Asobi no Ame

di BluRei
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capter 1 ***
Capitolo 2: *** Capter 2 ***
Capitolo 3: *** Capter 3 ***
Capitolo 4: *** Capter 4 ***
Capitolo 5: *** Capter 5 ***



Capitolo 1
*** Capter 1 ***





Eccomi qui, come durante ogni torrida estate, sul muretto che guarda il mare davanti a casa mia per godermi la frescura della notte.

Cosa vi posso dire, pensando e guardando il mare mi sono tornate in mente tre brevi racconti che ho scritto anni addietro. Li ho riletti e siccome non voglio apportare modifiche, non che non ce ne sia bisogno, ma preferisco lasciarli così, ho deciso di condividerli con voi come piccoli racconti estivi…

Il racconto che ho deciso di pubblicare per primo si intitola "Asobi no Ame", l'ho scritto nel 2002 e faceva parte di un esercizio di scrittura che abbiamo fatto nel primo club del racconto che io e alcune amiche avevamo creato.

Vostra……………………BluRei!











Asobi no Ame

-Capter 1-








Caro Saturo ,

in nome della nostra vecchia amicizia ti chiedo un grosso favore, come già ti avevo accennato quest’estate ho bisogno di dare alla mia piccola Ame un po’ di tregua. La mia bambina si prende cura di sua madre dall’età di dodici anni e adesso anche i suoi voti a scuola ne risentono tanto che ha smesso di frequentarla per prendersi una pausa dice, ma io lo so che lo fa per la madre. Così vorrei che tu la ospitassi per qualche tempo a casa tua. Ti prego di ringraziare tua moglie ed i tuoi figli per la cortesia che mi state facendo e per il disturbo che vi può arrecare l’arrivo di un’altra persona in casa vostra.

Continuandoti a ringraziare e ricordandoti l'invito a trascorrere le vacanze estive con la mia faiglia, ti mando i miei più sinceri saluti,

Hideki Akimoto


Avevo sedici anni appena compiuti quando conobbi la famiglia Sawa. Il capo famiglia, Saturo Sawa, era un uomo di mezza età, alto, brizzolato e con un po’ di pancia. Somigliava molto a mio padre. Yumiko, la moglie, non dimostrava affatto i suoi quasi cinquant’anni, era bella e giovanile. Bassa, come quasi tutte le donne giapponesi della vecchia generazione, ma snella ed elegante. Sembrava una geisha in movimento. La famiglia era composta anche da due figli. Uki² e Shun. Entrambe molto carini. Occhi e capelli neri, naturalmente, ma Shun, rispetto al fratello minore aveva un fascino particolare. Portava, con molta disinvoltura, i capelli lunghi fino alle spalle e vestiva sempre in modo molto elegante e raffinato. Insomma, era proprio un bel ragazzo! Era estate e loro sarebbero rimasti a casa nostra per due mesi. Papà ed il signor Sawa erano amici dai tempi dell’università e soci in affari. Li aveva invitati a casa nostra per le vacanze perché, questa è la versione ufficiale, loro vivevano lontano dal mare. Adesso so qual’era il vero motivo, presto sarei andata a vivere a casa loro.

Si, devo ammettere che l’idea di avere degli ospiti, soprattutto cinque persone, si cinque, perché si erano portati dietro anche un amico del figlio maggiore, in un periodo per me tanto fastidioso come l’estate, non mi fece fare i salti dalla gioia, anzi, dopo che me lo disse tenni il broncio a mio padre per tre giorni interi. Non più di tre giorni resistevo a non parlare con il mio adorato papà perché, dopo che la mamma si era ammalata, lui era il mio unico confidente ed amico.

Odiavo questo mio lato del carattere, ma quando arrivarono, li accolsi come ogni ospite giapponese avrebbe fatto, un grosso inchino ed un sorriso a mille denti. Dopotutto loro non aveva colpa, né della decisione di papà, né della mia ritrosia nei confronti della stagione in corso. Caldo e sudore, per me l’estate era solo quello!

Bastò uno sguardo e fui subito colpita dalla serenità e dall’amore che si respirava all’interno del loro nucleo familiare. A me la serenità mancava già da molto tempo.

Iniziò tutto quando avevo dodici anni, al ritorno dalla scuola, mamma e papà mi fecero sedere in cucina e mi comunicarono che presto avrei avuto un fratellino. Subito non fui felice, come avrete capito con accolgo molto bene le novità, ma col tempo, e parlando con la mamma, capii che quel bambino non avrebbe preso il mio posto ma bensì avrebbe reso più felici tutti noi. Quando giunse il momento della sua nascita, tutto era pronto ed io non stavo più nella pelle, non vedevo l’ora di diventare la sorella maggiore i un bel fratellino. Ma purtroppo gli avi non vollero dare a mio padre la gioia di avere un figlio maschio. Dopo due giorni dalla nascita, Yu, questo era il nome che avevo scelto per lui, morì a causa di una malformazione al cuore. Da quel giorno la mamma, piano piano, cominciò a chiudersi sempre più in se stessa fino a quasi non parlare più con nessuno. L’unica che può entrare nel suo mondo, sono io. La sua bambina, la sua dolce Ame. Si siede accanto a me per pettinarmi i lunghi capelli e sorride. Quello è l’unico momento in cui io e mio padre possiamo vedere il suo dolce sorriso di madre.

Non perché cercassi particolarmente la sua compagnia, ma perché a causa della malattia della mamma e della mia ritrosia nei confronti del mare, passavo molto tempo in casa, passavo molto tempo con il figlio minore dei Sawa, Uki. Anche lui non amava particolarmente l’estate.

Oltre ad essere nati lo stesso giorno, ci accomunavano tante altre cose, primo fra tutte il fatto di essere nati nella stagione delle piogge. La mia mamma, dice che mai nome fu più azzeccato del mio, Ame. Mentre mi spazzola i capelli, l’unico suo vero momento di lucidità, mi racconta di quando ero piccola. Dice sempre che quando pioveva, io volevo stare vicino alla finestra e che mi addormentavo con il suono delle gocce che battevano sui vetri. Inoltre, anche Uki ha sedici anni, ama il cibo cinese, il nostro colore preferito è il blu e siamo due amanti della natura. Come ho già detto abbiamo molte cose in comune, ma io, io non avevo occhi che per Shun, il fratello maggiore. Solare, sempre sorridente ed elegante, insomma, non avevamo niente in comune, ma non riuscivo a pensare ad altri che a lui.

A lui piaceva passare molto tempo sulla spiaggia con il suo migliore amico, Taiyoo. Le ragazze li seguivano come le falene seguono la luce e loro si pavoneggiavano, consapevoli della loro bellezza e dell’effetto che questa ha sulle ragazzine. Io, invece, non facevo altro che piangere perché lui neanche mi notava. Le mie lacrime si versavano come gocce di pioggia sulle foglie. Lui era troppo lontano da me e dal mio mondo. Io, scura in un mondo oscuro ed imperfetto. Loro, belli, simpatici e con un futuro brillante davanti.

Mio padre aveva deciso! Così, qualche mese dopo, mi ritrovai a casa dei Sawa, triste e spaesata. Li conoscevo poco e il ricordo della loro pace e serenità mi rendeva difficile credere che sarei stata capace di ambientarmi tra tanta composta felicità.

Ero convinta di dover convivere con una sana invidia a causa della splendida vita che quella famiglia viveva, ma quando arrivai da loro quello che trovai non fu un ambiente idilliaco, la vita mi riservava ancora delle amare sorprese. L’ombra della morte si era insinuata in quelle vite.


