Il peggior ninja del villaggio della Foglia! di _ayachan_ (/viewuser.php?uid=32975)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il peggior ninja del villaggio della Foglia! ***
Capitolo 2: *** La prova ***
Capitolo 3: *** Un ninja è... ***
Capitolo 4: *** La prima missione ***
Capitolo 5: *** Livello B ***
Capitolo 6: *** Dimissioni ***
Capitolo 7: *** Sharingan ipnotico (prima parte) ***
Capitolo 8: *** Sharingan ipnotico (seconda parte) ***
Capitolo 9: *** Chi ha detto che ciò che otteniamo ci rende davvero felici? ***
Capitolo 10: *** In visita ufficiale ***
Capitolo 11: *** Intrighi ***
Capitolo 12: *** Turbamenti ***
Capitolo 13: *** Ingerenze ***
Capitolo 14: *** Elementi ***
Capitolo 15: *** C'è sempre qualcuno che è un passo avanti ***
Capitolo 16: *** Mezze verità ***
Capitolo 17: *** L'ultimo test ***
Capitolo 18: *** La scelta di Chiharu ***
Capitolo 19: *** L'eroe ***
Capitolo 20: *** Matching ***
Capitolo 21: *** Vigilia ***
Capitolo 22: *** La partenza ***
Capitolo 23: *** Il biglietto ***
Capitolo 24: *** Illusioni di vittoria ***
Capitolo 25: *** Il più forte ***
Capitolo 26: *** Il piano di Naruto e Kakashi ***
Capitolo 27: *** Battaglia in giardino ***
Capitolo 28: *** Tradimento ***
Capitolo 29: *** Kyuubi ***
Capitolo 30: *** La chiocciola sul precipizio ***
Capitolo 31: *** Scambio equivalente ***
Capitolo 32: *** Il desiderio di Tsunade ***
Capitolo 33: *** Quando tutto sembra correre in un'unica direzione... ***
Capitolo 34: *** Dopo il funerale ***
Capitolo 35: *** A proposito di Jin ***
Capitolo 36: *** Un buon inizio ***
Capitolo 37: *** Il miglior ninja del villaggio della Foglia! ***
Capitolo 38: *** Extra - Omake ***
Capitolo 1 *** Il peggior ninja del villaggio della Foglia! ***
Naruto2-1
Il peggior ninja del Villaggio della
Foglia!
- Uno -
Quella giornata d’inizio primavera,
con un cielo che non era coperto né sereno, con un’aria né
calda ne fredda, nonostante la sua assoluta ed immensa banalità
sarebbe rimasta a lungo nei ricordi di molte persone; persone che al
momento avevano tra gli undici e i tredici anni.
Perché quella era la giornata
dei Diplomi all’Accademia ninja.
Una piccola folla si era radunata
davanti all’Accademia, e le voci riempivano l’aria come il ronzio
di un immenso sciame. Tra bambini euforici che sbandieravano i loro
nuovi coprifronte e genitori orgogliosi che si congratulavano l’un
l’altro - esibendo un grado d’ipocrisia non indifferente - un paio
di maestri stavano in disparte, l’uno con un sorriso conciliante,
l’altro con una maschera d’indifferenza dura come il granito.
«Lo vediamo tutti gli anni,
eppure non ci abituiamo mai, vero?» disse Iruka lanciando
un’occhiata al freddo jonin al suo fianco.
«Sarà. Io lo vedo solo per
la prima volta, e già sono stufo» sbuffò quello
accendendosi una sigaretta. Inspirò; espirò. «E
quelli bocciati?» chiese.
«Ritenteranno l’anno prossimo»
rispose Iruka paziente. «Ma se fossi in te cercherei di mettere
da parte il tuo solito velo di cinismo, almeno quando i genitori
verranno a ringraziare»
«Vuoi dire a esibire con
arroganza i loro tesorini?»
«Ecco, mi riferivo esattamente a
questo»
Iruka sospirò, e in quel momento
vide avvicinarsi i primi genitori; allora, efficiente, sfoderò
il suo miglior sorriso d’ordinanza.
«Maestro Iruka, mio figlio non
avrebbe potuto avere più fortuna!» iniziò una
giovane donna troppo truccata. «Lo dicevo proprio adesso alla
signora Terada, che lei è il migliore insegnante della
scuola!»
«La ringrazio, ma non credo di
meritare tutte queste lodi!» replicò il chunin come di
prassi. «Vi ho già presentato il nuovo maestro
dell’Accademia?» afferrò il ninja al suo fianco e lo
trascinò avanti a sé, con sua gran contrarietà.
«Questo è Sai, jonin di ottimo livello. Insegna solo da
quest’anno, ma già ha mostrato di avere la stoffa giusta.
Se non vi spiace io vi lascerei soli, ora: purtroppo un impegno
inderogabile richiede la mia presenza!»
Il suo sorriso si allargò,
mentre Sai gli lanciava un’occhiata scioccata trafiggendolo con gli
occhi neri. Ma un attimo dopo la donna che gli stava davanti attaccò
a parlare di ciò che aveva o non aveva detto alla
signora Terada, e cogliendo un attimo di distrazione generale Iruka
se la filò in un istante. Mentre la madre ossessiva tirava il
fiato tra una parola e l’altra Sai si girò per insultarlo,
ma alle sue spalle trovò solo l’aria.
«Come avevate previsto, sesto
Hokage» disse Iruka con un sorriso vagamente amaro.
«Quest’anno abbiamo avuto tre eccellenze»
«Bene» commentò
l’Hokage senza particolare entusiasmo, dietro alla scrivania
ingombra di documenti da leggere. «Allora procedete»
Iruka esitò un istante,
stringendo i pugni. «Però, signore… siete sicuro
che…?» disse incerto.
«Sì. Sono sicuro» lo
liquidò l’Hokage.
Iruka si accigliò, ma non
ribatté. Dopo essersi inchinato rispettosamente, si girò
e uscì dall’ufficio.
Eppure, nonostante la convinzione
dell’Hokage, lui ancora non vedeva di buon occhio tutta quella
faccenda, sia per i ragazzi che sarebbero stati coinvolti, che per il
jonin che li avrebbe guidati.
Quando genitori e figli si trovano
riuniti nello stesso luogo, è inevitabile che a un certo punto
vengano a crearsi due gruppi distinti: da un lato i giovani,
dall’altro i grandi. Fu ciò che accadde anche quella
volta, dopo l’esame. A un bel momento i ragazzini si riunirono
tutti da una parte, e schiamazzando iniziarono a elencare le grandi
gesta che avrebbero compiuto come ninja.
«E come mio padre entrerò
a far parte della squadra medica!» dichiarò un
ragazzetto pallido, stringendo il pugno con convinzione.
«Io invece imparerò tutte
le arti magiche conosciute!» esclamò un altro
saltellando sul posto.
«Difficile»
commentò
una voce astiosa passando loro accanto, e un ragazzino alto e moro
scoccò un’occhiata velenosa attraverso gli occhi
chiarissimi; un livido in via di guarigione era a malapena visibile
sulla sua mandibola. «Il 'futuro medico' sviene alla vista di una
goccia di sangue, e il suo degno compare è passato
all’esame
per miracolo» sibilò malevolo.
I due giovani ninja arrossirono,
ammutolendo, ma qualcun altro intervenne in loro difesa.
«Ha parlato il settimo Hokage»
borbottò una voce distaccata, e un ragazzino di piccola
statura e dai capelli quasi bianchi si mise in mezzo, le mani in
tasca e lo sguardo indifferente. «Ti brucia essere arrivato
solo quinto in graduatoria, vero Baka?» chiese masticando un
chewing-gum con aria annoiata.
Baka Akeru, il moro, strinse gli occhi
in due fessure, forse cercando di far esplodere il suo rivale di una
vita con il semplice sguardo; in risposta ottenne solo un’alzata di
sopracciglio.
«Un giorno non avrai più
il paparino a guardarti le spalle!» sibilò furente, ma
ad ogni modo, sgomitando a destra e a manca, si allontanò con
la coda tra le gambe.
«Grazie» sorrise il
ragazzino che voleva diventare medico.
«Hn?» fece l’ultimo
arrivato quasi distrattamente. «Oh, non l’ho fatto per voi.
Con Stupido ho un conto in sospeso. E poi ha ragione: non
puoi blaterare che vuoi diventare medico se hai il terrore del
sangue»
«Ma devi proprio smontare la
gente così?» chiese una voce annoiata, e tra la piccola
folla si fece largo una giovane ninja dai capelli neri raccolti in
una lunga coda alta. Sbuffò, guardando il ragazzino più
piccolo davanti a lei, ma nel suo sguardo c’era solo una sorta di
rassegnazione. «Devi coltivare di più il lato sociale,
Jin»
«Da che pulpito»
commentò quello con la stessa indifferenza.
«Ehi!» esclamò
qualcun altro in quello stesso istante, e si fece largo a forza un
altro ragazzino minuto dai capelli e occhi scuri, con sopracciglia
assurdamente folte e un taglio di capelli di dubbio gusto. «Haru!
Jin!» chiamò agitando una mano allegramente. «Guardate!
Guardate il coprifronte!»
«Ce l’abbiamo tutti, razza di
cretino!» sbottò il compare che si era tirato dietro a
forza, rifilandogli un pugno. «Non strillare! Sei
imbarazzante!» e lanciò veloce un’occhiata
tutt’attorno. Ma le ragazzine che li circondavano erano troppo
impegnate a mangiarselo con gli occhi per far caso a ciò che
lo circondava.
«Ecco perché mi sembrava
che le cose fossero troppo tranquille» borbottò quella che avevano chiamato Haru,
scuotendo la testa. «Non eravate ancora arrivati»
«Ciao» fece invece Jin,
sollevando una mano in un cenno di saluto. «Congratulazioni per
la promozione; ho visto che voi e Haru avete ottenuto il massimo
dei voti»
«Sì! Ci siamo impegnati
tantissimo!» garantì il ragazzino dalle sopracciglia
folte.
«Parla per te» lo corresse lei seccata. «Io non mi sono sbattuta troppo»
«Dovresti stare
più attenta quando ti vanti, Chiharu. Se vuoi conosco qualche
libro sulle relazioni sociali» disse una voce vagamente
divertita, e una mano
si posò sulla sua spalla. Lei si voltò di scatto, ma
sapeva già che i suoi occhi neri avrebbero incontrato quelli
altrettanto scuri di Sai, e arrossì per l’indignazione.
«Ha parlato mister supponenza!»
bofonchiò scrollandosi di dosso la mano. «Ma ti guardi
allo specchio ogni tanto?»
«Sì, e mi trovo
discretamente affascinante» ribatté lui con naturalezza,
e per una volta parlò con modestia, a giudicare dalle occhiate
fameliche di un paio di madri.
«Ehi, è sempre un tuo
insegnante!» ricordò il ragazzino dalle sopracciglia
folte, agitandole un dito davanti. «Buongiorno maestro Sai!»
«Non esagerare, Kotaro» lo
blandì lui mentre Haru si ficcava due dita in gola simulando
un conato di vomito. «A voi non ho insegnato nulla, e ci
conosciamo da sempre. Puoi anche darmi del tu» a quel punto si
rivolse agli altri due ragazzini, con il sorriso compassato che era
il massimo dell’affetto che poteva esprimere. «Jin, Hitoshi.
Congratulazioni per la promozione. Soprattutto a te, Jin»
Il bambino dai capelli bianchi si
strinse nelle spalle con noncuranza. «Alla fine sono risultato
quarto in graduatoria, non vedo cosa ci sia di tanto speciale»
disse distrattamente. «Ah, devo andare. Mi stanno cercando»
aggiunse poi adocchiando due ninja vestiti di nero che scrutavano tra
la piccola folla.
Senza rispondere ai saluti che gli
furono rivolti, si girò e si allontanò pigramente.
«Certo che è un bel
soggetto» borbottò Haru incrociando le braccia. «Si
è diplomato a soli sette anni e fa finta di niente»
«Senza contare che ha fatto
solo un punto in meno di noi» aggiunse Kotaro annuendo.
«Certe volte mi chiedo se si renda conto di quanto è in
gamba»
«Pettegoli» li seccò
Sai, seppur senza tanto impegno. «Pensate ai fatti vostri»
«Appunto» intervenne
Hitoshi fissandolo intensamente. «Ora che succede?»
«Per quel che mi riguarda ho un
appuntamento, mentre voi… Boh. Andate a festeggiare come vi pare»
il jonin si strinse nelle spalle.
«Non intendevo questo!»
sbottò Hitoshi irritato. «Cosa succede ora che siamo
stati promossi! Non devono dividerci in gruppi? Come funziona?»
«Ah, quello» di fronte
alla sua espressione svagata, Haru, Hitoshi e Kotaro sentirono il
forte desiderio di ucciderlo. «Trovatevi all’Accademia fra
tre giorni. Lì vi diranno cosa fare» sorrise, poi gli
scappò l’occhio su alcuni genitori che marciavano verso di
lui a passo sostenuto. «Accidenti, mi hanno trovato»
disse tra i denti. «Ragazzi, vi saluto!» e scomparve in
uno sbuffo di polvere.
«Avremmo dovuto immaginarlo»
disse Hitoshi esprimendo il parere di tutti. «Stava scappando
per l’ennesima volta dalle sue responsabilità. Ma perché
ha accettato di fare l’insegnante se non ne aveva voglia?»
«Va beh, ma adesso noi che si
fa?» chiese Kotaro muovendosi nervosamente sui piedi. «Abbiamo
tre giorni per divertirci! Niente più compiti, niente
verifiche a sorpresa, niente lezioni barbose! Diamoci alla pazza
gioia finché non iniziamo a sgobbare sul serio!»
«Magari» borbottò
Hitoshi incassando la testa tra le spalle. «Devo cercare mia
madre e tornare a casa. Come minimo vorrà fare il giro di
tutti i parenti per sbandierarmi come un trofeo»
«Anche io passo» Haru alzò
una mano. «L’unica cosa di cui ho voglia in questo momento è
una bella dormita. E se riesco a dribblare la mia di madre, forse
posso anche farcela»
«Disfattisti» piagnucolò
Kotaro affranto. Ma non poté fermarli quando loro lo
salutarono e si allontanarono in due direzioni diverse. A quel punto
decise che, tanto per fare qualcosa, poteva pure allenarsi un po’
da solo.
Haru, già abbastanza distante,
si fermò prima di svoltare l’angolo e posò lo sguardo
su Sai, che alla fine era stato accalappiato dalle giovani madri dei
novelli ninja. Prima di andarsene davvero, socchiuse gli occhi.
“Un appuntamento…”
Tre giorni dopo i promossi dell’anno
si ritrovarono all’Accademia, emozionati come l’ultima volta che
si erano visti. Mettendo in mostra i coprifronte con un orgoglio che
era cresciuto a dismisura nel periodo di festa, cicalavano nell’aula
continuando a muoversi da un angolo all’altro.
Neanche a dirlo, tre ragazzini si
isolavano dalla massa e stavano per i fatti loro, due stravaccati sui
banchi con aria seccata, il terzo a guardare intensamente gli altri
che schiamazzavano.
«Se vuoi andare, vai» disse
Hitoshi a Kotaro, cogliendo il suo sguardo desideroso.
«Certo» si unì Haru
serafica. «Vai, mescolati a quella massa di imbecilli che ha
legato il coprifronte così stretto da compromettersi il
cervello»
«Haru» sbuffò
Hitoshi guardando il soffitto. «Sei perfida»
«Non gli ho mica proibito di
andare»
«Ma gli stai dicendo che se lo
farà lo disprezzerai»
«Non ho detto nemmeno quello»
«Tra le righe»
«Sempre allegri, vero?» li
interruppe Jin guardandoli da sotto in su. I due smisero di
punzecchiarsi per salutarlo.
«Secondo te è stupido
essere felici per la promozione?» gli chiese subito Kotaro, con espressione afflitta.
«No» rispose Jin,
strappandogli uno sguardo ricolmo di gratitudine. «Ma
comportarsi come quelli là vuol dire avere davvero il cervello
danneggiato»
Haru sogghignò, conscia della
sua vittoria, e Kotaro tornò a deprimersi.
«Ma siete davvero ragazzi voi
due?» sbuffò Hitoshi. «Cinici come non so cosa»
«Che ci vuoi fare, saremo spiriti
affini» sospirò Chiharu con aria drammatica. «E
comunque quelli là sono partiti con il trenino della felicità,
non so se l’hai notato»
Tutti e quattro rimasero ad osservare
per un po’ l’impacciato trenino che cercava di snodarsi tra i
banchi, cantando una canzone stonata che di divertente aveva ben
poco. Alla fine dovettero concordare sull’immane stupidità
dell'intera cosa.
«Certo che se nessuno viene a
dirci cosa fare…» borbottò Hitoshi distogliendo lo
sguardo. «Sono già in ritardo di dieci minuti»
Proprio in quel momento, come
richiamato dalle sue parole seccate, un gruppetto di ninja fece il
suo ingresso in fila indiana. All’istante tutti i ragazzini nella
sala schizzarono ai loro posti, come se ci fossero sempre stati.
«Era ora» mormorò
Haru sedendosi più composta. Hitoshi e Kotaro la imitarono,
mentre Jin li salutava distrattamente e andava ad accomodarsi in un angolo
vicino alla porta.
«Buon giorno» iniziò
il maestro Iruka abbracciandoli tutti con lo sguardo. «Immagino
sarete al settimo cielo per la vostra promozione» si sollevò
un coro di assensi, che lui cercò di calmare sollevando una
mano. «Ma la verità è che la pacchia è
finita» continuò quando le voci si abbassarono. Tutti si
zittirono, e lui si fece serio. «Da oggi farete parte di un
gruppo composto da tre elementi. Sarà assegnato un jonin a
ogni gruppo, e a lui dovrete fare riferimento per qualunque cosa riguardi le missioni che vi verranno affidate. I
gruppi e i loro responsabili non saranno modificabili, ma sono stati
creati in modo da bilanciare le forze e i caratteri. O almeno ci
abbiamo provato. Dunque, ora dirò i nomi tre a tre; quando vi
chiamo alzatevi e venite qua. Arai Madoka» una ragazzina bionda
si alzò, rischiò di inciampare, e raggiunse il maestro
Iruka con la faccia in fiamme. Lui chiamò altri due nomi, poi
assegnò tutti e tre a uno dei jonin che gli stavano alle
spalle, e quelli uscirono dall’aula.
Haru si guardò attorno e fece
due calcoli: si sarebbero creati sette gruppi, eppure c’erano
solo sei capigruppo. Corrugò la fronte perplessa.
Mentre rimuginava sulla cosa cercando
di trovare una spiegazione logica, Iruka proseguì con il suo
elenco, e nel giro di dieci minuti tutti i ragazzini se ne andarono; lasciando Haru, Hitoshi e Kotaro da soli.
Iruka si schiarì la voce. «Ehm…
voi, ecco…» Ma prima che partisse con qualche spiegazione
campata per aria, la mano di Chiharu scattò verso l’alto.
«S-sì?» fece il chunin sorpreso.
«Ho due domande» rispose
lei alzandosi in piedi. «Punto uno: avevate detto che le
squadre sarebbero state equilibrate, e invece i tre migliori
diplomati di quest’anno si ritrovano insieme. Perché?»
«Ti consiglio di chiederlo al vostro jonin» rispose Iruka evasivo.
«Che è esattamente il
mio punto due» lo interruppe Chiharu senza smontarsi. «Perché
non lo vedo?»
«Lui, ecco... lui arriverà»
Iruka si grattò il mento imprecando mentalmente.
Ma perché, perché
l’Hokage si era fatto venire quell’idea balzana? Come poteva
pensare di affidare quei tre disgraziati proprio a quel jonin? Quello
non sapeva neanche da che parte stavano la comprensione e la pazienza
necessarie all’insegnamento, e probabilmente li avrebbe rovinati
irrimediabilmente.
Chiharu strinse gli occhi, del tutto
insoddisfatta delle risposte del chunin. Stava per insistere di
nuovo, ma Kotaro la precedette.
«Ehi! E Jin?» esclamò
additando la sedia che lui aveva occupato fino a dieci minuti prima.
Hitoshi e Haru guardarono dove lui indicava, e videro il posto vuoto.
«Non hanno chiamato il suo nome!» proseguì Kotaro.
«Che fine ha fatto?»
«Lui…»
iniziò a
dire Iruka, e in quell’istante il suono ovattato di imprecazioni
colorite lo raggiunse all’interno della classe, costringendolo a
smettere di parlare. Accigliato raggiunse la porta e diede
un’occhiata nel corridoio. Sospirò, a metà
tra il sollievo e la disperazione. «Eccoti. Alla buon'ora»
disse rivolto a qualcuno che i giovani ninja non vedevano.
Avvolti dalla curiosità loro
malgrado, tutti e tre si sporsero per cercare di distinguere un
particolare di quello che sarebbe stato il loro maestro.
Sarebbe stato severo? Permissivo?
Strambo? Andarono con la mente ai maestri dei loro genitori, che
parevano più o meno accettabili - a seconda dei casi - e con un
misto di ansia e aspettativa trattennero il fiato finché il
jonin non entrò in classe.
Fu allora che spalancarono la bocca
increduli.
«N-non ci credo» balbettò
Chiharu perdendo completamente la sua facciata controllata.
Una divisa di un arancione così
intenso da ferire gli occhi.
«E’ uno scherzo, vero?»
esclamò Hitoshi sconvolto.
Una zazzera bionda che sparava in
tutte le direzioni.
«No, ditemi di no»
implorò Kotaro disperandosi.
Occhi azzurri per la verità
piuttosto seccati, ma sicuramente non “profondi e saggi”.
I tre ragazzini inorridirono: quello
era Naruto Uzumaki. E sembrava anche parecchio irritato con Iruka.
«Sarà qui per caso»
buttò lì Kotaro aggrappandosi disperatamente all’ultimo
barlume di speranza.
«Sì, certo, e già
che c’è si fa la sua litigatina quotidiana con il maestro
Iruka, eh?» sibilò Chiharu smontandolo.
«Ma no, ma dai»
piagnucolò Kotaro torcendosi le mani. «Cioè,
non può essere lui! Non avrebbe senso!»
«Ha ragione» intervenne
Hitoshi sudando copiosamente. «Non possono affidare i tre
migliori studenti a un cretino integrale come quello!»
«Tu dici?» Haru inarcò
le sopracciglia sarcastica.
«Giuro che quando lo prendo
gliene dico quattro!» sbotttò Naruto all'improvviso, facendoli sussultare tutti. Si voltarono guardinghi verso di
lui, e lo videro richiudere la porta violentemente, con un diavolo
per capello.
«D-dov’è il maestro
Iruka?» balbettò Hitoshi, guadagnandosi un’occhiata di
sconfinata ammirazione da parte dei suoi compagni per il coraggio.
«All’inferno!» ribatté
Naruto iniziando a fare avanti e indietro davanti ai banchi. «Tu
guarda quel maledetto!» prese a bofonchiare. «Proprio
in questo periodo, poi!»
I tre ragazzini si scambiarono occhiate
allarmate, chiedendosi quanto e soprattutto se fosse saggio
interrogarlo di nuovo. Ma non ebbero occasione di tentare la sorte,
perché fu lo stesso Naruto a rivolgere loro la parola.
«Allora!» sbottò
fermandosi bruscamente. «Vediamo di sbrigarcela in fretta,
ho ben altri impegni! Non prendiamoci in giro, io so chi siete voi e
voi sapete chi sono io! Presentazioni fatte! Domani all’alba vi
voglio al campo di addestramento numero sei, e vi consiglio di non
fare colazione! Tutto chiaro?» abbaiò.
Haru, Hitoshi e Kotaro annuirono
freneticamente.
«Bene! Addio!» e, così
come era arrivato, come una furia se ne andò e li piantò
da soli.
Scese il silenzio. Kotaro deglutì.
«Ehm. E’ un po’ diverso da
come lo descrivono» pigolò evitando accuratamente di
incrociare gli sguardi degli altri.
«Anche io lo ricordavo - ehm -
meno spaventoso» aggiunse Hitoshi con lo stesso identico
atteggiamento. Ma in fondo le visite di Naruto a casa sua si erano
diradate parecchio in quegli ultimi sei anni, e poteva essere
successa qualunque cosa.
«Non abbiamo neanche potuto
chiedergli niente, alla fine» fece notare Chiharu, a metà tra il depresso e l'irritato.
«Così non sappiamo perché ci troviamo insieme, né
che fine ha fatto Jin. Senza contare che domani ci ha anche dato
appuntamento al campo, e non sappiamo quali siano le sue
intenzioni!»
«Per domani non puoi chiedere a
tuo padre se sa qualcosa?» chiese Kotaro a Hitoshi. Lui
arrossì. In effetti ci aveva già pensato, ma non
avrebbe voluto dividere l’informazione con gli altri.
«Vedrò cosa posso fare»
borbottò infatti schivo.
«Ma piantala» lo seccò
Chiharu irritata. «Non esiste il condizionale! Tuo padre è
Sasuke Uchiha, e che cavolo! Se non sa lui cosa frulla nella testa di
Naruto Uzumaki, allora non lo sa nessuno!»
Hitoshi le scoccò un’occhiata
risentita, insultandola mentalmente. «Vogliamo parlare di te?»
ribatté acido. «Non ci credo che la figlia di Shikamaru
Nara, 'la ninja più geniale del suo anno' non riesca a
trovare una soluzione anche da sola!»
«Sei il solito arrogante asociale, Uchiha!»
«Non voglio prediche da
un’incapace del tuo stampo, Nara!»
Kotaro levò gli occhi al
soffitto. Dio, quando quelli si mettevano a chiamarsi per cognome le
cose tendevano a degenerare. Doveva fare qualcosa.
«Scusate!» esclamò
mettendosi in mezzo. «Non per essere il solito rompiscatole, però
potremmo tornare al problema principale?»
Lo trapassarono con lo sguardo, ma dopo
un istante si diedero le spalle e si risedettero grugnendo.
«Grazie»
borbottò
Kotaro tirando un sospiro di sollievo, e riprese. «Il punto
è: io non so perché ci abbiano messi tutti insieme, ma se
hanno
deciso di riunire i tre studenti migliori ci sarà una ragione.
Solo, perché affibbiarci Naruto Uzumaki? Anche voi avete
sentito le voci che girano sul suo conto…»
Hitoshi e Haru uscirono dal loro
isolamento incarognito solo per scambiare con Kotaro un’occhiata
preoccupata. Poi, tutti insieme, recitarono: «Il peggior ninja
del villaggio della Foglia»
«O così dicono»
aggiunse Chiharu.
«Già» Kotaro
annuì sconsolato. «Valli a capire i pezzi grossi del
villaggio»
«Che poi non mi pare Naruto sia
un insegnante» commentò Hitoshi. «Che io sappia è
solo un pallone gonfiato più buono a parole che altro. Secondo
voi perché quest’anno gli hanno dato l'incarico?»
«Vero» Chiharu
inclinò la testa da una parte, cosa che faceva soltanto quando
rifletteva intensamente. «E perché sembrava furioso?»
«Bah, quello magari è per
i fatti suoi. E' un po' pazzo, si sa» buttò
lì Hitoshi senza riflettere. E fu un errore. Perché
Haru lo fulminò con gli occhi, e acida sibilò: «Tu
pensi sempre con le scarpe, vero Uchiha? E’ troppo difficile per te
impegnarti in una discussione seria?»
«E tu devi sempre scassare i
santissimi?» ribatté Hitoshi furioso. «Ma una
bella manica di fatti tuoi no?!»
Kotaro sospirò, rinunciandoci
definitivamente. E mentre le voci sempre più elevate dei suoi
due compagni si alzavano di tono e di finezza linguistica, con un
cenno vago lui si allontanò e uscì dall'aula, pensando che forse avrebbe fatto
meglio a cercare Jin e vedere che fine aveva fatto.
Nel prossimo capitolo...
Due ore dopo tutti e tre erano sfibrati
nel corpo e nello spirito, impantanati fino ai capelli, frustrati e
affamati da morire. E Naruto, fischiettando, li guardava dalla sua
isola di terreno solido, lindo e immacolato, sgranocchiando un dolce
di riso.
«Beh?» chiese fissandoli.
«Siete già stanchi?» fece tintinnare i campanelli
alla sua cintura, con un ghignetto perverso. «Guardate che
avete ancora tempo. Se nessuno di voi prenderà i campanelli,
resterete tutti senza pranzo»
“Se trovo il coglione che ha detto
di Naruto che è il peggior ninja della Foglia, giuro che lo
ammazzo!” pensarono i ragazzini all’unisono.
* * *
Spazio autore
E rieccomi qui prima del previsto con "Il peggior ninja del villaggio della foglia!"
L'esame che avrei dovuto dare martedì è (volontariamente) saltato,
dunque ho deciso di accorciare i tempi e presentarvi oggi il mio primo progetto su Naruto, riveduto e corretto.
Questo è l'inizio di tutto, la famosa (?) prima pietra da me
posata in questo fandom, e sarà leggermente diverso da
ciò che siete abituati a leggere di mio.
I protagonisti hanno tredici anni, sono ancora inesperti e ingenui, di
conseguenza vi troverete davanti capitoli più divertenti e
leggeri del solito.
Certo, ci saranno le immortali "battaglie epiche" (che mondo sarebbe senza spargimenti di sangue?),
solo che l'atmosfera di fondo sarà più rilassata. Almeno nella prima parte.
Ho una cortesia da chiedere alle persone che già sanno come
proseguiranno le cose: nel caso decidiate che vi annoiate abbastanza da
commentare,
per favore evitate spoiler di qualsiasi tipo.
Adottate il comodo metodo "alla Mala_Mela", ovvero: "ahah, non vedo l'ora di vedere cosa diranno tutti
quando scopriranno che XXX è con XXX, e che XXX ha XXX XXX!"
Non ci capisco niente nemmeno io, ma almeno non sono spoiler gratuiti! XD
Prima che ve (e me) lo chiediate: ovviamente compariranno tutti i
personaggi 'adulti', nessuno escluso, ma saranno quasi comprimari.
E, altrettanto ovviamente, dato che è il mio personaggio preferito Naruto sarà pressoché onnipresente!
Ovviamente, riapre l'iniziativa "Birthday Presents"!
Comunicatemi la data del vostro compleanno (con decente anticipo), e io provvederò ad esaudire le vostre richieste! ^^
Curiosità: provate a cercare su Google "ananas della Foglia" e guardate un po' cosa vi esce! XD
Due parole per le persone che hanno gentilmente commentato l'ultimo capitolo di Sinners e necessitano di una mini risposta.
Reina: ohohoh... mi sa che la dilettante sei tu! XD Vedrai...!
Rhymes: non so se e quando leggerai queste parole, ma non sono qui per l'ultimo capitolo di Sinners. Sono qui solo per ricordarti che non mi dimentico.
Perchè ricordare è importante, e, nel mio caso, è
tutto ciò che posso fare per starti, in un certo senso, vicina...
trinity87: ti fugo da subito
ogni dubbio. Così come ho avuto il fegato di iniziare e finire
Sinner in quel modo, avrò il fegato di bazzicare mille e mille
pairing diversi. Solo perchè mi piace una certa coppia, non mi
ci fossilizzerò affatto.
bambi88: sei la più
pazza delle lettrici! XD Ma sapere che abbiamo gli stessi gusti in
fatto di pairing è meraviglioso! Soprattutto per quanto riguarda
Tenten... XD
1992: tua sorella? °_°
Per Yumi dovrai attendere parecchio, ma alla fine verrai accontentata,
fidati. Ed è OVVIO che io non abbia spiegato tutto,
perchè se no come mi divertivo con questa fic?
endlesstars: oddio, scusa! Di
solito quando non ci sono indicazioni in merito alla questione "ragazzo
o ragazza?" tendo a mantenermi sul neutro, ma questa volta ho fatto lo
svarione e sono caduta nella gaffe! -.- Chiedo perdono! e per quanto
riguarda "i sanguinamenti", beh, volevo il lieto fine, è
inutile! Altrimenti come me la giostravo questa fic, se non c'era chi
doveva esserci? Comunque, se mai deciderai di seguire la storia, sappi
che di sanguinamenti ce ne saranno un po'. E, per quanto riguarda i
cattivi... detto francamente: Hebi per me è un team inutile.
Neanche Kishi voleva perdere tempo a parlarne, poi la casa editrice lo
ha obbligato. Per cui... io che posso, li ho eliminati in fretta!
_Eleuthera_: per qualche ragione, non ho ancora il tuo contatto! ç_ç
PatoPato: la consegna del
coprifronte avvenuta sette anni dopo è più simbolica che
altro. Il matrimonio è in un certo senso "la scusa" per
sotterrare definitivamente l'ascia di guerra. Ovviamente, il perdono si
è diluito nel tempo! ^^
Kaho_chan: certo che il gatto
è ancora lì! XD E su, dai... Impegnati! Ci sarà
poco di che preoccuparsi, per te. Pensa ai mocciosi, sì
sì!
Charlie_2702: penso che il tuo
sia il commento più lungo che abbia mai visto! Mi si sono
illuminati gli occhi (dalla paura e dall'emozione) quando l'ho trovato!
E poi, leggendolo, mi sono sciolta. Grazie, grazie davvero per tutte le
cose che mi hai detto, mi hanno fatta andare decisamente su di giri!
Potrei anche stampiare questo commento e incorniciarlo, direi! *_*
A tutti quanti: vi
ringrazio infinitamente per i commenti che mi avete lasciato.
Leggendoli qualche volta mi sono persino commossa, e davvero mi hanno
resa fiera e orgogliosa. Non azzardatevi mai più a dire cose
come "forse non ti sarebbe importato di leggere il mio commento",
perchè è assolutamente falso. Io vivo dei vostri
commenti, sono il mio sole e il mio pane quotidiano! Devo solo
ringraziarvi perchè me li lasciate, e questo, signore e signori,
è tutta la semplice verità.
Colgo l'occasione per ringraziare anche tutte le persone che hanno commentato le one-shot! Non ho mai occasione di rispondere alle vostre recensioni in quel caso, e quindi il mio grazie vi arriva da qui!
Aya
|
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Capitolo 2 *** La prova ***
Naruto2-2
La prova
- Due -
L’alba di quella mattina sorse ad est
squarciando le nubi basse. I raggi tenui del sole, ancora rosati, si
stesero sulla terra lenti ma inesorabili, conquistando brandelli di
terreno ad ogni secondo che passava.
Nei pressi di una recinzione metallica
avvolta dall’edera e dai rovi, tre ragazzini si guardavano attorno
nervosamente. Un cartello appeso alle maglie del cancello recitava
“Campo di addestramento n° 6. Pericolo”.
«E’ in ritardo…» sibilò
Chiharu tra i denti, smuovendo nervosamente un mucchietto di terra
con il piede. Il suo stomaco brontolò debolmente.
«Solo di pochi minuti…»
borbottò Kotaro cercando di riscaldarsi, pronto per qualunque
evenienza.
Hitoshi, seduto sui talloni per i fatti
suoi, parlottava tra sé e sé con la fronte accigliata,
furioso.
Non solo aveva dovuto alzarsi dal letto
a un orario improponibile, ma già di suo non aveva chiuso
occhio tutta la notte per cercare di indovinare cosa fosse la prova
cui Naruto Uzumaki aveva accennato il giorno prima. Aveva provato a
chiedere a suo padre un aiuto, almeno un indizio, ma quando aveva
sentito parlare di una prova e soprattutto aveva sentito del
consiglio sulla colazione, Sasuke Uchiha prima era scoppiato a
ridere, poi aveva iniziato a borbottare qualcosa tra sé e sé
e alla fine aveva piantato in asso il figlio senza quasi vederlo.
“Grazie, papà, grazie tante”
pensò Hitoshi per l’ennesima volta, irritato oltre ogni
dire.
«Oh ma…» chiese Kotaro a
un tratto, in tono cospiratorio. «…Voi avete mangiato?»
Gli altri due ninja si guardarono e
scossero la testa. Allora, per ammazzare il tempo, si diedero alle
più fantasiose ipotesi su quello che sarebbe stato del loro
immediato futuro. Tra duelli, prove di coraggio, percorsi mortali e
chi più ne ha più ne metta, trascorse quasi una
mezzora. Solo a quel punto, finalmente, una sagoma dalla zazzera
bionda si profilò all’orizzonte.
«Alla buon ora» sibilò
Chiharu facendo schioccare la lingua.
«Hn? Oh bene, vedo che ci siete
tutti» fece Naruto come nulla fosse, salutandoli con un cenno.
“Come osi essere tranquillo e
pacioso?!” pensarono i tre ragazzini contemporaneamente. Ma tutti
avevano notato che se non altro era molto più trattabile
rispetto al giorno prima. Sorrideva pure.
«Buongiorno» borbottarono
incarogniti ma cauti.
«Beh? Che sono quelle facce?»
chiese Naruto accigliandosi. «Avanti, un po’ di spirito,
giovani! Pensate davvero che riuscirete a superare la prova in quelle
condizioni?»
Alla parola ‘prova’ tutti e tre
rizzarono le orecchie. Naruto sogghignò.
«Eheheh… Volete sapere che
cos’è, vero?» sghignazzò sadico. «Dai
vostri occhioni luccicanti deduco che nessuno dei vostri genitori ha
scucito un briciolo di informazione» il suo sguardo si posò
in particolar modo su Hitoshi. «Bene! Non mi aspettavo di
meglio! Dunque, prima di iniziare seguitemi all’interno del campo!»
Incassando la testa tra le spalle e
decisamente meno spacconi del solito, i tre ragazzini andarono dietro
Naruto che oltrepassò il cancello della recinzione. All’inizio
si trovarono a camminare in un fitto tratto di foresta, attraversato
da un unico sentiero curato; lì la vegetazione erano tanto
rigogliosa da impedire a chiunque fosse all’esterno di vedere
dentro, per questo quando scomparve all’improvviso per lasciare il
posto a un’immensa palude, tutti e tre strabuzzarono gli occhi.
«No… non dovremo mica scavare
nel fango?» mormorò Kotaro impallidendo. E chi la
sentiva sua madre se tornava a casa coperto di melma?
«Uh, bella idea» fece
Naruto scoccandogli un’occhiata sorpresa. «Me ne ricorderò
se mai dovrò punirvi»
Inutile dire che Hitoshi e Chiharu
rifilarono a Kotaro una serie di pugni memorabile.
«Non uccidetelo, vi servirà»
mormorò Naruto distrattamente, guardandosi intorno come
cercando qualcosa.
Portò i tre ragazzini al centro
della palude, su una zona più solida, e lasciò che
cercassero di ripulire le scarpe dal fango freddo e appiccicoso. La
prima ad arrendersi fu Chiharu, che alzò la mano prontamente.
«Sì?» fece Naruto
sorpreso.
«Come la chiamiamo, maestro?»
chiese serissima.
«Uhm…» Naruto sembrò
rifletterci. «Questa è una domanda difficile. Facciamo
che mi chiamate semplicemente Naruto. In fondo vi conosco da quando
siete nati, se non prima»
Chiharu annuì, e la sua mano
schizzò di nuovo verso l’alto.
«Sì?» ripeté
Naruto vagamente sconcertato.
«Perché noi tre?»
domandò Haru. «Cioè, all’Accademia avevano
parlato di gruppi bilanciati, e invece noi tre, che siamo risultati i
migliori, siamo finiti insieme. Perché?»
A quella domanda Naruto sorrise.
Avrebbe dovuto aspettarselo dalla figlia di Shikamaru.
«Diciamo» iniziò a
rispondere evasivo. «che ve lo dico se superate la prova»
«Perché?»
«Perché sono il vostro
maestro, e non rompete» la seccò. Ma quanto era
insistente quella piccola strega? «Adesso ascoltatemi. Voi non
siete ancora ninja» i tre strabuzzarono gli occhi. «Prima
di diventare genin a tutti gli effetti dovete superare la mia prova.
E vi avviso che non sarà affatto facile» tutto il gruppo
deglutì e annuì. «In sostanza, come ho dovuto
fare io ai miei tempi, dovrete sottrarmi questi due campanelli»
e mostrò loro due piccoli campanelli tintinnanti. «entro
mezzogiorno. Come vedete non ce ne sono per tutti, e chi resterà
senza non potrà avere il pranzo che vi offrirò una
volta usciti da qui»
«Dimmi che non ci ha tenuti a
digiuno per questo motivo» bofonchiò Hitoshi tra i
denti.
«E invece è proprio così»
gli rispose Naruto con espressione ingenua. Il piccolo Uchiha arrossì
per essere stato sentito, e distolse lo sguardo.
«A proposito» continuò
il jonin sollevando un indice. «Fossi in voi cercherei di non
sporcarmi troppo. Immagino che conosciate le vostre madri»
all’interno del gruppo passò un brivido che strappò
un sorriso a Naruto. «Va bene, non ho altro da aggiungere. La
prova inizia adesso!»
Nella testa dei tre giovani ninja passò
simultaneo un unico pensiero: “non sarò io a finire senza pranzo!”
Due ore dopo tutti e tre erano sfibrati
nel corpo e nello spirito, impantanati fino ai capelli, frustrati e
affamati da morire. E Naruto, fischiettando, li guardava dalla sua
isola di terreno solido, lindo e immacolato, sgranocchiando un dolce
di riso.
«Beh?» chiese fissandoli.
«Siete già stanchi?» fece tintinnare i campanelli
alla sua cintura, con un ghignetto perverso. «Guardate che
avete ancora tempo Se nessuno di voi prenderà i campanelli,
resterete tutti senza pranzo»
“Se trovo il coglione che ha detto di
Naruto che è il peggior ninja della Foglia, giuro che lo
ammazzo!” pensarono i ragazzini all’unisono.
Chiharu cercò di ripulire il
viso dal fango, ma ottenne solo di sporcarsi ancora di più.
Fece lavorare in fretta il cervello, nonostante la fame le
attanagliasse lo stomaco.
“Perché solo due?” si chiese
per la millesima volta dall’inizio di quella dannata prova. “Perché
ci sono solo due campanelli? Forse chi non lo prende non potrà
diventare genin. Forse è un modo per smistarci” si morse il
labbro inferiore e inclinò la testa da un lato. “Calma,
calma… Anche se così fosse, basterà prenderne uno.
Non dovrebbe essere così complesso. Insomma, Naruto non è
scemo, ma non deve nemmeno essere una gran cima viste le voci che
corrono! E poi è impossibile che faccia sul serio con tre
ninja alle prime armi come noi!” Le ci voleva un piano. Anzi, un
Piano. Qualcosa che potesse funzionare, qualcosa con fiocchi e
controfiocchi.
Hitoshi riprese fiato appoggiandosi
sulle ginocchia, sputando per terra per liberare la bocca dal
disgustoso sapore del fango. Ma come poteva Naruto Uzumaki, il ninja
più denigrato di tutto il villaggio, essere così
dannatamente veloce? Perché, dannazione? Perché non
riusciva nemmeno a sfiorare quegli stupidi campanelli?
Era come se Naruto stesse giocando con
loro. Come se aspettasse, se fosse in attesa di qualcosa.
Ma per quel che lo riguardava, l’unica
cosa che doveva aspettarsi era di perdere uno di quei dannati
campanelli di lì a dieci secondi!
Kotaro rimase immobile con il fiato
corto, immerso nel pantano fino alle caviglie. Aveva provato di
tutto, dalle arti marziali alle armi, alle finte, alle trappole, alle
illusioni. Ma Naruto non aveva mai ceduto, non si era mai distratto
nemmeno per un secondo. Il ragazzino iniziava a pensare che non fosse
da sottovalutare.
“Come possiamo batterlo?” si chiese
studiando la sua figura rilassata e distratta. “Come possiamo
sperare di batterlo, noi, così inesperti e deboli? Anche se
avessimo tutti la sua stessa forza, lui potrebbe prevedere ogni
mossa, ogni nostro singolo pensiero. Ci schiaccerà. Nessuno di
noi è in grado di sfiorare quei campanelli, ora come ora”
Vide Hitoshi scattare in avanti, fare
una finta cui Naruto non rispose nemmeno, comparire alle sue spalle e
cercare di colpirlo con un kunai. Tutto per ritrovarsi a terra con un
piede sulla schiena, a imprecare in tutte le lingue che non
conosceva. Poi vide Chiharu sfruttare il momento di distrazione e
tentare un attacco di shuriken alle spalle, ma Naruto fermò
ogni singola stelletta usando solo due dita. Haru si chinò
veloce e cercò di colpirlo con un calcio dal basso, ma Naruto
la schivò facilmente, lasciando libero Hitoshi.
Fu allora che Kotaro ebbe
l’illuminazione.
Mentre i suoi due compagni ritentavano
un attacco scoordinato che finiva soltanto con l’intralciare
entrambi, lui fece lavorare il cervello in maniera febbrile. E alla
fine arrivò a qualcosa.
“Forse ha capito” pensò
Naruto lanciandogli un’occhiata e schivando con estrema facilità
la debole palla di fuoco dell’Uchiha.
Kotaro scattò senza preavviso,
ma anziché attaccare Naruto puntò su Hitoshi e Chiharu,
interrompendo il loro assalto.
«Che diavolo fai?» ringhiò
lei con la forte tentazione di prenderlo a pugni.
«Sei idiota o cosa? C’ero
quasi!» rincarò Hitoshi alzando un pugno per colpirlo.
«Neanche tra cent’anni!»
ribatté Kotaro stizzoso, deviando lo stanco pugno del
compagno. «Te lo dico io, di questo passo non andiamo da
nessuna parte!»
«Vuoi impedirci di prendere il
campanello e lasciarti fuori, eh?» sibilò Haru tra i
denti.
«Sì, certo, la mia massima
aspirazione è rovinare la vita a voi due» Kotaro levò
gli occhi al cielo. «E ora sturatevi quelle stupide orecchie
fangose e statemi a sentire!»
Naruto rimase a osservarli dal suo
isolotto; i tre ragazzini stavano confabulando a una certa distanza,
con aria cospiratoria. Forse Kotaro era riuscito finalmente a trovare
la soluzione, e a quel pensiero Naruto sorrise appena. Secondo lui
era il figlio di Rock Lee il ninja più dotato, sebbene i
professori dell’Accademia non facessero che parlare dello
straordinario talento dell’Uchiha e della figlia di Shikamaru. Lui
credeva che ci volesse più della semplice abilità per
fare un buon ninja, e finora aveva sempre avuto ragione.
Non a caso lui era lì, e
Orochimaru era morto.
Mentre si perdeva nei ricordi del
passato, si accorse con la coda dell’occhio che i tre ragazzini
erano spariti. Avvertì lo spostamento d’aria alle sue
spalle, e gli bastò una mano per bloccare il calcio diretto al
suo collo, lasciando gli occhi liberi di intercettare Hitoshi e la
sua palla di fuoco. Con un sorriso indulgente parò anche il
colpo che veniva da destra, presumibilmente opera di Chiharu… Ma si
trovò a parare un pezzo di legno.
Vagamente sorpreso, si accorse
all’ultimo minuto che la ragazzina era invece a un passo dai
campanelli, e sentì le sue dita sfiorarli. Se in quell’attimo
Hitoshi non si fosse spostato, lui non avrebbe potuto scansarsi; ma
Hitoshi si spostò, tendendosi verso l’altro campanello, e
allora Naruto riuscì a saltare via, mandando a cozzare
rumorosamente le teste dei due.
«Ahia! Che cavolo combini?»
sbottò Chiharu dolorante, fulminando con lo sguardo Hitoshi.
«Io? Che combino io?!»
ribatté lui furente, una mano alla fronte. «Ne stavi
prendendo uno solo! Sei così irrimediabilmente imbranata da
mandare in fumo tutto il piano!»
«Ah, io?! Vogliamo parlare di te,
che hai lasciato la posizione e gli hai permesso di scappare?!»
«Solo per colpa tua!»
«Già, dimenticavo! Tu sei
troppo perfetto per sbagliare!»
Kotaro si lasciò cadere nel
fango, facendo crollare la testa all’indietro.
“Io ci rinuncio” pensò
osservando languidamente le nubi che si muovevano nel cielo,
oscurando il sole. “Fare lavoro di squadra con questi due è
come giocare insieme a una mangusta e un serpente”
Naruto sospirò.
Forse Kotaro ci era arrivato, ma gli
altri due erano ancora ben lontani dal collaborare.
Con passo calmo, sfiorando appena la
melma in cui gli altri invece sprofondavano, raggiunse i due
litiganti che battibeccavano ancora e li zittì con un secco:
«La prova è finita»
Quelli ammutolirono. Per un istante.
«Non è ancora
mezzogiorno!» protestò poi Chiharu con veemenza.
«C’è ancora mezzora
almeno!» si unì Hitoshi.
«Ti prego, facci provare un’altra
volta!» implorò Kotaro.
«Ve lo scordate» li seccò
Naruto. «Siete stati veramente pessimi, inguardabili. Mi
aspettavo qualcosa di simile, ma arrivare a questi livelli…»
scosse la testa deluso.
«Dove abbiamo sbagliato?»
chiese Hitoshi tra i denti.
«Il primo passo per correggere
l’errore è capirlo da soli» rispose Naruto distaccato.
«Se proprio hai bisogno di aiuto chiedi a Kotaro. Lui è
molto più avanti di voi. Di tutti e due»
Chiharu e l’Uchiha sgranarono gli
occhi fissando il piccolo Lee, che arrossì per il piacere e
anche per la ferma convinzione che la sua vita sarebbe finita di lì
a breve. Oh, se c’era qualcuno che conosceva l’orgoglio
irrefrenabile dei suoi compagni, quello era lui. Sigh. Peccato che
Naruto non sapesse di aver appena decretato la sua morte.
«Ma per questa volta voglio
essere clemente» riprese il jonin dopo un attimo di pausa,
catalizzando di nuovo l’attenzione. «Vi concedo una seconda
opportunità. Domani, alla stessa ora. Se per quel momento non
avrete trovato la soluzione, allora non sarete davvero degni di
essere ninja. E in quel caso non riuscireste a portarmi via i
campanelli nemmeno in cent’anni»
E con sguardo duro li abbandonò
nel fango e scomparve in uno sbuffo di fumo.
Scese il silenzio sulla palude.
«Immagino che alla fine non ci
offrirà il pranzo» sbuffò Chiharu, perdendo tutta
l’aggressività di poco prima e lasciandosi cadere
definitivamente nella melma, supina. «E anche le nostre domande
sono ancora senza risposta» Di nuovo tornò il suo solito
sguardo apatico, e restò a fissare il cielo coperto e ad
ascoltare i borbottii del suo stomaco.
«Torniamo a casa?» propose
Kotaro dopo altri lunghi attimi di silenzio. «Io ho fame»
«Tutti abbiamo fame»
bofonchiò Hitoshi alzandosi in piedi. «Me ne vado»
Senza salutare nessuno e affondando
fino alla caviglia si allontanò con sguardo cupo.
Come, come poteva quel piccoletto dalle
sopracciglia assurde essergli superiore? Cosa aveva capito che lui
non potesse capire altrettanto facilmente? Corrugò la fronte,
stringendo i pugni. Prima dell’indomani avrebbe dovuto scoprirlo.
Assolutamente.
«Credo proprio che il sesto
Hokage si sia rimbambito» sbottò Naruto divorando
irritato il suo ramen. Accanto a lui era seduto il maestro Iruka,
come faceva già tanti anni prima, e gli lanciò
un’occhiata inquieta.
«Sta andando proprio così
male?» si informò.
«Peggio!» sbuffò il
biondo esasperato. «Quelli non collaborano, vivono solo e
unicamente per sé stessi! Se fossero stati divisi sarebbero
diventati tutti elementi di punta, ma insieme sono solo un suicidio!
Se hanno ottenuto il massimo punteggio è stato solo perché
volevano essere i numeri uno, non perché abbiano uno
straordinario talento come ninja!»
Iruka sorrise. «E questo loro
desiderio non ti ricorda qualcuno?»
Naruto gli puntò le bacchette
contro. «Non provocarmi» lo minacciò. «Io
ero diverso dai quei ragazzini boriosi»
«E in cosa di grazia?»
«Io non ero straviziato da tutti,
per esempio! Volevo essere il migliore perché la gente mi
accettasse, non per allontanarmi ancora di più dagli altri ed
essere superiore all’intero genere umano!»
Il sorriso di Iruka si addolcì
appena, ritrovando per un attimo negli occhi accesi dell’uomo che
gli stava davanti il bambino che cercava disperatamente di essere
riconosciuto e apprezzato. Un bambino che era riuscito a diventare la
persona che voleva essere.
«Non fare troppo il duro con
loro» blandì Naruto. «Cresceranno, e impareranno
dai loro errori»
«Come no» bofonchiò
Naruto nella sua ciotola di ramen. «Se crescono come il sesto
Hokage, allora non impareranno un emerito tubo. Anzi, scaricheranno
tutti i compiti più ingrati su di me»
«Non volevi essere apprezzato?
Più di così!»
«Apprezzato, non sfruttato,
cavolo! C’è una bella differenza!»
Iruka rise, scuotendo la testa. «La
tua impulsività è l’unica cosa che non cambierà
mai, Naruto»
Hitoshi era fermo al centro
dell’isoletta nella palude, solo. Il vento sferzava l’aria
notturna spazzando il cielo cosparso di nubi stracciate, e ciocche di
capelli più nere della notte sbattevano contro le guance
pallide. Fissava l’oscurità.
Cosa gli era mancato quel pomeriggio?
Cosa aveva fatto sì che Naruto lo ritenesse inferiore a
Kotaro? Strinse i pugni nelle tasche, cercando per l’ennesima volta
di capire… Ma non riusciva a trovare la soluzione.
Forse era solo molto stanco.
Stanco di cercare sempre di essere un
gradino al di sopra degli altri, stanco di cercare di raggiungere il
mito irraggiungibile che era suo padre, stanco di doversi confrontare
ad ogni minuto e in ogni istante della sua vita. Con quella Nara, con
Kotaro. Con Jin.
Jin, quel bambino tanto simile a Itachi
Uchiha nella precocità del talento. Quel bambino che tutti
tenevano in considerazione più di lui, e che
contemporaneamente temevano. Quel dannato moccioso che era più
piccolo di cinque anni, e già gli teneva testa facilmente.
Non lo aveva mai detto a nessuno, ma
ogni tanto combattevano. E finiva ogni volta che lui si stancava un
po’ di più, e che Jin invece guadagnava terreno. Ma nessuno
lo avrebbe saputo. Nessuno avrebbe potuto spingerlo ad abbassarsi a
dimenticare il suo orgoglio, il suo prezioso orgoglio di Uchiha.
Nessuno gli avrebbe fatto rivelare le sue debolezze. Mai.
All’improvviso un rumore gli fece
alzare il capo. E nell’ombra della notte i suoi occhi allenati
scorsero la persona che meno avrebbe voluto vedere in quel momento,
dopo Jin: Kotaro.
«Credo che abbiamo avuto la
stessa idea» disse il ragazzino, arrancando nel fango fino a
raggiungerlo. «Sei qui per allenarti?»
L’Uchiha distolse lo sguardo,
irritato.
“Non invadere il mio territorio!”
«O hai un piano?» continuò
Kotaro senza notare l’ira che covava in Hitoshi.
“Chiudi quella bocca!”
«Hai mica sentito Chiharu?»
tentò nuovamente il piccolo Lee, e un attimo dopo fu sbattuto
a terra con violenza, l’impatto attutito solo leggermente dal
terriccio morbido. Rimase senza fiato, mentre Hitoshi, su di lui,
gridava: «Chiudi quella dannata bocca!»
Rimasero immobili, l’uno sull’altro,
nella notte buia. Una folata di vento si insinuò tra loro, ma
Hitoshi non schiodò gli occhi fiammeggianti da quelli di
Kotaro, non allontanò quei pozzi carichi di rancore dalle
iridi stupite e un po’ spaventate dell’altro.
Passarono minuti che parvero ore. Poi,
una voce rassegnata.
«Uomini. Non li capirò
mai»
Entrambi spostarono a forza lo sguardo,
posandolo su Chiharu. Lei li fissava a una certa distanza, le braccia
incrociate sul petto e lo sguardo di chi ha trovato esattamente ciò
che si aspettava.
«Posso prevedervi, ma non
riuscirò mai a capirvi» continuò, raggiungendoli.
«Se non altro siamo qui tutti per lo stesso motivo, vero?»
nessuno le rispose. «Trovare il modo di prendere quei dannati
campanelli» concluse lei allora.
I due ragazzi borbottarono qualcosa di
malavoglia, ma si divisero e si rimisero in piedi.
«Allora Kotaro? Tu non avevi un
piano?» insisté lei. «Non dicevi che insieme
avremmo potuto farcela?»
«Beh, sì… ma con due
egocentrici come voi, non so se sia possibile» borbottò
il ragazzino cercando di ripulirsi.
«Ha parlato!» sbottò
Hitoshi velenoso. «E comunque me lo spieghi come lo sistemiamo
che i campanelli sono due? Anche prendendoli tutti insieme uno di noi
resterà fuori!»
«Sì, ma…» mormorò
Chiharu, con un sorrisino che poche volte le avevano visto. «Come
farà Naruto a sapere quale? Insomma, non può decidere
arbitrariamente, soprattutto considerato che ha i tre migliori
studenti dell’anno. Non può mandarne a casa uno qualsiasi,
dovrà spiegare bene le motivazioni, i come e i perché…
e nessuno si accontenterà di una spiegazione come ‘colpa di
un sorteggio’» rise piano. «Ci ho pensato tutto il
giorno. Se riusciamo a prendere i campanelli tutti insieme il gioco è
fatto»
«Se lui ce li lascia prendere,
vuoi dire» la corresse l’Uchiha per puro spirito di
contraddizione. «Non credo gli ci vorrebbe molto per farci
fuori tutti»
«Avanti, nessuno si aspetta che
siamo più forti di lui!» sbuffò lei. «Naruto
vuole solo che collaboriamo, ormai è palese! Se non fosse
stato per il tuo errore grossolano, oggi ci avrebbe lasciato prendere
i campanelli!»
«Cos… Il mio errore?!»
«Alt! Time out!» intervenne
Kotaro mettendosi tra i due. «Non è il momento né
il luogo, gli screzi lasciateli a domani!» Hitoshi lo trapassò
con gli occhi. «E se vuoi prendertela anche con me, c’è
domani pure per quello. Ora dobbiamo cercare di trovare la
coordinazione per lavorare insieme, e abbiamo solo una notte per
farlo. Direi che non c’è tempo da perdere»
Haru annuì dopo un breve
istante. Bofonchiando e imprecando in tutte le lingue che non
conosceva, Hitoshi ci mise un po’ di più, ma alla fine
cedette anche lui. E mentre Kotaro annunciava il suo piano con un
largo sorriso, lui pensò:
“Potrete avermi nel vostro gruppo…
ma non sarò mai uno di voi”
L’alba del giorno dopo li trovò
distrutti, stesi nel fango e impiastricciati dalla testa ai piedi.
Tutti e tre respiravano affannosamente e guardavano il cielo di un
bianco lattiginoso.
«A-Accidenti!» boccheggiò
Kotaro. «Non riusciremo mai a prendere quegli stupidi
campanelli se siamo così stanchi!»
«Dite che ci stende se gli
chiediamo di posticipare la prova?» chiese Haru massaggiandosi
un gomito dolorante.
«Sì» disse Hitoshi
lapidario, e si rialzò faticosamente.
«Dove vai?» gli chiese
Kotaro, completamente sfibrato.
«Ho fame» bofonchiò
l’Uchiha, e il suo stomaco borbottò come a confermare le sue
parole.
«Allora dovrete darvi una mossa»
Sconvolti, tutti si voltarono verso
Naruto, comparso all’improvviso fresco come una rosa e con un
perverso ghignetto sadico stampato in faccia.
«Adesso?» fece Haru con un
filo di voce.
«No, fate pure con calma… Certo
che è adesso! Su, in piedi branco di sfaticati!» esclamò
il jonin tirando su a forza Kotaro. «E vi lascio a disposizione
solo un attacco»
«Già che ci sei perché
non ci leghi le mani dietro la schiena e una benda sugli occhi?»
ringhiò Hitoshi tra i denti, mentre Chiharu si trascinava in
piedi borbottando.
«Ma per che razza di sadico
bastardo mi hai preso?» domandò Naruto profondamente
offeso. «Su, forza. Muovetevi, che non ho tempo da perdere!»
I tre ragazzini si scambiarono uno
sguardo, e capirono che stavano tutti pensando la stessa cosa:
“almeno finiamola in fretta”.
Un cenno. E poi attaccarono con la
formazione che avevano imbastito per tutta la notte. L’avevano
modificata almeno ottocento volte, provata e riprovata, si erano
insultati, avevano sfiorato la rissa, erano finiti nel fango fino ai
capelli, e poi si erano rialzati e avevano ricominciato, sotto un
cielo che cambiava di minuto in minuto, fino a schiarirsi. Gli sforzi
di ore e ore.
In realtà era uno schema di
attacco banale, per non dire prevedibile, pieno di falle e troppo
scolastico. E loro erano lenti e stanchi, prede fin troppo facili. Ma
Naruto lasciò che lo accerchiassero, e si scansò
all’indietro quando Hitoshi cercò di colpirlo con una palla
di fuoco piuttosto anemica; schivò il lentissimo calcio di
Kotaro chinandosi in avanti, perse l’equilibrio per lo sgambetto
debole di Chiharu e, prima di cadere a terra, si lasciò
sfilare i campanelli dalla cintura.
Tre mani si erano strette insieme
sull’obiettivo.
“Se non altro il piano prevedeva che
l’azione finale fosse fatta insieme” rifletté Naruto
sorridendo, mentre i ragazzini esultavano attorno a lui. “Una
variante interessante”
In realtà in una vera missione
la separazione dei ruoli e dei compiti era fondamentale; ma per ora
andava bene così. Prima di trovare il loro posto all’interno
del gruppo, avrebbero fatto bene a diventare un gruppo. E
quello era un primo passo.
Chiharu, Kotaro e Hitoshi gioirono per
pochi minuti, poi si lasciarono cadere a terra, esausti, e senza
quasi accorgersene crollarono addormentati.
Naruto li fissò.
“Oh no” realizzò con orrore.
“Ora devo anche portarli a casa?”
Ripensò alle visite della sera
prima, quando, dopo aver visto i tre ragazzini allenarsi nel campo di
addestramento, era andato dalle loro madri a informarle che non
sarebbero tornati per la notte. Non solo aveva rischiato la vita, ma
per scappare dalle amorevoli progenitrici aveva anche perso una
preziosa ora in giro. E poi aveva dovuto vigilare sui mocciosi, che
chiaramente avevano avuto la bella pensata del meeting notturno, ma
non avevano considerato che non era esattamente una mossa saggia
aggirarsi la notte quando ci si ritrova la forza di un bruco molto
debilitato. E se alla fine aveva permesso loro di prendersi i
campanelli tanto facilmente, lo aveva fatto solo perché gli
avevano dimostrato di aver capito quale fosse la direzione.
Anche se… guardando Hitoshi steso a
una certa distanza da Kotaro e Chiharu, con uno dei campanellini
stretto in mano come una sua esclusiva proprietà, gli tornò
in mente una preoccupazione che aveva da molto tempo: “riuscirai ad
essere diverso da tuo padre?”
Quando Sakura Uchiha si vide arrivare a
casa il figlio esausto e infangato dalla testa ai piedi, addormentato
in braccio a un Naruto molto, molto desideroso di trovarsi altrove,
le sue urla e i suoi insulti divennero leggenda nel villaggio della
Foglia.
Nel prossimo capitolo...
All’improvviso, del tutto
inaspettatamente, la mano di Chiharu scattò verso l’alto.
«Ora ci dice perché siamo
in gruppo insieme?» chiese senza preamboli. «Abbiamo
passato la prova, no?»
«Ah, già» bofonchiò
Naruto grattandosi il mento. «Uhm… diciamo che ve lo dico
se…»
«Se niente!» lo interruppe
Haru strabiliando tutti. «Aveva detto che ce lo avrebbe
spiegato dopo la prova! E la prova è stata superata, quindi
ora ce lo dice!»
«Che caratterino» mormorò
Naruto. «Uguale a tua madre, eh?»
* * *
Spazio autore
Anticipazione
assolutamente inutile, perché nel prossimo capitolo succederanno
più cose, e non sapevo quale prendere.
Quindi ho scelto la meno compromettente, diciamo.
Dovendo darvi un incentivo, vi direi: finalmente si svela l'identità dell'Hokage!
Che dire di questo capitolo? Boh.
A correggerlo ho storto il naso mille volte, ma d'altronde è anche normale, l'ho scritto più o meno un anno fa.
A conti fatti sospetto che il suo scopo sia far conoscere un po' i mocciosi...
ma non ci metteri la mano sul fuoco! XD
Ah, me lo avete chiesto e io rispondo!
Dal momento che la storia è già completa sul mio pc, gli aggiornamenti saranno ogni due giorni.
Quindi ce la caviamo con il finale in due mesi e mezzo, più o meno!
Ah! Ho notato che tra i commentatori ci sono anche persone che avevan già letto la fic!
Mi fa davvero piacere potervi finalmente conoscere, non sapete nemmeno quanto!
Grazie per averla letta la prima volta e grazie soprattutto per la seconda!
E ora subito al via l'angolo delle risposte ai commenti!
Confesso che non ne aspettavo così tanti per il primo capitolo! XD
Ma ringrazio tutte le persone che hanno lasciato un segno della loro presenza!
harryherm: e
il primo posto va a... Silvia! Che mi ha fatto tardare la pubblicazione
del primo capitolo! Dunque, ho deciso che lascerò perdere la tua
momentanea infatuazione per Hitoshi. Passerà, tranquilla, e
rivaluterai Kotaro. Chiharu ti piacerà sempre meno, ma va beh,
è normale. A quanto pare piace solo a me. ò_ò
Jin... Ohohoh, Jin... Lo rivedrai solo nel quarto capitolo, ma ho la
vaga impressione che le tue attitudini pedofile si protrarranno nel
tempo! Concludendo, nessuno dei mocciosi è finito senza pranzo
dopotutto. A dire il vero, credo di non aver nemmeno contemplato
l'ipotesi! XD
sammy1987: anche Naruto
è cambiato a modo suo, tranquilla. Ma le basi sono le basi, non
ci si può far niente! E d'altronde non ci piacerebbe se non
fosse così, giusto? XD Per vedere i genitori sovrai avere solo
un po' di pazienza. Ci saranno anche le "faccende da grandi", e loro
dovranno intervenire per forza!
rina: ma sai che anche io mi
sono un po' commossa rivedendo i mocciosi? XD E' tornato il vecchio
affetto che provavo per loro, e anche l'irritazione ogni tanto! (per
quanto io cerchi di tormentare Chiharu, quella riesce sempre a
svicolare, mannaggia!) Divertiti a cercare le novità! Non
saranno essenziali, ma se le trovi ti faccio un applauso! XD
queen of night: dimentica pure
la ragazzina bionda, era un nome a caso in un momento a caso! XD Per il
resto, grazie mille sei complimenti! Ho dato un'occhiata alla tua
pagina personale e ho visto che sei un'ottima beta, quindi sentire
queste parole da te mi rende particolarmente felice! Per il padre di
Jin e l'Hokage, saprai se hai indovinato tra il terzo e il quarto
capitolo! ^^ Per gli aggiornamenti, invece, come ho già scritto
saranno ogni due giorni!
bambi88: e dire che di nomi
nuovi ce ne sono solo cinque! XD Non dovrai faticare, perchè
sono tutti quelli che vedrai, fidati. Senza contare che sono tutti
abbastanza diversi tra loro (o almeno spero), e gli altri sono solo
vaghi comprimari! ^^ Vedi? Come sono gentile io con i lettori! (XD)
Yume_Tsuki: ohh, il primo volto
nuovo ma vecchio! Sono felice di sapere che all'epoca la fic ti era
piaciuta, e soprattutto sono felicissima di vederti tra queste pagine!
^^ Spero di riuscire a emozionarti di nuovo! O almeno, io farò
del mio meglio!
Beckill: un'altra sconosciuta
vecchia lettrice! XD Sono sempre più convinta che pubblicare su
efp sia stata una mossa geniale! XD Non ti preoccupare se non hai
recensito Sinners, so che leggerlo dopo sessanta capitoli può
essere traumatizzante! Ma grazie davvero per avermi lasciato un
commento qui, mi ha fatto molto piacere! ^^ Le modifiche alla "vecchia
storia", come vedrai, non saranno sostanziali. Ma cercherò di
rendere il tutto un po' più omogeneo e di dare spazio a chi non
lo ha avuto! Spero che gradirai!
Maryella: saprai chi sono
l'Hokage e il padre di Jin nel giro di due capitoli, tranquilla! Per
ora ti ringrazio per i complimenti, e prometto solennemente di
impegnarmi e fare del mio meglio! Spero di non deludere le tue
aspettative!
maninja87: l'Hokage tetro?
Pff... Uahahah!! Quando saprai chi è e cosa fa per la gran parte
del tempo, cambierai drasticamente idea! XD Però hai colto i
dettagli che ho buttato qua e là, come l'accenno alle visite
diradatesi! Mi ha fatto piacere che sia riuscita a incuriosirti, in
effetti non speravo altro! XD Tra parentesi... sappi che ti
passerà l'incubo Hiashi in questa fic! Credimi! XD
arwen5786: se non ti fosse
piaciuto Hitoshi, ti avrei accusata di non essere te. XD Scherzi a
parte, che ti piaccia Chiharu invece mi lascia perplessa! XD E' una
piccola vipera, la ragazzina! E' sua madre più l'indolenza del
padre! Per carità, io le voglio bene perchè è il
mio piccolo tesorino dolce (?), però voi siete autorizzati ad
odiarla! XD Solo una cosa mi lascerò sfuggire in questa sede:
nessuno degli altri ragazzi è diventato insegnante. Hanno ben
altro di cui occuparsi! (per alcuni di loro devo ancora scoprire cosa,
ma tutto sommato sono fiduciosa! XD)
Elisir86: l'ultima cosa di cui
puoi preoccuparti è la frequenza degli aggiornamenti! XD Ogni
due giorni, puntuale come un orologio svizzero! Se non in anticipo! XD
yayachan: sarà rivisto
il legame tra chi e chi? XD Sinceramente, non ricordo! Quindi dimmelo
esplicitamente via messaggio primato (sai come *tono cospiratorio*)
E... tu sai che parlare di sensualità in un bambino di sette
anni può essere un reato? XD Ma ti perdono, perchè Jin
è Jin! XD A quanto pare, solo io lo considero un bambino!
DarkMartyx_93: evvai, un'ignra
lettrice! Hai risvegliato il mio spirito sadico! Avendo letto solo
sprazzi di Sinners, ci saranno cose che non sai... e dunque
potrò sorprenderti! Sono feliiiiiice! XD (e sono anche
pazza, sì) Scherzi a parte, grazie per il commento! Mi ha fatto
molto piacere! ^^ Spero che questa volta la tua pigrizia sarà
vinta e riuscirai a seguire la storia senza salti!
Charlie_2702: eh, direi che
già da questo capitolo Kotaro ha smesso di fare la figura
dell'idiota! Anzi, confronto agli altri è un passo avanti! Hai
ragione su Naruto, non è sesto Hokage a quanto pare. Ma
perchè? E chi lo è, dunque? E soprattutto: lui ne
sarà felice? (XD ovviamente no!) Tutte le cose che hai detto
sulle faccende un po' in sospeso, ovvero i sei anni di visite diradate,
i contatti allentati con tutti, la rabbia "perchè non è
il momento buono" verranno chiarite man mano che la storia prosegue!
Sono tutte volute, e tutte avranno una risposta. Per il resto grazie
mille, sia per quanto riguarda i commenti sullo stile che per tutto
quanto! Ho adorato il tuo commentone a Sinners, e mi farà molto
piacere se commenterai anche questa fic! ^^
Mala_Mela: è
stupefacente che il mio ex-dio conosca a memoria il primo capitolo di
Il peggior bla bla bla e io, suo ex-profeta, non abbia mai imparato i
suoi precetti! XD Tutto ciò ci insegna molto... Però
è vero. Devo ringraziarti se sono approdata qui! ^^ E spero che
anche qualcun altro ritenga di doverlo fare! E ascoltate tutti le
parole di Clà, poichè lei SA! Se dice che questo è
il suo capitolo preferito, allora è il capitolo migliore! XDD
_Kirjava_: attorno al 15
ottobre ricordami il tuo compleanno! XD Comunque, mi fa piacere sapere
che vuoi rileggere la fic! Se hai tempo e voglia, sai dove trovarla! E
se sei così annoiata da voler lasciare anche un commentino, mi
farai ancora più piacere! XD (penso che se fossi una lettrice
anche io odierei la pessima opinione che i tre mocciosi hanno di Naruto
XD Ma essendo l'autrice, gongolo!)
lale16: anche Naruto dice che i
tre marmocchi sono insopportabili! XD D'altronde quando ti dicono per
dieci anni "oh quanto sei bravo!" finisci per montarti un po' la testa!
Ah, Naruto... Beh, sarà davvero il peggior ninja di Konoha? O
sono solo voci? E se sono voci, chi le ha messe in giro? Uhm, per
quanto riguarda messenger, mi spiace dirti che di solito ci sono solo
nel tardo pomeriggio o in tarda serata. Se non sei troppo stanca e se
ci becchiamo, chiacchieriamo volentieri! ^^
Reina: tranquilla, la mia
"sfida" era solo per il numero di figli degli Uchiha! Per tutto il
resto non apro bocca, anche perchè tendo sempre ad essere troppo
buona, e non potrei mai competere in una gara di malvagità! XD
Naruto si farà valere. Dopotutto, è pur sempre il mio
adorato Naruto. Per quanto riguarda Kushina, invece, metto le mani
avanti e dico da subito che non ne parlo. Se Kishi dovesse svelare
qualcosa nel mentre, potrei fare un'aggiunta, ma ora come ora non
azzardo nulla! Ho dovuto farlo con Itachi, e ancora mi rode che sia una
discrepanza così grossa! XD Quindi lascio perdere altri azzardi
simili!
endlesstar: tu sei pericoloso!
XD Farmi certe azzardate previsioni! XD Ho visualizzato il mio bel Jin
con la tutina e l'occhio guercio, e mi si è bloccata la
crescita! Per fortuna che a vent'anni si suppone sia già vicina
alla fine, se no ti facevo causa! XD Comunque, a parte tutto, non
sapevo che anche Gai si fosse diplomato a sette anni! Grazie per
l'informazione!
Maobh: wow, quanto entusiasmo!
Mi hai davvero fatta felice! ^^ Le tue supposizioni sull'Hokage
potranno essere confermate o smentite già dal prossimo capitolo,
nel frattempo ti faccio notare che l'ipotesi del ritiro di Tsunade non
è affatto la peggiore... Oh, non sapevo che le atmosfere di
questi capitoli fossero simili a quelle di Toriyama! Ho cercato di
capire a cosa somigli questa fic, ma francamente non ci sono riuscita!
Quindi lascio decidere a voi lettori! XD
Sky_Shindou: brava ragazza, non
scordarti di Gaara...! ^_* Oh, tra l'altro la GaaSaku che mi hai
chiesto sembra una bella sfida, quindi la accolgo con piacere! XD Per
il resto... sai che sono rimasta affascinata dal tuo nick? Non so
perchè, mi piace da matti! XD Semplicemente per il suono che ha!
Kairi84: la solita sadica,
eheh... Vuoi goderti le reazioni degli altri, eh? Zut zut, perfida
donna! Tanto sai che prima o poi sarai nella loro stessa barca...
dark_angel90: qualcuna delle
persone che recensisce ha già letto la fic altrove, sì.
Qualcun altro ha letto il prequel, e quindi sa alcune cose. Gli altri
non san nulla invece, e mi auguro che scoprano tutto piano piano! XD
Nel frattempo ti ringrazio per i complimenti e per aver lasciato un
commento! Se non vuoi spoilerarti nulla, ti consiglio di stare ben
lontana dalle recensioni, perchè certa gente non sa tenere la
bocca chiusa! XD
kimi: io e te abbiamo parlato
del capitolo abbondantemente su messenger, direi! Devo davvero
aggiungere altro? Ma no! Mi risparmio tempo e fatica! XD
Aya
|
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Capitolo 3 *** Un ninja è... ***
Naruto2-3
Un ninja è...
- Tre -
«Non sembra anche a voi che il
mondo sia un posto migliore?» chiese Kotaro inspirando a fondo
l’aria pura del mattino.
«Hn? Dici?» ribatté
Chiharu con marcata indolenza, per estraniarsi un attimo dopo.
«Dove è finito
quell’imbranato?» borbottò Hitoshi, le mani affondate
in tasca e un’espressione di gelida supponenza sul viso.
Kotaro si depresse per un istante,
ignorato dai suoi compagni, e portò una mano a sfiorare il
coprifronte per accertarsi che ancora fosse lì. Ci aveva
persino dormito, come se toglierlo avesse significato perdere ciò
che avevano faticosamente raggiunto lui, Hitoshi e Haru due giorni
prima. Inutile dire che sua madre lo aveva guardato come uno scemo
irrecuperabile, quando si era svegliato con un segnaccio rosso sulla
fronte.
Il giorno successivo alla prova Naruto
aveva fatto arrivare a tutti un biglietto in cui li lasciava liberi,
convocandoli però per due giorni dopo alle nove, davanti
all’Accademia. Ora erano lì tutti e tre a farsi ognuno i
fatti propri, in attesa del jonin che se non tardava non si sentiva
realizzato.
Alla fine, dopo quasi venti minuti di
noia, Naruto li raggiunse imprecando a destra e a manca.
«Accidentaccio a tutta quella
stramaledetta famiglia!» borbottò fermandosi tra loro.
I tre genin si scambiarono uno sguardo,
poi Kotaro si azzardò a chiedere a chi si riferisse. Naruto lo
fulminò con lo sguardo.
«Sto traslocando»
sintetizzò, per poi piantare le mani sui fianchi. «Allora,
l’altro giorno avete passato la prova, ma questo non vi rende poi
quel granché. Siete ancora dei girini che nuotano in una
pozzanghera, e io sono il rospo che governa sul grande lago»
tutti inarcarono un sopracciglio all’azzardata metafora. «Come
capo dei rospi posso decidere se e quando farvi fare la prima
missione, e ho deciso che quel giorno non sarà oggi» la
delusione fu palpabile.
«Ma allora cosa facciamo?»
chiese Kotaro afflitto.
«Lezione teorica» annunciò
lui con aria tronfia.
«Ancora? Ma in Accademia ne
abbiamo fatte fino alla nausea» si lamentò Chiharu.
«Oh, ciò che vi dirò
oggi tendono a trascurarlo all’Accademia» Naruto sfoderò
un ghigno promettente che risollevò leggermente il loro umore.
«E comunque vi farò lezione da un posto decisamente
pittoresco; che vi permetterà anche di allenarvi, perché
per raggiungerlo faticherete non poco»
A quel punto l’entusiasmo era
tangibile.
«Eh?» fece Kotaro deluso,
quando Naruto li ebbe portati ai piedi del muro degli Hokage.
«Facciamo lezione qui?»
Sotto un sole splendente e il cielo più
terso degli ultimi venti giorni, i sei volti scolpiti sulla parete di
roccia scintillavano là dove la luce si rifletteva sui
minerali più brillanti.
«Mh? Che c’è? Non ti
piace?» chiese Naruto seccato.
«No, ma, ehm…» borbottò
Chiharu scettica. «Dove sta la difficoltà a raggiungere
questo posto?»
Naruto sogghignò. «E chi
vi dice che siamo arrivati?» e, sotto gli occhi esterrefatti
dei tre genin, posò un piede contro la parete di roccia e
iniziò a camminarci come se fosse stata orizzontale. Arrivato
a una certa altezza si voltò a guardarli. «Su, avanti.
Seguitemi» li incitò.
«E come diavolo facciamo?»
chiese Hitoshi, sbalordito più dalla sua richiesta che non da
ciò che aveva fatto.
«Come? Ma non siete i tre geni
del villaggio? Lavorate di chakra, ragazzi. Io vi aspetto sulla testa
del terzo Hokage» e con un sorriso che risvegliò gli
istinti omicidi dei genin, riprese la sua tranquilla scalata.
Hitoshi, Chiharu e Kotaro fissarono
cupamente la parete.
«‘Lavorate di chakra’…»
borbottò Hitoshi tra i denti. «Questa sì che è
una spiegazione completa»
«Concentra il chakra nei piedi»
analizzò Chiharu guardandolo salire. «Ma comunque è
difficilissimo! Cioè, bisogna usare l’esatta quantità…»
«E se esageriamo o ne usiamo
troppo poco?» chiese Kotaro in apprensione. L’uso del chakra
non era mai stato il suo forte, ma d’altronde metà del suo
patrimonio genetico era negato per le arti magiche.
«Se ne usi troppo voli via, se ne
usi troppo poco non ti attacchi» spiegò Chiharu
grattandosi una guancia, pensierosa. «Cribbio. Per questa cosa
ci vorrebbero settimane di allenamento!»
Ci furono alcuni pesanti secondi di
silenzio, mentre la sagoma di Naruto rimpiccioliva sempre più
salendo.
«Non credo che ci aspetterebbe
lassù per settimane» mormorò Kotaro flebilmente.
«Secondo voi può ritirarci il titolo di genin?»
«No, ma può disprezzarci»
brontolò Hitoshi, facendo un passo in avanti. «E non ho
alcuna intenzione di dargli questa soddisfazione; non al peggior
ninja del villaggio della Foglia»
Ah, quanto sembrano più facili
le cose una volta che si sono superate.
A due giorni dalla prova dei campanelli
i tre genin già avevano scordato tutte le difficoltà di
trovare una strategia e applicarla, e soprattutto si erano
auto-convinti di aver raggiunto il loro obiettivo esclusivamente
grazie alla loro abilità personale.
D’altronde, se tutti dicevano che
Naruto era il peggior ninja della foglia, qualcosa di vero doveva pur
esserci. Ogni leggenda ha un fondo di verità.
«Cosa hai intenzione di fare?»
chiese Haru scettica. «Ci provi davvero?»
Hitoshi sollevò il mento
orgogliosamente. «Perché no? Se ci riesce lui non deve
essere tanto difficile»
«Ma certo, grande esperto»
sogghignò Chiharu sarcastica. «Tu che capisci al volo la
difficoltà di una tecnica, mostraci l’elementare semplicità
del controllo del chakra»
Hitoshi la fulminò con lo
sguardo. Tutti e tre sapevano che era lei l’analizzatrice del
gruppo, ma un orgoglio ferito è un orgoglio ferito. E un
Uchiha non avrebbe mai permesso a nessuno di ferire il suo orgoglio
impunemente.
«Sta’ a vedere» borbottò
seccato, congiungendo le mani e concentrandosi.
Haru incrociò le braccia sul
petto e si mise comoda a fissarlo con un sorrisino, mentre Kotaro
accanto a lei si accigliava per cercare di capire cosa facesse il
loro compagno.
Hitoshi raccolse il chakra sui piedi
per qualche istante, poi si avvicinò cauto alla parete.
Appoggiò un piede. Aderiva. Con un sorriso trionfante sollevò
anche l’altro, pronto a far notare tutta la sua superiorità
a Haru… ma tutto diventò nero.
Pochi minuti dopo si risvegliò
agli schiaffi inclementi che colpivano la sua faccia, e la prima cosa
che vide furono le traumatizzanti sopracciglia di Kotaro. Qualcuno
sghignazzava senza ritegno, a breve distanza.
«Che cavolo…» bofonchiò
l’Uchiha tirandosi a sedere. «Ahia la testa…»
«Esilarante!» ululò
Haru poco più in là, piegata in due dal ridere. «Che
classe! Che tecnica! Che stile!»
«Ehm, sei caduto» spiegò
Kotaro a Hitoshi con cautela. «Quando hai alzato il secondo
piede sei andato giù come una pera, e hai sbattuto una testata
memorabile»
Il genin arrossì d’indignazione
e vergogna, e trucidò Chiharu con un’occhiata.
«Pensi che potresti fare meglio?»
sibilò nella sua direzione, massaggiandosi la testa.
Lei smise all’istante di ridere, e
gli lanciò uno sguardo di superiorità. «Credo che
anche una poiana cieca potrebbe fare meglio»
Hitoshi scattò, pronto alla
rissa, ma Kotaro lo tenne giù cercando di fargli capire che
non avevano tempo da perdere.
«Dai, fammi vedere!»
sbraitò L’Uchiha bellicoso. «Provami che sei
migliore!»
«Ohh, e va bene!» sbottò
Chiharu colpita nell’orgoglio.
Chiuse gli occhi, giunse le mani.
Raccolse il chakra nei piedi e poi guardò la parete di roccia
davanti a sé, accigliata. Fece qualche rapido calcolo mentale,
e alla fine prese la rincorsa.
Salì su un passo, due, tre… e
al quarto il chakra scemò, il piede scivolò, sbatté
una nasata su una sporgenza e, sfregandosi ginocchia e gomiti,
scivolò penosamente fino a terra.
Questa volta fu Hitoshi a scoppiare a
ridere. «Ohh, questo sì che era di classe!»
disse perfido. «Una caduta piena di stile!»
«Ti venisse un embolo»
ringhiò Haru tra i denti, una mano sul naso dolorante. «Io
almeno sono andata un po’ su, razza di deficiente! Tu sei caduto a
mezzo passo perché ti sei dimenticato di tenere gli
addominali!»
«Ma almeno non mi sono fracassato
la faccia!»
«Certo, se no come facevano le
oche che ti sbavano dietro, eh?»
«Ma cosa tiri in ballo adesso?!
Sei solo invidiosa perché a te non ti fila nessuno, e…»
Andarono avanti a battibeccare ancora
un po’, rivangando vecchi torti dei tempi dell’asilo e sgarbi che
non si erano mai rivelati. Kotaro aveva rinunciato a placarli
praticamente subito, e ora guardava con aria malinconica il muro
degli Hokage. Neanche in dieci anni sarebbe riuscito a controllare il
chakra tanto bene da salire fin lassù, era perfettamente
inutile anche solo provarci.
Ma non potevano lasciare Naruto ad
attenderli troppo a lungo... chissà quali sarebbero state le
conseguenze.
«Ehi» disse cercando di
attirare l’attenzione. «Ehi!» ripeté un po’
più forte quando vide che Chiharu e Hitoshi non lo degnavano
di un’occhiata. «Ehi!» gridò alla fine,
facendoli ammutolire. «Non abbiamo tempo da perdere a litigare
per le solite scemenze!» sbottò irritato. «Guardiamoci
in faccia, nessuno di noi riuscirà mai a salire fin lassù
come ha fatto Naruto! Non oggi, almeno. E se non vogliamo che lui
scenda e ci prenda a pugni, faremo bene a trovare un altro modo per
arrivare alla testa del terzo Hokage!»
«Ah sì? E tu cosa proponi,
eh genio?» borbottò Hitoshi tra i denti, irritato.
Haru sbuffò massaggiandosi il
naso. «A questo punto, direi le scale»
Anche salire un gradino dopo l’altro
non fu esattamente una passeggiata. Innanzitutto gli scalini erano
tanti, poi erano ripidi e vecchi, e la ringhiera era
arrugginita e instabile.
«Che hai?» chiese Kotaro
vedendo Hitoshi camminare rasente il muro, rigido come un pezzo di
legno.
«Io?» ribatté lui
con un tono di voce superiore al normale di almeno un’ottava.
«Niente!»
Kotaro corrugò la fronte
perplesso. Davanti a tutti Chiharu saliva un gradino dietro l’altro,
impettita, il respiro leggermente corto e il naso arrossato e che
iniziava a gonfiarsi.
“Perché, perché mi sono
lasciata convincere a fare il ninja?” si chiese frustrata. “A
quest’ora potrei essere sul terrazzo a prendere il sole, e invece
mi trovo a scarpinare su una stramaledetta scala pericolante con il
naso che sembra un fungo! E mi bruciano i graffi alle ginocchia! E
dietro di me cammina un cretino!”
«Ancora una rampa» avvisò
Kotaro guardando verso l’alto. Erano praticamente sotto i volti di
pietra. «Ed è tutta dentro»
Hitoshi tirò un impercettibile
sospiro di sollievo, asciugandosi il sudore dalla fronte.
«Stanco?» frecciò
Haru acida, sentendolo ansimare.
«Vuoi che ti butti giù?»
replicò lui in un sibilo minaccioso.
«Per favore, la smettete?»
sbottò Kotaro esasperato.
«Umph» fecero gli altri
due, e tacquero.
Percorsero l’ultimo tratto un po’
più velocemente, all’interno della roccia. La strada era
illuminata debolmente, e quando uscirono di nuovo all’esterno per
un attimo furono accecati dalla luce del sole.
«Siamo sopra» fece notare
Kotaro a quel punto, affacciandosi alla ringhiera che percorreva
tutto il margine superiore della parete. «I volti degli Hokage
saranno dieci metri più giù»
«E là c’è Naruto»
aggiunse Chiharu additando una figura stravaccata sul naso del terzo
Hokage. «Cribbio, ma come fa a non scivolare?»
«Miracoli del chakra»
ribatté Kotaro, poi gettò un’occhiata alle proprie
spalle. «Hitoshi non vieni?»
«S-sì che arrivo!»
bofonchiò l’Uchiha nervosamente.
«Resta pure dove sei, io di certo
non sentirò la tua mancanza» sorrise soave Chiharu.
«La cosa è reciproca»
Kotaro levò gli occhi al cielo e
scavalcò la ringhiera, assicurandosi che il nodo che aveva
fatto con la corda fosse stabile. «Occhio che ci sono pochi
appigli» si limitò a dire iniziando a scendere, e decise
di abbandonare i suoi compagni di squadra al loro destino.
Chiharu borbottò un’imprecazione
all’indirizzo di Hitoshi, poi tirò fuori dal marsupio la sua
corda in dotazione standard e la assicurò alla ringhiera
stringendo bene.
«Non venirmi vicino mentre
scendo» disse a Hitoshi lanciandogli uno sguardo eloquente, e
poi scavalcò e come Kotaro scomparve oltre il bordo.
“Che voglia di tagliarle la corda”
rifletté l’Uchiha con un brillio malvagio negli occhi.
Poi deglutì.
Era a qualche metro dalla ringhiera, e
già gli tremavano le gambe.
“Stupide, stupide vertigini!”
ringhiò dentro di sé, estraendo cautamente la corda dal
marsupio. Inspirò a fondo. “Avanti, non è così
difficile” cercò di convincersi. “Ce la fanno tutti,
perché io no? Io sono un Uchiha. Sono migliore degli altri!
Mio padre lo farebbe ad occhi chiusi!”
Raggiunse la ringhiera e legò la
corda con gesti lenti, senza guardare giù. Fece un triplo nodo
doppio, tanto per stare sicuro, poi, con infinita cautela, scavalcò
la ringhiera.
Le sue mani si serrarono convulsamente
sul ferro arrugginito, mentre una folata di vento gli scompigliava i
capelli.
“Calma…” si ricordò.
“Chiudi gli occhi. In realtà il terreno è venti
centimetri sotto di te”
Iniziò a scendere. Con estrema
lentezza e saggiando la roccia sotto i piedi almeno tre volte, un
passo dopo l’altro si calò lungo la corda, stritolandola tra
le dita.
Gli sembrò di impiegarci anni.
Ma alla fine toccò una superficie orizzontale e tornò a
guardare. Era arrivato. Con un sospiro di sollievo veramente sentito
lasciò andare la corda, le braccia tremanti per lo sforzo e la
tensione, e si voltò molto cautamente, timoroso di ciò
che avrebbe visto.
Beh. Fu nettamente diverso da ciò
che immaginava.
Onestamente, temeva che sarebbe svenuto
a vedere i metri che lo separavano da terra; e invece rimase soltanto
senza fiato: da lassù poteva vedere tutto il villaggio e poi
oltre, le foreste che lo circondavano e la strada che se ne
allontanava. Il sole brillava ad est, quasi accecandolo, ma la vista
era stupenda.
«Era ora» commentò
una voce brusca interrompendo il suo idillio. Riconoscendo Chiharu,
lui sbuffò e grugnì qualcosa, incrociando le braccia
sul petto. «Kotaro, chiama Naruto. Digli che il ritardatario è
arrivato»
Kotaro eseguì, mentre Hitoshi e
Chiharu si ignoravano a vicenda, e nel giro di un paio di secondi
Naruto li raggiunse tutti sulla testa dell’Hokage, sbadigliando
vistosamente.
«Ce ne avete messo di tempo, eh»
bofonchiò stropicciandosi gli occhi, e lanciò
un’occhiata critica alle corde. «Beh? Che sono quelle?»
chiese.
«Ehm, siamo passati da dentro»
mormorò Kotaro vergognoso. «Non siamo ancora capaci di
salire come te, e per non perdere tempo abbiamo usato le scale…»
«Tsk. Smidollati» commentò
Naruto asciutto, conquistandosi l’odio per una volta condiviso di
Chiharu e Hitoshi. «Ma va beh, il risultato lo avete ottenuto,
anche se mettendoci una barbarità di tempo. Allora, chi mi sa
dire dove ci troviamo?»
«Sulla testa del terzo Hokage!»
scattò subito Kotaro, ansioso di rifarsi.
«Giusto» approvò
Naruto.
«L’hai detto prima che
salissimo» gli fece Notare Chiharu.
«Sì, ma tu hai risposto?»
ribatté soave e velenoso il jonin. Lei si zittì, e
Hitoshi sogghignò. «Dicevo, prima di essere interrotto,
siamo sulla testa del terzo Hokage. Immagino sappiate tutti chi è,
anche se siete nati dopo la sua morte»
I tre genin partirono tutti insieme a
sciorinare le loro conoscenze di storia, ma Naruto li bloccò
praticamente subito, con un cenno accondiscendente.
«Sì, sì, sono cose
che sappiamo tutti» sbuffò. «Così come
sappiamo chi sono e cosa hanno fatto il quarto e il quinto Hokage, e
come possiamo immaginare che morirà il sesto, cioè per
mano mia» i suoi allievi gli lanciarono un’occhiata stranita.
«Lasciate perdere: faccende personali» li liquidò
lui. «Quello che voglio sapere da voi è quali sono gli
insegnamenti che il terzo Hokage ci ha lasciato»
Silenzio.
Naruto corrugò la fronte. «Non
ditemi che all’Accademia non vi hanno accennato almeno le basi,
perché non ci credo. Se non sbaglio è il programma
della prima lezione»
Kotaro e Chiharu si scambiarono uno
sguardo smarrito.
La prima lezione? E chi se la ricordava
più?
Hitoshi tentò con un patetico:
«Ehm, ha scritto la legge di conservazione del chakra?»
ma fallì miseramente.
Naruto si passò una mano sul
viso.
«Non pensavo foste messi così
male» borbottò distrutto. Sospirò profondamente.
«Il terzo Hokage più di tutti ha cercato di trasmettere
agli abitanti del villaggio della Foglia cos’è un ninja»
spiegò con tono severo. «Ogni tanto andava all’Accademia
e dispensava consigli ai ragazzi, lasciando che loro gli facessero
tutte le domande del caso. In teoria anche i vostri stupidi genitori
avrebbero dovuto assimilare le sue parole e trasmettervele, ma vedo
che non l’hanno fatto» Kotaro e Hitoshi si inalberarono,
pronti a difendere a spada tratta chi aveva donato loro metà
del proprio patrimonio genetico, ma Naruto li gelò con
un’occhiata. «Non ci provate: so cosa dico, sono genitori
stupidi»
«Ha parlato» bofonchiò
l’Uchiha tra i denti.
«Il tuo poi è il peggiore»
replicò il jonin tagliente. E seccò la sua protesta sul
nascere. «Non ribattere! Ora ascoltami! Ho una domanda per
tutti e tre:» i genin si fecero improvvisamente attenti. «Qual
è la caratteristica principale di un buon ninja?»
«L’obbedienza» rispose
Chiharu al volo.
«Sbagliato. E risposta banale,
per giunta» ribatté Naruto tagliente.
«L’abilità» tentò
allora Hitoshi.
«Peggio dell’altra»
«Il lavoro di gruppo?»
esitò Kotaro incerto.
«Buon tentativo, ma non credere
che io passi sei mesi sullo stesso argomento. Il lavoro di gruppo era
di due giorni fa. Ci ritornerò sopra, ma per ora lasciamo un
attimo perdere, consideriamo i ninja come entità singole»
Silenzio.
«Dunque?» fece Naruto
inarcando le sopracciglia. «Tutto qui? Ve l’ho detto che non
erano cose che si insegnano all’accademia, un po’ di inventiva!»
Dopo un istante di immobilità, i
tre genin iniziarono a sparare a raffica la prima cosa che venisse
loro in mente.
«Le tecniche!»
«L’agilità mentale!»
«L’intelligenza!»
«Le trappole!»
«Fermi, fermi, fermi!»
esclamò Naruto zittendoli a gesti. «Ma non ne azzeccate
una neanche a morire, eh?»
I tre ammutolirono, chinando il capo
frustrati.
Insomma, che cosa cavolo rendeva un
ninja un buon ninja? Dovevano dire qualcosa che riguardasse Naruto?
Voleva un po’ di lecchinaggio spudorato?
«Io non capisco perché mi
ha affidato questo stupido incarico…» borbottò il
jonin tra i denti, rivolto a chissà chi, scuotendo la testa.
«Non ho la pazienza necessaria!» si schiarì la
voce e alzò il tono. «Allora!» disse esasperato.
«Vediamo se riesco a portarvici! Quando un ninja combatte,
perché lo fa?»
«Perché glielo hanno
ordinato» rispose Chiharu cocciuta.
«E rieccola. No!» sbuffò
Naruto. «Quello che intendo è: perché qualcuno
vuole diventare ninja?»
«Perché non ha niente di
meglio da fare» frecciò Hitoshi soavemente, lanciando
un’occhiata a Chiharu.
«O perché ha il complesso
di Edipo» replicò lei sullo stesso tono.
«Crepa» ringhiò
Hitoshi sollevando il dito medio.
«Ma vatti a nascondere, inutile
Uchiha»
«Ehi ehi! Non è il
momento!» li interruppe Naruto irritato. «Kotaro, tu sai
rispondere?»
Il genin aprì la bocca e la
richiuse. Poi sospirò. «No» ammise. «Io l’ho
fatto perché mi sembrava una cosa eccitante, e perché è
tradizione di famiglia»
«Ecco perché le tradizioni
di famiglia sono una gran cazzata» borbottò il jonin.
«Vediamo un po’, sto iniziando a perdere la pazienza, se non
ci arrivate neanche questa volta vi butto giù» Hitoshi
rabbrividì, sbiancando. «Quando un ninja sceglie di
diventare tale, per chi lo fa? Per chi si mette a
difendere cosa?»
«Per la sua famiglia?»
tentò Kotaro, aggrappandosi alle sue esperienze personali.
«Sei sulla buona strada»
approvò Naruto ringraziando mentalmente qualche divinità
a caso.
«Per gli abitanti del villaggio»
aggiunse Chiharu. «Difende il villaggio per difenderne gli
abitanti»
«Esatto, sì; quindi?»
«Quindi un buon ninja deve avere
in mente come prima cosa la difesa del villaggio» concluse lei.
«Sì, ma perché?»
Silenzio.
Naruto guardò Hitoshi. Lui fece
una smorfia: detestava dirlo, era una frase così
disgustosamente melensa… ma non aveva ancora aperto bocca, e Naruto
sembrava aspettarsi che lo facesse.
«Perché un ninja difende
chi gli è caro» borbottò di malavoglia. «E’
l’amore che lo spinge a sacrificare anche sé stesso»
«Ma dai, lo sai davvero?»
commentò Naruto stupito, e lui arrossì. «E da chi
l’hai sentito?»
«Mia madre»
«Avrei dovuto immaginarlo. Sakura
e l’amore, storia vecchia. Ma comunque siamo arrivati a una
risposta! Finalmente!»
«E ora?» chiese Chiharu,
leggermente irritata per non esserci arrivata prima. «Sì,
sappiamo che un ninja deve amare gli abitanti del villaggio. Bella
roba. Non mi cambia la vita»
«E invece sì!»
esclamò Kotaro tutto infervorato, come illuminato da
rivelazione divina. «Non capisci? Finora abbiamo sbagliato
tutto! Ci siamo iscritti all’Accademia senza pensare al perché
volevamo diventare ninja! Io credevo fosse eccitante, Hitoshi lo ha
fatto per seguire le orme di suo padre, tu perché ti ha spinta
tua madre! Nessuno di noi è partito con lo spirito giusto!»
Naruto annuì, sempre più
convinto della sua prima opinione riguardo a Kotaro. Ma Chiharu non
sembrò particolarmente impressionata, e incrociò le
braccia sul petto.
«E adesso all’improvviso dovrei
sentirmi invadere da uno sconfinato amore per gli abitanti del
villaggio?» chiese acida.
Kotaro non rispose. Cercò aiuto
guardando Hitoshi, ma anche lui non sembrava poi molto impressionato
dal discorso.
“Un buon ninja è un ninja che
completa le missioni e torna vivo” pensò convinto.
Kotaro si appellò infine a
Naruto, però lui si limitò a sospirare.
«Va bene, è una cosa che
capirete più avanti, forse. O almeno lo spero» bofonchiò
tra sé e sé. «Dai, un’ultima domanda di cultura
generale; giusto per cercare di influenzare le vostre giovani menti»
aggiunse poi per tutti.
I ragazzi lo fissarono perplessi.
«Chi è» iniziò
lui senza scomporsi. «l’Hokage più assolutamente
inutile, svogliato e soprattutto incompetente tra tutti?»
I tre genin sbatterono le palpebre,
spiazzati. Quello erano certi che non sarebbe mai stato
insegnato all’Accademia.
«C’è stato davvero un
Hokage inutile e incompetente?» chiese Kotaro in un sussurro
agli altri.
«Non mi pare» ribatté
Chiharu tra i denti. «Svogliata era la quinta Hokage, ma…
boh» si strinse nelle spalle.
«Il sesto» rispose Hitoshi
a sorpresa, per la seconda volta. «Kakashi Hatake»
«Esatto! Accidenti, sei più
in gamba del previsto! Ma allora qualche gene di tua madre è
rimasto anche a te!» si complimentò Naruto,
guadagnandosi un’occhiata astiosa.
«Dieci minuti fa ha detto che
voleva ucciderlo» si giustificò l’Uchiha di fronte
agli sguardi sgomenti, ammirati e anche vagamente invidiosi degli
altri due genin. «E poi non gli ha mai perdonato di avergli
soffiato il posto di sesto Hokage, i miei ogni tanto ne parlano»
«Quella è stata una mossa
bassa e meschina» annuì Naruto convinto. «Tutti
sanno che dovevo sedermi io su quella dannata sedia»
«Come no» sfuggì ai
tre genin. Naruto li fulminò con lo sguardo.
«Beh, è stato il tuo
maestro, ha più esperienza…» corse ai ripari Kotaro.
«Un corno! Io sono più
forte di lui da quando avevo sedici anni, tsk!» sbottò
il jonin infervorandosi. «Ma se uno non ha il titolo di Hokage
nessuno riconosce le sue capacità!»
«Nel tuo caso inesistenti»
sussurrò Hitoshi pianissimo.
«E’ la volta buona che ti
faccio volare giù» ringhiò però Naruto,
che naturalmente lo aveva sentito.
L’Uchiha ammutolì in meno di
un istante.
All’improvviso, del tutto
inaspettatamente – o anche no, ormai – la mano di Chiharu scattò
verso l’alto.
«Ora ci dici perché siamo
in gruppo insieme?» chiese senza preamboli, forse ancora
irritata per essere stata superata da Hitoshi. «Abbiamo passato
la prova, giusto?»
«Ah, già» bofonchiò
Naruto grattandosi il mento. «Uhm… diciamo che ve lo dico
se…»
«Se niente!» lo interruppe
Haru strabiliando tutti. «Avevi detto che ce lo avresti
spiegato dopo la prova! E la prova è stata superata, quindi
ora ce lo dici!»
«Che caratterino» mormorò
Naruto. «Uguale a tua madre, eh?»
Lei sbuffò e iniziò a
battere il piede sulla pietra, ritmicamente.
Kotaro sospirò: quello era il
più grande vizio di Chiharu. Quando non riusciva a capire
qualcosa diventava intrattabile finché non ne veniva a capo.
Naruto si guardò alle spalle,
contemplando l’ipotesi di darsi alla fuga, ma aveva il sospetto
che, ovunque fosse andato, la figlia di Shikamaru gli avrebbe dato la
caccia. Tutto per colpa di quel maledetto Kakashi che gli aveva
affidato un incarico tanto complicato. Sbuffò.
«E va bene, facciamola breve»
si arrese, e i tre genin si fecero attentissimi. «Non vi
mentirò né ci girerò attorno: visto come stanno
andando le cose in questi ultimi tempi, è ragionevole pensare
che da qui a cinque anni scoppierà una guerra tra l’alleanza
del paese del Fuoco e del Vento e l’alleanza del nord-est, ma
soprattutto tra noi e il paese della Roccia. L’abbiamo tirata lunga
finché abbiamo potuto, ma la situazione sta precipitando. Ciò
che si sta cercando di fare con voi è creare un gruppo
particolarmente in gamba e ben addestrato che possa fornire un valido
contributo»
«Insomma siamo armi?»
chiese Haru accigliandosi.
«Armi con una volontà»
rettificò Naruto.
«Volontà che voi cercate
di plasmare come vi pare, direi, considerati tutti i discorsi
sull’amore per il villaggio e il buon ninja» continuò
la ragazza in tono d’accusa.
Alle sue parole Naruto sorrise.
«La guerra non è mai una
bella cosa» disse. «Ma il giorno in cui arriverà,
ti accorgerai da sola che vorrai difendere chi ami, che
combatterai solo per quello. Non si possono evitare i combattimenti,
ma si può almeno essere consapevoli del motivo per cui si
mette in gioco la propria vita»
Calò un silenzio pesante.
Chiharu non ebbe nulla da ribattere, e dopo un attimo distolse lo
sguardo a disagio.
Una guerra da lì a cinque anni.
Che brutta prospettiva. Una cosa del genere troncava sul nascere ogni
piano per il futuro.
«Avete finito con le domande?»
chiese Naruto alleggerendo bruscamente l’atmosfera.
«No» rispose Chiharu
lasciando sbalorditi di nuovo Kotaro e Hitoshi. Naruto sospirò;
ormai non si aspettava più che le richieste della piccola Nara
avessero una fine.
«Prego» le disse
rassegnato.
«Perché tu?» fece
quella. «Cioè, che io sappia non sei un insegnante. Se
hanno solo bisogno di addestrarci possono mandare chiunque»
«Ecco, questa è una
domanda che devo fare anche io al nostro amato sesto Hokage»
Naruto sorrise minaccioso, e i ragazzi rabbrividirono. «Anche
perché sono nel bel mezzo di un trasloco, e tutti sanno
benissimo che ho meno tempo che mai. Ho provato ad avere un colloquio
con lui in questi due giorni, ma casualmente quando arrivo io
è sempre impegnato! Ho anche detto al maestro Iruka di
mettervi Sai alle costole al mio posto, ma quando parlo io nessuno mi
ascolta! Ecco perché è utile essere Hokage: ogni parola
è legge»
Al nome di Sai Chiharu sospirò
intimamente: era andata molto vicina a una cosa che non avrebbe
sopportato, e per fortuna non si era avverata.
«Adesso abbiamo finito?»
chiese ancora Naruto con un tono che sottolineava come avrebbe ucciso
chiunque gli avesse chiesto altro.
«Sì» disse Chiharu
accondiscendente.
«Bene. Allora siete liberi fino a
dopodomani. Ci vediamo» salutò con un cenno e scomparve
in una nuvola di fumo.
«Ops» fece a quel punto
Haru, schioccando le dita per il disappunto. «Ho scordato di
chiedergli che fine ha fatto Jin!»
Dalle teste degli Hokage si
arrampicarono di nuovo sulla cima della parete, con muto terrore di
Hitoshi, lì recuperarono le corde e poi scesero le scale.
Tornati finalmente con i piedi per terra decisero di separarsi.
«Io vado ad allenarmi»
comunicò Kotaro stringendo un pugno. «Il giorno in cui
dovrò combattere voglio essere pronto a difendere chi mi è
caro!»
«Sì, sì» lo
liquidarono Chiharu e Hitoshi sbrigativi.
«Io me ne torno a casa»
borbottò l’Uchiha iniziando già a pensare quali
strabilianti tecniche avrebbe chiesto a suo padre di insegnargli.
«Ci vediamo» lo salutò
Haru con indifferenza, poi sfoderò un ghignetto malvagio. «E
attento ai posti troppo alti; le vertigini sono una gran brutta cosa»
Dannazione. Se ne era accorta, pensò
Hitoshi con orrore.
Chiharu guardò i due compagni
che scomparivano per i fatti loro e, infilate le mani in tasca,
spostò lo sguardo verso il cielo. Mancava poco meno di un’ora
a mezzogiorno, e aveva fame.
“Vado a farmi un ramen” decise.
Si incamminò lungo le vie del
paese con il solito passo strascicato e lo sguardo annoiato ereditato
dal padre, e una volta raggiunta la meta scostò le tendine
della bancarella di Ichiraku, ormai storica istituzione del villaggio
della Foglia, e si sedette su uno sgabello.
«Sì?» le disse
l’attempato padrone, con un ampio sorriso. «Ah, sei tu. Cosa
prendi oggi?»
«Porzione doppia del ramen più
abbondante che ha» ribatté lei frugando in tasca alla
ricerca dei soldi. «Ho una fame da lupi»
«Toh chi si vede» disse una
voce familiare, e Chiharu si impietrì così com’era.
Deglutì e, molto lentamente, si raddrizzò.
«Ciao, Sai» disse rigida.
«Cosa hai fatto al naso?»
domandò lui indicandola con le bacchette, seduto al banco con
aria rilassata.
Lei si portò una mano al viso
alla velocità della luce e arrossì furiosamente.
«Niente che ti riguardi»
bofonchiò, imprecando per non essersi accorta prima che
l’unico altro avventore del chiosco era proprio Sai. «Ormai
non sono più un’allieva dell’Accademia» gli fece
notare.
«Ah sì, ho sentito che il
maestro del vostro gruppo è Naruto» ribatté lui
con una risatina. «Immagino che sia divertente»
«Chiedilo al mio naso»
Sai rise piano. «Cosa vi fa
fare?»
«Per ora ci istiga a odiare il
sesto Hokage e ci umilia a ogni piè sospinto, chiedendoci di
improvvisare tecniche che richiedono anni di esercizio»
borbottò lei studiando con estremo interesse una venatura del
legno del bancone.
«Ah, è così che il
tuo naso è diventato un tartufo?»
Haru sbatté la mano sul tavolo,
fulminandolo con lo sguardo.
«Devi per forza provocarmi?»
sbottò. «Proprio adesso che ho fame e sono incazzata?»
«Rilassati, o ti verranno le
rughe» commentò lui serafico.
Lei si mise le mani nei capelli. «Certe
volte ti prenderei a schiaffi per la tua mancanza di senso comune!»
ringhiò.
«Fai pure, se credi di riuscirci»
Con un’imprecazione strozzata Chiharu
saltò giù dalla sedia.
«Tu mi fai andare fuori dai
gangheri!» esclamò furiosa, e un attimo prima che il
padrone del chiosco depositasse sul bancone il suo ramen scostò
la tenda e se ne andò a passo di carica.
«E questo?» fece Ichiraku
guardando il ramen gigante.
«Dia qua, lo mangio io»
disse Sai allungando una mano. «E lo pago anche»
«Ne sei sicuro, ragazzo?»
«Sì. In fondo sono stato
io a provocarla apposta… ma è molto divertente, non è
vero?»
Di fronte al sorriso ambiguo del jonin,
l’uomo esitò.
«Ehm…» borbottò
incerto.
Sai però aveva già smesso
di ascoltarlo, ed era passato alla nuova portata.
Nel prossimo capitolo...
“Finalmente si parla di qualcosa di
interessante!” pensò Hitoshi sbuffando, e con Kotaro e
Chiharu fece un passo avanti.
«Livello D?» chiese Naruto
annoiato, prevedendo la noiosa giornata che sarebbe seguita a
quell’altrettanto noiosa formalità.
«No» lo sorprese
Konohamaru. «Per voi ho un elenco di missioni appositamente
scelte dal sesto Hokage. Non hanno livello né ricompensa,
vanno semplicemente completate tutte. E alla fine ci sarà una
specie di premio»
* * *
Spazio autore
Si inizia a fare sul serio.
Già da questo capitolo si parla di guerra, della crudeltà
del mestiere di ninja e di ipotetici scenari grigi e deprimenti.
Sappiate che prima della fine tutto questo ritornerà, e più intensamente di quel che credete...
ma senza tralasciare ciò che io amo, ovvero l'ingenua idiozia degli adorabili marmocchi!
Per quanto riguarda certe affermazioni di Naruto, metto le mani avanti già adesso.
Non è OOC, fidatevi.
Per qualche tempo lo vedrete decisamente strano, ma c'è una ragione precisa.
Complimenti a tutte le persone che avevano indovinato l'identità dell'Hokage,
e a chi aveva ipotizzato si trattasse di Konohamaru riservo una metaforica pacca sualla spalla.
Quella piattola irritante a reggere le sorti di Konoha? Manco morta!
Senza contare che, dal mio punto di vista, il sesto non può
essere che Kakashi, o, per assurdo, Naruto. Se Tsunade regge qualche
anno, Naruto è più probabile.
Una curiosità: questa parte della fic l'ho scritta prima che
SPOILER
Tsunade proponesse Kakashi come eventuale successore, insieme a Naruto. XD
FINE SPOILER
Nel prossimo capitolo, si svelerà anche l'identità del
padre di Jin, che NON è fratello di Hitoshi (ma come vi escono
certe cose?)
e poi potrete iniziare a scervellarvi sulla fine che hanno fatto
Hinata (vi interessa parecchio, noto!) e gli altri della vecchia
guardia!
dark_angel90: ebbene,
ora hai scoperto chi è il sesto Hokage? E c'è pure un
motivo per cui non è Naruto, ma lo scoprirai solo più
avanti! Naruto, per l'appunto, che sfoga le sue frustrazioni sui tre
mocciosi, perché insieme sono meglio di un antistress...
Credimi, tra l'uno e gli altri non smetteranno mai di punzecchiarsi!
killkenny: nada, nisba e nit.
Orociok lascialo riposare in pace (?), anzi lascia che in pace ci resti
io! XD Per carità, i mocciosi sono peggio di lui quando ci si
mettono, non ho voglia di moltiplicare le grane!
maninja87: come già
annunciato, i grandi torneranno sicuramente nel corso dei capitoli, e
anzi avranno un ruolo fondamentale. Avere a che fare con i ragazzini
è divertente, ma quando le cose si fanno serie i genitori devono
intervenire per tenere sotto controlla la faccenda. E fidati che
avranno anche parecchie scene tutte per loro, soprattutto Naruto e
Sasuke! E se il bel biondo ha tempo di girarsi i pollici, un motivo ci
sarà... Uhuhuh... Ricordati, nulla è lasciato al caso.
Potendo rivedere la fic da cima a fondo, mi sono divertita a inserirre
nuovi dettagli qui e là! (ma non in questa evenienza. Che Naruto
avesse "tempo libero" era già previsto!)
queen of night: ma quali scuse
e scuse? XD Solo per aver pensato che l'anonima biondina del primo
capitolo fosse qualcuno? E' un errore comprensibile, in fondo le ho
dato un nome per fare atmosfera, e avrebbe potuto sviare, come infatti
è stato! I ragazzini al momento sono uguali ai genitori solo in
apparenza, invece. Con l'evolversi delle vicende scoprirai che la prima
impressione NON è quella che conta nel loro caso, e che anche se
in buona parte sono calchi dei papà, in realtà hanno
anche qualcosa di peculiare che non appartiene a nessun altro. O
almeno, questo è ciò che mi hanno detto altrove! XD Per
quanto riguarda Kotaro, non posso che concordare con te: fa una gran
tenerezza! Confesso che è il mio preferito, e ovviamente, per
questo motivo, ne passerà di cotte e di crude! (Sinners docet)
XD Haru invece è quella che mi sta simpatica ma non vorrei farlo
vedere (sai quelle persone che ammiri e disprezzi al tempo stesso?
Ecco), e quindi cerco disperatamente di metterla nei casini, ma se ne
cava fuori con una facilità disarmante! Hitoshi è
così idiota che dopo un po' fa quasi pena. E con lui si
può anche evitare di dilungarsi oltre. XD
arwen5786: Cami tesoro, se
riuscirai a non odiare Chiharu ti stimerò. Ma tanto, eh! Kotaro
invece è il mio cucciolino adorabile, se non lo amerai ti
odierò per sempre! Hitoshi lo ignoro. XD Dooomanda,
perchè l'Hokage dovrebbe essere più giovan di Kakashi? XD
E' stupefacente come riusciate a trovare dettagli che io non ho mai
inserito! XDD Comunque alla è proprio Kakashi! Lo diceva
pure Tsunade, no? O lui o Naruto! E per motivi che scoprirai solo
più avanti, è stato scelto lui. Per tutto il resto, che
posso dirti oltre a un profondissimo grazie per il commento e a una non
troppo velata minaccia per quel "certo progettino" di cui discutevamo
ieri...? Vedi di svilupparlo in fretta, tu e la degna compare! XD
Yume_Tsuki: sinceramente io per
prima mi emoziono rileggendo questa fic, ma io sono la nostalgica e
pucciosissima autrice, ne ho il diritto, in un certo senso XD Tu non so
perchè lo fai, ahah! Però lo prendo come un complimento,
e ti ringrazio davvero tanto! ^^
sammy1987: non dovrei dirtelo,
ma in realtà Hitoshi è più simile a Sakura di
quanto tu creda! XD C'è un po' di confettino in ognuno di noi,
in lui soprattutto. Ma è mescolato con la liquerizia, e fatica
ad amalgamarsi... uff, questi geni Uchiha nient'affatto idrosolubili!
XD Comunque, ora hai capito chi è l'Hokage. Nel prossimo
capitolo Kakashi farà pure una comparsata, e da lì in poi
potrai concentrarti appieno sui "grandi", perchè torneranno in
grande stile! Sono tutti in attesa dietro la porta, a un tiro di
schioppo! ^^
DarkMartyx_93: vuoi davvero i
numerini? E io ti accontento! XD 1) sì, questo è il
seguito di Sinners, ciò che è successo là si
ripercuote qua. Ma in tredici anni (tanti ne sono passati), possono
essere cambiate alcune cose... 2) la madre di Chiharu la conoscerai tra
poco, non temere. 3) di Jin saprai di più nel prossimo capitolo,
per ora tienilo buono così come te lo ritrovi! XD 4) No, credo
che tu mi abbia chiesto tutto il chiedibile, quindi non scervellarti
alla ricerca di domande in sospeso! XD
SuperEllen: wow, addirittura
gli occhi a cuoricino? Mi lusinghi così! =^^= Oh,
comprendo i tuoi sentimenti riguardo a Sasuke. Sono anche i miei,
decisamente, e credo di odiare Sakura anche più di te! XD Ma
così va la vita, e anche da due mele marce può nascere
qualcosa di bell... ehm. Di divertente, diciamo. Non sbilanciamoci,
va'. Comunque mi fa piacere sapere che la storia ti è piciuta,
se riuscirai a continuare a seguirla e magari a lasciarmi un commento
ogni tanto ne sarò davvero felice! Intanto nel prossimo capitolo
scoprirai di chi è figlio Jin, e questo potrebbe essere un buon
incentivo! XD
lilithkyubi: ehh, chi sono le
madri di Chiharu e Kotaro? Se sei arrivata all'ultimo capitolo di
Sinners dovresti saperlo! XD Altrimenti, NON ti rovinare la sorpresa
andando a leggerlo illegalmente (?)! XD Ad ogni modo grazie mille per
il commento e i complimenti, mi hanno fatto molto piacere! =^^= Oh, non
stare a disperarti per Sinners. Lo dimenticherai presto, così
come io mi fionderò su altri progetti in meno di un battibaleno!
XD
Charlie_2702: wow, credo che tu
sia la prima a dirmi che Jin ti sta (quasi) antipatico! XD Potrei quasi
segnarmi la data sul calendario, perchè sei una vera
rarità! E adori Chiharu! Incomprensibile! XD Sta antipatica pure
a me, come è possibile che a te piaccia? Comunque mi ha fatto
piacere che tu abbia chiesto di Hinata... Naruto passa davvero un sacco
di tempo in giro, eh? Che sia successo qualcosa che noi non sappiamo?
Che le cose non stiano esattamente come uno si aspetta che stiano? O
c'è il trucco? Forse sono solo io ad essere particolarmente
contorta, e mi sono inventata qualcosa! Chi lo sa? Tra pochi capitoli
lo scoprirai! Intanto ti auguro che la versione e l'interrogazione
siano andate bene! ^^
Sky_Shindou: oddio, non dare
per scontato che mi esca una GaaSaku con i fiocchi! E' un pairing in
cui non mi sono mai cimentata, e anche Gaara l'ho trattato molto poco
nella mia vita, per cui metto già le mani avanti! Mi ci
impegnerò, magari avrò una botta di ispirazione
improvvisa e mi uscirà decente, ma non garantisco nulla! XD
Parlando del Peggior bla bla bla (questa è la sintesi canonica
XD), ti ringrazio per il commento e stappo la birra (niente spumante,
non è un'occasione COSI' solenne! XD) perchè hai
indovinato di Kakashi! Complimenti!
rina: come volevasi dimostrare,
i commenti delle "persone informate sui fatti" sono sempre i più
divertenti! XD Ehh, ma quanto ci vorrà prima di arrivare a QUEL
capitolo?
_Kirjava_: oh, tu sai quando
sarà la vera riscossa di Naruto, eheheh... E dovrai abituarti a
leggere Sakura Uchiha, perchè qui le cose vanno così!
Fosse per me avrei affossato sia lei che il marito, ma un Hitoshi
orfano sarebbe stato ancora più spocchioso, e dunque ho lasciato
perdere. XD
kimi: oh, per sapere degli
altri marmocchi dovrai attendere poco, credimi. A breve è
previsto un excursus nella vita familiare dei mocciosi, quindi mettiti
comoda e attendi con pazienza! Hitoshi, comunque, ha cervello.
Cioè, se ha i voti che ha si suppone che ce l'abbia. Solo che
tende a inalberarsi per un nonnulla, della freddezza degli Uchiha ha
preso solo la parte più finta e fragile, quella di facciata.
Avesse qualcosa di Itachi sarebbe indubbiamente meglio... *ç*
yayachan: e sia, mi arrendo! Il
disegno lo voglio su Naruto, Sasuke, Sakura e Hinata. Con i rapporti
che si sanno nel manga, ovvero Sakura che muore per Sasuke, Naruto per
Sakura, e Hinata per Naruto. E Sasuke pure lui per Narut... ok,
l'ultimo è uno scherzo. XD Però un disegnuccio del
genere. Se mi chiedi di scegliere, è inevitabile che io ti
chieda qualcosa di difficile! U_U
lale16: come fa un ragazzino a
crescere modesto se appena mette piede fuori di casa tutti gli dicono
quanto è bravo? Al di là di quel che insegnano le mamme,
Chiharu, Kotaro e Hitoshi sono abituati a ricevere lodi da ogni dove!
Chiunque penserebbe "wow, ma allora sono davvero in gamba!" E poi
Sasuke e Rock Lee sono più tipi da "tieni alto l'onore della
famiglia sempre e comunque!", che pretendi? XD Oooh, a te va la pacca
sulla spalla! XD Konohamaru?? Ma da dove ti è uscita? E' anche
più assurda di Jin Uchiha! XD Ma dai, non fa niente. Avrai
occasione di rifarti, i misteri si sprecano in questa fic!
bambi88: dolce, dolcissima
figlia di Shika e Temari? °_° Stiamo parlando delle stesse
persone? Forse tu hai letto una versione di Naruto piratata, robi cara.
O forse una fanfic piratata (e in quel caso avvisami, eh! XD) Per quel
che mi riguarda si può parlare dei Nara in mille modi, usando
mille aggettivi... ma non con "dolce". XD (tra parentesi, a me
l'acronimo F.R.K.T. sa più di Frankenstein... °_°)
Reina: è bello che la
gente azzecchi le domande giuste un attimo prima della folla tutta. Mi
fa sogghignare e sfregare le mani, un po' come Lucifero, per
intenderci, e la cosa è... piacevole. Estremamente piacevole.
Dov'è Tsunade, eh? Chi lo sa? Oh, io lo so ovviamente. E voi lo
saprete tra qualche capitolo, altrettanto ovviamente. Ma la tua domanda
mi piace davvero, molto più di quel che immagini...! Tienila a
mente. E ricordati che so essere molto bastarda, prima di scivolare
verso l'happy ending...
fenice87: wa, ho costretto
qualche altro ghiro a uscire allo scoperto! Inizio a sentirmi
insospettabilmente abile, da questo punto di vista! XD Comunque grazie
per il commento e soprattutto per i complimenti, mi hanno fatto molto
piacere! Se ogni tanto farai uscire la testa dall'acqua e mi lancerai
un segno ne sarò felice! XD
Maobh: il tuo commento mi ha
creato una mezza crisi esistenziale. Da quando ho letto le tue parole
sul mio stile, ho iniziato a chiedere a tutti com'è che scrivo,
e sto assillando il mondo con le mie paranoie! XD Quindi, io ti
ringrazio e le amiche ti insultano (ma ti difendo, tranquilla!). E io
che ne penso di quel che scrivo? Oh, non ne ho la minima idea. Vado a
fasi alterne, e attualmente salto dall'emo al giullare, quindi non so
se gloriarmi o suicidarmi. Uff. So che il tuo voleva essere un
complimento, ma io i complimenti non ho mai imparato ad accettarli con
classe, e quindi lo sto trasformando in una maledizione! XD (il che non
toglie che ti ringrazio comunque! *_*)
Kiaretta_chan_94: oh, benvenuta
nell'angolino delle risposte! ^^ Scoprirai che posso essere più
pazza e subdola di qualcunque Orociok, quaggiù, e imparerai a
temermi! Nel frattempo farai la conoscenza del mio lato più
dolce, quello che ti ringrazia per il commento e i complimenti, e che
ti strizza l'occhio sull'identità del padre di Jin, che
verrà rivelata nel prossimo capitolo! Ci avrai azzeccato?
harryherm: ok, devo solo
convincermi che è una fase passeggera. Posso farcela, posso
sopravvivere. Ti piace Hitoshi perchè sei in emo-periodo, tutto
qui. Ma anche la passione per Sasuke si affievolirà e tornerai
ad essere la solita... Ora che ci penso. Con tutto l'angst che leggi e
scrivi, tu dovresti essere la fan numero uno di Sasuke.
ò_ò Oddio, non prendere esempio dalle mie sciocche
parole! Non ascoltarmi, resta una radiosa amante di Naruto e del gelato
al limone e fragola! >_< E con simili cazzate, ti guardo storto
per come tratti l'adorabile Kotaro e scuoto la testa per i tuoi
occhioni davanti a Hitoshi. Sigh. Un giorno ti redimerai.
gracy110: salve! Benvenuta su
queste pagine, in questa nuova balzana fic! ^^ I ragazzini per ora sono
la copia un po' più arrognate dei rispettivi genitori, come
avrai notato, ma non puoi chiedermi di parlarti degli eventuali ed
ipotetici figli di Naruto e Hinata! XD Al momento non sappiamo nemmeno
se quei due stanno ancora insieme! Potrebbe essere successa qualsiasi
cosa! Ma non temere, lo saprai tra pochi capitoli! ^^
Aya
|
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Capitolo 4 *** La prima missione ***
Naruto2-4
La prima missione
- Quattro -
I piedi del bambino si fermarono sotto
il ramo, aderendo perfettamente alla corteccia rugosa. A testa in
giù, lanciò uno sguardo quasi annoiato verso il suo
insegnante.
«Non mi sembra tanto difficile»
commentò Jin staccandosi e ricadendo al suolo leggero.
Ebisu, ormai celebre istitutore
privato, sistemò nervosamente gli occhialetti sul naso, la
fronte imperlata di sudore.
“Questo bambino è un mostro”
pensò tossicchiando.
«Bene, ehm, ottimo» mormorò
leggermente a disagio. Gli occhi di Jin lo avevano sempre reso
nervoso, fin dal primo giorno che l’aveva visto, sei anni prima.
«Per oggi, allora, abbiamo finito»
«Di già?» fece
l’allievo pigramente. «Quindi posso andare?»
«Credo di sì»
Senza una sola parola di commiato, Jin
gli voltò le spalle e si allontanò con il passo
silenzioso che tanto inquietava i suoi ex-compagni di accademia. Solo
quando fu scomparso oltre una curva del sentiero del giardino degli
Hokage, Ebisu sollevò lo sguardo al cielo che si intravedeva
tra le foglie, e sospirò a fondo. Il sole doveva raggiungere
lo zenit di lì a poco. Jin aveva ottenuto un perfetto
controllo del chakra in meno di tre ore.
Tuttavia, mentre camminava verso il
villaggio tenendo le mani ben ficcate in tasca, lui non ci pensava
minimamente. Gli occhi blu fissavano vacui la strada davanti a sé,
persi in pensieri lontani, a tratti fissi sul cielo e sulle nuvole,
estraniati da ciò che lo circondava. Era tanto distratto che
Kotaro dovette aggrapparsi a lui per fermarlo.
«Accidenti! Ti avrò
chiamato dieci volte!» brontolò quando finalmente
ottenne la sua attenzione.
Jin gli lanciò uno sguardo vago,
e solo allora si accorse che dietro il genin stavano i suoi due
compagni, Chiharu e Hitoshi.
«Oh. Ciao» fece sollevando
una mano. «Come va?»
«Dovremmo essere noi a
chiedertelo!» replicò Chiharu incrociando le braccia sul
petto. «Sei sparito dalla circolazione dopo il diploma! Non
sapevamo più che fine avessi fatto!»
Il bambino si strinse nelle spalle. «Mi
allena il maestro Ebisu. Dicono che sono troppo piccolo per stare in
un gruppo»
«E perché?» protestò
Kotaro con veemenza, eroico paladino della giustizia e della parità.
«Sei forte quanto e forse più degli altri diplomati!»
«Appunto» ribatté
Jin con una flemma che strappò un brivido a tutti. «Come
vi sentireste se un bambino di sette anni fosse migliore di voi e ve
lo sbattesse in faccia di continuo?»
Silenzio generale.
«Beh, se non altro ho molto tempo
libero» continuò lui dopo qualche istante. «Praticamente
non faccio niente tutto il giorno; gli allenamenti di Ebisu sono
noiosissimi e troppo facili»
Hitoshi deglutì. Ebisu era
l’insegnante più rinomato del villaggio della Foglia; poteva
credere che insegnasse cose noiose, ma gli risultava difficile
pensare che non fossero estremamente avanzate. E Jin faceva tutto
come se si trattasse di banalità.
Era mostruoso.
«Voi invece? Come vanno le cose?»
si informò il bambino quando il silenzio divenne troppo
penoso.
«Lascia perdere» bofonchiò
subito Chiharu, nervosa. «Il nostro jonin è nientemeno
che Naruto Uzumaki!»
«Ah sì?» fece Jin
vagamente interessato. «E com’è?»
«Esattamente come dicono tutti!»
sbuffò Hitoshi. «Un ninja mediocre che passa la sua vita
a vantarsi di cose inesistenti; e per ora non ci ha insegnato un
tubo!»
«A parte quando ci ha stesi
durante la Prova, dici?» gli fece notare Haru malignamente.
Hitoshi la fulminò con lo
sguardo.
«Ma che io sappia, non è
un insegnante» rifletté Jin.
«Abbiamo provato a chiedergli una
spiegazione» Chiharu si strinse nelle spalle. «Ma si è
limitato a insultare implicitamente il sesto Hokage e a sviare la
domanda. Tu non riesci mica a saperne un po’ di più?»
«Posso provarci, ma non
garantisco niente»
«Contiamo su di te!»
esclamò Kotaro con convinzione.
«Arriva» avvisò in
quel momento Hitoshi, accennando alla zazzera bionda che si
avvicinava lungo la via. «Come al solito in ritardo»
«Anche il giorno della prima
missione» sospirò Chiharu.
Inutile dire che Kotaro aveva già
iniziato a fremere d’impazienza.
Naruto li raggiunse, e notò con
una certa sorpresa la presenza di Jin.
«Non dovresti allenarti con il
maestro porcello?» chiese, rammentando con una smorfia le sue
precedenti esperienze con Ebisu.
«Per oggi abbiamo finito»
rispose Jin del tutto a suo agio nonostante l’appellativo dato al
suo insegnante.
«Ah sì? Cosa avete fatto?»
«Controllo del chakra; camminare
sugli alberi e sull’acqua, sai, roba del genere»
Naruto annuì. «Bene. Fai
progressi spaventosi, vedo. Ma il settimo Hokage sarò io, non
farti illusioni»
«Non ho alcun interesse a
diventare Hokage» borbottò il bambino incassando la
testa tra le spalle.
Tutti non facevano che ripetergli che
sarebbe diventato un ottimo ninja, che avrebbe superato ogni Hokage
precedente, tutti davano per scontato che avrebbe assunto la carica
una volta cresciuto; ma l’idea non lo entusiasmava per niente.
Essere Hokage sembrava solo una gran seccatura e un’infinita
faccenda burocratica. Quale idiota avrebbe desiderato quel posto
oltre a Naruto Uzumaki?
«Cerca di mantenere questa linea»
commentò l’idiota in questione con un piccolo ghignetto, poi
si degnò di guardare i suoi allievi. «Allora siete
pronti?» chiese.
«Sì!» esclamarono
loro di volata, accantonando un pensiero che aveva iniziato a
vorticare contemporaneamente nella mente di tutti.
«Allora andiamo. Jin, ci vediamo»
«Okay, ciao. Ciao ragazzi»
Con pochi magri cenni i genin voltarono
le spalle a Jin per seguire la schiena ampia del jonin che li
precedeva. Tutti e tre fissarono a terra, accigliati, riprendendo il
filo dei pensieri prima interrotti.
Erano passati soltanto pochi giorni dal
diploma; e in quel breve lasso di tempo Jin aveva imparato ciò
che a loro, neanche quarantotto ore prima, era sembrato impossibile.
Camminare su una parete di roccia o su un albero era la stessa cosa,
alla base c’era sempre il controllo del chakra. E se non
sbagliavano, camminare sull’acqua richiedeva una concentrazione
ancora maggiore.
“Come vi sentireste se un bambino
di sette anni fosse migliore di voi e ve lo sbattesse in faccia ad
ogni momento?”, aveva chiesto Jin.
Forse non avrebbe dovuto usare il
condizionale.
«Ehi, voi sapete cosa ha
sbagliato Jin all’esame finale?» sussurrò Kotaro ai
compagni, mentre ancora camminavano dietro a Naruto.
«Sì, l’ho saputo da Sai»
mormorò Hitoshi in risposta, e Chiharu si fece più
vicina. «Sembra che gli abbiano chiesto di moltiplicarsi in
almeno tre copie, e che lui ne abbia fatte solo due, dicendo che non
aveva voglia di sbattersi a creare la terza»
«Mm, quasi prevedibile»
commentò Chiharu mordendosi distrattamente il labbro. «E
dire che ne sa fare anche più di tre»
«Era l’ultima prova»
continuò Hitoshi. «Visto che le altre cose le aveva
fatte perfettamente, era fuori discussione che sarebbe passato, ma
non si è guadagnato il punteggio massimo»
Ci fu un attimo di silenzio.
«Nessuno di noi ha fatto meglio
di lui nelle altre prove, vero?» disse poi Haru.
Sia Kotaro che Hitoshi scossero la
testa.
Sì, loro avevano ottenuto il
massimo dei voti alla fine. Ma probabilmente, se Jin si fosse
moltiplicato come gli era stato chiesto, si sarebbe preso pure una
lode.
«Ehi, cosa borbottate lì
dietro?» chiese Naruto fermandosi all’improvviso. «Guardate
che siamo arrivati»
I tre genin cancellarono dalla loro
mente l’inquietante pensiero di Jin, e alzarono lo sguardo
sull’edificio che stava loro davanti. Era l’ufficio per lo
smistamento delle missioni.
In un attimo l’adrenalina iniziò
a scorrere nelle loro vene, e il desiderio di dimostrare tutte le
loro capacità si fece strada prepotente, sovrastando ogni
altro timore o senso di inadeguatezza. Ora sarebbero stati veri
ninja, per la prima volta.
Entrarono passando da una grande porta
che li fece sentire estremamente piccoli, e si ritrovarono in uno
stanzone che conteneva solo un tavolo con lo stemma dell’Hokage.
Seduti oltre il piano di legno stavano sei o sette ninja che
chiacchieravano tra loro, ma quando il gruppetto guidato da Naruto si
avvicinò, quelli li guardarono stupiti.
«E’ questa l’ora di
arrivare?» chiese l’unico tra i jonin per nulla sorpreso,
sbuffando.
«Scusa Konohamaru» fece
Naruto con un cenno. «Loro sono arrivati in ritardo» e
additò i tre genin.
“Noi?!” pensarono quelli
indignati.
Gli altri ninja oltre il tavolo si
scambiarono sguardi perplessi, e volò qualche bisbiglio.
Konohamaru, celebre nipote del terzo
Hokage e membro di spicco della comunità – nonché
segretamente Anbu – sospirò. «Pare che in pochi
sappiano che fai l’insegnante, Naruto» commentò con
un’occhiataccia ai suoi colleghi.
«Beh, sì. E’ stata una
cosa improvvisa, e quell’imb- cioè, il sesto Hokage ha
insistito tanto…» bofonchiò tra i denti.
Konohamaru sorrise, e abbassò lo
sguardo su Chiharu, Kotaro e Hitoshi.
«Così sono loro i nostri
tre fiori all’occhiello?» chiese riempiendoli d’orgoglio.
«Per ora sono solo degli
egocentrici individualisti incapaci di fare due più due»
lo corresse Naruto guadagnandosi tre occhiate intrise di odio. «Ma
sì, sono loro»
«Ah» sogghignò
Konohamaru con una strana luce nello sguardo. «Ora capisco
perché il sesto Hokage te li ha affidati»
«Perché si annoiava e
aveva bisogno di qualcuno da tormentare?» propose Naruto con
voce flautata.
Il nipote del terzo rise piano.
«Immaginavo che non ci fossi arrivato. Beh, il mio compito non
è spiegarti qual è il tuo ruolo, ma affidare le
missioni al tuo gruppo»
“Finalmente si parla di qualcosa di
interessante!” pensò Hitoshi sbuffando, e con Kotaro e
Chiharu fece un passo avanti.
«Livello D?» chiese Naruto
annoiato, prevedendo la noiosa giornata che sarebbe seguita a
quell’altrettanto noiosa formalità.
«No» lo sorprese
Konohamaru. «Per voi ho un elenco di missioni appositamente
scelte dal sesto Hokage. Non hanno livello né ricompensa,
vanno semplicemente completate tutte. E alla fine ci sarà una
specie di premio»
Gli occhi dei tre genin si illuminarono
visibilmente, e anche Naruto sembrò manifestare un po’ di
interesse.
«Roba speciale?» chiese
allungando la mano a prendere il rotolo che gli veniva teso. «Non
dirmi che è qualcosa di difficile… giusto per rovinarmi
ancora di più la giornata»
Ma con sua grande perplessità
scoprì che la missione era di una banalità veramente
sconcertante, quasi a livello di un’esercitazione in Accademia.
Consisteva semplicemente nel ritrovare lo stupido furetto di una
ugualmente stupida moglie di un qualche funzionario del paese, che
secondo le informazioni si era perso ad est del villaggio.
Anzi, ora che ci pensava, quella
missione aveva un che di familiare.
«Cos’è, cos’è?»
chiese immediatamente Kotaro, saltellando per leggere oltre il
braccio di Naruto. «E’ difficile? E’ pericolosa?»
domandò entusiasta.
Il suo maestro sogghignò
perfido.
«Oh sì, è quasi
impossibile» assicurò.
Chiharu sbuffò, ma gli occhi dei
due ragazzi del gruppo si accesero di gioia.
Uscita est del villaggio, a un passo
dalla foresta.
Il sole brillava alto nel cielo, e le
cicale frinivano tutt’attorno. Faceva caldo, tanto che l’intero
gruppo sette, maestro compreso, era in maniche corte nonostante fosse
solo aprile. Fissavano tutti il sentiero che si inoltrava tra gli
alberi.
«Missione di recupero?»
chiese Hitoshi accigliato. «Così vicino? E cosa dobbiamo
recuperare?»
«Un furetto» annunciò
Naruto con un ghigno intriso di sadica soddisfazione.
Kotaro e Hitoshi spalancarono la bocca
per la delusione.
«Uff, immaginavo fosse qualcosa
di simile» borbottò Chiharu pragmatica, stringendosi
nelle spalle. «In fondo è la prima missione»
«Mai sottovalutare nessun
compito» le fece notare Naruto, con un’aria saccente che
difficilmente si sarebbe permesso davanti a qualcuno che fosse al
corrente i suoi trascorsi. «E poi i furetti sono animali
subdoli e meschini. Non la prenderei alla leggera se fossi in voi.
Una delle mie prime missioni consisteva nel recupero di un gatto di
almeno dodici chili, e non si rivelò affatto una passeggiata»
«Ma c’è una bella
differenza di livello» mormorò Chiharu.
«Tra un gatto e un furetto?»
ribatté Naruto.
«No. Tra te e noi» lo
corresse Hitoshi.
Una vena si gonfiò sulla fronte
del jonin. «Ah sì? Pensate di essere tanto bravi?
Scommettiamo un pranzo che non riuscite a riportarmi quel furetto
prima del tramonto?»
«E va bene» ghignò
Hitoshi. «Accettiamo la sfida»
«Grazie per aver chiesto il
nostro parere, eh» fecero Haru e Kotaro contemporaneamente,
seccati, ma nessuno dei due sfidanti li degnò di uno sguardo.
«Dovrete essere indietro prima
che l’ultimo raggio di sole sia scomparso all’orizzonte, okay? E
il furetto deve essere in buona salute» decretò Naruto,
e poi sogghignò. «Su, avete almeno sei ore di tempo;
perdere sembra impossibile, vero?»
«Sarà una passeggiata!»
ringhiò Hitoshi. «Sarò di ritorno in meno di
un’ora!»
«Non ci considera nemmeno»
commentarono Kotaro e Chiharu, e si guardarono.
A quel punto era inevitabile che
cercassero di dimostrare a quel presuntuoso supponente dell’Uchiha
che non era il migliore tra loro.
«Siete pronti?» chiese
Naruto ridacchiando tra sé e sé. «Via!»
I tre genin scattarono
contemporaneamente verso la foresta, correndo lungo il primo tratto
del sentiero. A una decina di metri di distanza si separarono e
presero strade diverse, scomparendo nel folto.
“Sono rumorosi” constatò
Naruto con un sospiro. Poi unì le mani e creò una copia
di sé stesso. “E stupidi” aggiunse mentre la mandava
sull’albero più alto dei dintorni. Quella raggiunse la cima,
si guardò attorno per un po’, annuì e si dissolse in
uno sbuffo di fumo.
Naruto sorrise. «Missione
compiuta» mormorò.
Ma sei ore dopo i suoi allievi non si
vedevano da nessuna parte.
Il sole calò e scomparve
all’orizzonte, lasciando solo una luce grigiastra sul villaggio.
Naruto sbadigliò vistosamente, risvegliandosi da un lungo
nonché scomodo sonnellino, e constatò l’assenza dei
tre genin.
Prevedibile. Non sapeva se esultare o
scuotere la testa.
Da quel che aveva sentito nel villaggio
– perché non aveva tempo di bazzicare l’Accademia – i
figli di Sasuke, Rock Lee e Shikamaru erano i tre migliori diplomati
dell’anno, dopo quel piccolo genio di Jin.
In giro si diceva che avessero
completato il programma alla perfezione e che avessero una quantità
di abilità latenti, e di sicuro lui non lo metteva in dubbio.
Cioè, non avrebbero mai raggiunto i suoi livelli –
ovviamente – ma che Hitoshi già sapesse padroneggiare alla
perfezione tutte le tecniche del corso di studi era notevole.
Tuttavia aveva anche capito che tutti e
tre mancavano completamente delle nozioni base di un ninja: non
sapevano lavorare in squadra, combattevano per sport, erano
individualisti e arroganti. Avrebbero scoperto fin troppo presto che
se volevano sopravvivere dovevano cambiare mentalità, ma
intanto erano davvero insopportabili.
E ancora lui non capiva perché
Kakashi lo avesse messo appresso a quei ragazzini. Non era un
insegnante, né aveva mai detto di volerlo essere. L’unica
persona al villaggio che proclamasse con orgoglio di vederlo come suo
modello era Konohamaru, e tutti chiudevano un occhio giusto perché
era il nipote del terzo Hokage, evitando di ridergli in faccia.
Sinceramente non credeva di avere le
qualità per insegnare – non aveva pazienza, non si
capacitava degli errori altrui, se poteva mettersi in luce non
esitava a farlo – ed era convinto che di questo Kakashi fosse
consapevole. Eppure gli aveva affidato i tre diplomati più
promettenti.
Evidentemente non aveva paura di
rovinarli per sempre.
“Però Konohamaru ha detto di
aver capito perché stanno con me” rifletté perplesso.
“Significa che esiste un motivo evidente?”
Si scervellò per qualche minuto,
ma i problemi che richiedevano una soluzione mentale non erano mai
stati il suo forte. Ben presto si arrese, ripromettendosi di fare
qualche agguato a Kakashi e interrogarlo attraverso la tortura, e in
quel momento, quando le ombre scendevano definitivamente sul paese
del Fuoco, sentì un fruscio lontano e delle voci.
«L’ho trovato io!»
esclamò Kotaro tenendo la coda di un furetto traumatizzato e
sfibrato.
«Ma chi lo ha preso?»
ribatté Hitoshi tirandolo dalla parte del collo.
«E chi lo ha ripreso
quando entrambi ve lo siete fatti scappare?» rognò
Chiharu mentre insieme spuntavano lungo il sentiero.
«Tu stai zitta! Ti sei messa a
dormire contro un albero dieci minuti dopo che abbiamo iniziato!»
l’accusò Hitoshi.
«Vuoi dire quando tu cadevi in
quel laghetto che anche un bambino di due anni avrebbe visto ed
evitato?» replicò lei acida.
Naruto si schiarì la voce.
I tre si bloccarono.
Poi lentamente, molto lentamente,
alzarono lo sguardo e deglutirono in sincronia.
«Volete dividere in due quel
furetto?» chiese il jonin serafico, inarcando le sopracciglia.
Sia Kotaro che Hitoshi lo mollarono di
scatto, e quello cadde al suolo agitando le zampette e squittendo.
Chiharu si chinò al volo e lo ripescò, lanciando
un’occhiataccia ai due compagni.
«Dunque, vediamo un po’»
fece Naruto avvicinandosi lentamente. «Chi di voi è
tanto bravo da dirmi che ore sono?»
Ci fu un pesante silenzio imbarazzato.
Nessuno ebbe il coraggio di dire che
avevano passato almeno un quarto d’ora a litigare su chi dovesse
prendersi il merito, arrivando così in ritardo.
«Qualcuno ha perso una scommessa,
eh?» sogghignò il jonin.
Hitoshi distolse lo sguardo, mugugnando
qualcosa tra sé e sé.
«Chi perde paga pegno»
cantilenò Naruto, diabolicamente soddisfatto. «Domani a
pranzo. Deciderò io dove. Tanto di soldini ne avete, vero?
Mamma e papà ne hanno le tasche piene»
«Ehi, cosa c’entriamo noi?»
sbottarono Chiharu e Kotaro contemporaneamente.
«Voi c’entrate sempre!»
esclamò Naruto esasperato, cambiando completamente
atteggiamento. «Siete un gruppo!» I tre genin si
spaventarono involontariamente. «E’ questo che non riuscite a
capire!» continuò il jonin. «Non è un
gioco! Non vince chi arriva primo! Vince chi resta vivo! E insieme
avete molte più possibilità di sopravvivere! Ma no, se
non fate tutto da soli non siete contenti! Sarebbe bastato
collaborare! Mandare uno a guardare dall’alto e dirigere gli altri!
Era una missione banale, al di sotto del livello D! Se aveste dovuto
rispettare un orario per una questione di vita o di morte, cosa
avreste fatto? Vi sareste fermati a litigare sull’ordine di arrivo?
Siete ancora dei ragazzini immaturi! All’Accademia vi hanno
promosso perché sapete padroneggiare due o tre tecniche, ma di
questo passo non sopravvivrete due ore là fuori!»
Ammutoliti, i tre genin fissarono il
jonin senza poter ribattere. All’improvviso si sentivano molto
stupidi e piccoli.
Il furetto tra le mani di Chiharu tentò
la fuga, e lei per poco non se lo lasciò scappare.
«Portalo all’ufficio per lo
smistamento delle missioni» le disse Naruto asciutto. «E
domattina vi voglio lì davanti all’alba, mi sono spiegato?»
«Sì» mormorarono
tutti e tre, mogi.
E poi Naruto scomparve in uno sbuffo di
fumo.
Jin bussò piano alla porta
dell’ufficio dell’Hokage.
«Avanti» si sentì da
dentro.
Il bambino aprì e si trovò
nello studio illuminato da luci calde. La scrivania di mogano era
ingombra di carte da firmare, pile e pile, un paio delle quali erano
coperte di polvere. Perse qualche secondo a fissare la mole di lavoro
incompiuto.
«Ah, sei tu» fece Kakashi
rilassandosi, e fece comparire da sotto il piano di lavoro un libro
sulla cui costa era scritto: “Le mille e una pomiciata –
Antologia completa”. «Allora posso rimettermi a leggere»
«Ma chi è lo scemo che ti
ha dato il ruolo di Hokage?» chiese Jin atono, avvicinandosi
alla scrivania.
«Più che altro: perché
sono stato così scemo da accettare?» rettificò
Kakashi con la medesima voce. «Allora? Cosa c’è? E’
tardi per una visita» e accennò al cielo punteggiato di
stelle fuori dalla finestra.
«E’ così strano che
almeno un’ora al giorno un bambino voglia vedere suo padre?»
domandò il genin sfogliando con noncuranza un documento
corposo. «Soprattutto se è l’unico genitore che ha a
disposizione»
L’ultima frase era stata detta in
tono leggero, eppure Kakashi sollevò gli occhi dal suo libro.
Non disse nulla.
«Comunque sono qui per il gruppo
di Hitoshi, Chiharu e Kotaro» continuò Jin mettendo giù
il plico. Era abituato a dover riprendere la conversazione dopo gli
attimi di imbarazzante silenzio che riusciva a suscitare negli altri.
«Non riescono a capire perché si trovano sotto la guida
di Naruto Uzumaki»
Il sesto Hokage sospirò.
Sperava che fossero tutti un po’ più
intuitivi, ma da quando aveva accettato la sedia che occupava si era
reso conto che la gente spesso capisce solo quello che vuole.
«Mi auguro che se ne rendano
conto da soli» decretò rimettendosi a leggere. «Sia
loro che Naruto»
Jin inclinò un sopracciglio,
vagamente interessato.
«E’ qualcosa di tanto strano?»
chiese.
Kakashi sorrise sotto la maschera che
non aveva mai smesso di indossare – e che anche il suo ritratto in
granito sfoggiava con orgoglio – ma suo figlio non poté
accorgersene.
«Vedi, ci sono persone che sanno
esattamente perché conducono un certo tipo di vita»
spiegò. «E altre che invece vanno avanti senza saperlo
bene. Chiharu, Kotaro e Hitoshi hanno deciso di diventare ninja
credendo di sapere cosa aspettarsi, ma in realtà hanno
frainteso un po’ le cose»
Jin rifletté per qualche
istante.
«All’Accademia si comportavano
come se tutto fosse un gioco da cui uscire vincitori» disse
poi. «Ma in realtà il lavoro del ninja è duro e
difficile, giusto?»
«E cattivo» Kakashi fissò
suo figlio intensamente. «Sopravvivere è davvero arduo,
e capita spesso di vedere e di fare cose crudeli. Se non impareranno
presto che devono fidarsi dei compagni e contare sul loro aiuto, non
andranno molto avanti. E’ una cosa che puoi capire?»
«Sì» Jin annuì
senza un’incertezza. «L’unione fa la forza, e aumenta le
probabilità di sopravvivenza»
Kakashi lo guardò ancora un
istante. Quel bambino era un mistero anche per lui. Razionalmente
sapeva tutto ciò che c’era da sapere sui ninja, e là
dove non arrivava la conoscenza arrivava l’intuizione; ma certe
volte gli sembrava di rivedere sé stesso alla sua età,
poco dopo il suicidio di suo padre: un bambino freddo e senza
sentimenti. Carente della qualità fondamentale per un ninja.
«Quindi Naruto Uzumaki dovrebbe
insegnare queste cose?» chiese Jin perplesso.
«Sì. Hai qualcosa in
contrario?» replicò il sesto Hokage facendosi attento.
«Mm… Ma sono cose che si
possono insegnare?»
«Solo Naruto ci riesce. Almeno
finora»
«E come fa?»
Kakashi inarcò le sopracciglia:
erano rare le volte in cui vedeva suo figlio sorpreso.
«Non lo so» sorrise sotto
la maschera. «Ma è l’unica persona che io conosca ad
essere in grado di cambiare gli altri»
Jin abbassò lo sguardo,
riflettendo.
«Ti ho dato qualcosa su cui
rimuginare per questa notte?» gli chiese Kakashi dopo qualche
attimo.
«Mm… sì» rispose
lui rialzando la testa.
«Bene. Ma che resti tutto tra
noi; se Naruto venisse a sapere che ha questa capacità si
monterebbe la testa più di quanto già non faccia, e mi
capisci che per Hitoshi, Kotaro e Chiharu sarebbe la rovina. Già
che ci siamo non dire niente nemmeno a loro, non la prenderebbero
bene»
Jin annuì, realizzando che la
sua visita si era rivelata sostanzialmente inutile, se poi non
avrebbe potuto comunicare i risultati ai ‘mandanti della missione’.
Ma i momenti in cui faceva quattro chiacchiere con suo padre erano
più unici che rari, quindi dal suo punto di vista non aveva
fallito nulla.
«Ti aspetto a casa allora. E non
lavorare troppo. Buona notte papà» si congedò
raggiungendo la porta.
«Buona notte» ribatté
il sesto Hokage, e quando lui fu fuori appoggiò il mento al
dorso della mano.
Un bambino freddo e senza
sentimenti. Carente della qualità fondamentale per un ninja.
Probabilmente era anche colpa sua se
Jin era cresciuto così. Probabilmente non era stato un padre
modello, e nemmeno un buon esempio come ninja. Ma mentre l’immagine
latente di suo figlio era ancora impressa sulla sua retina, un
pensiero gli sfiorò leggero la mente.
“Forse dovrei chiedere a Naruto di
inserire anche te nel suo gruppo...”
Nel prossimo capitolo...
«La missione di domani per il tuo
gruppo»
Naruto si bloccò.
Posò nuovamente gli occhi sul
foglio, li fece scorrere sulle poche righe che vi erano scritte
sopra, e lentamente lo sgomento si impadronì della sua faccia.
«No» mormorò, e si
accigliò. «E’ impossibile» decretò alla
fine, sbattendo il foglio sul tavolo. «Non ce la faranno mai»
«Eppure devono farcela»
replicò Kakashi senza smontarsi, e alzando a malapena lo
sguardo. «E’ di vitale importanza che diventino forti in
fretta. Le cose stanno andando peggio del previsto, la guerra
potrebbe scoppiare prima di quel che pensiamo, e non abbiamo margini
di tempo da sprecare»
«Ma questa è una missione
di livello B!» disse Naruto tra i denti, protendendosi in
avanti. «Li mandi al macello!»
* * *
Spazio autore
Quasi tutti ci eravate arrivati, ma ora ne avete la conferma nero su bianco!
Jin è un piccolo Hatake.
Ma la mamma, chi e dove sarà?
Se fossi in voi per ora accantonerei questo pensiero e farei finta di niente,
visto e considerato che non ne riparlerò per un bel po'.
Nel frattempo consolatevi: il prossimo capitolo vedrà il ritorno in grande stile (?) dei Nara e dei Lee.
E svelerà qualcosa di Naruto che tutti voi attendevate di sapere con ansia...
A proposito. Caspita, 35 recensioni!
Questa era più o meno la mia faccia quando le ho viste: °__°
Vi ringrazio davvero tanto, non avrei mai e poi mai immaginato di partire con un simile sprint! XD
Certo, non è detto che si mantengano fino alla fine, ma un po' di ottimismo non guasta! ^^
Oh, giusto.
BUONA PASQUA A TUTTI!
(in realtà è domani, ma si fa quel che si può! U_U)
PS: siete rimasti incantati dal "ti venisse un embolo!" di Chiharu? XD
Metà dei commenti me lo citava!
arwen5786: un tenero
amore tra Chiharu e Hitoshi? Tenero? Scusa? XD Guarda, c'è
già Silvia che mi subissa di richieste di triangoli, e io
rispondo: ma lasciateli vivere in pace 'sti poveri piccoli! Hanno
già abbastanza casini tra famiglia e maestro, se poi ci
aggiungiamo pure i problemi di cuore si suicidano! XD (psst: io a
Silvia non l'ho detto, ma è già nei miei programmi
qualcosa in questo senso! XD) Tuttavia tieni a mente che Sakura e
Chiharu sono molto diverse, quindi non si verrebbe mai a creare una
situazione come quella tra Sasuke e Sakura! Per quanto riguarda Jin, le
tue ipotesi mi hanno fatta sbellicare dalle risate! Dal mio punto di
vista, era ovvio che fosse un Hatake. Confesso che ogni tanto mi trovo
a immaginarlo con la maschera del papy, e la cosa è piuttosto
inquietante... ma comunque l'identità di Jin non cambierà
molte cose, se non, ovviamente, creare la prevedibile domanda: "e
Haruka?". (tra parentesi, ti pare che creerei il figlio di Ino e Sai
così adorabile e geniale? Giammai!) Un bacione Cami! ^^
Maobh: guarda, in tutto il
commento che hai scritto c'è una cosa che non è tanto
distante dalla verità. Ma, ovviamente, non sarò io a
svelarti ora di cosa si tratta! XD Ciò che hai detto di Naruto
però mi è piaciuto molto. Anche io ho sempre criticato la
netta preferenza di Kakashi per Sasuke, d'altronde scrivendo mi rendo
conto che io per prima preferisco qualcuno dei ragazzini agli altri due
(anche se in realtà sono tutti i miei "bambini", e quindi li amo
lo stesso XD), e dunque il mio "odio" è un po' attenuato...
L'unica cosa che rimprovero ora come ora a Kakashi è di
aver scelto l'allievo sbagliato. Insomma, aveva lì un adorabile
Naruto già pronto, e mi va a prendere il serpentello traditore?
Oh, che gioia sapere che la LeeTen si sta diffondendo! Era ora che
qualcuno riconoscesse le indubbie doti (?) di Rock Lee! Riguardo a Jin,
hai saputo oggi chi è suo padre. Riguardo a Tsunade e Jiraya,
saprai qualcosa soltanto tra quattro capitoli. Mettiti il cuore in
pace, fatti un tè e aspetta! XD
Beckill: tranquilla, non me la
prendo certo se non commenti un capitolo! Con gli aggiornamenti-lampo
che mi trovo a fare, è anche comprensibile! Oh, sai che la
questione di Naruto "peggior ninja" ha davvero una causa idiota? XD
Quando la leggerete, tutti penserete: "ecco, lo sapevo che era una
minchiata del genere!" XD Ma vedrai, vedrai... con il tempo vedrai. Per
rivedere Hinata dovrai aspettare solo qualche capitolo, invece. Due, se
non erro. Nel frattempo consolati con i Nara e i Lee tra due giorni! ^^
Jana: e dire che io odio l'aria
cupa! XD E adoro invece tutta la gioia di questa fic! XD Ma confesso
che tormentare i miei lettori è il mio sport preferito dopo
scrivere (sport?), quindi ci saranno sangue, sudore, lacrime e tutto
ciò che vorrai. Solo, ti prego, non paragonarmi Chiharu e Ino.
Potrei piangere. ç_ç
sammy1987: eh, anche Naruto non
è mica contento di essersi perso la poltrona! XD E infatti
è giù in pole position per il settimo faccione di pietra.
Haru invece è una creaturina complicata... Le piace Sai,
sì, ma forse perché è lo stronzo bastardo che la
stuzzica! XD Eh, chissà! Le differenze d'età hanno valore
solo sotto la quarantina, poi diventano ininfluenti! (più o
meno... XD)
yayachan: beh, penso che "ti
venisse un embolo" sia molto riciclabile. Persino io la uso nella vita
di tutti i giorni! XD (sì, è assolutamente vero! Giuro!)
Quindi, dato che ti ho dato il permesso di usare questa frase, tu
dovrai tirar fuori un disegno splendido! Sono stata abbastanza chiara?
maninja87: saprai che succede a
Naruto tra pochi capitoli. Ti svelerò perchè, con chi e
dove si sta trasferendo con calma e sangue freddo, e per allora tutto
ti sarà chiaro! Più o meno. XD Ah, ma la guerra è
una cosa imprevedibile! Cinque anni è la previsione più
rosea, poi chissà che succede...! Haru e Sai hanno un rapporto
strano sì. Ma Sai non è un pedofilo, questo posso
garantirtelo. Diciamo che non ha mai avuto un gran talento per le
relazioni personali! XD
SuperEllen: Kakashi non solo
è Hokage, ma è anche papà! A quanto pare si
è dato da fare in questi anni! XD Per quanto riguarda la madre
di Chiharu, lo saprai nel prossimo capitolo! Che, grazie al cielo, non
vedrà idilliache scene d'affetto in casa Uchiha! XD
Killkenny: cioè, mi stai
dicendo che commenterai di nuovo l'intera fic? XD Wow, che onore! Anche
se leggere delle tue "ipotesi" è piuttosto esilarante! XD
lale16: oddio. Ho avuto un
flash di Kotaro in tuta arancione e tinta bionda (con caschetto,
ovvio), che grida "diventerò Hokage!" °_° Non è
stato piacevole. Quindi assumiti le tue responsabilità, e se
dovrò andare in analisi per colpa di questa infelice uscita,
sarai tu a pagarmi la psicologa! Le parole di Naruto riguardo a Hinata
non erano acide. Erano soltanto una constatazione, diciamo. Ma capirai
meglio il loro rapporto quando si incontreranno, vedrai. Per quanto
riguarda Hitoshi, al momento non ricordo bene se sa che il padre aveva
tradito ed era tornato XD Dovrei controllare, ma, non avendo voglia, mi
eclisso con un semplice: vedrai. XD Comunque, anche se fosse, Hitoshi,
da bravo Uchiha, avrebbe un pensiero come: "ah, ma lui è tornato
ed è diventato il migliore di tutti. Quindi chiudete quella
bocca, mio padre è un eroe!" XD Oh, una precisazione. Dalla fine
di sinners sono passati solo tredici anni (o quattordici?), non venti.
venti da quando Naruto è diventato ninja! E in questo lasso di
tempo ci sono stati dei combattimenti, missioni e scaramucce più
che altro. Naruto, ebbene sì, parla della guerra per esperienza
personale. E poi perchè la considera sbagliata, ma è
ovvio. E' sempre il nostro Naruto!
bambi88: va bene, va bene.
Pensa di Haru quello che vuoi, io ti ho avvertita... poi non lamentarti
quando succederanno questo e quello! U_U E Kakashi non solo è
Hokage, ma è pure padre! Una volta che ha dato il via a una
certa cosa, evidentemente non è più stato in grado di
fermarsi! XD
izayoi007: welcome back! Era
bella Parigi? XD Ehi, non essere tanto pessimista, che con jin ci hai
azzeccato! XD E' proprio il figlio di Kakashi! Per quanto riguarda il
motivo per cui Naruto è insegnante, beh, lo hai letto in questo
capitolo! XD Ho pensato di sfruttare il lato della sua
personalità più adorabile e puccioso! ^^ E poi, beh...
ovviamente ci sarà anche il lato della sua personalità
più figo! (leggi: Kyuubi)
Sky_Shindou: uh, è vero.
Dimenticavo il piccolo particolare "combattimenti", pensavo solo alla
depressione delle battaglie! XD Ma ora che me lo hai ricordato
considererò quelle parti con più obiettività,
sì sì. Nella tua recensione, poi, hai azzeccato un certo
particolare, ma non ti svelerò quale. Intanto, cambiando
argomento, ti dico che Hinata si vedrà tra qualche capitolo
(pochi, pochi), e che gli altri (cioè i Nara e i Lee) faranno la
loro comparsa subito, invece. Già dal prossimo capitolo. Ohh, lo
so che muori dalla voglia di rivedere Rock Lee, che credi? *_*
Elisir86: povero Naruto
più che mai! XD Sono tre piccole bestioline che non seguono gli
ordini e pensano di essere dio, io li avrei uccisi giorni fa!
kimi: io AMO Jin. Se fosse
stato un Uchiha e lo avessi amato, allora sarei impazzita. Per questo
era sconvolgente la vostra ipotesi di "Jin Uchiha"! Hinata e Kyuubi
sono argomenti che verranno ampiamente trattati nel corso della storia,
non ti preoccupare. E Kakashi, Jiraya e Tsunade e la faccenda
dell'Hokage verranno trattati pure loro. Tutte le persone citate in
Sinners bene o male hanno un ruolo qui! Altrimenti che ne avrei parlato
a fare??
NaruGaa: i capitoli di questa
fic saranno 36, lo so già. Quindi a metà strada tra
Sinners e quello che avevi proposto tu! ^^ E non preoccuparti se
all'inizio è un po' difficile barcamenarsi tra i vari mocciosi,
ho evitato di introdurre altri personaggi per un po' di capitoli,
così prima prendete confidenza con loro! Grazie per aver
lasciato il commento! ^^
fenice87: beh, sai già
che Kakashi continua a leggere le opere del grande Jiraya! XD E la
serie è pure proseguita nel frattempo! Ma se vuoi leggere di un
incontro vero e proprio tra l'Hokage e Naruto, dovrai attendere solo
due miseri giorni! ^^ Che vuoi che sia?
slice: tranquilla, tranquilla!
Ci hai azzeccato con il padre di Jin, brava! ^^ E grazie per aver
lasciato la recensione, mi ha fatto molto piacere!
Maryella: ho provato a capire a
chi somigliano i mocciosi, ci ho provato con tutta me stessa. Ma alla
fine è venuto fuori un mix così eterogeneo che ho tratto
un'unica conclusione: non assomigliano a nessuno. XD E dunque anche il
team è un team originale, sembra! Sia ben chiaro, io mi affido
al giudizio di voi lettori! E, per la cronaca, Jin era davvero figlio
di Kakashi! ^^
dark_angel90: diciamocelo. In
termini di apparenza Neji sarebbe l'Hokage più adatto! Ma a
quanto pare non è l'apparenza ciò che conta, è
importante anche la situazione del villaggio. E comunque hai visto che
Kakashi è hokage per modo di dire, considerato come passa il suo
tempo! XD Oh, i capitoli che hai letto fin qui non sono tanto lunghi.
In realtà siamo a metà della lunghezza canonica, quindi
preparati a leggere di più. Lo so, è seccante, ma se non
succede nulla di interessante in cinque pagine, tiro avanti.
rina: wow, hai ricalcato pari
pari la vecchia frase di Sakura! Che memoria! XD Uh, per quanto
riguarda la fic tra Ali di Cera e Sinners, ci sto lavorando. Abbi solo
un po' di pazienza, dovrei riuscire a metterla online entro breve! ^^
(ehm, relativamente breve) Il film di FMA l'ho visto mercoledì
grazie al fastweb di un'amica, e ho passato ogni singolo minuto a
insultare Al e tutti quelli che ronzavano attorno a Ed senza
idolatrarlo! Una cosa che mi ha lasciata un po' delusa è stata
la breve apparizione di Mustang, sigh... lo volevo di più.
é_è
lilithkyubi: dunque, i capitoli
di questa fic sono 36, è già deciso. Ci saranno momenti
allegri e momenti tristi e momenti dolci, solo che saranno un po'
più condensati! In termini di pagine, sono circa 200 in meno di
Sinners, quindi succederanno un po' meno cose, ma anche il periodo di
tempo che tratto è più ristretto, dunque non temere che
io curi meno qualche dettaglio! ^^
1992: ecco, ho trovato. I tuoi
commenti appartengono alla corrente surrealista, vero? E noi NON
abbiamo NESSUN figlio/a! Toglitelo dalla testa, quello è un
bambolotto che hai raccattato per strada! Però, dai, anche se
sei scientificamente schizofrenica, ti voglio bene comunque! XD
_Kirjava_: sono un genio,
perchè ho capito cosa volevi dire con le XXX! XD Comunque
Chiharu non sottovaluterà Naruto a lungo (cioè, ehm, un
po' a lungo sì! XD), sai bene cosa succederà pù
avanti... E invece Hitoshi si terrà le sue vertigini,
perchè così è molto più divertente! XD
gracy110: nei prossimi capitoli
succederanno i primi casini (strano che non ci fossero ancora! XD), e
Hitoshi avrà un ruolo di spicco! (?) Lui e le sue vertigini! XD
DarkMartyx_93: oh, ma Naruto
non voleva che i mocciosi prendessero le scale. Lui voleva che usassero
il chakra (sì, beh, in realtà voleva solo provocarli XD).
Kotaro è un po' la parte razionale del gruppo, ha ereditato
più della mamma che del papà. Solo che ogni tanto si
lascia prendere dall'entusiasmo pure lui! XD I jonin più vecchi
non sono affatto in pensione, ma stanno vivendo beatamente le loro
vite! E poi, se c'è da combattere, tornano all'attacco. In fondo
dovrebbero avere una cinquantina d'anni ora, se poteva combattere
Jiraya possono farlo anche loro! XD Ehi, Naruto è il mio uomo
ideale! Li adoro capricciosi e un po' stupidi, quindi anche i suoi
difetti sono un amore! certo, se non rischiasse la vita due volte al
giorno sarebbe meglio... Comunque non vedo perchè debba
trasferirsi senza Hinata. Cioè, potrebbe anche cambiare casa con
lei, no? Chiharu invece saprai cosa pensa riguardo a Sai (più o
meno) nel prossimo capitolo. E anche come la pensano i suoi genitori, a
spanne. XD Per quanto riguarda Jin, beh, ormai sai di chi è
figlio...! XD E Hitoshi e le sue vertigini avranno qualche problema in
missione, questo è certo! Grazie per i complimenti riguardanti
il lato psicologico, son molto importanti per me! >_< Ho cercato
di far convivere nei figli le caratteristiche dei genitori e nel
contempo di creare qualcosa di nuovo, e all'inizio giuro che è
stato molto difficile! Ma se voi lettori dite che ci sono riuscita mi
rendete felicissima!
charlie_2702: q-quattro?
°_° Santi numi, complimentoni per la costanza! Io se riesco a
riscrivere la recensione una seconda volta mi sento molto orgogliosa di
me! Sappi che una delle tue tre ipotesi su Tsunade è quella
giusta. E non dico altro. Il rapporto tra Haru e Hitoshi è
parecchio divertente da descrivere. E' vero, sono molto simili a Sasuke
e Naruto, solo che hanno davvero qualcosa di cui vantarsi, e quindi
sono molto più arroganti! XD Anche se Hitoshi non ha molto di
che vantarsi, viste le vertigini... Comunque, la guerra
scoppierà tra un po'. Insomma, lasciami il tempo di lasciarli
vivere un po' feliciiii! >_< In tutto questo, concludo
ringraziandoti per la tua perseveranza! Riscrivere il commento per
quattro volte deve essere stato terribile, hai tutta la mia
comprensione! é_è
queen of night: ma io in
realtà voglio bene a Hitoshi. XD Solo che il mio amore si
traduce in una voglia folle di metterlo nei casini! XD Insomma, se la
tira tanto che è inevitabile che io desideri torturarlo un po'!
Se no poi come faccio a consolarlo? *_* L'Hokage era davvero chi
pensavi che fosse, ma ci avevi azzeccato anche con il figlio? Che, per
la cronaca, sta facendo il genio asociale? XD Su, su, anche Jin
vivrà in mezzo agli altri prima o poi! E non ti preoccupare per
gli sproloqui, in realtà sono abbastanza divertenti da rendermi
felice! XD
Urdi: no, Jin figlio di Kabuto
no! Per carità! Che tra l'altro Kabuto è pure morto,
grazie a dio! Comunque, per tutto il resto ci hai azzeccato sia con
l'Hokage che, in parte, con la prima ipotesi su Jin. XD Mi hai
piacevolmente stupita dando la tua preferenza a Chiharu, e hai
scombussolato tutti i miei pronostici portando su le quotazioni della
piccola Nara! ora come farò a capire qual è il preferito
dei lettori? XD
lunapi71: eheh, ma dai. Non
pensi che essere insieme per Sakura e Sasuke sia una gran sofferenza?
Cioè, lo so che loro sono felici, ma dal mio punto di vista il
loro matrimonio è già una bella penitenza! XD Grazie per
i complimenti e per il commento, e non ti preoccupare se non riuscirai
a recensire sempre! ^^ Mi fa già piacere che tu lasci un
messaggio quando puoi!
Reina: ma i capelli di Kakashi
di che colore sono? Dal mio punto di vista grigi. Non argentati, non
color delle nuvole, non color fumo, ma semplicemente grigi. E il
grigio, se partiamo da una base nera, sta tra il nero e il bianco.
Quindi, tirandola un po' per i capelli, è "quasi bianco". Ma
confesso di aver usato questa terminologia per confondere un po' le
acque... altrimenti gli avrei messo una maschera, avrei detto che ha un
ciuffo che tende a destra e che si chiama Hatake di cognome! XD Per
quanto riguarda Tsunade, escludo che possa avere figli alla sua
età. Il numero di anni in cui è possibile viene stabilito
prima della nascita, è allora che si creano le condizioni
necessarie, quando si è ancora feti. Dunque penso che dopo i
cinquanta anche lei sia out of order, per dirla in termini spicci. Eh,
credi che non abbia pensato a una bella figlioletta per lei?
ç_ç O a un bimbo biondo e determinato a diventare Hokage?
(che magari moriva, come tutti gli altri XD)
Talpina Pensierosa: bentornataaaa! >_< Hai visto? E' tornato il Peggior bla bla bla! XD Se ti va di rileggerlo, sai dove trovarlo! ^^
DuniettaS: ma certo che mi
ricordo di te! Cioè, ti ucciderei per aver insinuato che Naruto
non è talentuoso come suo padre (perché in realtà
LO SUPERA! E su questo non transigo!), ma per questa volta sorvolo e ti
do il benvenuto con tutti i crismi! Per i primi tempi sentirai
nostalgia di Sinners, è vero. Ma non temere, durerà poco.
Poi inizieranno i casini anche per i nostri piccoli eroi (??) e allora
tutto tornerà alla "normalità"! Ovviamente tornerò
sul discorso "armi", e altrettanto ovviamente è successo
qualcosa che ha cambiato Naruto in questi anni. Ma scoprirai tutto con
calma, fidati, nell'ordine in cui ho deciso di svelarlo! E quando avrai
scoperto questi segreti, ce ne saranno altri e altri ancora,
perchè è così che questa fic va avanti! XD Jin NON
è figlio di Naruto dopotutto, come hai visto, ma ti perdono
perchè oggi sono di umore generoso. Ah, adotta anche tu
l'abbreviazzione ufficiale di questa fic! (pubblicità progresso)
"Il peggior bla bla bla". Molto chic, neh?
harryherm: oddio, ripenso a
quello che succederà nei prossimi capitoli e mi dico: Kotaro
Gary Stue? No, direi di no. XD Insomma, lui non lo tormento quanto
hitoshi, e anzi gli faccio fare un bel po' di belle figure, ma di
sicuro non è perfetto. Né millanta di esserlo. E' solo
che ci mette un sacco di impegno, come Rock Lee. E sì, Kakashi
era Hokage, contenta? Ci hai preso. Oh, conto che l'embolo augurato da
Haru ti spinga a volerle un po' più bene, perchè la mia
tattica è fartela amare e poi distruggerla ai tuoi occhi! Amo
illudere i lettori! (L) Nonostante io ti voglia un sacco bene, ovvio! ^^
Aya
|
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Capitolo 5 *** Livello B ***
Naruto2-5
Livello B
- Cinque -
Dopo la prima disastrosa missione,
Chiharu, Hitoshi e Kotaro misero tutti sé stessi nel
completare quelle successive. Si impegnarono come mai avevano fatto
prima, cercarono in tutti i modi di collaborare, di trovare le
soluzioni insieme, di capire cosa voleva Naruto e soddisfarlo.
Dopo la sua sfuriata, avevano iniziato
a temerlo leggermente. E, anche se non lo avrebbero mai e poi mai
ammesso, a rispettarlo. Ma giusto un po’.
Un giorno di maggio finalmente
portarono a termine tutta la lista che Konohamaru aveva sottoposto
loro. Quando tornarono all’ufficio per lo smistamento delle
missioni, con in mano il compenso ricevuto dalla vecchietta che
avevano scortato per tutta Konoha, e si sentirono dire che non
c’erano altri compiti, istintivamente lanciarono un grido di gioia.
«Zitti, mocciosi» li seccò
Naruto sbuffando. «Questo vuol dire soltanto che le cose si
complicano»
Ma, se possibile, le sue parole li
resero soltanto più euforici.
«Lascia che festeggino un po’»
gli disse Konohamaru con un sorriso. «Non ti ricordi com’eri
tu alla loro età?»
«Di certo non tanto cretino»
«Infatti, di più»
Naruto lo fulminò con
un’occhiataccia. «Ti ricordo che sono il tuo modello»
«Non ho mai detto di essere un
esempio di intelligenza» ghignò lui.
«E noi?» si fece notare
Kotaro. «Cosa facciamo adesso?»
«Per oggi riposate» rispose
Konohamaru. «Domattina vi daremo la nuova missione»
«Ma non c’era un premio in
palio?» chiese Hitoshi con un brillio negli occhi.
«Il premio è la nuova
missione»
Mentre Hitoshi e Kotaro spalancavano la
bocca per la delusione, Chiharu fece schioccare la lingua.
«Prevedibile» fu il secco
commento – che negli ultimi tempi usciva dalla sua bocca con
frequenza strabiliante.
«Avete sempre di che lamentarvi!»
sbuffò Naruto. «Io già non vi sopporto già
più»
«La cosa è reciproca»
mugugnò Hitoshi incrociando le braccia sul petto.
Naruto gli rifilò un pugno in
testa. «Sparitemi da davanti agli occhi prima che vi faccia a
pezzetti» disse tra i denti.
Loro non se lo fecero ripetere due
volte. Konohamaru sorrise.
«Ti ci stai affezionando, eh?»
commentò.
Naruto arrossì leggermente, ma
lo incenerì con lo sguardo. «Assolutamente no»
decretò convinto, e sparì in una nuvoletta di fumo.
Il nipote del terzo Hokage sospirò.
Quello di usare la moltiplicazione
superiore del corpo per stare dietro al gruppo era un brutto
viziaccio di Naruto. Avrebbe dovuto occuparsi con più
attenzione dei suoi allievi, ma da quando aveva scoperto che poteva
essere in due posti contemporaneamente, non perdeva occasione per
ottimizzare il tempo e subissare il cervello di informazioni con
quella che si poteva tranquillamente definire una doppia vita. E una
copia stava sempre in un luogo ben preciso.
Anche se Konohamaru poteva capire
perché Kakashi avesse affidato quei ragazzini a Naruto, non
poteva evitarsi di pensare che non fosse stata poi una gran mossa.
Dopo la lieta novella Kotaro rientrò
subito a casa, e salutò briosamente suo padre che si allenava
in giardino.
«Abbiamo finito le missioni
speciali!» annunciò al settimo cielo.
«Davvero?» chiese Rock Lee
interrompendo i suoi esercizi e lanciandogli un’occhiata piena
d’orgoglio. «Ottimo lavoro figliolo!» lo gratificò
di una strizzatina d’occhio e un pollice alzato. Il suo sorriso
ebbe un brillio nel sole.
Con il tempo l’allievo di Gai Maito
era diventato sempre più simile al suo maestro, e la cosa era
piuttosto inquietante.
Kotaro si sgonfiò al volo.
Perché suo padre doveva essere tanto imbarazzante?
«Vai subito a dirlo alla mamma!»
lo esortò Rock Lee rimettendosi a fare il suo numero non
meglio precisato di piegamenti. «Ne sarà felice!»
Senza ombra di dubbio. E altrettanto
sicuramente non avrebbe fatto nulla di strano.
Eppure Kotaro adorava suo padre, per
quanto fosse bizzarro. Era fuori dal comune, spesso eccessivo, ma
quando doveva incoraggiarlo lo faceva come nessun altro. E poi era
incredibilmente forte.
Sua madre era un tipo più
normale. Tanto normale che in molti si chiedevano come mai alla fine
avesse sposato suo marito – e qualcuno insinuava fosse soltanto per
l’arrivo non previsto di Kotaro. Ma lei non aveva mai ritenuto di
dover spiegare niente a nessuno, e se qualcuno faceva commenti che
non le piacevano, finiva con qualche shuriken piantato in una parte
qualsiasi del corpo. Naturalmente, se Rock Lee era l’elemento
eccessivo e un po’ svampito, lei era quella dal polso duro; quella
che riportava tutti con i piedi per terra. A forza.
«Mamma!» chiamò
Kotaro entrando in casa. «Oggi abbiamo finito l’elenco di
missioni!»
«Davvero? Vieni in cucina»
rispose una voce di donna da un’altra stanza.
Kotaro attraversò il corridoio
nella penombra, e raggiunse il regno della coraggiosa donna che aveva
avuto l’ardire di sposare Rock Lee; entrò, e, tra i mobili
che profumavano di pulito, circondata da arnesi da cucina pericolosi
quanto armi ninja, trovò sua madre impegnata nella delicata
operazione di posare una fragola su due budini al cioccolato. Non
sembrava molto sconvolta dalla sua notizia.
«Non c’era un premio in palio?»
chiese Tenten Lee allontanando le dita con cautela. La fragola
ondeggiò appena, poi restò immobile. Lei si concesse un
sorriso soddisfatto e finalmente guardò il figlio.
«La missione di domani»
rispose lui con l’acquolina in bocca.
«Che sarebbe?»
«Boh. Non ce l’hanno detto.
Quel budino è per me?»
«Certo. Sapevo che oggi avresti
finito» Tenten sorrise e gli porse il piattino facendo
attenzione a non far cadere la fragola.
Kotaro, raggiante, lo prese e si
sedette al tavolo, per poi affondare il cucchiaino nel cioccolato.
«E’ buonissimo!» gongolò
dopo il primo boccone. Sua madre gli posò una mano sul capo e
gli scompigliò i capelli, gesto che lui accoglieva sempre
facendo le fusa per la contentezza.
A interrompere quel momento di intimità
arrivò una vocina sottile e seccata.
«Pensate di fare gli sdolcinati
ancora per tanto o posso sperare di avere il mio budino?»
A parlare era stata una bambina sui
nove anni, molto piccola e minuta per la sua età. Aveva
capelli neri come l’ebano e occhi dello stesso colore, ed era una
copia sputata di Tenten. Per fortuna.
«Oh, scusa Mei» fece sua
madre tendendole il piattino cui lei non arrivava. La bambina lo
prese borbottando un grazie e poi si arrampicò sulla sedia
accanto al fratello. Subito divorò la fragola in cima al
cioccolato, poi adocchiò quella di Kotaro.
«Non ci pensare nemmeno»
ringhiò lui allontanando il piatto. «Quella la lascio
per ultima»
«Sempre se non te la rubo»
ribatté lei piccata.
«Non ci sei mai riuscita!»
sghignazzò Kotaro facendole una smorfia.
In un attimo gli arrivò uno
scappellotto.
«Ahia» protestò
Kotaro. «Ma è vero, non ci è mai riuscita!»
«Oh, io non ti ho picchiato per
questo» fece Tenten serafica. «L’ho fatto per fermarti:
un giorno Mei diventerà più forte di te, e se non ti
contieni già da subito te la farà pagare»
Accidentaccio. Ma perché sua
madre era così spudoratamente femminista?
Non bastava che
fosse finito in gruppo con Chiharu Nara, la ragazza più
orgogliosa e cocciuta che si fosse diplomata quell’anno, ma anche a
casa era circondato di gente che lo considerava debole in partenza,
in quanto uomo.
Però un giorno avrebbe
dimostrato a tutti quanto valeva, di questo era certo! E intanto si
mangiava il budino e difendeva strenuamente la sua fragola.
Chiharu rientrò che il sole era
già tramontato.
Aveva passato qualche ora a girovagare
per il villaggio, nella speranza di vedere Sai, ma alla fine non
l’aveva trovato da nessuna parte. Un po’ mogia e nello stesso
tempo irritata con sé stessa, aveva quindi deciso di rientrare
facendo il minor rumore possibile. Invano.
«Chiharu? Sei tu?» chiese
al volo la voce di sua madre non appena lei ebbe messo un piede oltre
l’ingresso.
«Sì, mamma»
bofonchiò ricordandosi di esercitarsi più a fondo.
Magari doveva imparare a camminare su un leggero strato di chakra.
«Vieni in cucina un attimo»
“E adesso cosa c’è?” si
chiese la genin irritata. Voleva soltanto andarsene nella sua camera
e buttarsi sul letto, perché dovevano rompere le scatole?
Ma obbedì, come sempre. Primo,
perché aveva ereditato metà dei geni di suo padre, e
secondo perché sua madre era una donna cui non era saggio
disobbedire.
Entrò in cucina di cattivo
umore, con le mani affondate in tasca e la testa incassata tra le
spalle, e lì ebbe una sorpresa che per poco non la fece
sobbalzare: Sai stava seduto su una delle sedie attorno al tavolo,
con una tazza di tè davanti e un sorriso sornione stampato in
faccia.
Okay.
Fermi tutti.
Sai non aveva alcun rapporto con la
famiglia Nara. O, se ne aveva qualcuno, di sicuro questi non
comprendevano sedersi a prendere un tè come niente fosse.
Scettica e in parte infuriata, lanciò
un’occhiata interrogativa alla madre. Ma Temari Nara non le fu di
alcun aiuto: a braccia conserte e con i fianchi appoggiati al bancone
della cucina la fissò con il solito sguardo severo, senza
aprire bocca.
«Beh? Dovrei dire qualcosa?»
chiese allora Chiharu, imitandola e incrociando le braccia sul petto.
Evitò accuratamente di fissare Sai.
«Non so» rispose sua madre
secca. «Magari potresti spiegarmi cosa hai fatto in giro fino a
quest’ora, visto che l’ultima missione della tua famosa
lista è finita quasi tre ore fa»
Chiharu digrignò i denti e
imprecò tra sé, insultando mentalmente Sai: doveva
essere stato lui a svelare tutto. E dire che lei non avrebbe neanche
voluto parlarne.
«Cosa ho fatto fino adesso?»
ripeté stringendosi nelle spalle, e sfoderò un
sorrisino cattivo. «Mah, forse mi sono data a furti e rapine, e
per coronare il tutto ho fatto bungee jumping dal naso del terzo
Hokage. O quello l’ho fatto ieri?»
Sulla fronte di Temari comparve una
vena pulsante.
«Quando la pianterai di fare
così?»
«E tu di starmi addosso? Ho
tredici anni, sono una ragazza responsabile! Lo dicono tutti, solo tu
non te ne accorgi!» Chiharu fece una pausa per lanciare una
veloce occhiata rabbiosa a Sai, poi tornò a guardare sua
madre. «E adesso vado in camera mia, passando per il corridoio
e oltrepassando il bagno e la stanza tua e di papà. Vuoi
sapere anche quanti passi faccio?»
Senza attendere una risposta voltò
le spalle a tutti e se ne andò a passo pesante. Dopo un paio
di Secondi Temari e Sai sentirono il rumore di una porta che
sbatteva.
Temari represse un ringhio esasperato.
«Qualcosa mi dice che non ha
preso bene la mia visita» commentò Sai flemmatico,
sorseggiando con calma il suo tè. La ex ninja del villaggio
della Sabbia gli lanciò un’occhiataccia.
«Senti, ti sono grata per avermi
parlato di quella storia della lista, ma ora potresti farmi il favore
di svuotare in fretta quella tazza e levare le tende? Non è
giornata»
«Agli ordini» sogghignò
Sai obbedendo alla prima parte del comando, e si alzò in
piedi. «Comunque ha ragione lei: è una ragazza
responsabile» aggiunse prima di allontanarsi.
«Credi che non lo sappia? E’
mia figlia» replicò Temari irritata. «Il problema
è che girano anche persone come te»
Sai fece un sorrisino furbo.
«Come me?» ripeté
ingenuamente.
«Ha soltanto tredici anni»
«Lo so»
«E allora smettila di metterle
strane idee in testa» sibilò Temari.
«Io non faccio niente»
ribatté lui.
«Ecco, bravo, continua a non fare
niente. E magari fallo a una certa distanza»
«Mi sembra di cogliere una
leggera ostilità»
«Allora sei più
intelligente del previsto. Fuori di qui»
«Se può tranquillizzarti,
io mi limito soltanto a stuzzicarla un po’»
Temari lo squadrò male.
«E’ proprio questo il punto»
Senza smettere di sorridere in modo
ambiguo, Sai fece un piccolo inchino e si avviò verso
l’ingresso.
Mentre usciva incappò in
Shikamaru che entrava. Lo shinobi non era cambiato con gli anni:
forse era diventato più simile a suo padre, ma era rimasto lo
stesso ragazzo svogliato di sempre, e la sua espressione non era
cambiata di una virgola.
«Nh?» fece vedendo Sai. «E
tu da quando fai visita alla mia famiglia?»
«Ero venuto a complimentarmi per
i successi di Chiharu» rispose lui in tono vago.
Shikamaru inarcò un
sopracciglio. «Stai parlando di mia figlia a malapena
tredicenne?»
«Perché, ne hai altre?»
chiese interessato.
«No che non ne ho altre. E’ che
non capisco cosa abbia a che fare tu con lei»
«Sono stato il suo insegnante
all’Accademia»
«Per neanche due mesi»
«Conterà pur qualcosa,
no?»
Shikamaru si accigliò.
«Sono un padre molto possessivo»
avvertì.
«Così sembra»
«Stai attento a quello che fai»
«Come sempre»
E con un altro inchino, Sai si dileguò
nell’oscurità all’esterno.
Shikamaru lo guardò scomparire
fuori, e si grattò la testa con aria pensierosa. Conoscendo
sua figlia, prevedeva complicazioni.
Intanto, nella sua camera, Chiharu
scaraventava il cuscino contro la parete.
“Perché è venuto qui?!”
si chiese rabbiosa, soffocando un urlo nelle coperte. “Perché
ha parlato della lista?! Perché ho fatto una sfuriata davanti
a lui?!”
Ansante, si girò sulla schiena e
rimase a fissare il soffitto accigliata.
Ormai lo sapeva da tanto tempo: si era
presa una cotta per Sai. Ed era stato inevitabile: lui la provocava
sempre, la stuzzicava, non la trattava come una bambina. Era l’unico
degli adulti che non lo facesse. Ma c’erano volte in cui lo
detestava, e quello era uno dei momenti in questione.
Ah, quanto avrebbe voluto una bella
missione difficile con cui distrarsi, in quel preciso istante.
«Abbiamo un problema» disse
Naruto a Kakashi.
Il jonin biondo stava stravaccato su
una sedia nello studio dell’Hokage. Ce l’aveva fatta finalmente:
dopo più di un mese era riuscito a incastrare il maledetto che
lo aveva infilato in quella situazione odiosa, e lo aveva costretto a
parlargli.
«Davvero?» chiese il sesto
Hokage senza staccare gli occhi dall’Antologia della Pomiciata.
«Non fare il finto tonto!»
sbottò Naruto sbattendo le mani sulla scrivania ingombra di
documenti da firmare. «Mi hai affibbiato quei tre mocciosi
senza una ragione! E’ un problema immenso!»
«Io non lo vedo» replicò
Kakashi serafico.
«Cos…?!» fece Naruto
pronto a partire con una filippica infinita, ma fu interrotto ancor
prima di iniziare.
«Scusa, puoi prendere il foglio
in cima alla pila sulla tua destra?» gli chiese Kakashi.
Interdetto, Naruto si trovò a
obbedire.
«Cos’è?» chiese
acido degnandolo a malapena di un’occhiata. «E non cercare di
sviare il discorso, io e te non abbiamo finito»
«La missione di domani per il tuo
gruppo»
Naruto si bloccò.
Posò nuovamente gli occhi sul
foglio, li fece scorrere sulle poche righe che vi erano scritte
sopra, e lentamente lo sgomento si impadronì della sua faccia.
«No» mormorò, e si
accigliò. «E’ impossibile» decretò alla
fine, sbattendo il foglio sul tavolo. «Non ce la faranno mai»
«Eppure devono farcela»
replicò Kakashi senza smontarsi, e alzando a malapena lo
sguardo. «E’ di vitale importanza che diventino forti in
fretta. Le cose stanno andando peggio del previsto, la guerra
potrebbe scoppiare prima di quel che pensiamo, e non abbiamo margini
di tempo da sprecare»
«Ma questa è una missione
di livello B!» disse Naruto tra i denti, protendendosi in
avanti. «Li mandi al macello!»
«Ci sarai tu con loro, no?»
«Certo, e servirà a molto
farli spaventare a morte e farli salvare all’ultimo istante da me!»
«Non puoi sapere come andrà»
«Tu non li conosci!»
esplose Naruto. «Li avrai visti in faccia si e no tre volte!
Non sai come combattono, non sai quali sono i loro punti di forza e
le loro debolezze, non sai niente di loro! Te ne stai nel tuo studio
tutto il giorno e lasci che il villaggio vada avanti da solo! Non
venirmi a dire che sai cosa stai facendo!»
«Adesso basta»
la voce di Kakashi era stata
stranamente fredda. Naruto ammutolì, e vide uno sguardo che da
molto non incontrava: rimprovero.
Quanto tempo era che nessuno lo fissava
più così?
«So quello che faccio»
ribadì il sesto Hokage lasciando perdere il suo libro. «E
fino a prova contraria tu sei ancora un mio sottoposto. Farai come
dico»
Naruto strinse i denti, e lo fissò
iroso. Ma alla fine prese il foglio dalla scrivania, accartocciandolo
in una mano, e se ne andò con un diavolo per capello.
Kakashi sospirò.
Era un bene che Naruto si fosse
affezionato ai suoi tre allievi, ma forse iniziava ad esagerare, e a
perdere di vista l’obiettività.
Anche per quel motivo aveva scelto una
missione di livello B. Per dimostrargli che non aveva a che fare con
bambini sprovveduti.
Il giorno dopo Naruto si presentò
insolitamente puntuale all’appuntamento con i suoi genin. Alle nove
in punto si fece trovare davanti all’ufficio per lo smistamento
delle missioni, con l’espressione più cupa che gli avessero
visto fino a quel momento e un foglio tutto accartocciato in mano.
Già quando lo videro, ancora
lungo la strada, Hitoshi, Kotaro e Chiharu iniziarono a pensare che
ci fosse qualcosa che non andava.
«Poche chiacchiere» fu la
prima cosa che disse il jonin quando loro lo ebbero raggiunto. «Oggi
non è giornata. Ho qui la vostra missione, e sarà la
cosa più difficile che abbiate mai fatto, è chiaro?»
gli occhi di Hitoshi e Kotaro sfavillarono. «Non c’è
niente per cui gioire!» sbottò Naruto, lasciandoli
spiazzati. «Quel cretino del sesto Hokage ha superato se stesso
questa volta!» non si preoccupò di interrompere a metà
l’insulto, e qualche testa si voltò dalla sua parte
scandalizzata. «E’ una missione di livello B. Entreremo in
territorio nemico, ci sarà da rubare un documento. Non è
uno scherzo, potreste lasciarci le penne, ed è essenziale che
obbediate ai miei ordini. A tutti i miei ordini, sono stato
chiaro? Se vi dirò di ritirarvi, voi dovrete farlo. Non mi
interessa quanto siete orgogliosi o quanto vi sentite forti: chi
sgarra oggi è fuori dal gruppo. Avete capito?»
Leggermente spaventati, i tre genin
annuirono, incapaci di aprire bocca. Non avevano mai visto Naruto
tanto nervoso, nemmeno quando si era presentato, ormai più di
un mese prima.
«Va bene; allora adesso tornate a
casa, preparate uno zaino con l’attrezzatura standard e tornate qui
tra un’ora» ordinò lui. «Non dovremmo stare via
più di un paio di giorni, avvisate i vostri genitori. E se
hanno qualcosa in contrario, mandateli a lamentarsi da Kakashi»
Chiharu, Kotaro e Hitoshi obbedirono al
volo, senza fiatare. A casa riferirono quello che aveva detto Naruto,
ma nessuno dei loro genitori andò a protestare da nessuna
parte. Sembravano pensare che in fondo il sesto Hokage sapesse quel
che faceva, contrariamente a quanto credeva Naruto.
Salutarono – più o meno
affettuosamente – i figli che si allontanavano per la prima volta,
e alcuni di loro rimasero sulla soglia finché non li videro
scomparire dietro l’angolo. Kakashi poteva anche sapere quello che
stava facendo, e loro avevano fiducia in lui, ma non potevano evitare
di sentirsi in ansia almeno un poco.
I ragazzi si trovarono puntuali nello
stesso posto di sempre, con gli zaini in spalla e un misto di
eccitazione e paura ad attanagliare lo stomaco. Naruto era già
lì ad attenderli, con lo stesso equipaggiamento, e non perse
neanche un attimo in convenevoli.
«Andiamo di corsa» si
limitò a dire. «Se procediamo di buon passo, saremo
oltre il confine entro il tramonto, e con un po’ di fortuna
indietro entro la fine di domani. Statemi dietro»
Durante il viaggio non andò alla
sua solita velocità, ma rallentò sensibilmente.
Chiharu, Kotaro e Hitoshi sembravano tenergli dietro agevolmente, ma
per quanto avrebbero retto?
Si diressero a nord-ovest,
attraversando la foresta. Inizialmente seguirono un sentiero battuto
e ben segnato, tagliando tra gli alberi quando potevano accorciare la
strada, ma non si imbatterono in nessun villaggio. Dopo chissà
quante ore, quando il sudore scorreva a rivoletti lungo il loro collo
e i muscoli gemevano sotto la pelle, a un tratto Naruto li fermò.
«Cinquecento metri più
avanti c’è il confine del paese del Fuoco» disse
additando avanti a loro, nel folto. «Da questo momento dobbiamo
essere molto più cauti. Vedete di non perdervi, non fare
rumore e soprattutto stare al mio passo. Ci siamo intesi?»
I tre genin annuirono, cercando di
asciugare il sudore dalla fronte. Naruto decise almeno di rivelargli
che li attendevano ancora solo un paio di ore di strada, poi si
sarebbero fermati. Loro tirarono un sospiro di sollievo.
Ripresero ad avanzare nella boscaglia,
e le cose si fecero estremamente più difficili: non fare
rumore era praticamente un’impresa impossibile, e ogni due passi
Naruto scompariva nel fogliame e ne perdevano le tracce. La luce del
sole prese a scemare rapidamente, e a un bel punto i tre ragazzi si
resero conto di proseguire solo per inerzia: i muscoli allenati
andavano avanti, ma i polmoni non reggevano, e gli occhi perdevano
colpi ad ogni istante. Chiharu era quella più indietro di
tutti, e seguiva la schiena di Hitoshi imprecando mentalmente e
desiderando il suo letto come mai prima di quel momento.
Naruto, a qualche metro da Kotaro, si
lanciò un’occhiata alle spalle; in quell’ultima mezzora
era stato costretto a rallentare visibilmente, sperando di riuscire a
portarli avanti ancora un po’, ma era evidente che non avrebbero
retto oltre.
“Kakashi, quando torno ti ammazzo”
pensò fermandosi.
«Siamo… siamo arrivati?»
ansimò Kotaro raggiungendolo dopo un paio di secondi. Com’era
prevedibile, era quello fisicamente più preparato.
«No, in realtà avremmo
dovuto proseguire ancora un po’, ma ho deciso di fermarmi»
ribatté il jonin in tono rassegnato.
«Perché? Ce la possiamo…
ancora fare» insisté Kotaro raddrizzando la schiena ed
asciugandosi il sudore dalla fronte.
«Tu forse» gli concesse
Naruto. «Ma Hitoshi e Chiharu vanno avanti barcollando»
accennò ai due che li raggiungevano, instabili sulle gambe.
«Per questa notte ci fermiamo qui» annunciò a
tutti.
Gli ultimi arrivati ringraziarono tutte
le divinità che conoscevano, e anche le altre a loro ignote.
Mangiarono qualcosa di freddo,
silenziosi e schivi, e si stesero a terra lì dove si
trovavano. I tre genin caddero subito addormentati, così
Naruto si rassegnò a stare di guardia. Almeno non era stanco.
Quella notte non successe nulla di
interessante, gli unici rumori furono quelli della foresta. Essendo
in territorio nemico evitarono accuratamente di accendere il fuoco,
ma le altre precauzioni furono incombenza di Naruto, perché i
genin se ne scordarono completamente. Il jonin sistemò qualche
trappola discreta tutt’attorno e, incapace di sentirsi tranquillo,
passò tutta la notte in uno stato a metà tra il sonno e
la veglia, per evitare di essere stanco il giorno dopo.
Ma l’alba sorse e niente era
accaduto. Naruto svegliò i tre ragazzi mentre tornava dalla
foresta, dopo aver eliminato le trappole piazzate nella notte.
Chiharu, Kotaro e Hitoshi aprirono gli occhi a fatica, mugugnando
contro la loro stupida idea di iscriversi all’Accademia, ma
accettarono senza fiatare l’ordine di mangiare in fretta e
rimettersi in marcia.
Con i muscoli doloranti e brividi di
freddo addosso ripresero la loro corsa verso l’obiettivo, senza
aprire bocca, e verso mezzogiorno, dopo altre estenuanti ore di
marcia nel folto, finalmente Naruto li fermò con un cenno.
Oltre le fronde, a una certa distanza, si intravedevano le prime
abitazioni di un villaggio.
«Ci siamo» sussurrò
il jonin impercettibilmente. I ragazzi scattarono sull’attenti,
all’improvviso svegli e vigili. «Il villaggio è
questo, e i documenti che dobbiamo prelevare sono in quella casa
laggiù» additò una costruzione anonima tra altre
tutte uguali. «Ora vi spiegherò il piano»
Risultare silenziosi fu più
difficile del previsto.
Durante le esercitazioni in Accademia e
nelle prime missioni, Chiharu, Kotaro e Hitoshi si erano creduti
fenomenali; ma ora che c’era davvero in ballo la vita ogni fruscio
sembrava una cannonata.
Con la fronte imperlata di sudore e i
nervi tesi allo spasimo, si posizionarono sui tetti attorno alla casa
che avevano mirato, appiattendosi sulle tegole dure. Per qualche
miracolo divino – secondo Naruto – erano riusciti ad arrivare fin
lì senza farsi vedere, ma ora arrivava il difficile.
Appostato dietro un camino, con la
fronte corrugata, il jonin cercò di immaginare cosa potessero
trovare dentro: probabilmente due chunin annoiati che giocavano a
carte, lasciando il documento in un angolo della stanza.
Beh, questa era la sua ipotesi più
ottimista. I documenti che dovevano prelevare non avevano una grande
importanza strategica, ma contenevano un’informazione che avrebbe
potuto rivelarsi utile, se utilizzata con giudizio.
Sicuramente affidare una missione del
genere a tre genin appena usciti dall’Accademia era una follia.
Chiharu scambiò un
impercettibile segnale con Kotaro, che annuì. Il ragazzino
guardò poi Hitoshi, che a sua volta fece segno d’aver
capito.
Inspirarono a fondo, presero il ritmo
delle poche persone che passavano per la strada, e poi scattarono
contemporaneamente. Si infilarono all’interno della casa passando
per le finestre, lasciate imprudentemente aperte, e furono tanto
silenziosi e rapidi che nessuno si accorse di nulla.
In un primo momento neanche i chunin
all’interno.
“Si comincia” pensò Naruto,
e li raggiunse in un lampo.
Dentro la situazione era abbastanza
rosea: anziché due chunin che giocavano a carte, ce ne erano
tre che giocavano a dadi, e il documento era in mezzo a loro. Ma non
era andata tanto male, perché tutti e tre erano abbastanza
storditi da perdere almeno due secondi a chiedersi cosa succedesse.
Hitoshi e Kotaro non lasciarono loro il
tempo di svegliarsi, e subito furono addosso ai primi due e li
tramortirono con un colpo secco. Chiharu si gettò al volo sui
documenti, schivando all’ultimo secondo un kunai che il terzo ninja
aveva tentato di piantarle nella schiena, e con una capriola di lato
afferrò gli shuriken e glieli tirò. Quello li schivò,
ripartendo all’attacco, ma Kotaro gli fece lo sgambetto e Hitoshi
lo abbatté al suolo con un colpo dietro la nuca.
A quel punto tutti e tre i genin si
bloccarono per un attimo, ansanti.
Cosa?
Già finita?
Ma ce l’avevano
davvero fatta?
«Non state lì a perdere tempo!»
li richiamò Naruto già nei pressi della finestra.
«Dobbiamo tornare indietro!»
Detto fatto, lasciarono perdere le
migliaia di pensieri che avevano invaso le loro menti e si fiondarono
dietro al loro jonin, mentre Chiharu nascondeva i documenti
all’interno della maglietta.
Incredibilmente, due minuti dopo erano
fuori dal villaggio e correvano a tutta velocità verso il
paese del Fuoco.
«Dobbiamo oltrepassare il confine
senza fermarci» li avvisò Naruto, davanti a tutti. «Non
mi interessa se siete stanchi, muovetevi!»
Ma chi era stanco? Tutti e tre erano
esaltatissimi, pazzi di gioia. Ce l’avevano fatta, avevano
recuperato i documenti per cui erano venuti. Sconfiggendo tre chunin.
Chunin! Erano al livello di chunin, insomma! E avevano finito
l’Accademia soltanto da un mese.
Sorridendo euforici, aumentarono la
velocità.
Per intervento divino, riuscirono ad
arrivare quasi nei pressi del villaggio della Foglia quando il sole
stava calando. Ansanti, sfiniti, doloranti, ma ancora felici come
pasque, si permisero di ridacchiare nel tratto di foresta che
circondava il villaggio, e di complimentarsi a vicenda.
«La missione non è ancora
finita» li rimproverò Naruto, facendo scemare
leggermente il loro entusiasmo. «Vi sembra di essere arrivati?»
«Beh, più o meno»
borbottò Chiharu stringendosi nelle spalle.
«E se ci avessero seguiti?»
le chiese Naruto. «Se fossero alle nostre spalle? Non bisogna
abbassare la guardia»
«E’ per questo che ho lasciato
indietro qualche trappola piccina piccina» fece notare lei
soave.
Suo malgrado, Naruto le lanciò
un’occhiata sorpresa. Ma poi tornò a guardare avanti per
nascondere il sorrisino.
Erano in gamba, doveva ammetterlo. Se
l’erano cavata straordinariamente bene, fin troppo, quasi. Ma
Kakashi era comunque un idiota, rifletté piccato.
Rientrarono qualche ora dopo il
tramonto, distrutti. Per prima cosa andarono all’Ufficio per lo
smistamento delle missioni e lasciarono giù il documento che
avevano recuperato, intascandosi un discreto gruzzolo; poi,
raggianti, aspettarono che Naruto si complimentasse con loro.
«Sì, umph» fece lui
schivando i loro sguardi eccitati. «Potete andare. Ci vediamo
domani»
In un primo momento i tre genin si
afflosciarono per la delusione. Poi fu la volta dell’offesa, e
incarogniti salutarono il jonin e lo piantarono lì.
Konohamaru sbadigliò e posò
gli occhi su Naruto.
«Mi auguro che tu gli abbia detto
almeno una volta che sono stati bravi» disse guardandolo di
sottecchi.
Naruto arrossì.
«Fatti gli affari tuoi, okay?»
bofonchiò.
Il nipote del terzo Hokage scosse la
testa. «Comunque, il sesto Hokage ha detto che voleva parlarti
non appena fossi tornato»
Naruto sbuffò, e, incassando la
testa tra le spalle, uscì dall’ufficio.
Cos’è, ora Kakashi voleva
ripetergli “te l’avevo detto”? Solo perché avevano avuto
la fortuna di trovare tre chunin imbecilli, non voleva dire che lui
non fosse stato un incosciente ad affidare a tre genin freschi di
Accademia una missione di livello B.
Va bene, erano stati bravi. I loro
movimenti erano stati veloci e precisi, non si erano fatti prendere
dal panico, avevano collaborato e pensato alla riuscita della
missione; ed effettivamente avevano messo fuori gioco tre ninja più
esperti di loro, grazie all’effetto a sorpresa. Ma sarebbe potuta
andare diversamente.
Raggiunse lo studio del sesto Hokage
attraversando il villaggio addormentato, e bussò piano.
«Avanti» disse la voce di
Kakashi dall’interno, e quando vide che era solo Naruto tirò
fuori l’Antologia della Pomiciata da sotto la scrivania. «Oh.
Siete già tornati?» chiese per nulla sorpreso.
«Sì» grugnì
il jonin sedendosi senza essere stato invitato. «Allora? Cosa
devi dirmi?»
«Niente, in realtà; volevo
solo sapere com’è andata»
Naruto si strinse nelle spalle e guardò
altrove. «Bene» riferì stringato.
Il sesto Hokage alzò appena gli
occhi dal libro. «Come se la sono cavata i ragazzi? Hanno avuto
qualche problema?»
«No. Tsk»
«Sembra quasi che avresti
preferito fallire la missione» constatò Kakashi neutro.
«Sai come la penso riguardo a
questa missione» bofonchiò Naruto irritato.
«No, credo di no»
«Sì che lo sai! E’ una
follia affidare un livello B a tre genin appena usciti
dall’Accademia!»
«Però mi sembra che
l’abbiano completato senza problemi»
«Pura fortuna. E poi si sentivano
sicuri perché c’ero io con loro»
«Non sarà che li stai un
po’ sottovalutando?»
«Io li conosco!»
Kakashi fece un qualcosa a metà
tra lo sbuffare e il sospirare. «Quando avevi dodici anni
tendevi a dare fiducia a tutti» disse in tono neutro. «Ma
da quando sei diventato padre ti sei anche fatto iperprotettivo»
Naruto si protese sulla scrivania. «Se
sai così bene che tipo sono, perché mi hai affidato
quei ragazzini?» sibilò.
Il sesto Hokage gli lanciò una
lunga occhiata.
«Forse perché mi sono
illuso che saresti potuto tornare quello di un tempo» ribatté
piano.
Naruto sbatté una mano sulla
superficie levigata del mogano, scattando in piedi. «Io ora ho
una famiglia! Non posso più essere lo spericolato che ero un
tempo! Ho delle responsabilità, molte più cose cui
stare attento!» esclamò furioso. «Non posso
tornare indietro, e non voglio neppure! Se la mia vita di adesso e il
Naruto che sono diventato non ti vanno bene, non posso farci nulla!»
«Come vuoi» disse Kakashi a
sorpresa, rimettendosi a leggere. «Ma resterai il maestro di
quei tre. E continuerai a seguirli nelle missioni, senza lamentarti»
Naruto strinse i pugni. «Certo
che li seguirò! Non lascio le cose a metà, l’ho
sempre detto!» disse tra i denti.
«Ora puoi andare» lo
congedò Kakashi, senza quasi prestargli attenzione.
Il jonin si voltò, attraversò
l’ufficio a grandi passi e spalancò la porta.
«Un’ultima cosa» lo fermò
il sesto Hokage prima che uscisse, guardandolo di sottecchi. «Potrai
anche avercela con me, ma non deve andarci di mezzo il tuo gruppo. Se
fossi in te, prima di domani andrei a dire loro che sono stati bravi.
Cerca di ricordarti di quando avevi la loro età»
Naruto non rispose. Semplicemente uscì
e si sbatté la porta alle spalle.
Nel prossimo capitolo...
Chiharu, a metà strada tra
Hitoshi e Kotaro, intravide un nido un po’ a destra rispetto alla
sua posizione. Alzò lo sguardo verso l’alto, e vide che
l’Uchiha avrebbe impiegato ancora un bel po’ per arrivare a quel
punto. Sorrise soddisfatta: la missione era praticamente compiuta.
Si spostò a forza di braccia,
oscillando pericolosamente sotto le raffiche di vento freddo, finché
non sentì la mano raggiungere un’apertura nella parete.
Fu allora, quando più si sentiva
sicura, che ondeggiò all’improvviso.
I muscoli reagirono prima della mente,
spingendola ad appiattirsi contro la parete, e il giramento di testa
che l’aveva colta scemò rapido con il calare del ritmo
cardiaco.
“Ma che cavolo…?” pensò
scombussolata, concedendosi qualche istante per riprendersi.
* * *
Spazio autore
Bene, cosa abbiamo scoperto in questo capitolo?
Che Naruto è padre, e che è sempre in giro perchè usa la moltiplicazione superiore del corpo.
E questo era per soddisfare le mie tendenze latenti all'insegnamento.
Che altro abbiamo scoperto?
Che si è affezionato ai mocciosi e che, bene o male, anche loro si sono affezionati a lui.
(d'altronde chi non amerebbe Naruto?)
Se lui è abbastanza bambino da non dirglielo per ripicca, anche loro non scherzano però! XD
Ad ogni modo, le stranezze di Naruto hanno vita breve, gioite! Presto saprete a cosa (o chi) sono dovute,
e anche come (e se) possono essere sistemate.
