Semplicemente Jennifer

di Giulii_Malik_Stylinson
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9-Fine ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Jennifer Malik, figlia di Zayn e Anastasia Malik: i famosi cantanti, idoli di migliaia di persone. La più piccola dei tre figli della celebre coppia.
Jennifer aveva diciassette anni e frequentava il quarto anno ad uno dei licei migliori di Seattle, lo stesso nel quale andava sua sorella Linda, stesso che aveva frequentato suo fratello Lucas. Jennifer non era la solita ragazza viziata che tutti si aspettavano, essendo figlia di due persone così famose. Lei a scuola rasentava al sei in ogni materia, non frequentava la chiesa o merdate varie, anzi bestemmiava dalla mattina alla sera. Passava le giornate ascoltando musica, suonando la chitarra elettrica o disegnando.
Jennifer aveva preso dal padre la passione per i tatuaggi, anche se fino a quel momento le era stato permesso di farne solo uno per Natale.
Essendo cresciuta in una famiglia in cui la musica era tutto, anche lei trovò nella musica la felicità; all'età di sette anni chiese ad Harry (il migliore amico dei suoi genitori, nonchè uno dei padri della ragazza che detestava di più in assoluto) di insegnarle a suonare la chitarra elettrica. A scuola Jennifer era ritenuta un maschiaccio e fin dal primo anno venne etichettata come "ragazza viziata" o "la figlia del duetto famoso in tutto il mondo.".
La ragazza odiava quella scuola, odiava vivere in quella città o in qualunque parte in cui il suo cognome venisse riconosciuto.
All'età di diciotto anni aveva intenzione di prendere il cognome della madre, che era un po' meno noto rispetto a quello del padre, fregandosene altamente della reazione dei genitori.
All'età di diciotto anni avrebbe fatto in modo di dare una svolta alla sua vita, non sarebbe più stata "Jennifer, la figlia di Zayn e Anastasia" ma semplicemente JENNIFER.

NOTE DELL'AUTORE: ciao a tutti! Per chi non mi conoscesse, per chi non ha letto la mia prima storia, io sono Giulia! Questa storia è un sequel un po' particolare, in quanto non è necessario leggere l'altra storia prima di leggere questa. Sto un po' andando a tentativi con questa storia, voglio provare a scrivere di qualcosa che è diverso da me, quindi spero sarete compresivi ahahah spero che questa piccola anticipazione vi sia piaciuta e che continuerete a leggere la storia, se tutto va benem domani metterò il primo capitolo! Un bacio e alla prossima, Giuli
 

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


"Amore svegliati! Dobbiamo andare a pranzo dalla zia Eva" mi sentii chiamare dolcemente, che merda.
"Quante volte ti devo dire di non chiamarmi amore? E poi Eva non è mia zia" risposi secca alzandomi dal letto.
Volevo bene a mia madre, anche se odiavo nove volte su dieci il suo comportamento. Andai in bagno senza nemmeno aspettare che dicesse qualcosa. Come ogni domenica avremmo pranzato con quelli che mia madre e mio padre chiamavano "famiglia", anche se di famiglia non avevano proprio niente. Erano semplicemente i loro migliori amici, con i rispettivi figli.
L'unica cosa positiva era che ci sarebbe stato anche Lucas, mio fratello nonché migliore amico. Con lui avevo sempre avuto un bel rapporto fin da quando ero piccola, mi difendeva sempre, credendo nelle ragioni per cui facevo qualcosa. Dopo essermi fatta una doccia raggiunsi i miei genitori in soggiorno, erano seduti sul divano così mi buttai sulla poltrona a peso morto.
"Jenny piano, così ti fai male" mi riprese mia madre, alzai gli occhi al cielo. Dopo poco scese Linda, vestita di tutto punto.
"Buongiorno mamma, buongiorno papà!" Cantilenò abbracciandoli.
 -Che idiota. Sembra una bambina rincretinita- pensai
"Lucas dov è?"chiesi senza alzare gli occhi dal telefono.
"Ci raggiunge direttamente a casa di Eva e Niall" rispose mio padre.
Perfetto, aspettavo solo lui!
Dopo due ore eravamo tutti a casa di Eva e Niall. Mia sorella era sul divano a blaterare con la sua migliore amica, Jade. Figlia adottiva di Harry e Louis.
Jade era stata la mia migliore amica fino all'età di dodici anni, poi quando mi rubò il ragazzo e diventò la migliore amica di mia sorella capii come era davvero e smisi di parlarci.
A volte uscivo con mio padre e Harry. Se dovevo scegliere tra l'andare a fare shopping con mia madre ed Eva, o l'andare a vedere mio padre ed Harry farsi qualche tatuaggio, preferivo di gran lunga la seconda scelta.
Nel negozio di tatuaggi dove andavamo per abitudine aveva da poco iniziato a lavorare un ragazzo nuovo, che all'incirca avrà avuto tre o quattro anni in più di me. Da quel che avevo capito in suo nome era Christian. Aveva gli occhi verde scuro e i capelli ricci, tipo quelli di Harry. Che poi, ad Harry ci somigliava davvero tanto!
"Allora Je, che mi racconti?" Chiese Harry sedendosi accanto a me sul dondolo in veranda.
"Che voglio farmi il secondo tatuaggio! Mi aiuti a convincere i miei?"
Con Harry avevo un bel rapporto, l'unico bel rapporto che avevo in mezzo a quella fantomatica famiglia, mio fratello escluso ovviamente. Fin da quando ero piccola mi aveva aiutato in molte cose, e quando mio padre mi insegnava qualcosa di nuovo lui era sempre presente, come una sottospecie di supporto morale e fisico. Tra tutti era l'unico che consideravo davvero come uno zio.
"Hai fatto da poco il primo! Ma penso di poterti aiutare! Cosa vuoi tatuarti questa volta?"
 "Il nome di Lucas sul braccio" sorrisi
"Mi piace, penso piacerà anche a Zayn e Ana"
"Smettila di chiamare così mia mamma in mia presenza, lo sai"
"Perché ti da così fastidio?"
"È troppo dolce" gesticolai.
Lui si mise a ridere e lo feci anche io.
"Andiamo a mangiare! Che ne dici di metterti seduta vicino a tua sorella e Jade per una volta?"
Lo fulminai con lo sguardo e alzò le mani in segno di difesa.
"Scusa, scusa sto zitto! Mettiti pure vicino a me allora"
"Con affianco mio fratello" sorrisi a mia volta
"Chi vi separerà mai voi due?"
 "Nessuno!" Ed entrammo, continuando a ridere e scherzare. Eravamo seduti all'enorme tavolo, quando finalmente arrivò mio fratello. Linda gli saltò subito al collo, facendo una gran scena.
 -Ridicola- pensai.
Salutò tutti, poi finalmente si sedette vicino a me. Lo baciai sulla guancia.
"Mi sei mancato Luc" sussurrai. Non mi piaceva far vedere che anche io sapevo essere dolce.
 "Anche tu Jenny"
 "Lasciò passare il fatto che mi hai chiamata Jenny solo perché non ti vedo mai" lo colpii lievemente sul braccio. Mi sorrise in tutta risposta e iniziammo a parlare. Mi raccontò che all'università andava tutto alla grande, nonostante i suoi coinquilini, Nick e Sam, non facevano che portare gente a casa distraendolo dallo studio.
"Aspetta che finisco il liceo, poi ci troviamo una casa nostra" dissi convinta
"Non vedo l'ora sorellina. Tu che mi racconti?"
"Spero di riuscire a convincere mamma e papà, ma credo che a breve andrò a fare il secondo tatuaggio"
"Pregherò per te allora! Che vuoi farti stavolta?"
"È una sorpresa!"


NOTE DELL'AUTORE: Eccomiiiiii, in anticipo! ahahahah! stasera sto sclerando, vorrei mettervi le foto dei protagonisti ma non ci riesco, se qualche 'stiano mi fa la cortesia di aiutarmi glie ne sarei grata ahahahaha! Tornando a noi! So che l'inizio è noioso, ma vorrei descrivere per bene ciò che la mia mente contorta immagina e non è facile! Per un altro capitolo la storia sarà incentrata su questo benedetto tatuaggio, ma ne capirete il motivo! Spero vi piaccia, tenetevi pronti perchè ho già qualche sorpresa in testa, muahahaha okay no! Vi lascio stare ahahahah
alla prossima,
Giuli!
Ps: La protagonista, Jennifer,
nella mia testa ha l'aspetto di Miley (più o meno) ma la Miley di un paio di anni fa, ricordate?
Tipo ai tempi di Can't Be Tamed, ma con i capelli rossi, il piercing al naso, al sopracciglio e al labbro, e con qualche tatuaggio!
Non pensate che l'ho rovinata, vi prego, era per darvi un idea di come mi immagino Jennifer!
Adesso me ne vado davvero, ciaoooo!