___________________________________________BluRei


Spero che l’inizio di questa storia vi sia piaciuta. Lo so è un po’ triste ma ……….ditemi se vale la pena di leggere il seguito. Non ho molto tempo e non vorrei sprecarlo per qualcosa che non vi piace.


1: “Asobi no Ame” vuol dire “Il gioco di Ame” oppure “Il gioco della pioggia”. Più avanti capirete il gioco di parole.
2: Uki, stagione delle piogge.

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Capitolo 2
*** Capter 2 ***


Asobi no Ame

-Capter 2-



Arrivai a casa dei Sawa nel primo pomeriggio. E subito iniziò la danza degli inchini. Gli diedi il regalo che i miei genitori si erano raccomandati tanto di non rovinare durante il viaggio e poi risposi a tutte le loro curiosità. Perché non volevo andare più a scuola, come mi sentivo a prendermi cura di mia madre da sola, ecc…Tutte domande alle quali non avevo alcuna voglia di rispondere. Avevo deciso di vivere quella costrizione come una vacanza, ma i signori Sawa non avevano la stessa intenzione. Volevano psicanalizzarmi!

Se non fosse stato per Uki avrei girato le spalle e sarei scappata nel bosco, ma per fortuna non ce ne fu bisogno, il figlio minore di quella famiglia perfetta mi si avvicinò e, con un gran sorriso, per cambiare discorso, cominciò a parlarmi. Si, mi parlava senza tenere conto di quello che i suoi genitori volevano scoprire. “Tuo padre ha ragione! L’autunno ti rende più carina.” Adesso ditemi voi: dovevo restare seria e continuare a rispondere a quelle domande insidiose dei Sawa, oppure sorridere e prendere la palla al balzo per cambiare discorso? Beh, io optai per cambiare discorso e comincia a parlare con lui. “Mi ricordo di te. Sei stato gentile a passare così tanto tempo con me al mare.” I suoi genitori capirono, perché smisero di fare domande e ci invitarono a fare una passeggiata nel bosco.

Osservai tutto con l’appetito di chi non mangiava ormai da giorni. Abitavamo vicino al mare da due anni perché l’aria salmastra sembrava fare bene alla mamma, ma io soffrivo. Il mare in tempesta è bello da vedere, ma non c’è paragone con il verde dei boschi e l’odore della pioggia che bagna la terra e la vegetazione. In quel posto aveva piovuto da poco, lo sentivo dall’odore e chiedendolo ad Uki ebbi la conferma. Mi guardava come se fossi un’aliena, perché io correvo in ogni dove, saltavo ed odoravo ogni albero e ciuffo d’erba. Guardavo tutto rapita, come in un sogno. Il verde era così verde ed il cielo era così, così cielo. Azzurro come l’acqua, azzurro come i miei occhi!

Blateravo ormai da ore quando mi resi conto che c’era qualcosa che non andava. Avevo fatto il mio dovere, presentazione, inchini ed avevo dato anche il regalo, ma qualcosa mi sfuggiva. Cosa? Lui sicuramente, guardandomi, capì. Capì che avevo qualche incertezza e mi parlò.

Immagino che ti stia chiedendo dove sia mio fratello?” Si, me lo stavo chiedendo e questo faceva di me una persona orribile! Lui era così gentile con me. Ed io invece non vedevo l’ora di poterlo rivedere. Del resto avevo accettato di fare quel viaggio proprio con l’obiettivo di rivederlo. Di rivedere Shun, il suo sorriso ed i suoi modi gentili. Gentili e indifferenti. Indifferenti a me ed a tutte le ragazzine della mia età. I ragazzi cercano sempre quelle più grandi, è una realtà ben conosciuta!

Non avrei dovuto essere così curiosa. Sarebbe stato meglio non sapere la realtà! Man mano che sentivo le parole uscire dalla bocca di Uki cercavo di estraniarmi sempre più. Perché non pioveva? Perché l’acqua non poteva cadere dal cielo per cancellare tutta quella tristezza! La storia che mi
raccontò era triste e incomprensibile. Perché tanta ingiustizia? Dopo essere tornati da casa mia, Shun e Tayoo, il suo migliore amico, continuarono le loro vacanze frequentando discoteche e locali notturni. Come tutti i ragazzi della loro età erano a caccia di emozioni forti e di ragazze. Ma una di quelle sere fu fatale. Incontrarono due ragazze e passarono la sera in discoteca con loro. Verso le quattro del mattino, le ragazze decisero di tornare a casa. Tayoo voleva restare a ballare ma Seya decise che sarebbe stato più opportuno accompagnare le ragazze a casa. Pioveva, forse avevano bevuto troppo, fatto sta che la macchina finì fuori strada e Tayoo e le due ragazze morirono sul colpo. Shun, lui, per sua sfortuna, furono queste le parole che usò suo fratello, rimase vivo. Si rupe gambe e un braccio ma gli fu risparmiata la vita. ormai dovreste conoscermi e sapere che non avrei non potuto fare quella domanda. “Perché, per sua sfortuna?”. Chiesi con grande naturalezza.

Ossessione fu la parola che descrisse perfettamente la condizione di Shun. Non usciva più dalla sua stanza. Non era rimasto più nulla di quel ragazzo solare e spensierato che avevo conosciuto. Non si faceva più la barba e si lavava poco, inoltre non mangiava e non parlava più con nessuno. Se lui avesse dato retta all’amico e fossero rimasti a ballare, non sarebbe successo nulla. Era questo pensiero che lo torturava giorno e notte. “Ogni tanto io lo vedo, affacciato alla finestra, ci spia con le lacrime agli occhi”. Quelle parole mi toccarono l’anima. Perché un ragazzo così giovane era costretto a spiare la vita attraverso un vetro? Perché doveva spiare la gioia attraverso un vetro? Dovevo tornare a casa! Volevo rivedere il suo sorriso! Dovevo aiutarlo. Avrebbe sbirciato anche me da quella finestra? Dovevo saperlo!

Appena tornammo a casa ebbi la possibilità di restare sola in casa. La famiglia andò a fare compere. Mi invitarono ad andare con loro, ma io ormai avevo ben altro di cui occuparmi. Dovevo salvare Shun. L’altro lato di me, il mio opposto. Lui il sole ed io la pioggia! “Ame, tesoro, è giusto che noi ti avvertiamo, perché potresti metterti paura” mi dissero prima di uscire, “…vedi, quando piove, Shun comincia a fare come un pazzo. Urla e lancia degli oggetti. Oh, non esce dalla sua camera, quindi non può farti niente, ma è giusto che tu lo sappia”. Ringraziai con un inchino, per me quella notizia non era un problema, io sono abituata alle persone che cambiano il loro umore repentinamente. La mamma lo fa spesso. Lei però, quando piove è felice. Perché si ricorda di me!

Mentre li salutavo, in cortile, guardai verso l’alto per vedere il cielo. Quello era il periodo delle piogge, ed io aspettavo l’acqua come un pesce rosso nella sua vaschetta. Guardai il cielo, ma vidi lui. Shun osservava la sua famiglia con occhi infinitamente tristi. Anche la mamma, a volte, sta immobile, senza parlare e con gli occhi lucidi. Ma basta che io abbia bisogno del suo aiuto per farla risvegliare dal torpore che la pervade. Forse, se anche Shun si fosse sentito indispensabile per qualcuno sarebbe tornato a vivere. Presi il coraggio a due mani, come si suol dire, e bussai alla sua porta. Uki aveva ragione. Se lo avessi incontrato per strada, non avrei riconosciuto in quella larva umana il mio bellissimo Shun. Il ragazzo dagli occhi gentili ed il viso sorridente. Sempre elegante e profumato. Mi feci forza e lo invitai a passeggiare con me, la scusa fu, che avevo paura di perdermi nel bosco. Forse, anzi, sicuramente lui vide lo stupore e l’amarezza dipinti nei miei occhi e sentì la pietà nelle mie parole così mi rispose a tono. Con la voce più fredda e crudele che avessi mai sentito mi intimò di uscire dalla sua stanza. Cominciai a tremare ma obbedii al suo comando. Mi voltai di scatto ed uscii dalla sua stanza. Corsi in giardino, non avevo paura, volevo solo che piovesse. Un po’ di pioggia per pulire ogni cosa. Un pò di pioggia per pulire il mio cuore.

