Di cristalli e di scintille.

di Sami_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** It's Sunshine. ***
Capitolo 2: *** Ch.1 - Shine, il sole splende. ***
Capitolo 3: *** Ch. 2 - You are the prophecy boy. ***
Capitolo 4: *** Ch.3 - Prophecy ***
Capitolo 5: *** Ch. 4 - D'attrazione e d'odio.. ***



Capitolo 1
*** It's Sunshine. ***


Prologo.

'' Intrappolata. Ecco in che stato mi trovavo.
  Intrappolata. Da mia madre.
  Intrappolata da una madre snaturata.
  Da una peccatrice.
  Dalla più fredda delle madri.
  Dalla più alta.
  Dalla più bella.
  Quella sedotta dal calore, ma che appena si avvicina ad esso si brucia.
  E dal desiderio di quel calore, sono nata io.
  La figlia di Jadis, la Strega Bianca. ''

Era questo che pensava la ragazza dagli occhi ghiaccio, mentre era rannicchiata con le ginocchia al petto, nella stanza che l'avrebbe confinata a vita.
Erano queste le condizioni : o viva, dentro la stanza che la teneva prigioniera, vittima dell' incantesimo, con la concessione estrema di un libro a settimana, o morta, sepolta dal ghiaccio che la sua stessa madre avrebbe probabilmente creato, o forse l'avrebbe pietrificata e messa con gli altri prigionieri.
Oh no! Lei non si sarebbe mai arresa al ghiaccio, poichè lei stessa era la prova vivente che esso può cedere e si può sciogliere.
Sua madre, la Regina del Ghiaccio, lo aveva fatto aveva ceduto al desiderio del fuoco, del calore del corpo umano, si era lasciata abbindolare dalla passione che quel fuoco riusciva ad accendere. E lo aveva fatto. Si era lasciata andare. Se lo aveva fatto lei, chi diceva che sua figlia, che ripudiava il ghiaccio come se fosse peste, non sarebbe potuta essere una ragazza dolce e gentile? E magari piena di calore e passione. Ma sapeva di non essere così. Lei infondo, era ghiaccio per natura, era la Principessa di Ghiaccio, ma nessuno ha mai detto che il ghiaccio crea solo danni. Lei inoltre aveva sempre letto di travolgenti storie d'amore, di fuoco, di quanto possa essere letale, e di quanto possa sciogliere gli animi.
Ed era esattamente così che si sentì lei in quell'istante, come ghiaccio che si scioglie, quando, al di là della lastra fredda che la confinava e che divideva una cella dall'altra nel palazzo della Strega, incontrò i suoi occhi.
Difronte a lei, dall'altra parte del ghiaccio quasi trasparente, la mora vide l'unico essere umano che avesse mai visto in vita sua:
Aveva degli occhi castani, ma non erano come quelli dei nani che le portavano il suo scarso cibo all'ora dei pasti e qualche libro di tanto in tanto, erano diversi, erano intensi.
'' Sono.. Profondi.. Sono.. Caldi ''
Pensò la giovane un attimo prima che il ragazzo svenne, a terra, stremato chissà per quale ragione.
                                                                                        
                                                                                                     * Ed's Pov *

Fu un attimo, un solo istante in cui mi sembrò di vedere una ragazza, ma probabilmente, ero solo io che vaneggiavo, eppure.. eppure ero certo che chi avevo visto esisteva.
Aveva delle fattezze così perfette che poteva essere un manichino, una bambola, ma i suoi occhi..
I suoi occhi erano color del ghiaccio, ma non come il ghiaccio che mi circondava: doloroso, freddo, monotono, cattivo per quanto possibile, no..
Era pieno di speranza, particolare, carico di aspettative, era uno sguardo quasi implorante e apprensivo, ma per quanto avrei voluto rimanere sveglio per ore a guardarla, ero troppo sforzato per la camminata, assetato ed affamato, svenni; certo che quella che vidi fu solo frutto della mia immaginazione, che in quel momento aveva davvero tanto bisogno di qualcuno che la capisse.



Authorees' corner:
Vuoi un tè, un caffè o semplicemente una spiegazione?
Alors, innanzitutto do i crediti a Soffio per l'orginalità della frase che ho spudoratamente copiato, ma non resistevo, la dovevo mettere.
Seconda poooi, ecco a voi le spiegazioni su quello che potrebbe non risultarvi granchè chiaro:

  • Quando parlo di ghiaccio che cede al fuoco, intendo che la Strega ovviamente è il ghiaccio e gli umani sono fuoco, mica scema la Strega, ha fatto l'ammmore con quello che gli umani credevano fosse la reincarnazione del dio Marte
  • La Strega ha un rifiuto ovviamente per la figlia, che come lei stessa afferma è la prova del suo peccato, del suo cedimento, la rinnega perchè lei dovrebbe essere la Regina di Ghiaccio senza macchia, e non poteva permettersi di far sapere al mondo suo suddito che aveva ceduto a delle avans di un uomo qualunque no?
  • La storia è piena zeppa di paragoni, lo so, mi vengono naturali, a volte scocciano ma è più forte di me, così ho pensato di basare il tutto sul rapporto che c'è tra ghiaccio e fuoco, ma vi avverto, il prologo è stato piuttosto romantico, andando avanti - già dal prossimo capitolo LoL ho detto troppo - non ci saranno tutte queste romanticherie, c'è più movimento, più suspence!
  • Il resto della storia sarà ambientata da metà Principe Caspian in poi. Mica posso mettere un rating arancione, e metterci dei bambini no? Infatti Lucy, che è ancora troppo piccola nel Principe Caspian, non avrà alcuna storia d'amore, ma servirà per la coppia che ho illustrato nel prologo!
  • A proposito se volete saperne di più sul fatto che la storia d'amore tra Susan e Peter non è incesto, non potete far altro che seguirmi! -v'hofregatolalalala-
Beh, se avete qualcos'altro che non vi è chiaro - ma credo di essere stata piuttosto esauriente ahah - chiedete pure in una recensione, e potreste recensire -ma giusto così eh ç_ç - anche se non avete nulla da chiedere, solo per farmi sapere il vostro parere.. Ringrazio comunque le lettrici che mi metteranno tra le seguite/preferite/ricordate/da recensire, e anche le lettrici silenziose, che a parer mio dovrebbero farsi sentire!
PS: Volevo ringraziare infinitamente la mia Bess, che se ho l'ispirazione per fare queste cose, e ho fatto una crescita a livello di proprietà di linguaggio, e di inventiva e di tutto, è solo grazie a lei! Ti voglio bene tesoro, e non lo dico solo per ciò che scrivi e per la letteratura, lo dico per tutto il resto, per le chiacchierate, la musica, le idee condivise, i fandom, e tutto il resto! <3
PPS: Mi scuso per il capitolo corto ma è un prologo, non una quaresima, serve ad incuriosirvi e a darvi un'idea generale, se volete qualcosa di più lungo vi consiglio di aspettare il prossimo capitolo! ;)
PPPS: Dedico questo prologo alle mie migliori amiche:
- Martina, nella speranza che il tuo amore arriverà, che capirai che l'amore non fa così schifo come credi, e che questo sia l'inizio di una storia che ti appassionerà, non come tutte le storie d'amore che vedi e che comunque sono banali, perchè sai che quello che scrivo è sempre molto realistico, non come le favole, e spero che crescerai insieme e a me e ai miei piccoli personaggi. x

- Francesca, nella speranza che quel cretino capirà chi sei: una ragazza fantastica, che ha tanto amore da dare, e non solo carne; che l'amore non farà sempre così male, e che mi seguirai in questa storia, affezionandoti ai protagonisti come me, che  sono solo al quarto capitolo scritto a mano più il prologo, ma che già amo.
 Love you all x

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Capitolo 2
*** Ch.1 - Shine, il sole splende. ***


Shine, il sole splende.