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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


Erano passate due settimane, due settimane lunghissime in cui facevo di tutto per convincere i miei genitori a farmi fare il secondo tatuaggio.
Era un sabato pomeriggio e sarei andata con mio padre ed Harry nel negozio di tatuaggi, Harry aveva deciso di farne un altro. Credo che quello sarebbe stato il tatuaggio numero venticinque, Harry era il mio mito!
"Jennifer sei pronta?" Urlò mio padre dal piano di sotto.
"Si, arrivo" corsi giù dalle scale senza una scarpa e la infilai al volo, misi il giubbino di pelle ed ero pronta. Harry ci stava aspettando in macchina.
"Ciao fratello! Ciao Je!" Fece lui appena salimmo entrambi.
"Ciao Hazz" disse mio padre dandogli una pacca sulla spalla.
"Allora, che tatuaggio ti fai questa volta?" Chiesi curiosa.
"La firma di Lou" sorrise fiero
"Bella scelta!" Arrivammo al negozio e mentre Harry si faceva fare il tatuaggio, mio padre era nella stanzetta con lui.
Io ero all'ingresso a guardare i cataloghi delle calligrafie, avevo già scelto quella che avrei usato per il tatuaggio, ma nonostante quello mi piaceva curiosare.
"Je" mi sentii chiamare così raggiunsi mio padre nella stanzetta.
"Dimmi"
"Che ne dici di prenotare il tatuaggio?" Disse lui. Spalancai gli occhi sorpresa
"Davvero? Oddio grazie" lo abbracciai.
Mi staccai subito.
-l'ho fatto davvero?- mi domandai da sola
"tu che mi abbracci? Un miracolo" disse mio padre ridendo.
"Scusate se mi intrometto" disse James, il tatuatore "Jennifer, se vuoi intanto vedere quando puoi farlo e discutere del modello e tutto il resto, vai da Christian! Al momento è libero" Annuii e andai a cercare il ragazzo.
Lo trovai fuori mentre fumava.
"Ehm, scusa!" Dissi per attirare la sua attenzione.
"Dimmi tesoro" sorrise il ragazzo
"Non chiamarmi tesoro" mi irrigidii "mi hanno mandata da te per prendere un appuntamento e definire i dettagli per il tatuaggio"
"Certo, seguimi" entrò e feci come mi aveva detto.
Entrò in una specie di studio e aprì un agenda enorme.
"Quando vuoi farlo?"
"Il prima possibile"
"Ho due ore anche ora se vuoi, tesoro" calcò l'ultima parola e lo fulminai.
"Aspetta un attimo" mi girai e andai da mio padre.
"Ha tempo anche ora, posso?"
"Adesso?" Chiese papà incerto
"Eddai Malik, faglielo fare! Vedrai che ti piacerà" disse Harry facendomi l'occhiolino.
Mio padre accettò, lo ringraziai e ricambiai l'occhiolino a Harry, poi tornai da Christian. "Adesso si può fare"
"Cosa vuoi tatuarti e dove?" Tirai fuori dalla tasca dei jeans un foglio stropicciato e glie lo diedi.
"Nell'avambraccio, abbastanza grande da ricoprire tutta la parte interna" dissi convinta.
Lui annuì e mi portò in un altra stanza, mi fece sedere sulla poltrona.
"Togli il giubbino e se hai una maglia con le maniche lunghe, togli anche quella."
Tolsi ciò che disse e rimasi in reggiseno, senza problemi.
Dopo aver disinfettato il braccio e tutto ciò che gli serviva iniziò il suo lavoro. Non vedevo l'ora di farlo vedere a Lucas. Dopo un po' Christian ruppe il silenzio.
"Lucas quindi" affermò concentrato.
Annuii.
"Il tuo ragazzo?"
"Mio fratello"
"Oh, beh è una cosa dolce" sorrise.
"Io non sono dolce. Lo faccio perché mi piaceva l'idea e perché voglio bene a mio fratello" affermai acida.
Non rispose, mi sorrise solamente scuotendo la testa.
"Che hai da sorridere?" Chiesi scocciata.
"Sei una ragazza con le palle! Quanto anni hai tesoro?"
"Ti ho già detto di non chiamarmi tesoro" lo guardai male "Comunque ho diciassette anni"
"Sembri più grande! A quando i diciotto?"
"Tra due mesi, e tu cominci a fare troppe domande" Sorrise di nuovo.
-cazzo che sorriso- pensai, poi mi presi a sberle mentalmente.
"Mi piaci ragazza"
"Adesso parlami di te, tesoro" ignorai la sua ultima frase e calcai l'ultima parola imitandolo.
Fece una specie di sbuffo divertito.
"Cosa vuoi sapere?"
"Quanti anni hai?"
"Venticinque"
"Come il numero dei tatuaggi di Harry" dissi più a me stessa che a lui. Il ragazzo mi guardò, poi scossi la testa.
"E cosa fai oltre a lavorare qui?"
"Mi piace suonare la batteria e andare in moto, quindi suono la batteria e vado in moto"
-Sempre più interessante il ragazzo-
"A te cosa piace fare?"
"Mi piace disegnare e suonare la chitarra elettrica, o basso, o chitarra acustica" sorrisi fiera dei miei interessi.
"Che ti piace disegnare lo avevo capito dal foglio che mi hai dato prima, il disegno sul retro del foglio è davvero fantastico"
-Cazzo, mi ero dimenticata di quel disegno-
 "Quindi ti piace la musica" continuò.
"Sono cresciuta in una famiglia che vive di musica, era quasi scontato" feci un sorriso falso.
 "Non ti piace molto la tua famiglia eh?"
"Sei invadente!" Dissi irritata.
"L'ho detto prima, mi piaci! E mi piacerebbe conoscerti meglio, magari fuori da qui"
Ci pensai su un po'.
-mi sta chiedendo di uscire, ed è un figo-
"Se mi fai fare un giro in moto risponderò a qualche tua domanda" sorrisi spavalda.
"Andata! A che scuola vai? Lunedì ti passo a prendere"
"Alla Lincoln"
"A che ora esci?"
"Alle 13"
"Ci vediamo il tesoro, qui ho finito" mi guardò fiero del suo lavoro, e probabilmente anche del fatto che sarei uscita con lui.
 -Se spera in una relazione, spera male-
Guardai il tatuaggio e mi piacque ancora di più rispetto al disegno.
"Sei bravo" dissi mentre mi avvolgeva la carta lucida sul tatuaggio.
"Lo so"
"A Lunedì" lo salutai.
"A lunedì" Risi e scossi la testa, infilai la maglietta e dopo aver preso il giubbino andai da mio padre.
Riuscii a tenere nascosto il tatuaggio fino al giorno dopo, non volevo farlo vedere a nessuno se prima non lo aveva visto Lucas. Eravamo a casa di Harry e Louis, ogni domenica cambiavamo casa, giusto per fare a turno, ed eravamo tutti seduti a tavola. "Luc, vieni un attimo" dissi alzandomi, lui mi seguì.
"Dimmi Je" Alzai la manica, scoprendo il tatuaggio.
"Dio, è bellissimo! Sei fantastica sorellina" mi abbracciò "ti voglio bene"
"Anche io Luc, ma ora staccati, lo sai che non amo gli abbracci".


NOTE DELL'AUTORE:
Ciaoooooo! Scusate se pubblico solo ora, avrei pubblicato anche stamattina ma il mio adorato telefono non ne voleva sapere! Finalmente la parte incentrata sul tatuaggio è finita, cioè non finalmente ma vabè avete capito ahahahah sto impazzando! Il capitolo che pubblicherò domani spero vi lascerà con la bocca aperta e secca, okay non devo dirvi nulla, me lo ero promesso! Fatemi sapere di cosa ne pensate dei capitoli, mi servirebbe e mi piacerebbe molto!
Alla prossima,
Giuli

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Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


