Eternal Love

di lunette864
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Riconciliazioni pt.1 ***
Capitolo 2: *** Riconciliazioni pt.2 ***
Capitolo 3: *** Shopping friend ***
Capitolo 4: *** Deja Vu ***
Capitolo 5: *** Incomprensioni ***
Capitolo 6: *** Il dolore di Courtney ***
Capitolo 7: *** Di nuovo insieme...no? ***
Capitolo 8: *** Alone ***
Capitolo 9: *** Duncan, il co***ne ***
Capitolo 10: *** Ce la faremo? ***
Capitolo 11: *** Finalmente liberi ***
Capitolo 12: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Riconciliazioni pt.1 ***


Era passato un bel po' da quando la quinta stagione di “A tutto reality” terminò e tutti i concorrenti erano ritornati alle loro vite da normali adolescenti. Duncan era in subbuglio, voleva ritornare con Gwen, le mancava da morire, i suoi baci, le sue carezze, i suoi abbracci e sopratutto i suoi modi di fare. La amava davvero ed esser stato scaricato così, senza aver capito nemmeno il motivo, lo faceva davvero stare male. Non sapeva cosa fare per riconquistarla...Fiori? No, lei li odiava. Cioccolatini? Nemmeno, odiava i dolci, specialmente i muffin perché le ricordavano Trent che durante la prima stagione li sgraffignava dalla cucina di Chef per regalarglieli. E lui cosa aveva da offrire? Avrebbe potuto intagliarle in teschietto, ma quando lo fece gli urlò contro dicendogli che era un regalo riciclato, lo stesso che fece a Courtney durante la prima stagione quando venne eliminata. Più ci pensava, più si rendeva conto che qualunque cosa le regalasse non le andava bene. “Forse la cosa migliore è parlarle e basta, anche se non torneremo insieme almeno voglio capire per quale motivo mi ha abbandonato. Non riesco proprio a capirlo.” pensò. “Ok, ho deciso, andrò a casa sua e le parlerò, speriamo che almeno abbia voglia di ascoltarmi un'ultima volta”.

*Toc Toc*

-Uff, chi sarà adesso?- chiese Gwen nervosamente.

-Vai tu ad aprire per favore, adesso ho da fare.- rispose la madre.

-Ok, va bene.

Si incamminò lentamente verso la soglia della porta, la aprì e per poco non ebbe un infarto.

-D-Duncan?

-Ciao Gwen.

-Che cosa vuoi? Tra noi è finita e lo sai!

-Si, certo che lo so, voglio solo parlarti.

-Non c'è niente da dire e ora mi faresti il favore di andartene?

Gwen cercò di chiudere in fretta e furia la porta, ma non ci riuscì. Duncan la aveva bloccata con il piede facendosi un male cane.

-No. Per favore. Solo un attimo. Parliamo. Ti prego.

-Per quale ragione dovrei stare ad ascoltarti?

-Mi devi delle spiegazioni.

-Di che diavolo stai parlando?

-Ci sto pensando da mesi, ma io non ho ancora trovato la risposta. Perché mi hai lasciato? Cosa non andava tra noi? Dimmelo, ho tutto il diritto di saperlo.

-Credevo di essere stata chiara quel giorno.

-Come puoi dirlo? Prima della cerimonia dell'eliminazione mi hai lasciato a buono a buono! E non mi hai più parlato! Come puoi dire adesso che sei stata chiara?

-Vuoi davvero saperlo? Perché tu ami ancora quella, Courtney, tu non ami me, non più ormai.

-Non è vero e lo sai! Mi piace vedere le ex che danno di matto, ma lei all'improvviso mi ha semplicemente ignorato e per me è stata la prima volta. Devo ammettere di essere rimasto spiazzato. Andiamo, non dirmi che con Trent non è così?

-C-così come?- Gwen cominciò ad arrossire.

-Esattamente così. Gli ex sono ex, fanno parte del nostro passato ma non possiamo totalmente dimenticarli, perché con me ne fai un dramma? Non ti ho mai detto niente per la storia di Trent! Forse sei tu che non mi ami più e non il contrario!

-Può essere. Sappi che l'ultima volta che mi hai baciato non ho sentito niente, peggio di una suola di una scarpa. Il primo bacio è stata tutta un'altra cosa! Tu proprio non capisci!

-Forse tu non capisci. Tu non mi hai mai amato, la tua era solo una temporanea infatuazione. Ci credo che ti chiamavano nuova Heather, lo vedi come sei diventata? Non ti riconosco più.

-Ti ci metti anche tu adesso? Sai quanto tempo ci ho messo per liberarmi di quello stupido soprannome?

-Non importa. Sta di fatto che a differenza tua Courtney non amava solo il mio aspetto esteriore, mi amava anche per come sono interiormente.

-Certo, sicuramente penserà che hai dei polmoni e uno stomaco fantastici.

-Falla finita. Di una cosa sono certo. Non mi amerai mai come mi ha amato Courtney, anche se adesso come ben sai fra noi due è finita.

-Cosa? Come ti permetti di dire una cosa del genere? Io ti amo ma non riesco a comprendere bene i miei sentimenti!

-Ah adesso hai cambiato di nuovo versione dei fatti? Mi stupisci. “Il mio piano sta funzionando”

-Bah, una persona può sempre avere dei ripensamenti o no?

-Non lo metto in dubbio.

-Allora, che aspetti?

-???

-Non vuoi tornare con me?

-Non dirai sul serio...

-Adesso hai cambiato opinione anche tu?

-No. Lo sai. Altrimenti non sarei qui.

-Ascolta, la nostra relazione è un po' complicata, io lo sono in primis, ma ti prometto che farò di tutto perché la nostra relazione possa funzionare come si deve. Te lo prometto, ma dammi almeno una possibilità per dimostrartelo.

-Davvero?

-Certo, Duncan, te lo prometto.

Gwen gli si avvicinò, gli cinse le braccia al collo e lo baciò. “Certo che le ragazze a volte sono proprio strane.” pensò Duncan nel frattempo. Gwen lo guardò con uno sguardo dolcissimo e lo abbracciò e poi gli confessò:

-Io e Courtney abbiamo litigato, non so se lo sai.

-No, non lo sapevo, ricordati che fino a poco fa ero in una prigione federale e che se i miei non avessero pagato la cauzione io sarei ancora lì. Non ho nemmeno guardato le repliche dello show quindi non sono a conoscenza dei dettagli successivi.

“Quindi non sa nemmeno di Scott e Courtney. Mi conviene tenerlo per me, non vorrei che si prenda un improvviso attacco di gelosia, non dopo che è riuscito ad ammaliarmi di nuovo.”

-Ah, capisco. Mi ha tradito, pensavo che ci tenesse a me, invece aveva fatto una stupida lista con degli scarabocchi dove indicava l'ordine dei perdenti, voleva che perdessi e voleva tenersi il milione tutto per sé. Ha tradito la mia fiducia, non penso proprio che riuscirò a perdonarla.

-Quando vi ho viste sembravate così affiatate. Forse come fidanzata non è il massimo, ma potresti provare a parlarle, sarà stato solo un disguido, avete chiarito questioni peggiori. Questo mi sembra niente a confronto, fidati.

-Lo pensi sul serio? Non ti darebbe fastidio se ricominciassi a frequentarla?

-Non mi importerebbe niente, ricordati che sei tu la ragazza dei miei sogni e non lei.

-Davvero? Sono contenta che tu lo pensi. E tu invece sei l'uomo che ho sempre desiderato, non mi abbandonare più ti prego.

“No, ehi aspetta. Non sei stata tu a lasciarmi? Non riuscirò mai a capirle le donne.” pensò Duncan.

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Capitolo 2
*** Riconciliazioni pt.2 ***


Courtney era consapevole del male che aveva provocato a tutta la gente che le stava intorno, a Gwen e Scott sopratutto. A volte pensava anche ai danni che aveva arrecato a Duncan durante il loro anno e mezzo di relazione, ma poi si limitava a pensare “Quello stronzo se lo è meritato in fin dei conti” e capiva il perché facesse tutte quelle liste e tutti quei contratti, forse, anzi sicuramente non era lui il ragazzo che lei stava cercando, no, sicuramente no. Ma Courtney era famosa nell'attirare ragazzi totalmente diversi da lei, ma era ovvio, altrimenti sarebbe stata una continua gara su chi avesse vinto per prima. Con Duncan e Scott era diverso, il primo la amava e quindi si limitava a sopportarla anche se purtroppo il troppo scoppia prima o poi e lo si è visto alla fine; mentre Scott adorava le ragazze dominatrici, che decidessero per lui e Courtney lo sapeva, aveva visto la replica della puntata e aveva sentito quello che aveva detto in confessionale. Aveva avuto molti problemi anche con lui, ma non è stata colpa sua, almeno non all'inizio. Mike/Mal aveva costretto Cameron a baciarla davanti a Scott per mandare a monte la loro relazione, riuscendoci temporaneamente. A Courtney tutto questo non andava a genio, perché tutte a lei? Cosa aveva fatto di male? “Si, è vero, sarò solo una povera e rigida sfigata agli occhi altrui, ma io voglio solo qualcuno a cui voglio bene, è chiedere troppo?” era quello che pensava tutti i giorni, non si accorgeva di come il suo carattere, il suo egoismo e la sua mania di perfezione influenzasse il rapporto con il mondo esterno. Dopo che fece pace con Scott, si mise a programmare l'ordine dell'eliminazione proclamandosi, come potete ben immaginare, al primo posto. Mal l'aveva smascherata davanti a tutti, aveva mostrato a tutti il lato peggiore di sé, il suo modo arrogante ed egoista nei confronti di tutti anche se lei tentava in tutti i modi di voler bene a una persona. Ma poi, per uno stupido pezzo di carta, tutto era andato a monte, era rimasta totalmente sola immersa dalle sue lacrime di dolore, solitudine e frustrazione. Non era proprio abituata, a scuola tutti i suoi compagni di classe stravedevano per lei, o almeno così credeva. “Ora che ci penso, mi usavano per copiare i compiti, per avere la merenda da me o i soldi per comprare le cazzatine che a loro sono sempre piaciute. Non esiste proprio nessuno in questo mondo che mi voglia bene per quello che sono? Non riesco a cambiare, non mi sento me stessa quando provo a fare qualcosa diverso dai miei parametri, nessuno lo capisce. Forse lui mi capiva...Ah Courtney smettila, sei patetica! Non devi rimuginare il passato non devi, devi aspirare alla perfezione, le donne in carriera perfette non hanno bisogno di un uomo per cui stravedere. Una donna in carriera se deve avere un marito lo deve comandare, doveva decidere lei e non doveva comportarsi come quelle stupide principessine come Biancaneve o la Bella Addormentata nel bosco che dovevano dipendere dagli uomini per salvarsi, io devo salvarmi da sola...devo...” le lacrime cominciarono a rigarle il volto, fissava il soffitto e pensava a tutta la sua vita, dall'infanzia fino a ora. Pensava all'educazione che le impartirono i loro genitori: << Devi essere l'orgoglio della nostra famiglia, andrai all'università e ci renderai fieri di noi, lo sappiamo. Sarai la donna perfetta! >>. Pensava ai compagni di classe che la adulavano per ottenere ciò che volevano. Ricordava che dopo essersene resa conto si era chiusa in se stessa, diventando quella che era ora, chiusa, egoista e perfezionista. Non era colpa sua in fondo, il mondo esterno l'aveva totalmente turbata, quando era piccola era la bimba più dolce del mondo, ma poi qualcosa mutò. Pensava nostalgicamente all'inizio del Reality, di come tutti la odiavano all'inizio, ma che la pillola si era indorata piano piano e che per la prima volta aveva trovato degli amici sinceri e un uomo da amare davvero, Duncan. Ma la sua mania di perfezione l'avevano costretta a sentire il bisogno di cambiare quel ragazzo in tutto per tutto, per trasformarlo nel principe azzurro che lei aveva sempre sognato e non nel ragazzo ribelle carcerato che si trovava davanti. Quando decise di togliersi quella maschera di perfezione per limitarsi ad amarlo per quello che era lui l'aveva tradita con la sua migliore amica, Gwen. Per lei il dolore era troppo grande, non riusciva ad andare avanti. Ma prese un'importante decisione: mai e poi mai avrebbe più pianto per un uomo in vita sua, si sprecava troppo tempo per una cosa che non sarebbe mai arrivata. Quando nell'ultima stagione del Reality, incontrò Scott, si sentiva nuovamente ardere il cuore, come accadeva quando guardava Duncan, le piaceva da morire quel ragazzo, nonostante non fosse elegante e fine, ma anzi un semplice campagnolo un po' maldestro. Pensava che questo fosse il vero amore, amare una persona per quello che è indipendentemente da quali fossero i canoni iniziali. Ma all'improvviso era tutto finito e lei non riusciva ad accettarlo. Stava per ricadere nella fossa in cui cadde un anno prima a causa di Duncan; sapeva che Scott abitava a circa quattro isolati da lei, avrebbe potuto prendere una semplice bicicletta e andare da lui, gridargli quanto sentisse la sua fottuta mancanza, di restare con lei e non abbandonarla più. Voleva provare il brivido che sentì quando si baciarono per sbaglio in quella puntata, voleva sentire nuovamente il suo odore, anche se non era molto...invitante. Ma per amore questo e altro, no? Però l'orgoglio che si era creata nel corso degli anni la bloccava, aveva paura di sembrare una debole, una donna disperata che piange perché rivuole indietro il “giocattolo” che ama di più, preferiva anzi fare il paragone di una bambina senza il suo orsacchiotto, l'orsacchiotto di nome Scott. Courtney si girava e rigirava nel suo letto e stentava nel prendere una decisione, non sapeva cosa fare, però era cosciente del fatto che non prendere una decisione a volte diventava una decisione stessa. Se fosse rimasta indecisa per troppo a lungo non avrebbe risolto niente, sarebbe stato come se si fosse decisa di non andare e non guardarlo più. Ma lei voleva davvero questo? La testa le diceva che tanto di ragazzi ce ne sono miliardi e che questo puzzava pure! Mentre il cuore affermava in sua difesa che non bisognava lasciarsi scappare un uomo che le faceva battere il cuore, che ricambiava il sentimento anche se probabilmente ancora arrabbiato con lei. La testa ribatteva dicendo: << e la puzza dove la metti? >>. Il cuore rispose semplicemente: << Beh, hanno il pretesto di farsi una doccia insieme. >>. La testa era stata spiazzata. Courtney si era decisa, si mise il cappottino, prese la bicicletta e corse da lui, il suo amore, voleva chiedergli scusa per tutto, ma sopratutto voleva che lui la rivolesse come fidanzata, di nuovo. “Si prova questo quando si vuole andare dalla persona amata, per rivolerla indietro a tutti i costi? Non so, è bella, ma allo stesso tempo brutta. E se mi rifiutasse? Farei la figura della totale idiota!”, ma ormai era tardi per tornare indietro, aveva fatto una promessa a se stessa e aveva tutte le intenzioni di mantenerla.

Sembrava una corsa infinita, ma alla fine ce l'aveva fatta, aveva raggiunto la fattoria di Scott. In preda all'agitazione buttò la bicicletta e corse a bussare la porta di casa sua. Dall'altra parte c'era Scott che nutriva il suo maiale, era alquanto scocciato: “Umph, e ora chi sarà? Chi vuole disturbarmi mentre nutro Scott jr.? Mbà, andiamo ad aprire e togliamoci il pensiero.” Ma quello che si trovò davanti era una cosa totalmente inaspettata, per lui era più probabile trovare un poliziotto che lo accusasse che la sua fattoria fosse fuori norma e che avrebbe dovuto sgombrare subito da lì per questioni igieniche. E invece no, davanti a lui si trovava Courtney, dolce e sorridente, era più bella di quanto lui si ricordasse. Tra i due piombò un silenzio imbarazzante, nessuno dei due sapeva cosa dire. Il solo incrociarsi gli sguardi ricordava loro i bei momenti, seppur brevi, che avevano passato insieme e non potevano essere dimenticati. Courtney decise, finalmente, di rompere quel silenzio imbarazzante.

-Ehm, ciao Scott. Scusa, avrei dovuto chiamarti, ma non hai il telefono. Passavo da queste parti e pensavo che ti avrebbe fatto piacere la visita di una vecchia amica...no?

-Come? Qual è il tuo vero scopo, bambola? Hai bisogno di nuovo di qualcosa, di qualcuno a cui appoggiarti? Sarò pure un sempliciotto, ma non dimentico, sopratutto come hai mandato a puttane la nostra relazione con quello stupido grafico. Non ho ancora capito come hai potuto eppure tu lo sapevi che ci tenevo a te e anche tanto.

-Non voglio niente, niente di strategico tranquillo. Rivoglio solo il mio fidanzato da me, rivoglio indietro i bei momenti che abbiamo passato insieme. Io sono una stupida bambina viziata che è sempre vissuta nel lusso, sono sempre stata egoista e quel grafico ne è la prova. Ma i miei sentimenti per te non sono cambiati affatto. Lo so che non sono credibile in nessun modo, ma non so come dimostrarti che ti amo tantissimo.

-Non so se crederti, hai tradito la mia fiducia due volte! Due volte consecutive, lo capisci vero?

-Io...si...lo capisco...e capisco anche che se non mi vorrai perdonare è più che comprensibile, se non vuoi che torniamo insieme non vuoi nemmeno essere mia amica? Io voglio te accanto e anche se non mi amerai come io amo te io ti starò per sempre accanto. Sappi che è una cosa rara vedermi così, è la seconda volta che mi capita in vita mia.

