Il peggior ninja del villaggio della Foglia!

di _ayachan_
(/viewuser.php?uid=32975)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il peggior ninja del villaggio della Foglia! ***
Capitolo 2: *** La prova ***
Capitolo 3: *** Un ninja è... ***
Capitolo 4: *** La prima missione ***
Capitolo 5: *** Livello B ***
Capitolo 6: *** Dimissioni ***
Capitolo 7: *** Sharingan ipnotico (prima parte) ***
Capitolo 8: *** Sharingan ipnotico (seconda parte) ***
Capitolo 9: *** Chi ha detto che ciò che otteniamo ci rende davvero felici? ***
Capitolo 10: *** In visita ufficiale ***
Capitolo 11: *** Intrighi ***
Capitolo 12: *** Turbamenti ***
Capitolo 13: *** Ingerenze ***
Capitolo 14: *** Elementi ***
Capitolo 15: *** C'è sempre qualcuno che è un passo avanti ***
Capitolo 16: *** Mezze verità ***
Capitolo 17: *** L'ultimo test ***
Capitolo 18: *** La scelta di Chiharu ***
Capitolo 19: *** L'eroe ***
Capitolo 20: *** Matching ***
Capitolo 21: *** Vigilia ***
Capitolo 22: *** La partenza ***
Capitolo 23: *** Il biglietto ***
Capitolo 24: *** Illusioni di vittoria ***
Capitolo 25: *** Il più forte ***
Capitolo 26: *** Il piano di Naruto e Kakashi ***
Capitolo 27: *** Battaglia in giardino ***
Capitolo 28: *** Tradimento ***
Capitolo 29: *** Kyuubi ***
Capitolo 30: *** La chiocciola sul precipizio ***
Capitolo 31: *** Scambio equivalente ***
Capitolo 32: *** Il desiderio di Tsunade ***
Capitolo 33: *** Quando tutto sembra correre in un'unica direzione... ***
Capitolo 34: *** Dopo il funerale ***
Capitolo 35: *** A proposito di Jin ***
Capitolo 36: *** Un buon inizio ***
Capitolo 37: *** Il miglior ninja del villaggio della Foglia! ***
Capitolo 38: *** Extra - Omake ***



Capitolo 1
*** Il peggior ninja del villaggio della Foglia! ***


Naruto2-1

Il peggior ninja del Villaggio della Foglia!



- Uno -







Quella giornata d’inizio primavera, con un cielo che non era coperto né sereno, con un’aria né calda ne fredda, nonostante la sua assoluta ed immensa banalità sarebbe rimasta a lungo nei ricordi di molte persone; persone che al momento avevano tra gli undici e i tredici anni.
Perché quella era la giornata dei Diplomi all’Accademia ninja.
Una piccola folla si era radunata davanti all’Accademia, e le voci riempivano l’aria come il ronzio di un immenso sciame. Tra bambini euforici che sbandieravano i loro nuovi coprifronte e genitori orgogliosi che si congratulavano l’un l’altro - esibendo un grado d’ipocrisia non indifferente - un paio di maestri stavano in disparte, l’uno con un sorriso conciliante, l’altro con una maschera d’indifferenza dura come il granito.
«Lo vediamo tutti gli anni, eppure non ci abituiamo mai, vero?» disse Iruka lanciando un’occhiata al freddo jonin al suo fianco.
«Sarà. Io lo vedo solo per la prima volta, e già sono stufo» sbuffò quello accendendosi una sigaretta. Inspirò; espirò. «E quelli bocciati?» chiese.
«Ritenteranno l’anno prossimo» rispose Iruka paziente. «Ma se fossi in te cercherei di mettere da parte il tuo solito velo di cinismo, almeno quando i genitori verranno a ringraziare»
«Vuoi dire a esibire con arroganza i loro tesorini?»
«Ecco, mi riferivo esattamente a questo»
Iruka sospirò, e in quel momento vide avvicinarsi i primi genitori; allora, efficiente, sfoderò il suo miglior sorriso d’ordinanza.
«Maestro Iruka, mio figlio non avrebbe potuto avere più fortuna!» iniziò una giovane donna troppo truccata. «Lo dicevo proprio adesso alla signora Terada, che lei è il migliore insegnante della scuola!»
«La ringrazio, ma non credo di meritare tutte queste lodi!» replicò il chunin come di prassi. «Vi ho già presentato il nuovo maestro dell’Accademia?» afferrò il ninja al suo fianco e lo trascinò avanti a sé, con sua gran contrarietà. «Questo è Sai, jonin di ottimo livello. Insegna solo da quest’anno, ma già ha mostrato di avere la stoffa giusta. Se non vi spiace io vi lascerei soli, ora: purtroppo un impegno inderogabile richiede la mia presenza!»
Il suo sorriso si allargò, mentre Sai gli lanciava un’occhiata scioccata trafiggendolo con gli occhi neri. Ma un attimo dopo la donna che gli stava davanti attaccò a parlare di ciò che aveva o non aveva detto alla signora Terada, e cogliendo un attimo di distrazione generale Iruka se la filò in un istante. Mentre la madre ossessiva tirava il fiato tra una parola e l’altra Sai si girò per insultarlo, ma alle sue spalle trovò solo l’aria.

«Come avevate previsto, sesto Hokage» disse Iruka con un sorriso vagamente amaro. «Quest’anno abbiamo avuto tre eccellenze»
«Bene» commentò l’Hokage senza particolare entusiasmo, dietro alla scrivania ingombra di documenti da leggere. «Allora procedete»
Iruka esitò un istante, stringendo i pugni. «Però, signore… siete sicuro che…?» disse incerto.
«Sì. Sono sicuro» lo liquidò l’Hokage.
Iruka si accigliò, ma non ribatté. Dopo essersi inchinato rispettosamente, si girò e uscì dall’ufficio.
Eppure, nonostante la convinzione dell’Hokage, lui ancora non vedeva di buon occhio tutta quella faccenda, sia per i ragazzi che sarebbero stati coinvolti, che per il jonin che li avrebbe guidati.

Quando genitori e figli si trovano riuniti nello stesso luogo, è inevitabile che a un certo punto vengano a crearsi due gruppi distinti: da un lato i giovani, dall’altro i grandi. Fu ciò che accadde anche quella volta, dopo l’esame. A un bel momento i ragazzini si riunirono tutti da una parte, e schiamazzando iniziarono a elencare le grandi gesta che avrebbero compiuto come ninja.
«E come mio padre entrerò a far parte della squadra medica!» dichiarò un ragazzetto pallido, stringendo il pugno con convinzione.
«Io invece imparerò tutte le arti magiche conosciute!» esclamò un altro saltellando sul posto.
«Difficile» commentò una voce astiosa passando loro accanto, e un ragazzino alto e moro scoccò un’occhiata velenosa attraverso gli occhi chiarissimi; un livido in via di guarigione era a malapena visibile sulla sua mandibola. «Il 'futuro medico' sviene alla vista di una goccia di sangue, e il suo degno compare è passato all’esame per miracolo» sibilò malevolo.
I due giovani ninja arrossirono, ammutolendo, ma qualcun altro intervenne in loro difesa.
«Ha parlato il settimo Hokage» borbottò una voce distaccata, e un ragazzino di piccola statura e dai capelli quasi bianchi si mise in mezzo, le mani in tasca e lo sguardo indifferente. «Ti brucia essere arrivato solo quinto in graduatoria, vero Baka?» chiese masticando un chewing-gum con aria annoiata.
Baka Akeru, il moro, strinse gli occhi in due fessure, forse cercando di far esplodere il suo rivale di una vita con il semplice sguardo; in risposta ottenne solo un’alzata di sopracciglio.
«Un giorno non avrai più il paparino a guardarti le spalle!» sibilò furente, ma ad ogni modo, sgomitando a destra e a manca, si allontanò con la coda tra le gambe.
«Grazie» sorrise il ragazzino che voleva diventare medico.
«Hn?» fece l’ultimo arrivato quasi distrattamente. «Oh, non l’ho fatto per voi. Con Stupido ho un conto in sospeso. E poi ha ragione: non puoi blaterare che vuoi diventare medico se hai il terrore del sangue»
«Ma devi proprio smontare la gente così?» chiese una voce annoiata, e tra la piccola folla si fece largo una giovane ninja dai capelli neri raccolti in una lunga coda alta. Sbuffò, guardando il ragazzino più piccolo davanti a lei, ma nel suo sguardo c’era solo una sorta di rassegnazione. «Devi coltivare di più il lato sociale, Jin»
«Da che pulpito» commentò quello con la stessa indifferenza.
«Ehi!» esclamò qualcun altro in quello stesso istante, e si fece largo a forza un altro ragazzino minuto dai capelli e occhi scuri, con sopracciglia assurdamente folte e un taglio di capelli di dubbio gusto. «Haru! Jin!» chiamò agitando una mano allegramente. «Guardate! Guardate il coprifronte!»
«Ce l’abbiamo tutti, razza di cretino!» sbottò il compare che si era tirato dietro a forza, rifilandogli un pugno. «Non strillare! Sei imbarazzante!» e lanciò veloce un’occhiata tutt’attorno. Ma le ragazzine che li circondavano erano troppo impegnate a mangiarselo con gli occhi per far caso a ciò che lo circondava.
«Ecco perché mi sembrava che le cose fossero troppo tranquille» borbottò quella che avevano chiamato Haru, scuotendo la testa. «Non eravate ancora arrivati»
«Ciao» fece invece Jin, sollevando una mano in un cenno di saluto. «Congratulazioni per la promozione; ho visto che voi e Haru avete ottenuto il massimo dei voti»
«Sì! Ci siamo impegnati tantissimo!» garantì il ragazzino dalle sopracciglia folte.
«Parla per te» lo corresse lei seccata. «Io non mi sono sbattuta troppo»
«Dovresti stare più attenta quando ti vanti, Chiharu. Se vuoi conosco qualche libro sulle relazioni sociali» disse una voce vagamente divertita, e una mano si posò sulla sua spalla. Lei si voltò di scatto, ma sapeva già che i suoi occhi neri avrebbero incontrato quelli altrettanto scuri di Sai, e arrossì per l’indignazione.
«Ha parlato mister supponenza!» bofonchiò scrollandosi di dosso la mano. «Ma ti guardi allo specchio ogni tanto?»
«Sì, e mi trovo discretamente affascinante» ribatté lui con naturalezza, e per una volta parlò con modestia, a giudicare dalle occhiate fameliche di un paio di madri.
«Ehi, è sempre un tuo insegnante!» ricordò il ragazzino dalle sopracciglia folte, agitandole un dito davanti. «Buongiorno maestro Sai!»
«Non esagerare, Kotaro» lo blandì lui mentre Haru si ficcava due dita in gola simulando un conato di vomito. «A voi non ho insegnato nulla, e ci conosciamo da sempre. Puoi anche darmi del tu» a quel punto si rivolse agli altri due ragazzini, con il sorriso compassato che era il massimo dell’affetto che poteva esprimere. «Jin, Hitoshi. Congratulazioni per la promozione. Soprattutto a te, Jin»
Il bambino dai capelli bianchi si strinse nelle spalle con noncuranza. «Alla fine sono risultato quarto in graduatoria, non vedo cosa ci sia di tanto speciale» disse distrattamente. «Ah, devo andare. Mi stanno cercando» aggiunse poi adocchiando due ninja vestiti di nero che scrutavano tra la piccola folla.
Senza rispondere ai saluti che gli furono rivolti, si girò e si allontanò pigramente.
«Certo che è un bel soggetto» borbottò Haru incrociando le braccia. «Si è diplomato a soli sette anni e fa finta di niente»
«Senza contare che ha fatto solo un punto in meno di noi» aggiunse Kotaro annuendo. «Certe volte mi chiedo se si renda conto di quanto è in gamba»
«Pettegoli» li seccò Sai, seppur senza tanto impegno. «Pensate ai fatti vostri»
«Appunto» intervenne Hitoshi fissandolo intensamente. «Ora che succede?»
«Per quel che mi riguarda ho un appuntamento, mentre voi… Boh. Andate a festeggiare come vi pare» il jonin si strinse nelle spalle.
«Non intendevo questo!» sbottò Hitoshi irritato. «Cosa succede ora che siamo stati promossi! Non devono dividerci in gruppi? Come funziona?»
«Ah, quello» di fronte alla sua espressione svagata, Haru, Hitoshi e Kotaro sentirono il forte desiderio di ucciderlo. «Trovatevi all’Accademia fra tre giorni. Lì vi diranno cosa fare» sorrise, poi gli scappò l’occhio su alcuni genitori che marciavano verso di lui a passo sostenuto. «Accidenti, mi hanno trovato» disse tra i denti. «Ragazzi, vi saluto!» e scomparve in uno sbuffo di polvere.
«Avremmo dovuto immaginarlo» disse Hitoshi esprimendo il parere di tutti. «Stava scappando per l’ennesima volta dalle sue responsabilità. Ma perché ha accettato di fare l’insegnante se non ne aveva voglia?»
«Va beh, ma adesso noi che si fa?» chiese Kotaro muovendosi nervosamente sui piedi. «Abbiamo tre giorni per divertirci! Niente più compiti, niente verifiche a sorpresa, niente lezioni barbose! Diamoci alla pazza gioia finché non iniziamo a sgobbare sul serio!»
«Magari» borbottò Hitoshi incassando la testa tra le spalle. «Devo cercare mia madre e tornare a casa. Come minimo vorrà fare il giro di tutti i parenti per sbandierarmi come un trofeo»
«Anche io passo» Haru alzò una mano. «L’unica cosa di cui ho voglia in questo momento è una bella dormita. E se riesco a dribblare la mia di madre, forse posso anche farcela»
«Disfattisti» piagnucolò Kotaro affranto. Ma non poté fermarli quando loro lo salutarono e si allontanarono in due direzioni diverse. A quel punto decise che, tanto per fare qualcosa, poteva pure allenarsi un po’ da solo.
Haru, già abbastanza distante, si fermò prima di svoltare l’angolo e posò lo sguardo su Sai, che alla fine era stato accalappiato dalle giovani madri dei novelli ninja. Prima di andarsene davvero, socchiuse gli occhi.
“Un appuntamento…”


Tre giorni dopo i promossi dell’anno si ritrovarono all’Accademia, emozionati come l’ultima volta che si erano visti. Mettendo in mostra i coprifronte con un orgoglio che era cresciuto a dismisura nel periodo di festa, cicalavano nell’aula continuando a muoversi da un angolo all’altro.

Neanche a dirlo, tre ragazzini si isolavano dalla massa e stavano per i fatti loro, due stravaccati sui banchi con aria seccata, il terzo a guardare intensamente gli altri che schiamazzavano.
«Se vuoi andare, vai» disse Hitoshi a Kotaro, cogliendo il suo sguardo desideroso.
«Certo» si unì Haru serafica. «Vai, mescolati a quella massa di imbecilli che ha legato il coprifronte così stretto da compromettersi il cervello»
«Haru» sbuffò Hitoshi guardando il soffitto. «Sei perfida»
«Non gli ho mica proibito di andare»
«Ma gli stai dicendo che se lo farà lo disprezzerai»
«Non ho detto nemmeno quello»
«Tra le righe»
«Sempre allegri, vero?» li interruppe Jin guardandoli da sotto in su. I due smisero di punzecchiarsi per salutarlo.
«Secondo te è stupido essere felici per la promozione?» gli chiese subito Kotaro, con espressione afflitta.
«No» rispose Jin, strappandogli uno sguardo ricolmo di gratitudine. «Ma comportarsi come quelli là vuol dire avere davvero il cervello danneggiato»
Haru sogghignò, conscia della sua vittoria, e Kotaro tornò a deprimersi.
«Ma siete davvero ragazzi voi due?» sbuffò Hitoshi. «Cinici come non so cosa»
«Che ci vuoi fare, saremo spiriti affini» sospirò Chiharu con aria drammatica. «E comunque quelli là sono partiti con il trenino della felicità, non so se l’hai notato»
Tutti e quattro rimasero ad osservare per un po’ l’impacciato trenino che cercava di snodarsi tra i banchi, cantando una canzone stonata che di divertente aveva ben poco. Alla fine dovettero concordare sull’immane stupidità dell'intera cosa.
«Certo che se nessuno viene a dirci cosa fare…» borbottò Hitoshi distogliendo lo sguardo. «Sono già in ritardo di dieci minuti»
Proprio in quel momento, come richiamato dalle sue parole seccate, un gruppetto di ninja fece il suo ingresso in fila indiana. All’istante tutti i ragazzini nella sala schizzarono ai loro posti, come se ci fossero sempre stati.
«Era ora» mormorò Haru sedendosi più composta. Hitoshi e Kotaro la imitarono, mentre Jin li salutava distrattamente e andava ad accomodarsi in un angolo vicino alla porta.
«Buon giorno» iniziò il maestro Iruka abbracciandoli tutti con lo sguardo. «Immagino sarete al settimo cielo per la vostra promozione» si sollevò un coro di assensi, che lui cercò di calmare sollevando una mano. «Ma la verità è che la pacchia è finita» continuò quando le voci si abbassarono. Tutti si zittirono, e lui si fece serio. «Da oggi farete parte di un gruppo composto da tre elementi. Sarà assegnato un jonin a ogni gruppo, e a lui dovrete fare riferimento per qualunque cosa riguardi le missioni che vi verranno affidate. I gruppi e i loro responsabili non saranno modificabili, ma sono stati creati in modo da bilanciare le forze e i caratteri. O almeno ci abbiamo provato. Dunque, ora dirò i nomi tre a tre; quando vi chiamo alzatevi e venite qua. Arai Madoka» una ragazzina bionda si alzò, rischiò di inciampare, e raggiunse il maestro Iruka con la faccia in fiamme. Lui chiamò altri due nomi, poi assegnò tutti e tre a uno dei jonin che gli stavano alle spalle, e quelli uscirono dall’aula.
Haru si guardò attorno e fece due calcoli: si sarebbero creati sette gruppi, eppure c’erano solo sei capigruppo. Corrugò la fronte perplessa.
Mentre rimuginava sulla cosa cercando di trovare una spiegazione logica, Iruka proseguì con il suo elenco, e nel giro di dieci minuti tutti i ragazzini se ne andarono; lasciando Haru, Hitoshi e Kotaro da soli.
Iruka si schiarì la voce. «Ehm… voi, ecco…» Ma prima che partisse con qualche spiegazione campata per aria, la mano di Chiharu scattò verso l’alto. «S-sì?» fece il chunin sorpreso.
«Ho due domande» rispose lei alzandosi in piedi. «Punto uno: avevate detto che le squadre sarebbero state equilibrate, e invece i tre migliori diplomati di quest’anno si ritrovano insieme. Perché?»
«Ti consiglio di chiederlo al vostro jonin» rispose Iruka evasivo.
«Che è esattamente il mio punto due» lo interruppe Chiharu senza smontarsi. «Perché non lo vedo?»
«Lui, ecco... lui arriverà» Iruka si grattò il mento imprecando mentalmente.
Ma perché, perché l’Hokage si era fatto venire quell’idea balzana? Come poteva pensare di affidare quei tre disgraziati proprio a quel jonin? Quello non sapeva neanche da che parte stavano la comprensione e la pazienza necessarie all’insegnamento, e probabilmente li avrebbe rovinati irrimediabilmente.
Chiharu strinse gli occhi, del tutto insoddisfatta delle risposte del chunin. Stava per insistere di nuovo, ma Kotaro la precedette.
«Ehi! E Jin?» esclamò additando la sedia che lui aveva occupato fino a dieci minuti prima. Hitoshi e Haru guardarono dove lui indicava, e videro il posto vuoto. «Non hanno chiamato il suo nome!» proseguì Kotaro. «Che fine ha fatto?»
«Lui…» iniziò a dire Iruka, e in quell’istante il suono ovattato di imprecazioni colorite lo raggiunse all’interno della classe, costringendolo a smettere di parlare. Accigliato raggiunse la porta e diede un’occhiata nel corridoio. Sospirò, a metà tra il sollievo e la disperazione. «Eccoti. Alla buon'ora» disse rivolto a qualcuno che i giovani ninja non vedevano.
Avvolti dalla curiosità loro malgrado, tutti e tre si sporsero per cercare di distinguere un particolare di quello che sarebbe stato il loro maestro.
Sarebbe stato severo? Permissivo? Strambo? Andarono con la mente ai maestri dei loro genitori, che parevano più o meno accettabili - a seconda dei casi - e con un misto di ansia e aspettativa trattennero il fiato finché il jonin non entrò in classe.
Fu allora che spalancarono la bocca increduli.
«N-non ci credo» balbettò Chiharu perdendo completamente la sua facciata controllata.
Una divisa di un arancione così intenso da ferire gli occhi.
«E’ uno scherzo, vero?» esclamò Hitoshi sconvolto.
Una zazzera bionda che sparava in tutte le direzioni.
«No, ditemi di no» implorò Kotaro disperandosi.
Occhi azzurri per la verità piuttosto seccati, ma sicuramente non “profondi e saggi”.
I tre ragazzini inorridirono: quello era Naruto Uzumaki. E sembrava anche parecchio irritato con Iruka.
«Sarà qui per caso» buttò lì Kotaro aggrappandosi disperatamente all’ultimo barlume di speranza.
«Sì, certo, e già che c’è si fa la sua litigatina quotidiana con il maestro Iruka, eh?» sibilò Chiharu smontandolo.
«Ma no, ma dai» piagnucolò Kotaro torcendosi le mani. «Cioè, non può essere lui! Non avrebbe senso!»
«Ha ragione» intervenne Hitoshi sudando copiosamente. «Non possono affidare i tre migliori studenti a un cretino integrale come quello!»
«Tu dici?» Haru inarcò le sopracciglia sarcastica.
«Giuro che quando lo prendo gliene dico quattro!» sbotttò Naruto all'improvviso, facendoli sussultare tutti. Si voltarono guardinghi verso di lui, e lo videro richiudere la porta violentemente, con un diavolo per capello.
«D-dov’è il maestro Iruka?» balbettò Hitoshi, guadagnandosi un’occhiata di sconfinata ammirazione da parte dei suoi compagni per il coraggio.
«All’inferno!» ribatté Naruto iniziando a fare avanti e indietro davanti ai banchi. «Tu guarda quel maledetto!» prese a bofonchiare. «Proprio in questo periodo, poi!»
I tre ragazzini si scambiarono occhiate allarmate, chiedendosi quanto e soprattutto se fosse saggio interrogarlo di nuovo. Ma non ebbero occasione di tentare la sorte, perché fu lo stesso Naruto a rivolgere loro la parola.
«Allora!» sbottò fermandosi bruscamente. «Vediamo di sbrigarcela in fretta, ho ben altri impegni! Non prendiamoci in giro, io so chi siete voi e voi sapete chi sono io! Presentazioni fatte! Domani all’alba vi voglio al campo di addestramento numero sei, e vi consiglio di non fare colazione! Tutto chiaro?» abbaiò.
Haru, Hitoshi e Kotaro annuirono freneticamente.
«Bene! Addio!» e, così come era arrivato, come una furia se ne andò e li piantò da soli.
Scese il silenzio. Kotaro deglutì.
«Ehm. E’ un po’ diverso da come lo descrivono» pigolò evitando accuratamente di incrociare gli sguardi degli altri.
«Anche io lo ricordavo - ehm - meno spaventoso» aggiunse Hitoshi con lo stesso identico atteggiamento. Ma in fondo le visite di Naruto a casa sua si erano diradate parecchio in quegli ultimi sei anni, e poteva essere successa qualunque cosa.
«Non abbiamo neanche potuto chiedergli niente, alla fine» fece notare Chiharu, a metà tra il depresso e l'irritato. «Così non sappiamo perché ci troviamo insieme, né che fine ha fatto Jin. Senza contare che domani ci ha anche dato appuntamento al campo, e non sappiamo quali siano le sue intenzioni!»
«Per domani non puoi chiedere a tuo padre se sa qualcosa?» chiese Kotaro a Hitoshi. Lui arrossì. In effetti ci aveva già pensato, ma non avrebbe voluto dividere l’informazione con gli altri.
«Vedrò cosa posso fare» borbottò infatti schivo.
«Ma piantala» lo seccò Chiharu irritata. «Non esiste il condizionale! Tuo padre è Sasuke Uchiha, e che cavolo! Se non sa lui cosa frulla nella testa di Naruto Uzumaki, allora non lo sa nessuno!»
Hitoshi le scoccò un’occhiata risentita, insultandola mentalmente. «Vogliamo parlare di te?» ribatté acido. «Non ci credo che la figlia di Shikamaru Nara, 'la ninja più geniale del suo anno' non riesca a trovare una soluzione anche da sola!»
«Sei il solito arrogante asociale, Uchiha!»
«Non voglio prediche da un’incapace del tuo stampo, Nara!»
Kotaro levò gli occhi al soffitto. Dio, quando quelli si mettevano a chiamarsi per cognome le cose tendevano a degenerare. Doveva fare qualcosa.
«Scusate!» esclamò mettendosi in mezzo. «Non per essere il solito rompiscatole, però potremmo tornare al problema principale?»
Lo trapassarono con lo sguardo, ma dopo un istante si diedero le spalle e si risedettero grugnendo.
«Grazie» borbottò Kotaro tirando un sospiro di sollievo, e riprese. «Il punto è: io non so perché ci abbiano messi tutti insieme, ma se hanno deciso di riunire i tre studenti migliori ci sarà una ragione. Solo, perché affibbiarci Naruto Uzumaki? Anche voi avete sentito le voci che girano sul suo conto…»
Hitoshi e Haru uscirono dal loro isolamento incarognito solo per scambiare con Kotaro un’occhiata preoccupata. Poi, tutti insieme, recitarono: «Il peggior ninja del villaggio della Foglia»
«O così dicono» aggiunse Chiharu.
«Già» Kotaro annuì sconsolato. «Valli a capire i pezzi grossi del villaggio»
«Che poi non mi pare Naruto sia un insegnante» commentò Hitoshi. «Che io sappia è solo un pallone gonfiato più buono a parole che altro. Secondo voi perché quest’anno gli hanno dato l'incarico?»
«Vero» Chiharu inclinò la testa da una parte, cosa che faceva soltanto quando rifletteva intensamente. «E perché sembrava furioso?»
«Bah, quello magari è per i fatti suoi. E' un po' pazzo, si sa» buttò lì Hitoshi senza riflettere. E fu un errore. Perché Haru lo fulminò con gli occhi, e acida sibilò: «Tu pensi sempre con le scarpe, vero Uchiha? E’ troppo difficile per te impegnarti in una discussione seria?»
«E tu devi sempre scassare i santissimi?» ribatté Hitoshi furioso. «Ma una bella manica di fatti tuoi no?!»
Kotaro sospirò, rinunciandoci definitivamente. E mentre le voci sempre più elevate dei suoi due compagni si alzavano di tono e di finezza linguistica, con un cenno vago lui si allontanò e uscì dall'aula, pensando che forse avrebbe fatto meglio a cercare Jin e vedere che fine aveva fatto.









Nel prossimo capitolo...

Due ore dopo tutti e tre erano sfibrati nel corpo e nello spirito, impantanati fino ai capelli, frustrati e affamati da morire. E Naruto, fischiettando, li guardava dalla sua isola di terreno solido, lindo e immacolato, sgranocchiando un dolce di riso.
«Beh?» chiese fissandoli. «Siete già stanchi?» fece tintinnare i campanelli alla sua cintura, con un ghignetto perverso. «Guardate che avete ancora tempo. Se nessuno di voi prenderà i campanelli, resterete tutti senza pranzo»
“Se trovo il coglione che ha detto di Naruto che è il peggior ninja della Foglia, giuro che lo ammazzo!” pensarono i ragazzini all’unisono.







* * *

Spazio autore

E rieccomi qui prima del previsto con "Il peggior ninja del villaggio della foglia!"
L'esame che avrei dovuto dare martedì è (volontariamente) saltato,
dunque ho deciso di accorciare i tempi e presentarvi oggi il mio primo progetto su Naruto, riveduto e corretto.
Questo è l'inizio di tutto, la famosa (?) prima pietra da me posata in questo fandom, e sarà leggermente diverso da ciò che siete abituati a leggere di mio.
I protagonisti hanno tredici anni, sono ancora inesperti e ingenui, di conseguenza vi troverete davanti capitoli più divertenti e leggeri del solito.
Certo, ci saranno le immortali "battaglie epiche" (che mondo sarebbe senza spargimenti di sangue?),
solo che l'atmosfera di fondo sarà più rilassata. Almeno nella prima parte.

Ho una cortesia da chiedere alle persone che già sanno come proseguiranno le cose: nel caso decidiate che vi annoiate abbastanza da commentare,
per favore evitate spoiler di qualsiasi tipo.
Adottate il comodo metodo "alla Mala_Mela", ovvero: "ahah, non vedo l'ora di vedere cosa diranno tutti
quando scopriranno che XXX è con XXX, e che XXX ha XXX XXX!"
Non ci capisco niente nemmeno io, ma almeno non sono spoiler gratuiti! XD

Prima che ve (e me) lo chiediate: ovviamente compariranno tutti i personaggi 'adulti', nessuno escluso, ma saranno quasi comprimari.
E, altrettanto ovviamente, dato che è il mio personaggio preferito Naruto sarà pressoché onnipresente!

Ovviamente, riapre l'iniziativa "Birthday Presents"!
Comunicatemi la data del vostro compleanno (con decente anticipo), e io provvederò ad esaudire le vostre richieste! ^^

Curiosità: provate a cercare su Google "ananas della Foglia" e guardate un po' cosa vi esce! XD

Due parole per le persone che hanno gentilmente commentato l'ultimo capitolo di Sinners e necessitano di una mini risposta.
Reina: ohohoh... mi sa che la dilettante sei tu! XD Vedrai...!
Rhymes: non so se e quando leggerai queste parole, ma non sono qui per l'ultimo capitolo di Sinners. Sono qui solo per ricordarti che non mi dimentico. Perchè ricordare è importante, e, nel mio caso, è tutto ciò che posso fare per starti, in un certo senso, vicina...
trinity87: ti fugo da subito ogni dubbio. Così come ho avuto il fegato di iniziare e finire Sinner in quel modo, avrò il fegato di bazzicare mille e mille pairing diversi. Solo perchè mi piace una certa coppia, non mi ci fossilizzerò affatto.
bambi88: sei la più pazza delle lettrici! XD Ma sapere che abbiamo gli stessi gusti in fatto di pairing è meraviglioso! Soprattutto per quanto riguarda Tenten... XD
1992: tua sorella? °_° Per Yumi dovrai attendere parecchio, ma alla fine verrai accontentata, fidati. Ed è OVVIO che io non abbia spiegato tutto, perchè se no come mi divertivo con questa fic?
endlesstars: oddio, scusa! Di solito quando non ci sono indicazioni in merito alla questione "ragazzo o ragazza?" tendo a mantenermi sul neutro, ma questa volta ho fatto lo svarione e sono caduta nella gaffe! -.- Chiedo perdono! e per quanto riguarda "i sanguinamenti", beh, volevo il lieto fine, è inutile! Altrimenti come me la giostravo questa fic, se non c'era chi doveva esserci? Comunque, se mai deciderai di seguire la storia, sappi che di sanguinamenti ce ne saranno un po'. E, per quanto riguarda i cattivi... detto francamente: Hebi per me è un team inutile. Neanche Kishi voleva perdere tempo a parlarne, poi la casa editrice lo ha obbligato. Per cui... io che posso, li ho eliminati in fretta!
_Eleuthera_: per qualche ragione, non ho ancora il tuo contatto! ç_ç
PatoPato: la consegna del coprifronte avvenuta sette anni dopo è più simbolica che altro. Il matrimonio è in un certo senso "la scusa" per sotterrare definitivamente l'ascia di guerra. Ovviamente, il perdono si è diluito nel tempo! ^^
Kaho_chan: certo che il gatto è ancora lì! XD E su, dai... Impegnati! Ci sarà poco di che preoccuparsi, per te. Pensa ai mocciosi, sì sì!
Charlie_2702: penso che il tuo sia il commento più lungo che abbia mai visto! Mi si sono illuminati gli occhi (dalla paura e dall'emozione) quando l'ho trovato! E poi, leggendolo, mi sono sciolta. Grazie, grazie davvero per tutte le cose che mi hai detto, mi hanno fatta andare decisamente su di giri! Potrei anche stampiare questo commento e incorniciarlo, direi! *_*

A tutti quanti: vi ringrazio infinitamente per i commenti che mi avete lasciato. Leggendoli qualche volta mi sono persino commossa, e davvero mi hanno resa fiera e orgogliosa. Non azzardatevi mai più a dire cose come "forse non ti sarebbe importato di leggere il mio commento", perchè è assolutamente falso. Io vivo dei vostri commenti, sono il mio sole e il mio pane quotidiano! Devo solo ringraziarvi perchè me li lasciate, e questo, signore e signori, è tutta la semplice verità.

Colgo l'occasione per ringraziare anche tutte le persone che hanno commentato le one-shot! Non ho mai occasione di rispondere alle vostre recensioni in quel caso, e quindi il mio grazie vi arriva da qui!

Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La prova ***


Naruto2-2

La prova



- Due -







L’alba di quella mattina sorse ad est squarciando le nubi basse. I raggi tenui del sole, ancora rosati, si stesero sulla terra lenti ma inesorabili, conquistando brandelli di terreno ad ogni secondo che passava.
Nei pressi di una recinzione metallica avvolta dall’edera e dai rovi, tre ragazzini si guardavano attorno nervosamente. Un cartello appeso alle maglie del cancello recitava “Campo di addestramento n° 6. Pericolo”.
«E’ in ritardo…» sibilò Chiharu tra i denti, smuovendo nervosamente un mucchietto di terra con il piede. Il suo stomaco brontolò debolmente.
«Solo di pochi minuti…» borbottò Kotaro cercando di riscaldarsi, pronto per qualunque evenienza.
Hitoshi, seduto sui talloni per i fatti suoi, parlottava tra sé e sé con la fronte accigliata, furioso.
Non solo aveva dovuto alzarsi dal letto a un orario improponibile, ma già di suo non aveva chiuso occhio tutta la notte per cercare di indovinare cosa fosse la prova cui Naruto Uzumaki aveva accennato il giorno prima. Aveva provato a chiedere a suo padre un aiuto, almeno un indizio, ma quando aveva sentito parlare di una prova e soprattutto aveva sentito del consiglio sulla colazione, Sasuke Uchiha prima era scoppiato a ridere, poi aveva iniziato a borbottare qualcosa tra sé e sé e alla fine aveva piantato in asso il figlio senza quasi vederlo.
“Grazie, papà, grazie tante” pensò Hitoshi per l’ennesima volta, irritato oltre ogni dire.
«Oh ma…» chiese Kotaro a un tratto, in tono cospiratorio. «…Voi avete mangiato?»
Gli altri due ninja si guardarono e scossero la testa. Allora, per ammazzare il tempo, si diedero alle più fantasiose ipotesi su quello che sarebbe stato del loro immediato futuro. Tra duelli, prove di coraggio, percorsi mortali e chi più ne ha più ne metta, trascorse quasi una mezzora. Solo a quel punto, finalmente, una sagoma dalla zazzera bionda si profilò all’orizzonte.
«Alla buon ora» sibilò Chiharu facendo schioccare la lingua.
«Hn? Oh bene, vedo che ci siete tutti» fece Naruto come nulla fosse, salutandoli con un cenno.
“Come osi essere tranquillo e pacioso?!” pensarono i tre ragazzini contemporaneamente. Ma tutti avevano notato che se non altro era molto più trattabile rispetto al giorno prima. Sorrideva pure.
«Buongiorno» borbottarono incarogniti ma cauti.
«Beh? Che sono quelle facce?» chiese Naruto accigliandosi. «Avanti, un po’ di spirito, giovani! Pensate davvero che riuscirete a superare la prova in quelle condizioni?»
Alla parola ‘prova’ tutti e tre rizzarono le orecchie. Naruto sogghignò.
«Eheheh… Volete sapere che cos’è, vero?» sghignazzò sadico. «Dai vostri occhioni luccicanti deduco che nessuno dei vostri genitori ha scucito un briciolo di informazione» il suo sguardo si posò in particolar modo su Hitoshi. «Bene! Non mi aspettavo di meglio! Dunque, prima di iniziare seguitemi all’interno del campo!»
Incassando la testa tra le spalle e decisamente meno spacconi del solito, i tre ragazzini andarono dietro Naruto che oltrepassò il cancello della recinzione. All’inizio si trovarono a camminare in un fitto tratto di foresta, attraversato da un unico sentiero curato; lì la vegetazione erano tanto rigogliosa da impedire a chiunque fosse all’esterno di vedere dentro, per questo quando scomparve all’improvviso per lasciare il posto a un’immensa palude, tutti e tre strabuzzarono gli occhi.
«No… non dovremo mica scavare nel fango?» mormorò Kotaro impallidendo. E chi la sentiva sua madre se tornava a casa coperto di melma?
«Uh, bella idea» fece Naruto scoccandogli un’occhiata sorpresa. «Me ne ricorderò se mai dovrò punirvi»
Inutile dire che Hitoshi e Chiharu rifilarono a Kotaro una serie di pugni memorabile.
«Non uccidetelo, vi servirà» mormorò Naruto distrattamente, guardandosi intorno come cercando qualcosa.
Portò i tre ragazzini al centro della palude, su una zona più solida, e lasciò che cercassero di ripulire le scarpe dal fango freddo e appiccicoso. La prima ad arrendersi fu Chiharu, che alzò la mano prontamente.
«Sì?» fece Naruto sorpreso.
«Come la chiamiamo, maestro?» chiese serissima.
«Uhm…» Naruto sembrò rifletterci. «Questa è una domanda difficile. Facciamo che mi chiamate semplicemente Naruto. In fondo vi conosco da quando siete nati, se non prima»
Chiharu annuì, e la sua mano schizzò di nuovo verso l’alto.
«Sì?» ripeté Naruto vagamente sconcertato.
«Perché noi tre?» domandò Haru. «Cioè, all’Accademia avevano parlato di gruppi bilanciati, e invece noi tre, che siamo risultati i migliori, siamo finiti insieme. Perché?»
A quella domanda Naruto sorrise. Avrebbe dovuto aspettarselo dalla figlia di Shikamaru.
«Diciamo» iniziò a rispondere evasivo. «che ve lo dico se superate la prova»
«Perché?»
«Perché sono il vostro maestro, e non rompete» la seccò. Ma quanto era insistente quella piccola strega? «Adesso ascoltatemi. Voi non siete ancora ninja» i tre strabuzzarono gli occhi. «Prima di diventare genin a tutti gli effetti dovete superare la mia prova. E vi avviso che non sarà affatto facile» tutto il gruppo deglutì e annuì. «In sostanza, come ho dovuto fare io ai miei tempi, dovrete sottrarmi questi due campanelli» e mostrò loro due piccoli campanelli tintinnanti. «entro mezzogiorno. Come vedete non ce ne sono per tutti, e chi resterà senza non potrà avere il pranzo che vi offrirò una volta usciti da qui»
«Dimmi che non ci ha tenuti a digiuno per questo motivo» bofonchiò Hitoshi tra i denti.
«E invece è proprio così» gli rispose Naruto con espressione ingenua. Il piccolo Uchiha arrossì per essere stato sentito, e distolse lo sguardo.
«A proposito» continuò il jonin sollevando un indice. «Fossi in voi cercherei di non sporcarmi troppo. Immagino che conosciate le vostre madri» all’interno del gruppo passò un brivido che strappò un sorriso a Naruto. «Va bene, non ho altro da aggiungere. La prova inizia adesso!»
Nella testa dei tre giovani ninja passò simultaneo un unico pensiero: “non sarò io a finire senza pranzo!”

Due ore dopo tutti e tre erano sfibrati nel corpo e nello spirito, impantanati fino ai capelli, frustrati e affamati da morire. E Naruto, fischiettando, li guardava dalla sua isola di terreno solido, lindo e immacolato, sgranocchiando un dolce di riso.
«Beh?» chiese fissandoli. «Siete già stanchi?» fece tintinnare i campanelli alla sua cintura, con un ghignetto perverso. «Guardate che avete ancora tempo Se nessuno di voi prenderà i campanelli, resterete tutti senza pranzo»
“Se trovo il coglione che ha detto di Naruto che è il peggior ninja della Foglia, giuro che lo ammazzo!” pensarono i ragazzini all’unisono.
Chiharu cercò di ripulire il viso dal fango, ma ottenne solo di sporcarsi ancora di più. Fece lavorare in fretta il cervello, nonostante la fame le attanagliasse lo stomaco.
“Perché solo due?” si chiese per la millesima volta dall’inizio di quella dannata prova. “Perché ci sono solo due campanelli? Forse chi non lo prende non potrà diventare genin. Forse è un modo per smistarci” si morse il labbro inferiore e inclinò la testa da un lato. “Calma, calma… Anche se così fosse, basterà prenderne uno. Non dovrebbe essere così complesso. Insomma, Naruto non è scemo, ma non deve nemmeno essere una gran cima viste le voci che corrono! E poi è impossibile che faccia sul serio con tre ninja alle prime armi come noi!” Le ci voleva un piano. Anzi, un Piano. Qualcosa che potesse funzionare, qualcosa con fiocchi e controfiocchi.
Hitoshi riprese fiato appoggiandosi sulle ginocchia, sputando per terra per liberare la bocca dal disgustoso sapore del fango. Ma come poteva Naruto Uzumaki, il ninja più denigrato di tutto il villaggio, essere così dannatamente veloce? Perché, dannazione? Perché non riusciva nemmeno a sfiorare quegli stupidi campanelli?
Era come se Naruto stesse giocando con loro. Come se aspettasse, se fosse in attesa di qualcosa.
Ma per quel che lo riguardava, l’unica cosa che doveva aspettarsi era di perdere uno di quei dannati campanelli di lì a dieci secondi!
Kotaro rimase immobile con il fiato corto, immerso nel pantano fino alle caviglie. Aveva provato di tutto, dalle arti marziali alle armi, alle finte, alle trappole, alle illusioni. Ma Naruto non aveva mai ceduto, non si era mai distratto nemmeno per un secondo. Il ragazzino iniziava a pensare che non fosse da sottovalutare.
“Come possiamo batterlo?” si chiese studiando la sua figura rilassata e distratta. “Come possiamo sperare di batterlo, noi, così inesperti e deboli? Anche se avessimo tutti la sua stessa forza, lui potrebbe prevedere ogni mossa, ogni nostro singolo pensiero. Ci schiaccerà. Nessuno di noi è in grado di sfiorare quei campanelli, ora come ora”
Vide Hitoshi scattare in avanti, fare una finta cui Naruto non rispose nemmeno, comparire alle sue spalle e cercare di colpirlo con un kunai. Tutto per ritrovarsi a terra con un piede sulla schiena, a imprecare in tutte le lingue che non conosceva. Poi vide Chiharu sfruttare il momento di distrazione e tentare un attacco di shuriken alle spalle, ma Naruto fermò ogni singola stelletta usando solo due dita. Haru si chinò veloce e cercò di colpirlo con un calcio dal basso, ma Naruto la schivò facilmente, lasciando libero Hitoshi.
Fu allora che Kotaro ebbe l’illuminazione.
Mentre i suoi due compagni ritentavano un attacco scoordinato che finiva soltanto con l’intralciare entrambi, lui fece lavorare il cervello in maniera febbrile. E alla fine arrivò a qualcosa.
“Forse ha capito” pensò Naruto lanciandogli un’occhiata e schivando con estrema facilità la debole palla di fuoco dell’Uchiha.
Kotaro scattò senza preavviso, ma anziché attaccare Naruto puntò su Hitoshi e Chiharu, interrompendo il loro assalto.
«Che diavolo fai?» ringhiò lei con la forte tentazione di prenderlo a pugni.
«Sei idiota o cosa? C’ero quasi!» rincarò Hitoshi alzando un pugno per colpirlo.
«Neanche tra cent’anni!» ribatté Kotaro stizzoso, deviando lo stanco pugno del compagno. «Te lo dico io, di questo passo non andiamo da nessuna parte!»
«Vuoi impedirci di prendere il campanello e lasciarti fuori, eh?» sibilò Haru tra i denti.
«Sì, certo, la mia massima aspirazione è rovinare la vita a voi due» Kotaro levò gli occhi al cielo. «E ora sturatevi quelle stupide orecchie fangose e statemi a sentire!»

Naruto rimase a osservarli dal suo isolotto; i tre ragazzini stavano confabulando a una certa distanza, con aria cospiratoria. Forse Kotaro era riuscito finalmente a trovare la soluzione, e a quel pensiero Naruto sorrise appena. Secondo lui era il figlio di Rock Lee il ninja più dotato, sebbene i professori dell’Accademia non facessero che parlare dello straordinario talento dell’Uchiha e della figlia di Shikamaru. Lui credeva che ci volesse più della semplice abilità per fare un buon ninja, e finora aveva sempre avuto ragione.
Non a caso lui era lì, e Orochimaru era morto.
Mentre si perdeva nei ricordi del passato, si accorse con la coda dell’occhio che i tre ragazzini erano spariti. Avvertì lo spostamento d’aria alle sue spalle, e gli bastò una mano per bloccare il calcio diretto al suo collo, lasciando gli occhi liberi di intercettare Hitoshi e la sua palla di fuoco. Con un sorriso indulgente parò anche il colpo che veniva da destra, presumibilmente opera di Chiharu… Ma si trovò a parare un pezzo di legno.
Vagamente sorpreso, si accorse all’ultimo minuto che la ragazzina era invece a un passo dai campanelli, e sentì le sue dita sfiorarli. Se in quell’attimo Hitoshi non si fosse spostato, lui non avrebbe potuto scansarsi; ma Hitoshi si spostò, tendendosi verso l’altro campanello, e allora Naruto riuscì a saltare via, mandando a cozzare rumorosamente le teste dei due.
«Ahia! Che cavolo combini?» sbottò Chiharu dolorante, fulminando con lo sguardo Hitoshi.
«Io? Che combino io?!» ribatté lui furente, una mano alla fronte. «Ne stavi prendendo uno solo! Sei così irrimediabilmente imbranata da mandare in fumo tutto il piano!»
«Ah, io?! Vogliamo parlare di te, che hai lasciato la posizione e gli hai permesso di scappare?!»
«Solo per colpa tua!»
«Già, dimenticavo! Tu sei troppo perfetto per sbagliare!»
Kotaro si lasciò cadere nel fango, facendo crollare la testa all’indietro.
“Io ci rinuncio” pensò osservando languidamente le nubi che si muovevano nel cielo, oscurando il sole. “Fare lavoro di squadra con questi due è come giocare insieme a una mangusta e un serpente”
Naruto sospirò.
Forse Kotaro ci era arrivato, ma gli altri due erano ancora ben lontani dal collaborare.
Con passo calmo, sfiorando appena la melma in cui gli altri invece sprofondavano, raggiunse i due litiganti che battibeccavano ancora e li zittì con un secco: «La prova è finita»
Quelli ammutolirono. Per un istante.
«Non è ancora mezzogiorno!» protestò poi Chiharu con veemenza.
«C’è ancora mezzora almeno!» si unì Hitoshi.
«Ti prego, facci provare un’altra volta!» implorò Kotaro.
«Ve lo scordate» li seccò Naruto. «Siete stati veramente pessimi, inguardabili. Mi aspettavo qualcosa di simile, ma arrivare a questi livelli…» scosse la testa deluso.
«Dove abbiamo sbagliato?» chiese Hitoshi tra i denti.
«Il primo passo per correggere l’errore è capirlo da soli» rispose Naruto distaccato. «Se proprio hai bisogno di aiuto chiedi a Kotaro. Lui è molto più avanti di voi. Di tutti e due»
Chiharu e l’Uchiha sgranarono gli occhi fissando il piccolo Lee, che arrossì per il piacere e anche per la ferma convinzione che la sua vita sarebbe finita di lì a breve. Oh, se c’era qualcuno che conosceva l’orgoglio irrefrenabile dei suoi compagni, quello era lui. Sigh. Peccato che Naruto non sapesse di aver appena decretato la sua morte.
«Ma per questa volta voglio essere clemente» riprese il jonin dopo un attimo di pausa, catalizzando di nuovo l’attenzione. «Vi concedo una seconda opportunità. Domani, alla stessa ora. Se per quel momento non avrete trovato la soluzione, allora non sarete davvero degni di essere ninja. E in quel caso non riuscireste a portarmi via i campanelli nemmeno in cent’anni»
E con sguardo duro li abbandonò nel fango e scomparve in uno sbuffo di fumo.
Scese il silenzio sulla palude.
«Immagino che alla fine non ci offrirà il pranzo» sbuffò Chiharu, perdendo tutta l’aggressività di poco prima e lasciandosi cadere definitivamente nella melma, supina. «E anche le nostre domande sono ancora senza risposta» Di nuovo tornò il suo solito sguardo apatico, e restò a fissare il cielo coperto e ad ascoltare i borbottii del suo stomaco.
«Torniamo a casa?» propose Kotaro dopo altri lunghi attimi di silenzio. «Io ho fame»
«Tutti abbiamo fame» bofonchiò Hitoshi alzandosi in piedi. «Me ne vado»
Senza salutare nessuno e affondando fino alla caviglia si allontanò con sguardo cupo.
Come, come poteva quel piccoletto dalle sopracciglia assurde essergli superiore? Cosa aveva capito che lui non potesse capire altrettanto facilmente? Corrugò la fronte, stringendo i pugni. Prima dell’indomani avrebbe dovuto scoprirlo. Assolutamente.

«Credo proprio che il sesto Hokage si sia rimbambito» sbottò Naruto divorando irritato il suo ramen. Accanto a lui era seduto il maestro Iruka, come faceva già tanti anni prima, e gli lanciò un’occhiata inquieta.
«Sta andando proprio così male?» si informò.
«Peggio!» sbuffò il biondo esasperato. «Quelli non collaborano, vivono solo e unicamente per sé stessi! Se fossero stati divisi sarebbero diventati tutti elementi di punta, ma insieme sono solo un suicidio! Se hanno ottenuto il massimo punteggio è stato solo perché volevano essere i numeri uno, non perché abbiano uno straordinario talento come ninja!»
Iruka sorrise. «E questo loro desiderio non ti ricorda qualcuno?»
Naruto gli puntò le bacchette contro. «Non provocarmi» lo minacciò. «Io ero diverso dai quei ragazzini boriosi»
«E in cosa di grazia?»
«Io non ero straviziato da tutti, per esempio! Volevo essere il migliore perché la gente mi accettasse, non per allontanarmi ancora di più dagli altri ed essere superiore all’intero genere umano!»
Il sorriso di Iruka si addolcì appena, ritrovando per un attimo negli occhi accesi dell’uomo che gli stava davanti il bambino che cercava disperatamente di essere riconosciuto e apprezzato. Un bambino che era riuscito a diventare la persona che voleva essere.
«Non fare troppo il duro con loro» blandì Naruto. «Cresceranno, e impareranno dai loro errori»
«Come no» bofonchiò Naruto nella sua ciotola di ramen. «Se crescono come il sesto Hokage, allora non impareranno un emerito tubo. Anzi, scaricheranno tutti i compiti più ingrati su di me»
«Non volevi essere apprezzato? Più di così!»
«Apprezzato, non sfruttato, cavolo! C’è una bella differenza!»
Iruka rise, scuotendo la testa. «La tua impulsività è l’unica cosa che non cambierà mai, Naruto»

Hitoshi era fermo al centro dell’isoletta nella palude, solo. Il vento sferzava l’aria notturna spazzando il cielo cosparso di nubi stracciate, e ciocche di capelli più nere della notte sbattevano contro le guance pallide. Fissava l’oscurità.
Cosa gli era mancato quel pomeriggio? Cosa aveva fatto sì che Naruto lo ritenesse inferiore a Kotaro? Strinse i pugni nelle tasche, cercando per l’ennesima volta di capire… Ma non riusciva a trovare la soluzione.
Forse era solo molto stanco.
Stanco di cercare sempre di essere un gradino al di sopra degli altri, stanco di cercare di raggiungere il mito irraggiungibile che era suo padre, stanco di doversi confrontare ad ogni minuto e in ogni istante della sua vita. Con quella Nara, con Kotaro. Con Jin.
Jin, quel bambino tanto simile a Itachi Uchiha nella precocità del talento. Quel bambino che tutti tenevano in considerazione più di lui, e che contemporaneamente temevano. Quel dannato moccioso che era più piccolo di cinque anni, e già gli teneva testa facilmente.
Non lo aveva mai detto a nessuno, ma ogni tanto combattevano. E finiva ogni volta che lui si stancava un po’ di più, e che Jin invece guadagnava terreno. Ma nessuno lo avrebbe saputo. Nessuno avrebbe potuto spingerlo ad abbassarsi a dimenticare il suo orgoglio, il suo prezioso orgoglio di Uchiha. Nessuno gli avrebbe fatto rivelare le sue debolezze. Mai.
All’improvviso un rumore gli fece alzare il capo. E nell’ombra della notte i suoi occhi allenati scorsero la persona che meno avrebbe voluto vedere in quel momento, dopo Jin: Kotaro.
«Credo che abbiamo avuto la stessa idea» disse il ragazzino, arrancando nel fango fino a raggiungerlo. «Sei qui per allenarti?»
L’Uchiha distolse lo sguardo, irritato.
“Non invadere il mio territorio!”
«O hai un piano?» continuò Kotaro senza notare l’ira che covava in Hitoshi.
“Chiudi quella bocca!”
«Hai mica sentito Chiharu?» tentò nuovamente il piccolo Lee, e un attimo dopo fu sbattuto a terra con violenza, l’impatto attutito solo leggermente dal terriccio morbido. Rimase senza fiato, mentre Hitoshi, su di lui, gridava: «Chiudi quella dannata bocca!»
Rimasero immobili, l’uno sull’altro, nella notte buia. Una folata di vento si insinuò tra loro, ma Hitoshi non schiodò gli occhi fiammeggianti da quelli di Kotaro, non allontanò quei pozzi carichi di rancore dalle iridi stupite e un po’ spaventate dell’altro.
Passarono minuti che parvero ore. Poi, una voce rassegnata.
«Uomini. Non li capirò mai»
Entrambi spostarono a forza lo sguardo, posandolo su Chiharu. Lei li fissava a una certa distanza, le braccia incrociate sul petto e lo sguardo di chi ha trovato esattamente ciò che si aspettava.
«Posso prevedervi, ma non riuscirò mai a capirvi» continuò, raggiungendoli. «Se non altro siamo qui tutti per lo stesso motivo, vero?» nessuno le rispose. «Trovare il modo di prendere quei dannati campanelli» concluse lei allora.
I due ragazzi borbottarono qualcosa di malavoglia, ma si divisero e si rimisero in piedi.
«Allora Kotaro? Tu non avevi un piano?» insisté lei. «Non dicevi che insieme avremmo potuto farcela?»
«Beh, sì… ma con due egocentrici come voi, non so se sia possibile» borbottò il ragazzino cercando di ripulirsi.
«Ha parlato!» sbottò Hitoshi velenoso. «E comunque me lo spieghi come lo sistemiamo che i campanelli sono due? Anche prendendoli tutti insieme uno di noi resterà fuori!»
«Sì, ma…» mormorò Chiharu, con un sorrisino che poche volte le avevano visto. «Come farà Naruto a sapere quale? Insomma, non può decidere arbitrariamente, soprattutto considerato che ha i tre migliori studenti dell’anno. Non può mandarne a casa uno qualsiasi, dovrà spiegare bene le motivazioni, i come e i perché… e nessuno si accontenterà di una spiegazione come ‘colpa di un sorteggio’» rise piano. «Ci ho pensato tutto il giorno. Se riusciamo a prendere i campanelli tutti insieme il gioco è fatto»
«Se lui ce li lascia prendere, vuoi dire» la corresse l’Uchiha per puro spirito di contraddizione. «Non credo gli ci vorrebbe molto per farci fuori tutti»
«Avanti, nessuno si aspetta che siamo più forti di lui!» sbuffò lei. «Naruto vuole solo che collaboriamo, ormai è palese! Se non fosse stato per il tuo errore grossolano, oggi ci avrebbe lasciato prendere i campanelli!»
«Cos… Il mio errore?!»
«Alt! Time out!» intervenne Kotaro mettendosi tra i due. «Non è il momento né il luogo, gli screzi lasciateli a domani!» Hitoshi lo trapassò con gli occhi. «E se vuoi prendertela anche con me, c’è domani pure per quello. Ora dobbiamo cercare di trovare la coordinazione per lavorare insieme, e abbiamo solo una notte per farlo. Direi che non c’è tempo da perdere»
Haru annuì dopo un breve istante. Bofonchiando e imprecando in tutte le lingue che non conosceva, Hitoshi ci mise un po’ di più, ma alla fine cedette anche lui. E mentre Kotaro annunciava il suo piano con un largo sorriso, lui pensò:
“Potrete avermi nel vostro gruppo… ma non sarò mai uno di voi”

L’alba del giorno dopo li trovò distrutti, stesi nel fango e impiastricciati dalla testa ai piedi. Tutti e tre respiravano affannosamente e guardavano il cielo di un bianco lattiginoso.
«A-Accidenti!» boccheggiò Kotaro. «Non riusciremo mai a prendere quegli stupidi campanelli se siamo così stanchi!»
«Dite che ci stende se gli chiediamo di posticipare la prova?» chiese Haru massaggiandosi un gomito dolorante.
«Sì» disse Hitoshi lapidario, e si rialzò faticosamente.
«Dove vai?» gli chiese Kotaro, completamente sfibrato.
«Ho fame» bofonchiò l’Uchiha, e il suo stomaco borbottò come a confermare le sue parole.
«Allora dovrete darvi una mossa»
Sconvolti, tutti si voltarono verso Naruto, comparso all’improvviso fresco come una rosa e con un perverso ghignetto sadico stampato in faccia.
«Adesso?» fece Haru con un filo di voce.
«No, fate pure con calma… Certo che è adesso! Su, in piedi branco di sfaticati!» esclamò il jonin tirando su a forza Kotaro. «E vi lascio a disposizione solo un attacco»
«Già che ci sei perché non ci leghi le mani dietro la schiena e una benda sugli occhi?» ringhiò Hitoshi tra i denti, mentre Chiharu si trascinava in piedi borbottando.
«Ma per che razza di sadico bastardo mi hai preso?» domandò Naruto profondamente offeso. «Su, forza. Muovetevi, che non ho tempo da perdere!»
I tre ragazzini si scambiarono uno sguardo, e capirono che stavano tutti pensando la stessa cosa: “almeno finiamola in fretta”.
Un cenno. E poi attaccarono con la formazione che avevano imbastito per tutta la notte. L’avevano modificata almeno ottocento volte, provata e riprovata, si erano insultati, avevano sfiorato la rissa, erano finiti nel fango fino ai capelli, e poi si erano rialzati e avevano ricominciato, sotto un cielo che cambiava di minuto in minuto, fino a schiarirsi. Gli sforzi di ore e ore.
In realtà era uno schema di attacco banale, per non dire prevedibile, pieno di falle e troppo scolastico. E loro erano lenti e stanchi, prede fin troppo facili. Ma Naruto lasciò che lo accerchiassero, e si scansò all’indietro quando Hitoshi cercò di colpirlo con una palla di fuoco piuttosto anemica; schivò il lentissimo calcio di Kotaro chinandosi in avanti, perse l’equilibrio per lo sgambetto debole di Chiharu e, prima di cadere a terra, si lasciò sfilare i campanelli dalla cintura.
Tre mani si erano strette insieme sull’obiettivo.
“Se non altro il piano prevedeva che l’azione finale fosse fatta insieme” rifletté Naruto sorridendo, mentre i ragazzini esultavano attorno a lui. “Una variante interessante”
In realtà in una vera missione la separazione dei ruoli e dei compiti era fondamentale; ma per ora andava bene così. Prima di trovare il loro posto all’interno del gruppo, avrebbero fatto bene a diventare un gruppo. E quello era un primo passo.
Chiharu, Kotaro e Hitoshi gioirono per pochi minuti, poi si lasciarono cadere a terra, esausti, e senza quasi accorgersene crollarono addormentati.
Naruto li fissò.
“Oh no” realizzò con orrore. “Ora devo anche portarli a casa?”
Ripensò alle visite della sera prima, quando, dopo aver visto i tre ragazzini allenarsi nel campo di addestramento, era andato dalle loro madri a informarle che non sarebbero tornati per la notte. Non solo aveva rischiato la vita, ma per scappare dalle amorevoli progenitrici aveva anche perso una preziosa ora in giro. E poi aveva dovuto vigilare sui mocciosi, che chiaramente avevano avuto la bella pensata del meeting notturno, ma non avevano considerato che non era esattamente una mossa saggia aggirarsi la notte quando ci si ritrova la forza di un bruco molto debilitato. E se alla fine aveva permesso loro di prendersi i campanelli tanto facilmente, lo aveva fatto solo perché gli avevano dimostrato di aver capito quale fosse la direzione.
Anche se… guardando Hitoshi steso a una certa distanza da Kotaro e Chiharu, con uno dei campanellini stretto in mano come una sua esclusiva proprietà, gli tornò in mente una preoccupazione che aveva da molto tempo: “riuscirai ad essere diverso da tuo padre?”

Quando Sakura Uchiha si vide arrivare a casa il figlio esausto e infangato dalla testa ai piedi, addormentato in braccio a un Naruto molto, molto desideroso di trovarsi altrove, le sue urla e i suoi insulti divennero leggenda nel villaggio della Foglia.








Nel prossimo capitolo...

All’improvviso, del tutto inaspettatamente, la mano di Chiharu scattò verso l’alto.
«Ora ci dice perché siamo in gruppo insieme?» chiese senza preamboli. «Abbiamo passato la prova, no?»
«Ah, già» bofonchiò Naruto grattandosi il mento. «Uhm… diciamo che ve lo dico se…»
«Se niente!» lo interruppe Haru strabiliando tutti. «Aveva detto che ce lo avrebbe spiegato dopo la prova! E la prova è stata superata, quindi ora ce lo dice!»
«Che caratterino» mormorò Naruto. «Uguale a tua madre, eh?»









* * *

Spazio autore

Anticipazione assolutamente inutile, perché nel prossimo capitolo succederanno più cose, e non sapevo quale prendere.
Quindi ho scelto la meno compromettente, diciamo.
Dovendo darvi un incentivo, vi direi: finalmente si svela l'identità dell'Hokage!
Che dire di questo capitolo? Boh.
A correggerlo ho storto il naso mille volte, ma d'altronde è anche normale, l'ho scritto più o meno un anno fa.
A conti fatti sospetto che il suo scopo sia far conoscere un po' i mocciosi...
ma non ci metteri la mano sul fuoco! XD

Ah, me lo avete chiesto e io rispondo!
Dal momento che la storia è già completa sul mio pc, gli aggiornamenti saranno ogni due giorni.
Quindi ce la caviamo con il finale in due mesi e mezzo, più o meno!

Ah! Ho notato che tra i commentatori ci sono anche persone che avevan già letto la fic!
Mi fa davvero piacere potervi finalmente conoscere, non sapete nemmeno quanto!
Grazie per averla letta la prima volta e grazie soprattutto per la seconda!

E ora subito al via l'angolo delle risposte ai commenti!
Confesso che non ne aspettavo così tanti per il primo capitolo! XD
Ma ringrazio tutte le persone che hanno lasciato un segno della loro presenza!

harryherm: e il primo posto va a... Silvia! Che mi ha fatto tardare la pubblicazione del primo capitolo! Dunque, ho deciso che lascerò perdere la tua momentanea infatuazione per Hitoshi. Passerà, tranquilla, e rivaluterai Kotaro. Chiharu ti piacerà sempre meno, ma va beh, è normale. A quanto pare piace solo a me. ò_ò Jin... Ohohoh, Jin... Lo rivedrai solo nel quarto capitolo, ma ho la vaga impressione che le tue attitudini pedofile si protrarranno nel tempo! Concludendo, nessuno dei mocciosi è finito senza pranzo dopotutto. A dire il vero, credo di non aver nemmeno contemplato l'ipotesi! XD
sammy1987: anche Naruto è cambiato a modo suo, tranquilla. Ma le basi sono le basi, non ci si può far niente! E d'altronde non ci piacerebbe se non fosse così, giusto? XD Per vedere i genitori sovrai avere solo un po' di pazienza. Ci saranno anche le "faccende da grandi", e loro dovranno intervenire per forza!
rina: ma sai che anche io mi sono un po' commossa rivedendo i mocciosi? XD E' tornato il vecchio affetto che provavo per loro, e anche l'irritazione ogni tanto! (per quanto io cerchi di tormentare Chiharu, quella riesce sempre a svicolare, mannaggia!) Divertiti a cercare le novità! Non saranno essenziali, ma se le trovi ti faccio un applauso! XD
queen of night: dimentica pure la ragazzina bionda, era un nome a caso in un momento a caso! XD Per il resto, grazie mille sei complimenti! Ho dato un'occhiata alla tua pagina personale e ho visto che sei un'ottima beta, quindi sentire queste parole da te mi rende particolarmente felice! Per il padre di Jin e l'Hokage, saprai se hai indovinato tra il terzo e il quarto capitolo! ^^ Per gli aggiornamenti, invece, come ho già scritto saranno ogni due giorni!
bambi88: e dire che di nomi nuovi ce ne sono solo cinque! XD Non dovrai faticare, perchè sono tutti quelli che vedrai, fidati. Senza contare che sono tutti abbastanza diversi tra loro (o almeno spero), e gli altri sono solo vaghi comprimari! ^^ Vedi? Come sono gentile io con i lettori! (XD)
Yume_Tsuki: ohh, il primo volto nuovo ma vecchio! Sono felice di sapere che all'epoca la fic ti era piaciuta, e soprattutto sono felicissima di vederti tra queste pagine! ^^ Spero di riuscire a emozionarti di nuovo! O almeno, io farò del mio meglio!
Beckill: un'altra sconosciuta vecchia lettrice! XD Sono sempre più convinta che pubblicare su efp sia stata una mossa geniale! XD Non ti preoccupare se non hai recensito Sinners, so che leggerlo dopo sessanta capitoli può essere traumatizzante! Ma grazie davvero per avermi lasciato un commento qui, mi ha fatto molto piacere! ^^ Le modifiche alla "vecchia storia", come vedrai, non saranno sostanziali. Ma cercherò di rendere il tutto un po' più omogeneo e di dare spazio a chi non lo ha avuto! Spero che gradirai!
Maryella: saprai chi sono l'Hokage e il padre di Jin nel giro di due capitoli, tranquilla! Per ora ti ringrazio per i complimenti, e prometto solennemente di impegnarmi e fare del mio meglio! Spero di non deludere le tue aspettative!
maninja87: l'Hokage tetro? Pff... Uahahah!! Quando saprai chi è e cosa fa per la gran parte del tempo, cambierai drasticamente idea! XD Però hai colto i dettagli che ho buttato qua e là, come l'accenno alle visite diradatesi! Mi ha fatto piacere che sia riuscita a incuriosirti, in effetti non speravo altro! XD Tra parentesi... sappi che ti passerà l'incubo Hiashi in questa fic! Credimi! XD
arwen5786: se non ti fosse piaciuto Hitoshi, ti avrei accusata di non essere te. XD Scherzi a parte, che ti piaccia Chiharu invece mi lascia perplessa! XD E' una piccola vipera, la ragazzina! E' sua madre più l'indolenza del padre! Per carità, io le voglio bene perchè è il mio piccolo tesorino dolce (?), però voi siete autorizzati ad odiarla! XD Solo una cosa mi lascerò sfuggire in questa sede: nessuno degli altri ragazzi è diventato insegnante. Hanno ben altro di cui occuparsi! (per alcuni di loro devo ancora scoprire cosa, ma tutto sommato sono fiduciosa! XD)
Elisir86: l'ultima cosa di cui puoi preoccuparti è la frequenza degli aggiornamenti! XD Ogni due giorni, puntuale come un orologio svizzero! Se non in anticipo! XD
yayachan: sarà rivisto il legame tra chi e chi? XD Sinceramente, non ricordo! Quindi dimmelo esplicitamente via messaggio primato (sai come *tono cospiratorio*) E... tu sai che parlare di sensualità in un bambino di sette anni può essere un reato? XD Ma ti perdono, perchè Jin è Jin! XD A quanto pare, solo io lo considero un bambino!
DarkMartyx_93: evvai, un'ignra lettrice! Hai risvegliato il mio spirito sadico! Avendo letto solo sprazzi di Sinners, ci saranno cose che non sai... e dunque potrò sorprenderti! Sono feliiiiiice! XD (e sono anche pazza, sì) Scherzi a parte, grazie per il commento! Mi ha fatto molto piacere! ^^ Spero che questa volta la tua pigrizia sarà vinta e riuscirai a seguire la storia senza salti!
Charlie_2702: eh, direi che già da questo capitolo Kotaro ha smesso di fare la figura dell'idiota! Anzi, confronto agli altri è un passo avanti! Hai ragione su Naruto, non è sesto Hokage a quanto pare. Ma perchè? E chi lo è, dunque? E soprattutto: lui ne sarà felice? (XD ovviamente no!) Tutte le cose che hai detto sulle faccende un po' in sospeso, ovvero i sei anni di visite diradate, i contatti allentati con tutti, la rabbia "perchè non è il momento buono" verranno chiarite man mano che la storia prosegue! Sono tutte volute, e tutte avranno una risposta. Per il resto grazie mille, sia per quanto riguarda i commenti sullo stile che per tutto quanto! Ho adorato il tuo commentone a Sinners, e mi farà molto piacere se commenterai anche questa fic! ^^
Mala_Mela: è stupefacente che il mio ex-dio conosca a memoria il primo capitolo di Il peggior bla bla bla e io, suo ex-profeta, non abbia mai imparato i suoi precetti! XD Tutto ciò ci insegna molto... Però è vero. Devo ringraziarti se sono approdata qui! ^^ E spero che anche qualcun altro ritenga di doverlo fare! E ascoltate tutti le parole di Clà, poichè lei SA! Se dice che questo è il suo capitolo preferito, allora è il capitolo migliore! XDD
_Kirjava_: attorno al 15 ottobre ricordami il tuo compleanno! XD Comunque, mi fa piacere sapere che vuoi rileggere la fic! Se hai tempo e voglia, sai dove trovarla! E se sei così annoiata da voler lasciare anche un commentino, mi farai ancora più piacere! XD (penso che se fossi una lettrice anche io odierei la pessima opinione che i tre mocciosi hanno di Naruto XD Ma essendo l'autrice, gongolo!)
lale16: anche Naruto dice che i tre marmocchi sono insopportabili! XD D'altronde quando ti dicono per dieci anni "oh quanto sei bravo!" finisci per montarti un po' la testa! Ah, Naruto... Beh, sarà davvero il peggior ninja di Konoha? O sono solo voci? E se sono voci, chi le ha messe in giro? Uhm, per quanto riguarda messenger, mi spiace dirti che di solito ci sono solo nel tardo pomeriggio o in tarda serata. Se non sei troppo stanca e se ci becchiamo, chiacchieriamo volentieri! ^^
Reina: tranquilla, la mia "sfida" era solo per il numero di figli degli Uchiha! Per tutto il resto non apro bocca, anche perchè tendo sempre ad essere troppo buona, e non potrei mai competere in una gara di malvagità! XD Naruto si farà valere. Dopotutto, è pur sempre il mio adorato Naruto. Per quanto riguarda Kushina, invece, metto le mani avanti e dico da subito che non ne parlo. Se Kishi dovesse svelare qualcosa nel mentre, potrei fare un'aggiunta, ma ora come ora non azzardo nulla! Ho dovuto farlo con Itachi, e ancora mi rode che sia una discrepanza così grossa! XD Quindi lascio perdere altri azzardi simili!
endlesstar: tu sei pericoloso! XD Farmi certe azzardate previsioni! XD Ho visualizzato il mio bel Jin con la tutina e l'occhio guercio, e mi si è bloccata la crescita! Per fortuna che a vent'anni si suppone sia già vicina alla fine, se no ti facevo causa! XD Comunque, a parte tutto, non sapevo che anche Gai si fosse diplomato a sette anni! Grazie per l'informazione!
Maobh: wow, quanto entusiasmo! Mi hai davvero fatta felice! ^^ Le tue supposizioni sull'Hokage potranno essere confermate o smentite già dal prossimo capitolo, nel frattempo ti faccio notare che l'ipotesi del ritiro di Tsunade non è affatto la peggiore... Oh, non sapevo che le atmosfere di questi capitoli fossero simili a quelle di Toriyama! Ho cercato di capire a cosa somigli questa fic, ma francamente non ci sono riuscita! Quindi lascio decidere a voi lettori! XD
Sky_Shindou: brava ragazza, non scordarti di Gaara...! ^_* Oh, tra l'altro la GaaSaku che mi hai chiesto sembra una bella sfida, quindi la accolgo con piacere! XD Per il resto... sai che sono rimasta affascinata dal tuo nick? Non so perchè, mi piace da matti! XD Semplicemente per il suono che ha!
Kairi84: la solita sadica, eheh... Vuoi goderti le reazioni degli altri, eh? Zut zut, perfida donna! Tanto sai che prima o poi sarai nella loro stessa barca...
dark_angel90: qualcuna delle persone che recensisce ha già letto la fic altrove, sì. Qualcun altro ha letto il prequel, e quindi sa alcune cose. Gli altri non san nulla invece, e mi auguro che scoprano tutto piano piano! XD Nel frattempo ti ringrazio per i complimenti e per aver lasciato un commento! Se non vuoi spoilerarti nulla, ti consiglio di stare ben lontana dalle recensioni, perchè certa gente non sa tenere la bocca chiusa! XD
kimi: io e te abbiamo parlato del capitolo abbondantemente su messenger, direi! Devo davvero aggiungere altro? Ma no! Mi risparmio tempo e fatica! XD


Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Un ninja è... ***


Naruto2-3

Un ninja è...