Plin, plin, plin, plin, plin

E piovve! Piovve a dirotto. Cominciai a piangere perché nessuno avrebbe potuto vedere le mie lacrime, la mia adorata compagna le avrebbe nascoste. E poi, poi cominciai a giocare. Gioco spesso sotto la pioggia. Danzo e parlo con lei. Mia madre me lo ha insegnato. “Parla con lei, Ame. Gioca con la pioggia. Lei non ti spintona, non vuole i tuoi giocattoli più belli, lei non ti tradisce, lei non disillude le tue aspettative, perché è solo pioggia!”. Si, aveva nascosto le mie lacrime la mia amica pioggia, ma a chi le aveva nascoste? Forse a me, ma non a lui. Non a Shun.

Shun, che dalla sua finestra osserva il mondo e vive la vita! Improvvisamente sentii aprire il portone, ormai ero fradicia, come al solito il mio ombrello giaceva inutilizzato per terra, ed il gelo si stava impossessando del mio corpo. Mi voltai lentamente e lui era li. “Ame, torna a casa. Oramai è buio e la temperatura si sta abbassando. Se non ti asciughi prenderai un malanno. E poi, tra poco torneranno i miei genitori e se ti vedono in quelle condizioni penseranno che sei un po’ pazza. Come me.”

Ho ancora il suo sorriso stampato davanti agli occhi. Mi guardava dalla sua finestra, e quando si era reso conto che avevo bisogno di lui era venuto ad aiutarmi. Quando finii di fare la doccia, scesi in cucina, avevo voglia di qualcosa di caldo e, e lui era li. Era in cucina e mi aveva preparato una tazza di cioccolato caldo.

Una volta che avevo fatto il primo passo, non potevo certo tirarmi indietro, così feci un altro passo. Osai! “Anche secondo te sono strana? Si, perché gioco con la pioggia!”, sapete cosa mi rispose? Anch’io fui sorpresa, “Con un nome come il tuo non puoi fare altrimenti! E non fare caso a chi pensa, o dice che sei strana. Al mondo siamo tutti diversi, ed è proprio questo il bello del fare nuove amicizie. Poter incontrare sempre persone che hanno qualcosa da insegnarci.” Avevo voglia di piangere, ma non lo feci. Non volevo che lui pensasse di aver sbagliato nel dirmi quelle cose. Anche perché non lo aveva fatto! Mi limitai a sorridere e a ringraziarlo perché le sue parole mi avevano rincuorato. “Tutti gli uomini sanno dare consigli e conforto al dolore che non provano¹”.

Non disse altro, ma per me fu chiarissimo. Nessuno può confortare un dolore che non ha provato come nessuno può confortare se stesso. C’è sempre bisogno di un amico accanto che ci tolga dal cuore la tristezza e che ci aiuti a vivere malgrado la vita! Fino all’ora di cena restai in camera mia. Pensando a lui ed alle sue parole mi addormentai. Fu verso le nove che qualcuno bussò alla mia porta. Era Uki, mi urlò di alzarmi e di scendere in cucina. Shun aveva preparato la cena ed era seduto a tavola con tutta la famiglia. Scesi di corsa. Non so cosa lo avesse spinto, ma era li, e questo mi bastava. I suoi genitori non dicevano nulla, ma la signora Yumiko aveva gli occhi pieni di lacrime ed io li osservavo. Forse avrei potuto rivedere il sorriso su quegli occhi di ebano.


______________________________BluRei estate…

nota:
1: questa frase è di William Shakespeare
Grazie per le tante letture, non me le aspettavo. Ed ora un ringraziamento particolare a chi a recensito:

Celestellina: no, non scherzavo affatto. E' un vecchissimo lavoro ed avevo paura che non sarebbe piaciuto...sai gli amici ti fanno i complimenti ma tu come fai a sapere se piacerai ad altri? Mi fa molto piacere averti trovato presente anche in questa storia...non eri ancora arrivata e già mi spronavi a continuare...grazie! Ho cambiato solo stile di questa storia...c'erano dei dialoghi che ho trasformato sotto forma di narrazione per fare qualcosa di diverso...al tuo occhi di lince non sfugge niente. Grazissimo per averla messa tra i preferiti...

Sheila: Spero di aver sedato la tua curiosità...la storia continua ad essere triste...se ti va seguila ma non ti deprimere...mi raccomando...Per quanto riguarda il seguito di Idol devi aspettare dopo l'estate...io ho bisogno di climi temperati per creare...devi dire grazie che ho scritto tanto fino a pochi mesi fa, altrimenti adesso non leggeresti neanche "Cuori di cristallo"...abbi pazienza...sei sempre la solita! (Io ho aspettato invano la tua recensione al capitolo otto? Adesso aspetta tu!) ihihihihihih!

Lametta: Paragonarmi a Banana Yoshimoto è troppo...però è vero l'atmosfera un pò ricorda le sue opere...anche se io mi sono ispirata all'atmosfera dell'OAV di Oniisama e...di Riyoko Ikeda...Grazie per i complimenti e per aver recensito così velocemente io proprio non ci credevo. Quando ho visto il nome di una nuova lettrice mi è preso un colpo. Se il seguito ti piace continua a leggere e fammi sapere...fammi sapere anche se c'è qualcosa che non va....

Lar185: Grazie per i complimenti, sono contenta che anche tu abbia usato un pò del tuo tempo per leggere e recensire una mia storia...lo ritengo importante e prezioso...fammi sapere...

Kaoru: lo sapevo che non ce l'avresti fatta ad aspettare...sei sempre la solita...però vedo che stavolta ti è sfuggito qualcosa...aiaiaiai stai invecchiando...grazie per aver fatto una recensione doppia e per aver incitato gli altri a recensire...Vuoi forse formare un fanclub? So che tu conosci già questa storia quindi ti ringrazio per averla comunque letta ed accolta con tanto entusiasmo...A quando una tua originale?

BabyzQueeny: Adori il mio modo di scrivere? Tu mivuoi uccidere...questo è un complimento che lascia senza fiato. Io, da parte mia, me lo prendo tutto e continuo a scrivere cercando di non deludervi...grazie...

E un grazie a sasamy che in silenzio, perché? Perché? mi segue sempre.

p.s.
Ho un indizio per tutte voi: nei paragrafi trovate nascosto il titolo di ogni capitolo…nelle vostre recensioni provate a rispondere………………
Come si intitolano il 1° ed il 2° capitolo?

p.s. 2°
Siccome ho un dubbio vorrei chiedere a voi che leggete se vi appare il titolo dell'opera in grande con una decorazione di foglie in toni blu, accanto. Qualcuno mi ha detto che nel suo computer non compare e siccome l'ultimo capitolo conterrà una illustrazione devo sapere se ne vale la pena. Cioè se voi la vedrete...Grazie!!!

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Capitolo 3
*** Capter 3 ***


Asobi no Ame

-Capter 3-


Alla sua famiglia non seppi cosa dire. Tutti erano convinti che fossi io il motivo del cambiamento di Shun, ma come potevo credere ad una cosa del genere? Com’era possibile che un essere tanto insignificante quanto me, lo avesse potuto riportare alla vita. Raccontai dell’accaduto, del no secco che aveva risposto alla mia richiesta di uscire, ma non cambiarono la loro posizione. Del resto, c
ome posso biasimarli, se io trovassi una cura per la malinconia di mia madre non me la lascerei scappare!