-Seconda? E quando sarebbe stata la prima?

-Ma come fai a non saperlo? Io e Duncan avevamo una relazione, lo sapevano tutti no? Anche per questo io e Gwen avevamo litigato.

-Ah, già. Ora ricordo. Posso dire la mia adesso?

-Si, sentiamo.

-Anch'io ci tengo molto a te, e questa è la prima volta che provo sentimenti come questi, non sono molto pratico in queste cose e sicuramente te ne sarai accorta non ne ho il minimo dubbio. Io non ho mai detto che non ricambio i tuoi sentimenti, anzi, sono molto forti anche i miei. Il problema più grande è la fiducia, se non fosse per quello ti abbraccerei subito seduta stante. Ma non so se potermi fidare nuovamente di te ed è questa la cosa che mi strugge di più.

“Wow, sembra stupido, eppure ha fatto un discorso così poetico, così dolce e intelligente. Non puoi immaginare quanto io possa amarti e quanto voglia abbracciarti. No, non lo sai.”

-Te ne prego, dammi un'altra possibilità, ti supplico. Sto mandando letteralmente al patibolo il mio orgoglio e lo sto facendo solo per te, perché da quando sei entrato nella mia vita ho rivisto un barlume di speranza dopo aver attraversato un periodo buio della mia vita, io vorrei...

Ma le parole di Courtney cessarono perché Scott le aveva alzato il mento e dato un bacio. Sapeva che forse era sciocco perdonarla di nuovo, ma anche lui sentiva molto la sua mancanza, non ce la faceva più senza il suo sorriso, le sue risate e quel suo modo di farlo sentire così speciale come nessuno in vita sua aveva mai fatto. Courtney arrossì, lo guardò e gli fece un sorriso a 32 denti, era euforica e non stava più nella pelle. Gli diceva che non avrebbe più fatto errori e che lo avrebbe amato con tutto il cuore, perché le faceva bene e non solo a lei, anche Scott ne traeva ottimi benefici.

-Vuoi entrare?

-Volentieri, ma cosa facciamo?

-Ti faccio conoscere il mio cucciolo.

-Cucciolo?

-Si, Scott jr.

Non potete immaginare che grasse risate si fecero entrambi, Courtney si immaginava un cucciolo di cane o di gatto al massimo, ma quando si vide quel maiale tutto bello acconciato scoppiò in una risata contagiosa, non capiva nemmeno lei perché rideva in quella maniera, non era per prenderlo in giro e lui lo sapeva. Courtney lo sentiva, stava tornando la serenità di un tempo.

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Capitolo 3
*** Shopping friend ***


{Gwen}

Volevo riappacificarmi con Courtney, ma non sapevo in che modo attaccar bottone. Chiamarla? Mandarle un messaggio? Andare a casa sua? Andare in giro con lei? Chiarire faccia a faccia? Probabilmente era meglio chiamarla per chiederle se ci potessimo vedere da qualche parte per parlarne. Volevo confidarle che mi ero rimessa assieme a Duncan, speravo di non farla arrabbiare dato che era un suo ex. Però sentivo il bisogno di confidarmi con lei, era l'amica più sincera che avevo, le altre erano tutte delle false ochette. “Ho deciso: la chiamerò e le chiederò di andare a fare un giro chissà dove, così potremo provare a chiarirci. Speriamo bene.” Presi il telefono, fissavo il display e a stento riuscii a digitare il suo numero. Volevo che mi rispondesse a tutti i costi. Il telefono cominciò a squillare, poi udii la sua voce:

-Pronto?

-Courtney!

-Ehi, Gwen, ciao! Qual buon vento ti porta?

-Ecco io volevo...ehm...

-Si? Che cosa?

-Volevo...chiarire con te...

-Davvero?

-Si...ti va di...ehm...uscire? Così parliamo faccia a faccia.

-Volentieri! Ti va di vederci al centro commerciale? Così facciamo un po' di compere.

-Si, d'accordo. Cosa devi comprare?

-Un vestito. Sai, per il ballo della scuola. Verrai anche tu?

-Non lo so. Ne parliamo dopo, va bene?

-Ok, ci vediamo lì fra mezz'ora!

-Ok, a dopo!

Ero euforica, potevo fare finalmente pace con Courtney dopo tutto questo tempo? Era il momento di prepararmi così andai in bagno e cominciai a farmi una doccia.

{Courtney}

Non ci potevo credere, Gwen voleva davvero fare pace con me! Quante cose volevo dirle! Di quanto mi era mancata, delle novità a scuola e che avevo preso coraggio e mi ero rimessa insieme a Scott e che sarei andata insieme a lui al ballo! Che cosa mi sarei messa per uscire? Ah beh, a pensarci bene a Gwen non interessava che cosa indossassi, ci saremmo volute bene sempre e comunque. Decisi di mettermi una maglietta a maniche corte gialla con alcune fantasie floreali, un pantalone bianco e dei sandali neri. Legai i miei capelli in una semplice coda di cavallo lasciando fuori due semplici ciuffetti. Avvisai mia madre che sarei uscita:

-Mà, io esco!

-E dove vai?

-Al centro commerciale con una mia amica.

-Davvero? Sono contenta per te tesoro, ti servono un po' di soldi?

-Ce li ho, ma se me li vuoi dare anche tu sono ben accetti ovviamente ah ah ah.

-Tieni dai, sono 50 dollari.

-50? Ma no mamma sono troppi dai non fa niente.

-Nah, tienili non ti preoccupare. Che cosa vuoi comprare?

-Un vestito nuovo.

-Un vestito nuovo? Non ne hai già tanti?

-Si, ma questo sai...è per un'occasione...

-Un appuntamento?!

-Una specie...devo andare al ballo della scuola con...un ragazzo...

-Davvero? Me lo devi proprio presentare! Come si chiama il fortunato??

-Scott...non so se sia davvero fortunato...

-Ma finiscila! Certo che lo è, ha la fortuna di stare con la mia figliola!

-Dai mamma non dire così, mi fai arrossire.

-Dai che è la verità. Meglio che ti lasci andare adesso, non vorrai fare tardi vero? Quando stai per tornare a casa chiamami. Resti per cena?

-Penso di si, ti chiamo più tardi per sicurezza.

-D'accordo tesoro, buon divertimento. Ci vediamo dopo.

{Narratore}

Courtney era davvero tesa, mentre si trovava nell'autobus ripensava a tutti i bei ricordi che aveva con Gwen, la sua unica vera amica. Finalmente si sarebbero riviste, dopo mesi di silenzio. “Che cosa penserà di me? Spero che abbia un parere positivo nei miei confronti e che mi voglia ancora bene. Ma che stupida, certo che mi vuole bene altrimenti non mi avrebbe chiamato, o no?”.

Gwen arrivò lì dieci minuti prima, sapeva che Courtney odiava aspettare e che adorava farsi desiderare dagli altri. Detestava buona parte del suo carattere, ma sapeva che senza tutti quei difetti non sarebbe stata la stessa, sarebbe stata una Courtney anonima e noiosa, mentre invece con “questa” Courtney non potevi mai scocciarti, che fosse per un giudizio, una battuta o per un consiglio. Per questo voleva bene a Courtney, per il suo essere diversa, per la sua totale comprensione anche se in certi giorni dovevi starle lontana per non temere una sua esplosione. Così diverse e in fondo così uguali, Gwen non riusciva a pensare di doverci stare ancora a lite, le mancava, eccome se le mancava. “Non si trovano persone come lei, che si credono perfette e sono ambiziose, ma sono le prime ad aiutarti quando serve; che sono orgogliose e nascondono i loro sentimenti, ma che se conquistavi la loro fiducia sarebbe stata l'amicizia perfetta tanto sognata.” pensò. Dopo un po' notò che anche Courtney stava arrivando in anticipo, era arrivata dopo cinque minuti che era arrivata lei, ma era pur sempre in anticipo.

-Ehi Court, sono qui!

-Gwen! Da quanto tempo! Lasciati abbracciare. Scusami per tutto quello che è successo durante il reality, davvero.

-Ma figurati sono cose che succedono, ma tra amiche si litiga ma poi si fa pace, no?

-Certo. Allora, tu verrai al ballo?

-A proposito di questo...

-Si?

-Sono di nuovo fidanzata!

-Davvero? E chi è il ragazzo fortunato?

-Beh, ecco...si tratta di...ehm...Duncan. Spero che non ti dispiaccia...

-Ma va, figurati, è acqua passata! Anche io sono di nuovo fidanzata! Sono tornata con Scott, che bello!

-Dovremmo fare un uscita a quattro allora!

-Di sicuro ci vedremo al ballo, voi verrete, no?

-Non so se Duncan vorrà, ma potrò tentare di convincerlo in qualche modo.

-Allora prenderemo un vestito bellissimo da lasciarlo a occhi aperti! Parola d'onore!

-Lo stesso vale per te, Scott dovrà avere occhi solo per te.

Le ragazze entrarono in quel vasto centro commerciale, era il più grande della città e aveva dentro negozi di tutti i tipi: alimentari, abbigliamento, strumenti musicali, oggetti casalinghi...di tutto insomma. Courtney e Gwen erano ovviamente interessate ai negozi di abbigliamento e di vari accessori da abbinare al vestito. Il primo negozio in cui si diressero si chiamava “Beauty doll”, all'interno si trovavano vari reparti, a destra si trovavano tutti gli abiti per feste eleganti e a sinistra accessori quali bracciali, collane, anelli, orecchini e pochette, al centro si trovavano altri appendiabiti con vestiti più casual. Gwen aveva adocchiato un vestito nero con degli inserti color prugna, delle spalline nere sottili, la gonna arrivava sopra al ginocchio e aveva una scollatura a cuore.

-Che ne dici Courtney? A me piace da matti!

-Allora che aspetti? Provatelo subito!

Gwen entrò in un camerino e si provò il vestito in fretta e furia, ansiosa di vedere come le sarebbe stato addosso e poi uscì per mostrarlo all'amica. Courtney rimase esterrefatta, quel vestito le stava da Dio, Duncan non avrebbe potuto resistere al suo fascino.

-Devi comprarlo subito!

-Mi sta davvero così bene?

-Certo! Non pensarci due volte sei divina con questo vestito!

Courtney e Gwen uscirono soddisfatte, Courtney avrebbe dovuto solo cercare un abito adatto a lei, sapeva che lo avrebbe trovato da qualche parte. Purtroppo non fu così, almeno non all'inizio, Courtney andò alla ricerca del vestito per ore e ore, ma niente sembrava di suo gradimento. Stava perdendo tutte le speranze e pensava che avrebbe dovuto mettere un vestito anonimo a uno degli eventi più importanti della sua adolescenza con la persona più importante della sua vita, Scott. A lui importava davvero com'era vestita? O a lui sarebbe andata bene anche se fosse stata vestita con un sacco di patate? Lei però voleva sentirsi davvero bella, non come le altre volte, bella da far invidia a tutte le altre ragazze. Gwen la vide abbacchiata e voleva farle ritornare il sorriso, poi notò in una vetrina un vestito che sarebbe stato perfetto per Courtney: era con un'ampia gonna color corallo e sopra una fascia a forma di cuore senza spalline color panna. Era semplice, ma sarebbe stato di molto effetto e sarebbe stato bene con la sua carnagione e Scott sarebbe rimasto esterrefatto dalla sua visione.

-Court, non ti abbattere! Guarda lì! C'è un vestito stupendo!

-Tu dici? Non so, mi sembra troppo semplice, o no?

-La semplicità conquista tutti! E ricordati che Scott è un ragazzo semplice, non ci vogliono tante cose complicate per farlo cadere ai tuoi piedi.

-D'accordo, se lo dici tu allora farò un tentativo.

Era come diceva Gwen, il vestito le stava davvero d'incanto. Courtney decise di comprare insieme al vestito anche un braccialetto bianco e una collana con un ciondolo rosa.

-Ora che abbiamo entrambe sia un “principe” e l'abbigliamento adatto, che ne dici di andare a mangiare? Ho una fame da lupi!

-Ottima idea, che dici Gwen facciamo le salutiste o le maiale mangia hamburger? Ah ah.

-E me lo chiedi pure? Le maiale mangia hamburger che si mangeranno tutto il fast food! Ah ah ah ah!

La loro giornata finì in questo modo, cenarono con hamburger e patatine. Ebbero entrambe la classica giornata che si passa tra amiche, una cosa che aspettavano da tutta una vita.
 

*Angolo dell'autrice*
Vi è piaciuto questo nuovo capitolo? E il modo in cui ho impersonificato Gwen e Courtney? O preferite che io parli semplicemente in terza persona? Fatemi sapere in un commento :) vi ringrazio per tutte le visite che state facendo in questa fan fiction, davvero non me lo aspettavo :') e scusatemi se non carico in fretta i capitoli, ma fra la scuola e il blocco dello scrittore è abbastanza difficile, vi prometto che farò il più presto possibile! Piccolo spoiler: nel prossimo capitolo durante il ballo Duncan avrà occhi solo per una persona, che però non è Gwen :P ok ho già detto abbastanza :P alla prossima!

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Capitolo 4
*** Deja Vu ***


Courtney era emozionatissima, fissava davanti allo specchio la sua immagine riflessa di lei con il vestita per il grande ballo. “Oddio, sono carina? Piacerò a Scott? Che cosa penseranno gli altri quando mi vedranno?” pensava agitatamente Courtney, era diventata popolare a causa del reality, ma lei non era quel genere di persona: tutte quelle ochette che la “perseguitavano” erano più finte di una Barbie, vestivano solo griffato, non uscivano mai di casa senza almeno un quintale di trucco e non potevano stare un attimo senza spettegolare su cazzate varie, ma la cosa che odiava di più di loro era che parlavano sempre di sesso e ragazzi era come un chiodo fisso. A loro importava trovare il ragazzo figo e palestrato, non quello con un po' di cervello e che le ama per quello che sono realmente. “Tutta finzione al giorno d'oggi.”. Mentre lei rimuginava sul confronto fra lei e le altre, al piano terra, in soggiorno precisamente, c'era Scott con uno smoking nero (affittato) e con in mano un mazzo di violette (i suoi fiori preferiti) seduto su una poltrona e la madre di Courtney nell'altra, lo stava inquadrando per cercare di capire che tipo di ragazzo fosse realmente:

-Quindi tu sei...Scott?

-Si, esatto signora...cioè no, signorina...cioè no, madre di Courtney...cioè...ehm...

-Ah ah ah non importa, puoi chiamarmi Eloise! Tu e Courtney avete davvero buon gusto, complimenti!

-In che senso scu...ah no ecco l'ho capita ah ah ah, grazie comunque.

-Quindi voi, vi siete conosciuti durante la trasmissione della quinta stagione di A Tutto Reality?

-Esattamente. Certo, ci lasciammo per un litigio, ma ora è tutto a posto.

-Sono contenta per voi. Mi sembri proprio un bravo ragazzo!

-Grazie, signora cioè no...Eloise! Ah ah ah!

-Ah ah ah! Ah, ecco Courtney!

Courtney scese le scale con addosso il vestito che si comprò al centro commerciale con Gwen, aveva raccolto i capelli in uno chignon lasciando fuori due ciuffettini mossi, aveva anche gli accessori che comprò sempre quel giorno e in aggiunta un paio di orecchini bianchi a perla e un paio di tacchi a spillo argentati. Era una delle tipiche scene dei film americani dove il ragazzo aspettava con i genitori e la figlia scendeva come se fosse una delle attrici più importanti di Hollywood, classico ma d'effetto. Era uno dei sogni nascosti di Courtney, ma non lo aveva mai raccontato a nessuno per non sembrare una di quelle ragazze tradizionaliste. Lei era autonoma e perfetta, e con Scott lo sarebbe stato anche di più. I due innamorati si salutarono con un bacio a stampo e la madre applaudì:

-Complimenti Courtney, il tuo ragazzo è fantastico! E tu mi raccomando trattala bene e portamela a casa sana e salva!

-Può contarci Eloise!

-Bene. Courtney tesoro, ci vediamo dopo e mi raccomando divertiti.

-Certo mamma non ti preoccupare.

Uscirono di casa mano nella mano, poi Courtney rimase a bocca aperta: una limousine bianca si trovava davanti casa sua e li avrebbe portati fino a scuola! “Proprio come nei miei sognì, oddio come sono emozionata!” pensò.

-Dopo di te, cara.

-Grazie amore.

Entrarono e cominciarono a distendersi e godersi quello che si trovava all'interno di quella lussuosa limousine, poi Courtney chiese:

-Scusami se te lo chiedo, come hai fatto a noleggiare una limousine?

-L'ho chiesto a mio padre che all'inizio mi aveva guardato storto perché non capiva il motivo, poi gli ho detto che avrei accompagnato te e ha provveduto subito. Era entusiasta, mi ha perfino noleggiato lo smoking! Eh si, non vedeva l'ora che uscissi con una ragazza, ha fatto festa grande!

-Ah ah ah! Volevo vedere la scena!

-Poi disse a mia madre: << Il nostro bambino sta crescendo, fra poco lo vedremo che cresce i suoi bambini proprio come noi abbiamo fatto con lui, sono commosso *sniff* >>. Lei si mise a ridere per la tenerezza.

-Ah ah ah, sembra che si siano scambiati i ruoli: una cosa del genere è capitata anche a casa, solo che è stata mia madre a commuoversi.

-Il mondo è strano, non credi?

-Si, infatti, ma l'importante è che tu sia qui con me. ♥

Dopo dieci minuti arrivarono a scuola e scesero dalla sontuosa limousine per trovarsi davanti alla scuola dove dalla quale rimbombava una forte musica.