- Tre -







«Non sembra anche a voi che il mondo sia un posto migliore?» chiese Kotaro inspirando a fondo l’aria pura del mattino.
«Hn? Dici?» ribatté Chiharu con marcata indolenza, per estraniarsi un attimo dopo.
«Dove è finito quell’imbranato?» borbottò Hitoshi, le mani affondate in tasca e un’espressione di gelida supponenza sul viso.
Kotaro si depresse per un istante, ignorato dai suoi compagni, e portò una mano a sfiorare il coprifronte per accertarsi che ancora fosse lì. Ci aveva persino dormito, come se toglierlo avesse significato perdere ciò che avevano faticosamente raggiunto lui, Hitoshi e Haru due giorni prima. Inutile dire che sua madre lo aveva guardato come uno scemo irrecuperabile, quando si era svegliato con un segnaccio rosso sulla fronte.
Il giorno successivo alla prova Naruto aveva fatto arrivare a tutti un biglietto in cui li lasciava liberi, convocandoli però per due giorni dopo alle nove, davanti all’Accademia. Ora erano lì tutti e tre a farsi ognuno i fatti propri, in attesa del jonin che se non tardava non si sentiva realizzato.
Alla fine, dopo quasi venti minuti di noia, Naruto li raggiunse imprecando a destra e a manca.
«Accidentaccio a tutta quella stramaledetta famiglia!» borbottò fermandosi tra loro.
I tre genin si scambiarono uno sguardo, poi Kotaro si azzardò a chiedere a chi si riferisse. Naruto lo fulminò con lo sguardo.
«Sto traslocando» sintetizzò, per poi piantare le mani sui fianchi. «Allora, l’altro giorno avete passato la prova, ma questo non vi rende poi quel granché. Siete ancora dei girini che nuotano in una pozzanghera, e io sono il rospo che governa sul grande lago» tutti inarcarono un sopracciglio all’azzardata metafora. «Come capo dei rospi posso decidere se e quando farvi fare la prima missione, e ho deciso che quel giorno non sarà oggi» la delusione fu palpabile.
«Ma allora cosa facciamo?» chiese Kotaro afflitto.
«Lezione teorica» annunciò lui con aria tronfia.
«Ancora? Ma in Accademia ne abbiamo fatte fino alla nausea» si lamentò Chiharu.
«Oh, ciò che vi dirò oggi tendono a trascurarlo all’Accademia» Naruto sfoderò un ghigno promettente che risollevò leggermente il loro umore. «E comunque vi farò lezione da un posto decisamente pittoresco; che vi permetterà anche di allenarvi, perché per raggiungerlo faticherete non poco»
A quel punto l’entusiasmo era tangibile.


«Eh?» fece Kotaro deluso, quando Naruto li ebbe portati ai piedi del muro degli Hokage. «Facciamo lezione qui
Sotto un sole splendente e il cielo più terso degli ultimi venti giorni, i sei volti scolpiti sulla parete di roccia scintillavano là dove la luce si rifletteva sui minerali più brillanti.
«Mh? Che c’è? Non ti piace?» chiese Naruto seccato.
«No, ma, ehm…» borbottò Chiharu scettica. «Dove sta la difficoltà a raggiungere questo posto?»
Naruto sogghignò. «E chi vi dice che siamo arrivati?» e, sotto gli occhi esterrefatti dei tre genin, posò un piede contro la parete di roccia e iniziò a camminarci come se fosse stata orizzontale. Arrivato a una certa altezza si voltò a guardarli. «Su, avanti. Seguitemi» li incitò.
«E come diavolo facciamo?» chiese Hitoshi, sbalordito più dalla sua richiesta che non da ciò che aveva fatto.
«Come? Ma non siete i tre geni del villaggio? Lavorate di chakra, ragazzi. Io vi aspetto sulla testa del terzo Hokage» e con un sorriso che risvegliò gli istinti omicidi dei genin, riprese la sua tranquilla scalata.
Hitoshi, Chiharu e Kotaro fissarono cupamente la parete.
«‘Lavorate di chakra’…» borbottò Hitoshi tra i denti. «Questa sì che è una spiegazione completa»
«Concentra il chakra nei piedi» analizzò Chiharu guardandolo salire. «Ma comunque è difficilissimo! Cioè, bisogna usare l’esatta quantità…»
«E se esageriamo o ne usiamo troppo poco?» chiese Kotaro in apprensione. L’uso del chakra non era mai stato il suo forte, ma d’altronde metà del suo patrimonio genetico era negato per le arti magiche.
«Se ne usi troppo voli via, se ne usi troppo poco non ti attacchi» spiegò Chiharu grattandosi una guancia, pensierosa. «Cribbio. Per questa cosa ci vorrebbero settimane di allenamento!»
Ci furono alcuni pesanti secondi di silenzio, mentre la sagoma di Naruto rimpiccioliva sempre più salendo.
«Non credo che ci aspetterebbe lassù per settimane» mormorò Kotaro flebilmente. «Secondo voi può ritirarci il titolo di genin?»
«No, ma può disprezzarci» brontolò Hitoshi, facendo un passo in avanti. «E non ho alcuna intenzione di dargli questa soddisfazione; non al peggior ninja del villaggio della Foglia»
Ah, quanto sembrano più facili le cose una volta che si sono superate.
A due giorni dalla prova dei campanelli i tre genin già avevano scordato tutte le difficoltà di trovare una strategia e applicarla, e soprattutto si erano auto-convinti di aver raggiunto il loro obiettivo esclusivamente grazie alla loro abilità personale.
D’altronde, se tutti dicevano che Naruto era il peggior ninja della foglia, qualcosa di vero doveva pur esserci. Ogni leggenda ha un fondo di verità.
«Cosa hai intenzione di fare?» chiese Haru scettica. «Ci provi davvero?»
Hitoshi sollevò il mento orgogliosamente. «Perché no? Se ci riesce lui non deve essere tanto difficile»
«Ma certo, grande esperto» sogghignò Chiharu sarcastica. «Tu che capisci al volo la difficoltà di una tecnica, mostraci l’elementare semplicità del controllo del chakra»
Hitoshi la fulminò con lo sguardo. Tutti e tre sapevano che era lei l’analizzatrice del gruppo, ma un orgoglio ferito è un orgoglio ferito. E un Uchiha non avrebbe mai permesso a nessuno di ferire il suo orgoglio impunemente.
«Sta’ a vedere» borbottò seccato, congiungendo le mani e concentrandosi.
Haru incrociò le braccia sul petto e si mise comoda a fissarlo con un sorrisino, mentre Kotaro accanto a lei si accigliava per cercare di capire cosa facesse il loro compagno.
Hitoshi raccolse il chakra sui piedi per qualche istante, poi si avvicinò cauto alla parete. Appoggiò un piede. Aderiva. Con un sorriso trionfante sollevò anche l’altro, pronto a far notare tutta la sua superiorità a Haru… ma tutto diventò nero.
Pochi minuti dopo si risvegliò agli schiaffi inclementi che colpivano la sua faccia, e la prima cosa che vide furono le traumatizzanti sopracciglia di Kotaro. Qualcuno sghignazzava senza ritegno, a breve distanza.
«Che cavolo…» bofonchiò l’Uchiha tirandosi a sedere. «Ahia la testa…»
«Esilarante!» ululò Haru poco più in là, piegata in due dal ridere. «Che classe! Che tecnica! Che stile!»
«Ehm, sei caduto» spiegò Kotaro a Hitoshi con cautela. «Quando hai alzato il secondo piede sei andato giù come una pera, e hai sbattuto una testata memorabile»
Il genin arrossì d’indignazione e vergogna, e trucidò Chiharu con un’occhiata.
«Pensi che potresti fare meglio?» sibilò nella sua direzione, massaggiandosi la testa.
Lei smise all’istante di ridere, e gli lanciò uno sguardo di superiorità. «Credo che anche una poiana cieca potrebbe fare meglio»
Hitoshi scattò, pronto alla rissa, ma Kotaro lo tenne giù cercando di fargli capire che non avevano tempo da perdere.
«Dai, fammi vedere!» sbraitò L’Uchiha bellicoso. «Provami che sei migliore!»
«Ohh, e va bene!» sbottò Chiharu colpita nell’orgoglio.
Chiuse gli occhi, giunse le mani. Raccolse il chakra nei piedi e poi guardò la parete di roccia davanti a sé, accigliata. Fece qualche rapido calcolo mentale, e alla fine prese la rincorsa.
Salì su un passo, due, tre… e al quarto il chakra scemò, il piede scivolò, sbatté una nasata su una sporgenza e, sfregandosi ginocchia e gomiti, scivolò penosamente fino a terra.
Questa volta fu Hitoshi a scoppiare a ridere. «Ohh, questo che era di classe!» disse perfido. «Una caduta piena di stile!»
«Ti venisse un embolo» ringhiò Haru tra i denti, una mano sul naso dolorante. «Io almeno sono andata un po’ su, razza di deficiente! Tu sei caduto a mezzo passo perché ti sei dimenticato di tenere gli addominali!»
«Ma almeno non mi sono fracassato la faccia!»
«Certo, se no come facevano le oche che ti sbavano dietro, eh?»
«Ma cosa tiri in ballo adesso?! Sei solo invidiosa perché a te non ti fila nessuno, e…»
Andarono avanti a battibeccare ancora un po’, rivangando vecchi torti dei tempi dell’asilo e sgarbi che non si erano mai rivelati. Kotaro aveva rinunciato a placarli praticamente subito, e ora guardava con aria malinconica il muro degli Hokage. Neanche in dieci anni sarebbe riuscito a controllare il chakra tanto bene da salire fin lassù, era perfettamente inutile anche solo provarci.
Ma non potevano lasciare Naruto ad attenderli troppo a lungo... chissà quali sarebbero state le conseguenze.
«Ehi» disse cercando di attirare l’attenzione. «Ehi!» ripeté un po’ più forte quando vide che Chiharu e Hitoshi non lo degnavano di un’occhiata. «Ehi!» gridò alla fine, facendoli ammutolire. «Non abbiamo tempo da perdere a litigare per le solite scemenze!» sbottò irritato. «Guardiamoci in faccia, nessuno di noi riuscirà mai a salire fin lassù come ha fatto Naruto! Non oggi, almeno. E se non vogliamo che lui scenda e ci prenda a pugni, faremo bene a trovare un altro modo per arrivare alla testa del terzo Hokage!»
«Ah sì? E tu cosa proponi, eh genio?» borbottò Hitoshi tra i denti, irritato.
Haru sbuffò massaggiandosi il naso. «A questo punto, direi le scale»


Anche salire un gradino dopo l’altro non fu esattamente una passeggiata. Innanzitutto gli scalini erano tanti, poi erano ripidi e vecchi, e la ringhiera era arrugginita e instabile.
«Che hai?» chiese Kotaro vedendo Hitoshi camminare rasente il muro, rigido come un pezzo di legno.
«Io?» ribatté lui con un tono di voce superiore al normale di almeno un’ottava. «Niente!»
Kotaro corrugò la fronte perplesso. Davanti a tutti Chiharu saliva un gradino dietro l’altro, impettita, il respiro leggermente corto e il naso arrossato e che iniziava a gonfiarsi.
“Perché, perché mi sono lasciata convincere a fare il ninja?” si chiese frustrata. “A quest’ora potrei essere sul terrazzo a prendere il sole, e invece mi trovo a scarpinare su una stramaledetta scala pericolante con il naso che sembra un fungo! E mi bruciano i graffi alle ginocchia! E dietro di me cammina un cretino!”
«Ancora una rampa» avvisò Kotaro guardando verso l’alto. Erano praticamente sotto i volti di pietra. «Ed è tutta dentro»
Hitoshi tirò un impercettibile sospiro di sollievo, asciugandosi il sudore dalla fronte.
«Stanco?» frecciò Haru acida, sentendolo ansimare.
«Vuoi che ti butti giù?» replicò lui in un sibilo minaccioso.
«Per favore, la smettete?» sbottò Kotaro esasperato.
«Umph» fecero gli altri due, e tacquero.
Percorsero l’ultimo tratto un po’ più velocemente, all’interno della roccia. La strada era illuminata debolmente, e quando uscirono di nuovo all’esterno per un attimo furono accecati dalla luce del sole.
«Siamo sopra» fece notare Kotaro a quel punto, affacciandosi alla ringhiera che percorreva tutto il margine superiore della parete. «I volti degli Hokage saranno dieci metri più giù»
«E là c’è Naruto» aggiunse Chiharu additando una figura stravaccata sul naso del terzo Hokage. «Cribbio, ma come fa a non scivolare?»
«Miracoli del chakra» ribatté Kotaro, poi gettò un’occhiata alle proprie spalle. «Hitoshi non vieni?»
«S-sì che arrivo!» bofonchiò l’Uchiha nervosamente.
«Resta pure dove sei, io di certo non sentirò la tua mancanza» sorrise soave Chiharu.
«La cosa è reciproca»
Kotaro levò gli occhi al cielo e scavalcò la ringhiera, assicurandosi che il nodo che aveva fatto con la corda fosse stabile. «Occhio che ci sono pochi appigli» si limitò a dire iniziando a scendere, e decise di abbandonare i suoi compagni di squadra al loro destino.
Chiharu borbottò un’imprecazione all’indirizzo di Hitoshi, poi tirò fuori dal marsupio la sua corda in dotazione standard e la assicurò alla ringhiera stringendo bene.
«Non venirmi vicino mentre scendo» disse a Hitoshi lanciandogli uno sguardo eloquente, e poi scavalcò e come Kotaro scomparve oltre il bordo.
“Che voglia di tagliarle la corda” rifletté l’Uchiha con un brillio malvagio negli occhi.
Poi deglutì.
Era a qualche metro dalla ringhiera, e già gli tremavano le gambe.
“Stupide, stupide vertigini!” ringhiò dentro di sé, estraendo cautamente la corda dal marsupio. Inspirò a fondo. “Avanti, non è così difficile” cercò di convincersi. “Ce la fanno tutti, perché io no? Io sono un Uchiha. Sono migliore degli altri! Mio padre lo farebbe ad occhi chiusi!”
Raggiunse la ringhiera e legò la corda con gesti lenti, senza guardare giù. Fece un triplo nodo doppio, tanto per stare sicuro, poi, con infinita cautela, scavalcò la ringhiera.
Le sue mani si serrarono convulsamente sul ferro arrugginito, mentre una folata di vento gli scompigliava i capelli.
“Calma…” si ricordò. “Chiudi gli occhi. In realtà il terreno è venti centimetri sotto di te”
Iniziò a scendere. Con estrema lentezza e saggiando la roccia sotto i piedi almeno tre volte, un passo dopo l’altro si calò lungo la corda, stritolandola tra le dita.
Gli sembrò di impiegarci anni. Ma alla fine toccò una superficie orizzontale e tornò a guardare. Era arrivato. Con un sospiro di sollievo veramente sentito lasciò andare la corda, le braccia tremanti per lo sforzo e la tensione, e si voltò molto cautamente, timoroso di ciò che avrebbe visto.
Beh. Fu nettamente diverso da ciò che immaginava.
Onestamente, temeva che sarebbe svenuto a vedere i metri che lo separavano da terra; e invece rimase soltanto senza fiato: da lassù poteva vedere tutto il villaggio e poi oltre, le foreste che lo circondavano e la strada che se ne allontanava. Il sole brillava ad est, quasi accecandolo, ma la vista era stupenda.
«Era ora» commentò una voce brusca interrompendo il suo idillio. Riconoscendo Chiharu, lui sbuffò e grugnì qualcosa, incrociando le braccia sul petto. «Kotaro, chiama Naruto. Digli che il ritardatario è arrivato»
Kotaro eseguì, mentre Hitoshi e Chiharu si ignoravano a vicenda, e nel giro di un paio di secondi Naruto li raggiunse tutti sulla testa dell’Hokage, sbadigliando vistosamente.
«Ce ne avete messo di tempo, eh» bofonchiò stropicciandosi gli occhi, e lanciò un’occhiata critica alle corde. «Beh? Che sono quelle?» chiese.
«Ehm, siamo passati da dentro» mormorò Kotaro vergognoso. «Non siamo ancora capaci di salire come te, e per non perdere tempo abbiamo usato le scale…»
«Tsk. Smidollati» commentò Naruto asciutto, conquistandosi l’odio per una volta condiviso di Chiharu e Hitoshi. «Ma va beh, il risultato lo avete ottenuto, anche se mettendoci una barbarità di tempo. Allora, chi mi sa dire dove ci troviamo?»
«Sulla testa del terzo Hokage!» scattò subito Kotaro, ansioso di rifarsi.
«Giusto» approvò Naruto.
«L’hai detto prima che salissimo» gli fece Notare Chiharu.
«Sì, ma tu hai risposto?» ribatté soave e velenoso il jonin. Lei si zittì, e Hitoshi sogghignò. «Dicevo, prima di essere interrotto, siamo sulla testa del terzo Hokage. Immagino sappiate tutti chi è, anche se siete nati dopo la sua morte»
I tre genin partirono tutti insieme a sciorinare le loro conoscenze di storia, ma Naruto li bloccò praticamente subito, con un cenno accondiscendente.
«Sì, sì, sono cose che sappiamo tutti» sbuffò. «Così come sappiamo chi sono e cosa hanno fatto il quarto e il quinto Hokage, e come possiamo immaginare che morirà il sesto, cioè per mano mia» i suoi allievi gli lanciarono un’occhiata stranita. «Lasciate perdere: faccende personali» li liquidò lui. «Quello che voglio sapere da voi è quali sono gli insegnamenti che il terzo Hokage ci ha lasciato»
Silenzio.
Naruto corrugò la fronte. «Non ditemi che all’Accademia non vi hanno accennato almeno le basi, perché non ci credo. Se non sbaglio è il programma della prima lezione»
Kotaro e Chiharu si scambiarono uno sguardo smarrito.
La prima lezione? E chi se la ricordava più?
Hitoshi tentò con un patetico: «Ehm, ha scritto la legge di conservazione del chakra?» ma fallì miseramente.
Naruto si passò una mano sul viso.
«Non pensavo foste messi così male» borbottò distrutto. Sospirò profondamente. «Il terzo Hokage più di tutti ha cercato di trasmettere agli abitanti del villaggio della Foglia cos’è un ninja» spiegò con tono severo. «Ogni tanto andava all’Accademia e dispensava consigli ai ragazzi, lasciando che loro gli facessero tutte le domande del caso. In teoria anche i vostri stupidi genitori avrebbero dovuto assimilare le sue parole e trasmettervele, ma vedo che non l’hanno fatto» Kotaro e Hitoshi si inalberarono, pronti a difendere a spada tratta chi aveva donato loro metà del proprio patrimonio genetico, ma Naruto li gelò con un’occhiata. «Non ci provate: so cosa dico, sono genitori stupidi»
«Ha parlato» bofonchiò l’Uchiha tra i denti.
«Il tuo poi è il peggiore» replicò il jonin tagliente. E seccò la sua protesta sul nascere. «Non ribattere! Ora ascoltami! Ho una domanda per tutti e tre:» i genin si fecero improvvisamente attenti. «Qual è la caratteristica principale di un buon ninja?»
«L’obbedienza» rispose Chiharu al volo.
«Sbagliato. E risposta banale, per giunta» ribatté Naruto tagliente.
«L’abilità» tentò allora Hitoshi.
«Peggio dell’altra»
«Il lavoro di gruppo?» esitò Kotaro incerto.
«Buon tentativo, ma non credere che io passi sei mesi sullo stesso argomento. Il lavoro di gruppo era di due giorni fa. Ci ritornerò sopra, ma per ora lasciamo un attimo perdere, consideriamo i ninja come entità singole»
Silenzio.
«Dunque?» fece Naruto inarcando le sopracciglia. «Tutto qui? Ve l’ho detto che non erano cose che si insegnano all’accademia, un po’ di inventiva!»
Dopo un istante di immobilità, i tre genin iniziarono a sparare a raffica la prima cosa che venisse loro in mente.
«Le tecniche!»
«L’agilità mentale!»
«L’intelligenza!»
«Le trappole!»
«Fermi, fermi, fermi!» esclamò Naruto zittendoli a gesti. «Ma non ne azzeccate una neanche a morire, eh?»
I tre ammutolirono, chinando il capo frustrati.
Insomma, che cosa cavolo rendeva un ninja un buon ninja? Dovevano dire qualcosa che riguardasse Naruto? Voleva un po’ di lecchinaggio spudorato?
«Io non capisco perché mi ha affidato questo stupido incarico…» borbottò il jonin tra i denti, rivolto a chissà chi, scuotendo la testa. «Non ho la pazienza necessaria!» si schiarì la voce e alzò il tono. «Allora!» disse esasperato. «Vediamo se riesco a portarvici! Quando un ninja combatte, perché lo fa?»
«Perché glielo hanno ordinato» rispose Chiharu cocciuta.
«E rieccola. No!» sbuffò Naruto. «Quello che intendo è: perché qualcuno vuole diventare ninja?»
«Perché non ha niente di meglio da fare» frecciò Hitoshi soavemente, lanciando un’occhiata a Chiharu.
«O perché ha il complesso di Edipo» replicò lei sullo stesso tono.
«Crepa» ringhiò Hitoshi sollevando il dito medio.
«Ma vatti a nascondere, inutile Uchiha»
«Ehi ehi! Non è il momento!» li interruppe Naruto irritato. «Kotaro, tu sai rispondere?»
Il genin aprì la bocca e la richiuse. Poi sospirò. «No» ammise. «Io l’ho fatto perché mi sembrava una cosa eccitante, e perché è tradizione di famiglia»
«Ecco perché le tradizioni di famiglia sono una gran cazzata» borbottò il jonin. «Vediamo un po’, sto iniziando a perdere la pazienza, se non ci arrivate neanche questa volta vi butto giù» Hitoshi rabbrividì, sbiancando. «Quando un ninja sceglie di diventare tale, per chi lo fa? Per chi si mette a difendere cosa
«Per la sua famiglia?» tentò Kotaro, aggrappandosi alle sue esperienze personali.
«Sei sulla buona strada» approvò Naruto ringraziando mentalmente qualche divinità a caso.
«Per gli abitanti del villaggio» aggiunse Chiharu. «Difende il villaggio per difenderne gli abitanti»
«Esatto, sì; quindi?»
«Quindi un buon ninja deve avere in mente come prima cosa la difesa del villaggio» concluse lei.
«Sì, ma perché?»
Silenzio.
Naruto guardò Hitoshi. Lui fece una smorfia: detestava dirlo, era una frase così disgustosamente melensa… ma non aveva ancora aperto bocca, e Naruto sembrava aspettarsi che lo facesse.
«Perché un ninja difende chi gli è caro» borbottò di malavoglia. «E’ l’amore che lo spinge a sacrificare anche sé stesso»
«Ma dai, lo sai davvero?» commentò Naruto stupito, e lui arrossì. «E da chi l’hai sentito?»
«Mia madre»
«Avrei dovuto immaginarlo. Sakura e l’amore, storia vecchia. Ma comunque siamo arrivati a una risposta! Finalmente!»
«E ora?» chiese Chiharu, leggermente irritata per non esserci arrivata prima. «Sì, sappiamo che un ninja deve amare gli abitanti del villaggio. Bella roba. Non mi cambia la vita»
«E invece sì!» esclamò Kotaro tutto infervorato, come illuminato da rivelazione divina. «Non capisci? Finora abbiamo sbagliato tutto! Ci siamo iscritti all’Accademia senza pensare al perché volevamo diventare ninja! Io credevo fosse eccitante, Hitoshi lo ha fatto per seguire le orme di suo padre, tu perché ti ha spinta tua madre! Nessuno di noi è partito con lo spirito giusto!»
Naruto annuì, sempre più convinto della sua prima opinione riguardo a Kotaro. Ma Chiharu non sembrò particolarmente impressionata, e incrociò le braccia sul petto.
«E adesso all’improvviso dovrei sentirmi invadere da uno sconfinato amore per gli abitanti del villaggio?» chiese acida.
Kotaro non rispose. Cercò aiuto guardando Hitoshi, ma anche lui non sembrava poi molto impressionato dal discorso.
“Un buon ninja è un ninja che completa le missioni e torna vivo” pensò convinto.
Kotaro si appellò infine a Naruto, però lui si limitò a sospirare.
«Va bene, è una cosa che capirete più avanti, forse. O almeno lo spero» bofonchiò tra sé e sé. «Dai, un’ultima domanda di cultura generale; giusto per cercare di influenzare le vostre giovani menti» aggiunse poi per tutti.
I ragazzi lo fissarono perplessi.
«Chi è» iniziò lui senza scomporsi. «l’Hokage più assolutamente inutile, svogliato e soprattutto incompetente tra tutti?»
I tre genin sbatterono le palpebre, spiazzati. Quello erano certi che non sarebbe mai stato insegnato all’Accademia.
«C’è stato davvero un Hokage inutile e incompetente?» chiese Kotaro in un sussurro agli altri.
«Non mi pare» ribatté Chiharu tra i denti. «Svogliata era la quinta Hokage, ma… boh» si strinse nelle spalle.
«Il sesto» rispose Hitoshi a sorpresa, per la seconda volta. «Kakashi Hatake»
«Esatto! Accidenti, sei più in gamba del previsto! Ma allora qualche gene di tua madre è rimasto anche a te!» si complimentò Naruto, guadagnandosi un’occhiata astiosa.
«Dieci minuti fa ha detto che voleva ucciderlo» si giustificò l’Uchiha di fronte agli sguardi sgomenti, ammirati e anche vagamente invidiosi degli altri due genin. «E poi non gli ha mai perdonato di avergli soffiato il posto di sesto Hokage, i miei ogni tanto ne parlano»
«Quella è stata una mossa bassa e meschina» annuì Naruto convinto. «Tutti sanno che dovevo sedermi io su quella dannata sedia»
«Come no» sfuggì ai tre genin. Naruto li fulminò con lo sguardo.
«Beh, è stato il tuo maestro, ha più esperienza…» corse ai ripari Kotaro.
«Un corno! Io sono più forte di lui da quando avevo sedici anni, tsk!» sbottò il jonin infervorandosi. «Ma se uno non ha il titolo di Hokage nessuno riconosce le sue capacità!»
«Nel tuo caso inesistenti» sussurrò Hitoshi pianissimo.
«E’ la volta buona che ti faccio volare giù» ringhiò però Naruto, che naturalmente lo aveva sentito.
L’Uchiha ammutolì in meno di un istante.
All’improvviso, del tutto inaspettatamente – o anche no, ormai – la mano di Chiharu scattò verso l’alto.
«Ora ci dici perché siamo in gruppo insieme?» chiese senza preamboli, forse ancora irritata per essere stata superata da Hitoshi. «Abbiamo passato la prova, giusto?»
«Ah, già» bofonchiò Naruto grattandosi il mento. «Uhm… diciamo che ve lo dico se…»
«Se niente!» lo interruppe Haru strabiliando tutti. «Avevi detto che ce lo avresti spiegato dopo la prova! E la prova è stata superata, quindi ora ce lo dici!»
«Che caratterino» mormorò Naruto. «Uguale a tua madre, eh?»
Lei sbuffò e iniziò a battere il piede sulla pietra, ritmicamente.
Kotaro sospirò: quello era il più grande vizio di Chiharu. Quando non riusciva a capire qualcosa diventava intrattabile finché non ne veniva a capo.
Naruto si guardò alle spalle, contemplando l’ipotesi di darsi alla fuga, ma aveva il sospetto che, ovunque fosse andato, la figlia di Shikamaru gli avrebbe dato la caccia. Tutto per colpa di quel maledetto Kakashi che gli aveva affidato un incarico tanto complicato. Sbuffò.
«E va bene, facciamola breve» si arrese, e i tre genin si fecero attentissimi. «Non vi mentirò né ci girerò attorno: visto come stanno andando le cose in questi ultimi tempi, è ragionevole pensare che da qui a cinque anni scoppierà una guerra tra l’alleanza del paese del Fuoco e del Vento e l’alleanza del nord-est, ma soprattutto tra noi e il paese della Roccia. L’abbiamo tirata lunga finché abbiamo potuto, ma la situazione sta precipitando. Ciò che si sta cercando di fare con voi è creare un gruppo particolarmente in gamba e ben addestrato che possa fornire un valido contributo»
«Insomma siamo armi?» chiese Haru accigliandosi.
«Armi con una volontà» rettificò Naruto.
«Volontà che voi cercate di plasmare come vi pare, direi, considerati tutti i discorsi sull’amore per il villaggio e il buon ninja» continuò la ragazza in tono d’accusa.
Alle sue parole Naruto sorrise.
«La guerra non è mai una bella cosa» disse. «Ma il giorno in cui arriverà, ti accorgerai da sola che vorrai difendere chi ami, che combatterai solo per quello. Non si possono evitare i combattimenti, ma si può almeno essere consapevoli del motivo per cui si mette in gioco la propria vita»
Calò un silenzio pesante. Chiharu non ebbe nulla da ribattere, e dopo un attimo distolse lo sguardo a disagio.
Una guerra da lì a cinque anni. Che brutta prospettiva. Una cosa del genere troncava sul nascere ogni piano per il futuro.
«Avete finito con le domande?» chiese Naruto alleggerendo bruscamente l’atmosfera.
«No» rispose Chiharu lasciando sbalorditi di nuovo Kotaro e Hitoshi. Naruto sospirò; ormai non si aspettava più che le richieste della piccola Nara avessero una fine.
«Prego» le disse rassegnato.
«Perché tu?» fece quella. «Cioè, che io sappia non sei un insegnante. Se hanno solo bisogno di addestrarci possono mandare chiunque»
«Ecco, questa è una domanda che devo fare anche io al nostro amato sesto Hokage» Naruto sorrise minaccioso, e i ragazzi rabbrividirono. «Anche perché sono nel bel mezzo di un trasloco, e tutti sanno benissimo che ho meno tempo che mai. Ho provato ad avere un colloquio con lui in questi due giorni, ma casualmente quando arrivo io è sempre impegnato! Ho anche detto al maestro Iruka di mettervi Sai alle costole al mio posto, ma quando parlo io nessuno mi ascolta! Ecco perché è utile essere Hokage: ogni parola è legge»
Al nome di Sai Chiharu sospirò intimamente: era andata molto vicina a una cosa che non avrebbe sopportato, e per fortuna non si era avverata.
«Adesso abbiamo finito?» chiese ancora Naruto con un tono che sottolineava come avrebbe ucciso chiunque gli avesse chiesto altro.
«Sì» disse Chiharu accondiscendente.
«Bene. Allora siete liberi fino a dopodomani. Ci vediamo» salutò con un cenno e scomparve in una nuvola di fumo.
«Ops» fece a quel punto Haru, schioccando le dita per il disappunto. «Ho scordato di chiedergli che fine ha fatto Jin!»


Dalle teste degli Hokage si arrampicarono di nuovo sulla cima della parete, con muto terrore di Hitoshi, lì recuperarono le corde e poi scesero le scale. Tornati finalmente con i piedi per terra decisero di separarsi.
«Io vado ad allenarmi» comunicò Kotaro stringendo un pugno. «Il giorno in cui dovrò combattere voglio essere pronto a difendere chi mi è caro!»
«Sì, sì» lo liquidarono Chiharu e Hitoshi sbrigativi.
«Io me ne torno a casa» borbottò l’Uchiha iniziando già a pensare quali strabilianti tecniche avrebbe chiesto a suo padre di insegnargli.
«Ci vediamo» lo salutò Haru con indifferenza, poi sfoderò un ghignetto malvagio. «E attento ai posti troppo alti; le vertigini sono una gran brutta cosa»
Dannazione. Se ne era accorta, pensò Hitoshi con orrore.
Chiharu guardò i due compagni che scomparivano per i fatti loro e, infilate le mani in tasca, spostò lo sguardo verso il cielo. Mancava poco meno di un’ora a mezzogiorno, e aveva fame.
“Vado a farmi un ramen” decise.
Si incamminò lungo le vie del paese con il solito passo strascicato e lo sguardo annoiato ereditato dal padre, e una volta raggiunta la meta scostò le tendine della bancarella di Ichiraku, ormai storica istituzione del villaggio della Foglia, e si sedette su uno sgabello.
«Sì?» le disse l’attempato padrone, con un ampio sorriso. «Ah, sei tu. Cosa prendi oggi?»
«Porzione doppia del ramen più abbondante che ha» ribatté lei frugando in tasca alla ricerca dei soldi. «Ho una fame da lupi»
«Toh chi si vede» disse una voce familiare, e Chiharu si impietrì così com’era. Deglutì e, molto lentamente, si raddrizzò.
«Ciao, Sai» disse rigida.
«Cosa hai fatto al naso?» domandò lui indicandola con le bacchette, seduto al banco con aria rilassata.
Lei si portò una mano al viso alla velocità della luce e arrossì furiosamente.
«Niente che ti riguardi» bofonchiò, imprecando per non essersi accorta prima che l’unico altro avventore del chiosco era proprio Sai. «Ormai non sono più un’allieva dell’Accademia» gli fece notare.
«Ah sì, ho sentito che il maestro del vostro gruppo è Naruto» ribatté lui con una risatina. «Immagino che sia divertente»
«Chiedilo al mio naso»
Sai rise piano. «Cosa vi fa fare?»
«Per ora ci istiga a odiare il sesto Hokage e ci umilia a ogni piè sospinto, chiedendoci di improvvisare tecniche che richiedono anni di esercizio» borbottò lei studiando con estremo interesse una venatura del legno del bancone.
«Ah, è così che il tuo naso è diventato un tartufo?»
Haru sbatté la mano sul tavolo, fulminandolo con lo sguardo.
«Devi per forza provocarmi?» sbottò. «Proprio adesso che ho fame e sono incazzata?»
«Rilassati, o ti verranno le rughe» commentò lui serafico.
Lei si mise le mani nei capelli. «Certe volte ti prenderei a schiaffi per la tua mancanza di senso comune!» ringhiò.
«Fai pure, se credi di riuscirci»
Con un’imprecazione strozzata Chiharu saltò giù dalla sedia.
«Tu mi fai andare fuori dai gangheri!» esclamò furiosa, e un attimo prima che il padrone del chiosco depositasse sul bancone il suo ramen scostò la tenda e se ne andò a passo di carica.
«E questo?» fece Ichiraku guardando il ramen gigante.
«Dia qua, lo mangio io» disse Sai allungando una mano. «E lo pago anche»
«Ne sei sicuro, ragazzo?»
«Sì. In fondo sono stato io a provocarla apposta… ma è molto divertente, non è vero?»
Di fronte al sorriso ambiguo del jonin, l’uomo esitò.
«Ehm…» borbottò incerto.
Sai però aveva già smesso di ascoltarlo, ed era passato alla nuova portata.









Nel prossimo capitolo...

“Finalmente si parla di qualcosa di interessante!” pensò Hitoshi sbuffando, e con Kotaro e Chiharu fece un passo avanti.
«Livello D?» chiese Naruto annoiato, prevedendo la noiosa giornata che sarebbe seguita a quell’altrettanto noiosa formalità.
«No» lo sorprese Konohamaru. «Per voi ho un elenco di missioni appositamente scelte dal sesto Hokage. Non hanno livello né ricompensa, vanno semplicemente completate tutte. E alla fine ci sarà una specie di premio»








* * *

Spazio autore

Si inizia a fare sul serio.
Già da questo capitolo si parla di guerra, della crudeltà del mestiere di ninja e di ipotetici scenari grigi e deprimenti.
Sappiate che prima della fine tutto questo ritornerà, e più intensamente di quel che credete...
ma senza tralasciare ciò che io amo, ovvero l'ingenua idiozia degli adorabili marmocchi!
Per quanto riguarda certe affermazioni di Naruto, metto le mani avanti già adesso.
Non è OOC, fidatevi.
Per qualche tempo lo vedrete decisamente strano, ma c'è una ragione precisa.

Complimenti a tutte le persone che avevano indovinato l'identità dell'Hokage,
e a chi aveva ipotizzato si trattasse di Konohamaru riservo una metaforica pacca sualla spalla.
Quella piattola irritante a reggere le sorti di Konoha? Manco morta!
Senza contare che, dal mio punto di vista, il sesto non può essere che Kakashi, o, per assurdo, Naruto. Se Tsunade regge qualche anno, Naruto è più probabile.
Una curiosità: questa parte della fic l'ho scritta prima che
SPOILER
Tsunade proponesse Kakashi come eventuale successore, insieme a Naruto. XD
FINE SPOILER
Nel prossimo capitolo, si svelerà anche l'identità del padre di Jin, che NON è fratello di Hitoshi (ma come vi escono certe cose?)
e poi potrete iniziare a scervellarvi sulla fine che hanno fatto Hinata (vi interessa parecchio, noto!) e gli altri della vecchia guardia!

dark_angel90: ebbene, ora hai scoperto chi è il sesto Hokage? E c'è pure un motivo per cui non è Naruto, ma lo scoprirai solo più avanti! Naruto, per l'appunto, che sfoga le sue frustrazioni sui tre mocciosi, perché insieme sono meglio di un antistress... Credimi, tra l'uno e gli altri non smetteranno mai di punzecchiarsi!
killkenny: nada, nisba e nit. Orociok lascialo riposare in pace (?), anzi lascia che in pace ci resti io! XD Per carità, i mocciosi sono peggio di lui quando ci si mettono, non ho voglia di moltiplicare le grane!
maninja87: come già annunciato, i grandi torneranno sicuramente nel corso dei capitoli, e anzi avranno un ruolo fondamentale. Avere a che fare con i ragazzini è divertente, ma quando le cose si fanno serie i genitori devono intervenire per tenere sotto controlla la faccenda. E fidati che avranno anche parecchie scene tutte per loro, soprattutto Naruto e Sasuke! E se il bel biondo ha tempo di girarsi i pollici, un motivo ci sarà... Uhuhuh... Ricordati, nulla è lasciato al caso. Potendo rivedere la fic da cima a fondo, mi sono divertita a inserirre nuovi dettagli qui e là! (ma non in questa evenienza. Che Naruto avesse "tempo libero" era già previsto!)
queen of night: ma quali scuse e scuse? XD Solo per aver pensato che l'anonima biondina del primo capitolo fosse qualcuno? E' un errore comprensibile, in fondo le ho dato un nome per fare atmosfera, e avrebbe potuto sviare, come infatti è stato! I ragazzini al momento sono uguali ai genitori solo in apparenza, invece. Con l'evolversi delle vicende scoprirai che la prima impressione NON è quella che conta nel loro caso, e che anche se in buona parte sono calchi dei papà, in realtà hanno anche qualcosa di peculiare che non appartiene a nessun altro. O almeno, questo è ciò che mi hanno detto altrove! XD Per quanto riguarda Kotaro, non posso che concordare con te: fa una gran tenerezza! Confesso che è il mio preferito, e ovviamente, per questo motivo, ne passerà di cotte e di crude! (Sinners docet) XD Haru invece è quella che mi sta simpatica ma non vorrei farlo vedere (sai quelle persone che ammiri e disprezzi al tempo stesso? Ecco), e quindi cerco disperatamente di metterla nei casini, ma se ne cava fuori con una facilità disarmante! Hitoshi è così idiota che dopo un po' fa quasi pena. E con lui si può anche evitare di dilungarsi oltre. XD
arwen5786: Cami tesoro, se riuscirai a non odiare Chiharu ti stimerò. Ma tanto, eh! Kotaro invece è il mio cucciolino adorabile, se non lo amerai ti odierò per sempre! Hitoshi lo ignoro. XD Dooomanda, perchè l'Hokage dovrebbe essere più giovan di Kakashi? XD E' stupefacente come riusciate a trovare dettagli che io non ho mai inserito! XDD Comunque alla  è proprio Kakashi! Lo diceva pure Tsunade, no? O lui o Naruto! E per motivi che scoprirai solo più avanti, è stato scelto lui. Per tutto il resto, che posso dirti oltre a un profondissimo grazie per il commento e a una non troppo velata minaccia per quel "certo progettino" di cui discutevamo ieri...? Vedi di svilupparlo in fretta, tu e la degna compare! XD
Yume_Tsuki: sinceramente io per prima mi emoziono rileggendo questa fic, ma io sono la nostalgica e pucciosissima autrice, ne ho il diritto, in un certo senso XD Tu non so perchè lo fai, ahah! Però lo prendo come un complimento, e ti ringrazio davvero tanto! ^^
sammy1987: non dovrei dirtelo, ma in realtà Hitoshi è più simile a Sakura di quanto tu creda! XD C'è un po' di confettino in ognuno di noi, in lui soprattutto. Ma è mescolato con la liquerizia, e fatica ad amalgamarsi... uff, questi geni Uchiha nient'affatto idrosolubili! XD Comunque, ora hai capito chi è l'Hokage. Nel prossimo capitolo Kakashi farà pure una comparsata, e da lì in poi potrai concentrarti appieno sui "grandi", perchè torneranno in grande stile! Sono tutti in attesa dietro la porta, a un tiro di schioppo! ^^
DarkMartyx_93: vuoi davvero i numerini? E io ti accontento! XD 1) sì, questo è il seguito di Sinners, ciò che è successo là si ripercuote qua. Ma in tredici anni (tanti ne sono passati), possono essere cambiate alcune cose... 2) la madre di Chiharu la conoscerai tra poco, non temere. 3) di Jin saprai di più nel prossimo capitolo, per ora tienilo buono così come te lo ritrovi! XD 4) No, credo che tu mi abbia chiesto tutto il chiedibile, quindi non scervellarti alla ricerca di domande in sospeso! XD
SuperEllen: wow, addirittura gli occhi a cuoricino? Mi lusinghi così! =^^=  Oh, comprendo i tuoi sentimenti riguardo a Sasuke. Sono anche i miei, decisamente, e credo di odiare Sakura anche più di te! XD Ma così va la vita, e anche da due mele marce può nascere qualcosa di bell... ehm. Di divertente, diciamo. Non sbilanciamoci, va'. Comunque mi fa piacere sapere che la storia ti è piciuta, se riuscirai a continuare a seguirla e magari a lasciarmi un commento ogni tanto ne sarò davvero felice! Intanto nel prossimo capitolo scoprirai di chi è figlio Jin, e questo potrebbe essere un buon incentivo! XD
lilithkyubi: ehh, chi sono le madri di Chiharu e Kotaro? Se sei arrivata all'ultimo capitolo di Sinners dovresti saperlo! XD Altrimenti, NON ti rovinare la sorpresa andando a leggerlo illegalmente (?)! XD Ad ogni modo grazie mille per il commento e i complimenti, mi hanno fatto molto piacere! =^^= Oh, non stare a disperarti per Sinners. Lo dimenticherai presto, così come io mi fionderò su altri progetti in meno di un battibaleno! XD
Charlie_2702: wow, credo che tu sia la prima a dirmi che Jin ti sta (quasi) antipatico! XD Potrei quasi segnarmi la data sul calendario, perchè sei una vera rarità! E adori Chiharu! Incomprensibile! XD Sta antipatica pure a me, come è possibile che a te piaccia? Comunque mi ha fatto piacere che tu abbia chiesto di Hinata... Naruto passa davvero un sacco di tempo in giro, eh? Che sia successo qualcosa che noi non sappiamo? Che le cose non stiano esattamente come uno si aspetta che stiano? O c'è il trucco? Forse sono solo io ad essere particolarmente contorta, e mi sono inventata qualcosa! Chi lo sa? Tra pochi capitoli lo scoprirai! Intanto ti auguro che la versione e l'interrogazione siano andate bene! ^^
Sky_Shindou: oddio, non dare per scontato che mi esca una GaaSaku con i fiocchi! E' un pairing in cui non mi sono mai cimentata, e anche Gaara l'ho trattato molto poco nella mia vita, per cui metto già le mani avanti! Mi ci impegnerò, magari avrò una botta di ispirazione improvvisa e mi uscirà decente, ma non garantisco nulla! XD Parlando del Peggior bla bla bla (questa è la sintesi canonica XD), ti ringrazio per il commento e stappo la birra (niente spumante, non è un'occasione COSI' solenne! XD) perchè hai indovinato di Kakashi! Complimenti!
rina: come volevasi dimostrare, i commenti delle "persone informate sui fatti" sono sempre i più divertenti! XD Ehh, ma quanto ci vorrà prima di arrivare a QUEL capitolo?
_Kirjava_: oh, tu sai quando sarà la vera riscossa di Naruto, eheheh... E dovrai abituarti a leggere Sakura Uchiha, perchè qui le cose vanno così! Fosse per me avrei affossato sia lei che il marito, ma un Hitoshi orfano sarebbe stato ancora più spocchioso, e dunque ho lasciato perdere. XD
kimi: oh, per sapere degli altri marmocchi dovrai attendere poco, credimi. A breve è previsto un excursus nella vita familiare dei mocciosi, quindi mettiti comoda e attendi con pazienza! Hitoshi, comunque, ha cervello. Cioè, se ha i voti che ha si suppone che ce l'abbia. Solo che tende a inalberarsi per un nonnulla, della freddezza degli Uchiha ha preso solo la parte più finta e fragile, quella di facciata. Avesse qualcosa di Itachi sarebbe indubbiamente meglio... *ç*
yayachan: e sia, mi arrendo! Il disegno lo voglio su Naruto, Sasuke, Sakura e Hinata. Con i rapporti che si sanno nel manga, ovvero Sakura che muore per Sasuke, Naruto per Sakura, e Hinata per Naruto. E Sasuke pure lui per Narut... ok, l'ultimo è uno scherzo. XD Però un disegnuccio del genere. Se mi chiedi di scegliere, è inevitabile che io ti chieda qualcosa di difficile! U_U
lale16: come fa un ragazzino a crescere modesto se appena mette piede fuori di casa tutti gli dicono quanto è bravo? Al di là di quel che insegnano le mamme, Chiharu, Kotaro e Hitoshi sono abituati a ricevere lodi da ogni dove! Chiunque penserebbe "wow, ma allora sono davvero in gamba!" E poi Sasuke e Rock Lee sono più tipi da "tieni alto l'onore della famiglia sempre e comunque!", che pretendi? XD Oooh, a te va la pacca sulla spalla! XD Konohamaru?? Ma da dove ti è uscita? E' anche più assurda di Jin Uchiha! XD Ma dai, non fa niente. Avrai occasione di rifarti, i misteri si sprecano in questa fic!
bambi88: dolce, dolcissima figlia di Shika e Temari? °_° Stiamo parlando delle stesse persone? Forse tu hai letto una versione di Naruto piratata, robi cara. O forse una fanfic piratata (e in quel caso avvisami, eh! XD) Per quel che mi riguarda si può parlare dei Nara in mille modi, usando mille aggettivi... ma non con "dolce". XD (tra parentesi, a me l'acronimo F.R.K.T. sa più di Frankenstein... °_°)
Reina: è bello che la gente azzecchi le domande giuste un attimo prima della folla tutta. Mi fa sogghignare e sfregare le mani, un po' come Lucifero, per intenderci, e la cosa è... piacevole. Estremamente piacevole. Dov'è Tsunade, eh? Chi lo sa? Oh, io lo so ovviamente. E voi lo saprete tra qualche capitolo, altrettanto ovviamente. Ma la tua domanda mi piace davvero, molto più di quel che immagini...! Tienila a mente. E ricordati che so essere molto bastarda, prima di scivolare verso l'happy ending...
fenice87: wa, ho costretto qualche altro ghiro a uscire allo scoperto! Inizio a sentirmi insospettabilmente abile, da questo punto di vista! XD Comunque grazie per il commento e soprattutto per i complimenti, mi hanno fatto molto piacere! Se ogni tanto farai uscire la testa dall'acqua e mi lancerai un segno ne sarò felice! XD
Maobh: il tuo commento mi ha creato una mezza crisi esistenziale. Da quando ho letto le tue parole sul mio stile, ho iniziato a chiedere a tutti com'è che scrivo, e sto assillando il mondo con le mie paranoie! XD Quindi, io ti ringrazio e le amiche ti insultano (ma ti difendo, tranquilla!). E io che ne penso di quel che scrivo? Oh, non ne ho la minima idea. Vado a fasi alterne, e attualmente salto dall'emo al giullare, quindi non so se gloriarmi o suicidarmi. Uff. So che il tuo voleva essere un complimento, ma io i complimenti non ho mai imparato ad accettarli con classe, e quindi lo sto trasformando in una maledizione! XD (il che non toglie che ti ringrazio comunque! *_*)
Kiaretta_chan_94: oh, benvenuta nell'angolino delle risposte! ^^ Scoprirai che posso essere più pazza e subdola di qualcunque Orociok, quaggiù, e imparerai a temermi! Nel frattempo farai la conoscenza del mio lato più dolce, quello che ti ringrazia per il commento e i complimenti, e che ti strizza l'occhio sull'identità del padre di Jin, che verrà rivelata nel prossimo capitolo! Ci avrai azzeccato?
harryherm: ok, devo solo convincermi che è una fase passeggera. Posso farcela, posso sopravvivere. Ti piace Hitoshi perchè sei in emo-periodo, tutto qui. Ma anche la passione per Sasuke si affievolirà e tornerai ad essere la solita... Ora che ci penso. Con tutto l'angst che leggi e scrivi, tu dovresti essere la fan numero uno di Sasuke. ò_ò Oddio, non prendere esempio dalle mie sciocche parole! Non ascoltarmi, resta una radiosa amante di Naruto e del gelato al limone e fragola! >_< E con simili cazzate, ti guardo storto per come tratti l'adorabile Kotaro e scuoto la testa per i tuoi occhioni davanti a Hitoshi. Sigh. Un giorno ti redimerai.
gracy110: salve! Benvenuta su queste pagine, in questa nuova balzana fic! ^^ I ragazzini per ora sono la copia un po' più arrognate dei rispettivi genitori, come avrai notato, ma non puoi chiedermi di parlarti degli eventuali ed ipotetici figli di Naruto e Hinata! XD Al momento non sappiamo nemmeno se quei due stanno ancora insieme! Potrebbe essere successa qualsiasi cosa! Ma non temere, lo saprai tra pochi capitoli! ^^

Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** La prima missione ***


Naruto2-4

La prima missione



- Quattro -







I piedi del bambino si fermarono sotto il ramo, aderendo perfettamente alla corteccia rugosa. A testa in giù, lanciò uno sguardo quasi annoiato verso il suo insegnante.
«Non mi sembra tanto difficile» commentò Jin staccandosi e ricadendo al suolo leggero.
Ebisu, ormai celebre istitutore privato, sistemò nervosamente gli occhialetti sul naso, la fronte imperlata di sudore.
“Questo bambino è un mostro” pensò tossicchiando.
«Bene, ehm, ottimo» mormorò leggermente a disagio. Gli occhi di Jin lo avevano sempre reso nervoso, fin dal primo giorno che l’aveva visto, sei anni prima. «Per oggi, allora, abbiamo finito»
«Di già?» fece l’allievo pigramente. «Quindi posso andare?»
«Credo di sì»
Senza una sola parola di commiato, Jin gli voltò le spalle e si allontanò con il passo silenzioso che tanto inquietava i suoi ex-compagni di accademia. Solo quando fu scomparso oltre una curva del sentiero del giardino degli Hokage, Ebisu sollevò lo sguardo al cielo che si intravedeva tra le foglie, e sospirò a fondo. Il sole doveva raggiungere lo zenit di lì a poco. Jin aveva ottenuto un perfetto controllo del chakra in meno di tre ore.
Tuttavia, mentre camminava verso il villaggio tenendo le mani ben ficcate in tasca, lui non ci pensava minimamente. Gli occhi blu fissavano vacui la strada davanti a sé, persi in pensieri lontani, a tratti fissi sul cielo e sulle nuvole, estraniati da ciò che lo circondava. Era tanto distratto che Kotaro dovette aggrapparsi a lui per fermarlo.
«Accidenti! Ti avrò chiamato dieci volte!» brontolò quando finalmente ottenne la sua attenzione.
Jin gli lanciò uno sguardo vago, e solo allora si accorse che dietro il genin stavano i suoi due compagni, Chiharu e Hitoshi.
«Oh. Ciao» fece sollevando una mano. «Come va?»
«Dovremmo essere noi a chiedertelo!» replicò Chiharu incrociando le braccia sul petto. «Sei sparito dalla circolazione dopo il diploma! Non sapevamo più che fine avessi fatto!»
Il bambino si strinse nelle spalle. «Mi allena il maestro Ebisu. Dicono che sono troppo piccolo per stare in un gruppo»
«E perché?» protestò Kotaro con veemenza, eroico paladino della giustizia e della parità. «Sei forte quanto e forse più degli altri diplomati!»
«Appunto» ribatté Jin con una flemma che strappò un brivido a tutti. «Come vi sentireste se un bambino di sette anni fosse migliore di voi e ve lo sbattesse in faccia di continuo?»
Silenzio generale.
«Beh, se non altro ho molto tempo libero» continuò lui dopo qualche istante. «Praticamente non faccio niente tutto il giorno; gli allenamenti di Ebisu sono noiosissimi e troppo facili»
Hitoshi deglutì. Ebisu era l’insegnante più rinomato del villaggio della Foglia; poteva credere che insegnasse cose noiose, ma gli risultava difficile pensare che non fossero estremamente avanzate. E Jin faceva tutto come se si trattasse di banalità.
Era mostruoso.
«Voi invece? Come vanno le cose?» si informò il bambino quando il silenzio divenne troppo penoso.
«Lascia perdere» bofonchiò subito Chiharu, nervosa. «Il nostro jonin è nientemeno che Naruto Uzumaki!»
«Ah sì?» fece Jin vagamente interessato. «E com’è?»
«Esattamente come dicono tutti!» sbuffò Hitoshi. «Un ninja mediocre che passa la sua vita a vantarsi di cose inesistenti; e per ora non ci ha insegnato un tubo!»
«A parte quando ci ha stesi durante la Prova, dici?» gli fece notare Haru malignamente.
Hitoshi la fulminò con lo sguardo.
«Ma che io sappia, non è un insegnante» rifletté Jin.
«Abbiamo provato a chiedergli una spiegazione» Chiharu si strinse nelle spalle. «Ma si è limitato a insultare implicitamente il sesto Hokage e a sviare la domanda. Tu non riesci mica a saperne un po’ di più?»
«Posso provarci, ma non garantisco niente»
«Contiamo su di te!» esclamò Kotaro con convinzione.
«Arriva» avvisò in quel momento Hitoshi, accennando alla zazzera bionda che si avvicinava lungo la via. «Come al solito in ritardo»
«Anche il giorno della prima missione» sospirò Chiharu.
Inutile dire che Kotaro aveva già iniziato a fremere d’impazienza.
Naruto li raggiunse, e notò con una certa sorpresa la presenza di Jin.
«Non dovresti allenarti con il maestro porcello?» chiese, rammentando con una smorfia le sue precedenti esperienze con Ebisu.
«Per oggi abbiamo finito» rispose Jin del tutto a suo agio nonostante l’appellativo dato al suo insegnante.
«Ah sì? Cosa avete fatto?»
«Controllo del chakra; camminare sugli alberi e sull’acqua, sai, roba del genere»
Naruto annuì. «Bene. Fai progressi spaventosi, vedo. Ma il settimo Hokage sarò io, non farti illusioni»
«Non ho alcun interesse a diventare Hokage» borbottò il bambino incassando la testa tra le spalle.
Tutti non facevano che ripetergli che sarebbe diventato un ottimo ninja, che avrebbe superato ogni Hokage precedente, tutti davano per scontato che avrebbe assunto la carica una volta cresciuto; ma l’idea non lo entusiasmava per niente. Essere Hokage sembrava solo una gran seccatura e un’infinita faccenda burocratica. Quale idiota avrebbe desiderato quel posto oltre a Naruto Uzumaki?
«Cerca di mantenere questa linea» commentò l’idiota in questione con un piccolo ghignetto, poi si degnò di guardare i suoi allievi. «Allora siete pronti?» chiese.
«Sì!» esclamarono loro di volata, accantonando un pensiero che aveva iniziato a vorticare contemporaneamente nella mente di tutti.
«Allora andiamo. Jin, ci vediamo»
«Okay, ciao. Ciao ragazzi»
Con pochi magri cenni i genin voltarono le spalle a Jin per seguire la schiena ampia del jonin che li precedeva. Tutti e tre fissarono a terra, accigliati, riprendendo il filo dei pensieri prima interrotti.
Erano passati soltanto pochi giorni dal diploma; e in quel breve lasso di tempo Jin aveva imparato ciò che a loro, neanche quarantotto ore prima, era sembrato impossibile. Camminare su una parete di roccia o su un albero era la stessa cosa, alla base c’era sempre il controllo del chakra. E se non sbagliavano, camminare sull’acqua richiedeva una concentrazione ancora maggiore.
Come vi sentireste se un bambino di sette anni fosse migliore di voi e ve lo sbattesse in faccia ad ogni momento?”, aveva chiesto Jin.
Forse non avrebbe dovuto usare il condizionale.
«Ehi, voi sapete cosa ha sbagliato Jin all’esame finale?» sussurrò Kotaro ai compagni, mentre ancora camminavano dietro a Naruto.
«Sì, l’ho saputo da Sai» mormorò Hitoshi in risposta, e Chiharu si fece più vicina. «Sembra che gli abbiano chiesto di moltiplicarsi in almeno tre copie, e che lui ne abbia fatte solo due, dicendo che non aveva voglia di sbattersi a creare la terza»
«Mm, quasi prevedibile» commentò Chiharu mordendosi distrattamente il labbro. «E dire che ne sa fare anche più di tre»
«Era l’ultima prova» continuò Hitoshi. «Visto che le altre cose le aveva fatte perfettamente, era fuori discussione che sarebbe passato, ma non si è guadagnato il punteggio massimo»
Ci fu un attimo di silenzio.
«Nessuno di noi ha fatto meglio di lui nelle altre prove, vero?» disse poi Haru.
Sia Kotaro che Hitoshi scossero la testa.
Sì, loro avevano ottenuto il massimo dei voti alla fine. Ma probabilmente, se Jin si fosse moltiplicato come gli era stato chiesto, si sarebbe preso pure una lode.
«Ehi, cosa borbottate lì dietro?» chiese Naruto fermandosi all’improvviso. «Guardate che siamo arrivati»
I tre genin cancellarono dalla loro mente l’inquietante pensiero di Jin, e alzarono lo sguardo sull’edificio che stava loro davanti. Era l’ufficio per lo smistamento delle missioni.
In un attimo l’adrenalina iniziò a scorrere nelle loro vene, e il desiderio di dimostrare tutte le loro capacità si fece strada prepotente, sovrastando ogni altro timore o senso di inadeguatezza. Ora sarebbero stati veri ninja, per la prima volta.
Entrarono passando da una grande porta che li fece sentire estremamente piccoli, e si ritrovarono in uno stanzone che conteneva solo un tavolo con lo stemma dell’Hokage. Seduti oltre il piano di legno stavano sei o sette ninja che chiacchieravano tra loro, ma quando il gruppetto guidato da Naruto si avvicinò, quelli li guardarono stupiti.
«E’ questa l’ora di arrivare?» chiese l’unico tra i jonin per nulla sorpreso, sbuffando.
«Scusa Konohamaru» fece Naruto con un cenno. «Loro sono arrivati in ritardo» e additò i tre genin.
Noi?!” pensarono quelli indignati.
Gli altri ninja oltre il tavolo si scambiarono sguardi perplessi, e volò qualche bisbiglio.
Konohamaru, celebre nipote del terzo Hokage e membro di spicco della comunità – nonché segretamente Anbu – sospirò. «Pare che in pochi sappiano che fai l’insegnante, Naruto» commentò con un’occhiataccia ai suoi colleghi.
«Beh, sì. E’ stata una cosa improvvisa, e quell’imb- cioè, il sesto Hokage ha insistito tanto…» bofonchiò tra i denti.
Konohamaru sorrise, e abbassò lo sguardo su Chiharu, Kotaro e Hitoshi.
«Così sono loro i nostri tre fiori all’occhiello?» chiese riempiendoli d’orgoglio.
«Per ora sono solo degli egocentrici individualisti incapaci di fare due più due» lo corresse Naruto guadagnandosi tre occhiate intrise di odio. «Ma sì, sono loro»
«Ah» sogghignò Konohamaru con una strana luce nello sguardo. «Ora capisco perché il sesto Hokage te li ha affidati»
«Perché si annoiava e aveva bisogno di qualcuno da tormentare?» propose Naruto con voce flautata.
Il nipote del terzo rise piano. «Immaginavo che non ci fossi arrivato. Beh, il mio compito non è spiegarti qual è il tuo ruolo, ma affidare le missioni al tuo gruppo»
“Finalmente si parla di qualcosa di interessante!” pensò Hitoshi sbuffando, e con Kotaro e Chiharu fece un passo avanti.
«Livello D?» chiese Naruto annoiato, prevedendo la noiosa giornata che sarebbe seguita a quell’altrettanto noiosa formalità.
«No» lo sorprese Konohamaru. «Per voi ho un elenco di missioni appositamente scelte dal sesto Hokage. Non hanno livello né ricompensa, vanno semplicemente completate tutte. E alla fine ci sarà una specie di premio»
Gli occhi dei tre genin si illuminarono visibilmente, e anche Naruto sembrò manifestare un po’ di interesse.
«Roba speciale?» chiese allungando la mano a prendere il rotolo che gli veniva teso. «Non dirmi che è qualcosa di difficile… giusto per rovinarmi ancora di più la giornata»
Ma con sua grande perplessità scoprì che la missione era di una banalità veramente sconcertante, quasi a livello di un’esercitazione in Accademia. Consisteva semplicemente nel ritrovare lo stupido furetto di una ugualmente stupida moglie di un qualche funzionario del paese, che secondo le informazioni si era perso ad est del villaggio.
Anzi, ora che ci pensava, quella missione aveva un che di familiare.
«Cos’è, cos’è?» chiese immediatamente Kotaro, saltellando per leggere oltre il braccio di Naruto. «E’ difficile? E’ pericolosa?» domandò entusiasta.
Il suo maestro sogghignò perfido.
«Oh sì, è quasi impossibile» assicurò.
Chiharu sbuffò, ma gli occhi dei due ragazzi del gruppo si accesero di gioia.


Uscita est del villaggio, a un passo dalla foresta.
Il sole brillava alto nel cielo, e le cicale frinivano tutt’attorno. Faceva caldo, tanto che l’intero gruppo sette, maestro compreso, era in maniche corte nonostante fosse solo aprile. Fissavano tutti il sentiero che si inoltrava tra gli alberi.
«Missione di recupero?» chiese Hitoshi accigliato. «Così vicino? E cosa dobbiamo recuperare?»
«Un furetto» annunciò Naruto con un ghigno intriso di sadica soddisfazione.
Kotaro e Hitoshi spalancarono la bocca per la delusione.
«Uff, immaginavo fosse qualcosa di simile» borbottò Chiharu pragmatica, stringendosi nelle spalle. «In fondo è la prima missione»
«Mai sottovalutare nessun compito» le fece notare Naruto, con un’aria saccente che difficilmente si sarebbe permesso davanti a qualcuno che fosse al corrente i suoi trascorsi. «E poi i furetti sono animali subdoli e meschini. Non la prenderei alla leggera se fossi in voi. Una delle mie prime missioni consisteva nel recupero di un gatto di almeno dodici chili, e non si rivelò affatto una passeggiata»
«Ma c’è una bella differenza di livello» mormorò Chiharu.
«Tra un gatto e un furetto?» ribatté Naruto.
«No. Tra te e noi» lo corresse Hitoshi.
Una vena si gonfiò sulla fronte del jonin. «Ah sì? Pensate di essere tanto bravi? Scommettiamo un pranzo che non riuscite a riportarmi quel furetto prima del tramonto?»
«E va bene» ghignò Hitoshi. «Accettiamo la sfida»
«Grazie per aver chiesto il nostro parere, eh» fecero Haru e Kotaro contemporaneamente, seccati, ma nessuno dei due sfidanti li degnò di uno sguardo.
«Dovrete essere indietro prima che l’ultimo raggio di sole sia scomparso all’orizzonte, okay? E il furetto deve essere in buona salute» decretò Naruto, e poi sogghignò. «Su, avete almeno sei ore di tempo; perdere sembra impossibile, vero?»
«Sarà una passeggiata!» ringhiò Hitoshi. «Sarò di ritorno in meno di un’ora!»
«Non ci considera nemmeno» commentarono Kotaro e Chiharu, e si guardarono.
A quel punto era inevitabile che cercassero di dimostrare a quel presuntuoso supponente dell’Uchiha che non era il migliore tra loro.
«Siete pronti?» chiese Naruto ridacchiando tra sé e sé. «Via!»
I tre genin scattarono contemporaneamente verso la foresta, correndo lungo il primo tratto del sentiero. A una decina di metri di distanza si separarono e presero strade diverse, scomparendo nel folto.
“Sono rumorosi” constatò Naruto con un sospiro. Poi unì le mani e creò una copia di sé stesso. “E stupidi” aggiunse mentre la mandava sull’albero più alto dei dintorni. Quella raggiunse la cima, si guardò attorno per un po’, annuì e si dissolse in uno sbuffo di fumo.
Naruto sorrise. «Missione compiuta» mormorò.


Ma sei ore dopo i suoi allievi non si vedevano da nessuna parte.
Il sole calò e scomparve all’orizzonte, lasciando solo una luce grigiastra sul villaggio. Naruto sbadigliò vistosamente, risvegliandosi da un lungo nonché scomodo sonnellino, e constatò l’assenza dei tre genin.
Prevedibile. Non sapeva se esultare o scuotere la testa.
Da quel che aveva sentito nel villaggio – perché non aveva tempo di bazzicare l’Accademia – i figli di Sasuke, Rock Lee e Shikamaru erano i tre migliori diplomati dell’anno, dopo quel piccolo genio di Jin.
In giro si diceva che avessero completato il programma alla perfezione e che avessero una quantità di abilità latenti, e di sicuro lui non lo metteva in dubbio. Cioè, non avrebbero mai raggiunto i suoi livelli – ovviamente – ma che Hitoshi già sapesse padroneggiare alla perfezione tutte le tecniche del corso di studi era notevole.
Tuttavia aveva anche capito che tutti e tre mancavano completamente delle nozioni base di un ninja: non sapevano lavorare in squadra, combattevano per sport, erano individualisti e arroganti. Avrebbero scoperto fin troppo presto che se volevano sopravvivere dovevano cambiare mentalità, ma intanto erano davvero insopportabili.
E ancora lui non capiva perché Kakashi lo avesse messo appresso a quei ragazzini. Non era un insegnante, né aveva mai detto di volerlo essere. L’unica persona al villaggio che proclamasse con orgoglio di vederlo come suo modello era Konohamaru, e tutti chiudevano un occhio giusto perché era il nipote del terzo Hokage, evitando di ridergli in faccia.
Sinceramente non credeva di avere le qualità per insegnare – non aveva pazienza, non si capacitava degli errori altrui, se poteva mettersi in luce non esitava a farlo – ed era convinto che di questo Kakashi fosse consapevole. Eppure gli aveva affidato i tre diplomati più promettenti.
Evidentemente non aveva paura di rovinarli per sempre.
“Però Konohamaru ha detto di aver capito perché stanno con me” rifletté perplesso. “Significa che esiste un motivo evidente?”
Si scervellò per qualche minuto, ma i problemi che richiedevano una soluzione mentale non erano mai stati il suo forte. Ben presto si arrese, ripromettendosi di fare qualche agguato a Kakashi e interrogarlo attraverso la tortura, e in quel momento, quando le ombre scendevano definitivamente sul paese del Fuoco, sentì un fruscio lontano e delle voci.
«L’ho trovato io!» esclamò Kotaro tenendo la coda di un furetto traumatizzato e sfibrato.
«Ma chi lo ha preso?» ribatté Hitoshi tirandolo dalla parte del collo.
«E chi lo ha ripreso quando entrambi ve lo siete fatti scappare?» rognò Chiharu mentre insieme spuntavano lungo il sentiero.
«Tu stai zitta! Ti sei messa a dormire contro un albero dieci minuti dopo che abbiamo iniziato!» l’accusò Hitoshi.
«Vuoi dire quando tu cadevi in quel laghetto che anche un bambino di due anni avrebbe visto ed evitato?» replicò lei acida.
Naruto si schiarì la voce.
I tre si bloccarono.
Poi lentamente, molto lentamente, alzarono lo sguardo e deglutirono in sincronia.
«Volete dividere in due quel furetto?» chiese il jonin serafico, inarcando le sopracciglia.
Sia Kotaro che Hitoshi lo mollarono di scatto, e quello cadde al suolo agitando le zampette e squittendo. Chiharu si chinò al volo e lo ripescò, lanciando un’occhiataccia ai due compagni.
«Dunque, vediamo un po’» fece Naruto avvicinandosi lentamente. «Chi di voi è tanto bravo da dirmi che ore sono?»
Ci fu un pesante silenzio imbarazzato.
Nessuno ebbe il coraggio di dire che avevano passato almeno un quarto d’ora a litigare su chi dovesse prendersi il merito, arrivando così in ritardo.
«Qualcuno ha perso una scommessa, eh?» sogghignò il jonin.
Hitoshi distolse lo sguardo, mugugnando qualcosa tra sé e sé.
«Chi perde paga pegno» cantilenò Naruto, diabolicamente soddisfatto. «Domani a pranzo. Deciderò io dove. Tanto di soldini ne avete, vero? Mamma e papà ne hanno le tasche piene»
«Ehi, cosa c’entriamo noi?» sbottarono Chiharu e Kotaro contemporaneamente.
«Voi c’entrate sempre!» esclamò Naruto esasperato, cambiando completamente atteggiamento. «Siete un gruppo!» I tre genin si spaventarono involontariamente. «E’ questo che non riuscite a capire!» continuò il jonin. «Non è un gioco! Non vince chi arriva primo! Vince chi resta vivo! E insieme avete molte più possibilità di sopravvivere! Ma no, se non fate tutto da soli non siete contenti! Sarebbe bastato collaborare! Mandare uno a guardare dall’alto e dirigere gli altri! Era una missione banale, al di sotto del livello D! Se aveste dovuto rispettare un orario per una questione di vita o di morte, cosa avreste fatto? Vi sareste fermati a litigare sull’ordine di arrivo? Siete ancora dei ragazzini immaturi! All’Accademia vi hanno promosso perché sapete padroneggiare due o tre tecniche, ma di questo passo non sopravvivrete due ore là fuori!»
Ammutoliti, i tre genin fissarono il jonin senza poter ribattere. All’improvviso si sentivano molto stupidi e piccoli.
Il furetto tra le mani di Chiharu tentò la fuga, e lei per poco non se lo lasciò scappare.
«Portalo all’ufficio per lo smistamento delle missioni» le disse Naruto asciutto. «E domattina vi voglio lì davanti all’alba, mi sono spiegato?»
«Sì» mormorarono tutti e tre, mogi.
E poi Naruto scomparve in uno sbuffo di fumo.