Shun, però, disilluse tutte
le nostre aspettative. Con lui si facevano un passo avanti e due passi indietro. Come vi ho già detto, era cominciata la stagione delle piogge e quindi, quasi ogni giornata era uggiosa e questo si rifletteva sul suo umore. Pranzava e cenava con la famiglia, e questo era il passo avanti, ma non parlava con nessuno. A dispetto di quello che pensavano gli altri, non lo faceva neanche con me!

Oziai per più di tre settimane, passavo le mie giornate correndo sotto la pioggia e facendo lunghe passeggiate con Uki, ma presto lui dovette ricominciare la scuola. Ed io? Cosa avrei dovuto fare io? Inutile dire che i signori Sawa non potevano permettere che un talento come il mio fosse sprecato, così la signora Yumiko cominciò a darmi lezioni di grammatica, storia, geografia ed inglese, sul tavolo della sua cucina. La mattina studiavo, verso le undici mi mandava in camera mia con degli esercizi da svolgere, così lei poteva cucinare, e nel pomeriggio…e no…di pomeriggio ero libera di vagare per i boschi! Mai avrei accettato di restare rinchiusa in casa durante la stagione delle piogge!

Badavo sempre a guardare verso la finestra della stanza da letto di Shun, ma lui si nascondeva dietro le tende scure. Però, in fondo al cuore, sapevo che era lì e che mi stava guardando. Mi guardava, e cercava di vivere la mia vita stramba attraverso i vetri opachi e gelidi di quelle finestre, senza sbarre ma ugualmente capaci di imprigionare. Era una mattina di novembre quando restai in casa da sola perché la signora Yumiko doveva uscire per fare la spesa. Mi aveva lasciato degli esercizi di geometria, si perché con il passare dei mesi le lezioni si erano evolute verso materie più difficili, io ci capivo poco, così, forte della mia caparbietà, mista ad incoscienza, andai nella sua stanza per chiedergli aiuto. Non ci crederete, ma, mi fece sedere alla sua scrivania e mi spiegò gli esercizi. Presi quel gesto come un piccolo passo avanti ed osai ancora di più. Scordandomi completamente che presto sarebbero arrivati i passi indietro! Tutti i pomeriggi andavo nella sua stanza con la scusa di farmi spiegare qualcosa. Anche la più semplice!

Ignoravo il motivo, ma piano piano, quelle visite divennero sempre più confidenziali. No, no, lui non mi parlava delle sue cose intime. Ero io ad aprirmi a lui. Completamente. Come un girasole si apre al sole, così io, esponevo le mie ferite al suo sguardo cinico ed indifferente.

Nel frattempo, non mi accorgevo che, accanto a me, c’era qualcun altro che mi osservava. Che guardava, con occhi sinceri ed innamorati i miei giochi sotto la pioggia, ma io ero troppo cieca ed assorta nella mia battaglia personale contro l’indifferenza, per rendermene conto. Combattevo contro la freddezza che mi veniva rivolta ma, a mia volta la propinavo ad un’altra persona. Si può essere più ciechi? Si!

Ovunque io andassi lui mi era vicino. Ormai non riuscivo quasi più a passeggiare da sola nel bosco. Non che questo fosse un grande problema, perché lui, un po’ come tutti quelli nati nella stagione delle piogge, era taciturno. Se io non gli rivolgevo una domanda, oppure non davo segno di voler intavolare una discussione, lui mi camminava accanto in silenzio, contemplando i colori autunnali della natura ed i suoi profumi persistenti.

Avevo capito che dietro quei silenzi c’era qualcosa di più. Sono un po’ lenta, si, ma non stupida! Nessun ragazzo, per quanto taciturno ed amante della natura, passa le sue giornate accanto ad una ragazza, stramba per giunta, senza provare qualcosa per lei. Ma io lo ignoravo, se fossi stata tanto brava a far finta di niente, forse anche lui si sarebbe convinto dell’inesistenza di quel sentimento!

Ma la pensavo così solo perché quelle emozioni non erano le mie! Se fosse stato Shun a provare per me quell’indifferenza che io riservavo ad Uki, cosa avrei fatto? Forse non avrei potuto più arrestare le mie lacrime.

Esitai quando mi fece quella domanda: “Stasera dei miei amici hanno organizzato una festa, vuoi venire con me?”. Non c’era nulla di male! Andare ad una festa con lui non voleva certo dire che stavo incoraggiando i suoi sentimenti per me! Ma poi, anche i suoi genitori mi comunicarono che quella sera sarebbero usciti. Sarei rimasta da sola in casa con Shun. La decisione fu facile da prendere.

Solo che a pensarla così non ero l’unica, Uki, mentre tornavamo dalla solita passeggiata, mi si avvicino, e , con sguardo pietoso: “Resti per stare da sola con Shun, vero?”. Il sangue mi si gelò nelle vene. Ero davvero così trasparente? Questo vuol dire che anche Shun se n’era accorto?

"Ho capito già da qualche tempo che lui ti piace. Da come lo guardi e da come ne parli. E’ normale, lui è bello, elegante e carismatico, però, voglio che tu sappia che io vedo in te, una persona bella, elegante e carismatica. Mi piaci Ame!” Mormorò quelle parole tutte d’un fiato e poi corse verso casa.

Un fratello. Era questo che vedevo in Uki! Piansi per lui, perché sapevo cosa volesse dire amare senza essere ricambiati, amare senza essere visti. La pioggia cominciò a cadere ed io iniziai la mia danza. Avevo l’ombrello, ma ormai dovreste sapere quale fu la sua fine. Lo gettai per terra e cominciai a danzare. Giravo…giravo e…giravo. Fino a far inzuppare, dalla mia gelida amica, persino le mie ossa.

Non ricordo cosa successe. La mia solita crisi mistica. Quando riaprii gli occhi ero riversa per terra, un piede mi si era incastrato in una radice, la caviglia mi faceva male e sentivo freddo. Sono queste le sensazioni che ricordo!

Era quasi buio quando vidi una figura corrermi incontro. Non aveva ancora smesso di piovere. Ma lui, preoccupato, venne a cercarmi nel bosco. Quando il fratello giunse a casa senza di me, non gli diede peso, ma quando cominciò a piovere, e vide, che dopo ore, io ancora non tornavo, corse fuori a cercarmi. Un altro miracolo direte voi. Si, un miracolo. E non fu l’ultimo!