                                  ---
Narnia 1300 anni dopo.
A Londra è passato un anno e mezzo e i Pevensie, come ormai saprete, stanno combattendo contro Tellmar.
                                   ---
Panico.
Era completamente, incontrollabilmente preso dal panico.
Da solo, nel bel mezzo di una battaglia, dove i Narniani stavano avendo la peggio, nel castello del nemico, grande e completamente sconosciuto, un ragazzo dai profondi occhi marroni e i capelli lisci e corvini che gli si erano attaccati alla fronte per il sudore, tentava di controllarsi con scarsi risultati.
Edmund era, se mi è concesso il termine, la persona più falsa del mondo. Oh ma non dovete avercela con lui per questo motivo, semplicemente doveva adeguarsi alle due società che lo circondavano, e queste non prevedevano nè che un ragazzo sedicenne dovesse scontrarsi in battaglia, nè tantomeno che il suddetto - nel caso in cui fosse inevitabilmente coinvolto - fosse un re con più paura che coraggio. Eppure Edmund era così. Aveva paura. Chi non ne avrebbe!? Starete pensando, ebbene lui ne aveva e anche se non poteva permettersi di mostrarla, non poteva negarlo a se stesso, pur se, ne era sicuro, ci avrebbe continuato a provare per i prossimi sedicianni..
Per quanto dentro continuava a svolgersi questa specie di guerra civile e lui tentava di riuscire disperatamente a mantenere il sangue freddo, di certo influiva piuttosto negativamente - permettetemi di precisare - il fatto che era completamente privo di armi difensive se non delle sue mani e in caso estremo avrebbe usato la sua preziosa torcia che non aveva esattamente intenzione di sprecare.
Correva a perdifiato senza meta tra un corridoio e un altro - gli sembrava quasi di essere nella vecchia villa del signor Kirke quando scoprirono Narnia per la prima volta, scappando tutti insieme dal sentiero che percorreva la domestica che faceva da guida ai turisti che venivano per vedere la villa - ma sapeva bene che non era questo il caso di cominciare a fantasticare a quando era piccolo e nessuno si aspettava nulla da lui se non che stesse zitto una volta di più.
Alla fine rimpiangeva tutto il suo vecchio essere.. no, tranquilli, non parlava della via redenzione che aveva preso.. parlava del fatto che quando era un bambino se aveva paura poteva mostrarlo, perchè ci sarebbe stato qualcuno lì a proteggerlo e male che andava avrebbe sempre avuto la gonna della mamma dove andare a nascondersi se qualcosa lo intimoriva, o magari andare a ficcarsi nel letto della sorella a notte fonda, quando la paura di un qualche drago imperversava nei suoi sogni di bambino spensierato. Probabilmente adesso era lui quello che avrebbe avuto un'ospite nel suo letto, e - lo avrete già capito - di certo non si parla di qualcuno che va lì per essere rassicurato che 'no tesoro, i draghi non esistono' e dietro la gonna della mamma non ci si sarebbe riuscito a nascondere che la metà della sue gambe, per non accennare poi a come avrebbe reagito Susan se fosse andato nel letto di lei nel cuore della notte per farsi baciare e coccolare.
Gli mancava essere bambino.
A riportarlo alla realtà fu la voce di un uomo..
- Il ragazzo! E' importante! E' uno dei quattro re della leggenda!
- E' andato da quella parte!
Disse un'altra guardia.
Le sentinelle.. Ma non le aveva seminate?
Le sue gambe ormai di uomo, per quanto forti, si erano sforzate tantissimo, un po' per lo stress, un po' per la corsa che non sembrava non avere fine, un po' per la battaglia.. Si era fermato.
Non appena aveva avuto un secondo si era fermato come un allocco a prendere un respiro nel bel mezzo di un corridoio.
'' Pff. Che stupido. Il tempo per respirare ho preso. E che sono!? Una femminuccia? ''
                                     ---
Mentre il nostro caro, piccolo e maschilista Pevensie si prendeva del tempo per analizzare la situazione, e le guardie decidevano da che parte andare, nel cortile del castello i Narniani erano praticamente già sconfitti, ma quella che - e ve lo posso garantire - si sentiva più sconfitta di tutti, era proprio la bella Susan.

- Peter questo per chi lo stai facendo?

Disse Susie a Peter, occhi negli occhi, Peter non ebbe il coraggio di pronunciare una vera e propria risposta, si limitò quindi a socchiudere le labbra.. Ma siamo sicuri che è proprio di pavidità che vogliamo accusare Re Peter il magnifico?
Sarete d'accordo con me che non è di coraggio che si sta parlando.. E allora, quale sarà questo problema? Non lo sapete?
Ve lo dico io:
Il Re Supremo era geloso.
Era un qualcosa che Peter non riusciva a mandare giù.
Come quando si deve ingerire la medicina cattiva, possiamo strafogarci di cibo tutto il giorno o bere così tanto da farsi venire le gobbe come i cammelli per usarle poi come riserva d'acqua, che tanto il liquido medicinale non va giù se non con la forza.
Ma Peter era ormai prosciugato di tutte le forze che aveva, e non ce la faceva a comprimere e a respingere il mostro che urlava dentro di lui, che risiedeva nelle sue viscere da fin troppo tempo e ormai si preoccupava solo di nutrirlo, perchè non aveva la forza di fare nient'altro.
Perchè l'amore è così, ti prosciuga, ti priva di ogni forza, perchè sì:
Peter era innamorato di sua sorella, quello che dobbiamo ancora scoprire è.. Susan la Dolce, ricambia i sentimenti del Magnifico?
                                      ---
Edmund non trovò una soluzione, così fece per correre quando venne bloccato da qualcosa che lo tirava.. Una maniglia.
La sua casacca si era impigliata ad una maniglia,  e se c'era il pomello, voleva dire che c'era una stanza dove nascondersi..
Edmund si sentiva immensamente sollevato ed intimorito allo stesso tempo, non sapeva cosa c'era al di là della porta, ma non c'era altra soluzione se non quella d'entrare, così si fece coraggio ed abbassò la maniglia, entrando nella buia stanza.
Accese con calma la torcia che portava sempre con se, e cominciò a girovagare per la stanza, quando uno starnuto trattenuto lo fece trasalire. Si girò furtivamente, a destra.. a sinitra.. in basso.. e infine li notò. Due piedi bianchi tesi il più possibile verso l'interno, che sbucavano da sotto una brandina.
Il moro si abbassò fino a toccare il pavimento con la guancia, e accadde ancora.
Per la seconda volta nella sua vita, vide dei brillanti occhi ghiaccio.
Edmund sentì qualcosa nello stomaco che mai aveva provato prima, e fu come togliersi un'armatura di dosso, dimenticandosi della battaglia in corso, e di tutto ciò che lo circondava, c'erano solo la ragazza e lui.. Era possibile?
Poi il ragazzo dalle efelidi si fece coraggio pur se spaesato e piuttosto sconvolto per quell'incontro. Non aveva più paura.
E solo l'idea di aver desiderato di essere di nuovo bambino adesso gli sembrava una stupidaggine, un pensiero da bimbo, appunto.