Jin bussò piano alla porta dell’ufficio dell’Hokage.
«Avanti» si sentì da dentro.
Il bambino aprì e si trovò nello studio illuminato da luci calde. La scrivania di mogano era ingombra di carte da firmare, pile e pile, un paio delle quali erano coperte di polvere. Perse qualche secondo a fissare la mole di lavoro incompiuto.
«Ah, sei tu» fece Kakashi rilassandosi, e fece comparire da sotto il piano di lavoro un libro sulla cui costa era scritto: “Le mille e una pomiciata – Antologia completa”. «Allora posso rimettermi a leggere»
«Ma chi è lo scemo che ti ha dato il ruolo di Hokage?» chiese Jin atono, avvicinandosi alla scrivania.
«Più che altro: perché sono stato così scemo da accettare?» rettificò Kakashi con la medesima voce. «Allora? Cosa c’è? E’ tardi per una visita» e accennò al cielo punteggiato di stelle fuori dalla finestra.
«E’ così strano che almeno un’ora al giorno un bambino voglia vedere suo padre?» domandò il genin sfogliando con noncuranza un documento corposo. «Soprattutto se è l’unico genitore che ha a disposizione»
L’ultima frase era stata detta in tono leggero, eppure Kakashi sollevò gli occhi dal suo libro.
Non disse nulla.
«Comunque sono qui per il gruppo di Hitoshi, Chiharu e Kotaro» continuò Jin mettendo giù il plico. Era abituato a dover riprendere la conversazione dopo gli attimi di imbarazzante silenzio che riusciva a suscitare negli altri. «Non riescono a capire perché si trovano sotto la guida di Naruto Uzumaki»
Il sesto Hokage sospirò.
Sperava che fossero tutti un po’ più intuitivi, ma da quando aveva accettato la sedia che occupava si era reso conto che la gente spesso capisce solo quello che vuole.
«Mi auguro che se ne rendano conto da soli» decretò rimettendosi a leggere. «Sia loro che Naruto»
Jin inclinò un sopracciglio, vagamente interessato.
«E’ qualcosa di tanto strano?» chiese.
Kakashi sorrise sotto la maschera che non aveva mai smesso di indossare – e che anche il suo ritratto in granito sfoggiava con orgoglio – ma suo figlio non poté accorgersene.
«Vedi, ci sono persone che sanno esattamente perché conducono un certo tipo di vita» spiegò. «E altre che invece vanno avanti senza saperlo bene. Chiharu, Kotaro e Hitoshi hanno deciso di diventare ninja credendo di sapere cosa aspettarsi, ma in realtà hanno frainteso un po’ le cose»
Jin rifletté per qualche istante.
«All’Accademia si comportavano come se tutto fosse un gioco da cui uscire vincitori» disse poi. «Ma in realtà il lavoro del ninja è duro e difficile, giusto?»
«E cattivo» Kakashi fissò suo figlio intensamente. «Sopravvivere è davvero arduo, e capita spesso di vedere e di fare cose crudeli. Se non impareranno presto che devono fidarsi dei compagni e contare sul loro aiuto, non andranno molto avanti. E’ una cosa che puoi capire?»
«Sì» Jin annuì senza un’incertezza. «L’unione fa la forza, e aumenta le probabilità di sopravvivenza»
Kakashi lo guardò ancora un istante. Quel bambino era un mistero anche per lui. Razionalmente sapeva tutto ciò che c’era da sapere sui ninja, e là dove non arrivava la conoscenza arrivava l’intuizione; ma certe volte gli sembrava di rivedere sé stesso alla sua età, poco dopo il suicidio di suo padre: un bambino freddo e senza sentimenti. Carente della qualità fondamentale per un ninja.
«Quindi Naruto Uzumaki dovrebbe insegnare queste cose?» chiese Jin perplesso.
«Sì. Hai qualcosa in contrario?» replicò il sesto Hokage facendosi attento.
«Mm… Ma sono cose che si possono insegnare?»
«Solo Naruto ci riesce. Almeno finora»
«E come fa?»
Kakashi inarcò le sopracciglia: erano rare le volte in cui vedeva suo figlio sorpreso.
«Non lo so» sorrise sotto la maschera. «Ma è l’unica persona che io conosca ad essere in grado di cambiare gli altri»
Jin abbassò lo sguardo, riflettendo.
«Ti ho dato qualcosa su cui rimuginare per questa notte?» gli chiese Kakashi dopo qualche attimo.
«Mm… sì» rispose lui rialzando la testa.
«Bene. Ma che resti tutto tra noi; se Naruto venisse a sapere che ha questa capacità si monterebbe la testa più di quanto già non faccia, e mi capisci che per Hitoshi, Kotaro e Chiharu sarebbe la rovina. Già che ci siamo non dire niente nemmeno a loro, non la prenderebbero bene»
Jin annuì, realizzando che la sua visita si era rivelata sostanzialmente inutile, se poi non avrebbe potuto comunicare i risultati ai ‘mandanti della missione’. Ma i momenti in cui faceva quattro chiacchiere con suo padre erano più unici che rari, quindi dal suo punto di vista non aveva fallito nulla.
«Ti aspetto a casa allora. E non lavorare troppo. Buona notte papà» si congedò raggiungendo la porta.
«Buona notte» ribatté il sesto Hokage, e quando lui fu fuori appoggiò il mento al dorso della mano.
Un bambino freddo e senza sentimenti. Carente della qualità fondamentale per un ninja.
Probabilmente era anche colpa sua se Jin era cresciuto così. Probabilmente non era stato un padre modello, e nemmeno un buon esempio come ninja. Ma mentre l’immagine latente di suo figlio era ancora impressa sulla sua retina, un pensiero gli sfiorò leggero la mente.
“Forse dovrei chiedere a Naruto di inserire anche te nel suo gruppo...”








Nel prossimo capitolo...

«La missione di domani per il tuo gruppo»
Naruto si bloccò.
Posò nuovamente gli occhi sul foglio, li fece scorrere sulle poche righe che vi erano scritte sopra, e lentamente lo sgomento si impadronì della sua faccia.
«No» mormorò, e si accigliò. «E’ impossibile» decretò alla fine, sbattendo il foglio sul tavolo. «Non ce la faranno mai»
«Eppure devono farcela» replicò Kakashi senza smontarsi, e alzando a malapena lo sguardo. «E’ di vitale importanza che diventino forti in fretta. Le cose stanno andando peggio del previsto, la guerra potrebbe scoppiare prima di quel che pensiamo, e non abbiamo margini di tempo da sprecare»
«Ma questa è una missione di livello B!» disse Naruto tra i denti, protendendosi in avanti. «Li mandi al macello!»







* * *

Spazio autore

Quasi tutti ci eravate arrivati, ma ora ne avete la conferma nero su bianco!
Jin è un piccolo Hatake.
Ma la mamma, chi e dove sarà?
Se fossi in voi per ora accantonerei questo pensiero e farei finta di niente,
visto e considerato che non ne riparlerò per un bel po'.
Nel frattempo consolatevi: il prossimo capitolo vedrà il ritorno in grande stile (?) dei Nara e dei Lee.
E svelerà qualcosa di Naruto che tutti voi attendevate di sapere con ansia...

A proposito. Caspita, 35 recensioni!
Questa era più o meno la mia faccia quando le ho viste: °__°
Vi ringrazio davvero tanto, non avrei mai e poi mai immaginato di partire con un simile sprint! XD
Certo, non è detto che si mantengano fino alla fine, ma un po' di ottimismo non guasta! ^^

Oh, giusto.
BUONA PASQUA A TUTTI!
(in realtà è domani, ma si fa quel che si può! U_U)

PS: siete rimasti incantati dal "ti venisse un embolo!" di Chiharu? XD
Metà dei commenti me lo citava!

arwen5786: un tenero amore tra Chiharu e Hitoshi? Tenero? Scusa? XD Guarda, c'è già Silvia che mi subissa di richieste di triangoli, e io rispondo: ma lasciateli vivere in pace 'sti poveri piccoli! Hanno già abbastanza casini tra famiglia e maestro, se poi ci aggiungiamo pure i problemi di cuore si suicidano! XD (psst: io a Silvia non l'ho detto, ma è già nei miei programmi qualcosa in questo senso! XD) Tuttavia tieni a mente che Sakura e Chiharu sono molto diverse, quindi non si verrebbe mai a creare una situazione come quella tra Sasuke e Sakura! Per quanto riguarda Jin, le tue ipotesi mi hanno fatta sbellicare dalle risate! Dal mio punto di vista, era ovvio che fosse un Hatake. Confesso che ogni tanto mi trovo a immaginarlo con la maschera del papy, e la cosa è piuttosto inquietante... ma comunque l'identità di Jin non cambierà molte cose, se non, ovviamente, creare la prevedibile domanda: "e Haruka?". (tra parentesi, ti pare che creerei il figlio di Ino e Sai così adorabile e geniale? Giammai!) Un bacione Cami! ^^
Maobh: guarda, in tutto il commento che hai scritto c'è una cosa che non è tanto distante dalla verità. Ma, ovviamente, non sarò io a svelarti ora di cosa si tratta! XD Ciò che hai detto di Naruto però mi è piaciuto molto. Anche io ho sempre criticato la netta preferenza di Kakashi per Sasuke, d'altronde scrivendo mi rendo conto che io per prima preferisco qualcuno dei ragazzini agli altri due (anche se in realtà sono tutti i miei "bambini", e quindi li amo lo stesso XD), e dunque il mio "odio" è un po' attenuato... L'unica cosa che rimprovero ora come ora a Kakashi è di aver scelto l'allievo sbagliato. Insomma, aveva lì un adorabile Naruto già pronto, e mi va a prendere il serpentello traditore? Oh, che gioia sapere che la LeeTen si sta diffondendo! Era ora che qualcuno riconoscesse le indubbie doti (?) di Rock Lee! Riguardo a Jin, hai saputo oggi chi è suo padre. Riguardo a Tsunade e Jiraya, saprai qualcosa soltanto tra quattro capitoli. Mettiti il cuore in pace, fatti un tè e aspetta! XD
Beckill: tranquilla, non me la prendo certo se non commenti un capitolo! Con gli aggiornamenti-lampo che mi trovo a fare, è anche comprensibile! Oh, sai che la questione di Naruto "peggior ninja" ha davvero una causa idiota? XD Quando la leggerete, tutti penserete: "ecco, lo sapevo che era una minchiata del genere!" XD Ma vedrai, vedrai... con il tempo vedrai. Per rivedere Hinata dovrai aspettare solo qualche capitolo, invece. Due, se non erro. Nel frattempo consolati con i Nara e i Lee tra due giorni! ^^
Jana: e dire che io odio l'aria cupa! XD E adoro invece tutta la gioia di questa fic! XD Ma confesso che tormentare i miei lettori è il mio sport preferito dopo scrivere (sport?), quindi ci saranno sangue, sudore, lacrime e tutto ciò che vorrai. Solo, ti prego, non paragonarmi Chiharu e Ino. Potrei piangere. ç_ç
sammy1987: eh, anche Naruto non è mica contento di essersi perso la poltrona! XD E infatti è giù in pole position per il settimo faccione di pietra. Haru invece è una creaturina complicata... Le piace Sai, sì, ma forse perché è lo stronzo bastardo che la stuzzica! XD Eh, chissà! Le differenze d'età hanno valore solo sotto la quarantina, poi diventano ininfluenti! (più o meno... XD)
yayachan: beh, penso che "ti venisse un embolo" sia molto riciclabile. Persino io la uso nella vita di tutti i giorni! XD (sì, è assolutamente vero! Giuro!) Quindi, dato che ti ho dato il permesso di usare questa frase, tu dovrai tirar fuori un disegno splendido! Sono stata abbastanza chiara?
maninja87: saprai che succede a Naruto tra pochi capitoli. Ti svelerò perchè, con chi e dove si sta trasferendo con calma e sangue freddo, e per allora tutto ti sarà chiaro! Più o meno. XD Ah, ma la guerra è una cosa imprevedibile! Cinque anni è la previsione più rosea, poi chissà che succede...! Haru e Sai hanno un rapporto strano sì. Ma Sai non è un pedofilo, questo posso garantirtelo. Diciamo che non ha mai avuto un gran talento per le relazioni personali! XD
SuperEllen: Kakashi non solo è Hokage, ma è anche papà! A quanto pare si è dato da fare in questi anni! XD Per quanto riguarda la madre di Chiharu, lo saprai nel prossimo capitolo! Che, grazie al cielo, non vedrà idilliache scene d'affetto in casa Uchiha! XD
Killkenny: cioè, mi stai dicendo che commenterai di nuovo l'intera fic? XD Wow, che onore! Anche se leggere delle tue "ipotesi" è piuttosto esilarante! XD
lale16: oddio. Ho avuto un flash di Kotaro in tuta arancione e tinta bionda (con caschetto, ovvio), che grida "diventerò Hokage!" °_° Non è stato piacevole. Quindi assumiti le tue responsabilità, e se dovrò andare in analisi per colpa di questa infelice uscita, sarai tu a pagarmi la psicologa! Le parole di Naruto riguardo a Hinata non erano acide. Erano soltanto una constatazione, diciamo. Ma capirai meglio il loro rapporto quando si incontreranno, vedrai. Per quanto riguarda Hitoshi, al momento non ricordo bene se sa che il padre aveva tradito ed era tornato XD Dovrei controllare, ma, non avendo voglia, mi eclisso con un semplice: vedrai. XD Comunque, anche se fosse, Hitoshi, da bravo Uchiha, avrebbe un pensiero come: "ah, ma lui è tornato ed è diventato il migliore di tutti. Quindi chiudete quella bocca, mio padre è un eroe!" XD Oh, una precisazione. Dalla fine di sinners sono passati solo tredici anni (o quattordici?), non venti. venti da quando Naruto è diventato ninja! E in questo lasso di tempo ci sono stati dei combattimenti, missioni e scaramucce più che altro. Naruto, ebbene sì, parla della guerra per esperienza personale. E poi perchè la considera sbagliata, ma è ovvio. E' sempre il nostro Naruto!
bambi88: va bene, va bene. Pensa di Haru quello che vuoi, io ti ho avvertita... poi non lamentarti quando succederanno questo e quello! U_U E Kakashi non solo è Hokage, ma è pure padre! Una volta che ha dato il via a una certa cosa, evidentemente non è più stato in grado di fermarsi! XD
izayoi007: welcome back! Era bella Parigi? XD Ehi, non essere tanto pessimista, che con jin ci hai azzeccato! XD E' proprio il figlio di Kakashi! Per quanto riguarda il motivo per cui Naruto è insegnante, beh, lo hai letto in questo capitolo! XD Ho pensato di sfruttare il lato della sua personalità più adorabile e puccioso! ^^ E poi, beh... ovviamente ci sarà anche il lato della sua personalità più figo! (leggi: Kyuubi)
Sky_Shindou: uh, è vero. Dimenticavo il piccolo particolare "combattimenti", pensavo solo alla depressione delle battaglie! XD Ma ora che me lo hai ricordato considererò quelle parti con più obiettività, sì sì. Nella tua recensione, poi, hai azzeccato un certo particolare, ma non ti svelerò quale. Intanto, cambiando argomento, ti dico che Hinata si vedrà tra qualche capitolo (pochi, pochi), e che gli altri (cioè i Nara e i Lee) faranno la loro comparsa subito, invece. Già dal prossimo capitolo. Ohh, lo so che muori dalla voglia di rivedere Rock Lee, che credi? *_*
Elisir86: povero Naruto più che mai! XD Sono tre piccole bestioline che non seguono gli ordini e pensano di essere dio, io li avrei uccisi giorni fa!
kimi: io AMO Jin. Se fosse stato un Uchiha e lo avessi amato, allora sarei impazzita. Per questo era sconvolgente la vostra ipotesi di "Jin Uchiha"! Hinata e Kyuubi sono argomenti che verranno ampiamente trattati nel corso della storia, non ti preoccupare. E Kakashi, Jiraya e Tsunade e la faccenda dell'Hokage verranno trattati pure loro. Tutte le persone citate in Sinners bene o male hanno un ruolo qui! Altrimenti che ne avrei parlato a fare??
NaruGaa: i capitoli di questa fic saranno 36, lo so già. Quindi a metà strada tra Sinners e quello che avevi proposto tu! ^^ E non preoccuparti se all'inizio è un po' difficile barcamenarsi tra i vari mocciosi, ho evitato di introdurre altri personaggi per un po' di capitoli, così prima prendete confidenza con loro! Grazie per aver lasciato il commento! ^^
fenice87: beh, sai già che Kakashi continua a leggere le opere del grande Jiraya! XD E la serie è pure proseguita nel frattempo! Ma se vuoi leggere di un incontro vero e proprio tra l'Hokage e Naruto, dovrai attendere solo due miseri giorni! ^^ Che vuoi che sia?
slice: tranquilla, tranquilla! Ci hai azzeccato con il padre di Jin, brava! ^^ E grazie per aver lasciato la recensione, mi ha fatto molto piacere!
Maryella: ho provato a capire a chi somigliano i mocciosi, ci ho provato con tutta me stessa. Ma alla fine è venuto fuori un mix così eterogeneo che ho tratto un'unica conclusione: non assomigliano a nessuno. XD E dunque anche il team è un team originale, sembra! Sia ben chiaro, io mi affido al giudizio di voi lettori! E, per la cronaca, Jin era davvero figlio di Kakashi! ^^
dark_angel90: diciamocelo. In termini di apparenza Neji sarebbe l'Hokage più adatto! Ma a quanto pare non è l'apparenza ciò che conta, è importante anche la situazione del villaggio. E comunque hai visto che Kakashi è hokage per modo di dire, considerato come passa il suo tempo! XD Oh, i capitoli che hai letto fin qui non sono tanto lunghi. In realtà siamo a metà della lunghezza canonica, quindi preparati a leggere di più. Lo so, è seccante, ma se non succede nulla di interessante in cinque pagine, tiro avanti.
rina: wow, hai ricalcato pari pari la vecchia frase di Sakura! Che memoria! XD Uh, per quanto riguarda la fic tra Ali di Cera e Sinners, ci sto lavorando. Abbi solo un po' di pazienza, dovrei riuscire a metterla online entro breve! ^^ (ehm, relativamente breve) Il film di FMA l'ho visto mercoledì grazie al fastweb di un'amica, e ho passato ogni singolo minuto a insultare Al e tutti quelli che ronzavano attorno a Ed senza idolatrarlo! Una cosa che mi ha lasciata un po' delusa è stata la breve apparizione di Mustang, sigh... lo volevo di più. é_è
lilithkyubi: dunque, i capitoli di questa fic sono 36, è già deciso. Ci saranno momenti allegri e momenti tristi e momenti dolci, solo che saranno un po' più condensati! In termini di pagine, sono circa 200 in meno di Sinners, quindi succederanno un po' meno cose, ma anche il periodo di tempo che tratto è più ristretto, dunque non temere che io curi meno qualche dettaglio! ^^
1992: ecco, ho trovato. I tuoi commenti appartengono alla corrente surrealista, vero? E noi NON abbiamo NESSUN figlio/a! Toglitelo dalla testa, quello è un bambolotto che hai raccattato per strada! Però, dai, anche se sei scientificamente schizofrenica, ti voglio bene comunque! XD
_Kirjava_: sono un genio, perchè ho capito cosa volevi dire con le XXX! XD Comunque Chiharu non sottovaluterà Naruto a lungo (cioè, ehm, un po' a lungo sì! XD), sai bene cosa succederà pù avanti... E invece Hitoshi si terrà le sue vertigini, perchè così è molto più divertente! XD
gracy110: nei prossimi capitoli succederanno i primi casini (strano che non ci fossero ancora! XD), e Hitoshi avrà un ruolo di spicco! (?) Lui e le sue vertigini! XD
DarkMartyx_93: oh, ma Naruto non voleva che i mocciosi prendessero le scale. Lui voleva che usassero il chakra (sì, beh, in realtà voleva solo provocarli XD). Kotaro è un po' la parte razionale del gruppo, ha ereditato più della mamma che del papà. Solo che ogni tanto si lascia prendere dall'entusiasmo pure lui! XD I jonin più vecchi non sono affatto in pensione, ma stanno vivendo beatamente le loro vite! E poi, se c'è da combattere, tornano all'attacco. In fondo dovrebbero avere una cinquantina d'anni ora, se poteva combattere Jiraya possono farlo anche loro! XD Ehi, Naruto è il mio uomo ideale! Li adoro capricciosi e un po' stupidi, quindi anche i suoi difetti sono un amore! certo, se non rischiasse la vita due volte al giorno sarebbe meglio... Comunque non vedo perchè debba trasferirsi senza Hinata. Cioè, potrebbe anche cambiare casa con lei, no? Chiharu invece saprai cosa pensa riguardo a Sai (più o meno) nel prossimo capitolo. E anche come la pensano i suoi genitori, a spanne. XD Per quanto riguarda Jin, beh, ormai sai di chi è figlio...! XD E Hitoshi e le sue vertigini avranno qualche problema in missione, questo è certo! Grazie per i complimenti riguardanti il lato psicologico, son molto importanti per me! >_< Ho cercato di far convivere nei figli le caratteristiche dei genitori e nel contempo di creare qualcosa di nuovo, e all'inizio giuro che è stato molto difficile! Ma se voi lettori dite che ci sono riuscita mi rendete felicissima!
charlie_2702: q-quattro? °_° Santi numi, complimentoni per la costanza! Io se riesco a riscrivere la recensione una seconda volta mi sento molto orgogliosa di me! Sappi che una delle tue tre ipotesi su Tsunade è quella giusta. E non dico altro. Il rapporto tra Haru e Hitoshi è parecchio divertente da descrivere. E' vero, sono molto simili a Sasuke e Naruto, solo che hanno davvero qualcosa di cui vantarsi, e quindi sono molto più arroganti! XD Anche se Hitoshi non ha molto di che vantarsi, viste le vertigini... Comunque, la guerra scoppierà tra un po'. Insomma, lasciami il tempo di lasciarli vivere un po' feliciiii! >_< In tutto questo, concludo ringraziandoti per la tua perseveranza! Riscrivere il commento per quattro volte deve essere stato terribile, hai tutta la mia comprensione! é_è
queen of night: ma io in realtà voglio bene a Hitoshi. XD Solo che il mio amore si traduce in una voglia folle di metterlo nei casini! XD Insomma, se la tira tanto che è inevitabile che io desideri torturarlo un po'! Se no poi come faccio a consolarlo? *_* L'Hokage era davvero chi pensavi che fosse, ma ci avevi azzeccato anche con il figlio? Che, per la cronaca, sta facendo il genio asociale? XD Su, su, anche Jin vivrà in mezzo agli altri prima o poi! E non ti preoccupare per gli sproloqui, in realtà sono abbastanza divertenti da rendermi felice! XD
Urdi: no, Jin figlio di Kabuto no! Per carità! Che tra l'altro Kabuto è pure morto, grazie a dio! Comunque, per tutto il resto ci hai azzeccato sia con l'Hokage che, in parte, con la prima ipotesi su Jin. XD Mi hai piacevolmente stupita dando la tua preferenza a Chiharu, e hai scombussolato tutti i miei pronostici portando su le quotazioni della piccola Nara! ora come farò a capire qual è il preferito dei lettori? XD
lunapi71: eheh, ma dai. Non pensi che essere insieme per Sakura e Sasuke sia una gran sofferenza? Cioè, lo so che loro sono felici, ma dal mio punto di vista il loro matrimonio è già una bella penitenza! XD Grazie per i complimenti e per il commento, e non ti preoccupare se non riuscirai a recensire sempre! ^^ Mi fa già piacere che tu lasci un messaggio quando puoi!
Reina: ma i capelli di Kakashi di che colore sono? Dal mio punto di vista grigi. Non argentati, non color delle nuvole, non color fumo, ma semplicemente grigi. E il grigio, se partiamo da una base nera, sta tra il nero e il bianco. Quindi, tirandola un po' per i capelli, è "quasi bianco". Ma confesso di aver usato questa terminologia per confondere un po' le acque... altrimenti gli avrei messo una maschera, avrei detto che ha un ciuffo che tende a destra e che si chiama Hatake di cognome! XD Per quanto riguarda Tsunade, escludo che possa avere figli alla sua età. Il numero di anni in cui è possibile viene stabilito prima della nascita, è allora che si creano le condizioni necessarie, quando si è ancora feti. Dunque penso che dopo i cinquanta anche lei sia out of order, per dirla in termini spicci. Eh, credi che non abbia pensato a una bella figlioletta per lei? ç_ç O a un bimbo biondo e determinato a diventare Hokage? (che magari moriva, come tutti gli altri XD)
Talpina Pensierosa: bentornataaaa! >_< Hai visto? E' tornato il Peggior bla bla bla! XD Se ti va di rileggerlo, sai dove trovarlo! ^^
DuniettaS: ma certo che mi ricordo di te! Cioè, ti ucciderei per aver insinuato che Naruto non è talentuoso come suo padre (perché in realtà LO SUPERA! E su questo non transigo!), ma per questa volta sorvolo e ti do il benvenuto con tutti i crismi! Per i primi tempi sentirai nostalgia di Sinners, è vero. Ma non temere, durerà poco. Poi inizieranno i casini anche per i nostri piccoli eroi (??) e allora tutto tornerà alla "normalità"! Ovviamente tornerò sul discorso "armi", e altrettanto ovviamente è successo qualcosa che ha cambiato Naruto in questi anni. Ma scoprirai tutto con calma, fidati, nell'ordine in cui ho deciso di svelarlo! E quando avrai scoperto questi segreti, ce ne saranno altri e altri ancora, perchè è così che questa fic va avanti! XD Jin NON è figlio di Naruto dopotutto, come hai visto, ma ti perdono perchè oggi sono di umore generoso. Ah, adotta anche tu l'abbreviazzione ufficiale di questa fic! (pubblicità progresso) "Il peggior bla bla bla". Molto chic, neh?
harryherm: oddio, ripenso a quello che succederà nei prossimi capitoli e mi dico: Kotaro Gary Stue? No, direi di no. XD Insomma, lui non lo tormento quanto hitoshi, e anzi gli faccio fare un bel po' di belle figure, ma di sicuro non è perfetto. Né millanta di esserlo. E' solo che ci mette un sacco di impegno, come Rock Lee. E sì, Kakashi era Hokage, contenta? Ci hai preso. Oh, conto che l'embolo augurato da Haru ti spinga a volerle un po' più bene, perchè la mia tattica è fartela amare e poi distruggerla ai tuoi occhi! Amo illudere i lettori! (L) Nonostante io ti voglia un sacco bene, ovvio! ^^

Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Livello B ***


Naruto2-5

Livello B



- Cinque -







Dopo la prima disastrosa missione, Chiharu, Hitoshi e Kotaro misero tutti sé stessi nel completare quelle successive. Si impegnarono come mai avevano fatto prima, cercarono in tutti i modi di collaborare, di trovare le soluzioni insieme, di capire cosa voleva Naruto e soddisfarlo.
Dopo la sua sfuriata, avevano iniziato a temerlo leggermente. E, anche se non lo avrebbero mai e poi mai ammesso, a rispettarlo. Ma giusto un po’.
Un giorno di maggio finalmente portarono a termine tutta la lista che Konohamaru aveva sottoposto loro. Quando tornarono all’ufficio per lo smistamento delle missioni, con in mano il compenso ricevuto dalla vecchietta che avevano scortato per tutta Konoha, e si sentirono dire che non c’erano altri compiti, istintivamente lanciarono un grido di gioia.
«Zitti, mocciosi» li seccò Naruto sbuffando. «Questo vuol dire soltanto che le cose si complicano»
Ma, se possibile, le sue parole li resero soltanto più euforici.
«Lascia che festeggino un po’» gli disse Konohamaru con un sorriso. «Non ti ricordi com’eri tu alla loro età?»
«Di certo non tanto cretino»
«Infatti, di più»
Naruto lo fulminò con un’occhiataccia. «Ti ricordo che sono il tuo modello»
«Non ho mai detto di essere un esempio di intelligenza» ghignò lui.
«E noi?» si fece notare Kotaro. «Cosa facciamo adesso?»
«Per oggi riposate» rispose Konohamaru. «Domattina vi daremo la nuova missione»
«Ma non c’era un premio in palio?» chiese Hitoshi con un brillio negli occhi.
«Il premio è la nuova missione»
Mentre Hitoshi e Kotaro spalancavano la bocca per la delusione, Chiharu fece schioccare la lingua.
«Prevedibile» fu il secco commento – che negli ultimi tempi usciva dalla sua bocca con frequenza strabiliante.
«Avete sempre di che lamentarvi!» sbuffò Naruto. «Io già non vi sopporto già più»
«La cosa è reciproca» mugugnò Hitoshi incrociando le braccia sul petto.
Naruto gli rifilò un pugno in testa. «Sparitemi da davanti agli occhi prima che vi faccia a pezzetti» disse tra i denti.
Loro non se lo fecero ripetere due volte. Konohamaru sorrise.
«Ti ci stai affezionando, eh?» commentò.
Naruto arrossì leggermente, ma lo incenerì con lo sguardo. «Assolutamente no» decretò convinto, e sparì in una nuvoletta di fumo.
Il nipote del terzo Hokage sospirò.
Quello di usare la moltiplicazione superiore del corpo per stare dietro al gruppo era un brutto viziaccio di Naruto. Avrebbe dovuto occuparsi con più attenzione dei suoi allievi, ma da quando aveva scoperto che poteva essere in due posti contemporaneamente, non perdeva occasione per ottimizzare il tempo e subissare il cervello di informazioni con quella che si poteva tranquillamente definire una doppia vita. E una copia stava sempre in un luogo ben preciso.
Anche se Konohamaru poteva capire perché Kakashi avesse affidato quei ragazzini a Naruto, non poteva evitarsi di pensare che non fosse stata poi una gran mossa.


Dopo la lieta novella Kotaro rientrò subito a casa, e salutò briosamente suo padre che si allenava in giardino.
«Abbiamo finito le missioni speciali!» annunciò al settimo cielo.
«Davvero?» chiese Rock Lee interrompendo i suoi esercizi e lanciandogli un’occhiata piena d’orgoglio. «Ottimo lavoro figliolo!» lo gratificò di una strizzatina d’occhio e un pollice alzato. Il suo sorriso ebbe un brillio nel sole.
Con il tempo l’allievo di Gai Maito era diventato sempre più simile al suo maestro, e la cosa era piuttosto inquietante.
Kotaro si sgonfiò al volo. Perché suo padre doveva essere tanto imbarazzante?
«Vai subito a dirlo alla mamma!» lo esortò Rock Lee rimettendosi a fare il suo numero non meglio precisato di piegamenti. «Ne sarà felice!»
Senza ombra di dubbio. E altrettanto sicuramente non avrebbe fatto nulla di strano.
Eppure Kotaro adorava suo padre, per quanto fosse bizzarro. Era fuori dal comune, spesso eccessivo, ma quando doveva incoraggiarlo lo faceva come nessun altro. E poi era incredibilmente forte.
Sua madre era un tipo più normale. Tanto normale che in molti si chiedevano come mai alla fine avesse sposato suo marito – e qualcuno insinuava fosse soltanto per l’arrivo non previsto di Kotaro. Ma lei non aveva mai ritenuto di dover spiegare niente a nessuno, e se qualcuno faceva commenti che non le piacevano, finiva con qualche shuriken piantato in una parte qualsiasi del corpo. Naturalmente, se Rock Lee era l’elemento eccessivo e un po’ svampito, lei era quella dal polso duro; quella che riportava tutti con i piedi per terra. A forza.
«Mamma!» chiamò Kotaro entrando in casa. «Oggi abbiamo finito l’elenco di missioni!»
«Davvero? Vieni in cucina» rispose una voce di donna da un’altra stanza.
Kotaro attraversò il corridoio nella penombra, e raggiunse il regno della coraggiosa donna che aveva avuto l’ardire di sposare Rock Lee; entrò, e, tra i mobili che profumavano di pulito, circondata da arnesi da cucina pericolosi quanto armi ninja, trovò sua madre impegnata nella delicata operazione di posare una fragola su due budini al cioccolato. Non sembrava molto sconvolta dalla sua notizia.
«Non c’era un premio in palio?» chiese Tenten Lee allontanando le dita con cautela. La fragola ondeggiò appena, poi restò immobile. Lei si concesse un sorriso soddisfatto e finalmente guardò il figlio.
«La missione di domani» rispose lui con l’acquolina in bocca.
«Che sarebbe?»
«Boh. Non ce l’hanno detto. Quel budino è per me?»
«Certo. Sapevo che oggi avresti finito» Tenten sorrise e gli porse il piattino facendo attenzione a non far cadere la fragola.
Kotaro, raggiante, lo prese e si sedette al tavolo, per poi affondare il cucchiaino nel cioccolato.
«E’ buonissimo!» gongolò dopo il primo boccone. Sua madre gli posò una mano sul capo e gli scompigliò i capelli, gesto che lui accoglieva sempre facendo le fusa per la contentezza.
A interrompere quel momento di intimità arrivò una vocina sottile e seccata.
«Pensate di fare gli sdolcinati ancora per tanto o posso sperare di avere il mio budino?»
A parlare era stata una bambina sui nove anni, molto piccola e minuta per la sua età. Aveva capelli neri come l’ebano e occhi dello stesso colore, ed era una copia sputata di Tenten. Per fortuna.
«Oh, scusa Mei» fece sua madre tendendole il piattino cui lei non arrivava. La bambina lo prese borbottando un grazie e poi si arrampicò sulla sedia accanto al fratello. Subito divorò la fragola in cima al cioccolato, poi adocchiò quella di Kotaro.
«Non ci pensare nemmeno» ringhiò lui allontanando il piatto. «Quella la lascio per ultima»
«Sempre se non te la rubo» ribatté lei piccata.
«Non ci sei mai riuscita!» sghignazzò Kotaro facendole una smorfia.
In un attimo gli arrivò uno scappellotto.
«Ahia» protestò Kotaro. «Ma è vero, non ci è mai riuscita!»
«Oh, io non ti ho picchiato per questo» fece Tenten serafica. «L’ho fatto per fermarti: un giorno Mei diventerà più forte di te, e se non ti contieni già da subito te la farà pagare»
Accidentaccio. Ma perché sua madre era così spudoratamente femminista?
Non bastava che fosse finito in gruppo con Chiharu Nara, la ragazza più orgogliosa e cocciuta che si fosse diplomata quell’anno, ma anche a casa era circondato di gente che lo considerava debole in partenza, in quanto uomo.
Però un giorno avrebbe dimostrato a tutti quanto valeva, di questo era certo! E intanto si mangiava il budino e difendeva strenuamente la sua fragola.


Chiharu rientrò che il sole era già tramontato.
Aveva passato qualche ora a girovagare per il villaggio, nella speranza di vedere Sai, ma alla fine non l’aveva trovato da nessuna parte. Un po’ mogia e nello stesso tempo irritata con sé stessa, aveva quindi deciso di rientrare facendo il minor rumore possibile. Invano.
«Chiharu? Sei tu?» chiese al volo la voce di sua madre non appena lei ebbe messo un piede oltre l’ingresso.
«Sì, mamma» bofonchiò ricordandosi di esercitarsi più a fondo. Magari doveva imparare a camminare su un leggero strato di chakra.
«Vieni in cucina un attimo»
“E adesso cosa c’è?” si chiese la genin irritata. Voleva soltanto andarsene nella sua camera e buttarsi sul letto, perché dovevano rompere le scatole?
Ma obbedì, come sempre. Primo, perché aveva ereditato metà dei geni di suo padre, e secondo perché sua madre era una donna cui non era saggio disobbedire.
Entrò in cucina di cattivo umore, con le mani affondate in tasca e la testa incassata tra le spalle, e lì ebbe una sorpresa che per poco non la fece sobbalzare: Sai stava seduto su una delle sedie attorno al tavolo, con una tazza di tè davanti e un sorriso sornione stampato in faccia.
Okay.
Fermi tutti.
Sai non aveva alcun rapporto con la famiglia Nara. O, se ne aveva qualcuno, di sicuro questi non comprendevano sedersi a prendere un tè come niente fosse.
Scettica e in parte infuriata, lanciò un’occhiata interrogativa alla madre. Ma Temari Nara non le fu di alcun aiuto: a braccia conserte e con i fianchi appoggiati al bancone della cucina la fissò con il solito sguardo severo, senza aprire bocca.
«Beh? Dovrei dire qualcosa?» chiese allora Chiharu, imitandola e incrociando le braccia sul petto. Evitò accuratamente di fissare Sai.
«Non so» rispose sua madre secca. «Magari potresti spiegarmi cosa hai fatto in giro fino a quest’ora, visto che l’ultima missione della tua famosa lista è finita quasi tre ore fa»
Chiharu digrignò i denti e imprecò tra sé, insultando mentalmente Sai: doveva essere stato lui a svelare tutto. E dire che lei non avrebbe neanche voluto parlarne.
«Cosa ho fatto fino adesso?» ripeté stringendosi nelle spalle, e sfoderò un sorrisino cattivo. «Mah, forse mi sono data a furti e rapine, e per coronare il tutto ho fatto bungee jumping dal naso del terzo Hokage. O quello l’ho fatto ieri?»
Sulla fronte di Temari comparve una vena pulsante.
«Quando la pianterai di fare così?»
«E tu di starmi addosso? Ho tredici anni, sono una ragazza responsabile! Lo dicono tutti, solo tu non te ne accorgi!» Chiharu fece una pausa per lanciare una veloce occhiata rabbiosa a Sai, poi tornò a guardare sua madre. «E adesso vado in camera mia, passando per il corridoio e oltrepassando il bagno e la stanza tua e di papà. Vuoi sapere anche quanti passi faccio?»
Senza attendere una risposta voltò le spalle a tutti e se ne andò a passo pesante. Dopo un paio di Secondi Temari e Sai sentirono il rumore di una porta che sbatteva.
Temari represse un ringhio esasperato.
«Qualcosa mi dice che non ha preso bene la mia visita» commentò Sai flemmatico, sorseggiando con calma il suo tè. La ex ninja del villaggio della Sabbia gli lanciò un’occhiataccia.
«Senti, ti sono grata per avermi parlato di quella storia della lista, ma ora potresti farmi il favore di svuotare in fretta quella tazza e levare le tende? Non è giornata»
«Agli ordini» sogghignò Sai obbedendo alla prima parte del comando, e si alzò in piedi. «Comunque ha ragione lei: è una ragazza responsabile» aggiunse prima di allontanarsi.
«Credi che non lo sappia? E’ mia figlia» replicò Temari irritata. «Il problema è che girano anche persone come te»
Sai fece un sorrisino furbo.
«Come me?» ripeté ingenuamente.
«Ha soltanto tredici anni»
«Lo so»
«E allora smettila di metterle strane idee in testa» sibilò Temari.
«Io non faccio niente» ribatté lui.
«Ecco, bravo, continua a non fare niente. E magari fallo a una certa distanza»
«Mi sembra di cogliere una leggera ostilità»
«Allora sei più intelligente del previsto. Fuori di qui»
«Se può tranquillizzarti, io mi limito soltanto a stuzzicarla un po’»
Temari lo squadrò male.
«E’ proprio questo il punto»
Senza smettere di sorridere in modo ambiguo, Sai fece un piccolo inchino e si avviò verso l’ingresso.
Mentre usciva incappò in Shikamaru che entrava. Lo shinobi non era cambiato con gli anni: forse era diventato più simile a suo padre, ma era rimasto lo stesso ragazzo svogliato di sempre, e la sua espressione non era cambiata di una virgola.
«Nh?» fece vedendo Sai. «E tu da quando fai visita alla mia famiglia?»
«Ero venuto a complimentarmi per i successi di Chiharu» rispose lui in tono vago.
Shikamaru inarcò un sopracciglio. «Stai parlando di mia figlia a malapena tredicenne?»
«Perché, ne hai altre?» chiese interessato.
«No che non ne ho altre. E’ che non capisco cosa abbia a che fare tu con lei»
«Sono stato il suo insegnante all’Accademia»
«Per neanche due mesi»
«Conterà pur qualcosa, no?»
Shikamaru si accigliò.
«Sono un padre molto possessivo» avvertì.
«Così sembra»
«Stai attento a quello che fai»
«Come sempre»
E con un altro inchino, Sai si dileguò nell’oscurità all’esterno.
Shikamaru lo guardò scomparire fuori, e si grattò la testa con aria pensierosa. Conoscendo sua figlia, prevedeva complicazioni.
Intanto, nella sua camera, Chiharu scaraventava il cuscino contro la parete.
“Perché è venuto qui?!” si chiese rabbiosa, soffocando un urlo nelle coperte. “Perché ha parlato della lista?! Perché ho fatto una sfuriata davanti a lui?!”
Ansante, si girò sulla schiena e rimase a fissare il soffitto accigliata.
Ormai lo sapeva da tanto tempo: si era presa una cotta per Sai. Ed era stato inevitabile: lui la provocava sempre, la stuzzicava, non la trattava come una bambina. Era l’unico degli adulti che non lo facesse. Ma c’erano volte in cui lo detestava, e quello era uno dei momenti in questione.
Ah, quanto avrebbe voluto una bella missione difficile con cui distrarsi, in quel preciso istante.


«Abbiamo un problema» disse Naruto a Kakashi.
Il jonin biondo stava stravaccato su una sedia nello studio dell’Hokage. Ce l’aveva fatta finalmente: dopo più di un mese era riuscito a incastrare il maledetto che lo aveva infilato in quella situazione odiosa, e lo aveva costretto a parlargli.
«Davvero?» chiese il sesto Hokage senza staccare gli occhi dall’Antologia della Pomiciata.
«Non fare il finto tonto!» sbottò Naruto sbattendo le mani sulla scrivania ingombra di documenti da firmare. «Mi hai affibbiato quei tre mocciosi senza una ragione! E’ un problema immenso!»
«Io non lo vedo» replicò Kakashi serafico.
«Cos…?!» fece Naruto pronto a partire con una filippica infinita, ma fu interrotto ancor prima di iniziare.
«Scusa, puoi prendere il foglio in cima alla pila sulla tua destra?» gli chiese Kakashi.
Interdetto, Naruto si trovò a obbedire.
«Cos’è?» chiese acido degnandolo a malapena di un’occhiata. «E non cercare di sviare il discorso, io e te non abbiamo finito»
«La missione di domani per il tuo gruppo»
Naruto si bloccò.
Posò nuovamente gli occhi sul foglio, li fece scorrere sulle poche righe che vi erano scritte sopra, e lentamente lo sgomento si impadronì della sua faccia.
«No» mormorò, e si accigliò. «E’ impossibile» decretò alla fine, sbattendo il foglio sul tavolo. «Non ce la faranno mai»
«Eppure devono farcela» replicò Kakashi senza smontarsi, e alzando a malapena lo sguardo. «E’ di vitale importanza che diventino forti in fretta. Le cose stanno andando peggio del previsto, la guerra potrebbe scoppiare prima di quel che pensiamo, e non abbiamo margini di tempo da sprecare»
«Ma questa è una missione di livello B!» disse Naruto tra i denti, protendendosi in avanti. «Li mandi al macello!»
«Ci sarai tu con loro, no?»
«Certo, e servirà a molto farli spaventare a morte e farli salvare all’ultimo istante da me!»
«Non puoi sapere come andrà»
«Tu non li conosci!» esplose Naruto. «Li avrai visti in faccia si e no tre volte! Non sai come combattono, non sai quali sono i loro punti di forza e le loro debolezze, non sai niente di loro! Te ne stai nel tuo studio tutto il giorno e lasci che il villaggio vada avanti da solo! Non venirmi a dire che sai cosa stai facendo!»
«Adesso basta»
la voce di Kakashi era stata stranamente fredda. Naruto ammutolì, e vide uno sguardo che da molto non incontrava: rimprovero.
Quanto tempo era che nessuno lo fissava più così?
«So quello che faccio» ribadì il sesto Hokage lasciando perdere il suo libro. «E fino a prova contraria tu sei ancora un mio sottoposto. Farai come dico»
Naruto strinse i denti, e lo fissò iroso. Ma alla fine prese il foglio dalla scrivania, accartocciandolo in una mano, e se ne andò con un diavolo per capello.
Kakashi sospirò.
Era un bene che Naruto si fosse affezionato ai suoi tre allievi, ma forse iniziava ad esagerare, e a perdere di vista l’obiettività.
Anche per quel motivo aveva scelto una missione di livello B. Per dimostrargli che non aveva a che fare con bambini sprovveduti.


Il giorno dopo Naruto si presentò insolitamente puntuale all’appuntamento con i suoi genin. Alle nove in punto si fece trovare davanti all’ufficio per lo smistamento delle missioni, con l’espressione più cupa che gli avessero visto fino a quel momento e un foglio tutto accartocciato in mano.
Già quando lo videro, ancora lungo la strada, Hitoshi, Kotaro e Chiharu iniziarono a pensare che ci fosse qualcosa che non andava.
«Poche chiacchiere» fu la prima cosa che disse il jonin quando loro lo ebbero raggiunto. «Oggi non è giornata. Ho qui la vostra missione, e sarà la cosa più difficile che abbiate mai fatto, è chiaro?» gli occhi di Hitoshi e Kotaro sfavillarono. «Non c’è niente per cui gioire!» sbottò Naruto, lasciandoli spiazzati. «Quel cretino del sesto Hokage ha superato se stesso questa volta!» non si preoccupò di interrompere a metà l’insulto, e qualche testa si voltò dalla sua parte scandalizzata. «E’ una missione di livello B. Entreremo in territorio nemico, ci sarà da rubare un documento. Non è uno scherzo, potreste lasciarci le penne, ed è essenziale che obbediate ai miei ordini. A tutti i miei ordini, sono stato chiaro? Se vi dirò di ritirarvi, voi dovrete farlo. Non mi interessa quanto siete orgogliosi o quanto vi sentite forti: chi sgarra oggi è fuori dal gruppo. Avete capito?»
Leggermente spaventati, i tre genin annuirono, incapaci di aprire bocca. Non avevano mai visto Naruto tanto nervoso, nemmeno quando si era presentato, ormai più di un mese prima.
«Va bene; allora adesso tornate a casa, preparate uno zaino con l’attrezzatura standard e tornate qui tra un’ora» ordinò lui. «Non dovremmo stare via più di un paio di giorni, avvisate i vostri genitori. E se hanno qualcosa in contrario, mandateli a lamentarsi da Kakashi»
Chiharu, Kotaro e Hitoshi obbedirono al volo, senza fiatare. A casa riferirono quello che aveva detto Naruto, ma nessuno dei loro genitori andò a protestare da nessuna parte. Sembravano pensare che in fondo il sesto Hokage sapesse quel che faceva, contrariamente a quanto credeva Naruto.
Salutarono – più o meno affettuosamente – i figli che si allontanavano per la prima volta, e alcuni di loro rimasero sulla soglia finché non li videro scomparire dietro l’angolo. Kakashi poteva anche sapere quello che stava facendo, e loro avevano fiducia in lui, ma non potevano evitare di sentirsi in ansia almeno un poco.
I ragazzi si trovarono puntuali nello stesso posto di sempre, con gli zaini in spalla e un misto di eccitazione e paura ad attanagliare lo stomaco. Naruto era già lì ad attenderli, con lo stesso equipaggiamento, e non perse neanche un attimo in convenevoli.
«Andiamo di corsa» si limitò a dire. «Se procediamo di buon passo, saremo oltre il confine entro il tramonto, e con un po’ di fortuna indietro entro la fine di domani. Statemi dietro»
Durante il viaggio non andò alla sua solita velocità, ma rallentò sensibilmente. Chiharu, Kotaro e Hitoshi sembravano tenergli dietro agevolmente, ma per quanto avrebbero retto?
Si diressero a nord-ovest, attraversando la foresta. Inizialmente seguirono un sentiero battuto e ben segnato, tagliando tra gli alberi quando potevano accorciare la strada, ma non si imbatterono in nessun villaggio. Dopo chissà quante ore, quando il sudore scorreva a rivoletti lungo il loro collo e i muscoli gemevano sotto la pelle, a un tratto Naruto li fermò.
«Cinquecento metri più avanti c’è il confine del paese del Fuoco» disse additando avanti a loro, nel folto. «Da questo momento dobbiamo essere molto più cauti. Vedete di non perdervi, non fare rumore e soprattutto stare al mio passo. Ci siamo intesi?»
I tre genin annuirono, cercando di asciugare il sudore dalla fronte. Naruto decise almeno di rivelargli che li attendevano ancora solo un paio di ore di strada, poi si sarebbero fermati. Loro tirarono un sospiro di sollievo.
Ripresero ad avanzare nella boscaglia, e le cose si fecero estremamente più difficili: non fare rumore era praticamente un’impresa impossibile, e ogni due passi Naruto scompariva nel fogliame e ne perdevano le tracce. La luce del sole prese a scemare rapidamente, e a un bel punto i tre ragazzi si resero conto di proseguire solo per inerzia: i muscoli allenati andavano avanti, ma i polmoni non reggevano, e gli occhi perdevano colpi ad ogni istante. Chiharu era quella più indietro di tutti, e seguiva la schiena di Hitoshi imprecando mentalmente e desiderando il suo letto come mai prima di quel momento.
Naruto, a qualche metro da Kotaro, si lanciò un’occhiata alle spalle; in quell’ultima mezzora era stato costretto a rallentare visibilmente, sperando di riuscire a portarli avanti ancora un po’, ma era evidente che non avrebbero retto oltre.
“Kakashi, quando torno ti ammazzo” pensò fermandosi.
«Siamo… siamo arrivati?» ansimò Kotaro raggiungendolo dopo un paio di secondi. Com’era prevedibile, era quello fisicamente più preparato.
«No, in realtà avremmo dovuto proseguire ancora un po’, ma ho deciso di fermarmi» ribatté il jonin in tono rassegnato.
«Perché? Ce la possiamo… ancora fare» insisté Kotaro raddrizzando la schiena ed asciugandosi il sudore dalla fronte.
«Tu forse» gli concesse Naruto. «Ma Hitoshi e Chiharu vanno avanti barcollando» accennò ai due che li raggiungevano, instabili sulle gambe. «Per questa notte ci fermiamo qui» annunciò a tutti.
Gli ultimi arrivati ringraziarono tutte le divinità che conoscevano, e anche le altre a loro ignote.
Mangiarono qualcosa di freddo, silenziosi e schivi, e si stesero a terra lì dove si trovavano. I tre genin caddero subito addormentati, così Naruto si rassegnò a stare di guardia. Almeno non era stanco.
Quella notte non successe nulla di interessante, gli unici rumori furono quelli della foresta. Essendo in territorio nemico evitarono accuratamente di accendere il fuoco, ma le altre precauzioni furono incombenza di Naruto, perché i genin se ne scordarono completamente. Il jonin sistemò qualche trappola discreta tutt’attorno e, incapace di sentirsi tranquillo, passò tutta la notte in uno stato a metà tra il sonno e la veglia, per evitare di essere stanco il giorno dopo.
Ma l’alba sorse e niente era accaduto. Naruto svegliò i tre ragazzi mentre tornava dalla foresta, dopo aver eliminato le trappole piazzate nella notte. Chiharu, Kotaro e Hitoshi aprirono gli occhi a fatica, mugugnando contro la loro stupida idea di iscriversi all’Accademia, ma accettarono senza fiatare l’ordine di mangiare in fretta e rimettersi in marcia.
Con i muscoli doloranti e brividi di freddo addosso ripresero la loro corsa verso l’obiettivo, senza aprire bocca, e verso mezzogiorno, dopo altre estenuanti ore di marcia nel folto, finalmente Naruto li fermò con un cenno. Oltre le fronde, a una certa distanza, si intravedevano le prime abitazioni di un villaggio.
«Ci siamo» sussurrò il jonin impercettibilmente. I ragazzi scattarono sull’attenti, all’improvviso svegli e vigili. «Il villaggio è questo, e i documenti che dobbiamo prelevare sono in quella casa laggiù» additò una costruzione anonima tra altre tutte uguali. «Ora vi spiegherò il piano»


Risultare silenziosi fu più difficile del previsto.
Durante le esercitazioni in Accademia e nelle prime missioni, Chiharu, Kotaro e Hitoshi si erano creduti fenomenali; ma ora che c’era davvero in ballo la vita ogni fruscio sembrava una cannonata.
Con la fronte imperlata di sudore e i nervi tesi allo spasimo, si posizionarono sui tetti attorno alla casa che avevano mirato, appiattendosi sulle tegole dure. Per qualche miracolo divino – secondo Naruto – erano riusciti ad arrivare fin lì senza farsi vedere, ma ora arrivava il difficile.
Appostato dietro un camino, con la fronte corrugata, il jonin cercò di immaginare cosa potessero trovare dentro: probabilmente due chunin annoiati che giocavano a carte, lasciando il documento in un angolo della stanza.
Beh, questa era la sua ipotesi più ottimista. I documenti che dovevano prelevare non avevano una grande importanza strategica, ma contenevano un’informazione che avrebbe potuto rivelarsi utile, se utilizzata con giudizio.
Sicuramente affidare una missione del genere a tre genin appena usciti dall’Accademia era una follia.
Chiharu scambiò un impercettibile segnale con Kotaro, che annuì. Il ragazzino guardò poi Hitoshi, che a sua volta fece segno d’aver capito.
Inspirarono a fondo, presero il ritmo delle poche persone che passavano per la strada, e poi scattarono contemporaneamente. Si infilarono all’interno della casa passando per le finestre, lasciate imprudentemente aperte, e furono tanto silenziosi e rapidi che nessuno si accorse di nulla.
In un primo momento neanche i chunin all’interno.
“Si comincia” pensò Naruto, e li raggiunse in un lampo.
Dentro la situazione era abbastanza rosea: anziché due chunin che giocavano a carte, ce ne erano tre che giocavano a dadi, e il documento era in mezzo a loro. Ma non era andata tanto male, perché tutti e tre erano abbastanza storditi da perdere almeno due secondi a chiedersi cosa succedesse.
Hitoshi e Kotaro non lasciarono loro il tempo di svegliarsi, e subito furono addosso ai primi due e li tramortirono con un colpo secco. Chiharu si gettò al volo sui documenti, schivando all’ultimo secondo un kunai che il terzo ninja aveva tentato di piantarle nella schiena, e con una capriola di lato afferrò gli shuriken e glieli tirò. Quello li schivò, ripartendo all’attacco, ma Kotaro gli fece lo sgambetto e Hitoshi lo abbatté al suolo con un colpo dietro la nuca.
A quel punto tutti e tre i genin si bloccarono per un attimo, ansanti.
Cosa?
Già finita?
Ma ce l’avevano davvero fatta?
«Non state lì a perdere tempo!» li richiamò Naruto già nei pressi della finestra. «Dobbiamo tornare indietro!»
Detto fatto, lasciarono perdere le migliaia di pensieri che avevano invaso le loro menti e si fiondarono dietro al loro jonin, mentre Chiharu nascondeva i documenti all’interno della maglietta.
Incredibilmente, due minuti dopo erano fuori dal villaggio e correvano a tutta velocità verso il paese del Fuoco.
«Dobbiamo oltrepassare il confine senza fermarci» li avvisò Naruto, davanti a tutti. «Non mi interessa se siete stanchi, muovetevi!»
Ma chi era stanco? Tutti e tre erano esaltatissimi, pazzi di gioia. Ce l’avevano fatta, avevano recuperato i documenti per cui erano venuti. Sconfiggendo tre chunin. Chunin! Erano al livello di chunin, insomma! E avevano finito l’Accademia soltanto da un mese.
Sorridendo euforici, aumentarono la velocità.


Per intervento divino, riuscirono ad arrivare quasi nei pressi del villaggio della Foglia quando il sole stava calando. Ansanti, sfiniti, doloranti, ma ancora felici come pasque, si permisero di ridacchiare nel tratto di foresta che circondava il villaggio, e di complimentarsi a vicenda.
«La missione non è ancora finita» li rimproverò Naruto, facendo scemare leggermente il loro entusiasmo. «Vi sembra di essere arrivati?»
«Beh, più o meno» borbottò Chiharu stringendosi nelle spalle.
«E se ci avessero seguiti?» le chiese Naruto. «Se fossero alle nostre spalle? Non bisogna abbassare la guardia»
«E’ per questo che ho lasciato indietro qualche trappola piccina piccina» fece notare lei soave.
Suo malgrado, Naruto le lanciò un’occhiata sorpresa. Ma poi tornò a guardare avanti per nascondere il sorrisino.
Erano in gamba, doveva ammetterlo. Se l’erano cavata straordinariamente bene, fin troppo, quasi. Ma Kakashi era comunque un idiota, rifletté piccato.
Rientrarono qualche ora dopo il tramonto, distrutti. Per prima cosa andarono all’Ufficio per lo smistamento delle missioni e lasciarono giù il documento che avevano recuperato, intascandosi un discreto gruzzolo; poi, raggianti, aspettarono che Naruto si complimentasse con loro.
«Sì, umph» fece lui schivando i loro sguardi eccitati. «Potete andare. Ci vediamo domani»
In un primo momento i tre genin si afflosciarono per la delusione. Poi fu la volta dell’offesa, e incarogniti salutarono il jonin e lo piantarono lì.
Konohamaru sbadigliò e posò gli occhi su Naruto.
«Mi auguro che tu gli abbia detto almeno una volta che sono stati bravi» disse guardandolo di sottecchi.
Naruto arrossì.
«Fatti gli affari tuoi, okay?» bofonchiò.
Il nipote del terzo Hokage scosse la testa. «Comunque, il sesto Hokage ha detto che voleva parlarti non appena fossi tornato»
Naruto sbuffò, e, incassando la testa tra le spalle, uscì dall’ufficio.
Cos’è, ora Kakashi voleva ripetergli “te l’avevo detto”? Solo perché avevano avuto la fortuna di trovare tre chunin imbecilli, non voleva dire che lui non fosse stato un incosciente ad affidare a tre genin freschi di Accademia una missione di livello B.
Va bene, erano stati bravi. I loro movimenti erano stati veloci e precisi, non si erano fatti prendere dal panico, avevano collaborato e pensato alla riuscita della missione; ed effettivamente avevano messo fuori gioco tre ninja più esperti di loro, grazie all’effetto a sorpresa. Ma sarebbe potuta andare diversamente.
Raggiunse lo studio del sesto Hokage attraversando il villaggio addormentato, e bussò piano.
«Avanti» disse la voce di Kakashi dall’interno, e quando vide che era solo Naruto tirò fuori l’Antologia della Pomiciata da sotto la scrivania. «Oh. Siete già tornati?» chiese per nulla sorpreso.
«Sì» grugnì il jonin sedendosi senza essere stato invitato. «Allora? Cosa devi dirmi?»
«Niente, in realtà; volevo solo sapere com’è andata»
Naruto si strinse nelle spalle e guardò altrove. «Bene» riferì stringato.
Il sesto Hokage alzò appena gli occhi dal libro. «Come se la sono cavata i ragazzi? Hanno avuto qualche problema?»
«No. Tsk»
«Sembra quasi che avresti preferito fallire la missione» constatò Kakashi neutro.
«Sai come la penso riguardo a questa missione» bofonchiò Naruto irritato.
«No, credo di no»
«Sì che lo sai! E’ una follia affidare un livello B a tre genin appena usciti dall’Accademia!»
«Però mi sembra che l’abbiano completato senza problemi»
«Pura fortuna. E poi si sentivano sicuri perché c’ero io con loro»
«Non sarà che li stai un po’ sottovalutando?»
«Io li conosco!»
Kakashi fece un qualcosa a metà tra lo sbuffare e il sospirare. «Quando avevi dodici anni tendevi a dare fiducia a tutti» disse in tono neutro. «Ma da quando sei diventato padre ti sei anche fatto iperprotettivo»
Naruto si protese sulla scrivania. «Se sai così bene che tipo sono, perché mi hai affidato quei ragazzini?» sibilò.
Il sesto Hokage gli lanciò una lunga occhiata.
«Forse perché mi sono illuso che saresti potuto tornare quello di un tempo» ribatté piano.
Naruto sbatté una mano sulla superficie levigata del mogano, scattando in piedi. «Io ora ho una famiglia! Non posso più essere lo spericolato che ero un tempo! Ho delle responsabilità, molte più cose cui stare attento!» esclamò furioso. «Non posso tornare indietro, e non voglio neppure! Se la mia vita di adesso e il Naruto che sono diventato non ti vanno bene, non posso farci nulla!»
«Come vuoi» disse Kakashi a sorpresa, rimettendosi a leggere. «Ma resterai il maestro di quei tre. E continuerai a seguirli nelle missioni, senza lamentarti»
Naruto strinse i pugni. «Certo che li seguirò! Non lascio le cose a metà, l’ho sempre detto!» disse tra i denti.
«Ora puoi andare» lo congedò Kakashi, senza quasi prestargli attenzione.
Il jonin si voltò, attraversò l’ufficio a grandi passi e spalancò la porta.
«Un’ultima cosa» lo fermò il sesto Hokage prima che uscisse, guardandolo di sottecchi. «Potrai anche avercela con me, ma non deve andarci di mezzo il tuo gruppo. Se fossi in te, prima di domani andrei a dire loro che sono stati bravi. Cerca di ricordarti di quando avevi la loro età»
Naruto non rispose. Semplicemente uscì e si sbatté la porta alle spalle.









Nel prossimo capitolo...


Chiharu, a metà strada tra Hitoshi e Kotaro, intravide un nido un po’ a destra rispetto alla sua posizione. Alzò lo sguardo verso l’alto, e vide che l’Uchiha avrebbe impiegato ancora un bel po’ per arrivare a quel punto. Sorrise soddisfatta: la missione era praticamente compiuta.
Si spostò a forza di braccia, oscillando pericolosamente sotto le raffiche di vento freddo, finché non sentì la mano raggiungere un’apertura nella parete.
Fu allora, quando più si sentiva sicura, che ondeggiò all’improvviso.
I muscoli reagirono prima della mente, spingendola ad appiattirsi contro la parete, e il giramento di testa che l’aveva colta scemò rapido con il calare del ritmo cardiaco.
“Ma che cavolo…?” pensò scombussolata, concedendosi qualche istante per riprendersi.







* * *

Spazio autore

Bene, cosa abbiamo scoperto in questo capitolo?
Che Naruto è padre, e che è sempre in giro perchè usa la moltiplicazione superiore del corpo.
E questo era per soddisfare le mie tendenze latenti all'insegnamento.
Che altro abbiamo scoperto?
Che si è affezionato ai mocciosi e che, bene o male, anche loro si sono affezionati a lui.
(d'altronde chi non amerebbe Naruto?)
Se lui è abbastanza bambino da non dirglielo per ripicca, anche loro non scherzano però! XD
Ad ogni modo, le stranezze di Naruto hanno vita breve, gioite! Presto saprete a cosa (o chi) sono dovute,
e anche come (e se) possono essere sistemate.
Intanto sappiate che nel prossimo capitolo - che per la cronaca ha l'evocativo titolo "Dimissioni" - si farà tappa a casa Uzumaki!
E pure da Sakura, già che ci siamo.

Buona Pasquetta (o lunedì dell'Angelo) a tutti!

Caspita, quarto capitolo e già voliamo oltre le cento recensioni?
Ragazzi, voi mi sbalordite e lusingate sempre di più!