Un sogno! Non poteva essere che un sogno. Mi prese in braccio e mi riportò a casa. Fu molto gentile, mi aiutò a salire in camera, a cambiarmi e mi curò la caviglia con del ghiaccio e della pomata. Mi portò anche il the, ma non fu questo a stupirmi. “Sei molto alta per la tua!”. Sapete cosa vuol dire? Vuol dire che lui mi osservava. Non guardava solo quello che facevo, ma com’ero. Mi venne un dubbio. Forse aveva fatto quell’osservazione perché gli ero sembrata pesante. Non potei fare a meno di domandarglielo! “Se consideri l’altezza, il tuo peso è giusto! Sono i tuoi capelli che pesano tanto!”. Sorrise. I suoi occhi d’onice si illuminarono e tutto il suo viso avvampò d’emozione. “Lo so che sono troppo lunghi, ma sono l’unica cosa che lega ancora mia madre alla realtà. Lei spesso si perde. Non si ricorda dov’è, chi è, e neanche chi siano le persone che le stanno intorno. Così, io mi avvicino, le porgo la spazzola e lei, sorridendo, comincia ad intonare una ninna nanna che mi cantava quand’ero piccola.” Rimasi immobile ad osservarlo perché mi piaceva vedere quegli occhi pietosi. Gli unici occhi pietosi che adoravo! Ma lui prese il mio silenzio per un’arrabbiatura e ricomincio a parlarmi. “Mi piacciono i tuoi capelli! Soprattutto quando sono bagnati! Sono come il cielo di notte. Mi piace anche come vesti.” Non ci potevo credere e glielo dissi. “Mi prendi in giro? Io in confronto a te sembro una stracciona. Non bado mai molto a quello che indosso. Mio padre dice sempre che vivo fuori dal tempo” No, non si stava prendendo gioco di me, era sincero. Il suo sguardo me lo confermò, e le sue parole lo sottoscrissero. “ I tuoi vestiti dicono che sei una ragazza ricca di vita, di fantasia, che sei dolce e gentile. È vero, sei fuori dal tempo. Come hai detto tu, io ero sempre elegante, ma i miei vestiti ed il mio modo di vivere non facevano altro che gridare il vuoto che avevo dentro.” Restammo in silenzio a contemplare quelle parole che ancora vibravano nell’aria. Era dunque questo che pensava di se stesso?

Kyoto mi era sempre piaciuta, ma quando i signori Sawa decisero di andarci in vacanza per il fine settimana, divenne la mia città preferita in assoluto. Decisero di partire, perché Shun ormai sembrava stare meglio, conversava con tutti tranquillamente, ed anche le sue crisi dovute alla pioggia erano svanite. Solo non voleva uscire. Non aveva nulla da raccontare al mondo, ed il mondo non aveva bisogno di lui. A tutti noi, bastava questo!

I fatti che accaddero durante l’assenza dei signori Sawa, subito mi sembrarono senza via d’uscita. Un eterno dolore. Piansi infinite lacrime, ma adesso, a mente fredda, mi rendo conto che furono solo degli stupidi eventi che portarono tutti noi a ciò che siamo oggi!

______________________________BluRei estate…

Scrivo questa nota per rispondere un po’ a tutte le vostre affermazioni. Come ho già detto nel primo capitolo, questo lavoro è stato fatto molti anni fa ed era un compito del mio club di scrittura. Le regole per scriverlo erano tante: dovevo riempire solo venti pagine di quaderno (quindi non c’era modo di sviluppare per filo e per segno le vite dei personaggi oppure di allargare la trama); dovevano esserci cinque personaggi secondari e due protagonisti, una poesia scritta di proprio pugno ecc…ecc…ecc… Per scriverlo sono stata ispirata da uno dei miei OAV preferiti, Oniisama e…, dove la pioggia e la tristezza la fanno da padrone. Capisco che i personaggi vi sembrino già visti o conosciuti perché un po’ tutti i ragazzi dei manga sono carismatici, carini e dannati come Shun, e tutte le ragazzine sono ingenue, simpatiche e carine come Ame. La difficoltà del creare questa storia non stava nella trama. Cioè nel creare una storia nuova e sbalorditiva, ma nel riuscire a scrivere qualcosa di buono ed interessante, seguendo tutte le regole che ci eravamo poste. Prima fra tutte la lunghezza! (O cortezza che dir si volgia!) Vi assicuro che è difficile scrivere qualcosa di interessante in venti pagine, perché non sono poche, ma non sono neanche tante. Come ho già detto, non volevo stupire nessuno, ma solo condividerla con voi. Per questo avevo il dubbio sul continuarla o meno, ma visto che vi è piaciuta adesso non ho dubbi. La finirò. Tanto mancano solo due capitoli.

E adesso, cominciamo con i ringraziamenti:


BabyzQueeny: Come hai potuto leggere in questo capitolo, si, le cose a casa Sawa cambiano in fretta e continueranno così fino alla fine. Grazie per aver cominciato a leggere anche questa mia storia e per l'apprezzamento che dimostri di continuo.

Celestellina: Sono contenta che le mie idee ti siano piaciute e che hai partecipato al concorso: Indovina anche tu i titoli nascosti di Asobi no Ame. (scherzo, non c'è alcun concorso. primo perchè non saprei cosa mettere in paòio e secondo perchè non saprei come farvi arrivare il premio. Però potreste sempre farmi una richiesta per scrivere una storia. Qualcosa che ti piacerebbe leggere) Ma bando alle ciance...tu mi vuoi morta! Ti sembrano frasi da citare quelle? Quando l'ho letta non credevo ai miei occhi. Ti ringrazio infinitamente per il complimento, ma come ti ho detto, tu sei l'artefice di buona parte della mia ispirazione. ho una domanda da farti...mi fido e ci tengo al tuo giudizio...mi è stato detto che i tempi verbali del mio racconto, anche se non sono sbagliati, sono traballanti e che rendono la storia strana. Tu che ne pensi?

Eylis: Questa è una recensione alla quale rispondo con molto piacere. Primo, non ti odio per l'osservazione che hai fatto sul titolo. Come potrei odiare qualcuno solo perchè corregge un mio errore? Mi sa che forse hai ragione tu, non sono sicura neanche io, ho trovato questa frase su un giornale che parlava di manga e l'ho usata...non posso dirti altro, ma accetto una chiarificazione da chiunque ne sappia di più. Questo però non vuol dire che cambierò il titolo. L'opera è già scritta e finita da anni...non si finisce mai d'imparare, giusto? Credo che questo sito mi piaccia proprio per questo...scrivendo in continuazione e leggendo i vostri pensieri e consigli, posso crescere come scrittrice. Ed è solo questo che mi importa. Quindi, tra noi è tutto come prima, anzi ti apprezzo molto! Ci tengo anche a sapere se in seguito la mia idea continuerà bene senza sembrare forzata...(intendo il titolo nascosto). Per quanto riguarda i tempi verbali, sono dovuti al fatto che Ame parla con noi, oggi, e ci racconta di quello che le è successo in passato. Devo confessarti che a me piace scrivere in questo modo, e che è la prima volta che qualcuno mi fa un appunto del genere. Se vuoi e puoi, leggi le altre mie storie e fammi sapere, perchè sei un critico molto attento!

Kikkina90: *o* *o* *o*!!!! Ho le stelline negli occhi, non ti sembrano troppi tutti questi complimenti? Sappi però che li apprezzo molto. Soprattutto sono contenta che ti sia piaciuta la mia interpretazione della frase di W. Shekaspeare. E' vero, Ame mi somiglia molto, anche se io non prendo le cose così a cuore come lei! sono molto più celebrale...a volte è un difetto, ma scrivere mi aiuta, come dici anche tu, ad imparare a provare alcuni sentimenti. le descrizioni che ti piacciono sono le uniche cose che ho aggiunto, come ho scritto più sopra, avevo poche pagine a disposizione e dovevo essere stringata, ma adesso mi sono data alla pazza gioia! Vale anche per te la domanda che ho fatto a Celestellina. Quella sui tempi verbali. Anche tu se vuoi puoi esprimerti su quello che vorresti leggere, visto che hai vinto il concorso! ihihihihihih!!!!!!!

Lametta: Grazie per i tanti complimenti e per aver continuato a leggere e recensire. per quanto riguarda Shun credo di aver risposto all'inizio, ma mi piacerebbe sapere qual'è il personaggio di cui parli tu. Forse lo conosco anch'io e mi sono lasciata ispirare...Fammi sapere cosa pensi di questo capitolo...

