draco, mentre si dirigeva verso il suo studio.
In fondo, era stata una giornata lunga e pesante. Un altro Auror, Jack Johnson, era stato nominato al posto di Adam ed era già in servizio insieme a Lucas, poteva concedersi una serata libera.
 
 
 
 
 
 
Andarono al solito pub e ordinarono due Whiskey.
-Fammi capire, -esordì Draco- il tuo collega è stato pagato da chissà chi per uccidere Moore?-.
-Esattamente-.
-Assurdo. Immagino che passerà guai seri. Ma quindi lo hanno davvero chiuso ad Azkaban?-.
-Proprio così. Intanto perchè è stato comunque un tentato omicidio, poi perchè è complice e perchè non ha ancora confessato i nomi dei mandanti-.
-Che casino. Beh, spero che si risolva presto-.
-Anche io. Sembra che proprio quando tutto va per il meglio, debba per forza succedere qualcosa di storto-.
-''Tutto va per il meglio''? Potter, mi sono perso qualcosa?- disse Draco spavaldo, con un sorrisino malizioso.
-N-no, era così per dire...- disse Harry visibilmente imbarazzato e paonazzo in viso.
-Ah, ho capito- concluse Draco annuendo, senza abbandonare il sorrisino malizioso.
 
 
 
 
 
 
Alla serata al pub seguì la passeggiata di rito per Diagon Alley.
-Comunque, le voci corrono in fretta al Ministero. La faccenda di Moriarty è già abbastanza risaputa-.
-Non avevo dubbi, queste cose si vengono a sapere subito-.
-A proposito, ho saputo che anche la tua amica Granger lavora al Ministero-.
-Già-.
-E pel di carota?-.
-Oh beh, lui lavora con suo padre all'Ufficio Uso Improprio dei Manufatti Babbani- rispose Harry e Draco fece un'espressione di disgusto.
Dopo pochi minuti arrivarono davanti casa di Harry.
-Draco, dovrei dirti una cosa-.
-D'accordo, ti ascolto-.
-E' che non so da dove cominciare-.
-Ti suggerirei dall'inizio- disse Draco sarcastico.
-Ti prego, non mi aiuti così- disse Harry, esasperato.
-Okay, scusa, sono serio-.
Non riuscendo a trovare le parole giuste, Harry decise di passare direttamente all'azione. A poco a poco azzerò lo spazio tra loro due avvicinandosi a Draco, che incatenò i suoi occhi grigi a quelli smeraldo dell'altro.
I loro respiri si unirono, come le loro labbra. Harry riusciva a sentire un sapore dolce misto al gusto secco e alcolico del Whiskey. Fu un bacio leggero e sfuggente, come un battito d'ali di farfalla. Harry si allontanò di poco e questa volta fu Draco a ristabilire subito il contatto, baciando Harry con foga e intrecciando le sue dita bianche e affusolate nel groviglio disordinato e indomabile dei capelli corvini del ragazzo.
Fu un continuo dare e ricevere, uno scambio accentuato dal ritmo cadenzato delle loro labbra, delle loro mani e delle loro anime, che si muovevano in simbiotica armonia, come se uno volesse far capire all'altro quanto lo aveva cercato, desiderato.
Il piombo e lo smeraldo, l'ebano e il platino, uniti in un'unica anima, in un'unica essenza.
 
 

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Capitolo 9
*** capitolo 8 ***


Harry non poteva credere a quello che era successo poche ore prima, l'unica cosa che sapeva era che stava fissando il soffitto della stanza da letto sorridendo come un idiota.
Ripensare a Draco, alle sue labbra, a quello che aveva provato in quei pochi minuti. Pochi, ma sicuramente molto intensi.
Era strano, perchè non aveva mai visto Draco sotto quell'ottica; era successo tutto quel giorno, al San Mungo, nella stanza di Moore.
Nel bene o nel male, la malattia di Moore aveva avuto dei risvolti positivi, molto probabilmente se non si fossero visti in ospedale, tutto sarebbe andato come al solito e loro due non si sarebbero mai più incontrati.
Harry non sapeva bene quando i suoi sentimenti per Draco fossero cambiati, era successo così, all'improvviso.
Ad essere sinceri, pensava che Draco si sarebbe tirato indietro, non si aspettava certo che avrebbe ricambiato.
Poco dopo Harry si addormentò, felice.









Appena sveglio, Harry vide dietro la finestra il gufo di Ron, lo fece entrare e vide che aveva una lettera legata alla zampa.


Ciao Harry! Io e Ron volevamo sapere se ti andava un'altra cena tutti e tre insieme. Dobbiamo raccontarti di cosa è successo in Australia!
Baci, Hermione.




Harry alla lettera e diede appuntamento agli amici all'Avalon alle 20.30 per quella sera.
Legò la lettera alla zampa del gufo, che partì all'istante, e andò a prepararsi per uscire.
Stava per uscire dalla cucina, quando sentì un rumore provenire dalla finestra. Un gufo. Non era quello di Ron, non l'aveva mai visto; era un gufo diverso dagli altri, molto elegante, con un piumaggio ben curato e un atteggiamento altezzoso, anche lui portava una lettera legata alla zampetta sottile. La prese e la aprì.