- Vieni -

Disse con la voce bassa e roca che gli apparteneva ormai da qualche anno. Dove l'aveva già vista?
Poi penso al ghiaccio.
Dalla strega bianca.
Ecco quando.
Ecco chi era.
Era la ragazza che un anno e mezzo prima aveva visto al di là del ghiaccio.
Un anno e mezzo o 1300 anni narniani come aveva tenuto a precisare il nano Briscola, indi cui era impossibile che fosse ancora viva!
Ovviamente non era lei.
Probabilmente era la figlia, della figlia, della figlia.. di quella ragazza. Eppure erano così uguali..
Edmund quegli occhi se li ricordava bene.
'' E' lui. Di nuovo. ''   
Fu tutto quello che la mora riuscì a pensare.
Si era schiacciata più che poteva contro la parete, infondo non lo conosceva, ma gli resisteva. Che poi resisteva a che cosa?
Resisteva alla voglia di conoscerlo, di parlargli e guardarlo negli occhi senza imbarazzo.
Negli occhi.
Quegli occhi.
Lei era la Principessa di Ghiaccio, ma gli occhi di lui erano capaci di scaldarla al punto che di ghiaccio gliene rimaneva davvero poco. Era come se dentro avesse una miccia, e quegli occhi le davano la scintilla. Di quel marrone così intenso con delle venature più chiare, quasi rossiccie..
Marrone come la terra, rosso come il fuoco.

-Vieni-

Le sussurrò e fu esattamente in quel momento che lei seppe che doveva fidarsi di quel ragazzo. Strisciò fuori dal vuoto che c'era sotto la sua brandina che era solita chiamare 'letto' e si eresse in tutta la sua bellezza davanti ad Edmund che aveva involontariamente indietreggiato, e lasciato che la sua mascella inferiore si aprisse più del previsto.
La ragazza alzò le sopracciglia, come se fosse un modo educato per incitarlo a chiudere la bocca e a parlare.

- C..c.. chi sei? -

Edmund balbettò.
Non era esattamente il modo cortese e impavido di parlare che la ragazza aveva in mente per il suo cavaliere, ma almeno del suo ce lo aveva messo.. Un momento, da quando pensava a lui come 'il suo cavaliere' ? A causa del silenzioso imbarazzo che si era creato tra i due, la ragazza si ricompose e mise un fermo al frenetico vorticare dei suoi pensieri, considerando anche che per Edmund poteva non aver capito quello che gli aveva chiesto.

- Non ho un nome.
- Non hai un nome?

Disse il sedicenne, da una parte col sospetto che non volesse semplicemente dirgli chi era, dall'altra intimorito che quella potesse essere la realtà dei fatti.

- Scusa ma da quant'è che vivi?

Gli uscì spontaneo, e quando la ragazza sbarrò gli occhi stralunata per l'assurdità della formulazione della domanda, Edmund arrossì violentemente, e tentò di riparare..

- Nel senso.. Quanti anni hai?
- 130'000

Edmund non credeva alle sue orecchie.
L'aveva vista solo un anno e mezzo prima e sembrava avere la sua stessa età, più o meno. 'Un anno e mezzo, o milletrecento.'
Pensò poi e considerando che lei aveva sempre vissuto a Narnia, 130'000 anni per un umano erano circa.. quindici anni? Per nulla sorpreso dunque, il moro proseguì..

- E in tutti questi anni non hai mai scelto un nome? Voglio dire.. Non ti è mai piaciuto nulla?
- Shine.
- Cosa?
- E' Shine. Il nome. Il nome che ho scelto.
- 'Brilla' è il tuo nome? 'Splende' o qualcosa del genere?
- Esatto.
- Ehmmm.. Se non sono troppo indiscreto, posso sapere perchè?
- Perchè è il contrario del ghiaccio. Perchè ciò che brilla sconfigge il ghiaccio.
- Ma.. anche il ghiaccio brilla!

Rispose con fare ovvio Edmund.
Sarà anche stata bella, ma per quanto il ragazzo si sfozava, non riusciva a capire i discorsi di Shine.

- Non da solo -

Fu la secca risposta di Shine. Vedendo che Edmund era in attesa di altre spiegazioni probabilmente più esplicite, continuò:

- Ha bisogno di luce che lo faccia brillare. Ha bisogno del sole. Shine è solo un'abbreviazione. Sunshine è il mio nome completo.
- '' Il Sole Splende ''

Pronunciò Edmund ammaliato, come se fosse stato colpito dal fascio di luce più innocuo che l'avesse mai illuminato e più che accecarlo lo accarezzava e lo cullava.
Era il nome adatto a lei.
Shine annuì per dare il consenso alla traduzione e poi sorrise.
'' Ecco cosa splende veramente '' pensò il ragazzo.

- E tu come ti chiami?
- Edmund.
- Che bel nome!
- Già..

Disse con fare retorico, alzando gli occhi al cielo dubbioso sulla bellezza del suo nome, e quando li riabbassò, notò qualcosa di orribile alla caviglia di Shine..