Sheila84: Niente! Tu non hai vinto niente! Non sei neanche libera di scegliere una storia che vorresti leggere! Primo perchè so che diresti: "il seguito di Idol", e secondo perchè tu ed io abbiamo un contenzioso ancora aperto...quindi non vinci niente! Grazie comunque per i complimenti e fammi sapere quando ti sei appassionata così interrompo anche questa storia! Ihihihihihihihih!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Kaoru: Ho vinto qualche cosa? Niente, niente. Stupidottera quello che ti è sfuggito sono i titoli nascosti! Stai propiro invecchiando! Grazie per i complimenti!

Lar185: Vi avevo chiesto se ne valeva la pena e voi avete risposto calorosamente, come potevo non continuarla. Spero che questo capitolo ti piaccia. Grazie anche a te per i complimeti!


Ringrazio anche tutti quelli che leggono senza recensire, perchè? perchè? E a tutti quelli che hanno messo “Asobi no Ame” tra i preferiti:
- Celestellina
- Sheila84

- Sasamy (Vedo con piacere che mi segui sempre. Fammi sapere anche il perchè!),
- _BiMbA_
- Kaoru.


Cucciola Laprinc, dove sei? Fammi saper se questa storia ti piace.

Scusatemi se ve lo chiedo ancora, ma si vede il titolo “Asobi no ame” con intorno delle foglie nelle tonalità dei blu? E’ necessario che lo sappia perché devo aggiungere un disegno alla fine. Grazie!

ciaociao

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Capitolo 4
*** Capter 4 ***


Asobi no Ame

-Capter 4-



Appena i signori Sawa furono abbastanza lontani, Uki cominciò subito a parlare di feste e divertimento, ma io avevo già dei piani ben precisi: trascorrere tutto il mio tempo libero accanto a Shun! No, non ho sbagliato, non volevo dire, con Shun, perché io non stavo con lui, gli stavo solo accanto. A volte neanche parlavamo. Stavamo seduti in silenzio e fissavamo il mondo dalla sua finestra.

Shun fu irremovibile. In casa non si sarebbero tenute feste! Lui non era in vena di festeggiare e poi, i suoi genitori non avrebbero gradito. Non immaginavo che potesse essere così rispettoso. In fondo sarebbe stata una piccola festa tra adolescenti, ma non ci fu modo di convincerlo. Ed io ne fui contenta! Una scusa in meno da inventare per rifiutare l’invito di Uki.

Ogni giorno cercavo di convincere, Shun ad uscire con me, ed Uki a farmi uscire da sola. Le mie passeggiate nel bosco continuarono, era l’unico momento in cui riuscivo a stare sola con me stessa e a pensare al mio “non rapporto” con Shun. Mi ero convinta di essere speciale per lui e cercavo un modo, uno qualsiasi, per farmi aprire il suo cuore.

Benché io avessi questa convinzione, lui non si era mai espresso al riguardo. Uki mi aveva confessato apertamente i suoi sentimenti: “Mi piaci.”. Ma Shun, lui cosa mi aveva detto? Che gli piacevano i miei capelli e che sono una ragazza ricca di fantasia! Nient’altro! Lui mi considerava una ragazzina. Unica si, strana anche, ma una ragazzina.

I giorni si susseguivano tutti uguali ed io avevo quasi perso la speranza. Come potevo competere con un ricordo tanto persistente ed un senso di colpa che si attacca nelle viscere e non ti da modo di vivere.

“Non puoi continuare a vivere chiusa in quella stanza. Tu ami passeggiare e vivere all’aria aperta. Lui è un egoista! Dovrebbe pensare anche al tuo bene. Come puoi essere innamorata di un uomo che ti ignora?”

Ogni sua parola arrivò alle mie orecchie come una sferzata d’acqua gelida. Come pioggia d’inverno. Sapevo che aveva ragione, io non avevo nessuna speranza di essere amata da lui, ma come potevo rinunciare? Il certo per l’incerto! Uki, al posto di Shun! Facile da dire ma difficile da accettare! Difficile da far ammettere al mio cuore caparbio e cieco.

Aveva accettato di parlare con me, ed era uscito dalla sua stanza dopo. Per venirmi a cercare era anche uscito di casa. Mi aveva portata in salvo in braccio e poi mi aveva fatto dei complimenti. I primi che ricevevo da un ragazzo. Cioè, i primi che ricevevo da un ragazzo che mi piaceva veramente! Come potevo rinunciare al suo sorriso ed ai suoi modi gentili? A quell’aria assente e lontana che mi era rimasta dentro e che aveva colmato la mia anima?

Mi ero convinta che mancasse poco. Ancora qualche passo e sarei riuscita a toccare il suo cuore ferito. Ancora qualche passo, e avrebbe teso le sue mani verso me! Ma poi accadde quell’imprevisto. Un altro, l’ennesimo della mia giovane vita. Shun sentì una delle tante conversazioni tra me e suo fratello.

Era destino che andasse così!

Io ed Uki parlavamo sempre di tante cose: della scuola, delle prossime vacanze, dei suoi amici, delle feste alle quali andava la sera, del bosco e dei miei giochi con la pioggia. Allora perché lui aveva dovuto sentire proprio quella conversazione? “Immagino che non vorrai venire con me neanche questa volta, ma, visto che domani tornano i miei genitori, potresti fare un eccezione?”

“Oggi è l’ultima volta che posso stare da sola con Shun, e proprio non me la sento di lasciarmi scappare questa occasione. Sento che sono vicina ad arrivare al suo cuore”

“Non mi aspettavo una risposta diversa. Volevo solo che tu sapessi che ci tengo ancora a te. Ad averti accanto. Ma se tu pensi che non riuscirai mai a guardarmi come guardi lui”. “No, mai!”

Osservò i miei occhi per un lungo e interminabile istante. Avevo calpestato i suoi sentimenti e non si può essere felici passando sopra alla tristezza di chi ci sta accanto! E questo Shun lo sapeva bene! Il suo migliore amico era morto, come poteva gioire della vita? Ne ebbi la conferma l’indomani mattina.

Non badai ai sentimenti di Uki, e diedi per scontato quelli di Shun, e questo fu l’inizio della fine. Salii in camera di Shun nel primo pomeriggio. Il cielo si era già preparato al peggio. Una tempesta si stava avvicinando minacciosa. Io ero convinta. Volevo uscire sotto la pioggia con lui! Volevo renderlo partecipe della mia passione. Volevo che mi stesse accanto senza abbandonarmi mai più.

“Ti ho già detto che non voglio uscire! L’altra sera avevo un valido motivo, oggi no!”…“Cosa vuol dire che non hai un valido motivo? Tu ed io non siamo un motivo più che buono? La mia e la tua felicità, non sono un valido motivo? Il nostro amore”…“IO NON VOGLIO E NON POSSO ESSERE FELICE!”… “Allora fallo per amore mio”…“Ame, io non ti amo!”

“Io non ti amo!”, quelle parole furono difficili da accettare, ed ancor più lo fu la sua indifferenza davanti alle mie lacrime ed alla mia disperazione.

Andai in camera mia e cominciai a distruggere tutto quello che mi capitava a tiro. Pazza! Sembravo una pazza. Qualcosa dentro di me si era spezzato. In quel momento mi sembrava di riuscire a capire i sentimenti di mia madre. Niente sarebbe mai più tornato come prima. Prima dell’estate. Prima del mio arrivo a casa dei Sawa. Prima di Uki e prima di Shun. Poi, improvvisamente, arrivò lei. La mia amica. La pioggia. Pronta a risollevarmi ed a ridestare la mia ragione. Corsi fuori e…e poi non ricordo più nulla!

