La casa sulla spiaggia di sweetlove (/viewuser.php?uid=22974)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2° ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3° ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4° ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5° ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6° ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7° ***
Capitolo 1 *** Parte 1 ***
mare
La
casa sulla spiaggia
Ci
tengo ancora a ringraziare i lettori di "Run for a fall", "Returns" e
"Feint".
spero
che anche quest'altra mia storia (finalmente diversa dalle altre tre)
possa piacervi.
***
Quando la nuovissima air car andò a fermarsi sul vialetto di
una
esternamente modesta casetta, il sole aveva preso gia' a calare,
allungando le ombre verso il mare. Erano circa le sette quando la
famiglia Briefs mise piede fuori dal veicolo, osservando con apparente
indifferenza quella che sarebbe stata la loro abitazione estiva, o
meglio il luogo per trascorrere la vacanza ideale senza dipendere da
altri e senza dover spendere un patrimonio per ogni pranzo e cena.
La scienziata dai capelli turchini aveva meditato il tutto durante i
preparativi per la festa appena trascorsa, dalla quale dipendeva,
principalmente, questo breve viaggio che purtroppo non era stato dei
più piacevoli. Almeno all'andata.
A circa metà strada, ovvero dopo due ore di viaggio, il
sonno
della piccola, seduta nel seggiolino sul sedile posteriore, si era
interrotto e questa aveva preso a frignare. In breve quel lamento si
era trasformato in delle grida quasi disumane.
Non era raro che Bulma dovesse sopportare i pianti, spesso isterici,
della secondogenita, ma ogni volta questi si presentavano nei momenti
meno opportuni. Quando al limite della pazienza l'uomo alla guida aveva
frenato la vettura accostandola in un piccolo parcheggio, Bra
improvvisamente restò zitta.
"Che accidenti le era preso?!" Aveva sbottato Vegeta, dopo circa un
quarto d'ora di sbuffi. I nervi adesso erano a fior di pelle.
"Cosa vuoi che ne sappia io, se solo sapesse parlare...!"
La piccola, infine, fù presa in braccio e dopo il cambio di
un
pannolino decisamente umido, fù sistemata sulle gambe
materne e
lì riprese a sonnecchiare, mentre gli altri tre membri
famigliari riposavano le orecchie fracassate.
Ma non era stata solo Bra a complicare le cose.
Anche il primogenito, Trunks, aveva poi contribuito a tentare i
genitori di fare retromarcia e di scaricare la prole alla Capsule
Corporation, dove erano rimasti i coniugi Briefs, quelli anziani,
abbastanza abbattuti per il non rivedere per diverso tempo i nipotini
adorati.
"Quando arriviamo, mamma?! Io ho fame!" Era la lagna del ragazzino,
seduto dietro ma proteso in avanti per parlare direttamente nei timpani
esauriti dei genitori, soprattutto quelli di Vegeta.
"Manca poco, Trunks... per favore, stai buono!" Bulma era arrivata
quasi a supplicarlo di tacere. Aveva già addosso il peso di
Bra,
che alla tenera età di quindici mesi si dimostrava
abbastanza in
carne, e sentire anche il ragazzino lamentarsi era un ulteriore
attentato alla sua calma.
Vegeta era invece sul punto di scoppiare. L'unica ragione che lo
tratteneva dal farlo era il sonno di sua figlia, che all'alzare della
sua voce sarebbe di sicuro scoppiata di nuovo a piangere e allora quel
viaggio sarebbe andato a farsi benedire.
"Dì... non era meglio lasciarli entrambi a casa?! Menomale
che
avrei dovuto rilassarmi qui!" Sbottò irritato l'uomo.
Inevitabile la reazione di Bulma, che tenendo basso il tono della voce
prese a elencare svariate ragioni, dal fatto che Bra era troppo piccola
alla stanchezza dei genitori che per tutto quel tempo non avrebbero
potuto correr dietro ai due nipoti.
E così via...
Ma per fortuna adesso erano lì.
Dopo quattro lunghissime e terribili ore erano a destinazione, in un
posto che per un pò avrebbero faticato a chiamare casa e
magari
ci avrebbero fatto l'abitudine proprio quando sarebbero dovuti
ripartire.
Ma ciò che contava era adesso scendere dalla vettura e
respirare.
Il primo a catapultarsi fuori dall'auto fù Trunks, correndo
subito sulla spiaggia e non facendo nemmeno caso all'abitazione,
alzando con i piedi tantissimi granelli di sabbia ad ogni passo.
La donna, che fù l'ultima a scendere con ancora in braccio
la
bimbetta, ormai sveglia, osservò attentamente il posto.
Prima la
casa, bella, d'un giallo pallido e dalle assi di legno lievemente
più scure.
Era stata costruita da poco, ma aveva un che di decisamente rustico e
di attraente allo stesso tempo.
"Che meraviglia, c'è anche la veranda!" Disse, ridendo,
forse
solo per allontanare del tutto la tensione che aveva accumulato in
quelle ore. E parlò più a se stessa,
poichè Vegeta
era già intento ad aprire il porta bagagli e a scaricare le
valigie e tre scatoloni grandissimi, contenenti perlopiù
giocattoli e accessori per i ragazzini.
"Mamma! Vieni qui! Guarda il mare!" Gridò Trunks dalla riva.
Bulma appoggiò la piccolina sulla sabbia e si
avviò verso
il figlio maggiore, pregustando già quella vacanza tanto
attesa,
suo regalo personale per le nozze.
Eh già... una luna di miele poco solita, per due novelli
sposi.
Magari sarebbe stato diverso se non avessero vissuto assieme da almeno
quindici anni e se non avessero già due figli, di dodici e
un
anno. Che strano.
Mentre Trunks si avvicinava pericolosamente all'acqua, Bra rimaneva
come inebetita, a fissare quella lunga, per lei, distesa di sabbia
tiepida e biancastra e poi quella grande linea azzurra, poco
più
blu del cielo.
Vegeta prese intanto due scatoloni, uno per braccio, e salì
le
scalette della veranda per depositarli in cucina. Li avrebbero
sistemati dopo. Riemerse poi mentre ancora madre e figlio se ne stavano
a riva a parlare di chissà cosa. Era piacevole,
però...
se non fosse stato per quei bagagli da scaricare, l'atmosfera era
già più rilassata rispetto alla città.
"Trunks! Accidenti a te!" Gridò poi Bulma, senza
però
troppa convinzione. Come previsto, il ragazzino aveva scherzato troppo
con l'acqua e vi era finito dentro con ancora le scarpe ai piedi.
"Ma non l'ho fatto apposta!" Si difese il principino, facendo ancor
più un pasticcio poichè era ora nella sabbia
asciutta e
si era tutta impiastricciata alle scarpe.
"Fermo lì, adesso, togliti quelle scarpe..." ma Bulma non
fece
in tempo nemmeno a finire la frase che vide Bra corricchiare
decisamente insicura verso l'acqua e finirci dentro cadendo con un
simpatico Splash
e bagnandosi da capo a piedi.
"O Cielo! Bra!" Lasciò perdere Trunks e fece quei due o tre
passi per raggiungere la bambina, sporca di sabbia e fradicia. Ma
stranamente non spaventata. E Bulma si aspettava una scenata da Oscar...
"Basta, ragazzi... andiamo in casa, per stasera è tutto!"
Disse
infine, riavviandosi velocemente verso l'auto ormai chiusa e infilando
poi la porta di servizio lasciata aperta da Vegeta.
Si ritrovarono in una cucina che tutto sembrava ma non d'una casa
disabitata. I mobili, a dispetto dell'aspetto rustico, erano i
più moderni e belli che Bulma avesse mai visto. Certo, non
come
la Capsule Corp., ultra accessoriata e tecnologica, ma quella casetta
sembrava davvero essere una meraviglia.
"Wow..." Disse trà sè, mettendo la figlia a terra
dimenticando che la vestina fucsia era ormai tutta bagnata e
gocciolante.
Continuò a camminare e si ritrovò in salotto,
più
che mai rilassante, con un televisore al plasma appena a fianco al
caminetto e due comodi divani verdi lì di fronte messi ad
angolo.
"Ragazzi abbiamo comprato un paradiso!" disse d'un tratto la donna,
incredula come mai. Ma nessuno la stava ascoltanto, se non il mare
all'esterno.
Trunks era corso scalzo di sopra, correndo a vedere la sua stanza e
ovviamente, come tutti i bambini piccoli, la sorellina l'aveva seguito,
percorrendo le scale una per volta aggrappata al muro.
"'spetta! 'spetta!" Gridava al ragazzino, che nemmeno si era accorto
della sua presenza e già era nella cameretta più
grande a
saltare sul letto. Lì aveva trovato Vegeta, intento a
poggiare
lo scatolone con sù scritto 'Trunks'.
"Non è bella questa casa, papà? La mamma
è ancora
di sotto a guardarsi intorno!" Disse entusiasta cominciando a frugare
tra le sue cose, cercando soprattutto i videogame e le cose che Bra
avrebbe potuto distruggere.
Questa, riuscita a salire le scale, si ritrovò ora in un
ambiente nuovo ed estraneo. Non vedendo la sua mamma
cominciò a frignare.
"Credo non si sia svegliata ancora..." Rispose quindi l'uomo al figlio,
uscendo in corridoio e mettendosi di fronte a Bra, che smise
all'istante di piangere.
"Dov'è tua madre?" Le chiese, quasi avesse potuto
rispondergli e la sollevò senza grazia sedendola sopra il
suo braccio e riscendendo le scale. Però, pensava, deve aver
fatto una nuotata. Infatti, l'abitino di Bra era ancora estremamente
bagnato, così come il suo pannolino, le calze e le
scarpette. Persino un ciuffo sei suoi capelli, lisci ma con qualche
piccolo boccolo sulla nuca, era gocciolante.
"Bulma!" Chiamò Vegeta, ritrovandosi nell'ingresso. La vide
sulla sinistra, in cucina, intenta a tirare fuori dalla borsa frigo
l'occorrente per i panini di quella sera e il barattolo con un
intruglio per la piccola.
"Sto preparando la cena... cosa c'è? Bella la casa eh!"
Bulma sembrava rinata, senza più preoccupazioni.
Guardò poi il marito e rivedendo la piccola ancora in quelle
condizioni pensò bene di fare uno dei suoi soliti giochetti
a Vegeta.
"Cambieresti tu la piccola?" Gli chiese, con naturalezza.
"Certo... vuoi anche che mi metta un grembiule e pulisca la casa?
Scordatelo..." Rispose.
"Ok, dalla a me, ma non so se avrò tempo e voglia di
cucinare, stasera!" Restò calma mentre poggiava sul tavolo
tutto ciò che aveva in mano.
"Fare un panino non è un problema... posso farlo da solo!"
Vegeta era già pronto a lasciarle la bambina, che osservava
beatamente i genitori scendere a patti con un dito grassoccio in bocca.
"Magari non sarà fare un panino il problema, ma fare qualche
giochino stasera... sai, non mi risulta ti piaccia fare da solo..."
Ammiccò lei, mantenendo però la calma di chi l'ha
già vista.
"Maledizione!" Pensò
l'uomo, colpito e affondato.
"Tanto sei sempre tu ad averla vinta!" Sbottò poi,
rassegnato e dirigendosi al piano di sopra, di nuovo.
Bulma ridacchiò. Poi, come per mettere il dito nella piaga,
gridò sù per le scale "I cambi di Bra sono nella
valigia rossa!". Poi si udì solo qualche risatina
gorgogliante della piccola e il trambusto di Trunks. Tutto questo fino
a dopo cena, finchè i ragazzini non furono addormentati
ognuno nelle rispettive stanze e i genitori finalmente sotto le
lenzuola, intenti in uno dei loro amplessi, che questa volta
fù molto ma molto più focoso, come se solo il
fatto di essere alla prima notte di quella "Luna di Miele" influisse
sul loro spirito sessuale.
Tutto questo durò tre ore.
Poi davvero regnò il silenzio.
Continua...
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Capitolo 2 *** Capitolo 2° ***
mare
La casa sulla spiaggia
Capitolo
2°
***
Quando il sole filtrò attraverso le tende bianche della
camera da letto, provocando nel dormiente una smorfia di fastidio per
quel risveglio dal retrogusto acido, erano già passate le
otto e dieci.
Vegeta provò a voltarsi dall'altro lato, ma la stanza, che
possedeva due ampie finestre su ogni lato, era comunque illuminata,
anche se adesso il sole non gli arrivava direttamente in faccia.