Intanto sappiate che nel prossimo capitolo - che per la cronaca ha
l'evocativo titolo "Dimissioni" - si farà tappa a casa Uzumaki!
E pure da Sakura, già che ci siamo.
Buona Pasquetta (o lunedì dell'Angelo) a tutti!
Caspita, quarto capitolo e già voliamo oltre le cento recensioni?
Ragazzi, voi mi sbalordite e lusingate sempre di più!
Dark_Martyx93: oh,
ovviamente si vedrà Sasuke nel ruolo di padre! Scherzi? E' una
delle cose che più amo di questa fic, Sasuke padre! XD
(sì, lo so, è assurdo) Per quanto riguarda lo Sharingan
di Hitoshi, invece, non ho nessuna intenzione di sbilanciarmi. In fondo
non è automatico che tutti i membri del clan Uchiha lo
acquisiscano... Di Hinata saprai già nel prossimo capitolo,
invece, e della guerra... Anche qui non mi sbilancio! XD Chi
vivrà vedrà!
Yume_Tsuki: non ti preoccupare, come ho già detto non uccido nessuno per una "recensione mancata"! ^^
Jana: ed ecco l'ennesima
vittima del bambino dal fascino precoce, Jin Hatake! Mi state
diventando tutte pedofile, ma che storia è questa? XD Comunque
grazie per aver riabilitato la figura di Kakashi, tutti dicono che se
ne sbatte di Konoha, e invece è un ottimo Hokage! Se escludiamo
l'incombenza del firmare documenti... I ragazzini sono i ragazzini,
punto. Mocciosi, anzi. Ci saranno sempre furetti da recuperare, e ci
saranno sempre idioti che litigano per prendersi il merito. In guerra,
poi, succederanno un po' di cose. Perchè sì,
perché così vuole la sovrana suprema della fanfic,
cioè io. U_U
slice: oh, le mamme dei
marmocchi si interessano eccome ai figli! Fin troppo, secondo qualcuno
di loro! XD Ma per ora non le ho ancora introdotte, e a tredici anni i
ragazzini non parlano volentieri della famiglia quando sono in mezzo
agli altri! Comunque oggi hai visto entrare in scena due di loro, e la
prossima volta anche Sakura avrà il suo siparietto materno!
lale16: Konohamaru l'ho reso
Anbu perchè se no avrebbe fatto pena! XD Ho pensato che comunque
un po' di talento ce l'ha nel sangue, e quindi ho deciso di dargli
quest'opportunità! Chissà se sarà in grado di
sfruttarla appieno!
bambi88: papino sexy e
potente... XD Non credo che Jin pensi a kakashi in questi termini, ma
te lo passo perchè anche io la vedo sotto quest'ottica! E
Chiharu... boh. XD Oggi hai visto in che rapporti è con la
mamma, ma tuttora mi lascia un po' spiazzata questa mocciosa... Rischia
di sfuggirmi di mano! XD
Beckill: Rock Lee ha fatto la
sua terribile comparsa, sì! XD Ma, cosa più importante,
l'han fatta anche i Nara! E Shikamaru soprattutto... Hinata
tornerà dal prossimo capitolo, aspettala con pazienza! E spero
che questa volta riuscirai a capire la parte che viene, visto che
dovrei risistemarla un pochino! ^^
killkenny: eheh, ti piacerebbe
vedere Hanabi e Konohamaru insieme, eh? Ma no mio caro, per questa
volta nulla da fare! Anche se... mi hai messo una certa pulce
nell'orecchio...
dark_angel90: beh, i capitoli
lunghi sono belli perchè fan succedere più cose, ma allo
stesso tempo se sono frequenti quanto i miei possono risultare pesanti!
XD Quindi sono sempre un po' incerta sul numero di pagine... Ma non le
cambierò per questo! U_U
kimi: porta pazienza per Jira e
Tsu, insomma! Ti ho detto che ne sapremo di più a breve, ora
china la testolina e dormi! (era quello che mi dicevano all'asilo prima
del pisolino pomeridiano XD) Per quanto riguarda Jin, invece, fattene
una ragione. E' tuo nipote, ed è freddo come un Uchiha. O almeno
tale vuole apparire. Per quanto riguarda sua madre, come ho già
detto: lasciala perdere. Tanto non ne parlerò per un bel po'! XD
arwen5786: cami tesoro, ti
ricordo che dal triangolo LeeTenNeji è uscito vincitore il
brutto del gruppo, sai? Quindi non darei tanto per scontata la vittoria
di Hitoshi... Anche perché lui e Chiharu sembrano davvero non
sopportarsi! D'altronde potrei anche cercare di sviarti con una
risposta fasulla, quindi chi lo sa? ^^ Senza contare che non è
detto che la cosa sia un misero triangolo... mai sentito parlare di
quadrilateri? Oh, i Nara hanno fatto solo una breve comparsata oggi, ma
nei prossimi capitoli Shikamaru tornerà a dominare la scena! Per
quanto riguarda Neji, mi ricordi che devo dirti una cosa quando ci
troviamo su msn? Gaara e Kankuro invece sono più o meno a posto.
Cioè, il primo lo è. L'altro ancora brancola nel buio ed
è più o meno disponibile, se ti va! XD Ammesso che io non
mi inventi qualcosa nel frattempo... Per le scene di battaglia epocali
metto già le mani avanti. Ci saranno. e sono cose che mentre le
scrivevo sentivo l'ombra cupa di Tolkien incombere su di me con i suoi
scontri apocalittici, e mi dicevo "dio, con che coraggio scrivo queste
cose?". Ergo, aspettati grandi spargimenti di sangue ed eroismi a gogo.
rina: il furetto a quest'ora
potrebbe essersi gettato dalla finestra all'ultimo piano dell'attico
della sua padrona, dopo lo shock della cattura. Spero per lui che un
piccolo ninja volenteroso lo abbia preso al volo e accudito
amorevolmente...
maninja87: dunque, io avevo
già scaricato il nuovo capitolo di Naruto, ma non lo avevo
ancora letto! XD Il tuo commento mi ha ricordato di farlo, e, giuro,
sono arrivata alla fine scompisciandomi dalle risate. Ma dai! Shino!
SHINO! XD Ahahah! Per non parlare di Zetsu, così affranto per
Itachi che ne sembrava innamorato! Non so perché, ma questo
drammaticissimo capitolo per me è stato esilarante! Parlando
della fic, beh, sì, Chiharu e Hitoshi sono piuttosto irritanti,
lo dico io per prima. Gli altri mini-Uchiha, ovviamente, sono in
Accademia. Li vedrai presto, ma visto che sono anche più
antipatici di Hitoshi (davvero, lui sembra quasi gentile se confrontato
alla maggior parte di loro) non mi ci soffermerò a lungo! XD E
Jin non è un cyborg. Si atteggia in un certo modo perché
è quello a lui più conveniente, ma sotto sotto resta un
bambino di sette anni. E ci sono cose con cui non riesce a fingere...
DuniettaS: scusa, quando si
tocca la forza di Naruto divento irascibile! XD Credimi, sono la prima
a incazzarsi perchè Kakashi è diventato Hokage al suo
posto! XD La questione dei ragazzini che Kakashi vuole allenare
è complessa. Da un lato io stessa mi dico "insomma, ha tanti
altri ninja, lasci riposare i dodicenni!"; ma dall'altro ricordo che a
dodici anni (o giù di lì) Sakura e Naruto sono stati
mandati contro Gaara, contenitore della monocoda! Insomma, a Konoha
appena hanno un coprifronte in testa li lanciano verso le peggio cose!
E per assurdo, le superano tutte. Capisco ciò che provi riguardo
alle "nuove generazioni", e in effetti è anche il mio problema.
Per questo dai prossimi capitoli vedrai un intervento massiccio della
vecchia guardia. Non temere, non li ho affatto abbandonati, anzi. Mi
sono cari più che mai! ^^
SuperEllen: ma no, addirittura
disgrazie sugli Uchiha? XD Lasciali campare, almeno anche Naruto
è felice! E sì, ci avevi azzeccato con Jin e Kakashi!
Wow, ti sei connessa dal cellulare? Io non ho mai imparato a farlo, ma
una mia amica ha tentato invano di spiegarmelo... Un giorno forse
imparerò!
Ino_Chan: direi che girando qua
e là si trova un po' di tutto di ciò che mi riguarda! XD
Sono perennemente nella pagina nelle ultime fic, o quasi! Con il ritmo
di aggiornamenti che tengo, va così! Ma grazie per aver lasciato
il tuo commento! ^^ Mi ha fatto piacere risentirti!
gracy110: beh, non è che
si sia saputo poi moltissimo su Naruto! XD Ma un po' sì. E nel
prossimo capitolo, ne saprai ancora di più! Diciamo tutto, o
quasi!
Sky_Shindou: le
cose si ripetono solo fino a un certo punto. Come scoprirai presto, la
storia è destinata a prendere tutt'altra piega, e già dal
prossimo capitolo ci sarà una svolta corposa che potrebbe far
strabuzzare gli occhi a molti di voi! Ma io mi diverto così,
quindi non allarmatevi! E attendi solo due giorni per rivedere Hinata!
^^ Grazie infinite per i complimenti, mi hanno fatta arrossire! XD Non
ho ancora imparato ad accettarli, ma ci sto lavorando!
Urdi: ma povero
Kakashi! XD In realtà non è poi tanto male come padre,
anche perché Jin non lo sopporterebbe uno come Naruto, esagitato
e desideroso di mostrare i suoi sentimenti al mondo! E, da brava, non
pensare alla madre ora! ^^
queen of night: come
ho già detto più sopra, Kakashi va bene come padre per
Jin. Considerati i tipi, stan bene l'uno accanto all'altro! XD E le
cose sembrano procedere nello stesso modo per i ragazzi e Naruto alla
loro età, ma già dal prossimo capitolo succederà
qualcosa che vi farà cambiare idea, e forse anche vi
stupirà. Per quanto riguarda gli spoiler, anche io leggo le scan
su internet, è tutto ciò che possiamo avere per ora! XD
Tsunade proponeva Kakashi prima che Jiraya partisse per la missione
alla Pioggia!
sammy1987: sì,
Jin sembra più grande dei suoi sette anni, ma non fa proprio
sfigurare i mocciosi. Dal mio punto di vista anzi li valorizza, li
rende umani! Oh, buffo che tu chieda un duello tra Naruto e Sasuke...
tra due capitoli potresti vedere qualcosa che ci si avvicina...!
Talpina Pensierosa: sarà bello per te, rileggerla! Per me è un incubo! XD Trovo imperfezioni e stonature OVUNQUE!
Charlie_2702: ho
visto che sei diventata assistente! Congratulazioni! E' per me un onore
averti tra le recensitrici! ^^ Riguardo alla faccenda della parete
degli Hokage, sai che è una cosa a cui ho pensato anche io?
Insomma, è una pratica intelligente se come il monte Rushmore ce
ne metti quattro e stop, ma quando aumentano che fai? Prolunghi il
muro? Inizi a scolpirli negli alberi? O li rimpicciolisci? Che poi se
li rimpicciolisci sembrano meno importanti, e allora come la mettiamo?
XD Naruto invece sta agendo esattamente come vuole Kakashi, e lui
sapeva che sarebbe andata così. Lo conosce troppo bene per non
prevedere le sue mosse! Suo figlio d'altronde gli assomiglia molto, ma
se continuerà a ronzare attorno a Naruto non è detto che
non finisca per cambiare. Si sa che questo volpotto è
contagioso! ^^
yayachan: io mi aspetto i messaggi privati, ma occhio che potrei complicarti le cose con le richieste! XD
Reina: certe
volte le cose scontate sono tali perché non possono essere
altrimenti! Certo, potevo creare un Jin senza capelli grigiastri e con
la personalità di Naruto, ma sarebbe stato ancora sangue del
sangue di Kakashi? XD (ora visualizza un Kakashi esagitato e
sbraitante, e inorridisci) Oh, la rimpatriata Lee/Nara per ora non dice
nulla. E' tutto molto tranquillo e leggerino, fino ad adesso. Dal
prossimo capitolo, però, la musica cambia.
elie191: non ho
capito niente di quello che c'era sotto gli asterischi, ma mi fa
piacere che questo metodo si diffonda! XD Per me è decisamente
divertente! Ad ogni modo, mi ricordo di te! ^^ E sono molto felice di
sapere che sei felice (scioglilingua, sorry XD) che io abbia rimesso
mano al Peggior bla bla bla! a metà delle tue lodi non sapevo
più dove nascondermi, va beh, ma sto imparando ad accettare i
complimenti senza scassare i santissimi al mondo, e i tuoi sono stati
un buon allenamento! ^^ Grazie mille per aver lasciato il commento, e a
presto (forse XD)!
Maobh: anche io
pensavo a Gaara e Sai quando ho deciso che Naruto sarebbe stato il
nuovo sensei! Insomma, anche se non sembra lui ci sa fare con le
persone! Ah, confesso che la volpe come la vedo io è quella
delle recenti puntate dello shippuuden, quindi è possibile che
tu faccia un po' di confusione! XD La faccio anche io talvolta...
°_° Ma da quando ho visto il monte Rushmore e ho detto "wow,
è come in Naruto!", ho deciso che smetterò di
preoccuparmi della mia sanità mentale.
Ziba: genitori
persiani? Wa, sono partita con il trip immaginifico sul magico oriente!
XD Io che sono stata al massimo a San Pietroburgo mi sento molto
attirata dall'est (giappone in primis, ovviamente), quindi tutto
ciò che è più in là di Trieste (beh,
facciamo Ankara) è molto attraente per me! ^^ Quindi i miei
ringraziamenti per il commento e per i complimenti sono più che
mai sentiti! (che poi tu sei nata in Italia, quindi magari mi manderai
al diavolo! XD)
izayoi007: sì,
forse non sarebbe male se Jin si unisse al team Naruto... ma per i
mocciosi sarebbe una catasgtrofe! XD E poi siamo sicuri che il mini
Hatake sia portato per il lavoro di gruppo? Io non ci metterei la mano
sul fuoco! E, a proposito di fuoco, attendi con pazienza...
Perchè Kyuubi si farà viva eccome!
Elisir86: povero
Hitoshi! XD O lo amano, o lo odiano. I più lo odiano! E dire che
secondo me è quasi tenero! Naruto patisce relativamente.
Cioè, diciamo che gli ho fatto e gli farò ben di peggio,
quindi per ora può ritenersi fortunato! XD
harryherm: come
puoi amare Jin che sminuisce i mocciosi e nello stesso tempo proclamare
la tua adorazione per Hitoshi? E' un controsenso! XD Hitoshi viene
sminuto da Jin! Silvia, ormai è inevitabile: devi scegliere.
L'uno o l'altro. Non puoi amare entrambi, è destino - Neji
insegna. Intanto dimentica Haruka e dimentica la guerra. Tutto
ciò accadrà solo molto più avanti, per ora
rilassati, prendi una lattina di qualsivoglia bibita, e goditi la
pacchia! ^^
Aya
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Capitolo 6 *** Dimissioni ***
Naruto2-6
Dimissioni
- Sei -
Chiharu era ancora distrutta.
Non aveva un solo muscolo sano o
un’articolazione che non scricchiolasse, e il fianco le prudeva dal
giorno prima. Una volta tornata a casa lo aveva controllato davanti
allo specchio, e aveva visto un graffio praticamente minuscolo,
circondato da un pallido alone rossastro. Non era nulla di
preoccupante, e probabilmente era già in via di guarigione, ma
proprio per quello prudeva da matti.
Chissà quando se lo era fatto.
Sbadigliando lasciò ricadere la
testa all’indietro, sulla panchina che occupava da sola. Posò
gli occhi sull’orologio dell’Ufficio per lo smistamento delle
missioni, ribaltato sopra la sua testa; erano le nove e un quarto,
che fine avevano fatto Kotaro e Hitoshi? Avrebbero già dovuto
essere lì.
Grugnì indispettita: se lo
avesse saputo, avrebbe dormito qualche minuto in più.
Non che non ci avesse provato, in
effetti, ma sua madre le era piombata in camera all’alba infuriata
come una biscia, sbraitandole contro per non averla svegliata al suo
rientro la sera prima.
Era stato del tutto inutile accampare
qualche vaga scusa circa le preoccupazioni per il suo sonno, perché
tutto ciò che Haru aveva ottenuto era stato una sveglia
traumatizzante e un interrogatorio di tre ore buone sulla missione. E
dire che lei se la ricordava a malapena, quella stupida missione! Era
passata, l’avevano fatta. Stop. E che Naruto non avesse ancora
detto nemmeno uno striminzito “ve la siete cavata” era qualcosa
su cui si poteva sorvolare. In fondo sia lei che Kotaro e Hitoshi
sapevano che il jonin non poteva sopportarli: non aveva mai voluto
essere il loro maestro, e forse non lo avrebbe mai voluto neanche in
futuro.
Sbadigliò ancora, guardando
distrattamente le nuvole che attraversavano il cielo.
“Ma perché ho deciso di fare
il ninja?” si chiese annoiata.
«Oh. Chi si vede» disse una
voce sgradevolmente nota, distogliendola all’improvviso dai suoi
pensieri.
Haru trattenne un gemito esasperato, e
si costrinse a guardare il ragazzo moro che le sorrideva strafottente
dal suo metro e settanta di altezza. Gli occhi azzurri chiarissimi le
rivolgevano uno sguardo a metà tra il divertito e il
soddisfatto, con un velo di arroganza che non spariva mai.
«Nara» riprese lui
rivolgendole un cenno. «E’ dal giorno dei diplomi che non ci
parliamo»
«Ecco perché mi sentivo
così leggera» replicò lei con un sorriso
palesemente finto.
Baka Akeru le si sedette accanto
ridendo piano, e Haru gli lanciò un’occhiataccia. «Che
vuoi?» chiese secca.
«Parlare un po’. Non si può?»
il ragazzo si chinò appena in avanti, guardandola da sotto in
su.
Va bene, era piuttosto carino. E aveva
abbastanza successo con le ragazze, considerato anche che era un buon
ninja. Ma Chiharu era abituata ad avere intorno Hitoshi, il non plus
ultra delle matricole di quell’anno, e poi c’era Sai, bello da
star male e con tutto il fascino dell’uomo maturo. Che pensava di
fare quel ragazzino? Credeva davvero di poter competere?
«Fa’ pure» ribatté
lapidaria, fissando dritta davanti a sé. «Ma non
prendertela con me quando ti daranno del pazzo che parla da solo»
«Sempre più pungente, eh?»
Haru sbuffò. «Senti,
possiamo evitare di girarci intorno?» chiese rassegnandosi a
guardarlo negli occhi. «Dimmi cosa vuoi» sillabò
rigida.
Akeru non rispose subito. Poi sorrise,
fece scivolare un braccio sullo schienale della panchina e avvicinò
il viso al suo.
“Che diavolo fa?” pensò lei
sul punto di scostarsi, ma lui si fermò a un soffio dal suo
naso.
«Dimmi cosa sta combinando Jin
Hatake» sussurrò.
Ah ecco.
In effetti avrebbe dovuto pensarci
prima. Jin. La più grande ossessione di Baka Akeru, lo
sapevano tutti. E lei era stata un’idiota a sentirsi lusingata dal
suo apparente corteggiamento. Sbuffò.
«Che ne so io?» disse
distogliendo il viso. «Non sono la sua baby sitter, e nemmeno
ci penso ventiquattro ore al giorno, come fai tu. Certe volte ho il
sospetto che tu sia gay»
«Ma a chi vuoi darla a bere?»
ribatté Akeru, appoggiando la schiena alla panchina e
accavallando le gambe. «Se Hatake parla con qualcuno, quel
qualcuno siete solo tu e i tuoi degni compari»
«E’ una mia impressione o il
tuo tono è un tantino invidioso?»
I lineamenti del ragazzo si fecero di
marmo.
«Non dire cazzate» sibilò
fulminandola con lo sguardo. «Ho commesso solo un errore. Un
minuscolo errore durante l’esame. E’ per questo che sono finito
dietro di voi»
«E dietro Jin» lo corresse
lei con un sorriso celestiale. «Che ha sette anni»
«In Accademia sono sempre stato
al vostro livello!» sbottò Akeru perdendo il controllo.
«E non è giusto che voi formiate un gruppo speciale, e
io sia con quella mezza sega di Marimo!»
«Le squadre devono essere
equilibrate: se sei tra i migliori, devi stare con i peggiori»
ghignò Haru.
«Equilibrate un cazzo! Voi non
siete per niente equilibrati!»
«Ehi» intervennero due
voci, e altrettante ombre si stagliarono ai piedi di Chiharu e Akeru.
«Hai bisogno di qualcosa dalla nostra squadra?»
Haru spostò lo sguardo, e per
una volta fu grata di vedersi davanti Kotaro e Hitoshi, in piena posa
da eroi-che-arrivano-al-momento-giusto, con tanto di sole alle
spalle.
Akeru non fu altrettanto felice della
cosa, e si alzò di scatto fulminandoli tutti con lo sguardo.
«Ecco i nostri supereroi» sibilò acido.
«Sì, bravo, ora vai a
farti un giro» lo liquidò Hitoshi con indifferenza.
«Fottiti, Uchiha»
«Farò finta di non aver
sentito il mio prezioso cognome nella tua bocca disgustosa. Ora vai?»
Furibondo, il ragazzo fu costretto a
voltare le spalle al gruppo e allontanarsi imprecando contro tutto e
tutti. Haru, Kotaro e Hitoshi lo guardarono finché non fu
scomparso dietro la curva, poi i due ragazzini sbuffarono.
«E’ il solito frustrato»
decretò Hitoshi acidamente.
«Non ti ha fatto niente, vero?»
si preoccupò Kotaro.
«Ma per chi mi hai preso?»
scattò Chiharu indignata. «Pensi davvero che potrebbe
farmi qualcosa?»
«No, ma siamo tutti stanchi dopo
ieri…»
Chiharu mugugnò qualcosa,
grattandosi distrattamente il fianco, eppure non ribatté.
«Siete in ritardo» disse invece accennando all’orologio
alle sue spalle. «Sono le nove e mezza»
«Quegli scemi dei nostri genitori
hanno deciso bene di regalarci mezzora in più di sonno»
bofonchiarono loro. «Per premiarci dell’esito della missione!
Ci è andata bene che anche Naruto è in ritardo»
«Secondo voi cosa si fa oggi?»
chiese Kotaro emozionato.
«Spero qualcosa di ridicolmente
facile» mugugnò Chiharu massaggiandosi il collo. «Se
ci propongono un’altra missione di livello B smetto di essere
ninja»
«Cosa?» esclamò
Kotaro scandalizzato.
«Era un modo di dire» lo
tranquillizzò Hitoshi sbuffando.
«E tu che ne sai?» lo
punzecchiò Haru.
Ma prima che scattasse il battibecco
Kotaro vide all’orizzonte una zazzera gialla, e decisero di
rimandare a dopo.
Naruto li raggiunse di umore
particolarmente nero, degnandoli a malapena di uno sguardo.
«Dentro» ordinò
accennando all’Ufficio per lo smistamento delle missioni, e loro
obbedirono di volata.
Questa volta li aspettava una cosetta
facile, un misero livello C. Ognuno dei tre membri del gruppo tirò
un sospiro di sollievo dentro di sé, e lanciò
un’occhiata a Naruto per spiarne la reazione. Ma il jonin era
impassibile.
E mentre loro si chiedevano cosa fosse
successo per renderlo tanto taciturno, prese e uscì senza
neanche aspettarli. Dovettero corrergli dietro.
Esistevano due grandi pareti verticali
a Konoha.
La prima era quella che ospitava i
volti degli Hokage, la seconda si trovava oltre il bosco, a sud. E
non andava verso l’alto. Chi non avesse conosciuto a fondo la
geografia del luogo avrebbe rischiato di fare un volo di duecento
metri mentre camminava tranquillo per la foresta, tanto era
improvviso il dislivello. Ma non era il caso dei ninja del villaggio,
ovviamente.
In quella mattina serena, quattro di
loro guardavano verso il basso, mentre le correnti d’aria
scompigliavano i capelli sulle loro teste, e uno dei quattro era
particolarmente pallido. Uno sui dodici anni e il cui cognome era
Uchiha.
«Uova di nibbio» sentenziò
Naruto guardando cupamente la parete di roccia sotto di loro. «E’
questa la missione di oggi»
«Sono nelle grotte che si aprono
in questo muro, vero?» chiese Haru, incrociando le braccia.
«Dobbiamo calarci, evitare di farci buttar giù dai
nibbi, prendere le uova e tornare?»
«Sì»
La ragazzina sbuffò. «Ma
perché chi ha bisogno queste cose non se le procura da solo?
Così magari impara che non è una passeggiata»
Rognando tra sé e sé,
estrasse la corda dal marsupio e la legò a uno sperone di
roccia. Kotaro la imitò subito dopo, efficiente e concentrato,
mentre Hitoshi prendeva l’equipaggiamento con molta
calma.
Quello era il genere di missioni che
più detestava. Non che proprio tutte le altezze gli dessero
problemi, ma quelle che superavano i cinque metri lo mandavano in
tilt. Nella missione del giorno prima era riuscito a ignorare di
essere appostato su un tetto solo perché l’eccitazione del
momento glielo aveva fatto dimenticare, ma con un compito tanto
semplice non poteva non pensarci.
Si chinò e legò anche la
propria corda, mentre già Chiharu e Kotaro iniziavano a
calarsi. A quel punto deglutì e fissò giù. Ebbe
un capogiro.
Per un attimo ebbe la folle tentazione
di voltarsi verso Naruto e implorarlo di risparmiargli quella
tortura, ma ebbe l’accortezza di ricordare che il jonin era di
pessimo umore, e che era un Uchiha, che cavolo. Allora chiuse gli
occhi, strinse spasmodicamente le dita attorno alla corda, e iniziò
a scendere.
Naruto non aprì bocca neanche
una volta. Rimase a guardarli mentre si calavano a diverse velocità,
impassibile di fronte al tremore di Hitoshi così come ai
movimenti sicuri di Kotaro.
Quel giorno non avrebbe detto nulla più
dello stretto indispensabile a quei tre ragazzini. E questo perché
temeva che se lo avesse fatto avrebbe finito per dire loro quanto
erano stati bravi il giorno prima. Non poteva dare quella
soddisfazione a Kakashi.
Chiharu, a metà strada tra
Hitoshi e Kotaro, intravide un nido un po’ a destra rispetto alla
sua posizione. Alzò lo sguardo verso l’alto, e vide che
l’Uchiha avrebbe impiegato ancora un bel po’ per arrivare a quel
punto. Sorrise soddisfatta: la missione era praticamente compiuta.
Si spostò a forza di braccia,
oscillando pericolosamente sotto le raffiche di vento freddo, finché
non sentì la mano raggiungere un’apertura nella parete.
Fu allora, quando più si sentiva
sicura, che ondeggiò all’improvviso.
I muscoli reagirono prima della mente,
spingendola ad appiattirsi contro la parete, e il giramento di testa
che l’aveva colta scemò rapido con il calare del ritmo
cardiaco.
“Ma che cavolo…?” pensò
scombussolata, concedendosi qualche istante per riprendersi.
Guardò in basso, verso Kotaro, e
lo vide gesticolare per allontanare un nibbio. Oltre, sotto di lui,
il paesaggio era terribilmente, terribilmente distante.
Ebbe un altro capogiro, e sentì
la fronte imperlata di sudore.
“Le vertigini si possono attaccare
come un raffreddore?” si chiese distogliendo rapidamente lo
sguardo, e lo puntò nel molto più rassicurante antro
che gli stava davanti.
Era una piccola grotta naturale, buia e
piena di sporgenze. All’interno riuscì a intravedere un nido
di rametti e sterpaglie, e due occhi giallastri che la fissavano.
Particolare non trascurabile, tra gli occhi c’era un becco
acuminato.
«Okay bello» mormorò
estraendo qualcosa dal marsupio con movimenti cauti. «Fai il
bravo e non ti succederà niente»
L’uccello sollevò leggermente
le ali, emettendo un brontolio sordo e minaccioso; ma non poteva
immaginare che il piccolo contenitore nelle mani della ragazza fosse
tanto letale. Bastò una breve spruzzata davanti al suo becco,
tanto veloce da impedirgli di reagire, e all’improvviso la vista
gli si annebbiò.
Con una mano davanti a bocca e naso
Chiharu trattenne un sorriso trionfante. Tese una mano, la infilò
sotto il corpo caldo del nibbio addormentato, e sentì una
superficie liscia e fragile sotto le dita. Con infinita cautela prese
due delle uova della covata, e ne infilò una nel marsupio.
Prima di immagazzinare anche la seconda si concesse di dare
un’occhiata a Hitoshi, che la stava finalmente raggiungendo, e
sogghignò tra sé: per quella volta l’Uchiha aveva
miseramente fallito.
Una folata di vento la fece oscillare
leggermente, mandandole i capelli a sbattere contro il viso, e mentre
li scostava accadde per la seconda volta: si sentì ondeggiare,
e la parete tremolò davanti ai suoi occhi sbalorditi. Questa
volta i muscoli non reagirono, e non ebbe il tempo di chiedersi cosa
stesse succedendo; avvertì soltanto una fitta al fianco, le
dita che sfregavano contro la roccia tagliente, e l’uovo di nibbio
che le scivolava di mano.
La sua caduta al rallentatore fu
l’ultima cosa che vide prima di perdere conoscenza.
Le mani lisce ed esperte si muovevano
veloci sulla ferita, tastando e sfiorando la pelle calda.
Un gemito sfuggì alle labbra di
Chiharu, stesa su un lettino medico nell’ospedale della Foglia, ma
i suoi occhi non si riaprirono.
«Allora?» chiese Naruto.
«E’ inutile che mi assilli
chiedendomelo trecento volte!» sbottò Sakura
fulminandolo con lo sguardo. «Aspetta ancora due minuti!»
Erano nel suo ambulatorio, circondati
da boccette di ogni tipo e quasi asfissiati dall’intenso odore di
medicinali. Lei indossava un camice bianco immacolato, e con i
capelli raccolti in una corta coda bassa sembrava in tutto e per
tutto un medico.
Naruto si allontanò di scatto
dal lettino, prendendo ad attraversare la stanza a grandi falcate.
Sakura gli lasciò fare avanti e indietro un paio di volte, poi
sbuffò esasperata.
«Fermati! Ci siamo, so cos’ha!
Ma per l’amor del cielo, piantala di fare il frustrato!» gli
ordinò.
Naruto obbedì all’istante.
«Allora?» chiese ansioso.
«Veleno»
Una semplice parola, detta quasi con
leggerezza.
Beh, avrebbe potuto pensarci anche lui.
Si sentì un po’ stupido.
«Da dove…?» iniziò
a chiedere, ma Sakura lo prevenne.
«La ferita al fianco, forse un
kunai» ipotizzò. «Ho qui l’antidoto, ma non è
in pericolo di vita. Rilassati: il veleno è penetrato da un
graffietto, ha avuto effetto giusto perché lei non lo ha
disinfettato. E poi è una schifezza. Chiunque lo abbia
preparato non sa neanche da che parte stiano i veri veleni»
«Per fortuna» Naruto tirò
un sospiro di sollievo, passandosi le mani sul viso. «Era lì,
appesa a centocinquanta metri da terra, e tutt’a un tratto me la
vedo penzolare svenuta. E vicino a lei c’era solo tuo figlio, che
soffre di vertigini quando sale su una sedia!»
«E che, ti ricordo, l’ha
soccorsa» puntualizzò Sakura vagamente seccata,
preparando una siringa con l’antidoto.
Naruto non raccolse, e si sfregò
gli occhi. Sakura gli lanciò un’occhiata veloce mentre
fermava il sangue nel braccio sinistro di Chiharu. «A cosa
pensi?» gli chiese.
Lui non rispose subito. Poi, come se
gli costasse fatica, mormorò: «La missione di ieri era
un livello B. Avrei dovuto immaginare che i kunai fossero perlomeno
avvelenati»
«Beh, era un graffio tanto
piccolo che non ci avresti dato peso comunque»
«Non è questo il punto!»
sbottò il jonin. «Ho passato dieci minuti a litigare con
Kakashi perché ritenevo la missione troppo difficile! E poi
sono stato proprio io a dimenticarmi le cose più elementari!»
Sakura non lo interruppe. «Quando è successo a me,
Kakashi se ne era accorto! Con Zabuza, ti ricordi? E io cosa ho fatto
invece? Niente! Cosa diavolo ci sto a fare con questi ragazzi
se non mi accorgo nemmeno delle sciocchezze? Okay, è un veleno
da niente! Ma se cadeva dalla parete? Con che faccia mi ripresentavo
davanti a suo padre?»
Tacque, con il fiato corto, e si passò
le mani tra i capelli.
Era successo a Chiharu, poi. Proprio
lei, la bambina per cui Shikamaru gli aveva chiesto aiuto, quando non
sapeva se prendersene cura o cosa. L’incidente che gli aveva
permesso di credere che la vita non fosse uno schifo completo, dopo
che Sakura e Sasuke lo avevano tradito. Dei suoi tre allievi, quella
a cui era più legato, e non come insegnante.
Sakura finì di mettere un
cerotto a Chiharu, e buttò la siringa in una bacinella che
tintinnò cupa. A quel punto fissò Naruto.
«Quando io, Sasuke, Shikamaru e
Rock Lee ti abbiamo affidato i nostri figli, sapevamo che sarebbe
stato pericoloso» disse secca. «Vogliono fare i ninja,
non i panettieri: è sempre pericoloso. Ma siamo stati
contenti quando abbiamo saputo che saresti stato tu il loro jonin, lo
sai? Eravamo sicuri che così sarebbero sempre tornati a casa
vivi»
«Vuoi girare il coltello nella
piaga?» la interruppe Naruto, guardandola esasperato.
«No» ribatté lei
piantando le mani sui fianchi. «Voglio dire che il nostro
parere non è minimamente cambiato»
«Parli così perché
su quel tavolo non c’è Hitoshi!»
«Vuoi andare a chiedere a
Shikamaru? Fa’ pure. Ti dirà la stessa cosa!»
Naruto scosse la testa, rifiutandosi di
ascoltare.
«Vado a casa» disse con la
bocca asciutta.
«Aspetta!» cercò di
fermarlo Sakura, ma lui aprì la porta e uscì
dall’ambulatorio.
Lei sbuffò. Perché era
rimasto tanto impulsivo?
Non fece in tempo a trovare una
risposta alla sua domanda, che sentì bussare piano. «Avanti»
si arrese, e quando vide spuntare le teste di Kotaro e Hitoshi si
lasciò sfuggire un sorriso.
«Come sta?» chiese suo
figlio facendosi avanti.
«Bene, si riprenderà in
fretta» lo rassicurò con tono materno e
contemporaneamente tecnico.
«Cosa aveva?» domandò
Kotaro avvicinandosi al lettino.
«Veleno»
I due genin trasalirono.
«Quando avete completato la
missione di livello B è stata ferita di striscio da un kunai
avvelenato, ma è un veleno che fa schifo, ed era solo un
graffietto»
«Però ha rischiato di
cadere giù» Hitoshi deglutì, pallido.
“Ma tutti gli uomini devono essere
uguali?” si chiese lei.
«Ti sorprenderesti a sapere cosa
non ho fatto io con del veleno in corpo» si limitò a
dire a voce alta.
Hitoshi le lanciò uno sguardo
sbalordito, al che lei gli regalò un ghignetto molto poco
materno.
«Questa storia un’altra volta»
gli promise. «Ora, se volete, potete restare con Chiharu finché
non arriva suo padre»
I ragazzini annuirono, e lei fece per
uscire.
«Mamma» la fermò suo
figlio.
Si voltò, e lo vide con
un’espressione rammaricata che poche volte gli aveva visto.
«Cosa c’è?»
chiese, più preoccupata di quanto sarebbe stata normalmente.
«Secondo te…» Hitoshi
deglutì, incerto se proseguire o no. «Secondo te, Naruto
ci troverà mai sopportabili?»
Sakura spalancò gli occhi,
basita.
Solo due minuti prima il jonin si stava
tormentando per la loro sorte nel preciso punto in cui si trovava lui
ora; come poteva quel ragazzino chiedersi se li trovasse
sopportabili?
Di fronte alla sua espressione, Hitoshi
arrossì e fece rapidamente marcia indietro.
«Lascia perdere, dimentica quello
che ho detto» borbottò dandole le spalle. «Vai a
chiamare i genitori di Haru»
Sakura sbatté le palpebre
incredula. Ora poteva anche lasciar cadere il discorso, ma più
tardi avrebbe dovuto tornarci sopra. Con suo figlio e con Naruto.
Uscì dall’ambulatorio,
lasciando i genin da soli, e a quel punto Kotaro e Hitoshi si
scambiarono un’occhiata.
«Cosa succederà adesso?»
domandò piano il primo, guardando la compagna addormentata.
«E che ne so» bofonchiò
il secondo fissando il pavimento. «Credo che Naruto potrebbe
anche chiedere di smettere di essere il nostro jonin. Hai visto come
era arrabbiato quando Haru è stata male? Probabilmente ora ci
odia del tutto, viste tutte le grane che gli procuriamo»
«Già» annuì
Kotaro afflitto. «Che peccato. Aveva finito per piacermi»
«Tsk. A me per niente»
sbottò Hitoshi.
Ma parlando distolse lo sguardo e
arrossì appena.
Non aveva mai imparato a mentire
decentemente.
Naruto era seduto sotto il portico di
un piccolo cortile interno, con la schiena appoggiata a una colonna
di legno massiccio.
All’interno della residenza
principale c’era sempre tanto silenzio; troppo silenzio. Ma,
nonostante trovasse fastidioso il nulla che gli riempiva le orecchie,
lui non smetteva di fermarsi in quel giardino, da solo, lontano da
tutti. Quando si sentiva soffocare, quando aveva bisogno di staccare
la spina, veniva lì e passava un paio d’ore svuotando la
testa.
Ma oggi faticava a non pensare. Fissava
l’erba senza vederla davvero, cupo, tormentato, e continuava ad
arrotolare gli stessi argomenti dentro la testa, come un disco rotto
e stonato.
Non voleva essere un insegnante. Lo
aveva detto subito a Kakashi, dannazione; e ora si trovava in quella
situazione orribile perché lui non lo aveva ascoltato.
Si prese la testa tra le mani e chiuse
gli occhi.
Non poteva continuare a dividersi per
stare dietro a tutte le cose, non ce l’avrebbe fatta. E se un
giorno fosse successo qualcosa di irreparabile? Se Hitoshi o Kotaro…
«Papà, papà!»
alzò la testa di scatto quando uno scricciolo leggero gli si
arrampicò addosso all’improvviso. «Preso!»
Involontariamente gli sfuggì un
sorriso, mentre con una mano si tirava giù dalla spalla una
bambina scalciante e parecchio bellicosa sui sei anni.
«Non vale!» strillò
la piccola dimenandosi sulle sue ginocchia e scuotendo i capelli neri
e lisci. «Ti avevo preso!»
«Dovevi riuscire a conservare la
preda» scherzò solleticandole la pancia.
La bambina scoppiò a ridere, e
lo guardò con l’adorazione più profonda impressa
negli occhi candidi.
«Un giorno sarò ninja come
te!» esclamò convinta.
Naruto si rabbuiò, e la
raddrizzò.
«Papà?» fece lei
ridimensionando notevolmente l’entusiasmo. «Ho detto qualcosa
di sbagliato?»
«No, piccola» la rassicurò
lui sorridendo. «Ma questa sarà una cosa di cui
discuteremo ancora»
La bambina lo guardò perplessa,
senza capire.
«Naruto, ecco dov’eri»
disse un’altra voce a un tratto.
Dal portico, con i capelli neri
raccolti sulla nuca e un kimono bianco, Hinata Uzumaki gli sorrise
timidamente, come sempre aveva fatto e sempre avrebbe fatto in
futuro. Nascosta dietro le sue gambe una bambina di pochi anni,
identica a lei, sorrise nello stesso modo.
«Mi hanno detto che sei rientrato
prima» continuò raggiungendolo e scendendo nel giardino.
«Cosa succede?»
Lui la guardò un istante,
mettendo giù la figlia; poi si protese e abbracciò
Hinata, con una presa forte e delicata al tempo stesso, nascondendo
il viso nella sua spalla.
Lei non gli chiese nulla. Se era
rimasta sorpresa dal suo gesto, non lo lasciò vedere.
Semplicemente, fece scivolare le braccia attorno alla sua schiena e
gli accarezzò i capelli dolcemente.
«Guarda papà e mamma»
borbottò la bambina più grande a quella più
piccola, nascondendosi con una mano.
«Cosa fanno?» chiese
l’altra, in assoluta buona fede.
«Si danno i bacini!»
«Non è vero!»
protestò Naruto staccandosi. «La stavo solo
abbracciando»
Con uno strillo divertito la bambina
più grande corse via. Quella più piccola la guardò
allontanarsi, poi guardò suo padre come chiedendo consiglio.
«Vai a giocare con tua sorella»
le concesse lui. E solo allora anche lei se ne andò, un po’
instabile sulle gambine tozze. Hinata dedicò loro ancora un
sorriso, finché non scomparvero all’interno della residenza
principale degli Hyuuga.
«Sono l’unica nota di vita qua
dentro» commentò Naruto con un sospiro.
«Solo perché Neji fa in
modo di stare fuori il più possibile» disse lei.
«Io dico che dovrebbe sposarsi
pure lui, e mettersi a sfornare qualche piccolo bambino dai poteri
straordinari»
Hinata rise nascondendosi dietro una
mano, come aveva sempre fatto, e suo marito le sfiorò il
ventre rigonfio sotto il kimono con una dolcezza estrema.
«Così magari i nostri
figli sarebbero amici» disse piano. «Ma non ninja»
aggiunse dopo un istante.
Hinata rimase interdetta.
Era un po’ di tempo che Naruto se ne
usciva ogni tanto con frasi strane. Poche parole buttate a caso,
accenni infinitesimali al non essere ninja…
Tutto ciò da quando aveva
iniziato ad addestrare i figli di Sakura, Temari e Tenten.
«E’ successo qualcosa?»
si azzardò a chiedere.
Naruto abbassò lo sguardo e
corrugò la fronte.
«Nulla» mormorò. «Ma
da domani potrò essere con te completamente, non più
solo a metà. Il mestiere di insegnante non ha mai fatto per
me, l’ho sempre detto a Kakashi. Ho deciso di dare le dimissioni»
Shikamaru si trovò ad
attraversare l’intero villaggio a passo spedito, l’ampia fronte
corrugata e un unico pensiero in testa.
Che diavolo era successo così
all’improvviso? Perché le cose si erano scombussolate tanto
repentinamente?
Raggiunse le scale che conducevano allo
studio del Sesto Hokage e fece i gradini due a due. Mentre saliva la
prima rampa, ripercorse frettolosamente i brevi minuti che erano
stati la causa della sua visita lì.
Era all’ospedale, nella stanza di
Chiharu. Quando Sakura l’aveva chiamato, aveva subito messo le mani
avanti dicendogli che non era nulla di grave, e per questo non si era
preoccupato eccessivamente. Non si fidava di nessun medico come si
fidava di lei.
Però, da bravo padre che
stravede per l’unica figlia, era corso subito alla clinica per
essere almeno presente al suo risveglio, limitandosi a lasciare un
bigliettino per Temari quando fosse tornata dalla spesa – sì,
anche lei faceva di queste cose prettamente casalinghe.
Quando era arrivato, Chiharu aveva
già aperto gli occhi e stava discutendo animatamente con
Hitoshi su qualcosa circa l’ultima missione. Se Shikamaru non aveva
sentito male, la sua adorabile figliola sbraitava che era arrivata
prima a prendere… le uova di nibbio?, e che quindi il piccolo
Uchiha non doveva darsi tante arie, perché anche senza il suo
aiuto se la sarebbe cavata.
Shikamaru non conosceva i dettagli
dell’incidente, ma si era ripromesso di ringraziare Hitoshi in
separata sede, qualunque cosa avesse fatto.
Comunque era entrato nella stanza
senza bussare, sapendo che in ogni caso non l’avrebbero sentito, e
al suo ingresso Chiharu si era bloccata di colpo ed era avvampata
fino alla radice dei capelli.
«Che diavolo ci fai qui?»
era stata la prima, amorevole cosa che gli aveva detto.
«Mah, non so. Forse mia figlia
è stata avvelenata?» aveva ribattuto lui seccato. «Ma
può darsi che io abbia sbagliato stanza»
«No no, è il posto
giusto» gli aveva assicurato Hitoshi lanciando un’occhiata
acida alla sua bambina. «E se la tenga tutta, perché io
non voglio averci più niente a che fare con quest’ingrata!»
«Ma chi ha bisogno di te?!»
era sbottata lei aggressiva, e il piccolo Uchiha aveva sollevato il
dito medio nella sua direzione – tentando invano di non farsi
vedere da Shikamaru – per poi afferrare Kotaro per la collottola e
trascinarlo via di peso. «Andiamo!» aveva bofonchiato
mentre quasi lo strozzava per uscire. «Se sopravvive, mi
aspetto le sue scuse!»
«Aspetta e spera!» aveva
gridato Haru quando loro erano già fuori.
Poi aveva incontrato gli occhi di
suo padre ed era arrossita di nuovo. Aveva incrociato le braccia sul
petto, gesto che faceva sempre quando qualcosa la metteva a disagio,
e aveva messo su un broncio degno di sua madre.
«Che c’è?»
aveva domandato seccata. «Sto bene, tra due ore torno a casa.
Potevi anche evitare di venire fin qui! O tua moglie pensa che potrei
fare qualcosa di strano nei dieci minuti che ci metto a
tornare?»
Shikamaru aveva sospirato e si era
grattato la nuca. Il rapporto tra le due donne di casa non era mai
stato idilliaco, forse perché erano davvero troppo simili.
«Tua madre non sa ancora che
sei in ospedale» le aveva detto pacato, cogliendola in
contropiede.
Chiharu era rimasta immobile per un
paio di secondi, poi si sera stretta nelle spalle e aveva guardato
altrove. «Meglio. Anzi, se potessi eviterei di farglielo sapere
del tutto» aveva borbottato.
«Sai che non starò
zitto» l’aveva smontata subito lui. «Se per disgrazia
lo scoprisse in altri modi, mi ucciderebbe per averglielo tenuto
nascosto»
«Il tuo problema è che
non ti sai far valere!»
Veramente era il problema del suo
clan dall’alba dei tempi. Eppure tutti i Nara maschi si ostinavano
a sposare donne infernali; poteva definirsi spirito di sacrificio? O
semplicemente masochismo?
«Sai che sono un uomo debole!»
aveva sospirato Shikamaru in tono rassegnato, liquidando la
questione.
«Non è vero!»
aveva insistito Chiharu, piccata. «Sei dannatamente
intelligente, mentre lei è una donna mediocre! Eppure tu non
apri mai la bocca e lasci che ti metta i piedi in testa!»
«Per favore, possiamo evitare
di parlarne?» aveva tentato lui per l’ultima volta.
«Ma sì, ‘evitiamo di
parlarne’!» era sbottata lei sprezzante. «Tanto sono
solo una bambina scema che non capisce niente e deve essere
controllata a vista, vero?»
«Nessuno di noi ha mai detto
una cosa del genere, e…»
Non era mai riuscito a completare la
frase, perché in quel momento Hitoshi e Kotaro si erano
precipitati nella stanza come furie e lo avevano interrotto.
«Haru! E’ successo! Lo ha
fatto davvero!» aveva strillato Kotaro con il viso arrossato e
il panico negli occhi. Ma era stato Hitoshi a dare la notizia:
«Naruto ha dato le dimissioni!
Da adesso abbiamo un altro maestro!»
Shikamaru bussò alla porta dello
studio del sesto Hokage, con il respiro leggermente accelerato.
Stava iniziando ad essere troppo
vecchio per correre su quelle scale come un adolescente, avrebbe
dovuto imparare a darsi una regolata.
Naruto ha dato le dimissioni.
Era una frase semplicemente assurda.
Primo, perché Naruto non
abbandonava mai a metà qualcosa che aveva iniziato, lo aveva
sempre detto; e secondo, perché Kakashi non gli avrebbe mai e
poi mai permesso di lasciare l’incarico.
Prima di affidare Chiharu, Kotaro e
Hitoshi a lui, il sesto Hokage ne aveva discusso con i genitori di
tutti e tre, vista la situazione particolare. Nessuno di loro aveva
avuto obiezioni, anzi, e Kakashi sorridendo aveva detto di esserne
soddisfatto: «Anche perché non ho alcuna intenzione di
cambiare idea a questo proposito», aveva concluso.
Quindi era assolutamente impossibile
che ora Naruto non fosse più il maestro di sua figlia.
Inconcepibile. E lui era lì solo per accertarsi di aver capito
male.
«Avanti» lo invitò
dall’interno la voce nota del sesto Hokage, e Shikamaru entrò
nello studio senza tante cerimonie.
«Ti aspettavo» gli disse
Kakashi, accennando alla sedia davanti alla sua scrivania.
«E’ vero?» chiese subito
il jonin senza accomodarsi.
«Se ti riferisci alle dimissioni
di Naruto, temo proprio di sì»
«Aveva detto che non lo avrebbe
permesso!» sbottò Shikamaru raggiungendo la scrivania
sommersa di carte e posandovi le mani sopra. «Cosa è
cambiato in questo tempo? E’ per la storia di Chiharu? Ma non è
un problema!»
«Non è per quello»
lo blandì l’Hokage. «Siediti, per favore»
Questa volta Shikamaru fu costretto ad
obbedire, e si accomodò sulla scomoda sedia in legno e
metallo. Fissò Kakashi, in attesa.
«Quando ne abbiamo parlato, ho
detto a te e ai genitori di Kotaro e Hitoshi che non avrei cambiato
idea su Naruto, anche se uno di voi avesse avuto delle obiezioni in
merito» iniziò lui. «Tuttavia, adesso la
situazione è un po’ diversa: ora è Naruto a non voler
essere più il loro maestro»
«Perché?» lo
interruppe Shikamaru, corrugando la fronte. «Non ha senso, non
si è mai arreso di fronte a nulla!»
«Questa volta sembra di sì.
E’ convinto di non essere in grado di seguire i ragazzi come si
deve, pensa che con lui e con le mie ‘missioni suicide’, testuali
parole, finirebbero solo per ammazzarsi; e non vuole averli sulla
coscienza. O così sostiene»
«Ma quante stronzate!»
sfuggì al jonin. «Non poteva semplicemente mandarlo al
diavolo e rispedirlo indietro? Al nostro primo colloquio ci ha detto
chiaro e tondo che solo lui avrebbe potuto essere l’insegnante dei
ragazzi!»
«Credi che non ci abbia provato?»
Kakashi lo fissò con un’occhiata penetrante. «Gli ho
detto che non avrei accettato le sue dimissioni; sai cosa mi ha
risposto? ‘Va bene. Allora quei tre andranno in missione allo
sbaraglio, perché io non mi farò più vedere’.
A questo punto cosa avrei dovuto fare?»
Shikamaru si passò una mano tra
i capelli, esasperato.
La cosa aveva sempre meno senso.
Naruto era impazzito? Se c’era un
ninja che non si arrendeva di fronte a nulla,
quello era lui! Non poteva gettare la spugna così, uscendosene
con frasi come ‘non voglio averli sulla coscienza’! Non aveva
senso! Dopo una cosa simile il mondo si sarebbe capovolto!
Ma era inutile prendersela con Kakashi.
In effetti davanti alla minaccia di Naruto non aveva potuto fare
altro che prendere atto delle cose e preoccuparsi di trovare un altro
maestro provvisorio per i ragazzi.
Il problema era proprio Naruto.
Shikamaru si alzò in piedi, cupo
in viso.
«Hai intenzione di fare
qualcosa?» si informò Kakashi fissandolo intensamente,
come in attesa.
«Ho una mezza idea» ammise
lui, mentre il suo cervello già lavorava a pieno regime. «Ma
mi servirà l’aiuto di Sasuke»
Il sesto Hokage annuì
soddisfatto. «Già che ci sei, di’ a lui e a Rock Lee
che possono evitare di passare qui da me, a meno che non abbiano
voglia di timbrare qualche quintalata di documenti. A proposito, tu
non saresti disposto a…?» accennò ai plichi sulla
scrivania con il capo.
«Senza offesa» si affrettò
a interromperlo Shikamaru. «Ma le ricordo che sta parlando con
il ninja più svogliato della Foglia. Credo che abbia mirato
malissimo»
Kakashi sospirò rassegnato.
«Pazienza. Vorrà dire che
dovrò sorbirmi un’altra strigliata da parte dei miei
assistenti»
Il jonin si concesse un sorriso, poi
tornò serio.
«Giusto per curiosità, chi
è il maestro provvisorio?» domandò.
«Ah, sì; lo conoscete
anche voi: si tratta di Sai» rispose Kakashi con noncuranza.
Shikamaru fece una smorfia. Chiharu non
avrebbe gradito per niente la cosa. E di conseguenza il clima in casa
si sarebbe fatto orribile.
Accidenti a
Naruto.
Nel prossimo capitolo...
«Quando te li abbiamo affidati
eravamo convinti che sarebbero sempre tornati a casa» gli disse
il capoclan dei Nara, con occhi accusatori. «E ora non solo mia
figlia si ritrova avvelenata, ma tu pianti tutto a metà»
«Senti» borbottò
Naruto alzandosi a sedere. «Non è così semplice»
«A no?» disse la voce di
Sasuke, alle sue spalle. «A me sembra addirittura banale: ti
sei arreso»
* * *
Spazio autore
Sono una persona ingenua se davvero penso che tutti voi leggiate questo spazio solo alla fine del capitolo.
D'altronde, anche io gli do un'occhiata prima della lettura, nelle fic che preferisco.
Quindi, perchè non si verifichino incidenti come quello della volta scorsa
(ovvero harryherm che mi si è depressa prima ancora di leggere la prima riga)
ho deciso che qui ci sarà scritto poco o niente di ciò che riguarda ciò che avete appena letto.
*linguaccia*
Insomma, una si sbatte per mettervi giù le cose in un certo modo, e voi ve le spoilerate così?
Non si fa, non si fa. Se no io che ci sto a fare qui? é_è
In compenso posso dirvi che la soluzione ai problemi di Naruto è vicina!
(grazie al cielo; persino io rabbrividivo di fronte alle stranezze di quest'uomo!)
Il prossimo capitolo sarà diviso in due parti, e la prima che
leggerete sarà molto più corta della seconda per esigenze
di copione.
(cioè perché voglio il finale bastardo)
Ma soprattutto, sarà dedicata principalmente alla vecchia guardia! ^^
PatoPato: è
dal quarto capitolo che mi dico 'devo rispondere a PatoPato' e che,
puntualmente, me ne dimentico! Ma oggi per fortuna ce l'ho fatta, e
dunque eccomi qui! Dici che non ti aspettavi che uno dei protagonisti
fosse il figlio di Tenten e Rock Lee, perché non li avevo
considerati molto. A dire il vero quel poco di attenzione che hanno
avuto è dovuta proprio all'esistenza in questa fic di Kotaro!
Dovevo dare una motivazione alla sua nascita, in qualche modo! E poi
volevo che quel pairing fosse una sorpresa totale, per cui l'ho tenuto
molto defilato fino alla sua rivelazione definitiva. Ma non temere
riguardo a lui: ha una sua personalità, e presto lo vedrai in
competizione a tutti gli effetti con il perfettino e precisino Hitoshi.
Ognuno dei tre mocciosi ha i suoi punti di forza e le sue debolezze, ma
si evidenziano in momenti diversi. Se Chiharu è abbastanza
semplice da muovere (anche se fa un po' quello che vuole) e mostrare, e
Hitoshi è di una banalità quasi elementare, Kotaro invece
talvolta mi da problemi. E' difficile conciliare il temperamento di
Rock Lee con quello di Tenten, e infatti ne è uscito qualcosa
che spesso nasconde i suoi pensieri anche a me. So che al lettore non
sembra, ma dei tre Kotaro è il più problematico a livello
psicologico. E Kakashi in realtà è un Hokage migliore di
quello che sembra (lo so che "quello che sembra" è proprio uno
schifo! XD), ma per ora non ha ragione di mostrarlo. Finché
tutto è tranquillo può leggersi l'antologia della
pomiciata in santa pace! Dal momento che non so quando ti
risentirò, mi scuso per la risposta tardiva e ti auguro tutto
ciò che posso augurarti! ^^
endlesstars: oh, lo so
che all'inizio tutto sembra filare un po' troppo liscio e banale. Amo
le prime impressioni sbagliate. D'altronde, anche se le cose possono
sembrare prevedibili, bisogna tenere in conto che sia i mocciosi che
Naruto, l'Hokage e la situazione internazionale sono diversi. La
vita può essere infiocchettata giusto per i primi dieci
capitoli, poi inevitabilmente succede qualcosa.
Ed è lì che io mi diverto (nota: in Sinners mi divertivo
quando Kyuubi faceva danni, quindi trai le tue conclusioni) Poi, beh,
al momento non ci sono ninja traditori da recuperare, coppie che
scoppiano, demoni in procinto di liberarsi... Dammi tempo per questo ed
altro! ^^ (ne parlo come di un'allegra festicciola, ora che me ne rendo
conto... XD Che ficwriter malata!)
fedecr90:
eh, 'casa Uzumaki' mica tanto! Diciamo che questa è 'casa
Hyuuga', e non è molto allegra. Ma presto le cose cambieranno,
abbi fede! XD
bambi88: uh. Sai che me
ne ero scordata? XD Ora ricordo da dove esce Haru! L'adorabile zietto
demoniaco! Meno male che ci sei tu a dirmi le cose! ^^ E i genitori in
effetti sono troppo sexy per i miei gusti. Cioè, la tentazione
è di accollare a tutti un complesso di Edipo con i fiocchi,
soprattutto a Chiharu... A-hem. Niente fantasie. Dicevo? Ah sì.
Guarda che anche Rock Lee, con un sacchetto in testa, è sexy. U_U
gracy110: see, la
missione non è andata proprio alla perfezione, considerato
questo capitolo! Anzi, avrà conseguenze molto pesanti. Comunque
qui hai visto com'è Naruto papà (personalmente sono
combattuta: vorrei essere Hinata o una delle figlie? *ç*), anche
se ancora non è il Naruto genuino che ci si aspetta! ^^ In bocca
al lupo per la scuola! Spaccali tutti! XD
Hipatya: "e Ino-chan?
Dove l'hai spedita, povera piccola biondina? Mi manca già!" Per
queste tue parole potrei disconoscerti a vita, lo sai? Ino-chan? povera
e piccola? Ti manca?! Blasfemia! Ma chi la vuole quella? ... Ok, il mio
lato fanghèrl si assopisce e lascia il posto al lato un po'
più serio. Ino tornerà tra qualche tempo, un po' di
pazienza grazie. E tornerà in grande stile, con una sorpresa che
- spero - scioccherà molti! Anche Neji tornerà sugli
schermi, e non li abbandonerà tanto in fretta. Coriosamente, sia
lui che lei compariranno nello stesso capitolo. Oh, grazie mille per i
complimenti su Naruto! A dire il vero ora è talmente OOC che mi
mette i brividi, ma presto tornerà quello di sempre, e
respirerò meglio! I mocciosi invece sono già loro -
ahimé - e andando avanti scoprirai che hanno altre sfaccettature
davvero odiose. -.- Li amo giusto perché sono la loro mamma! XD
(beh, Kotaro mi piace davvero!)
kimi: questo team ti
ricorda quando nel gruppo Kakashi ssi volevano bene? Ohibò, mi
sono persa quelle puntate? C'è mai stata una volta in cui si
volessero tutti bene? XD Dai, quando iniziavano ad andare d'accordo
Sasuke ha perso la bussola! (maledetto Kishi... ma forse non ci
appassionerebbe tanto se Sasuke non fosse un piccolo bastardo
traditore, indegno d'esistere e consumare ossigeno, meritevole della
gogna, delle frustate, della fucilazione, di...) Shika e Tema invece
hanno ragionevolmente avuto una sola figlia. Immagina per un attimo il
pigro Shika e l'irritabile Temari che litigano per chi va a calmare la
bambina di notte, e chiediti se sarebbero disposti a fare il bis! XD
Talpina Pensierosa: in effetti non ho capito proprio niente delle tue X! XD Ma è stato divertente scervellarcisi sopra per un'ora!
Charlie_2702: sai, io ho
un grande difetto. Le trame che m'invento sono di una complicazione
assurda perché prevedono che io lanci accenni all'alba del
capitolo tre e li riprenda a cinque capitoli dalla fine. Lo so, non ci
posso fare niente, mi diverto così! XD E quindi è normale
che alla fine di ogni capitolo ci siano tante domande nella tua testa,
anzi è per me fonte di orgoglio! E visto che io per prima voglio
sistemare i casini, mi trovo a scrivere un sacco e aggiornare in
fretta. Per ora il meccanismo è ben oliato, insomma. Per quanto
riguarda i cognomi, con Tenten la motivazione è una sola: ma che
diavolo di cognome ha, da ragazza?? Cioè, Kishi ce lo ha mai
detto? ç_ç E anche Rock Lee. Ma qual è il nome? E
il cognome? Sigh, mi sono dovuta inventare tutto, da cima a fondo!
L'unico cognome che non sembra avere logica è Hinata Uzumaki:
essendo gli Hyuuga il clan più importante nella coppia NaruHina,
lui avrebbe dovuto entrare nella famiglia di lei. Ma per questo
c'è una spiegazione, e verrà svelata tra due miseri
capitoli! Sai non è pedofilo, tranquilla! XD Diciamo che...
è molto interessato alle relazioni sociali, sì. Insomma,
Chiharu è un caso umano, forse anche uno meno strano di lui
avrebbe la tentazione di studiarla un po'. Oh, Kyuubi e la guerra...
arriveranno anche quando non li vorrai, credimi. U_U Just have patience!
elie191: a dire il vero
Naruto che fa lo scontroso per non ammettere di aver sbagliato a me
sembra molto naturale! XD Ce ne vuole per farlo sciogliere, lui!
Ricorda la stretta di mano con Gaara, per esempio.
Urdi: vuoi la
ChiharuSai, eh? Beh, ma non sai ancora se lui è libero! XD E
comunque... mai dire mai, quando si tratta della sottoscritta. Certo, a
questo punto diciannove anni di differenza sembrano tanti, ma quando
lui ne avrà sessanta saranno molti meno! XD (per carità,
non prendermi sul serio in questi frangenti!) Niente casa Uchiha per
ora! E quando apparirà, sarà in frangenti molto poco
seri, tranquilla! Sasuke ha un lavoro con i controfiocchi, ovviamente,
ed è diventato... uhm... un ometto divertente, sì
sì. Cioè, per me! XD
fenice87: non parlarmi
di SasuNaru, che fino alla settimana scorsa ero partita in trip con lo
yaoi! Poi per fortuna mi sono redenta e tutto è tornato alla
normalità. U_U Ebbene sì, Naruto è padre! Di due
figlie e mezzo, per ora! XD
yayachan: Sasuke
versione insegnante lo vedo eccome. "Non siete in grado di far fuori
uno squadrone ninja e avete già otto anni? Che pena. Datevi
all'ippica". E fu così che la forza militare di Konoha si
estinse bruscamente quando i bambini furono tutti ricoverati in analisi
per trauma infantile. Fine di Naruto. Oh, lo sfondo è tuo
appannaggio. Scegli tu se lo vuoi fare o meno, dipende dal disegno e da
come ti esce! Se è una scena di "vita vera", fallo, se è
calata fuori da ogni contesto, non farlo! ^^ Come preferisci (e non ti
azzardare a ripropormi la domanda!)
slice: in effetti non
tutti rispondono alle recensioni, ma io pazza masochista ho deciso di
bruciarmi il tempo libero facendolo! Non ti dico quanto ci metto ogni
volta, però mi fa piacere avere un dialogo con i lettori! ^^ La
tua fanfic spero di poterla leggere a breve, perché al momento
mi trovo un po' in panne con lo studio... @_@ Ma tu ricordamelo ogni
tanto, se dovessi dimenticarmene!
SuperEllen: come
già detto in questo capitolo, Sai si diverte con Haru. Ora,
spieghiamo wuest'affermazione: da un punto di vista psicologico, la
piccola Nara è un soggetto interessante. Orgogliosa e ambiziosa
ma pigra, vuole mostrarsi adulta ma sa di essere una bambina, vuole
l'indipendenza ma non vuole faticare per averla... Sai passa
metà della serie a capire come funzionano le persone e i
rapporti sociali, quindi immagino che trovarsi davanti a una ragazzina
come lei, che per di più gli sbava dietro, sia interessante per
lui. Ma mettiamo le mani avanti: il "gran Sai", colui che si è
ripassato tre quarti di Konoha in gioventù, non può
essere fisicamente attratto da una tredicenne scorbutica. I suoi motivi
di interesse sono altri. E quindi, se sembra incoraggiare la cotta di
Chiharu, è solo perché, da bravo insensibile bastardo
qual è, la trova interessante. Certo, tutto questo lo so io che
sono l'autrice e ora tu. I personaggi all'interno non possono che
strabuzzare gli occhi davanti al comportamento di Sai! XD Kakashi si
comporta in un certo modo con Naruto perché ha i suoi motivi.
Può sembrare scorbutico, è vero, ma in fondo è
stato il suo maestro e non lascia che lui si rovini da solo, senza fare
nulla per impedirlo. Con uno come Naruto, spesso, ci vogliono le
maniere forti! La missione di livello B, ovviamente, non è stata
proprio tutta rose e fiori. Certo, i mocciosi hanno avuto fortuna, ma
Chiharu non tanto, a conti fatti! A proposito, da quel che ho capito
nel manga le missioni di livello B sono di solito assegnante a chunin e
jonin. E' per questo che ho ritenuto "sufficiente" tirar fuori dalla
manica tre chunin questa volta. Missione B, dopo che siamo stati
abituati a Sasuke, Orociok e Kyuubi, significa mezza cavolata! XD
Jin... uhm... sai che non mi ricordo quando ricompare? XD Oh, beh,
comunque non troppo tardi! ^^
arwen5786: proprio
perché Tenten è una che sa quello che vuole, sono
orgogliosa del fatto che abbia scelto Lee e non Neji! Tutti avrebbero
preferito il bello e impossibile, ma lei no. Lei ha preso quello
problematico, e nonostante ciò è riuscita ad essere
felice! Che donna! XD Oh, non vedo l'ora di leggere i commenti di tutte
voi amanti di Chiharu quando succederà "quella certa cosa"... Io
immagazzino ogni vostra frase e attendo, ridacchiando. Poi si
vedrà... anche se tu, in effetti, potresti non mutare opinione!
XD (non scervellarti a capire a cosa alludo, non ne verresti a capo
comunque) ARGH! Come osi snobbare Kankuro?! Beh, da un lato sono
contenta, così me lo prendo io, ma dall'altro... tsk. Non
capisci niente! Per quanto riguarda Gaara, sappi che Matsuri non
è contemplata in questa fanfic. U_U Non esiste proprio. E su
queste dolci (?) note, ti saluto con un bacione! E finalmente spero di
riuscire ad avere abbastanza tempo per leggere e commentare la tua fic,
visto che sono due giorni che cerco invano di avere un'ora di internet
libera!
sammy1987: il problema
di Naruto non è la paternità, ma è qualcosa che
è legato ad essa. Oh, non temere. Nel giro di due capitoli ti
sarà tutto chiaro, ma per ora siediti e aspetta con pazienza! ^^
rina: oh, che bello
leggere di qualcuno che ha capito l'andazzo di Sai! Tante recensioni mi
parlano di pedofilia e ambiguità, per fortuna c'è chi sa
già come andranno le cose e tira fuori la noia! Sono contenta
che parte dei lettori non conosca la storia! XD
Yume_Tsuki: mah, mica
l'ho capito! Non so perché la gente si vergogni ad ammettere
l'affetto, ma personalmente trovo tenere le persone che lo fanno!
...Per i primi cinque minuti. Poi mi arrabbio! XD Sarà che io
sono una persona che dice in faccia l'affetto e nasconde l'odio sotto
il cuscino! XD
dark_angel90: beh, i
marmocchi del biondino li hai visti! LE marmocchiE, per ora! XD Ma
chissà cosa alberga sotto il pancione di Hinata?
DuniettaS: "casco dal
pero e mi ci riarrampico"! XD E'... E' bellissima! Ti prego, concedimi
di riutilizzarla un giorno l'altro, perchè è splendida!
Le figlie di Naruto al momento non hanno nessun problema, te lo
garantisco. Però c'è qualcosa, nell'ambito "famiglia",
che ha finito per appesantire il nostro volpino. Tra due capitoli
saprai cos'è! ^^
Maobh: Naruto è
apprensivo eccome nei confronti della famiglia! Ma il motivo della sua
stranezza non è questo! ^^ E il "ritardo nel procreare" di
Kakashi ha una sua fondatissima spiegazione. Mi fa piacere che tu
l'abbia notato, perché è un argomento destinato a
ritornare! Casa Uchiha arredata di rosa? Ce lo vedi Sasuke che si
stende sotto un copriletto rosa? Come minimo vomita! XD Gli arredi sono
tutti di classe, tranquilla. In fondo Sasuke è ricco sfondato,
può permettersi questo ed altro!
Ino_Chan: grazie per i
complimenti, ma per ora mi va bene stare dove sto! XD E finalmente hai
visto la famiglia di Naruto! Pensi ancora che siano carini? XD (io
già potrei rischiare di trovarli insopportabili! XD)
Kaho_chan: ufficialmente
Naruto è un cretino. E Chiharu è ambiziosa, lei vuole che
quelli con un certo stile! Vuole quelli simili al papy, per intenderci!
XD Ino tornerà, tranquilla, e con una, anzi due sorprese. Devi
solo pazientare un poco! (ah, escludi subito che torni al fianco di
Gaara. Non ho mai sentito pairiing più crack del GaaIno! Sembra
una parolaccia!) Oh, che bello vedere che qualcuno si ricorda della
segretara di Danzo! Ma dovresti anche ricordare che suo figlio ha
l'età di Chiharu, più o meno. Mentre Jin ha soltanto
sette anni. Per la cronaca, il figlio di Reira è Baka Akeru! XD
... Ok. Sono disgustata dal nome dato alle sopracciglia di Rock Lee.
ò_ò Ho avuto un flash terribile di Tenten che le pettina
amorevolmente, e, ti giuro, non è stato affatto piacevole. Poi
ho avuto anche un altro flash: Kotaro vestito con il mantello di Alba
di fronte a una Mei piena di istinti vendicatori, in pieno Uchiha
style, e lì sì che sono scoppiata a ridere. No,
cioè, te lo immagini lui con lo sguardo truce sotto le
sopracciglia sferzate dal vento? Brr... Le scenette-pucci tra Hitoshi e
Sakura ci saranno eccome. Scherzi? Non potevo mica lasciarmi scappare
l'opportunità! Ora hai capito perché Naruto non
può stare di più con gli allievi e meno con la moglie?
Cioè, da una parte ci sono due adorabili (?) bimbe e Hinata
incinta, dall'altra tre marmocchi pestiferi che rompono i santissimi.
E' ovvio che lui abbia qualche dubbio! (perchè i marmocchi sono
molto divertenti in fondo! XD) e poi lo aveva detto subito a Kakashi
che non aveva tempo. Ora, che l'Hokage si accontenti. Oh, ahimè
sì, con la guerra ci sarà la piega più seria e
difficile. Sembra impossibile evitare di sconfinare nell'angst, al
giorno d'oggi, e io non sono immune dal morbo della depressione
cronica! Per fortuna con i mocciosi si ride comunque! U_U
Killkenny: ooh, abbiamo
un sensitivo tra noi! XD Come no! Comunque, mi piacciono i suggerimenti
(in)volontari, sai? Mi stimolano a incastrare nuovi dettagli in cose
già scritte! XD Ed è un ottimo esercizio davvero! Rende
molto più malleabili!
Kiaretta_chan_94: ovviamente
la missione di livello B è stata passata per pura fortuna!
E infatti le sue conseguenze si faranno sentire da qui alla fine della
fic! Comunque i documenti non erano poi importantissimi, fidati. Se
così fosse stato, la missione sarebbe stata di livello A! Sai
invece non ha una cotta pe Haru, tranquilla. Vuole studiarla, ecco. La
trova un soggetto interessante, nulla di più. Eh, ti sei beccata
un minuscolo spaccato di vita degli Uzumaki! Ma questa non è la
vera situazione, per cui ne vedrai ancora!
Sky_Shindou: ESATTAMENTE
per quello. XD Naruto ce l'ha con Kakashi per la faccenda dell'Hokage.
E poi, beh, è anche nervoso e cupo per i fatti suoi. Non a caso,
quando l'atmosfera si alleggerirà, anche il suo rapporto con
l'ex maestro muterà leggermente! Oh, Sasuke padre... ehm, ehm.
"Carino" non è il termine che userei io! XD Ma va bene
così! Con Chiharu nei paraggi NESSUNO può stare
tranquillo. Quella ragazzina è terribile, anche per me che in
teoria dovrei sapere quel che pensa. ç_ç Uh, notte in
bianco? Beh, spero almeno che tu ti sia divertita! XD
maninja87: dopo le 200
missioni idiote che gli han fatto fare prima del livello B, mi auguro
che i mocciosi abbiano imparato che il merito non va a chi prende il
rotolo, ma all'intero gruppo! Per questo l'ultima missione è
andata così liscia! Per quanto riguarda i genitori, ti dico che
finora mi sono guardata attorno e ho scoperto che nel 90% dei casi i
figli educano la prole come sono stati educati loro. E dunque aspettati
un Sasuke involontariamente simile a Fugaku. Per quanto riguarda
Sakura, invece, non la vedo apprensiva. D'altronde ha... ehm... molti
figli, e se fosse pesante con tutti sarebbe la fine! Senza contare che
Sasuke le ha attaccato un po' di "sano (?) orgoglio Uchiha", e dunque
se può vantarsi dei suoi pulcini lo fa volentieri, senza
scendere nel melenso. Certo, dentro le pareti domestiche è tutta
un'altra faccenda...
lilithkyubi: e infatti
Naruto non è così cupo solo per la paternità! ^^
Ma scoprirai tutte le sue ragioni entro due capitoli!
queen of night: vorrei
farti un discorso lungo e dettagliato su Sai, ma mi sono accorta di
aver scritto il migliore possibile nella risposta a SuperEllen, che
trovi più su; quindi ti esorto a leggere là la
"verità" su Sai! XD Le mamme dei mocciosi stanno a casa, invece,
ad eccezione di Tenten che ogni tanto si diletta di qualche missione.
Nello specifico, sakura bazzica l'ospedale in pianta stabile, e Hinata
fa la nobildonna. U_U La "missione fin troppo facile", invece,
avrà strascichi pesantissimi. Diciamo pure che da qui alla fine
della fic tutto ciò che accadrà è determinato dal
recupero di quel rotolo! XD
lale16: detto in due parole: i
mocciosi hanno avuto una fortuna sfacciata con la missione di
livello B. (sì, beh, più o meno, per quel che riguarda
Chiharu) E poi il mio tenero cuoricino continua a ripetermi che hanno
tredici anni! E chi sono io per mandarli subito contro ninja brutti e
cattivi? (aspetta il capitolo 25 e ne riparliamo) Sai non è un
pedofilo, sigh! Come faccio a spiegarvelo? Lui non è esattamente
afferratissimo con i rapporti sociali, sta attorno a Haru perché
la considera un soggetto interessante, e stop! Ma va beh, forse in
futuro sarà più chiaro. Spero. XD
Elisir86: capisco che tutti voi
vediate bene Chiharu e Hitoshi, ma vi garantisco che non durerebbero
più di due giorni! XD Il rapporto tra Temari e Chiharu
verrà ampiamente sviluppato più avanti, tranquilla! Mica
ti aspetterai che io dica tutto già dal primo capitolo? Ehi,
guarda che se anche recensisci due secondi prima del nuovo capitolo io
sono felice lo stesso! XD L'unico inconveniente è che ti
risponderò nel capitolo successivo! ^^
Aya
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Capitolo 7 *** Sharingan ipnotico (prima parte) ***
Naruto2-7
Sharingan ipnotico
(prima parte)
- Sette -
Hitoshi aveva sempre stimato le persone
forti. Per principio, innanzi tutto, e poi perché in genere
erano persone che ammirava già di per sé.
Suo padre era in cima alla lista delle
persone che più adorava, naturalmente. Sasuke Uchiha, il
principe del tragico clan sterminato, l’unico superstite che aveva
saputo sollevare la testa e ricominciare da capo. Una leggenda
vivente. Un mito.
Subito sotto veniva Itachi Uchiha, lo
zio che non aveva mai conosciuto e di cui non conosceva i dettagli
della morte – e forse per lui era una fortuna. Nei suoi confronti
nutriva strane e contrastanti emozioni: sebbene da un lato lo odiasse
per riflesso ai sentimenti paterni, dall’altro sapeva che era stato
un ninja davvero incredibile, più leggendario ancora di suo
padre. E lui per principio stimava le persone forti.
Appena più in basso dei fratelli
Uchiha c’era sua madre, della quale aveva sentito gesta
mirabolanti, nonostante dopo la sua nascita avesse smesso di andare
in missione. Secondo chi l’aveva conosciuta da giovane aveva una
forza spropositata, grande intelligenza e abilità nel
controllo del chakra, qualità che la ponevano addirittura un
gradino più su del quinto Hokage, la leggendaria ninja
Tsunade.
Al di sotto di quel livello tutti gli
altri erano una massa informe di ‘persone poco interessanti’. Sì,
sapeva che qualcuno era davvero forte, e qualcun altro lo ammirava
pure, ma nessuno poteva reggere il confronto con le prime posizioni
della sua lista.
Finché quel pensiero
all’improvviso si era incrinato.
Quasi senza che lui se ne rendesse
conto, al quarto posto aveva iniziato a delinearsi una figura
nebulosa, una sagoma dai tratti indistinti che lo infastidiva
parecchio: un ninja dalla scompigliata zazzera bionda.
Il che era assurdo, se ci pensava bene.
Perché lui sapeva con assoluta certezza che Naruto Uzumaki era
un buono a nulla, l’ultimo tra i jonin di Konoha. Doveva
essere così, anni e anni di prese in giro infantili gli si
erano radicate nell’animo come incise a fuoco, e rifiutava di
estirparle di fronte ai fatti.
Ma i fatti si stavano lentamente
facendo strada nel suo inconscio, silenziosi e infidi. Erano frasi
casuali dette nel primo mese di allenamento, durante le prime
missioni; erano mosse strane e repentine che gli vedeva a malapena
fare, di tanto in tanto; erano tutte le volte che sghignazzando si
faceva offrire il pranzo perché lui, Kotaro e Chiharu avevano
perso qualche scommessa, inflessibile ma mai troppo duro. Era
l’ammirazione che piano piano nasceva e cresceva, mettendo radici.
Ma naturalmente lui non lo avrebbe mai
ammesso, neppure con se stesso. Gli Uchiha non ammettono mai i propri
errori di valutazione, anzi non ammettono i propri errori in
generale.
Per questo quel giorno Hitoshi
aspettava impaziente sotto l’orologio dell’Ufficio per lo
smistamento delle missioni, con le braccia incrociate e il mento
orgogliosamente alzato e fiero. Aspettava come si conviene a un degno
shinobi in attesa del suo rispettabile e rispettato maestro, non come
un ragazzino annoiato dai ritardi ingiustificabili di un jonin dalle
dubbie capacità.
«Sai sarà un maestro cento
volte migliore di Naruto» affermò convinto. «Lui è
un vero jonin, uno in gamba»
«Mh, ah sì?» mormorò
Kotaro afflitto, disegnando cerchi nella polvere con la punta di un
piede. «Sarà, ma a me sembra tanto freddo e distaccato…»
«E’ così che deve essere
un ninja» affermò il piccolo Uchiha convinto. «Non
hai studiato all’Accademia? ‘Un ninja deve sempre celare le
proprie emozioni di fronte al nemico’»
«Sì, ma noi non siamo il
nemico»
Una logica inoppugnabile. Tanto che
Hitoshi restò per un attimo spiazzato.
«Comunque è sicuramente
meglio di Naruto» insistette dopo un po’, piccato.
Kotaro non rispose nemmeno.
A breve distanza da loro, Chiharu
fissava l’aria davanti a sé come se avesse voluto
incenerirla con il solo sguardo.
Sai.
Sai.
Il loro nuovo maestro.
Significava che lo avrebbe visto ben
più di dieci minuti al giorno, per tutti i giorni a venire,
chissà fino a quando. Solo a pensarci le veniva la nausea.
Aveva una cotta per Sai, certo; come
ogni brava adolescente all’inizio dei suoi anni d’oro. Lui era
l’uomo adulto e affascinante, lei la ragazzina che ci cascava come
una pera. Ma il fatto che avesse solo tredici anni non implicava
certo che non capisse l’assurdità dei suoi sentimenti.
Aveva un gran cervello, lo dicevano
tutti, e per questo sapeva che la sua era solo un’infatuazione
infantile. Ma sapeva anche che, conscia della situazione, stare
vicina a Sai per tutto quel tempo sarebbe stata una tortura.
Aveva pensato per un attimo all’idea
di restarsene a casa, ma non avrebbe potuto farlo per sempre, e prima
lo affrontava meglio era. In poche parole: o si faceva le ossa lì,
o non se le sarebbe fatte mai più.
«Eccolo, sta arrivando»
disse Hitoshi per primo, accennando con il capo al fondo della via.
Chiharu alzò la testa di scatto,
senza pensarci, e vedendo davvero Sai camminare nella loro direzione
distolse immediatamente lo sguardo, fingendosi molto interessata a un
cartello appeso a un palo della luce.
«Oh» sospirò Kotaro.
«E’ in orario»
«Salve» salutò lui
raggiungendoli con calma e rivolgendo a tutti il solito sorriso
compassato. «Sono in ritardo?»
«No» rispose mogio il
piccolo Lee.
Sai gli lanciò un’occhiata
perplessa, ma Hitoshi gli disse di ignorarlo.
«Allora? Entriamo?» chiese
poi l’Uchiha cercando di darsi un tono.
«Cos’è tutta questa
fretta?» ribatté il jonin distrattamente. «Ho
saputo che l’altro giorno avete completato una missione di livello
B in territorio nemico: qualunque livello C non dovrebbe prendervi
più di poche ore, ormai»
«Sì, però…»
fece il piccolo Uchiha interdetto. Ma Sai già lo ignorava.
Con passo silenzioso andò a
posizionarsi dietro Chiharu, e studiò tutto attento il
cartello che la prendeva tanto. Inutile dire che lei era consapevole
della sua presenza come e forse più di quanto lo fosse di
avere due mani e due piedi.
«Uhm» fece il jonin
rischiando di farla trasalire. «‘I rifiuti organici verranno
raccolti il venerdì’» lesse a voce alta.
Haru inorridì: stava fissando da
più di cinque minuti un orribile cartello per la raccolta dei
rifiuti. Un cartello per la raccolta dei rifiuti!
Non sapeva se sentirsi soltanto stupida
o sconfinare nel disprezzo per sé stessa.
«‘La carta verrà
raccolta il mercoledì, il vetro il sabato’» continuò
Sai imperturbabile, mentre Kotaro e Hitoshi lo fissavano senza capire
un’acca di quanto stava succedendo.
«Ho finito di leggerlo»
sibilò Chiharu velenosa, interrompendolo.
«Ah. Davvero?» fece lui con
voce flautata. «Eppure mi sembravi così intenta»
Un muscolo si contrasse sulla guancia
di lei.
«Non avevamo una missione da
iniziare?» ricordò, tesa come una corda di violino, e
lui rise a bassa voce.
«Ma certo»
Bastardo. Lui lo sapeva. Sapeva
benissimo della sua cotta, e ci si divertiva come un matto.
Bastardo.
Hinata era seduta su un cuscino
foderato di seta, negli appartamenti di sua sorella Hanabi.
A disagio, non riusciva a stare ferma
in un’unica posizione. Raramente si aggirava in quegli ambienti, e
ancor più raramente parlava con chi li abitava; non erano mai
state in buoni rapporti lei e la sorella.
Hinagiku, la sua primogenita, sbuffava
rumorosamente aggirandosi per la stanza come un’anima in pena,
mentre la sorellina minore, Hanako, stava seduta composta accanto
alla mamma, nonostante i suoi tre anni scarsi. Erano sole.
«Mamma, perché dobbiamo
restare qui?» chiese la più piccola dopo lunghi e penosi
minuti di silenzio, con gli occhi tristi e annoiati.
Hinata le accarezzò leggermente
la testa, cercando di sorridere in modo naturale. «Non sarà
per molto, tranquilla. Tra poco potremo tornare dove stiamo di
solito»
«Sì, ma perché
siamo qui?» insisté la bambina.
Lei sospirò, senza rispondere.
Cercò di sistemarsi meglio sul cuscino – la schiena era un
tormento da quando il bambino nella sua pancia aveva superato il
chilo e mezzo – e poi strinse le mani in grembo, incapace di
cancellare la preoccupazione.
Neanche pochi minuti prima Shikamaru
aveva chiesto di vederla.
“Scusa la visita improvvisa e il
disturbo” aveva detto. “Ma devo chiedere a te e alle bambine di
spostarvi in un’altra ala della residenza”
“Perché?” aveva domandato
lei, vagamente in ansia. “E’ successo qualcosa?”
“No” le aveva risposto lui con un
sorriso rassicurante. “Ma forse potrebbe succedere nei prossimi
minuti, e non vorrei che qualcuno si facesse male”
“Cosa hai intenzione di fare?”
Shikamaru le aveva lanciato uno sguardo
pacato, eppure in un certo senso minaccioso.
“Ho intenzione di riportare Naruto
tra di noi. E la cosa potrebbe rivelarsi un tantino burrascosa”
aveva detto.
Hinata non aveva chiesto altre
spiegazioni.
In effetti suo marito si era spento,
negli ultimi tempi; anzi no, negli ultimi anni. Negli ultimi sei
anni. Lentamente, dapprima in maniera impercettibile, aveva perso
parte del suo brio, fino a trasformarsi nell’ombra di ciò
che era stato.
E lei ne aveva intuito il motivo.
Scoprendo con disperazione di esserne
la causa.
Naruto giaceva supino, a occhi chiusi,
la testa appoggiata a un cuscino. Dormiva. Perché dormendo
poteva allontanarsi per un attimo dalla realtà che in quel
momento non amava per niente.
A destarlo furono dei passi nella
stanza, vicini. Si fermarono accanto a lui, e lo costrinsero a
sollevare le palpebre e alzare lo sguardo.
«Shikamaru» disse
corrugando la fronte.
Chiharu; doveva essere lì per
lei. E il suo sguardo non era per niente allegro.
«Quando te li abbiamo affidati
eravamo convinti che sarebbero sempre tornati a casa» gli disse
il capoclan dei Nara, con occhi accusatori. «E ora non solo mia
figlia si ritrova avvelenata, ma tu pianti tutto a metà»
«Senti» borbottò
Naruto alzandosi a sedere. «Non è così semplice»
«A no?» disse la voce di
Sasuke, alle sue spalle. «A me sembra addirittura banale: ti
sei arreso»
«Proprio tu vieni a farmi una
predica sulla debolezza?» replicò aspro il jonin,
alzandosi in piedi per guardarlo negli occhi. «Devo ricordarti
cosa hai fatto a dodici anni?»
«Ma lui ha sempre parlato chiaro»
Sakura lo colse di sorpresa, dietro di lui. «Lui ha sempre
detto che avrebbe fatto qualunque cosa per vendicarsi di Itachi. Tu
invece? ‘Io non mi arrenderò, questo è il mio
credo ninja!’ Non facevi che ripeterlo ai quattro venti»
«Ed è ancora così!»
urlò Naruto. «Ma che diavolo sta succedendo?»
Perché lo accerchiavano in quel
modo? Perché lo fissavano con quegli sguardi accusatori, con
quegli occhi cattivi? Era così imperdonabile, per una volta,
essere deboli?
«Ci hai deluso» dissero
insieme.
E poi, con le mani improvvisamente
armate, si avventarono su di lui.
«Naruto»
Aprì gli occhi di scatto,
alzandosi a sedere, e scoprì di avere il fiatone e il cuore a
mille.
Shikamaru lo fissò inarcando un
sopracciglio, fermo sulla soglia della stanza, con un piede ancora
fuori.
«Scusa, stavi dormendo?»
chiese entrando del tutto.
Naruto, ansante, lo fissò ad
occhi sbarrati.
“Un sogno” realizzò, e si
passò una mano tra i capelli umidi di sudore.
«No… era solo…» cercò
di dire, ma si arrese subito. «Vieni, entra pure. Cosa c’è?»
sintetizzò, quasi brusco.
Dopo ciò che aveva appena visto
nel suo mondo onirico, per qualche ragione non poteva fare a meno di
essere guardingo. Studiò il jonin mentre si avvicinava, con le
mani in tasca e l’aria più inoffensiva del mondo.
«Ho saputo che hai dato le
dimissioni» disse Shikamaru in tono leggero.
Naruto non rispose subito. Che brutta
sensazione: le cose sembravano andare nella direzione presa dal suo
sogno.
Aveva un pessimo presentimento.
«Già» disse piano,
distogliendo lo sguardo.
«Non pensavo che Kakashi le
avrebbe accettate»
Naruto si strinse nelle spalle, senza
ribattere. Shikamaru lo guardò per un istante.
«Ti va di prendere una boccata
d’aria?» chiese a sorpresa.
Naruto alzò lo sguardo con le
sopracciglia inarcate. Questa proprio non se l’aspettava.
«Sì» si trovò
a rispondere quasi sollevato, alzandosi in piedi. «Forse mi
farebbe bene»
Shikamaru gli sorrise. Poi, quando lui
gli ebbe dato le spalle, sul suo viso comparve un’espressione ben
diversa: la stessa pacata eppure minacciosa che aveva mostrato a
Hinata.
«Credo che il problema sia lo
stress» disse Naruto con un sorriso forzato, uscendo in
giardino. «Tutta la faccenda dell’insegnamento, il fatto che
fossero i vostri figli… E’ stato piuttosto pesante»
Si interruppe di colpo, sul portico che
dava verso il giardino; a pochi metri da lui, appoggiato a una
colonna, c’era Sasuke. In posa come un dannato dio greco, con quel
suo modo di fare che non si sapeva fino a che punto fosse
inconsapevole, teneva gli occhi chiusi e le braccia conserte.
Naruto si voltò lentamente verso
Shikamaru, mentre il suo cuore accelerava i battiti.
«Cosa sta succedendo?»
chiese, all’improvviso inquieto.
«Tu hai un problema» disse
Shikamaru senza scomporsi né muoversi. «E noi siamo qui
per cercare di risolverlo»
Una goccia di sudore freddo scese lenta
lungo la tempia di Naruto.
Un problema? Ma di che stavano
parlando? Della sua debolezza? E che diavolo voleva dire che erano lì
per risolverlo?
Deglutì, e spostò lo
sguardo su Sasuke; non era più appoggiato alla colonna, ma gli
stava fermo davanti.
All’improvviso i ricordi del sogno
tornarono alla sua mente, ancora caldi e vividi, e una paura del
tutto irrazionale gli invase le vene.
Scattò di lato, cercando di
svignarsela lungo il portico, e schivò per un istante la
tecnica del controllo dell’ombra di Shikamaru. Sasuke lo seguì
in parallelo e gli bloccò la ritirata, costringendolo a una
brusca fermata.
I sogni sono la proiezione del
nostro inconscio.
Si voltò di scatto, cercò
una via di scampo nel giardino e saltò giù dal portico.
Normalmente sarebbe riuscito a liberarsi di tutti e due senza alcun
problema, ma il terrore gli annebbiava la vista e gli intorpidiva i
muscoli; e la cosa peggiore, era che sapeva che Sasuke e
Shikamaru non gli avrebbero fatto del male come era accaduto nel
sogno.
Gli incubi non sono altro che le
nostre paure più nascoste.
Cercò di raggiungere il piccolo
laghetto, beffardamente tranquillo e in contrasto con il subbuglio
interiore che provava, ma un’ombra gli tagliò la strada, e
riuscì a malapena a non andare a sbattere contro Rock Lee.
E i rimproveri che ci vengono
rivolti nel sogno, non sono altro che le nostre più grandi
debolezze, che possiamo riconoscere soltanto in quella dimensione.
Girò su se stesso e si trovò
Shikamaru davanti e Sasuke di lato, allora alzò lo sguardo
verso il tetto. Stava per spiccare il salto, quando una vampata di
calore intenso lo investì alle spalle. Con orrore, vide la
palla di fuoco suprema di Sasuke sbiadire nell’aria subito dietro
di lui, poi la sua testa girò di scatto verso Shikamaru, e gli
occhi si piantarono nei suoi.
«Grazie Sasuke» disse il Nara, senza un sorriso.
Con il fuoco l’ombra di Naruto si era
prolungata fino ai suoi piedi. Ed era stata presa in trappola.
E se nel sogno i rimproveri ci
sopraffanno, allora anche nella realtà abbiamo perso.
«Che diavolo…» riuscì
a dire Naruto, a fatica.
Shikamaru si ritrovò la
mandibola quasi slogata.
«Resiste alla tecnica, non
riuscirò a tenerlo a lungo!» esclamò.
«Ho capito» disse soltanto
Sasuke, e in un attimo fu accanto al Nara. Socchiuse le palpebre.
«Con te ci vuole una terapia d’urto» mormorò.
«Un’iniezione di fiducia»
Il cuore di Naruto batteva forsennato
nel petto, smaniando per liberare il corpo dalla tecnica che lo
bloccava. In fondo allo stomaco, si agitò una presenza nota…
ma lui rifiutò di accoglierla.
Non con loro.
Non con loro!
«Ci dispiace, Naruto» Rock
Lee si affiancò a Sasuke e Shikamaru, con espressione
contrita. «Ma questo è l’unico modo che abbiamo
trovato»
Naruto sentì i propri occhi
spostarsi contro la sua volontà, puntarsi in quelli di Sasuke;
e quando incontrò il loro cremisi intenso rigato di nero,
cercò disperatamente di richiuderli… ma non ne fu in grado.
E subì lo sharingan ipnotico in
tutta la sua intensità.
«Mamma, dov’è papà?»
chiese Hinagiku, stufa marcia di stare chiusa in una stanza. E dire
che erano lì neanche da un’ora.
«E’ con degli amici»
rispose Hinata, sospirando di fronte all’ennesima domanda della sua
primogenita.
«Ma torna?» domandò
ancora la bambina.
Hinata non rispose subito.
«Certo che torna» mormorò
poi.
“La cosa potrebbe rivelarsi un
tantino burrascosa”, aveva detto Shikamaru.
Ma lui era amico di Naruto. Non gli
avrebbe mai fatto del male, nemmeno per sbaglio.
Vero?
Nel prossimo capitolo...
L’ufficio dell’Hokage occupato da
Tsunade non era molto diverso da quello occupato da Kakashi: in
entrambi la scrivania di mogano era sommersa di documenti polverosi,
e in entrambi c’era un ninja che prendeva sul serio il suo mestiere
soltanto fino a un certo punto.
In quel momento la quinta Hokage,
leggendario ninja supremo, medico dalle tecniche incredibili, donna
dalla forza portentosa e dal cervello geniale, aveva la testa
appoggiata al piano di lavoro e un filo di bava che colava dalla
bocca. Russava leggermente.
* * *
Spazio autore
Ed ecco a voi l'entrata in scena di Sasuke.
Da qui in poi la vecchia guardia avrà molto più spazio!
Ma cosa pensa di fare il caro (?) vecchio (?) Uchiha?
Lo scoprirete soltanto nella seconda parte del capitolo!
(so che molti di voi non lo sopportano, ma preparatevi a carrettate di NaruHina, ahimé!)
(e non sognatevi di evitarle, perché se non leggete riga per riga non capite le ragioni di Naruto!)
E poi, finalmente, saprete che ne è stato di Tsunade.
Uh, sì.
In realtà esiste un disegno dei mocciosi.
Non che ne vada propriamente fiera, ma eccolo, è qui:
http://www.manga.it/fanart/view.php?c=41754
E non azzardatevi a chiedermi Jin o altri personaggi, che vi mangio!
endlesstars: è
presto detto. Il jutsu della dislocazione istantanea Naruto lo
userà se e solo se ne avrà davvero bisogno. In fondo
finora è stato molto più conveniente dividersi tra la
famiglia e i ragazzi, senza contare che non è stato coinvolto in
nessun tipo di combattimento. Insomma, in parole povere: se ne
riparlerà più avanti. E le proporzioni maschi-femmine
potrebbero essere nuovamente modificate dalla famiglia Uchiha...
sammy1987: gli
anni hanno cambiato tutti, anche Sasuke. E soprattutto la compagnia lo
ha cambiato, direi. Ma nulla di drastico, ciò che ci piace (?)
di lui è rimasto invariato! Forse. Baka Akeru è il
"famoso" figlio dell'ex segretaria di Danzo, tale Reira, e dell'ultimo
e sfigatissimo membro dell'Akatsuki che se l'è svignata alla
fine di Sinners. Per ora puoi anche ignorarlo, ma più avanti
tornerà a far sentire la sua presenza!
slice: se pensi che il vero
"problema" siano gli Uzumaki, ti sbagli di grosso! XD Aspetta di
incontrare gli Uchiha, e poi ne riparliamo!
rina: non credo che dovrai
aspettare molto per qualcosa, con me. Se escludiamo il momentaneo
blocco che mi ha colta, di solito sforno capitoli nuovi alla
velocità della luce! Quindi attendi con pazienza e prenditi
qualcosa da bere. XD
yayachan: ti sembra che Sasuke
sia un tipo paziente? Ovviamente se i suoi allievi non fossero
assolutamente geniali li demolirebbe con due parole! U_U Grand'uomo
quell'Uchiha, quando vuole.
lunapi71: certo che Naruto
tornerà come prima, è il mio trottolino amoroso! (non
chiederti cosa io abbia detto) E per i famosi metodi contraccettivi che
mi citate quasi tutti... beh, chi ti dice che non siano volutamente
dimenticati? In fondo i nostri ninja sono ricchi per ora! U_U
Talpina Pensierosa: e io ancora non so di che avvenimenti parli, ma me ne farò una ragione! XD
Beckill: so qualcosa dei
disguidi con le recensioni... Tanto che ho finito per salvarle tutte da
una parte prima di inviarle! XD Ma... Shino spaccia? °_° Questa
cosa mi sconvolge! Shino! Io pensavo fosse una persona così
integra...! Ma non avrei dovuto fidarmi di uno che si nasconde dietro
gli occhiali scuri! Beh, sono contenta che ti siano piaciute le figlie
di Naruto e Hinata! Le vedrai tornare sulla scena molto più di
quanto pensi! ^^
fedecr90: il titolo di peggior
ninja del villaggio della Foglia verrà spiegato alla fine, o
quasi! ^^ E Sasuke non ce l'ha con Naruto! Anzi, diciamo che i loro
rapporti sono anche migliori del solito ultimamente!
Elisir86: ok, tu vuoi che i
Nara restino senza eredi! Perchè è ciò che
succederà se Hitoshi e Haru si avvicineranno un po' di
più: un omicidio. XD E sia che lei sia la vittima, sia che sia
il carnefice, non potrebbe restare a Konoha! Di Kotaro, ho scoperto che
sapremo un po' di più tra un paio di capitoli! Nel frattempo
consolati con Hinata e le sue bimbe, che già qualcuno vorrebbe
vederle morte! XD (narusaku fan, ovviamente)
bambi88: oddio, non avevo mai
preso in considerazione che Temari viene da una famiglia come i Sabaku!
XD Ci credo che Haru è così pericolosa, per lei e per il
resto del mondo! E Ino, Ino, Ino... lei tornerà presto. Fin
troppo presto. Con sorprese *sconvolgenti* per il povero Sai! U_U
kimi: adori le famiglie
numerose? Bene, in questa fic sarai soddisfatta! Aspettati stuoli di
figli importuni! XD Comunque c'è un motivo per cui Sasuke ha
affidato consapevolmente suo figlio a Naruto, e lo scoprirai più
avanti! E anche lo stesso Naruto metterà la testa a posto. Oh,
se fossi in te non darei così per scontata la coppia
Hitoshi-Haru... uhuhuh...
kaho_chan: Hitoshi da
mordicchiare! XD Se ti sentisse ti farebbe a pezzi (arrossendo di
piacere, ma lo farebbe!). E resterai delusa se attendi un abbraccio:
pur di evitarlo si slogherebbe entrambe le spalle. Diciamo che era
coccoloso soltanto fino ai quattro anni! Poi il gene Uchiha ha lanciato
la sua esca... Oh, sai che non avevo pensato a "quel momento" per Haru?
XD In realtà non è nulla del genere, è proprio lei
che è così indisponente! Quindi immagina quando
arriverà davvero a quel punto! Ahah! Oh, che coppie interessanti
mi tiri fuori! XD Peccato che al momento Hitoshi e Mei non si
considerino nemmeno di striscio, e Akeru (anzi Baka) abbia in testa
solo Jin! (ehm, NON in quel senso) D'altronde hai ragione: i ragazzi
hanno solo tredici anni, i grandi amori di Sinners sono un po' troppo
per loro! Da quel punto di vista, consoliamoci con la vecchia guardia!
(tra parentesi, i figli di Naruto sono ancora un'incognita...
cioè, quello/a nella pancia di Hinata come uscirà?
Uhuh...)
kiaretta_chan_94: tranquilla,
non permetteranno a Naruto di gettare la spugna danto in fretta! Lee,
Shika e Sasuke si stanno già adoperando per riportarlo sulla
retta via! Per quanto riguarda le figlie di Naruto, in effetti la prima
è la mia preferita! E uguale al padre come carattere, ma ha la
marcia in più che ogni femmina possiede per dote naturale! XD
Ino_Chan: le dimissioni di
Naruto ormai sono una realtà, bisogna solo vedere di fargliele
ritirare! E Sasuke sa essere molto convincente...
arwen5786: abbandona le tue
ambizioni riguardo a Neji! Al massimo potresti essere il terzo incomodo
nella famosa NejiHina che ti ho promesso... sempre che tu abbia il
coraggio di frapporti tra loro! (sì, sono perfida a proporti
questa alternativa!) Hai frainteso riguardo a Chiharu. Io non voglio
fartela odiare, io voglio solo metterti in guardia. Un giorno capirai a
cosa mi riferisco, e allora comprenderai perchè ti dicevo:
"vacci piano con l'affetto per lei"... E Baka... oh, Baka! Aspirante
Gary Stu, incapace cronico, eterno secondo. Ci credo che è un
frustrato incazzoso! Se poi aggiungiamo che vorrebbe superare il meno
superabile, cioè Jin, abbiamo come risultato un poveraccio da
compatire! Io lo trovo adorabilmente umano! (diciamocelo: ricorda un
po' me! XD) Uhm, per Gaara... attendi tre capitoli, sì. E poi
vedrai da sola che ne è stato di lui! ^^
Charlie_2702: pensavo che la
persona con le recensioni più lunghe sulla faccia di efp fossi
io. Ebbene, forse mi sbagliavo. Non ho contato le parole, ma credo che
tu possa insidiare il mio primato! XD Ma rispondiamo con attenzione! Il
problema di casa Nara sarà ampiamente trattato lungo il corso
della storia. Saprai esattamente cosa succede tra quelle quattro
pareti, e vedrai i rapporti evolversi e cambiare con il tempo. Ora che
ci penso, l'ago dell'attenzione pende fin troppo su Chiharu in questa
storia, quindi ne sentirai parlare un bel po'! La questione dei
"ripensamenti" sull'essere ninja è un'altra questione che
tornerà con il tempo, fossi in te non la scorderei tanto in
fretta. E anche Baka, finirà davvero per essere coinvolto in un
incontro poco piacevole con Chiharu! XD Che Sakura somigli a Bulma mi
giunge nuovo! Certo, con tutte le volte che ho visto Dragon Ball potrei
aver involontariamente assimilato certe caratteristiche, e visto che
sia Bulma che Sakura mi stanno antipatiche... ma non perdiamoci in
chiacchiere. Lei e Sasuke non hanno mai saputo che Naruto era presente
il giorno del tradimento. Non avrebbe avuto senso dirglielo dopo che le
cose in qualche modo si erano sistemate, avrebbe soltanto fatto
più male a tutti, e nessuno voleva ferire qualcun altro. Quindi
naruto se ne è rimasto zitto e ha tenuto il segreto. Oh, Sakura
ha tante cose da fare... e può darsi che i problemi tra Hitoshi
e Naruto si avviino verso una soluzione anche da soli, prima che lei
debba metterci becco. Riguardi ai figli, Naruto non ha aspettato
praticamente neanche un secondo dopo il matrimonio per iniziare a
riempire le stanze di casa (e nel prossimo capitolo conoscerai i
dettagli della faccenda! XD), mentre - e questa è una cosa che
onestamente non ho detto - Hitoshi in raltà ha un anno in meno
degli altri. Forse un giorno farò qualcosa come delle mini
schede a fine capitolo con le informazioni anagrafiche essenziali, ma
deve venirmi una gran voglia per farlo! XD Che Hitoshi poi è
anche più tenero del previsto, visto che mi è uscito
più simile al Sasuke pre-massacro che a quello Narutiano. Le
Kunoichi sono una faccenda a parte. Diciamo che se Kakashi ha bisogno
loro ci sono, ma tendenzialmente si occupano della famiglia. E comunque
sulla lunga distanza rimpolpano un bel po' le file dei ninja di Konoha!
XD Per la faccenda del Peggior ecc, non crucciarti. Tutto a suo tempo!
U_U Uah! Ma davvero ti leggi ogni volta recensioni e commenti?
°_° Ma sei pazza? XD Lo faccio giusto io perchè sono
l'autrice, ma non mi sognerei mai di infliggere una simile fatica a un
lettore! Smettila subito! XD
dark_angel90: fai un respiro
profondo e rilassati! Le dimissioni di Naruto non devono impensierirti,
in fondo la fic non durerebbe 36 capitoli se lui fosse cupo e triste!
Non lo reggerei! XD Voglio descriverlo com'è quando fa
genuinamente il papà, e voglio vederlo davvero felice! Quindi
tranquilla, le cose torneranno presto alla normalità!
DuniettaS: comprendo
perfettamente i tuoi sentimenti riguardo a Sasuke, perché sono
anche i miei. Insomma, da solo potrebbe anche morire, ma quando rende
felice Naruto con la sua presenza (pur senza inoltrarsi in pratiche
yaoi) ben venga! E poi il loro è un bel rapporto, se non
sottilizziamo troppo sulle chiare inclinazioni yaoi che il maestro
Kishi gli ha donato... Di sicuro, oggi come ieri, Sasuke è
determinante per Naruto, e il suo intervento sarà la molla che
lo farà tornare alla normalità! Il rapporto con gli
allievi si evolverà, ovviamente, solo che loro potrebbero non
esserne esattamente contenti... ^^' Poi capirai cosa intendo. Le figlie
di Naruto, invece, sono palesemente soggette al mio arbitrio, nel
senso: adoro la prima, mi è indifferente la seconda. Ma va beh,
non posso amare tutti, è umanamente impossibile! XD Sai che mi
sono chiesta anche io come diavolo vestono i ninja? Al di là dei
colori, qualcuno mi spiega perché Ino va in giro come se fossimo
a luglio e Naruto in ogni stagione ha la felpa? (Guarda, le risposte ai
commenti mi portano via così tanto tempo che rischio di
sacrificare quello dedicato alla scrittura! ç_ç Ma
è solo per trentasei capitoli, quindi tengo duro!)
Reina: perché uccidere
Sai quando è fonte di tanti e tali spunti di tortura per
Chiharu? Su, su, lascia che questa povera fanwriter si diverta un po'
con i suoi personaggi! Per quanto riguarda la scorsa missione, confermo
che ne sono usciti così bene (Haru esclusa) per una pura e
sfacciata casualità. Mi serviva che si montassero la testa,
perché poi demolirli sarà molto più piacevole (per
la serie: una fanwriter che ama i suoi personaggi). Le varie famiglie
verranno svelate piano piano, abbi solo un po' di pazienza. Questi sono
i capitoli della verità! U_U
lilithkyubi: dunque, noi
abbiamo visto "in diretta" cosa hanno fatto Naruto & company,
errori e successi ed eroismi. Li abbiamo seguiti mentre crescevano e
diventavano forti, e con orgoglio abbiamo iniziato ad amarli. Tuttavia
i bambini non sanno nulla di questa realtà. Loro vedono i
genitori come "mamma e papà", e basta. Siamo in tempo di pace,
nessuno ha avuto bisogno di essere salvato dall'ultimo sicario di un
qualsivoglia Paese, il problema più grande nelle loro vite sono
le liti per il bagno, e sappiamo che quando fanno i rilassati i nostri
eroi sono abbastanza piattole! XD E' per questo che i figli non
riescono a vederli sotto una luce particolare. E' un po' come i nostri
genitori, se ci pensi. Non so i tuoi, ma mia madre ha fatto il '68,
eppure a vederla ora non ci crederei nemmeno se me la facessero vedere
in tv. I racconti sono una gran bella cosa, ma quando vedi gli eroi che
stanno spaparanzati al sole per metà del loro tempo, ti viene
qualche dubbio sul loro effettivo valore! XD Ora, se mia madre non
rifarà il '68, è però vero che Naruto e compagni
si troveranno invece a combattere di nuovo, e credimi, quella volta i
loro figli saranno lì. Ehm... non credo che la rimpatriata della
vecchia guardia sia molto strappalacrime! ^^' Tra questo capitolo e il
prossimo... ehm, ehm. No, decisamente. Kakashi con Jin non lo definirei
freddo. Hanno un rapporto particolare, non sono inclini alle solite
smancerie. Quando poi saprai tutto della nascita di quel bambino,
potresti anche capire che per Kakashi non è stato facile.
Insomma, non tutti sono pucciosi e adorabili come Naruto, e Jin non
è un tipo che invoglia alle coccole... Ma non hai nemmeno visto
tutto del loro rapporto, perchè oggettivamente sono comparsi
poco! ^^ Quindi aspetta con pazienza, e non ti fare scrupoli a
esprimere le tue perplessità su qualunque cosa. Finché
non sono critiche campate per aria (della serie: "Shika è solo
di Ino! Temari è una z***ola!" - e credimi, ci sono state... non
contro di me, ma contro un'amica. -.-'), sono sempre benaccette.
Più o meno ho chiaro tutto ciò che deve succedere e che
devo modificare rispetto alla vecchia versione, ma potrebbero sempre
esserci dettagli che mi sfuggono, e le critiche mi darebbero una grossa
mano! ^^
SuperEllen: ricorda che Hitoshi
è figlio di Sasuke, ma anche di Sakura. Ha un po' di gene del
soccorritore nel suo sangue, e un po' di gene dell'eroe suicida
(ricordi Sakura che si lancia contro Naruto con le 4 code?). Senza
contare che dal mio punto di vista i ninja devono essere quel tipo di
persone che nelle emergenze hanno una risposta, e dunque mi aspetto che
Hitoshi, in caso di pericolo, si faccia valere. Certo, non pensare che
dopo aver salvato Haru il piccolo Uchiha non sia rimasto tremolante e
scioccato per i successivi venticinque minuti. Oddio santo, due
capitoli al giorno? °o° Tu mi vuoi morta! Già faccio una
fatica dannata a metterne uno ogni due giorni, lasciami tirare il
fiato! XD La soluzione ai problemi di Naruto è vicinissima
(prossimo capitolo), rilassati e prendila con calma. E Shikamaru ha
palesemente il ruolo del figo, perché... beh, perchè
è lui! Insomma, Shika è Shika! Adorabilmente svogliato,
annoiato, e torturato dalle donne! XD (oh, come lo vorrei io!) Per
quanto riguarda Baka Akeru, l'autoproclamatosi rivale di Jin, temo che
non ne saprai molto di più per un bel po' di tempo. Ma, dato che
non è essenziale ai fini della trama, non crucciartene! XD
Yume_Tsuki: io ho la debolezza
dell'autrice, ovvero riuscirei a capire qualunque azione compiuta da un
mio personaggio, ma se riesco almeno un po' a trasmettere i sentimenti
che vorrei a voi lettori mi sento molto più felice! ^_^
Maobh: la rivalità tra
Jin e Baka è qualcosa di più complesso di quel che
sembra. Se dal lato pratico Jin non sembra molto toccato da Akeru,
c'è però qualcosa che ancora non sai e che scoprirai
molto più avanti. Nel primo capitolo Jin ha detto "ho un conto
in sospeso con lui", e se fossi in te non scorderei questa frase. (Ma
come puoi non amare kakashi? Cioè, solo per quella maschera una
se lo sogna la notte! XD - sì, sono una delle sue fan!) Ehm, sai
che "nonno Hiashi" non è esattamente il nonno delle favole, qui?
E sai che il cognome di Hinata non lo rende per niente felice? No,
ovviamente non lo sai, ma lo capirai nel prossimo capitolo! Ricorda che
in Sinners il povero Hiashi sperava di accoppiare Hinata e Neji, e
quindi Naruto non può renderlo felice. Per quanto riguarda
proprio Neji, a dire il vero non è lontano dal clan per motivi
di rancore; a dire il vero Hiashi lo sta praticamente addestrando, e lo
spedisce a fare le sue veci più o meno ovunque! XD Io lo vedo
molto diplomatico, lo Hyuuga. Saprai presto cosa pensa Chiharu di suo
zio, e per quanto riguarda Temari, sappi che per Chiharu è
sempre stata soltanto una casalinga scassaballe e brontolante. Non l'ha
mai vista combattere, e i racconti restano racconti finché non
si traducono in realtà. Riguardo a Sasuke... uhuhuh. E Sakura,
bah, io cerco sempre di demolirla, ma mi esce meglio del previsto! XD
uchihagirl: non sono troppe le
tue domande, tranquilla! Sono stata messa alla prova da richieste ben
peggiori, quindi la prendo sul filosofico! XD Anzi, dopo tutti i
complimenti che mi hai fatto puoi pure chiedermi il codice fiscale,
c'è il rischio che te lo dia sul serio! XD Allora, mi chiedi di
Baka Akeru. Lui non è figlio della vecchia guardia, anzi puoi
allegramente ignorare le sue origini. U_U In ogni caso non sono
determinanti ai fini della trama, quindi non ti perdi nulla a non
conoscerle. Il suo rapporto con Jin Hatake verrà spiegato
più avanti, basta avere un po' di pazienza, mentre i nomi delle
figlie di Naruto ti sono già stati svelati in questo capitolo!
^^ Ehi, chi ti ha detto che Chiharu e Hitoshi finiranno per avere
"quel" rapporto? Fossi in te starei pronta a tutto, senza escludere
nulla... qualcuno dice che sono imprevedibile. Oh, se ha ragione! XD
NaruGaa: oddio, non è
che Sasuke si sia visto molto in questo capitolo! XD Ma la sua bella
comparsata l'ha fatta, e si ripresenterà la prossima volta e
quelle successive! Come avevo preannunciato, da oggi la vecchia guardia
torna in prima linea!
Urdi: perché tutti mi
accusano di aver traumatizzato Naruto? é_è Io sono solo
una povera, piccola (?), innocente (?!) fanwriter! Poi è la
storia che si sviluppa da sola, indipendentemente dalla mia
volontà. Io non posso farci assolutamente nulla! U_U Comunque...
hai apprezzato Sakura? Solo perché ha fatto il suo dovere, anzi
l'unica cosa che sia oggettivamente in grado di fare? Sigh, non
è giusto: una cerca di demolire un personaggio, e quello
all'improvviso balza in cima alle classifiche di gradimento! A questo
punto mi chiedo: cosa diavolo succederà quando XXXX XXXXXXX?
lale16: è fantastico
come siate tutte felici che Neji sia libero... cioè, è un
poveraccio frustrato senza nemmeno uno straccio di donna, e voi, sue
fan, tollerate la sua sofferenza pur di sognarlo la notte! Quanto
egoismo! Sì, ok, la smetto. XD Sai negli ultimi anni HA
migliorato le sue capacità di relazione. D'altronde non è
qualcosa che si impara sui libri, e lui non è esattamente una
personcina "spontanea e sincera", quindi dal mio punto di vista
resterà sempre un po' rigido, continuerà per tutta la
vita a sentirsi all'esterno della "società", e a guardarla con
l'occhio dello studioso. Secondo me riesce a tornare completamente
sé stesso solo quando si tratta di Naruto, perché lui
è lui, e si sa.
Hipatya: giustappunto. Le
flavours. Quando aggiorni? è_é Chiusa la parentesi
minaccia, parliamo di Naruto. In realtà non è ancora
perfettamente IC. La sua cupezza, i borbottii contro il mestiere di
ninja, altri mille dettagli dicono che c'è qualcosa che non va.
Ma questo qualcosa verrà sistemato in fretta, perché
così deve essere, e per allora vedrai il vero Naruto, che
è maturato sì, ma senza cancellare tratti fondamentali
della sua personalità. Mi è piaciuto come hai commentato
il rapporto tra Hinata e Naruto, perchè era esattamentequello
che intendevo! A dire il vero, rileggendo il capitolo, ho tagliuzzato
qui e là certe colate di miele che oggi come oggi mi fanno
storcere il naso... ma va bene così, alla fine la versione che
ho mostrato è quella che esiste nella mia mente, e ne sono
abbastanza orgogliosa. Baka Akeru sembrerà non aver nulla a che
fare con la vecchia guardia. E infatti, all'inizio era così. XD
Il piccolo fetente è nato solo per dare una patna di
realtà alla cosa e creare il classico ragazzino acido che spinge
a voler bene a tipi come Chiharu perché è veramente il
peggio del peggio. Poi però ha iniziato a reclamare sempre
più attenzione, finché non mi sono resa conto con stupore
che sarà molto più importante del previsto! Non in merito
alla vecchia guardia, ma per quanto riguarda i mocciosi. Jin invece
è volutamente ambiguo. Penso che i cosiddetti "geni"
attraversino tutti una fase in cui trovano davanti a un bivio: decidere
di lavorare per sé stessi, fregandosene del resto del mondo, o
di farlo per gli altri. Quando Itachi l'ha passata ha scelto la "strada
sbagliata", quando Kakashi lo ha fatto ha scelto quella mediamente
giusta, poi corretta da Obito. E Jin? Quale via prenderà?
maninja87: certo
che hanno la tv a Konoha. Ma evidentemente il palinsesto non è
quel granché! ;-) Naruto e Sasuke sono i soliti attaccabrighe,
è inutile. Anche a distanza di anni se non si prendono a calci
non si sentono soddisfatti. E vedrai anche nel prossimo capitolo! XD
Ah, la caratteristica di Hitoshi al momento è l'equilibrio.
Cioè, mentre sia Chiharu che Kotaro hanno punti di forza e punti
deboli, lui si avvicina all'eccellenza in tutto (vertigini a parte), e
ovviamente non perde occasione per farlo notare. E poi è quello
più cocciuto nelle scemenze: quando sono cose di poca
importanza, prima o poi Haru cede. Lui no. A costo di passare alle
mani! XD
Aya
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Capitolo 8 *** Sharingan ipnotico (seconda parte) ***
Naruto2 - 8
Sharingan ipnotico
(seconda parte)
- Otto -
Cosa si era aspettato?
Onestamente, cosa aveva pensato di
vedere sotto l’effetto dello sharingan di Sasuke?
Non lo sapeva.
Forse non si era aspettato nulla.
E poteva darsi che, proprio per quello,
trovarsi nel villaggio della Foglia in un normalissimo e scenografico
tramonto lo lasciasse davvero spiazzato.
«Sei tornato?» disse
improvvisamente una voce, facendolo trasalire.
Naruto si voltò di scatto, ma
tra la folla che camminava incurante vide soltanto Hinata. Lei lo
guardò timida, timorosa di aver fatto qualcosa di sbagliato.
«Tornato?» ripeté
lui, del tutto sconcertato.
«Sì, dalla missione»
Naruto abbassò lo sguardo, e si
scoprì a stringere tra le mani un rotolo leggermente macchiato
di sangue – ovviamente non suo.
La missione? Ah, forse era quella
missione...
Più di sei anni prima, se non
sbagliava. Quasi sette. Aveva riportato al villaggio dei documenti
importanti che alcuni ninja della roccia avevano cercato di rubare.
Ma era assurdo: quelle cose erano già
accadute.
Guardò Hinata, spaesato, e in
effetti riconobbe che aveva un taglio di capelli differente e che i
suoi lineamenti, sebbene in maniera quasi impercettibile, erano
diversi. Era più giovane. E anche lui, ora che ci faceva caso.
Lentamente iniziò a capire cosa
stava succedendo. Non sapeva molto dello sharingan ipnotico di
Sasuke, ma poteva ipotizzare che in qualche modo, oltre a creare
dimensioni distorte in cui intrappolare l’avversario, riuscisse
anche a confinarlo nei recessi della sua stessa mente, all’interno
dei suoi stessi ricordi. Perché lui era certo di aver già
vissuto quel momento, lo sapeva con sicurezza. Eppure... Perché?
Cosa pensava di ottenere Sasuke così?
«Ehm» mormorò
Hinata, incerta, e arrossendo abbassò lo sguardo; da quanto
tempo non lo faceva più con lui? «Immagino che avrai da
fare…»
Immagino che avrai da fare? No,
le cose non erano andate così. Cosa era successo? Lui… lui
aveva detto qualcosa.
«Senti» iniziò senza
quasi rendersene conto. Hinata rialzò gli occhi speranzosa.
«Dopo che avrò portato questo documento alla vecchia
Tsunade, ti va di mangiare qualcosa insieme?»
Il viso di lei si illuminò.
«S-Sì!» esclamò sollevata.
E lui sorrise, leggermente incerto.
Okay.
C’era qualcosa che non capiva.
Poteva comprendere che Shikamaru e
Sasuke ritenessero che lui avesse un problema, e poteva anche
comprendere che questo problema fosse la sua improvvisa e per loro
inspiegabile arrendevolezza; ma come pensavano di risolvere le cose
in quel modo? Cosa stavano tentando di fare? Avevano parlato di una
specie di ‘iniezione di fiducia’, ma sinceramente lui non credeva
che rivivere uno dei primi appuntamenti con Hinata sarebbe bastato.
No, di certo non poteva bastare, e loro dovevano saperlo. Allora a
cosa puntavano?
Hinata si allontanò dopo avergli
rivolto un inchino emozionato, e lui restò solo. Guardò
il documento nelle sue mani: avrebbe dovuto portarlo all’Hokage.
Avrebbe dovuto rivedere Tsunade.
Il suo stomaco fece una capriola nella
pancia.
Tsunade.
In fondo Sasuke gli aveva regalato una
grande opportunità; non a tutti è concesso rivedere i
defunti.
L’ufficio dell’Hokage occupato da
Tsunade non era molto diverso da quello occupato da Kakashi: in
entrambi la scrivania di mogano era sommersa da documenti polverosi,
e in entrambi c’era un ninja che prendeva sul serio il suo mestiere
soltanto fino a un certo punto.
In quel momento la quinta Hokage,
leggendario ninja supremo, medico dalle tecniche incredibili, donna
dalla forza portentosa e dal cervello geniale, aveva la testa
appoggiata al piano di lavoro e un filo di bava che colava dalla
bocca. Russava leggermente.
Naruto sorrise, richiudendo la porta
senza far rumore.
Gli faceva tenerezza.
All’epoca lui non ne sapeva nulla,
non se ne era reso conto. Ma già allora, nonostante
l’apparenza giovanile, il corpo di Tsunade era irrimediabilmente
compromesso. La durata della sua vita si era accorciata, le sue
cellule non riuscivano più a riprodursi, e di lì a un
paio di anni si sarebbe ritirata dalla vita pubblica. Dal suo ritiro
Naruto passò al funerale, e poi giunse fino al pensiero che a
sostituirla sarebbe stato Kakashi; sentì l’irritazione
montare, e fece scomparire il sentimento di tenerezza che aveva
provato fino a un attimo prima.
«Ehi, Tsunade» disse,
facendole sollevare la testa di scatto.
«Cosa? Sono pronta!»
esclamò lei sbattendo le palpebre e tenendo il collo dritto.
«Uh? Naruto?» fece dopo un attimo, strizzando gli occhi
nella sua direzione. «Che cavolo… Ti sembra il modo di
svegliarmi?»
«Ti sembra che si possa dormire
sul lavoro?» ribatté lui sogghignando e raggiungendo la
scrivania.
«Porta rispetto al tuo Hokage»
mugugnò lei tossicchiando e ripulendosi la bocca. Solo allora
vide il rotolo nelle sue mani. «Ah, hai completato la missione.
Lascia pure qui i documenti, e vai; immagino avrai altro da fare»
Gli rivolse un’occhiatina maliziosa,
ma non aggiunse altro.
Naruto arrossì appena,
semi-sconvolto. All’epoca non si era affatto accorto di quella luce
birichina nel suo sguardo. Voleva dire che già allora lei
intuiva come si sarebbe evoluto il rapporto tra lui e Hinata? Com’era
possibile? Nemmeno lui lo sospettava!
Rimase impalato a fissarla, ma lei
chinò la testa e prese ad esaminare alcuni documenti.
Naruto non si mosse.
Ricordava quel momento. Lui se ne era
andato, pensando solo che avrebbe dovuto fare un salto a casa per una
doccia prima di vedere Hinata, e aveva lasciato Tsunade senza
pensarci troppo.
Ma se ora fosse rimasto?
Se avesse
parlato ancora con lei, se si fosse trattenuto? Avrebbe potuto dirle
qualcosa? Fare qualcosa, forse avvertirla? E sarebbe servito?
“No”, realizzò subito.
“Questo non è il passato. Questo è il potere dello
sharingan ipnotico di Sasuke, questi sono i miei ricordi; e nulla
cambierà nel presente”
Si voltò, dando le spalle al
fantasma di Tsunade, si allontanò dalla scrivania e raggiunse
l’uscita.
Ma se i cambiamenti in quella
dimensione non potevano influenzare il suo presente, come poteva
cambiare le cose stando lì?
Per l’ennesima volta, cosa diavolo
aveva in mente Sasuke?.
Tornare nel suo vecchio appartamento
gli diede una certa emozione. Riscoprire il disordine, i segni di una
casa vissuta solo a metà, i contenitori di ramen sparsi
ovunque, la foto che ritraeva il gruppo sette appena composto, tutto
gli procurò una nostalgia pungente.
Eppure non sarebbe tornato indietro per
nulla al mondo. Perché ora c’era Hinata. Ora aveva una bella
casa, un po’ distante dal villaggio, nel luogo esatto in cui
l’aveva sognata. Aveva un giardino, aveva tante stanze, aveva una
moglie e due bellissime bambine. E non importava che quella vita lo
avesse cambiato, perché era felice. E gli altri avrebbero
dovuto farsene una ragione.
Sotto il getto tiepido della doccia si
chiese se non fosse il caso di rifiutarsi di proseguire all’interno
dei ricordi, di stare lì in quel vecchio appartamento facendo
finta di niente. Forse Sasuke si sarebbe stancato e lo avrebbe
liberato, così da permettergli di tornare alla vita vera.
Ma c’era una cosa che lo attirava.
Una cosa che suo malgrado voleva rivedere.
L’Hinata di allora.
Quella creatura che gli era apparsa di
vetro, ma che sotto la superficie si era rivelata di diamante; la
ragazza che non riusciva a guardarlo direttamente negli occhi, che
gli sorrideva con una dolcezza infinita e inconsapevole, che ogni due
parole sprofondava nell’imbarazzo. Una donna che ora non c’era
più.
Certo, come lui si era trasformata ed
era cambiata. Alcuni tratti della sua personalità si erano
approfonditi, altri erano scomparsi. Ora riusciva a parlargli, il suo
sorriso era ancora più intenso, era rimasta fragile, sì…
Ma qualche volta Naruto aveva nostalgia di quell’Hinata da
proteggere.
Gli era sempre piaciuto difenderla, e
spronarla quando necessario, vederla acquisire fiducia in sé
stessa giorno dopo giorno. Ora invece non riusciva più a darle
la spinta.
Perché?
Perché ce la faceva da sola.
No, non era vero.
Non era lei ad essere cambiata così
tanto. In realtà era lui.
Si sottrasse al tocco tiepido
dell’acqua e si asciugò. Fissando il riflesso accigliato
nello specchio, cercò di capire cosa c’era che non andava.
Il Naruto leggermente più
giovane che lo fissava dalla superficie liscia non sembrava molto
diverso da quello attuale. Forse aveva i capelli più lunghi,
il viso più colorito, ma era sempre lui.
Oppure… cos’era quel vago ricordo?
Non era la sua immagine allo specchio,
era differente, eppure familiare; era la sua immagine di allora.
Era il suo sguardo. Ribelle, indomabile, emozionato. Diverso.
A quel riflesso si sostituì
quello attuale, e se i tratti non erano cambiati, l’espressione
però era mutata, si era spenta.
Naruto distolse istintivamente gli
occhi, allontanandosi dallo specchio.
Se non voleva far aspettare Hinata,
avrebbe dovuto sbrigarsi.
Si mise un vestito comodo ma elegante,
cercò invano di dare una sistemata ai capelli, e poi gli
scappò l’occhio sull’unico orologio della casa. Bingo. Era
in ritardo.
Per fortuna ricordava limpidamente di
essere arrivato all’appuntamento con Hinata mezzora dopo il dovuto,
ma non riuscì a impedirsi di insultarsi mentalmente. Alla fine
rinunciò ai capelli e uscì così com’era. In
fondo le cose erano andate proprio in quella maniera.
Quella sera l’appuntamento era in un
ristorante fuori dal centro, un locale un po’ antico ma dove la
cucina era davvero ottima. Lo raggiunse in fretta, correndo per le
strade rischiarate dai lampioni, passando oltre le finestre
illuminate di innumerevoli case. Una volta avrebbe guardato a quelle
luci, alle vite che si consumavano oltre i vetri con invidia, ma ora
no. Ora non aveva bisogno di invidiare la felicità altrui.
Raggiunse il luogo dell’appuntamento
con il fiatone, e trovò Hinata che lo attendeva in piedi
sull’ingresso, le mani strette l’una all’altra, lo sguardo un
po’ smarrito che vagava da un lato all’altro della strada.
Indossava un vestito che le arrivava sotto il ginocchio, color crema
come metà del suo guardaroba, e le spalle erano coperte da un
golfino leggero. La luce ambrata dell’insegna del ristorante le
illuminava i capelli, riempiendoli di riflessi caldi, ma quando i
suoi occhi lo videro in lontananza si illuminarono ancora di più.
«Scusa il ritardo!» si
affrettò a dire lui.
«Non importa, non ero qui da
molto!» sorrise lei arrossendo leggermente.
Sì che era lì da molto.
Prendendole la mano per entrare Naruto la sentì fredda, e
provò l’irresistibile impulso di scaldargliela a forza di
baci, come avrebbe fatto nella realtà. Ma lì non poteva
permetterselo.
Si sedettero a un tavolo vicino alla
vetrata, l’uno di fronte all’altra, e ordinarono un mucchio di
cose diverse, Naruto pieno di entusiasmo, lei quasi timidamente ma
divertita. Mentre aspettavano che il cibo arrivasse lui le parlò
della missione di quel giorno, e lei gli parlò della sua
giornata. Mangiarono continuando a discutere delle stesse cose, e
Naruto si scoprì incredibilmente entusiasta di ciò che
stava dicendo. Sentiva il viso accaldato, gesticolava, sorrideva ogni
due per tre.
Sapeva di aver già vissuto quei
momenti, eppure si atteneva scrupolosamente al copione; voleva
vederla stupita, sorridente, imbarazzata. Lo sapeva un attimo prima,
eppure voleva vederla, quell’Hinata che non c’era più.
E scoprì che gli piaceva. Gli
piaceva stare lì e parlare della sua giornata, gli piaceva
entusiasmarsi per ciò che raccontava, gli piaceva farla ridere
e sentirsi l’unico al mondo che poteva farlo.
Era una sensazione inebriante, e non
c’entrava il poco sakè che aveva bevuto.
Alla fine della cena si alzarono, e lui
pagò il conto godendosi fino all’ultimo il profondo
imbarazzo di lei. Finiva sempre in quel modo, ogni volta che uscivano
insieme: Hinata andava nel panico, lui l’aveva vinta, e poi la
consolava alla sua maniera. Sempre, sempre, sempre, in quei tre mesi
che si erano visti.
Come era successo la prima volta?
Lui era stanco, di ritorno da una
missione piuttosto difficile. Era tornato a casa, desideroso soltanto
di buttarsi sul letto e dormire per le dodici ore successive, ma non
appena aveva finito la doccia era suonato il campanello. Andando ad
aprire seccato, si era trovato davanti Hinata con un cesto di frutta
per lui. E il malumore era svanito.
Lei faceva sempre così: in
qualche modo sapeva quando lui era di ritorno, e ogni volta gli
portava qualcosa di fresco e si fermava a scambiare due parole. Aveva
iniziato a farlo anni prima, dopo il matrimonio tra Sakura e Sasuke,
ma a Naruto ci erano voluti anni per iniziare a immaginare cosa ci
fosse sotto.
Il giorno in cui lei si era presentata
con il cesto di frutta, lui era particolarmente stanco, e nello
stesso tempo si era scoperto particolarmente felice di vederla.
Era stata una cosa quasi naturale
invitarla a restare per dividere il dono, e poi, chissà come,
aveva iniziato a chiedersi il motivo del suo perenne e costante
imbarazzo davanti a lui. All’inizio se ne era uscito con un geniale
‘la metto a disagio perché sono troppo esuberante’, scusa
che secondo il suo parere giustificava ogni balbettio e ogni
arrossamento. Poi aveva iniziato a guardarla e a paragonarla a
Sakura, convinto che non potesse piacergli perché troppo
diversa dal suo scorbutico modello. E alla fine si era reso conto che
le sue visite lo rilassavano più del previsto, che aveva
finito per sperarci, che erano piacevoli; che non importava che fosse
simile a Sakura. Ed era stato quasi naturale, a un certo punto,
baciarla. E chiederle di uscire con lui. Inutile dire che lei era
quasi svenuta per la somma delle emozioni.
Così avevano iniziato a vedersi
regolarmente, tre mesi prima, e ora a Naruto sembrava di conoscerla
abbastanza da adorarla.
Uscirono dal ristorante che Hinata era
ancora agitata, e non riusciva a guardarlo.
«Non avresti dovuto pagare tutto
tu» mormorò per la trecentesima volta.
Sentendole dire quelle parole che ormai
non pronunciava più, Naruto non riuscì a reprimere un
sorriso. Era semplicemente adorabile.
«Sai che il mio è tutto un
trucco» le disse prendendole la mano e iniziando a camminare
sotto la luce incerta delle stelle e quella fredda dei lampioni.
«Voglio farti agitare, per poi approfittare di te in un angolo
buio»
Giusto in quel momento passavano
accanto a un vicolo scuro, e Naruto la spinse dentro con dolcezza ma
fermamente.
«Che fai?» sussurrò
lei, avvampando senza che lui potesse vederla.
Che carina. Ogni volta reagiva così.
«Approfitto di te» ribatté
con un sorrisino, sospingendola contro la parete e chinandosi sul suo
collo.
Le proteste di Hinata non durarono a
lungo. Ben presto lasciò perdere e si arrese all’irruenza di
Naruto, alle parole che lui le sussurrava all’orecchio. E lui si
godette ognuno di quei preziosi istanti.
Che bastardo era stato Sasuke, si trovò
a pensare ricordando che quelli erano tutti episodi già
vissuti.
Se conosceva un po’ la tecnica dello
sharingan ipnotico, Naruto sapeva che lui era consapevole di tutto
ciò che gli mostrava; e scegliendo proprio quel giorno aveva
invaso e disintegrato uno dei momenti più privati della sua
vita. Perché quello era un giorno importante. Davvero
importante.
Si allontanò da Hinata prima che
l’istinto prendesse il sopravvento e si scordasse che in quel
momento non erano marito e moglie. Nell’oscurità le
accarezzò i capelli lisci, scendendo con le dita a sfiorare il
collo e avvertendo il battito accelerato del suo cuore. Poi avvicinò
la bocca al suo orecchio e sussurrò piano:
«Questa sera vieni da me»
Immediatamente la sentì
irrigidirsi.
«No» mormorò in
fretta, quasi spaventata. «No, non posso, non devo…»
Lui strinse il pugno contro la parete,
lasciando l’altra mano morbida sul suo collo.
Quella parte della serata non gli
piaceva. Lo avrebbe fatto soffrire. Vederla soffrire faceva sempre
soffrire anche lui.
«Perché no?» chiese,
costringendo le proprie labbra a muoversi su un copione che ora
odiava. «Ormai sono già tre mesi che ci vediamo»
«Tu non capisci» lo
interruppe lei con il respiro leggermente accelerato. «Non…
non mi è concesso» disse a fatica, e lui fu certo che in
quel momento lei avrebbe voluto sprofondare per l’imbarazzo e il
dolore. «La mia famiglia segue molto la tradizione, e prima del
matrimonio noi non… non…»
«Mi vuoi far credere che Neji è
un casto verginello?» sbottò Naruto, con più
astio di quanto fosse nelle sue intenzioni.
Il sorriso mesto di Hinata si perse nel
buio. «Lui è un maschio. Nessuno può dirgli
niente, o provare qualcosa»
Silenzio.
Naruto ascoltò per alcuni lunghi
istanti il frinire lontano delle cicale, restando immobile contro di
lei, in quella piccola dimensione che li accoglieva e nascondeva le
loro emozioni. Poi parlò di nuovo.
«Quindi, senza un matrimonio…»
disse, e lasciò la frase in sospeso.
«Già» sussurrò
flebilmente Hinata. «Io… mi dispiace; è che.. è
che non…»
In quell’istante Naruto decise di
lasciar perdere il copione.
Prima di quanto avesse fatto nella
realtà, interruppe le sue scuse del tutto fuori luogo. Non
voleva sentirla impappinarsi con le parole, mormorare frasi umilianti
e dolorose, non voleva sentire il leggero tremito che la scuoteva.
Infischiandosene dello scorrimento dei suoi ricordi, prese in mano la
situazione e accelerò le cose. E poi questa volta non aveva
nessuna esitazione.
Ciononostante, le parole che uscirono
dalla sua bocca furono dette con sicurezza e nel contempo con un
lieve tremito; a quanto pareva l’emozione andava oltre la memoria,
veniva ricordata direttamente dal suo corpo.
«Allora sposami»
E dire che non era nemmeno la prima
volta che glielo chiedeva.
*
Sai sollevò una mano, e Chiharu,
Kotaro e Hitoshi alle sue spalle si immobilizzarono. Tesero le
orecchie, aguzzarono la vista, ma non captarono nulla. Perplessi, si
scambiarono un’occhiata.
All’improvviso uno scoiattolo guizzò
sul ramo che stavano per calpestare, facendoli trasalire, e per lo
spavento Haru rischiò di perdere l’equilibrio e cadere
dall’albero su cui era appollaiata. Appesa per le braccia e con il
cuore a mille, intercettò l’occhiata sarcastica di Sai e
avvampò. Digrignando i denti, si issò di nuovo sul ramo
e assottigliò gli occhi per fronteggiare il ghignetto – a
dire il vero piuttosto pallido – di Hitoshi.
«Andiamo» ordinò Sai
senza commentare, e ripresero a correre a quattro metri dal suolo.
Quella missione era un banale livello
C, come previsto. Avrebbero dovuto raggiungere un villaggio poco
distante e prelevare un dignitario del paese del Fuoco in visita al
villaggio della Foglia, scortandolo lungo il tragitto. Non si
prevedevano agguati o altro, si prospettava una giornata tranquilla.
Ma i tre genin non avevano ancora aperto bocca, e la cappa di
depressione che aleggiava sul gruppo era quasi palpabile.
Sai sollevò di nuovo la mano, e
ancora una volta i ragazzini si fermarono.
“Un altro scoiattolo?” si chiesero
irritati, ma quando il cenno del loro jonin si ripeté brusco,
capirono che c’era qualcosa che non andava.
Il più silenziosamente possibile
si trovarono ognuno un angolino nascosto dal fogliame. Rimasero
immobili, trattenendo il fiato, senza avvertire alcun rumore.
Passarono i secondi, che si trasformarono in minuti, e all’improvviso
due ombre comparvero più avanti. Si muovevano caute ma veloci,
guardinghe, e Kotaro riuscì a vedere sulla loro fronte il
simbolo del paese della Roccia. Trattenne un’esclamazione, e cercò
con gli occhi Sai per ricevere istruzioni.
Il jonin a sorpresa ordinò al
gruppo di non muoversi. Poi, all’improvviso, agì da solo.
Hitoshi riuscì a malapena a
seguire il movimento delle sue mani mentre raccoglieva il chakra, e
ci fu un’esplosione d’acqua che scosse gli alberi fin nelle
radici. I due ninja della roccia furono colpiti in pieno, andarono a
schiantarsi contro un grosso tronco che resistette all’impatto, ma
non persero conoscenza. Imprecando, lanciarono una manciata di
shuriken verso il cespuglio in cui era nascosto Sai, e lui li schivò
per un pelo. Uscì allo scoperto, correndo verso di loro, e
sfilò rapido un kunai dalla cintura. Il primo colpo andò
a segno, e l’arma si piantò nel collo del ninja della
roccia, ma il secondo avversario schivò. Sai non riuscì
ad evitare la sua tecnica successiva, e sentì il terreno farsi
improvvisamente morbido e cedevole. Realizzò in un attimo che
si trattava di sabbie mobili, e lanciò un kunai verso un ramo,
utilizzando il filo ad esso legato per trarsi d’impaccio. Ma il
ninja della Roccia si era aspettato quella mossa, e si fece trovare
con un kunai a un passo dal suo collo, pronto a reciderlo in un sol
colpo.
Un attimo prima che la lama affondasse
nella carne, fu colpito da un calcio alla testa.
Cadde più in là, mentre
Kotaro atterrava con le folte sopracciglia corrugate e gli occhi
brillanti per l’emozione e la paura, e Sai si concesse
un’espressione vagamente sorpresa.
Chiharu colse l’occasione per
bloccare il ninja della roccia mandando gli shuriken a conficcarsi
nei suoi vestiti, e a sua volta uscì allo scoperto.
«Voi sì che sapete come
obbedire a un ordine» commentò Sai atono.
«Ehi, io non mi sono mosso!»
protestò Hitoshi dal suo ramo. Evitò di aggiungere che
non lo aveva fatto perché all’improvviso quattro metri gli
erano sembrati troppi.
«Mezza sega» fu
l’inclemente commento di Chiharu.
Poi un sibilo la fece spostare di
scatto, evitando per un pelo un ago avvelenato. Il proiettile
continuò la sua corsa, puntando su Hitoshi, ma il genin reagì
istintivamente e si lasciò cadere dal ramo, atterrando come un
gatto. A quel punto si immobilizzò, abbastanza scioccato: ma
come, ora scendeva così? E le vertigini?
Un kunai si piantò nella gola
del ninja della roccia, che tra i denti stringeva ancora un ultimo
ago avvelenato. Sai sospirò, abbassando il braccio con cui
aveva lanciato.
«Ahiahi, non ci siamo»
mormorò.
«Ma ce la siamo cavata!»
protestò Kotaro sulla difensiva. «Ti abbiamo anche
salvato, maestro!»
«Eh? Ah, non mi riferivo a voi»
spiegò il jonin senza espressioni particolari. «Il
problema temo di essere io: è probabile che le incursioni dei
ninja della Roccia aumenteranno, da qui in avanti, e io non sono in
grado di proteggervi»
I tre genin sbatterono le palpebre.
«Beh, non abbiamo bisogno di una
balia tutto il tempo» brontolò Hitoshi dopo un istante.
«Mi sembra che non sia andata tanto male con questi due»
«Certo, se escludiamo l’ago
avvelenato che per poco non ha preso te o Chiharu»
«L’ho evitato» fece
notare lei tra i denti, puntigliosa.
«Ho visto. Ma se un giorno
incontrassimo ninja più in gamba di questi, potreste lasciarci
le penne. E sono piuttosto sicuro che il mio corpo non scatterebbe in
automatico per cercare di difendervi. Non sono la persona più
adatta a seguirvi»
Calò un pesante silenzio.
Nessuno, in effetti, sollevò obiezioni.
«Ma… allora cosa succede
adesso?» chiese Kotaro esitante.
«Niente. Finiamo la missione»
rispose Sai. «Poi, quando torneremo al villaggio, Naruto
riprenderà il suo posto»
«Non per contraddirti, ma mi pare
che sia stato lui a dare le dimissioni» borbottò
Hitoshi, per nascondere il piccolo, infinitesimale istante di gioia
che lo aveva attraversato.
Kotaro, già pronto ad esultare,
si afflosciò come un palloncino sgonfio; Chiharu incrociò
le dita dietro la schiena.
Ma Sai rivolse loro uno dei suoi freddi
e ambigui sorrisi.
«Credo che per questa sera sarà
tutto a posto» disse serafico.
I tre genin non capirono un tubo –
ovviamente.
*
La scena era cambiata all’improvviso,
nel tempo di un battito di ciglia.
Un secondo prima era con Hinata in quel
vicolo, e un secondo dopo Naruto si trovava nella luminosa residenza
principale degli Hyuuga, davanti a Hiashi Hyuuga in persona.
Leggermente più giovane, ma arcigno uguale.
La stanza era ampia e spoglia. Il
pavimento di legno e le pareti di shoji erano impeccabili, e il basso
palco su cui stava il padrone di casa aveva ai lati due piccoli
bracieri. Alle spalle, sulla parete di fondo, lo stemma della casata.
Quello era il momento della richiesta
ufficiale.
Di nuovo, Naruto si chiese cosa avesse
in mente Sasuke; ma quando Hiashi prese la parola, dovette smettere
di pensarci.
«Hai davvero avuto l’ardire di
chiedere la mano della mia primogenita?» chiese il capoclan
degli Hyuuga, accigliato.
Senza rifletterci, Naruto ripeté
ciò che aveva fatto anni prima. «Sì» disse
alzando il mento.
Ora che ci pensava, nella realtà
era un bel po’ che non alzava la testa con la casata di sua moglie.
«E non solo» proseguì
Hiashi. «Hai anche la sfrontatezza di chiedere che lasci questa
famiglia per entrare nella tua. Nella tua inesistente» si
corresse.
«Da qualche parte bisognerà
pur iniziare, per crearne una»
Silenzio.
«Cosa ti fa pensare che io possa
anche solo riflettere su una simile proposta?» domandò
poi Hiashi, freddo.
«Veramente la mia non è
una proposta» ribatté Naruto in tono sicuro, adattandosi
agevolmente al copione. «Quello che voglio dire è che
Hinata diventerà mia moglie, e prenderà il mio cognome.
Sono qua soltanto per informarla, e perché, visto che la
primogenita del clan, ho pensato di dare a suo padre l’opportunità
di benedire la cosa»
Gli occhi di Hiashi Hyuuga si
assottigliarono. «Non pensavo avrei mai sentito simili parole
nella mia casa. Non pensavo di udire una tale impudenza»
«Sono fatto così»
replicò Naruto.
E si rese conto con sorpresa che era
vero.
All’epoca era fatto così. Non
si arrendeva davanti a nulla, tutto si poteva fare, tutto poteva
essere.
Perché poi era cambiato?
Diceva di essere soddisfatto di ciò
che era diventato, ma ne era davvero sicuro?
«Scordati la mano di mia figlia»
disse secco Hiashi. «E’ l’erede ufficiale del clan, non può
andarsene»
«Accidenti» brontolò
Naruto grattandosi la nuca. «Speravo che non avrebbe fatto
storie, veramente. Credevo che magari avrebbe lasciato in pace
Hinata, visto che non soddisfa tutte le sue strampalate aspettative»
«Tu non sai nulla di questo
clan!»
«Non è del tutto vero. So
che voglio che Hinata ne esca; perché qui si sente soffocare»
I due si fronteggiarono qualche
istante, senza che nessuno parlasse.
«Se prenderai Hinata con la
forza, non esiterò a mettere in campo tutte le mie
possibilità» scandì poi Hiashi, stringendo la
mano sul bastone nero che si portava sempre dietro.
Naruto sorrise. E in quel sorriso dai
muscoli distesi e dal battito cardiaco lento e misurato, fu come se
un sottile spiffero gelido si irradiasse per tutta la stanza,
strappando un brivido al padre di Hinata.
«Il problema è più
suo che mio, mi sembra» disse il jonin biondo, e in quelle
semplici parole era insita una non troppo velata minaccia.
Hiashi non riuscì a ribattere
subito. Rifletté per qualche lungo istante, poi chiuse gli
occhi.
«Ho bisogno di tempo. Torna fra
tre giorni» decretò asciutto.
«Domani» lo corresse
Naruto. «Tornerò domani per sentire il suo sì,
oppure non tornerò più»
L’eco delle sue parole non si era
ancora spenta, che le pareti della stanza in cui si trovava
sembrarono scivolare attorno a lui e dissolversi in granelli di
sabbia impalpabili.
Un attimo dopo si erano ricostruite,
uguali e diverse. Quella doveva essere la scena successiva. C’era
ancora Hiashi Hyuuga, e tutto appariva uguale, ma la luce era
cambiata. Così come l’atmosfera.
«Ho preso una decisione»
scandì il capoclan, in tono formale. «Ti concedo la mano
di mia figlia»
Sul viso di Naruto si fece strada un
sorriso.
«Prenderà il tuo cognome»
proseguì Hiashi imperturbabile. «Però» il
sorriso di Naruto si affievolì. «Resterà sempre
un membro della casata Hyuuga. E’ qualcosa che nemmeno tu puoi
impedire, che è nel suo sangue. I tuoi eredi apparterranno a
questo posto»
Naruto lanciò sul futuro suocero
un’occhiata di sfida.
«Vedremo se non posso impedirlo!»
esclamò.
E poi sbatté le palpebre,
interdetto.
Davvero aveva pronunciato quelle
parole?
E che fine avevano fatto?
Dalla prima gravidanza, con Hinata si
era sempre spostato alla residenza principale. Perché lei
aveva bisogno di assistenza, si era detto.
Ma ricordava che l’invito era partito
dagli Hyuuga. Lui lo aveva accettato, dapprima diffidente, poi quasi
grato. Si era fatto ospitare da quel clan freddo, si era lasciato
chiudere tra quattro mura asfissianti, e lì, lentamente, si
era spento. Senza neanche accorgersene.
Nella frenesia per le nuove condizioni
di Hinata era stato convinto che dovesse avere ogni aiuto possibile,
e così aveva finito per obbedire ai piani di Hiashi senza una
protesta. Anzi, convinto di aver fatto solo bene. Poi, lentamente,
aveva smesso di rispondere al suocero. Si era limitato a ignorarlo, a
dire che ormai non avevano nulla a che fare; ma in realtà non
lo aveva contrastato, semplicemente. Lo aveva lasciato libero di
agire come meglio credeva, e di manipolarlo.
Spostandosi nella residenza principale
ogni volta che Hinata aspettava un bambino, gli aveva permesso di
legare i suoi preziosi figli a quel luogo e a quel clan maledetto.
Strinse i pugni, conficcandosi le
unghie nella carne, e vide la stanza dissolversi nuovamente, per
scomparire nell’oscurità insieme al ricordo di Hiashi.
A quel punto, solo, nel buio, sentì
il battito del suo cuore, rapido, intenso, rabbioso.
Come aveva potuto essere tanto ingenuo?
Tanto stupido?
Aveva blaterato davanti a Kakashi che
era contento di ciò che era diventato, che tutti avrebbero
dovuto farsene una ragione; ma ora si rendeva conto che il primo a
disprezzarsi era lui stesso.
Perché Sasuke lo aveva portato
lì? Perché gli aveva fatto rivivere quei momenti?
Per fargli vedere chi era davvero. Per
farglielo ricordare.
Ciò che faceva all’interno di
quella dimensione non modificava il suo mondo, ma poteva modificare
lui.
“Hai capito finalmente?”
Alzò lo sguardo, e nel buio
davanti a sé incontrò gli occhi scarlatti di Sasuke,
che lo fissavano intensi e sanguigni.
“Sì” rispose, con
espressione determinata. “Ho preso una decisione: mi riprendo il
vecchio me stesso”
L’Uchiha gli sorrise, con quel
sorriso d’intesa che si erano scambiati tante volte prima di quel
momento, il sorriso che solo loro capivano, sempre. Quello che
nemmeno Sakura era mai riuscita a tradurre.
“Bentornato” disse. E gli tese una
mano.
Naruto l’afferrò.
Il ritorno alla realtà fu più
brusco del previsto.
Con un sussulto, Naruto si trovò
nel giardino della residenza principale degli Hyuuga, la fronte
imperlata di sudore e un accenno di emicrania.
Il sole si era spostato leggermente, ma
la quiete nel piccolo cortile interno era rimasta immutata. Un
uccello si librò in volo da un albero poco distante.
Naruto sbatté le palpebre, e
mise a fuoco Shikamaru appisolato sul portico, Rock Lee che
combatteva contro l’aria a qualche distanza, e infine Sasuke, che
davanti a lui lo guardava. Sembrava un po’ pallido e provato.
«Non è stato facile»
commentò asciugandosi il sudore dalla fronte. «Resistevi»
Naruto sorrise.
Poi gli rifilò un pugno che
sarebbe stato ricordato negli annali, ponendo le basi per il livido
peggiore che avesse solcato la mandibola di Sasuke Uchiha da tredici
anni a quella parte.
«Razza di schifoso bastardo!»
ringhiò sotto gli sguardi allibiti di Shikamaru e Lee. «Era
la mia privatissima proposta di matrimonio!»
Nel prossimo capitolo...
«Quindi dobbiamo indagare?»
intervenne Naruto con gli occhi che brillavano.
«Mi lasci finire?» lo seccò
Kakashi atono. «No, anche se volessi indagare non manderei dei
novellini. E poi il Paese della Roccia si aspetta che ci muoviamo da
questa parte. Quello che voglio è che formiate una delegazione
per andare al villaggio della Sabbia: ci serve l’aiuto di Gaara»
* * *
Spazio autore
Sì, ok, lo so: l'anticipazione della volta scorsa è stata stronza quasi quanto la rivelazione di questo capitolo.
Comunque, visto che vi conosco e so che scenderete a leggere qui prima di aver finito,
non ho intenzione di accennare assolutamente nulla riguardo a ciò che è accaduto.
L'unica cosa che dico è: caspita, ma Shika vi ha proprio colpito! XD
Invece vi informo che mi è pervenuta la richiesta di qualche dato in più riguardo ai mocciosi
(informazioni che ho difficoltà a inserire altrove, per intenderci),
e dunque da oggi ci sarà un angolino dedicato ogni volta a un personaggio diverso.
Iniziamo con Hitoshi (sì, lo faccio per harryherm! XD)
- Hitoshi Uchiha -
Età: 12
Compleanno: 31 luglio
Si avvicina all'eccellenza in ogni pratica ninja, ma non riesce a raggiungere il top in nessuna.
Soffre di vertigini.
Probabilmente se avesse
conosciuto lo zio si sarebbe ispirato a lui. Per fortuna ha conosciuto
soltanto suo padre e soprattutto sua madre.
Non sembra, ma è un tipo molto
dipendente dagli affetti; si atteggia a grand'uomo, ma se nessuno lo
coccolasse sarebbe lui a cercare attenzioni.
E' in competizione perenne con
Chiharu perché gli fa venire i cinque minuti, e con Kotaro
perché in alcuni campi non riesce a superarlo.
Il suo vero obiettivo, però, è Jin, che odia e invidia contemporaneamente.
E' combattuto riguardo a ciò
che pensa di Naruto. Oggettivamente riconosce la sua forza, ma si
rifiuta di ammetterlo anche a sé stesso.
Per suo padre nutre una venerazione
sconfinata, ma non sa mai come prenderlo e finisce per cercare la sua
approvazione sforzandosi di essere il migliore.
Per la stessa ragione, aspetta con impazienza che gli si sviluppi lo sharingan.
In termini più
generali, è molto combattuto tra la sua natura di freddo Uchiha
e quella più affettuosa che gli deriva dalla madre.
Non riesce mai a esprimere ciò
che prova davvero, e allora cerca sempre di mostrarsi più forte
di quello che è.
Il che lo porta spesso ad essere odioso.
Fortunatamente è nato con un bel faccino, e si sa che ai belli si perdonano i peccati d'arroganza...
NOTA: scusate per la brevità di alcune risposte ai commenti, ma in questo momento sono davvero distrutta...
bambi88: davvero,
è incredibile che tu riesca a scrivere tanto bene di Ino
nonostante ciò che provi per lei! Mi lasci sempre più
stupita! XD I maschi di Naruto sono una costante fonte di
disidratazione per noi donzelle, si sa, ma contieniti, diamine! Devi
arrivare fino al capitolo 36, lo sai? E Sai non si è comportato
troppo male. Insomma, in fin dei conti sono tornati tutti vivi!
Sky_Shindou: dunque, ora sai
cosa è successo a Naruto. La perplessità potrebbe
essersene andata o essere aumentata in maniera vertiginosa, in ogni
caso les jeux sont fait, e rien ne va plus!
(nota: sono anni che non faccio più francese, al 120% ho scritto
cazzate) Spero solo di non averti eccessvamente traumatizzato con
Tsunade... ^^'
Hipatya: la faccenda della
cecità te la spiego al volo. SPOILER! Allora, sappiamo che il
fratello di Madara aveva lo sharingan ipnotico ma non era cieco. Ergo,
io sono giunta alla conclusione che se uno non ne fa un uso eccessivo,
conserva la vista. Dal momento che Madara ci viveva, è normale
che sia diventato orbo. Ma il fratellino, e Sasuke come lui, lo usava
raramente; per questo non ha avuto effetti collaterali di un certo
peso. Magari ha perso qualche diottria, toh! XD FINE SPOILER! Per
quanto riguarda l'utilizzo dello sharingan su Naruto, beh; direi che
alla fine quello che se l'è vista più brutta è
stato Sasuke, altro che lui! XD Uh, la NaruHina. Dunque, come hai letto
non era proprio Hinata il problema, quanto piuttosto la sua famiglia.
Solo che lei si sente responsabile, e questa cosa non sparirà
tanto all'improvviso. Anche perché i problemi per questi due
sono soltanto all'inizio! Una domanda su tutte: com'è ora il
rapporto tra Naruto e Sakura? Jin e Akeru sono simili eppure agli
antipodi. Nella mia testa ricalcano vagamente Sasuke e Naruto, ma
più accentuati... e più bastardi, perché
sì. XD Quindi prevedo scintille! E chissà fino a che
punto riusciranno a influenzarsi a vicenda!
lilithkyubi: ehm, il fatto che
tu adori Tsunade mi fa temere per la mia incolumità, ora! ^^'
Uh, ma Hitoshi e Chiharu li vedi proprio bene insieme se me li paragoni
addirittura a Shika e Tem! XD Chissà, chissà... Per
quanto riguarda Gaara, devi solo attendere con pazienza! ^^ Hai letto
la preview, no? ^_*
NaruGaa: il
grosso problema delle Mary Sue e dei Gary Stu dilaganti è
più serio di quel che si pensi. D'altronde quando qualcuno
scrive, lo fa anche per sognare un po', e la tentazione di "vincere
sempre" è fortissima. Ma allo stesso tempo, come lettrice, mi
rendo conto quando le cose sono esagerate e rasentano
l'incomprensibile, e cerco di evitarlo mentre scrivo. Ovviamente non
sono esente da pericoli nemmeno io. Anzi, il mio "marysuesimo" è
ancora più pericoloso, perché si traduce in una
demolizione completa del personaggio lungo il corso della fic, seguita
da una glorificazione finale pressoché apocalittica! XD
Però provo sempre a rendere il tutto almeno vagamente
realistico, e a dare a tutti pregi e difetti. senza contare che con i
mocciosi non ho a disposizione il jolly di un'infanzia tragica,
perché sono cresciuti tutti nella bambagia! XD Oh, quando puoi
sarò felice di vedere un tuo disegno! ^^ E non cercare la fic su
manga.it, l'ho momentaneamente sospesa per evitare che vi spoileraste
il finale! XD (lì era finita da settembre)
Killkenny: ok, ho continuato
per sei ore a ripetere il tuo mantra di fine commento, e il risultato
è che... mi sono bruciata trentasette neuroni (anzi, trentotto.
Uno è morto mentre contavo le altre vittime). Però ha
avuto il suo effetto, fossi in te mi metterei con pazienza ad
aspettare... non qui, oh no, non arrivo a modificare tanto, ma dove tu
sai...
Talpina Pensierosa: aha! Questa volta ho capito cosa c'era sotto le X! Eheh, so che ti mancava il NaruHina!
maninja87: wow, ci hai
azzeccato con le ipotesi sullo sharingan ipnotico! Complimenti! Il
problema di Naruto era legato a Hinata per via indiretta, come hai
letto. Solo che se lei non si vittimizza un po' non siamo contenti! XD
La faccenda dei pairing nel manga a me non sembra tanto scontata,
invece... al di là della ShikaTema, non do per certa
nessun'altra coppia! Kishi mi lascia troppi punti interrogativi! E dal
prossimo capitolo, di nuovo marmocchi e Naruto together!
Beckill: l'indicazione sul peso
del bimbo nella pancia di Hinata era piuttosto vaga! XD Non so
esattamente a che mese sia ora, so soltanto che verso la fine
sarà attorno al settimo-ottavo, ma non so quanto manca
cronologicamente a quel momento! XD Quindi non fare troppi calcoli,
sappi solo che è incinta. E che ha mal di schiena. Per quanto
riguarda Tsunade... ebbene, le tue supposizioni erano sfortuunatamente
esatte. Mi dispiace. U_U
DuniettaS: non essere troppo
severa con Hinata, in fondo il cambiamento di Naruto era solo
indirettamente colpa sua! E, ehm, per Tsunade... ^^' Le ho regalato un
po' di morte, altro che felicità! Ma non è detto che non
sia stata felice prima del "momento"! Per quanto riguarda il disegno,
Kotaro e Hitoshi sono i
genitori ringiovaniti. E Haru, invece, sembra più grande della
sua età volutamente. dal mio punto di vista anche Temari la
sembra, e quindi ho riciclato la cosa! XD Ma non prestare molta
attenzione a quel disegno, lascia perdere! Al momento il mio obiettivo
è creare immagini solo con le parole, quindi resterà
probabilmente un esperimento isolato! U_U (e poi mi piace l'idea che
tutti si immagino i personaggi in maniera diversa! XD)
kimi: Ino, Kiba e compagnia
bella resteranno misteriosi ancora per un po'! Dammi tempo, prima devo
introdurre altri personaggi! (come Gaara, ad esempio) Guarda, a conti
fatti con chiunque finisca Chiharu sarebbero grandissimi casini! XD
Quindi non vedo perché non Sai! U_U Ma chissà,
chissà... può darsi che le opzioni non si fermino a
questi due! E Hinata, come hai visto, non è vedova! XD
sammy1987: usare lo sharingan
ipnotico per torturare Naruto sarebbe troppo, sì, ma usarlo per
fargli fare un tranquillo flashback si può dire che sia quasi un
regalo! Anche se Naruto non la pensa così, ovviamente. Uh, la
storia con l'uomo maturo, come dici tu, è affascinante fino a un
certo punto. Quando si sconfina nella pedofilia, bisogna andarci con le
pinze! XD E Haru tredicenne è davvero un po' troppo piccola...
per quanto sia matura, ha anche lati davvero infantili! E sono molto importanti! XD
ila_sabaku: come si può
intuire dalla preview di questo capitolo, già dal prossimo
inizierò a parlare di Gaara! Per Sai e Chiharu, invece, ti direi
di prenderla con filosofia e non stare a pensarci troppo. Comunque,
grazie per aver commentato e per i complimenti! Mi hanno fatto molto
piacere! ^^
Ino_Chan: i nomi delle bambine
non li ho inventati io. Hinagiku significa margherita in giapponese (fa
molto nobildonna XD), e Hanako è qualcosa come bambina dei fiori
(Hana, in giapponese, significa fiore). Beh, poi qualche nome lo
inventerò! XD Più o meno cerco di ricordarmi qualche
regola e li tiro fuori!
Lele 91: questo te lo dico
subito. Non ci saranno accenni NaruSaku. Ci ho scritto 64 capitoli e li
ho pure fatti mollare, quindi non ho intenzione di torturarli ancora!
XD Anche perché ormai sono sposati, con figli, preoccupazioni,
responsabilità... Lasciamoli tranquilli almeno dal punto di
vista sentimentale!
Yume_Tsuki: io Naruto lo
capisco benissimo, eccome. E' lui che non capisce sé stesso! XD
E neanche gli altri lo capiscono molto, a ben vedere... Comunque,
voleva tornare normale già di suo, quindi nessun danno! U_U
arwen5786: i nomi delle bimbe
non sono fondamentali, tranquilla. Ricordati solo Hina, così,
per sport, e sei a posto! (esatto, dovresti cogliere qualcosa di
sospetto nelle mie parole...) E non mi corromperai con lu hyuugacest,
ah! Sono irremovibile! Never Neji! Oh, ora che so cosa provi per Sai
sarà molto più semplice parlarne con te! E ho la vaga
impressione che sarà divertente leggere i tuoi commenti su lui e
Chiharu! XD Tra l'altro, sappi che Silvia sta affilando i coltelli
perché sostiene che Hitoshi deve essere solo e soltanto suo. Io
ti ho avvisata. Per quel che mi riguarda, sono la sua mamma e so che
fine farà, ergo... boh. Vedetevela voi! XD Vuoi immaginare Jin?
Semplice: prendi Kakashi, immagina di togliergli la maschera, e hai suo
figlio. Con gli occhi blu. Oh, Sasuke non sa che Hitoshi ammira Itachi.
D'altronde, anche se lo sapesse, forse la cosa non lo disturberebbe
più di tanto... hai mai notato quanto il nome Hitoshi suoni
simile a Itachi? Comunque. Tsunade. Sì, lo so, sono stata una
perfida vipera a dirvelo così. D'altronde, mi amate anche per
questo! E quindi... va tutto bene! XD Un bacione, mia piccola real
Hinata!
Elisir86: i pairing in questa
fic, oltre ad essere a malapena accennati, saranno anche decisamente
poco romantici. Insomma, ho a che fare con tredicenni che sono
sostanzialmente teste di cazzo, quale romanticismo vuoi che ci sia? XD
E mi scuso per l'interruzione bastarda dello scorso capitolo.
Già che ci sono, mi scuso in anticipo per le interruzioni
future... (me perfida) Comunque, il piano di Sasuke, Shika e Rock Lee
ha avuto esito positivo! Gioiamo!
SuperEllen: spero che la
carrellata di NaruHina non sia stata così terribile! XD I
mocciosi con Sai dal mio punto di vista sono meno divertenti che con
Naruto! XD Insomma, con lui ci sono più liti, più
ripicche, più bronci... C'è il profumo della vita! (?)
Kotaro al momento non mi crea problemi. Cioè, capisco che sembri
niente di speciale, ed è assolutamente normale, ma a me piace
proprio così. Tra tutti questi genietti arroganti, lui è
quello che ha davvero tredici anni, e non si vergogna di dimostrarlo.
Dovessi scegliere, vorrei indubbiamente essere sua amica. Sì,
beh, discutiamo di Sasuke. Meno Hitoshi gli somiglia, meglio è
per tutti. Mica per niente, eh, ma il principe emo della rottura di...
ecco, visto come è finito poi, è bene che non si
riproduca! Cioè, lo so che ormai è tardi, ma quello che
intendo è: è bene che non si riproduca tale e quale,
tendenze traditrici incluse. Ah, la faccia di Hitoshi è ancora
più da schiaffi di quella di suo padre perché anche la
mamma ci ha messo del suo. E Sakura... è Sakura, sigh. Per
quanto riguarda il taglio del capitolo, in realtà era
necessario. Se non lo avessi diviso sarebbe stato lungo ben 15 pagine,
davvero un'esagerazione! E tagliarlo a pagina 7 anziché 5
sarebbe stato peggio, credimi! XD
kiaretta_chan_94: e certo che
l'ho fatto apposta a troncare lì il capitolo! XD Se no che gusto
ci sarebbe? Comunque Kyuubi non è scesa in campo, come hai
visto. Ma pazienta un po', e dovremo fare i conti con lei... Invece di
Jiraya non si sa ancora nulla, eheh!
rina: una sola cosa: il disegno di Jin puoi scordartelo!!
Maryella: ohoh, un'altra che
odia il NaruHina! Mi spiace per te, ma tornerà - ovviamente -
nella fic. Però non sarò più smielata come questa
volta, puoi tirare il fiato!
lale16: sì, la
"presenza" che sente Naruto è proprio Kyuubi. E ricorda che
Hitoshi non sa che è stato Naruto a uccidere Itachi, nessuno
glielo ha detto! Senza contare che... credo farebbe finta di niente,
uscendosene con cose come "ma è solo arrivato prima. Mio padre
avrebbe ucciso Itachi molto più facilmente e con molta
più forza di lui se gliene avesse lasciato il tempo!"
Urdi: come dire... Tsunade NON
è viva, dopotutto. Ma non è stata la sua morte a
scioccare Naruto. Davvero ti stai appassionando? E dire che siamo
ancora nella zona di mare a malapena mosso... i cavalloni sono ben
lontani! Per allora che succederà? (i disegni sono sempre ben
accetti! ^^)
gracy110: grande, sei l'unica
che ha azzeccato in pieno il motivo della depressione di Naruto! XD Ma
tranquilla, non arriverà ad usare la volpe contro i suoi amici!
U_U
yayachan: non ho mai capito
perché, ma questi capitoli hanno riscosso un grande successo!
beh, non posso che ringraziarvi per questo! ^^
Charlie_2702: dunque, in casa
Uchiha si è accennato a Itachi, per ovvie ragioni del tipo:
"papà, oggi mi hanno detto a scuola che mio zio era un
traditore! Cioè?" e: "papà, perchè viviamo in un
quartiere deserto?". Solo che non gli è stato spiegato proprio
"tutto", capisci? XD Comunque... caspita, come lo hai demolito Hitoshi!
XD (e ti ho fatto la scheda, visto?) Il cuscino di seta di Hinata
è di seta non per Hinata, ma per i fatti suoi. In quella casa ci
sono solo cuscini del genere! XD E le figlie hanno volutamente nomi
simili a quelle del resto della famiglia. E' una mia scelta precisa, se
non erro nei casati che vogliono fregiarsi di un qualche titolo
nobiliare è un'usanza piuttosto diffusa. Per la cronaca,
Hinagiku significa margherita, e Hanako qualcosa come bambina dei fiori
(Hana è fiore). E' molto semplice il motivo per cui nel sogno di
Naruto c'era Sakura e non Lee: lei è più vendicativa! XD
Comunque non cerco certo di renderla simpatica. Ma a quanto pare ognuno
la vede come vuole, e ho imparato a lasciar correre! Ah, Naruto stava
facendo il pisolino pomeridiano, sì. Insomma, Shikamaru non si
presenta a casa della gente all'alba, immagino! XD E LEI.... Oh
sì, LEI non se n'è mai andata! (a fronte di un commento a
tuo dire insensato, ecco una risposta con ancora meno logica!)
Maobh: ehm. Tsunade non
è propriamente in carica... e nemmeno viva, se per questo. XD
Oh, se mi hai mandato una mail con il nome del tuo relatore mi sa che
non è arrivata. Ma è più o meno normale, visto che
il servizio di contatto rapido con me non funziona! ç_ç
elie191: mi sa che dovrai
abituarti in fretta a Kakashi Hokage, perché come hai scoperto
oggi, tutti i suoi predecessori sono morti! ^^'
Reina: per carità,
lasciamo Hanabi dove sta! Mi ha creato fin troppi problemi la volta
scorsa, meno compare qui e meglio è! XD
Izayoi007: meno male che ho
aggiornato la pagina dei commenti prima di inviare il capitolo, o ti
avrei saltata! XD Mi spiace che la scuola abbia ripreso a pesare, ma
credimi, ti comprendo. ç_ç Kyuubi tornerà sugli
schermi solo tra un po', ma lentamente tutti i vecchi protagonisti
torneranno sulla scena! Basta solo aspettare! ^^ (e sì, riesco a
immaginare il tuo stato sull'interruzione del capitolo, perché
era esattamente ciò che volevo!)
Aya
|
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Capitolo 9 *** Chi ha detto che ciò che otteniamo ci rende davvero felici? ***
Naruto2-9
Chi ha detto che
ciò che otteniamo
ci rende davvero felici?
- Nove -
«Già
di ritorno?» fu
il commento sornione di Kakashi quando Naruto si presentò
con
aria baldanzosa alla sua porta.
Era tardo
pomeriggio, e solo da poche
ore il jonin era stato riportato alla realtà da Sasuke,
Shikamaru e Rock Lee. Loro tre, poveri ragazzi, erano un po’
ammaccati dopo la sua vendetta, ma in fondo ci era andato piano.
«Ridammi
Chiharu, Hitoshi e
Kotaro» disse Naruto piazzando le mani sulla scrivania e
piantando gli occhi in quelli di Kakashi.
Il sesto Hokage
lo fissò per un
attimo. Sembrava tornato decisamente quello di prima.
Nascondendo un
sorriso sotto la
maschera, abbassò l’Antologia della Pomiciata.
«Sono
di nuovo tuoi» disse.
«Sai è venuto a dare le dimissioni giusto qualche
ora
fa»
«Certo.
Solo io posso sopportare
quelle tre pesti» annuì Naruto convinto.
«A
proposito, prima che ti ritrovi Hiashi Hyuuga che irrompe
nell’ufficio facendo fuoco e fiamme, sappi che mi sono
riportato a
casa Hinata»
«Ah
sì?» chiese
Kakashi con un pizzico di divertimento nella voce.
«Direi:
all’improvviso mi sono
reso conto che se tutto ciò che ha bisogno è
assistenza, allora non è necessario trasferirsi alla casa
principale. Cioè, ho soldi che mi escono da tutte le parti,
e
che cavolo! Faccio una missione dietro l’altra!»
«Giusto»
approvò il
sesto Hokage.
«Ah
sì. Già che
parliamo di missioni, quando mi dai la prossima per il gruppo?
Pensavo a un livello A: ora che sono così in forma non
sarà
un problema! E loro si faranno le ossa per bene!»
Era proprio
tornato quello di prima.
Fin troppo, rifletté Kakashi.
«In
realtà prima di
affidarvi un’altra missione ho un lavoro speciale per
voi»
disse iniziando a frugare tra i fogli accatastati un po’
ovunque.
Una pila polverosa perse l’equilibrio e rovinò al
suolo,
facendo svolazzare carta ovunque. «Eccolo»
Kakashi
mostrò a Naruto un
foglio leggermente spiegazzato. Lui, vagamente contrariato alla
prospettiva di non andare in missione, lo prese e lo scorse con lo
sguardo. Inarcò appena le sopracciglia.
«Oh»
disse in tono neutro.
Guardò Kakashi. «Non pensavo che quei documenti
fossero
tanto importanti»
«Neanche
noi» ammise lui.
«Ma allo stesso tempo non ne siamo del tutto sicuri: il
rotolo
recuperato durante la missione del tuo gruppo era troppo scoperto.
Tanto che ci fa temere si tratti di una trappola»
«Quindi
dobbiamo indagare?»
intervenne Naruto con gli occhi che brillavano.
«Mi
lasci finire?» lo seccò
Kakashi atono. «No, anche se volessi indagare non manderei
dei
novellini. E poi il Paese della Roccia si aspetta che ci muoviamo da
questa parte. Quello che voglio è che formiate una
delegazione
per andare al villaggio della Sabbia: ci serve l’aiuto di
Gaara»
«Ah.
Okay. Ma perché noi?»
«Perché
voglio prendere
due piccioni con una fava»
E con questa
frase sibillina, il sesto
Hokage congedò Naruto.
«Ragazzi,
io dico che la
situazione è critica»
Kotaro
fissò i compagni di
squadra con la fronte corrugata.
«Insomma,
di due maestri che
abbiamo avuto, tutti e due ci hanno piantato»
spiegò
incrociando le braccia sul petto. «Inizio a sospettare che il
problema siamo noi»
«Ah
sì?» fece Haru
con indifferenza, facendo ciondolare mollemente le gambe
dall’altalena.
Erano nel
parchetto del villaggio, di
prima mattina, e un piccolo gruppo di bambini li fissava da lontano
con aria guardinga.
«Bah,
chi se ne frega…»
continuò la ragazza del gruppo, sbadigliando.
«Solo
vorrei perdere la brutta abitudine di aprire gli occhi
all’alba,
accidenti»
In
realtà Chiharu era felice.
Molto felice. Sai aveva dato le dimissioni, e tanto bastava per
rendere la sua vita rose e fiori. Ora nulla poteva turbarla, nemmeno
quello scassaballe di Hitoshi!
«Dobbiamo
riavere indietro Sai!»
esclamò lo scassaballe in questione, battendo un pugno
contro
i pali in metallo delle altalene. «Lui era un vero maestro,
era
il primo vero maestro che avessimo!»
Chiharu fu
costretta a correggersi:
Hitoshi era ancora in grado di irritarla.
«Visto
che al momento siamo
disoccupati, perché non te ne vai a casa ad allenarti con
tuo
padre o a fare quello che cavolo ti pare?» sibilò
rivolta all’Uchiha. «Così magari ti levi
dai piedi»
Lui la
fulminò con lo sguardo.
«Solo perché tu non hai mai voglia di fare un
cazzo, non
è detto che io debba farmi da parte e lasciarti tranquilla.
Continuano a ripeterci che siamo un gruppo, e quindi dico che
dobbiamo andare dal sesto Hokage e chiedergli che Sai ci venga
assegnato di nuovo!»
«Ti
ricordi che siamo un gruppo
solo quando ti fa comodo!» lo interruppe lei acida.
«La
piantate o no?!» sbottò
Kotaro, fuori dai gangheri. «Porca miseria, non sapete fare
altro che insultarvi! Che le cose vadano bene o vadano male a voi non
frega assolutamente niente! Perché siete diventati ninja?
Non
avete il minimo spirito di collaborazione!»
«Chi
ti credi di essere per
parlarmi così?» ringhiò Hitoshi
afferrandolo per
il bavero.
«E
tu?» ribatté il
piccoletto, liberandosi con uno strattone. «Non è
un
cognome a renderti grande!»
«Il
tipico discorso di uno che
non ha uno straccio di cognome di cui vantarsi!»
«Io
posso vantarmi di me
stesso, almeno! Fino a prova contraria, nessuno ha mai detto
che
tu mi sia superiore!»
«Ah
sì?» Hitoshi
digrignò i denti. «Allora forse è il
momento di
vedere come stanno le cose!»
«Già,
forse è il
momento!» ribatté Kotaro, e si mise in posizione
di
combattimento.
Vedendoli ormai
privi di controllo,
Haru levò gli occhi al cielo con un moto di stizza.
Cavolo, erano
arrivati al punto di far
impazzire anche Kotaro – il tenero, serafico, paziente
Kotaro. Era
inutile: come gruppo non avevano alcuna speranza.
Si
alzò dall’altalena, mentre
davanti a lei il piccolo Uchiha si lanciava contro il compagno, e
gettò un’occhiata veloce ai bambini che li
fissavano ancora.
Abbassò le palpebre e li squadrò male. Quelli se
la
diedero a gambe.
“Quasi
quasi torno a dormire” pensò
irritata, e, infilate le mani in tasca, diede le spalle ai due
litiganti e si avviò verso l’uscita del parco.
Furono due
gemiti strozzati a fermarla.
Riconoscendo le voci di Kotaro e Hitoshi, tornò a voltarsi
di
scatto e… rimase impalata dove si trovava. A bocca aperta.
«Allenamento
mattutino, immagino»
commentò Naruto con un sorriso a trentadue denti, tenendo i
due genin per la collottola a dieci centimetri da terra.
«Nghrjf!»
fu tutto
ciò che riuscì a dire Hitoshi, mentre cercava di
non
morire strozzato.
Naruto li
lasciò andare, e lui e
Kotaro caddero sulle ginocchia e presero a tossire.
Chiharu
sbatté le palpebre e si
riscosse dalla sorpresa. «N-Naruto?»
balbettò
scioccata. «Che ci fai qui?»
Il jonin, tutto
orgoglioso, tirò
fuori da una tasca il foglio spiegazzato che gli aveva dato Kakashi,
e lo sventolò per aria.
«Preparatevi!
Si parte per la
prossima missione!» esclamò allegro.
Ci fu un attimo
di silenzio.
E poi un altro.
Alla fine
Chiharu si passò una
mano sul viso, con un sospiro davvero ma davvero profondo. Kotaro e
Hitoshi fissarono Naruto con gli occhi fuori dalle orbite.
«Sei
di nuovo il nostro maestro?»
chiese poi il figlio di Rock Lee, a bocca spalancata.
«Mi
sembra evidente!»
rispose lui sbuffando. «Su, in piedi! Dobbiamo arrivare al
villaggio della Sabbia, ci vorranno almeno tre giorni! E, a
proposito, vi siete comportati davvero molto bene nella missione di
livello B!» rivolse ai ragazzi un sorriso luminoso.
Loro inarcarono
le sopracciglia fino a
dove riuscirono, e poi si scambiarono occhiate sconvolte.
Ma che diavolo
era successo in quelle
ore?
«Mamma!
Devo partire!»
annunciò Hitoshi entrando in casa.
Lo accolse il
silenzio.
“Accidenti,
avrei dovuto immaginare
che fosse all’ospedale” pensò il piccolo
Uchiha con
disappunto. Lanciò un’occhiata seccata
all’orologio, e si
rese conto che aveva solo mezzora per raccogliere le sue cose e farsi
trovare alle porte del villaggio. Sbuffò.
“Avrei
voluto dirle che Naruto è
tornato ad essere il nostro maestro”
Ebbene
sì. Ne era felice.
Non che lo
ammettesse con sé
stesso, chiaro, però il suo umore si era impercettibilmente
sollevato da quando Naruto era ricomparso nella sua vita. E anche se
si illudeva che fosse soltanto perché ora aveva una missione
da compiere, in realtà la sua allegria dipendeva dal ritorno
del jonin biondo.
Attraversò
i lunghi corridoi
della casa, sentendo risuonare i suoi passi sul legno scricchiolante.
Nel silenzio sorpassò una stanza dopo l’altra,
mobili
eleganti e ornamenti di classe, finché non raggiunse la
camera
più distante e leggermente isolata, la sua.
D’altronde,
quando si hanno cinque fratelli minori che premono per avere
attenzioni, è naturale che sorga il desiderio di starsene
per
i fatti propri. E poi lui era un tipo piuttosto solitario. Per ora il
più solitario di tutti i piccoli Uchiha.
Entrò
nella stanza ampia e
luminosa, arredata con il minimo indispensabile e dall’aria
decisamente poco vissuta. L’unica cosa che apparisse
consumata in
quel luogo erano i libri impilati su uno scaffale di legno chiaro,
letti e riletti cento volte.
A Hitoshi non
piaceva starsene chiuso
lì dentro, preferiva di gran lunga allenarsi fuori di casa,
o
studiare con la schiena appoggiata a un albero. Solo
all’esterno
riusciva ad avere un po’ di tranquillità, senza
fratellini
molesti che lo aggredivano alle spalle o sorelline irritanti che gli
chiedevano di giocare con le bambole. Essere il maggiore era davvero
una seccatura.
Prese lo zaino
per le missioni e lo
riempì con tutto quello che gli avevano insegnato a prendere
per quelle occasioni. Alla fine lo trovò un po’
vuoto, ma si
limitò a congratularsi con sé stesso per averlo
lasciato leggero, e se lo mise in spalla.
Prima di
uscire, si ricordò che
avrebbe almeno dovuto lasciare un biglietto, e scrisse in fretta
poche righe da abbandonare sulla scrivania. Poi, di umore decisamente
allegro, ripercorse i corridoi fino a tornare all’ingresso, e
da lì
uscì. In perfetto orario.
Trovò
Chiharu e Kotaro già
alle porte del villaggio, che fremevano per partire.
Lo zaino del
figlio di Rock Lee
straripava di roba, e quando Hitoshi gli chiese cosa diavolo avesse
portato – con una punta di disprezzo – lo sguardo
del ragazzino
si riempì di orgoglio.
«Quantità
industriali di
cibo!» esclamò.
«E
perché?» ribatté
Hitoshi sconcertato.
«Per
i festini notturni, no?»
affermò Kotaro come se fosse la cosa più normale
del
mondo.
Chiharu si
lasciò sfuggire una
bassa risatina. «Pensi davvero che la sera avremo abbastanza
energie per festeggiare?» chiese piano.
«Beh,
questa volta non abbiamo i
tempi stretti, giusto?» domandò Kotaro con occhi
innocenti.
«Scusa,
ma tu hai una vaga idea
di cosa significhi essere ninja?» lo punzecchiò
Hitoshi
con un ghignetto malvagio.
«Essere
ninja significa fare
gruppo» disse la voce sicura di Naruto, alle sue spalle.
«E
un festino notturno è il modo migliore per fare gruppo!
Quindi
direi che Kotaro ha capito tutto della vita!»
«Giusto
maestro!» esultò
il piccolo Lee sollevando un braccio, con sguardo focoso.
Hitoshi
scoccò un’occhiata
disgustata a lui e a Naruto che si sorridevano a vicenda.
“Inizio
a pensare che questi tre
giorni saranno molto lunghi” rifletté.
Incrociò
uno sguardo con
Chiharu, e lei sogghignò nella sua direzione. Evidentemente
pensavano la stessa cosa, ma lei la prendeva più sul
filosofico.
«Forza,
adesso partiamo!»
disse Naruto all’improvviso, catturando la loro attenzione.
«Abbiamo tre giorni di corsa davanti a noi, vedete come al
solito di starmi dietro e di non perdervi! Se proprio ritenete di
averne bisogno, spargete briciole di pane sul cammino!»
«Spargete
cosa?» ripeté
Haru basita.
«Hai
ragione: le briciole non
vanno bene, se le mangiano gli uccelli. Uhm, avete sassolini
bianchi?»
I tre genin
fissarono il jonin con
tanto d’occhi. Lui restò serio per qualche
istante, ma alla
fine si arrese e sbuffò.
«Che
palle, non state neanche
agli scherzi» brontolò. «Almeno vedete
di
muovervi!» e, date loro le spalle, iniziò a
incamminarsi
lungo il sentiero a passo spedito.
Kotaro, Hitoshi
e Chiharu scambiarono
un’occhiata allarmata.
Ma chi era quel
mostro inquietante nel
corpo di Naruto?
«Sapete,
forse inizio a capire da
dove arrivano le leggende sul suo conto» sussurrò
Hitoshi mentre correvano dietro a Naruto, verso la metà del
pomeriggio.
«Anche
io» concordò
Chiharu cupa, asciugandosi il sudore dalla fronte.
Il loro
maestro, qualche passo avanti,
canticchiava tutto allegro. E continuava da ore.
«Se
non la pianta giuro che lo
uccido» ringhiò la Nara tra i denti.
«E’ anche
stonato!»
«Non
riusciresti a ucciderlo»
ansimò Kotaro accanto a lei. «Lo sai»
«Tu
invece sei ancora vivo?»
replicò lei pungente. «Mi pare che hai il fiato un
po’
corto, inizi a pentirti di aver portato tanto cibo?»
«E
perché?» fece
Kotaro, genuinamente sorpreso. «Questo è tutto
allenamento!» esclamò con gli occhi che brillavano.
«Tu
sei malato» fu il secco
commento di Chiharu.
«Che
fate là dietro?»
li richiamò Naruto. «Battete la fiacca? Devo
aumentare
la velocità?»
Con qualche
ringhio sommesso, i tre
ragazzini aumentarono il passo e accorciarono le distanze.
“Mi
sa che lo preferivo quando ci
sottovalutava” rifletté Chiharu. “Lo
avrò anche
voluto indietro, perché chiunque
è meglio di
Sai, ma ora inizio quasi a pensare di aver fatto un errore di
valutazione”
Andarono avanti
così ancora per
qualche ora, finché il sole non scomparve ad ovest. A quel
punto si fermarono in un villaggio, dove Naruto prese una stanza per
quattro e chiese anche di poter mangiare.
Il dopocena fu
dedicato ai bagordi e a
consumare le quantità industriali di dolci e salatini che
Kotaro si era portato dietro, ma a dire il vero durò molto
poco: ben presto Chiharu e Hitoshi diedero forfait, e qualche minuto
dopo Kotaro si abbatté sul tavolo e iniziò a
russare.
Naruto dovette portarlo a letto di peso, per poi dedicarsi da solo a
finire le provviste avanzate – ah, i compiti ingrati della
vita!
La mattina
seguente svegliò
tutti all’alba, fresco come una rosa, e comunicò
allegro che
adesso lo zaino di Kotaro era pressoché vuoto, e che quindi
potevano anche aumentare un po’ l’andatura. Di
conseguenza i
restanti due giorni di viaggio furono qualcosa a metà fra la
tortura e la gita di piacere: se da un lato Naruto era meglio di un
cicerone, e aveva qualcosa da raccontare più o meno su
ognuno
degli alberi che incontravano, dall’altro non si fermava mai,
e
aveva sempre la pessima abitudine di canticchiare correndo.
“Se
trovo chi lo ha messo così
di buonumore, lo uccido!” pensò Chiharu per
l’ennesima
volta, verso la metà del terzo giorno.
“E’ insopportabile!
Assolutamente insopportabile!”
«Naruto»
chiamò
Hitoshi a un tratto, e per rispondergli il jonin smise di cantare.
Tutti tirarono un sospiro di sollievo. «Hai detto che stiamo
andando a chiedere la collaborazione del villaggio della Sabbia per
una faccenda che i riguarda i documenti dell’altro giorno, ma
non
ci hai ancora spiegato perché proprio noi»
«Mi
sembra ovvio» rispose
Naruto come se davvero fosse ovvio. «Perché i team
seri
sono impegnati in missioni serie. Voi vi usiamo come corriere»
Sulla fronte di
Hitoshi si gonfiò
una vena.
«Ah,
ecco perché sei tu il
nostro jonin» disse acido.
Naruto, punto
sul vivo, si degnò
di trapassarlo con un’occhiata. «In
realtà ha mandato
noi proprio perché ci sono io»
ritrattò, in tono
vagamente petulante. «Sono l’unico che
può trattare
con Gaara»
«Ah
sì?» fece
Chiharu, piatta e per nulla convinta.
«Il
Kazekage non è tuo
zio?» si informò Kotaro.
«Sì»
rispose lei
stringendosi nelle spalle. «Ma non l’ho mai visto
molto, e
anche le poche volte che ci siamo incontrati io ero piccola e lui era
gelido. Non credo gli piacciano molto i bambini»
«Ecco,
visto che non lo conosci,
allora tieni chiusa quella tua boccaccia e non fare commenti a
sproposito!» brontolò Naruto.
«Magari
non lo conoscerò,
ma sinceramente non ce lo vedo proprio a trattare con te»
replicò Haru secca. «Secondo me gli faresti venire
il
nervoso»
“Perché
questi dannati
mocciosi devono sempre mettere in dubbio le mie
capacità?”
si domandò il jonin digrignando i denti.
«Tsk,
tra poco ci siamo. E allora
vedremo chi ha ragione!» promise.
«Come
vuoi» sbuffò
Haru, certa della vittoria.
*
Nel sottobosco
era buio, sebbene il
sole fosse alto nel cielo.
Non una mosca
volava nell’aria
immobile, non una foglia si muoveva. Sembrava che ogni cosa
trattenesse il respiro, dalla più piccola piantina di menta
al
grande biancospino.
Un’ombra
più scura delle altre
si delineò lungo il sentiero quasi invisibile, muovendosi
silenziosa. All’improvviso scattò rapida,
infilando la mano
in un cespuglio, e quando la ritrasse uno squittio terrorizzato ruppe
il silenzio.
«Tsk.
Dannato scoiattolo»
rognò Sasuke Uchiha, liberando la creaturina spaventata che
stringeva tra le dita. Ma mentre quella saltava su un ramo, vide
qualcosa sulla sua schiena, e si affrettò ad acchiapparla di
nuovo.
“Tracce
di adesivo” realizzò
analizzando il pelo spesso e folto.
«Qualcuno
ti ha usato come
messaggero, eh» mormorò, lasciando andare di nuovo
lo
scoiattolo.
Si
guardò attorno per la
centesima volta.
Era in
ricognizione, alla ricerca di
eventuali intrusi. Da quando Sai aveva riferito del suo incontro
durante la missione con il gruppo di Naruto, il sesto Hokage aveva
ordinato che un paio di ninja pattugliassero costantemente la zona.
“Non sappiamo ancora fino a che punto quei documenti fossero
effettivamente importanti” aveva detto, riunendo i jonin e i
chunin. Ed era andato a disturbare persino lui, nonostante la sua
posizione, sostenendo che tanto in quel periodo non aveva nulla da
fare.
Così
ora si trovava nel fango,
solo e annoiato. Mentre Naruto viaggiava tutto felice verso il
villaggio della Sabbia.
La vita era
ingiusta. Anzi, il sesto
Hokage era ingiusto. Se fosse diventato lui Hokage al posto di
Kakashi le cose sarebbero andate indubbiamente meglio.
E, oltretutto,
Sasuke non era neanche
in perfetta forma: dopo aver usato lo sharingan ipnotico su Naruto, e
dopo essersele prese da lui per aver spiato la sua proposta di
matrimonio – che poi che gliene fregava? Naruto era
paranoico! –
si era ritrovato con un mal di testa allucinante e una guancia gonfia
e bluastra. Il livido sulla faccia ormai era quasi guarito, grazie
alle cure prodigiose di Sakura, ma per l’emicrania non aveva
potuto
fare niente. Era in momenti come quello che desiderava che Hitoshi
sviluppasse in fretta lo sharingan, così da condividere con
lui le stesse sofferenze.
“Ma
che razza di padre sono?” si
chiese perplesso.
In effetti
più che un padre si
sentiva un capoclan, lui. Non è che non amasse i suoi figli,
per carità, erano tutti belli e intelligenti, e chiunque
sarebbe stato orgoglioso di loro; però spesso si trovava a
contarli con soddisfazione e a fare quattro calcoli per immaginare
quanti sarebbero stati gli Uchiha alla terza generazione.
Ripristinare il clan era sempre stato il suo sogno. Il suo obiettivo,
più che altro. Dopo la morte di Itachi, aveva dovuto trovare
qualcos’altro per cui vivere.
E poi Sakura
era molto convincente da
quel versante. Lei i figli li vedeva solo come tali, non come piccoli
potenziali Uchiha, e non aveva mai fatto mistero della sua
venerazione per Sasuke. Ora che erano sposati, quella donna diabolica
riusciva incredibilmente a rigirarlo come un burattino
all’interno
delle mura domestiche: fuori di casa lasciava intendere che lui fosse
il capo in tutto e per tutto, mantenendo intatta la sua perfetta
reputazione, ma se poi voleva qualcosa, una cosa qualsiasi…
dannazione, lui non riusciva ad opporsi.
La carne
è debole.
E se si
può unire l’utile al
dilettevole – e in questo caso l’utile sono i figli
– ben venga
il dilettevole.
“A
volte ho il sospetto di essermi
ammorbidito un po’ troppo” brontolò
l’Uchiha, sbuffando
da solo.
«Che
fai qui fermo?» chiese
una voce alle sue spalle, facendolo trasalire.
Si
voltò di scatto, ma vide
soltanto Asuma Sarutobi che lo fissava con espressione annoiata, la
solita immortale sigaretta stretta tra i denti. Non l’aveva
sentito
arrivare.
«Batti
la fiacca? O hai già
finito la ronda?» gli chiese il Jonin.
«Ho
finito» ribatté
Sasuke vagamente offeso. «E tu? Ti fai un giro? Non dovresti
tornare dalla tua famiglia?»
Asuma si
strinse nelle spalle. «In
questo periodo gira un po’ male a casa: Tobi non fa che
combinare
casini, ha quest’assurda tendenza a fare l’eroe che
lo porterà
sicuramente alla tomba, e Kurenai non fa che litigarci»
«Tale
padre tale figlio, no?»
sogghignò Sasuke.
«Secondo
questo principio i tuoi
figli sono ben avviati al linciaggio» replicò
Asuma
schioccando la lingua.
«Umph»
fu il commentò
dell’Uchiha. «Che ne dici, visto che abbiamo finito
torniamo?» propose poi, in tono più leggero.
«Va
bene» approvò
l’altro.
I due
scomparvero contemporaneamente,
allontanandosi veloci.
A quel punto la
foresta tacque per
qualche istante. Poi un cinguettio si sollevò lontano,
flebile. E di nuovo ogni rumore cessò.
Dall’angolo
più scuro tra le
fronde, là dove i cespugli erano più fitti,
un’altra
ombra nera si fece largo sul sentiero. Carponi, quasi a fatica, ma
completamente silenziosa.
E questa volta
nessuno scoiattolo
avrebbe commesso la sciocchezza di avvicinarsi.
*
Il villaggio
della Sabbia era molto,
ehm, sabbioso. I tre genin di Naruto non avrebbero
saputo
definirlo in altro modo.
Circondato dal
deserto e da alte mura
di arenaria, era inondato dal sole ad ogni ora del giorno. Ed era
terribilmente caldo.
Il gruppo
raggiunse l’ingresso del
villaggio grondando sudore da ogni poro. Ansanti, i tre ragazzini si
appoggiarono alla parete bollente per riprendere fiato, ma Naruto non
concesse loro nemmeno un minuto.
«Muoversi»
li incitò,
fresco e pimpante. «Non siamo mica arrivati da Gaara, eh.
Guardate che siamo una delegazione ufficiale!»
Gemendo
disperati, e progettando mille
modi diversi con cui uccidere Naruto – uno più
doloroso
dell’altro – i genin si tirarono su e usarono le
ultime forze per
seguire il jonin lungo il passaggio tra le mura, che perlomeno
avevano l’indubbio vantaggio di fornire una spessa ombra.
Incontrarono
qualche ninja della Sabbia
lungo il cammino, ma nessuno rivolse loro la parola o li
degnò
di qualche attenzione. Soltanto verso la fine del passaggio un jonin
vicino alla mezza età li raggiunse a passo spedito. Chiharu
invidiò da morire il copricapo bianco che portava, pensando
ai
suoi capelli madidi di sudore e bollenti, ma non aveva abbastanza
saliva per parlare.
«Benvenuti!»
li accolse il
nuovo arrivato, stringendo vigorosamente la mano di Naruto. Aveva una
voce forte e squillante, la pelle abbronzata e denti bianchissimi.
«Vi stavamo aspettando» aggiunse in tono
efficiente,
annuendo. «Vi porto subito dal Kazekage o volete prima
rinfrescarvi?»
I tre genin
alzarono la testa
speranzosi, ma il loro jonin non li degnò di uno sguardo.
«Portaci
subito dal Kazekage, per
favore» disse deciso.
E i suoi tre
allievi stabilirono che da
quel momento e per sempre lo avrebbero odiato.
Riaverlo
indietro non era stato affatto
un buon cambio.
Nel prossimo capitolo...
«Mi
dispiace disturbarti, ma il
Kazekage chiede di vederti in questo momento; cosa devo
rispondere?»
«Cos…
Eh?» fece Chiharu,
smarrita.
Il Kazekage? Gaara della
Sabbia, lo zio
con cui non aveva mai parlato, chiedeva di vederla? E addirittura la
convocava in maniera così ufficiale?
*
* *
Spazio autore
Non ho tempo!
Mannaggia, mi sono ricominciate le lezioni e vengo a casa tardissimo,
non riesco a rispondere alle vostre recensioni!
ç_ç
Da giovedì cerco di organizzarmi meglio, ma per questa
volta, vi prego, chiudete un occhio!
Vi ringrazio ancora una volta per il grandissimo affetto che mi
dimostrate sempre, e davvero, mi dispiace tanto!
Comunque i temi che bene o male avete toccato tutti sono stati la morte
di Tsunade e la NaruHina.
Se per il primo me lo aspettavo (anzi, diciamo che era ovvio), il
secondo mi ha lasciata un po' più stupita.
Cioè, non pensavo che la prendeste così bene! E
sì, Silvia, sto parlando con te.
Mi ha fatto molto piacere leggere che avete apprezzato la scena,
è stata la mia piccola gioia! ^^
L'ultima cosa che mi avete fatto notare in molti è il famoso
pugno finale! XD
Avete visto bene: mentre lo scrivevo, ghignavo!
Ora, prima di lasciarvi alla scheda di Chiharu, vi do un consiglio:
smettetela di prendere troppo sul serio le mie anticipazioni,
avete visto che anche questa volta è stata una mezza presa
in giro! XD
(per Maobh: mi è arrivata! E in effetti ho avuto il tuo
corelatore!
Ma, per quanto lui ci mettesse un sacco di passione, il suo corso era
così soporifero che alla fine non l'ho seguito...
Senza contare che è da dicembre che cerco di dare l'esame, e
all'ultimo mi tiro sempre indietro! XD)
(per kage_naru89: l'unica risposta al commento va a te
perchè sei arrivata solo ora, e per tranquillizzarti.
Non dar peso all'opinione di quattro ragazzini scemi, le voci spesso e
volentieri sono solo voci... soprattutto nella mia Konoha!)
- Chiharu Nara
-
Età: 13
Compleanno: 2 maggio
E' il cervello del gruppo, e ha
un ottimo controllo del chakra.
Non ha fratelli né
sorelle.
Ha ereditato l'intelligenza
paterna e l'arroganza materna, un mix letale se sommato alla pigrizia.
E' la regina delle
contraddizioni, ma la cosa non sembra turbarla granché.
E' una quasi adolescente
convinta di essere una quasi donna.
Per questo motivo tende a
considerare tutti i suoi coetanei qualche centinaio di gradini al di
sotto di sé,
con l'unica eccezione dei suoi
compagni di squadra - solo una decina di gradini al di sotto - e Jin -
un gradino sotto.
(Baka Akeru non è nemmeno compreso nella graduatoria)
Passa metà del suo tempo a insultare Hitoshi - per sport,
diciamo - ma in fondo lo considera allo stesso livello di Kotaro, se
non sotto, per alcuni aspetti.
Non tollera l'idiozia, ma non è così altruista da
diffondere il suo sapere, quindi si limita a disprezzare.
Odia - o così dice - sua madre per manifesta
incompatibilità, mentre rispetta suo padre e nutre una
grande ammirazione per il nonno Shikaku.
Degli zii di Suna sa poco, e neppure le interessa, dato che non
influiscono sulla sua vita.
Tendenzialmente è attratta dagli uomini più
grandi.
Quando si sforza di restare lucida e razionale, sa sempre qual
è la soluzione più vantaggiosa per tutti.
Aya
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Capitolo 10 *** In visita ufficiale ***
Naruto2-10
In visita ufficiale
- Dieci -
Gaara lasciò cadere sulla
scrivania il foglio che aveva appena finito di leggere, e in un
angolo scribacchiò in fretta la sua firma. Aveva una
calligrafia minimalista, essenziale, ma che conservava comunque una
certa grazia. Metà delle ragazze di Suna
avrebbe fatto follie per un suo autografo.
Sul piano chiaro della scrivania erano
impilati quattro o cinque fogli pronti per essere letti, e subito
accanto c’erano un portapenne e dei timbri. Lungo le pareti erano
appesi quadri dai toni caldi, e le sedie davanti al piano di lavoro
erano di quelle non troppo comode, ma nemmeno scomodissime. Ai lati
dell’ingresso c’erano due piante d’appartamento dall’aria un
po’ sofferente, e sul pavimento un grande tappeto finemente
decorato, unico lusso di dichiarato valore.
Di sicuro l’ufficio del Kazekage era
ben diverso da quello dell’Hokage – disordinato, con legno
ovunque e cianfrusaglie varie in giro. E anche il Kazekage stesso era
molto più solerte nello svolgimento del suo lavoro.
Gaara prese in mano un altro foglio e
lo scorse rapidamente, captando le informazioni essenziali alla prima
occhiata. Era arrivato quasi alla fine del documento, quando fu
distratto da un bussare sommesso.
«Sì?» fece alzando
lo sguardo, e dalla porta dell’ufficio entrò una donna dai
capelli rosso fuoco, tenuti raccolti sulla nuca. Era alta,
abbronzata, e indossava un paio di occhiali allungati davanti agli
occhi castani; ma nonostante l’aspetto gradevole, nulla in lei
sembrava sorridere.
«Bunai è qui fuori, nobile
Kazekage» disse in tono incolore, sistemandosi meglio gli
occhiali. «E’ insieme a un gruppo di ninja del villaggio
della Foglia, chiede di riceverli»
«Falli entrare» ribatté
lui, mettendo giù il foglio che stava leggendo.
La sua segretaria chinò il capo
e richiuse la porta. Il Kazekage restò per un attimo
pensieroso, la fronte corrucciata, poi lo sguardo gli cadde
involontariamente su un piccolo foglio infilato sotto il portapenne.
Era arrivato più o meno due
giorni prima, recapitato direttamente dal falco personale dell’Hokage
e scritto di suo pugno, e conteneva istruzioni ben precise in merito
alla delegazione in arrivo al villaggio della Sabbia. E poi,
conteneva anche una richiesta personale; ma a quella avrebbe pensato
più tardi.
Bussarono ancora, e quando la porta si
riaprì, insieme alla segretaria comparvero il jonin che aveva
accolto il gruppo di Naruto e il gruppo stesso, sfibrato ma ancora in
piedi.
«Benvenuti» li accolse il
Kazekage con un accenno di sorriso, e quelli entrarono uno dopo
l’altro.
«Ehilà! Come va?»
salutò Naruto tutto allegro.
«Nobile Kazekage, io mi congedo»
avvisò Bunai con un rapido e rigido inchino, prima che Naruto
monopolizzasse la conversazione. Gaara annuì, e l’uomo fece
dietrofront e uscì dall’ufficio, lasciando i ninja della
foglia, il Kazekage e la sua segretaria da soli.
Ci fu un istante di silenzio, durante
il quale Kotaro e Hitoshi cercarono morbosamente di raccogliere
quante più informazioni possibili su Gaara. Insomma, vedere
l’Hokage era quasi all’ordine del giorno, ma il Kazekage era
tutta un’altra storia. Chiharu, dal canto suo, incrociò le
braccia sul petto e mise su il broncio: voleva farsi un bagno e una
dormita! Voleva un posto buio e fresco! Non gliene fregava niente
delle beghe politiche di quella stupida guerra!
«Sai già perché
siamo qui, vero?» chiese Naruto per nulla preoccupato, andando
a stravaccarsi su una delle due sedie davanti alla scrivania.
«L’Hokage mi ha mandato un
messaggio» confermò Gaara. «Purtroppo devo
avvisarvi che non riusciremo ad agire completamente da soli: in
questo periodo siamo oberati di lavoro, e in più la siccità
si sta aggravando; possiamo mandare qualcuno, ma non quel granché»
«Mm, capisco» borbottò
Naruto con aria vagamente pensierosa. «Kankuro? Lui è
libero? Con i suoi burattini può valere anche per cinque»
«L’avevo già incluso nel
gruppo» annuì Gaara. «Poi abbiamo a disposizione
quattro o cinque chunin, e un paio di jonin. Voi come pensate di
muovervi?»
«Il solito piano standard, direi»
sogghignò Naruto senza dilungarsi in spiegazioni, ma il
Kazekage sembrò capire al volo.
Chiharu sbadigliò vistosamente.
“Che palle!” pensò, sempre più irritata. Tanto loro
tre non servivano a un tubo lì in mezzo, no? Che li tenevano
in piedi a fare? Non potevano mandarli a farsi un giro?
«Ah, giusto!» esclamò
Naruto all’improvviso. «Questi qua dietro sono i ragazzi di
cui ti abbiamo parlato: il nostro asso nella manica»
Un sottile brivido di orgoglio percorse
tutti e tre i genin, Haru inclusa. Gaara alzò gli occhi su di
loro, e li studiò uno ad uno. Hitoshi e Kotaro trattennero il
respiro, rigidi, mentre Haru fissò lo zio dritto negli occhi,
chiedendosi se l’avrebbe riconosciuta. A quando risaliva il loro
ultimo incontro? Ad anni e anni prima, se non ricordava male.
Gaara si soffermò su di lei un
istante più a lungo, ma non fece commenti. Tornò quindi
a guardare Naruto e disse: «Sembrano molto giovani»
«Ci puoi scommettere: sono appena
usciti dall’Accademia» gongolò quello.
Il Kazekage rimase in silenzio a
fissarlo.
«Che hai?» fece il jonin,
inarcando un sopracciglio. «Non venirmi a dire che sono troppo
piccoli, per favore!» roteò gli occhi. «Sono in
gamba, e poi li sto allenando io»
“Che falso! Neanche la settimana
scorsa ci disprezzava!” commentò Hitoshi mentalmente.
«Inoltre» aggiunse Naruto
sporgendosi verso il Kazekage, con un ghignetto. «Se ben
ricordo noi avevamo la loro stessa età quando abbiamo
distrutto mezza foresta nel paese del Fuoco»
«I presupposti erano diversi»
ribatté Gaara pragmatico. «Comunque non ho intenzione di
criticare le decisioni dell’Hokage. Sicuramente li conosce meglio
di me, se lui ha fiducia in loro, l’avrò anch’io»
«Sulla capacità di
giudizio di Kakashi potremmo discutere parecchio, ma un’altra
volta» brontolò Naruto. «Torniamo a parlare di
cose serie, che tra dieci minuti questi svengono qua sul pavimento,
se non li lasciamo andare. Il documento»
I tre genin drizzarono le orecchie,
mentre un barlume di speranza s’insinuava nei loro cuori al
pensiero del riposo che li attendeva.
«Credevamo che fosse qualcosa di
poco conto» proseguì Naruto guardando ora Gaara, ora i
suoi allievi. «Essendo custodito solo da chunin, e in quel
villaggio così esposto, eravamo sicuri che ci avrebbe permesso
di ottenere un vantaggio molto marginale. Il nostro obiettivo era più
che altro mettere un po’ di ansia addosso al paese della Roccia e
allenare voi tre. Ma quando a Konoha hanno decifrato il documento,
abbiamo scoperto che conteneva ordini recenti per almeno tre
compagnie dell’esercito della Roccia»
«Esercito?» ripeté
Kotaro prima di pensarci, e poi avvampò e lanciò
un’occhiata intimorita al Kazekage.
«Le guerre non le vincono solo
gli shinobi» spiegò Naruto. «Certo, l’ultimo
conflitto tra i villaggi ninja è andato così, ma se ad
essere in guerra sono interi paesi, entra in gioco anche l’esercito
regolare. Anche il paese del Fuoco ha il suo, non lo sapevi?»
L’occhiata di Kotaro fu una risposta
più che eloquente.
«Comunque» sospirò
Naruto, riprendendo il filo del discorso. «Anche se sulla lunga
distanza queste informazioni non hanno un effettivo valore, perché
le compagnie si spostano rapidamente, sono pur sempre utili se si
vuole fare un’incursione immediata. Ma prima di agire, è
necessario verificare che le informazioni ottenute siano vere, e che
insomma non sia una trappola. E considerata la facilità con
cui abbiamo preso quel rotolo, è molto probabile che sia tutto
un trucco. Se davvero è così, il paese della Roccia ora
si aspetta un nostro attacco, o perlomeno che indaghiamo un po’ in
quella direzione, e se vogliamo aggirare le loro difese dobbiamo
chiedere aiuto alla Sabbia. Avete capito?»
Kotaro e Hitoshi annuirono. Haru
trattenne un grugnito. «E noi cosa c’entriamo?»
borbottò pianissimo, tra sé e sé, ma si guardò
bene dal dirlo a voce alta: non aveva alcuna intenzione di prolungare
la sua permanenza nell’ufficio del Kazekage.
Sfortunatamente per lei Hitoshi captò
quel commento a mezze labbra, e decise bene di sfruttarlo per fare la
figura dell’intellettuale.
«Perché ci dite tutto
questo?» chiese, guadagnandosi un’occhiata di puro odio da
parte di Chiharu.
Naruto gli sorrise, sfoderando lo
sguardo orgoglioso che tanto poco lo avevano visto usare, e rispose:
«Hai fatto esattamente la domanda giusta. Vogliamo che voi
siate informati delle conseguenze che hanno le vostre azioni. Da una
parte serve ad aumentare la vostra consapevolezza di fare qualcosa
che ha delle ripercussioni, e dall’altra vi aiuta a entrare già
da ora nei meccanismi della guerra. Non sarà piacevole né
divertente, soprattutto alla vostra età, ma in futuro vi
tornerà utile»
«Quando saremo delle armi?»
chiese Kotaro zelante.
Naruto si bloccò un attimo. Con
la coda dell’occhio vide Gaara lanciargli uno sguardo
interrogativo, e allora si schiarì la voce con un leggero
imbarazzo.
«Ehm, come dire, esco da un
periodo un po’ così, in cui non ero propriamente io»
si giustificò. «Naturalmente ho sempre sostenuto che i
ninja non devono essere considerati armi!» ritrattò in
fretta, arrossendo impercettibilmente.
«No?» fece Kotaro confuso.
«Ma avevi detto…»
«Dovremo rifare questo discorso!»
lo interruppe Naruto tra i denti. «Ad ogni modo, ora sapete a
grandi linee qual è la situazione. Mi piacerebbe farvi restare
qua anche mentre decidiamo il da farsi, ma credo che Chiharu mi
ucciderebbe se lo proponessi, quindi vi lasciamo andare a farvi un
bagno e una dormita. E, a proposito, vorrei far notare che io e Gaara
ce la intendiamo che è una meraviglia»
I tre genin tirarono un profondo
sospiro di sollievo, e Chiharu ignorò la frecciatina di
Naruto. In ogni caso, il fatto che lui e Gaara andassero d’accordo
non gli faceva certo guadagnare punti: semmai diminuiva quelli del
Kazekage.