Non ho idea di cosa sia successo ieri sera, ma volevo dirti che non avrei saputo trovare parole più adatte.
Draco



Harry non riusciva a credere a ciò che aveva letto. Sbattè più volte le palpebre per assicurarsi che non stesse sognando; quando si accorse che era tutto vero, sentì il cuore scoppiargli nel petto.
Era felice come non gli capitava ormai da anni, nemmeno quando stava con Ginny si era sentito in quel modo.
La testa vorticava freneticamente, le gambe minacciavano di cedere da un momento all'altro. Doveva vederlo, non poteva aspettare oltre. Così, andò subito a prepararsi e uscì.












Harry cercò di arrivare al San Mungo il prima possibile, per passare più tempo con Draco prima dell'inizio del turno. Avrebbe sostituito Lucas per un po', lui aveva fatto dei turni extra dopo l'arresto di Adam ed era stremato, si meritava un po' di riposo.
Quando arrivò in ospedale, fece per dirigersi all'ufficio di Draco, quando se lo ritrovò di fronte nel corridoio.
-Buongiorno, Potter- disse Draco sorridendo e pronunciando quel ''Potter'' più dolcemente di come era solito pronunciarlo ai tempi della scuola.
-Ciao- rispose Harry, paonazzo.
-Andiamo nel mio ufficio, se hai tempo ovviamente-.
-Oh certo, ho ancora mezz'ora prima dell'inizio del turno-.
Entrarono nell'ufficio e Draco chiuse la porta.
-Draco...- inizio Harry, ma il biondo lo fermò.
-Harry, ti prego, fammi parlare- Harry non sapeva se sarebbe stato meglio preoccuparsi.
-Per quello che è successo ieri -continuò Draco- volevo dirti che non sono mai stato meglio in vita mia come ieri sera-.
Harry non sapeva che dire. Era sempre stato insicuro e ora lo era in modo particolare. Draco gli aveva appena detto che con lui era stato bene; certo, Draco non si sarebbe mai aspettato di dire una cosa del genere a San Potter, ma le cose possono sempre cambiare, no?
-Harry, che c'è? -disse Draco, notando l'espressione del moro- Ho detto qualcosa di sbagliato?-.
-No, sono io, sono sempre e maledettamente insicuro, di tutto-.
-Harry, per te sto demolendo il mio orgoglio, sto cambiando me stesso, dimmi come posso dimostrarti quanto tengo a te, sono disposto a fare qualsiasi cosa-.
Harry continuava a fissarlo, non riuscendo a spiccicare parola. Allora Draco gli prese il viso tra le mani e lo baciò. Un bacio pieno di significati, di parole non dette e sentimenti inespressi.
Harry sembrò capire il significato intrinseco del bacio e Draco se ne accorse, si separò da lui e lo guardò negli occhi speranzoso; sperava di potergli trasmettere un po' della sua sicurezza e di fargli capire che per lui ci sarebbe stato.
-Devo andare, inizia il turno- disse Harry, abbassando lo sguardo e uscendo dall'ufficio.
Quando Harry si chiuse la porta alle spalle, Draco si sedette alla scrivania e si prese la testa tra le mani. Come avrebbe fatto con quel dannato Potter? Quel dannato Sfregiato che in pochi mesi aveva distrutto quello che lui aveva costruito in tutta la sua vita.
Sarebbe impazzito sforzandosi di capirlo.

Harry era davanti alla macchinetta del caffè, ripensando a cosa era successo qualche minuto prima. Draco aveva espresso tutti i suoi sentimenti e lui? Lui era stato zitto, con la lingua paralizzata, incapace di parlare. Il problema era lui, era sempre stato lui, e la sua maledetta insicurezza.
Doveva darsi una mossa, non poteva starsene con le mani in mano.







Harry era ad Azkaban da tre ore, ormai. Era stato convocato subito, per fortuna alla fine del suo turno, non avrebbe potuto costringere Lucas ad altri turni extra.
Era stato chiamato perchè sembrava ci fossero novità nel caso di Adam.
-Avanti signor Moriarty, ci dica quello che sa, siamo qui da tre ore, sarà meglio che parli-.
Il direttore del carcere sembrava più esasperato che arrabbiato. Si trovavano nella stanza dove di solito venivano effettuati gli interrogatori ai detenuti. Una stanza grigia, fredda, illuminata solo da una flebile luce, ottenuta con un incantesimo.
Ad un certo punto, Adam sospirò, forse convinto finalmente a confessare.
-Dovete parlare con Moore-.
-Con Moore? Signor Moriarty, se ci sta prendendo in giro, farà meglio a smetterla subito!- urlò il direttore.
-Le giuro che non prendo in giro nessuno! Sono persone che hanno a che fare con Moore, chiedete a lui. Se non sbaglio, è stato arrestato per via di alcune intercettazioni...- disse Adam, fingendo indifferenza.
Il direttore si alzò dal tavolo, esausto, facendo segno ad Harry di seguirlo.
-Riportatelo nella sua cella- ordinò il direttore alle guardie, prima di uscire.
Quando furono nel suo ufficio, si rivolse ad Harry.
-Non so cosa fare-.
-E io non so come aiutarla, signore. Ne so quanto lei, purtroppo-.
-Ha per caso notato strani movimenti, eventi sospetti, in tutto questo tempo trascorso in ospedale?-.
-No, nulla, tranne la visita del signor Walkins-.
-Il signor Walkins, ha detto?-.
-Sì, signore. Non sospetterà di lui- disse Harry, anche se non era esattamente convinto. Quel tizio non gli piaceva fin dall'inizio ed era lui il primo a nutrire sospetti nei suoi confronti.
-Oh no no, certo che no- disse il direttore, pensieroso- Comunque, la lascio libero, grazie per essere venuto signor Potter-.
-Di nulla signore, mi chiami in qualsiasi momento se ce ne fosse bisogno. Arrivederci-.
-Arrivederci-.