-È il momento di entrare, non credi zuccherino?

-Si, penso di si.- arrossì Courtney.- chissà cosa penseranno di me.

-Fregatene di quello che pensano gli altri, tu per me sei semplicemente splendida.

-Awww, davvero? Sei dolcissimo ♥

-Anche tu. Andiamo dai, dobbiamo far schiattare di invidia quelle ochette.

-Ben detto! E poi andiamo a trovare Gwen, glielo avevo promesso.

-Certo, come vuoi. Ora andiamo!

Il ballo si teneva nel cortile della scuola: il prato era verde scuro e c'era un DJ che sceglieva la musica da mettere, in fondo si trovavano dei tavolini con spuntini e bevande varie, era anche un posticino adatto per chiacchierare e perdere tempo. In fondo si trovava un gazebo bianco con delle panchine dentro, le avevano fatte per quelle persone che non volevano più ballare ma riposarsi. Courtney era alla ricerca della sua amica Gwen e poi la vide vicino al tavolino a sorseggiare un'aranciata insieme a Duncan. La vista di quella scena la seccava un po', ma doveva ricordarsi che quello era il passato e che non doveva pensarci, Duncan era un capitolo chiuso e Gwen era la sua migliore amica, non poteva mandare tutto a rotoli così e poi c'era Scott, il ragazzo che amava. Doveva stare al suo posto e non creare problemi come capitava nel Reality e tutto sarebbe andato per il meglio. Dopo essersi data una calmata Courtney fece cenno a Scott di seguirlo e si avviarono verso la coppietta.

-Courtney! Sei bellissima complimenti! Ciao Scott!

-Ciao Gwen, ciao Duncan, tutto bene ragazzi?

-Non c'è male! Siete appena arrivati?

-Si, circa dieci minuti fa. Siete qui da molto?

-Non molto, venti minuti forse? Duncan tu ti ricordi?

-Eh? Ah si, venti minuti credo...

In quel momento Courtney se ne rese conto, Duncan lo stava fissando con uno sguardo molto strano che non gli aveva mai visto, era intimorita e non capiva cosa volesse da lei. Poi tutto a un tratto cominciò a parlare:

-Come mai sei venuta al ballo con Scott principessa? Non trovavi il principe azzurro? Ah ah ah!

-Finiscila Duncan! Lui è...ehm...

-Sono il suo ragazzo! C'è qualche problema?

-Quindi tu stai con...Scott? Ah ehm...capisco. Vogliate scusarmi un attimo.

-Gwen, ma che gli prende?

-Non lo so, Courtney. Non si è mai comportato così.

-Non è che è perché loro due sono...cioè erano...

-Ah spero proprio di no! Ne abbiamo discusso parecchio, se ricomincia con questa storia giuro che io...

-Gwen, di che stai parlando?

-Non è niente Court, davvero. Dai non parliamo di questo, ci facciamo un altro drink?

{Duncan}

“No! No! E no! Come poteva Courtney rimpiazzarmi così?! E poi con chi?! Con quello! Con Scott! Ma lo ha visto in faccia? Ha visto com'è sudicio? Non è il ragazzo adatto a lei, lei merita molto meglio. Ma perché mi sto facendo tutti questi complessi? Non mi interessa più Courtney no? Ora mi piace Gwen, GWEN e questo non poteva, non doveva cambiare. Oppure no? Ah stupido certo che no! Come poteva cambiare? Lei ora ha un altro principe, ma che non sono io purtroppo. Non capisco perché mi sto facendo tutti questi problemi, è una mia ex, non la mia ragazza! Ok, mi sono calmato, torniamo da Gwen dai, sarà in pensiero.”

Feci un mega monologo interiore e mi stavo chiedendo se i sentimenti che provavo verso la mia principessa erano superati veramente o quella era una stupida crisi che ebbi perché sono un totale imbecille. Perché avevo detto “la mia principessa”? Ne stavo sparando di cavolate, era il momento di andare. Li avevo scorsi tutti e tre, Gwen, Courtney e Scott. “Tu sei nel mio mirino stronzo, se le succede qualcosa te la faccio vedere io”. Pensai.

-Ragazzi, scusatemi davvero, avevo solo bisogno di una boccata d'aria.

-Sei sicuro tesoro? Mi sembri pallido.

-Ma va cara, è tutto a posto era solo un capogiro. Allora voi due, come vi siete conosciuti?

-Come sarebbe a dire come ci siamo conosciuti? Eravamo in squadra insieme al Reality ricordi?

-Ah già è vero. E come è iniziato tutto?

-Ah niente di che, è stato tutto improvviso. Duncan, posso parlarti? In privato però.

{Courtney}

Ero furibonda, Duncan era geloso, era chiaro come il sole! “Non capisco, davvero. Prima mi tradisce con la mia migliore amica rovinandomi la vita e poi? Quando riesco a trovare una persona che mi ama davvero vuole cercare di mettermi i bastoni tra le ruote. Insomma che cosa vuole da me? Perché non vuole lasciarmi vivere in pace?!”

-Che cosa c'è Courtney?

-Sai benissimo che cosa c'è!

-Non capisco.

-Io invece si e anche bene! Perché mi fai tutte queste domande su Scott? Perché ti innervosisci così? Cosa c'è che non va?

-Niente! Niente! Ma come ti vengono in mente certe cose?

-Si vede lontano un miglio che sei geloso!

-Io? Geloso? Di una ragazza? Ah ah ah ah ah non farmi ridere!

-L'ho visto lo sguardo che mi hai fatto quando siamo arrivati io e Scott. E poi perché te ne sei andato?

-Dovevo andare a vomitare.

-Si, certo come no.

-Sono serissimo: sono andato a vomitare non appena mi hai detto che tu e quello...sgorbio state insieme!

-COME HAI CHIAMATO SCOTT?! COME ACCIDENTI TI PERMETTI?!

-Ah mi permetto eccome! Con tutti i ragazzi che c'erano dovevi scegliere proprio Scott?

-E chi avrei dovuto scegliere? Te, per esempio?

-M-ma c-che cosa stai dicendo?!-Duncan arrossì.

-Beccato! Sei geloso!

-N-no, è una tua i-impressione!

-Si, si come vuoi. Spiegami solo una cosa: se io e te ci siamo lasciati perché TU hai baciato la mia migliore amica mentre noi stavamo ancora insieme, come puoi pretendere che tutto ritorni come prima? E soprattutto perché non mi lasci vivere la mia vita in santa pace? Io non ne posso più di te!

-Non sto facendo niente di tutto questo, sono tutte tue fottute impressioni come sempre.

-Duncan, non crescerai mai. Se non vuoi ascoltarmi, pazienza, io ora torno da Scott.

-No che non lo farai.-mi gridò Duncan bloccandomi per un braccio.

-Che cosa stai facendo?! Ti è dato di volta il cervello?!

-Ascoltami tu adesso! Ti prego!

-Che cosa accidenti vuoi adesso?! Lasciami andare SUBITO!

-Ascolta, il bacio, Gwen, quello è stata tutta una sciocchezza perché io non capivo quanto era bello stare con te e com'era bello ascoltarti, vederti ridere e piangere. Nonostante tutto io TI AMO ancora!

-Umpf, pensi che con questo discorso mi riconquisterai? Hai già fatto abbastanza! Mi hai fatto passare i peggiori momenti della mia vita, non puoi immaginare come sono stata male! E ora pensi di conquistarmi con questo discorso da quattro soldi?!

-No, voglio farlo con questo.

Non feci in tempo a scappare, mi spinse contro il muro bloccandomi le braccia, mi fissò e poi mi diede un bacio. Quel bacio mi stava facendo ricordare tutti i bei momenti che avevamo passato insieme, ma che erano svaniti per colpa del suo tradimento. Non riuscii a trattenere le lacrime, il dolore mi stava lacerando il cuore. Quando si staccò gli dissi:

-Ti prego...basta...*sniff* lasciami andare.

-Non vuoi proprio darmi retta? Nemmeno un pochino?

-Non posso. Non voglio più soffrire. E ora se tu vuoi scusarmi, me ne vado.

Non avevo più la mente lucida, avevo gli occhi gonfi di lacrime e l'unica cosa che volevo fare era tornare a casa e sfogare tutto il mio dolore sul mio letto. Cercai in fretta e furia Scott per andarmene. Però poi vidi una scena, una delle scene più orribili della mia vita:

Gwen e Scott si stavano baciando!

Non riuscii a reggere la pressione e alla visione di quella scena persi i sensi. Poi non ricordo più niente.

*Angolo dell'autrice*
Sconvolti dal nuovo andamento della storia? Lo so, lo so, in questo contesto faccio passare Gwen per la ruba fidanzati personale di Courtney! Però non è così, è solo che mi trovavo loro due quindi ho usato loro xD ok questa è un po' cattiva, ma fateci l'abitudine sono fatta così. Non so cosa vi abbia sconvolto di più o cosa vi sia piaciuto di più, fatemelo sapere mi raccomando :) vi lascio anche un'immaginetta fatta a pennello per il capitolo:

Bye Bye Duncan by Romanticstyle
Ahahahaha a me fa morire dalle risate xD mi fa pensare a come sarebbe stata la reazione di Duncan se fosse rimasto abbastanza nello show xD

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Capitolo 5
*** Incomprensioni ***


{Courtney}

Alla fine mi risvegliai nel mio comodo letto, mia madre mi ha detto che mi aveva portato Scott a casa dicendo semplicemente che mi venne un calo di zuccheri e che avevo perso i sensi. Non lo sentivo da allora, lui aveva provato a farmi delle chiamate con una cabina telefonica (non aveva il telefono a casa, lo avevo già detto?) ma io quando sentivo la sua voce mi limitavo a chiudere la chiamata. Come poteva cercarmi dopo quello che mi aveva fatto? Lo stesso fece Gwen, ma io non avevo la minima intenzione di sentire nemmeno lei, era la seconda volta che tradiva la mia fiducia, LA SECONDA! So di avere davvero un brutto carattere, ma un pregio mi riconosco: sono fedele e non tradirei nessuno, non come Gwen. Sembrava tutto un sogno, un bellissimo sogno: stavo con il ragazzo che amavo, il mio ex schiattava di gelosia e io e Gwen eravamo ritornate amiche, ma sopratutto io ero di nuovo felice e spensierata di prima, forse anche un po' di più. Ma era tutto finito ormai, il sogno era finito e io mi ero svegliata ritornando alla realtà: ero sola e nessuno poteva negarlo. Mia madre e mio padre erano davvero preoccupati perché non volevo più uscire di casa, mi limitavo ad andare e tornare da scuola e stavo sempre chiusa in camera. Mi ero ripromessa che non avrei più fatto una cosa del genere come accadde con Duncan tempo fa, ma non riesco a non farlo perché è stato proprio come un deja vu. Non era giusto, no! Perché tutto a me? Che avevo fatto di male? Non potevo più fidarmi di nessuno ormai, e mi ripromisi che non mi sarei fidanzata più con nessuno: due delusioni consecutive causate dalle stesse persone non erano affatto una cosa normale.

{Gwen}

Accidenti! Ma perché Courtney non voleva sentire ragioni? Cioè si il motivo lo conosco e la capisco, il problema era che in realtà era stato tutto un terribile malinteso! Caso vuole che il nostro bacio era stato come quello fra lei e Scott: ero andata a prendere un drink, ma accidentalmente sono inciampata facendo cadere il drink a terra e andando per sbaglio addosso a Scott, sembra una scena da film, ma purtroppo era la verità. Scott era poggiato a un palo e io per non cadere gli caddi addosso e per sbaglio le nostre labbra si incontrarono. Caso vuole nuovamente che le leggi di Murphy facciano il loro mestiere e Courtney ci veda proprio in quell'istante. Non sapevo come parlarle e nemmeno se mi avesse creduto perché anche io, se fossi stata al posto suo, non ci avrei creduto per tutto l'oro del mondo. Courtney non rispondeva nemmeno a Scott, aveva deciso di chiudere i rapporti con tutti. Per non parlare del fatto che Duncan non faceva altro che dire “Courtney di qua e Courtney di là.”, era come dicevo io, era ancora innamorato di lei. Io invece non sapevo cosa provavo, forse niente, forse avevo solo bisogno di un appoggio astratto e non di lui in realtà e se fosse andato via da Courtney non mi avrebbe fatto male, almeno non tanto quanto lui ne fece a lei durante “A Tutto Reality: il Tour”. Inoltre avevo la certezza che nemmeno Duncan provasse più i sentimenti di prima perché il fatto che per sbaglio avevo baciato Scott non lo toccava minimamente, pensava solo a come stava Courtney dopo il suo svenimento. Lo capivo, dopotutto Courtney era una ragazza davvero speciale che però enfatizzava i lati sbagliati del suo carattere, ma che se presa dal lato giusto avrebbe mostrato il lato migliore di sé. Volevo riallacciare i rapporti a tutti i costi, anche se mi fosse costata la faccia a forza di schiaffi o insulti, non mi importava, se l'avesse fatta stare meglio avrei accettato, ma lei non voleva sentire ragioni. Speravo in una possibilità remota.

{Duncan}

Courtney come stava? Non la vedevo da quando Gwen mi disse che aveva perso i sensi perché aveva visto lei e Scott che si erano baciati. Si erano baciati? Ah sì, è vero, me ne ero quasi scordato. Mi sentivo un deficiente, come potevo pensare più a Courtney che a Gwen? Eppure era così, era inutile che cercassi di sviare in tutti i modi possibili. Ehi no, aspetta...Scott aveva baciato Gwen?? Scott sarebbe morto, non avrebbe dovuto tradire Courtney! “No ehi, fermati un attimo!”intervenne la mia vocina “Dovresti ammazzarlo perché ha baciato la tua ragazza, non perché la tua ex è svenuta! Dovresti ringraziare invece! Finalmente quella rompiscatole ha imparato la lezione!”. Ma chi volevo prendere in giro? Io non avevo mai smesso di amare Courtney, baciare Gwen era solo una trasgressione del momento e io a quel tempo non capivo. Presi una decisione: avrei scritto su un foglio tutto quello che provavo per Courtney, non sapevo ancora se glielo avessi consegnato o se lo avessi tenuto per me come se fosse una pagina di diario. “Molto bene, come potrei iniziare?”

“Ciao Courtney!” Nah, troppo banale. “Ehi belloccia!” No, era troppo...esagerato. “Salve principessa!” Non basta. “Principessa!” Sì, semplice e conciso, tipico di me. Molto bene, avevo deciso l'intestazione, mi mancava...beh...tutto il resto. Però come si dice, chi comincia è già a metà dell'opera, o una cosa del genere.

“Principessa,

scusami se ti ho ferito io ero, anzi no, sono un coglione che non capisce niente dei suoi sentimenti e cerca in tutti i modi di nasconderli. Se ti ho tradito è colpa mia ovvio, cioè è partito da te, cioè no da me, ma in parte è stato per te. Però non ci fare caso io ti amo lo stesso...” No, che cosa stavo dicendo? Partendo dal presupposto che non era un inglese leggibile, ma sembrava turco e poi questo era davvero quello che provavo? No, era molto, molto di più. “Ok, facciamo un altro tentativo!”

“Principessa,

scusami per tutto il male che ti ho causato, ma sono uno scemo che non capisce niente dei suoi sentimenti, ho cercato di negarlo a me stesso ma ti amo da morire, lo so che non ti fidi di me e lo capisco ma...” No, era simile a prima! Dovevo respirare e prendere l'ispirazione che avrebbe conquistato Courtney, così sarebbe tornata da me, il suo vero principe!

“Principessa,

ti ricordi questo soprannome? Te lo diedi prima che ci mettessimo insieme, forse è un nomignolo classico e che ti dà sui nervi, ma tu sei davvero una principessa e meriti tutto quello che una principessa merita. Non dovresti nemmeno meritare me, ma uno migliore di me, dovresti aspirare al meglio del meglio perché te lo meriti davvero, piccola principessa. Però io sono diverso, e in cosa ti chiederai? Perché sono stato in riformatorio? Perché scrivo sui muri? No, principessa, ma perché ti amo tantissimo e passerei tutta la vita con te, ti sopporterei ogni giorno della tua vita finché morte non ci separi. Sono stato uno stronzo, lo ammetto, non capivo niente e ho baciato Gwen solo per trasgredire a quelle stupide regole che avevi imposto e che non significavano niente. Se solo avessi capito prima gli sbagli che stavo facendo non ti avrei mai abbandonata, ma purtroppo è successo e il passato non si può cambiare. Non saresti disposta a darmi una possibilità? Nemmeno una piccola? Lo so, lo so, non sono il classico tipo da mazzo di rose e canzoni smielate, io l'amore lo dimostro con i fatti, ti ho sempre ascoltata e benvoluta, il tradimento è stata causata da una crisi adolescenziale e che, prometto, terrò a bada d'ora in poi se mi accetterai di nuovo nella mia vita.

D+C=Forever, principessa, permettimi di realizzare questo piccolo sogno, te ne prego. Ricordati, questo stupidone di nome Duncan ama Courtney, la principessa e farebbe qualunque cosa per lei. Ti amo, Duncan”. “Ok, è perfetta! Forse forse...nah, non credo che gliela darò mai, non riuscirei mai a mostrare i miei veri sentimenti...sono proprio un coglione.”