Aprì lentamente gli occhi. Ciò che vide subito, o
meglio non vide, era Bulma. Doveva già essersi alzata. Gli
bastò poco per capire che anche i loro figli erano svegli,
poichè udiva dal corridoio le risatine gorgoglianti di Bra e
quelle di Trunks.
"Corri, Bra, prendi la palla!" Diceva il più grande, e
subito, al rimbalzare del giocattolo sul pavimento di legno, partiva lo
scalpiccio dei piedini della piccola, ridente e gioiosa, mentre il
più grande le batteva le mani.
"Palla!" Esclamava poi la bimbetta, tornando dal fratello e
rimettendogli la palla in mano.
"Sì, brava! Bravissima!" e giù di nuovo a ridere.
Vegeta si mosse ancora prima di tirarsi sù. Ammise che
quella donna aveva avuto davvero una buona idea a portarli tutti in
quel posto... aveva dormito come mai aveva fatto in vita sua, quella
notte. E gli pareva strano di non sentire i ragazzini litigare, o
meglio, Bra piagnucolare e trunks borbottare per la onnipresente e
invadente sorella.
L'uomo scostò poi le coperte e si alzò, senza
prima aver sbadigliato. Andò prima in bagno, infilandosi
subito sotto la doccia, poi, appena uscito, si accorse di non sentire
più i figli in corridoio, ma in compenso veniva dalla cucina
un gradevole odore di dolci.
Si vestì in fretta e scese le scale, incalzando poi la porta
della cucina, dove vide, seduti a tavola, i due marmocchi intenti il
primo a strafogarsi di ciambelle, la seconda farsi la doccia con il
latte e i biscotti sbriciolati.
"Ciao papà!" Trunks non smise di mangiare, ma sorridente
salutò suo padre che vedeva stranamente di buon umore.
"Ciao..." Rispose lui, come sempre, senza sorridere nè dare
attenzioni in più ai bambini.
"Papino!" disse Bra, mentre l'uomo le si sedeva accanto per afferrare
anche lui qualcosa da mettere nello stomaco.
"Dov'è vostra madre?" Chiese poi al figlio maggiore,
versandosi del caffè.
"Al negozio, è uscita appena prima che tu scendessi. Dice
che non abbiamo niente in casa e che deve fare acquisti e ti lascia
detto che devi occuparti di Bra finche lei non torna."
Il ragazzino scaricò quel fiume di parole senza nemmeno
smettere di masticare e guardando un attimo e con disgusto la sorellina
che si era praticamente rovesciata sulla magliettina intima tutta la
poltiglia da lei precedentemente creata. Ora batteva le manine fiera
della sua opera e schizzando di qua e di là piccoli
frammenti di biscotto liquefatto. Il vassoio del seggiolone era ormai
diventato giallastro e viscido.
Anche Vegeta la guardò, pensando alle parole di Trunks.
"E io dovrei occuparmi di Bra in queste condizioni?" Disse,
più per se stesso. Anzi, solo per sè stesso,
poichè Trunks, poggiata la tazza nel lavabo, si stava ora
dirigendo verso la porta di servizio per uscire in spiaggia.
Fù quindi fuori in meno di trenta secondi, per evitare di
dover intrattenere la piccola fino al ritorno di sua madre.
Vegeta restò solo, o meglio in compagnia di Bra che si stava
già scocciando di starsene seduta, anche se il contatto
viscido con quella poltiglia la divertiva molto.
Suo padre la guardò di sbieco, pensando a come avrebbe fatto
a ripulirla da capo a piedi. In più, adesso, proveniva dal
suo pannolino un odore decisamente diverso da quello di latte e
biscotti.
La fame gli passò subito, e benchè, per dispetto,
avrebbe voluto lasciare tutto com'era per dispetto a sua moglie, non
resistette e, tenendola a distanza di venti centimetri dal suo corpo,
prese Bra e la portò nel bagno, dove la infilò
nella vasca e la ripulì velocemente.
"Fai abbastanza schifo, mocciosetta..." Le disse, scherzando a modo suo.
"'Chifo! Papà 'chifo!" Intonò lei, prontamente,
avendo imparato una nuova dolcissima parolina.
A lavoro terminato Vegeta riprese la bambina, ora vestita e profumata,
e si avviò sulla spiaggia anche lui, dove già
Trunks era seduto e impegnato a giocherellare con un cane, un bassotto
bianco con chiazze marroni.
A metà strada, il Saiyan poggiò la bimba a terra
e non appena la vide sedersi si allontanò di nuovo e
tornò sotto il portico, sedendo su una sdraio e osservando
il mare con calma. Fù, dopo venti minuti, il rumore di un
motore a distrarlo. L'air car con la quale avevano viaggiato il giorno
precedente era stata nuovamente parcheggiata sul vialetto e adesso
Bulma, con addosso dei vestiti leggerissimi, scendeva calma e
tranquilla, non prima, però, d'aver dato un ultimo tiro alla
sua sigaretta.
Quando vide Vegeta, gli sorrise.
"Si può sapere dove sei stata?" Chiese quest'ultimo,
vedendola aprire il porta bagagli e prendere due enormi sacchetti di
carta marrone, ricolmi di beni alimentari e non.
"A fare la spesa, per caso Trunks non tel'ha detto?" Rispose Bulma, non
avendo capito che nel tono del marito c'era un tocco d'irritazione.
"Mi hai lasciato con la mocciosa in condizioni pietose..."
Ribattè Vegeta, alzandosi dalla sedia e scendendo i gradini,
incrociando così la moglie.
"Sù, non lamentarti sempre... dai, prendi quei due pacchi di
pannolini e portali di sopra, per favore."
Vegeta non aveva voglia, quel giorno, di litigare più di
tanto. Così, dopo uno sbuffo quasi impercettibile, come
detto dalla donna prese la merce e tornò in casa, salendo le
scale e depositandola lì. quando riscese, l'auto era
già richiusa e Bulma era già intenta a riporre
nei giusti posti tutti i cibi, lattine e scatole.
"Bra si è fatta di nuovo lo shampo con la colazione?" Bulma
sembrava divertita, ma non lo mostrò del tutto, non volendo
irritare l'uomo più di quanto fosse già riuscita
a fare.
"Sei molto divertente, sai? Sembrava uscita dalle sabbie mobili!"
"Sù, tesoro... è una bambina, è
normale che lo faccia! Ma dov'è?" La donna si
guardò un pò intorno, risquotendosi
immediatamente e restando con un barattolo di pesche in mano.
"Sulla spiaggia, con Trunks."
"Da sola? Vegeta, questo è un luogo che non ancora
conosciamo bene... mi preoccupa saperla da sola con Trunks, anche se
è sempre molto attento. Ma potrebbe distrarsi e..."
"Sei paranoica, non può succedere nulla con Trunks, o lo hai
scordato?" Si avviò di nuovo verso il portico, ma
andò quasi a sbattere contro Trunks, o meglio contro Bra,
che lui teneva in braccio.
Li scrutò bene per un attimo. Sembravano tranquilli, ma
molto, molto accaldati.
"Vostra madre è dentro" Disse solo, poi li superò
e tornò alla sua postazione, stavolta con tutta l'intenzione
di rilassarsi e schiacciare un pisolino.
Trunks restò un momento a guardarlo mentre si sdraiava, poi
sistemò meglio la sorella tra le sue braccia, che stava
lentamente scivolando giù, e procedette verso la madre.
"Ciao tesorini, tutto bene?" Disse questa, vedendoli.
"Fa caldo mamma... e io mi annoio da solo..." La lagna di Trunks, che
lei si aspettava già dalla sera precedente,
arrivò.
"Tesoro, sono sicura che riuscirai a divertirti anche qui. Guardate
cosa vi ho preso..." La donna, sorridente, tirò fuori da un
sacchetto giallo due piccoli pacchetti trasparenti e Trunks, vedendone
il contenuto, quasi nun buttò a terra Bra per afferrarlo.
"Così potrete anche fare il bagno." Concluse Bulma, aprendo
un altro pacchetto contenente dei pannolini impermeabili per la
figlioletta.
"Mamma sei geniale!" Le gridò il primogenito, che corse ad
abbracciarla. Poi lo vide correre di sopra e Bulma, felice di aver
fatto qualcosa per i suoi figli, prese la più piccola e
seguì Trunks per poter cambiare anche lei.
Tempo dieci minuti, tutti e tre, Bulma compresa, erano in costume.
"A papà non l'hai preso il costume, mamma?" Le chiese
Trunks, affiancandola per le scale.
"Certo, ma deciderà lui quando metterlo e usarlo..." Rispose
con naturalezza, facendo spallucce.
Trunks corse subito fuori, arrivando con i suoi boxer nuovi a tuffarsi
subito in acqua, mentre la donna, Bra ancora in braccio,
sostò accanto a Vegeta per un attimo.
"Stai dormendo?" Mormorò.
"Come potrei con questo baccando..." Si riferì alla corsa
appena terminata del figlio, proprio vicino alla sua testa.
"Se vuoi puoi mettere il costume anche tu... non stai sciogliendoti dal
caldo?"
"Abbastanza" Rispose.
Vide Bulma scendere i gradini e poggiare Bra sulla sabbia. "Corri, stai
vicino a Trunks..." La sentì dire, poi tornò da
lui.
La vide sistemarsi sulla sdraio lì accanto, accostata alla
sua.
"Che pace che c'è qui..." Mormorò poi, respirando
a pieni polmoni quell'aria salmastra, rilassante e anche un
pò stancante.
"Non mi manca per niente la città... starei qui per
sempre..." Aggiunse, voltandosi verso Vegeta. Questo osservava con
occhi semi chiusi i figli giocare a riva. Nel giro di due minuti, Bra
era già caduta tre volte, ma l'aveva vista rialzarsi e
riprendere a corricchiare senza indugi.
Si accorse solo dopo un pò di tempo che Bulma era andata a
posare il capo sulla sua spalla, chiudendo gli occhi e sospirando. Solo
allora si accorse che con quel costume addosso c'era da stare
attenti... non l'avrebbe mai ammesso, ma per un attimo gli era mancato
il fiato! Adesso aveva i suoi seni sotto gli occhi e se ne stava
lì, sdraiato, a contemplarli, quasi fossero stati un canale
televisivo o una rivista.
Erano meno interessanti, ora, i giochi dei bambini.
Ringraziò il cielo di non aver addosso il costume da bagno,
qualche momento dopo, poichè nei pantaloni già
sentiva che quell'osservazione stava diventando fin troppo pericolosa.
La scostò, quindi, per alzarsi, con tutta l'intenzione di
andarsene di sopra. Se solo non ci fossero stati Trunks e Bra, quella
zona era perfetta per lasciarsi andare, anche sotto un portico,
così, al vento... non passava nessuno, le case circostanti
erano tutte disabitate in quel periodo, la cittadina distava di circa
due chilometri.
Ma con la prole a meno di venti metri, la cosa, non era affatto
possibile.
"Dove vai?" gli chiese, però, contrariata.
"Di sopra." Rispose, evasivo.
"E perchè?"
"Mi va e basta..."
Restò seduto qualche attimo, cercando di riprendersi un
pò. Sentiva che lo stare seduto lo aiutava a rilassarsi,
adesso.
"Sei un pò strano, cos'è ti da fastidio che sia
venuta a tenerti compagnia?" Bulma parve seccata, si era anche lei
messa a sedere.
"Non dire idiozzie..." Rispose l'altro.
"Possibile che dobbiamo litigare anche in vacanza?" Scattò
Bulma, afferrando il pacchetto delle sigarette poggiato sul tavolino
lì accanto.
"Lo chiami litigare tu questo? Io no..."
Vegeta si calmò, tornò a sdraiarsi anche se
l'eccitazione era sempre dietro l'angolo.
"Sei strano" continuò Bulma, respirando profondamente quel
tabacco ed emettendo poi una nuvoletta di fumo.
"Se la pensì così, fai pure..." Concluse
definitivamente Vegeta. Ora più che mai stava svenendo dal
caldo...
"Sei sudato" Riprese poi la donna "Vai a metterti il costume...".
Adesso era con le spalle al muro. O sarebbe soffocato dal caldo, o
l'avrebbe presa e portata di sopra, fregandosene di ogni decenza.
Optò però per un altra soluzione. Un bella doccia
fredda...
Quella sera avrebbe dato sfogo ai suoi istinti. Peccato,
però, che Bulma non dormisse con il costume...
Continua...
N.D.A.