Lunedì

Finalmente la campanella dell'intervallo suonò, così mi precipitai fuori dall'edificio per fumarmi una sigaretta.
Andai sul retro, sicura che almeno li non avrei incontrato Linda. I miei genitori non sapevano che fumavo, solo Lucas e Harry lo sapevano. Con Harry mi ero addirittura fumata la mia prima canna, credo che non lo abbia detto nemmeno a Louis.
"Malik" mi sentii chiamare, così mi voltai nascondendo la sigaretta.
"Wilson" dissi come sollevata, portando di nuovo la sigaretta alla bocca.
"Che vuoi?" Mi irritava la presenza di quel ragazzo.
"Cosa fai sabato sera?"
"Di sicuro non esco con uno come te"
"E dai, volevo portarti in un locale nuovo" mi prese la sigaretta dalla mano e fece un tiro.
"Io non esco con quelli come te, vuoi solo farti vedere con me perché sono figlia di due persone famose"
"Ci guadagnano tutti e due"
Lo guardai interrogativa.
"In cosa ci guadagno io?"
"Ti fai una bella scopata rilassante con il sottoscritto, direi che ci guadagni molto"
feci la faccia disgustata.
"Solo se fossi disperata verrei a letto con te, scordatelo" nel frattempo la campanella era suonata, così tornai dentro.
Dopo due ore di storia ero libera di uscire da quella prigione. Aspettai affianco al mio armadietto che uscissero tutti. Linda si fermò accanto a me, chiedendomi come ogni giorno se tornavo con lei in macchina o in autobus. Le dissi che non sarei tornata per pranzo e per mia fortuna non fece domande. Una volta che i corridoi erano vuoti mi avviai al parcheggio di fronte alla scuola dove Christian mi stava aspettando appoggiato ad una moto rossa.
-Wow, è spettacolare quella moto- pensai -e non solo la moto-
Mi avvicinai.
"Ciao"
"Ciao tesoro"
"Devi smetterla di chiamarmi tesoro" lo ripresi scocciata.
"Mi piace vedere la tua reazione"
"La prossima volta ti do un pugno, vediamo se ti piace anche quello" feci un ghigno, lui rispose ridendo. Idiota.
Mi porse un casco e dopo essere salito, aspettò che mi sistemassi e partì.
Dopo quasi un ora che giravamo per la città in moto, Christian prese la strada per andare verso il lago, non molto distante da dove ci trovavamo.
Eravamo seduti sull'erba a parlare, era davvero insistente quel ragazzo.
"Avevi detto che avresti risposto alle mie domande!" Protestò.
"Avevo detto che avrei risposto a qualche domanda" puntualizzai.
"Eddai!" Insistì.
"Uff, va bene" roteai gli occhi.
"Non ti piace la tua famiglia?"
"Perché questa domanda?"
"Sabato mentre dicevi di esser cresciuta in una famiglia per cui la musica era tutto, non mi sembravi convinta"
"Non è che non mi piace la mia famiglia, solo, non mi sento parte di essa a volte" Mi guardò come per incitarmi a continuare.
"Sono tutti dei perfettini" mi misi a ridere.
"Spiegati"
"Che palle!" Sbuffai "l'unica persona che non sopporto è mia sorella, per il resto direi che i miei genitori non sono così male! Con mio padre ho diversi interessi in comune, escludendo la musica! A tutti e due piace viaggiare, mentre mia mamma e Linda lo odiano. Ci piacciono i tatuaggi e i piercing, è grazie a lui che ho tutti questi piercing e i due tatuaggi! Poi beh, mio fratello è la mia vita!" Sorrisi.
"Quanti anni ha tuo fratello?"
"É più piccolo di te di un anno"
"Ai ai! E tu permetti ad uno più grande anche di tuo fratello di portarti fuori?" Scherzò.
"Non sono mai stata brava a distinguere le cose giuste da quelle sbagliate, ma questa non mi sembra sbagliata! Non c'è niente di male" ero seria.
Lui si ricompose e mi guardò.
Distolsi lo sguardo e mi stesi, osservando il cielo che prometteva pioggia.
"Come mai volevi conoscermi così tanto?" Domandai.
"Sei intrigante, in tutti i sensi" si stese accanto a me.
Sbuffai facendo una smorfia di disappunto.
"Che c'è?" Chiese.
"Non mi ritengo una ragazza interessante"
"Lo sei"

Ore 17:30

Parcheggiò la moto di fronte a casa mia, scesi e gli porsi il casco.
"Grazie, sono stata bene oggi"
"Grazie a te per aver accettato di uscire con me, tesoro" mi fece l'occhiolino e io gli tirai un pugno sul braccio.
"Ahia! Hai un bel gancio destro" ammise.
"Lo so! Ora devo andare!" Feci per andarmene.
 "Je"
"Si?
 "Mi daresti il tuo numero?"
Tornai davanti a lui, gli presi il telefono dalla tasca dei pantaloni e gli registrai il mio numero. Poi entrai in casa, facendogli l'occhiolino un attimo prima di chiudere la porta di casa.
"Sono tornata" urlai togliendomi le scarpe e appendendo il giubbino all'attaccapanni.
Entrai in soggiorno e trovai tutti li, Eva con Niall e Simon (il figlio, più piccolo di me di due anni), Harry con Louis e Jade, Liam con Samantha. Mia madre era tra le braccia di mio padre che piangeva.
"Che succede?" Chiesi turbata.
Mio padre si alzò e mi venne vicino, anche lui aveva pianto.
"Vieni in cucina Je"
"No." Protestai "dimmi cosa è successo"
"Si tratta di Lucas"
Il mio cuore si fermò.
"Ha avuto un incidente e ..." Non lo lasciai finire.
"Dov è ora?" Non rispose.
Harry ci raggiunse.
"DOV È MIO FRATELLO?" urlai.
"Jenny piccola mia" continuò mio padre con la voce rotta. "Non ce l'ha fatta"
E sono sicura che il mio mondo, la mia vita come la ricordavo, finì in quell'istante.

NOTE DELL'AUTORE: Tadaaaa! Non odiatemi, vi prego! La storia non sarà per niente rose e fiori, quindi quando dicevo che dovete prepararvi a tutto, beh dicevo seriamente! Spero che il capitolo vi piaccia, oggi non ho ispirazione quindi le note d'autore sono un po' scarse ahahhaa domani dubito di riuscire a pubblicare qualcosa, spero in sabato o domenica dai! Ora vado a dormire ahahaha ciaooo!
Ps: lasciate qualche recensione, ne sarei grata!

 

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Capitolo 5
*** capitolo 4 ***


"Hai quello che ti avevo chiesto?"
"Si, certo! Hai i soldi?"
Frugai nella tasca della felpa, poi gli porsi i soldi.
"È bello fare affari con te, Jennifer Malik"
"Si, tu stai zitto con tutti, Wilson" ringhiai.
"Sei sexy con quella felpa e il cappuccio" mi si avvicinò.
Gli tirai un pugno nello stomaco e me ne andai mentre imprecava.
Era ormai sera e il buio si faceva sempre più scuro. Ero uscita con la scusa di dover portare una chiavetta con un documento per la scuola ad un mio compagno di classe.
Il funerale di Lucas era stato quella mattina, evitavo tutti, anche le poche persone con cui parlavo solitamente. Tutti avevano capito di dovermi lasciare in pace, dopo che lo urlai in faccia ai miei genitori in presenza di tutti i loro amici.
Entrai in casa sbattendo la porta d'ingresso alle mie spalle. Corsi al piano superiore e mi chiusi in camera a chiave. Sentii dei passi in corridoio che si fermarono poco lontano dalla mia camera.
"La cena è quasi pronta" disse mia madre con un filo di voce.
"Non ho fame" risposi, lei se ne andò.
Mi tolsi le scarpe, i pantaloni e la felpa, poi mi sedetti per terra tenendo in mano la bustina che conteneva quella polverina bianca.
Presi un libro e ce ne versai un po' su, tirando in seguito con il naso come mi avevano insegnato ad una festa non molto tempo prima.
Era la prima volta che facevo uso di droghe, volevo distrarmi, uscire dai pensieri e liberarmi dei ricordi di mio fratello che mi stavano letteralmente uccidendo. La testa iniziò a girare, ma non era fastidioso.
Riuscii a tirarmi su e mi stesi sul letto a pancia in giù. Mi sentivo.. Leggera.
Chiusi gli occhi, quando li riaprii vidi Lucas sdraiato accanto a me su un fianco che mi sorrideva.
"Sei un bastardo" sussurrai.
"Ma io sono qui, sorellina" Sorrisi. Lo vedevo davvero. Se lo vedevo voleva dire che c'era davvero, giusto?
"Ti voglio bene fratello"
"Anche io sorellina! Dormi adesso"
Chiusi gli occhi e mi addormentai felice.
La mattina dopo mi svegliai di cattivo umore. Scesi con lo stomaco che brontolava da tanta fame avevo. Sperai che fossero ancora tutti a letto, o che fossero già usciti ma per mia sfortuna li trovai tutti seduti in cucina a fare colazione.
"Buongiorno Jenny" disse mio padre. Non risposi. Presi una tazza dalla credenza e vi versai il latte, poi mi andai a sedere a tavola.
"Passami lo zucchero" dissi secca a Linda. Lei mi guardò indifferente.
"Beh? Non hai sentito per caso?" Alzai la voce incazzata. Lei si alzò sbattendo una mano sul tavolo e corrugando la fronte.
"Non hai il diritto di parlarmi così" urlò.
"Come scusa?" Mi alzai mettendomi davanti a lei.
"Hai capito bene. Non stai soffrendo solo tu per la morte di Lucas. Era anche mio fratello"
Mi misi a ridere.
"Sarà anche stato tuo fratello, ma tu non hai mai avuto un bel rapporto con lui. Lui era il mio migliore amico, la mia ragione di vita. E tu ora mi vieni a dire che anche tu soffri come soffro io? Ma vai a cagare, sei sempre stata invidiosa del rapporto che avevo con Lucas." Dissi spavalda.
Mi tirò uno schiaffo. La guardai imbestialita. Ero sicura che i miei occhi erano infuocati.
Mi girai verso mia madre e mio padre. Mia madre stava piangendo. Mio padre si era alzato per venirci a separare.
"Jennifer vai in camera tua" Risi di nuovo.
"Che hai da ridere?" Urlò Linda.
"È ovvio che io devo andare in camera mia. È sempre stata lei la tua preferita, la cocca di papà!" Feci un ghigno disgustato.
Anche lui mi tirò una sberla. Mi girai per andarmene, prima di uscire dalla cucina mi girai a guardarli.
"Non ingannate nessuno, non sarete mai la bella famigliola felice che tanto vorreste essere. In nemmeno una settimana avete perso due figli, complimenti ora vi rimane la vostra preferita" dissi, poi tornai in camera mia.
Sentii mia mamma iniziare a piangere e singhiozzare, mio padre che cercava di consolarla dicendo qualcosa sul fatto di sentirsi in colpa. Bravo.
Tirai fuori dall'armadio il borsone e iniziai a buttarci dentro tutto ciò che mi era possibile. Tutti i vestiti, la biancheria, le scarpe.
Mi avvicinai al comodino e presi in mano la foto di me e Lucas, la guardai e la riposi nel borsone. Mi vestii di fretta con i vestiti che avevo lasciato fuori. Misi i libri nello zaino e lo caricai sulle spalle. Lanciai il borsone giù dalle scale, poi lo raggiunsi correndo. Misi il giubbino.
"Dove credi di andare?" Urlò mio padre.
"Lontano da voi." Scappai via da loro. Sentivo le urla di mio padre dalla strada, mia madre che mi chiamava.
***
Bussai alla porta e dopo pochi minuti Jade aprì la porta.
"Mi serve Harry" Annuì e lo andò a chiamare.
"Ehi Je, che succede?" Socchiuse la porta alle sue spalle.
 Quando vide il borsone mi guardò interrogativo.
"Che cosa è successo?" La sua voce era più profonda.
"Dovevo andarmene. Dovevo andarmene da loro. Loro non capiscono" piansi per la prima volta dopo anni.
Mi abbracciò.
"Calmati adesso! Puoi stare qui se vuoi fino a che le cose non si saranno calmate"
"No, non tornerò in quella casa. Sono venuta per chiederti un passaggio"
"Dove ti devo portare?"
"Al negozio di tatuaggi. Mi serve Christian"
"Aspetta, tu conosci Christian?" Era preoccupato.
"Si perché?"
"Non importa. Sei sicura di non voler rimanere qui?"
Annuii.
Entrò per prendere le chiavi della macchina, poi vi caricò il borsone e mi accompagnò al negozio.
Era ancora presto, mancava mezz'ora all'apertura. Harry insistette per rimanere lì con me ad aspettare ma riuscii a convincerlo di lasciarmi sola. Dopo mezz'ora vidi arrivare James che aprì il negozio e per mia fortuna, senza chiedermi spiegazioni, mi fece entrare e mi offrì un caffè.
"Oggi Chri arriva venti minuti dopo" mi avvisò.
"Lo aspetterò, grazie."
***
"James sono arrivato!" Disse chiudendosi la porta del negozio alle spalle.
Quando mi vide si bloccò sorpreso.
"Je? Che cosa ci fai qui?" Si avvicinò.
"Non sapevo dove andare, mi sei venuto in mente tu ed eccomi qui"
"Sei scappata di casa?" Chiese guardando il borsone ai miei piedi.
Annuii.
"Per tuo fratello?"
Annuii di nuovo.
"Dove pensi di andare adesso?"
"Non lo so.."
"Ho un divano molto comodo a casa mia, se vuoi puoi stare da me" sorrise comprensivo.
"Grazie" sorrisi leggermente. "scusa se non ho risposto alle tue chiamate e ai messaggi"
"Inizialmente ci ero rimasto male, poi Harry mi ha raccontato cosa è successo.. Quindi tranquilla, ti capisco"
Annuii ancora una volta.
"Sei di poche parole oggi, tesoro"
"Già"
"Ti ho chiamata tesoro e non hai fatto una piega, devi stare proprio male allora"
Mi si avvicinò, sollevandomi il viso. Mi guardò negli occhi, poi mi abbracciò.
"Non sono una che ama gli abbracci, ma grazie" dissi.
"Figurati. Chiedo a James se mi da la mattinata libera, va bene?"
Annuii.
Mi portò a casa sua, viveva in un palazzo non molto distante dal negozio. Mi fece sistemare le mie cose in camera sua, disse che avrebbe dormito lui sul divano. Lo ringraziai. Ero fortunata ad averlo conosciuto, senza di lui probabilmente mi sarei ritrovata a girare per la città senza una metà precisa.