Dark_Martyx93: oh, ovviamente si vedrà Sasuke nel ruolo di padre! Scherzi? E' una delle cose che più amo di questa fic, Sasuke padre! XD (sì, lo so, è assurdo) Per quanto riguarda lo Sharingan di Hitoshi, invece, non ho nessuna intenzione di sbilanciarmi. In fondo non è automatico che tutti i membri del clan Uchiha lo acquisiscano... Di Hinata saprai già nel prossimo capitolo, invece, e della guerra... Anche qui non mi sbilancio! XD Chi vivrà vedrà!
Yume_Tsuki: non ti preoccupare, come ho già detto non uccido nessuno per una "recensione mancata"! ^^
Jana: ed ecco l'ennesima vittima del bambino dal fascino precoce, Jin Hatake! Mi state diventando tutte pedofile, ma che storia è questa? XD Comunque grazie per aver riabilitato la figura di Kakashi, tutti dicono che se ne sbatte di Konoha, e invece è un ottimo Hokage! Se escludiamo l'incombenza del firmare documenti... I ragazzini sono i ragazzini, punto. Mocciosi, anzi. Ci saranno sempre furetti da recuperare, e ci saranno sempre idioti che litigano per prendersi il merito. In guerra, poi, succederanno un po' di cose. Perchè sì, perché così vuole la sovrana suprema della fanfic, cioè io. U_U
slice: oh, le mamme dei marmocchi si interessano eccome ai figli! Fin troppo, secondo qualcuno di loro! XD Ma per ora non le ho ancora introdotte, e a tredici anni i ragazzini non parlano volentieri della famiglia quando sono in mezzo agli altri! Comunque oggi hai visto entrare in scena due di loro, e la prossima volta anche Sakura avrà il suo siparietto materno!
lale16: Konohamaru l'ho reso Anbu perchè se no avrebbe fatto pena! XD Ho pensato che comunque un po' di talento ce l'ha nel sangue, e quindi ho deciso di dargli quest'opportunità! Chissà se sarà in grado di sfruttarla appieno!
bambi88: papino sexy e potente... XD Non credo che Jin pensi a kakashi in questi termini, ma te lo passo perchè anche io la vedo sotto quest'ottica! E Chiharu... boh. XD Oggi hai visto in che rapporti è con la mamma, ma tuttora mi lascia un po' spiazzata questa mocciosa... Rischia di sfuggirmi di mano! XD
Beckill: Rock Lee ha fatto la sua terribile comparsa, sì! XD Ma, cosa più importante, l'han fatta anche i Nara! E Shikamaru soprattutto... Hinata tornerà dal prossimo capitolo, aspettala con pazienza! E spero che questa volta riuscirai a capire la parte che viene, visto che dovrei risistemarla un pochino! ^^
killkenny: eheh, ti piacerebbe vedere Hanabi e Konohamaru insieme, eh? Ma no mio caro, per questa volta nulla da fare! Anche se... mi hai messo una certa pulce nell'orecchio...
dark_angel90: beh, i capitoli lunghi sono belli perchè fan succedere più cose, ma allo stesso tempo se sono frequenti quanto i miei possono risultare pesanti! XD Quindi sono sempre un po' incerta sul numero di pagine... Ma non le cambierò per questo! U_U
kimi: porta pazienza per Jira e Tsu, insomma! Ti ho detto che ne sapremo di più a breve, ora china la testolina e dormi! (era quello che mi dicevano all'asilo prima del pisolino pomeridiano XD) Per quanto riguarda Jin, invece, fattene una ragione. E' tuo nipote, ed è freddo come un Uchiha. O almeno tale vuole apparire. Per quanto riguarda sua madre, come ho già detto: lasciala perdere. Tanto non ne parlerò per un bel po'! XD
arwen5786: cami tesoro, ti ricordo che dal triangolo LeeTenNeji è uscito vincitore il brutto del gruppo, sai? Quindi non darei tanto per scontata la vittoria di Hitoshi... Anche perché lui e Chiharu sembrano davvero non sopportarsi! D'altronde potrei anche cercare di sviarti con una risposta fasulla, quindi chi lo sa? ^^ Senza contare che non è detto che la cosa sia un misero triangolo... mai sentito parlare di quadrilateri? Oh, i Nara hanno fatto solo una breve comparsata oggi, ma nei prossimi capitoli Shikamaru tornerà a dominare la scena! Per quanto riguarda Neji, mi ricordi che devo dirti una cosa quando ci troviamo su msn? Gaara e Kankuro invece sono più o meno a posto. Cioè, il primo lo è. L'altro ancora brancola nel buio ed è più o meno disponibile, se ti va! XD Ammesso che io non mi inventi qualcosa nel frattempo... Per le scene di battaglia epocali metto già le mani avanti. Ci saranno. e sono cose che mentre le scrivevo sentivo l'ombra cupa di Tolkien incombere su di me con i suoi scontri apocalittici, e mi dicevo "dio, con che coraggio scrivo queste cose?". Ergo, aspettati grandi spargimenti di sangue ed eroismi a gogo.
rina: il furetto a quest'ora potrebbe essersi gettato dalla finestra all'ultimo piano dell'attico della sua padrona, dopo lo shock della cattura. Spero per lui che un piccolo ninja volenteroso lo abbia preso al volo e accudito amorevolmente...
maninja87: dunque, io avevo già scaricato il nuovo capitolo di Naruto, ma non lo avevo ancora letto! XD Il tuo commento mi ha ricordato di farlo, e, giuro, sono arrivata alla fine scompisciandomi dalle risate. Ma dai! Shino! SHINO! XD Ahahah! Per non parlare di Zetsu, così affranto per Itachi che ne sembrava innamorato! Non so perché, ma questo drammaticissimo capitolo per me è stato esilarante! Parlando della fic, beh, sì, Chiharu e Hitoshi sono piuttosto irritanti, lo dico io per prima. Gli altri mini-Uchiha, ovviamente, sono in Accademia. Li vedrai presto, ma visto che sono anche più antipatici di Hitoshi (davvero, lui sembra quasi gentile se confrontato alla maggior parte di loro) non mi ci soffermerò a lungo! XD E Jin non è un cyborg. Si atteggia in un certo modo perché è quello a lui più conveniente, ma sotto sotto resta un bambino di sette anni. E ci sono cose con cui non riesce a fingere...
DuniettaS: scusa, quando si tocca la forza di Naruto divento irascibile! XD Credimi, sono la prima a incazzarsi perchè Kakashi è diventato Hokage al suo posto! XD La questione dei ragazzini che Kakashi vuole allenare è complessa. Da un lato io stessa mi dico "insomma, ha tanti altri ninja, lasci riposare i dodicenni!"; ma dall'altro ricordo che a dodici anni (o giù di lì) Sakura e Naruto sono stati mandati contro Gaara, contenitore della monocoda! Insomma, a Konoha appena hanno un coprifronte in testa li lanciano verso le peggio cose! E per assurdo, le superano tutte. Capisco ciò che provi riguardo alle "nuove generazioni", e in effetti è anche il mio problema. Per questo dai prossimi capitoli vedrai un intervento massiccio della vecchia guardia. Non temere, non li ho affatto abbandonati, anzi. Mi sono cari più che mai! ^^
SuperEllen: ma no, addirittura disgrazie sugli Uchiha? XD Lasciali campare, almeno anche Naruto è felice! E sì, ci avevi azzeccato con Jin e Kakashi! Wow, ti sei connessa dal cellulare? Io non ho mai imparato a farlo, ma una mia amica ha tentato invano di spiegarmelo... Un giorno forse imparerò!
Ino_Chan: direi che girando qua e là si trova un po' di tutto di ciò che mi riguarda! XD Sono perennemente nella pagina nelle ultime fic, o quasi! Con il ritmo di aggiornamenti che tengo, va così! Ma grazie per aver lasciato il tuo commento! ^^ Mi ha fatto piacere risentirti!
gracy110: beh, non è che si sia saputo poi moltissimo su Naruto! XD Ma un po' sì. E nel prossimo capitolo, ne saprai ancora di più! Diciamo tutto, o quasi!
Sky_Shindou: le cose si ripetono solo fino a un certo punto. Come scoprirai presto, la storia è destinata a prendere tutt'altra piega, e già dal prossimo capitolo ci sarà una svolta corposa che potrebbe far strabuzzare gli occhi a molti di voi! Ma io mi diverto così, quindi non allarmatevi! E attendi solo due giorni per rivedere Hinata! ^^ Grazie infinite per i complimenti, mi hanno fatta arrossire! XD Non ho ancora imparato ad accettarli, ma ci sto lavorando!
Urdi: ma povero Kakashi! XD In realtà non è poi tanto male come padre, anche perché Jin non lo sopporterebbe uno come Naruto, esagitato e desideroso di mostrare i suoi sentimenti al mondo! E, da brava, non pensare alla madre ora! ^^
queen of night: come ho già detto più sopra, Kakashi va bene come padre per Jin. Considerati i tipi, stan bene l'uno accanto all'altro! XD E le cose sembrano procedere nello stesso modo per i ragazzi e Naruto alla loro età, ma già dal prossimo capitolo succederà qualcosa che vi farà cambiare idea, e forse anche vi stupirà. Per quanto riguarda gli spoiler, anche io leggo le scan su internet, è tutto ciò che possiamo avere per ora! XD Tsunade proponeva Kakashi prima che Jiraya partisse per la missione alla Pioggia!
sammy1987: sì, Jin sembra più grande dei suoi sette anni, ma non fa proprio sfigurare i mocciosi. Dal mio punto di vista anzi li valorizza, li rende umani! Oh, buffo che tu chieda un duello tra Naruto e Sasuke... tra due capitoli potresti vedere qualcosa che ci si avvicina...!
Talpina Pensierosa: sarà bello per te, rileggerla! Per me è un incubo! XD Trovo imperfezioni e stonature OVUNQUE!
Charlie_2702: ho visto che sei diventata assistente! Congratulazioni! E' per me un onore averti tra le recensitrici! ^^ Riguardo alla faccenda della parete degli Hokage, sai che è una cosa a cui ho pensato anche io? Insomma, è una pratica intelligente se come il monte Rushmore ce ne metti quattro e stop, ma quando aumentano che fai? Prolunghi il muro? Inizi a scolpirli negli alberi? O li rimpicciolisci? Che poi se li rimpicciolisci sembrano meno importanti, e allora come la mettiamo? XD Naruto invece sta agendo esattamente come vuole Kakashi, e lui sapeva che sarebbe andata così. Lo conosce troppo bene per non prevedere le sue mosse! Suo figlio d'altronde gli assomiglia molto, ma se continuerà a ronzare attorno a Naruto non è detto che non finisca per cambiare. Si sa che questo volpotto è contagioso! ^^
yayachan: io mi aspetto i messaggi privati, ma occhio che potrei complicarti le cose con le richieste! XD
Reina: certe volte le cose scontate sono tali perché non possono essere altrimenti! Certo, potevo creare un Jin senza capelli grigiastri e con la personalità di Naruto, ma sarebbe stato ancora sangue del sangue di Kakashi? XD (ora visualizza un Kakashi esagitato e sbraitante, e inorridisci) Oh, la rimpatriata Lee/Nara per ora non dice nulla. E' tutto molto tranquillo e leggerino, fino ad adesso. Dal prossimo capitolo, però, la musica cambia.
elie191: non ho capito niente di quello che c'era sotto gli asterischi, ma mi fa piacere che questo metodo si diffonda! XD Per me è decisamente divertente! Ad ogni modo, mi ricordo di te! ^^ E sono molto felice di sapere che sei felice (scioglilingua, sorry XD) che io abbia rimesso mano al Peggior bla bla bla! a metà delle tue lodi non sapevo più dove nascondermi, va beh, ma sto imparando ad accettare i complimenti senza scassare i santissimi al mondo, e i tuoi sono stati un buon allenamento! ^^ Grazie mille per aver lasciato il commento, e a presto (forse XD)!
Maobh: anche io pensavo a Gaara e Sai quando ho deciso che Naruto sarebbe stato il nuovo sensei! Insomma, anche se non sembra lui ci sa fare con le persone! Ah, confesso che la volpe come la vedo io è quella delle recenti puntate dello shippuuden, quindi è possibile che tu faccia un po' di confusione! XD La faccio anche io talvolta... °_° Ma da quando ho visto il monte Rushmore e ho detto "wow, è come in Naruto!", ho deciso che smetterò di preoccuparmi della mia sanità mentale.
Ziba: genitori persiani? Wa, sono partita con il trip immaginifico sul magico oriente! XD Io che sono stata al massimo a San Pietroburgo mi sento molto attirata dall'est (giappone in primis, ovviamente), quindi tutto ciò che è più in là di Trieste (beh, facciamo Ankara) è molto attraente per me! ^^ Quindi i miei ringraziamenti per il commento e per i complimenti sono più che mai sentiti! (che poi tu sei nata in Italia, quindi magari mi manderai al diavolo! XD)
izayoi007: sì, forse non sarebbe male se Jin si unisse al team Naruto... ma per i mocciosi sarebbe una catasgtrofe! XD E poi siamo sicuri che il mini Hatake sia portato per il lavoro di gruppo? Io non ci metterei la mano sul fuoco! E, a proposito di fuoco, attendi con pazienza... Perchè Kyuubi si farà viva eccome!
Elisir86: povero Hitoshi! XD O lo amano, o lo odiano. I più lo odiano! E dire che secondo me è quasi tenero! Naruto patisce relativamente. Cioè, diciamo che gli ho fatto e gli farò ben di peggio, quindi per ora può ritenersi fortunato! XD
harryherm: come puoi amare Jin che sminuisce i mocciosi e nello stesso tempo proclamare la tua adorazione per Hitoshi? E' un controsenso! XD Hitoshi viene sminuto da Jin! Silvia, ormai è inevitabile: devi scegliere. L'uno o l'altro. Non puoi amare entrambi, è destino - Neji insegna. Intanto dimentica Haruka e dimentica la guerra. Tutto ciò accadrà solo molto più avanti, per ora rilassati, prendi una lattina di qualsivoglia bibita, e goditi la pacchia! ^^

Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Dimissioni ***


Naruto2-6

Dimissioni



- Sei -







Chiharu era ancora distrutta.
Non aveva un solo muscolo sano o un’articolazione che non scricchiolasse, e il fianco le prudeva dal giorno prima. Una volta tornata a casa lo aveva controllato davanti allo specchio, e aveva visto un graffio praticamente minuscolo, circondato da un pallido alone rossastro. Non era nulla di preoccupante, e probabilmente era già in via di guarigione, ma proprio per quello prudeva da matti.
Chissà quando se lo era fatto.
Sbadigliando lasciò ricadere la testa all’indietro, sulla panchina che occupava da sola. Posò gli occhi sull’orologio dell’Ufficio per lo smistamento delle missioni, ribaltato sopra la sua testa; erano le nove e un quarto, che fine avevano fatto Kotaro e Hitoshi? Avrebbero già dovuto essere lì.
Grugnì indispettita: se lo avesse saputo, avrebbe dormito qualche minuto in più.
Non che non ci avesse provato, in effetti, ma sua madre le era piombata in camera all’alba infuriata come una biscia, sbraitandole contro per non averla svegliata al suo rientro la sera prima.
Era stato del tutto inutile accampare qualche vaga scusa circa le preoccupazioni per il suo sonno, perché tutto ciò che Haru aveva ottenuto era stato una sveglia traumatizzante e un interrogatorio di tre ore buone sulla missione. E dire che lei se la ricordava a malapena, quella stupida missione! Era passata, l’avevano fatta. Stop. E che Naruto non avesse ancora detto nemmeno uno striminzito “ve la siete cavata” era qualcosa su cui si poteva sorvolare. In fondo sia lei che Kotaro e Hitoshi sapevano che il jonin non poteva sopportarli: non aveva mai voluto essere il loro maestro, e forse non lo avrebbe mai voluto neanche in futuro.
Sbadigliò ancora, guardando distrattamente le nuvole che attraversavano il cielo.
“Ma perché ho deciso di fare il ninja?” si chiese annoiata.
«Oh. Chi si vede» disse una voce sgradevolmente nota, distogliendola all’improvviso dai suoi pensieri.
Haru trattenne un gemito esasperato, e si costrinse a guardare il ragazzo moro che le sorrideva strafottente dal suo metro e settanta di altezza. Gli occhi azzurri chiarissimi le rivolgevano uno sguardo a metà tra il divertito e il soddisfatto, con un velo di arroganza che non spariva mai.
«Nara» riprese lui rivolgendole un cenno. «E’ dal giorno dei diplomi che non ci parliamo»
«Ecco perché mi sentivo così leggera» replicò lei con un sorriso palesemente finto.
Baka Akeru le si sedette accanto ridendo piano, e Haru gli lanciò un’occhiataccia. «Che vuoi?» chiese secca.
«Parlare un po’. Non si può?» il ragazzo si chinò appena in avanti, guardandola da sotto in su.
Va bene, era piuttosto carino. E aveva abbastanza successo con le ragazze, considerato anche che era un buon ninja. Ma Chiharu era abituata ad avere intorno Hitoshi, il non plus ultra delle matricole di quell’anno, e poi c’era Sai, bello da star male e con tutto il fascino dell’uomo maturo. Che pensava di fare quel ragazzino? Credeva davvero di poter competere?
«Fa’ pure» ribatté lapidaria, fissando dritta davanti a sé. «Ma non prendertela con me quando ti daranno del pazzo che parla da solo»
«Sempre più pungente, eh?»
Haru sbuffò. «Senti, possiamo evitare di girarci intorno?» chiese rassegnandosi a guardarlo negli occhi. «Dimmi cosa vuoi» sillabò rigida.
Akeru non rispose subito. Poi sorrise, fece scivolare un braccio sullo schienale della panchina e avvicinò il viso al suo.
“Che diavolo fa?” pensò lei sul punto di scostarsi, ma lui si fermò a un soffio dal suo naso.
«Dimmi cosa sta combinando Jin Hatake» sussurrò.
Ah ecco.
In effetti avrebbe dovuto pensarci prima. Jin. La più grande ossessione di Baka Akeru, lo sapevano tutti. E lei era stata un’idiota a sentirsi lusingata dal suo apparente corteggiamento. Sbuffò.
«Che ne so io?» disse distogliendo il viso. «Non sono la sua baby sitter, e nemmeno ci penso ventiquattro ore al giorno, come fai tu. Certe volte ho il sospetto che tu sia gay»
«Ma a chi vuoi darla a bere?» ribatté Akeru, appoggiando la schiena alla panchina e accavallando le gambe. «Se Hatake parla con qualcuno, quel qualcuno siete solo tu e i tuoi degni compari»
«E’ una mia impressione o il tuo tono è un tantino invidioso?»
I lineamenti del ragazzo si fecero di marmo.
«Non dire cazzate» sibilò fulminandola con lo sguardo. «Ho commesso solo un errore. Un minuscolo errore durante l’esame. E’ per questo che sono finito dietro di voi»
«E dietro Jin» lo corresse lei con un sorriso celestiale. «Che ha sette anni»
«In Accademia sono sempre stato al vostro livello!» sbottò Akeru perdendo il controllo. «E non è giusto che voi formiate un gruppo speciale, e io sia con quella mezza sega di Marimo!»
«Le squadre devono essere equilibrate: se sei tra i migliori, devi stare con i peggiori» ghignò Haru.
«Equilibrate un cazzo! Voi non siete per niente equilibrati!»
«Ehi» intervennero due voci, e altrettante ombre si stagliarono ai piedi di Chiharu e Akeru. «Hai bisogno di qualcosa dalla nostra squadra?»
Haru spostò lo sguardo, e per una volta fu grata di vedersi davanti Kotaro e Hitoshi, in piena posa da eroi-che-arrivano-al-momento-giusto, con tanto di sole alle spalle.
Akeru non fu altrettanto felice della cosa, e si alzò di scatto fulminandoli tutti con lo sguardo. «Ecco i nostri supereroi» sibilò acido.
«Sì, bravo, ora vai a farti un giro» lo liquidò Hitoshi con indifferenza.
«Fottiti, Uchiha»
«Farò finta di non aver sentito il mio prezioso cognome nella tua bocca disgustosa. Ora vai?»
Furibondo, il ragazzo fu costretto a voltare le spalle al gruppo e allontanarsi imprecando contro tutto e tutti. Haru, Kotaro e Hitoshi lo guardarono finché non fu scomparso dietro la curva, poi i due ragazzini sbuffarono.
«E’ il solito frustrato» decretò Hitoshi acidamente.
«Non ti ha fatto niente, vero?» si preoccupò Kotaro.
«Ma per chi mi hai preso?» scattò Chiharu indignata. «Pensi davvero che potrebbe farmi qualcosa?»
«No, ma siamo tutti stanchi dopo ieri…»
Chiharu mugugnò qualcosa, grattandosi distrattamente il fianco, eppure non ribatté. «Siete in ritardo» disse invece accennando all’orologio alle sue spalle. «Sono le nove e mezza»
«Quegli scemi dei nostri genitori hanno deciso bene di regalarci mezzora in più di sonno» bofonchiarono loro. «Per premiarci dell’esito della missione! Ci è andata bene che anche Naruto è in ritardo»
«Secondo voi cosa si fa oggi?» chiese Kotaro emozionato.
«Spero qualcosa di ridicolmente facile» mugugnò Chiharu massaggiandosi il collo. «Se ci propongono un’altra missione di livello B smetto di essere ninja»
«Cosa?» esclamò Kotaro scandalizzato.
«Era un modo di dire» lo tranquillizzò Hitoshi sbuffando.
«E tu che ne sai?» lo punzecchiò Haru.
Ma prima che scattasse il battibecco Kotaro vide all’orizzonte una zazzera gialla, e decisero di rimandare a dopo.
Naruto li raggiunse di umore particolarmente nero, degnandoli a malapena di uno sguardo.
«Dentro» ordinò accennando all’Ufficio per lo smistamento delle missioni, e loro obbedirono di volata.
Questa volta li aspettava una cosetta facile, un misero livello C. Ognuno dei tre membri del gruppo tirò un sospiro di sollievo dentro di sé, e lanciò un’occhiata a Naruto per spiarne la reazione. Ma il jonin era impassibile.
E mentre loro si chiedevano cosa fosse successo per renderlo tanto taciturno, prese e uscì senza neanche aspettarli. Dovettero corrergli dietro.


Esistevano due grandi pareti verticali a Konoha.
La prima era quella che ospitava i volti degli Hokage, la seconda si trovava oltre il bosco, a sud. E non andava verso l’alto. Chi non avesse conosciuto a fondo la geografia del luogo avrebbe rischiato di fare un volo di duecento metri mentre camminava tranquillo per la foresta, tanto era improvviso il dislivello. Ma non era il caso dei ninja del villaggio, ovviamente.
In quella mattina serena, quattro di loro guardavano verso il basso, mentre le correnti d’aria scompigliavano i capelli sulle loro teste, e uno dei quattro era particolarmente pallido. Uno sui dodici anni e il cui cognome era Uchiha.
«Uova di nibbio» sentenziò Naruto guardando cupamente la parete di roccia sotto di loro. «E’ questa la missione di oggi»
«Sono nelle grotte che si aprono in questo muro, vero?» chiese Haru, incrociando le braccia. «Dobbiamo calarci, evitare di farci buttar giù dai nibbi, prendere le uova e tornare?»
«Sì»
La ragazzina sbuffò. «Ma perché chi ha bisogno queste cose non se le procura da solo? Così magari impara che non è una passeggiata»
Rognando tra sé e sé, estrasse la corda dal marsupio e la legò a uno sperone di roccia. Kotaro la imitò subito dopo, efficiente e concentrato, mentre Hitoshi prendeva l’equipaggiamento con molta calma.
Quello era il genere di missioni che più detestava. Non che proprio tutte le altezze gli dessero problemi, ma quelle che superavano i cinque metri lo mandavano in tilt. Nella missione del giorno prima era riuscito a ignorare di essere appostato su un tetto solo perché l’eccitazione del momento glielo aveva fatto dimenticare, ma con un compito tanto semplice non poteva non pensarci.
Si chinò e legò anche la propria corda, mentre già Chiharu e Kotaro iniziavano a calarsi. A quel punto deglutì e fissò giù. Ebbe un capogiro.
Per un attimo ebbe la folle tentazione di voltarsi verso Naruto e implorarlo di risparmiargli quella tortura, ma ebbe l’accortezza di ricordare che il jonin era di pessimo umore, e che era un Uchiha, che cavolo. Allora chiuse gli occhi, strinse spasmodicamente le dita attorno alla corda, e iniziò a scendere.
Naruto non aprì bocca neanche una volta. Rimase a guardarli mentre si calavano a diverse velocità, impassibile di fronte al tremore di Hitoshi così come ai movimenti sicuri di Kotaro.
Quel giorno non avrebbe detto nulla più dello stretto indispensabile a quei tre ragazzini. E questo perché temeva che se lo avesse fatto avrebbe finito per dire loro quanto erano stati bravi il giorno prima. Non poteva dare quella soddisfazione a Kakashi.
Chiharu, a metà strada tra Hitoshi e Kotaro, intravide un nido un po’ a destra rispetto alla sua posizione. Alzò lo sguardo verso l’alto, e vide che l’Uchiha avrebbe impiegato ancora un bel po’ per arrivare a quel punto. Sorrise soddisfatta: la missione era praticamente compiuta.
Si spostò a forza di braccia, oscillando pericolosamente sotto le raffiche di vento freddo, finché non sentì la mano raggiungere un’apertura nella parete.
Fu allora, quando più si sentiva sicura, che ondeggiò all’improvviso.
I muscoli reagirono prima della mente, spingendola ad appiattirsi contro la parete, e il giramento di testa che l’aveva colta scemò rapido con il calare del ritmo cardiaco.
“Ma che cavolo…?” pensò scombussolata, concedendosi qualche istante per riprendersi.
Guardò in basso, verso Kotaro, e lo vide gesticolare per allontanare un nibbio. Oltre, sotto di lui, il paesaggio era terribilmente, terribilmente distante.
Ebbe un altro capogiro, e sentì la fronte imperlata di sudore.
“Le vertigini si possono attaccare come un raffreddore?” si chiese distogliendo rapidamente lo sguardo, e lo puntò nel molto più rassicurante antro che gli stava davanti.
Era una piccola grotta naturale, buia e piena di sporgenze. All’interno riuscì a intravedere un nido di rametti e sterpaglie, e due occhi giallastri che la fissavano. Particolare non trascurabile, tra gli occhi c’era un becco acuminato.
«Okay bello» mormorò estraendo qualcosa dal marsupio con movimenti cauti. «Fai il bravo e non ti succederà niente»
L’uccello sollevò leggermente le ali, emettendo un brontolio sordo e minaccioso; ma non poteva immaginare che il piccolo contenitore nelle mani della ragazza fosse tanto letale. Bastò una breve spruzzata davanti al suo becco, tanto veloce da impedirgli di reagire, e all’improvviso la vista gli si annebbiò.
Con una mano davanti a bocca e naso Chiharu trattenne un sorriso trionfante. Tese una mano, la infilò sotto il corpo caldo del nibbio addormentato, e sentì una superficie liscia e fragile sotto le dita. Con infinita cautela prese due delle uova della covata, e ne infilò una nel marsupio. Prima di immagazzinare anche la seconda si concesse di dare un’occhiata a Hitoshi, che la stava finalmente raggiungendo, e sogghignò tra sé: per quella volta l’Uchiha aveva miseramente fallito.
Una folata di vento la fece oscillare leggermente, mandandole i capelli a sbattere contro il viso, e mentre li scostava accadde per la seconda volta: si sentì ondeggiare, e la parete tremolò davanti ai suoi occhi sbalorditi. Questa volta i muscoli non reagirono, e non ebbe il tempo di chiedersi cosa stesse succedendo; avvertì soltanto una fitta al fianco, le dita che sfregavano contro la roccia tagliente, e l’uovo di nibbio che le scivolava di mano.
La sua caduta al rallentatore fu l’ultima cosa che vide prima di perdere conoscenza.


Le mani lisce ed esperte si muovevano veloci sulla ferita, tastando e sfiorando la pelle calda.
Un gemito sfuggì alle labbra di Chiharu, stesa su un lettino medico nell’ospedale della Foglia, ma i suoi occhi non si riaprirono.
«Allora?» chiese Naruto.
«E’ inutile che mi assilli chiedendomelo trecento volte!» sbottò Sakura fulminandolo con lo sguardo. «Aspetta ancora due minuti!»
Erano nel suo ambulatorio, circondati da boccette di ogni tipo e quasi asfissiati dall’intenso odore di medicinali. Lei indossava un camice bianco immacolato, e con i capelli raccolti in una corta coda bassa sembrava in tutto e per tutto un medico.
Naruto si allontanò di scatto dal lettino, prendendo ad attraversare la stanza a grandi falcate. Sakura gli lasciò fare avanti e indietro un paio di volte, poi sbuffò esasperata.
«Fermati! Ci siamo, so cos’ha! Ma per l’amor del cielo, piantala di fare il frustrato!» gli ordinò.
Naruto obbedì all’istante. «Allora?» chiese ansioso.
«Veleno»
Una semplice parola, detta quasi con leggerezza.
Beh, avrebbe potuto pensarci anche lui. Si sentì un po’ stupido.
«Da dove…?» iniziò a chiedere, ma Sakura lo prevenne.
«La ferita al fianco, forse un kunai» ipotizzò. «Ho qui l’antidoto, ma non è in pericolo di vita. Rilassati: il veleno è penetrato da un graffietto, ha avuto effetto giusto perché lei non lo ha disinfettato. E poi è una schifezza. Chiunque lo abbia preparato non sa neanche da che parte stiano i veri veleni»
«Per fortuna» Naruto tirò un sospiro di sollievo, passandosi le mani sul viso. «Era lì, appesa a centocinquanta metri da terra, e tutt’a un tratto me la vedo penzolare svenuta. E vicino a lei c’era solo tuo figlio, che soffre di vertigini quando sale su una sedia!»
«E che, ti ricordo, l’ha soccorsa» puntualizzò Sakura vagamente seccata, preparando una siringa con l’antidoto.
Naruto non raccolse, e si sfregò gli occhi. Sakura gli lanciò un’occhiata veloce mentre fermava il sangue nel braccio sinistro di Chiharu. «A cosa pensi?» gli chiese.
Lui non rispose subito. Poi, come se gli costasse fatica, mormorò: «La missione di ieri era un livello B. Avrei dovuto immaginare che i kunai fossero perlomeno avvelenati»
«Beh, era un graffio tanto piccolo che non ci avresti dato peso comunque»
«Non è questo il punto!» sbottò il jonin. «Ho passato dieci minuti a litigare con Kakashi perché ritenevo la missione troppo difficile! E poi sono stato proprio io a dimenticarmi le cose più elementari!» Sakura non lo interruppe. «Quando è successo a me, Kakashi se ne era accorto! Con Zabuza, ti ricordi? E io cosa ho fatto invece? Niente! Cosa diavolo ci sto a fare con questi ragazzi se non mi accorgo nemmeno delle sciocchezze? Okay, è un veleno da niente! Ma se cadeva dalla parete? Con che faccia mi ripresentavo davanti a suo padre?»
Tacque, con il fiato corto, e si passò le mani tra i capelli.
Era successo a Chiharu, poi. Proprio lei, la bambina per cui Shikamaru gli aveva chiesto aiuto, quando non sapeva se prendersene cura o cosa. L’incidente che gli aveva permesso di credere che la vita non fosse uno schifo completo, dopo che Sakura e Sasuke lo avevano tradito. Dei suoi tre allievi, quella a cui era più legato, e non come insegnante.
Sakura finì di mettere un cerotto a Chiharu, e buttò la siringa in una bacinella che tintinnò cupa. A quel punto fissò Naruto.
«Quando io, Sasuke, Shikamaru e Rock Lee ti abbiamo affidato i nostri figli, sapevamo che sarebbe stato pericoloso» disse secca. «Vogliono fare i ninja, non i panettieri: è sempre pericoloso. Ma siamo stati contenti quando abbiamo saputo che saresti stato tu il loro jonin, lo sai? Eravamo sicuri che così sarebbero sempre tornati a casa vivi»
«Vuoi girare il coltello nella piaga?» la interruppe Naruto, guardandola esasperato.
«No» ribatté lei piantando le mani sui fianchi. «Voglio dire che il nostro parere non è minimamente cambiato»
«Parli così perché su quel tavolo non c’è Hitoshi!»
«Vuoi andare a chiedere a Shikamaru? Fa’ pure. Ti dirà la stessa cosa!»
Naruto scosse la testa, rifiutandosi di ascoltare.
«Vado a casa» disse con la bocca asciutta.
«Aspetta!» cercò di fermarlo Sakura, ma lui aprì la porta e uscì dall’ambulatorio.
Lei sbuffò. Perché era rimasto tanto impulsivo?
Non fece in tempo a trovare una risposta alla sua domanda, che sentì bussare piano. «Avanti» si arrese, e quando vide spuntare le teste di Kotaro e Hitoshi si lasciò sfuggire un sorriso.
«Come sta?» chiese suo figlio facendosi avanti.
«Bene, si riprenderà in fretta» lo rassicurò con tono materno e contemporaneamente tecnico.
«Cosa aveva?» domandò Kotaro avvicinandosi al lettino.
«Veleno»
I due genin trasalirono.
«Quando avete completato la missione di livello B è stata ferita di striscio da un kunai avvelenato, ma è un veleno che fa schifo, ed era solo un graffietto»
«Però ha rischiato di cadere giù» Hitoshi deglutì, pallido.
“Ma tutti gli uomini devono essere uguali?” si chiese lei.
«Ti sorprenderesti a sapere cosa non ho fatto io con del veleno in corpo» si limitò a dire a voce alta.
Hitoshi le lanciò uno sguardo sbalordito, al che lei gli regalò un ghignetto molto poco materno.
«Questa storia un’altra volta» gli promise. «Ora, se volete, potete restare con Chiharu finché non arriva suo padre»
I ragazzini annuirono, e lei fece per uscire.
«Mamma» la fermò suo figlio.
Si voltò, e lo vide con un’espressione rammaricata che poche volte gli aveva visto.
«Cosa c’è?» chiese, più preoccupata di quanto sarebbe stata normalmente.
«Secondo te…» Hitoshi deglutì, incerto se proseguire o no. «Secondo te, Naruto ci troverà mai sopportabili?»
Sakura spalancò gli occhi, basita.
Solo due minuti prima il jonin si stava tormentando per la loro sorte nel preciso punto in cui si trovava lui ora; come poteva quel ragazzino chiedersi se li trovasse sopportabili?
Di fronte alla sua espressione, Hitoshi arrossì e fece rapidamente marcia indietro.
«Lascia perdere, dimentica quello che ho detto» borbottò dandole le spalle. «Vai a chiamare i genitori di Haru»
Sakura sbatté le palpebre incredula. Ora poteva anche lasciar cadere il discorso, ma più tardi avrebbe dovuto tornarci sopra. Con suo figlio e con Naruto.
Uscì dall’ambulatorio, lasciando i genin da soli, e a quel punto Kotaro e Hitoshi si scambiarono un’occhiata.
«Cosa succederà adesso?» domandò piano il primo, guardando la compagna addormentata.
«E che ne so» bofonchiò il secondo fissando il pavimento. «Credo che Naruto potrebbe anche chiedere di smettere di essere il nostro jonin. Hai visto come era arrabbiato quando Haru è stata male? Probabilmente ora ci odia del tutto, viste tutte le grane che gli procuriamo»
«Già» annuì Kotaro afflitto. «Che peccato. Aveva finito per piacermi»
«Tsk. A me per niente» sbottò Hitoshi.
Ma parlando distolse lo sguardo e arrossì appena.
Non aveva mai imparato a mentire decentemente.


Naruto era seduto sotto il portico di un piccolo cortile interno, con la schiena appoggiata a una colonna di legno massiccio.
All’interno della residenza principale c’era sempre tanto silenzio; troppo silenzio. Ma, nonostante trovasse fastidioso il nulla che gli riempiva le orecchie, lui non smetteva di fermarsi in quel giardino, da solo, lontano da tutti. Quando si sentiva soffocare, quando aveva bisogno di staccare la spina, veniva lì e passava un paio d’ore svuotando la testa.
Ma oggi faticava a non pensare. Fissava l’erba senza vederla davvero, cupo, tormentato, e continuava ad arrotolare gli stessi argomenti dentro la testa, come un disco rotto e stonato.
Non voleva essere un insegnante. Lo aveva detto subito a Kakashi, dannazione; e ora si trovava in quella situazione orribile perché lui non lo aveva ascoltato.
Si prese la testa tra le mani e chiuse gli occhi.
Non poteva continuare a dividersi per stare dietro a tutte le cose, non ce l’avrebbe fatta. E se un giorno fosse successo qualcosa di irreparabile? Se Hitoshi o Kotaro…
«Papà, papà!» alzò la testa di scatto quando uno scricciolo leggero gli si arrampicò addosso all’improvviso. «Preso!»
Involontariamente gli sfuggì un sorriso, mentre con una mano si tirava giù dalla spalla una bambina scalciante e parecchio bellicosa sui sei anni.
«Non vale!» strillò la piccola dimenandosi sulle sue ginocchia e scuotendo i capelli neri e lisci. «Ti avevo preso!»
«Dovevi riuscire a conservare la preda» scherzò solleticandole la pancia.
La bambina scoppiò a ridere, e lo guardò con l’adorazione più profonda impressa negli occhi candidi.
«Un giorno sarò ninja come te!» esclamò convinta.
Naruto si rabbuiò, e la raddrizzò.
«Papà?» fece lei ridimensionando notevolmente l’entusiasmo. «Ho detto qualcosa di sbagliato?»
«No, piccola» la rassicurò lui sorridendo. «Ma questa sarà una cosa di cui discuteremo ancora»
La bambina lo guardò perplessa, senza capire.
«Naruto, ecco dov’eri» disse un’altra voce a un tratto.
Dal portico, con i capelli neri raccolti sulla nuca e un kimono bianco, Hinata Uzumaki gli sorrise timidamente, come sempre aveva fatto e sempre avrebbe fatto in futuro. Nascosta dietro le sue gambe una bambina di pochi anni, identica a lei, sorrise nello stesso modo.
«Mi hanno detto che sei rientrato prima» continuò raggiungendolo e scendendo nel giardino. «Cosa succede?»
Lui la guardò un istante, mettendo giù la figlia; poi si protese e abbracciò Hinata, con una presa forte e delicata al tempo stesso, nascondendo il viso nella sua spalla.
Lei non gli chiese nulla. Se era rimasta sorpresa dal suo gesto, non lo lasciò vedere. Semplicemente, fece scivolare le braccia attorno alla sua schiena e gli accarezzò i capelli dolcemente.
«Guarda papà e mamma» borbottò la bambina più grande a quella più piccola, nascondendosi con una mano.
«Cosa fanno?» chiese l’altra, in assoluta buona fede.
«Si danno i bacini!»
«Non è vero!» protestò Naruto staccandosi. «La stavo solo abbracciando»
Con uno strillo divertito la bambina più grande corse via. Quella più piccola la guardò allontanarsi, poi guardò suo padre come chiedendo consiglio.
«Vai a giocare con tua sorella» le concesse lui. E solo allora anche lei se ne andò, un po’ instabile sulle gambine tozze. Hinata dedicò loro ancora un sorriso, finché non scomparvero all’interno della residenza principale degli Hyuuga.
«Sono l’unica nota di vita qua dentro» commentò Naruto con un sospiro.
«Solo perché Neji fa in modo di stare fuori il più possibile» disse lei.
«Io dico che dovrebbe sposarsi pure lui, e mettersi a sfornare qualche piccolo bambino dai poteri straordinari»
Hinata rise nascondendosi dietro una mano, come aveva sempre fatto, e suo marito le sfiorò il ventre rigonfio sotto il kimono con una dolcezza estrema.
«Così magari i nostri figli sarebbero amici» disse piano. «Ma non ninja» aggiunse dopo un istante.
Hinata rimase interdetta.
Era un po’ di tempo che Naruto se ne usciva ogni tanto con frasi strane. Poche parole buttate a caso, accenni infinitesimali al non essere ninja…
Tutto ciò da quando aveva iniziato ad addestrare i figli di Sakura, Temari e Tenten.
«E’ successo qualcosa?» si azzardò a chiedere.
Naruto abbassò lo sguardo e corrugò la fronte.
«Nulla» mormorò. «Ma da domani potrò essere con te completamente, non più solo a metà. Il mestiere di insegnante non ha mai fatto per me, l’ho sempre detto a Kakashi. Ho deciso di dare le dimissioni»


Shikamaru si trovò ad attraversare l’intero villaggio a passo spedito, l’ampia fronte corrugata e un unico pensiero in testa.
Che diavolo era successo così all’improvviso? Perché le cose si erano scombussolate tanto repentinamente?
Raggiunse le scale che conducevano allo studio del Sesto Hokage e fece i gradini due a due. Mentre saliva la prima rampa, ripercorse frettolosamente i brevi minuti che erano stati la causa della sua visita lì.

Era all’ospedale, nella stanza di Chiharu. Quando Sakura l’aveva chiamato, aveva subito messo le mani avanti dicendogli che non era nulla di grave, e per questo non si era preoccupato eccessivamente. Non si fidava di nessun medico come si fidava di lei.
Però, da bravo padre che stravede per l’unica figlia, era corso subito alla clinica per essere almeno presente al suo risveglio, limitandosi a lasciare un bigliettino per Temari quando fosse tornata dalla spesa – sì, anche lei faceva di queste cose prettamente casalinghe.
Quando era arrivato, Chiharu aveva già aperto gli occhi e stava discutendo animatamente con Hitoshi su qualcosa circa l’ultima missione. Se Shikamaru non aveva sentito male, la sua adorabile figliola sbraitava che era arrivata prima a prendere… le uova di nibbio?, e che quindi il piccolo Uchiha non doveva darsi tante arie, perché anche senza il suo aiuto se la sarebbe cavata.
Shikamaru non conosceva i dettagli dell’incidente, ma si era ripromesso di ringraziare Hitoshi in separata sede, qualunque cosa avesse fatto.
Comunque era entrato nella stanza senza bussare, sapendo che in ogni caso non l’avrebbero sentito, e al suo ingresso Chiharu si era bloccata di colpo ed era avvampata fino alla radice dei capelli.
«Che diavolo ci fai qui?» era stata la prima, amorevole cosa che gli aveva detto.
«Mah, non so. Forse mia figlia è stata avvelenata?» aveva ribattuto lui seccato. «Ma può darsi che io abbia sbagliato stanza»
«No no, è il posto giusto» gli aveva assicurato Hitoshi lanciando un’occhiata acida alla sua bambina. «E se la tenga tutta, perché io non voglio averci più niente a che fare con quest’ingrata!»
«Ma chi ha bisogno di te?!» era sbottata lei aggressiva, e il piccolo Uchiha aveva sollevato il dito medio nella sua direzione – tentando invano di non farsi vedere da Shikamaru – per poi afferrare Kotaro per la collottola e trascinarlo via di peso. «Andiamo!» aveva bofonchiato mentre quasi lo strozzava per uscire. «Se sopravvive, mi aspetto le sue scuse!»
«Aspetta e spera!» aveva gridato Haru quando loro erano già fuori.
Poi aveva incontrato gli occhi di suo padre ed era arrossita di nuovo. Aveva incrociato le braccia sul petto, gesto che faceva sempre quando qualcosa la metteva a disagio, e aveva messo su un broncio degno di sua madre.
«Che c’è?» aveva domandato seccata. «Sto bene, tra due ore torno a casa. Potevi anche evitare di venire fin qui! O tua moglie pensa che potrei fare qualcosa di strano nei dieci minuti che ci metto a tornare?»
Shikamaru aveva sospirato e si era grattato la nuca. Il rapporto tra le due donne di casa non era mai stato idilliaco, forse perché erano davvero troppo simili.
«Tua madre non sa ancora che sei in ospedale» le aveva detto pacato, cogliendola in contropiede.
Chiharu era rimasta immobile per un paio di secondi, poi si sera stretta nelle spalle e aveva guardato altrove. «Meglio. Anzi, se potessi eviterei di farglielo sapere del tutto» aveva borbottato.
«Sai che non starò zitto» l’aveva smontata subito lui. «Se per disgrazia lo scoprisse in altri modi, mi ucciderebbe per averglielo tenuto nascosto»
«Il tuo problema è che non ti sai far valere!»
Veramente era il problema del suo clan dall’alba dei tempi. Eppure tutti i Nara maschi si ostinavano a sposare donne infernali; poteva definirsi spirito di sacrificio? O semplicemente masochismo?
«Sai che sono un uomo debole!» aveva sospirato Shikamaru in tono rassegnato, liquidando la questione.
«Non è vero!» aveva insistito Chiharu, piccata. «Sei dannatamente intelligente, mentre lei è una donna mediocre! Eppure tu non apri mai la bocca e lasci che ti metta i piedi in testa!»
«Per favore, possiamo evitare di parlarne?» aveva tentato lui per l’ultima volta.
«Ma sì, ‘evitiamo di parlarne’!» era sbottata lei sprezzante. «Tanto sono solo una bambina scema che non capisce niente e deve essere controllata a vista, vero?»
«Nessuno di noi ha mai detto una cosa del genere, e…»
Non era mai riuscito a completare la frase, perché in quel momento Hitoshi e Kotaro si erano precipitati nella stanza come furie e lo avevano interrotto.
«Haru! E’ successo! Lo ha fatto davvero!» aveva strillato Kotaro con il viso arrossato e il panico negli occhi. Ma era stato Hitoshi a dare la notizia:
«Naruto ha dato le dimissioni! Da adesso abbiamo un altro maestro!»

Shikamaru bussò alla porta dello studio del sesto Hokage, con il respiro leggermente accelerato.
Stava iniziando ad essere troppo vecchio per correre su quelle scale come un adolescente, avrebbe dovuto imparare a darsi una regolata.
Naruto ha dato le dimissioni.
Era una frase semplicemente assurda.
Primo, perché Naruto non abbandonava mai a metà qualcosa che aveva iniziato, lo aveva sempre detto; e secondo, perché Kakashi non gli avrebbe mai e poi mai permesso di lasciare l’incarico.
Prima di affidare Chiharu, Kotaro e Hitoshi a lui, il sesto Hokage ne aveva discusso con i genitori di tutti e tre, vista la situazione particolare. Nessuno di loro aveva avuto obiezioni, anzi, e Kakashi sorridendo aveva detto di esserne soddisfatto: «Anche perché non ho alcuna intenzione di cambiare idea a questo proposito», aveva concluso.
Quindi era assolutamente impossibile che ora Naruto non fosse più il maestro di sua figlia. Inconcepibile. E lui era lì solo per accertarsi di aver capito male.
«Avanti» lo invitò dall’interno la voce nota del sesto Hokage, e Shikamaru entrò nello studio senza tante cerimonie.
«Ti aspettavo» gli disse Kakashi, accennando alla sedia davanti alla sua scrivania.
«E’ vero?» chiese subito il jonin senza accomodarsi.
«Se ti riferisci alle dimissioni di Naruto, temo proprio di sì»
«Aveva detto che non lo avrebbe permesso!» sbottò Shikamaru raggiungendo la scrivania sommersa di carte e posandovi le mani sopra. «Cosa è cambiato in questo tempo? E’ per la storia di Chiharu? Ma non è un problema!»
«Non è per quello» lo blandì l’Hokage. «Siediti, per favore»
Questa volta Shikamaru fu costretto ad obbedire, e si accomodò sulla scomoda sedia in legno e metallo. Fissò Kakashi, in attesa.
«Quando ne abbiamo parlato, ho detto a te e ai genitori di Kotaro e Hitoshi che non avrei cambiato idea su Naruto, anche se uno di voi avesse avuto delle obiezioni in merito» iniziò lui. «Tuttavia, adesso la situazione è un po’ diversa: ora è Naruto a non voler essere più il loro maestro»
«Perché?» lo interruppe Shikamaru, corrugando la fronte. «Non ha senso, non si è mai arreso di fronte a nulla!»
«Questa volta sembra di sì. E’ convinto di non essere in grado di seguire i ragazzi come si deve, pensa che con lui e con le mie ‘missioni suicide’, testuali parole, finirebbero solo per ammazzarsi; e non vuole averli sulla coscienza. O così sostiene»
«Ma quante stronzate!» sfuggì al jonin. «Non poteva semplicemente mandarlo al diavolo e rispedirlo indietro? Al nostro primo colloquio ci ha detto chiaro e tondo che solo lui avrebbe potuto essere l’insegnante dei ragazzi!»
«Credi che non ci abbia provato?» Kakashi lo fissò con un’occhiata penetrante. «Gli ho detto che non avrei accettato le sue dimissioni; sai cosa mi ha risposto? ‘Va bene. Allora quei tre andranno in missione allo sbaraglio, perché io non mi farò più vedere’. A questo punto cosa avrei dovuto fare?»
Shikamaru si passò una mano tra i capelli, esasperato.
La cosa aveva sempre meno senso.
Naruto era impazzito? Se c’era un ninja che non si arrendeva di fronte a nulla, quello era lui! Non poteva gettare la spugna così, uscendosene con frasi come ‘non voglio averli sulla coscienza’! Non aveva senso! Dopo una cosa simile il mondo si sarebbe capovolto!
Ma era inutile prendersela con Kakashi. In effetti davanti alla minaccia di Naruto non aveva potuto fare altro che prendere atto delle cose e preoccuparsi di trovare un altro maestro provvisorio per i ragazzi.
Il problema era proprio Naruto.
Shikamaru si alzò in piedi, cupo in viso.
«Hai intenzione di fare qualcosa?» si informò Kakashi fissandolo intensamente, come in attesa.
«Ho una mezza idea» ammise lui, mentre il suo cervello già lavorava a pieno regime. «Ma mi servirà l’aiuto di Sasuke»
Il sesto Hokage annuì soddisfatto. «Già che ci sei, di’ a lui e a Rock Lee che possono evitare di passare qui da me, a meno che non abbiano voglia di timbrare qualche quintalata di documenti. A proposito, tu non saresti disposto a…?» accennò ai plichi sulla scrivania con il capo.
«Senza offesa» si affrettò a interromperlo Shikamaru. «Ma le ricordo che sta parlando con il ninja più svogliato della Foglia. Credo che abbia mirato malissimo»
Kakashi sospirò rassegnato.
«Pazienza. Vorrà dire che dovrò sorbirmi un’altra strigliata da parte dei miei assistenti»
Il jonin si concesse un sorriso, poi tornò serio.
«Giusto per curiosità, chi è il maestro provvisorio?» domandò.
«Ah, sì; lo conoscete anche voi: si tratta di Sai» rispose Kakashi con noncuranza.
Shikamaru fece una smorfia. Chiharu non avrebbe gradito per niente la cosa. E di conseguenza il clima in casa si sarebbe fatto orribile.
Accidenti a Naruto.









Nel prossimo capitolo...


«Quando te li abbiamo affidati eravamo convinti che sarebbero sempre tornati a casa» gli disse il capoclan dei Nara, con occhi accusatori. «E ora non solo mia figlia si ritrova avvelenata, ma tu pianti tutto a metà»
«Senti» borbottò Naruto alzandosi a sedere. «Non è così semplice»
«A no?» disse la voce di Sasuke, alle sue spalle. «A me sembra addirittura banale: ti sei arreso»







* * *

Spazio autore

Sono una persona ingenua se davvero penso che tutti voi leggiate questo spazio solo alla fine del capitolo.
D'altronde, anche io gli do un'occhiata prima della lettura, nelle fic che preferisco.
Quindi, perchè non si verifichino incidenti come quello della volta scorsa
(ovvero harryherm che mi si è depressa prima ancora di leggere la prima riga)
ho deciso che qui ci sarà scritto poco o niente di ciò che riguarda ciò che avete appena letto.
*linguaccia*
Insomma, una si sbatte per mettervi giù le cose in un certo modo, e voi ve le spoilerate così?
Non si fa, non si fa. Se no io che ci sto a fare qui? é_è

In compenso posso dirvi che la soluzione ai problemi di Naruto è vicina!
(grazie al cielo; persino io rabbrividivo di fronte alle stranezze di quest'uomo!)
Il prossimo capitolo sarà diviso in due parti, e la prima che leggerete sarà molto più corta della seconda per esigenze di copione.
(cioè perché voglio il finale bastardo)
Ma soprattutto, sarà dedicata principalmente alla vecchia guardia! ^^


PatoPato: è dal quarto capitolo che mi dico 'devo rispondere a PatoPato' e che, puntualmente, me ne dimentico! Ma oggi per fortuna ce l'ho fatta, e dunque eccomi qui! Dici che non ti aspettavi che uno dei protagonisti fosse il figlio di Tenten e Rock Lee, perché non li avevo considerati molto. A dire il vero quel poco di attenzione che hanno avuto è dovuta proprio all'esistenza in questa fic di Kotaro! Dovevo dare una motivazione alla sua nascita, in qualche modo! E poi volevo che quel pairing fosse una sorpresa totale, per cui l'ho tenuto molto defilato fino alla sua rivelazione definitiva. Ma non temere riguardo a lui: ha una sua personalità, e presto lo vedrai in competizione a tutti gli effetti con il perfettino e precisino Hitoshi. Ognuno dei tre mocciosi ha i suoi punti di forza e le sue debolezze, ma si evidenziano in momenti diversi. Se Chiharu è abbastanza semplice da muovere (anche se fa un po' quello che vuole) e mostrare, e Hitoshi è di una banalità quasi elementare, Kotaro invece talvolta mi da problemi. E' difficile conciliare il temperamento di Rock Lee con quello di Tenten, e infatti ne è uscito qualcosa che spesso nasconde i suoi pensieri anche a me. So che al lettore non sembra, ma dei tre Kotaro è il più problematico a livello psicologico. E Kakashi in realtà è un Hokage migliore di quello che sembra (lo so che "quello che sembra" è proprio uno schifo! XD), ma per ora non ha ragione di mostrarlo. Finché tutto è tranquillo può leggersi l'antologia della pomiciata in santa pace! Dal momento che non so quando ti risentirò, mi scuso per la risposta tardiva e ti auguro tutto ciò che posso augurarti! ^^
endlesstars: oh, lo so che all'inizio tutto sembra filare un po' troppo liscio e banale. Amo le prime impressioni sbagliate. D'altronde, anche se le cose possono sembrare prevedibili, bisogna tenere in conto che sia i mocciosi che Naruto, l'Hokage e la situazione internazionale sono diversi. La vita può essere infiocchettata giusto per i primi dieci capitoli, poi inevitabilmente succede qualcosa. Ed è lì che io mi diverto (nota: in Sinners mi divertivo quando Kyuubi faceva danni, quindi trai le tue conclusioni) Poi, beh, al momento non ci sono ninja traditori da recuperare, coppie che scoppiano, demoni in procinto di liberarsi... Dammi tempo per questo ed altro! ^^ (ne parlo come di un'allegra festicciola, ora che me ne rendo conto... XD Che ficwriter malata!)
fedecr90: eh, 'casa Uzumaki' mica tanto! Diciamo che questa è 'casa Hyuuga', e non è molto allegra. Ma presto le cose cambieranno, abbi fede! XD
bambi88: uh. Sai che me ne ero scordata? XD Ora ricordo da dove esce Haru! L'adorabile zietto demoniaco! Meno male che ci sei tu a dirmi le cose! ^^ E i genitori in effetti sono troppo sexy per i miei gusti. Cioè, la tentazione è di accollare a tutti un complesso di Edipo con i fiocchi, soprattutto a Chiharu... A-hem. Niente fantasie. Dicevo? Ah sì. Guarda che anche Rock Lee, con un sacchetto in testa, è sexy. U_U
gracy110: see, la missione non è andata proprio alla perfezione, considerato questo capitolo! Anzi, avrà conseguenze molto pesanti. Comunque qui hai visto com'è Naruto papà (personalmente sono combattuta: vorrei essere Hinata o una delle figlie? *ç*), anche se ancora non è il Naruto genuino che ci si aspetta! ^^ In bocca al lupo per la scuola! Spaccali tutti! XD
Hipatya: "e Ino-chan? Dove l'hai spedita, povera piccola biondina? Mi manca già!" Per queste tue parole potrei disconoscerti a vita, lo sai? Ino-chan? povera e piccola? Ti manca?! Blasfemia! Ma chi la vuole quella? ... Ok, il mio lato fanghèrl si assopisce e lascia il posto al lato un po' più serio. Ino tornerà tra qualche tempo, un po' di pazienza grazie. E tornerà in grande stile, con una sorpresa che - spero - scioccherà molti! Anche Neji tornerà sugli schermi, e non li abbandonerà tanto in fretta. Coriosamente, sia lui che lei compariranno nello stesso capitolo. Oh, grazie mille per i complimenti su Naruto! A dire il vero ora è talmente OOC che mi mette i brividi, ma presto tornerà quello di sempre, e respirerò meglio! I mocciosi invece sono già loro - ahimé - e andando avanti scoprirai che hanno altre sfaccettature davvero odiose. -.- Li amo giusto perché sono la loro mamma! XD (beh, Kotaro mi piace davvero!)
kimi: questo team ti ricorda quando nel gruppo Kakashi ssi volevano bene? Ohibò, mi sono persa quelle puntate? C'è mai stata una volta in cui si volessero tutti bene? XD Dai, quando iniziavano ad andare d'accordo Sasuke ha perso la bussola! (maledetto Kishi... ma forse non ci appassionerebbe tanto se Sasuke non fosse un piccolo bastardo traditore, indegno d'esistere e consumare ossigeno, meritevole della gogna, delle frustate, della fucilazione, di...) Shika e Tema invece hanno ragionevolmente avuto una sola figlia. Immagina per un attimo il pigro Shika e l'irritabile Temari che litigano per chi va a calmare la bambina di notte, e chiediti se sarebbero disposti a fare il bis! XD
Talpina Pensierosa: in effetti non ho capito proprio niente delle tue X! XD Ma è stato divertente scervellarcisi sopra per un'ora!
Charlie_2702: sai, io ho un grande difetto. Le trame che m'invento sono di una complicazione assurda perché prevedono che io lanci accenni all'alba del capitolo tre e li riprenda a cinque capitoli dalla fine. Lo so, non ci posso fare niente, mi diverto così! XD E quindi è normale che alla fine di ogni capitolo ci siano tante domande nella tua testa, anzi è per me fonte di orgoglio! E visto che io per prima voglio sistemare i casini, mi trovo a scrivere un sacco e aggiornare in fretta. Per ora il meccanismo è ben oliato, insomma. Per quanto riguarda i cognomi, con Tenten la motivazione è una sola: ma che diavolo di cognome ha, da ragazza?? Cioè, Kishi ce lo ha mai detto? ç_ç E anche Rock Lee. Ma qual è il nome? E il cognome? Sigh, mi sono dovuta inventare tutto, da cima a fondo! L'unico cognome che non sembra avere logica è Hinata Uzumaki: essendo gli Hyuuga il clan più importante nella coppia NaruHina, lui avrebbe dovuto entrare nella famiglia di lei. Ma per questo c'è una spiegazione, e verrà svelata tra due miseri capitoli! Sai non è pedofilo, tranquilla! XD Diciamo che... è molto interessato alle relazioni sociali, sì. Insomma, Chiharu è un caso umano, forse anche uno meno strano di lui avrebbe la tentazione di studiarla un po'. Oh, Kyuubi e la guerra... arriveranno anche quando non li vorrai, credimi. U_U Just have patience!
elie191: a dire il vero Naruto che fa lo scontroso per non ammettere di aver sbagliato a me sembra molto naturale! XD Ce ne vuole per farlo sciogliere, lui! Ricorda la stretta di mano con Gaara, per esempio.
Urdi: vuoi la ChiharuSai, eh? Beh, ma non sai ancora se lui è libero! XD E comunque... mai dire mai, quando si tratta della sottoscritta. Certo, a questo punto diciannove anni di differenza sembrano tanti, ma quando lui ne avrà sessanta saranno molti meno! XD (per carità, non prendermi sul serio in questi frangenti!) Niente casa Uchiha per ora! E quando apparirà, sarà in frangenti molto poco seri, tranquilla! Sasuke ha un lavoro con i controfiocchi, ovviamente, ed è diventato... uhm... un ometto divertente, sì sì. Cioè, per me! XD
fenice87: non parlarmi di SasuNaru, che fino alla settimana scorsa ero partita in trip con lo yaoi! Poi per fortuna mi sono redenta e tutto è tornato alla normalità. U_U Ebbene sì, Naruto è padre! Di due figlie e mezzo, per ora! XD
yayachan: Sasuke versione insegnante lo vedo eccome. "Non siete in grado di far fuori uno squadrone ninja e avete già otto anni? Che pena. Datevi all'ippica". E fu così che la forza militare di Konoha si estinse bruscamente quando i bambini furono tutti ricoverati in analisi per trauma infantile. Fine di Naruto. Oh, lo sfondo è tuo appannaggio. Scegli tu se lo vuoi fare o meno, dipende dal disegno e da come ti esce! Se è una scena di "vita vera", fallo, se è calata fuori da ogni contesto, non farlo! ^^ Come preferisci (e non ti azzardare a ripropormi la domanda!)
slice: in effetti non tutti rispondono alle recensioni, ma io pazza masochista ho deciso di bruciarmi il tempo libero facendolo! Non ti dico quanto ci metto ogni volta, però mi fa piacere avere un dialogo con i lettori! ^^ La tua fanfic spero di poterla leggere a breve, perché al momento mi trovo un po' in panne con lo studio... @_@ Ma tu ricordamelo ogni tanto, se dovessi dimenticarmene!
SuperEllen: come già detto in questo capitolo, Sai si diverte con Haru. Ora, spieghiamo wuest'affermazione: da un punto di vista psicologico, la piccola Nara è un soggetto interessante. Orgogliosa e ambiziosa ma pigra, vuole mostrarsi adulta ma sa di essere una bambina, vuole l'indipendenza ma non vuole faticare per averla... Sai passa metà della serie a capire come funzionano le persone e i rapporti sociali, quindi immagino che trovarsi davanti a una ragazzina come lei, che per di più gli sbava dietro, sia interessante per lui. Ma mettiamo le mani avanti: il "gran Sai", colui che si è ripassato tre quarti di Konoha in gioventù, non può essere fisicamente attratto da una tredicenne scorbutica. I suoi motivi di interesse sono altri. E quindi, se sembra incoraggiare la cotta di Chiharu, è solo perché, da bravo insensibile bastardo qual è, la trova interessante. Certo, tutto questo lo so io che sono l'autrice e ora tu. I personaggi all'interno non possono che strabuzzare gli occhi davanti al comportamento di Sai! XD Kakashi si comporta in un certo modo con Naruto perché ha i suoi motivi. Può sembrare scorbutico, è vero, ma in fondo è stato il suo maestro e non lascia che lui si rovini da solo, senza fare nulla per impedirlo. Con uno come Naruto, spesso, ci vogliono le maniere forti! La missione di livello B, ovviamente, non è stata proprio tutta rose e fiori. Certo, i mocciosi hanno avuto fortuna, ma Chiharu non tanto, a conti fatti! A proposito, da quel che ho capito nel manga le missioni di livello B sono di solito assegnante a chunin e jonin. E' per questo che ho ritenuto "sufficiente" tirar fuori dalla manica tre chunin questa volta. Missione B, dopo che siamo stati abituati a Sasuke, Orociok e Kyuubi, significa mezza cavolata! XD Jin... uhm... sai che non mi ricordo quando ricompare? XD Oh, beh, comunque non troppo tardi! ^^
arwen5786: proprio perché Tenten è una che sa quello che vuole, sono orgogliosa del fatto che abbia scelto Lee e non Neji! Tutti avrebbero preferito il bello e impossibile, ma lei no. Lei ha preso quello problematico, e nonostante ciò è riuscita ad essere felice! Che donna! XD Oh, non vedo l'ora di leggere i commenti di tutte voi amanti di Chiharu quando succederà "quella certa cosa"... Io immagazzino ogni vostra frase e attendo, ridacchiando. Poi si vedrà... anche se tu, in effetti, potresti non mutare opinione! XD (non scervellarti a capire a cosa alludo, non ne verresti a capo comunque) ARGH! Come osi snobbare Kankuro?! Beh, da un lato sono contenta, così me lo prendo io, ma dall'altro... tsk. Non capisci niente! Per quanto riguarda Gaara, sappi che Matsuri non è contemplata in questa fanfic. U_U Non esiste proprio. E su queste dolci (?) note, ti saluto con un bacione! E finalmente spero di riuscire ad avere abbastanza tempo per leggere e commentare la tua fic, visto che sono due giorni che cerco invano di avere un'ora di internet libera!
sammy1987: il problema di Naruto non è la paternità, ma è qualcosa che è legato ad essa. Oh, non temere. Nel giro di due capitoli ti sarà tutto chiaro, ma per ora siediti e aspetta con pazienza! ^^
rina: oh, che bello leggere di qualcuno che ha capito l'andazzo di Sai! Tante recensioni mi parlano di pedofilia e ambiguità, per fortuna c'è chi sa già come andranno le cose e tira fuori la noia! Sono contenta che parte dei lettori non conosca la storia! XD
Yume_Tsuki: mah, mica l'ho capito! Non so perché la gente si vergogni ad ammettere l'affetto, ma personalmente trovo tenere le persone che lo fanno! ...Per i primi cinque minuti. Poi mi arrabbio! XD Sarà che io sono una persona che dice in faccia l'affetto e nasconde l'odio sotto il cuscino! XD
dark_angel90: beh, i marmocchi del biondino li hai visti! LE marmocchiE, per ora! XD Ma chissà cosa alberga sotto il pancione di Hinata?
DuniettaS: "casco dal pero e mi ci riarrampico"! XD E'... E' bellissima! Ti prego, concedimi di riutilizzarla un giorno l'altro, perchè è splendida! Le figlie di Naruto al momento non hanno nessun problema, te lo garantisco. Però c'è qualcosa, nell'ambito "famiglia", che ha finito per appesantire il nostro volpino. Tra due capitoli saprai cos'è! ^^
Maobh: Naruto è apprensivo eccome nei confronti della famiglia! Ma il motivo della sua stranezza non è questo! ^^ E il "ritardo nel procreare" di Kakashi ha una sua fondatissima spiegazione. Mi fa piacere che tu l'abbia notato, perché è un argomento destinato a ritornare! Casa Uchiha arredata di rosa? Ce lo vedi Sasuke che si stende sotto un copriletto rosa? Come minimo vomita! XD Gli arredi sono tutti di classe, tranquilla. In fondo Sasuke è ricco sfondato, può permettersi questo ed altro!
Ino_Chan: grazie per i complimenti, ma per ora mi va bene stare dove sto! XD E finalmente hai visto la famiglia di Naruto! Pensi ancora che siano carini? XD (io già potrei rischiare di trovarli insopportabili! XD)
Kaho_chan: ufficialmente Naruto è un cretino. E Chiharu è ambiziosa, lei vuole che quelli con un certo stile! Vuole quelli simili al papy, per intenderci! XD Ino tornerà, tranquilla, e con una, anzi due sorprese. Devi solo pazientare un poco! (ah, escludi subito che torni al fianco di Gaara. Non ho mai sentito pairiing più crack del GaaIno! Sembra una parolaccia!) Oh, che bello vedere che qualcuno si ricorda della segretara di Danzo! Ma dovresti anche ricordare che suo figlio ha l'età di Chiharu, più o meno. Mentre Jin ha soltanto sette anni. Per la cronaca, il figlio di Reira è Baka Akeru! XD ... Ok. Sono disgustata dal nome dato alle sopracciglia di Rock Lee. ò_ò Ho avuto un flash terribile di Tenten che le pettina amorevolmente, e, ti giuro, non è stato affatto piacevole. Poi ho avuto anche un altro flash: Kotaro vestito con il mantello di Alba di fronte a una Mei piena di istinti vendicatori, in pieno Uchiha style, e lì sì che sono scoppiata a ridere. No, cioè, te lo immagini lui con lo sguardo truce sotto le sopracciglia sferzate dal vento? Brr... Le scenette-pucci tra Hitoshi e Sakura ci saranno eccome. Scherzi? Non potevo mica lasciarmi scappare l'opportunità! Ora hai capito perché Naruto non può stare di più con gli allievi e meno con la moglie? Cioè, da una parte ci sono due adorabili (?) bimbe e Hinata incinta, dall'altra tre marmocchi pestiferi che rompono i santissimi. E' ovvio che lui abbia qualche dubbio! (perchè i marmocchi sono molto divertenti in fondo! XD) e poi lo aveva detto subito a Kakashi che non aveva tempo. Ora, che l'Hokage si accontenti. Oh, ahimè sì, con la guerra ci sarà la piega più seria e difficile. Sembra impossibile evitare di sconfinare nell'angst, al giorno d'oggi, e io non sono immune dal morbo della depressione cronica! Per fortuna con i mocciosi si ride comunque! U_U
Killkenny: ooh, abbiamo un sensitivo tra noi! XD Come no! Comunque, mi piacciono i suggerimenti (in)volontari, sai? Mi stimolano a incastrare nuovi dettagli in cose già scritte! XD Ed è un ottimo esercizio davvero! Rende molto più malleabili!
Kiaretta_chan_94: ovviamente la missione di livello B è stata passata per pura fortuna! E infatti le sue conseguenze si faranno sentire da qui alla fine della fic! Comunque i documenti non erano poi importantissimi, fidati. Se così fosse stato, la missione sarebbe stata di livello A! Sai invece non ha una cotta pe Haru, tranquilla. Vuole studiarla, ecco. La trova un soggetto interessante, nulla di più. Eh, ti sei beccata un minuscolo spaccato di vita degli Uzumaki! Ma questa non è la vera situazione, per cui ne vedrai ancora!
Sky_Shindou: ESATTAMENTE per quello. XD Naruto ce l'ha con Kakashi per la faccenda dell'Hokage. E poi, beh, è anche nervoso e cupo per i fatti suoi. Non a caso, quando l'atmosfera si alleggerirà, anche il suo rapporto con l'ex maestro muterà leggermente! Oh, Sasuke padre... ehm, ehm. "Carino" non è il termine che userei io! XD Ma va bene così! Con Chiharu nei paraggi NESSUNO può stare tranquillo. Quella ragazzina è terribile, anche per me che in teoria dovrei sapere quel che pensa. ç_ç Uh, notte in bianco? Beh, spero almeno che tu ti sia divertita! XD
maninja87: dopo le 200 missioni idiote che gli han fatto fare prima del livello B, mi auguro che i mocciosi abbiano imparato che il merito non va a chi prende il rotolo, ma all'intero gruppo! Per questo l'ultima missione è andata così liscia! Per quanto riguarda i genitori, ti dico che finora mi sono guardata attorno e ho scoperto che nel 90% dei casi i figli educano la prole come sono stati educati loro. E dunque aspettati un Sasuke involontariamente simile a Fugaku. Per quanto riguarda Sakura, invece, non la vedo apprensiva. D'altronde ha... ehm... molti figli, e se fosse pesante con tutti sarebbe la fine! Senza contare che Sasuke le ha attaccato un po' di "sano (?) orgoglio Uchiha", e dunque se può vantarsi dei suoi pulcini lo fa volentieri, senza scendere nel melenso. Certo, dentro le pareti domestiche è tutta un'altra faccenda...
lilithkyubi: e infatti Naruto non è così cupo solo per la paternità! ^^ Ma scoprirai tutte le sue ragioni entro due capitoli!
queen of night: vorrei farti un discorso lungo e dettagliato su Sai, ma mi sono accorta di aver scritto il migliore possibile nella risposta a SuperEllen, che trovi più su; quindi ti esorto a leggere là la "verità" su Sai! XD Le mamme dei mocciosi stanno a casa, invece, ad eccezione di Tenten che ogni tanto si diletta di qualche missione. Nello specifico, sakura bazzica l'ospedale in pianta stabile, e Hinata fa la nobildonna. U_U La "missione fin troppo facile", invece, avrà strascichi pesantissimi. Diciamo pure che da qui alla fine della fic tutto ciò che accadrà è determinato dal recupero di quel rotolo! XD
lale16: detto in due parole: i mocciosi hanno avuto una  fortuna sfacciata con la missione di livello B. (sì, beh, più o meno, per quel che riguarda Chiharu) E poi il mio tenero cuoricino continua a ripetermi che hanno tredici anni! E chi sono io per mandarli subito contro ninja brutti e cattivi? (aspetta il capitolo 25 e ne riparliamo) Sai non è un pedofilo, sigh! Come faccio a spiegarvelo? Lui non è esattamente afferratissimo con i rapporti sociali, sta attorno a Haru perché la considera un soggetto interessante, e stop! Ma va beh, forse in futuro sarà più chiaro. Spero. XD
Elisir86: capisco che tutti voi vediate bene Chiharu e Hitoshi, ma vi garantisco che non durerebbero più di due giorni! XD Il rapporto tra Temari e Chiharu verrà ampiamente sviluppato più avanti, tranquilla! Mica ti aspetterai che io dica tutto già dal primo capitolo? Ehi, guarda che se anche recensisci due secondi prima del nuovo capitolo io sono felice lo stesso! XD L'unico inconveniente è che ti risponderò nel capitolo successivo! ^^

Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Sharingan ipnotico (prima parte) ***


Naruto2-7

Sharingan ipnotico

(prima parte)



- Sette -







Hitoshi aveva sempre stimato le persone forti. Per principio, innanzi tutto, e poi perché in genere erano persone che ammirava già di per sé.
Suo padre era in cima alla lista delle persone che più adorava, naturalmente. Sasuke Uchiha, il principe del tragico clan sterminato, l’unico superstite che aveva saputo sollevare la testa e ricominciare da capo. Una leggenda vivente. Un mito.
Subito sotto veniva Itachi Uchiha, lo zio che non aveva mai conosciuto e di cui non conosceva i dettagli della morte – e forse per lui era una fortuna. Nei suoi confronti nutriva strane e contrastanti emozioni: sebbene da un lato lo odiasse per riflesso ai sentimenti paterni, dall’altro sapeva che era stato un ninja davvero incredibile, più leggendario ancora di suo padre. E lui per principio stimava le persone forti.
Appena più in basso dei fratelli Uchiha c’era sua madre, della quale aveva sentito gesta mirabolanti, nonostante dopo la sua nascita avesse smesso di andare in missione. Secondo chi l’aveva conosciuta da giovane aveva una forza spropositata, grande intelligenza e abilità nel controllo del chakra, qualità che la ponevano addirittura un gradino più su del quinto Hokage, la leggendaria ninja Tsunade.
Al di sotto di quel livello tutti gli altri erano una massa informe di ‘persone poco interessanti’. Sì, sapeva che qualcuno era davvero forte, e qualcun altro lo ammirava pure, ma nessuno poteva reggere il confronto con le prime posizioni della sua lista.
Finché quel pensiero all’improvviso si era incrinato.
Quasi senza che lui se ne rendesse conto, al quarto posto aveva iniziato a delinearsi una figura nebulosa, una sagoma dai tratti indistinti che lo infastidiva parecchio: un ninja dalla scompigliata zazzera bionda.
Il che era assurdo, se ci pensava bene. Perché lui sapeva con assoluta certezza che Naruto Uzumaki era un buono a nulla, l’ultimo tra i jonin di Konoha. Doveva essere così, anni e anni di prese in giro infantili gli si erano radicate nell’animo come incise a fuoco, e rifiutava di estirparle di fronte ai fatti.
Ma i fatti si stavano lentamente facendo strada nel suo inconscio, silenziosi e infidi. Erano frasi casuali dette nel primo mese di allenamento, durante le prime missioni; erano mosse strane e repentine che gli vedeva a malapena fare, di tanto in tanto; erano tutte le volte che sghignazzando si faceva offrire il pranzo perché lui, Kotaro e Chiharu avevano perso qualche scommessa, inflessibile ma mai troppo duro. Era l’ammirazione che piano piano nasceva e cresceva, mettendo radici.
Ma naturalmente lui non lo avrebbe mai ammesso, neppure con se stesso. Gli Uchiha non ammettono mai i propri errori di valutazione, anzi non ammettono i propri errori in generale.
Per questo quel giorno Hitoshi aspettava impaziente sotto l’orologio dell’Ufficio per lo smistamento delle missioni, con le braccia incrociate e il mento orgogliosamente alzato e fiero. Aspettava come si conviene a un degno shinobi in attesa del suo rispettabile e rispettato maestro, non come un ragazzino annoiato dai ritardi ingiustificabili di un jonin dalle dubbie capacità.
«Sai sarà un maestro cento volte migliore di Naruto» affermò convinto. «Lui è un vero jonin, uno in gamba»
«Mh, ah sì?» mormorò Kotaro afflitto, disegnando cerchi nella polvere con la punta di un piede. «Sarà, ma a me sembra tanto freddo e distaccato…»
«E’ così che deve essere un ninja» affermò il piccolo Uchiha convinto. «Non hai studiato all’Accademia? ‘Un ninja deve sempre celare le proprie emozioni di fronte al nemico’»
«Sì, ma noi non siamo il nemico»
Una logica inoppugnabile. Tanto che Hitoshi restò per un attimo spiazzato.
«Comunque è sicuramente meglio di Naruto» insistette dopo un po’, piccato.
Kotaro non rispose nemmeno.
A breve distanza da loro, Chiharu fissava l’aria davanti a sé come se avesse voluto incenerirla con il solo sguardo.
Sai.
Sai.
Il loro nuovo maestro.
Significava che lo avrebbe visto ben più di dieci minuti al giorno, per tutti i giorni a venire, chissà fino a quando. Solo a pensarci le veniva la nausea.
Aveva una cotta per Sai, certo; come ogni brava adolescente all’inizio dei suoi anni d’oro. Lui era l’uomo adulto e affascinante, lei la ragazzina che ci cascava come una pera. Ma il fatto che avesse solo tredici anni non implicava certo che non capisse l’assurdità dei suoi sentimenti.
Aveva un gran cervello, lo dicevano tutti, e per questo sapeva che la sua era solo un’infatuazione infantile. Ma sapeva anche che, conscia della situazione, stare vicina a Sai per tutto quel tempo sarebbe stata una tortura.
Aveva pensato per un attimo all’idea di restarsene a casa, ma non avrebbe potuto farlo per sempre, e prima lo affrontava meglio era. In poche parole: o si faceva le ossa lì, o non se le sarebbe fatte mai più.
«Eccolo, sta arrivando» disse Hitoshi per primo, accennando con il capo al fondo della via.
Chiharu alzò la testa di scatto, senza pensarci, e vedendo davvero Sai camminare nella loro direzione distolse immediatamente lo sguardo, fingendosi molto interessata a un cartello appeso a un palo della luce.
«Oh» sospirò Kotaro. «E’ in orario»
«Salve» salutò lui raggiungendoli con calma e rivolgendo a tutti il solito sorriso compassato. «Sono in ritardo?»
«No» rispose mogio il piccolo Lee.
Sai gli lanciò un’occhiata perplessa, ma Hitoshi gli disse di ignorarlo.
«Allora? Entriamo?» chiese poi l’Uchiha cercando di darsi un tono.
«Cos’è tutta questa fretta?» ribatté il jonin distrattamente. «Ho saputo che l’altro giorno avete completato una missione di livello B in territorio nemico: qualunque livello C non dovrebbe prendervi più di poche ore, ormai»
«Sì, però…» fece il piccolo Uchiha interdetto. Ma Sai già lo ignorava.
Con passo silenzioso andò a posizionarsi dietro Chiharu, e studiò tutto attento il cartello che la prendeva tanto. Inutile dire che lei era consapevole della sua presenza come e forse più di quanto lo fosse di avere due mani e due piedi.
«Uhm» fece il jonin rischiando di farla trasalire. «‘I rifiuti organici verranno raccolti il venerdì’» lesse a voce alta.
Haru inorridì: stava fissando da più di cinque minuti un orribile cartello per la raccolta dei rifiuti. Un cartello per la raccolta dei rifiuti!
Non sapeva se sentirsi soltanto stupida o sconfinare nel disprezzo per sé stessa.
«‘La carta verrà raccolta il mercoledì, il vetro il sabato’» continuò Sai imperturbabile, mentre Kotaro e Hitoshi lo fissavano senza capire un’acca di quanto stava succedendo.
«Ho finito di leggerlo» sibilò Chiharu velenosa, interrompendolo.
«Ah. Davvero?» fece lui con voce flautata. «Eppure mi sembravi così intenta»
Un muscolo si contrasse sulla guancia di lei.
«Non avevamo una missione da iniziare?» ricordò, tesa come una corda di violino, e lui rise a bassa voce.
«Ma certo»
Bastardo. Lui lo sapeva. Sapeva benissimo della sua cotta, e ci si divertiva come un matto.
Bastardo.