Sami's Corner
Alors, belle lettrici e bei lettori (scarsi) veammoattutti.
Bene, ovviamente non era quello che volevo dire, beh nulla sono estremamente in ritardo per il capitolo ma è luuungo, e ci ho messo parecchio a partorirlo perchè con la scuola una cosa e un'altra sono quasi morta nelle ultime tre settimane, e poi lo so che anche per voi è così, perciò capitemi ç_ç
Beh, nulla di che, se avete bisogno di chiarimenti e domande chiedete pure, mi piacerebbe sapere se vi continua a piacere, e vi dico in anticipo che il prossimo capitolo sarà cortissimo, per il semplice fatto che amo tenervi sulle spine, praticamente tutto il secondo capitolo lo diviso e un quarto del tutto è finito per diventare il 2° e i restanti tre quarti sono diventati il 3° capitolo MUHAHAHAHAHAH.
Bene, ora vado che sto dando di matto e non vorrei farvi vedere troppo quanto io possa arrivare ad essere demenziale.
Ringrazio i lettori silenziosi anche se preferirei che scriveste qualcosa, anche piccina piccina, ovviamente quelli che mi inseriscono tra le blablabla lo sapete dove, e sappiate che vi amo tutti c': . Le persone che devo più ringraziare oltre alle mie migliori amiche che mi stanno sempre vicine,  sono la mia Bess che è il mio tesoro, spero di conoscere altre mille persone come te, anzi vorrei che stessero dove sono io, eeeeee soffio che ha scritto una delle storie più emozionanti che potessi mai credere di leggere su Narnia e in generale mi ha fatto piangere coem una dannata sia di gioia che di tristezza per giorni (se vado a scuola con gli occhi gonfi è colpa tua) eeeee credo di aver terminato..
Vi mando un bacio, Samiii :**

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Capitolo 3
*** Ch. 2 - You are the prophecy boy. ***


Catene.
Era incatenata.
Edmund spalancò le palpebre e le pupille gli si restrinsero per la paura, il ricordo.
Si quella catena era uguale a quella nel Palazzo di Ghiaccio 1300 anni prima.
Vi starete chiedendo come fece Edmund a riconoscerla, ebbene il motivo è semplice, non era una catena qualunque, era una catena.. Indovinate un po' la novità? Di ghiaccio.
Come sbagliarsi? Solo un incantesimo della Strega poteva far sì che con quel caldo che vigeva a Narnia, una catena di ghiaccio rimanesse intatta per 1300 anni.

- Ehmmm.. Che c'è? Le mie caviglie o i miei piedi hanno qualcosa che non va?

Edmund la guardò come se si fosse rincretinita tutta di un botto.
Occhei che era strana, particolarmente bella, estremamente pensierosa e con le sue idee così profondamente sue.
Ma cavolo! Era incatenata da 1300 anni!
Shine incrociò le braccia quasi scocciata per quell'occhiata che dava tanto l'impressione di quando nei libri qualcuno aveva l'esatta intenzione di emarginare la novella della scuola o dell'ambiente in cui si trovava.
Edmund non sapeva come ribattere senza sembrarle brusco, ma poi rispose senza tanti scrupoli:

- Mi prendi in giro? SEI INCATENATA! -

La ragazza sbiancò, ed il moro giurò che fosse diventata quasi madreperlacea al punto da confondersi con la catena.

- Tu.. tu.. tu.. -

La ragazza tacque.

- IO.CHE.COSA?

Sbottò all'improvviso il ragazzo, preso dal panico ricordando sul momento che dall'altra parte del muro che confinava la stanza, c'era in corso una battaglia, e cominciando freneticamente a pensare a quale razza di essere umano o non avesse potuto incatenare una ragazza così speciale come Shine;
Comiciò a presupporre, o forse era solo ciò che sperava, che fosse stato lo zio di Caspian - un motivo in più per porre fine alla battaglia e far scorrere il suo sangue impuro così da vendicare tutte le persone a cui aveva fatto del male - a fare una cosa del genere.
Ma le catene non mentono mai, ed Edmund lo sapeva.
Non riusciva neanche ad immaginare che Sun avesse sentito e sperimentato sulla sua pelle nivea il dolore che aveva provato lui in quei momenti, non poteva permettere che qualcuno le facesse del male, non riusciva a concepirlo e cominciava già a battere i denti in un gesto dettato dal nervosismo che si ripeteva impercettibilmente ma che ormai era un suo vizio, lo faceva per sfogare la rabbia che aveva dentro, e tentava inutilmente di regolarizzare il respiro affannoso, con scarsi risultati.
Poi il ragazzo dalle efelidi sparse sul viso ancora acerbo, strinse i pugni, serrò la mascella e si morse l'interno del labbro, poi inspirò si schiarì la voce e parlò di nuovo:

- Cosa?

Ripetè lui calmo, in un sussurro quasi avesse il timore di averla spaventata troppo. Evidentemente, pensò poi, era solo una sua idea, Sunshine ne aveva viste più di lui, tante più di lui.
Era solo estremamente confusa dal comportamento alquanto lunatico del ragazzo, sembrava avere una guerra mondiale all'interno e forse era esattamente così che lui si sentiva ma Sun non lo chiese, preferì lasciare che capisse da solo quando era il momento di parlare.
Fu a quel punto che Ed arrossì di nuovo notando il modo in cui Shine lo osservava come fosse una creatura mai vista, venuta da chissa quale pianeta.

- Tu riesci a vedere la catena?
- Certo! Chiunque riuscirebbe a vederla, è enorme!

Affermò lui sicuro dopo essersi ricomposto, ma lo sguardo di Shine lo fece ricredere..

- Oppure no? -

Shine, che era una ragazza molto espresiva, fece ancora una volta la faccia che lasciava intendere un ''NO'' chiaro e tondo.
Ancora non riusciva a crederci, benchè in cuor suo l'aveva sempre saputo che era lui.

- Sei il ragazzo della profezia.











Authorees' corner:
Ehilà bellezze!
Come va?
Mi scuso per il ritardo ma sono partita, e sono stata capace di presentarmi con il capitolo piuttosto cortino.. Si lo so, però vi avevo avvertito! Anyway, questo era più che altro un capitolino di passaggio, di quelli piccoli ma essenziali quindi non potevo riassumerlo o infilarlo tutto dentro un altro capitolo, poi si perdeva la suspence, e lo sapete che ci tengo! u.u
Ooora devo andare, ovviamente ringrazio come al solito chi mi segue preferisce e blablabla lo sapete e chi mi lascia il suo commentino, lo sapete che amo leggervi (?) aaah e poi direi che vi conviene perchè se scrivete una recensione particolarmente bella o simpatica o boh particolare (?) vengo sempre a leggere qualcosa ahahah QUIIINDI ve ne sarei davvero grata!
Bene, come al solito mi dilungo, eee se avete domande da fare ovviamente sono sempre disponibile, sia se la ficcate nella recensione sia se mi mandate un messaggino per posta (checcarino*^*) EEEEEEEEEH
- Un bacio!
- Soami_

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Capitolo 4
*** Ch.3 - Prophecy ***


A Bess, la mia scrittrice preferita, che è diventata una vera amica anche se a distanza, nella speranza che mi degni del suo superbo essere in una recensione.
A Soffio, l'altra mia scrittrice preferita, che non conosco anche se riesce a mettere pezzi di sè in ciò che scrive nella speranza che il capitolo non le faccia schifo.
Martina, la mia migliore amica, la fangirl per eccellenza, nella speranza che riesca a mettere da parte un attimo SH per lasciare un commentino al capitolo.
A Francesca, l'altra mia migliore amica, senza la quale probabilmente non andrei avanti, nella speranza che nella vita di dolori non ne subisca più perchè non li merita. 