*Angolo dell'autrice*
Allora? Come vi sembra il...colpo di scena? xD non volevo mettere di nuovo in cattiva luce Gwen, non in quel senso almeno, in fondo io non sono quel tipo di persona che fa le scenate per chi tifa la DxC o la DxG, ci vuole ben altro per farmi odiare un personaggio fidatevi :) come vi sembra il discorsino interiore di Duncan? xD io mi diverto molto a fargli fare la scenata da geloso ahahahah :D fatemi sapere che ne pensate :) al prossimo capitolo :)

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Capitolo 6
*** Il dolore di Courtney ***


Hai presente quando dicono che in realtà la gente da sola può farcela? Quando dicono che prima o poi si sistemerà tutto?

Courtney non la pensava in quel modo, non più. Il suo stato psicologico e la sua salute peggioravano ogni giorno di più: non mangiava più, il suo colorito era impallidito, era depressa e i genitori quando la vedevano lei aveva sempre le lacrime agli occhi. Un giorno la situazione degenerò:

-Basta Courtney! Mi sono scocciata del tuo infantilismo! Per uno stupido o due ti stai rovinando! Quando deciderai di farti curare da uno bravo?

-Mandami tu se proprio ci tieni. Tu non puoi capire e mai lo farai. Non puoi capire realmente cosa significhi soffrire per amore, stai insieme a papà da sempre e vi siete sposati subito perché eri incinta di me. Non sai davvero cosa sto provando in questo momento e nemmeno ci provi.

La madre di Courtney le tirò uno schiaffo in risposta:

-Ecco cosa devi capire. Io non mi uccido per le persone, se non sei stata fortunata come me non è colpa mia. Pensa a maturare piuttosto.

-Umpf, se per farti sentire sei così disperata al punto di alzare le mani non so davvero cosa dirti. Non ho detto niente di male in fin dei conti, non ho detto qualcosa di offensivo a mio parere...

-Questo è il problema! Non ti rendi conto di quello che fai o dici, ci credo che non hai amici o il tuo ragazzo ti ha lasciata. Ma ti sei vista come ti sei ridotta? Non solo eri odiosa, ora stai diventando pure brutta.

-A me sembra che sia tu quella che non si rende conto di quello che dice. Bel modo di trattare tua figlia, complimenti. Ora se tu mi vuoi scusare, levo il disturbo.

-Dove pensi di andare ragazzina? Ti ordino di tornare subito qui!

-Vai al diavolo. Non ho alcuna intenzione di ascoltarti.

Courtney uscì di casa prendendo semplicemente il giubbotto e la borsa che aveva lasciato sull'attaccapanni vicino alla porta. La discussione l'aveva toccata, ma non riusciva a gridare o dire qualcosa di realmente offensivo, sua madre la metteva troppo in soggezione. Se lei era la persona di oggi era per colpa sua, lo si vedeva già da quando notava che la sua figliola non mostrava la perfezione che esigeva perdeva le staffe e cominciava a insultarla. “È tutta colpa di quella stronza se sono odiosa, se tratto tutti male e sono snob, è colpa sua! Maledetta!” Courtney si diresse al parco per sedersi su una panchina e scoppiare in lacrime. Sapeva di sembrare psicopatica o troppo rompiballe alla gente, ma era costretta a nascondere la sua vera identità dietro la maschera che la madre voleva che mostrasse. Ricordava ancora tutto quello che le diceva, come se fosse ieri. “Sei inutile!” “Che cosa ti ho fatta a fare? Che cosa me ne faccio di una figlia che non è buona a nulla?” “Non riuscirai mai a mandare avanti una famiglia!” “Non troverai mai un uomo!” “Non avrai mai amici!” “Sei una stronza!”. Tutte quelle frasi le stavano tormentando la testa, lei sapeva come la figlia stesse soffrendo, chiunque sarebbe riuscito a capirlo, non sprizzava l'allegria di prima, non riusciva nemmeno a fingere di averla per evitare le parole cattive di quella donna perché era l'ultimo dei suoi pensieri. Il padre non capiva, era peggio di uno zerbino, faceva tutto per lei e non si rendeva conto di come lo usasse. Quando vedeva che sgridava la figlia, in un modo o nell'altro dava sempre e comunque ragione a sua moglie e ne era fermamente convinto, questo era quello che le faceva più male. Stava già male per la mancanza di Scott, di Gwen e, perfino quella di Duncan, la ramanzina della madre era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Avrebbe preferito vivere per strada come una barbona piuttosto che rivedere ancora quella donnaccia. Mentre Courtney stava seduta sulla panchina, decise che forse era il momento di fare mente locale su tutto quello che le era accaduto da quando aveva deciso di partecipare al Reality. Ricordava ancora quello che disse alla madre per convincerla:

-Mamma, mamma! Posso parteciparci? Per favore! Sarò la ragazza perfetta che tu hai sempre sognato! Se vinco quei soldi potrò studiare giurisprudenza senza toglierti nemmeno un centesimo! Per favore.

Non sapeva se l'aveva convinta per il discorso della perfezione, per i soldi o perché si sarebbe semplicemente tolta dai piedi per un bel po'.

Poi le ritornarono in mente forse i ricordi più belli e tristi allo stesso tempo: quelli con Duncan.

Quel ragazzo le aveva scombussolato la vita e le aveva cambiato i canoni di vita. Non era mai andata in una scuola pubblica, andava in un istituto privato che erano tutti uguali, all'apparenza, tutti perfettini che seguono le regole e lei non faceva eccezione. Trovarsi all'improvviso un ex detenuto e delinquente davanti l'aveva sconvolta, non credeva che il conduttore avrebbe avuto davvero il coraggio di ingaggiare anche lui. Cominciava a pensare a quando il primo giorno voleva togliersela dai piedi perché non voleva buttarsi dalla scogliere e aveva cominciato a mostrare la sua arroganza, tipica del luogo in cui si trovava lei precedentemente. E poi cosa accadde? Piano piano si rese conto che la sua diversità e i suoi modi di fare cominciavano ad attrarla, quando lo vedeva le batteva sempre il cuore, ma non aveva il coraggio di ammetterlo: sua madre sicuramente la stava guardando per vedere se facesse qualche sgarro che le sarebbe costato caro una volta tornata a casa, lei non avrebbe mai potuto mostrare quello che provava per Duncan, non poteva o l'avrebbe pagata molto cara successivamente. Il suo primo amore era un delinquente, chi lo avrebbe mai detto. Ma lo amava, e anche tanto, all'inizio non credeva nemmeno di essere ricambiata. Come poteva un uomo con precedenti penali che solitamente aspira alle ragazze facili che adorano i cattivoni? Lei era una ragazza rigida e difficile da capire e sopratutto era fissata con le regole e odiava i cattivi ragazzi. O forse no? “Ma chi voglio prendere in giro? Amo quel ragazzaccio e non ho mai smesso di farlo. Al diavolo tutti, se mi vuole sarò sua per sempre. Sarò la sua principessa speciale.” pensava sorridendo. Duncan l'aveva baciata durante il ballo per risvegliare in lei dei vecchi ricordi e in effetti ci riuscì, ma non lo avrebbe mai ammesso per non dargli soddisfazione. Quel bacio in effetti le ricordò quando lei prese coraggio e diede il suo primo bacio, il cuore le batteva all'impazzata e avrebbe voluto stringerlo a sé, ma non se la sentiva ancora, o almeno non davanti alle telecamere. Courtney decise che avrebbe scritto una lettera al suo vecchio amore, per dirle quello che provava, ma era quasi certa che alla fine non gliela avrebbe mai consegnata. Inavvertitamente fece lo stesso gesto che fece Duncan qualche mese prima, si vedeva lontano un miglio che erano fatti per stare insieme anche se il mondo glielo impediva in un certo senso.

“Ok, cominciamo! So di potercela fare dopotutto ho scritto centinaia di temi!”

“Ciao Duncan,

scusami se-”

“No! Robaccia! Non va bene! Riproviamo.”

“Ciao Duncan,

chi non muore si rivede vero? Sono io, Courtney, tua ex...ehm...principessa. Non sono il tipo che esterna i propri sentimenti, specialmente se si tratta di essere affettuosi. Mi conosci più di chiunque altro e ci sei sempre stato. Ti chiedo perdono, per tutto, per quelle stupide regole, perché volevo per forza cambiarti, non era mia totale intenzione. Devi sapere che era il mio subconscio che mi costringeva a farlo, mi diceva “Cambialo! Così tua madre vedrà il principe azzurro che lei voglia che tu abbia, così starete insieme per sempre!”, sai come ero succube di mia madre e di come avevo paura di lei. Ma ora le cose sono diverse, non mi importa più niente di quello che pensano di me, non mi importa se mi prenderai in giro per questo, se vorrai che io sia nuovamente la tua principessa io lo sarò e saremo uniti veramente e non per uno stupido gioco che stavo mettendo in scena e che ci stava rovinando. Non voglio più rovinare tutto, non mi importa più del tradimento, se mi prometti di amarmi e di non farlo mai più ti perdonerò e non te lo rinfaccerò più. Te lo prometto. Ricordi la nostra canzone? Gocce di memoria di Giorgia? Non riesco a smetterla di ascoltarla e pensare a te. Sì, mi hai stregata e da quel giorno fino ad ora i miei sentimenti non sono cambiati affatto, erano nascosti dalla mia solita maschera. Anche se non accetterai di ritornare insieme a me non importa, l'importante è che ho finalmente avuto il coraggio di aprirmi a qualcuno, per la prima volta nella mia vita. Grazie di tutto, Courtney”

Dopo averla scritta, le ritornò magicamente il sorriso. Non le importava più niente del mondo esterno, le si era acceso un barlume di speranza, forse un giorno gli avrebbe consegnato la lettera e sarebbero tornati insieme. E forse un giorno avrebbe anche superato la questione di Gwen e Scott e avrebbe perdonato anche loro. Un giorno.

*Angolo dell'autrice*
Com'è il nuovo capitolo? Forse è un po' troppo triste in effetti, ma io sono fatta così, per ottenere il lieto fine devo sempre far sudare almeno un po' i personaggi, ma almeno il lieto fine sarebbe meritato xD che dite, ho enfatizzato bene i sentimenti di Courtney? E che cosa vi aspettate al prossimo capitolo? ;) vi aspetto tra le recensioni e al prossimo capitolo! :)

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Capitolo 7
*** Di nuovo insieme...no? ***


-Che cosa ci fai in un posto del genere, principessa?

“Quella voce...” -Duncan?

-Si, sono io, ovviamente. Ma non mi hai ancora detto che ci fai qui.

-Perché dovrei?-chiese Courtney cercando di mantenere quel poco di orgoglio che le era rimasto.

-Ti pare? Sai che ore sono? E poi dovresti essere a casa a quest'ora ci sono i maniaci in giro.

-Tipo te? E comunque non sei mio padre e non mi dici cosa devo e non devo fare.

-Simpaticissima come sempre. Ma, seriamente, è accaduto qualcosa?

-Non credo siano affari che ti riguardino.

-Invece penso proprio di si. Gwen e io ci siamo lasciati, giusto per informarti.

-Che cosa? E perché? Sembravate perfetti insieme!

-Sai benissimo che non è vero, era diverso.

-Voi non eravate al centro dei miei pensieri, non posso certo immaginare i vostri problemi.

-Quindi è vero che Scott ti ha tradito con Gwen?

Con quella domanda le lacrime di Courtney cominciarono a rigarle il volto, non riusciva a non fare altrimenti. Duncan era l'unico ragazzo che la conoscesse anche per il suo lato fragile e sensibile e sapeva che su di lui poteva sempre contare e che poteva sfogarsi senza essere giudicata. Ma poi tutto finì all'improvviso e si sentì totalmente sola senza avere davvero nessuno.

-Ehi, principessa! Non piangere dai, non volevo...

-Che cosa, eh? Non volevi fare tante cose eppure le hai fatte, tu proprio non capisci! Lo hai detto di proposito ecco tutto! E ora vorrai ridere di me perché la suddetta Courtney è cornuta! Bene, allora ridi, ridi delle mie sventure!

-Non dire così, non volevo ferirti, Gwen me lo ha riferito.

-E quindi? L'hai lasciata per questo?

-Era solo una facciata, se proprio vuoi saperlo.

-Una...facciata? Che intendi dire?

-Era una scusa per lasciarla.

-Come sarebbe a dire una scusa? Mi aveva detto che proprio tu eri andato a chiedere perdono!

-Infatti è così, ma non riuscivo a capire.

-Capire? Che cosa?

-Quanto io in realtà sia ancora...

-Ancora...

-Ehm...ancora...ehm...indipendente! Sì, avevo bisogno di stare solo, sai sono un uomo forte e non ho bisogno delle donne! Ah ah ah intendevo proprio questo! “Sono un fottuto bugiardo...”

-Ah...capisco...va bene...beh ora è meglio che io...vada...scusami...

Courtney voleva solo scappare via, dopo quello che aveva detto Duncan aveva capito: non aveva alcuna speranza di riconquistare quel punk dalla cresta verde, ma in fondo chi poteva biasimarlo? Lei era totalmente diversa da lui, se non ci era riuscita Gwen nemmeno lei ce l'avrebbe fatta.

-No, principessa aspetta!

-Smettila di chiamarmi principessa, cazzo! Non vale niente quel soprannome, non più ormai!

-Scusa princ...ops! È l'abitudine...io volevo solo dirti...ecco...prendi, è per te!

Detto ciò il ragazzo tirò fuori da una delle sue tasche una busta di carta contenente una lettera e gliela porse:

-Che...cos'è?

-Ah, niente di che, fammi il favore di leggerla dopo eh.

-Ok, va bene. Ora devo...proprio andare...

-Vuoi che ti accompagni a casa?

-N-no, faccio da sola, grazie.

Courtney era curiosa di sapere cosa nascondesse quel pezzo di carta, ma non si stava facendo molte illusioni, dopotutto lui stesso aveva detto che non voleva più avere a che fare con le donne e che era diventato indipendente. “Sicuramente mi prenderà in giro o cazzate varie, forse non dovrei nemmeno aprirla per non farmi troppo male...ma chi prendo in giro io lo voglio sapere e basta! Il problema principale adesso è uno: come faccio a tornare a casa? E chi se la sopporta ora? Sono spacciata!” pensò Courtney agitatamente. Non se la sentiva ancora, non dopo che aveva mandato al diavolo la madre, (se lo meritava però) non dopo che aveva rovinato tutto. “Sai che dico? Chi se ne frega, non potrebbe andarmi peggio!”

Courtney entrò in casa di soppiatto per non farsi notare in giro, ma si sbagliò:

-Rieccoti signorina! Che c'è sei venuta a piangere da me?

“Forza Courtney fatti coraggio! Insomma! Dì qualcosa!” -Beh io... “Qualcosa di utile cazzo!”

-No! Non voglio più niente da te!

-Se non vuoi più niente da me fai le valigie e vattene!

-Cosa?! Ma che diamine stai dicendo?! Sono tua figlia e devo stare qui!

-Io voglio una figlia che mi ami e mi rispetti! Tu non sei all'altezza quindi alza i tacchi!

-No! Non me ne vado da qui anche se sarete tu e papà a dirlo! Se lo fai ti denuncio!

-Ah mi denunci? Non ne avresti il coraggio, in tutti questi anni non hai mai fatto niente!

-Ah ah certo perché non sapevo da chi sarei andata, ma troverò un modo per rovinarvi!

-Non ne sarei così sicura ragazzina eh eh.

Courtney non ebbe nemmeno il tempo di girarsi che suo padre la addormentò con un panno zuppo di cloroformio. La ragazza si dimenava e piangeva, ma non servì a niente, dopo pochi minuti cadde svenuta.

-E ora che ce ne facciamo?- chiese il padre.

-Lasciala a me, me ne occuperò io eh eh.- rispose la madre.

{Duncan}

“Bene, ho consegnato la mia lettera alla principessa...chissà se mi risponderà mai...forse non mi ama affatto e rivuole Scott accanto a lei. Cosa potrei fare per renderla realmente felice? Idea! Andrò a parlare con quello stronzo di Scott! Magari riesco a capirne qualcosa! Poi al massimo li faccio chiarire così si rimetteranno insieme! Sì, ma poi io...la perderei...Duncan non importa! È stata colpa tua e ora ne paghi le conseguenze! Tu la ami e devi volere solo la sua felicità!”

Duncan si diresse verso la dimora...fattoria di Scott per tentare di parlare con l'ex ragazzo della sua principessa per far tornare tutto come prima.

*Toc toc*

-Umpf, chi accidenti sarà a quest'ora?- urlò Scott.- vabbè andiamo a vedere e basta dai.

-D-Duncan?! Che cosa ci fai qui?

-Perché l'hai fatto?!

-Fatto cosa?

-Perché l'hai tradita?! Eh?!

-A proposito di questo...

-Allora?! Ti scocciava?! Non ti piaceva più?! Beh vedi che lei è...

-Lo so cazzo! Ma è stato uno stupido incidente!

-Un...incidente?! Mi prendi per il culo?!

-Ma certo che no! Che cavolo di motivo avrei per lasciarla? E perché diamine avrei dovuto tradirla?!

-Me lo dovresti dire tu! Perché?! Me lo spieghi?!

-Sentimi per almeno un attimo! Gwen è inciampata e per non cadere si è mantenuta a me...peccato che si è mantenuta baciandomi...in quel preciso istante è arrivata Courtney e il resto lo sai. Non potevamo avere più sfortuna di così.

-E dopo quello che mi hai detto dovrei crederti?

-Libero di fare come vuoi, è la verità. Posso sapere una cosa? Perché ti interessa così tanto? Pensavo che vi foste lasciati da un bel pezzo voi due.

-Si, è vero, ma l'avevo vista così triste e quindi ho pensato di poter fare qualcosa di utile per lei, in fondo non se lo merita un altro tradimento...

-Mh...va bene...e ora come facciamo? Non vuole rivolgermi la parola ci ho provato in tutti i modi.