Hinata era seduta su un cuscino foderato di seta, negli appartamenti di sua sorella Hanabi.
A disagio, non riusciva a stare ferma in un’unica posizione. Raramente si aggirava in quegli ambienti, e ancor più raramente parlava con chi li abitava; non erano mai state in buoni rapporti lei e la sorella.
Hinagiku, la sua primogenita, sbuffava rumorosamente aggirandosi per la stanza come un’anima in pena, mentre la sorellina minore, Hanako, stava seduta composta accanto alla mamma, nonostante i suoi tre anni scarsi. Erano sole.
«Mamma, perché dobbiamo restare qui?» chiese la più piccola dopo lunghi e penosi minuti di silenzio, con gli occhi tristi e annoiati.
Hinata le accarezzò leggermente la testa, cercando di sorridere in modo naturale. «Non sarà per molto, tranquilla. Tra poco potremo tornare dove stiamo di solito»
«Sì, ma perché siamo qui?» insisté la bambina.
Lei sospirò, senza rispondere. Cercò di sistemarsi meglio sul cuscino – la schiena era un tormento da quando il bambino nella sua pancia aveva superato il chilo e mezzo – e poi strinse le mani in grembo, incapace di cancellare la preoccupazione.
Neanche pochi minuti prima Shikamaru aveva chiesto di vederla.
“Scusa la visita improvvisa e il disturbo” aveva detto. “Ma devo chiedere a te e alle bambine di spostarvi in un’altra ala della residenza”
“Perché?” aveva domandato lei, vagamente in ansia. “E’ successo qualcosa?”
“No” le aveva risposto lui con un sorriso rassicurante. “Ma forse potrebbe succedere nei prossimi minuti, e non vorrei che qualcuno si facesse male”
“Cosa hai intenzione di fare?”
Shikamaru le aveva lanciato uno sguardo pacato, eppure in un certo senso minaccioso.
“Ho intenzione di riportare Naruto tra di noi. E la cosa potrebbe rivelarsi un tantino burrascosa” aveva detto.
Hinata non aveva chiesto altre spiegazioni.
In effetti suo marito si era spento, negli ultimi tempi; anzi no, negli ultimi anni. Negli ultimi sei anni. Lentamente, dapprima in maniera impercettibile, aveva perso parte del suo brio, fino a trasformarsi nell’ombra di ciò che era stato.
E lei ne aveva intuito il motivo.
Scoprendo con disperazione di esserne la causa.


Naruto giaceva supino, a occhi chiusi, la testa appoggiata a un cuscino. Dormiva. Perché dormendo poteva allontanarsi per un attimo dalla realtà che in quel momento non amava per niente.
A destarlo furono dei passi nella stanza, vicini. Si fermarono accanto a lui, e lo costrinsero a sollevare le palpebre e alzare lo sguardo.
«Shikamaru» disse corrugando la fronte.
Chiharu; doveva essere lì per lei. E il suo sguardo non era per niente allegro.
«Quando te li abbiamo affidati eravamo convinti che sarebbero sempre tornati a casa» gli disse il capoclan dei Nara, con occhi accusatori. «E ora non solo mia figlia si ritrova avvelenata, ma tu pianti tutto a metà»
«Senti» borbottò Naruto alzandosi a sedere. «Non è così semplice»
«A no?» disse la voce di Sasuke, alle sue spalle. «A me sembra addirittura banale: ti sei arreso»
«Proprio tu vieni a farmi una predica sulla debolezza?» replicò aspro il jonin, alzandosi in piedi per guardarlo negli occhi. «Devo ricordarti cosa hai fatto a dodici anni?»
«Ma lui ha sempre parlato chiaro» Sakura lo colse di sorpresa, dietro di lui. «Lui ha sempre detto che avrebbe fatto qualunque cosa per vendicarsi di Itachi. Tu invece? ‘Io non mi arrenderò, questo è il mio credo ninja!’ Non facevi che ripeterlo ai quattro venti»
«Ed è ancora così!» urlò Naruto. «Ma che diavolo sta succedendo?»
Perché lo accerchiavano in quel modo? Perché lo fissavano con quegli sguardi accusatori, con quegli occhi cattivi? Era così imperdonabile, per una volta, essere deboli?
«Ci hai deluso» dissero insieme.
E poi, con le mani improvvisamente armate, si avventarono su di lui.

«Naruto»
Aprì gli occhi di scatto, alzandosi a sedere, e scoprì di avere il fiatone e il cuore a mille.
Shikamaru lo fissò inarcando un sopracciglio, fermo sulla soglia della stanza, con un piede ancora fuori.
«Scusa, stavi dormendo?» chiese entrando del tutto.
Naruto, ansante, lo fissò ad occhi sbarrati.
“Un sogno” realizzò, e si passò una mano tra i capelli umidi di sudore.
«No… era solo…» cercò di dire, ma si arrese subito. «Vieni, entra pure. Cosa c’è?» sintetizzò, quasi brusco.
Dopo ciò che aveva appena visto nel suo mondo onirico, per qualche ragione non poteva fare a meno di essere guardingo. Studiò il jonin mentre si avvicinava, con le mani in tasca e l’aria più inoffensiva del mondo.
«Ho saputo che hai dato le dimissioni» disse Shikamaru in tono leggero.
Naruto non rispose subito. Che brutta sensazione: le cose sembravano andare nella direzione presa dal suo sogno.
Aveva un pessimo presentimento.
«Già» disse piano, distogliendo lo sguardo.
«Non pensavo che Kakashi le avrebbe accettate»
Naruto si strinse nelle spalle, senza ribattere. Shikamaru lo guardò per un istante.
«Ti va di prendere una boccata d’aria?» chiese a sorpresa.
Naruto alzò lo sguardo con le sopracciglia inarcate. Questa proprio non se l’aspettava.
«Sì» si trovò a rispondere quasi sollevato, alzandosi in piedi. «Forse mi farebbe bene»
Shikamaru gli sorrise. Poi, quando lui gli ebbe dato le spalle, sul suo viso comparve un’espressione ben diversa: la stessa pacata eppure minacciosa che aveva mostrato a Hinata.
«Credo che il problema sia lo stress» disse Naruto con un sorriso forzato, uscendo in giardino. «Tutta la faccenda dell’insegnamento, il fatto che fossero i vostri figli… E’ stato piuttosto pesante»
Si interruppe di colpo, sul portico che dava verso il giardino; a pochi metri da lui, appoggiato a una colonna, c’era Sasuke. In posa come un dannato dio greco, con quel suo modo di fare che non si sapeva fino a che punto fosse inconsapevole, teneva gli occhi chiusi e le braccia conserte.
Naruto si voltò lentamente verso Shikamaru, mentre il suo cuore accelerava i battiti.
«Cosa sta succedendo?» chiese, all’improvviso inquieto.
«Tu hai un problema» disse Shikamaru senza scomporsi né muoversi. «E noi siamo qui per cercare di risolverlo»
Una goccia di sudore freddo scese lenta lungo la tempia di Naruto.
Un problema? Ma di che stavano parlando? Della sua debolezza? E che diavolo voleva dire che erano lì per risolverlo?
Deglutì, e spostò lo sguardo su Sasuke; non era più appoggiato alla colonna, ma gli stava fermo davanti.
All’improvviso i ricordi del sogno tornarono alla sua mente, ancora caldi e vividi, e una paura del tutto irrazionale gli invase le vene.
Scattò di lato, cercando di svignarsela lungo il portico, e schivò per un istante la tecnica del controllo dell’ombra di Shikamaru. Sasuke lo seguì in parallelo e gli bloccò la ritirata, costringendolo a una brusca fermata.
I sogni sono la proiezione del nostro inconscio.
Si voltò di scatto, cercò una via di scampo nel giardino e saltò giù dal portico. Normalmente sarebbe riuscito a liberarsi di tutti e due senza alcun problema, ma il terrore gli annebbiava la vista e gli intorpidiva i muscoli; e la cosa peggiore, era che sapeva che Sasuke e Shikamaru non gli avrebbero fatto del male come era accaduto nel sogno.
Gli incubi non sono altro che le nostre paure più nascoste.
Cercò di raggiungere il piccolo laghetto, beffardamente tranquillo e in contrasto con il subbuglio interiore che provava, ma un’ombra gli tagliò la strada, e riuscì a malapena a non andare a sbattere contro Rock Lee.
E i rimproveri che ci vengono rivolti nel sogno, non sono altro che le nostre più grandi debolezze, che possiamo riconoscere soltanto in quella dimensione.
Girò su se stesso e si trovò Shikamaru davanti e Sasuke di lato, allora alzò lo sguardo verso il tetto. Stava per spiccare il salto, quando una vampata di calore intenso lo investì alle spalle. Con orrore, vide la palla di fuoco suprema di Sasuke sbiadire nell’aria subito dietro di lui, poi la sua testa girò di scatto verso Shikamaru, e gli occhi si piantarono nei suoi.
«Grazie Sasuke» disse il Nara, senza un sorriso.
Con il fuoco l’ombra di Naruto si era prolungata fino ai suoi piedi. Ed era stata presa in trappola.
E se nel sogno i rimproveri ci sopraffanno, allora anche nella realtà abbiamo perso.
«Che diavolo…» riuscì a dire Naruto, a fatica.
Shikamaru si ritrovò la mandibola quasi slogata.
«Resiste alla tecnica, non riuscirò a tenerlo a lungo!» esclamò.
«Ho capito» disse soltanto Sasuke, e in un attimo fu accanto al Nara. Socchiuse le palpebre. «Con te ci vuole una terapia d’urto» mormorò. «Un’iniezione di fiducia»
Il cuore di Naruto batteva forsennato nel petto, smaniando per liberare il corpo dalla tecnica che lo bloccava. In fondo allo stomaco, si agitò una presenza nota… ma lui rifiutò di accoglierla.
Non con loro.
Non con loro!
«Ci dispiace, Naruto» Rock Lee si affiancò a Sasuke e Shikamaru, con espressione contrita. «Ma questo è l’unico modo che abbiamo trovato»
Naruto sentì i propri occhi spostarsi contro la sua volontà, puntarsi in quelli di Sasuke; e quando incontrò il loro cremisi intenso rigato di nero, cercò disperatamente di richiuderli… ma non ne fu in grado.
E subì lo sharingan ipnotico in tutta la sua intensità.


«Mamma, dov’è papà?» chiese Hinagiku, stufa marcia di stare chiusa in una stanza. E dire che erano lì neanche da un’ora.
«E’ con degli amici» rispose Hinata, sospirando di fronte all’ennesima domanda della sua primogenita.
«Ma torna?» domandò ancora la bambina.
Hinata non rispose subito.
«Certo che torna» mormorò poi.
La cosa potrebbe rivelarsi un tantino burrascosa”, aveva detto Shikamaru.
Ma lui era amico di Naruto. Non gli avrebbe mai fatto del male, nemmeno per sbaglio.
Vero?









Nel prossimo capitolo...


L’ufficio dell’Hokage occupato da Tsunade non era molto diverso da quello occupato da Kakashi: in entrambi la scrivania di mogano era sommersa di documenti polverosi, e in entrambi c’era un ninja che prendeva sul serio il suo mestiere soltanto fino a un certo punto.
In quel momento la quinta Hokage, leggendario ninja supremo, medico dalle tecniche incredibili, donna dalla forza portentosa e dal cervello geniale, aveva la testa appoggiata al piano di lavoro e un filo di bava che colava dalla bocca. Russava leggermente.







* * *

Spazio autore

Ed ecco a voi l'entrata in scena di Sasuke.
Da qui in poi la vecchia guardia avrà molto più spazio!
Ma cosa pensa di fare il caro (?) vecchio (?) Uchiha?
Lo scoprirete soltanto nella seconda parte del capitolo!
(so che molti di voi non lo sopportano, ma preparatevi a carrettate di NaruHina, ahimé!)
(e non sognatevi di evitarle, perché se non leggete riga per riga non capite le ragioni di Naruto!)
E poi, finalmente, saprete che ne è stato di Tsunade.

Uh, sì.
In realtà esiste un disegno dei mocciosi.
Non che ne vada propriamente fiera, ma eccolo, è qui:
http://www.manga.it/fanart/view.php?c=41754
E non azzardatevi a chiedermi Jin o altri personaggi, che vi mangio!


endlesstars: è presto detto. Il jutsu della dislocazione istantanea Naruto lo userà se e solo se ne avrà davvero bisogno. In fondo finora è stato molto più conveniente dividersi tra la famiglia e i ragazzi, senza contare che non è stato coinvolto in nessun tipo di combattimento. Insomma, in parole povere: se ne riparlerà più avanti. E le proporzioni maschi-femmine potrebbero essere nuovamente modificate dalla famiglia Uchiha...
sammy1987: gli anni hanno cambiato tutti, anche Sasuke. E soprattutto la compagnia lo ha cambiato, direi. Ma nulla di drastico, ciò che ci piace (?) di lui è rimasto invariato! Forse. Baka Akeru è il "famoso" figlio dell'ex segretaria di Danzo, tale Reira, e dell'ultimo e sfigatissimo membro dell'Akatsuki che se l'è svignata alla fine di Sinners. Per ora puoi anche ignorarlo, ma più avanti tornerà a far sentire la sua presenza!
slice: se pensi che il vero "problema" siano gli Uzumaki, ti sbagli di grosso! XD Aspetta di incontrare gli Uchiha, e poi ne riparliamo!
rina: non credo che dovrai aspettare molto per qualcosa, con me. Se escludiamo il momentaneo blocco che mi ha colta, di solito sforno capitoli nuovi alla velocità della luce! Quindi attendi con pazienza e prenditi qualcosa da bere. XD
yayachan: ti sembra che Sasuke sia un tipo paziente? Ovviamente se i suoi allievi non fossero assolutamente geniali li demolirebbe con due parole! U_U Grand'uomo quell'Uchiha, quando vuole.
lunapi71: certo che Naruto tornerà come prima, è il mio trottolino amoroso! (non chiederti cosa io abbia detto) E per i famosi metodi contraccettivi che mi citate quasi tutti... beh, chi ti dice che non siano volutamente dimenticati? In fondo i nostri ninja sono ricchi per ora! U_U
Talpina Pensierosa: e io ancora non so di che avvenimenti parli, ma me ne farò una ragione! XD
Beckill: so qualcosa dei disguidi con le recensioni... Tanto che ho finito per salvarle tutte da una parte prima di inviarle! XD Ma... Shino spaccia? °_° Questa cosa mi sconvolge! Shino! Io pensavo fosse una persona così integra...! Ma non avrei dovuto fidarmi di uno che si nasconde dietro gli occhiali scuri! Beh, sono contenta che ti siano piaciute le figlie di Naruto e Hinata! Le vedrai tornare sulla scena molto più di quanto pensi! ^^
fedecr90: il titolo di peggior ninja del villaggio della Foglia verrà spiegato alla fine, o quasi! ^^ E Sasuke non ce l'ha con Naruto! Anzi, diciamo che i loro rapporti sono anche migliori del solito ultimamente!
Elisir86: ok, tu vuoi che i Nara restino senza eredi! Perchè è ciò che succederà se Hitoshi e Haru si avvicineranno un po' di più: un omicidio. XD E sia che lei sia la vittima, sia che sia il carnefice, non potrebbe restare a Konoha! Di Kotaro, ho scoperto che sapremo un po' di più tra un paio di capitoli! Nel frattempo consolati con Hinata e le sue bimbe, che già qualcuno vorrebbe vederle morte! XD (narusaku fan, ovviamente)
bambi88: oddio, non avevo mai preso in considerazione che Temari viene da una famiglia come i Sabaku! XD Ci credo che Haru è così pericolosa, per lei e per il resto del mondo! E Ino, Ino, Ino... lei tornerà presto. Fin troppo presto. Con sorprese *sconvolgenti* per il povero Sai! U_U
kimi: adori le famiglie numerose? Bene, in questa fic sarai soddisfatta! Aspettati stuoli di figli importuni! XD Comunque c'è un motivo per cui Sasuke ha affidato consapevolmente suo figlio a Naruto, e lo scoprirai più avanti! E anche lo stesso Naruto metterà la testa a posto. Oh, se fossi in te non darei così per scontata la coppia Hitoshi-Haru... uhuhuh...
kaho_chan: Hitoshi da mordicchiare! XD Se ti sentisse ti farebbe a pezzi (arrossendo di piacere, ma lo farebbe!). E resterai delusa se attendi un abbraccio: pur di evitarlo si slogherebbe entrambe le spalle. Diciamo che era coccoloso soltanto fino ai quattro anni! Poi il gene Uchiha ha lanciato la sua esca... Oh, sai che non avevo pensato a "quel momento" per Haru? XD In realtà non è nulla del genere, è proprio lei che è così indisponente! Quindi immagina quando arriverà davvero a quel punto! Ahah! Oh, che coppie interessanti mi tiri fuori! XD Peccato che al momento Hitoshi e Mei non si considerino nemmeno di striscio, e Akeru (anzi Baka) abbia in testa solo Jin! (ehm, NON in quel senso) D'altronde hai ragione: i ragazzi hanno solo tredici anni, i grandi amori di Sinners sono un po' troppo per loro! Da quel punto di vista, consoliamoci con la vecchia guardia! (tra parentesi, i figli di Naruto sono ancora un'incognita... cioè, quello/a nella pancia di Hinata come uscirà? Uhuh...)
kiaretta_chan_94: tranquilla, non permetteranno a Naruto di gettare la spugna danto in fretta! Lee, Shika e Sasuke si stanno già adoperando per riportarlo sulla retta via! Per quanto riguarda le figlie di Naruto, in effetti la prima è la mia preferita! E uguale al padre come carattere, ma ha la marcia in più che ogni femmina possiede per dote naturale! XD
Ino_Chan: le dimissioni di Naruto ormai sono una realtà, bisogna solo vedere di fargliele ritirare! E Sasuke sa essere molto convincente...
arwen5786: abbandona le tue ambizioni riguardo a Neji! Al massimo potresti essere il terzo incomodo nella famosa NejiHina che ti ho promesso... sempre che tu abbia il coraggio di frapporti tra loro! (sì, sono perfida a proporti questa alternativa!) Hai frainteso riguardo a Chiharu. Io non voglio fartela odiare, io voglio solo metterti in guardia. Un giorno capirai a cosa mi riferisco, e allora comprenderai perchè ti dicevo: "vacci piano con l'affetto per lei"... E Baka... oh, Baka! Aspirante Gary Stu, incapace cronico, eterno secondo. Ci credo che è un frustrato incazzoso! Se poi aggiungiamo che vorrebbe superare il meno superabile, cioè Jin, abbiamo come risultato un poveraccio da compatire! Io lo trovo adorabilmente umano! (diciamocelo: ricorda un po' me! XD) Uhm, per Gaara... attendi tre capitoli, sì. E poi vedrai da sola che ne è stato di lui! ^^
Charlie_2702: pensavo che la persona con le recensioni più lunghe sulla faccia di efp fossi io. Ebbene, forse mi sbagliavo. Non ho contato le parole, ma credo che tu possa insidiare il mio primato! XD Ma rispondiamo con attenzione! Il problema di casa Nara sarà ampiamente trattato lungo il corso della storia. Saprai esattamente cosa succede tra quelle quattro pareti, e vedrai i rapporti evolversi e cambiare con il tempo. Ora che ci penso, l'ago dell'attenzione pende fin troppo su Chiharu in questa storia, quindi ne sentirai parlare un bel po'! La questione dei "ripensamenti" sull'essere ninja è un'altra questione che tornerà con il tempo, fossi in te non la scorderei tanto in fretta. E anche Baka, finirà davvero per essere coinvolto in un incontro poco piacevole con Chiharu! XD Che Sakura somigli a Bulma mi giunge nuovo! Certo, con tutte le volte che ho visto Dragon Ball potrei aver involontariamente assimilato certe caratteristiche, e visto che sia Bulma che Sakura mi stanno antipatiche... ma non perdiamoci in chiacchiere. Lei e Sasuke non hanno mai saputo che Naruto era presente il giorno del tradimento. Non avrebbe avuto senso dirglielo dopo che le cose in qualche modo si erano sistemate, avrebbe soltanto fatto più male a tutti, e nessuno voleva ferire qualcun altro. Quindi naruto se ne è rimasto zitto e ha tenuto il segreto. Oh, Sakura ha tante cose da fare... e può darsi che i problemi tra Hitoshi e Naruto si avviino verso una soluzione anche da soli, prima che lei debba metterci becco. Riguardi ai figli, Naruto non ha aspettato praticamente neanche un secondo dopo il matrimonio per iniziare a riempire le stanze di casa (e nel prossimo capitolo conoscerai i dettagli della faccenda! XD), mentre - e questa è una cosa che onestamente non ho detto - Hitoshi in raltà ha un anno in meno degli altri. Forse un giorno farò qualcosa come delle mini schede a fine capitolo con le informazioni anagrafiche essenziali, ma deve venirmi una gran voglia per farlo! XD Che Hitoshi poi è anche più tenero del previsto, visto che mi è uscito più simile al Sasuke pre-massacro che a quello Narutiano. Le Kunoichi sono una faccenda a parte. Diciamo che se Kakashi ha bisogno loro ci sono, ma tendenzialmente si occupano della famiglia. E comunque sulla lunga distanza rimpolpano un bel po' le file dei ninja di Konoha! XD Per la faccenda del Peggior ecc, non crucciarti. Tutto a suo tempo! U_U Uah! Ma davvero ti leggi ogni volta recensioni e commenti? °_° Ma sei pazza? XD Lo faccio giusto io perchè sono l'autrice, ma non mi sognerei mai di infliggere una simile fatica a un lettore! Smettila subito! XD
dark_angel90: fai un respiro profondo e rilassati! Le dimissioni di Naruto non devono impensierirti, in fondo la fic non durerebbe 36 capitoli se lui fosse cupo e triste! Non lo reggerei! XD Voglio descriverlo com'è quando fa genuinamente il papà, e voglio vederlo davvero felice! Quindi tranquilla, le cose torneranno presto alla normalità!
DuniettaS: comprendo perfettamente i tuoi sentimenti riguardo a Sasuke, perché sono anche i miei. Insomma, da solo potrebbe anche morire, ma quando rende felice Naruto con la sua presenza (pur senza inoltrarsi in pratiche yaoi) ben venga! E poi il loro è un bel rapporto, se non sottilizziamo troppo sulle chiare inclinazioni yaoi che il maestro Kishi gli ha donato... Di sicuro, oggi come ieri, Sasuke è determinante per Naruto, e il suo intervento sarà la molla che lo farà tornare alla normalità! Il rapporto con gli allievi si evolverà, ovviamente, solo che loro potrebbero non esserne esattamente contenti... ^^' Poi capirai cosa intendo. Le figlie di Naruto, invece, sono palesemente soggette al mio arbitrio, nel senso: adoro la prima, mi è indifferente la seconda. Ma va beh, non posso amare tutti, è umanamente impossibile! XD Sai che mi sono chiesta anche io come diavolo vestono i ninja? Al di là dei colori, qualcuno mi spiega perché Ino va in giro come se fossimo a luglio e Naruto in ogni stagione ha la felpa? (Guarda, le risposte ai commenti mi portano via così tanto tempo che rischio di sacrificare quello dedicato alla scrittura! ç_ç Ma è solo per trentasei capitoli, quindi tengo duro!)
Reina: perché uccidere Sai quando è fonte di tanti e tali spunti di tortura per Chiharu? Su, su, lascia che questa povera fanwriter si diverta un po' con i suoi personaggi! Per quanto riguarda la scorsa missione, confermo che ne sono usciti così bene (Haru esclusa) per una pura e sfacciata casualità. Mi serviva che si montassero la testa, perché poi demolirli sarà molto più piacevole (per la serie: una fanwriter che ama i suoi personaggi). Le varie famiglie verranno svelate piano piano, abbi solo un po' di pazienza. Questi sono i capitoli della verità! U_U
lilithkyubi: dunque, noi abbiamo visto "in diretta" cosa hanno fatto Naruto & company, errori e successi ed eroismi. Li abbiamo seguiti mentre crescevano e diventavano forti, e con orgoglio abbiamo iniziato ad amarli. Tuttavia i bambini non sanno nulla di questa realtà. Loro vedono i genitori come "mamma e papà", e basta. Siamo in tempo di pace, nessuno ha avuto bisogno di essere salvato dall'ultimo sicario di un qualsivoglia Paese, il problema più grande nelle loro vite sono le liti per il bagno, e sappiamo che quando fanno i rilassati i nostri eroi sono abbastanza piattole! XD E' per questo che i figli non riescono a vederli sotto una luce particolare. E' un po' come i nostri genitori, se ci pensi. Non so i tuoi, ma mia madre ha fatto il '68, eppure a vederla ora non ci crederei nemmeno se me la facessero vedere in tv. I racconti sono una gran bella cosa, ma quando vedi gli eroi che stanno spaparanzati al sole per metà del loro tempo, ti viene qualche dubbio sul loro effettivo valore! XD Ora, se mia madre non rifarà il '68, è però vero che Naruto e compagni si troveranno invece a combattere di nuovo, e credimi, quella volta i loro figli saranno lì. Ehm... non credo che la rimpatriata della vecchia guardia sia molto strappalacrime! ^^' Tra questo capitolo e il prossimo... ehm, ehm. No, decisamente. Kakashi con Jin non lo definirei freddo. Hanno un rapporto particolare, non sono inclini alle solite smancerie. Quando poi saprai tutto della nascita di quel bambino, potresti anche capire che per Kakashi non è stato facile. Insomma, non tutti sono pucciosi e adorabili come Naruto, e Jin non è un tipo che invoglia alle coccole... Ma non hai nemmeno visto tutto del loro rapporto, perchè oggettivamente sono comparsi poco! ^^ Quindi aspetta con pazienza, e non ti fare scrupoli a esprimere le tue perplessità su qualunque cosa. Finché non sono critiche campate per aria (della serie: "Shika è solo di Ino! Temari è una z***ola!" - e credimi, ci sono state... non contro di me, ma contro un'amica. -.-'), sono sempre benaccette. Più o meno ho chiaro tutto ciò che deve succedere e che devo modificare rispetto alla vecchia versione, ma potrebbero sempre esserci dettagli che mi sfuggono, e le critiche mi darebbero una grossa mano! ^^
SuperEllen: ricorda che Hitoshi è figlio di Sasuke, ma anche di Sakura. Ha un po' di gene del soccorritore nel suo sangue, e un po' di gene dell'eroe suicida (ricordi Sakura che si lancia contro Naruto con le 4 code?). Senza contare che dal mio punto di vista i ninja devono essere quel tipo di persone che nelle emergenze hanno una risposta, e dunque mi aspetto che Hitoshi, in caso di pericolo, si faccia valere. Certo, non pensare che dopo aver salvato Haru il piccolo Uchiha non sia rimasto tremolante e scioccato per i successivi venticinque minuti. Oddio santo, due capitoli al giorno? °o° Tu mi vuoi morta! Già faccio una fatica dannata a metterne uno ogni due giorni, lasciami tirare il fiato! XD La soluzione ai problemi di Naruto è vicinissima (prossimo capitolo), rilassati e prendila con calma. E Shikamaru ha palesemente il ruolo del figo, perché... beh, perchè è lui! Insomma, Shika è Shika! Adorabilmente svogliato, annoiato, e torturato dalle donne! XD (oh, come lo vorrei io!) Per quanto riguarda Baka Akeru, l'autoproclamatosi rivale di Jin, temo che non ne saprai molto di più per un bel po' di tempo. Ma, dato che non è essenziale ai fini della trama, non crucciartene! XD
Yume_Tsuki: io ho la debolezza dell'autrice, ovvero riuscirei a capire qualunque azione compiuta da un mio personaggio, ma se riesco almeno un po' a trasmettere i sentimenti che vorrei a voi lettori mi sento molto più felice! ^_^
Maobh: la rivalità tra Jin e Baka è qualcosa di più complesso di quel che sembra. Se dal lato pratico Jin non sembra molto toccato da Akeru, c'è però qualcosa che ancora non sai e che scoprirai molto più avanti. Nel primo capitolo Jin ha detto "ho un conto in sospeso con lui", e se fossi in te non scorderei questa frase. (Ma come puoi non amare kakashi? Cioè, solo per quella maschera una se lo sogna la notte! XD - sì, sono una delle sue fan!) Ehm, sai che "nonno Hiashi" non è esattamente il nonno delle favole, qui? E sai che il cognome di Hinata non lo rende per niente felice? No, ovviamente non lo sai, ma lo capirai nel prossimo capitolo! Ricorda che in Sinners il povero Hiashi sperava di accoppiare Hinata e Neji, e quindi Naruto non può renderlo felice. Per quanto riguarda proprio Neji, a dire il vero non è lontano dal clan per motivi di rancore; a dire il vero Hiashi lo sta praticamente addestrando, e lo spedisce a fare le sue veci più o meno ovunque! XD Io lo vedo molto diplomatico, lo Hyuuga. Saprai presto cosa pensa Chiharu di suo zio, e per quanto riguarda Temari, sappi che per Chiharu è sempre stata soltanto una casalinga scassaballe e brontolante. Non l'ha mai vista combattere, e i racconti restano racconti finché non si traducono in realtà. Riguardo a Sasuke... uhuhuh. E Sakura, bah, io cerco sempre di demolirla, ma mi esce meglio del previsto! XD
uchihagirl: non sono troppe le tue domande, tranquilla! Sono stata messa alla prova da richieste ben peggiori, quindi la prendo sul filosofico! XD Anzi, dopo tutti i complimenti che mi hai fatto puoi pure chiedermi il codice fiscale, c'è il rischio che te lo dia sul serio! XD Allora, mi chiedi di Baka Akeru. Lui non è figlio della vecchia guardia, anzi puoi allegramente ignorare le sue origini. U_U In ogni caso non sono determinanti ai fini della trama, quindi non ti perdi nulla a non conoscerle. Il suo rapporto con Jin Hatake verrà spiegato più avanti, basta avere un po' di pazienza, mentre i nomi delle figlie di Naruto ti sono già stati svelati in questo capitolo! ^^ Ehi, chi ti ha detto che Chiharu e Hitoshi finiranno per avere "quel" rapporto? Fossi in te starei pronta a tutto, senza escludere nulla... qualcuno dice che sono imprevedibile. Oh, se ha ragione! XD
NaruGaa: oddio, non è che Sasuke si sia visto molto in questo capitolo! XD Ma la sua bella comparsata l'ha fatta, e si ripresenterà la prossima volta e quelle successive! Come avevo preannunciato, da oggi la vecchia guardia torna in prima linea!
Urdi: perché tutti mi accusano di aver traumatizzato Naruto? é_è Io sono solo una povera, piccola (?), innocente (?!) fanwriter! Poi è la storia che si sviluppa da sola, indipendentemente dalla mia volontà. Io non posso farci assolutamente nulla! U_U Comunque... hai apprezzato Sakura? Solo perché ha fatto il suo dovere, anzi l'unica cosa che sia oggettivamente in grado di fare? Sigh, non è giusto: una cerca di demolire un personaggio, e quello all'improvviso balza in cima alle classifiche di gradimento! A questo punto mi chiedo: cosa diavolo succederà quando XXXX XXXXXXX?
lale16: è fantastico come siate tutte felici che Neji sia libero... cioè, è un poveraccio frustrato senza nemmeno uno straccio di donna, e voi, sue fan, tollerate la sua sofferenza pur di sognarlo la notte! Quanto egoismo! Sì, ok, la smetto. XD Sai negli ultimi anni HA migliorato le sue capacità di relazione. D'altronde non è qualcosa che si impara sui libri, e lui non è esattamente una personcina "spontanea e sincera", quindi dal mio punto di vista resterà sempre un po' rigido, continuerà per tutta la vita a sentirsi all'esterno della "società", e a guardarla con l'occhio dello studioso. Secondo me riesce a tornare completamente sé stesso solo quando si tratta di Naruto, perché lui è lui, e si sa.
Hipatya: giustappunto. Le flavours. Quando aggiorni? è_é Chiusa la parentesi minaccia, parliamo di Naruto. In realtà non è ancora perfettamente IC. La sua cupezza, i borbottii contro il mestiere di ninja, altri mille dettagli dicono che c'è qualcosa che non va. Ma questo qualcosa verrà sistemato in fretta, perché così deve essere, e per allora vedrai il vero Naruto, che è maturato sì, ma senza cancellare tratti fondamentali della sua personalità. Mi è piaciuto come hai commentato il rapporto tra Hinata e Naruto, perchè era esattamentequello che intendevo! A dire il vero, rileggendo il capitolo, ho tagliuzzato qui e là certe colate di miele che oggi come oggi mi fanno storcere il naso... ma va bene così, alla fine la versione che ho mostrato è quella che esiste nella mia mente, e ne sono abbastanza orgogliosa. Baka Akeru sembrerà non aver nulla a che fare con la vecchia guardia. E infatti, all'inizio era così. XD Il piccolo fetente è nato solo per dare una patna di realtà alla cosa e creare il classico ragazzino acido che spinge a voler bene a tipi come Chiharu perché è veramente il peggio del peggio. Poi però ha iniziato a reclamare sempre più attenzione, finché non mi sono resa conto con stupore che sarà molto più importante del previsto! Non in merito alla vecchia guardia, ma per quanto riguarda i mocciosi. Jin invece è volutamente ambiguo. Penso che i cosiddetti "geni" attraversino tutti una fase in cui trovano davanti a un bivio: decidere di lavorare per sé stessi, fregandosene del resto del mondo, o di farlo per gli altri. Quando Itachi l'ha passata ha scelto la "strada sbagliata", quando Kakashi lo ha fatto ha scelto quella mediamente giusta, poi corretta da Obito. E Jin? Quale via prenderà?
maninja87: certo che hanno la tv a Konoha. Ma evidentemente il palinsesto non è quel granché! ;-) Naruto e Sasuke sono i soliti attaccabrighe, è inutile. Anche a distanza di anni se non si prendono a calci non si sentono soddisfatti. E vedrai anche nel prossimo capitolo! XD Ah, la caratteristica di Hitoshi al momento è l'equilibrio. Cioè, mentre sia Chiharu che Kotaro hanno punti di forza e punti deboli, lui si avvicina all'eccellenza in tutto (vertigini a parte), e ovviamente non perde occasione per farlo notare. E poi è quello più cocciuto nelle scemenze: quando sono cose di poca importanza, prima o poi Haru cede. Lui no. A costo di passare alle mani! XD


Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Sharingan ipnotico (seconda parte) ***


Naruto2 - 8

Sharingan ipnotico

(seconda parte)



- Otto -







Cosa si era aspettato?
Onestamente, cosa aveva pensato di vedere sotto l’effetto dello sharingan di Sasuke?
Non lo sapeva.
Forse non si era aspettato nulla.
E poteva darsi che, proprio per quello, trovarsi nel villaggio della Foglia in un normalissimo e scenografico tramonto lo lasciasse davvero spiazzato.
«Sei tornato?» disse improvvisamente una voce, facendolo trasalire.
Naruto si voltò di scatto, ma tra la folla che camminava incurante vide soltanto Hinata. Lei lo guardò timida, timorosa di aver fatto qualcosa di sbagliato.
«Tornato?» ripeté lui, del tutto sconcertato.
«Sì, dalla missione»
Naruto abbassò lo sguardo, e si scoprì a stringere tra le mani un rotolo leggermente macchiato di sangue – ovviamente non suo.
La missione? Ah, forse era quella missione...
Più di sei anni prima, se non sbagliava. Quasi sette. Aveva riportato al villaggio dei documenti importanti che alcuni ninja della roccia avevano cercato di rubare. Ma era assurdo: quelle cose erano già accadute.
Guardò Hinata, spaesato, e in effetti riconobbe che aveva un taglio di capelli differente e che i suoi lineamenti, sebbene in maniera quasi impercettibile, erano diversi. Era più giovane. E anche lui, ora che ci faceva caso.
Lentamente iniziò a capire cosa stava succedendo. Non sapeva molto dello sharingan ipnotico di Sasuke, ma poteva ipotizzare che in qualche modo, oltre a creare dimensioni distorte in cui intrappolare l’avversario, riuscisse anche a confinarlo nei recessi della sua stessa mente, all’interno dei suoi stessi ricordi. Perché lui era certo di aver già vissuto quel momento, lo sapeva con sicurezza. Eppure... Perché? Cosa pensava di ottenere Sasuke così?
«Ehm» mormorò Hinata, incerta, e arrossendo abbassò lo sguardo; da quanto tempo non lo faceva più con lui? «Immagino che avrai da fare…»
Immagino che avrai da fare? No, le cose non erano andate così. Cosa era successo? Lui… lui aveva detto qualcosa.
«Senti» iniziò senza quasi rendersene conto. Hinata rialzò gli occhi speranzosa. «Dopo che avrò portato questo documento alla vecchia Tsunade, ti va di mangiare qualcosa insieme?»
Il viso di lei si illuminò. «S-Sì!» esclamò sollevata.
E lui sorrise, leggermente incerto.
Okay.
C’era qualcosa che non capiva.
Poteva comprendere che Shikamaru e Sasuke ritenessero che lui avesse un problema, e poteva anche comprendere che questo problema fosse la sua improvvisa e per loro inspiegabile arrendevolezza; ma come pensavano di risolvere le cose in quel modo? Cosa stavano tentando di fare? Avevano parlato di una specie di ‘iniezione di fiducia’, ma sinceramente lui non credeva che rivivere uno dei primi appuntamenti con Hinata sarebbe bastato. No, di certo non poteva bastare, e loro dovevano saperlo. Allora a cosa puntavano?
Hinata si allontanò dopo avergli rivolto un inchino emozionato, e lui restò solo. Guardò il documento nelle sue mani: avrebbe dovuto portarlo all’Hokage. Avrebbe dovuto rivedere Tsunade.
Il suo stomaco fece una capriola nella pancia.
Tsunade.
In fondo Sasuke gli aveva regalato una grande opportunità; non a tutti è concesso rivedere i defunti.


L’ufficio dell’Hokage occupato da Tsunade non era molto diverso da quello occupato da Kakashi: in entrambi la scrivania di mogano era sommersa da documenti polverosi, e in entrambi c’era un ninja che prendeva sul serio il suo mestiere soltanto fino a un certo punto.
In quel momento la quinta Hokage, leggendario ninja supremo, medico dalle tecniche incredibili, donna dalla forza portentosa e dal cervello geniale, aveva la testa appoggiata al piano di lavoro e un filo di bava che colava dalla bocca. Russava leggermente.
Naruto sorrise, richiudendo la porta senza far rumore.
Gli faceva tenerezza.
All’epoca lui non ne sapeva nulla, non se ne era reso conto. Ma già allora, nonostante l’apparenza giovanile, il corpo di Tsunade era irrimediabilmente compromesso. La durata della sua vita si era accorciata, le sue cellule non riuscivano più a riprodursi, e di lì a un paio di anni si sarebbe ritirata dalla vita pubblica. Dal suo ritiro Naruto passò al funerale, e poi giunse fino al pensiero che a sostituirla sarebbe stato Kakashi; sentì l’irritazione montare, e fece scomparire il sentimento di tenerezza che aveva provato fino a un attimo prima.
«Ehi, Tsunade» disse, facendole sollevare la testa di scatto.
«Cosa? Sono pronta!» esclamò lei sbattendo le palpebre e tenendo il collo dritto. «Uh? Naruto?» fece dopo un attimo, strizzando gli occhi nella sua direzione. «Che cavolo… Ti sembra il modo di svegliarmi?»
«Ti sembra che si possa dormire sul lavoro?» ribatté lui sogghignando e raggiungendo la scrivania.
«Porta rispetto al tuo Hokage» mugugnò lei tossicchiando e ripulendosi la bocca. Solo allora vide il rotolo nelle sue mani. «Ah, hai completato la missione. Lascia pure qui i documenti, e vai; immagino avrai altro da fare»
Gli rivolse un’occhiatina maliziosa, ma non aggiunse altro.
Naruto arrossì appena, semi-sconvolto. All’epoca non si era affatto accorto di quella luce birichina nel suo sguardo. Voleva dire che già allora lei intuiva come si sarebbe evoluto il rapporto tra lui e Hinata? Com’era possibile? Nemmeno lui lo sospettava!
Rimase impalato a fissarla, ma lei chinò la testa e prese ad esaminare alcuni documenti.
Naruto non si mosse.
Ricordava quel momento. Lui se ne era andato, pensando solo che avrebbe dovuto fare un salto a casa per una doccia prima di vedere Hinata, e aveva lasciato Tsunade senza pensarci troppo.
Ma se ora fosse rimasto?
Se avesse parlato ancora con lei, se si fosse trattenuto? Avrebbe potuto dirle qualcosa? Fare qualcosa, forse avvertirla? E sarebbe servito?
“No”, realizzò subito. “Questo non è il passato. Questo è il potere dello sharingan ipnotico di Sasuke, questi sono i miei ricordi; e nulla cambierà nel presente”
Si voltò, dando le spalle al fantasma di Tsunade, si allontanò dalla scrivania e raggiunse l’uscita.
Ma se i cambiamenti in quella dimensione non potevano influenzare il suo presente, come poteva cambiare le cose stando lì?
Per l’ennesima volta, cosa diavolo aveva in mente Sasuke?.


Tornare nel suo vecchio appartamento gli diede una certa emozione. Riscoprire il disordine, i segni di una casa vissuta solo a metà, i contenitori di ramen sparsi ovunque, la foto che ritraeva il gruppo sette appena composto, tutto gli procurò una nostalgia pungente.
Eppure non sarebbe tornato indietro per nulla al mondo. Perché ora c’era Hinata. Ora aveva una bella casa, un po’ distante dal villaggio, nel luogo esatto in cui l’aveva sognata. Aveva un giardino, aveva tante stanze, aveva una moglie e due bellissime bambine. E non importava che quella vita lo avesse cambiato, perché era felice. E gli altri avrebbero dovuto farsene una ragione.
Sotto il getto tiepido della doccia si chiese se non fosse il caso di rifiutarsi di proseguire all’interno dei ricordi, di stare lì in quel vecchio appartamento facendo finta di niente. Forse Sasuke si sarebbe stancato e lo avrebbe liberato, così da permettergli di tornare alla vita vera.
Ma c’era una cosa che lo attirava. Una cosa che suo malgrado voleva rivedere.
L’Hinata di allora.
Quella creatura che gli era apparsa di vetro, ma che sotto la superficie si era rivelata di diamante; la ragazza che non riusciva a guardarlo direttamente negli occhi, che gli sorrideva con una dolcezza infinita e inconsapevole, che ogni due parole sprofondava nell’imbarazzo. Una donna che ora non c’era più.
Certo, come lui si era trasformata ed era cambiata. Alcuni tratti della sua personalità si erano approfonditi, altri erano scomparsi. Ora riusciva a parlargli, il suo sorriso era ancora più intenso, era rimasta fragile, sì… Ma qualche volta Naruto aveva nostalgia di quell’Hinata da proteggere.
Gli era sempre piaciuto difenderla, e spronarla quando necessario, vederla acquisire fiducia in sé stessa giorno dopo giorno. Ora invece non riusciva più a darle la spinta.
Perché?
Perché ce la faceva da sola.
No, non era vero.
Non era lei ad essere cambiata così tanto. In realtà era lui.
Si sottrasse al tocco tiepido dell’acqua e si asciugò. Fissando il riflesso accigliato nello specchio, cercò di capire cosa c’era che non andava.
Il Naruto leggermente più giovane che lo fissava dalla superficie liscia non sembrava molto diverso da quello attuale. Forse aveva i capelli più lunghi, il viso più colorito, ma era sempre lui.
Oppure… cos’era quel vago ricordo?
Non era la sua immagine allo specchio, era differente, eppure familiare; era la sua immagine di allora. Era il suo sguardo. Ribelle, indomabile, emozionato. Diverso.
A quel riflesso si sostituì quello attuale, e se i tratti non erano cambiati, l’espressione però era mutata, si era spenta.
Naruto distolse istintivamente gli occhi, allontanandosi dallo specchio.
Se non voleva far aspettare Hinata, avrebbe dovuto sbrigarsi.
Si mise un vestito comodo ma elegante, cercò invano di dare una sistemata ai capelli, e poi gli scappò l’occhio sull’unico orologio della casa. Bingo. Era in ritardo.
Per fortuna ricordava limpidamente di essere arrivato all’appuntamento con Hinata mezzora dopo il dovuto, ma non riuscì a impedirsi di insultarsi mentalmente. Alla fine rinunciò ai capelli e uscì così com’era. In fondo le cose erano andate proprio in quella maniera.
Quella sera l’appuntamento era in un ristorante fuori dal centro, un locale un po’ antico ma dove la cucina era davvero ottima. Lo raggiunse in fretta, correndo per le strade rischiarate dai lampioni, passando oltre le finestre illuminate di innumerevoli case. Una volta avrebbe guardato a quelle luci, alle vite che si consumavano oltre i vetri con invidia, ma ora no. Ora non aveva bisogno di invidiare la felicità altrui.
Raggiunse il luogo dell’appuntamento con il fiatone, e trovò Hinata che lo attendeva in piedi sull’ingresso, le mani strette l’una all’altra, lo sguardo un po’ smarrito che vagava da un lato all’altro della strada. Indossava un vestito che le arrivava sotto il ginocchio, color crema come metà del suo guardaroba, e le spalle erano coperte da un golfino leggero. La luce ambrata dell’insegna del ristorante le illuminava i capelli, riempiendoli di riflessi caldi, ma quando i suoi occhi lo videro in lontananza si illuminarono ancora di più.
«Scusa il ritardo!» si affrettò a dire lui.
«Non importa, non ero qui da molto!» sorrise lei arrossendo leggermente.
Sì che era lì da molto. Prendendole la mano per entrare Naruto la sentì fredda, e provò l’irresistibile impulso di scaldargliela a forza di baci, come avrebbe fatto nella realtà. Ma lì non poteva permetterselo.
Si sedettero a un tavolo vicino alla vetrata, l’uno di fronte all’altra, e ordinarono un mucchio di cose diverse, Naruto pieno di entusiasmo, lei quasi timidamente ma divertita. Mentre aspettavano che il cibo arrivasse lui le parlò della missione di quel giorno, e lei gli parlò della sua giornata. Mangiarono continuando a discutere delle stesse cose, e Naruto si scoprì incredibilmente entusiasta di ciò che stava dicendo. Sentiva il viso accaldato, gesticolava, sorrideva ogni due per tre.
Sapeva di aver già vissuto quei momenti, eppure si atteneva scrupolosamente al copione; voleva vederla stupita, sorridente, imbarazzata. Lo sapeva un attimo prima, eppure voleva vederla, quell’Hinata che non c’era più.
E scoprì che gli piaceva. Gli piaceva stare lì e parlare della sua giornata, gli piaceva entusiasmarsi per ciò che raccontava, gli piaceva farla ridere e sentirsi l’unico al mondo che poteva farlo.
Era una sensazione inebriante, e non c’entrava il poco sakè che aveva bevuto.
Alla fine della cena si alzarono, e lui pagò il conto godendosi fino all’ultimo il profondo imbarazzo di lei. Finiva sempre in quel modo, ogni volta che uscivano insieme: Hinata andava nel panico, lui l’aveva vinta, e poi la consolava alla sua maniera. Sempre, sempre, sempre, in quei tre mesi che si erano visti.
Come era successo la prima volta?
Lui era stanco, di ritorno da una missione piuttosto difficile. Era tornato a casa, desideroso soltanto di buttarsi sul letto e dormire per le dodici ore successive, ma non appena aveva finito la doccia era suonato il campanello. Andando ad aprire seccato, si era trovato davanti Hinata con un cesto di frutta per lui. E il malumore era svanito.
Lei faceva sempre così: in qualche modo sapeva quando lui era di ritorno, e ogni volta gli portava qualcosa di fresco e si fermava a scambiare due parole. Aveva iniziato a farlo anni prima, dopo il matrimonio tra Sakura e Sasuke, ma a Naruto ci erano voluti anni per iniziare a immaginare cosa ci fosse sotto.
Il giorno in cui lei si era presentata con il cesto di frutta, lui era particolarmente stanco, e nello stesso tempo si era scoperto particolarmente felice di vederla.
Era stata una cosa quasi naturale invitarla a restare per dividere il dono, e poi, chissà come, aveva iniziato a chiedersi il motivo del suo perenne e costante imbarazzo davanti a lui. All’inizio se ne era uscito con un geniale ‘la metto a disagio perché sono troppo esuberante’, scusa che secondo il suo parere giustificava ogni balbettio e ogni arrossamento. Poi aveva iniziato a guardarla e a paragonarla a Sakura, convinto che non potesse piacergli perché troppo diversa dal suo scorbutico modello. E alla fine si era reso conto che le sue visite lo rilassavano più del previsto, che aveva finito per sperarci, che erano piacevoli; che non importava che fosse simile a Sakura. Ed era stato quasi naturale, a un certo punto, baciarla. E chiederle di uscire con lui. Inutile dire che lei era quasi svenuta per la somma delle emozioni.
Così avevano iniziato a vedersi regolarmente, tre mesi prima, e ora a Naruto sembrava di conoscerla abbastanza da adorarla.
Uscirono dal ristorante che Hinata era ancora agitata, e non riusciva a guardarlo.
«Non avresti dovuto pagare tutto tu» mormorò per la trecentesima volta.
Sentendole dire quelle parole che ormai non pronunciava più, Naruto non riuscì a reprimere un sorriso. Era semplicemente adorabile.
«Sai che il mio è tutto un trucco» le disse prendendole la mano e iniziando a camminare sotto la luce incerta delle stelle e quella fredda dei lampioni. «Voglio farti agitare, per poi approfittare di te in un angolo buio»
Giusto in quel momento passavano accanto a un vicolo scuro, e Naruto la spinse dentro con dolcezza ma fermamente.
«Che fai?» sussurrò lei, avvampando senza che lui potesse vederla.
Che carina. Ogni volta reagiva così.
«Approfitto di te» ribatté con un sorrisino, sospingendola contro la parete e chinandosi sul suo collo.
Le proteste di Hinata non durarono a lungo. Ben presto lasciò perdere e si arrese all’irruenza di Naruto, alle parole che lui le sussurrava all’orecchio. E lui si godette ognuno di quei preziosi istanti.
Che bastardo era stato Sasuke, si trovò a pensare ricordando che quelli erano tutti episodi già vissuti.
Se conosceva un po’ la tecnica dello sharingan ipnotico, Naruto sapeva che lui era consapevole di tutto ciò che gli mostrava; e scegliendo proprio quel giorno aveva invaso e disintegrato uno dei momenti più privati della sua vita. Perché quello era un giorno importante. Davvero importante.
Si allontanò da Hinata prima che l’istinto prendesse il sopravvento e si scordasse che in quel momento non erano marito e moglie. Nell’oscurità le accarezzò i capelli lisci, scendendo con le dita a sfiorare il collo e avvertendo il battito accelerato del suo cuore. Poi avvicinò la bocca al suo orecchio e sussurrò piano:
«Questa sera vieni da me»
Immediatamente la sentì irrigidirsi.
«No» mormorò in fretta, quasi spaventata. «No, non posso, non devo…»
Lui strinse il pugno contro la parete, lasciando l’altra mano morbida sul suo collo.
Quella parte della serata non gli piaceva. Lo avrebbe fatto soffrire. Vederla soffrire faceva sempre soffrire anche lui.
«Perché no?» chiese, costringendo le proprie labbra a muoversi su un copione che ora odiava. «Ormai sono già tre mesi che ci vediamo»
«Tu non capisci» lo interruppe lei con il respiro leggermente accelerato. «Non… non mi è concesso» disse a fatica, e lui fu certo che in quel momento lei avrebbe voluto sprofondare per l’imbarazzo e il dolore. «La mia famiglia segue molto la tradizione, e prima del matrimonio noi non… non…»
«Mi vuoi far credere che Neji è un casto verginello?» sbottò Naruto, con più astio di quanto fosse nelle sue intenzioni.
Il sorriso mesto di Hinata si perse nel buio. «Lui è un maschio. Nessuno può dirgli niente, o provare qualcosa»
Silenzio.
Naruto ascoltò per alcuni lunghi istanti il frinire lontano delle cicale, restando immobile contro di lei, in quella piccola dimensione che li accoglieva e nascondeva le loro emozioni. Poi parlò di nuovo.
«Quindi, senza un matrimonio…» disse, e lasciò la frase in sospeso.
«Già» sussurrò flebilmente Hinata. «Io… mi dispiace; è che.. è che non…»
In quell’istante Naruto decise di lasciar perdere il copione.
Prima di quanto avesse fatto nella realtà, interruppe le sue scuse del tutto fuori luogo. Non voleva sentirla impappinarsi con le parole, mormorare frasi umilianti e dolorose, non voleva sentire il leggero tremito che la scuoteva. Infischiandosene dello scorrimento dei suoi ricordi, prese in mano la situazione e accelerò le cose. E poi questa volta non aveva nessuna esitazione.
Ciononostante, le parole che uscirono dalla sua bocca furono dette con sicurezza e nel contempo con un lieve tremito; a quanto pareva l’emozione andava oltre la memoria, veniva ricordata direttamente dal suo corpo.
«Allora sposami»
E dire che non era nemmeno la prima volta che glielo chiedeva.

*

Sai sollevò una mano, e Chiharu, Kotaro e Hitoshi alle sue spalle si immobilizzarono. Tesero le orecchie, aguzzarono la vista, ma non captarono nulla. Perplessi, si scambiarono un’occhiata.
All’improvviso uno scoiattolo guizzò sul ramo che stavano per calpestare, facendoli trasalire, e per lo spavento Haru rischiò di perdere l’equilibrio e cadere dall’albero su cui era appollaiata. Appesa per le braccia e con il cuore a mille, intercettò l’occhiata sarcastica di Sai e avvampò. Digrignando i denti, si issò di nuovo sul ramo e assottigliò gli occhi per fronteggiare il ghignetto – a dire il vero piuttosto pallido – di Hitoshi.
«Andiamo» ordinò Sai senza commentare, e ripresero a correre a quattro metri dal suolo.
Quella missione era un banale livello C, come previsto. Avrebbero dovuto raggiungere un villaggio poco distante e prelevare un dignitario del paese del Fuoco in visita al villaggio della Foglia, scortandolo lungo il tragitto. Non si prevedevano agguati o altro, si prospettava una giornata tranquilla. Ma i tre genin non avevano ancora aperto bocca, e la cappa di depressione che aleggiava sul gruppo era quasi palpabile.
Sai sollevò di nuovo la mano, e ancora una volta i ragazzini si fermarono.
“Un altro scoiattolo?” si chiesero irritati, ma quando il cenno del loro jonin si ripeté brusco, capirono che c’era qualcosa che non andava.
Il più silenziosamente possibile si trovarono ognuno un angolino nascosto dal fogliame. Rimasero immobili, trattenendo il fiato, senza avvertire alcun rumore. Passarono i secondi, che si trasformarono in minuti, e all’improvviso due ombre comparvero più avanti. Si muovevano caute ma veloci, guardinghe, e Kotaro riuscì a vedere sulla loro fronte il simbolo del paese della Roccia. Trattenne un’esclamazione, e cercò con gli occhi Sai per ricevere istruzioni.
Il jonin a sorpresa ordinò al gruppo di non muoversi. Poi, all’improvviso, agì da solo.
Hitoshi riuscì a malapena a seguire il movimento delle sue mani mentre raccoglieva il chakra, e ci fu un’esplosione d’acqua che scosse gli alberi fin nelle radici. I due ninja della roccia furono colpiti in pieno, andarono a schiantarsi contro un grosso tronco che resistette all’impatto, ma non persero conoscenza. Imprecando, lanciarono una manciata di shuriken verso il cespuglio in cui era nascosto Sai, e lui li schivò per un pelo. Uscì allo scoperto, correndo verso di loro, e sfilò rapido un kunai dalla cintura. Il primo colpo andò a segno, e l’arma si piantò nel collo del ninja della roccia, ma il secondo avversario schivò. Sai non riuscì ad evitare la sua tecnica successiva, e sentì il terreno farsi improvvisamente morbido e cedevole. Realizzò in un attimo che si trattava di sabbie mobili, e lanciò un kunai verso un ramo, utilizzando il filo ad esso legato per trarsi d’impaccio. Ma il ninja della Roccia si era aspettato quella mossa, e si fece trovare con un kunai a un passo dal suo collo, pronto a reciderlo in un sol colpo.
Un attimo prima che la lama affondasse nella carne, fu colpito da un calcio alla testa.
Cadde più in là, mentre Kotaro atterrava con le folte sopracciglia corrugate e gli occhi brillanti per l’emozione e la paura, e Sai si concesse un’espressione vagamente sorpresa.
Chiharu colse l’occasione per bloccare il ninja della roccia mandando gli shuriken a conficcarsi nei suoi vestiti, e a sua volta uscì allo scoperto.
«Voi sì che sapete come obbedire a un ordine» commentò Sai atono.
«Ehi, io non mi sono mosso!» protestò Hitoshi dal suo ramo. Evitò di aggiungere che non lo aveva fatto perché all’improvviso quattro metri gli erano sembrati troppi.
«Mezza sega» fu l’inclemente commento di Chiharu.
Poi un sibilo la fece spostare di scatto, evitando per un pelo un ago avvelenato. Il proiettile continuò la sua corsa, puntando su Hitoshi, ma il genin reagì istintivamente e si lasciò cadere dal ramo, atterrando come un gatto. A quel punto si immobilizzò, abbastanza scioccato: ma come, ora scendeva così? E le vertigini?
Un kunai si piantò nella gola del ninja della roccia, che tra i denti stringeva ancora un ultimo ago avvelenato. Sai sospirò, abbassando il braccio con cui aveva lanciato.
«Ahiahi, non ci siamo» mormorò.
«Ma ce la siamo cavata!» protestò Kotaro sulla difensiva. «Ti abbiamo anche salvato, maestro!»
«Eh? Ah, non mi riferivo a voi» spiegò il jonin senza espressioni particolari. «Il problema temo di essere io: è probabile che le incursioni dei ninja della Roccia aumenteranno, da qui in avanti, e io non sono in grado di proteggervi»
I tre genin sbatterono le palpebre.
«Beh, non abbiamo bisogno di una balia tutto il tempo» brontolò Hitoshi dopo un istante. «Mi sembra che non sia andata tanto male con questi due»
«Certo, se escludiamo l’ago avvelenato che per poco non ha preso te o Chiharu»
«L’ho evitato» fece notare lei tra i denti, puntigliosa.
«Ho visto. Ma se un giorno incontrassimo ninja più in gamba di questi, potreste lasciarci le penne. E sono piuttosto sicuro che il mio corpo non scatterebbe in automatico per cercare di difendervi. Non sono la persona più adatta a seguirvi»
Calò un pesante silenzio. Nessuno, in effetti, sollevò obiezioni.
«Ma… allora cosa succede adesso?» chiese Kotaro esitante.
«Niente. Finiamo la missione» rispose Sai. «Poi, quando torneremo al villaggio, Naruto riprenderà il suo posto»
«Non per contraddirti, ma mi pare che sia stato lui a dare le dimissioni» borbottò Hitoshi, per nascondere il piccolo, infinitesimale istante di gioia che lo aveva attraversato.
Kotaro, già pronto ad esultare, si afflosciò come un palloncino sgonfio; Chiharu incrociò le dita dietro la schiena.
Ma Sai rivolse loro uno dei suoi freddi e ambigui sorrisi.
«Credo che per questa sera sarà tutto a posto» disse serafico.
I tre genin non capirono un tubo – ovviamente.

*

La scena era cambiata all’improvviso, nel tempo di un battito di ciglia.
Un secondo prima era con Hinata in quel vicolo, e un secondo dopo Naruto si trovava nella luminosa residenza principale degli Hyuuga, davanti a Hiashi Hyuuga in persona. Leggermente più giovane, ma arcigno uguale.
La stanza era ampia e spoglia. Il pavimento di legno e le pareti di shoji erano impeccabili, e il basso palco su cui stava il padrone di casa aveva ai lati due piccoli bracieri. Alle spalle, sulla parete di fondo, lo stemma della casata.
Quello era il momento della richiesta ufficiale.
Di nuovo, Naruto si chiese cosa avesse in mente Sasuke; ma quando Hiashi prese la parola, dovette smettere di pensarci.
«Hai davvero avuto l’ardire di chiedere la mano della mia primogenita?» chiese il capoclan degli Hyuuga, accigliato.
Senza rifletterci, Naruto ripeté ciò che aveva fatto anni prima. «Sì» disse alzando il mento.
Ora che ci pensava, nella realtà era un bel po’ che non alzava la testa con la casata di sua moglie.
«E non solo» proseguì Hiashi. «Hai anche la sfrontatezza di chiedere che lasci questa famiglia per entrare nella tua. Nella tua inesistente» si corresse.
«Da qualche parte bisognerà pur iniziare, per crearne una»
Silenzio.
«Cosa ti fa pensare che io possa anche solo riflettere su una simile proposta?» domandò poi Hiashi, freddo.
«Veramente la mia non è una proposta» ribatté Naruto in tono sicuro, adattandosi agevolmente al copione. «Quello che voglio dire è che Hinata diventerà mia moglie, e prenderà il mio cognome. Sono qua soltanto per informarla, e perché, visto che la primogenita del clan, ho pensato di dare a suo padre l’opportunità di benedire la cosa»
Gli occhi di Hiashi Hyuuga si assottigliarono. «Non pensavo avrei mai sentito simili parole nella mia casa. Non pensavo di udire una tale impudenza»
«Sono fatto così» replicò Naruto.
E si rese conto con sorpresa che era vero.
All’epoca era fatto così. Non si arrendeva davanti a nulla, tutto si poteva fare, tutto poteva essere.
Perché poi era cambiato?
Diceva di essere soddisfatto di ciò che era diventato, ma ne era davvero sicuro?
«Scordati la mano di mia figlia» disse secco Hiashi. «E’ l’erede ufficiale del clan, non può andarsene»
«Accidenti» brontolò Naruto grattandosi la nuca. «Speravo che non avrebbe fatto storie, veramente. Credevo che magari avrebbe lasciato in pace Hinata, visto che non soddisfa tutte le sue strampalate aspettative»
«Tu non sai nulla di questo clan!»
«Non è del tutto vero. So che voglio che Hinata ne esca; perché qui si sente soffocare»
I due si fronteggiarono qualche istante, senza che nessuno parlasse.
«Se prenderai Hinata con la forza, non esiterò a mettere in campo tutte le mie possibilità» scandì poi Hiashi, stringendo la mano sul bastone nero che si portava sempre dietro.
Naruto sorrise. E in quel sorriso dai muscoli distesi e dal battito cardiaco lento e misurato, fu come se un sottile spiffero gelido si irradiasse per tutta la stanza, strappando un brivido al padre di Hinata.
«Il problema è più suo che mio, mi sembra» disse il jonin biondo, e in quelle semplici parole era insita una non troppo velata minaccia.
Hiashi non riuscì a ribattere subito. Rifletté per qualche lungo istante, poi chiuse gli occhi.
«Ho bisogno di tempo. Torna fra tre giorni» decretò asciutto.
«Domani» lo corresse Naruto. «Tornerò domani per sentire il suo sì, oppure non tornerò più»
L’eco delle sue parole non si era ancora spenta, che le pareti della stanza in cui si trovava sembrarono scivolare attorno a lui e dissolversi in granelli di sabbia impalpabili.
Un attimo dopo si erano ricostruite, uguali e diverse. Quella doveva essere la scena successiva. C’era ancora Hiashi Hyuuga, e tutto appariva uguale, ma la luce era cambiata. Così come l’atmosfera.
«Ho preso una decisione» scandì il capoclan, in tono formale. «Ti concedo la mano di mia figlia»
Sul viso di Naruto si fece strada un sorriso.
«Prenderà il tuo cognome» proseguì Hiashi imperturbabile. «Però» il sorriso di Naruto si affievolì. «Resterà sempre un membro della casata Hyuuga. E’ qualcosa che nemmeno tu puoi impedire, che è nel suo sangue. I tuoi eredi apparterranno a questo posto»
Naruto lanciò sul futuro suocero un’occhiata di sfida.
«Vedremo se non posso impedirlo!» esclamò.
E poi sbatté le palpebre, interdetto.
Davvero aveva pronunciato quelle parole?
E che fine avevano fatto?
Dalla prima gravidanza, con Hinata si era sempre spostato alla residenza principale. Perché lei aveva bisogno di assistenza, si era detto.
Ma ricordava che l’invito era partito dagli Hyuuga. Lui lo aveva accettato, dapprima diffidente, poi quasi grato. Si era fatto ospitare da quel clan freddo, si era lasciato chiudere tra quattro mura asfissianti, e lì, lentamente, si era spento. Senza neanche accorgersene.
Nella frenesia per le nuove condizioni di Hinata era stato convinto che dovesse avere ogni aiuto possibile, e così aveva finito per obbedire ai piani di Hiashi senza una protesta. Anzi, convinto di aver fatto solo bene. Poi, lentamente, aveva smesso di rispondere al suocero. Si era limitato a ignorarlo, a dire che ormai non avevano nulla a che fare; ma in realtà non lo aveva contrastato, semplicemente. Lo aveva lasciato libero di agire come meglio credeva, e di manipolarlo.
Spostandosi nella residenza principale ogni volta che Hinata aspettava un bambino, gli aveva permesso di legare i suoi preziosi figli a quel luogo e a quel clan maledetto.
Strinse i pugni, conficcandosi le unghie nella carne, e vide la stanza dissolversi nuovamente, per scomparire nell’oscurità insieme al ricordo di Hiashi.
A quel punto, solo, nel buio, sentì il battito del suo cuore, rapido, intenso, rabbioso.
Come aveva potuto essere tanto ingenuo? Tanto stupido?
Aveva blaterato davanti a Kakashi che era contento di ciò che era diventato, che tutti avrebbero dovuto farsene una ragione; ma ora si rendeva conto che il primo a disprezzarsi era lui stesso.
Perché Sasuke lo aveva portato lì? Perché gli aveva fatto rivivere quei momenti?
Per fargli vedere chi era davvero. Per farglielo ricordare.
Ciò che faceva all’interno di quella dimensione non modificava il suo mondo, ma poteva modificare lui.
“Hai capito finalmente?”
Alzò lo sguardo, e nel buio davanti a sé incontrò gli occhi scarlatti di Sasuke, che lo fissavano intensi e sanguigni.
“Sì” rispose, con espressione determinata. “Ho preso una decisione: mi riprendo il vecchio me stesso”
L’Uchiha gli sorrise, con quel sorriso d’intesa che si erano scambiati tante volte prima di quel momento, il sorriso che solo loro capivano, sempre. Quello che nemmeno Sakura era mai riuscita a tradurre.
“Bentornato” disse. E gli tese una mano.
Naruto l’afferrò.