«Loria» chiamò
Gaara, e la segretaria, che fino a quel momento era rimasta accanto
alla porta, silenziosa e impercettibile come le piante in vaso al suo
fianco, fece un passo avanti. «Accompagna i ragazzi alle loro
stanze»
«S» si inchinò lei,
e poi abbracciò con un’occhiata i genin che la fissavano.
«Seguitemi, prego» disse in tono cortese, e senza
attendere la loro risposta aprì la porta e uscì.
«G-Grazie» trovò il
coraggio di balbettare Hitoshi a Gaara, assumendo l’aria più
dignitosa di cui era capace. Il Kazekage si limitò a fissarlo
impassibile.
Haru assottigliò gli occhi,
incapace di pazientare ancora – e anche discretamente infuriata con
l’Uchiha che si era preso il merito del suo intelligente
commento – e senza un saluto raggiunse decisa la porta. Hitoshi e
Kotaro si affrettarono a seguirla, quasi accavallandosi l’uno
sull’altro, e in fretta e furia uscirono dall’ufficio.
*
Le missioni in solitaria erano una gran
noia, secondo Jin. Che a sette anni lo spedissero già a
svolgere missioni di livello B da solo era indubbiamente
straordinario, ma il bambino era perfettamente cosciente del fatto
che l’unico motivo per cui non aveva compagni era che gli altri si
trovavano a disagio in sua presenza. Non che gli importasse granché,
comunque: se non erano in grado di non giudicarlo, non valevano molto
come persone, nella sua ottica.
Mentre stava appollaiato su un ramo di
pruno con le orecchie tese, si chiese chi non lo giudicasse, al
villaggio. Forse nessuno. Cambiò parametro: chi non lo
giudicava facendo un confronto con sé stesso e trovandolo
soltanto mostruoso? Ancora nessuno.
No, forse una persona c’era.
Naruto Uzumaki.
Lì, solo nella foresta, Jin
inarcò le sopracciglia. In effetti non ci aveva mai fatto
caso: il jonin era l’unico ninja della Foglia che lo trattasse come
uno shinobi qualunque, con un occhio anche alla sua età. Era
l’unico così sovrabbondante di tracotanza e orgoglio da non
guardarlo come un mostro potenzialmente pericoloso.
Hitoshi, Kotaro e Chiharu, bene o male,
erano i genin più vicini a lui; ma se all’Accademia potevano
evitare di esercitarsi avendolo accanto erano più felici.
D’altronde Jin aveva sempre saputo che erano individualisti e
ambiziosi, e in un modo o nell’altro era arrivato a patti con il
loro carattere: era normale che in fondo provassero invidia e un po’
di timore.
Il resto del villaggio invece lo
considerava pubblicamente una bestia strana e sospetta. Persino suo
padre, sebbene il suo sguardo fosse il più impenetrabile: Jin
sapeva che era una cosa orribile a dirsi, ma qualche volta si era
accorto che Kakashi lo guardava come un puzzle senza soluzione, come
un enigma di cui non riuscisse a venire a capo. E ne soffriva.
Gli sarebbe piaciuto che almeno lui
potesse capirlo con un’occhiata. Ma, visto che non succedeva,
allora doveva essere la madre il pezzo mancante. Forse solo lei
sarebbe stata in grado di comprenderlo, di sapere cosa pensava e
aiutarlo a capire perché era tanto diverso dagli altri.
Ma lei non c’era. Non c’era mai
stata.
Un impercettibile fruscio tra l’edera
del sottobosco lo distolse dai suoi pensieri, facendogli trattenere
il fiato. Qualche minuto prima, mentre era di ritorno dalla sua
missione, gli era parso di sentire quel rumore per la prima volta, e
allora si era appostato su un albero, in attesa. Ora ecco che quel
flebile suono si ripeteva, a malapena udibile anche per il suo
orecchio fino.
Cercò di localizzarlo, ma con
sua grande sorpresa non ci riuscì. Restò immobile sulla
sua postazione per altri lunghi minuti, spasmodicamente attento, ma
non sentì più nulla.
Eppure sapeva che c’era qualcosa. Ne
era certo. E quel qualcosa era molto abile a passare inosservato.
Doveva avvisare il villaggio.
*
Il mondo ora sembrava un posto
decisamente migliore. Uniformemente rossastro, ma migliore.
Chiharu, guardando
distrattamente il
paesaggio sabbioso fuori dalla finestra, i lunghi capelli corvini
raccolti in un asciugamano sulla testa, iniziava a comprendere come si
era sentito Kotaro il giorno successivo alla prova di Naruto.
Sbadigliò. Le case dal
soffitto piatto del villaggio della Sabbia, rinchiuse e protette
nella loro conca d’arenaria, rimandavano la luce del sole, e per
le
strade non c’era nemmeno una delle piante che invece
punteggiavano
Konoha. L’assenza di ombra verde era
stancante per il suo sguardo. Decise che il suo passo successivo
sarebbe stata una dormita di quattordici ore, e poi avrebbe pensato
al da farsi. Qualunque cosa poteva aspettare, in quel momento.
Diede le spalle al paesaggio arido, e
si liberò dell’asciugamano. I capelli le ricaddero sulle
spalle, regalandole un brivido fresco, e scesero giù fino alla
schiena lisci e pesanti. Nel bagno della sua stanza aveva trovato
anche degli abiti di ricambio, perfettamente della sua misura, e
anche se non erano esattamente di suo gusto, potevano andare. Si
trattava di pantaloni bianchi larghi, stretti alle caviglie, una
maglia bianca semplice e una sopramaglia in rete nera per la quale
ringraziava il cielo, visto che gli abiti larghi le avevano sempre
dato la sensazione di essere nuda.
Si diede un’occhiata veloce nello
specchio della stanza – considerava una perdita di tempo starci
davanti troppo a lungo – e passò una mano tra i capelli
bagnati. Con il clima di quel posto si sarebbero asciugati
incredibilmente in fretta.
A quel punto lanciò uno sguardo
desideroso al letto che la attendeva, contro la parete di fondo.
Affiancato da due comodini, semplice, coperto da un copriletto rosso
scuro, ma – e questa era la cosa migliore – a due piazze. Avrebbe
potuto dormire anche per il largo, e ci sarebbe stata. Un letto
simile era sempre stato il suo sogno.
Ci si avvicinò contemplandolo
felice, si fermò sulla parte più lontana dai cuscini, e
ci si lasciò cadere a peso morto, di schiena. Era anche
morbido, constatò con un mugolio di gioia. Iniziava ad amare
suo zio.
Inspirò a fondo, pienamente
soddisfatta della sua vita, e chiuse gli occhi.
Sarebbe stato così facile
addormentarsi lì, in quel preciso istante. Il caldo dell’aria
era stemperato dal fresco dei capelli, le lenzuola erano profumate,
il materasso morbido al punto giusto. Si stava già rilassando…
Toc toc.
Riaprì gli occhi.
E no, eh. Non ora!
Chi era? Cosa voleva? Forse poteva non
rispondere.
Richiuse gli occhi. Decisamente, poteva
non rispondere. Al massimo erano Hitoshi e Kotaro, o Naruto, a voler
esagerare. Meglio lasciar perdere.
Toc toc.
Corrugò la fronte, irritata. No,
non si sarebbe mossa.
«Signorina Chiharu, sono Loria,
la segretaria del Kazekage. Sei sveglia?»
Haru si alzò a sedere di scatto,
con un tuffo al cuore.
Cosa? La segretaria del
Kazekage?
In un attimo fu in piedi, fiondata
verso la porta, e l’aprì di scatto.
«Sì?» chiese al
volo, imprecando mentalmente.
Loria le lanciò uno sguardo
vagamente perplesso, poi tornò indifferente come sempre e
abbassò gli occhi sulla cartellina che teneva in mano.
«Mi dispiace disturbarti, ma il
Kazekage chiede di vederti in questo momento; cosa devo rispondere?»
«Cos… Eh?» fece Chiharu,
smarrita.
Il Kazekage? Gaara della Sabbia, lo zio
con cui non aveva mai parlato, chiedeva di vederla? E addirittura la
convocava in maniera così ufficiale?
Il primo pensiero coerente che riuscì
a sviluppare fu: “ma proprio ora?”
Il secondo fu un po’ più
profondo: “non è che avrò molte altre occasioni di
conoscerlo... anche se sinceramente credo che vivrei bene lo stesso”
Sospirò rassegnata. Avrebbe
potuto dormire dopo, in fondo.
«Vengo. Dove dobbiamo andare?»
«Seguimi» disse Loria,
cortese ma senza l’ombra di un sorriso. Le voltò le spalle e
prese ad incamminarsi lungo il corridoio, e i suoi passi sicuri non
facevano il minimo rumore. Affannandosi per starle dietro, Chiharu
realizzò che probabilmente anche lei doveva essere una ninja,
nonostante il completo impeccabile e l’apparenza da impiegata.
Ad ogni modo, le sembrò di
girare in tondo per ore. I corridoi del palazzo erano tutti uguali,
caldi, luminosi, interminabili; intervallati di tanto in tanto da una
pianta d’appartamento esanime. Ben presto Haru sentì il
sudore colare lungo la schiena, rendendo vana la doccia che aveva
appena fatto, e nello stesso tempo sentì l’irritazione
montarle dentro.
«Dove stiamo andando?»
chiese di nuovo, con una nota di insofferenza nella voce.
«Alla terrazza panoramica»
rispose finalmente la segretaria, senza voltarsi o rallentare. «Il
Kazekage ti aspetta là»
«E’ ancora lontano?»
«No. Eccoci, siamo arrivate»
Loria si fermò per un attimo
davanti a un’ampia scalinata che saliva verso l’alto, rampa dopo
rampa. Haru trattenne un gemito di fronte agli interminabili scalini
lisci immersi nella luce del sole pomeridiano, ma dalla sua bocca non
uscì un lamento quando iniziò la scalata.
Alla fine, tre minuti dopo che era
uscita dalla sua camera – ma ore dopo, secondo lei –
raggiunse l’ultimo piano.
Era in cima al palazzo più alto
del villaggio, tanto che con lo sguardo poteva superare le mura di
arenaria che lo circondavano e spaziare nella vasta pianura arida
tutt’attorno. La terrazza era sostanzialmente un largo spiazzo nei
cui angoli si annidava la sabbia più fine, esposto al vento e
battuto dal sole, caldo fino all’eccesso. L’aria sembrava
tremolare, sospesa e statica, e il riflesso dei minerali mescolati
alla calce era abbagliante.
In quel paesaggio da incubo – o da
sogno? – si stagliava un’unica figura avvolta in un mantello
bianco, di spalle. I suoi capelli rossi, lisci e un po’
scompigliati, si confondevano con le rocce circostanti, ma la sagoma
nel suo complesso era quasi ipnotica, impossibile da non notare.
Loria fece un cenno a Haru, arretrando
leggermente, e lei all’improvviso si sentì molto piccola e
sola.
“Rilassati, è solo tuo zio”
cercò di convincersi, facendo un passo avanti. Socchiuse gli
occhi di fronte alla luce del sole, e sentì il caldo piombarle
addosso come un macigno, ma non cedette. Proseguì, lenta, fino
a fermarsi a un metro dalla schiena di Gaara. Si schiarì la
voce.
Lui finalmente si girò, e puntò
gli occhi verdi e intensi direttamente su di lei.
Era un bell’uomo, il Kazekage. Alto,
freddo, ma grondante fascino da ogni – invisibile – poro della
sua pelle. Non c’era da stupirsi che fosse una specie di celebrità
nel villaggio della Sabbia, tanto che Chiharu si scoprì a
desiderare di avere parte del suo patrimonio genetico. Le bastavano
anche solo due o tre cromosomi, purché fossero quelli giusti.
«Come sta tua madre?»
chiese lui all’improvviso.
Lei, colta alla sprovvista, si trovò
momentaneamente a corto di risposte.
«Ehm, ah… bene» borbottò
poi, evitando il suo sguardo.
Gaara la fissò per un attimo,
impeccabile anche sotto quel caldo massacrante.
«So che non andate molto
d’accordo» disse senza tante cerimonie.
Un muscolo sul viso di Haru ebbe un
guizzo.
Che cosa?
Come osava, quel perfetto
estraneo, ficcare il naso così…
No. Alt. Fermi tutti, lui non era un
perfetto estraneo, no.
Ma non li conosceva per niente.
Nessuno di loro. Non sapeva nemmeno come erano fatti i Nara, e
soprattutto non sapeva come era fatta lei.
Incrociò le braccia sul petto,
rigida.
«Andiamo molto d’accordo»
rettificò, e si rese conto che la sua voce suonava acida. Ma
non riuscì a fermarsi. «La nostra è una famiglia
perfettamente felice. I vostri informatori devono essere
piuttosto scarsi»
Gaara non sembrò particolarmente
colpito dalla frecciatina, e continuò a fissarla finché
non fu lei a distogliere lo sguardo. Chiharu iniziava a trovarlo
irritante, ed era sorprendente la rapidità con cui ciò
accadeva.
«Immagino tu sia stanca»
disse lui dopo qualche istante, senza intonazioni particolari. «Per
oggi smettiamo qui»
«‘Per oggi’?» ripeté
Haru perplessa. Da quando Gaara ci teneva tanto ad avere un rapporto
con lei? Le sembrava di aver usato un tono abbastanza ostile da far
desistere chiunque.
«Domattina farà più
fresco» replicò lui, alzando lo sguardo verso il cielo
di un blu intenso. «Potremo parlare nel mio ufficio. Manderò
Loria a chiamarti»
Haru rimase a fissarlo a bocca
spalancata. Di sicuro non poteva rifiutarsi, ma non aveva nemmeno
tutta questa voglia di sorbirsi un interrogatorio in piena regola
sulla sua famiglia, e su come andavano le cose a casa. Gaara dovette
intuire la sua indecisione, e decise di sollevarla del fardello della
scelta, oltrepassandola e piantandola, sostanzialmente, in asso.
Chiharu, indignata, rimase immobile nel
mezzo della terrazza. Cuoceva come un uovo, e non solo per il sole.
Come aveva osato?
Gaara non sapeva nulla, nulla di
lei e della sua famiglia! Con che faccia pretendeva di trattarla
così? Con che diritto?
«Ti devo riaccompagnare alla tua
stanza?»
Haru sussultò, voltandosi di
scatto. Sulla porta che conduceva all’interno, Loria l’attendeva,
impeccabile come sempre. Anche lei tremendamente irritante, anche lei
così supponente e freddamente perfetta.
Chiharu si passò una mano sulla
fronte, asciugandone il sudore, e strinse i denti.
Per quanto le costasse ammetterlo, non
ricordava la strada del ritorno.
Nel prossimo capitolo...
Il secondo colloquio di Chiharu con
Gaara si svolse nello studio del Kazekage.
Seduta sulla sedia scomoda, circondata
dal biancore della stanza e ipnotizzata da un quadro astratto
parecchio bizzarro, Haru iniziò a rimpiangere la terrazza
asfissiante. Senza contare che gli abiti di Suna la facevano sentire
ancora nuda, e, dopo l’esperienza di un’ora prima, non era bello.
«Sei molto simile a tua madre»
esordì Gaara dopo averla fissata a lungo.
Lei staccò a forza gli occhi dal
quadro appeso alla parete e lo fissò sconcertata. «Ma
dove?» le sfuggì.
* * *
Spazio autore
Finalmente sono riuscita a dare una parvenza di organizzazione alla mia giornata,
e anche se è più pesante del solito in qualche modo riesco a raccapezzarmici.
Così riesco persino a rispondere alle vostre recensioni, non è splendido?
Comunque, questa volta la preview non mentiva, e la prossima nemmeno.
Aspettatevi un altro po' di Gaara, e poi, finalmente, le scene di
combattimento che tanto attendevate, sebbene in misura molto ridotta.
Oh, e aspettatevi pure svolte sul piano sentimentale! (eheh...)
Tra parentesi, sapete che mentre scrivevo la scena dell'ombra non sapevo esattamente di chi si trattasse? XD
Solo con l'avanzare della storia le cose mi si sono incastrate, ma all'inizio scrivevo e mi stupivo da sola...!
E, sempre tra parentesi, aspettavo solo che tiraste fuori l'chiha football team! XD
Una volta per tutte: lasciate in pace Kankuro! XD
- Kotaro Lee -
Età: 13
Compleanno: 11 febbraio
E' il più agile del gruppo, nonché l'esperto di arti marziali e l'anima ottimista della squadra.
Ha una sorella di quattro anni più piccola, Mei.
Cerca con tutto sé stesso di non assomigliare al padre, ma i geni sono difficili da combattere.
Del gruppo è l'unico che ammetta apertamente di stimare Naruto.
Ha un rapporto fortemente competitivo con Hitoshi, ma non con Chiharu - retaggio materno: le femmine vanno rispettate e temute -
e nonostante le apparenze è ambizioso quanto Rock Lee.
Cerca di mediare tra i compagni di squadra, ma il più delle volte si spazientisce prima di calmarli.
Si sente in soggezione davanti alle persone importanti, e si agita facilmente, nel bene e nel male.
Finora il suo look è stato sfortunatamente curato da Rock Lee.
lilithkyubi: lo
confesso vostro onore, sono coscientemente colpevole! Ho volutamente
fermato lo scorso capitolo a meno di uno sputo da Gaara, e ho pure
provato piacere nel farlo! XD Ma oggi lo hai avuto, no? E allora
gioisci! ^^
Elisir86: gli orari di
aggiornamento durante la settimana saranno un po' problematici causa
università, temo... Almeno fino alla prossima settimana
andrà così, mi spiace! ç_ç
SuperEllen: beh, no,
direi che questa volta l'anticipazione aveva un senso! E anche la
prossima, più o meno. XD Uhm, se non erro Sasuke non si
beccherà altri lividi, ma molti schiaffi morali. E gli Uchiha si
moltiplicheranno molto più di quanto tu creda!
arwen5786: i tuoi deliri
da shipper mi lasciano indifferente ormai. -.- Pensa un po' quel che ti
pare, sappi solo che dal prossimo capitolo succederà qualcosa
che potrebbe attirare la tua attenzione in quel senso... Tra parentesi,
sai che Hitoshi è il Sasuke che avrei voluto vedere? Se solo
Itachi non avesse fatto pastrocchi e distorto per sempre la sua
personalità! ç_ç Sì, ehm, come dire, mi sa
che Kankuro compare pochissimissimissimo in questa fic! XD All'epoca
non avevo ancora considerato le sue infinite possibilità! XD Se
non altro Gaara ha fatto ben più che respirare! Per quanto
riguarda Jiraya e Tsunade, non ti dirò nemmeno mezza parola. Per
Kiba, invece, confermo che dovrai attendere, perché quella
è una delle cose che dovrò modificare pesantemente della
storia.
Sky_Shindou: ma
perché tutti mi chiedono di Kankuro? ç_ç Insomma,
il mio amore per lui è recente, q uesto è un vecchio
lavoro, che pretendete? Comunque Haru ci è arrivata da Gaara, e
ci tornerà pure! Tiè! Ovviamente, non è affatto
scontato che alla fine del secondo incontro entrambi siano incolumi.
(Psst: per il reagalo di compleanno, posso posticipare di un paio di
giorni? ç_ç Non ci riesco proprio, ho un esame il 10 che
mi strozza!)
sammy1987: sì, va
bene, lo dico digrignando i denti, ma lo dico; tra un po'
tornerà un poco di angst. Uffa (non è che mi piaccia
granché! XD) E Sasuke che sforna figli non è mica tanto
strano. Insomma, sei è un numerino discreto. Mio padre ha sette
fratelli, e forse due erano morti da piccolini, quindi calcola quanti
figli ha prodotto la mia adorabile nonna! U_U Konoha ha bisogno di
essere ripopolata!
Hipatya: ooh, mi sono
sciolta sul tuo commento riguardo a Sasuke! Finalmente qualcuno che non
mi dice che lo maltratto, ma mi dice che è cresciuto! E pure
bene! Ti adoro! Che abbia tanti figli non so quanto sia ovvio, potrebbe
pure dedicarsi tutto solo a ripristinare il prestigio del clan, o
magari pensare che i fratelli sono una brutta cosa (itachi docet),
oppure potrebbe essere davvero impotente; in ogni caso, io lo prendo
abbondantemente in giro, lo confesso! XD Gaara è ricomparso,
sì, ma la sua figura è rimasta volutamente misteriosa.
C'è qualcosa che gli ruota attorno, qualcosa di poco chiaro, e
tale resterà ancora per un pochettino. Ultima cosa: tieni da
conto i brutti presentimenti...
Yume_Tsuki: ciò
che hai detto riguardo a Naruto mi ha scaldato il cuore! Io mi ci
impegno sempre come una matta per muovere lui (è ciò che
mi piace davvero fare), quindi se mi sent dire queste cose sono davvero
felice!
Maobh: se aspettavi
l'entrata in scena di Kankuro, dovrai attendere ancora! XD Ma Gaara
è comparso, pure solo, e Naruto ha avuto il suo tempo con lui. E
la prossima volta ne avrà ancora, in solitaria per di
più... (OT: ok, io sono una donnina facilmente influenzabile,
quindi mi sa che tenderò i tentacoli verso quell'uomo! XD Anche
perché in effetti la materia mi interessa - manipolazione delle
coscienze... uhuhuh)
fedecr90: tranquilla, gli aggiornamenti sono sempre ogni due giorni! ^^
lale16: hai avuto sia Naruto che Gaara celibe! Cosa vuoi di più dalla vita? Altro Naruto e atro Gaara celibe, ovvio! XD
Talpina Pensierosa: comparso è comparso, anche se per ora non si sa cosa gli vaghi per la testa! Ma tu sai che dovrai attendere poco!
yayachan: Naruto
e Gaara sono tornati in scena! E tu sai anche come e quando si
ripresenteranno! Per ora non sono previste modifiche sostanziali, ma
tra un po' ci saranno le nuove aggiunte!
uchihagirl: avrai
modo di conoscere tutti gli Uchiha, uno per uno! Per quanto riguarda
Haru e gli zii, invece, si sono visti poco semplicemente perché
lei è pigra come il padre, e andare fino a Suna non rientra nel
suo elenco di "cose riposanti da fare durante l'estate". Per quanto
riguarda lei e Hitoshi, sono muta come una tomba. Sasuke parla agli
scoiattoli esattamente perché si chiama Sasuke, e Kotaro...
è figloo di suo padre. Sfortunatamente. Uh, come ho colorato il
disegno? Con photoshop e la - maledetta - bacchetta magica. Poi a
livelli, credo. E le ombre fatte a mano. Ah, ho usato una tavoletta
grafica!
DuniettaS: e
chi ti ha detto che le battute tra Naruto e i mocciosi finiranno ora
che lui è tornato normale? Di Tsunade e Jiraya parleremo ancora
ovviamente, basta pazientare. E hai visto giusto su Hitoshi, è
un Sasuke senza traumi molesti alle spalle.
bambi88: sì,
beh, Kankuro di fatto non è comparso... ^^' E' che all'epoca non
lo consideravo molto! Abbi pietà, era un po' la ruota di scorta!
Ma cercherò di inserirlo di più, o almeno ci
proverò!
gracy110: beh,
dai, in fondo i mocciosi vogliono bene a Naruto, non lo ucciderebbero!
Forse. Comunque, lui non si farebbe uccidere. U_U E poi Gaara lo
vendicherebbe, e Sasuke con lui! (in barba ai miei pairing, lo yaoi
trionferebbe! XD)
Maryella: la
gioia dei mocciosi per il ritorno di Naruto è destinata a
diminuire ancora e ancora! XD Lo so, sono cattiva, ma che ci posso
fare? Mi diverto così!
Charlie_2702: con
gli orairi cui mi costringe l'uni faccio sempre in tempo a leggere i
nuovi messaggi! ç_ç Oddio, come si fa ad amare Chiharu
con tutti i difetti che ha? XD E soprattutto: come si fa ad amare lei E
Kotaro? O lei e Hitoshi, o Kotaro! Sei una donna strana! XD Comunque
Sasuke vuole che Hitoshi sviluppi lo sharingan anche per il prestigio,
mica solo per l'emicrania! U_U E di sicuro non vuole che uccida il suo
migliore amico! XD Ed è vero, andrà sempre più in
basso perché mi diverto a torturarlo! Oh, per una volta che
l'anticipazione era vera...! XD
kiaretta_chan_94: mi
spiace per l'aggiornamento tardivo! Se ti può consolare mentre
tu scrivevi il commento alle 7 io ero ancora sul bus... @_@ L'arroganza
esagerata di Haru deriva dal mix tra l'arroganza di Temari e il
cervello di Shika. E poi, insomma, guarda un po' chi frequenta...!
maninja87: Haru
non si è comportata poi malissimo. Mentre gli altri se le davano
si è limitata ad andarsene. Avrebbe potuto restare e godersi lo
spettacolo. (Io lo avrei fatto) Per quanto riguarda Sasuke... temo che
la sua figura peggiorerà ancora! XD Cioè, in questa fic
l'ho preso parecchio in giro! In Sinners mi sentivo un po' troppo
buona...! XD
Aya
|
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Capitolo 11 *** Intrighi ***
Naruto2-11
Intrighi
- Undici -
Il villaggio della Foglia era
silenzioso, poco dopo il tramonto. Le luci iniziavano ad accendersi
nelle case, le voci attutite riempivano l’aria come il ronzio
lontanissimo di uno sciame d’api, indecifrabili. Assieme a sottili
spirali di fumo si diffondeva per le strade l’odore delle cene,
l’odore di casa.
Pochissime persone, a quell’ora, si
aggiravano per il villaggio. Ma nemmeno una di quelle poche si
accorse dell’ombra che strisciava di angolo in angolo.
Aveva una rapidità inumana,
sovrannaturale quasi. Silenziosa, mutevole, scattava come un
serpente; compariva e scompariva in un battito di ciglia.
Il proprietario del ramen Ichiraku
quella sera sonnecchiava sul bancone. Non c’erano clienti, il fuoco
era basso sotto le pentole, un denso profumo di salsa di soia
aleggiava tutt’attorno. Stava quasi meditando di chiudere baracca e
burattini e raggiungere la moglie che a casa doveva aver messo in
tavola lo stufato, quando qualcosa attirò la sua attenzione.
Raddrizzò la schiena,
improvvisamente sveglio.
Nel silenzio e nel buio, strinse gli
occhi scrutando la lama di luce che le lanterne del suo chiosco
gettavano sulla via. Nulla.
Si stropicciò gli occhi,
ritentando una seconda volta. Ma le ombre erano soltanto ombre, e un
cane abbaiava in lontananza. Eppure sentiva che qualcosa non andava.
Provava una strana sensazione, come un
formicolio lungo la spina dorsale… Sentì una goccia di
sudore colare lungo la schiena, e all’improvviso ebbe paura.
“Sono troppo vecchio per starmene qui
la notte, da solo” si disse staccandosi bruscamente dal banco e
spegnendo il fuoco sotto le pentole. “Da domani riconsidero
l’orario di apertura”
In fretta e furia coprì le
pentole con un coperchio, chiuse il chiosco, spense le lanterne. La
sensazione di pericolo, di essere osservato, non se ne andava, la
tensione non accennava ad allentarsi. Con gesti sempre più
rapidi e frenetici fece cadere l’ultima lanterna, che si spense con
un piccolo sfrigolio, e si trovò nell’oscurità più
completa.
«Accidenti!» imprecò,
sentendo i vestiti appiccicarsi alla pelle umida. Senza perdere altro
tempo corse via lungo la strada, alla massima velocità che le
gambe non più giovani gli consentivano, e sentì il cane
di prima che abbaiava ancora in lontananza.
Dall’angolo buio che lui aveva
scrutato tanto intensamente, provenne un fruscio impercettibile.
Poi, una macchia di oscurità più
nera si staccò dalla parete e riprese a strisciare in una
direzione ben precisa.
Aveva un obiettivo.
Ed era vicina a realizzarlo.
«Non sei più riuscito a
sentirlo?» chiese Kakashi, sorpreso e preoccupato al tempo
stesso.
Jin, davanti a lui, annuì. «Sono
sicuro che ci fosse» ripeté. «Una volta il fruscio
c’è stato, posso giurarlo. Ma quando mi sono messo in
ascolto, quello ha smesso di muoversi. Forse si era accorto di me»
Kakashi abbassò lo sguardo, la
fronte corrugata.
Suo figlio era un ottimo ninja. Aveva
istinto, aveva talento per le tecniche, era intelligente; ma
soprattutto aveva sensi allenatissimi, animaleschi quasi. Che
qualcuno riuscisse a sfuggire al suo udito era se non altro
preoccupante.
«Ne sei assolutamente certo?»
chiese, non per mettere in dubbio le sue parole ma per avere l’ultima
conferma. Jin annuì senza un’incertezza.
«Va bene» Kakashi sospirò,
rassegnandosi a mettere tra le pagine dell’Antologia della
pomiciata uno degli importantissimi documenti che stavano sulla
scrivania e a chiuderlo.
Non era stato un periodo esattamente
semplice: Hiashi Hyuga imperversava nel suo studio da giorni, facendo
fuoco e fiamme e sostenendo che Naruto non aveva il diritto di
allontanare Hinata dal suo clan, e i fogli da leggere sulla sua
scrivania si moltiplicavano di ora in ora, da quando il Daimyo del
paese del Fuoco aveva saputo che il paese della Roccia aveva iniziato
a farsi più audace. Non riusciva a sistemare anche quella
faccenda da solo.
Lanciò un’occhiata al figlio,
meditabondo.
«Fammi un favore» disse
poi. «Chiama Naruto»
Jin annuì senza fare domande, e
uscì dall’ufficio.
«Che cosa? E’ finito il ramen?»
sbottò Naruto sconvolto. «Com’è possibile?»
«Infatti non è vero»
lo rassicurò Hinata, con un sorriso. «Adesso ne
preparano dell’altro»
«Direi!» sospirò lui
di sollievo. «Per un attimo mi ero preso male»
Scene di ordinaria follia.
Seduti sulle ginocchia attorno al
lucido tavolo di ciliegio, i quattro membri della famiglia Uzumaki
stavano cenando. Più o meno tutti i pasti in quella casa
avevano un momento di interruzione quando Naruto scopriva che il cibo
era finito, e certe volte Hinata sospettava che suo marito fosse un
pozzo senza fondo. Per fortuna non era lei a cucinare, ma avevano due
cuochi e una cuoca che passavano metà della loro giornata a
sfornare qualcosa di nuovo. D’altronde, quando in un’unica casa
si vive in dieci, e uno dei dieci mangia per quattro, è
normale dover cucinare in quantità industriali.
«Mamma, io voglio la torta!»
se ne uscì Hinagiku all’improvviso, con piglio deciso. Certe
volte faceva un po’ senso: era come vedere la copia arrogante di
Hinata.
«Iria?» chiamò
Hinata gentilmente, e subito una donna vicina alla mezza età
le si accostò. «Puoi chiedere in cucina se c’è
della torta? Vuoi qualcosa anche tu, Hanako?» chiese poi alla
bambina più piccola, che le sedeva accanto.
«Il gelato» disse lei
incerta.
Hinata lanciò un’occhiata alla
donna che era al suo servizio.
«Vado subito, signora»
annuì quella, poi si alzò in piedi e scomparve oltre
una porta.
L’altra domestica di Hinata, comparsa
solo pochi giorni prima con Iria per prendersi cura della padrona,
era una ragazza più giovane ma taciturna. In quel momento era
inginocchiata in un angolo della stanza, silenziosa, e quasi non si
avvertiva la sua presenza.
Naruto, in attesa del ramen, piluccò
qualcosa da un piatto a caso, e guardò Hinata.
«Quando sarà nato il
bambino o la bambina, ti andrebbe di tornare in un posto?» le
chiese con uno strano sorriso.
«Che posto?» domandò
lei.
«E’ un ristorante… dai che ti
viene in mente. La sera in cui ti ho chiesto di sposarmi»
«Ah, quello!» esclamò
lei, arrossendo di piacere al ricordo. «Sì, sarebbe
bellissimo! Non ci siamo più tornati da allora!»
A Naruto piaceva vederla sorridere. Da
quando l’aveva portata via dalla residenza principale degli Hyuga,
poi, era come rifiorita. Il suo viso aveva riacquistato colore, gli
occhi erano tornati luminosi, e giocava più spesso con le
bambine.
Probabilmente lei aveva capito da
subito la trappola di Hiashi, ma non aveva detto nulla. Si era
affidata a lui, e non aveva osato contraddire il padre. Ora Naruto
era davvero felice di essersene accorto e di averla portata via da
quella casa. Di nuovo.
Mentre si beava dell’immagine di sua
moglie, senza un solo problema a turbarlo, la vecchia domestica di
casa si presentò in cucina e si piegò in un profondo
inchino.
«Chiedo scusa signore»
disse piano, tenendo gli occhi bassi. «Vi cercano alla porta»
Naruto sbuffò. Chi veniva a
disturbarlo nel momento più importante della giornata, l’ora
di cena?
Brontolando si alzò e uscì
dalla cucina, incrociando il suo piatto di ramen che arrivava. Con
l’acquolina in bocca si propose di fare presto, senza sapere che
invece non avrebbe mai mangiato quel ramen, e raggiunse l’ingresso
illuminato. Sulla soglia trovò Jin.
«Che ci fai in giro a quest’ora?»
gli chiese inarcando le sopracciglia.
Il bambino rimase un attimo interdetto.
Ormai era tanto abituato ad aggirarsi da solo la notte da non pensare
che fosse una cosa insolita alla sua età. Ma si riprese in
fretta.
«Mio padre vuole vederti»
disse senza particolari inflessioni.
«Adesso?» chiese Naruto
trattenendo un gemito, e il pensiero del ramen che lo attendeva in
cucina gli strinse lo stomaco.
«E’ urgente» insisté
Jin.
Naruto sbuffò. «Va bene,
aspetta solo un attimo; avviso la mia famiglia e vengo con te»
Cinque minuti dopo, un’ombra bassa e
una più alta si allontanavano dalla casa.
E un’ombra informe la raggiungeva
sgusciando di angolo in angolo.
*
Toc Toc
Un rumore lontano, fastidioso.
Toc Toc Toc
Ma che cavolo, era possibile dormire in
santa pace?
Toc Toc Toc!
Evidentemente no.
Haru aprì gli occhi di
malavoglia, e per un attimo non seppe dov’era.
La luce che invadeva la stanza era
troppo forte, il soffitto troppo alto e troppo bianco, le lenzuola
troppo pesanti, e il caldo… troppo caldo e basta.
Quanto aveva dormito? E dov’era?
In
un istante i ricordi del giorno prima le caddero addosso come una
pila di post-it dimenticati, e con un gemito si costrinse a voltarsi
su un fianco, e a cercare con gli occhi appannati la sveglia che
sapeva essere sul comodino lì accanto. Le otto. Aveva dormito
più di dodici ore, ma a lei sembravano sì e no tre.
Poi, del tutto improvvisamente, ricordò
che quella mattina aveva un appuntamento con Gaara.
“La segretaria!” pensò con
orrore, gettando le lenzuola in fondo al letto.
«Arrivo! Arrivo subito!»
gridò districando i piedi dalla stoffa calda e alzandosi
frettolosamente. In un bagno di sudore, con addosso soltanto una
canotta e un paio di pantaloncini, si fiondò verso la porta,
rischiando di inciampare nei propri vestiti sparsi per il pavimento.
Si aggrappò quasi alla maniglia e la spalancò,
incurante dello stato pietoso in cui si presentava; e solo quand’era
troppo tardi capì di trovarsi davanti Hitoshi e Kotaro.
Ci fu un attimo di pesante silenzio, in
cui i tre genin realizzarono appieno la situazione: lei era
praticamente in mutande. Loro, anche se se ne rendevano conto solo
ora, erano maschi.
Le guance di Kotaro sembrarono
accendersi come una lampadina, mentre Hitoshi iniziava a fissare
tutto interessato il paesaggio fuori dalla finestra – lievemente
arrossito pure lui.
Haru deglutì. Poi decise di
prenderla con filosofia, e si appoggiò incurante alla porta.
«Sì?» chiese
schiarendosi la voce.
«Vieni… Vieni a fare un giro
per il villaggio?» chiese Hitoshi con un tono stranamente
stridulo, evitando accuratamente di fissarla.
Okay. Okay, aveva due sorelle minori,
poteva anche calmarsi.
Ma le sorelle avevano tre e cinque
anni. Non tredici. Non la sua età.
Haru lo fissò per un minuto
buono, sul punto di prendere a pugni lui e il compare.
«Cioè, mi avete buttata
giù dal letto per questa immensa minchiata?» chiese poi,
con voce pericolosamente flautata.
«Ehm…» biascicò
Hitoshi.
Haru rivolse a entrambi un sorriso
gelido. Poi sbatté loro la porta in faccia.
Hitoshi riprese a respirare – buffo:
non si era neanche accorto che non lo stava più facendo – e
gettò un’occhiata a Kotaro, ancora impalato a fissare la
porta. Gli tirò uno scappellotto.
«Riprenditi» disse brusco.
Il piccolo Lee sbatté le
palpebre e aprì la bocca come per dire qualcosa, ma dalla sua
gola uscì soltanto un pigolio flebile.
«Sei un tantino suscettibile»
borbottò Hitoshi.
«Non è che tu fossi molto
a tuo agio!» sbottò finalmente lui, parlando in fretta e
gesticolando.
«Ma almeno non mi sono
paralizzato» replicò l’Uchiha pungente.
Kotaro lo afferrò per il bavero
– strappandogli un’esclamazione strozzata – e lo trascinò
più in là, abbassandosi dietro a una pianta smunta.
«Ti rendi conto?» sibilò
agitato. «Se lo diciamo a Konoha gli altri ragazzi ci
linciano!»
Non era un mistero che Chiharu fosse la
più appetibile delle nuove reclute. Non era forse la più
bella, ma era sicuramente la più dotata; e poi la freddezza
aveva molto successo quell’anno.
Hitoshi sembrò riflettere un
attimo sulla faccenda.
Lui e Kotaro erano forti, i più
forti dopo Jin; ma avrebbero retto l’assalto di tutti i loro ex
compagni di accademia? Perché quello sarebbe successo se gli
altri avessero saputo del privilegio che avevano avuto.
Hitoshi provò a visualizzare la
scena. E rabbrividì.
«Credo sia meglio tenere la bocca
chiusa» suggerì prudentemente, e Kotaro annuì.
«Anzi, forse è meglio fare finta di niente. In fondo lei
l’ha presa alla leggera, giusto?»
E mentre diceva quelle parole, non
sapeva che Chiharu, divorata dall’umiliazione nella sua stanza,
stava prendendo a pugni il muro per essere stata tanto stupida da
aprire la porta in mutande.
Intanto, nello studio del Kazekage,
Gaara e Naruto discutevano di faccende decisamente più
importanti. Ovviamente Naruto lo faceva stando stravaccato su una
sedia come se fosse stato a casa sua.
«Allora è per oggi?»
chiese il biondo corrugando la fronte, pensieroso.
«Sì. Non abbiamo altro
tempo da perdere» annuì Gaara.
Dal villaggio della Sabbia al paese
della Roccia bastava mezza giornata di corsa, ma se avessero esitato
ancora le informazioni in loro possesso sarebbero state vane, e non
avrebbero raggiunto in tempo il luogo dove erano stanziate le
divisioni di cui dovevano occuparsi.
«Le informazioni che arrivano da
Kankuro sono verificate?» chiese Naruto, quasi cercando un
appiglio per non iniziare la missione.
«Ha raggiunto il paese della
Roccia ieri sera» confermò Gaara sicuro. «Lì
ha trovato i ninja di Konoha, come promesso, e durante la notte hanno
raccolto informazioni»
«I militari della Roccia sono
grandi bevitori, a quanto ho sentito» sogghignò Naruto.
«E hanno una gran bella parlantina»
«Come quelli del Fuoco e del
Vento» borbottò Gaara con disappunto. «Comunque il
documento era autentico. A occhio e croce abbiamo due giorni per
intervenire, poi la decima divisione si sposterà»
«E’ di fanteria, vero?»
rifletté Naruto, e il Kazekage annuì. «Due
giorni, eh? Ma possiamo arrivare a tre, anche se si spostassero
sarebbero comunque lenti»
«Meglio non correre rischi: non
sappiamo dove andranno per depistarci»
Naruto sbuffò. «Ogni tanto
penso che ti preferivo quando eri mezzo matto: eri più vitale»
«Avevo un demone in corpo»
fece Notare Gaara piatto. «E non tenevo la responsabilità
di un intero villaggio sulle spalle»
«Che poi non ho mai capito perché
sei rimasto Kazekage» brontolò Naruto, punto sul vivo.
«Insomma, hai passato la tua vita a farti difendere dalla
Reliquia della Sabbia, siamo sicuri che tu sappia combattere anche
senza?»
Gaara lo fissò per un lungo
istante. «Però. Ci hai messo quasi vent’anni per
notare questo piccolo particolare» disse a quel punto, neutro.
«Facciamo anche del sarcasmo?»
rognò il ninja di Konoha.
«Ad ogni modo non devi
preoccuparti di Suna: siamo perfettamente autonomi» riprese
Gaara, portando la conversazione sui vecchi binari. «Adesso
dobbiamo solo pensare a disperdere quella divisione, se non altro per
spaventarli»
«E va bene, va bene» si
arrese Naruto sollevando le mani davanti a sé, e si alzò
in piedi. «Guarda, l’unica cosa che mi consola è che
ho visto come guardi la tua segretaria: almeno c’è un
barlume di umanità in te» ghignò.
Gaara gli rilanciò un’occhiata
indifferente. «Loria?» chiese senza espressioni,
riabbassando lo sguardo sui pochi fogli che ingombravano la sua
scrivania. Si incupì impercettibilmente. «Non è
come pensi»
«Certo» ridacchiò
Naruto. «Ah, un’ultima cosa» Il Kazekage lo fissò,
e lui gli rivolse un ampio sorriso. «Mi sa che devi far
accompagnare i ragazzi a Konoha da uno dei tuoi»
E, prima che Gaara avesse il tempo di
replicare, si dissolse in una nuvoletta di fumo.
Il Kazekage corrugò la fronte.
Accidenti a Naruto e alla sua pessima abitudine di usare la
moltiplicazione superiore del corpo per non staccarsi mai da Hinata!
Sbuffò, rilassando le tempie, e
abbassò lo sguardo sul documento decodificato che gli era
arrivato prima dell’alba da Kankuro.
“L’unica cosa che mi consola è
che ho visto come guardi la tua segretaria”, si ripeté
mentalmente.
Quanto, quanto si sbagliava Naruto…
Ma lui non poteva dirgli niente. Perché in fondo, anche se si
sbagliava, ci aveva anche azzeccato in pieno.
Premette un pulsante sulla scrivania, e
la voce di Loria giunse fredda e vagamente distorta dall’interfono.
«Sì, nobile Kazekage?»
«Chiama Chiharu Nara, dille che
sono pronto per riceverla»
Per fortuna riusciva ancora a
mascherare il disgusto con un tono indifferente.
*
«Ah. Ora ci siamo» fece
Naruto dopo un piccolo sussulto. «Però! Gaara ha una
mezza tresca con la segretaria»
«Ah sì?» fece
Kakashi atono, da dietro la sua scrivania.
Erano nello studio dell’Hokage, e
attorno a Naruto, tutti in piedi, c’erano altri jonin tra cui
Sasuke, Shikamaru, Rock Lee, Shino, Choji e Kiba.
Dopo che il Naruto nel villaggio della
Sabbia aveva sciolto la tecnica, i suoi ricordi e tutto ciò
che aveva appreso erano andati a unirsi a quelli del Naruto che era
rimasto a Konoha, che così facendo aveva anche riacquistato
appieno le forze, fino a un attimo prima divise.
«Siamo pronti?» chiese
Shikamaru distratto, scostando appena la testa per impedire che un
raggio del sole ad est lo colpisse negli occhi.
«Ora sì» assicurò
Naruto spavaldo. «Forza, andiamo! Prima si va, prima si
ritorna!»
«Posso farti notare che dovrei
dare io gli ordini?» intervenne Kakashi, vagamente seccato.
«Tsk, tanto sei Hokage solo per
culo» brontolò il jonin con voce impercettibile, ma non
protestò platealmente.
Kakashi guardò i jonin nel suo
studio, tenendo stretta l’Antologia della pomiciata sotto la
scrivania. Alla fine, dopo aver incrociato lo sguardo di tutti,
disse: «Andate»
I ninja annuirono, chi sorridendo
sicuro della vittoria, chi impassibile, chi disinteressato, e poi
uscirono dall’ufficio in ordine e impeccabili. Una volta fuori,
partirono compatti verso il fronte lontano.
Nessuno di loro sapeva che il nemico si
annidava già tra le loro fila.
*
Il secondo colloquio di Chiharu con
Gaara si svolse nello studio del Kazekage.
Seduta sulla sedia scomoda, circondata
dal biancore della stanza e ipnotizzata da un quadro astratto
parecchio bizzarro, Haru iniziò a rimpiangere la terrazza
asfissiante. Senza contare che gli abiti di Suna la facevano sentire
ancora nuda, e, dopo l’esperienza di un’ora prima, non era bello.
«Sei molto simile a tua madre»
esordì Gaara dopo averla fissata a lungo.
Lei staccò a forza gli occhi dal
quadro appeso alla parete e lo fissò sconcertata. «Ma
dove?» le sfuggì.
«Nei lineamenti» spiegò
Gaara. «L’espressione è di tuo padre, per questo forse
non te ne accorgi, ma i tratti sono quelli di Temari»
Chiharu fece una smorfia. Avrebbe
preferito non saperlo.
«Sembra che non ti faccia
piacere» constatò Gaara in tono casuale. «Avevo
capito che i vostri rapporti erano ottimi»
Chiharu lo fulminò con lo
sguardo. Anche le frecciatine, adesso? Ma il Kazekage non doveva
essere freddo, serio e impassibile?
«Diciamo che avrei preferito
somigliare a mio padre» sibilò acida. Aveva mal di
testa, dannazione.
«E invece sei molto più
simile a tua madre, anche nel carattere» completò Gaara.
Haru aprì la bocca per protestare, ma si fermò appena
in tempo rendendosi conto che sarebbe stato esattamente ciò
che avrebbe fatto Temari. Mise il broncio. Perché dopo tutto
quel silenzio Gaara all’improvviso si interessava a lei?
Il Kazekage sospirò, appoggiando
la fronte alla mano.
«Quanti anni sono passati
dall’ultima volta che ci siamo incontrati?» chiese, e a
Chiharu sembrò per un attimo molto stanco.
«Non saprei, forse dieci»
rispose piano.
Lui annuì. «Avrei dovuto
farmi vivo prima» confessò. «Ma al villaggio erano
sorti dei problemi, e io non ero più forte come una volta»
sollevò la testa. «Sai della Reliquia della Sabbia?»
domandò a bruciapelo.
Haru corrugò la fronte. «La
cosa?»
«Fino ai sedici anni dentro di me
c’era un demone, la Reliquia della Sabbia o monocoda»
raccontò Gaara sbrigativo. «Finché ho potuto fare
affidamento sul suo chakra e la sua forza non mi sono mai curato
troppo di allenarmi. Ma poi, per una serie di vicende che sarebbe
troppo lungo raccontarti, il demone è stato estratto dal mio
corpo, e io mi sono ritrovato all’improvviso senza la difesa che
avevo avuto sin dalla nascita, praticamente inerme. Allora ero già
Kazekage, avevo delle responsabilità. Dovetti allenarmi in
fretta e furia, chiedere aiuto ai miei collaboratori, e acquistare
una parvenza di forza. Il Kage è il ninja più forte del
villaggio, lo sai; ma io non sono lo shinobi più forte di
Suna. Sono solo quello che i cittadini ritengono il più adatto
a occupare questa poltrona»
«Perché mi dice tutto
questo?» chiese Haru, adottando il “lei” senza neanche
pensarci.
«Perché» rispose
Gaara, fissandola intensamente. «guardandoti mi viene spontaneo
chiedermi: a che scopo sei diventata ninja?»
«E dove starebbe il collegamento
logico?» brontolò Chiharu, a disagio.
«Quando dentro di me c’era la
monocoda io ero un’arma» spiegò lui. «Non ho mai
voluto diventare ninja, ma ero il figlio del Kazekage, e
sostanzialmente ero stato creato per essere uno strumento. A meno di
dieci anni ero giunto alla conclusione che, se nessuno mi amava,
allora esistevo per uccidere tutti gli altri all’infuori di me»
Mentre parlava, Gaara non abbassò
mai lo sguardo. Haru deglutì.
«Non ho intenzione di uccidere
nessuno» borbottò piano, vagamente inquieta. «Sì,
magari fare il ninja non è la mia massima aspirazione, ma non
vivo tanto male»
«Certo che no. Io ero un caso
estremo» le concesse il Kazekage. «Era solo per
dimostrarti che l’assenza di uno scopo può portare a
conseguenze catastrofiche. Tu ce l’hai uno scopo?»
Chiharu tacque.
«Ehi, ho solo tredici anni»
protestò poi, tra i denti. «Posso avere un po’ di
tempo per trovarlo?»
«Sì, se tu fossi una
persona normale. Ma tu sei una ninja. E un ninja deve sapere alla
perfezione cosa fa e perché lo fa. Altrimenti diventa
pericoloso per sé stesso e per gli altri»
Chiharu sbuffò, guardando
altrove. Cos’era quel predicozzo? Sensi di colpa per non averla mai
cercata fino a quel momento? Per quel che la riguardava, non c’era
nessun problema se evitavano di parlarsi o conoscersi. Anzi, forse
era meglio, visto l’ansia che era in grado di metterle addosso
quell’uomo.
«Mi faccia capire»
disse a denti stretti. «Mi sta consigliando in modo contorto di
auto-analizzarmi e capire se voglio davvero essere ninja?»
«No. Ti sto consigliando di non
fare finta di niente davanti alla tua vita che scorre» la
corresse Gaara. «Le persone non si dividono in ‘ninja’ e
‘non-ninja’; puoi essere mille altre cose. Ma se decidi di
combattere, devi farlo per un motivo»
Haru tacque. Dannazione, non poteva
nemmeno dirgli che non sapeva di cosa stava parlando, perché,
da quanto aveva capito, lui sapeva cosa volesse dire svegliarsi al
mattino, chiedersi: “e ora? Cosa succede oggi?” e non trovare una
risposta anche solo interessante.
Abbassò lo sguardo, muovendo
ritmicamente il piede della gamba accavallata. Si sentiva a disagio,
il che aumentava la sua emicrania. Non le piaceva che la gente
guardasse così a fondo nella sua anima. E poi gli occhi di
Gaara le ricordavano quelli di Sai; anche senza il suo ghigno
ironico, sembravano dirle: ‘so tutto quello che pensi, non puoi
ingannarmi’.
«Posso sapere come mai tutto
questo affetto improvviso?» sbottò d’un tratto,
incapace di controllarsi.
Gaara inarcò appena le
sopracciglia, riflettendo veloce. Alla fine assunse la sua solita
espressione neutra e disse: «Perché sei mia nipote»
Haru ghignò amara. «Oh,
bella risposta» scoppiò a ridere. «Con una singola
frase è riuscito a rovinare un intero discorso ispirato!»
si alzò in piedi, decisa ad andarsene.
«Ti ho mentito» la fermò
allora Gaara, rassegnandosi a dirle la verità. Non avrebbe
voluto farlo, perché si era reso conto che Chiharu detestava
che qualcuno cercasse di capirla, ma lei non gli lasciava scelta:
qualunque risposta le avesse dato, non sarebbe stata quella giusta.
Tanto valeva mostrarle almeno che era sincero.
«Me lo ha chiesto il sesto
Hokage»
Scese un attimo di silenzio nello
studio.
Chiharu fissò lo zio,
apparentemente impassibile; ma dentro di sé covava
un’incertezza profonda: non sapeva se credergli o meno. Da una
parte le sembrava impossibile che il sesto Hokage avesse un interesse
diretto per lei, come soggetto slegato dal gruppo sette, ma
dall’altra… dall’altra sentiva che Gaara non mentiva.
«Cosa ha chiesto esattamente?»
chiese piano.
«Di parlarti» rispose lui;
tanto valeva dirle tutto, a quel punto. «Mi ha mandato un
messaggio in cui mi chiedeva di farti ragionare su cosa volessi
davvero essere. Probabilmente si è reso conto che qualcosa non
va, e deve aver pensato che in qualche modo potevo farti riflettere»
Maledetto Kakashi. L’aveva capita
meglio di quanto lei avesse mai sospettato.
Ma non avrebbe dato né a lui, né
a Gaara la soddisfazione di vederla cedere.
«Si sbagliava» sibilò
acida.
Voltò le spalle al Kazekage e
uscì dal suo ufficio.
*
L’ampia pianura che ospitava la
decima divisione dell’esercito della Roccia era costantemente
spazzata dal vento. L’erica che cresceva tra una zolla e l’altra
era giallastra e quasi sdraiata sul terreno, e le rade tracce di
animali erano secche nel fango di molti giorni prima. Era un luogo
desolato, e ai soldati non piaceva.
Erano fermi in quella zona da un paio
di settimane, per “un’esercitazione”, dicevano; ma loro erano
nervosi: si sentivano troppo vicini al paese della Sabbia. E di notte
il vento ululava con la voce del nemico.
Il messaggero era arrivato nella prima
mattina, ansante e coperto di sudore. Aveva chiesto di parlare con il
comandante della decima divisione, aveva ottenuto il suo colloquio, e
dieci minuti dopo si era scatenato il caos. Letteralmente.
“Partire immediatamente” era stato
l’ordine, e tutti i soldati avevano fiutato odore di pericolo.
All’inizio c’era stato un parapiglia generale in cui tenenti e
colonnelli tentavano disperatamente di mantenere le righe, ma senza
successo. Poi era intervenuto il capo dei cinque ninja al loro
seguito, che, sebbene fossero lì di rinforzo, erano
praticamente indipendenti.
Gli era bastato un singolo ordine,
gridato con la sua voce bassa ed echeggiante, e tutti i soldati si
erano bloccati sul posto, e avevano rivolto lo sguardo a lui. Era
l’autorità fatta persona. Certo, forse i bicipiti abbronzati
concorrevano a renderlo inquietante, e il fatto che il suo ordine
fosse stato “chiunque si muoverà se la vedrà con me”
aiutava; ma indubbiamente aveva ottenuto il suo scopo.
«Ricostituite le righe»
aveva detto, e la sua voce aveva sorvolato l’accampamento
improvvisamente silenzioso come un falco nel cielo sgombro. Anche
dalla foresta a una certa distanza non si udiva nulla, come se
persino gli animali trattenessero il fiato.
I soldati si erano trovati a obbedire
meccanicamente. E ora, con il sole a picco sulle teste scure,
guardandosi attorno ansiosamente, venivano controllati per l’ultima
volta prima di spostarsi verso l’interno.
«E’ tutto a posto, signore!»
disse l’ultimo tenente, rigido in posizione d’attenti.
Il comandante della divisione annuì,
gettando un’occhiata sulle truppe inquiete ai suoi ordini.
Erano bravi ragazzi, si disse. Non
meritavano di morire per uno stupido errore ai piani alti, e nemmeno
lui meritava una simile vergogna. Avrebbero fatto meglio a partire in
fretta.
Cercò con lo sguardo il capo dei
ninja che li seguivano, un uomo che gli aveva sempre messo i brividi,
e gli chiese di avvicinarsi con un cenno.
«E’ tutto a posto?»
domandò piano, mantenendo un’espressione neutra.
Il jonin lo fissò severamente da
sotto le sottili sopracciglia castane, penetrandolo con gli occhi
verdi. «Per ora sì» confermò, impassibile.
«Ma credo che dovremmo partire immediatamente»
«Già» approvò
il comandante, e si voltò per dare l’ordine.
Fu allora che accadde.
Uno dei jonin al seguito dell’esercito
gridò qualcosa, e un fremito di paura si diffuse tra i
soldati.
Ma non fecero in tempo a reagire.
Fu terrificante, e mostruoso. In
un attimo il nemico fu tra loro, arrivato quasi volando su una selva
di kunai provenienti dal bosco. Qualcuno si chiese come potessero
essere stati lanciati a una simile distanza, qualcun altro si chiese
cosa facevano i ninja della scorta, ma nessuno, nessuno tra i soldati
riuscì a trovare una risposta alla domanda più
angosciante di tutte: perché i nemici, decine e decine,
sembravano essere un’unica persona dalla scompigliata zazzera
bionda? Perché avevano tutti la stessa faccia?
Fortunatamente per loro, nemmeno uno di
quegli uomini, in seguito, ebbe occasione di ricordare i freddi occhi
azzurri del loro unico nemico.
Perché nessuno di loro scampò
al massacro.
Nel prossimo capitolo...
Però non poteva certo dire tutto
questo a Hinata.
Voleva che lei lo credesse perfetto,
semplice e innocente come era stato da ragazzino. Non voleva
mostrarle il suo lato più freddo e cinico, non voleva farle
vedere il Naruto che uccideva. Non a lei.
Per questo, ogni volta che tornava da
una missione in cui doveva uccidere, Naruto andava da Sakura.
* * *
Spazio autore
Okay, sono patetica.
Blatero e blatero, ma alla fine sono la creatura più debole che ci sia.
E' ufficiale.
Aggiornamenti ogni due giorni sono proibitivi.
Quindi, dalla prossima volta li avrete ogni tre.
E' necessario, mi spiace.
O aggiorno o scrivo, e io DEVO scrivere!
Mi capite, vero? é_è
E mi perdonate?
Dettaglio riguardante l'intera fic: Matsuri non esiste. Mettetevi il cuore in pace!
E i mocciosi sono carini quando fanno i tredicenni imbarazzati, vero? XD
Precisazione: Kotaro non indissa tute verdi, ma nere. U_U
RETTIFICA: ho confuso le date di nascita di Kotaro e Jin! Kotaro è nato il 16 marzo, non l'11 febbraio!
- Jin Hatake -
Età: 7
Compleanno: 11 febbraio
Il più giovane diplomato all'Accademia dai tempi di Itachi Uchiha, eccelle praticamente in tutto.
La figura di sua madre è avvolta dal mistero.
Gran parte del villaggio lo guarda con un misto di ammirazione e
timore, perché le sue straordinarie capacità ricordano
troppo quelle di Itachi Uchiha.
Lui finge noncuranza, ma in realtà gli pesa essere sempre emarginato e lasciato a sé stesso.
Soffoca quotidianamente il suo lato infantile per privilegiare quello forzatamente adulto e severo,
nel tentativo di dimostrare la propria lealtà a Konoha e di adeguarsi alla descrizione che gli altri fanno di lui.
Si sforza di mantenersi al livello di Hitoshi, Chiharu e Kotaro, ma
è fin troppo consapevole della propria superiorità,
e ogni tanto non resiste alla tentazione di dimostrarlo - con gran irritazione di Hitoshi.
Vuole bene a suo padre, ma per adattarsi all'immagine che il villaggio
ha di lui non lo dimostra, e si mantiene freddo e scostante.
Anche
se non ne fa parola, è ossessionato dall'assenza di sua madre,
ma non ha il coraggio di chiedere a Kakashi di parlarne.
Sebbene non se ne sia ancora reso pienamente conto, stima Naruto.
lilithkyubi: sì,
ci vuole poco per farti felice! XD Lascia in pace Loria, che la
situazione è molto più complicata del previsto! XD Con il
proseguimento della lettura - forse - capirai qualcosa, per adesso
inspira a fondo e rilassati! Hitoshi è un cretino, si sa, ma
almeno questa volta ha avuto ciò che si meritava! XD
Elisir86: non mi sembrava
realistico che all'improvviso Gaara diventasse un orsetto gommoso. Ho
cercato di ammorbidirlo un po', ma anche di lasciarlo IC. E non ho la
benché minima voglia di concentrarmi sullo studio, quindi
stendiamo un gentil velo pietoso e fischiettiamo con gaiezza!
arwen5786: tu sei davvero
convinta che Kotaro sia un imbecille, eh? "Kotaro aiuterò
Hitoshi e Chiharu a stare insieme". Certo, perchè lui è
di pietra. Lui non pensa. Non prova sentimenti. No. Tsk. Meno male che
il mio Kotaro è più sveglio e meno magnanimo di quel che
uno pensa! U_U Gaara invece è Gaara, punto. E ha più
problemi di quello che vi ho mostrato fino allo scorso capitolo... Ma
si sa che più li amo e più li maltratto, quindi che
problema c'è? Per Kanky, uff, non so nemmeno dove metterlo!
ç_ç Ci penserò con l'andare della fic, nel
frattempo lo infilo in ogni angolo dell'AU. Così, per sport. Un
bacione tesoro, e ti voglio bene anche io!
SuperEllen: non è
detto che i discendenti siano solo di Sasuke... Comunque le
anticipazioni le inserisco per dispetto solo quando sono troppo
spoilerose, o quando c'è una sorpresa che voglio conservare a
tutti i costi. Se no dicono qualcosa di serio! XD Ma, di grazia,
perchè sei tanto convinta che la madre di Jin lo abbia
"abbandonato"? Non contempli la possibilità di emergenze e
costrizioni...?
fedecr90: che cavolo, odio
quando succedono queste cose! é_è Mi spiace, pensavo di
aver letto bene la recensione e aver captato un femminile, ma
evidentemente me lo sono solo sognato! Scusami tanto! >_<
sammy1987: davvero non avevi
mai considerato Gaara? E' la versione rossa di Sasuke, un po'
più psicopatica! XD strano che tu non lo apprezzassi! Comunque,
Jin non è un mostro. é_è Povero piccino, io lo
trovo tanto tenero! E' molto più mostro quella bestia di
Chiharu! XD Non è che qui ci siano stati tanti combattimenti, però ci sono stati molti morti! (che non è il massimo, ma è qualcosa! XD)
bambi88: dai, consolati. Per
Kankuro ho altri meravigliosi progetti, vedrai! ^_* Mentre Gaara nella
testa di Haru un po' somiglia a Sai, quindi l'incesto non sarebbe
nemmeno così improbabile... Se non fosse che al momento Haru
odia Gaara. LL? Mi sa di qualcosa di sconcio, non so perchè.
ò_ò Ma finché non citi le sue sopracciglia va
tutto bene, robi tesoro! ^^
killkenny: sì, beh, le tue ossa non devono sforzarsi tanto per "sentire" qualcosa riguardo a questa fic...
Talpina Pensierosa: tu sai fin troppo, diciamocelo! XD
Sky_Shindou: Gaara nella
mia testa è un misto tra Naruto e Sasuke. E' difficile muoverlo,
ma visto che mi piace mi impegno, e spero di ottenere buoni risultati!
é_è Haru è stata aciderrima anche oggi, come hai
visto! XD Di sicuro non è una donnina zuccherosa!
uchihagirl: mi spiace per le
info su photoshop confuse! é_è Non sono mai brava a
spiegarlo, e onestamente non saprei nemmeno rifarlo, ma almno ci ho
provato! Il mio cosiglio è giocare con i tasti e sperimentare,
tutto qui.
maninja87: beh, Sasuke e
Hitoshi non faranno solo figuracce... avranno anche i loro momenti di
gloria. Forse. XD E per Jin non stare a preoccuparti. Esiste un
capitolo, molto più in là, intitolato "A proposito di
Jin". Allora saprai molte cose! ^^ E i cambiamenti sentimentali
confesso che al momento non sono visibili... Ma con un po' di pazienza
si paleseranno!
Hipatya: io non credo che le
cose dopo il capitolo 396 andranno come hai prospettato. Mi sembra
troppo semplicistico... Secondo me Sasuke deve ricordarsi che Madara ha
contribuito a una certa cosa, e a questo punto a buon intenditor... Per
quanto riguarda Gaara, hai fatto bene a pensare alla segretaria. Ma le
cose sono più complicate di quel che sembra, e lo scoprirai tra
un po'. Preparati a creare dei post-it con i dubbi, perchè ti
serviranno!
NaruGaa: Gaara non è
sposato né padre, e non mi avevi detto che tuo fratello studiava
qui! Comunque io frequento il DAMS, che con ingegneria non ha proprio
nulla a che fare! XD
DuniettaS: a me Gaara piace. E
Sasuke mi fa schifo. Credo che il loro posto nella mia graduatoria sia
chiaro! XD Comunque già da questo capitolo Haru e gaara hanno
interagito di più, quando tornerai potrai leggerlo! ^^ Spero tu
ti sia divertita in gita!
Maobh: Gaara e Temari non sono
in rotta, solo che si vedono poco. Ognuno ha la sua vita, e sono tutti
molto impegnati. Jin è simile a Naruto, è vero. Forse per
questo lo amo! XD Anche se preferisco i mocciosi.
ò_ò E ancora di più preferisco Baka! XD E per
Kotaro... a dire il vero, ho provato con photoshop a mettergli qualche
altra capigliatura, usando il modello di suo padre. I risultati sono
stati semplicemente BRR. =_= (OT: oh, influenzare la mia stupida mente
in realtà è un gioco da ragazzi! ç_ç)
chibi_elyon: il tuo commento mi
ha davvero commossa. Anzi, lo porterei come esempio a tutte le persone
che vogliono scrivere commenti seri, perché è
semplicemente splendido. Non so fino a che punto corrisponda alla
realtà (perché a leggere quello che scrivi sembra che io
sia un ibrido tra la Rowling e Tolkien, con accenni di Stephen King qua
e là! XD), però è stato... ahh, davvero, mi ha
tolto il fiato. Una sorpresa meravigliosa, davvero ma davvero
meravigliosa. Il che è incredibile, considerato che ti sei letta
in due giorni le 500 pagine di Sinners, e che per questo metà
dei tuoi neuroni dovrebbe essere deceduta. Non ti preoccupare se non
riuscirai a recensire ogni volta, fallo solo quando ti senti! ^^ Non
voglio obbligare nessuno (o quasi), e meno che mai te, che mi scrivi
cose così belle! Ti ringrazio ancora tantissimo, e ti saluto con
affetto! (sì, ora mi vedi così formale, in realtà
alla terza risposta inizierò a salutarti saltandoti al collo)
lale16: brava ragazza, chiediti
che fine ha fatto la mamma di Jin... comunque, per un po' non rivedrai
Gaara dopo questo capitolo! XD Abbi pazienza!
rina: oh come ti capisco per
l'università... Siamo solo ad aprile, e già mi è
passata la voglia! XD come farò??
Lily_90: oddio, stai davvero
leggendo qualcosa che non prevede Shika e Tema tra i protagonisti?? Wa,
mi sento davvero onorata! Sara, ma insomma, mi fai di queste sorprese?
Mi hai tolto un anno di vita, ora sei praticamente COSTRETTA a fare
quello che tu sai quando ci troviamo online! Me lo devi! (come rigirare
la frittata in due parole o poco più) non so quando leggerai
questa risposta (né SE lo farai), ma quando succederà la
richiesta varrà di nuovo, qualunque sia il periodo in cui cade.
Non importa se non capisci ora. Capirai... e non stare alzata fino a
tardi per fare cose inutili come leggere! SCRIVI, piuttosto!
è_é
lunapi71: eh, dopo questo
capitolo sembra che le possibilità di un rapporto tra Haru e
Gaara si assottiglino sempre più, vero? Chissà,
chissà...
Charlie_2702: oh, i maschi sexy
di Naruto riuniti in uno stesso luogo potrebbero farmi venire un
infarto. e' per questo che evito: ci tengo alla mia salute. Il
mondo di Naruto è un mondo di ninja, ma presumo che abbiano
anche combattenti normali. In fondo ogni Paese ha un solo Villaggio
Ninja, dubito che riescano a proteggere tutto lo stato quei quattro
ometti agili! Secondo me hanno anche un esercito, ecco. Ovviamente NON
ti dirò che fine ha fatto Haruka. Siamo matti? Che, ti spoilero
così un dettaglio essenziale? Chiharu e Gaara sono due tipi
abbastanza simili, purtroppo, ma nei lati sbagliati. sarà
difficile per loro trovare un dialogo, ammesso e non concesso che ci
riescano. E che vivano entrambi. E direi che ora SAI che esperienza fa
chiharu prima di incontrare Gaara...! XD (ahh, scusa per la schifida
risposta, ma devo uscire a cena e ancora sono in alto mare!
ç_ç)
yayachan: NO! Kankuro non si
tocca! E' già troppo conteso, non andiamo bene! Quando tutti
amano un personaggio la lotta si fa troppo dura, e lui si monta la
testa! Quindi è mio! (e di bambi88. Ma solo in licenza)
Yume_Tsuki: hai avuto il tuo Gaata, donna! XD Ma per un po' dovrai rinunciare... perché io voglio il tuo bene! U_U
Kiaretta_chan_94: il primo
incontro tra Gaara e Chiharu è durato poco sì. D'altronde
lei era un tantino elettrica, mica potevano arrivare alla rissa! Quello
di oggi almeno è durato di più! XD
Aya
|
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Capitolo 12 *** Turbamenti ***
Naruto2-12
Turbamenti
- Dodici -
Hinata era preoccupata per Naruto.
Sapeva che era stato in missione
qualche giorno prima, ed era anche riuscita a capire che la missione
aveva avuto successo, ma non si spiegava il suo umor nero da quando
era tornato. Spesso lo trovava seduto da solo, qualche volta al buio,
a fissare il vuoto davanti a sé.
Gli era già successo altre volte
in passato, e lei non era mai riuscita a capire; così come
arrivava, quell’ondata di depressione se ne andava e lasciava posto
al solito Naruto.
Però questa volta sembrava
persistente.
Lo intravide dal corridoio, seduto in
giardino con la schiena appoggiata a un ciliegio, e si fermò a
osservarlo dalla porta.
Aveva lo sguardo perso, distante, la
fronte lievemente aggrottata. C’era qualcosa che lo tormentava.
Hinata posò una mano sullo
stipite e strinse appena il pugno, frustrata. Quando lui soffriva,
lei soffriva con lui. Non poteva impedirsi di farlo.
Si voltò appena, e chiese a Iria
e a Fumi, le due donne al suo servizio, di lasciarla sola. Quelle
chinarono il capo e obbedirono.
A quel punto uscì nel giardino
inondato di sole, inspirando a fondo il profumo della foresta poco
distante e dei fiori che crescevano nel prato. Rimase ferma per un
attimo, osservando ancora Naruto da lontano, e si chiese se lui le
avrebbe finalmente rivelato i suoi pensieri.
Amava suo marito. Da sempre, dalla
prima volta che lo aveva visto. Lui per lei aveva rappresentato la
forza, la libertà, il vento. All’inizio era stato un
modello, qualcuno da ammirare fin quasi alla venerazione, era stato
l’instancabile ragazzino che lottava senza mai arrendersi; poi era
diventato il ragazzo che la faceva sussultare se le rivolgeva la
parola; era stato il ragazzo per cui aveva pianto, quasi ventenne,
quando stava con Sakura; e, alla fine, era stato l’uomo che l’aveva
strappata alle tenebre del clan Hyuga.
Lei non si era mai arresa: imitandolo,
resistendo con le unghie e con i denti, si era sempre fatta avanti
cercando di stargli accanto perché lui la notasse e si
accorgesse di quanto lo adorava. E alla fine ci era riuscita davvero.
Era riuscita a farsi amare da lui.
Ma qualche volta si chiedeva se non ci
fossero cose che a lei non diceva, e che a Sakura avrebbe detto.
L’ombra del primo amore di suo marito non aveva mai smesso di
aleggiare sulla sua felicità, e tante volte Hinata si era
chiesta se Naruto l’avesse davvero dimenticata, se l’amicizia che
ora li legava non fosse qualcosa di più, almeno da parte di
lui.
Si sforzava di non pensarci, di credere
che suo marito fosse così come lei se lo immaginava, semplice
e perfetto, ma qualche volta una vocina le suggeriva che, dopotutto,
Naruto era un uomo come gli altri. E che gli era sempre piaciuta
Sakura.
Sakura, non lei.
Scosse la testa, rimproverandosi per la
piega involontaria che avevano preso i suoi pensieri. Se voleva
essere di un qualche aiuto a Naruto, avrebbe fatto meglio ad essere
di buonumore.
Percorse anche l’ultimo tratto di
erba che li separava, e gli si fermò accanto, in piedi. Naruto
alzò lo sguardo e le sorrise, rasserenandosi
impercettibilmente.
«Ciao» la salutò,
tendendole una mano e aiutandola a sedersi con lui. «Ti faccio
portare un cuscino?»
«No, va bene così»
Hinata appoggiò la schiena al tronco del ciliegio, la spalla
contro quella di Naruto, e cercò una posizione comoda.
Rimasero entrambi in silenzio per
alcuni lunghi minuti, ascoltando gli impercettibili rumori che li
circondavano – il fruscio delle foglie, un cinguettio lontano, uno
dei gatti di casa che miagolava sul tetto – e il suono dei loro
respiri. Hinata sbirciò l’espressione di Naruto alla ricerca
di un indizio, di un appiglio cui aggrapparsi per dire qualcosa, ma
lui era tornato accigliato e impenetrabile. Allora tese una mano e
andò a cercare le sue dita.
«Perché non mi dici cosa
c’è?» domandò timidamente.
Lui la fissò, sorpreso e con
aria vagamente colpevole.
«Non c’è niente»
borbottò sapendo benissimo di risultare poco convincente.
Hinata gli rivolse uno sguardo triste.
«Perché non me lo vuoi dire?»
«Sono stanco» ribatté
lui, guardando davanti a sé. «Sono soltanto stanco…
Tra i ragazzi, i ninja che si aggirano attorno al villaggio, le
missioni…» scosse la testa. «Certe volte vorrei lasciar
perdere tutto ed essere soltanto un marito e un papà»
Hinata gli strinse la mano d’impulso,
spaventata: per un attimo le era sembrato di vedere il Naruto che era
stato fino a poco tempo prima, quello pessimista e depresso. Lui si
accorse della sua reazione, e si affrettò a sorriderle
rassicurante.
«Non è come prima»
le garantì. «Questa è solo comunissima
depressione momentanea, mi passerà. Non ho intenzione di
tornare il Naruto cupo che sono stato finché Sasuke non mi ha
fatto ragionare»
Hinata trattenne un sospiro, non sapeva
se di sollievo o cosa, e abbassò gli occhi.
Ci furono altri secondi di silenzio;
poi, in un soffio, la sua voce chiese: «Un giorno mi dirai cosa
c’è?»
Naruto esitò prima di
rispondere.
«Un giorno non ci sarà più
niente» mormorò piano.
Aveva sempre avuto dei problemi ad
uccidere, sempre. Nel suo rifiuto di considerare i ninja soltanto
armi, aveva sempre detestato anche l’idea di togliere la vita senza
motivo, solo per obbedire agli ordini.
Ma qualche volta si rendeva necessario,
lo sapeva anche lui.
La missione di qualche giorno prima,
quella in cui la decima divisione dell’esercito della Roccia era
stata sterminata, era una missione necessaria.
Con pochi uomini e nessuna perdita, in
un combattimento durato forse mezzora, avevano inflitto un colpo
pesante al Paese della Roccia, e forse erano riusciti a posticipare
la guerra di qualche tempo.
Anche un mese in più avrebbe
permesso alla Sabbia – la parte più debole dell’alleanza
Vento-Fuoco – di organizzarsi meglio, aumentando le loro
probabilità di vittoria.
Ma non erano questi i calcoli che
faceva Naruto. Se fosse dipeso da lui, avrebbe cercato in ogni modo
di evitarla completamente, la guerra. A costo di cedere qualcosa, a
costo di umiliarsi, avrebbe voluto la pace.
Per la sua famiglia, e per le sue
bambine. Voleva che crescessero nel mondo il cui era cresciuto lui,
dovendosi preoccupare soltanto dei compagni e dell’Accademia.
Voleva che crescessero in un clima sereno, voleva essere a casa
quando tornavano il pomeriggio, voleva svegliarle al mattino e
pensare che la sera sarebbero andate a dormire più felici. Non
voleva dover pensare di proteggerle, non voleva che le strade
diventassero pericolose, o che la notte bisognasse oscurare le
finestre.
Ma se proprio la guerra era
inevitabile, come sosteneva il Daimyo, allora lui si sarebbe
impegnato con tutto sé stesso per posticiparla all’infinito.
Anche se voleva dire uccidere. Anche se
voleva dire fare una strage di soldati che ancora non avevano mosso
un dito contro il paese del Fuoco. Anche se voleva dire guardare
negli occhi un altro uomo, sapere che avrebbe potuto fare ancora
molte cose nella sua vita, e nonostante ciò obbedire agli
ordini e distruggere il suo futuro.
Però non poteva certo dire tutto
questo a Hinata.
Voleva che lei lo credesse perfetto,
semplice e innocente come era stato da ragazzino. Non voleva
mostrarle il suo lato più freddo e cinico, non voleva farle
vedere il Naruto che uccideva. Non a lei.
Per questo, ogni volta che tornava da
una missione in cui doveva uccidere, Naruto andava da Sakura.
Quanto tempo era trascorso dall’ultima
volta che era stato in quella casa?
Fermo davanti all’ingresso della
residenza degli Uchiha, uno dei primi edifici del quartiere deserto
un tempo riservato al clan, Naruto fissava il ventaglio che era il
simbolo della casata, troneggiante sulla facciata.
Non era la casa in cui Sasuke era
cresciuto. Quella era troppo isolata, e ancora riusciva a turbare
l’ultimo superstite alla carneficina di Itachi, per cui l’avevano
scartata. Era un’altra abitazione, rimessa completamente a nuovo,
una villa su un piano solo ma molto grande, con varie stanze e
cortili interni. Ed era quasi interamente occupata, ormai: con sei
figli era stato persino facile.
Naruto aveva cercato Sakura non appena
era tornato dalla missione, sia all’ospedale che a casa. Ma Sasuke
gli aveva detto che era sparita in qualche posto sconosciuto, alla
ricerca delle misteriosissime erbe di cui custodiva gelosamente il
segreto, e che non sapeva quando sarebbe tornata.
Così aveva dovuto aspettare.
Fino a quel giorno.
C’era stato un tempo in cui l’aveva
amata davvero. Non quando da ragazzino diceva che gli piaceva, ma un
po’ dopo. Attorno ai diciotto anni, più o meno.
Poi Sasuke era tornato al villaggio.
Itachi era appena morto – per mano di
Naruto tra l’altro – lui non sapeva cosa fare della sua vita, e
il sigillo di Orochimaru lo stava praticamente uccidendo, senza che
facesse nulla per contrastarlo. Sakura, che per un certo periodo
aveva amato Naruto, a quel punto si era decisamente concentrata su
Sasuke. Non ci era voluto molto perché lui si convincesse che
lei era ciò di cui aveva bisogno, e meno di due anni dopo
erano sposati.
Per Naruto era stato un duro colpo.
Ma se ne era fatto una ragione, con il
tempo e con l’aiuto di Hinata. Ora Sakura era un’amica di
infanzia, e il periodo in cui l’aveva amata soltanto un ricordo
piacevole.
Eppure tuttora lei gli era di grande
aiuto: con il suo piglio deciso e la sua straordinaria capacità
di capirlo riusciva ogni volta a rimetterlo in sesto e a fargli
vedere le cose per quello che erano, e non per quello che a lui
apparivano.
Da questo punto di vista gli era
preziosa, indispensabile. Ma oltre all’amicizia non c’era altro.
Forse, se avesse conosciuto i timori di
Hinata, avrebbe potuto tranquillizzarla.
Ma non li conosceva.
Si fece annunciare da uno dei numerosi
domestici, attendendo in piedi nell’ingresso. Dopo un paio di
minuti vide arrivare lungo il corridoio Sasuke, con addosso vestiti
comodi e l’espressione velatamente seccata. Era sempre di cattivo
umore quando tornava da una missione con Naruto, anche per giorni.
«Dov’è Sakura?»
chiese Naruto al volo, cercando di limitare le occasioni di attaccar
briga.
«Nel suo laboratorio»
rispose Sasuke squadrandolo attentamente. «Hai l’aria
sbattuta» commentò dopo un attimo, freddo. «Iniziano
a pesarti le missioni?»
«Cerchi rogne?» borbottò
lui con un’occhiataccia, rassegnandosi alla lite.
«E da quando tu saresti in grado
di crearmi problemi?»
«Da sempre, più o meno!»
«Ah! Cazzate in libertà!»
Per un attimo fu come se l’elettricità
statica nell’aria si fosse condensata tra i due shinobi, e lo
stesso ossigeno sembrò sfrigolare leggermente.
Poi Sakura fece il suo ingresso.
«Ma avete ancora dodici anni?»
sbuffò arrivando lungo il corridoio, a passi lunghi e ben
distesi. «Finitela, ormai siete ridicoli»
«Se siamo tanto ridicoli, perché
lo hai sposato?» rognò Naruto accennando a Sasuke.
«Per il sesso» replicò
lei impassibile.
«L’ho sempre sospettato»
mugugnò Sasuke, e lei, levando gli occhi al soffitto, gli
lanciò senza preavviso una boccetta di vetro.
«Cos’è?» chiese
lui afferrandola al volo.
«Pomata per Nobi: è caduto
in giardino e si è sbucciato un ginocchio. Va’ e mettila sul
graffio» ordinò Sakura in tono perentorio.
Sasuke le scoccò un’occhiata
indignata, come per ricordarle chi era il capo in quella casa, ma le
iridi verdi di lei furono più eloquenti e minacciose.
Borbottando e incassando la testa tra le spalle, dunque, il capoclan
degli Uchiha fu costretto a congedarsi per correre dietro a un
bambino di sei anni abbastanza incapace da inciampare sui propri
piedi. Non sapeva ancora che quella della sottomissione del marito
sarebbe diventata una tradizione di famiglia degli Uchiha, in futuro.
Quando Sasuke fu scomparso oltre una
curva del corridoio, Sakura e Naruto si trovarono da soli.
Lei gli lanciò un’occhiata, e
sospirò.
«Ci risiamo» si limitò
a commentare. «Vieni nel mio laboratorio»
Il “laboratorio” di Sakura era una
stanza distante dalle altre della casa, ampia e luminosa. Al suo
interno conteneva due grandi tavoli ricoperti di boccette, piante e
polverine dai colori più disparati, in un tripudio di gialli,
rossi e verdi che turbava la vista. Tra alambicchi e fialette
sembrava impossibile raccapezzarsi, e gli odori che si mescolavano
nell’aria toglievano il fiato e facevano lacrimare gli occhi.
«Stai ancora cercando di
avvelenare il villaggio?» chiese Naruto arricciando il naso.
«No, solo te» rispose lei
con noncuranza, andando per gentilezza ad aprire una finestra – da
anni ormai non le facevano più effetto gli odori pungenti.
«Trovati una sedia» gli consigliò poi. «Lì,
dietro a quella Giaia Giaia dovrebbe essercene una»
«Dietro a cosa?»
«La pianta con le foglie rosa»
sbuffò.
Piuttosto preoccupato per la salute
delle sue mani al contatto con le foglie color confetto della pianta,
Naruto la scostò cautamente. Sì, in effetti dietro
c’era una sedia, ma sembrava come intaccata da una strana muffa
spugnosa arancione fosforescente.
«Ehm, questa sedia?»
chiese Naruto circospetto.
«E adesso cosa c’è?»
Sakura lo raggiunse e gettò un’occhiata all’oggetto
incriminato. «Tu guarda. Ecco dov’era finita la mia coltura
di muschio soporifero» commentò sorpresa, accucciandosi
di fianco alla sedia. «Che strano, non pensavo intaccasse anche
il legno morto» rimuginò tutta interessata.
«Scusa, possiamo tornare a me?»
chiese Naruto vagamente risentito.
«Eh? Ah sì, scusa!»
Sakura si rialzò in piedi, con un cenno vago, e dopo aver
lanciato un’ultima occhiata alla sedia arancione si decise
finalmente a guardare Naruto. «Beh, stai in piedi»
concluse constatando che non erano disponibili altre sedie.
«Grazie» borbottò
lui cupo. Lei gli sorrise appena.
«Allora, ho sentito dell’ultima
missione» iniziò incrociando le braccia sul petto,
all’improvviso seria. Non gli fece alcun complimento, e lui gliene
fu grato. «Sei qui per questo, giusto?»
Naruto annuì.
«Quanti?» chiese lei senza
inflessioni particolari.
Lui scosse la testa e chiuse gli occhi.
«Non lo so. L’intera divisione, credo… Forse qualcuno lo
hanno finito gli altri, ma la maggior parte li ho uccisi io»
Calò un attimo di silenzio.
«Era una missione. Il tuo dovere»
disse poi Sakura, come faceva sempre.
Ogni volta erano le stesse identiche
parole, ma Naruto aveva bisogno di sentirsele dire. Annuì.
«Non potevi fare altrimenti, e se
ti fossi rifiutato forse altri sarebbero rimasti feriti»
continuò Sakura in tono mite. «Sono morti degli uomini,
li hai uccisi tu; ma d’altra parte erano soldati, oltre che uomini.
Sapevano a cosa andavano incontro. Prima o poi qualcun altro li
avrebbe uccisi, o sarebbero rimasti mutilati, o comunque
traumatizzati dalla guerra. Smettila di tormentarti. Avevi dei motivi
per farlo. Sei diverso dagli assassini che tante volte hai
condannato»
Naruto rimase in silenzio, a capo
chino.
«L’ho fatto per le bambine»
disse poi, come per giustificarsi un’altra volta. «Se
posticiperemo la guerra loro potranno avere un’infanzia normale»
«Lo so» garantì
Sakura.
E lui sapeva che lei sapeva. Ma aveva
bisogno di dirlo e sentirselo dire.
Sospirò, e si passò una
mano tra i capelli.
Ora stava meglio. Ci sarebbe voluto
ancora qualche giorno perché tornasse quello di sempre, ma la
spinta era stata data. Sorrise a Sakura.
«Grazie»
«A buon rendere» rispose
lei con un ghigno appena accennato. «Ti accompagno alla porta o
vuoi fermarti un po’ con Sasuke?»
«Non credo sia saggio fermarmi
con lui» cincischiò Naruto. «In questo momento è
un po’ irritato, come ogni volta che finiamo in missione insieme.
Ma è comprensibile, ha constatato per l’ennesima volta
quanto io gli sia superiore»
«Vuoi davvero prenderle?»
lo minacciò Sakura, protettiva verso Sasuke anche ora che
erano cresciuti tutti.
«La verità fa male»
sogghignò lui, ma arretrò di un passo. «Sarà
meglio che vada, ora» si affrettò a dire annuendo.
«Sì, sarà meglio»
concordò Sakura.
Con sguardo vagamente minaccioso
accompagnò Naruto fino all’ingresso, attraversando il
corridoio deserto. Nonostante la calma apparente, si sentivano da uno
dei giardini interni voci di bambini e strilla acute di gioco. Il
jonin biondo esitò un attimo prima di uscire, e sorrise.
«Anch’io vorrei una famiglia
numerosa» disse.
«Tutti lo affermano»
brontolò Sakura. «Ma dopo il quarto figlio cambiano
idea»
«E perché tu sei arrivata
al sesto?»
«Te l’ho detto: ho sposato mio
marito per il sesso»
«Quindi io non ero abbastanza?»
chiese Naruto allusivo.
«Ehi, vuoi far ingelosire tua
moglie?» replicò Sakura senza scomporsi. «Vai,
muoviti. E’ quasi ora di pranzo»
«Va bene, va bene» alzando
le mani in segno di resa, lui sorrise.
In passato erano successe molte cose,
c’erano stati contrasti e momenti di sofferenza. Anche in quel
momento c’erano dettagli che Sakura non sapeva, e che forse le
avrebbero suggerito di evitare le battute sul sesso, ma a dire il
vero non erano così importanti.
Ormai tutti loro erano andati avanti.
Naruto si voltò e uscì,
ma a qualche passo dall’ingresso Sakura lo richiamò.
«Ehi» fece, e lui si voltò
a guardarla. «Quando parlerai a Hinata di queste cose?»
chiese piano.
Naruto non rispose. La fissò,
lì, ferma sulla soglia della sua casa.
Era una donna forte, Sakura, la era
sempre stata. Ferma, risoluta, spesso aveva dovuto confortarlo quando
era giù, quando Sasuke se n’era andato con Orochimaru,
quando Tsunade era morta. Lei lo conosceva in tutti i suoi lati più
nascosti, quelli gradevoli e quelli sgradevoli. Anche se le avesse
detto di aver lasciato libera la volpe a nove code per massacrare un
asilo nido, lei in qualche modo lo avrebbe accettato comunque – o
almeno questa era la sensazione che gli dava.
Ma Hinata… Hinata lo vedeva come
l’uomo perfetto. Lo vedeva come un cavaliere immacolato nella sua
scintillante armatura, e lui con lei era davvero così. Non
poteva mostrarle i suoi difetti. Soprattutto non ora che aspettava il
loro terzo figlio.
Sorrise mesto a Sakura, e le diede le
spalle. Sollevando poi un braccio in segno di saluto, si allontanò
senza rispondere.
Lei rimase a guardarlo finché
non svoltò dietro una curva.
*
Chiharu era di umore nero da qualche
giorno, ormai. Da quando erano tornati dal villaggio della Sabbia,
per l’esattezza.
Hitoshi e Kotaro avevano fatto diverse
ipotesi, che spaziavano dalla Profondamente Incomprensibile E Assurda
Natura Femminile all’Increscioso Episodio Accaduto La Mattina
Precedente La Loro Partenza, passando per l’Improvviso E
Inspiegabile Abbandono Di Naruto – Che Li Aveva Vigliaccamente
Mollati Al Villaggio Della Sabbia E Costretti A Tornare Con Uno
Sconosciuto – e il Molto Sospetto Colloquio Privato Di Haru Con
Gaara.
Ma nessuna di queste opzioni li
convinceva pienamente. C’era qualcosa di strano in Haru, qualcosa
che non le avevano mai visto: era pensosa.
Gli adulti erano soliti credere che
Chiharu Nara fosse una ragazzina molto intelligente e controllata,
ambiziosa ma riflessiva.
Si sbagliavano completamente.
Haru non pensava mai a nulla se non
espressamente costretta – e per costringere lei ce ne voleva – ed
evitava di riflettere sulle cose per il semplice motivo che poteva
essere faticoso. Sì, era davvero intelligente – un
genio, come tutta la sua famiglia –, ma prima di tutto era
incredibilmente svogliata.
E che ora passasse ore intere a fissare
il vuoto con la fronte corrugata era sicuramente indice di una
catastrofe imminente.
Hitoshi e Kotaro avevano provato a
estorcerle qualche informazione, ad avvicinarla in mille modi; ma per
la prima volta avevano constatato la debolezza del legame che li
univa, perché lei non aveva mostrato la minima intenzione di
aprirsi con loro. Si era limitata a guardarli con malcelato disprezzo
e a dire di sparire, perché non era dell’umore giusto.
E dire che loro erano così
preoccupati.
«Forse dovremmo parlarne con
Naruto» aveva suggerito Kotaro una volta, ma Hitoshi gli aveva
fatto notare che anche Naruto aveva la testa altrove in quel periodo.
E dall’alto non arrivava neanche una missione.
Così, come era ovvio, i due
genin iniziarono a elaborare complicate teorie in cui i problemi di
Haru si intrecciavano a quelli di Naruto in un gigantesco intrigo che
coinvolgeva il villaggio, il paese del Fuoco e anche quello del
Vento. Se non altro avevano di che tenersi impegnati.
Chi invece aveva trovato il modo di
trarre profitto dalla situazione era Jin.
Non aveva mai visto Haru turbata, e,
come con ognuna delle cose nuove che vedeva, aveva preso l’abitudine
di studiarla e di appuntarsi mentalmente tanti piccoli particolari:
ora sapeva che mentre rifletteva teneva le sopracciglia corrugate e
non riusciva a stare ferma con le dita. Sapeva che cambiava posizione
ogni dieci minuti circa, da raggomitolata a distesa, e sapeva che
aveva l’abitudine di sbuffare di tanto in tanto. Era meglio di un
documentario, dal suo punto di vista.
Hitoshi e Kotaro, che lo avevano
beccato un paio di volte in contemplazione, tanto per passare un
altro po’ di tempo avevano concluso che il figlio dell’Hokage si
fosse preso una cotta per l’affascinante senpai, e avevano tentato
di trastullarsi prendendolo un po’ in giro, ma inutilmente: con una
maturità invidiabile Jin li ignorava completamente.
E in questo modo, tra la noia e la
curiosità altalenante, era passata ormai quasi una settimana.
Poi, un martedì mattina, Baka
Akeru si presentò a ravvivare l’atmosfera.
«Hn, vedo che siete sommersi
dalle missioni» commentò con ghignante tono di
superiorità, facendo saltellare in una mano il portafoglio
rigonfio. «Il mio gruppo questa settimana ne ha completate sei.
Voi, uhm, fatemi pensare… zero»
Il gruppo sette, arroccato come al
solito al parchetto – i bambini avevano rinunciato all’idea di
giocarci, e si erano spostati più in là – lo degnò
a malapena di un’occhiata.
«Ah sì? Bravo» fece
Kotaro distrattamente, fissandosi incantato a guardare una nuvola che
passava sulla sua testa.
«Forse dipende dal vostro jonin»
insinuò Akeru, insoddisfatto dalla tiepida reazione.
«Mah» borbottò
Hitoshi sbadigliando. «Senti, non hai qualche altra
strabiliante missione di livello D da fare lontano da qui?»
chiese annoiato.
Il moro davanti a lui strinse i denti
rabbiosamente. «Non siete superiori a me!» ripeté
per l’ennesima volta, furente. «E un giorno ve lo
dimostrerò!»
«Wow, non vedo l’ora»
commentò sempre Hitoshi, piatto come un lago ghiacciato.
«Intanto che aspettiamo questo fantastico giorno, puoi girare
al largo?»
Fu la classica goccia che fa traboccare
il vaso.
Senza farsi tanti scrupoli morali,
Akeru sfilò veloce due shuriken dalla cintura e li scagliò
verso Hitoshi e Kotaro. I due, colti alla sprovvista, riuscirono a
schivare appena in tempo rotolando di lato.
«Ma sei scemo?» scattò
Kotaro, furioso.
«Scemo è troppo poco»
disse Hitoshi tra i denti, spolverandosi irritato. «Per fortuna
è anche gramo»
«Oho» fece Kotaro,
deglutendo.
«‘Oho’ cosa?» chiese
Hitoshi seguendo la direzione del suo sguardo. «Oho»
confermò, quando vide cosa aveva turbato il compagno.
Sul braccio di Chiharu, appena sopra il
gomito, dal punto in cui si era conficcato lo shuriken scendevano
veloci alcune gocce di sangue, giù fino al polso. Lei, con
espressione vagamente dolorante, le fissò sconcertata. Era
seduta dietro Hitoshi e Kotaro quando loro avevano schivato. Ma era
stata anche abbastanza distratta da non prendere nemmeno in
considerazione Akeru. Ora, mentre il dolore risaliva rapido lungo la
spalla e fino al collo, sentì una collera gelida montarle
dentro.
Quel piccolo bastardo egocentrico di un
fallito, cosa aveva in testa? Segatura? Guano di pipistrello?
Sollevò la destra e con un gesto
secco levò lo shuriken dalla ferita, strappando un
esclamazione di simpatizzante sofferenza a Hitoshi e Kotaro. Il
sangue prese a scendere più veloce, ma lei non sembrò
curarsene. Irosa, scese dal muretto su cui era seduta e si diresse
verso Akeru.
Lui, vagamente pallido, alzò il
mento orgogliosamente.
«Cosa vuoi farmi?» sibilò,
ma con voce leggermente incerta.
Lei lo fissò, e senza dargli il
tempo di fare il coraggioso lo afferrò per un braccio e lo
scaraventò a terra.
Con un gridolino strozzato Akeru crollò
al suolo dopo aver fatto un giro su sé stesso, e ricadde su
una spalla gemendo.
«Me l’hai slogata!» fu il
suo primo dolorante commento.
Lei non lo guardò neppure, e si
allontanò con la schiena dritta e i denti serrati.
«Potevi schivare!» urlò
lui allora, da terra, ma lei non sembrò nemmeno sentirlo.
«Vaffanculo! Mi hai sentito? Vaffanculo!» strillò
come ultima cosa.
Haru se ne andò senza guardarlo
una volta, lasciandosi alle spalle un fagotto gemente e due basiti
compagni di squadra.
Dalla sua mano sinistra il sangue
gocciolava denso a terra.
Nel prossimo capitolo...
«Sediamoci qui» propose
Naruto accomodandosi su una panchina. Haru si lasciò cadere
sull’angolo più distante, con la sua migliore espressione
seccata, e incrociò le braccia sul petto. Sbuffò
rumorosamente.
«So che hai parlato con Gaara»
esordì Naruto.
Scelta infelice. Da subito si beccò
l’ennesima occhiata intrisa di odio, e vide Haru farsi ancora più
rigida.
* * *
Spazio autore
Credo che si possa dire che da qui iniziano i veri casini. Da questo capitolo e il prossimo, per la precisione.
Comunque, lasciate perdere qualunque ipotesi NaruSaku, e non meravigliatevi per il loro atteggiamento sciolto:
sono pur sempre passati tredici anni dagli avvenimenti di Sinners, e ognuno è andato avanti meglio che poteva.
Che altro?
Ah sì, Sasuke in versione papà! E' un emerito idiota, lo confesso. In questa fic mi ci sono sbizzarrita! <3
(ma non lasciatevi illudere dal mio tono allegro, sarebbe un errore)
Dal prossimo capitolo, inoltre, ci sarà il grande ritorno di Ino
e di un altro personaggio che so sta a cuore a molti di voi...
Cami, soprattutto a te!
Ed ora ecco a voi l'ultima scheda!
L'adorabile (?) Stupido!
- Akeru Baka -
Età: 13
Compleanno: 11 febbraio - come Jin, esatto.
Il classico tipo bravo in tutto ma che non eccelle in niente.
Ha un talento speciale per ferire con le parole.
Arrogante, ambizioso, piuttosto carino ma impulsivo, è un mix letale per metà delle dodicenni di Konoha.
E' il più gettonato subito dopo Hitoshi, ma al momento il suo unico obiettivo è Jin, e tutto il resto non conta.
Detesta Hitoshi, disprezza Kotaro, è convinto che Chiharu
dovrebbe essere ai suoi piedi come tutte le ragazze del villaggio,
e di Naruto pensa che non sia degno della sua attenzione.
Vive con la madre, del padre non si sa nulla, e non ha fratelli.
Anche se non se ne vanta pubblicamente, la sua aspirazione è entrare un giorno nella squadra Anbu.
Talpina Pensierosa: a
dire il vero a me spiace che non ci siano sorprese per te... Anche se,
a voler essere onesti, più avanti ci saranno dettagli nuovi che
non ho mai scritto prima!
Yume_Tsuki: tranquilla, Gaara
tornerà prima o poi! Ma non credo che tu voglia davvero il
naruto cattivo, perché mi diventa automaticamente complessato!
é_è
Kiaretta_chan_94: Haru non
faceva niente per essere popolare in Accademia. Ma proprio
perché se ne fregava di tutti, tutti avrebbero venduto la nonna
per essere i primi a farla cedere! XD I maschi sono creature
semplici... Per quanto riguarda i tradimenti, diciamo sì e no.
Qualcuno di nostra conoscenza tradirà, ma non proprio
esattamente... E mi spiace per gli aggiornamenti, magari qualche volta
riuscirò a metterli ogni due giorni, però finché
sono sotto esame le cose non possono che andre così!
lale16: Narutino era complesso
anche a tredici anni! Uffa, perchè nessuno riconosce la sua
profondità psicologica? ç_ç
Maryella: non definirei il
Naruto dello scorso capitolo "cattivo". E' un ninja, uccidere è
il suo lavoro. Anche Yondaime lo faceva (confesso di essermi ispirata
palesemente a lui), e nessuno gli ha mai fatto storie per questo.
bambi88: insomma, hai riso,
sbavato e ti sei inquietata nello scorso capitolo? Wow, che mix. Sarai
diventata un frollino multigusto, ormai! XD
Killkenny: ooook, da oggi sarai
un ignorantone come gli altri per me! Prevedi guai a casa Uzumaki? Ma
no, dai. In fondo l'Apocalisse è superabile. E Itachi... beh,
forse sei più vicino alla verità di quanto tu stesso non
sappia. Il paparino di Baka Akeru non comparirà per molto tempo,
invece. Molto, molto, molto tempo.
arwen5786: ma certo che cogli
l'interessamento di Hitoshi per Haru. Peccato che non cogli quello di
Kotaro, come a suo tempo non avevi mai colto quello di Lee...
Dev'essere un'ostilità naturale verso le sopracciglia,
sì. Chiharu ha iniziato a scricchiolare nello scorso capitolo,
oggi ha fatto la Mary Sue e nel prossimo fa la psicopatica isterica, ma
se tu continui ad amarla non ti dico più niente! XD Oh, non
scordare del tutto i nomi
delle bimbe. Io te la buttò lì con molta
casualità, ma ti faccio notare che la maggiore delle figlie di
Naruto ha un'età molto simile a quella di Jin... Naruto non
è che nasconda qualcosa. E' che è il solito cretino
complessato. Insomma, ha l'ossessione dell'abbandono come un bambino
adottato, dal mio punto di vista è normale che si faccia una
serie di trip infiniti con Hinata. Resuscitare Itachi? E già che
ci siamo perchè non l'Akatsuki intera, Madara incluso? E magari
Shikaku che torna dentro Gaara e - attenzione attenzione - Danzo e
Minato. Olè. -.- Scordati di rivedere Itachi, a meno di
flashback estemporanei.
gracy110: per assurdo, sai che
in ciò che hai detto ci sono dettagli molto importanti? Ora, non
sarò certo io a dirteli - me perfida - ma sappi che sei sulla
strada giusta per capire qualcosa di questo mio cervellino contorto e
dei piani che ho in mente per l'evolversi della situazione! Uh, Naruto
sadico no, però! XD Quello lascialo perdere, non lo voglio!
é_è
lilithkyubi: la maggior parte
dei Kage occupa il posto che occupa per diplomazia, dal mio punto di
vista. Sono politici, è così che funziona! Hitoshi e Haru
sono sempre più gettonati, accipicchia! E dire che ormai pensavo
di aver erudito tutti sull'imprevedibilità dei miei pairing!
Matsuri lasciamola dove sta che è meglio. Non mi entusiasma
particolarmente quella ragazzina, ma devo ancora farmi una cultura
approfondita su di lei, quindi per il momento il giudizio è
sospeso. U_U
Sky_Shindou: tra parentesi...
ma sai che se Gaara per assurdo finisse con Sakura Naruto si
suiciderebbe? Prima il fratello, poi l'amico più caro...
insomma, 'sta qua se li passa tutti tranne
lui! Comunque, è ovvio che a Gaara interessa della nipote. Ma
non è il tipo da metterle una mano sul braccio e chiederle se
sta bene tutto accorato, quindi ha i suoi metodi per parlare con le
persone. Ehm, metodi non proprio fantastici, ma ognuno si accontenta di
quello che ha. L'ombra aleggerà per un po' sulla storia, poi ve
la dimenticherete, e tornerà all'improvviso, quando meno ve lo
aspettate. Le scene di guerra ci saranno, eccome se ci saranno, ma
soltanto tra un po'. Nel frattempo sollazzati con i piccoli shinobi
rompiscatole! XD E non ringraziarmi, sarebbe come farlo perchè
respiro, do anidride carbonica alle piante e permetto loro di fare la
fotosintesi e creare ossigeno. Cioè, sintetizzando: io scrivo
perché non posso farne a meno (chiamasi droga), se poi a voi la
cosa piace ne sono felicissima, ma non c'è alcun bisogno di
ringraziarmi, anzi! ^^ (diciamo che dovreste picchiarmi e lanciarmi a
studiare, una buona volta... ç_ç)
sammy1987: Naruto ha la
sindrome dell'abbandono, se appena può stare appiccicato a
Hinata come una patella allo scoglio lui lo fa! XD E oggi hai capito
perché non può dire certe cose a Hinata. Ma non credere
che sia sadico e spietato, lui si limita a compiere il suo lavoro.
Anche se certe volte non gli piace. Uhuhuh, Neji lo vedrai
prestissimissimo, credimi! Aspettavo solo che qualcuno mi chiedesse di
lui!
chibi_elyon: inizi a commentare
solo a mezzanotte? Tsk, pivella. Io sono arrivata a livelli
pericolosamente vicini alle 3 di notte. Non ti dico che commenti ne
uscivano, ma va beh. Parlando di Gaara e Naruto, quando sono insieme io
mi sciolgo, quindi cerco di renderli al meglio. Che il Kazekage poi
guardi le segretarie - e nello specifio quella
segretaria - è ancora tutto da appurare, fossi in te non lo
darei per certo. Così come non darei per certo il mini Naruto.
Amo frustrare personaggi e lettori! <3 Ti anticipo che a Konoha non
sapranno di Haru in mutande, perché avranno altro a cui pensare.
Però ci saranno scenette divertenti prima o poi, perché
mi ci sbizzarrisco alla grande! Per quanto riguarda il naruto-ninja,
credo di essermi dilungata abbastanza in corso di capitolo; ricorda
soltanto che la volta scorsa era visto con gli occhi degli uomini della
Roccia, e io non ti ho detto da nessuna parte cosa pensasse della
faccenda lui. Oh, io mi
entusiasmo come una bambina per ogni commento ponderato! Sono
rarità, e quando li trovo è sempre una gioia! ^^ Quindi
continuerò a ringraziarti a ogni piè sospinto, e visto
che ho la tua autorizzazione ti salto pure al collo! <3
Hipatya: sì, è ovvio
che io stia cercando di confondere voi lettori. E' la mia massima
aspirazione già dai tempi di Sinners, vivo per questo. Se poi mi
dici che ci riesco, mi fai pure felice. Allo stesso tempo, spero che
alla fine riuscirò ad essere chiara nel momento in cui
dovrò spiegare tutto! XD Dai, non c'è stato nessun
momento NaruSaku. Anzi, rileggendo il pezzo mi sono resa conto che lei
sembra tanto un maschio nel suo atteggiamento con lui! XD E mi piace
questo rapporto, non posso farci niente. Così come mi piace
anche quello tra Naruto e Hinata, pur con i suoi punti oscuri.
fedecr90: NaruSaku fan, eh?
C'è qualche one-shot al riguardo nella mia pagina, se ti va. E
poi, beh, c'è la colossale "Sinners", che gronda NaruSaku da
ogni poro! XD Ma è un impegno non da poco leggere quella, quindi
prendila con le pinze, se proprio dovessi prenderla. U_U
1992: non ricordavo di aver
sposato una ragazza madre. -.- 1) dimmi chi pensi che sia l'ombra,
così, per curiosità! 2) la mamma di Jin la scoprirai tra
mille anni. 3) sì, i mini Uchiha sono tutti Uchiha. -.- 4) ma ti
pare che ti dico cosa succederà a Gaara e alla segretaria? 5)
Kankuro con nessuno, direi. 6) niente nozze per ora per Kiba e
Neji. 7) no, Ino comparirà nel prossimo capitolo. 8) certo che
il gatto è tra noi. Vecchio e per i fatti suoi, ma è tra
noi. 9) per ora Yumi-chan non è nessuno. ò.ò 10)
sì e no - per quel che riguarda le love-stories tra i mocciosi.
E ora me la svigno prima che ti vengano in mente altre domande!
yayachan: ...mi limito a una pacca sulla tua testolina bacata, per oggi.
kimi: Naruto uccide, ok, ma
secondo me è ancora innocente. Insomma, dipende dal
perchè lo fai. E Hitoshi e Kotaro spero non abbiano mai il
rapporto che prospetti tu... XD
rina: il problema non è se tu sopravvivrai all'università, ma se io ci riuscirò. ç_ç
Lily_90: direi che abbiamo
già parlato abbastanza su messenger, no? XD Ora aspetto che ti
metta in pari, e poi discuteremo di quanto so essere bastarda! <3
NaruGaa: non è che io
scriva troppo. E' che voi commentate così tanto e con messaggi
così lunghi che mi perdo a rispondere e mi passano un sacco di
ore! Con lo studio, poi, finisco per non scrivere più.
SuperEllen: "oh, salve, voi
siete la decima divisione? Splendido, davvero splendido! Guarda caso ho
ottocento tazzine di tè, che ne dite di bere qualcosa insieme?"
Ecco, era così che ti immaginavi Naruto al confine? XD Beh,
ricordati che è un ninja! Uccide per professione, non puoi farci
niente. Oh, i discendenti Uchiha sono molteplici e inaspettati!
Credimi, sono davvero inaspettati.
izayoi007: ma salve, quanto
tempo! ^^ Non aspettarti Naruto cinico ancora per un po', perchè
ricomparirà soltanto alla fine. Ma nel frattempo consolati con i
mocciosi, con Sakura e Naruto, e con tutto quello che vuoi! XD In fondo
creerò altri problemi prima della fine!
Maobh: Gaara è tragico,
in effetti, ora che mi ci fai pensare! XD E Naruto è volutamente
ispirato a Minato quando combatte, perchè Minato era talmente
figo che non ho resistito alla tentazione! XD L'ombra invece vi
tormenterà ancora un po', per sparire all'improvviso e poi
tornare quando meno ve lo aspettate! XD
Aya
|
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Capitolo 13 *** Ingerenze ***
Naruto2-13
Ingerenze
- Tredici -
Il
bilancio del disgraziato pomeriggio
in cui Baka Akeru aveva avuto l’infelice idea di conficcare
uno
shuriken nel braccio di Chiharu Nara fu meno grave del previsto: una
spalla slogata e qualche contusione per lui, cinque punti per lei. E
una severa ramanzina a entrambi.
Ma Sakura si rivelò
sorprendentemente indulgente nei loro confronti, dopo averli medicati
all’ospedale della Foglia – in momenti separati,
ovviamente. Con
un sospiro e il suo bel predicozzo li congedò, rimettendo
ogni
cosa nelle mani dell’Hokage. E anche Kakashi non
calcò
troppo la mano, limitandosi a fare un discorsetto che risollevasse il
morale ad Akeru – perché un ragazzino meno
invidioso è
un ragazzino che non pianta shuriken nelle braccia dei compagni
– e
a dire a Chiharu di non reagire alle provocazioni in maniera
così
avventata.
Ma, per tutta la durata del colloquio,
lei lo fissò così intensamente e con tanto
rancore che
lui fu quasi costretto a mandarla via in fretta, per evitare
qualunque appiglio alla lite. Aveva già abbastanza problemi
senza che ci si mettesse anche lei.
Tanto per dirne una, Hiashi Hyuuga non
mollava la presa; ormai da più di una settimana si
presentava
quotidianamente nel suo ufficio minacciando chiunque e qualunque cosa
se lui non avesse costretto Naruto a sottostare alle leggi del suo
clan. Kakashi lo aveva lisciato e ammonito, ma nulla sembrava
riuscire a calmarlo. Forse se Neji si fosse deciso a tornare dal suo
viaggio diplomatico nel paese delle Nebbie, le cose si sarebbero
finalmente calmate. Ma Neji era via, e Hiashi faceva largo uso della
sua autorità e altrettanto largo sfoggio della sua
caparbietà.
Subito dietro il ‘problema Hyuuga’
c’era la misteriosa ombra che Jin aveva intravisto qualche
tempo
prima: quella sembrava completamente svanita nel nulla. E quando un
potenziale nemico svanisce nel nulla, bisogna tenere le orecchie
molto più che aperte – non a caso aveva aumentato
la
sorveglianza nei boschi circostanti il villaggio.
A completare il tutto gli giungevano
notizie poco confortanti dalle spie nel Paese delle Rocce, notizie
che parlavano di grande risentimento ai piani alti e propositi di
vendetta immediata per la faccenda della decima divisione; insomma,
anziché posticiparla, sembrava che avessero anticipato la
guerra.
Ma sinceramente, basandosi su una stima
approssimativa delle forze in campo, Kakashi era convinto che alla
fine l’esercito della Roccia se ne sarebbe stato fermo ancora
per
qualche anno, in attesa di nuove leve per rimpolpare la divisione
perduta.
Ciò non toglieva, naturalmente,
che la sua vita fosse abbastanza stressata.
Se Naruto fosse stato al suo posto,
probabilmente avrebbe mandato tutti al diavolo e offerto un ramen
pacificatore subito dopo.
Ahh, la diplomazia! Che cosa orribile,
pensava Kakashi.
«Ho sentito che hai ribaltato
Stupido» disse Naruto a Haru mentre rientravano dalla prima
missione insieme dopo tanto tempo.
Per tutta risposta lei lo fulminò
con lo sguardo.
«Le ha conficcato uno shuriken
nel braccio!» intervenne Kotaro, quasi a difenderla, ma lei
continuò a fissare dritto davanti a sé mentre
saltavano
da un ramo all’altro, senza mostrare la minima gratitudine.
Kotaro
si sentì un po’ abbacchiato.
«Rilassati, non ho mai detto che
abbia fatto male» sogghignò Naruto, con
un’occhiata
più lunga del solito al figlio di Rock Lee. Quello,
chissà
perché, si sentì arrossire. E Hitoshi, poco
più
in là, si sentì improvvisamente indispettito.
«Era
solo per sentire la sua opinione» proseguì Naruto.
«Si
sentono tante cose a Konoha, ma il più delle volte sono
tutte
montature»
«Sì, l’ho ribaltato»
ammise allora Chiharu, tra i denti. «E non
c’è altro
da dire»
Naruto le lanciò un’occhiata
perplessa, ma non insisté oltre.
Raggiunsero il villaggio pochi minuti
dopo, e una volta oltrepassate le porte il gruppo si fermò a
riprendere fiato.
«Ragazzi, potete tornare a casa»
li congedò il jonin, e Kotaro e Hitoshi tirarono un sospiro
di
sollievo, pregustando la doccia tiepida che li attendeva.
«Chiharu?
Scusa, puoi restare un attimo?»
Haru si irrigidì e trapassò
Naruto con uno sguardo. I suoi compagni di squadra, incerti se
lasciarla sola o meno, fecero oscillare gli occhi da lei al maestro.
«Voi andate» ripeté
allora lui, in tono eloquente. «E, Hitoshi, ricorda a tuo
padre
che stasera sono a cena da voi»
I due genin si allontanarono di
malavoglia, vagamente preoccupati, ma Naruto si accertò che
fossero scomparsi in lontananza prima di aprire bocca.
«Vieni con me» disse a
Haru, e si incamminò verso il parchetto che il gruppo sette
aveva occupato tante volte.
Lei lo seguì di malavoglia, con
un’espressione truce stampata in faccia e tirando calci ai
sassi
che la intralciavano.
Cosa voleva Naruto adesso?
Lei aveva bisogno di una doccia e di
starsene per i fatti suoi, possibile che nessuno lo capisse? Eppure
le sembrava di essere visibilmente incazzata, maledizione! Ci voleva
tanto a capire che dovevano lasciarla sbollire da sola?
Perché
la gente voleva per forza essere picchiata?
Distrattamente, gettò
un’occhiataccia ai bambini che occupavano le altalene, e
quelli se
la svignarono terrorizzati.
«Sediamoci qui» propose
Naruto accomodandosi su una panchina. Haru si lasciò cadere
sull’angolo più distante, con la sua migliore
espressione
seccata, e incrociò le braccia sul petto. Sbuffò
rumorosamente.
«So che hai parlato con Gaara»
esordì Naruto.
Scelta infelice. Da subito si beccò
l’ennesima occhiata intrisa di odio, e vide Haru farsi ancora
più
rigida.
«Vuoi dire quando ci hai piantato
al villaggio della Sabbia e sei scomparso?» sibilò
acida.
«Ehm, sì» ammise
lui. «Ma non parliamo di questo; avevo altre cose da fare...
Dicevo: è per questa conversazione che ultimamente sei di
pessimo umore?»
«Chi, io?»
esclamò Haru esagerando la sorpresa.
«Perché lo
dici? Non vedi che sono la pace fatta persona? Non vedi la mia
calma?»
Involontariamente, Naruto arretrò
lungo la panchina.
Da sempre le donne incazzate lo avevano
terrorizzato. Forse era colpa di Sakura.
«C’è... c’è
qualcosa che posso fare?» chiese, e ancora prima di aver
richiuso la bocca si rese conto di aver parlato a sproposito.
Haru gli lanciò un’occhiata
eloquente.
«Va bene. Va bene, okay, sei
sulla difensiva» disse lui, sbuffando appena, e
all’improvviso
si fece serio. «Ma in queste condizioni non posso tenerti nel
gruppo»
Ci fu un attimo di silenzio da entrambe
le parti.
Nel boschetto poco distante gli uccelli
cantavano, a qualche metro da lì i bambini giocavano,
lanciando occhiate impaurite verso Haru, e il sole tramontava lento e
pesante dietro i volti degli Hokage. Tutto andava avanti, solo loro
sembravano essersi congelati.
«Non ce l’ho con te»
riprese a dire Naruto dopo un po’, con cautela.
«E’ che sei
distratta, sei più impulsiva; rischi di diventare pericolosa
per te e per i tuoi compagni, lo capisci?»
Chiharu si alzò in piedi di
scatto.
«Forse non voglio più
essere un ninja» disse bruscamente.
Naruto spalancò gli occhi,
sorpreso. «Cosa?»
«Forse non sono fatta per essere
ninja» ripeté lei tra i denti, sempre
più
furiosa. «Forse questo stupido lavoro non mi è mai
piaciuto! Anzi, lo odio!»
«Aspetta un attimo, calmati…»
intervenne Naruto alzandosi, e cercò di avvicinarla.
«Calmarmi?!» Ripeté
lei, ormai fuori di sé. «Perché dovrei?
La verità
è che nessuno di voi pensa che io potrei essere un buon
ninja!
Credete tutti che io sia troppo svogliata e troppo poco convinta!
Secondo voi per fare il ninja bisogna essere maniacalmente attaccati
al villaggio! Fino al diploma ero geniale, andavo bene a tutti! Anche
se non mi impegnavo ottenevo i risultati che volevate, e tutto era a
posto! Perché adesso all’improvviso devo cambiare?
Il
problema non sta in me, sta in voi!»
gridò,
il viso arrossato per l’ira.
Gli uccelli avevano smesso di cantare,
e i bambini ora li fissavano ad occhi sbarrati.
Per un secondo, di nuovo, tutto si
fermò. Poi una voce bassa si sollevò
nell’aria.
«All’Accademia non rischiavi la
vita per un errore» disse Naruto in tono pacato, con
espressione insolitamente seria. «L’Accademia
è solo
una pallida rappresentazione della realtà, e la
realtà
è che se non ti impegni non otterrai ciò che
vuoi;
anzi, nel nostro mondo se non ti impegni muori. Capisco che tu sia
arrabbiata, che ti ritenga sottovalutata. Capisco come ti senti,
perché mi sono sentito così mille volte. Ma se
adesso
molli tutto, non sarai certo più felice. Sarai solo
scappata,
e in un modo o nell’altro prima o poi ti troverai nella
stessa
situazione di adesso»
Chiharu non aprì la bocca, non
lo guardò. Con il respiro affannato, rimase ostinatamente a
fissare per terra, gli occhi asciutti e le unghie conficcate nei
palmi delle mani.
Guardandola, Naruto si sentì
sinceramente addolorato.
A tredici anni una ragazzina avrebbe
dovuto essere piena di entusiasmo, fare i capricci, piangere e
ridere. Ma Chiharu fingeva sempre di essere già adulta, si
negava tutti i piaceri della sua età, e si creava problemi
più
grandi di lei.
Se solo avesse saputo come, le avrebbe
volentieri dato una scrollata, perché a lei teneva
più
che agli altri. Forse era per i suoi dubbi, per la sua testardaggine,
perché da quando era ancora nella pancia di sua madre
l’aveva
vista, e aveva aiutato anche Shikamaru a vederla.
Forse era
perché avendo solo figlie femmine si sentiva particolarmente
legato all’unica ragazza del suo gruppo, o forse solo per
caso. Ma
non importava il motivo, importava soltanto che la vedeva in crisi e
non sapeva come aiutarla.
«Adesso sei arrabbiata, sei
stanca» sospirò riprendendo a parlare.
«Dormici
sopra, pensaci ancora un po’. Non dire che non vuoi essere
ninja
solo per soddisfare chi pensa che tu non sia adatta. In fondo sei nel
gruppo sette, il gruppo dei migliori, no? Varrà pur
qualcosa»
Haru scosse la testa.
No, lui non capiva. Non capiva e non
avrebbe mai capito!
Forse poteva sapere cosa volesse dire
sentirsi inadeguati, forse poteva consigliarle di calmarsi, ma non
poteva sapere cosa volesse dire avere addosso la pressione che aveva
lei.
Naruto aveva dovuto farsi strada con le
unghie e con i denti per diventare qualcuno, tutti lo avevano sempre
sottovalutato e lo sottovalutavano anche ora, a giudicare dalle voci
che circolavano.
Ma per lei era diverso. Gli altri si
aspettavano sempre qualcosa dalla figlia di quel genio di Shikamaru
Nara, e poi dalla ragazzina che era uscita dall’Accademia con
il
massimo dei voti. Tutti davano sempre per scontato che avrebbe
raggiunto la perfezione in ogni cosa.
Ma non era così! Lei non era
così in gamba!
E in quel momento avrebbe soltanto
voluto buttarsi nel suo letto, tirarsi le coperte fin sopra la testa
e fingere di non esistere.
Senza aprire bocca, si voltò e
corse via.
Naruto, rimasto solo davanti alla
panchina, la guardò allontanarsi accigliato.
Sai era seduto al tavolino di un bar,
con un tè davanti al naso. Di fronte a lui c’era
Ino, il
mento appoggiato al polso e l’altra mano a mescolare il
liquido
ambrato nella sua tazza.
«E’ passato un bel po’
dall’ultima volta che mi hai chiesto di uscire con
te»
commentò lei, con un sorriso furbo appena accennato.
«Devo
dedurne che sei stato mollato di nuovo?»
Sai la fissò un attimo, poi si
strinse nelle spalle. «Le donne sono creature troppo
esigenti»
«Oppure sei tu che sei troppo
sfuggente»
«L’ultima volta che siamo stati
insieme ti ho lasciata io, se ben ricordo»
«Non imparerai mai a trattare con
la gente, eh?» disse Ino tra i denti, irritata.
«Allora?
Dobbiamo solo far passare un po’ di tempo o
c’è anche
qualcosa di cui vuoi parlare?»
«Non ho niente di cui vorrei
parlare»
«Ah no? Strano, io avevo sentito
che ti erano capitate un po’ di cose ultimamente: sei
diventato
maestro all’Accademia, per un breve periodo hai guidato il
gruppo
di Naruto, e poi girano anche certe voci riguardanti la
pedofilia»
Ino sorrise amabilmente.
«L’ultima mi giunge nuova»
replicò Sai senza scomporsi.
«Chiharu Nara. Mi dicono che si
sia presa una cotta per te»
Sai fissò Ino intensamente. Alla
fine, con una faccia tosta invidiabile, le disse: «Devi
proprio
essere una donna con niente da fare, tu»
Una vena si gonfiò sulla fronte
della bionda, che comunque sbuffò con aria di
superiorità
e mantenne il controllo – anche se il cucchiaino si
piegò
tra le sue dita.
«Senti, tu mi hai fatta
uscire di casa perché ti annoiavi! Adesso non farmi
incazzare!»
«E cosa vuoi che ti dica? Che ho
perso la testa per una tredicenne?»
Lo disse con un tono tanto laconico che
Ino non dubitò neanche per un istante che fosse sarcastico.
Sbuffò.
«Guarda che le tredicenni sono
tenaci. Se non starai attento diventerà peggio di una
patella.
E poi lei è più cocciuta della media, guarda che
madre
ha» borbottò con il tono di chi la sa lunga.
«Hai
sentito, no? Ha slogato una spalla a Baka Akeru, quello del secondo
gruppo. Okay che lui è un ragazzino spocchioso, ma anche lei
doveva ben avere le scatole girate»
«Anch’io avrei le scatole
girate se mi piantassero uno shuriken in un braccio»
Ino sogghignò. «Noto un
barlume di sospetta parzialità o è solo una mia
impressione?»
«Come ti pare» Sai mise giù
la tazza vuota, e fece per alzarsi.
«Non ti muovere» lo bloccò
Ino.
«Ho finito il tè»
ribatté lui, come se quella frase spiegasse tutto.
Lei lo guardò per un attimo, la
testa inclinata di lato. E poi se ne uscì con un candido:
«Sono incinta»
Ci fu un istante di silenzio.
Sai si sedette di nuovo, lentamente.
«Credo che potrebbe essere un
problema» si limitò ad affermare, corrugando
appena la
fronte.
«Non vedo come dovrebbe
riguardarti» ribatté lei serafica.
«Visto che
l’ultima volta che siamo stati insieme risale a
più di tre
mesi fa»
«Ah»
«Beh, dovevo pur trovare un modo
per fermarti»
«Non sei incinta allora?»
«Quello sì, sono al
secondo mese. Ma è di Choji, su questo non ci
piove»
«E io che c’entro?»
«Assolutamente niente»
«Le donne sono creature strane»
Sai si degnò di corrugare appena la fronte.
«Va beh, se non parli di te
allora ti racconterò io qualcosa, okay?» fece Ino,
piena
di entusiasmo; le chiacchiere senza capo né coda erano il
suo
pane quotidiano. Peccato che il suo interlocutore fosse già
distratto, gli occhi neri persi oltre il vetro del locale sulla
strada affollata.
Sulla fronte della kunoichi si gonfiò
una vena.
“Ma perché perdo ancora tempo
a cercare di capire questo qua?” si chiese.
All’improvviso Sai si alzò in
piedi.
«Stavo ancora parlando!»
protestò Ino, ma lui non la guardava.
«Scusa, devo andare. Ci vediamo»
si limitò a dire sbrigativo, e senza staccare gli occhi
dalla
strada oltre la vetrina, uscì dal locale.
Ino sbuffò sonoramente. Le aveva
anche lasciato il conto.
“Che uomo rozzo!”
Fuori dal locale Sai accelerò il
passo, gettando appena una fugace occhiata al cielo mattutino,
coperto da nubi pesanti. Sgusciando tra i passanti, silenzioso ed
agile, tenne gli occhi puntati davanti a sé, su una figura
incappucciata circondata da altre quattro.
A un tratto un uomo robusto gli passò
davanti, interrompendo il contatto visivo, e quando si fu spostato
del gruppetto non c’era più traccia.
Sai rallentò, guardandosi
attorno. Con apparente naturalezza deviò in un vicolo
laterale, una stradina buia e anonima. Non appena le tenebre lo
inghiottirono, un’ombra più scura
sembrò staccarsi
dal muro e farsi avanti.
«Sapevo che eri tu» disse
la voce familiare di Neji Hyuuga.
«E allora perché ti sei
infilato in questo buco?» chiese Sai.
«La prudenza non è mai
troppa di questi tempi»
Nell’oscurità, si avvertì
per un attimo il fruscio delle vesti delle guardie del corpo.
«Il sesto Hokage vuole parlarti»
disse Sai gettando una rapida occhiata tutt’attorno.
«Lo so. E’ per questo che sono
tornato prima del previsto» annuì Neji.
«E tu?
Cosa devi dirmi?»
Sai sembrò esitare. Poi gli si
avvicinò, così tanto da sentirlo respirare, e
sussurrò
al suo orecchio: «C’è qualcosa che mi
preoccupa. E che
in una certa misura ti coinvolge»
Hinata era tesa.
L’ultima volta che aveva visto suo
padre era stato prima che Naruto la portasse via dalla residenza
principale, prima che Hiashi Hyuuga dichiarasse guerra alla famiglia
Uzumaki. E ora, all’improvviso, era tornato. E voleva parlare
con
lei.
Da solo.
In piedi nella stanza più
decorosa della casa, Hinata attendeva con le mani strette in grembo.
Non le faceva bene stare in ansia, ora che il parto era solo a poche
settimane, e si odiava per non essere riuscita a rifiutare la visita.
Alle sue spalle, inginocchiate in un
angolo della stanza, c’erano Iria e Fumi, a capo chino. La
rassicurava che fossero lì, ma sapeva che in ogni caso
sarebbe
stata indifesa davanti alle parole di Hiashi. Come sempre. Solo
Naruto avrebbe saputo proteggerla, ma lui non c’era. Per la
prima
volta da tanto tempo era uscito, perché c’era
qualcosa che
Kakashi doveva dirgli, e l’aveva lasciata sola.
«State bene mia signora?»
chiese Iria con una vena d’ansia nella voce. «Siete
molto
pallida»
«Non preoccuparti» rispose
lei, ma in effetti non si sentiva molto sicura.
Posò una mano sul ventre,
impaurita, e all’improvviso sentì il passo
familiare del
padre fuori dalla stanza.
“Devo essere forte” si disse
raddrizzando la testa. “Sono la moglie di Naruto, adesso, non
una
ragazzina insicura”
«Signora, il vostro venerabile
padre è qui» disse una voce oltre la parete.
«Fallo venire avanti» si
costrinse a dire lei, inorridendo di fronte alla propria voce fievole
e tremolante.
La porta si aprì, e Hiashi
Hyuuga comparve sulla soglia, con il famigliare piglio severo e
l’immancabile bastone stretto tra le dita ancora forti.
Appena
dietro di lui l’uomo che l’aveva accompagnato fece
un inchino e
richiuse la porta, lasciando padre e figlia con le domestiche.
«Siete solo?» chiese Hinata
in un fremito, sentendo il sudore imperlarle la nuca.
«Da quando ho bisogno della
scorta per parlare con mia figlia?» ribatté lui
brusco.
Hinata deglutì.
«Cosa… Di cosa dovete
parlarmi?» chiese esitante.
«Voglio che ritorni alla
residenza principale. Immediatamente» fu la sua secca
risposta.
Niente da dire, non ci girava certo attorno.
«Questa è casa mia…»
protestò lei flebilmente, ma lui la fece ammutolire battendo
il bastone sul pavimento.
«Non dire sciocchezze!»
sbottò aspro. «Tu sei un membro del clan Hyuuga, e
tale
resterai per sempre! Non puoi rinnegare le tue origini!»
Hinata si morse il labbro, ma non
abbassò gli occhi. «Io ora appartengo alla
famiglia
Uzumaki!» si trovò a ribattere, roca.
«Sono grata
al clan Hyuuga per avermi cresciuta, riconosco di avere un legame di
sangue con i suoi membri, ma non ne faccio più parte. Sono
uscita da quella casata!»
Hiashi la fissò, livido. Non si
era aspettato che ribattesse.
Aumentò la stretta sul bastone,
accigliandosi ancora di più. Quella situazione si era creata
per un suo sciocco errore di calcolo, doveva ammetterlo. Nei suoi
piani Hinata avrebbe dovuto sposare Neji, così da dare al
nipote la possibilità di prendere le redini del clan e
guidarlo al meglio. Aveva lavorato a questo progetto per anni, ma in
un modo o nell’altro Neji era sempre riuscito a svicolare, e
anche
Hinata non aveva voluto saperne.
Poi, all’improvviso, Naruto Uzumaki
se ne era uscito con la sua proposta di matrimonio.
All’inizio Hiashi era stato
contrario, totalmente contrario. Aveva dei piani, aveva delle
ambizioni, e il primo arrivato non poteva demolire tutto quanto. Ma
poi… poi aveva riflettuto.
L’idea di avere per il clan Hyuuga
gli eredi di Naruto Uzumaki, e dunque il sangue del quarto Hokage, lo
aveva allettato al punto da spingerlo a considerare seriamente
l’idea
di concedergli la mano di sua figlia. In fondo il clan si sarebbe
comunque rafforzato, e anche Hinata non avrebbe avuto di che
lamentarsi.
Hiashi credeva che fosse un piano
geniale, perfetto. E per qualche anno aveva anche funzionato.
Fino a qualche giorno prima, quando le
cose erano degenerate. Quando quell’arrogante di Naruto
Uzumaki non
solo aveva rapito Hinata alla sua casata, ma, cosa più
importante, si era portato via anche le sue figlie, che di diritto
appartenevano agli Hyuuga.
Se Hiashi aveva acconsentito al
matrimonio era stato unicamente per gli eredi. Vederseli strappare
così lo aveva riempito di rabbia, tanto da fargli
sorvegliare
la casa del genero giorno e notte, in attesa di un a sua assenza. Si
era già presentata un’occasione, qualche tempo
prima, quando
Naruto era andato in missione nel paese della Roccia. Ma allora,
prima di allontanarsi, aveva incaricato Sai di tenere
d’occhio
Hinata, e lui non era riuscito a trovarla sola. Evidentemente, questa
volta, Naruto pensava che sarebbe tornato abbastanza in fretta da non
aver bisogno di sorveglianza. Un vero colpo di fortuna per Hiashi.
«Stai attenta, Hinata»
disse il capoclan degli Hyuuga, con voce bassa e minacciosa.
«Non
è mai stato saggio provocarmi, lo sai bene»
Hinata rabbrividì, ma corrugò
la fronte e non abbassò gli occhi.
«La verità è che vi
importa soltanto degli eredi di Naruto, e non di me!»
accusò
all’improvviso, perdendo anche quel poco di controllo che
aveva.
«Non vi interessa che sia io a tornare, basta che siano le
bambine a farlo! Perché io non sono mai stata utile alla
casata, non le ho mai dato abbastanza prestigio! Hanabi, anche se
più
piccola, è sempre stata più forte di me!
Perché
allora non vi concentrate su di lei, e mi lasciate in pace una buona
volta?»
Si trovò con gli occhi pieni di
lacrime e il viso arrossato, e, anziché sentirsi sollevata
per
aver detto ciò che pensava, si sentì soltanto
immensamente stupida e umiliata. Si passò la manica sul
viso,
per asciugarlo, ma quando allontanò il braccio non ebbe il
coraggio di fissare ancora il padre.
Lui respirava rumorosamente attraverso
i denti, trattenendo a stento l’ira, e alla fine
batté di
nuovo a terra il bastone.
«Come osi parlarmi così?»
scattò. «Io ti ho allevata, io
ti ho dato
la vita! Solo per questi motivi dovresti essermi eternamente grata, e
invece ti rivolti! A me, tuo padre!
E’ vergognoso!
Porti il disonore sull’intera famiglia!»
“Basta, basta… per favore, basta,
vattene…” pensò lei, nascondendo gli
occhi dietro una mano
e scuotendo la testa con un gemito.
«Stai attenta Hinata!»
ripeté Hiashi, gli occhi spalancati dall’ira.
«Non
finisce qui! Tu appartieni ancora alla casata, e in un modo o
nell’altro obbedirai ai miei ordini! Ricordalo!»
Si voltò bruscamente, facendo
svolazzare le falde del mantello, e aprì la porta con un
gesto
violento, facendola vibrare per un attimo.
Hinata, con le lacrime che le rigavano
le guance, trovò il coraggio di urlare solo quando lui se
n’era già andato.
«Io non appartengo più
a quella casata! Io appartengo alla famiglia Uzumaki!»
Scoppiò a piangere, per lo
stress, la rabbia e la paura, e Iria le fu subito accanto,
mormorandole parole di conforto. Fumi, la domestica più
giovane, mantenne invece un’espressione neutra, e si propose
per
accompagnare Hiashi fino all’uscita.
Nessuno la ascoltò, in effetti,
ma lei con efficienza uscì dalla stanza e si richiuse la
porta
alle spalle.portata.
Nel
prossimo capitolo...
«Allora, ho delle cose
per voi»
aggiunse dopo un attimo, tirando fuori dalla tasca dei foglietti
dalla strana consistenza. Li piazzò in mano ai tre genin, e
quelli li fissarono perplessi, rigirandoli da una parte e
dall’altra.
«Cosa sono?» chiese Kotaro
per primo.
«Carta speciale» spiegò
Naruto con malcelato orgoglio. «Reagisce al tipo di chakra
che possedete»
Silenzio.
«Al cosa?» chiese Kotaro
spiazzato.
* * *
Spazio autore
Andiamo, se Chiharu non inizia
a starvi sulle scatole adesso non siete normali!
Coooomunque, niente spoiler riguardo a ciò che succede nel
capitolo, e quindi:
ahahah! Che ne dite della nostra Ino? Chi se l'aspettava, eh? (chi mi
conosce avrebbe dovuto subodorarlo...)
E' comparso anche Neji, per poche righe, ma preparatevi a rivederlo in
futuro.
Che altro?
La preview!
Nel prossimo capitolo scopriremo l'elemento dei mocciosi, e poi...
...preparatevi al primo morto.
Nota: le schede dei personaggi sono finite, per quel che mi riguarda.
Se però volete sapere qualcosa in più su
qualcuno, non avete che da chiedere.
Nei limiti del possibile, ovvio: se mi chiedete la scheda dell'ombra vi
mando al diavolo!
maninja87: scusami
tantissimo! Non mi sono assolutamente scordata la recensione apposta,
anzi! ç_ç Detesto quando succede questo genere di
cose, mi sento una completa idiota! Probabilmente quando ho aggiornato
la pagina delle recensioni la tua è finita in quella dopo e
l'ho dimenticata! Mi dispiace, mi dispiace! Chiedo perdono! (anche se
l'ipotesi di me e Sasuke appiccicati non mi dispiace mica.
Cioè, basta imbavagliarlo, e poi non è mica male!
*_*) So che non è abbastanza, ma almeno oggi sei la prima a
cui rispondo! Che dire di Hinata e Naruto? Il loro è un bel
rapporto, sì, ma ha i suoi lati oscuri. Tutti e due hanno
ombre che non vogliono mostrare all'altro, come il mondo intero del
resto, e superarle non sarà facile. Non è nemmeno
detto che is possano superare, a conti fatti, e l'importante
è riuscire a bilanciare pro e contro per continuare a stare
insieme. I mocciosi ti saranno sempre più odiosi da qui in
poi! XD Soprattutto Haru, mi spiace! Mi scuso ancora tanto per aver
dimenticato di rispondere alla recensione, e ti saluto!
ç_ç Mi dispiace!
fedecr90: oddio.
Non volevo spingerti sulla strada di Sinners! Scappa finché
sei in tempo, sono 500 pagine! @_@
KillKenny: sai
(facciamo gli gnorri in compagnia!), fossi in te non darei per certa la
totale
sottomissione degli uomini Nara... E sappi che il più delle
volte, anche "prima", azzeccavi un po' di cose, ma me ne stavo zitta
zitta e facevo finta di niente! Quindi abituati a prevedere giusto!
slice: la madre di
Jin non si tocca! E' il mio asso nella manica, dirò chi
è o chi non è solo tra una ventina di capitoli,
anche di più! Su, smetti di pensarci! La madre di Akeru
invece posso dirtela, visto che non mi cambia nulla. E' un personaggio
assolutamente terziario che un tempo ha fatto il doppiogioco per
Tsunade fingendo di lavorare per Danzo, e che ora credo sia impiegata
negli ufficii dell'Hokage. Oh, e abbandona anche i tuoi propositi di
cotte e triangoli... Ci saran fin troppi casini senza che io tenga
conto anche dei suggerimenti! XD
Talpina Pensierosa: eh
sì, succederà quel che deve succedere. Ma dai, un
pochettino sarà anche divertente! XD Dopotutto vedere
Hitoshi umiliato ha i suoi indubbi lati positivi!
rina: dunque,
l'intermezzo si compone di sette parti, e al momento sto lavorando
sulla seconda. Dato che volevo aggiornare i capitoli a cadenza
settimanale, pensavo di prepararmi almeno tre o quattro scorte, visto
che l'ispirazione va e viene! Ora che ho dato l'esame di sociologia,
poi, sono molto più libera, e penso e spero di poter
iniziare la pubblicazione in tempi brevi!
Hipatya: sì,
ehm, felicità... come dire, la felicità
è effimera, giusto? E dopo un po' diventa noiosa, giusto?
Dunque perchè non creare qualche casino ai nostri amati
personaggi, così che poi apprezzeranno di più i
momenti di pace? ^^' (patetiche scuse di una patetica scrittrice) Oh,
quanto sono stata felice di sentirti dire che ti è piaciuto
il rapporto tra Naruto e Sakura? E quanto sono felice che finalmente
qualcuno si renda conto che Hitoshi e Chiharu hanno tredici anni e sono
divorati dall'orgoglio, e dunque è pressoché
impossibile che ci sia qualcosa - qualunque cosa - al di là
del disprezzo tra loro? Di Neji e Ino hai letto oggi, dell'ombra ti
dirò qualcosa di assolutamente inutile fra tre giorni! ^^
Oh, quanto la tiro lunga con 'sta storia dell'intruso!
arwen5786: ok,
tendo una mano in favore della riabilitazione di Sasuke! Mi definisci
una donna perfida, ma potrei fare molto peggio, quindi in
realtà dovresti ringraziarmi. In fondo Sasuke mantiene una
sua dignità, bene o male - e lo vedrai nei prossimi capitoli
- ha un equilibrio, un orgoglio rinnovato e persino una certa
autorità. Le voci che circolano tra i ragazzini lo
accreditano come prossimo Hokage, sai? Immaginare uno scenario peggiore
è facilissimo: Sasuke smorto, senza un obiettivo, senza un
perchè, che si aggrappa a Sakura e al suo nome come un
ubriaco alla bottiglia, e si sente una creatura infima di fronte al
grande Naruto. Avrei anche potuto renderlo così - e sarebbe
stato molto piacevole, credimi - ma non l'ho fatto. Naruto non
è emo! Ha soltanto la sindrome dell'abbandono - e dopo
Sakura, direi! - e l'idea di perdere anche Hinata lo terrorizza.
Francamente non gliene faccio una colpa, anzi lo trovo molto umano. E
Sakura adesso è la sua migliore amica. Sasuke il fratello,
lei l'amica. Very simple. Haru. Dai, inizia a starti un po' sulle
scatole? Deve
essere così, o non sei umana! E' arrogante, scema, infantile
e osa pure insultare Naruto! Per quanto riguarda i triangoli tra
mocciosi, non ho mai detto di preferire uno dei due. Con Lee e Neji era
facile scegliere, ma Hitoshi e Kotaro li amo alla stessa maniera (so
che è difficile crederlo, ma è così,
giuro!) E ora hai visto anche cosa è successo a Ino! XD Te
lo aspettavi? Io e Sara abbiamo deciso che diffonderemo questo pairing!
*_* (per ovvi motivi di *convenienza* da un altro punto di vista!)
lunapi71: oh,
leggile pure le anticipazioni! Tanto il più delle volte sono
cattivissime, servono per sviare e non per indicare la strada giusta!
XD Sono la mia piccola distrazione quotidiana!
bambi: eccola. Lo
sapevo. Anche tu sei caduta nella rete HitoshixChiharu?
ç_ç Ma no, non mi deludere così, ti
prego! Tirate fuori idee originali! Che qualcuno mi proponga una
AkeruxKotaro!! ...No. Ripensandoci, è meglio di no. -.-' Va
beh, ho solo una cosa da dire: "mi
fai diventare un'intera scatola di frollini diversi, come quelli nelle
scatole tonde e blu al burro - non le scatole, i frollini"
<-- non pensavo che i frollini fossero tondi e blu! Saranno mica
frollini dei puffi?
Yume_Tsuki: dai,
Sasuke è antipatico quando fa lo spocchioso arrogante! Ma in
versione idiota in tourné è pure simpatico! XD
kimi: uh, non
sapevo ti piacesse Ino! Cioè... dopo Sasuke, anche Ino?
Ragazza mia, tu ha seri, seri problemi. ò.ò Ma
che te le leggi a fare le mie fic, dove entrambi vengono praticamente
massacrati? XD
yayachan: oddio.
Sto visualizzando una Haru al maschile... e non è affatto
bello. °_° Incazzoso, attaccabrighe, introverso,
arrogante... Un Baka Akeru più stronzo e cattivo. Un mostro,
mamma mia! Ti prego, non spingermi mai più a simili
fantasticherie! ç_ç
lale16: eheh, alla
fine sono comparsi sia Neji che Sai, ed erano pure molto vicini! Ehm...
non in quel
senso! Cioè, ora che rileggo magari può sembrare
che... no! No, niente idee malate, Susi! Smettila! (si picchia da sola)
Ok, credo di essermi ripresa. Dicevamo? Grazie mille per i complimenti
su Naruto e Sakura, ero in ansia per quanto li riguardava! Sono
contenta che ti siano piaciuti! ^^
Maobh: oh, grazie,
grazie, grazie! *_* Io sono una cosiddetta bimbaminkia delle
più stupide, quindi mi sono convinta che tu sia qualcosa
come una stella luminosa che da lassù (lassù
dove?) giudica il mio operato, e ogni volta che esprimi apprezzamento
vado in brodo di giuggiole! Davvero, non so perché mi sia
entrata quest'idea in testa, ma va così! Quindi grazie per
tutti i complimenti su Naruto, Hinata e Sakura che mi hai fatto! Grazie
davvero! >_< Ino ha fatto solo una breve comparsata,
così come Neji, ma per ora è più che
sufficiente! U_U
sammy1987: non ho
resistito alla tentazione di maltrattare un po' Sasuke, lo ammetto! XD
Hinata e Naruto invece hanno i loro problemi, come tutte le coppie del
mondo, e in questo caso il punto non è tanto se Hinata
capirebbe o meno, ma se Naruto supera il suo maledetto complesso
dell'abbandono o no. E' terrorizzato dall'idea di essere lasciato di
nuovo, quindi finché non supererà il blocco non
potrà presentarsi davvero per quello che è.
Kiaretta_chan_94: beh,
che Naruto non dovrebbe preoccuparsi lo sappiamo io, te, e i lettori!
XD Ma non lui, né Hinata! Quindi i dubbi resteranno a
tormentarli ancora a lungo. Haru invece è per forza di cose
indifferente alle ferite. Nel mondo in cui vive, se non impara a non
mettersi a piangere per uno shuriken, è finita. E poi, vuoi
mettere il suo orgoglio? XD
SuperEllen: eeeeeehm...
Hitoshi e Kotaro che vanno d'accordo, dici? Cough cough! Sì,
certo... (guarda altrove) Uhm, Jin e Akeru non combattono ufficialmente
nella fic. Esiste soltanto una specie di extra in cui si intravede che
se le danno, ma di fatto non li vedrai mai fare davvero a botte! Per il
semplice motivo che... non mi ci stava! XD
Gaachan: non
capisco perché dici di non essere brillante con le
recensioni! Si commenta per far capire a uno scrittore cosa si pensa di
ciò che scrive, e tu da quel che ho visto ci riesci
benissimo! ^^ Quindi grazie davvero per aver lasciato la tua opinione,
mi ha fatto molto piacere leggerla! ^^
Ino_Chan: ma ciao,
quanto tempo! ^^ Mi fa piacere rivederti tra i commenti! Ma non ti
preoccupare se non riesci sempre a seguire tutto, lungi da me l'idea di
fartene una colpa! >_< Per me una recensione è
un regalo, non un dovere!
Lily_90: uffaaaa!!
Riuscirò mai a farvi odiare chiharu? (Sì, mi sa
di sì, ehm...) Oh beh, io sto zitta. Poi capirete che avevo
ragione... Comunque, mi è piaciuta moltissimo la tua analisi
del rapporto tra Naruto e Hinata! *_* E' proprio quello che volevo
trasmettere, sono contentissima di esserci riuscita! >_<
Oh, non ti preoccupare per la recensione tardiva, guarda a che ora sto
aggiornando io! XD (uh, non puoi vederlo! Beh, sono le tre e un quarto!
XD)
Sky_Shindou: come
avrai letto, la conversazione tra Naruto e Chiharu non si è
concentrata su Gaara, ma sulla nipotina. Haru deve capire che non
può permettersi tutti i capricci che vuole, e che ci sono
cose ch e può fare e cose che non può fare.
Hinata invece è in una situazione difficile, si sa, e ti
dico da subito che non è detto che la cosa si risolva. Non
sempre i problemi possono azzerarsi, spesso bisogna semplicemente
imparare a conviverci. Uh, Cami è arwen, sì, e il
personaggio misterisoso di oggi (?) era proprio Neji! XD Anche se
è comparso per poco, in effetti... Ora ti lascio e aggiorno!
^^ A presto!
Aya
|
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Capitolo 14 *** Elementi ***
Naruto2-14
Elementi
- Quattordici -
«Al più tardi entro tre
settimane, dovremo difenderci» annunciò Kakashi in tono
cupo.
L’atmosfera nello studio dell’Hokage
era insolitamente greve, e il cielo coperto di nubi pesanti gettava
sui mobili una luce grigiastra e malsana.
Naruto non commentò subito
l’affermazione, ma rimase sprofondato sulla sedia scomoda, le dita
intrecciate e la fronte corrugata.
Tre settimane.
Così presto… forse troppo
presto.
Senza voltare la testa, spostò
gli occhi su Kakashi.
«Ci sarà bisogno dei
ragazzi?» chiese, e quando il sesto Hokage annuì, si
lasciò sfuggire una smorfia. «Subito?»
«E’ tutto scritto qui»
Kakashi gli mostrò un foglio accuratamente decodificato. «Le
nostre spie nel villaggio della Roccia dicono che laggiù sono
quasi pronti per una spedizione punitiva, o come preferisci
chiamarla. A quanto pare hanno preso malissimo la faccenda della
decima divisione»
Al ricordo Naruto rabbrividì, e
si incupì ulteriormente. Se abbassava le palpebre, poteva
ancora vedere gli occhi verdi del ninja che aveva ucciso allora, il
capo della piccola delegazione in appoggio all’esercito. Quegli
occhi lo avevano sfidato, anche un attimo prima di spegnersi, e lo
avevano messo davanti alle sue responsabilità.
Scosse la testa, cancellando
l’immagine: preferiva non pensarci.
«Suppongo di dover tirar fuori
dal cappello un corso accelerato, eh?» chiese sfoderando
piccolo sorriso rassegnato.
«Mi dispiace, ma è così»
confermò l’Hokage.
Naruto sbuffò, e si tirò
faticosamente in piedi.
«E con Chiharu?» lo fermò
Kakashi. «Hai risolto?»
«Macché. L’altro giorno
ha fatto una scenata, e poi si è presentata alla missione
successiva come niente fosse. Ma è ancora di pessimo umore.
Anzi, credo che di questo passo potrebbe davvero rappresentare un
problema»
«Cerca di sistemare le cose prima
di tre settimane, se riesci»
Naruto annuì, lanciando
un’occhiata all’orologio sulla scrivania dell’Hokage. «Ora
devo andare, ho lasciato Hinata da sola e non sono affatto
tranquillo»
«Non dirlo a me, Hiashi Hyuuga
bazzica ancora da queste parti, e minaccia tutto e tutti. Penso che
ormai abbia perso un po’ di colpi» sbuffò Kakashi, e
lo congedò con un cenno di saluto.
A quel punto, vagamente inquieto, si
gettò un’occhiata alle spalle e fissò lo sguardo sul
cielo grigio e basso. Prevedeva pioggia. Un mucchio di pioggia.
Trovarono il corpo nascosto sul retro
della casa, dietro un cumulo di attrezzi nello sgabuzzino del
giardiniere.
Avevano speso almeno due ore in
ricerche, e ora, riuniti attorno ai miseri resti di quella che era
stata Fumi Harada, Naruto, Sai, Neji e le sue guardie del corpo si
inzuppavano di pioggia.
«Come diavolo è stato
possibile?» si chiese Naruto, cupo.
Neji si chinò sul corpo, e
sollevò un braccio freddo. Lo studiò per alcuni
istanti, poi lo lasciò andare, e quello ricadde a terra con un
leggero tonfo.
«Non so come sia successo»
mormorò, rialzandosi. «Ma questa donna è morta
più di una settimana fa»
Naruto spalancò gli occhi. «Non
è possibile!» esclamò. «Fino a questa
mattina era in casa, lo so! Ci ho parlato! Si è presa cura di
Hinata!»
«Evidentemente non era lei»
disse Sai.
Seguì un silenzio pesante.
«Stai dicendo che per giorni e
giorni ho lasciato Hinata in mano a uno sconosciuto?» chiese
poi Naruto, con un filo di voce.
«A quanto pare, sì»
ammise Sai con disarmante franchezza.
«E questa persona ha anche fatto
fuori la domestica senza farsi scrupoli» aggiunse Neji, per
amor del vero.
Naruto sbiancò. Come aveva
potuto non accorgersene? Era stato davvero tanto stupido?
Circa due ore prima era rientrato dopo
il suo colloquio con Kakashi, evitando appena in tempo la pioggia.
Era tornato a casa ansioso di bersi una tazza di tè caldo
insieme alla sua famiglia, e invece si era trovato Hinata in lacrime,
Neji e Sai sulla porta di casa, e Iria, la domestica, che continuava
a strillare che Fumi era sparita. Quando erano partite le ricerche,
certo nessuno si aspettava che avrebbero portato a un cadavere.
«E’ assurdo» mormorò
Naruto, passandosi una mano sul viso bagnato. «Questa donna è
stata sostituita sotto i nostri occhi, e nessuno si è accorto
di nulla?»
Sai alzò la mano come a scuola.
«Per la verità io avevo notato qualcosa» ammise.
«E non hai detto nulla?»
scattò Naruto, combattendo a malapena l’impulso di prenderlo
per il collo.
«Erano solo vaghi sospetti»
si giustificò lui. «Cose così piccole che avrei
anche potuto sbagliarmi. Chiunque fosse il sostituto, era molto
abile»
«Ma non hai detto niente!»
insisté il jonin biondo, vicino all’esasperazione.
«Ne ho parlato a Neji appena è
tornato»
«Da quanto avevi qualche
sospetto?» chiese Naruto sorvolando sulla preferenza
inspiegabile dimostrata da Sai.
«Da quando sei stato in missione
nel paese della Roccia, e mi hai affidato Hinata»
Naruto corrugò la fronte.
La sera prima di quella missione era
stata la sera dell’ombra misteriosa, lo ricordava bene. Possibile
che…?
«Ricordate quel rumore che Jin
aveva sentito nel bosco?» chiese di scatto.
«Di che parli?» replicò
Neji, all’oscuro di tutto, e dovettero passare un paio di minuti a
riassumergli la vicenda. Alla fine, la sua conclusione fu la stessa
cui era giunto Naruto: «Se quella cosa, ninja o altro che
fosse, è scomparsa dopo quella sera, è ragionevole
pensare che abbia preso il posto di Fumi»
«Sì, ma perché?»
si domandò Naruto. «Alla fine non ha fatto nulla,
giusto? Si è limitata a sostituirsi a una delle domestiche, e
poi è scomparsa. A meno che non si tratti di effetti a lungo
tempo...»
«Lo escludo» intervenne
Sai. «Se così fosse avrebbe continuato a fingersi quella
ragazza fino alla fine della missione. La vera domanda è:
dov’è finita ora?» e ancora una volta la sua battuta
lasciò il posto al silenzio.
I tre uomini si guardarono, sotto il
temporale, senza dire nulla. Per la prima volta da tanto tempo, non
avevano la più pallida idea di dove girarsi.
«In ogni caso, bisogna avvisare
la famiglia di questa povera ragazza» disse Naruto alla fine,
con un’occhiata desolata ai resti di Fumi. «E anche Hinata.
Questo non sarà affatto piacevole»
«Mi dispiace» fu il
commento di Neji, detto posando una mano sulla spalla di Naruto.
«Non dirlo a me»
Hinata non la prese affatto bene.
Quando seppe di Fumi il pianto che si
era appena calmato ricominciò peggio di prima, con note di
leggero isterismo. Iria, l’altra domestica rimasta, sfoderò
all’improvviso un invidiabile sangue freddo e, asciugate in fretta
le poche lacrime, prese in mano la situazione.
«Signore, voi occupatevi delle
cose importanti» disse risoluta a Naruto. «Mi prenderò
cura io della signora»
Il jonin esitò. Da un lato
avrebbe voluto essere accanto a Hinata, soprattutto in quel momento,
ma dall’altro si rendeva conto che c’erano faccende burocratiche
che non potevano attendere, e che andavano affrontate in prima
persona, non attraverso un clone. Doveva parlare con Kakashi, e
dovevano fare qualcosa: se l’ombra aveva preso il posto di Fumi
fino a quel giorno, ora doveva essere da qualche altra parte nel
villaggio.
In ogni caso, la sua cena a casa Uchiha
era indubbiamente saltata.
A malincuore riconobbe che sarebbe
stato più utile altrove, così abbracciò stretta
Hinata, lasciò che gli bagnasse la spalla di lacrime, e poi se
ne andò promettendole di essere indietro il prima possibile.
«Signora, dovete calmarvi»
le sussurrò Iria con voce carezzevole, massaggiandole le
spalle, dopo che furono rimaste sole. «Non fa bene al vostro
bambino»
«Lo so!» gemette lei,
incapace di smettere di piangere. «Ma era così giovane!
Quasi non era nemmeno adulta!»
«Non pensateci...»
«Come posso? La conoscevo da così
poco, ma passavamo tutto il tempo assieme, e... oh no! Per la maggior
parte dei giorni non era già più lei!» con un
gemito Hinata sembrò ripiegarsi su sé stessa.
«Se non volete che il vostro
bambino ne risenta, vi ordino di smettere immediatamente»
intervenne la domestica con piglio deciso. «Insomma, siete
anche voi una kunoichi! Controllatevi!»
Una kunoichi?
Sì, era una kunoichi… era
stata tale, perlomeno. Ma tanti anni prima, quando non era
sposata e non aveva figli.
Ora si sentiva solo una donna molto
debole e molto sottoposta ai capricci degli ormoni.
Le sarebbe piaciuto ritrovare la sé
stessa forte di un tempo. Beh, magari non proprio forte, ma
almeno non così inutile...
Sì, le sarebbe piaciuto davvero.
Le ricerche durarono tutta la notte,
come aveva ordinato Kakashi.
Naruto aveva avuto un permesso speciale
per restare con Hinata, ma non era riuscito a prendere sonno neppure
quando lei, esausta, aveva finalmente chiuso gli occhi. Fino al
sorgere del sole aveva continuato a rivoltarsi nel letto, in ansia,
convinto che la sua assenza avrebbe determinato sicuramente
l’insuccesso.
Alle prime luci dell’alba si era
arreso, alzandosi; aveva bisogno di muoversi.
Per la prima volta da che era diventato
maestro si fece trovare puntuale all’appuntamento con il suo
gruppo, come sempre davanti all’Ufficio per lo smistamento delle
missioni, e cupo attese che i suoi allievi arrivassero. Era già
stato da Kakashi, e sapeva che quella notte non avevano trovato
nessuno di sospetto nel villaggio, com’era – tristemente –
prevedibile.
Mentre aspettava con la schiena
appoggiata al muro dietro di sé, vide Jin avvicinarsi lungo la
strada deserta.
«Ciao» lo salutò con
un cenno, come avrebbe fatto con uno qualunque dei suoi compagni più
anziani.
«Ho saputo della domestica»
replicò il bambino, con il medesimo cenno del capo. «Mi
dispiace»
«Anche a me. Ma il vero problema
è che chiunque ci sia dietro a tutto questo è ancora a
piede libero» mormorò Naruto, cupo.
«Cosa avete intenzione di fare?»
chiese Jin, moderatamente curioso. «Il sesto Hokage ha detto
che ho troppa poca esperienza per essere del gruppo, e mi ha spedito
a liquidare un po’ di missioni in sospeso» come prova, mostrò
due rotoli evidentemente appena recuperati. Doveva essere di ritorno
da una missione notturna, ma sembrava fresco e riposato.
«Non lo sappiamo con certezza,
cosa fare» sospirò Naruto. «Penso che continueremo
come abbiamo fatto finora, solo con un po’ più di
sorveglianza. In fondo se l’intruso non si trova è
ragionevole aspettarsi che abbia comunque a che fare con l’alleanza
del nord-est, più probabilmente con la Roccia, e in questo
caso ci conviene semplicemente prepararci meglio e con più
attenzione»
Jin annuì, serio. «Immagino
che sarà un periodo infernale per Hitoshi, Kotaro e Chiharu»
«Sarà peggio per me,
fidati» sbuffò Naruto, pensando all’umor nero di
Chiharu e all’improvvisa mollezza che colpiva Hitoshi e Kotaro
quando si parlava di lei.
«Ora vado» Jin scrollò
appena le spalle. «Penso che entro il tramonto mi affibbieranno
almeno altre due missioni, quindi non ho tempo da perdere»
«Stai attento, e non esagerare»
gli raccomandò Naruto mentre lui spariva all’interno
dell’Ufficio.
Jin fu lieto di essere oltre la portata
del suo sguardo, perché, contro ogni aspettativa, si sentì
arrossire. Naruto era l’unico che, pur non trattandolo come uno
stupido marmocchio, gli riservasse quel genere di attenzioni – cosa
che di solito faceva soltanto suo padre e soltanto in privato. Da un
lato – un lato minuscolo, beninteso – era persino piacevole.
Fuori, intanto, il jonin lanciò
un’occhiata seccata all’orologio; mancavano ancora dieci minuti
all’appuntamento, e avrebbe scommesso un braccio che quei tre
sarebbero arrivati in ritardo.
Fortunatamente per il suo braccio, ebbe
ragione.
Hitoshi e Kotaro furono i primi ad
arrivare, con cinque modici minuti di troppo, e vedendolo già
in attesa lo fissarono ad occhi spalancati. Tutti e due sapevano cosa
era successo la sera prima, come probabilmente ogni singola persona
al villaggio, e approfittarono dell’assenza di Chiharu per cercare
di estorcere a Naruto qualche dettaglio.
«Non avrete intenzione di
iniziare una stupida caccia all’uomo, mi auguro» sbottò
lui squadrandoli con gli occhi stretti.
«Noi?» fecero loro
innocentemente, e la menzogna fu visibile nel loro sguardo come una
pianta di baobab in un campo di patate.
«Toglietevelo dalla testa!»
li rimproverò Naruto minaccioso. «Non ne siete
assolutamente in grado, e non voglio ripescarvi all’ospedale o,
peggio ancora, all’obitorio. Sono stato chiaro?»
I due ragazzini fissarono a terra,
nicchiando, e borbottarono una risposta stiracchiata e molto poco
convincente.
Naruto sbuffò, ma se non altro
aveva una consolazione: la lezione del giorno li avrebbe tenuti
impegnati per un bel po’, ne era certo.
Chiharu li raggiunse dieci minuti dopo,
l’aria seccata e il passo strascicato. Non sembrava affatto
entusiasta di essere lì, e soprattutto non faceva nulla per
nasconderlo. Eppure c’era, non poteva fare a meno di notare Naruto.
«Alla buonora» commentò
il jonin, ma con una certa delicatezza. Nonostante il suo tentativo
di non irritare Chiharu, si trovò ad essere squadrato
malissimo. Con un sospiro decise di ignorare la cosa. «Oggi non
andremo in missione» annunciò per tutti. «Voglio
fare una lezione un po’ particolare con voi, una sorta di, uhm,
corso speciale. Dato che le cose sembrano essersi messe in moto
all’improvviso ai piani alti ritengono opportuno che voi
miglioriate rapidamente, e io non accetterò nulla di meno del
vostro più completo e totale impegno!» tacque, scrutando
le reazioni dei suoi allievi.
Non ce n’era uno che lo ascoltasse.
Mentre una vena si gonfiava sulla sua
fronte, vide Chiharu fissare il cielo con espressione assente, e
Kotaro e Hitoshi fissare lei ansiosamente. Per un attimo ebbe la
forte tentazione di picchiarli tutti, ma poi si disse che la sua
sfida come insegnante era convincerli
a seguire il suo metodo, non mutilarli, così inspirò a
fondo e riacquistò una parvenza di calma.
«Seguitemi, andiamo in un posto
un po’ più tranquillo» borbottò, iniziando a
incamminarsi. Dopo un attimo di esitazione, i tre genin si avviarono
dietro di lui.
Naruto li portò al solito
parchetto, da cui i bambini si allontanarono con una rapidità
quasi inumana non appena li videro avvicinarsi, e si piazzò
davanti alla panchina dove solo pochi giorni prima aveva parlato con
Chiharu, lasciando che i suoi allievi si sedessero. A quel punto
incrociò le braccia sul petto, e Hitoshi riconobbe la sua posa
da ‘sto per fare un lungo, lungo discorso’. Nascondendo uno
sbuffo, si preparò alla filippica.
«Sarò breve» iniziò
Naruto, e il piccolo Uchiha levò gli occhi al cielo. «Abbiamo
bisogno che voi siate forti. Quindi ora dobbiamo iniziare a lavorare
sulle tecniche»
Hitoshi rimase in attesa.
Niente, nessun altra parola.
Incerto, fissò Naruto.
«Tutto qui?» chiese.
«Ho detto che sarei stato breve»
ribatté lui pragmatico. «Allora, ho delle cose per voi»
aggiunse dopo un attimo, tirando fuori dalla tasca dei foglietti
dalla strana consistenza. Li piazzò in mano ai tre genin, e
quelli li fissarono perplessi, rigirandoli da una parte e dall’altra.
«Cosa sono?» chiese Kotaro
per primo.
«Carta speciale» spiegò
Naruto con malcelato orgoglio. «Reagisce al tipo di chakra che
possedete»
Silenzio.
«Al cosa?» chiese Kotaro
spiazzato.
«Il chakra di ogni ninja tende
naturalmente a un determinato elemento» spiegò il jonin,
gongolando perché, per una volta, aveva la completa attenzione
dei suoi allievi. Anche Chiharu, che fingeva indifferenza, tendeva
visibilmente un orecchio. «Come tutti potete immaginare, sto
parlando di fuoco, vento, fulmine, terra, e acqua. A seconda
dell’elemento che caratterizza un ninja, questi si troverà a
padroneggiare con più sicurezza le tecniche di quel tipo.
Facciamo un esempio: Hitoshi, il chakra di tuo padre è del
tipo fuoco, quindi le tecniche di quel genere gli riescono bene. Il
mio è vento, e mi riescono meglio altre. Esiste anche un ben
preciso rapporto tra i vari elementi: guardate, vi faccio uno schema»
Naruto si accucciò, e disegnò
per terra cinque piccoli cerchi, disposti come le punte di un
pentagono. All’interno dei cerchi scrisse gli ideogrammi
corrispondenti agli elementi, e poi disegnò delle frecce che
congiungevano una parola all’altra.
«Guardate attentamente»
disse, e Hitoshi e Kotaro si piegarono in avanti. «Il fuoco
batte il vento, e quindi il vento è debole con il fuoco. Ma il
vento batte il fulmine, che a sua volta batte la terra, che batte
l’acqua e così via. Se riuscite a memorizzare questo schema,
non dovreste avere problemi»
«Aspetta un attimo» lo
interruppe Hitoshi, con un ghignetto. «Allora mio padre ti
batte»
«Soltanto teoricamente»
disse Naruto tra i denti, indispettito. «Ma se le mie tecniche
sono dieci volte più forti delle sue, non basta che il suo
elemento sia avvantaggiato»
«Ah sì?» fece il
piccolo Uchiha, con un’aria di superiorità che irritò
da morire il jonin.
Naruto si alzò di scatto e lo
fulminò con lo sguardo. «Sta’ zitto o ti rimetto a
raccogliere uova di nibbio»
Il ghigno di Hitoshi scemò fino
a sparire, lasciando il posto a un pallore diffuso. Nibbi significava
parete di duecento metri a strapiombo sulla foresta, e il solo
pensiero gli rendeva le gambe di gelatina.
«Che colpo basso» bofonchiò
impercettibilmente, e incassò la testa tra le spalle.
«Bene, pensate di aver capito?»
chiese Naruto a tutto il gruppo, ignorandolo tutto soddisfatto.
Chiharu non lo guardò nemmeno,
Kotaro gli lanciò un’occhiata disperatamente smarrita.
Il jonin sospirò, ma non si
perse d’animo. «Te lo spiego dopo» liquidò il
giovane Lee, che rimase abbacchiato a rigirarsi la carta bianca tra
le mani. «Adesso dovete semplicemente far scorrere un po’ di
chakra nel foglietto, ne basta una goccia. Se si accartoccerà
sarete del tipo fulmine, se si bagnerà acqua, se brucerà
fuoco, se si ridurrà in polvere terra, e se si taglierà
a metà vento. Uno alla volta, per favore; Hitoshi, comincia
tu»
Incapace di nascondere un sorrisino
impaziente, Naruto fissò gli occhi su Hitoshi.
Ecco, lo sapeva, la curiosità
aveva finito per cancellare ogni altro pensiero, anche le
preoccupazioni relative all’ombra che si aggirava per il villaggio.
In quel momento voleva solo scoprire quale fosse l’elemento dei
suoi allievi, e vedere se magari qualcuno era del tipo vento, come
lui. Gli sarebbe piaciuto addestrare un ninja in maniera speciale: in
quegli ultimi anni il suo elemento non si era praticamente fatto
vedere tra le fila dei novellini.
Hitoshi guardò il foglio
imbarazzato, chiedendosi se era possibile fallire in una prova del
genere. Si schiarì la voce e alzò il mento, ostentando
un coraggio che non provava affatto. Sollevò il foglietto
davanti a sé, stretto tra le dita, e lo fissò
intensamente, lasciando scorrere il chakra.
Fu come se la carta esplodesse.
Con un gridolino molto poco virile
lasciò andare il proiettile incendiario che si era ritrovato
in mano, e quello cadde a terra spargendo scintille tutt’attorno.
Nel giro di due secondi il piccolo incendio era ridotto a un cumulo
di ceneri di un rosso acceso.
Naruto le spense con la scarpa, ridendo
sotto i baffi. «Qualcuno ha esagerato con il chakra, eh?»
commentò, leggermente strafottente.
Hitoshi lo guardò in cagnesco,
tenendosi le dita ustionate e lottando per non lamentarsi. «Intanto
sono del tipo di mio padre, il che significa che ti supero»
bofonchiò.
«Neanche tra cent’anni!»
scoppiò a ridere Naruto. «Dai Kotaro, tocca a te»
Il ragazzino, pallido dopo l’esperienza
di Hitoshi, fissò il suo foglietto con gli occhi
innaturalmente grandi. Deglutì, e, molto lentamente, si
concentrò per immettere nella carta la minima quantità
di chakra.
All’inizio sembrò non accadere
niente, tanto che Kotaro temette di non aver fatto abbastanza. Poi
iniziò a sentire il foglietto umido tra le dita.
“Ma quanto sto sudando?” si chiese
spalancando la bocca, e quando vide le gocce iniziare a scivolare a
terra, sui resti del piccolo falò di Hitoshi, iniziò a
sentirsi molto più che imbarazzato. Gettò un’occhiata
furtiva a Chiharu, ma lei guardava altrove, completamente
disinteressata.
«Acqua» disse Naruto,
distogliendolo dai suoi pensieri. Sorrideva. «Sei del tipo
acqua»
Kotaro fissò il foglietto che
aveva ancora in mano, e quando capì che ciò che
gocciolava a terra non era il suo sudore, fu travolto da un’ondata
di sollievo.
«M-ma certo» balbettò
con un sorriso, e scosse il foglietto perché finisse di
gocciolare.
«A quanto pare, Hitoshi, Kotaro
ti batte, dopotutto» mormorò Naruto con voce
flautata.
Il piccolo Uchiha lanciò
un’occhiata indispettita al compagno di squadra, ma con aria di
superiorità decise di ignorare il commento del suo maestro.
«Avanti Chiharu, manchi solo tu»
disse lui intanto, vagamente in apprensione.
Era la sua ultima chance di avere un
allievo del tipo vento, e se si fosse trattato proprio di lei sarebbe
diventata indiscutibilmente la sua preferita. Ma se Chiharu si fosse
realmente rivelata di quell’elemento, e poi avesse deciso di
smettere di essere ninja? Sarebbe stata una doppia delusione per
Naruto. E anche se avesse deciso di continuare la sua carriera, molto
probabilmente non avrebbe mai voluto che lui le insegnasse qualcosa
privatamente, a giudicare dalle condizioni dei loro rapporti attuali.
Sinceramente, non sapeva cosa sperare.
Haru fissò il foglietto con aria
apatica, tenendolo con noncuranza tra indice e medio. Seduta
sull’angolo della panchina, un ginocchio contro il petto e un
braccio sullo schienale, sbuffò e lasciò partire una
scarica calibrata di chakra.
La carta le si sbriciolò tra le
dita.
«Terra» disse Naruto, forse
un po’ troppo in fretta.
Si sentiva sollevato? O no? Non capiva.
Almeno non avrebbe lasciato da parte Kotaro e Hitoshi per dedicarsi
solo a lei... era pur sempre una consolazione.
«Bene, siete tutti e tre diversi»
proseguì accantonando la psicanalisi, e abbracciò con
lo sguardo l’intero gruppo. «Vi informo inoltre che Chiharu è
l’unica a non avere punti deboli verso di voi, quindi sappiate
regolarvi»
Kotaro lanciò alla compagna
un’occhiata di ammirazione e Hitoshi una a metà tra l’odio
e qualcos’altro, ma lei li ignorò tutti quanti, fissando
ostinatamente avanti a sé.
Tsk, terra. E allora? Non sapeva
nemmeno se sarebbe rimasta ninja così a lungo da imparare
qualche tecnica davvero forte, figurarsi se le interessava una
sciocchezza come l’elemento del chakra.
«Per oggi voglio che vi alleniate
sul controllo del vostro chakra elementale» continuò
Naruto, all’improvviso incerto. «Probabilmente non riuscirete
a combinare niente, però… Va beh, in ogni caso voi cercate
di arrivarci da soli, siete o non siete i migliori diplomati
dell’anno?»
«Tu quanto ci hai messo a
padroneggiare il tuo elemento?» chiese Kotaro, ansioso.
Naruto sogghignò, grondando
orgoglio da ogni poro. «Due giorni»
«Allora dev’essere una
passeggiata» insinuò Hitoshi, melenso. «In fondo
tu sei stato il peggior diplomato del tuo anno, no?»
«Ma sta’zitto, che se ti va
bene puoi sperare di diventare un decimo di quello che sono
io!» bofonchiò il maestro, risentito. «E poi io
seguivo un allentamento speciale, che voi non siete in grado di fare,
quindi non chiedetemelo nemmeno!» si affrettò ad
aggiungere, vedendo Kotaro aprire di nuovo la bocca. Il piccolo Lee
la richiuse, mortificato, e guardò il suo foglietto ancora
umido con aria desolata. Non era mai stato bravo nel controllo del
chakra, non ci sarebbe mai riuscito, pensò.
«Se siete in cerca di consigli,»
aggiunse Naruto alla fine, con un sospiro quasi indulgente. «Hitoshi
può chiedere a suo padre, e tu, Kotaro, a Sai. Mentre Chiharu…
uhm, quasi quasi…» le lanciò un’occhiata scettica,
immaginando le conseguenze di ciò che stava per proporre.
Se avesse tirato fuori quel nome, cosa
ne sarebbe uscito? I loro caratteri sarebbero stati compatibili?
Decise di correre il rischio.
«Per te ho qualcuno che non
dovrebbe esserti nuovo» disse cauto. «E’ stato il mio
maestro a lungo, è uno dei tre ninja supremi: Jiraiya; la
prima volta ti accompagnerò io da lui, va bene?»
Chiharu gli lanciò un’occhiata
distratta, quasi a dire ‘fai un po’ come ti pare, a me non
interessa’, e tornò a fissare il vuoto.
Naruto sbuffò. Con tutto il bene
che poteva volerle, quella ragazzina iniziava a irritarlo un po’
troppo.
Nel prossimo capitolo...
Quello era sicuramente il miglior
fottuto bastardo che gli fosse capitato di cercare, dovette
riconoscere Shikamaru.
Aveva ucciso una ragazza, si era
sostituito a lei per più di una settimana, e non aveva
lasciato una traccia che fosse una. Sbuffando, il jonin della foglia
raddrizzò la schiena e gettò un’ultima occhiata al
terreno battuto che aveva esaminato invano, nello sgabuzzino degli
attrezzi di Naruto. Il loro mister X non aveva fatto cadere neanche
una goccia di sangue della ragazza – che pure era morta per una
ferita da taglio a pochi millimetri dallo sterno, come aveva
accertato l’autopsia – figurarsi se si sbagliava a lasciare
un’impronta.
Shikamaru detestava quel tipo di
assassini pignolini e perfettini, maledizione.
* * *
Spazio autore
Anticipazione
inutile stavolta, perchè nel prossimo capitolo cambiamo scena un
sacco di volte e succedono un sacco di cose diverse.
Sappiate soltanto che c'è Shikamaru, e anche un bel po' di "grandi".
Poi. Voi non siete normali.
E con voi mi riferisco naturalmente a tutti coloro che continuano a farsi piacere Chiharu (Cami, Robi, io non vi comprendo!).
Il morto era un morto i infimo grado, e... che altro dovevo dirvi?
Uh, sì. Jiraya. A breve lo rivedrete, miei cari, lo rivedrete eccome!
Ah sì! Riprende l'iniziativa "la cinquecentesima è quella buona" (nome inventato su due piedi), ovvero:
l'autore della cinquecentesima recensione ha diritto a una domanda sulla fic con risposta assicurata al 100%.
La fortunata vincitrice della scorsa edizione è stata Urdi, che
saggiamente non si è spoilerata cose troppo grandi, chi di voi
oggi avrà l'ambito (?) premio?
Francamente non ero sicura di arrivare a 500 recensioni con questa fic, ma dato che mi fate sperare bene, io ci provo.
N.B: recensioni monoriga all'unico scopo di accaparrarsi il posto non verranno accettate.
Solo commenti come quelli che fate di solito, grazie - lunghi o corti che siano, ma comunque riconoscibili.
Mi arrogo ogni diritto di accettare o rifiutare la recensione come vincitrice.
(oddio, che è? Un contest? XD)
Uh, mettiamo in chiaro una cosa.
Sai non è innamorato di Chiharu! Non vi dirò mai cosa passa esattamente per la sua testa, ma non è un pedofilo!
Per concludere, la prossima volta vi lascio la scheda di Hinagiku, dato che me l'hanno chiesta.
Oggi sono in treno e pure malaticcia, lasciatemi stare! ç_ç
(e prossimamente avrete maggiori dettagli sulle allegre famigliole (?) di Konoha)
bambi88:
sì, ehm, Hiashi è vecchio e stronzo, lo sappiamo tutti.
Ma non sono così psicopatica da buttarlo totalmente OOC, quindi
prendi con le pinze quello che succederà da qui in poi. Per
quanto riguarda Chiharu, mi fa piacere sentire che la trovi umana, ma
riconosci che è un'umana testa di cavolo, almeno! XD Persino io
che sono la sua mamma lo dico!
Talpina Pensierosa: uhm, a dire
il vero sto quasi pensando di scrivere uno spinoff con le motivazioni
della ChoIno e la sua evoluzione, ma non ho poi tantissima voglia... XD
Chissà, può darsi che mi venga il ghiribizzo prima o poi.
Hipatya: guarda, sto per farti
la confessione del secolo: io non sono mosca nera. Sono mosca grigia.
Per quel che mi riguarda, vedo bene sia Shika e Tema che Shika e Ino.
Solo che qui le cose vanno così, e le mosche nere gongolano. Ma
dato che a me Ino come personaggio non dispiace - non più - ho
deciso che avrà la sua dignità. E dal mio punto di vista
Choji è un degnissimo partito! (così come potrebbero
esserlo Sai, Sasuke o Kankuro) Ahahah! Neji e Sai, eh... l'ho proposto
a Camilla (arwen5786), fan sfegatata di Neji e dello Hyuugacest, e per
poco non mi decapitava! XD Comunque mi piace giocare sulle
ambiguità di Sai, confesso che lo faccio apposta! Ehm, la
ribellione di Hinata in realtà è lontana anni luce. Per
ora il suo sembra più che altro il canto del cigno, ma comunque
succederà una serie di cose che cambieranno drasticamente la
situazione, per cui ti consiglio di non fare alcun pronostico in
merito. Oh, il morto alla fine non era Sai, spiacente. Lui mi serve
ancora a luuungo!
arwen5786: lo confesso. Mi
piace imboccare il sentiero del male e cercare di essere riportata
indietro. Fossi un personaggio di Naruto, sarei Sasuke; ma non starei
con Orociok per la vendetta, ci starei solo per essere riportata
indietro da Naruto (*ç*) o anche Sakura, massì.
L'importante è che qualcuno mi dica "torna, abbiamo bisogno di
te!". E quindi continuerò lungo il sentiero del candore,
lasciando che tu mi invii tutte le fanart shikatema che trovi! <3
Devo ancora capire se il mio stato grigio è perenne o
momentaneo, per ora il giudizio è sospeso (e la mia pagina
personale va benissimo così, credimi!). Rispondiamo ai tuoi
punti, ora. 1) Ehi, mica siamo alla fiera del "Neji bello e dannato!"
Tre righe, e ti bastino! Potrei sempre cambiare idea e demolirlo,
comunque avrà i suoi momenti di gloria più avanti! U_U 2)
Sono d'accordo sul "fragile" che hai affibbiato a Haru, ma
assolutamente sono contro il "tenera"! XD 3) Prima di farti prendere
dai dubbi riguardo alla ChoIno, ricorda quanto io amo Choji, su. 4)
Hiashi "mi serve" stronzo. Anzi, lo vedrai addirittura andare molto
fuori le righe, ma è tutto calcolato e voluto. Ora, che dire di
questo capitolo? C'è stato Neji, almeno un po' (smile). E poi,
uhm, Neji si preoccupa per Hinata <3 Oh sì, e i mocciosi
hanno i loro elementi, che... va beh, scoprirai con il tempo quanto
possono essere complicati e complicanti. Haru soprattutto. (per Itachi,
vedrò se posso fare qualcosa. E, tra parentesi, mi preferiresti
ShikaIno shipper o SasuIno shipper? Ricatto terribile ricatto!)
slice: argh, devo imparare a
contenermi quando scrivo! Non volevo assolutamente sgridarti, anzi!
Tutto ciò che volevo dirti con la scorsa risposta è che
ho ben presenti le tue richieste, e ci sono misteri che verranno
svelati a tempo debito. Quindi basta che tu ti metta comoda e attenda,
perchè ogni cosa avrà il suo momento. Per quanto riguarda
"tempi di pace", ci darò un'occhiata appena riuscirò a
liberarmi dei contest cui ho follemente scelto di partecipare e mi
sarò rimessa in pari con le storie che già devo
recensire. Il tutto sperando di non ammalarmi, perché qui inizio
a sentire i primi sintomi dell'influenza... ç_ç
SuperEllen: Chiharu è
una persona molto, molto, molto particolare. Detto francamente,
è come me, ma più stronza. Chiunque cercherà di
aiutarla, lei lo respingerà, perché ce la fa da sola,
perché nessuno può capirla, perché sono fatti
suoi, perché vuole essere un'eroina tragica. Ogni parola che
dice, ogni pensiero che le attraversa la mente, è qualcosa che
posso capire perfettamente. E anche se io per prima le do della testa
di ca**o, so che non può agire diversamente. Mi chiedi del suo
rapporto con Naruto, e io ti chiedo: non hai letto Sinners, vero?
Allora ti riassumo in due parole i motivi che hanno avvicinato Naruto a
Haru: quando Naruto era più in crisi per la SasuSaku appena
formatasi, Shikamaru lo ha in un certo senso aiutato a distrarsi con i
suoi problemi relativi a Temari e Chiharu, e Naruto si è
involotnariamente affezionato a lei quando ancora era a malapena un
feto. Tutto qui. Ora, ruggisco. COME OSI CHIAMARE CHOJI PALLOTTOLA DI
CICCIA?! Choji, l'adorabile, perfetto Choji! Lui è orgoglioso
del suo corpo, lui ha molto più fegato di tutti i vari Sasuke e
Neji messi insieme! Che nessuno osi parlar male di Choji, o mi altero!
E anche Naruto! Neji non è nulla confrontato a Naruto! Hinata ha
rifiutato Kiba e si è opoosta al matrimonio con il cugino per
lui, e, diamine, ha fatto la scelta più giusta! (tra parentesi,
perché sono circondata da amanti dello Hyuugacest quando io Neji
non lo reggo? ç_ç) Riportando la conversazione su binari
pseudo-normali (mi scuso per lo sclero, ma Choji e Naruto non si
toccano proprio. U_U), questa volta Jin è apparso un pochettino,
come hai visto. E ci sarà anche la prossima volta, ti anticipo,
in posizione di primissimo piano! (ehm, più o meno) Gli spinoff
mi frullano relativamente in testa, ma ci sono serissimi e contingenti
motivi che, di fatto, mi impediranno di scriverli. Un giorno ti
spiegherò perché, tranquilla. U_U Per stemperare i toni
alticci di questa risposta, ti saluto con un abbraccio! (e tu mi
manderai al diavolo XD)
Sky_Shindou: ok, tranquilla. La
GaaSaku sta arrivando, devi solo pazientare ancora un pochino,
perché l'allergia mista a influenza mi abbatte, ma giuro che sta
arrivando! Per quanto riguarda Chiharu mi sa che sei un po' troppo
tenera e ottimista... Naruto è convincente per le persone
normali e per i pazzi - come me - che già lo amano e pendono
dalle sue labbra, ma per i pazzi - come Chiharu - che hanno le loro
idee e se ne sbattono di tutti, è soltanto uno tra i tanti che
parla. Quindi, boh, fossi in te mi preoccuperei, diciamocelo. Ino
è incinta di Choji, sì sì! E Sai, credimi, non
è affatto preoccupato. Lo sarebbe se il bambino fosse suo, ma
dato che non deve occuparsene, è contento così. Ino,
ultimamente, la vedo più o meno con tutti! XD Da Sasuke, a Sai,
a Shikamaru, ma non Kiba. Non so perché, probabilmente
è una cosa momentanea, ma va così. Hiashi lo vedrai fuori
dalle righe, te lo annuncio subito. Ma non temere, è tutto
organizzato e calcolato, non è un problema. U_U Ah sì, e
Hanabi in realtà è già
sposata e sistemata - Hiashi non è rimasto con le mani in mano.
Che dire del primo morto? Che è abbastanza inutile. Ma ce ne
saranno altri, hai indovinato. Ho capito cosa intendi quando dici che
ti piacciono le storie in cui muore qualcuno, ma per ora confesso che
l'angst non è la mia massima aspirazione, quindi non aspettarti
"morti scottanti" (non troppo) e desolazione a goo goo. Come avevo
già detto altrove (credo), questa storiella è su tinte
piuttosto leggere.
yayachan: odiare una persona
come Chiharu è fin troppo facile. Tu ne parli bene perché
io ti dico cosa pensa e i suoi dubbi, ma se fosse accanto a te e
vedessi solo il suo comportamento, la detesteresti, credimi! XD Ino non
è proprio insignificante, nella mia testa. Kishi ne ha parlato
poco, è vero, ma proprio per questo si può fantasticare
su di lei senza troppa paura di andare OOC. L'unico limite, se
così vogliamo definirlo, è che è stata trattata
nella serie animata, e quando trattano i personaggi lì storco
sempre un po' il naso... I filler sono una brutta bestia. Argh, se fai
certi sogni dopo le nostre chiacchierate, la prossima volta parliamo di
fiorellini gialli e puffi che saltellano! (O sono troppo osceni?)
kimi: il capitolo scorso era
corto? Sai che non me ne sono mica accorta? XD Chiedo perdono, chiedo
perdono! (e, ehm, mi sa che questo non è messo molto meglio in
termini di dimensioni) Sai cosa ho scoperto riguardo a Baka Akeru? Che,
analizzando un po' il suo personaggio al di fuori del contesto,
cioè dimenticando che io parteggio per i mocciosi, è
più simile a Naruto del previsto! XD Sarà per questo che
mi piace? No, cos'hai contro la InoCho? é_è A me piace un
sacco, Choji se lo merita! U_U E poi anche Ino potrebbe essere felice
con lui, dopo che in due l'hanno scaricata senza pietà! XD Kiba
comparirà tra qualche tempo, e confesso che nella prima versione
della fic non era accoppiato, ma ora lo sarà. Scrivendo Sinners
mi sono affezionata al suo personaggio, e ho deciso che dovevo
trovargli una sistemazione! Uh, Hiashi è cattivo sì. Ma
non esattamente. Cioè, ora non puoi capire, ma poi capirai! XD
fedecr90: oddio, già a
metà di Sinners? °_° Pazzo! XD No, beh, in realtà
mi fa piacere, e se alla fine vorrai lasciarmi un commento lo
accetterò volentieri, buono o brutto che sia. Mi spiace, ma la
cena di Naruto a casa degli Uchiha è saltata! XD Sarà un
po' un tormentone, uhuh. Per i "consigli" non saprei proprio come
aiutarti, se non dicendoti che io passo davvero un sacco di tempo a
scrivere, e che fino ai 16-17 anni ho letto montagne e montagne di
libri. Poi, beh, ci vuole impegno. Cioè, mettersi a pensare se
le cose filano, come si comporterebbe un personaggio in una determinata
situazione, verificare la plausibilità del tutto... Ora che ci
penso, è un mestieraccio! XD
sammy1987: eheh, Ino e Choji
sono ridicoli a un primo impatto, ma poi acquistano un loro
perché, dai! A me piacciono insieme! Sai è il personaggio
ambiguo per antonomasia, e in effetti vederlo aggirarsi sulla scena per
me è abbastanza divertente. Poi, beh, a voi decidere come
interpretarlo... Io vi dirò sempre pochissimo di ciò che
pensa! ^^ Uh, vuoi una dose di Sasuke, eh? Bene, sappi che nel prossimo
capitolo la avrai, e pure consistente! Tra l'altro, vedendo una fanart
splendida ho avuto un'illuminazione riguardo all'Uchiha, e ho deciso
che non è male come sembra, anzi. Ma potrebbe essere una
passione momentanea. U_U
Janagoci: se non sbaglio mi hai
commentato Sinners qualche volta! ^^ Comunque sono contenta di
rivederti e di sentire addirittura che recensisci! Mi fa molto piacere!
Chiharu è una testa d'uovo, si sa (e la sua somiglianza con
Sasuke è un dato di fatto, senza contare che sono molto felice
di vedere che qualcuno l'ha notata!), e la InoSai era destinata a
sfaldarsi sin dal primo momento! I mini Uchiha compariranno nel
prossimo capitolo, e dovrò anche tirar fuori una schedina su di
loro, visto che me l'hanno chiesta! Per ora ti saluto! ^^
lale16: come "mamma" di Chiharu
sono contenta che ti faccia pena e non la odi, ma come persona ti trovo
incomprensibile! XD Io la prenderei a sberle, punto. Peccato che poi il
mio lato mammoso prenda il sopravvento, e inizi a coccolarla a spron
battuto! XD Ultimamente non ho molto tempo né voglia di leggere
fic, comunque se un giorno mi annoierò andrò a dare
un'occhiata a quella che mi consigli! Grazie per avermela suggerita! ^^
Ino_Chan: povero Sai! XD Pensa che quando ho scritto questi capitoli lui
mi piaceva, e Ino no! Ora lui mi è indifferente, e lei mi
piace... mistero! XD Uh, campo scuola! Mare o monti? Ti sei divertita?
^^
Gaachan: hai sintetizzato
perfettamente il pensiero di Sai riguardo a Chiharu: è...
interessante. XD No, dai, non sto scherzando. E' un'opinione
giustissima, forse la più centrata che abbiano espresso finora!
Non è positiva né negativa, ma è assolutamente
esaustiva! Sai non ha 26 anni, dove l'hai letto? XD Ne ha più di
trenta, ma visto che Kishi non ci ha mai detto la sua età
precisa, non saprei con esattezza... E sei indecisa tra Kotaro e Jin
come personaggio preferito, eh? Strano dubbio, considerati i caratteri!
Ma in effetti sono tutti e due creaturine tenere! <3
Urdi: bentornataaaaa! ^^ Mi fa
piacerissimo risentirti! I mini Uchiha non sono tutti maschi,
tranquilla! Più avanti ci sarà la scheda della famiglia
intera, quindi li vedrai tutti al completo! Mi fa piacere che apprezzi
il rapporto tra Sakura e Naruto, visto che è nato prima
che io scrivessi Sinners, ero preoccupata che ora non funzionasse
più, ma invece va. Per fortuna. Che Chiharu ti stia simpatica mi
fa piacere, ma mi lascia stupita! XD D'altronde mi stupisco sempre
quando qualcuno la trova simpatica... E confesso che mi stupisco
praticamente per tutti, perché ormai ci sono odi e amori che si
intrecciano e mi lasciano davvero perplessa! XD Oh, grazie mille per i
complimenti su Hinata! Rileggendo il pezzo non saprei dirti se è
IC o no, ma posso garantire che nel periodo in cui scrivevo la adoravo!
XD E si sente. Ma no! Anche tu con l'ipotesi SaiNeji? XD Se davvero la
scrivessi un paio di persone vorrebbero la mia testa! XD Però in
effetti la fic è carente di yaoi... Va beh, sarà per la
prossima! XD Un bacione, e a presto!
Maobh: uh, va beh. Ormai sono
stufa di ripetere a tutti che Chiharu non è umana né
scusabile, ma è un prodotto del demonio scampato all'inferno...
d'altronde, de gustibus sunt non disputandi, e quindi ognuno decida
ciò che vuole! XD Ino e Choji a me piacciono davvero tanto, ma
anche qui parliamo sempre di gusti! Dovrei solo essere contenta che
nonostante le diverse opinioni continui a leggere! E quindi mi inchino
e ringrazio! Ahahah!! Hiashi-Lucius! XD Non ci avevo pensato, ma
l'immagine calza a pennello! Eheh... lo vedrai farsi sempre più
stronzo, ma don't worry, anche se scapperà dalle righe è
tutto calcolato! E Neji è lì per faccende brocratiche
"normali", non succede nulla di strano, tranquilla.
Yume_Tsuki: sigh, un'altra
adoratrice di Chiharu! Creature incomprensibili che non siete altro!
ç_ç Ma tanto prima o poi cambierete idea, uhuhuh...
maninja87: tranquilla, le voci
sulla pedofilia di Sai hanno iniziato a circolare spontaneamente, non
è colpa tua! XD Sei salva, non sentirti in colpa! Olè,
almeno tu continui a odiare Chiharu pur ammettendo che ha un lato
fragile! Olè, persone sane di mente! Ma Sasuke potrà
anche piacermi (ho avuto un'illuminazione su di lui grazie a una fanart
stupenda), però non verrà trattato meglio per questo! XD
Non qui, se non altro!
gracy110: Neji ha le guardie
del corpo perché girare oltre confine in questo periodo da soli
non è molto consigliabile. Invece di avere un team ha le
guardie, tutto qui. E' una personcina importante il nostro Hyuuga, sai?
^^ Hinata e Naruto hanno difficoltà come tutti, lo sappiamo. E
non è detto che le risolvano!
Elisir86: ahahah! Geniale! Fumi
non ti piace! XD E infatti Fumi non era Fumi, ma era il cattivo di
turno! Tu sì che sei intuitiva! *_* Meriteresti un premio solo
per questo, ma per tua sfortuna sono abbastanza stronza da non dartelo!
XD
Reina: e chi ha detto che mi
spiace sopportarti? XD Anzi, i tuoi commenti sono divertenti ma
intelligenti, e dunque mi piacciono un sacco! Ehi, guarda però
che Sai non ha mai detto di vedere in Haru la sua anima gemella, anzi!
XD E' ancora alla ricerca dei titoli per i suoi quadri, dopotutto, non
si può certo dire che sia una cosiddetta "persona completa"! E
chi non è completo, a parer mio, difficilmente Ama. Uh, Sakura
in combattimento, dici? Difficile, temo, per otivi che comprenderai
presto. U_U Gli Hyuuga sono una faccena a parte, un po' stupidi, un po'
cattivi, un po' ridicoli. I cecchini possono andare a prendersi un
caffè, per il momento li risparmiamo! ^^
Kiaretta_chan_94: sì, va
beh, lottare contro i fan di Chiharu ormai è una crociata persa.
ç_ç Amatela, fate un po' quel che vi pare, ma quando poi
resterete scioccati non date la colpa a me! U_U Hinata invece è
dolce e carina e remissiva come sempre, non si può pretendere
nulla di diverso! XD I mocciosi hanno il chakra che hanno, come hai
letto, e il morto per ora non è un problema! Al prossimo
capitolo! ^^
ciuiciui: ooooooh, non
immaginavo certo che ti avrei vista qui tanto in fretta! *_* Tu mi
dicevi che non ce l'avresti mai fatta, ma la tua congiuntivite ha
operato il miracolo! XD Che bello, che bello, mi rendi felice! Sono
contenta che ti piacciano i Lee, e soprattutto che ti piaccia Mei! (a
me sta molto a cuore!) Ed ecchila con le sue tendenze NaruSakuose! Ma
basta! XD Lascia stare Hinata e Sasuke, finalmente sono più o
meno felice, che si godano il periodo! Jin ti ricorda Itachi? Mah,
chissà... sarà stronzo? O sarà il salvatore del
villaggio? Magari non sarà nulla di tutto questo... Ed eccola,
l'ennesima fan di Chiharu! ç_ç Oh, quanto non vi capisco!
Ma va beh, tanto prima o poi prenderete le mie parti, lo so già.
U_U E Baka Akeru lasciamolo così, che mi diverte! XD E' sfigato,
ma proprio per questo il suo accanirsi è semplicemente
adorabile! Oh, sono contenta che ti piacciano i nomi! So che mi ci sono
scervellata un po'! XD
muccina89: argh, una fan di
Sasuke! XD Non sarai contenta di vedere come lo maltratterò, mi
sa! Ma su, lasciamela passar liscia! In fondo anche Chiharu avrà
le sue belle grane! Comunque grazie per il commento e anche per i
complimenti, mi hanno fatto molto molto piacere! ^.^
lilithkyubi: attenta, attenta
agli "indizi" che lascio... Spesso sono fuorvianti! ^_^ Ma
chissà, magari mento per sviarti! Allora, Ino e Sai si erano
lasciati prima che lei si avvicinasse a Choji. E credimi, basta davvero
poco per mettere in cantiere un bimbo, conosco qualcuno che in quattro
mesi di conoscenza (non di coppia, ma proprio di conoscenza) ha deciso
di figliare e sposarsi (nell'ordine). Indi per cui, va bene
così! ^^ Dunque, vita di famiglia e scenette divertenti? E'
questo che vuoi? Ci si prova, ci si prova... Per ora un abbraccio e un
ciao! ^^
Aya
|
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Capitolo 15 *** C'è sempre qualcuno che è un passo avanti ***
Naruto2-15
C'è sempre qualcuno che è un passo avanti
- Quindici -
Jiraiya.
Cazzo, Jiraiya!
Chiharu si buttò sul letto, con
il cuore a mille. Avrebbe avuto consigli da uno dei tre ninja
supremi, l’unico ancora in vita!
Aveva fatto una fatica del diavolo a
mostrarsi indifferente con Naruto, perché i ninja supremi
erano i suoi eroi. Sì, persino Orochimaru. In fondo, anche se
si era rivelato marcio, era un vero genio. E poi lei era convinta che
le persone non nascano cattive: se Orochimaru era diventato così,
doveva essere colpa della sua educazione, senza dubbio. Sono sempre i
genitori a rovinare i figli, lo diceva per esperienza personale.
Sapeva che Jiraya abitava un po’
fuori dal villaggio, da qualche anno a quella parte. Sapeva anche che
era stato maestro del quarto Hokage, e poi per un certo tempo di
Naruto. Sapeva persino che era l’autore della serie della pomiciata
che il sesto Hokage collezionava sin dal primo numero – ma
preferiva dimenticare quel particolare aspetto del suo eroe.
A otto anni, quando aveva saputo
dell’esistenza dei ninja supremi, ne era rimasta assolutamente e
incondizionatamente affascinata. Ricordava di aver letto chili di
libri su quei tre, e di aver passato ore a rimpiangere la morte di
Tsunade, avvenuta appena un anno prima che lei capisse chi fosse.
All’epoca sognava davvero di diventare forte come uno dei ninja
supremi.
Rimase a fissare il muro, con la
guancia appoggiata al cuscino.
All’epoca sognava davvero di essere
ninja, passava ore e ore a fantasticare di missioni e riconoscimenti.
“Cosa è cambiato ora?” si
chiese rotolando sulla schiena. “E’ cambiato che tutti si
aspettano qualcosa da me. Quando avevo otto anni e volevo essere
ninja erano tutte carezze e sorrisi. Adesso che la sono tutti mi
ripetono che è soltanto il mio dovere. Allora non c’è
più merito nell’essere ninja, nell’essere speciali? Finché
ero piccola essere intelligente era straordinario, ora è una
cosa scontata. Perché dovrei proteggere persone per le quali
non conto praticamente nulla?”
Chiuse gli occhi, accigliata.
Eccolo, il dilemma.
Lei voleva incontrare Jiraya, ne
era certa. Con gli anni la sua venerazione per i tre ninja supremi
era scemata, sì, ma non era mai scomparsa del tutto. Allo
stesso tempo, però, non voleva far credere agli altri di aver
scelto di restare ninja, perché non era così. Lei non
aveva ancora fatto una scelta, e nessuno, nessuno in quel
maledetto villaggio – o anche fuori da lì – avrebbe potuto
costringerla a farla.
“Perché le cose devono essere
così complicate?” si chiese nascondendo gli occhi dietro un
braccio.
A un tratto aveva voglia di rivedere
Sai. Ma lui sarebbe stato freddo, magari anche tagliente. D’altronde
era un ninja, che si aspettava?
Stupidi, odiosi ninja…
Sai rientrò a notte fonda in
quello che per abitudine definiva ‘il suo appartamento’.
Guidato dalla tenue luce che entrava
dalle finestre, attraversò il pavimento silenziosamente e si
liberò dei kunai e degli shuriken che teneva addosso,
posandoli sul tavolo tra gli attrezzi da disegno. Sospirò,
massaggiandosi le spalle indolenzite.
Aveva passato tutta la notte precedente
e tutto il giorno alla ricerca di tracce dell’assassino della
domestica di Naruto, ma senza risultato. Chiunque fosse, si era
dileguato nel nulla.
Neanche un’ora prima era stato da
Neji, alla residenza principale, e lo aveva aggiornato sullo
svolgersi delle ricerche, mentre Shikamaru riferiva a Kakashi.
Neji avrebbe voluto partecipare, e
sarebbe anche stato indubbiamente utile, ma aveva ritenuto opportuno
rientrare prima di ogni altra cosa, considerato anche il malumore di
Hiashi negli ultimi tempi. Così aveva chiesto a Sai di
collaborare, e lui aveva obbedito. Inutile dire che neanche Neji era
stato lieto delle notizie ricevute.
Ora finalmente sembrava che Sai potesse
godersi un po’ di meritato riposo, in un letto vero, e la cosa
rendeva tutto in un certo senso più bello. Sbadigliando, si
allontanò dal tavolo per andare a farsi una doccia.
«Papà, mi dai una mano?»
chiese Hitoshi torcendosi le mani dietro la schiena, umiliato.
Aveva provato a controllare il suo
chakra elementale per tutta la mattina, ma non aveva cavato un ragno
dal buco. Avrebbe preferito tagliarsi la lingua piuttosto che
chiedere aiuto – soprattutto a suo padre – ma di fronte
all’ennesimo fallimento aveva dovuto riconoscere la propria
debolezza.
Sasuke lo fissò perplesso.
«Una mano?» ripeté
come se non avesse capito.
Da che ricordava, Hitoshi aveva smesso
di cercare le sue attenzioni in quel modo verso i cinque anni; da lì
in poi era sempre stato in grado di fare tutto da solo. All’epoca
della prima prova con Naruto gli aveva chiesto cosa lo aspettava, era
vero, ma da tantissimo tempo non chiedeva esplicitamente una mano per
allenarsi.
«Chakra elementale»
borbottò il ragazzino, guardando altrove.
«Ah» fece Sasuke, inarcando
appena le sopracciglia. «Di già? Naruto non perde tempo,
eh. Che tipo?»
«Fuoco»
Sasuke ghignò appena.
«Lo sapevo» soddisfatto,
posò una mano sulla spalla del figlio. «Seguimi in
giardino, ho intenzione di allenarti personalmente»
Gli occhi di Hitoshi brillarono di
gioia, mentre aumentava il passo per stare dietro al padre che si era
avviato. Lungo la strada incrociò un paio dei suoi fratelli,
che decisero di accodarsi curiosi, ma lui non aveva occhi che per la
schiena ampia del capoclan degli Uchiha.
Mentre ancora camminavano, questi si
voltò e gli rivolse un breve sorriso. «Alla tua età
ho impiegato una settimana per padroneggiare il chakra del fulmine.
Ma voglio che tu ci riesca in tre giorni»
Erano fiducia, orgoglio e aspettativa
quello che Hitoshi sentiva nella sua voce? Deglutì, sorridendo
estasiato. Per la maggior parte del tempo suo padre era freddo e
distaccato, e parlava poco con i figli. Una volta accertatosi che
fossero forti e dotati di talento, li lasciava proseguire per la loro
strada da soli, sostenendo che dovevano imparare a cavarsela.
Che all’improvviso quel padre lontano
e irraggiungibile avesse iniziato a considerarlo era indubbiamente
qualcosa di meraviglioso.
Accelerò ancora, fino a
camminargli al fianco, con orgoglio e un pizzico di timore. Sasuke
gli gettò un’occhiata fugace, e trattenne un sorrisino.
Solo allora Hitoshi si accorse che nel
discorso di suo padre qualcosa non tornava.
“Fulmine?” si chiese corrugando la
fronte. “Naruto non aveva detto fuoco? Fulmine, fulmine…”
rifletté a fondo, fino a visualizzare lo schema disegnato
nella polvere il giorno prima. E con orrore ricordò che il
vento batte il fulmine.
“Devo aver sentito male” concluse.
“Papà deve sicuramente aver detto fuoco”
Raggiunsero il giardino ancora pedinati
da due degli Uchiha più piccoli. Sasuke ordinò loro di
stare a guardare dal portico senza disturbare, poi mise piede
nell’erba perfettamente curata fino ad avvicinarsi al laghetto
dalle acque calme.
Un sorriso appena venato d’amarezza
gli increspò le labbra. Da piccolo, aveva ricevuto gli
apprezzamenti di suo padre in una situazione simile. Non poteva non
avvertire una stilettata di nostalgia nello stomaco.
«Avanti, mostrami quello che sai
fare» disse ricomponendosi e incrociando le braccia sul petto.
Corrugò la fronte, e i suoi occhi si fecero acuti e
distaccati.
Hitoshi deglutì, a disagio, ma
desideroso di fare buona impressione. Staccò una foglia da un
cespuglio lì accanto, la chiuse tra le mani e si concentrò
a fondo.
Chakra. Doveva solo evocare il chakra,
e in qualche modo farlo diventare caldo.
In linea teorica era semplice. Ma lui
non aveva idea di come trasformare la teoria in pratica.
Rimase immobile finché non
iniziarono a tremargli le braccia e la sua fronte fu imperlata di
sudore, sentendo il chakra fluire abbondantemente dai palmi delle
mani serrate in una morsa convulsa.
Non poteva fallire, non davanti a suo
padre!
«Basta così»
Sussultò, perdendo la
concentrazione, e le sue mani si aprirono quel tanto che bastava per
far scivolare a terra la foglia. Ancora verde e perfetta.
Mortificato, Hitoshi la fissò
per un attimo, e anche dopo non osò alzare lo sguardo.
«Non va per niente bene»
decretò Sasuke, con una nota di stizza nella voce. Hitoshi
strinse i pugni. «Sbagli tutto»
E ora? Suo padre se ne sarebbe andato
sdegnato, lasciandolo di nuovo solo e umiliato, finché non
avesse imparato a controllare il chakra per i fatti suoi?
«Per prima cosa» iniziò
invece l’Uchiha, senza la benché minima intenzione di
muoversi, in apparenza. «Non sei uno stupido. Sei un Uchiha,
non hai bisogno di foglie per dar fuoco a qualcosa»
Hitoshi alzò lo sguardo senza
capire. «Cosa brucio allora?» chiese perplesso.
Sasuke sollevò una mano, il
palmo rivolto verso l’alto. All’improvviso, con un crepitio
secco, una fiammata si sollevò dalla sua pelle e rimase
sospesa a qualche centimetro d’altezza. Hitoshi spalancò gli
occhi, sbalordito; quello era davvero semplice chakra?
«Di cosa ha bisogno il fuoco per
alimentarsi?» chiese Sasuke lasciando che la lingua aranciata
danzasse allegra sul suo palmo.
«Ossigeno» rispose pronto
Hitoshi, e nello stesso istante in cui lo diceva capì e si
illuminò. «Ma certo, l’ossigeno! Bisogna creare il
movimento, che genera calore, e l’ossigeno fa il resto!»
corrugò la fronte. «Ma per riuscirci bisogna muovere le
molecole dell’aria… E’ possibile?»
«Ti sembra impossibile?»
Sasuke sorrise, ponendo il fuoco nella sua mano tra sé e lui.
All’improvviso richiuse le dita, e
con una sottile spira di fumo la fiamma si estinse. «Avanti,
abbiamo molto lavoro da fare» annunciò convinto. «Entro
stasera voglio i primi risultati»
«Si papà!» esclamò
Hitoshi orgoglioso, senza preoccuparsi della difficoltà
dell’esercizio.
L’attenzione di suo padre era come
una droga. Una droga eccitante.
Seduti sotto il portico, le corte gambe
a penzoloni verso l’erba, Nobi e Liara, rispettivamente
quartogenito e quintogenita di Sasuke, sei anni lui e quattro lei,
osservavano l’allenamento con occhi annoiati. Tutti e due
assomigliavano ai genitori, ma erano quasi speculari: lui aveva i
capelli del padre e gli occhi verdi della madre, che un giorno
avrebbero steso metà delle ragazze del villaggio, e lei i
capelli chiari di Sakura e gli occhi penetranti di Sasuke, che in
futuro avrebbero fatto abbassare ben più di uno sguardo.
Anni dopo anche loro sarebbero stati in
quello stesso giardino ad allenarsi con il padre, ma per il momento
la cosa non li interessava affatto. Nobi guardò la sorellina.
«Andiamo a giocare?»
propose.
«Okay» acconsentì
lei, incredibilmente in fretta.
Ed entrambi si alzarono e corsero via.
Hitoshi e Sasuke neanche se ne
accorsero.
Assurdo.
Non poteva crederci.
Sembrava… sembrava un sogno quasi!
Kotaro disegnava ragnatele d’acqua
impalpabili nell’aria immobile. Le gocce restavano sospese per un
istante, indugiavano sulla punta delle sue dita, e poi scivolavano al
suolo frantumandosi sull’erba, e separando i mille raggi del sole
in altrettanti riflessi multicolori.
Attorno a lui suo padre, sua madre e
sua sorella lo guardavano estasiati, complimentandosi per il suo
incredibile e inaspettato talento.
Forse era il giorno più bello
della sua vita…
…E si svegliò.
Fissò il soffitto bianco della
sua camera, familiare e ora così odioso.
“Lo sapevo. Era un sogno” constatò
depresso, richiudendo gli occhi.
Ripensò al giorno prima, quando
aveva passato l’intera mattinata, il pomeriggio e la sera a cercare
di usare il suo stramaledettissimo chakra elementale, senza cavare un
ragno dal buco. Per quanto ci avesse provato, non aveva visto nemmeno
una gocciolina. E Mei, sua sorella, si era premurata di farglielo
notare con un’assiduità che aveva un che di diabolico.
Sollevò di nuovo le palpebre,
girandosi su un fianco sotto le coperte leggere, e posò gli
occhi neri sul foglietto rovinato che giaceva sulla sua scrivania,
ondulato come solo la carta bagnata e poi asciugata sa essere.
Perché allora era stato così
facile creare l’acqua, senza neanche accorgersene? E perché
ora quello stupido chakra si opponeva al suo volere?
Gemette, nascondendo la testa sotto il
lenzuolo; se anche quel giorno non avesse combinato nulla, avrebbe
dovuto rassegnarsi a chiedere consiglio a Sai. Non che non gli
piacesse il jonin, anzi; era forte, era uno dei migliori. Ma era
sempre così freddo… Anche quando sorrideva, sembrava
in qualche modo finto. E poi prendeva in giro Haru, il che non gli
andava proprio giù.
Sbuffò, gettando indietro le
coperte, e si alzò a sedere di scatto scompigliandosi i
capelli lisci e perfettamente in ordine.
Ce l’avrebbe assolutamente fatta da
solo, questa era una promessa.
Se entro il tramonto non fosse riuscito
a tirar fuori un po’ d’acqua dal suo stupido chakra, allora
avrebbe fatto il giro del villaggio di corsa per cen… ehm, dieci
volte. Su una gamba sola.
Quella sera, molti testimoni riferirono
d’aver visto un pazzo che si aggirava per le strade saltellando su
una gamba sola.
Il giorno dopo, quello stesso pazzo si
trascinò fino a un anonimo appartamento in un quartiere
appartato del villaggio, e suonò a un campanello senza nome.
Quello era sicuramente il miglior
fottuto bastardo che gli fosse capitato di cercare, dovette
riconoscere Shikamaru.
Aveva ucciso una ragazza, si era
sostituito a lei per più di una settimana, e non aveva
lasciato una traccia che fosse una. Sbuffando, il jonin della foglia
raddrizzò la schiena e gettò un’ultima occhiata al
terreno battuto che aveva esaminato invano, nello sgabuzzino degli
attrezzi di Naruto. Il loro mister X non aveva fatto cadere neanche
una goccia di sangue della ragazza – che pure era morta per una
ferita da taglio a pochi millimetri dallo sterno, come aveva
accertato l’autopsia – figurarsi se si sbagliava a lasciare
un’impronta.
Shikamaru detestava quel tipo di
assassini pignolini e perfettini, maledizione.
«Allora?» chiese Sasuke,
facendosi avanti senza molto entusiasmo.
«Niente» l’altro scosse
la testa. «Neanche mezzo capello»
«Come immaginavo» l’Uchiha
sbuffò.