NOTE DELL'AUTORE:
Holaaaaa! Ce l'ho fatta a finire il capitolo, allelujaaaa! Da qui direi che ha inizio la vera vita di Jennifer, quella che la mia mente contorta sta ideando pian pianino! Le persone che seguono la storia continuano ad aumentare e io ve ne sono immensamente grata! Non saprei che altro dirvi, quindi vi lascio in pace in fretta oggi! A
l prossimo capitolo
Giuli

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


"È tutta colpa tua! Stava venendo da te"

"Non è vero, smettila" dissi esasperata e arrabbiata.

"Si invece! Stava venendo a prenderti per portarti fuori a cena!"

"Non ne sapevo nulla, non potevo impedirlo" urlai.

"Si invece! Se tu fossi una persona normale, che trova una buona compagnia in ogni uno, sopratutto nella propria famiglia, lui non si sarebbe preoccupato di doverti fare una sorpresa"

"ADESSO BASTA" Urlai di nuovo.




Mi svegliai di soprassalto, avevo il fiato corto e gli occhi bruciavano terribilmente.

Christian entrò di fretta nella stanza, poi mi guardò e sospirò.

"Un altro brutto sogno?" Nonostante la voce impastata dal sonno aveva un tono dolce.

"Scusa" biascicai.

"Nessun problema, vorrei solo poterti aiutare in qualche modo"

Non dissi nulla. 

Si avvicinò al letto.

"Cos'è questa?" Prese in mano la bustina trasparente che conteneva quella polverina bianca che mi riusciva a dare una via di fuga dai pensieri.

Mi agitai.

"Ti droghi Jennifer?" Era arrabbiato ma cercava di tenersi controllato.

"Non sono affari tuoi" mi alzai dal letto e gli presi la bustina dalle mani.

"Vivi in casa mia cazzo, si che sono affari miei" alzò la voce.

"Allora me ne andrò, così non ti creerò problemi"

Accesi la luce e iniziai a tirare fuori dalla parte di armadio che mi aveva ceduto la mia roba.

"Non voglio che te ne vai" la sua voce era tornata normale.

Lo guardai.

"E non voglio nemmeno che ti rovini così"

"È l'unico modo che ho per sentirmi meglio, per rivedere mio fratello" 

"Per il momento tu credi che sia così, se ne è andato da poco. Ma troverai un altro modo per scappare dai pensieri e se vorrai io sono qui per aiutarti" mi venne davanti e mi prese le mani.

"Non credo di riuscirci"

"È la prima volta che abbassi completamente la tua corazza e ti fai vedere sensibile"

"Che merda eh?" Dissi ironica.

"No, invece te ne sono grato perché ti stai aprendo con me, vuol dire che ti fidi"

"Sei l'unico che si è preoccupato di me oltre ad Harry, e sono io ad essertene grata"

Riuscii a sostenere il suo sguardo.

Il suo viso si fece sempre più vicino, fino a che le sue labbra non furono sulle mie. Chiusi gli occhi per godermi quel momento.
Mi strinse i fianchi avvicinando ancora di più i nostri bacini.
Portai le mani sulla sua maglietta e glie la sfilai, poi raggiunsi i lacci dei suoi pantaloni della tuta.

"Quando dicevo che ti avrei aiutato a trovare un modo per scappare dai pensieri non intendevo proprio questo" sorrise senza staccarsi dalle mie labbra.

Ripresi a baciarlo e gli abbassai i pantaloni. Lui si lasciò prendere e iniziò a spogliarmi. 
Mi fece stendere sotto di lui e tra gemiti, piacere e parole lasciate tra un bacio e un altro riuscii a portare la mente in un posto migliore.



Mi svegliai che Christian stava ancora dormendo accanto a me. Era domenica mattina e fuori diluviava.


-Strano- pensai ironicamente.


Scesi dal letto, mi avvicinai al mobile vicino alla finestra, presi un paio di slip e un reggiseno puliti e me li infilai.
Presi una felpa di Christian e la infilai.

Mi guardai allo specchio e notai che ero dimagrita davvero tanto.


-Certo, mangio si e no due volte al giorno- constatai.


La felpa di Chri mi arrivava a metà coscia e le maniche erano decisamente più lunghe delle mie braccia, ma era calda e comoda.

Andai in cucina e preparai del caffè, sicura che quando il ragazzo si sarebbe svegliato lo avrebbe gradito.

Mi sedetti sul bancone della cucina in attesa che la caffettiera emettesse quel suono fastidioso che avevo sempre odiato e iniziai a ripensare a ciò che accadde la sera prima e quella notte.

Quella sera ero andata in camera presto, dicendo che stavo poco bene in modo da non essere disturbata. Mi misi sul letto e assunsi una minore quantità di droga rispetto al solito. Mi stesi sul letto, vedendo ancora una volta Lucas accanto a me e ci parlai fino ad addormentarmi.

Mi svegliai verso le due per un incubo, poi Christian era venuto a vedere come stavo e in un modo molto piacevole mi ha aiutato.


-Ci sa fare a letto, dovrei proporglielo più spesso- 


Un suono fastidioso mi distolse dai miei pensieri, ma non era la caffettiera.

Andai verso l'ingresso, qualcuno continuava a bussare alla porta.

Mi chiesi se dovevo aprire, o se prima era il caso di infilarmi un paio di pantaloni. Non potevo sapere chi fosse.

Corsi in camera, Christian russava.


-Chissà quando si sveglierà- risi mentalmente.


Presi le panta che erano appoggiate sulla sedia e mentre tornavo verso l'ingresso le infilai.

Quando aprii la porta mi ritrovai mio padre confuso e agitato davanti.


"Je? Dio finalmente ti ho trovata" mi abbracciò.