Ragazzi, grazie a tutti per aver letto questo mio secondo capitolo e
ringrazio anche coloro che hanno recensito il primo!
kutai,
sonietta87, Angelo Azzurro, Umpa_Lumpa e veggylink94 siete magnifici! Grazie!
Continuo a dire che per chi vuole c'è qui il
mio contatto msn (sweetlove_80@hotmail.it). Sono sempre in cerca di
amici! (Sono una chiacchierona!)
Ciao e al prossimo Capitolo!
Sara
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Capitolo 3 *** Capitolo 3° ***
mare3
La
casa sulla spiaggia
Capitolo
3°
***
L'unica sgommatura di quella vacanza, o meglio di quella casa, erano i
condizionatori.
Facevano un chiasso infernale!
Quelli al piano di sotto erano abbastanza silenziosi, poichè
moderni, ma nelle camere da letto c'erano soltanto le ventole sul
soffitto, che, nel girare, spesso emettevano cigolii lievi ma anche
fastidiosi, se si dormiva o ci si rilassava.
Fortunatamente, nella cameretta di Bra, non c'era l'aria condizionata.
Era ventilata comunque dalle pale sul soffitto del corridoio,
poichè la porta veniva solitamente lasciata aperta. Cosa che
non
poteva più essere evitata: la piccola, da due mesi a quella
parte, aveva preso l'abitudine di protendersi in avanti e gettarsi, o
meglio cadere, dal suo lettino, se la mamma non accorreva subito e la
prendeva in braccio. E siccome di lividi e bernoccoli ne aveva
già a sufficienza, era stato preso questo provvedimento, per
poterla sentire subito nel caso si svegliasse.
Quel pomeriggio, però, essendo in casa Trunks probabilmente
sveglio e vigile davanti a uno dei suoi videogiochi, Vegeta aveva
pensato bene di chiudere la porta della loro camera da letto e aveva
persino girato la chiave nella serratura... non era il caso di essere
sorpresi mentre consumavano quel loro quasi feroce amplesso, che il
Saiyan bramava dalle prime ore di quel mattino. Immaginava di dover
attendere la sera, quando i bambini sarebbero andati a letto e
così avrebbero fatto anche loro. Invece era stata Bulma a
sorprenderlo: con solo la biancheria intima, quel giorno più
sexi del solito, si era fatta trovare nel letto. Sapeva che lui sarebbe
andato a coricarsi dopo pranzo, così aveva trovato il modo
d'intrattenerlo per qualche minuto, giusto il tempo di cambiarsi, per
farsi trovare così, semplicemente irresistibile. E lui,
ovviamente, non cel'aveva proprio fatta a resistere. Portava dietro di
sè ancora l'eccitazione che l'aveva colto quel mattino.
Allora,
se Trunks era di sotto, se Bra stava facendo il suo sonnellino
pomeridiano... meglio approfittarne!
In un attimo si era infilato nel letto, dopo essersi tolto la maglietta
e i pantaloni. Erano seminudi entrambi e stavano già
divorandosi
con i baci, lei era già sotto di lui. Il reggiseno di pizzo
nero
venne scostato in un attimo e i seni, ancora perfetti nonostante i due
allattamenti, furono in possesso dell'uomo.
Adesso, mentre le lancette dell'orologio segnavano le 15:45, stavano
ancora tenendo il loro ritmo regolare, incalzante e sempre
più
veloce, tra baci, carezze e quant'altro.
L'unica inibizione che avevano era quella di non fare troppo rumore.
Era già qualcosa di egoistico, in quel momento, fare l'amore
in
pieno giorno, con Trunks che avrebbe potuto sentire da un momento
all'altro, e fregarsene, anche gridando, come se fossero stati in una
casa disabitata, era già troppo.
Quindi, quando entrambi raggiunsero l'apice, fecero una fatica immensa,
soprattutto Bulma, a contenere il grido più acuto di tutto
l'amplesso.
Restava ora solo il silenzio, solo il cigolio delle pale del
ventilatore e il loro respiro ancora affannoso. E il lieve fruscio
delle lenzuola, mentre i due corpi si muovevano, staccandosi e restando
adagiati lì sul letto.
Altro che riposarsi. Quel giorno, quando Bra si sarebbe svegliata e
sarebbero scesi di sotto, sarebbero stati ancora più stanci,
ma
almeno appagati dal desiderio.
"Ci avrà sentiti?" Mormorò Bulma, stringendosi di
nuovo all'uomo, disteso supino sul letto.
"Figurati... è troppo impegnato." Vegeta si era ripreso
subito,
adesso era tranquillo e se si fosse addormentato avrebbe riposato come
un bambino.
Bulma ridacchio solleticandogli col respiro la pelle.
"Era impegnato un ora e mezza fa... chissà ora che sta
facendo..." Chiuse gli occhi e poco dopo fece lo stesso anche lui.
Il caldo, il mare e l'amplesso li fecero crollare in meno di due
minuti, ma furono riscossi appena dopo dieci minuti di sonno. Un tonfo
sul pavimento fece sobbalzare entrambi e adesso, da svegli, poterono
udire il pianto disperato di Bra provenire dalla camera accanto.
"Bra!" Bulma balsò giù dal letto, infilandosi
velocemente
la maglietta e i pantaloncini. Di certo non poteva andare dalla figlia
in quelle condizioni...
Vegeta invece non si preoccupò più di tanto. Era
sua
figlia, una Saiyan, e quello bastava. Non sarebbe stato un bernoccolo a
rovinarle la vita. Con calma afferrò i boxer gettati
lì a
terra e se li infilò, con un pizzico di malinconia. Avrebbe
anche fatto il bis, se non avesse avuto addosso quella fiacca. Si
rivestì con calma e andò poi in corridoio, e
lì vide Bulma consolare la bambina, che si teneva la testa
con una mano.
"Ha battuto la testa..." Disse a Vegeta, il quale non sembrò
preoccuparsene.
"Non ha niente, si vede lontano un chilometro."
"Ma è spaventata... tieni, prendila tu un momento, devo
andare in bagno..." Gli porse la piccola, che si agagiò sul
petto del padre non appena si trovò tra le sue braccia. Per
un attimo, a Vegeta venne da ridere. Se vent'anni prima gli avessero
detto che si sarebbe ridotto a dipendere da una donna e due mocciosi
avrebbe fatto fuori quella persona nel medesimo istante. E adesso si
trovava a tenere in braccio una bambina di un anno, ancora lagnante,
solo perchè sua madre doveva andare in bagno.
"Questa poi..." Mormorò tra sè, scendendo le
scale e arrivando poi in salotto, già con un rimprovero
sulle labbra per il figlio. Ma fù costretto a rimangiarselo.
Non stava giocando più ai videogiochi, Trunks, e nemmeno
combinando qualcuno dei suoi guai. Si era addormentato lì
per terra, raggomitolato su sè stesso. E aveva persino
spento la tv.
Vegeta restò quasi pietrificato a guardarlo, tanto
sprigionava tenerezza e... amore. sì, amore. Questo gli
infondeva. Quel ragazzino che si ostinava a voler vedere grande ma che
era ancora un bambino, aveva solo dodici anni. faceva ancora gli incubi
di notte, gli capitava ancora di bagnare il letto o di chieder loro di
poter dormire nel lettone. Cose che irritavano non poco Vegeta, ma che
erano solite dei bambini.
Abbozzò un altro mezzo sorriso e fece retromarcia,
dirigendosi in cucina e mettendo Bra nel suo seggiolone. Bulma
arrivò poco dopo, sorridente e spensierata.
"Hai visto come dorme Trunks? Caspita, non è mai crollato di
pomeriggio..." Disse, prendendo dal ripostiglio una banana per Bra.
"Meglio così..." Rispose Vegeta, sedendosi e bevendo il
caffè freddo preparato dalla moglie quella mattina.
"Stasera non riuscirà ad addormentarsi." Constatò
l'altra tagliando a pezzetti il frutto.
"Smettila di preoccuparti di tutto. Che stia sveglio e che dorma quando
vuole."
"La fai facile tu... non lamentarti però quando
dovrò alzarmi dieci o undici volte per controllare cosa sta
accadendo. Proprio mentre lo facciamo..." Ammiccò lei,
avvicinandosi alla piccola e sedendosi.
"Ma smettila, non ti smuoverebbe nessuno." Vegeta, orgoglioso di
sè stesso nel saperla, in quei momenti, in balia sua,
parlò fieramente.
"Certo, come no... se Bra fosse caduta dieci minuti prima sarei dovuta
correre lo stesso..."
"Ma stiamo parlando di Trunks. Non è un marmocchio, sa
cavarsela da solo. Io vado a cambiarmi..." Concluse, lasciando le sue
due donne in cucina e andando di sopra.
Quando anche Bulma finì, Trunks era già sveglio e
disposto a giocare dieci minuti con la sorellina. La donna
potè quindi andare di sopra per rimettersi il costume da
bagno. Aveva proprio voglia di prendere un pò di sole.
Entrando in bagno, però, vide Vegeta e rimase contenta nel
vedere anche lui in tenuta da mare.
"Ti sta bene, sai?" Ridacchio, osservandolo quasi disgustato
nell'indossare quel capo.
"Potevi evitare di prenderlo a fiori!" Sbottò irritato il
principe.
"Ma è un bermuda, e ti sta benissimo! E poi chi vuoi che ti
veda? Domani andremo al negozio e prenderai il costume che piace a te!"
La donna parlò mentre già si spogliava. Stavolta,
Vegeta, riuscì a restare in sè stesso, senza
sovraeccitarsi. Voleva solo rilassarsi sulla spiaggia, già
che era lì, e uscì dal bagno scendendo di sotto.
Anche i bambini, poi, presi i giochi da spiaggia della più
piccola, si soffermarono sulla sabbia a costruire castelli, o meglio a
distruggerli, poichè Bra era più divertita nel
vederli crollare che nel costruirli!
Bulma e Vegeta se ne stavano su un asciugamano. Lui supino e
addormentato. Lei con un libro e una bibita accanto.
Quella vacanza stava prendendo la giusta piega... fù quello
che pensò Bulma, almeno finchè non ricadde loro
addosso una secchiellata d'acqua salata!
"Dannazione!!!" Gridò Vegeta, svegliato di soprassalto da
quel liquido gelido, e Bulma non fù da meno, infradiciata da
capo a piedi e con il libro gocciolante ancora in mano.
"Bra! Ma cos'hai fatto?!" Disse, piagnucolando e ancora ansimando per
il contatto freddo.
"Trunks! Dove sei?!" Gridò invece Vegeta, ora più
che mai furioso.
"Non è colpa sua, tesoro... è questa delinquente
che è incontrollabile!" La donna tentò di
afferrare la piccola, ma riuscì a correre via e a dirigersi
di nuovo verso il mare, verso quelle onde che le piacevano tanto.
In quel momento, riemerse dalla casa il giovane Saiyan, convinto che
fosse successo qualcosa di grave.
"Che succede?" Chiese, tranquillo.
"Dove diavolo eri?" Vegeta si asciugò la faccia con la mano.
"In bagno..." Rispose innocentemente Trunks "Come mai siete tutti
bagnati?".
"Tua sorella ci ha fatto la doccia, tesoro... stalle dietro, adesso! E
vedi che non combini altri guai!" Bulma intervenne per non far
degenerare la situazione. Poi mormorò qualcosa sul suo
libro, provò addirittura a strizzarne le pagine, ma era
ormai da buttare.
Come se non bastasse, il ragazzino correva adesso per raggiungere la
sorella, ma nel passare sollevò un grandissimo polverone e i
due coniugi si ritrovarono ora non solo bagnati, ma anche ricoperti di
sabbia...
"Dannati marmocchi! Se vi prendo vi faccio passare la voglia di
ridere!!!" Urlò di nuovo Vegeta. Bulma era sull'orlo di una
crisi isterica, avrebbe voluto anche lei sculacciare per bene entrambi
i figli, ma adesso si accorse di non averne le forze.
"Bulma..." Le chiese Vegeta quando si furono ripuliti e sdraiati.
"Cosa?"
"Tu prendi la pillola, giusto...?"
Continua...
N.D.A.
Vi ho accontentati, visto? Due capitoli in un solo giorno...
Spero che anche questo vi sia piaciuto... ho anche aggiunto un pizzico
di hard (O///O) come molti si aspettavano!
Beh... un saluto e un bacione ai lettori e recensitori!!!