Shikamaru, Kiba e Shino erano i
migliori quando si trattava di cercare prove e tracce, ma chissà
perché Sasuke sentiva che quella volta non avrebbero trovato
nulla. Forse, nel profondo, sapeva che se l’assassino avesse
commesso anche il benché minimo errore Naruto se ne sarebbe
accorto prima di chiunque altro. Ma non era disposto ad ammetterlo.
«Non importa, va bene così»
disse a Shikamaru, voltandogli le spalle.
«Prego» ribatté lui
sarcastico, levando gli occhi al cielo. «Allora io me ne vado,
eh»
Sasuke non si sprecò neanche a
rispondergli. Pensieroso, raggiunse la piccola squadra di membri
scelti che lo attendeva a qualche passo di distanza.
Erano quattro ragazzi delle età
più disparate, da Byaku che era fresco di studi – ma che era
un vero genio – a Reiki che aveva un’esperienza praticamente
infinita, passando per Fay – l’unica e diabolicamente
affascinante donna – che riusciva a far confessare anche reati
inesistenti a chiunque, e Taira, colui che Sasuke amava considerare
il suo mentore, e che aveva una decina d’anni in più di lui.
Quella era la sua squadra. Gli
elementi scelti personalmente per il capo della polizia dal capo
della polizia.
Alla fine, una volta tornato a Konoha e
una volta sistemata – più o meno – la sua vita accanto a
Sakura, Sasuke aveva finito per entrare nell’orbita del
commissariato, attratto da vaghi ricordi della sua infanzia. Il clan
Uchiha era stato il clan della polizia. Con la loro intelligenza e
abilità e la loro rigida disciplina i membri della casata
avevano sempre fatto rispettare la legge all’interno del villaggio,
almeno prima che venissero sterminati dal loro orgoglio, dal membro
più forte e lodato del gruppo. E poi, quando l’unico
superstite era ritornato, aveva deciso di ripristinare le vecchie
tradizioni.
Si avvicinò ai suoi ragazzi,
senza l’ombra di un’espressione sulla faccia.
«Niente, eh?» chiese Fay,
espirando dalle labbra di un rosso intenso una sottile spirale di
fumo, che andò ad attorcigliarsi ai ricci neri.
«Niente» confermò
Sasuke senza smontarsi. «Ma non è finita qui. Dobbiamo
ancora controllare dentro, e interrogare i membri della famiglia»
«Ah, posso dire una cosa?»
intervenne Byaku, il giovane genio, alzando una mano.
«Sì?» fece Sasuke,
attento: sapeva che se lui apriva la bocca stava per esserci una
svolta, piccola o grande che fosse.
Il ragazzo abbassò gli occhi
nocciola su un taccuino nero coperto da una grafia fitta e minuta, e
scorse alcune righe per un istante. Poi iniziò, con voce
leggermente monotona: «l’ultima volta che il presunto
assassino sostituitosi alla vittima è stato visto, ha asserito
di voler accompagnare Hiashi Hyuuga alla porta. Quella sera il
soggetto in questione si trovava sul luogo dei fatti, e sembra che
sia stato l’ultimo ad avere contatti con il sospetto»
richiuse il taccuino. «Mi risulta che nessuno sia andato a
interrogarlo»
Sasuke si trattenne dal fare una
smorfia.
Hiashi Hyuuga, una bella gatta da
pelare. Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontare quel
particolare aspetto della faccenda, ma la cosa non lo allettava per
niente: se quel diabolico uomo era a casa di Naruto la sera della
scomparsa della domestica, non era certo per prendere un tè
con la figlia; e sinceramente Sasuke dubitava che il capoclan degli
Hyuuga si trovasse con Hinata, da solo, per puro caso.
Se lo avessero interrogato, Naruto
sarebbe venuto a saperlo. Se lo avesse saputo, avrebbe anche saputo
della visita, e sarebbe scoppiato un immane casino. Meglio evitare,
se possibile.
Ma, d’altro canto, avevano bisogno di
interrogare l’ultima persona che aveva visto il presunto assassino,
anche se lui personalmente non credeva di riuscire a cavarne qualcosa
di utile, se non insulti gratuiti e collaborazione zero.
Sbuffò, tentennando; ma alla
fine prese la sua decisione. Se proprio dovevano interrogare Hiashi,
che almeno avvenisse in segreto.
Posò lo sguardo su Byaku, il
novellino. Mandare lui? Avrebbe fatto le domande giuste, sì,
ma in che tono? Hiashi Hyuga lo avrebbe tollerato? No. Decisamente
no. Non da solo, almeno.
Spostò gli occhi su Reiki, il
più anziano del gruppo, che sembrava farsi i fatti suoi con
aria tranquilla. Lui aveva un sacco di esperienza, aveva trattato con
ogni genere di persone – aveva trattato anche con lui, anni
addietro, quando si era fatto zittire in tre battute mentre cercava
di accusare Naruto di chissà quale reato – ma non ci metteva
molto spirito, o convinzione. Anzi, presto Sasuke gli avrebbe
cortesemente illustrato i mille vantaggi della pensione, per quanto
più volte gli fosse stato utile.
Cambiò ancora soggetto di
studio, e incontrò gli occhi verdi di Fay fissi nei suoi. Lei
gli fece l’occhiolino, e sollevò la sigaretta in un cenno
aggraziato. Ci mancava solo che mandasse quella e Byaku insieme:
Hiashi li avrebbe lanciati dalla finestra.
Rimaneva solo un’ultima possibilità,
Taira.
Taira era un uomo davvero immenso; ma
invece di incutere timore, come ogni colosso umano che si rispetti,
lui aveva l’aria del bue pacifico dalla suola delle scarpe alla
punta dei capelli appena brizzolati. Gli occhi neri e profondi erano
pozzi di tranquillità zen, qualcosa che una volta qualcuno
aveva definito ‘di una pace divina’ – un criminale sotto
l’effetto di funghi allucinogeni, probabilmente, ma aveva reso bene
l’idea. E poi era il miglior attore del corpo di polizia: dietro a
un’apparenza totalmente inoffensiva, si celava la mente più
freddamente e spietatamente calcolatrice degli ultimi vent’anni, un
cervello che probabilmente era simile a quello di Itachi Uchiha, ma
che per fortuna era dalla parte giusta – e infatti, in qualche
modo, Taira aveva un dieci per cento di sangue Uchiha nelle vene.
Inizialmente Sasuke lo aveva tenuto a
distanza, incerto se fidarsi o meno. Quando di lui vedeva solo il
lato inoffensivo si sentiva inquieto, a disagio. E un giorno aveva
preso il coraggio a due mani e gli aveva chiesto chi fosse in realtà,
senza tanti mezzi termini.
Taira era rimasto sorpreso dal suo
colpo d’occhio, ma poi era scoppiato a ridere – di una risata
genuina – e gli aveva lanciato un’occhiata – una delle sue
occhiate vere – che gli aveva strappato un brivido; perché
in quello sguardo aveva rivisto suo fratello.
Da quel momento Taira lo aveva preso
sotto la sua ala, e gli aveva insegnato tutto quello che sapeva sul
loro lavoro. Era stato anche grazie ai suoi consigli se Sasuke era
salito di grado tanto rapidamente, e se prima dei quarant’anni era
diventato capo della polizia. Ora, dovendo scegliere qualcuno da
accoppiare con Byaku per interrogare nientemeno che quel piantagrane
di Hiashi Hyuuga, la sua scelta non poteva che cadere spontaneamente
su di lui.
Non ci fu neanche bisogno di dirlo,
bastò uno sguardo. Taira annuì, e gli fece intendere
che avrebbe tenuto d’occhio il novellino.
Era confortante avere uno come lui nel
gruppo – pregando che non tradisse mai… e al tradimento Sasuke
era parecchio suscettibile – risolveva un sacco di problemi.
Purtroppo, per ogni problema risolto
Hiashi Hyuuga ne creava altri tre. Quindi, prevenendo per quanto
possibile le probabili obiezioni dell’eccentrico capoclan, Sasuke
concluse che avrebbe dovuto accompagnare Taira e Byaku: se qualcuno
doveva interrogare un membro – il membro più importante –
del prestigioso clan Hyuuga, il migliore del villaggio – ma solo
perché il clan Uchiha era in via di rodaggio, beninteso –
allora quel qualcuno doveva essere un pezzo davvero grosso.
Insomma, o il capo o niente. L’onore
è tutto.
«Forse se tu ti interessassi
almeno un po’ alla tua famiglia le cose andrebbero meglio!»
Temari Nara sbatté sul tavolo la
ciotola dell’insalata, facendo finire qualche foglia per terra.
Shikamaru incassò la testa tra
le spalle, brontolando mentalmente.
“Se mi interessassi a Chiharu, quella
correrebbe via veloce come il vento” pensò, ma ritenne più
saggio non aprire la bocca. Allungò la mano verso l’insalata
e se ne servì un po’ nel piatto.
«E invece tu niente!»
continuò Temari lanciandogli di tanto in tanto un’occhiata
assassina. «Tu passi il tuo tempo in giro per il villaggio a
fare il detective part-time e a salvare Konoha! E io qua mi devo
occupare di tutto! Insomma, Chiharu è venuta su così
anche per colpa tua!»
«A me non sembra che vada tanto
male…» si azzardò a borbottare Shikamaru, ma quando
incrociò lo sguardo di sua moglie comprese al volo di aver
commesso un errore.
«Certo, tu non la vedi mai!»
recriminò Temari, assottigliando pericolosamente gli occhi
grigio-verdi. «Tu non ti assumi mai alcuna responsabilità,
vero? Io resto incinta, e devo praticamente costringerti
a
sposarmi! Se fossi rimasta ad aspettare te, a quest’ora sarei
l’unico genitore di Chiharu!»
“E io un uomo più felice”
sospirò Shikamaru, mangiucchiando svogliatamente un minuscolo
pezzo di bistecca. “Che poi è
stato Gaara a insistere per il matrimonio, e sono stato io il primo
ad accettare l’idea”
«Anche adesso!» sbottò
Temari esasperata. «Non ti sprechi nemmeno ad ascoltarmi! Non
ti immagini che voglia ho di chiedere il divorzio!»
«Non ho più fame»
Shikamaru lasciò cadere la forchetta e si alzò in piedi
con indolenza. «Esco»
«Sempre dietro a scappare!»
bofonchiò sua moglie, afferrando di scatto i piatti e
rovesciandone il contenuto nella spazzatura. «Tanto qua ci sono
io, no?»
Shikamaru si defilò dalla cucina
con una rapidità sorprendente, raggiungendo l’ingresso
pronto per uscire. Sulla soglia trovò Chiharu.
«‘Pà» lo salutò
lei con un cenno quasi invisibile, infilandosi una scarpa.
«‘Haru» ricambiò
lui imitandola. «Esci?»
«Stiamo scappando tutti e due
dall’ira funesta della signora del castello, no?» domandò
lei con un mezzo ghigno.
«Meglio correre al riparo quando
le nubi si addensano sulla cucina» annuì il padre cupo.
«Dove vai?» le chiese poi, mentre apriva la porta e
cavallerescamente la lasciava uscire per prima.
«Mah, ad allenarmi un po’»
Haru si strinse nelle spalle, indifferente. «Chakra elementale»
«Naruto vi fa sgobbare, eh?»
«Neanche tanto»
«Mi stai dicendo che riesci già
a padroneggiare quel tipo di chakra?» Shikamaru inarcò
le sopracciglia in una delle sue rare espressioni di sorpresa.
«Non tanto bene. Ma qualcosa
combino» Haru non diede il minimo segno di gioia.
«Non mi sembri entusiasta»
le fece notare suo padre.
«Dovrei?» domandò
lei con pigra indolenza.
«Solitamente ci vogliono mesi per
arrivare alle basi del chakra elementale, senza un insegnante»
Haru sbuffò. «A chi la dai
a bere, ‘pà? Sono figlia tua, sono un genio, no? Arrivo alla
soluzione anche senza guida»
«Non prendere il vizio di
sopravvalutarti»
«Sopravvalutarmi?»
leggermente irritata, Haru congiunse le mani. «Per chi mi hai
preso?» sibilò, e l’ombra che si delineava appena
davanti a lei smise di seguire i contorni del suo corpo per unirsi a
quella del padre. Lei smise di camminare, e anche lui dovette farlo,
costretto dalla sua tecnica, che seppur debole aveva la sua
consistenza.
«Il controllo dell’ombra?»
allibì Shikamaru. «Quando l’hai imparato?»
Haru, con il respiro appena accelerato,
sciolse la tecnica e lanciò al padre un’occhiata di
sufficienza. «Sono figlia tua. Ti osservo» disse, come se
quelle frasi spiegassero tutto. Tacque accuratamente delle sue
saltuarie visite al nonno, visite in cui lo tormentava per ore e ore
finché non otteneva un’ora di addestramento gratis.
Shikamaru la fissò per un
istante, pensoso.
Forse Temari non aveva proprio tutti i
torti, rifletté. Quando si era davvero interessato a Chiharu,
l’ultima volta? Quando le aveva chiesto come andavano gli studi,
chi erano i suoi amici, quali tecniche aveva imparato? Probabilmente
quando aveva sette anni.
Ma sua figlia era sempre stata
indipendente, non amava le intromissioni e le domande, e lui aveva
ritenuto che lasciarla libera le avrebbe fatto piacere, e che fosse
la cosa giusta. D’altronde scoprire ora, all’alba dei suoi
tredici anni, che sapeva tanto poco non era piacevole.
Sbuffò, distogliendo lo sguardo.
Detestava che Temari fosse nel giusto: significava settimane di
torture e recriminazioni, di solito. E detestava anche rendersi conto
che forse aveva sbagliato qualcosa: significava anni di impegno per
rimediare.
«Comunque vantarsi non fa mai
bene» mormorò mantenendosi sul vago.
«Lezioni di morale: proprio ciò
di cui sentivo un disperato bisogno» rise Haru, di un
riso cinico e vagamente inquietante. «Risparmiami la paternale:
sono intelligente, lo so io e lo sanno gli altri»
«Ma tu non sai cosa c’è
fuori di qui» l’ammonì Shikamaru. «Che tu voglia
riconoscerlo o meno, il mondo è pieno di persone decine di
volte più in gamba di te, e partire con il piede sbagliato può
significare la morte»
«Per un ninja» sibilò
Chiharu prima di riuscire a controllarsi.
Shikamaru corrugò la fronte. «Tu
sei un ninja» le fece notare, cauto.
Lei non replicò. Il silenzio
dilatò i secondi fino a renderli tangibili e a farli pesare su
entrambi, espandendosi con la corsa delle lancette.
«Hai intenzione di smettere di
essere ninja?» chiese a un tratto Shikamaru, con voce pacata e
occhi insolitamente intensi.
Chiharu evitò accuratamente di
incrociare il suo sguardo, ma si strinse nelle spalle. «Boh.
Forse non sono tagliata per questo mestiere…» mormorò
in un sussurro appena udibile, guardando un punto distante.
Il solco tra le sopracciglia di
Shikamaru si approfondì.
«E perché?» chiese
senza muoversi.
L’aria restò congelata in un
attimo di attesa, specchio dell’incertezza di Chiharu. Finché
lei scosse la testa.
«Bisogna essere convinti per fare
il ninja, no?» disse vaga, gli occhi sempre sfuggenti. «Io
forse non la sono. Credevo di essere portata, e invece, a quanto
pare, mi manca qualcosa…»
Shikamaru si lasciò andare a un
mezzo sorriso, vagamente amaro.
«Sei proprio mia figlia»
commentò infilando le mani in tasca, e riprese a camminare.
«Anche a te ci vorrebbe qualcuno come quella strega di tua
madre»
«Eh? Che vuol dire?» chiese
Chiharu senza capire, seguendolo.
«Vuol dire che prima o poi ogni
membro della casata Nara arriva a pensare di essere inadatto a fare
il ninja» spiegò lui, procedendo con passo spedito, ora
molto più tranquillo. «Di solito tiriamo fuori motivi
profondi e innegabili, balle esistenziali che vengono disintegrate
dal commento giusto al momento giusto. Nel mio caso, avevo fallito la
mia prima missione come chunin e pensavo di non valere nulla come
ninja. All’epoca fu tua madre a darmi del vigliacco, seguita a
ruota da tuo nonno»
«Ed è bastato a
convincerti?» insisté Chiharu scettica.
«No, ci si è messa anche
il quinto Hokage, in una certa misura» ammise Shikamaru.
Haru fece una smorfia. «I maschi
sono davvero creature semplici»
«Possibile che tu riesca a
trovare ovunque motivi per vantarti?» brontolò suo
padre. «Il prossimo passo sarà decantare i mille
vantaggi dei capelli neri?»
«Forse. La mamma è bionda,
e il fatto che io sia nera mi distingue da lei, visto che secondo il
Kazekage siamo due gocce d’acqua»
«Gaara dice così?»
chiese Shikamaru, studiando il viso di Chiharu. «Mah, forse ha
ragione. In effetti assomigli molto a tua madre alla tua età»
«Eccone un altro!» sbuffò
lei. «Sto iniziando a valutare seriamente l’ipotesi di una
plastica facciale»
«Lasciala alle povere sfortunate
che ne hanno davvero bisogno»
«Tipo ninja sfigurate in una
missione? Vedi? Il mestiere di ninja è uno schifo»
«Ma perché non sei venuta
fuori accondiscendente come me?»
«Perché di tuo ho la
pigrizia»
«Prima di nascere hai fatto una
lista dei difetti che intendevi ereditare?»
«Potrebbe anche essere»
Arrivarono a un bivio, e lì si
fermarono.
«Io vado di qua, devo vedere
Naruto. Tu che fai?» chiese Shikamaru.
«Vado di là» rispose
Chiharu, accennando all’altra strada. «Devo allenarmi, no?»
«Ci vediamo a cena?»
«Credo di sì»
«Va bene. Divertiti»
«Come no» mormorò
Chiharu, allontanandosi dal padre.
Shikamaru la guardò camminare,
le mani in tasca e la lunga coda corvina che ondeggiava pigra sulla
schiena.
“Alla sua età i ragazzi
dovrebbero divertirsi e combinare pasticci. Perché lei non ci
riesce?” si chiese sbuffando appena.
Sperava che fosse solo una fase, il
naturale momento in cui ogni bambino che diventa ragazzo sente che
nessuno è in grado di capirlo, e allora si isola e persegue da
solo i suoi obiettivi, facendosi problemi inesistenti e tormentandosi
per puro autolesionismo. Il momento in cui ogni ragazzino si sente un
eroe tragico, e pretende di fare tutto da solo.
Solo anni dopo si sarebbe reso conto
che la sua era solo una misera e vana speranza; un errore di
valutazione che avrebbero commesso tutti, dal primo all’ultimo,
nessuno escluso.
Haru vagò per diversi minuti
senza meta, girando in lungo e in largo attorno al villaggio.
Le prime ore del pomeriggio erano una
benedizione per lei: i seccatori dormivano, le strade erano deserte,
tutto era tranquillo e lei poteva farsi una santa manica di fatti
suoi, magari stesa al sole a pancia all’aria. Anche perché
all’improvviso la voglia di allenarsi era scomparsa.
Studiò per qualche istante una
coppia di ghiandaie che si lisciavano le penne su un ramo, e mentre
lo faceva scorse un movimento oltre le foglie del sottobosco. Corrugò
la fronte, e colse anche un fruscio velato.
Avrebbe potuto chiedere chi fosse.
Avrebbe potuto nascondersi per scoprirlo, pronta a qualunque
evenienza. Avrebbe potuto fare una cosa qualsiasi per capire se si
trovava davanti a un animale o a cosa d’altro. E invece riprese a
camminare. Troppa fatica.
“Se lo ignoro, non mi coinvolgerà”
pensò distaccata, proseguendo con passo sciolto.
Si sbagliava.
«Chiharu» la chiamò
una voce, e con una smorfia lei capì che non solo aveva
commesso un errore pensando che ignorare significasse non essere
coinvolti, ma ne aveva commesso anche un altro pensando che i
seccatori dormissero a quell’ora.
Lentamente, senza nemmeno mascherare
l’improvviso cattivo umore, si voltò e fece un cenno con il
capo. «Jin» mormorò, di fronte al bambino dagli
occhi blu che la fissava con quella sua solita faccia inespressiva,
così simile a quella paterna. «Che ci fai in giro?»
«Mi allenavo nella foresta»
rispose lui avvicinandosi.
«Ti ho sentito»
«No, hai sentito il topo che è
scappato quando sei arrivata. Io ero su un ramo, e non faccio mai
rumore»
“Bambino spocchioso” si trovò
a pensare Haru, accigliandosi appena. Forse iniziava a capire gli
ammonimenti paterni sul vantarsi.
«Tu perché sei qui?»
chiese Jin a quel punto, e lei si strinse nelle spalle.
«Faccio un giro» mormorò,
annoiata. Avrebbe dovuto specificare che voleva stare sola?
«Sì?» fece Jin,
quasi disinteressato. «A proposito, ho saputo che Naruto ha
iniziato a farvi studiare il chakra elementale»
«Perché tutti lo prendono
come un evento eccezionale?» bofonchiò Haru, irritata.
«Beh, un po’ lo è»
ribatté Jin incurante, e sollevando una mano creò una
sorta di minuscola tempesta elettrica tra le dita.
Suo malgrado, Chiharu spalancò
gli occhi.
«Cos… Da quando lo sai fare?»
domandò con un filo di voce.
Jin si strinse nelle spalle e smise di
far fluire il chakra. «Qualche mese. Ma ho impiegato almeno una
settimana per imparare a controllarlo»
Una settimana. Lei in quel tempo era
riuscita a malapena a ricombinare qualche minerale.
Strinse i denti involontariamente.
“Che tu voglia riconoscerlo o
meno, il mondo è pieno di persone decine di volte più
in gamba di te”, le aveva detto suo padre solo poco prima. Ma
non c’era bisogno di cercare nel mondo intero, in effetti bastava
guardare lì al villaggio.
All’improvviso, davanti a quel
bambino così piccolo e tremendo, si sentì stupida.
Stupida e immensamente debole.
Chi era lei per credere davvero di
competere con mostri simili? Fuori da Konoha dovevano essercene
altri, probabilmente tutti ninja assolutamente imbattibili, tanto
superiori da non doversi nemmeno vantare della propria abilità.
Il problema tutt’a un tratto non era
più se voleva proteggere il villaggio o meno; il problema ora
diventava: sarebbe stata in grado di farlo?
Deglutì, incapace di trovare una
risposta a quella domanda.
«Tutto bene?» le chiese
Jin, scrutandola perplesso.
Senza accorgersene, doveva essere
rimasta in silenzio abbastanza a lungo da impensierirlo.
«Benissimo» sibilò,
involontariamente brusca. «Beh, allora continuo il mio giro»
«Posso accompagnarti?»
Attimo di rigidità totale.
“Cosa? Accompagnarmi?” si chiese
Haru irritata. “Ma ‘sto bambino li ha gli occhi? Non vede che
sono a un passo dal prenderlo a botte?”
«Non ti stavi allenando?»
chiese trattenendo il nervoso.
«Uhm, sì. Ma da soli si
finisce in fretta» replicò Jin scrollando le spalle.
«Che elemento sei?» chiese poi, affiancandosi a lei con
naturalezza.
Haru impiegò qualche preziosa
frazione di secondo per convincere la parte più bellicosa di
sé a non saltare al collo del figlio dell’Hokage, e riprese
a camminare quasi a scatti.
«Terra» disse tra i denti,
mentre l’uno accanto all’altra proseguivano lungo la strada
deserta.
«Davvero? Non conosco nessuno che
sia di quel tipo, a parte Jiraya»
Chiharu ebbe quasi una convulsione
involontaria.
E che cavolo, quel
dannato moccioso era anche amico dell’ultimo dei tre ninja supremi?
La sorte era una gran stronza, decise.
Nel prossimo capitolo...
All’improvviso la porta si aprì
con un fruscio, facendo scattare tre paia d’occhi verso l’ingresso.
Il domestico che li aveva accolti al
loro arrivo si piegò in un nuovo inchino, comparendo sulla
soglia, ed entrò a testa china.
«Padron Hiashi» annunciò
con deferenza, inginocchiandosi a lato della porta e toccando il
tatami con la fronte.
Sasuke si degnò di alzarsi,
mentre Hiashi metteva piede nella stanza, la destra saldamente
ancorata al suo bastone nero e le sopracciglia altrettanto scure
corrugate. Avanzò nel silenzio generale, e fissò i tre
ufficiali come in attesa.
* * *
Spazio autore
E qui si dimostra che Chiharu non è proprio marcia fino in fondo!
Almeno i suoi eroi hanno un senso (se ne escludiamo uno)!
Peccato che sia una creaturina irritante e aspirante Mary Sue.
Ma in compenso vi siete goduti un po' di Shika e, per chi lo apprezza, pure Sasuke.
Come vi ho già detto, ignorate Hiashi.
Nel prossimo capitolo, altro Sasuke (ne avrete fino alla nausea) e... uhuhuh...
Novità per chi auspica beghe amorose tra i mocciosi!XD
Ah, solo una cosa.
Temari sarà pure vento (presumibilmente), ma Gaara non sarà terra?
Ora scusatemi, scusatemi davvero! ç_ç
Per l'ennesima volta non mi sono organizzata in tempo, e non riesco a rispondere ai vostri commenti.
Mi spiace davvero tantissimo, vorrei sempre farlo meglio che posso,
ma finché ho queste stupide lezioni che mi portano via tutto il pomeriggio, avrò qualche difficoltà.
Per favore, perdonatemi. ç_ç
In compenso vi lascio la scheda di Hinagiku (ammesso che vi interessi),
e vi chiedo, per favore, se nella recensione allo scorso capitolo c'erano cose che vi stavano particolarmente a cuore,
richiedetemele.
La prossima volta risponderò sicuramente! >_<
- Hinagiku Uzumaki
-
Età: 6
Compleanno: 17 aprile
Primogenita di Naruto, è la sua copia femmina e con i colori degli Hyuuga.
E' iperattiva, arrogante, esuberante e capricciosa.
Suo padre l'ha sempre viziata e spronata ad essere ciò che
voleva, ma per ora non ha ancora sviluppato l'autocontrollo necessario
e combina un pasticcio dietro l'altro - con gran disperazione materna e delle domestiche.
Nonostante i suoi modi spicci sa anche riflettere in fretta, e raramente non raggiunge gli obiettivi che si è prefissata.
Sulle orme paterne sogna di essere ninja, e fa imboscate alla sorellina Hinako praticamente dietro ogni angolo.
Contro tutte le evidenze, tuttavia, è molto affezionata a lei, e
quando è sicura di non essere vista le dimostra tutto il suo
affetto.
Al momento sta scommettendo con sé stessa sul sesso del futuro
membro della famiglia - anche se non ha ancora capito esattamente da dove arriverà.
Dei genitori sembra preferire nettamente il padre, ma il suo lato più tenero stravede per la madre.
Del nonno non sa bene che pensare.
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Capitolo 16 *** Mezze verità ***
Naruto2-16
Mezze verità
- Sedici -
La residenza principale degli Hyuuga
era il palazzo più imponente a Konoha dopo quello dell’Hokage.
Ai tempi dello splendore del clan Uchiha, le due casate
rivaleggiavano in quanto a opulenza e potenza; ma da quando Itachi
Uchiha aveva bruscamente ridotto il numero dei suoi parenti a uno,
il clan Hyuuga aveva prosperato fino a diventare il più
importante del villaggio.
Non a caso, quando Sasuke si trovò
davanti al monumentale ingresso della residenza degli Hyuuga storse
il naso.
“Presto le cose torneranno come
devono essere” si disse con un pensiero ai sei figli che lo
aspettavano a casa, e, affiancato da Byaku e Taira, rispettivamente
il geniale novellino del gruppo e il suo mentore, attese che uno dei
domestici venisse ad accoglierli.
Nel giro di pochi secondi il pesante
portone di ebano si aprì con un fruscio inquietante e
silenzioso, e un uomo anziano dall’aria severa squadrò i
visitatori con occhi penetranti. Soffermò lo sguardo sulle
divise nere e sugli stemmi della polizia, e solo allora piegò
la schiena in un inchino neanche troppo rispettoso.
«Accomodatevi» disse con
voce bassa e allenata da anni e anni di impeccabile servizio, e si
fece di lato.
Sasuke e i suoi oltrepassarono la
soglia, e l’Uchiha scoccò al domestico un’occhiata
d’insofferenza: da quando servire gli Hyuuga permetteva di
fraintendere la propria posizione? Avrebbe dovuto fare un appunto a
Hiashi: sempre che fosse riuscito a non far degenerare le cose.
«Seguitemi» mormorò
ancora il domestico, mentre due servitori di rango inferiore
richiudevano il pesante portone, lasciando all’esterno suoni e
luci.
Byaku si guardò attorno con
moderata curiosità, appuntando mentalmente i particolari
salienti dell’immenso ingresso, ma Taira rimase impassibile, le
mani in tasca e un’espressione bonaria negli occhi neri.
Il domestico li condusse oltre
l’ingresso fino a un corridoio più stretto ma ancora
dall’aria ufficiale, e infine li fece accomodare in una stanza che
conteneva divani comodi e un tavolino al centro. Una classica sala
d’aspetto da ricconi, che Sasuke si appuntò mentalmente di
far aggiungere alla sua già grande casa.
«Attendete qui, prego»
disse il vecchio a quel punto, piegandosi in un altro inchino. «Il
padrone verrà informato della vostra presenza» e poi se
ne andò silenzioso, lasciandoli soli.
Per qualche attimo nella stanza regnò
il silenzio.
Sasuke andò ad accomodarsi sul
divano, appoggiando i gomiti alle ginocchia, e intrecciò le
mani fissando il vaso di iris sul tavolino.
Avrebbe dovuto prestare molta
attenzione alle domande da fare, ricapitolò. Sapeva che Byaku
ne aveva già una lista, ma dubitava che Hiashi l’avrebbe
apprezzata. E inimicarsi il clan Hyuuga quando era un elemento tanto
importante nelle indagini non sarebbe stata una buona mossa,
decisamente. Anzi, l’interrogatorio avrebbe dovuto apparire
estremamente informale, con una patina di cameratismo rispettoso che
facesse sentire a Hiashi che si trattava di una vera sciocchezza.
«Byaku» chiamò
Sasuke, alzando gli occhi verso il novellino e il compagno, che erano
rimasti in piedi accanto al divano.
«Sì capo?» ribatté
quello con efficienza, facendo un passo avanti.
«Mostrami la lista delle domande»
«Subito capo»
Senza un commento, il ragazzo frugò
nella borsa blu che portava a tracolla e tese a Sasuke il taccuino
nero che era lo strumento di lavoro per lui più importante.
Sasuke lo prese e lo sfogliò, soffermandosi sulle righe più
recenti.
Si trovò davanti a tre pagine di
fitta scrittura minuta, coperte di domande dal tono indubitabilmente
professionale, ma disgraziatamente aggressivo. Sbuffò appena.
Avrebbe dovuto fare un energico lavoro di taglia e cuci.
«Hai anche una penna?»
Un quarto d’ora dopo il lavoro era
completo: si erano salvate si e no tre domande, ed erano state
ridimensionate notevolmente nel loro significato originario.
«Questo lo tengo io finché
non usciamo di qua» disse Sasuke facendo scivolare il taccuino
in tasca.
Byaku annuì, senza aprire bocca,
e l’Uchiha si trovò ad apprezzarlo per il suo silenzio.
Ma la domanda più pressante era:
che fine aveva fatto Hiashi?
Va bene, era il rappresentante del clan
più potente del villaggio, ma lui era il rappresentante della
legge, e che diavolo. Gli faceva soltanto un favore a venire a
cercarlo a casa, senza convocarlo direttamente in centrale.
Sasuke corrugò la fronte,
intrecciando strette le dita. Presto il clan Uchiha sarebbe tornato
ai suoi antichi fasti, e le cose sarebbero cambiate. Anzi, sarebbero
tornate alla normalità.
Per quante volte se lo sarebbe
ripetuto, quel giorno?
All’improvviso la porta si aprì
con un fruscio, facendo scattare tre paia d’occhi verso l’ingresso.
Il domestico che li aveva accolti al
loro arrivo si piegò in un nuovo inchino, comparendo sulla
soglia, ed entrò a testa china.
«Padron Hiashi» annunciò
con deferenza, inginocchiandosi a lato della porta e toccando il
tatami con la fronte.
Sasuke si degnò di alzarsi,
mentre Hiashi metteva piede nella stanza, la destra saldamente
ancorata al suo bastone nero e le sopracciglia altrettanto scure
corrugate. Avanzò nel silenzio generale, e fissò i tre
ufficiali come in attesa.
Quelli non mossero un muscolo. Il
pensiero di inchinarsi non sfiorò le loro teste nemmeno per un
istante.
«Esci» ordinò Hiashi
al domestico, che obbedì svelto e silenzioso. Quando la porta
si fu richiusa assottigliò gli occhi candidi, irritato
dall’oltraggioso comportamento dei suoi ospiti. «Dunque?»
chiese brusco. «Immagino che la vostra non sia una visita di
cortesia»
«No, infatti» confermò
Sasuke, impassibile. «E’ un interrogatorio informale»
Hiashi si accigliò maggiormente.
«Un interrogatorio?» ripeté.
«Qualche giorno fa la domestica
di Naruto Uzumaki è stata uccisa, e…»
«Io non ho alcun legame con
quella famiglia» interruppe Hiashi secco.
«Mi risulta che vostra figlia sia
entrata a farne parte» lo corresse Sasuke atono.
«Mia figlia mi è stata
sottratta con la forza! E se voi faceste il vostro lavoro come si
deve, sarebbe tornata da molto tempo!»
Sasuke preferì non raccogliere
la provocazione, anche se avrebbe potuto ribattere che la firma di
Hiashi sul contratto matrimoniale di Hinata era grossa come una casa,
e invece tirò fuori il taccuino nero e lo aprì,
mantenendosi distaccato.
«Posso farvi qualche domanda?»
chiese retorico, e lo Hyuuga non rispose. «Dunque, i testimoni
riferiscono che voi siete stato l’ultimo a vedere in vita Fumi
Harada, domestica di casa Uzumaki. Questa è una foto della
vittima, confermate?» tese una foto di Fumi, e Hiashi annuì
rigido, palesemente irritato dall’intera faccenda.
A quel punto le note di Byaku
proseguivano con domande del tipo ‘dove eravate a quell’ora? Cosa
avete fatto? Avete qualcuno che può provarlo?’, il che era
la procedura standard, ma era anche altamente sconsigliabile. Sasuke
aveva tirato una spessa riga su un bel po’ di cose, e aveva scritto
a margine poche parole prese da una pagina più in là.
«Che ricordiate, vi sembra che il
suo atteggiamento fosse strano?» domandò.
«Ho già detto di non aver
legami con quella famiglia» rispose Hiashi secco. «Come
posso sapere come si comporta abitualmente la serva di altri?»
«Sembrava nervosa? Impaurita? Ha
detto qualcosa?» insisté Sasuke, iniziando a pensare che
‘la patina di cameratismo’ poteva andare al diavolo.
«No!» ringhiò quasi
Hiashi, irrigidendo la mandibola. «Mi ha accompagnato fino alla
porta senza aprire bocca, e mi ha lasciato uscire limitandosi a un
inchino patetico»
«Qualcuno può
confermarlo?» chiese Sasuke, ormai definitivamente freddo, al
che Hiashi lo fulminò con lo sguardo.
«Mi stai accusando di mentire,
ragazzino?» sibilò.
Alla parola ‘ragazzino’, fu Sasuke
ad assottigliare gli occhi. «Sto facendo il mio lavoro»
ribatté cercando di mantenere la calma. «Sono domande
standard»
«Allora la mia risposta standard
è ‘no, nessuno. Gli uomini che erano con me hanno aspettato
fuori dal giardino, e non credo che l’abbiano vista, perché
è rimasta dentro casa’» ribatté con arroganza.
«Bene» mormorò
Sasuke, pericolosamente vicino a perdere le staffe. «Era
entrato in contatto altre volte con la vittima?» proseguì
quasi tra i denti.
«Ho già detto di no»
«Non è esatto: avete detto
di non avere legami con la famiglia Uzumaki, ma avreste potuto
conoscere la loro domestica in altri modi»
«Non la conoscevo!» sbottò
Hiashi battendo a terra il bastone. «Si era parlato di un
interrogatorio informale, perché all’improvviso sembra che
vogliate accusarmi di omicidio?»
«E’ la procedura» replicò
Sasuke freddo.
«Ma siete in casa mia»
scattò lo Hyuuga.
Sasuke strinse le dita attorno alla
carta del taccuino. Come osava quel vecchio? Lui era il capo
della polizia. Lui riferiva direttamente all’Hokage. Ma,
soprattutto, lui era il capoclan degli Uchiha, l’unica
casata del villaggio che potesse vantare origini nobili quanto e più
degli Hyuuga.
«Questa è la legge»
disse trattenendo a stento l’ira. «Non considera il cognome
degli interrogati. Ma tranquillizzatevi, siamo giunti all’ultima
domanda: per quale motivo eravate in casa Uzumaki quel pomeriggio?»
«Per svolgere il lavoro che voi
non fate» sibilò Hiashi, con voce intrisa di veleno, e
fu subito chiaro a tutti a cosa, anzi a chi alludesse. «Ora
avete finito?»
«Sì» replicò
Sasuke con lo stesso tono, richiudendo di scatto il taccuino.
«Allora andatevene» ordinò
Hiashi, voltandosi di scatto.
«Un minuto» lo fermò
Sasuke, con tono improvvisamente imperioso. Hiashi si fermò, e
gli scoccò un’occhiata furente. «Questo era tutto ciò
che avevo da dire come capo della polizia» riprese lui,
trattenendo a stento la voce. «Ora voglio aggiungere una cosa
in qualità di privato cittadino e capoclan degli Uchiha»
sibilò duro.
Hiashi fece una smorfia di derisione.
«Il clan Uchiha esiste ancora?» domandò
sarcastico.
Negli occhi di Sasuke lampeggiò
l’ira, un’ira furente e impossibile da arginare, questa volta.
«Il clan Uchiha è
superiore al clan Hyuuga sotto ogni punto di vista!» scattò.
«Anche quello numerico?»
insinuò lo Hyuuga, beffardo. «O vogliamo parlare di
abilità? Vogliamo mettere a confronto Neji e il patetico capo
della polizia, che crede di essere tanto grande?»
«Neji non è tuo figlio!»
ringhiò Sasuke. «Le tue figlie sono state solo una fonte
di delusione, i miei diventeranno strutture portanti di questo
villaggio! Attento, Hyuuga, perché tra poco dovrai abbassare
la cresta!»
«Il sangue Uchiha è
veleno!» sbottò Hiashi, con una vena di disprezzo negli
occhi. «Il clan che ha dato vita a un mostro come Itachi Uchiha
avrebbe dovuto essere sterminato prima di potersi riprodurre ancora!»
Gli occhi di Sasuke si tinsero di
scarlatto prima ancora che lui potesse accorgersene, il chakra prese
a fluire senza che se ne rendesse conto. Solo un altro istante e si
sarebbe avventato su Hiashi Hyuuga. E invece una mano si posò
sulla sua spalla, con una stretta incredibilmente salda.
«Sasuke…» si limitò
a mormorare la voce bassa di Taira, a breve distanza dal suo
orecchio.
Sasuke fremette per un istante, mentre
il chakra si azzerava di botto, e si accorse solo in quel momento di
avere le unghie conficcate nei palmi delle mani. Distese le dita
lentamente, sentendole tremare di ira repressa, e si costrinse a
respirare a fondo, distogliendo lo sguardo dagli irritanti occhi neri
di Hiashi. Abbassò le palpebre. Quando le rialzò, dello
sharingan non era rimasta traccia.
«Bene. Ce ne andiamo» disse
tra i denti, scoccando un’occhiata feroce al capoclan degli Hyuuga.
«Ma potremmo dover tornare» precisò dopo un
istante, facendo in modo che nella sua voce risuonasse una minaccia
non troppo velata.
«Potrei non essere in casa»
sibilò Hiashi in risposta.
«Potremmo dovervi convocare in
centrale, in quel caso» replicò Sasuke tagliente.
«Andiamo» intervenne di
nuovo Taira, aumentando lievemente la stretta sulla sua spalla.
Hiashi strinse gli occhi un’ultima
volta, poi voltò le spalle al gruppo e aprì la porta
della stanza con un gesto imperioso.
«Fawan!» chiamò
furente, e il vecchio domestico che aveva accolto Sasuke e compagni
comparve sulla soglia come spuntando dal nulla. «Accompagnali
alla porta!» ordinò come se la cosa lo disgustasse, e
poi si allontanò pestando con forza sul bastone nero, senza
più guardarli. Il rumore dei suoi passi sul legno del
corridoio era come lo scricchiolio del legno della foresta in una
notte di vento.
«Seguitemi, prego» disse il
servitore chinando a malapena il capo, in apparenza per nulla turbato
dalla rabbia del suo padrone, e solo a quel punto Taira lasciò
andare la spalla di Sasuke.
Lui strinse i denti e i pugni,
irritato. Non appena fosse tornato a casa, si sarebbe allenato fino
allo sfinimento; aveva bisogno di sfogare la frustrazione stancando
il corpo.
«Ehm, capo?» chiamò
Byaku mentre venivano accompagnati fino all’ingresso dal domestico.
«Il mio taccuino»
Quel ragazzino non aveva il minimo
tatto. Poteva anche essere un genio, ma non capiva un tubo delle
persone. Forse Sasuke avrebbe dovuto consigliargli di cambiare
mestiere, se non fosse stato tanto importante lì con lui.
Con un gesto secco gli tese il notes
nero, e il ragazzo lo infilò subito nella borsa, diligente
quasi in maniera ossessiva. A quel punto gli occhi di Sasuke
scivolarono su Taira, che camminava al suo fianco. Avrebbe dovuto
ringraziarlo: se non fosse stato per lui, a quell’ora sarebbe
scoppiata una faida probabilmente insanabile tra Hyuuga e Uchiha.
I loro sguardi si incrociarono per una
frazione di secondo, il nero cupo degli Uchiha nel nero più
leggero di chi degli Uchiha aveva solo un decimo del sangue. E Sasuke
capì che Taira non ne aveva bisogno, che gli bastava
semplicemente che un giorno lui ricambiasse.
Trattenne un sorriso. Ecco perché
quell’uomo, e non un altro, era il suo mentore: dopo Naruto e
Sakura, solo lui sembrava capirlo con un’occhiata.
«Buona giornata» mormorò
il domestico quando i due servi aprirono il pesante portone di ebano,
i meccanismi silenziosi più di un ninja.
Sasuke lo fissò di nuovo con
irritazione: ora non piegava neanche più la testa. La casata
Hyuuga era veramente squallida, concluse.
Uscirono dalla residenza con passo più
rapido di quello usato per entrare, e quando si trovarono fuori tutti
e tre sentirono di respirare aria più leggera.
«Forse dovremmo parlare anche con
Neji Hyuuga» ipotizzò Byaku a quel punto, rientrando in
modalità ‘poliziotto intraprendente’ alla velocità
della luce.
«Per quello basta una cena a
casa» borbottò Sasuke, passandosi una mano sulla spalla
sinistra, là dove si congiungeva al collo. Avvertiva un
fastidioso pizzicorino, solo vagamente doloroso, ma bastava per
fargli corrugare la fronte. Non avrebbe dovuto perdere la calma, poco
prima.
«Stai bene?» gli chiese
Taira notando il suo gesto.
«Sì, sì; la solita
storia» rispose lui con un’occhiata rapida. «Quando
torno Sakura mi rimette a posto»
Taira annuì, senza commentare.
Non che Sakura fosse esattamente al
settimo cielo quando se lo vide arrivare a casa di umore nero e con
la spalla dolorante. Anzi, gli fece una sfuriata in piena regola dopo
averlo trascinato nel suo laboratorio.
«Ti ho detto mille volte di non
perdere il controllo!» sbottò infilando con poca
gentilezza un ago nel braccio del marito. Quello fece una smorfia di
dolore. «Ma no, tu devi andare a rompere le scatole proprio a
Hiashi Hyuuga! Perché non vai direttamente a farti un giro nel
Paese della Roccia, già che ci siamo?»
«Ti ricordo che il clan Uchiha è
anche il tuo, ora!» le fece notare Sasuke risentito. «E
il suo onore è il tuo»
«Onore!» ripeté
lei con disprezzo. «Una cosa per cui solo voi uomini buttate al
vento tutto il resto!»
Estrasse lo spesso ago, e una goccia di
sangue color porpora si formò rapida là dove era
penetrato. Lei ci sbatté sopra un batuffolo di cotone
impregnato di alcool, e scoccò un’occhiataccia al marito.
«Adesso vedi di startene buono
per un po’, diciamo una vita, eh?» ordinò. «Il
segno maledetto non è uno scherzo. Ho provato a rimuovere il
virus anni fa, ma non è così semplice: serve anche la
tua collaborazione»
«Ho un’indagine da portare
avanti» ribatté Sasuke piegando il braccio e premendo il
cotone sulla leggera ferita.
«Hai sempre qualche
indagine da portare avanti» sospirò Sakura, scuotendo la
testa. All’improvviso l’aggressività di poco prima sembrò
evaporare, lasciando il posto solo a una sconsolata rassegnazione.
«Ti ricordi della tua famiglia solo quando calcoli il numero
degli Uchiha» constatò sbuffando.
Sasuke borbottò qualcosa di
indefinibile, guardando altrove.
Sakura lo fissò, lì,
seduto sul tavolo tra provette e polverine, con il braccio bianco
scoperto fino al gomito e il profilo perfetto che lei amava,
illuminato dai raggi del sole che entravano obliqui dalla finestra
rivolta a ovest.
Doveva ammettere che all’inizio era
stata proprio la sua aria scorbutica ad attirarla, così come
aveva attratto tutte le ragazzine del villaggio. Ma poi, quando era
tornato a Konoha dopo la morte di Itachi, era stato il suo lato più
fragile a farla ricadere nella trappola; quella parte che lui aveva
sempre seppellito sotto un orgoglio smisurato, e che nei mesi
successivi alla morte del fratello era emersa inaspettatamente.
Certo, poi era scomparsa di nuovo, ma lei ricordava che era sempre
lì. E che, in fondo, Sasuke aveva bisogno di qualcosa attorno
che lo sostenesse. Di un clan. Di una famiglia. Di lei.
Tutto ciò naturalmente non
toglieva che Sasuke Uchiha fosse un uomo dannatamente bello, pensò
con una punta di orgoglio. I capelli scuri ricadevano sulla fronte
lisci, e solo lei sapeva quanto fossero morbidi, e gli occhi neri
erano profondi e distanti, ma quando ti guardavano erano in grado di
trapassarti. Per non parlare di quel corpo che sembrava scolpito,
tanto era perfetto. E lei poteva dire di conoscerlo davvero bene,
dopo sei figli.
Ma forse era un tantino di parte,
doveva ammetterlo. Probabilmente Hinata avrebbe detto le stesse
identiche cose di Naruto, se qualcuno gliele avesse chieste – e se
lei avesse trovato il coraggio di rispondere a una domanda tanto
imbarazzate.
A quel pensiero sorrise appena,
constatando per l’ennesima volta quante fossero le cose che
legavano lei e Sasuke a Naruto e Hinata. Presto avrebbe dovuto
organizzare una nuova cena, dopo quella saltata l’ultima volta,
anche perché c’era un’altra cosa che li univa, e ancora
nessuno la sapeva, a parte lei. Ma di lì a breve avrebbe
dovuto renderlo pubblico.
«Che cosa?!»
L’urlo di Naruto riecheggiò
per il villaggio, rimbalzando di casa in casa e facendo scattare
sull’attenti uno dei gatti color crema che se ne stava a ronfare in
giardino, sotto il sole del primo pomeriggio.
«Ha esagerato!» sbraitò
il jonin biondo, fuori di sé dall’ira. «Questa volta
non la passerà liscia!»
“Sapevo che sarebbe finita così”
pensò Sakura sospirando.
«Ma dove vuoi andare?» fece
Shikamaru in tono quasi annoiato, con un’occhiataccia a Naruto.
«Sapete benissimo dove voglio
andare!» sbottò quello, furente.
«A uccidere tuo suocero. Bella
roba» borbottò Sasuke freddo. «Siediti qua e non
fare il solito bambino»
«Cos… Il solito bambino?!»
balbettò lui sconvolto.
Come si permettevano di chiamarlo
bambino? Suo suocero entrava in casa sua quando lui non c’era, gli
distruggeva psicologicamente la moglie, e loro chiamavano lui
bambino?
«Siediti» ripeté
Sakura accennando al cuscino davanti a quelli occupati da lei,
Shikamaru e Sasuke.
«Io non mi siedo da nessuna
parte!»
«Io l’ho detto che era meglio
non dirglielo» mormorò Shikamaru.
«Tu sta’ zitto» lo seccò
Sakura. «Naruto, vieni qui, non abbiamo finito»
«C’è dell’altro?!»
«Siediti e non rompere!»
rincarò Sasuke.
Ci misero almeno dieci minuti a
costringerlo di nuovo a sedersi, con le buone e con le cattive.
Alla fine Naruto si accomodò sul
suo cuscino, con le gambe incrociate, e li fissò tutti come se
avesse voluto incenerirli.
«Perché mi avete detto
cosa ha combinato quel bastardo, se poi non volevate che andassi a
svitargli la testa?» chiese tra i denti.
«Per metterti in guardia»
sbuffò Sasuke. «Vedi di non lasciare più Hinata
da sola. Hai quella cavolo di tecnica della moltiplicazione
superiore, usala»
«Credi che non lo stia facendo?»
«Usala di più»
«Io ti uccido!»
«Buoni» intervenne Sakura,
vicina all’esasperazione. «Non iniziate, fatemi il favore!»
«E’ colpa sua!» scattò
Naruto additando Sasuke.
«Sei rimasto il solito ragazzino»
ribatté quello con un ghigno sprezzante.
«E’ la seconda volta che mi dai
del moccioso! Alla terza ti ammazzo!»
«Moccioso»
Sakura si passò una mano sul
viso, mentre Shikamaru bloccava le ombre di Naruto e Sasuke un attimo
prima che iniziasse la colluttazione. Era dannatamente vero: Naruto
era l’unico in grado di alimentare la fiamma di Sasuke. Purtroppo.
«Tu e Hinata siete invitati a
cena da noi la settimana prossima» buttò lì
mentre i due litiganti facevano sudare sette camicie a Shikamaru
cercando di divincolarsi dalla sua tecnica. «Cerchiamo di
tenere tutti in vita, non come l’ultima volta, okay? Venerdì
alle otto puntuali. E portate anche le bambine»
E ciò detto, decise di
infischiarsene dei problemi degli uomini, si alzò e lasciò
la stanza.
“Sì!” pensò Hitoshi
raggiante, quando vide la grande palla di fuoco bruciare davanti ai
suoi occhi, tra le braccia stese a un metro l’una dall’altra.
La guardò crepitare, e sentì
il suo calore propagarsi sulla pelle e fino in faccia, ma non
distolse lo sguardo neanche quando gli occhi iniziarono a fargli
male. Dopo parecchi minuti, leggermente a corto di fiato, lasciò
che rimpicciolisse fino alle dimensioni di una fiammella e che si
spegnesse in una voluta di fumo.
«Ce l’ho fatta!» esultò
a quel punto, tirando un pugno all’aria. «Aspetta aspetta,
com’era la palla di fuoco?» si chiese gongolante, mentre
congiungeva le mani nelle posizioni richieste.
Prese un respiro profondo e soffiò,
e un’altra palla di fuoco prese vita dalla sua bocca, restando
sospesa in aria per un attimo prima di dissolversi.
«Wow! E’ il doppio di prima!»
constatò con orgoglio. «Accidentaccio, dov’è
papà quando serve?» mugugnò poi, indispettito.
Voleva mostrargli tutti i suoi progressi, e quello spariva. Tipico.
“Appena torna lo trascino qui”
pensò risoluto, ancora ebbro del suo successo. “Ma intanto
vediamo un po’, con chi potrei vantarmi?”
Rientrò in casa, alla ricerca
dei suoi mille fratelli. Sapeva che anche sua madre era uscita con
suo padre – avevano detto che andavano da qualcuno, ma lui era
stato troppo distratto per ascoltarli – e quindi in casa c’erano
solo loro e i domestici. Pazienza, avrebbe dovuto accontentarsi.
Per prima cosa si fiondò nella
stanza di Arina e Liara, le sorelline più piccole,
rispettivamente di tre e quattro anni. Le trovò addormentate
secche, dato che era primo pomeriggio, e trovò pure una
domestica che lo cacciò via in malo modo. Accidenti. Ma va
beh, loro erano le più piccole, e poi erano femmine: non
avrebbero potuto capire. Chi poteva comprenderlo meglio era senza
dubbio Nobi, il fratellino di sei anni. Ma quello sembrava
impegnatissimo a scavare una buca nel secondo giardino della casa,
chissà poi perché, e allontanò Hitoshi con una
ferocia inaudita, sostenendo che quello era il suo segreto e nessuno
doveva scoprirlo. Stupido bambinetto! Iniziando a sentirsi irritato,
Hitoshi prese a cercare una persona qualunque all’interno della
casa, e si trovò a mostrare i suoi progressi con il chakra a
domestici sconosciuti che si profondevano in lodi esagerate, tipiche
di chi non capisce niente ma sa che il suo stipendio viene dalla
persona che deve lodare. A quel punto arrivò a pensare di dar
fuoco all’intera abitazione. Finché, nel terzo cortile
interno, quello con il giardino di pietra – che per lui erano solo
sabbia e sassi – s’imbatté nei fratelli più grandi,
Mikoto e Fugaku.
«Ah, finalmente qualcuno che può
apprezzarmi!» esclamò pieno di entusiasmo.
Mikoto, fredda bambina di sette anni,
lo degnò soltanto di una pallida occhiata; Fugaku, di nove
anni, aprì a malapena gli occhi dal suo sonnellino contro un
pruno.
«Che vuoi?» borbottò
infastidito.
«Guardate qua!» disse
Hitoshi mostrando forse per la sesta volta la sua palla di fuoco –
che ormai, a causa della stanchezza, si era ridotta di circa un
terzo.
«Che rottura» bofonchiò
Fugaku, richiudendo gli occhi.
«Papà la fa più
grande» commentò Mikoto, perdendo subito interesse.
Hitoshi lasciò che la palla si
esaurisse da sola, lanciando un’occhiata carica di rancore ai
fratelli.
«Voi non capite niente!»
decretò sprezzante. «Prima che arriviate a questo
livello ci vorranno anni!»
«Direi: siamo più piccoli
di te» borbottò Fugaku dalla sua postazione. «Sei
venuto a disturbarci solo per queste scemenze?»
Hitoshi si sentì arrossire fino
alla radice dei capelli.
«Ahh, andate al diavolo!»
sbottò furioso. «E’ inutile parlare con dei mocciosi
come voi!» e così com’era arrivato, se ne andò
a passo di carica.
Fugaku e Mikoto lo degnarono a malapena
di un’occhiata. La loro opinione era che il fratello più
grande, notoriamente il cocco di papà, godesse già di
troppe attenzioni per meritarsi anche le loro: miglior diplomato
dell’anno, primogenito del celebre Sasuke Uchiha, tutti sapevano
che aveva svolto una missione di livello B e che era stato al
villaggio della Sabbia in una delegazione ufficiale; decisamente
troppo per essere amato.
Ma Sasuke non smaniava per l’amore
dei suoi fratelli. Magari per quello del padre, e, forse, per quello
della madre, ma di fratelli ne aveva così tanti che non sapeva
nemmeno quale preferiva. E poi li trovava tutti troppo deboli per
essere considerati.
Così, come conseguenza
perfettamente logica, si trovò sulla strada per casa Lee,
infuriato con il mondo intero.
“E che cavolo, possibile che nessuno
riconosca i miei sforzi ora che ho raggiunto un risultato?” si
chiese frustrato, tirando un calcio a un sassolino e mandandolo a
sbattere contro la parete di una casa. “Mi andrebbe bene anche
Naruto!” arrivò a dirsi, quasi disgustato da sé
stesso.
Per la prima volta nella sua vita, si
sentì felice di appartenere ad un gruppo e di poter sfruttare
i suoi membri per il proprio profitto personale. E al diavolo
l’etica.
Raggiunse la casa di Kotaro in pochi
minuti, e bussò energicamente. Venne ad aprirgli Tenten, donna
che onestamente gli incuteva un certo timore, e forse fu per quello
che la sua aria baldanzosa sfiorì leggermente.
«Ehm, c’è Kotaro per
favore?» chiese con inaspettata educazione.
«Ah, Hitoshi. Si c’è,
vieni» rispose lei facendolo entrare. Neanche un sorriso.
«Kotaro! C’è Hitoshi, scendi!»
Dalle scale in fondo al corridoio si
sentì silenzio. Poi, dopo un istante, un trapestio veloce e
un’imprecazione a mezza voce – «Ma porc…!» –
seguita a ruota da un corpo che scivolava sul terzo gradino e
percorreva gli altri diciassette con il sedere.
«Ahia!» piagnucolò
Kotaro arrivando al pianterreno.
«Il solito» commentò
Tenten levando gli occhi al soffitto. «Tienitelo Hitoshi, è
tutto tuo»
«Ehm, grazie» rispose
l’Uchiha, incerto sulla risposta corretta da dare, poi guardò
il compagno di squadra che si rialzava massaggiandosi il didietro.
«Che botta…» bofonchiò
dolorante. «E tu che ci fai qui?»
Il motivo della visita balzò
nella testa di Hitoshi come una pallina di gomma, e gli accese lo
sguardo.
«Voglio farti vedere una cosa!»
disse orgoglioso. «Sono riuscito a controllare il chakra
elementale!»
Per Kotaro fu un brutto colpo. Cioè,
se l’era aspettato, in fondo; sapeva che sarebbe stato l’unico a
non saperlo usare, ma vederlo con i propri occhi faceva comunque
male.
«Ah sì? Bravo…» si
sforzò di dire, con un sorriso tirato.
«Vieni fuori, voglio fartelo
vedere!» continuò Hitoshi, senza accorgersi della sua
tiepida reazione, e Kotaro fu costretto a seguirlo all’esterno, con
la testa incassata tra le spalle e gli occhi cupi.
Per la settima volta, l’Uchiha creò
la sua palla di fuoco – che, in effetti, era l’unica cosa cui
fosse pervenuto – e la mostrò orgoglioso.
«Hai visto?» chiese dopo
averla fatta scomparire. «Praticamente convinco le molecole a
muoversi, e loro si scaldano, e poi con il chakra faccio così
e così e quelle wamp!, prendono fuoco!» spiegò
gesticolando.
Per non confessare la propria ignoranza
e rivelare che non aveva capito un tubo del prodigioso processo
creativo del piccolo piromane, Kotaro si limitò prudentemente
ad annuire.
«Non è una figata?»
chiese ancora Hitoshi con gli occhi che brillavano.
«Sì» ammise Kotaro,
ed era vero. Anche a lui sarebbe piaciuto fare quel genere di cose.
«E tu? A che punto sei?» si
informò l’altro, con l’aria di superiorità di un
maestro conciliante.
«Ehm, io…»
«Lui non è neanche a zero»
disse una vocina acuta dalla finestra della cucina. «Per ora è
a meno venti, direi»
Kotaro e Hitoshi si girarono verso la
casa, e videro Mei, la sorellina di Kotaro, che li fissava dal
davanzale della finestra, il mento appoggiato sul dorso delle mani e
lo sguardo furbo.
«Fatti gli affari tuoi!»
sbottò il fratello irritato, arrossendo. «Torna dentro!
Perché non dormi come tutti i mocciosi della tua età?»
Mei gli mostrò la lingua, e poi
scomparve sotto il davanzale. Kotaro sbuffò.
«Andiamo a farci un giro? Qui non
tira mai una bella aria, con tutte quelle femmine nei paraggi»
borbottò scontroso.
Hitoshi non fece commenti, ma dentro di
sé calcolò accuratamente che in quel momento aveva
molti vantaggi sul compagno di squadra. Gli sarebbe bastato affinare
le tecniche di combattimento, e lo avrebbe superato definitivamente.
Nascondendo un sorrisino, si apprestò
a seguirlo.
«Dove andiamo?» chiese
mentre camminavano per il villaggio.
«Boh» ribatté
Kotaro, apparentemente distratto. Tacquero entrambi per qualche
minuto, poi il figlio di Rock Lee riprese a parlare. «Sono
stato da Sai» annunciò cupo.
«Come aveva detto Naruto?»
fece Hitoshi, guardandosi bene dal dire che anche lui aveva chiesto
aiuto a suo padre. Kotaro annuì. «E com’è
andata?»
«Uno schifo»
Kotaro alzò una mano e sembrò
fissarla tutto intento, a lungo. Hitoshi lo guardò, poi guardò
la mano, poi ancora lui, e notò che aveva la fronte imperlata
di sudore.
«Toh, senti» sbottò
l’altro alla fine, tendendogli la mano che aveva fissato come un
invasato fino a quel momento. Hitoshi la strinse e la sentì a
malapena umida al tatto.
«Vedi? E non so nemmeno se è
acqua o solo sudore» gemette Kotaro, affranto. «Senza
contare che le lezioni con Sai sono una tortura!»
«Con noi è stato un bravo
insegnante» obiettò l’Uchiha, asciugandosi di nascosto
la mano sui pantaloni.
«Sì, quando doveva
mantenersi sui livelli standard. Ora se ne è uscito con storie
tipo ‘sei uno dei migliori diplomati, non avrò pietà,
devi impegnarti più del massimo, insomma mi aspettavo di
meglio’... E’ uno schifo» afflitto, Kotaro rallentò
il passo e si fissò i piedi. «E non faccio progressi»
Hitoshi rimase in silenzio. Non era mai
stato un granché a consolare la gente, quindi di solito optava
per una reazione quanto mai neutra.
«E quello continua a chiedermi di
Haru» aggiunse Kotaro dopo un istante, con inaspettata
asprezza. «Non fa altro che prenderla in giro!»
«Davvero?» si informò
Hitoshi, improvvisamente attento.
«Sì! Con quel suo
ghignetto malefico mi chiede di lei, fa la sua battutina cattiva e
poi continua a ridacchiarci sopra per tutto il tempo! Mi fa venire
una rabbia!»
«Perché lo fa?»
«E che ne so! So solo che è
insopportabile!»
Che strano. A Hitoshi era sempre
piaciuto Sai. Era forte, era freddo, era un Vero Ninja. E poi
assomigliava vagamente a suo padre.
Eppure, in quel preciso istante, sentì
di odiarlo, o perlomeno di trovarlo molto irritante.
Strano strano.
«Che poi io dico:» proseguì
Kotaro, ormai lanciatissimo. «Va bene scherzare un po’, ma
perché sempre su Haru? Non potrebbe farlo, che so, su di te?»
«Ehi!»
«Era per dire!»
«Trova qualcun altro su cui
dire!»
«Va beh, comunque hai capito il
concetto, no?»
«Sì: lui parla male di
Haru, e tu ti incazzi»
I due genin si fermarono all’improvviso
in mezzo alla strada. Ehi, messa giù così suonava un
po’ equivoca…
Hitoshi fissò Kotaro.
«Non è che ti sei preso
una cotta per Haru?» chiese diretto, corrugando la fronte.
Kotaro avvampò. «No!»
disse convinto, ma mentre apriva la bocca scoprì che non ne
era più tanto certo. Per correre ai ripari, rivoltò
l’arma contro chi l’aveva lanciata, chiedendo a bruciapelo: «E
tu?»
Con sua grande sorpresa, anche Hitoshi
si sentì arrossire, ma non distolse lo sguardo. «Certo
che no» rispose secco.
I due si fissarono ancora per qualche
attimo.
«Okay» disse poi Kotaro,
stringendosi nelle spalle. «Allora siamo a posto» e,
distogliendo finalmente lo sguardo, si rimisero a camminare.
A posto. Come no.
*
«C’è un messaggio»
annunciò Loria, la rossa segretaria del Kazekage, lasciando
cadere un foglietto scritto con una calligrafia minuta sulla sua
scrivania. Fissò il suo principale, con uno sguardo che voleva
dire molto.
Gaara distolse in fretta gli occhi dai
suoi e li posò sulla carta che gli aveva portato.
Sopra, soltanto poche parole che lui
decodificò in un attimo:
“A partire da questo momento e per
tutto il prossimo mese, vedi di essere impreparato a qualunque
proposta della Foglia. Lei sta bene, per adesso. Attento a quello che
fai”
Nessuna firma. Ma non serviva.
Gaara sollevò il foglietto di
una decina di centimetri, e guardò Loria. Lei, efficiente come
un orologio, estrasse di tasca un accendino e lo accese appena sotto
l’angolo inferiore.
La carta bruciò, lenta, troppo
lenta, e alla fine l’ultimo brandello fiammeggiante cadde nel
posacenere sulla scrivania, vuoto fino a un attimo prima, spegnendosi
in una scintilla di un rosso cupo.
Come i suoi capelli.
Come il sangue.
Gaara alzò lo sguardo sulla
segretaria dai capelli di un rosso acceso, più chiaro del suo,
e per un attimo i suoi occhi verdi si fecero cupi, e vagamente
minacciosi.
Loria sorrise, e si chinò appena
sulla scrivania.
«Attento, ragazzino…»
mormorò con sguardo improvvisamente acuto. «Siamo noi ad
avere il coltello dalla parte del manico»
Tornò a raddrizzare la schiena,
e divenne nuovamente la fredda segretaria del Kazekage, che si
nascondeva dietro occhiali dalla montatura spessa.
«Buona giornata, nobile Kazekage»
disse con voce flautata, e, rivolgendo a Gaara un ultimo inchino
beffardo, se ne andò.
Nel prossimo capitolo...
Scosse la testa, frustrato, e si passò
una mano tra i capelli.
Che stronzata.
Che immensa, colossale, assurda
stronzata!
Era per questo che detestava la guerra,
per questo che la odiava con tutto se stesso: perché la guerra
porta a cose senza senso, come mandare un bambino di sette anni ad
ammazzare gli adulti.
Si alzò dalla sedia, scuro in
viso, e guardò Kakashi. «Dammi una missione»
mormorò. «Livello A. Sarà il test finale per
Chiharu»
* * *
Spazio autore
Dal prossimo capitolo siete liberi di odiarmi.
Ma fino a oggi, siate clementi! <3
Anche perché l'allergia mi sta letteralmente massacrando e se
voi foste creaturine dolci e comprensive capireste quanto sto male!
Cooomunque, che dire di questo capitolo?
Decisamente troppo Sasuke! XD
Ma i momenti SasuSaku saranno graditi dagli amanti del pairing, e per
tutti gli altri ci sono i mocciosi alle prese con sé stessi!
E che dire di Gaara? Che succede? Cos'è quel messaggio?
Non è detto che io ve lo sveli, dopotutto. <3
Mi scuso per il ritardo nell'aggiornamento, ma ieri IE mi dava seri problemi (e ho tormentato qualcuno per questo).
Il prossimo capitolo, comunque, sarà il 23 aprile, come previsto.
Anche perché quel giorno sarà il mio augusto compleanno, e quindi esigo i vostri auguri! U_U
Ah, da oggi vi lascerò ogni tanto schede random, assolutamente casuali.
- Mei Lee -
Età: 9
Compleanno: 29 ottobre.
Secondogenita di Rock Lee e Tenten.
Per ora non sembra aver ereditato nessun lato paterno.
E' uno dei rarissimi casi di ragazzina normale a Konoha.
Non ha particolari talenti, la sua infanzia è stata serena, e non è ossessionata da obiettivi irraggiungibili.
Un po' solitaria e introversa, adora prendere le sue piccole rivincite sul fratello perfettino,
spalleggiata dalla madre che comunque sa sempre come e quando fermarla.
Attualmente frequenta l'Accademia di Konoha, ma non dimostra preferenze per nessun insegnamento in particolare.
Di Hitoshi e Chiharu non si sa bene cosa pensi, ma in fondo invidia un po' Kotaro.
Chi adora davvero è il padre - ma si guarda bene dall'esternarlo in pubblico.
Gaachan: insomma,
nello scorso capitolo si sono fatti tutti più pucciosi? Tranne
la Mary Sue di turno, che comunque manca di un dettaglio fondamentale
per essere davvero Mary Sue: non è unanimemente amata, proprio
no!
Lady and Baby: non ti hanno ancora riabilitato l'account? ç_ç Mi spiace!
ciuiciui: uhm, al momento non
mi pare che siano previse scene Nara a breve. Ma presto o tardi
torneranno, credo. Quindi don't worry, be happy! Hiashi lascialo
perdere, non è il caso di soffermarsi a rifletterci. Kankuro non
sono del tutto certa che tornerà sulla scena, in compenso avremo
altri momenti Hitoshi-Sasuke, anche se tra un po' di capitoli.
lilithkyubi: ma Shika e Tem si
amano eccome! Solo che non sono tipi da effusioni pubbliche! U_U E
neanche private, al momento. Insomma, una tredicenne problematica come
Chiharu può creare una certa tensione! Però mi fa piacere
vedere che apprezzi lei e i suoi trip, credo - e sottoline, credo
- che sia questo che mi piace di lei. L'unico che nel manga abbia
espresso qualche dubbio sul suo mestiere è Shikamaru, tutti gli
altri danno per scontata la loro condizione. E così volevo
analizzarla un po', ecco.
Hipatya: il problema di voi fan
di Sasuke è che non ve ne stancate mai! Ma come fate?
Cioè, capisco Naruto che è solare e allegro, e si
può tollerare a lungo, ma Sasuke... Alla quarta riga mi vien
voglia di suicidarmi. O di ucciderlo. Grazie per i complimenti su
Chiharu, lei la prenderei volentieri a sberle ma mi piace la sua
complessità! Per quanto riguarda gli "intrecci amorosi",
insomma, non sono poi quel granché! XD Hanno pur sempre 13 anni,
ricordiamocelo! Ah, ho deciso di seguire il consiglio delle schede
random, vedrai anche qualche Uchiha prima o poi. Quelli che mi
torneranno utili, ecco. Oh, mi conosci molto bene, sembra! <3 Con
l'accenno alla tensione smorzata ci hai preso in pieno! XD Per la
sasusaku, dammi il tempo di smaltire il colpo. Ne ho viste comparire
tante che ho avuto un piccolo mancamento... Ma prima o poi
tiuscirò a leggerla! U_U
Ino_Chan: e certo che seguo
Bleach, scherziamo? *_* All'epoca in cui ho scritto questo capitolo
però non sapevo nemmeno che esisteva! Mi piace il paragone tra
lui e Taira! <3 Mi onora moltissimo!
SuperEllen: e invece Hitoshi
è riuscito a raccapezzarsi un attimo con il chakra di fuoco! Ma
questo non vuol dire che sia giunto ai livelli di Naruto alla fine del
combattimento, anzi ne è lontano anni luce. Naruto è
Naruto, dopotutto. Oh, dicevano che muovevo bene Naruto, ma tu dici
Shika? E' sempre un complimento! XD Jiraya quando comparirà?
Chissà! E Jin dal mio punto di vista è un po' troppo
piccolo per prendersi una cotta... ma potrebbe avere una simpatia, non
lo escludo. Se non altro, questa volta l'anticipazione dice un sacco di
cose! <3
Elisir86: di Haru e Temari torneremo a parlare abbondantemente, fidati! Devi solo aspettare un po'!
Sky_Shindou: uhm, secondo me
Sasuke non è poi il miglior insegnante in circolazione, ma per
uno come Hitoshi è sufficiente. U_U E un'altra che mi dice che
mi esce bene Shikamaru! Wow, sono davvero onorata! XD Ehm, sei davvero
sicura che Jiraya avrà un ruolo determinante? (non dire nulla,
Susi, non dire nulla...) Jin non ricordo più quando ricompare,
ma sappi che ricompare! E spero tu ti sia goduta Sasuke, perché
nel prossimo capitolo non ci sarà.
sammy1987: se Kotaro fosse
stato il migliore dei tre mocciosi sarebbe stato bello ma improbabile!
Razionalmente parlando, Hitoshi e Chiharu sono i più probabili!
Jin fa tenerezza? Vero! ^^ E' così piccolo e puccioso! Per
Jiraya invece dovrai aspettare ancora, ma non so quanto.
bambi88: ok, ormai ho capito
come funziona. Tu parlerai sempre dei Nara, anche quando non
compariranno! XD Ma te lo perdono, dopo il trauma che ti ho causato...
ç_ç
fedecr90: caspita, è
vero! Non mi ero accorta dell'assenza di Naruto nello scorso capitolo!
Per fortuna da oggi torna tutto alla normalità! Uhm... non ho la
minima idea di quando e se i mocciosi scopriranno di quanto è
grande Naruto! XD Leggi per saperlo!
arwen5786: avrei dovuto
immaginare che ti sarebbe piaciuto il rapporto Sasuke-Hitoshi. Credo
che ti sarebbe piaciuto in qualunque modo! XD Sorvoliamo su Fay per non
spoilerare niente, chino il capo per le scene ShikaTema (oggi mi sento
mosca nera, la cosa risolleva il tuo morale dopo il fake?
ç_ç), e ridacchio sommessamente per "l'intromissione" di
Kotaro (la possibile intromissione di Kotaro) nella tua desiderata
HitoshixChiharu. Un bacio, e ricordati che dopotutto ti voglio bene...
kimi: ti capisco con i problemi
scolastici... sigh, ti capisco fin troppo. Ma parliamo di cose
più allegre. Jira e Tsu. (ç_ç) Non avrai flashback
su di loro, te lo dico da subito. Questi sette anni resteranno avvolti
nel mistero, punto. Di Jin non vi è dato sapere, e vedrete
ancora tanti momenti in famiglia! <3 Almeno questo...
Yume_Tsuki: era tanto che non
sentivo il termine "stupendamente eccezionale"! XD Mi ricordi tanto una
mia amica! (non sono del tutto sicura che sia un complimento,
ricordando l'amica in questione...)
crilli: tre amiche? °_°
Wow, che onore! Grazie davvero! >_< Ma ricordati che Jin per ora
ha soltanto sette anni... Non so quanti ne abbia tu, ma mi sa che
è comunque pedofilia! XD E per quanto riguarda Haru, mi rendi
felice! Finalmente qualcuno che la apprezzava e ora inizia a trovarla
irritante! Evvai, era proprio il mio obiettivo! (ma che razza di
persona malata sono?) Comunque, grazie per il commento e i complimenti,
mi hanno fatto molto piacere! ^^
lale16: Shika e Tem non sono in
crisi! Sono solo una coppia un po' particolare, in un momento
particolare. Chiharu non è una figlia facilmente gestibile! Oh,
una delle poche persone che trovano Jin irritante! Dovrei esserne
felice, ma la cosa mi spiace... Povero cucciolo! Scoprirai che non
è soltanto un piccolo mostro di perfezione, ma molto di
più! Di sicuro l'ultima cosa che vuole è farsi notare per
la propria abilità. E' già stufo di tutto quelli che lo
chiamano mostro.
maninja87: uhm... Haru non
è la mia "preferita". Diciamo che è la più
problematica, e che quindi devo dedicarle un pizzico di attenzione in
più. Jin forse sarà più genio di lei, ma per ora
è troppo piccolo per certe riflessioni. Oh, Jiraya. Dovrai
aspettare un po' per rivederlo! Prima di salutarti, grazie per tutti i
complimenti che mi hai fatto! Sono quasi arrossita! >_<
yayachan: TU. E dico solo TU. Meno male che ti ho già perdonata via messenger...
DuniettaS: al momento Jiraya ha
70 anni. Solo due in più del terzo Hokage quando ha combattuto
con Orociok, insomma. E' molto arzillo e in forma, per giunta! XD Ma
vedrai tu stessa - quando comparirà - se e come è
cambiato dopo la morte di Tsunade. Ahah, che invettiva contro la povera
Haru! XD Si crederà pure un genio, ma è anche tanto
tormentata! Non avete un briciolo di pietà per lei?
rina: argh, università!
Perchè pronunci queste parole blasfeme? Uh, l'intermezzo...
è inutile, devo rimettermi a scrivere. E a studiare. Basta
feste! Sotto con il lavoro intellettualeeeee! >_<
Urdi: beeeeeep! Ipotesi errata
sull'ombra! Ritenta, sarai più fortunata! XD Allora,
com'è una mary sue? E' bella, intelligente, benvoluta, forte,
generosa, severa ma dolce, tenera ma dura, ha un passato difficile e si
riscatterà con la sua grande forza. U_U Questa è una Mary
Sue, più o meno. Il personaggio perfetto che fa girare le balle.
E Haru si avvia inesorabilmente su quella strada! XD Eheh, chi
sarà mai la madre del piccolo Jin?
Reina: oh, lo so che Jin si
avvicina al GaryStuesimo (?), ma non sarà per molto. Ha anche
lui un lato infantile, dopotutto. Per quanto gli altri lo giudichino un
mostro, è pur sempre umano (a meno che Kakashi non ci abbia
nascosto qualcosa. ò.ò)
Lily_90: rilassati
per quanto riguarda i Nara. Non c'è aria di crisi da nessuna
parte, sono tutti felici et contenti (più o meno). I veri casini
con loro ci saranno più avanti, naturalmente, e saranno
già abbastanza grandi senza che mi metta a complicarli adesso!
XD Piuttosto, BB?! (domanda-trabocchetto. Lo so che ti assillo
già via messenger, ma non potevo esimermi dal ricordarti la tua
opera omnia anche qui! U_U)
Maobh: Fugaku
è secondo me la fonte di ogni male. Se lui non fosse stato un
imbecille Itachi non sarebbe venuto su come è venuto, non lo
avrebbe ammazzato, e Sasuke sarebbe rimasto l'esserino puccioso che era
un tempo! Mi piace che pronostichi una fuga da casa di Temari, non
è mica un'ipotesi da scartare, lo sai? La scena con Sai invece
era puro fanservice! XD E poi, un pochettino aggiornava sulla
situazione delle ricerche.
Aya
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Capitolo 17 *** L'ultimo test ***
Naruto2-17
L'ultimo test
- Diciassette -
«Comandante, un ordine dal
Daimyo!» il giovane tenente piegò la schiena mentre
tendeva il foglio ripiegato al suo superiore.
Quello, un uomo vicino alla mezza età
dai capelli neri come pece, prese il messaggio e lo lesse corrugando
le sopracciglia ben delineate. I suoi occhi, di un verde-grigio
indefinibile, ebbero un minuscolo guizzo. Accartocciò il
messaggio tra le dita e guardò il tenente davanti a lui.
«Partiamo» annunciò
con voce bassa e potente. «Il Paese della Roccia scende
ufficialmente in campo»
«E’ la guerra, signore?»
si azzardò a chiedere il suo sottoposto, impallidendo
leggermente.
«Forse» rispose lui
stringato. «E ora muoviti»
Il tenente scattò sull’attenti,
si inchinò, e corse via veloce.
Rimasto solo all’interno della tenda
da campo, il comandante della prima divisione dell’esercito della
Roccia, la divisione d’assalto, l’élite del corpo
combattente, rimase a fissare l’aria davanti a sé con
sguardo vacuo.
Era la guerra? No, non ancora.
Quella programmata per il venerdì
della settimana successiva era solo una sorta di missione
dimostrativa, conseguente allo sterminio della decima divisione. Ma
se il paese del Fuoco avesse resistito e si fosse passati alle
trincee, si sarebbe immediatamente trasformata nella guerra che tutti
paventavano da anni.
Akiyoshi Tsuda era un uomo che aveva
visto molti combattimenti: diventare Comandante della prima divisione
del paese della Roccia non era una passeggiata, e che lui fosse
ancora vivo dopo tre anni di missioni con l’élite
dell’esercito dimostrava quanto fosse capace e quanto avesse
allenato bene i suoi uomini. Era da prima del suo arrivo che
l’esercito si preparava per la guerra, dopotutto; volevano fare le
cose per bene.
Da quando il paese del Fuoco e quello
del Vento si erano alleati tutte le altre terre erano entrate in
allarme: sebbene i due paesi in questione avessero dichiarato di non
voler formare una coalizione a scopi bellici, nessuno ci aveva
creduto. Erano passati troppi pochi anni dall’epoca delle guerre
dei ninja, e ancora non ci si fidava della parola dei Kage e dei
Daimyo.
I paesi del’Acquaa, della Roccia e
del Fulmine avevano richiesto lo scioglimento dell’alleanza,
venendo ignorati. Sembrava che i villaggi ninja dei paesi del Fuoco e
del Vento premessero particolarmente per non separarsi, il che aveva
portato a un aumento esponenziale dei sospetti, e nel giro di
pochissimo tempo la situazione si era fatta incandescente: o la
separazione immediata, o un’alleanza tra i paesi dell’Acqua,
della Roccia e del Fulmine. A scopo difensivo.
Ovviamente la separazione non c’era
stata, e così era nata un’altra coalizione.
Ma, mentre i paesi dell’Acqua e del
Fulmine avevano preferito equipaggiarsi unicamente per la difesa,
come annunciato, il paese della Roccia aveva ritenuto opportuno
incrementare anche l’attacco: dopotutto era l’unica delle tre
terre a trovarsi di fronte a entrambi i membri dell’altra
coalizione, e Acqua e Fulmine non le avevano dato torto, permettendo
che si armasse.
A quel punto i Paesi del Fuoco e del
Vento avevano iniziato a loro volta ad allertarsi, e la tensione
aveva iniziato a salire e salire, fino a raggiungere i livelli in cui
si dibatteva in quei giorni, livelli pericolosamente vicini alla
guerra vera e propria.
E dire che i più alti strateghi
avevano pronosticato che per dieci anni almeno non sarebbero
scoppiati conflitti.
Ecco perché Tsuda odiava la
strategia e amava molto di più l’istinto: quello e solo
quello permetteva di prevedere le mosse avversarie e preparare una
controffensiva. Non i calcoli e le statistiche, non i conti fatti a
un tavolo a decine di chilometri dal campo di battaglia: l’istinto
di chi combatteva per davvero.
E lui poteva dire di averne abbastanza
per vincere quella battaglia e, nel caso, l’intera guerra.
*
Sulla fronte di Kakashi, solitamente
bianca e liscia, si formò una ruga verticale scura e profonda,
nascosta a metà dal coprifronte calato sull’occhio sinistro.
Mentre le pupille nere correvano sulle linee fitte del messaggio
appena recapitatogli da un falco pellegrino, che ora riposava sul
davanzale e si lisciava le penne grigie, qualcuno bussò alla
porta.
Il sesto Hokage gettò una rapida
occhiata all’ingresso dello studio e finì il messaggio
velocemente.
«Avanti» disse a quel
punto, infilando il foglio sotto una pila di documenti da firmare.
La porta si aprì, e Naruto fece
la sua comparsa sfoggiando un umore a dir poco corvino.
«Cosa vuoi?» sbottò
seccato lasciandosi cadere sulla sedia davanti alla scrivania
dell’Hokage. «Ho un sacco da fare, sai?»
Sì che lo sapeva. Kakashi era
l’Hokage, sapeva tutto ciò che accadeva nel villaggio; e
dunque era a conoscenza del fatto che Naruto aveva saputo della
visita di Hiashi a casa sua, che aveva accennato a un tentativo di
demolizione della residenza principale degli Hyuuga, che era stato
fermato appena in tempo, che ora si distraeva buttandosi
completamente nella ricerca dell’assassino della sua domestica, e
che, in summa, aveva aggiunto altro oneroso lavoro alla sua già
pesante vita.
L’unico aspetto positivo era che
Hiashi aveva finalmente smesso di venire a lamentarsi da lui, ma
poteva anche voler dire che stava tramando qualcosa.
«E’ arrivato un messaggio dalla
Roccia» disse sintetico, tirando fuori il foglio da sotto il
plico dove l’aveva nascosto. «Non appena è atterrato
il falco ti ho fatto chiamare»
«E quindi?» chiese Naruto,
improvvisamente attento di fronte alla prospettiva di una missione
con cui distrarsi.
«E quindi la settimana prossima
dobbiamo aspettarci un attacco»
«Cos… la settimana prossima?
Così presto?» allibì Naruto.
Kakashi annuì, cupo, e aprendo
un cassetto tirò fuori un sacchetto. «La prima divisione
della Roccia si sta mobilitando» spiegò sciogliendo il
laccetto di cuoio che lo chiudeva. Ne estrasse un topo morto, che
gettò al falco pellegrino. Quello lo afferrò con il
becco e lo ingoiò in un sol boccone, strappando una smorfia di
leggero disgusto a Naruto. «Saranno qui non più tardi di
sabato»
Naruto gemette sconsolato. «Accidenti,
Sakura aveva progettato una cena»
«Dovrà cancellarla»
«Sarebbe già la seconda
volta…»
«Se vuoi posso gentilmente
chiedere al paese della Roccia di posticipare, che ne dici?»
chiese Kakashi con voce flautata.
«Ahah, sì, prendiamo per
il culo il nostro uomo migliore a una settimana dalla guerra!»
rognò Naruto contrariato, e sbuffò.
«A proposito, come procedono i
ragazzi?» domandò Kakashi a un tratto, fingendo di
studiare distrattamente un documento come un altro.
Naruto gli lanciò un’occhiata
di sottecchi.
«Scordatelo» decretò
secco.
Il sesto Hokage smise di fingersi
distratto e lo fissò.
«Ci servono» ribatté
con disarmante semplicità.
«Non sono pronti» ribatté
Naruto, rigido.
«Ti è tornato il morbo
dell’insegnante smidollato?»
«No, ma non sono pronti!
Kotaro non sa gestire il suo chakra, Hitoshi è un egocentrico
individualista, Chiharu… bah, Chiharu è un’incognita.
Mandarli in battaglia in questo stato è come giocare alla
roulette russa»
«Potranno avere tanti difetti, ma
sono in gamba, e sono giovani. Potrebbero tornare utili per sfoltire
il lavoro degli altri ninja»
«E aumentare quello dei becchini.
No»
«Fino a prova contraria, l’Hokage
sono io» fece notare Kakashi, iniziando a stizzirsi.
«Anche se non si capisce perché»
ribatté Naruto tra i denti. «E se invece di proporre i
miei ragazzi mandassi il tuo, eh? E’ più in gamba, no? Jin
avrebbe sicuramente più possibilità di tornare indenne»
«Adesso non metterla sul
personale»
Naruto mugugnò, affondando nella
sedia.
Non la metteva sul personale, voleva
solo far capire a Kakashi che stava proponendo un’assurdità:
Chiharu, Kotaro e Hitoshi non erano ancora pronti per una guerra, e
forse non lo sarebbero stati per anni. Come poteva un Hokage con un
po’ di cervello mandarli allo sbaraglio?
«Naturalmente dovrai tenerli
d’occhio tu» disse Kakashi, come se fosse stato ovvio. «O
credi di non avere abbastanza tempo?» aggiunse dopo un istante,
con un’occhiatina obliqua.
Qualcosa scattò nella testa di
Naruto. Forse una vena.
«Riuscirei a tenere d’occhio un
intero asilo nido anche durante l’Apocalisse!» disse tra i
denti, gli occhi brillanti di sdegno.
«Allora non avrai problemi con
loro tre, giusto?» domandò Kakashi gentilmente. «Quindi
vengono» concluse con tono pericolosamente definitivo.
“Merda” pensò Naruto
spalancando la bocca. “Mi ha fregato!”
«Ma, ehm, ecco…» iniziò
a dire, arrampicandosi sugli specchi. E all’improvviso fu colto
dall’Illuminazione. «Non possono» annunciò
trionfante. «Chiharu è ancora in crisi mistica!»
A quelle parole Kakashi corrugò
la fronte.
Chiharu. Una bella grana, in effetti.
Gaara lo aveva avvisato: glielo aveva detto che aveva ereditato la
testardaggine di Temari, e che gestirla sarebbe stato difficilissimo,
ma lui non gli aveva dato abbastanza retta. Sospirò.
«Deve prendere una decisione
entro giovedì» decretò. «O la prende da
sola, o qualcuno lo farà al posto suo»
Naruto rimase in silenzio.
Diamine. Non pensava che la sua
Illuminazione avrebbe portato a un ultimatum così definitivo.
Deglutì, riconoscendo di aver combinato un bel pasticcio, e
studiando Kakashi di sottecchi si sistemò meglio sulla sedia.
«Qualcuno dovrà decidere
per lei?» ripeté incerto. «E… chi?»
L’Hokage lo fissò sorpreso.
«Tu, naturalmente»
«Io?»
«Sei il loro maestro, giusto?»
«Ma-ma… mi rifiuto! Non
ho alcuna intenzione di assumermi la responsabilità di dire a
Chiharu cosa essere o non essere! E’ assolutamente al di fuori
delle opzioni disponibili!»
«Non dovrai condizionare il suo
futuro: basterà includerla o escluderla dal gruppo che
parteciperà alla missione»
«E andare solo con Kotaro e
Hitoshi?» Naruto strabuzzò gli occhi. «Questo sì
che significherebbe mandarli davvero al macello!»
Kakashi sospirò, chiudendo per
un attimo gli occhi. Quando li riaprì, puntò l’unica
pupilla visibile su Naruto, insolitamente serio.
«Abbiamo bisogno di loro»
disse cupo. «Per quanto poco possano aiutare, abbiamo bisogno
di chiunque possa dare una mano. Anche Jin verrà con noi,
l’avevo deciso prima che lo proponessi tu. Non è un fatto
personale»
Kakashi parlò senza esternare
emozioni, ma Naruto sapeva cosa gli frullava davvero in testa: per
quanto Jin fosse eccezionale, suo padre non avrebbe smesso di essere
in ansia un solo minuto, per tutti i giorni a venire.
Scosse la testa, frustrato, e si passò
una mano tra i capelli.
Che stronzata.
Che immensa, colossale, assurda
stronzata!
Era per questo che detestava la guerra,
per questo che la odiava con tutto se stesso: perché la guerra
porta a cose senza senso, come mandare un bambino di sette anni ad
ammazzare gli adulti.
Si alzò dalla sedia, scuro in
viso, e guardò Kakashi. «Dammi una missione»
mormorò. «Livello A. Sarà il test finale per
Chiharu»
Mattina di sbattimento.
Da quando Haru aveva iniziato a evitare
sistematicamente Kotaro e Hitoshi, anche il più piccolo,
insignificante, insomma l’ultimo barlume di divertimento era
scomparso dalla vita della già apatica tredicenne, lasciando
una noia infinita e un’insoddisfazione tanto pesante da essere
percepibile come un macigno sullo stomaco.
Perché da qualche giorno
snobbava i suoi compagni di squadra? Perché da quando aveva
incontrato Jin e il suo chakra elementale era scesa su di lei una
cappa di denso umor nero, e aveva iniziato a vedere la vita come un
tunnel oscuro in cui tutti si rivelavano migliori di lei.
Che poi, a ragionarci a mente fredda,
era una gran stronzata. Peccato che la sua mente non fosse affatto
fredda, ma si aggirasse attorno al milione di gradi.
E così aveva iniziato a stare da
sola, come un gatto randagio schivo e sospettoso, e a guardare di
sottecchi tutti quelli che incontrava, chiedendosi chi fossero
realmente. Lei stessa era arrivata a riconoscersi
ossessivo-compulsiva, ma non aveva potuto farci niente.
Anche quella mattina si aggirava per il
villaggio, le mani affondate in tasca e la testa incassata tra le
spalle, e scrutava le persone che le capitava di incrociare con occhi
torvi.
Ma nessuno risvegliava la sua
attenzione: tutti sembravano comunissimi uomini e donne mezze
addormentati, desiderosi di essere nel proprio letto, e la maggior
parte di loro era al massimo affamata. Oltre al danno anche la beffa:
già aveva i nervi a fior di pelle, in più quelli si
permettevano di essere noiosi. L’apoteosi dello sbattimento.
Fu quando arrivò nei pressi
della parete degli Hokage che fece il primo incontro interessante
della mattinata; interessante inteso come contrario di noioso,
beninteso, perché sin dall’avvistamento in lontananza non si
preannunciò affatto piacevole.
Baka Akeru.
Haru fece una smorfia.
Eccolo lì, che la guardava in
cagnesco, con quell’aria di sfida mista a un velo di paura. Aveva
ancora la spalla fasciata, Stupido. Era proprio di cartapesta.
Chiharu camminò fino a un metro
da lui, e a quel punto si fermò.
«Che vuoi?» fu la prima
gentile frase che le venne rivolta, con acredine e un filo d’ansia.
Lei non rispose, e si limitò a
fissarlo.
Anche Stupido poteva essere meglio di
quel che sembrava? Anche lui poteva essere meglio di lei?, si chiese.
No. No, decisamente no. Avanti, chiunque poteva essere meglio di lei,
ma non Stupido!
«Umph» mormorò, con
una piccola smorfia.
«Tu hai qualcosa che non va»
le disse Akeru assottigliando gli occhi slavati. «Non sei
normale»
«Ha parlato quello che lancia
shuriken come aeroplanini di carta» lo rimbeccò lei,
offesa.
«Che anche un bambino di tre anni
avrebbe schivato!» aggiunse lui malevolo.
«Ma vai al diavolo!»
borbottò Haru, aggrottando la fronte e guardando altrove.
Già, quella faccenda.
Gli shuriken di Stupido erano davvero
tanto prevedibili? E lei era stata colpita per debolezza? O no? O
cosa?
Dio, quell’ossessione iniziava a
diventare preoccupante.
«Lanciali ancora» disse
all’improvviso, colta da un raptus momentaneo.
«Cosa?» chiese Akeru
spiazzato.
«Gli shuriken. Questa volta li
evito»
«Tu sei completamente matta:
siamo in mezzo a tutta la gente, ho una spalla slogata… che diavolo
hai in quella testa?»
Chiharu si rabbuiò, e i suoi
occhi si fecero truci.
«Schiatta» sibilò
acida.
«Fatti ricoverare» ribatté
lui.
Probabilmente sarebbe finita con una
rissa. Ma, per somma fortuna di Akeru, qualcuno intervenne prima che
iniziasse il corpo a corpo.
«Niente liti in mezzo alla
strada» disse la voce neutra di Sai, alle spalle di Chiharu.
Lei si irrigidì. «Siete peggio di due furetti, piccoli
ma cocciuti»
Haru strinse i denti.
Olé, la fonte e cagione di metà
dei suoi mali, colui che non solo era immensamente superiore a lei,
ma che era anche l’irraggiungibile obiettivo della sua prima cotta,
le si presentava davanti con la sua aria di strafottente superiorità
nel bel mezzo di una crisi d’isterismo.
L’ideale per portare la calma.
«Sai» ringhiò la
genin tra i denti, pericolosamente vicina a urlare.
«Naruto mi ha incaricato di
portarti da lui» disse quello, senza dar segno di aver notato
la sua aperta ostilità. «Pare che abbiate una nuova
missione»
L’ira nel corpo di Chiharu scomparve
come un miraggio, lasciando il posto alla perplessità.
«Cos… Una missione?»
ripeté incredula. «Sicuro che ti abbia detto di cercare
me?»
L’ultima volta che lei e Naruto
avevano parlato, le era sembrato che lui la considerasse pericolosa
per gli altri. Pensava che l’avrebbe tenuta lontano dal campo per
un po’.
«Secondo te lasciano che il primo
cretino diventi jonin?» replicò Sai con assoluta
indifferenza. «Certo che ha detto te. Non mi sbaglio mai»
Sulla fronte di Haru si gonfiò
una vena. Maledetto spocchioso!
«Dove?» domandò,
cercando di non aggiungere un insulto per buona pace.
«Ufficio missioni. Ti accompagno.
Ciao Akeru»
Stupido assottigliò gli occhi,
guardingo, e rispose con un magro cenno. Dato che Haru si era già
avviata senza nemmeno degnarlo di un’occhiata, non ci fu bisogno
che salutasse – o almeno che cercasse di salutare – lei. Alla
fine anche Sai gli diede le spalle e si allontanò, e a quel
punto lui tirò un profondo sospiro di sollievo.
Quando aveva visto Chiharu lungo la
strada con quell’espressione torva, aveva seriamente temuto per la
sua vita, questa volta. Ma forse la sua buona stella non era ancora
tramontata.
Haru e Sai camminavano a qualche passo
di distanza, lei più avanti, lui più indietro. Un
osservatore esterno avrebbe detto che era in corso un inseguimento,
perché lei, la preda, sembrava affannata; e lui, il
cacciatore, la puntava come un bersaglio, sogghignando in maniera
inquietante, appena appena.
In effetti, forse non era un
inseguimento, ma una fuga la era di sicuro. Perché in quel
preciso momento l’ultima cosa che Haru avrebbe voluto era
intavolare un discorso con Sai. E tenerlo a distanza sembrava il
miglior modo per evitarlo.
Purtroppo per lei non aveva calcolato
un particolare di discreta rilevanza: lui era molto più rapido
di quel che immaginasse.
A un tratto se lo trovò accanto,
il respiro calmo e il passo silenzioso, e incrociando per sbaglio i
suoi occhi si vide rivolgere anche un mezzo sorrisino di
accondiscendente superiorità.
Ringhiò in fondo alla gola.
«Ho sentito che sei stata tu a
slogargli la spalla» commentò Sai con un sorriso
standard – terribilmente irritante.
Lei rispose con un grugnito.
«Ho sentito anche che non vuoi
più essere ninja» aggiunse lui.
Haru non rispose. Da quando Konoha era
il covo delle pettegole del paese del Fuoco?
«Credo che tu abbia ragione»
disse ancora luio.
Haru si bloccò in mezzo alla
strada, girandosi di scatto a guardarlo, gli occhi fiammeggianti.
«Ma che ne sai tu!» sbottò,
improvvisamente furente – il che andava contro ogni logica, dal
momento che fino a un attimo prima era lei stessa a pensarla così.
«Finalmente un barlume di
attenzione» sorrise Sai, grondando superiorità da ogni
poro.
Per Chiharu fu troppo. Contro ogni
logica e razionalità, agì senza pensare: tese una mano
e lo afferrò per il bavero, avvicinando il viso al suo.
«Mi hai rotto le palle, okay?»
sibilò a un centimetro da lui, senza rendersi conto di quanto
fosse molto poco minacciosa e discretamente ridicola, senza pensare
che era riuscita a bloccarlo soltanto perché lui glielo aveva
permesso. «Questo tuo modo di fare mi dà ai nervi!»
«Non sei tu che ti dai ai nervi
da sola?» replicò Sai senza scomporsi.
Ci fu un istante di immobilità
assoluta da entrambe le parti.
Da sola? Che cavolo voleva dire?
Haru non capiva. Non capiva e non
voleva nemmeno capire.
Solo che si era improvvisamente resa
conto di essere a un centimetro dal viso di Sai, e più
precisamente a un centimetro dalla sua bocca.
Era una tredicenne fuori dagli schemi,
questo sì, ma per molti versi era una tredicenne comune. E a
quell’età il mito del primo bacio ha un’attrazione
irresistibile.
Sentì il sangue salire alle
guance, arrossandole in maniera imbarazzante, ma non si mosse. Lui
nemmeno.
Le persone passavano loro accanto senza
vederli, limitandosi a gettare vaghe occhiate noncuranti. I loro
passi, le loro voci, i colori tutt’attorno erano distanti. Per Haru
c’era solo lui, lì, davanti a lei. Che non si spostava.
«Vuoi baciarmi?» le chiese
a un tratto.
Dentro Haru scattò qualcosa. Lo
mollò bruscamente, spingendolo indietro, e si voltò.
Urtò un uomo, si sentì rimproverare, ma non se ne curò.
Ondeggiò per un attimo, poi corse via, scomparendo tra i
passanti.
Sai passò una mano sulle pieghe
della maglia là dove Chiharu lo aveva stretto, guardandola
sparire, confondersi tra gli altri.
Sbuffò appena.
“Come al solito, le persone sono un
gran dilemma” rifletté accigliato. “Mi spiace Naruto,
credo di averti reso il compito più difficile, anziché
facilitartelo”
«Sai, ho bisogno di un favore»
«Di che tipo?»
«Chiharu. Devi mettermela di
buonumore»
«Perché io?»
«Non prendiamoci per il culo,
sai perché»
Un sorriso appena accennato, davanti
alla fronte accigliata di Naruto.
«Cosa devo fare?»
«Vedi un po’ tu. Vai a
prenderla, e accompagnala all’Ufficio missioni; per strada
inventati qualcosa»
«E va bene...»
Naruto guardò nervosamente
l’orologio appeso all’esterno dell’Ufficio per lo smistamento
delle missioni. Chiharu sarebbe arrivata da un momento all’altro, e
non poteva fare a meno di chiedersi se Sai era riuscito nel compito
che gli aveva affidato.
Kotaro e Hitoshi, a qualche passo dal
maestro, lo studiavano con aria guardinga.
«Non ti sembra teso?»
chiese il primo in un bisbiglio.
«Decisamente» rispose il
secondo, annuendo.
«Secondo te pensa che Haru non
verrà?»
«Cosa vuoi che ne sappia? Per
fortuna non penso come lui…»
«Ti ho sentito» rognò
Naruto, senza neanche alzare lo sguardo.
Hitoshi arrossì e mise il
broncio. Una sua ex compagna di Accademia, passandogli accanto con il
suo gruppo, lo trovò semplicemente adorabile e rischiò
lo svenimento.
«Stiamo aspettando Haru, giusto?»
chiese Kotaro esitante.
Naruto rispose con un monosillabo a
metà tra il grugnito e il mugolio.
I due genin si scambiarono un’occhiata
d’intesa, confortati. Erano un paio di giorni che Haru li evitava
come la peste. All’inizio avevano pensato che fosse perché
voleva allenarsi senza intralci, ma poi avevano scoperto che la
maggior parte del suo tempo la passava a poltrire, e allora avevano
capito che aveva proprio deciso di evitarli.
Fino a qualche attimo prima avevano
addirittura pensato che volesse smettere di essere ninja.
Ah, che assurdità.
«Eccola!» esclamò
Kotaro all’improvviso, additando la strada. In fondo alla via, a
passo spedito, Haru stava effettivamente arrivando.
Naruto tirò un sospiro di
sollievo, ma fu di breve durata: non appena la genin fu abbastanza
vicina da poterne vedere l’espressione, si rese conto che Sai
doveva aver combinato un qualche immane casino, di quelli così
grossi che non sai neanche da che parte iniziare per sistemarli.
Fece una smorfia, e si ripromise di
incrinargli almeno una costola quando lo avesse rivisto. Sperava solo
che Haru non avrebbe buttato al vento tutta la sua vita solo per un
attimo di rabbia.
«Bene, ci siamo tutti»
disse lanciando un’occhiata veloce all’ultima arrivata, e
rabbuiandosi. «Entriamo»
Kotaro e Hitoshi fecero un cenno
speranzoso verso Haru. Lei guardò altrove evitando palesemente
il loro sguardo. I due si scambiarono un’occhiata nervosa. Okay,
che avevano fatto?
Entrarono nell’Ufficio Missioni tutti
e tre, dietro Naruto, e aspettarono che lui andasse a scambiare
qualche parola con Konohamaru, lasciandoli soli. A quel punto Kotaro
si fece avanti coraggiosamente.
«Ehm, Haru? Come va con il chakra
elementale?» chiese sforzandosi di sorridere cordiale.
Lei, le braccia incrociate sul petto e
la schiena contro la parete, non rispose. Rimase a fissare cupa
davanti a sé, come se avesse voluto incenerire le assi del
pavimento con gli occhi.
Kotaro rimase impalato dov’era, e
gettò uno sguardo disperato su Hitoshi, chiedendogli
silenziosamente di intervenire.
Lui, a disagio, si fece avanti fino a
fermarsi accanto al compagno. Si schiarì la voce.
Okay, non era mai stato una cima nei
rapporti interpersonali. Ma doveva esserci qualcosa che smuovesse
Haru dal suo stato catatonico, no?
«Perché sei sparita
ultimamente?» disse, e scoprì con orrore che la sua voce
suonava addirittura aggressiva.
Si può dire che ebbe un effetto:
Chiharu lo trapassò con lo sguardo, letteralmente. Senza
rendersene conto Hitoshi arretrò di un passo, e Kotaro raggelò
nel profondo. Scoccò un’occhiataccia all’Uchiha.
«Cretino!» gli sibilò
rabbrividendo, quando Haru fu tornata ad ignorarli.
«Almeno a me ha risposto!»
ribatté l’altro tra i denti.
«Che state combinando?»
chiese Naruto tornando da loro, e li guardò stranito.
«Niente» risposero quelli
all’unisono, evitando accuratamente di guardare Haru.
«Mmh» mugugnò Naruto
poco convinto, scrutandoli attento. «Andiamo» si arrese
alla fine, e con un sospiro si avviò all’uscita.
Kotaro e Hitoshi lo seguirono in
fretta; Chiharu si staccò dal muro con indolenza e li
raggiunse qualche attimo dopo.
«Che livello è?»
chiese Hitoshi una volta che furono fuori.
Naruto corrugò la fronte. «Come
va con il chakra elementale?» domandò a sua volta,
ignorandolo.
«Meravigliosamente» ghignò
Hitoshi sollevando il mento.
«Ehm…» fece Kotaro
afflitto.
«Ah sì, Sai me ne ha
parlato» mormorò Naruto gettando un’occhiata al
piccolo Lee.
A quanto pareva, non aveva alcun
talento per il controllo del chakra; doveva essere la sua eredità
genetica, visto che Rock Lee non era mai riuscito a usare una tecnica
e che Tenten aveva sempre privilegiato le armi.
«Non preoccuparti, tuo padre è
uno dei migliori ninja del villaggio, e non ha mai usato il chakra»
disse per confortare Kotaro, e lo vide sorridere timidamente.
Spostò lo sguardo su Chiharu. E
per poco non fece un salto di lato.
“Ma che cavolo ho detto?” si chiese
quando vide lo sguardo terribile con cui lei fissava il terreno
davanti ai suoi piedi.
Ripercorse mentalmente ogni parola
degli ultimi due minuti, e finì per cadere su ‘Sai’.
“Merda. Certo che me le tiro proprio
addosso…” rifletté funereo.
«Allora? Che livello è?»
insisté Hitoshi, accelerando il passo per raggiungerlo.
«A» rispose cupo.
«Cosa?» Kotaro strabuzzò
gli occhi. «Quello è il livello per i jonin!»
«Credi che non lo sappia?»
si stizzì Naruto.
«Ma-ma noi non siamo così
bravi…» protestò Kotaro, pallido.
«Questo lascialo decidere a me,
okay?»
Kotaro abbassò lo sguardo,
mortificato, mentre Hitoshi accanto a lui faticava a contenere
l’esaltazione. Qualche passo più indietro, anche Chiharu era
stata momentaneamente riportata indietro dal suo limbo di rancore, e
ora fissava Naruto accigliata.
Perché richiamarla nel gruppo
per una missione tanto difficile? Cosa
voleva? Forse solo il numero. Una missione di livello A in due era
improponibile per il suo gruppo di principianti
Naruto incrociò il suo sguardo,
e lei si affrettò a distoglierlo.
Strinse i pugni.
Maledetto Sai…
«Vuoi baciarmi?»
Certo che lo voleva. Lo voleva da un
sacco di tempo, ovviamente. E sapeva che lui lo sapeva.
Ma sentirselo dire, con
quell’indifferenza, con quegli occhi freddi, con quella noncuranza,
era stato peggio di quanto potesse aspettarsi.
Aveva creduto che lui non la
considerasse una bambina.
Che stupido errore.
E allora era scappata. Sì,
era fuggita gettando alle ortiche il suo orgoglio, e ora si
disprezzava, per la propria stupida mente infantile, e disprezzava
lui, per la sua stupida mente troppo adulta e troppo lontana dai
sentimenti.
Aveva pianto, prima di raggiungere
gli altri, e non ricordava nemmeno più l’ultima volta che lo
aveva fatto. Aveva pensato di lasciar perdere tutto e andare a
nascondersi in un angolo, per uscirne solo quando uno dei due fosse
morto, non prima.
Ma poi si era trovata sulla strada
per l’Ufficio per lo smistamento delle missioni. Dopotutto, alla
fine era più facile andare avanti così.
Si era asciugata le lacrime, ed era
entrata nel confortante cerchio del gruppo sette, dove poteva ancora
essere protetta e fingere che andasse tutto bene.
O almeno provarci.
«…E voi avete il compito di
catturarla» concluse Naruto.
Si erano fermati alle porte del
villaggio, e lui aveva parlato con un’insolita serietà, le
mani sui fianchi e gli occhi che passavano da un allievo all’altro.
«Avete capito?» disse dopo
un attimo, assottigliando lo sguardo.
Haru rimase a fissare il bosco davanti
a sé, senza un cenno del capo. Kotaro e Hitoshi annuirono.
Anche l’Uchiha ora era vagamente pallido.
“Una spia della Roccia nel villaggio”
pensò con un brivido. “E noi dobbiamo prenderla? Forse
Kotaro ha ragione, questo è un po’ troppo”
«Pensate di farcela?»
chiese Naruto bruscamente.
I due deglutirono, annuendo con una
certa esitazione, più per spirito di obbedienza che per
volontà. Il jonin spostò lo sguardo su Chiharu, e lei
si degnò di fare un cenno impercettibile. Non che le fregasse
molto della missione, in quel momento.
«Allora muoviamoci. Le ultime
notizie dicono che la spia si trova dalle parti della parete dei
Nibbi» Naruto chiuse il discorso, voltando le spalle ai suoi
allievi.
Chiharu non gli piaceva, in quel
momento, son gli piaceva per niente. Sperava solo che ignorandola si
sarebbe calmata.
Hitoshi spalancò appena gli
occhi. La parete dei nibbi? O cavolo, la
odiava. Era così dannatamente alta!
Deglutì a vuoto, e con meno
entusiasmo si avviò dietro agli altri.
Il gruppetto che raggiunse la cima
della parete dei nibbi era decisamente cupo. Chi per un motivo, chi
per l’altro, tutti avevano qualcosa di cui preoccuparsi
profondamente.
Naruto distribuì gli ordini, e
affidò a ciascuno dei suoi allievi un’area da controllare.
Spese dieci minuti più del solito in raccomandazioni, fissando
soprattutto Chiharu, e alla fine li lasciò andare, prendendo
il suo posto al centro del virtuale triangolo che formavano le zone
degli altri.
Per almeno mezzora non successe nulla,
tanto che iniziarono a pensare che la spia si fosse spostata. Poi
Naruto captò un rumore quasi inaudibile al confine tra la sua
zona e quella di Kotaro.
Si spostò silenzioso, i sensi
all’erta.
Questa non era la solita missione.
Questa poteva diventare un massacro, per davvero.
La spia della Roccia che avevano
individuato si era infiltrata nel villaggio da almeno due mesi. Se
per tutto quel tempo era riuscita a restare invisibile e passare
informazioni al nemico, doveva essere in gamba. Ma alla fine si era
fatta scoprire, ed era scattato l’inseguimento.
Naruto aveva chiesto a Konohamaru di
tenere lontana la squadra Anbu per un po’, perché voleva
sfruttare l’occasione e mettere alla prova i ragazzi su qualcosa
che fosse sicuro di gestire. E un solo shinobi non era un problema
per lui.
Ma doveva arrivare in tempo.
E controllare ogni cosa.
Tanto per dirne una, la spia aveva
preso la direzione sbagliata. Tendendo le orecchie il più
possibile, seguendo i suoi movimenti quasi perfetti, cercò di
guidarla altrove.
Lentamente, la sua preda si allontanò
dalla zona di Kotaro e si immerse nella sua. Ora arrivava il
difficile. La parte più rischiosa.
Naruto calò sulla spia
dall’alto, bloccandola a terra. Lo shinobi, un ragazzino a una
prima occhiata, cadde sulla pancia, ma con un movimento di reni
riuscì a liberarsi del peso di Naruto e a rotolare di lato. Si
rialzò, svelto e agile, e si buttò nella boscaglia.
Naruto si lanciò al suo
inseguimento, avendo cura di indirizzarlo dove voleva, e, quando la
spia fu entrata nella zona tra il territorio di Chiharu e quello di
Kotaro, fece in modo di perderla.
Il test aveva
inizio.
Chiharu era seduta su un ramo,
immobile.
Cercare la spia? E perché?
C’erano tre possibilità su quattro che non entrasse neppure
nel suo territorio, e in ogni caso lei muovendosi avrebbe fatto
abbastanza rumore da mettere in allerta chiunque. Molto meglio
starsene ferma e aspettare la fine di quella messinscena.
Perché di una messinscena si
trattava: era ovvio che non ce l’avrebbero fatta. Anche Naruto
doveva saperlo, e probabilmente alla fine sarebbe intervenuto a
salvare la situazione. Solo, lei non capiva il perché
di tutto quello. Qual era la prova questa volta?
Fu un fruscio a distrarla.
Istintivamente abbassò lo
sguardo, e con sua enorme sorpresa e disappunto vide un ninja senza
coprifronte sotto il suo albero.
Alla faccia delle tre possibilità
su quattro.
Per un attimo valutò l’ipotesi
di trattenere il respiro e aspettare che quello se ne andasse. Ma una
vocina dentro di lei le suggeriva che non sarebbe stata la mossa
giusta, che probabilmente Naruto era da quelle parti e la
controllava. E allora con una smorfia si rese conto che sarebbe
dovuta intervenire.
Seccante. Seccante, noioso,
inopportuno.
Sapeva perché amava il mestiere
di ninja: perché le permetteva di mettersi in luce e di far
vedere quanto valeva, le permetteva di essere una spanna sopra gli
altri. Finché era riuscita a farlo senza sforzo, era stata la
realizzazione del suo sogno. Ma ora che significava faticare ed
essere sempre una spanna sotto, ora che non era più la geniale
allieva dell’Accademia ma una stupida e debole genin, ora odiava
quello stupido mestiere. Lo odiava con tutta sé stessa! E che
Sai fosse un ninja non aiutava di certo.
Sfilò uno shuriken dalla cintura
e lo scagliò nella boscaglia, lontano.
La spia sotto l’albero si voltò
di scatto, i muscoli tesi, e lei colse l’occasione per lasciarsi
cadere su di lui, silenziosa come un gatto.
Precipitò esattamente sulla sua
schiena, mandandolo a terra per la seconda volta in dieci minuti. Il
ninja cercò di disarcionarla così come aveva fatto con
Naruto, ma lei, più leggera, lo assecondò e lo bloccò
dopo un giro, questa volta schiena a terra. Si fissarono per un
istante brevissimo, gli occhi neri di lei in quelli grigio-verdi,
indefinibili, di lui. Poi quello scattò di nuovo, e con un
colpo di reni si liberò del suo peso.
Chiharu cadde all’indietro e si
rialzò con una capriola agile. Il giovane ninja dai capelli
neri le lanciò un’occhiata incerta: scappare o eliminarla?
«Sei solo una ragazzina» le
disse con un ghigno, cercando di spaventarla.
«Non mi sembri molto più
vecchio di me» ribatté lei irritata, e lanciò un
kunai al suo indirizzo.
La spia lo schivò facilmente, ma
così facendo incappò in un altro filo, teso tra due
alberi nel momento in cui a Haru era stata assegnata quella zona.
Immobile ad aspettare sì, stupida no.
La trappola scattò, e una
pioggia di chiodi a cinque punte cadde tutt’attorno al suo
avversario.
Chiharu fece scivolare due dita tra le
labbra e lanciò un fischio acuto. Se gli altri non avevano
ancora sentito i rumori della lotta, ora sarebbero arrivati di
sicuro.
«Sei in trappola» disse,
per un attimo trionfante.
Fu solo un istante brevissimo, ma bastò
perché si sentisse decisamente meno ostile al mestiere di
ninja. Aveva vinto. Era stata brava. Di nuovo.
Lo shinobi davanti a lei le sorrise, di
un sorriso per la verità abbastanza affascinante.
«Come sei ingenua» disse, e
con un unico agile salto si aggrappò a un ramo a portata di
distanza.
«Come sei ingenuo tu»
replicò lei, sorridendo a sua volta, e il ramo si ruppe sotto
le dita del ninja, attivando la seconda trappola.
Una rete calò dall’alto,
pronta a chiudersi sulla spia, ma i suoi riflessi furono più
rapidi: scagliò una manciata di shuriken, mandandoli a
impigliarsi tra le maglie, e quelli trascinarono la trappola con
loro, lontano dalla sua preda. Haru fece una smorfia di disappunto,
sfilando a sua volta gli shuriken dalla cintura, e ne scagliò
un paio verso il ninja, ancora a mezz’aria. Quello li parò
con un kunai, rapido, e ricadde nel punto da cui era saltato,
evitando abilmente i chiodi a terra.
Mentre Haru imprecava mentalmente e
iniziava a rendersi conto della difficoltà di un livello A,
una fiammata illuminò il bosco, costringendo la spia a
buttarsi a terra nonostante i chiodi.
«Haru!» esclamò
Hitoshi sbucando dal fogliame, a corto di fiato. «Tutto bene?!»
«Alla buonora» sbuffò
lei, passandosi una manica sulla fronte umida di sudore. «L’ho
preso»
L’Uchiha abbassò lo sguardo,
incredulo, e vide il ninja a terra che dolorante sfilava un chiodo
dalla mano, lanciandogli un’occhiata carica di rancore.
«Incredibile» si trovò
a mormorare, sinceramente stupito. Sentì l’invidia
gorgogliare dello stomaco.
«Cos’ è successo?»
gridò anche la voce di Kotaro, e il genin saltò giù
da un ramo tutto affannato. «Haru, stai bene?!»
«Non certo grazie a voi»
sbuffò Chiharu. «Dov’è Naruto?»
«Non so, non l’ho visto… ma
l’hai preso!»
«Che acume» sibilò
Hitoshi irritato con entrambi.
«Tu dove credi di andare?»
chiese Chiharu al ninja intrappolato, che si era rialzato in piedi.
Quello ghignò.
«Forse non potrò muovermi,
con voi lì a guardarmi» mormorò. «Ma non ci
vuole nulla a liberarsi di tre ragazzini»
Kotaro e Hitoshi ebbero appena il tempo
di spalancare le palpebre, che tre kunai partirono dalle mani della
spia. Haru fu più svelta ad abbassarsi, e schivò quello
indirizzato a lei. Gli altri due commisero l’errore di parare con
le braccia: la lama si conficcò nella carne per diversi
centimetri, e un istante dopo la bomba carta arrotolata attorno al
manico esplose, facendoli ricadere all’indietro.
Haru strinse i denti, si rialzò,
e prese la rincorsa. Con un balzo superò la barriera di chiodi
che lei stessa aveva gettato, e ricadde addosso alla spia. I loro
kunai si incrociarono a mezz’aria, stridendo nel silenzio
innaturale della foresta.
«Te la sei presa tanto per i tuoi
amici?» ghignò il ninja.
«Non scherziamo» replicò
lei, truce. «Io me la sono presa per te»
«Strano, sapevo che i ninja del
paese del Fuoco sono maniacalmente attaccati gli uni agli altri»
insinuò lui, aumentando la stretta.
«Hai sbagliato prototipo»
rispose lei spingendo più a fondo.
Naruto, sul suo ramo a breve distanza,
chiuse gli occhi, un’espressione quasi di sofferenza dipinta sul
viso.
Poi saltò giù.
«Basta così» disse
in tono che non ammetteva repliche, andando a mettersi tra Haru e il
luogo in cui Kotaro e Hitoshi cercavano di sistemarsi le ammaccature.
Chiharu non si mosse, mantenendo la sua
posizione. «Se mollo mi ferisce» si giustificò,
senza guardare Naruto.
Il jonin, senza una parola, sollevò
una mano. Il chakra prese a vorticare sul suo palmo, senza
aggregarsi, e lingue di vento gli scompigliarono i capelli. Tese il
braccio verso Chiharu e la spia, e fu come se un piccolo tornado
spazzasse il terreno e, con lui, i chiodi.
Allora raggiunse il ninja, ancora
immobile, e gli abbassò il braccio a forza.
Anche Haru mollò la presa, i
muscoli della spalla leggermente doloranti, e incrociò lo
sguardo grigio-verde della spia, neanche tanto turbato.
«Chiharu» la chiamò
Naruto, e lei corrugò la fronte nel sentirlo tanto serio. «Da
questo momento e fino a data da destinarsi sei sospesa dal gruppo
sette»
Silenzio.
Haru, immobile, fissò Naruto
senza nemmeno sbattere le palpebre, con espressione neutra.
Onestamente, lo shock era tale da impedirle di imbastire qualunque
smorfia.
«Cosa?!» esclamò
Kotaro a distanza, mentre cercava di fermare l’emorragia sul
braccio, nel punto in cui il kunai si era conficcato. «Perché?!
Ha completato la missione!»
«Chiharu» disse Naruto,
senza guardare Kotaro. «Ti sei girata una volta, una sola
volta, a guardare in che condizioni erano i tuoi compagni?»
«Non è la nostra balia!»
protestò Hitoshi alzandosi in piedi, incurante del sangue che
colava lungo l’avambraccio e la mano. «Ha fatto quello che
doveva! Un ninja deve pensare prima alla missione, non può
stare dietro ai suoi compagni incompetenti! Un
ninja deve seguire le regole!»
Naruto abbassò le palpebre. «Un
ninja che non segue le regole è considerato feccia, ma un
ninja che non tiene da conto i propri compagni è feccia della
peggior specie» disse cupo. «Questo è uno degli
insegnamenti del quarto Hokage»
«Haru sapeva che stavamo bene!
Non c’era motivo perché si girasse!» insisté
Kotaro.
«E’ stupido buttarla fuori dal
gruppo solo per questo!» aggiunse Hitoshi con veemenza.
Naruto guardò Chiharu.
Lei non abbassò lo sguardo, né
mutò espressione. Lo shock si stava riassorbendo velocemente,
e, per assurdo, veniva sostituito da una calma innaturale e fin
troppo fredda.
Ero indecisa, vero?
«Da questo momento non sono più
un ninja» mormorò.
Ero indecisa…
«No!» urlarono
Kotaro e Hitoshi all’unisono. «Naruto, ripensaci!»
La spia socchiuse le palpebre,
studiando Haru. C’era qualcosa di strano in quella ragazzina,
qualcosa che forse non gli dispiaceva poi tanto.
«Non ho detto che devi smettere
di essere ninja» la corresse Naruto, piano. «Solo per un
certo periodo non farai più parte del…»
...Ora non più.
«No» lo interruppe lei,
abbassando di poco il capo ma senza smettere di fissarlo. «Da
questo momento non sono più un ninja.
E non lo sarò mai più»
Nel prossimo capitolo...
Prima di tutto doveva andare da
Kakashi.
Se voleva ratificare seduta stante le
sue dimissioni, doveva rivolgersi all’Hokage, prima che Naruto lo
incontrasse e gli rigirasse la frittata. Doveva mettere in chiaro le
cose, far capire che il suo non era un capriccio, e che non aveva più
la benché minima intenzione di continuare ad essere ninja.
Questo si poteva fare.
Poi, doveva annunciarlo alla sua
famiglia.
E questo era già più
difficile.
* * *
Spazio autore
Ehm, ehm. Diciamo che non mi esprimo.
Ho riletto questo capitolo prima di postare quello scorso, e poi non l'ho più riguardato,
non so se mi soddisfa, non so se avevo iniziato a impazzire a questo punto,
comunque le cose stanno così e così ve le prendete.
Ricordate che ero più giovane e più bimbaminkia!
Scusate per le risposte stringatissime, ma sono in ritardissimo con l'autobus!
E devo andare a lezione, sigh.
E... tanti auguri a me!
Oggi, 23 aprile 2008, compio 20 anni!
Ringrazio di cuore tutte le persone che mi hanno fatto gli auguri nel commento!
=^^=
sammy1987:
la metà di voi lettori vuole sapere qual è il segreto di
Sakura e cosa succederà alla cena, ma mi sa che la seconda
domanda resterà senza risposta, perché la cena
salterà di nuovo! XD Povera Sakura, non fa che programmarle, e
poi vanno a catafascio! Sulle tue opinioni riguardo a Sasuke non mi
esprimo, che è meglio! XD Kotaro, eh, riuscirà mai a
superare Hitoshi? O sarà sempre il personaggio sconfitto? Chi lo
sa? <3 Sai e Chiharu sono una "coppia" pressoché
incomprensibile anche per me. Però mi piace la loro
ambiguità, non ci posso fare niente. Ovvio, finché lei ha
13 anni accantonate i progetti di pedofilia, grazie. Uh, la faccenda
della segretaria di Gaara... chissà se la spiegherò entro
breve?
arwen5786: odi la segretaria di
Gaara, dunque? Uhuhuh... bene. Molto bene. Io sogghigno, ma si sa:
sogghigno sempre. Eh, sapevo che ti sarebbe piaciuto vedere così
tanto Sasuke! XD Tu, folle maniaca che non sei altro! Aha, siamo un po'
in ansia per il futuro di Chiharu, eh cami? Hitoshi o Kotaro? O cosa?
<3 Ricorda: mai, mai, mai dare nulla per scontato... Dopo il
ribaltamento di Sinners, puoi anche aspettarti dei morti. Un'altra alle
prese con la cena inesistente! XD Rinuncia all'idea di vedere Hinata e
Sakura a confronto, almeno per ora! Un bacio! E grazie per gli auguri!
<3
killkenny: oh, sei stato male? é_è mi spiace! Ma tanto non hai "perso" nulla di nuovo, tranquillo! XD
Hipatya: dai, Sasuke non lo
maltratto proprio tantissimo! XD Comunque ha una sua dignità e
una sua reputazione, su! Sono contenta che ti piaccia Hitoshi, ma
attenta: le sue fan sono inspiegabilmente (attratte da lui) ehm,
dicevo, inspiegabilmente aggressive nei confronti delle altre. Quindi
almeno prepara uno scudo, che non si sa mai! Però hai azzeccato
un lato di Chiharu che non tutti colgono: per lei Hitoshi e Kotaro sono
ragazzini. Se deve considerare "seriamente" qualcuno, verte su
personaggi come Sai! Ormai questa fic è un giallo! XD Fai bene a
non perderti particolari, perché tra poco scuoterò le
acque e tu ti scorderai delle faccende in sospeso... finché non
svelerò all'improvviso ogni segreto! <3 E' divertente! Prima
o poi mi farò un giretto nel tuo account e mi porterò in
pari con tutto!
muccina89: ohoh, ambisci alla
500esima recensione, eh? Buona fortuna allora! E noto una leggerissima
tendenza ad idolatrare gli Uchiha, sbaglio? XD Comunque, che tu
sia ShikaIno fan non mi disturba, visto che ultimamente sono mosca
grigia! Quindi va tutto bene! (normalmente, da una mosca nera avresti
sentito improperi o lacrime e suppliche)
fedecr90: uhm... tu sei un
narusaku fan, sì? XD E' per questo che gongoli quando vedi la
sasusaku traballare? (che poi non è che traballi proprio... XD)
bambi88: ehi, se vuoi parlare
dei Nara sei liberissima di farlo! XD Non mi spiace affatto, anzi! Dai,
i bacioni me li merito! ;_; Almeno al mio compleanno, su!
maninja87: uhm, in sintesi: il
sigillo di Sasuke tornerà nella storia. Grazie per i complimenti
sui mocciosi, sono sempre molto dubbiosa su quello che devono dire e su
come devono comportarsi, per fortuna sembra che le cose vadano bene! XD
Per Gaara dovrai aspettare ancora, ma non temere! Ogni nodo
verrà al pettine! Forse.
slice: prima di farmi regalare quello che voglio, vorrei sapere cos'è che voglio! XD
lale16: oh, ma nessuno sta minacciando Gaara. Si limitano a ricattarlo gentilmente, com'è giusto che sia! XD
rina: è incredibile,
riesci ad essere più entusiasta tu di tanti altri che leggono
per la prima volta! XD Sei una gran consolazione!
crilli: il problema
dell'età di Jin è una piaga comune! U_U Già altri
mi han detto "ma non potevi farlo un po' più grandicello?", e io
ho dovuto rispondere con un laconico "NO"! XD Quindi mettiti il cuore
in pace e lascialo stare così com'è! XD Uh, grazie per
gli auguri, faccio finta che tu ti sia decisa e me li abbia fatti in
anticipo! XD
Maobh: wow, quanti complimenti!
XD E grazie mille per gli auguri e per l'indirizzo! >_< Ci
sentiamo via mail non appena torno da questa stupida lezione di storia!
gracy110: Taira è stato
paragonato anche a Chad di Bleach, e la cosa incredibile è che
quando l'ho creato non leggevo né Bleach né fma! XD E
cosa pensa Haru dei compagni di squadra? Che sono esseri indegni di
considerazione, ovvio.
Gaachan: come hai visto per ora
Jin non sta andando ad ammazzare nessuno, ma potrebbe doverlo fare in
futuro e quindi fossi in te non abbasserei la guardia per quanto lo
riguarda! XD
yayachan: i regali li
vedrò stasera dopo la lezione e dopo la cena per le coinquiline!
@_@ Ma perché ogni volta che compio gli anni sgobbo il triplo
del solito?!
Ino_chan: uhm, di Bleach me ne
hanno parlato la prima volta quasi due anni fa! Anzi, più di due
anni fa! XD E sono orgogliosa di averlo seguito sin dal primo numero!
kage_naru89: anche io vado di fretta, quindi ti ringrazio tantissimo! >_< Un bacione!
lilithkyubi: alt! Sai non si
è preso una cotta per Chiharu! XD Lo capirai nel prossimo
capitolo, o in quelli un po' dopo, comunque resta un personaggio
ragionevolmente ambiguo! U_U sasuke e Sakura in fondo erano carini,
dai! XD Litigavano ma è il loro modo di dimostrare affetto! U_U
Ohh, mi è piaciuto molto l'accenno al manga, ai ragazzi che sono
sempre loro, quelli che conosciamo! *_* Per quanto riguarda Loria,
invece, non mi esprimo. U_U Uhuhuh...
Reina: sì, uhm, avevo
pensato di far comparire qualche ragazzina irritante, ma per il momento
non mi si incastra nelle vicende! Più avanti scoprirai che in
realtà ho già i miei assi nella manica, nel frattempo
preditela comoda! XD
SuperEllen: oh no, PER ORA non
succede niente di male a Jin! Devi aspettare qualche capitolo, credo!
XD Ti è piaciuto Hiashi?! XD Penso proprio che tu sia l'unica! E
stai tranquilla che Hitoshi ha i suoi bei talloni di achille, non
è mica perfettino come si vede! U_U
Aya
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Capitolo 18 *** La scelta di Chiharu ***
Naruto2-18
La scelta di Chiharu
- Diciotto -
Esistono mille modi per ferire una
persona.
Si può lasciarla, oppure starle
accanto fino all’esasperazione.
Si può toglierle il saluto,
oppure insultarla.
Si può dirle ciò che si
pensa di lei, o esserle indifferenti.
E poi, si può darle ciò
che vuole.
E farle scoprire che è ciò
che non vuole.
Esistono mille modi per ferire una
persona.
Ma forse quella che fa più male
è la ferita che non puoi evitare, quella che scopri soltanto
dopo che viene inferta.
E Chiharu voleva fare del male. Lo
voleva come non aveva mai voluto altro nella sua vita.
Non le interessava essere o non essere
ninja, non le interessava essere o non essere nel gruppo sette, non
le interessava nemmeno sapere cosa ne pensassero Kotaro e Hitoshi.
A lei interessava ferire Naruto.
E con lui tutte le persone che non la
giudicavano adatta ad essere una kunoichi e che avevano sempre
qualcosa da criticare.
Visto? Vi ho accontentati. E ora
vediamo come ve la cavate senza di me…
Non era una stupida, Chiharu.
Sapeva che nessuno sarebbe morto solo
perché lei non era più ninja. Sapeva di non essere
straordinaria in rapporto agli altri ninja del villaggio. Ma sapeva
anche di avere un cervello maledettamente buono. Sapeva che con il
tempo, anche se non sarebbe diventata la ninja più forte del
villaggio, comunque sarebbe stata un valido contributo.
E con una guerra alle porte, ogni
contributo era indispensabile.
E ora vediamo come ve la cavate
senza di me…
«Sei impazzita?!» scattò
Kotaro, afferrandola per una spalla e facendola voltare bruscamente.
«Non puoi smettere di essere
ninja!»
Lei allontanò la sua mano e gli
lanciò uno sguardo aspro. «Perché no?»
chiese. «Da quando si ha diritto di esistere solo come ninja?»
«Tu sei nata per essere
ninja!» ribatté lui, allibito.
Haru scoppiò in una risata
amara.
«Nessuno nasce per essere
qualcosa» sibilò. «Ciascuno nasce e poi
diventa qualcosa. Non fare il bambino»
«Sei tu che stai facendo la
bambina!» sbottò Hitoshi affiancandosi a Kotaro. «Il
tuo è soltanto uno stupido capriccio!»
Chiharu gli scoccò un’occhiata
irritata.
«Ti sei sentita offesa perché
Naruto ti ha buttato fuori, e allora te ne esci con quest’assurdità!»
continuò l’Uchiha, furioso, con un unico pensiero in testa:
Haru non poteva smettere di essere nel loro gruppo! Non poteva
smettere di essere ninja! Era inconcepibile.
Ma per quanto le sue intenzioni fossero
le più nobili, lui con le persone non sapeva proprio trattare.
«Chiamalo capriccio, chiamalo
decisione...» mormorò Haru, mentre i suoi occhi si
assottigliavano lentamente. «Ma non cambierà! Proprio
tu vieni a farmi la predica? Tu che vuoi essere il primo da sempre?
Se io sparissi ne saresti soltanto felice, tu e la tua stupida boria,
tu e il tuo inutile cognome, e soprattutto tu e la tua maledetta
ipocrisia!»
Hitoshi arrossì, punto sul vivo.
Ma come? Lui si preoccupava per lei, e
lei lo insultava?
Fece per ribattere qualcosa, ma fu
preceduto da un’altra voce.
«Chiharu» chiamò
Naruto, sforzandosi di mantenere un tono moderato.
Lei non si girò. Si limitò
ad abbassare lo sguardo, in ascolto.
«Ripensaci»
Se Haru si fosse voltata, lo avrebbe
visto con un’espressione inedita per molti: amarezza.
Non era stata sua intenzione spingerla
in quella direzione, voleva solo evitare che costituisse un pericolo
per sé e per gli altri. Chiharu era un ottimo ninja, con il
tempo sarebbe diventata una delle colonne portanti del villaggio; non
poteva mollare tutto e compromettere una vita intera. Non per
uno stupido errore del suo maestro.
«Stai dicendo che hai commesso un
errore di valutazione?» chiese lei, ricalcando
involontariamente i suoi pensieri. «Che mi rivuoi nel gruppo,
che non potete fare a meno di me?» sotto l’asprezza, il
sarcasmo era tagliente quanto la lama di un kunai.
Naruto non rispose.
«Ma certo che no» rise lei,
di una risata amara e spezzata. Gli rivolse a malapena un’occhiata
da sopra la spalla, rancorosa. «Tu mi hai appena buttata fuori»
sibilò. «Significa che non mi ritieni un buon ninja. Le
cose non cambieranno con il tempo. Com’è che mi hai
definita? Feccia. Bene. Se sono feccia, perché
dovrei continuare ad essere ninja? Danneggerei l’intero villaggio,
no?»
«Non ho mai detto che tu sia
feccia…» tentò di ribattere Naruto.
«Allora non ti ascolti quando
parli!» abbaiò Haru, voltandosi a fronteggiarlo. «Non
puoi dirmi ‘ti sbatto fuori dal gruppo ma sei un buon ninja’! Non
esiste! Tu mi hai portato a questo, tu, il tuo amico
Kazekage e anche il sesto Hokage! Nessuno di voi pensa che io sia un
buon ninja, perché dovrei accontentarmi di essere un ninja
mediocre?!»
«Nessuno ha mai detto che non sei
un buon ninja!» protestò Naruto alzando la voce.
«E nessuno ha mai detto che sei
la barzelletta del villaggio» ringhiò Chiharu. «Nessuno
te lo ha mai detto in faccia. Ma tutti lo pensano, tutti lo
dicono e tutti lo sanno!»
«Adesso stai diventando
ridicola!»
Negli occhi di Haru passò un
lampo d’ira.
La spia della Roccia lo vide, e un
sorriso gli sfiorò le labbra, arricciando appena gli angoli
della sua bocca.
«Stai zitto!»
Un grido di ragazzina.
Qualcosa che si sente nei parchi, di
pomeriggio.
E poi un rombo.
La terra tremò, si spaccò
sotto i piedi di Chiharu. La polvere si sollevò in aria,
densa, e Naruto perse l’equilibrio e la presa sul braccio del suo
prigioniero. Kotaro urlò, cadendo in una spaccatura profonda
mezzo metro. Hitoshi, accanto a lui, ondeggiò pericolosamente
sull’orlo della buca, ma riuscì miracolosamente a mantenersi
in piedi. Tutt’attorno il legno delle piante crepitava, le radici
gemevano piegandosi e spaccandosi, e le foglie piovevano mescolandosi
alla polvere, come piume nella nebbia.
«Chiharu, basta!» gridò
Naruto cercando di rialzarsi.
Così com’era iniziato, tutto
finì all’improvviso.
La terra smise di tremare, il legno
smise di gemere, le fronde si scossero un istante più a lungo
e le ultime foglie si posarono lente a terra. La polvere rimase
sospesa nell’aria per un attimo, come indecisa, e poi iniziò
a scendere in volute scure e pesanti.
Haru si trovò in piedi
sull’unica zona integra di terreno. Ansante, con i capelli
scompigliati e lunghe ciocche corvine sparse sul volto, non staccò
gli occhi da quelli di Naruto neanche per un secondo.
«Sono forte» disse tra i
denti. «E ora vediamo come ve la cavate senza di me… Io mollo
tutto»
«Haru, no!» gridò
Kotaro un’ultima volta, issandosi fuori dalla cavità in cui
era caduto.
Ma lei già si stava allontanando
verso il villaggio, a passo pesante. Lui cercò di inseguirla,
e una mano si posò sulla sua spalla, trattenendolo.
«Non puoi fermarla» disse
la voce di Naruto, cupa.
Con sguardo turbato fissò la
schiena di Chiharu che rimpiccioliva in lontananza, e un vecchio
dolore tornò a rodere leggero dentro di lui.
«Ma devo provarci!»
insisté Kotaro. «Devo provarci!»
Naruto allentò appena la
stretta.
Anni e anni prima, ricordava due scene
simili.
Il fratello a lungo cercato che lo
abbandonava e tradiva tutto ciò in cui entrambi credevano, e
la ragazza che amava che lo lasciava, dopo aver tradito non un
ideale, ma lui stesso in prima persona.
Come allora, di nuovo si allontanava
chi lui aveva più a cuore.
Rafforzò la stretta.
«Lasciala sbollire. Lascia
passare qualche giorno, poi torna a parlarle» consigliò,
ricacciando indietro i pensieri più cupi. «Se lo facessi
ora, peggioreresti solo le cose»
Perché adesso, in fondo, la
situazione era diversa.
Haru non si stava allontanando dal
villaggio, da tutto ciò che esso rappresentava e dalla sua
vita, né stava troncando per sempre un certo tipo di rapporto.
Non aveva tradito Konoha, non l’aveva abbandonata per unirsi a un
altro paese. Non era un addio.
Chiharu si era limitata a farsi da
parte, rinchiudendosi nel suo angolo di frustrazione solitaria,
probabilmente in attesa di qualcuno che la implorasse di riunirsi al
suo gruppo.
E Naruto voleva credere che avrebbe
capito da sola. Che sarebbe tornata prima e più semplicemente
di quanto aveva fatto Sasuke, che non sarebbe stata come Sakura, che
tutto si sarebbe sistemato in qualche modo.
Ne era davvero convinto.
Una blanda illusione… destinata a
svanire nella consapevolezza che lei non era mai stata ‘una di
loro’.
Ma lo avrebbe scoperto soltanto anni
dopo, in un’alba grigia e rosa, l’alba di un giorno radioso e
immensamente triste.
Kotaro chinò la testa, mentre
gli occhi grandi e rotondi si offuscavano di lacrime. Si passò
un braccio sul viso, stringendo i denti.
“Non doveva andare così!”
Hitoshi, più in là,
rimase a fissare la schiena di Haru finché non fu scomparsa
tra gli alberi.
E scoprì che si sentiva vuoto.
Ora capiva cosa voleva dire essere
traditi. Perché lei, e questa era la sua
verità, li aveva traditi tutti.
Hitoshi aveva dodici anni, e una vita
di una semplicità disarmante alle spalle. Nessuno si era mai
allontanato, nessuno aveva mai litigato seriamente con lui. Era la
prima volta che sentiva aleggiare la possibilità che ciò
che accadeva fosse definitivo, e la cosa lo spaventava.
Senza contare che Haru era quella più
intelligente tra loro, quella su cui erano certi di poter fare
affidamento nelle situazioni di emergenza. Lasciandoli, era come se
avesse espresso chiaramente il desiderio che finissero male.
“E ora vediamo come ve la cavate
senza di me”, aveva detto.
E Hitoshi non lo avrebbe dimenticato.
Strinse i pugni.
“Lo vedrai” pensò,
mordendosi il labbro inferiore. “Lo vedrai… e quando sarò
abbastanza forte, ti riporterò indietro, che tu lo voglia o
no”
Si girò, guardò Naruto,
guardò Kotaro che piangeva in silenzio. Guardò ancora
Naruto. Abbassò le palpebre.
«La spia è scappata»
realizzò, mentre la rabbia e il senso di sconfitta si
contendevano l’ultimo brandello lasciato libero dalla delusione.
«Lo so» mormorò
Naruto, con un’occhiata distratta al punto in cui per l’ultima
volta aveva stretto il braccio del ninja della Roccia. La spia era
scappata quando Chiharu aveva perso il controllo, scivolando dalla
sua stretta. Indirettamente, qualcuno avrebbe potuto accusarla di
qualcosa.
«Adesso torniamo al villaggio»
disse a bassa voce. «E se vi chiedono cosa è successo,
limitatevi a dire che la missione è fallita. Se vogliono
sapere di Chiharu, rispondete di rivolgersi a lei»
Hitoshi e Kotaro annuirono, l’ultimo
tirando su con il naso.
«Forza, andiamo» disse
Naruto, e posò una mano sulla schiena del piccolo Lee.
Soltanto mentre si allontanavano, si
levò il primo cinguettio nel tratto di foresta che fino ad
allora era rimasto immerso in un attonito silenzio.
Tra le fronde più alte, la spia
guardò in basso.
Eccola lì, giovane e ambiziosa.
La kunoichi che aveva causato tutto quel trambusto tornava al
villaggio a passo spedito, guardando dritto avanti a sé.
Non piangeva. Non digrignava i denti.
Impassibile, fredda. Quasi come una regina, pensò.
Gli piaceva. Lo eccitava.
La spia sorrise, mentre lei scompariva
nell’oscurità più avanti.
Era riuscito a scappare grazie al suo
aiuto, anche se involontario. Avrebbe dovuto ricambiare in qualche
modo, no?
Abbassò le palpebre sugli occhi
grigio-verdi, e rifletté per meno di un istante.
“Cresci bene” pensò a quel
punto, con un brillio nello sguardo. “E tra qualche anno tornerò
con una proposta. Vedi di non deludermi”
Poi sparì nel folto.
E la foresta non lo rivide se non anni
dopo, come aveva promesso.
Prima di tutto doveva andare da
Kakashi.
Se voleva ratificare seduta stante le
sue dimissioni, doveva rivolgersi all’Hokage, prima che Naruto lo
incontrasse e gli rigirasse la frittata. Doveva mettere in chiaro le
cose, far capire che il suo non era un capriccio, e che non aveva più
la benché minima intenzione di continuare ad essere ninja.
Questo si poteva fare.
Poi, doveva annunciarlo alla sua
famiglia.
E questo era già più
difficile.
In effetti avrebbe potuto rimandare, e
aspettare un momento in cui sua madre era particolarmente di buon
umore; ma non si sarebbe sentita a posto con la sua coscienza. Le
sarebbe sembrato di non essere più sicura della sua scelta, di
rimandarne l’accettazione a più tardi, mentre lei sapeva
esattamente cosa voleva.
Dunque, subito dopo Kakashi, veniva per
forza la sua famiglia.
Altro tassello sistemato.
Era sorprendente quanto si sentisse
calma ora. Fino a dieci minuti prima era così fuori di sé
dalla rabbia che aveva inavvertitamente lasciato esplodere il proprio
chakra, lo aveva sentito fluire e farsi spazio tra le radici e le
rocce, allargare i passaggi scavati dagli animali, insinuarsi nelle
fenditure più piccole e sconvolgere tutta la trama del
sottobosco. E adesso, invece, pianificava il suo immediato futuro con
una lucidità impressionante.
Camminava sicura, un passo avanti
all’altro, le braccia lungo i fianchi e gli occhi puntati dritti
sulla strada che percorreva. Aveva anche messo ordine nei capelli.
Eppure, anche se non se ne rendeva
conto, si concentrava minuziosamente sul futuro per non pensare
all’enormità di ciò che aveva fatto nell’immediato
passato.
Le persone che incrociò le
rivolsero sorrisi fiduciosi, probabilmente guardando il suo
coprifronte e fraintendendo la sua espressione determinata, e solo
allora Chiharu ricordò di avere ancora il simbolo della Foglia
sopra gli occhi.
Fu il suo ultimo istante di rabbia: lo
strappò via con un gesto secco, e lo strinse tra le dita.
Per una volta Kakashi leggeva con
attenzione un dispaccio, e non l’ultimo libro della serie della
Pomiciata. Sulla carta ruvida erano scritte le ultime notizie dal
fronte della Roccia, e non erano affatto confortanti: sembrava che
l’esercito si stesse mobilitando in grande stile; avevano
addirittura richiamato la prima divisione, l’élite, e questo
non era certamente un buon segno.
Il sesto Hokage sospirò,
lasciando ricadere il foglio con espressione greve. Spostò lo
sguardo su un altro messaggio, lì accanto, posato sopra la sua
copia chiusa dell’Antologia della Pomiciata, e si incupì
ulteriormente.
Quello arrivava dalla Sabbia: Gaara non
sarebbe stato disponibile.
Diceva che una tempesta di sabbia aveva
devastato il villaggio, e che c’erano stati parecchi feriti, danni
ingenti… insomma, per almeno un mese non avrebbe avuto uomini da
inviargli.
Anche il clima si metteva contro di
loro, adesso. Qualcuno avrebbe pensato che quella serie di
incredibili coincidenze fosse un segno divino, ma lui credeva solo
alla sfiga, se proprio doveva credere a qualcosa. E in ogni caso,
aveva un’arma segreta che avrebbe potuto sistemare tutto.
Finché quell’arma fosse
rimasta al suo fianco, nulla avrebbe potuto impensierirlo.
Qualcuno bussò alla sua porta,
facendogli alzare la testa.
«Sì?» disse, facendo
scivolare in un cassetto l’Antologia della Pomiciata e i messaggi
dalla Sabbia e dalla Roccia.
Dall’ ingresso entrò, a
sorpresa, Chiharu. E Kakashi, vedendo la sua fronte nuda, capì
che i suoi guai non erano che all’inizio. Sospirò.
«Siediti» mormorò
accennando alla sedia davanti alla scrivania, ma Haru si fermò
qualche passo indietro, rigida.
«No, grazie» disse senza
vacillare. «In realtà è una cosa brevissima»
Il sesto Hokage la fissò per
qualche minuto senza che nessuno dei due aprisse bocca.
«Non vuoi parlarne?» le
chiese poi, ma nei suoi occhi leggeva già la risposta.
«No. Non ho nulla da dire»
Chiharu si fece avanti fino a raggiungere la scrivania, e posò
il suo coprifronte impolverato sul piano lucido di mogano. «Rassegno
le mie dimissioni» scandì piano, fissando Kakashi negli
occhi come per essere certa che lui sentisse. «Consegno il
coprifronte, e chiedo che il mio nome venga cancellato dai registri»
«Non è così
semplice» ribatté l’Hokage, sospirando. «Un
ninja non può semplicemente smettere di lavorare, ci sono
delle procedure, dei giuramenti, dei contratti…»
«Quando vuole»lo interruppe
Haru, senza scomporsi. «D’ora in poi avrò un sacco di
tempo libero, mi faccia chiamare quando più le fa comodo»
Lui la guardò di nuovo.
«Ne sei proprio sicura?»
chiese, e la sua non era la domanda di un amico di famiglia, non era
un affettuoso tentativo di farle capire il suo errore: era una
domanda ufficiale presentata da un Hokage volutamente freddo. Forse
se l’avesse messa giù in quei termini, se le avesse fatto
sentire sulla sua pelle cosa voleva dire prendere una decisione
ufficiale, ci avrebbe ripensato.
Di fronte a quella richiesta, di fronte
a quel tono, Chiharu esitò per una frazione di secondo.
Ma poi strinse un pugno, e il dolore
delle unghie che incidevano la pelle la riportò alla realtà.
«Cerchi di sbrigare le pratiche
il prima possibile» disse, con più acredine di quanto
fosse nelle sue intenzioni, e si inchinò, a significare che
per quanto la riguardava l’incontro era concluso.
«Ci vorrà del tempo»
mormorò Kakashi, guardando con rassegnazione la sua testa
piegata. «Come ben sai, questo non sarà un periodo
facile, e probabilmente non sarò nemmeno qui»
Haru si morse appena il labbro.
Avrebbe preferito che la cosa
diventasse subito ufficiale. Anche se non lo avrebbe mai ammesso, un
po’ aveva paura dei ripensamenti.
«Va bene» si costrinse a
dire, rialzando il capo. «Posso andare?»
Il sesto Hokage sospirò, e
chiuse gli occhi. «Sì, puoi andare»
Mentre Haru usciva, il suo coprifronte
restò inerte sul ripiano lucido della scrivania. Il simbolo
della Foglia, di solito tanto pulito da sembrare uno specchio, era
offuscato dalla polvere.
Pausa caffè. Il momento della
giornata preferito da Shikamaru, quello in cui poteva stravaccarsi
sulle poltroncine del corridoio e fissare il soffitto per ben
quindici minuti, anche se il caffé non lo toccava nemmeno.
Da tempo era impiegato negli uffici
militari, come stratega. Con la guerra alle porte la mole di lavoro
era aumentata in maniera esponenziale, e tra piani d’attacco, di
difesa, ipotesi, probabilità, stime, aveva la testa come un
pallone. Per coronare il tutto, solitamente arrivava a casa e doveva
sorbirsi mezzora di lamentele da parte di Temari su Chiharu.
Che poi lui non trovava alcun problema
nella figlia: sì, era un po’ svogliata, un po’ distaccata,
un po’ irrispettosa; ma era anche una tredicenne. Tutti i ragazzi
attorno a quell’età erano così. Lui era così
ancora adesso, per esempio.
E poi era una kunoichi.
Finché restava tale, voleva dire
che andava tutto bene: aveva regole da seguire, disciplina, missioni…
Si sarebbe controllata, o qualcuno l’avrebbe fatto per lei. Lui e
Temari avrebbero dovuto iniziare a preoccuparsi solo nel momento in
cui Chiharu avesse deciso di mollare tutto, ma per come la vedeva
Shikamaru quel momento poteva anche non arrivare mai.
All’improvviso un ombra andò a
nascondere il soffitto, e una cascata di capelli corvini raccolti in
una coda gli solleticò il naso.
«Ciao ‘pà» disse
Chiharu, scostandosi prudentemente mentre Shikamaru starnutiva.
«Haru?» fece lui tirando su
con il naso. «Che ci fai qui? Già finita la missione?»
«Mm, sì» lei si
strinse nelle spalle, con aria vaga. «Senti, oggi a che ora
finisci?»
Lui la fissò. Dagli occhi spostò
lo sguardo più su, verso la fronte nuda, e si accigliò.
«Dov’è il tuo
coprifronte?» chiese.
Lei non rispose. E il silenzio si
dilatò per un lungo istante tra i due, impregnando lentamente
l’aria.
Lui e Temari avrebbero dovuto
iniziare a preoccuparsi solo nel momento in cui Chiharu avesse deciso
di mollare tutto, ma per come la vedeva Shikamaru quel momento poteva
anche non arrivare mai.
Col cavolo.
Shikamaru si passò una mano
sugli occhi.
«Ti servo a casa per tua madre,
eh?» chiese con un sospiro profondo.
Haru annuì.
«E va bene» cedette lui.
«Immagino che comunque non ci sia nulla che possiamo dire per
farti cambiare idea, giusto? Sei già stata da Kakashi?»
«Ho fatto tutto quello che
dovevo, papà» ribatté Chiharu con una certa
rigidità.
Shikamaru sbuffò.
Stupido Kakashi: invece di accettare le
sue dimissioni avrebbe dovuto farle un discorsetto sul genere di
quello che avevano fatto a lui anni prima.
Comunque, se conosceva un po’ il
sesto Hokage, non c’era ancora nulla di definitivo: tutto poteva
ancora cambiare, con un po’ di tempo a disposizione; e lui poteva
cercare qualcuno che avesse su Chiharu l’effetto che a suo tempo
avevano avuto Temari, Shikaku e il quinto Hokage.
«Torno per cena» disse alla
figlia. «Tu fatti un giro fino ad allora. Tieni, mangia fuori»
le tese qualche banconota, che lei intascò senza commentare, e
poi le posò una mano sulla testa.
«Tua madre non è poi male
come sembra» borbottò.
Lei si sforzò di sorridere
sarcastica. «Vuoi dire che è peggio?»
«Vai, prima di farmi dire cose di
cui potrei pentirmi, o peggio, di cui lei potrebbe farmi
pentire»
Fu un pomeriggio strano per Chiharu,
dominato dall’ansia e dal disperato tentativo di ignorare la
presente situazione, evitando ovviamente di soffermarsi su quel che
era riuscita a combinare in sì e no quaranta minuti.
Passò almeno quattro ore a
guardare le nuvole, trovando somiglianze più o meno con ogni
volto che le venisse in mente, poi gironzolò senza meta,
dondolò sulle altalene, spaventò i bambini al parco,
diede la scalata all’albero accanto alla giostra e si trovò
persino a disegnare cerchi nella sabbia. Ma quando quell’immagine
le portò alla mente lo schema che Naruto aveva fatto per
spiegare il chakra elementale, li cancellò subito.
Alla fine, quasi per miracolo, arrivò
il tramonto; e con lui l’ora di cena.
Chiharu fissò il sole morente
con una strana determinazione negli occhi. Era giunto il momento.
Si incamminò verso casa, le
labbra serrate e i battiti del cuore accelerati.
Poteva dire razionalmente di odiare sua
madre.
Perché? Perché era troppo
testarda, troppo arrogante, troppo diretta, troppo pretenziosa. Anche
quando Haru eccelleva all’Accademia, lei trovava qualcosa da ridire
su ciò che faceva, e in generale sulla sua persona.
Chiharu poi si era convinta di essere
una bambina indesiderata, uno dei tanti incidenti di percorso che
capitano agli incauti; ma mentre Shikamaru aveva accettato la sua
esistenza con un sospiro, come accettava ogni cosa, Temari l’aveva
sempre presa come un’offesa personale, lo sfacciato tentativo del
destino di metterle i bastoni tra le ruote. E Haru, nel momento in
cui l’aveva capito, aveva deciso di ricambiarla con la stessa
intolleranza.
Ora però le sembrava di essere
stata stupida. Se avesse coltivato i rapporti con sua madre, forse
dirle che smetteva di essere ninja sarebbe stato meno, ehm,
turbolento.
Sapeva di essere nata prima del
matrimonio tra i suoi genitori, e immaginava che Temari avesse dovuto
interrompere bruscamente la sua carriera alla Sabbia nel momento in
cui aveva scoperto di essere incinta. Dal momento che un ninja non
può passare da un Paese all’altro e pretendere di continuare
il suo lavoro, deduceva che sua madre aveva cambiato completamente
vita a causa sua, e probabilmente in peggio, considerata la frequenza
dei litigi e delle sue lamentele di casalinga disperata. Il che
l’aveva portata a credere che Temari considerasse ovvio e
necessario che Chiharu riprendesse il filo da dove lei l’aveva
lasciato, trasformandosi nella kunoichi perfetta.
Ora, comunicare all’adorabile madre
che non aveva alcuna intenzione di seguire le sue orme e completare
il suo karma poteva rivelarsi leggermente rischioso: Temari aveva
smesso di andare in missione, sì, ma ciò non voleva
dire che si fosse anche indebolita, nel frattempo. Haru ricordava
certi scapaccioni da bambina che ancora tornavano nei suoi incubi
notturni.
Per fortuna aveva avuto la brillante
pensata di aspettare suo padre, e, anche se provava un po’ di
rimorso al pensiero, sperava che le ire materne si sarebbero
concentrate su di lui e sul suo snaturato metodo educativo – che
poi Haru aveva sempre adorato.
Raggiunse l’ingresso di casa ed
esitò.
Shikamaru era già arrivato?
Doveva aspettarlo? Se fosse entrata e lui non fosse stato lì?
Meglio non rischiare.
Si sedette accanto alla porta,
raccogliendo le ginocchia contro il petto, e aspettò.
Aveva passato tutto il pomeriggio a
cercare di non pensare a ciò che aveva fatto e a ciò
che avrebbe comportato, e ci era riuscita benissimo. Fino a quel
momento.
Ora una morsa le strinse improvvisa lo
stomaco, e una voce irritante le urlò nel cervello che era una
stupida. Le urlò che essere ninja era tutto ciò che
aveva sempre voluto, che quando aveva due anni non faceva che
ripetere a sua madre ‘sarò come te’, che quando aveva
ricevuto il coprifronte aveva ostentato indifferenza, ma in realtà
era stato il giorno più bello della sua vita. E che smettendo
di essere ninja avrebbe smesso di contare davvero qualcosa.
“Col cavolo!” pensò
rabbiosa. “Al mondo non esistono solo i ninja! E neanche al
villaggio! Troverò qualcos’altro da fare, dimostrerò
a tutti che posso cavarmela benissimo da sola!”
A interrompere la brusca svolta presa
dai suoi pensieri comparve l’ombra di Shikamaru, che si delineò
davanti ai suoi piedi netta e scura nella luce del tramonto.
«Meno male che non sei ancora
dentro» le disse, mentre lei alzava lo sguardo. «Come
va?»
«Bene» Haru si rialzò,
fingendo indifferenza, ma si rese conto di essere leggermente
impallidita. «Andiamo?»
«Suppongo di sì»
borbottò Shikamaru, per niente entusiasta. Aveva pregato che
in quelle quattro ore sua figlia rinsavisse, ma i geni cocciuti di
Temari erano troppo forti.
Entrarono in casa assieme, in silenzio,
e ad accoglierli trovarono il profumo della cena che cuoceva sul
fuoco.
Sentendo la porta aprirsi e chiudersi,
Temari comparve in corridoio con un grembiule legato in vita e,
anziché il classico mestolo di ogni massaia, un coltello lungo
trenta centimetri e spesso cinque.
«Dove eravate finiti?» li
apostrofò al volo, seccata. «Ancora due minuti e mi
bruciava tutto!»
«Scusa» brontolò
Shikamaru, sbuffando piano.
Ahi, non iniziavano bene.
«Muovetevi, andate a lavarvi le
mani e sedetevi» ordinò Temari sbrigativa, e scomparve
di nuovo in cucina.
Shikamaru fece un cenno a Chiharu, e
insieme obbedirono all’ordine.
Quando si sedettero a tavola, entrambi
rigidi, calò il silenzio.
«Perché non mangiate?»
chiese Temari guardandoli di sottecchi. «C’è qualche
problema?»
Chiharu scambiò un’occhiata
con suo padre, che sospirò e la fissò.
«Tocca a te» le disse con
uno sguardo significativo, e lei capì che lui voleva si
prendesse le sue responsabilità.
Deglutì e intrecciò le
mani sul tavolo. Sollevò gli occhi neri e fissò sua
madre nelle iridi grigio-verdi, senza lasciarsi smontare dal suo tono
già di rimprovero.
«Oggi ho rassegnato le mie
dimissioni a Kakashi» annunciò, e la sua voce sembrò
rimbombare per tutta la cucina. «Non sono più ninja»
Silenzio di tomba.
Temari la guardò come avrebbe
guardato un alieno, le bacchette ancora a mezz’aria e un pezzo di
carne stretto tra di esse.
«Tu cosa?» fu ciò
che alitò dopo un tempo che parve infinito, e
contemporaneamente le bacchette si frantumarono tra le sue dita.
Haru si fece piccola sulla sedia,
improvvisamente poco sicura di avere avuto una grande idea a dare le
dimissioni, e cercò di sparire incassando la testa tra le
spalle e scivolando sotto il tavolo.
Anche Shikamaru sembrò avere la
stessa intenzione, ma la sua adorabile moglie lo catturò prima
che potesse proteggersi a sufficienza.
«Questo è il risultato
della tua disgraziata educazione!» ruggì puntandogli
contro un dito. «L’ho sempre detto che non eri abbastanza
severo, che le lasciavi troppo libertà! E guarda cosa è
successo! Scommetto anche che tu c’entri qualcosa! Cosa mi è
saltato in mente il giorno in cui ti ho sposata?!»
Guardando suo padre, Chiharu si sentì
un verme.
Ma, dopotutto, in effetti era
colpa di Shikamaru se lei era nata, almeno per il cinquanta percento.
Solo che avrebbe preferito non vedere quella scena.
Come una manna dal cielo, il campanello
dell’ingresso suonò, offrendole una via di fuga.
Haru schizzò giù dalla
sedia prima che sua madre potesse inchiodarcela, e, mentre la voce di
Temari riecheggiava tra le pareti della cucina, corse all’ingresso
ringraziando mentalmente chiunque fosse stato oltre la porta, anche
un venditore ambulante, nel caso.
Aprì, piena di fiducia e
sollievo, e si trovò davanti un Kotaro dall’espressione più
che determinata.
«Tu che ci fai qui?» chiese
basita.
«Senti!» iniziò lui
stringendo il pugno, come se fosse stato in procinto di sfidarla
all’ultimo sangue. «Non puoi smettere di essere ninja!»
esclamò convintissimo.
Chiharu chiuse gli occhi, e una vena
pulsò sulla sua fronte.
Ecco, ci mancava solo quello: già
si sentiva in colpa per suo padre, ora Kotaro voleva anche metterle
addosso il rimorso! E poi? Sarebbero arrivati Sai e Hitoshi a girare
il coltello nella piaga?
«Non ti sembra di arrivare un po’
tardi?» sbottò acida. «Ormai ho fatto tutto, non
seccarmi!»
E gli sbatté la porta in faccia.
Kotaro, all’esterno, si sentì
come se qualcuno gli avesse rovesciato un secchio d’acqua in testa.
Raggelato, fissò davanti a sé
con gli occhi rotondi spalancati, e una folata di vento gli
scompigliò i capelli lisci, beffarda, insinuandosi sotto la
maglietta.
Il genin si voltò lentamente,
allontanandosi di qualche passo, e solo allora crollò la
testa, il mento contro il petto, pericolosamente vicino alle lacrime.
“Naruto aveva detto di lasciarla
sbollire” pensò sconsolato. “Aveva detto che dovevo
lasciarle tempo! Ma secondo lei ho parlato troppo tardi!
Maledizione! Possibile che non scelgo mai l’opzione giusta?!”
Nel prossimo capitolo...
«Ah. Quindi tu dici che se
convincessi Jiraya a parlarle, forse potrebbe cambiare idea?»
«E che ne so? Te l’ho detto,
aveva la mania dei ninja supremi attorno agli otto anni, adesso non
ho idea di cosa le piaccia e cosa no»
«Mm, in ogni caso è tutto
ciò che abbiamo, giusto?» chiese Naruto dopo una piccola
riflessione.
Shikamaru si strinse nelle spalle. «Se
vuoi a tutti i costi che torni ad essere ninja…»
«Io non voglio che torni ad
essere ninja a tutti i costi» puntualizzò Naruto
risentito. «Voglio soltanto che si chieda se la sua decisione è
una decisione giusta, o se non è stata un tantino influenzata
dal momento particolare!»
* * *
Spazio autore
Sarà che sono piuttosto nervosa oggi, ma leggevo il capitolo come se non sapessi come andava avanti.
Ed è stato... stranissimo.
Per la prima volta credo di aver capito com'è che lo leggete
voi, e confesso che è molto più bello così che nel
mio solito modo! XD
Comunque, ho qualcosa come un'ora e mezza per aggiornare, quindi vi lascio e vado a rispondere ai vostri commenti.
Nel prossimo capitolo, il segreto di Sakura e Jiraya!
Di nuovo, grazie mille a tutti per gli auguri! ^^
NOTA BENE: la spia di questi ultimi due capitoli non è l'ombra che avete visto aggirarsi furtiva!
Questa la conoscevano già da un po', e la tenevano pure d'occhio. E' un caso che abbiano deciso di prenderla ora.
Un appello.
Qualche tempo fa in una recensione mi avevano detto che c'era un compleanno attorno al 4 o 5 maggio.
Ho riletto le recensioni, ma non trovo più quella!
E quindi chiedo alla persona in questione di riscrivermelo nel commento a questo capitolo, insieme alla richiesta per la shot!
Grazie in anticipo, e chiedo perdono! ç_ç
Yume_Tsuki: grazie
mille per gli auguri! E non preoccuparti se qualche volta non riesci a
commentare, lungi da me l'idea di offendermi! Per quanto la storia sia
imprevedibile, comunque - anche se a me non sembra, ma va beh! XD -
rilassati: è già tutto pronto, esiste un finale ed
è pure più o meno logico! XD
rina: 25 anni non sono tanti,
tranquilla! E' solo che affronto il trauma di scrivere 2 come prima
cifra della mia età, cosa che non mi succedeva da diciotto anni,
e la cosa spiazza sempre un po'!
Izayoi007: Maura! Quanto tempo,
è vero! ^^ Mi fa davvero piacere risentirti, anche se immagino
che la scuola sia una bella botta - ehm, ehm, Susi, ignora l'esame di
TTCM che si avvicina... - Oh, finalmente qualcuno che resta
indifferente di fronte a Hitoshi! Di solito lo si ama o lo si odia, sei
una bestia rara! XD Per quanto riguarda Naruto, personalmente non
ritengo che al momento sia
abbastanza sotto pressione da liberare Kyuubi, quindi mettiti il cuore
in pace! E Chiharu... sì, è una gran testa di bip, si sa
- quindi l'adoro! <3
bambi88: io
dovrei essere in visibilio per il mio compleanno, e soprattutto per i
meravigliosi regali che mi avete fatto arrivare! *_* Davvero, sono
ancora tutta emozionata! E molto nera, grazie a te. U_U - siine
orgogliosa!
fedecr90: beh, Kakashi manda in
missione tutti i jonin che ha, ovvio, ma se i tre mocciosi possono
effettivamente aiutare, spedisce pure loro! Oh, ma certo che ho letto
la recensione di Sinners! E mi inchino e ti ringrazio davvero tanto!
Così come ti ringrazio per gli auguri! Sempre gentilissimo! ^^
arwen5786: il fascino di Sai
sta proprio nella sua ambiguità. Non si capisce mai cosa pensa,
e per Haru una persona del genere è infinitamente attraente.
Hitoshi e Kotaro sono fin troppo prevedibili, praticamente non
c'è gusto ad avere a che fare con loro! Per quel che riguarda
Haru, non essere così catastrofica. U_U Certo, è
casinista e insopportabile, ma ha solo tredici anni. Di sicuro non
smembrerà nessuna nazione! E non ucciderà gente. Forse.
La cena Uzumaki-Uchiha, boh... vedrò se riesco a inserirla da
qualche parte! XD Per sapere cosa penso dell'ultimo capitolo dovrai
attendere. C'è un motivo, ed è un motivo ben preciso, ma
questo segreto resterà tale ancora un po! <3 Tu abbi fede!
slice: eheh, povera Haru! Per
una volta che tira fuori la tredicenne che è in lei, le cose si
complicano! XD Comunque mi piace che ti piaccia (?), e se temi per un
suo eventuale avvicinamento al nemico... diciamo che mi piace tenerti
in sospeso. Fossi in te direi 50 e 50! (in termini di
probabilità) Un bacio! ^^
muccina89: non parlarmi di
rughe! ç_ç Perché infierisci, perché? Uhm,
mi pare che il tuo rapporto con Chiharu sia uno di quelli amore-odio
della serie: "se ci sei ti disprezzo, ma se non ci sei mi manchi"! XD
Mi piace! E grazie per il complimento su Sai! Grazie al cielo non ho
mai incontrato ragazzi del genere, ma se mi dici che è
plausibile ti credo e ringrazio!
sammy1987: grazie mille per gli
auguri, ma soprattutto per i complimenti su Sai e Haru! XD In effetti
confesso che è la loro ambiguità a piacermi, anche se non
riesco a trovare tante scuse per il comportamento di Haru quante ne
trovi tu! XD Mi spiace, ma niente Sasuke in questo capitolo! Nel
prossimo però avrai una bella panoramica di Sai! <3 Trip
inclusi!
Hipatya: ho seguito il link!
*_* E sai anche che sono andata in brodo di giuggiole, se hai letto la
recensione! Grazie, grazie, grazie! Non mi aspettavo davvero un regalo
così! >_< Parlando del capitolo (tempus fugit) ti dico che
Haru in realtà è fin troppo determinata. Purtroppo ha
ereditato uno dei lati peggiori del mio carattere, ovvero quello della
primadonna. Se pensa di non essere tenuta abbastanza in considerazione,
deve gettarsi in scene teatrali quanto inutili, finché qualcuno
non arriva a supplicarla di fare qualcosa. Ovviamente il più
delle volte spinge gli altri a volerle fare del male fisico, altro che
suppliche, ma la sfortunata non se ne rende conto. Mi chiedi se
avrà un ruolo nella bug war che si prospetta, eh... E io ti
rispondo: mentre scrivevo questi capitoli, non sapevo esattamente come
sarebbero andate avanti le cose. Per cui aspettati di tutto! Sperando -
ovviamente - che la coerenza sia ancora di casa! Per fortuna rileggo i
capitoli come una lettrice inconsapevole, quindi più o meno mi
rendo conto se le cose funzionano o no... O almeno ci provo! XD
DuniettaS: oooooh, che gentile! *_* Grazie mille davvero, i tuoi auguri mi hanno fatto un piacere infinito! >_<
endlesstars: prima di tutto
grazie per gli auguri! ^^ Poi parliamo della scena di combattimento
dello scorso capitolo. Credimi, so che in alcuni punti non funziona. La
tentazione di riscriverla è stata forte, ma alla fine ho scelto
di lasciarla così com'è. So che questa dovrebbe essere la
versione riveduta e corretta della storia, ma allo stesso tempo non
voglio stravolgere completamente lo stile, e per questo motivo non ho
modificato quella scena (anche perché non essendo poi
fondamentale, va bene così). Mi spiace che risulti un po'
confusa, ma l'unica cosa che posso - stupidamente - dirti è:
lavora di fantasia! XD
Ino_Chan: la psicologia
è una cosa cui tengo particolarmente. Quando ho per le mani
personaggi complessi come Haru, poi, ci tengo ancora di più. In
fondo è l'unico modo che ho per far capire a voi lettori il
perché di certe azioni, è fondamentale. E quindi resto a
rifletterci anche molto a lungo! XD
killkenny: la guerra è
sempre piena di vittime. U_U Addio soldati di Iwa, sarete sempre nel
nostro cuore. Tra l'altrio e il ventricolo destro, per la precisione.
lilithkyubi: Haru è fin
troppo umana! XD Più uno si fa trip, più è umano.
Certo, se Haru iniziasse a pensare "devo conquistare il mondo, ma come
è meglio farlo?" allora potremmo preoccuparci! Ma finché
si chiede "ninja o non ninja?" siamo tutti a posto! U_U
kimi: uh, sei messa bene. Adori
Chiharu, Sasuke e Sakura... Vuoi che ti consiglio un buon manicomio? Ne
conosco di molto efficaci, oh sì. XD Scherzi a parte, ancora un
periodo no? é_è Ehi, guarda che così non va mica
bene! Riprenditi! >_<
yayachan: ho visto i tuoi
regalucci, a breve riceverai un commento esaustivo su tutti quanti! Nel
frattempo ti dico chiaramente che sono splendidi! >_< Per quanto
riguarda i nomi, li ho scelti in base a come suonavano accanto al
cognome, e solo dopo ho
scoperto che in realtà avevano un senso! Per esempio, il "Chi"
di Chiharu può significare anche "terra", ma l'ho scoperto solo
dopo aver deciso il suo argomento! E anche Hitoshi, l'ho scelto per il
suono che ha... ora cerca di capire a quale nome somiglia!
gracy110: non so cosa ti
aspettavi, ma Haru ha davvero mollato tutto! U_U Ebbene sì,
quella testa d'uovo di ragazzina lo ha fatto, pace all'anima sua. Uh,
grazie mille per gli auguri! Il 23 non è stata proprio la
giornata più felice del mondo, ma va beh, è stata
ampiamente compensata dal 25, quando ho fatto la vera festa! XD
MarianTheRogue: certo che mi
ricordo di te! Anche quando una persona commenta solo una o due volte
il suo nome resta a vagolare nella mia testa! C'è così
tanto spazio, in fondo! Uhm, segno mail e invio! U_U I disegni sono ciò che voglio, eccome! *_*
SuperEllen: povero Sai, ignaro
burattino nelle mie sante manine! *_* Cosa gli combinerò la
prossima (le prossime) volte? Comunque mi fa piacere vedere che ti
aspettavi che la questione di Chiharu si sistemasse, perché come
vedi non è così! XD E questo è uno dei momenti in
cui mi rendo conto che un po' di imprevedibilità ce l'ho ancora!
Jin in guerra ci andrà? Non ci andrà? Ci andrà da
solo? O no? E gli succederà qualcosa? Mistero! Quel bambino
è un vero mistero! XD Non so, ma a me dà l'idea di un
personaggio che davvero non si sa cosa sta per combinare... E' quello
che l'autrice coccola e maltratta al tempo stesso! Ahahah! XD Hiashi
è il tuo nuovo idolo, eh? Beh, comparirà ancora. Devi
solo pazientare qualche attimo.
maninja87: il dramma tra Sai e
Chiharu si consuma, e lei che fa? Ride. ç_ç Poveri
piccini... XD Però mi fa piacere sapere che ti è piaciuta
la missione, e ti ringrazio tanto per gli auguri di compleanno! ^^ Una
curiosità: ma per caso fai medicina? °_°
Urdi: mille grazie per gli
auguri! Appena hai finito il disegno dimmelo! *_* E se vuoi la mia
mail, eccola: ayachan152003@hotmail.com (si accettano allegati, bonus,
assegni circolari, tangenti e qualunque tipo di dolcetto! <3) In
questi ultimi capitoli tutti si aspettano che Haru rinsavisca... ma mi
sa che oggi ho demolito ogni vostra speranza! XD E beh, che ci vogliamo
fare? C'est la vie! Oh, sei rimasta affascinata da Mr. spia?
Chissà, da come ne ho parlato oggi sembra che avrà
qualche ruolo in futuro... Ma come? E perchè? Tutto a tempo
debito! ^^
crilli: wah! E pensare che io di solito mi dico: ho già vent'anni e sono solo
a questo livello! Comunque, arrossisco e chino il capo, per deviare
prudentemente su Jin. Chissà quando si rivedrà il piccolo
Hatake? E che ruolo avrà nella guerra imminente? (Anzi:
avrà un ruolo?)
1992: la spia non
è il ragazzino scemo che è stato quasi preso in questi
capitoli, rilassati! E, se fossi in te, non cestinerei affatto l'idea
che hai riguardo al segreto di Sakura... Chissà, potresti aver
ragione. O potrei prenderti per il culo, ovvio. Anche ammesso che fosse
così, scordati che io battezzi qualcuno MODESTINO, persona reale
o personaggio che sia. U_U
kiaretta_chan_94: ehi, per me
rivederti tra le recensioni è solo un piacere, non una
sofferenza! U_U Per quel che riguarda Chiharu, al momento non sembra
profilarsi nel suo orizzonte una brillante carriera da ninja, anzi...
In cmpenso nel prossimo capitolo farà la sua ricomparsa Jiraya!
^^ Dai, la metà degli obiettivi è achieved!
Reina: 10 a 1, eh? Io punto su quell'1. U_U
lale16: non affliggerti per Chiharu, non acora. Limitati ad avere fede! E grazie mille per gli auguri! ^^
Aya
|
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Capitolo 19 *** L'eroe ***
Naruto2-19
L'eroe
- Diciannove -
Ai tempi della leggendaria
Tsunade-Hime, lo studio dell’Hokage era sempre frequentato da
donne.
Shizune era la sua consigliera più
fidata, l’unica di cui tenesse in considerazione i consigli, e la
stessa Tsunade era indubbiamente un’esponente del gentil sesso,
considerato il prosperoso seno che toglieva ogni dubbio anche nei più
scettici – ovvero coloro che collegavano forza inumana e
testosterone.
Poi, nello studio del quinto Hokage,
c’era spesso una ragazzina che molti ritenevano troppo giovane per
essere tanto importante: Sakura Haruno.
Ora quella stessa ragazzina, cresciuta
e con un cognome diverso, si trovava davanti al sesto Hokage nel
punto in cui usava sostare all’epoca del quinto. Ma questa volta
era una visita straordinaria, perché da tredici anni a quella
parte Sakura Uchiha aveva smesso di uscire in missione, e se si
interessava di politica lo faceva solo saltuariamente.
I maligni insinuavano che all’epoca
le fosse interessato più il recupero di Sasuke che il vero e
proprio bene del villaggio, e una volta che l’Uchiha era diventato
suo marito, il resto fosse passato in secondo piano. Forse erano solo
pettegolezzi, ma in effetti, anche ora che si trovava di nuovo faccia
a faccia con l’Hokage, era lì per motivi strettamente
personali.
«Proprio nel fine settimana?»
chiese con una smorfia. «Cos’è, la Roccia ha lo scopo
dichiarato di boicottare le mie cene con Naruto e Hinata?»
«Non credo facciano di questi
calcoli quando decidono di attaccare» ribatté Kakashi
atono. «E l’ultima volta non siamo nemmeno sicuri fosse la
Roccia»
«Sì, sì…
L’assassino della domestica non è ancora stato trovato»
sbuffò. «So ogni singolo particolare del caso, Sasuke mi
fa una testa così tutte le sere»
«Evidentemente si fida di te»
«Non mi avrebbe sposata se non
fossi stata il meglio sulla piazza»
Kakashi non ribatté, cercando di
mantenersi impassibile.
Tutti bene o male avevano notato che da
quando Sakura aveva messo le mani su Sasuke la sua seconda
personalità, quella più diretta e, talvolta,
sgradevole, aveva fatto lunghi balzi avanti. Ma se ciò poteva
risultare irritante, era anche vero che quella nuova personalità
era indubbiamente più genuina, quindi andava bene così.
«Comunque sono qui per un altro
motivo» proseguì Sakura, cambiando bruscamente tono e
facendosi seria. «Non potrò scendere in campo contro la
Roccia»
Kakashi corrugò la fronte.
Da tredici anni Sakura non svolgeva più
missioni, ed era passata come ninja medico all’ospedale della
foglia; ma lui aveva dato per scontato che, in caso di estremo
bisogno, come nella situazione presente, lei avrebbe dato una mano.
«Perché?» chiese, e
ricordando anche le dimissioni di Chiharu si trovò a pensare
che le donne fossero una brutta grana.
Con sua grande sorpresa, Sakura gli
rivolse un sorriso che nulla aveva di ironico o supponente. Se
proprio aveva un difetto, era forse un po’ troppo orgoglioso.
«Avrei dovuto rivelarlo alla cena
di venerdì» disse, sfarfallando letteralmente. «Ma
a quanto pare tu lo saprai prima di tutti: aspetto un bambino»
L’unica cosa che riuscì a dire
Kakashi, inarcando le sopracciglia, fu: «Un altro?»
«Il vero problema è che ha
ereditato i tratti peggiori dei suoi genitori» concluse Naruto
buttando giù l’ultima sorsata del suo tè, e a quel
punto lanciò un’occhiata eloquente a Shikamaru, che gli
stava seduto davanti con aria vagamente seccata.
«Insomma, cosa hai intenzione di
fare?» chiese quello ignorando saggiamente la frecciatina. «Hai
detto che vuoi convincere Chiharu a cambiare idea, ma conoscendola
non so se esiste davvero un modo per farlo»
«Non ti viene in mente nessuno di
cui seguirebbe i consigli? Qualcuno di cui si fidi ciecamente?
Qualcuno che ammiri e stimi?» indagò Naruto
ansiosamente.
L’idea di essere stato in parte la
causa che aveva spinto Haru verso la scelta del giorno prima lo
turbava troppo per permettergli di restare con le mani in mano;
l’ultima cosa che voleva era condizionarla in un momento tanto
delicato, e invece ci era cascato in pieno, cedendo alla sua solita
impulsività. Poteva averlo fatto con le migliori intenzioni,
certo, ma non riusciva a non riconoscere di aver combinato un gran
pasticcio.
Shikamaru rifletté pigramente,
grattandosi il mento. Poi abbassò lo sguardo e bevve un sorso
dalla tazza che gli stava davanti.
«Allora?» insisté
Naruto.
«Uhm, Sai?» buttò lì
il moro, poco convinto.
«Sai deve ancora vedersela con
me» grugnì il biondo. «C’è una
probabilità del cinquecento percento che parte della
responsabilità sia sua, e credo anche che in questo
momento Chiharu non sia affatto disposta a parlarci»
«Ah sì?»
«Ne sono certo»
«Uhm, allora la cosa si fa più
complicata»
Cadde il silenzio. Sia Naruto che
Shikamaru rifletterono per qualche minuto, poi il primo aprì
di nuovo bocca.
«Non ha mai avuto un eroe? Che
so, un ninja famoso?» domandò.
L’altro socchiuse gli occhi, pensoso.
«In effetti c’è stato
qualcosa del genere, ma risale a quattro o cinque anni fa…»
borbottò.
«I miti non tramontano mai!
Avanti, spara» lo incitò Naruto.
«I tre ninja supremi» si
arrese Shikamaru.
«Cosa? Ne sei sicuro?» fece
l’altro con una smorfia perplessa.
«Perché?»
«Quando ho proposto a Haru di
accompagnarla da Jiraya, sai, se avesse avuto bisogno di aiuto con il
chakra elementale, non ha fatto nemmeno mezza piega»
«Tipico di lei» Shikamaru
sbuffò. «Morirebbe piuttosto che dare una soddisfazione
a qualcuno»
«Ah. Quindi tu dici che se
convincessi Jiraya a parlarle, forse potrebbe cambiare idea?»
«E che ne so? Te l’ho detto,
aveva la mania dei ninja supremi attorno agli otto anni, adesso non
ho idea di cosa le piaccia e cosa no»
«Mm, in ogni caso è tutto
ciò che abbiamo, giusto?» chiese Naruto dopo una piccola
riflessione.
Shikamaru si strinse nelle spalle. «Se
vuoi a tutti i costi che torni ad essere ninja…»
«Io non voglio che torni ad
essere ninja a tutti i costi» puntualizzò Naruto
risentito. «Voglio soltanto che si chieda se la sua decisione è
una decisione giusta, o se non è stata un tantino influenzata
dal momento particolare!»
«Va bene, va bene…»
Shikamaru fece un cenno annoiato. «Non ne voglio sapere niente.
Lei resta mia figlia in ogni caso, ninja o non ninja»
Si interruppe per un istante,
abbassando appena il capo, e fissò Naruto di sottecchi.
«Solo una cosa» aggiunse,
pericolosamente pacato. «Falla stare male e ti metto in un
pacco regalo per la Roccia»
Naruto iniziò a pensare che i
Nara erano troppo complicati, per i suoi gusti.
A quanto pareva era l’unico ad avere
un po’ di tempo libero, in quel periodo turbolento.
Seduto su un tetto scolorito Sai
disegnava con aria assorta, passando alternativamente lo sguardo dal
cielo al foglio posato sulle ginocchia. Il carboncino nella sua mano
scorreva fluido, lasciando un segno sfumato là dove si posava,
e la gomma pane posata sulla tegola accanto alla gamba era a malapena
grigia.
A un tratto si fermò. Guardò
il disegno, posò il carboncino.
Sebbene il cielo in quel momento fosse
solcato da qualche vaga nuvola bianca, la riproduzione sul foglio di
Sai presentava strisce e spirali che di naturale avevano ben poco. Ma
il suo stile non prevedeva realismo e proporzioni perfette, e dal suo
punto di vista l’opera era riuscita bene. Le mancava solamente un
titolo.
Anni prima Sakura gli aveva detto che
un titolo rispecchia il soggetto, o i sentimenti dell’autore nel
momento della creazione dell’opera. Di disegni intitolati Cielo
– con le mille varianti Cielo all’alba, Cielo al
tramonto, Cielo nuvoloso, eccetera – ce ne erano
migliaia al mondo, e in casa ne aveva già uno – peraltro
poco soddisfacente; se doveva pensare a ciò che provava in
quel momento, poi, non gli veniva in mente molto; si preannunciava
un’ardua impresa, insomma.
Incrociò le braccia sul petto,
fissando il foglio con occhi neutri ma attentissimi, come faceva
sempre. Inclinò la testa da un lato e poi dall’altro, ma la
Musa sembrava essersene irrimediabilmente andata.
Alla fine sospirò, e richiuse il
blocco. Quell’opera sarebbe andata ad aggiungersi ai tanti fogli
raccolti nella cartelletta “Schizzi senza nome”, era
evidente.
Raccolse le sue cose e si alzò
in piedi, guardandosi attorno. Una folata di vento gli scompigliò
i capelli lisci, mentre, frugando in una tasca, estraeva un pacchetto
di sigarette. Se ne accese una, inspirò, espirò. Lasciò
che il fumo fosse trascinato via e dissipato dall’aria, lo sguardo
distante.
“Gli esseri umani sono creature
davvero troppo complesse” si disse quando gli parve di intravedere
una ragazza dalla lunga coda corvina in strada. “Non sai mai come
prenderle, e anche quando capisci cosa vogliono, loro decidono che
quello è il momento giusto per cambiare idea”
La ragazza che aveva adocchiato si
rivelò non essere Chiharu, e lui spostò l’attenzione
con fare annoiato.
“Dovrei cercarla?” si chiese.
“Parlarle? E dirle cosa? ‘Scusa’?
Ho il sospetto che se lo facessi peggiorerei soltanto le cose, e poi
francamente non capisco di cosa dovrei scusarmi, visto che le stavo
regalando su un piatto d’argento ciò che voleva. E’
inutile: gli esseri umani sono complessi, ma le ragazzine sono ancora
peggio”
Con un balzo scese dal tetto,
atterrando in mezzo alla strada. Una donna di ritorno dalla spesa
cacciò un urlo vedendoselo piombare davanti, e lui la guardò
stranito.
«Oh! Un ninja!» fece quella
con una mano sul cuore, e lo fissò. Guardò la borsa che
le era caduta, rovesciando il suo contenuto, e poi guardò
ancora lui.
Sai le diede le spalle e si allontanò.
“Creature davvero troppo complesse”
pensò accigliato, gettando a terra la sigaretta e spegnendola
sotto le scarpe.
Alle sue spalle, la donna gli lanciò
un insulto molto fantasioso e si diede da fare per raccogliere da
sola la spesa, imprecando contro ‘i giovani d’oggi, ancora peggio
i ninja, maleducati e irrispettosi!’.
Sai proseguì lungo la sua
strada, sempre interrogandosi su cosa fare o non fare con Chiharu. Il
blocco da disegno sotto il braccio e le mani in tasca, accalappiò
parecchie occhiate ammirate da parte degli esponenti di sesso
femminile del villaggio, ma non se ne curò.
Per lui era normale essere desiderato.
Ed era normale che ogni tanto – anzi spesso – accontentasse chi
lo desiderava, perché in fondo, pensava, non faceva male a
nessuno. Il più delle volte usciva da queste brevi ma intense
relazioni con una guancia livida, era vero, ma sia lui che la
controparte si riprendevano incredibilmente in fretta, o così
gli sembrava.
Per Sai un bacio era una sciocchezza di
poco conto, praticamente. Ma Sai non aveva mai avuto un’infanzia e
un’adolescenza, si era perso i passaggi fondamentali della
crescita; e per questo non poteva capire Chiharu.
Aveva pensato che accontentandola
l’avrebbe messa di buonumore, come gli aveva chiesto Naruto. Ma a
quanto pareva aveva fatto un grosso passo falso. E ora cercare di
riparare in qualche modo poteva rivelarsi ancora più dannoso…
Dunque come agire?
Accidenti, era molto meglio quando gli altri
davano gli ordini, e lui si limitava ad eseguirli.
Senza rendersene conto, si trovò
nel parchetto che Haru frequentava di solito, stranamente deserto a
quell’ora del pomeriggio. Si fermò accanto alle altalene,
guardandosi attorno con pacata curiosità, passando lo sguardo
su un castello diroccato nella buca della sabbia, sulla giostra
ferma, sulle panchine solitarie. Non un suono oltre ai soliti uccelli
sugli alberi.
Ma a quell’ora del pomeriggio il
parchetto non avrebbe dovuto essere deserto. Per quel che ne sapeva
lui, era deserto solo quando Chiharu ne prendeva possesso.
Un idea gli balenò nel cervello.
Probabilmente Haru era lì,
nascosta da qualche parte.
Se l’avesse incontrata, forse avrebbe
deciso cosa fare. Magari, vedendola e studiando il suo umore del
momento, sarebbe riuscito a farla ragionare e a tornare in rapporti
pacifici con lei, o perlomeno a stabilire una tregua. Valeva la pena
fare un tentativo, o si sarebbe trasformato in un disastro ancora
maggiore?
Fu sollevato dall’incombenza di
scegliere da uno sbuffo di polvere dietro le sue spalle, seguito
dall’improvvisa comparsa di un chuunin della Foglia.
«Sai-kun?» chiese quello in
tono rispettoso. Sai lo guardò appena. «Nara-san
richiede la sua presenza all’Ufficio per le Strategie»
Sai si concesse un’ultima panoramica
del parchetto, nel tentativo non troppo convinto di vedere Chiharu, e
quando non la trovò, si rassegnò ad andare con il
chunin che era venuto a cercarlo. Il suo tempo libero era appena
terminato bruscamente.
Dopo che entrambi furono scomparsi
lungo la strada, ci fu un istante di assoluta immobilità.
Poi una testa corvina spuntò
dalla sabbia, tossicchiando e starnutendo.
«Maledizione!» imprecò
Haru demolendo il castello che i bambini avevano costruito la
mattina, gli occhi brucianti. «Ho granelli di questa stupida
cosa dappertutto!»
Si scrollò sommariamente,
facendo scivolare al suolo sottili cascate di frammenti luccicanti, e
poi tentò invano di scuotere la testa.
«Oh, al diavolo!» grugnì,
congiungendo le mani sotto il mento, e in un attimo la sabbia che
aveva addosso andò a formare una specie di sottile nebbia
attorno al suo corpo, per ricadere poi a terra e lasciarla più
o meno pulita. Forse il chakra di tipo terra poteva rivelarsi più
utile del previsto.
A quel punto Haru sbuffò,
gettando un lungo sguardo alla strada per la quale Sai si era
allontanato.
L’aveva visto arrivare da quella
stessa direzione pochi minuti prima, con aria distratta, e si era
infilata nel primo posto che le era venuto in mente – e che ora
riconosceva essere un posto dannatamente stupido.
Non aveva la benché minima
intenzione di incontrarlo. Che sapesse delle sue dimissioni o meno,
non gli avrebbe rivolto la parola ancora per molto, molto tempo.
Almeno finché non si fosse sentita un po’ meno bambina e un
po’ meno presa per il culo.
Ripensò al chunin che era venuto
a prendere Sai; aveva parlato di Shikamaru, portandolo via.
“Beh, grazie papà” pensò.
Le Terme di Konoha non erano poi tanto
rinomate, per ovvi motivi di segretezza del villaggio intero, ma
erano qualcosa di prodigioso.
L’acqua calda, bollente quasi,
sorgeva dal suolo in spire leggere e si accumulava in bacini naturali
coperti di cristalli di sale. Attorno alle polle era stato costruito
un grande complesso di spogliatoi, saune, piscine fredde, ponti e
docce, e i ninja che tornavano dalle missioni avevano l’abitudine
di rilassarsi per qualche ora nell’acqua calda – complice anche
la gratuità a loro concessa.
La zona dei maschi era separata da
quella delle femmine tramite un sottile paravento di bambù,
fatto in modo da sembrare quasi naturale, ma solo pochi bene
informati sapevano che tra la sedicesima e la diciassettesima canna
esisteva una fessura artificiale, esattamente all’altezza degli
occhi.
In quel momento, uno dei già
citati bene informati spiava attraverso la suddetta fessura.
«Prevedibile» commentò
una voce in tono annoiato, e l’uomo dai lunghi capelli bianchi che
sghignazzava contro il paravento girò appena la testa con
espressione seccata.
«Che vuoi stavolta?» chiese
con disappunto, vedendosi interrotto.
Naruto, le braccia conserte e
un’espressione niente affatto stupita, sospirò.
«Non cambi mai, eh eremita
porcello? Spierai le donne fino alla morte. E poi qualcuno si chiede
perché non ti sei mai sposato»
«Non mi sono sposato perché
ho più cervello di te» ribatté Jiraya, tornando a
girare le spalle a Naruto. «Perché accontentarsi di una
donna quando si possono avere tutte?»
Parole arroganti, dalla bocca di un
uomo che aveva passato due interi anni cercando di convincere il
quinto Hokage a diventare sua moglie.
Ma Tsunade era morta prima che lui
riuscisse a farla cedere, e da allora il sennin si era mostrato più
che mai refrattario al matrimonio, e aveva aumentato il suo interesse
per le giovani ragazze e il numero di volumi della serie della
Pomiciata che uscivano ogni anno.
Non aveva mai parlato a nessuno della
morte di Tsunade.
Mai, nemmeno a Naruto.
«Ho una cosa seria da chiederti»
Naruto cambiò argomento, decidendo di soprassedere. «Potresti
per favore smettere di mostrarmi il fondoschiena e ascoltarmi con
tutte e due le orecchie?»
Jiraya sbuffò, seccatissimo, e
si girò di malumore.
«Cosa c’è?» chiese
in un grugnito, con una smorfia sul viso solcato dalle rughe ma
sempre con un che di giovanile.
«Ho bisogno che tu parli con una
persona»
Jiraya scoppiò a ridere. «Ah!
Io?» chiese incredulo. «L’ultima volta che ho cercato
di convincere qualcuno a fare qualcosa, è stato quando ti ho
detto di lasciar perdere Sasuke, e sappiamo tutti com’è
finita. Niente da fare, scordatelo»
Naruto sbuffò. Aveva sospettato
che sarebbe andata così, in effetti. Conosceva abbastanza il
suo vecchio maestro per dire che non avrebbe voluto grane, in quelli
che ormai da un decennio definiva ‘gli ultimi anni della mia vita’
– e che, detto francamente, passavano tra giochetti stupidi, libri
ancora più stupidi e occasionali capatine alle terme. Ma lui
aveva bisogno di Jiraya.
«Questa volta sarà una
cosa facile» mentì.
«Quando mai è esistita una
cosa facile?» sbuffò il sannin con l’aria di chi la sa
lunga. «Stai davvero cercando di fregarmi?»
Naruto soffocò un ringhio in
fondo alla gola.
«Non sto mentendo» insisté.
«Si tratta della figlia di Shikamaru, ed è una ragazza
molto, ehm, razionale e collaborativa»
La bugia ormai aveva assunto le
dimensioni di un pallone aerostatico, ma Naruto la ignorò con
nonchalance.
Jiraya inarcò un sopracciglio.
«Avevo sentito dire che la figlia di Shikamaru è un
genio come il padre» disse.
«Sì» Naruto si
strinse nelle spalle.
«E allora non è né
razionale, né collaborativa. I geni sono per definizione
un’enorme gatta da pelare» lo seccò Jiraya asciutto.
Ma quante obiezioni era in grado di
fare quell’uomo?
«Okay, va bene, la metterò
giù in un altro modo» fece Naruto, più che mai
determinato. «Tu sei ancora il mio maestro, no?»
«Uhm, forse. Dove vuoi arrivare?»
«Lo sei o non lo sei?»
«Diciamo di sì»
«Bene. Un maestro è
responsabile dei guai che combina il suo allievo, giusto?»
Jiraya mise le mani avanti come per
proteggersi da un’invisibile minaccia.
«No. No, scordatelo
assolutamente!» disse scuotendo la testa. «Non so cosa tu
abbia combinato con quella ragazza, ma io non voglio assolutamente
entrarci, è chiaro?»
«Tu devi! Sei il mio
maestro!» esclamò Naruto.
«Rassegno le mie dimissioni»
«Non puoi!»
«Chi lo dice?»
«Io lo dico!»
«Ah! Come se tu avessi mai potuto
dire qualcosa!»
“Lo uccido” pensò Naruto
mentre una vena pulsava sulla sua fronte.
«Devo passare alle maniere
forti?» minacciò.
«Sì, dai, scemo colossale
che non sei altro!» sogghignò Jiraya, in posizione di
difesa.
Ci fu un attimo di immobilità da
entrambe le parti. A un tratto, gli occhi di Jiraya scivolarono di
lato a seguire una giovane donna che camminava sul ponticello più
in là, avvolta in un costume da bagno quanto mai striminzito.
E fu allora che Naruto ebbe
l’illuminazione.
«Ascolta, ho tenuto questo
particolare in serbo per il gran finale» disse catturando
l’attenzione del maestro, e allargando le braccia per mostrargli di
non essere pericoloso.
«Qualunque cosa sia non
funzionerà» lo avvertì Jiraya guardingo.
«Tu ascoltami» sogghignò
Naruto. «Vedi, questa ragazza, Chiharu, è una tua
grandissima ammiratrice…»
«Non mi interessa»
«…ed è una gran bella
ragazza…»
“O almeno la sarà tra qualche
anno” aggiunse Naruto mentalmente, per correttezza.
Jiraya tacque, con un guizzo
d’interesse.
«…Non credo che farmi questo
piccolo favore si rivelerà poi troppo spiacevole»
concluse Naruto, morbido quanto il velluto.
Jiraya cincischiò. Si guardò
attorno, con una smorfia di indifferenza sulla faccia, poi fissò
Naruto.
«Quanti anni ha?» buttò
lì in tono fintamente casuale.
Naruto sogghignò. Bingo.
«Sedici» mentì di
nuovo, tanto ormai ci era abituato.
«Siamo sicuri che Shikamaru
l’abbia avuta a sedici anni? Non mi sembra di ricordare…»
indagò Jiraya dopo un breve calcolo, dubbioso.
Naruto si strinse nelle spalle buttando
lì qualcosa sulla memoria che scemava, sperando che non
andasse più a fondo, e, cercando di sostenere lo sguardo del
maestro senza vacillare, iniziò a sentire il sudore colare
lungo la schiena.
«Stai sudando» gli fece
notare Jiraya, assottigliando gli occhi.
«Ho una piscina con acqua a
sessanta gradi dietro alle spalle» si giustificò lui.
«Mm…»
I due si fissarono ancora un po’.
«E cos’è che dovrei fare
con questa ragazza?» chiese Jiraya dopo qualche minuto.
«Ma niente di che, nulla di
complesso…» disse Naruto vago, guardando altrove.
«E’ qualcosa di quasi
impossibile, immagino» commentò Jiraya piatto.
«No, non per te»
«Da quando sei un lecchino?»
«Mai stato!» s’indignò
Naruto, arrossendo appena. Si schiarì la voce. «Comunque...
insomma, questa ragazza, Chiharu, ha deciso di smettere di essere
ninja tutt’a un tratto perché si è, ehm, arrabbiata
con me» Ma sì, in fondo poteva bastare una descrizione
dei fatti a grandi linee, no? «Tu dovresti convincerla a
cambiare idea»
«Perché?» chiese
Jiraya, scettico. «Può vivere anche senza essere ninja»
«Il punto è che la sua è
stata una scelta impulsiva» insisté Naruto. «Non
vuole davvero essere una persona come le altre, lei vuole spiccare,
lei vuole essere ninja. Che cavolo, io lo so! Sono il suo
maestro! E poi sai qual è la situazione con il Paese della
Roccia, abbiamo bisogno di ogni singolo ninja disponibile, e lei è
brava, e ha ampi margini di miglioramento»
Jiraya si grattò il mento
coperto da una corta barba ispida, riflettendo.
«Uhm, hai detto che avete
litigato» borbottò. «Perché?»
Naruto sbatté le palpebre, poi
si sciolse in un sorriso plastico e fintissimo.
«Ho già detto che è
una gran bella ragazza?» svicolò.
«Come faccio a farle cambiare
idea se non so qual è il motivo che l’ha spinta a dare le
dimissioni?» chiese Jiraya in tono piatto, incrociando le
braccia sul petto. «Di’ la verità, hai combinato tu il
pasticcio»
«Non del tutto» bofonchiò
Naruto ripensando a Sai. «Ma, aspetta un attimo, allora
accetti?»
Jiraya tentennò un istante. Poi
guardò Naruto.
«E’ bella come hai detto?»
chiese, e lui annuì. «E pensi che mi sarà molto
grata dopo che ci avrò parlato? Che so, potrebbe diventare
la mia Musa per i prossimi libri della serie della Pomiciata?»
Naruto esitò. «Ehm, forse…
può darsi»
Jiraya sogghignò.
«Allora è fatta»
E anche Naruto, spingendo via il
transatlantico delle sue bugie che cozzava contro gli scogli della
sua coscienza, ricambiò il sorriso, e incrociò le dita
sperando che tutto andasse bene.
Nel prossimo capitolo...
«Secondo te chi sarà il
nuovo membro della squadra?» chiese Kotaro nervosamente,
accucciato sui talloni.
Già, Naruto aveva annunciato che
quel giorno avrebbero anche provato con un nuovo elemento per il
gruppo sette.
«E che ne so?» scattò
Hitoshi irritato. «Spero soltanto non Stupido»
«Io spero che abbiano preso
qualcuno che si adatti alle nostre personalità, e non che sia
solo forte» sospirò Kotaro abbracciandosi le ginocchia.
«Ricordo che fatica abbiamo fatto per collaborare con Chiharu…»
Scese il silenzio.
Nessuno dei due aveva perdonato alla
compagna di averli lasciati, nessuno dei due aveva dimenticato la
frase ‘e ora vediamo come ve la cavate senza di me’. Ma
pensare a lei faceva ancora male.
«Sta arrivando» disse
Hitoshi, accennando con la testa al fondo della strada. «E mi
sa che le tue speranze si sono rivelate vane»
* * *
Spazio autore
Capitolo breve e, dal mio punto di vista, abbastanza inutile.
Mi sono riletta quello dopo, e devo dire che mi piace molto di più!
Comunque, mi scuso per il mancato aggiornamento del 29 aprile.
Mi ero bellamente scordata di essere completamente impegnata quel giorno e pure il successivo,
così ho deciso di far saltare direttamente il capitolo.
Mi spiace, ma ogni tanto anche io mi trovo con l'acqua alla gola!
La prossima volta, finalmente ci sarà il confronto tra Jiraya e Chiharu!
Chiharu che è considerata in modi molto diversi da voi lettori, direi.
I commenti allo scorso capitolo sono stati esilaranti:
vi alternavate nell'odiarla e adorarla, neanche a farlo apposta, e tutti per le stesse identiche ragioni! XD
Siete grandiosi! <3
EEEE... ABBIAMO SUPERATO LA META'!
Ancora altri diciotto capitoli, signore e signori.
bambi88: uhm,
per ora mi sento ancora nera, sai? Si vede che non sto leggendo molto
su Ino, eh? XD Anche se il volume 36 del manga un pochettino... ma va
beh, non voglio spaventarti! XD Per ora nessun pericolo! (ehm, so che
cami non apprezzerà, ma al momento Ino la vedo molto di
più con Sasuke, per accarezzare la mia anima NaruSaku!)
rina: sì, che
intenzioni ho? Oh, io lo so benissimo, credimi. Solo, come dire, a voi
non piaceranno. Forse. Ma c'è tempo per leggere ogni cosa,
tranquilla... Sappi solo che mi sono decisamente sbizzarrita!
lilithkyubi: è
vero, sai? Per certe cose Hitoshi somiglia più a Naruto che a
Sasuke! Forse è per questo che lo trovo più o meno
tollerabile! Ehm, sei proprio sicura che Jiraya demolirà
Chiharu? Non so quanti anni tu abbia, ma io ricordo che quando ne avevo
13 potevano anche dimostrarmi mille volte che la terra era tonda, ma se
nella mia testaccia bacata volevo che fosse piatta, non c'era viaggio
nello spazio che mi facesse cambiare idea! XD Chissà cosa
succederà davvero tra Chiharu e Jiraya? XD
gracy110: la
razionalità va a farsi fottere quando hai tredici anni e
l'aggressività di un facocero femmina. XD Comunque, non posso
rispondere alla tua domanda sugli sbalzi temporali. Il perché lo
capirai a tempo debito, per ora ti consiglio di dimenticare i miei
accenni sul futuro e goderti serenamente (?) quello che accadrà!
Avrai già abbastanza su cui rimuginare, credimi!
crilli: argh, povera te!
Hai attaccato Sinners? Mon dieu, buona fortuna... Attenzione a Temari!
Finora l'ho presentata prevalentemente dal punto di vista di Chiharu. I
pensieri che la riguardano sono quelli della piccola pazza, non i miei.
Per sapere com'è realmente Temari, dovrai aspettare ancora un
po'! ^^
sammy1987: gioisci!
Poiché la tua shot è a buon punto! Ancora non capisco
come in una SasuSaku Sakura possa comparire solo alla settima pagina,
ma comunque in qualche modo la gestisco! XD Ah, è un'AU, va bene
comunque? Oh, mi piace che tu abbia notato che i problemi di Haru
nascono dal suo rapporto con Temari! E' vero, è vero! Volevo
proprio che qualcuno ci arrivasse! ^^ Ma riusciranno ad appianare i
contrasti, o io ci metterò il mio malefico zampino? Oh, sai che
rileggendo la fic mi rendo conto che Kotaro è molto più
puccioso di quanto ricordassi? Davvero, fossi una lettrice tiferei per
lui! XD
killkenny: i tuoi commenti mi fanno morire! XD Un povero lettore ingenuo pensa che tu sia un gran veggente, e invece...!
Urdi: come to the dark
side: we have cookies! Okay, sclero a parte io confesso di amare alla
follia i personaggi che passano al lato oscuro. Tranne Sasuke. Proprio
perché lui non è davvero cattivo, ma solo idiota,
potrebbe allearsi con Orociok mille volte, e non lo sopporterei mai! Ma
va beh, per quanto io ami i personaggi double-face, allo stesso tempo
so che sono davvero ma davvero difficili da gestire e rendere
plausibili. Perché una persona che ha sempre pensato determinate
cose all'improvviso dovrebbe cambiare completamente? Sono mutamenti
difficili da descrivere, e non so nemmeno se ne sarei in grado. A
questo punto, però, posso anche dirti che le sfide mi piacciono
molto! E allora, che ne sarà di Chiharu? Oh, la spia è un
figo sì! XD A me piace un sacco, e, ti svelo un segreto,
tornerà in scena a breve! ^^ Uhm, per quanto riguarda Temari e
Chiharu, ritengo che una certa quantità di incomprensioni tra
loro siano praticamente dovute. Sono due testacce bacate, non sanno
parlarsi, e anche quando lo fanno dicono boiate! XD Chissà se
riusciranno mai a comprendersi? (voglio il disegnoooooo!
ç_ç Scanner, scanner, perché non sei la fata
madrina e non fai tu tutto il lavoro, in autonomia?)
maninja87: oh, la tua
descrizione di Chiharu me la rende adorabile! <3 Uhm, solo che non
è proprio fortissima... diciamo che è molto incazzosa, e
che anche se non sembra ne sa di chakra! XD In realtà basta poco
per scuotere un pezzettino di terreno, anche piantare un paletto in un
prato fa vibrare un po' di zolle! Oh, le frasi sul futuro puoi anche
accantonarle per ora! Credimi, avrai ben altri problemi di cui
occuparti! Eheh, avevo capito medicina proprio da anatomia! Povera te,
che sbatti di facoltà! E non guadagnerai per un sacco di tempo!
(questo si chiama girare il coltello nella piaga...)
arwen5786: sì, va
bene, l'ho capito. Anche se Chiharu impazzisse e facesse a pezzi un
asilo nido, tu troveresti delle scuse per lei. Però, uhm, se
facesse del male a Hitoshi? (faccina perfida) Con Jiraya avrai ancora a
che fare nel prossimo capitolo e in quelli a venire, ma non sono sicura
che riuscirò ad inserire dei flashback! Chissà,
chissà. Oh, vuoi scene arf shikatema? Beh... resterai delusa! XD
Non abbiamo tempo, e soprattutto non è il momento adatto! U_U
(però potresti avere un Neji figo! <3)
Hipatya: i personaggi di
Naruto sono tutti eroi. A dodici anni rischiano la vita, proteggono gli
amici, sputano sangue e fanno grandi discorsi sull'onore e sul
rispetto. L'unico che si comporta davvero come un ragazzino,
Konohamaru, scambia due parole con Naruto e diventa Superman anche lui.
E' per questo che ho deciso che, se loro già sono eroi, i figli
saranno persone normali. Volevo ragazzini in tutto e per tutto, un
Kotaro che se la fa sotto all'idea di combattere, una Chiharu che
è cocciuta fino a rasentare l'idiozia, un Hitoshi borioso e
sciocco. I loro genitori hanno avuto un'infanzia difficile, ok, ma loro
no. Loro sono cresciuti praticamente come ragazzini normali, e volevo
che si vedesse. Poi, beh, Chiharu è femmina, vicina al menarca e
pure figlia di Temari. Non è che sia in crisi, è che
è una cretina. Ohh, la prima fan della ChiharuxKotaro! Che
bello! <3 I belli e dannati dopo un po' rompono, giusto? (conosco
qualcuno che mi smentirebbe in un istante, ma va beh, de gustibus) Oh,
ti ringrazio ancora per la shot! Quando mi sveglierò e la
smetterò di ricordare le cose che preferisco a memoria, la
metterò tra i preferiti. Nella mia testa c'è già,
a pieno titolo.
muccina89: il paragone
tra Chiharu e Sasuke che fa Naruto non è sul piano delle
motivazioni dell'abbandono, ma sulla sensazione. Ancora una volta
Naruto è quello che vede gli amici andar via, e ancora una volta
non capisce perché (non condivideva i pensieri di Sasuke
così come ora pensa che Chiharu sia una ragazzina testarda). Che
poi potremmo sindacare sulla legittimità o meno dell'abbandono
di Sasuke, ma va beh, non in questa sede. Perché non lasciarla
cuocere nel suo brodo, mi chiedi. Perché quando vuoi bene a una
persona, non resti a guardare mentre si fa a pezzi da sola.
lale16: Temari si
sarebbe ammorbidita? Chiedi un po' a Shikamaru cosa ne pensa,
và! XD Grazie mille per i complimenti, quando riesco ad essere
conematografica sono sempre molto contenta!
fedecr: ehm, mica tanto "a presto", alla fine! Ho saltato l'aggiornamento! XD
Talpina Pensierosa: che tu voglia sapere cosa accadrà poi lo capisco. Ma che tu sia preoccupata per Chiharu... beh, credi che potrei farle peggio di quel che già le ho fatto? XD
Maobh: uhuhuh, che
serviranno a fare le frasette che lascioo cadere riguardo al futuro?
Avranno un senso o saranno soltanto buttate a caso? Comunque grazie
mille per i complimenti, mi hanno resa molto felice! ^^ E non scusarti
per non aver commentato, 4 giorni di vacanza li vorrei pure io!
ç_ç
Scorpyon: uhm, l'attuale
gruppo sette assomiglia a quello vecchio, ma non solo: assomiglia un
pochino anche agli altri, e ognuno dei singoli personaggi assomiglia a
qualcuno che magari non ha niente a che fare con gli altri due! XD O
almeno così mi hanno detto! Comunque sono contenta che apprezzi
Kotaro, e anche che mi hai lasciato un commento! ^^ Mi ha fatto molto
piacere!
Yume_Tsuki: lo confesso.
Le frasi iniziali dello scorso capitolo le ho scritte con particolare
cattiveria. Sono cose che mi sono trovata a pensare anche io, e conosco
bene la sensazione che si prova a desiderare di ferire qualcuno, per
cui per me hanno molto valore. Sono contenta che qualcuno le abbia
notate! ^_^
Izayoi007: ma salve!
Ormai parliamo più di Bleach che di Naruto, ma bisogna variare
un po' i propri interessi, giusto? Oh, che bello quando le persone si
preoccupano di Naruto! <3 Anche io lo faccio sempre, stella mia,
diciamo che è sempre lui il mio vero protagonista! XD Chiharu
gli darà qualche gatta da pelare, è vero, ma non
sarà poi per moltissimo, rilassati. Ci penserò io a
dargli preoccupazioni più pressanti!
kage_naru89: dai, dai! Sono masochista, amo le sfide! Fammi la tua richiesta per il 9 maggio!
yayachan: oddio, io Haru
non la vedo affatto come un povero personaggio tormentato dal passato
difficile! XD Personalmente la trovo una ragazzina viziata - ma
c'è da dire che tollero come "bambini dal passato difficile"
soltanto tipi come Naruto, Sasuke, Gaara e Haku - e nutro ben poca
compassione per lei. Certo, mi piace e sogghigno spesso e volentieri
quando fa le sue uscite, ma la comprensione è l'ultimo dei
sentimenti che provo per lei!
Elisir86: magistralmente
sintetica: Haru è troppo Haru. In effetti ci vorrebbero un po'
troppi aggettivi per descriverla, e tutti un po' poco carini! Grazie
per gli auguri! ^^
kiaretta_chan_94: oh, tranquilla! Come vedi io per prima ho saltato il capitolo! XD Mea culpa, mea culpa!