"Lasciami" lo spinsi via. "Ciao Hazz" dissi guardando oltre mio padre. Harry era teso e mi rivolse solo un saluto accennato con la testa.
"Prendi le tue cose, torniamo a casa" disse poi mio padre deciso.
"No." 
Mi guardò male. "Sono tuo padre, fai quello che ti dico per una volta" mi superò entrando in casa. Borbottò qualcosa tra se e se agitandosi da una parte e da un altra. Andò nel corridoio poi aprì la porta della camera sbattendola. Lo seguii di corsa, Harry era dietro di me.
"Ma che cazzo" disse Christian confuso dalle urla di mio padre e la luce accesa di colpo.
Mio padre guardò Christian, poi mi guardò furioso.
"Sei andata a letto con lui? È questo che fai da quando te ne sei andata di casa? Mentre io e tua madre eravamo preoccupati per te?" Urlò.
Evitai di rispondere alla prima domanda. "Voi due eravate preoccupati per me? Ma se non avete nemmeno tentato di chiamarmi o mandarmi un messaggio" alzai la voce.
Non rispose.
"Dove tieni le tue cose?" Disse aprendo l'armadio e ogni cassetto.
"Harry fai qualcosa, ti prego" mi girai verso di lui.
Si avvicinò a mio padre. "Calmati! Stai esagerando Zayn" gli mise una mano sulla spalla ma mio padre si girò e lo spinse via.
"È tutta colpa di tuo figlio! Se non lo avessi lasciato entrare nella vita di mia figlia lei non sarebbe qui ora" ringhiò mio padre.

-suo figlio?- ero confusa.

Guardai Christian che aveva colto l'occasione di infilarsi i pantaloni mentre i due si urlavano addosso. Mi guardò e mi mimò qualcosa, che non capii.

"Non è colpa mia! Non posso controllare la sua vita, cazzo ha ventisei anni! Se tu avessi pensato prima di trattare di merda tua figlia avresti evitato tutto, quindi non dare la colpa a me o a mio figlio" urlò Harry di rimando.

-Di nuovo, suo figlio?- non ci stavo capendo niente.

"Papà ascoltami." Mi avvicinai tentando di mettere da parte la rabbia. "Ci tieni a me è alla mia felicità?"

Mi guardò confuso. "Che cosa stai dicendo Jennifer?"

"Rispondimi"

"Certo che ci tengo"

"Allora lasciami qui. Tra un mese e mezzo me ne andrei comunque di casa, lo sai bene e lo hai sempre saputo. Lasciami qui. Grazie a Christian sono felice, sto meglio."

Guardò Christian che era dietro di me.

"È il tuo ragazzo o ci vai solo a letto?" Aggrottò la fronte ancora visibilmente turbato.

"Nessuna delle due"

"Lo ami?"

"No"

"Allora perché vuoi stare qui?"

"È l'unico vero amico che ho" ammisi.

"Ci verrai a trovare almeno una volta a settimana?"

"Solo se Linda non è presente e può venire anche Chri" 

Sospirò pesantemente. "Va bene"

"Puoi andartene adesso?" Chiesi esasperata.

Mi guardò negli occhi, riuscii a vedere tristezza in lui.

"D'accordo." Disse poi. "Andiamo Harry?" Si rivolse a lui che era dietro di lui.

"No. Harry puoi rimanere un altro po'? Vorrei capire un po' di cose" lo interruppi e passai il mio sguardo da Harry a Christian.

Sia Harry che mio padre annuirono, scambiandosi poi un occhiata. Mio padre se ne andò, finalmente.



Mi buttai sul letto esausta, nonostante mi fossi svegliata da meno di due ore. Harry e Christian erano in piedi di fronte al letto.

"Cioè, fatemi capire bene!" Li guardai. "Sei suo padre?" Mi riferii a Harry.

Lui annuì serio.

"Quando pensavate di dirmelo?"

"Cambia qualcosa?" Mi sorrise Christian.

"Beh no... Si... No" ero confusa. 

Stetti zitta, riflettendo.

"Aspetta, ma ventisei anni fa, Harry... Non stavi con mia madre?"

"Ti ricordi tutti i racconti di tua madre eh?" Sospirò.

Si sedette accanto a me sul letto, Christian lo imitò.

"Quando Christian fu concepito non stavo ancora con tua madre, ma mi ci misi insieme poche settimane dopo" 
Lo guardai, incitandolo a continuare.

"Con sua madre era stata un avventura da una notte, ecco. Seppi di lui solo tre anni dopo la sua nascita" continuò.

"Per quale motivo non è mai venuto ai pranzi di 'famiglia'?" Mimai le virgolette.

"È venuto a vivere qui a Seattle solo due anni fa, è stata una sua scelta da allora di non venire"


Mi raccontarono tutta la storia e li ascoltai attenta, interrompendoli con qualche domanda di tanto in tanto. Era assurdo.

-Ora si spiega la loro notevole somiglianza- pensai.


Dopo un paio di ore Harry se ne andò, mentre Christian si faceva una doccia mi misi sul divano, ripensando a quella mattinata alquanto stressante e mi addormentai.



NOTE DELL'AUTORE: 
Finalmente ce l'ho fatta, scusate per questo enorme ritardo ma mi si era rotto il ruter e avevo finito i giga nel telefono! Nel frattempo però ho avuto tempo di scrivere un po' di capitoli! Questa storia credo che non diventerà lunga come quella precedente, quindi se continuò a scrivere con questa costanza e continuo a rimanere indietro, pubblicherò tutti i capitoli rimanenti in una volta, in modo da soddisfare un po' tutti ahahahaha!
Beh godetevi il capitolo e se riesco, domani pubblico il prossimo!
Un bacione e alla prossima
Giuli

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


"Jennifer, dobbiamo andare a casa dei tuoi" disse tra un bacio e l'altro.
"Tra un po'" mi misi su di lui.
"Non voglio fare una cattiva impressione"
"Fregatene" dissi baciandogli il collo, poi il viso e di nuovo sulla bocca.
In qualche modo riuscì a spostarmi e uscì dal letto, infilandosi subito dopo i boxer.
"Che palle" borbottai alzandomi a mia volta.




"Posso guidarla io la moto?" Chiesi mentre chiudeva la porta di casa sua.
"Hai la patente?"
"Certo! Da un anno" sorrisi
"Vabene, ma cerca di non ucciderci!" Sorrise a sua volta dandomi un bacio sulla guancia. 
Feci un verso di dissenso e lui mi guardò ridendo.
"Lo sai che non mi piacciono queste smancerie, è inutile che ridi" gli presi uno dei caschi dalle mani e entrai in ascensore seguita da Christian.




"È la prima e ultima volta che ti lasciò guidare la mia moto!" Aveva lo sguardo sconvolto mentre si toglieva il casco e si passava una mano tra i capelli ricci.
"Esagerato, ho solo aumentato un po' la velocità rispetto a te!"
"Un po'?" Mi guardò serio poi scoppiammo a ridere.
Presi il casco in mano e gli porsi le chiavi, feci un respiro profondo e mi avviai verso il portico della casa dei miei.
Quando mio padre aprì la porta si trattenne dall'abbracciarmi e glie ne fui grata. 
La tavola in salotto era già apparecchiata e dal numero di sedie capii che sarebbero stati tutti presenti.
Mia madre, al contrario di mio padre, mi abbracciò per un minuto buono e non fece che ripetermi che le mancavo, che le dispiaceva.

-Sto per vomitare- alzai gli occhi al cielo.

Quando Linda scese le scale mi guardò torva e io fulminai mio padre, che subito alzò le mani in segno di scuse.
Harry, Louis e Jade erano già presenti, mentre tutti gli altri arrivarono dopo poco.

"Siete davvero in tanti, non mi pento di aver scelto di non partecipare a questa roba" gesticolò nervosamente Christian.
"Sei stato fortunato, almeno hai avuto scelta!" Lo guardai. "In questo momento preferirei essere altrove" gli feci l'occhiolino.
"Che cattiva bambina" disse ridendo, lo seguii.


"È bello averti qui Chri!" Disse Louis sedendosi a tavola, proprio davanti a me è Christian.
"Grazie Lou" sorrise.
"Sei il ragazzo di Jennifer?" Chiese Jade serenamente.

-fatti i cazzi tuoi- 

Christian esitò guardandomi. "No, non stiamo insieme" sorrise, ma fu un sorriso spento.

-E adesso che gli prende?-

Jade non disse più nulla, ma per tutto il tempo non fece che guardarci, esaminarci e sorridere come se fosse soddisfatta di qualcosa.



Subito dopo pranzo riuscii a sfuggire a quel branco di appiccicose e assillanti persone che mi avevano circondata per diciassette anni e mi rifugiai in veranda sul dondolo a bere la mia cioccolata calda.
Avevo le gambe contro il petto e tenevo la tazza appoggiata sulle ginocchia mentre la sollevavo di tanto in tanto per bere.
Era una bella giornata ma faceva freddo, per fortuna il mio maglione extralarge era abbastanza caldo.
Il cielo era limpido, con qualche nuvola sparsa qua e la.
La mia attenzione venne rapita da un paio di uccellini che si rincorrevano, posandosi tra un volo e l'altro, sull'albero nel giardino difronte alla casa.

-Che carini- pensai. 
Aggrottai la fronte, stupita da un mio pensiero così sereno.