Sara
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 4° ***
mare4
La
casa sulla spiaggia
Capitolo 4°
***
Una fresca brezza estiva andò ad avvertirli che era ormai
ora di rientrare in casa, o meglio di coprirsi, poichè in
costume non si stava più tanto bene.
Il cielo cominciava a tingersi d'un rossastro acceso, tra le nuvolette
bianche che quel giorno più volte erano andate a coprire il
sole.
"Ragazzi!" Il richiamo della madre li convinse, alla fine, a rientrare
davvero in casa, sebbene la voglia di giocare non era ancora stata
acquietata.
Trunks prese per mano la sorellina, che di rientrare non ne voleva
proprio sentir parlare, e dovette quasi trascinarla via dal castello di
sabbia che avrebbe voluto distruggere a suon di schiaffi.
"Andiamo, Bra! La mamma ci chiama!" La incoraggiò il
maggiore, guardandola scalpitare e protendere la manina libera verso
l'opera precedentemente costruita.
"No! No! No!" Gridava, ma bastò l'imponente figura che gli
si materializzò davanti a farla cedere. Vegeta si
parò davanti ai due figli proprio mentre questi stavano per
salire i gradini del portico e rientrare in casa.
"Cosa fate ancora qui?" Il tono era severo ma non c'era traccia di
rancore per ciò ch'era successo circa tre ore prima. Quando
Bra aveva bagnato entrambi e Trunks li aveva sommersi di sabbia. Adesso
c'era qualcosa di più minaccioso nella voce dell'uomo...
"Non vuole venir via..." Si giustificò quest'ultimo,
guardando la sorellina.
"Andiamo..." Disse solo il Principe. Afferrò il braccio
grassoccio della figlia e la tirò sù, facendola
piangere per quel gesto brusco.
Trunks rimase a bocca aperta per quello strano comportamento di suo
padre, così come Bulma, che aveva assistito alla scena
dall'interno, dove già lavata e vestita stava preparando la
cena per la sua famiglia.
"Che cosa ti è preso?" Gli chiese, sottovoce per non
sconvolgere troppo i figli ma con un tono alquanto irritato.
"Non mi piacciono quei capricci!" Rispose lui. Entrambi guardarono
verso i figli, seduti uno al proprio posto a tavola, l'altra nel
seggiolone. Bulma pensò bene di dileguarli.
Sorridendo si avvicinò al più grande e gli fece
un amorevole carezza sulla guancia.
"Tesoro, faresti un favore alla mamma?" Gli chiese dolcemente,
chinandosi.
"Si mamma, certamente..." Rispose questo, ricambiando il sorriso.
"Porteresti Bra di sopra e la laveresti? Ne sei capace, vero?" Gli
passò una mano tra i capelli.
Trunks l'aveva fatto solo una volta da quando Bra era nata, e si era
ripromesso che non l'avrebbe fatto mai più,
poichè ne era uscito bagnato da capo a piedi. Ma,
pensò, tanto
la doccia la devo fare anche io...
"D'accordo" fece soltanto, guadagnandosi un bacio sulla
guancia. Bulma tirò via Bra dal seggiolone e la mesi in
braccio al fratello. Quando entrambi furono al piano di sopra, Bulma si
voltò a guardare il marito, ancora appoggiato al bancone
accanto al lavandino.
Tornò alla cena ma non prima di aver ripreso quel discorso.
"Avresti potuto romperle il braccio, Vegeta. Non avevi motivo di
tirarla sù in quel modo." Sembrava irritata. E anche un
pò triste.
"Avevo eccome il motivo! Diavolo, tu le lasci fare tutto e guarda come
sta crescendo! Sta diventando viziata e iper protetta! E' una femmina
ma non un mollusco!" Vegeta aveva i nervi a fior di pelle da ormai
parecchie ore.
"Senti un pò, se non ti andava bene il modo in cui io sto
educando nostra figlia potevi benissimo dirmelo prima! Ma la vuoi
sapere una cosa?! E' un altro il motivo per cui ti sei inferocito, ma
non puoi prendertela con i bambini! Prenditela con me se proprio ci
tieni!" Stavolta, libera di farlo, alzò la voce. Era
adirata, tentò comunque di darsi un contegno per non far
sentire niente a Trunks.
"Credi di sapere sempre tutto, tu?! Non credi che abbia anche io il
diritto di insegnare qualcosa a quella mocciosa?!" Gridò
anche lui, stavolta.
"Non è per la bambina che sei arrabbiato, non è
per quello!!!" Sbattè il coltello con cui stava affettando i
pomodori e il rumore fece trasalire persino i bambini al piano di
sopra. Trunks stavolta aveva sentito sua madre urlare... non gli
piaceva, non gli era mai piaciuto sentire i genitori urlare, litigare.
Smise addirittura di asciugare Bra per sentire cosa si stavano dicendo.
"Lasciamo stare, adesso!" Vegeta sperò di cavarsela
così, di rimandare quel discorso o addirittura di
cancellarlo per sempre dalle loro memorie.
"Io non lascio stare! Come lo hai fatto adesso potresti rifarlo
benissimo altre volte! Non puoi aggredire i tuoi figli per un qualcosa
che ho combinato io!" La voce di Bulma adesso era più lieve
e a metà frase prese addirittura a tremare.
Il Saiyan ne era sicuro. Sarebbe scoppiato... probabilmente l'avrebbe
fatta piangere, probabilmente per una notte se ne sarebbe andato, forse
due... ma era furioso, con sè stesso e con lei.
"La vuoi tanto sapre una cosa..." Adesso anche la sua voce tremava, non
per l'imminente pianto ma per la fatica che faceva a contenersi.
"E' vero... sono furioso! Con te, sì! Potevi benissimo
prendere quella dannata pillola, se solo avessi pensato meno a questa
maledetta casa, se solo non ti fossi entusiasmata troppo per questa
stramaledetta vacanza! Potevi scordarti qualsiasi cosa, ma non questa!"
Battè il pugno sul pianale, incrinandone il centro. Bulma
sobbalzò di paura. Aveva urlato... contro di lei. Con tutto
il fiato che aveva in corpo. Non l'aveva mai fatto, non avevano mai
litigato in quel modo e mai lui le si era rivolto così... La
tristezza divenne adesso un profondo sconforto e Bulma non
potè fare altro che voltargli le spalle e chiudersi nel
bagno di servizio. Ora come mai aveva bisogno di piangere, di sfogarsi.
Ma Vegeta aveva ragione... era colpa sua se avevano litigato. Non
doveva scordare una cosa così importante. Non la sera prima,
almeno. Non prima di fare l'amore con lui per ben due volte in
ventiquattr'ore.
Una pillola... una dannatissima pillola aveva causato tutto quel caos.
Aveva scordato di prendere la piccola pastiglia. Mai, in un anno, era
accaduto. soprattutto perchè sapeva che in famiglia per un
altro figlio non ci sarebbe stato posto. Nella vita di Vegeta,
perlomeno. Aveva sempre detto senza delicatezza che due marmocchi erano
già troppi... Una volta lei aveva provato a chiedergli se
gli sarebbe piaciuto averne un terzo e si era sentita rispondere che
piuttosto si sarebbe fatto castrare.
In quel momento Bulma si sentì uno schifo. Il ciclo le
sarebbe arrivato, nel caso non fosse rimasta incinta, tempo due, tre
giorni al massimo. Fino ad allora non avrebbe potuto sapere cosa
davvero era successo...
Si asciugò le lacrime e si sciacquò la faccia...
c'era da risolvere quel problema, adesso. E c'era da occuparsi dei due
bambini, che udiva già di ritorno in cucina.
Uscì dal bagno e si sforzò di sorridere.
"Dov'è papà?" Le chiese Trunks, all'improvviso,
col viso già rattristato.
Bulma non si voltò nemmeno, finì di preparare la
cena e mentre la serviva ai due figli rispose in un sussurro "Non lo
so...".
Il primogenito prese a mangiare con lo sguardo basso. Sua madre era
troppo scossa, doveva essere successo qualcosa di brutto.
"E' arrabbiato per quello che abbiamo combinato oggi io e Bra? Per
questo avete litigato?" Si azzardò poi a domandarle, quasi
stesse dicendo oscenità.
"No, tesoro... certamente non è per quello!" Bulma gli
sorrise, cercando di rallegrarlo.
"Ma torna vero? Non è arrabbiato con noi?"
"Certo, lo conosci tuo padre... non appena gli sarà passata,
tornerà. Forse anche stasera stessa..." Ma lo disse
più per sè stessa che per il bambino.
"Pappa!" Gridò Bra lanciando una manciata di pomodorini
gocciolanti sul tavolo e ridacchiando.
"Bra! Che schifo!" Trunks fece una smorfia, un pomodoro l'aveva colpito
dritto in faccia. Bulma si apprestò a ripulire tutto,
ripensando alle parole di Vegeta.
"Tu stai diventando davvero un impertinente, signorinella!"
L'apostrofò, togliendole il piatto ancora pieno e facendola
improvvisamente smettere di ridere.
"A letto, e non mangi questa sera!" La prese in braccio e solo allora
la piccola capì che quella volta nessuno aveva riso alla sua
marachella. Scoppiò così in un pianto dirotto che
cessò quando per la terza volta Bulma la riadagiò
nel suo lettino e chiuse la porta. Erano passate le undici di sera,
Trunks si rigirava nel letto da ore cercando di dormire e lei si era
rimessa sotto le lenzuola già due volte. Soffriva nel
sentire Bra piangere a quel modo e per un pezzo aveva pianto anche lei.
Per Bra... e per l'assenza di Vegeta. Non ci era più
abituata... Da più di un anno, anzi forse molto di
più, non stava via di casa per tutta la notte. Il saperlo
lontano rendeva Bulma un fiume di lacrime. Persino quando Bra smise di
piangere le continuò a singhiozzare e a stringersi al
cuscino... era un litigio sciocco e infantile. Di sicuro non era
incinta poichè il ciclo le era tornato cinque minuti prima,
in anticipo, addirittura! Era stato un sollievo, sì, ma
anche il motivo per essere più tristi. Tutto era andato bene
ma Vegeta non era con lei e chissà quando sarebbe tornato...
Continua....
N.D.A.
Terzo aggiornamento in un giorno... ho battuto il record!
Ringrazio ancora tutti! Un milione di baci a tuttissimi!!!
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5° ***
mare5
La casa sulla spiaggia
capitolo 5°
***
Quando un timido
raggio di sole andò a infiltrarsi tra le
tendine bianche della grande camera da letto, Bulma Briefs era ormai
più che sveglia. Anzi, per precisare, non si era affatto
addormentata quella notte. Aveva trascorso le ultime ore della giornata
precedente a piangere, e anche gran parte della nottata era stata
impiegata in quella triste attività, finchè non
riuscì a calmarsi e a chiudere gli occhi, restando,
però,
in un feroce dormiveglia. Un profondo stato di agitazione le impediva
di prendere davvero sonno e di riposare, anche solo per mezz'ora.
Il fatto di non averlo
accanto le sembrava una tortura.
E' difficile
rinunciare a qualcosa a cui sei abituato da ormai anni...
Un abitudine aveva
perso, sì. Quella di non vederlo tornare di
notte, impegnato in chissà quale dannato allenamento. A
questo,
no, non era più abituata. e per quello non riusciva a
chiudere
occhio, perchè in quel letto si sentiva talmente sola che le
lacrime tornavano a risalirle agli occhi. E fù per questo
che,
quando alle quattro Bra cominciò a frignare, andò
a
prenderla e la fece addormentare accanto a sè.
Almeno la sua bambina
le dava un pò di conforto. Era ormai
scordato il castigo datole la sera precedente, causa la rabbia e la
frustrazione accumulata.
Ora che il sole era
sorto e che entrambi i bambini continuavano a
dormire, una lì accanto, l'altro nella sua camera, Bulma si
sollevò a sedere. Aveva un mal di testa allucinante, la
mente
annebbiata dal sonno, il cuore a pezzi... e una nostalgia matta di
Vegeta. Chissà dov'era... chissà quando sarebbe
tornato?!
Fece un lungo respiro
e gettò i piedi giù dal materasso,
senza però negar prima una carezza alla sua creatura.
Quant'era
bella, la piccola Bra. Così piccola e ancora da proteggere.
Capricciosa sì, ogni tanto, ma talmente dolce da far perdere
le
difese a chiunque. questo pensiero la fece sorridere.
Fece una doccia veloce
e in meno di dieci minuti fù pronta per
scendere in cucina e preparare qualcosa per colazione. Voleva liberarsi
la mente e preparare una torta, che avrebbe alleggerito un
pò la
situazione. L'avrebbe aiutata a non pensare troppo a lui.