-Andiamo a casa sua e parliamole, è la cosa migliore.

-E Gwen invece? Con lei come va?

-Ah già Gwen, me ne stavo dimenticando...comunque ci siamo lasciati.

-Come lasciati?! Non dirmi che è per il bacio!

-Non ti preoccupare sono altri i motivi.

-Va bene, se lo dici tu...però loro due erano ottime amiche...

-Si, è vero. Che dici chiamiamo anche lei?

-Penso che sia la cosa migliore. Forse è meglio che la chiamo io...

-Sì, penso anche io, non vorrei che poi mi uccidesse prima ancora di risolvere con Courtney.

-Mi presti il tuo telefono?

-Scusami e perché dovrei?

-Io non ce l'ho.

-Ah...ehm...ok, però non ti garantisco che ti risponda, sai, visualizzerebbe il mio numero.

-Proviamo, altrimenti le mandi un messaggio e le dici che sono io...ehi sta squillando!

«Pronto?»

«Gwen! Sono Scott!»

«Ah, ciao, che cosa c'è?»

«Volevo chiederti se ti va di andare a chiarire con Courtney con me.»

«Ma sei sicuro che voglia?»

«Dai, proviamoci! Non abbiamo niente da perdere!»

«Va bene...allora fra dieci minuti sono da te...una piccola curiosità: perché stai chiamando dal numero di Duncan?»

«Sai benissimo che io non ho il telefono...Duncan è qui con me, viene con noi a chiarire con lei.»

«Ah, ehm, ok, se proprio deve venire, va bene. A dopo.»

-Allora?- chiese Duncan.- che ha detto?

-Fra una decina di minuti sarà qui.

-Perfetto. Non ha detto niente che io sono qui?

-No, niente, ma penso che non sia il momento di discutere di questo, siamo qui per Courtney non credi?

Angolo dell'autrice
Ok, forse sono un po' cattivella, o forse è la madre di Courtney che è proprio una...una...insomma una di quelle xD scusate ma non sono il tipo che fa i lieti fine facili, i personaggi nelle mie storie se li devono sudare xD ma tranquilli di solito ce la fanno xD vi ringrazio per tutte le visite e spero che continuiate a seguirmi :) un bacio :*

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Capitolo 8
*** Alone ***


{Courtney}
“*Ahi* la testa! D-dove mi trovo? Assomiglia a una...cantina? Mi scoppia la testa! Dev'essere stato quel panno umido a farmi perdere i sensi. Papà, sei un bastardo quasi peggio di mamma! Ah ecco l'uscita...ehi, ma...non si apre!”
-Fatemi uscire da qui! Ehi! C'è nessuno?! Ehi! AIUTO! AIUTO! Niente...-dissi scendendo di nuovo gli scalini.- non mi sentirà nessuno qui dentro. Questo posto assomiglia alla cantina di zia Kelly...pieno zeppo di botti di vino, qualche scatola con del pane e casse con del formaggio. C'è una piccola finestrella lì sopra, dovrei darci un'occhiata...
Presi una cassa per arrivare sulla piccola finestrella che si trovava sulla cima della stanza, al di fuori si notava un giardino, che in effetti assomigliava al giardino di zia Kelly...
-Un cane...? No, non è un cane, ma IL cane! Quello è quello stupido cane di zia Kelly, Ben. Quanto lo odio. Allora anche la zia è complice? Brutta troia, me la pagherà non appena uscirò da questo posto! E ora che faccio?
Poi cominciai a riflettere: -Già , ho ancora la lettera di Duncan, credo che questo sia il momento adatto per leggerla...
La tirai fuori dalla tasca dei miei jeans, era un po' umida, ma non capivo il perché dato che era asciuttissima quando me l'aveva consegnata...decisi di non darci troppo peso e di limitarmi ad aprirla. Il mio cuore era a mille, ero in ansia, o semplicemente emozionata, curiosa di sapere cosa mi avesse scritto di così importante, feci un respiro profondo e la aprii. Era bianca con delle fantasie rosa, era davvero deliziosa, poi cominciai a leggere:
“Principessa,
ti ricordi questo soprannome? Te lo diedi prima che ci mettessimo insieme, forse è un nomignolo classico e che ti dà sui nervi, ma tu sei davvero una principessa e meriti tutto quello che una principessa merita. Non dovresti nemmeno meritare me, ma uno migliore di me, dovresti aspirare al meglio del meglio perché te lo meriti davvero, piccola principessa. Però io sono diverso, e in cosa ti chiederai? Perché sono stato in riformatorio? Perché scrivo sui muri? No, principessa, ma perché ti amo tantissimo e passerei tutta la vita con te, ti sopporterei ogni giorno della tua vita finché morte non ci separi. Sono stato uno stronzo, lo ammetto, non capivo niente e ho baciato Gwen solo per trasgredire a quelle stupide regole che avevi imposto e che non significavano niente. Se solo avessi capito prima gli sbagli che stavo facendo non ti avrei mai abbandonata, ma purtroppo è successo e il passato non si può cambiare. Non saresti disposta a darmi una possibilità? Nemmeno una piccola? Lo so, lo so, non sono il classico tipo da mazzo di rose e canzoni smielate, io l'amore lo dimostro con i fatti, ti ho sempre ascoltata e benvoluta, il tradimento è stata causata da una crisi adolescenziale e che, prometto, terrò a bada d'ora in poi se mi accetterai di nuovo nella mia vita.
D+C=Forever, principessa, permettimi di realizzare questo piccolo sogno, te ne prego. Ricordati, questo stupidone di nome Duncan ama Courtney, la principessa e farebbe qualunque cosa per lei. Ti amo, Duncan”
-Oh, Duncan, mio dio.- le lacrime cominciarono a sgorgare, non tentai nemmeno di trattenerle. In quel momento capii i miei veri sentimenti, il mio cuore apparteneva a Duncan, non a Scott, anche se a lui tenevo molto, ma non avrebbe mai potuto prendere il posto di Duncan.
-Oh, Duncan, chissà dove sei adesso...ho bisogno di te...più che mai...
{Duncan}
-Molto bene, Scott, Gwen, siete pronti?
-Puoi contarci!-risposero insieme.
-Chi suona?-chiesi.
-Pensaci tu, signor Duncan.- rispose Gwen ironicamente.
-E va bene, va bene, lo faccio io.
*Din Don*
Qualche minuto dopo aprì la madre di Courtney, aveva la faccia più euforica di quanto ricordassi.
-Sì? Vi serve qualcosa?- chiese seccamente.
-Ehm...cerchiamo Courtney.- risposi.
-Courtney non è qui.
-Come sarebbe a dire non è qui? Ma io...noi, dobbiamo assolutamente parlarle!
-Mi dispiace, caro, ma mia figlia non è ancora tornata a casa perciò non so davvero come aiutarti.
-Mi scusi, signora Wallace.- intervenne Scott.- sono le nove di sera, non mi sembra così preoccupata...
-Ascolta signorino.- cominciò a cambiare tono, mi faceva venire i brividi.- Anche voi tre siete in giro a quest'ora, nemmeno i vostri genitori sono preoccupati che andate in giro a quest'ora e non siete a casa per cena? Fate una cosa buona per tutti, andate a casa e non venite più a dare fastidio!
Ci chiuse la porta in faccia. Quella questione puzzava di brutto, e no, per una volta non era Scott, di solito la madre di Courtney era oppressiva e fissata dalla mania di perfezionismo...non era da lei fregarsene così altamente della figlia...anzi no, correggo, se ne fregava altamente, ma senza di lei non potrebbe dimostrare di essere la madre perfetta, se la figlia non c'è di conseguenza la madre non c'è.
-Strano...-intervenne Gwen.- non è da Courtney stare in giro fino a notte fonda e da sola per di giunta!
-Ve lo dico io, quella donna nasconde qualcosa. Il giorno del ballo sembrava così gentile...
-Scott, quella è solo una facciata, quella donna è perfida e nasconde qualcosa, ve lo dico io.
-Sì, ma cosa? Noi non possiamo fare niente!- disse Gwen.
-Per ora. Adesso è tardi, forse è meglio discuterne domani mattina, così potremo tutti schiarirci le idee.
-Hai ragione. Quindi ragazzi, ci vediamo domani mattina alle dieci da me.
-Perché da te, Scott?
-Perché così so dove trovarvi, io non ho il cellulare, non ve lo ricordate?
-Siamo nel XXI secolo! Compratelo!
-Ma non so usarlo!
-Imparerai! La tua è solo una scusa! Va bene...- conclusi.- per questa volta te la do buona, e verrò da te, ma la prossima volta no, quindi preparati!
Ci separammo, ognuno stava tornando alle proprie case, io compreso, ma non riuscivo a smettere di pensare a Courtney. Chissà dove si trovava la mia principessa. E se le fosse accaduto qualcosa di male? Non me lo sarei mai perdonato. Anche se mi avesse rifiutato nuovamente non mi sarebbe importato, la cosa fondamentale era trovarla e assicurarmi che stesse bene, per me l'importante era solo quello.
-Principessa, so che non sta dicendo la verità quella strega, so che c'è qualcosa sotto e a dispetto di tutto ci riuscirò, ti troverò e ti renderò felice, fosse l'ultima cosa che faccio. Te lo prometto.

*Angolo dell'autrice*
Si, ok, scusate se ci ho messo così tanto ad aggiornare. Causa fondamentale: Scuola -____-"
Ora che è finita dovrei aggiornare più velocemente, a meno che non mi venga anche il blocco della scrittrice, e allora mi arrebbierei di brutto -____-" lo so, questo capitolo è un po' più corto dei precedenti, ma non ho molta ispirazione in questo periodo .___. vi prometto che non accadrà più (o almeno non tanto spesso!)
Bacioni! 
Lunette864

 

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Capitolo 9
*** Duncan, il co***ne ***


{Courtney}

Dopo aver passato la nottata dormendo rannicchiata vicino alle casse di vino, mi svegliai mal volentieri con un leggero mal di schiena. Avevo passato la nottata a piangere, non mi ero nemmeno resa conto di essermi addormentata, mi limitavo a pensare a tutto quello che mi era successo in questi ultimi giorni, di come abbia perso i miei amici, Duncan e soprattutto di come in realtà mia madre mi odiasse, al punto di rinchiudermi in una cantina come questa senza contatti con il mondo come se io fossi svanita nel nulla, come se io per lei non fossi mai valsa niente. Era questa la vera natura di Eloise Wallace, eppure Duncan mi aveva messo in guardia, ma come potevo io fidarmi di lui quando si trattava della mia famiglia? Evidentemente ero l'unica a cui importava e che aveva quel piccolo barlume di speranza che diventassimo una famiglia come tutti. “Smettila! Ora non devi abbatterti! Devi trovare il modo di uscire da qui e dimostrare che anche tu sei forte! Non devi pendere da loro adesso! Usa la tua materia grigia ed esci subito da qui!”. La mia vocina interiore aveva ragione, dovevo uscire immediatamente da quella cantina, se era davvero la casa di zia Kelly sapevo come muovermi e come sarei scappata via dato che non era la prima volta che le facevo visita, anche se questo era il più insolito. La cosa che mi preoccupava di più era il rischio di trovare qualcuno che non dovevo. Non dovevo pensarci, finché non fossi uscita da lì era l'ultimo dei miei problemi. Mi guardai attorno in cerca di qualcosa, qualunque cosa che mi permettesse di sfondare la porta perché ovviamente un rapitore come si deve non può lasciare la chiave in un piatto d'argento! Anzi non me l'avrebbe lasciata affatto! Alla fine trovai un piede di porco e ruppi la porta in fretta e furia e uscii dalla stanza...

{Duncan}

Non avevo chiuso occhio da quando ero tornato a casa, avevo la testa altrove e non ero dell'umore adatto per dormire bene. Courtney, la mia principessa...qualcosa non andava, ne ero certo, ma non ne avevo le prove e la madre di Courtney non aveva molta voglia di collaborare...che potevo fare? Chiamare Gwen e Scott come la sera prima? No, col cazzo! Mi erano solo d'intralcio! Ci avrei pensato io da solo! Al diavolo loro due, l'avrei salvata io! Ma come potevo iniziare? Ma certo! Sarei andato di nuovo a casa di Courtney, magari avrei scoperto qualche nuova informazione. “Certo, coglione! Perché magari riesci ad intrufolarti come se niente fosse! Oppure bussi e ne parlate davanti a una tazzina di caffè e biscottini?!”. Beh, in effetti il mio piano non era il massimo, ma non avevo altre piste al momento. Così decisi di prendere la mia moto, mettermi il casco (così non mi avrebbero riconosciuto nel caso avessero sentito il rumore della moto) e mi diressi verso casa di Court. Nascosi la moto in un parcheggio vicino per non insospettirli, ma continuai a tenere il casco per un breve tratto e lo tolsi perché in effetti non passavo molto inosservato. Notai che c'era una finestra aperta che quasi mi incitava ad entrare di nascosto, così mi avvicinai di soppiatto alla casa, ma sentii delle voci familiari, quelle dei genitori di Courtney e decisi quindi di nascondermi in un punto abbastanza vicino per origliare quello che dicevano:

-Tesoro, ma non hai avuto una reazione un po' troppo...esagerata?

-Stai scherzando?- rispose la madre espirando il fumo di sigaretta.- quella stronzetta se lo meritava così magari mette la testa a posto nel frattempo. Quando avrà rimesso la sua zucca a posto la farò uscire non ti preoccupare troppo per lei.

-Ma non sei un po' troppo...cinica nei suoi confronti?

-Io? Cinica? Ma come puoi dire una cosa del genere?! Io sono solo una mamma molto autoritaria che fa tutto questo per il bene di sua figlia e per aiutarla a crescere nel migliore dei modi. Osi affermare il contrario?

-N-no, assolutamente.

“Oh andiamo! E il tuo fottuto orgoglio maschile dove sta? Alle Hawaii? E poi uscire da dove?!”

-Vedi, cara, dopotutto credo che la abbiamo traumatizzata un pochino...

-Traumatizzata? Sentiamo, che cosa abbiamo fatto di sbagliato?

-Beh, mi hai costretto a sedarla con il cloroformio, legarla, bendarla e chiuderla nella cantina di tua sorella. Mentre tu stavi a casa a fumarti le tue sigarette tra l'altro.

-Al massimo hai sbagliato tu e non io. Il fumo in confronto non è proprio niente.

-Cosa?! Ma se sei tu che mi hai costretto a farlo!

-Io? Costretto? Ma se alla fine sei stato tu a fare tutto quanto, perciò...

-Va bene, come vuoi.

“Cosa? Cosa? COSA?! Courtney...RAPITA?! No, no, no, no...staranno scherzando vero? Oh accidenti e adesso come faccio?!”

-Ma tu guarda chi si è presentato a farci compagnia!

“Oh oh. Ho paura. Devo alzare la testa?”

-Signor Duncan! Ma lei lo sa che origliare le conversazioni altrui è maleducazione? O sua madre non le ha insegnato nemmeno questo?

-Ehm...io...stavo solo...

-Uh uh. Troppo tardi per le spiegazioni. Eh eh eh.

{Courtney}

“Sono fuori! Finalmente ho aperto la porta! Ora devo solo trovare un modo per uscire da qui!”. Mi guardai in giro, ero nella cucina di zia Kelly, era esattamente come me la ricordavo: le pareti coperte di piastrelle bianche e lucide e a terra il parquet, di cui lei aveva molta cura. Accanto alla porta che portava alla cantina, dalla quale io ero appena uscita, si trovava il frigorifero e tutti i piani di lavoro per cucinare e di fronte a me si trovava il forno e i vari fornelli per cucinare. Una cucina piccola e modesta, dalla quale usciva sempre qualche orrore perché zia Kelly era un disastro ai fornelli, era buona a...ehm, sinceramente in tutto questo tempo non mi è chiaro, nemmeno tutt'oggi. Dopo aver “contemplato” la cucina di mia zia, cominciai a correre per trovare subito una via di scampo, per non rimanere un attimo di troppo lì dentro e trovare qualcuno...

-Tesoroooo! Sono a casa!

“Merda! E ora che faccio?! Ok, ok, calmiamoci! Torniamo in cantina e facciamo finta di niente! Scapperò non appena uscirà nuovamente! E ora via, di corsa!”. E così feci. Ah, ovviamente mia zia quando era entrata si riferiva al suo “dolce” cagnolino, giusto per soddisfare la vostra curiosità.

-*Ahem* Allora?! Ti sei svegliata?! Insomma che cosa! Stai ancora dormendo?! Svegliati accidenti!- mi gridò mia zia con la voce di un pipistrello in calore (se ci penso però, non so in effetti come fa un pipistrello in calore).

-*Yawn* Ma...dove mi trovo? Che ci faccio qui? E perché ci sei tu?- risposi come una appena sveglia (mi dovrebbero dare l'Oscar per la recitazione).

-Stai zitta, insomma! Tu non devi fare domande! E devi restare qui!

-Ma...non posso tornare a casa?

-Non esiste! Tu devi stare qui e basta! Allora, hai fame, tesoro?

-Beh, a dire il vero ho un certo languorino.

-Affari tuoi. Ora torno di sopra dal mio tesorino. Au revoir.

Ma che...? Che accidenti me lo aveva chiesto a fare?! Ecco perché la detestavo! Io però avevo fame davvero e decisi di guardarmi in giro alla ricerca di cibo, possibilmente commestibile e non una delle tante schifezze che si mangiava mia zia. Su una delle botti si trovava del formaggio svizzero e io non potevo mangiarlo, dato che ero intollerante al lattosio. Ma in quella fottuta cantina non si trovava altro, solo stupido formaggio! Poi sentii la porta spalancarsi e mi girai di soprassalto:

-Courtney! Adesso hai un amichetto con cui giocare!