"Sapevo di trovarti qui" disse sedendosi accanto a me sul dondolo. Si strinse nel maglione. "Fa freddo qui fuori" continuò.
"Già" 
"Sei diversa" mi guardò.
"Cosa vuoi mamma?"
"Soltanto scambiare due chiacchiere con mia figlia, niente di più" si sistemò meglio incrociando le gambe.
Continuai a passare lo sguardo dagli uccellini alla tazza.
"Fa strano non averti in casa"
"Sapevi che sarebbe successo"
"Certo, ma una parte di me sperava che non succedesse così presto"
Annuii.
"Sai, fin da quando eri piccolina, io e tuo padre pensavamo che saresti diventata una ragazza dai modi di fare puri, dolci. Pensavamo che tua sorella diventasse una peste e invece è stato il contrario"
La guardai.
"Le manchi!" Mi guardò accennando un sorriso, poi guardò il cielo. "Anche se non sembra, ma le manchi. Si è ritrovata sola di punto in bianco"
"È per questo che sei qui? Per parlare con me di come ti dispiaccia che Linda si senta sola" c'era acidità nella mia voce.
"No, per niente. Ti stavo solo raccontando. Sai, il sogno di una madre è sempre quello di vedere i suoi figli felici, magari che vadano anche d'accordo" sospirò. "Non capisco dove ho sbagliato" la voce le si spezzò.
"Non penso sia colpa tua" 
Alzò lo sguardo, aveva gli occhi lucidi. Solo in quel momento notai che mia madre era davvero bella, era assurdo che non me ne fossi mai resa conto.
"Forse dovevo aspettare, ero troppo giovane" 
"Hai fatto ciò che pensavi fosse giusto per te. Non penso nemmeno che tu abbia sbagliato, anzi ti ammiro"
"È la prima volta che parli così serenamente con me, grazie"
"Non ringraziarmi! E non abituartici, sono solo di buon umore" sorrisi.
"Ha un influenza positiva Christian su di te"
Tornai a guardare il cielo.

-Forse è così-






NOTE DELL'AUTORE: 
Ciaoooo! Eccomi qui con questo capitolo a parer mio orrendo... Sinceramente non so perché continuò a scrivere la storia visto che non viene cagata da nessuno... Finirò di pubblicare i capitoli che ho scritto che sono quattro ancora, se ancora nessuno la leggerà o recensirà allora smetterò di pubblicare..
Beh alla prossima
Giuli

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Ero davanti al mio armadietto, intenta a rispondere ai messaggi di Christian, mi aveva intasato la casella dei messaggi.

Da: Chri
Mmh, come è comodo il letto! xx

Da: Chri 
Penso che andrò a fare una doccia! O forse aspetterò te.. xx

Da: Chri
Aspetta di tornare a casa e vedrai che cosa ti faccio!

E altri quindici messaggi di questo genere mi fecero sorridere.

-È un pervertito.. Ma non mi dispiace-

A: Chri
Sei un maniaco, ma non vedo l'ora di scoprire cosa intendi farmi! 
Ora lasciami in pace! xx


La campanella suonò, così chiusi l'armadietto e aspettai che tutti andassero nelle rispettive classi per avviarmi verso la mia.
La voglia che avevo di fare due ore di fisica era pari a zero.
Sentii delle voci così girai verso il secondo corridoio e vidi due ragazzi che tenevano Jade contro gli armadietti.

"Come ci si sente ad essere figlia di due froci?" Disse uno dei due.
"Non dovrebbero esistere degli animali come i tuoi paparini" sputò l'altro.

-ho sentito troppo-

Mi avvicinai senza fare rumore.

"Perché non ve la prendete con qualcuno che può rispondervi? O della vostra stazza?" Serrai la mascella.
I ragazzi si voltarono e Jade tirò un sospiro di sollievo, in quel momento notai che stava piangendo.

"E con chi dovremmo prendercela? Con una cocca di papà come te?" Il ragazzo moro fece un passo avanti, non indietreggiai.
"Sei solo invidioso, Collins" 
Rise. "Certo come no"
"Allora perché non la lasci in pace e non te ne vai?"
"Volevamo solo divertirci" mi guardò spavaldo avvicinandosi di un altro passo. "Adesso che ci sei anche tu, è ancora meglio. Almeno non dobbiamo dividerci la tua amica"
"E sentiamo, cosa vorresti fare?" Feci un passo avanti. Sentivo il suo respiro caldo sul mio viso.
"Questo" disse prima di spingermi facendomi arrivare con la schiena contro il muro, poi appoggio violentemente le sue labbra sulle mie. Spinse con forza la sua lingua nella mia bocca così glie la morsi con forza.
Si allontanò tenendo una mano sulla bocca e lamentandosi. 
Mi guardò furioso. "Sei una puttana, adesso me la paghi" mi prese con forza le braccia, sbattendomi ancora una volta contro il muro, questa volta però mi fece male.
In qualche modo riuscii ad alzare un ginocchio violentemente contro il suo punto vita, si piegò in due trattenendo un urlo.

"Scappa Jade" la guardai seria.
Lei annuì spaventata, poi corse via.

Collins si rialzò, il suo amico mi prese le braccia da dietro facendomi un male allucinante mentre Collins mi tirò un pugno in pieno volto.
Un ondata di dolore si impossessò di tutto il mio corpo.

"Non ti vergogni a picchiare una ragazza?" Sputai.
"Sei tu che ti sei messa contro di me"
Mi tirò un altro pugno in faccia, poi uno nello stomaco.
Quando la voce del preside tuonò nei corridoi, Collins si allontanò da me, mentre il suo amico mi spinse via facendomi cadere a terra.
"Voi due andate nel mio ufficio, ora" urlò il preside.
I due ragazzi ubbidirono, scappando con la coda tra le gambe.

-Smidollati- pensai rialzandomi.

"Jennifer, Jade!" Ci chiamò. "Andate a casa e non preoccupatevi, non avranno più modo di farvi del male" poi scomparì verso il suo ufficio.

Jade mi corse in contro.
"Appoggiati a me" disse guardandomi visibilmente scossa.
Lo stomaco mi faceva un male tremendo, tanto quanto lo zigomo e la parte destra della faccia.
"Grazie per avermi difesa" disse poi. "Mi dispiace che ti abbiamo ridotta così per colpa mia" abbassò lo sguardo.
"L'ho fatto con piacere" gemetti di dolore dopo aver fatto un passo.
"Andiamo, ti porto a casa mia" 
"No, non voglio che i tuoi mi vedano così, poi andrebbero da mio padre e mia madre e sarebbe un disastro. Andiamo da Christian"
Jade annuì e con molta calma mi aiutò ad arrivare alla sua macchina.
Appena mi sedetti feci un altra smorfia di dolore, poi mi tastai il viso, gemendo ancora.

-Ottima mossa toccarlo Jennifer, complimenti- mi ammonii.

Mi guardai nello specchietto che tenevo nello zaino e vidi che un grosso taglio passava tra lo zigomo e la guancia.

"Appena arriviamo a casa ti medico" disse seria.
"Sai farlo?"
"Si, ho fatto un corso in pronto soccorso"
La guardai. "Wow" riuscii a dire.

Dopo dieci minuti stavo infilando le chiavi nella serratura, appena entrai in casa sentii Christian parlare dal corridoio.

"Che ci fai già a casa?" Appena mi vide rimase a bocca aperta e i suoi occhi si scurirono. Mi venne in contro veloce e mi sollevò a mo' di sposa, portandomi sul divano.

"Cos'è successo?" Chiese poi serio, serrando la mascella.
Jade intervenne prima che potessi dire qualcosa. "Dei bulli se la stavano prendendo con me è Jennifer mi ha difesa" 
Christian serrò la mascella.
"Non potevi semplicemente andare a chiamare un professore o il preside?" Mi guardò.
Alzai le spalle.

-Non ci avevo pensato, in effetti mi sarei risparmiata un volto livido e tutto sto dolore-

"Chiamo un medico" disse poi lui andando in cucina.
"Non ce n'è bisogno." Urlai per farmi sentire. "Jade ha fatto un corso in pronto soccorso" continuai quando ricomparve con il telefono in mano.
Si rivolse a sua sorella. "È vero?"
Lei annuì, quindi lui andò a prendere il necessario in farmacia.


Mentre lo aspettavamo, Jade mi preparò una tazza di caffè e si mise con me sul divano.
"Grazie" disse lei.
"Lo hai già detto" sorrisi.
"Lo so"
Ci furono cinque minuti di silenzio.
"Mi dispiace" fece lei.
La guardai esasperata.
"Non intendo solo per oggi" abbassò lo sguardo. "Intendo per come sono andate le cose tra di noi"
"Ah" diventai tesa.
"Non volevo rubarti Brad, a dire il vero lui mi aveva detto di averti lasciata"
"Capisco"
"Se ti può consolare, mi ha tradita.. Per ben tre volte"
"C'era da immaginarselo" sorrisi.
"Già." Sorrise di rimando. "Mi mancava parlare con te"
"Si, credo che tu sia stata l'ultima amica con cui ho parlato" confessai.
"Lo so, respingi sempre tutti" puntualizzò ridendo.
Risi anche io, ma aveva ragione. Non riuscivo a fidarmi più di nessuno, o quasi.
"Posso farti una domanda? Come ai vecchi tempi?"
"Certo dimmi"
"Ti piace mio fratello?"
"Non lo so, so solo che con lui riesco ad essere me stessa e riesco a fidarmi"
"Stareste bene insieme"
"Se ti confesso una cosa, mi prometti di non dirlo a nessuno? Nemmeno a Linda?" Feci un ghigno disgustato pronunciando quel nome.
"Certo dimmi"
"Siamo scopamici" risi.
"Oh beh, posso capirvi" scoppiò a ridere. "Comunque con tua sorella non ci parlo più molto"
"Come mai?" Tornai seria.
"Da quando te ne sei andata ha tagliato tutti i rapporti, con me soprattutto visto che è venuta a sapere che sono la sorella di Chri"
"Sinceramente?"
Lei annuì per farmi continuare.
"Non mi importa e secondo me non ti perdi nulla." La guardai come per rassicurarla e lei sorrise.
Christian tornò, così Jade poté medicarmi.
Quando ebbe finito mi misi a letto e dormii fino alla mattina dopo sotto effetto degli innumerevoli antinfiammatori che avevo preso.