Ma appena mise piede
in cucina il rumore della porta che veniva aperta
la fece spaventare a morte, tanto che si aggrappò al
corrimano
delle scale e fece un passo indietro. Ma il cuore ricominciò
a
pulsare normalmente solo quando si accorse che a entrare non era stato
un ladro o un serial killer. Era il suo Vegeta, stupito quanto lei per
quell'incontro ravvicinato.
La donna emise un
sospiro di sollievo.
"Vegeta..." Disse,
risquotendosi.
"Che ci fai
già in piedi?" Rispose lui, tranquillo, come se non fosse
accaduto nulla. O almeno così sembrava.
"Pensi che io abbia
dormito? Ti sbagli..." Bulma cambiò rotta,
al posto di entrare in cucina andò in salotto, dove anche
lui si
era diretto un attimo prima per accomodarsi sul divano. Lo vide
massaggiarsi gli occhi e sbadigliare.
"Dove sei stato...?"
Sedette accanto a lui, con l'intenzione di dare un taglio a tutta
quella situazione.
"Perchè
t'interessa tanto saperlo?" Chiese lui di rimando, togliendosi le
scarpe.
"Perchè sei
mio marito e mi devi almeno una spiegazione! Non ho chiuso occhio tutta
la notte per colpa tua!"
Ci fù un
breve attimo di silenzio.
"Ho dormito sulla
spiaggia. Contenta?" L'uomo si alzò, lasciando
le scarpe sul tappeto. E anche una buona dose di sabbia sul pavimento.
"Cosa?"
"Hai capito bene...
c'è qualche problema, forse?" Adesso
cominciava ad irritarsi dalle troppe domande e dalle eccessive
spiegazioni che era stato costretto a darle.
"E io stupida! Stupida
a preoccuparmi per te! Sei un bastardo, potevi
almeno degnarti di avvisare, di fare qualsiasi cosa! Ma non sparire per
una notte intera senza dire dove vai!"
Ecco. Adesso avrebbero
litigato ancora e probabilmente se ne sarebbe andato di nuovo. Poteva
accadere qualsiasi cosa, adesso...
"Perchè ti
scaldi tanto?! Quando mai ti ho dato spiegazioni sul cosa faccio e dove
vado?!"
"Mai! Ma credo che un
minimo di rispetto per me e per i tuoi figli tu possa averlo!"
Sentirono entrambi dei
lievi lamenti provenire dal piano di sopra. Era
Bra, svegliata dalle loro voci. Dopotutto la porta della stanza era
stata lasciata aperta.
Bulma
s'incamminò sù per le scale, fece per superarlo
ma
una morsa d'acciaio la costrinse a fermarsi. si ritrovò a
guardarlo negli occhi per qualche secondo e in quel tempo pareva che
anche il pianto di Bra stesse cessando.
"Mi sono addormentato
su quella fottuta spiaggia e mi sono svegliato
adesso... sarei tornato ieri stesso se non fossi stato così
stanco! Ora le spiegazioni sono finite!" Sibilò.
Le lasciò
il braccio e lei fù libera di salire le scale e
andare dalla bambina, che si riaddormentò subito tra le
braccia
della mamma. Vegeta era rimasto lì, sulle scale, mentre si
levava di dosso quell'agitazione messagli addosso dalla moglie. e
quando si decise a salire la colse proprio nell'attimo in cui
riadagiava la piccola nella sua culla, stavolta in camera sua, per
lasciarlo libero di lavarsi e, magari, di riposare.
Dalla camera da letto
la vide anche affacciarsi nella stanza del figlio
maggiore, per controllare che dormisse ancora, e vedendola riaccostare
la porta capì anche lui che il loro primogenito era ancora
nel
mondo dei sogni.
E mentre lui terminava
di svestirsi, lei lo raggiunse in silenzio nella
stanza, armeggiando con le lenzuola raggomitolate in buona parte ai
piedi del letto.
"Hai bisogno di
dormire o posso cambiare le lenzuola?" Gli chiese,
raccogliendo da terra la sua camicia, quella che usava per dormire.
"Fai pure, ho dormito
già..." Rispose, sparendo nel bagno.
La donna prese
così a rassettare la stanza, aspettando che
Vegeta finisse la sua doccia e che, quindi, si calmasse. E anche lei
doveva calmarsi un pò, altrimenti non avrebbero risolto un
granchè.
Ma vedendo che l'uomo
prolungava la sua solita permanenza in bagno, che
soleva durare non più di 5 minuti scarsi, Bulma decise di
entrare. Notò un leggerissimo movimento dietro la tenda di
plastica. La luce proiettava l'ombra di suo marito attraverso quel telo
beige.
"Vegeta?" Lo
chiamò, a bassa voce.
"Hai... hai bisogno di
qualcosa? Sei lì sotto da un quarto d'ora..."
Continuò, non sentendo risposta.
"Sto bene, non mi
serve niente..." Una risposta secca e via, come al solito.
Bulma si
appoggiò al lavello, lì accanto, e
abbassò lo sguardo.
"Senti... prima che i
bambini si sveglino volevo dirti..." Prese a dire, lievemente.
Udì un
sospiro tra il seccato e l'impaziente di Vegeta, che
chiuse il rubinetto e afferrò l'asciugamano appeso al gancio
sulla parete.
"Ecco... non sono
incinta... mi è tornato il ciclo..."
Terminò la donna, sollevata. gliel'aveva detto, no? Tutto a
posto.
Lo vedeva asciugarsi
con una strana calma, come se gli avesse semplicemente detto "Per
pranzo c'è il pollo".
La cosa la
innervosì abbastanza.
"Non dici niente?
Preferivi forse il contrario?" Chiese, adesso con voce più
alta.
"No!" Rispose lui "Non
ho niente da dirti, adesso."
Uscì dalla
doccia e tornò in camera, dove prese a rivestirsi
velocemente, sempre sotto gli occhi della sua donna.
"Sembri piuttosto
nervoso. Puoi spiegarmi cosa ti è successo?!
Sono stanca, da quasi ventiquattr'ore c'è soltanto tensione
in
questa casa!".
L'uomo alzò
lo sguardo.
"Io non ho proprio
niente, sei tu quella nervosa!"
"Ma se hai fatto un
pandemonio ieri sera, per una dannata pillola!"
"Ne avevo il motivo,
ma non è detto che debba continuare a vita questa storia!"
Ora tacquero entrambi.
Lei ai piedi del letto, lui infilandosi la maglia.
Entrambi a testa bassa.
"Hai ragione..."
Mormorò poi lei "E' inutile andare avanti sempre con le
stesse cose... finiamola qui...".
Si avvicinò
a lui, sedendo sul letto.
"Facciamo pace...?"
Gli chiese, abbozzando un sorriso.
"Che sciocchezza!"
Rispose lui, ghignando e squotendo la testa. Era un sì...
Finalmente poterono
baciarsi e liberarsi finalmente da quelle orribili ore trascorse
litigando e lontani l'uno dall'altra.
Bulma lo stringeva,
dopo essere stata lontana, troppo lontana, per
così tanto tempo... beh... era stata solo una notte, ma le
era
sembrata un eternità. Si staccò da lui solo per
chiedergli un ultima cosa.
"Vegeta..."
"Mh?"
"Mi prometti una cosa?"
Lui la
guardò, tenendo il suo mezzo sorriso beffardo sulla faccia.
"Lo sai che non
prometto mai niente..."
La baciò
ancora... lei si staccò.
"Invece ti sbagli..."
"Ah sì?"
"Mi hai promesso amore
eterno pochi giorni fà... e questa non la chiami promessa?"
Lui la
baciò ancora, sperando di non essere interrotto di nuovo.
Lei si
scostò ancora.
"E va bene...
è una promessa, ma l'unica!"
"Devi farmene un
altra..."
"Scordatelo"
Un altro bacio deviato.
"Quale sarebbe?"
Adesso fù
lei a baciarlo languidamente.
"Non devi andartene
mai... non una notte intera, almeno..."
"Non prometto queste
cose!"
La spinse
giù, la fece sdraiare.
"Allora è
inutile che tu mi metta le mani addosso..."
"Sei squallida, donna!"
Donna...
Da quanto non la
chiamava così?! Una vita?!
"E tu un brutto
scimmione, Saiyan!" Ridacchiò, ma non si scostò
quando lui andò a baciarla ancora, ancora e ancora.
"Scommetto che non
resisteresti..." Le baciò il collo, scostandole le
bretelline dalle spalle.
"Devo farlo per forza,
sono indisposta...!"
Vegeta si
bloccò, ma lo sentì all'improvviso ridacchiare.
"Lo vedi? Tu non
prometti e io ti frego!"
"Lurida terrestre..."
Mormorò.
"Prometterò
in un secondo momento, allora..." Concluse tirandosi sù e
decidendo di prendere una boccata d'aria fresca. A quell'ora di mattina
sì che tirava, un pò di vento.
"Lo farai..."
Anche la donna si
alzò, guardò l'orologio. erano le sei e mezza...
prestino. Ma c'era ancora tempo per preparare quella torta.
Mentre sciacquava nel
lavello la frusta con la quale aveva mescolato l'impasto, il telefono
di casa prese a squillare. Raro, nessuno mai, eccetto sua madre, aveva
chiamato in quei giorni di vacanza.
E non a quell'ora.
"avranno sbagliato..."
Si disse, asciugandosi le mani e avviandosi verso il cordless da parete.
Alzò la
cornetta e riconobbe una voce famigliare.
Poichi secondi dopo
Vegeta rientrò in casa e fece appena in tempo a vederla
riappendere il ricevitore, bianca come un cadavere e con le mani
tremolanti.
"Bulma..." La
chiamò, sorpreso. Sembrava davvero sconvolta.
"Cos'è
successo?!" Senza accorgersene la voltò piano tirandola per
un braccio.
"Devo... devo tornare
a casa..." Momorò, mentre le labbra le tremavano.
"Chi era? Cosa sta
succedendo? Perchè mai devi tornare a casa?" La
guardò negli occhi e poco dopo anche lei alzò lo
sguardo.
"Mio padre
è morto..."
Continua...
N.D.A.
Avevo
scritto questo capitolo giorni fà, quando ancora non era
successo niente.
Ironia
della sorte, ieri è morta mia zia. Coincidenze...
Comunque
chiedo scusa a
tutti per il ritardo nell'aggiornamento, non
succederà mai più!
Grazie,
infine, a coloro che hanno letto e recensito, spero di non avervi
delusi!
A
prestissimo.
Sara
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 6° ***
mare6
La
casa sulla spiaggia
Capitolo 6°
***
Nonostante il viaggio alla volta della loro casa per le vacanze fosse
stato così movimentato e, sì, anche da definire
terribile, era ovviamente preferibile al silenzio che regnava in
quell'automobile, adesso.
Persino Bra sembrava aver capito la gravità della
situazione, e
si limitava solo a qualche parolina, di quelle che le piacevano tanto,
e a qualche incomprensibile farfuglio.
Bulma era immobile, sul suo sedile. Si guardava le mani da circa un
ora. Aveva gli occhi lucidi ma non piangeva... strana reazione per una
donna che ha saputo della morte del padre da appena due ore.
Era pallida.
Vegeta aveva capito, Vegeta sapeva che dentro di sè Bulma
stava
autoconvincendosi ch'era tutt'un equivoco, che quando sarebbe arrivata
suo padre l'avrebbe accolta alla Capsule Corporation col suo solito
sorriso e avrebbe abbracciato i suoi due adorati nipotini con lo stesso
amore di sempre, e che poi tutti assieme sarebbero andati a salutare la
signora Bunny, che annaffiava le piante in attesa del loro ritorno. E
poi avrebbero mangiato assieme, anche se a Vegeta questo dava sempre
molto fastidio.
Stranamente adesso proprio lui, che di quei vecchi sen'era sempre
fregato, sentiva un qualcosa dentro, qualcosa di strano... che fosse
dispiacere?
Stava già dicendosi di no, ma nel guardare lo sguardo perso
di
sua moglie dovette stare in silenzio e accettare che in fondo, lui, a
suo suocero, un pò di bene gli voleva. Anche
inconsciamente...
D'altronde, lui che un padre non l'aveva mai avuto, o meglio, che aveva
avuto un padre che gli aveva insegnato unicamente ad uccidere e che poi
l'aveva venduto... beh, aveva trovato in quell'uomo, o meglio, il
signor Briefs aveva trovato in lui non solo un genero, ma anche un
figlio. E come tale l'aveva sempre trattato, nonostante non fosse mai
ricambiato nei suoi modi gentili e cordiali.