Harry arrivò all'Avalon alle 20.30 precise e nello stesso momento arrivarono anche Ron ed Hermione.
-Ciao ragazzi- disse Harry, abbracciando gli amici.
-Tutto okay?- chiese Hermione, mentre si sedevano al tavolo.
-Sì, voi? Andata bene in Australia?-
-Oh sì, benissimo! -disse Ron, entusiasta- I bambini si sono divertiti un mondo e i genitori di Hermione erano totalmente rapiti dai nipoti. Era la prima volta che li vedevano. In questi anni, abbiamo preferito aspettare che le acque si fossero calmate prima di spostarci-.
-Certo, avete fatto benissimo-.
-Al Ministero le voci girano in fretta- disse ad un certo punto Hermione, rimanendo sul vago, sicura che Harry avrebbe afferrato.
-Immagino che ti riferisca al fatto di Moore-.
-Com'è successo?-.
-Adam doveva essere di guardia, io ero appena arrivato, quando mi accorsi ce non c'era, allora entrai nella stanza di Moore e lui stava per lanciare un incantesimo-.
-Ma Moore non si è accorto di niente?- chiese Ron.
-Ronald, stava dormendo, è ovvio!- sbottò Hermione e Ron alzò gli occhi al cielo.
-Comunque, Moriarty non ha ancora confessato-.
-Non ha detto proprio nulla?- chiese Hermione.
-Preferisco non sbilanciarmi ragazzi, dovete capirmi, in realtà non avrei dovuto nemmeno parlarvene-.
-Certo certo, hai ragione- concluse Ron.
-Hermione, è inutile arrovellarsi il cervello, -vedendo l'espressione pensierosa di Hermione- non può dirci altro- disse Ron ed Hermione lo guardò con sguardo truce.
-Piuttosto -iniziò Ron- come va col furetto? Ti da' ancora fastidio?-.
A quella domanda Harry sentì il viso andargli a fuoco e il cuore battere freneticamente.
-Harry, tutto okay?- chiese Hermione, vedendo che l'amico era come in trance.
-Oh sì -disse Harry, risvegliandosi- nulla di strano.Una... pacifica convivenza. Ognno per conto proprio, insomma-.
Ron sembrò rassicurarsi, ma Hermione non si convinse e proprio quando stava per dire qualcosa, arrivò la cena.
Harry ringraziò mentalmente il cameriere per averlo salvato in tempo.





Dopo la cena, gli amici andarono via e, quando Hermione si avvicinò per abbracciare Harry, gli sussurrò qualcosa all'orecchio.
-Puoi ingannare Ron, non me- disse, e se ne andarono.
Hermione e la sua solita perspicacia.
Mentre camminava, ad Harry venne un'illuminazione. Ripensò alla frase che Hermione aveva detto qualche tempo prima, durante la loro prima cena. ''Non posso fare altro che essere contenta per te''. Hermione aveva già capito tutto, ancora prima che Harry capisse i suoi sentimenti per Draco. Non che fosse strano, certo; Hermione era sempre stata quella più sveglia dei tre.
Era davvero così evidente, quindi? Ma allora, perchè lui non riusciva ancora ad accettarlo?










Ciao gente!!! Sapendo che non avrò la possibilità di aggiornare domani, ho anticipato di un giorno :) bene, il nostro moro è molto confuso e insicuro (che novità, direte voi) e rischia di mandare tutto all'aria; Adam sembra sempre più restio a confessare e beh, Harmione aveva capito tutto fin dall'inizio :) spero che il capitolo vi sia piaciuto, come sempre grazie a chi recensisce e segue la stori!! Baci e alla prossima!!! :)

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Capitolo 10
*** capitolo 9 ***


Harry stava aspettando l'arrivo del direttore al San Mungo. Aveva deciso di occuparsi lui in persona, vista la delicatezza del caso.
Le cose si stavano complicando sempre di più; Adam aveva addirittura detto che Moore sapeva chi fosse stato. Ma come poteva essere possibile?
Il direttore arrivò.
-Buongiorno, direttore- lo salutò Harry, porgendogli la mano e il direttore la strinse.
-Buongiorno, signor Potter. Il signor Moore è sveglio e pronto per l'interrogatorio?-.
-Oh sì, è già stato avvertito-.
Detto ciò, entrarono e Moore li salutò.
-Buongiorno signori. Direttore, ci rivediamo-.
-Così pare. Il signor Moriarty  ha dichiarato che lei conosce i mandanti del suo attacco. Cos'ha da dire a riguardo?-.
-Io dovrei conoscerli?! E' un'assurdità!- sbottò Moore, alterato.
-Eppure il signor Moriarty sembrava piuttosto convinto. Ne è sicuro, signor Moore? Le ricordo che ciò non servirà a migliorare la sua situazione, una volta uscito da qui-.
-Che motivo avrei di mentirle? E' impossibile che io conosca quelle persone-.
-Va bene Moore, ci rivedremo tra qualche giorno, così lei avrà modo di pensare a tutta questa situazione-.
Harry e il direttore uscirono e quest'ultimo, dopo aver salutato Harry, andò via.
Adesso era tutto un bel casino. Come e quando ne sarebbero usciti?