Chapter 3 :                                            PROPHECY

- Mi metteresti ancora una volta al corrente di quello di cui stai parlando? -
 
Chiese cortesemente Edmund, che per la verità era evidentemente irritato e si sentiva estremamente stupido a causa del fatto che non sapeva mai di cosa la moretta che gli faceva battere il cuore stesse parlando. Arrabbiato e un po' in imbarazzo per quello che aveva appena pensato, il ragazzo arrossì violentemente e così tanto che Shine, nonostante fossero quasi al buio, riuscì ad osservare l'improvviso colorarsi delle sue guance, e di fronte ad un'azione così infantile, Sun non resistette, e si lasciò sfuggire una risatina intenerita, dopo la quale Ed mise il broncio.  '' Si, decisamente infantile '' pensò lei..

- In cosa trovi tanto da ridere?

Edmund non sapeva se amarla per la sua enigmità, in tutto il suo mistero, o strapparsi via i capelli dalla disperazione.

- Sei così carino.

Le parole gli uscirono senza che se ne accorgesse, ma Sun era così schietta che molto probabilmente glielo avrebbe detto di sua volontà - magari più avanti - invece che lasciare che il suo incoscio parlasse senza un freno. '' Dovrei far riposare la lingua più spesso '' pensò poi.
Edmund mosse le orecchie indietro come fanno gli animali quando prestano attenzione, e se prima aveva le guance arrossate, adesso era viola dalla punta dei capelli a quella dei piedi. '' Oh ma insomma! Io sono Re Edmund Il Giusto! Maschilista, bello, fiero, una ragazza vale l'altra! Cos'è questo modo delicato di reagire ad un complimento? Spalle dritte, testa alta!'' si comandò Ed in conflitto con se stesso; perchè una quindicenne o millenaria - dipende dai punti di vista - gli faceva quell'effetto?
Tentò di comporre una frase di senso compiuto, si schiarì la voce ormai bassa e disse:

- Mh. Grazie. E.. cos'era la cosa della profezia?


'' Colui che ti libererà il tuo cuore scalderà,
  Se questo amore sarà, le catene lui vedrà,
  Come spezzarle solo lui saprà e se il suo cuore interessato a te sarà,
  Una guida riceverà, ma presta attenzione:
  Se il suo cuore impuro sarà, la maledizione si compirà..
  Mesi passeranno prima che la verità, alla luce verrà. ''  


Shine aveva imparato la profezia sottoforma di filastrocca quand'era bambina.. Sua Madre era venuta nella sua cella, aveva puntato la bacchetta contro il cuore della bimba e aveva pronunciato la profezia, certa che nessuno l'avrebbe mai salvata.

- Eeehmmm.. Praticamente.. Dice che solo una persona può vedere le catene, e che se questa .. vuole liberarmi.. riceverà una guida, e deve capire da solo come fare.. -

Edmund sgranò gli occhi e schiuse la bocca, creando un'espressione di panico mista a dolore. Non aveva idea di come spezzare le catene.
Però lo sapeva, in cuor suo sapeva di doverlo fare, e di essere l'unico che realmente avrebbe potuto farlo.
Gli ritornarono in mente le parole di Peter  '' se vuoi, puoi '' gli ripeteva sempre il grande quando gli insegnava come muoversi, come combattere, come agire, e persino come lasciare le ragazze anche se questo era un gesto che si addiceva davvero poco all'essere nobile che apparteneva ad un Re.
D'un tratto Edmund capì, gli si illuminarono gli occhi:

- Ma certo! Ecco chi è la mia guida!
- Chi?

Chiese incuriosita la Principessa, volenterosa di sapere chi era quel fantastico uomo che ispirava il suo cavaliere - ed ora era certa di poterlo chiamare così - e lo guidava nella sue gesta..

- Mio fratello, Peter!

Esclamò lui in preda all'eccitazione, speranzoso di vedere una reazione positiva in Sunnie... Sunnie?

- Ah.

Mugugnò Sun. Si era aspettata il Virgilio di Dante, l'Achille di Patroclo, il Gesù degli Apostoli, il cantante per eccellenza e la matricola.. non.. Peter.
Per carità rimaneva uno dei quattro re dell'età d'oro, ma per l'amor del cielo, era solo.. un ragazzo di qualche anno più grande di lei fissato con la guerra ed eccessivamente orgoglioso.





Se c'era una persona che Peter aveva odiato fin dal primo istante che l'aveva vista, quella era Caspian.
Con quella sua aria da 'sono un reale, sono bello e blablabla'  
'TZK. Così banale e pieno di sè' aveva commento Pete, salvo poi ricevere l'occhiataccia di sua sorella Susie che aveva tagliato ogni sua speranza di insulto fondato con un: 'Se non altro se lo può concedere Pete non come te, che ti atteggi a grande re anche dove sei considerato solo un ragazzino.'
'NON COME ME? 
Non come me? Eh no questo è troppo' aveva pensato il biondo, fermamente convinto che la sorella si stesse sbagliando, e l'unico che potevano biasimare, se si diceva bello ed audace era proprio lui!
La verità era, che oltre ad essere bello e audace nella stessa misura in cui lo era lui, il Principe Caspian non era il fratello di Sun.
Da lì era nata immediatamente la rivalità tra i due, Caspian in realtà non se lo spiegava perchè combatteva con 'il ragazzino' - questo era l'appellativo che aveva assegnato a Peter - va bene che è il fratello maggiore e che la deve proteggere e che forse in quanto fratello qualcosa dentro ti cambia quando vedi un ragazzo che fa le avance alla propria sorella, la quale invece di respingere le attenzioni, se ne bea con fare altezzoso, ma cavolo! Era anche lui un uomo! Lo dovrebbe sapere cosa si prova.. Dovrebbe capirlo! Un conto è l'ostilità. la protezione, un conto è cominciare un combattimento all'ultimo sangue ogni qual volta se ne presentava l'occasione, e in mezzo a quella confusione di spade ci metteva sempre qualche parolina tagliente su Susan.
Aveva provato addirittura ad allontanarli, dicendo ad ognuno i difetti dell'altro - ovviamente con scarsi risultati -.
Evidentemente l'immaturità maschile era un difetto di famiglia.
Sta di fatto che l'ultima cosa che Peter avrebbe potuto sopportare era che la sua cara Sue, nel bel mezzo di una ritirata improvvisata dove lui da bravo sovrano pensava al suo amato popolo e a salvarsi la pellaccia - ritirata necessaria causata dall'incoscienza del Grande Principe Caspian, come avrebbe aggiunto poi, giusto un attimo prima di puntargli la spada alla gola -  LEI aveva pensato a LUI. A Caspian! E se n'era uscita con un'affermazione simile a 'se non c'è lui non esco di qua' salvo poi l'arrivo del capo centauro, e si sa che i centauri non si fermano davanti a nulla, neanche ad una regina che fa i capricci. Peter per spirito di sopravvivenza della sorella aveva incaricato il centauro di provvedere a portare in salvo Sue la quale, nonostante fosse ancora in parte arrabbiata, disse a Peter solo un ' CASPIAN! '
E Peter capì. Infondo che ci poteva fare lui? Al cuor non si comanda, e se la sorella amava Caspian lui non poteva opporsi, nè come fratello e tantomeno come pretendente a causa proprio del primo problema. Peter era la persona più determinata che lui stesso conoscesse e probabilmente anche la più incosciente, in quanto non pensava quasi mai che amare la sorella equivaleva ad un incesto. Gli incesti erano, se possibile, la cosa che la società circostante sia a Narnia che a Londra dove i nostri cari quattro ragazzi vivevano, riteneva più.. schifosa, ignobile, impossibile, inadeguata e stupida che ci potesse essere.
Eppure a Peter non glien'era mai fregato niente e questo era decisamente un problema. In realtà lui non aveva mai pensato a nulla.
Non aveva mai riflettuto su come conquistarla, nè se voleva realmente farlo, non aveva mai pensato a questo benedetto incesto che era praticamente un sacrilegio, nè se per amore era disposto a fregarsene, non si era mai soffermato a riflettere quanto il suo amore era profondo o quando era cominciato.
Aveva deciso di ignorare tutto, che agisca nel bene o nel male, non gliene era mai importato nulla, aveva deciso di adempiere al suo compito di re con saggezza e riflessioni ma di lasciare i sentimenti e le relazioni che aveva al puro istinto, era semplicemente se stesso.
A volte era come se dentro di lui fosse intrappolato un altro, un mostriciattolo in versione piccola di lui, che strillava e si dimenava per dar voce alle emozioni che provava, e mentre all'inizio era fermamente convinto che aveva bisogno di trattenere quello che sentiva, era arrivato un giorno in cui era scoppiato.
Trattenersi, aveva significato allontanarsi, restare lontano da Susan per più di un mese era stata la tortura cinese più terribili di tutte le torture che avrebbe mai potuto subire. Era arrivato ad essere paranoico, non le faceva più una carezza per paura che potesse fraintendere le sue intenzioni, non si confidava più con lei perchè aveva paura che potesse lasciarsi sfuggire qualche parola di troppo, era finito per non aiutarla più a scegliere un qualche vestito per le tante feste che c'erano a Cair Paravel, non facevano più le loro lunghe passeggiate nel bosco, e questo era troppo per Peter. Così un giorno ..