"Io ti sono riconoscente e voglio dirti anche il motivo" gli disse
pochi giorni prima, il giorno del matrimonio con Bulma, quando non
c'era nessuno intorno.
"Ti sono riconoscente, figliolo, per aver reso mia figlia felice e per
averci dato due nipoti così belli...".
Ecco cosa gli aveva detto il vecchietto, mentre si versava un bicchiere
di cocktail al buffet.
E lui non aveva risposto nulla... si era limitato a riflettere su
quelle parole quando l'anziano gli voltò le spalle e se ne
andò dalla moglie, lasciandolo solo, a bere dell'acqua, in
disparte.
Vegeta guardò i suoi figli. Dallo specchietto retrovisore
vide
Bra ormai quasi appisolata nel suo seggiolino, e Trunks... beh, aveva
ancora le guance rosse. Aveva pianto tra le braccia di sua madre per
parecchio tempo... ma adesso dormiva anche lui.
Vegeta riconosceva anche questo... che i suoi figli, o almeno Trunks,
aveva un rapporto speciale con il nonno. Già da parecchio
gli
insegnava i trucchi del mestiere, gli dava strane spiegazioni su
fenomeni fisici e scientifici, lo lasciava smanettare ai computer
quando e per quanto voleva, sebbene Bulma andasse su tutte le furie.
Non aveva avuto il coraggio di dire al figlio "Smettila di frignare
come una femminuccia!" sebbene aveva già quelle parole sulla
punta della lingua.
Adesso che lo vedeva dormire e non più tirar sù
con il
naso si sentiva più a suo agio. Non era mai stato bravo a
consolare, o meglio non cen'era mai stata l'occasione.
Tornò a guardare con la coda dell'occhio sua moglie. Ancora
immobile, ancora lo sguardo spento... e stanco, tremendamente stanco.
"Mi hai detto che non hai dormito stanotte" disse, giusto per attaccar
discorso. Aveva il disperato bisogno di sentire la sua voce.
Ma annuì soltanto.
"E' meglio che dormi, come i mocciosi... mancano più di due
ore
per arrivare..." Guardava la strada ma già sapeva che lei
stava
squotendo la testa.
"Come vuoi..." Disse ancora.
Strano.
Di solito era lei a forzarlo a parlare. Era lui quello taciturno... e
adesso la situazione si era ribaltata!
Non insistette più di tanto. O meglio non ce ne
fù il
bisogno. Vede la testa di Bulma ciondolare dopo appena dieci minuti e
si ritrovò a tenere quel volante in mezzo alla sua famiglia
dormiente. Anzi, dopo poco fù Bra a svegliarsi e a guardare
il
padre attraverso lo specchietto.
"Papà!" Disse gioiosa, incurante del sonno di madre e
fratello. Ma nessuno si svegliò.
Vegeta le fece segno di stare zitta e lei subito lo imitò,
mettendosi il dito davanti alla bocca. Il padre scosse la testa e
sorrise.
"Bulma..."
La donna aprì gli occhi, disorientata e confusa.
In un primo momento non ricordò perchè si trovava
in
macchina, e nemmeno perchè riconoscesse attorno a
sè i
palazzi principali della Città dell'Ovest.
"Siamo arrivati" Le disse Vegeta, vedendola già sveglia.
Bulma si passò una mano sul viso e afferrò la
bottiglietta d'acqua accanto al sedile. Sentiva la bocca secca e solo
dopo averne scolata mezza riuscì a sentirsi meglio.
"Mamma acqua!" Bra la fece voltare e nonostante la situazione Bulma
riuscì a sorridere alla bambina, che con il suo biberon in
mano
mostrava alla madre che anche lei stava bevendo.
Trunks dormiva ancora.
"Credo che sia meglio svegliare Trunks... sono tre ore che dorme!"
Sentenziò Vegeta, svoltando verso il viale principale e
ritrovandosi in mezzo al traffico.
"Già..."
E sentì la sua voce, finalmente. Così stanca e
lieve da non riconoscerla.
"Trunks... tesoro, siamo arrivati..." Disse al ragazzino, squotendolo
leggermente. Questo mugugnò qualcosa e si girò
dall'altra
parte.
"Perchè fa così?" Chiese Vegeta, che osservava il
tutto dallo specchietto retrovisore.
"Gli ho dato una pillola per dormire prima di partire..."
"E perchè?" Scioccamente, Vegeta aveva quasi scordato il
motivo per cui stavano andando a casa.
"Perchè piangeva troppo..." Si sentì rispondere.
Tempo cinque minuti, parcheggiarono nel garage della Capsule
Corporation.
Vegeta scese per primo dalla macchina, respirando profondamente. Stare
seduto alla guida per quattro ore senza sosta l'aveva profondamente
debilitato.
"Come si fa con Trunks?" Chiese a Bulma, osservando dal finestrino il
volto profondamente addormentato del figlio.
"Ci penso io... prendi tu la piccola..." Si sentì rispondere
e
si diedero il cambio. Mentre Bulma apriva lo sportello posteriore dal
lato di guida, dove c'era Trunks, Vegeta slacciava la bambina dal
seggiolino, dall'altro lato. Aveva il sederino decisamente umido, si
percepiva bene anche sotto la stoffa di jeans della graziosa salopette
che indossava.
"Bra è in condizioni pietose..." Disse, chiudendo lo
sportello.
"Pensi che io e Trunks siamo da meno?" Rispose, con un pizzico di
amarezza, lei, tenendo per mano un Trunks con ancora gli occhi chiusi.
"Ho sonno, mamma..." Mugugnò, stropicciandosi gli occhi.
"Lo so tesoro..." Gli carezzò la guancia e lo condusse verso
le
scale di metallo, che li avrebbero condotti all'interno del palazzo,
nel corridoio principale.
Appena arrivati in cima sentirono delle voci. Bulma riconobbe dapprima
quella di Goku e si meravigliò della sua presenza, poi
notò che con lui c'era anche Gohan. Aveva Pan in braccio e
succhiava placidamente dal suo poppatoio della camomilla.
"Ci siete già tutti..." Si sforzò di sorridere la
donna,
facendo il suo ingresso. La prima cosa che notò
fù la
porta aperta dell'abitazione dei suoi genitori. c'era uno strano via
vai. volti conosciuti ma in quel momento estranei continuavano a
entrare e uscire. Non erano in molti, massimo una decina.
Il Saiyan la guardò, un pò stupito per la sua
presenza.
"Bulma... non credevo che arrivaste così in fretta." Disse
avvicinandosi alla donna e al ragazzino, che cominciava adesso a
svegliarsi. Ricevette una carezza sui capelli dall'uomo, poi lo vide
abbracciare sua madre e dire un "condoglianze".
Poi anche Vegeta arrivò e fece il suo ingresso. Parve
fregarsene
della presenza di Goku, o Kakaroth, come soleva chiamarlo lui.
Il piccolo Trunks adesso aveva solo due desideri. Il primo era quello
di dormire, si sentiva intontito come mai. Il secondo era quello di far
tornare in vita il suo adorato nonno. Forse era solo un brutto sogno...
"Mamma..." Le tirò la gonna, come se fosse stato un bambino
di
tre anni. Lui di anni ne aveva dodici, ma ritornò a sentirsi
piccolo. almeno in quell'occasione, voleva sentirsi piccolo.
"Scusatemi, Trunks ha bisogno di dormire..." Disse Bulma, congedandosi
"Torno fra cinque minuti...".
Goku e Gohan annuirono e lasciarono passare la donna e il ragazzino.
Fece per andarsene anche Vegeta, ma per un attimo Goku lo
fermò.
"Condoglianze anche a te, Vegeta" Gli disse.
Si aspettava una risposta brusca e sfrontata, come sempre, ma
stranamente ricevette solo un "Mh..." che solitamente tutti
interpretavano come il 'grazie' di Vegeta. Poi, quando Bra prese a
frignare infastidita dal suo pannolino ora più che mai
appesantito, seguì la moglie senza dire niente.
A lui toccò il compito di cambiare Bra, visto che Trunks si
sentiva, adesso, anche male. Aveva vomitato appena era entrato in casa.
La loro casa...
Adesso Bulma cercava di farlo rilassare a letto, mentre gli misurava la
temperatura.
L'uomo era sulla soglia della stanza, osservando moglie e figlio dentro
e dando ogni tanto uno sguardo a Bra, che entrava e usciva dalla sua
stanza tirando una palla variopinta dentro e fuori.
"Mamma..." Fece Trunks, improvvisamente. Aveva la voce roca, quasi
irriconoscibile.
"Dimmi tesoro..." Bulma accostò il viso al suo.
"Dov'è il nonno, ora?" Le chiese, lasciandosi accarezzare i
capelli.
La donna restò spiazzata per qualche istante. Non sapeva che
dirgli. Non sapeva se si riferiva al suo corpo o al suo spirito.
"Trunks... lui è..." cominciò a dire, ma il
ragazzino la fermò.
"So che è in paradiso... ma posso vederlo un ultima volta? O
l'hanno già sepolto?"
Adesso gli occhi tornavano a chiuderglisi. Aveva le guance rosse, non
per il pianto ma per la febbre, che dal termometro risultò a
39
e 7.
Bulma lo guardò con un infinita tenerezza.
"Tu pensa a riprenderti... potrai vederlo, o almeno credo... ma adesso
dormi."
Gli baciò la guancia e la fronte, rimboccandogli le coperte
e
lasciò accesa la luce sul comodino. Uscirono entrambi dalla
stanza, lei e Vegeta, lasciando però la porta aperta.
"Gli hai dato troppo sonnifero, secondo me."
Vegeta camminò di fianco alla moglie fino alla camera da
letto,
cioè per pochi passi. Dopo essersi accertato che la bambina
stesse giocando in camera sua entrò nella stanza, dove la
vide
sedersi sul letto e prendersi il volto tra le mani.
"Cinque ore fà... cinque ore fà eravamo al mare,
felici e
contenti... guarda adesso che sta succedendo..." Disse tra
sè.
E stavolta le vide davvero, le lacrime. Vegeta le vide davvero scendere
sulle sue guance pallide, vide la vera sofferenza sul volto della sua
Bulma. E ben presto la sentì anche singhiozzare.
Con un movimento istintivo, sedette accanto a lei sul letto e
l'attirò a sè. Lasciò che piangesse
sulla sua
spalla, senza parlare nè fare qualsiasi altra cosa.
Semplicemente la tenne stretta, finchè, dopo qualche minuto,
la
sentì calmarsi e la vice cercare a tentoni il fazzoletto che
teneva sempre nel cassetto del suo comodino.
Si asciugò le lacrime ma rimase ancora abbracciata a lui.
"Mi manca..." Mormorò all'improvviso, strofinando la guancia
contro il petto del suo uomo.
Lui non disse nulla.
La strinse ancora un pò, poi la lasciò andare a
sciacquarsi il viso in bagno. La sentì armeggiare con il
mobiletto degli asciugamani. Ovviamente non cen'erano di già
appesi e dovette metterne dei nuovi.
Poi qualcuno bussò alla porta.
"Scusate...?"
Goku fece capolino dal corridoio. Aveva Bra in braccio.
"Cosa?" Fece Vegeta, ora più stanco che mai.
"Bra era uscita in corridoio... fortuna che l'ho vista!" Sorrise. Il
suo sorriso da ebete. Mise a terra la piccola che lo guardava
affascinata. Le stavano simpatici gli uomini come Goku, Gohan o
simili...
"Oh... grazie mille Goku, mi ero distratta un attimo...!"
confessò la scienziata, riemergendo dal bagno con ancora gli
occhi rossi.
"Non preoccuparti... torno di là. Ah, mi sono permesso di
scaricare i bagagli, spero non vi dispiaccia!" Aggiunse, guadagnandosi
un sorriso sincero e pieno di gratitudine dall'amica.
"Grazie mille davvero... Non so più dove mettere le mani:
Trunks
ha la febbre alta e Bra non è in grado di badare a
sè
stessa... potresti farmi la cortesia di chiedere a Chichi se
può
venire un momento qui? Vorrei andare da... mio padre..."
Le dispiaceva dover essere un peso, ma sapeva che anche Vegeta voleva
un pò di libertà. Voleva essere libera di dire
addio a
suo padre senza pensare ai suoi figli. Non per egoismo, ma per sentirsi
figlia per qualche ora, le ultime prima che suo padre venisse
seppellito.