Mi piacerebbe raccontarvi che Shun corse fuori dalla sua stanza infischiandosene delle sue stupide regole e della sua testarda solitudine, ma questa volta lui non lo fece. Fu Uki che mi trovò e mi riportò a casa. Dalla mia stanza li sentivo urlare. Sentivo che stavano litigando a causa mia. Cercai di nascondere la testa sotto il cuscino. Ma quelle voci, squillanti ed angeliche, mi raggiungevano, implacabili e crudeli. “Se fossi al tuo posto, io farei qualsiasi cosa per lei. Ma lei vuole te, e tu cosa fai? La respingi. La fai piangere. Mi fai una rabbia! ”. “ Non puoi prendertela con me per questo. Io l’ho rifiutata, se la vuoi, prenditela! ”. “ Shun, ti odio! Hai sempre avuto tutto nella tua vita, ma per te, tutto non è mai abbastanza e continui a commiserarti. Forse Tayoo aveva più diritto di te di vivere! ”

Orribili. Quelle parole erano orribili. Due fratelli non dovrebbero mai arrivare a parlarsi in quel modo. Purtroppo, i genitori di Shun ed Uki arrivarono proprio in quel preciso momento, ed io non posso proprio biasimarli per la decisione che i signori Sawa presero dopo aver sentito pronunciare quelle parole dai loro figli.






________________________BluRei estate

Beh, siamo quasi giunti alla fine di questa storia. Il prossimo sarà l’ultimo capitolo. Voglio cominciare a ringraziare tutti quelli che hanno letto questa storia e che mi hanno spinta a continuarla. Non pensavo che avrebbe avuto tanto successo. Grazie di cuore!

BabyzQueeny: Tu sei sempre molto gentile, positiva e prodiga di complimenti...Grazie dal profondo del cuore...anche se la leggessi solo tu la continuerei...come si può deludere un lettore tanto solerte? Non voglio che tu abbia brutte sorprese ma questo purtroppo è il penultimo capitolo, ma non ti preoccupare ho già pronta un'altra storia che spero vorrai leggere. Un bacione!

Laprinc: gioiello mio...benarrivata, lo sai che mi mancavi? Mi sono detta: alla mia principessa questa storia non è piaciuta. Non ti preoccupare non ho nulla contro di te, e che l'estate mi rende insofferente e "scuzzunaria". Sapevo che i pensieri di Shun, sull'apparire ti sarebbero piaciuti....adesso pazzerella mia goditi il seguito...però non so se saprò stupirti!

Celestellina: Addirittura hai fatto un hit parade...questa tua consuetudine, che molte hanno seguito, mi rende molto felice. Sono contenta di riuscire a scrivere qualcosa che resta nella mente di chi legge. ti è piaciuta l'idea che ho avuto per la K? Non sai quanto è stato difficile questo capitolo dal titolo chilometrico....Passiamo adesso alla tua risposta sul problema scorrevolezza...intanto ti dico che sei stata, non solo chiarissima, ma anche professionale. Devo dirti che non mi aspettavo un'arringa tanto infuocata e tecnica...complimentissimi ed ancora grazie...Davvero hai pensato alla mia storia mentre eri in vacanza? E' un grande onore...Ma veniamo adesso alla tua richiesta...paza, paza, paza....mi hai messo nei guai. Io sono giappone dipendente...ma le sfide mi piacciono e l'accetto volentieri. Non ho ancora nessunissima idea, ma va bene! Mi dispiace che tu non riesci a vedere le immagini cercherò di metterle nel mio accaunt così le vedrai...ci tengo!

Sheila84: E' vero, non ci può essere un lieto fine per tutti...mi fa piacere che la mia storia ti piaccia e che le mie regole, che tu hai deliberatamente ignorato, ti abbiano fatto mangiare il fegato. In verità ad oggi, il contenzioso è finito....accidenti...devo trovarne un altro...altrimenti come sopravvivo senza prenderti in giro?

Lametta: Devo dirti che neanche io ho capito bene la piccola, lunatica Ame...ed è colpa mia, perchè a causa delle regole, peraltro imposte da me, non ho avuto modo di sviluppare il carattere dei personaggi al meglio...ma la sfida è questa...piacere anche senza avere tutto chiaro e sotto controllo. Purtroppo il personaggio di cui parli non lo conosco ma cercherò di documentarmi. Grazie per aver continuato a leggere la mia storia e per le recensioni

Kaoru: Come tu ben sai i ragazzi romantici mi piacciono e ne ho un esempio in casa quindi la mia fantasia viene alimentata di continuo...Grazie...ma come fai a non perderti niente anche quando sei in viaggio? E' vero...dove il cuore vuole trova luogo...

ireat: ma grazie...ma sei sicura di quello che hai detto? Una che scrive poesie come le tue non può invidiare nulla...sei un genio! Devi sapere che il club esiste ancora...si evolve, si trasforma, cambia nome ma esisterà finchè io avrò intatte le mie facoltà mentali! Anzi...sto pensando di portarlo all'interno di EFP...vedremo. Mi raccomando, fammi sapere se il seguito di piace...

ciaociao




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Capitolo 5
*** Capter 5 ***




Capter 5









Abbracciai la signora Yumiko a lungo, e lei mi baciò piangendo. Capivo il suo tormento. Non voleva sbarazzarsi in quel modo di una ragazzina, che per giunta aveva la madre malata, ma non poteva neanche permettere che i suoi figli si odiassero a causa di una estranea. Si, capivo il suo tormento, ma non potevo fare a meno di lasciarmi colmare dalla disperazione. Le lasciai due lettere, e le chiesi di darle a Shun ed Uki. Volevo salutarli, ma non volevo che leggessero nei miei occhi la tristezza. Quella tristezza di cui loro erano artefici.

Shun, non dimenticherò mai la dolcezza dei tuoi occhi. Avevi ragione. Credevo di poterti consolare e darti conforto. Ma io non ho mai provato un dolore come il tuo e quindi non sono capace di aiutarti. Sono stata insensibile ed egoista. Se puoi perdonami. Però una cosa voglio dirtela, la morte di Tayoo non è colpa tua. Come non è colpa del mio fratellino se mia madre si è ammalata! Le cose capitano, e bisogna andare avanti. Tutti soffrono, e tutti si nascondono. Mia madre si è nascosta nel silenzio e nell’indifferenza, tu lo fai dietro una finestra, in una stanza buia e vuota ed io, io mi lascio nascondere dalla pioggia, che come un’amante complice, sottrae alla vista degli altri, le mie lacrime, salate e calde, mutandole in acqua ristoratrice. Ma la pioggia cessa Shun, ed io devo tornare a vivere nella mia realtà. Anche tu un giorno dovrai abbandonare quelle stanze. Incontrerai gli occhi sognanti di una donna e li seguirai. Posso solo rammaricarmi di non averti saputo mostrare i miei occhi sognanti e di non essere io quella donna”

Oggi vado via, ma non voglio che tra noi tutto finisca. Sei stato un amico prezioso. Grazie per le splendide passeggiate nei boschi. Grazie per aver saputo ascoltare in silenzio la mia malinconia. Grazie per aver tentato di farmi ragionare. Ma Amore è un dio impietoso, e non ti da modo di pensare, di scegliere o volere. Sei un amico! Lo so che queste parole possono arrivare al tuo cuore come una pioggia gelida e crudele, ma sappi che per me la definizione di amico è sempre stata preziosa. Uno dei termini più belli, che vuol dire complice, compagno e sostegno! Ed è questa la parola che vorrei usare quando parlo e penso a te. Ancora, ancora ed ancora, in futuro e per sempre”.

Beh, adesso sono a casa mia. Mia madre continua a spazzolarmi i capelli e a sorridermi di tanto in tanto. Io so, che in quell’unico momento, il ponte tra me e lei si costruisce, così noi due torniamo ad essere madre e figlia. Un semplice gesto, niente di più! Allora perché io non sono riuscita a trovare quel gesto con Shun, a costruire quel ponte?