-Di che parli?

Non mi rispose. Semplicemente buttò un sacco legato sul pavimento e chiuse subito dopo la porta per evitare che io scappassi. Mi avvicinai lentamente, se era davvero un amichetto era una persona, doveva essersi proprio fatto male dopo la botta che aveva appena preso. Poverino, un'altra vittima di mamma e zia Kelly. Decisi di aprire il sacco lentamente, avevo un po' di paura perché non sapevo chi effettivamente si trovasse lì dentro e quasi non volevo scoprirlo, poi mi decisi e...

-TU!

{Duncan}

La mia povera testa girava dopo aver sbattuto la testa contro il pavimento. Chissà come avevo fatto...Non ricordavo niente, l'unico ricordo vivido che avevo era la mamma di Courtney che mi beccò ad origliarli...a proposito io dove mi trovavo? Perché non riuscivo a muovermi di un centimetro?! “Accidenti, sono legato e chiuso in un sacco! E ora come faccio a uscire da qui?!”. Subito dopo il sacco venne aperto e vidi lei che mi gridò:

-TU!

-P-Principessa! C-Che ci fai qui?!

-Io?! Tu che ci fai qui?!

-Potresti abbassare la voce? Mi fa male la testa...

-Come sei piagnucolone! Per così poco...

-Così poco?! Ma hai sentito il tonfo che ho causato?!

-Sì, in effetti. Ma, pazienza, succede quando si viene rapiti...

-No, frena frena! Io? Rapito? Ma no, ti sbagli!

-Quanto sei idiota! Se ora sei con me sei stato rapito anche tu!

-Ah già, è vero...ti ho cercata dappertutto, lo sai?

-Proprio ovunque?

-No, a dire il vero ho scoperto tutto al primo tentativo.

-?

-Sono andato a casa tua per cercare degli indizi e ho sentito i tuoi che parlavano del tuo rapimento, ma qualcosa è andato storto...

-Non mi dire che mia madre ti ha sentito e ha rapito anche te per non fare testimoni...

-Temo proprio di sì...oh, accidenti! Come ho fatto ad essere così stupido?!

-Suvvia, non incolparti troppo. Dopotutto sei un coglione, perciò è comprensibile che ti sia fatto beccare come una pera cotta...

-Beh, già io...aspetta! Come mi hai chiamato?!

-Quindi oltre ad essere coglione sei anche sordo?!

-Mi mancava essere punzecchiato da te, lo sai principessa?

-Ora non cercare di cambiare discorso! Dobbiamo uscire da qui e subito! *growl*

Courtney arrossì. Io la guardai divertito e le dissi:

-Anche le principesse hanno fame! Toh, ho una barra di cioccolato nella tasca, tieni.

-Non voglio la tua...*growl*. Ok, accetto volentieri!

La divorò tutto d'un fiato, chissà da quanto tempo non toccava cibo. In fondo era scomparsa da ieri sera e non sapevamo qual era stato il suo ultimo pasto perciò la sua fame era più che comprensibile. Io sarei potuto resistere, questo e altro per la mia principessa! Anche se forse solo io la amavo, mentre lei mi detestava al punto di...ehm, meglio non pensarci.

-Senti, vorrei sapere come e quando sei finita qui dentro.

-Siamo in vena di chiacchiere? D'accordo, in fondo ti devo un favore. Non so molto, ricordo di aver avuto una piccola discussione con i miei e di essere stata addormentata. Stamattina mi sono svegliata qui dentro...ero quasi scappata via, ma quella strega è tornata poco dopo aver rotto la porta, così sono rientrata per non destare sospetti. Ho cominciato a cercare qualcosa da mangiare, ma c'è solo formaggio e io proprio non lo sopporto e poi sei uscito tu. E il resto lo sai. Tu invece che hai combinato di preciso per finire qui?

-Beh io...

-Sì? Ti ascolto.

-Allora, dopo averti consegnato la lettera ero andato da Scott perché volevo saperne meglio del bacio fra lui e Gwen e alla fine tutti e tre avevamo deciso di venire da te per chiarire la faccenda in un modo o nell'altro. Poi tua madre ci aveva detto che tu non eri ancora tornata e mi sono preoccupato perché non è da te e quindi la mattina seguente, cioè oggi, ho deciso di cercarti da qualche parte e ho cominciato da casa tua, ho origliato i tuoi e poi sono finito qui.

-Ah, capisco...è stato...ehm...gentile da parte tua, vostra, venire da me nel cuore della notte per parlare con me.

-Ci avresti ascoltato?

-Per come stavo, penso di sì, magari vi avrei anche perdonato chissà.

-Devi sapere che il bacio fra Scott e Gwen è stato tutto un terribile equivoco!

-E-equivoco?

-Sì! Vedi, Gwen è inciampata e per sbaglio si sono baciati! Tutto qui!

-Ah...capisco...

-Se fossi stato un altro non ti avrei detto proprio niente.

-Che intendi dire?

-Credo che tu la lettera l'abbia letta e sai cosa intendo.

-La lettera...ah, quella lettera. Io, beh...non so cosa dirti, io preferirei parlarne non appena saremo usciti da qui, sai questo non è il luogo più adatto o romantico per certe cose.

-Voglio sapere solo una cosa e poi ti lascerò in pace.

-Sentiamo.

-Ci usciresti con me una volta fuori di qui?

-Vuoi prendermi per pazza? Sì, per questa volta te lo concedo.

Mi permetteva di uscire con lei? Davvero? Ero al settimo cielo! Il mio io interiore stava saltando e faceva la ola per la felicità! Forse avevo davvero una seconda chance con lei, chi poteva dire come sarebbe andata? Forse un giorno saremmo diventati una famiglia felice con dei figli e...

-Terra chiama Duncan! Ehi!

-Oh scusa.

-A che pensavi?

“A te e a quanto sei bella.” -A come uscire da qui ovviamente!

-E allora perché mi fissi, sei rosso e stai sbavando come un bulldog?!

-Io, sbav...ah, scusami. Sai, io quando mi concentro su dei piani importanti reagisco sempre così!

-Allora faccio bene a pensare che sei un coglione!

{Scott}

Possibile che Duncan non aveva ancora chiamato? Dovevamo andare da Courtney tutti e tre insieme! E mi aveva fatto comprare un cellulare in proposito! “Se è andato da Courtney da solo nuovamente gliela faccio vedere io! Maledetto bastardo!”. Decisi di chiamare Gwen, magari si erano incontrati prima per...chiarire:

-Pronto?

-Gwen! Sono Scott!

-Scott? Finalmente ti sei comprato questo benedetto cellulare! Che fine avete fatto?

-Avete? Di che parli? Ti ho chiamato perché pensavo che lui stesse con te!

-Scusa e per quale motivo doveva essere qui da me?

-E che cazzo ne so io! Sta di fatto che questo coglione non si trova da nessuna parte!

-Vuoi vedere che è andato da Courtney senza dire niente per fare bella figura?

-Se è così gliela faccio vedere io! Vediamoci al parco e poi andiamo subito da Courtney per avere delle risposte!

-Ok, a fra poco!

Raggiunsi il parco il più velocemente possibile e avevo chiamato una pigsitter per il mio piccolo Scott Jr, aveva bisogno di molto conforto quel maialino e io non gli avrei fatto mancare nulla per nessuna ragione al mondo. Non appena arrivai trovai Gwen, evidentemente era preoccupata quanto me...o semplicemente voleva dare una bella strigliata a Duncan:

-Eccoti! Sei stata veloce!

-Anche tu. Andiamo?

Dopo cinque minuti ci trovammo davanti l'abitazione di Courtney e bussammo come facemmo la sera prima, aprì la stessa signora del giorno precedente, la madre di Court, che ci salutò in maniera tutt'altro che educata:

-Ancora voi? Che accidenti volete adesso?

-Ha visto Duncan?

-Duncan? Chi?

-Un ragazzo alto tipo così, capelli neri e cresta verde, occhi azzurri...

-Ah quello! Era passato di qui in cerca di Courtney, ma ora non è più qui.

-E Court dove sta?

-Non si trova da nessuna parte. *sniff* ho chiamato la polizia perché non si hanno notizie della mia piccina! Chi può averle fatto una cosa del genere?!

-Non si preoccupi signora Wallace! Vedrà che tornerà e tutto si aggiusterà!

-Oh puoi dirlo forte.- rispose facendo sparire in fretta, troppo in fretta, le lacrime che aveva fatto uscire qualche attimo prima.

-E Duncan che ti ha detto?

-Niente di che.

-E adesso sai dove si trova?

-Come potrei saperlo? Avete finito di darmi fastidio?

-Suppongo di...

Ma non ci diede nemmeno il tempo di finire la frase, ci chiuse la porta in faccia:

-Strano, troppo strano...era così sicura che Courtney sarebbe tornata sana e salva e soprattutto, perché cercava di sviare ogni volta che parlavamo di Duncan? Questa faccenda non mi piace per niente!

-Hai ragione Gwen! Ma, ehi aspetta! Cosa sta vicino alla finestra?

-Ma è...il casco di Duncan! Che cosa ci fa qui?!

-Non lo so, ma tutto questo non promette nulla di buono.

-Il mistero si infittisce.  

{Angolo dell'autrice}
Rieccomi dopo esattamente un mese dall'ultimo capitolo xD come vi è sembrato questo? Beh almeno questo non è corto come il precedente perché forse per la prima volta in questa storia avevo una mezza idea di cosa dovevo fare o non le solite improvvisazioni degne di un discreto teatro xD mi sembrava anche ovvio essendoci stata un mese a pensare. Comunque non fate caso se ogni tanto sono lenta ad aggiornare, ho altre due storie da portare avanti oltre a questa...mi sa che mi sentirò vuota quando le finirò tutte e tre xD vaaabbè ci sentiamo al prossimo capitolo! Un bacione!

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Capitolo 10
*** Ce la faremo? ***


Mentre i due adolescenti cercavano di scoprire cosa fosse accaduto ai loro amici, Duncan e Courtney erano rinchiusi in cantina a fissare il vuoto. Il punk poi decise di rompere il ghiaccio:

-Allora, da quanto tempo sei qui?

-Da quando mi hai vista l'ultima volta.

-Ma come è successo?

-Il pomeriggio avevo litigato con mia madre e uscii di casa senza guardare in faccia nessuno, poi dopo il nostro incontro tornai a casa e lei era ancora arrabbiata e mi stava intimando di fare le valigie e andarmene visto che io non sono una figlia alla sua altezza e io la minacciai dicendole che li avrei denunciati entrambi e poi...non ricordo più niente, solo che mi sono risvegliata qui. Contento?

-Sono felice di sapere la causa, ma non tanto il fatto che ti abbiano davvero fatto questo.

-Ma va, io ci sono abituata ormai.

-Te l'avevo detto che quella strega non aveva mai covato nulla di buono.

-Ma secondo te dovrei pensare questo di mia madre? Della donna che mi ha creata e cresciuta?! Accidenti Duncan, quanto sei stupido!

-No, aspetta, calmati. Scusami, ho esagerato un po', ma non credo di avere tutti i torti, almeno finché ci troviamo in una situazione come questa.

-Ok, va bene, ma non parliamone più.

-D'accordo...ma, cambiando argomento, come pensi di fuggire da qui?

-C'ero quasi riuscita, ma zia Kelly è tornata poco prima che io riuscissi a fuggire.

-E chi accidenti è “zia Kelly”?

-Quella che ha portato il sacco di iuta dove eri rinchiuso e buttato qui.

-Quella troia schifosa! Quindi anche lei ha a che fare con il rapimento?!

-Beh, se siamo qui un motivo ci sarà, no?

-Ma in che razza di famiglia sei finita?!

-Almeno nessuno mi ha fatto finire in riformatorio.

-Oh, adesso usi questo come scusante! Ma non funziona! Se sono finito in riformatorio non è certo colpa della mia famiglia!

-Si, ok, non parliamone più.

-Ma è mai possibile che non si possa tenere un discorso serio e duraturo con te?!

-E tu invece non riesci a mantenere una relazione seria e duratura, ma nessuno ti ha mai detto niente.

-Umpf. Quando penseremo a qualcosa di più serio?

-Tipo?

-Tipo fuggire.

-Ci penseremo stanotte mentre quella dorme.

-E se rimanesse sveglia?

-La faccio addormentare io con la forza!

Duncan fece una faccia strana non appena sentì le parole fredde e crude della ragazza, non aveva intenzione di farle niente di male, vero? In fondo era pur sempre sua zia, una grandissima stronza, ma pur sempre sua zia. Ma lui lo notò subito, non era più la ragazza che aveva conosciuto, ma supponeva che fosse per tutto l'odio represso verso il mondo che si stava liberando, un odio di cui lui stesso stava diventando vittima da quando l'aveva tradita con Gwen. Se solo avesse avuto un briciolo di cervello quel dannato giorno e fosse rimasto semplicemente con Courtney tutto ciò non sarebbe accaduto, ma era troppo tardi per rimuginare sul passato e forse anche per riconquistare quella sua principessa, che si era tramutata in guerriera per combattere le sue guerre interiori, da sola.

-Insomma! Duncan! Non incantare e dimmi qualcosa!

-Huh? Scusami, pensavo...

-Questo lo avevo capito! A che pensavi di così importante?

-A te. E di come tu sia cambiata?

-Umpf, non dovresti proprio. Non sono più così degna di pensiero altrui.

-Del mio sì, sempre. Io lo so, stai combattendo per non soffrire, ma non dovrai farlo da sola perchè ci sarò sempre io dalla tua parte, per proteggerti.

-Tutto ciò è nobile da parte tua, ma sono io il problema fra noi due. E non voglio che nessun altro sia messo in mezzo. Preferisco rimanere da sola, senza che nessuno mi faccia più soffrire.

-Di che accidenti stai parlando?!

-Non l'hai ancora capito? Bene, te lo spiego io molto semplicemente. Il mese prossimo diventerò maggiorenne e allora farò le valigie e mi trasferirò da qualche altra parte così nessuno potrà più darmi fastidio e io mi libererò di tutti questi mostri che mi circondano!

-La tua famiglia intendi?

-E chi sennò! Ma non fraintendermi io voglio allontanarmi anche da voi tre!

-Noi...tre?

-Devo proprio spiegarti tutto?! Sai benissimo di chi sto parlando!

-Ma non dire sciocchezze dai! Non puoi allontanarti da tutti e pensare di vivere serenamente!

-Non penso che tutto ciò ti riguardi, non più ormai.

-E tutto quello che ti ho detto? Tutto quello che ho fatto per te? Non significano niente?

-Non ho detto questo, ma preferisco non pensarci più. Preferisco che tutto quello che ho fatto qui finisca nel dimenticatoio.

-Per fare cosa? Per scappare e diventare un avvocato da qualche parte?

-Anni fa era la mia intenzione, ma ora non ci penso nemmeno. Era il sogno dei miei genitori, non il mio e io me ne sono resa conto solo adesso. Farò una cosa che loro non si aspetterebbero mai!

-Cosa?

-Essere felice.

-Suppongo che...sia il sogno di tutti.

-Indubbiamente.

-Spero che un giorno anch'io possa essere felice.

-Lo spero per te.

-Non lo capirai mai. Ma non importa. Torniamo al piano, come pensi di uscire da qui?

-Ho già forzato la porta una volta con il piede di porco, ma ho dovuto ritardare la fuga perché zia Kelly era tornata nuovamente a casa, di conseguenza potrei rifarlo nuovamente non appena se ne ripresenta l'occasione. Dovremmo farlo a notte fonda, quando tutti dormono tranquillamente e nessuno può sentirci. Ma c'è qualche piccolo problema: zia Kelly ha il sonno abbastanza leggero e in teoria quando proprio non ce la fa più usa dei sonniferi per addormentarsi. E poi c'è quel suo stupido cane che al minimo rumore comincia ad abbaiare come un forsennato per svegliare la sua padrona. E quindi ritorniamo al punto di partenza.

-Quindi dici che dovremmo sedarli entrambi?

-Sì, è quello che ho detto prima. Non mi hai sentito?

-Sì, ma non pensavo in questo senso.

-Duncan, ma per chi accidenti mi hai presa?!

-Non te la prendere insomma! Nessuno ti può dire niente!

-Va bene, va bene. Scusa, ok? Ora abbiamo altro a cui pensare!

“La fuga è l'ultimo dei miei pensieri, credimi, ma tu sei troppo intenta a pensare a te stessa per capirlo. Non capirai mai quanto io ci tenga a te e io più di quello che ho fatto per te non posso fare altro e mi toccherà vivere senza di te per il resto della mia vita.” pensò Duncan malinconicamente.

-Beh, c'è molto tempo prima che cali la notte, possiamo parlare di quello che vuoi adesso.

-Lo dici perché ti faccio pena, vero?

-Non ho il tempo di pensare anche a te adesso, quindi figurati.

-Dovrei prenderlo come un complimento?

-Prendilo come ti pare. Non mi interessa.

-Ma ti riesce sempre così bene, vero?

-Di che cosa stai parlando?

-Nascondi i tuoi sentimenti così bene, nemmeno io riesco a farlo certe volte. Su questo piano ti ammiro.

-Umpf, non dovresti, davvero. Fa soffrire il doppio. Che ne dici se parliamo un po' di noi nel frattempo? Giusto per ammazzare il tempo.

-Ok, comincia tu, io ti ascolto.