- Susan ti devo parlare. 
- Oddio, che brutta frase, non mi piace nè quando mi chiami Susan, nè se aggiungi quelle tre parole, se non altro.. almeno.. mi parli.
- Esattamente di questo..
- Passeggiata?
- Passeggiata.
- Mi dispiace tanto Sue.

L'abbracciò. Mossa semplice, banale, fraterna.. ma importante.

- Per.. per che cosa?
- Per come mi sono comportato in quest'ultimo mese.. Io.. io non volevo. Sai sono un ragazzo. Nel pieno dell'adolescienza. Con un regno sulle spalle.. Forse.. Forse è stato questo che mi ha reso così scorbutico e un po'.. così insomma. Mi.. mi dispiace tantissimo voglio che tu lo sappia e voglio anche che torniamo come prima!
Ti va?
- Inginocchiati.
- Che cosa?
- Hai capito perfettamente.

Peter si inginocchiò.

- Adesso giurami che non lo farai mai più.
- Te lo giuro.
- E giurami che mi vuoi bene.
- Lo giuro Sue, non immagini neanche quanto te ne voglia.
- Abbaia.
- Perchè devo abbaiare?
- Perchè te l'ho detto io! Vuoi o no che io accetti le tua scuse?

Peter non ci pensò su un attimo e cominciò ad abbaiare, in ginocchio, guardando Susan esattamente come fanno i cagnolini.
Lei lo guardò. Si inginocchiò. Lo guardò fisso negli occhi. E poi scoppiò in una risata fragorosa che la fece addirittura piangere e si buttò all'indietro con tutto il corpo.
Inutile dire quanto Peter fosse in imbarazzo..

- Perchè mi hai fatto abbaiare!
- Volevo vedere cos'eri disposto a fare per il mio perdono!
- Ah, è così eh!

E subito Peter cominciò a farle il solletico e a rincorrersi. 'Un classico' direte voi, ebbene sì. Esattamente come una coppietta felice, cominciarono a scherzare e a fare le cose tenere che danno tanto fastidio a chi non ha qualcuno con cui farle. Da quel giorno Susan e Peter diventarono più affiatati di prima, al punto che Peter non si preoccupò neanche più del suo amore facilmente fraintendibile, gli bastava stare con lei, il resto sarebbe venuto col tempo.


Invece ecco come era andata a finire. Che gli toccava salvare il probabile futuro ragazzo di Susan.
Così fece il suo gesto eroico, restò indietro cercò Caspian e insieme uscirono a gambe levate dal castello.
FERMI TUTTI. E EDMUND?
Le porte del cancello però erano ormai chiuse, e Peter per risolvere l'inquietudine e i contrasti che il suo amore, il suo orgoglio e il suo essere creavano, aveva dimenticato un fratello, un fratello. Si era scordato che Edmund era ancora dentro. Oltre all'orgoglio, all'amore, e l'odio per se stesso e la sua incoscienza, si era aggiunto il rimorso.











Angolino dell'autrice:

HELLO BABIEES! Ci tenevo a dirvi che vi voglio tanto bene, che potete chiedermi qualsiasi cosa, e che se mi lasciate un commentino positivo o negativo che sia continuerò a volervi bene ;) <3

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Capitolo 5
*** Ch. 4 - D'attrazione e d'odio.. ***


Edmund guardò Sun, dubbioso sul da farsi:
 
 - Dici che basta il calore?
 - Dipende, di sicuro non il fuoco, ci hanno provato tutti per migliaia di anni.
 - Scusa ma.. Non hai detto che sono l'unico che vede la catena?

Edmund fulminò Sun che gelò sul posto, lei aveva la coscienza pulita.. ma perchè Ed avrebbe dovuto fidarsi di una sconosciuta legata da una catena, che dice di avere migliaia di anni e che per puro caso si trova nel castello che il popolo di Ed stava attaccando?!

 - Beh, tecnicamente sì, ma non pensi che ho provato a farmi liberare già innumerevoli volte?
 - Mh.. Hai ragione. E.. allora come faccio?
 - Se lo avessi saputo non sarei qui, che ne pensi?
 - Mh.. Hai ragione, di nuovo. Allora.. Cosa batte ghiaccio? Fuoco. perchè fuoco è.. Calore. Il calore viene prodotto anche dal..? Sole.. socialmente inutile, visto che è  notte.. Il calore è..? Energia termica. E come si trasmette..? Attraverso.. Due corpi che.. OHHH! Avrei dovuto dar retta a Susan ed ascoltare la lezione di scienze.