Ino_Chan: ahi, ti immedesimi in Chiharu? Brutto, bruttissimo segno! XD Scherzi a parte - anche se io
mi immedesimavo in Sweeney Todd, e questo la dice lunga - mi fa piacere
sentire che la sua caratterizzazione ti convince! ^^ E mi fa un po'
meno piacere che ti si sia rotto il pc - lo dico per te! XD - ma il
buon Dio ha inventato anche i tecnici! U_U
Reina: eheh, niente
Tsunade nei segreti! Non ancora, perlomeno. E Chiharu sa bene che fare
se non è ninja. Suo padre aveva imparato la nobile arte di
prendere il sole e guardar le nuvole, chi è lei per non seguire
i suoi insegnamenti? XD
Killer Queen 7: non puoi
nemmeno immaginare quanto io sia felice di vederti tra le recensioni al
Peggior bla bla bla (abbreviazione ufficiale)! Stavo già
pensando di usare il servizio "contatta autori" per cercarti e versare
su di te i litri di lacrime di commozione che ho pianto con il tuo
commento a Sinners, ma per fortuna ti ho trovata qui! Che cosa devo
dire, se non un immenso grazie? Sapere che hai letto 500 pagine in un
giorno solo mi ha lasciata allibita e lusingata, e sapere che ti sono
anche piaciute mi ha scaldato il cuore! Certo, tutti hanno i loro
difetti - amare Sasuke, per esempio - ma con te soprassiederò,
lo giuro! E... mamma mia, compaio sulla tua pagina autore? *_* Oddio,
ho sempre sognato che un giorno mi accadesse! Sono feliceeee! *_*
(ecco, se prima pensavi che io fossi una persona sana di mente, ora ti
sembrerò un'emerita idiota... ;_;) Tra parentesi, posso
chiederti se il nick che hai si riferisce alla celebre canzone dei
Queen?
Aya
|
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Capitolo 20 *** Matching ***
Naruto2-20
Matching
- Venti -
Per come la vedeva Kakashi, Chiharu non
era tipo da convincersi a parole.
Secondo lui qualunque tentativo avesse
fatto Naruto in quella direzione, qualunque persona avesse tirato
fuori dal cappello, la piccola Nara si sarebbe impuntata ancora di
più nella sua decisione di non essere più ninja.
Naruto era in gamba, era forte. Ma lui
era più vecchio. Sapeva come girava il mondo e, forse, sapeva
valutare meglio le persone.
Seduto alla scrivania del suo ufficio,
con l’Antologia della Pomiciata in mano, vedeva le pagine ma non
distingueva le parole. Cercò di concentrarsi su un paragrafo
particolarmente interessante, ma con un sospiro dovette chiudere il
libro e arrendersi. Lo appoggiò sulla scrivania con
un’occhiata sconsolata: ultimamente non era riuscito a leggerlo
molto spesso. Brutto mestiere quello dell’Hokage.
Il problema era l’eccessiva quantità
di problemi da risolvere, ecco tutto. Per esempio, in quel momento
lui si trovava a gestire una guerra imminente, un omicidio,
improvvise defezioni causa gravidanza, una lite familiare di
proporzioni potenzialmente colossali – né Hiashi, né
Naruto erano da sottovalutare in quanto a forza e testardaggine – e
una ragazzina cocciuta che aveva evidentemente deciso di votare la
sua vita a rendergli le cose più complicate di quanto già
non fossero. Mentre la sua scrivania si piegava sotto il peso dei
mille dispacci che arrivavano ogni giorno dal Daimyo e dal Paese del
Vento, lui aveva anche dovuto infilare un coprifronte in un cassetto
in attesa che la sua proprietaria rinsavisse.
Chiharu Nara era nata per essere ninja,
glielo si leggeva negli occhi – e nei geni. Solo che lei non se ne
era ancora accorta, o pretendeva di non saperlo e voleva attirare un
po’ di attenzioni su di sé. Tipico della sua età,
certo. Ma pur sempre diabolico, in quel momento.
Cosa avrebbe potuto convincerla a
tornare quella che era?
Uno shock, probabilmente. Qualcosa di
così incredibile e che la colpisse tanto a fondo da lasciare
in secondo piano l’orgoglio e la testardaggine.
Ma lui non aveva tempo per questo,
Naruto avrebbe dovuto pensarci da solo nei momenti liberi –
sperando che non facesse altri errori. E in ogni caso non avevano
alcuna certezza che Chiharu avrebbe cambiato idea entro venerdì.
Dunque ora il sesto Hokage doveva
occuparsi del gruppo sette che sarebbe sceso in campo, gruppo
mutilato che richiedeva un nuovo membro.
Senza stare troppo a pensarci, sapeva
che c’era solo una persona in grado di unirsi a Kotaro e Hitoshi,
e, in caso di estrema necessità, un’altra… ma temeva che
nessuno dei due accoppiamenti avrebbe funzionato.
In ogni caso, doveva provare.
Naruto gli aveva detto meraviglie di
questa Chiharu Nara. Secondo la sua descrizione era intelligente,
cortese, visceralmente attratta dalla sua magnetica persona e dai
suoi meravigliosi libri, mora, bella, sedicenne.
Fin troppo perfetta per essere vera –
e infatti Jiraya pensava che, probabilmente, non era mora né
bella, e Naruto lo aveva detto solo per convincerlo. Ma si poteva
almeno darle un’occhiata, e in caso di castana scialba defilarsi e
rifiutare l’incarico.
Secondo le informazioni che aveva
ricevuto, questa Chiharu passava gran parte del suo tempo al parco
per bambini nella zona ovest del villaggio, generalmente sulla
seconda panchina da destra, coricata, quindi non doveva essere
difficile individuarla. Ma se, come aveva intenzione di fare, voleva
prima spiarla da lontano, avrebbe dovuto partire da una certa
distanza.
E così si trovava acquattato su
un tetto, una mano sopra gli occhi a difenderli dal sole e le
palpebre strette nel tentativo di capire che aspetto avesse.
Da lì poteva dire che era mora,
e questo era già confortante, poi… beh, avrebbe potuto avere
qualunque età fra i tredici e i vent’anni, per quanto
riusciva a capirne – ma se era una sedicenne, come sosteneva
Naruto, aveva troppo poco seno. E poi la maledetta teneva un braccio
sulla faccia, forse perché dormiva, e lui non riusciva a
capire se fosse bella o meno.
“Mi devo avvicinare per forza?” si
disse con disappunto, ma in quel preciso istante avvertì un
fruscio alle sue spalle, e gettò un’occhiata indietro.
«Chi sei?» chiese Chiharu,
un kunai puntato contro la sua schiena.
Jiraya guardò la panchina su cui
lei sembrava addormentata, e la vide improvvisamente vuota.
«Moltiplicazione?» chiese
con un mezzo sorriso.
Haru corrugò la fronte. Quella
sagoma aveva un che di familiare. Dove aveva già visto quel
vecchio dai cespugliosi capelli bianchi che, a essere oneste, le
ricordava un po’ Naruto?
Jiraya si alzò in piedi e si
voltò, senza che Chiharu abbassasse il kunai. A quel punto le
rivolse un sorriso che però scemo rapidamente.
«Quel Naruto…» disse tra
i denti, contrariato.
Per essere carina era carina, sì.
Ma sedici anni non li aveva neanche a pagarla.
Haru spalancò la bocca,
scioccata. Il kunai le scivolò dalle dita e cadde sulle tegole
del tetto tintinnando brevemente, per poi scivolare verso il basso e
fermarsi in una grondaia.
«J-Jiraya-sama?» balbettò
impallidendo. «Il ninja supremo?»
Beh, almeno lo venerava, constatò
Jiraya.
«In persona» disse
additandosi con il pollice.
«Perché mi spiava?»
chiese Haru sbattendo le palpebre, sempre più incredula.
Non poteva essere vero: il suo eroe si
era appena materializzato davanti a lei! Probabilmente si era
addormentata senza saperlo.
Jiraya sfoderò il suo ghigno più
affascinante. «Qualcuno mi ha detto che eri una mia fan»
Haru arrossì violentemente.
Aveva sempre immaginato che un giorno avrebbe conosciuto Jiraya e si
sarebbe mostrata impassibile ed elegante, matura e affascinante; una
donna di mondo, insomma. E invece scopriva che qualche cretino
l’aveva già presentata come un’oca che stravedeva per lui.
«D-Diciamo di sì»
mormorò guardando altrove, stringendosi un braccio al petto
indispettita.
Jiraya inclinò la testa di lato.
Beh, carina era carina. Forse poteva
anche ispirarlo per il suo prossimo libro, dopotutto. E se avesse
dato inizio a una serie per adolescenti?
In ogni caso, Naruto non aveva mentito
se non sull’età, e quella, era risaputo, era estremamente
soggetta a variazioni. Quindi lui poteva anche considerarsi
soddisfatto e cercare di riportare la sua piccola fan sulla ‘retta
via’.
«Ho saputo che sei una ninja»
disse prendendola alla larga, e la vide rabbuiarsi.
«Non più» affermò
secca sollevando uno sguardo duro.
«Come? E perché?»
chiese ostentando la più profonda sorpresa.
«Perché a quanto pare non
sono mai abbastanza per nessuno» bofonchiò lei, sentendo
che all’improvviso le sue motivazioni sembravano un po’ stupide.
«Che strano. Io direi che sei in
gamba, invece, visto che mi hai beccato qua su»
«Grazie» mormorò
Chiharu arrossendo.
«Sei la figlia di Shikamaru Nara,
vero?»
«Sì»
«Hai la sua espressione»
Haru sbatté le palpebre,
piacevolmente stupita; era la prima volta che qualcuno la paragonava
così esplicitamente a suo padre, prima che a sua madre. E che
quel qualcuno fosse il suo idolo le metteva le farfalle nello
stomaco.
«Davvero?» disse
compiaciuta. «Beh, sì, in effetti lo penso anche io. Ma…
lei è qui per me, insomma?» si azzardò a
chiedere.
«Sì, in un certo senso sì»
«Davvero?»
«Senti, hai mai letto uno dei
miei libri?»
Haru fece una smorfia. «Ecco…
veramente apprezzo di più il suo lato ninja»
Jiraya si accigliò. Naruto gli
aveva assicurato che Chiharu adorava i suoi libri. Le
discordanze iniziavano già ad essere due.
«Non ti piace ciò che
scrivo?» chiese.
Chiharu si strinse nelle spalle a
disagio. «Beh, non è che non mi piaccia… diciamo che
non amo leggere in generale…» bugia. Aveva letto dozzine di
fumetti nella sua vita. «E poi sono molto più
affascinata dalle sue imprese insieme a Tsunade e Orochimaru, perché,
ehm, perché quelle sono più vere, diciamo»
Jiraya le rivolse un sorriso
indulgente. «Ti presterò la mia serie completa, così
potrai farti un’idea. Leggere è molto importante per un
ninja»
Haru tenne per sé che pensava
che la serie della Pomiciata non fosse esattamente la lettura più
indicata per un ninja, e invece gli ricordò che aveva smesso
di esserlo.
«Ah, è vero. Me ne ero
dimenticato, è che ne hai tutta l’aria» fece lui quasi
distrattamente.
«Cosa vuol dire che ‘ne ho
tutta l’aria’?» chiese lei accigliandosi.
«Ma niente, è
l’atteggiamento, come ti muovi, come parli» Jiraya si strinse
nelle spalle con noncuranza. «Hai molto l’aria di un ninja»
Haru non ribatté, inquieta.
Lui non era il primo a dirle che era
una ninja fatta e finita, certo; ma le sue parole avevano tutto un
altro peso rispetto a quelle, per esempio, di Naruto.
Naruto…
“Aspetta un attimo” corrugò
la fronte. “Jiraya è stato il maestro di Naruto. Ha detto
che qualcuno lo ha informato del fatto che sono una sua fan, e guarda
caso ora mi mette dei dubbi sulla scelta che ho fatto” sollevò
lo sguardo e puntò gli occhi in quelli del ninja supremo, che
ricambiò, innocuo e all’apparenza innocente.
«Mi scusi» iniziò
con voce flautata, nascondendosi dietro a un sorriso cordiale. «Chi
le ha detto che sono una sua fan?»
Ci fu un attimo di silenzio, in cui i
due si guardarono. Non ricevendo risposta, Haru proseguì,
sempre sullo stesso tono:
«Per caso la persona che glielo
ha detto le ha anche detto che ho smesso di essere ninja? E che il
villaggio invece insiste perché io la sia?»
Jiraya si lasciò sfuggire un
mezzo sorriso.
«Sei proprio figlia di tuo padre»
commentò, comprendendo che la sua bella costruzione di
menzogne e innocenza si era appena sgretolata davanti ai suoi occhi.
«E figlia anche di mia madre»
disse Chiharu tra i denti, per una volta soprassedendo sull’odio
che provava per Temari. «E se ha una vaga idea di com’è
mia madre, immaginerà che non la sto prendendo affatto bene»
«Insomma, non è poi la
fine del mondo essere ninja…»
«Zitto!» scattò
Haru, facendo ammutolire Jiraya. «Lei non sa niente di me, non
venga a dirmi cosa è meglio per la mia vita! Per quanto sia
stato il mio idolo quando avevo otto anni, ora mi sembra solo un
vecchio che si permette di sputare sentenze!»
«Piano con le parole, ragazzina!»
la additò Jiraya, profondamente offeso per il ‘vecchio’.
«Oh no, se lo scorda!»
continuò lei, sempre più furiosa. «Sa cosa? Può
andare a dire a Naruto che il suo tentativo è stato una
stronzata, e che ha ottenuto come risultato di farmi disprezzare
anche l’ultimo eroe tra i ninja che avevo! Io non tornerò
nel suo gruppo, non tornerò a combattere, né, se ci
riesco, mi farò mai più vedere da lui! Ha commesso
l’ennesimo errore! E questa volta lo pagherà caro!»
«Non vedo perché dovresti
prendertela con me!» borbottò Jiraya, mentre anche le
voci ‘cortese’ e ‘visceralmente attratta dalla sua magnetica
persona’ venivano cancellate con una X mentale.
Chiharu lo fulminò con lo
sguardo.
«Me la prendo con lei perché
anche lei, come tutti gli altri, mi ritiene soltanto una ragazzina
stupida, non è così? Sono intelligente perché
sono figlia di mio padre, sono ninja perché i miei genitori lo
erano, e sono ingenua perché si suppone che penda dalle sue
labbra come un bambino di due anni! E’ questo che pensa, come tutti
gli altri! In questo stupido posto io non esisto se non come ‘la
figlia di Shikamaru Nara, lo strumento da spedire sul campo di
battaglia quando serve’! Perché dovrei rischiare la mia vita
per un villaggio che non vede altro in me?!»
«Tutti siamo figli dei nostri
genitori prima di diventare qualcuno» le fece notare Jiraya.
«Mi faccia il favore!»
ringhiò Haru. «Senta, la bambina di otto anni che è
in me le consiglia di andarsene, perché se no inizierà
ad odiare ogni suo aspetto!»
Jiraya le lanciò un’occhiata
scettica. Non si era aspettato tutta questa grinta dalla figlia di
Shikamaru, ma, come gli aveva fatto notare lei stessa, Chiharu era
anche figlia di Temari.
«Insomma non hai intenzione di
tornare ad essere ninja?» chiese per conferma.
«Nessuna!»
«Peccato» sbuffò, in
fondo neanche troppo costernato. «Secondo me eri tagliata per
questo mestiere»
Quante volte se lo era sentito
ripetere, incazzandosi sempre un po’ di più?
Chiharu assottigliò gli occhi,
preparandosi alla stilettata di perfidia finale, e, prima che Jiraya
se ne andasse, sibilò: «E i suoi libri fanno davvero
schifo»
Questa volta profondamente scioccato,
Jiraya cancellò anche l’ultima voce nell’elenco che gli
aveva fornito Naruto, cioè ‘intelligente’.
*
Martedì mattina, tre giorni alla
partenza per la battaglia.
Kotaro e Hitoshi attendevano
nervosamente che Naruto li raggiungesse davanti all’Ufficio per lo
smistamento delle missioni, l’uno scaldandosi distratto, l’altro
schioccando le dita per formare una fiammella a comando.
Un paio di giorni prima li avevano
informati che quel venerdì sarebbero scesi in campo contro
l’esercito della Roccia.
Kotaro, pallido, aveva chiesto a sua
madre se non era illegale far combattere ragazzi della loro età,
e Tenten gli aveva lanciato un’occhiata che esprimeva a chiare
lettere ‘se non lo fai ti disconosco, smidollato!’. Allora aveva
commesso l’errore di rivolgersi a suo padre, il quale era partito
con una serie di rituali portafortuna e allenamenti da far girare la
testa, annunciando con orgoglio a tutto il villaggio che lui sarebbe
diventato un eroe, e che ‘il fuoco della giovinezza non si spegne
mai, ma sopravvive attraverso le generazioni’, o qualcosa di
simile. Per coronare il tutto anche Mei aveva voluto esprimere il suo
parere, e se ne era uscita con un candido: ‘Tu?’ così
intriso di incredulità da farlo indignare. Dopo quel momento
aveva deciso che avrebbe combattuto e sarebbe tornato vincitore, solo
per il gusto di averla vinta con quel piccolo diavolo che condivideva
almeno il sette percento del suo patrimonio genetico. E comunque lo
confortava parecchio sapere che in battaglia con lui ci sarebbero
stati sia Rock Lee che Tenten.
Hitoshi invece si era subito calato
nella parte dell’eroe. Aveva informato della missione i suoi
genitori in piedi in fondo al tavolo, la schiena dritta e le mani
lungo i fianchi, e Sasuke aveva annuito con l’aria di chi approva –
Hitoshi non poteva sapere che per un attimo nella sua mente era
passato il pensiero ‘se per qualunque motivo si fa del male, uccido
Naruto e Kakashi’ – mentre Sakura aveva sospirato scuotendo la
testa, e si era rimproverata di non aver messo al mondo solo docili
figlie femmine dedite alla cura della casa. Giusto il giorno prima
aveva informato la famiglia che aspettava un altro bambino, e che per
quello non sarebbe scesa in campo, ma ciò evidentemente non
impediva a Sasuke di essere in prima fila.
Alla notizia della battaglia i fratelli
di Hitoshi non si erano scaldati più di tanto. Soltanto Liara,
la sorellina di quattro anni, si era fatta un po’ pallida e gli
aveva chiesto se sarebbe tornato. Lui, con un attimo di improvviso e
irrazionale affetto per lei, le aveva accarezzato la testa dai
capelli chiari – era l’unica ad averli ereditati da Sakura – e
le aveva assicurato che si sarebbe fatto onore e sarebbe tornato
fortissimo. Liara non era sembrata molto confortata, ma almeno
Hitoshi sapeva che qualcuno lo aspettava a casa insieme a sua madre.
Quella mattina avrebbero provato
qualche schema, aveva detto Naruto. Qualcosa per impratichirli un
po’, allenandosi con le sue copie. L’ultima cosa che volevano al
villaggio era che qualcuno di loro si facesse del male, quindi la
prima cosa che dovevano imparare era non strafare, avere mille occhi,
e analizzare attentamente la forza del nemico prima di buttarsi nella
mischia.
Facile a dirsi. Kotaro e Hitoshi già
si sentivano tremolare all’idea delle copie di Naruto, figurarsi se
avrebbero avuto tempo di pensare mentre venivano attaccati da nemici
determinati a ucciderli.
E poi c’era anche un’altra cosa che
li turbava.
«Secondo te chi sarà il
nuovo membro della squadra?» chiese Kotaro nervosamente,
accucciato sui talloni.
Già, Naruto aveva annunciato che
quel giorno avrebbero anche provato con un nuovo elemento per il
gruppo sette.
«E che ne so?» scattò
Hitoshi irritato. «Spero soltanto non Stupido»
«Io spero che abbiano preso
qualcuno che si adatti alle nostre personalità, e non che sia
solo forte» sospirò Kotaro abbracciandosi le ginocchia.
«Ricordo che fatica abbiamo fatto per collaborare con Chiharu…»
Scese il silenzio.
Nessuno dei due aveva perdonato alla
compagna di averli lasciati, nessuno dei due aveva dimenticato la
frase ‘e ora vediamo come ve la cavate senza di me’.
Ma pensare a lei faceva ancora male.
«Sta arrivando» disse
Hitoshi, accennando con la testa al fondo della strada. «E mi
sa che le tue speranze si sono rivelate vane»
Kotaro alzò il capo
ansiosamente, e vide Naruto avanzare dal fondo della via. Accanto a
lui camminava Jin, le mani in tasca e la solita espressione vaga
negli occhi blu.
Il piccolo Lee sospirò.
«Almeno lo conosciamo»
mormorò rassegnato.
“Maledizione… tra tutti proprio
lui” pensò Hitoshi facendo schioccare la lingua. “Mi
rifiuto di collaborare con quel piccolo mostro, e se osa mettermi in
ombra lo uccido!”
«Ciao» li salutò il
figlio dell’Hokage una volta che li ebbe raggiunti. «Pare che
faremo gruppo assieme per oggi»
«Già» fece Kotaro
sforzandosi di sorridere.
«Tsk» fece Hitoshi senza
quasi guardarlo.
«Allora, vi sentite pronti?»
chiese Naruto con forzata allegria. Neanche a lui piaceva quel gruppo
tutto maschile, in fondo, e dubitava seriamente che Jin sarebbe
riuscito a collaborare con gli altri, sia per la sua natura
individualista, sia per la spiccata antipatia che Hitoshi sembrava
nutrire per lui.
Lo aveva detto all’Hokage, ‘non
funzionerà. Quelli riuscivano a malapena a collaborare con
Chiharu’, ma lui aveva insistito per provare. Forse voleva un
gruppo attorno a suo figlio, in modo che fosse protetto in battaglia,
o forse voleva che si integrasse con i compagni, o ancora pensava
semplicemente che fosse l’unico in grado di unirsi a Kotaro e
Hitoshi. Ma qualunque fossero le sue ragioni, lui era l’Hokage, e
lui aveva l’ultima parola. Maledizione.
«Andiamo, ho riservato il campo
d’addestramento più grande e simile al territorio in cui
combatteremo, va bene?» chiese ai ragazzi, avviandosi, e cercò
di mantenere un tono discorsivo che non li impensierisse troppo.
Jin annuì sereno, Hitoshi fece
uno scatto secco della testa, ansioso di superare il figlio di
Kakashi anche in quello, e Kotaro fece solo una mezza smorfia. Oltre
che con il chakra, quel ragazzo doveva anche avere qualche problema
con i nervi.
Raggiunsero il campo dopo una ventina
di minuti di cammino, trovandosi fuori dalle mura del villaggio e
quasi nella foresta. Il cartello appeso alla recinzione diceva “Campo
di addestramento n° 37. Pericolo”, ed era quasi nascosto
dalle foglie di un cespuglio di rovi.
«Non fatevi incantare dalle
piante» li ammonì Naruto aprendo il cancello. «Più
in là diventa molto più scoperto. Ricordatevi che
saremo al confine con il paese della Roccia»
I tre ragazzi entrarono nel campo,
Kotaro con un nodo alla gola, e seguirono Naruto lungo un sentiero
tra le fronde che presto si fece scoperto e circondato solo d’erba.
Altri pochi minuti di cammino, e anche quella scomparve, lasciando il
posto a una distesa di terreno brulla e impervia.
Naruto si fermò in mezzo al
nulla, guardandosi attorno; i confini del campo si intravedevano in
lontananza, dove non erano nascosti dalla vegetazione, e una folata
di vento spazzò la spianata sollevando una polvere sottile.
Avrebbero davvero dovuto combattere
così all’aperto?, si chiese Kotaro con un brivido.
Naruto socchiuse appena le palpebre. Se
ci fosse stata Chiharu, avrebbe già trovato punti di forza e
di debolezza del terreno. Certo, anche Jin era perfettamente in grado
di farlo, ma non era tanto sicuro che Kotaro e Hitoshi avrebbero
accettato consigli da lui. Con il tempo si erano abituati a Chiharu,
avevano lavorato insieme per quasi tre mesi, ma non sarebbero stati
altrettanto disposti a tollerare i difetti di Jin, con cui parlavano
poco in fondo, e che probabilmente, alla stregua del resto del
villaggio, consideravano un piccolo mostro.
D’altronde, sembrava proprio che per
Chiharu non ci fossero speranze, almeno nell’immediato futuro…
«Scordati che ti faccio un
altro favore finché campo!» aveva esclamato Jiraya di
ritorno dalla missione ‘convinci Chiharu’ – di livello SS, in
caso di classificazione.
Naruto aveva sospirato, passandosi
una mano sul viso.
«Non è andata, eh?»
aveva chiesto deluso.
«Vedi di starmi alla larga per
un po’, o in alternativa vedi di regalarmi qualcosa di molto buono
per Natale!» gli aveva intimato Jiraya, rendendo esplicito che
non era andata per niente, e poi, incarognito come un calabrone, se
ne era andato.
Da questa conversazione Naruto aveva
potuto benissimo intuire quale doveva essere l’umore di Chiharu al
momento, e sinceramente dubitava che entro venerdì sarebbe
tornata docile e gentile.
«Va bene» disse battendo le
mani una volta. «Ora io sparirò per una decina di
minuti, e voi vi consulterete sulla strategia da adottare. Poi
inizierò ad attaccarvi da dove meno ve lo aspettate, e voi
dovrete sopravvivere. E’ tutto chiaro?»
Kotaro alzò una mano.
«Ehm, non hai davvero intenzione
di ucciderci, vero?» chiese nervosamente.
Naruto lo fissò. «Pensi di
chiederlo anche ai ninja della Roccia?»
«No, ehm, credo di no»
mormorò il piccolo Lee mortificato.
«Allora avete tempo… da ora»
annunciò Naruto, e prima che la frase fosse finita, sparì
in una nuvoletta di polvere.
«Siamo troppo scoperti»
iniziò subito Jin, guardando i compagni di squadra. «Il
che significa che dobbiamo stare attentissimi, potrebbe arrivare da
tutte le parti, anche da sottoterra»
«Creiamo delle copie e le
facciamo acquattare sotto terra anche noi» disse Hitoshi,
seccato per essersi fatto fregare l’incipit.
«Okay, va bene come prima mossa»
annuì Jin. «Ma funzionerà solo una volta. Quanto
siete veloci a posizionare trappole? E come ve la cavate con la
tecnica della sostituzione?»
La migliore a creare trappole era
sempre stata Haru. Ma se Hitoshi e Jin le ideavano, Kotaro poteva
essere veloce quanto lei a piazzarle. E per quanto riguardava la
tecnica della sostituzione, solo Kotaro aveva ancora qualche
problema.
«Va bene, allora la prima fase
comprenderà trappole e copie» decise Jin in tono
pratico. «Poi dovremo introdurre qualche schema, se siete
d’accordo. L’ideale sarebbe che Kotaro, il più veloce, lo
distraesse, e poi con una tecnica illusoria…»
«Kotaro ha sempre avuto problemi
con le tecniche» lo interruppe Hitoshi, stizzito. «Non va
bene»
«Ah. Allora potrei io…»
«Perché non io?»
Ci fu un attimo di silenzio teso. Jin
fissò Hitoshi con espressione neutra, poi, in tono quasi
casuale, chiese:
«Hai già lo sharingan?»
Hitoshi si accigliò. No che non
l’aveva. Ma d’altronde anche suo padre lo aveva sviluppato
attorno a quell’età, quindi era normale.
«No» disse risentito.
«Allora è meglio che sia
io ad agire, perché non riusciresti a decidere in tempo cosa
fare» spiegò Jin, cercando di mantenere un tono
diplomatico. «Poi sta a voi adattarvi alla mia tecnica e
proseguire nell’attacco»
«Cioè, io attacco, tu
distrai, e poi si vede?» chiese Kotaro incerto.
«E’ un piano troppo a spanne»
disse Hitoshi tra i denti. E lui non sembrava avere alcuna rilevanza,
il che era anche peggio.
«Per un ninja è importante
l’istinto» si limitò a dire Jin, stringendosi nelle
spalle. «La fantasia e la prontezza di riflessi possono fare la
differenza tra la vita e la morte, soprattutto quando è
impossibile prevedere quali saranno le mosse del nemico. Questo non
sarà un combattimento uno contro uno, saremo noi tre contro un
intero esercito. Bisognerà liberarsi degli avversari il più
in fretta possibile e andare avanti finché non ce ne saranno
più»
«Stai facendo lezione?»
chiese Hitoshi, ormai vicino al suo limite di sopportazione.
L’infinita saccenza di quel ragazzino gli dava sui nervi.
«Beh, veramente pensavo fossero
cose che già sapevate»
“Io lo uccido. Giuro che lo uccido!”
pensò Hitoshi sentendo una vena pulsare sulla fronte.
«Attenti!» gridò
Kotaro. «Ha iniziato!»
«Non siamo ancora pronti!»
scattò Hitoshi, vedendo due copie di Naruto a pochi passi da
loro.
«La prima fase!» gridò
Jin, e scagliò due shuriken verso uno degli avversari.
“Prima fase? E chi la ricorda?” si
disse Kotaro, rischiando di inciampare sui suoi stessi piedi.
“E’ troppo tardi per le trappole!”
pensò Hitoshi stizzito. “Stupido imbecille, ci ha fatto
perdere tempo a blaterare!”
Mentre il Naruto di destra schivava gli
shuriken di Jin, la copia del ragazzino sorse dal terreno alle sue
spalle e conficcò un kunai nella sua schiena, facendolo
scomparire in uno sbuffo di fumo. Guardando la scena Hitoshi si sentì
terribilmente sminuito, e allora si esibì nella palla di fuoco
più convinta della sua vita, mancando clamorosamente il Naruto
di sinistra ma prendendo in pieno la copia di Jin, che scomparve in
uno sbuffo di fumo.
«Che stai facendo?!» scattò
il bambino.
«E’ stato un errore, okay?!»
ribatté l’Uchiha indispettito.
Per poco un nuovo Naruto spuntato alle
sue spalle non lo colpì con un pugno, ma Kotaro intervenne in
tempo e parò, stringendo i denti di fronte alla forza
inaspettata del jonin.
«Ehi, non sta scherzando!»
avvisò i compagni, mentre Naruto faceva un balzo indietro e
improvvisamente scompariva dalla loro vista.
«Dov’è?» chiese
Hitoshi, guardandosi attorno rapido.
La spianata era deserta, spazzata dalla
brezza leggera. Oltre a loro non si vedeva anima viva, nessuno dei
due avversari che ora sapevano di dover affrontare sembrava essere da
quelle parti.
Ma, anziché diminuire, la
tensione era improvvisamente aumentata.
All’improvviso Jin saltò,
gridando: «Sotto!», ma Hitoshi non fece in tempo a
evitare lo smottamento del terreno, e perse l’equilibrio. Una mano
si serrò sulla sua caviglia, e nello stesso istante uno
shuriken si conficcò nella pelle leggermente abbronzata,
facendole mollare la presa. Hitoshi concentrò il chakra nelle
piante dei piedi e si spinse via con troppa forza, ricadendo più
in là faccia a terra.
«Tutto bene?» chiese
Kotaro, e Hitoshi si rialzò seccato.
Tutto bene cosa? Era stato Jin a
salvarlo lanciando lo shuriken, quella era un’onta sull’onore
degli Uchiha! Niente andava bene!
Il figlio di Sasuke strinse i denti e
congiunse le mani sotto il mento.
“Ora vedremo” pensò furioso,
e creò cinque copie perfette di sé stesso.
«Via!» ordinò,
facendole sparpagliare.
Jin lo fissò stranito,
chiedendosi cosa avesse in mente, e quando lo domandò a voce
alta Hitoshi si limitò a lanciargli un sorriso altero,
consigliandogli di restare a guardare.
«Si suppone che facciamo lavoro
di squadra!» intervenne Kotaro, furibondo. «Che diavolo è
questo atteggiamento?»
«La sistemo io da solo!»
esclamò Hitoshi. «Voi restate a guardare!»
Non fece in tempo a richiudere la bocca
che Naruto comparve dal nulla alle sue spalle, e, con una mossa così
veloce da essere a malapena comprensibile, lo fece voltare e gli
assestò un pugno nello stomaco che gli mozzò il
respiro. Le copie che aveva creato con tanto impegno si dissolsero
nel momento in cui la sua concentrazione venne meno, trasformandosi
in sbuffi di polvere inconsistente, e l’Uchiha cadde sulle
ginocchia tossendo.
«Mai moltiplicarsi e far sapere
qual è l’originale» commentò Naruto in tono
neutro, un attimo prima che Jin lanciasse uno shuriken tra i suoi
occhi. Anche quella copia scomparve, ma lasciò il posto ad
altri tre ninja identici, subito dietro il punto in cui si era
trovata.
«Non finiscono mai?» si
chiese Kotaro a voce alta, tra i denti.
«E’ un allenamento» gli
ricordò Jin. «Ci metterà davanti al peggio del
peggio, nella speranza che le cose si rivelino più facili!
Senti, ho un piano»
Kotaro esitò per una frazione di
secondo, guardando Hitoshi che a terra gemeva debolmente. Sapeva che
accettare la collaborazione di Jin lo avrebbe portato a litigare con
il compagno di sempre, ma sapeva altrettanto bene che Jin e i suoi
piani erano forse l’unica cosa che avrebbe loro permesso di
difendersi dagli attacchi di Naruto. Strinse i pugni e si avvicinò
al bambino, ignorando deliberatamente l’occhiata astiosa che gli
arrivò da Hitoshi.
«Cosa devo fare?» chiese
deglutendo nervoso.
Hitoshi, più in là,
distolse lo sguardo con rabbia e disgusto.
“Traditore!” pensò di
Kotaro, cercando di rialzarsi in piedi nonostante le gambe tremanti e
lo stomaco dolorante. “Io me la caverò anche da solo! In
fondo l’ho sempre detto che non avrei fatto parte del gruppo
sette!”
Si raddrizzò faticosamente,
guardando le tre copie di Naruto che sembravano attendere in
distanza. Socchiuse gli occhi di fronte alla loro espressione
indifferente e strinse i pugni.
“Sono un Uchiha! Ho un onore da
difendere!” pensò furioso, e congiunse le mani sotto il
mento, moltiplicandosi di nuovo. Questa volta non commise l’errore
precedente, e si mescolò alle copie prima di farle
sparpagliare, allontanandosi con loro.
“Pensate pure ai vostri bei piani”
pensò con disprezzo guardando Kotaro e Jin. “Intanto io
vincerò questa battaglia”
Le copie di Naruto aumentarono di
numero, una per ogni Hitoshi, ma lui non sembrò preoccuparsi.
Schivò ed evitò ogni colpo, ribattendo con shuriken e
kunai, finché, in qualche modo, non riuscì a
raggruppare tutti gli avversari in un unico punto, e a circondarli.
Allora ordinò alle sue copie di usare la palla di fuoco
contemporaneamente, e in un’unica fiammata tutti gli avversari
scomparvero.
«Sì!» esultò
Hitoshi, grondando orgoglio da ogni poro.
Non si accorse degli shuriken che
fischiavano nell’aria finché tre delle sue cinque copie non
furono scomparse in uno sbuffo di fumo, e allora ordinò in
fretta e furia di abbassarsi, ma un attimo troppo tardi perché
non se ne andasse anche un’altra.
«E’ scorretto attaccare da
dietro!» gridò da terra, con un’occhiata offesa al
Naruto che lo attaccava alle spalle.
«In guerra nulla è
scorretto» disse una voce pericolosamente vicina al suo
orecchio, e furono solo i suoi riflessi che lo salvarono da
potenziale morte, facendolo rotolare di lato nell’istante in cui
un’esplosione dilaniò il punto in cui era stato. Si rialzò
di scatto, pronto a fronteggiare anche quell’avversario, quando
un’ombra gli saettò accanto, precedendolo, e Kotaro si
avventò sulla copia di Naruto con il meglio delle sue arti
marziali.
«Lui è mio!» ringhiò
Hitoshi indispettito, ma Jin lo afferrò per una spalla e lo
tirò indietro bruscamente.
«Lascia fare a noi, abbiamo un
piano» disse senza staccare gli occhi dal suo obiettivo, e poi
intrecciò le dita in almeno dieci posizioni diverse, il tutto
in pochi secondi. «Fatti indietro!» ordinò a
Hitoshi, mentre una scarica di elettricità si formava tra le
sue mani e faceva rizzare i peli delle sue braccia e di quelle del
compagno accanto.
«Scordati che mi levo dai piedi!»
esclamò quello, nonostante il suo cuore avesse appena mancato
un battito.
Ma Jin già non lo ascoltava più,
intento a fissare Kotaro.
“Ora!” pensò, accigliandosi.
“Cosa sta aspettando?”
Kotaro schivò un calcio di
Naruto, e ricambiò con un pugno prontamente parato. Sentì
uno spostamento d’aria alle sue spalle, si abbassò appena in
tempo per evitare una gomitata e cercò inutilmente di
sgambettare l’avversario. Anche il terzo Naruto si unì alla
lotta, rendendogli la vita ancora più difficile, e la sua
fronte iniziò a imperlarsi di sudore.
“Cavolo, cavolo, cavolo!” pensò
ansante, cadendo sulle ginocchia e spingendosi in alto così in
fretta da farsi dolere i muscoli. “Dai, acqua! Acqua!”
Cercò di convincere il suo
chakra a trasformarsi in acqua, ma ottenne solo di stancarsi e
perdere la concentrazione. Fu raggiunto da un pugno sotto l’occhio
destro, sicuro che il giorno dopo si sarebbe svegliato con un livido
sullo zigomo, e in quel momento si ricordò di qualcosa che
portava sempre con sé.
Vicino al limite della sua pazienza Jin
cercò di trattenere la massa di molecole surriscaldate che,
sotto forma di plasma, cercava di esplodere attraverso le sue mani,
in attesa di un segno.
All’improvviso lo vide: una scia
d’acqua, mille gocce brillanti che attraversavano l’aria sopra la
testa di Kotaro.
«Ora!» gridò,
lanciando la sfera densa di elettricità verso i tre Naruto che
ancora lottavano.
Quelli si voltarono con espressione
vagamente sorpresa, mentre Kotaro si lanciava fuori dal cerchio che
loro formavano e rotolava più in là, proteggendosi la
testa con le braccia.
Ci fu un’esplosione, e tutti chiusero
gli occhi e sollevarono le mani a difendersi dal pietrisco che piovve
sulle loro teste.
“Ha funzionato?” si chiese Jin
ansiosamente, aprendo gli occhi quando ancora la polvere impregnava
l’aria.
Due elementi combinati erano in grado
di sopraffarne uno solo, così gli avevano insegnato: e il suo
fulmine e l’acqua di Kotaro erano perfetti se assimilati, forse
abbastanza forti da sconfiggere il vento di Naruto.
All’improvviso una folata d’aria
creò mulinelli nella nube di polvere, facendola disperdere
lentamente; dietro la coltre, tre Naruto stavano ancora in piedi,
fermi, a malapena graffiati.
«Buon tentativo» disse uno
di loro. «Ma conosci troppo poco i tuoi compagni di squadra»
Jin si accigliò, e poi spostò
lo sguardo su Kotaro, inginocchiato più in là. Solo
allora vide la borraccia che stringeva tra le mani, dalla quale
qualche goccia cadeva leggera sul terreno.
«Non era chakra?» esclamò
furioso. «Ma cos’hai nella testa?! Con acqua normale non
poteva funzionare!»
Kotaro arrossì sotto il viso
sporco di terra, risentito. Lui non riusciva a creare l’acqua dal
chakra nemmeno durante i tranquilli allenamenti con Sai, come
potevano pretendere che lo facesse in quella confusione?
«E che ne sapevo io?» si
difese, offeso. «Hai chiesto solo dell’acqua!»
Jin chiuse gli occhi.
Era inutile. Non poteva collaborare con
loro.
Risollevò le palpebre, le iridi
blu cupe e determinate.
«Cosa vuoi fare?» gli
chiese Hitoshi sospettoso, ancora risentito e, purtroppo, stupito
dalla potenza della sua tecnica.
Ma Jin non rispose, e semplicemente si
lanciò in avanti congiungendo le mani per l’ennesima volta.
Due copie si materializzarono al suo fianco, e nella corsa si
incrociarono e intrecciarono con lui, così che alla fine era
impossibile capire quale fosse l’originale. Una affrontò un
Naruto, un’altra un altro e la terza l’ultimo, ingaggiando tre
combattimenti contemporanei in cui la fantasia la faceva da padrone.
Con sorpresa e sconcerto, Kotaro e
Hitoshi videro Naruto leggermente spiazzato.
Jin non era abbastanza forte da
impensierirlo, ma era dannatamente pieno di inventiva. Creava mosse
nuove dal nulla, schivate e finte in cui cambiava idea a metà
strada, mosse istintive e letali che finivano per coglierlo alla
sprovvista. A un tratto si trovò uno sconcertante tentativo di
Raikiri a un soffio dal naso, e lo schivò solo per un pelo e
perché non era ancora completo.
E va bene, le cose si facevano serie.
Dal nulla si materializzarono altre
copie, forse dieci. Jin le contò con un’occhiata rapida e ne
creò altrettante, ma ora le cose si fecero improvvisamente più
complicate. Con una smorfia di disappunto il figlio dell’Hokage si
rese conto che non era in grado di controllare un simile numero di
altri sé, e si rassegnò a vederne cinque distrutti in
un attimo.
Naruto lo accerchiò, ne eliminò
altri, lo spinse in un angolo, e alla fine lo trovò solo e
ansante, coperto di sudore, bloccato da non meno di quindici
avversari. La maggior parte di loro scomparve, lasciandone solo uno,
e quello, veloce come il vento, afferrò Jin prima che potesse
tentare qualunque cosa e fece passare un braccio attorno al suo
collo, ponendolo tra sé e gli altri due genin.
«Arrendetevi o lo uccido!»
gridò nel tono più minaccioso di cui era capace,
aumentando la stretta sulla giugulare del bambino e strappandogli un
leggero singulto.
Kotaro e Hitoshi non si mossero. Si
guardarono per un istante, improvvisamente dimentichi che solo pochi
minuti prima il piccolo Lee era stato dalla parte di Jin, e poi, in
perfetta sintonia, ribatterono:
«Fai pure»
Ci fu un attimo di silenzio
sconcertato, mentre Jin li fissava a bocca spalancata.
Naruto sospirò, allentando la
stretta sul suo collo, e lasciò che i suoi piedi toccassero di
nuovo terra.
«Credo ci sia un fraintendimento
di fondo» borbottò accigliato. «Ho detto ‘o
lo uccido’»
«E noi abbiamo detto ‘fai
pure’» ripeté Hitoshi incrociando le braccia sul
petto. «Ma tanto non hai mai neanche provato a ferirlo davvero.
Cioè, lui è il figlio dell’Hokage, no? Nessuno fa del
male al figlio dell’Hokage»
«Già» annuì
Kotaro, assumendo la stessa posizione del compagno, tutt’a un
tratto schierato nuovamente dal vecchio lato della barricata.
«State dicendo che con lui non ho
fatto sul serio?» allibì Naruto.
I due genin gli lanciarono un’occhiata
eloquente, e poi un’altra astiosa a Jin, e allora Naruto si passò
una mano sul viso, esausto.
«Voi non avete capito niente di
questo allenamento!» mormorò scuotendo la testa.
«Beh, in sostanza dobbiamo
cercare di sopravvivere venerdì, no?» fece Hitoshi
stringendosi nelle spalle, con molta più spavalderia di quanta
ne provasse davvero, ansioso di cancellare l’immagine di un sé
stesso tremante e gemente al suolo.
Naruto fece un cenno stanco e
demotivato. «A grandi linee…» borbottò.
«Sentite, diciamo che questo esperimento è fallito,
okay? Voi due, vi voglio qui domattina all’alba, proviamo con un
altro compagno. Jin, sei stato bravo, ma penso che lavori meglio da
solo che in gruppo»
«Non sono riuscito a sconfiggerti
» disse Jin a sorpresa, con una strana voce.
«Non potevi riuscirci» lo
blandì Naruto, ma quello scosse la testa rabbiosamente, e con
uno scatto improvviso corse via. Naruto avrebbe scommesso di aver
sentito un singhiozzo.
«Tsk. Bambino» commentò
Hitoshi con aria di disprezzo.
«Quel bambino ha dieci volte le
possibilità che hai tu di sopravvivere» ribatté
Naruto tagliente. «E la prossima volta che ti sento parlare
così ti faccio pentire di essere entrato in questo gruppo, è
chiaro?»
Di fronte all’azzurro ghiacciato
degli occhi di Naruto, Hitoshi deglutì e non aprì più
bocca, limitandosi ad annuire sotto il pallore improvviso.
«Andate a casa. Ci vediamo
domani» mormorò il capogruppo, e poi, come tutte le
altre copie, scomparve in uno sbuffo silenzioso di polvere.
Nel prossimo capitolo...
«Anche Ino avrà un
bambino» se ne uscì Choji in tono allegro.
Neji, che stava sorseggiando un’ultima
tazza di tè con aria molto nobile, la sputò tutta in
faccia a Shino.
«Cosa?» chiese senza fiato,
spalancando gli occhi candidi.
«Non ve l’ho detto?» fece
Choji perplesso.
Cinque paia di occhi lo fissarono
sconvolti. Shino, borbottando maledizioni, cercava di ripulirsi gli
occhiali senza levarli.
«Siamo sicuri che sia tuo?»
indagò Kiba con cautela.
* * *
Spazio autore
Promemoria: mai più pubblicare cose vecchie! A rileggerle fan sempre schifo.
A proposito.
E' evidente che mi son presa un sacco di libertà con il chakra. U_U
(ma, almeno per una volta, Jin è stato un bambino di sette anni!)
- 500 RECENSIONI -
ABBIAMO UN VINCITORE!
Era sera, gironzolavo sul web e mi sono accorta che eravamo alla 499esima recensione.
Perfida, ho detto a tutti i contatti con cui chattavo che avevano
l'occasione di essere i fortunati vincitori della domanda premio.
Solo a una persona non ho detto nulla, perché in quel momento ero distratta.
Ebbene. Bluffando Mala_Mela e Harryherm, che si son fiondate a scrivere,
l'ingenua arwen5786 aveva finito la sua normalissima recensione e l'aveva inviata, agguantando per un soffio il 500!
Quindi, congratulazioni
arwen5786!
Sfortunatamente per voi lettori, la sua domanda era troppo spoilerosa per avere risposta qui. Indi per cui ce la siam giocata su messenger! XD
Mi spiace, niente spoiler pubblici!
Prima che vi facciate venire una sincope, come è successo ad arwen5786 (sì, sempre lei),
sappiate che la preview non dice assolutamente che Neji e Ino hanno una storia!
E' solo che il povero Neji ha immaginato per un terribile istante il
perché e il percome del concepimento del figlio di Ino e Choji.
Penso che a questo punto sia comprensibile lo sputo. U_U
Oh, e finalmente si saprà qualcosa anche di Kiba, seppur non molto! ^^
Ma, per essere sinceri, succederanno milleuno cose... e d'altronde, che
che vi aspettate da un capitolo che si intitola "vigilia"?
OT
Sapete? Mi sono impegolata davvero con troppi progetti! XD
La mia pagina autore non riesce a starmi dietro, e quindi se vi capitasse di guardarla non datele molto credito!
Soprattutto i coming soon... fidatevi solo di ciò che vedete con i vostri oculi tra le nuove fanfic!
bambi88: oh,
signora giudicessa, colgo l'occasione per proporle lo splendido contest
dedicato a Kanky! Suvvia, mi dica che lo giudica con me, così
prende avvio! Non vuole leggere tante belle fyccyne sul suo uomo
preferito? <3
Killer Queen 7: uff, non vorrei
mai e poi mai doverlo dire... ma se tutto va bene oggi pubblico la
prima parte di una cosa che letteralmente straborda di Sasuke. -.- Non
so perché, ma più li odio e più li descrivo nei
dettagli; più li amo, e più maltratto. Che qualcuno mi
lobotomizzi! Coooomunque! Sakura e Sasuke in questa fanfic sono ricci.
Ma direi che 7 è un buon numero per fermarsi, giusto? Chiharu e
Sai sono una bella macchia scura sul futuro, per adesso, mentre di
Jiraya hai saputo tutto oggi! Poverino, forse l'ho trattato un po'
troppo male! XD Parlando dei Queen, confesso che la mia "cultura" nei
loro riguardi si è formata con gli special di mtv (best of...),
e con Guitar Hero. Di quel poco che so, però, posso dire con
assoluto rammarico una cosa: peccato che Freddy Mercury fosse della
sponda sbagliata - rispetto a me. Non solo a livello fisico (anche
perché è andato a periodi, come estetica dal collo in su
XD), ma proprio per quanto riguarda il carisma. Cioè, era uno
con le contropalle! Se fossi nata nella sua epoca probabilmente me ne
sarei innamorata, e ai suoi concerti sarei stata tra le ragazzine
urlanti in prima fila che si emozionano ad ogni acuto! (oddio, adesso
mi insulterai! XD Io, profana, che blatero così sui Queen!)
SuperEllen: oh, ogni tanto mi
trovo recensioni che risalgono alle 4 e mezza di mattina. Non so ancora
come faccia la gente a scrivere cose di senso compiuto a quell'ora, ma
a quanto pare ci riesce! Comunque, non essere troppo cattiva con
Naruto: in fondo non ha mentito sul colore dei capelli! <3 Il nuovo
compagno era Jin, o almeno, avrebbe dovuto esserlo, e la cosa non
è andata. Ora bisogna vedere come sistemerà le cose
Kakashi e cosa deciderà di fare! Per quanto riguarda Sasuke e
Sakura... beh, un clan non si rifonda con cinque persone! U_U E
perché porre limiti alla natura, così benevola con gli
uomini di buona volontà? <3 Sai e Shikamaru mi risultano
abbastanza oscuri, per ora. Come ho già detto più su,
rileggere le cose a distanza di tempo è sempre traumatico, e
l'IC e lo stile sono le cose che più spesso mi lasciano
allibita! XD
lilithkyubi: ehi, non
dimentichiamo che Jiraya non sa nemmeno chi è Chiharu!
Onestamente, non so quanto potrebbe fregargliene se lei resta ninja o
no! XD Chiharu è cocciuta. Cocciuta, cocciuta, cocciuta. Punto.
XD Shika e Tem, invece, al momento non sono molto inclini a coccole.
Sai com'è, tira aria di crisi, e non è che in questi
periodi ci si spupazzi un granché! XD In compenso ci avevi
azzeccato con il nuovo - tentativo di - compagno! E come già sai
è miseramente fallito! XD
Talpina Pensierosa: ehm,
firulì, firulà... Dai, che lo sai che voglio bene a Haru!
(e la cosa dovrebbe essere preoccupante, visto quanto volevo bene a
Naruto in Sinners!)
Maobh: mah, il nuovo Uchiha in
arrivo è frutto di una proficua collaborazione tra Sasuke e
Sakura, direi! Non diamo la colpa soltanto a uno dei due! XD Mi spiace
deludere le tue alte aspettative su di me, ma ero a Milano per
accompagnare un'amica che andava... al concerto dei Backstreet Boys. Lo
so, è terribile. Come unica consolazione ti dico che non mi sono
neanche avvicinata al forum di Assago, e che mi sono limitata a farle
compagnia la notte e il giorno dopo, quando abbiamo gironzolato per la
città - e, orrore, siamo finite sotto il balcone di TRL in
orario di ripresa!
Killkenny: sì, un altro Uchiha! Lo so, sono stupita persino io!! Mamma mia, che colpo di scena!! (modalità bimbaminkia-on)
Hipatya: guarda, spero che ad
ogni bambino non arrivi davvero una cicogna con tanto di fagotto, o in
casa Uchiha ormai hanno un allevamento! Per carità, non
abbandonare il pairing ChiharuxKotaro! Se l'unica sostenitrice della
coppia, ora come ora, non lasciarliiiii! Ognuno ha bisogno del suo
fanclub! Sai e Chiharu hanno già tanta gente che li sostiene!
ç_ç Oh, parliamo di Chiharu e la sua idiozia. Il punto
è esattamente questo: se non mostra un po' di carattere,
è fuori. Per un po' la si aspetta, la si vezzeggia, le si dice
"dai, non fare così" - e nemmeno tutti lo fanno: fosse per
Hitoshi una botta in testa e un calcio nel... e vedi come corre in
missione - ma poi basta. Si vive anche senza essere ninja. Certo, tutto
questo ha un sacco di senso... finché non ci mettiamo i
sentimenti. Perché se Kakashi può allegramente mandarla
al diavolo, suo padre no. Suo padre le vuole bene, sa che vuole essere
ninja e che al momento sta mandando tutto al diavolo, e quindi cerca di
farla ragionare fino all'ultima goccia. Se poi non ne vorrà
davvero sapere, allora boh. Non se ne parlerà più. Ma
intanto, con discrezione, cerca di aiutarla a capire cosa vuole davvero
- e lo vedrai nel prossimo capitolo! Con "rivelazione sul nuovo pargolo
in arrivo in casa Uchiha" cosa intendi esattamente? Sakura che lo dice
a marito e figli? Beh, c0è solo uno scorcio minuscolo...
Dopotutto è la settima volta che lo annuncia, ormai è
come il capodanno! XD
crilli: no, non sono una maga,
e anzi il mio IC traballa! Me ne accorgo rileggendo, ma cambiare tutto
sarebbe semplicemente estenuante, e allora lascio perdere! XD
Però i complimenti mi fanno molto piacere, sul serio! Ti
ringrazio tanto, e mi unisco a te nel cordoglio per Jiraya...
ç_ç Dovevamo aspettarci che morisse, in quanto maestro di
Naruto, ma è stata comunque una mazzata!
gracy110: beh, dai, Jiraya l'ha
presa meglio del previsto! XD E' stato un po' un trauma, ma non gli
è andata così male... fino a un certo punto. XD
Ino_Chan: la psicologia
complicata è qualcosa che personalmente odio e adoro al tempo
stesso. E sempre per lo stesso motivo, cioè perché
è complicata. XD
Però sono contenta di sentire che mi riesce bene, ho sempre
paura che le decisioni dei personaggi non siano chiare! >_<
muccina89: oddio, non parliamo
del Sasuke vendicatore testa di... ehm, vendicatore, che se no mi
scaldo. -.- E' inutile, per me è un imbecille fatto e finito
quando fa così, e francamente leggendo le ultime scan sto
godendo come un riccio, ma va beh, non credo che ne uscirebbero cose
civili se dovessi parlarne con te! XD E poi il mio amore per Sasuke va
e viene come la marea!
arwen5786: Sai e Haru? Mon
dieu, non pensavo che avrei mai sentito uscire dalla tua bocca una
simile proposta! Che ti è successo? Stai poco bene tesoro?
é_è Comunque, congratulazioni! Ignara e inconsapevole hai
vinto la tua bella domanda, e la risposta... ha fatto schifo come
risposta, lo so! XD Ma io te l'avevo detto di ponderare bene la
domanda, te l'avevo detto... Sakura intanto è ancora incinta,
ma, come hai detto tu, loro vogliono una bella squadra di calcio! Chi
siamo noi per impedirglielo? In più puoi pure immaginarteli
tutte le volte, contenta? <3 E nei tuoi sogni, se ti va, immagina
pure Neji e Hinata, che non fa mai male. U_U A proposito, alla fine non
era mica Akeru il "nuovo membro" del team, come hai notato!
Mala_Mela: anche se tu fossi
stata la cinquecentesima, con una recensione del genere non ti avrei
mai accettata come vincitrice! XD Tra parentesi, l'hai fatta nello
stesso identico minuto in cui l'ha fatta Cami! Ma questa è
sfiga! XD (magari il sito le ha ordinate seguendo le lettere
dell'alfabeto!)
harryherm: guarda te se una
deve indire un premio ogni 500 recensioni per avere uno straccio di
commento tuo! Sappi soltanto che se fossi stata la cinquecentesima
avrei risposto a una tua domanda, perché la tua recensione ha un
briciolo di senso, al contrario di quella di claudia! XD Dai, su non te
la prendere. Pensa che il 13 maggio è molto vicino, che il tuo
spinoff è tipo a tre righe dalla fine, e che oggi ho messo le
mani sulla fanart! (L)
rina: oh, come sei brava a non
lasciarti scappare niente! Davvero, mi vien voglia di abbracciarti,
considerati i molteplici rischi che ho corso lungo il cammino con le
persone che sanno come andrà la storia! XD
Scorpyon: è
inutile, ho una spiccata preferenza per le persone che adorano Kotaro!
Quindi ho deciso che da oggi tu sei tra i miei commentatori preferiti!
XD
sammy1987: allora, per ragioni
purtroppo a me ben note, la tua AU è arrivata con un giorno di
ritardo, e persino divisa in due parti. Non solo. Non essendo io in
grado di scrivere una SasuSaku pura e semplice, ho dovuto inserirli in
un contesto complicato e macchinoso, tanto che la loro vicenda passa in
secondo piano e lascia spazio prevalentemente a Sasuke! Sigh, non so
nemmeno perché sia successa una cosa simile... Comunque, la
pubblicherò subito dopo il peggior bla bla bla, la trovi nella
mia pagina personale! Parlando del capitolo, ebbene, Sakura NON
scenderà in campo. Sakura resterà a casa ad allevare i
suoi piccoli mostri e a mangiare per due, servita e riverita dai
domestici! XD A meno che Jiraya non decida di passare a trovarla,
passerà giornate molto noiose! Uh, ci hai azzeccato con il nuovo
membro del team 7! ^^
maninja87: credimi, prima della
fine sapremo esattamente cosa pensa Jiraya della morte di Tsunade. Non
devi aspettare molto, in fondo restano solo sedici capitoli, più
o meno un mese e mezzo. Per quanto riguarda il settimo mini Uchiha (e
uso il maschile per comodità), ti dico solo che sarà...
ehm... un po' problematico. Cioè. Anche la nascita, se mi
capisci... che non è detto arrivi al termine, tra l'altro... Il
nuovo componente (quasi componente) del team 7 era proprio Jin. E in
effetti le parole di Hitoshi e Kotaro (ma più Hitoshi) sono
dettate principlamente dall'invidia nei suoi confronti., che non da un
suo reale caratteraccio. Chiharu e Baka sono decisamente più
stronzi di lui! XD Dai, dai. Oggi hai solo intravisto Sasuke, ma next
time ci sarà in pompa magna, con atteggiamenti da gran f...iero!
fedecr90: ma che gare fate tu e
il tuo amico? XD Oh beh, per un contatto non morirò mica:
ayachan152003@hotmail.com Comunque, parlando d'altro, impara questa
cosa: in ognuna delle storie che scrivo, Naruto ne esce invariabilmente
eroe. U_U Anche se la vicenda è ambientata in un mondo popolato
di topi, lui sarà il topo che alla fine salva la
comunità, è matematico. Purtroppo sono fatta così,
idolatro Naruto e se non lo glorifico non mi sento a posto! XD Quindi
tranquillo: i mocciosi sapranno di che pasta è fatto Naruto!
<3
izayoi007: hai iniziato a
chiederti di Kiba nel momento giusto! Comparirà nel prossimo
capitolo, anche se solo per un breve inciso e solo per farvi chiedere:
EH?! Di che sta parlando? Ad ogni modo i casini sono tutti destinati ad
aumentare, quelli che mi hai elencato nella recensione sono nulla se
confrontati con quelli che devono venire! Preparati, perché io
mi sono divertita parecchio a scrivere i prossimi capitoli! (e quando
io mi diverto, il sangue scorre a fiumi...)
DuniettaS: saprai fin troppo di
come è morta Tsunade, e proprio per bocca di Jiraya, credimi.
U_U Ma attenzione! Jiraya non vuole allegramente rotolarsi tra le
lenzuola con Chiharu! Cioè, ha sedici anni! A lui basta...
uhm... "discutere" con lei del mondo dei giovani e dei suoi desideri...
più nascosti... U_U (beh, sappi solo che non è un
pedofilo!) Shikamaru in versione padre protettivo non è troppo
lontano, sappilo! D'altronde io amo i Nara, che posso farci? <3
kiaretta_chan_94: rileggendo la
fic ho pensato molto al Jiraya post-Tsunade, e mi sono detta tante
cose. In generale, si possono riassumere con: ormai è quasi un
uomo anziano, sa che le persone attorno a lui inizieranno a morire a
breve, e che lui stesso non ha molto tempo. Oltretutto è anche
un ninja, e quindi ipoteticamente d'animo più forte, e, dulcis
in fundo, Tsunade non lo ha mai assecondato del tutto nel suo amore,
per il semplice motivo che anche lei sapeva che le restava poco da
vivere, e voleva limitare "i danni" una volta morta. E' per queste
ragioni che lui è ancora un pervertito, ed è per le
stesse ragioni che non parla della morte di Tsunade. Nel prossimo
capitolo scoprirai anche la reazione di Shikamaru all'incontro
Haru-Jiraya!
Yume_Tsuki: spero che
l'incontro tra Chiharu e Jiraya non ti abbia deluso! XD Ho cercato di
renderlo moderatamente divertente, chissà se ci sono riuscita?
Urdi: eh, Sakura e Sasuke sono
benedetti dal signore! U_U Dal signore dei conigli, nello specifico.
Oddio. Ho letto bene? SACHER? *_* Tu! Se ben ricordo non mi hai
regalato nulla per il compleanno! Che cattiveria! Che terribile
cattiveria! BENE. Gioisci, perchè puoi rimediare! Ti mando
l'indirizzo e tu mi invii una sacher, ok?? *__* (sigh, sniff, ho la
dispensa vuota! La mia merenda sarà a base di tè verde e
cracker! La mia cena pasta con il tonno, e pure il pranzo di domani!
Salvami!) Oddio, la parolina magica mi ha distratta da tutto il resto.
Mi perdoni se ti saluto e inizio a sbavare su ciò che non ho?
*_* Sacher...
Aya
|
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Capitolo 21 *** Vigilia ***
Naruto2-21
Vigilia
- Ventuno -
«Lasciami
indovinare: è
colpa di Naruto»
Chiharu
alzò gli occhi cupi sul
padre, che fermo sulla soglia della camera fissava la sua sagoma
nell’oscurità. Seduta sul letto, strinse di
più le
ginocchia contro il petto, senza rispondere.
Shikamaru
sospirò e accese la
luce, entrando nella stanza improvvisamente illuminata. Chiuse la
porta, prima che Temari comparisse improvvisamente sulla scena, e poi
raggiunse il letto e ci si lasciò cadere seduto, a breve
distanza dalla figlia.
«Io
lo avevo avvisato»
borbottò allora. «Adesso dovrò
ucciderlo»
Chiharu si
lasciò scappare un
sorriso amaro.
«Se
dovessi uccidere tutti quelli
che mi fanno incazzare, papà, avresti un bel po’
di lavoro
da fare» disse senza particolari intonazioni.
«Diventi
più socievole
ogni anno che passa» commentò lui roteando gli
occhi.
Ci fu un
attimo di silenzio.
«Se
non sbaglio Naruto aveva
intenzione di farti parlare con Jiraya…»
proseguì
Shikamaru guardandola. «E’ colpa sua se in questa
stanza il
rancore si può tagliare con il coltello?»
Chiharu si
rabbuiò.
«Lo
sapevi?» chiese sulla
difensiva.
«Naruto
mi ha chiesto se non
avessi qualche eroe, e io gli ho detto della tua passione per i ninja
supremi» rispose lui calmo.
«Cos…
Perché lo hai
fatto?» scattò lei.
«Credi
che mi piaccia vederti
ciondolare per il villaggio tutto il giorno, o sapere che eviti di
avere contatti con chiunque?» ribatté lui in tono
più
secco. «Non ho alcuna intenzione di criticare la tua scelta,
ma
a un bel punto credo che ti dovrebbe sorgere spontanea la domanda:
‘quale vita era migliore?’»
«Non
avevi alcun diritto di…!»
«Fammi
il favore. Fino a prova
contraria sono ancora tuo padre, ho il diritto di tentare di vederti
felice, okay?»
«Tu
non sai cosa mi renderebbe
felice!»
«E
allora dimmelo»
«No!»
Chiharu distolse lo
sguardo.
«Visto?
Non lo sai neanche tu»
brontolò Shikamaru.
«Ma
avete finito tutti di
chiedermi di essere un’adulta?» sbottò
lei esasperata.
«Non so cosa sarò di qui a dieci anni, e che
cavolo!
Sono solo una tredicenne!»
«Strano.
Avevo capito che volevi
ti considerassimo più grande» le fece notare lui.
Chiharu gli
scoccò un’occhiata
rovente.
«Se
eri qua per calmarmi hai
fallito in pieno» lo informò.
«Eh,
io ho sempre avuto problemi
con le donne…» sospirò lui, niente
affatto
impensierito.
«Vattene»
ringhiò
lei.
«Così
torni a deprimerti?»
«Sì!»
«Mah,
contenta tu… Comunque
sappi che venerdì i tuoi ex compagni scenderanno in
battaglia
contro la Roccia. Se fossi in te andrei almeno ad augurare loro buona
fortuna»
Shikamaru si
alzò dal letto e
raggiunse la porta, sprofondando le mani in tasca.
«Spegni
la luce» disse Haru
tagliente, senza muoversi dalla sua posizione, e lui, prima di
uscire, obbedì.
La porta si
richiuse.
“Se fossi in te andrei
almeno ad
augurare loro buona fortuna”
Haru strinse i
pugni, irritata.
“Non
me ne importa niente, di nessuno
di loro!”
*
Dopo
l’esperimento fallito del giorno
prima, Kotaro e Hitoshi erano di pessimo umore. Come sempre fermi
sotto l’orologio dell’Ufficio per lo smistamento
delle missioni,
evitavano di parlarsi e di guardarsi, entrambi soprappensiero.
Alla fine
dell’ultimo allenamento si
erano coalizzati contro Naruto e Jin, sì, ma era bastato
pochissimo perché Hitoshi ricordasse che a un certo punto
Kotaro era stato con il figlio dell’Hokage. E un Uchiha non
soprassiede mai sulle questioni d’onore.
Al momento non
si rivolgevano neanche
la parola, eppure pensavano entrambi alla stessa cosa: quale sarebbe
stato il nuovo compagno da provare quel giorno?
Dopo Jin, se
guardavano alle
graduatorie dei diplomati, veniva Stupido. Ma l’idea che
l’Hokage
avesse anche solo considerato la prospettiva di unirlo a loro due era
semplicemente assurda: tutti sapevano che Stupido li odiava e li
invidiava fino alla morte: un eventuale gruppo sette con lui dentro
non avrebbe mai funzionato.
Ah beh.
Ovviamente il gruppo sette
avrebbe funzionato solo con Chiharu, questo era scontato.
Ma se potevano
escludere Stupido,
allora chi restava? Gli altri diplomati erano a un livello troppo
basso rispetto al loro. Forse qualcuno dei ragazzi più
grandi?
Ma quelli avevano il proprio gruppo, e sia Kotaro che Hitoshi
sapevano che tutti sarebbero scesi in campo venerdì, e che
gli
unici a non muoversi dal villaggio sarebbero stati i neo-diplomati,
con la loro luminosa eccezione.
Allora chi? Un
adulto? No, impossibile.
Kotaro
alzò la testa di scatto
quando vide Naruto comparire dietro l’angolo. Attirato dal
suo
movimento, anche Hitoshi lo imitò e aguzzò la
vista.
Per un attimo
il jonin sembrò
solo; poi, una figura comparve al suo fianco.
Ed entrambi i
genin raggelarono.
«Ma
sono impazziti?» disse
Hitoshi tra i denti, incredulo.
Kotaro non
riuscì neanche ad
aprire la bocca, tanto era sconvolto.
Lì,
davanti ai loro occhi,
accanto a un Naruto piuttosto scontento, procedeva Baka Akeru, colui
che entrambi avevano scartato a priori. E sembrava anche parecchio
felice.
«Ciao,
ciao… allora, vi
conoscete già, no?» disse Naruto una volta che li
ebbe
raggiunti, in un borbottio cupo. Non fingeva neanche entusiasmo, come
il giorno prima.
«Sì…»
brontolò
Kotaro lanciando un’occhiata astiosa a Stupido, ma quello si
limitò
a ricambiare con un ghigno trionfante.
Ed era anche
comprensibile: finalmente
aveva realizzato il suo sogno, era entrato nel gruppo dei migliori,
avevano riconosciuto il suo valore.
«Oggi
ritentiamo l’esperimento
di ieri» annunciò Naruto con poca convinzione. Si
bloccò
un attimo. «Potreste cercare di non farvi fuori mentre ci
alleniamo?» aggiunse poi corrucciato.
«Non
garantisco niente»
sibilò Hitoshi guardando da un’altra parte.
«Nessun
problema» assicurò
Akeru con un sorriso smagliante. Di sicuro lui non avrebbe
fatto nulla per mettere a rischio la sua posizione. Anzi, avrebbe
vigilato affinché tutto fosse perfetto.
Naruto
guardò Kotaro e Hitoshi
pieno di incertezza, poi con un sospiro disse di seguirlo.
Mentre
camminavano, diretti ancora
verso il campo d’addestramento che avevano usato il giorno
prima,
lui si chiese cosa diavolo aveva in testa l’Hokage. Rape?
No,
perché per trovare un
abbinamento peggiore al gruppo sette avrebbe potuto cercare solo fra
i nemici: era risaputo che Baka Akeru odiava Kotaro, Hitoshi, Jin e
Chiharu, era risaputo che detestava essere stato lasciato fuori dal
gruppo dei migliori, ed era altrettanto risaputo che era
individualista esattamente come loro, ma meno abile. Una miscela
esplosiva, insomma.
E Kakashi
glielo piazzava così,
en
passant,
come se gli avesse offerto una ciotola di ramen.
Quell’uomo
doveva avere qualche
motivo per odiarlo, perché altrimenti le sue azioni non si
spiegavano.
Il gruppo
raggiunse il campo senza che
una sola parola volasse tra i suoi membri.
Sempre in
silenzio, entrarono dal
cancello e seguirono Naruto fino allo spiazzo brullo in cui si erano
già allenati, che portava ancora i segni delle due
esplosioni
provocate da Jin e Naruto. Quel giorno non c’era vento e il
cielo
era nuvoloso, ma per il resto le condizioni erano esattamente
identiche.
«Come
ieri, sparirò per
una decina di minuti. Voi create una strategia e applicatela»
disse Naruto, scettico lui per primo. Ma questa volta non se ne
andò
subito.
Incerto,
fissò Kotaro e Hitoshi,
e poi Stupido, che ancora sorrideva raggiante. Dio, si aspettava il
peggio del peggio…
Con un
sospiro, alla fine, si dissolse
nell’aria.
«Allora?»
chiese Akeru
tutto pimpante, voltandosi immediatamente verso gli altri.
«Abbiamo
un piano?»
Kotaro e
Hitoshi lo guardarono
sospettosi.
«Ce
lo stai davvero chiedendo?»
domandarono guardinghi.
Negli occhi
azzurri di Stupido passò
un lampo di stizza, e il sorriso scomparve in fretta.
«Sentite,
nemmeno io faccio i
salti di gioia all’idea di collaborare con voi,
okay?»
borbottò guardandosi attorno, per essere certo che Naruto
non
lo sentisse. «Ma non ho intenzione di sprecare questa
occasione, quindi sto cercando di fare il gentile e cooperare.
Possiamo provarci?»
«Tu
non fai parte di questo
gruppo» sibilò Hitoshi acido.
«Ma
Nara è scappata»
replicò lui secco. «E voi avete bisogno di un
altro
membro»
«Non
di te» disse Kotaro
accigliato. «Adesso fai tanto il simpatico, ma io ricordo che
hai piantato uno shuriken nel braccio di Chiharu, e che da quando ci
conosciamo ci hai sempre trattato malissimo. Sei uno schifoso
lecchino, ecco la verità»
«Un’altra
parola e sei morto»
minacciò Akeru, puntandogli contro un dito. «Non
saranno
due cretini come voi a rovinare la mia
opportunità!»
«E’
qui che ti sbagli»
Hitoshi sogghignò, minaccioso e vagamente crudele.
«Noi
non faremo niente. Farai tutto da
solo»
Stupido lo
guardò senza capire.
Ma un attimo dopo, con la coda dell’occhio, vide due copie di
Naruto materializzarsi a poca distanza, e non ci fu più
tempo
per discutere.
Ansioso di
fare una buona impressione,
il genin si lanciò immediatamente all’attacco,
procedendo
con una finta e un lancio di shuriken che Naruto evitò
facilmente. Mentre ancora aveva il braccio teso, vide l’altra
copia
correre verso Kotaro, e bloccò la sua corsa con un kunai
preciso sui suoi piedi, costringendola a deviare. Il primo Naruto
intanto era tornato all’attacco, e per schivare il suo pugno
Akeru
si sbilanciò e rischiò di cadere indietro.
Sfruttò
il movimento per fare una capriola e rialzarsi, ma quando fu con le
ginocchia per terra due kunai si conficcarono nei suoi pantaloni,
bloccandolo al suolo.
«Basta
così» disse,
a sorpresa, la voce di Hitoshi.
Sia Akeru che
la copia di Naruto lo
fissarono con tanto d’occhi. Ci fu un attimo di silenzio
generale,
in cui Kotaro, le braccia conserte sul petto, non fece una grinza,
poi Naruto sbatté le palpebre e chiese:
«Scusa?»
«Andiamo,
è evidente che
non tiene il ritmo» sbuffò Hitoshi con aria
annoiata.
«Il suo lancio di shuriken era pessimo, la capriola goffa, il
tempismo orribile, e, ovviamente, ha fatto tutto da solo. Anche se
fosse stato bravo, sarebbe inutile metterlo in gruppo con noi o con
chiunque altro. E’ troppo individualista»
«Senti
da che pulpito!»
scattò Akeru, facendo per alzarsi e ricadendo sulle braccia
a
causa degli shuriken. Li staccò con un moto di stizza.
«E’
vero, anche noi lavoriamo
meglio da soli» disse Kotaro abbastanza diplomaticamente.
«Ma
proprio per questo non abbiamo bisogno di te»
«Ehi,
ehi…» intervenne
Naruto. «Questo lasciatelo decidere a me»
«Dai,
neanche tu eri convinto di
provare con lui!» sbottò Hitoshi additandolo.
«Poteva
andare solo in due modi: o così, o con una strage»
«Vero»
annuì Kotaro,
di nuovo alleato con il vecchio compagno. «Se proprio
dobbiamo
stare con qualcuno che non sia Haru, credo ci voglia una persona
molto tranquilla e remissiva, e decisamente più abile di
Stupido»
Naruto si
passò una mano sul
viso, stanco, infinitamente stanco.
“Che
sia maledetto il giorno in cui
ho accettato di essere il loro jonin!” pensò
sfibrato.
«Ma
tiratevela meno!»
esclamò Akeru rialzatosi in piedi, il volto arrossato
dall’indignazione. «Maestro, non li
ascolti!»
Il lei e la parola maestro
scaldarono piacevolmente lo stomaco di Naruto, ma solo per un
istante. Poi rinsavì.
«Buono
Stup… Cioè,
Akeru» lo blandì. «Ci penso
io» guardò
i suoi allievi, ora entrambi con le braccia incrociate e
l’aria
battagliera. «Pensate di sapere meglio di me ciò
che è
meglio per un gruppo?» chiese gentilmente, ma senza
sorridere.
Quelli
rimasero un istante in silenzio.
Sul volto di Akeru comparve un ghigno tronfio, che comunicava a
lettere scintillanti: “Visto? Ve l’avevo
detto”.
«Forse
no» ammise Hitoshi
in tono sostenuto, dopo un attimo. «Ma di sicuro in battaglia
con lui non ci vado: sarebbe solo una zavorra, non si preoccuperebbe
minimamente per noi e non riusciremmo mai a collaborare. Pensate di
me quello che volete, ma se lui fosse in difficoltà io non
rischierei la mia vita per salvarlo, e credo che nemmeno Kotaro lo
farebbe» guardò il compagno in cerca di sostegno,
e
quello, dopo un’iniziale esitazione, annuì.
Il sorriso di
Akeru scemò fino a
scomparire, sostituito da un “bastardi!” mugugnato
tra i denti.
Naruto
guardò Stupido che
masticava bile, e poi i suoi allievi che emanavano decisione e
rancore quanto una lampadina di media potenza, letteralmente. Alla
fine sospirò.
Sì,
mandare in campo quella
squadra sarebbe stato un suicidio per tutti.
«L’allenamento
è finito»
annunciò in tono neutro. «Potete andare a casa. Vi
farò
sapere qualcosa in giornata»
E,
ciò detto, sparirono sia lui
che l’altra copia.
I tre genin
rimasero soli nello
spiazzo, a fissarsi in cagnesco.
«Me
la pagherete!» sibilò
Akeru stringendo i pugni, contendendo a malapena la rabbia. Aveva
oltrepassato il rossore, ora era livido in faccia.
«Fammi
il favore» sbottò
Kotaro, insolitamente astioso. «Tu ci hai fatto molto peggio
in
tutto questo tempo!»
«Non
sapete contro chi vi siete
messi!» tuonò lui, rinunciando definitivamente
all’autocontrollo.
«Senti,
queste sparate valle a
fare a chi ti ascolta, va bene?» sbuffò Hitoshi,
dandogli le spalle.
Avvertì
un fruscio dietro di sé,
e poi il sibilo di qualcosa che vola. Prima che potesse anche solo
girarsi, Kotaro aveva già fermato i due shuriken che
volavano
verso di lui.
«Non
sai mai accettare la
sconfitta» disse sprezzante, gettandoli a terra.
«La tua
spalla non è neanche guarita del tutto, da quando Chiharu te
l’ha slogata, e ti sei lanciato su Naruto come un pesce! Non
sei al
nostro livello, non puoi nemmeno pensarlo il nostro
livello!»
«Ma
credete di essere i nuovi
Hokage?!» li schernì Akeru, pesantemente
sarcastico.
«Non fate che ripetere quanto siete superiori a tutti gli
altri, e in realtà non siete altro che tre ragazzini idioti!
Vi vantate tanto della vostra abilità e dei vostri genitori,
ma sinceramente non credo che tornerete vivi, dopo
venerdì!»
«Se
torneremo o non torneremo
sono solo fatti nostri» puntualizzò Hitoshi. Poi
sogghignò, perfido. «Ma se torneremo, vedi di
trovarti
molto lontano… hai capito, Stupido?»
Akeru strinse
i pugni, fuori di sé
dalla rabbia.
Voleva
un’occasione, soltanto
un’occasione!
E invece
doveva vedersi sbattere la porta in
faccia da quel pugno di arroganti che avevano la fortuna di possedere
geni migliori dei suoi!
«Un
giorno vi supererò
tutti!» gridò minaccioso, ma sia Kotaro che
Hitoshi gli
avevano già voltato le spalle e avevano iniziato ad
allontanarsi.
«Io non sono inferiore
a voi!»
Naruto
bussò alla porta dello
studio dell’Hokage, e rimase in attesa.
Da dentro
nessun rumore.
Accigliandosi,
abbassò la
maniglia per entrare, ma trovò la porta chiusa a chiave. A
quel punto inarcò le sopracciglia, al colmo della sorpresa.
Dov’era finito l’Hokage a tre giorni dalla prima
battaglia con la
Roccia?
«Ehi,
hai visto dov’è
andato?» chiese al chunin che sbadigliava sulle scale, la
guardia.
Quello gli
rivolse un cenno annoiato.
«Sul tetto. Ma mi ha detto di non dirlo a nessuno»
«Gli
dirò che l’ho
scoperto da solo, grazie»
Naruto
percorse il corridoio circolare
fino a una seconda rampa di scale che portavano verso l’alto,
e le
salì facendo i gradini due a due. Quando raggiunse la
terrazza
del palazzo, subito sotto i volti degli Hokage, la prima cosa che
vide fu il panorama, e restò senza fiato.
Konoha si
stendeva sotto i suoi occhi
nella luce del mattino, luminosa e circondata dal verde. Sembrava
impossibile che un simile paradiso fosse sull’orlo di una
guerra.
«Si
direbbe che è molto
tempo che non vieni quassù» commentò
Kakashi
gettandogli un’occhiata distratta.
Seduto a gambe
incrociate con la
schiena contro la parete degli Hokage, teneva tra le mani
l’Antologia
della Pomiciata.
«Quasi
tre mesi» ribatté
Naruto, avvicinandolo. «Da quando ho fatto lezione ai ragazzi
sulla testa del terzo Hokage»
«Una
delle prime lezioni,
giusto?» si informò Kakashi riabbassando gli occhi
sul
suo libro.
«Già»
mormorò
Naruto.
Da allora
erano già successe
molte e molte cose... I ragazzi erano cresciuti, lui si era
affezionato, e poi c’era stata la missione alla Roccia,
adesso le
sue conseguenze, Chiharu aveva deciso di smettere di essere
ninja…
solo tre mesi, e sembrava quasi una vita.
Sospirò.
«Fare
l’insegnante si è
rivelato ancora più impegnativo del previsto»
borbottò.
«Sì,
ma solo con te loro
potrebbero davvero diventare grandi» ribatté
l’Hokage.
Alzò di nuovo gli occhi. «Hai capito
perché te li
ho affidati, adesso?»
«Vuoi
la verità? Perché
sei pazzo»
«No,
non direi. L’ho fatto
perché solo tu potevi insegnare loro ad essere veri
ninja. Per imparare le tecniche e le arti marziali basta un
insegnante qualunque; se avessi voluto solo dei ragazzi preparati da
quel punto di vista li avrei messi in mano a Ebisu. Ma io volevo che
capissero cosa significa davvero essere ninja, cosa mancava loro per
diventarlo. Sono individualisti, arroganti, cercano la realizzazione
personale, questo lo so. Solo tu potevi insegnargli
l’impegno, il
desiderio di proteggere e la dedizione. Sei il migliore esempio in
circolazione, al momento»
Naruto si
sentì arrossire, e
guardò con finto interesse una fila di formiche che
attraversava la terrazza.
«Mah…
Veramente Chiharu ha
smesso di essere ninja dopo che mi ha conosciuto»
borbottò.
«Cambierà
idea»
ribatté Kakashi sereno, riprendendo a leggere.
“Non
so come o quando, ma la
cambierà” aggiunse mentalmente.
«Comunque,
perché sei qui,
Naruto?» chiese con un sospiro.
«Ah
sì. L’esperimento
con Akeru. E’ stato un fiasco completo, Hitoshi e Kotaro si
rifiutano di collaborare»
L’Hokage
sbuffò. «Immaginavo
qualcosa di simile. Ma speravo che per una volta avrebbero messo
davanti a tutto la sopravvivenza, ovviamente sbagliandomi. E poi
volevo dare un’occasione ad Akeru»
«Kotaro
e Hitoshi dicono che lui
li farebbe ammazzare, perché non è al loro
livello»
«Senza
dubbio. Ma è solo
perché loro sono straordinariamente dotati. Dovrebbero
smettere di disprezzare Akeru, non fanno che aizzarlo e
demoralizzarlo, e invece anche lui è un buon ninja, nella
media ma in gamba. E’ meglio di quanto loro pensino, e se per
un
attimo abbassassero i loro standard se ne accorgerebbero»
«Ciò
non toglie che il suo
soprannome, ‘Stupido’, non derivi soltanto dal
cognome. Insomma,
sarà anche capace, ma è parecchio ingenuo per
quanto
riguarda la vita. E’ un bambino fatto e finito»
«Già
una tipologia molto
diffusa nel villaggio, non ti pare?» Kakashi fissò
Naruto con intenzione.
«Ehi!»
protestò lui
accigliandosi. «Io sono cresciuto da un pezzo!»
«Ma
davvero?» celiò
distratto l’Hokage. «Comunque. Togli Akeru dal
gruppo. La
notizia non gli piacerà, ma pazienza. Se resterà
al
villaggio almeno non ci lascerà le penne»
«Quindi
il gruppo sette resta
formato da due membri?»
«Sì.
In due giorni non
troverei nessuno da integrare. Dovrai tenerli particolarmente
d’occhio, okay? Cerca di controllare se stanno bene, ogni
tanto»
«Io
l’ho sempre detto che era
troppo presto per mandarli in battaglia» borbottò
Naruto
tra i denti.
Kakashi
sorrise, sotto la maschera.
«Fidati di me. All’inizio potrebbero essere un
peso, ma alla
fine si riveleranno utili, vedrai. A loro manca solo… un
po’ di
esperienza»
«Esperienza!»
sbottò
Naruto, sbattendo sul tavolo il bicchiere e facendone uscire qualche
goccia di sakè. «Col cavolo che gli manca
l’esperienza!
A loro manca tutto, l’età anche!»
«Che
poi sarebbe l’esperienza,
no?» fece Shikamaru annoiato, guardando con scarso interesse
la
macchiolina sui suoi pantaloni, dovuta allo scatto di Naruto.
«Hanno
fatto a malapena una
missione di livello B, e quello li manda in guerra!»
continuò
il jonin biondo, ignorandolo, e con mano leggermente tremante
riempì
di nuovo il bicchiere. Il viso arrossato e gli occhi vacui, le
sopracciglia corrugate tanto da formare un’unica linea,
sembrò
studiare il liquido trasparente per un istante, come se la liscia
superficie nascondesse qualche segreto. «Forse ha deciso di
eliminarli per avere un problema in meno» se ne
uscì.
«Questo
sì che è
probabile» mormorò Neji con un sospiro molto
simile a
uno sbuffo. «Basta sakè, Naruto»
«Cosa?
Perché?»
Seduti a un
tavolo nel loro ristorante,
quello in cui cenavano sempre prima di ogni missione particolarmente
impegnativa, Naruto, Shikamaru, Neji, Rock Lee, Kiba, Shino e Choji
si stavano godendo i meravigliosi minuti che seguono la cena, quegli
attimi in cui il mondo sembra sorriderti e ti senti felice di essere
vivo. Stravaccati sul divanetto di un rosa tenue, i gomiti appoggiati
sul tavolo nero e lucente o dietro le spalle dei compagni, avevano
visto i clienti uscire uno dopo l’altro, fino a restare soli
con
l’uomo dietro il bancone, che puliva i bicchieri
sbadigliando.
L’orologio appeso alle sue spalle segnava le tre di notte.
«Ti
ricordo che dopodomani
patiamo per una missione» disse Shino, da dietro gli
immancabili occhiali scuri – che probabilmente lo avrebbero
reso
cieco, un giorno. «Anzi, guardando l’ora direi
domani»
si corresse dopo un istante.
«Lo
so!» abbaiò
Naruto guardando con astio Neji, che gli aveva requisito il
sakè.
«E’ per questo che mi do
all’alcol!»
«Qualcuno
lo distragga…»
mugugnò Choji a mezze labbra, masticando uno stuzzicadenti.
«E
Sai?» chiese Rock Lee,
accogliendo la richiesta.
All’istante
il pugno di Naruto si
abbatté sul tavolo, facendo tintinnare i piatti e sussultare
l’oste dietro il bancone.
«Non
parlarmi di lui!»
strillò il biondo, fulminandolo con un’occhiata.
«Quel
maledetto bastardo! Non è un caso che non sia venuto, eh? E’
scappato!»
«Aha…»
fece Shikamaru
vago, distratto da una mosca che volava sulla sua testa.
Naruto aveva
conti in sospeso con la
metà del villaggio, a quanto pareva. Sai, Kakashi, Jiraya...
e
pure lui, a voler ben vedere. Ma l’aveva visto deluso
già di
per sé per il fallimento della ‘tattica
dell’eroe’
con Chiharu, e non se l’era sentita di infierire.
«Senti,
e Hinata come sta?»
buttò lì, salvando la situazione in extremis.
Naruto
sembrò sgonfiarsi come un
palloncino bucato, incassando la testa tra le spalle.
«Il
bambino nascerà tra
pochissimo» mormorò con disappunto. «E
io devo
andare a una stupida guerra causata da uno stupido
Hokage…»
«Anche
Ino avrà un
bambino» se ne uscì Choji in tono allegro.
Neji, che
stava sorseggiando un’ultima
tazza di tè con aria molto nobile, la sputò tutta
in
faccia a Shino.
«Cosa?»
chiese senza fiato,
spalancando gli occhi candidi.
«Non
ve l’ho detto?» fece
Choji perplesso.
Cinque paia di
occhi lo fissarono
sconvolti. Shino, borbottando maledizioni, cercava di pulirsi gli
occhiali senza levarli.
«Siamo
sicuri che sia tuo?»
indagò Kiba con cautela.
Videro Choji
irrigidirsi, e lanciargli
un’occhiata peggiore di quelle che lanciava quando
accennavano alle
sue dimensioni.
«Qualcuno
dice che non è
mio?» scattò minaccioso.
«Noooo,
certo che no!»
ritrattò Kiba al volo, arretrando sul divanetto.
«E’
che, sai, la domanda sorgeva così…
Cioè, siamo tutti
felici che vi siate sposati, anche se lei ha mostrato interesse solo
nell’ultimo mese! Anche Tsume è felicissima che lo
siate,
non fa che dirmi ‘facciamo un maledetto bambino, come
loro!’, ma
non è questo il punto!» si impappinò, i
pensieri
leggermente confusi dall’alcool.
«E’
mia moglie» lo
interruppe Choji. «E potrebbe esserlo anche da due secondi,
che
nessuno dovrebbe azzardarsi a dire una sola parola cattiva contro di
lei!»
«Hai
assolutamente ragione!»
Naruto annuì vigorosamente. «Nessuno dovrebbe
parlare
male delle mogli degli altri! Prendi quello stupido Hyuuga!»
«Stai
parlando di mio zio?»
intervenne Neji assottigliando gli occhi.
«Proprio
lui! Continuare a
interferire così con – hic – con
Hinata!»
«Se
tu non fossi stato tanto
arrogante e presuntuoso nel momento in cui l’hai chiesta in
sposa,
forse le cose si sarebbero risolte più
pacificamente!»
disse Neji asciutto.
«Ah!
Adesso è colpa mia
perché quell’uomo è pazzo?!»
Shikamaru si
passò una mano sul
viso, e tra le dita lanciò un’occhiata
all’orologio. Tre e
dieci. Con un po’ di fortuna, Sasuke sarebbe arrivato a
momenti.
Come
richiamata sai suoi pensieri, una
figura comparve oltre la porta, e la aprì, facendo
tintinnare
il campanello appeso sopra l’ingresso. Sasuke Uchiha, in
tutto il
suo splendore da uomo-buttato-giù-dal-letto, fece la sua
comparsa con un vistoso sbadiglio.
«Allora,
dov’è?»
chiese, avvicinandosi cupo.
«Vuoi
combattere?!»
strillava Naruto, un piede sul tavolo. Neji, dall’altra
parte,
stava con la schiena dritta come la coda di uno scorpione pronto a
colpire.
«Mi
sembra piuttosto evidente»
borbottò Shikamaru, accennando con il pollice al biondo.
«Portalo via, sta dando fuori…»
Sasuke
sbuffò. Detestava che
Shikamaru lo chiamasse ogni volta che Naruto alzava troppo il gomito.
Di solito significava accompagnarlo a casa e sorbirsi mezzora di
lamentele su quanto fosse schifoso il mondo.
D’altra
parte lui era l’unico cui
Naruto desse retta da ubriaco.
«Forza,
andiamo» brontolò
afferrando per una spalla e tirandolo fuori dal divanetto a forza.
«Noi
due non abbiamo finito!»
urlò Naruto additando Neji.
«Sì,
sì…»
sospirò Sasuke, trascinandolo via. Passando davanti
all’oste,
gli fece un cenno, che quello ricambiò. Era una scena
abituale.
Quando la
porta si fu richiusa sulla
voce di Naruto, Shikamaru guardò Neji.
«Non
prendertela» gli disse
in tono diplomatico.
«Non
me la prenderò»
ribatté lui abbastanza sostenuto. «Era ubriaco,
non
sapeva cosa diceva»
«Oh,
ma io non intendevo quello»
fece Shikamaru, alzandosi e raccogliendo la sua giacca.
«Volevo
dire: non prendertela, non è colpa tua se tuo zio
è una
completa testa di cazzo. Buona notte, ragazzi»
E, nel
più totale e attonito
silenzio, lasciò il locale perso nei suoi pensieri.
*
Il Villaggio
della Foglia aveva un’aria
particolare quando si avvicinava una guerra. Anche se la battaglia
doveva svolgersi ben lontano dai suoi confini, l’intera
popolazione
la avvertiva come se fosse stata sulla porta di casa. Bene o male
tutti erano imparentati in qualche modo con un ninja, e tutti avevano
qualcosa per cui preoccuparsi.
La sera di
giovedì, l’ultima
sera prima della partenza, i ristoranti di Konoha chiusero al
tramonto; nessuno sarebbe andato a mangiare fuori quel giorno, tutti
sarebbero rimasti in casa per preparare le ultime cose e per
congedarsi dalla famiglia.
Sai, che una
famiglia non l’aveva né
l’aveva mai cercata dopo la scomparsa del fratello,
controllò
che tutte le sue armi fossero in ordine; poi, prima di coricarsi,
rivolse un fuggevole pensiero a Naruto: aveva evitato la serata tra
amici del giorno prima, ma l’indomani lo avrebbe incontrato
per
forza. Prevedeva astio, molto astio.
In casa Lee,
Kotaro era seduto sul
bordo del suo letto e fissava il muro bianco davanti a sé.
“Domani
saremo soli” si disse,
pallido. Se Chiharu fosse stata ancora nel loro gruppo, probabilmente
sarebbe stato meno terrorizzato: lei aveva sempre una soluzione per
tutto, non si lasciava prendere dal panico, e anche nella missione di
livello A si era dimostrata di gran lunga la migliore. Ma Chiharu non
c’era, e non ci sarebbe stata.
«Posso
entrare?» disse una
voce a un tratto, e la sagoma scura di Rock Lee si delineò
sulla soglia della camera. Kotaro, con la gola secca, si
limitò
ad annuire.
Suo padre
entrò nella stanza,
con un sorriso orgoglioso che sembrava illuminare l’ambiente
circostante, e si fermò davanti a lui con le braccia
incrociate sul petto.
«Domani
è il gran giorno!»
annunciò fiero.
«Ehm,
già…»
mormorò Kotaro desiderando sprofondare nel materasso.
Avrebbe
saputo dire anche quante ore, minuti e secondi mancavano alla
partenza, senza bisogno che qualcuno gli ricordasse il giorno. E
soprattutto non aveva alcuna necessità di sentirselo dire
con
quel tono gongolante.
«Figliolo,
comunque vada, sono
fiero di te!» continuò Rock Lee raggiante.
«C-Comunque
vada?» ripeté
Kotaro con voce strozzata. «Cosa significa? Può
anche
andare male?»
Rock Lee
piazzò le mani sulle
spalle del figlio, gli occhi accesi e intensi. «Non hai nulla
di cui preoccuparti!» esclamò convinto.
«La forza
della giovinezza può superare qualunque ostacolo!»
e poi
gli fece l’occhiolino. L’occhiolino.
Kotaro
sentì la disperazione
insinuarsi nella sua mente e nel suo stomaco come ghiaccio fuso, e
per la prima volta nella sua vita invidiò intensamente Mei,
che in quegli stessi momenti probabilmente veniva messa a letto dai
genitori di Tenten.
In casa Uchiha
Hitoshi fremeva,
incapace di prendere sonno. Mancavano poche ore, così poche
ore alla partenza! Di lì a breve avrebbe dimostrato a tutti
quanto valeva, avrebbe dimostrato di essere mille volte superiore a
Chiharu, che era scappata piantandoli in asso, e soprattutto le
avrebbe dimostrato che potevano benissimo fare a meno di lei. Lui e
Kotaro… anzi, lui e basta sarebbe stato perfetto,
impeccabile;
tutti i ninja del villaggio avrebbero dovuto riconoscere il suo
indiscusso ed eccezionale talento, avrebbe salvato vite su vite, e
suo padre sarebbe stato immensamente fiero di...!
«Ma
sei ancora in piedi?»
chiese Sakura fissandolo con aria di rimprovero.
Hitoshi, che
senza accorgersene si era
piantato in mezzo alla stanza con i pugni stretti davanti a
sé
e lo sguardo invasato, si maledisse per essere stato tanto stupido da
lasciare la porta aperta, e arrossì bruscamente.
«Piantala
di vaneggiare, e vai a
dormire» sbuffò Sakura prendendolo per le spalle e
dirottandolo verso il letto. «Domattina partirete
all’alba, e
non voglio sentire nessuno che mi venga a dire che camminavi
dormendo, è chiaro? Tuo padre sta già riposando,
quindi
adesso ti infili sotto le coperte anche tu»
Hitoshi
sbuffò, mugugnando, ma
obbedì docile. Una volta che fu nel letto, lanciò
uno
sguardo allo zaino che giaceva accanto al muro, e fu colto da una
fitta d’ansia.
«Ho
messo tutto, vero?»
chiese a Sakura.
Lei
inarcò un sopracciglio. «Se
hai preso tutto ciò che c’era scritto nella lista
che ti sei
fatto, allora hai preso anche troppo. Guarda che stai andando in
battaglia, non ti stai trasferendo dall’altra parte del
mondo. Te
la caverai benissimo»
«Certo»
disse Hitoshi in
fretta, forse abbastanza da tradire il nervosismo che cercava di
nascondere anche a sé stesso.
Sakura
sorrise, e gli accarezzò
la fronte per un istante.
«Che
fai?» s’indignò
lui arrossendo. «Non sono più un
moccioso!»
«Già…»
sospirò
lei. «E’ proprio questo il problema»
In casa Nara
la voce di Temari non
smetteva di levarsi alta per le stanze. La Padrona del Castello si
aggirava di qua e di là come un’anima in pena,
portando in
mano di volta in volta qualcosa di diverso, dal kunai lucidato, alla
cartina, al paio di mutande. E mentre infilava tutto nello zaino di
Shikamaru, non stava zitta un secondo.
«Lo
sapevo che avresti
dimenticato questo… Ma tu non ci pensi mai alle cose
essenziali…
Sei così distratto che morirai senza rendertene conto!...
Forse dovrei chiedere a Kakashi di lasciarti a casa… E se
non fosse
stato per te anche Chiharu sarebbe scesa in
campo…»
«Allora
dovresti ringraziarmi,
direi» la interruppe Shikamaru all’ultima frase.
«Ogni
madre lo farebbe»
Temari lo
fulminò con lo
sguardo, infilando nello zaino un paio di calzini con particolare
violenza.
«Non
tirarmele fuori!» lo
minacciò. «Sai benissimo come la penso a questo
proposito!»
Shikamaru
sospirò, distrutto.
Non vedeva l’ora di partire. Sì, gli dispiaceva
abbandonare
Haru in quella casa, ma per il proprio bene era meglio andarsene in
fretta. Mille volte meglio un campo di battaglia che sua moglie.
«Se
domani morissi, le ultime
parole che mi avresti rivolto sarebbero queste» disse
laconico.
Ma Temari a
quanto pare non lo sentì.
Chi
sentì ogni cosa, dal primo
all’ultimo urlo nella casa, fu invece Chiharu.
Rintanata
nella sua stanza al buio,
seduta sul letto con la schiena contro il muro e le ginocchia
raccolte, fissava cupa l’oscurità.
“Se fossi in te andrei
almeno ad
augurare loro buona fortuna”
“Ma
io sono soltanto io, e non ho
alcuna intenzione di farlo!” si disse rabbiosa, ricordando il
consiglio di Shikamaru. “Che si arrangino! L’avevo
detto che
avrebbero dovuto cavarsela senza di me! Io non mi muoverò di
qui, e domattina mi alzerò dopo mezzogiorno!”
E con questa
ferrea convinzione, ore
dopo cadde in un sonno popolato di incubi cosparsi di sangue e morti
che lei non aveva salutato.
Naruto fu
l’ultimo ad addormentarsi,
quella notte; anzi, non chiuse gli occhi fino all’alba.
Pensando e
ripensando alle sue bambine,
a sua moglie, al figlio che non aveva ancora conosciuto, si chiese
quanto era saggio lasciarli soli.
Non avrebbe
voluto allontanarsi.
Avrebbe preferito restare al villaggio di guardia, per ogni
eventualità, restare accanto a Hinata e tranquillizzarla
sulla
sua sorte.
Ma non poteva.
Sapeva che non
poteva.
Steso nel buio
della sua stanza,
accarezzava piano il pancione di Hinata che dormiva accanto a lui. A
un tratto gli parve di avvertire un leggero movimento al di sotto
della stoffa e della pelle, e per un istante pensò di
svegliare sua moglie per dirglielo, estasiato. Ma non lo fece.
Per una volta,
stranamente, sentì
di non voler condividere quel momento con colei con cui aveva
condiviso tutto da sette anni a quella parte. Restò immobile
nel buio, la mano posata sul suo ventre, e sentì gli
impercettibili movimenti del bambino che cresceva, maschio o femmina
che fosse.
Senza alcuna
ragione logica, avvertì
il disperato desiderio di conoscere quella piccola vita, di essere
presente al momento della sua nascita, di proteggerla con tutte le
sue forze.
E decise che,
in un modo o nell’altro,
avrebbe reso la battaglia imminente incredibilmente breve.
Nel
prossimo capitolo...
“Io
non ci penso, okay?” si ripeté
vicina a infuriarsi.
«Non
ci penso!» insisté
a voce alta, serrando i pugni.
“E
non sono qui per evitare di andare
a salutarli! Sono qui perché…
perché…”
Mentre
si scervellava alla ricerca di
una risposta più ovvia di quella già
ovvia che
si rifiutava di accettare, avvertì un fruscio in lontananza.
Con
i nervi a fior di pelle, alzò
la testa di scatto e trattenne il fiato, tendendo le orecchie.
Voci.
Passi. Leggeri, quasi
completamente silenziosi, ma tanti. Troppi.
Cosa
poteva essere?
Inquieta,
iniziò a farsi strada
tra la boscaglia con estrema cautela, senza fare rumore, scivolando
da un cespuglio all’altro e salendo su un albero nei pressi
del
sentiero. Accucciata su un ramo, all’ombra delle foglie
folte, si
spinse un po’ più avanti per vedere… e
agghiacciò.
L’intera
truppa della Foglia stava
passando di lì.
In
quel preciso istante.
* * *
Spazio autore
E la prossima volta si parte
per la battaglia, finalmente!
Spero che vi siate goduti Akeru e le scenette familiari,
perché ritorneranno anche nel prossimo capitolo!
Godetevi questi stralci vagamente comici, perché presto
verranno sostituiti dalle scene della battaglia...
E preparatevi a rivedere una vecchia conoscenza.
Questione Chiharu.
Allora, visto che ad ogni capitolo qualcuno di voi si lamenta
perché Chiharu non viene pubblicamente messa alla gogna,
ho intenzione di chiarire la faccenda una volta per tutte.
A Konoha vogliono che lei sia ninja.
Per convincerla a tornare tale, di sicuro non possono urlarle contro
(funzionerebbe quanto sputare guardando in alto).
Possono vezzeggiarla, coccolarla un po'.
E quando vedono che neanche così funziona, semplicemente se ne sbattono.
Mi spiego meglio:
c'è una guerra imminente, tutti rischiano la vita e non
hanno tempo da perdere, e lei fa la ragazzina bisognosa di attenzioni.
A un bel punto uno non ha nemmeno più la capacità
di pensare ad arrabbiarsi con lei, e semplicemente la lascia cuocere
nel suo brodo.
Ed è quello che stanno facendo i nostri cari ninja di
Konoha: la lasciano cuocere nel suo brodo,
con una linea d'azione che è più o meno simile a
"ci pensiamo dopo".
Il che non significa "dopo torniamo a coccolarla", ma, presumibilmente,
"dopo facciamo i conti".
In poche parole, proprio perché non possono stare tutti
dietro a Chiharu, non si mettono nemmeno a farle la mega-predica.
Tra parentesi...
Qualcosa come quindici capitoli fa vi avevo promesso che l'avreste
odiata, e tutti mi avevate detto: no, mai!
Chi ha vinto, eh? <3
sammy1987: vediamo
un po'... Rivincita di Kotaro, rivincita di Kotaro... uhm, non la
trovo! XD Ma può anche essere che io me ne sia dimenticata,
eh! Non disperare! <3 Sappi che dei tre mocciosi lui
è il mio preferito affettivamente!
fedecr90: immagino
che anche Kakashi a 7 anni piangesse, ogni tanto. E quindi non vedo
perché Jin non dovrebbe farlo! XD
DuniettaS: e
chi ha mai detto che "il miracolo" con Chiharu avverrà?
(faccina molto, molto perfida) Vuoi le scene d'azione "serie"?
Tranquilla, non dovrai aspettare molto a lungo. U_U Per quanto riguarda
Hitoshi, è la versione "tutto fumo e niente arrosto" di
Sasuke. Parla parla, ma in realtà se IN PRIVATO la sua
famiglia se lo spupazzasse tutto sarebbe felicissimo! <3 Jin
invece è considerato un piccolo mostro perché
è nella natura umana tenere a distanza ciò che
è potenzialmente pericoloso. Un genio può fare un
gran bene, ma anche un gran male, ed è meglio risparmiarsi
il gran bene piuttosto che trovarsi - orrore - ad affrontare il gran
male. Forse il vecchio ricordo di Itachi influenza un po' la gente di
Konoha, ma se noti bene chi gli sta più vicino e ha un
briciolo di cervello lo considera un genio, non un mostro! ^_^ Oh, la
questione Chiharu mi si ripropone ad ogni capitolo! Leggi
più su e avrai una risposta esauriente (che magari non
condividerai, ma va beh, ci ho provato!) Oh, sul Naruto dagli occhi di
ghiaccio (ma anche di fuoco <3 Kyuubi...) io ci sbavo sempre!
lale16: eheh,
ma Kotaro e Hitoshi sapevano benissimo che non sarebbe successo niente
a Jin, dai! XD Fosse successo in battaglia non si sarebbero mai
azzardati a rispondere così! Sono contenta che ti siano
piaciute le scenette famigliari! XD All'epoca erano nate per riempire
gli spazi, ma rileggendole mi sono accorta che sono carine!
Hipatya: il
tuo commento sulla verosimiglianza dei personaggi mi ha emozionata non
so nemmeno quanto! >_< Oddio, ti ringrazio davvero, mi
hai sollevata un palmo da terra! Uhm, però se hai letto con
trepidazione questo stupido allenamento, cosa diavolo farai con la
battaglia seria? ò.ò Anche perché ci
ho creato su un montaggio alternato (sì, sono reduce dallo
studio di istituzioni di storia del cinema) che fa invidia a Griffith!
XD (cerca su Wikipedia, se vuoi more infos. U_U) Uffa,
perché tiri fuori dalla mia caratterizzazione degli Uchiha
cosa che cerco di tenere nascosta anche a me stessa?
ç_ç Quelli lì io voglio solo prenderli
in giro e umiliarli, non ricordarmi che sono personaggi tristi, se no
poi mi intenerisco!! (e ciò è male, molto male.
U_U) ...Ora che ci penso. Pronostichi che con la guerra
arriverà la maturità per Chiharu. Ehm. Ho paura
di no. ^^'' Anzi, dal mio punto di vista si fa ancora più
bambina! XD Magari sono io a sbagliarmi, eh. NOOOOOO! Hai abbandonato
la KoHaru per la SaiHaru? Come hai potuto?! Sigh, sigh, viscida
traditrice... Ora solo io resto a sostenerli? ç_ç
Uh, la tua ipotesi di KibaIno... Mi dispiace, voglio troppo bene a
Choji. U_U E poi per lui ho già altri piani! XD Argh, il
contest ShikaTema! Se tu sapessi per quali cavilli idioti mi sono
bruciata la vetta, ti mangeresti le mani con me.
ç_ç Basta, d'ora in poi rileggerò
ciò che scrivo 600000 volte! >_< (e comunque
quando avevano allargato il numero dei partecipanti ed è
comparsa all'orizzonte Chimera, io me
lo sentivo che me ne sarei pentita! XD Detesto questo
genere di preveggenza. -.-)
Ino_Chan: immagino
che il "Hitoshi assomiglia sempre di più a suo padre" non
fosse un complimento, eh? XD Non angustiarti per Jin, un po' di batoste
non possono che fargli bene prima di scendere in battaglia. U_U
Killkenny: no,
giuro, con i corsivi sono morta! XD Tanto che ho dovuto copia-incollare
il tuo commento nel mio messaggio personale di messenger, e -
incredibile - nessuno ha capito un tubo!
acdcman: oh,
Jiraya avrà di che recuperare. U_U Solo, ehm, non so se le
cose per lui andranno sempre
meglio... ^^'
arwen5786: al
momento siete in molti a pensare che debba morire qualcuno per far
rinsavire Haru... Beh, come dire... uhm... e se la cosa fosse, in un
certo senso, invertita? Ok, lo so, con questa frase non ho fatto capire
un tubo di niente, ne sono perfettamente consapevole, ma tu prova a
riflettere sulle possibili implicazioni delle mie ambigue parole.
Però sono contenta che ti sia piaciuto l'incontro tra lei e
Jiraya, all'epoca in cui l'ho scritto mi sono divertita un sacco! XD
Ehm, cosa dicevi lo scorso capitolo? "Meglio Jin che Baka", giusto? XD
"Per inciso, la preview è orribile" XD La prima volta che ho
letto questa frase ho strabuzzato gli occhi! XD Meno male che l'hai
spiegata meglio, perché già mi era preso un
coccolone! Vuoi un flashback di Itachi? Oddio, mi sa che non
è proprio previsto...! XD Dai, mettiti il cuore in pace!
<3
maninja87: Hitoshi
unisce all'impulsività la stupidità, è
per questo che fa certe figure in combattimento con Jin. E hai ragione,
io ghignavo mentre lui falliva clamorosamente! XD Oddio, ma... che
cattiveria verso Jin! Sono rimasta allibita! C'è da dire che
hai ragione: l'educazione non è stata molto insegnata!
Uhm... direi che oggi Sasuke non ha restituito un tubo di niente al suo
cognome! XD Ma chissà, magari la prossima volta... O forse
no!
Talpina
Pensierosa: certe volte mi chiedo se te li ricordi tutti
i capitoli XD
muccina89: ehi,
non ho mai detto che Jin non avesse un cuore! XD Anzi, ho sempre
sostenuto che in fondo resta sempre un bambino! Beh, jiraya che
è intoccabile lo capisco, ma rilassati: non se
l'è presa troppo a male per quel che ha detto Chiharu! XD In
fondo la conosce appena! Oh no, Sasuke non lo si può affatto
amare, anzi. Ti prego non farmi parlare di lui o do fuori. -.-
lilithkyubi:
Haru è ancora il tuo mito? Ma davvero?
ò.ò Bah... Mi è piaciuto il commento
sull'allenamento, però! Mi ha fatta sentire originalissima,
anche se non è vero! XD Ehi, e Sasuke pensa sempre al bene
dei suoi figli! Se non crescono non possono più riprodursi!
U_U
gracy110: non
è che Sasuke ha un cuore solo nelle mie fic! XD E' che da me
è cresciuto e ha vissuto una serie infinita di sfighe! Prima
o poi dovrà pur uscirgli un nervetto! E Naruto, al momento,
ha deciso di non
far funzionare il gruppo, dopotutto XD
Maobh: Jiraya
comparirà eccome! Scherzi? E' una fonte straordinaria di
gioia/dolore, non potrei mai farne a meno! Meno male che dici che mi
vien bene! XD Vuoi adottare jin? Ma no, dai, lascialo stare nel suo
brodo, così si emoizza un po' e diventa come Itachi! ^_^ Oh,
ti è piaciuta la preview? Bene, perché racconta
solo un'unghia di quel che accadrà nel prossimo capitolo!
Ecco, sto aggiornando prima del solito solo per te, sappilo! E
rispondere alle recensioni prima è stato drammatico! XD
Yume_Tsuki: secondo
me Naruto diventerà parecchio simile a Jiraya, oh
sì. Ci sono tutti i segni, andiamo! E jiraya è un
uomo che diffonde il verbo! Ahahah! XD
crilli:
sì, sto cercando con tutta me stessa di farvi odiare
Chiharu! Che bello, ci riesco pure! <3 Eheh, in compenso mi
sembra di capire che Jin ti piace parecchio, vero? O almeno, ti fa
tenerezza. Mi fa piacere, visto che anche a me fa un sacco di
tenerezza! XD Dai, dovesse davvero restare senza madre ti concedo
l'affidamento! XD
SuperEllen: e
fu così che l'eccessiva cocciutaggine divenne un pregio! XD
Ma quando? E' molto bello che tu trovi Jin davvero tenero, è
bello e anche... come dire... equivoco,
visti gli accenni all'adorabile papino! XD Di' la verità, tu
miri al suo corpo virile, sì?? Ma non toccare gli Uchiha...
Ammesso che succeda qualcosa a Jin, la colpa non sarebbe comunque loro!
XD Ehm, mi sa che Baka dopotutto non sarà il nuovo membro
del gruppo! XD Ci speravi, eh? ci speravi un sacco, ammettilo!
yayachan: wow,
sembra un commento da "prima lettura"... XD Oh, sai che ci stavo
davvero pensando alla ChoIno? Chissà, magari in futuro, se e
quando avrò tempo... E voglia. ci vuole un sacco di voglia,
per una cosa simile XD
Aya
|
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Capitolo 22 *** La partenza ***
Naruto2-22
La partenza
- Ventidue -
L’alba di venerdì mattina.
L’aria era frizzante, il sole ad est
nascosto dietro nubi basse ma rosa, e il villaggio della Foglia
fremeva silenziosamente.
Accalcati al di qua e al di là
del portone principale, separati da una larga striscia di ‘terra di
nessuno’, due folti gruppi di persone vociavano sussurrando.
Da un lato uomini e donne per la
maggior parte in vestaglia, assonnati e ansiosi, qualcuno tremante,
un paio di bambini che ciondolavano il capo, un altro paio che
piangevano, e, ai lati opposti della calca, due gruppi più
compatti: da una parte gli Hyuuga, Hiashi e nipoti in testa,
dall’altra gli Uchiha, tutti i bambini in piedi e morti di sonno a
salutare il capoclan e il primogenito.
Oltre la striscia vuota che
corrispondeva al luogo in cui il portone veniva chiuso, stavano
uomini e donne giovani, abbigliati più o meno nello stesso
modo, serrati in ranghi rigorosi e tutti con un pesante zaino sulle
spalle.
Davanti a loro, a qualche passo di
distanza, il sesto Hokage sistemava gli ultimi dettagli, spostando le
tre reclute più giovani, Jin, Kotaro e Hitoshi, in terzultima
fila, al centro.
«Cercate di non esagerare, e
obbedite agli ordini» sussurrò prima di lasciarli, il
primo impassibile, gli ultimi due pallidi ed esangui sotto i capelli
nerissimi.
I due schieramenti sembravano perfetti,
perfettamente divisi e perfettamente precisi. Ma, naturalmente, non
esiste nulla di perfetto.
E infatti una zazzera bionda,
seminascosta dietro uno degli zaini dei ninja fuori dal villaggio, si
aggirava di qua dalla barriera, attorno a un piccolo gruppetto di una
decina di persone delle età più diverse, accanto agli
Uchiha.
«Due giorni e siamo a casa»
diceva Naruto con nonchalance a Hinata e alle bambine. «Una
robetta da niente, vedrete. Non capisco perché ci sia tutta
questa confusione»
Hinagiku e Hanako non erano abituate a
vederlo andare e tornare dalle missioni, visto che quasi sempre si
lasciava alle spalle una copia, e per questo lo fissavano ansiose,
terrorizzate dall’idea di non vederlo più. Che Hinata fosse
pallida quanto un morto, poi, di certo non aiutava.
«Non c’è niente di cui
preoccuparsi, davvero» insistette Naruto. «E l’ansia
non fa bene né a te né a lui» indicò il
suo pancione. «O lei» aggiunse dopo un attimo.
Hinata si sforzò di sorridere,
ma la sua sembrò più che alto una smorfia.
«E’ inutile, eh?» sbuffò
Naruto. «Qualunque cosa io dica, tu non riuscirai a rilassarti,
tsk»
«Voi uomini la fate sempre
facile, tanto siamo noi donne che restiamo a casa a soffrire»
intervenne Ino, fissandolo a braccia conserte accanto a Hinata.
«Tu? Soffrire?» ribatté
Naruto in tono piatto.
«Ehi, ehi! Io ho un animo molto
sensibile!» sbottò Ino caustica. «E gli ormoni
alle stelle! Ti ricordo che sono incinta!»
«Come se fosse qualcosa di
straordinario» sbuffò Sakura alle sue spalle.
Ino le rivolse un sorriso amabile.
«Solo perché tu e Sasuke siete conigli, non vuol dire
che la maternità sia una cosa tanto banale»
Temari sbuffò rumorosamente. «Ma
avete finito?» le seccò. «Metà del
villaggio va a combattere per voi, e tutto ciò cui riuscite a
pensare è quanti figli sfornare!»
«Ecco qualcuno che l’istinto
materno non l’ha mai conosciuto» sussurrò Ino a mezze
labbra, e, con Sakura, scoccò un’occhiataccia a Temari.
Naruto ignorò la momentanea
alleanza delle due, e invece si rivolse all’oggetto del loro odio.
«E Chiharu?» chiese.
Temari, con un moto d’irritazione, si
strinse nelle spalle. «Quando io e Shikamaru siamo usciti,
dormiva ancora. E non aveva alcuna intenzione di alzarsi. A quanto
pare odia i ninja di qualunque tipo, grazie a qualcuno»
«I suoi geni non aiutano, però»
intervenne la voce bassa di Shikaku Nara, padre di Shikamaru ormai
troppo anziano per scendere in campo, e assegnato alla retroguardia
al villaggio. «Non la rendono molto tollerante» sogghignò
all’indirizzo della nuora.
Per sua fortuna, Temari sopportava
Shikaku abbastanza da non ribattere – il che equivaleva a dire che
lo venerava, praticamente – ed evitò di aprire di nuovo la
bocca.
A pochi passi di distanza i genitori di
Tenten guardavano Naruto ansiosamente.
«Siamo sicuri che Kotaro non sia
troppo giovane?» chiese la madre tenendo in braccio Mei, che
dormiva con la testa reclinata sulla sua spalla.
«Per questo particolare aspetto
della faccenda, credo che dovrebbe rivolgersi al nostro amabile sesto
Hokage» bofonchiò lui, e gli sguardi andarono
automaticamente a Kakashi, che in quel momento sussurrava qualcosa ad
Asuma e suo figlio Tobi, tra i ranghi speciali.
La nonna di Kotaro non seppe che
ribattere, e confusa guardò la famiglia Sarutobi e poi ancora
Naruto. A quel punto lui sospirò e le sorrise.
«Lo terrò d’occhio per
tutto il tempo» garantì. «Lui e anche Hitoshi»
aggiunse dopo un attimo, abbassando lo sguardo su Liara, penultima
figlia di Sakura e Sasuke, unica ad essere ben sveglia e ansiosa. «E
pure tuo padre, va’. Mi sa che ne avrà bisogno»
«Chi è che si fa riportare
a casa ubriaco perso alle tre di notte, tra noi due?» brontolò
Sasuke, raggiungendolo seccato. «Non infilare nella testa dei
miei figli concetti distorti!»
Naruto ghignò con aria di
superiorità, e sulla fronte di Sasuke si gonfiò una
vena. «Siamo pronti per partire, piantala di perdere tempo!»
abbaiò.
«Uff, va bene, va bene… Allora
ci vediamo tra un pio di giorni, eh» salutò Naruto con
un sorriso allegro.
«Tieni un occhio su Hitoshi»
disse Sakura a Sasuke, e prima che lui avesse il tempo di
allontanarsi lo afferrò per il bavero e se lo tirò
vicino, baciandolo per un breve ma intenso istante.
Inutile dire che tutti i bambini li
fissarono a bocca aperta, improvvisamente attentissimi, e i genitori
di Tenten fecero in modo di guardare altrove in quel preciso momento.
Naruto osservò il tutto con un
leggero moto di irritazione. Le scene romantiche non erano
prerogativa di quei due, assolutamente no!
Senza preavviso afferrò Hinata e
quasi la coinvolse in un ardito casquet da tango, completo di
bacio appassionato – naturalmente non tenendo in conto le
condizioni della poveretta. Quando la lasciò, lei, più
scombussolata che mai, gli lanciò uno sguardo stralunato.
Naruto si limitò a sogghignare
in direzione di Sasuke e Sakura, i quali per tutta risposta lo
guardarono con lo stesso identico pensiero stampato in faccia: ‘ma
è scemo?’
«Mmh, mossa intelligente»
commentò Temari accennando con il capo all’altro lato del
gruppo, da dove Hiashi lanciava occhiate velenose nella loro
direzione. «Proprio ora che vai via»
«Oh, guardate, un asino che
vola!» esclamò Naruto additando il cielo, e tutti i
bambini alzarono al volo lo sguardo. Mentre loro erano distratti, lui
rivolse a Hiashi un gesto discretamente osceno, che scatenò i
sospiri di tutti gli adulti che lo circondavano. Poi, con aria
minacciosa, gli fece capire a gesti che lo teneva d’occhio, anche
se era lontano.
Sasuke colse quel momento per
afferrarlo per la collottola.
«Noi andiamo» bofonchiò,
e lo trascinò dove gli altri ninja aspettavano.
Quando furono a una certa distanza,
Naruto si liberò dalla sua stretta e cercò di darsi un
tono. Sasuke gli si avvicinò impercettibilmente, e sussurrò:
«Quella cosa? E’ tutto a posto?»
«Certo, per chi mi hai preso?»
ribatté lui, e fece un rapido cenno in direzione di Kakashi.
L’Hokage si voltò a guardarlo, e annuì appena.
«Visto?» ghignò Naruto.
«Bah» brontolò
Sasuke, suo malgrado indispettito. «Un giorno questa tua mania
di fare l’eroe ti porterà alla tomba»
«Dove ti raggiungerò,
visto che sarai morto molto prima di me»
Sasuke gli tirò una gomitata che
lo fece piegare in due dal dolore.
Insultandosi a vicenda e cercando di
azzopparsi lungo il breve tragitto, i due raggiunsero Kakashi.
Scambiarono qualche breve parola con lui, e poi andarono a colmare i
due posti lasciati vuoti in prima fila, tra Rock Lee e Shikamaru.
«Partiamo!» annunciò
l’Hokage, e i ninja, come un sol uomo, si mossero.
La folla dall’altra parte del portone
fece ancora qualche cenno di saluto, e quelli nelle file in fondo
iniziarono a tornare a casa. Gli Hyuuga e gli Uchiha rimasero
piantati sui loro piedi finché anche l’ultimo ninja non fu
scomparso, e ancora mentre le persone che li circondavano se ne
andavano, chi a iniziare la giornata, chi a dormire di nuovo. Gli
ultimi a cedere furono Hinata e le bambine, Ino, e i genitori di
Tenten, che sbadigliando salutarono e si congedarono. Alla fine anche
Temari si arrese: si guardò attorno per un attimo, sperando
per l’ultima volta di vedere Chiharu da qualche parte, ma scuotendo
la testa accertò che non c’era, e tornò a casa.
Sakura fissò Hiashi senza
abbassare lo sguardo, ora che i due gruppi erano gli unici rimasti;
Sasuke le aveva raccomandato di tenere alto l’onore della casata, e
lei sospettava che lasciare il portone per ultimi fosse una delle
cose che potevano aiutare.
Anche le guardie sopra le mura li
scrutavano con vago interesse, lanciando scommesse su chi avrebbe
ceduto prima. Sakura, circondata da bambini mezzi addormentati, era
la meno quotata; ma a sorpresa fu Hiashi ad abbandonare per primo il
campo, tirandosi dietro il seguito di nipoti e cadetti che sempre lo
circondavano. Tra loro, anche i due figli di Hanabi – che era tra
le fila dei ninja con il marito – due maschi di otto e dieci anni
dall’aria compassata e gli occhi candidi.
Sakura tirò un sospiro di
sollievo: sua figlia Arina, di soli due anni, ciondolava la testa
aggrappata alla sua mano, molto vicina a cadere per terra e
addormentarsi seduta.
«Torniamo a nanna» disse
alla bambina, sbadigliando. Quando una domestica si offrì di
prendere in braccio la piccola, per la prima volta fu grata di avere
un sacco di soldi.
Da un lato all’altro delle mura
volarono i sacchetti di monete scommesse dalle guardie.
«Cosa ci faccio qui?» si
chiese Chiharu, profondamente irritata, ferma su un tratto di terreno
miracolosamente illeso, ma circondato da crepe e fenditure che
sembravano i resti di un terremoto particolarmente violento. Gli
alberi attorno a lei erano immobili nell’aria frizzante dell’alba,
gli animali silenziosi.
Quello era il luogo in cui aveva deciso
di non essere più ninja.
“Ma questo non spiega cosa ci faccio
qui” si ripeté accigliata.
Non stava avendo ripensamenti,
assolutamente no. Era lì perché… perché…
beh, e che cavolo, un motivo doveva pur esserci!
Mentre fissava una radice che sporgeva
dal terreno, intaccata e quasi spezzata, senza una precisa ragione le
tornò in mente la spia della Roccia che dovevano catturare, e
il suo sguardo un attimo prima che lei perdesse il controllo
Aveva sorriso? Sì, aveva
sorriso.
Ma perché? Ricordava quegli
occhi grigio-verdi socchiudersi appena, le labbra incurvarsi, e poi…
poi c’era stata la polvere, e la spia era scomparsa.
Haru corrugò la fronte, incapace
di comprendere.
Che quel ninja avesse previsto cosa
stava per succedere? No, impossibile… e anche in quel caso, non
avrebbe potuto sapere che avrebbe avuto occasione di liberarsi. Anche
perché in quel momento lei non aveva minimamente pensato a
lui, e solo dopo si era accorta che era scappato – con un certo
rimorso, visto che era stata lei a catturarlo.
In ogni caso probabilmente non lo
avrebbe rivisto mai più, perché perdere tempo a
pensarci?
“Per non pensare a loro”
La risposta le attraversò la
mente prima che potesse rendersene conto, e quando se ne accorse
arrossì d’indignazione.
“Non è vero!” scattò.
“Io non ci penso già di norma!”
Eppure gli incubi di quella notte,
quegli stessi incubi che l’avevano spinta ad alzarsi non appena i
suoi genitori erano usciti, per non impazzire, sfrecciavano davanti
ai suoi occhi in immagini frammentate, brandelli di angoscia e
rimorso in cui il rosso dominava su ogni altro colore.
“Io non ci penso, okay?” si ripeté
vicina a infuriarsi.
«Non ci penso!» insisté
a voce alta, serrando i pugni.
“E non sono qui per evitare di andare
a salutarli! Sono qui perché… perché…”
Mentre si scervellava alla ricerca di
una risposta più ovvia di quella già ovvia che
si rifiutava di accettare, avvertì un fruscio in lontananza.
Con i nervi a fior di pelle, alzò
la testa di scatto e trattenne il fiato, tendendo le orecchie.
Voci. Passi. Leggeri, quasi
completamente silenziosi, ma tanti. Troppi.
Cosa poteva essere?
Inquieta, iniziò a farsi strada
tra la boscaglia con estrema cautela, senza fare rumore, scivolando
da un cespuglio all’altro e salendo su un albero nei pressi del
sentiero. Accucciata su un ramo, all’ombra delle foglie folte, si
spinse un po’ più avanti per vedere… e agghiacciò.
L’intera truppa della Foglia stava
passando di lì.
In quel preciso istante.
“Porca puttana!” imprecò
Haru acquattandosi nell’ombra, e sentì il sangue salirle
alle guance.
Non poteva sgattaiolare via, ora erano
troppo vicini, l’avrebbero sentita sicuramente, e non poteva farsi
vedere, o avrebbero pensato che era lì per salutarli, cosa
profondamente e indubitabilmente falsa.
Poteva solo sperare di passare
inosservata, e trattenere il fiato per tutto il tempo necessario.
La colonna di ninja si avvicinò
compatta, in file da tre che si guardavano attorno in maniera
piuttosto rilassata – erano ancora in territorio amico, non avevano
di che preoccuparsi. In cima al gruppo stava Kakashi, avvolto in un
mantello da viaggio che lo rendeva a malapena visibile, e subito
dietro di lui Naruto, Sasuke e Shikamaru, seguiti da Rock Lee, Tenten
e Neji. Sai aveva fatto in modo di trovarsi in terza fila, e sembrava
evitare accuratamente di incrociare lo sguardo di Naruto.
Chiharu ebbe il tempo di notare diversi
particolari mentre i ninja si avvicinavano, e cercò una
posizione più comoda in cui attendere che l’intero gruppo
passasse, disperando di riuscirci quando vide la colonna continuare
fin dove il suo occhio arrivava.
“Sono spacciata” pensò
quando Kakashi fu a pochi passi dall’albero in cui si nascondeva.
“Se la prenderanno tutti con me, io me
la prenderò con me! Perché, perché sono
venuta qui?!”
fece un movimento impercettibile, e
rischiò di scivolare. All’ultimo istante recuperò
l’equilibrio, ma un rametto si spezzò dietro alla sua
schiena, producendo quello che a lei sembrò uno schiocco
assordante. Chiuse gli occhi, senza respirare.
Sotto di sé sentì i passi
di Kakashi rallentare appena il ritmo, come esitanti, e poi
riprendere. Si azzardò ad aprire un occhio, e, con suo
profondo orrore, incontrò lo sguardo del sesto Hokage.
Era fatta. L’avevano vista.
Il suo cuore precipitò a livello
dello stomaco, mentre sentiva un nodo formarsi rapido in gola, e fu
incapace di trattenere il respiro più a lungo. Ora l’avrebbero
fatta scendere, e poi? L’avrebbero costretta a seguirli o
l’avrebbero rispedita al villaggio? Probabilmente l’avrebbero
mandata indietro, e sua madre le avrebbe fatto una ramanzina
infinita, rendendole i giorni successivi un inferno, fino al punto di
farle desiderare la morte in battaglia, e…
All’improvviso interruppe il filo dei
suoi apocalittici pensieri.
Perché Kakashi era andato
oltre?
E perché le aveva sorriso? – o così
aveva intuito da un leggero movimento nella maschera sul suo volto.
Accigliata, Chiharu riprese a respirare piano, quasi
impercettibilmente. Si azzardò a far scivolare gli occhi su
Naruto, e incrociò anche il suo sguardo sorridente. Accanto a
lui, Sasuke Uchiha restava impassibile, ma Shikamaru, suo padre,
nascondeva appena un leggero ghigno. Colse sguardi veloci dalla
seconda fila, un cenno impercettibile da Tenten, e, con uno scatto di
rabbia, un’occhiata indecifrabile di Sai.
Ma nessuno le disse nulla.
Tutti passarono oltre fingendo di non
vederla, o così le parve, e la lasciarono stare.
Per qualche strana ragione, Chiharu si
sentì confortata.
Allora non ce l’avevano con lei per
essere stata così stupida da…
Si interruppe di nuovo.
Stupida da cosa?
Da niente. Non era stupida, non aveva
fatto nulla di male o di sbagliato.
Cambiò le proprie sensazioni
quando si accorse che, a parte le persone che la conoscevano, gli
altri ninja non sembravano averla notata, e con un sorriso amaro
ripeté dentro di sé: “Sono forte, e ora vediamo
come ve la cavate senza di me”
Rimase a guardare la colonna che
sfilava sotto il suo albero fino all’ultimo, chiedendosi con
forzata indifferenza quanti degli uomini che vedeva sarebbero tornati
vivi. Quando gli occhi le caddero su Jin, Kotaro e Hitoshi, per un
attimo il suo cuore sobbalzò. I suoi vecchi compagni di
squadra erano pallidi, nervosi, e si fissavano i piedi mentre
avanzavano, ansiosi di non commettere errori. Accanto a loro Jin
camminava apparentemente sereno, guardandosi attorno con pacato
interesse. Come Kakashi, Naruto e gli altri prima di lui, anche il
bambino la individuò. Le sue sopracciglia si inarcarono in un
moto di sorpresa, mentre lei gli faceva velocemente segno di stare
zitto, arrossendo furiosamente. Jin obbedì, ma senza smettere
di guardarla, e solo quando la sua fila fu passata oltre, lei si
permise di imprecare silenziosamente.
Passava per l’Hokage, e anche per i
jonin… ma che quello spocchioso bambinetto l’avesse vista era
intollerabile! Avrebbe dovuto lavorare sulle tecniche di
mimetizzazione, molto più di quanto non avesse fat…
Si bloccò di nuovo.
No, non aveva nulla su cui lavorare,
rifletté amaramente. Lei non era più ninja.
E, quella volta, le bruciava.
Avrebbe voluto essere migliore di Jin,
più abile, più forte, più intelligente. Avrebbe
voluto essere in quella colonna con Kotaro e Hitoshi, in fondo. Ma
loro l’avevano rimpiazzata, evidentemente non era abbastanza
dotata, abbastanza in gamba… eppure no, maledizione! Lei era
in gamba, era intelligente, era forte! Era una buona
ninja! Forse non era un genio come Jin, ma era migliore della media!
Strinse un pugno, mentre anche l’ultima
retroguardia superava il suo albero e si allontanava.
All’improvviso un nibbio lanciò
il suo richiamo acuto, a breve distanza. Chiharu sussultò,
riscuotendosi dai suoi pensieri, e si rese conto dell’enormità
di ciò che era passato per la sua mente. Per l’ennesima
volta quella mattina, arrossì.
Che cumulo di sciocchezze!
Lei non
era più ninja.
Punto.
Questo chiudeva definitivamente il
discorso.
Con uno scatto irritato, si lasciò
cadere dal ramo e imboccò il sentiero che l’avrebbe
riportata al villaggio.
*
Akiyoshi Tsuda si guardò attorno
con aria compiaciuta.
La prima divisione dell’Esercito
della Roccia si stendeva davanti ai suoi occhi, una moltitudine
uniforme e compatta, illuminata dai primi raggi dell’alba. Il
confine con il Paese del Fuoco era a pochi passi, dove il terreno
brullo iniziava a coprirsi di erba.
«Comandante, la sveglia è
stata data» annunciò un luogotenente dai capelli rossi,
inchinandosi alle sue spalle.
«Bene. Quanto tempo per la
partenza?»
«Mezzora al massimo»
«Ottimo. Le avanguardie?»
«Non sono ancora tornate»
Tsuda si accigliò. Aveva fatto
uscire in perlustrazione tre ninja un’ora prima. Dove erano finiti?
Avevano incontrato qualche problema?
«Mandiamo qualcuno a cercarli?»
suggerì audacemente il luogotenente.
«No» scattò Tsuda
brusco. «Aspettiamo. Voi preparatevi normalmente»
«Sissignore»
«Un’ultima cosa: trova mio
figlio e mandamelo»
«Sissignore»
Il luogotenente si inchinò e si
allontanò silenzioso, lasciando il comandante da solo. Tsuda
rimase immobile dove si trovava, le mani intrecciate dietro la
schiena e lo sguardo a scrutare la sua armata. Più lontano,
dove finiva la prima divisione, poteva vedere la terza e, ancora
oltre, la settima, per un totale di centinaia di uomini.
Sarebbe stato un attacco in grande
stile. Se tutto fosse andato come previsto, avrebbero anche potuto
ottenere la vittoria della guerra non ancora iniziata, con la
completa distruzione del villaggio ninja del Paese del Fuoco.
Un sorriso gli stirò le labbra
sottili, un sorriso pieno di orgoglio. Quello sarebbe stato anche il
giorno del trionfo degli Tsuda: lui, il capo dell’armata, avrebbe
ricevuto glorie ed onori; suo figlio, promosso tenente per
l’occasione, avrebbe compiuto qualche impresa eroica da inserire
negli annali, in un modo o nell’altro.
Mentre il comandante meditava sulla
ricompensa esorbitante che avrebbe ricevuto dal Daimyo, un rumore di
passi lo raggiunse alle spalle.
«Mi cercavate, padre?»
chiese una voce, e Tsuda, voltandosi, sorrise apertamente.
Davanti a lui stava un ragazzo giovane,
troppo giovane per essere tenente; aveva gli stessi capelli neri e
gli occhi grigio-verdi del padre, ma era diametralmente opposto a
lui, con un viso molto più delicato e liscio; soprattutto,
poi, era molto più conosciuto al villaggio della Foglia: se
Naruto o uno qualsiasi dei membri del gruppo sette fosse stato
presente, in Ariyoshi Tsuda avrebbe subito riconosciuto la spia che
avevano cercato invano di catturare pochi giorni prima.
«Sei pronto?» gli chiese
padre, con un fremito nella voce corposa.
«Certo» sorrise Ariyoshi,
calmo come un lago di montagna. «La vittoria è sicura»
«Così si fa!»
approvò il comandante, battendogli una pacca sulla spalla.
«Sarai schierato in terza fila, sei d’accordo? Le prime due
solitamente cadono al primo assalto, nella tua posizione riuscirai
sicuramente a farti valere»
«E’ un onore, padre»
Il ragazzo si inchinò, piegando
la schiena in modo aggraziato ma deciso, e a Tsuda ricordò la
moglie morta anni prima, scatenando in lui uno slancio d’affetto
misto a orgoglio che lo galvanizzò ulteriormente – come se
fosse stato necessario. Avrebbe speso qualche altra parola di lode
per il figlio, se in quello stesso momento quattro persone non li
avessero raggiunti camminando rapide e accigliate.
«Comandante» salutarono i
tre ninja accompagnanti dal luogotenente con i capelli rossi.
«Cattive notizie: si sta avvicinando un folto gruppo di quelli
che presumiamo essere ninja della Foglia »
«Com’è possibile?»
scattò Tsuda, con una morsa allo stomaco. «Questo
dovrebbe essere un attacco a sorpresa! C’è una spia?»
«Sospettiamo di sì»
annuirono i ninja, preoccupati.
Il luogotenente accanto a loro rimase
perfettamente impassibile, ma una goccia di sudore si formò
sulla sua tempia, e scivolò giù lungo il collo.
«Fermate i preparativi per la
partenza!» ordinò Tsuda, in un ringhio rauco. «I
piani cambiano! Voglio qui i responsabili della terza e della settima
divisione e tutti i luogotenenti! Muoversi!»
Mentre i tre ninja e l’ufficiale che
era con loro si inchinavano e si allontanavano, Ariyoshi fece due più
due, e la goccia di sudore a malapena intravista lo portò al
quattro.
«Padre, avete intenzione di
cercare la spia immediatamente?» chiese vago.
«No, non c’è tempo. Non
appena questa battaglia sarà finita ce ne occuperemo»
rispose brusco Tsuda. «Tu resta qui. Voglio metterti al
corrente delle operazioni, così da avere tutte le informazioni
necessarie; anche se la situazione è cambiata, potrai comunque
farti onore»
«Come desiderate»
Inchinandosi, Ariyoshi nascose un
sogghigno.
“Padre, quanto siete ingenuo...”
*
Chiharu tornò al villaggio di
umore più che cupo. Il sole era già sorto, e le strade
iniziavano a popolarsi in quei minuti.
Era strano non vedere ninja che
andavano all’Ufficio missioni o che correvano da una parte e
dall’altra, strano e quasi sinistro.
Naturalmente al villaggio era rimasta
una retroguardia, composta da ninja meno abili o di una certa età,
ma quelli di turno al momento ciondolavano accanto al bar, offrendosi
birra a vicenda. Passando loro accanto, Chiharu li guardò con
leggero disprezzo. Erano tutti tranquilli e rilassati…
probabilmente pensavano che la battaglia non avrebbe mai raggiunto il
villaggio.
“Ma a me che frega?” si chiese
irritata, arrivando davanti a casa.
Entrò cercando di non fare
rumore, in punta di piedi, ma non appena ebbe raggiunto la porta
della cucina, la testa di sua madre spuntò come il clown di
una scatola a sorpresa.
«Dov’eri?» chiese al
volo.
Con suo profondo disgusto, Haru si
sentì arrossire. «Da nessuna parte» bofonchiò,
e cose verso la sua stanza prima che Temari potesse replicare.
Lei la guardò sbattersi la porta
alle spalle, e le sue sopracciglia si inarcarono sorprese.
“Vuoi vedere che…” pensò,
e poi un sorriso affiorò alle sue labbra.
Di umore decisamente migliore, tornò
in cucina e decise di preparare un’immensa torta al cioccolato.
Per la prima volta da molti anni, in
quella casa si sentì una donna fischiettare.
Haru, dalla sua stanza, sentì le
note incerte che provenivano dalla cucina e, interrompendo per un
attimo la sua sfuriata mentale contro i vasi sanguigni, spalancò
la bocca in una muta ‘O’ di stupore.
Dio, ma quel giorno impazzivano tutti?
Prima l’Hokage e gli altri ninja che la lasciavano stare, poi sua
madre che fischiettava! Cosa sarebbe venuto dopo? Hiashi Hyuuga che
offriva tè e pasticcini a tutto il villaggio?
“Devo andarmene da qui, o rischio di
impazzire” si disse con una mano sugli occhi, e immediatamente le
tornò alla mente il parchetto.
Raccolse il marsupio con l’attrezzatura
ninja solo per abitudine, scavalcò la finestra e lasciò
la sua stanza, ansiosa di trovarsi da sola e circondata dal silenzio.
Attraversò il villaggio
praticamente di corsa, senza incrociare lo sguardo di nessuno, e non
rallentò neppure quando sentì il cuore scoppiare nel
petto e il respiro affannoso torturarle i polmoni. Raggiunse il
parchetto in un terzo del tempo che avrebbe impiegato normalmente, ma
non appena i suoi occhi si furono posati sulle panchine al di là
della buca della sabbia, il suo stomaco fece una capriola: qualcuno
le aveva fregato la piazza.
Si immobilizzò a pochi passi
dallo scivolo di legno scrostato, un tempo rosso, e, ansante, rimase
a fissare il gruppetto di ragazzi che ciondolavano attorno al suo
posto.
Come… come osavano?, si
chiese, sentendo la rabbia montarle dentro come un’onda.
Era già irritata, profondamente
irritata per i fatti suoi, in più sua madre impazziva, quei
maledetti ragazzini ingombravano la piazza, e lei, lei voleva
soltanto farli a pezzi. Letteralmente. Quando poi vide in mezzo a
loro, stravaccato sulla sua panchina con l’aria di un re,
Baka Akeru, la proverbiale goccia fece traboccare il vaso.
Prima ancora di accorgersene era già
partita verso il gruppo, i pugni serrati e le labbra ridotte a una
fessura livida; a metà strada i primi ragazzi la videro e si
immobilizzarono, interdetti; quando raggiunse la panchina, ormai
aveva l’attenzione di tutti.
Akeru, dopo l’iniziale esitazione,
leggermente pallido raddrizzò la schiena e la fissò.
«Che vuoi?» chiese con aria
spavalda.
«Via da qui» sibilò
lei assottigliando gli occhi.
«Questo è un parco
pubblico, abbiamo i nostri diritti…»
«E io ho il diritto di farti del
male fisico se non alzi i tacchi!»
Ci fu un attimo di silenzio, in cui
Akeru sbiancò ulteriormente e i ragazzi che li circondavano
iniziarono a guardarsi attorno nervosi.
«Sono già incazzata, non
provocarmi» minacciò Haru.
«Akeru, andiamo…»
bisbigliò uno dei ragazzi, un biondino pallido che era
risultato tra i primi dieci diplomati.
«No, non è giusto!»
protestò lui, e il sangue affluì alle sue guance per
l’indignazione. «Chi l’ha detto che lei può fare
tutto quello che vuole? Non è neanche più ninja, perché
dovrei ascoltarla?» abbaiò, fissandola con astio. «E’
scappata! A un passo dalla guerra se l’è fatta sotto ed è
scappata! Noi siamo mille volte meglio di lei!»
Fu uno scatto istintivo: in un attimo
Haru lo afferrò per la spalla ancora non del tutto guarita e
lo spinse giù dalla panchina. Si sollevò un coro di
proteste dai ragazzi attorno, ma nessuno osò alzare un dito.
Ansante più per la rabbia che
per lo sforzo, Haru zittì tutti con un’occhiata.
«Non sono scappata!»
esclamò. «Avevo i miei motivi per smettere di essere uno
stupido giocattolo dell’Hokage!»
«Un ninja non è un
giocattolo!» urlò Akeru indignato, rialzandosi
nonostante il dolore alla spalla. «Un ninja combatte per
difendere il villaggio! Un ninja è un eroe!»
«Un ninja muore per
difendere uno stupido villaggio che comunque non gli sarà mai
abbastanza grato! Un ninja diventa un eroe solo quando è nella
tomba!»
«Se la pensavi così,
perché hai perso tutti questi anni all’Accademia?!»
«Perché ho fatto un
errore, a quanto pare!»
Cadde un silenzio teso, quasi
palpabile. I ragazzini che li circondavano si lanciarono sguardi
rapidi. Tra le loro fila corse un mormorio concitato, qualcosa di
molto simile a ‘andiamocene, è meglio’, e, qualcuno
lanciando un’occhiata veloce ad Akeru, se la filarono veloci,
lasciando lui e Haru da soli.
«Vattene» sibilò
Haru lasciandosi cadere sulla tanto desiderata panchina.
«Io non smetterò di essere
ninja» disse Akeru stringendo i pugni.
«E a me che cosa dovrebbe
fregare?» ringhiò lei astiosa.
«Tu non hai capito niente
dell’essere ninja… La gente potrà anche dire che sei
intelligente, ma in realtà sei più stupida dell’ultimo
degli stupidi!»
Con queste parole rabbiose, Akeru se ne
andò, pestando i piedi per la rabbia e portando la mano alla
spalla ferita e ora di nuovo dolorante. Chiharu lo guardò
allontanarsi, e con l’aumentare della distanza tra loro due sentì
scemare l’irritazione irrefrenabile che aveva provato fino a un
attimo prima.
Lasciò ricadere la testa
indietro, chiudendo gli occhi.
“Dove ho sbagliato?” finì
per chiedersi. E poi, rabbiosa, si rispose che non aveva sbagliato da
nessuna parte.
Eppure, continuava ad esserci qualcosa
che non andava…
Nel prossimo capitolo...
«Avete caldo?» chiese a un
tratto la domestica di Hinata, chinandosi sulla sua padrona. «Siete
sudata, forse è meglio rientrare»
Chiharu lanciò un’occhiata al
suo fianco, e constatò che sulla fronte di Hinata si erano
formate delle gocce di sudore. Eppure non le sembrava che facesse
tanto caldo.
Poi vide i suoi occhi correre
tutt’attorno al parco, diversi dal solito. La vide muovere
impercettibilmente una mano, e la domestica accanto a lei si
immobilizzò, tornando immediatamente al suo posto e
irrigidendosi. Haru corrugò la fronte, accigliata.
All’improvviso il silenzio che le
circondava non le parve più così naturale e
tranquillizzante; c’era qualcosa di strano nell’assenza di rumori
e fruscii: dove erano finiti gli animali?
* * *
Spazio autore
Oh, non ricordavo che i capitoli da qui in poi fossero tanto incasinati! XD
Stavo rileggendo un po' quello che succederà, e finalmente ho
riconosciuto la vecchia atmosfera dei primi capitoli di Sinners,
con gli inganni, le battaglie, le strategie, le sottotrame...
E' più divertente del previsto! <3
Una precisazione: mi sono accorta che la scansione temporale non funziona affatto.
Praticamente il Paese del Fuoco è grande come San Marino, nella
concezione che avevo allora, e le distanze si percorrono in men che non
si dica.
Ignorate la cosa, per favore! ^^'
ATTENZIONE!
Sono aperte le scommesse!
arwen5786 se ne è uscita dicendo che vuole scommettere su chi
morirà nel conflitto che deve venire, e qualcun altro nei
comenti si è agganciato a lei...
Ebbene, apro ufficialmente la disfida!
Al fortunato vincitore andrà... qualcosa, non so bene neanche io cosa! XD
Nota: potete anche scommettere su nessuno.
Altro spaventoso ritardo nell'aggiornamento, chiedo perdono. U_U
Sono in periodo assolutamente emo, mi dispiace ma le cose vanno così!
(e in più ho scoperto che devo dare non tre, ma quattro esami
entro il 5 giugno! E quindi mi sa che devo mettermi un po' sotto...)
RETTIFICA:
di ritorno dal supermercato con un libro di Stephen King in mano, mi sono resa conto che le cose non vanno affatto bene.
Non sto più leggendo, scrivo poco, e passo la gran parte del mio tempo a chattare e dormire.
Ergo, devo prendermi una pausa e afferrare qualche libro, perché qua le pile si sono scaricate.
Per questa ragione, da oggi gli aggiornamenti saranno ridotti drasticamente a uno ogni sei giorni.
Chiedo scusa, ma è necessario.
lilithkyubi: uhm,
se Haru avesse sentito il tuo elenco delle ragioni per cui dovrebbe
tornare ninja, avrebbe definitivamente appeso il coprifronte al chiodo!
XD Sei riuscita a riassumere esattamente tutte le cose che lei
più odia riguardo alla questione, e tutto per spiegare che tornerà
ninja! Non male! XD Ad ogni modo, non ti è dato sapere cosa ha
intenzione di fare, almeno non per ora. Lascia che crogioli nel suo
brodo e che io mi diverta un po', più avanti tutto ti
sarà chiaro... Baka fa pena anche a me, lo confesso! E le
scenette familiari, se non sbaglio, dovrebbero esserci ancora,
sporadicamente... Ma presto avrai altro cui pensare!
rina: ebbene sì, ho deciso di dare una moglie a Kiba! U_U
Ne saprete qualcosa di più andando avanti, ma se fossi in te
cercherei indizi nell'epilogo di Sinners... ^_* Oh, immagino che la
scena divertente di questo capitolo fosse la macchietta tra Hiashi e
Naruto, con tanto di citazione di Babbo Natale nella scorsa versione, e
asino volante in questa! - non sono tanto sicura che nel mondo di
Naruto esista Babbo Natale... Eheh, ma Naruto è Naruto, e ci
piace proprio per questo! ^^
arwen5786: non ho un'orrida passione per i personaggi un po' sfigatini!
ç_ç Perché la metti giù così dura?
Io voglio bene ai personaggi che tutti disprezzano, perché
so che hanno i loro lati positivi e necessitano solo di un modo per
dimostrarlo! ç_ç Ma tu sei sempre così drastica,
così dura... giustifichi quell'idiota di Chiharu, ma condanni
Baka solo per il cognome che si ritrova! Comunque, le tue fisime da
HaruHito shipper le conosco fin troppo bene, non sto nemmeno a
dilungarmi che lo facciamo già abbastanza su messenger! =_= Sono
contenta che tu sia contenta (XD) che Kiba si sia sistemato, andando
avanti con la storia saprai anche con chi e perché (almeno
vagamente). Ma sappi che il figlio di Ino è di Choji, su questo
non c'è alcun dubbio! U_U Lo sai che lo amo (altro personaggio
sfigatino... XD), non posso dargli il dolore di crescere il figlio di
un altro! Prevedibile la tua reazione davanti a Sasuke, ma sul finale
NaruHina mi trovo a contraddirti! Sebbene ultimamente io verta
più sul lato Hyuugacest, quella parte, rileggendola, a me
è piaciuta molto! <3 Anche perché so cosa succede
poi... Dai, dai, sono aperte le scommesse, come hai letto più su!
sammy1987: oh che bello, voglio
che Akeru venga amato! <3 Sono contenta quando spunta qualcuno che
dice di volergli bene! ç_ç E se ami le scene di guerra,
beh, tra due capitoli avrai tutte quelle che vorrai! XD
Killkenny: ti spiace per Shika?
Ma sai bene che prima della fine... E pensi che Kyuubi avrà a
che fare con i futuri avvenimenti? Ma sei consapevole che poi... (Ok,
era una risposta in cui non volevo dire assolutamente niente! XD)
bambi88: uff, ultimamente anche io penso che dovrei starmene lontano dai contest... T_T Ma poi sai che ci ricasco sempre! Che dramma!
fedecr90: per i capitoli
movimentati dovrai aspettare un po'. U_U Abbi pazienza, figliolo!
Naruto e Sasuke protagonisti di un combattimento... ma intendi uno
contro l'altro o uno accanto all'altro? No, perché al momento
è un po' improbabile che si mettano a sfidarsi in mezzo alla
battaglia! XD
slice: e va bene, te lo dico! Sapremo qualcosa della probabile
madre di Jin soltanto al capitolo 37! Eheh, anche tu come gli altri
affascinata dalla scena al ristorante? XD Il cameratismo fa un sacco di
vittime, eh!
harryherm: oddio. Hai davvero
commentato positivamente una scena NaruHina? ò.ò Ma che
hai, stai male? XD Però sono contenta che ti abbia strappato un
sorriso, e sono ancora più contenta che tu abbia lasciato un
commentino! XD Finalmente! (sì, beh, con lo schifo di risposta
che ti ho lasciato non ti invoglio di certo...)
Hipatya: oddio, i personaggi
che si nascondono dietro l'orgoglio ti fanno tenerezza? °_° A
me fanno incazzare e basta! XD Forse perché anche io sono
proprio così! Comunque sono contenta che Akeru ti faccia ridere
e non ti faccia venire i cinque minuti, tengo tanto a lui! ^^ Daiiii!
Ma ti pare che Neji - Neji -
abbia un interesse verso Ino? Ino che sfarfallava con Sai ed è
finita con Choji? Ma no, lui ha standard ben più elevati! XD E
Haru si sveglierà o no? Mah, mah, mah...
GaaChan: aaaaaargh! Un'altra
fan di Chiharu! ç_ç Non so più cosa fare per farvi
capire che è una testa di cavolo! XD Va beh, preferenze a parte,
bentornata! ^_^ Mi fa piacere rivederti su queste pagine!
Kaho_chan: ahahahah! XD Il
sottofondo musicale è qualcosa di splendido! Comunque,
rispondere nel dettaglio a un commento tanto lungo e articolato mi
ucciderebbe, quindi mi limito a inchinarmi di fronte alla tua
magnificenza nel creare una cosa così splendida e articolata, e
a ringraziarti per l'impegno che hai messo nel raggiungere l'ultimo
capitolo pubblicato! So che la pigrizia è dura da combattere, ti
capisco benissimo... ç_ç e quindi il mio grazie
raddoppia! Per la scommessa, ti segno sul mio libercolo! Chissà
se ci hai preso o no!
maninja87: oibò, al
momento Shikamaru è il più gettonato come cadavere! XD Ma
che vi ha fatto 'sto poveretto? Comunque le scene di battaglia sono
imminenti, e finalmente saprai se i ragazzini hanno imparato qualcosa o
no dal loro maestro!
muccina89: sì, beh, per
la vera azione dovrai aspettare ancora due capitoli, ma poi ci siamo,
è confermato! ^^ Mi chiedi di accasare Neji, eh... ma sappi che
ho già i miei piani per lui, e che non ho intenzione di
cambiarli! Ma potrebbero piacerti... o forse no, chissà! XD
SuperEllen: a dire il vero
Kotaro è geneticamente predisposto a fare amicizia con Hitoshi!
XD E' Hitoshi che solitamente non lo considera di striscio. Comunque,
ti vedo molto preoccupata per Jin... ma ricordati che è il
figlio dell'Hokage! Mezza Konoha si sacrificherebbe per lui! XD E
riguardo a Haru... mah, fossi in te non metterei la mano sul fuoco
riguardo a nulla...
Talpina pensierosa: riletta due volte? °_° Maria, ma così mi monto la testa! XD
GoHaN: oddio, davvero hai
portato a termine l'intera maratona? °_° Ma io mi inchino a
tanta resistenza! Scherzi a parte, grazie per l'impegno! Mi onori, dico
sul serio! Ho solo una domanda per te: Chris sta per...?
Ino_Chan: sì sì
sì sì!! Convinciti sulla InoCho! E' una coppia
bellissima, è così dolce, così... così...
così perfetta! (propaganda spudorata! Ascolta la voce della
convinzione!)
izayoi007: ohohoh, ebbene
sì, Kiba si è accasato! Con chi? Come? Quando? Sono
domande la cui risposta vi sarà nota non tanto a breve! XD Ma
prima o poi lo saprete, tranquilli. E smettila di chiedere di Kyuubi!!!
Ci sarà fin troppo, ma non ora! Rilassati! Ri-las-sa-ti! XD
gracy110: ehi ehi ehi! Naruto
non è un triste e incallito ubriacone! XD L'abitualità
della scena al ristorante è dovuta al fatto che Naruto va spesso
a divertirsi con gli amici ma non regge l'alcol! XD Rilassati, non
è un casalingo sull'orlo si una crisi di nervi! E per quanto
riguarda Chiharu, dopotutto ti eri sbagliata: vede gli altri passare,
ma non si unisce mica a loro!
crilli: ho, dunque dici che
Haruka non è scomparsa, eh? Chissà, chissà... ma
te lo dico che fine ha fatto, tranquilla! Una cosa per cui invece puoi
ben preoccuparti è ciò che succederà nei prossimi
capitoli! Hai visto bene, con le scene d'azione sono sadica... eheh...
yayachan: ChoIno, ChoIno... il
mio cervello ci sta lavorando, in standby. XD Dagli un po' di tempo e
ti sforna qualcosa, su! Sperando che la pigrizia non sia davvero
eccessiva...!
Elisir86: ehi, sono pur sempre
due ragazzini! XD Pretendevi maturità e coscienza da loro? Se
possono vendicarsi di Baka lo fanno, che diamine! Lo odiano proprio al
100%!
lale16: ahahah! Sakura non
è un forno, è solo una donna con tanta tanta energia!
<3 Sì, il figlio è il settimo, ed è un ottimo
numero per fermarsi direi! XD Grazie ancora per i complimenti, ogni
volta sono un balsamo per il mio ego! XD
Yume_Tsuki: tuo fratello? E che
c'entra, poverino? XD Perché lo tormenti con scene di battaglie
e sangue? Ti basta aspettare due capitoli e avrai tutte quelle che
vuoi, tranquilla! Ma lascia in pace quel poveretto, per carità!
XD
kage_naru89: beh, in effetti
quando non ti ho più sentita per chiedere il regalo di
compleanno ho tirato un sospiro di sollievo! XD Ero presissima in quel
momento, davvero credo che non ce l'avrei fatta... Però un po'
mi dispiace! é_è Ad ogni modo, credo che all'epoca la
storia andasse lenta per mia precis volontà. Mi spiego: avevo
una paura folle di descrivere le scene di guerra! XD Non le sapevo
fare, ne ero terrorizzata, e ho cercato di posticiparle il più
possibile. Quando poi si sono presentate, beh, lì ho ingranato
la quarta e ne ho infilata una dietro l'altra! XD Ma lo vedrai da sola
tra due capitoli, rallegrati! Comunque, bentornata! ^^
Aya
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Capitolo 23 *** Il biglietto ***
Naruto2-23
Il biglietto
- Ventitré -
I
ninja della Foglia arrivarono in
vista dell’esercito della Roccia un paio d’ore dopo
la partenza,
trovandolo là dove la loro spia aveva detto che era.
Videro le centinaia di uomini che lo
componevano già in posizione, schierati a fronteggiarli come
un’immensa mano pronta a colpire, compatti e lucidi, pallidi
forse,
ma ugualmente determinati. Oltre la striscia di terreno in parte
erboso e in parte arido che li separava, davanti a tutti,
c’erano
tre uomini: quello al centro, di gran lunga il più
corpulento,
anche nella distanza mostrava folti capelli neri e
un’armatura
scintillante; gli altri due, ai lati, almeno in termini di prima
impressione non potevano competere con il loro aspetto comune.
«Quella centrale è la
prima divisione» comunicò Kakashi a Naruto, Sasuke
e
Shikamaru, mentre tutti e quattro fissavano il nemico a un centinaio
di metri di distanza. «Il comandante è un certo
Tsuda,
dicono che sia in gamba sia come stratega sia come guerriero.
L’ideale sarebbe farlo prigioniero subito, se
possibile»
«Un ostaggio?» intervenne
Sasuke accigliandosi.
«Può sempre tornare utile»
annuì Naruto.
Shikamaru fece roteare gli occhi. «Tu
e la tua mania di salvar vite…»
brontolò a mezze
labbra. «Se riusciamo a prenderlo vivo okay, altrimenti va
bene
anche morto» aggiunse ad alta voce.
«Va bene, va bene…»
sbuffò Naruto, contrariato.
«Il loro numero è
decisamente superiore al nostro» continuò Kakashi
additando i nemici. «Naruto può usare la
moltiplicazione
superiore del corpo per confonderli, ma gli altri non sarebbero in
grado di creare abbastanza copie, quindi, salvo in caso di
necessità
estrema, è meglio che evitino e concentrino il chakra in un
solo corpo…»
«Queste sono banalità»
sbuffò Sasuke, interrompendolo.
Il sesto Hokage lo fulminò con
lo sguardo. «Hai qualcosa di profondo e illuminante da
rivelarci?» chiese secco.
«Tu che dici? Qualche strategia,
magari? Si vede che non sei abituato a dirigere la
gente…»
Naruto gli rifilò una gomitata
in pieno stomaco, che lo fece piegare in due senza fiato.
«Bene così… Eliminiamo
gli alleati…» mormorò Shikamaru
esasperato. «Sesto
Hokage, cosa ha combinato…»
In fondo allo schieramento, nelle
ultime file, Kotaro e Hitoshi continuavano a deglutire a vuoto e a
schiarirsi la voce.
«Volete un sorso d’acqua?»
offrì Jin.
«No!» scattarono entrambi,
i nervi a fior di pelle. Incrociarono lo sguardo per un attimo e
compresero di essere nella stessa barca.
«Inizio a pensare che Haru sia
davvero la più intelligente tra noi…»
sussurrò
Kotaro fissandosi i piedi, più a sé stesso che
agli
altri.
Dall’altra parte del campo di
battaglia, tra le file dei nemici, Akiyoshi Tsuda attendeva,
mantenendosi impassibile.
I suoi peggiori timori dopotutto non si
erano verificati: aveva temuto di trovarsi contro l’intero
esercito
del Fuoco, e invece aveva davanti soltanto un gruppetto di ninja che,
secondo il suo modesto giudizio, non avrebbero creato poi tanti
problemi. L’unica difficoltà poteva stare in un
piccolo, a
parer suo insulso particolare, che però aveva allarmato i
ninja della Roccia che li accompagnavano, rendendoli agitati come mai
lui li aveva visti. Ma anche per quello avevano già
preparato
un rimedio, anzi di lì a poco qualcuno sarebbe tornato a
riferire.
Tsuda guardò il cielo, trapunto
di nuvole verso est, ma sgombro sul campo. Il fronte tra i due
eserciti si snodava da est ad ovest, quindi non avrebbero avuto il
sole negli occhi, ma rischiava di fare caldo. Avrebbe fatto bene a
terminare la battaglia il prima possibile.
«Comandante» lo chiamò
una voce alle sue spalle, in tono dimesso. Voltandosi, Tsuda vide un
ninja a pochi passi dalla sua schiena.
«Allora?» si limitò
a chiedere, e quello annuì senza aprire bocca.
«Bene»
sorrise lui, soddisfatto. «Quanto tempo?»
«Un’ora, per sicurezza una e
mezza»
«Tergiverseremo. Vai, hai fatto
un buon lavoro»
Il ninja chinò la testa e si
allontanò, scomparendo tra le fila dei soldati che
affollavano
il terreno.
Akiyoshi Tsuda tornò a guardare
il piccolo esercito che avrebbe affrontato di lì a poco, e
il
sorriso sulle sua labbra si trasformò in un ghigno.
«Abbiamo la vittoria in pugno»
*
Se qualcuno le avesse predetto che quel
giorno avrebbe rischiato la vita e faticato come mai nella sua breve
esistenza, Haru avrebbe riso in faccia a quella persona, sprezzante.
Seduta sulla sua panchina a godersi i
raggi del sole quasi allo zenit, sonnacchiosa e annoiata, era davvero
convinta che fino al ritorno di suo padre non avrebbe avuto
assolutamente nulla da fare.
Aveva guardato una famiglia di merli
becchettare tra la sabbia, aveva visto un gatto poltrire sul tetto e
andarsene, un gruppetto di bambini aveva provato timidamente ad
avvicinarsi ma, quando l’aveva riconosciuta, se
l’era data a
gambe.
Poi, erano arrivate loro.
E da lì era iniziato tutto.
Le aveva viste in lontananza, mentre si
avvicinavano con passo tranquillo, due donne e due bambine, una delle
donne con un ombrello bianco a ripararla dal sole. Quando erano state
a pochi passi Haru le aveva riconosciute, e aveva raddrizzato la
schiena irrigidendosi.
«Chiharu, ciao» l’aveva
salutata Hinata Uzumaki, rivolgendole un impercettibile inchino.
«Mamma, noi giochiamo!»
aveva esclamato la bambina più grande, trascinando la
più
piccola verso le giostre, e lasciando Haru, Hinata e la donna che le
accompagnava da sole.
«Fa caldo, vero?» chiese la
moglie di Naruto, sedendosi accanto a lei e sventolandosi con un
ventaglio di un tenue rosa.
«Già» rispose lei
stringata, a disagio.
La moglie di Naruto era la primogenita
di Hiashi Hyuuga, e la sua storia era nota in tutto il villaggio:
come una donna nobile, delicata e gentile qual era lei si fosse
sposata con il ninja più imprevedibile, eccentrico e
turbolento di Konoha era ancora un mistero, ma Haru non poteva
scordare che, qualunque fosse stato il motivo per cui si erano
trovati, quella era pur sempre la moglie di un uomo che lei aveva
quasi insultato solo pochi giorni prima. Anzi, poteva togliere il
‘quasi’.
Ora, Hinata poteva essere dolce e
gentile quanto voleva, ma come si sarebbe comportata con lei in
quella particolare situazione? Sicuramente era cresciuta a pane e
onore, e, come Akeru e i ragazzi di prima, probabilmente la
considerava un’irrimediabile codarda.
“E se anche fosse?” si chiese
irritata. “Non devo certo rendere conto a lei!”
«Hai mangiato?» domandò
Hinata all’improvviso, facendola trasalire.
«Cos…? Eh? Ah, il pranzo? No,
veramente no» rispose arrossendo senza motivo.
«Vuoi un panino?»
«Prego?»
Allibita, Chiharu fissò il
panino avvolto in un fazzoletto che Hinata le porgeva sorridendo. A
occhio e croce sembrava ai pomodori.
«Ehm, no, grazie… io non…»
tentò di rifiutare, ma, come nella più classica
delle
occasioni, alla vista del cibo il suo stomaco prese a brontolare.
Avvampò.
«Immagino tu non abbia fatto
colazione» rise piano Hinata, con una risatina che
normalmente
avrebbe fatto saltare i nervi a Haru, ma che in quel momento le
sembrò molto educata. «Prendi» la
incitò
ancora, e lei capitolò.
Afferrò il panino, mormorando
qualche ringraziamento a mezze labbra, e lo addentò con
cautela.
«E’ buono?» le chiese
Hinata offrendone un altro alla domestica di
mezz’età che la
accompagnava.
«Sì» rispose lei, e
suo malgrado finì per rilassarsi.
Hinata era infinitamente più
dolce di Temari; era il prototipo di madre divenuto realtà,
il
modello ideale che vagava nella testa di Haru e non aveva mai trovato
concretizzazione, fino a quel momento.
Era tutto ciò che poteva
renderla mansueta come un agnellino, perché chi mai avrebbe
avuto il coraggio di far del male a una creatura candida come la
neve?
Lì, seduta su quella panchina e
circondata dal silenzio, Haru smise per la prima volta di pensare
–
o di evitare di pensare – a cosa avrebbe potuto fare, a dove
avrebbe potuto essere in quel momento, e si trovò a guardare
Hinagiku e Hanako che giocavano nella buca della sabbia con una
tranquillità insospettabile.
«Avete caldo?» chiese a un
tratto la domestica di Hinata, chinandosi sulla sua padrona.
«Siete
sudata, forse è meglio rientrare»
Chiharu lanciò un’occhiata al
suo fianco, e constatò che sulla fronte di Hinata si erano
formate delle gocce di sudore. Eppure non le sembrava che facesse
tanto caldo.
Poi vide i suoi occhi correre
tutt’attorno al parco, diversi dal solito. La vide muovere
impercettibilmente una mano, e la domestica accanto a lei si
immobilizzò, tornando immediatamente al suo posto e
irrigidendosi. Haru corrugò la fronte, accigliata.
All’improvviso il silenzio che le
circondava non le parve più così naturale e
tranquillizzante; c’era qualcosa di strano
nell’assenza di rumori
e fruscii: dove erano finiti gli animali?
Lentamente, guardandosi attorno senza
muovere il capo, Haru raddrizzò la schiena. Un cenno di
Hinata
le impose di non muoversi, e la vide chiudere gli occhi.
Quando li riaprì, Chiharu capì
per la prima volta cosa fosse il “byakugan”, la
tecnica esclusiva
degli Hyuuga; cosa fosse davvero, al di là delle descrizioni
che gliene avevano fatto, e dei libri che aveva letto in proposito.
E per un attimo tremò.
Non era uno sguardo particolarmente
cattivo, e non era nemmeno rivolto a lei; ma, solo intuitivamente,
Chiharu poteva ipotizzarne la potenza: poteva sentire il suo chakra
messo a nudo, esposto, rivelato in ogni suo punto debole. Non si era
mai sentita tanto inerme… e tutto finì
all’improvviso,
quando gli occhi di Hinata tornarono normali e lei espirò
lentamente.
«Vuoi un altro panino?»
domandò in tono discorsivo, rivolgendole un sorriso. Mentre
lo
faceva Haru sentì la sua mano premere sulla propria, e le
sembrò di vederla annuire appena.
«Ehm, sì, grazie…»
mormorò interdetta.
Iria, la domestica, intervenne pronta
ad annunciare che erano finiti.
«Oh, che peccato» cinguettò
Hinata alzandosi in piedi con insolita rapidità.
«Allora
facciamo così, sei invitata da me per il pranzo, ti va?
Chiamo
le bambine»
Haru fece per protestare, ma uno
sguardo della domestica la zittì; e mentre Hinata radunava
le
figlie, fu costretta ad alzarsi e ad unirsi a loro che si
allontanavano dal parchetto a passo rapido.
Che diavolo era successo? Perché
tutt’a un tratto erano schizzate via così? E
cos’era
quella vaga sensazione di pericolo che avvertiva alla bocca dello
stomaco?
Prima di lasciare il parco, Haru si
voltò; il silenzio era ancora completo e impenetrabile, ma
ora
tra le piante sembravano nascondersi mille e mille ombre, il che
probabilmente era dovuto al suo nervosismo. Inquieta, si
affrettò
a girarsi ancora e a riprendere il passo di Hinata.
Tra le fronde, qualcosa si mosse…
Un’ombra sostava nell’ultimo angolo
del chiosco di ramen, mangiando piano la sua scodella senza
allontanare il cappuccio scuro.
Ichiraku aveva adocchiato lo strano
individuo nell’istante in cui si era seduto, e aveva iniziato
a
insospettirsi quando non aveva dato segno di voler mostrare il suo
volto; ma fino a quel momento si era comportato in maniera
impeccabile: aveva ordinato, aveva mangiato, non aveva neanche
versato una goccia sul tavolo, e non disturbava nessuno.
Eppure aveva un che di familiare, e
anche qualcosa di strano.
A un tratto interruppe il tragitto
delle bacchette verso la sua bocca e alzò il capo, come in
ascolto.
Affascinato, Ichiraku lo vide chinarsi
verso un piccolo cane dal naso affilato, che scodinzolava
selvaggiamente, e accarezzarlo sotto il muso con due dita bianche.
Poi il cane abbaiò una volta e corse via, e la mano
scomparve
al di sotto del mantello.
«Grazie per l’ottimo pasto»
disse lo sconosciuto scivolando giù dallo sgabello.
«Non avete finito…» tentò
di dire l’uomo, ma quando due banconote scivolarono sul
ripiano
ammutolì.
«Tenete anche il resto»
aggiunse lo straniero, e mentre le falde del suo mantello
ondeggiavano pigre, si allontanò.
Ichiraku rimase impalato dove si
trovava, con una mano sul denaro – che avrebbe ampiamente
ripagato
una cena per due – e la bocca spalancata.
Eppure quella voce non gli era nuova…
«Forse è meglio se avvisi
tua madre» disse all’improvviso Hinata, fermandosi
così
bruscamente che Haru per poco non le finì addosso.
«Sì,
è sicuramente meglio. Casa tua è dietro
quell’angolo,
no? Fai un salto veloce, e… aspetta solo un
attimo»
accigliata, Hinata frugò nella piccola borsa che si portava
appresso, alla ricerca di qualcosa che evidentemente non trovava. Nel
giro di due secondi la domestica le tese un piccolo notes e una
matita, con aria impassibile.
«Oh, grazie» fece lei con
un sorriso veloce, e poi scrisse rapida alcune righe.
Strappò
il primo foglio, lo piegò in quattro e lo tese a Chiharu.
«Portalo a tua madre, sono due parole da parte mia»
spiegò gentilmente. «E non leggerlo, eh»
aggiunse
strizzandole l’occhio, in tono leggero. «Vai, noi
ti
aspettiamo qui»
Haru esitò, incerta. Poi strinse
il biglietto e annuì, allontanandosi.
Se conosceva anche solo vagamente gli
adulti, quando facevano sembrare una cosa banale e irrilevante voleva
dire che era di importanza vitale. Dunque, nel momento in cui Hinata,
scherzosa, le aveva detto di non aprire il foglio, aveva voluto farle
credere che si trattava di qualcosa di tanto piccolo da non dover
destare neppure la sua curiosità, quando probabilmente era
qualcosa di fondamentale.
Fu per questo che, appena girato
l’angolo, Haru si fermò e aprì il
messaggio.
L’ombra avvolta dal mantello scuro
era ora ferma all’ingresso del bar, e si stagliava netta
sulla
soglia.
All’interno il barista puliva qualche
bicchiere con aria svogliata, sbadigliando e lanciando di tanto in
tanto un’occhiata all’orologio.
Lo sconosciuto entrò con passo
incredibilmente silenzioso, e andò a sedersi
sull’unico
sgabello libero al bancone, accanto a una fila di ubriachi con la
testa pesantemente appoggiata al ripiano lucido. Sembrò
guardare gli addormentati con vago interesse.
«Desidera?» chiese il
barista squadrandolo diffidente, e fece un passo verso la zona del
bancone in cui teneva i coltelli.
«Un latte alla fragola, grazie»
rispose l’incappucciato in tono noncurante.
Il barista inarcò
involontariamente le sopracciglia: da quando i misteriosi figuri
avvolti in mantelli neri chiedevano latte alla fragola?
«Ehm, subito» balbettò
spiazzato, e si voltò per preparare quanto richiesto.
Mentre gli dava le spalle, l’uomo
sotto il mantello si mosse rapido e prese il bicchiere che stava
davanti all’ubriaco più vicino. Lo
avvicinò al
cappuccio, e più precisamente al naso, e lo odorò
silenziosamente. Poi, altrettanto veloce, lo rimise giù,
nella
stessa posizione in cui lo aveva trovato.
Il barista tornò a voltarsi
verso di lui, sospettoso, e gli mise davanti il bicchiere pieno fino
all’orlo di latte alla fragola. Lo fissò per tutti
i cinque
secondi che ci mise a svuotarlo, e poi lo vide alzarsi in piedi e far
scivolare una banconota sul banco.
«Grazie» disse. «E
arrivederci»
Mentre lui oltrepassava i ninja che
avrebbero dovuto stare di guardia alla Foglia, e che ora se la
ronfavano sul bancone del bar, il barista si trovò
stranamente
a pensare che la sua voce aveva un che di familiare.
Uscendo nell’aria luminosa del
mezzogiorno, una parola attraversò la mente
dell’uomo
incappucciato, un’unica parola che pure spiegava tante cose
strane:
“Sonnifero”
«Mamma, Hinata Uzumaki mi ha
invitata a pranzo da lei» annunciò Haru rientrando.
«Come come?» fece Temari,
spuntando dalla cucina con la bocca piena. «Ritorni a
quest’ora
e mi dici anche che ho preparato il pranzo invano?»
Chiharu si strinse nelle spalle e le
tese il biglietto. «Me lo ha dato lei, ha detto che era per
te»
Temari corrugò la fronte e lo
prese. Lo aprì, e i suoi occhi vagarono rapidi sulle poche
righe scritte in fretta.
Haru la fissò attentamente
mentre i secondi scorrevano; a una prima impressione poteva sembrare
che l’espressione di sua madre non cambiasse, ma lei la
conosceva
troppo bene per non individuare il guizzo che le passò nello
sguardo quando arrivò alla fine del messaggio.
«Allora? Posso andare?»
disse riportandola alla realtà, con un certo tono di sfida.
«Mm, no, non ci vai»
rispose Temari, accartocciando il foglietto e ficcandolo in tasca.
«Fila in cucina e mangia, io esco»
«Per andare dove?» domandò
Haru con tutta l’innocenza di cui era capace, mista
all’insofferenza tipica degli adolescenti, giusto per non
destare
sospetti.
«E’ una faccenda che riguarda
tuo padre» rispose lei evasiva, evitando di incrociare il suo
sguardo. «E ora muoviti, che si fredda»
«Va bene…» mormorò
Haru, entrando in cucina lentamente.
Non appena fu oltre la soglia, si fermò
e si appiattì contro il muro, in ascolto. Sentì
sua
madre entrare nella camera da letto, raccogliere qualcosa in fretta e
furia, ma silenziosa. La sentì uscire in corridoio,
raggiungere il salotto, e lì non sentì
più nulla
per quasi un minuto. Poi, di nuovo i suoi passi e la sua sagoma che
sfrecciava veloce davanti alla porta della cucina.
«Io vado!» le gridò
dalla porta. «Tu non azzardarti a lasciare qualcosa del
pranzo
o a uscire, oggi! Se scopro che hai anche solo pensato
di fare
una di queste cose, non ti asciugherai più gli occhi, sono
stata chiara?»
«Sì mamma!» rispose
Haru nel suo miglior tono da brava bambina, e contemporaneamente
incrociò le dita dietro la schiena. Attese che la porta si
fosse richiusa, aspettò ancora qualche secondo, e poi si
fiondò nella camera dei suoi genitori.
Come previsto, tra il letto basso in
legno chiaro e i mobili dello stesso materiale c’era un
quadrato di
tela che Haru conosceva bene, un fazzoletto che aveva sempre visto
chiuso, e una borsa di stoffa svuotata in fretta. Con un sorriso di
trionfo Haru lasciò quella stanza ed entrò nel
salotto
arredato in stile tipicamente orientale. Il tavolino al centro del
pavimento era immacolato, con il suo bravo soprammobile sulla
superficie lucida, e il divano era intatto e perfetto, come sempre. I
vasi pieni di fiori secchi negli angoli mandavano un tenue profumo, e
il tappeto sul pavimento era morbido come nuovo, illuminato da una
lama di sole che penetrava dalla porta scorrevole aperta sul giardino
interno. L’unica, immensa falla nel perfetto arredamento
della sala
era la nuda parete spoglia che torreggiava al di sopra del divano.
Quello era l’indizio finale: il
grande ventaglio che da sempre era stato appeso lì era
scomparso.
«Bingo» sussurrò
Haru.
Fin da quando aveva imparato a capire
il linguaggio umano le avevano raccontato che sua madre combatteva
con il prezioso ventaglio del salotto. Da piccola non ci aveva mai
creduto, perché lo aveva considerato troppo fragile, e
crescendo un po’ lo aveva toccato e considerato troppo
pesante per
essere un’arma. Ma ora che lo vedeva scomparso, si convinceva
che
sua madre era abbastanza forte da usarlo come una vera ninja.
Un fremito di emozione le attraversò
la schiena.
Sua madre era appena andata a
combattere.
Lei non l’aveva mai vista lottare con
qualcuno, come ninja. Da piccola le avevano ripetuto fino alla nausea
che era fortissima, e lei si era convinta di volerla imitare, ma, in
concreto, non l’aveva mai vista in azione.
E poteva accadere proprio adesso che
aveva deciso di interrompere la sua carriera di ninja appena
iniziata.
A quel pensiero il suo entusiasmo scemò
bruscamente.
Haru si accigliò, ferma in mezzo
al salotto, e rimase immobile senza pensare a niente.
Da una parte sua madre, bella ed eroica
come le avevano sempre solo raccontato, e il mondo dei ninja da cui
lei si sforzava di allontanarsi; dall’altra,
l’apatia. Il nulla,
l’immobilità più completa mentre
qualcosa di grosso
succedeva nel villaggio.
Perché lei aveva letto il
messaggio di Hinata, e sapeva che non aveva nulla a che fare con
Shikamaru. Sapeva che Hinata diceva di aver visto dei ninja
nascondersi attorno al parchetto, e che sentiva che qualcosa non
andava. Sapeva che aveva chiesto a sua madre di raggiungerla con
qualcun altro perché temeva che fosse qualcosa di
più
grande del previsto, e sapeva che sua madre non si sarebbe lasciata
sfuggire l’occasione di combattere, dopo quattordici anni di
inattività.
E lei, lei che aveva atteso quel
momento per tutta la vita, non poteva andare. O sarebbe stato come
dire ‘voglio riprendere da dove mi ero interrotta, ci ho
ripensato,
le faccende dei ninja mi attirano più di quanto sia
lecito’.
Eppure… eppure quell’occasione era
così unica…
Strinse i pugni, e in un unico istante
prese la sua decisione. Si voltò di scatto, facendo
ondeggiare
la lunga coda corvina nell’aria chiara, ed uscì
dal salotto
a passo deciso.
“Pensino un po’ quello che
vogliono, io vado!”
*
C’era fermento tra le fila
dell’esercito della Roccia.
Kakashi studiò l’andirivieni
dei luogotenenti che correvano da un lato all’altro del
fronte con
le sopracciglia corrugate.
«Stanno per attaccare»
disse Shikamaru accanto a lui, come avrebbe potuto parlare del tempo.
«Finalmente» commentò
Naruto annuendo. «Siamo rimasti tutti fermi per ore, la
tensione iniziava a strangolarci»
«Tu teso? Quando mai?»
chiese Sasuke con indifferenza, fissando un uccello che disegnava
cerchi sopra il capo di battaglia.
«Attento, qualche tecnica
potrebbe casualmente colpire te invece del
nemico…»
«Buoni» borbottò
Shikamaru.
Per come la vedeva lui, l’inizio
delle ostilità poteva essere solo benedetto: non avrebbe
retto
quei due che si punzecchiavano un secondo di più.
«I ragazzi là dietro?»
aggiunse dopo un attimo, per distrarli.
Funzionò, perché sia
Naruto che Sasuke, a un passo dalla rissa, lo degnarono della loro
attenzione.
«Li ho controllati dieci minuti
fa, sono vicini a svenire» rispose Naruto con uno sbuffo.
«L’ho
sempre detto io che non erano pronti»
«Hitoshi è perfettamente
pronto» lo corresse Sasuke.
«Per la tomba»
«Non se il suo incompetente
maestro si occupa di lui come dovrebbe»
«Oh, attaccano» disse
Shikamaru leggero.
«Che cosa?» scattarono
entrambi, voltandosi bruscamente verso la Roccia.
Ma sull’altro fronte nulla era
cambiato, i luogotenenti andavano e venivano e nessuno dava segno di
volersi muovere.
«Che razza di scherzo idiota!»
bofonchiò Sasuke tra i denti, fulminando Shikamaru con lo
sguardo.
«Non era uno scherzo, era per
distrarvi» replicò lui seccato.
«E’ tutta la
mattina che vi irritate a vicenda e mi fate girare i santissimi, che
cavolo! Sapete qual è la situazione, sapete che siamo soli e
che dobbiamo cavarcela come possiamo, quindi evitate di
esasperarmi!»
Naruto e Sasuke si scambiarono occhiate
ostili, ma non ribatterono.
Poi Neji posò la mano sulla
spalla di Kakashi.
«Arrivano» si limitò
a dire.
Tutti, voltandosi verso l’esercito
della Roccia, videro che l’andirivieni era cessato.
Ora regnava l’immobilità più
completa e angosciante, i tre comandanti delle divisioni erano
immobili davanti ai loro plotoni, il falco che sorvolava il campo
aveva preso a disegnare cerchi più stretti.
«Ci siamo» mormorò
Sasuke, scivolando al suo posto in prima fila.
Shikamaru lo seguì senza
commentare, impassibile come suo solito, e Neji si accodò
silenzioso.
«Si va» disse Naruto,
inspirando a fondo. Guardò Kakashi, che ricambiò
l’occhiata, e gli batté una pacca sulla spalla.
«Nel
bene e nel male la responsabilità comunque è
tua»
sogghignò e scosse la testa. «Che meravigliosa
consolazione…» mormorò ben poco
divertito, e si
allontanò per riprendere il suo posto.
«Aha» gli rispose l’Hokage
in tono sostenuto, lanciandogli un insulto tra i denti. A quel punto
rivolse la sua attenzione al nemico.
I comandanti di entrambi gli
schieramenti si guardarono, a distanza.
Tsuda sollevò un braccio, e
l’attimo dopo anche i due che lo affiancavano lo imitarono.
Ci fu
un istante di immobilità assoluta, in cui i soldati presero
un
respiro profondo e raccomandarono l’anima al loro
dio…
Poi le mani calarono.
Nel
prossimo capitolo...
Diverse file più
indietro,
Kotaro e Hitoshi fissavano la battaglia che si combatteva a due metri
di distanza con gli occhi sbarrati, pallidi come mai in vita loro.
«Ehm, iniziamo
ad andare?»
propose Hitoshi schiarendosi la voce.
«O-Okay»
balbettò
Kotaro. «Ti seguo»
«Tecnicamente tu sei più
grande di me…»
«Ma tu sei più
bravo,
no? Non ti stanchi mai di ripeterlo. E poi tu sai usare il
chakra elementale…»
«Sì,
ma se facessi una
palla di fuoco adesso manderei arrosto amici e nemici
senza
distinzione… Tu invece, con la tua superba tecnica di
combattimento…»
«Che diavolo
state facendo?»
* * *
Spazio autore
Bleah.
Ho riletto il prossimo capitolo, e francamente non ha nulla a che
vedere con le scene di lotta di Sinners!
Argh, se solo avessi tempo e voglia lo riscriverei tutto... ma va beh.
Amen.
(Però l'uomo in nero mi soddisfa! XD)
Ah, qua non ce la facciamo mica. ò.ò Con i tempi,
dico.
E quindi al diavolo la mia pausa di riflessione, si torna agli
aggiornamenti ogni tre giorni!
Sì, lo so, mi odiate perché cambio sempre...
ç__ç
Scommesse sui morti
Shikamaru - 2 voti
Kakashi - 1 voto
Akiyoshi Tsuda - 1 voto
Asuma - 1 voto
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Nessuno - 1 voto
sammy1987: hai il presentimento che entro
breve Chiharu rimetterà il coprifronte? Ehm. Ehm, ehm, ehm.
Dicevamo? La spia è un personaggio molto, molto ambiguo. Il
che significa che mi piace da impazzire! <3 Ma per ora non hai
nulla da temere da lui! Per ora. U_U Sono contenta che la scena dei
saluti ti sia piaciuta! ^^ In effetti era piuttosto nostalgica, ma
prima della fine di questa storia ne vedrai altre simili!
arwen5786:
Neji
c'era, nello scorso capitolo! Era ovviamente dall'altra parte dello
schieramento insieme agli shinobi che sarebbero partiti. Solo che, a
differenza tua, io non lo cito ogni volta che posso. -.- E poi scusa...
perché quelle di Sasuke e Sakura sono scene carine e quelle
di Naruto michiate? ç_ç Povero Naruto...
Razzista! Fingerò di non aver sentito i tuoi commenti sulle
capacità amatorie, Cami, e giuro sulla mia mano destra che
troverai arf sia Choji che Shino che Kankuro e Lee, un giorno!
Comunque... personalmente ritengo che la morte di Hitoshi sarebbe la
meno angst. ò.ò Cioè, se morisse
Kotaro si verserebbero fiumi di lacrime perché è
tenerissimo, se morisse Chiharu succederebbe dopo un bell'atto eroico e
redentore, e quindi altre lacrime, ma se morisse lui... beh. Se lo
sarebbe meritato. ò.ò Per ora ti lascio a
pensare, vediamo cosa mi tirerai fuori... E sì, anche Baka
può essere nell'elenco dei papabili, come scoprirai nel
prossimo capitolo!
Hipatya:
uhm, mi
chiedi di Baka... guarda, ti dico che all'inizio doveva essere lo
stronzetto di turno, e basta. Poi però, mentre scrivevo
questi capitoli e quelli che seguiranno, mi ci sono appassionata sempre
più. E infatti la questione dei suoi genitori che ho
sviluppato in Sinners è nata proprio perché Baka
avrà molta più importanza di quella che credi!
^_^ Io personalmente lo adoro, ma sappi che di solito - come dice arwen
- adoro sempre i personaggi più sfigatini e idioti... -.-''
Sei liberissima di astenerti dalle previsioni, non te ne
farò una colpa, anche perché da questo capitolo
in poi le cose prendono la piega della complicazione a oltranza, e
dunque sarà - spero - impossibile capire cosa ho in testa...
Però, dai, sparane una! XD (a proposito, le recensioni a Das
Parfum stanno arrivando. U_U Piano piano, ma arrivano)
fedecr90:
stavo per
chiedertelo via messenger, ma poi ho realizzato che sarebbe stato
incredibilmente faticoso, così ho optato per la domanda qui:
come mai dovrebbe morire proprio Shika? ò.ò E, a
proposito, hai visto che ho di nuovo ridotto il tempo di
aggiornamento? XD
Talpina
pensierosa: sì,
ovviamente sei esclusa dalle scommesse!
XD Ma non crucciarti, tanto il premio per l'eventuale vincitore
farà schifo! XD
Killkenny:
la
fortuna di Naruto al gioco d'azzardo? ò.ò Volevi
dire Tsunade o mi sono persa qualcosa? XD
bambi88:
e
sì, all'epoca di Sinners ero nerissima! Pensavo che non
sarei mai e poi mai riuscita a scrivere una ShikaIno, pensa un po'
tu... E poi guarda cosa sono diventata! Non è meravigliosa
questa repentina metamorfosi? Non ti dimostra quanto le convinzioni
siano labili? Dai, che scherzo. Come fan
sono nera, lo garantisco! U_U Certo, come scrittrice...
Maobh:
e
così sei convinta che questa volta qualcuno
schiatterà per forza, eh? Ha anche un senso, il tuo
ragionamento... dopotutto in Sinners l'han scampata tutti,
perché non immergersi nell'angst adesso? Chissà,
vedremo... Io comunque segno il tuo voto - Asuma - e ti grido un
grandissimo "bentornata"!! ^^ (Ah, per il libro... se lo trovo e se
trovo il tempo quest'estate, tra una vacanza e l'altra, è
mio! XD)
maninja87:
beh, ehm,
sulla "dislocazione" dello scontro principale fossi in te aspetterei a
pronunciarmi... Magari le cose fossero semplici come ipotizzi... -.-
Oh, non ti piace Tsuda Jr? Comprensibile, comprensibile... a me invece
piace un sacco! XD (e ti ho dato fin troppi indizi sul ruolo che
avrà in futuro, dicendoti questo! XD)
Ino_Chan:
evvai,
un'altra convertita alla ChoIno! Sono davvero orgogliosa di me! XD
Comunque grazie mille per le dichiarazioni di fedeltà, mi
hanno fatta arrossire un po'... E certo che conosco la leggenda di
Otori! ^_^ Me lo sono letto tutto forse un anno e mezzo fa...
muccina89:
ahh, la
maturità... Quanto preferirei dare quella piuttosto che gli
esami universitari! ç_ç Quando l'avrai passata la
penserai come me, credimi! Comunque, parlando velocemente del capitolo,
sappi che gli intrighi spionistici (chiamiamoli così) non
sono affatto finiti, e anzi sono destinati a complicarsi ancora di
più!
crilli:
T_T Ok,
ti ho mentito. Io e l'angst tendenzialmente non andiamo d'accordo, amo
fare del male ai miei personaggi ma entro certi limiti!
Perché, perché i lettori invece vogliono sempre i
morti?! Siete... Siete... Siete crudeli, ecco! Sigh. Va beh, leggendo
deciderai se sono stata troppo buona...
GoHaN:
la
domanda sul nome è stata fatta per un'unica, semplicissima
ragione: dovevo capire se fossi maschio o femmina senza incappare nel
solito errore del femminile dato ai ragazzi! U_U Che ne so io? Potresti
essere Christian o Christine! U_U Ma le mie speranze di una tenera e
francese ragazzina che implora scene romantiche sono andate al
creatore. Ecco l'ennesimo patito del sangue che impazzisce per le scene
di guerra! ç_ç Che cosa ho fatto di male per
meritarmi questo? Dovrei darmi alle commedie scolastiche... Ovviamente
sto scherzando! XD Sono contenta che tu attenda la battaglia con tanto
entusiasmo, davvero. Solo, non aspettarti poi tantissimo! XD All'epoca
ero quel che ero...
Elisir86:
evvai,
un'altra fan di Baka! Sono orgogliosa di lui! *_*
Urdi:
Kakashi
Hokage ti ispira fiducia, eh? Vederlo alle porte prima della battaglia
ti ispira fiducia... Bene. Ne riparleremo, vedrai... e capirai anche
quando! (Smetti di crucciarti riguardo a Haruka! XD Ne saprai qualcosa
soltanto tra un sacco di capitoli!) La spia è più
complessa di quel che credi, mi sa. In una parola: pazza. U_U Mentre
Hiashi... pfft: uahahah! Anche io ridevo come una scema immaginandomelo
come lo hai descritto! XD Mi spiace che l'uni ti distrugga, io cerco di
ignorarla. Fallo anche tu: combatti la stitichezza, mandala a c...! (XD
Scherzo, scherzo...)
Yume_Tsuki:
*sospiro
profondo* va bene, va bene... Avrai il tuo sangue, fidati. -.- Devi
solo aspettare un po'! XD
Wolly:
wow, 5.28
di mattina! XD Beh, la recensione successiva ti batte... 8.53, ma senza
sonno durante la notte! XD Comunque, mi ha fatto davvero piacere
leggere il tuo commento! Sono contenta di averti rapito a tal punto,
anche se mi sento pure un po' in colpa! Spero solo che con l'andar
della lettura tu non sia rimasta delusa da qualcosa, e non privarti del
sonno per me! XD Ohh, ma sai che io ti adoro già? *_* Una
fan di Kotaro! Evviva, evviva! >_<
SuperEllen:
di
grazia, ma che facoltà fai? ò.ò A
parte tutto, esiste un motivo per cui la scena della partenza
è stata scritta così com'era. Nello specifico:
c'è un motivo per cui Hiashi ha lasciato che fosse Sakura a
vincere, e lo capirai più avanti, con un minimo di intuito.
Oh, la spia. Sì, è un pezzo grosso ma
è anche un po' un cretino. E' la classica persona che non
pensa molto alle conseguenze e agisce seguendo prevalentemente
l'istinto. Se lui ha deciso che Haru è abbastanza
interessante da lasciarsi catturare, lui si fa catturare. E' pazzo,
esatto. E molto più doppiogiochista di quel che pensi. Per
quanto riguarda la torta fischiettante di Temari, anche io sono rimasta
piuttosto perplessa, rileggendo. ò.ò Immagino e
spero che fosse questo l'effetto voluto, quando l'ho scritta!
L'assurdità più completa! XD Uhm... hai presente
le tue previsioni? Bene. Cestinale. XD Ma stai anche tranquilla, finora
nessuno si è avvicinato nemmeno lontanamente a
ciò che accadrà! XD E spero che tu sia andata a
dormire dopo la recensione! ò.ò
DuniettaS:
uhm, sai
perché i protagonisti escono sempre vivi dai combattimenti?
Perché sono i protagonisti. Nel senso: uno che va in
battaglia e ci lascia le penne non fa notizia, è come mille
altri. Uno che va e - per culo o bravura - torna a raccontarlo, invece,
può essere un degno eroe. Tutto qui. Ciò detto,
sarò assolutamente esplicita con te: io li tengo in vita
finché mi servono. Nel senso: uccidere un personaggio
è una cosa complicata, se la storia prosegue a lungo. Le
conseguenze, le reazioni, i pensieri di chi rimane sono materia
delicatissima e pericolosa, e per trattarli bisogna avere un sacco di
coraggio e abilità. Per questo cerco sempre di non uccidere
a caso, solo per una questione di probabilità. DOpotutto
qualcuno dice che la probabilità non esiste, ed è
vero: anche quando le possibilità che accada qualcosa sono
quasi nulle, però ci sono. E se la tal cosa accade, al
diavolo ogni calcolo: è accaduta. Quindi se la
probabilità che tutti tornino vivi è solo dell1%,
bisogna anche considerare che esiste, tale probabilità. Ora,
dopo tutto questo bel discorso, non illuderti che non ci sia nemmeno un
morto tra gli alleati. U_U Oh, puoi immaginare un po' come si
comporteranno Hitoshi e Kotaro in guerra leggendo la preview... XD
lale16:
beh,
goditi la pace fintanto che c'è... Sparirà
già dal prossimo capitolo! XD
Aya
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Capitolo 24 *** Illusioni di vittoria ***
Naruto2-24
Illusioni di vittoria
- Ventiquattro -
Chiharu correva ben al di sopra del
livello della strada, saltando da un tetto all’altro come un gatto.
Qualche passante, più in basso, per un attimo captò la
sua ombra, ma ogni volta che un paio di occhi si alzava a scrutare il
cielo, lei era già scomparsa.
Era da tempo che non si sentiva tanto
eccitata.
Qualunque cosa fosse in corso,
qualunque pericolo minacciasse Konoha, lei riusciva solo a pensare
che di lì a poco avrebbe visto sua madre in azione per la
prima volta, e la sola idea le metteva in corpo tutto l’entusiasmo
di cui era stata carente fino a quel momento.
Non si soffermò a chiedersi cosa
significasse la sua esaltazione verso un ninja, né cosa
implicasse, ma vagamente, nel profondo, sentì che sarebbe
stato quanto mai pericoloso far scivolare la mente in quella
direzione, e se ne astenne per bene.
Sapeva che la casa di Naruto era un po’
fuori dal villaggio, a una certa distanza dall’abitato, e
indispettita constatò che avrebbe dovuto saltar giù dai
tetti. Raggiunse l’ultimo edificio disponibile, e lì
rallentò per un attimo. Guardò in basso, e vide un
balcone qualche metro più sotto. Si lasciò cadere,
agile e silenziosa, e da lì raggiunse il terreno, atterrando
accucciata. A quel punto, leggermente ansante, sorrise da sola; aveva
fatto incredibilmente in fretta.
Quando rialzò lo sguardo
incontrò l’ennesima – ma non ultima – sorpresa della
giornata.
«E adesso cosa vuoi?»
chiese Baka Akeru esasperato, con uno sguardo astioso. «Non
possiamo stare neanche qui?!»
Lui e il gruppo dei neodiplomati erano
arroccati su un muretto che costeggiava la strada per raggiungere la
casa di Naruto, e quando si erano visti Haru piombare da un tetto
avevano spalancato la bocca increduli. Ora, spaventati, la
squadravano in attesa della sua replica.
«Ma cosa me ne frega di voi!»
fu la stupefacente risposta, mentre Haru si rialzava in piedi.
Sogghignò con aria gongolante. «Vi consiglio di tornare
a casa, qui sta per succedere qualcosa di interessante!»
E ciò detto, senza altre
spiegazioni, corse via ignorandoli completamente.
I ragazzi rimasero immobili dove si
trovavano, guardandosi spaesati.
«Cosa vuol dire che sta per
succedere qualcosa di interessante?» chiese uno.
«Perché sembrava così
allegra?» domandò una ragazzina con una smorfia.
«Di là…» mormorò
Akeru, fissando pensoso la strada lungo cui Haru si era allontanata.
«…Non c’è la casa di Naruto Uzumaki?»
Prima il silenzio, poi un teso: «Sì…»
«Ma lui è a combattere,
giusto?»
«Ehm»
Akeru assottigliò gli occhi
azzurri, riflettendo.
‘Qualcosa di interessante’, il
sorriso gongolante di Chiharu, la direzione che aveva preso… Non
riusciva a capire cosa collegasse tutti gli elementi, ma di una cosa
Akeru era certo: ‘qualcosa di interessante’ per Chiharu Nara,
significava ‘qualcosa di davvero interessante’ per lui; in
poche parole, qualcosa da non perdersi.
«Tornate a casa» ordinò
agli altri, ripetendo le parole di Haru.
«E tu?» scattò un
ragazzino moro in tono sostenuto. «Cosa vuoi fare?»
Akeru, come già Chiharu,
sogghignò. «Oh, non ne ho la più pallida idea. Ma
sembra davvero interessante»
I ragazzi che lo circondavano lo
fissarono come se fosse impazzito.
«Vuoi seguire la Nara?»
insisté lo stesso che aveva parlato prima. «Perché?
Cosa succede?» assottigliò gli occhi.
«Te l’ho detto, non lo so. Ora
tornate a casa»
«No»
Akeru fissò il ragazzino
inarcando le sopracciglia. «Prego?»
«No!» ripeté quello
arrossendo per la propria audacia. «A nessuno di noi sta bene
che tu ci tratti sempre come dei cretini. Tante volte sei uguale al
gruppo sette! Adesso vogliamo sapere cosa succede! In fondo non può
essere nulla di pericoloso, no? La retroguardia se ne sarebbe
accorta!»
«Per favore…» Akeru fece
una smorfia. «Le recriminazioni da poppanti possiamo rimandarle
alla prossima volta? Dite che sono arrogante quanto vi pare, ma
almeno riconoscete che sono una spanna e mezza sopra di voi. Se la
Nara sogghigna così, vuol dire che c’è in ballo
qualcosa di grosso, è ovvio. Ricordate al terzo anno di
Accademia, quando ha ceduto il tetto di quell’aula? Chi gongolava e
correva da un corridoio all’altro, strafelice di dare una mano in
qualunque modo e mettersi in luce? Lei. Ora sembrava ancora
più contenta, quindi si può pensare che siamo vicini
alla Quarta Guerra Mondiale dei ninja, o qualcosa di simile… e,
senza offesa, ma voi non siete in grado di sostenerla»
«Tu sì, invece?»
protestò il ragazzino. «Guarda che non sei tanto più
bravo di noi! E sicuramente lo sei molto meno della Nara! Magari lei
è anche forte abbastanza, ma tu no!»
«Devo dartele per farti stare
zitto?»
Il ragazzo ammutolì,
lanciandogli uno sguardo colmo di risentimento. Quando Akeru
picchiava, lo faceva con tanto, troppo impegno. Meglio non rischiare.
«Tornate a casa, e non lo ripeto
più» ordinò lui, asciutto. «Io seguo la
Nara, se voi restate a gironzolare non so cosa può succedere.
Vi ho avvertiti»
Senza guardare nessuno si voltò
e corse lungo la strada presa da Chiharu.
I ragazzi che lasciava si fissarono
incerti.
«Cosa facciamo?» chiese una
ragazzina giocherellando nervosamente con i ricci neri.
Quello che aveva protestato con tanta
veemenza strinse i pugni. «Torniamo a casa!» sbottò
amaramente. «E spero che si facciano ammazzare tutti e due»
*
L’urto tra le prime linee fu
assordante.
Le urla, il clangore, shuriken che
fischiavano da tutte le parti, e, in alto, il falco che gridava al
cielo. Giù, sulla terra, gli uomini avevano iniziato a cadere,
il sangue a macchiare il prato.
Il comandante Tsuda era indispettito:
non appena era partito l’attacco, aveva visto il numero degli
avversari raddoppiare, e con suo profondo disgusto aveva notato che
le nuove reclute avevano tutte la stessa identica faccia circondata
da una scompigliata zazzera bionda.
“Maledetti ninja!” pensò
calando la preziosa spada di famiglia su uno dei tanti volti tutti
uguali.
Si guardò attorno, alla ricerca
della sagoma familiare di suo figlio, ma non fu in grado di vederlo
nella calca. Strinse le dita sull’elsa e con un urlo si avventò
sull’avversario che si trovò davanti.
Sasuke Uchiha, vedendo il comandante
dei nemici lanciarsi su di lui, subodorò la gloria e
l’occasione di essere l’eroe del combattimento. Stirò le
labbra in un ghigno, sfoderando un kunai per parare la lama della
spada, ma un attimo prima che avvenisse lo scontro vide un altro
militare attaccarlo da destra. Dovette schivare, arretrando, e una
delle copie di Naruto prese il suo posto e ingaggiò una lotta
cruenta con l’ultimo arrivato.
Con un’imprecazione sorda e un
insulto a Naruto, Sasuke constatò che il comandante della
Roccia era scomparso nella calca. Per vendetta, lanciò uno
shuriken a una seconda copia di Naruto, che combatteva poco più
in là, e quella si dissolse in uno sbuffo di fumo.
«Viscido traditore!»
ringhiò una voce al suo orecchio, e poi fu raggiunto da un
pugno alla nuca. «Ti sembra il caso di rendere vano tutto il
mio lavoro?»
«Tu per primo hai interferito!»
ringhiò l’Uchiha piantando un dito minaccioso contro il
petto di Naruto.
«Vuoi dire salvandoti la vita?»
«Ma quando?!»
«Cosa sentono le mie orecchie?!
Come se fosse la prima volta che succede!»
Con un urlo selvaggio un soldato della
Roccia piombò su entrambi, spada alla mano.
«E tu non rompere!»
sbottarono loro insieme, colpendolo con due calci perfettamente
sincronizzati.
«Evitiamo di scannarci»
propose Sasuke a quel punto, ma tanto per gradire lo disse con il
dito medio bello dritto. «Vai a vedere come stanno i tuoi
pulcini, mamma chioccia» ghignò.
«Ho la vaga impressione che
casualmente lascerò schiattare tuo figlio»
ribatté il biondo con un sorriso diabolico, e il suo saluto fu
un altro dito medio. Poi scomparve nella calca.
Diverse file più indietro,
Kotaro e Hitoshi fissavano la battaglia che si combatteva a due metri
di distanza con gli occhi sbarrati, pallidi come mai in vita loro.
«Ehm, iniziamo ad andare?»
propose Hitoshi schiarendosi la voce.
«O-Okay» balbettò
Kotaro. «Ti seguo»
«Tecnicamente tu sei più
grande di me…»
«Ma tu sei più bravo,
no? Non ti stanchi mai di ripeterlo. E poi tu sai usare il
chakra elementale…»
«Sì, ma se facessi una
palla di fuoco adesso manderei arrosto amici e nemici senza
distinzione… Tu invece, con la tua superba tecnica di
combattimento…»
«Che diavolo state facendo?»
La voce di Jin li riportò
bruscamente sul campo di battaglia. Kotaro e Hitoshi fissarono il
bambino di ritorno dalle prime file, e con orrore lo videro sporco di
sangue.
«Non è mio» spiegò
lui incontrando la direzione del loro sguardo. «E voi dovreste
muovervi da qui! Siete bersagli troppo esposti, state tremando in
mezzo al nulla, non ci vuole niente perché un pivellino della
Roccia decida di aumentare il numero dei suoi trofei! Confondetevi
nella mischia!»
«C-Cosa?» balbettò
Kotaro con voce strozzata. «Lì in mezzo?!»
Jin gli lanciò un’occhiata
seccata, e nel frattempo stese con una gomitata il primo dei
preannunciati pivellini in cerca di trofei. «Perché
siete venuti se ora ve la fate sotto?» chiese arrabbiato.
«Probabilmente Chiharu si sarebbe comportata molto meglio di
voi! E’ un peccato che non ci sia lei!»
L’Orgoglio, il terribile e sacro
Orgoglio degli Uchiha, punzecchiò le guance di Hitoshi
tingendole di un rosso acceso.
«Ehi, noi non siamo scappati,
almeno!» protestò indignato.
«Dimostralo con i fatti!»
ribatté Jin lanciandogli un’ultima occhiata arrogante, e poi
li lasciò per andare a immergersi un’altra volta nel
combattimento.
Ancora fermi al loro posto, Kotaro e
Hitoshi lo videro sfrecciare tra i nemici, comparire di tanto in
tanto al di sopra della calca, colpire, schivare e, onestamente,
farsi onore.
E loro cosa stavano facendo?
Niente. Assolutamente niente.
Entrambi strinsero i pugni.
«Io vado» disse Hitoshi con
voce leggermente tremante.
«Ve-Vengo anch’io»
balbettò Kotaro pallido, ma senza esitare.
Si guardarono e annuirono. Presero un
kunai per uno, lo strinsero convulsamente tra le dita, abbassarono la
testa e scattarono insieme.
Il primo impatto fu assolutamente
traumatico.
Si trovarono immediatamente nel bel
mezzo di un accanito scontro a due tra militari, e per poco Hitoshi
non ci rimise un orecchio quando una spada gli fischiò accanto
alla testa. Lui e Kotaro si allontanarono precipitosamente, cercando
disperatamente di stare uniti, ma ad ogni passo uno shuriken volante
o un militare della Roccia sbarrava loro la strada. Terrorizzati e
incapaci di pensare, non si accorsero che almeno dieci volte una
delle copie di Naruto salvò loro la vita, finché
Hitoshi non inciampò in quello che con orrore riconobbe come
un cadavere e piombò ai piedi di un sottotenente della Roccia,
che alzò la spada su di lui. Gridò, mentre Kotaro
fissava la scena impietrito, ma un attimo prima che la lama lo
colpisse il Naruto originale si frappose tra lui e l’avversario,
mandandolo KO con un colpo preciso sotto il collo.
«In piedi!» gridò
tirando su Hitoshi a forza. «Che state facendo? Correte qua e
là come oche impazzite! Che cavolo, avete dei kunai, usateli!»
I due ragazzi abbassarono lo sguardo in
automatico, e videro le proprie mani ancora armate, le nocche bianche
da quanto serravano la stretta.
«N-Noi…» balbettò
Kotaro, tremando.
Naruto sbuffò. «Non ho
tempo da perdere» disse secco. «Se non siete in grado di
combattere allontanatevi, nascondetevi da qualche parte. Basta che
non vi facciate ammazzare e non intralciate gli altri, è
chiaro? Vi voglio via da qui!» sibilò additandoli. «Ora»
Naruto li fulminò con gli occhi
azzurri, poi voltò loro le spalle e scomparve nella calca,
dove il combattimento era più serrato.
Kotaro e Hitoshi si fissarono,
annichiliti.
Cosa avevano pensato di poter fare,
davvero, in battaglia? Credevano sul serio che sarebbero riusciti a
combinare qualcosa, a non tremare come foglie, a rendersi utili?
Credevano davvero che avrebbero avuto il fegato di Jin, che
completava missioni di livello B da solo a soli sette anni?
Mentre abbassavano i kunai, capirono
con loro profonda delusione che forse Naruto aveva avuto ragione: non
erano ancora pronti.
Non si accorsero del militare che li
aveva adocchiati, alle loro spalle.
*
Chiharu era appostata dietro uno dei
cespugli appena fuori dal giardino di casa Uzumaki, vicinissima alla
foresta. Silenziosa e immobile sbirciava tra le foglie i muri chiari,
ma nulla si muoveva. Non riusciva nemmeno a vedere Hinata o qualche
domestico oltre le finestre.
“E se alla fine non fosse rientrata?”
si chiese inquieta. “Se lei e mia madre si incontrassero altrove,
in un posto che io non conosco? Ma no, il biglietto non diceva nulla
del genere…”
Cambiò appena posizione, per
evitare un crampo alla gamba, e riprese le sue osservazioni. Per come
la pensava lei, sua madre doveva già essere in casa, con la
moglie di Naruto. E quindi, se davvero un pericolo minacciava Konoha,
entrambe dovevano essere concentrate nella preparazione di una
contromossa. Forse era per quello che non si vedeva nessun movimento.
Dovevano dare l’illusione di essere altrove. Ma certo.
All’improvviso Haru avvertì un
fruscio alle sue spalle, vicinissimo.
Scattò subito, imprecando per la
propria distrazione, e infilò una mano nel marsupio che aveva
preso prima di uscire di casa. Quando puntò il kunai davanti a
sé, lo fece a meno di dieci centimetri dalla gola di Baka
Akeru.
«Giù quella roba»
sibilò lui senza muoversi, con sguardo offeso.
«Che diavolo ci fai qui?»
sussurrò lei astiosa, senza abbassare il braccio. «Vi
avevo detto di andarvene!»
«Gli altri infatti se ne sono
andati» sogghignò il ragazzo. «Io voglio
partecipare, qualunque cosa stia succedendo»
Chiharu combatté l’impulso
folle di dargli una botta in testa e lasciarlo esanime sul terreno.
Poi le venne un dubbio.
Esitò per un attimo,
socchiudendo gli occhi, e all’improvviso si mosse veloce,
afferrando Akeru per il braccio. Lo tirò a terra, soffocando
il suo lamento con una mano sulla bocca, e quando quello iniziò
a imprecare fastidiosamente, tenendosi la spalla dolorante, lei tirò
un sospiro di sollievo.
«Okay, almeno ora so che sei
davvero tu» commentò.
«E chi cazzo dovrei essere?»
biascicò lui tra i denti, trucidandola con lo sguardo.
«Un nemico trasformato, un
cadavere manovrato, un’illusione… Questo genere di cosucce»
ribatté Haru scrollando le spalle. «Ma sono riuscita a
toccarti, la spalla ti fa male, i tuoi insulti sono la cosa più
strana che io abbia mai sentito, come al solito… Insomma, non puoi
che essere tu»
«Chiedermelo no?»
«Vedi, questa è la
differenza tra te e me, tra un buon ninja e uno mediocre»
«Tu non sei più ninja»
Haru tacque, ricordandosene
all’improvviso.