NOTE DELL'AUTORE: 
Ehilà! Voglio scusarmi per questo ritardo abnorme! Scusatemi davvero ma ho avuto diversi problemi tra scuola e connessione!
Non so che altro dire quindi scappo ahahahaha ciao ciao
Alla prossima
Giuli

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Erano passate quasi due settimane e i lividi cominciavano a scomparire.
Jade veniva a pranzo da noi spesso dopo la scuola, era bello vedere che il rapporto tra Chri e Jade andava rinforzandosi giorno dopo giorno. Infondo, il mio intento era quello di far capire loro quanto fosse bello il rapporto "fratello-sorella". Più li guardavo, più mi tornava in mente Lucas, ma era un bel modo di pensare a lui.

"Dove pensi di andare vestita così?" Chiese Christian sedendosi sul letto.
Indossavo un tubino nero attillato che arrivava a metà coscia, collant nere con motivo a pizzo e un paio di tronchetti neri ai piedi.
"Alla festa di fine semestre" risposi. "Come sto?" Lo guardai fingendo una posa da 'diva'.
"Sei bellissima, ma sei troppo...."
"Troppo?"
"Sexy" mi guardò le gambe. "Tutti avranno voglia di levarti da quei vestiti" continuò venendomi davanti. "Io per primo" cercò di baciarmi ma lo scansai.
"Mi rovini il trucco" dissi.
"Da quando sei diventata una ragazza attenta all'aspetto?"
"Da quando passo così tanto tempo con tua sorella, ora andiamo o faremo tardi, Jade ci sta aspettando"
Sbuffò infilandosi la giacca sopra la camicia blu notte, poi andammo verso l'auto parcheggiata in garage.

Dopo esser passati a prendere Jade e Simon, il suo accompagnatore, andammo nel locale che i rappresentanti d'istituto avevano allestito per la festa.


Eravamo alla festa da poco più di un ora e Christian non faceva che starmi addosso tirano occhiate infuocate a qualunque ragazzo mi si avvicinasse.

Eravamo in pista a ballare, io e Jade ci stavamo scatenando, in tutti i sensi, mentre Christian era seduto ad un tavolino poco distante. Sentivo il suo sguardo bruciante sulla pelle.
Un ragazzo della mia classe ci raggiunse e iniziò a ballare con noi, mi posò le mani sui fianchi e si fece trasportare dal ritmo della musica, dai miei movimenti.

Dopo pochi secondi mi resi conto che Christian era tra me e John, il quale mi guardava confuso.
Christian gli gridò di andarsene, sovrastando il frastuono della musica.
Quando finalmente mi guardò si accorse della mia espressione indignata.
"Come diamine ti sei permesso?" Urlai. Jade mi prese un polso, come per dirmi di calmarmi.
"Nessuno può toccarti o strusciarsi così a te, apparte me"
"Non sono un oggetto, e se lo fossi non sarei comunque tue" le mie parole gli arrivarono come una sberla in pieno volto.
Mi guardò ancora più intensamente, il suo sguardo era meno duro di prima.
"Non credevo la pensassi così tutte le volte che hai scopato con me" disse con fare da sbruffone, come volendomi sfidare.
Senza pensarci gli tirai uno schiaffo, talmente forte da fargli girare la testa di lato. Numerose persone si erano girate per guardarci smettendo di ballare.
"Non osare mai più" gli dissi avvicinandomi al suo viso, ero arrabbiata. Troppo arrabbiata per pensare lucidamente.
Feci per andarmene ma lui mi prese per un gomito.
"Dove pensi di andare adesso?"
"A divertirmi, lontana da te" tolsi il braccio dalla sua presa e andai al bar. Ciò che mi serviva era qualcosa da bere, qualcosa di alcolico.


"Ciao bellissima" disse un ragazzo sedendosi vicino a me al bancone del bar.
"Ciao" risposi indifferente.
"Come ti chiami?"
"Jennifer"
"Io sono Mike, piacere" mi guardò, aspettando una mia reazione. Lo guardai senza dir niente. "Posso offrirti qualcosa da bere?" Continuò poi.
"Offrimi quello che vuoi" accennai un sorriso.
Avevo ingerito già quattro drink super analcolici, quello era il secondo ragazzo che mi si avvicinava.
"Un Mojito per la ragazza" disse al barista.
Il ragazzo dietro al bancone mi guardò sorridendo mentre preparava il drink, poi me lo porse.
Mike, o come si chiamava, tentò di farmi ubriacare più di quanto non fossi già ubriaca di mio, ma la mia soglia di sopportazione di alcol era per sua sfortuna molto alta.
"Senti, non so cosa vuoi da me, ma è il caso che tu mi lasci in pace" dissi poi d'un tratto, mentre lui mi aveva appoggiato la mano sul fianco.
Il ragazzo si allontanò arrendendosi.
"Aveva la faccia da imbecille" mi disse il barista sorridendo, avvicinandosi per farsi sentire.
Risi. Aveva ragione. Guardai il ragazzo, aveva gli occhi azzurri, tendenti al blu. Capelli neri come la pece, tenuti su da un quintale di gel. La maglietta nera che indossava gli fasciava il fisico alla perfezione, facendo intravedere i pettorali.
"Mi chiamo Lucas" disse poi allungando la mano.
Spalancai gli occhi. Lucas. "Jennifer" Gli strinsi la mano titubante.
"Qualcosa non va?" Disse poi. In continuazione gli venivano chiesti drink o bottigliette d'acqua, continuava a fare il suo lavoro parlando con me.
" niente, fammi un altro drink"
"Agli ordini ragazza!"


Scolai l'ultimo drink, decimo effettivo di quella serata. Mi voltai verso la pista e vidi Jade baciarsi con un ragazzo della scuola.

-E brava la mia ragazza- pensai.

Guardai in giro cercando Christian e lo vidi ad un lato della pista con una ragazza che si strusciava su di lui a ritmo di musica. 
Il mio stomaco prese fuoco dalla rabbia.
Tornai a voltarmi verso Lucas.
"Tra quanto stacchi?"
"Alla fine della serata, perché?"
"Non puoi prenderti una pausa? Ho voglia di ballare con te" lo guardai supplichevole e con fare malizioso allo stesso tempo.
Lucas prese il suo collega per un braccio, dicendogli qualcosa all'orecchio, dandogli poi una pacca sulla spalla.
"Non devo allontanarmi troppo dal bar" disse.
"Nessun problema, provvedo subito" dissi, mi misi in piedi sullo sgabello, poi salii sul bancone del bar con lo sguardo curioso di Lucas e altra gente addosso.
"Dai vieni" urlai.
Si mise a ridere e saltò sul bancone, mettendosi dietro di me.
Mi avvicinai a lui, che mi circondò la vita con un braccio. Presi il ritmo e muovevo i fianchi come mai avevo fatto.
Il ragazzo dietro di me mi seguì e insieme trovammo il nostro ritmo. Mi avvicinò ancora di più a lui, facendomi toccare con la schiena il suo corpo. La sua altezza mi sovrastava.
Altre coppie di ragazzi o ragazze ci copiarono e salirono sul bancone ridendo. Guardai in basso e trovai lo sguardo infuocato di Christian su di me.
Gli feci l'occhiolino con fare strafottente, in tutta risposta prese la ragazza con cui ballava poco prima e salì sul bancone poco distante da noi.
Corrugai la fronte, mi girai arrivando faccia a ... Petto,  con Lucas, il quale mi guardava dall'alto sorridendomi.
Allacciai le braccia intorno al suo collo, lui strinse le sue sui miei fianchi.
Tornai a muovermi ritmando ogni singolo movimento.
Da dietro Lucas vidi Christian che aveva il viso sul collo della ragazza.

-Brutto idiota, adesso me la paghi-

Avvicinai il bacino a quello di Lucas, il quale rise di gusto. Seguì il mio esempio. Quella situazione stava diventando interessante e mi piaceva.
Christian mi tirava occhiate, non avevo bisogno di guardarlo più di tanto per sentire il suo sguardo fisso su di me.

-È il momento giusto.-

Posai una mano sulla guancia del ragazzo e posai le mie labbra sulle sue. Le sue labbra sapevano da tabacco, alcol e menta.
Mosse le labbra sulle mie, le schiusi e gli diedi accesso così le lingue si intrecciarono e iniziarono a scontrarsi violentemente, quasi vogliose.
Stringevo la mano sul suo collo tenendolo vicino, lui spostò una mano sul mio fondoschiena ma non me ne preoccupai.

-Questo farà infuriare Christian- disse una vocina dentro la mia testa, ma l'alcol che avevo ingerito ebbe la meglio su di me è non mi fermai.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9-Fine ***


Mi svegliai sentendo Jade fare casino.