Nel frattempo Scott e Gwen che si trovavano dall'altra parte del paese cominciavano a pensare sempre più che qualcosa di brutto fosse accaduto e che la madre di Courtney non avesse assolutamente chiamato la polizia per trovare la figlia scomparsa, semplicemente perché lei sapeva benissimo dove si trovasse la sua cara figlioletta e quel casco abbandonato poteva indicare che loro sapessero anche della scomparsa di Duncan fin troppo bene, ma non avevano uno straccio di prova per affermarlo.

-Dici che quindi sia stata la madre di Courtney a fare tutto questo?

-Ma se così fosse, perché? Che motivo avrebbe?

-Non ne ho la minima idea. Per me l'importante è che li troviamo.

-Hm, hai ragione, credo. Ma come facciamo?

-Forse in effetti c'è qualcosa che non abbiamo visto bene da queste parti, magari qualcosa che ci indichi più o meno dove possano essere andati.

-Se Duncan avesse il cellulare con sé potremmo riuscire a rintracciarlo con il GPS, ma non credo che lo abbia ancora con sé, non credo che nessuno sia così stupido.

-Indubbiamente. Gwen, deve esserci un altro modo per trovarli, uno qualunque.

-E io come posso saperlo? Ci vorrebbe un segugio o una cosa del genere, credo.

-Un segugio...Ma certo! Scott jr potrà aiutarci!

-Ma chi accidenti è Scott jr?!

-Il mio maialino, ovviamente!

-Come sarebbe a dire ovviamente?! Ma quale persona alleverebbe un maialino così? Lo dovrai fare arrosto prima o poi, no?

-COSA?! Ma dico sei impazzita?! Certo che no! È come se tu cuocessi il tuo cane o gatto!

-Tutto questo non ha senso!

-Ma chi se ne frega! Hai qualcosa di Duncan e Courtney che abbiano il loro odore? Così se Scott jr li annusa ci porterà da loro, garantito!

-Bah, se lo dici tu. Di Duncan abbiamo questo casco quindi lui è a posto. Ma non so se ho qualcosa di Courtney a casa.

-Siamo davanti casa sua, potremmo prendere qualcosa.

-Sì, e come? Con quella vecchia strega lì dentro? Scusami ma non ne ho la minima intenzione! Tu eri il suo fidanzato, ma non hai proprio niente di suo?!

-Come faccio ad avere qualcosa di suo?! Voglio dire eravamo fidanzati da pochissimo!

-E allora come facciamo?

-Penso che per ora dobbiamo pensare a Duncan, magari così lui potrà aiutarci a trovare Courtney, tu che dici?

-Penso che non abbiamo altra scelta al momento, quindi ok, cominciamo col trovare Duncan.

Gwen e Scott si diressero verso la casa di quest'ultimo per recuperare il maialino che li aiuterà a ritrovare i loro amici. Non appena il ragazzo aprì la porta trovò la pigsitter che accudiva il maialino a suon di carezze e lui si limitò a congedarla:

-Denise, per ora puoi andare, adesso sto io con Scott jr. Tieni la paga e grazie per il disturbo.

-Figurati, è un piacere. Arrivederci.

Gwen fissava prima lui, poi il maialino e poi la “pigsitter” e la sua espressione di stupore mescolata a nervosismo traspariva come uno specchio d'acqua limpida. Scott se ne accorse e le chiese:

-Ehm...tutto bene?

Gwen si mise la mano davanti la faccia e gli disse:

-Addirittura una “pigsitter”! Ma tu sei matto!

-Sono libero di spendere i miei soldi come mi pare e poi sempre meglio di droghe e sigarette, non credi?

-Sì, credo. Stavo solo puntualizzando, in fondo dove lo trovi uno che accudisce un maialino come se fosse un figlio?!

-Qui, davanti a te.

-Bene, *ahem*. Cominciamo con la nostra caccia al tesoro?

Angolo dell'autrice
Vi prego, vi prego, vi prego di non odiarmi per il SUPER MEGA RITARDO nell'aggiornare la storia, ma come ho accennato nella mia bio ero a corto di idee che mi permettessero di continuare a leggere la storia ç.ç chiedo scusa infinitamente a tutte le persone che stanno leggendo la mia fanfiction, ma specialmente a Xenja e Kirarosy che mi seguono dagli inizi :3 ma sono grata anche a Alex_kun92, Believe in dreams, Figlia_Della_Musica, Little Panda, Moonshinez e RedDavil97 per aver aggiunto la storia fra le seguite, Aminadellaterradelsole per avermi lasciato le recensioni e colorful_bubble, gwuncan99 e Sunny_chan per aver aggiunto la storia alle preferite. No, non è finita la fanfiction quindi tutti questi ringraziamenti in teoria non avrebbero senso, ma chissene! Se la fanfiction viene letta da qualcuno con piacere bisogna sempre ringraziare! *Ahem* ho finito, vi prometto che i prossimi aggiornamenti non saranno così in ritardo! A presto :3

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Capitolo 11
*** Finalmente liberi ***


-Dai, bello, annusa il casco di quel puzzone di Duncan.

-Senti chi parla.

-Almeno io mi sto rendendo utile.

-Oh, scusa se io non allevo “maialini domestici”.

-Non importa, sei perdonata. Avanti bello, portaci da zio Duncan.

-...Non ho parole guarda.

-Ecco, così ti stai un pochino zitta.

Il maialino annusò attentamente il casco di Duncan e con fare da segugio cominciò a cercare il ragazzo con il suo fiuto e i due adolescenti si limitarono a seguirlo per vedere dove portasse. “Accidenti! Quel suino ci sta portando veramente da Duncan.” pensò Gwen fissandolo.

-Vedrai che fra poco li troveremo, se sono insieme.

-Speriamo di fare in tempo.

In effetti Scott jr. per quanto potesse essere un ottimo segugio, non era molto veloce e pratico nel rilevare l'origine dell'odore e quindi persero mezza giornata solo per arrivare a casa di zia Kelly a solo un paio di isolati da loro. Fissarono l'enorme villa e poi Gwen ruppe il silenzio:

-Poco tempo, eh?! Ma hai visto quanto ci ha messo?!

-Almeno li abbiamo trovati, credo. Che villa enorme, che cosa può farci qui Duncan?

-Magari sta facendo una rapina o un qualcosa del genere.

All'improvviso sentirono le ringhia di qualcuno che si avvicinavano sempre più:

-Argh! Chi accidenti è?

-Beh, è un cane Gwen, ci vedi o no?

-Questo lo avevo capito! Ma che ci fa un cane qui?!

-Che razza di domande sono?! Dev'essere della pad...ehi tu! Lascia stare Scott jr.!

Scott saltò addosso al cane e Gwen fissò la scena imbarazzante con occhi spalancati: il cane all'inizio si spostò facendo cadere il ragazzo a vuoto, successivamente lo attaccò e fu un tira e molla durato circa dieci minuti. Subito dopo uscì la padrona, zia Kelly:

-Che cosa sta succedendo?! Ehi, tu, teppistello! Lascia stare il mio piccolino!

-Il suo piccolino?! Ma se stava per azzannare il MIO piccolino!

-Quel...suino? Lo porti in giro per poi fare la porchetta? Ah ah ah se la fai, offrimene una fettina.

-Tu brutta...

Contemporaneamente Duncan e Courtney stavano origliando ciò che stava accadendo dal finestrino della cantina, ma essendo in alto Duncan dovette fare da scala a Courtney e, ovviamente, non fu difficile stabilire chi dovesse sostenere l'altro.

-Allora? Mi stai facendo un male cane, almeno stai sentendo qualcosa di utile?

-C'era quello stupido cane che stava ringhiando e poi si è aggiunta zia Kelly e sento vagamente due voci giovani...

-Voci giovani? Che intendi?

“Ehi! Non parlare così di Scott jr!”

-Non ci posso credere...-disse Courtney coprendosi il viso con una mano.

-Cosa? Cosa?

-Quello è Scott. Solo lui avrebbe potuto dire “Ehi! Non parlare così di Scott jr.!”.

-Chi cavolo è Scott jr.?

-Il suo maialino domestico.

-Dopo questa le ho sentite proprio tutte.

-Magari c'è anche Gwen, avevo sentito vagamente una voce femminile, ma non sono riuscita a riconoscerla.

-Il tuo formidabile udito non funziona più così bene, principessa?

-Stai zitto tu! Proviamo a farci sentire!

-Ma per quale motivo?! Così la pazza ci viene a tirare per le corna?!

-Quanto sei stupido! Così magari attiriamo l'attenzione di qualcuno che NON sia zia Kelly.

-Secondo me, i suoi genitori devono proprio volerle male. Che cazzo di nome è Kelly?!

-Ah, non lo dire a me. Per fortuna mi è capitato Courtney, l'alternativa era proprio Kelly a quanto mi disse mio padre, che fortuna!

-Puoi ben dirlo. Ma come pensi di attirare l'attenzione di qualcun altro?

-Dobbiamo riuscire ad aprire il finestrino, poi vediamo.

-E come facciamo?

-Fammi scendere, così prendo il piede di porco.

-Tu con un piede di porco? Ah ah ah ah, non farmi ridere ti prego!

Lei lo prese e aprì la finestra al primo colpo:

-Dicevi?

-D'accordo, te lo concedo, saresti un'ottima apprendista scassinatrice!

Poche storie, dammi una mano a salire.

Gwen stava ascoltando passivamente quello che si dicevano e opprimeva qualche risatina per le sciocchezze che stava sentendo in quel momento. E lei che pensava di averle viste davvero tutte! Poi sentì una specie di sussurro provenire dalla casa:

-Pssst, Gwen!

Quella voce...Si trattava di Courtney. La ragazza gotica allora si allontanò senza dare nell'occhio per vedere che cosa stesse accadendo e vide la sua amica da una finestra aperta e minuscola.

-Court!

-Che cosa ci fate voi due qui? E perché quello scemo sta litigando con mia zia?

-Ah, è tua zia quella...donna?

-Ehm...sì, che imbarazzo dire una cosa del genere.

-Perché non hai ancor sentito cosa si stanno dicendo! È roba da pazzi! Ma come ci sei finita qui?

-Mi hanno rapita e rinchiusa qui!

-C-Cosa?!

-Ragazze, scusate, la lontananza e l'essersi riviste va bene, ma io accidenti sono qui sotto a sostenere questa culona, quindi fatemi il piacere di darvi una mossa!

-Culona a chi?! Questa me la paghi!

-Quindi c'è anche Duncan con te?

-Beh, sì, lo hai sentito. Ascolta, devi darci una mano ad uscire da qui.

-E come faccio?

-Fai continuare la lite con loro due, magari riesci anche a farli allontanare così possiamo uscire tranquillamente.

-E come faccio a farli allontanare?!

-E che ne so io, trova un diversivo, un qualcosa!

-Ok, ok ci provo, ma non ti garantisco niente.

Gwen si avvicinò ai due litiganti per sentire che cosa stessero dicendo:

-Ah, quindi secondo lei la campagna è solo per puzzoni?! Solo perché IO puzzo non significa che tutti puzzino! Ci sono dei campagnoli che profumano più di lei e del suo cane messi insieme!

-Questo perché non hai visto i campagnoli che ho incontrato io!

“Scusami Scott, ma lo faccio per il bene di Duncan e Courtney...” -Signora, lo sa che Scott ha detto che il suo cane fa schifo?

-C-COSA?! TU HAI DETTO COSA?!

-No, no deve esserci un errore, io non sono nemmeno...

-Morto! Ma lo sarai presto!

La signora dall'aspetto vistoso tirò fuori dalla tasca della sua gonna due nunchuck e cominciò a inseguire il ragazzo per suonargliele di santa ragione.

-Ma che diamine?! Ma dico è impazzita?!

-Vieni qui che ti concio per le feste!

-Mammina!

E, in effetti, si allontanarono. Scott cercava di seminarla per quanto poteva e prima di farlo uccise Gwen con lo sguardo, le sue intenzioni però erano buone, voleva solo salvare i suoi due amici, di conseguenza dovette passare a dei metodi un po' più...estremi.

-Ragazzi, sbrigatevi!- urlò Gwen vicino ai due.

-Ok, ti raggiungiamo subito!

Arrivarono dopo circa dieci minuti. Gwen e Courtney si abbracciarono per la gioia (mentre il povero Scott continuava a fuggire da zia Kelly) e poi strinse la mano a Duncan.

-Ammazza, la vecchietta è una tosta!

-Lezione numero 1 di zia Kelly: mai e poi mai insultare il suo cane.

-Lo avevo notato. Ma fa sempre così?

-Dipende, a volte esce con delle katane finte. Vuole solo far spaventare il malcapitato per ricevere le sue scuse.

-Quindi Scott deve solo chiedere scusa?

-Esattamente.

-Bene, voi nascondetevi, io gli dirò cosa fare.

-Scott! Chiedi scusa alla signora!

-Mai! Il mio orgoglio non sarà fer... *Ahi*!

-Poche storie e muoviti!

-Ma se sono finito qui per colpa tua!

-Dille scusa e basta accidenti!

-Oh, e va bene! Signora, mi scusi per aver insultato il suo cane. In realtà ha una bellezza fuori dal comune.

La signora si fermò e lo fissò con due occhi lucidi:

-D-Davvero lo pensi?

-Ehm...sì?

-Oh, che felicità!- gridò abbracciandolo.- nessuno ha mai *sniff * detto che il mio cucciolino ha una bellezza fuori dal comune! Tu sì che ne capisci di cani!

-Ehm...ma...ma certo! Ora però la prego mi lasci andare!

-Ah, e scusami per aver detto che il tuo maialino fa schifo. Anche il tuo cucciolo ha una bellezza particolare.

-D-Davvero?- chiese Scott con gli occhi lucidi.

Si abbracciarono nuovamente e piansero lacrime di gioia. Duncan, Gwen e Courtney che assistevano la scena da dietro un cestino erano letteralmente senza parole. E dire che credevano veramente di aver visto tutto!

-Non. Ci. Posso. Credere.

-Dovrebbero fare un film con una scena del genere, avrebbero un Oscar assicurato.

-Mi voglio nascondere per l'imbarazzo.

-Genio, ma siamo già nascosti!

-Giusto. Ora però tirali fuori da quella morsa, ce ne dobbiamo andare.

Gwen si avvicinò ai due amanti di animali e disse:

-Bene, è tutto commuovente e tutto il resto, ma noi dovremmo andare, grazie e arrivederci e portati il maialino segugio e diamoci una mossa!

-Arrivederci signora!

-Arrivederci ragazzo dai capelli rossi! Ti chiamo!

-Come sarebbe a dire che ti chiama?!

-E che ne so io! Duncan, Courtney che bello rivedervi!

-È un piacere rivederti Scott, ma evita di fare un'altra scenata del genere con mia zia, ti prego mi veniva da vomitare.

-Ma scherzi principessa?! Io stavo morendo dal ridere!

-Ma tu sei coglione e te lo puoi permettere!

-Infatti, sono un...aspetta come?!

-No, non potete ricominciare come un tempo!

-Un tempo...suona bene però...

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Capitolo 12
*** Epilogo ***


Dopo essere riuscita ad evadere dalla prigione di zia Kelly, decisi di lasciare la mia casa. Per arrangiarmi alloggiai in un ostello della gioventù e lavoravo come cameriera per far tornare i conti. Ero decisamente grata a tutti per avermi salvata, ma non mi sentii con nessuno da allora. Non lo feci per cattiveria, ma avevo parecchi dubbi in testa: avevo chiarito con Scott e Gwen, alla fine fu tutto un terribile malinteso (Gwen aveva il talento di attirare le labbra dei ragazzi anche senza fare nulla, fortunella!) e Duncan voleva tornare con me. Il problema era che non capivo con chi volessi davvero stare, Scott o Duncan? Come potevo capire che cosa volesse il mio cuore? Magari avrei potuto parlarne con Gwen, tuttavia conoscevo i sentimenti che provava per Duncan quindi inevitabilmente avrebbe cercato di indirizzarmi verso Scott, per tenersi Duncan tutto per sé.

“Ma perché mi complico così la vita? Duncan mi ha tradita con la mia migliore amica, dovrebbero essere fuori dalla mia vita tutti e due. E Scott allora? Anche lui mi ha tradito, ma non lo ha fatto apposta. Sì, ma perché li devo odiare così? È una cosa passata e dovrei passarci sopra anche io. Ma perché ho la mente così incasinata? Ma perché non potevo rimanere la classica perfettina che pensa solo a se stessa e che rimane senza rompiscatole fra i piedi? Oh, ma chi prendo in giro? Sono stati gli anni più belli della mia vita quelli del Reality, per la prima volta mi sono sentita accettata anche se con degli alti e bassi. Credo che dovrei fare pace con il cervello.”

-Courtney, tesoro, ora vado un attimo in cucina, potresti occuparti tu di quei due clienti? Sono fuori dall'orario di lavoro, ma si prendono pure la briga di dare fastidio.- disse Bea, la mia datrice di lavoro. Era una donna alta e robusta, con capelli biondi platinati palesemente tinti legati in una enorme crocchia, gli occhi marroni e un neo sotto l'occhio sinistro. Indossava la divisa del bar, un vestito rosa con un grembiule bianco candido e mocassini bianchi, la stessa che indossavo anche io. A volte era rigida, ma per me era come una mamma, a dispetto di quella stronza che mi aveva rinchiuso in cantina. Mi ero sempre confidata con lei e lei mi aveva sempre ascoltato con molto interesse, l'ostello in cui soggiornavo era proprio il suo.

-Certo Bea, vado subito.

-Insomma! Cameriera! C'è qualcuno porca troia?!