I pensieri che affollano la mia mente sono sempre gli stessi ma non posso lasciarmi portare alla deriva. Non posso abbandonarmi a ricordi disperati. Posso solo amare i miei genitori e lasciarmi amare. Forse un giorno anch’io incontrerò due occhi innamorati, sinceri e pronti ad amarmi incondizionatamente! Ma adesso, adesso so solo amare lui. Il mio Shun dagli occhi d’ebano. Duri e tristi. Il mio Shun dal cuore di cristallo e ghiaccio.

Non voglio continuare a riempirti di parole altisonanti e pensieri cupi, mio caro diario, quindi è meglio che io faccia una pausa.

Oh, Shun, entra pure. Certo che Ame è in casa! Ma cosa ci fai qui? Quando sei arrivato?” “Un’ora fa. Posso vedere Ame?” “ Certo! E’ in camera sua, vado a chiamartela. Da quando è tornata cerca sempre un motivo per andare a scrivere sul suo diario. Aspettaci in salotto. C’è mia moglie ma non ti infastidirà”


A me, cosa ci fai nascosta sulle scale? Sotto c’è il figlio maggiore dei Sawa che cerca di te.” “L’ho visto papà. Ma io non so se sono pronta a parlargli” “Figlia mia, cos’è successo?”

Ma tu sei Shun vero? Il figlio maggiore dei Sawa. Mia figlia parla spesso di te e dei tuoi occhi tristi” “Si signora, sono io” “Non potrei confonderti con nessun’altro. Ame ha ragione! I tuoi occhi sono tristi. Ti prego, ama la mia bambina. Lei ti adora. Forse può sembrare un po’ strana, ma è solo colpa mia. E’ cresciuta senza l’amore della sua mamma. Io come balia le ho dato la pioggia e come compagna la depressione” “Ma cosa dice signora. Ame le vuole molto bene e sa che anche lei gliene vuole” “Lo so, lei mi ama, ma io non ho fatto il suo bene”

E’ vero che Ame può sembrare strana, ma io non la vedo così! Per me lei è unica!”

Figliola, è vero quello che sta dicendo la mamma? Tu ami quel ragazzo?” “Si papà, io lo amo ma, lui non prova gli stessi sentimenti per me!” “Da come sta parlando non sembra”

Io vorrei provare a renderla felice. Ma non so se ne sono capace e quando ho scoperto che anche mio fratello prova gli stessi sentimenti ho provato a farmi da parte. Pensavo che lui potesse riuscire ad amarla più di me. Ma poi quando è andata via ed ho letto la sua lettera il cuore mi si è rotto in mile pezzi. Non potevo credere alle parole che mi aveva scritto ma poi, mio fratello mi ha dato la sua lettera ed allora ho capito. sono venuto a cercarla ma” “Ragazzo mio, non sei tu che puoi controllare la sua felicità. Solo lei può decidere di esserlo. Se impariamo ad accontentarci di quello che la vita ci da, e non stiamo sempre sul chi va la, pronti a rimbrottare e rinfacciare, allora saremo felici.” “Allora lei perché no riesce ad essere felice, signora?” “Perché non riesco ad accontentarmi solo della splendida figlia e del meraviglioso marito che la vita mi ha dato. Come vedi, loro non hanno colpa! Non possono fare nulla per rendermi felice, perché io non voglio essere felice. Posso pettinarti i capelli?” “Certo signora!”

Non è possibile. La mamma ha parlato con Shun!” “Adesso anche lui resterà per sempre nella sua memoria. E forse grazie alle sue parole tornerà da noi! Su, dai! Smettiamola di piangere e andiamo in salotto. Va da lui. Ti sta a spettando!”

E’ stato bellissimo! Shun non ha avuto bisogno di spiegarmi nulla. Solo un lungo e tenero bacio. Aveva trovato dentro di se la forza per fare quel piccolo gesto. Ci eravamo incontrati, aspettati, persi, nascosti ed alla fine, capiti! Siamo subito usciti per fare una passeggiata e parlare un poco. Abbiamo portato con noi l’ombrello, perché il tempo non prometteva nulla di buono. Ma forse è inutile dirvi che fine ha fatto il mio ombrello, non appena le prime gocce si sono posate sui nostri visi….


- fine -
















______________________BluRei estate

Ed eccoci arrivati alla fine di questa mia piccola storia. Spero di non aver deluso nessuno. Fatemi sapere…ci tengo ed ormai dovreste saperlo…Sono recensioni dipendente!

Troverete le risposte alle recensioni di questo ultimo capitolo nel mio prossimo racconto estivo: “Baciami…”, anche questo è composto da pochi capitoli il cui motivo portante sono le quattro stagioni e stavolta non parla di ragazzi Giapponesi. Se vorrete leggerlo ne sarò felicissima!




BabyzQueeny: Come vedi il finale non è triste per niente, spero ti sia piaciuto...tutte le cose che ho detto le penso sempre grazie,grazie grazie...alla prossima

Celestellina: mi fa piacere riuscire a far entrare nella tua casa i sentimenti e le ambientazioni di Asobi no Ame...le condizioni climatiche di cui racconto sono quelle a me più affini e sono contenta di riuscire a farle amare ed immaginare. Si, questo era l'ultimo, spero ti sia piaciuto il finale e la mia decisione di non perdermi in smancerie e di lasciare che sia il lettore ad immaginare le parole ed i sentimenti dei due personaggi. Trovo che questo non detto sia in armonia con lo stile della storia dove nulla viene veramente sviscerato ma dove i sentimenti sono comunque in ogni rigo che scrivo...fammi sapere!

Kaoru: lo so, lo so, questo caldo è insopportabile ed avvilente...sapevo che le atmosfere di Asobi no Ame ti sarebbero piaciute...grazie per i complimenti e per definirti una mia fan...ormai siete tante che usate questo termine e non so se me lo merito ma mi fa piacere...

Laprinc: è vero, Shun può sembrare freddo ed insensibile ma lui stava solo cercando, con modi un pò rozzi, di avvicinare Ame a suo fratello...comunque spero che il finale ti sia piaciuto e che vorrai seguire la mia prox storia..."Baciami"

Kikkina90: è inutile essere disinvolte! Io me ne sono accorta, ma sei perdonatissima, perchè capisco che nella vita ci sono mille impegni, anzi grazie perchè mi dedichi il tuo tempo. Ma veniamo alla storia...come avrai letto in questo cap (se non l'hai ancora letto fermati e continua dopo) Shun ha trovato la forza di fare il passo successivo, di liberarsi dei sensi di colpa ed è andato a cercarla...le sue intenzioni non erano malvage, è solo un ragazzo un pò maldestro. Spero che il finale ti sia piaciuto...chiedo anche a te il tuo parere...ho voluto non descrivere nei minimi particolari il finale per lasciarlo alla vostra interpretazione....penso che sia in tema con tutto lo stile della storia...fammi sapere...spero vorrai seguire anche la prossima storia breve: "Baciami"

Ringrazio di cuore tutte le ragazze che mi hanno seguita e recensito fino a qui: BabyzQueeny, Celestellina, Sheila84, Kikkina90, Laprinc, Kaoru, Ireat, lametta, lar185, Eylis.

Ringrazio chi ha messo questa storia tra i preferiti: _BiMbA_, Trappy, sasamy, (siete ancora in tempo per farmi sapere il vostro parere) Kikkina90, Sheila84, Kaoru, Laprinc, Celestellina.

E grazie a tutti quelli che hanno soltanto letto...

ciaociao

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