Il ritorno alla realtà fu più brusco del previsto.
Con un sussulto, Naruto si trovò nel giardino della residenza principale degli Hyuuga, la fronte imperlata di sudore e un accenno di emicrania.
Il sole si era spostato leggermente, ma la quiete nel piccolo cortile interno era rimasta immutata. Un uccello si librò in volo da un albero poco distante.
Naruto sbatté le palpebre, e mise a fuoco Shikamaru appisolato sul portico, Rock Lee che combatteva contro l’aria a qualche distanza, e infine Sasuke, che davanti a lui lo guardava. Sembrava un po’ pallido e provato.
«Non è stato facile» commentò asciugandosi il sudore dalla fronte. «Resistevi»
Naruto sorrise.
Poi gli rifilò un pugno che sarebbe stato ricordato negli annali, ponendo le basi per il livido peggiore che avesse solcato la mandibola di Sasuke Uchiha da tredici anni a quella parte.
«Razza di schifoso bastardo!» ringhiò sotto gli sguardi allibiti di Shikamaru e Lee. «Era la mia privatissima proposta di matrimonio!»









Nel prossimo capitolo...


«Quindi dobbiamo indagare?» intervenne Naruto con gli occhi che brillavano.
«Mi lasci finire?» lo seccò Kakashi atono. «No, anche se volessi indagare non manderei dei novellini. E poi il Paese della Roccia si aspetta che ci muoviamo da questa parte. Quello che voglio è che formiate una delegazione per andare al villaggio della Sabbia: ci serve l’aiuto di Gaara»







* * *

Spazio autore

Sì, ok, lo so: l'anticipazione della volta scorsa è stata stronza quasi quanto la rivelazione di questo capitolo.
Comunque, visto che vi conosco e so che scenderete a leggere qui prima di aver finito,
non ho intenzione di accennare assolutamente nulla riguardo a ciò che è accaduto.
L'unica cosa che dico è: caspita, ma Shika vi ha proprio colpito! XD
Invece vi informo che mi è pervenuta la richiesta di qualche dato in più riguardo ai mocciosi
(informazioni che ho difficoltà a inserire altrove, per intenderci),
e dunque da oggi ci sarà un angolino dedicato ogni volta a un personaggio diverso.
Iniziamo con Hitoshi (sì, lo faccio per harryherm! XD)


- Hitoshi Uchiha -

Età: 12
Compleanno: 31 luglio
Si avvicina all'eccellenza in ogni pratica ninja, ma non riesce a raggiungere il top in nessuna.
Soffre di vertigini.

Probabilmente se avesse conosciuto lo zio si sarebbe ispirato a lui. Per fortuna ha conosciuto soltanto suo padre e soprattutto sua madre.
Non sembra, ma è un tipo molto dipendente dagli affetti; si atteggia a grand'uomo, ma se nessuno lo coccolasse sarebbe lui a cercare attenzioni.
E' in competizione perenne con Chiharu perché gli fa venire i cinque minuti, e con Kotaro perché in alcuni campi non riesce a superarlo.
Il suo vero obiettivo, però, è Jin, che odia e invidia contemporaneamente.
E' combattuto riguardo a ciò che pensa di Naruto. Oggettivamente riconosce la sua forza, ma si rifiuta di ammetterlo anche a sé stesso.
Per suo padre nutre una venerazione sconfinata, ma non sa mai come prenderlo e finisce per cercare la sua approvazione sforzandosi di essere il migliore.
Per la stessa ragione, aspetta con impazienza che gli si sviluppi lo sharingan.
In termini più generali, è molto combattuto tra la sua natura di freddo Uchiha e quella più affettuosa che gli deriva dalla madre.
Non riesce mai a esprimere ciò che prova davvero, e allora cerca sempre di mostrarsi più forte di quello che è.
Il che lo porta spesso ad essere odioso.
Fortunatamente è nato con un bel faccino, e si sa che ai belli si perdonano i peccati d'arroganza...


NOTA: scusate per la brevità di alcune risposte ai commenti, ma in questo momento sono davvero distrutta...


bambi88: davvero, è incredibile che tu riesca a scrivere tanto bene di Ino nonostante ciò che provi per lei! Mi lasci sempre più stupita! XD I maschi di Naruto sono una costante fonte di disidratazione per noi donzelle, si sa, ma contieniti, diamine! Devi arrivare fino al capitolo 36, lo sai? E Sai non si è comportato troppo male. Insomma, in fin dei conti sono tornati tutti vivi!
Sky_Shindou: dunque, ora sai cosa è successo a Naruto. La perplessità potrebbe essersene andata o essere aumentata in maniera vertiginosa, in ogni caso les jeux sont fait, e rien ne va plus! (nota: sono anni che non faccio più francese, al 120% ho scritto cazzate) Spero solo di non averti eccessvamente traumatizzato con Tsunade... ^^'
Hipatya: la faccenda della cecità te la spiego al volo. SPOILER! Allora, sappiamo che il fratello di Madara aveva lo sharingan ipnotico ma non era cieco. Ergo, io sono giunta alla conclusione che se uno non ne fa un uso eccessivo, conserva la vista. Dal momento che Madara ci viveva, è normale che sia diventato orbo. Ma il fratellino, e Sasuke come lui, lo usava raramente; per questo non ha avuto effetti collaterali di un certo peso. Magari ha perso qualche diottria, toh! XD FINE SPOILER! Per quanto riguarda l'utilizzo dello sharingan su Naruto, beh; direi che alla fine quello che se l'è vista più brutta è stato Sasuke, altro che lui! XD Uh, la NaruHina. Dunque, come hai letto non era proprio Hinata il problema, quanto piuttosto la sua famiglia. Solo che lei si sente responsabile, e questa cosa non sparirà tanto all'improvviso. Anche perché i problemi per questi due sono soltanto all'inizio! Una domanda su tutte: com'è ora il rapporto tra Naruto e Sakura? Jin e Akeru sono simili eppure agli antipodi. Nella mia testa ricalcano vagamente Sasuke e Naruto, ma più accentuati... e più bastardi, perché sì. XD Quindi prevedo scintille! E chissà fino a che punto riusciranno a influenzarsi a vicenda!
lilithkyubi: ehm, il fatto che tu adori Tsunade mi fa temere per la mia incolumità, ora! ^^' Uh, ma Hitoshi e Chiharu li vedi proprio bene insieme se me li paragoni addirittura a Shika e Tem! XD Chissà, chissà... Per quanto riguarda Gaara, devi solo attendere con pazienza! ^^ Hai letto la preview, no? ^_*

NaruGaa: il grosso problema delle Mary Sue e dei Gary Stu dilaganti è più serio di quel che si pensi. D'altronde quando qualcuno scrive, lo fa anche per sognare un po', e la tentazione di "vincere sempre" è fortissima. Ma allo stesso tempo, come lettrice, mi rendo conto quando le cose sono esagerate e rasentano l'incomprensibile, e cerco di evitarlo mentre scrivo. Ovviamente non sono esente da pericoli nemmeno io. Anzi, il mio "marysuesimo" è ancora più pericoloso, perché si traduce in una demolizione completa del personaggio lungo il corso della fic, seguita da una glorificazione finale pressoché apocalittica! XD Però provo sempre a rendere il tutto almeno vagamente realistico, e a dare a tutti pregi e difetti. senza contare che con i mocciosi non ho a disposizione il jolly di un'infanzia tragica, perché sono cresciuti tutti nella bambagia! XD Oh, quando puoi sarò felice di vedere un tuo disegno! ^^ E non cercare la fic su manga.it, l'ho momentaneamente sospesa per evitare che vi spoileraste il finale! XD (lì era finita da settembre)
Killkenny: ok, ho continuato per sei ore a ripetere il tuo mantra di fine commento, e il risultato è che... mi sono bruciata trentasette neuroni (anzi, trentotto. Uno è morto mentre contavo le altre vittime). Però ha avuto il suo effetto, fossi in te mi metterei con pazienza ad aspettare... non qui, oh no, non arrivo a modificare tanto, ma dove tu sai...
Talpina Pensierosa: aha! Questa volta ho capito cosa c'era sotto le X! Eheh, so che ti mancava il NaruHina!
maninja87: wow, ci hai azzeccato con le ipotesi sullo sharingan ipnotico! Complimenti! Il problema di Naruto era legato a Hinata per via indiretta, come hai letto. Solo che se lei non si vittimizza un po' non siamo contenti! XD La faccenda dei pairing nel manga a me non sembra tanto scontata, invece... al di là della ShikaTema, non do per certa nessun'altra coppia! Kishi mi lascia troppi punti interrogativi! E dal prossimo capitolo, di nuovo marmocchi e Naruto together!
Beckill: l'indicazione sul peso del bimbo nella pancia di Hinata era piuttosto vaga! XD Non so esattamente a che mese sia ora, so soltanto che verso la fine sarà attorno al settimo-ottavo, ma non so quanto manca cronologicamente a quel momento! XD Quindi non fare troppi calcoli, sappi solo che è incinta. E che ha mal di schiena. Per quanto riguarda Tsunade... ebbene, le tue supposizioni erano sfortuunatamente esatte. Mi dispiace. U_U
DuniettaS: non essere troppo severa con Hinata, in fondo il cambiamento di Naruto era solo indirettamente colpa sua! E, ehm, per Tsunade... ^^' Le ho regalato un po' di morte, altro che felicità! Ma non è detto che non sia stata felice prima del "momento"! Per quanto riguarda il disegno, Kotaro e Hitoshi sono i genitori ringiovaniti. E Haru, invece, sembra più grande della sua età volutamente. dal mio punto di vista anche Temari la sembra, e quindi ho riciclato la cosa! XD Ma non prestare molta attenzione a quel disegno, lascia perdere! Al momento il mio obiettivo è creare immagini solo con le parole, quindi resterà probabilmente un esperimento isolato! U_U (e poi mi piace l'idea che tutti si immagino i personaggi in maniera diversa! XD)
kimi: Ino, Kiba e compagnia bella resteranno misteriosi ancora per un po'! Dammi tempo, prima devo introdurre altri personaggi! (come Gaara, ad esempio) Guarda, a conti fatti con chiunque finisca Chiharu sarebbero grandissimi casini! XD Quindi non vedo perché non Sai! U_U Ma chissà, chissà... può darsi che le opzioni non si fermino a questi due! E Hinata, come hai visto, non è vedova! XD
sammy1987: usare lo sharingan ipnotico per torturare Naruto sarebbe troppo, sì, ma usarlo per fargli fare un tranquillo flashback si può dire che sia quasi un regalo! Anche se Naruto non la pensa così, ovviamente. Uh, la storia con l'uomo maturo, come dici tu, è affascinante fino a un certo punto. Quando si sconfina nella pedofilia, bisogna andarci con le pinze! XD E Haru tredicenne è davvero un po' troppo piccola... per quanto sia matura, ha anche lati davvero infantili! E sono molto importanti! XD
ila_sabaku: come si può intuire dalla preview di questo capitolo, già dal prossimo inizierò a parlare di Gaara! Per Sai e Chiharu, invece, ti direi di prenderla con filosofia e non stare a pensarci troppo. Comunque, grazie per aver commentato e per i complimenti! Mi hanno fatto molto piacere! ^^
Ino_Chan: i nomi delle bambine non li ho inventati io. Hinagiku significa margherita in giapponese (fa molto nobildonna XD), e Hanako è qualcosa come bambina dei fiori (Hana, in giapponese, significa fiore). Beh, poi qualche nome lo inventerò! XD Più o meno cerco di ricordarmi qualche regola e li tiro fuori!
Lele 91: questo te lo dico subito. Non ci saranno accenni NaruSaku. Ci ho scritto 64 capitoli e li ho pure fatti mollare, quindi non ho intenzione di torturarli ancora! XD Anche perché ormai sono sposati, con figli, preoccupazioni, responsabilità... Lasciamoli tranquilli almeno dal punto di vista sentimentale!
Yume_Tsuki: io Naruto lo capisco benissimo, eccome. E' lui che non capisce sé stesso! XD E neanche gli altri lo capiscono molto, a ben vedere... Comunque, voleva tornare normale già di suo, quindi nessun danno! U_U
arwen5786: i nomi delle bimbe non sono fondamentali, tranquilla. Ricordati solo Hina, così, per sport, e sei a posto! (esatto, dovresti cogliere qualcosa di sospetto nelle mie parole...) E non mi corromperai con lu hyuugacest, ah! Sono irremovibile! Never Neji! Oh, ora che so cosa provi per Sai sarà molto più semplice parlarne con te! E ho la vaga impressione che sarà divertente leggere i tuoi commenti su lui e Chiharu! XD Tra l'altro, sappi che Silvia sta affilando i coltelli perché sostiene che Hitoshi deve essere solo e soltanto suo. Io ti ho avvisata. Per quel che mi riguarda, sono la sua mamma e so che fine farà, ergo... boh. Vedetevela voi! XD Vuoi immaginare Jin? Semplice: prendi Kakashi, immagina di togliergli la maschera, e hai suo figlio. Con gli occhi blu. Oh, Sasuke non sa che Hitoshi ammira Itachi. D'altronde, anche se lo sapesse, forse la cosa non lo disturberebbe più di tanto... hai mai notato quanto il nome Hitoshi suoni simile a Itachi? Comunque. Tsunade. Sì, lo so, sono stata una perfida vipera a dirvelo così. D'altronde, mi amate anche per questo! E quindi... va tutto bene! XD Un bacione, mia piccola real Hinata!
Elisir86: i pairing in questa fic, oltre ad essere a malapena accennati, saranno anche decisamente poco romantici. Insomma, ho a che fare con tredicenni che sono sostanzialmente teste di cazzo, quale romanticismo vuoi che ci sia? XD E mi scuso per l'interruzione bastarda dello scorso capitolo. Già che ci sono, mi scuso in anticipo per le interruzioni future... (me perfida) Comunque, il piano di Sasuke, Shika e Rock Lee ha avuto esito positivo! Gioiamo!
SuperEllen: spero che la carrellata di NaruHina non sia stata così terribile! XD I mocciosi con Sai dal mio punto di vista sono meno divertenti che con Naruto! XD Insomma, con lui ci sono più liti, più ripicche, più bronci... C'è il profumo della vita! (?) Kotaro al momento non mi crea problemi. Cioè, capisco che sembri niente di speciale, ed è assolutamente normale, ma a me piace proprio così. Tra tutti questi genietti arroganti, lui è quello che ha davvero tredici anni, e non si vergogna di dimostrarlo. Dovessi scegliere, vorrei indubbiamente essere sua amica. Sì, beh, discutiamo di Sasuke. Meno Hitoshi gli somiglia, meglio è per tutti. Mica per niente, eh, ma il principe emo della rottura di... ecco, visto come è finito poi, è bene che non si riproduca! Cioè, lo so che ormai è tardi, ma quello che intendo è: è bene che non si riproduca tale e quale, tendenze traditrici incluse. Ah, la faccia di Hitoshi è ancora più da schiaffi di quella di suo padre perché anche la mamma ci ha messo del suo. E Sakura... è Sakura, sigh. Per quanto riguarda il taglio del capitolo, in realtà era necessario. Se non lo avessi diviso sarebbe stato lungo ben 15 pagine, davvero un'esagerazione! E tagliarlo a pagina 7 anziché 5 sarebbe stato peggio, credimi! XD
kiaretta_chan_94: e certo che l'ho fatto apposta a troncare lì il capitolo! XD Se no che gusto ci sarebbe? Comunque Kyuubi non è scesa in campo, come hai visto. Ma pazienta un po', e dovremo fare i conti con lei... Invece di Jiraya non si sa ancora nulla, eheh!
rina: una sola cosa: il disegno di Jin puoi scordartelo!!
Maryella: ohoh, un'altra che odia il NaruHina! Mi spiace per te, ma tornerà - ovviamente - nella fic. Però non sarò più smielata come questa volta, puoi tirare il fiato!
lale16: sì, la "presenza" che sente Naruto è proprio Kyuubi. E ricorda che Hitoshi non sa che è stato Naruto a uccidere Itachi, nessuno glielo ha detto! Senza contare che... credo farebbe finta di niente, uscendosene con cose come "ma è solo arrivato prima. Mio padre avrebbe ucciso Itachi molto più facilmente e con molta più forza di lui se gliene avesse lasciato il tempo!"
Urdi: come dire... Tsunade NON è viva, dopotutto. Ma non è stata la sua morte a scioccare Naruto. Davvero ti stai appassionando? E dire che siamo ancora nella zona di mare a malapena mosso... i cavalloni sono ben lontani! Per allora che succederà? (i disegni sono sempre ben accetti! ^^)
gracy110: grande, sei l'unica che ha azzeccato in pieno il motivo della depressione di Naruto! XD Ma tranquilla, non arriverà ad usare la volpe contro i suoi amici! U_U
yayachan: non ho mai capito perché, ma questi capitoli hanno riscosso un grande successo! beh, non posso che ringraziarvi per questo! ^^
Charlie_2702: dunque, in casa Uchiha si è accennato a Itachi, per ovvie ragioni del tipo: "papà, oggi mi hanno detto a scuola che mio zio era un traditore! Cioè?" e: "papà, perchè viviamo in un quartiere deserto?". Solo che non gli è stato spiegato proprio "tutto", capisci? XD Comunque... caspita, come lo hai demolito Hitoshi! XD (e ti ho fatto la scheda, visto?) Il cuscino di seta di Hinata è di seta non per Hinata, ma per i fatti suoi. In quella casa ci sono solo cuscini del genere! XD E le figlie hanno volutamente nomi simili a quelle del resto della famiglia. E' una mia scelta precisa, se non erro nei casati che vogliono fregiarsi di un qualche titolo nobiliare è un'usanza piuttosto diffusa. Per la cronaca, Hinagiku significa margherita, e Hanako qualcosa come bambina dei fiori (Hana è fiore). E' molto semplice il motivo per cui nel sogno di Naruto c'era Sakura e non Lee: lei è più vendicativa! XD Comunque non cerco certo di renderla simpatica. Ma a quanto pare ognuno la vede come vuole, e ho imparato a lasciar correre! Ah, Naruto stava facendo il pisolino pomeridiano, sì. Insomma, Shikamaru non si presenta a casa della gente all'alba, immagino! XD E LEI.... Oh sì, LEI non se n'è mai andata! (a fronte di un commento a tuo dire insensato, ecco una risposta con ancora meno logica!)
Maobh: ehm. Tsunade non è propriamente in carica... e nemmeno viva, se per questo. XD Oh, se mi hai mandato una mail con il nome del tuo relatore mi sa che non è arrivata. Ma è più o meno normale, visto che il servizio di contatto rapido con me non funziona! ç_ç
elie191: mi sa che dovrai abituarti in fretta a Kakashi Hokage, perché come hai scoperto oggi, tutti i suoi predecessori sono morti! ^^'
Reina: per carità, lasciamo Hanabi dove sta! Mi ha creato fin troppi problemi la volta scorsa, meno compare qui e meglio è! XD
Izayoi007: meno male che ho aggiornato la pagina dei commenti prima di inviare il capitolo, o ti avrei saltata! XD Mi spiace che la scuola abbia ripreso a pesare, ma credimi, ti comprendo. ç_ç Kyuubi tornerà sugli schermi solo tra un po', ma lentamente tutti i vecchi protagonisti torneranno sulla scena! Basta solo aspettare! ^^ (e sì, riesco a immaginare il tuo stato sull'interruzione del capitolo, perché era esattamente ciò che volevo!)
Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Chi ha detto che ciò che otteniamo ci rende davvero felici? ***


Naruto2-9

Chi ha detto che ciò che otteniamo

ci rende davvero felici?



- Nove -







«Già di ritorno?» fu il commento sornione di Kakashi quando Naruto si presentò con aria baldanzosa alla sua porta.
Era tardo pomeriggio, e solo da poche ore il jonin era stato riportato alla realtà da Sasuke, Shikamaru e Rock Lee. Loro tre, poveri ragazzi, erano un po’ ammaccati dopo la sua vendetta, ma in fondo ci era andato piano.
«Ridammi Chiharu, Hitoshi e Kotaro» disse Naruto piazzando le mani sulla scrivania e piantando gli occhi in quelli di Kakashi.
Il sesto Hokage lo fissò per un attimo. Sembrava tornato decisamente quello di prima.
Nascondendo un sorriso sotto la maschera, abbassò l’Antologia della Pomiciata.
«Sono di nuovo tuoi» disse. «Sai è venuto a dare le dimissioni giusto qualche ora fa»
«Certo. Solo io posso sopportare quelle tre pesti» annuì Naruto convinto. «A proposito, prima che ti ritrovi Hiashi Hyuuga che irrompe nell’ufficio facendo fuoco e fiamme, sappi che mi sono riportato a casa Hinata»
«Ah sì?» chiese Kakashi con un pizzico di divertimento nella voce.
«Direi: all’improvviso mi sono reso conto che se tutto ciò che ha bisogno è assistenza, allora non è necessario trasferirsi alla casa principale. Cioè, ho soldi che mi escono da tutte le parti, e che cavolo! Faccio una missione dietro l’altra!»
«Giusto» approvò il sesto Hokage.
«Ah sì. Già che parliamo di missioni, quando mi dai la prossima per il gruppo? Pensavo a un livello A: ora che sono così in forma non sarà un problema! E loro si faranno le ossa per bene!»
Era proprio tornato quello di prima. Fin troppo, rifletté Kakashi.
«In realtà prima di affidarvi un’altra missione ho un lavoro speciale per voi» disse iniziando a frugare tra i fogli accatastati un po’ ovunque. Una pila polverosa perse l’equilibrio e rovinò al suolo, facendo svolazzare carta ovunque. «Eccolo»
Kakashi mostrò a Naruto un foglio leggermente spiegazzato. Lui, vagamente contrariato alla prospettiva di non andare in missione, lo prese e lo scorse con lo sguardo. Inarcò appena le sopracciglia.
«Oh» disse in tono neutro. Guardò Kakashi. «Non pensavo che quei documenti fossero tanto importanti»
«Neanche noi» ammise lui. «Ma allo stesso tempo non ne siamo del tutto sicuri: il rotolo recuperato durante la missione del tuo gruppo era troppo scoperto. Tanto che ci fa temere si tratti di una trappola»
«Quindi dobbiamo indagare?» intervenne Naruto con gli occhi che brillavano.
«Mi lasci finire?» lo seccò Kakashi atono. «No, anche se volessi indagare non manderei dei novellini. E poi il Paese della Roccia si aspetta che ci muoviamo da questa parte. Quello che voglio è che formiate una delegazione per andare al villaggio della Sabbia: ci serve l’aiuto di Gaara»
«Ah. Okay. Ma perché noi?»
«Perché voglio prendere due piccioni con una fava»
E con questa frase sibillina, il sesto Hokage congedò Naruto.


«Ragazzi, io dico che la situazione è critica»
Kotaro fissò i compagni di squadra con la fronte corrugata.
«Insomma, di due maestri che abbiamo avuto, tutti e due ci hanno piantato» spiegò incrociando le braccia sul petto. «Inizio a sospettare che il problema siamo noi»
«Ah sì?» fece Haru con indifferenza, facendo ciondolare mollemente le gambe dall’altalena.
Erano nel parchetto del villaggio, di prima mattina, e un piccolo gruppo di bambini li fissava da lontano con aria guardinga.
«Bah, chi se ne frega…» continuò la ragazza del gruppo, sbadigliando. «Solo vorrei perdere la brutta abitudine di aprire gli occhi all’alba, accidenti»
In realtà Chiharu era felice. Molto felice. Sai aveva dato le dimissioni, e tanto bastava per rendere la sua vita rose e fiori. Ora nulla poteva turbarla, nemmeno quello scassaballe di Hitoshi!
«Dobbiamo riavere indietro Sai!» esclamò lo scassaballe in questione, battendo un pugno contro i pali in metallo delle altalene. «Lui era un vero maestro, era il primo vero maestro che avessimo!»
Chiharu fu costretta a correggersi: Hitoshi era ancora in grado di irritarla.
«Visto che al momento siamo disoccupati, perché non te ne vai a casa ad allenarti con tuo padre o a fare quello che cavolo ti pare?» sibilò rivolta all’Uchiha. «Così magari ti levi dai piedi»
Lui la fulminò con lo sguardo. «Solo perché tu non hai mai voglia di fare un cazzo, non è detto che io debba farmi da parte e lasciarti tranquilla. Continuano a ripeterci che siamo un gruppo, e quindi dico che dobbiamo andare dal sesto Hokage e chiedergli che Sai ci venga assegnato di nuovo!»
«Ti ricordi che siamo un gruppo solo quando ti fa comodo!» lo interruppe lei acida.
«La piantate o no?!» sbottò Kotaro, fuori dai gangheri. «Porca miseria, non sapete fare altro che insultarvi! Che le cose vadano bene o vadano male a voi non frega assolutamente niente! Perché siete diventati ninja? Non avete il minimo spirito di collaborazione!»
«Chi ti credi di essere per parlarmi così?» ringhiò Hitoshi afferrandolo per il bavero.
«E tu?» ribatté il piccoletto, liberandosi con uno strattone. «Non è un cognome a renderti grande!»
«Il tipico discorso di uno che non ha uno straccio di cognome di cui vantarsi!»
«Io posso vantarmi di me stesso, almeno! Fino a prova contraria, nessuno ha mai detto che tu mi sia superiore!»
«Ah sì?» Hitoshi digrignò i denti. «Allora forse è il momento di vedere come stanno le cose!»
«Già, forse è il momento!» ribatté Kotaro, e si mise in posizione di combattimento.
Vedendoli ormai privi di controllo, Haru levò gli occhi al cielo con un moto di stizza.
Cavolo, erano arrivati al punto di far impazzire anche Kotaro – il tenero, serafico, paziente Kotaro. Era inutile: come gruppo non avevano alcuna speranza.
Si alzò dall’altalena, mentre davanti a lei il piccolo Uchiha si lanciava contro il compagno, e gettò un’occhiata veloce ai bambini che li fissavano ancora. Abbassò le palpebre e li squadrò male. Quelli se la diedero a gambe.
“Quasi quasi torno a dormire” pensò irritata, e, infilate le mani in tasca, diede le spalle ai due litiganti e si avviò verso l’uscita del parco.
Furono due gemiti strozzati a fermarla. Riconoscendo le voci di Kotaro e Hitoshi, tornò a voltarsi di scatto e… rimase impalata dove si trovava. A bocca aperta.
«Allenamento mattutino, immagino» commentò Naruto con un sorriso a trentadue denti, tenendo i due genin per la collottola a dieci centimetri da terra.
«Nghrjf!» fu tutto ciò che riuscì a dire Hitoshi, mentre cercava di non morire strozzato.
Naruto li lasciò andare, e lui e Kotaro caddero sulle ginocchia e presero a tossire.
Chiharu sbatté le palpebre e si riscosse dalla sorpresa. «N-Naruto?» balbettò scioccata. «Che ci fai qui?»
Il jonin, tutto orgoglioso, tirò fuori da una tasca il foglio spiegazzato che gli aveva dato Kakashi, e lo sventolò per aria.
«Preparatevi! Si parte per la prossima missione!» esclamò allegro.
Ci fu un attimo di silenzio.
E poi un altro.
Alla fine Chiharu si passò una mano sul viso, con un sospiro davvero ma davvero profondo. Kotaro e Hitoshi fissarono Naruto con gli occhi fuori dalle orbite.
«Sei di nuovo il nostro maestro?» chiese poi il figlio di Rock Lee, a bocca spalancata.
«Mi sembra evidente!» rispose lui sbuffando. «Su, in piedi! Dobbiamo arrivare al villaggio della Sabbia, ci vorranno almeno tre giorni! E, a proposito, vi siete comportati davvero molto bene nella missione di livello B!» rivolse ai ragazzi un sorriso luminoso.
Loro inarcarono le sopracciglia fino a dove riuscirono, e poi si scambiarono occhiate sconvolte.
Ma che diavolo era successo in quelle ore?


«Mamma! Devo partire!» annunciò Hitoshi entrando in casa.
Lo accolse il silenzio.
“Accidenti, avrei dovuto immaginare che fosse all’ospedale” pensò il piccolo Uchiha con disappunto. Lanciò un’occhiata seccata all’orologio, e si rese conto che aveva solo mezzora per raccogliere le sue cose e farsi trovare alle porte del villaggio. Sbuffò.
“Avrei voluto dirle che Naruto è tornato ad essere il nostro maestro”
Ebbene sì. Ne era felice.
Non che lo ammettesse con sé stesso, chiaro, però il suo umore si era impercettibilmente sollevato da quando Naruto era ricomparso nella sua vita. E anche se si illudeva che fosse soltanto perché ora aveva una missione da compiere, in realtà la sua allegria dipendeva dal ritorno del jonin biondo.
Attraversò i lunghi corridoi della casa, sentendo risuonare i suoi passi sul legno scricchiolante. Nel silenzio sorpassò una stanza dopo l’altra, mobili eleganti e ornamenti di classe, finché non raggiunse la camera più distante e leggermente isolata, la sua. D’altronde, quando si hanno cinque fratelli minori che premono per avere attenzioni, è naturale che sorga il desiderio di starsene per i fatti propri. E poi lui era un tipo piuttosto solitario. Per ora il più solitario di tutti i piccoli Uchiha.
Entrò nella stanza ampia e luminosa, arredata con il minimo indispensabile e dall’aria decisamente poco vissuta. L’unica cosa che apparisse consumata in quel luogo erano i libri impilati su uno scaffale di legno chiaro, letti e riletti cento volte.
A Hitoshi non piaceva starsene chiuso lì dentro, preferiva di gran lunga allenarsi fuori di casa, o studiare con la schiena appoggiata a un albero. Solo all’esterno riusciva ad avere un po’ di tranquillità, senza fratellini molesti che lo aggredivano alle spalle o sorelline irritanti che gli chiedevano di giocare con le bambole. Essere il maggiore era davvero una seccatura.
Prese lo zaino per le missioni e lo riempì con tutto quello che gli avevano insegnato a prendere per quelle occasioni. Alla fine lo trovò un po’ vuoto, ma si limitò a congratularsi con sé stesso per averlo lasciato leggero, e se lo mise in spalla.
Prima di uscire, si ricordò che avrebbe almeno dovuto lasciare un biglietto, e scrisse in fretta poche righe da abbandonare sulla scrivania. Poi, di umore decisamente allegro, ripercorse i corridoi fino a tornare all’ingresso, e da lì uscì. In perfetto orario.


Trovò Chiharu e Kotaro già alle porte del villaggio, che fremevano per partire.
Lo zaino del figlio di Rock Lee straripava di roba, e quando Hitoshi gli chiese cosa diavolo avesse portato – con una punta di disprezzo – lo sguardo del ragazzino si riempì di orgoglio.
«Quantità industriali di cibo!» esclamò.
«E perché?» ribatté Hitoshi sconcertato.
«Per i festini notturni, no?» affermò Kotaro come se fosse la cosa più normale del mondo.
Chiharu si lasciò sfuggire una bassa risatina. «Pensi davvero che la sera avremo abbastanza energie per festeggiare?» chiese piano.
«Beh, questa volta non abbiamo i tempi stretti, giusto?» domandò Kotaro con occhi innocenti.
«Scusa, ma tu hai una vaga idea di cosa significhi essere ninja?» lo punzecchiò Hitoshi con un ghignetto malvagio.
«Essere ninja significa fare gruppo» disse la voce sicura di Naruto, alle sue spalle. «E un festino notturno è il modo migliore per fare gruppo! Quindi direi che Kotaro ha capito tutto della vita!»
«Giusto maestro!» esultò il piccolo Lee sollevando un braccio, con sguardo focoso.
Hitoshi scoccò un’occhiata disgustata a lui e a Naruto che si sorridevano a vicenda.
“Inizio a pensare che questi tre giorni saranno molto lunghi” rifletté.
Incrociò uno sguardo con Chiharu, e lei sogghignò nella sua direzione. Evidentemente pensavano la stessa cosa, ma lei la prendeva più sul filosofico.
«Forza, adesso partiamo!» disse Naruto all’improvviso, catturando la loro attenzione. «Abbiamo tre giorni di corsa davanti a noi, vedete come al solito di starmi dietro e di non perdervi! Se proprio ritenete di averne bisogno, spargete briciole di pane sul cammino!»
«Spargete cosa?» ripeté Haru basita.
«Hai ragione: le briciole non vanno bene, se le mangiano gli uccelli. Uhm, avete sassolini bianchi?»
I tre genin fissarono il jonin con tanto d’occhi. Lui restò serio per qualche istante, ma alla fine si arrese e sbuffò.
«Che palle, non state neanche agli scherzi» brontolò. «Almeno vedete di muovervi!» e, date loro le spalle, iniziò a incamminarsi lungo il sentiero a passo spedito.
Kotaro, Hitoshi e Chiharu scambiarono un’occhiata allarmata.
Ma chi era quel mostro inquietante nel corpo di Naruto?


«Sapete, forse inizio a capire da dove arrivano le leggende sul suo conto» sussurrò Hitoshi mentre correvano dietro a Naruto, verso la metà del pomeriggio.
«Anche io» concordò Chiharu cupa, asciugandosi il sudore dalla fronte.
Il loro maestro, qualche passo avanti, canticchiava tutto allegro. E continuava da ore.
«Se non la pianta giuro che lo uccido» ringhiò la Nara tra i denti. «E’ anche stonato!»
«Non riusciresti a ucciderlo» ansimò Kotaro accanto a lei. «Lo sai»
«Tu invece sei ancora vivo?» replicò lei pungente. «Mi pare che hai il fiato un po’ corto, inizi a pentirti di aver portato tanto cibo?»
«E perché?» fece Kotaro, genuinamente sorpreso. «Questo è tutto allenamento!» esclamò con gli occhi che brillavano.
«Tu sei malato» fu il secco commento di Chiharu.
«Che fate là dietro?» li richiamò Naruto. «Battete la fiacca? Devo aumentare la velocità?»
Con qualche ringhio sommesso, i tre ragazzini aumentarono il passo e accorciarono le distanze.
“Mi sa che lo preferivo quando ci sottovalutava” rifletté Chiharu. “Lo avrò anche voluto indietro, perché chiunque è meglio di Sai, ma ora inizio quasi a pensare di aver fatto un errore di valutazione”
Andarono avanti così ancora per qualche ora, finché il sole non scomparve ad ovest. A quel punto si fermarono in un villaggio, dove Naruto prese una stanza per quattro e chiese anche di poter mangiare.
Il dopocena fu dedicato ai bagordi e a consumare le quantità industriali di dolci e salatini che Kotaro si era portato dietro, ma a dire il vero durò molto poco: ben presto Chiharu e Hitoshi diedero forfait, e qualche minuto dopo Kotaro si abbatté sul tavolo e iniziò a russare. Naruto dovette portarlo a letto di peso, per poi dedicarsi da solo a finire le provviste avanzate – ah, i compiti ingrati della vita!
La mattina seguente svegliò tutti all’alba, fresco come una rosa, e comunicò allegro che adesso lo zaino di Kotaro era pressoché vuoto, e che quindi potevano anche aumentare un po’ l’andatura. Di conseguenza i restanti due giorni di viaggio furono qualcosa a metà fra la tortura e la gita di piacere: se da un lato Naruto era meglio di un cicerone, e aveva qualcosa da raccontare più o meno su ognuno degli alberi che incontravano, dall’altro non si fermava mai, e aveva sempre la pessima abitudine di canticchiare correndo.
“Se trovo chi lo ha messo così di buonumore, lo uccido!” pensò Chiharu per l’ennesima volta, verso la metà del terzo giorno. “E’ insopportabile! Assolutamente insopportabile!”
«Naruto» chiamò Hitoshi a un tratto, e per rispondergli il jonin smise di cantare. Tutti tirarono un sospiro di sollievo. «Hai detto che stiamo andando a chiedere la collaborazione del villaggio della Sabbia per una faccenda che i riguarda i documenti dell’altro giorno, ma non ci hai ancora spiegato perché proprio noi»
«Mi sembra ovvio» rispose Naruto come se davvero fosse ovvio. «Perché i team seri sono impegnati in missioni serie. Voi vi usiamo come corriere»
Sulla fronte di Hitoshi si gonfiò una vena.
«Ah, ecco perché sei tu il nostro jonin» disse acido.
Naruto, punto sul vivo, si degnò di trapassarlo con un’occhiata. «In realtà ha mandato noi proprio perché ci sono io» ritrattò, in tono vagamente petulante. «Sono l’unico che può trattare con Gaara»
«Ah sì?» fece Chiharu, piatta e per nulla convinta.
«Il Kazekage non è tuo zio?» si informò Kotaro.
«Sì» rispose lei stringendosi nelle spalle. «Ma non l’ho mai visto molto, e anche le poche volte che ci siamo incontrati io ero piccola e lui era gelido. Non credo gli piacciano molto i bambini»
«Ecco, visto che non lo conosci, allora tieni chiusa quella tua boccaccia e non fare commenti a sproposito!» brontolò Naruto.
«Magari non lo conoscerò, ma sinceramente non ce lo vedo proprio a trattare con te» replicò Haru secca. «Secondo me gli faresti venire il nervoso»
“Perché questi dannati mocciosi devono sempre mettere in dubbio le mie capacità?” si domandò il jonin digrignando i denti.
«Tsk, tra poco ci siamo. E allora vedremo chi ha ragione!» promise.
«Come vuoi» sbuffò Haru, certa della vittoria.


*


Nel sottobosco era buio, sebbene il sole fosse alto nel cielo.
Non una mosca volava nell’aria immobile, non una foglia si muoveva. Sembrava che ogni cosa trattenesse il respiro, dalla più piccola piantina di menta al grande biancospino.
Un’ombra più scura delle altre si delineò lungo il sentiero quasi invisibile, muovendosi silenziosa. All’improvviso scattò rapida, infilando la mano in un cespuglio, e quando la ritrasse uno squittio terrorizzato ruppe il silenzio.
«Tsk. Dannato scoiattolo» rognò Sasuke Uchiha, liberando la creaturina spaventata che stringeva tra le dita. Ma mentre quella saltava su un ramo, vide qualcosa sulla sua schiena, e si affrettò ad acchiapparla di nuovo.
“Tracce di adesivo” realizzò analizzando il pelo spesso e folto.
«Qualcuno ti ha usato come messaggero, eh» mormorò, lasciando andare di nuovo lo scoiattolo.
Si guardò attorno per la centesima volta.
Era in ricognizione, alla ricerca di eventuali intrusi. Da quando Sai aveva riferito del suo incontro durante la missione con il gruppo di Naruto, il sesto Hokage aveva ordinato che un paio di ninja pattugliassero costantemente la zona. “Non sappiamo ancora fino a che punto quei documenti fossero effettivamente importanti” aveva detto, riunendo i jonin e i chunin. Ed era andato a disturbare persino lui, nonostante la sua posizione, sostenendo che tanto in quel periodo non aveva nulla da fare.
Così ora si trovava nel fango, solo e annoiato. Mentre Naruto viaggiava tutto felice verso il villaggio della Sabbia.
La vita era ingiusta. Anzi, il sesto Hokage era ingiusto. Se fosse diventato lui Hokage al posto di Kakashi le cose sarebbero andate indubbiamente meglio.
E, oltretutto, Sasuke non era neanche in perfetta forma: dopo aver usato lo sharingan ipnotico su Naruto, e dopo essersele prese da lui per aver spiato la sua proposta di matrimonio – che poi che gliene fregava? Naruto era paranoico! – si era ritrovato con un mal di testa allucinante e una guancia gonfia e bluastra. Il livido sulla faccia ormai era quasi guarito, grazie alle cure prodigiose di Sakura, ma per l’emicrania non aveva potuto fare niente. Era in momenti come quello che desiderava che Hitoshi sviluppasse in fretta lo sharingan, così da condividere con lui le stesse sofferenze.
“Ma che razza di padre sono?” si chiese perplesso.
In effetti più che un padre si sentiva un capoclan, lui. Non è che non amasse i suoi figli, per carità, erano tutti belli e intelligenti, e chiunque sarebbe stato orgoglioso di loro; però spesso si trovava a contarli con soddisfazione e a fare quattro calcoli per immaginare quanti sarebbero stati gli Uchiha alla terza generazione. Ripristinare il clan era sempre stato il suo sogno. Il suo obiettivo, più che altro. Dopo la morte di Itachi, aveva dovuto trovare qualcos’altro per cui vivere.
E poi Sakura era molto convincente da quel versante. Lei i figli li vedeva solo come tali, non come piccoli potenziali Uchiha, e non aveva mai fatto mistero della sua venerazione per Sasuke. Ora che erano sposati, quella donna diabolica riusciva incredibilmente a rigirarlo come un burattino all’interno delle mura domestiche: fuori di casa lasciava intendere che lui fosse il capo in tutto e per tutto, mantenendo intatta la sua perfetta reputazione, ma se poi voleva qualcosa, una cosa qualsiasi… dannazione, lui non riusciva ad opporsi.
La carne è debole.
E se si può unire l’utile al dilettevole – e in questo caso l’utile sono i figli – ben venga il dilettevole.
“A volte ho il sospetto di essermi ammorbidito un po’ troppo” brontolò l’Uchiha, sbuffando da solo.
«Che fai qui fermo?» chiese una voce alle sue spalle, facendolo trasalire.
Si voltò di scatto, ma vide soltanto Asuma Sarutobi che lo fissava con espressione annoiata, la solita immortale sigaretta stretta tra i denti. Non l’aveva sentito arrivare.
«Batti la fiacca? O hai già finito la ronda?» gli chiese il Jonin.
«Ho finito» ribatté Sasuke vagamente offeso. «E tu? Ti fai un giro? Non dovresti tornare dalla tua famiglia?»
Asuma si strinse nelle spalle. «In questo periodo gira un po’ male a casa: Tobi non fa che combinare casini, ha quest’assurda tendenza a fare l’eroe che lo porterà sicuramente alla tomba, e Kurenai non fa che litigarci»
«Tale padre tale figlio, no?» sogghignò Sasuke.
«Secondo questo principio i tuoi figli sono ben avviati al linciaggio» replicò Asuma schioccando la lingua.
«Umph» fu il commentò dell’Uchiha. «Che ne dici, visto che abbiamo finito torniamo?» propose poi, in tono più leggero.
«Va bene» approvò l’altro.
I due scomparvero contemporaneamente, allontanandosi veloci.
A quel punto la foresta tacque per qualche istante. Poi un cinguettio si sollevò lontano, flebile. E di nuovo ogni rumore cessò.
Dall’angolo più scuro tra le fronde, là dove i cespugli erano più fitti, un’altra ombra nera si fece largo sul sentiero. Carponi, quasi a fatica, ma completamente silenziosa.
E questa volta nessuno scoiattolo avrebbe commesso la sciocchezza di avvicinarsi.


*


Il villaggio della Sabbia era molto, ehm, sabbioso. I tre genin di Naruto non avrebbero saputo definirlo in altro modo.
Circondato dal deserto e da alte mura di arenaria, era inondato dal sole ad ogni ora del giorno. Ed era terribilmente caldo.
Il gruppo raggiunse l’ingresso del villaggio grondando sudore da ogni poro. Ansanti, i tre ragazzini si appoggiarono alla parete bollente per riprendere fiato, ma Naruto non concesse loro nemmeno un minuto.
«Muoversi» li incitò, fresco e pimpante. «Non siamo mica arrivati da Gaara, eh. Guardate che siamo una delegazione ufficiale!»
Gemendo disperati, e progettando mille modi diversi con cui uccidere Naruto – uno più doloroso dell’altro – i genin si tirarono su e usarono le ultime forze per seguire il jonin lungo il passaggio tra le mura, che perlomeno avevano l’indubbio vantaggio di fornire una spessa ombra.
Incontrarono qualche ninja della Sabbia lungo il cammino, ma nessuno rivolse loro la parola o li degnò di qualche attenzione. Soltanto verso la fine del passaggio un jonin vicino alla mezza età li raggiunse a passo spedito. Chiharu invidiò da morire il copricapo bianco che portava, pensando ai suoi capelli madidi di sudore e bollenti, ma non aveva abbastanza saliva per parlare.
«Benvenuti!» li accolse il nuovo arrivato, stringendo vigorosamente la mano di Naruto. Aveva una voce forte e squillante, la pelle abbronzata e denti bianchissimi. «Vi stavamo aspettando» aggiunse in tono efficiente, annuendo. «Vi porto subito dal Kazekage o volete prima rinfrescarvi?»
I tre genin alzarono la testa speranzosi, ma il loro jonin non li degnò di uno sguardo.
«Portaci subito dal Kazekage, per favore» disse deciso.
E i suoi tre allievi stabilirono che da quel momento e per sempre lo avrebbero odiato.
Riaverlo indietro non era stato affatto un buon cambio.









Nel prossimo capitolo...


«Mi dispiace disturbarti, ma il Kazekage chiede di vederti in questo momento; cosa devo rispondere?»
«Cos… Eh?» fece Chiharu, smarrita.
Il Kazekage? Gaara della Sabbia, lo zio con cui non aveva mai parlato, chiedeva di vederla? E addirittura la convocava in maniera così ufficiale?







* * *

Spazio autore

Non ho tempo!
Mannaggia, mi sono ricominciate le lezioni e vengo a casa tardissimo, non riesco a rispondere alle vostre recensioni! ç_ç
Da giovedì cerco di organizzarmi meglio, ma per questa volta, vi prego, chiudete un occhio!
Vi ringrazio ancora una volta per il grandissimo affetto che mi dimostrate sempre, e davvero, mi dispiace tanto!
Comunque i temi che bene o male avete toccato tutti sono stati la morte di Tsunade e la NaruHina.
Se per il primo me lo aspettavo (anzi, diciamo che era ovvio), il secondo mi ha lasciata un po' più stupita.
Cioè, non pensavo che la prendeste così bene! E sì, Silvia, sto parlando con te.
Mi ha fatto molto piacere leggere che avete apprezzato la scena, è stata la mia piccola gioia! ^^
L'ultima cosa che mi avete fatto notare in molti è il famoso pugno finale! XD
Avete visto bene: mentre lo scrivevo, ghignavo!
Ora, prima di lasciarvi alla scheda di Chiharu, vi do un consiglio: smettetela di prendere troppo sul serio le mie anticipazioni,
avete visto che anche questa volta è stata una mezza presa in giro! XD
(per Maobh: mi è arrivata! E in effetti ho avuto il tuo corelatore!
Ma, per quanto lui ci mettesse un sacco di passione, il suo corso era così soporifero che alla fine non l'ho seguito...
Senza contare che è da dicembre che cerco di dare l'esame, e all'ultimo mi tiro sempre indietro! XD)
(per kage_naru89: l'unica risposta al commento va a te perchè sei arrivata solo ora, e per tranquillizzarti.
Non dar peso all'opinione di quattro ragazzini scemi, le voci spesso e volentieri sono solo voci... soprattutto nella mia Konoha!)


- Chiharu Nara -

Età: 13
Compleanno: 2 maggio
E' il cervello del gruppo, e ha un ottimo controllo del chakra.
Non ha fratelli né sorelle.

Ha ereditato l'intelligenza paterna e l'arroganza materna, un mix letale se sommato alla pigrizia.
E' la regina delle contraddizioni, ma la cosa non sembra turbarla granché.
E' una quasi adolescente convinta di essere una quasi donna.
Per questo motivo tende a considerare tutti i suoi coetanei qualche centinaio di gradini al di sotto di sé,
con l'unica eccezione dei suoi compagni di squadra - solo una decina di gradini al di sotto - e Jin - un gradino sotto.
(Baka Akeru non è nemmeno compreso nella graduatoria)
Passa metà del suo tempo a insultare Hitoshi - per sport, diciamo - ma in fondo lo considera allo stesso livello di Kotaro, se non sotto, per alcuni aspetti.
Non tollera l'idiozia, ma non è così altruista da diffondere il suo sapere, quindi si limita a disprezzare.
Odia - o così dice - sua madre per manifesta incompatibilità, mentre rispetta suo padre e nutre una grande ammirazione per il nonno Shikaku.
Degli zii di Suna sa poco, e neppure le interessa, dato che non influiscono sulla sua vita.
Tendenzialmente è attratta dagli uomini più grandi.
Quando si sforza di restare lucida e razionale, sa sempre qual è la soluzione più vantaggiosa per tutti.


Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** In visita ufficiale ***


Naruto2-10

In visita ufficiale



- Dieci -







Gaara lasciò cadere sulla scrivania il foglio che aveva appena finito di leggere, e in un angolo scribacchiò in fretta la sua firma. Aveva una calligrafia minimalista, essenziale, ma che conservava comunque una certa grazia. Metà delle ragazze di Suna avrebbe fatto follie per un suo autografo.
Sul piano chiaro della scrivania erano impilati quattro o cinque fogli pronti per essere letti, e subito accanto c’erano un portapenne e dei timbri. Lungo le pareti erano appesi quadri dai toni caldi, e le sedie davanti al piano di lavoro erano di quelle non troppo comode, ma nemmeno scomodissime. Ai lati dell’ingresso c’erano due piante d’appartamento dall’aria un po’ sofferente, e sul pavimento un grande tappeto finemente decorato, unico lusso di dichiarato valore.
Di sicuro l’ufficio del Kazekage era ben diverso da quello dell’Hokage – disordinato, con legno ovunque e cianfrusaglie varie in giro. E anche il Kazekage stesso era molto più solerte nello svolgimento del suo lavoro.
Gaara prese in mano un altro foglio e lo scorse rapidamente, captando le informazioni essenziali alla prima occhiata. Era arrivato quasi alla fine del documento, quando fu distratto da un bussare sommesso.
«Sì?» fece alzando lo sguardo, e dalla porta dell’ufficio entrò una donna dai capelli rosso fuoco, tenuti raccolti sulla nuca. Era alta, abbronzata, e indossava un paio di occhiali allungati davanti agli occhi castani; ma nonostante l’aspetto gradevole, nulla in lei sembrava sorridere.
«Bunai è qui fuori, nobile Kazekage» disse in tono incolore, sistemandosi meglio gli occhiali. «E’ insieme a un gruppo di ninja del villaggio della Foglia, chiede di riceverli»
«Falli entrare» ribatté lui, mettendo giù il foglio che stava leggendo.
La sua segretaria chinò il capo e richiuse la porta. Il Kazekage restò per un attimo pensieroso, la fronte corrucciata, poi lo sguardo gli cadde involontariamente su un piccolo foglio infilato sotto il portapenne.
Era arrivato più o meno due giorni prima, recapitato direttamente dal falco personale dell’Hokage e scritto di suo pugno, e conteneva istruzioni ben precise in merito alla delegazione in arrivo al villaggio della Sabbia. E poi, conteneva anche una richiesta personale; ma a quella avrebbe pensato più tardi.
Bussarono ancora, e quando la porta si riaprì, insieme alla segretaria comparvero il jonin che aveva accolto il gruppo di Naruto e il gruppo stesso, sfibrato ma ancora in piedi.
«Benvenuti» li accolse il Kazekage con un accenno di sorriso, e quelli entrarono uno dopo l’altro.
«Ehilà! Come va?» salutò Naruto tutto allegro.
«Nobile Kazekage, io mi congedo» avvisò Bunai con un rapido e rigido inchino, prima che Naruto monopolizzasse la conversazione. Gaara annuì, e l’uomo fece dietrofront e uscì dall’ufficio, lasciando i ninja della foglia, il Kazekage e la sua segretaria da soli.
Ci fu un istante di silenzio, durante il quale Kotaro e Hitoshi cercarono morbosamente di raccogliere quante più informazioni possibili su Gaara. Insomma, vedere l’Hokage era quasi all’ordine del giorno, ma il Kazekage era tutta un’altra storia. Chiharu, dal canto suo, incrociò le braccia sul petto e mise su il broncio: voleva farsi un bagno e una dormita! Voleva un posto buio e fresco! Non gliene fregava niente delle beghe politiche di quella stupida guerra!
«Sai già perché siamo qui, vero?» chiese Naruto per nulla preoccupato, andando a stravaccarsi su una delle due sedie davanti alla scrivania.
«L’Hokage mi ha mandato un messaggio» confermò Gaara. «Purtroppo devo avvisarvi che non riusciremo ad agire completamente da soli: in questo periodo siamo oberati di lavoro, e in più la siccità si sta aggravando; possiamo mandare qualcuno, ma non quel granché»
«Mm, capisco» borbottò Naruto con aria vagamente pensierosa. «Kankuro? Lui è libero? Con i suoi burattini può valere anche per cinque»
«L’avevo già incluso nel gruppo» annuì Gaara. «Poi abbiamo a disposizione quattro o cinque chunin, e un paio di jonin. Voi come pensate di muovervi?»
«Il solito piano standard, direi» sogghignò Naruto senza dilungarsi in spiegazioni, ma il Kazekage sembrò capire al volo.
Chiharu sbadigliò vistosamente. “Che palle!” pensò, sempre più irritata. Tanto loro tre non servivano a un tubo lì in mezzo, no? Che li tenevano in piedi a fare? Non potevano mandarli a farsi un giro?
«Ah, giusto!» esclamò Naruto all’improvviso. «Questi qua dietro sono i ragazzi di cui ti abbiamo parlato: il nostro asso nella manica»
Un sottile brivido di orgoglio percorse tutti e tre i genin, Haru inclusa. Gaara alzò gli occhi su di loro, e li studiò uno ad uno. Hitoshi e Kotaro trattennero il respiro, rigidi, mentre Haru fissò lo zio dritto negli occhi, chiedendosi se l’avrebbe riconosciuta. A quando risaliva il loro ultimo incontro? Ad anni e anni prima, se non ricordava male.
Gaara si soffermò su di lei un istante più a lungo, ma non fece commenti. Tornò quindi a guardare Naruto e disse: «Sembrano molto giovani»
«Ci puoi scommettere: sono appena usciti dall’Accademia» gongolò quello.
Il Kazekage rimase in silenzio a fissarlo.
«Che hai?» fece il jonin, inarcando un sopracciglio. «Non venirmi a dire che sono troppo piccoli, per favore!» roteò gli occhi. «Sono in gamba, e poi li sto allenando io»
“Che falso! Neanche la settimana scorsa ci disprezzava!” commentò Hitoshi mentalmente.
«Inoltre» aggiunse Naruto sporgendosi verso il Kazekage, con un ghignetto. «Se ben ricordo noi avevamo la loro stessa età quando abbiamo distrutto mezza foresta nel paese del Fuoco»
«I presupposti erano diversi» ribatté Gaara pragmatico. «Comunque non ho intenzione di criticare le decisioni dell’Hokage. Sicuramente li conosce meglio di me, se lui ha fiducia in loro, l’avrò anch’io»
«Sulla capacità di giudizio di Kakashi potremmo discutere parecchio, ma un’altra volta» brontolò Naruto. «Torniamo a parlare di cose serie, che tra dieci minuti questi svengono qua sul pavimento, se non li lasciamo andare. Il documento»
I tre genin drizzarono le orecchie, mentre un barlume di speranza s’insinuava nei loro cuori al pensiero del riposo che li attendeva.
«Credevamo che fosse qualcosa di poco conto» proseguì Naruto guardando ora Gaara, ora i suoi allievi. «Essendo custodito solo da chunin, e in quel villaggio così esposto, eravamo sicuri che ci avrebbe permesso di ottenere un vantaggio molto marginale. Il nostro obiettivo era più che altro mettere un po’ di ansia addosso al paese della Roccia e allenare voi tre. Ma quando a Konoha hanno decifrato il documento, abbiamo scoperto che conteneva ordini recenti per almeno tre compagnie dell’esercito della Roccia»
«Esercito?» ripeté Kotaro prima di pensarci, e poi avvampò e lanciò un’occhiata intimorita al Kazekage.
«Le guerre non le vincono solo gli shinobi» spiegò Naruto. «Certo, l’ultimo conflitto tra i villaggi ninja è andato così, ma se ad essere in guerra sono interi paesi, entra in gioco anche l’esercito regolare. Anche il paese del Fuoco ha il suo, non lo sapevi?»
L’occhiata di Kotaro fu una risposta più che eloquente.
«Comunque» sospirò Naruto, riprendendo il filo del discorso. «Anche se sulla lunga distanza queste informazioni non hanno un effettivo valore, perché le compagnie si spostano rapidamente, sono pur sempre utili se si vuole fare un’incursione immediata. Ma prima di agire, è necessario verificare che le informazioni ottenute siano vere, e che insomma non sia una trappola. E considerata la facilità con cui abbiamo preso quel rotolo, è molto probabile che sia tutto un trucco. Se davvero è così, il paese della Roccia ora si aspetta un nostro attacco, o perlomeno che indaghiamo un po’ in quella direzione, e se vogliamo aggirare le loro difese dobbiamo chiedere aiuto alla Sabbia. Avete capito?»
Kotaro e Hitoshi annuirono. Haru trattenne un grugnito. «E noi cosa c’entriamo?» borbottò pianissimo, tra sé e sé, ma si guardò bene dal dirlo a voce alta: non aveva alcuna intenzione di prolungare la sua permanenza nell’ufficio del Kazekage.
Sfortunatamente per lei Hitoshi captò quel commento a mezze labbra, e decise bene di sfruttarlo per fare la figura dell’intellettuale.
«Perché ci dite tutto questo?» chiese, guadagnandosi un’occhiata di puro odio da parte di Chiharu.
Naruto gli sorrise, sfoderando lo sguardo orgoglioso che tanto poco lo avevano visto usare, e rispose: «Hai fatto esattamente la domanda giusta. Vogliamo che voi siate informati delle conseguenze che hanno le vostre azioni. Da una parte serve ad aumentare la vostra consapevolezza di fare qualcosa che ha delle ripercussioni, e dall’altra vi aiuta a entrare già da ora nei meccanismi della guerra. Non sarà piacevole né divertente, soprattutto alla vostra età, ma in futuro vi tornerà utile»
«Quando saremo delle armi?» chiese Kotaro zelante.
Naruto si bloccò un attimo. Con la coda dell’occhio vide Gaara lanciargli uno sguardo interrogativo, e allora si schiarì la voce con un leggero imbarazzo.
«Ehm, come dire, esco da un periodo un po’ così, in cui non ero propriamente io» si giustificò. «Naturalmente ho sempre sostenuto che i ninja non devono essere considerati armi!» ritrattò in fretta, arrossendo impercettibilmente.
«No?» fece Kotaro confuso. «Ma avevi detto…»
«Dovremo rifare questo discorso!» lo interruppe Naruto tra i denti. «Ad ogni modo, ora sapete a grandi linee qual è la situazione. Mi piacerebbe farvi restare qua anche mentre decidiamo il da farsi, ma credo che Chiharu mi ucciderebbe se lo proponessi, quindi vi lasciamo andare a farvi un bagno e una dormita. E, a proposito, vorrei far notare che io e Gaara ce la intendiamo che è una meraviglia»
I tre genin tirarono un profondo sospiro di sollievo, e Chiharu ignorò la frecciatina di Naruto. In ogni caso, il fatto che lui e Gaara andassero d’accordo non gli faceva certo guadagnare punti: semmai diminuiva quelli del Kazekage.
«Loria» chiamò Gaara, e la segretaria, che fino a quel momento era rimasta accanto alla porta, silenziosa e impercettibile come le piante in vaso al suo fianco, fece un passo avanti. «Accompagna i ragazzi alle loro stanze»
«S» si inchinò lei, e poi abbracciò con un’occhiata i genin che la fissavano. «Seguitemi, prego» disse in tono cortese, e senza attendere la loro risposta aprì la porta e uscì.
«G-Grazie» trovò il coraggio di balbettare Hitoshi a Gaara, assumendo l’aria più dignitosa di cui era capace. Il Kazekage si limitò a fissarlo impassibile.
Haru assottigliò gli occhi, incapace di pazientare ancora – e anche discretamente infuriata con l’Uchiha che si era preso il merito del suo intelligente commento – e senza un saluto raggiunse decisa la porta. Hitoshi e Kotaro si affrettarono a seguirla, quasi accavallandosi l’uno sull’altro, e in fretta e furia uscirono dall’ufficio.

*

Le missioni in solitaria erano una gran noia, secondo Jin. Che a sette anni lo spedissero già a svolgere missioni di livello B da solo era indubbiamente straordinario, ma il bambino era perfettamente cosciente del fatto che l’unico motivo per cui non aveva compagni era che gli altri si trovavano a disagio in sua presenza. Non che gli importasse granché, comunque: se non erano in grado di non giudicarlo, non valevano molto come persone, nella sua ottica.
Mentre stava appollaiato su un ramo di pruno con le orecchie tese, si chiese chi non lo giudicasse, al villaggio. Forse nessuno. Cambiò parametro: chi non lo giudicava facendo un confronto con sé stesso e trovandolo soltanto mostruoso? Ancora nessuno.
No, forse una persona c’era.
Naruto Uzumaki.
Lì, solo nella foresta, Jin inarcò le sopracciglia. In effetti non ci aveva mai fatto caso: il jonin era l’unico ninja della Foglia che lo trattasse come uno shinobi qualunque, con un occhio anche alla sua età. Era l’unico così sovrabbondante di tracotanza e orgoglio da non guardarlo come un mostro potenzialmente pericoloso.
Hitoshi, Kotaro e Chiharu, bene o male, erano i genin più vicini a lui; ma se all’Accademia potevano evitare di esercitarsi avendolo accanto erano più felici. D’altronde Jin aveva sempre saputo che erano individualisti e ambiziosi, e in un modo o nell’altro era arrivato a patti con il loro carattere: era normale che in fondo provassero invidia e un po’ di timore.
Il resto del villaggio invece lo considerava pubblicamente una bestia strana e sospetta. Persino suo padre, sebbene il suo sguardo fosse il più impenetrabile: Jin sapeva che era una cosa orribile a dirsi, ma qualche volta si era accorto che Kakashi lo guardava come un puzzle senza soluzione, come un enigma di cui non riuscisse a venire a capo. E ne soffriva.
Gli sarebbe piaciuto che almeno lui potesse capirlo con un’occhiata. Ma, visto che non succedeva, allora doveva essere la madre il pezzo mancante. Forse solo lei sarebbe stata in grado di comprenderlo, di sapere cosa pensava e aiutarlo a capire perché era tanto diverso dagli altri.
Ma lei non c’era. Non c’era mai stata.
Un impercettibile fruscio tra l’edera del sottobosco lo distolse dai suoi pensieri, facendogli trattenere il fiato. Qualche minuto prima, mentre era di ritorno dalla sua missione, gli era parso di sentire quel rumore per la prima volta, e allora si era appostato su un albero, in attesa. Ora ecco che quel flebile suono si ripeteva, a malapena udibile anche per il suo orecchio fino.
Cercò di localizzarlo, ma con sua grande sorpresa non ci riuscì. Restò immobile sulla sua postazione per altri lunghi minuti, spasmodicamente attento, ma non sentì più nulla.
Eppure sapeva che c’era qualcosa. Ne era certo. E quel qualcosa era molto abile a passare inosservato.
Doveva avvisare il villaggio.

*

Il mondo ora sembrava un posto decisamente migliore. Uniformemente rossastro, ma migliore.
Chiharu, guardando distrattamente il paesaggio sabbioso fuori dalla finestra, i lunghi capelli corvini raccolti in un asciugamano sulla testa, iniziava a comprendere come si era sentito Kotaro il giorno successivo alla prova di Naruto. Sbadigliò. Le case dal soffitto piatto del villaggio della Sabbia, rinchiuse e protette nella loro conca d’arenaria, rimandavano la luce del sole, e per le strade non c’era nemmeno una delle piante che invece punteggiavano Konoha. L’assenza di ombra verde era stancante per il suo sguardo. Decise che il suo passo successivo sarebbe stata una dormita di quattordici ore, e poi avrebbe pensato al da farsi. Qualunque cosa poteva aspettare, in quel momento.
Diede le spalle al paesaggio arido, e si liberò dell’asciugamano. I capelli le ricaddero sulle spalle, regalandole un brivido fresco, e scesero giù fino alla schiena lisci e pesanti. Nel bagno della sua stanza aveva trovato anche degli abiti di ricambio, perfettamente della sua misura, e anche se non erano esattamente di suo gusto, potevano andare. Si trattava di pantaloni bianchi larghi, stretti alle caviglie, una maglia bianca semplice e una sopramaglia in rete nera per la quale ringraziava il cielo, visto che gli abiti larghi le avevano sempre dato la sensazione di essere nuda.
Si diede un’occhiata veloce nello specchio della stanza – considerava una perdita di tempo starci davanti troppo a lungo – e passò una mano tra i capelli bagnati. Con il clima di quel posto si sarebbero asciugati incredibilmente in fretta.
A quel punto lanciò uno sguardo desideroso al letto che la attendeva, contro la parete di fondo. Affiancato da due comodini, semplice, coperto da un copriletto rosso scuro, ma – e questa era la cosa migliore – a due piazze. Avrebbe potuto dormire anche per il largo, e ci sarebbe stata. Un letto simile era sempre stato il suo sogno.
Ci si avvicinò contemplandolo felice, si fermò sulla parte più lontana dai cuscini, e ci si lasciò cadere a peso morto, di schiena. Era anche morbido, constatò con un mugolio di gioia. Iniziava ad amare suo zio.
Inspirò a fondo, pienamente soddisfatta della sua vita, e chiuse gli occhi.
Sarebbe stato così facile addormentarsi lì, in quel preciso istante. Il caldo dell’aria era stemperato dal fresco dei capelli, le lenzuola erano profumate, il materasso morbido al punto giusto. Si stava già rilassando…
Toc toc.
Riaprì gli occhi.
E no, eh. Non ora!
Chi era? Cosa voleva? Forse poteva non rispondere.
Richiuse gli occhi. Decisamente, poteva non rispondere. Al massimo erano Hitoshi e Kotaro, o Naruto, a voler esagerare. Meglio lasciar perdere.
Toc toc.
Corrugò la fronte, irritata. No, non si sarebbe mossa.
«Signorina Chiharu, sono Loria, la segretaria del Kazekage. Sei sveglia?»
Haru si alzò a sedere di scatto, con un tuffo al cuore.
Cosa? La segretaria del Kazekage?
In un attimo fu in piedi, fiondata verso la porta, e l’aprì di scatto.
«Sì?» chiese al volo, imprecando mentalmente.
Loria le lanciò uno sguardo vagamente perplesso, poi tornò indifferente come sempre e abbassò gli occhi sulla cartellina che teneva in mano.
«Mi dispiace disturbarti, ma il Kazekage chiede di vederti in questo momento; cosa devo rispondere?»
«Cos… Eh?» fece Chiharu, smarrita.
Il Kazekage? Gaara della Sabbia, lo zio con cui non aveva mai parlato, chiedeva di vederla? E addirittura la convocava in maniera così ufficiale?
Il primo pensiero coerente che riuscì a sviluppare fu: “ma proprio ora?”
Il secondo fu un po’ più profondo: “non è che avrò molte altre occasioni di conoscerlo... anche se sinceramente credo che vivrei bene lo stesso”
Sospirò rassegnata. Avrebbe potuto dormire dopo, in fondo.
«Vengo. Dove dobbiamo andare?»
«Seguimi» disse Loria, cortese ma senza l’ombra di un sorriso. Le voltò le spalle e prese ad incamminarsi lungo il corridoio, e i suoi passi sicuri non facevano il minimo rumore. Affannandosi per starle dietro, Chiharu realizzò che probabilmente anche lei doveva essere una ninja, nonostante il completo impeccabile e l’apparenza da impiegata.
Ad ogni modo, le sembrò di girare in tondo per ore. I corridoi del palazzo erano tutti uguali, caldi, luminosi, interminabili; intervallati di tanto in tanto da una pianta d’appartamento esanime. Ben presto Haru sentì il sudore colare lungo la schiena, rendendo vana la doccia che aveva appena fatto, e nello stesso tempo sentì l’irritazione montarle dentro.
«Dove stiamo andando?» chiese di nuovo, con una nota di insofferenza nella voce.
«Alla terrazza panoramica» rispose finalmente la segretaria, senza voltarsi o rallentare. «Il Kazekage ti aspetta là»
«E’ ancora lontano?»
«No. Eccoci, siamo arrivate»
Loria si fermò per un attimo davanti a un’ampia scalinata che saliva verso l’alto, rampa dopo rampa. Haru trattenne un gemito di fronte agli interminabili scalini lisci immersi nella luce del sole pomeridiano, ma dalla sua bocca non uscì un lamento quando iniziò la scalata.
Alla fine, tre minuti dopo che era uscita dalla sua camera – ma ore dopo, secondo lei – raggiunse l’ultimo piano.
Era in cima al palazzo più alto del villaggio, tanto che con lo sguardo poteva superare le mura di arenaria che lo circondavano e spaziare nella vasta pianura arida tutt’attorno. La terrazza era sostanzialmente un largo spiazzo nei cui angoli si annidava la sabbia più fine, esposto al vento e battuto dal sole, caldo fino all’eccesso. L’aria sembrava tremolare, sospesa e statica, e il riflesso dei minerali mescolati alla calce era abbagliante.
In quel paesaggio da incubo – o da sogno? – si stagliava un’unica figura avvolta in un mantello bianco, di spalle. I suoi capelli rossi, lisci e un po’ scompigliati, si confondevano con le rocce circostanti, ma la sagoma nel suo complesso era quasi ipnotica, impossibile da non notare.
Loria fece un cenno a Haru, arretrando leggermente, e lei all’improvviso si sentì molto piccola e sola.
“Rilassati, è solo tuo zio” cercò di convincersi, facendo un passo avanti. Socchiuse gli occhi di fronte alla luce del sole, e sentì il caldo piombarle addosso come un macigno, ma non cedette. Proseguì, lenta, fino a fermarsi a un metro dalla schiena di Gaara. Si schiarì la voce.
Lui finalmente si girò, e puntò gli occhi verdi e intensi direttamente su di lei.
Era un bell’uomo, il Kazekage. Alto, freddo, ma grondante fascino da ogni – invisibile – poro della sua pelle. Non c’era da stupirsi che fosse una specie di celebrità nel villaggio della Sabbia, tanto che Chiharu si scoprì a desiderare di avere parte del suo patrimonio genetico. Le bastavano anche solo due o tre cromosomi, purché fossero quelli giusti.
«Come sta tua madre?» chiese lui all’improvviso.
Lei, colta alla sprovvista, si trovò momentaneamente a corto di risposte.
«Ehm, ah… bene» borbottò poi, evitando il suo sguardo.
Gaara la fissò per un attimo, impeccabile anche sotto quel caldo massacrante.
«So che non andate molto d’accordo» disse senza tante cerimonie.
Un muscolo sul viso di Haru ebbe un guizzo.
Che cosa?
Come osava, quel perfetto estraneo, ficcare il naso così…
No. Alt. Fermi tutti, lui non era un perfetto estraneo, no.
Ma non li conosceva per niente. Nessuno di loro. Non sapeva nemmeno come erano fatti i Nara, e soprattutto non sapeva come era fatta lei.
Incrociò le braccia sul petto, rigida.
«Andiamo molto d’accordo» rettificò, e si rese conto che la sua voce suonava acida. Ma non riuscì a fermarsi. «La nostra è una famiglia perfettamente felice. I vostri informatori devono essere piuttosto scarsi»
Gaara non sembrò particolarmente colpito dalla frecciatina, e continuò a fissarla finché non fu lei a distogliere lo sguardo. Chiharu iniziava a trovarlo irritante, ed era sorprendente la rapidità con cui ciò accadeva.
«Immagino tu sia stanca» disse lui dopo qualche istante, senza intonazioni particolari. «Per oggi smettiamo qui»
«‘Per oggi’?» ripeté Haru perplessa. Da quando Gaara ci teneva tanto ad avere un rapporto con lei? Le sembrava di aver usato un tono abbastanza ostile da far desistere chiunque.
«Domattina farà più fresco» replicò lui, alzando lo sguardo verso il cielo di un blu intenso. «Potremo parlare nel mio ufficio. Manderò Loria a chiamarti»
Haru rimase a fissarlo a bocca spalancata. Di sicuro non poteva rifiutarsi, ma non aveva nemmeno tutta questa voglia di sorbirsi un interrogatorio in piena regola sulla sua famiglia, e su come andavano le cose a casa. Gaara dovette intuire la sua indecisione, e decise di sollevarla del fardello della scelta, oltrepassandola e piantandola, sostanzialmente, in asso.
Chiharu, indignata, rimase immobile nel mezzo della terrazza. Cuoceva come un uovo, e non solo per il sole.
Come aveva osato?
Gaara non sapeva nulla, nulla di lei e della sua famiglia! Con che faccia pretendeva di trattarla così? Con che diritto?
«Ti devo riaccompagnare alla tua stanza?»
Haru sussultò, voltandosi di scatto. Sulla porta che conduceva all’interno, Loria l’attendeva, impeccabile come sempre. Anche lei tremendamente irritante, anche lei così supponente e freddamente perfetta.
Chiharu si passò una mano sulla fronte, asciugandone il sudore, e strinse i denti.
Per quanto le costasse ammetterlo, non ricordava la strada del ritorno.