Mentre stava andando via, Harry si sentì chiamare e si voltò. Draco.
-Ciao Draco-.
-Ciao...- Draco sembrava a pezzi. Ed Harry si sentiva un verme; sentiva di averla fatta grossa, stavolta l'aveva fatto soffrire. Adesso erano due le situazioni da cui non sapeva come uscire.
O forse no. In fondo, sarebbe bastato accettare i propri sentimenti e lasciarsi andare. Harry decise di far finalmente uscire fuori il suo coraggio Grifondoro.
-Draco, mi dispiace. Sono stato un idiota. Non volevo farti soffrire-.
-Sai Potter, è strano. Ho problemi con te fin da quando avevo undici anni e ora che ne sono passati più di venti la situazione non è per niente cambiata- disse Draco, mestamente.
-Draco, le cose cambieranno, te lo giuro-.
Draco era perplesso.
-Non riuscivo ad accettare i miei sentimenti a causa della mia maledetta insicurezza. Ho bisogno di te Draco, sempre. Ho bisogno di sentirti vicino e non riesco a sopportare di averti fatto soffrire. Ti prego, fidati di me-.
Draco sembrò pensarci su un attimo.
-E va bene, dannato Potter!- disse Draco ridendo, corse verso di lui e lo baciò con trasporto. 
L'unica cosa che contava, in quel momento, erano loro. Tutto il resto, il San Mungo e Moore  non esistevano, solo Harry e Draco e il loro amore forte, travolgente e perfetto.
-Ti amo, Draco- disse Harry, allontanandosi di poco e guardando il ragazzo negli occhi.
-Ripetilo- disse Draco, con gli occhi che brillavano.
-Ti amo. Ti amo, ti amo, ti amo! Potrei ripeterlo all'infinito-.
Adesso la loro era una dimensione davvero perfetta, lontana dal mondo intero e da tutti i problemi.
Per una volta, Harry sentì che il Cappello Parlante non aveva sbagliato casa.







Harry e Draco erano al solito pub.
-Credi sia possibile che Moore conosca chi lo voleva morto?- 
-Beh, non so. Ci sarà un motivo se Adam ha fatto questa confessione, giusto?- rispose Draco, dubbioso ed Harry annuì.
Seguirono diversi minuti di silenzio.
-Certo però che è strano, la vita di Moore è un bel casino: prima si trova invischiato in una strana storia di intercettazioni, poi si ammala gravemente di una malattia quasi incurabile e poi rischia di essere fatto fuori-.
Harry spalancò gli occhi.
-Ripeti quello che hai detto-.
-Che la vita di Moore è un casino e...-
-No no, dopo-
-Che si trova invischiato in una storia di intercettazioni...?-
-E poi?-.
-E poi rischia di essere ucciso-.
-Bingo!- esclamò Harry. Draco lo guardava smarrito.
-Che vuoi dire?-.
-Prova a immaginare, -iniziò Harry- Moore passa le informazioni alla società rivale, viene scoperto e arrestato; per motivi gravi di salute viene ricoverato al San Mungo e lì la società rivale decide di colpire-.
-In effetti, quadra- disse Draco, pensieroso. 
-Domani devo andare dal direttore del carcere, questo potrebbe significare una svolta radicale nelle indagini-.
-Bravo San Potter, riesci bene quando ti ci metti!- disse Draco, ridendo, facendo ridere anche Harry.
-Però aspetta, -disse Draco- perchè avrebbero voluto ucciderlo?-.
-Lo scoprirò, intanto devo parlarne col direttore- concluse Harry.
Una fioca e debole luce spuntò alla fine di quel tunnel che sembrava infinito.











'Sera Potterheads!!!! Rieccomi con un nuovo capitolo :) Draco ed Harry hanno finalmente capito cosa provano l'uno per l'altro ed Harry sta cominciando a far luce sul caso di Moore :) ringrazio come sempre chi segue, preferisce e recensisce la storia, siete davvero magici!!!!!!!! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, alla prossima!!! Baci :)

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Capitolo 11
*** capitolo 10 ***


Salve gente :) finalmente sono tornata, mi dispiace di non aver aggiornato sabato scorso, ma non ho proprio avuto tempo. Ringrazio sempre chi segue la storia, chi recensisce, chi la inserite tra le preferite o le seguite e anche chi la legge solamente :) sperando che questo capitolo vi piaccia, vi auguro buona lettura e alla prossima!!! Baci :) 