"Figurati, siamo qui per questo... te la mando subito!"
Goku sparì in corridoio lasciando di nuovo soli Bulma,
Vegeta e
la piccola Bra, seduta sulla moquette e appoggiata alla parete
paglierina accanto al comodino.
"Menomale che sono venuti a darci una mano..." Disse tra sè
la
donna, raccogliendo la figlia e sentendole la fronte. Almeno lei non
scottava. La baciò e la mise sul grande letto, in attesa di
Chichi. Vegeta si era intanto alzato ed era uscito sul terrazzo.
Guardava la città con il suo solito sguardo impassibile,
fermo,
deciso. Guardava l'auto delle pompe funebri con apparente indifferenza,
ma la cosa gli rodeva non poco.
"Quando ci sarà il funerale?" Domandò alla
moglie,
all'improvviso, noncurante della poca sensibilità di quella
domanda.
"Credo domattina..." Rispose lei, cambiandosi d'abito, infilandosi il
suo comodo tubino turchese e riprendendo Bra in braccio.
"Pappa!" Intonava adesso la bimba, sgambettando.
"Vado da Trunks..." Bulma andò sul terrazzo da Vegeta, che
si
voltò a osservarla. La vide porgergli Bra e lui la prese
senza
opporsi.
"Attento che non si faccia male!" Gridò quando si trovava
già in corridoio.
La scienziata incrociò Chichi appena uscì dalla
camera. La donna
le fece le più sincere condoglianze e parlottarono un
pò,
per pochi secondi.
Poi Bulma si accertò che Trunks dormisse tranquillo e
chiamò Vegeta, dicendogli che poteva lasciare Bra a Chichi.
Lui non se lo fece ripetere due volte, e con la moglie andò
finalmente in casa dei suoceri.
Lì lo colpì più di tutto l'odore forte
dei fiori. Creava un atmosfera davvero... mortuaria. Non sembrava
più,
quella, una casa. Sembrava solo una camera ardente.
Anche se era in parte una verità... appena fù
sulla porta
della camera da letto dei coniugi Briefs, dovette fermarsi un momento.
Sul letto c'era suo suocero. Già, lui... steso, con le mani
adagiate una sull'altra sul ventre e vestito con un bellissimo abito
elegante. Gli ricordò per un attimo il vestito che indossava
al
matrimonio. Ma adesso era pallido.
Si riscosse all'improvviso vedendo che Bulma si era fermata
improvvisamente. Era dietro di lei ma già sapeva che non
riusciva ancora a credere che quello fosse suo padre. S'immaginava
già il suo viso spento, nel vedere quel cadavere sul letto.
Istintivamente le poggiò una mano sulla schiena ed
esercitò una lieve pressione, come per spingerla lievemente
in
avanti.
"Vai..." Le mormorò, e lei s'incamminò.
La vide abbracciare sua madre, in lacrime e distrutta dal dolore, e
venire salutata da tutti coloro che entravano lì in quella
stanza.
Vegeta decise di voltarsi e uscire da quell'appartamento, o meglio
mettersi in salotto, dove l'atmosfera era più tranquilla e
dove già le persone erano un pò meno addolorate.
Si riusciva anche a scambiare qualche parola che non riguardasse
l'anziano proprietario dell'azienda più celebre nell'intero
mondo.
Incontrò di nuovo Goku e non lo degnò neanche di
uno sguardo, si limitò ad andarsene verso la finestra
dell'angolo pasti, dove era abituato appartarsi. Lì nessuno
lo disturbò per un bel pezzo, nessuno lo
importunò nè gli fece domande.
Trascorse così un ora e la testa prese a ciondolare a lui,
stavolta. In più aveva lo stomaco totalmente asciutto e
reclamante un pasto...
Proprio mentre, sconsolato, stava per uscire dall'appartamento per
dirigersi in qualche caffè del vicinato, che gli avrebbe
fornito sicuramente il tanto agognato pasto di mezza giornata, Bulma
ricomparve dinnanzi ai suoi occhi.
La guardò per un attimo, stranito. Non si aspettava di
vederla uscire dalla camera ardente così presto, anche se
sotto sotto lo sperava.
"Dove vai, tesoro?" Gli chiese quasi sottovoce, mettendogli una mano
sul braccio, in una specie di carezza che lui, anche se non nella loro
stanza da letto, ovviamente soli, non rifiutò.
"A mangiare qualcosa..." Disse soltanto, aprendo ancor di
più la porta.
"Avevo scordato di dirtelo, nel salone ci sono varie cose da mangiare,
stavo giusto andandoci... non lo sapevi, vero?" Gesticolò un
pò con le mani, nervosamente. Non per quel dialogo, ma per
la situazione creatasi così, in poche ore.
"No che non lo sapevo." Concluse il Saiyan. Non ce la faceva a vederla
così giù e le sue reazioni erano di puro
nervosismo. Cominciò a percorrere il lungo corridoio da
solo, ma pochi passi dietro di lui c'era la sua Bulma, a testa china...
per un attimo riflettè sulla situazione e all'improvviso si
fermò, l'aspettò e camminarono uno di fianco
all'altra, senza dirsi una parola.
Fù lui ad aprire la porta della grande sala dove di solito
venivano celebrate le feste. Quella però non era una festa...
"C'è molta roba vedo..." Mormorò Bulma,
guardandosi intorno. Di fronte a loro c'era un tavolo pieno di vassoi e
grandi piatti ricolmi di pietanze come pizze, tartine e quant'altro.
Lì accanto c'era un tavolo dove, ben ordinati, erano
disposti dei dolci, e dalla parte opposta un carrello con delle bevande.
Nell'angolo della stanza c'era Chichi.
"Hei..." Disse solo, avvicinandosi, con la piccola Bra in braccio.
"Grazie per badare a Bra, sei un tesoro..." Bulma le mise una mano
sulla spalla e carezzò poi i capelli della sua bambina, che
beveva dalla sua tazza del succo di frutta.
"Ma ti pare... Videl è andata da Trunks, gli ha preparato
qualcosa di adatto. Hai veramente esagerato con quel sonnifero, povero
piccolo" Il tono della più giovane non era di rimprovero,
solo di preoccupazione. Ovviamente trattava Trunks come se fosse suo
figlio sin da quando era in fasce e adesso gli dispiaceva vederlo
ammalato.
"Non ero in mè stamattina, non mi ero nemmeno resa conto di
avergli dato due pastiglie e non una... mi sento talmente in colpa..."
La donna faceva adesso un grande sforzo per non piangere, erano troppe
situazioni messe insieme a batterla non solo moralmente ma anche
fisicamente. La notte insonne appena trascorsa, il malore di suo
figlio, la morte di suo padre... era distrutta.
"Tranquilla, hai già troppe cose a cui pensare..." La mora
la invitò a sedersi. Guardò un attimo Vegeta,
subito allontanatosi a consumare il suo pranzo nell'angolo
più remoto della stanza. Per un momento la
investì in pieno la rabbia. Perchè non le stava
accanto e non la consolava?! Sapeva come al solito dimostrarsi il
grande bastardo di sempre...
"Cosa dice lui...?" Fece un piccolo scatto con il mento, indicando
Vegeta, lontano abbastanza da non sentire nulla.
"Cosa vuoi che dica..." Bulma poggiò la testa sul tavolino
al quale si era sistemata. Era stremata...
"Ti è stato vicino, almeno?" Si azzardò a
chiedere Chichi, sedendo lì accanto a lei e sistemandosi la
bambina sulle gambe.
"Sì... il tempo che siamo stati insieme sì...
più di così non credo riesca a fare."
La turchina tirò un pò sù la testa e
per un attimo si tenne il grembo, contraendo il volto per il dolore.
"Tutto bene? Stai male?"
"No... è solo il ciclo... stanotte poi non ho chiuso occhio."
Tentò di alzarsi ma un forte capogiro la costrinse a
risedersi. Vegeta, che si stava giusto voltando verso di loro,
osservò appena in tempo la scena.
"Va a letto, Bulma... anzi, prima mangia qualcosa. Non ci arrivi a
domattina in questo stato!" Chichi prese dal buffet lì
accanto un panino imbottito, sistemandolo in un piatto e mettendolo di
fronte all'amica, che lo guardò quasi con disgusto.
"Forza... mangia questo e va a riposare. Non puoi sentirti male anche
tu, Bulma."
La donna si alzò nuovamente, portando con sè la
bambina.
"Vado a metterla a letto, meglio che faccia un pisolino... fa come ti
ho detto, mi raccomando!" Disse ancora, poi s'immerse nel corridoio e
Bulma non la vide più. Anzi, ora non vedeva più
proprio nulla. Le girava talmente tanto la testa che
cominciò a vedere tutto scuro.
"Vegeta..." Lo chiamò con un fil di voce, che quasi
rimbombò visto che la sala era enorme e lì non
c'era nessuno eccetto loro.
Lui si avvicinò, velocemente, preoccupato anche se non lo
dava a vedere.
"E' meglio che tu vada a letto" Le disse soltanto, tirandola
sù. Lei fece qualche passo, lentamente, di fianco a lui. Poi
il mondo prese a ruotare ancora più forte, all'infinito,
finchè davvero non vide tutto buio.
Continua...
N.D.A.
Anche questo capitolo
l'avevo già scritto ma non ero ancora riuscita a pubblicarlo
con NVU.
Grazie ancora a tutti!
Baci
Sara
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 7° ***
ddd
La casa sulla spiaggia
Capitolo 7°
***
La sera che
precedeva il funerale dell'amatissimo proprietario della
Capsule Corporation, al quale avrebbero partecipato centinaia di
persone, la figlia, Bulma Briefs, girovagava per casa senza meta.
Il suo viso
era coperto d'un pallore allicinante, gli occhi erano
cerchiati, profondamente, e la nausea che l'aveva colta pochi minuti
prima, dopo l'essersi congedati Chichi e Goku, le aveva reso la gola
un incendio, oltre al sapore acido che le era rimasto in bocca.
Se ne stava in
salotto, appoggiata alla finestra e avvolta nella sua
vestaglia estiva, anche se sentiva più freddo di quello che
immaginava.
Pensava a suo
padre, quell'uomo sempre buffo e presente, che su quel letto era
sembrato ancora più vecchio ed esile.
Adesso lo
rivedeva accompagnarla a scuola, il primo giorno, tanti anni
prima. Alto e bello, e soprattutto giovane. Era stato sempre un amore
di padre, quello che tutte le persone vorrebbero... era stata fortunata
anche in questo, Bulma. E se ne rendeva conto...
Adesso se ne
stava lì, con la testa appoggiata al vetro, ad
osservare le luci della città dormiente. Era ormai
mezzanotte
passata, aveva messo a letto Bra da ormai più di due ore e
per
tutto quel tempo era stata sola, a pensare e a farsi male. Non aveva
più pianto, dacchè era rientrata a casa nel tardo
pomeriggio, quando, dopo essersi ripresa dal malore, aveva insistito
per andare ancora una volta accanto a sua madre. Poi era tornata in
casa e come se fosse stato un giorno qualunque aveva preparato la cena,
più per distrarsi che per necessità. Vegeta
faceva finta
di niente, almeno così sembrava, e non disse nulla nemmeno
quando lei, versandogli dell'acqua, lasciò, senza volerlo,
che
l'orlo del bicchiere venisse scavalcato e che il liquido andasse a
infradiciare tutta la tovaglia. Poi come al solito si era alzato, aveva
fatto una doccia e si era chiuso in camera.
Evidentemente,
pensò adesso Bulma, sarà già
addormentato.
Inutile andare
a dormire, ritrovandosi come sempre da sola.
Inutile
importunare Vegeta. LUI stava dormendo, era stanco.
Perchè svegliarlo... E soprattutto perchè mai
avrebbe
dovuto rimanere sveglio e aspettarla... non era successo niente,
assolutamente niente di grave.
Lei aveva
perso suo padre, e non era grave...
Non aveva
bisogno di essere stretta, consolata, baciata. Niente di tutto questo.
O almeno
cercava di convincersi che fosse così.
Meglio restare
a distruggersi lì, accanto alla finestra, al buio,
illuminata solo dalla luce dei lampioni del giardino.
Non si accorse
in quel momento, che dietro di lei qualcuno stava
avanzando lentamente, quasi in modo furtivo, a piedi nudi e con addosso
solo un paio di pantaloni di una vecchia tuta.