Nel prossimo capitolo...


Il secondo colloquio di Chiharu con Gaara si svolse nello studio del Kazekage.
Seduta sulla sedia scomoda, circondata dal biancore della stanza e ipnotizzata da un quadro astratto parecchio bizzarro, Haru iniziò a rimpiangere la terrazza asfissiante. Senza contare che gli abiti di Suna la facevano sentire ancora nuda, e, dopo l’esperienza di un’ora prima, non era bello.
«Sei molto simile a tua madre» esordì Gaara dopo averla fissata a lungo.
Lei staccò a forza gli occhi dal quadro appeso alla parete e lo fissò sconcertata. «Ma dove?» le sfuggì.







* * *

Spazio autore

Finalmente sono riuscita a dare una parvenza di organizzazione alla mia giornata,
e anche se è più pesante del solito in qualche modo riesco a raccapezzarmici.
Così riesco persino a rispondere alle vostre recensioni, non è splendido?
Comunque, questa volta la preview non mentiva, e la prossima nemmeno.
Aspettatevi un altro po' di Gaara, e poi, finalmente, le scene di combattimento che tanto attendevate, sebbene in misura molto ridotta.
Oh, e aspettatevi pure svolte sul piano sentimentale! (eheh...)
Tra parentesi, sapete che mentre scrivevo la scena dell'ombra non sapevo esattamente di chi si trattasse? XD
Solo con l'avanzare della storia le cose mi si sono incastrate, ma all'inizio scrivevo e mi stupivo da sola...!
E, sempre tra parentesi, aspettavo solo che tiraste fuori l'chiha football team! XD
Una volta per tutte: lasciate in pace Kankuro! XD


- Kotaro Lee -

Età: 13
Compleanno: 11 febbraio
E' il più agile del gruppo, nonché l'esperto di arti marziali e l'anima ottimista della squadra.
Ha una sorella di quattro anni più piccola, Mei.

Cerca con tutto sé stesso di non assomigliare al padre, ma i geni sono difficili da combattere.
Del gruppo è l'unico che ammetta apertamente di stimare Naruto.
Ha un rapporto fortemente competitivo con Hitoshi, ma non con Chiharu - retaggio materno: le femmine vanno rispettate e temute -
e nonostante le apparenze è ambizioso quanto Rock Lee.
Cerca di mediare tra i compagni di squadra, ma il più delle volte si spazientisce prima di calmarli.
Si sente in soggezione davanti alle persone importanti, e si agita facilmente, nel bene e nel male.
Finora il suo look è stato sfortunatamente curato da Rock Lee.


lilithkyubi: lo confesso vostro onore, sono coscientemente colpevole! Ho volutamente fermato lo scorso capitolo a meno di uno sputo da Gaara, e ho pure provato piacere nel farlo! XD Ma oggi lo hai avuto, no? E allora gioisci! ^^
Elisir86: gli orari di aggiornamento durante la settimana saranno un po' problematici causa università, temo... Almeno fino alla prossima settimana andrà così, mi spiace! ç_ç
SuperEllen: beh, no, direi che questa volta l'anticipazione aveva un senso! E anche la prossima, più o meno. XD Uhm, se non erro Sasuke non si beccherà altri lividi, ma molti schiaffi morali. E gli Uchiha si moltiplicheranno molto più di quanto tu creda!
arwen5786: i tuoi deliri da shipper mi lasciano indifferente ormai. -.- Pensa un po' quel che ti pare, sappi solo che dal prossimo capitolo succederà qualcosa che potrebbe attirare la tua attenzione in quel senso... Tra parentesi, sai che Hitoshi è il Sasuke che avrei voluto vedere? Se solo Itachi non avesse fatto pastrocchi e distorto per sempre la sua personalità! ç_ç Sì, ehm, come dire, mi sa che Kankuro compare pochissimissimissimo in questa fic! XD All'epoca non avevo ancora considerato le sue infinite possibilità! XD Se non altro Gaara ha fatto ben più che respirare! Per quanto riguarda Jiraya e Tsunade, non ti dirò nemmeno mezza parola. Per Kiba, invece, confermo che dovrai attendere, perché quella è una delle cose che dovrò modificare pesantemente della storia.
Sky_Shindou: ma perché tutti mi chiedono di Kankuro? ç_ç Insomma, il mio amore per lui è recente, q uesto è un vecchio lavoro, che pretendete? Comunque Haru ci è arrivata da Gaara, e ci tornerà pure! Tiè! Ovviamente, non è affatto scontato che alla fine del secondo incontro entrambi siano incolumi. (Psst: per il reagalo di compleanno, posso posticipare di un paio di giorni? ç_ç Non ci riesco proprio, ho un esame il 10 che mi strozza!)
sammy1987: sì, va bene, lo dico digrignando i denti, ma lo dico; tra un po' tornerà un poco di angst. Uffa (non è che mi piaccia granché! XD) E Sasuke che sforna figli non è mica tanto strano. Insomma, sei è un numerino discreto. Mio padre ha sette fratelli, e forse due erano morti da piccolini, quindi calcola quanti figli ha prodotto la mia adorabile nonna! U_U Konoha ha bisogno di essere ripopolata!
Hipatya: ooh, mi sono sciolta sul tuo commento riguardo a Sasuke! Finalmente qualcuno che non mi dice che lo maltratto, ma mi dice che è cresciuto! E pure bene! Ti adoro! Che abbia tanti figli non so quanto sia ovvio, potrebbe pure dedicarsi tutto solo a ripristinare il prestigio del clan, o magari pensare che i fratelli sono una brutta cosa (itachi docet), oppure potrebbe essere davvero impotente; in ogni caso, io lo prendo abbondantemente in giro, lo confesso! XD Gaara è ricomparso, sì, ma la sua figura è rimasta volutamente misteriosa. C'è qualcosa che gli ruota attorno, qualcosa di poco chiaro, e tale resterà ancora per un pochettino. Ultima cosa: tieni da conto i brutti presentimenti...
Yume_Tsuki: ciò che hai detto riguardo a Naruto mi ha scaldato il cuore! Io mi ci impegno sempre come una matta per muovere lui (è ciò che mi piace davvero fare), quindi se mi sent dire queste cose sono davvero felice!
Maobh: se aspettavi l'entrata in scena di Kankuro, dovrai attendere ancora! XD Ma Gaara è comparso, pure solo, e Naruto ha avuto il suo tempo con lui. E la prossima volta ne avrà ancora, in solitaria per di più... (OT: ok, io sono una donnina facilmente influenzabile, quindi mi sa che tenderò i tentacoli verso quell'uomo! XD Anche perché in effetti la materia mi interessa - manipolazione delle coscienze... uhuhuh)
fedecr90: tranquilla, gli aggiornamenti sono sempre ogni due giorni! ^^
lale16: hai avuto sia Naruto che Gaara celibe! Cosa vuoi di più dalla vita? Altro Naruto e atro Gaara celibe, ovvio! XD
Talpina Pensierosa: comparso è comparso, anche se per ora non si sa cosa gli vaghi per la testa! Ma tu sai che dovrai attendere poco!
yayachan: Naruto e Gaara sono tornati in scena! E tu sai anche come e quando si ripresenteranno! Per ora non sono previste modifiche sostanziali, ma tra un po' ci saranno le nuove aggiunte!
uchihagirl: avrai modo di conoscere tutti gli Uchiha, uno per uno! Per quanto riguarda Haru e gli zii, invece, si sono visti poco semplicemente perché lei è pigra come il padre, e andare fino a Suna non rientra nel suo elenco di "cose riposanti da fare durante l'estate". Per quanto riguarda lei e Hitoshi, sono muta come una tomba. Sasuke parla agli scoiattoli esattamente perché si chiama Sasuke, e Kotaro... è figloo di suo padre. Sfortunatamente. Uh, come ho colorato il disegno? Con photoshop e la - maledetta - bacchetta magica. Poi a livelli, credo. E le ombre fatte a mano. Ah, ho usato una tavoletta grafica!
DuniettaS: e chi ti ha detto che le battute tra Naruto e i mocciosi finiranno ora che lui è tornato normale? Di Tsunade e Jiraya parleremo ancora ovviamente, basta pazientare. E hai visto giusto su Hitoshi, è un Sasuke senza traumi molesti alle spalle.
bambi88: sì, beh, Kankuro di fatto non è comparso... ^^' E' che all'epoca non lo consideravo molto! Abbi pietà, era un po' la ruota di scorta! Ma cercherò di inserirlo di più, o almeno ci proverò!
gracy110: beh, dai, in fondo i mocciosi vogliono bene a Naruto, non lo ucciderebbero! Forse. Comunque, lui non si farebbe uccidere. U_U E poi Gaara lo vendicherebbe, e Sasuke con lui! (in barba ai miei pairing, lo yaoi trionferebbe! XD)
Maryella: la gioia dei mocciosi per il ritorno di Naruto è destinata a diminuire ancora e ancora! XD Lo so, sono cattiva, ma che ci posso fare? Mi diverto così!
Charlie_2702: con gli orairi cui mi costringe l'uni faccio sempre in tempo a leggere i nuovi messaggi! ç_ç Oddio, come si fa ad amare Chiharu con tutti i difetti che ha? XD E soprattutto: come si fa ad amare lei E Kotaro? O lei e Hitoshi, o Kotaro! Sei una donna strana! XD Comunque Sasuke vuole che Hitoshi sviluppi lo sharingan anche per il prestigio, mica solo per l'emicrania! U_U E di sicuro non vuole che uccida il suo migliore amico! XD Ed è vero, andrà sempre più in basso perché mi diverto a torturarlo! Oh, per una volta che l'anticipazione era vera...! XD
kiaretta_chan_94: mi spiace per l'aggiornamento tardivo! Se ti può consolare mentre tu scrivevi il commento alle 7 io ero ancora sul bus... @_@ L'arroganza esagerata di Haru deriva dal mix tra l'arroganza di Temari e il cervello di Shika. E poi, insomma, guarda un po' chi frequenta...!
maninja87: Haru non si è comportata poi malissimo. Mentre gli altri se le davano si è limitata ad andarsene. Avrebbe potuto restare e godersi lo spettacolo. (Io lo avrei fatto) Per quanto riguarda Sasuke... temo che la sua figura peggiorerà ancora! XD Cioè, in questa fic l'ho preso parecchio in giro! In Sinners mi sentivo un po' troppo buona...! XD

Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Intrighi ***


Naruto2-11

Intrighi



- Undici -







Il villaggio della Foglia era silenzioso, poco dopo il tramonto. Le luci iniziavano ad accendersi nelle case, le voci attutite riempivano l’aria come il ronzio lontanissimo di uno sciame d’api, indecifrabili. Assieme a sottili spirali di fumo si diffondeva per le strade l’odore delle cene, l’odore di casa.
Pochissime persone, a quell’ora, si aggiravano per il villaggio. Ma nemmeno una di quelle poche si accorse dell’ombra che strisciava di angolo in angolo.
Aveva una rapidità inumana, sovrannaturale quasi. Silenziosa, mutevole, scattava come un serpente; compariva e scompariva in un battito di ciglia.
Il proprietario del ramen Ichiraku quella sera sonnecchiava sul bancone. Non c’erano clienti, il fuoco era basso sotto le pentole, un denso profumo di salsa di soia aleggiava tutt’attorno. Stava quasi meditando di chiudere baracca e burattini e raggiungere la moglie che a casa doveva aver messo in tavola lo stufato, quando qualcosa attirò la sua attenzione.
Raddrizzò la schiena, improvvisamente sveglio.
Nel silenzio e nel buio, strinse gli occhi scrutando la lama di luce che le lanterne del suo chiosco gettavano sulla via. Nulla.
Si stropicciò gli occhi, ritentando una seconda volta. Ma le ombre erano soltanto ombre, e un cane abbaiava in lontananza. Eppure sentiva che qualcosa non andava.
Provava una strana sensazione, come un formicolio lungo la spina dorsale… Sentì una goccia di sudore colare lungo la schiena, e all’improvviso ebbe paura.
“Sono troppo vecchio per starmene qui la notte, da solo” si disse staccandosi bruscamente dal banco e spegnendo il fuoco sotto le pentole. “Da domani riconsidero l’orario di apertura”
In fretta e furia coprì le pentole con un coperchio, chiuse il chiosco, spense le lanterne. La sensazione di pericolo, di essere osservato, non se ne andava, la tensione non accennava ad allentarsi. Con gesti sempre più rapidi e frenetici fece cadere l’ultima lanterna, che si spense con un piccolo sfrigolio, e si trovò nell’oscurità più completa.
«Accidenti!» imprecò, sentendo i vestiti appiccicarsi alla pelle umida. Senza perdere altro tempo corse via lungo la strada, alla massima velocità che le gambe non più giovani gli consentivano, e sentì il cane di prima che abbaiava ancora in lontananza.
Dall’angolo buio che lui aveva scrutato tanto intensamente, provenne un fruscio impercettibile.
Poi, una macchia di oscurità più nera si staccò dalla parete e riprese a strisciare in una direzione ben precisa.
Aveva un obiettivo.
Ed era vicina a realizzarlo.


«Non sei più riuscito a sentirlo?» chiese Kakashi, sorpreso e preoccupato al tempo stesso.
Jin, davanti a lui, annuì. «Sono sicuro che ci fosse» ripeté. «Una volta il fruscio c’è stato, posso giurarlo. Ma quando mi sono messo in ascolto, quello ha smesso di muoversi. Forse si era accorto di me»
Kakashi abbassò lo sguardo, la fronte corrugata.
Suo figlio era un ottimo ninja. Aveva istinto, aveva talento per le tecniche, era intelligente; ma soprattutto aveva sensi allenatissimi, animaleschi quasi. Che qualcuno riuscisse a sfuggire al suo udito era se non altro preoccupante.
«Ne sei assolutamente certo?» chiese, non per mettere in dubbio le sue parole ma per avere l’ultima conferma. Jin annuì senza un’incertezza.
«Va bene» Kakashi sospirò, rassegnandosi a mettere tra le pagine dell’Antologia della pomiciata uno degli importantissimi documenti che stavano sulla scrivania e a chiuderlo.
Non era stato un periodo esattamente semplice: Hiashi Hyuga imperversava nel suo studio da giorni, facendo fuoco e fiamme e sostenendo che Naruto non aveva il diritto di allontanare Hinata dal suo clan, e i fogli da leggere sulla sua scrivania si moltiplicavano di ora in ora, da quando il Daimyo del paese del Fuoco aveva saputo che il paese della Roccia aveva iniziato a farsi più audace. Non riusciva a sistemare anche quella faccenda da solo.
Lanciò un’occhiata al figlio, meditabondo.
«Fammi un favore» disse poi. «Chiama Naruto»
Jin annuì senza fare domande, e uscì dall’ufficio.


«Che cosa? E’ finito il ramen?» sbottò Naruto sconvolto. «Com’è possibile?»
«Infatti non è vero» lo rassicurò Hinata, con un sorriso. «Adesso ne preparano dell’altro»
«Direi!» sospirò lui di sollievo. «Per un attimo mi ero preso male»
Scene di ordinaria follia.
Seduti sulle ginocchia attorno al lucido tavolo di ciliegio, i quattro membri della famiglia Uzumaki stavano cenando. Più o meno tutti i pasti in quella casa avevano un momento di interruzione quando Naruto scopriva che il cibo era finito, e certe volte Hinata sospettava che suo marito fosse un pozzo senza fondo. Per fortuna non era lei a cucinare, ma avevano due cuochi e una cuoca che passavano metà della loro giornata a sfornare qualcosa di nuovo. D’altronde, quando in un’unica casa si vive in dieci, e uno dei dieci mangia per quattro, è normale dover cucinare in quantità industriali.
«Mamma, io voglio la torta!» se ne uscì Hinagiku all’improvviso, con piglio deciso. Certe volte faceva un po’ senso: era come vedere la copia arrogante di Hinata.
«Iria?» chiamò Hinata gentilmente, e subito una donna vicina alla mezza età le si accostò. «Puoi chiedere in cucina se c’è della torta? Vuoi qualcosa anche tu, Hanako?» chiese poi alla bambina più piccola, che le sedeva accanto.
«Il gelato» disse lei incerta.
Hinata lanciò un’occhiata alla donna che era al suo servizio.
«Vado subito, signora» annuì quella, poi si alzò in piedi e scomparve oltre una porta.
L’altra domestica di Hinata, comparsa solo pochi giorni prima con Iria per prendersi cura della padrona, era una ragazza più giovane ma taciturna. In quel momento era inginocchiata in un angolo della stanza, silenziosa, e quasi non si avvertiva la sua presenza.
Naruto, in attesa del ramen, piluccò qualcosa da un piatto a caso, e guardò Hinata.
«Quando sarà nato il bambino o la bambina, ti andrebbe di tornare in un posto?» le chiese con uno strano sorriso.
«Che posto?» domandò lei.
«E’ un ristorante… dai che ti viene in mente. La sera in cui ti ho chiesto di sposarmi»
«Ah, quello!» esclamò lei, arrossendo di piacere al ricordo. «Sì, sarebbe bellissimo! Non ci siamo più tornati da allora!»
A Naruto piaceva vederla sorridere. Da quando l’aveva portata via dalla residenza principale degli Hyuga, poi, era come rifiorita. Il suo viso aveva riacquistato colore, gli occhi erano tornati luminosi, e giocava più spesso con le bambine.
Probabilmente lei aveva capito da subito la trappola di Hiashi, ma non aveva detto nulla. Si era affidata a lui, e non aveva osato contraddire il padre. Ora Naruto era davvero felice di essersene accorto e di averla portata via da quella casa. Di nuovo.
Mentre si beava dell’immagine di sua moglie, senza un solo problema a turbarlo, la vecchia domestica di casa si presentò in cucina e si piegò in un profondo inchino.
«Chiedo scusa signore» disse piano, tenendo gli occhi bassi. «Vi cercano alla porta»
Naruto sbuffò. Chi veniva a disturbarlo nel momento più importante della giornata, l’ora di cena?
Brontolando si alzò e uscì dalla cucina, incrociando il suo piatto di ramen che arrivava. Con l’acquolina in bocca si propose di fare presto, senza sapere che invece non avrebbe mai mangiato quel ramen, e raggiunse l’ingresso illuminato. Sulla soglia trovò Jin.
«Che ci fai in giro a quest’ora?» gli chiese inarcando le sopracciglia.
Il bambino rimase un attimo interdetto. Ormai era tanto abituato ad aggirarsi da solo la notte da non pensare che fosse una cosa insolita alla sua età. Ma si riprese in fretta.
«Mio padre vuole vederti» disse senza particolari inflessioni.
«Adesso?» chiese Naruto trattenendo un gemito, e il pensiero del ramen che lo attendeva in cucina gli strinse lo stomaco.
«E’ urgente» insisté Jin.
Naruto sbuffò. «Va bene, aspetta solo un attimo; avviso la mia famiglia e vengo con te»
Cinque minuti dopo, un’ombra bassa e una più alta si allontanavano dalla casa.
E un’ombra informe la raggiungeva sgusciando di angolo in angolo.

*

Toc Toc
Un rumore lontano, fastidioso.
Toc Toc Toc
Ma che cavolo, era possibile dormire in santa pace?
Toc Toc Toc!
Evidentemente no.
Haru aprì gli occhi di malavoglia, e per un attimo non seppe dov’era.
La luce che invadeva la stanza era troppo forte, il soffitto troppo alto e troppo bianco, le lenzuola troppo pesanti, e il caldo… troppo caldo e basta.
Quanto aveva dormito? E dov’era?
In un istante i ricordi del giorno prima le caddero addosso come una pila di post-it dimenticati, e con un gemito si costrinse a voltarsi su un fianco, e a cercare con gli occhi appannati la sveglia che sapeva essere sul comodino lì accanto. Le otto. Aveva dormito più di dodici ore, ma a lei sembravano sì e no tre.
Poi, del tutto improvvisamente, ricordò che quella mattina aveva un appuntamento con Gaara.
“La segretaria!” pensò con orrore, gettando le lenzuola in fondo al letto.
«Arrivo! Arrivo subito!» gridò districando i piedi dalla stoffa calda e alzandosi frettolosamente. In un bagno di sudore, con addosso soltanto una canotta e un paio di pantaloncini, si fiondò verso la porta, rischiando di inciampare nei propri vestiti sparsi per il pavimento. Si aggrappò quasi alla maniglia e la spalancò, incurante dello stato pietoso in cui si presentava; e solo quand’era troppo tardi capì di trovarsi davanti Hitoshi e Kotaro.
Ci fu un attimo di pesante silenzio, in cui i tre genin realizzarono appieno la situazione: lei era praticamente in mutande. Loro, anche se se ne rendevano conto solo ora, erano maschi.
Le guance di Kotaro sembrarono accendersi come una lampadina, mentre Hitoshi iniziava a fissare tutto interessato il paesaggio fuori dalla finestra – lievemente arrossito pure lui.
Haru deglutì. Poi decise di prenderla con filosofia, e si appoggiò incurante alla porta.
«Sì?» chiese schiarendosi la voce.
«Vieni… Vieni a fare un giro per il villaggio?» chiese Hitoshi con un tono stranamente stridulo, evitando accuratamente di fissarla.
Okay. Okay, aveva due sorelle minori, poteva anche calmarsi.
Ma le sorelle avevano tre e cinque anni. Non tredici. Non la sua età.
Haru lo fissò per un minuto buono, sul punto di prendere a pugni lui e il compare.
«Cioè, mi avete buttata giù dal letto per questa immensa minchiata?» chiese poi, con voce pericolosamente flautata.
«Ehm…» biascicò Hitoshi.
Haru rivolse a entrambi un sorriso gelido. Poi sbatté loro la porta in faccia.
Hitoshi riprese a respirare – buffo: non si era neanche accorto che non lo stava più facendo – e gettò un’occhiata a Kotaro, ancora impalato a fissare la porta. Gli tirò uno scappellotto.
«Riprenditi» disse brusco.
Il piccolo Lee sbatté le palpebre e aprì la bocca come per dire qualcosa, ma dalla sua gola uscì soltanto un pigolio flebile.
«Sei un tantino suscettibile» borbottò Hitoshi.
«Non è che tu fossi molto a tuo agio!» sbottò finalmente lui, parlando in fretta e gesticolando.
«Ma almeno non mi sono paralizzato» replicò l’Uchiha pungente.
Kotaro lo afferrò per il bavero – strappandogli un’esclamazione strozzata – e lo trascinò più in là, abbassandosi dietro a una pianta smunta.
«Ti rendi conto?» sibilò agitato. «Se lo diciamo a Konoha gli altri ragazzi ci linciano!»
Non era un mistero che Chiharu fosse la più appetibile delle nuove reclute. Non era forse la più bella, ma era sicuramente la più dotata; e poi la freddezza aveva molto successo quell’anno.
Hitoshi sembrò riflettere un attimo sulla faccenda.
Lui e Kotaro erano forti, i più forti dopo Jin; ma avrebbero retto l’assalto di tutti i loro ex compagni di accademia? Perché quello sarebbe successo se gli altri avessero saputo del privilegio che avevano avuto.
Hitoshi provò a visualizzare la scena. E rabbrividì.
«Credo sia meglio tenere la bocca chiusa» suggerì prudentemente, e Kotaro annuì. «Anzi, forse è meglio fare finta di niente. In fondo lei l’ha presa alla leggera, giusto?»
E mentre diceva quelle parole, non sapeva che Chiharu, divorata dall’umiliazione nella sua stanza, stava prendendo a pugni il muro per essere stata tanto stupida da aprire la porta in mutande.


Intanto, nello studio del Kazekage, Gaara e Naruto discutevano di faccende decisamente più importanti. Ovviamente Naruto lo faceva stando stravaccato su una sedia come se fosse stato a casa sua.
«Allora è per oggi?» chiese il biondo corrugando la fronte, pensieroso.
«Sì. Non abbiamo altro tempo da perdere» annuì Gaara.
Dal villaggio della Sabbia al paese della Roccia bastava mezza giornata di corsa, ma se avessero esitato ancora le informazioni in loro possesso sarebbero state vane, e non avrebbero raggiunto in tempo il luogo dove erano stanziate le divisioni di cui dovevano occuparsi.
«Le informazioni che arrivano da Kankuro sono verificate?» chiese Naruto, quasi cercando un appiglio per non iniziare la missione.
«Ha raggiunto il paese della Roccia ieri sera» confermò Gaara sicuro. «Lì ha trovato i ninja di Konoha, come promesso, e durante la notte hanno raccolto informazioni»
«I militari della Roccia sono grandi bevitori, a quanto ho sentito» sogghignò Naruto. «E hanno una gran bella parlantina»
«Come quelli del Fuoco e del Vento» borbottò Gaara con disappunto. «Comunque il documento era autentico. A occhio e croce abbiamo due giorni per intervenire, poi la decima divisione si sposterà»
«E’ di fanteria, vero?» rifletté Naruto, e il Kazekage annuì. «Due giorni, eh? Ma possiamo arrivare a tre, anche se si spostassero sarebbero comunque lenti»
«Meglio non correre rischi: non sappiamo dove andranno per depistarci»
Naruto sbuffò. «Ogni tanto penso che ti preferivo quando eri mezzo matto: eri più vitale»
«Avevo un demone in corpo» fece Notare Gaara piatto. «E non tenevo la responsabilità di un intero villaggio sulle spalle»
«Che poi non ho mai capito perché sei rimasto Kazekage» brontolò Naruto, punto sul vivo. «Insomma, hai passato la tua vita a farti difendere dalla Reliquia della Sabbia, siamo sicuri che tu sappia combattere anche senza?»
Gaara lo fissò per un lungo istante. «Però. Ci hai messo quasi vent’anni per notare questo piccolo particolare» disse a quel punto, neutro.
«Facciamo anche del sarcasmo?» rognò il ninja di Konoha.
«Ad ogni modo non devi preoccuparti di Suna: siamo perfettamente autonomi» riprese Gaara, portando la conversazione sui vecchi binari. «Adesso dobbiamo solo pensare a disperdere quella divisione, se non altro per spaventarli»
«E va bene, va bene» si arrese Naruto sollevando le mani davanti a sé, e si alzò in piedi. «Guarda, l’unica cosa che mi consola è che ho visto come guardi la tua segretaria: almeno c’è un barlume di umanità in te» ghignò.
Gaara gli rilanciò un’occhiata indifferente. «Loria?» chiese senza espressioni, riabbassando lo sguardo sui pochi fogli che ingombravano la sua scrivania. Si incupì impercettibilmente. «Non è come pensi»
«Certo» ridacchiò Naruto. «Ah, un’ultima cosa» Il Kazekage lo fissò, e lui gli rivolse un ampio sorriso. «Mi sa che devi far accompagnare i ragazzi a Konoha da uno dei tuoi»
E, prima che Gaara avesse il tempo di replicare, si dissolse in una nuvoletta di fumo.
Il Kazekage corrugò la fronte. Accidenti a Naruto e alla sua pessima abitudine di usare la moltiplicazione superiore del corpo per non staccarsi mai da Hinata!
Sbuffò, rilassando le tempie, e abbassò lo sguardo sul documento decodificato che gli era arrivato prima dell’alba da Kankuro.
L’unica cosa che mi consola è che ho visto come guardi la tua segretaria”, si ripeté mentalmente.
Quanto, quanto si sbagliava Naruto… Ma lui non poteva dirgli niente. Perché in fondo, anche se si sbagliava, ci aveva anche azzeccato in pieno.
Premette un pulsante sulla scrivania, e la voce di Loria giunse fredda e vagamente distorta dall’interfono. «Sì, nobile Kazekage?»
«Chiama Chiharu Nara, dille che sono pronto per riceverla»
Per fortuna riusciva ancora a mascherare il disgusto con un tono indifferente.

*

«Ah. Ora ci siamo» fece Naruto dopo un piccolo sussulto. «Però! Gaara ha una mezza tresca con la segretaria»
«Ah sì?» fece Kakashi atono, da dietro la sua scrivania.
Erano nello studio dell’Hokage, e attorno a Naruto, tutti in piedi, c’erano altri jonin tra cui Sasuke, Shikamaru, Rock Lee, Shino, Choji e Kiba.
Dopo che il Naruto nel villaggio della Sabbia aveva sciolto la tecnica, i suoi ricordi e tutto ciò che aveva appreso erano andati a unirsi a quelli del Naruto che era rimasto a Konoha, che così facendo aveva anche riacquistato appieno le forze, fino a un attimo prima divise.
«Siamo pronti?» chiese Shikamaru distratto, scostando appena la testa per impedire che un raggio del sole ad est lo colpisse negli occhi.
«Ora sì» assicurò Naruto spavaldo. «Forza, andiamo! Prima si va, prima si ritorna!»
«Posso farti notare che dovrei dare io gli ordini?» intervenne Kakashi, vagamente seccato.
«Tsk, tanto sei Hokage solo per culo» brontolò il jonin con voce impercettibile, ma non protestò platealmente.
Kakashi guardò i jonin nel suo studio, tenendo stretta l’Antologia della pomiciata sotto la scrivania. Alla fine, dopo aver incrociato lo sguardo di tutti, disse: «Andate»
I ninja annuirono, chi sorridendo sicuro della vittoria, chi impassibile, chi disinteressato, e poi uscirono dall’ufficio in ordine e impeccabili. Una volta fuori, partirono compatti verso il fronte lontano.
Nessuno di loro sapeva che il nemico si annidava già tra le loro fila.

*

Il secondo colloquio di Chiharu con Gaara si svolse nello studio del Kazekage.
Seduta sulla sedia scomoda, circondata dal biancore della stanza e ipnotizzata da un quadro astratto parecchio bizzarro, Haru iniziò a rimpiangere la terrazza asfissiante. Senza contare che gli abiti di Suna la facevano sentire ancora nuda, e, dopo l’esperienza di un’ora prima, non era bello.
«Sei molto simile a tua madre» esordì Gaara dopo averla fissata a lungo.
Lei staccò a forza gli occhi dal quadro appeso alla parete e lo fissò sconcertata. «Ma dove?» le sfuggì.
«Nei lineamenti» spiegò Gaara. «L’espressione è di tuo padre, per questo forse non te ne accorgi, ma i tratti sono quelli di Temari»
Chiharu fece una smorfia. Avrebbe preferito non saperlo.
«Sembra che non ti faccia piacere» constatò Gaara in tono casuale. «Avevo capito che i vostri rapporti erano ottimi»
Chiharu lo fulminò con lo sguardo. Anche le frecciatine, adesso? Ma il Kazekage non doveva essere freddo, serio e impassibile?
«Diciamo che avrei preferito somigliare a mio padre» sibilò acida. Aveva mal di testa, dannazione.
«E invece sei molto più simile a tua madre, anche nel carattere» completò Gaara. Haru aprì la bocca per protestare, ma si fermò appena in tempo rendendosi conto che sarebbe stato esattamente ciò che avrebbe fatto Temari. Mise il broncio. Perché dopo tutto quel silenzio Gaara all’improvviso si interessava a lei?
Il Kazekage sospirò, appoggiando la fronte alla mano.
«Quanti anni sono passati dall’ultima volta che ci siamo incontrati?» chiese, e a Chiharu sembrò per un attimo molto stanco.
«Non saprei, forse dieci» rispose piano.
Lui annuì. «Avrei dovuto farmi vivo prima» confessò. «Ma al villaggio erano sorti dei problemi, e io non ero più forte come una volta» sollevò la testa. «Sai della Reliquia della Sabbia?» domandò a bruciapelo.
Haru corrugò la fronte. «La cosa?»
«Fino ai sedici anni dentro di me c’era un demone, la Reliquia della Sabbia o monocoda» raccontò Gaara sbrigativo. «Finché ho potuto fare affidamento sul suo chakra e la sua forza non mi sono mai curato troppo di allenarmi. Ma poi, per una serie di vicende che sarebbe troppo lungo raccontarti, il demone è stato estratto dal mio corpo, e io mi sono ritrovato all’improvviso senza la difesa che avevo avuto sin dalla nascita, praticamente inerme. Allora ero già Kazekage, avevo delle responsabilità. Dovetti allenarmi in fretta e furia, chiedere aiuto ai miei collaboratori, e acquistare una parvenza di forza. Il Kage è il ninja più forte del villaggio, lo sai; ma io non sono lo shinobi più forte di Suna. Sono solo quello che i cittadini ritengono il più adatto a occupare questa poltrona»
«Perché mi dice tutto questo?» chiese Haru, adottando il “lei” senza neanche pensarci.
«Perché» rispose Gaara, fissandola intensamente. «guardandoti mi viene spontaneo chiedermi: a che scopo sei diventata ninja?»
«E dove starebbe il collegamento logico?» brontolò Chiharu, a disagio.
«Quando dentro di me c’era la monocoda io ero un’arma» spiegò lui. «Non ho mai voluto diventare ninja, ma ero il figlio del Kazekage, e sostanzialmente ero stato creato per essere uno strumento. A meno di dieci anni ero giunto alla conclusione che, se nessuno mi amava, allora esistevo per uccidere tutti gli altri all’infuori di me»
Mentre parlava, Gaara non abbassò mai lo sguardo. Haru deglutì.
«Non ho intenzione di uccidere nessuno» borbottò piano, vagamente inquieta. «Sì, magari fare il ninja non è la mia massima aspirazione, ma non vivo tanto male»
«Certo che no. Io ero un caso estremo» le concesse il Kazekage. «Era solo per dimostrarti che l’assenza di uno scopo può portare a conseguenze catastrofiche. Tu ce l’hai uno scopo?»
Chiharu tacque.
«Ehi, ho solo tredici anni» protestò poi, tra i denti. «Posso avere un po’ di tempo per trovarlo?»
«Sì, se tu fossi una persona normale. Ma tu sei una ninja. E un ninja deve sapere alla perfezione cosa fa e perché lo fa. Altrimenti diventa pericoloso per sé stesso e per gli altri»
Chiharu sbuffò, guardando altrove. Cos’era quel predicozzo? Sensi di colpa per non averla mai cercata fino a quel momento? Per quel che la riguardava, non c’era nessun problema se evitavano di parlarsi o conoscersi. Anzi, forse era meglio, visto l’ansia che era in grado di metterle addosso quell’uomo.
«Mi faccia capire» disse a denti stretti. «Mi sta consigliando in modo contorto di auto-analizzarmi e capire se voglio davvero essere ninja?»
«No. Ti sto consigliando di non fare finta di niente davanti alla tua vita che scorre» la corresse Gaara. «Le persone non si dividono in ‘ninja’ e ‘non-ninja’; puoi essere mille altre cose. Ma se decidi di combattere, devi farlo per un motivo»
Haru tacque. Dannazione, non poteva nemmeno dirgli che non sapeva di cosa stava parlando, perché, da quanto aveva capito, lui sapeva cosa volesse dire svegliarsi al mattino, chiedersi: “e ora? Cosa succede oggi?” e non trovare una risposta anche solo interessante.
Abbassò lo sguardo, muovendo ritmicamente il piede della gamba accavallata. Si sentiva a disagio, il che aumentava la sua emicrania. Non le piaceva che la gente guardasse così a fondo nella sua anima. E poi gli occhi di Gaara le ricordavano quelli di Sai; anche senza il suo ghigno ironico, sembravano dirle: ‘so tutto quello che pensi, non puoi ingannarmi’.
«Posso sapere come mai tutto questo affetto improvviso?» sbottò d’un tratto, incapace di controllarsi.
Gaara inarcò appena le sopracciglia, riflettendo veloce. Alla fine assunse la sua solita espressione neutra e disse: «Perché sei mia nipote»
Haru ghignò amara. «Oh, bella risposta» scoppiò a ridere. «Con una singola frase è riuscito a rovinare un intero discorso ispirato!» si alzò in piedi, decisa ad andarsene.
«Ti ho mentito» la fermò allora Gaara, rassegnandosi a dirle la verità. Non avrebbe voluto farlo, perché si era reso conto che Chiharu detestava che qualcuno cercasse di capirla, ma lei non gli lasciava scelta: qualunque risposta le avesse dato, non sarebbe stata quella giusta. Tanto valeva mostrarle almeno che era sincero.
«Me lo ha chiesto il sesto Hokage»
Scese un attimo di silenzio nello studio.
Chiharu fissò lo zio, apparentemente impassibile; ma dentro di sé covava un’incertezza profonda: non sapeva se credergli o meno. Da una parte le sembrava impossibile che il sesto Hokage avesse un interesse diretto per lei, come soggetto slegato dal gruppo sette, ma dall’altra… dall’altra sentiva che Gaara non mentiva.
«Cosa ha chiesto esattamente?» chiese piano.
«Di parlarti» rispose lui; tanto valeva dirle tutto, a quel punto. «Mi ha mandato un messaggio in cui mi chiedeva di farti ragionare su cosa volessi davvero essere. Probabilmente si è reso conto che qualcosa non va, e deve aver pensato che in qualche modo potevo farti riflettere»
Maledetto Kakashi. L’aveva capita meglio di quanto lei avesse mai sospettato.
Ma non avrebbe dato né a lui, né a Gaara la soddisfazione di vederla cedere.
«Si sbagliava» sibilò acida.
Voltò le spalle al Kazekage e uscì dal suo ufficio.

*

L’ampia pianura che ospitava la decima divisione dell’esercito della Roccia era costantemente spazzata dal vento. L’erica che cresceva tra una zolla e l’altra era giallastra e quasi sdraiata sul terreno, e le rade tracce di animali erano secche nel fango di molti giorni prima. Era un luogo desolato, e ai soldati non piaceva.
Erano fermi in quella zona da un paio di settimane, per “un’esercitazione”, dicevano; ma loro erano nervosi: si sentivano troppo vicini al paese della Sabbia. E di notte il vento ululava con la voce del nemico.
Il messaggero era arrivato nella prima mattina, ansante e coperto di sudore. Aveva chiesto di parlare con il comandante della decima divisione, aveva ottenuto il suo colloquio, e dieci minuti dopo si era scatenato il caos. Letteralmente.
“Partire immediatamente” era stato l’ordine, e tutti i soldati avevano fiutato odore di pericolo. All’inizio c’era stato un parapiglia generale in cui tenenti e colonnelli tentavano disperatamente di mantenere le righe, ma senza successo. Poi era intervenuto il capo dei cinque ninja al loro seguito, che, sebbene fossero lì di rinforzo, erano praticamente indipendenti.
Gli era bastato un singolo ordine, gridato con la sua voce bassa ed echeggiante, e tutti i soldati si erano bloccati sul posto, e avevano rivolto lo sguardo a lui. Era l’autorità fatta persona. Certo, forse i bicipiti abbronzati concorrevano a renderlo inquietante, e il fatto che il suo ordine fosse stato “chiunque si muoverà se la vedrà con me” aiutava; ma indubbiamente aveva ottenuto il suo scopo.
«Ricostituite le righe» aveva detto, e la sua voce aveva sorvolato l’accampamento improvvisamente silenzioso come un falco nel cielo sgombro. Anche dalla foresta a una certa distanza non si udiva nulla, come se persino gli animali trattenessero il fiato.
I soldati si erano trovati a obbedire meccanicamente. E ora, con il sole a picco sulle teste scure, guardandosi attorno ansiosamente, venivano controllati per l’ultima volta prima di spostarsi verso l’interno.
«E’ tutto a posto, signore!» disse l’ultimo tenente, rigido in posizione d’attenti.
Il comandante della divisione annuì, gettando un’occhiata sulle truppe inquiete ai suoi ordini.
Erano bravi ragazzi, si disse. Non meritavano di morire per uno stupido errore ai piani alti, e nemmeno lui meritava una simile vergogna. Avrebbero fatto meglio a partire in fretta.
Cercò con lo sguardo il capo dei ninja che li seguivano, un uomo che gli aveva sempre messo i brividi, e gli chiese di avvicinarsi con un cenno.
«E’ tutto a posto?» domandò piano, mantenendo un’espressione neutra.
Il jonin lo fissò severamente da sotto le sottili sopracciglia castane, penetrandolo con gli occhi verdi. «Per ora sì» confermò, impassibile. «Ma credo che dovremmo partire immediatamente»
«Già» approvò il comandante, e si voltò per dare l’ordine.
Fu allora che accadde.
Uno dei jonin al seguito dell’esercito gridò qualcosa, e un fremito di paura si diffuse tra i soldati.
Ma non fecero in tempo a reagire.
Fu terrificante, e mostruoso. In un attimo il nemico fu tra loro, arrivato quasi volando su una selva di kunai provenienti dal bosco. Qualcuno si chiese come potessero essere stati lanciati a una simile distanza, qualcun altro si chiese cosa facevano i ninja della scorta, ma nessuno, nessuno tra i soldati riuscì a trovare una risposta alla domanda più angosciante di tutte: perché i nemici, decine e decine, sembravano essere un’unica persona dalla scompigliata zazzera bionda? Perché avevano tutti la stessa faccia?
Fortunatamente per loro, nemmeno uno di quegli uomini, in seguito, ebbe occasione di ricordare i freddi occhi azzurri del loro unico nemico.
Perché nessuno di loro scampò al massacro.









Nel prossimo capitolo...


Però non poteva certo dire tutto questo a Hinata.
Voleva che lei lo credesse perfetto, semplice e innocente come era stato da ragazzino. Non voleva mostrarle il suo lato più freddo e cinico, non voleva farle vedere il Naruto che uccideva. Non a lei.
Per questo, ogni volta che tornava da una missione in cui doveva uccidere, Naruto andava da Sakura.







* * *

Spazio autore

Okay, sono patetica.
Blatero e blatero, ma alla fine sono la creatura più debole che ci sia.
E' ufficiale.
Aggiornamenti ogni due giorni sono proibitivi.
Quindi, dalla prossima volta li avrete ogni tre.
E' necessario, mi spiace.
O aggiorno o scrivo, e io DEVO scrivere!
Mi capite, vero? é_è
E mi perdonate?

Dettaglio riguardante l'intera fic: Matsuri non esiste. Mettetevi il cuore in pace!
E i mocciosi sono carini quando fanno i tredicenni imbarazzati, vero? XD
Precisazione: Kotaro non indissa tute verdi, ma nere. U_U
RETTIFICA: ho confuso le date di nascita di Kotaro e Jin! Kotaro è nato il 16 marzo, non l'11 febbraio!


- Jin Hatake -

Età: 7
Compleanno: 11 febbraio
Il più giovane diplomato all'Accademia dai tempi di Itachi Uchiha, eccelle praticamente in tutto.
La figura di sua madre è avvolta dal mistero.

Gran parte del villaggio lo guarda con un misto di ammirazione e timore, perché le sue straordinarie capacità ricordano troppo quelle di Itachi Uchiha.
Lui finge noncuranza, ma in realtà gli pesa essere sempre emarginato e lasciato a sé stesso.
Soffoca quotidianamente il suo lato infantile per privilegiare quello forzatamente adulto e severo,
nel tentativo di dimostrare la propria lealtà a Konoha e di adeguarsi alla descrizione che gli altri fanno di lui.
Si sforza di mantenersi al livello di Hitoshi, Chiharu e Kotaro, ma è fin troppo consapevole della propria superiorità,
e ogni tanto non resiste alla tentazione di dimostrarlo - con gran irritazione di Hitoshi.
Vuole bene a suo padre, ma per adattarsi all'immagine che il villaggio ha di lui non lo dimostra, e si mantiene freddo e scostante.
Anche se non ne fa parola, è ossessionato dall'assenza di sua madre, ma non ha il coraggio di chiedere a Kakashi di parlarne.
Sebbene non se ne sia ancora reso pienamente conto, stima Naruto.


lilithkyubi: sì, ci vuole poco per farti felice! XD Lascia in pace Loria, che la situazione è molto più complicata del previsto! XD Con il proseguimento della lettura - forse - capirai qualcosa, per adesso inspira a fondo e rilassati! Hitoshi è un cretino, si sa, ma almeno questa volta ha avuto ciò che si meritava! XD
Elisir86: non mi sembrava realistico che all'improvviso Gaara diventasse un orsetto gommoso. Ho cercato di ammorbidirlo un po', ma anche di lasciarlo IC. E non ho la benché minima voglia di concentrarmi sullo studio, quindi stendiamo un gentil velo pietoso e fischiettiamo con gaiezza!
arwen5786: tu sei davvero convinta che Kotaro sia un imbecille, eh? "Kotaro aiuterò Hitoshi e Chiharu a stare insieme". Certo, perchè lui è di pietra. Lui non pensa. Non prova sentimenti. No. Tsk. Meno male che il mio Kotaro è più sveglio e meno magnanimo di quel che uno pensa! U_U Gaara invece è Gaara, punto. E ha più problemi di quello che vi ho mostrato fino allo scorso capitolo... Ma si sa che più li amo e più li maltratto, quindi che problema c'è? Per Kanky, uff, non so nemmeno dove metterlo! ç_ç Ci penserò con l'andare della fic, nel frattempo lo infilo in ogni angolo dell'AU. Così, per sport. Un bacione tesoro, e ti voglio bene anche io!
SuperEllen: non è detto che i discendenti siano solo di Sasuke... Comunque le anticipazioni le inserisco per dispetto solo quando sono troppo spoilerose, o quando c'è una sorpresa che voglio conservare a tutti i costi. Se no dicono qualcosa di serio! XD Ma, di grazia, perchè sei tanto convinta che la madre di Jin lo abbia "abbandonato"? Non contempli la possibilità di emergenze e costrizioni...?
fedecr90: che cavolo, odio quando succedono queste cose! é_è Mi spiace, pensavo di aver letto bene la recensione e aver captato un femminile, ma evidentemente me lo sono solo sognato! Scusami tanto! >_<
sammy1987: davvero non avevi mai considerato Gaara? E' la versione rossa di Sasuke, un po' più psicopatica! XD strano che tu non lo apprezzassi! Comunque, Jin non è un mostro. é_è Povero piccino, io lo trovo tanto tenero! E' molto più mostro quella bestia di Chiharu! XD Non è che qui ci siano stati tanti combattimenti, però ci sono stati molti morti! (che non è il massimo, ma è qualcosa! XD)
bambi88: dai, consolati. Per Kankuro ho altri meravigliosi progetti, vedrai! ^_* Mentre Gaara nella testa di Haru un po' somiglia a Sai, quindi l'incesto non sarebbe nemmeno così improbabile... Se non fosse che al momento Haru odia Gaara. LL? Mi sa di qualcosa di sconcio, non so perchè. ò_ò Ma finché non citi le sue sopracciglia va tutto bene, robi tesoro! ^^
killkenny: sì, beh, le tue ossa non devono sforzarsi tanto per "sentire" qualcosa riguardo a questa fic...
Talpina Pensierosa: tu sai fin troppo, diciamocelo! XD
Sky_Shindou: Gaara nella mia testa è un misto tra Naruto e Sasuke. E' difficile muoverlo, ma visto che mi piace mi impegno, e spero di ottenere buoni risultati! é_è Haru è stata aciderrima anche oggi, come hai visto! XD Di sicuro non è una donnina zuccherosa!
uchihagirl: mi spiace per le info su photoshop confuse! é_è Non sono mai brava a spiegarlo, e onestamente non saprei nemmeno rifarlo, ma almno ci ho provato! Il mio cosiglio è giocare con i tasti e sperimentare, tutto qui.
maninja87: beh, Sasuke e Hitoshi non faranno solo figuracce... avranno anche i loro momenti di gloria. Forse. XD E per Jin non stare a preoccuparti. Esiste un capitolo, molto più in là, intitolato "A proposito di Jin". Allora saprai molte cose! ^^ E i cambiamenti sentimentali confesso che al momento non sono visibili... Ma con un po' di pazienza si paleseranno!
Hipatya: io non credo che le cose dopo il capitolo 396 andranno come hai prospettato. Mi sembra troppo semplicistico... Secondo me Sasuke deve ricordarsi che Madara ha contribuito a una certa cosa, e a questo punto a buon intenditor... Per quanto riguarda Gaara, hai fatto bene a pensare alla segretaria. Ma le cose sono più complicate di quel che sembra, e lo scoprirai tra un po'. Preparati a creare dei post-it con i dubbi, perchè ti serviranno!
NaruGaa: Gaara non è sposato né padre, e non mi avevi detto che tuo fratello studiava qui! Comunque io frequento il DAMS, che con ingegneria non ha proprio nulla a che fare! XD
DuniettaS: a me Gaara piace. E Sasuke mi fa schifo. Credo che il loro posto nella mia graduatoria sia chiaro! XD Comunque già da questo capitolo Haru e gaara hanno interagito di più, quando tornerai potrai leggerlo! ^^ Spero tu ti sia divertita in gita!
Maobh: Gaara e Temari non sono in rotta, solo che si vedono poco. Ognuno ha la sua vita, e sono tutti molto impegnati. Jin è simile a Naruto, è vero. Forse per questo lo amo! XD Anche se preferisco i  mocciosi. ò_ò E ancora di più preferisco Baka! XD E per Kotaro... a dire il vero, ho provato con photoshop a mettergli qualche altra capigliatura, usando il modello di suo padre. I risultati sono stati semplicemente BRR. =_= (OT: oh, influenzare la mia stupida mente in realtà è un gioco da ragazzi! ç_ç)
chibi_elyon: il tuo commento mi ha davvero commossa. Anzi, lo porterei come esempio a tutte le persone che vogliono scrivere commenti seri, perché è semplicemente splendido. Non so fino a che punto corrisponda alla realtà (perché a leggere quello che scrivi sembra che io sia un ibrido tra la Rowling e Tolkien, con accenni di Stephen King qua e là! XD), però è stato... ahh, davvero, mi ha tolto il fiato. Una sorpresa meravigliosa, davvero ma davvero meravigliosa. Il che è incredibile, considerato che ti sei letta in due giorni le 500 pagine di Sinners, e che per questo metà dei tuoi neuroni dovrebbe essere deceduta. Non ti preoccupare se non riuscirai a recensire ogni volta, fallo solo quando ti senti! ^^ Non voglio obbligare nessuno (o quasi), e meno che mai te, che mi scrivi cose così belle! Ti ringrazio ancora tantissimo, e ti saluto con affetto! (sì, ora mi vedi così formale, in realtà alla terza risposta inizierò a salutarti saltandoti al collo)
lale16: brava ragazza, chiediti che fine ha fatto la mamma di Jin... comunque, per un po' non rivedrai Gaara dopo questo capitolo! XD Abbi pazienza!
rina: oh come ti capisco per l'università... Siamo solo ad aprile, e già mi è passata la voglia! XD come farò??
Lily_90: oddio, stai davvero leggendo qualcosa che non prevede Shika e Tema tra i protagonisti?? Wa, mi sento davvero onorata! Sara, ma insomma, mi fai di queste sorprese? Mi hai tolto un anno di vita, ora sei praticamente COSTRETTA a fare quello che tu sai quando ci troviamo online! Me lo devi! (come rigirare la frittata in due parole o poco più) non so quando leggerai questa risposta (né SE lo farai), ma quando succederà la richiesta varrà di nuovo, qualunque sia il periodo in cui cade. Non importa se non capisci ora. Capirai... e non stare alzata fino a tardi per fare cose inutili come leggere! SCRIVI, piuttosto! è_é
lunapi71: eh, dopo questo capitolo sembra che le possibilità di un rapporto tra Haru e Gaara si assottiglino sempre più, vero? Chissà, chissà...
Charlie_2702: oh, i maschi sexy di Naruto riuniti in uno stesso luogo potrebbero farmi venire un infarto. e' per questo che evito: ci tengo alla mia salute.  Il mondo di Naruto è un mondo di ninja, ma presumo che abbiano anche combattenti normali. In fondo ogni Paese ha un solo Villaggio Ninja, dubito che riescano a proteggere tutto lo stato quei quattro ometti agili! Secondo me hanno anche un esercito, ecco. Ovviamente NON ti dirò che fine ha fatto Haruka. Siamo matti? Che, ti spoilero così un dettaglio essenziale? Chiharu e Gaara sono due tipi abbastanza simili, purtroppo, ma nei lati sbagliati. sarà difficile per loro trovare un dialogo, ammesso e non concesso che ci riescano. E che vivano entrambi. E direi che ora SAI che esperienza fa chiharu prima di incontrare Gaara...! XD (ahh, scusa per la schifida risposta, ma devo uscire a cena e ancora sono in alto mare! ç_ç)
yayachan: NO! Kankuro non si tocca! E' già troppo conteso, non andiamo bene! Quando tutti amano un personaggio la lotta si fa troppo dura, e lui si monta la testa! Quindi è mio! (e di bambi88. Ma solo in licenza)
Yume_Tsuki: hai avuto il tuo Gaata, donna! XD Ma per un po' dovrai rinunciare... perché io voglio il tuo bene! U_U
Kiaretta_chan_94: il primo incontro tra Gaara e Chiharu è durato poco sì. D'altronde lei era un tantino elettrica, mica potevano arrivare alla rissa! Quello di oggi almeno è durato di più! XD


Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Turbamenti ***


Naruto2-12

Turbamenti



- Dodici -







Hinata era preoccupata per Naruto.
Sapeva che era stato in missione qualche giorno prima, ed era anche riuscita a capire che la missione aveva avuto successo, ma non si spiegava il suo umor nero da quando era tornato. Spesso lo trovava seduto da solo, qualche volta al buio, a fissare il vuoto davanti a sé.
Gli era già successo altre volte in passato, e lei non era mai riuscita a capire; così come arrivava, quell’ondata di depressione se ne andava e lasciava posto al solito Naruto.
Però questa volta sembrava persistente.
Lo intravide dal corridoio, seduto in giardino con la schiena appoggiata a un ciliegio, e si fermò a osservarlo dalla porta.
Aveva lo sguardo perso, distante, la fronte lievemente aggrottata. C’era qualcosa che lo tormentava.
Hinata posò una mano sullo stipite e strinse appena il pugno, frustrata. Quando lui soffriva, lei soffriva con lui. Non poteva impedirsi di farlo.
Si voltò appena, e chiese a Iria e a Fumi, le due donne al suo servizio, di lasciarla sola. Quelle chinarono il capo e obbedirono.
A quel punto uscì nel giardino inondato di sole, inspirando a fondo il profumo della foresta poco distante e dei fiori che crescevano nel prato. Rimase ferma per un attimo, osservando ancora Naruto da lontano, e si chiese se lui le avrebbe finalmente rivelato i suoi pensieri.
Amava suo marito. Da sempre, dalla prima volta che lo aveva visto. Lui per lei aveva rappresentato la forza, la libertà, il vento. All’inizio era stato un modello, qualcuno da ammirare fin quasi alla venerazione, era stato l’instancabile ragazzino che lottava senza mai arrendersi; poi era diventato il ragazzo che la faceva sussultare se le rivolgeva la parola; era stato il ragazzo per cui aveva pianto, quasi ventenne, quando stava con Sakura; e, alla fine, era stato l’uomo che l’aveva strappata alle tenebre del clan Hyuga.
Lei non si era mai arresa: imitandolo, resistendo con le unghie e con i denti, si era sempre fatta avanti cercando di stargli accanto perché lui la notasse e si accorgesse di quanto lo adorava. E alla fine ci era riuscita davvero. Era riuscita a farsi amare da lui.
Ma qualche volta si chiedeva se non ci fossero cose che a lei non diceva, e che a Sakura avrebbe detto. L’ombra del primo amore di suo marito non aveva mai smesso di aleggiare sulla sua felicità, e tante volte Hinata si era chiesta se Naruto l’avesse davvero dimenticata, se l’amicizia che ora li legava non fosse qualcosa di più, almeno da parte di lui.
Si sforzava di non pensarci, di credere che suo marito fosse così come lei se lo immaginava, semplice e perfetto, ma qualche volta una vocina le suggeriva che, dopotutto, Naruto era un uomo come gli altri. E che gli era sempre piaciuta Sakura.
Sakura, non lei.
Scosse la testa, rimproverandosi per la piega involontaria che avevano preso i suoi pensieri. Se voleva essere di un qualche aiuto a Naruto, avrebbe fatto meglio ad essere di buonumore.
Percorse anche l’ultimo tratto di erba che li separava, e gli si fermò accanto, in piedi. Naruto alzò lo sguardo e le sorrise, rasserenandosi impercettibilmente.
«Ciao» la salutò, tendendole una mano e aiutandola a sedersi con lui. «Ti faccio portare un cuscino?»
«No, va bene così» Hinata appoggiò la schiena al tronco del ciliegio, la spalla contro quella di Naruto, e cercò una posizione comoda.
Rimasero entrambi in silenzio per alcuni lunghi minuti, ascoltando gli impercettibili rumori che li circondavano – il fruscio delle foglie, un cinguettio lontano, uno dei gatti di casa che miagolava sul tetto – e il suono dei loro respiri. Hinata sbirciò l’espressione di Naruto alla ricerca di un indizio, di un appiglio cui aggrapparsi per dire qualcosa, ma lui era tornato accigliato e impenetrabile. Allora tese una mano e andò a cercare le sue dita.
«Perché non mi dici cosa c’è?» domandò timidamente.
Lui la fissò, sorpreso e con aria vagamente colpevole.
«Non c’è niente» borbottò sapendo benissimo di risultare poco convincente.
Hinata gli rivolse uno sguardo triste. «Perché non me lo vuoi dire?»
«Sono stanco» ribatté lui, guardando davanti a sé. «Sono soltanto stanco… Tra i ragazzi, i ninja che si aggirano attorno al villaggio, le missioni…» scosse la testa. «Certe volte vorrei lasciar perdere tutto ed essere soltanto un marito e un papà»
Hinata gli strinse la mano d’impulso, spaventata: per un attimo le era sembrato di vedere il Naruto che era stato fino a poco tempo prima, quello pessimista e depresso. Lui si accorse della sua reazione, e si affrettò a sorriderle rassicurante.
«Non è come prima» le garantì. «Questa è solo comunissima depressione momentanea, mi passerà. Non ho intenzione di tornare il Naruto cupo che sono stato finché Sasuke non mi ha fatto ragionare»
Hinata trattenne un sospiro, non sapeva se di sollievo o cosa, e abbassò gli occhi.
Ci furono altri secondi di silenzio; poi, in un soffio, la sua voce chiese: «Un giorno mi dirai cosa c’è?»
Naruto esitò prima di rispondere.
«Un giorno non ci sarà più niente» mormorò piano.

Aveva sempre avuto dei problemi ad uccidere, sempre. Nel suo rifiuto di considerare i ninja soltanto armi, aveva sempre detestato anche l’idea di togliere la vita senza motivo, solo per obbedire agli ordini.
Ma qualche volta si rendeva necessario, lo sapeva anche lui.
La missione di qualche giorno prima, quella in cui la decima divisione dell’esercito della Roccia era stata sterminata, era una missione necessaria.
Con pochi uomini e nessuna perdita, in un combattimento durato forse mezzora, avevano inflitto un colpo pesante al Paese della Roccia, e forse erano riusciti a posticipare la guerra di qualche tempo.
Anche un mese in più avrebbe permesso alla Sabbia – la parte più debole dell’alleanza Vento-Fuoco – di organizzarsi meglio, aumentando le loro probabilità di vittoria.
Ma non erano questi i calcoli che faceva Naruto. Se fosse dipeso da lui, avrebbe cercato in ogni modo di evitarla completamente, la guerra. A costo di cedere qualcosa, a costo di umiliarsi, avrebbe voluto la pace.
Per la sua famiglia, e per le sue bambine. Voleva che crescessero nel mondo il cui era cresciuto lui, dovendosi preoccupare soltanto dei compagni e dell’Accademia. Voleva che crescessero in un clima sereno, voleva essere a casa quando tornavano il pomeriggio, voleva svegliarle al mattino e pensare che la sera sarebbero andate a dormire più felici. Non voleva dover pensare di proteggerle, non voleva che le strade diventassero pericolose, o che la notte bisognasse oscurare le finestre.
Ma se proprio la guerra era inevitabile, come sosteneva il Daimyo, allora lui si sarebbe impegnato con tutto sé stesso per posticiparla all’infinito.
Anche se voleva dire uccidere. Anche se voleva dire fare una strage di soldati che ancora non avevano mosso un dito contro il paese del Fuoco. Anche se voleva dire guardare negli occhi un altro uomo, sapere che avrebbe potuto fare ancora molte cose nella sua vita, e nonostante ciò obbedire agli ordini e distruggere il suo futuro.
Però non poteva certo dire tutto questo a Hinata.
Voleva che lei lo credesse perfetto, semplice e innocente come era stato da ragazzino. Non voleva mostrarle il suo lato più freddo e cinico, non voleva farle vedere il Naruto che uccideva. Non a lei.
Per questo, ogni volta che tornava da una missione in cui doveva uccidere, Naruto andava da Sakura.


Quanto tempo era trascorso dall’ultima volta che era stato in quella casa?
Fermo davanti all’ingresso della residenza degli Uchiha, uno dei primi edifici del quartiere deserto un tempo riservato al clan, Naruto fissava il ventaglio che era il simbolo della casata, troneggiante sulla facciata.
Non era la casa in cui Sasuke era cresciuto. Quella era troppo isolata, e ancora riusciva a turbare l’ultimo superstite alla carneficina di Itachi, per cui l’avevano scartata. Era un’altra abitazione, rimessa completamente a nuovo, una villa su un piano solo ma molto grande, con varie stanze e cortili interni. Ed era quasi interamente occupata, ormai: con sei figli era stato persino facile.
Naruto aveva cercato Sakura non appena era tornato dalla missione, sia all’ospedale che a casa. Ma Sasuke gli aveva detto che era sparita in qualche posto sconosciuto, alla ricerca delle misteriosissime erbe di cui custodiva gelosamente il segreto, e che non sapeva quando sarebbe tornata.
Così aveva dovuto aspettare.
Fino a quel giorno.

C’era stato un tempo in cui l’aveva amata davvero. Non quando da ragazzino diceva che gli piaceva, ma un po’ dopo. Attorno ai diciotto anni, più o meno.
Poi Sasuke era tornato al villaggio.
Itachi era appena morto – per mano di Naruto tra l’altro – lui non sapeva cosa fare della sua vita, e il sigillo di Orochimaru lo stava praticamente uccidendo, senza che facesse nulla per contrastarlo. Sakura, che per un certo periodo aveva amato Naruto, a quel punto si era decisamente concentrata su Sasuke. Non ci era voluto molto perché lui si convincesse che lei era ciò di cui aveva bisogno, e meno di due anni dopo erano sposati.
Per Naruto era stato un duro colpo.
Ma se ne era fatto una ragione, con il tempo e con l’aiuto di Hinata. Ora Sakura era un’amica di infanzia, e il periodo in cui l’aveva amata soltanto un ricordo piacevole.
Eppure tuttora lei gli era di grande aiuto: con il suo piglio deciso e la sua straordinaria capacità di capirlo riusciva ogni volta a rimetterlo in sesto e a fargli vedere le cose per quello che erano, e non per quello che a lui apparivano.
Da questo punto di vista gli era preziosa, indispensabile. Ma oltre all’amicizia non c’era altro.
Forse, se avesse conosciuto i timori di Hinata, avrebbe potuto tranquillizzarla.
Ma non li conosceva.

Si fece annunciare da uno dei numerosi domestici, attendendo in piedi nell’ingresso. Dopo un paio di minuti vide arrivare lungo il corridoio Sasuke, con addosso vestiti comodi e l’espressione velatamente seccata. Era sempre di cattivo umore quando tornava da una missione con Naruto, anche per giorni.
«Dov’è Sakura?» chiese Naruto al volo, cercando di limitare le occasioni di attaccar briga.
«Nel suo laboratorio» rispose Sasuke squadrandolo attentamente. «Hai l’aria sbattuta» commentò dopo un attimo, freddo. «Iniziano a pesarti le missioni?»
«Cerchi rogne?» borbottò lui con un’occhiataccia, rassegnandosi alla lite.
«E da quando tu saresti in grado di crearmi problemi?»
«Da sempre, più o meno!»
«Ah! Cazzate in libertà!»
Per un attimo fu come se l’elettricità statica nell’aria si fosse condensata tra i due shinobi, e lo stesso ossigeno sembrò sfrigolare leggermente.
Poi Sakura fece il suo ingresso.
«Ma avete ancora dodici anni?» sbuffò arrivando lungo il corridoio, a passi lunghi e ben distesi. «Finitela, ormai siete ridicoli»
«Se siamo tanto ridicoli, perché lo hai sposato?» rognò Naruto accennando a Sasuke.
«Per il sesso» replicò lei impassibile.
«L’ho sempre sospettato» mugugnò Sasuke, e lei, levando gli occhi al soffitto, gli lanciò senza preavviso una boccetta di vetro.
«Cos’è?» chiese lui afferrandola al volo.
«Pomata per Nobi: è caduto in giardino e si è sbucciato un ginocchio. Va’ e mettila sul graffio» ordinò Sakura in tono perentorio.
Sasuke le scoccò un’occhiata indignata, come per ricordarle chi era il capo in quella casa, ma le iridi verdi di lei furono più eloquenti e minacciose. Borbottando e incassando la testa tra le spalle, dunque, il capoclan degli Uchiha fu costretto a congedarsi per correre dietro a un bambino di sei anni abbastanza incapace da inciampare sui propri piedi. Non sapeva ancora che quella della sottomissione del marito sarebbe diventata una tradizione di famiglia degli Uchiha, in futuro.
Quando Sasuke fu scomparso oltre una curva del corridoio, Sakura e Naruto si trovarono da soli.
Lei gli lanciò un’occhiata, e sospirò.
«Ci risiamo» si limitò a commentare. «Vieni nel mio laboratorio»

Il “laboratorio” di Sakura era una stanza distante dalle altre della casa, ampia e luminosa. Al suo interno conteneva due grandi tavoli ricoperti di boccette, piante e polverine dai colori più disparati, in un tripudio di gialli, rossi e verdi che turbava la vista. Tra alambicchi e fialette sembrava impossibile raccapezzarsi, e gli odori che si mescolavano nell’aria toglievano il fiato e facevano lacrimare gli occhi.
«Stai ancora cercando di avvelenare il villaggio?» chiese Naruto arricciando il naso.
«No, solo te» rispose lei con noncuranza, andando per gentilezza ad aprire una finestra – da anni ormai non le facevano più effetto gli odori pungenti. «Trovati una sedia» gli consigliò poi. «Lì, dietro a quella Giaia Giaia dovrebbe essercene una»
«Dietro a cosa?»
«La pianta con le foglie rosa» sbuffò.
Piuttosto preoccupato per la salute delle sue mani al contatto con le foglie color confetto della pianta, Naruto la scostò cautamente. Sì, in effetti dietro c’era una sedia, ma sembrava come intaccata da una strana muffa spugnosa arancione fosforescente.
«Ehm, questa sedia?» chiese Naruto circospetto.
«E adesso cosa c’è?» Sakura lo raggiunse e gettò un’occhiata all’oggetto incriminato. «Tu guarda. Ecco dov’era finita la mia coltura di muschio soporifero» commentò sorpresa, accucciandosi di fianco alla sedia. «Che strano, non pensavo intaccasse anche il legno morto» rimuginò tutta interessata.
«Scusa, possiamo tornare a me?» chiese Naruto vagamente risentito.
«Eh? Ah sì, scusa!» Sakura si rialzò in piedi, con un cenno vago, e dopo aver lanciato un’ultima occhiata alla sedia arancione si decise finalmente a guardare Naruto. «Beh, stai in piedi» concluse constatando che non erano disponibili altre sedie.
«Grazie» borbottò lui cupo. Lei gli sorrise appena.
«Allora, ho sentito dell’ultima missione» iniziò incrociando le braccia sul petto, all’improvviso seria. Non gli fece alcun complimento, e lui gliene fu grato. «Sei qui per questo, giusto?»
Naruto annuì.
«Quanti?» chiese lei senza inflessioni particolari.
Lui scosse la testa e chiuse gli occhi. «Non lo so. L’intera divisione, credo… Forse qualcuno lo hanno finito gli altri, ma la maggior parte li ho uccisi io»
Calò un attimo di silenzio.
«Era una missione. Il tuo dovere» disse poi Sakura, come faceva sempre.
Ogni volta erano le stesse identiche parole, ma Naruto aveva bisogno di sentirsele dire. Annuì.
«Non potevi fare altrimenti, e se ti fossi rifiutato forse altri sarebbero rimasti feriti» continuò Sakura in tono mite. «Sono morti degli uomini, li hai uccisi tu; ma d’altra parte erano soldati, oltre che uomini. Sapevano a cosa andavano incontro. Prima o poi qualcun altro li avrebbe uccisi, o sarebbero rimasti mutilati, o comunque traumatizzati dalla guerra. Smettila di tormentarti. Avevi dei motivi per farlo. Sei diverso dagli assassini che tante volte hai condannato»
Naruto rimase in silenzio, a capo chino.
«L’ho fatto per le bambine» disse poi, come per giustificarsi un’altra volta. «Se posticiperemo la guerra loro potranno avere un’infanzia normale»
«Lo so» garantì Sakura.
E lui sapeva che lei sapeva. Ma aveva bisogno di dirlo e sentirselo dire.
Sospirò, e si passò una mano tra i capelli.
Ora stava meglio. Ci sarebbe voluto ancora qualche giorno perché tornasse quello di sempre, ma la spinta era stata data. Sorrise a Sakura.
«Grazie»
«A buon rendere» rispose lei con un ghigno appena accennato. «Ti accompagno alla porta o vuoi fermarti un po’ con Sasuke?»
«Non credo sia saggio fermarmi con lui» cincischiò Naruto. «In questo momento è un po’ irritato, come ogni volta che finiamo in missione insieme. Ma è comprensibile, ha constatato per l’ennesima volta quanto io gli sia superiore»
«Vuoi davvero prenderle?» lo minacciò Sakura, protettiva verso Sasuke anche ora che erano cresciuti tutti.
«La verità fa male» sogghignò lui, ma arretrò di un passo. «Sarà meglio che vada, ora» si affrettò a dire annuendo.
«Sì, sarà meglio» concordò Sakura.
Con sguardo vagamente minaccioso accompagnò Naruto fino all’ingresso, attraversando il corridoio deserto. Nonostante la calma apparente, si sentivano da uno dei giardini interni voci di bambini e strilla acute di gioco. Il jonin biondo esitò un attimo prima di uscire, e sorrise.
«Anch’io vorrei una famiglia numerosa» disse.
«Tutti lo affermano» brontolò Sakura. «Ma dopo il quarto figlio cambiano idea»
«E perché tu sei arrivata al sesto?»
«Te l’ho detto: ho sposato mio marito per il sesso»
«Quindi io non ero abbastanza?» chiese Naruto allusivo.
«Ehi, vuoi far ingelosire tua moglie?» replicò Sakura senza scomporsi. «Vai, muoviti. E’ quasi ora di pranzo»
«Va bene, va bene» alzando le mani in segno di resa, lui sorrise.
In passato erano successe molte cose, c’erano stati contrasti e momenti di sofferenza. Anche in quel momento c’erano dettagli che Sakura non sapeva, e che forse le avrebbero suggerito di evitare le battute sul sesso, ma a dire il vero non erano così importanti.
Ormai tutti loro erano andati avanti.
Naruto si voltò e uscì, ma a qualche passo dall’ingresso Sakura lo richiamò.
«Ehi» fece, e lui si voltò a guardarla. «Quando parlerai a Hinata di queste cose?» chiese piano.
Naruto non rispose. La fissò, lì, ferma sulla soglia della sua casa.
Era una donna forte, Sakura, la era sempre stata. Ferma, risoluta, spesso aveva dovuto confortarlo quando era giù, quando Sasuke se n’era andato con Orochimaru, quando Tsunade era morta. Lei lo conosceva in tutti i suoi lati più nascosti, quelli gradevoli e quelli sgradevoli. Anche se le avesse detto di aver lasciato libera la volpe a nove code per massacrare un asilo nido, lei in qualche modo lo avrebbe accettato comunque – o almeno questa era la sensazione che gli dava.
Ma Hinata… Hinata lo vedeva come l’uomo perfetto. Lo vedeva come un cavaliere immacolato nella sua scintillante armatura, e lui con lei era davvero così. Non poteva mostrarle i suoi difetti. Soprattutto non ora che aspettava il loro terzo figlio.
Sorrise mesto a Sakura, e le diede le spalle. Sollevando poi un braccio in segno di saluto, si allontanò senza rispondere.
Lei rimase a guardarlo finché non svoltò dietro una curva.