Il Ministro aveva deciso di fissare l'udienza, convocando sia Moore, sia Adam.
Adam perchè era accusato di tentato omicidio e conosceva i mandanti dell'aggressione, doveva solo rivelare i nomi; Moore perchè, a dire di Adam, sapeva molto più di quello che voleva far credere.
Era tutto un ernorme casino.
Per fortuna, aveva chiarito la questione con Draco.
Già, Draco. Da quando stavano insieme, la vita di Harry era cambiata totalmente, LUI era cambiato totalmente.
Lui la vita, però, l'aveva cambiata molto anche a Draco, lui glielo diceva sempre.
Glielo aveva detto per la prima volta un pomeriggio, mentre erano all'attico del ragazzo.
Fuori la pioggia lenta, costante e incessante picchiettava dolcemente sui vetri delle finestre, unendosi al sottofondo creato dal crepitio del fuoco nel camino.
Harry e Draco erano accoccolati sul divano di pelle scuro.
Draco teneva la testa appoggiata alla spalla di Harry, quando la alzò e guardò il ragazzo negli occhi.
-Harry-.
-Dimmi-.
-Grazie- disse Draco, guardando un Harry un po' smarrito negli occhi.
-Per cosa?- chiese Harry, sorridendo.
-Per tutto. Per essere qui con me, per avermi cambiato la vita e per avermi fatto sentire finalmente speciale per qualcuno- rispose Draco, con occhi stranamente più luminosi del solito.
-Beh -rispose Harry, arrossendo lievemente- devo avertela cambiata di certo la vita, Draco Lucius Malfoy non era mai stato così romantico e sdolcinato prima d'ora- concluse Harry, ridendo.
Si pentì subito di quello che aveva detto quando Draco lo colpì con un cuscino.
-Ti conviene tacere, Potter- disse Draco ridendo e facendo ridere di più Harry.
Harry sfiorò con la mano la guancia di Draco, che si abbandonò a quel contatto, poi si avvicinò e lo baciò.
Fu un bacio lento, quasi esasperante, ma dolce e intenso al contempo.
In quel momento, tutto il resto poteva anche non esistere.












Mancavano pochi minuti all'inizio dell'udienza.
Harry era tremendamente nervoso, camminava freneticamente avanti e indietro fuori dall'aula, quando vide il Ministro.
-Buongiorno, Ministro-.
-Oh, buongiorno signor Potter. Nervoso?-.
-Abbastanza-.
-Lo siamo un po' tutti, credo. Nessuno poteva immaginare che la situazione avrebbe preso questa piega. Comunque, credo che faremmo meglio ad entrare in aula-.
-Certo-.
Entrarono ed Harry prese posto. Un minuto dopo entrò Adam, che guardava implorante Harry, scortato da due guardie e Moore, a cui era stato concesso, da Draco in persona, il permesso di uscire dall'ospedale per l'udienza.
Moore fu il primo ad essere interrogato.
-Bene signor Moore. Il qui presente Adam Moriarty, sostiene che lei conosca chi ha commissionato la sua aggressione. E' così?-.
-No, signor Ministro-.
-Eppure, il signor Moriarty sostiene che dovremmo riaprire il caso delle intercettazioni in cui lei era coinvolto-.
-Le assicuro che non ho idea di cosa lei stia parlando!- disse Moore, un po' alterato.
-Va bene, va bene, signor Moore. Può bastare. Signor Moriarty, si avvicini, per favore-.
Adam si alzò, tremando, e si sedette sulla sedia posta al centro dell'aula.
-Allora, signor Moriarty. Come ha potuto ben vedere, Il signor Moore nega ciò che lei ha affermato. Ha qualcosa da dire in merito? Magari... dei nomi?-.
Adam assunse un'espressione sconsolata e, sospirando, decise di vuotare il sacco.
-E va bene, ho dei nomi: Ralph MecKenzie e Robert Isaacs-.
-Ma... non erano coinvolti nello scandalo delle intercettazioni?- disse il Ministro con gli occhi sbarrati.
Nell'aula si levò un brusio concitato, soprattutto tra i membri del Wizengamot.
-Gliel'avevo detto, signor Ministro- disse Adam, con espressione ovvia.
-Ma questo è assurdo!- urlò Moore.
-Signor Moore, si calmi! L'udienza è rinviata al giorno 13 novembre, alle ore 10-.
Alcune guardie scortarono Adam ad Azkaban e altre cercarono invano di calmare Moore e riportarlo al san Mungo.
Quella lunce in fondo al tunnel che sembrava si stesse spegnendo del tutto stava forse per riaccendersi?

 

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Capitolo 12
*** capitolo 11 ***



Harry e Draco erano fuori a cena in un piccolo ristorante al centro di Diagon Alley.
-Allora, com'è andata l'udienza oggi?-
-Beh, diciamo bene, -iniziò Harry- Adam ha fatto i nomi e in effetti sono proprio quei due i mandanti, i tizi che erano coinvolti nel caso delle intercettazioni con Moore-
-Allora è tutto risolto, no?- chiese Draco.
-Non credo proprio, quei due saranno interrogati e ci sarà l'altra udienza- rispose sconsolato Harry.
-Hey, -disse Draco, prendendogli la mano- si risolverà tutto, devi solo avere un po' di pazienza-
Harry annuì, sorridendo.