-Duncan smettila di gridare come un pazzo!- gridò Gwen.

“Oh no, no, non adesso!”

-Ah, finalmente qualcuno! Insomma questa non è una birra, è-- Courtney?! Che cosa ci fai qui?!

-Ehm...salve ragazzi, di cosa avete bisogno?

-Beh, questo qua non faceva altro che lamentarsi che la birra fa schifo e la vuole cambiare. Io invece vorrei una fetta di torta al cocco, me lo potresti portare per piacere?

-Sì, certo. Duncan, dammi la birra, te la vado a cambiare.

-No, no, davvero non importa.

-No, sul serio, se non ti piace te la cambio.

-Ti assicuro che mi va benissimo.

-Come preferisci, non ho alcuna intenzione di perdere il posto per fare una lite con te.

-No, aspetta non andare.

-Cosa c'è adesso?

-Ho bisogno di parlarti.

-Non è il momento, ora sto lavorando. Gwen, arrivo subito con la torta.

-Sì, certo, fai con comodo.

Corsi subito dietro il bancone e cercai Bea. Era in cucina a sperimentare nuove ricette.

-Ehi tesoro! Cosa c'è? Sembri sconvolta!

-Guarda, sono la persona più fortunata del mondo...

-Per quale motivo?

-I ragazzi di cui ti ho parlato, quelli che mi tradirono all'inizio...sono qui...

-Cosa?! Oh, diamine! Se vuoi porto io l'ordinazione al loro tavolo.

-Non ti preoccupare, in fondo ho promesso loro di tornare, che cosa dovrei fare? Dovrei chiarire?

-Fai quello che ti senti, così di impulso e vedrai che andrà tutto per il meglio.

-Io...lo spero...non so cosa pensare...

-Stai tranquilla, che hai da perdere in fondo? Tanto se non funziona ognuno per la sua strada come prima e nessuno ci pensa più.

-Spero sia come dici tu. Mi passeresti una torta al cocco?

Mentre Bea provava a fare un dolce dall'aspetto strano, allungò un braccio verso la teglia con le torte e mi porse quella al cocco e ritornò a fare ciò che stava creando prima. Decisi di non darle ulteriore fastidio e me ne andai per servire Duncan e Gwen. Li vidi da lontano, parlavano per conto loro, ma non mi sembravano più la coppia di innamorati che erano durante il Reality, sembravano così distaccati. Volevo solo che le cose si aggiustassero, che tutto tornasse come prima, anche se fossi rimasta single e Scott e Duncan avessero preso un'altra strada. Più di tutti mi mancava Gwen, era stata la persona che più mi era stata vicina. Forse avrei dovuto rinunciare al mio stupido orgoglio? Probabilmente per loro era più importante riappacificarsi e lasciarsi tutto il resto alle spalle, non potevo affermare il contrario. Raggiunsi il loro tavolo, consegnai la loro ordinazione e proprio mentre stavo per andarmene come una codarda, Duncan mi bloccò un braccio:

-No, aspetta!

-Cosa vuoi?- gli chiesi titubante.

-Io...io devo parlarti.

-Non vedi che sono in servizio? Ne parliamo dopo.

-Ti conosco e so che non ci sarà nessun dopo.

-Che vorresti dire?- gli chiesi preoccupata.

-Duncan vuole dire che potresti scappartene e torneremmo allo stesso punto di prima. Non potresti prenderti una pausa un momento? Tanto non c'è nessuno!- affermò Gwen.

-Ehm...non saprei...

-Courtney tesoro!- mi chiamò Bea dal bancone.- per oggi il tuo turno è finito, sei libera di andare.

-Ecco vedi? Adesso puoi intrattenerti con noi.

-D'accordo, credo di non avere altra scelta.- sospirai. Mi tolsi il grembiule e lo posai sul bancone, per poi raggiungere Duncan e Gwen. Chiesi loro se fosse necessario che mi andassi a cambiare (non era il massimo uscire con una vestita da cameriera), ma loro risposero che non era importante e che tanto dovevamo solo parlare. Ma non capivo che cosa volessero da me, al punto di trattenermi in questo modo. Alla fine cominciò Gwen:

-Quindi adesso ti sei trasferita? Non vivi più con i tuoi?

-No, vivo in un ostello della gioventù. La stanza me l'ha affittata la mia datrice di lavoro.

-Non proprio il massimo per una principessa, vero?

-Beh, ho preferito questo piuttosto che ritornare con i miei. Non dopo quello che mi hanno fatto.

-Ma io non capisco! Che cosa avevi fatto di male?! E poi chiudere una figlia in una cantina?! Sono pazzi!

-Credo di averli delusi. Di non essere mai stata la figlia che loro desideravano così tanto.

-E quindi? Ma dico ci hai visti? Siamo praticamente l'opposto dei figli perfetti e chi se ne frega? La vita è nostra, non la loro e se hanno avuto problemi in passato e li vogliono trasmettere a te non hanno capito proprio niente!

-Io...ho deciso di lasciarmeli definitivamente alle spalle. Voglio dare una svolta alla mia vita.

-Brava principessa così si ragiona!

-Voglio capire cosa volete da me piuttosto.

-Personalmente non voglio niente da te. Volevo solo parlarti, insomma non ci vediamo da quando? Ah sì, da quando ti abbiamo salvato la vita. Sai, mi mancano le nostre chiamate e le nostre risate.- rispose Gwen.

-Anche a me manchi e credimi se non mi sono fatta viva non è per colpa vostra. Avevo bisogno di stare da sola, ma di sicuro non vi avrei mangiati se mi avesse dato un colpo di telefono.

-Certo che non potevi, saresti già svenuta ah ah ah! E dai ridete!- disse Duncan.

-Sai, ti preferivo quando incidevi i tronchi d'albero, fai delle battute davvero penose.

-Allora vuol dire che ti dovrò incidere qualcosa di carino per incantarti di nuovo!

-A proposito, e tu cosa avevi di così importante da dirmi?

-Ah...io?! Ehm beh ecco...niente di che, ma figurati, volevo solo vederti anche io, sai com'è non ci vediamo da tanto, tantissimo tempo...

-Ma ti prego, Duncan, non ti crede nessuno! Sono mesi ormai che non fai che dire che Court ti manca!

-Gwen! Ma perché devi fare la ruffiana?!

-Quindi è vero...?

-C-Cosa?

-Io...io ti sono mancata?

-Beh, ecco...se devo dire la verità...sì. Tu mi manchi da tanto tempo ormai. Ho...ho cercato di dimenticarti, ma...non ci sono mai riuscito.

-Io... “E ora?! Devo stare con Scott? Con Duncan? Che devo fare?!” ora è meglio che vada...

-No, non andartene! Non volevo offenderti, davvero!

-No, non è per te, è che...ah non importa, devo...devo andare.

-No, Courtney aspetta!

Presi la rincorsa e scappai via. Scappai da tutti i vecchi ricordi che mi avevano sempre afflitto da quando avevo conosciuto quel punk dai capelli verdi, da quando me ne innamorai e da quando mi aveva tradito con la mia migliore amica. Era davvero così devastante l'amore? Non avrei mai dovuto partecipare a quel Reality. Certo, sarei rimasta sola perché non avevo mai avuto amici all'infuori di loro, ma non volevo soffrire. Non credevo a quello che dicevano tutti e che l'amore e le persone in generale potessero mandarti la mente in subbuglio. Quello che più mi urtava era che non sapevo alla fine con chi stare. Duncan aveva cercato di contattarmi per così tanto tempo, Scott lo dovetti cercare io. Forse il problema non erano quei due poveri ragazzi, se mi avevano lasciato entrambi magari il problema ero io. Il problema probabilmente era che io non riuscivo a capacitarmi che qualcuno potesse amarmi, come se io non avessi il diritto. In effetti non ne avevo nessuno, ero una pessima persona con un carattere insopportabile, come potrebbe qualcuno amarmi? Tornai all'ostello con le lacrime agli occhi senza farmi vedere da Bea, altrimenti mi avrebbe fatto un milione di domande sull'argomento e io non avevo alcuna intenzione di parlare, non dopo tutto quello che mi passava per la testa e che mi faceva soffrire da morire. Mi chiusi in camera da letto e cercavo di fare mente locale su tutto quello che avevo passato con entrambi, eppure non riuscivo a capire chi amavo per davvero. Pensandoci bene, tuttavia, Scott non lo sentivo dal giorno in cui lui e Gwen ci tirarono fuori da quella sorta di prigione. Non si era fatto vivo per nulla, né una telefonata né niente, eppure diceva di amarmi. Con ancora un'enorme confusione in testa, chiusi gli occhi e mi addormentai.

Il mattino dopo mi risvegliai con un forte mal di testa, non era stata una gran bella serata. Un attimo dopo entrò Bea nella mia stanza, aveva un'espressione preoccupata:

-Ehi, tesoro, stai bene?

-Sì, certo, sono solo un po' intontita. Perché quella faccia?

-Ieri sera avevo a malapena sentito la tua porta chiudersi, poi non ti ho vista più. Temevo ti fosse successo qualcosa.

-Sto bene, davvero. Avevo solo bisogno di dormire, ero molto stanca.

-Sei sicura? Mi sembri un po' giù.

-In effetti, se devo dire la verità, ho un forte dubbio nella mia testa.

Bea si sedette sul letto, mi fissò e mi disse:

-Spara, ti ascolto.

-Non so chi amo per davvero...Duncan o Scott?

-So come si risolvono queste cose! Dimmi i difetti di entrambi, poi ci renderemo conto di chi sia meglio per te. Comincia con Duncan.

-Okay...Duncan è un troglodita, è stato un carcerato, poi hai visto come si veste? Quei piercing e quella cresta, ah, quanto sono indecorosi! Non rispetta mai le regole, è rozzo e maleducato e a volte è pure noioso con quelle cavolo di incisioni e di graffiti sui muri! Ed è un testardo!

-Bene...e Scott invece?

-Scott certe volte risulta privo di personalità, non mette mai niente in discussione, cosa che certe volte fa diventare tutto monotono...per non parlare di quanto puzzi mamma mia! E poi...c'è un enorme problema con lui...

-E sarebbe?

-Lui...lui non è Duncan.

-Bingo, sorella! Abbiamo trovato l'uomo che ami! E lui, invece? Sai che cosa prova?

-Ieri mi ha detto che gli mancavo da tanto tempo ormai e che non è mai riuscito a dimenticarmi, ma non so se posso fidarmi di lui...mi aveva tradito con Gwen...

-Perché ti aveva tradito?

-Diceva che non riusciva più a sopportare il mio caratteraccio...io ho paura di questo, se ora è disposto ad accettarlo, e poi? Se poi si scoccia di nuovo di me e mi tradisce di nuovo? Non so come fare.

-Tu non devi pensare al futuro, pensa a vivere il momento. Se lo ami davvero vai da lui, prima che lui cambi idea e possa correre nelle braccia di un'altra.

-Dici che dovrei?

-Certo! Vai da lui, adesso! Non c'è bisogno che adesso tu lavori, risolvi il tuo problema adesso, poi puoi tornare a fare quello che devi nuovamente.

-Va...Va bene. Grazie mille, Bea, davvero.

-Ma figurati! E ora corri, non perdere altro tempo.

Courtney si vestì in fretta e furia, ma cercò di mantenere un look fine e raffinato che lo caratterizzava. Decise di mettersi una blusa verde acqua, una gonna bianca a balze e un paio di scarpe nere semplici con il tacco, si fece una treccia laterale e si truccò con un semplice filo di matita nera. Dopodiché scese, prese il telefono e compose il numero di Duncan. Il ragazzo rispose quasi subito.

-Courtney? Qual buon vento ti porta a chiamare il ragazzaccio?

-Senti, mi dispiace per quello che è successo ieri.

-Non importa, forse sono stato troppo affrettato.

-No, affatto. Sono stata un'immatura, lo sono sempre stata con te. Ho voglia di vederti, ti va di venire al parco fra dieci minuti?

-Che richiesta affrettata! Certo, principessa, ci vediamo lì allora.

-Va bene, a dopo.

Chiusi il telefono e cominciai a camminare per arrivare nel luogo del nostro appuntamento. Non era un posto scelto per puro caso, quello era stato il primo posto in cui io e lui ci siamo baciati all'infuori della trasmissione. Speravo che avesse capito che cosa volessi intendere proponendolo. Nel frattempo, chiamai Scott, grazie al cielo si era deciso di comprarsi un telefono cellulare. Gli dissi che ci avevo pensato e che era meglio che non continuassimo la nostra relazione perché sentivo di non amarlo per davvero e gli chiesi se potevamo comunque rimanere amici e lui accettò e confermò che forse nemmeno lui era pronto per una relazione seria ed era meglio che fossero un pochino più distaccati. Dopo aver chiuso la telefonata, Courtney si sentì sollevata, come se si fosse tolta un peso dallo stomaco. Capì che la sua era la decisione giusta. Quando la ragazza arrivò al parco, trovò già il punk che la aspettava. Duncan alzò lo sguardo quando la vide e rimase senza parole e sgranò gli occhi.

-Che c'è, Duncan? Hai perso la voce?

-Sei...Sei favolosa! Cavoli, se ci vedono in giro, mi prenderanno per l'uomo più fortunato del mondo!

-Ti prego di non esagerare! Non sono questo granché.

-Vuoi scherzare? Oggi sei stupenda, te lo posso assicurare. Dovresti vestirti più spesso in questo modo. Dunque, ti va di camminare un po'?

-Certo.

I due ragazzi cominciarono a incamminarsi silenziosamente, non avevano quasi il coraggio di parlarsi, come se ci fosse qualcosa che lo impedisse. Courtney si fece coraggio e parlò:

-Volevo...volevo sapere...

-Cosa?

-Quello che mi hai detto ieri...era tutto vero? Io ti mancavo?

-Sì, è vero. Mi manchi ogni giorno, non faccio altro che pensarti. Credevo di averti dimenticata tradendoti con Gwen, ma mi sbagliavo. Non facevo altro che chiederle come avresti reagito se ci avessi visto, e lei si infuriava ogni volta dicendo che se davvero me ne fregavo di quello che pensavi, non avrei mai chiesto una cosa del genere. Credevo che fosse esagerata, ma se ci penso adesso, aveva ragione. Ero solo un immaturo. Trattare con te non è facile, ma non difficile, non capivo molte cose.

-Anche tu mi sei mancato ogni giorno, ma non me ne ero mai resa conto. Credevo che stando con Scott, sarei riuscita finalmente a dimenticarmi di te definitivamente, e invece sono qui, accanto a te a passeggiare.

-Dovrei essere l'amante a dispetto del tuo ragazzo?- chiese facendo l'occhiolino.

-No, no affatto. Ho detto a Scott che tra noi non può funzionare, ho altro in testa.

-E che cosa, se posso chiederlo?

-Non lo hai ancora capito? Sto parlando di te, imbranato!

-Di...Di me? Ne sei proprio sicura?

-Si, brutto stupido!- gli disse afferrandolo per la maglia e bloccandolo.- Pensi che io dica le cose giusto per dare aria alla bocca? Io...ti amo...ti amo, Duncan.

Duncan arrossì e gli si illuminò lo sguardo: la sua principessa gli aveva appena detto di amarlo, finalmente! Dopo tutto quel tempo che l'aveva aspettata.

-Ti amo anche io, principessa. Non immagini quanto.

Si avvicinò a lei, le accarezzò la guancia e cominciò a baciarla. Non voleva più perderla, era finalmente di nuovo sua e non avrebbe più rovinato il tutto per uno stupido capriccio. Courtney era al settimo cielo, anche quel punk da strapazzo la amava e non avrebbe potuto renderla più felice dicendole quelle semplice parole e dandole un bacio per confermare. Dopo essersi staccati dolcemente, ripresero a camminare mano nella mano con un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia.

 

EPILOGO

Dieci anni dopo...

Prendo un piatto e trasferisco i pancake dalla padella. È ora di colazione, mio marito Duncan e mia figlia Emily stanno aspettando con l'acquolina in bocca. Poggio i piatti e cominciano a mangiare. Adesso siamo una famiglia felice e non ci sono più i problemi che avevamo da adolescenti. Dopo cinque anni di relazione, Duncan mi portò in vacanza nel mio paese natale, in Spagna e mi fece la proposta di matrimonio. Io, entusiasta, accettai subito e ci sposammo tre mesi dopo. Gwen e Scott ci fecero da testimoni, sono felicemente sposati anche loro: Gwen con Trent e Scott con una certa Dawn che aveva partecipato a una delle serie del Reality, ma non l'avevo mai incontrata prima del matrimonio. L'anno dopo rimasi incinta di Emily, adesso ha quattro anni ed è una bambina molto intelligente, come sua madre. Ha la pelle scura come la mia, ma ha gli occhi azzurri del padre. È la bambina più bella del mondo. Io, come ho sempre sognato, sono diventata avvocatessa e mi piace davvero tanto questo lavoro. Duncan dopo che ci siamo sposati ha frequentato un corso per tatuatori e adesso ha uno studio tutto suo. Prima ero contraria a certe cose, ma è riuscito a convincermi e adesso anche io ho un tatuaggio: lo yin yang sulla spalla, ce l'ha anche Duncan. Questo tatuaggio rappresenta la nostra relazione: siamo opposti, ma abbiamo bisogno di stare insieme per essere felici. La mia vita non potrebbe essere migliore di così: io e Gwen ci sentiamo regolarmente, sono sposata con un uomo che amo, sto bene economicamente e faccio un lavoro che mi piace. Bea aveva ragione: la vita è bella e tutti avremo quello che meritiamo quando meno ce lo aspettiamo.

FINE.

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