"Ma che fai?" Chiesi con la voce impastata dal sonno.
"Finalmente ti sei svegliata" disse lei, poi aprì le tende, facendomi arrivare la luce in faccia.
Borbottai infastidita mettendo il cuscino sulla faccia.
"Dai alzati" disse ridendo mentre mi toglieva le coperte.
Grugnii e mi alzai controvoglia.
"Ma che ore sono?"
"Le nove e mezza"
Spalancai gli occhi. "Tu sei pazza!" Ero scioccata. Come diamine era possibile che mi aveva svegliato alle nove e mezza di domenica mattina?
Mi vestii di fretta poi scendemmo per fare colazione.
"Buongiorno" disse Harry sorridendo. 
"Buongiorno papà" disse Jade dandogli un bacio sulla guancia. "Papà dov è?" Chiese poi.
"È andato a correre con Zayn" sorrise lui.
Tentai di trattenere una risata. Devono aver pagato mio padre per averlo convinto ad andare a correre.
"Come stai Je?" Chiese Harry mentre mi sedevo davanti a lui.
"Bene grazie" 
"Cos hai sul braccio?" Era divertito.
Corrugai la fronte e sollevai la manica. Un numero di telefono era scritto in nero nel mio avambraccio.
Guardai Jade confusa, non riuscivo a ricordare a chi potesse appartenere.
"È di Lucas, il barista con cui ti sei divertita a far ingelosire mio fratello ieri sera" si mise a ridere. Harry sembrava trattenersi ma era visibilmente divertito.
"Mi ricordo di lui..." Dissi. "Solo, non ricordo cosa è successo. Ricordo solo che ballavo con lui sul bancone del bar, mentre Christian si divertiva con una biondina tutta tette" 
Harry smise di trattenersi e iniziò a ridere con Jade.
"Che avete da ridere?" Tentai di sembrare seria, ma era impossibile.
"Sembravate due bambini in cerca di attenzione" continuò Jade. "Ma almeno te ne sei scelta uno figo"
"Già, non era male" l'appoggiai io.
"Jennifer posso farti una domanda?" Chiese Harry.
Annuii per farlo continuate.
"C'è qualcosa tra te e Chri?"
Esitai. 

-c'è qualcosa?-

"Uhm.." Guardai Jade in cerca di aiuto ma alzò le mani divertita, facendomi capire di dovermela cavare da sola. "Diciamo che c'è attrazione... Fisica" dissi in difficoltà.
"Capisco, andate a letto insieme" continuò ancora più divertito. Scoppiarono di nuovo a ridere mentre io avvampai.
"Je che arrossisce, un evento da segnare sul calendario" 
"Smettila Jade" dissi.
"Comunque, apparte l'attrazione fisica, provi qualcosa per lui?"
"Non lo so.. So solo che come sto con lui, non sto con nessun altro. E so che ieri sera vederlo con quella biondina tutta tette non mi è piaciuto per niente" affermai seria.
Harry annuì, poi si alzò e mi porse un piatto di pankake.



Infilai le chiavi nella serratura ed aprii la porta. Lasciai cadere la borsa a terra e scalciai via le scarpe.

"Chri sono a casa" urlai entrando in camera. Accesi la luce e notai Christian addormentato supino. Una massa di capelli biondo platino catturò la mia attenzione.

"Perché? Christian perché?" Trattenni un singhiozzo. Per la prima volta dopo la morte di Lucas avevo voglia di piangere.

Lui aprì gli occhi riluttante, poi mi guardò confuso. Guardò anche la ragazza e fece per alzarsi ma io indietreggiai istintivamente. 

"Io" si fermò visibilmente confuso. "Jennifer" si alzò. Il mio nome suonò come una supplica.

"Cosa?" Mi fermai. "Perché lo hai fatto?" La mia voce era ridotta ad un filo tremolante.

"Io non lo so, Jennifer." Abbassò lo sguardo. "Ieri sera mi hai sfidato. Mi sono ubriacato e non ricordo altro. Credimi Jennifer"

"Smettila di ripetere il mio nome, dannazione" sbottai trattenendo le lacrime. "Io.." Le parole mi Morino in bocca, avevo paura di pronunciarle. "Io ti amo Christian" 
Ecco. Lo avevo detto. Ma perché?

Mi guardò con gli occhi sgranati. "Je, io... Io non credo di amarti"

Qualcosa dentro di me si spezzò, frantumò in mille pezzi.

"Tengo a te come nessun altro, ma non so cosa significhi amare una persona. Non credo di amarti."

Si avvicinò ma alzai una mano per bloccarlo. 

"Ho sentito tutto ciò che ero in grado di sentire. Addio Christian"

Mi voltai e corsi via, raccolsi la borsa e presi le scarpe. Prima di accorgermene mi ritrovai a camminare per strada in lacrime e scalza.
Le parole di Harry si ripetevano nella mia mente lacerandomi ogni volta. 'Provi qualcosa per lui?' 

Mi rifugiai in un vicolo e mi accasciai prendendo la testa tra le mani. Perché è tutto così difficile? L'unica persona a cui tenevo davvero mi è scivolata via, e tutto per colpa mia.
Alzai lo sguardo verso il cielo e come fosse un segno, iniziò a piovere. 
Notai un pezzi di vetro per terra e lo presi in mano. Era appuntito e tagliente. Lo infilai nella borsa, capendo una volta per tutte che per avere quella felicità che sognavo da sempre, avevo bisogno di Lucas.
Strappai un foglio dal block notes è presi una penna.


"Non so a chi intestare questa lettera. Non so se scrivere a voi, mamma e papà; o a te, Christian; o a voi, Harry e Jade. So solo che non mi sembra giusto andarmene senza salutarvi e dirvi ciò che provo.
Come tutti voi sapete, dopo che crollo faccio fatica a rialzarmi e fin ora ci sono riuscita solo grazie a Lucas, o da quando lui è morto, a Christian. Ma stavolta, dopo che mi sono lasciata andare troppo, dopo che ho perso anche Christian. So di non essere più capace a rialzarmi.
Ho sempre saputo che per essere felice ho bisogno di Lucas, ma solo oggi ho capito che il destino ci ha sempre voluti insieme e tocca a me, andare da lui ora. Ho capito che lassù, ovunque saremo, saremo finalmente felici insieme. Fratello e sorella. Migliore amico e migliore amica. 
Mamma, papà.. So di avervi fatto dannare, so di non avervi mai detto di volervi bene o ringraziarvi per qualunque cosa, ma vi meritate queste parole perché siete due genitori fantastici.. Sono io ad essere sbagliata!
Harry, ti ho sempre considerato come uno zio o come un secondo fratello maggiore, sei sempre stato al mio fianco, credendo in me è stranamente ti ho sempre sopportato! Sei fantastico e ti devo ringraziare. Ti voglio bene Hazz.
Jade, la nostra amicizia ha avuto molti e bassi ma sei una ragazza meravigliosa. Grazie di tutto. Promettimi di perdonare Linda, ha bisogno di te e tu di lei.
Linda, anche tu. Ormai è come se vivessimo in mondi diversi ma sei sempre mia sorella e, non avrei mai creduto di dirlo, ti voglio bene. So quanto tenevi a Luc e ti chiedo scusa.
Christian, oh Christian. Grazie a te ho capito cosa significasse amare. Averti conosciuto è stata una vera benedizione per me. Mi hai sopportata e sostenuta quando nessun altro ne era in grado. Ti amo, con tutta me stessa, e non importa se tu non mi ami, so di essere una persona troppo complicata. Grazie di tutto, non fartene una colpa perché non è colpa tua. 
Ora è il momento di andare, Lucas mi sta aspettando!
Vi voglio bene, anche a Lou, Liam, Niall e tutti gli altri. Sono sicura che supererete anche questa perché siete una famiglia unita.
Vostra, Jennifer"

Piegai il foglio è presi in mano il pezzo di vetro, nascondendolo sotto la lunga manica della felpa. Mi alzai e ricominciai a camminare.

Eccomi, ero davanti alla casa in cui avevo trascorso la mia vita. Bussai lentamente, iniziando a fare pressione con il vetro nascosto, sulla mia pelle. Una fitta di dolore si irradiò dal polso al resto del corpo.

"Je, che succede?" Aprì la porta mia madre, con mio padre dietro. "Stai bene? Sei pallida" 
Non risposi, una lacrime scivolò sul mio volto.
Si avvicinarono preoccupati, il buio iniziò ad avvicinarsi. Spinsi ancora più a fondo il vetro, la vista iniziò ad annebbiarsi.
Alzai l'altro braccio e porsi la lettera a mio padre. Mi fissavano preoccupati, confusi.
"Entra amore, spiegaci cos hai!" Insistette mia madre.
Era troppo tardi ormai.
Gli spasmi di dolore si diffusero ovunque.

"Vi voglio bene" biascicai senza forza, prima di cadere a terra. Chiusi gli occhi e vidi il buio, poi una luce bianca avvicinarsi. Lucas comparì, era vestito di bianco e mi tendeva una mano sorridendo. Sorrisi a mia volta, smettendo le urla dei miei genitori allontanarsi sempre di più.
Finalmente ero con Lucas, finalmente sapevo di essere dove dovevo essere.




NOTA DELL AUTORE:
Dopo un infinita di tempo, eccomi qui con la fine di questa storia.
Non ero più in grado di andare avanti, e non mi sembrava bello lasciare la storia incompiuta, quindi ecco un finale abbastanza drastico!
Forse quest estate inizierò a scrivere altre storie, ma al momento non ne sono in grado!
Ringrazio le persone che leggono questa storia, grazie davvero!
Alla prossima storia,
Giuli!

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