La persona
emise un lieve respiro, come per annunciare la sua presenza,
e ci riuscì, poichè la donna, anche senza muovere
un
muscolo, riuscì a capire di chi si trattasse.
"Torna a
letto, Vegeta..." Disse, senza muoversi di un millimetro. Non
era necessario che lui stesse lì. Lei era forte, stava
solo...
pensando.
Non si
udì nessuna risposta, nessun movimento, nessuna camminata
verso il corridoio.
L'uomo rimase
lì, a fissare il collo bianco della moglie, senza fare
niente.
Trascorse
qualche secondo dacchè Vegeta la fece rabbrividire,
grazie all'improvviso contatto. Le cinse la vita e la costrinse ad
appoggiare la schiena al suo petto vigoroso, in un movimento lento ma
deciso.
Fù
Bulma, stavolta, a respirare. E lo fece profondamente, senza
preoccuparsi di lui, che la teneva come se avesse avuto paura di
lasciarla cadere. E così sarebbe stato, poichè
solo
adesso Bulma stava lasciandosi andare, dopo il breve sfogo
avuto
con lui della mattinata.
Guardavano
insieme il panorama adesso, senza dirsi nulla. Lui
più che mai cosciente che solo di questo aveva bisogno la
sua
donna.
"Vegeta?"
Disse poi, lievemente, lei, con un leggero movimento del capo.
Lui non disse
nulla, lei già sapeva che con quel silenzio voleva lasciarla
continuare.
Bulma fece per
parlare, per dire qualcosa, ma si bloccò all'istante, forse
ripensandoci, e cambiò la domanda.
"Voglio...
voglio andare a letto, ora..." E si divincolò dal suo
abbraccio, lasciandolo quasi dispiaciuto. Ma lui sospirò
ancora
e la seguì in corridoio, fino in camera da letto, dove in un
attimo lei si coricò nella sua parte del letto e si fece
talmente piccola che avrebbe rischiato di cadere giù nel
sonno,
se si fosse voltata.
Era come se
non volesse toccarlo, come se volesse evitarlo.
Ma per Vegeta,
adesso, era quasi una questione d'orgoglio, non
d'affetto, e fù per questo che l'afferrò per il
braccio e
la trascinò verso di sè.
"Che cosa
fai?!" Protestò Bulma, ritrovandosi intrappolata tra
le due braccia di suo marito, che la fissava, adesso, sospettoso.
"Perchè
mi eviti?" Le chiese fermo.
"Non ti evito
affatto..." Rispose lei, scivolando dalla sua presa e
dandogli di nuovo le spalle. Cosa che lo irritò non poco.
"Se questo non
lo chiami evitare... voglio solo sapere che diavolo ti sta succedendo,
Bulma!"
"Vuoi sapere
cosa mi sta succedendo?!" Con uno scatto si tirò a
sedere sul letto, guardandolo scioccata "Mio padre è morto e
mi
chiedi cosa mi sta succedendo?!".
Non si accorse
di aver parlato a voce troppo alta. Nella stanza accanto
Bra si rigirò nel lettino, avvinghiandosi al suo orso di
pezza,
e nella stanza ancora accanto Trunks si svegliò, accese la
luce
sul comodino e, girandosi su un fianco, si accoccolò al
cuscino,
forse pronto a sentire l'ennesima litigata tra i suoi genitori.
"Come puoi
dire una cosa simile?! Te ne sei sbattuto altamente per
tutto il giorno! Adesso vieni a dirmi che se mio padre è
morto
non è di certo colpa tua?! Sei un mostro!"
"Cosa vuoi che
ti dica, allora! Di certo non gliel'ho fatto venire io
l'infarto, ero lontano da casa quanto te! Se hai bisogno di litigare
trovati qualcun'altro, non me! Chiaro?!"
Adesso stavano
urlando.
Trunks si
alzò dal letto, mogio e stanco. Non per andare dai
genitori, sapeva che avrebbe fatto arrabbiare ancor di più
suo
padre, ma entrò nella stanza della sorellina, che adesso si
agitava tra le lenzuola a quadri rosa pronta a lamentarsi per il
risveglio improvviso.
Il ragazzino
la prese in braccio, prima che potesse farsi udire dai
genitori, e lentamente, mentre già lei si calmava, la
portò in camera sua, chiudendosi la porta alle spalle e
sentendo
le voci affievolirsi. Mise Bra nel suo letto e si coricò
accanto
a lei.
Si
addormentarono subito, ignari che nella camera da letto Bulma e
Vegeta si erano già calmati. O meglio lui si era calmato,
lei
faceva solo finta. Il primo era disteso ora supino, con un braccio
dietro la nuca a fissare il soffitto. L'altra era quasi sull'orlo del
letto, guardava il pavimento e si teneva stretta al lenzuolo. Si
sentiva sola come mai in vita sua... e anche meschina, per il suo
comportamento nei confronti di Vegeta, che a modo suo, in fondo, stava
cercando di aiutarla. Era scivolata via dal suo abbraccio, del quale
aveva tremendamente bisogno. Il motivo nemmeno lo sapeva... Sapeva solo
che era vero, lo stava evitando, forse per capriccio. Ma era un
capriccio più che stupido, poichè aveva
tremendamente
bisogno di lui, adesso, anche se lo aveva respinto. L'aveva
abbracciata! Senza che nessuno gliel'avesse chiesto! E lei era stata
buona solo a urlargli contro... Forse per tutto il dolore che serbava
dentro di sè.
E
all'improvviso scoppiò a piangere. Non un pianto silenzioso
e
nascosto. Pianse singhiozzando e nascondendo il viso sul cuscino.
Pianse senza sperare in un suo ennesimo abbraccio, che infatti non
arrivò. E fù lei alla fine a cercarlo, smettendo
per un
momento di singhiozzare e strisciando verso di lui, nascondendo il
volto sul suo petto e cingendogli la vita con un braccio,
così
come fece lui poco dopo. Si addormentarono entrambi dopo appena cinque
minuti.
"Trunks,
sbrigati, faremo tardi!"
Bulma stava
giusto mettendo nella borsa un ciuccio e il proprio telefono cellulare,
quando Trunks, ancora abbastanza assonnato, scese le scale con il suo
zainetto sulle spalle. Non sembrava molto entusiasta di quell'uscita
estremamente mattiniera.
"Qualche
problema tesoro?" Gli domandò Bulma, appena si accorse del
broncio dipinto sul volto del ragazzino, non fermandosi,
però, dal suo lavoro del momento, ovvero riempire la borsa
del passeggino con qualche pannolino, una tazza antigoccia per l'acqua
e qualche giocattolo.
"Non voglio
tornare a scuola, mamma..." Si lamentò Trunks, mettendo in
borsa il suo pranzo e richiudendo la cerniera velocemente.
"Lo so, amore,
che queste vacanze non sono state delle migliori... ci rifaremo a
Natale, vedrai!" Gli strizzò un occhio, carezzando i capelli
lilla del figlio e pensando un momento che la sua vocina stava
cambiando e che stava proprio diventando la voce di un ragazzo, non
più di un bambino. Stava crescendo, il suo Trunks.
"Andiamo..."
Gli disse poi, dopo aver assicurato Bra nel suo passeggino e aver
aperto la porta.
Tempo cinque
minuti e furono già in strada. Il tempo era bello, quella
mattina. Si respirava ancora l'aria dell'estate, anche se loro, da due
mesi a quella parte, le vacanze non se le erano godute alla meglio.
Cinquantasette
erano i giorni dacchè il povero signor Briefs era stato
sepolto. Cinquantasette i giorni trascorsi come risalendo una grande e
ripida scala, aggrappandosi ad ogni gradino per farsi forza.
Cinquantasette
i giorni per sentire la prima parolaccia di Bra. Cinquantasette giorni
per sospettare ancora una volta di essere incinta ma non litigare
più con Vegeta.
Cinquantasette
era ora il numero civico che avevano davanti.
La scuola
media di Trunks, dove avrebbe ricominciato un nuovo anno scolastico,
era davanti a loro, la campanella stava già suonando e
decine di ragazzini si avviavano all'ingresso senza eccessiva premura.
"Ci vediamo
oggi mamma!" Disse Trunks, voltando le spalle alle due donne di casa.
"Ciao!
Divertiti!" si sentì dire dietro, prima che infilasse la
porta d'ingresso.
"Divettiti!
Tao Tao!" Fece eco Bra, ma questo il ragazzino non potè
sentirlo.
Bulma
ridacchiò divertita, facendo manovra con la carrozzina e
girando l'angolo a destra, imboccando la strada principale e
benedicendo l'idea avuta, ovvero quella di andare a piedi al lavoro,
nella sede principale della Capsule Corporation. La coda formata dalle
auto era lunga svariati chilometri.
"Coraggio
piccola mia..." Disse più per sè che per Bra "Ci
aspetta una bella passeggiata!".
Camminò
cinque minuti a passo svelto, oltrepassando vetrine e negozi, ma
fù costretta a soffermarsi solo quando si trovò
accanto a una grande recinsione di ferro battuto nero, che circondava
una grande distesa di erba che quasi sarebbe sembrato un bel parco
giochi, se non fosse stato per i vari monumenti in pietra che si
intravedevano all'interno. Lapidi...
Bulma
sospirò, osservando il grande ingresso aperto. Vide uscire
una madre, giovane ma vestita di stracci, con una bambina molto piccola
in braccio. Poteva avere si e no l'età di Bra. La donna
aveva ancora le lacrime agli occhi.
'Deve aver
perso il marito...' Pensò, osservandola svoltare l'angolo e
immergersi nella strada che conduceva al grande quartiere popolare
della città.
Bulma si
riscosse un momento, tornando a guardare verso l'interno del cimitero.
"Che ne dici,
Bra... facciamo un salutino al nonno?" Le chiese, entrando
già e percorrendo quel ben curato luogo di riposo, fino ad
arrivare nella zona ovest. Sorgeva lì una lapide, non ancora
rovinata dalle pioggie invernali ma già ormai poco distinta
dalle altre, se non per la qualità della pietra e del marmo.
Bulma tolse
dal passeggino Bra, per poter salire sulla zona erbosa e raggiungere la
lapide, e la tenne per mano mentre assieme camminavano lentamente verso
la tomba del signor Briefs.
Quando furono
lì davanti, Bulma si chinò e sistemò
il vaso di fiori leggermente rovesciato dal vento che aveva soffiato
quella notte, poi cinse la piccola vita di Bra con un braccio,
nonostante la piccola non capisse dove fosse e perchè si
trovasse lì.
"Sto andando
al lavoro, papà..." Mormorò poi la donna,
sorridendo lievemente.
"Verrò
presto a portarti dei fiori, promesso... ci vediamo presto!"
Tornò
a sollevarsi, stringendo a sè Bra per sederla su un suo
braccio e raggiungere più in fretta la carrozzina sul
vialetto. Ripresero il loro cammino fino all'ufficio.
Ma prima Bulma
si fermò in un negozio...
"Ciao
tesoro..." Rientrò a casa a ora di pranzo e fù
compiaciuta di trovare Vegeta sul divano davanti alla televisione e non
a massacrarsi nella camera gravitazionale.
"Tutto bene?"
Domandò al marito taciturno, che rispose con un piccolo
cenno del capo.
"Ho una bella
sorpresa..." Disse ancora Bulma, mettendo giù la figlia e
sedendosi accanto al marito.
"Sarebbe?"
Vegeta la
guardò estrarre dalla borsa una busta bianca, con estrema
calma.
"Qui dentro
c'è la nostra estate prossima..." Affermò
semplicemente la donna, aprendola e estraendo due biglietti azzurri.
Il Saiyan
guardò prima i due pezzi di carta, poi la moglie, sospettoso.
"Cosa?"
"Una bella
vacanza sul mare, senza figli e senza una casa da mandare avanti..."
Fine
N.D.A.
E'
una conclusione pressochè stupida e insensata, ma essendo io
dell'umore poco adatto a continuare una storia divenuta abbastanza
triste e non essendo un amante dell' Inconclusa ho deciso di terminarla
così.
Ma
non temete, mi sto già riprendendo e sto già
studiando una fan fiction tutta nuova da scrivere... datemi qualche
giorno, o qualche settimana, e vi prometto che ne scriverò
un altra molto migliore di questa!
Grazie
ancora a tutti coloro che hanno recensito questi capitoli, a coloro che
hanno avuto pazienza per la lunga attesa nell'aggiornamento e coloro
che leggeranno le mie prossime storie!
Vi
adoro!
Sara
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