«Ma se lo fossi, sarei
migliore di te» puntualizzò alla fine, risentita. «E
ora chiudi quella bocca, io qui sto cercando di appostarmi»
«Okay. Allora, che succede?»
Akeru si tirò su e si accucciò accanto a lei,
massaggiandosi ancora la spalla.
«Scordati che te lo dico. Non
sono cose per te»
«Sì, ma ormai sono qui.
Farmi andare via significa farsi probabilmente scoprire»
«Se non ci hanno già
scoperto, visto come sei arrivato rumorosamente»
Akeru sbuffò con noncuranza.
«Dettagli. Avanti, qual è il piano?»
«Che ti do una botta in testa,
così magari chiudi la bocca»
«Ah-ah, esilarante. Senti, vuoi
fare la seria per una volta? Questa è una di quelle occasioni
in cui il lavoro di squadra non guasterebbe»
«Non ho mai imparato il lavoro di
squadra»
«Ma sei così geniale che
ti verrà naturale» Akeru sorrise, melenso e palesemente
falso. Chiharu fu molto, molto vicina a renderlo innocuo.
Peccato per quella piccola parte del
suo cervello chiamata buonsenso, che le suggeriva di accogliere la
proposta ed elaborare qualcosa.
“Sì, ma cosa?” si chiese
nervosa. “Non ho la più pallida idea di cosa stia
succedendo!”
«E se ci avvicinassimo un po’?»
propose Akeru.
In casa Uzumaki, Hinata, le bambine e i
domestici erano radunati in una stanza segreta della casa, senza
finestre ed illuminata soltanto da una lampadina fioca. I muri spogli
erano freddi al tatto, e il silenzio era pesante.
A un tratto dall’unica porta provenne
un colpo sordo. Una pausa, poi altri due. Un’altra pausa, e
l’ultimo.
All’interno della stanza tutti
rimasero immobili. Passarono almeno dieci secondi, e solo allora
Hinata fece cenno a Iria di alzarsi e andare ad aprire. La domestica
eseguì con passo silenzioso, aprendo la porta di una fessura
minuscola. Gettò un’occhiata dall’altra parte e aprì
del tutto, lasciando passare Shikaku Nara e Temari.
«Allora?» chiese Hinata
ansiosamente.
Shikaku scosse la testa. «La
squadra di ronda è tutta addormentata al bar. Sonnifero. Ho
chiesto a Horiuchi di prendersene cura, e lui li ha sistemati sul
retro finché non si riprenderanno»
«E gli altri?»
«Avvisati» Temari annuì,
posando a terra il suo pesante ventaglio e appoggiandosi con il
gomito. «Sakura, Ino, gli Hyuuga, gli Inuzuka, i Nekozuka… Un
po’ tutti quelli che sono rimasti al villaggio. Ho mandato una
donnola quasi in ogni casa»
«Bene» sospirò
Hinata, stringendo istintivamente al petto un pesante kunai dalla
forma strana. «Ora do un’occhiata fuori»
Chiuse gli occhi, rimase immobile per
un istante, e poi attivò il byakugan. Mentre il sudore le
imperlava la fronte, si spinse lungo quasi tutto il villaggio. Le
persone attorno a lei la videro impallidire, e quando infine richiuse
gli occhi, Iria temette di doverla sostenere. Lei la allontanò
con una mano, e poi guardò Temari e Shikaku senza nascondere
la preoccupazione.
«Sono decine, nella foresta e qua
attorno» mormorò. «Siamo praticamente circondati…
e…» deglutì. «Chiharu sta strisciando lungo il
mio giardino insieme a un altro ragazzo moro»
Noti per la loro impassibilità
anche nei momenti peggiori, i Nara non erano solito stupirsi. Ma
questa volta Shikaku spalancò la bocca, e l’algida Temari
rischiò di lasciar scivolare il ventaglio.
«Che cosa?!» sbottò.
«Qua fuori?! Ma è scema?! Le avevo detto di stare in
casa!» come una furia si voltò e fece per raggiungere la
porta, ma Shikaku la fermò.
«Aspetta. Hinata, i nemici hanno
notato i ragazzi?» chiese rapido.
Lei scosse la testa. «Non ancora,
credo. Ma dovranno attraversare un tratto di prato scoperto, e temo
che lì…»
Ci fu un attimo di silenzio. Poi, con
voce pacata, Shikaku disse: «Uscire adesso li condannerebbe e
basta, e farebbe scoprire anche noi. Dobbiamo lasciare che se la
cavino da soli… e sperare che siano abbastanza in gamba»
«Ehilà?! Sveglia! Siamo
circondati da nemici!» esclamò Temari. «E quelli
là fuori sono solo due ragazzini! Non saranno mai abbastanza
in gamba! Stiamo parlando di mia figlia, e io non ho alcuna
intenzione di lasciare che la ammazzino per metterla alla prova!»
«Geniale: vai là fuori e
fai ammazzare entrambe, allora» disse sarcastico Shikaku.
Temari fece una smorfia irritata. «Oltre ad essere tua figlia,
Chiharu è anche mia nipote. Credi che non sia preoccupato per
lei?»
Come la voce di Shikaku si fu spenta,
risuonò un colpo alla porta. Nella stanza calò un
silenzio istantaneo, che spense la replica di Temari. Tutti si
voltarono. Dopo una pausa seguirono altri due colpi. Di nuovo
silenzio, e poi l’ultimo. Dieci secondi di immobilità, e
Iria andò ad aprire.
Questa volta dallo spiraglio comparvero
Sakura e Ino.
«Cosa sta succedendo?»
chiese la prima non appena ebbe messo un piede dentro. «Abbiamo
ricevuto il messaggio di Temari»
«Ci sono intrusi nel villaggio»
spiegò Hinata in fretta. «Centinaia. E la retroguardia è
stata addormentata»
«Da che villaggio?» domandò
Ino.
«Roccia»
«Cosa? Ma non dovrebbero essere
sul campo di battaglia?»
«A quanto pare non tutti…»
mormorò Shikaku.
«Il problema è un altro»
intervenne Sakura. «Perché sono qui? E’ stupido
mandare avanti un gruppo così piccolo, quando non è
certo chi vincerà»
«Presumibilmente il loro
obiettivo è un altro» commentò Shikaku. «Ma
ancora non abbiamo idea di quale sia»
Hinata corrugò la fronte,
distraendosi per un attimo. Rifletté, riportando alla mente
l’immagine dei ninja che aveva visto poco prima, e si accorse di un
particolare che poteva essere del tutto casuale… o no. Iniziò
ad agitarsi, pensando e ripensando a tutto tranne che all’ipotesi
peggiore, ma alla fine si accorse che non poteva che essere quella.
«Qui» disse all’improvviso,
interrompendo Ino che parlava.
«Come?» fecero gli altri,
colti in contropiede.
«E’ qui…» ripeté
lei deglutendo. «Il loro obiettivo è qui. Sono disposti
attorno a questa casa, non all’intero villaggio. Stanno puntando
qui»
Chiharu fece segno ad Akeru di non
respirare, mentre strisciavano tra il muro e i cespugli di oleandro
sul lato ovest di casa Uzumaki.
Avevano attraversato il giardino
coperti da un telo mimetico che Akeru aveva ripescato dal marsupio, e
adesso erano a un passo dall’ingresso. Che però era
assolutamente esposto.
«Ora?» sussurrò
Akeru impercettibilmente. Lei gli tappò la bocca stizzita, e
fece un cenno verso gli alberi della foresta.
Akeru fissò le ombre tra le
foglie, ma non vide nulla. Incapace di capire, scoccò
un’occhiataccia a Chiharu e cercò di allontanare la sua
mano. Lei dovette ricorrere alle maniere forti, e lo sbatté a
terra dietro un cespuglio, chinandosi su di lui.
Mentre Akeru tratteneva il fiato,
all’improvviso disorientato e infinitamente a disagio, lei avvicinò
la bocca al suo orecchio e sussurrò: «Siamo circondati,
testa di cazzo!»
Molto poco romantico.
Ciò che non avevano considerato
era il leggero fruscio del cespuglio mentre cadevano a terra.
Chi invece lo notò perfettamente
fu il ninja della Roccia appostato sul muro di recinzione dietro un
albero. Il che lo fece sorridere, anzi sogghignare, pieno di
soddisfazione.
Sullo stesso muro, dall’altra parte
delle fronde, stava un uomo avvolto in un lungo mantello nero.
*
Kotaro e Hitoshi si guardarono, e il
primo aprì bocca per esprimere il pensiero comune, ovvero:
“che ne dici di trovare un angolino tranquillo, acquattarci lì
e far finta di niente finché non hanno finito di combattere?
In fondo abbiamo tutta una vita per farci onore”
Sfortunatamente per loro non era quello
il giorno designato perché si nascondessero da qualche parte
insieme.
Prima che la voce uscisse dalla gola
del piccolo Lee, lui e il compagno avvertirono alle spalle un rumore,
e istintivamente saltarono di lato.
La successiva serie di azioni fu molto
confusa, e difficilissima in seguito da ricordare; entrambi fecero
una capriola, e Kotaro piombò sulle gambe di un ninja della
foglia. Quello perse l’equilibrio, un attimo prima che un kunai
fischiasse là dove si era trovato il suo collo, e mentre
cadeva riuscì a lanciare uno shuriken colpendo il militare
della roccia al polso e recidendogli il tendine. Il nemico crollò
al suolo urlando, e il ninja della foglia tirò in piedi Kotaro
con un ringraziamento frettoloso. Contemporaneamente, da un’altra
parte, Hitoshi si era rialzato in piedi e aveva visto il militare
della Roccia che li aveva attaccati avventarsi nella sua direzione.
Aveva agito prima di pensare, scagliando il kunai verso di lui, e lo
aveva preso a una coscia. La gamba del giovane aveva ceduto, e la
spada gli era scivolata dalle mani. Con uno scatto assolutamente non
premeditato, Hitoshi gli aveva sferrato un calcio alla testa e quello
era crollato a terra privo di sensi.
Per un attimo il combattimento attorno
a entrambi si fermò, immobilizzato in un attimo di silenzio
assoluto, invaso soltanto dal rombo dei loro cuori.
“Okay” pensarono
contemporaneamente. “Okay. Sono ancora vivo” pausa. “Cioè…
Sono ancora vivo!”
Mentre la battaglia riprendeva e il
tempo tornava a scorrere, un sorriso incredulo si disegnò
sulle labbra di entrambi, seguito un attimo dopo da un pensiero
arrogante, molto relativo e pesantemente condizionato dal sollievo:
“Beh. Non è poi così difficile”
All’improvviso tutto il loro
sfacciato coraggio era tornato a invadere le vene e le arterie, e si
sentirono in grado di vincere quella battaglia anche da soli.
Dimenticandosi del compagno a pochi passi, tutti e due partirono in
quarta verso il nemico più vicino, constatando con sorpresa di
essere più agili di tutti i militari della Roccia che
incrociavano. Euforici e assolutamente pazzi iniziarono a saettare di
qua e di là, senza uccidere davvero nessuno, ma facendo
sgambetti da tutte le parti e confondendo gli avversari.
Le copie di Naruto che li videro,
strabuzzarono gli occhi. Il primo pensiero che passò nella
loro mente fu: “Quegli idioti! Avevo detto di nascondersi!”; e il
secondo, dopo che tre militari della Roccia avevano rischiato di
uccidersi a vicenda nel vano tentativo di colpire un’ombra piccola
e velocissima tra loro, fu: “Oh. Ma dai, ce la fanno?”
Dopo l’iniziale sollievo, una punta
di risentimento si fece strada nella sua testa: alla fine il sesto
Hokage aveva avuto ragione, dunque. Kotaro e Hitoshi si stavano
rendendo utili.
Una delle copie che li avevano visti
combattere scomparve sotto il colpo di una spada, e ciò che
aveva visto si trasmise anche al Naruto originale, che stava
combattendo tra le prime file. Lo stupore lo rallentò per un
attimo, rischiando di farlo colpire da un ninja della Roccia.
A pochi passi da lui Kakashi,
abbandonato il mantello, combatteva contro il comandante della
settima divisione, un uomo inaspettatamente abile nel gioco di gambe.
Dall’altra parte Sasuke abbatteva nemici come birilli, più
in là Shikamaru eliminava avversari a mazzi con lo
strangolamento dell’ombra, Sai saltava da una parte e dall’altra
colpendo a tradimento i militari più ingenui, i cani di Kiba e
del suo clan abbaiavano furiosamente e affondavano i denti nelle
gambe degli avversari, le bombe di Tenten esplodevano ad ogni passo,
spargendo shuriken e chiodi nei gruppi di nemici e copie di Naruto,
il clan Akimichi, sul fondo, ogni tanto spuntava sopra gli altri
ingigantendo le più svariate parti del corpo, e la delegazione
degli Hyuuga, capeggiata da Neji, per l’ennesima volta si
distingueva senza sforzo. Contrariamente ad ogni previsione della
Roccia e di Akiyoshi Tsuda, sembrava che le cose volgessero a favore
della Foglia.
Naruto mise KO il ninja che stava
affrontando e si voltò per accogliere l’avversario
successivo. Fu allora che si trovò davanti nientemeno che il
capitano della Prima Divisione dell’esercito della Roccia, con la
sua armatura lucente, i capelli neri e gli occhi iniettati di sangue.
«Tu!» gridò l’uomo
avventandosi su di lui con inaudita ferocia.
Naruto schivò per un pelo, mise
una mano a terra e cercò di colpirlo con un calcio in faccia,
che però quello evitò. Ebbe appena il tempo di
rialzarsi, che dovette piegare la schiena all’indietro per non
farsi tagliare la testa. Mentre cadeva indietro lanciò una
serie di shuriken, e uno andò a conficcarsi nel braccio
dell’avversario, che con un grugnito cambiò la spada di
mano.
Tsuda era sempre stato un ottimo
guerriero. Agile, forte, con la mente pronta. Ma se c’era una cosa
che non riusciva a digerire erano i maledetti ninja, mostruosamente
veloci con il corpo e il pensiero, e dotati di armi subdole. L’onore
stava solo in un combattimento alla pari, lama contro lama, non in
una lotta tra un soldato e un furetto sleale.
Ora, poi, si trovava contro il nemico
numero uno. L’unico ninja della Foglia che avesse fatto
rabbrividire i ninja della Roccia con il semplice nome.
Quando lo Tsuchikage aveva fatto
arrivare i ninja in supporto all’esercito, aveva fatto recapitare a
Tsuda un messaggio personale, in cui lo metteva in guardia dal ninja
della Foglia chiamato Naruto Uzumaki, un uomo biondo che si diceva
potesse moltiplicarsi un’infinità di volte. Dopo aver letto
le poche righe dello Tsuchikage, Tsuda era scoppiato a ridere.
Leggende. Esagerazioni. I ninja erano
mostruosi, ma arrivare a dire che qualcuno potesse moltiplicarsi
un’infinità di volte era troppo: chiunque fosse quel Naruto,
era pur sempre un essere umano.
Poi, all’inizio della battaglia,
aveva visto tutti quegli avversari con la stessa faccia e gli stessi
capelli biondi.
Ma non erano un’infinità.
Erano tanti, tantissimi, ma non un’infinità. Era l’unica
convinzione cui riuscisse ad aggrapparsi.
Durante il combattimento aveva lottato
con ferocia. Aveva ucciso i suoi avversari, si era imbattuto più
volte nel ninja con la zazzera bionda, lo aveva eliminato una, due,
tre volte, e poi si era fatto prendere dalla frustrazione: ogni volta
che la sua spada calava, ogni volta che il trionfo brillava nel suo
sguardo, il suo avversario scompariva in uno sbuffo di polvere. Non
sapeva se il Naruto che affrontava ora fosse una copia o meno, ma
doveva credere che fosse l’originale, perché
altrimenti non avrebbe avuto senso combattere.
Lui voleva vincere sul campo di
battaglia.
Voleva l’onore, voleva la gloria.
Era un soldato.
Anche se avevano un piano di riserva,
lui voleva battere quel maledetto bastardo con le sue sole forze.
Tsuda si avventò su Naruto con
un urlo selvaggio, la spada nella sinistra e lo shuriken ancora
conficcato nel braccio destro. Naruto schivò, gli afferrò
il braccio e cercò di spezzargli il gomito piegandolo
all’indietro. Tsuda si contorse, assecondò il movimento ed
evitò il peggio, ma così facendo si trovò faccia
a faccia con il suo avversario, a meno di una spanna di distanza.
Quasi avvinghiati in un abbraccio, entrambi potevano sentire il petto
dell’avversario alzarsi ed abbassarsi con il respiro, potevano
vedere le gocce di sudore che imperlavano i loro volti…
Anche se avevano un piano di
riserva, lui voleva battere quel maledetto bastardo con le sue sole
forze.
Già, con le sue sole forze…
Ma in fondo… chi avrebbe mai
saputo che aveva avuto un briciolo d’aiuto? E poi, se l’idea
veniva da lui, si poteva ancora dire che fosse tutta farina del suo
sacco, tutto merito suo… E il braccio faceva davvero male…
Digrignò i denti. Avvicinò
la faccia a quella di Naruto, finché non fu sicuro che nessuno
avrebbe sentito ciò che stava per dire. E poi, in un sibilo
malevolo, sussurrò:
«Arrenditi. Abbiamo dei ninja al
villaggio della Foglia, e hanno preso tua moglie. Smetti di
combattere se vuoi rivederla viva»
Nel prossimo capitolo...
L’uomo ammantato era penetrato nella
casa di Naruto assolutamente invisibile, non notato e non udito. Le
stanze erano silenziose e vuote, innaturalmente deserte. Il cappuccio
si mosse da una parte e dall’altra mentre lo sconosciuto si
guardava attorno, e le ultime falde del mantello frusciarono quando
si mosse silenzioso. Attraversò un locale, poi il corridoio,
ed entrò in un altro: la camera da letto, vuota come tutto il
resto. Lì esitò qualche secondo, per poi dirigersi
verso il comodino più distante su cui stava un vaso pieno di
fiori freschi, per la maggior parte papaveri. Scostò il vaso e
liberò una porzione di muro assolutamente anonima, ma bastò
appoggiare due dita e rilasciare una minima quantità di chakra
perché si udisse un debolissimo clack e il letto si
spostasse in avanti, mentre il muro scompariva silenzioso liberando
uno stretto varco.facendo?»
* * *
Spazio autore
Ma dunque. Più rileggo questa fic e più le mie sensazioni oscillano. ò.ò Bah, che roba.
Un momento mi piace, quello dopo non mi piace più... Va beh, in ogni caso non posso farci niente! XD
Cooomunque, l'uomo in nero ha messo gli occhi su Chiharu e Akeru! E nel prossimo capitolo entrerà nella casa di Naruto!
Perché? Che è successo? E i due piccoli idioti? Che fine avranno fatto?
Oh, lo saprete già nel prossimo capitolo!
(in cui Naruto figheggia a tutto spiano! *_*)
Scommesse sui morti
Shikamaru - 3 voti
Asuma - 2 voti
Kakashi - 2 voti
Tsuda senior - 2 voti
Tsuda junior - 1 voto
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Temari - 1 voto
Nessuno - 1 voto
bambi88: Shika
defunto... uhm... aspetta, com'era? Ah sì, ho letto una
storia... una certa KakaTema... in cui si accennava a qualcosa di
simile... e dopo quella cosa tu osi venire da me e dirmi che come scrittrice sono cattiva?! Argh! Ti mangio, appena ti becco online!
Urdi: ah, che belle le certezze
dei lettori! Soprattutto quando sbagliano totalmente! ^_^ Ah, ma sai
che dal mio punto di vista il latte alla fragola è assolutamente
disgustoso? XD Come può piacerti? Deve essere così...
nauseante, bleah! Compatisco il povero man in black! Oh, Kakashi
è il tuo uomo ideale? Bene bene bene... eheheh... <3 Vedrai
cosa ho in serbo per lui!
Killkenny: perché
perdere tempo con scontri secondari? Mandiamoli subito in pasto al
drago, no? Così è molto più divertente, non ti
pare?
Wolly: wow, ti piacciono Temari e Hinata?
Due più diverse non le ho mai viste! XD Comunque sono contenta
che per una volta qualcuno mi chieda di far morire meno ninja
possibile! Grazie, non ne potevo più delle richieste di sangue e
dolore! Oh, per quanto riguarda la segretaria di Gaara, la questione
è più complessa. Talmente complessa che al momento
è incomprensibile! ^_^ Armati di santa pazienza e attendi, che
prima o poi svelerò il mistero! Coomunque, congratulazioni per
essere riuscita a metterti in pari! ^^ Spero di non annoiarti, ora, e
spero anche di risentirti, con recensioni sempre più contorte! XD
slice: eh, ma Naruto è naturalmente figo! <3 Come si fa a non dipingerlo così? *_*
Ino_Chan: fiuu, meno male che
aveva un senso ciò che scrivevo! Mi fa piacere vedere che ha
ancora presa, e non è una serie di cavolate senza capo né
coda! E spero che anche le scene di battaglia siano soddisfacenti! Ah,
i nomi non li ho presi da La leggenda di Otori... XD Penso di averli
estrapolati dalle mie scarse conoscenze di giapponese!
sammy1987: dunque dunque...
l'uomo con il mantello scoprirai chi è nel prossimo capitolo! E
gli uomini del parco, invece, ormai si sa. Cioè, sono semplici e
banalissimi ninja della Roccia, anche se sono più idioti della
media! <3 Sono contenta che la scena pre-battaglia ti sia piaciuta,
spero che anche quelle del combattimento non siano da meno! ^^
arwen5786: sono contenta che ti
alletti la prospettiva dei combattimenti, ma se aspetti ancora un po' a
farmi le tue previsioni sui defunti, non varranno più niente.
Quindi orsù, Cami, spara un nome! Se vuoi ti do anche una rosa
dei più papabili... anzi no. Non te la do, o mentirei XD
Comunque, di sicuro non ucciderò per fare un dispetto a te,
visto che la storia è stata scritta molto prima di conoscerti!
Almeno su questo, mettiti il cuore in pace!
Hipatya: il morto del secolo!
XD See, magari! Comunque, chiunque ci lasci le penne, non credo che
andrò a ripescare coppie già morte e defunte, almeno da
questo lato mettiti il cuore in pace! Daiii, dammi un nome certo per il
cadavere che cammina! XD Oh, spero che i mocciosi in battaglia non
siano stati troppo assurdi ò.ò E, come avrai notato, per
ora non hanno ucciso nessuno... le conseguenze psicologiche di una cosa
simile forse sarebbero un po' troppo anche per me, lo confesso. Grr,
Baka è adorabile! Uffa, nessuno capisce l'adorabilità
intriseca dei personaggi bistrattati! ç_ç Tutte a sbavare
sugli strafighi, sempre... che cattiveria inaudita!
Maobh: oh, poveretti davvero
quelli della Roccia! XD Temari che sfoga le frustrazioni è
qualcosa di pericolosissimo! Dunque, uhm... quanto tempo fa ho scritto
la fic? Mah, direi l'anno scorso. So che ero in ballo con la
maturità - e me ne fregavo altamente! L'ho iniziata a febbraio
dell'anno scorso, ecco, e queste parti le avrò scritte attorno a
luglio-agosto. Comunque, l'uomo in nero non è la spia che si era
introdotta nel villaggio tanto tempo fa! E' un personaggio che
lascerà tutti sorpresissimi, ahah! XD
Talpina Pensierosa: ...dopo la
tua fantasiosa versione del prosieguo della storia, credo che
farò gli incubi per le prossime due settimane. T__T
Kiaretta_chan_94: non ti
preoccupare, so che hai problemi di connessione, non me la
prenderò se non commenti! ^^ Tra l'altro, tra tutte le tue
ipotesi qualcosa hai azzeccato! Ma ovviamente non posso dirti cosa! XD
Comunque, per quel che riguarda Jiraya, direi che finché non
entra in scena non ci sono pericoli per lui!
fedecr90: ovviamente non liquiderò il combattimento in due righe, per chi mi hai preso? ò.ò
Yume_Tsuki: olè,
finalmente un apprezzamento per una parte tenera! Sono commossa! Al di
là dei traumi e della viulenza, sono anche pucciosa io! ^.^ (Ma
dove?)
Kaho_chan: eheh, le tue parole
riguardo a Temari e Ino fino a che punto posso prenderle per
imparziali? XD E la NaruSaku, è alquanto improbabile a questo
punto delle cose... (ma sto scrivendo l'intermezzo, che sarebbe
ciò che è accaduto prima di Sinners, quando Naruto e
Sakura erano la coppia perfetta... e quello dovrebbe soddisfarti, visto
che soddisfa Silvia! XD) Ehm, mi spiace deluderti, ma la questione del
latte alla fragola non trova soluzione in Sinners. Anzi, è stata
un'idea improvvisa e sulla quale non ho pensato un granché,
quindi non scervellarti troppo! Argh! Non ti piace Hinata? Povera
piccola... ç_ç E dire che la maltratterò non
poco... ehm. Comunque, non ti preoccupare, io nelle tue recensioni il
filo logico lo trovo sempre! Ancora non so come, ma lo trovo! XD Un
bacione! (e sia maledetta la tua linea, perché mi spedisce
sempre indietro i messaggi! Argh!)
RedCrossBook: auguri! ^^ Anche
una mia amica compie gli anni il 22 maggio, sai? Sono contenta di aver
aggiornato proprio in quel giorno! Per il resto, grazie mille per aver
letto e recensito! ^^ Credimi, è un caso che ciò che
pubblico sia "triste", ed è dovuto solo al fatto che sono in
periodo emo... In realtà sono un personcina simpatica! <3
Reina: come puoi presentarti e
vantarti della tua libertà dagli esami? ç_ç Io ne
ho uno giovedì e due entro il 6 giugno, e al momento sento di
odiarti... (non che mi stia ammazzando di studio per prepararli, eh, ma
il senso di colpa rimane) Beh, parliamo di cose più allegre. Mi
chiedi cosa spinga Chiharu a seguire Temari, quale gene malsano la
faccia comportare come si comporta... e io ti rispondo che i figli non
sono soltanto l'unione delle
caratteristiche dei genitori, ma sono anche qualcosa di nuovo. Forse
l'eccessiva curiosità di Chiharu contrasta con la pigrizia
paterna? Ma un nascosto senso del dovere potrebbe bilanciare la cosa, e
l'orgoglio materno portare il piatto a pesare dall'altra parte. Oh, sai
che in realtà vorresti essere al posto della spia? Uhuh... tra tutti, lì, è quello che se la passa meno peggio...
SuperEllen: io ti odio. <3
Anche io voglio fare la webmaster, sigh! ç_ç
Perché non mi è concesso, perché? Perché
non sono nata con una mente informatica?! Maledizione! Comunque... Ehm.
Lascia perdere le intuizioni su Hiashi, se ti portano a Sasuke morto.
ò.ò Sono carenti di senso. In compenso credo che in
questo capitolo ci sia stata una quantità di sangue
soddisfacente, no? Oddio, non che io l'abbia riletto... comunque, mi
pare che bastasse. ò.ò L'uomo incappucciato invece
resterà misterioso soltanto per i prossimi tre giorni,
perché nel prossimo capitolo la sua misteriosa e inarrivabile
identità sarà svelata! XD (è davvero inarrivabile,
fidati!) Oh, e Chiharu combatterà, eccome se combatterà!
^^ Taaanto sangue scorrerà nei prossimi capitoli! *_* (sigh, sei
giorni per te erano troppi. Per me erano adorabili! ç_ç)
maninja87: è ovvio,
figliola. Il pc è la maledizione moderna: lui o gli esami. Solo
che non ho abbastanza autocontrollo per non accenderlo almeno una volta
al dì... e lasciarlo acceso 24 ore. ç_ç
lale16: il parere sulle scene
di guerra lo stai chiedendo alla persona sbagliata! XD Al momento
nemmeno io riesco a capire se mi piacciono o no! ç_ç Che
dramma! Sono diverse, ecco... O almeno lo credo. Per quel che riguarda
Hinata, aspetta a crearti un giudizio su di lei... tra qualche capitolo
potrai farlo meglio.
muccina89: per quel che mi
riguarda, la maturità è un bel ricordo che non
tornerà più! ç_ç Eravamo tutti così
solidali, sigh... Ehm, dicevi, riguardo a Temari? Che sarebbe stata
l'unica a scendere in campo...?
GoHaN: vuoi del sangue? Bene, tra questo capitolo e il prossimo sarai molto più che servito...
gracy110: e me lo auguro! XD Se non sei curiosa adesso, allora ho fallito completamente come scrittrice!
crilli: eccolo, eccolo! XD Calma, il nuovo capitolo è qui!
lilithkyubi: è bello
come tutti voi mi mostriate ottime ragioni per cui nessuno dovrebbe
morire... ed è altrettanto bello che io me ne sbatta altamente
delle vostre ottime ragioni! ^__^ XD Ehh, chissà, chissà
cosa accadrà! Le scommesse sono ancora aperte, e resteranno tali
fino all'ultimo capitolo! ^^
Aya
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Capitolo 25 *** Il più forte ***
Naruto2-25
Il più forte
- Venticinque -
Era a malapena il primo pomeriggio, e
il sole svettava in cielo, oscurato di tanto in tanto da leggere nubi
passeggere. Il villaggio della Foglia taceva, rinchiuso nella
pennichella post pranzo, ma un occhio molto più che allenato
avrebbe potuto scorgere un’affollata immobilità attorno a
una casa al limitare della foresta: ninja e ninja, quasi un
centinaio, occupavano il terreno circostante, fermi e silenziosi, in
attesa. Solo uno si muoveva. Appostato sul muro di cinta, stringeva
tra le mani due kunai, gli occhi puntati sui ragazzini che,
seminascosti dietro un cespuglio, scrutavano la striscia d’erba che
li separava dall’ingresso. Vide la femmina alzare gli occhi, e
indicare al compagno la finestra sopra il loro capo. Scelta suicida
in ogni caso. Ma che importava, in fondo? Non avrebbero potuto
mettere in atto nessuno dei due piani, lui li avrebbe eliminati
prima.
Sogghignò, pregustando lo
schizzo di sangue che avrebbe macchiato l’erba, il rosso così
squisitamente in contrasto con il verde intenso, e si preparò
a lanciare.
Fu allora che un kunai gli si conficcò
nel fianco, e una mano soffocò il suo ultimo gemito. Il ninja
roteò gli occhi e perse l’equilibrio, accasciandosi tra le
braccia dell’uomo ammantato di nero. Questo con un rapido movimento
lo calò dal muro, dietro l’albero che li aveva nascosti
l’uno all’altro, e lo lasciò esanime sul terriccio umido.
Il suo sangue scorse scuro, quasi nero sulle zolle brune. Niente
contrasto.
Lo sconosciuto alzò lo sguardo e
vide Chiharu e Akeru che decidevano di tentare la finestra. Se
avessero rotto il vetro, una selva di shuriken li avrebbe attaccati
alla parete, indubbiamente.
Le falde del suo mantello svolazzarono
appena, e un attimo dopo era scomparso dal muro, come se non ci fosse
mai stato.
Chiharu sfilò dal marsupio un
kunai, stringendolo nervosamente. Si guardò alle spalle, oltre
le fronde del cespuglio che nascondeva lei e Baka, ma tra le ombre
che li circondavano non vide nulla – e d’altronde il suo occhio
non era abbastanza allenato.
Sapeva che rompere il vetro della
finestra per entrare era una mossa che avrebbe sicuramente attirato
l’attenzione. Ma forse, se lei e Akeru fossero stati abbastanza
veloci, avrebbero avuto più probabilità di quante ne
avrebbero avute alzandosi e andando a suonare alla porta. Se non
altro, lei aveva più probabilità. E se, con un
po’ di fortuna, i nemici che li circondavano avessero colpito solo
Stupido, beh, Chiharu lo aveva avvertito.
Si mosse impercettibilmente, mettendosi
in una posizione più favorevole per saltare verso la finestra.
Akeru la guardò nervosamente, armandosi di shuriken per ogni
evenienza, e combatté l’impulso di chiederle per la
centesima volta se sapeva quel che faceva. Già pochi minuti
prima aveva avuto un momentaneo black out mentale quando si era
ritrovato a terra con lei sopra, ora non aveva alcuna intenzione di
rendersi nuovamente ridicolo facendo il pappamolle terrorizzato.
Eppure gli sfuggì un gridolino
quando l’ombra ammantata si materializzò al suo fianco.
Per fortuna una mano bianca e
insospettabilmente forte gli tappò la bocca prima che ne
uscisse qualunque suono, e Akeru vide un braccio fuoriuscire dal
mantello e posarsi sulla spalla di Chiharu.
Lei si voltò di scatto, il kunai
sollevato, ma lo sconosciuto le afferrò prontamente il polso e
la attirò a sé, così da riuscire a parlarle in
un sussurro appena udibile. Anche Akeru, che pure era vicinissimo,
riuscì a malapena a intenderlo.
«Va tutto bene. Ci penso io»
mormorò, e con sua immensa sorpresa Chiharu riconobbe la sua
voce e si rese conto all’improvviso di conoscere anche il leggero e
familiare odore che si sollevava dal mantello. «Manda un
messaggio a Naruto, sai come fare?» proseguì l’uomo,
con voce calma ma che tradiva una certa urgenza. «Digli che sua
moglie è al sicuro, che ci penso io. Digli di non preoccuparsi
e non fare sciocchezze. Sottolinea quest’ultima frase, grazie»
Senza fiato, Chiharu annuì
appena, e l’uomo la lasciò andare. Prima che lei potesse
aprire la bocca e chiedergli qualcosa, quello era già
scomparso con un fruscio silenzioso.
«M-Ma che…?» balbettò
Akeru, spiazzato e pallido. «Chi era quello?»
Chiharu deglutì, fissando il
punto in cui il mantello scuro era scomparso, poi si riscosse
all’improvviso.
«Accidenti…» bofonchiò
tra i denti, mordendosi a sangue il pollice. Fece una smorfia di
dolore, e tracciò a terra segni rapidi e per Akeru
incomprensibili.
«Cosa stai facendo?» sibilò
lui nervosamente.
«Stai zitto!» ringhiò
lei aprendo la mano sul terreno freddo.
Ci fu uno sbuffo minuscolo, e poi un
piccolo uovo comparve al centro dei disegni di sangue tracciati da
Chiharu. Mentre lei e Akeru lo guardavano, quello si crepò
sulla sommità, tremò, e sotto i loro occhi si schiuse.
La testa di un pulcino di un rosso intenso si fece largo verso
l’uscita, umida e appiccicosa, e l’uovo si rovesciò su un
fianco.
«Merda» fu il commento di
Chiharu, mentre uovo e pulcino scomparivano in un altro piccolo
sbuffo di fumo.
«Cosa stai cercando di fare,
esattamente?» chiese Akeru perplesso.
«Sto cercando di mandare un
maledetto messaggio!» sibilò Haru addentando nuovamente
il proprio dito.
«Cosa?» sbottò Akeru
mentre lei faceva un altro tentativo con la tecnica del Richiamo. «Ma
ti fidi di quell’uomo?»
«Idiota, non l’hai
riconosciuto?» chiese Chiharu aspra, mentre contemplava con
odio lo spennato uccellino rosso che pigolava debolmente sotto la sua
mano. «E va bene. Stupido, fammi incazzare»
«Eh?»
«Avanti, non è così
difficile! Fammi incazzare!»
«Perché diavolo dovrei
fare una cosa simile?!»
«Così magari riesco ad
accumulare abbastanza chakra da tirar fuori qualcosa che voli, che ne
dici?! Sei inutile per il novantanove percento della tua vita, almeno
una volta dai una mano!»
Risentito, Akeru sollevò il dito
medio nella sua direzione.
«Così non basta» gli
sibilò Chiharu.
«Lo so, cretina! Era per
sfogarmi! Ma tanto cosa ne vuoi sapere tu, ti sei sempre creduta
tanto superiore! Mai una volta ti sei fermata a giocare quando
eravamo piccoli, tu te ne stavi sempre sola con la puzza sotto al
naso, e…»
«Naa, cambia argomento» lo
interruppe lei, a malapena infastidita. «Così mi
lusinghi e basta»
«Ah, davvero? E allora cosa
suggerisci, piccola traditrice cacasotto?»
Una vena pulsò sulla fronte di
Chiharu, e strinse le labbra.
«Ohh, ho trovato il punto debole,
allora?» sogghignò Akeru, diabolicamente soddisfatto
nonostante la situazione non esattamente consona. «Beh, certo.
Nessuno sarebbe a posto con la propria coscienza se a metà
strada se la fosse fatta sotto e avesse mollato tutto. Ancora di più
se avesse passato tutta la vita a gridare ai quattro venti quanto è
forte, e insuperabile, e agile, intelligente… La verità è
che sei solo una codarda, e l’intero corpo dei ninja sta molto
meglio senza di te. Ma non ti preoccupare, perché prenderò
io il tuo posto nel gruppo, e nessuno si accorgerà della
differenza!»
Chiharu affondò i denti nel
pollice con insolito ardore. Sbatté la mano a terra, premendo
le dita sul terriccio, e questa volta lo sbuffo di fumo fu nettamente
più grande. Quando si fu diradato, un uccello delle dimensioni
di una mano mosse la testa curiosa a guardarla. Era rosso fuoco, con
una coda lunga e morbida di un arancione dorato. Il becco era sottile
e acuminato, gli occhi neri e vispi, ma soprattutto sembrava dotato
di un paio di ali robuste, lisce e coperte di penne vermiglie.
«Finalmente» ringhiò
Haru tra i denti, sfilando dal marsupio un foglio di carta strappata.
Con il pollice ancora sporco di sangue scrisse in fretta alcune righe
confuse, che Akeru lesse al di sopra della sua spalla. Per capirle
dovette impegnarsi a fondo, ma alla fine riuscì a decifrarne
il senso.
Arrivato alla firma, strabuzzò
gli occhi.
«Che cosa?» alitò
senza fiato. «Era lui?»
«Vedi?» ghignò Haru,
arrotolando il messaggio e legandolo alla zampa che l’uccello le
tendeva. «Tu non potrai mai sostituirmi, il nostro
livello è abissalmente diverso» prese delicatamente il
pennuto tra le mani, che arruffò le piume attorno al collo, e
lo fissò negli occhi. «Schiva tutto ciò che vola»
gli sussurrò, come se avesse potuto capirla.
Mentre Akeru la guardava indispettito,
Chiharu lanciò in aria l’uccello.
Subito una selva di shuriken si
conficcò nel muro alle loro spalle, ma per miracolo il piccolo
proiettile scarlatto ne uscì illeso. Mentre volava via veloce,
non più disturbato, lasciò cadere una piuma rossa che
andò a posarsi sulla mano di Chiharu. Lei la infilò
distrattamente nel marsupio.
«E ora?» chiese Akeru
nervosamente.
«E ora, per quanto io detesti
l’idea, aspettiamo. Ma in maniera costruttiva»
L’uomo ammantato era penetrato nella
casa di Naruto assolutamente invisibile, non notato e non udito. Le
stanze erano silenziose e vuote, innaturalmente deserte. Il cappuccio
si mosse da una parte e dall’altra mentre lo sconosciuto si
guardava attorno, e le ultime falde del mantello frusciarono quando
si mosse silenzioso. Attraversò un locale, poi il corridoio,
ed entrò in un altro: la camera da letto, vuota come tutto il
resto. Lì esitò qualche secondo, per poi dirigersi
verso il comodino più distante su cui stava un vaso pieno di
fiori freschi, per la maggior parte papaveri. Scostò il vaso e
liberò una porzione di muro assolutamente anonima, ma bastò
appoggiare due dita e rilasciare una minima quantità di chakra
perché si udisse un debolissimo clack e il letto si
spostasse in avanti, mentre il muro scompariva silenzioso liberando
uno stretto varco.
Senza dare segni di sorpresa, l’uomo
entrò nell’apertura, e un paio di secondi dopo il suo
passaggio il muro tornò al suo posto, il letto si mosse e la
stanza divenne ancora una volta vuota e silenziosa.
Lo sconosciuto scese le ripide scale
che si trovò davanti, immerse assolutamente nel buio. Con le
dita poteva sfiorare le strette e umide pareti del passaggio, ma non
gli serviva: anche nell’oscurità vedeva bene quasi come alla
luce del giorno.
Alla fine della rampa si fermò,
esattamente davanti a una porta massiccia e gelida al tatto.
Bussò una volta, poi fece una
pausa. Bussò di nuovo, due volte, e si interruppe ancora. Un
ultimo colpo, e attese. Passò una decina di secondi, quando
finalmente qualcuno venne ad aprire, e una lama di luce andò
ad illuminare l’antro buio.
Il viso diffidente della domestica Iria
fece capolino, la luce come un’aureola attorno ai capelli grigi, e
al vedere l’uomo incappucciato i suoi occhi si sbarrarono
spaventati. Fece per richiudere la porta, ma lo sconosciuto la fermò.
«Sono io» si limitò
a dire, così che tutti all’interno lo sentissero.
Iria esitò guardandosi alle
spalle, dove una discreta folla occupava la stanza, ora che li
avevano raggiunti anche i membri del clan Inuzuka, Nekozuka, Akimichi
e altri.
Hinata, circondata da Temari, Shikaku,
Ino e Sakura, levò uno sguardo speranzoso alla porta e tirò
un sospiro di sollievo, stringendo il pesante e strano kunai al
petto.
«Entra» disse. «Ti
stavamo aspettando»
*
“Arrenditi. Abbiamo dei ninja al
villaggio della Foglia, e hanno preso tua moglie. Smetti di
combattere se vuoi riaverla viva”
Poche frasi, poche parole. Semplici
suoni usciti dalla bocca di qualcuno.
E il vuoto nella testa di Naruto.
Hinata.
Hinata.
Hinata…
Hanno preso tua moglie.
Arrenditi, se vuoi vederla viva…
Hinata!
Fu uno scatto spontaneo, più che
altro.
Un attimo prima teneva Tsuda per un
braccio, e l’attimo dopo lo scaraventava a terra con tutta la sua
forza.
«Cosa le avete fatto?!»
ruggì, e nel raggio di venti metri tutti si voltarono per un
istante.
«Non così» ghignò
il comandante, asciugandosi un filo di sangue che colava dalle
labbra. «Non è così che migliori la sua
situazione»
Naruto lo riacciuffò,
sollevandolo da terra per il bavero. Piantò gli occhi azzurri
infuocati nei suoi, i denti serrati fino a far male, sulle guance
segni pericolosi simili ai graffi di un gatto.
«Lasciatela. Subito»
ringhiò. «O giuro che vi distruggo tutti, dal primo
all’ultimo»
«Potresti» sibilò
Tsuda, cercando invano di liberarsi. «Ma non le salveresti
comunque la vita. Ho saputo che aspetta un figlio…» rise
appena, una risatina nervosa e venata di disperazione.
Naruto lo colpì con un pugno in
pieno viso, facendogli piegare il collo in maniera quasi sinistra.
Tsuda sputò a terra un grumo di sangue, e gli lanciò
un’occhiata astiosa. Tornare dal daimyo con la guancia livida non
era nei programmi.
«Mettimi giù» disse
minaccioso. «O non vedrai mai nascere tuo figlio»
Naruto strinse la presa.
«Mettimi giù ora!»
Naruto non si mosse.
Immobile, rimase a fissare quell’uomo
negli occhi grigio-verdi, desiderando con ogni più piccola
fibra del suo corpo di farlo a brandelli, sentirlo gridare e chiedere
perdono… Avvertiva una familiare sensazione di calore, bruciore
quasi, allo stomaco, un ringhio sommesso che assomigliava a fusa di
piacere. Sulle sue guance, i graffi di gatto si erano ampliati, e i
suoi canini avevano assunto una forma più definita.
Tsuda osservò i piccoli
cambiamenti del viso di Naruto con un misto di orrore e
sbalordimento. Sentì una sorta di calore provenire dalla mano
che gli sfiorava il mento, e un brivido in fondo alla schiena lo
avvertì di una cosa ormai ovvia: questo non è un
uomo da far arrabbiare.
Prima che le cose degenerassero, un
ninja della Foglia raggiunse Naruto e lo afferrò per il
braccio con cui teneva stretto Tsuda. Il jonin istantaneamente si
voltò e ringhiò minaccioso, ma davanti agli occhi
incontrò solo la familiare figura di Sasuke.
«Non perdere il controllo»
gli disse l’Uchiha, scrutandolo accigliato.
«Non una parola» sibilò
Tsuda a Naruto, con sguardo eloquente.
Lui passò lo sguardo dal soldato
al compagno, ancora in bilico tra sé e la volpe.
C’era una voce, in profondità.
Una voce che si alternava alle fusa intrise di macabro piacere di
Kyuubi. E quella voce gli sussurrava di fare come diceva Tsuda. Gli
sussurrava che non poteva, non poteva assolutamente permettersi di
perdere Hinata. Anche se perdere avrebbe significato condannare
l’intero villaggio, lei inclusa, lui non poteva correre il rischio
di vincere e restare solo, di nuovo.
Non poteva.
«Che sta succedendo?»
indagò Sasuke assottigliando gli occhi, confuso.
Tsuda scrutò Naruto, lo vide
fissare il compagno per un lungo, lunghissimo minuto. Poi, sentì
la stretta sulla sua maglia allentarsi impercettibilmente. Sogghignò.
«Abbiamo vinto» disse
trionfante.
Sasuke gli lanciò uno sguardo
diffidente. Un attimo dopo fu colpito alla nuca da un colpo netto di
Naruto.
Cadde a terra stordito, incredulo, e
l’ultima cosa che i suoi occhi videro in maniera confusa furono i
piedi del compagno di una vita, fermi e impassibili davanti a lui.
Tsuda si trovò improvvisamente
libero, e la prima cosa che fece fu raccogliere la spada, il cimelio
di famiglia che si tramandava al primogenito da otto generazioni. La
sollevò in alto sulla testa, e poi, senza esitare, senza
perdere nemmeno un secondo del suo tempo, la calò su Naruto.
La lama si conficcò nella sua
spalla, fermandosi solo quando incontrò la clavicola, e con un
grido che sembrava il lamento di un animale ferito Naruto crollò
in ginocchio, mentre il sangue zampillava dalla ferita e andava a
macchiare i piedi di Tsuda e il terreno circostante.
Il comandante estrasse la spada, e con
profonda soddisfazione vide le copie di Naruto sparire
improvvisamente in uno sbuffo di polvere, dimezzando le forze della
Foglia. Ghignò, e lanciò uno sguardo di ostentata
superiorità al jonin che a terra stringeva i denti e si
contorceva per il dolore.
«Ninja!» commentò
sprezzante, e con un calcio colpì la spalla offesa.
Naruto gemette, rotolando sul ventre, e
restò ansante sul terreno.
«Muori dissanguato» gli
augurò Tsuda, osservando tronfio i suoi uomini che
riprendevano coraggio. «Non voglio darti nemmeno una morte
onorevole. Resterai qui, sempre più debole, e giacerai come un
traditore, che non era in grado di fare nulla se non arrendersi e
condannare il suo villaggio, per
colpa di una stupida femmina. Io ho vinto di nuovo»
Naruto vide i suoi piedi allontanarsi,
confondersi tra i mille altri che combattevano e sollevavano polvere
ed erba. La spalla pulsava, ma il dolore era sordo e lontano se
confrontato all’angoscia.
Hinata, il loro bambino… bastava un
nulla per fare del male a entrambi. Un nulla. E Naruto amava
il villaggio della Foglia, lo amava con tutto sé stesso. Ma i
suoi compagni potevano combattere, potevano difendersi, potevano
ancora farcela… Hinata no. Era lui a proteggerla, era di lei che
lui aveva un bisogno disperato. Era lei che non poteva permettersi di
perdere.
Sentì un gemito poco distante, e
vide Sasuke aprire gli occhi e sollevarsi faticosamente sulle
ginocchia. L’Uchiha scosse la testa cercando di snebbiarla, e la
prima cosa che gli cadde sotto gli occhi fu il corpo di Naruto,
circondato da una pozza di sangue.
«Che diavolo…» bofonchiò,
la bocca impastata, trascinandosi fino a lui. «Cosa hai
combinato?»
«Loro hanno Hinata» disse
Naruto in un soffio. «Hanno detto che dovevo smettere di
combattere...»
«E tu gli hai creduto?!»
sbottò Sasuke indignato. «Non c’è nessuna prova
che…»
«Lo so» la sua voce era
poco più di un soffio, ma riuscì a interrompere
l’altro. «Però non posso rischiare… Se ce l’hanno…
se lei è davvero nelle loro mani… Non posso… non
posso…»
Sasuke tacque. Vide le lacrime scendere
dagli occhi di Naruto e perdersi nel sangue sotto il suo viso.
«Hai tradito il villaggio della
Foglia» mormorò l’Uchiha piano, senza particolari
intonazioni, come un dato di fatto. D’altronde era una cosa che lui
poteva capire. Avere qualcosa cui non si può assolutamente
rinunciare vuol dire fare delle scelte, anche dolorose. E finché
si resta fedeli a sé stessi e alle proprie priorità,
non si tradisce mai davvero.
Ma Naruto… Naruto amava il villaggio
della Foglia in maniera quasi ossessiva…
L’Uchiha portò una mano alla
nuca, là dove era stato colpito. Naruto non ci era andato
pesante, stranamente. Il suo era stato un colpo leggero, lo aveva
lasciato tramortito solo per pochi minuti.
Corrugò la fronte e fissò
il jonin. Poi, colto da un pensiero improvviso, alzò lo
sguardo, alla ricerca di una persona, un’unica figura che doveva
trovare… e la vide, poco più in là, ancora impegnata
con il comandante della settima divisione della Roccia. Kakashi.
Sasuke tornò a guardare Naruto,
iniziando rapidamente a capire, e quando incontrò i suoi occhi
si rese conto di aver visto giusto.
Naruto non si era arreso. Non aveva
tradito. Stava semplicemente fregando il nemico.
«Affido tutto a te, per un po’»
mormorò il biondo abbassando le palpebre. «Qui avrò
bisogno di qualche tempo…»
Sasuke spostò lo sguardo sulla
ferita, dalla quale un leggero filo di fumo si alzava inosservato. Ma
certo. La volpe. Naruto si stava lentamente curando, e nel frattempo
voleva che loro vincessero quella battaglia.
«Va bene» disse con un
ghigno convinto. «In fondo l’ho sempre detto che sono il più
forte»
«Sta’ zitto, inutile Uchiha»
bofonchiò Naruto.
Sasuke si rialzò, e fece
scrocchiare il collo. Si guardò attorno, fece una rapida stima
dei numeri e delle probabilità, e realizzò che la cosa
si sarebbe rivelata impegnativa.
«Okay…» prese un respiro
profondo, e si moltiplicò. Una decina di copie, non molte a
dire il vero, ma avrebbero pur sempre fatto qualcosa. Ne spedì
una a cercare Tobi, il figlio di Asuma, e poi mandò le altre a
sparpagliarsi sul campo e a far fuori più nemici possibile,
lasciandone soltanto un paio a presidiare il corpo di Naruto.
I due eserciti erano in perfetta
parità, e si affrontavano con ondate di aggressività
regolari da parte dell’uno e dell’altro. La stanchezza iniziava a
colpire più o meno tutti, e anche Jin si trovò
affannato e coperto di sudore.
Estrasse il kunai dalla gola dell’uomo
che aveva ucciso e si guardò intorno alla ricerca del prossimo
avversario. Vide Kotaro apparire e scomparire dietro un soldato, e
vide lo stesso soldato perdere l’equilibrio e rovinare a terra,
dando l’occasione a un ninja della Foglia di eliminarlo. Dall’altra
parte vide Hitoshi giocare a lanciare palle di fuoco sui nemici,
farli gridare con i capelli in fiamme e inciampare sui corpi a terra.
Da un po’ di tempo si stavano dando da fare, quei due. E si
comportavano anche bene. Se non altro, fino a quel momento non
avevano intralciato nessuno.
Ma c’era purtroppo una cosa che lo
turbava, e con lui turbava molti altri: che fine avevano fatto le
copie di Naruto?
Quando erano scomparse all’improvviso
c’era stata un’ondata di panico tra le fila della Foglia. Poi
però tutti avevano visto Kakashi eliminare – finalmente –
il comandante della settima divisione, e avevano tirato un sospiro di
sollievo. Ma ancora Jin non capiva cosa fosse successo. Forse avevano
riacquistato fiducia grazie a suo padre?
Cercò di guadagnare il centro
del combattimento, facendo fuori un paio di nemici lungo il tragitto,
ma a un tratto si trovò davanti un ninja della Roccia.
«Un bambino?» commentò
quello fissando il suo coprifronte, disgustato. «Mandano in
guerra i bambini in quel villaggio?»
Una vena pulsò sulla fronte di
Jin. Cos’era tutta quell’arrogante supponenza?
Si chinò fulmineo e con una
spazzata mandò a terra l’avversario impreparato. Quello
cadde sorpreso, e subito si trovò il piccolo corpo del figlio
dell’Hokage sul petto, con un kunai a due centimetri dalla gola.
«Bambino a chi?» sibilò,
e affondò senza esitare.
Si rialzò offeso, ripulendo il
kunai sulla divisa dell’uomo, e riprese la sua avanzata, finché
non gli sembrò di intravedere una zazzera bionda e familiare
sul terreno poco più in là, difesa da due copie di
Sasuke Uchiha.
«Cosa…?» mormorò
avvicinandosi, e vide Tobi chino sul corpo di Naruto, le mani premute
sulla sua spalla. Sotto di loro si allargava un’ampia chiazza di
sangue.
«Che è successo?»
chiese smarrito, contemplando il sangue a metà tra il
disgustato e lo sconcertato.
«Jin!» esclamò Tobi
guardandolo sorpreso. Il bambino notò che aveva la fronte
imperlata di sudore. «Che ci fai qua davanti? Non dovresti
essere indietro?»
«Tutti si chiedono che fine hanno
fatto le altre copie…» mormorò lui, incapace di
staccare gli occhi dai curiosi segni sulle guance di Naruto, segni
che non aveva mai visto.
«Ah, sì, quello…»
borbottò Tobi tornando a concentrarsi sul paziente.
«Stai tranquillo»
intervenne Naruto sfoderando uno dei suoi sorrisi, anche se molto
poco convincente. «Va tutto bene, ho un piano»
«Davvero?» chiese Jin
perplesso, fissando il sangue sotto di lui.
«Ah, ‘sti bambini che non
credono più a niente!» borbottò il Jonin. «Senti,
perché non vai ad ammazzare qualcuno un po’ più in
là? Oppure dai una mano a Kotaro e Hitoshi, va’»
«A dire il vero se la cavano bene
anche da soli. Ma tu cos’hai in faccia?»
«Ferite» minimizzò
Naruto, vago. «E ora vai, c’è bisogno di tutto l’aiuto
possibile, fintanto che sono in questo stato»
Jin esitò ancora, ipnotizzato
dal sangue sotto Naruto e dai suoi occhi così strani. E dai
suoi canini. E, naturalmente, da quei segni sul volto. Ma poi
un’occhiataccia di Naruto – ehi, aveva gli occhi viola?
– lo spinse finalmente ad allontanarsi.
Decise che avrebbe dato una mano nella
zona in cui combatteva suo padre, e oltrepassò la piccola
barriera umana creata da due copie di Sasuke, che impediva al
combattimento di disturbare il lavoro di Tobi.
Fu così che medico e paziente
rimasero soli, e per qualche minuto regnò il silenzio. Poi il
ragazzo parlò, piano, quasi timoroso.
«Questa ferita sarebbe mortale
per chiunque, lo sai?»
«E’ per questo che il mio piano
ha funzionato» rise Naruto, e un accesso di tosse lo portò
a sputare sangue. «Io non sono chiunque»
Il figlio di Asuma sospirò e
fece un mezzo sorriso. «Tu sei un pazzo»
«Non è vero…»
mormorò Naruto chiudendo gli occhi. «Sono soltanto un
fifone»
«Tu? E allora noi altri cosa
siamo?» domandò Tobi sarcastico.
Il jonin ghignò. «Voi
siete mezze seghe»
«Divertente...»
Un’ombra passò sul volto di
Naruto, nascondendo per un attimo il sole. Lui non ci fece caso,
forse perché aveva gli occhi chiusi, ma Tobi alzò lo
sguardo e seguì la sagoma scura che volava rapida controluce,
tanto veloce da essere a malapena distinguibile. Descrisse un cerchio
sulle loro teste, e poi calò in picchiata, così
bruscamente da far temere che si schiantasse. Tobi la fissò
con tanto d’occhi, e quando il piccolo uccello rosso si fermò
davanti al suo naso, dapprima non vide nemmeno il messaggio legato
alla sua zampa. Sorpreso e incantato dalla coda di un sorprendente
arancione iridato, interruppe senza volerlo il flusso di chakra sulla
ferita di Naruto. Lui aprì gli occhi per chiedere cosa
succedeva, e allora vide il messaggero e il foglietto che recava.
«La zampa» fece notare a
Tobi, e il ragazzo si risvegliò dalla contemplazione e vide il
messaggio.
«Oh. Sì. Subito» si
affrettò a dire. «Ma da chi arriva? Chi usa questo tipo
di uccelli?»
Come ebbe slegato il foglio, il
volatile scomparve in uno sbuffo di fumo.
«Tecnica del Richiamo»
mormorò Tobi pensieroso. «Di chi sarà?»
Naruto srotolò il pezzo di
carta, gemendo leggermente quando la spalla mandò segni di
protesta, e al vedere le scritte cremisi corrugò la fronte. Ma
una volta arrivato alla fine del messaggio i suoi occhi erano
semplicemente spalancati dallo stupore più completo.
E dal sollievo.
Ed erano tornati del solito, limpido
azzurro.
«Ma certo…» mormorò,
mentre un sorriso gli si disegnava sulle labbra. «Che idiota,
come ho potuto non pensarci subito… E’ rimasto lì
apposta…»
«Delirium tremens» commentò
Tobi, guardandolo preoccupato. «Naruto, mi riconosci?»
«Oh, sta’ un po’ zitto!»
ridacchiò il biondo, all’improvviso quasi folle. «Ohh,
non ha idea di cos’ha combinato…» i canini, che si erano
momentaneamente ritratti, tornarono terribilmente definiti. I segni
sulle guance si ispessirono, gli occhi assunsero una vaga tonalità
violacea, per convertirsi poi al rosso più intenso.
«Naruto?» mormorò
Tobi leggermente impaurito, arretrando.
Vide del fumo sollevarsi dalla ferita
alla spalla, ed aumentare insieme a una sorta di sfrigolio che gli
mise i brividi. Naruto posò a terra una mano e, di fronte ai
suoi occhi sbalorditi, fece forza e si tirò su, con un ghigno
sinistro stampato in faccia. Metà del suo viso era cremisi,
macchiato del sangue che tingeva il terreno.
«Tobi» disse. «Vai
indietro, nelle ultime file. Di’ a tutti quelli che incontri di
seguirti, e allontanatevi»
«Cosa? Che vuoi fare?»
chiese il ragazzo allibito, osservando con sconcertato orrore che la
ferita si era completamente rimarginata.
Naruto lo guardò, e gli sorrise
snudando le zanne.
«Sto per vincere questa
battaglia. E non vi conviene essere nei paraggi»
Era assurdo. Razionalmente impossibile.
Nessun uomo poteva vincere da solo una battaglia, nemmeno Naruto. Era
folle... avrebbe dovuto fermarlo, farlo desistere…
…Ma, cinque minuti dopo, Tobi correva
a tutta velocità verso i margini del combattimento, dicendo a
tutti quelli che incontrava di imitarlo, perché di lì a
poco sarebbe successo qualcosa di terribile.
E in effetti aveva visto giusto. Lo
aveva letto negli occhi rossi di Naruto.
Sasuke avvertì un brivido e una
vibrazione quando sentì Naruto impastare il chakra.
Istintivamente guardò nella sua direzione e vide un’area
vuota attorno a lui, e un vento rossastro e caldo mulinargli attorno.
Tutti i ninja avevano smesso di
combattere, e si erano fermati a fissarlo, ammutoliti. Anche i
soldati, dopo l’iniziale smarrimento, erano stati attirati dallo
strano movimento che avevano colto più in là. Tsuda,
dall’altra parte del campo di battaglia, non riusciva a vedere cosa
accadeva, ma aveva uno strano presentimento.
E all’improvviso furono lì.
Centinaia e centinaia di copie, tutte
assolutamente identiche, tutte coperte di sangue e terribili, con il
loro ghigno e i loro occhi rossi. Alcuni tra i soldati più
giovani lasciarono cadere le armi per lo spavento, ma anche tra i
ninja della Foglia corse un brivido.
Eppure quelle copie non erano lì
per attaccare. Come un sol uomo si mossero e bloccarono i soldati e i
ninja della Roccia, e con un’unica, tuonante voce ordinarono ai
compagni di allontanarsi in fretta.
Ci furono alcuni secondi di
smarrimento, e poi il fuggi-fuggi generale. I soldati della Roccia
poterono solo guardare mentre gli avversari si allontanavano come
acqua che scorre attraverso le rocce, chi correndo, chi trascinandosi
sulle gambe ferite, i ninja medici trascinando i corpi dei compagni
caduti. In pochi minuti sul campo erano rimasti solo loro e quel
guerriero terrificante replicato centinaia di volte.
Oltre la calca, dopo una striscia di
terreno deserto, c’erano i ninja della Foglia. Ridotti di un
quarto, i morti adagiati alle loro spalle, osservavano e attendevano,
ansiosi e vagamente inquieti.
Kotaro e Hitoshi, leggermente ammaccati
ma nel complesso molto più in salute del previsto, cercarono e
raggiunsero Jin, che stava tra Sasuke e Sai, e nervosamente chiesero
cosa stava succedendo. Sasuke fece una smorfia di disappunto.
«Se siete deboli di stomaco è
meglio che vi giriate» bofonchiò di malumore.
«Beh, è un po’ ferito,
però…» iniziò a dire Kotaro, alludendo a
Naruto, ma il capoclan degli Uchiha scosse la testa.
«Non per quello che vedete»
disse stringato. «Per quello che deve succedere»
I due ragazzini si guardarono
perplessi, mentre Jin cominciava a capire. Il figlio dell’Hokage
sollevò lo sguardo su Sai, e chiese, scettico: «E’
davvero così forte?»
Lui, imperturbabile, rispose: «E’
il più forte»
Lì accanto, Sasuke fece una
smorfia e borbottò qualcosa.
Prima che si allontanasse dal
combattimento, una copia di Naruto lo aveva avvicinato, già
con i segni della volpe ben visibili sul corpo, e digrignando i denti
in una specie di sorriso a metà tra le scuse e la follia gli
aveva chiesto di occuparsi di Hitoshi e Kotaro per un po’.
Lui, così da vicino, aveva
potuto avvertire l’immensa potenza che era trattenuta in quel corpo
così ingannevolmente familiare e rassicurante. E ancora una
volta si era reso conto che era qualcosa contro cui non avrebbe
potuto competere. Come era già accaduto anni prima, come
testimoniavano le cicatrici sul suo corpo e i suoi stessi ricordi, di
nuovo era impotente di fronte a Naruto e Kyuubi.
In silenzio posò una mano sulla
spalla, là dove il segno maledetto era a malapena visibile, e
per un istante lo sentì pulsare al ritmo della sua
frustrazione.
Al centro del combattimento, il vero
Naruto attendeva.
A un tratto intravide un movimento
davanti a sé, e vide Tsuda avanzare trattenuto da due copie.
«Bastardo!» ringhiò
il comandante, vedendolo. «Perché sei vivo?»
«Perché tu sei un grosso
idiota» ghignò Naruto, e gli occhi rossi mandarono
lampi. Tsuda ebbe un brivido involontario. «Non ce l’avete.
Lei sta bene, è in buone mani. E tu sei morto»
Il comandante deglutì a vuoto.
«Menti» ringhiò, pur sapendo di dire una
sciocchezza; Naruto non si sarebbe esposto se non fosse stato più
che sicuro di quel che diceva.
«A differenza di te, io ho le
prove» ribatté infatti lui, mostrando un foglietto che
da quella distanza era impossibile leggere. Sembrava scritto con il
sangue. «E tu… tu mi hai fatto molto, molto arrabbiare…»
Tsuda si guardò attorno, alla
disperata ricerca di un aiuto, un appiglio qualsiasi. Ma gli uomini
della Roccia che lo circondavano erano tutti bloccati dalle copie del
ninja biondo, e da quella direzione non poteva sperare nulla. Cercò
il figlio, ansioso soltanto di vederlo, di sapere che era vivo e
stava bene, ma non lo trovò. Ormai nel panico, rivolse gli
occhi grigio-verdi verso Naruto e ansimò rapido. Serrò
le labbra. Non avrebbe chiesto pietà. Almeno sarebbe morto con
onore.
Sperava soltanto che suo figlio non
fosse scappato vergognosamente.
«Ora tocca a me» sibilò
Naruto, e sapeva che non era lui a parlare, ma la creatura che faceva
le fusa nel suo stomaco.
Eppure la lasciò fare. Si
esiliò, dimenticò chi era e per cosa lottava, dimenticò
che stava per uccidere centinaia di persone solo per far del male a
una di loro, e si limitò a innalzare la barriera che innalzava
quando Kyuubi prendeva il sopravvento: un leggero strato del proprio
chakra, più forte e più denso di quello della volpe,
che lo proteggeva dai suoi effetti corrosivi. Solo lo stomaco restò
libero dalla barriera, perché era da lì che il chakra
rosso fluiva verso l’esterno, sgorgando attraverso il sigillo di
Yondaime con uno sfrigolio leggero.
Sotto gli occhi colmi di orrore di
Tsuda, una sorta di spuma rossa lo ricoprì veloce, disegnando
su di lui nuovi contorni vaghi, e poi sempre più netti. Gli
occhi scarlatti brillavano, le zanne si facevano minacciose, si
acquattò come un animale. Dalla base della schiena crebbe una
coda, poi due, tre, quattro. Il chakra rosso iniziò a
sfrigolare, sulla sua pelle si formarono chiazze scarlatte.
Naruto liberò un ringhio basso,
e le copie attorno a lui scomparvero in un istante, donandogli il
chakra che aveva ceduto.
Jin, ai margini del combattimento,
intravide suo padre tra le copie di Naruto, e si chiese con una punta
di panico perché non se ne fosse andato con gli altri. Poi,
quando le copie scomparvero, anche lui si dileguò in uno
sbuffo di fumo.
«Cosa?» fece il bambino,
sorpreso.
E mentre il chakra giallo tornava a
proteggere la pelle di Naruto, un’ondata di quello rosso, nel
raggiungere di colpo le nove code, esplose e fece cadere a terra
Tsuda, sollevando polvere e piccoli sassi; nel suo turbinoso
vorticare, catturò anche un biglietto scritto con il sangue,
su cui gli ideogrammi si confondevano, rossicci.
Hinata è al
sicuro.
Non fare
sciocchezze!!!
Qui penso a tutto io.
Kakashi
Nel prossimo capitolo...
«Cosa succede?» domandò
Hitoshi, obbedendo. Vide il padre unire le mani sotto il mento,
imitato da Sai e anche Jin, a cui bastò un’occhiata per
capire cosa fare, e il chakra prese a scorrere tra loro creando una
barriera azzurra fiocamente illuminata.
Hitoshi scambiò un’occhiata
con Kotaro, e lui, livido, gli fece cenno di guardare avanti.
Deglutendo, il piccolo Uchiha lo fece.
Il vento era cessato di colpo.
Le nove code di chakra erano scomparse.
Le nubi in cielo restavano sospese,
muovendosi debolmente, per inerzia.
L’intero campo di battaglia
tratteneva il respiro.
Più agghiacciante della
tempesta.
L’attimo che precede la distruzione.
E all’improvviso iniziò.
* * *
Spazio autore
Ora capisco perché la fic è piaciuta tanto, ai tempi della prima pubblicazione.
Oh, scusate, scusatemi davvero tanto!
E' stata una giornata davvero pesante, non ho la minima forza per rispondere ai vostri commenti...
Mi limiterò ad aggiornare l'elenco delle scommesse sui morti e a
implorare il vostro perdono, sperando che Naruto almeno vi abbia
soddisfatto!
Scusatemi ancora! ç_ç
(e sono davvero molto contenta che nello scorso capitolo vi siate divertiti! XD)
Uh, a proposito.
Qualcuno mi ha parlato di cattiveria, dicendo che non sono così cattiva da uccidere questo e quello...
Purtroppo per voi, la sono.
Scommesse sui morti
Tsuda senior - 5 voti
Shikamaru - 3 voti
Asuma - 3 voti
Kakashi - 2 voti
Tsuda junior - 1 voto
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Temari - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto (ebbene sì, Cami!)
Nessuno - 2 voti
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Capitolo 26 *** Il piano di Naruto e Kakashi ***
Naruto2-26
Il piano di Naruto e Kakashi
- Ventisei -
Chiharu si annoiava. A morte.
Con la schiena appoggiata al muro della
casa di Naruto, nascosta insieme ad Akeru dietro un cespuglio,
fissava svogliata le nubi bianche che attraversavano lente il cielo.
«E adesso?» chiese Stupido,
seduto accanto a lei.
«E adesso niente» ribatté
acida. «Non possiamo fare altro»
Il ragazzo si asciugò il sudore
dalla fronte. Faceva caldo, ma forse dipendeva dal fatto che avevano
passato l’ultima mezzora a disseminare il giardino di trappole,
muovendosi impacciati sotto il mantello mimetico. Beh, almeno avevano
fatto un buon lavoro: Chiharu era davvero geniale nel piazzare
trappole, sapeva esattamente dove e come metterle, e soprattutto come
renderle invisibili. Ora però non avevano più nulla da
fare, e da bravi preadolescenti invasi dagli ormoni, si annoiavano.
Akeru lanciò un’occhiata
distratta al suo fianco, e vide il terriccio del prato muoversi
impercettibilmente.
Scattò di lato, sull’attenti,
ma Chiharu gli rivolse un sorrisino arrogante.
«Non ti agitare» gli
sussurrò. «Sono io»
«Cosa?» fece lui senza
capire.
Lei mosse appena le dita, e dal terreno
prese vita un minuscolo promontorio, come la cima di un formicaio,
dal quale la sabbia scivolò verso il basso in piccoli
granelli. I suoi polpastrelli la sfiorarono, e sotto gli occhi
attoniti di Akeru nacque una minuscola e baluginante scultura dalla
forma indefinibile.
«Beh» commentò Haru
indispettita. «Devo ancora fare pratica»
Ma Akeru non sembrava per nulla deluso
dal risultato. Con gli occhi scintillanti, fissava il terriccio
affascinato.
«Come fai?» sussurrò
incredulo.
«Chakra elementale» spiegò
lei con aria di sufficienza. «Ognuno ne ha un tipo diverso»
«E io?»
«E che ne so?»
«Come si fa a saperlo?»
«Serve una carta speciale: a noi
l’ha data Naruto qualche tempo fa, quella ti dice di che tipo sei,
e poi tu ti alleni…»
«Una carta? E quanti tipi di
chakra ci sono?»
Con uno sbuffo Chiharu spiegò la
complessa questione del chakra elementale, cosa abbastanza complicata
dato che doveva sussurrare anche quando lui non capiva le ovvietà
e lei avrebbe voluto urlargli insulti, e alla fine Akeru la fissò
a bocca aperta.
«Ma questa è roba
avanzata…» borbottò accigliato. «Perché
voi l’avete già fatta?»
«Perché noi siamo i
migliori, ovviamente» ribatté seccata. «Cioè,
eravamo. Io non sono più ninja» si corresse dopo un
attimo, prima che fosse lui a farglielo notare. Akeru la squadrò
scettico.
«Ma ne sei proprio sicura?»
le chiese con una smorfia. «Sei davvero sicura che non vuoi più
essere ninja?»
«Ne sono certa» sibilò
irritata. «Perché me lo chiedete tutti?»
«Beh, guardati»
Chiharu abbassò lo sguardo su di
sé.
Abiti ninja. Marsupio. Capelli
raccolti, comodi ma poco estetici. Scarpe morbide e silenziose.
Posizione naturalmente rannicchiata, perfetta per appostarsi senza
stancarsi. Arrossì.
«E questo cosa dovrebbe voler
dire?» ringhiò indispettita.
«Che hai dato le dimissioni ma
ancora l’idea non ti è entrata in testa» spiegò
Akeru pronto. «E io credo che non ti entrerà mai in
testa. Sei nata per essere ninja, lo dicono tutti»
«E tutti dicono che tu sei un
idiota»
«Stronza, lo dicevo per te! Tu
guarda…» bofonchiò il ragazzo offeso, abbracciandosi
le ginocchia e distogliendo gli occhi. «Comunque, qualunque
cosa dicano gli altri e qualunque cosa pensi tu, anche
inconsciamente, per me è molto meglio se smetti di essere
ninja. Tu non sai cos’è un vero ninja, non saresti mai in
grado di esserlo!»
«Ma sentitelo!» fece Haru
sprezzante. «Non sa nemmeno da che parte è girato, e
pretende di sapere tutto della vita. Fammi il favore, chiudi la bocca
se non vuoi ritrovarti anche l’altra spalla malridotta»
E, irritata, gli voltò la
schiena.
All’interno della casa, nella stanza
segreta il cui accesso era nascosto dietro il letto matrimoniale e in
profondità per diversi metri, il mantello nero in cui era
stato avvolto l’uomo misterioso giaceva in un angolo, ben
ripiegato. Al suo posto Kakashi stava in piedi in mezzo agli altri,
la maschera sul viso, i capelli argentei leggermente schiacciati e
l’aura di pacata tranquillità che riusciva a diffondere
anche nelle situazioni più critiche con il semplice nome di
Hokage.
«In realtà non sono più
di una decina» stava spiegando. «Ma si sono moltiplicati.
Ho ucciso uno degli originali sul muro di cinta, quindi dovrebbero
essere meno ora. Il problema è che probabilmente i compagni se
ne sono accorti, dato che sono tutti qui attorno: il loro obiettivo è
sicuramente questa casa, e nello specifico ritengo si tratti di
Hinata o comunque della famiglia di Naruto»
«Ma perché?» chiese
Hinata pallida, avvicinando istintivamente le figlie.
«Paura. Probabilmente sanno che
Naruto è il nostro asso nella manica, e hanno cercato un modo
per fermarlo»
E lui, scioccamente, aveva creduto che
bastasse la semplice presenza della loro ‘arma segreta’ per
sconfiggere i nemici, senza pensare che quelli avrebbero cercato di
fermarlo in ogni maniera, anche slealmente.
«Un modo subdolo e meschino»
disse infatti Sakura tra i denti.
«In amore e in guerra tutto è
lecito» le ricordò Temari pragmatica.
«Buone» le ammonì
Shikaku notando l’occhiataccia che era volata dall’una all’altra.
«Comunque ho la situazione sotto
controllo» riprese Kakashi. «Credo di aver individuato
gli originali e di poterli eliminare, e ho chiesto a Chiharu di
mandare un messaggio a Naruto…»
«Mia figlia?» intervenne
Temari. «E’ ancora là fuori?»
«L’ho lasciata dietro un
cespuglio con Baka Akeru»
«Che cosa?» sbottò
lei. «Il ragazzino che è con lei è Baka Akeru?
Quello che le ha piantato uno shuriken nel braccio e a cui lei ha
slogato una spalla? Ma sei così ansioso di liberarti di
entrambi?»
«Non è che potessi fare
molto altro…»
«Vado a riprenderla»
Temari prese il suo ventaglio e
risoluta si diresse verso la porta. Shikaku con un sospiro la
riacciuffò e la tirò indietro.
«Fermati» le disse, vicino
all’esasperazione. «Capisco che il tuo istinto materno si sia
improvvisamente risvegliato dal letargo, ma ora non puoi andare fuori
e diventare il perfetto bersaglio per tutti gli shuriken della
Roccia»
«Letargo?» ringhiò
Temari offesa.
«Non venirmi a dire che sei
sempre stata la madre dell’anno»
«Ehi, io ho sempre voluto il
meglio per mia figlia!»
«Per favore» si intromise
Kakashi con un sospiro. «Potreste rimandare questo genere di
discussioni a più tardi? Ora abbiamo altri problemi più
pressanti...»
«Tanto per dirne uno»
intervenne Sakura. «Gli Hyuuga non hanno risposto al messaggio»
Scese il silenzio.
Kakashi si accigliò,
all’improvviso preoccupato.
«E’ la prima volta che ti vedo
ansioso da quando sei sceso quaggiù» mormorò
Sakura, fissandolo. «E, anche se sono contenta che tu sia qui,
è un po’ che mi chiedo… perché sei rimasto
indietro? E gli altri lo sanno? Ti abbiamo visto partire con loro, ma
immagino si trattasse di una copia»
L’Hokage alzò lo sguardo a
incontrare gli occhi verdi della jonin. Dietro di lei vide altri
occhi, tutti puntati su di lui, tutti in attesa. Poi incrociò
le iridi candide di Hinata, che annuì appena.
«Certo che lo sanno»
sospirò, rassegnandosi a raccontare tutto. «A dire il
vero è stata un’idea mia e di Naruto, ma ne sono stati
informati anche gli altri, per dare una mano all’occorrenza»
Sakura inarcò le sopracciglia.
Perché lei non ne sapeva niente?
«Avevate previsto che ci sarebbe
stato tutto questo casino?» domandò Ino accennando a
tutti loro, riuniti in una stanza stretta e buia alla ricerca di un
piano d’azione.
«Veramente no» ammise
Kakashi. «Per essere sinceri, Naruto ha insistito per
trasformare una sua copia in me e portarla in battaglia all’unico
scopo di lasciarmi a controllare che Hiashi non tentasse nulla di
strano verso Hinata o le bambine»
Sakura e Ino fissarono Hinata inarcando
le sopracciglia, e lei arrossì.
«Wow» commentò la
bionda. «Ti ama proprio tanto, eh?»
«E’ stato per caso che uno dei
miei cani ninja mi ha informato di movimenti sospetti, mentre
pranzavo. E da lì mi sono insospettito e messo in azione»
concluse l’Hokage.
«Il punto è»
intervenne Temari, lontana mille miglia da concetti come
‘romanticismo’ e ‘momento poetico’ «che ora gli Hyuuga
hanno iniziato a muoversi in modo strano. Non si sono presentati, e
non hanno nemmeno risposto al mio biglietto»
«Infatti» annuì
Kakashi. «Il tuo messaggero? Riesci a richiamarlo?»
Temari si morse il pollice, mentre
tutti si rintanavano istintivamente in un angolo alla prospettiva del
suo ventaglio che veniva agitato per la stanza ristretta. Lei,
ignorandoli totalmente, disegnò una linea di sangue sull’arma
e la agitò. L’improvvisa folata di vento mandò
Kakashi contro il muro, mentre Temari si scusava distrattamente, e
poi in uno sbuffo di fumo comparve una piccola donnola grigia dagli
occhi neri.
«Sei tu che hai portato il
messaggio agli Hyuuga?» indagò lei accucciandosi. La
donnola annuì con aria intelligente. «L’hai consegnato
a Hiashi Hyuuga?» Annuì di nuovo. «E lui non ti ha
lasciato risposte?» Un cenno di diniego. «Ma lo ha
letto?» Sì. «E non ha commentato?» No. «Cosa
ha fatto del biglietto? Lo ha bruciato? Strappato? Accartocciato?»
No. No. No. «Lo ha semplicemente lasciato lì?» Sì.
Temari si accigliò. «E questo che diavolo vuol dire?»
commentò a voce alta, lasciando sparire la donnola.
Kakashi si allontanò con cautela
dal muro, lanciando un’occhiata al grosso ventaglio. «Vuol
dire» rispose per tutti, inspirando a fondo. «che non lo
interessava minimamente»
«Ma parlava della sicurezza di
sua figlia e delle sue nipoti!» borbottò Ino indignata.
«A meno che…» sussurrò
Sakura, preoccupata. «A meno che lui non fosse già al
corrente di tutto…»
Shikaku la guardò. «Immagino
che con questo tu non intenda dire che si sta già preparando
per difendere il villaggio» sospirò.
*
Il tempo aveva assunto una strana
forma.
Guardando in alto, Jin vide le nubi
addensarsi a una velocità spropositata, non più
soffici, bianche e distanti, ma dense, grigie e basse. Vorticavano
sopra il campo di battaglia, scontrandosi con rombi assordanti e
scariche di elettricità, e sembravano agitate da un vento
innaturale che si alzava da terra in spirali rossastre. Seguendo
l’invisibile scia scarlatta, Jin vide l’altra forma del tempo.
L’Immobilità.
Decine, centinaia di uomini inchiodati
sui loro piedi, gli occhi sbarrati e fissi al centro del vortice.
Incapaci di fare un solo passo, incapaci di reagire. Incapaci persino
di scappare.
Affascinati e terrorizzat,i erano stati
intrappolati, catturati da quelle nove code color del sangue che non
avrebbero permesso a nessuno di uscire vivo da quella lotta impari.
Erano spacciati, e non lo sapevano
neppure, non se ne rendevano conto.
Di fianco a Jin, Hitoshi e Kotaro
avevano perso tutta la spavalderia di cui si erano fregiati soltanto
pochi minuti prima. Nervosi, fissavano le nubi vorticanti, cercando
di ripararsi dal vento dietro a Sasuke e Sai, e il sangue sembrava
aver abbandonato completamente le loro guance.
Fissavano anche Jin, chiedendosi come
potesse essere, o almeno sembrare tanto sereno in mezzo a quella che
loro avrebbero tranquillamente classificato come l’Apocalisse.
Ma i loro occhi, invariabilmente, erano attratti dal centro del
vortice, insieme agli occhi di tutti.
Non vedevano Naruto, c’erano di mezzo
troppe persone, ma vedevano nove code di rosso chakra traslucido
agitarsi nell’aria, incredibilmente alte, creare correnti e
scuotere il cielo. Anche da una certa distanza il vento scompigliava
i loro capelli.
Eppure non era ancora successo nulla.
Lampi, tuoni, vento, ma nulla di
concreto. Naruto non aveva ancora mosso un passo.
Rabbrividendo, Hitoshi si chiese cosa
sarebbe accaduto quando lo avesse fatto.
«Dietro di me» disse a un
tratto Sasuke, spingendolo dietro la sua schiena. «Stai
attento»
«Cosa succede?» domandò
Hitoshi, obbedendo. Vide il padre unire le mani sotto il mento,
imitato da Sai e anche Jin, a cui bastò un’occhiata per
capire cosa fare, e il chakra prese a scorrere tra loro creando una
barriera azzurra fiocamente illuminata.
Hitoshi scambiò un’occhiata
con Kotaro, e lui, livido, gli fece cenno di guardare avanti.
Deglutendo, il piccolo Uchiha lo fece.
Il vento era cessato di colpo.
Le nove code di chakra erano scomparse.
Le nubi in cielo restavano sospese,
muovendosi debolmente, per inerzia.
L’intero campo di battaglia
tratteneva il respiro.
Più agghiacciante della
tempesta.
L’attimo che precede la distruzione.
E all’improvviso iniziò.
Ci fu un lampo di luce, un’esplosione
di chakra che investì la barriera azzurra eretta dai ninja
della foglia in prima fila. Il muro tremolò, vibrò, i
ninja strinsero i denti e piantarono i piedi, Kotaro e Hitoshi
chiusero gli occhi, abbagliati. Sentirono il terreno tremare sotto di
loro, i sassolini rimbalzare contro le caviglie, era come quando
Chiharu aveva perso il controllo, ma diverso: l’energia non
proveniva dal basso, ma dall’alto. Veniva dall’alto eppure era
così forte da scuotere il basso.
«Cosa succede?!» ripeté
Hitoshi accucciandosi per mantenere l’equilibrio.
Il lampo di luce passò rapido
come era arrivato, lasciando sprazzi di macchie colorate dietro le
palpebre di tutti. Hitoshi e Kotaro aprirono lentamente gli occhi, e
quando riacquistarono la vista… il campo di battaglia era sparito.
Al suo posto c’era una conca immensa,
profonda quanto un palazzo; un cratere dai bordi frastagliati,
percorso da cascatelle di sabbia che scivolavano verso il fondo,
granelli infinitesimali che erano i detriti più grandi
rimasti; al centro, nel punto più profondo, stava una massa di
chakra rosso che si muoveva rapida e confusa.
«Che diavolo…» mormorò
Hitoshi senza fiato, posando gli occhi sul cielo improvvisamente
sgombro da nubi. Brandelli sfilacciati di un bianco abbacinante
indugiavano sul campo, incerti sulla direzione da prendere. Il resto
dello spazio era di un azzurro intenso e pulito.
«Cos’è… quella cosa…
quel… quello?» alitò Kotaro, additando la massa
confusa al centro del cratere.
«Naruto» rispose Sai senza
scomporsi, la barriera eretta da lui e dagli altri ninja ancora alta.
«E questa è la minima distanza di sicurezza che dobbiamo
rispettare»
«Minima?» ripeté
Kotaro sbiancando.
«Da dove arriva quel chakra
rosso?» domandò Jin, suo malgrado turbato.
Sai e Sasuke si scambiarono
un’occhiata.
«Quella è la speciale
abilità di Naruto» rispose il primo.
«Meno ne sapete, meglio è»
aggiunse il secondo.
«Può controllarla?»
indagò Jin, deglutendo.
Sasuke ghignò amaramente. «Di
solito sa bene quando usarla»
Hitoshi gli lanciò un’occhiata
incerta. Cos’era quella nota che aveva avvertito nella voce di suo
padre?
Invidia?
«Guardate bene» riprese
Sai, con voce pacata. «Non avrete molte occasioni di rivederlo.
Guardate e imparate perché quell’uomo può fare paura»
“E perché gli starò
molto lontano finché non avrà scordato la faccenda di
Chiharu” aggiunse tra sé e sé.
Kotaro e Hitoshi obbedirono, e anche se
inquieti osservarono.
Sul fondo del cratere le nove code si
agitavano irrequiete, veloci come il vento, creando lame d’aria che
sferzavano il terreno entro un breve raggio. All’interno della
barriera cui davano forma, Naruto stringeva la mano attorno al collo
di Tsuda, miracolosamente illeso. Dalle dita del jonin, circondate da
un alone scarlatto, scaturiva un leggero flusso di chakra giallo, che
andava a ricoprire il comandante della Roccia.
«Ora siamo solo io e te»
disse Naruto con voce bassa e innaturale. «I tuoi uomini sono
morti tutti»
Tutti…
Quindi anche suo figlio…
Tsuda strinse i denti, furibondo e
impotente.
«Questo è sleale!»
ringhiò, artigliando la mano di Naruto e cercando di
staccarla, inutilmente. «Tu sei un mostro! Non sei umano!»
Naruto snudò le zanne in un
ghigno macabro.
«Arrivi tardi. Ormai sono
abituato a sentirmelo dire» sussurrò, e nella sua gola
gorgogliarono le fusa della bestia. «Ma tu? Cosa mi dici di un
uomo che per vincere pulito minaccia una donna incinta e due
bambine? Che mi dici? Dov’è l’onore, dov’è la
lealtà in questo?» aumentò la
stretta delle dita.
Tsuda ansimò, a corto di
ossigeno.
«L-Lasciami» si trovò
a balbettare, benché non fosse nelle sue intenzioni. Per
rimediare alla patina di gemente sconfitta nella sua voce cercò
di essere aggressivo, ma il risultato fu molto povero.
«Esistono due parti distinte
dentro di me…» mormorò Naruto, senza staccare gli
occhi scarlatti da quelli grigio-verdi dell’uomo. «Una ride,
e mi consiglia di farti a pezzi lentamente, di staccarti un arto per
volta e guardarti morire soffrendo… L’altra mi dice di ucciderti
subito, di togliermi la soddisfazione immediatamente. Purtroppo per
te nessuna mi dice di risparmiarti. Avevate ragione, voi della
Roccia: toccando Hinata avete toccato il mio punto debole. Tu cosa
scegli?» chiese, e rise. Una risata fredda, senza pietà
né umanità. La scelta era una sola, naturalmente.
«Non finirà qui…»
ringhiò Tsuda, gli occhi sbarrati nella rabbia. «La
Roccia tornerà ad attaccare, e alla fine vinceremo! Non è
finita qui!»
«Risparmiami le solite frasi
vuote» disse Naruto, quasi annoiato. Poi ghignò per
l’ultima volta. «Sicuramente per te finisce qui.
Questa volta tu hai perso» sibilò.
Le code smisero di agitarsi,
immobilizzandosi alte nel cielo in un semicerchio perfetto.
Naruto sollevò Tsuda, ad almeno
un metro da terra, e smise di far scorrere chakra giallo sul suo
corpo.
Un grido lacerò l’aria.
Sotto gli occhi disgustati e
orripilanti di Kotaro e Hitoshi, il chakra rosso risalì lungo
la mano di Naruto fino al collo di Tsuda. Da lì scivolò
in basso, come spuma animata di vita propria, e dove si posava la
pelle si corrodeva, con un inquietante sfrigolio. Scese lungo tutto
il corpo, bruciando abiti, armatura e ossa, come un acido
inarrestabile ribolliva e sfidava la gravità. Ben presto Tsuda
non ebbe più voce per gridare, e rimase ansante, gli occhi
fuori dalle orbite e la bocca spalancata in un grido muto.
Come chi lascia il dolce per ultimo,
Naruto lasciò che il chakra risalisse verso il capo.
Per un attimo strinse tra le dita una
sagoma scarlatta che si contorceva debolmente e sfrigolava.
Poi la lasciò cadere a terra, e
la guardò. La guardò finché non ci fu più
nulla da vedere, e la massa rossa tornò ad aumentare quella
che già lo circondava, donandogli code e orecchie e artigli di
volpe.
Solo a quel punto Sasuke rilassò
le spalle e lasciò che la barriera si estinguesse, inspirando
piano.
«E’… è finito?»
chiese Jin con un filo di voce, mentre tutti gli altri ninja
imitavano l’Uchiha. Anche l’apatico figlio dell’Hokage non era
riuscito a restare impassibile.
Sasuke annuì, massaggiandosi un
muscolo contratto, e asciugò il sudore dalla fronte pallida.
Si voltò a cercare Hitoshi, e lo
vide alle sue spalle che fissava il cratere con gli occhi sbarrati.
«Girati» gli ordinò,
e quello, come un automa, obbedì. «Dimentica quello che
hai visto, se non puoi sopportarlo. Quello non è il vero
Naruto»
Il piccolo Uchiha annuì, e il
suo corpo rigido prese a tremare.
Kotaro non aveva voluto vedere. Quando
Tsuda aveva gridato, lui si era accucciato e aveva serrato le
palpebre, premendo le mani sulle orecchie. Sai gli batté un
colpetto sulla spalla.
«E’ finita» gli fece
capire a cenni.
Kotaro annuì, ed esitante si
rialzò. Fece girare lo sguardo tutt’attorno, e vide soltanto
volti turbati e lividi, come probabilmente era il suo. Adocchiò
Tobi che si piegava e vomitava, un ragazzo dai capelli rossi che
indossava la divisa della Roccia che gli batteva piccole pacche sulla
schiena, ma non riuscì a soffermarsi a pensare a cosa
significasse. Vide anche i suoi genitori, a una certa distanza, e si
affrettò a raggiungerli.
«Voglio tornare a casa»
sussurrò a suo padre, quando Tenten non era a portata di
orecchio. Non gli importava di sembrare un bambino, voleva solo
andarsene di lì, tornare in un mondo in cui le cose giravano
nel modo giusto e in cui i maestri dai capelli chiari non erano
mostri color del sangue. Voleva tornare nell’atmosfera familiare
della sua casa e dormire nel suo letto, e litigare con Mei e fingere
che nulla fosse successo, voleva correre il più lontano
possibile da lì, e da quella realtà.
Rock Lee gli posò una mano sulla
testa, e annuì. Kotaro notò che anche lui era pallido.
Nella generale agitazione, un puntolino
distante non poteva certamente essere motivo di interesse.
Oltre la conca, lontano sulla collina
appena accennata, l’unico superstite della Roccia osservava il
cratere con una certa preoccupazione e una smisurata ammirazione.
«Incredibile…» mormorò
Ariyoshi Tsuda, le braccia incrociate sul petto. «Padre,
avevate perso in partenza»
Rimase a contemplare l’opera di
Naruto ancora qualche istante, pensieroso, e infine un leggero
sorriso si fece strada sulle sue labbra.
«Una morte onorevole, come avete
sempre desiderato. Sul campo di battaglia. Ma siete stato davvero
ingenuo…»
Avevano avuto la spia a portata di
mano, avrebbero potuto farsi svelare i piani della Foglia, vincere
forse; se non avessero fatto arrabbiare quel Naruto Uzumaki… E
invece, nella foga di combattere, avevano puntato tutto su un piano
che li aveva condotti alla rovina.
«Addio, padre» mormorò
Ariyoshi voltando le spalle al campo di battaglia. «Forse vi
farà piacere sapere che ufficialmente anche io sarò
morto da eroe in questa guerra»
Mentre camminava, allontanandosi dal
confine con il Paese del Fuoco, vide una figura ammantata attenderlo
in lontananza. Sorrise brevemente, e la raggiunse.
«Mi dispiace» disse una
voce di donna da sotto il cappuccio. Un’unica ciocca turchese
correva sul petto appena accennato.
«Sì, è stata una
sconfitta pesante» commentò Ariyoshi.
«Io parlavo di tuo padre»
«Oh, quello. Beh, prima o poi
tutti i padri muoiono, è un’idea con cui ho imparato a
convivere da quando avevo sei anni» si strinse nelle spalle. «E
comunque è morto come voleva, cosa può desiderare di
più?»
La donna ammantata non ribatté,
sapendo che sarebbe stato inutile, e invece gli si affiancò e
riprese a camminare con lui.
«Qual è la nostra meta?»
domandò.
«Devo ancora pensarci»
rispose Ariyoshi. «Ah…» fece subito dopo, fermandosi.
«Cosa c’è?»
«Niente. Solo mi chiedevo…»
si voltò, e lanciò un’occhiata agli uomini della
Foglia che iniziavano ad avvicinarsi al cratere. «Non
penseranno davvero che sia finita qui?»
«Anche tuo padre aveva detto
qualcosa di simile, prima di morire. Non erano frasi vuote?»
«Incredibile a dirsi, per una
volta no, anche se probabilmente lui non lo sapeva. Stranamente la
Roccia ha fatto le cose per bene: hanno ancora due agenti infiltrati,
e la Foglia non sa nemmeno della loro esistenza. Tra l’altro sono
anche in ottime posizioni, se ben ricordo: la segretaria del Kazekage
e un altro che al momento mi sfugge, alla Foglia. E dovrebbe essere
in azione proprio ora, anzi credo che stia combinando un bel casino
laggiù Bah. Che si arrangino»
«Sono spie svogliate come eri
tu?» domandò la donna con una punta di ironia nel tono,
mentre riprendevano a camminare. «Da quanto tempo non lavoravi
più per la Roccia, praticamente?»
«No» rise Ariyoshi. «Loro
fanno le cose per bene» sospirò. «Spero solo che
non me la uccidano»
«Chi?» chiese la donna
mascherando il leggero dispetto con la freddezza.
Ariyoshi sorrise, ripensando a una
ragazzina dalla lunga coda nera.
«Lo saprai a tempo debito»
cantilenò. «Tutto a tempo debito»
Era solo.
Era sempre solo, in quei momenti.
“Che sciocchezza. Tu non sei mai
stato solo. Ci sono sempre stata io”
Kyuubi. Con la sua voce
bassa e ghignante e quel tiepido rumore di fusa in fondo alla gola.
“Sono solo, invece” pensò
Naruto, mentre le nove code purpuree si agitavano sopra la sua testa
come quelle di un gatto nervoso. “Quando devo ricacciarti nel
profondo, sono sempre solo”
Mentre lo spirito della volpe tornava a
giacere nelle profondità della sua anima, rinchiuso dietro
quelle sbarre sigillate da una pergamena malridotta e mantenute
serrate più che altro dalla sua volontà, a Naruto parve
di sentire una risata bassa e carica di minacce e promesse. E, in
sottofondo, fusa.
Riaprì gli occhi.
Era sul fondo del cratere che lui
stesso aveva creato, completamente solo. Sopra la sua testa il cielo
era azzurro, e nuvole filamentose ruotavano pigre, incapaci di
prendere una direzione certa. Sollevando lo sguardo, Naruto vide i
bordi irregolari della conca che lo circondava, e sospirò.
Aveva cercato di trattenersi.
Blandamente, ma ci aveva provato.
E invece, ancora una volta, aveva
constatato che, quando lasciava libera Kyuubi, anche se poteva
proteggere sé stesso non era in grado di proteggere gli altri.
«Tutto bene?» chiese una
voce dall’alto. In cima alla conca, inginocchiato sul limite ultimo
del precipizio, Sasuke lo chiamava. «Sei tornato il solito
idiota?»
«Ti ammazzo!» sbraitò
Naruto agitando il pugno verso l’alto, i crucci esistenziali
scordati in un baleno..
«E’ okay» commentò
Sasuke rivolto verso qualcuno alle sue spalle, che dal fondo della
conca restava invisibile. «Reagisce agli insulti, è
normale»
«Ma che cavolo di metodi usi per
controllarmi?!» chiese Naruto indignato, mentre arrancava verso
il bordo della conca. «Un giorno ti faccio rimangiare tutto!»
«Tutto cosa?» sbuffò
Sasuke con un ghignetto di superiorità. «Questa volta
non ti ho neanche insultato davvero. E poi è evidente che io
sono migliore sotto ogni aspetto, non riuscirai mai ad essermi
superiore»
«Piccolo bastardo dall’ego
smisurato…» ringhiò Naruto raggiungendo il bordo,
mentre una vena si gonfiava sulla sua fronte. «Con chi cavolo
credi di parlare, eh?»
Sasuke sorrise. «Con il peggior
ninja del villaggio della Foglia»
Ecco chi aveva diffuso la voce.
Ripensando alla loro prima prova con
Naruto, Hitoshi e Kotaro si resero conto che avrebbero dovuto
ammazzare l’Uchiha, se volevano mantenere il giuramento di quella
volta. Ma preferirono fare finta di niente e cancellare quella fugace
e sconsigliabile riflessione.
Sasuke posò una mano sulla
spalla di Naruto, e, prima ancora che quello potesse reagire, gli
diede una leggera spintarella. Le dita del biondo si staccarono dal
bordo del cratere, lui impallidì, e poi con un urlo che era un
insulto prolungato scivolò nuovamente verso il basso,
trascinandosi appresso una cascata di detriti.
L’Uchiha si alzò in piedi,
spolverandosi le mani.
«Va bene, due ore di riposo e poi
tutti a casa!» annunciò prendendo in mano la situazione.
«Bastardo, il capo ero io!»
gridò la voce di Naruto dal basso.
Tra i ninja si diffuse una risata
leggera, che riportò il colore sulle loro guance.
Kotaro guardò Hitoshi,
perplesso.
«Di’ un po’… Tuo padre è
un gran fanfarone, vero?» chiese.
Il piccolo Uchiha arrossì
d’indignazione. «Non è vero!» sbottò.
«Ma ha appena detto di essere
migliore di Naruto, quando è evidente che…»
«Sta’zitto! Mio padre è
migliore di lui! E’ il miglior ninja dopo l’Hokage! Insomma, non
basta essere forti per essere in gamba! Bisogna anche essere
intelligenti, e lui di sicuro non lo è!» additò
Naruto, che risaliva per la seconda volta dal bordo.
Sai gli tese una mano, sperando così
di fargli dimenticare il leggero screzio che coinvolgeva Chiharu, e
Naruto la afferrò e si tirò in piedi. Guardò il
ninja moro per qualche istante, gli sorrise, lo ringraziò, e
poi lo scaraventò giù per la conca.
«Io non dimentico!» gli
gridò con un gesto osceno.
«Visto?» esclamò
Hitoshi, piccato.
Kotaro scambiò un’occhiata con
Jin, che si strinse nelle spalle. «Teoricamente ha ragione»
confermò.
Il piccolo Lee si grattò la
nuca, ancora poco convinto. Sospirò. Ehh, ce n’erano di cose
da imparare…
L’ora successiva fu la più
rilassante nella breve vita dei tre neodiplomati.
Avevano provato il riposo dopo una
lezione all’Accademia, dopo una missione, dopo un’esercitazione
di sopravvivenza, ma nulla riusciva a eguagliare il senso di profondo
benessere che provarono quando realizzarono che erano usciti vivi
dalla loro prima, vera battaglia.
Hitoshi, Kotaro e Jin si sedettero tra
Sasuke, Naruto, Sai, Neji, Shikamaru, Lee, Tenten e tutti gli altri
ninja più o meno loro coetanei. Mentre la squadra medica
controllava i feriti e contava i morti – in numero
sorprendentemente esiguo, considerate le premesse – loro
riprendevano fiato, e Kiba blaterava qualcosa sulla moglie che ora lo
avrebbe costretto a fare figli, giusto perché sarebbe tornato
vivo, e malediceva Naruto che con il suo matrimonio gliel'aveva fatta
incontrare.
«Guarda l’eroe» ghignò
Sasuke adocchiando Naruto che ronfava poco più in là,
sicuro e tranquillizzato dal messaggio di Kakashi. «Dice tanto,
e poi è il primo a crollare»
«Tu hai prodotto seicento copie,
sterminato un esercito e controllato un demone?» gli chiese
Shikamaru con voce atona.
Tutti risero, mentre Sasuke per
vendetta spolverava un po’ di terriccio sulla faccia di Naruto, ma
quello era soltanto lo schema che si ripeteva ogni volta che ne
uscivano vivi, nessuno se la prendeva davvero.
Kotaro e Hitoshi si sentirono
immensamente grandi a stare tra le leggende del villaggio. Sapere che
il proprio padre è famoso e vederlo mentre ronfa sul divano è
molto diverso dal vederlo sul campo di battaglia, che ride e scherza
dopo aver rischiato la vita. Ed essere accanto a lui, e sapere di
aver fatto esattamente – beh, più o meno – le stesse cose,
avrebbe riempito di orgoglio chiunque.
«Chiharu è stata
un’idiota» sorrise il piccolo Uchiha, di nuovo avvolto
dall’eccitazione, ora che Naruto era tornato innocuo.
«Già» annuì
il piccolo Lee, seduto accanto a lui. «Chissà cosa starà
facendo adesso»
Sfortunatamente per loro e per gli
altri ninja, lo avrebbero saputo anche troppo presto.
Nemmeno dieci minuti dopo, mentre si
crogiolavano al sole e davano fondo alle loro borracce, un puntolino
si disegnò all’orizzonte, verso il Paese del Fuoco. Il primo
ad avvistarlo fu Tobi, mentre prendeva fiato tra una medicazione e
l’altra.
«E’ un altro di quegli
uccelli!» esclamò additando il cielo.
Tutti seguirono il suo sguardo, e
videro una sagoma appena percepibile ingrandirsi mano a mano che si
avvicinava, sorprendentemente veloce.
Quando fu sulle loro teste divenne
chiaramente visibile per ciò che era: un uccellino scarlatto
dalle piume arruffate. La sua coda non era nemmeno lontanamente
paragonabile a quella del suo predecessore, corta e opaca com’era,
e il messaggio che portava legato alla zampa era piegato alla bell’e
meglio e sembrava troppo pesante per lui.
Con una certa difficoltà fece un
giro sopra le teste dei ninja che lo fissavano perplessi, poi planò
incerto verso il corpo di Naruto addormentato.
L’atterraggio fu brusco, ma
pienamente centrato: l’uccellino piombò dritto sul naso del
jonin, che si svegliò di soprassalto.
«Ma che cavolo…?!»
imprecò quando una piuma andò a solleticargli le
narici. Starnutì, e si rizzò a sedere.
«Ha un messaggio» disse
Kotaro sporgendosi per prendere il volatile, ma quello gli sgusciò
tra le mani, facendo roteare gli occhietti neri, e tornò a
svolazzare sulla faccia di Naruto.
«Okay, okay! Ho capito!»
sbottò lui afferrandolo. Tolse il foglietto ripiegato dalla
zampa, e come l’ebbe fatto l’uccellino si dissolse in uno sbuffo
di fumo.
«Sembrava proprio debole»
commentò Jin inarcando le sopracciglia.
Naruto aprì il messaggio, e
corrugò la fronte quando vide che ancora una volta era scritto
con il sangue. Forse si sarebbe preoccupato anche di più se
avesse osservato le spesse gocce scure che intridevano i bordi della
carta, ma prima che potesse farlo ciò che era stato scritto
attirò la sua attenzione.
Questa volta non ebbe neanche il tempo
di impallidire, come quando Tsuda gli aveva detto che avevano preso
Hinata.
Questa volta lasciò andare il
biglietto e unì le mani così rapidamente che nessuno
riuscì a vederlo.
Ci fu solo una leggerissima,
impalpabile e oscura vibrazione.
E un attimo dopo era sparito.
Nel prossimo capitolo...
“Ci siamo…” pensò il ninja
con un altro sospiro. Il messaggio tra le sue dita prese fuoco,
riducendosi a cenere in una manciata di secondi, e la leggera brezza
ne spazzò via i resti.
La copia trasformata nello scoiattolo,
che ancora correva tutt’attorno, drizzò la coda e si bloccò
su un ramo. Corse veloce sulla sua estremità, un punto
visibile da ogni direzione, e, scrutando con gli occhi acuti due
ragazzini nascosti tra il muro e il cespuglio che giocavano a morra
cinese, si tinse all’improvviso di un rosso acceso.
Il segnale era stato dato.
* * *
Spazio autore
Allora, volevate il capitolo crudo? E l'avete avuto.
Certo, non arriva ai livelli del sequel di Redenzione che mio malgrado sto scrivendo, ma comunque è già qualcosa.
E ora, per un po', di Naruto non saprete nulla.
(Non osate lamentarvi perchè al momento sono tutti vivi! Il capitolo 36 è ancora lontano!)
Riguardo alla mia pagina personale.
Qualcuno l'ha letta e si è chiesto con preoccupazione che diavolo mi sia successo.
Ebbene, dopo il capitolo 402 di Naruto c'è stato un certo scombussolamento nel mio cuore,
e, pur non sapendo se sia definitivo o transitorio, devo prenderne atto.
Ma attenzione!
Ciò non significa che metterò mano alla fanfic e la
modificherò per seguire le mie nuove, perverse tendenze!
Questa storia è già stata scritta per intero ormai un
anno fa, e se la modifico è solo per evdenti errori di battitura
o dettagli ininfluenti!
Anzi, al momento sono un po' dispiaciuta per quello che deve accadere...
Fino al capitolo 36, questo elenco resterà qui,
ma decurtato dei nomi che hanno già fatto storia.
Scommesse sui morti
Shikamaru - 3 voti
Asuma - 3 voti
Kakashi - 3 voti
Tsuda junior - 2 voti
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Temari - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Nessuno della Foglia - 2 voti
slice: io
povera ignorante non so cosa voglia dire "strappà"! XD Spero per
Sasuke che sia un complimento, comunque, e grazie per aver detto che a
leggere sembra di vedere un film!
SuperEllen: uhm, all'epoca
della prima pubblicazione del peggior bla bla bla qualcuno aveva
ipotizzato che si trattasse di Jiraya, in effetti... Anzi, mi ero
stupita perché questa volta non lo avevano detto in tanti! E
dire che temevo che il cane fosse eccessivamente spoileroso! XD Ma a
quanto pare queste cose esistono solo nella mia testa, e dopotutto sono
davvero imprevedibile! U_U Per quanto riguarda Naruto, francamente io
l'avevo pensata in un altro modo: lui non si fa colpire per amore di Hinata.
Lo fa perché se Tsuda pensa che lui sia KO, quando le prende, le
prende peggio! <3 (questo è il genere di trip malati che mi
faccio) Oh, tra parentesi, non è la prima volta che Naruto mette
nove code. Lo aveva fatto anche quando ha quasi massacrato Sasuke, in
Sinners, ma all'epoca non sapeva mantenere il controllo. Dunque, su
Tsuda jr ci hai preso, come hai letto, e invece non posso dirti se
morirà qualcun altro... XD Sappi solo che finché l'elenco
dei morti resta lì dov'è, i nomi che vengono indicati
sono a rischio. E anche qualcuno che non è ancora stato tirato
fuori...
arwen5786: ma dunque, tutti
dicono che Kakashi è stato un grosso colpo di sorpresa, e io
continuo a non capacitarmene! XD Va beh, mi fiderò della vostra
parola e chinerò la testa. Oh, guarda, al momento mi piange il
cuore a pensare a Sasuke che si sente inferiore a Naruto e a quello che
succederà... ç_ç Ma non parliamone, pensiamo ad
altro! Haru e Baka, Haru e Baka... Tu sai che lui mi piace, sì
sì. E sai che con lei ho un rapporto conflittuale, ma che
è l'unica fanciulla nei paraggi... Ciò detto, cosa
succederà tra loro? Oh, Neji! <3 Che ne farò del
giovane Neji? (e qui, davvero, non mi sbottono!) A proposito: non esistono personaggi che non ucciderei mai. Credimi,
con le giuste motivazioni farei fuori davvero tutti. Ma povera Hanabi!
Lasciala perdere, la pulzella, che già è abbastanza
sfigata così com'è! XD
Killkenny: uhm... ogni tanto ho la tentazione di cambiare qualcosa, solo per sorprendere te. XD
sammy1987: ebbene sì,
l'uomo in nero era Kakashi! E ancora non so perchè beve latte
alla fragola! XD Comunque direi che Naruto ha fatto sfoggio della sua
potenza oggi, non tanto nello
scorso capitolo! E la cosa è abbastanza piacevole... <3
(anche se ora mi spiace per Sasuke! ç_ç)
bambi88: non so se ti
darò più della sanguinolenta, sai? Dopo quello che
uscirà dall'ultima masochistica cosa che ho deciso di scrivere,
temo che nessuno reggerà il confronto con me. ç_ç
Anche a me Sasuke fa tenerezza, maledizione! Tanta tenerezza! ç_ç Perchè, perché Kishi ha fatto quel che ha fatto?!
Hipatya: calma, prima di
pronosticare Naruto che perde la testa! XD Ricorda che sono passati 13
anni da Sinners, anni di allenamenti e crescita! Per ora ha ancora le
redini. Oh, non mi parlare dell'infigheggiamento di Naruto! Ora come
ora a leggere di Sasuke che rosica mi viene da piangere! Voglio dargli
le sue soddisfazioni, lo voglio con tutta me stessa! ç_ç
E odio Kishi che mi fa pensare queste cose. Se non altro Haru e Baka mi
tirano un po' su di morale... Sono adorabili, soprattutto nel prossimo
capitolo! <3
muccina89: ehm, sei davvero
sicura che il povero Tsuda si meritasse tutto quello che gli è
capitato? XD Non è stato forse un po' troppo...? Naaa...! XD Uh,
povero Sasuke sì! ç_ç Mi pento e mi dolgo di farlo
rosicare così tanto, e mi pento anche per quello che
accadrà...
maninja87: taciiiiiii! Io soffro
più di tutti per le figure che ci fa Sasuke! Io, che mi sono
convertita all'improvviso e non so come devo comportarmi, io,
che so cosa succederà e non posso fare niente per impedirlo!
ç_ç Accidenti, accidenti, accidenti a me! Tu potrai anche
consolarti con il manga, ma io sul manga ci piango! ç_ç
Per quanto riguarda la fanfic, direi che al momento le scene sono due,
ma già nel prossimo capitolo diventeranno tre. E davvero,
rileggendola mi chiedo come cavolo sono riuscita alla fine a riunire
tutto in un unico luogo! ò.ò Sono meglio del previsto! XD
Anche se ricordo che verso la fine di questa storia stavo impazzendo,
con tutti gli intrecci vari... Non so nemmeno quante volte ho dovuto
rileggerla per essere sicura di non scordare niente!
yayachan: ed ecco il tuo amato
capitolo 26, come da richiesta. E la minuscola aggiunta che, ne sono
sicura, tu hai notato! XD Uh, per quanto riguarda il piccolo Tobi, in
realtà non si chiama
Tobi. Il suo pomposissimo nome è Toshibimaru, ma da quando era
all'accademia hanno sintetizzato nome e cognome in Tobi, e tale
è rimasto!
lale16: eddai, questa piccola
anticipazione te la faccio... Vuoi vedere Temari che combatte? Prossimo
capitolo! Oh, grazie per i complimenti sulla scena, sono contenta che
si sia mantenuta più o meno sui livelli di Sinners... la cosa mi
angosciava parecchio, in effetti.
DuniettaS: uhuhuh, sai, non
è affatto detto che i mocciosi riconoscano la bravura di
Naruto... Potrei anche essere particolarmente bastarda e saltare quel
momento! Però già nello scorso capitolo hanno avuto un
assaggio di quel che poteva essere, e in questo una piccola batosta.
Poverini, mi fanno un po' pena, ora... Oh, sono felice che Kakashi sia
risultato così sorprendente, alla fine! XD
fedecr90: qual è l'unica
cosa che convertirebbe Haru? Boh, ma personalmente ritengo che se Shika
morisse lei si incazzerebbe e direbbe che è colpa del fatto che
era ninja. U_U Sì, sì, mi maledirai per la risposta breve
e stringata, ma so che poi continuerai a volermi bene e a istigarmi
alla socializzazione! <3 Tra parentesi, in giugno salgo a Milano, ma
non ti dico mica quando! <3
Yume_Tsuki: meno male che ti
sei divertita nello scorso capitolo, perché da ora, a parte
qualche breve siparietto, ci sarà meno di che gioire! XD
Talpina pensierosa: sì, in effetti lo adoro anche io, ma credo che ormai sia risaputo, no? XD
crilli: no che non sei
un'idiota in paranoia! XD Su su è normale temere: sono
abbastanza stronza da essere pericolosa. E poi, onestamente, non avevo
dato nessun segno perché si capisse che era kakashi. U_U A parte
il cane, beh. Per quanto riguarda le tue perplessità sul mio
cambio d'orientamento (metaforico, eh XD), puoi leggere più su e
basarti sulle quattro cose che ti dirò in questo momento. Sembra
stupido, a me pure folle, ma io capisco Sasuke alla fine del 402. E lo
spalleggio completamente. A livello razionale, so che è un
cazzone, ma a livello emotivo lo amo. Punto. E con lui anche Itachi, e
pure gli Uchiha che progettavano il colpo di stato, ecco. Tutto a
livello emotivo, eh.
Ino_Chan: mah, a me Kotaro e
hitoshi sembrano due deficientelli, ma va beh! XD Sono felice che ti
siano piaciuti e che ti siano piaciute anche le scene di guerra! ^^
RedCrossBook: ahimé,
questa fic è stata scritta nel periodo in cui ancora amavo
Naruto. U_U Ora penso di vertere più su Sasuke, e infatti
ciò che di nuovo c'è sul mio pc maltratta lui, ma ancora
per un po' leggerai di naruto in seri casini...
Maobh: uhm, bene, direi che ora
sono soddisfatta delle scene di battaglia! XD Ero davvero insicura, non
sapevo se avrebbero reso bene come quelle di Sinners e Redenzione, ma
dai commenti mi sembra di capire che erano decenti anche un anno fa. E
dunque gioisco! XD Oh, come prendi alla leggera il conto dei morti...
non dovresti stare tanto serena, sai? Uh, colgo l'occasione per
rispondere qui al tuo messaggio su hotmail (ho seri problemi con quella
cavolo di posta, le volte in cui mi apre i messaggi di solito non mi fa
accedere al servizio "rispondi"... -.- E, visto che questo è uno
spazio in cui posso scrivere quello che voglio, a differenza di quello
dei commenti, lo sfrutto!). Per vederci, guarda, non è questione
di essere timida o meno (non solo! XD), è che in questo periodo
sono leggermente subissata di esami, e la cosa non mi rende molto
incline a gironzolare, per il semplice motivo che so che quando lo
faccio arrivo a casa e mi dico "sono stanca, mica posso mettermi a
studiare!" Quindi, facendo un rapido calcolo riguardante i miei
impegni, o dopo il 26 (e con questo intendo dire il 27, che poi torno a
casa) o dopo il 10 luglio (e lì credo di aver tempo quattro o
cinque giorni) o se ne riparla a settambre. Mi spiace, ma purtroppo non
posso fare diversamente! ç_ç Ah. E Angels è
splendida, lo so *_* Non ho ancora trovato una persona a cui non sia
piaciuta!
Izayoi007: ed eccola che invoca
il sangue. Ma che ho fatto di male io, mi chiedo? Va beh, in fondo se
do un dito devo dare anche tutto il braccio, suppongo sia mio dovere...
E dunque, sangue a te! In questo capitolo e in quelli a venire! ^^ E
ancora tanta, tanta, tanta Kyuubi...
1992: ma ciao! Quanto tempo!
*_* Ehi, sai che mi puoi contattare su messenger, vigliacchetta?
ò.ò Mica mi offendo - anche se tendiamo all'impazzimento
collettivo. Uff, comunque... parlando di questa fic, è meno cupa
e opprimente di Sinners perché l'ambiente è tutto
diverso. All'epoca i personaggi stessi avevano problemi più
grandi di loro, mentre ora ho per le mani dei tredicenni idioti la cui
maggior preoccupazione è: sono o non sono il più figo del
gruppo? Mi capisci che in queste condizioni l'atmosfera non può
che farsi più rilassata... Con ciò, ovviamente, voglio
dire che quando ci saranno delle scene riservate agli adulti, e saranno
scene un po' più spesse delle cretinate dei tre mocciosi, i toni
si faranno un filino più cupi, perché sono obbligata. Hai
visto che ho risposto alla tua recensione? E meno male che ogni tanto
mi ricordi Yumi-chan, o rischio di dimenticarla! XD
gracy110: uh, quanto
entusiasmo! ^^ Mi fa davvero tantissimo piacere leggere che ti sei
entusiasmata a tal punto, e spero che questo capitolo non abbia deluso
le tue aspettative! Hai avuto abbastanza sangue? ^^
Aya
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Capitolo 27 *** Battaglia in giardino ***
Naruto2-27
Battaglia in giardino
- Ventisette -
Jiraya era alla ricerca di idee per il
suo nuovo libro. Acquattato tra le fronde di un albero che si
tendevano al di sopra delle terme, scrutava con occhi molto poco
lucidi ciò che accadeva più in basso. Ridacchiava
piano, senza farsi sentire, quando a un tratto rischiò di
scivolare dal ramo. All’ultimo istante si aggrappò al tronco
e non perse l’equilibrio, ma qualche foglia ondeggiò pigra
verso l’acqua calda, e un paio di ragazze alzarono lo sguardo verso
il suo nascondiglio.
«Accidenti!» bofonchiò,
dileguandosi.
Da qualche giorno le cose non andavano
più bene come prima.
Da quando aveva avuto quella
discussione con la figlia di Shikamaru Nara, per la precisione.
“Sciocchezze” si disse
minimizzando, mentre attraversava il villaggio con aria pensierosa.
“Una spocchiosa bambinetta non può sapere nulla dell’immenso
valore artistico della mia opera. Andiamo, quella non saprà
nemmeno cosa vuol dire pomiciata!”
Eppure, da quando lei gli aveva
sibilato che i suoi libri facevano schifo, lui non era più
riuscito a scrivere una parola. Nessuno gli aveva mai detto quelle
cose con tanta acidità, nemmeno Naruto da ragazzino – che
poi, un po’ cresciutello, qualche suo libro se lo era letto pure
lui.
Il ninja sbuffò, e si fermò
in mezzo alla strada.
“Quasi quasi la cerco e la faccio
ritrattare” pensò. “No. Scherziamo? Io che inseguo una
mocciosa per farle cambiare idea? Che si arrangi, sono fatti suoi se
non capisce niente!”
Sbuffò contrariato, e, anche se
non lo avrebbe mai ammesso, combattuto. Rialzò lo sguardo
dalla strada e vide che si trovava in una zona del villaggio un po’
in periferia, a quell’ora della giornata deserta. Non conosceva
bene quelle vie, e impiegò qualche istante per orientarsi.
Alla fine decise che sarebbe tornato a casa, e che avrebbe cercato di
buttare giù qualche riga.
Si voltò, e per poco non
inciampò su qualcosa di piccolo, peloso e terribilmente
veloce.
«Ma che…!» bofonchiò,
mantenendo l’equilibrio per un soffio. L’animaletto che aveva
rischiato di farlo cadere scivolò rapido su per le sue gambe e
lungo la schiena, piantandogli nella pelle artigli minuscoli e
affilatissimi, e alla fine gli si fermò su una spalla muovendo
il musetto color sabbia con insistenza.
«Una donnola?» fece Jiraya,
sorpreso. Quella gli girò una volta attorno al mento, e poi
gli tese un foglietto di carta ben ripiegato.
Il ninja lo prese, lo aprì, e
fece scorrere velocemente gli occhi sul breve messaggio. Alla fine
corrugò la fronte.
«Puoi andare» disse alla
donnola, che con uno squittio sommesso si dileguò in uno
sbuffo di polvere. Lui accartocciò il foglio e lo nascose tra
le dita.
“C’è una cosa che devo
controllare” rifletté. E quando riaprì la mano del
foglietto era rimasta solo polvere volatile.
Nelle profondità della casa di
Naruto Il Piano era pronto.
Per la verità era elementare,
banale quasi, e prevedeva sostanzialmente che tutti uscissero in
massa dalla porta secondaria del rifugio e attaccassero i nemici alle
spalle, mentre Hinata e la sua famiglia restavano dentro insieme a
Sakura e Ino, nell’improbabile eventualità di doversi
difendere.
In un angolo della stanzetta che
occupavano, a malapena visibili sull’intonaco, c’erano le linee
di uno stretto passaggio che poteva essere aperto solo con il chakra;
Kakashi aveva detto agli altri che li avrebbe condotti nella foresta,
a qualche centinaio di metri dalla casa.
«Va bene. Siamo pronti?»
chiese l’Hokage spostando il coprifronte e sollevando la palpebra
che copriva lo sharingan. «Non manca nessun altro, oltre agli
Hyuuga?»
Temari fece mente locale. «Dovremmo
esserci tutti» confermò facendo scrocchiare il collo.
Non aveva ancora finito di parlare che
un colpo risuonò sulla porta. Scese il silenzio. Altri due
colpi. Una pausa, e poi l’ultimo.
All’interno della stanza gli astanti
si scambiarono occhiate preoccupate. Dopo una decina di secondi Iria
fece per andare avanti, ma Kakashi la fermò con una mano.
‘Vado io’ le fece capire con un cenno, e si fece avanti al suo
posto.
Esitò prima di aprire,
chiedendosi se non sarebbe stato più saggio mandare una copia;
sapeva che nel messaggio di Temari erano incluse le istruzioni per
entrare nella stanza, e che quindi solo qualcuno da lei contattato
avrebbe potuto conoscerle, ma se gli Hyuuga avevano iniziato a
comportarsi in modo strano, non sapeva quanto potesse fidarsi.
Tese una mano, cautamente, e aprì
uno spiraglio.
«E’ qui la festa?» chiese
una voce a lui ben nota.
Inarcando le sopracciglia Kakashi
spalancò lentamente la porta, e fissò Jiraya che,
appoggiato al muro con nonchalance, esibiva un sorriso spavaldo.
«Cos’è quella faccia?»
chiese vagamente deluso quando l’Hokage non ribatté. «Ho
ricevuto la donnola»
Kakashi si voltò a fissare
Temari. Lei rifletté qualche istante, e alla fine batté
il pugno sul palmo della mano.
«Ah già! L’ho mandata
anche a lui» si ricordò improvvisamente.
«Vi eravate dimenticati di me?»
chiese Jiraya scioccato.
Temari si strinse nelle spalle. «Sei
in ritardo. E poi la tua battuta d’ingresso faceva veramente pena»
«Che diavolo c’entra quello che
ho detto entrando?!» inveì il ninja, sul piede di
guerra. «Sono arrivato appena ho potuto, e porto anche qualche
informazione utile, maledetta saccente! Uguale a tua figlia, sei…!»
«Informazioni?» intervenne
Kakashi, mentre Shikaku soffocava la replica di Temari tappandole la
bocca.
«La retroguardia è stesa
nel bar» spiegò Jiraya. «Dorme come un angioletto,
sonnifero credo. E gli intrusi che Hinata dice di aver visto sono
tutti accalcati qua attorno. Fanno un ampio uso di copie»
«Questo lo sapevamo già»
sibilò Temari con un ghigno supponente. «Tutte qui le
tue ‘informazioni utili’?»
Jiraya la fulminò con lo
sguardo, ma Kakashi si mise tra i due e gli impedì di
ribattere.
«Quanti sono ora?» chiese
in fretta.
«Una sessantina. Gli originali
sono quindici se va bene»
«Hanno creato altre copie…»
mormorò l’Hokage. «Ma noi siamo comunque abbastanza.
Penso che il loro obiettivo fosse colpire la casa di sorpresa, quasi
sicuramente non si aspettano una reazione. Possiamo prenderli alle
spalle»
«Frena» lo interruppe
Sakura. «C’è qualcosa che non torna. Se vogliono
colpire di sorpresa, perché non hanno ancora attaccato? Eppure
sanno che Hinata è entrata»
«Forse si sono fatti cauti dopo
che ne abbiamo eliminato uno» ipotizzò Kakashi, ma lei
scosse la testa.
«No» disse accigliandosi.
«Secondo me aspettano qualcuno»
«Gli Hyuuga?» chiese Ino
inarcando le sopracciglia.
«No!» scattò Hinata.
«No, mio padre non tradirebbe mai il villaggio solo per
riportarmi a casa! Per lui Konoha è sempre stata mille volte
più importante di me!»
«Ma adesso hai anche le bambine»
le fece notare l’Hokage, parlando piano e con infinita cautela.
«Immagino che tu sia al corrente del motivo per cui ti ha
lasciato sposare Naruto… Oltre alle minacce, s’intende. Lui
voleva i suoi figli. Naruto è la nostra arma segreta, nelle
sue vene scorre il sangue più forte della Foglia. Hyuuga e
Uzumaki uniti possono rivelarsi un cocktail esplosivo, qualcosa che
non si è mai visto»
Hinata attirò a sé le
bambine, che si guardavano attorno smarrite. Erano ancora troppo
piccole, e non avevano un’indole battagliera, per cui non si sapeva
quanto fossero o non fossero dotate come ninja. Ma, a livello
teorico, in effetti il potenziale c’era.
«No» ripeté comunque
la loro madre, con piglio deciso. «Mio padre non tradirebbe mai
Konoha solo per me, o per chiunque altro. Per lui il villaggio è
sacro, viene sempre prima di tutto. Il villaggio e il clan sono le
sue uniche priorità»
«Va bene, lasciamo perdere…»
sospirò Kakashi lasciando cadere il discorso. «Può
darsi che i ninja là fuori attendano rinforzi dall’esterno,
in fondo. Oppure, come suggerivo io prima, si sono semplicemente
fatti più cauti. In fondo non vedono movimenti oltre i vetri,
è normale che si chiedano che fine ha fatto Hinata. Noi
procediamo con il nostro piano, d’accordo?» I ninja nella
stanza annuirono. «Jiraya, voglio che tu resti qui con Sakura e
Ino»
«Con le donne?» ripeté
Jiraya indignato. Poi sembrò pensarci più attentamente,
e un sorriso ampio gli si disegnò sul volto. «Okay,
nessun problema» si affrettò a garantire, con voce
calda.
«Guarda che siamo tutte sposate»
gli fece notare Ino in tono piatto.
«Certo, certo» borbottò
Jiraya senza ascoltarla. Nella sua mente stava giusto vagando un
nebuloso progetto per l’ennesimo libro della pomiciata, qualcosa
che aveva a che vedere con le madri di famiglia.
Kakashi si chiese se non stava
commettendo un errore. Poi sospirò; non avevano tempo per
essere indecisi.
«Prepariamoci» ordinò.
I ninja della Roccia non si muovevano.
Immobili, nascosti tra i rami o dietro ai cespugli, attendevano gli
ordini senza quasi respirare.
A guidarli era un giovane e talentuoso
jonin dai capelli di un castano leggero, appostato sul ciliegio del
giardino. Tre sue copie coprivano altrettanti lati della casa, e una
quarta, trasformata in innocuo scoiattolo, correva su e giù
dai rami controllando ogni anfratto da ogni angolazione.
Anche lui era in attesa di ordini.
Poche ore prima, mentre con i compagni
attendeva l’inizio del combattimento al confine tra il Fuoco e la
Roccia, era stato chiamato in tutta fretta e convocato insieme alla
sua squadra per iniziare una missione speciale imbastita in quattro e
quattr’otto dalle alte sfere. Non erano stati molto chiari, a dire
il vero: gli avevano ordinato di raggiungere il villaggio della
Foglia – e meno male che gli avevano almeno fornito una cartina,
perché lui non era tra coloro che, da anni ormai, si
preparavano ad attaccare Konoha – e di cercare una donna, di cui
per fortuna avevano una foto. Avrebbero dovuto seguirla senza farsi
notare, e restare in posizione fino a nuovo ordine.
L’unico piccolo inconveniente era che
il loro obiettivo apparteneva al tristemente noto clan Hyuga, famoso
per il suo byakugan e la sua capacità di vedere a
trecentosessanta gradi, anche oltre gli ostacoli.
Il ninja si era chiesto quante
probabilità di riuscita aveva la missione. Poi, dopo il
calcolo, per tirarsi su di morale, si era detto che in fondo dovevano
solo controllarla, e poi, eventualmente, agire. Che comunque sembrava
una donna fragile, che aspettava un figlio, che forse, incrociando le
dita, il suo byakugan ne sarebbe stato influenzato negativamente. E
che gli ordini non si discutevano.
Era partito, prelevando una decina dei
suoi uomini più fidati, e aveva lanciato un’ultima occhiata
nostalgica alla terra in cui era nato. Chissà perché,
presentiva che non l’avrebbe mai più rivista.
Ora, rannicchiato su un albero nel
folto del fogliame, attendeva di sapere quale sarebbe stata la sua
sorte.
Fino a quel momento aveva fatto tutto
come si doveva, un’azione da manuale. Non aveva neanche trent’anni,
eppure era già a capo di un nutrito gruppo di jonin. Poteva
essere orgoglioso di sé. E anche la moglie che lo aspettava
alla Roccia poteva esserlo. Suo marito sarebbe stato un eroe, in ogni
caso.
Sospirò, e vide un piccolo falco
grigio descrivere cerchi veloci al di sopra dell’albero che lo
nascondeva. Il ninja lanciò un breve richiamo, del tutto
simile a quello che avrebbe lanciato l’uccello, e quello mosse la
testa e planò verso terra. Atterrò tra le fronde del
ciliegio e si districò a fatica fino a raggiungere il ninja;
alla zampa aveva legato un messaggio.
Il giovane lo tolse delicatamente e lo
lesse veloce, sfiorando le piume cinerine con dita distratte. Quando
smise di accarezzarlo, il falco riprese il volo e si allontanò
nell’aria limpida. Il ninja esitò un istante. Sollevò
lo sguardo, scostò un ramo e guardò lungo la strada.
Deserta. Se non fosse stato per quell’unica figura incappucciata
che gli rivolse un cenno accanto a un cespuglio. E che poi scomparve.
“Ci siamo…” pensò il ninja
con un altro sospiro. Il messaggio tra le sue dita prese fuoco,
riducendosi a cenere in una manciata di secondi, e la leggera brezza
ne spazzò via i resti.
La copia trasformata nello scoiattolo,
che ancora correva tutt’attorno, drizzò la coda e si bloccò
su un ramo. Corse veloce sulla sua estremità, un punto
visibile da ogni direzione, e, scrutando con gli occhi acuti due
ragazzini nascosti tra il muro e il cespuglio che giocavano a morra
cinese, si tinse all’improvviso di un rosso acceso.
Il segnale era stato dato.
Il passaggio sotterraneo si rivelò
stretto e umido esattamente come Kakashi aveva pensato che fosse.
Quando Naruto aveva fatto costruire quella casa e la stanza segreta
nei sotterranei, anni prima, gli aveva confidato in gran segreto che
non avrebbe mai voluto trovarsi in condizioni di dover passare
attraverso quel corridoio buio. Ma una seconda via di fuga era sempre
necessaria.
I ninja della Foglia strisciarono lungo
il budello angusto sulle mani e sulle ginocchia, scivolando sul
muschio e bagnandosi i pantaloni con i minuscoli rigagnoli d’acqua
che lo percorrevano. Kakashi, davanti a tutti, reggeva una torcia tra
i denti e faceva strada, augurandosi che l’oscurità finisse
presto.
«Quanto manca?» chiese
Temari dal fondo, trascinandosi dietro il ventaglio con evidente
fatica e irritazione.
«Poco» le assicurò
Kakashi.
“Spero” aggiunse mentalmente.
Da quanto proseguivano? Diversi minuti.
L’Hokage sperava soltanto che ormai tutti fossero fuori dal
rifugio, in fila lungo lo stretto passaggio, e che nessuno si facesse
prendere da un attacco di claustrofobia.
A un tratto la luce della torcia smise
di andare in profondità. Come un occhio di bue pallido si
fermò contro una parete nera come l’oscurità, e uno
spiffero d’aria fresca e odorosa di muschio fece ondeggiare appena
il ciuffo di Kakashi.
«Ci siamo!» sibilò
indietro, e il sussurro corse fino in fondo alla coda. Ora dovevano
essere silenziosi.
L’Hokage tastò il terriccio
compatto davanti a sé, e poi puntò la torcia verso
l’alto. Il tunnel che stavano percorrendo piegava improvvisamente
di novanta gradi, fino a una sorta di botola scura e coperta di
muschio bruno. Kakashi si alzò in piedi e constatò che
era a un paio di metri d’altezza. Più o meno a metà
della parete che risaliva c’era un unico piolo in metallo.
«Merda» si sentì
commentare Temari dal fondo, un’imprecazione soffocata ma molto
appropriata. «Il ventaglio non ci passa per la curva. E non si
piega»
«Con un po’ d’impegno lo
spingiamo» la rassicurò Shikaku, nel tono rassegnato che
aveva imparato quasi a nascondere, dopo tutti gli anni di convivenza
con sua moglie.
Kakashi li ignorò, e tastò
la botola alla ricerca di una maniglia. Sotto un’incrostazione di
muschio la trovò, e fece scorrere una leggera quantità
di chakra in quella che al tatto riconobbe come una sorta di
serratura, qualcosa di infinitamente particolare che Naruto aveva
ordinato appositamente e che si trovava anche nella sua camera. Era
un ritrovato recente, e aveva a che fare con l’albero da cui si
ricavavano i foglietti per il riconoscimento elementale.
Con un clack un po’ troppo
rumoroso per i gusti di Kakashi, la serratura scattò e la
maniglia girò cigolando lievemente. L’Hokage aprì di
uno spicchio, posò il piede sul piolo e si issò per
controllare attraverso la fessura.
Ai suoi occhi si presentò un
tratto di fitto sottobosco assolutamente anonimo. Gli uccelli
cinguettavano e il sole illuminava piccoli sprazzi di foglie secche e
torba. Non c’era traccia di presenze estranee alla foresta.
Senza abbandonare la cautela, Kakashi
aprì del tutto la botola ed emerse dal tunnel, avvertendo
immediatamente la differenza di temperatura. Spense la torcia,
issandosi sul terreno, e lentamente fece un rapido controllo delle
immediate vicinanze. Nulla. Nessun rumore.
«Fuori» disse ai ninja che
attendevano nel tunnel, e quelli, rapidi e sollevati, uscirono uno
dopo l’altro.
Presto il piccolo spiazzo che li
accoglieva fu gremito, e quando anche Temari e Shikaku emersero dal
passaggio, ipotizzando che, forse, avevano fatto cedere una
piccolissima parte di soffitto là dove la strada si piegava,
furono al completo.
«Il villaggio è da quella
parte» disse Kakashi indicando verso nord. «Ho
controllato mentre voi risalivate. E’ vicino, a pochi minuti di
corsa, ma ben prima di raggiungerlo dovremmo incontrare i nemici»
«Ottimo» commentò
Temari, scrollando del terriccio dal ventaglio.
«Dobbiamo arrivare il più
vicino possibile senza farci scoprire» proseguì Kakashi.
«E’ di fondamentale importanza che non si accorgano di noi,
per cui dobbiamo cercare di liberarcene prima che diano l’allarme»
I ninja attorno a lui annuirono gravemente. «Va bene. Allora in
marcia»
Fu come tornare ai tempi del gruppo
sette di Naruto, Sakura e Sasuke. Guidare altri ninja, preoccuparsi
della loro sicurezza, elaborare piani in cinque minuti… erano tutte
cose che l’Hokage non faceva più da anni. E che, si accorse,
gli mancavano.
Involontariamente, mentre saltava da un
tiglio a un sorbo, si lasciò sfuggire un sorriso.
“Naruto, non so se potresti mai
essere Hokage. Soffriresti troppo la mancanza di tutto questo”
rifletté con una punta di malinconia e invidia.
Non dovettero correre a lungo.
Bastarono pochi minuti, e poi il suo sharingan vide la prima copia
appostata tra i cespugli.
Con un cenno brusco Kakashi fermò
gli altri che lo seguivano. Istantaneamente tutti si nascosero,
silenziosi e invisibili, e lui diede a gesti le direttive, indicando
come spostarsi. Non avrebbero potuto circondare gli avversari come
loro circondavano la casa, ma potevano sperare di far fuori quanti
più originali possibile.
Lasciò pochi istanti perché
i ninja della Foglia prendessero posizione, e a quel punto si preparò
a dare il segnale dell’attacco. Nascosto tra le fronde di un
albero, ad appena pochi passi dalla copia che avevano individuato,
Shikaku lo fissava in attesa.
Fu un cenno infinitesimale, un
movimento che solo un occhio più che allenato avrebbe colto.
Ma Shikaku era un ninja esperto, e, anche se forse ora gli mancava il
fiato, non aveva smesso di allenarsi.
In meno di un battito di ciglia unì
le mani sotto il mento nelle posizioni necessarie per lo
strangolamento dell’ombra, e una sagoma nera schizzò da
sotto il cespuglio verso la schiena del ninja della roccia.
Come lui si fu mosso il ninja che stava
a qualche metro di distanza entrò in azione, e così gli
altri che seguivano, in una catena tanto veloce da sembrare
istantanea, un macchinario efficiente e ben oliato.
Ma qualcosa non andò per il
verso giusto.
Si trattò di sfortuna,
probabilmente.
Un attimo prima che l’ombra di
Shikaku toccasse il ninja della Roccia quello fece un balzo in avanti
e corse via, verso la fine del bosco. Anche i suoi compagni, presi di
mira da altri ninja della Foglia, sgusciarono dalle dita un secondo
prima che si accorgessero di essere attaccati, e tutti, veloci e
rapidi, conversero verso il loro obiettivo.
Kakashi e gli altri non potevano
saperlo: nell’attimo in cui l’Hokage aveva dato il via a
Shikamaru, uno scoiattolo sull’estremità di un ramo si era
tinto di un rosso intenso.
«Che diavolo hanno?»
ringhiò Temari contrariata, e fu la prima a partire
all’inseguimento.
Shikaku lanciò un’occhiata a
Kakashi, e quando vide che anche lui correva dietro i ninja della
Roccia si affrettò a imitarlo, seguito immediatamente dagli
altri.
«Cosa è successo?»
chiese all’Hokage.
«Non lo so» confessò
lui. «Sembra che abbiano reagito a un segnale. Forse hanno
iniziato ad attaccare»
«Ho vinto» ghignò
Chiharu. «E ora siamo ventidue a tre per me»
«Non so come, ma sono sicuro che
bari» ringhiò Akeru tra i denti, ritirando la mano e
guardandola come se l’arto lo avesse profondamente offeso.
«E come si fa a barare a morra
cinese?» sbuffò Chiharu con aria di superiorità.
In realtà si poteva eccome,
visto e considerato che lei aveva un occhio ben più allenato
di quello di Stupido e che lui aveva il brutto vizio di muovere le
dita prima di lei, ma si guardò bene dal dirlo.
«Mi sono stufato»
piagnucolò lui incrociando le braccia sul petto.
«Pfui. Moccioso. Solo perché
perdi»
«Cioè perché tu
bari»
«Dai, ancora una, l’ultima. Ti
lascio vincere, gioco a occhi chiusi»
«Abbi almeno la decenza di non
sfottere!»
«Hai paura di perdere anche se
tengo gli occhi chiusi?»
Akeru arrossì furiosamente per
l’indignazione, e, esattamente com’era nei piani di Chiharu,
accettò l’ultima sfida con aria agguerrita. Lei chiuse gli
occhi con un sorrisino appena accennato. Entrambi sollevarono i
pugni, li agitarono in aria e poi si bloccarono a un segnale
prestabilito.
«Sasso!» esultò
Akeru vedendo le due dita tese di Chiharu. Lei riaprì gli
occhi contrariata – aveva osservato Stupido, e le era sembrato che
seguisse uno schema che prevedeva che ora giocasse Carta.
Maledizione!
«Rifacciamo» disse
testardamente, lanciando al compagno un’occhiata raggelante, ma lui
optò per un po’ di presa in giro radicale e continuò
ad agitarle davanti al naso il pugno.
«Ahah… Sasso! Non lo avevi
previsto, eh? Sasso, anzi Roccia, e… va a vincere con un bam!»
mimò l’ultima mossa.
E contemporaneamente un’esplosione
dilaniò il giardino.
I due ragazzini si appiattirono contro
il muro, proteggendo la testa dai detriti e dalle zolle che piovevano
dall’alto. Sentirono un lamento, poi altre voci concitate, e quando
Chiharu si azzardò a sbirciare tra le foglie del cespuglio
vide un’ampia buca aprirsi là dove fino a un attimo prima
c’era stato un cespuglio di rose alto più di un metro. Un
ninja sconosciuto che le dava le spalle si sporse sui resti fumanti
appena prima che l’uomo a terra si dissolvesse in uno sbuffo di
fumo.
«Trappole!» gridò
qualcuno.
«Come lo sapevano?»
«Fate attenzione!»
«Qua non si vede niente!»
Un altro grido, e un ninja cadde a
terra reggendo il braccio con una serie di kunai infilzati dal polso
al gomito.
«Non hanno lasciato tracce, i
bastardi!» strillò un altro, e nello stesso momento mise
un piede in fallo e fece scoppiare le bombe-carta sui cespugli che lo
circondavano. Prese fuoco come un fiammifero, e con lui foglie e
rami.
Chiharu, dal suo nascondiglio, sorrise
lusingata dal complimento.
Akeru le lanciò un’occhiata a
metà tra l’ammirato, l’invidioso e lo spaventato, e si
acquattò meglio nell’ombra del cespuglio. Deglutendo, vide
il giardino improvvisamente pieno di ninja che indossavano il
coprifronte della Roccia, ed ebbe paura che li trovassero. Per la
prima volta, quel pomeriggio, iniziò a sospettare di non
essere stato tanto geniale a seguire Chiharu.
Eppure i ninja non sembravano notarli.
Dopo il primo slancio di entusiasmo, avevano iniziato ad avanzare
cauti e studiando ogni centimetro di erba. I più svelti a
pensare saltarono sul muro di cinta, e da lì al tetto, e anche
gli altri non impiegarono molto ad arrivare a quella soluzione.
Vedendoli cambiare prospettiva, Chiharu
imprecò e si infilò più sotto al cespuglio,
stendendo frettolosamente il telo mimetico. Akeru dovette scivolarle
accanto di propria iniziativa, perché lei non gli propose
nulla né lo richiamò.
«Tu mi vuoi morto, vero?»
le sibilò risentito.
«Io ti voglio zitto»
ribatté lei tappandogli la bocca.
L’uno accanto all’altro, spalla
contro spalla, tesero le orecchie ai rumori che provenivano da fuori.
Ora le voci erano pressoché scomparse. Di tanto in tanto c’era
un sibilo sommesso o un fruscio, ma sembrava che la calma fosse
tornata all’improvviso.
Eppure sapevano bene che era
un’illusione.
Erano ancora in serio pericolo,
veramente serio, e avrebbero fatto bene ad evitare anche di respirare
se volevano salvare la pelle.
Ma nonostante tutto Akeru, dandosi del
cretino integrale, non poté fare a meno di notare che lui e
Chiharu erano di nuovo parecchio vicini. E che il suo cervello
iniziava a prendere il largo come un batuffolo di cotone su un mare
di caramello e liquirizia… mentre un’altra parte del suo corpo
decideva di prendere le redini…
“Oh cazzo” pensò avvampando,
e si rannicchiò un po’ meglio.
«Sta’ fermo!» gli
sussurrò Chiharu acida.
«‘Fanculo!» bofonchiò
lui mentre lei ancora gli tappava la bocca. «E’ colpa tua!»
«Cosa?»
«Niente»
Avvertirono un fruscio decisamente più
vicino, e ammutolirono entrambi. Trattennero il fiato, cercando di
diventare invisibili con il pensiero, ma il telo mimetico venne
sollevato da una mano, e loro non poterono farci proprio niente
quando capirono che erano stati scoperti.
Il ninja che li squadrava dall’alto
al basso era giovane, e aveva capelli castano chiaro. Li fissò
accigliato per qualche istante, e con un sospiro alzò il
kunai.
«Non mi piace uccidere i bambini»
disse, quasi per scusarsi.
«E a me non piace essere uccisa»
replicò Chiharu tentando di colpirlo con un calcio alla
caviglia.
Lui lo schivò facilmente e poi
la afferrò per un braccio, mentre Akeru fissava la scena ad
occhi sbarrati, incapace di reagire.
Haru non pensò che sarebbe morta
lì. Non pensò neanche per un secondo a rivivere la
propria vita all’indietro, o a ricordare le persone che le erano
care, o a tutte le cose che avrebbe voluto fare…
Semplicemente, azzannò il polso
dello shinobi.
«Piccola bastarda!» scattò
lui, colpendola alla tempia con il kunai.
Prima che lei potesse rispondere con
una ginocchiata tra le gambe, però, il ninja ricevette un
pugno nella schiena che gli mozzò il respiro. Lasciò la
presa sul braccio di Haru e inarcò la spina dorsale, dando
l’opportunità a due mani bianche e forti di afferrargli la
testa e farla ruotare di novanta gradi. Ci fu un secco crack,
e poi la copia si dissolse in uno sbuffo di fumo.
«Cosa diavolo credeva di fare?»
disse sprezzante la voce di Temari, interrotta da un leggero fiatone.
«Mamma!» esclamò
Chiharu fermando il sangue che le macchiava la tempia con un braccio.
Alla vista di Temari in perfetta tenuta da ninja, con tanto di
ventaglio alla mano, i suoi occhi si illuminarono.
«E tu?» chiese la madre,
piantandole addosso uno sguardo che avrebbe gelato un pinguino. «Tu
cosa diavolo credi di fare? Non ti avevo detto di restare a casa?»
Ma Haru non era dell’umore per farsi
spaventare, e non si tolse dalla faccia il ghignetto gongolante che
le stirava le labbra. «Come puoi chiedermi di starmene buona a
casa quando ho l’occasione di vederti combattere per la prima volta
nella mia vita?» chiese con sguardo acceso.
Temari si fermò un istante,
piacevolmente lusingata dalle parole della figlia. Poi si ricordò
che non aveva tempo per quel genere di cose, e che rischiavano di
essere infilzate da uno shuriken da un momento all’altro, e allora
si riscosse.
«Non è un buon motivo!»
sbottò. «Voglio che adesso voi due ve ne torniate a casa
immediatamente!» fulminò anche Akeru, che si fece
piccolo piccolo nel suo angolino. «E senza uccidervi!»
«Mamma!» protestò
Haru accigliandosi. «Perché? Guarda, ho collaborato! Ho
messo io le trappole, e loro ci sono cascati! Mi hanno anche
dato della bastarda perché sono perfette!»
«Mai quanto le cinque dita che
lascerò sulle tue guance se non te ne vai immediatamente»
«No!»
«Vuoi vedere come combatto sulla
tua pelle?»
«Che palle! Non volevi che fossi
ninja? Non volevi che oggi andassi in battaglia? Bene, ci sono! E’
quello che vuoi, ed è quello che voglio anche io!»
Chiharu ammutolì all’istante,
rendendosi conto di quanto aveva appena detto. Temari la fissò
inarcando le sopracciglia, ma non si lasciò impressionare.
«Va bene. Continueremo questo
discorso a casa. Ora vattene da qui» le intimò per
l’ennesima volta. «Non ho intenzione di ripeterlo; se non
obbedisci ti do una botta in testa»
Chiharu le scoccò un’occhiata
astiosa.
«No!» sibilò tra i
denti, e nello stesso istante si gettò oltre il cespuglio e
rotolò sull’erba.
«Ferma!» chiamò
Temari facendo per seguirla, ma lei, rialzatasi con un’agile
capriola, la fermò ghignando.
«Non ti conviene» le disse
con voce mielata. «Solo io so dove sono le trappole»
«Stai giocando con il fuoco…»
ringhiò sua madre.
«Può darsi. Ma se
sopravvivo, avrai l’occasione di mostrare al mondo la miglior
scenata della tua vita, quindi lasciami combattere»
«Cosa credi di essere, eh?! Credi
davvero di poter competere con dei veri jonin? Credi davvero che ne
usciresti viva?» esplose Temari, esasperata.
«Tu eri tra quelli che pensavano
che sarei uscita viva da una battaglia, se ben ricordo!»
ribatté Chiharu risentita.
«Ma qui non si tratta di stupidi
soldati, e non c’è Naruto!»
«E questo cosa c’entra?»
Temari trattenne l’imprecazione tra
le labbra e si passò una mano sul viso. «Io non ho tempo
di starti dietro, né la capacità! E’ per questo che
devi tornare a casa!»
«Ma ce la posso fare!»
insisté Chiharu stringendo i pugni. Passò rabbiosamente
la manica sulla ferita alla tempia, che pulsava debolmente, e disegnò
una striscia di sangue sulla guancia. «Tu non mi hai mai dato
fiducia!»
«Cosa stai dicendo?» allibì
Temari. «Ti ho sempre dato quintalate di fiducia!»
«In quanto tua figlia!
Non come persona! Ora lasciami fare, lasciami combattere… come
ninja!»
Ci fu un attimo di silenzio, rotto
soltanto dagli echi del combattimento dall’altra parte della casa,
nel giardino interno.
Temari fece una gran fatica a far
uscire dalle sue labbra le parole seguenti, ma si costrinse a farlo:
«Tu non sei più ninja. Hai scelto di non esserlo. E una
ragazzina qualunque non può stare qui. Vattene»
Chiharu avvampò, e poi
impallidì. Livida, fissò sua madre con odio.
Questa volta non si sprecò
neanche a rispondere. Con un salto balzò fino al sentierino di
pietre che attraversava quel tratto di giardino, e da lì corse
verso la casa e fino al porticato, ci salì sopra e volò
verso il giardino interno.
«Giuro che la uccido io se non ci
pensano gli altri!» ringhiò Temari, fuori di sé
dalla rabbia. Prima di scattare al suo inseguimento lanciò una
veloce occhiata fulminante ad Akeru. «Tu vattene a casa!»
gli ringhiò, e poi se ne andò.
«Asp…!» tentò di
dire lui, ma lei era già lontana.
Il ragazzino si guardò attorno
smarrito, deglutendo.
«Merda…» mormorò
fissando l’erba verde, pallido e afflitto. «Io non mi ricordo
con esattezza dove sono le trappole!»
La battaglia infuriava nel giardino
interno.
Il ciliegio contro cui Naruto si era
seduto tante volte era coperto di schizzi di sangue, che colava dalle
foglie goccia a goccia. Un ramo giaceva spezzato su un cespuglio,
sopra il corpo di un ninja della Roccia. Tutt’attorno le copie
scomparivano una dopo l’altra, nel clamore delle urla e dei gemiti.
Shikaku non poteva usare le sue
tecniche, il numero dei nemici lo avrebbe esposto al rischio di
attacchi mentre era impegnato con un altro, e quindi, ansante, si
accontentò di combattere nel modo tradizionale.
«Non ce la fai più, eh?»
gli chiese Inoichi Yamanaka comparendo al suo fianco.
«Senti chi parla…»
ribatté lui con un ghigno, accennando al fiatone del vecchio
compagno. «E Chouza?» domandò.
Un urlo orripilato li fece voltare, e
videro un braccio immenso abbattersi su un ninja della Roccia e far
crollare anche due delle colonne del patio. Alcune copie scomparvero
insieme all’originale.
«Là» disse Inoichi
con un cenno. «Andiamo a prenderlo?»
«Se proprio insisti…»
ghignò Shikaku, e insieme attraversarono il giardino di corsa.
Passarono accanto a Kakashi, che faceva
lavorare lo sharingan alla ricerca dei corpi originali, e poi Shikaku
credette di intravedere una lunga coda corvina che ondeggiava tra due
nemici.
Si fermò di scatto, ma era
scomparsa. Mentre si chiedeva se non iniziasse ad essere troppo
vecchio, vide Temari sfrecciare a gran velocità per lo stesso
punto, e la sentì gridare il nome della figlia.
“Cosa ci fa Chiharu qua?” si chiese
allora, raggelando. “Perché non è tornata a casa?”
«Torno subito» disse in
fretta a Inoichi, e si lanciò all’inseguimento delle due.
Scoprì di averle perse di vista,
e mentre le cercava schivò per un pelo un kunai che gli lasciò
uno sfregio sul braccio destro. Imprecò, ignorò la
ferita e riprese a guardarsi attorno.
Occhi candidi.
Tornò indietro con lo sguardo,
con una stretta allo stomaco; ma il viso che aveva intravisto era
scomparso.
“Forse sto davvero perdendo i
numeri…” si disse accigliato.
Riprese a cercare Temari e Chiharu, e
vide quest’ultima balzare sul ciliegio e da lì scagliare una
selva di shuriken su due copie che l’avevano presa di mira. Una si
dissolse, ma l’altra riuscì ad afferrarla per la caviglia e
a tirarla giù. Cadde strusciando la schiena contro il tronco,
e per un attimo credette di riuscire a sentire ognuna delle infinite
schegge che le si erano infilate sotto la pelle.
Un attimo prima che il ninja della
Roccia abbassasse la sotetsu su di lei, Shikaku gli piantò un
kunai nel fianco, e lo fece scomparire in una voluta di fumo.
«Cosa ci fai qui?!» chiese
iroso alla nipote. «Vattene a casa!»
«Un altro!» bofonchiò
lei furiosa, rialzandosi in piedi. «No, non me ne vado!»
gridò, e di nuovo scomparve nella battaglia, schivando per un
pelo il tentativo di Shikaku di fermarla.
«L’hai lasciata andare!»
ringhiò Temari comparendo accanto al suocero un istante dopo.
«Voi Nara non sapete fare un tubo!» esclamò, e si
gettò dietro la figlia.
Shikaku si passò una mano sul
viso e affondò le dita sulla fronte.
“Quelle donne sono assolutamente
impossibili! Dopo oggi giuro che vado in pensione e mi ritiro a
vivere in un eremo! Vedo cose che non esistono, mi faccio mettere i
piedi in testa… vuol dire che per me è finita”
Ma la sua vista funzionava benissimo,
in realtà.
Di fatti non fu l’unico ad accorgersi
che i nemici si erano improvvisamente rimpolpati. E fu solo il primo
ad accorgersi del brillio inquietante di un paio di occhi candidi
sotto i cappucci dei nuovi arrivati…
Nel prossimo capitolo...
“Pensavo che le donne sposate fossero
un po’ più interessanti” ragionò afflitto. “Forse
sarebbe stato meglio combattere con gli altri, là fuori… Qui
non succede niente”
Un colpo risuonò alla porta.
Tutti scattarono sull’attenti.
“No, forse no” pensò Jiraya,
ma senza allegria.
Si alzò in piedi, facendo cenno
alle donne di allontanarsi, e si avvicinò alla porta. Ci
furono altri due colpi, la pausa e l’ultimo.
Era il codice. Il che poteva
significare due cose diverse: o avevano vinto e venivano a
comunicarlo – avevano stabilito di non aprire a nessuna voce
familiare che li chiamasse da fuori senza conoscere la sequenza di
colpi – o avevano perso e si erano fatti strappare il codice.
“Ma è meglio essere ottimisti
nella vita, no?” si disse Jiraya, aprendo appena appena.
Come ebbe abbassato la maniglia, fu
scagliato insieme alla porta contro la parete opposta.
dato.
* * *
Spazio autore
Scusate il ritardo, ero sotto esame e mi svenavo dalla frustrazione... -.-
Ma ora sono qui, e francamente non ricordo che succede nel capitolo! XD
Però so che nel prossimo torna Naruto, per la gioia degli amanti del sangue!
Grazie per l'attenzione, ci risentiamo fra tre giorni!
Nota: "fra tre giorni" significa il 9 giugno.
Avrei dovuto pubblicare ieri questo capitolo, ma poi sono stata rapita
da un mostruoso alieno chiamato "Saggio-di-Danza-di-mia-Sorella",
e ho dovuto sprecare tre ore della mia vita a sentire una pazza che introduceva balletti di scarso valore artistico
con componimenti di valore ancor più scarso.
Che fine ha fatto la buona danza?
Sigh.
Oh, giusto! <3
Ho pubblicato l'Intermezzo, la parte che sta tra Ali di Cera e Sinners!
Narusaku 100%!
Scommesse sui morti
Shikamaru - 3 voti
Asuma - 3 voti
Kakashi - 3 voti
Tsuda junior - 3 voti
Temari - 2 voti (uno molto in forse)
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Ino - 1 voto
Sasuke - 1 voto
Un Uchiha - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Nessuno della Foglia - 2 voti
crilli: e
dopo le preoccupazioni per il mio stato di Uchiha-ite acuta, eccoti a
lodare Naruto e Kyuubi! Beh, se non altro qui concordiamo alla
peeeeerfezione! Oh, le tue ipotesi sulla spia di Konoha sono molto
interessanti, davvero. E scoprirai quanto ci sei andata vicina tra meno
capitoli di quelli che pensi! ^_^
rina: uhm, del mio primo amore
ricordo solo nome e faccia. Comunque dopo il capitolo 402 è di
Sasuke che mi sono innamorata, perché più li fanno patire
e più li amo! E se non sta patendo lui... Ad ogni modo, in bocca
al lupo per l'uni!
bambi88: all'epoca disprezzavo
follemente Sasuke, lo ammetto! U_U E la cosa mi dava un sacco di gioia!
<3 Comunque, oggi hai avuto un assaggino dell'arrivo di Temari, e la
prossima volta la vedrai combattere davvero! Senza contare le due
ShikaTema che sto scrivendo... Insomma, non mi vuoi bene??
DuniettaS: più Kishi li
cazzia, più io li amo. Vivo per i personaggi bistrattati dagli
autori, e a Sasuke manca solo la leucemia perché gli sia
capitato davvero tutto! Quindi, il mio more si diffonde verso Itachi,
verso Naruto, e anche verso di lui. (Nonché verso Obito che,
essendo morto, è decisamente maltrattato!)
Reina: tu sei pericolosa.
ò.ò Ci vai un po' troppo vicina, lo sai...? Comunque,
grazie per i complimenti sul risparmio dello splatter (preferisco veder
grondare malvagità, piuttosto che sangue), e ti rispondo subito
riguardo a Konan: è morta, stecchita, sepolta e tutto quello che
vuoi. U_U E' cenere ormai. Dunque il misterioso personaggio dai capelli
azzurri deve essere qualcosa (o qualcuno) d'altro! Per tutto il
resto... Non mi esprimo! XD
RedCrossBook: dunque. Naruto che figheggia = Naruto che in un modo qualunque umilia Sasuke e fa sentire inferiori tutti gli altri. <3 Questa
è la mia versione di Naruto che figheggia! U_U Uh, ma
perché uccidere Kakashi per far diventare Naruto hokage? Che
ipotesi terribilmente macabra! Una bella e semplice destituzione no?
sammy1987: uhm, in effetti la
volta scorsa sono riuscita a infilare in un solo capitolo una certa
quantità di misteri, lo riconosco! E la cosa migliore è
che non tutti verranno svelati! Per quanto riguarda Sasuke, io spero intensamente che voglia fare quel che minaccia di fare! <3 Ma sono tra i pochissimi che lo bramano!
Killkenny: niente parentele con
Konan, mi spiace! I capelli erano azzurri perché mi ero stufata
dei soliti, banali: nero, castano, biondo e rosso. U_U Oh, alla fine
non credo che cambierò qualcosa... XD Sai com'è: troooppa fatica!
maninja87: uhm,
mai dare nulla per scontato con me, soprattutto i morti. Tendo a
sbattermene delle probabilità, delle necessità, e di
tutto quello che ci ruota attorno! <3 E di conseguenza li gestisco
in modo molto arbitrario! ^_^ Per quanto riguarda Sasuke, io sono
d'accordo con lui. Itachi avrà anche fatto tutto per la Foglia,
ma alla fine la cosa più importante non era il villaggio, ma il
fratello. E a questo punto suppongo che per lui la cosa importante sia
diventata Itachi. E perché ha sofferto, Itachi? Per colpa della
Foglia. Quindi, la Foglia pagherà. Per una volta Sasuke lo
appoggio in pieno.
Hipatya: HaruBaka coppia Canon?
AHAH! XD Conosco un paio di persone che ti guarderebbero storto per
questo, fervide sostenitrici della HitoHaru! Comunque, francamente di
tutti i casini che succedono io preferisco nettamente le scenette
idiote tra quei due! XD Mi fanno un sacco di tenerezza! Chi invece non
mi fa tenerezza, ma mi fa piangere, sono gli Uchiha. ç_ç
Sei riuscita a rendere in sintesi tutto ciò che provo per loro,
e mi hai resa davvero triste... Cioè, non è colpa tua! E'
colpa di Kishi! ç_ç Però sono davvero triste...
arwen5786: ahah! Sei davvero
così convinta che Baka diventerà tanto fondamentale? Beh,
si vedrà... Per ora ti dico che mi piace, nel senso che lo trovo
molto divertente! Dei mocciosi probabilmente è quello più
simile a Naruto, e dunque è sicuramente il mio preferito! Per
quel che riguarda il flashback su Itachi, al momento la vedo un po'
difficile... Però, visto che sono buona, ti faccio notare che il
nome Hitoshi ricorda un po' Itachi, come suono... e che questo l'ho
stabilito appositamente. Dunque, Itachi tornerà nei pensieri dei
nostri prodi.
slice: francamente non ricordo
nemmeno perchè ci ho messo kakashi spiaccicato contro il muro,
ma ci stava bene! XD Comunque grazie per i complimenti! Ora che so cosa
vuol dire strappa' ne sono lusingata!
Ino_Chan: certo che seguo il
manga in originale, settimana dopo settimana... Ma anche se le mie
simpatie cambiano, non trovo giusto né giustificato modificare
la storia su due piedi! U_U
lale16: io sono rimasta
traumatizzata dal capitolo 402, altro che colpita! ç_ç
Sono rimasta così scossa che ho iniziato a scrivere il sequel di
Redenzione... E credimi, sarebbe stato meglio per tutti se non lo
avessi mai fatto. Poi capirai perché...
muccina89: uhm, attualmente
conosco tipo due persone che non sono rimaste sconvolte da quel
capitolo del manga. Tutte le altre, bene o male, hanno avuto una
reazione! Insomma, che gente insensibile conosci?? XD
gracy110: anche se rileggendo
il pezzo di Kyuubi mi accorgevo di tutte le mancanze che aveva, in
tutta coscienza posso dire che riconosco di averlo scritto con tanto
amore! E si vede! <3 Ma Kyuubi è Kyuubi... e io non
smetterò mai di adorarla, per quanto possa rivalutare gli uchiha!
Maobh: seee, speravi di vedere
subito percxhé Naruto è corso via tanto in fretta? Ma
resterai delusa! Perché lo saprai soltanto nel prossimo
capitolo! <3 OT: oh, non mi ringraziare per il sequel di
Redenzione... Non avresti mai voluto vederlo, credimi. E il capitolo
402 di Naruto mi vede solidale con Sasuke, mi spiace. Per sapere nei
dettagli il motivo, leggi la risposta alla recensione di maninja87!
Yume_Tsuki: siparietti comici
finiti? Ma tu sottovaluti le potenzialità dei mocciosi, mia
cara! Chiharu e Baka possono tirar fuori ridicolaggini da ogni magico
cappello! XD
Talpina Pensierosa: adori questa parte della fic? Giusto perché è molto dolce e molto tenera, eh? XD
fedecr90: è bello che
minacci di bloccarmi e poi mi supplichi di mollare lo studio e
connettermi per chattare, sai? <3 Dimostra molta coerenza e
sicurezza! Senza contare che puoi anche presentarti in centrale
domenica 8, ma il mio treno ha un orario decisamente particolare... a
meno che tu non voglia accamparti dalle 6 di mattina alle 3 di
pomeriggio, non so come farai a beccarmi! Certo che... Oh, il vecchiaccia potevi anche risparmiartelo, moccioso! è_é
Sky_Shindou: argh! Pensavo di
aver scansato il problema GaaSaku, e invece sei tornata...! Ovviamente
scherzo! XD Rieccoti qui! Bentornata su queste stupide pagine, come va?
^_^ Tranquilla, mettiti in pari con calma, che qua anche io con l'uni
mi trovo un po' costretta... Beh, se ogni tanto vuoi farmi un salutino
io sono qui! (e, tra l'altro, arriverà anche la GaaSaku, giuro!)
ShAiW: bentornata anche a te!
^_^ Come va? Tutto bene? Ho visto il disegno dei mocciosi, e sono molto
carini! Certo che Haru sembra biondo platino a causa della tua
pigrizia! AHAH! XD Ehh? Che sentono le mie orecchie? Vorresti Naruto
come padre? Pazza! Devi
desiderare di essere Hinata, non una delle figlie! XD E poi,
opzionalmente, Sakura. e lo dico solo a causa della mia recente
conversione, sia chiaro. Coooomunque, sono felice di rivederti qui e
che la storia ti piaccia. ^_^ Se ogni tanto ti va di passare a
salutare, sono sempre qua!
kage_naru89: arriverai al
capitolo 402 quando noi poveri mortali leggeremo della morte di
Tsunade, mi sa (che io ipotizzo, sia chiaro! Non sto spoilerando
nulla!) Per quanto riguarda il combattimento, che finalmente è
arrivato, non è che all'epoca ero più giovane (si tratta
solo di un anno fa!), è che non avevo ben chiaro il concetto di
suspense... XD Non che ora abbia ricevuto l'illuminazione, eh, comunque
credo di saper gestire gli avvenimenti un pochino meglio. Lo spero,
almeno! ç_ç
yayachan: susi-sama sibila! XD
Fa troppo Orociok! Torniamo al vecchio susi, che ne dici? XD Comunque,
wow! Questo sì che è un signor commento! Peccato solo che
non sia la prima volta che me lo mandi! Ahah! XD Cioè, che non
sia la prima volta che leggi! E meno male che hai tenuto la bocca
cucita sugli spoiler, perché avrei potuto mangiarti! *_*
Elisir86: non ti odio, ma in
compenso voglio farti dannare, visto che ci ho messo una settimana ad
aggiornare! XD Scusa, è che l'uni mi ha rapita dal mondo, e o
dcagliavo cuscini per la stanza, o mi imbottivo di yogurt...
ç_ç Che vita triste!
Aya
|
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Capitolo 28 *** Tradimento ***
Naruto2-28
Tradimento
- Ventotto -
“Qualcosa non torna… Stanno
aumentando”
Kakashi sforzò lo sharingan al
massimo, ma tutto ciò che vide fu il numero dei nemici che
cresceva lentamente ma costantemente. Confuso fece girare lo sguardo
attorno, e per la prima volta si accorse degli uomini incappucciati
che erano comparsi all’improvviso sul campo.
“E questi chi sono?” si chiese
accigliato quando vide che attaccavano i ninja della Foglia.
Uno gli passò accanto,
sfiorandogli quasi il braccio, e lui colse l’occasione per
afferrarlo e fermarlo.
Quello si divincolò dalla sua
presa con un’abilità sorprendente, e con un colpo di palmo
lo respinse indietro. Stranamente, Kakashi non sentì solo la
forza dei muscoli, ma anche la familiare sensazione del chakra. Prima
che il ninja si allontanasse scagliò uno shuriken, che andò
a impigliarsi nel bordo del cappuccio e lo tirò giù, ma
tutto ciò che vide furono capelli neri tagliati corti. Poi
l’uomo scomparve nella confusione. Aveva bisogno di trovarne un
altro.
Prese a correre per il giardino,
muovendo lo sguardo tutt’intorno, ignorando i tanti piccoli
combattimenti che avevano luogo qua e là, finché i suoi
occhi non trovarono di nuovo una sagoma incappucciata. La afferrò
appena prima che colpisse alle spalle un ninja della Foglia, e questa
volta non le lasciò nemmeno il tempo di pensare: mentre ancora
la tirava indietro le strappò il cappuccio dal capo, e quando
incontrò gli occhi candidi e freddi degli Hyuga un brivido gli
corse lungo la schiena.
«Ci avete traditi?» chiese
allibito.
L’uomo che teneva strinse i denti e
si liberò con lo stesso colpo di palmo che aveva usato il
compagno prima.
«Noi seguiamo gli ordini!»
gridò con voce roca, quasi con rabbia. «Non possiamo
scegliere!»
Mentre Kakashi si chiedeva invano cosa
significasse, lui si rimise il cappuccio e si allontanò
veloce.
Negli stessi istanti in cui il
combattimento del giardino interno si faceva sempre più
cruento, dall’altra parte della casa la quiete era assoluta, quasi
irreale. Gli echi della battaglia giungevano smorzati e distanti, il
fumo che si levava dal gruppo di cespugli ancora ardenti saliva lento
verso il cielo tra crepitii sommessi.
Baka Akeru non si era ancora mosso dal
suo nascondiglio.
Forse era colpa della paura, forse
dello shock, ma non si sentiva più le gambe. E non ricordava
assolutamente dove lui e Chiharu avevano sistemato le trappole.
“Prima o poi finiranno di combattere”
si disse con un senso di nausea allo stomaco, stringendosi le
ginocchia al petto. “Qualcuno verrà a riprendermi”
Naturalmente dava per scontato che la
Foglia avrebbe vinto.
Mentre si mordeva il labbro inferiore,
incapace di cancellare dalla mente l’immagine del sangue che
macchiava la fronte di Chiharu, all’improvviso sentì un
rumore di passi. Alzò lo sguardo di scatto, speranzoso, ma
tutto ciò che vide fu un uomo con un lungo mantello scuro e un
cappuccio.
Istintivamente si ritrasse tra le
fronde.
Chi non aveva nulla da nascondere non
si aggirava con un mantello addosso, era uno dei primi postulati cui
era giunto all’età di sette anni.
Acquattato tra le foglie guardò
lo sconosciuto attraversare rapidamente il vialetto e salire sul
patio rialzato, davanti alla porta d’ingresso. Lo vide posare una
mano sulla serratura, e poi intravide il leggero bagliore azzurrino
del chakra. Ci fu uno schianto leggero, la maniglia tintinnò
al suolo e la porta si aprì. L’uomo scomparve all’interno,
lasciando aperto.
Akeru riprese a respirare.
Cosa avrebbe fatto Haru nella stessa
situazione?
Sarebbe entrata, sicuramente. Avrebbe
seguito l’uomo con il cappuccio e scoperto cosa nascondeva.
Guardò lo spiraglio
dell’ingresso buio, e un brivido gli corse lungo la schiena.
“Io non sono folle come Chiharu!”
si disse convinto, e girò la testa dall’altra parte.
Nella stanza segreta Hinata era
agitata. Dall’esterno non proveniva alcun rumore, ma non era certa
che Naruto non avesse fatto insonorizzare l’ambiente. Non sapeva
cosa stava accadendo fuori, non sapeva cosa fare, non sapeva nemmeno
come stava Naruto… Il messaggio di Chiharu gli era arrivato? La
battaglia come andava? Sapeva cosa era successo a Konoha?
«Fareste bene a calmarvi»
le sussurrò Iria pragmatica. «Agitarsi è inutile
e non vi fa bene»
«Ha ragione» confermò
Sakura, seduta a gambe incrociate accanto a lei. «E io sono un
medico, lo so»
Hinata sorrise debolmente, incapace di
seguire il consiglio. Si passò una mano sul ventre, quasi come
se la piccola vita che cresceva sotto la sua pelle avesse potuto
parlarle di Naruto, e guardò Hanako e Hinagiku che dormivano
rannicchiate accanto a lei, sfinite dalla tensione.
Avrebbe voluto potersi rendere utile,
sarebbe riuscita a calmarsi un po’. Invece era in quelle
condizioni, e tutti non facevano che ripeterle di rilassarsi e non
muoversi… Avrebbe tanto voluto che il bambino fosse già
nato. Almeno avrebbe potuto combattere con gli altri. O, perlomeno,
avrebbe potuto usare il byakugan. Dopo averla vista impallidire,
infatti, Iria e Sakura glielo avevano proibito categoricamente.
Jiraya era seduto in un angolo, e
sbadigliava vistosamente.
“Pensavo che le donne sposate fossero
un po’ più interessanti” ragionò afflitto. “Forse
sarebbe stato meglio combattere con gli altri, là fuori… Qui
non succede niente”
Un colpo risuonò alla porta.
Tutti scattarono sull’attenti.
“No, forse no” pensò Jiraya,
ma senza allegria.
Si alzò in piedi, facendo cenno
alle donne di allontanarsi, e si avvicinò alla porta. Ci
furono altri due colpi, la pausa e l’ultimo.
Era il codice. Il che poteva
significare due cose diverse: o avevano vinto e venivano a
comunicarlo – avevano stabilito di non aprire a nessuna voce
familiare che li chiamasse da fuori senza conoscere la sequenza di
colpi –, o avevano perso e si erano fatti strappare il codice.
“Ma è meglio essere ottimisti
nella vita, no?” si disse Jiraya, aprendo appena appena.
Come ebbe abbassato la maniglia, fu
scagliato insieme alla porta contro la parete opposta. Un’ondata di
chakra prese in pieno lui e il metallo, e insieme lasciarono crepe
profonde nell’intonaco. Jiraya si accasciò al suolo e lì
rimase, mentre il sangue scorreva lungo il suo collo e fino a terra.
Le bambine si svegliarono di
soprassalto gridando, mentre Hinata si alzava in piedi con leggera
fatica e Sakura, Ino e Iria le si piazzavano immediatamente davanti.
Una figura incappucciata si stagliava
sulla soglia scura, illuminata dalla lampadina che ancora ondeggiava
per la bordata di chakra, senza parlare.
«Chi sei?» chiese Sakura
squadrando il nuovo arrivato. «Come conoscevi il codice?»
gettò una rapida occhiata anche a Jiraya, e il suo colorito
non la tranquillizzò per niente.
«Cosa vuoi da noi?»
aggiunse Hinata, con un filo di voce.
L’uomo sulla porta sorrise al di
sotto del bordo del cappuccio, un sorriso sottile e per nulla
allegro.
«Sciocca Hinata, non riconosci
nemmeno più tuo padre?» chiese a bassa voce, e
contemporaneamente mostrò il suo viso.
Hiashi Hyuuga.
Hinata sbiancò, le altre
strinsero i pugni.
«Tu!» esclamò Sakura
tra i denti. «Cosa vuoi qui? Sfrutti la confusione per avere
Hinata e le bambine?»
«In un certo senso…» rise
lui. «Diciamo che basta mia figlia»
«Eh?» fece Ino, perplessa.
«Non erano i bambini a interessarti?»
Hiashi le rivolse uno sguardo freddo e
supponente, senza risponderle, e poi guardò Hinata alle spalle
delle tre donne.
«Vieni» le ordinò,
con il tono di voce basso e imperioso che lei conosceva fin troppo
bene. «Se non farai storie, lascerò in pace tutte le
altre persone in questa stanza»
«No, Hinata» disse Sakura
secca, senza staccare gli occhi da lui. «E’ una balla, non
dargli retta. Resta qui»
«Voi non mi interessate»
disse lui annoiato. «Evitiamo di trasformare questa sciocchezza
in una faccenda lunga e penosa… In sé il concetto è
molto semplice: fatevi da parte e tra qualche mese potrete veder
nascere i vostri figli. Intralciatemi, e probabilmente le vostre
famiglie non si allargheranno»
«Cosa vuoi?» continuò
Sakura, senza dar segno di averlo sentito. «Perché ti
serve Hinata?»
«Non vedo alcun motivo per
dirtelo»
«Allora nessuno si muove da qui»
Un ghigno stirò le labbra
sottili dello Hyuuga. «Ma davvero?» chiese con voce
vellutata. «E saranno due donne incinte e una vecchia a
fermarmi? Oh, dimenticavo le bambine…» rise. «Commovente.
Ora levatevi dai piedi»
Sakura raccolse del chakra attorno alle
mani, affilato come bisturi, e non si spostò di un passo.
«Ah» fece Hiashi, mentre il
sorriso scompariva dal suo volto bianco. «Capisco… A quanto
pare per voi conta più una completa estranea dei vostri figli.
Molto nobile. E infinitamente stupido» commentò atono.
Unì le mani sotto il mento,
fissando davanti a sé freddamente, e si preparò alla
sua tecnica.
«Non credo proprio!»
esclamò Ino pronta, le mani già posizionate. «Tecnica
del capovolgimento spirituale!»
Forse Hiashi non l’aveva previsto, ma
di sicuro aveva riflessi eccezionali per la sua età: si
abbassò di scatto e schivò la tecnica per un soffio.
Ino invece perse i sensi, e Iria la sostenne un attimo prima che
cadesse, lasciandola scivolare a terra dolcemente.
«Una si è eliminata da
sola» commentò Hiashi rialzandosi. «Allora? Avete
cambiato idea?»
«Iria…» mormorò
Sakura senza abbassare lo sguardo. «Schema standard»
dietro la schiena le mostrò il numero tre.
Hiashi corrugò la fronte.
«Cosa volete fare?» domandò
asciutto.
La domestica spinse ancora più
indietro Hinata, raccomandandole di non muoversi, e andò ad
affiancarsi a Sakura.
Ci fu un attimo di immobilità
generale… poi Iria estrasse dal kimono una serie di shuriken e li
scagliò contro di lui, con una rapidità del tutto
insospettabile. Sakura intrecciò le dita veloce, e prima che
le stellette raggiungessero Hiashi presero a sfrigolare come
incandescenti.
Due si persero oltre la soglia,
fischiando nel buio, una si conficcò nel muro per metà
e le ultime due andarono a segno.
Lo Hyuuga imprecò, strappandosi
di dosso il mantello, e con enorme disappunto le due donne
constatarono che non era stato colpito il corpo. La stoffa scura
ricadde a terra, e rimase inerte e sfrigolante accanto al suo
proprietario.
«Avete finito?» chiese
Hiashi cupo, ora molto meno incline a scherzare. «I vostri
stupidi quanto vani tentativi di fare le eroine terminano qui»
Intrecciò le dita davanti al
petto, e fu come se una scarica di elettricità gli percorresse
il braccio. Sakura agì d’istinto, e lame di chakra
fendettero l’aria tutt’attorno a lei, Hinata e le bambine,
creando una barriera invalicabile. Iria non fu abbastanza veloce, e
quando il fulmine in miniatura attraversò la stanza fu colpita
in pieno. Hanako e Hinagiku gridarono, nascondendo il viso nel kimono
della madre, e la domestica cadde al suolo senza un gemito.
«Ora sei sola» disse
Hiashi, impassibile. «E credo che la vecchia abbia qualche
problema al cuore, in questo momento»
Sakura lanciò un’occhiata
allarmata a Iria, e la vide immobile e pallida; ma non poteva
muoversi. Restava solo lei a difendere Hinata, se avesse lasciato
perdere chi l’avrebbe salvata…?
All’improvviso si trovò Hiashi
davanti al naso. Non riuscì neanche ad esclamare qualcosa per
la sorpresa, che lui l’afferrò per il collo e la sbatté
violentemente contro il muro. Si lasciò scappare un gemito
strozzato, piantando le unghie nella mano liscia che le artigliava la
giugulare, e si rese conto che nascondeva una forza straordinaria.
«Avresti fatto meglio a ritirarti
subito…» sibilò Hiashi con sadico compiacimento.
«No!» gridò però
Hinata, e un attimo dopo la sua mano era sotto il mento del padre,
pericolosamente vicina alla gola e pericolosamente impregnata di
chakra.
Per qualche lungo istante nessuno
parlò, mentre il rumore dei loro respiri affannosi e dei
singhiozzi soffocati delle bambine riempiva l’aria pesante. Poi
Hiashi volse lentamente gli occhi sulla figlia e sorrise.
«Non ne sei in grado»
mormorò con voce carezzevole. «Sono tuo padre»
Hinata tremò, gli occhi pieni di
lacrime, e la sua mano sfiorò la gola di Hiashi. Lui fece una
smorfia, lei la allontanò bruscamente.
«Hinata, sì che ne sei in
grado!» esclamò Sakura con il filo di voce che le
rimaneva. «Lui è tuo padre solo per la genetica! Pensa
alle tue bambine!»
Hinata represse un singhiozzo.
Hiashi sogghignò.
«Giusto. Mi hai dato una buona
idea» commentò rivolto a Sakura.
La lasciò andare, e nello stesso
momento l’altra sua mano corse al kunai che Hinata stringeva
convulsamente tra le mani, quello pesante e dalla forma strana. Sotto
gli occhi terrificati di sua figlia, schivò la sua mano,
afferrò Hinagiku per il braccio sottile, la attirò a sé
e conficcò il kunai nella sua spalla.
Le sue grida di dolore si confusero con
quelle di Hinata e della sorellina più piccola, che scoppiò
in un pianto isterico e incontrollato.
Hiashi estrasse il kunai e lasciò
la bambina, che cadde in ginocchio singhiozzando, e a quel punto
afferrò la madre per il braccio con una stretta d’acciaio.
«No!» gridò Sakura
facendosi avanti, ma lui scosse la testa ghignando.
«La bambina…» le ricordò
con una risata bassa e intrisa di piacere. «Ho mirato a
un’arteria, se la lasci così nel giro di dieci minuti muore
dissanguata»
«Hina!» gridò
Hinata, nel panico più completo. «Sakura, salvala! Ti
prego, fa’ qualcosa! Hina! Non ti addormentare! Non chiudere
gli occhi!»
«Urlare non semplificherà
le cose a nessuno, meno che mai a te» le disse Hiashi
strattonandola. «Vieni e taci»
Sakura si maledisse mille volte.
Maledisse il bambino che portava in grembo, e la sua debolezza, e sé
stessa per aver smesso di uscire in missione ed essersi rammollita.
Fu costretta a vedere Hiashi Hyuuga che portava via Hinata, mentre
lei era china su Hinagiku, una bambina di soli sei anni che faticava
a tenere gli occhi aperti ed era fredda, sempre più fredda ad
ogni secondo che passava…
Hinata, arrancando sulle scale umide
che l’avrebbero portata nella sua stanza da letto, aveva la vista
offuscata dalle lacrime. Il dolore che provava al braccio era quasi
impercettibile, le sue orecchie erano piene dei singhiozzi strazianti
di Hinagiku e anche dei propri… poi, all’ultimo gradino, quando
suo padre aprì il passaggio che li avrebbe portati alla luce
del sole e ordinò a due uomini ammantati di bloccare la via,
avvertì la prima fitta al ventre.
Chiharu non credeva che avrebbe fatto
tanto male.
Il kunai penetrò tra la seconda
e la terza costola, mozzandole il fiato, e le strappò un
gemito a suo dire vergognoso.
La sua prima reazione fu di rabbia,
rabbia intensa e smodata. Estrasse da sola il kunai e lo rilanciò
indietro, mandandolo dritto dritto tra collo e spalla del ninja della
Roccia, e solo allora avvertì il dolore. Cadde in ginocchio,
le mani premute sulla ferita, e sentì il sapore del sangue
sulla lingua.
«Merda…» masticò
tra i denti, sputando a terra. Si trascinò ai margini del
combattimento e frugò nel marsupio freneticamente. Alla fine
trovò ciò che cercava, carnose foglie di un verde
malato e un impacco pronto. Masticò le prime e posizionò
in qualche modo il secondo, e finalmente si concesse un minuto per
riprendere fiato.
Sentì il dolore scemare
lentamente, insieme al sapore amaro che le invadeva la bocca e che
era comunque meglio del sangue, e avvertì una piacevole
sensazione di freschezza in corrispondenza della ferita.
Tirò un sospiro di sollievo.
Finché non dovette schivare gli
shuriken.
Si buttò di lato con un gemito
per il dolore alle costole, e vide il ninja della Roccia che aveva
scoperto lei e Akeru avvicinarsi a passo sostenuto.
“No, per favore, il patito della
vendetta no…” pensò con una smorfia, e si sforzò di
rialzarsi. L’impacco si era spostato, aveva smesso di lenire il
dolore.
L’uomo ormai le era davanti, e tentò
di afferrarla per il collo. Lei gli allontanò la mano e cercò
di colpirlo con un pugno. Quello, irritato, lo schivò
facilmente e glielo restituì. Haru vide le stelle, e sentì
che il suo sopracciglio non sarebbe mai più stato lo stesso.
Sputò sangue ai piedi del ninja,
ma non abbassò la testa.
«Allora ti piace uccidere i
bambini…» ghignò amara.
«Meglio io di tanti altri»
rispose lui corrucciato.
«Ma ci credi davvero?»
ribatté lei lasciando che il sangue colasse dalla bocca a
terra. «Per me sei pazzo…»
L’uomo distolse lo sguardo. Non gli
piaceva vederla in quelle condizioni e sapere che l’occhio gonfio
glielo aveva fatto lui. Nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto
ucciderla nella maniera più indolore possibile. Erano in
guerra, ma lei era pur sempre una ragazzina.
Tese di nuovo la mano, e questa volta
raggiunse il suo collo.
Lei gli lanciò un ultimo sguardo
carico d’odio. Poi la sorpresa prese il posto del rancore.
«Mamma…» sussurrò
guardando alle spalle del ninja.
«Pensi davvero che ci creda?»
le chiese lui, seccato.
Quei bambini… troppo giovani per
combattere, e troppo giovani per morire. O piangevano, o tentavano di
distrarti con stupidi trucchetti cui nessun ninja sano di mente
avrebbe abboccato.
Per fortuna lui aveva cervello.
E un attimo dopo un pesante ventaglio
lo colpì alla nuca – un po’ più forte del dovuto –
e lo mandò a terra privo di sensi. Le sue copie che ancora
combattevano scomparvero.
Chiharu tossì sangue, e Temari
la sorresse appena in tempo.
«Come diavolo ti sei conciata?»
le ringhiò, ma senza nascondere la preoccupazione nel tono.
Lei rise piano. «Ho masticato un
anestetico, va tutto bene» le assicurò.
«No che non va bene»
borbottò la madre, sollevandole bruscamente la maglia e
squadrando preoccupata la ferita tra le costole. «Qui ci vuole
un medico»
«Magari dopo che abbiamo salvato
il villaggio, eh»
«Il plurale non esiste. Tu
non farai più niente»
«Certo, e mi lasceranno riposare
tranquilla in un angolo…»
Sulla fronte di Temari pulsò una
vena. Nonostante le penose condizioni di Haru, le lasciò
volare una sventola dal lato dell’occhio gonfio.
«Ribatti un’altra volta e te ne
do due» disse perentoria.
«Mah… Te l’ho detto, non
sento il dolore» ghignò lei con vacua indifferenza.
«Tu non hai idea di quanto possa
incazzarmi…» disse sua madre tra i denti.
«Fammelo vedere» la incitò
lei, fissandola con gli occhi neri brillanti.
Temari si bloccò.
Quelli erano gli occhi di Shikamaru.
Li aveva visti brillare così,
sul padre di Chiharu, soltanto un’altra volta nella sua vita.
E a quegli occhi non aveva saputo
resistere allora, né sarebbe riuscita a resistere adesso.
Un sorriso le sfuggì,
involontario.
«Va bene» si trovò a
dire, contro ogni buon senso. «Ma devo portarti più su
di qui»
Con un solo gesto fluido se la caricò
in spalla, strappandole l’ennesimo gemito. Alzò lo sguardo
verso il tetto, e saltò.
Quando atterrò sulle tegole,
silenziosa e sicura, lasciò andare il respiro e la mise giù.
«Sei ingrassata» le disse accigliata.
«L’ultima volta che mi hai
preso in braccio avevo cinque anni» replicò lei offesa.
«Certo che sono ingrassata. E comunque se fai fatica è
perché sei vecchia»
«Senti un po’ la mocciosa…
Senza di me saresti nella tomba, anzi non saresti nemmeno mai venuta
al mondo»
«Sì, sì, certo…
Posso ricordarti che sono stata un incidente di percorso?»
«Che cavolo dici?» scattò
Temari. «Chi te lo ha detto?»
Colta alla sprovvista dalla reazione
della madre, Chiharu restò spiazzata.
«Beh, pensavo che… insomma, tu
e papà ogni tanto litigate, e tu dici che hai dovuto
costringerlo a sposarti perché c’ero io…» rispose
impacciata. «E poi hai dovuto lasciare la Sabbia, e smettere di
essere ninja…» si strinse nelle spalle, facendosi piccola.
Temari la scrutò turbata, senza
parlare. Poi sbuffò. «Quando finisce questa storia io e
te dobbiamo fare una bella chiacchierata» disse secca. «Ci
sono un paio di cose che non hai capito per niente. Ora resta lì
e non muoverti, va bene?»
Haru annuì, rannicchiandosi un
po’ più su, e Temari le si parò davanti con il
ventaglio stretto in mano.
In piedi davanti a lei, a nascondere il
sole alto nel cielo, sembrava bella e forte come non l’aveva mai
vista. Non poteva sapere che anni prima anche suo padre aveva avuto
la stessa prospettiva della sua schiena, né che avrebbe
assistito alla stessa tecnica cui lui aveva assistito allora, ma se
lo avesse saputo avrebbe finalmente capito perché quei due
erano finiti insieme.
Fascino.
Puro e denso come miele, si irradiava
dalla sua figura con l’alone di luce che la circondava, e le rapiva
gli occhi. Un’arma in mano a una donna può fare molto.
Per diversi secondi l’aria fu
riempita da un unico fischio acuto e prolungato, che Temari lanciò
dal tetto. Tutti i ninja in basso alzarono lo sguardo e la videro,
confusi, ma quelli della Foglia riconobbero il segnale d’emergenza
che avevano stabilito quando ancora erano nella stanza segreta con
Hinata e le bambine. Ricordarono al volo cosa significava:
allontanatevi il più possibile. Avrebbe dovuto essere lanciato
nel caso in cui qualcuno avesse deciso di usare una tecnica ad ampio
raggio.
Tra gli sguardi sorpresi e inquieti dei
ninja della Roccia e degli incappucciati nascosti tra loro, i ninja
della Foglia si allontanarono precipitosamente dal campo di
battaglia, chi imitando Temari e saltando sul tetto, chi gettandosi
nella casa di Naruto da una finestra.
Lei, ancora ferma davanti alla figlia,
lasciò loro appena il tempo di muoversi, e poi aprì il
ventaglio tenendolo con una mano sola; Chiharu vide i muscoli del
braccio tendersi ma non cedere, e ricordando quanto fosse pesante ciò
che dovevano sostenere non poté fare a meno di provare
un’ondata di ammirazione per sua madre.
Temari si morse il pollice e rapida
disegnò una linea di sangue sul ventaglio, agitandolo come se
fosse stato di carta velina. Anche Chiharu sentì lo
spostamento d’aria alle sue spalle, e dovette chiudere gli occhi
quando da una nube di fumo comparve una grossa donnola con il capo
bendato e armata di falce.
Non ci fu neanche un attimo di pausa,
nemmeno il tempo di sorprendersi, che Temari gridò un ordine,
parole che nell’orecchio di Chiharu suonarono come “ballo del
taglia e taglia”.
Poi la donnola agitò la falce.
Chiharu si sentì trascinare in
avanti a causa dello spostamento d’aria, e dovette aggrapparsi alle
tegole per non urtare le gambe di sua madre.
Si sentirono una serie di crack
sonori, il vento fischiò nel giardino interno della casa e il
ciliegio venne letteralmente spazzato via. Tra le grida soffocate dai
sibili dell’aria alcune tra le colonne del patio cedettero, cadendo
con uno schianto. Una parte del pergolato scivolò a terra con
loro, crollando su un gruppo di nemici più sotto, e il resto
del portico gemette come una foresta sotto una tempesta.
Passarono solo pochi secondi, e poi la
donnola smise di muoversi, e la sua falce smise di fendere l’aria.
Temari la congedò, e la sua voce fu l’unica nota nel
silenzio irreale calato all’improvviso.
Chiharu riprese a respirare e
cautamente si fece avanti. In ginocchio sul bordo del tetto, abbassò
lo sguardo… e vide la devastazione più totale.
Corpi e macerie, fenditure nelle
colonne rimaste in piedi, finestre frantumate, sangue ovunque,
schizzi cremisi anche in punti lontanissimi dai corpi… sembrava
passato un tifone.
«Non è stato un granché…»
commentò Temari appoggiandosi al ventaglio. «Peccato che
non ci fossero più alberi nei paraggi»
Chiharu le lanciò un’occhiata
intrisa di confusa ammirazione. «Hai… hai vinto» disse
in un soffio. «Da sola»
Sua madre le sorrise condiscendente. «E
che ci voleva?»
Non lo faceva apposta, ma quando
guardava negli occhi Chiharu ritrovava l’espressione dello
Shikamaru di tanti anni prima, e le veniva naturale comportarsi come
una quindicenne.
«La solita esagerata»
commentò Kakashi raggiungendole con un balzo. «Lo dici
tu a Naruto che gli hai demolito la casa?»
«E salvato la famiglia»
puntualizzò lei.
«Aspettate un attimo»
intervenne Chiharu, che stava ancora guardando giù. «C’è
qualcosa che non va…»
Temari e Kakashi si sporsero accanto a
lei, e impiegarono qualche istante per capire dove stava il problema;
ma poi ci arrivarono.
«Non ci sono mantelli neri»
disse l’Hokage accigliato. «Né corpi degli Hyuuga»
«Eh?» fecero le due
ragazze. «Ma di che parli?»
«Non intendevate questo?»
domandò Kakashi smarrito.
«Mantelli? Hyuuga?»
ripeterono loro due perplesse. «Noi stavamo solo notando che ci
sono troppi pochi cadaveri della Roccia… non saranno neanche una
decina»
«C’è qualcosa che hai
dimenticato di dirci?» indagò Temari socchiudendo gli
occhi.
«Laggiù hanno combattuto
anche gli Hyuuga» spiegò Kakashi. «Alcuni, almeno…
coperti da mantelli neri. Ma non vedo nemmeno uno dei loro corpi»
«Beh, ci aiutavano, no?»
chiese Chiharu.
«No»
«Oh»
«Allora il clan ha tradito la
Foglia?» domandò Temari sprezzante.
«Non ne sarei così
sicuro…» mormorò Kakashi facendo vagare lo sguardo sui
resti del giardino. «Forse non è l’intero clan. Forse…
è soltanto il capoclan»
«Hiashi Hyuuga?» Temari
quasi scoppiò a ridere. «No, non esiste. Come ha detto
sua figlia, per lui il villaggio è più sacro della vita
stessa. Al massimo potrebbe essere qualcuno all’interno della
casata, un gruppo isolato…»
«Sarà…» disse
l’Hokage, diffidente. «Ma se fossi in voi terrei gli occhi
aperti»
«Dov’è Chiharu?»
I due si voltarono, convinti di vederla
ancora inginocchiata sul bordo del tetto, ma scoprirono soltanto di
essere rimasti soli.
«Occhi aperti, eh…?»
disse Kakashi piano.
Temari digrignò i denti. «Quando
la pesco l’ammazzo»
Ma Haru non aveva neanche per
l’anticamera del cervello di starsene buona a sorbire le ramanzine
materne. Soprattutto ora che aveva capito quanto poteva essere forte.
Non appena aveva visto Temari e Kakashi
distratti, era silenziosamente scivolata fino a una delle colonne e
da lì si era calata giù, sentendo a malapena il dolore
della ferita tra le costole – non pensava che l’anestetico fosse
così efficace! Ora correva leggera sul patio,
incrociando qua e là ninja della Foglia che sospiravano e
scuotevano la testa, pensando alla reazione di Naruto nel vedere in
che stato era il suo giardino. Si sentiva bene, leggera e sollevata.
E si sentiva grande.
“Altro che una stupida battaglia”
si disse pensando a Kotaro e Hitoshi. “Io qui ho sventato un
complotto!”
Non si soffermò a pensare che la
maggior parte del lavoro l’avevano fatta gli altri.
Mentre correva davanti alle finestre
infrante dall’attacco di Temari, le parve di sentire un sospiro
noto. Si fermò di colpo, inarcando le sopracciglia, e
sporgendosi all’interno della casa vide suo nonno seduto sul
pavimento e circondato da frammenti di vetro.
«Lei e le sue manie di
protagonismo…» borbottava il jonin togliendosi brandelli di
finestra dai capelli brizzolati. Haru sorrise.
«Ehilà nonno»
commentò con un cenno allegro. «Tutto bene?»
«Hn? Tu che diavolo ci fai qui?»
chiese Shikaku scoccandole un’occhiataccia. «Ti sei infilata
nella mischia, eh?»
Lei si limitò a ridere, e lui
sospirò di nuovo. «In questo non hai proprio preso da
tuo padre» disse alzandosi in piedi. «Sei ferita?»
«Niente di grave» Haru si
strinse nelle spalle, sfiorando l’occhio gonfio. «E poi ho
masticato un anestetico che ha dell’incredibile. Non sento
assolutamente niente!»
«Che anestetico?»
«Boh, l’ho trovato in casa, nel
laboratorio del clan. Era tra le provette e i veleni»
Shikaku fece mente locale. L’ultima
volta che era stato nel laboratorio, cosa c’era lì?
«Foglie verdi e carnose,
terribilmente amare?» tentò.
«Esatto»
Lui chiuse gli occhi, e si passò
una mano sul viso.
«Ho sbagliato qualcosa?»
chiese Haru con un mezzo ghigno. «Erano una pianta rara e
preziosa che avete impiegato anni a coltivare? Beh, c’era scritto
anestetico sopra…»
«Perché non impari a
guardare un po’ meglio quello che fai?» la interruppe
Shikaku. «Anestetico era la targhetta della provetta lì
accanto, quella piena di liquido rosa»
«Ah sì?» ribatté
Haru stringendosi nelle spalle. «Finché non mi fa male,
ben venga»
«Il punto è esattamente
questo…!»
Ma Shikaku non riuscì a
spiegarsi. In quel preciso istante qualcosa attrasse la sua
attenzione oltre le spalle della nipote, e improvvisamente la afferrò
per le braccia e la tirò dentro la casa di peso.
«Che succ…?» tentò
di chiedere lei, e lui le tappò la bocca.
«Shh» le sibilò in
un orecchio. «Zitta. Non ti muovere»
Haru smise di divincolarsi, trattenendo
il respiro, e Shikaku si sporse appena sopra il davanzale.
Nel giardino l’aria si era come
congelata.
A un tratto, mentre i ninja della
Foglia tiravano il fiato, avevano fatto la loro comparsa sul portico
due figure del tutto inaspettate: Hiashi Hyuuga e Hinata. E il
capoclan degli Hyuga aveva lanciato un ordine sinistro che sembrava
uscito da un romanzo di terza categoria: «Che nessuno si muova»
Tutti lo fissarono con tanto d’occhi.
Da dove spuntava? E perché Hinata era con lui?
«Cosa succede?» intervenne
Kakashi saltando giù dal tetto, davanti a loro.
All’istante due figure ammantate
comparvero dal nulla e lo afferrarono per le braccia,
immobilizzandolo. Nello stesso tempo altre spuntarono in ordine
sparso nel giardino e impedirono ai ninja della Foglia di
intervenire.
«Ah… Ecco il nostro prezioso
Hokage» disse Hiashi con un mezzo sorriso di derisione.
«Abbastanza codardo da rifuggire la battaglia»
«Cosa stai combinando?»
insisté lui senza smontarsi, apparentemente poco impensierito
dai due che lo tenevano fermo.
«Non ti riguarda» ribatté
lo Hyuuga atono. «Storditelo» ordinò ai suoi
uomini.
Questa volta Kakashi cercò di
reagire, ma invano. Il colpo lo raggiunse alla nuca dritto e preciso
e, roteando gli occhi all’indietro, perse i sensi.
«Trattatelo bene, il suo corpo ci
serve» aggiunse Hiashi disinteressandosi di lui. I due
sembrarono esitare per un istante. Poi depositarono il corpo contro
una colonna, e andarono a posizionarsi alle spalle del capoclan.
Mentre loro prendevano posto, dal tetto
balzò un’altra figura incappucciata.
«Ha cercato di fare resistenza»
disse depositando rudemente a terra Temari, dalla cui bocca usciva un
filo di sangue. Chiharu inspirò bruscamente nel vederla priva
di sensi.
«Lasciatela perdere» disse
Hiashi annoiato. «Ora siamo a posto… Prendila»
strattonò Hinata, e la spinse giù dal portico. Lei
inciampò sui gradini, rischiando di cadere, ma l’uomo
incappucciato l’afferrò in tempo. «Rinchiudetela da
qualche parte, io devo mandare un messaggio»
L’uomo che doveva eseguire l’ordine
esitò.
Abbassò lo sguardo su Hinata e
la sentì gemere piano; vide il suo volto coperto di sudore,
gli occhi ancora umidi di lacrime, e la sentì sussurrare un
“ti prego” infinitamente fievole. Alzò la testa a cercare
gli occhi di Hiashi, ma il capoclan lo squadrò con la
freddezza più completa.
«Muoviti» gli ordinò
impaziente.
«Padron Hiashi…» mormorò
quello, confuso.
Aveva più o meno l’età
di Hinata, ed erano cresciuti nella stessa casa. Ricordava la
ragazzina gentile che aveva una parola cortese per tutti… e
ricordava che suo padre era sempre stato severo con lei. Ma non
crudele. Non così.
«Tu» scattò Hiashi,
additando un altro uomo. «Portala via»
Anche quello non eseguì subito.
Si avvicinò al compagno lentamente, poco convinto, e guardò
a sua volta la pallida Hinata.
«Non valete niente» disse
allora Hiashi in tono pieno di disprezzo. Scese i gradini a passo
pesante, afferrò Hinata per un braccio e se la tirò
vicino, ignorando il suo gemito di dolore. «Verrà con
me. Voi restate qui, e prendetevi cura degli altri. Che nessuno si
muova, sono stato chiaro?»
Gli uomini annuirono, ancora a disagio.
Hiashi diede loro le spalle e risalì
la breve scaletta che lo portò al portico, trascinando Hinata
con sé. All’ultimo gradino lei rischiò di inciampare,
e lui la tenne su per un braccio. Nel movimento improvviso perse
momentaneamente l’equilibrio, e il kunai che aveva usato per
colpire Hinagiku scivolò dalla tasca del kimono e tintinnò
sordo sul patio di legno.
«Sciocca idiota!» disse tra
i denti.
Hinata cadde in ginocchio, con un
lamento penoso, e portò una mano al ventre.
«Alzati!» le ordinò
Hiashi, ma lei scosse la testa, gli occhi pieni di lacrime. Ansante,
cercò debolmente di rannicchiarsi su sé stessa.
Sentiva un dolore lancinante alla
pancia, qualcosa che non aveva mai provato prima. Era infinitamente
diverso dalle familiari doglie del parto, e lei sapeva che non poteva
essere nulla di buono.
“Il bambino… Il nostro bambino…”
pensò disperata. “Devo difenderlo… sta male… cosa posso
fare…?»
Chiharu, dal suo nascondiglio, ancora
con la mano di Shikaku sulla bocca, la vide gemere sul legno del
portico. E poi, spostando di poco lo sguardo, vide il sangue che le
macchiava il kimono poco più su delle ginocchia.
«Il bambino!» sibilò
strappandosi di bocca la mano del nonno. «Sta succedendo
qualcosa al bambino! Guarda, è sangue!»
«Accidenti…» mormorò
Shikaku stringendo i denti.
Chiharu lo fissò ansiosa.
«Dobbiamo fare qualcosa!» sussurrò angosciata.
Hinata era la cristallizzazione del suo
concetto di madre. Hinata era semplicemente troppo perfetta perché
le accadesse qualcosa di male. Non doveva succedere!
«Gli Hyuuga sono ovunque…»
disse tra i denti Shikaku. «Sarà difficile»
Haru strinse i denti. Non avevano tempo
per pensare!
Con uno scatto si liberò della
stretta di Shikaku e balzò in piedi.
«Ferma!» le sibilò
lui cercando di riacciuffarla, ma lei sgusciò via veloce e
silenziosa, correndo verso la porta della stanza.
Suo nonno imprecò e fece per
seguirla, ma quando posò la mano a terra rischiò di
scivolare. Accigliato si guardò il palmo… e lo scoprì
coperto di sangue.
Del sangue di Chiharu.
Haru attraversò mezza casa
tenendo la schiena piegata al di sotto del livello delle finestre. Si
azzardò a guardare fuori solo una volta, quando pensò
di essere arrivata, e scoprì che avrebbe dovuto raggiungere la
stanza successiva. Lo fece, e a quel punto si appiattì contro
il muro accanto alla finestra sfondata. Frammenti aguzzi sporgevano
dagli infissi.
Fuori, pressoché in linea
d’aria, Hiashi Hyuga cercava di costringere Hinata ad alzarsi in
piedi.
Haru sentì un’ondata d’odio
risalire dallo stomaco fino al cervello, annebbiandole la vista.
Si passò il dorso della mano
sulla bocca e fece lavorare il cervello in maniera febbrile, senza
accorgersi della striscia color sangue rimasta sulla pelle.
Naruto. Doveva avvertire Naruto.
“Dai…” pensò bagnando il
dito nel sangue della ferita al fianco, incurante della macchia scura
che si era ampliata esageratamente. “Vieni fuori!”
Intrecciò le dita nella sequenza
che si era esercitata a ripetere mille volte, le posò a terra,
infondendo nella tecnica ogni briciolo di convinzione che le era
rimasta, e strinse i denti fino a farsi male. Ci fu uno sbuffo di
fumo, e poi un uccellino scarlatto malandato. Ma che sembrava in
grado di volare.
Ansante, Haru estrasse dal marsupio un
altro pezzo di carta. Le dita insanguinate lasciarono tracce sui
bordi irregolari del biglietto, e mentre si chinava e scriveva a
Naruto di tornare indietro il più presto possibile,
raccontando a grandi linee cosa era successo, dalle sue labbra alcune
spesse gocce scarlatte andarono a macchiare il foglio. Si pulì
la bocca distrattamente, firmando il messaggio, e lo piegò in
qualche modo. Lo legò alla zampa dell’uccello e poi lo prese
tra le mani, parlandogli come si farebbe a un bambino.
«Trovalo… non importa come…»
gli sussurrò con un filo di voce. «E fai in fretta»
L’uccellino le lanciò
un’occhiata poco intelligente, ma poi si staccò dalle sue
mani e volò fuori dalla finestra.
«Cos’è?» esclamò
uno dei ninja incappucciati vedendolo sfrecciare sotto il portico.
Hiashi alzò lo sguardo e gli
gettò un’occhiata irritata. «E’ un uccello, sarà
entrato prima. Maledizione, tu alzati!»
Haru sbirciò oltre la finestra.
Vide le dita di Hiashi Hyuuga serrate attorno al braccio bianco di
Hinata, tanto strette da segnare un solco. Vide il sangue sul suo
kimono, la chiazza che si era allargata, e poi vide le sue lacrime.
“Naruto non farà in tempo”
realizzò con orrore, e nello stesso istante captò il
rumore impercettibile dei passi di Shikaku che la raggiungeva. “Ora
o mai più” pensò in un istante di follia.
Intrecciò le dita davanti al
petto, lasciò in sospeso la tecnica e scavalcò il
davanzale.
Hiashi ebbe appena il tempo di stupirsi
vedendo comparire una ragazzina coperta di sangue, che lei si abbassò
di scatto e premette le mani sul legno. Le assi si spaccarono con uno
schiocco secco, facendo perdere l’equilibrio al capoclan, e Haru si
lanciò su Hinata. La afferrò per un polso e la tirò
via di forza, odiandosi quando sentì il suo gemito, ma si
disse mille volte che era necessario, che non c’era altro modo.
Anche Hinata sembrò capirlo, e si sforzò di seguirla
nonostante il dolore le annebbiasse la mente.
«Prendetele!» gridò
Hiashi aggrappandosi a una colonna, quando loro oltrepassarono la
soglia di una porta.
Shikaku non permise a nessuno di fare
nemmeno un passo, e fece il suo ingresso in scena dalla stessa
finestra per cui era arrivata Haru. Un istante e né gli
incappucciati, né Hiashi riuscirono più a muoversi,
intrappolati dalla sua ombra. Tentò di prolungarla anche ai
loro compagni, ma i più distanti sfuggirono oltre la sua
portata. I ninja della Foglia ne approfittarono per rimettersi in
moto, e in men che non si dica furono loro addosso.
Hiashi lanciò un’occhiata
carica d’odio a Shikaku; per un attimo lui fu seriamente tentato di
strangolarlo. Ma poi, inspirando a fondo, decise che avrebbe fatto
scegliere a chi di dovere.
«Svegliate Kakashi» ordinò.
All’interno della casa, Hinata si
accasciò lungo il corridoio, incapace di proseguire.
«No, no… ancora un passo…
fino al letto almeno…» gemette Haru cercando di aiutarla.
«Non ce la faccio!»
sussurrò Hinata, con la testa che le vorticava in maniera
nauseante. «Naruto…»
«Accidenti!» imprecò
Chiharu stringendo i denti, sentendo il sapore del sangue in bocca.
«Abbiamo bisogno di un medico!»
«Hinata!» esclamò
all’improvviso una voce di donna.
Hinata alzò lo sguardo e, come
una visione, vide Sakura affrettarsi lungo il corridoio. «Cos’è
successo?» chiese subito, adocchiando il sangue che le
macchiava il kimono.
«Il bambino…» mormorò
Hinata aggrappandosi a lei quando si fu inginocchiata. «Hinagiku
e Hanako dove sono? Come stanno? E il bambino… Non lo so… sto
male, lui sta male… Qualcosa non va… Sakura…» singhiozzò.
«Ho paura…!»
«Va bene, va tutto bene»
disse Sakura rapidamente, facendola stendere lì dove si
trovava. «Le bambine sono a posto, anche Iria e Jiraya. Stanno
uscendo dall’altra parte del tunnel»
Alla faccia del ‘tranquilla e
riposata’ della gravidanza. In una sola giornata aveva salvato la
vita a una bambina e a una domestica di mezza età, aveva steso
due uomini del clan Hyuuga e ora cercava di salvare un bambino non
ancora nato. Per fortuna Iria si era ripresa abbastanza da badare a
Hinagiku e Hanako, altrimenti non avrebbe saputo cosa fare.
Con la coda dell’occhio vide Chiharu
che la fissava nervosamente.
«Acqua. Procurati dell’acqua!»
le ordinò; lei corse a obbedire.
Sul portico Kakashi e Temari avevano
ripreso i sensi, l’uno cupo e accigliato, l’altra imprecando a
destra e a manca.
Hiashi era ancora immobilizzato da
Shikaku, oggetto degli sguardi di tutti, e con espressione
indecifrabile faceva saettare gli occhi da ogni parte.
«Hai fatto la mossa più
sbagliata della tua vita» mormorò l’Hokage
avvicinandolo. «Quando Naruto tornerà, prega di essere
nelle mie mani, e non nelle sue»
Per la prima volta lo Hyuuga ebbe un
fremito. Ma non ribatté, limitandosi a ricambiare lo sguardo
con occhi carichi di rabbia.
Quegli ingenui non lo sapevano, ma
quasi sicuramente il loro Naruto non sarebbe tornato. E sarebbero
stati loro ad avere una bella sorpresa, quando avrebbero visto
l’esercito della Roccia alle porte del villaggio. Consolandosi con
questo pensiero, riuscì a simulare indifferenza e
impassibilità.
Kakashi scosse la testa.
«Dov’è Hinata?»
chiese a Shikaku, e lui fece un cenno con il capo verso la casa. «E
tra l’altro c’è anche un problema con lei…»
L’Hokage fece per muoversi in quella
direzione, ma si bloccò con il piede ancora alzato.
Una vibrazione.
Un fremito.
Qualcosa di spaventoso.
Si voltò, e per un istante vide,
tra i frammenti di legno divelto, un kunai dalla lama lucente. Sul
manico recava simboli complessi e… noti. Anche lui ne aveva avuto
uno, un tempo.
Erano i kunai del quarto Hokage.
E, come aveva visto accadere per
l’ultima volta anni e anni prima, Kakashi vide di nuovo una
scompigliata zazzera bionda apparire dal nulla in corrispondenza
dell’arma.
Ma questa volta, circondato da un
minaccioso e vibrante alone scarlatto, Naruto non sarebbe mai stato
in grado di tranquillizzarlo come il quarto Hokage avrebbe fatto
allora.
Nel prossimo capitolo...
«Basta, Naruto!» gridò
Kakashi, schivando per un pelo una delle code di Kyuubi, che si
abbatté sul tetto e distrusse l’intera ala ovest. «Stai
esagerando!»
Il corpo di Hiashi cadde a terra e
rimbalzò sui resti dell’erba, con gemiti pietosi a ogni
colpo.
Coperto di ferite e ustioni, il
capoclan degli Hyuuga aveva perso ogni traccia di nobiltà.
Eppure aveva ancora la forza di rialzarsi.
«Dove vai?» gli chiese
Naruto con un ghigno, e un artiglio di chakra si tese e lo afferrò,
trasportandolo di nuovo sul tetto.
Kakashi strinse i denti, e provò
con una tecnica ninja, una qualunque. La cascata d’acqua si abbatté
su Naruto come su un ammasso di rocce, senza avere alcun effetto.