Harry era stato convocato ad Azkaban dal direttore per discutere del caso di Adam.
-Voleva parlarmi del caso- iniziò Harry.
-Esattamente. Abbiamo deciso di interrogare Isaacs e McKezie-
E... ?
-Ha bisogno del mio aiuto?-
-Vorrei davvero che lei fosse presente signor Potter, lei ci è di grande aiuto per questo caso-
Harry sospirò.
-Va bene, ci sarò-
-Perfetto, allora possiamo andare-




Quando i due arrivarono nella stanza dell'interrogatorio, c'era già un uomo al tavolo e in un angolo una guardia.
-Buongiorno, signor McKenzie- lo salutò il direttore, ma quello non rispose.
-Allora, ci è giunta voce che lei e il nostro amico Isaacs abbiate tentato di uccidere Oliver Moore-
-Quel maledetto ha confessato?!- urlò McKenzie, battendo i pugni sul tavolo.
-Parla forse di Adam Moriarty?-
-Sì- rispose McKenzie, abbassando gli occhi.
-Perchè l'avete fatto?-
McKenzie lanciò un'occhiata fugace al direttore e poi distolse di nuovo lo sguardo.
-Le consiglio di parlare, peggiorerà la situazione se non confessa- disse il direttore, ma quello continuò a stare zitto.
-Va bene McKenzie, tutto salterà fuori, anche se lei non si decide a parlare- concluse il direttore, uscendo.
-Cosa ha in mente di fare?- chiese HArry.
-Se lui non vuole parlare, sono sicuro che non lo farà nemmeno Isaacs. Aspetteremo l'udienza, intanto cerco di scoprire qualcosa. Ah grazie signor Potter, non la trattengo oltre e se le viene in mente qualcosa, non esiti a dirmelo. Anche io le manderò un gufo, in caso dovessi avere nuove notizie. Arrivederci-
-Arrivederci- rispose Harry, stringedogli la mano, e andò via.
Ma perchè si dovevano sempre aggiungere problemi su problemi.





Quando Harry arrivò a casa, decise di scrivere a Draco.


Indovina? McKenzie, uno dei mandanti, non ha confessato. Il direttore vuole aspettare fino alla prossima udienza. Non ha voluto interrogare Isaacs, secondo lui se McKenzie non ha voluto confessare, di sicuro sarebbe stato lo stesso con lui.
Non vedo l'ora che arrivi quell'udienza.





Chiuse la lettera, la legò alla zampetta di Edvige e aspettò la risposta.
La lettera di Draco arrivò mentre Harry stava cenando. Finita la cena, la lesse.


Sai che non sono mai stato d'accordo con i metodi di Voldemort, ma riusciva far confessare sempre tutti. Scherzi a parte, te l'ho detto devi avere pazienza. Dai tempo al tempo.


Harry rise. Per quanto il carattere spigoloso di Draco si fosse un po' smussato negli anni, rimaneva sempre un Serpeverde incallito. E forse, lo amava anche per questo.

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Capitolo 13
*** capitolo 12 ***