Shine stava pregando che Edmund la smettesse di parlare da solo e giungesse presto ad una conclusione e mentre lui continuava a ragionare freneticamente, a lei sembrava di poter vedere la paura e la preoccupazione di Ed nel rischiare di non riuscirla a salvare.
Era bello vedere che, per la prima volta in vita sua, c'era qualcuno che si preoccupasse veramente per lei, non come tutti quelli che nell'arco del tempo avevano invaso Narnia che l'avevano considerata niente più che un impiccio da tenere in casa.

 - Contatto. Ma certo! Quando due corpi di diversa temperatura vengono a contatto.

Edmund guardò negli occhi Sun, sembrava stesse cercando qualcosa.. Coraggio.
Dopo quelll'occhiata Ed era imperturbabile, e nonostante dei brivid gli percossero la schiena, andò dritto verso la catena e si chinò.
Se c'era una cosa che Ed non aveva mai ammesso nè a se stesso nè agli altri era quanto lo attraesse il ghiaccio.
Puro, statico, freddo.
Era sempre stato la cosa più affascinante che Ed avesse mai voluto.. Possedere.
Aveva ancora vividamente impresse nella sua mente le immagini e gli attimi in cui aveva conosciuto la Strega Bianca.
Tutti dicevano che era cattiva; ma come poteva una creatura così bella, che per giunta produceva qualcosa di così ammaliante come la neve - in tutto il suo candore - ed il ghiaccio - con tutti i suoi riflessi - .. essere cattiva?
Edmund, colmo della sua ingenuità di bambino, si rifiutava di credere alle parole che gli venivano dette.
Come se non bastasse, a favore della Strega, c'era il fatto che l'avrebbe fatto diventare un Re!
E fu quello, il momento in cui si fidò di quello a cui maggiormente aspirava. 
E fu in quell'esatto momento.. che tradì. 
Tradì chi veramente lo aveva amato e coloro che per Edmund erano di vitale importanza.
Perchè? Si chiedeva Ed..
Perchè anche stavolta avrebbe dovuto fidarsi di qualcuna che sembrava essere perfetta, che aveva a che fare col ghiaccio - anzi, che sembrava esserlo lei stessa - e che lo attraeva così fortemente? 
Pensò che di sicuro c'era qualcuno lassù che si stava divertendo parecchio a giocare con lui.
Ecco come si sentiva Ed, una pedina.
Una pedina negativa appartenente a qualcuno che si stava burlando dei rimorsi, dei sensi di colpa e ancora delle emozioni contrastanti che gli attanagliavano lo stomaco, impedendogli di ragionare a mente fredda. Lui era la pedina negativa e Sun quella positiva.

'' Gli opposti si attraggono ''

Gli disse un giorno Peter, e le sue parole continuavano a rimbombare nella testa di Edmund fino a fare eco nel suo cuore.
Sentiva di potersi fidare.. di doversi fidare.
E così lo fece, evitando palesemente lo sguardò di Shine che ne ignorava il motivo, infondo la stava salvando, no?
Shine non era più nella pelle, finalmente.
Finalmente avrebbe potuto essere libera: libera di correre nei prati, libera di nuotare, libera di sdraiarsi al sole e.. perchè no? Di stare con Ed.
Infondo era già scritto che avrebbero dovuto stare insieme no?
Glielo diceva il suo istinto, quello che nei libri erano volgarmente soliti attribuire agli animali. '' Istinto animale ''.
Chissà perchè, poi, quest'ultimo l'aveva sempre vinta sulla ragione.
Abbiamo tutti dei momenti di riflessione, ma si finisce sempre per dare ascolto all'inconscio o a quello che, appunto, consideriamo un impeto primordiale.
Sentiva come una carica positiva fare leva sul suo cuore, per uscire quando tutto sarebbe finito. 
Libera. 

Continuava a ripeterselo, forse per convincersene, o forse perchè ci credeva davvero.

L'istinto di Ed, invece, gli diceva di scappare, e raccogliendo quanta più forza era in grado di trattenere, il Re toccò la catena..
Bianco.
Fu attraversato da un'intenso fascio di luce bianca, poi.. 
Nero.
Un violento colpo alla testa.
Freddo.
Tutto quello che Edmund riusciva a percepire era il buio attorno a lui, e il freddo al suo interno.
Freddo e buio.
                                                                                          

                                                                                              
 ♦♦≈♦♦
 
 
Caro Will,
Si, Will perchè ho deciso di chiamrti cosìstupida sottospecie di quaderno che sopporterà i miei umori per le prossime trecento pagine.
Sempre se non muoio prima. Ho capito. Ricomincio daccapo.


Caro diario,
ho deciso di chiamarti Will.

Caro Will, sono passati due giorni.
Odio.
Odio è tutto quello che trapela dai suoi occhi color del cielo.
Sì, mi ricordano esattamente il cielo, in tutta la sua sconfinatezza perchè è così che è lui.
Serenissima variabile invece, è il tempo che fa.
Non che tu ci abbia capito qualcosa Will, ne sono consapevole, ma mi vedo costretto a farti un riassunto particolarmente sintetico della complessa situazione che sto vivendo e che mi ha indotto a scriverti, Will.
Mi piace. 
O forse dovrei dire che lo amo? Non sono esattamente abituato a scrivere certe cose.. E va bene. Ti accontenterò.
Lo amo.
E questa segnatela, perchè ci ho messo due lunghi giorni a capirlo, ad ammetterlo e a scriverlo.
Adesso tanto andrò a cancellarlo. 
Oh Will, Dovresti vederlo!
Con i suoi capelli color dell'oro, gli occhi azzurri color del cielo e quelle labbra carnose!
Ma non vorrei che tu pensassi che mi baso solo sull'aspetto fisico.. oh no! E' così..
- Egoista
Cialtrone
Pieno di sè
Ha cattiveria da vendere
- Dolce con le sorelle? ( Solo con le sorelle )
Ooh taci Will, non ho voglia di sentire la tua verità versione dei fatti.
Ora devo andare, prometto che appena potrò ti scriverò.

♦♦≈♦♦
 Odio. 
Oh, si.
Odio. 
Come Peter amava definirsi a Londra '' Un Gran Bel Pezzo di Re'' ebbene, ora che era a narnia, diventava '' Un Gran Bel Pezzo di Re Colmo d'Odio''.
Se mi fosse concessa parola, dissentirei dal pensiero di Peter.
Lui credeva di odiare.
Lui voleva odiare.
Ma com'è possibile? Può un Re valoroso, bello, coraggioso, che mille ed altre mille volte ha portato un esercito alla vittoria e un ex-bambino-prodigio da tutti ammirato, voler essere una persone come siamo soliti udire.. cattiva?
Può veramente una persona buona prendere coscienza di ciò che è sbagliato e avere la volontà di peccare?
L'odio è un sentimento sbagliato, negativo, viscerale; non si può voler odiare.
Troppe volte a Londra, la loro nonna era andata a fargli visita, e tante uguali le volte in cui le aveva sentito pronunciare le parole:

'' Al cuor non si comanda'' 

Era forse giusto prendere questo insegnamento e coglierne il vero senso solo nel caso in cui si tratti di sentimenti buoni?
Di amore? 
Peter in cuor suo, sapeva la verità.
Eppure era conveniente.
Gli conveniva dire che semplicemente odiava Caspian come persona, e amava Susan esattamente come Edmund e Lucy.
Ma Peter era così stanco.
Così stufo.
Così esasperato dalle emozioni e dai sentimenti che sapeva e quelle che non sapeva controllare. 
Era così esausto da questa situazione che finì per prendersela con sè stesso.