Un occhio scarlatto si piantò
nel suo sharingan.
«Non disturbarmi. Da te vengo
dopo» sogghignò Naruto deliziato, mentre il sangue
copriva ormai quasi tutto il suo corpo.
* * *
Spazio autore
Okay, il prossimo capitolo è il regno delle Mary Sue e dei Gary Stu!
Rileggendolo, nonostante in teoria succedano cose di una certa rilevanza drammatica, me la ridevo come una pazza!
Certo, Baka e Haru ci han messo del loro, ma davvero... roba da matti!
(nota: dopo aver riguardato il prossimo capitolo, mi trovo a cantare I puffi sanno che un tesoro c'è... nel fiore accanto a te!)
Comunque, per voi amanti del sangue, sappiate che ne vedrete scorrere a fiumi! U_U
E che sul finale, ci sarà qualcosa che - si spera - vi scioccherà!
Parlando invece di questo capitolo, ho deciso di accanirmi indiscriminatamente sulle Uzumaki.
E la cosa mi rende anche molto orgogliosa.
Ora sapete dov'era andato Naruto, che i Nara sono avviati lungo una strada bruttissima - Shika escluso, per il momento -
e che le cose stanno per incasinarsi clamorosamente.
Beh, dovevate anche aspettarvelo.
Nota: mi scuso, questo capitolo
doveva essere pubblicato ieri ma la connessione è partita in
pellegrinaggio per le terre di 'fanculo.
Ho anche tardato la consegna per un contest, a causa di questo... Non dite nulla, volevo mangiarmi quella maledetta chiavetta.
Oggi sono momentaneamente stanziata da un'amica, e spero che per il 12 ci sia una magica resurrezione!
Prossimo capitolo: Kyuubi.
Scommesse sui morti
Shikamaru - 4 voti
Asuma - 3 voti
Kakashi - 3 voti
Tsuda junior - 3 voti
Temari - 2 voti (uno molto in forse)
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Ino - 1 voto
Sasuke - 1 voto
Un Uchiha - 1 voto
Hiashi - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Nessuno della Foglia - 2 voti
bambi88: detto,
fatto. Temari si è incazzata. U_U E se non ha vinto la
battaglia, ha fatto sicuramente la sua sporca figura! <3 Tra l'altro
in questo capitolo è un tripudio di Nara, se non erro, quindi
puoi parlarne ancora senza che ti prendano per pazza assatanata. Oh,
gli Hyuuga più sono stronzi e più sono angst, quindi che
male c'è? Li amiamo anche per questo (oltre all'arf, beninteso)!
POSTILLA DEL 10/6: congratulazioniiiii!! >_< Sono orgogliosa di
te!
DarkMartyx 93: ehi, ma io mi
ricordo di te! Bentornata! <3 Oh, mi spiace, ma Naruto in questo
capitolo è arrivato solo all'ultimo istante! Per vederlo fare
fuoco e fiamme dovrai attendere tre giorni, procurarti qualcosa da
sgranocchiare mentre leggi, e poi accomodarti davanti al pc! Uh,
perché sterminare gli Hyuuga, quando Neji e Hinata insieme sono
così arf? Che muoiano
gli Uchiha, che non hanno gentil donzelle tra le loro fila! XD Non so
se segui le scan, quindi non aggiungo altro, ma mi limito a dire che in
questa storia al momento gli Uchiha sono arrivati a quota nove
(contando anche il bambino che deve ancora nascere), e hanno ottime
prospettive di crescita! XD
Hipatya: esordirò
chiedendoti se hai un indirizzo messenger! (wow, che incipit
originale!) Dopodiché, mi dilungherò nel rispondere alla
tua recensione... Spinoff? SPINOFF? SPINOFF?! Oddio.
Mi fa male il lato sinistro del petto e mi formicola la mano. Oddio.
Credo sia un infarto! Argh! Non hai idea dell'onore che mi fai in
questo modo! Davvero, non ne hai la minima idea! Puoi farlo SasuSaku o
quello che vuoi, anche BakaHaru se ti va! Mamma mia, sono in
fibrillazione! Ora capisci che urge
un contatto messenger?? Ohh, sono ancora tutta emozionata! *_* In due
parole liquido la faccenda Hiashi: ci hai preso. XD Ma nel prossimo
capitolo saprai davvero tutto, quindi ancora un attimo di pazienza!
Certo che hai ragione: non era proprio antisgamo! XD Oh, scherzetti...
Chissà, gli scherzetti sono belli quando coinvolgono Kyuubi...
Ma io sono anche il ninja più imprevedibile (?), e quindi non si
sa mai cosa aspettarsi da me! ^^ Ah, harryherm ti ha eletta a suo mito
per la citazione riguardante Sasuke (quella che riesce a unire
magistralmente bomba H e capelli a culo di gallina), e io penso che la inserirò nella mia pagina personale... Ho il tuo permesso? <3
Sky_Shindou: dire ti voglio bene è molto più difficile che dire ti odio,
è risaputo... e quando c'è di mezzo l'orgoglio non
può essere altrimenti, quindi Temari e Chiharu non possono che
incasinarsi la vita! Il rapporto tra Haru e Akeru, invece, è
sostanzialmente stupido. Per me, molto divertente! XD Ho segnato il tuo
voto per Shikamaru, che balza in cima alla classifica come morto numero
uno! Wow, quanta fiducia che avete in lui - e in me! XD
crilli: è bello quando i
lettori hanno le idee chiare... (mi riferisco alle tue ipotesi sulla
spia, ovviamente! XD) Però su una cosa hai ragione: Temari
è Temari, e con lei la standing ovation è sempre
doverosa! U_U
sammy1987: wow, è la
prima volta che mun lettore mi dice che sperava il capitolo non
finisse! Mi sento davvero onorata per questo, lo sai? Comunque
sì, pare proprio che Hiashi abbia perso la testa. Ma
probabilmente di qui a poco si troverà a farne a meno anche non metaforicamente, per cui... Festa! <3
Talpina Pensierosa: sì,
ehm, accetto il "brava", ma francamente se avessi potuto riscrivere
tutta l'ultima parte della storia forse ne sarei stata più
soddisfatta... Va beh, è importante anche mostrare l'evoluzione
di un autore, o no? (dimmi di sì, ti prego! ç_ç)
gracy110: la retta via:
prendere in mano un kunai e gettarsi a pesce su tutti i nemici che si
incontrano, facendo schizzare il sangue da ogni parte. Wow! XD
AAAAAAAAARGH, non parlarmi del 402! Forse sono a malapena riuscita a
metabolizzare il trauma, lasciami nella mia piccola e momentanea bolla
di felicità! (errore: ho appena finito di leggere il 403 e ho
deciso che Itachi mi fa ancora piangere... Ma Sasuke con quella
frangetta fa cagare!)
Killkenny: non so
perché, ma la BakaHaru sta riscuotendo un grande successo! XD
Che io sia finalmente riuscita a trasmettere ai lettori l'amore per i personaggi un po' sfigatini? (testuali parole di qualcuno) E gli Hyuuga commettono errori, eh... Uhm, relativamente...
Ino_Chan: e ci credo che mi
distacco da ciò che scrive Kishi. Dalla morte di Jiraya in poi,
se dovessi scrivere attenendomi agli sviluppi del manga, mi suiciderei
di depressione alla terza riga, diamine. Cooomunque, se ti piace
l'azione il prossimo capitolo sarà più soddisfacente di
questo. Purtroppo, se non erro, sarà anche l'ultimo riservato ai
combattimenti, e dunque cerca di godertelo!
Rhymes: bentornato! ^_^ Mi fa
piacere risentirti, ormai ti davo per disperso, messenger a parte!
Certo è che con le vacanze il tempo libero si moltiplica,
è risaputo, e forse è per questo che finalmente sei
approdato qui! Per quello che riguarda i mocciosi, Chiharu è in
crisi esistenziale più o meno tre volte al giorno, perché
quando sei testa di beep come lei, ti fai un sacco di seghe mentali,
è appurato. Che Hitoshi invece non ti sia simpatico... eheh, me
lo aspettavo! XD Sta antipatico anche a me! U_U Uh, non ho intenzione
di ucciderti per la tua richiesta. Più che altro, tenterò
disperatamente di portarla a termine in tempo, ma se non dovessi
riuscirci non prendertela, ti prego! ç_ç
RedCrossBook: oh povero
Kakashi. -.- Certo che l'hai messa giù proprio dura, eh... ^^'
Solo una cosa: io ho mai accennato a una fede al suo anulare
sinistro...? Parlando di cose più allegre, Baka verrà
sfruttato ancora un bel po', povero cucciolo! Ma visto che è
divertente, ben venga! E nel prossimo capitolo avrai sangue e
combattimenti a iosa, tranquillo, per cui mettiti comodo e attendi
pazientemente! Uhm, stavo ragionando sulla tua ipotesi Hiashi-spia...
In che senso non potrebbe essere per colpa del Byakugan? Perché
non è una tecnica replicabile con una copia? O c'entra con il
chakra?
arwen5786: è arcinoto
che nel mondo di Naruto le femmine sono bestie rare. Ora, se il povero
Baka, che ha sempre pensato solo a sé stesso, all'improvviso si
trova a così stretto contatto con una femminuccia, a tredici
anni è anche normale che gli vengano certi bollori, a parer mio.
Poi, beh, lui ci mette anche del suo abbondando in idiozia, però
va bene così perché è tanto carino! Ad ogni modo,
parlando iperbolicamente, Haru può anche avere una schiera di
ammiratori, ma se lei non li vuole, non li vuole! XD Ricordi Sai? Ecco,
pensa a lui. Ahahah! XD Dove sta Neji? Ehh, bella domanda, bella
domanda sì! (te lo dico subito: sta a tirare il fiato con gli
altri che hanno combattuto, e a breve lo rivedrai! U_U) Oh,
giusto un appunto: scoprirai presto che sugli Hyuuga non pensa bene
nessuna di noi, ma forse io un filino meglio sì... Ah, nemmeno
io so come ho fatto a rendere il vecchio team 10... Mistero!
ò.ò Vuoi Sasuke, Shikamaru e/o Itachi? Per un bel po'
resterai delusa, mi spiace! XD Accontentati (si fa per dire...
è_é) di Naruto e Baka! (ehm... non sono proprio il
massimo... XD) Oooora, parliamo per due secondi del nostro incontro!
<3 Ahhh, dobbiamo assolutamente rifarlo! E sto cercando di ricattare
Robi in ogni modo possibile e immaginabile, cerco pure di coinvolgere
Fabri e spedisco le mie referenze ai suoi genitori! Dio, se ci riesco
è un miracolo... e io voglio essere fatta santa! >_<
Ciò detto, non vedo l'ora di rivederti! Solo che mi è
venuto un dubbio... Noi siamo d'accordo per giovedì, vero? Te lo chiederò anche via sms, per stare più sicura...
muccina89: oh, chissà se
Hiashi è tutto marcio o no? Credo proprio che lo scoprirai nel
prossimo capitolo (idiota quanto inutile tentativo di fare la
simpatica)! Oh, sei in pena per Akeru? Ma è forte lui, mica si
lascia abbattere così! Ci vuole molto di più per fargli
del male! XD
maninja87: a me il soldato
della Roccia della volta scorsa stava parecchio simpatico. Così
simpatico che ho deciso di rendere vedova sua moglie! XD No scherzo...
è che a me stanno a cuore tutti i personaggi, buoni o cattivi
che siano. Non posso farci niente, eh. AAAAAAAAAAARGH! Il 6 era il tuo
compleanno? Beh, in effetti non sarei riuscita a prepararti il
regalo... La settimana prima era infernale. Ma se ti va sono disposta a
fartelo lo stesso, in ritardo! XD Dal 23 in poi non avrò
più nulla da studiare, e la mia testolina sarà libera di
elaborare mille cose da scrivere, lasciando che le gambe cuociano sotto
il calore del pc! (PS: ovviamente in caso di scontro Naru VS Sasu, io tiferei Naruto. Tsk)
Topy: giuro. Sto ridendo anche io! XD
Maobh: no! Non sprecare le
melanzane per leggere, con quello che costano! XD Poi tuo marito che
dice, eh? Oh, la domanda riguardo a Gaara è destinata a rimanere
senza risposta! U_U Lui e la segretaria saranno un bel punto
interrogativo, che sarà molto divertente svelare, prima o poi...
(su Kishi non mi esprimo più: ci manca solo che Naruto diventi
un Uchiha e si scopra che Jiraya ha il macico jutsu della risurrezione,
ma soprattutto... che cavolo è la nuova frangetta di Sasuke?!)
fedecr90: one-shot? Scadenza?
Ma di che stai parlando? ò.ò Per quanto riguarda Bleach,
ti ho già spiegato la situazione: potrei scriverci fanfic solo
se sapessi gli spoiler, e inizierò a cercarli nel momento in cui
rallenterà la pubblicazione italiana, non prima. Senza contare
che non è detto che io scriva IchiRu... Al momento la OriIchi
non mi spiace mica! <3
Yume_Tsuki: 1 - "toccatemi
tutto, ma non la Pomiciata!" by Jiraya; 2 - la storia della morra
cinese l'ho copiata da Hunter x Hunter! XD; 3 - ehm, wow, grazie!
°///° (ho il magnifico dono della sintesi, si nota?)
Reina: ma guarda, non è
la prima volta che ti avvicini alla verità... Il che
probabilmente significa che dopo un po' divento banale! XD Ma va beh,
non si possono sfornare nuove idee all'infinito, a meno di chiamarsi
Stephen di nome e King di cognome.
ShAiW: ammutinamento! Il primo
posto è stato usurpato dalla HaruBaka! Com'è possibile?
La SasuSaku trema! XD Beh, capisco il fascino che irradia da Stupido
(?), ma arrivare a dire di preferire la sua coppia alla SasuSaku
è un bell'azzardo! XD E infatti subito dopo vuoi essere Sakura!
XD Il mondo è bello perché è vario!
Aya
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Capitolo 29 *** Kyuubi ***
Naruto2-29
Kyuubi
- Ventinove -
C’era una volta uno spirito
malvagio dalle sembianze di una gigantesca volpe a nove code.
Con il
solo movimento delle sue code, la volpe poteva provocare frane e
maremoti.
Per far fronte a quello spirito, la
gente invocò l’aiuto dei ninja.
Uno solo di quei ninja, a costo
della propria vita, riuscì ad imprigionare lo spirito…
Quel ninja era il Quarto Hokage.*
Il colore del sangue fresco e denso.
Un rosso scuro e intenso, un porpora
corposo dai riflessi opachi.
Luminoso.
Oscuro.
Ma soprattutto spaventoso.
Tale era il colore degli occhi di
Naruto, quando comparve tra le macerie di quello che era stato il suo
portico, davanti al giardino distrutto, i ninja feriti, la
devastazione più completa. E attraverso quegli occhi, guardò
il panorama che mai avrebbe voluto vedere.
Era stanco, Naruto.
Neanche un’ora prima aveva combattuto
e vinto una guerra, aveva liberato il chakra di Kyuubi all’interno
del suo corpo e l’aveva di nuovo sigillato. Se fosse stato per lui
avrebbe dormito almeno mezza giornata, prima di fare alcunché.
Ma poi, era arrivato quel messaggio da
parte di Chiharu: il messaggio in cui gli diceva che Hinata stava
molto male… e che la causa era Hiashi Hyuuga.
Non aveva pensato che a Konoha c’era
Kakashi. Non aveva pensato che una ragazzina avrebbe potuto
fraintendere le cose. Non aveva pensato a nessun errore.
Era stanco, Naruto.
E quando era stanco, quando era
arrabbiato, e quando era entrambe le cose insieme… Kyuubi prendeva
il sopravvento.
“Massacralo” gli aveva
sussurrato, con quella sua voce bassa e familiare. “Subito”
Un attimo dopo aveva intrecciato le
dita, e con la tecnica di dislocazione istantanea del quarto Hokage
si era trovato a casa, accanto al kunai che aveva consegnato a Hinata
tanti anni prima, dicendole di tenerlo sempre con sé. O
meglio: Kyuubi si era trovata a casa.
Ma ormai aveva davvero senso parlare di
lei o di lui? La distinzione tra sé e la Volpe si era fatta
infinitamente vaga e sottile, specialmente in battaglia.
Condividevano lo stesso corpo da più di trent’anni, la
sopravvivenza dell’uno era indispensabile a quella dell’altra, e
avevano finito per instaurare una sorta di rapporto malato a base di
fiducia, odio, abitudine… Nessuno conosceva Naruto meglio di
Kyuubi, e nessuno conosceva le debolezze di Kyuubi meglio di Naruto.
Eppure non erano la stessa entità.
Erano ancora divisi, all’interno di quel corpo, erano ancora in
grado di riconoscere il sottile confine che li separava. Naruto
poteva guardare attraverso gli occhi di Kyuubi, poteva vedere la sua
casa distrutta e i ninja feriti, e sapeva di essere lui a vederli, ma
attraverso lo schermo distorto della visione della volpe. Riconosceva
il ciliegio sotto cui si era riposato, provava tristezza perché
era stato abbattuto, e nel contempo gli era totalmente indifferente.
Era una strana sensazione, ma aveva imparato a conviverci quando
aveva smesso di essere totalmente succube del demone dentro di lui.
Questa volta però le loro
emozioni erano molto simili; troppo simili, perché la
sua parte umana fosse in grado di controllarsi.
Dov’era?
Hinata, sua moglie, e il loro bambino…
dov’erano? Come stavano? E le altre sue figlie?
Girò lo sguardo lentamente, in
parte ansioso e in parte gustando la distruzione davanti agli occhi
scarlatti. Vide i suoi compagni, vide i loro volti inquieti,
spaventati. Provò un sottile piacere nel sapere che faceva
quell’effetto, e sapeva che in realtà era Kyuubi a provarlo,
ma non se ne curò.
«Naruto» lo chiamò
la voce di Kakashi, lontana e distorta come se provenisse da una
distanza infinita.
Lo guardò, quell’Hokage tutto
sommato giovane e così debole… quanto sarebbe stato facile
schiacciarlo, adesso che era anche ferito… ucciderlo, e prendere il
suo posto…
“E’ quello che hai sempre
desiderato. Essere Hokage”
“Non distrarti” si disse Naruto,
sforzandosi di ignorare la voce della Volpe. “Non ora. Ora conta
Hinata”
“Non lo Hyuga?”
“Anche lui”
«Naruto, abbiamo preso Hiashi,
Hinata è nelle mani di Sakura…» continuò
Kakashi, ma senza che Naruto desse segno di ascoltarlo. «La
situazione è sotto controllo!»
«Dov’è?»
Una voce distorta, un ringhio represso.
«Hinata è dentro…»
fu costretto a rispondere Kakashi, mentre una goccia di sudore colava
lungo la sua tempia.
Gli occhi di Naruto non mentivano, anzi
la dicevano molto lunga sulle sue condizioni.
Se la volpe si fosse scatenata, chi
avrebbe potuto fermarla?
Se Naruto l’avesse lasciata davvero a
piede libero, se a un tratto non fosse più stato in grado di
controllarla, cosa sarebbe successo?
Il quarto Hokage non era più lì
per salvarli.
La testa bionda di Naruto si voltò
verso l’interno, ma l’alone scarlatto che la circondava restò
fisso, come annusando l’aria.
E la vide, stesa nel corridoio.
Sakura era china su di lei, Chiharu era
lì accanto, il sangue era sulle loro mani e sotto il corpo
riverso di Hinata, privo di conoscenza…
Sentì qualcosa scattare dentro
di lui.
Qualcosa di caldo. Bollente.
Doveva correre da Hinata… Chi
l’aveva ridotta così?... Perché c’era tutto
quel sangue?... Dov’era il bastardo che l’aveva ridotta
così?!... E anche Chiharu sembrava ferita… Lo Hyuuga!
Si voltò di scatto, quando il
pensiero di Kyuubi gli trapassò il cervello come una freccia.
Ed eccolo lì, Hiashi Hyuuga,
immobilizzato da Shikaku Nara. Osava fissarlo, osava puntargli
addosso quegli occhi candidi, con tanta sfacciataggine…
Un ringhio basso riempì la gola
di Naruto, e le code di Chakra abbatterono una colonna nel loro
ondeggiare minaccioso.
«Naruto, aspetta!» esclamò
Kakashi, ma troppo tardi.
La volpe si era già scagliata.
Shikaku fu sbattuto a terra con una
sola mano, sentì i polmoni svuotarsi per il colpo e un dolore
sordo alla schiena. Da terra vide Hiashi che veniva scaraventato
attraverso il giardino, fino a schiantarsi contro il muro dall’altro
lato. Vide il chakra rosso della volpe allungarsi verso l’apertura
fresca nella parete, e vide i ninja della Foglia farsi da parte
precipitosamente, spaventati e incapaci di prendere una decisione
qualunque.
Poi, vide il sangue che iniziava a
colare, come linfa che trasudasse dai pori della pelle di Naruto.
E quando la coda di chakra abbatté
la colonna che sorreggeva il porticato sotto cui si trovava, non vide
più nulla.
«Non ci siamo…» disse
Sakura tra i denti. «Hinata! Hinata, non puoi svenire adesso!
Chiharu, colpiscila»
«Ehm…»
Incerta, Haru si spostò e diede
un leggero schiaffo alla guancia pallida di Hinata. Niente. Ritentò
un po’ più forte, ma la sua testa si limitò a
ondeggiare debolmente, senza altre reazioni.
«Non si sveglia!» disse
angosciata a Sakura.
«Il bambino sta nascendo…»
mormorò lei corrucciata. «Ma non va bene così…
è podalico, maledizione. E Hinata non collabora! Io non ho
esperienza di parti!»
«Trasportarla all’ospedale?»
«La maggior parte dei ninja
medici in gamba sono in battaglia»
«Ma ce ne sarà uno
normale!»
«Chiharu, stai zitta! So cosa
abbiamo a disposizione, va bene? So che faccia hanno tutti i medici
della Foglia, e nessuno di loro è in grado di salvare Hinata o
il suo bambino!»
«Neanche tu?»
Sakura si morse il labbro.
No, dannazione, no! Doveva esserci
qualcosa che era in grado di fare!
Perché aveva passato
tutti quegli anni a sfornare figli se poi non sapeva come muoversi in
caso di emergenza?
“Vorrei aver curato meno ferite da
kunai e più future mamme” si trovò a pensare. “E
vorrei avere più esperienza… più esper…”
Si bloccò.
Più esperienza.
Una montagna di esperienza in più.
C’era qualcuno così, al
villaggio.
Ma era lontano… lontanissimo. E ci
voleva qualcuno che portasse Hinata. Qualcuno che fosse veloce e
delicato. Possibilmente che fosse ansioso per la sua sorte.
Il rumore di un crollo le fece
distogliere lo sguardo, e alzando gli occhi vide il patio crollare
davanti all’ingresso del corridoio in cui si trovavano.
Una leggera vibrazione scosse l’aria,
andando a toccare tasti sensibili della sua pelle.
Un chakra noto.
Familiare e pericoloso.
Naruto.
Ci voleva lui.
«Chiharu, dobbiamo fermarlo»
disse in fretta.
«Chi?» chiese lei confusa.
«Naruto»
«Ma Naruto è ancora…»
«No! E’ tornato! E’ qua fuori
e sta facendo un macello»
«Che cosa? Come ha potuto tornare
così…»
«Lascia perdere! Non abbiamo
tempo! Tu resta con Hinata, io provo qualcosa!»
«Eh? No, aspetta! Se dovesse
succ…»
Sakura si alzò in piedi,
ripulendo sommariamente le mani nei pantaloni. Chiharu, pallida, la
fissò ad occhi sbarrati.
Restare lì, sola, con Hinata?
E se fosse morta?
Se fosse morta e
non ci fosse stato nessuno accanto a lei?
«As… aspetta, vado io!»
esclamò disperata scattando in piedi. «Resta tu… tu
qui puoi fare qualcosa…»
«Cosa?» fece Sakura con una
smorfia. «Non se ne parla. Non sai come prendere Naruto, e in
questo momento è pericoloso anche solo essere nei suoi
paraggi. Non ti muovere, io torno subito»
«No!» gridò Haru
aggrappandosi alla sua manica. «Io posso davvero fare qualcosa!
Te lo giuro! Permettimi di andare…!»
«Adesso basta! Non è il
momento per farsela sotto!» Sakura liberò bruscamente il
braccio. «Tu resterai qui, e io sarò di ritorno in dieci
minuti con Naruto! E’ chiaro?»
Chiharu sbiancò. Sakura le
scoccò un’occhiata penetrante, e poi si allontanò di
corsa, lasciandola sola con Hinata.
La ragazzina abbassò lo sguardo,
su quel suo idolo ora così pallido e debole.
La sentì gemere, ma senza che
riaprisse gli occhi.
«Basta, Naruto!» gridò
Kakashi, schivando per un pelo una delle code di Kyuubi, che si
abbatté sul tetto e distrusse l’intera ala ovest. «Stai
esagerando!»
Il corpo di Hiashi cadde a terra e
rimbalzò sui resti dell’erba, con gemiti pietosi a ogni
colpo.
Coperto di ferite e ustioni, il
capoclan degli Hyuuga aveva perso ogni traccia di nobiltà.
Eppure aveva ancora la forza di rialzarsi.
«Dove vai?» gli chiese
Naruto con un ghigno, e un artiglio di chakra si tese e lo afferrò,
trasportandolo di nuovo sul tetto.
Kakashi strinse i denti, e provò
con una tecnica ninja, una qualunque. La cascata d’acqua si abbatté
su Naruto come su un ammasso di rocce, senza avere alcun effetto.
Un occhio scarlatto si piantò
nel suo sharingan.
«Non disturbarmi. Da te vengo
dopo» sogghignò Naruto deliziato, mentre il sangue
copriva ormai quasi tutto il suo corpo.
L’Hokage ebbe un brivido.
Kyuubi.
Erano anni che non la incontrava… ed
erano anni che non prendeva il sopravvento così.
Come diavolo aveva fatto il Quarto
Hokage a sconfiggerla? Dove aveva trovato il coraggio?
«Ricordati di Hinata!»
tentò ancora Kakashi. «Sta male! E tu stai perdendo
tempo qui!»
Ma Naruto non sentiva.
L’odio gli annebbiava la mente, e il
chakra della volpe faceva il resto, riempiendogli le orecchie di
ronzii e fusa di piacere.
“Massacralo. Guarda il suo sangue
colare a terra. Assaporane il gusto. E goditelo”
Hiashi lanciò un urlo di agonia
quando il chakra rosso gli ustionò la carne.
Ansante lottò per non perdere
coscienza, e sentì un artiglio penetrare al di sotto della
pelle. Il dolore si diffuse a macchia d’olio, attraversando muscoli
e tessuti come lava incandescente, strappandogli un altro urlo.
Ricordi confusi si ammassarono nella
sua mente, voci e rumori…
“Naruto Uzumaki…”
“E’ lui il più
pericoloso…”
“Invincibile…”
“Da evitare assolutamente…”
“Migliaia di copie…”
“Un demone…”
Perché si era imbarcato in
quell’impresa?
Perché non aveva dato retta alle voci che
correvano?
Perché aveva creduto di poterlo
davvero ingannare… e forse anche sconfiggere?
L’ultimo alito di ossigeno uscì
dai suoi polmoni insieme a un gemito. Gli artigli di Naruto lo
spingevano contro il tetto, sentiva le costole scricchiolare. Quel
corpo era troppo vecchio per resistere. Con uno sforzo sovrumano
inspirò, e sentì un dolore lancinante allo sterno.
«Fa male?» gli chiese la
voce melliflua di Naruto. «Fammi sentire la tua voce, ancora, e
ancora…» ogni parola era un aumento della pressione, e un
gemito nuovo.
Il demone rise, beandosi del gioco
perverso che nessuno osava interrompere.
All’improvviso sollevò Hiashi
e lo scaraventò giù dal tetto.
Kakashi tentò di lanciarsi prima
di lui, di afferrarlo e portarlo via in qualche modo, sperando così
di calmare Naruto, ma il demone lo anticipò ghignando.
«Non disturbarmi» ringhiò,
e con un colpo di coda lo mandò a sbattere contro una colonna,
anche se all’ultimo Temari attutì l’impatto con il suo
ventaglio.
Indisturbato, atterrò sulla sua
vittima e riprese da dove si era interrotto, lanciando al cielo una
risata.
«Naruto!» gridò la
voce di Sakura in quel momento, mentre lei compariva al limitare del
giardino. «Cosa stai facendo?! Abbiamo bisogno di te! Hinata
sta male, dobbiamo portarla via di qui! Smetti di perdere tempo!»
«Taci!» ringhiò la
volpe scoccandole un’occhiata intrisa di furore.
Riconosceva quella donna, sempre
cercava di opporsi al suo potere e sempre ne usciva sconfitta. Anni
prima, grazie alla stupidità di quell’umana, era stata a un
passo dall’essere libera; ma a causa di ciò che lei
rappresentava per Naruto, ancora una volta era stata sconfitta e
rinchiusa.
Lei era un disturbo.
Kyuubi mosse una coda, e quella si
abbatté nel punto in cui si trovava Sakura, che balzò
di lato, evitandola per un pelo.
«Naruto!» insisté,
tendendo le mani sporche di sangue davanti a sé. «Questo
sangue non è mio! E’ di Hinata! Se la lasceremo così,
morirà!»
La volpe snudò le zanne in un
sorriso. «Vuoi che te lo lecchi dalle dita?» chiese
sarcastica.
«Voglio parlare con lui!»
gridò lei, furiosa. «Se Hinata morirà perché
me lo hai impedito, sarai tu a farne le spese!»
«Ma davvero? Allora aspetta un
attimo…» ghignò, sorniona.
“Vuoi vendicarti?”
Le orecchie ovattate di Naruto
sentirono la voce di Kyuubi forte e chiara, solo quella. Gli invase
la mente come un ordine e una promessa, una gradevole speranza…
“Sì” rispose, senza esitare.
“Subito?”
“Sì!”
«Niente da fare…» ghignò
la volpe, di nuovo rivolta a Sakura. «Lui ora vuole vendicarsi.
Pensa tu alla mogliettina… sei un medico, è il tuo lavoro,
no? O non ne sei in grado?» rise, di una risata piena e
appagata.
«Maledizione…» sussurrò
Sakura tra i denti. «Non c’è più tempo!»
Farlo le costò un’enorme
fatica, e un peso sul cuore.
Ma alla fine voltò le spalle a
Naruto, e se ne andò, scavalcando una finestra per entrare di
nuovo in casa.
Kyuubi, nel giardino, scoppiò a
ridere.
«Era tanto che non mi divertivo
così!» gridò, e la sua voce risuonò fino
al bosco.
«Allora?» chiese Chiharu
ansiosamente, quando vide tornare Sakura.
Hinata, a terra, si era fatta ancora
più pallida. E il sangue era aumentato.
«Niente da fare, non ragiona»
rispose Sakura in fretta. «Aiutami. Dobbiamo sollevarla, e
portarla da una persona… Da sola non ci riesco»
«Non sei riuscita a chiamare
Naruto?» Haru spalancò la bocca.
«No, va bene? No!» sbottò
la jonin nervosamente. «E ora chiudi la bocca e dammi una
mano!»
«Ma hai detto che senza Naruto
non avremmo fatto in tempo…» balbettò la ragazzina
obbedendo. «In due saremo lente!»
«Lo so! Ma non abbiamo altri
modi! Non ho idee!»
«Io ne ho!»
«Lascia perdere!»
«Perché?!»
«Non sei in grado ti trattare con
Naruto! Sei solo una ragazzina!»
Chiharu si morse il labbro, livida.
«Lasciami provare!» sibilò
furente.
«No»
Haru dovette ingoiare tutte le
successive repliche, e aiutare Sakura a portare fuori il corpo di
Hinata. Decisero di passare dall’ingresso principale, perché
era il più distante dal giardino interno, e per farlo
dovettero attraversare un lungo corridoio. Alla fine, quando Sakura
ebbe oltrepassato i resti della porta, Chiharu aveva il fiatone.
«Vieni, ora ti guido io…»
le disse Sakura.
«No…» ansimò Haru
tra i denti, posando a terra Hinata.
«Come sarebbe a dire no?»
si accigliò Sakura.
«Vuol dire… no!» rispose
lei, stringendo i pugni.
«Nara?» Akeru spuntò
dal cespuglio dietro il quale era rimasto nascosto, con espressione
stupita. «Sei ancora viva?»
«Stup… Akeru!» esclamò
Sakura sorpresa. «Che ci fai lì?»
«Beh, dall’altra parte vengono
certi rumori… ho pensato che, ehm, qualcuno dovesse controllare
questo lato» borbottò lui arrossendo. «Ma quella
non è la figlia di Hiashi Hyuuga? Ehi, è ferita!»
«Sì, ma tu puoi darci una
mano…» mormorò Sakura. In tre sarebbero stati più
scomodi, ma con un po’ di coordinazione… Chiharu era stanca,
forse aveva perso troppo sangue.
«Sì, puoi dare una mano»
intervenne Haru a sorpresa, alzando bruscamente il capo e fissando
Akeru come se lo vedesse per la prima volta.
Lui guardò entrambe, a disagio.
«Ehm…» sussurrò
incerto. «Io?»
Chiharu scattò prima che Sakura
potesse fare qualunque cosa, e lo afferrò per il polso.
«Vieni con me!» gli ordinò.
«Cosa?» sbottò la
jonin contrariata. «Chiharu, per l’ennesima volta…!»
«Porta Hinata dall’altro lato
della casa!» la interruppe Haru. «In un punto da dove sia
ben visibile per Naruto! Muoviti!»
«Cos’hai intenzione di fare?!»
chiese Sakura.
«Già, cosa?»
aggiunse Akeru con voce strozzata.
«Lo vedrai presto» sorrise
lei e, trascinandosi appresso Stupido, tornò dentro in tutta
fretta.
Si divertiva da morire, a torturare
quell’umano. Non godeva tanto da anni e anni, le sembravano secoli.
Sotto i suoi colpi ben calibrati, non
troppo forti né troppo deboli, Hiashi perdeva rapidamente le
forze; attorno a lui gli altri ninja della Foglia osservavano
impotenti, dopo che due uomini del clan Hyuuga erano già stati
abbattuti con un semplice colpo di coda.
Kakashi, immobile come tutti, era in
una situazione ancor più critica.
Come Hokage avrebbe dovuto intervenire,
mettendo a rischio anche la propria vita; ma se fosse morto così
stupidamente, lanciandosi in un’azione dichiaratamente suicida, non
avrebbe più potuto essere d’aiuto al villaggio. Anche il suo
maledetto sharingan era inutile quel giorno.
L’unica nota positiva era che Temari,
Inoichi e Chouza avevano estratto Shikaku dalle macerie del crollo
del patio, e lo avevano portato via. Non sembrava in condizioni
critiche.
Mentre guardava Naruto e il sangue che
lo ricopriva, si rese conto di quanto fosse assolutamente impotente.
In quel momento, avrebbe voluto non
essere l’Hokage, non essere indispensabile per il villaggio.
Avrebbe voluto poter intervenire e
morire, se doveva… pur di fermarlo.
Pur di smettere di vedere il sangue sul
suo corpo.
E intanto Hiashi soccombeva lentamente
all’ultima lotta impari della sua vita.
Debole e sfibrato, cercava di
concentrare tutte le ultime energie in un unico sforzo, nel vano
tentativo di salvare almeno la propria identità. Una volta
morto sarebbe venuta fuori, certo, ma intanto non voleva che gli
facessero domande…
«Non mi piace» disse la
voce dell’essere che lo sovrastava, carica di dolce disappunto.
«Non sei abbastanza spaventato. Forse posso darti una mano…»
Naruto staccò gli artigli dal
suo corpo, concedendogli un attimo di respiro, solo per unire le dita
in una tecnica illusoria. Prima di completarla, ghignò.
E poi ci fu solo il Terrore.
Una paura assolutamente irrazionale e
immotivata, un orrore atavico che impregnava le viscere; il chakra di
Hiashi, turbato, vorticava e lo confondeva, bruciava nelle sue vene,
corrodeva la sua gola, asciugava le sue lacrime. Gridò e
gridò, anche quando non ebbe più fiato, gli occhi
sbarrati e la bocca asciutta, contorcendosi e divincolandosi come in
preda alle più atroci torture.
I ninja attorno a lui non riuscirono a
restare impassibili, qualcuno distolse lo sguardo. Kakashi imprecò
contro sé stesso.
E Kyuubi, su di lui, rideva.
Poi, all’improvviso, ci fu il
mutamento.
Assolutamente imprevisto. Durò
un istante, un misero battito di ciglia.
E, dove prima c’era Hiashi Hyuuga,
ora restava solo un uomo vicino alla mezza età, dai capelli
castani e ricci.
Per qualche secondo tutti restarono
immobili, scioccati, anche Kyuubi. Per il colpo, il ronzio nelle
orecchie di Naruto scemò.
«Una spia» disse Kakashi a
voce alta, riscuotendosi.
Il ninja, con lo sguardo appannato, non
cercò nemmeno di negare.
«Da quanto tempo? Sei della
Roccia» continuò l’Hokage, allibito, e si avvicinò
in un balzo.
Quello sorrise compiaciuto, anche
nell’ottenebramento. «Idioti... Sono giorni…»
sussurrò con voce roca. «E voi… non lo avete mai
capito…»
«Hai ucciso Hiashi Hyuuga?»
La spia rise, una risata convulsa che
lo portò a tossire sangue, ma non diede una risposta.
Kyuubi, davanti a lui, faceva
ondeggiare lentamente le nove code.
“Non era davvero il padre di Hinata”
pensò Naruto, stordito.
“E con ciò? Le ha fatto
comunque del male, ricordi?” insisté la volpe, ansiosa
di riprendere da dove si era interrotta.
“E’ vero”
“Uccidilo. Fai scorrere il suo
sangue. Se lo merita”
“Sì…”
«Kakashi. Spostati» disse
piano.
«Cos…?» fece l’Hokage,
voltandosi a guardarlo. Per un attimo aveva scordato la volpe.
«Aspetta un attimo… dobbiamo interrogarlo…»
«No» la volpe ghignò.
«Dobbiamo farlo gridare»
E fu allora che ebbe inizio il
terremoto.
«Non piagnucolare! Ma sei un
uomo?!» sbottò Chiharu trascinando a forza Akeru lungo i
corridoi di casa Uzumaki.
«Dove vuoi andare?» chiese
lui cercando invano di divincolarsi. «Sei pazza, completamente
pazza!»
«Chiudi quella bocca!»
ansimò Haru pulendosi la bocca dal sangue, che indisturbato le
macchiava le labbra. «Dobbiamo farlo!»
«Fare cosa?! Tu sei malata di
protagonismo, hai un problema! Forse facendoti ammazzare potrai
vedere il tuo nome sulla lapide degli eroi, ma io ci tengo ad
arrivare ai trent’anni! Non ti reggi neanche in piedi!»
«Non è vero»
protestò Chiharu, mentre il suo ginocchio cedeva
momentaneamente. «Cazzo… Senti, tu non rompere e vieni. Tanto
i rischi li corro io, che ti frega? Sei al sicuro»
«Wow. Grazie. Ora che me lo dici
tu sto tranquillo… Ma ti sembra?!»
Lei sbuffò, ignorandolo.
Se tutto andava secondo i suoi piani,
potevano sistemare le cose, o almeno far tornare Naruto come prima.
Insomma, Sakura poteva avere i suoi metodi di persuasione e le sue
belle parole, ma lei poteva confondere le idee su vasta scala con
mezzi leggermente più bruschi. E poi… Naruto non
poteva mica essere un mostro, no? Lei non lo aveva visto arrivare, ma
chiunque poteva fare un po’ di casino.
«Ci siamo» disse entrando
in una stanza dalle finestre frantumate.
«Oh no…» gemette Akeru.
«Sei una palla al piede!»
sbottò lei.
«Potevi lasciarmi indietro!»
protestò lui.
«No! Ora fammi incazzare»
«Che? di nuovo? Adesso non ti
servirebbero a nulla quei tuoi uccellini!»
«Obbedisci, razza di deficiente!
O giuro che ti ammazzo io, qui e ora, e non dovrai più
preoccuparti degli altri!»
«Io ti odio!» sbottò
Akeru furibondo. «Non fai altro che cacciarmi nei guai, sei
irritante, indisponente, e debole! Guardati, non hai più
fiato! Cosa speri di fare?!»
Chiharu fece per protestare, ma si
trattenne. In fondo andava bene così, doveva arrabbiarsi, no?
E comunque non era vero, perché lei non sentiva dolore da
nessuna parte, e quindi stava bene.
«Non ho alcuna intenzione di
collaborare a questa assurdità!» continuò Akeru
sempre più infervorato, trascinato dal panico e
dall’esasperazione. «E se proprio vuoi saperlo, nessuno ti ha
mai sopportata! Parli tanto ma alla fine vuoi solo farti vedere e non
sei in grado di fare nulla! Sei inutile, combini solo danni! Mi
chiedo come i tuoi genitori abbiano potuto volere una figlia come te!
Ah già, ma tu sei stata un ‘incidente di percorso’,
giusto?! Non avresti dovuto esistere! Non ci servi!»
Okay. Ancora una parola ed esplodeva.
Di scatto Chiharu tappò la bocca
di Akeru, prima che gli scappasse l’ultimo insulto.
«Tienilo sulla punta della
lingua» gli sibilò affondando le unghie nella sua pelle.
«E vieni fuori»
D’un balzo lo trascinò oltre
la finestra, graffiandosi un braccio con i frammenti di vetro. Senza
notare il sangue che colava lungo il gomito, corse con Akeru fino ai
resti del giardino, sotto gli sguardi increduli degli altri ninja
della Foglia. Quando fu esattamente nel mezzo, si fermò.
Vide un ammasso scarlatto e vibrante,
una sottile nota oscura nell’aria del pomeriggio. Al di sotto del
chakra color porpora, la sagoma di Naruto, altrettanto rossa. Coperta
di sangue.
Merda.
No, merda era riduttivo: era molto
peggio di quanto si aspettasse!
Ma ormai era lì. Non poteva
rimangiarsi le promesse, non poteva tornare indietro e scappare.
Non davanti a Stupido.
«Ora spara l’ultima»
ordinò ad Akeru, trattenendosi a stento.
Lui la fissò con odio.
Perché lo aveva trascinato in
quella storia?
Lui non voleva restarci secco a causa
sua! Non avrebbe collaborato, non l’avrebbe fatta arrabbiare… non
l’avrebbe aiutata, solo per rischiare di…
«Il tuo problema è la
carenza d’affetto!» gridò senza rendersene conto,
incapace di controllarsi. «Nessuno ti ha mai amata, e nessuno
ti amerà mai!»
Il chakra esplose con fin troppa
rapidità.
S’irradiò da Chiharu in cerchi
concentrici, si espanse verso il basso e tutt’attorno, poteva
sentirlo fluire, sentirlo sfiorare rocce e minerali, insinuarsi tra
le zolle, sentirlo caldo e potente, vibrante… Ancor più di
quando lo aveva fatto il giorno in cui aveva smesso di essere ninja.
Haru lo lasciò andare, lasciò
che si ingigantisse e che sfuggisse al suo controllo, e poi sentì
un rombo lontano, in profondità.
La terra iniziò a tremare,
mentre il chakra si faceva largo nel terreno e rompeva equilibri
vecchi di millenni.
Akeru sbiancò, e cadde in
ginocchio. Si guardò attorno esterrefatto, mentre il giardino
e la casa sussultavano nella polvere che si alzava a sbuffi, eppure
si rese conto che il punto occupato da lui e Chiharu era
relativamente calmo, se confrontato al terreno che li circondava.
I ninja della Foglia, Kakashi incluso,
gridarono, cercando di mantenere l’equilibrio e allontanarsi dalla
casa che crollava. Come in una moviola le colonne cedettero
lentamente, piegandosi su sé stesse, e trascinarono il patio e
parti di tetto. Nei muri si aprirono larghe crepe, polvere e detriti
scivolarono lungo i resti dell’intonaco, insieme a frammenti di
vetro lucente, e le pareti si sgretolarono come se fossero state di
sabbia.
Naruto distolse gli occhi dal corpo
esausto della spia della Roccia, si guardò attorno, e vide
Chiharu ferma in mezzo alla confusione, l’unica a fissare lui e
solo lui.
«Tua moglie sta male!»
gridò nel clamore, superando il rombo del terreno. «Perché
tu perdi tempo qui!» gocce di sangue iniziarono a colarle dal
naso e dalla bocca ansanti. «E ora, con questo casino, chi
credi che possa proteggerla? Chi credi ne sia in grado?»
Kyuubi sentì Naruto porgere
orecchio, e si innervosì.
«Taci!» ringhiò e,
lasciando perdere la spia della Roccia, si scagliò su di lei,
un attimo prima che il crollo del tetto sommergesse la sua vittima
precedente.
«No!» gridò la voce
di Sakura dal lato aperto del giardino.
Naruto si girò
involontariamente, soltanto per istinto, quasi per caso, come ci si
gira per una mosca che ronza…
…e
vide Hinata.
E vide il sangue.
In uno scatto repentino si bloccò
a un passo da Chiharu, e, con gli occhi rossi fissi su sua moglie,
dischiuse le labbra.
«Hinata…» mormorò,
in un attimo di sospensione.
“No! Massacralo!” ruggì
Kyuubi dentro di lui. “Uccidi quell’uomo! Lascia perdere le
femmine! E poi prendi il posto di Hokage! Solo così potrai
evitare che si ripeta! Solo così potrai essere soddisf…”
La spinse indietro.
In un colpo solo, per la seconda volta
nello stesso giorno, le sbarre si richiusero sull’oscura prigione
della volpe, e il sigillo tornò al suo posto, mentre ancora le
code di Kyuubi sferzavano il metallo.
Il suo ringhio di dolore fu come un
lamento lontano, nelle orecchie di Naruto.
Il chakra rosso si dissolse come
nebbia.
I suoi occhi tornarono celesti.
In meno di un attimo.
Chiharu smise di lasciare libero il suo
chakra, e lo imbrigliò rapidamente. Il terreno smise di
sussultare, e il rombo cupo che aveva pervaso l’aria si dissolse in
un mormorio distante, mescolato all’acciottolio dei resti della
casa, distrutta.
Con il respiro affannoso, rimase ferma,
in piedi sulle gambe tremanti, a un passo da Naruto.
«Vai…» sussurrò
con un filo di voce, e tono di leggero rimprovero. «Muoviti»
Naruto le lanciò una rapida
occhiata.
«Io sto bene!» insisté
lei, stringendo i denti come avrebbe fatto sua madre, e gli batté
una pacca distratta sul braccio, ingoiando il brivido che provò
a contatto con il sangue e le ferite ancora caldi. Si sforzò
di ghignare. «Penso che tornerò a fare la kunoichi»
Naruto le rivolse un sorriso appena
accennato, un sorriso grato e affettuoso al tempo stesso.
«Quando torno ti ringrazio come
si deve» le promise, e poi si allontanò veloce verso
Hinata.
Akeru, a terra, sollevò lo
sguardo su Chiharu.
Esisteva una leggenda, all’Accademia,
su di lei.
Si diceva che fosse nata con i capelli
legati, e che nessuno l’avesse mai vista tenerli sciolti.
Probabilmente erano solo maldicenze
dettate dalla noia e dall’invidia. Tuttavia era vero che nessuno
aveva mai visto Chiharu Nara con i capelli sciolti, neppure da
bambina.
Quel giorno, Baka Akeru ebbe il
privilegio di vederla.
Con uno schiocco secco l’elastico che
raccoglieva la coda si ruppe, troppo provato dagli eventi del giorno,
e una cascata di capelli neri e lucenti ricadde sulle sue spalle e
fino alla base della schiena.
Chiharu, seria e ferita, immobile come
una statua, per un attimo ad Akeru sembrò molto più
grande dei suoi tredici anni. Troppo più grande e in qualche
modo distante. Diversa.
Mentre Naruto si allontanava di corsa,
lei strinse il braccio con la mano e rabbrividì.
«Sai…» mormorò,
gli occhi fissi su quello che poteva tornare ad essere il suo
maestro. «Mi sbagliavo… Era veramente un mostro»
Eppure non sembrava spaventata. Non
solo, almeno.
Sembrava… eccitata.
Naruto raggiunse Hinata e crollò
in ginocchio davanti a lei. Con una mano le sfiorò la fronte,
sentendola fredda, e avvertì a malapena il gemito che sfuggì
alle sue labbra.
«Naruto… fermo» mormorò
Sakura bloccandogli la mano. «Sei coperto di sangue»
Il jonin abbassò lo sguardo su
di sé, e si scoprì in condizioni pietose. Non c’era
centimetro del suo corpo che non fosse ferito o dolorante, ma mentre
sentiva che le lesioni guarivano, il denso liquido rosso che lo
ricopriva non svaniva.
«Non importa» disse rapido.
«Dobbiamo portarla all’ospedale, qualcuno deve fare
qualcosa…»
Sakura scosse la testa. «No,
dobbiamo portarla da un’altra parte» disse decisa. Fissò
Naruto intensamente. «C’è solo una persona che possa
salvare madre e figlio… e questa persona è Tsunade»
* Queste parole non sono mie, bensì
di Kishimoto (tradotte, naturalmente), prese dalla prima pagina del
primo volume; ma sono sicura che ve ne sarete già accorti!
Nel prossimo capitolo...
«E’ stato forte» commentò
lei pragmatica. «Non so se la casa ha resistito»
«Non credo. Per fortuna siamo
usciti dal tunnel prima che iniziasse il terremoto… Forse anche
quella via è crollata, ormai»
Iria annuì. «Probabilmente.
Ora dobbiamo tornare indietro e trovare la signora. La moglie
dell’Uchiha ha detto che se ne sarebbe occupata, ma potrebbe aver
bisogno di aiuto»
«Voi restate qui. Non sappiamo
come sia laggiù la situazione, è più prudente
che le bambine non si muovano» ordinò Jiraya.
«Dov’è la mamma?»
chiese Hinagiku staccandosi dalla domestica, e lo fissò con
occhi accusatori. «Voglio vedere la mamma!»
«Se tutto va bene sto andando a
ripescarla» ribatté Jiraya. «E voi la aspetterete
qui»
«No! Voglio venire anche io!»
insisté lei, testarda.
* * *
Spazio autore
Tanto sangue, tanti supereroi, e pure lei.
Ma perché Sakura l'ha tirata in ballo? Cosa vuol dire? Che succede?
Ve lo dirò nel prossimo capitolo - la cui preview è
volutamente inutile - nel quale ci sarà anche il ritorno di Haru
e Akeru in solitaria!
E quando quei due sono l'uno accanto all'altra, la demenzialità si spreca.
(sebbene io debba ammettere che è nel capitolo ancora successivo
che do il meglio di me, con un Gai e un Lee che ve li raccomando... XD
Questo lo scrivo solo per Cami: ci sarà anche un accenno di Neji. U_U)
Scommesse sui morti
Shikamaru - 4 voti
Asuma - 3 voti
Kakashi - 3 voti
Tsuda junior - 3 voti
Temari - 2 voti (uno molto in forse)
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Ino - 1 voto
Sasuke - 1 voto
Un Uchiha - 1 voto
Hiashi - 1 voto
Naruto - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Nessuno della Foglia - 2 voti
Sky_Shindou: povero
Hiashi, condannato da tutti! E dire che in realtà è
già morto da un po'! XD Insomma, non ha colpa in quel che sta
accadendo, e mai avrebbe messo le mani addosso a Hinata o alle nipoti,
mai. I Nara, al contrario, hanno figheggiato parecchio! <3 Beh, era
ora che dessi un po' di onore a quella famiglia, giusto?
Hipatya: dunque, se non ricordo
male all'epoca avevo bisogno di liberarmi di Ino. Tanto che, ora che lo
noto, nel prossimo capitolo non è nemmeno menzionata, sebbene ci
siano Jiraya e le bambine! XD Oddio, che svista! Uh, riguardo allo
ShikaIno... Non so se ne vedrai mai scritto da me in una longfic (a
parte una one-shot futura), ma non so se leggevi Redenzione, comunque
lì c'è. ò.ò Waaaaa! Il
commento su me e Kishi mi ha mandata in brodo di giuggiole! *_* E,
davvero, sono io che sono onorata per lo spinoff. Per il semplice
motivo che, se qualcuno ha trovato quello che scrivo abbastanza
interessante da scriverci sopra a sua volta, allora io mi sciolgo! <3
Talpina Pensierosa: adorabile volpina. Ehm, sì. -.-''
Topy: io non odio Hiashi! XD
Semplicemente, non era lui! Anzi, personalmente lo trovo un personaggio
piuttosto interessante. E' severo e moderatamente bastardo con Hinata,
ma ha un suo perché e un forte senso dell'onore. In compenso,
comunque, Narutino è stato diabolico!
Mary_Cry: oh, un membro della
vecchia guardia! Che nostalgia! E' davvero bello vedere che ti ricordi
ancora di me, mi fa davvero molto piacere! ^_^ Grazie!
bambi88: andiamo, lo sai che
sono troppo buona... Ti pare che incasino le cose così, giusto
per sport, e faccio impazzire del tutto Naruto? (sì, ne sono
capace. Ma non qui! XD) Parlando di Ino... Dovevo liberarmene.
ò.ò Se ti può consolare, quando ho scritto quel
pezzo ero nerissima. Ma proprio nera-nera, e non avevo nemmeno per la
testa ipotesi grigiastre! Dunque lascia correre! <3
gracy110: sono orgogliosa
dell'accanimento contro le Uzumaki perché amo essere sadica!
<3 E su Hiashi, ormai è chiaro che non
era Hiashi! XD Quindi caliamo le sciabole e lasciamolo respirare
(cioè, non che sia ancora vivo...) Chissà che ha
combinato Haru? Tanto è scema, non ci interessa. U_U Oh, e
Temari ringrazia per l'attenzione! XD
arwen5786: tu sei ancora
preoccupata per gli esami, ma io gioisco per sabato! Ormai non ci
speravo nemmeno più, e invece...! *_* Che meraviglia! Un vero
miracolo! Parlando del capitolo, ho palesemente esagerato. Cioè,
ora che si sa che Hiashi non era Hiashi, ci sta pure, ma prima non era
ponderabile che l'adorabile nonnino raggiungesse simili livelli di
marciume! In compenso mi hai resa davvero felice quando hai detto che
leggendo ha dimenticato il resto, e mi hai resa soprattutto orgogliosa
di quel che ho scritto! Grazie, davvero. (E' anche pensando a questo
che ho regalato una riga in più a Neji nel prossimo capitolo! XD)
DarkMartyx_93: sì, per
un motivo o per l'altro ho finito con il ritardare la pubblicazione...
XD Esami, soprattutto! Orsù, ora però hai letto e hai
anche visto Naruto che fa schizzare un po' di sangue in giro! E Hiashi
che non era Hiashi, e se le è prese comunque alla grande, per
cui... cosa vuoi di più dalla vita? Riguardo ai kunai di
Yondaime, credo che Kakashi avesse ancora il suo, e credo soprattutto
che fossero replicabili. Era il segno ad essere fondamentale, non il
kunai in sé! Si potrebbe mettere anche su una tazzina da
tè! XD
Kage_Naru89: dai, Hiashi era
meno cattivo di quel che tutti pensavano! XD Semplicemente, non era
lui! E sì, come hai visto ho aggiornato la NaruSaku. Ma
tranquilla, non sei stata l'unica a farmi notare il ritardo, e avevi
pure ragione! -.- (in compenso, colta dai sensi di colpa, ho finito
anche la quarta shot)
slice: beh, sono contenta se
sono riuscita a tenerti lontana dalle sigarette! XD Ti ho regalato
mezzo minuto di vita in più! U_U Per tutto il resto, anche io,
che posso fare se non ringraziare ogni volta? Sono i commenti che mi
spronano ad andare avanti e dare il meglio di me, sempre e solo loro,
per cui... Grazie. Davvero.
lilithkyubi: e fu così
che si scoprì che Hiashi non era Hiashi! Ta-daaaaan! XD Tutti a
sputare veleno su di lui, ma alla fine non aveva colpe, povero ragazzo.
Haru invece è la solita Mary Sue. Bah, chi mi capiva all'epoca
era bravo. ò.ò Shikaku per fortuna figheggia senza uscire
dai canoni, mentre Kakashi... Tutti hanno i loro attimi di distrazione,
penso. Soprattutto quando credono di essere fuori pericolo. Soddisfatta
del sangue? direi che ce n'è stato in grandi quantità...
Elisir86: una sorta di ammirazione? XD Wow, io lo prendo come un complimento, eh!
crilli: presumibilmente il
bambino di Hinata si trova sul punto di nascere. Con tutte gli
strattoni che han dato a Hinata, si è lacerata se non la
placenta direttamente l'utero, e così crisis est!
U_U Su, in compenso Hiashi non era cattivo come sembrava... Non era
proprio Hiashi! XD E non biasimare troppo Chiharu. Tanto è
scema, chi si cura di lei? E Jiraya ha molti, molti
anni. Una botta e va KO, per forza. Povero Baka! XD E dire che questa
volta stato trascinato in battaglia anche contro la sua
volontà! Se l'è quasi fatta addosso, concediamogli un
minimo di onore! (Noi puffi siam così, noi siamo tutti blu, puffiamo suppergiù, due mele - un metro? - o poco più...)
RedCrossBook: se la spia
è stata in grado di mimetizzarsi per tutto il tempo, vuol dire
che non si è allenato. Penso che chiunque con un minimo di
cervello possa sopprimere il chakra, e non è che ogni giorno la
gente si sveglia al mattino e decide di controllare se lo
zio/papà/vicino di casa è proprio chi dice di essere! XD
Senza contare che, trattandosi di Hiashi, non lo si mette in dubbio
facilmente, anche quando ci sono buoni motivi per farlo. E' vero,
quando è entrato nella "stanza segreta" ha usato il chakra, ma
vedendoselo spuntare all'improvviso nessuno si è messo a pensare
"uh, è lui o non è lui?" (ovviamente, liberissimo di
controbattere!) Ciò detto, Kakashi non è messo poi così
male! Presumo che abbia almeno una cameriera, e comunque per ora suo
figlio è stato cresciuto a "sani valori": uccidi tutto
ciò che si muove e non canta l'inno di Konoha. Ultima cosa:
francamente, lì dentro Baka è il tredicenne più
umano. ò.ò Kotaro e Hitoshi sono praticamente stati
lanciati in battaglia, e Chiharu la pazza ci si è buttata
allegramente, almeno lui ha capito la gravità della situazione e
si è rintanato nel suo angolino!
sammy1987: e Hiashi non era
Hiashi! XD Tanta indignazione per niente, perché il poveraccio
è una vittima come tutti gli altri! In compenso sì, ho
voluto dare a Temari un po' del vecchio smalto. Mamma, ok, ma con
criterio! U_U
Ino_Chan: ormai ho perso il
conto delle volte in cui l'ho detto, ma Hiashi non era Hiashi! XD Tutti
ad accusarlo, e poi non c'entrava niente, poveraccio!
Killkenny: che belle quelle due cifrette in fondo al commento, lì, una accanto all'altra... Balsamo per i miei occhi! <3
Maobh: ritira gli ormoni,
donna! Hiashi non era Hiashi! XD Anzi, pure Hiashi nel gran bordello
è soltanto una vittima! Per questo mirava a Hinata e non alle
bambine. U_U Sai che le tue ipotesi su ciò che ha ingoiata
Chiharu forse sono quelle che più si avvicinano alla
verità? XD (le terre di 'fanculo sono un regno angusto e arido,
nel quale non vorresti mai finire, credimi. Altrimenti perché ci
spedirei la chiavetta ogni volta che fa i capricci?)
Lily_90: ci vuole ben altro per
rimbambirmi di chiacchiere, tesoro! XD Anzi, il tuo commento pieno di
entusiasmo mi ha illuminato la giornata! Sapevo che a te questo
capitolo sarebbe piaciuto, perché è un gran concentrato
di Nara e di figaggine Nara! XD Cioè, persino Shikaku riesce a
fare la sua sporca figura! Sono contenta che apprezzi Chiharu,
nonostante ogni tanto prenda il sopravvento sulle mie dita e svirgoli
dai piani iniziali - credo che abbia preso il carattere ribelle della
madre, da questo punto di vista... - e po, beh, Tema e Shika come si
può non amarli? Anche se, a onor del vero, li amiamo quando sono
IC. E quindi, se tu mi dici che li apprezzi, vuol dire che sono IC. E,
per ultima conseguenza, io gongolo! <3 Grazie Sara, e sei autorizzata a stritolarmi in un abbraccio quando ci vediamo, pescuccia! XD
Rhymes: non ci credo neanche
io, ma mi è uscito il tuo regalo di compleanno! Lo vedrai
pubblicato sabato, presumibilmente verso sera (a meno che dopo la
mezzanotte di venerdì io non sia ancora in piedi). Francamente
non so come sia venuto, perché l'ho scritto ieri sera e poi non
l'ho riguardato, ma spero non sia una completa schifezza... E spero di
aver fatto ciò che tu volevi. Ciò detto, non vedi bene
né Hiashi né Haru, eh? Potresti avere sorprendentemente
ragione...
Yume_Tsuki: oddio.
ò.ò E dire che a me lo splatter non piace nemmeno, e
cerco di contenerlo! Sigh, questo dimostra per la millesima volta che
non capisco quello che faccio! T_T Comunque, ormai dovresti aver
imparato che più li amo e più li maltratto! E' per questo
che sono proprio Hinata, Naruto e Temari a pagare lo scotto maggiore!
Insomma, che gusto ci sarebbe a far soffrire Sasuke? Lasciamolo
nell'anonimato e nell'indifferenza! XD
lale16: non so quanto sia
complicata la personalità di Hiashi (personalmente la ritengo
molto lineare, ma divisa in due: da un lato l'uomo severo che tiene in
conto l'onore ma senza lasciarsi deviare da un'eccessiva
rigidità; dall'altro il capoclan impassibile che deve presentare
una certa figura di sé), ma di sicuro non è pazzo come
sembrava! XD Infatti non era nemmeno lui! Mi rendevo conto che sembrava
parecchio forzato, ma ho fatto pressioni sulle mie ditina perché
non si lasciassero scppare niente, e spero che in questo capitolo ci
sia stato il colpo di scena! ^_^
kiaretta_chan_94: mi scuso per
averti lasciata indietro la volta scorsa! Mi sono accorta della tua
recensione solo quando ormai avevo già aggiornato...
ç_ç Comunque, rispondo qui: Chiharu non
è una calamita. Sono i maschietti di Kishi che vivono in perenne
carenza da femmine! E' normale che perdano la testa per quella
più vicina! Hinagiku e Hanako sono potenziali geni. Poi magari sono incapaci! XD Scusa ancora per il ritardo! ç_ç
Aya
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Capitolo 30 *** La chiocciola sul precipizio ***
Naruto2-30
La chiocciola sul precipizio
- Trenta -
«E’ finito» disse Jiraya,
quando la terra smise di tremare.
Lentamente raddrizzò la schiena,
lasciando che le bambine che aveva protetto con il suo corpo
sgusciassero verso Iria e Ino, e scosse dalla schiena foglie e
piccoli rami.
Hinagiku e Hanako, singhiozzando, si
strinsero alla domestica pallida che respirava con una certa fatica.
«E’ stato forte» commentò
lei, pragmatica. «Non so se la casa ha resistito»
«Non credo. Per fortuna siamo
usciti dal tunnel prima che iniziasse il terremoto… Forse anche
quella via è crollata, ormai»
Iria annuì. «Probabilmente.
Ora dobbiamo tornare indietro e trovare la signora. La moglie
dell’Uchiha ha detto che se ne sarebbe occupata, ma potrebbe aver
bisogno di aiuto»
«Voi restate qui. Non sappiamo
come sia laggiù la situazione, è più prudente
che le bambine non si muovano» ordinò Jiraya.
«Io vengo con voi»
intervenne Ino, avanzando immediatamente.
«No, resta con loro. Non si sa
mai cosa può succedere» la fermò Jiraya, e lei,
mortificata, dovette farsi indietro.
«Dov’è la mamma?»
chiese Hinagiku staccandosi dalla domestica, e lo fissò con
occhi accusatori. «Voglio vedere la mamma!»
«Se tutto va bene sto andando a
ripescarla» ribatté Jiraya. «E voi la aspetterete
qui»
«No! Voglio venire anche io!»
insisté lei, testarda.
Il sannin le si chinò davanti, e
posò una mano sulla piccola spalla ancora sporca di sangue, al
di sopra della cicatrice curata da Sakura.
«Ti fa male?» chiese alla
bambina. Lei scosse la testa. «Ricordi quando ti faceva male?»
Hinagiku impallidì bruscamente. «A casa potrebbero
ancora esserci le persone che ti hanno fatto questo. Vuoi davvero
venire con me?»
Lei esitò.
Non aveva mai provato un grande amore
per suo nonno, perché non era mai stato esattamente
‘affettuoso’ con le sue eredi, e perché sentiva
istintivamente che qualcosa non andava, quando erano tutti insieme.
Ma non avrebbe mai pensato che sarebbe stato proprio lui a farle così
tanto male, come era successo prima.
Se fosse stato un altro, forse ne
avrebbe avuto meno paura... Ma, con lui, era davvero terrorizzata.
Tremante, sentì le lacrime
inondarle gli occhi.
Voleva andare con quell’uomo,
incontro al suo nuovo incubo?
«No…» sussurrò.
«Non voglio venire»
Jiraya sorrise. «Bene.
Aspettatemi qui. Ino, le affido a te»
Si rialzò, facendo scrocchiare
la schiena con un lieve gemito, e poi si voltò indietro. A
qualche metro dai suoi piedi c’era la botola che collegava il bosco
con la casa di Naruto. Dalle sue profondità saliva un leggero
filo di polvere.
Davvero per un soffio.
*
«Che cos’è questo?»
sussurrò Sasuke, scorrendo con gli occhi il foglietto sporco
di sangue che Naruto aveva lasciato cadere prima di scomparire. Si
accigliò.
«Allora?» domandò
Shikamaru sporgendosi al di sopra della sua spalla.
«Hinata sta molto male, Hiashi
Hyuuga ha tradito la foglia… e ora con un gruppo di ninja della
Roccia vuole prendere Hinata» lesse l’Uchiha.
«Cosa?» fece Neji,
irrigidendosi. «Non è possibile, se…»
«Ne parliamo dopo» tagliò
corto Sasuke.
«Ma la battaglia è già
finita!» esclamò Kotaro. «Non ha più senso
continuare a…!»
«Loro non lo sanno» mormorò
Jin, interrompendolo. «Però al villaggio dovrebbe
esserci l’Hokage, no?»
«E tu come lo sai?» allibì
Sasuke.
«Cosa?» fece Tobi
strabuzzando gli occhi.
«Quello che ha combattuto con noi
era una copia trasformata di Naruto» spiegò il bambino.
«Quindi, per logica, lui è rimasto a Konoha. Non ti sei
accorto che mancava, quando ci riposavamo?»
Shikamaru annuì, stupendosi per
l’ennesima volta per l’occhio di quel ragazzino.
Tobi e gli altri ninja che non sapevano
del piano, invece, cascarono completamente dal pero. Nel sollievo
generale per la vittoria, non avevano minimamente pensato a cercare
l’Hokage, dando per scontato che fosse con Naruto e gli altri,
l’élite. E Tobi,
francamente, non ci aveva proprio pensato.
«Comunque, credo che Naruto sia
tornato al villaggio» disse Sasuke accigliato, e nella sua
mente sfrecciò il pensiero della famiglia a casa. «Dobbiamo
andare anche noi. Potrebbe aver bisogno di aiuto»
«Va bene» annuì Jin,
già in piedi. «Com’è che ha fatto?»
chiese, le mani pronte davanti al petto.
Shikamaru lo guardò e scoppiò
a ridere. «No, lascia perdere. Lui ha usato la tecnica della
dislocazione istantanea, ti ci vorrebbero anni per impararla… era
una specialità del Quarto Hokage»
«Oh» fece Jin corrucciato.
«Ma allora ci metteremo ore a tornare indietro»
«E’ per questo che dobbiamo
muoverci» disse Sai, e si alzò in piedi.
Neji fu il primo ad allontanarsi per
radunare gli altri, ancora nervoso e incredulo. Il messaggio parlava
chiaro, ma ciò che diceva era assolutamente inconcepibile.
Kotaro e Hitoshi, inquieti, si
scambiarono un’occhiata.
Al villaggio era rimasta Chiharu.
Era stata coinvolta?
*
Kakashi e altri ninja della Foglia
sollevarono anche gli ultimi frammenti di muro e tetto, e intravidero
il piede della spia della Roccia.
«E’ qui!» esclamò
uno degli shinobi, mentre tutti aumentavano il ritmo.
Nel giro di pochi secondi il corpo fu
completamente visibile.
E fu evidente che era morto.
Nessuno sopravviveva con la testa in
quelle condizioni.
«Accidenti…» mormorò
Kakashi, ora con lo sharingan coperto.
Avrebbe voluto interrogare la spia, ne
avrebbero sicuramente ricavato informazioni importanti…
Sospirò. Poco male. Le cose
erano andate così, e se non altro non era morto nessuno dei
loro.
Si guardò attorno, e vide i
feriti rialzarsi grazie all’aiuto dei compagni. Per miracolo non
c’erano morti, nonostante i ninja della Roccia e Naruto, ma con la
confusione del terremoto i prigionieri erano fuggiti.
Già, Naruto… dov’era?
L’Hokage si guardò intorno
alla ricerca della familiare zazzera bionda. La trovò ai
margini del prato, sul lato che dava all’esterno, e vide il jonin
chino su qualcuno accanto a Sakura.
L’immagine di Hinata, stesa nel
corridoio con la moglie di Sasuke, gli tornò alla mente in un
lampo.
Li raggiunse in fretta, ansioso, e
quando vide lei priva di sensi e la quantità di sangue che
macchiava i suoi abiti e quelli di Sakura, ebbe un brutto
presentimento.
«Dobbiamo portarla all’ospedale»
disse subito.
Nessuna risposta.
Alzò lo sguardo, perplesso, e
vide Naruto fissare Sakura ad occhi sbarrati.
«T-Tsunade?» mormorò
il jonin con un filo di voce.
Lei annuì.
Kakashi passò lo sguardo
dall’una all’altro, senza capire cosa stava succedendo, e mise da
parte per un secondo le condizioni di Hinata.
«Tsunade è morta!»
esclamò aspro Naruto.
«No» ribatté Sakura
impassibile.
E questa volta Kakashi strabuzzò
gli occhi.
«Che cosa?» chiese, e
finalmente sembrò che gli altri due si accorgessero della sua
presenza. «Che state dicendo?»
«Dobbiamo portare Hinata da
Tsunade. E’ l’unica che possa salvare lei e il bambino»
spiegò Sakura con insistenza.
«Ma Tsunade è morta»
ripeté l’Hokage, stordito.
«No che non è morta!»
sbottò lei esasperata. «Ha solo finto di essere morta!»
«Non è possibile!»
insisté Naruto. «Siamo stati al suo funerale! L’intero
villaggio c’è stato!»
«Avete visto il suo corpo?»
Silenzio.
«No, non lo avete visto»
insisté Sakura, parlando concitata. «Ho pensato io a
tutto, lo so. E vi garantisco che in quella tomba non c’è
nessuno!»
Un altro silenzio attonito.
«Ma… perché avrebbe…»
mormorò Naruto confuso.
Sakura sbuffò. «Non è
il momento! Non abbiamo tempo! Tsunade è viva, ed è
l’unica che può salvare Hinata, ma solo se non perdiamo
altro tempo in chiacchiere! Le farai tutte le domande che vuoi quando
la vedremo!»
«Ha ragione» intervenne
Kakashi abbassando lo sguardo su Hinata. «Dobbiamo fare in
fretta, o nessuno dei due sopravvivrà»
Naruto deglutì. Lo shock era
forte.
Tsunade… viva. Quando loro la
credevano morta da anni.
Ma ora non aveva tempo per
sconvolgersi. Ora doveva pensare solo a sua moglie e al suo bambino,
e smettere di perdere tempo, come continuava a ripetergli Sakura.
Strinse i denti e passò
delicatamente le mani sotto il corpo esanime di Hinata.
«Muoviamoci»
Jiraya si era perso.
Ebbene sì, era riuscito a
smarrire la strada in neanche cento metri quadrati di foresta che
avrebbe dovuto conoscere a menadito.
“Evidentemente sono incappato nei
resti di una tecnica illusoria” si disse, quando per l’ennesima
volta finì davanti al tronco che aveva inciso. Flebile scusa,
ma con uno sforzo di volontà poteva reggere.
Come diavolo aveva fatto a perdersi in
quel maledetto bosco? Lo conosceva da più sessant’anni!
“Ecco perché mi ero ritirato a
vita privata…” pensò cupamente, contemplando con odio il
segno profondo nella corteccia del gelso.
Mentre cercava una soluzione al suo
dilemma, il suo orecchio per fortuna ancora allenato captò un
rumore lontano.
Due persone, anzi tre. Respiri rapidi
ma silenziosi, prudenti ma affrettati. Amici o nemici?
Decise di dare un’occhiata. Nel
peggiore dei casi avrebbe catturato gli invasori e li avrebbe
costretti a riportarlo al villaggio, per quanto la prospettiva fosse
umiliante. Di sicuro era meglio che tornare indietro e confessare
alla domestica di Naruto che si era perso. Sempre che fosse riuscito
a ritrovare la strada per raggiungere lei e le bambine.
Silenziosamente saltò su un
albero e, seguendo l’orecchio, si mosse veloce e quasi invisibile.
Gli ci vollero un paio di minuti per intercettare i tre che
attraversavano il bosco, ma finalmente, acquattato tra le fronde di
un pruno selvatico, li sentì vicini. Afferrò i suoi
shuriken, per ogni evenienza, e si tenne pronto.
Kyuubi era sigillata nel profondo
dell’anima di Naruto, rinchiusa dietro i suoi cancelli di oscurità
e un sigillo stinto. Eppure brandelli di chakra rosso erano rimasti
all’esterno, e ora si agitavano debolmente come creature vive e
dotate di volontà propria, influenzando leggermente le sue
capacità.
Fu per questo che si accorse di Jiraya
anche nel silenzio più completo.
Ne avvertì l’odore.
«Aspettate un attimo»
disse, bloccandosi di colpo.
«Cosa c’è?» chiese
Sakura pressante.
«C’è… l’eremita
porcello!» rispose lui sconcertato, dopo un attimo di
riflessione.
Uno shuriken volò a pochi
centimetri dalla sua testa, perdendosi nel folto.
«Piantala di chiamarmi così,
razza di demente!» sbottò Jiraya, comparendo tra i rami
di un albero con il dito medio bene in vista. «Uh? E’
Hinata?» realizzò un attimo dopo, tornando serio al
volo. «Cosa è successo al villaggio?»
Naruto guardò Sakura. «Neanche
lui lo sa?» chiese, e lei scosse la testa.
Il jonin biondo si incupì,
esitando per un attimo. Poi rialzò gli occhi sul suo maestro.
«A Konoha è tutto a posto»
disse cupo e rapido. «Ma Hinata sta male, e l’unica che può
salvarla è… Tsunade»
Ci fu qualche secondo di silenziosa
immobilità.
Poi Jiraya aggrottò la fronte.
«Mi stai dicendo che è spacciata?»
«No. Ti sto dicendo che Tsunade
può aiutarla»
«Ma Tsunade è morta»
«No. Tsunade è viva»
Jiraya rimase assolutamente immobile.
Smise anche di respirare per un certo periodo. E poi si portò
una mano al cuore.
«Oh accidentaccio!» esclamò
Naruto. «Sapevo che gli sarebbe preso un infarto! Sakura!»
Lei e Kakashi in un balzo furono
accanto al sannin, ma quello li allontanò con una mano. Rialzò
la testa, ansante, e fissò Naruto sbattendo le palpebre.
«Non è una presa per il
culo?» tentò.
«E’ l’unica speranza di
salvare Hinata, quindi spero proprio di no» rispose il biondo
guardando Sakura.
«Ti sembra che mi permetterei di
scherzare in un momento simile?» sbottò lei indignata.
«E, per la cronaca, se aspettiamo ancora un po’ neanche
Tsunade potrà farcela!»
«E’ vero, che diavolo stiamo
facendo?» disse Naruto tra i denti. «Andiamo, e tu,
eremita porcello, occupati del villaggio!»
«Scordatelo!»
Di fronte a una risposta tanto secca,
Naruto rischiò di perdere l’equilibrio e cadere dal ramo.
«Eh?» fece, sbalordito.
Jiraya sbuffò. «Ma ti sei
visto? Magari non sarai ferito, però sei coperto di sangue.
Chi credi di essere per fare queste sparate?»
«Che cavolo stai…»
«Zitto. Se c’è qualcuno
deve occuparsi del villaggio, se mai è l’Hokage. Io vengo
con voi»
Un brivido corse lungo la schiena di
tutti.
Jiraya e Tsunade ancora una volta l’uno
davanti all’altra, dopo che lei, a quanto pareva, aveva ingannato
tutti con un finto funerale e annessi e connessi.
Questa volta ci sarebbe scappato il
vero morto.
Kakashi fece per aprire la bocca e
cercare di farlo ragionare, di dirgli che la sorpresa era ancora
fresca e che forse aveva bisogno di tempo, ma lui non gliene diede il
tempo.
Prima che chiunque potesse parlare,
creò una copia di sé stesso e la rispedì tra gli
alberi.
«Che hai fatto?» chiese
Naruto, allibito.
«Ho mandato una copia dalle tue
figlie» il sannin sfoderò un ghigno poco promettente.
«E, visto che mi sono occupato di loro in maniera impeccabile
fino a questo momento, mi devi un favore. Quindi chiudi quella bocca
e portami da Tsunade… Già che ci siamo, lungo la strada
spiegatemi in maniera breve e concisa perché tutti la
credevamo morta»
Chiharu e Akeru erano seduti con la
schiena appoggiata a uno dei pochi frammenti di muro della casa
rimasti integri. Erano dall’altra parte rispetto al giardino
interno, in una zona deserta in cui le voci dei ninja al lavoro
arrivavano lontane e attutite, e stavano entrambi in silenzio.
Una leggera brezza fece stormire le
foglie degli alberi; un rametto si staccò e planò
dolcemente sull’erba, cullato dalle foglie verdi. La trappola che
sfiorò esplose e lo incenerì, mentre una colonna di
fumo si sollevava verso il cielo.
Akeru non sussultò. Non aveva
abbastanza forze per farlo.
Quel giorno aveva rischiato la vita in
mille modi – tra cui ‘insultare Chiharu Nara’ – e alla fine
non aveva combinato nulla di eroico. In balia degli eventi, si era
limitato a farsi trascinare di qua e di là da Haru e, volente
o nolente, a fare quello che voleva lei.
Appunto mentale: ‘qualcosa di
interessante’ per Chiharu Nara, non voleva dire ‘qualcosa di
davvero interessante’ per lui. Voleva dire ‘qualcosa di
assolutamente folle, potenzialmente mortale e totalmente insensato’.
Con un cenno stanco, voltò la
testa e la guardò.
Lei era seduta contro la sua spalla, e
teneva gli occhi chiusi e la nuca contro la parete. Aveva già
raccolto di nuovo i capelli, anche se ora sfoggiava una coda bassa e
disordinata che non aveva nulla a che vedere con l’impeccabile coda
alta di sempre, e teneva le mani abbandonate in grembo.
Che strano vederla così vicina.
Tanto da poter notare ogni singola goccia di sangue rappreso sulla
sua fronte, ogni centimetro del gonfiore che le circondava l’occhio
sinistro. Normalmente si sarebbe seduta ad almeno dieci metri da lui.
O da qualunque altra forma di vita umana, Hitoshi Uchiha e Kotaro Lee
esclusi.
In effetti, anche se non ci aveva mai
fatto caso, era una bella ragazza, nonostante le ferite. Soprattutto
quando non ti squadrava come qualcosa di estremamente sgradevole
rimasto sotto una scarpa. Ed era in gamba. Davvero infinitamente più
in gamba di lui o di qualunque suo coetaneo.
Distolse lo sguardo e sbuffò,
indispettito.
E quindi? Era brava, okay, ma lui
poteva migliorare. E poi lei non sapeva nulla del vero ‘essere
ninja’!
«Che hai da borbottare?»
gli chiese Haru con voce annoiata e impastata, senza neanche aprire
gli occhi.
«Niente» bofonchiò
Akeru. Fece una pausa. «Sei pallida» aggiunse poi.
«Capita» ribatté lei
atona.
«Ma sei sicura che non ti faccia
male da qualche parte? Sul fianco sembra che ci sia una brutta
ferita…»
«Se non fa male, non è
grave»
«Non l’hai neanche vista»
«Non rompere…»
La conversazione cadde, e Chiharu non
fece nulla per farla ripartire.
Lì, seduta in mezzo al silenzio,
finalmente si sentiva tranquilla.
Non le succedeva da molto, molto tempo.
Da quando aveva incontrato Gaara nel villaggio della Sabbia, e lui
aveva iniziato a farle frullare in testa la domanda ‘perché
sono ninja?’.
Era una bella sensazione… quasi
dimenticata.
“Certo che quell’anestetico è
una manna” rifletté, distratta e assonnata. “Sento ancora
il suo disgustoso sapore in bocca, ma a quanto pare arriva persino a
curare le ferite…”
Rilassata, serena e quasi felice,
lasciò che il suo ultimo pensiero fosse una nebulosa
riflessione sul tornare ad essere ninja, e poi scivolò
dolcemente in un sonno senza sogni.
Akeru sentì la sua testa posarsi
contro la spalla, e questa volta sì che sussultò.
Rigido, rimase a fissare dritto davanti
a sé, immobile come una statua.
Cosa si supponeva che facesse in una
situazione del genere? Un braccio attorno alle spalle? O cosa? Che
diavolo, quello non c’era nei manuali ninja!
«Ehm…» tentò,
schiarendosi la gola. «Se… se proprio devi… ma solo pochi
minuti»
Lei non rispose, e lui cercò di
rilassarsi impercettibilmente.
Non era poi tanto male, in fondo. Era
lì, seduto, e non doveva fare niente; una brezza leggera
soffiava tra gli alberi, radunando le nubi al di sopra delle chiome,
e Chiharu Nara riposava sulla sua spalla. L’intera Accademia lo
avrebbe invidiato, da un certo punto di vista.
Sorrise da solo, come un ebete.
…Finché la testa di Chiharu
non scivolò dalla spalla e ricadde sulla sua gamba.
Senza che lei reagisse.
Akeru abbassò lo sguardo,
confuso, e si rese conto che Haru non era semplicemente addormentata:
in una posizione complessa e indubitabilmente scomoda, si era
accasciata contro di lui priva di sensi.
«Nara?» la chiamò
con voce flebile, girando la testa dalla sua parte.
E allora si accorse del sangue fresco
che le macchiava le labbra e il naso.
«Qui?» chiese Naruto quando
si trovò in cima alla parete dei nibbi, accigliato. «Tsunade
starebbe qui?»
«Sì» confermò
Sakura guardandosi attorno.
«Impossibile» sbottò
Naruto. «Neanche una settimana fa ho affidato al gruppo sette
una missione in questa zona, e non c’era niente e nessuno! Ho
controllato»
Jiraya sbuffò. «Se quella
non vuole farsi trovare, stai sicuro che non la trovi» masticò
tra i denti, e poi continuò a borbottare tra sé e sé,
come faceva da quando aveva saputo di Tsunade, praticamente.
«Infatti non è proprio
qui…» mormorò Sakura frugando in un gruppo di
cespugli spinosi.
«Cos’è, vive nel guscio
di una lumaca?» chiese Naruto sarcastico. «Non credo che
riesca a nascondersi dietro due foglie e un rametto»
«Vuoi chiudere quella bocca?»
scattò Sakura fulminandolo con lo sguardo. «Sempre se
non ti va di diventare vedovo a breve»
Con perfetto tempismo, Hinata gemette
lievemente tra le sue braccia, e lui smise immediatamente di fare
dell’ironia.
«Stai cercando qualcosa per la
quale potrei aiutarti?» si inserì Kakashi, portando la
mano al coprifronte.
«No…» rispose lei
irritata. «Era qui… maledizione… e se l’avesse cambiato?»
«Cambiato cosa?» chiese
Naruto, ma non ebbe alcuna risposta.
«Un passaggio» disse Jiraya
all’improvviso.
Sakura alzò la testa di scatto,
e nel farlo si graffiò la mano con una spina. «Dove?»
chiese in fretta.
«Qui, dov’è più
umido» rispose il sannin scostando un cespuglio che nascondeva
un tratto di sottobosco coperto di muschio, a qualche passo di
distanza. Lungo i tronchi degli alberi che lo delimitavano, per
terra, e anche sui rami più alti, strisciavano lente le
lumache. Jiraya sospirò. «Tipico. Con gli anni stava
diventando una lumaca anche lei, questi posti le piacevano sempre di
più… o dovrei dire piacciono?» bofonchiò
asciutto.
«Sì, è questo il
passaggio!» esultò Sakura. «Andiamo!»
Senza altre esitazioni si infilò
tra i cespugli, chinandosi per evitare un ramo basso, e gli altri le
furono subito dietro.
Il sentiero era pressoché
invisibile; si snodava attraverso la vegetazione compiendo mille
giravolte e restringendosi sempre più. Presto iniziò a
declinare, e a farsi sempre più scivoloso; le lumache
calpestate non si contavano più, e la vegetazione sopra di
loro era così fitta da lasciar trapelare soltanto una luce
fioca e a malapena sufficiente per vedere qualcosa. Ma Sakura
sembrava sicura di quello che faceva, e li guidò senza
incertezze.
«Ecco, ora state attenti»
disse a un certo punto, parlando involontariamente sottovoce. «Qui
c’è un dislivello»
Non aveva ancora finito di parlare, che
scomparve verso il basso con un fruscio lieve.
«Sakura!» esclamò
Naruto.
«Scendi!» gli rispose la
sua voce dal basso. «Non è neanche due metri, e c’è
un tappeto di muschio!»
Naruto obbedì, e cadde
attraverso una massa di foglie fino a un cuscino verde e umido, che
per poco non lo fece scivolare. Una volta lì scoprì di
essere all’interno di un vecchio nido di nibbio ormai inutilizzato,
una grande cavità buia e fredda in cui i resti di piccoli
scheletri e di sterco d’uccello si mescolavano alle radici
sporgenti.
«Adesso diventa un po’
difficile» li avvisò Sakura dirigendosi all’entrata
dell’apertura, da cui il sole entrava per un tratto. «Il
sentiero è strettissimo»
Naruto, Kakashi e Jiraya capirono cosa
intendeva solo quando, seguendola, si trovarono davanti a una
mulattiera larga non più di trenta centimetri, sospesa a
strapiombo sul vuoto. Naruto deglutì.
«Usate il chakra» consigliò
Sakura, facendosi avanti.
Quello fu il tratto peggiore. A trenta
metri da terra, su un lembo di roccia friabile, camminarono senza
aprire bocca, evitando quasi di respirare. Naruto stringeva Hinata
fin quasi a farle male, per paura che potesse scivolargli dalle
braccia, e Jiraya dietro di lui camminava rasente il muro.
La parete curvò dolcemente mano
a mano che procedevano, inoltrandosi in una gola poco conosciuta. Il
sole, ormai coperto dalle nubi, smise di illuminare il loro cammino.
«Manca ancora molto?»
chiese Naruto ansiosamente, dopo neanche cinque minuti di cammino.
Lanciò un’occhiata cupa al sangue che gocciolava dalle sue
mani, e sentì le leggere convulsioni che scuotevano il corpo
di Hinata.
«No, siamo arrivati»
rispose Sakura con un cenno del capo.
Tutti guardarono avanti, e non videro
assolutamente niente, oltre alla solita parete.
«Siamo arrivati?» ripeté
Jiraya scettico.
Sakura indicò una roccia
vagamente tondeggiante, di dimensioni notevoli, che si protendeva sul
precipizio. Gli altri, aguzzando la vista, alla fine riuscirono a
intravedere qualcosa di molto simile a finestre… e dei vasi sui
davanzali.
«Chi aveva ipotizzato che vivesse
nel guscio di una lumaca?» chiese Kakashi mentre si
avvicinavano a passo più spedito.
«Io» rispose Naruto senza
capire.
«Ci sei andato vicino: quello è
un gigantesco fossile» spiegò l’Hokage.
Jiraya mugugnò qualcosa tra sé,
e Sakura gli gettò una rapida occhiata, vagamente in ansia.
Lungo il tragitto dal villaggio alla
parete dei nibbi si era rifiutata di spiegare il perché della
finta morte di Tsunade. Aveva detto che avrebbero dovuto chiedere
alla diretta interessata, e che non era autorizzata a parlarne, ma in
realtà le sue erano più che altro scuse: avrebbe potuto
benissimo rivelare ogni cosa. Tuttavia era convinta che, se mai c’era
la possibilità che loro capissero le ragioni della sua
maestra, di sicuro non sarebbe stato possibile se non era lei stessa
a parlarne.
Probabilmente, se avesse spiegato tutto
lungo il percorso, in quel momento si sarebbe trovata con un Jiraya
molto più che irritato e mugugnante…
Mentre raggiungevano l’immensa
chiocciola pietrificata, videro un tratto di quella che avevano
creduto roccia muoversi e aprirsi come una porta. Dal nero rettangolo
d’oscurità che nascondeva, emerse una figura piccola e
vagamente nota. Non sembrò vederli, ma voltò loro le
spalle e tese le mani verso i vasi sul davanzale, trafficando con un
debole acciottolio.
Sakura deglutì e si fece avanti.
«Maestra» chiamò,
cercando di cancellare l’esitazione dalla sua voce.
La donna davanti alla finestra sussultò
e girò il capo verso di loro. Quando li vide, e quando loro
videro lei, il vaso che teneva in mano scivolò e si fracassò
sulle rocce sotto i loro piedi, spargendo terriccio scuro e foglie di
un verde intenso ovunque.
I ragazzi dietro Sakura si fermarono di
botto, spalancando gli occhi.
I soliti lunghi codini chiari, ma ora
più tendenti al bianco.
I soliti occhi color nocciola.
I soliti abiti familiari, ma non più
scollati come prima.
E poi le rughe. La pelle tesa sulle
ossa, il seno cadente, la schiena curva e le mani ossute.
Ebbero solo un attimo per vederla.
Poi quella vecchia sconosciuta e
familiare si rifugiò in casa sfoderando riflessi
insospettabili, e si sbatté la porta alle spalle.
«Maestra!» ripeté
Sakura raggiungendo la chiocciola in pietra, e batté un pugno
sulla porta. «Non ho potuto fare altrimenti! E’
un’emergenza!»
«Andate via!» rispose una
voce roca e furente da dentro. «Io non ho più nulla a
che fare con voi! Io sono morta!»
Sulla fronte di Sakura si gonfiò
una vena.
«Ho detto che è
un’emergenza!» ripeté. «E’ Hinata! Se voi non
l’aiutate, moriranno lei e il suo bambino!»
Silenzio dall’altra parte.
«Tsunade!» insisté
Sakura, passando a modi meno rispettosi ma più spicci. «Siete
ancora un ninja medico! Il vostro compito è salvare la gente!»
Ancora nessuna risposta.
Alle sue spalle, Naruto sentì
Hinata muoversi tra le braccia. Abbassò lo sguardo, e la vide
aprire lentamente gli occhi.
«Si è svegliata!»
disse in fretta. Non aveva finito di parlare, che lei gemette
flebilmente e il suo respiro si fece all’improvviso affannoso.
Sakura le gettò un’occhiata.
Poi guardò la porta.
“Volente o nolente, la deve salvare!”
pensò furibonda.
E fece una cosa che da anni non si
sognava nemmeno di tentare: tirò indietro il braccio, caricò
il pugno, e lo abbatté sulla porta.
Quella si frantumò in mille
pezzi, sollevando una leggera nube di polvere, e i ciottoli esplosero
dentro e fuori l’abitazione, graffiandole il braccio ed evitando
per un soffio Kakashi e Jiraya.
Nella penombra della chiocciola, si
udirono dei leggeri colpi di tosse.
«Sciocca ragazza…»
commentò la voce roca di prima, mentre la vecchia Tsunade si
faceva avanti, una mano appoggiata ai resti dello stipite. Sollevò
gli occhi a incontrare quelli di Sakura, seccata. «Stavo per
aprire»
«Perdonatemi» disse lei
senza la minima traccia di afflizione. «Ma non abbiamo tempo»
Tsunade spostò lo sguardo da lei
a Naruto, che si era fatto avanti. Indugiò per un istante su
di lui, e poi su Kakashi, ma evitò scrupolosamente Jiraya.
Alla fine vide Hinata. E le bastò quell’unica occhiata per
accigliarsi.
«Portala dentro» disse
sbrigativa. «E poi esci. Sakura, tu mi assisterai»
«Ma…» tentò di
protestare Naruto, però Tsunade lo zittì con
un’occhiata.
«Tu farai come ti dico»
sibilò. «L’ultima cosa che mi serve è un marito
apprensivo che crei confusione. Senza contare che sei coperto di
sangue, e cioè infinitamente sporco»
Naruto entrò, afflitto e anche
irritato. La chiocciola all’interno era composta di una sola stanza
abbastanza ampia, con un arredamento più che essenziale. Sul
grande tavolo posizionato da un lato stavano diversi tipi di erbe,
alcune essiccate, altre fresche. Solo un piccolo angolo era riservato
ai pasti, e ancora coperto da un piatto mezzo vuoto.
Naruto depose Hinata sul letto stretto
e apparentemente scomodo, e poi le lanciò un’occhiata
ansiosa.
«Non poss…?» iniziò
a dire, ma prima che completasse la frase Sakura gli piantò le
mani sulla schiena e lo spinse fino ai resti della porta.
«No» disse, dura. «Ti
conosco, e so quanto sei paranoico quando qualcuno sta male. Quindi
mi dispiace, ma devi restare fuori»
«Sakura, l’acqua nel secchio
accanto alla porta!» chiamò Tsunade.
«Arrivo!» rispose lei.
Lanciò un’ultima occhiata a Naruto, e decise che la prudenza
non era mai troppa. Così, prima di lasciarlo, creò una
copia e la mise a fare la guardia.
Naruto, afflitto e inquieto, non ebbe
altra scelta che tornare da Kakashi e Jiraya, che erano rimasti a
qualche passo di distanza. E lì nessuno osò aprire
bocca, ognuno per i propri motivi.
Nel prossimo capitolo...
«Hai mai sentito parlare del
principio dello scambio equivalente?» domandò con
noncuranza.
«Certo»
«Ci stavo riflettendo. Mi
chiedevo se, per ogni uomo, donna o bambino che perde la vita, da
qualche parte, ci sia un altro essere vivente che bilancia
l’equilibrio generale»
«E’ strano sentirti fare questi
discorsi»
«Già, hai ragione»
Ariyoshi rise piano. «La verità è che il mio
pensiero era molto meno generale e molto più ristretto: Naruto
Uzumaki, oggi pomeriggio, ha tolto la vita a centinaia di persone. E
in questo mondo esisteranno sicuramente altre centinaia di persone
che per questo soffriranno. Quindi, per logica, e tenendo conto dello
Yin e dello Yang, dell’equilibrio tra tutte le cose e della seppur
modesta influenza del caso, mi viene da pensare: tutto il dolore che
ha inferto, in quale misura ricadrà su di lui?»
* * *
Spazio autore
Dai, ditemi che non ve l'aspettavate, vi prego!
Negli scorsi commenti avete parlato tutti di libri e tecniche lasciati
da Tsunade, e invece le cose non stavano proprio così...
Per conoscere nel dettaglio le vicende che hanno portato a questo, però, dovrete attendere due capitoli.
Altra cosa: la preview di questo capitolo, anche se non è poi così evidente,
è legata sia a Hinata che a Chiharu.
E non dico altro.
(si vede l'accenno a FullMetal Alchemist, sì? XD)
Ah, una cosa.
Insomma, io amo e adoro Kyuubi, e ok, ma la adoro perché è una viscida e sadica bastarda,
pronta a tradire da un momento all'altro e mandare tutto al diavolo.
Ma voi perché continuate a parlarne come se fosse un tenero batuffolino di cotone e zucchero filato?
XD
Scommesse sui morti
Shikamaru - 4 voti
Kakashi - 4 voti
Asuma - 3 voti
Tsuda junior - 3 voti
Temari - 2 voti (uno molto in forse)
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Ino - 1 voto
Sasuke - 1 voto
Un Uchiha - 1 voto
Hiashi - 1 voto
Naruto - 1 voto
Hinata - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Nessuno della Foglia - 3 voti
Talpina Pensierosa: ohohoh,
Maria, preparati... Nei prossimi capitoli succederà una certa
cosa, che sicuramente ti farà spalancare la bocca. Mi ci gioco
la mano destra!
thembra: wow, grazie mille per
il commento e soprattutto per i complimenti! Sono contenta di vedere
che sei riuscita ad arrivare fino al capitolo 29 senza annoiarti o
restare delusa, non sai che fonte di orgoglio è per me! ^^ Spero
che riuscirai a seguire fino alla fine!
bambi88: ho il terribile sospetto che tu legga una fic diversa da quella che scrivo. ò.ò La volpina è simpaticissima, ha sempre la battuta sulla lingua!
Ma parliamo della stessa Kyuubi? Dello stesso spietato, sanguinolento,
truce, bastardo e sexyssimo demone sterminatore? Volpina. Tsk.
Hipatya: quando ho scritto lo
scorso capitolo non ho mai pensato di replicare le vicende del quarto.
Per il semplice motivo che ho altre cose da fare prima, cose più
importanti e che mi danno molte più soddisfazioni! <3 (leggi:
bastardate maggiori) Io mi iscrivo al Baka fanclub, io, io, io!
*_* E grazie per i complimenti sulla volpe, sono la cosa che più
mi fa gongolare...! ^///^ Ah, non farti prendere dalla nostalgia
già ora! ò.ò Mancano ancora un po' di capitoli!
endlesstars: e questa volta ho
la risposta! Aha! Allora, secondo i miei calcoli Haru dovrebbe aver
perso dai due ai tre litri e mezzo di sangue. U_U E il motivo per cui
ancora si regge in piedi lo scoprirai nel prossimo capitolo. Riguardo
alla sua "tecnica", francamente rileggendo ha lasciato perplessa anche
me. Poi, però, ho cercato di spiegarla in termini di fisica:
il chakra ha una certa sostanza, no? Se può scavare dei buchi
quando lo usa Neji, vuol dire che in una certa misura ha del volume. E
se ce l'ha, e se lo si fa scorrere in un ambiente stretto, deve per
forza creare degli smottamenti per semplice spostamento di sostanza.
Così ho cercato di spiegarmi la cosa! XD Se poi proprio
vogliamo, possiamo dire che essendo di tipo terra ha un minimo di
facilità in più a scorrere nel terreno? (cioè,
guarda te se devo spiegare a me stessa come funzionano le tecniche che
creo io... -.- Ahh, devo crescere!) Riguardo ad Akeru, non potrei
esprimere un parere imparziale! XD Io lo amo, e basta! <3 E penso
che si senta pure!
rina: eheh, stai attenta... Ho in serbo una grande sorpresa, per i prossimi capitoli! Fossi in te mi terrei all'erta!
slice: ho capito, tranquilla!
^^ E le tue parole mi hanno fatto davvero benissimo! Grazie, per loro e
anche per i commenti che mi lasci sempre e mi danno la carica! Di
sicuro non sei pazza, e anzi se avevi subodorato la faccenda di Tsunade
sei anche piuttosto intuitiva!
kage_naru89: ovviamente non
faccio resuscitare nessuno. U_U La resurrezione-no-jutsu non è
nei miei programmi, diciamo... Se no non potrei più usare le
scene drammatiche e strappalacrime quando muore qualcuno! Come in
dragon ball: con le sfere del drago morire è come partire per il
campeggio. (oh, e i complimenti non fanno male se vengono accompagnati
da critiche costruttive! XD O uno finisce per pensare di essere Dio!)
gracy110: uhm, sì, c'era
un po' di sangue in eccesso... U_U Ma va beh, son dettagli! XD Hinata
è una buona madre, diciamo. Magari non proprio perfetta - credo
che manchi un po' di autostima per essere tale, ma si bilancia
perfettamente con Naruto! XD - ma buona. E per Tsunade, ora conosci
qualcosa della faccenda, ma ancora molto poco... Porta pazienza!
crilli: dunque, direi propri che la seduta BakaHaru ha comportato molto imbarazzo per lui! XD Quindi puoi ritenerti soddisfatta, al riguardo... E Tsunade, sì, è viva! U_U (Puffi di quà, puffi di là, loro ti vedono sai! Puffi di qua, puffi di là, ma dove sono, chissà?)
Urdi: Kakashi è un po'
inutile sì. Credo che in tutta la storia di Konoha solo il primo
Hokage e il quarto siano davvero stati in grado di affrontare la Volpe,
anche se dicevano che il terzo fosse il più forte. Il mio
Kakashi, poi, è lì per rappresentanza, perché
palesemente non è il
ninja più forte di Konoha. U_U E a me piace pensare che quando
Kyuubi si scatena, anche Naruto ci mette del suo, e quindi
mooooooltiplica le sue possibilità! (<3) Senza contare che al
momento ha 47 anni. Non è più il giovincello di un tempo,
e non vuole nemmeno fare del male a Naruto. Insomma, ci sono mille
motivi per cui Kakashi risulta un po' inutile. Non ultimo la mia
viscerale passione per Naruto. <3
RedCrossBook: chiusa la questione Hiashi, ecco che compare la questione Baka! Ma insomma! non puoi paragonarmelo a Naruto!
Era troppo esaltato anche per gli standard dei ninja, alla sua
età! XD Diciamo che Baka non brilla per eroismo, ma che i suoi
sono ragionamenti tutto sommato logici. In fondo si comporta un po'
come faceva Sakura: ci sono nel momento del bisogno, ma non mi butto
nella mischia gridando "evviva!".
Sky_Shindou: dai, Tsuande era il mio asso nella manica! XD Dovevo
stupirvi con quello, o non vi avrei stupiti mai più! Comunque
sono contenta che hiashi sia stato leggermente redento, non si meritava
proprio tutto quell'astio! XD E ora? Che succederà? Beh, poco,
visto che siamo quasi alla fine! XD
Elisir86: grazie mille! Spero di non calare prima della fine! XD
arwen5786: e allora segno il
tuo voto per "non morirà nessuno"... Ma non dico nulla di nulla
di nulla! <3 Oh, non disperare sulla HaruHito! O, perché no,
una bella HitoBaka? (sì, uccidimi prima che pensi altri orrori
simili!) Ehm, sì, so che stai per uccidermi per l'infima
comparsata di Neji, ma ricordati che mi vuoi bene! Molto bene! ^^'' E
che i miei progetti prevedono un Neji arf e ignudo entro l'anno
prossimo! U_U Oh, sigh. Nella recensione eravamo tutte felici per
sabato... T_T E poi non se ne è fatto niente! Depressione.
muccina89: sto cercando di
visualizzare Kyuubi su un bianco destriero... E non è un bel
vedere. ò.ò Povero cavallo. XD A proposito, forse nasce
il Baka Akeru fanclub! XD Vuoi unirti?
DarkMartyx_93: uhm, più
che di intelligenza, in quella situazione c'era bisogno di qualcosa di
efficace, per quanto poco elaborato. E Chiharu era anche un tantino di
fretta! XD Comunque l'importante è che abbia funzionato, no? Uh,
devo mettere il tuo voto per la morte di Kakashi? XD E, a proposito,
grazie mille per i complimenti riguardo a Kyuubi! Io la adoro, mi
impegno sempre molto, quando parlo di lei... e spero che si senta!
Killer Queen 7: bentornata! XD
Tranquilla per il "ritardo", a me fa piacere se leggete e commentate,
ma non è assolutamente un obbligo! Ahah, un'altra fan della
BakaHaru! XD Ormai siete fin troppe! Lasciateli in pace, hanno solo 13
anni! Uhm, riguardo a Kyuubi... Ho una curiosità: in che senso
ti mette "a disagio"?
sammy1987: sì, Kakashi
è stato pateticamente inutile, nello scorso capitolo! Ma dai, ha
tante altre qualità, no? (...) E ora sai che Tsunade non
è mai morta, o almeno così sembra. Ma perché
inscenare la sua prematura dipartita? U_U Lo scoprirai tra un paio di
capitoli! In compenso Sasuke è comparso in questo! XD Ahh, voi
Uchiha-obsessed!
Ino_Chan: seeeeee! Aspetta e spera, per il figlio di Naruto! Maschio o femmina? Chissà, chissà?
Killkenny: niente corpo, niente
morto! Esatto, kenny, esatto! *_* E questa cosa mi tornerà molto
utile poco più avanti... Preparati a grandi sorprese!
Topy: eheh, niente da fare!
Nessun diario, ma proprio Tsunade in carne ed ossa! Oh, sai che hai
ragione? Hinagiku terrà molto alto l'onore degli Uzumaki!
fedecr90: signorinello, mai
più tanti puntini tutti in fila! E' illegale, mettici uno spazio
ogni tanto! Così eviterò di malederti in 15 lingue ogni
volta che dovrò rispondere ai commenti nella pagina in cui
compaiono i tuoi! ho segnato le tue scommesse per i morti, e confesso
che non so quanto sangue ci sarà ancora. In compenso, siamo
vicini alla fine! U_U
Reina: esemplare purosangue di
genio del male! XD Guarda, se solo tu lo avessi detto di me sarei stata
felice come una pasqua! E per una volta hai sbagliato riguardo a
Tsunade! Aha! Semplicemente, non è mai morta!
Yume_Tsuki: insomma, tu vedi in
pericolo Hinata e Chiharu... ma non abbastanza da darle per morte! E
quindi non segno niente! XD In compenso, tra tanti possibili morti,
è "resuscitato" qualcuno! Splendido! XD
Maobh: Naruto+Kyuubi=ARF:
tu sì che sei una donna che ha capito tutto della vita! Beh,
ormai sai dov'è Tsunade, ma ti dico subito che Shizune è
all'ospedale della Foglia a fare la brava ninja medico! U_U
ShAiW: waaaaa, Grecia! Non ti preoccupare per me e goditi assolutamente le vacanze!! >_<
SuperEllen: eh sì, dalle
superiori in poi l'estate non è più una gran pacchia...
ç_ç Comunque mi fa piacere se continui a leggere! ^.^ E
un commento corto è sempre meglio di un commento inesistente!
Parlando del capitolo, guarda: non sei la prima ad auspicare intrecci
sentimentali tra Haru e Baka... Io non cambierò i miei piani, ma
fossi in te non dispererei. Dunque. Che Jin sia figlio di Tsunade mi
sembra se non altro improbabile... Dovrebbe averlo concepito a 63 anni.
-.- Quindi ti dico subito che non è lui! E che dovrai aspettare
ancora poco per sapere qualcosa da questo frangente....
maninja87: beh, se riesci a
leggere questo oggi, tanto meglio! Se no a sabato! ^^ Allora, che dire?
Il tuo commento mi ha resa molto felice, sprizzava entusiasmo da tutti
i pori! Sia gli accenni a Naruto, che le invettive contro Hiashi, che
l'inutilità di Sakura e Ino (XD), tutto mi ha resa felice! E no,
tranquilla: Tsunade non è un piccolo clone dell'altra Tsunade,
fatto da Sakura nel suo laboratorio alla Frankenstein! XD Quando torni
pensa con calma al regalo che vuoi, e io cerco di provvedere! >_<
Buone vacanze!
FefyNiisan: wow, nessuno mi aveva mai definita pericolosa!
XD Mi sento onorata! Ma mi sento più onorata dal tuo
apprezzamento per quello che scrivo! Grazie davvero! So che non
è possibile commentare tutto in blocco, ma sapere che hai letto
e apprezzato è già tantissimo! Ultime due paroline su
Haru e Baka: è una coppia molto gettonata, io consiglio di non
perdere le speranze...
Aya
|
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Capitolo 31 *** Scambio equivalente ***
Naruto2-31
Scambio equivalente
- Trentuno -
Il viaggio di ritorno dal confine fu
infinitamente più duro dell’andata.
Questo, per la maggior parte dei ninja
che avevano preso parte alla battaglia.
Poi c’era un gruppetto davvero
minuscolo, un gruppetto formato da due soli elementi, che camminava
in prima fila nel pieno delle forze.
Kotaro e Hitoshi da un lato erano
spinti dall’ansia, dal timore che Chiharu, nonostante non fosse più
ninja, si fosse fatta coinvolgere; dall’altro lato erano mossi dal
desiderio pressante di tornare a casa, di allontanarsi dal cratere
che quel Naruto così strano e spaventoso aveva creato, dai
ricordi di quel chakra rosso che sembrava vivo. Insieme, queste due
ragioni li spingevano a un passo ben più che sostenuto,
seguiti dagli altri ninja che, stanchi, correvano alle loro spalle.
Per quel che riguardava loro, la spossatezza era scomparsa nel
momento in cui erano ripartiti.
«Senti…» chiese Kotaro
con il respiro leggermente affannato, mentre percorrevano il sentiero
a passo veloce. «Secondo te ci è finita in mezzo?»
Non ebbe bisogno di dare un soggetto
alla sua frase.
«Non lo so» rispose
Hitoshi. «E’ abbastanza egocentrica da aver tentato qualche
cazzata, ma allo stesso tempo ha abbastanza cervello per non finire
in casini troppo grandi»
«E’ quel ‘troppo grandi’
che mi preoccupa. Cioè, cosa vuol dire? E’ un termine troppo
generico… magari ‘casini grandi’ per noi significa qualcosa di
diverso da quello che significa per lei…»
«Se vuoi chiedermi se secondo me
è viva, non c’è bisogno che ci giri attorno così»
Kotaro sbiancò. «Secondo
te potrebbe essere morta?» chiese senza fiato.
«No!» sbottò Hitoshi
fulminandolo con lo sguardo. «Certo che no! Magari là ci
sono stati un po’ di casini, ma c’erano anche altri ninja…
c’era persino l’Hokage! Non avrebbero mai lasciato che lei
morisse!»
«Già…» Kotaro si
sforzò di sorridere, un po’ incerto.
Da quello che ricordava, l’autorità
non era mai stata un grande ostacolo per Chiharu. Però, forse,
la pigrizia poteva averla fermata?
«Guardate, maestro!» gridò
una voce in quel momento, piena di tracotante soddisfazione.
Sia Hitoshi e che Kotaro sussultarono,
e per poco non inciamparono: all’improvviso due ombre nere si erano
materializzate al loro fianco, più veloci di loro e ancora più
entusiaste.
Per un attimo i due genin furono colti
dal panico; finché non si accorsero che i due nuovi arrivati
non erano altri che Rock Lee e Gai Maito.
E allora sì che desiderarono
intensamente di essere altrove.
«Sì, Rock Lee, vedo!»
esclamò Gai con un sorriso a mille denti. «Il fuoco
della giovinezza e dell’amore arde nei loro muscoli!»
«Sì maestro!»
«Sono davvero tuoi figli!»
«Sì maestro!»
«No!» intervenne Hitoshi
indignato. «Piuttosto che essere suo figlio mi farei un
trapianto di DNA!»
«Grazie, eh» disse Kotaro
piatto.
«Beh, è vero»
«Ahah, la giovinezza!»
esultò Gai, come se avesse appena assistito allo sketch più
divertente degli ultimi dieci anni. «Due giovani fiammelle che
si spingono verso il buio! La vera forza della Foglia! I veri eroi! E
corrono impavidi verso l’oggetto del loro amore…!»
«Ma quale amore?!»
sbottarono entrambi, arrossendo contemporaneamente. «Siamo solo
ragionevolmente preoccupati come ex compagni di squadra!»
Gai si bloccò a bocca aperta,
stupefatto. Scambiò un’occhiata con Rock Lee, altrettanto
sbalordito, e poi insieme ghignarono.
«E chi ha parlato di Chiharu
Nara?» chiese l’eterno rivale di Kakashi. «Io mi
riferivo al villaggio»
Se prima Kotaro e Hitoshi avevano
desiderato trovarsi altrove, ora desiderarono intensamente
sprofondare.
«Il che non toglie che anche io
sia piuttosto preoccupato per la giovane Nara» aggiunse Gai
dopo un attimo, improvvisamente di una serietà assoluta e
vagamente melodrammatica. «Quel biglietto era un bel po’
sporco di sangue, eh…»
«Il biglietto?» chiese
Hitoshi drizzando le orecchie, mentre Kotaro ancora cercava di
riprendersi dall’umiliazione. «Era di Chiharu?»
«La firma era sua…» Gai
guardò Rock Lee. «Nessuno lo aveva detto ai ragazzi?»
«Non lo so» rispose
l’allievo, pronto.
Kotaro e Hitoshi si scambiarono
un’occhiata allarmata.
Chiharu era stata coinvolta,
dunque. E probabilmente era anche incappata nei ‘casini troppo
grandi’ di cui stavano parlando fino a qualche minuto prima.
Istintivamente, entrambi aumentarono la
velocità.
Qualche metro più indietro,
Shikamaru fissò cupo Gai e Lee.
“Che due cretini… Non era un caso
che non avessimo letto la firma a voce alta”
Naturalmente anche lui era preoccupato
per Chiharu, ma potevano esserci mille motivi per cui quel pezzo di
carta era sporco di sangue. Senza contare che al villaggio c’era
anche Temari. E lei sicuramente non avrebbe permesso che succedesse
qualcosa a Chiharu.
Aveva sacrificato tutto per lei. La sua
vita, il suo villaggio, la sua vocazione. Forse non lo dimostrava
come una madre normale, ma per Chiharu avrebbe davvero dato ogni
cosa.
Anzi, aveva davvero dato ogni
cosa.
*
L’Ospedale della Foglia era
straordinariamente pieno.
Ogni reparto, dal primo al penultimo
piano, traboccava di parenti.
I feriti in sé non erano
tantissimi, e la maggior parte non avevano neanche bisogno di cure
intensive, ma i veri problemi erano rappresentati da tutte le persone
che erano venute a sapere dell’attacco a casa di Naruto e che ora
si affollavano davanti alla reception e sulle scale per cercare di
capire se dovevano incidere un nuovo nome sulla lapide di famiglia. E
poi c’erano anche quelli che, non si sapeva bene perché,
erano convinti che lì all’ospedale si sapesse già
com’era finita la battaglia al confine, e quindi chiedevano
informazioni totalmente fuori luogo e mandavano in paranoia le
infermiere.
I dottori, invece, si erano saggiamente
defilati, e ora si occupavano dei pazienti più gravi in un’ala
riservata dell’ultimo piano.
In una delle tre camere ad accesso
ristretto, c’era anche Shikaku Nara. E ovviamente, come luminosa
eccezione ed esempio di infrazione delle regole sui parenti, Temari
era su una sedia accanto al suo letto.
«Sotto una colonna» disse
secca, le gambe accavallate e il piede che si muoveva ritmicamente.
«Sotto una colonna!» Il ventaglio era appoggiato contro
il muro, ancora macchiato di sangue e terra. «Come diavolo hai
fatto a restare sotto una colonna quando quella cosa sbatteva le sue
code in giro?»
Shikaku le lanciò un’occhiata
stanca. «Non ho più vent’anni» si limitò
a dire.
«Tsk!» commentò lei,
guardando altrove con evidente disprezzo. «Anche un paralitico
si sarebbe spostato da lì!»
«Curioso che tu parli di
paralitici, visto che non riesco a muovere le gambe» commentò
Shikaku vago.
«Stronzate» sacca, Temari
colpì il suo polpaccio sotto le coperte, con il taglio della
mano, e lui gemette. «Se le senti allora funzionano»
decretò in tono che non ammetteva repliche.
Shikaku sospirò penosamente, e
gli altri pazienti – quelli svegli, perlomeno – gli lanciarono
occhiate di compassionevole simpatia.
«Allora stai bene» disse
lei pragmatica, alzandosi in piedi. «Visto che puoi cavartela
da solo, vado a riprendere quella cretina di tua nipote, sperando che
sia ancora viva»
Shikaku tirò un sospiro di
sollievo. Prima di tutto perché Temari se ne andava, e poi
perché se poteva scherzare sulla morte di Chiharu voleva dire
che era sicura della sua buona salute.
Ma… c’era qualcosa che gli sembrava
di aver dimenticato. Una cosa importante.
Corrugò la fronte, mentre sua
nuora prendeva il ventaglio.
E poi, quando lei scoccò
un’occhiataccia a un paziente che aveva osato guardarla troppo a
lungo, lui all’improvviso ricordò.
«Lophenaria!»
esclamò tirandosi a sedere di colpo. Gemette per lo sforzo
improvviso, mentre Temari si girava a guardarlo.
«Cosa?» chiese senza
capire.
«Chiharu… non sta bene per
niente» rispose lui tra i denti. «Pensa di aver preso un
anestetico qualunque, ma non è così!»
Temari corrugò lentamente la
fronte.
L’immagine di sua figlia che,
ghignando, le diceva di stare bene nonostante la ferita al fianco e
il sangue che le macchiava il viso, le baluginò davanti agli
occhi.
«E’ passata dal laboratorio»
continuò Shikaku. «Ha trovato delle foglie, e ha pensato
che fosse anestetico! Ma era l’etichetta sbagliata!»
«Cos’era invece?» chiese
Temari, mentre con un brivido ricordava che il sangue su Chiharu era
davvero un po’ troppo…
«Lophenaria. Praticamente
una droga» spiegò Shikaku, teso. «La stavamo
studiando, è una sorta di allucinogeno che aumenta la
sopportazione al dolore e dà l’impressione di moltiplicare
le forze… di sicuro non sentiva male, ma questo non vuol dire che
le sue ferite non fossero gravi»
Temari rimase immobile, tra il letto di
Shikaku e la porta. Nella stanza nessuno parlava più, tutti
fissavano la scena come l’ultima puntata di una soap-opera
particolarmente appassionante.
Temari aveva sempre saputo che sua
figlia era intelligente, molto più intelligente della media.
Si era sempre fidata del suo giudizio
per le cose che la riguardavano, aveva sempre creduto che avesse
abbastanza cervello per risolvere tutti i problemi che potevano
presentarsi nella vita di una tredicenne.
Aveva sempre pensato che non fosse
capace di commettere errori – o almeno, commetteva solo errori
riparabili, e li sistemava da sola. Come l’essere o non essere
ninja.
Chiharu non era come lei, non era come
sua madre, che aveva commesso un infinità di sbagli
irrimediabili; né come suo padre, che tante volte rinunciava,
tornava indietro e poi andava avanti per un’altra strada.
Aveva sempre creduto che quella
bambina, e poi quella ragazza nata da lei e Shikamaru, fosse la
compensazione di tutti i loro difetti, l’unione dei loro meriti
senza alcuna macchia.
Ma a quanto pareva era un essere umano
come tutti.
Anche lei
sbagliava.
Forse poteva risolvere tutti i problemi
di un’adolescente, sì; ma se il problema era più
grande, se era qualcosa al di là dei suoi tredici anni…
Forse poteva rischiare di non farcela.
Temari strinse le dita attorno al
ventaglio, e serrò i denti.
«Maledizione!»
imprecò, e si lanciò fuori dalla porta.
Da quanti anni non correva così?
Con il ventaglio alla mano, i muscoli tesi per lo sforzo, i denti
serrati. Aveva corso tanto veloce quando Kankuro era stato avvelenato
da Sasori? No. Le sembrava di aver corso molto, molto più
lentamente. E nonostante ciò sentiva, in quel momento, di non
essere abbastanza rapida.
Raggiunse il fondo del corridoio in un
baleno, senza salutare i ninja di guardia che le fecero un cenno, e
gettò uno sguardo giù per la tromba delle scale. Troppa
gente. Impossibile passare.
Vide la finestra con la coda
dell’occhio, non ci pensò neanche; l’aprì, e, tra
gli avvertimenti dei ninja dietro di lei, saltò fuori. Sentì
le urla degli uomini alle sue spalle, urla comprensibili visto che
era ad almeno venticinque metri da terra, ma non se ne diede
pensiero. Mentre il vento fischiava nelle sue orecchie, lei aprì
il ventaglio.
Fu come un paracadute improvvisato, che
le fece deviare bruscamente la rotta. Esattamente come aveva
previsto, atterrò sul tetto di un edificio più basso
senza alcun problema, e immediatamente si rimise a correre. Dalle
finestre dell’ultimo piano dell’ospedale, i ninja di guardia la
fissarono sbalorditi.
Temari attraversò Konoha
passando sui tetti, come aveva fatto Chiharu neanche quattro ore
prima. Balzò da un cornicione all’altro, sui balconi,
attraversò le strade a dieci metri d’altezza, il respiro
affannoso e i muscoli brucianti, ma non rallentò né si
fermò.
Aveva fatto di tutto per quella sua
figlia tanto importante!
Non poteva perderla adesso, non così,
non per una disattenzione!
Arrivata all’ultima casa saltò
a terra dal secondo piano, senza neanche aprire il ventaglio, e
continuò a correre dimentica dei suoi trentacinque anni e
della mancanza di allenamento. A metà strada vide delle crepe
nel sentiero, come i resti di un terremoto che si fosse fermato prima
di raggiungere il villaggio, e una fitta d’ansia le attanagliò
lo stomaco.
Dov’era Chiharu? Dove l’aveva
lasciata quando aveva portato via Shikaku?
Doveva essere al sicuro, altrimenti non
l’avrebbe mai lasciata lì… ma dove…?
Sakura.
Ma certo, era rimasta con Sakura
accanto a Hinata. Erano rimaste nella casa di Naruto.
Ed eccola, in lontananza; eccola… in
macerie.
Il suo cuore mancò un battito.
Accelerò ancora, nonostante i suoi polmoni gridassero pietà,
e finalmente raggiunse i resti della casa. Quattro o cinque shinobi
ancora perlustravano tra i detriti, alla ricerca di corpi sommersi. I
cadaveri dei ninja della Roccia giacevano allineati in una zona di
terreno libera, mentre i superstiti erano già stati portati
alla centrale di polizia del villaggio dai poliziotti che non avevano
seguito il loro capo in battaglia, e con loro erano stati prelevati
anche gli Hyuuga traditori.
Il corridoio in cui Temari aveva visto
per l’ultima volta sua figlia era sepolto da una cascata di
cemento. Non ne restava quasi traccia.
Raggelata, lo fissò per almeno
mezzo minuto, senza aprire bocca. Poi si voltò e afferrò
di scatto il primo shinobi che le passò accanto.
«Dov’è mia figlia?»
ringhiò, stringendo la presa sulla maglia del malcapitato.
«I-Io non so…» balbettò
quello, scombussolato. «Dopo il terremoto se n’è
andata con il ragazzino che era con lei…»
“Terremoto?” pensò Temari,
ma allontanò il pensiero in fretta. Non aveva tempo!
«Da che parte?» chiese
invece.
«Non lo so!»
Lo insultò mentalmente,
lasciandolo andare, e si allontanò a grandi passi.
Dove potevano essersi rintanati? Haru
non poteva arrivare troppo lontano, per cui dovevano essere da quelle
parti; se conosceva un po’ sua figlia, avrebbe cercato un angolo in
cui starsene tranquilla, una zona pressoché deserta…
E fu mentre si avvicinava al giardino
anteriore che sentì la voce di Baka Akeru.
Che articolava un ‘aiuto!’
con voce stridula.
Scattò immediatamente, svoltando
i resti dell’angolo della casa, e sbucò sul portico
dell’ingresso, incappando quasi nella serratura che il sosia di
Hiashi Hyuga aveva fatto saltare dalla porta. Subito le cadde
l’occhio su un frammento di parete integro, a una certa distanza, e
vide due sagome scure contro il muro.
Non le ci volle nemmeno mezzo secondo
per riconoscere in quella inerme sua figlia.
«Io non so cosa le sia successo!»
strillò Akeru quando Temari lo raggiunse, bianco come un
lenzuolo. «Stavamo parlando normalmente, e poi si è
addormentata all’improvviso, e adesso non si sveglia!» le
mani strette convulsamente sulle spalle di Chiharu, non sembrava aver
alcuna intenzione di lasciarla andare.
Temari studiò con una veloce
occhiata le condizioni di sua figlia.
Pallida, anzi anemica. Sangue fresco da
naso e bocca. Fresco e vecchio dalla ferita tra le costole. Lividi
sul viso e sul collo, per non parlare delle braccia.
E… il suo petto non si alzava ed
abbassava regolarmente.
In uno scatto rapido staccò le
mani di Akeru da lei, e la stese sull’erba, ignorando i suoi
piagnistei. Si chinò e posò l’orecchio sul petto di
Chiharu, facendo cenno a lui di tacere, e si mise in ascolto.
Il cuore era debole. Aritmico.
«Dobbiamo portarla in ospedale…»
gemette Akeru, incapace di stare ancora zitto.
E in quel preciso momento il cuore di
Chiharu si fermò.
*
«Se non la pianti ti butto giù
dal burrone» bofonchiò Jiraya, guardando truce Naruto.
Seduto su una roccia, con il mento
sorretto dalla mano, aspettava insieme a Kakashi. Naruto invece
scavava un solco profondo lungo il sentiero facendo avanti e indietro
davanti alla chiocciola fossilizzata di Tsunade, e cercando di
superare la guardia della copia di Sakura che gli impediva di
sbirciare all’interno della casa.
Non sembrò nemmeno sentire le
parole del suo vecchio maestro.
Da dentro ogni tanto si sentiva
provenire la voce di Sakura, o quella strana e arrochita di Tsunade.
Ma, anche se ormai erano passati parecchi minuti – troppi, secondo
Naruto – non c’era l’ombra di un vagito.
Kakashi sbuffò piano, guardando
le nubi che si addensavano su di loro come neri presagi.
C’era qualcosa che non aveva ancora
tentato per distrarre Naruto. Un asso che, forse per scaramanzia, non
aveva ancora tirato fuori dalla manica. Ma, a giudicare dalla
pesantezza dei passi dello shinobi, ora si rendeva necessaria una
misura di emergenza.
«Se è la terza femmina?»
buttò lì quasi casualmente.
Naruto si bloccò per un istante,
sbattendo le palpebre. Poi si accigliò e riprese a camminare.
«Dobbiamo trovare un altro nome» borbottò. «Ormai
abbiamo già usato i nomi della madre e della nonna materna di
Hinata, e quello della nonna paterna è il suo… quindi
dobbiamo trovare qualcosa d’altro»
«Aspetta, com’è che
era?» intervenne Jiraya, momentaneamente distratto dalle sue
riflessioni. «Kushina?»
«Chi, mia madre?» chiese
Naruto di scatto. «No, è fuori discussione»
«E perché?»
Naruto arrossì. «Perché
mi metterebbe a disagio» bofonchiò tra i denti.
«Però potrebbe anche
essere un maschio» ipotizzò la copia di Sakura,
evidentemente ansiosa di unirsi alla conversazione. «In quel
caso avreste a disposizione ancora tutti i nomi del mondo»
«Escludendo Hiashi, Sasuke e
Jiraya» rognò Naruto in tono quasi di sfida.
«Ehi, perché anche il
mio?» protestò il sannin indignato. «Qualunque
bambino sarebbe orgoglioso di portare il mio nome!»
«Ma io non riuscirei a
sopportarlo su mio figlio! Potrebbe avere influssi terribili!»
«Che cosa?»
«Beh…» intervenne Kakashi
flemmatico. «Se fosse davvero un maschio credo che il suo nome
sarebbe ovvio, no?»
Sia Naruto che Jiraya si bloccarono sul
posto, colti da un’improvvisa consapevolezza, e per un attimo,
nella gola che ospitava la casa di Tsunade, regnò il silenzio
più completo.
Poi, si udì un debole vagito.
Naruto girò la testa di scatto,
così come gli altri saltarono in piedi bruscamente. Anche la
copia di Sakura sulla porta si voltò, e nel farlo ebbe un
attimo di distrazione, che permise a Naruto di sgusciare fino alla
finestra e guardare dentro.
Ciò che vide fu la faccia di
Tsunade, infinitamente più vecchia e troppo, decisamente
troppo vicina.
Per la sorpresa cacciò un urlo e
fece un salto indietro.
«Puoi andare» disse il
quinto Hokage, al di sotto delle urla di un bambino con i polmoni
evidentemente pieni d’aria, e la copia di Sakura annuì e
scomparve in uno sbuffo di fumo. «E tu puoi entrare»
aggiunse poi rivolta a Naruto, che, con un mezzo infarto in corso, si
trascinò fino alla porta.
L’interno era troppo scuro per i suoi
occhi, tanto che impiegò qualche istante per abituarsi alla
penombra. A quel punto, socchiudendo le palpebre, vide la sagoma di
Hinata ancora stesa sul letto di Tsunade, con una coperta addosso, e
Sakura, di spalle, che sembrava tenere tra le braccia qualcosa di
urlante e terribilmente piccolo.
Naruto deglutì, incapace per un
attimo di andare oltre. Ma l’esitazione non durò a lungo,
subito vinta dalla curiosità.
Si fece avanti, trepidante e
trattenendo il fiato, fino a raggiungere la sua vecchia compagna di
squadra, che stava posando in quel momento un asciugamano accanto a
una bacinella di acqua tiepida e torbida.
«Tieni, gli ho appena fatto il
bagno» disse piano, mentre il pianto si placava lentamente.
Sistemò delicatamente i panni che coprivano la cosetta
che teneva in mano, e poi, con una gentilezza infinita, la
tese a Naruto.
Lui la prese tra le braccia.
Era piccola, leggera e calda. Aveva le
guance piene e arrossate, con le labbra socchiuse e le palpebre
morbide abbassate, e nessun capello sulla testolina delicata.
Non era la prima volta che Naruto si
trovava con un figlio appena nato contro il petto, ma mai aveva
temuto tanto per la vita di quella piccola creatura come quella
volta. Stringerla a sé gli sembrava un miracolo.
«Ed è…?» non poté
fare a meno di chiedere, emozionato fin quasi a tremare.
Sakura sorrise con tenerezza. «Maschio»
Il bambino decise allora di aprire gli
occhietti, solo per un breve istante, prima di richiuderli esausto, e
anche nel buio della sala Naruto ne individuò il colore.
«Sono azzurri…» mormorò
con voce quasi incrinata, sfiorando con un dito la guancia soffice.
Tutti gli occhi dei bambini appena nati
assumono una colorazione tendente al blu. Poi, con il passare del
tempo, la pigmentazione dell’iride si normalizza e prende la
tonalità che porterà per tutta la vita.
Ma per gli Hyuuga non era così.
Hinagiku e Hanako, già dalla
nascita, avevano sempre posseduto gli occhi candidi della loro madre,
e dunque questo nuovo bambino doveva avere per forza quelli del
padre.
«Congratulazioni» disse
Sakura posando una mano sulla spalla di Naruto. Lui riuscì
solo ad annuire.
Finché all’improvviso non alzò
bruscamente il capo.
«Hinata?» chiese ansioso,
cercando con gli occhi il letto e la moglie.
A quella domanda Tsunade sospirò
profondamente, voltandogli le spalle e avvicinandosi alla donna stesa
immobile.
Il cuore di Naruto mancò un
battito.
La mano rugosa e ruvida del quinto
Hokage si posò sulla sua fronte, e le scostò i capelli
senza che lei aprisse gli occhi.
«Tsunade?» mormorò
Naruto corrugando adagio la fronte. «Sta bene, vero?»
La vecchia sollevò lo sguardo su
di lui, con lentezza esasperante, e puntò gli occhi nocciola e
gravi nei suoi, azzurri.
«Purtroppo, per lei non andrà
affatto bene»
*
Le nubi ammassate a sud erano lontane e
prive di importanza.
Il sole brillava sul Paese della
Roccia, volgendo ad Ovest, e faceva scintillare i mille minerali che
costellavano le rocce dell’impervia regione centrale. Rupi e gole
si innalzavano o abbassavano improvvise e inaspettate, creando
sculture naturali d’inestimabile bellezza, e in alto nel cielo un
unico falco volava in cerchio alla ricerca del pasto quotidiano.
Sulla cima di un promontorio di roccia
rossa e densa, due figure erano sedute a godere dei raggi del sole,
come elementi del panorama. Una era un ragazzo dai capelli neri e
occhi grigio-verdi che, socchiusi contro la luce, diventavano quasi
azzurri; l’altra celava il suo viso sotto un cappuccio scuro,
apparentemente incurante del caldo.
«Ti vedo pensieroso» disse
quest’ultima, con voce fredda ma corposa di donna. Una ciocca di
capelli turchesi che sfuggiva al cappuccio donava un briciolo di
colore alla sua figura altrimenti nera.
Ariyoshi Tsuda sorrise, pensoso, ma non
rispose subito. Dopo qualche istante, però, prese la parola.
«Hai mai sentito parlare del
principio dello scambio equivalente?» domandò con
noncuranza.
«Certo»
«Ci stavo riflettendo. Mi
chiedevo se, per ogni uomo, donna o bambino che perde la vita, da
qualche parte, ci sia un altro essere vivente che bilancia
l’equilibrio generale»
«E’ strano sentirti fare questi
discorsi»
«Già, hai ragione»
Ariyoshi rise piano. «La verità è che il mio
pensiero era molto meno generale e molto più ristretto: Naruto
Uzumaki, oggi pomeriggio, ha tolto la vita a centinaia di persone. E
in questo mondo esisteranno sicuramente altre centinaia di persone
che per questo soffriranno. Quindi, per logica, e tenendo conto dello
Yin e dello Yang, dell’equilibrio tra tutte le cose e della seppur
modesta influenza del caso, mi viene da pensare: tutto il dolore che
ha inferto, in quale misura ricadrà su di lui?» voltò
la testa, e cercò gli occhi della sua interlocutrice con
sguardo sornione. «Dimmi cosa ne pensi, Mine»
La donna non dovette pensarci molto; in
tono perfettamente neutro, rispose:
«Seguendo il principio dello
scambio equivalente, dovrebbe soffrire molto. Perdere qualcosa che a
lui è molto caro, abbastanza da compensare il dolore di
centinaia di persone»
«Eh già» sospirò
Ariyoshi con un risolino leggero. «E io? Cosa dovrei perdere
io, eh Mine?»
«Tu dovresti perdere qualcosa di
meno importante, ma non privo di significato»
«Lo prendo come un complimento?»
«No. Prendilo come un monito»
«Eh già, eh già…»
mormorò Ariyoshi, senza che il sorriso sornione scomparisse
dalle sue labbra.
Distolse lo sguardo, e tornò a
fissare la distesa di rocce che si stendeva fin dove l’occhio
poteva arrivare, verso sud.
E l’immagine di una ragazzina dalla
lunga coda nera s’impose ancora una volta alla sua mente.
“Chissà…”
Nel prossimo capitolo...
«Vieni fuori»
«Cosa?»
Kakashi, Naruto e Sakura si scambiarono
un’occhiata allarmata: era forse giunto il momento della tanto
temuta rissa?
«Esci, dobbiamo parlare a
quattr’occhi» insisté Jiraya, asciutto e vagamente
minaccioso.
«Non ho nulla da dirti»
tagliò corto lei, schiva.
«Io sì» replicò
lui secco. «Parlerei volentieri anche qua, davanti a loro… ma
credo che qualcuna delle mie frasi potrebbe ferire le loro orecchie,
per quanto siano allenate. Quindi VIENI FUORI»
Tsunade chinò appena la testa,
mentre una vena si gonfiava sulla sua fronte non più liscia.
«Da quando ritieni di potermi dare ordini, Jiraya?»
mormorò con voce vibrante.
* * *
Spazio autore
Se vedete qui questo capitolo, dovete ringraziare Hipatya.
Che, partendo domani, mi ha chiesto di farle leggere almeno questo.
Fosse stato per me, emo come sono, chissà quando lo avreste visto...
Oh ma che capitolo bastardo! <3
Bellino, mi piace. <3
Come dire... ho ucciso Chiharu?
Chi lo sa?
Ma ricordate sempre: niente corpo, niente morto!
E nel prossimo capitolo, Jiraya e Tsunade...
Comunicazione di servizio
Essendo che voi lettori siete adorabilmente pazzi, avete dato vita a due fancub.
Sì, lo so, sembra assurdo anche a me, ma sono ufficialmente nati il
Baka Akeru fan club
e il
Jin fanclub
(il suo cognome è irrilevante, a quanto pare)
Iscrizioni aperte.
U_U
Scommesse sui morti
Shikamaru - 4 voti
Kakashi - 4 voti
Asuma - 3 voti
Tsuda junior - 3 voti
Temari - 2 voti (uno molto in forse)
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Ino - 1 voto
Sasuke - 1 voto
Un Uchiha - 1 voto
Hiashi - 1 voto
Naruto - 1 voto
Hinata - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Nessuno della Foglia - 3 voti
bambi88: come sta Haru? Beh. Direi decisamente male.
ò.ò Ma non lo saprai veramente fino al capitolo dopo il
successivo! Perchè? Perché sono perfida, naturalmente.
Talpina Pensierosa: sì, in effetti è qualcosa di molto grosso... Devo solo trovare il tempo di attuare il piano malvagio. Preparati al botto tra due capitoli...
Sky_Shindou: sì, beh, in
questo capitolo non ho risposto a molte delle tue domande, devo
ammettere! XD Ma visto che siamo molto vicini alla fine, direi che
posso allegramente cucirmi la bocca e dirti di pazientare,
perché ogni nodo verrà al pettine! Oh, tra parentesi,
Haru non aveva ingerito nulla di "dannoso". Solo, se ne andava in giro
con un buco tra le costole, come niente fosse. U_U Meraviglia delle
droghe made by Nara!
muccina89: la grande Tsunade
non ha mai deluso, eh... Beh, lo saprai solo nel prossimo capitolo! Uh,
sai che mi hai fatto vedere un lato della situazione che non ricordavo
di aver considerato? Jin e i suoi "limiti", per intenderci. Ogni tanto
tendo a scordare che non è superman, lo confesso! XD Ma tra
qualche capitolo dimostrerà appieno tutti i suoi orgogliosi
sette anni!
Urdi: riguardo ai ninja medici, ti ricorderei volentieri che esiste ancora Shizune, se
non fosse che al momento sembra un po' inutile tirarla in ballo... o
no? Ad ogni modo, Kakashi è forte, yes, ma da quando ho visto
Naruto battere Kakuzu, contro il quale lui non aveva potuto
niente, penso che un eventuale scontro Kakashi/Naruto sarebbe un
suicidio per Kakashi. Se poi ci mettiamo anche la volpe, adieu.
E, francamente, a me Kakashi piace da matti come stratega, più
che come combattente - sarà perchè da stratega non lo
collego a Sasuke? Quel mille falchi maledetto... 'Sti favoritismi del
cavolo! Stupido Kakashi! E so che lui ti piace, ma non posso fare a meno di inalberarmi quando ricordo quanta preferenza aveva per l'emo-scemo! XD
maninja87: beh, Tsunade sarà anche un'esteta, ma non mollerebbe la carica di Hokage solo
per il suo aspetto, ritengo. Certo, potrebbe affidarla a tanti altri
ninja in gamba, però mi sembra un tantino sciocco... o no? A
meno che non la uccida prima, ce lo dirà solo Kishi. Nel
frattempo, io le ho dato anche un'altra ragione per scomparire! Dunque,
mi pare di ricordare che mentre scrivevo questa parte della storia
volevo strapparmi i capelli dalla testa per aver messo insieme troppe
scene diverse, e non sapevo più come collegarle nella maniera
migliore! XD Sono felice che i miei sforzi non siano stati vani, se tu
li hai apprezzati! Oh, Baka non è stupido. Anzi, è
piuttosto intelligente... Solo che, a differenza di tutti i personaggi di Kishi - e relativi, megalomani eredi - lui non è un eroe. E' solo una persona normale con un po' di cervello, e forse un giorno le situazioni lo porteranno a fare l'eroe, ma non lo è 365 giorni all'anno, ecco.
sammy1987: per sapere come reagirà Jiraya alla faccenda di Tsunade dovrai attendere il prossimo capitolo! Che non so quando pubblicherò! XD Ma lo pubblico, di questo puoi essere certa, abbi solo un pizzico di pazienza - odio gli esami! ç_ç
Killkenny: guarda, l'idea
malvagia per la sorpresa doveva essere davvero perfida. Ma, dato che
non avrebbe avuto senso, ho deciso di girarla in un'altra maniera...
Facendo prendere un colpo a tutti. E sarà davvero divertente - per me.
Ino_Chan: è maschio! XD
Ebbene sì, è un pupetto con gli occhi azzurri! E il nome
sarà...? Eheh, non lo dico mica ora! Ti chiedi se può
nascere qualcosa tra Haru e Baka? Uhm, una storia tra il mondo dei
morti e quella dei vivi? XD Ammesso che Chiharu sia morta...
arwen5786: le disgrazie non vengono mai da sole. U_U Ed è per questo che oltre a Baka, Haru si trova anche senza un cuore che batte. Ok, l'ho detta per seguire il filo della tua frase, ma sia chiaro: Baka Akeru non è affatto una disgrazia! E' un dono divino!
*_* Se io avessi uno come lui, dopo averlo pestato a sangue per tre
anni gli salterei addosso in men che non si dica! Oh, amoruccio. Dopo
che tu continui a blaterare di Hitoshi, che ha tipo 10 anni meno di te,
come puoi opporti all'idea di diventare mia cognata?! A-ehm, piccola
divagazione... Kiba sta tornando dalla guerra insieme agli altri, e di
Gaara sapremo a breve. Non posso mollare a metà la battaglia per
dirti che si sta mettendo un dito nel naso, solo per farlo comparire.
ò.ò Tra parentesi, nel prossimo capitolo ho aggiunto un
pizzico di JiraTsu che nella versione originale non c'era... e l'ho
fatto solo per te. U_U Un piccolo grazie me lo dici?
DarkMartyx_93: Tsunade ha le
sue ragioni per scomparire... ma le scoprirai solo nel prossimo
capitolo, perché balzo da lei a Haru ogni volta che posso,
lasciando tutto in sospeso. Sì, me perfida. <3 Ah,
l'incursione in FullMetal Alchemist... risale praticamente a un anno
fa, e rileggendola mi si contorcono le budella. -.- Doveva esserci la
promozione paghi uno prendi diecimila
sui puntini di sospensione, come direbbe una mia amica... Comunque, un
giorno mi farò forza e la pubblicherò. Ma credo che
dovrò essere davvero emo per farlo! XD
rina: sì, direi che ho
modificato una parte consistente della trama... uhuhuh, vedrai, vedrai!
Spero di sconvolgere i vecchi lettori! <3
endlesstars: niente corpo,
niente morto. Se presenterò Chiharu e descriverò
accuratamente il come e il perché della sua morte, allora
sarà davvero morta. Ma finché non lo farò, tutto
è in sospeso! Oh, come hai fatto a scoprire di Bob l'autista
pazzo di Konoha?! Pensavo fosse un segreto! Sai com'è, dopo che
Kishi in shippuden ha tirato fuori Tenzo, Sai, Danzo e tutta quella
bella gente, anche io mi sono lasciata un po' trascinare! <3
Yume_Tsuki: ...ok. E' giunto il momento di mettere in chiaro una cosa: Kyuubi è mia. Mia, mia, mia. MIA. Devo ripeterlo ancora? *sguardo molto minaccioso* Lei e, ovviamente, il suo Jinchuuriki. *sguardo molto perverso*.
SuperEllen: se ci sarà
qualcosa tra Jiraya e Tsunade - e ci sarà - devi ringraziare
solo arwen5786, che mi ha chiesto di farlo accadere. Nella versione
originale del capitolo, infatti, non era contemplato nulla di
esplicitamente romantico tra i due!
RedCrossBook: Naruto è il mio adoratissimo personaggio preferito! Certo
che lo faccio soffrire! <3 Così poi posso elevarlo alla
gloria massima, magari dall'aldilà... U_U Oh, non ti preoccupare
se rompi, mi spingi a trovare soluzioni ai casini che io stessa
combino! XD Senza contare che mi dai ottimi spunti per questa fic, e
faccio spesso piccoli aggiustamenti quando la gente mi fa notare le
cose... XD
thembra: sì, beh, se la
storia del principio dello scambio equivalente ricadesse su chi l'ha
tirata in ballo, mi sa che a rimetterci sarebbe Chiharu... XD Comunque,
chissà? Nel prossimo capitolo saprai come si conclude la
"questione fullmetalliana" ! XD ...Nel bene e nel male.
crilli: ahahah! XD Lo confesso,
ho imbastito un crossover tra Naruto e Fullmetal Alchemist! Ora Ed
arriva e spacca tutto, muahahahah! Naturalmente scherzo.
U_U Ahahah! Sono morta dal ridere con gli scleri finali della
recensione, quelli riguardanti Jin! XD Povero bimbo... va beh, a tua
discolpa diremo che prima o poi crescerà. Solo, ti prego, aspetta almeno che abbia sedici anni, così non è più illegale...
slice: quando una persona
scrive i suoi pensieri, filtra la verità attraverso la tastiera,
ma nello stesso tempo si espone un po' di più grazie alla
barriera dello schermo. Io mi limito a prendere ciò che voi mi
dite e a cercare di estrapolare qualcosa di voi, perché se no
non saprei come rispondere, o mi sembrerebbe di rispondere a macchine,
e non è bello. Io voglio parlare con le persone, ecco. Se ho
capito più di tuo padre, però, mi spiace.... prova a
scrivergli una mail? - battutaccia, lo so. -.-
Topy: al momento Chiharu diventa la signora morta,
al massimo. XD Ok, niente corpo, niente morto, ma le probabilità
che sposi Baka mi sembrano un tantinello assottigliate... XD
Hipatya: come puoi disgustarti
per le braccia irsute di Jiraya?! Indignazione! Quell'uomo, con tutti i
libri che ha scritto, se non è un dio del sesso poco ci manca!
U_U Ma saprai perché Tsunade ha inscenato la sua morte soltanto
nel prossimo capitolo, ergo mettiti il cuoricino in pace e vai in
Irlanda senza crucciarti! <3 Argh, disegno di Baka?
ò.ò Uhm, nella mia testa, per oscure ragioni, è
uguale a Kakashi, ma con l'occhio più vispo e i colori diversi!
XD Ah, e se non ci sono storie d'amore al momento è solo
perché hanno tredici anni, diamine! Anche se facessi mettere
qualcuno con qualcun altro, sarebbero al massimo teneri, o, più probabile, ridicoli. Eddai,
Ino è importante nel suo piccolo mondo avulso dalla fic! <3
Credi che non sia la regina incontrastata di casa Akimichi? Zut zut, la
è eccome, invece! Solo che non te lo dico! Prima di lasciarti,
ti auguro buone vacanze! ^^ Se non riesci a trovare un pc fa niente, e
se vuoi farmi del male fisico perché ti lascio andar via sul
cuore di Chiharu che si ferma, ricorda: me lo hai chiesto tu! *susi
fugge a gambe levate*
Serrua_chan: io - ti - adoro.
*__* Chiunque ami i personaggi che sembrano sfigatini e invece poi sono
i più fieri, non può che avere tutto il mio affetto! Mia
compagna di trip! Ogni volta che compare il personaggio scemo, io sono
quella che tifa per l'exploit eroico! XD E immagino che si veda eccome,
eheh... Coooomunque, la tua recensione non era affatto incomprensibile,
e non sai quanta fatica faccio io a non usare faccette ogni due
secondi! Le mie conversazioni di messenger sono un tirpudio di
emoticon, vedessi! XD E vado in cridi quando trovo amici che hanno
ancora la versione paleolitica, è praticamente un dramma.
Ciò detto, grazie davvero per il commento lungo e lusinghiero!
Non è affatto la recensione più noiosa e inutile di efp,
anzi! Ho visto, su altre fic, commenti che rasentavano il vuoto
assoluto, roba che li guardavi e tutto ciò che riuscivi a dire
era: eh? E non pensare che io sia poi così giovane e brava...
Conosco sedicenni che mi fanno le scarpe alla velocità della
luce, per non parlare delle mie sporadiche visite in libreria, dove
ormai l'età media degli esordieniti è 17 anni... -.-
Oddio, non che gli ultimi libri usciti siano eccelsi, eh, però
fa pensare.
fedecr90: per quanto possa sembrarti incomprensibile, la gente invecchia.
E poi muore pure. Dubito che Kishi ci lascerà solo l'immagine di
Tsunade giovincella... cioè, a me spiacerebbe. Prima di
ucciderla, vorrei vederla almeno una volta con la sua vera età.
Le darebbe più realtà, ecco. E gli insulti in 15 lingue
era chiaramente una figura iperbolica! Arrivo solo a... 7. Uhm,
Dovrò darmi da fare per imparare Russo, Olandese, Tedesco e
altre cinque lingue random! <3
lale16: francamente, se avessi
commentato lo scorso capitolo probabilmente ti avrei uccisa! XD Ho
ricevuto 31 recensioni, per rispondere ero arrivata molto vicina a
tagliarmi le vene! XD Comunque ci hai preso su Jiraya, anche se lo
vedrai soltanto nel prossimo capitolo: farà il diavolo a
quattro. U_U
kage_naru89: se io svelassi
tutto nell'arco di tre capitoli, voi che commentereste a fare? XD
Lasciami saltellare da Hinata a Chiharu, così tengo viva la
suspance e voi continuate ad allietare le mie giornate con i vostri
commenti! Comunque, è bello vedere che inizi ad amare Chiharu
quando il suo cuoricino fa stop. <3 Sono malvagia, vero? <3
Maobh: oh, Jiraya nel prossimo capitolo esplode. Cucciolo. <3 Ed è anche normale, no? Riguardo alla mia presunta
bastardaggine, direi che l'anticipazione era anche meno cattivella del
capitolo, considerato a che punto metto la faccenda dello scambio
equivalente. Credo che si senta la malvagità scorrere nelle
parole! Ahh, che bella sensazione...
Reina: confesso che anche io
vedo la volpe come una che rosica, sotto sotto. Però la vedo
anche come un essere arrogante e orgoglioso, che appena può
cerca di guadagnare la libertà tirando fuori tutte le carte
più basse per non mostrare la sua frustrazione. La mia Kyuubi
è una sadica bastarda, però alla fine perde sempre, con
Naruto. Alla fine cede, e lui la ricaccia indietro. E io, mea culpa,
godo. U_U Non so se siano più crudeli gli uomini o i demoni, ma
credo che tutti siano portati bene o male a ragionare su parametri
umani. Anche quando si parla di entità diverse, i concetti di
bene e male sono inevitabilmente quelli umani; di solito un demone
è un umano molto malvagio e molto potente, per intenderci!
gracy110: ragazza intuitiva! La
più a rischio era evidentemente Haru, non Hinata... ma a lei che
sarà successo? Lo saprai nel prossimo capitolo, quando ci
sarà anche il chiarimento tra Tsunade e Jiraya!
Aya
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Capitolo 32 *** Il desiderio di Tsunade ***
Naruto2-32
Il desiderio di Tsunade
- Trentadue -
Shizune
appoggiò la schiena al
muro e chiuse gli occhi.
Si trovava ancora in ospedale, in una
zona riservata al personale, e aveva dovuto rifugiarsi in quel
corridoio deserto per non dar fuori e insultare tutti i pazzi parenti
che la intralciavano per chiedere notizie di gente di cui lei non
immaginava neanche l’esistenza.
Inspirò a fondo, e cercò
di convincere il suo cuore a pompare ancora sangue nelle gambe
stanche.
Da quante ore operava e correva da un
reparto all’altro? Quanta gente era passata sotto le sue mani
in
quel pomeriggio d’inferno?
Ricordava il primo arrivo, un ninja più
morto che vivo di Konoha, con un grosso pezzo di legno – un
frammento di colonna, a prima vista – conficcato in una
gamba. Si
era sorpresa, aveva pensato a un incidente… ma subito dopo
altri
ninja erano piombati nell’atrio, feriti, malandati, di Konoha
ma
anche del villaggio della Roccia.
Shizune non aveva ben capito cosa fosse
successo, all’inizio. Si era limitata a curare i feriti
più
gravi e a piazzarli in un letto, e poi, quand’era venuto il
momento
di interrogare qualcuno, era stata la volta dei parenti: centinaia di
pazzi invasati che strillavano istericamente per vedere il proprio
figlio/zio/vicino di casa. Li aveva dribblati come aveva potuto, e
alla fine si era rifugiata in quel corridoio deserto al pianterreno.
Oltre il muro poteva ancora sentire il vociare confuso della sala
d’ingresso. Povere infermiere.
L’unico lato positivo della calca era
che aveva captato qualche brandello di conversazione, anche se non
poteva essere sicura al cento per cento
dell’attendibilità:
secondo ciò che aveva sentito, c’era stato un
attacco a
sorpresa di ninja della Roccia, che si erano portati dietro un
mostro, un demone invincibile; a quanto pareva, però, gli
eroici ninja di Konoha avevano sconfitto il mostro e sgominato gli
avversari, con una potenza tale da scuotere la terra.
Beh, sì. Indubbiamente doveva
esserci molto di inventato.
Shizune non era riuscita a capire dove
fosse avvenuto l’incidente né chi avesse sistemato
le cose o
come, ma scremando con un po’ di giudizio le sue
informazioni,
aveva raggiunto la conclusione che Konoha era più o meno nel
caos.
Proprio ora che tutti i ninja migliori
erano a combattere al confine, e l’Hokage era irreperibile.
Corrugò la fronte.
Ai tempi di Tsunade, lei era stata
molto addentro a quel genere di faccende. A grandi linee sapeva
gestire le situazioni di emergenza, e forse, e forse era venuto il
momento di rispolverare le sue conoscenze.
Trattenne un gemito di stanchezza.
Sarebbe davvero dovuta uscire lì fuori, tra quelle belve
assatanate?
«Forza…» si disse,
staccandosi dal muro.
E per la prima volta dopo tanti anni,
rimpianse che Tsunade non fosse lì a guidarla.
*
Il bambino che Naruto teneva tra le
braccia scoppiò a piangere all’improvviso,
gridando con i
piccoli polmoni pieni d’aria.
Suo padre sussultò, rendendosi
conto di averlo stretto troppo, e allentò immediatamente la
presa, mentre Sakura faceva un passo avanti per prenderlo.
Lui non sembrò neppure vederla,
e non le permise di averlo. Gli occhi celesti, blu
nell’oscurità,
erano fissi su Tsunade e sulle coperte sotto cui giaceva Hinata. Non
si era nemmeno accorto che Kakashi e Jiraya erano fermi sulla porta.
«Cosa… cosa vuol dire?»
chiese con la bocca asciutta, mentre le parole del quinto Hokage gli
rimbombavano nelle orecchie.
“Purtroppo, per lei non andrà
affatto bene”
Era successo qualcosa a Hinata.
Qualcosa che forse l’avrebbe
condizionata per sempre…
…e l’unico colpevole era lui.
Lui.
Perché si era distratto, perso
in una vendetta senza scopo e guidato dal suo stupido rancore.
Perché non aveva pensato a lei
prima di ogni altra cosa, come sarebbe stato suo dovere.
Perché l’aveva lasciata sola.
Quando aveva promesso che non lo avrebbe mai fatto.
«Cosa è successo a
Hinata?» insisté, alzando la voce.
Tsunade distolse gli occhi dai suoi e
li posò sul viso addormentato della Hyuuga.
Per un attimo, nella casa dalle pareti
di roccia non volò una mosca; poi ci fu un breve sospiro, di
polmoni ormai non più forti.
«Purtroppo per lei, potrà
ancora avere figli» disse Tsunade.
Silenzio.
Naruto si accigliò.
«Non potrà, vero?»
chiese in tono incerto.
«No no, potrà»
lo corresse lei secca.
Lui sbatté le palpebre,
completamente spiazzato. Si guardò attorno, e vide Sakura
altrettanto sorpresa, e Kakashi e Jiraya, sulla porta, che sembravano
convinti che la vecchia fosse impazzita.
«E… dove starebbe il problema?»
chiese, incapace di formulare un pensiero più profondo.
Il quinto Hokage gli rivolse
un’occhiata fulminante, e all’improvviso
puntò un dito
ossuto verso di lui.
«Naruto Uzumaki, ti conosco fin
troppo bene» decretò. «Finché
non avrai
sfornato lo stesso numero di figli di questa qui»
indicò
Sakura «e di Sasuke Uchiha, non ti riterrai soddisfatto! Ma
Hinata oggi ha avuto un parto molto difficile, ha sofferto come un
uomo non potrà mai immaginare, e ogni volta che tu nel tuo
egoistico desiderio le imporrai un altro figlio, lei potrebbe averne
un trauma! E’ per questo che dico che non le andrà
affatto
bene»
Nella casa ci fu un attimo di attonito
silenzio.
«Ma, ehm…» mormorò
Naruto, imbarazzato e mortificato. «Tutti e due volevamo
questo
bambino, giusto?» chiese conferma a Sakura, che con una certa
reticenza annuì.
«Maestra Tsunade» disse
facendosi avanti. «Credo che sia per Naruto che per Hinata
questa sia una bella notizia… meravigliosa, quasi. Non vedo
nessun
motivo per metterli in ansia a questo modo»
«Bah» sbuffò la
vecchia. «Come volete. Ma verrà il giorno in cui
questa
povera donna si ribellerà, statene certi»
Il pensiero unanime che attraversò
le menti dei presenti fu: “che razza di carattere le
è
venuto a stare in questo posto dimenticato da Dio?”
Per un attimo nella stanza aleggiò
uno spesso silenzio imbarazzato. Mai studio dei propri piedi fu
più
accurato, e tosse più finta. Poi Tsunade guardò
tutti e
scosse la testa.
«Ahh, se voi siete in queste
penose condizioni, tremo al pensiero di ciò che è
accaduto a Konoha…» borbottò
allontanandosi dal letto.
Raggiunse la sedia massiccia che era accostata al tavolo e si
sedette, piegando cautamente la schiena. «Su, forza.
Raccontatemi cosa è successo»
«Non pensavo che ti interessasse»
rispose la voce di Jiraya, intrisa di amaro sarcasmo. Appoggiato ai
resti dello stipite della porta con le braccia incrociate,
scoccò
alla vecchia compagna un’occhiata cupa.
Tsunade ricambiò lo sguardo per
pochi istanti, e poi distolse il viso.
«Cosa ti devo dire? Qui gli
intrattenimenti scarseggiano» disse con noncuranza.
«Vieni fuori»
«Cosa?»
Kakashi, Naruto e Sakura si scambiarono
un’occhiata allarmata: era forse giunto il momento della
tanto
temuta rissa?
«Esci, dobbiamo parlare a
quattr’occhi» insisté Jiraya, asciutto e
vagamente
minaccioso.
«Non ho nulla da dirti»
tagliò corto lei, schiva.
«Io sì» replicò
lui secco. «Parlerei volentieri anche qua, davanti a
loro… ma
credo che qualcuna delle mie frasi potrebbe ferire le loro orecchie,
per quanto siano allenate. Quindi vieni fuori»
Tsunade chinò appena la testa,
mentre una vena si gonfiava sulla sua fronte non più liscia.
«Da quando ritieni di potermi dare ordini, Jiraya?»
mormorò con voce vibrante.
«Da quando ti sei trasformata in
una vecchia rugosa che si rintana nel suo guscio» rispose
lui,
senza la minima clemenza o pietà.
Gli occhi di Tsunade dardeggiarono fino
alla porta.
«Credi che non sia più in
grado di romperti sei costole?» minacciò.
«Hai paura di dimostrarmelo?»
replicò Jiraya.
Pietrificati – e, onestamente,
terrorizzati – Kakashi, Naruto e Sakura passavano gli occhi
dall’uno all’altro, senza osare aprir bocca.
Dopo l’ultima sprezzante provocazione
di Jiraya, Tsunade scattò in piedi sbattendo una mano sul
tavolo. Con un crack sordo una miriade di crepe si
allargò
sul legno.
«Non ho mai sentito sciocchezza
più grande!» disse tra i denti, marciando verso la
porta. «Hai trenta secondi del mio tempo, non un attimo di
più.
E vedi di sbrigarti e di non irritarmi, o dovrai davvero salutare un
paio di costole. Alla nostra età non si riparano
più
tanto facilmente, lo sai?»
Jiraya si fece da parte senza
ribattere, e lasciò che uscisse per poi seguirla lungo lo
stretto sentiero che costeggiava il dirupo.
All’interno della chiocciola
fossilizzata, Kakashi, Sakura e Naruto ripresero a respirare.
«Uuf…» fece il biondo
sbirciando attraverso la parete distrutta. «Non so se sarebbe
peggio trovarsi nei panni di Jiraya o in quelli di Tsunade, in questo
momento»
«Per quel che mi riguarda, sono
molto felice di essere nei miei» mormorò Sakura
con un
leggero brivido.
Kakashi si avvicinò a entrambi,
e chinò la testa sul visetto addormentato del bambino tra le
braccia di Naruto.
«Mi sembra in perfetta forma,
no?» chiese, con un sorriso nascosto dalla maschera.
«Cosa ti aspettavi? E’ mio
figlio» rispose il padre orgogliosamente.
L’Hokage a quel punto alzò gli
occhi su Sakura, e la fissò per un istante.
«Penso che sia ovvio l’argomento
che quei due stanno trattando…» disse accennando
ai sannin
fuori. «Per semplificare le cose, potresti riassumerlo per
noi?
Perché inscenare la morte di Tsunade?»
Skura esitò un attimo, gettando
un’occhiata alla sagoma della sua vecchia maestra, lungo il
sentiero. Alla fine sospirò, e fu costretta a cedere.
«E va bene. Le cose stanno
così…»
«Infarto. Nel cuore della notte»
disse Jiraya a braccia conserte, fissando una Tsunade dagli occhi
sfuggenti. «Questa è la causa ufficiale della tua
morte»
«Lo so» si limitò a
rispondere lei, studiando distrattamente una fila di formiche che
attraversava il sentiero.
«Oh, bene. Splendido. E allora
dimmi perché il tuo cuore batte ancora!»
l’aggredì
Jiraya, tra i denti.
«Miracoli della scienza moderna»
borbottò lei ironica.
«Io non sto scherzando!»
Dagli alberi sulla sommità della
parete un piccolo stormo di uccelli si levò in volo al grido
del sannin.
«Sono stato al tuo funerale!»
continuò Jiraya, sempre più alterato.
«Ho visto
la tua bara, ho visto la pietra del sarcofago che veniva sigillata,
ho portato dell’incenso davanti a un pezzo di marmo vuoto!
Ho creduto di essere l’ultimo dei tre ninja supremi! Ho
creduto
davvero che te ne fossi andata per sempre!»
Fece una pausa per riprendere fiato, e
lei rimase chiusa nel suo ostinato mutismo.
Jiraya si passò una mano sul
viso.
«Immagino che tu non abbia
pensato a noi che non sapevamo nulla, quando hai preso la tua bella
decisione, eh?» disse amaro. «Non hai pensato a me,
a
Naruto, Shizune, a tutte le persone che in qualche modo ti amavano,
vero? Non hai pensato al dolore che ci avresti causato?»
«Ma che razza di persona credi
che sia?» scattò Tsunade, alzando finalmente lo
sguardo.
«E’ ovvio che ci abbia pensato!»
«Non abbastanza!»
«E invece sì!» fece
un passo avanti. «Cosa vuoi sapere di quanto ho rimuginato su
questa decisione? Cosa vuoi sapere delle notti insonni che ho passato
chiedendomi se facevo la cosa giusta?! Cosa vuoi sapere del dolore
che ho provato io?!»
«E’ esattamente questo il
punto! Non so nulla! Non capisco nulla! Non riesco a trovare nessuna
ragione plausibile per questa immensa stronzata!»
«Io sto morendo!»
gridò lei, furiosa.
«A me sembri viva e vegeta!»
replicò lui, sugli stessi toni.
Tsunade strinse i denti in un impeto di
rabbia, e afferrò il kimono che indossava con le dita
ossute.
Bastò un gesto secco per scoprire il petto, e lì,
dove
una volta era stato il seno prosperoso, ora c’erano le ossa
sotto
la pelle sottile… una pelle nera. Come una grossa macchia
che
raggiungeva a malapena l’altezza del cuore, e scompariva
sotto gli
abiti.
Per un attimo Jiraya si bloccò,
colpito.
«Cos’è?» chiese
poi, ridimensionando notevolmente il tono.
«Sto marcendo, Jiraya»
rispose Tsunade, acida. «Le cellule del mio corpo si sono
riprodotte troppe volte, e adesso stanno morendo. Mentre il mio cuore
continua a battere. Sapevo che la mia vita si era accorciata
già
da molti anni, ma quando ho visto la prima macchia nera non ci ho
fatto caso, ho pensato che si trattasse di un livido… E poi
ha
iniziato a crescere. E cresceva, cresceva, cresceva inarrestabile: mi
addormentavo la sera e il mattino dopo era più estesa. Ho
chiesto consiglio a Sakura, perché non volevo che Shizune
sapesse, e lei è giunta alla mia stessa conclusione: sto
morendo»
Jiraya strinse i denti. «Ma non
sei ancora morta!» insisté.
Tsunade gli rivolse un sorriso amaro.
«Solo per un errore di calcolo» disse piano.
«Credevo
che il mio cuore avrebbe cessato di battere anni fa. Ho chiesto a
Sakura di aiutarmi a inscenare la mia morte, le ho chiesto di non
mostrare a nessuno il mio corpo, con la scusa che non volevo vedeste
il mio vero aspetto, e poi mi sono ritirata qui. Senza mantenere le
sembianze di una ventenne la macchia si allarga più
lentamente, ma non ha mai smesso. E ormai credo davvero mi sia
rimasto poco tempo: tutto il tronco è nero, così
come
le braccia e le gambe, e anche io sono sempre più debole e
incapace… che abbia salvato Hinata è un miracolo.
Che lei
non abbia riportato conseguenze una grazia divina. Guarda le mie
mani, Jiraya» sollevò le dita ossute, e Jiraya le
vide
tremare. «Non stanno ferme da molto tempo, ormai. Credi che
un
Hokage possa fare qualcosa per il villaggio, ridotto così?
Credi che possa anche solo dare fiducia alle persone? No. Ormai non
posso più fare niente per loro… e dunque lascio
un ricordo
immacolato, e mi ritiro in buon ordine. Ho anche scelto un successore
in gamba, non è forse vero?»
Jiraya tacque.
«Ho fatto tutto con la massima
razionalità, non puoi negarlo» proseguì
allora
lei, acquistando forza ad ogni parola. «Mi sono occupata
prima
di tutto del villaggio, fino all’ultimo secondo, e quando non
ne
sono più stata in grado ho lasciato che qualcuno di
più
giovane mi succedesse. Non ho commesso sciocchezze, e non ho commesso
errori al di fuori delle previsioni sulla mia morte. E ora tu osi
rinfacciarmi qualcosa? Osi venire qui, e accusarmi di
leggerezza…
tu, che hai vissuto la tua vita in maniera dissoluta dal primo
all’ultimo istante, tu che ancora ti porti dietro
l’ossessione di
aver lasciato andare Orochimaru, e ad essa anteponi tutte le cose?
Osi davvero parlarmi così?»
Ansante, Tsunade rimase a fissare
Jiraya senza più distogliere gli occhi.
Lui ricambiò lo sguardo. Strinse
i pugni.
«Hai pensato al villaggio, sempre
al villaggio…» mormorò amaro.
«Ma non hai
pensato una sola volta a noi che ti eravamo vicini. Non hai pensato
una sola volta a me. A me
davanti alla tua morte. A me
davanti alla tua tomba»
E a questo Tsunade non poteva
ribattere. Non sapeva ribattere.
Per un attimo restò
completamente spiazzata, inarcando le sopracciglia sottili, e poi si
accigliò di nuovo.
«Jiraya, non abbiamo più
dieci anni» disse in tono di rimprovero. «Sappiamo
entrambi che non vivremo a lungo…»
«Ma io ti ho vista morire»
la interruppe lui, e la smorfia di rabbia che fino a quel momento gli
aveva segnato il viso sfumò in una di rimprovero e
sofferenza
. «Io ti ho vista morire»
Cadde il silenzio.
Tsunade scavò nella propria
mente alla ricerca di una replica, una qualsiasi… ma
scoprì
che nella sua testa c’era solo una grandissima confusione, e
nessun
pensiero coerente.
Aveva pensato a Jiraya prima di
scegliere di ‘morire’?
Sì… sì, certo che ci
aveva pensato.
E si era detta che lui era il più
forte tra loro. Quello che avrebbe sofferto meno.
Non come lei… lei, che se si fosse
trovata davanti alla sua morte…
Cancellò in fretta il pensiero,
incrociando le braccia sul petto. A disagio, distolse gli occhi.
«Mi dispiace» si lasciò
sfuggire in un borbottio. «Volevo che il villaggio non
perdesse
la fiducia nell’Hokage, ma non volevo nemmeno che mi vedeste
con
questo aspetto di vecchia rugosa. Ho cercato di proteggere anche me
stessa. E’ umano, no?»
Sollevò ansiosamente lo sguardo,
alla ricerca di una comprensione e un perdono che non era certa
sarebbero venuti.
Jiraya la fissò, freddo, senza
muovere un muscolo.
Ma alla fine sospirò e rilassò
le spalle.
«E’ umano» le concesse.
«Stupido, egoista, vigliacco… ma umano»
esitò un
istante. «Dimmi solo una cosa… davvero credi che
per noi
sarebbe stato un problema il tuo aspetto?»
«Per me lo era. E lo è
tuttora, a voler essere onesti» bofonchiò, le
guance
leggermente arrossate.
«Non sei messa tanto male»
commentò lui, vago.
«E’ arrivato il momento di
romperti qualche costola»
Jiraya fece un mezzo sorriso sghembo.
Gli erano mancati i loro battibecchi.
Il modo in cui lei lo minacciava, la paura che gli faceva. E anche se
ora forse non era più in grado di sopraffarlo, era sempre
Tsunade.
Era viva.
«Non rifarlo di nuovo» le
disse con una nota supplice e una di rimprovero.
«Morire?» Ribatté
lei ironica. «Beh, forse ottenere
l’immortalità
potrebbe essere un po’ difficile»
«Non voglio che diventi
immortale… mi basta morire prima di te»
ribatté lui.
«Oh, che gentile. Vuoi una
mano già adesso?»
Jiraya rise sottovoce, e si rese conto
che il rancore provato fino a quel momento si era dissolto e
trasformato in sollievo.
«Va bene così, grazie.
Lasciami morire naturalmente» rispose con il solito tono
leggero, e finalmente guardò verso la chiocciola
fossilizzata,
dove gli altri li aspettavano. «Saranno in ansia»
disse
con un cenno del capo. «Inizieranno a pensare che siamo a un
passo dall’ammazzarci a vicenda… il che potrebbe
anche essere
vero. Torniamo?»
Tsunade annuì, con un mezzo
sorriso.
Non pensava che avrebbe mai vissuto una
scena simile, di nuovo.
Non pensava che avrebbe mai rivisto
Jiraya.
E, all’improvviso, l’idea di morire
senza averlo accanto la spaventò più della morte
stessa.
Jiraya le si avvicinò, e posò
gentilmente una mano sul suo braccio, scivolando a sfiorarle la mano.
Delicatamente, si piegò fino a
raggiungere il suo orecchio con le labbra, e posò la fronte
contro la sua testa.
«Non farlo più»
sussurrò in un soffio, ad occhi chiusi. «Non
lasciarmi
più»
Lei abbassò le palpebre, e chinò
leggermente la testa.
Era troppo vecchia per sentire gli
occhi bruciare?
Insieme, senza scannarsi o scagliarsi
shuriken a vicenda, Tsunade e Jiraya percorsero la strada che li
separava dall’attuale abitazione del quinto Hokage,
l’uno accanto
all’altra.
Quando misero piede all’interno, si
videro scrutati come animali rari da Naruto e Sakura.
«Vi siete, ehm, chiariti?»
chiese il biondo con cautela. «Non avete, che so, del rancore
inespresso da sfogare?»
«Sei lontano mille miglia dal
capire un adulto, ragazzino» l’apostrofò
Tsunade in
tono saccente. «Non essere arrogante e trattaci con il dovuto
rispetto»
«Ehm, maestra?» intervenne
Sakura prima che Naruto replicasse. «Mi sono permessa di
raccontare a Naruto e Kakashi i motivi che vi hanno spinto alla
vostra scelta… ho fatto bene?»
La vecchia sbuffò. «E’
inutile chiederlo, ormai l’hai fatto. Credo fosse prevedibile
che
qualcun altro venisse a saperlo, prima o poi… non potevo
restare
morta per sempre, essendo viva»
«Ma ora tornerai al villaggio,
vero?» chiese Naruto con un velo d’ansia nel tono.
Silenzio.
Tsunade studiò un angolo del
tavolo per qualche istante. Quando rialzò lo sguardo, la sua
risposta era chiara nei suoi occhi.
«No»
«Cosa? Perché?»
scattò Naruto immediatamente, ricordandosi solo
all’ultimo
istante che aveva ancora il bambino in braccio.
«Perché non è bene
che i defunti tornino in vita» ribatté lei.
«Lascia
che il villaggio mi creda morta. Lascia che conservino un buon
ricordo di me. Io resterò qui, dove ora vivo, e
aspetterò
che il mio cuore cessi di battere» si portò una
mano al
petto, nero sotto la stoffa. «In fondo non dovrò
attendere molto a lungo»
«Però…!» insorse
Naruto, cocciuto.
«Però niente, Naruto»
lo interruppe lei. «Non tornerò. Su questo non
transigo»
La fronte del biondo si corrucciò.
«E Shizune? Non sei preoccupata
per lei? Non vorresti rivederla?» insisté.
Tsunade si intristì appena.
«Lei… è bene che continui a credermi
morta. Ormai ha
imparato ad andare avanti senza di me» mormorò,
scrollando debolmente le spalle.
«Ma se sapesse che sei viva ne
sarebbe sicuramente felice! Perché non vuoi
dirglielo?»
Tsunade sbuffò piano. «Naruto,
tu sei stato felice la prima volta che ti hanno detto che non ero
morta?» chiese.
«Io… sì! Eri l’unica
speranza per Hinata!» esclamò lui, cocciuto.
«Ma quando ti hanno detto perché
ho inscenato la mia morte, sei stato arrabbiato?»
proseguì
lei, senza farsi toccare.
«Mh… Sì…» ammise
lui tra i denti, quasi controvoglia.
«Ecco» Tsunade si lasciò
andare a un sorriso malinconico. «Non voglio che Shizune si
arrabbi con me. E non voglio che debba affrontare la mia morte una
seconda volta. E’ una ragazza in gamba, ma non ha la corazza
che
avete voi… Per questo non saprà nulla»
Naruto non ribatté subito, ma
rimase cupo.
«Però non è giusto»
sbottò alla fine, risentito.
«Sono tante le cose ingiuste»
sospirò Tsunade. «Devi imparare a
conviverci»
Per qualche attimo nella stanza scese
il silenzio, rotto solo dal respiro profondo e regolare di Hinata, e
quello più leggero del bambino in braccio a Naruto. Poi fu
Kakashi a prendere la parola.
«Scusate, mi rendo conto che non
è il momento» disse, con un cenno del capo.
«Ma io
devo tornare al villaggio. E sarebbe bene che anche gli altri mi
seguissero. Hinata può restare qui, se Naruto vuole
può
lasciare una copia con lei… ma là ci saranno un
bel po’ di
cose da sistemare, e ho bisogno di tutto l’aiuto
possibile»
«Prego» disse Tsunade,
stringendosi nelle spalle. «Fate come vi pare»
«Grazie»
Kakashi piegò la schiena con
rispetto.
Ricordava ancora il giorno in cui
Tsunade lo aveva convocato per dirgli che lo voleva come sesto
Hokage. Ricordava la sorpresa, la confusione iniziale, e il sorriso
di lei. Un sorriso che sprizzava fiducia da ogni poro.
Non l’avrebbe tradita.
Guardò Naruto, Jiraya e Sakura,
e loro si limitarono ad annuire. Naruto creò una copia e le
ordinò di unirsi a chi tornava, dicendo che lui sarebbe
rimasto con Hinata, dopodiché il gruppetto si
avviò
verso l’uscita.
Fuori il sole era stato oscurato da
nubi grigie e sfilacciate, che si muovevano lente verso Konoha.
Quando loro misero piede all’esterno,
cadde la prima goccia di quello che sarebbe diventato un violento
temporale.
Prima di uscire, Jiraya lanciò
ancora un’occhiata a Tsunade.
«Tornerò» le
promise, quasi minaccioso. «Non ho alcuna intenzione di
fingere
che tu sia morta, ora»
Lei si limitò a ribattere con un
sorriso rassegnato.
*
«Forza, allontanatevi! Qui non
saprete nulla!»
Shizune spinse fuori dalle porte
dell’ospedale un nutrito gruppo di persone vocianti.
«Questo è un luogo in cui
la gente riposa!»
gridò. «Esigo
silenzio! Se volete informazioni rivolgetevi allo studio
dell’Hokage!
Fuori dai piedi!»
Con modi militari e passo svelto
abbrancò anche l’ultimo gruppo e lo
trascinò fino
all’uscita. Solo quando ebbe chiuso le porte alle loro
spalle, tirò
un sospiro di sollievo.
«Bene. Ora possiamo tornare al
lavoro» disse secca, con un’occhiata alle
infermiere.
Loro ricambiarono con sguardi ammirati:
in mezzora Shizune aveva completamente liberato l’ospedale di
tutti
i seccatori che lo affollavano. Meglio di un bulldozer.
Soddisfatta nonostante il rifiuto ad
ammetterlo, l’eroina del giorno si allontanò a
testa alta.
«Shizune, abbiamo bisogno di
aiuto con l’ultimo arrivato» disse
un’infermiera affannata,
comparendo lungo il corridoio.
Lei sospirò, ricordando ciò
che aveva pensato neanche mezzora prima.
Tutte le sue capacità e buona
parte del suo carattere erano merito di Tsunade… non doveva
rimpiangerla, perché da lei aveva imparato tutto
ciò
che poteva. Doveva invece ringraziarla, perché in fondo le
aveva dato ottimi strumenti per condurre la sua vita.
*
Il sole volgeva al tramonto, tingendo
del colore del sangue gli ammassi pietrosi della regione centrale del
paese della Roccia.
Due figure, ancora sedute su un
pinnacolo, erano tuttora immobili, rivolte a sud.
«Mine» disse Ariyoshi
Tsuda, del tutto all’improvviso. «Ci ho riflettuto,
e sono
giunto a una conclusione»
«Cioè?» domandò
la donna al suo fianco, in tono neutro.
«Il principio dello scambio
equivalente è una stronzata. Il caso ha almeno il novanta
percento dell’importanza a questo mondo, non è
affatto certo
che ognuno riceverà la ricompensa e la punizione che
merita»
«E quindi?»
«Quindi…» Ariyoshi si
alzò in piedi. «Ripartiamo. Siamo rimasti fermi
anche
troppo a lungo» ghignò. «E speriamo che
la fortuna
giri dalla mia parte»
La sua compagna si alzò a sua
volta, spolverando appena il retro del mantello, e si
incamminò
accanto a lui verso nord.
Nessuno dei due poteva saperlo… ma
solo poche ore prima il cuore di Chiharu Nara si era fermato.
Nel prossimo capitolo...
Onestamente,
cosa
avrebbe fatto se lei fosse rimasta coinvolta? O magari ferita, o
addirittura MORTA?
Come compagno di squadra e ninja, avrebbe evitato di mostrare i
propri sentimenti, naturalmente. Era il suo dovere, la sua missione,
il suo ordine. Ma quella parte di lui che NON
era ninja? Quella piccola, infima e potentissima parte, come
l’avrebbe presa?
Non
riusciva nemmeno
a immaginarlo; principalmente perché anche il suo inconscio
si
rifiutava di visualizzare Chiharu in un letto d’ospedale o
addirittura in una tomba, e poi perché faceva male. Ed era
imbarazzante. E il fatto che fosse imbarazzante lo rendeva anche
irritante, perché lui era un Uchiha, e non poteva provare
imbarazzo.
“Ma che diamine mi
prende?” si chiese, a disagio. “Chiharu sta bene.
E’ la mia
compagna di squadra, e sta bene. E' la mia compagna di
squadra”
* * *
Spazio autore
Non ci sono parole per scusarmi
con tutti voi.
Questo capitolo arriva così in ritardo perché ho
avuto una serie di disguidi universitari che si sono conclusi solo oggi,
quando ho scoperto che l'esame a cui credevo di essere stata bocciata
in realtà era stato passato con un buon voto,
e dopo aver sclerato per una buona mezzora - nota: volevo ridare
l'esame domani, e ho studiato per tutta la settimana... -
ho realizzato che ero finalmente libera
e che potevo aggiornare!
Ahh, che liberazione!
Non appena torno a casa faccio il disegno di Jin e Baka, lo giuro.
Per tutti coloro che me lo chiedevano con una certa insistenza...
...e perché ho scoperto che tra i lettori ci sono ottimi
creatori di bannerini, e i fan club li necessitano!
*_*
Tra parentesi.
Sì, c'è anche il:
"Hitoshi fan club"
-
perché i più fighi, alla fine, siamo noi Uchiha! -
E probabilmente nascerà anche il Kotaro fan club, per non
fare ingiustizie, no? U_U
Ma comunque, iscrizioni a settembre, non prima!
Così ho modo di organizzarmi! ^_^
Scommesse sui morti
Shikamaru - 4 voti
Kakashi - 4 voti
Asuma - 3 voti
Tsuda junior - 3 voti
Temari - 2 voti (uno molto in forse)
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Ino - 1 voto
Sasuke - 1 voto
Un Uchiha - 1 voto
Hiashi - 1 voto
Naruto - 1 voto
Hinata - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Nessuno della Foglia - 3 voti
thembra: eh,
chissà quale sarà il nome del bimbo? Ricorda solo
questo:
la storia è stata scritta un anno fa... All'epoca si
conosceva quel nome?
endlesstars: pensa
un po', io
sono la prima a rileggere criticamente il marysuismo, ma sembra che
invece vada molto di moda... Il che la dice lunga sul livello dei
lettori italiani, non solo di fanfic!
Talpina Pensierosa: le
tracce della sorpresa si trovano già in questo capitolo...
Attenta al prossimo!
Killkenny: orsù,
rileggi la preview del prossimo capitolo... Ti dice niente?
Topy: ehm,
le tue elucubrazioni
sul piccolo Uzumaki mi lasciano spiazzata! XD Quel bambino ha il futuro
già scritto, insomma! Ah, ma la vera crudeltà non
era
nello scorso capitolo... Sarà nel successivo!
Hipatya: rilassati
pure: come
vedi, mi sono penosamente arenata sullo scorso capitolo causa esame, e
arrivo ad aggiornare solo ora, che praticamente tu sei quasi a casa!
Avrei dovuto concludere
la
fic oggi, e invece sono ancora in alto mare... Oh, mi chiedi dove tiro
fuori i nomi dei personaggi? Beh. Dalla mia testa.
ò.ò
Prendo un traduttore giapponese qualunque e una parola italiana che
rispecchi un aspetto del loro carattere, et voilà. Non
riesco a
tirar fuori nomi composti a meno che io non li conosca da prima, ma
finora i risultati mi piacciono, quindi sono a posto! XD Spesso poi mi
baso molto sulla musicalità di nome e cognome, eh. Ah, ho in
serbo una bella sorpresa per voi lettori... che indirettamente riguarda
Ariyoshi Tsuda... Uhuhuh, vedrai, vedrai. Forse non sarà
necessario eliminarlo fisicamente!
arwen5786:
ti ho accontentata con la
storia dell'Hitoshi fanclub, visto? Anche l'orribile
scritta di sottofondo... Solo una cosa non mi è chiara: ma a
te Jin non stava simpatico? ò.ò Da quando
è "il perfettino"? A proposito, chi ha mai detto che Tsunade
deve
morire? Insomma, non vedo ragioni per farla tanto tragica... di lei
sarà quel che sarà! Ah, una sola, piiiiiccola
cosa: questa è la tua ultima occasione per ringraziarmi
della JiraTsu...
sammy1987: ehm,
Sasuke... Fammi pensare... Torna, come dire... tra due capitoli! XD E
in un ruolo non esattamente fiero! Ma tra poco avrò molto a
cui pensare, e lo vedrai più spesso! Tranquilla, take it
easy e consolati con il bambino di Naruto! ^_^ (anche perché
su Tsuda e compagna non ti dirò altro per un po'! XD)
slice: ma
non è stato Tsuda a iniziare la guerra, poveretto! XD E'
stato il suo capo, lui ha solo eseguito gli ordini, e ora fa un po' di
ragionamenti astrusi sullo scambio equivalente... Ma anche tu hai letto
che alla fin fine lo considera solo una sciocchezza!
gracy110: non
so se tu sia tornata o meno, ma io ho tardato davvero tanto! XD Chiedo
scusa se sono arrivata così in là! Ad ogni modo,
i dubbi non sono ancora stati sciolti tutti, e nel prossimo capitolo
non ho buone notizie! Chi vivrà vedrà! ^_^ (tra
parentesi... Jiraya era arrabbiato, sì, ma a dire il vero
voleva che gli altri non ascoltassero l sua conversazione con Tsunade
perché alla fine si è lasciato andare alle
romanticherie!)
Sky_Shindou: Gaara
ricomparirà, questo è certo. Accadranno cose
all'interno della fic che richiederanno la sua presenza, senza contare
che la faccenda della segretaria è ancora tutta in sospeso!
Per tutto il resto... uhm, sì, forse era un capitolo
relativamente da cardiopalma. Ma penso che il prossimo sarà
peggio, almeno nel finale! Ho in serbo delle grandi sorprese... Ah,
visto che c'è anche il fanclub di Hitoshi? XD Vuoi aderire?
O ne creiamo uno pure per Kotaro?
fedecr90: giugno
è finito, luglio è arrivato, ma finalmente si
può parlare davvero di mare e sole! Ahh, come sono felice!
Così felice che nei prossimi capitoli sarò
assolutamente perfida!
kage_naru89: chiedo
scusa, ma alla fine ho tardato davvero! Colpa dell'esame che pensavo di
avere, giuro! Infatti non appena ho saputo che non l'avevo, mi sono
lanciata ad aggiornare! Puoi perdonarmi, vero? In fondo ho salvato
Hinata! >_<
muccina89: il
tuo commento mi ha fatta sogghignare malignamente... scoprirai
perché nel prossimo capitolo, oh se lo scoprirai... Ma
intanto Hinata è viva, e puoi gioire!
Lily_90: trallalà,
manca ancora un po' alla riunione di Shika e Temari... E intanto, il
prossimo capitolo scioccherà tutti, te inclusa! Oh, non vedo
l'ora di postarlo! Ma su, ci saranno altri momenti dedicati ai Nara, e
la cosa sarà per te molto piacevole! ^_^
Ino_Chan: beh,
Hinata è viva e vegeta! L'unica incognita resta Chiharu,
direi, ma di lei non saprai nulla fino al prossimo capitolo!
bambi88: ma
da quando i Nara sono tutti dolci?
Cioè, Temari dolce... bleah!
definiamoli fighi e arguti, ma non dolci, per carità! XD
Comunque, nel prossimo capitolo conoscerai il destino di Chiharu! Stai
pronta!
Serrua_chan: da
che mondo è mondo, quando c'è una recensione
c'è anche la sua risposta, nelle mie storie! Se me ne
dimentico sono sviste, oppure è un caso particolare in cui
non riesco a rispondere a tutti e sono costretta a non rispondere a
nessuno! Ma, credimi, se riesco a trovare qualcosa da dire a commenti
come "bella, aggiorna presto!", riesco sempre a trocare
qualcosa! Ciò detto, mi scuso di nuovo per il ritardo, poco
sopra ho spiegato ampiamente i motivi del disguido... senza contare che
i giorni mi sono sfuggiti di mano e sono scorsi senza che io me ne
accorgessi! Ma ora gli aggiornamenti saranno veloci, e il finale molto
vicino! ^_^ Manca davvero poco ormai! E nel prossimo capitolo mi
aspetto occhi spalancati per lo stupore! XD (continua a studiare le
faccine, per quanto servano...! XD)
RedCrossBook: grazie
per la pianificazione del futuro della storia, ma credo di avere le
idee già chiare! XD senza contare che te l'ho già
detto: perché uccidere Kakashi, poveraccio?? Lascia che io
diffonda la mia malvagia idea... U_U
crilli: tranquilla!
Arriverai liscia liscia alla fine di questo e del prossimo capitolo!
^_^ Ma sarà là
che morirai! Muahahahah! Comunque, scherzi a parte, non sono poi tanto
sadica... forse... E' che ho un diverso concetto di sadismo rispetto a
voi comuni mortali! XD Diciamo che amo divertirmi a vostre spese! Ma in
fondo vi voglio bene, perciò non sarò davvero
malvagia...
lale16: mi
spiace deluderti, ma tu la bastardaggine riguardo a Haru non l'hai
ancora vista davvero... uhuhuh...
maninja87: eheh,
per ora di Chiharu non si sa ancora nulla... ma tutto sarà
chiaro nel prossimo capitolo! Su su, non ho intenzione di uccidere Jin!
U_U Rilassati e prendila semplice, che tra due capitoli torna anche
Sasuke! ^^
Maobh: ed
eccomi finalmente qui ad aggiornare! Chiedo scusa per il ritardo, ma in
compenso Hinata sta bene e non ha nulla di storto, visto? ^^ E anche la
JiraTsu ha avuto i suoi pseudo-esiti! Daaaai, mi perdoni il ritardo?
DarkMartyx_93: sì,
era un capitolo un po' bastardo... ma nel prossimo sarà
peggio, credimi. So fare di peggio, oh sì! <3 Oh, e
hai visto? E' nato anche l'Hitoshi fan club! XD Ti hanno letto nel
pensiero!
Elisir86: a
me vanno anche bene i commenti brevi brevi, l'unico problema
è che il sito rischia di cancellarli! ^^'
Yume_Tsuki: ma
ceeeeerto, tieni pure la parte pelusciosa di Kyuubi... Io mi prendo
quella cattiva e spietata! Ovvero tutta.
XD
Reina: devo
segnare il tuo voto per Sakura tra i morti? XD Comunque, metto subito
in chiaro una cosa su Kyuubi: da me sarà cattiva fino
all'ultima, maledetta pagina. Fino all'ultima riga. Fino alla fine.
Kira33: innanzitutto
ti ringrazio profondamente per la recensione, mi ha fatto davvero molto
piacere! Quando i lettori si presentano dopo tanto tempo, con le idee
già chiare e bene in testa, è molto
più semplice parlare con loro! XD Ho una
curiosità riguardo a ciò che dici nella tua
recensione: parli di una sola altra autrice che riesce a "infilare"
personaggi coerenti nel mondo di Naruto... ma chi sarebbe?
Così, per curiosità, mi piacerebbe leggere
qualcosa di suo, ammesso che io non l'abbia già letto! ^^
Non so a che punto sia con Sinners, ma quella è la mia
fatica più recente, e personalmente credo che per molti
aspetti sia meglio del Peggior.. tanto per dirne una: non ci sono Mary
Sue come Haru! XD C'è solo Haruka, ma è ancora
relativamente gestibile... Mi chiedi come mai ho fatto Hiashi stupido e
incestuoso, e ti rispondo che tra cugini non è incesto - non
in Giappone - e che per la maggior parte del tempo in cui è
idiota Hiashi non era Hiashi! Se invece ti riferisci a Sinners, beh, io
e Hiashi abbiamo un rapporto controverso... -.-* Ora ti saluto, e ti
garantisco che non è stata la tua recensione a farmi cadere
in coma, ma l'esame che pensavo di dover dare! ^^ Spero di risentirti
prima della fine!
Urdi: sì,
il bimbo di Naruto è carinissimo! Piace tanto anche a me,
forse perché è piccino piccino... Vorrei
spupazzarmelo tutto! >_< Ok, il caldo colpisce anche
me... Cooomunque, fidati: il prossimo capitolo sarà
più bastardo del precedente! ^^
1992: ehm...
ops! ^^' Non ho decisamente fatto in tempo ad aggiornare prima di
Bologna, direi... Però magari sei già tornata,
no? ^^'
DuniettaS: esattamente,
Hinata è salva! E Chiharu? Beh, di lei saprai nel prossimo
capitolo! Oh, credimi, lo so... Ci vuole un sacco di coraggio per
uccidere, anche in una fanfic... Ehm, ehm...
Aya
|
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Capitolo 33 *** Quando tutto sembra correre in un'unica direzione... ***
Naruto2-33
Quando tutto sembra correre
in un'unica direzione...
- Trentatré
-
Il
rumore di un’esplosione è assordante.
L’onda
d’urto aggredisce l’orecchio, fa vibrare il
timpano, magari lo
strappa persino, precludendo per sempre ogni possibilità
auditiva all’incauta vittima – posto che
sopravviva. Comunemente
si pensa che sia il rumore più intenso udibile in natura.
Dimenticando
il suono del silenzio.
Temari
capì appieno l’espressione ‘un silenzio
assordante’ solo
quando il tu-tum
del cuore di sua figlia si spense, sotto il petto su cui premeva
l’orecchio.
Sentì il silenzio dilatarsi,
improvviso e
tremendo, lo sentì riempirle il timpano e la testa, e
risuonare in ogni angolo della sua mente.
Nessun battito. Nulla di nulla.
Nulla.
Il respiro le si congelò nei
polmoni,
cristallizzato da una gelida colata di panico.
«No»
le sfuggì alle labbra, in un rantolo asciutto, e di scatto
raddrizzò la schiena percorsa dai brividi. «No,
no, no,
no, no...»
mormorò tra i denti, mentre il corpo agiva senza seguire le
indicazioni della mente confusa.
Incrociò le mani sul petto di
Chiharu, fece forza
sulle spalle e premette sulla cassa toracica, sentendola cedere di
qualche centimetro. Ripeté il movimento subito dopo, una,
due,
tre, quattro volte, e si fermò.
«Dai...!»
sussurrò, stringendo le
dita sul naso di Chiharu e aprendole la bocca a forza, per respirare
nei suoi polmoni.
Lì accanto, Baka Akeru fissava
la scena
paralizzato dall’orrore, ancora inginocchiato accanto alla
testa di
Chiharu. Continuava ossessivamente a pensare che un attimo prima lei
era lì, e si muoveva, e gli parlava, e un attimo dopo era un
fantoccio inerte di un orribile grigio spento. Sentirsela cadere
sulle ginocchia era stata la cosa più orribile della sua
vita;
di gran lunga peggiore della battaglia che, fino a quel momento,
aveva orgogliosamente occupato il primo posto nella sua scala degli
incubi.
Temari smise di respirare contro la bocca
della figlia,
e riprese con il massaggio cardiaco, fissando ad occhi sbarrati il
suo viso alla ricerca di un minimo segno di vita. Vedeva la testa
sobbalzare leggermente ad ogni spinta, e le sembrò un
orribile
palla di legno che rimbalzava sul terreno morbido.
Poco oltre, quell’idiota di
Stupido riusciva solo a
boccheggiare e a fissarla allibito.
«Sveglia!»
ringhiò furiosa. «Vai
a chiamare qualcuno!»
Lui la fissò vacuo, e
l’ordine penetrò
le sue barriere con una lentezza estrema. Ma alla fine raggiunse il
cervello, e fece scattare la molla giusta, portandolo a sussultare
bruscamente.
Incespicando nei propri passi, si
alzò in piedi e
corse via, senza nemmeno rispondere.
Temari gli gettò soltanto una
breve occhiata, e
poi tornò a fissare ansiosamente il viso esangue di Chiharu,
riprendendo i ritmo sul suo cuore.
“ Sbrigati!”
Non vide né sentì la
prima goccia di
pioggia.
Akeru corse senza nemmeno capire dove stava
andando.
Oltrepassò le macerie della casa di Naruto, si
infilò
lungo la strada che portava al villaggio, e inciampò
più
volte, rialzandosi sempre e riprendendo ad avanzare.
Non sentiva la pioggia che ticchettava
sulle sue spalle
e tra i capelli, né il vento che iniziava a insinuarsi sotto
i
vestiti, freddo nonostante la stagione.
Se
qualcuno lo avesse fermato per chiedergli nome e cognome, non se li
sarebbe nemmeno ricordati.
Probabilmente, a una domanda simile, avrebbe risposto con
l’unico
pensiero che riusciva a mettere insieme in quel momento: Chiharu.
*
«Lumache!» con un velo
di disgusto, Sakura
si staccò di dosso una chiocciola, che andò ad
aderire
a un tronco con un curioso rumore viscido.
«Sono gli ormoni a parlare,
eh?» ghignò
Jiraya. «Sei l’allieva di Tsunade, non puoi
disgustarti per
le lumache»
«Il
fatto che io le tolleri
non significa che le adori»
puntualizzò lei, schivando l’ennesima chiocciola
ed evitando
per un soffio di calpestarne un’altra.
«Ah, ma tu stai bene,
sì?» si
intromise Naruto all’improvviso, scoccandole
un’occhiata
preoccupata. «Intendo il bambino... E’ tutto a
posto, non hai
fatto sforzi?»
Sakura ripensò a Hinata,
Hinagiku, Naruto, la
Volpe e, dulcis in fundo, Hiashi – il finto Hiashi
– e la
scarpinata fino a Tsunade. Sbuffò.
«Ringrazia che sono di
ferro» commentò
roteando gli occhi.
Si passò una mano sul ventre,
con una leggera
preoccupazione. Era da qualche ora che avvertiva un lieve fastidio...
ma, dopo sei gravidanze, sapeva riconoscere i sintomi di qualunque
problema. E quello che sentiva era soltanto la tensione che si
scioglieva lentamente. Il che non significava, naturalmente, che ora
non avesse bisogno di riposo assoluto.
Senza
contare che qualcosa la turbava, riguardo a quel bambino: il ricordo
di ciò che aveva pensato quand’era stata costretta
a restare
indietro rodeva lentamente la sua coscienza, ricordandole il senso di
colpa. Per un attimo aveva provato insofferenza per suo figlio. Per
un attimo aveva desiderato che non
ci fosse.
Non le era mai capitato prima. E, anche se
capiva che
era un’emergenza, che la situazione era particolare, che era
in
momento orribile... anche se lo capiva, aveva un filo di paura.
Nonostante tutta la sua
mentalità scientifica,
nonostante i mille studi che aveva fatto, forse stupidamente temeva
che lui o lei l’avesse sentita.
Non sapeva nemmeno perché
pensasse una cosa
simile, non ne aveva la minima idea. Ma la pensava. E la spaventava.
«Comunque stai bene,
no?» insisté
Naruto, riportandola bruscamente con i piedi per terra.
«Intendo,
non vuoi che ti porti in spalla, magari?»
Come non accadeva da molti anni, Sakura si
sentì
arrossire.
«Senti un po’, per chi
mi hai presa?»
sbottò indispettita, aumentando il passo. «Non
sono una
stupida e fragile ragazzina! A furia di preoccuparti dei tuoi allievi
hai iniziato a pensare che nessuno di noi sappia più stare
in
piedi da solo?»
Naruto la fissò sbigottito,
sbattendo le palpebre
sugli occhi chiari. «Ehi, volevo solo essere
gentile!»
protestò.
D’altro canto, sapeva fin troppo
bene che quando
Sakura si sentiva minacciata o comunque fragile, finiva per diventare
piuttosto aggressiva. Soprattutto con lui.
«Comunque se sei stanca
dimmelo» mugugnò,
offeso, voltando la testa.
«Francamente penso che siano
molto più in
pericolo tutti gli altri, che non noi» si intromise Kakashi,
laconico. «Noi stiamo tutti bene, e anche Naruto, con tutto
il
sangue che ha addosso, è vispo come un grillo. E’
al fronte
che non sappiamo come vanno le cose, e nemmeno a Konoha, a voler ben
vedere»
«Al fronte sono tutti a
posto» assicurò
Naruto pronto, e poi, ricordando esattamente come e perché
erano a posto, arrossì leggermente. «Ehm... non
hanno
fatto in tempo a farsi troppo male» spiegò in un
borbottio.
Kakashi
gli lanciò un’occhiata confusa, lui
tossicchiò, e
nella sua tosse sembrò risuonare un vago e roco Kyuubi.
«Comunque...» riprese
dopo un attimo di
vistoso imbarazzo. «Non è andata proprio tutta
liscia.
Ci sono dei morti»
Quando viene portato in causa
l’argomento, tutti hanno
qualcosa di strettamente privato cui rivolgere i loro pensieri, e
Sakura, Kakashi e Jiraya abbasarono istintivamente lo sguardo,
incupendosi.
«Quanti?» chiese
Kakashi.
«Non lo so, non... ehm, non li ho
contati»
dovette ammettere Naruto, mortificato. Un aspirante Hokage non
avrebbe dovuto mostrare tanta leggerezza.
«Capisco» si
limitò a rispondere
Kakashi, senza infierire.
Alzò lo sguardo e
fissò il sentiero umido
che si snodava davanti a loro, intravedendo in lontananza la luce che
indicava la fine del tratto tra gli alberi. Fece un cenno con il
mento, e tutti alzarono gli occhi.
«Ci siamo, ora possiamo aumentare
il passo»
commentò.
«Sì, e andare ad
accertarci che tutti
stiano bene» aggiunse Naruto in tono sostenuto.
E in quel momento calpestò una
chiocciola, il cui
guscio si frantumò con uno schiocco fragile.
«Oh, che cavolo...»
brontolò,
dispiaciuto.
Kakashi, Sakura e Jiraya si fermarono e lo
fissarono,
sbuffando piano.
«Che gran ninja, eh?»
commentò il
vecchio maestro, con un ghigno di scherno.
«Mi sono solo
distratto!» protestò
lui fulminandolo con lo sguardo.
«Su, muoviamoci»
Kakashi sedò le sue
proteste sul nascere. «Altrimenti non arriviamo
più»
Lui, Sakura e Jiraya tornarono ad avanzare,
voltandogli
la schiena, ma Naruto rimase fermo ancora un istante.
Fissò i resti della lumaca sul
sentiero,
sentendosi vagamente stupido. Come aveva potuto non vederla?
Mentre se lo chiedeva, un soffio
d’aria scosse a
malapena le foglie che lo circondavano, e lo spinse a guardarsi alle
spalle.
Non c’era nulla, naturalmente, o
i suoi sensi
l’avrebbero avvertito. Ma aveva un brutto presentimento...
*
«Che
male!»
con gli occhi tondi pieni di lacrime, Kotaro si rialzò,
dolorante.
«Il solito demente!» lo
riprese Hitoshi,
aspro, tirandolo su di peso. «Come cavolo hai fatto a
inciampare?»
«Se
tu
non avessi lasciato rimbalzare indietro quel ramo, non mi sarebbe
arrivato tra i piedi!»
«Su, su! Il dolore fortifica lo
spirito di noi
intrepidi!» esclamò la voce corposa di Gai, mentre
con
nonchalance caricava sotto le braccia entrambi, e riprendeva a
balzare di ramo in ramo.
«Mi metta subito
giù!» strillò
Hitoshi, arrossendo d’indignazione.
«Maestro Gai, possiamo
camminare!» si unì
Kotaro, mortificato.
«Scherzate? Questo è
tutto allenamento,
allenamento!» rise lui, orgoglioso come un bambino, e Rock
Lee
gli si affiancò veloce.
«Maestro! Lasci che ne porti
uno!» si offrì
solerte.
«Ma certo!»
approvò Gai, e Hitoshi
affondò le unghie tra le sue costole.
«No, ve lo scordate!»
gridò con voce
strozzata. «Sono un Uchiha! Non potete trattarmi come un
pacco!»
«Maestro!»
chiamò Kotaro
all’improvviso, colto da un’illuminazione.
«Capisco che il
suo allenamento sia importante, ma io e Hitoshi dobbiamo impegnarci
cento volte di più! Se non corressimo lungo questo tragitto
saremmo dei veri smidollati, e il fuoco della giovinezza non, ehm,
non arderebbe, ehm, in noi...»
La voce scemò lentamente,
affossata dal rossore
improvviso che lo aveva colto di fronte a frasi tanto imbarazzanti,
ma sia Gai che Rock Lee gli lanciarono occhiate intrise di orgoglio.
«Figliolo, allora hai finalmente
capito!»
esultò il vecchio maestro, con sguardo brillante.
«Ero così preoccupato
per la tua
attitudine!» si unì il primo allievo, stringendo
un
pugno per l’emozione. «Ma alla fine hai compreso il
valore
della vera forza!»
«Sì, ehm,
certo» bofonchiò
Kotaro, schivando penosamente le occhiate allibite di Hitoshi.
Gai si fermò bruscamente, tanto
che i due genin
sotto le sue braccia rischiarono di scivolare e cadere, e mise
giù
Kotaro con un movimento fluido.
«E io?» chiese subito
Hitoshi, cercando
inutilmente di divincolarsi.
«Tu non mi sembri così
volenteroso»
commentò Gai con aria severa. «Forse sarai
più
incline a ragionare, dopo aver visto con i tuoi occhi il fuoco della
giovinezza che arde in me!»
Hitoshi pensò alla posizione in
cui si trovava, e
più che al fuoco pensò al sudore.
Sbiancò
velocemente, gettando un’occhiata supplice a Kotaro.
«Maestro, ho bisogno di un
avversario!»
esclamò lui allora, costringendosi a stringere il pugno e
fingere un’espressione determinata. «Ho bisogno di
un
compagno con cui provare la mia velocità!»
Negli occhi di Rock Lee brillò
un lampo di
trionfo, e subito posò la mano sulla spalla di Gai, commosso.
«Maestro!»
chiamò.
«Sì, Lee, ho
capito!» rispose quello,
commosso quanto e più di lui. «Finalmente il
momento è
giunto!» con un unico gesto fluido mise giù
Hitoshi, e
lo prese orgogliosamente per le spalle. «Da oggi tu sei per
Kotaro quel che Neji è stato per Rock Lee, figliolo! Siine
orgoglioso!»
Hitoshi
lo fissò stralunato, e tutto ciò che
riuscì a
farfugliare fu: «ma devo esserne felice o cosa?»
Per sua immensa fortuna, Shikamaru scelse
quel momento
per raggiungerli, e quando vide che tirava aria di filippica, si
affrettò ad aumentare il passo. Ma la sua fugace comparsa
bastò a Kotaro e Hitoshi per ricordarsi improvvisamente di
Chiharu, e si scambiarono un’occhiata di intesa.
Senza una parola, quindi, scongiurando il
pericolo che
Gai riattaccasse a parlare, partirono veloci dietro a Shikamaru, e si
lasciarono alle spalle maestro e allievo. Loro sospirarono, persi in
un attimo di struggente nostalgia.
«Non ti sembra di essere tornato
indietro nel
tempo, Rock Lee?» chiese Gai, mentre il resto del gruppo li
raggiungeva e oltrepassava, senza che si muovessero.
«Sì, maestro.
E’ commovente, vero?»
Gai lo guardò, sorridente.
Lee ricambiò lo sguardo.
E quando la retroguardia arrivò
a loro, e li vide
abbracciati e in lacrime, per poco i più stanchi non
scivolarono giù dai rami.
A metri di distanza, Kotaro e Hitoshi
raggiungevano
Shikamaru, con il fiatone.
Gli si affiancarono per riprendere un
attimo le forze,
ed entrambi si trovarono istintivamente a scoccargli occhiate
preoccupate di sottecchi. Lui sembrava tranquillo, apatico come
sempre. Sulla sua fronte c’era forse una leggera ruga tra le
sopracciglia, ma poteva anche esserci sempre stata, per quel che ne
sapevano loro.
Morivano dalla voglia di chiedergli se
fosse
preoccupato.
Per quanto fossero ninja, responsabili,
semi-adulti,
eccetera eccetera, Kotaro e Hitoshi trovavano che il padre di Chiharu
fosse un uomo abbastanza enigmatico da destare il loro interesse. E
la preoccupazione per Chiharu e il pudore non erano abbastanza forti
da uccidere i bambini che ancora erano in loro. Ma naturalmente le
loro madri e i loro insegnanti avevano anche inculcato nelle loro
testarde personalità un minimo di buonsenso, e dunque ebbero
l’accortezza di rimanere in silenzio, anche se rosi dalla
curiosità.
Shikamaru ingoiò una smorfia,
accorgendosi del
loro arrivo; riusciva a percepire gli sguardi che gli trapassavano la
schiena con assoluta precisione, quasi sentisse un prurito tra le
scapole, e la cosa gli dava parecchio fastidio.
“ Certo
che sono preoccupato, razza di nanerottoli indisponenti!”
pensò,
indovinando i pensieri che vagavano nelle loro teste. “Ma voi
non
mi aiutate certo a star tranquillo!”
Sbuffò, e
Kotaro e Hitoshi sussultarono leggermente, temendo un rimprovero; ma
Shikamaru non si disturbò nemmeno ad aumentare la
velocità,
limitandosi ad ignorarli totalmente, e continuò ad avanzare
alla solita maniera.
I due genin tirarono
un sospiro di sollievo, e di nuovo scambiarono un’occhiata
veloce,
deglutendo.
Certo, avrebbero
voluto sapere quanto era preoccupato Shikamaru, ma erano curiosi
anche riguardo al compagno di squadra. Hitoshi studiò Kotaro
per un lungo istante, pensieroso, e quando incrociò il suo
sguardo si affrettò a puntarlo avanti.
Oh, che sciocchezza.
Che stupida sciocchezza.
“ Chiharu
sta bene. E quando torneremo indietro sarà tutto come prima.
Perché lei non... non può...”
deglutì a vuoto,
incapace di continuare il pensiero, e una piccola fitta gli strinse
lo stomaco.
Onestamente,
cosa avrebbe fatto se lei fosse rimasta coinvolta? O magari ferita, o
addirittura morta?
Come compagno di squadra e ninja, avrebbe evitato di mostrare i
propri sentimenti, naturalmente. Era il suo dovere, la sua missione,
il suo ordine. Ma quella parte di lui che non
era ninja? Quella piccola, infima e potentissima parte, come
l’avrebbe presa?
Non riusciva nemmeno
a immaginarlo; principalmente perché anche il suo inconscio
si
rifiutava di visualizzare Chiharu in un letto d’ospedale o
addirittura in una tomba, e poi perché faceva male. Ed era
imbarazzante. E il fatto che fosse imbarazzante lo rendeva anche
irritante, perché lui era un Uchiha, e non poteva provare
imbarazzo.
“ Ma
che diamine mi prende?” si chiese, a disagio.
“Chiharu sta bene.
E’ la mia compagna di squadra, e sta bene. La
mia compagna di squadra”
Ed era così
impegnato a convincersi della sua tesi che dimenticò
totalmente che solo pochi mesi prima aveva rifiutato con tutto
sé
stesso l’idea di avere dei compagni.
Stava ancora
rimuginando sulla sua crisi di identità – o quasi
– quando
arrivarono in prossimità del villaggio. Non appena lui e
Kotaro videro le mura di Konoha tra le foglie degli alberi, la loro
gola si seccò e i palmi iniziarono a sudare.
«Andiamo
all’ospedale, prima?» chiese Kotaro, incapace di
trattenersi.
«Eh?»
fece Shikamaru, atono, mentre atterravano davanti alle porte.
Ma il piccolo Lee
non fece in tempo a ribattere, perché un uomo si fece avanti
in tutta fretta, con un bloc notes in mano e l’aria severa.
«Venite dal
fronte?» chiese, senza lasciar loro nemmeno il tempo di
riprendere fiato.
«Sì»
rispose Shikamaru, mentre Kotaro e Hitoshi si fermavano accanto a lui
ma gettavano occhiate desiderose alla strada.
«Numero dei
morti?»
«Prego?»
fece Shikamaru, accigliandosi.
«Sono
l’incaricato dei decessi» spiegò
l’uomo, con una
fretta che nascondeva un certo disagio. «Stiamo facendo la
conta»
Nella testa di
Hitoshi sfrecciò l’orribile idea di chiedergli se
nella sua
brutta lista ci fosse una certa Chiharu Nara, ma prima che la sua
bocca agisse, il cervello gli sconsigliò di farlo con
Shikamaru presente.
E
in ogni caso, non fu lui
a turbare Shikamaru.
«Ando!»
chiamò una voce dal villaggio, e un ninja si
avvicinò
di buon passo, con in mano un foglio leggermente spiegazzato.
L’uomo
con la lista dei morti si fermò a guardarlo, mentre Hitoshi
e
Kotaro scalpitavano per andare avanti, ma Shikamaru non diede segno
di volersi muovere.
(presentimento?)
«Ho gli
aggiornamenti dall’ospedale» disse il nuovo
arrivato,
mostrando il foglio con un cenno, e lo tese all’altro.
«Andiamo...»
mormorò Hitoshi a Kotaro, con una gomitata leggera.
L’uomo chiamato
Ando scorse la lista che gli avevano dato, leggendo senza voce i nomi
che c’erano scritti, e annotò qualcosa sul suo
blocco.
«Aspetta, il
papà di Chiharu è ancora fermo...»
rispose
Kotaro, a disagio.
La matita smise di
raschiare sulla carta, e Ando si accigliò.
«Che nome è
questo?» chiese al nuovo arrivato, mostrandogli il foglio.
«Ah, sì...
una ragazzina, che cosa orribile» mormorò quello,
scuotendo la testa. «E’ arrivata in condizioni
disperate...
L’hanno scritto male, ma credo si tratti di un nome come
Chiharu
Nara»
Qualcosa, nelle
orecchie di Hitoshi e Kotaro, si spezzò.
E Shikamaru, per la
prima volta dopo molti anni, rimase completamente, rigidamente,
pietrificato, privo del benché minimo barlume di geniale
autocontrollo.
*
In una stanza come
tante altre, su un letto come tanti altri, Chiharu era stesa,
immobile, le braccia ordinatamente posate lungo i fianchi. Con le
palpebre abbassate e il colorito cereo, sembrava semplicemente
addormentata, forse molto stanca. Sul suo sopracciglio sinistro un
ampio livido si allargava fin quasi all’occhio, ancora sporco
di
sangue rappreso, e tutt’attorno, come in
un’atmosfera di
gelatina, si muovevano figure indistinte.