Il fatidico giorno era arrivato.
 Harry sperava con tutto sè stesso che fosse l'ultima udienza. Quel giorno, McKenzie e Isaacs sarebbero stati sottoposti a processo e , sperava con tutto il cuore, condannati.
Arrivato al Ministero, si recò subito nell'aula in cui si sarebbe svolta l'udienza. Entrando, vide come sempre il Ministro, che lo salutò con un cenno del capo, e il Wizengamot schierato dietro di lui.
Prese posto e aspettò; qualche secondo dopo, entrarono Adam, Moore, McKenzie e Isaacs, scortati da funzionari del Ministero.
Il primo ad essere interrogato fu McKenzie.
-Signor McKenzie, lei ha ammesso di aver commissionato, con la collaborazione di Robert Isaacs, l'omicidio di Oliver Moore al qui presente Adam Moriarty.-
-Sì, è vero.-
-Perchè l'ha fatto?-
Silenzio. Gli occhi di tutti erano puntati su McKenzie, seduto al centro dell'aula, con un espressione non preoccupata, bensì quasi compiaciuta.
-Le ripeto la domanda: perchè l'ha fatto?-
Ancora silenzio.
-Va bene. Perchè ha scelto proprio il signor Moriarty? Perchè non il giovane Philips? Del resto, lui era un Auror da molto meno tempo di Moriarty, sarebbe stato tutto molto più facile-
-Si sbaglia- rispose McKenzie, riscuotendosi dal suo silenzio e alzando lo sguardo verso il Ministro, guardandolo con aria di sfida con i suoi penetranti occhi azzurri.
-Ci illumini- rispose il Ministro, mostrando un certo interesse, vero o presunto che fosse.
-''Il giovane Philips'' è ancora troppo inesperto ed estraneo all'ambiente del Ministero. Il che, ovviamente, avrebbe complicato di molto le cose.-
-Quindi, si sarebbe rivolto al signor Moriarty per la sua esperienza.-
-Esattamente.-
-Le va di dirci il motivo?-
McKenzie sostenne ancora lo sguardo del Ministro, sfidandolo e ricominciando a tacere.
Il Ministro scosse la testa, rassegnato.
-Si avvicini Robert Isaacs.-
Isaacs si alzò dal banco di legno scuro e si sedette al centro dell'aula.
-Allora signor Isaacs, lei pensa di poterci dire il motivo per cui volevate uccidere il qui presente Oliver Moore?-
Dopo una manciata di secondi passati a rifletterci su, Isaacs scosse la testa, facendo ondeggiare i lunghi capelli neri e sospirò.
-Sì.-
-Bene, cominci allora.-
-Moore collaborava già da tempo con noi passandoci le informazioni. Ad un certo punto aveva deciso di ritirarsi, diceva di aver sentito che qualcuno sospettava che lui fosse invischiato in faccende ''sospette'' e che questo avrebbe compromesso per sempre la sua carriera.- Isaacs fece una pausa.
-Volevate vendicarvi perchè aveva rivelato tutto?- chiese il Ministro.
-Oh no, lui non ha rivelato niente. Volevamo solo vendicarci. In fondo, è stato per un suo errore che avete scoperto tutto. Avevamo intenzione di colpire quando era rinchiuso ad Azkaban, ma poi si è ammalato inaspettatamente e abbiamo dovuto cambiare i nostri piani.-
-Bene, bene. Scommetto anche che la lunga permanenza al San Mungo abbia giocato a vostro favore.-
-Ecco, c'è dell'altro.-
-Parli, allora.-
-Abbiamo fatto in modo che la salute di Moore non migliorasse. Abbiamo aspettato il momento opportuno.-
-Voi avete impedito a Moore di guarire? Ma come?-
Isaacs provò ad alzare lo sguardo verso il Ministro, ma lo riabbassò subito. Bel coraggio, pensò Harry. Gli ricordò molto Lucius Malfoy.
-Era Moriarty, signore. -disse Isaacs, quasi in un sussurro- E' sempre stato Moriarty.-
-Mi sta dicendo che il signor Morarty ha collaborato con voi fin dall'inizio?-
-Sì, signore.-
Il Ministro sospirò sconsolato.
-Va bene. Se non ha altro da aggiungere, vorrei ascoltare Moriarty.-
Isaacs si alzò, lasciando il posto ad Adam e si sedette accanto a McKenzie, che gli rivolse un'occhiata come se lo volesse incenerire con lo sguardo.
-Signor Moriarty, perchè non ci ha detto che collaborava fin dall'arrivo di Moore al San Mungo?-
Ma Adam non rispose, si limitò ad abbassare lo sguardo.
-Quanto ha ricevuto da McKenzie e Isaacs?-
-800 galeoni, signore- rispose Adam.
Il Ministro sbarrò gli occhi e scosse la testa, ma si ricompose subito.
-Dichiaro Ralph McKenzie e Robert Isaacs colpevoli in quanto mandanti di un omicidio. Dichiaro invece colpevole Adam Moriarty, per complicità di reato e tentato omicidio.-
Harry si voltò subito verso Adam, che sembrava stesse per scoppiare in lacrime. Gli dispiaceva per lui. Sapeva che non l'aveva fatto di sua spontanea volontà, ma la legge era legge e così doveva andare.
Mentre i funzionari scortavano Adam e gli altri fuori dall'aula, McKenzie si bloccò a metà strada.
-C'è dell'altro. Mi riferisco a voi, membri del Wizengamot.-
Tutto il Wizengamot si drizzò per ascoltare meglio e il Ministro impallidì.
-C'è un'altra persona coinvolta in questa faccenda.-
-Signor McKenzie, che sta succedendo?!- chiese il Ministro agitato, quasi urlando.
-Di chi si tratta?- chiese con voce ferma un membro del Wizengamot.
McKenzie sorrise; un sorriso strano, sadico e vendicativo.
-August Fletcher.-
Calò il silenzio totale. Nel giro di un secondo, gli occhi di tutti i presenti nell'aula furono puntati sul Ministro della Magia.

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Capitolo 14
*** Epilogo ***


Rieccomi genteeeeee!!!!!!!!!! Perdonatemi per il ritardo nelle ultime settimane, ma non ho avuto proprio tempo. Allora, eccoci giunti alla fine di questa meravigliosa avventura :) vi ringrazio tutti quanti per il supporto che avete dato a questa storia e per averla seguita fino a questo punto :) grazie a tutti, siete stati magici!!!! Un miliardo di baci :********* giny







Dopo l'ultima udienza e la conseguente dichiarazione di McKenzie riguardo alla colpevolezza del Ministro, Harry pensò che la situazione si sarebbe complicata ulteriormente; per fortuna, invece, le cose si risolsero prima del previsto.
McKenzie, Isaacs e Adam erano ormai stati condannati: Adam avrebbe scontato 5 anni ad Azkaban e gli altri due avrebbero finito di scontare gli anni per la questione delle intercettazioni.
Quanto al Ministro, lui avrebbe trascorso ad Azkaban 10 anni, con conseguenziale destituzione dall'incarico.
Il nuovo Ministro, Pheneas Coleridge, ispirò ad Harry molta fiducia, sperò solo che non si trattasse dell'ennesima fregatura.
Dopo l'elezione di Coleridge, Harry chiese dei giorni liberi; dopo tutto quello che era successo, aveva bisogno di stare con Draco, di staccare la spina per un po' e di godersi le imminenti vacanze natalizie.

Per ciò che riguarda le vacanze di Natale, Harry si trovò davanti ad un altro, enorme problema.
Infatti, una sera, aveva ricevuto una lettera da Ron.