'' Peter, tuo fratello è nel castello di Tellmar, di cui l'esercito ha appena sterminato i Narniani, e tu che hai fatto?
  Te la sei presa con Caspian. Oh, si. Certo. Era sicuramente quello che avresti dovuto fare. E perchè no!? Aggiungiamoci anche la gelosia nei confronti di Sue. ''

Cominciò a dirsi da solo, pregando che non spuntasse fuori una specie da lui sconosciuta che sapesse leggere nel pensiero.
Ok, stava degenerando. 
Continuò dritto il suo percorso a testa bassa, quando incrociò la faccina preoccupata di Lucy:

- Allora? Com'è andata? -

Solitamente l'avrebbe guardata, avrebbe inarcato le sopracciglia deluso, per poi chiudere gli occhi e fare un cenno di dissenso, ma quella volta fu diverso.
Non ne aveva abbastanza. Non era corso abbastanza sangue. Non c'era stato abbastanza sferragliare di spade.

- Chiedilo a lui. -

Sputò a terra per far arrivare maggiormente il senso di disprezzo che provava. In quelle parole ci mise quanta più rabbia riuscisse a tirare fuori. 

 '' L'acqua nel vaso oscilla violentemente, si agita in tumulti eccessivi.''

Lo sputò arrivò dritto dritto un centimetro prima dalle scarpe di Caspian. Lucy pianta i suoi occhi sul tellmarino.

- A me? - 

Disse Caspian allibito e davvero sorpreso dalle parole di Peter. Cominciarono a battibeccare, e le parole dei due andarono a morire quando Peter, preso da un impeto violento, estrasse la sua leggendaria spada - sulla quale erano incise le frasi che ai narniani, dall'Età dell'Oro, ricordavano la grandezza di Aslan - puntandola dritta alla gola di Caspian. Egli, da ottimo combattente quale era, e degno del sangue che gli scorreva nelle vene, rispose prontamente al gesto del Re Supremo, come a paragonarsi in grandezza e magnificenza a Peter il Magnifico, attentando alla vita di lui. Di fatti, la spada di Caspian culminava dove lo stomaco di Peter aveva inizio.

 '' Ed eccola, è caduta, la goccia che fa straboccare il vaso '' 

Il combattimento ebbe inizio. 
Mentre il rumore del ferro che si scontra produceva un senso di delusione quando giungeva alle orecchie della piccola Lucy, dentro Susan un moto di rabbia andava diffondendosi. Caspian voleva arrendersi, ad occhio nudo era percettibile la sua prossima resa, ma a Peter non importava, lui ne aveva bisogno, e continuava imperterrito.
Ogni volta che le loro spade si scontravano, Peter vi infondeva tutto l'odio che regnava sovrano nel suo corpo, e che era capace di esternare.
Tutto l'odio per sè stesso faceva finta di provarlo per Caspian, mentre lo guardava quanto più intensamente riusciva a fare.
Susan nel frattempo guardava lui, leggendogli quasi nel pensiero, con occhi tristi, compassionevoli e canzonatori al tempo stesso.
Pensava di capire cosa stava succedendo dentro di lui, e invece non lo sapeva, si limitava a conoscere gli aspetti più evidenti, e solo per quelli c'era da averne compassione. Sue sapeva perfettamente che Peter provava risentimenti per se stesso di continuo e non riusciva mai a capire perchè, ma più di stargli vicino - entrambi lo sapevano bene- non avrebbe mai potuto fare nulla.

La polvere entrava nel naso ostacolando la respirazione di Peter e andava nei suoi occhi chiari, arrossendoli. 
Meglio così, almeno avrebbe avuto una scusa quando non sarebbe più riuscito a tenersi in piedi e sarebbe crollato a piangere.
Se non fosse stato per l'arrivo del povero CPA svenuto, era sicuro che sarebbe successo.
Il combattimento s'interruppe.

Lucy corse a dare una goccia del suo famoso rimedio - donatogli l'estate precedente da babbo natale - al piccolo Trumpkin.
Susan invece, corse da Peter.

- Edmund? - 

'' Eccolo qui, un altro motivo per odiarsi e farsi odiare.''  Pensò Peter.
'' Ed eccole qui anche queste. Le lacrime che a quanto pare non vedono l'ora di cadere giù, copiose. '' Continuò a riflettere.
Peter tentò di calmarsi, alzò gli occhi al cielo respirando lentamente per poi deglutire.
Ed eccolo lì, nel cielo, qualcosa che gli veniva incontro.
Un grifone, con qualcuno sopra.
No, sono in due. 

Susan era sempre più indispettita dall'ambiguo comportamento di Peter, gonfiò il petto, arricciò le labbra e mise le braccia conserte in attesa.

- Peter! Mi risponderesti prima che faccia notte di nuovo, di grazia?

Peter d'un tratto rilassò il viso, senti il cuore che si era fatto piccolo allargarsi di un immenso sollievo, i muscoli allentarsi.
E' Edmund. 
Sorride. 
Peter ritorna in sè, abbassa la testa fino a guardare Susan con gli occhi più penetranti che sa fare, storce lentamente la bocca in modo da attirare l'attenzione di Sue sulle sue labbra e tranquillamente le dice:

- Voltati, Sue.  

Abbracciò Susan da dietro, e lei non capì perchè non riusciva a smettere di sorridere, nè perchè stava arrivando Ed e Peter abbracciava lei.
Poi la lasciò, fece un sospiro di sollievo e uno per incoraggiarsi. Doveva delle scuse a qualcuno.
 '' Forse non devo odiarmi così tanto. ''
Sorrise a Susie e le porse la mano.
 '' E' tornato il Peter di sempre. ''
 Sorrise a peter di rimando, prendendogli la mano e dirigendosi verso Ed, insieme.

- E' una ragazza, quella?


≈≈ authoress' corner ≈≈
Alorss, sono qui, di nuovo a rompervi un po', di nuovo in ritardo, CHIEDO IMMENSAMENTE PERDONO ma il mio computer è stato in riparazione e capirete bene che scrivere il capitolo dal mio mini cellulare era impossibile.. MA ORA SONO QUI e mi rendereste IMMENSAMENTE felice se mi direste che ne pensate..
Vi voglio bene, Sami_

 

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