Temari, seduta a
terra con la schiena contro il muro, si teneva la testa tra le
mani...
Nel prossimo capitolo...
Pioveva ininterrottamente da
più
di due giorni.
La battaglia al confine si era conclusa
con una schiacciante vittoria della Foglia, sotto un sole caldo e
accecante, ma già nel pomeriggio le nubi si erano ammassate
ed
era scoppiato il temporale. Il verde dei boschi che circondavano
Konoha risplendeva cupo sotto le migliaia di gocce che lo
picchiettavano gentilmente. Il cielo plumbeo, sopra il villaggio,
sembrava un pallido riflesso di ciò che accadeva sulla
terra.
Nero.
Ovunque.
Abiti scuri, volti scuri, pochi
sorrisi.
Il tetto del palazzo dell’Hokage era
gremito di ninja e persone comuni, riunite in ranghi serrati. Davanti
al loro schieramento ordinato, delle bare.
* * *
Spazio autore
Nessuno, nemmeno uno di voi,
nemmeno il più cinico odiatore di Mary Sue ha avuto il
fegato di puntare su di lei.
Ma questa volta c'è il morto e c'è pure il corpo.
*Aya si allontana rapidamente prima che abbia inizio il linciaggio*
Nota: ogni vostra richiesta verrà cestinata; la fic
è già tutta pronta e non si cambia.
Non sono Toriyama che resuscita anche le sedie!
Capitolo dedicato a Camilla, che oggi compie gli anni e lo
ha letto in anteprima!
Auguri, tesorino! <3
(sì, sono una sadica bastarda)
(e la tua NejiHina è online! ^^)
AVVISO
So che molti di voi sono già in vacanza, e anche io
partirò il 19 luglio per circa un mese;
per questo comunico che finirò di pubblicare questa
fanfiction e poi mi prenderò una pausetta fino a settembre
(così porto avanti i progetti che sono a metà
strada!)
La pubblicazione di "Intermezzo - The first time we..." è
sospesa fino al primo
settembre!
Scommesse sui morti
Shikamaru - 4 voti
Kakashi - 4 voti
Asuma - 3 voti
Tsuda junior - 3 voti
Temari - 2 voti (uno molto in forse)
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Ino - 1 voto
Sasuke - 1 voto
Un Uchiha - 1 voto
Hiashi - 1 voto
Naruto - 1 voto
Hinata - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Nessuno della Foglia - 3 voti
Urdi: oooookay, mi prendo le mie
responsabilità! <3
Kira33:
francamente
non ti considero affatto patetica, se ti scappa una lacrima su qualcosa
che scrivo. Anzi, probabilmente quella patetica sono io, che mi esalto
quando succede! D'altro canto se scrivo qualcosa che arriva a toccare
tanto le persone che leggono, potrò almeno un po' sentirmi
orgogliosa? Ciò detto, apriamo una piiiiiccola parentesi
sulla questione del matrimonio tra cugini: non è reato in
giappone, e nemmeno in Italia. E' sconsigliato per motivi genetici,
perché tra cugini di primo grado ci possono essere molti
geni comuni, ma certe volte nascono bambini evidentemente "difettati"
(e uso questo termine perché non me ne viene in mente uno
migliore) anche da matrimoni tra razze diverse, sebbene sia
più difficile, per cui non vedo grandi problemi. Non credo
abbia molto senso stupirsi se un paese "avanzato" come il Giappone non
vieta il matrimonio tra cugini.
arwen5786:
tu
approvi le storie tra cugini solo perché sogni un Neji tutto
tuo, perversa creatura! Non commento sulle tue elucubrazioni riguardo
alla supposta fragilità di Hinata (che scompare con Neji?
Com'è che funziona?), ma ti dico che Jiraya e Tsunade sono
stati un esplicito regalino per te, perché il finale con le
"coccole" l'ho scritto dopo che mi hai chiesto di farlo! Sto schivando
l'argomento Haru? Direi! XD Considerato quello che è
successo quando hai letto il capitolo, mi sembra evidente che dribblo
la faccenda! Insomma, sei arrivata a dire che preferiresti leggere
ShikaIno e SasuIno...
Dark_Martyx93:
io l'ho
detto che questo capitolo sarebbe stato peggio... Uhm, mi chiedi se
moriranno ancora tante persone? E pensi davvero che te lo
dirò? <3 Consolati. se mancano pochi capitoli, a meno
di un impazzimento generale, difficilmente ci saranno stragi... Uh,
solo una cosuccia: per carità, non dire mai più
che sono la migliore scrittrice del fandom... Prima di tutto io non mi
sento tale (e il numero di recensioni non basta a convincermene), e
secondariamente conosco autrici davanti alle quali chino umilmente il
capo. A scanso di equivoci, prima che scoppino faide di qualunque tipo
(oh, scoppiano eccome!), limitiamoci ai complimenti in generale! ^^'
RedCrossBook:
amo
essere definita bastarda in senso buono! Ma proprio per questo, caro
mio, direi che sperare nella morte di Kakashi perché Naruto
diventi Hokage è perlomeno utopistico...! Oh, e come mai
pensi che io non sia un'amante dei lieto fine?
Sky
Shindou: oh,
ma io so benissimo che la morte di Haru significa fiumi di lacrime!
Divertente, nevvero? <3 Sì, sono una sadica bastarda
e me ne vanto pure! Ma dopo aver letto Harry Potter e i suoi piccoli
simili, che cambiano le carte in tavola e mi fanno disidratare da
quanto piango, ho deciso di mettermi dall'altra parte della barricata e
far piangere voi. Io che posso. U_U
slice:
speriamo
si compia il miracolo, dicevi nella recensione... Ehm. Niente miracolo!
XD
Topy:
ebbene
sì, lo scorso capitolo era senza sangue e morti orribili, ma
direi che questo si è rifatto ampiamente, no? ^_^ (che
sorrisino odioso, eheh...)
fedecr90:
ho sempre
un sacco di problemi a rispondere a te, si nota? E' che parliamo troppo
via messenger, se devo dirti qualcosa te lo dico lì! XD Ah,
e Tsunade me la lasci vecchia e ingobbita, tsk! Aumenta di molto la
drammaticità dell'azione! (di grazia, ma che cavolo sto
dicendo?)
Talpina
Pensierosa: ohibò.
Che è successo con questo capitolo? Non te lo ricordavi,
eh... diciamo che ho apportato qualche leggera modifica alla storia come la
conoscevi tu... (e, francamente, che è per questo che ci ho
messo dieci giorni ad aggiornare, la volta scorsa! XD)
maninja87:
tu pensi
di mollare tutto e andare in cerca di lavoro, ma io penso di mollaare
tutto e iscrivermi clandestinamente alla prima superiore, di nuovo. Dici che ci riesco? Parlando
della storia, te lo dico chiaro e tondo: Tsuda è partito per
un viaggio intorno al mondo insieme alla sua misteriosa compare dai
capelli azzurri! U_U Salutiamolo commossi. Tra parentesi, se mi dici
anche solo i personaggi del tuo "regalo di compleanno", ci penso io a
inventarmi qualcosa! XD Ma fallo prima della fine del Peggior bla bla
bla, così ho tempo durante le vacanze!
sammy1987: è strano, ma lo
scorso capitolo era sia triste che divertente...
ò.ò Che cosa buffa! E mi sa che anche questo lo
è, in fondo! XD
Killkenny:
ta-daaaaaan!
E ora che combino? XD Dai, dimmi che sei sorpreso!
Kiaretta_chan_94:
beh, mi
spiace che tu perda proprio gli ultimi capitoli! Mi spiace soprattutto
che tu perda questo, in cui ho dato decisamente il meglio di me, ma va
beh, c'est la vie...! Avrei dovuto sbrigarmi prima con la
pubblicazione! ç_ç
gracy110:
speravi
di sbagliarti, e invece vedevi giusto! Se da un lato ho "resuscitato"
qualcuno che tutti davano per morto, dall'altro ho ucciso qualcuno che
tutti davano per vivo! Me terribile! XD
muccina89:
tutte le
cose hanno una fine, è la legge della vita! U_U Certo, se mi
prendesse un colpo in questo momento e stincassi sul divano, questa
storia non avrebbe una fine, ma francamente spero di
arrivare viva e vegeta al capitolo 37! XD Oh, e non hai considerato una
cosa riguardo alla questione figli... Sasuke vorrà anche
rifondare il clan, ma Sakura è d'accordo?
Yume_Tsuki:
auguriiiii!!
>_< Buon compleanno! ^_^ Sei libera di considerare lo
scorso capitolo il tuo regalo ufficiale! Beh, direi che però
non era molto allegro... Mi spiace! XD
Ino_Chan:
io
apprezzo davvero tantissimo il vostro entusiasmo riguardo ai fan club,
ma davvero, riparliamone a settembre! XD O qui la cosa si complica
decisamente troppo!
thembra:
alla luce
dell'ultimo capitolo, sì,
sono davvero perfida.
ò.ò
Maobh:
la tua
sicurezza nell'affermare che Haru sarebbe sopravvissuta mi ha davvero
commossa, sai? No, sto mentendo, mi ha fatta scompisciare dalle risate!
Ahh, adoro essere così malvagia... Oggi, poi, mi sento
particolarmente nera (e non parlo di Shikamaru), dunque gongolo come
non mai!
Reina:
e
supponevi bene, mia cara! Questo è stato decisamente il
turno di Haru! L'ultimo turno di Haru. U_U
Lily_90: ...ehm.
-.-'' Sono pronta a sopportare le conseguenze delle mie azioni! U_U
Aya
|
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Capitolo 34 *** Dopo il funerale ***
Naruto2-34
Dopo il funerale
- Trentaquattro -
Pioveva ininterrottamente da più
di due giorni.
La battaglia al confine si era conclusa
con una schiacciante vittoria della Foglia, sotto un sole caldo e
accecante, ma già nel pomeriggio le nubi si erano ammassate ed
era scoppiato il temporale. Il verde dei boschi che circondavano
Konoha risplendeva cupo sotto le migliaia di gocce che lo
picchiettavano gentilmente. Il cielo plumbeo, sopra il villaggio,
sembrava un pallido riflesso di ciò che accadeva sulla terra.
Nero.
Ovunque.
Abiti scuri, volti scuri, pochi
sorrisi.
Il tetto del palazzo dell’Hokage era
gremito di ninja e persone comuni, riunite in ranghi serrati. Davanti
al loro schieramento ordinato, delle bare.
Tante.
Nere.
Meno del previsto, ma sempre troppe.
Quel giorno sulla lapide degli eroi a
Konoha erano stati incisi molti nuovi nomi.
La pioggia cadeva sui teli che
coprivano le casse, impregnandoli delle lacrime che scorrevano sui
volti insieme all’acqua.
Era una scena triste.
Come ogni funerale.
In prima fila al centro, davanti a
tutti, c’erano Naruto e Kakashi. Accanto a loro Sakura e Sasuke con
l’intero corpo di polizia, Neji nelle sue nuove vesti di capoclan
degli Hyuuga con una cupa Hanabi subito alle spalle, e poi Shikamaru,
Rock Lee, Tenten, Sai, Chouji, Ino, Chouza e Inoichi, Jiraya, Kiba
con la moglie e Akamaru accanto, Shino, Shizune, Iruka, Gai, Asuma,
Kurenai, Tobi, Konohamaru, ognuno compreso nel gruppo del suo clan,
eppure tutti insieme.
Un po’ più indietro, tra le
file centrali, stavano Kotaro, Hitoshi e Jin, a disagio negli abiti
scuri che non avevano mai indossato prima, e ancora più
indietro, tra i giovani allievi dell’Accademia e i neodiplomati,
c’era un Baka Akeru più pallido del solito.
Nessuno aveva una bella faccia. Naruto
sembrava il più cupo di tutti, ma forse solo perché
Kakashi aveva addosso la sua perenne maschera, e riusciva a
nascondere bene le emozioni. Gli Hyuuga emanavano un alone gelido
solo a guardarli, e stavano leggermente discosti dagli altri gruppi.
Una bara leggermente spostata in avanti raccoglieva i resti di Hiashi
Hyuuga, ritrovati poco dopo il ritorno dei ninja dal campo di
battaglia. Sembrava morto da giorni. A qualche passo di distanza Sai
manteneva la sua espressione compassata, ma lì accanto
Shikamaru mostrava spesse occhiaie sotto gli occhi scuri. Temari non
era accanto a lui.
La pioggia scrosciava nel silenzio.
Kakashi avrebbe dovuto fare un
discorso, dire almeno due parole. Ma gli sembrava che, facendolo,
avrebbe concluso ogni cosa. E invece c’erano ancora così
tanti problemi da risolvere… cose da fare, da dire, persone di cui
occuparsi… la guerra con la Roccia era stata solo posticipata, nel
clan Hyuuga erano sorte nuove e immense complicazioni, avevano
ripreso a serpeggiare voci che si chiedevano quanto fosse sicuro
Naruto, e si supponeva che lui sistemasse tutto. Con due parole.
Impossibile.
Eppure anche questo faceva parte del
suo dovere di Hokage. Quando aveva accettato l’incarico da Tsunade
lo sapeva.
Mentre cercava di racimolare il
coraggio e la volontà, e di trovare qualche parola che, per
quanto banale, soddisfacesse i presenti, sentì un singhiozzo
sommesso qualche fila più indietro.
Mosse appena lo sguardo, e intravide
Kotaro che cercava di asciugare le lacrime senza farsi vedere.
Hitoshi, di fianco a lui, stava con gli occhi bassi, senza parlare. E
invece Jin, il suo Jin, manteneva un contegno irreprensibile. Era
pallido, sì, ma quello era il suo colore naturale; nei suoi
occhi c’era solo una compassata tristezza.
Sospirò.
Doveva fare l’Hokage, il padre, il
ninja… forse era un po’ troppo.
Ma era il suo dovere.
Inspirò a fondo e fece un passo
avanti.
«Dov’è Temari?»
chiese Naruto a Shikamaru, quando le persone iniziarono lentamente a
disperdersi. I corpi sarebbero stati sepolti o cremati con ordine a
partire dall’indomani, per quel giorno avevano finito.
Lui si passò una mano sulla
fronte bagnata, con uno sbuffo stanco. «All’ospedale,
ovviamente. Credo che stia facendo diventare pazzo mio padre»
«E… come sta?»
Shikamaru si strinse nelle spalle. «E’
insopportabile»
«E’ comprensibile, in fondo»
intervenne Sakura, per una volta a favore di Temari. «Si sente
responsabile...»
«E scarica la sua frustrazione su
di me» concluse Shikamaru stancamente. «Ora scusate, devo
andare»
Lasciarono che si allontanasse, solo e
con le mani in tasca. Qualche passo più in là incrociò
Chouji, Ino, Asuma e la sua famiglia. Li videro scambiare qualche
parola e poi incamminarsi insieme.
«Io vado da Hinata»
annunciò Naruto in quel momento.
«Salutala» disse Sakura. «E
anche il piccolo Minato»
Lui sorrise, e scomparve in uno sbuffo
di fumo.
«Quando tornano a casa?»
domandò Sasuke, sfavillante nella sua divisa d’ordinanza,
mentre contava quanti figli aveva intorno.
«Domani o dopo, credo. Tsunade è
stufa di averli in giro per casa… E pensare che Naruto ha anche
riparato il danno che ho fatto io»
«Considerato con chi abbiamo a
che fare, una donna che ha inscenato la propria morte per paura di
farsi vedere vecchia e debole, non mi aspettavo altro»
«Come se tu non faresti la stessa
cosa» sbuffò Sakura. «Hai ancora più paura
di lei di mostrarti debole, ricordi?»
Sasuke le scoccò un’occhiata
offesa. Poi tornò a concentrarsi sui bambini e le domestiche
che li seguivano, e si accigliò. «Dov’è
Hitoshi?» chiese.
«Si è allontanato con
Kotaro e Jin. Credo che anche Baka Akeru li abbia seguiti di
soppiatto… incredibile, vero?»
«Mh? E chi è Baka Akeru?»
Sakura sospirò. «Dovresti
imparare a interessarti un po’ di più alla vita dei tuoi
figli, Sasuke»
«Smettila! Mi dai sui nervi!»
sbottò Hitoshi per la milionesima volta, mentre con Kotaro e
Jin attraversava il villaggio a passo rapido.
Kotaro tirò su con il naso,
guardandolo male attraverso i gonfi occhi a palla.
«Io non sono come te» disse
con un piccolo singhiozzo.
«Non importa, smettila!»
insisté l’altro.
«Litigare non risolverà i
problemi di nessuno» intervenne Jin in tono pacato. «E,
se non ve ne foste accorti, Stupido ci sta ancora seguendo»
L’irritazione unì i due genin
all’istante.
«Ma che vuole?» sibilò
Hitoshi. «Solo perché era con lei mentre noi eravamo
via, non vuol dire che abbia qualche diritto!»
«Giusto» approvò
Kotaro. «Fermiamoci e picchiamolo»
Sia Jin che Hitoshi lo fissarono con
tanto d’occhi. Da quando Kotaro il pacifista faceva proposte del
genere?
«Credo che faremmo meglio a
ignorarlo» suggerì il più piccolo. «Lasciamolo
perdere»
«Sarà…» borbottò
il ragazzino accigliato.
Accidenti. La situazione era peggiore
del previsto, pensarono gli altri due. Ma fecero come suggerito fino
alla loro meta, l’ospedale della Foglia.
Una volta arrivati all’ingresso, si
fermarono esitanti. Nonostante la pioggia scrosciante, si presero
almeno dieci minuti di riflessione, scrutando le pareti lisce
dell’edificio.
«E’ qui, vero?» chiese
Kotaro deglutendo. «Lo ha detto Shikamaru»
«Già, quella donna…»
mormorò Hitoshi con un velo d’inquietudine.
«Se stiamo fuori ancora un po’
ci prenderemo tutti qualcosa» fece notare Jin, pragmatico.
«Sì, ma…»
bisbigliò Kotaro in tono cospiratorio. «Quella donna fa
proprio paura»
Hitoshi annuì, partecipe. Poi
starnutì. Cavolo.
Scambiò un’occhiata incerta
con il compagno, dopodiché fissò il figlio dell’Hokage,
che fece un cenno verso l’ospedale. Deglutì.
«E va bene…» fu costretto
a bofonchiare alla fine. «Entriamo»
L’aria tiepida e impregnata di
disinfettante dell’ingresso fu da subito un toccasana. Entrando i
tre genin sentirono un brivido di piacere, seguito da uno di
imbarazzo quando si resero conto che stavano gocciolando sul
pavimento. Nell’atrio c’erano poche persone silenziose, e una
delle infermiere li adocchiò subito.
«Avete bisogno di qualcosa?»
chiese gentile, affrettandosi a raggiungerli.
«Ehm, noi siamo qui per…»
iniziò Hitoshi nervoso, ma la voce gli morì in gola
quando intravide una sagoma nota oltre la donna. «Occavolo…»
borbottò quando quella si voltò.
E gli occhi neri degli Uchiha
incontrarono quelli grigio-verdi di Temari, che teneva in mano un tè
caldo appena preso a una macchinetta.
Lei inarcò un sopracciglio. Lui
corrugò la fronte, preoccupato.
Lei prese ad avvicinarsi. Lui
involontariamente fece un passo indietro.
L’infermiera si guardò alle
spalle confusa. Jin e Kotaro deglutirono.
Poi lei li raggiunse.
E calò il silenzio.
«Ehm… Li conosce?» tentò
di dire l’infermiera con una gentilezza piena d’ansia.
Temari sembrava invecchiata in quei
giorni.
I capelli biondi si avvicinavano al
castano a causa della scarsa luce grigia che entrava dalle finestre,
sotto gli occhi c’erano pesanti borse scure, e la sua pelle era
tutto fuorché tonica. Era totalmente diversa dalla dea della
guerra che aveva devastato il giardino di casa Uzumaki.
Sbuffò, dando loro le spalle.
«Sono con me. Li lasci passare»
«Ma, ehm, i loro vestiti…»
mormorò l’infermiera guardando con preoccupazione le gocce
che bagnavano il pavimento.
«Mh?» fece Temari
scoccandole un’occhiata terribile da sopra la spalla.
«Prego, passate pure!»
disse in fretta la povera infermiera, facendosi da parte spaventata.
Con timorosa cautela i tre genin si
fecero avanti, mantenendosi a qualche passo di distanza. Senza
parlare, Temari li condusse fino alle scale e iniziò a salirle
facendo risuonare i tacchi bassi su ogni gradino.
«Noi siamo qui per…»
iniziò coraggiosamente Hitoshi, e lei lo fulminò con lo
sguardo.
«So perché siete qui»
disse secca.
Loro non ebbero più la forza di
aprire nuovamente la bocca, e così la seguirono docili lungo
la prima e le successive rampe, fino all’ultimo piano. Lì i
ninja che presidiavano il corridoio erano scomparsi, ora che la
situazione era tornata alla calma, e per tutto il piano regnava un
silenzio innaturale.
Temari continuò a camminare
sicura, la schiena dritta e il mento sollevato. Quando arrivò
davanti a una porta bianca, si fermò e li guardò torva.
«Niente casino» ordinò
perentoria. «E solo pochi minuti»
I tre genin annuirono freneticamente,
rabbrividendo. Lei li squadrò ancora una volta, per essere
sicura che avessero recepito, e poi finalmente aprì.
La stanza era una singola. Per l’aria
risuonava un leggero bip-bip, e nessun altro rumore al di
fuori della pioggia all’esterno. C’era un letto dalle lenzuola
candide. Una finestra da cui entrava la luce spessa del cielo
coperto. Un paravento.
E nel letto, sotto le lenzuola, Chiharu
Nara.
In coma.
Dopo essere rientrati dal confine e
aver sentito che Haru era nella lista dei decessi, Kotaro e Hitoshi
si erano precipitati all’ospedale della Foglia senza nemmeno tirare
il fiato. Kotaro era arrivato già in lacrime, Hitoshi era
quasi vicino a imitarlo, e quando avevano urlato che dovevano vedere
Chiharu le infermiere avevano dovuto chiamare Shizune perché
li calmasse. E allora avevano saputo, e maledetto l'errore.
Haru era arrivata all’ospedale
insieme a Temari e a un medico che avevano incontrato a metà
strada, portato da Akeru. Il suo cuore aveva ripreso a battere,
debole e aritmico, e aveva bisogno di cure urgenti, anzi
urgentissime. Ma era innegabilmente viva, e Shizune stessa si era
occupata della ferita al fianco, la più profonda, e di
stabilizzare le sue condizioni.
Ma non si era svegliata.
E Temari ancora non se lo perdonava.
Quella non era la prima volta che
Hitoshi e Kotaro visitavano Chiharu. Il primo giorno Shizune aveva
impedito a chiunque di avvicinarsi, genitori compresi, e di fronte al
triste quadro di Shikamaru e Temari che non sapevano nemmeno cosa
dirsi, i due genin avevano gettato la spugna e lasciato l’ospedale.
L’indomani si erano ripresentati,
ansiosi di vederla, e solo dopo molte reticenze le infermiere li
avevano lasciati passare. Ma Chiharu non aveva dato nessun segno di
risveglio, e Temari incombeva come un falco su di loro, contribuendo
a rendere l’atmosfera inumanamente pesante. Così erano stati
costretti a lasciarla di nuovo, e una volta fuori, sorpresa e
dispetto, avevano trovato Baka Akeru, con una lunga e dettagliata
storia da raccontare.
Inutile dire che nel giro di due
secondi avevano trovato mille motivi per accusarlo di negligenza e,
in sostanza, dargli la colpa per lo stato di Haru: lui era lì,
lui avrebbe dovuto impedirlo. Si erano messi a litigare nel bel mezzo
del corridoio, finché Temari e un paio di infermiere non erano
piombate su di loro e li avevano scaraventati fuori dall’ospedale.
Da quel giorno le loro visite erano
avvenute in momenti nettamente separati.
Kotaro e Hitoshi si avvicinarono al
letto di Chiharu camminando quasi in punta di piedi, mentre Jin
restava un po’ indietro.
«Non è ancora guarita
sopra l’occhio» commentò Kotaro accennando al
sopracciglio sinistro, coperto da un cerotto.
«Mi sembra il minore dei suoi
problemi» ribatté Hitoshi acido.
«Scusa» arrossì
Kotaro.
Hitoshi si sentì indispettito
per quelle scuse.
Non avrebbe voluto essere tanto brusco,
ma lui e Kotaro erano troppo diversi per capirsi in quelle occasioni.
Mentre il piccolo Lee si abbatteva e
passava il suo tempo a sperare che Chiharu si riprendesse, lui non
poteva fare a meno di essere furioso. Furioso con lei che si era
cacciata in guai troppo grossi, e furioso con sé stesso, per
non essere arrivato a ‘portarla indietro’, come si era ripromesso
di fare ancora prima di partire per la battaglia.
Senza volerlo, finiva per riversare la
sua frustrazione su chi gli stava attorno; persino a casa i suoi
fratelli circolavano ad almeno due metri da lui. Solo Liara, l’unica
sorellina che si fosse preoccupata per lui prima della battaglia, si
azzardava ancora a stargli dietro, e soltanto perché era
contenta di averlo visto tornare vivo.
Chiharu era più bianca delle
bende che spuntavano sotto la camicia. A una prima occhiata si
sarebbe detta addormentata, ma poi ci si sarebbe resi conto che il
suo viso era troppo molle per essere semplicemente sopito, e che,
oltre ai tubicini che correvano sotto le lenzuola e al naso, la sua
posizione era innaturale. Troppo perfetta e regolare, troppo
artificiale. Frutto di mani esperte ma prive di amore.
Jin, ancora accanto alla porta, guardò
Temari che attendeva appoggiata al muro, con le braccia conserte. Il
tè era scomparso.
«Mi dispiace» si azzardò
a dirle, e lei lo fulminò con lo sguardo. «Comunque…
ho saputo che si è comportata molto bene in combattimento»
aggiunse, in un tono che sperava fosse abbastanza gentile.
Temari sembrò apprezzare, e la
sua espressione si fece meno dura. Distolse lo sguardo.
«Restate quanto volete»
disse a mezza bocca. «Vi lascio soli» e uscì.
Jin decise che aveva concesso
abbastanza tempo agli altri due, e andò ad affiancarsi a loro.
Sospirò, guardando Chiharu. «Che
razza di ninja… C’è sempre lei in ospedale»
commentò.
«E’ una stupida» disse
Hitoshi tra i denti.
«No, è solo molto più
coraggiosa di noi» lo corresse Kotaro. «E sfortunata...»
«Stupida» insisté
il piccolo Uchiha, e nessun altro tentò più di fargli
cambiare idea.
«Ho sentito che ha deciso di
tornare ad essere ninja» borbottò Jin.
«Mh, in un ottimo momento»
ringhiò Hitoshi.
«Sì, lo sappiamo»
annuì Kotaro ignorando il compagno. «Quindi, per quel
che mi riguarda, il gruppo sette è tornato quello delle
origini. Senza offesa, Jin»
«Non ti preoccupare. Non sono mai
stato ufficialmente parte di un gruppo, non me la prendo»
«Tsk» si inserì
Hitoshi. «Finché resta qua a perdere tempo, noi ci
alleneremo. E quando si sveglierà ci troverà cento
volte più forti, e dovrà riconoscere la nostra
superiorità…»
“Perché allora non abbiamo
potuto fare niente per fermarla. Niente” aggiunse
mentalmente, ricordando il momento in cui lei li aveva lasciati.
«Giusto» approvò
Kotaro determinato. «Diventeremo così forti che non ci
riconoscerà nemmeno più»
«E ci supplicherà di
combattere con lei»
«E noi, gentilmente, le
concederemo di pensarci su»
«Ottima idea. Non possiamo certo
darle tutto subito»
Jin sospirò.
Sperava per Chiharu che si svegliasse
molto presto, anche se i medici avevano detto di non potersi
esprimere a quel proposito. Di solito quando parlavano così
era per non dire che non c’era una possibilità… ma forse,
quella volta, erano sinceri. O almeno, lui si aspettava la sincerità
più completa da Shizune.
Mentre la guardava respirare piano,
chiedendosi cosa accadesse sotto quelle palpebre abbassate, ricordò
l’ultima volta che l’aveva vista sveglia, mentre con gli altri
ninja si avviava verso il confine. Lei era stata lì, nascosta
su un albero, e gli aveva fatto segno di stare zitto con quel suo
modo impacciato e iroso, il modo di qualcuno che vuole apparire più
grande di quanto è, e in fondo ne è cosciente. Ricordò
quando la studiava, per vedere se riusciva a imparare qualcosa, e
ricordò di quanto gli fosse sembrata strana in quei momenti,
quella ninja che era una guerriera eppure no, pigra e svogliata ma,
quando ci si metteva, incredibilmente dotata.
Era un enigma, Chiharu Nara. Un enigma
controverso.
Gli sarebbe dispiaciuto non poterla
osservare più a lungo.
«Voi avete già visto il
figlio di Naruto?» chiese a un tratto, per alleggerire l’aria
pesante che si respirava nella stanza.
«Mh? No, che io sappia nessuno
l’ha visto» rispose Hitoshi accigliandosi. «Mia madre e
mio padre sembrano sapere dove si trovi, ma nessun altro lo sa al
villaggio. Lui si rifiuta di dirlo, non si capisce perché»
«Io ho sentito che dovrebbe
tornare a casa presto» aggiunse Kotaro. «E che lo ha
chiamato con il nome del quarto Hokage»
«Che sfacciataggine!»
commentò Hitoshi scuotendo la testa.
«Beh, lui è forte… se
suo figlio gli somiglierà, potrà portare degnamente
quel nome» Kotaro scrollò le spalle, e nella mente dei
due genin passò il ricordo del chakra rosso che ricopriva
Naruto, e il lampo che li aveva accecati e aveva fatto vibrare la
barriera degli altri ninja.
«Tsk. Comunque non sarà
mai al livello del quarto Hokage» insisté Hitoshi. «Non
hanno nulla da spartire quelle due famiglie»
«Una» lo corresse Jin
distrattamente.
«Come?»
«Una famiglia»
«Che diavolo vuoi dire?»
Il figlio dell’Hokage fissò il
piccolo Uchiha con espressione serena. «Mi stupisce che tu non
lo sappia… Naruto Uzumaki è il figlio del quarto Hokage. E
quindi Minato Uzumaki è il nipote di Minato Namikaze, ovvero
il quarto Hokage»
Le mandibole di Kotaro e Hitoshi
toccarono terra.
«Che cosa?!»
esclamarono insieme, stupefatti.
«E tu come lo sai?» alitò
il piccolo Uchiha. «Come fai ad esserne sicuro?»
«Il sesto Hokage dimentica spesso
le chiavi dell’archivio segreto della Foglia sulla mensola del
bagno, accanto a quei suoi strani libri…» Jin si strinse
nelle spalle. «Ogni tanto vado là dentro e do
un’occhiata. Ci sono tante cose interessanti, sapete?»
Ma Kotaro e Hitoshi erano troppo
sbalorditi per meravigliarsi della distrazione di Kakashi, e
continuavano a fissare Jin con gli occhi spalancati.
Quel buono a nulla del loro maestro,
che loro avevano creduto relativamente in gamba ma nulla di speciale
– se non quando impazziva – era il figlio dell’ultimo eroe
della Foglia?
Lui?
Non riuscivano a capire se la notizia
elevava improvvisamente Naruto o faceva precipitare Yondaime nella
loro stima, ma prima che raggiungessero un compromesso la porta della
stanza si aprì e Temari comparve sulla soglia.
«Niente urla qua dentro»
disse secca, riferendosi al “che cosa?!” che avevano
lanciato poco prima. «Ora andate, siete rimasti fin troppo»
«Ci dispiace» si scusò
Jin chinando il capo. «Togliamo subito il disturbo»
Temari assottigliò gli occhi e
li guardò sfilare finché non fu certa che fossero
usciti. A quel punto li seguì e richiuse la porta. In
corridoio c’era Shikamaru ad aspettarla.
«Sto io con lei» le disse.
«Tu vai pure a tormentare un po’ mio padre»
«Bah, almeno lì si fa un
po’ di conversazione…» borbottò lei. «Ci
vediamo dopo»
Prima che si allontanasse, Shikamaru la
afferrò per un polso e la trattenne.
«Andrà tutto bene»
le sussurrò all’orecchio. «Chiharu è in gamba,
ti assomiglia»
Temari esitò per un istante, e
poi si lasciò andare a un piccolo sorriso.
«Lo so» disse, e si
allontanò di umore leggermente migliore.
Dal fondo del corridoio, Kotaro, Jin e
Hitoshi se la svignarono pieni di imbarazzo: avevano assistito a una
scena che non avrebbero mai voluto vedere.
Agitati scesero le scale in fretta fino
ad arrivare al pianterreno, e solo lì tirarono un sospiro di
sollievo.
Jin si dissociò dalla gioia
degli altri due, e invece si trovò per un attimo a pensare ad
altro.
Una madre che si preoccupasse così
per lui… come doveva essere?
Forse l’avrebbe trovata
irritante, o forse no…
In ogni caso, se fosse rimasto bloccato
in un letto di ospedale, suo padre non avrebbe mai potuto restare con
lui troppo a lungo. Sicuramente ci sarebbero stati molti momenti che
avrebbe passato completamente solo…
Uno starnuto lo distolse dai suoi
pensieri.
Alzò lo sguardo insieme a Kotaro
e Hitoshi, e vide Baka Akeru che, più in là, discuteva
animatamente con un’infermiera e tirava su con il naso.
«Non ho il raffreddore!»
esclamò esasperato. «E non ho bisogno di nessuna visita
di controllo! Sono solo venuto a trovare una persona!»
«Ma sei così bagnato…»
insisté l’infermiera.
«Mi lasci passare!» sbottò
lui indignato.
Kotaro e Hitoshi ghignarono.
Nel profondo dei loro cuori erano
giunti a una conclusione: Akeru doveva essersi preso una bella cotta
per Chiharu.
Ma, chissà perché, il
pensiero non era affatto gradevole. E allora si limitavano a
gongolare della sua impossibilità di salire a vederla, senza
domandarsi nulla, e in quella particolare occasione decisero di
sfilare davanti a lui con lentezza esasperante e un ghigno sardonico.
Lui li vide, e immediatamente i suoi
occhi azzurri si strinsero per la rabbia. Poi, dopo essere passati su
loro due, scivolarono anche su Jin. E lì si tinsero d’odio
vero e proprio.
Il figlio dell’Hokage ricambiò
lo sguardo con uno disinteressato. Ma, un attimo prima di perdere il
contatto visivo, i suoi occhi si fecero per un attimo freddi.
Irritati.
Per tornare subito del solito blu
velluto, come niente fosse.
Inspiegabilmente, Akeru avvertì
un brivido.
Nel prossimo capitolo...
«Sapevo che ti avrei ritrovato
qui»
Kakashi riaprì gli occhi
bruscamente.
Per un attimo credette di aver sentito
male. Non era possibile. Non poteva essere…
«Non mi guardi neanche più?»
Lentamente, lentissimamente, si voltò.
E quando vide una giovane ninja dai
corti capelli castani e gli occhi blu, che lo fissava con un mezzo
ghigno e una mano sul fianco, perse la parola.
«Non mi avevano detto che eri
diventato muto» commentò lei con un piccolo sbuffo. «O
non mi riconosci? Beh, capisco che siano passati molti anni…»
Lui deglutì. «Natsumi…»
mormorò.
* * *
Spazio autore
La preview: per la serie, siamo vicini alla fine e i nodi si ingarbugliano ancora di più! Ve la ricordate ancora Natsumi?
Comunque, ho riletto i capitoli a venire e li ho trovati più
piacevoli del previsto! Soprattutto la parte finale del prossimo!
Ricordo che li ho scritti a settembre dell'anno scorso, al ritmo di uno
al giorno, terrorizzata dalla mia partenza per Bologna...
Ahh, alla fin fine è stato un bel periodo! Anche se un po' triste.
Ma immagino che non sia questo ciò che volete sentire da me! XD
Chiedo scusa, ma ho fregato tutti.
Lo scorso capitolo, francamente, non esisteva.
Poi ho avuto uno schizzo di malvagità e ho deciso di scriverlo
per movimentare un po' le acque... (ed è il motivo principale
del ritardo due capitoli fa!)
Chiedo scusa a tutti i lettori che hanno deciso di complimentarsi con il mio coraggio, ma fossi in voi starei in guardia...
Non ho detto che Chiharu è morta, ma nemmeno che sia fuori pericolo.
In linea di massima ricordate sempre questo principio: ogni personaggio ha una sua funzione.
Morirà solo una volta che l'avrà esaurita.
Chiedo ancora scusa a tutti coloro che mi avevano lodata per il coraggio.
Pensate positivo.
Ai miei contatti su messenger avevo assicurato che Haru era morta! XD
Una precisazione.
Mi prendo una pausa dal 19 luglio al primo settembre solo per quello che riguarda le longfic.
Ma c'è mezzo che compaiano sulla mia pagina personale delle one-shot, in questo periodo!
Se vi annoiate, sono lì! ^^
Scommesse sui morti
Shikamaru - 4 voti
Kakashi - 4 voti
Asuma - 3 voti
Tsuda junior - 3 voti
Temari - 2 voti (uno molto in forse)
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Ino - 1 voto
Sasuke - 1 voto
Un Uchiha - 1 voto
Hiashi - 1 voto
Naruto - 1 voto
Hinata - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Nessuno della Foglia - 3 voti
muccina89: in effetti si può dire che con questo capitolo io abbia detto: era tutto uno scherzo! XD Francamente mentre lo scrivevo non ero in vena di tristezze, anzi ridacchiavo come una matta... ma tant'è, così va il mondo! XD
Lily_90: ok. Ok, sono stata una
gran bastarda! Ma guarda il lato positivo... Chiharu è - per ora
- viva! Ciò detto, la mia parte di scrittrice si è molto
emozionata per il tuo commento. Sentire che hai sofferto è stato
molto lusinghiero per lei... Cerca di capirla, quella parte è
una sadica bastarda! Ora però le carte sono di nuovo sul tavolo.
Temari ha una remota possibilità di chiarirsi con Haru, e lei
potrebbe anche sopravvivere. Insomma, non hai finito di seguire le
vicende di quel minuscolo fagiolino che hai quasi visto nascere - quasi perché Sinners
era a rating arancio e certe cose le ho lasciate all'immaginazione! XD
Per il resto, presumo che tu sia rimasta discretamente delusa dallo
scarso spazio riservato a Shika e Tem in questo capitolo. Io la sono
rimasta. Quindi ho deciso di mettere mano ai prossimi e approfondire un
filino la loro psicologia... E' bello poter modificare così una
vecchia storia, perché le linee guida sono già segnate, e
tra te con i Nara e Cami con gli Hyuuga, riesco ad approfondire meglio
certi personaggi cui prima non facevo caso! XD
akane_val: ma salve, qual buon
vento? XD Allora, che devo dire? Che il tuo commento, come tanti altri
commenti malinconici, mi ha fatta ridere come una demente. Io sapevo
che vi stavo prendendo in giro, e quindi quell'infima parte di me che
ancora conserva un briciolo di umanità si sentiva in colpa, ma
la parte restante gongolava come un macaco davanti a un casco di
banane! XD Direi che in questo capitolo Konoha non
era in lutto per Chiharu, e che la faccenda non si è rivelata
poi così tragica... Certo, un coma è meglio di un
decesso, ma Chiharu non è fuori pericolo, e Temari ha ancora un
milione di faccende in sospeso con lei, e un senso di colpa opprimente.
Per quanto riguarda il controverso rapporto tra Sakura e il settimo
mini-Uchiha, sappi solo che la cosa non cadrà nel dimenticatoio,
ma avrà conseguenze - anche se, te lo dico subito, non ci
saranno chiacchierate con Sasuke. Mai dire a Sasuke "scusa, sai, ma per un attimo ho pensato di non voler far nascere tuo figlio!"
- Infine, la sorpresina che mi stai preparando... Cos'è,
cos'è? *_* Me curiosa! E non ti preoccupare se non la prepari
entro il 19: parto per le vacanze, ma mi porto dietro sia computer che
chiavetta internet! XD Ti pare che riuscirei a stare quasi un mese
senza scrivere e sentire gli amici di messenger? Ovviamente no!
1992: l-le sfere di Orochimaru...? Ma perché lui, perché?! Credo che questa sia la cosa più macabra
che ti abbia mai sentito dire, tra tutte le stronzate! XD Devo
purtroppo deluderti riguardo l'aggiornamento della storia: quasi
sicuramente non la finisco entro l'11, perché secondo i miei
calcoli in quella data avrò pubblicato al massimo il capitolo
35, e dunque perderai gli ultimi due! Che forse sono i migliori,
ovviamente! XD Mi spiace, ma davvero, se dovessi accelerare morirei...!
Anche perché ho in ballo un paio di contest e devo darmi da fare
a scrivere in tempo le fanfiction! Comunque, sono contenta che ti sia
"piaciuta" la parte angst dello scorso capitolo, ma soprattutto quella
comica! XD Ci tenevo particolarmente, lo confesso, anche se strideva
nettamente con il resto della storia! Per quanto riguarda le tue
congetture sulla morte di Sasuke, non credo davvero che tu vogla una
risposta... -.- E riguardo a Tsuda jr e compare: "sono andati in giro per il mondo e sono annegati in un lago dopo essere inciampati
in un sasso". XD
arwen5786: sì, Cami, certo. Se avessi scritto la fic in
questo periodo non avrei ucciso Haru! ...Veramente è il
contrario! XD Un anno fa lo scorso capitolo non esisteva, e l'ho creato
apposta per voi utenti di efp! Ciò dimostra che la
malvagità è come l'amore: non può che crescere! <3 Dai, guarda il lato positivo: non
è stato un capitolo lacrimoso, anzi! E nel prossimo, arriva
Neji! Su, dillo che sei felice! Tra parentesi... vorrei ricordarti
queste tue esatte parole: se salvi Haru sono disposta a leggere ShikaIno e SasuIno. Me ne ricorderò.
lale16: mi spiace di aver
"sprecato" le tue preziose lacrime, ma Haru è ahinoi ancora
viva! XD E dunque le reazioni dei compagni sono molto mitigate dal
"semplice" coma!
Kira33: innanzitutto sappi che
leggere che ti sei svegliata pensando a Haru è fonte di
grandissimo orgoglio per me! Anche la prima recensione non era
così priva di senso - amo lo shock <3 - ma la seconda mi ha
resa davvero felice! Tra l'altro posso anche rispondere alla tua
domanda. Perché Chiharu?:
dovessi ucciderla, lo farei perchè è una Mary Sue, e le
Mary Sue nelle storie vincono sempre o muoiono eroicamente. E l'unico
modo per nobilitare davvero una Mary Sue è farla morire come un
personaggio qualunque, dal mio punto di vista. Senza contare che devo
pur difendere la mia fama da "ninja più imprevedibile del
villaggio di efp!" XD Ora veniamo all'ultimo dei Mohic... ehm, degli
Uchiha. Oh poverino, devo proprio ucciderlo? ò.ò E dire
che io gli ho già creato una faccia, nella mia testolina... e
adorabili capelli rosa! Sasuke
deve per forza soffrire, povera stella? Non basta che io lo ridicolizzi
ad ogni capitolo? XD Dai, spero che questa volta andrai a dormire un
po' più serena... e ti sveglierai pensando a belle cose!
Maobh: guarda. Avessi scritto
la storia oggi, Haru sarebbe morta nello scorso capitolo. E proprio
perché le Mary Sue non muoiono mai! XD Comunque ho i miei assi
nella manica, ancora per qualche pagina... non tutto è definito!
Leggendo tutte le possibilità di resurrezione che elenchi mi
sono fatta quattro risate! La soluzione era molto più semplice! Errore umano. XD
Ora un brevissimo OT: we have a problem! Causa improvvisi problemi con
il padrone di casa, mi sto trasferendo... e dunque ho le giornate un
tantinello impegnate. Se rinviassimo il nostro meeting a settembre per
te sarebbe un problema? Credo che faccia abbastanza caldo da
permetterci ancora un gelato da Gianni! XD
Killkenny: morire se frego te,
eh... XD Non hai pensato neanche per un attimo che avrei potuto
cambiare l'intero finale, vero? Comunque, ho una domandina da farti!
Voci non confermate mi dicono che forse tu recensivi sul vecchio
FFFever, è vero? La mia è pura e semplice
curiosità, non ho secondi fini vostro onore! XD
slice: le mie meschine intenzioni! XD E poi! Alla fine non ho indirizzato la mia malvagità-mica-tanto-latente nemmeno su Chiharu... sono una tenerona, in fondo! (Naaah...) Ovviamente, prima della fine tutto può ancora succedere...
Serrua_chan: tranquilla, non ho
nessuna "lista nera" su cui annotare i nomi di chi non commenta!
Può capitare, non sempre c'è tempo, e i miei
aggiornamenti sono discretamente rapidi! Quindi risponderò al
tuo commento su entrambi i capitoli: ovviamente Naruto
continuerà a procreare. Insomma, un bel giorno lui e Sasuke si
troveranno a lottare per chi avrà la chioma più lunga,
vuoi che non combattano sul numero dei figli? E dopo il numero, vuoi
che non concorrano per la percentuale di maschi e di femmine? XD Il tuo
commento sulla scena JiraTsu mi ha resa molto felice, perché
tenevo parecchio a quei due. Trattare due personaggi così al di
là della mia comprensione è molto, molto difficile... Io
ho solo vent'anni e una vita priva di qualunque ostacolo, come faccio a
entrare nella testa di due che sono praticamente veterani di guerra, e
a rendere la profondità dei loro sentimenti senza farli sembrare
due Peter Pan? Come faccio a farli avvicinare ricordando che gli ormoni
vengono soffocati dai sentimenti, con loro, perché non
c'è più un certo tipo di desiderio, ma c'è la
volontà di stare insieme. E' stato piuttosto difficile calibrare
l'intensità delle emozioni e la disillusione dei loro anni, ma
confesso che alla fine il risultato non mi dispiace, anzi. Rimpiango
solo di non aver concesso ai due più spazio, nella storia...
Parlando dello scorso capitolo, niente fazzolettini, direi! Alla fine
Chiharu non è morta, e
i tuoi sogni HitoHaru hanno ancora qualche speranza! Oddio, fossi in te
non ci conterei più di tanto, contando i suddetti ragazzini, ma
puoi sempre cercare di corrompermi in qualche modo! Qualcuno è
riuscito a farmi scrivere stralci HitoHaru, ma non ti dico con che
fatica...! XD Dunque, se sono riuscita a stupire con la morte di Haru,
sono riuscita a farlo anche con la sua non-morte? XD
Sky_Shindou: tu sei una delle
persone con cui devo scusarmi. La desolazione del tuo commento è
una di quelle che mi ha fatta sentire davvero in colpa, perché
sapevo che il mio era solo uno scherzo di cattivo gusto. Ora,
all'interno della narrazione ci sta. Gli errori di questo tipo sono
plausibili in guerra, e di fatto non ho cambiato sostanzialmente la
trama. Ma so che ho fatto "sprecare" a qualcuno un certo numero di
lacrime, e di questo mi spiace molto. Spero che il sollievo basti a
compensarle! Tra l'altro, con Chiharu è successo esattamente
ciò che succede sempre quando muore qualcuno: tutti a dire "era tanto una brava persona...! Ogni tanto aveva i suoi momenti, ma era così bravo!"
XD E dire che questa volta era solo il personaggio di una fanfiction,
nemmeno tanto simpatico! Dovesse davvero morire Chiharu, comunque, hai
azzeccato il vero problema: cosa farà Naruto?
Urdi: non è che stai
impazzendo. E' che io non posso ragionevolmente mettere d'accordo
tutti! Insomma, non è detto che una cosa che fa ridere Pinco
faccia ridere anche Pallino. Così come io posso commuovermi come
una scema per Itachi e non versare mezza lacrima per Naruto e Jiraya -
non so se segui le scans, ma se non le segui spero di essere stata
abbastanza enigmatica... E' anche giusto che ci siano pareri del
genere, perché altrimenti inizierei a pensare che qualcosa non
va, e che semplicemente i difetti in ciò che scrivo siano tanti
da togliere la voglia di elencarli! XD Per assurdo, le fic con solo commenti entusiasti di solito sono le più vuote! Comunque, tornando al Peggior bla bla bla, Haru non è morta. Sono stata abbastanza stronza da limitarmi a illudervi che la fosse, ecco. Troppa cattiveria?
Ulixes: ok. Ok, ce la posso
fare. La prima parte della tua recensione mi ha mandata nel panico! Non
è che non riuscissi a leggerla, è che terribili memorie
scolastiche mi hanno assalita a tradimento, cose come "Paradiso-canto XXXIII" e "questo
è l'orale di maturità, prendiamo un argomento di ampio
respiro: stabiliamo un paragone tra la Divina Commedia dantesca e il De
Rerum Natura lucreziano". Ora, capisci che la tentazione di scagliare in aria il pc e gridare era forte. Molto forte. Poi, per fortuna, ho tenuto duro e constatato che a metà recensione ti sei rimesso a parlare come mangi,
e ho tirato davvero un gran sospiro di sollievo! Allora, prima di tutto
mi devo scusare. La morte di Chiharu era un vile inganno, per ora
è ancora sospesa sul filo del rasoio, e forse questo potrebbe
essere una delusione. Il capitolo magistrale con la sofferenza, le
reazioni, l'introspezione, eccetera, sarebbe stato davvero bello e
difficile da scrivere, ma non c'è stato. Non in questa sede.
Ciò nonostante mi piace pensare che sia stata la storia in
sé a piacerti - o così ho capito dal tuo commento - e che
la presunta morte di Chiharu fosse solo uno dei particolari che ti
hanno spinto a commentare. Francamente non so se potrebbe essere un
seguito del manga di Kishimoto... Quando l'ho scritta, ci stava pure;
ora, con gli ultimi sviluppi, credo che l'autore stesso inizi a
incontrare le prime difficoltà ad orientarsi, e dunque come
immaginare dove andrà a parare? XD Ma resta comunque una storia
plausibile all'interno del mondo di Naruto, o così penso, e
dunque non mi pento di averla scritta con le conoscenze che avevo
allora. Se resterà una "storia famosa" sarà solo il tempo
a dirlo (sì, so che sono molto altisonante! XD), ma io posso
garantire di averci messo il cuore. E so che nelle pietre miliari
di questo sito c'è tutto il cuore e l'impegno dei loro creatori,
dunque almeno una vaga possibilità ce l'ho. Ammesso che il turpe
voltafaccia di questo capitolo non precipiti l'intera storia nella
mediocrità! XD
kage_naru89: sì, è piuttosto evidente che tu sia sconvolta! XD E ora cosa mi scriverai? "Viva... sono sconvolta..."?
SuperEllen:
ahimé, mi sarebbe un po' difficile uccidere Jin! Conosco un paio
di persone che pretenderebbero la mia pelle per un atto simile... e
sono un paio di persone pericolose. Senza
contare che, a conti fatti, Haru è viva! Quindi non hai ragione
alcuna di prendertela con me! E, tra parentesi, gli Uchiha non
diventeranno mai immortali.
Hanno una loro utilità solo in funzione di personaggi angst, che
gusto ci sarebbe a non ucciderli mai? Ad ogni modo, ti ho dato la
dimostrazione tangibile che la speranza è l'ultima a morire!
Haru è viva! Non proprio vegeta, ma comunque viva... E dunque
niente capitolo strappalacrime con riflessioni e struggimenti, e balle
varie. Per quel che riguarda Sakura, la questione del settimo figlio
non morirà così, ma avrà ripercussioni. Solo, non
posso dirti quando! XD
bambi88: ti prego, ti prego, ti prego,
dimmi che lo scorso capitolo non ti ha depressa troppo! Dimmi che non
ha avuto niente a che fare con la tua vita negli scorsi giorni! Haru
è viva! Hai capito? E' viva! Il tuo personaggio preferito
è ancora tra noi! Ti prego, dimmi che mi perdoni! Avrei voluto
dirtelo via messenger, ma non potevo!
Ti prego, comprendimi... Doveva essere il grande colpo di scena! Non
potevo! ç_ç Ora non dedichi più la NaruIno a Haru,
vero? ç_ç
Yume_Tsuki: abito in uno
sperduto paesino della Val Camonica, con tante casette dal tetto rosso
e le pecore in giardino... Ovviamente sto mentendo. Ma non ti
darò mai i mezzi per cercarmi e linciarmi, debbo tutelarmi dai
lettori io! E comunque, Haru non è mica - ancora - morta! <3
gracy110: sono d'accordissimo
sui troppi morti. Ma direi che ormai ho assimilato la questione Jiraya
e pure quella Itachi - Sasuke che fa il coglione lenisce ogni dolore! -
e soprattutto che io non ho contribuito ad allungare l'elenco dei defunti! XD
Topy: ho riso mezzora con la tua recensione! XD Giuro, mi è piaciuta tantissimo!
izayoi007: ed è viva!
Sì, lo so, sono un essere malvagio. Ho continuato a dire che era
morta via messenger, e alla fine avevo già pronto il capitolo
con il suo "misero" coma... In compenso non dovrai venire a cercarmi
per farmi a pezzi! E mi spiace che tu abbia dovuto commentare tutti i
capitoli in botta... Davvero, non era necessario! é_è
maninja87: gli esami dovrebbero
essere andati bene. Quello che era fallito e poi non era fallito era
andato bene! XD Ma se lo avessi ridato avrei preso trenta, visto che
l'ho studiato di nuovo da capo, e ormai lo so perfettamente... Se poi
quel gentile GNOMO del
professore di storia si decidesse a pubblicare i risultati del compito,
sarei anche una donnina felice... Ma comunque, non divaghiamo! Avevi
un'inspiegabile speranza per Haru? Bene. Non era a vuoto! L'hai
trattata male nei commenti? Puoi fare ammenda ora! Mamma mia, che tono
marziale...! XD Comunque, niente lacrime e disperazione attorno alla
nostra Mary Sue preferita, e tutto ciò accade nel resto
dell'universo della fic troverà una sua soluzione, fidati. So
che sembra impossibile, ma è così. Ho solo una piccola
cosa da chiarire riguardo a ciò che dici nel commento: per me
scrivere è riposare.
L'estate non è il periodo in cui tiro il fiato dalla scrittura,
ma quello in cui poso i libri e mi appiccico al pc nonostante il caldo!
XD Per quel che riguarda la tua richiesta di regalo, potremmo avere
qualche piccolo problema... Dopo l'uscita di Itachi, ho perso le
speranze con Kishi. Immaginare ciò che ha intenzione di fare
è troppo complicato, e
non basterebbe una serie di cinque fanfiction per stargli dietro!
D'altronde ci piace proprio per questo, e mi sono resa conto che forse
preferisco chiudere la mente e godermi ciò che ci regala lui,
sperando di non soffrire troppo alla fine... Mi auguro solo che non
ragioni proprio esattamente come il fratello Seishi, che ha finito 666 Satan
in modo molto, ehm, ambiguo? Insoddisfacente? Tristino? I presupposti
di partenza delle sue serie sono paurosamente simili, ma Masashi tende
ad avere una capacità narratoria più marcata... Mah, chi
vivrà vedrà! Diciamo che per il tuo regalo sono
più propensa a una fic in cui Sasuke, per una volta, sia un
protagonista serio e fiero! XD Mi ci metto sotto!
Talpina Pensierosa: sì, io ti adoro!
Che bello, un vecchio lettore sorpreso è il massimo per questa
povera anima stanca! ç_ç Naturalmente, lo scorso capitolo
era solo un inserto fake che non ha modificato la storia! XD Da ora e
fino alla fine non cambierò più nulla, tranquilla!
sammy1987: ricomponiti, donna!
Haru c'è! A metà, ma c'è! XD Non ti dico se ci
sarà ancora sul finale, ma per ora è ferma immobile e non
si muove dal suo lettuccio bello! Diciamo che Temari ha ancora la sua
possibilità di spiegarsi...
DarkMartyx_93: non ti
preoccupare, il tono dimesso del commento mi ha immalinconita un po',
ma era solo il senso di colpa per la Grande Menzogna! XD Comunque
facevi bene a sperare, visto? Io per prima so che i veri "problemi" non
sarebbero con lei, ma con chi resta, e infatti tiro da sola un sospiro
di sollievo salvandola! Certo, non è ancora fuori pericolo, e le
mie parole potrebbero anche essere vili menzogne, ma intanto la
speranza è una buona cosa! ^_^ Divertita in vacanza?
Ino_Chan: a-ehm, parlavi di morte necessaria? XD Direi che anche con Chiharu viva non cambia molto! <3
Aya
|
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Capitolo 35 *** A proposito di Jin ***
Naruto2-35
A proposito di Jin
- Trentacinque -
Kakashi capiva fin
troppo bene che i
veri problemi non sorgevano prima o durante la battaglia, ma dopo.
Per preparare
i ninja che avevano
combattuto al confine aveva impiegato una decina di giorni, scrivendo
e cancellando nomi su una lista. Quando aveva affrontato il drappello
di ninja della Roccia che avevano attaccato Hinata si era fatto un
po’ male, sì, ma era riuscito in qualche modo a
salvare la
situazione, grazie anche a Naruto, in poche ore.
Adesso invece
era in Grossi Casini.
C’erano
gli Hyuuga nel caos, Naruto
che non aveva un tetto sulla testa, Tsunade che lo voleva fuori di
casa entro due giorni, la Sabbia che era entrata inspiegabilmente in
una crisi agraria di proporzioni enormi e tutti i morti della Foglia
che reclamavano vendetta. O così sostenevano i parenti,
perché
lui dalle bare non aveva sentito una voce. E, come ciliegina sulla
torta, c’era Chiharu Nara, rivelatasi ancora una volta
insperatamente utile, che dopo aver deciso di tornare ad essere
ninja, come gli aveva riferito Naruto, cadeva in coma.
Se Kakashi non
fosse stato
assolutamente certo della superiorità del caso sulla
consequenzialità, avrebbe quasi detto che era la
contropartita
della loro vittoria sulla Roccia.
Che bello
essere Hokage in quei
momenti.
Sospirò,
mentre, solo davanti
alla lapide degli eroi di Konoha, cercava un po’ di conforto
tra i
morti, lasciando che la pioggia inzuppasse gli abiti neri che aveva
indossato per il funerale.
Probabilmente
se Obito fosse stato vivo
gli avrebbe tirato un pugno e gli avrebbe ordinato di non perdere
tempo, ma di darsi da fare.
Obito…
lo aveva visto morire due
volte e seppellito una sola.
E continuava
tuttora a sentirsi
disperatamente in colpa.
Lesse il nome
di Tsunade, e un sorriso
gli stirò le labbra sotto la maschera. Era un errore sulla
lapide, ma lì sarebbe rimasto, perché era giusto
che
fosse inciso.
Poco
più su trovò nomi
noti, vecchi compagni, conoscenti, ninja che aveva solo sentito
nominare. Qualcuno della squadra Anbu, ninja semplici, gli Hokage,
Uchiha, Nara, Akimichi, Hyuuga… c’era anche il
nome di Hiashi, in
coda.
Solo lui
sapeva che mancava qualcuno.
E fu a quel
nome che pensò per
ultimo, con un senso di colpa ancora maggiore di quello che provava
per Obito.
Abbassò
le palpebre.
Chiese perdono
per la milionesima
volta.
Ma non ottenne
risposta.
«Sapevo
che ti avrei ritrovato
qui»
Kakashi
riaprì gli occhi
bruscamente.
Per un attimo
credette di aver sentito
male. Non era possibile. Non poteva essere…
«Non
mi guardi neanche più?»
Lentamente,
lentissimamente, si voltò.
E quando vide
una giovane ninja dai
corti capelli castani e gli occhi blu, che lo fissava con un mezzo
ghigno e una mano sul fianco, perse la parola.
«Non
mi avevano detto che eri
diventato muto» commentò lei con un piccolo
sbuffo. «O
non mi riconosci? Beh, capisco che siano passati molti
anni…»
Lui
deglutì. «Natsumi…»
mormorò.
«Ah,
ma allora ricordavi»
sorrise lei.
«Non
dovresti essere in missione
nel Paese della Pioggia?» chiese Kakashi pressante.
«E’
saltata la mia copertura»
rispose lei stringendosi nelle spalle. «Sono, come si suol
dire, scappata con la coda tra le gambe»
«Non
abbiamo ricevuto nessun
messaggio, nulla che…»
«Non
ho avuto tempo. Ehi, che
fine ha fatto il tuo spirito di osservazione? Sono appena arrivata,
non vedi che non faccio una doccia da almeno tre giorni e che darei
il mio braccio destro per un letto?»
Kakashi
abbassò lo sguardo dagli
occhi blu della kunoichi ai suoi abiti sporchi e strappati. Lei
sbuffò.
«Ah
già, finalmente posso
mettere questa» sembrò ricordarsi
all’improvviso, ed
estrasse dalla magra scollatura un coprifronte con il simbolo della
Foglia. Con evidente soddisfazione se lo legò in fronte.
«Allora? Come mi sta?» chiese. «Sono
invecchiata?»
«…Non
saprei» rispose
Kakashi ricomponendosi rapidamente.
Obbligò
il suo cuore a
rallentare, a non tradirlo, e cercò di sciogliere i muscoli
irrigiditi della schiena. Respirò a fondo senza farsi
notare.
Natsumi gli
lanciò un’occhiata
indagatrice. «Mi sembri nervoso, Kakashi. Non me lo aspettavo
dal nuovo Hokage» sorrise. «A proposito,
congratulazioni.
Anche se…» il sorriso si tramutò in un
ghigno. «La
sorpresa più grande è stata indubbiamente
un’altra.
Non hai idea di quante informazioni viaggino da un Paese
all’altro,
soprattutto se sono pettegolezzi… e ho sentito che il
piccolo Jin è
un bambino in gamba»
Il cuore di
Kakashi ebbe un sussulto.
No. No, doveva
stare calmo…
«Ha
gli occhi blu, vero?»
chiese lei in tono discorsivo. «E visto che i tuoi occhi sono
neri, devo dedurre che siano della mamma… ma i capelli sono
tuoi,
mi dicono. Peccato. Rossi sarebbero stati più belli, anche
se
su un maschio fanno meno effetto» il suo sorriso si fece
più
serio. «Dimmi, Kakashi…»
mormorò avvicinandosi,
con aria quasi minacciosa. «Gli occhi del piccolo Jin sono
forse come i miei?» si fermò a pochi centimetri da
lui.
«Hanno questa tonalità, o una simile?»
lo fissò.
«Guardali, Kakashi. Guardali e dimmi se li riconosci in tuo
figlio»
L’Hokage
rimase immobile per qualche
secondo. Poi abbassò le palpebre, accigliato.
Natsumi
sorrise, e fece un passo
indietro.
«Mi
basta questo» commentò.
«Anzi, no…» si corresse dopo un attimo,
all’improvviso
seria. «Dov’è la cara mamma? Dove hai
lasciato
Haruka?»
«Non
posso dirtelo»
A Kakashi
costò molto lasciar
uscire quelle parole dalla bocca. Gli fecero male.
Natsumi
sbuffò. «Uff…
L’ennesima missione super segreta?» chiese in tono
lamentoso.
«Ma non è possibile! Come puoi tollerare che la
donna
che ami stia lontana da te? Non sei un vero uomo! Sei
l’Hokage,
ordinale di tornare a casa!» sorrise con aria furba.
«Immagino
che ti manchi almeno quanto manca a me, anche se tu non sei sua
sorella… Ma, d’altronde, ci sono cose che non si
possono fare con
una sorella. Come un piccolo Jin»
Smettila!, avrebbe voluto
gridarle. Smetti
di torturarmi, smetti di parlarmi di lei!
Ma non poteva.
Non poteva dire a
Natsumi la verità, non poteva dirle che sua sorella era già
morta
da tanto tempo…
da anni…
e che lui…
«Va
bene, ho capito!»
sbottò lei all’improvviso, interrompendo il flusso
dei suoi
pensieri. «Non vuoi dirmelo! Sei perfido, Kakashi»
gli
mostrò la lingua. «Io non sono ancora adulta nel
vero
senso del termine, quindi per oggi lascio perdere perché
sono
stanca, ma da domani tornerò alla carica finché
non ti
avrò fatto parlare! Preparati!»
Kakashi le
lanciò un’occhiata
neutra, ringraziando la maschera che portava sul viso.
Guardandola, e
stentando a riconoscere
la ragazzina che aveva incontrato alla Pioggia, si rese conto che il
tempo ultimamente aveva accelerato bruscamente. Anche lui ormai aveva
quarantasette anni, e si avvicinava inesorabilmente alla vecchiaia.
Anche quel Naruto che aveva visto nascere ora cresceva figli
suoi…
il tempo andava avanti, scorreva, e nessuno ne era immune…
Nessuno,
tranne i morti.
«E
con questo silenzio che la
dice lunga su quanto io sembri invecchiata, me ne andrò a
fare
la tanto desiderata doccia» sbuffò Natsumi.
«In
questi anni sei diventato parecchio distratto, lo sai
Kakashi?»
Lui le rivolse
un mezzo sorriso sotto
la maschera. Lei inarcò un sopracciglio.
«Stai
sorridendo?» chiese
perplessa. «E levati quella roba, che non si capisce mai cosa
pensi»
«La
tengo apposta» ribatté
lui piano, e le parole che Haruka tanto spesso gli ripeteva, parole
molto simili a quelle di Natsumi, tornarono pungenti alla sua
memoria.
«Come
vuoi… allora inizio a
braccarti da domani» fece Natsumi con un cenno vago.
«Ah
sì, dovrò andare a trovare anche il tuo
gruppo… mi
pare abbiano prolificato anche loro! Dev’essere un virus!
Buona
giornata»
E con un
ultimo sorriso e l’accenno
di un inchino, scomparve in uno sbuffo di fumo.
Kakashi si
ritrovò di nuovo
solo, confuso e inquieto.
Natsumi era
tornata.
E con lei
tutta una serie di pensieri
che aveva nascosto per anni e anni anche a sé stesso.
E
Jin… come avrebbe reagito alla sua
comparsa? Forse avrebbe dovuto chiarire le cose con lui prima che lei
facesse danni…
Ma era
così difficile…
Ancora
più difficile che
sistemare i guai di un dopo battaglia.
Sospirò,
e si passò una
mano sul viso, sentendo sotto le dita la stoffa scura.
La maschera.
La portava da
sempre, fin da bambino, e
la toglieva solamente quando era completamente nudo. Persino per
mangiare si limitava a scostarla.
Al mondo
esistevano solo due donne che
potevano dire di aver visto il suo volto con calma.
E una di loro
era la madre di Jin.
*
Natsumi
dovette frugare nella terra dei
vasi davanti all’ingresso per almeno mezzora prima di trovare
le
chiavi di casa. Arrugginite e sporche, alla fine riuscì a
stringerle in mano, e decise di pulirle sugli abiti, che tanto erano
già da buttare. La maglietta avrebbe anche potuto essere
lavata, le piaceva abbastanza, ma aveva uno strappo sulla spalla che
si era fatta buttandosi in quella scarpata coperta di rovi, e lei non
era assolutamente in grado di ripararla.
Una ninja,
letale con uno spillone ma
anche con un peluche, che non sapeva nemmeno rammendare un calzino.
Che pena.
Sorrise di
sé stessa,
scavalcando i resti dei vasi che aveva frantumato per cercare le
chiavi. Le erbacce che da anni avevano soppiantato i gerani
sembravano lanciarle occhiate d’accusa, con le radici al
vento.
«Scusate,
belle» disse
Natsumi senza ombra di rimorso.
Scrollò
le chiavi dalle ultime
tracce di terriccio e le inserì nella serratura della porta.
Per fortuna giravano.
«Vediamo
un po’ questo luogo
oscuro…» mormorò aprendo con cautela.
La casa era
una piccola villetta color
terra tra altre due molto simili. Aveva un minuscolo giardino incolto
sul davanti, e le persiane sprangate da anni e anni.
Natsumi non ci
era mai entrata. Non che
ricordasse, almeno.
Le avevano
detto che era nata lì,
che vi aveva trascorso il primo anno della sua vita, ma era stata
troppo piccola per serbare memoria di un periodo tanto lontano.
Entrando
trattenne il respiro.
Quella era la
casa dei genitori che non
ricordava.
La casa in cui
aveva vissuto sua
sorella.
Però…
che strano.
Mentre i suoi
occhi si abituavano
all’oscurità e distinguevano i mobili del salotto
coperti da
teli chiari, passò una mano sulla mensola accanto
all’ingresso. Sui polpastrelli delle dita rimase uno spesso
strato
di polvere.
Haruka era via
da tanto tempo?
Sospirò,
esasperata. Kakashi era
un uomo troppo ligio al dovere… avrebbe dovuto essere
egoista ogni
tanto. Se non per sé stesso, almeno per suo figlio: quel
bambino aveva il diritto di passare del tempo con sua madre.
Ah
già. Chissà se c’era
l’acqua.
Ma prima di
pensare alla doccia doveva
far prendere aria alle stanze.
Mentre si
muoveva a tentoni cercando di
non urtare i mobili, i suoi pensieri, inevitabilmente, divagarono.
Kakashi…
Erano passati
quattordici anni
dall’ultima volta che l’aveva visto, e, le rare
volte che aveva
dovuto mandare dispacci alla Foglia dopo la sua nomina a Hokage,
comunque non aveva potuto ricevere risposte.
“E’
passato così tanto?”
si chiese realizzandolo con orrore. “Dio mio…
Dobbiamo essere
proprio invecchiati, tutti e due. Forse dovrei procurarmi anche io
una maschera, tanto per nascondere le rughe”
Sospirò,
e sorrise appena,
malinconica.
Quattordici
anni.
Buffo.
La gente
diceva che il tempo cancella
ogni cosa…
Ma a quanto
pareva, la sua ‘cotta
adolescenziale’, come l’aveva classificata allora,
non era ancora
passata.
*
La residenza
principale degli Hyuuga
era un’arnia in fermento.
Silenziosa e
immobile se vista
dall’esterno, traboccante di vita e movimento
all’interno.
Hiashi Hyuuga,
il capoclan, era morto.
Da giorni, a
quanto pareva.
Più
o meno due secondi dopo il
cordoglio erano nate le recriminazioni e le accuse, alle guardie che
non lo avevano sorvegliato, alle cameriere che non avevano notato
nulla, ai parenti stretti che non erano stati in grado di capire.
Altri cinque
secondi e l’odio si era
trasformato in ferma decisione a diventare il nuovo capoclan.
C’erano
almeno una decina di persone
che, per un motivo o per l’altro, potevano accampare quel
diritto,
e nessuna di loro era disposta a cedere ora che si presentava
un’occasione tanto ghiotta.
Dalla parte
della casata principale
qualcuno aveva suggerito che Hinata prendesse le redini del comando
in quanto figlia maggiore; l’ipotesi era stata subito
scartata non
appena i consiglieri anziani avevano ricordato con chi era sposata e
in che rapporti questa persona era con Hiashi. Allora qualcuno aveva
tirato fuori Hanabi e suo marito, sicuramente coloro che si
presentavano meglio per quel ruolo; ma anche la controparte maschile
della secondogenita di Hiashi non incuteva molta fiducia, e dunque
qualcuno storceva il naso davanti alla loro candidatura. Subito
dietro venivano cugini e parenti acquisiti che improvvisamente
giuravano di essere stati i migliori amici del defunto capoclan e di
aver sentito dalla sua voce che li voleva come suoi successori, ma
loro non venivano presi seriamente in considerazione.
E poi
c’era la casata cadetta.
Riunita in
massa nell’affermare che
Neji Hyuuga era l’unico in grado di sostituire Hiashi, e nel
ricordare a tutti quanto fossero stati legati zio e nipote negli
ultimi tempi.
C’erano
state discussioni a non
finire, riunioni, piccole campagne elettorali da un’ala
all’altra
della residenza.
Molti
premevano per avere un nuovo capo
ufficiale entro i funerali, ma presto era diventato evidente che non
avrebbero raggiunto un accordo in tempo. Alla fine avevano optato per
un compromesso, ovvero l’elezione di un capoclan temporaneo
che
presenziasse ai funerali, e la successiva richiesta
all’Hokage di
intervenire personalmente e decretare il vero successore di Hiashi
Hyuuga.
Si erano
allora svolte delle brevi
elezioni formali, in cui si erano riuniti i dieci rappresentanti
più
importanti della casata principale e i cinque della casata cadetta.
La casata principale era convinta di uscire vincitrice dallo scontro,
con almeno uno dei suoi candidati, ma sorprendentemente –
neanche
tanto, in realtà – là dove loro avevano
finito per
dividersi tra quattro aspiranti diversi, la casata cadetta era
rimasta compatta e aveva dato tutti i suoi cinque voti a Neji.
Era stata una
vittoria schiacciante,
alla quale erano seguite ovvie polemiche. Ma i funerali erano
imminenti, il clan aveva bisogno di un capo di rappresentanza, e
così
alla fine la casata principale aveva dovuto attenersi al piano di
partenza e nominare Neji capo provvisorio.
Naturalmente
ai funerali l’aria era
stata satura di tensione nel gruppo degli Hyuuga, e non solo
perché
si trovavano davanti alla bara del loro assassinato ex-capo, ma anche
perché Hanabi dietro a Neji continuava a lanciare occhiate
roventi al cugino.
Lui si era
comportato in maniera
impeccabile.
Compassato,
dignitoso, aveva ignorato i
sussurri alle sue spalle e mostrato il giusto cordoglio. Aveva
riaffermato per l’ennesima volta l’innocenza del
clan davanti
agli avvenimenti dei giorni precedenti e la ferma convinzione che
nessuno dei suoi parenti avrebbe mai potuto tradire il villaggio, e
alla fine si era anche scusato per i disagi causati dalla negligenza
delle loro guardie nel sorvegliare e proteggere Hiashi.
E, subito dopo
il funerale, tra
l’indignazione della casata principale, era andato da Sasuke
per
chiedere il rilascio dei membri del clan che erano stati trattenuti
dopo il combattimento a casa di Naruto.
Ora, seduto su
una morbida poltroncina
rivestita di cuoio nell’ufficio del capo della polizia,
attendeva
pazientemente.
La stanza non
era molto grande, ma ben
arredata. Per terra si stendeva uno spesso tappeto che attutiva il
rumore dei passi, sopra il quale posavano una scrivania di mogano
lucido e due poltroncine. Alle pareti c’erano scaffali
coperti di
libri, fotografie e onorificenze ricevute nel corso degli anni dal
corpo della polizia, e, dietro la sedia dallo schienale alto del
capo, una grande finestra che dava sul cortile interno, coperto di
ghiaia e ben curato. Una finestra con vetri a specchio, ovviamente.
Dopo almeno
dieci minuti di attesa,
Neji prese a tamburellare con le dita sul bracciolo della poltrona,
facendo vagare gli occhi sui documenti che coprivano il piano di
lavoro lucido.
Anche Sasuke
sembrava avere le sue
belle grane. E la quantità di lavoro che doveva ancora
sbrigare era inquietantemente simile a quella di Kakashi.
Lo Hyuuga
sorrise. E dire che una volta
la loro maggiore preoccupazione era essere l’uno
più forte
dell’altro, e poi entrambi più forti di Naruto.
Mentre
involontariamente i suoi
pensieri prendevano la via del passato, la porta dell’ufficio
finalmente si aprì, e Sasuke fece il suo ingresso.
«Scusa
l’attesa» si
affrettò a dire attraversando rapido il tappeto. Neji,
alzatosi in piedi, chinò brevemente il capo.
«Dovevo
decidere come punire la retroguardia che si è fatta
addormentare prima dell’attacco al
villaggio…» borbottò
l’Uchiha aggirando la scrivania e lasciandosi cadere sulla
poltrona. Neji, risedendosi, notò che indossava ancora gli
abiti da lutto del funerale di quella mattina. «Kakashi sta
smaltendo il lavoro piazzandolo sulle spalle di tutti… come
se noi
non avessimo già i nostri problemi!»
sbuffò
passandosi una mano sul viso. «Allora» riprese dopo
un
attimo di pausa, in tono più professionale.
«Immagino tu
sia qua per il dossier sull’omicidio di Hiashi
Hyuuga»
Neji rimase
spiazzato per un istante.
«Veramente ero qua per gli uomini del mio clan» lo
corresse piano. «Però, già che ci
siamo…»
Sasuke
inarcò le sopracciglia
scure. «Vuoi dirmi che appena finito il funerale non ti hanno
tolto la carica di capoclan provvisorio?» domandò
con un
ghigno ironico. «Mi aspettavo che ti assalissero dietro la
porta»
«Non
ho dato loro il tempo»
ribatté Neji. «Ma parlavi di un
dossier… cioè?»
«Tieni»
Sasuke prese una
spessa cartella che era posata sulla scrivania e gliela
gettò
sulle gambe. «Se vuoi ti faccio un rapido riassunto di quello
che c’è scritto» offrì.
«Sarebbe
utile, grazie…»
mormorò lo Hyuuga sfogliando le pagine coperte di una
scrittura fitta e minuta.
«Ricordi
l’intruso che era
penetrato nel villaggio qualche tempo fa? Quello che aveva preso il
posto della domestica di Naruto?» chiese l’Uchiha,
e Neji
annuì. «La sera della scomparsa della ragazza,
Hiashi
era stato da Hinata, ed era stato l’ultimo a parlare con la
domestica. Quando l’abbiamo interrogato ha assicurato di
essere
stato accompagnato alla porta e di aver lasciato la ragazza senza
degnarla di uno sguardo, ma le nostre indagini sono arrivate ad
altro. Confesso che buona parte di ciò che
c’è
scritto in quel dossier è frutto di supposizioni impossibili
da provare ora che la spia è morta, ma sono sicuro quasi al
cento per cento che sia tutto giusto. Quella sera l’intruso,
che
allora aveva le sembianze della domestica, ha ucciso Hiashi e preso
il suo posto. Credo che abbia passato mesi a studiarlo, anche in
privato, per sapere esattamente come comportarsi, e infatti non ha
sollevato sospetti fintanto che non è entrato in azione,
riuscendo anche a evitare il riconoscimento per mezzo del byakugan.
Ma l’altro giorno, a casa di Naruto, il suo comportamento ha
iniziato ad apparire strano agli uomini del tuo clan, che hanno
iniziato a non eseguire i suoi ordini. Lui in quel momento non aveva
più bisogno della copertura, sicuro com’era della
vittoria,
e non si è curato di sembrare il vero Hiashi. Il resto,
dall’arrivo di Naruto a quello che è successo
poi… beh, lo
sai, credo. La notizia non è stata divulgata, ma suppongo
che
tu ne sia al corrente»
Neji
annuì, accigliato. Richiuse
il dossier e se lo posò in grembo, tornando a guardare
Sasuke.
«Gli uomini del clan Hyuuga sono abituati ad obbedire agli
ordini del capoclan» disse. «Fintanto che erano
convinti
di seguire le direttive di padron Hiashi, sono stati soltanto meri
esecutori. E poi, quando hanno iniziato a dubitare, si sono tirati
indietro. Non credo che possano essere considerati traditori»
«No,
infatti» assentì
Sasuke. «A dire il vero sembrano costernati, attualmente, e
qualcuno è in stato di shock. Affermano di essere stati
sbalorditi dall’apparente tradimento di Hiashi, e qualcuno
è
addirittura stato felice quando ha scoperto
che seguiva gli
ordini di una spia, e che il capoclan non era impazzito. Ad ogni
modo…» frugò tra le carte sulla
scrivania. «Qui,
da qualche parte, ho l’ordine di scarcerazione per loro.
Viene
direttamente da Kakashi e dagli anziani, e mi serve solo una firma
del capocl… cioè, una tua firma per lasciarli
sotto la
vostra custodia. Poi sarete voi a decidere cosa farne. Ah,
ecco»
finalmente sembrò trovare il documento che cercava, e, dopo
aver sistemato un angolo leggermente piegato, lo tese a Neji.
«Lì,
metti una firma sotto la mia e quella di Kakashi»
Neji diede una
rapida occhiata al
documento, e poi firmò.
«E’
tutto?» chiese a
Sasuke.
«Sì.
Vieni; ti accompagno
alle celle, così puoi portare subito a casa i tuoi
uomini…»
rispose lui alzandosi in piedi. «A proposito. Ho sentito che
la
decisione finale sul capoclan degli Hyuuga è in mano a
Kakashi. Pensi che ti lascerà sulla poltrona più
alta?»
«Qualunque
cosa faccia, sarà
per il bene del clan, e io lo appoggerò» rispose
Neji
impassibile.
L’Uchiha
ghignò. «Mi sa
che sei piuttosto convinto di restarci, eh?»
commentò.
Neji si
accigliò, mascherando il
leggero imbarazzo con un colpo di tosse, e così facendo
mancò
l’arrivo ancheggiante di Fay, l’unica donna nella
squadra
speciale di Sasuke.
«Salve
capo» salutò
lei strizzando l’occhio a Neji, che la fissò
perplesso. «Le
ho portato l’elenco che cercava»
Per lei
l’uniforme era un’optional.
Fasciata in un attillato abito nero lungo fino al ginocchio e stretto
in vita da una spessa cintura di coccodrillo, giocherellava con il
pendente di smeraldo che cadeva dritto dritto nella generosa
scollatura. I neri capelli ricci ricadevano sulle spalle fino a
confondersi con la stoffa del vestito, e gli occhi verdi continuavano
a saettare sullo Hyuuga.
«Ah,
le nuove opzioni…»
borbottò Sasuke corrucciato.
Quando era
tornato dalla battaglia al
confine aveva gentilmente suggerito a Reiki, il membro più
anziano della sua squadra, di fare richiesta per la pensione. Lui
aveva accettato di buon grado, confessando che da qualche tempo il
lavoro si era fatto pesante, ma ora Sasuke doveva trovare qualcuno
con cui sostituirlo. Possibilmente un uomo che avesse altrettanta
esperienza. E così aveva chiesto a Fay di stilare un elenco
dei possibili candidati – incredibile a dirsi, quella donna
non
aveva solo un corpo, ma anche un cervello – e di portarglielo
il
prima possibile.
“Accidenti…
saranno cinquanta
pagine” constatò con un gemito interiore.
Alzò lo
sguardo su Neji, e poi fissò Fay.
«Neji,
scusa, al momento sono un
po’ impegnato» esordì. «Prendi
il documento con
le firme e fatti accompagnare da Fay fino alle celle, per favore. Noi
dobbiamo salutarci qui. Fay, per te è un
problema?»
La donna gli
rivolse un sorriso
smagliante.
«Certo
che no, capo»
esclamò per poi rivolgere un’occhiata carezzevole
a Neji.
Gli tese una mano dalla manicure perfetta e le unghie di un rosso
intenso. «Piacere, Fay. Neji Hyuuga, non è
così?
Ho sentito molto parlare di lei… beh, chi non ne ha sentito
parlare?» rise, con una risata sicura e niente affatto
sciocca,
e tuttavia per certi versi inquietante. «Mi segua, per
favore»
aggiunse dopo che lo Hyuuga le ebbe stretto la mano.
Prima di
allontanarsi dietro al rumore
secco dei suoi tacchi, Neji lanciò un’ultima
occhiata
incerta a Sasuke, ma lui era già immerso profondamente nella
lettura del suo plico. Lo Hyuuga, con un velo d’ansia negli
occhi,
si incamminò diretto alle celle…
*
Baka Akeru non
era mai stato un tipo
coraggioso.
Era piuttosto
intelligente, aveva
talento come ninja, imparava in fretta, ma cercava sempre, prima di
tutto, di non correre rischi inutili. Il che sarebbe anche stato
positivo, se per lui la voce ‘rischi inutili’ non
fosse stata
comprensiva di qualunque cosa che potesse anche solo danneggiarlo
lievemente.
Di solito era
un tipo prudente. Non
cercava la rissa se non lo mandavano fuori dai gangheri, ma si
limitava a stracciare l’occasionale avversario con la propria
superiorità intellettuale – o così
amava definire la
lingua tagliente e l’insolita abilità
nell’individuare i
punti deboli del nemico. E gli unici in grado di mandarlo fuori dai
gangheri erano i tre membri del gruppo sette e il figlio
dell’Hokage.
Ora, il suo
odio per Jin Hatake era
noto anche a chi non conosceva nessuno dei due, così come i
suoi disperati quanto vani tentativi di mostrarsi superiore a lui, ed
era risaputo che ogni volta che si incontravano scoccavano scintille.
Akeru non
andava spesso in cerca di
Jin. Ogni tanto, dopo un allenamento secondo lui particolarmente
fruttuoso, si imbarcava nella folle impresa di sfidarlo al riparo di
occhi indiscreti, e puntualmente veniva sconfitto su tutta la linea.
L’ultima
volta che avevano combattuto
in quel modo risaliva a mesi prima, quando erano ancora allievi
dell’Accademia ninja, e lo scontro era finito nel solito
modo: con
Akeru a terra e Jin che se ne andava senza neanche un graffio.
Solo che lui,
lo sconfitto, non era
riuscito a tenere la bocca chiusa. E, anche se all’inizio non
ci
aveva fatto molto caso, con il tempo si era accorto che qualcosa era
cambiato nell’atteggiamento di Jin, dopo quella sua uscita.
Prima
c’era stata indifferenza.
Fastidio. Insofferenza.
Ora
c’era una vena di rancore. Vero
rancore.
Akeru era
insolitamente abile
nell’individuare i punti deboli dell’avversario.
Non doveva
neanche pensarci, che le parole uscivano da sole dalla sua bocca e
colpivano là dove faceva più male, incidendo a
fuoco
una ferita che non poteva rimarginarsi con una benda.
Durante la sua
ultima sfida con Jin,
era riuscito per la prima volta a farlo arrabbiare.
Nessuno aveva
mai visto Jin Hatake
alterato; qualcuno diceva che era un bambino strano e apatico, che
non aveva sentimenti; ma Akeru lo aveva fatto arrabbiare.
Aveva visto
quei suoi occhi blu come
velluto ribollire d’ira non repressa, aveva visto la sua
mascella
indurirsi e aveva sentito le ossa della sua mano scricchiolare.
Era stato il
pugno più forte che
avesse ricevuto in vita sua. Aveva fatto male per almeno due
settimane, prima di sistemarsi. E i segni erano rimasti molto
più
a lungo, fino al diploma dell’Accademia.
Ovviamente lui
non aveva detto a
nessuno come se li era procurati.
Ora,
però, erano cambiate un po’
di cose, almeno dalla sua parte. C’erano stati avvenimenti
che
Akeru pensava avessero avuto un certo influsso su di lui.
E quindi si
buttava dritto verso il
suicidio.
“No,
dai, non mettiamola così”
si disse nervosamente. “Non è detto che me le
prenda per
forza… In fondo voglio solo parlare. Giusto?”
Si torse le
mani sudate, seduto
rigidamente su una delle panchine del parco. Nella buca della sabbia
i bambini giocavano felici, ora che la terribile ragazzina che li
terrorizzava sembrava scomparsa, e il sole faceva finalmente capolino
tra le nubi, dopo che quella mattina, al termine di almeno trentasei
ore di pioggia ininterrotta, l’acqua aveva smesso di cadere.
Faceva
anche caldo.
Akeru
inspirò a fondo.
“Beh.
Non è detto che venga”
rimuginò, inspiegabilmente confortato. “Magari ha
un
impegno. Una missione”
Poi
avvertì un brivido gelido.
Alle sue
spalle c’era qualcuno.
«Quando
ho visto questo, mi sono
detto: che
stronzata»
mormorò una voce fredda,
subito dietro la panchina. Akeru sentì il rumore di carta
strappata, e poi, con un notevole sforzo di immaginazione, il fruscio
che fecero i frammenti toccando il suolo.
Deglutì.
«Però
sei venuto» si
costrinse a dire, cercando di mantenere un tono neutro e ritrovandosi
con una vocetta stridula e irriconoscibile.
«Cosa
vuoi?» chiese duro
Jin.
Akeru dovette
racimolare tutto il suo
coraggio per alzarsi in piedi e girarsi a fronteggiarlo. La panchina
che li separava gli sembrò improvvisamente qualcosa di
meraviglioso.
Il figlio
dell’Hokage era fermo
dall’altra parte, le piccole mani lungo i fianchi e quegli
occhi
blu, rancorosi, che non sembravano affatto appartenere a un bambino
di soli sette anni, puntati su di lui. Lo fissava, in irritata
attesa, e sembrava che attorno alle sue spalle ci fosse un leggero
strato di elettricità statica.
«Ecco,
sì, ehm…»
iniziò Stupido schiarendosi la voce. «Ricordi
quella
piccola sfida che abbiamo fatto all’Accademia?»
chiese, in
tono discorsivo.
Gli occhi di
Jin lampeggiarono. «Quella
in cui mi hai tanto gentilmente parlato di mia madre?»
sibilò,
e questa volta la minaccia fu tangibile nell’aria.
«Non ti
avevo già spaccato la mandibola per questo? Ne vuoi
ancora?»
«Era
solo slogata!»
protestò Akeru indignato. «Ma non sono qui per
questo.
Io volevo… ecco, beh, sai tutto quello che ho detto,
no?»
«Potrei
ripetertelo parola per
parola…» Jin strinse gli occhi.
«Sì,
ehm… che memoria.
Comunque» inspirò a fondo. «Non era
vero»
Jin si
accigliò, scettico.
«Me
lo sono inventato»
continuò Akeru rapidamente. «Sì, tutta
la storia
che lei era… una di quelle donne che passeggiano eleganti,
ehm, e
che tuo padre era ubriaco… che tutti lo sapevano al
villaggio…»
“Non
ripeterglielo, e che cavolo!
Vuoi morire?” si disse disperato, mentre la sua bocca
continuava da
sola.
«Sì,
insomma, quello. Non
era vero. Nessuno sa chi sia tua madre» riassunse in poche
parole.
Jin
continuò a fissarlo.
«Hai
paura di me?» chiese a
un tratto.
«Certo
che no!» sbottò
indignato Stupido.
“Certo
che sì!” gridò
la sua testa, notevolmente più razionale.
«Non
me lo stai dicendo solo
perché hai paura?» insisté Jin.
«Non è
che quello che hai detto è vero, però tu non vuoi
rischiare…»
«No!
Assolutamente no!»
Akeru scosse in fretta la testa. «E’ la pura
verità.
Chiedi a chi vuoi, a tuo padre, al primo che incontri per
strada…
ti diranno che un giorno l’Hokage è spuntato al
villaggio
con te, e che non ha mai detto a nessuno di chi eri figlio»
Jin
abbassò lo sguardo,
riflettendo.
Erano
più di quattro mesi che
rimuginava sulle parole di Stupido, senza mai trovare il coraggio di
chiedere a suo padre se fossero vere o meno… mesi che si
chiedeva
se la sua nascita fosse un errore, se sua madre lo avesse lasciato
perché era un fastidio, se suo padre lo avesse raccolto per
pietà… mesi e mesi e mesi…
…Ed era tutta una balla?
Normalmente si
sarebbe infuriato.
E invece
all’improvviso si rese conto
che era solo immensamente
sollevato.
Poteva ancora
immaginare qualunque
cosa, la principessa di un Paese nemico, una storia drammatica in cui
i due amanti sono ostacolati dalle famiglie, un demone che aveva
rapito sua madre, qualunque cosa.
Non
più una squallida tresca
finita male, con perenne vergogna di suo padre.
Non
più un desolante abbandono.
Non
più pena anziché
amore paterno.
Fu come se gli
avessero tolto un grosso
peso dal cuore.
Prima di
accorgersene, si trovò
con la fronte distesa e un sorriso ebete stampato in faccia. Quando
tornò ad accorgersi anche di ciò che gli stava
attorno,
vide Akeru ricambiare esitante il sorriso.
Tornò
immediatamente serio.
Okay,
confessando lo aveva reso
sollevato e più felice, ma questo non cancellava i mesi di
angoscia che la sua perfetta recitazione e la sua fantasia malata gli
avevano inflitto.
«Va
bene» disse soltanto,
freddo.
«Ehm,
tutto qui?» chiese
Akeru incerto, lasciando scemare il sorriso.
«Cosa
vuoi ancora?» frecciò
Jin. «Che per una volta ti lasci vincere, visto che non sarai
mai al mio livello?»
Una vena si
gonfiò sulla fronte
di Stupido.
«Io
ti batterò, imbecille!
Prima o poi ti supererò!» gridò
additandolo.
«Sta’
zitto… che pena…»
ribatté il figlio dell’Hokage, scuotendo la testa.
Una nube
andò ad oscurare il
sole, mentre la rabbia montava dentro Akeru e gli faceva serrare i
pugni frementi.
«Ti
toglierò quella
smorfia dalla faccia!» ringhiò furente.
«Non avrei
mai dovuto chiamarti qui oggi!»
«E’
solo l’ultimo dei tuoi
mille errori, allora»
«Senti
un po’, tu…!»
iniziò Akeru, con una mezza intenzione di scavalcare la
panchina e saltare addosso a Jin, ma prima che potesse farlo
sentì
una voce chiamare il suo avversario, alle proprie spalle.
Irritato
dovette bloccarsi e girarsi,
solo per vedere un Kotaro evanescente e tremolante correre verso di
loro tutto affannato.
«Jin…
Jin!» strillò
la copia malandata, raggiungendoli. «E’ Chiharu!
Sta… sta
male… presto!»
Quel Kotaro
semitrasparente forse non
era un prodigio del chakra, ma manteneva tutti i sentimenti e il
carattere di chi lo aveva creato.
E quando vide
Jin accigliarsi e Akeru
sbiancare, non poté fare a meno di provare un po’
di pena
per quello Stupido che aveva mirato troppo in alto.
*
C’è
lei.
E
c’è un’altra lei.
Nient’altro.
Bianco
tutt’attorno, un candore
accecante e insopportabile.
Abbassa lo
sguardo sul suo corpo,
sulle sue mani innaturalmente pallide, e scopre che ha addosso una
camicia da ospedale.
‘Dove sono?’
L’altra
lei le sorride, arrogante.
‘Perché tu
sei vestita da
ninja e io ho questa schifezza?’ chiede contrariata.
Ma quella non
sembra avere
intenzione di parlare.
La guarda un
po’, inclinando la
testa di lato come fa solo quando pensa intensamente, e il suo
sguardo corre sui sandali, sui vestiti, sul coprifonte lucente legato
sopra gli occhi.
‘Quello è
mio’ dice
indispettita, e tende una mano. ‘Ridammelo’
L’altra
continua a sorridere,
scuotendo la testa.
‘Non è
tuo!’ insiste lei,
e fluttua in avanti, senza corpo e senza peso.
Il sorriso
dell’altra si allarga.
Sangue sugli
angoli della bocca.
Una goccia, una
grossa goccia
scarlatta che cresce sulle labbra rosee, e poi scende lungo il mento
e cade in quel biancore senza fine.
E poi
un’altra, e un’altra
ancora.
‘Cosa stai
facendo?!’ grida
allarmata, con uno scatto in avanti. ‘Quello è il
mio
corpo!’
Ma
l’altra sorride e sorride
ancora, e arretra mano a mano che lei si avvicina.
‘No!’ grida,
terrorizzata, le
mani tese e le dita aperte, i muscoli sforzati al massimo.
‘No no
no no!’
Il sangue
continua a cadere nel
vuoto, non più solo dalla bocca ma anche dal naso e dalla
fronte, ora. Sul fianco destro, sotto il seno appena accennato,
sembra esserci una fontanella d’acqua scarlatta che qualcuno
ha
lasciato aperta.
Il bianco che
circonda entrambe
osserva, silenzioso e indifferente.
La sua voce non
riecheggia.
La sua angoscia
può solo
aumentare.
‘Fermati!’
ansima, senza fiato.
E
all’improvviso l’altra si
ferma davvero.
L’afferra
per un braccio, e le sue
dita non hanno il colore malato di quelle di lei. Sono scure, sono
calde, e sono forti. Troppo forti.
Sotto il palmo
inizia ad allargarsi
una chiazza rossa, ma di un rosso malato e pallido, e capisce che
quello è il suo sangue, e non dell’altra.
‘Che cosa stai
facendo?’ alita
spaventata, gli occhi spalancati per il terrore.
L’altra
ghigna, con il viso sporco
di quel liquido denso, e si strappa il coprifronte dalla testa. Le
unghie insanguinate lo macchiano, ne offuscano la lucentezza,
sembrano quasi scioglierlo.
Glielo tende.
Ma lei non lo
vuole.
No,
così non lo vuole, non
può volerlo…
Cerca di
respingerlo, cerca di
liberarsi dalla stretta che le serra il braccio, ma le unghie
dell’altra sono penetrate nella carne, e fanno male, troppo
male!
‘Smettila!’
grida angosciata, e
le lacrime le offuscano la vista. ‘Smettila!’
La smorfia
terribile dell’altra si
amplia smisuratamente, il suo sorriso si fa più largo dei
limiti della faccia, i denti diventano acuti e spaventosi.
Un chakra rosso e
vibrante la
ricopre, e brucia, brucia come carbone ardente sulla sua pelle troppo
bianca. Code, nove code tutt’attorno, contaminano il bianco,
lo
corrodono, e poi si avvolgono attorno a lei.
Grida.
Grida con tutto
il fiato che ha in
corpo, con tutte le energie, con tutta la sua ultima disperazione.
‘Tu verrai con
me’
La voce
dell’altra la coglie
impreparata. Un
ringhio basso con qualcosa di
familiare, e sullo sfondo fusa soddisfatte.
Non
può opporsi.
Non
può fare altro che
gridare.
E inizia a
precipitare, avvolta in
un abbraccio rovente…
…cade, sempre
più giù,
sempre più giù, sempre più
giù, sempre
più giù…
In una stanza
d’ospedale affollata,
le lenzuola si tingono di sangue.
E il bip-bip della macchina
collegata al cuore si trasforma in un cupo, singolo, bip
prolungato…
* * *
Spazio autore
Niente preview oggi per il
semplice motivo che non riesco a rileggere il prossimo capitolo e
prepararvela.
Sorry, guys, ma anche io mi stanco di tanto in tanto!
E se voglio pubblicare tutti i restanti capitoli in un tempo
ragionevole, non posso concedermi distrazioni.
Tra l'altro, vedendo che abbiamo raggiunto le 900 recensioni, stavo
vaneggiando sulla possibilità di arrivare a mille...
...Ma essendo la metà di voi in vacanza, mi sembra alquanto
improbabile! ç_ç
Poteva essere - e sarà - la mia unica possibilità
di
arrivarci, sigh, per cui, doveste approdare su queste pagine anche dopo
la fine della fic,
me lo lasciate un commentino-ino-ino? *occhioni dolci*
Dai, giusto perché vi ho fatto il capitoletto con Jin
puccioso e tenero!
Ah, giusto.
Dopo il trentasettesimo ed ultimo capitolo, ci sarà un
piccolo e stupido special.
Ve lo ricorderò per allora, ma intanto vi preparo
già
all'idea che non abbandonerete i personaggi troppo bruscamente!
Attenzione!
Ho ricevuto un regalo.
Un regalo davvero splendido.
Ed è un regalo che ha bisogno di essere citato qui, per me e
per voi tutti.
Ringrazio davvero profondamente akane_val... davvero.
Sono ancora sconvolta ed emozionata, ma la ringrazio!
http://aya.forumcommunity.net
Scommesse sui morti
Shikamaru - 4 voti
Kakashi - 4 voti
Asuma - 3 voti
Tsuda junior - 3 voti
Temari - 2 voti (uno molto in forse)
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Ino - 1 voto
Sasuke - 1 voto
Un Uchiha - 1 voto
Hiashi - 1 voto
Naruto - 1 voto
Hinata - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Nessuno della Foglia - 3 voti
bambi88: vedi?
Per questo non volevo che tu leggessi il capitolo della "morte di
Haru"... Perché non volevo che ti deprimessi
così! Ma
alla fine le cose si sono sistemate per il meglio, direi! ^^
Kira33: aaaaallora,
Natsumi
è la sorella di Haruka, esatto, e direi che Sasuke ha avuto
la
sua bella comparsata già in questo capitolo, non pare anche
a
te? ^_^ Per il resto, non credo ci sia davvero bisogno di ringraziarmi per
aver tenuto in vita Haru... Non ucciderla significa avere mille chances
in più per torturarla.
Talpina Pensierosa: sì,
beh, non vantiamoci di sapere tutto! In fondo il capitolo speciale non
lo conosci nemmeno tu! ^_*
akane_val: ah,
che dolore
sentire che la tua coppia preferita è la SasuSaku...
confesso di
non trovarli molto simpatici, si vede? XD Eppure li ho anche messi
insieme... Ma si sa, quando si meritano, nel bene e nel male, Dio li fa
e poi li accopp(i)a! Lieta di sapere che ti piace Jin, ma chiariamo
subito un malinteso: ha solo sette anni, e non è decisamente
il
tipo da innamorarsi della più scontrosa e scassaballe del
circondario! Vuole avere lui in mano la situazione. Ehm,
vorrà.
A sette anni non vuole nulla. ò.ò Per quanto
riguarda
Neji, diciamo che gli indizi sono tutti in questo capitolo! E
Hitoshi... bah, il
solito pirla. -.-
slice: molto
semplice: Natsumi - e la sorella Haruka - sono state ampiamente citate
in Sinners,
il prequel del Peggior bla bla bla. Non è fondamentale
conoscerle ai fini della vicenda, ma potrebbe essere utile per farsi
almeno un'idea! ^_^ Se non altro per la descrizione fisica! XD
Lily_90: perché
nella
recensione ci sono critiche e complimenti, e quando siamo via messenger
mi insulti e basta? T_T Tu sei troppo affezionata a chiunque abbia nel
cognome Nara,
mia cara!
Riguardo alla scenetta pseudo-tenera di loro all'ospedale, come
già ti ho anticipato non sarà l'ultima. Insomma,
direi
che li maltratto abbastanza con Chiharu, senza andare a ficcare il naso
nella loro intimità! Comunque, se mi scrivi queste
recensioni
stillanti miele e amore, mi invogli da matti a uccidere e resuscitare
tutti i Nara in sequenza! <3
Ino_Chan: mi
spiace, ma devo
contraddirti. Ci sono anche morti necessarie, e spero di riuscire a
dimostrartelo! Certo, gli autori possono trovare scappatoie e vie di
fuga, ma quando un personaggio viene salvato "per i capelli"
è
lo stesso lettore a rendersi conto dell'assurdità della
cosa...
arwen5786: niente
HitoHaru.
Basta. Ho chiuso, mi sono disintossicata! Ora nella mia testa vagano
solo nebulose e impossibili JinxHinagiku - la prima figlia di Naruto,
per intenderci - e su di loro niente
lemon, che sono bambini! E preparati a vedere ShikaIno e SasuIno
abilmente nascoste qua e là! E accontentati del Neji di
questo
capitolo, che lo vedrai ancora... uhm, una volta credo. E poi stop! Ma
la sua uscita di scena sarà molto figheggiante! Per quello
che
riguarda la mamma di Jin, qui se n'è parlato un po'... Ma se
io
non confondo le acque non sono felice!
Yume_Tsuki: eheheh...
sai che il compito
di un personaggio potrebbe anche essere proprio morire?
Nel senso: può darsi che certi personaggi esistano soltanto
per
modificare qualcosa in quelli che li circondano, magari proprio morendo
sotto i loro occhi. Ipotesi interessante, non trovi? Tra parentesi...
Sasuke sembrava persino intelligente in questo capitolo? Sono o non
sono stata brava?
sammy1987: nella
mia testa
Baka, dei mocciosi, è il più simile a Naruto. E'
testardo, gradasso, un po' tonto ma di acciaio inossidabile! Gli altri
possono accusarlo e denigrarlo più e più volte,
ma lui
non si lascerà abbattere, perché è uno
che sa il
fatto suo e sa cosa vuole. E' un tantino frustrato, povero ragazzo, ma
non è debole. Mai. Al contrario di hitoshi, che invece parla
e
parla, ma al primo sbuffo di vento si disintegra come un castello di
carte. U_U Prima che tu mi uccida per quest'uscita, ricorda che Sasuke
è stato molto presente in questo capitolo!
RedCrossBook: ma
nooooo! Ti sei
perso l'effetto a sorpresa dello scorso capitolo, mannaggia a te!
Peccato, avevo infuso ogni goccia di malvagità che avevo in
corpo in quella sorpresa... Comunque, non è che Naruto
può diventare Hokage solo
se Kakashi muore. Ricordati che il quarto Hokage è stato
eletto
mentre il terzo era ancora vivo! Dunque che ragioni avrei per uccidere
il nostro capelli d'argento?
Ulixes: ...per
caso, sai, in maniera del tutto aleatoria, eri un utente di manga.it?
Tu sai
che se così fosse e tu me l'avessi tenuto nascosto, potrei
trovare il modo di ledere permanentemente una parte del tuo pc?
Rileggendo la recensione mi sa proprio di sì, e dunque
preparati! Cavallo di troia in arrivo! Nel caso tu ti chieda
perché, ho anche una comoda ed efficiente risposta: io
pensavo
di poterti ingannare impunemente!! Ma tu devi dirmelo se sai
già
come vanno le coseeeeee! Se no sembro una cretina!
ç__ç
kage_naru89: ahah,
cercavo solo
di sdrammatizzare! Non volevo certo ridere alle tue spalle! (ehm...
diciamo che l'ho fatto alle spalle di tutti i lettori)
Urdi: a me
dispiace per Hiashi, e tanto. Con il senno di poi, mi sono pentita di
averlo ucciso in maniera tanto infima... Avrei potuto donargli una
morte gloriosa! Va beh. Amen. (mi sono ripresa dal dolore
straordinariamente in fretta, vero? XD) Sul futuro di Haru, mi sento di
commentare con la descrizione di una carinissima emoticon di messenger
che patpatta (voce
del verbo patpattare) la testolina gialla dell'altra, come a dire "ceeeerto!".
Mi sembra alquanto esemplificativa. Il fatto invece che tu abbia
preferito il Peggior bla bla bla a Sinners mi stupisce parecchio!
Rileggendoli mi sono accorta che gli ultimi capitoli sono meglio di
quanto ricordassi, ma ero davvero convinta che Sinners fosse migliore
sotto molti aspetti! XD Mistero! Beh, a un certo punto suppongo anche
che si tratti di impressioni personali, e de gustibus eccetera eccetera!
XD
Sky_Shindou: abbiamo
qui una
sostenitrice della HaruBaka? (mi era uscito HitoBaka, mentre ero
soprappensiero... Ho immaginato la scena e ho vomitato, prima di
continuare a rispondere al commento) Ammesso che Chiharu si svegli,
fossi in te non perderei le speranze riguardo a questi due! Hanno una
compatibilità che rasenta lo zero cosmico, ma non si sa
mai...
XD Magari crescendo cambiano! (o magari peggiorano, adesso che ci
penso... -.-)
maninja87: mi
piacerebbe poter
dire, traboccando orgoglio: sì, il capitolo in
più l'ho
scritto in un'ora mentre ripassavo per l'esame in cui ho preso trenta!
Ma, ahimé, non ho preso nessun trenta e ci ho messo
addirittura
sei giorni, tra una balla e l'altra! T_T Me tapina, la mia immagine
distrutta! Per il resto, vorrei saltellare gioiosa a causa del tuo
commento, ma mi trovo a scuotere la testa pensando alla tu opinione su
Jin e a quello che è successo tra lui e Baka. Ora che lo
sai,
non pensi che Jin abbia un minimo di ragione, almeno? Allora, la tua
storia arriverà. Con calma e sangue freddo, ma
arriverà!
XD Sai quanto sarà difficile, lo sai?? Sasuke eroico...
brr...
era dai tempi di Redenzione che non lo dipingevo così!
Riguardo
a Itachi, ho sperato fino alla fine che Kishi ci stupisse uccidendo
Sasuke, ma di fatto mi aspettavo che le cose sarebbero andate come sono
andate. Ciò che mi ha stupito è la nuova e
inedita
caratterizzazione di Itachi - che, a voler ben vedere, è
ancora
tutta da appurare...
Killkenny: e
dopo l'ennesima di
una lunga serie di gaffes, stendiamo un velo pietoso e andiamo oltre...
Devo imparare a non fidarmi di chi mi mette le pulci nell'orecchio!
izayoi007: io
opto per l'opzione "saltami al collo e coccolami
per aver salvato Haru"! Si può? Se non altro mi sono salvata
la
vita, e poi in questo capitolo hai fatto indigestione di Jin! Che vuoi
di più, un Lucano??
Hipatya: minuscola
puntualizzazione: lo ammetto pubblicamente, è Kotaro
il mio preferito tra i mocciosi! U_U Baka e Jin a seguire. (uhm...
però in effetti Baka sta guadagnando un sacco di punti...)
Ah,
mi tiri in ballo addirittura Tsuda per la (seconda) resurrezione di
Haru? XD E poi? La fata madrina chi è, Konan?
(affinità
cromatica... e lo so che quella turchina
era di pinocchio, ma concedimi il crossover!)(ok, ho perso il filo di
quello che stavo dicendo) Comunque, tranquilla: continundo ad
aggiornare ogni due giorni, come ora, il 15 luglio dovrei aver postato
anche lo special finale, e chiuderò baracca e burattini con
la
coscienza a posto! Senza contare che pc e vodafone key mi seguiranno
fedelmente nel mio tour vacanziero, dunque, in effetti, non
sarò
mai sola! *_*
muccina89: perché,
perché, perché tanti tra voi vogliono sapere che
ne
è degli Uchiha?! Ma chi se ne frega, dico io!
Finché non
creano problemi, che se ne stiano al loro posto inascoltati! ARGH!
Comunque, parlando di cose nettamente più piacevoli, le
sorelle
Muto (ci hai azzeccato, bravissima! ^^) sono tornate in scena (a
metà) per quel che riguarda proprio Jin... Ma ancora non ti
è dato sapere in che senso! E ti chiederai: quando, allora,
visto che mancano tre capitoli alla fine?? E io risponderò:
presto, molto presto...
Serrua_chan: ti
adoro, ormai
è ufficiale. *_* Sei la prima che tira fuori un po' di
cervello
e ipotizza che Haru potrebbe anche rimanere sola,
cosa che sembra scandalizzare tutti gli altri lettori. Insomma, con il
caratterino che si ritrova dove va a prenderlo un uomo che la
sopporti?! E' peggio persino di sua madre, e ha un gigantesco complesso
di Edipo irrisolto, visto che riesce a perdere la testa per uno come
Sai! Mi è piaciuto da impazzire che tu abbia notato l'ironia
del
capitolo. Pensavo di vederla solo io, perché non avevo
futili
angosce del tipo: oh
mio dio, sono morti un sacco di ninja e Chiharu è in coma!,
e invece c'è sempre qualche persona che sviluppa una
sensibilità più acuta e trova le sottotrame che
infilo
qua e là. Lo scorso capitolo mi è servito molto
per
delineare il rapporto tra i mocciosi, e fa un po' il paio con questo
che precisa la situazione tra Akeru e Jin. Riguardo a Temari, confesso
che questa volta le ho donato una parte del mio carattere: se per
qualche ragione sto soffrendo, per quanto tu cerchi di starmi accanto,
io sarò sempre portata a trattarti male. E' una forma di
autodifesa, la sublimazione del dolore con la rabbia, e anche se detta
così fa schifo, in realtà è una
reazione molto
più comune di quanto si pensi. Se si ha la fortuna di avere
accanto qualcuno che sa come penetrare la barriera dell'astio,
però, allora quello è il momento in cui tutto si
scioglie, compreso il grumo di rancore che allontanava il mondo intero,
e si torna a respirare. Ma fintanto che le porte sono chiuse, potresi
avere davanti anche il Mahatma Gandhi (pace all'anima sua), e lo
tratteresti inevitabilmente male. Ehm... la shottina sulle doppie punte
potrebbe anche starci, ma temo che uscirebbe decisamente nonsense!
°_°
DarkMartyx_93: nessuno sarebbe capace di
uccidere qualcuno per ben due volte <--
buffo. Io continuo a uccidere e uccidere e uccidere Naruto, e non mi
sento nemmeno particolarmente malvagia... Natsumi era un personaggio di
Sinners, insieme alla sorella Haruka. Tutto ciò che puoi
sapere
di loro, tuttavia, è quello che leggi in questo capitolo, e,
opzionalmente, che in passato Kakashi ha avuto una relazione con la
misteriosa, scomparsa e (a quanto pare) morta Haruka. Prima di
lasciarti, confesso che adoro
depistare le persone, ma il vero problema sorge nel momento in cui
rivelo la mia vera
identità...
Perché tutti pensano che io depisti verso il male e poi viri
al
bene, e invece... potrebbe essere tutta una grande operazione di
depistaggio...
Topy: oh,
ma vi siete fissati
tutti con la storia che Haru è figlia unica! Insomma, non
è che Temari e Shika sono sterili adesso! Anche ammesso che
lei
muoia, potrebbero sempre avere altri figli! (che io affettuosamente ho
già battezzato haru2, 3, 4, 5...)
Maobh: ora
sai perché
Jin e Baka non si possono vedere! XD Direi che la causa di tutto sono
la demenza di Baka e l'ingenuità di Jin, o forse la mia
mente
malvagia che si diverte a creare queste sottotrame stupide... Tra
parentesi, ho avuto un terribile flash di Sailor Haru che scaglia il
suo Shuriken di Luna contro il malvagio demone della Roccia... sai che
questo mi porterà alla psicanalisi per i prossimi 25 anni, e
che
sarai tu a pagarla? (e mi porterà anche a uno stupido
disegno,
oh sì!) Ah, prima di settembre mi ricordi ancora il tuo
compleanno, che estraggo un regalo dal cappello? XD
gracy110: nella
mia testa
suspance è sinonimo di sofferenza. Quindi sì, mi
diverto
molto a farvi soffrire! <3 Ah, dei ragazzini c'è Jin
che non
si è mai preso una cotta per Haru. Tutti sembrano convinti
del
contrario, ma io garantisco per la sua rettitudine! Mi chiedi
perché Kushina spaventasse Naruto e Minato no, e ti rispondo
molto semplicemente: la mamma è sempre la mamma! XD Naruto
ha
passato una vita intera a cercare di superare il padre, e ora che ci
è riuscito (è più forte di lui, non mi
stancherò mai di dirlo) può permettersi di
"rendergli
onore" dando il suo nome al figlio appena nato. Ma Kushina nella sua (e
mia) testa rimane un'icona, la donna per eccellenza. Non si
può
dare un nome tanto prezioso al proprio figlio, per quanto lo si ami. E'
un po' lo stesso motivo per cui nessun papa prende il nome di Pietro:
chi si accollerebbe un distintivo tanto impegnativo? Ah, naturalmente
Kishimoto può smentirmi in qualunque momento... e,
basically,
quando ho scritto lo scorso capitolo era appena uscito il nome di
Minato! E io me ne sono innamorata! <3
lale16: dillo
che la volevi
morta, confessalo! XD Comunque in questo capitolo hai visto che anche
Baka ha le sue colpe... non tutti sno candidi e puri come il mio
piccolo Kotaro! OuO
Aya
|
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Capitolo 36 *** Un buon inizio ***
Naruto2-36
Un buon inizio
- Trentasei -
Sakura arrivò all’ospedale
ansante, coperta di sudore, accaldata e, contro ogni logica e buon
senso, disperatamente desiderosa di sukiyaki bollente. Stupide voglie
da donna incinta. E dire che solo quella mattina aveva vomitato tutta
la colazione dieci minuti dopo averla mangiata.
Senza ascoltare l’infermiera che le
venne incontro preoccupata, attraversò l’atrio diretta alle
scale. Sapeva che non avrebbe dovuto fare sforzi e che avrebbe dovuto
stare calma e a riposo – era un medico, e che diamine! – però
nel tempo che avrebbe perso ad aspettare l’ascensore, sarebbe
salita e scesa quattro volte dall’ultimo piano. Era una donna
incinta e un medico, ma soprattutto era una kunoichi.
Salì i gradini due a due,
ricordando a sé stessa di riprendere gli allenamenti il prima
possibile, e quando arrivò all’ultimo piano si scoprì
affannata ma lucida.
Il corridoio era deserto, ad eccezione
di quattro persone ansiose davanti a una stanza dalla porta chiusa.
«Mamma!» esclamò
Hitoshi vedendola affrettarsi dalla loro parte.
«Da quanto sono dentro?»
chiese lei rapida prima ancora di averli raggiunti.
«Pochi minuti» rispose
Shikamaru, seduto su una panca davanti alla stanza a torcersi
nervosamente le mani. Le sue occhiaie si erano fatte più
spesse dal giorno dei funerali.
Seduto a una certa distanza da lui
c’era un Kotaro bianco come un lenzuolo e sull’orlo delle
lacrime, e Temari faceva avanti e indietro mordendosi le unghie.
«Okay. Non vi preoccupate, ci
penso io» li rassicurò Sakura passando loro davanti.
Aprì la porta della stanza senza bussare, ed entrò,
richiudendosela immediatamente alle spalle.
La prima regola di ogni medico è:
menti sempre sulle condizioni del tuo paziente, perché il più
delle volte i parenti prendono ogni goccia di sangue per l’ultima;
la mossa più saggia, sempre e comunque, è parlare prima
di mostrare. Quando un medico ha le mani su un paziente, ciò
di cui ha più bisogno è concentrazione. E un parente
isterico che strilla “lo state ammazzando!” non aiuta.
Shikamaru e Temari erano ninja, erano
abituati al sangue, e Kotaro e Hitoshi erano stati addestrati
abbastanza bene da non avere reazioni esagerate – o almeno lo
sperava. Ma, quando gli occhi le caddero per la prima volta su
Chiharu, Sakura ritenne di aver fatto davvero molto bene a chiudere
in fretta la porta.
C’erano due medici e almeno quattro
infermiere attorno al suo letto, tutti freneticamente impegnati a far
ripartire il suo cuore.
«E’ arrivata la dottoressa!»
esclamò una delle infermiere con infinito sollievo. Aveva uno
schizzo di sangue sulla guancia.
«Cosa è successo?»
chiese Sakura facendosi infilare un paio di guanti in fretta. Non
c’era tempo per lavarsi, ma almeno i guanti sterili erano
necessari.
«Il ventricolo destro è
collassato, la pressione è crollata» rispose pronto uno
dei medici. «Collasso dei vasi. Da qualche secondo ECG piatto»
«Spostati» lo scostò
bruscamente, e posò la mano sul petto di Chiharu.
Un leggero strato di chakra andò
a rivestire palmo e dita, a sondare, a cercare il problema in
profondità.
Ed eccolo.
Una piccola, minuscola bolla d’aria
incastrata in una delle arterie che avvolgono il cuore. Probabilmente
un residuo dell’ultima operazione, quella al fianco. Qualcuno
doveva aver sbagliato qualcosa, e quella piccola mina vagante aveva
circolato per il corpo di Chiharu fino ad andare a incastrarsi lì.
Sakura si morse il labbro inferiore.
Uno stupido errore medico! La cosa che odiava di più.
«Dobbiamo fare in fretta»
disse in un mormorio rapido, mentre il chakra attorno alle sue dita
si faceva tagliente come un bisturi. «Ho bisogno di tutto
l’aiuto possibile»
Akeru e Jin arrivarono dopo pochi
minuti, affannati per la corsa, e quando Hitoshi vide Stupido scoccò
un’occhiataccia a Kotaro.
«Perché c’è anche
lui?» sibilò.
«Era lì…!» si
giustificò il piccolo Lee, offeso. «Non potevo mica
dirgli: ‘fatti da parte, ho un segreto da rivelare solo a Jin’»
«Sì che potevi!»
brontolò Hitoshi.
«Come sta?» chiese Jin
avvicinandosi a loro, mentre Akeru restava su una panchina più
distante, bianco come un lenzuolo.
«Non lo sappiamo» rispose
Kotaro con un sospiro.
«Mia madre è entrata da
poco» aggiunse Hitoshi. «Lei sistemerà tutto»
Jin annuì, e si sedette tra il
piccolo Lee e Shikamaru, che, come sua moglie, non aveva aperto bocca
da quando era arrivata Sakura.
«Ho mandato un messaggio anche a
Naruto» disse.
«E io uno a Sai» borbottò
Kotaro accigliato.
«Perché a lui?»
scattò Hitoshi. «La farà soltanto incazzare,
quando si sveglierà!»
Kotaro corrugò ancora di più
la fronte.
Non aveva mandato il messaggio per lui…
ma per lei. L’arrivo di Sai avrebbe fatto incazzare Haru, ma
probabilmente sarebbe anche stata contenta di vederlo.
«Perché sì»
si limitò a dire, secco.
Hitoshi scosse la testa.
Calò il silenzio. Oltre la porta
della stanza di Chiharu potevano sentire vaghi rumori e voci soffuse,
ma non riuscivano a capire cosa dicessero, né come stessero
andando le cose.
La tensione si poteva tagliare con il
coltello, il silenzio era pesante come un macigno.
A un tratto, il rumore di una porta che
si apre.
Tutti alzarono la testa di scatto,
speranzosi, ma era soltanto Shikaku Nara che usciva dalla sua stanza
sul fondo del corridoio. Le stampelle risuonavano sinistre sul
pavimento lucido, che rimandava l’immagine sfocata della sua faccia
solcata dalle cicatrici.
«Perché siete tutti qui?»
chiese sorpreso.
Temari scambiò un rapido sguardo
con Shikamaru. Nessuno di loro aveva pensato ad avvertirlo, presi
com’erano dal panico.
«Chiharu» disse Shikamaru.
«Sta male»
«Cosa? E perché nessuno mi
ha detto niente?» chiese lui accigliandosi.
«Tanto anche se stiamo qua in
trecento le cose non cambiano» rispose Temari tra i denti, e il
suo tono fece sussultare Kotaro e Hitoshi. Con tutte le volte che
l’avevano incontrata ultimamente, mai l’avevano vista più
irritabile e minacciosa.
«Ma cambia per me» ribatté
Shikaku, raggiungendoli. «Te l’ho già detto, Temari:
lei è tua figlia, ma anche mia nipote»
Senza che lei ribattesse, lui si
sedette accanto a Shikamaru, in silenzio.
Seguirono altri penosi secondi di vani
tentativi di capire cosa succedeva oltre la porta. Temari si alzò
e risedette almeno duecento volte, e Kotaro iniziò a pensare
che avrebbe scavato un solco nel pavimento lucido.
Poi arrivò Sai, con la solita
espressione indifferente e il passo silenzioso e misurato. Temari si
degnò di scoccargli un’occhiata raggelante, alla quale lui
rispose inclinando semplicemente la testa, ma nessuno aprì
bocca al suo arrivo. Lui, come Akeru, andò a sedersi a una
certa distanza dagli altri.
Alla fine, dopo altro tempo ancora, si
sentì il netto rumore di passi pesanti sulle scale, e Naruto
comparve nella sua chiassosa maniera.
«Come sta?» esclamò,
ignorando completamente i mille cartelli che tappezzavano l’ospedale
e imponevano il silenzio.
«Non lo sappiamo» rispose
Shikamaru come una tiritera. «E’ dentro da… non so nemmeno
quanto. C’è anche Sakura con lei»
«Maledizione!» imprecò
Naruto fissando nervosamente la porta bianca. «Proprio
adesso…!»
Jin lo guardò inarcando un
sopracciglio.
«Proprio adesso cosa?» si
lasciò sfuggire.
Naruto lo guardò come se lo
vedesse per la prima volta.
«Ci sei anche tu?» chiese.
«Ah, ma certo, che idiota… il messaggio era tuo… Niente.
Lascia perdere»
Distolse lo sguardo, per paura che quel
bambino straordinariamente intuitivo vi leggesse il suo senso di
colpa.
Quando aveva ricevuto il suo messaggio,
stava giocherellando con Minato insieme a Hinata. Solo il giorno
prima si erano trasferiti in una delle residenze secondarie degli
Hyuga, che Neji – ancora capo provvisorio del clan, dato che
impediva agli altri di riunirsi di nuovo e che Kakashi tergiversava –
aveva gentilmente concesso, e lui si stava godendo beatamente un po’
di sana vita familiare, mentre Hanako e Hinagiku giocavano a fare le
ninja in giardino – con scarsi risultati, peraltro, soprattutto
considerato che la più piccola aveva due anni e la più
grande la costringeva a fare il cattivo.
Poi aveva visto quel passero volare
nella stanza e attorno alla sua testa.
Aveva letto il messaggio che portava.
Si era lasciato alle spalle una copia
e, con il suo corpo originale, era schizzato via.
Chiharu non poteva morire.
Non ora.
Già che fosse in coma era
profondamente ingiusto, ma che morisse…
…non poteva succedere!
Lui doveva ancora ringraziarla per
Hinata.
Lei doveva tornare ad essere ninja.
Doveva tornare nel gruppo sette, doveva
mettere in riga Hitoshi e Kotaro, fare la sbruffona, l’arrogante, e
imparare a controllare il suo chakra.
Doveva vivere.
Aveva ancora tutto il tempo del mondo
davanti a sé…
Non poteva sprecarlo perché loro
si erano distratti.
Naruto sapeva che era suo compito
controllare gli allievi. E Haru era rimasta tale, anche quando aveva
smesso di essere ninja.
Era suo compito occuparsi di lei!
Era
suo compito accorgersi delle sue ferite!
Era suo compito che sopravvivesse!
E invece si era distratto. Quale Hokage
avrebbe commesso un simile errore?
Se Kakashi le fosse stato vicino come
lui, se avesse visto il sangue su di lei, non l’avrebbe lasciata
con Stupido per correre dietro a sua moglie, ma avrebbe fatto in modo
di occuparsi di ogni cosa, ne era certo.
Non come lui.
E adesso, poteva solo aspettare.
Fuori da quella porta, senza fare
niente, aspettare.
Aspettare e affidarsi a Sakura.
Strinse i denti, e serrò i
pugni.
La porta della stanza di Chiharu si
aprì dopo un tempo che a loro parve ore, e che invece si
riduceva a trenta minuti scarsi.
Chi era seduto scattò
immediatamente in piedi, e chi era già in piedi si fece avanti
ansiosamente.
Sakura uscì e si richiuse la
porta alle spalle, passandosi una manica sulla fronte.
«Allora?» chiese Temari
pressante.
«Vivrà» rispose lei
stancamente. «E… è sveglia»
Un generale sospiro di sollievo si
diffuse lungo il corridoio e, come previsto, gli occhi di Kotaro si
riempirono di lacrime. Hitoshi gli tirò una gomitata.
«Possiamo vederla?» chiese
Shikamaru, speranzoso.
«Non ora» Sakura scosse la
testa, gli occhi sfuggenti.
Jin la scrutò dal basso,
posizione privilegiata in quel momento. E lesse nel suo sguardo che
qualcosa non andava.
«Sakura» la chiamò
Shikaku, costringendola a guardarlo. Ci fu un istante di silenzio, in
cui sembrò che tutti trattenessero il fiato. «Chiharu è
viva, ed è sveglia… ma sta bene?» chiese lui alla
fine.
I sorrisi sui volti degli altri
scemarono.
«Cosa vuol dire?» scattò
Naruto. «Certo che sta bene!»
«Non è così
semplice» lo interruppe Sakura.
Tutti la fissarono.
«C’è stato… un
problema» rispose lei, come se le costasse fatica. «Con
il suo cuore. E’ stato… molto provato dall’intervento… Si
era… fermato. E poi l’operazione, lo stress… Forse…
attenzione, forse e solo forse, potrebbe non… non essere più
proprio sano»
Fu come se la neve si fosse posata
all’improvviso sulle loro spalle. Freddo. Provarono tutti un gran
freddo.
«Mi stai dicendo…» disse
poi Temari. «Che mia figlia non potrà più essere
ninja?»
Silenzio.
Sakura inspirò a fondo, e poi
scosse la testa. «Non lo so. Teoricamente potrebbe, ma non so
fino a che punto possa fare sforzi»
«Tu non puoi fare niente per
lei?» chiese Naruto.
«Se avessi potuto l’avrei già
fatto, non ti pare?» ribatté Sakura aspra.
«E quella persona?
Non potrebbe fare nulla?» insisté lui.
«No» Sakura gli scoccò
un’occhiata eloquente, proibendogli di andare oltre.
Tsunade forse avrebbe potuto, un tempo,
aiutare Chiharu; ma ora le sue mani tremavano, e il suo chakra non
era preciso come prima. E lei, Sakura, non era abbastanza brava né
esperta per una cosa del genere.
«Però è viva»
disse Shikamaru, a sorpresa, e tutti lo fissarono. «Il suo
cuore magari è debole, ma batte... Giusto? E si è
svegliata. E potrà essere ninja, anche se non come prima»
sorrise, con la sua solita smorfia un po’ pigra. «Se la
conosco solo un po’, questo le basterà come inizio»
Temari lo guardò.
Di solito era lei quella forte. Lui era
quello che svicolava e la lasciava con i problemi.
Però, come già era
successo un’altra volta – un’unica, altra volta, più di
tredici anni prima; una volta che, ancora, aveva a che fare con
Chiharu – lui tirava fuori quegli occhi.
E rendeva tutto semplice.
Temari sorrise.
Un sorriso stanco, timido, quasi.
Shikamaru, senza farsi vedere, fece
scivolare la mano fino a stringere la sua.
«Comunque…» riprese
Sakura, in tono più convinto. «Adesso bisogna solo
aspettare. Può darsi che le cose migliorino, con il tempo; e
molto dipenderà anche da lei, da come prenderà la cosa»
«Se fossi in te, direi ai medici
di trovarsi molto lontano da qui quando si sveglierà»
commentò Shikamaru. «Non sarà per niente
contenta»
Sakura sorrise. «Sarebbe un
ottimo segno»
*
Di nuovo quel candore.
Di nuovo lei.
E l’altra lei.
Ma ora i ruoli sono invertiti, lei
indossa i suoi abiti ninja e l’altra la camicia da ospedale.
Si guardano.
Poi lei alza la mano e cerca il
coprifronte, ma non lo trova.
L’altra, con la sua camicia
bianca, glielo tende, offuscato e sporco di sangue.
‘Lo vuoi?’
‘Dammelo’
‘Vieni a prenderlo’
Lei fa un passo avanti, e sente un
tintinnio lontano.
Abbassa gli occhi, e scopre spesse
catene legate alle sue caviglie.
‘Queste cosa sono?’ chiede.
L’altra ghigna. ‘I
tuoi limiti. Superali, se vuoi raggiungermi’
Lei riflette, il capo inclinato da
un lato.
E poi sorride.
‘Ho già un obiettivo. E’
un buon inizio’
E il bianco inizia a tingersi di
grigio… inizia a farsi più reale.
*
Kakashi era nel suo studio, con dieci
Hyuuga incazzati oltre la scrivania e semi-nascosti da pile e pile di
documenti da firmare. Due di loro facevano anche parte del Consiglio
della Foglia.
Sospirò sotto la maschera,
cercando di non farsi vedere. La sua povera copia dell’Antologia
della Pomiciata era nascosta sotto il piano di lavoro, con un dito in
mezzo a tenere il segno; sarebbe mai riuscito a finirla?
«E’ giunto il momento che
l’Hokage prenda una decisione!» ripeté per la terza
volta un vecchio calvo, con il doppio mento che tremolava. «Il
clan non può restare nell’incertezza più a lungo, e
se voi non farete la vostra scelta, dovremo occuparcene
personalmente»
Il che, tradotto, voleva dire guerra
civile tra le casate.
«Dove sono i rappresentanti della
casata cadetta?» chiese Kakashi.
Gli Hyuuga sembrarono vagamente a
disagio.
«Non li avete avvertiti,
immagino»
«Non è importante!»
scattò il vecchio di prima.
«Sì che lo è»
li zittì lui, con un’occhiata fredda. «Il consiglio
dei rappresentanti degli Hyuuga è costituito da membri della
casata principale e membri della casata cadetta. Nessuna decisione
può essere presa senza tutti i membri. E’ scritto sul vostro
statuto, se non sbaglio»
I vecchi mormorarono.
«Volete una decisione subito?»
li incalzò Kakashi. «Bene. Portatemi i membri della
casata cadetta e io ve la do»
Accigliati, gli Hyuuga esitarono.
«Buffo» commentò
l’Hokage. «Mi era parso di capire che aveste una certa
urgenza…»
Indignati e oltraggiati, i vecchi del
consiglio per un attimo pensarono di insorgere. All’ultimo istante,
però, uno di loro si fece avanti.
«Va bene. Concedeteci un quarto
d’ora» si arrese.
Kakashi annuì e li lasciò
andare.
Una volta che furono fuori dal suo
ufficio, sospirò profondamente.
Che seccatura. Gli Hyuuga erano
una piaga per il villaggio; non avrebbe mai pensato che si sarebbero
rivelati una tale fonte di problemi.
Si lasciò andare contro lo
schienale imbottito della sedia, chiudendo gli occhi, e sentì
un leggero picchiettare alla finestra alle sue spalle.
«E adesso che c’è?»
chiese sconsolato, alzandosi.
Fuori, oltre il vetro, un passero
becchettava educatamente, sospeso quasi immobile nell’aria.
Kakashi lo riconobbe al volo: quello
era il modo in cui Jin mandava i suoi messaggi.
Aprì la finestra e lasciò
entrare l’uccellino, che si fece un giro della stanza, orgoglioso
di aver raggiunto il destinatario della sua lettera. Alla fine planò
sulla scrivania, e il movimento delle sue ali fece volare per terra
una pila di documenti. Kakashi sospirò, e tese una mano per
prendere il messaggio legato alla sua zampa. Gli ci vollero pochi
secondi per leggerlo, mentre il passero esplorava la superficie
ingombra della scrivania, e quando arrivò all’ultima riga,
un sospiro cupo gli sorse spontaneo. Guardò l’uccellino, che
esaminava la copertina dell’Antologia della Pomiciata, e con un
cenno della mano lo allontanò.
Quello uscì dalla finestra,
indignato per non aver ricevuto alcuna ricompensa, e l’Hokage
richiuse, e rimase per un attimo a fissare Konoha.
Dopo qualche minuto si staccò
dal vetro, e tornò a sedersi alla scrivania, pensoso.
Fissò il primo cassetto sulla
destra, appena socchiuso. Allungò la mano, lo aprì, e
tirò fuori il coprifronte che conservava da giorni; lo posò
sopra l’Antologia della Pomiciata, e lo fissò.
Era ancora leggermente sporco di
terriccio, e sul metallo erano rimaste le impronte di Chiharu. Non
luccicava come un coprifronte ben tenuto.
“Quasi quasi lo lucido, prima di
andarla a trovare…” pensò. “O magari chiedo ai miei
assistenti di farlo, che è meglio”
Neanche a farlo apposta, uno degli
assistenti scelse quel momento per bussare alla porta dell’ufficio.
«Sesto Hokage?» chiamò
con un inchino, e in un attimo registrò le pile di documenti e
i fogli sparsi a terra. «Cosa è successo qua dentro?»
si accigliò.
«Ah… passeri» rispose lui
distrattamente.
L’assistente non gli credette neanche
lontanamente. Si schiarì la voce, in tono leggermente
sostenuto. «Sembra che il clan Hyuuga sia in rivolta qua sotto»
«Tutto?» Kakashi strabuzzò
gli occhi.
«No, solo i suoi rappresentanti.
Stanno sfiorando la rissa ai piedi delle scale»
L’Hokage sospirò
profondamente.
«Falli salire» ordinò
laconico. «Ah… e lucida questo, per favore» lanciò
il coprifronte verso il ninja.
Quello lo afferrò al volo,
regalandogli in cambio un’occhiata perplessa, ma Kakashi si limitò
a chiedergli di riportarglielo pulito.
Il suo assistente assottigliò
gli occhi. «E immagino, naturalmente, che quando tornerò
metà dei documenti sulla sua scrivania, e anche per terra,
sarà sistemato. Vero?»
«Ehm, non c’erano gli Hyuuga da
far salire?»
«Sesto Hokage…» gemette
l’assistente. Poi, rassegnato, fece un inchino e se ne andò.
Fu sostituito pochi minuti dopo dalla
solita truppa Hyuuga, ora più numerosa e più bellicosa.
Tra loro, a sorpresa, anche Neji in qualità di capo
provvisorio. I rappresentanti della casata principale schiumavano di
rabbia.
«Mi dicono che è pronto
per la sua scelta» disse Neji, un passo avanti a tutti. «Io
mi sottometterò docilmente al volere dell’Hokage, com’è
tradizione e uso a Konoha. Sono certo che agirà per il meglio»
si inchinò profondamente.
“Guarda il piccolo bastardo” pensò
Kakashi, vagamente divertito. “Come se non sapesse perfettamente
cosa ho deciso”
«Dunque?» incalzarono i
vecchi della casata principale.
Kakashi fece un respiro profondo.
Qualunque decisione avesse preso, non
sarebbe stata priva di conseguenze. Ma sperava che gli Hyuuga, con un
po’ di buonsenso, sapessero adattarsi. Oh, lo sperava intensamente.
«In virtù delle sue
abilità come ninja, come diplomatico e come leader»
iniziò, con voce stentorea. «e tenuto conto della sua
ascendenza, nomino Neji Hyuuga, nipote del defunto Hiashi Hyuuga,
capo del clan Hyuuga della Foglia»
Si sollevò immediatamente un
mormorio indignato, che andò a soffocare quello soddisfatto
della casata cadetta. I vecchi della casata principale si fecero
avanti, ansiosi di protestare, ma Kakashi li fermò con un
cenno.
«Comprendo le vostre perplessità»
assicurò laconico.
«E’ un membro della casata
cadetta!» esplose uno dei vecchi, incapace di trattenersi.
«Per un caso sfortunato »
lo corresse l’Hokage. «Suo nonno era il padre di Hiashi, il
vostro ultimo capoclan, e dunque la sua ascendenza più lontana
affonda le radici nella casata principale. Inoltre il suo sangue è
il più puro del clan, e molte volte ha dimostrato di essere il
più forte e il più dotato, sia come ninja che come
leader. Se suo padre Hizashi fosse nato pochi minuti prima di suo zio
Hiashi, ora sareste tutti entusiasti di vederlo alla guida degli
Hyuuga. Ma la sorte ha voluto che Hizashi nascesse per secondo, e
andasse così a far parte della casata cadetta»
«Ma la tradizione, lo statuto…!»
insorse il solito vecchio.
Questa volta fu Neji a sollevare la
mano e zittirlo.
Fece scomparire il sorriso che gli
illuminava il volto, rivolto a Kakashi, e quando si voltò a
guardare gli ora ‘suoi’ uomini, mostrò solo un’orgogliosa
e fredda dignità.
«L’Hokage ha parlato»
disse perentorio. «E la sua volontà va accettata. Mi ha
nominato capo del clan, e di questo non posso che essere lieto, ed
evidentemente ha visto in me le qualità adatte per assumere
questo ruolo. Io, come capoclan, mi sottometto al suo desiderio. Voi
non avete alcun diritto di opporvi alla duplice volontà mia e
sua»
Il vecchio strinse i denti,
impossibilitato a ribattere.
Iroso, fu costretto ad arretrare e
tornare a mischiarsi ai suoi pari.
Neji tirò un sospiro di sollievo
interiore. Se non altro la prima prova di forza era stata vinta.
«Bene» disse Kakashi
rapidamente. «Ufficializzo da questo momento il ruolo di Neji
Hyuuga all’interno del clan, e vi permetto di allontanarvi. Domani
vorrei discutere con il nuovo capoclan di alcune cose, ma per oggi
abbiamo finito»
I rappresentanti del clan, in parte
soddisfatti e in parte furibondi, attesero che Neji passasse tra loro
e poi lo seguirono sciamando fuori dall’ufficio.
Kakashi, rimasto finalmente solo, tirò
un profondo sospiro di sollievo.
Sapeva che nominare Neji era la mossa
giusta, anche se la casata principale non glielo avrebbe mai
perdonato.
Hiashi avrebbe voluto così.
Negli ultimi tempi si era affezionato molto a quel nipote che
soppiantava il figlio maschio mai avuto. Hinata e Hanabi per lui si
erano rivelate soltanto una delusione, in fondo, mentre quel ragazzo
di cui non era il padre era tutto ciò che aveva amato negli
ultimi giorni della sua vita.
Bussarono alla porta. Era di nuovo
l’assistente.
Il coprifronte di Chiharu era pronto.
* * *
Spazio autore
Ed è così che salutiamo Neji, nuovo capoclan degli Hyuuga!
Sì, Cami, non lo vedrai più.
Ora, chiedo di nuovo scusa ma a quanto pare fare nulla mi stanca parecchio,
ed è per questa ragione che sarò breve e vi liquiderò dicendo: prossimo ed ultimo capitolo, domenica.
E sarà bello corposo... visto che in un modo o nell'altro risolverà tutto.
I saluti saranno davvero striminziti oggi.
Mi dispiace tanto, siamo a un passo dalla fine e mai come ora vorrei
rispondervi, ma, seriamente, non riesco a guardare la tastiera del pc,
quindi mi vedo costretta a rispondere soltanto a quelle persone che mi hanno rivolto domande inevitabili.
Chiedo ancora scusa.
Nonostante tutto, voi lettori restate davvero importantissimi per me.
E la prossima volta, naturalmente, la risposta sarà d'obbligo!
Breve spiegazione riguardo a "Kyuubi-in-Chiharu".
Non fraitendete.
Non ho infilato la nove code nella mocciosa.
Cioè che avete letto in corsivo nello scorso capitolo e anche in
questo è una sorta di proiezione mentale di Haru, diciamo
così.
Se deve pensare a qualcosa di spaventoso e insuperabile, la nostra piccola, stupida ed egocentrica kunoichi pensa
a sé (autostima a mille)
e alla Volpe (da quando l'ha vista all'opera).
Tutto qui.
Scommesse sui morti
Shikamaru - 4 voti
Kakashi - 4 voti
Asuma - 3 voti
Tsuda junior - 3 voti
Temari - 2 voti (uno molto in forse)
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Ino - 1 voto
Sasuke - 1 voto
Un Uchiha - 1 voto
Hiashi - 1 voto
Naruto - 1 voto
Hinata - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Nessuno della Foglia - 3 voti
akane_val: sì,
lo so, dopo un po' divento ripetitiva, ma non potevo fare a meno di
ringraziarti di nuovo per lo splendido regalo che mi hai fatto! Ancora
adesso fatico a crederci, e confesso che un tempo leggevo una fic
discretamente famosa, e quando ho saputo che per quella fic era stato
creato un forum mi sono detta: "wow, che bello sarebbe se un giorno
qualcuno lo facesse anche per me!" Quindi... meno male che ci sei! XD
(tra parentesi. Hitoshi è un pirla fatto e finito! E lo dico proprio perché l'ho creato io! XD)
Reina: è una cazzata, ma
non potevo non dirtela: scrivendo di Akeru mi sento probabilmente come
Kishi quando scrive di Naruto; so esattamente come e quanto vale, ma mi
diverto da matti a fargliene capitare di tutti i colori! Naruto lo amo
troppo per maltrattarlo consapevolmente e senza scopo, ma Baka... ihih!
Vodia: detto fatto, ogni
domanda ha la sua risposta: 1) la "seconda morte di Obito" è uno
dei mille e passa avvenimenti di Sinners, il prequel di questa
fanfiction. Una voce che girava all'epoca diceva che sotto la maschera
di Tobi ci fosse Obito, e io ho riciclato l'idea. Al momento sembra che
sotto la maschera di Tobi non
ci sia affatto Obito, ma va beh, dopo il-buon-Itachi mi aspetto di
tutto da Kishi. 2) dal mio punto di vista il nome Obito è un
filino troppo importante per Kakashi. Se ancora si sente in colpa per
la sua morte, con che coraggio darebbe quel nome al figlio? In ogni
caso, e te lo dico ma tu fingi di non saperlo, il nome di Jin non l'ha
scelto Kakashi. 3) la terza domanda mi lascia un po' spiazzata. Che io
sappia, Obito è morto, nessuno lo sta tenendo nascosto da qualche parte. E
in ogni caso sono passati molti anni, e dubito che in questo tempo
Kakashi abbia evitato gli shinobi della Roccia solo perché gli
ricordano Obito. E' un ninja, se gli ordinano una cosa lui la fa. A
maggior ragione una volta che diventa Hokage.
wolvie91: non ci sono domande
cui rispondere nella tua recensione, ma volevo almeno darti il
benvenuto, per quanto nello sprint finale! ^^ Grazie per il commento,
sono felice che la fic ti sia piaciuta e ti abbia appassionato.
Sentirlo dire è balsamo per le mie orecchie, e probabilmente
pompa un po' troppo il mio ego, ma ne sono contentissima! XD
Urdi: giuro che non volevo trattarti come una scema, e se ti ho dato quest'impressione mi scuso profondamente!
Serrua_chan: ahinoi, il Kotaro
tremolante ed evanescente dello scorso capitolo era soltanto una copia
qualunque, pure malfatta! XD Niente cloni d'acqua per lui, Haru basta e
avanza come Mary Sue! Ciò detto, le tue recensioni non sono
affatto cretine, anzi. A me piacciono molto, anche se a rispondere
impiego un maaaaaare di tempo! (Accidenti a me e alla mia logorrea!)
Francamente mi fa piacere parlare con qualcuno che non nota solo le
banalità, che sa apprezzare la mia ironia un tantino cinica, e,
diciamocelo, si sa che generalmente gli otaku non si trovano ogni due
passi! Io ho avuto la fortuna di convertire le amiche e di abitare
vicina ad alcuni utenti di efp, ma capisco benissimo cosa vuol dire
stare tra gente che ti capisce se fai un paragone tra gli emo e Sasuke,
e non ti fissa chiedendosi da quale universo provieni! XD Su su,
è solo la fine della fic, mica del mondo! Io sono sempre qui, e
ho anche un *magnifico* (?) indirizzo messeger all'occorrenza! XD (ho
anche una linea internet saltellante, però, ti avviso subito!)
lale16: tesoro (mi permetto di
chiamarti così), e da dove ti esce che io sia una ferma
sostenitrice degli happy ending? Mi piacciono, mi piacciono da matti...
Ma al momento la fanfiction più bella che io abbia mai letto mi
fa ancora scoppiare a piangere quando ricordo come finisce. Per
carità, amo i lieto fine, ma non mi sognerei mai di forzarli,
ecco. Se deve finire male, che finisca male.
Hipatya: perché sei un po' troppo intuitiva... (e ora scervellati a capire cosa intendo!)
Sky_Shindou: uh, meno male che mi hai ricordato Akeru...! Sì, devo prendere carta e penna e disegnarlo!
Ulixes: prima di tutto, se sei
come Akeru voglio adottarti. *_* Posso? Secondariamente... di che
ragionamento parlavi, riguardo a Chiharu? ò.ò
Aya
|
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Capitolo 37 *** Il miglior ninja del villaggio della Foglia! ***
Naruto2-37
Dedicato a Hipatya per i suoi diciotto anni!
So che non è molto, ma spero che sia comunque un regalo piacevole!
Il miglior ninja del villaggio della Foglia!
- Trentasette -
Le visite a Chiharu furono centellinate
e somministrate con il contagocce, nei primi tempi.
C’era così tanta gente che
premeva per incontrarla subito, e tutti erano tanto insistenti, che
Kakashi decise di restare per ultimo, e ponderare con calma la sua
mossa.
Avrebbe dovuto fare un discorso lungo e
ben articolato, presentare a Chiharu tutte le opzioni e offrirle
tutto ciò che aveva da darle… dopodiché avrebbe
dovuto attendere.
Non sarebbe stata una scelta facile,
per lei.
Sarebbe stata la scelta più
difficile della sua vita, forse.
Ma avrebbe dovuto compierla da sola.
E lui era convinto che ne fosse in
grado.
Le prime persone che ottennero
l’accesso alla sua stanza furono, ovviamente, Temari e Shikamaru.
Haru non li vedeva insieme senza che
litigassero da anni, probabilmente, e nonostante fosse parecchio
debole e assonnata, riuscì a sorprendersi.
«Com’è che non vi state
tirando dietro padelle?» chiese con un minuscolo ghigno.
«Perché non si possono
portare in ospedale» spiegò Temari sedendosi sull’unica
sedia accanto al letto e accavallando le gambe. Assunse
un’espressione severa. «Avanti, rinfrescami la memoria. Cosa
ti avevo detto?» chiese minacciosa.
Shikamaru, alle sue spalle, levò
gli occhi al soffitto.
«Quando avevo tre anni mi hai
detto di picchiare chiunque mi prendesse in giro» rispose
Chiharu, pronta. «Ed è quello che ho fatto. Quei ninja
non credevano che ce l’avrei fatta, perché sono solo una
ragazzina…»
«Non è questo il punto,
miseriaccia!» la interruppe Temari. «Hai rischiato di
morire! Quando io ti avevo espressamente ordinato di non muoverti di
casa! Questo dovrebbe insegnarti qualcosa!»
«Che devo imparare a disobbedire
meglio?» provò Haru.
«Shikamaru, dille qualcosa!»
abbaiò la madre esasperata.
«Uhm… Le trappole che hai messo
erano davvero ben fatte, mi dicono» fu il sorridente commento
del Nara.
«Grazie papà»
«Voglio il divorzio!»
sbottò Temari, fulminandolo con lo sguardo.
«Non è vero, tesoro»
Shikamaru batté una pacca leggera sulla spalla della moglie.
«Non ora che Chiharu è così debilitata»
Haru distolse lo sguardo, e il sorriso
scemò rapido.
«Voi lo sapete?» chiese in
tono forzatamente neutro, fissando il soffitto. «Del mio cuore,
intendo»
Nella stanza scese il silenzio.
«Me lo ha detto la mamma di
Hitoshi» spiegò lei, come se fosse stato importante.
«Beh, non mi sembra una cosa così
grave» borbottò Shikamaru grattandosi la nuca. «Insomma,
non dovrai stare in un letto per il resto della tua vita, giusto? E
poi potrai ancora essere ninja, almeno in via teorica»
Chiharu annuì, sempre senza
guardarli.
«Allora vuoi tornare ad esserlo?»
chiese Temari ansiosamente. In quel momento non riusciva a capire se
sua figlia lo desiderasse o meno, e non sapeva fino a che punto
avrebbe potuto premere in una direzione o nell’altra.
«Ci devo pensare...»
rispose lei, piano. «Ora sono un po’ stanca»
I suoi genitori la fissarono per un
lungo e penoso istante di silenzio.
«Forse è meglio se
andiamo» mormorò Shikamaru alla fine.
«No, aspetta. C’è una
cosa che devo dirle» lo fermò Temari, e poi cercò
l’attenzione della figlia. «Riguarda quello che pensi della
tua nascita»
Haru si voltò a guardarla.
Ricordava il loro discorso sul tetto della casa di Naruto, quando si
era detta convinta di essere un incidente di percorso, e ricordava
che allora Temari aveva iniziato una certa spiegazione, ma non aveva
avuto il tempo di finirla.
Shikamaru passò lo sguardo
dall’una all’altra, confuso.
«In effetti non ti avevamo
programmata» confessò Temari, gli occhi grigio-verdi
piantati in quelli della figlia. «Sei capitata in un momento di
distrazione, è vero. Ma dal primo istante in cui ho saputo
della tua esistenza, ho deciso che ti avrei fatta nascere. Non ho
pensato neanche per un istante che tu fossi un incidente. O
qualcosa di sbagliato. Il mio unico problema era convincere quello
scansafatiche di tuo padre a sposarmi e mantenerci»
Shikamaru tossicchiò.
«Ma… hai dovuto rinunciare a un
sacco di cose, per me» sussurrò Chiharu, con un
inspiegabile nodo in gola. «Hai dovuto lasciare il tuo
villaggio, la tua carriera… e non fai che litigare con papà…»
«E meno male. Significa che non
siamo indifferenti l’uno all’altra» sbuffò Temari.
«E tutto quello che ho lasciato, l’ho lasciato
consapevolmente. Avrei potuto benissimo non tenerti. Eliminarti nei
primi mesi di gravidanza. So di essere brutale parlando così,
ma è quello che avrei potuto fare. E invece ho lasciato tutto
senza nemmeno pensarci. Ogni tanto ciò che ho lasciato mi
manca, lo ammetto... Ma poi ci sono i momenti come quelli dell’altro
giorno, in cui devo per forza tornare a combattere, e allora capisco
cosa è davvero importante per me: non essere la prima sul
campo, non uccidere più nemici degli altri. Ma tornare a casa
da mia figlia»
«E tuo marito» le ricordò
Shikamaru.
«Sì, anche lui»
borbottò lei.
Chiharu li guardò.
Lei seduta sulla sedia, lui subito
dietro con una mano sulla sua spalla, entrambi lì, insieme,
senza litigare… per lei.
Deglutì a vuoto.
«Va bene» sussurrò
chiudendo gli occhi. «Ora… ho sonno»
«Okay» sospirò
Temari, alzandosi in piedi. Si chiese se Chiharu avesse davvero
capito ciò che voleva dire, ma non aveva modo di accertarsene.
«Una cosa…» aggiunse la
ragazzina quando lei le ebbe voltato le spalle. Si girò in
fretta.
«Sì?» chiese, suo
malgrado ansiosa.
Haru, con il naso sotto le lenzuola e
la fronte arrossata, borbottò qualcosa di inintelligibile.
«Come?» chiese Temari,
avvicinandosi.
Ascoltò le sue parole appena
bisbigliate, accigliata, e alla fine Shikamaru la vide arrossire come
un palloncino che esplode.
«Non se ne parla nemmeno!»
scattò, raddrizzando la schiena. «Che razza di richieste
fai?»
«Perché? Cosa ha chiesto?»
domandò Shikamaru perplesso.
«N-Niente!» ringhiò
Temari, stranamente... in imbarazzo?
«Non è vero!»
protestò Chiharu corrucciata. «Ho chiesto… soltanto…
un bacio»
«Tu?» fece suo padre
basito.
«Non io. Voi»
Silenzio nella stanza.
«Oh» commentò
Shikamaru, mentre Temari si passava una mano sul viso, chiedendosi
che razza di figlia avesse allevato.
«Piccolo piccolo» insisté
Haru, dicendosi che aveva fatto trenta, e tanto valeva fare trentuno.
«Non vi ho mai visti scambiarvi un segno di affetto da che ho
memoria»
«Beh, potremmo anche
concederglielo…» borbottò Shikamaru guardando altrove,
quasi annoiato.
«Sei pazzo?» scattò
Temari. «Non esiste! Non siamo due galletti da esposizione!»
«Ahh, che donna problematica…»
sbuffò lui.
La guardò. Lei inarcò un
sopracciglio.
«Non ti avvicinare» lo
minacciò mentre quello faceva un passo avanti. «Giuro
che ti stendo!» esclamò alla fine appiattendosi contro
il muro, aggressiva come un gatto in trappola.
Shikamaru appoggiò l’avambraccio
sopra la sua testa, sogghignando.
«Ma dai. E dire che una volta i
ruoli erano invertiti» commentò leggero.
«Ti arriva un calcio nel…»
sibilò Temari, e poi lui le sfiorò le labbra per un
microsecondo.
«Wow» sussurrò
Chiharu dal letto, con appena gli occhi che spuntavano dalle coperte.
«E che ci voleva?» fece
Shikamaru, riprendendo una delle tipiche frasi di lei.
Temari lo fissò allibita.
Poi il calcio promesso arrivò a
destinazione.
«Ho sposato un idiota!»
sbraitò uscendo dalla stanza, e lasciando uno Shikamaru
piegato in due dal dolore e con le lacrime agli occhi.
«Tutto bene, ‘pà?»
chiese Chiharu ansiosamente, sentendosi un po’ in colpa.
«Ahi… sì…»
rispose lui, mentendo spudoratamente. «Anche se temo che non
avrai mai più fratellini. Ora vado anche io… argh… là
fuori c’è la coda per vederti, chi mando? O hai ancora
sonno?»
«Credo che vedrò ancora
qualcuno… Fai entrare un po’ chi vuoi» si strinse nelle
spalle lei, di umore inspiegabilmente migliore.
Mentre Shikamaru arrancava
faticosamente fino all’uscita, per un attimo la mente di Haru fu
sfiorata dal pensiero di Sai.
Che sciocchezza. Sicuramente non era lì
fuori.
Quando la porta si aprì di nuovo
fecero il loro ingresso Kotaro, Hitoshi e Jin.
E i primi due iniziarono a parlare
insieme, sovrapponendosi e quasi saltandole sul letto.
«Basta!» li zittì
lei, già esasperata. «Sono malata, andateci piano! Uno
per volta»
«Sei stata grandiosa!»
esclamò Kotaro, con gli occhi che brillavano. «Ci hanno
raccontato delle trappole, e del terremoto, di tutto!»
«No, è stata stupida!»
rettificò Hitoshi. «Ci stava per lasciare la pelle!»
«Non è vero!»
«Ma stai zitto, che fino
all’altro giorno singhiozzavi e la davi per morta!»
Kotaro avvampò. «Non è
vero!» ripeté, più forte. «E allora tu?
Non sei riuscito a lanciare neanche uno shuriken finché non si
è svegliata!»
«Vuoi botte?!»
«Qui?! Va bene!»
«Ehi!» intervenne
Haru. «Non siamo qua per voi!»
I due genin sbatterono le palpebre e
abbassarono lentamente le braccia, umiliati.
«Scusa…» borbottò
Kotaro a testa china.
«Oh. Bene» sbuffò
lei. «Ho capito. Eravate preoccupati. Grazie per i complimenti
e vai al diavolo per gli insulti»
«Ehi!» protestò
Hitoshi, ma Haru non lo degnò più di uno sguardo.
«Allora? Voi come vi siete
comportati in battaglia?» chiese a Jin, ignorando l’offesissimo
Uchiha.
«Tutti e tre bene» rispose
lui, tralasciando che gli altri due avevano soltanto distratto gli
avversari, mentre lui ne aveva eliminati almeno una ventina. «Ma
il grosso del lavoro lo ha fatto Naruto»
«Ah sì…» Haru
ghignò. «Quel chakra rosso, eh?»
«Tu sai cos’è?»
indagò Kotaro, preoccupato. Ricordava ancora il terrore che
aveva provato nel vederlo la prima volta.
«No» rispose lei, ma
sembrava gongolante. «Non lo so, però ho intenzione di
scoprirlo. Era grandioso, vero?»
«Ehm…» fecero i tre
genin, scettici.
«Grandioso non è il
termine che userei io» la contraddisse Jin dopo un attimo.
«Però… Ha avuto il suo effetto, sì»
Haru sospirò soddisfatta.
«Va bene, chi c’è dopo
di voi?» chiese rapida.
«Ci mandi già via?»
ribatté Hitoshi indignato. «Noi siamo i tuoi compagni di
squadra!»
«Tecnicamente non sono ancora
tornata ninja…»
«Ma vuoi farlo, no?» la
interruppe Kotaro ansioso.
«Ci devo pensare» borbottò
lei vaga, così come aveva detto ai suoi genitori.
I due genin le lanciarono occhiate
offese.
«Cosa cavolo vuol dire?»
chiese il piccolo Uchiha, risentito.
«Non è tanto difficile,
impegnati e capisci la frase. E intanto che ci pensi fai entrare
qualcun altro» Haru sbadigliò. «Inizio ad essere
stanca»
«Dai, andiamo» consigliò
Jin diplomaticamente. «Non siamo gli unici che vogliono
vederla»
Di malavoglia, Kotaro e Hitoshi si
diressero verso la porta, mogi.
Che diavolo voleva dire che doveva
pensarci?
Non c’era niente da pensare!
Uscirono, e per dieci secondi Haru
prese fiato, cercando di prepararsi psicologicamente al prossimo
ingresso.
Per sua fortuna il nuovo visitatore fu
molto gradito: Shikaku.
«Nonno!» esclamò
vedendolo, e poi notò le stampelle. «Che ti è
successo?»
«Un soffitto in testa»
rispose lui con un ghigno. «Ma neanche tu sei messa tanto
meglio. Guarda che occhio… una donna dovrebbe curare di più
l’aspetto fisico»
«Lascia perdere» sospirò
Haru, sfiorando il sopracciglio sinistro. Sospettava che le sarebbe
rimasta la cicatrice, e che sarebbe stata molto antiestetica. «Sto
prematuramente diventando troppo simile a te»
«Allora?» chiese Shikaku,
sedendosi con cautela sulla sedia già occupata da Temari.
«Farai di nuovo un giro nel laboratorio tanto presto?»
«Non saprei… forse, se voglio
sballarmi…» rispose lei, mantenendosi sul leggero e
sorridente.
Suo nonno smorzò appena i toni.
«Scherzi a parte… la prossima volta stai più attenta.
Hai rischiato grosso. Già sei una ninja, e quindi la tua vita
è sul filo di un rasoio… se poi sbagli anche là dove
dovresti essere aiutata, sei finita»
«Lo so» rispose Haru, a
malapena mogia. «Però alla fine è andato tutto
bene, no?»
«Perché sei fortunata»
tese una mano, e la posò sui suoi capelli. «E perché
sei figlia dei tuoi genitori, ed è quasi impossibile
spezzarti»
Haru sorrise.
«Quasi» sottolineò
suo nonno, perché se ne ricordasse.
«Senti, ma cos’è che ho
preso, invece dell’anestetico?» chiese lei tutta interessata.
«Una specie di droga. La stiamo
ancora studiando, e a dire il vero tu ci hai portato via l’ultimo
campione… speriamo che non provochi assuefazione»
«Aspetta, forse ne ho avanzato un
po’»
Haru si tese verso il comodino,
lasciando che i tubicini che scomparivano sotto le sue coperte
tirassero, e afferrò il marsupio che qualcuno le aveva
lasciato. Lo aprì, frugò dentro per qualche attimo, e
poi tirò fuori una foglia verdastra e carnosa, un po’
ammaccata.
«Potete ancora usarla?»
chiese.
«Sì, per i test principali
sì» rispose Shikaku prendendola. «Meno male,
possiamo anche controllare che non sia velenosa »
«Se sono ancora viva, non ha un
veleno molto forte» sdrammatizzò Chiharu, con uno
sbadiglio.
«Speriamo. Comunque, ora è
meglio che vada. Siamo entrambi stanchi»
«Sì, mi sa di sì»
approvò lei, chiudendo gli occhi.
Shikaku si aggrappò alle
stampelle e si alzò faticosamente, con una leggera smorfia.
Tutti quelli che ancora sostavano fuori
dalla porta, decise, avrebbero aspettato fino al giorno dopo.
E, il giorno dopo, quelli puntualmente
si ripresentarono.
Aumentati di numero.
Kakashi sospirò profondamente
quando vide Hitoshi, Kotaro, Jin, Naruto, Sai, e persino Baka Akeru
davanti alla porta, mentre Temari li fissava come se avesse voluto
divorarli.
«E secondo voi ha l’energia per
vedervi tutti?!» sbottò, piazzata davanti alla porta a
gambe larghe.
«Se facciamo in fretta sì»
ribatté Kotaro con una buona dose d’ottimismo.
«Voi l’avete già vista!»
scattò Temari irosa. «Fuori dai piedi!»
«Ma è una nostra
compagna!» esclamarono lui e Hitoshi indignati.
«Beh, se c’è tempo…»
intervenne Shikamaru con diplomazia, spuntando dalla stanza di
Shikaku. «Prima lasciate passare chi non l’ha ancora vista,
però»
«Esatto» approvò Sai
facendo un passo avanti.
«Tu no» dissero in fretta
entrambi i genitori.
«E perché?» chiese
il jonin con un sorriso neutro.
Temari e Shikamaru si guardarono, e poi
guardarono gli altri che li fissavano perplessi.
«Perché, ehm, tu la fai
incazzare facilmente» buttò lì Temari.
“E perché sei pericoloso”
aggiunse mentalmente.
Sai rise appena. «Sarò
buono, lo giuro» promise con il falso sorriso di Satana.
«L’importante è che si
muova!» saltò su Naruto sbuffando. «Deve chiederle
scusa, non è così?» minacciò.
«Assolutamente» garantì
Sai.
Temari e Shikamaru non poterono fare a
meno di farlo passare, nonostante la loro espressione tradisse il più
completo disappunto. Il jonin chinò appena la testa in un
gesto beffardo e li oltrepassò silenzioso. La porta si
richiuse sulle sue spalle.
Temari e Shikamaru sperarono che la
stanza non saltasse in aria.
Dentro, Haru fissò il nuovo
arrivato senza sapere neanche che espressione avere.
Con un misto di indignata offesa,
incertezza, indifferenza e vaga felicità, coordinate da un
rossore diffuso e non omogeneo, sbatté le palpebre senza
sapere cosa dire.
Poi, all’improvviso, lo seppe.
«Che diavolo vuoi?» se ne
uscì.
Sai sorrise imperturbabile, e andò
a occupare la sedia accanto al letto.
«Sono qui per visitare un’ex
allieva» annunciò tranquillo.
«Bene. Mi hai vista. Ciao»
ribatté lei distogliendo lo sguardo.
«Non vedere, ma visitare»
puntualizzò lui, al che Haru lo fulminò con lo sguardo.
«Ti diverti?» sibilò.
«Discretamente»
«Vai al diavolo. Perché
sei qui? Per provocarmi?»
«Qualcuno sostiene che dovrei
chiederti scusa»
Chiharu, inaspettatamente, sorrise e
sbuffò. «Per favore…» mormorò. «Chiedermi
scusa? Ma tu hai mai chiesto scusa in vita tua? E per cosa dovresti
farlo oggi?»
«Non l’ho ben capito, in
effetti» Sai sorrise sornione.
«Non hai mai ben capito niente,
in effetti» lo corresse lei, e finalmente lo guardò.
Sembrò studiarlo per un attimo, la testa inclinata e le
palpebre socchiuse, e alla fine sbuffò ancora. «Tu sai
che mi sono presa una cotta per te, no?» chiese, arrossendo
leggermente.
Il sorriso non scomparve dalle labbra
di Sai. «Lo sospettavo» si limitò a dire.
«Brutto bastardo» rognò
lei. «Lo sapevi da un bel po’, e non era solo un sospetto. Ti
sei divertito, hai giocherellato con me come e quanto ti pareva… e
non hai pensato che a tredici anni una è più
influenzabile delle donne che ti fai di solito»
«Che linguaggio»
«Ma stai zitto. Non hai mai
sentito mia madre che insulta mio padre. Lei lo ha obbligato a
sposarla, lo sai? E io e lei ci assomigliamo tantissimo, o così
dicono»
«Stai cercando di obbligarmi a
sposarti?»
«No» Chiharu sogghignò.
«Non subito, almeno»
Il sorriso di Sai lasciò il
posto a un’educata perplessità. «Come?» chiese.
«Dammi tempo» rispose lei,
sfoderando gli occhi di Shikamaru a cui Temari non sapeva resistere.
«Qualche annetto, facciamo cinque. Lasciami arrivare ai
diciotto anni, così diventa anche legale… e poi ti farò
perdere la testa»
Sai inarcò le sopracciglia.
«Davvero?» chiese, quasi interessato.
«Ci puoi giurare» garantì
lei.
Lui sorrise, e si alzò dalla
sedia, pensando che tutti i tredicenni fanno promesse più
grandi di loro.
«Va bene. Allora aspetto,
giusto?» chiese.
«Sì. E cerca di non
impegnarti nel frattempo» rispose lei, sfacciatamente sicura.
«Bene. Guarda che ci conto»
ribatté lui, mascherando l’ironia.
Sorridente e scettico, Sai raggiunse la
porta. Prima di abbassare la maniglia si girò ancora una volta
a guardarla. Che razza di ragazzina.
La seconda visita fu annunciata da un
discreto tumulto al di là del muro. Mentre Haru si chiedeva
quale mostro stesse per comparire, e cercava di cancellare dalla
mente l’inebriante sensazione lasciatale dall’incontro con Sai,
la porta si aprì e svelò… Baka Akeru. Profondamente
imbarazzato.
Questa volta non ci fu confusione, né
incertezza, offesa o felicità. Solo la più pura
sorpresa, mescolata a un pizzico di fastidio.
«E tu che ci fai qui?»
chiese prima ancora che Akeru chiudesse. Lui arrossì.
«Sono, ehm, venuto a trovarti»
disse poi sollevando il mento in un impeto d’orgoglio.
«Perché?» insisté
lei, con la strana sensazione di ripetere un copione troppo noto.
«Perché ho contribuito a
salvare quella tua pellaccia ingrata, ecco perché!»
insorse lui, indignato. «Mi sei quasi morta tra le mani, ho
dovuto lottare con i tuoi due tirapiedi per passare, e tu mi tratti
così?»
«Ehi, io e te ci odiamo,
ricordi?» sbottò lei. «Cosa te ne esci con queste
sciocchezze all’improvviso?»
«M-ma» balbettò
Akeru, spiazzato. «Io pensavo che… insomma, quello che
abbiamo fatto insieme… quello che è successo…»
«Pensavi che due ore di
simil-collaborazione avrebbero cancellato anni di rancore?»
completò lei secca.
Lui avvampò.
«No» ringhiò.
“Sì” pensò
simultaneamente.
«Va bene. Spero che schiatti. Di
nuovo» sibilò acido, dandole le spalle bruscamente.
Afferrò la maniglia come se le avesse fatto un torto
personale, la abbassò ferocemente e uscì sbattendosi la
porta alle spalle.
Chiharu rimase senza parole.
Ma perché tutti impazzivano
improvvisamente? Era l’ospedale che faceva quell’effetto o il
fatto che fosse quasi morta?
Ricadde sui cuscini, esasperata; se
tutte le visite di quel giorno erano così, non sarebbe
arrivata viva alla sera. Forse, per convenienza, poteva quasi tornare
in coma.
Aspettò che qualcun altro
entrasse, magari anche Kotaro e Hitoshi, ma per qualche minuto non
successe niente. Accigliata, si alzò a sedere e fissò
l’ingresso.
“Tutta qua la coda?” si chiese
delusa.
E Naruto non veniva a trovarla?
Fu allora che la porta si aprì
di nuovo.
E questa volta era Jiraya.
Okay. Probabilmente era un virus
nell’aria. Ciò che sapeva di quell’uomo, del suo ex eroe,
era che non la sopportava, giusto? Lei aveva insultato lui, il suo
lavoro e i suoi libri… Forse voleva ucciderla mentre era debole?
«Sono appena arrivato»
annunciò lui con un ghigno. «Scusa se ti ho fatto
aspettare, ho scambiato qualche parola con gli altri, fuori. E ti ho
portato un regalo» sollevò una busta di plastica
apparentemente pesante, e la depositò sul letto, sulle sue
gambe.
«Cos’è?» chiese
Haru perplessa. «E perché lei è qui?»
Jiraya corrugò la fronte e si
sedette sulla sedia, incrociando le braccia sul petto. Chiuse gli
occhi, con aria grave.
«Ho pensato una cosa durante
questi giorni» disse serio. «Insomma, non è giusto
che io me la prenda con te perché le nostre idee sono un
po’ divergenti. Sei ancora giovane, devi essere formata, e il
compito di noi vecchi è fornire tutti gli strumenti che
possono essere necessari ai giovani per questo scopo. Quindi eccoli»
tese una mano verso il sacchetto.
Chiharu lo aprì e ci gettò
un’occhiata dentro.
Sbiancò.
L’intera opera di Jiraya, dalla prima
pomiciata all’ultima, passando per “La violenza della
pomiciata”, “Il paradiso della pomiciata”, “Le
tattiche della pomiciata”… tutto. Più le antologie
complete.
«Sono autografate» le fece
notare lui, particolarmente orgoglioso. «I collezionisti
venderebbero la nonna pur di averle»
“E allora perché non le offri
a loro?” si chiese lei, disperata. “Oddio, ora che me le ha
regalate dovrò anche leggerle?”
«Mh? Non dici niente?»
chiese Jiraya, moderatamente offeso. «Non mi ringrazi?»
«Ehm, sì…» mormorò
Chiharu. «Grazie…»
«Ma ti pare?» rise il
sannin. «Noi due abbiamo iniziato con il piede sbagliato, ora
metteremo le cose a posto!»
«Ah, bene…» bisbigliò
lei.
«Okay, ora ti lascio agli altri
fan! Mentre entravo mi è parso di vedere all’orizzonte
persino il Kazekage in persona, lo sai? Adesso i Kage fuori dalla tua
porta sono due!»
Nonostante la perplessità
provocata dalla visita di Jiraya, Haru non poté fare a meno di
sentirsi piacevolmente lusingata. E mentre lui usciva, allungò
il collo per sbirciare fuori. Intravide la zazzera bionda di Naruto,
Kotaro e Hitoshi, i capelli bianchi di Jin e… capelli rossi? Non ne
era sicura.
Quando però la porta si riaprì
di nuovo, fu proprio Gaara a fare il suo ingresso. Accompagnato da un
uomo con il viso pesantemente truccato di viola, e vestito di nero.
«Gaara?» chiese Haru al
Kazekage, sempre più sorpresa. Le visite di quel giorno
diventavano sempre più strane e inaspettate.
«Ti fai chiamare per nome da tua
nipote?» ironizzò l’uomo al suo fianco.
«E chi è lui?»
domandò lei accigliandosi, e lo indicò.
«A quanto pare tua nipote invece
non sa nemmeno chi sei, Kankuro» disse Gaara imperturbabile.
Quello, scioccato, si bloccò
qualche passo più indietro.
Naturalmente Haru aveva già
sentito parlare dell’altro suo zio, ma di fronte a una
figura del genere non riuscì a impedirsi di arrossire.
«Scusi» borbottò,
usando istintivamente il lei.
«Va bene così…»
mormorò Kankuro, una mano sul viso. «In fondo ben pochi
si ricordano di me… Fammi solo un favore: non darmi del lei. E
chiamami zio»
«Ci… ci proverò»
disse Haru turbata. Già faticava a chiamare sua madre mamma,
figurarsi se riusciva a dire zio. «Ma perché
siete qui?»
«Siamo venuti a visitare nostra
nipote» disse Gaara con un impercettibile sorriso. «Ci
hanno detto che hai creato un po’ di confusione»
«Beh…» Haru sorrise,
lusingata. Poi ricordò che l’ultima volta il Kazekage le
aveva fatto saltare i cinque minuti. «Ah…» fece,
accigliandosi.
«Qualche problema?» domandò
lui.
Lei lo fissò.
Era il Kazekage.
E si era spostato dal villaggio della
Sabbia solo per lei, una nipote ingrata che vedeva una volta ogni
dieci anni.
E poi era così affascinante.
Esitò, e alla fine sorrise di
nuovo. «No, niente» garantì.
I successivi dieci minuti furono molto
piacevoli, in definitiva. Senza eccessivo calore, con un cortese
Gaara anziché zio, e costellati di chiacchiere
neutre e leggere.
Alla fine il Kazekage disse che
dovevano andare.
«Ah, solo una cosa» si
bloccò a metà strada verso la porta. «Mi hanno
detto che il tuo chakra è di tipo terra» sorrise.
«Nell’improbabile caso che tu volessi un aiuto, io sono
sempre disponibile»
Chiharu stava per fornire la risposta
standard ‘non so ancora se tornerò ninja’, ma all’ultimo
secondo si trattenne. E, arrossendo leggermente, mormorò: «Va
bene… grazie»
Gaara e Kankuro se ne andarono,
lasciandole probabilmente la migliore impressione del giorno.
Haru sospirò, affondando
piacevolmente nei cuscini, e facendo due calcoli giunse alla
conclusione che restavano fuori solo Naruto e il sesto Hokage.
Per fortuna ebbero la felice idea di
entrare insieme.
«Finalmente si riesce a vederti!»
esclamò Naruto allegramente. «Faccio prima a vedere
l’Hokage che te»
«La verità è che
sei impegnato con tuo figlio, no?» insinuò Haru con un
ghignetto.
«Ehi tu, non dovresti essere
debole e carina?» protestò lui indignato. E poi sorrise
da un orecchio all’altro. «Sai che è un bambino
bellissimo? Mi assomiglia tutto. Lo dice anche il maestro Iruka,
anche se ormai dovrei smettere di chiamarlo maestro… Va beh, quando
esci di qui te lo faccio vedere, anche perché è in
parte merito tuo se è nato! Solo che, essendo maschio, non
potevamo mica chiamarlo Chiharu. Abbiamo pensato anche a un secondo
nome, ma è sempre da femmina, e poi suonava male, e allora io
e Hinata…»
«Naruto» lo interruppe
Kakashi, mentre Chiharu scuoteva la testa sorridendo. «Basta
così»
«Ah. Certo. E’ che quando parlo
di Micchan perdo la testa!» si scusò lui. «Di
solito sono di poche parole, ma con lui divento logorroico… Ah,
giusto, tu torni ninja, vero?»
Chiharu smise di sorridere.
Guardò Naruto. Guardò
Kakashi.
L’Hokage si avvicinò al letto
e sfilò di tasca il coprifronte che lei gli aveva lasciato in
ufficio qualche giorno prima. Lo posò sul comodino, pulito e
luccicante, accanto al marsupio.
«I medici ti hanno detto tutto,
vero?» chiese. Lei annuì. «La scelta è solo
tua. Conosci i rischi e sai cosa guadagneresti… ora devi solo
capire cosa vuoi. Comprendo che sia difficile. Probabilmente è
la scelta più difficile che possa capitarti in tutta la tua
vita, o almeno lo spero. Vorrei solo farti sapere che…»
«Non ce n’è bisogno»
Kakashi si interruppe a metà,
con la bocca ancora aperta sotto la maschera.
«Come?» chiese,
momentaneamente spiazzato. Aveva perso il filo.
«Non c’è bisogno che mi
dica tutto questo» spiegò Haru, guardandolo. «Io
ho già deciso»
Silenzio.
«Cioè?» chiese dopo
qualche attimo Naruto, impaziente.
Chiharu sorrise. «Sono nata per
essere ninja» disse, allungando la mano per prendere il
coprifronte lucente. «O così dicono. E io devo
dimostrare che è giusto, no?» si fece seria. «Capisco
che ci saranno molti problemi, che avrò nuovi… limiti. Ma i
limiti esistono per essere superati, o così ho sempre creduto.
E avere un obiettivo già in partenza è un ottimo
inizio. Quindi… dovrò solo riprendere da qualche metro più
indietro, e riguadagnare il terreno perso. Insomma, sono un genio,
non mi ci vorrà tanto» ghignò, stringendo la
placca in metallo tra le dita. «E poi volete scherzare? Una
vita intera nella stessa casa dei miei? Uno impara a schivare padelle
e coltelli volanti anche se non vuole»
«Ahah, in effetti Temari fa
davvero paura!» concordò Naruto, di umore più che
ottimo. «Allora, quando riprendi gli allenamenti?»
«Questo lascialo stabilire ai
medici» sospirò Kakashi, rimpiangendo leggermente il
meraviglioso discorso che aveva preparato con tanto impegno. Ma
pazienza, andava bene anche così… In fondo il suo risultato
lo aveva ottenuto.
«Oh sì, giusto»
ritrattò Naruto accigliandosi. «Allora vado a chiedere a
Sakura di farti uscire il prima possibile!»
«Veramente non intendevo quest…»
tentò di dire l’Hokage, ma lui era già praticamente
fuori dalla porta. Lo lasciò andare, ormai abituato ai suoi
colpi di testa. «Ci penserà Sakura a riportarlo con i
piedi per terra» rifletté tra sé.
«Beh, ma è abbastanza
divertente, no?» chiese Haru in tono leggero, il coprifronte
ora posato sulle sue ginocchia, accanto ai libri di Jiraya.
«Stancante, ma divertente. E, a proposito, se chiedo cos’era
il chakra rosso dell’altro giorno posso sperare in una risposta?»
Kakashi la guardò per un attimo,
e poi abbassò l’unica palpebra visibile. «E’ meglio
se chiedi direttamente a lui» consigliò.
«Oh» fece lei con
disappunto. «Beh, forse… immagino di sì»
Ci fu un attimo di silenzio nella
stanza, durante il quale Chiharu e Kakashi riuscirono a sentire le
voci nel corridoio sotto forma di bisbiglio. Poi lei si ricordò
di una cosa.
«Ah sì!» esclamò
afferrando il marsupio. Lo aprì, e frugò al suo interno
per qualche attimo. Alla fine tirò fuori una morbida piuma
scarlatta, ancora perfettamente intatta, e la tese all’Hokage con
un sorriso orgoglioso. «Ci sono riuscita»
Lui la prese, sorpreso. «Davvero?»
chiese inarcando le sopracciglia.
«Già» annuì
Haru. «Due volte. Va beh, la seconda volta era proprio messa
male, volava appena, ma la prima era bellina. Piccola ma perfetta. Le
ho usate per mandare i messaggi a Naruto»
«Hai usato questa tecnica?
Pensavo che avresti preso un uccellino, o qualcosa di simile»
«Più o meno l’ho fatto,
no?» si strinse nelle spalle. «E comunque ci sono
riuscita. Sono brava, eh?»
«Sei una piccola ladra con un
sacco di fortuna. Ma, te lo concedo, sei anche bravina»
Haru si accigliò. «Solo?»
chiese offesa. «Ehi, ho fatto una cosa difficile! Probabilmente
nessuno dei ninja del mio anno ci sarebbe riuscito. Neanche Hitoshi o
Jin»
«Oh, questo è poco ma
sicuro» disse Kakashi distrattamente, facendo ruotare la penna
scarlatta tra le dita. La tese ancora a Chiharu. A onor del vero,
neanche lei avrebbe dovuto riuscirci. Forse era più dotata di
quanto avesse ipotizzato al principio; ma era meglio non dirglielo, o
il suo ego sarebbe esploso. «Tieni. E’ tua» mentre lei
la sistemava nel marsupio, assottigliò gli occhi. «Se
non sbaglio in quel momento con te c’era Baka Akeru… Non gli hai
detto nulla, vero?»
«Certo che no. E comunque non
avrebbe capito un tubo»
«Non sottovalutarlo, Chiharu.
Potrebbe sorprenderti un giorno»
Haru scoppiò a ridere senza
ritegno. «Lui?» chiese incredula. «No. No,
assolutamente impossibile»
«Spesso ci ricrediamo su molte
più cose del previsto…» mormorò lui,
inconsapevole veggente.
Haru smise di sghignazzare. «Forse
è vero» ammise. «Per esempio, quattro mesi fa
pensavo che Naruto Uzumaki fosse un buono a nulla, il peggior
ninja di Konoha… mentre adesso mi sembra che le cose non stiano
così» corrugò la fronte. «Ehi… solo ora
mi viene in mente una cosa…»
«Cioè?» si informò
Kakashi, moderatamente curioso.
Haru alzò gli occhi a incontrare
i suoi.
«Posso farle una domanda che
potrebbe risultare offensiva?»
Gli ultimi reduci dalla visita uscirono
dall’ospedale tutti insieme, Gaara compreso. Il suo impegno era
risultato essere un colloquio privato con Kakashi, ma se lui era con
Haru la cosa non si poteva fare, così avevano aspettato. Alla
fine si erano trovati nell’atrio i due Kage, Kankuro, Loria
l’onnipresente segretaria, Kotaro, Hitoshi, Jin, e Shikamaru, che
tornava a casa a farsi una dormita.
«Accidentaccio… però
poteva evitare di sbatterci via così» bofonchiò
Hitoshi risentito. «E’ stanca, lei. Col cavolo!»
«Magari è vero»
tentò Kotaro senza molto successo. Alla fine sospirò.
«Beh. Sappiamo come è fatta, giusto?» sorrise. «E
va bene così. L’importante è che sia tornata nel
gruppo»
«Bah, se lo dici tu»
bofonchiò il piccolo Uchiha. Ma arrossì un po’.
Jin, a qualche passo di distanza, si
sentì improvvisamente posare una mano sulla spalla.
«Io e te dobbiamo fare due
chiacchiere» gli disse la familiare voce di suo padre, a pochi
centimetri dall’orecchio.
«Ho fatto qualcosa?»
domandò lui confuso.
«No, tu no; ma devo metterti in
guardia a proposito di una persona… che forse ti dirà cose
strane su tua madre»
Bastò quel breve accenno perché
gli occhi opachi di Jin si tingessero di vita. Alzò la testa
di scatto, speranzoso e stupito, e di fronte a quell’espressione da
bambino Kakashi si lasciò sfuggire un sorriso. Senza dire
nulla, posò una mano sulla sua testa, su quei capelli uguali
nel colore e ugualmente spettinati, come i suoi. E per un attimo si
perse negli occhi blu che gli ricordavano invece sua madre…
Naruto scelse quel momento per
irrompere nell’atrio sbuffando.
«Non si può!»
esclamò inviperito. «Sakura non la lascia uscire domani!
Che seccante!»
«Chiudi quella bocca,
incosciente!» gridò Sakura sporgendo la testa dal suo
ufficio. Sasuke gettò un’occhiata dietro di lei, e per buona
pace rimandò a Naruto il gesto osceno che lui aveva lanciato
ad entrambi. Bambini.
«Non sarai tu ad essere troppo
esigente?» ipotizzò Gaara. «E’ più
importante la sua salute del tuo allenamento. Tu distraiti con tuo
figlio»
«Ma lo sto già facendo!»
protestò Naruto.
E mentre Kotaro e Hitoshi si chiedevano
che cavolo stesse dicendo, dato che evidentemente non era con
suo figlio ma con loro, la rossa segretaria del Kazekage degnò
il biondo di una lunga e minuziosa occhiata. Sorrise
impercettibilmente, sistemandosi gli occhiali sul naso. Solo Gaara se
ne accorse, e una ruga sottile gli segnò la fronte.
«Su, andiamo» sospirò
Kakashi riconducendo tutti all’ordine. «Abbiamo i nostri
impegni, e chi non li ha deve allenarsi» scoccò
un’occhiata ai piccoli. «Non è mica finita qui»
«See, see…» bofonchiò
Naruto. «Solo io sto qui ad annoiarmi! Non ho mai un tubo da
fare, mi sento quasi inutile!»
L’Hokage lo guardò e sorrise
segretamente.
Inutile.
Che sciocchezza…
«Posso farle una domanda che
potrebbe risultare offensiva?»
Kakashi inarcò le
sopracciglia; questo andava oltre ogni sua possibile previsione,
doveva ammettere: Chiharu Nara che chiedeva il permesso di essere
tagliente?
«Prego» si limitò
a dire, comunque.
«Ecco… L’Hokage non
dovrebbe essere il miglior ninja del villaggio della Foglia? Il più
forte?» indagò Haru. «Ma mi è parso di
capire che tra lei e Naruto… sì, insomma, ho già
detto che avrebbe potuto offendersi… ma mi sembra che il più
forte sia Naruto. Sbaglio?»
L’Hokage sembrò riflettere
un attimo sulle sue parole. Alla fine sospirò
impercettibilmente – quel giorno lo stava facendo davvero troppe
volte.
Ricordava benissimo quando Tsunade
gli aveva offerto la sua poltrona. Jin era ancora piccolo, e lui
faceva fatica a barcamenarsi con le missioni. Allora aveva pensato
che sarebbe stato molto comodo un lavoro di ufficio. Ma anche lui si
era chiesto perché non Naruto.
E alla fine ne aveva capito la
ragione.
«Insomma, vuoi sapere perché
l’Hokage sono io e non Naruto, esatto?» chiese, tanto per
essere sicuro. Chiharu annuì. «In realtà è
molto semplice. Pensa per un attimo alla situazione di Konoha cinque
anni fa: eravamo sull’orlo di una guerra mondiale, il nostro
esercito era in ottime condizioni ma ci mancavano gli strateghi, e
dalla Sabbia iniziavano ad arrivare notizie dei primi problemi, che
poi si sarebbero protratti fino a oggi… in una simile ottica, come
ci vedresti Naruto a dirigere tutto?»
Haru ci pensò.
Fece una smorfia.
«Esattamente» annuì
Kakashi. «Naruto sarebbe un Hokage perfetto… se fosse solo un
po’ più riflessivo. Ma è ancora un adolescente
dentro, e manderebbe al diavolo in due secondi le trattative
diplomatiche che il Paese ha imbastito per anni e anni»
sospirò. «Purtroppo è quasi certo che al prossimo
turno sarà in prima linea, pronto ad uccidere chiunque gli
soffi il posto… Per me prova un briciolo di rispetto, ma se a
sostituirmi fosse tuo padre, o Sakura, o, Dio non voglia, Sasuke
Uchiha, credo che farebbe una strage» sorrise. «Essere
Hokage è sempre stato il suo sogno. E, affiancato da qualcuno
che si occupi delle pratiche più delicate, potrebbe davvero
essere il miglior Hokage che il villaggio abbia mai avuto… migliore
anche di Yondaime»
Chiharu restò suo malgrado
ammirata.
Nel tono di Kakashi riuscì a
leggere un profondo affetto, rispetto, e anche una grande stima.
Tirò le somme nella sua
mente, e scoprì che il pensiero di questo nuovo Naruto non era
poi così sgradevole.
«Insomma, lui è…»
iniziò, e lasciò in sospeso la frase.
Kakashi sorrise sotto la maschera.
«Sì. Naruto è il
miglior ninja del villaggio della Foglia»
FINE
* * *
Spazio autore
...Ho mentito spudoratamente. <3
La volta scorsa vi avevo assicurato che in questo capitolo si sarebbe sistemata ogni cosa,
ma come vedete non è successo nulla di simile!
Sì, sono la figlia segreta di Crudelia Demon.
Ed è carina l'idea del capitolo che riprende il primo, vero? Vero? VERO?
Comunque, a questo punto tutti voi vi starete dicendo: ah, esiste un seguito!
E io vi risponderò... no.
Dovrebbe esistere, ma francamente è più di un anno che sono in ballo con Chiharu, Kotaro, Hitoshi, Jin, Baka...
E credo di essermi stufata.
Sono sempre stata una persona incostante...
Ok, ok, ok, buoni lì! Pensate al lato positivo!
Ora potete immaginare tutti i seguiti e i pairing che volete, senza che io vi angosci con i miei trucchetti!
Sapete che sono il Male.
La mia malvagità è tanta e tale da spaventarmi, sono un
distillato di cattiveria, di marciume, di acredine, e di bugie.
Bugie, sì.
Perché ovviamente sto scherzando!
Il seguito c'è, e al momento ha raggiunto il terzo capitolo + prologo nella mia cartellina sul desktop.
Insomma, i lettori di vecchissima data hanno avuto la pazienza di aspettarlo per praticamente un anno, tradire la loro fiducia sarebbe veramente troppo.
(E poi ormai devo arrivare alla fine di questa storia e scrivere quello che succede nell'ultimo capitolo... è un dovere morale!)
A questo punto, vi garantisco che a settembre vedrete online il primo capitolo di "Piume nella cenere",
unico e vero seguito del Peggior bla bla bla!
Se vorrete restare con me anche il prossimo autunno, io non chiuderò la porta a nessuno.
Dunque, vediamo un po' di farci un minimo di pubblicità! XD
Per tutti coloro che si chiedono ancora qualcosa sulla madre di Jin, e non hanno gettato la spugna;
Per le persone che aspettano di vedere sviluppi sentimentali tra i mocciosi;
Per chi vuole sapere se la gara sul numero di figli tra Naruto e Sasuke avrà fine;
Per chi vuole conoscere i bambini che ora sono troppo piccoli per parlare;
Per chi si domanda "ma Neji resta nubile?";
Per chi pensa che Baka Akeru sarà sempre in seconda fila;
Per chi spera che Naruto diventi Hokage;
Per chi si ricorda di Loria l'ambigua segretaria;
Per chi si è insospettito riguardo alla piuma rossa di Chiharu;
Per chi SA che Tsuda junior non può essere scomparso e basta;
Per chi aspetta la riscossa degli Uchiha;
Per chi vuole farsi del male, ancora, insieme alla mia malvagità;
E per chi, semplicemente, si è affezionato ai personaggi che ho creato;
Se appartenete a una o più delle categorie elencate qua sopra,
allora a settembre ci ritroveremo.
Io sarò qui.
* Settembre - Piume nella cenere *
(imparate già a chiamarlo Penne nel fango, va'! E' il soprannome ufficiale! XD)
Ora, prima di lasciarvi all'ultima serie di risposte ai commenti, ho ancora un'ultima cosa da dirvi.
Dopo questo capitolo ci sarà un piccolo e stupido fuori-serie che mi è stato chiesto con insistenza sei mesi fa.
Io ve lo presento, così potrete vedere un accenno dei mocciosi nel futuro - nello specifico, di Stupido e Jin.
Sarà una mini-anteprima di due personaggi, diciamo.
Più uno, ehm, una, che non dovrete considerare granché. -.-
Se lo leggerete, tranquilli, non faticherete! XD
Ok, era la penultima cosa! XD
Questa è l'ultima:
essendo che mi è stato regalato un forum (indirizzo reperibile nella mia pagina personale),
ed
essendo che è dedicato alle mie fanfic, ho deciso di sfruttarlo per
fare tutto ciò che non posso fare nella pagina personale di efp!
E quindi, dopo il capitolo extra, troverete laggiù il prologo di Piume nella cenere!
Su, su, una visitina vale la pena di farla, no? <3
Topy: mi spiace che tu sia partita per le vacanze proprio oggi! ^^' Su, dai, quando tornerai avrai ben due capitoli da leggere, e la
sorpresa del seguito! XD Ma per adesso ti ringrazio tanto per essere
arrivata fin qui con me. Ho visto anche le recensioni alle one-shot e
mi hanno resa davvero felice! Sarà dura fare a meno di
"chiacchierare" con voi lettori fino a settembre... ç_ç
Kira33: nello scorso capitolo
Naruto si lamentava del momento perché si supponeva che, con la
battaglia finita e il nuovo nato, tutti dovessero essere felici. E
invece Haru va a demolire l'umore generale! Comunque, Natsumi non si
è vista, e nemmeno personaggi come Choji e Ino, a ben vedere!
Sì, questo capitolo non aveva proprio il sapore della fine... XD
Grazie per essere arrivata fin qui, mi ha fatto davvero piacere
scambiare messaggi con te! ^_^
Ino_Chan: il finale è
sempre la parte più difficile di una storia (insieme
all'inizio). Come si fa a scrivere qualcosa che non risulti forzato ma
nemmeno banale? E' ancora un mistero. Ma io ci provo, e tento ogni
volta strade diverse. Chissà mai che mi vada bene! XD Poi
c'è chi apprezza e chi non apprezza, ma nessuno ha detto che
devo mettere d'accordo tutti! Ciò detto, il peggior bla bla bla
finisce qui, ma spero di ritrovarti sul forum durante l'estate! ^_^ Un
bacione!
RedCrossBook: io per prima sto
iniziando a pensare che i miei aggiornamenti siano troppo rapidi... XD
Ma se aggiornassi una volta a settimana ci avrei messo più di un
anno per postare tutto Sinners. E quindi va bene così! U_U La
frase sul Byakugan nello scorso capitolo era per te, esatto! XD Ma
Kakashi non morirà solo per farti felice! Dimenticalo! U_U Certo... magari, nella prossima serie...
slice: sarò scema, ma
sono convinta che siano i dettagli a trasformare una bella trama in una
bella storia. Si può avere l'idea migliore del mondo, ma se non
si costruisce dietro a quest'idea un intero universo, sembrerà
sempre campata per aria! Grazie per essere arrivata fin qui, i tuoi
commenti erano una certezza e mi hanno sempre fatto molto piacere! ^_^
arwen5786: essendo che è qualche giorno che non ci becchiamo via messenger, avevo scordato quanto potevi essere, uhm, ossessionata
da Neji! XD Dai, almeno è uscito di scena con classe e charme,
no? Non era ciò che volevi? (sì. Di' di sì, te lo
ordino!) Ad ogni modo, io ero seria quando parlavo di Fay. Solo che non
ho specificato che parlavo della prossima serie! <3
sammy1987: beh, Haru è
fin troppo Mary Sue. un po' di sofferenza se la merita, diciamocelo!
U_U Cooomunque, dopo aver letto anche l'ultimo capitolo, sei
soddisfatta? Ovviamente ho lasciato tutto in sospeso, ma si sa, sono
perfida... Ed esiste un'altra serie! XD
maninja87: sì, ci vuole molto
di più a rispondere alle recensioni che a scrivere il capitolo,
lo confermo! E per quanto la cosa mi renda molto felice, giuro che
è massacrante! XD Tra parentesi, sì. Siamo praticamente a
metà storia. U_U Comunque, tornando a questa, temo che Sasuke
non abbia fatto una gran figura nell'ultimo capitolo! XD Sakura invece
non è che si stufa del bambino... E' che quando ne fai 7 e sei
un medico, sai cosa puoi e
cosa non puoi fare. Mia madre quando aspettava me sbrinava il freezer!
E in ospedale, prima di partorire, si è messa a sterilizzare i
ferri da sola! (era infermiera, ed io ero la seconda figlia! XD) Le
altre pazienti la fissavano terrorizzate e chiedevano se dovevano farlo
anche loro... Tralasciando la mia biografia, comunque, grazie per
essere arrivata fino a questo punto! ^_^ Ho tutte le intenzioni di
procurarti un degno regalo di compleanno, per cui abbi fede!
lale16: diciamocelo, nessuno si
aspettava davvero che Haru morisse! XD E infatti è viva e
vegeta! Ehm, ok, forse non troppo vegeta, ma il senso è chiaro!
XD Grazie per essere arrivata fin qui insieme a me, mi ha fatto molto
piacere scambiare due chiacchiere!
SuperEllen: ovviamente
un solo capitolo non bastava a sistemare tutto! XD Ma la postilla
riguardante il seguito mi sembra più che sufficiente! E, come
vedi dal mini-angolino pubblicitario poco più su, le domande che
anche tu ti ponevi troveranno una soluzione... Ciò detto, mi
sono quasi commossa quando hai detto di esserti innamorata di questa
fic dal primo capitolo. E' stato... non so, strano e bello insieme.
Grazie, perché penso che queste siano le parole che ogni
scrittore sogna di sentire.
akane_val: psst... Mi sa che
ora ci vuole una nuova sezione nel forum! XD Pensi che sia possibile
crearla? Ebbene sì, la fine è vicina, ma non è una
vera fine. Le cose in sospeso sono tante e tali che ci vuole un'intera
nuova serie, altro che allungare la fic! Quindi bando alla malinconia,
e fatti un sorriso con lo special che pubblicherò fra tre
giorni! Ancora, grazie per aver commentato fino a qui, e - lo so, sono
noiosa - grazie per il forum! >_<
Sky_Shindou: tutto ha una fine,
sì, ma non sempre è vicina quanto si pensa! XD Infatti
esiste un altro sequel - sono ripetitiva, lo so - e sarà sugli
schermi a partire da settembre! Per maggiori dettagli su date e
spoiler, c'è tutto sul forum! ^_^ E... oddio. Ti sei innamorata
di come scrivo, e questo mi manda letteralmente in brodo di giuggiole!
Perché un conto è innamorarsi di una storia, che non si
ripeterà mai più, e un conto è innamorarsi di uno
stile che invece verrà replicato nel futuro. Insomma, mi
inorgoglisce da matti! Un bacione, e arrivederci sul forum! >_<
Killkenny: oooh, finalmente si
può parlare del sequel come Dio comanda! Allora, sai che mi ero
dimenticata dei problemi di cuore di Chiharu? XD Meno male che per
pubblicare il Peggior ho dovuto rileggerlo tutto... e mi sono dovuta
fare un file corposo con gli appunti, ma si può?
thembra: so che è brutto
da dire, ma credo che Hinata sia stata una delusione, per Hiashi. Alla
fine ha sviluppato una sua personalità indipendente in funzione
di Naruto, e non ha mai
capito l'attaccamento al clan del padre. Si è limitata a
prendere le distanze, diciamo, e anche Hanabi non è stata un
esempio di rettitudine e crescita morale! Ma Hiashi è morto e di
lui non ci importa più nulla, amen. U_U Di chi ci importa,
invece, è il piccolo Micchan! Adorabile piccolo pulcioso! <3
Un amore di bimbo, ecco! Nella prossima serie ho intenzione di farlo
apparire sin dal primo capitolo, e, credimi, io lo amo! <3
bambi88: io ho provato a
uccidere Haru, ci ho provato davvero! Ma la fetente si è
ribellata. ç_ç Me tapina, penso di essere dio, ma sono
soltanto una mano che obbedisce ai supremi ordini dei personaggi! Che
amarezza...
Serrua_chan: tutto molto
semplice, mia cara! Per andare a capo nelle recensioni devi scrivere,
alla fine del paragrafo, (con le virgolette). La frase
successiva sarà automaticamente una riga più sotto! E,
per contattarmi, esiste il *magnifico* messenger, e il mio molto poco
originale contatto: ayachan152003@hotmail.com! XD Parlando della fic,
non è che la gente si preoccupa più di Haru-ninja che di
Haru-persona, è che sanno
che quando si sveglierà vorrà dimostrare al mondo intero
quanto è fiera e possente, e se non potrà farlo
sarà piuttosto difficile da gestire! XD Grazie mille per i
complimenti sulla scena ShikaTema, ultimamente sono mosca grigia (a
metà tra la ShikaIno e la ShikaTema), e ho un paio di persone
che continuano a sperare che io torni sulla vecchia, solida, nera via!
XD A risentirci via messenger, allora! ^_^ O, se ti sembra troppo complicato (XD), c'è il forum linkato nella mia pagina personale!
Hipatya: diciamocelo. Se
riuscirò a tenere le vostre idee confuse fino alla riga
precedente la rivelazione, riguardo la madre di Jin, mi potrò
considerare una donna felice! XD Riguardo a tutto il resto, beh, ho
un'intera terza serie per demolire e far risorgere gli Uchiha! Hitoshi
non avrà affatto vita facile! E Neji... diciamo che Cami
avrà di che disidratarsi di bava. U_U Comunque, mi piace
parecchio il mio nuovo nomignolo! Posso adottarlo ufficialmente o dici
che è troppo lungo? XD
muccina89: piega tragica? Ma
dai, pensavi davvero che avrei ucciso Haru? XD Non prendiamoci in
giroooooo... XD Si vedeva da metà fic che non l'avrei ammazzata,
almeno secondo me! Oh, non essere triste! Perché Il peggior bla
bla bla era ben lungi dall'essere l'ultimo capitolo della "saga"! XD
Infatti, ce n'è già un altro. Mi limito a prendere una
pausetta durante le vacanze, così riesco a mettere in cantiere
qualche capitolo, e poi sarò tutta vostra, di nuovo! ^_^
Yume_Tsuki: ma quali lacrime
d'addio? XD Sono lacrime di arrivederci, niente di più! A
settembre sarò di nuovo in prima fila, e anche Kotaro ci
sarà, sebbene non proprio in forma... Ma capirai cosa intendo
quando avrò pubblicato il prologo! E ora, si stappi lo spumante!
Il Peggior bla bla bla è giunto a conclusione! ^_^ Gioia, gaudio
e tripudio! XD
Lily_90: dai, dai, dai, non ti
arrabbiare! Lo so che il bacio è stato minuscolo e concluso nel
peggiore dei modi per Shika, ma almeno c'è stato, su! XD E poi
ho dimostrato che sono ancora molto giovanili! *sorriso maligno* Ah,
comunque anche io adoro Shikaku e Temari a confronto. U_U Quindi ti
capisco benissimo! Uh, ritieni che io abbia maltrattato i Nara a
sufficienza? ^_^ Non hai ancora visto niente.
izayoi007: c'era una
precisa ragione per l'assenza di Naruto, eheh... Per farlo fiereggiare
come si deve nell'ultimo capitolo, doveva passare un po' di pagine in
sordina! Muahahah! Coooomunque, un bel po' di nodi non sono stati
sciolti, e infatti c'è un'intera nuova serie per ingarbugliarli
ancora di più e poi districarli all'improvviso! Ahh, sarà
un'estate divertente!
Reina: ah, spero di essere
arrivata in tempo per la tua partenza, ma se così non fosse ti
auguro comunque buon divertimento! >_< (che senso ha farlo se
leggerai al tuo ritorno?) Ad ogni modo, i tuoi ringraziamenti mi hanno
fatta pentire di concludere la fic. Sì, quando sento che
qualcuno si è emozionato anche solo un pochino, concludere la
cosa che lo ha emozionato mi sembra quasi un crimine... per fortuna ho
ancora un seguito da proporre, e questo stempera molto la malinconia...
Senza contare che, preveggente come sei, ti sei già proposta tra
i lettori del seguito, e mi hai resa davvero ma davvero felice! ^_^
Aya
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Capitolo 38 *** Extra - Omake ***
Naruto2-Omake
Omake
- Extra -
Mi muovo
silenziosa nella boscaglia.
Come un
serpente.
No. I
serpenti non mi piacciono.
Come uno
scoiattolo.
Col cavolo
che quello è silenzioso.
Mi muovo
silenziosa nella boscaglia come sabbia.
Ecco, così
potrebbe andar bene.
No. La
sabbia fruscia.
E che
diamine.
Mi
muovo silenziosa
nella boscaglia.
So dove
mettere i piedi, so esattamente cosa fare.
Ho una
missione.
Il mio
compito.
E lo
porterò a termine.
Sono
brava, lo dicono tutti.
Cioè,
non proprio tutti.
Ma quelli
che contano (per me). Ed è abbastanza.
Nella
destra tengo stretto un kunai freddo, i miei sensi sono all’erta
dal primo all’ultimo...
...Diamine.
Ragnatela.
Me ne
libero.
Sono di
nuovo silenziosa.
Efficiente.
Letale.
Come un
embolo al cervello.
...
...Dovrei
lasciar perdere i paragoni.
Proseguo.
La meta è
tutto, l’obiettivo è tutto, la missione è tutto.
Così
mi hanno insegnato (tralasciando di aggiungere che c’è un
altro bel po’ di cose al mondo), e io ho imparato bene gli
insegnamenti.
Forse
non ero la migliore nelle ore di Poesia Ispirata, ma a muovermi
silenziosa
me la cavavo benissimo.
CRACK
Stupido
rametto.
STHUD
Ahia!
«Ehi,
hai preso qualcosa»
Nella
piccola radura, due ragazzi erano fermi in posizione di difesa.
Tutt’attorno a loro, conficcati nel terreno e nei tronchi degli
alberi, kunai e shuriken, insieme a tracce di tecniche andate a
vuoto.
Quello
che aveva parlato, il più piccolo, aveva capelli tendenti al
grigio e occhi blu, e non dimostrava più di dieci anni.
L’altro, alto e moro, ne aveva sicuramente qualcuno in più,
ma sembrava anche più malridotto.
«...Eh?»
ansimò, senza capire.
«Là»
spiegò il ragazzino, indicando un punto alle sue spalle, sulla
destra. «Quando mi hai lanciato quel kunai e mi hai mancato di
venti centimetri, hai preso qualcosa nel bosco»
Il
moro sbatté le palpebre sugli occhi azzurri, slavati.
«Ah...
ma certo!» esclamò all’improvviso. «Lo sapevo.
Sicuro. Avevo sentito un rumore, e ti ho mancato apposta»
Il
ragazzino più giovane gli lanciò un’occhiata piatta.
«Interrompiamo la sfida e andiamo a vedere?» propose.
«Ho
vinto io?»
«Ti
concedo al massimo un pareggio»
«Accidentaccio...
va bene. Solo perché sei piccolo»
Insieme
si avvicinarono cautamente alla boscaglia. Poco prima avevano sentito
un rametto spezzarsi, poi c’era stato il kunai, e più nulla.
Di qualunque cosa si fosse trattato, o era stata colpita, o se ne era
andata molto in fretta.
«E’
un cinghiale, vedrai» se ne uscì il moro con aria
convinta. «Enorme. Li so riconoscere io»
Scostarono
le fronde di un cespuglio e si liberarono di una ragnatela, e,
scavalcando radici e sassi, avanzarono ancora un po’... Finché
il luccichio di un kunai tra le foglie non attirò la loro
attenzione.
Si
fermarono.
«Un
cinghiale, eh» commentò il ragazzino, piatto.
«Ehm...»
si schiarì la voce quello più grande, arrossendo.
«...Più o meno»
Faccia
a terra, sul terriccio scuro, c’era una sagoma indubbiamente umana,
circondata da una massa di folti capelli rossi sparsi sulla schiena e
tutt’attorno al capo. A una prima occhiata sembrava sprovvista di
zanne, peli o coda.
«Mi
sa che l’hai anche colpito con il retro del kunai» commentò
il più piccolo, raccogliendo l’arma del delitto. «Non
sai nemmeno lanciare come si deve, razza di Stupido»
«Ehi,
almeno io me ne ero accorto!» protestò l’altro,
indignato.
«Comunque,
controlliamo se è vivo»
Con
poca delicatezza, i due si posizionarono ai lati del loro cinghiale e
lo voltarono sulla schiena.
La
prima cosa che scoprirono fu che era davvero stato colpito con il
retro del kunai, a giudicare dal bernoccolo sulla tempia sinistra. La
seconda, che era femmina.
Il
ragazzino posò due dita sul suo collo, alla ricerca di battito
cardiaco, e lo individuò subito.
«Viva»
decretò con calma. «Non sai nemmeno uccidere con un
colpo solo»
«Potrei
imparare in fretta» bofonchiò il moro tra i denti.
«Che
ne facciamo?»
«Non
possiamo portarla a Konoha, guarda il coprifronte»
«Già.
Allora proviamo a svegliarla»
Non
aveva nemmeno finito di proporlo, che la sua piccola e tenera mano
aveva già colpito con uno schiaffo secco.
Ahia!
Non ci va
leggero il marmocchio!
Ma col
cavolo che apro gli occhi, non sono mica scema.
In questi
casi la mossa migliore è fingersi morti.
Io queste
cose le so.
Il
ragazzino fissò il volto addormentato, che sul lato destro si
stava colorendo di rosso.
Ritentò.
«Ahia,
e che cavolo!» sbottò allora il cinghiale, scattando a
sedere con una mano alla guancia. «Basta, però!»
«Fatto»
commentò il ragazzino tutto tranquillo. «Va bene, ora
dicci chi sei e cosa vuoi»
La
kunoichi dai capelli rossi assottigliò gli occhi castani,
studiando i due che si trovava davanti.
Carini,
fu il suo primo pensiero.
Nemici,
fu il secondo.
«Dalla
mia bocca non uscirà una parola!» esclamò
spavalda.
«Prego?»
chiese il ragazzino, serafico, e la lama del kunai andò a
solleticare la gola di lei.
«Oh,
ehm, beh... se proprio insistete... insomma, in fondo è
scortese non presentarsi» ritrattò la rossa
stiracchiando un sorriso. «Chiamatemi Kuro. Vengo dal Villaggio
del Sushi»
Il
ragazzo più alto scoppiò a ridere. «Da dove?»
«Villaggio
del Sushi» bofonchiò lei, arrossendo. «Non si vede
dal coprifronte?»
«Ah,
è sushi quello? Credevo fosse una ciabatta»
«Senti,
se esiste il Villaggio del Tè non vedo perché non
dovrebbe esserci anche quello del Sushi!»
«E
perché sei qui?» intervenne il più piccolo, prima
che scattasse la rissa.
«No,
dai, questo non posso proprio dirvelo!»
«Devo
torturarti?»
Kuro
sbiancò. «Lo faresti davvero?»
«Ma
sei una ninja o no?»
«Certo
che sì. Ho anche gli shuriken»
Silenzio.
«Okay,
lasciatelo dire. Mi fai pena» se ne uscì il ragazzino
dopo qualche istante.
«Se
non vuoi torturarla possiamo legarla e portarla al villaggio»propose
l’altro, con un sorrisino allegro. «Sarebbe divertente
vederla fare l’idiota con i veri ninja»
«Voi
non siete veri ninja?» chiese lei, illuminandosi
all’improvviso.
«Ver...»
iniziò l’altro, ma non ebbe il tempo di finire.
In
un attimo sia lui che il compagno si trovarono bloccati da uno
shuriken conficcato nel terreno attraverso la stoffa dei loro
pantaloni, e con profondo stupore si resero conto che alla stelletta
erano avvolte carta bombe... rosa leopardate?
Esplosero
quasi subito, dando a malapena il tempo a Kuro di balzare indietro, e
sollevarono una nube di polvere e foglie secche.
La
kunoichi, appollaiata su un ramo, rise piano, con l’aria del serial
killer professionista.
“Hn.
Mai mettersi contro una vera ninja” pensò, inspirando a
fondo.
CRACK
Il
ramo si spezzò.
Kuro
perse l’equilibrio.
La
sua testa andò a cozzare contro il tronco.
Svenne.
Di
nuovo.
Ricadde
a terra, dieci centimetri più in là di dove era stata
stesa poco prima, e i due ragazzi che l’avevano trovata, tossendo,
dissiparono le ultime spire di fumo con la mano, e la guardarono.
«Io
mi vergogno a portarla al villaggio» commentò il più
piccolo, osservandola desolato.
«Già.
Senti, lasciamola qua e facciamo finta di niente» approvò
l’altro.
«E
se riesce a trovare la strada per Konoha?»
«Ci
penserà qualcun altro a ucciderla»
«Ma
no, poverina. La condanniamo a morte, così, e invece dovremmo
averne compassione»
«Allora
cosa ne facciamo?»
Il
ragazzino si prese qualche istante per riflettere.
«Beh...»
disse poi, esitante. «Secondo me se la appoggiamo contro un
albero, girata dalla parte opposta rispetto a Konoha, non ci arriva
mai più»
«Dici
che funziona?»
«Tanto
vale provare»
Funzionò?
Forse.
Ma
probabilmente non ne sapremo di più.
Continua...?
(Spero
vivamente di NO)
* * *
Spazio autore
Io l'ho detto che era una scemenza. U_U
Se non altro, è una scemenza che renderà la separazione meno dolorosa!
Se vi avessi lasciati con un drammatico capitolone intriso di morti, sarebbe stato molto più triste, no?
Nota: Kuro è una persona realmente esistente.
Ahimé.
Arrivederci a settembre!
(oppure, arrivederci sul forum, dove troverete il Prologo di Piume nella Cenere!)
Aya
|
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