Ciao Harry! Io ed Hermione volevamo invitarti da noi il giorno di Natale. Mamma, papà e i gemelli andranno da Charlie in Romania e Billy andrà con Fleur in Francia, quindi abbiamo deciso di organizzare tutto a casa nostra, ci sarà anche Ginny.
Ron

P.S. puoi usare la Metropolvere per venire




Quando lesse la lettera, la mente di Harry iniziò a lavorare freneticamente. Avrebbe dovuto dirlo a Draco, che avrebbe strabuzzato elegantemente gli occhi e gli avrebbe detto ''Potter, stai scherzando, vero?'', riusciva già ad immaginarlo. Ron sarebbe morto sul colpo, Hermione sarebbe rimasta senza parole, ma avrebbe cercato di riportare la situazione alla normalità.
Ginny... be', Ginny sarebbe rimasta un po' scossa, ma sarebbe durato poco. Forse.
Comunque, il problema di Draco rimaneva. E non sarebbe stato facile dirglielo.






Era il 23 dicembre, Harry e Draco stavano passeggiando tranquilli, approfittando della rara giornata di sole.
-Draco, volevo dirti una cosa- iniziò Harry.
-Dimmi, non devi mica chiedermi il permesso di parlare- disse Draco, sorridendo.
-Ehm... avrei dei progetti per il giorno di Natale- continuò Harry, cauto.
-Ah sì? Di che si tratta?- chiese Draco, interessato.
Harry non sapeva se continuare o meno. Ormai non poteva più tornare indietro.
-Ron ed Hermione ci hanno... mi hanno invitato a casa loro per Natale. Chiaramente, loro non sanno di noi e... be', ci sei anche tu- rispose Harry, tutto d'un fiato.
Come previsto, Draco strabbuzzò gli occhi.
-Potter, stai scherzando, vero?-
Ecco, appunto.
-Sapevo che avresti risposto così...-
-Hey, non fraintendermi, è solo che...-
-...che non ti va, lo so.- disse Harry, sconsolato.
-Va bene, d'accordo, andremo da Weasley a Natale- rispose Draco, sbuffando.
-Davvero?- Harry si illuminò, non riusciva a crederci.
-Sì Potter, davvero. So che ci tieni e dato che mia madre non è a Londra possiamo andare da loro-
-Grazie- disse Harry, abbracciando Draco.
-Okay okay Potter, ma non in mezzo alla strada-
Harry rise e si allontanò. Non avrebbe potuto essere più fortunato.







Arrivò il giorno di Natale. Fuori la neve cadeva lenta e leggera e durante la notte aveva ricoperto tutto con uno strato sottile e soffice.
Draco era a casa di Harry, entrambi si trovavano davanti al camino, pronti per andare a casa di Ron.
-Pronto?- chiese Harry.
Draco rispose con un cenno poco convinto della testa e si prepararono ad andare.
In un attimo furono a casa Weasley. Ron ed Hermione si precipitarono subito in salone e accolsero calorosamente Harry.
-Ciao ragazzi!- li salutò.
Gli amici si resero conto solo in un secondo momento della figura sottile e immobile che stava a pochi passi di distanza da Harry.
Harry passò rapidamente lo sguardo da Ron a Draco a Hermione un paio di volte, in ordine sparso, temendo il peggio.
-Malfoy- disse Hermione, in un soffio. Ron era ancora sotto shock.
-Ciao Granger- rispose Draco, cercando di essere più gentile possibile.
Harry decise che era meglio intervenire.
-Okay, ragazzi, ehm… Io e Draco… Cioè, Draco è qui perché…-
I ragazzi sollecitarono, o meglio, Hermione sollecitò Harry a continuare, Ron era ancora imbambolato.
-….perchè stiamo insieme- concluse Harry, come se avesse affrontato una fatica immane.
-Be’, a questo punto dobbiamo considerarti ‘’della famiglia’’- disse Hermione, rivolta a Draco.
Il ragazzo la guardò come fosse un’aliena.
-Dici sul serio?-
-Dico sul serio, sì- rispose Hermione e, inaspettatamente, abbracciò Draco.
Il biondo restò interdetto, ma poi ricambiò l’abbraccio, invaso da una massa di capelli ricci.
Quando si allontanò, Hermione guardò Ron, che non sembrava intenzionato a muoversi.
Ron si riscosse dal suo torpore e, sbuffando, porse la mano a Draco, che la strinse, tutto sotto lo sguardo sconvolto di Harry.
Qualche secondo dopo, si sentì un rumore provenire dal camino. Ginny e Mark uscirono dal camino.
-Salve a tutti- disse Mark.
-Ciao Ginny!-
-Ciao Hermione, che è successo a mio fratello?-
-Puoi vedere tu stessa- disse Hermione, sorridendo e guardando Draco.
Ginny rimase a bocca aperta.
-Ginny, -iniziò Hermione- da questo momento in poi abbiamo un nuovo ‘’familiare’’-
Ginny sembrò non capire subito, ma poi realizzò ciò che l’amica aveva detto.
-Oh be’, m-mi fa piacere per voi- disse, accennando un sorriso.
-Okay ragazzi, penso che tutti quanti stiate aspettando il pranzo!- disse la riccia, dirigendosi verso la cucina. Sarebbe stato un Natale molto particolare.

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