*

Chiharu era di umore nero da qualche giorno, ormai. Da quando erano tornati dal villaggio della Sabbia, per l’esattezza.
Hitoshi e Kotaro avevano fatto diverse ipotesi, che spaziavano dalla Profondamente Incomprensibile E Assurda Natura Femminile all’Increscioso Episodio Accaduto La Mattina Precedente La Loro Partenza, passando per l’Improvviso E Inspiegabile Abbandono Di Naruto – Che Li Aveva Vigliaccamente Mollati Al Villaggio Della Sabbia E Costretti A Tornare Con Uno Sconosciuto – e il Molto Sospetto Colloquio Privato Di Haru Con Gaara.
Ma nessuna di queste opzioni li convinceva pienamente. C’era qualcosa di strano in Haru, qualcosa che non le avevano mai visto: era pensosa.
Gli adulti erano soliti credere che Chiharu Nara fosse una ragazzina molto intelligente e controllata, ambiziosa ma riflessiva.
Si sbagliavano completamente.
Haru non pensava mai a nulla se non espressamente costretta – e per costringere lei ce ne voleva – ed evitava di riflettere sulle cose per il semplice motivo che poteva essere faticoso. Sì, era davvero intelligente – un genio, come tutta la sua famiglia –, ma prima di tutto era incredibilmente svogliata.
E che ora passasse ore intere a fissare il vuoto con la fronte corrugata era sicuramente indice di una catastrofe imminente.
Hitoshi e Kotaro avevano provato a estorcerle qualche informazione, ad avvicinarla in mille modi; ma per la prima volta avevano constatato la debolezza del legame che li univa, perché lei non aveva mostrato la minima intenzione di aprirsi con loro. Si era limitata a guardarli con malcelato disprezzo e a dire di sparire, perché non era dell’umore giusto.
E dire che loro erano così preoccupati.
«Forse dovremmo parlarne con Naruto» aveva suggerito Kotaro una volta, ma Hitoshi gli aveva fatto notare che anche Naruto aveva la testa altrove in quel periodo. E dall’alto non arrivava neanche una missione.
Così, come era ovvio, i due genin iniziarono a elaborare complicate teorie in cui i problemi di Haru si intrecciavano a quelli di Naruto in un gigantesco intrigo che coinvolgeva il villaggio, il paese del Fuoco e anche quello del Vento. Se non altro avevano di che tenersi impegnati.
Chi invece aveva trovato il modo di trarre profitto dalla situazione era Jin.
Non aveva mai visto Haru turbata, e, come con ognuna delle cose nuove che vedeva, aveva preso l’abitudine di studiarla e di appuntarsi mentalmente tanti piccoli particolari: ora sapeva che mentre rifletteva teneva le sopracciglia corrugate e non riusciva a stare ferma con le dita. Sapeva che cambiava posizione ogni dieci minuti circa, da raggomitolata a distesa, e sapeva che aveva l’abitudine di sbuffare di tanto in tanto. Era meglio di un documentario, dal suo punto di vista.
Hitoshi e Kotaro, che lo avevano beccato un paio di volte in contemplazione, tanto per passare un altro po’ di tempo avevano concluso che il figlio dell’Hokage si fosse preso una cotta per l’affascinante senpai, e avevano tentato di trastullarsi prendendolo un po’ in giro, ma inutilmente: con una maturità invidiabile Jin li ignorava completamente.
E in questo modo, tra la noia e la curiosità altalenante, era passata ormai quasi una settimana.
Poi, un martedì mattina, Baka Akeru si presentò a ravvivare l’atmosfera.
«Hn, vedo che siete sommersi dalle missioni» commentò con ghignante tono di superiorità, facendo saltellare in una mano il portafoglio rigonfio. «Il mio gruppo questa settimana ne ha completate sei. Voi, uhm, fatemi pensare… zero»
Il gruppo sette, arroccato come al solito al parchetto – i bambini avevano rinunciato all’idea di giocarci, e si erano spostati più in là – lo degnò a malapena di un’occhiata.
«Ah sì? Bravo» fece Kotaro distrattamente, fissandosi incantato a guardare una nuvola che passava sulla sua testa.
«Forse dipende dal vostro jonin» insinuò Akeru, insoddisfatto dalla tiepida reazione.
«Mah» borbottò Hitoshi sbadigliando. «Senti, non hai qualche altra strabiliante missione di livello D da fare lontano da qui?» chiese annoiato.
Il moro davanti a lui strinse i denti rabbiosamente. «Non siete superiori a me!» ripeté per l’ennesima volta, furente. «E un giorno ve lo dimostrerò!»
«Wow, non vedo l’ora» commentò sempre Hitoshi, piatto come un lago ghiacciato. «Intanto che aspettiamo questo fantastico giorno, puoi girare al largo?»
Fu la classica goccia che fa traboccare il vaso.
Senza farsi tanti scrupoli morali, Akeru sfilò veloce due shuriken dalla cintura e li scagliò verso Hitoshi e Kotaro. I due, colti alla sprovvista, riuscirono a schivare appena in tempo rotolando di lato.
«Ma sei scemo?» scattò Kotaro, furioso.
«Scemo è troppo poco» disse Hitoshi tra i denti, spolverandosi irritato. «Per fortuna è anche gramo»
«Oho» fece Kotaro, deglutendo.
«‘Oho’ cosa?» chiese Hitoshi seguendo la direzione del suo sguardo. «Oho» confermò, quando vide cosa aveva turbato il compagno.
Sul braccio di Chiharu, appena sopra il gomito, dal punto in cui si era conficcato lo shuriken scendevano veloci alcune gocce di sangue, giù fino al polso. Lei, con espressione vagamente dolorante, le fissò sconcertata. Era seduta dietro Hitoshi e Kotaro quando loro avevano schivato. Ma era stata anche abbastanza distratta da non prendere nemmeno in considerazione Akeru. Ora, mentre il dolore risaliva rapido lungo la spalla e fino al collo, sentì una collera gelida montarle dentro.
Quel piccolo bastardo egocentrico di un fallito, cosa aveva in testa? Segatura? Guano di pipistrello?
Sollevò la destra e con un gesto secco levò lo shuriken dalla ferita, strappando un esclamazione di simpatizzante sofferenza a Hitoshi e Kotaro. Il sangue prese a scendere più veloce, ma lei non sembrò curarsene. Irosa, scese dal muretto su cui era seduta e si diresse verso Akeru.
Lui, vagamente pallido, alzò il mento orgogliosamente.
«Cosa vuoi farmi?» sibilò, ma con voce leggermente incerta.
Lei lo fissò, e senza dargli il tempo di fare il coraggioso lo afferrò per un braccio e lo scaraventò a terra.
Con un gridolino strozzato Akeru crollò al suolo dopo aver fatto un giro su sé stesso, e ricadde su una spalla gemendo.
«Me l’hai slogata!» fu il suo primo dolorante commento.
Lei non lo guardò neppure, e si allontanò con la schiena dritta e i denti serrati.
«Potevi schivare!» urlò lui allora, da terra, ma lei non sembrò nemmeno sentirlo. «Vaffanculo! Mi hai sentito? Vaffanculo!» strillò come ultima cosa.
Haru se ne andò senza guardarlo una volta, lasciandosi alle spalle un fagotto gemente e due basiti compagni di squadra.
Dalla sua mano sinistra il sangue gocciolava denso a terra.









Nel prossimo capitolo...


«Sediamoci qui» propose Naruto accomodandosi su una panchina. Haru si lasciò cadere sull’angolo più distante, con la sua migliore espressione seccata, e incrociò le braccia sul petto. Sbuffò rumorosamente.
«So che hai parlato con Gaara» esordì Naruto.
Scelta infelice. Da subito si beccò l’ennesima occhiata intrisa di odio, e vide Haru farsi ancora più rigida.







* * *

Spazio autore

Credo che si possa dire che da qui iniziano i veri casini. Da questo capitolo e il prossimo, per la precisione.
Comunque, lasciate perdere qualunque ipotesi NaruSaku, e non meravigliatevi per il loro atteggiamento sciolto:
sono pur sempre passati tredici anni dagli avvenimenti di Sinners, e ognuno è andato avanti meglio che poteva.
Che altro?
Ah sì, Sasuke in versione papà! E' un emerito idiota, lo confesso. In questa fic mi ci sono sbizzarrita! <3
(ma non lasciatevi illudere dal mio tono allegro, sarebbe un errore)
Dal prossimo capitolo, inoltre, ci sarà il grande ritorno di Ino e di un altro personaggio che so sta a cuore a molti di voi...
Cami, soprattutto a te!

Ed ora ecco a voi l'ultima scheda!
L'adorabile (?) Stupido!


- Akeru Baka -

Età: 13
Compleanno: 11 febbraio - come Jin, esatto.
Il classico tipo bravo in tutto ma che non eccelle in niente.
Ha un talento speciale per ferire con le parole.

Arrogante, ambizioso, piuttosto carino ma impulsivo, è un mix letale per metà delle dodicenni di Konoha.
E' il più gettonato subito dopo Hitoshi, ma al momento il suo unico obiettivo è Jin, e tutto il resto non conta.
Detesta Hitoshi, disprezza Kotaro, è convinto che Chiharu dovrebbe essere ai suoi piedi come tutte le ragazze del villaggio,
e di Naruto pensa che non sia degno della sua attenzione.
Vive con la madre, del padre non si sa nulla, e non ha fratelli.
Anche se non se ne vanta pubblicamente, la sua aspirazione è entrare un giorno nella squadra Anbu.


Talpina Pensierosa: a dire il vero a me spiace che non ci siano sorprese per te... Anche se, a voler essere onesti, più avanti ci saranno dettagli nuovi che non ho mai scritto prima!
Yume_Tsuki: tranquilla, Gaara tornerà prima o poi! Ma non credo che tu voglia davvero il naruto cattivo, perché mi diventa automaticamente complessato! é_è
Kiaretta_chan_94: Haru non faceva niente per essere popolare in Accademia. Ma proprio perché se ne fregava di tutti, tutti avrebbero venduto la nonna per essere i primi a farla cedere! XD I maschi sono creature semplici... Per quanto riguarda i tradimenti, diciamo sì e no. Qualcuno di nostra conoscenza tradirà, ma non proprio esattamente... E mi spiace per gli aggiornamenti, magari qualche volta riuscirò a metterli ogni due giorni, però finché sono sotto esame le cose non possono che andre così!
lale16: Narutino era complesso anche a tredici anni! Uffa, perchè nessuno riconosce la sua profondità psicologica? ç_ç
Maryella: non definirei il Naruto dello scorso capitolo "cattivo". E' un ninja, uccidere è il suo lavoro. Anche Yondaime lo faceva (confesso di essermi ispirata palesemente a lui), e nessuno gli ha mai fatto storie per questo.
bambi88: insomma, hai riso, sbavato e ti sei inquietata nello scorso capitolo? Wow, che mix. Sarai diventata un frollino multigusto, ormai! XD
Killkenny: ooook, da oggi sarai un ignorantone come gli altri per me! Prevedi guai a casa Uzumaki? Ma no, dai. In fondo l'Apocalisse è superabile. E Itachi... beh, forse sei più vicino alla verità di quanto tu stesso non sappia. Il paparino di Baka Akeru non comparirà per molto tempo, invece. Molto, molto, molto tempo.
arwen5786: ma certo che cogli l'interessamento di Hitoshi per Haru. Peccato che non cogli quello di Kotaro, come a suo tempo non avevi mai colto quello di Lee... Dev'essere un'ostilità naturale verso le sopracciglia, sì. Chiharu ha iniziato a scricchiolare nello scorso capitolo, oggi ha fatto la Mary Sue e nel prossimo fa la psicopatica isterica, ma se tu continui ad amarla non ti dico più niente! XD Oh, non scordare del tutto i nomi delle bimbe. Io te la buttò lì con molta casualità, ma ti faccio notare che la maggiore delle figlie di Naruto ha un'età molto simile a quella di Jin... Naruto non è che nasconda qualcosa. E' che è il solito cretino complessato. Insomma, ha l'ossessione dell'abbandono come un bambino adottato, dal mio punto di vista è normale che si faccia una serie di trip infiniti con Hinata. Resuscitare Itachi? E già che ci siamo perchè non l'Akatsuki intera, Madara incluso? E magari Shikaku che torna dentro Gaara e - attenzione attenzione - Danzo e Minato. Olè. -.- Scordati di rivedere Itachi, a meno di flashback estemporanei.
gracy110: per assurdo, sai che in ciò che hai detto ci sono dettagli molto importanti? Ora, non sarò certo io a dirteli - me perfida - ma sappi che sei sulla strada giusta per capire qualcosa di questo mio cervellino contorto e dei piani che ho in mente per l'evolversi della situazione! Uh, Naruto sadico no, però! XD Quello lascialo perdere, non lo voglio! é_è
lilithkyubi: la maggior parte dei Kage occupa il posto che occupa per diplomazia, dal mio punto di vista. Sono politici, è così che funziona! Hitoshi e Haru sono sempre più gettonati, accipicchia! E dire che ormai pensavo di aver erudito tutti sull'imprevedibilità dei miei pairing! Matsuri lasciamola dove sta che è meglio. Non mi entusiasma particolarmente quella ragazzina, ma devo ancora farmi una cultura approfondita su di lei, quindi per il momento il giudizio è sospeso. U_U
Sky_Shindou: tra parentesi... ma sai che se Gaara per assurdo finisse con Sakura Naruto si suiciderebbe? Prima il fratello, poi l'amico più caro... insomma, 'sta qua se li passa tutti tranne lui! Comunque, è ovvio che a Gaara interessa della nipote. Ma non è il tipo da metterle una mano sul braccio e chiederle se sta bene tutto accorato, quindi ha i suoi metodi per parlare con le persone. Ehm, metodi non proprio fantastici, ma ognuno si accontenta di quello che ha. L'ombra aleggerà per un po' sulla storia, poi ve la dimenticherete, e tornerà all'improvviso, quando meno ve lo aspettate. Le scene di guerra ci saranno, eccome se ci saranno, ma soltanto tra un po'. Nel frattempo sollazzati con i piccoli shinobi rompiscatole! XD E non ringraziarmi, sarebbe come farlo perchè respiro, do anidride carbonica alle piante e permetto loro di fare la fotosintesi e creare ossigeno. Cioè, sintetizzando: io scrivo perché non posso farne a meno (chiamasi droga), se poi a voi la cosa piace ne sono felicissima, ma non c'è alcun bisogno di ringraziarmi, anzi! ^^ (diciamo che dovreste picchiarmi e lanciarmi a studiare, una buona volta... ç_ç)
sammy1987: Naruto ha la sindrome dell'abbandono, se appena può stare appiccicato a Hinata come una patella allo scoglio lui lo fa! XD E oggi hai capito perché non può dire certe cose a Hinata. Ma non credere che sia sadico e spietato, lui si limita a compiere il suo lavoro. Anche se certe volte non gli piace. Uhuhuh, Neji lo vedrai prestissimissimo, credimi! Aspettavo solo che qualcuno mi chiedesse di lui!
chibi_elyon: inizi a commentare solo a mezzanotte? Tsk, pivella. Io sono arrivata a livelli pericolosamente vicini alle 3 di notte. Non ti dico che commenti ne uscivano, ma va beh. Parlando di Gaara e Naruto, quando sono insieme io mi sciolgo, quindi cerco di renderli al meglio. Che il Kazekage poi guardi le segretarie - e nello specifio quella segretaria - è ancora tutto da appurare, fossi in te non lo darei per certo. Così come non darei per certo il mini Naruto. Amo frustrare personaggi e lettori! <3 Ti anticipo che a Konoha non sapranno di Haru in mutande, perché avranno altro a cui pensare. Però ci saranno scenette divertenti prima o poi, perché mi ci sbizzarrisco alla grande! Per quanto riguarda il naruto-ninja, credo di essermi dilungata abbastanza in corso di capitolo; ricorda soltanto che la volta scorsa era visto con gli occhi degli uomini della Roccia, e io non ti ho detto da nessuna parte cosa pensasse della faccenda lui. Oh, io mi entusiasmo come una bambina per ogni commento ponderato! Sono rarità, e quando li trovo è sempre una gioia! ^^ Quindi continuerò a ringraziarti a ogni piè sospinto, e visto che ho la tua autorizzazione ti salto pure al collo! <3
Hipatya: sì, è ovvio che io stia cercando di confondere voi lettori. E' la mia massima aspirazione già dai tempi di Sinners, vivo per questo. Se poi mi dici che ci riesco, mi fai pure felice. Allo stesso tempo, spero che alla fine riuscirò ad essere chiara nel momento in cui dovrò spiegare tutto! XD Dai, non c'è stato nessun momento NaruSaku. Anzi, rileggendo il pezzo mi sono resa conto che lei sembra tanto un maschio nel suo atteggiamento con lui! XD E mi piace questo rapporto, non posso farci niente. Così come mi piace anche quello tra Naruto e Hinata, pur con i suoi punti oscuri.
fedecr90: NaruSaku fan, eh? C'è qualche one-shot al riguardo nella mia pagina, se ti va. E poi, beh, c'è la colossale "Sinners", che gronda NaruSaku da ogni poro! XD Ma è un impegno non da poco leggere quella, quindi prendila con le pinze, se proprio dovessi prenderla. U_U
1992: non ricordavo di aver sposato una ragazza madre. -.- 1) dimmi chi pensi che sia l'ombra, così, per curiosità! 2) la mamma di Jin la scoprirai tra mille anni. 3) sì, i mini Uchiha sono tutti Uchiha. -.- 4) ma ti pare che ti dico cosa succederà a Gaara e alla segretaria? 5) Kankuro con nessuno, direi.  6) niente nozze per ora per Kiba e Neji. 7) no, Ino comparirà nel prossimo capitolo. 8) certo che il gatto è tra noi. Vecchio e per i fatti suoi, ma è tra noi. 9) per ora Yumi-chan non è nessuno. ò.ò 10) sì e no - per quel che riguarda le love-stories tra i mocciosi. E ora me la svigno prima che ti vengano in mente altre domande!
yayachan: ...mi limito a una pacca sulla tua testolina bacata, per oggi.
kimi: Naruto uccide, ok, ma secondo me è ancora innocente. Insomma, dipende dal perchè lo fai. E Hitoshi e Kotaro spero non abbiano mai il rapporto che prospetti tu... XD
rina: il problema non è se tu sopravvivrai all'università, ma se io ci riuscirò. ç_ç
Lily_90: direi che abbiamo già parlato abbastanza su messenger, no? XD Ora aspetto che ti metta in pari, e poi discuteremo di quanto so essere bastarda! <3
NaruGaa: non è che io scriva troppo. E' che voi commentate così tanto e con messaggi così lunghi che mi perdo a rispondere e mi passano un sacco di ore! Con lo studio, poi, finisco per non scrivere più.
SuperEllen: "oh, salve, voi siete la decima divisione? Splendido, davvero splendido! Guarda caso ho ottocento tazzine di tè, che ne dite di bere qualcosa insieme?" Ecco, era così che ti immaginavi Naruto al confine? XD Beh, ricordati che è un ninja! Uccide per professione, non puoi farci niente. Oh, i discendenti Uchiha sono molteplici e inaspettati! Credimi, sono davvero inaspettati.
izayoi007: ma salve, quanto tempo! ^^ Non aspettarti Naruto cinico ancora per un po', perchè ricomparirà soltanto alla fine. Ma nel frattempo consolati con i mocciosi, con Sakura e Naruto, e con tutto quello che vuoi! XD In fondo creerò altri problemi prima della fine!
Maobh: Gaara è tragico, in effetti, ora che mi ci fai pensare! XD E Naruto è volutamente ispirato a Minato quando combatte, perchè Minato era talmente figo che non ho resistito alla tentazione! XD L'ombra invece vi tormenterà ancora un po', per sparire all'improvviso e poi tornare quando meno ve lo aspettate! XD

Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Ingerenze ***


Naruto2-13

Ingerenze



- Tredici -







Il bilancio del disgraziato pomeriggio in cui Baka Akeru aveva avuto l’infelice idea di conficcare uno shuriken nel braccio di Chiharu Nara fu meno grave del previsto: una spalla slogata e qualche contusione per lui, cinque punti per lei. E una severa ramanzina a entrambi.
Ma Sakura si rivelò sorprendentemente indulgente nei loro confronti, dopo averli medicati all’ospedale della Foglia – in momenti separati, ovviamente. Con un sospiro e il suo bel predicozzo li congedò, rimettendo ogni cosa nelle mani dell’Hokage. E anche Kakashi non calcò troppo la mano, limitandosi a fare un discorsetto che risollevasse il morale ad Akeru – perché un ragazzino meno invidioso è un ragazzino che non pianta shuriken nelle braccia dei compagni – e a dire a Chiharu di non reagire alle provocazioni in maniera così avventata.
Ma, per tutta la durata del colloquio, lei lo fissò così intensamente e con tanto rancore che lui fu quasi costretto a mandarla via in fretta, per evitare qualunque appiglio alla lite. Aveva già abbastanza problemi senza che ci si mettesse anche lei.
Tanto per dirne una, Hiashi Hyuuga non mollava la presa; ormai da più di una settimana si presentava quotidianamente nel suo ufficio minacciando chiunque e qualunque cosa se lui non avesse costretto Naruto a sottostare alle leggi del suo clan. Kakashi lo aveva lisciato e ammonito, ma nulla sembrava riuscire a calmarlo. Forse se Neji si fosse deciso a tornare dal suo viaggio diplomatico nel paese delle Nebbie, le cose si sarebbero finalmente calmate. Ma Neji era via, e Hiashi faceva largo uso della sua autorità e altrettanto largo sfoggio della sua caparbietà.
Subito dietro il ‘problema Hyuuga’ c’era la misteriosa ombra che Jin aveva intravisto qualche tempo prima: quella sembrava completamente svanita nel nulla. E quando un potenziale nemico svanisce nel nulla, bisogna tenere le orecchie molto più che aperte – non a caso aveva aumentato la sorveglianza nei boschi circostanti il villaggio.
A completare il tutto gli giungevano notizie poco confortanti dalle spie nel Paese delle Rocce, notizie che parlavano di grande risentimento ai piani alti e propositi di vendetta immediata per la faccenda della decima divisione; insomma, anziché posticiparla, sembrava che avessero anticipato la guerra.
Ma sinceramente, basandosi su una stima approssimativa delle forze in campo, Kakashi era convinto che alla fine l’esercito della Roccia se ne sarebbe stato fermo ancora per qualche anno, in attesa di nuove leve per rimpolpare la divisione perduta.
Ciò non toglieva, naturalmente, che la sua vita fosse abbastanza stressata.
Se Naruto fosse stato al suo posto, probabilmente avrebbe mandato tutti al diavolo e offerto un ramen pacificatore subito dopo.
Ahh, la diplomazia! Che cosa orribile, pensava Kakashi.


«Ho sentito che hai ribaltato Stupido» disse Naruto a Haru mentre rientravano dalla prima missione insieme dopo tanto tempo.
Per tutta risposta lei lo fulminò con lo sguardo.
«Le ha conficcato uno shuriken nel braccio!» intervenne Kotaro, quasi a difenderla, ma lei continuò a fissare dritto davanti a sé mentre saltavano da un ramo all’altro, senza mostrare la minima gratitudine. Kotaro si sentì un po’ abbacchiato.
«Rilassati, non ho mai detto che abbia fatto male» sogghignò Naruto, con un’occhiata più lunga del solito al figlio di Rock Lee. Quello, chissà perché, si sentì arrossire. E Hitoshi, poco più in là, si sentì improvvisamente indispettito. «Era solo per sentire la sua opinione» proseguì Naruto. «Si sentono tante cose a Konoha, ma il più delle volte sono tutte montature»
«Sì, l’ho ribaltato» ammise allora Chiharu, tra i denti. «E non c’è altro da dire»
Naruto le lanciò un’occhiata perplessa, ma non insisté oltre.
Raggiunsero il villaggio pochi minuti dopo, e una volta oltrepassate le porte il gruppo si fermò a riprendere fiato.
«Ragazzi, potete tornare a casa» li congedò il jonin, e Kotaro e Hitoshi tirarono un sospiro di sollievo, pregustando la doccia tiepida che li attendeva. «Chiharu? Scusa, puoi restare un attimo?»
Haru si irrigidì e trapassò Naruto con uno sguardo. I suoi compagni di squadra, incerti se lasciarla sola o meno, fecero oscillare gli occhi da lei al maestro.
«Voi andate» ripeté allora lui, in tono eloquente. «E, Hitoshi, ricorda a tuo padre che stasera sono a cena da voi»
I due genin si allontanarono di malavoglia, vagamente preoccupati, ma Naruto si accertò che fossero scomparsi in lontananza prima di aprire bocca.
«Vieni con me» disse a Haru, e si incamminò verso il parchetto che il gruppo sette aveva occupato tante volte.
Lei lo seguì di malavoglia, con un’espressione truce stampata in faccia e tirando calci ai sassi che la intralciavano.
Cosa voleva Naruto adesso?
Lei aveva bisogno di una doccia e di starsene per i fatti suoi, possibile che nessuno lo capisse? Eppure le sembrava di essere visibilmente incazzata, maledizione! Ci voleva tanto a capire che dovevano lasciarla sbollire da sola? Perché la gente voleva per forza essere picchiata?
Distrattamente, gettò un’occhiataccia ai bambini che occupavano le altalene, e quelli se la svignarono terrorizzati.
«Sediamoci qui» propose Naruto accomodandosi su una panchina. Haru si lasciò cadere sull’angolo più distante, con la sua migliore espressione seccata, e incrociò le braccia sul petto. Sbuffò rumorosamente.
«So che hai parlato con Gaara» esordì Naruto.
Scelta infelice. Da subito si beccò l’ennesima occhiata intrisa di odio, e vide Haru farsi ancora più rigida.
«Vuoi dire quando ci hai piantato al villaggio della Sabbia e sei scomparso?» sibilò acida.
«Ehm, sì» ammise lui. «Ma non parliamo di questo; avevo altre cose da fare... Dicevo: è per questa conversazione che ultimamente sei di pessimo umore?»
«Chi, io?» esclamò Haru esagerando la sorpresa. «Perché lo dici? Non vedi che sono la pace fatta persona? Non vedi la mia calma?»
Involontariamente, Naruto arretrò lungo la panchina.
Da sempre le donne incazzate lo avevano terrorizzato. Forse era colpa di Sakura.
«C’è... c’è qualcosa che posso fare?» chiese, e ancora prima di aver richiuso la bocca si rese conto di aver parlato a sproposito.
Haru gli lanciò un’occhiata eloquente.
«Va bene. Va bene, okay, sei sulla difensiva» disse lui, sbuffando appena, e all’improvviso si fece serio. «Ma in queste condizioni non posso tenerti nel gruppo»
Ci fu un attimo di silenzio da entrambe le parti.
Nel boschetto poco distante gli uccelli cantavano, a qualche metro da lì i bambini giocavano, lanciando occhiate impaurite verso Haru, e il sole tramontava lento e pesante dietro i volti degli Hokage. Tutto andava avanti, solo loro sembravano essersi congelati.
«Non ce l’ho con te» riprese a dire Naruto dopo un po’, con cautela. «E’ che sei distratta, sei più impulsiva; rischi di diventare pericolosa per te e per i tuoi compagni, lo capisci?»
Chiharu si alzò in piedi di scatto.
«Forse non voglio più essere un ninja» disse bruscamente.
Naruto spalancò gli occhi, sorpreso. «Cosa?»
«Forse non sono fatta per essere ninja» ripeté lei tra i denti, sempre più furiosa. «Forse questo stupido lavoro non mi è mai piaciuto! Anzi, lo odio!»
«Aspetta un attimo, calmati…» intervenne Naruto alzandosi, e cercò di avvicinarla.
«Calmarmi?!» Ripeté lei, ormai fuori di sé. «Perché dovrei? La verità è che nessuno di voi pensa che io potrei essere un buon ninja! Credete tutti che io sia troppo svogliata e troppo poco convinta! Secondo voi per fare il ninja bisogna essere maniacalmente attaccati al villaggio! Fino al diploma ero geniale, andavo bene a tutti! Anche se non mi impegnavo ottenevo i risultati che volevate, e tutto era a posto! Perché adesso all’improvviso devo cambiare? Il problema non sta in me, sta in voi!» gridò, il viso arrossato per l’ira.
Gli uccelli avevano smesso di cantare, e i bambini ora li fissavano ad occhi sbarrati.
Per un secondo, di nuovo, tutto si fermò. Poi una voce bassa si sollevò nell’aria.
«All’Accademia non rischiavi la vita per un errore» disse Naruto in tono pacato, con espressione insolitamente seria. «L’Accademia è solo una pallida rappresentazione della realtà, e la realtà è che se non ti impegni non otterrai ciò che vuoi; anzi, nel nostro mondo se non ti impegni muori. Capisco che tu sia arrabbiata, che ti ritenga sottovalutata. Capisco come ti senti, perché mi sono sentito così mille volte. Ma se adesso molli tutto, non sarai certo più felice. Sarai solo scappata, e in un modo o nell’altro prima o poi ti troverai nella stessa situazione di adesso»
Chiharu non aprì la bocca, non lo guardò. Con il respiro affannato, rimase ostinatamente a fissare per terra, gli occhi asciutti e le unghie conficcate nei palmi delle mani.
Guardandola, Naruto si sentì sinceramente addolorato.
A tredici anni una ragazzina avrebbe dovuto essere piena di entusiasmo, fare i capricci, piangere e ridere. Ma Chiharu fingeva sempre di essere già adulta, si negava tutti i piaceri della sua età, e si creava problemi più grandi di lei.
Se solo avesse saputo come, le avrebbe volentieri dato una scrollata, perché a lei teneva più che agli altri. Forse era per i suoi dubbi, per la sua testardaggine, perché da quando era ancora nella pancia di sua madre l’aveva vista, e aveva aiutato anche Shikamaru a vederla. Forse era perché avendo solo figlie femmine si sentiva particolarmente legato all’unica ragazza del suo gruppo, o forse solo per caso. Ma non importava il motivo, importava soltanto che la vedeva in crisi e non sapeva come aiutarla.
«Adesso sei arrabbiata, sei stanca» sospirò riprendendo a parlare. «Dormici sopra, pensaci ancora un po’. Non dire che non vuoi essere ninja solo per soddisfare chi pensa che tu non sia adatta. In fondo sei nel gruppo sette, il gruppo dei migliori, no? Varrà pur qualcosa»
Haru scosse la testa.
No, lui non capiva. Non capiva e non avrebbe mai capito!
Forse poteva sapere cosa volesse dire sentirsi inadeguati, forse poteva consigliarle di calmarsi, ma non poteva sapere cosa volesse dire avere addosso la pressione che aveva lei.
Naruto aveva dovuto farsi strada con le unghie e con i denti per diventare qualcuno, tutti lo avevano sempre sottovalutato e lo sottovalutavano anche ora, a giudicare dalle voci che circolavano.
Ma per lei era diverso. Gli altri si aspettavano sempre qualcosa dalla figlia di quel genio di Shikamaru Nara, e poi dalla ragazzina che era uscita dall’Accademia con il massimo dei voti. Tutti davano sempre per scontato che avrebbe raggiunto la perfezione in ogni cosa.
Ma non era così! Lei non era così in gamba!
E in quel momento avrebbe soltanto voluto buttarsi nel suo letto, tirarsi le coperte fin sopra la testa e fingere di non esistere.
Senza aprire bocca, si voltò e corse via.
Naruto, rimasto solo davanti alla panchina, la guardò allontanarsi accigliato.


Sai era seduto al tavolino di un bar, con un tè davanti al naso. Di fronte a lui c’era Ino, il mento appoggiato al polso e l’altra mano a mescolare il liquido ambrato nella sua tazza.
«E’ passato un bel po’ dall’ultima volta che mi hai chiesto di uscire con te» commentò lei, con un sorriso furbo appena accennato. «Devo dedurne che sei stato mollato di nuovo?»
Sai la fissò un attimo, poi si strinse nelle spalle. «Le donne sono creature troppo esigenti»
«Oppure sei tu che sei troppo sfuggente»
«L’ultima volta che siamo stati insieme ti ho lasciata io, se ben ricordo»
«Non imparerai mai a trattare con la gente, eh?» disse Ino tra i denti, irritata. «Allora? Dobbiamo solo far passare un po’ di tempo o c’è anche qualcosa di cui vuoi parlare?»
«Non ho niente di cui vorrei parlare»
«Ah no? Strano, io avevo sentito che ti erano capitate un po’ di cose ultimamente: sei diventato maestro all’Accademia, per un breve periodo hai guidato il gruppo di Naruto, e poi girano anche certe voci riguardanti la pedofilia» Ino sorrise amabilmente.
«L’ultima mi giunge nuova» replicò Sai senza scomporsi.
«Chiharu Nara. Mi dicono che si sia presa una cotta per te»
Sai fissò Ino intensamente. Alla fine, con una faccia tosta invidiabile, le disse: «Devi proprio essere una donna con niente da fare, tu»
Una vena si gonfiò sulla fronte della bionda, che comunque sbuffò con aria di superiorità e mantenne il controllo – anche se il cucchiaino si piegò tra le sue dita.
«Senti, tu mi hai fatta uscire di casa perché ti annoiavi! Adesso non farmi incazzare!»
«E cosa vuoi che ti dica? Che ho perso la testa per una tredicenne?»
Lo disse con un tono tanto laconico che Ino non dubitò neanche per un istante che fosse sarcastico. Sbuffò.
«Guarda che le tredicenni sono tenaci. Se non starai attento diventerà peggio di una patella. E poi lei è più cocciuta della media, guarda che madre ha» borbottò con il tono di chi la sa lunga. «Hai sentito, no? Ha slogato una spalla a Baka Akeru, quello del secondo gruppo. Okay che lui è un ragazzino spocchioso, ma anche lei doveva ben avere le scatole girate»
«Anch’io avrei le scatole girate se mi piantassero uno shuriken in un braccio»
Ino sogghignò. «Noto un barlume di sospetta parzialità o è solo una mia impressione?»
«Come ti pare» Sai mise giù la tazza vuota, e fece per alzarsi.
«Non ti muovere» lo bloccò Ino.
«Ho finito il tè» ribatté lui, come se quella frase spiegasse tutto.
Lei lo guardò per un attimo, la testa inclinata di lato. E poi se ne uscì con un candido: «Sono incinta»
Ci fu un istante di silenzio.
Sai si sedette di nuovo, lentamente.
«Credo che potrebbe essere un problema» si limitò ad affermare, corrugando appena la fronte.
«Non vedo come dovrebbe riguardarti» ribatté lei serafica. «Visto che l’ultima volta che siamo stati insieme risale a più di tre mesi fa»
«Ah»
«Beh, dovevo pur trovare un modo per fermarti»
«Non sei incinta allora?»
«Quello sì, sono al secondo mese. Ma è di Choji, su questo non ci piove»
«E io che c’entro?»
«Assolutamente niente»
«Le donne sono creature strane» Sai si degnò di corrugare appena la fronte.
«Va beh, se non parli di te allora ti racconterò io qualcosa, okay?» fece Ino, piena di entusiasmo; le chiacchiere senza capo né coda erano il suo pane quotidiano. Peccato che il suo interlocutore fosse già distratto, gli occhi neri persi oltre il vetro del locale sulla strada affollata.
Sulla fronte della kunoichi si gonfiò una vena.
“Ma perché perdo ancora tempo a cercare di capire questo qua?” si chiese.
All’improvviso Sai si alzò in piedi.
«Stavo ancora parlando!» protestò Ino, ma lui non la guardava.
«Scusa, devo andare. Ci vediamo» si limitò a dire sbrigativo, e senza staccare gli occhi dalla strada oltre la vetrina, uscì dal locale.
Ino sbuffò sonoramente. Le aveva anche lasciato il conto.
“Che uomo rozzo!”

Fuori dal locale Sai accelerò il passo, gettando appena una fugace occhiata al cielo mattutino, coperto da nubi pesanti. Sgusciando tra i passanti, silenzioso ed agile, tenne gli occhi puntati davanti a sé, su una figura incappucciata circondata da altre quattro.
A un tratto un uomo robusto gli passò davanti, interrompendo il contatto visivo, e quando si fu spostato del gruppetto non c’era più traccia.
Sai rallentò, guardandosi attorno. Con apparente naturalezza deviò in un vicolo laterale, una stradina buia e anonima. Non appena le tenebre lo inghiottirono, un’ombra più scura sembrò staccarsi dal muro e farsi avanti.
«Sapevo che eri tu» disse la voce familiare di Neji Hyuuga.
«E allora perché ti sei infilato in questo buco?» chiese Sai.
«La prudenza non è mai troppa di questi tempi»
Nell’oscurità, si avvertì per un attimo il fruscio delle vesti delle guardie del corpo.
«Il sesto Hokage vuole parlarti» disse Sai gettando una rapida occhiata tutt’attorno.
«Lo so. E’ per questo che sono tornato prima del previsto» annuì Neji. «E tu? Cosa devi dirmi?»
Sai sembrò esitare. Poi gli si avvicinò, così tanto da sentirlo respirare, e sussurrò al suo orecchio: «C’è qualcosa che mi preoccupa. E che in una certa misura ti coinvolge»


Hinata era tesa.
L’ultima volta che aveva visto suo padre era stato prima che Naruto la portasse via dalla residenza principale, prima che Hiashi Hyuuga dichiarasse guerra alla famiglia Uzumaki. E ora, all’improvviso, era tornato. E voleva parlare con lei.
Da solo.
In piedi nella stanza più decorosa della casa, Hinata attendeva con le mani strette in grembo. Non le faceva bene stare in ansia, ora che il parto era solo a poche settimane, e si odiava per non essere riuscita a rifiutare la visita.
Alle sue spalle, inginocchiate in un angolo della stanza, c’erano Iria e Fumi, a capo chino. La rassicurava che fossero lì, ma sapeva che in ogni caso sarebbe stata indifesa davanti alle parole di Hiashi. Come sempre. Solo Naruto avrebbe saputo proteggerla, ma lui non c’era. Per la prima volta da tanto tempo era uscito, perché c’era qualcosa che Kakashi doveva dirgli, e l’aveva lasciata sola.
«State bene mia signora?» chiese Iria con una vena d’ansia nella voce. «Siete molto pallida»
«Non preoccuparti» rispose lei, ma in effetti non si sentiva molto sicura.
Posò una mano sul ventre, impaurita, e all’improvviso sentì il passo familiare del padre fuori dalla stanza.
“Devo essere forte” si disse raddrizzando la testa. “Sono la moglie di Naruto, adesso, non una ragazzina insicura”
«Signora, il vostro venerabile padre è qui» disse una voce oltre la parete.
«Fallo venire avanti» si costrinse a dire lei, inorridendo di fronte alla propria voce fievole e tremolante.
La porta si aprì, e Hiashi Hyuuga comparve sulla soglia, con il famigliare piglio severo e l’immancabile bastone stretto tra le dita ancora forti. Appena dietro di lui l’uomo che l’aveva accompagnato fece un inchino e richiuse la porta, lasciando padre e figlia con le domestiche.
«Siete solo?» chiese Hinata in un fremito, sentendo il sudore imperlarle la nuca.
«Da quando ho bisogno della scorta per parlare con mia figlia?» ribatté lui brusco.
Hinata deglutì.
«Cosa… Di cosa dovete parlarmi?» chiese esitante.
«Voglio che ritorni alla residenza principale. Immediatamente» fu la sua secca risposta. Niente da dire, non ci girava certo attorno.
«Questa è casa mia…» protestò lei flebilmente, ma lui la fece ammutolire battendo il bastone sul pavimento.
«Non dire sciocchezze!» sbottò aspro. «Tu sei un membro del clan Hyuuga, e tale resterai per sempre! Non puoi rinnegare le tue origini!»
Hinata si morse il labbro, ma non abbassò gli occhi. «Io ora appartengo alla famiglia Uzumaki!» si trovò a ribattere, roca. «Sono grata al clan Hyuuga per avermi cresciuta, riconosco di avere un legame di sangue con i suoi membri, ma non ne faccio più parte. Sono uscita da quella casata!»
Hiashi la fissò, livido. Non si era aspettato che ribattesse.
Aumentò la stretta sul bastone, accigliandosi ancora di più. Quella situazione si era creata per un suo sciocco errore di calcolo, doveva ammetterlo. Nei suoi piani Hinata avrebbe dovuto sposare Neji, così da dare al nipote la possibilità di prendere le redini del clan e guidarlo al meglio. Aveva lavorato a questo progetto per anni, ma in un modo o nell’altro Neji era sempre riuscito a svicolare, e anche Hinata non aveva voluto saperne.
Poi, all’improvviso, Naruto Uzumaki se ne era uscito con la sua proposta di matrimonio.
All’inizio Hiashi era stato contrario, totalmente contrario. Aveva dei piani, aveva delle ambizioni, e il primo arrivato non poteva demolire tutto quanto. Ma poi… poi aveva riflettuto.
L’idea di avere per il clan Hyuuga gli eredi di Naruto Uzumaki, e dunque il sangue del quarto Hokage, lo aveva allettato al punto da spingerlo a considerare seriamente l’idea di concedergli la mano di sua figlia. In fondo il clan si sarebbe comunque rafforzato, e anche Hinata non avrebbe avuto di che lamentarsi.
Hiashi credeva che fosse un piano geniale, perfetto. E per qualche anno aveva anche funzionato.
Fino a qualche giorno prima, quando le cose erano degenerate. Quando quell’arrogante di Naruto Uzumaki non solo aveva rapito Hinata alla sua casata, ma, cosa più importante, si era portato via anche le sue figlie, che di diritto appartenevano agli Hyuuga.
Se Hiashi aveva acconsentito al matrimonio era stato unicamente per gli eredi. Vederseli strappare così lo aveva riempito di rabbia, tanto da fargli sorvegliare la casa del genero giorno e notte, in attesa di un a sua assenza. Si era già presentata un’occasione, qualche tempo prima, quando Naruto era andato in missione nel paese della Roccia. Ma allora, prima di allontanarsi, aveva incaricato Sai di tenere d’occhio Hinata, e lui non era riuscito a trovarla sola. Evidentemente, questa volta, Naruto pensava che sarebbe tornato abbastanza in fretta da non aver bisogno di sorveglianza. Un vero colpo di fortuna per Hiashi.
«Stai attenta, Hinata» disse il capoclan degli Hyuuga, con voce bassa e minacciosa. «Non è mai stato saggio provocarmi, lo sai bene»
Hinata rabbrividì, ma corrugò la fronte e non abbassò gli occhi.
«La verità è che vi importa soltanto degli eredi di Naruto, e non di me!» accusò all’improvviso, perdendo anche quel poco di controllo che aveva. «Non vi interessa che sia io a tornare, basta che siano le bambine a farlo! Perché io non sono mai stata utile alla casata, non le ho mai dato abbastanza prestigio! Hanabi, anche se più piccola, è sempre stata più forte di me! Perché allora non vi concentrate su di lei, e mi lasciate in pace una buona volta?»
Si trovò con gli occhi pieni di lacrime e il viso arrossato, e, anziché sentirsi sollevata per aver detto ciò che pensava, si sentì soltanto immensamente stupida e umiliata. Si passò la manica sul viso, per asciugarlo, ma quando allontanò il braccio non ebbe il coraggio di fissare ancora il padre.
Lui respirava rumorosamente attraverso i denti, trattenendo a stento l’ira, e alla fine batté di nuovo a terra il bastone.
«Come osi parlarmi così?» scattò. «Io ti ho allevata, io ti ho dato la vita! Solo per questi motivi dovresti essermi eternamente grata, e invece ti rivolti! A me, tuo padre! E’ vergognoso! Porti il disonore sull’intera famiglia!»
“Basta, basta… per favore, basta, vattene…” pensò lei, nascondendo gli occhi dietro una mano e scuotendo la testa con un gemito.
«Stai attenta Hinata!» ripeté Hiashi, gli occhi spalancati dall’ira. «Non finisce qui! Tu appartieni ancora alla casata, e in un modo o nell’altro obbedirai ai miei ordini! Ricordalo!»
Si voltò bruscamente, facendo svolazzare le falde del mantello, e aprì la porta con un gesto violento, facendola vibrare per un attimo.
Hinata, con le lacrime che le rigavano le guance, trovò il coraggio di urlare solo quando lui se n’era già andato.
«Io non appartengo più a quella casata! Io appartengo alla famiglia Uzumaki!»
Scoppiò a piangere, per lo stress, la rabbia e la paura, e Iria le fu subito accanto, mormorandole parole di conforto. Fumi, la domestica più giovane, mantenne invece un’espressione neutra, e si propose per accompagnare Hiashi fino all’uscita.
Nessuno la ascoltò, in effetti, ma lei con efficienza uscì dalla stanza e si richiuse la porta alle spalle.
portata.









Nel prossimo capitolo...

«Allora, ho delle cose per voi» aggiunse dopo un attimo, tirando fuori dalla tasca dei foglietti dalla strana consistenza. Li piazzò in mano ai tre genin, e quelli li fissarono perplessi, rigirandoli da una parte e dall’altra.
«Cosa sono?» chiese Kotaro per primo.
«Carta speciale» spiegò Naruto con malcelato orgoglio. «Reagisce al tipo di chakra che possedete»
Silenzio.
«Al cosa?» chiese Kotaro spiazzato.








* * *

Spazio autore

Andiamo, se Chiharu non inizia a starvi sulle scatole adesso non siete normali!
Coooomunque, niente spoiler riguardo a ciò che succede nel capitolo, e quindi:
ahahah! Che ne dite della nostra Ino? Chi se l'aspettava, eh? (chi mi conosce avrebbe dovuto subodorarlo...)
E' comparso anche Neji, per poche righe, ma preparatevi a rivederlo in futuro.
Che altro?
La preview!
Nel prossimo capitolo scopriremo l'elemento dei mocciosi, e poi...
...preparatevi al primo morto.

Nota: le schede dei personaggi sono finite, per quel che mi riguarda.
Se però volete sapere qualcosa in più su qualcuno, non avete che da chiedere.
Nei limiti del possibile, ovvio: se mi chiedete la scheda dell'ombra vi mando al diavolo!


maninja87: scusami tantissimo! Non mi sono assolutamente scordata la recensione apposta, anzi! ç_ç Detesto quando succede questo genere di cose, mi sento una completa idiota! Probabilmente quando ho aggiornato la pagina delle recensioni la tua è finita in quella dopo e l'ho dimenticata! Mi dispiace, mi dispiace! Chiedo perdono! (anche se l'ipotesi di me e Sasuke appiccicati non mi dispiace mica. Cioè, basta imbavagliarlo, e poi non è mica male! *_*) So che non è abbastanza, ma almeno oggi sei la prima a cui rispondo! Che dire di Hinata e Naruto? Il loro è un bel rapporto, sì, ma ha i suoi lati oscuri. Tutti e due hanno ombre che non vogliono mostrare all'altro, come il mondo intero del resto, e superarle non sarà facile. Non è nemmeno detto che is possano superare, a conti fatti, e l'importante è riuscire a bilanciare pro e contro per continuare a stare insieme. I mocciosi ti saranno sempre più odiosi da qui in poi! XD Soprattutto Haru, mi spiace! Mi scuso ancora tanto per aver dimenticato di rispondere alla recensione, e ti saluto! ç_ç Mi dispiace!
fedecr90: oddio. Non volevo spingerti sulla strada di Sinners! Scappa finché sei in tempo, sono 500 pagine! @_@
KillKenny: sai (facciamo gli gnorri in compagnia!), fossi in te non darei per certa la totale sottomissione degli uomini Nara... E sappi che il più delle volte, anche "prima", azzeccavi un po' di cose, ma me ne stavo zitta zitta e facevo finta di niente! Quindi abituati a prevedere giusto!
slice: la madre di Jin non si tocca! E' il mio asso nella manica, dirò chi è o chi non è solo tra una ventina di capitoli, anche di più! Su, smetti di pensarci! La madre di Akeru invece posso dirtela, visto che non mi cambia nulla. E' un personaggio assolutamente terziario che un tempo ha fatto il doppiogioco per Tsunade fingendo di lavorare per Danzo, e che ora credo sia impiegata negli ufficii dell'Hokage. Oh, e abbandona anche i tuoi propositi di cotte e triangoli... Ci saran fin troppi casini senza che io tenga conto anche dei suggerimenti! XD
Talpina Pensierosa: eh sì, succederà quel che deve succedere. Ma dai, un pochettino sarà anche divertente! XD Dopotutto vedere Hitoshi umiliato ha i suoi indubbi lati positivi!
rina: dunque, l'intermezzo si compone di sette parti, e al momento sto lavorando sulla seconda. Dato che volevo aggiornare i capitoli a cadenza settimanale, pensavo di prepararmi almeno tre o quattro scorte, visto che l'ispirazione va e viene! Ora che ho dato l'esame di sociologia, poi, sono molto più libera, e penso e spero di poter iniziare la pubblicazione in tempi brevi!
Hipatya: sì, ehm, felicità... come dire, la felicità è effimera, giusto? E dopo un po' diventa noiosa, giusto? Dunque perchè non creare qualche casino ai nostri amati personaggi, così che poi apprezzeranno di più i momenti di pace? ^^' (patetiche scuse di una patetica scrittrice) Oh, quanto sono stata felice di sentirti dire che ti è piaciuto il rapporto tra Naruto e Sakura? E quanto sono felice che finalmente qualcuno si renda conto che Hitoshi e Chiharu hanno tredici anni e sono divorati dall'orgoglio, e dunque è pressoché impossibile che ci sia qualcosa - qualunque cosa - al di là del disprezzo tra loro? Di Neji e Ino hai letto oggi, dell'ombra ti dirò qualcosa di assolutamente inutile fra tre giorni! ^^ Oh, quanto la tiro lunga con 'sta storia dell'intruso!
arwen5786: ok, tendo una mano in favore della riabilitazione di Sasuke! Mi definisci una donna perfida, ma potrei fare molto peggio, quindi in realtà dovresti ringraziarmi. In fondo Sasuke mantiene una sua dignità, bene o male - e lo vedrai nei prossimi capitoli - ha un equilibrio, un orgoglio rinnovato e persino una certa autorità. Le voci che circolano tra i ragazzini lo accreditano come prossimo Hokage, sai? Immaginare uno scenario peggiore è facilissimo: Sasuke smorto, senza un obiettivo, senza un perchè, che si aggrappa a Sakura e al suo nome come un ubriaco alla bottiglia, e si sente una creatura infima di fronte al grande Naruto. Avrei anche potuto renderlo così - e sarebbe stato molto piacevole, credimi - ma non l'ho fatto. Naruto non è emo! Ha soltanto la sindrome dell'abbandono - e dopo Sakura, direi! - e l'idea di perdere anche Hinata lo terrorizza. Francamente non gliene faccio una colpa, anzi lo trovo molto umano. E Sakura adesso è la sua migliore amica. Sasuke il fratello, lei l'amica. Very simple. Haru. Dai, inizia a starti un po' sulle scatole? Deve essere così, o non sei umana! E' arrogante, scema, infantile e osa pure insultare Naruto! Per quanto riguarda i triangoli tra mocciosi, non ho mai detto di preferire uno dei due. Con Lee e Neji era facile scegliere, ma Hitoshi e Kotaro li amo alla stessa maniera (so che è difficile crederlo, ma è così, giuro!) E ora hai visto anche cosa è successo a Ino! XD Te lo aspettavi? Io e Sara abbiamo deciso che diffonderemo questo pairing! *_* (per ovvi motivi di *convenienza* da un altro punto di vista!)
lunapi71: oh, leggile pure le anticipazioni! Tanto il più delle volte sono cattivissime, servono per sviare e non per indicare la strada giusta! XD Sono la mia piccola distrazione quotidiana!
bambi: eccola. Lo sapevo. Anche tu sei caduta nella rete HitoshixChiharu? ç_ç Ma no, non mi deludere così, ti prego! Tirate fuori idee originali! Che qualcuno mi proponga una AkeruxKotaro!! ...No. Ripensandoci, è meglio di no. -.-' Va beh, ho solo una cosa da dire: "mi fai diventare un'intera scatola di frollini diversi, come quelli nelle scatole tonde e blu al burro - non le scatole, i frollini" <-- non pensavo che i frollini fossero tondi e blu! Saranno mica frollini dei puffi?
Yume_Tsuki: dai, Sasuke è antipatico quando fa lo spocchioso arrogante! Ma in versione idiota in tourné è pure simpatico! XD
kimi: uh, non sapevo ti piacesse Ino! Cioè... dopo Sasuke, anche Ino? Ragazza mia, tu ha seri, seri problemi. ò.ò Ma che te le leggi a fare le mie fic, dove entrambi vengono praticamente massacrati? XD
yayachan: oddio. Sto visualizzando una Haru al maschile... e non è affatto bello. °_° Incazzoso, attaccabrighe, introverso, arrogante... Un Baka Akeru più stronzo e cattivo. Un mostro, mamma mia! Ti prego, non spingermi mai più a simili fantasticherie! ç_ç
lale16: eheh, alla fine sono comparsi sia Neji che Sai, ed erano pure molto vicini! Ehm... non in quel senso! Cioè, ora che rileggo magari può sembrare che... no! No, niente idee malate, Susi! Smettila! (si picchia da sola) Ok, credo di essermi ripresa. Dicevamo? Grazie mille per i complimenti su Naruto e Sakura, ero in ansia per quanto li riguardava! Sono contenta che ti siano piaciuti! ^^
Maobh: oh, grazie, grazie, grazie! *_* Io sono una cosiddetta bimbaminkia delle più stupide, quindi mi sono convinta che tu sia qualcosa come una stella luminosa che da lassù (lassù dove?) giudica il mio operato, e ogni volta che esprimi apprezzamento vado in brodo di giuggiole! Davvero, non so perché mi sia entrata quest'idea in testa, ma va così! Quindi grazie per tutti i complimenti su Naruto, Hinata e Sakura che mi hai fatto! Grazie davvero! >_< Ino ha fatto solo una breve comparsata, così come Neji, ma per ora è più che sufficiente! U_U
sammy1987: non ho resistito alla tentazione di maltrattare un po' Sasuke, lo ammetto! XD Hinata e Naruto invece hanno i loro problemi, come tutte le coppie del mondo, e in questo caso il punto non è tanto se Hinata capirebbe o meno, ma se Naruto supera il suo maledetto complesso dell'abbandono o no. E' terrorizzato dall'idea di essere lasciato di nuovo, quindi finché non supererà il blocco non potrà presentarsi davvero per quello che è.
Kiaretta_chan_94: beh, che Naruto non dovrebbe preoccuparsi lo sappiamo io, te, e i lettori! XD Ma non lui, né Hinata! Quindi i dubbi resteranno a tormentarli ancora a lungo. Haru invece è per forza di cose indifferente alle ferite. Nel mondo in cui vive, se non impara a non mettersi a piangere per uno shuriken, è finita. E poi, vuoi mettere il suo orgoglio? XD
SuperEllen: eeeeeehm... Hitoshi e Kotaro che vanno d'accordo, dici? Cough cough! Sì, certo... (guarda altrove) Uhm, Jin e Akeru non combattono ufficialmente nella fic. Esiste soltanto una specie di extra in cui si intravede che se le danno, ma di fatto non li vedrai mai fare davvero a botte! Per il semplice motivo che... non mi ci stava! XD
Gaachan: non capisco perché dici di non essere brillante con le recensioni! Si commenta per far capire a uno scrittore cosa si pensa di ciò che scrive, e tu da quel che ho visto ci riesci benissimo! ^^ Quindi grazie davvero per aver lasciato la tua opinione, mi ha fatto molto piacere leggerla! ^^
Ino_Chan: ma ciao, quanto tempo! ^^ Mi fa piacere rivederti tra i commenti! Ma non ti preoccupare se non riesci sempre a seguire tutto, lungi da me l'idea di fartene una colpa! >_< Per me una recensione è un regalo, non un dovere!
Lily_90: uffaaaa!! Riuscirò mai a farvi odiare chiharu? (Sì, mi sa di sì, ehm...) Oh beh, io sto zitta. Poi capirete che avevo ragione... Comunque, mi è piaciuta moltissimo la tua analisi del rapporto tra Naruto e Hinata! *_* E' proprio quello che volevo trasmettere, sono contentissima di esserci riuscita! >_< Oh, non ti preoccupare per la recensione tardiva, guarda a che ora sto aggiornando io! XD (uh, non puoi vederlo! Beh, sono le tre e un quarto! XD)
Sky_Shindou: come avrai letto, la conversazione tra Naruto e Chiharu non si è concentrata su Gaara, ma sulla nipotina. Haru deve capire che non può permettersi tutti i capricci che vuole, e che ci sono cose ch e può fare e cose che non può fare. Hinata invece è in una situazione difficile, si sa, e ti dico da subito che non è detto che la cosa si risolva. Non sempre i problemi possono azzerarsi, spesso bisogna semplicemente imparare a conviverci. Uh, Cami è arwen, sì, e il personaggio misterisoso di oggi (?) era proprio Neji! XD Anche se è comparso per poco, in effetti... Ora ti lascio e aggiorno! ^^ A presto!

Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Elementi ***


Naruto2-14

Elementi



- Quattordici -







«Al più tardi entro tre settimane, dovremo difenderci» annunciò Kakashi in tono cupo.
L’atmosfera nello studio dell’Hokage era insolitamente greve, e il cielo coperto di nubi pesanti gettava sui mobili una luce grigiastra e malsana.
Naruto non commentò subito l’affermazione, ma rimase sprofondato sulla sedia scomoda, le dita intrecciate e la fronte corrugata.
Tre settimane.
Così presto… forse troppo presto.
Senza voltare la testa, spostò gli occhi su Kakashi.
«Ci sarà bisogno dei ragazzi?» chiese, e quando il sesto Hokage annuì, si lasciò sfuggire una smorfia. «Subito?»
«E’ tutto scritto qui» Kakashi gli mostrò un foglio accuratamente decodificato. «Le nostre spie nel villaggio della Roccia dicono che laggiù sono quasi pronti per una spedizione punitiva, o come preferisci chiamarla. A quanto pare hanno preso malissimo la faccenda della decima divisione»
Al ricordo Naruto rabbrividì, e si incupì ulteriormente. Se abbassava le palpebre, poteva ancora vedere gli occhi verdi del ninja che aveva ucciso allora, il capo della piccola delegazione in appoggio all’esercito. Quegli occhi lo avevano sfidato, anche un attimo prima di spegnersi, e lo avevano messo davanti alle sue responsabilità.
Scosse la testa, cancellando l’immagine: preferiva non pensarci.
«Suppongo di dover tirar fuori dal cappello un corso accelerato, eh?» chiese sfoderando piccolo sorriso rassegnato.
«Mi dispiace, ma è così» confermò l’Hokage.
Naruto sbuffò, e si tirò faticosamente in piedi.
«E con Chiharu?» lo fermò Kakashi. «Hai risolto?»
«Macché. L’altro giorno ha fatto una scenata, e poi si è presentata alla missione successiva come niente fosse. Ma è ancora di pessimo umore. Anzi, credo che di questo passo potrebbe davvero rappresentare un problema»
«Cerca di sistemare le cose prima di tre settimane, se riesci»
Naruto annuì, lanciando un’occhiata all’orologio sulla scrivania dell’Hokage. «Ora devo andare, ho lasciato Hinata da sola e non sono affatto tranquillo»
«Non dirlo a me, Hiashi Hyuuga bazzica ancora da queste parti, e minaccia tutto e tutti. Penso che ormai abbia perso un po’ di colpi» sbuffò Kakashi, e lo congedò con un cenno di saluto.
A quel punto, vagamente inquieto, si gettò un’occhiata alle spalle e fissò lo sguardo sul cielo grigio e basso. Prevedeva pioggia. Un mucchio di pioggia.


Trovarono il corpo nascosto sul retro della casa, dietro un cumulo di attrezzi nello sgabuzzino del giardiniere.
Avevano speso almeno due ore in ricerche, e ora, riuniti attorno ai miseri resti di quella che era stata Fumi Harada, Naruto, Sai, Neji e le sue guardie del corpo si inzuppavano di pioggia.
«Come diavolo è stato possibile?» si chiese Naruto, cupo.
Neji si chinò sul corpo, e sollevò un braccio freddo. Lo studiò per alcuni istanti, poi lo lasciò andare, e quello ricadde a terra con un leggero tonfo.
«Non so come sia successo» mormorò, rialzandosi. «Ma questa donna è morta più di una settimana fa»
Naruto spalancò gli occhi. «Non è possibile!» esclamò. «Fino a questa mattina era in casa, lo so! Ci ho parlato! Si è presa cura di Hinata!»
«Evidentemente non era lei» disse Sai.
Seguì un silenzio pesante.
«Stai dicendo che per giorni e giorni ho lasciato Hinata in mano a uno sconosciuto?» chiese poi Naruto, con un filo di voce.
«A quanto pare, sì» ammise Sai con disarmante franchezza.
«E questa persona ha anche fatto fuori la domestica senza farsi scrupoli» aggiunse Neji, per amor del vero.
Naruto sbiancò. Come aveva potuto non accorgersene? Era stato davvero tanto stupido?
Circa due ore prima era rientrato dopo il suo colloquio con Kakashi, evitando appena in tempo la pioggia. Era tornato a casa ansioso di bersi una tazza di tè caldo insieme alla sua famiglia, e invece si era trovato Hinata in lacrime, Neji e Sai sulla porta di casa, e Iria, la domestica, che continuava a strillare che Fumi era sparita. Quando erano partite le ricerche, certo nessuno si aspettava che avrebbero portato a un cadavere.
«E’ assurdo» mormorò Naruto, passandosi una mano sul viso bagnato. «Questa donna è stata sostituita sotto i nostri occhi, e nessuno si è accorto di nulla?»
Sai alzò la mano come a scuola. «Per la verità io avevo notato qualcosa» ammise.
«E non hai detto nulla?» scattò Naruto, combattendo a malapena l’impulso di prenderlo per il collo.
«Erano solo vaghi sospetti» si giustificò lui. «Cose così piccole che avrei anche potuto sbagliarmi. Chiunque fosse il sostituto, era molto abile»
«Ma non hai detto niente!» insisté il jonin biondo, vicino all’esasperazione.
«Ne ho parlato a Neji appena è tornato»
«Da quanto avevi qualche sospetto?» chiese Naruto sorvolando sulla preferenza inspiegabile dimostrata da Sai.
«Da quando sei stato in missione nel paese della Roccia, e mi hai affidato Hinata»
Naruto corrugò la fronte.
La sera prima di quella missione era stata la sera dell’ombra misteriosa, lo ricordava bene. Possibile che…?
«Ricordate quel rumore che Jin aveva sentito nel bosco?» chiese di scatto.
«Di che parli?» replicò Neji, all’oscuro di tutto, e dovettero passare un paio di minuti a riassumergli la vicenda. Alla fine, la sua conclusione fu la stessa cui era giunto Naruto: «Se quella cosa, ninja o altro che fosse, è scomparsa dopo quella sera, è ragionevole pensare che abbia preso il posto di Fumi»
«Sì, ma perché?» si domandò Naruto. «Alla fine non ha fatto nulla, giusto? Si è limitata a sostituirsi a una delle domestiche, e poi è scomparsa. A meno che non si tratti di effetti a lungo tempo...»
«Lo escludo» intervenne Sai. «Se così fosse avrebbe continuato a fingersi quella ragazza fino alla fine della missione. La vera domanda è: dov’è finita ora?» e ancora una volta la sua battuta lasciò il posto al silenzio.
I tre uomini si guardarono, sotto il temporale, senza dire nulla. Per la prima volta da tanto tempo, non avevano la più pallida idea di dove girarsi.
«In ogni caso, bisogna avvisare la famiglia di questa povera ragazza» disse Naruto alla fine, con un’occhiata desolata ai resti di Fumi. «E anche Hinata. Questo non sarà affatto piacevole»
«Mi dispiace» fu il commento di Neji, detto posando una mano sulla spalla di Naruto.
«Non dirlo a me»

Hinata non la prese affatto bene.
Quando seppe di Fumi il pianto che si era appena calmato ricominciò peggio di prima, con note di leggero isterismo. Iria, l’altra domestica rimasta, sfoderò all’improvviso un invidiabile sangue freddo e, asciugate in fretta le poche lacrime, prese in mano la situazione.
«Signore, voi occupatevi delle cose importanti» disse risoluta a Naruto. «Mi prenderò cura io della signora»
Il jonin esitò. Da un lato avrebbe voluto essere accanto a Hinata, soprattutto in quel momento, ma dall’altro si rendeva conto che c’erano faccende burocratiche che non potevano attendere, e che andavano affrontate in prima persona, non attraverso un clone. Doveva parlare con Kakashi, e dovevano fare qualcosa: se l’ombra aveva preso il posto di Fumi fino a quel giorno, ora doveva essere da qualche altra parte nel villaggio.
In ogni caso, la sua cena a casa Uchiha era indubbiamente saltata.
A malincuore riconobbe che sarebbe stato più utile altrove, così abbracciò stretta Hinata, lasciò che gli bagnasse la spalla di lacrime, e poi se ne andò promettendole di essere indietro il prima possibile.
«Signora, dovete calmarvi» le sussurrò Iria con voce carezzevole, massaggiandole le spalle, dopo che furono rimaste sole. «Non fa bene al vostro bambino»
«Lo so!» gemette lei, incapace di smettere di piangere. «Ma era così giovane! Quasi non era nemmeno adulta!»
«Non pensateci...»
«Come posso? La conoscevo da così poco, ma passavamo tutto il tempo assieme, e... oh no! Per la maggior parte dei giorni non era già più lei!» con un gemito Hinata sembrò ripiegarsi su sé stessa.
«Se non volete che il vostro bambino ne risenta, vi ordino di smettere immediatamente» intervenne la domestica con piglio deciso. «Insomma, siete anche voi una kunoichi! Controllatevi!»
Una kunoichi?
Sì, era una kunoichi… era stata tale, perlomeno. Ma tanti anni prima, quando non era sposata e non aveva figli.
Ora si sentiva solo una donna molto debole e molto sottoposta ai capricci degli ormoni.
Le sarebbe piaciuto ritrovare la sé stessa forte di un tempo. Beh, magari non proprio forte, ma almeno non così inutile...
Sì, le sarebbe piaciuto davvero.


Le ricerche durarono tutta la notte, come aveva ordinato Kakashi.
Naruto aveva avuto un permesso speciale per restare con Hinata, ma non era riuscito a prendere sonno neppure quando lei, esausta, aveva finalmente chiuso gli occhi. Fino al sorgere del sole aveva continuato a rivoltarsi nel letto, in ansia, convinto che la sua assenza avrebbe determinato sicuramente l’insuccesso.
Alle prime luci dell’alba si era arreso, alzandosi; aveva bisogno di muoversi.
Per la prima volta da che era diventato maestro si fece trovare puntuale all’appuntamento con il suo gruppo, come sempre davanti all’Ufficio per lo smistamento delle missioni, e cupo attese che i suoi allievi arrivassero. Era già stato da Kakashi, e sapeva che quella notte non avevano trovato nessuno di sospetto nel villaggio, com’era – tristemente – prevedibile.
Mentre aspettava con la schiena appoggiata al muro dietro di sé, vide Jin avvicinarsi lungo la strada deserta.
«Ciao» lo salutò con un cenno, come avrebbe fatto con uno qualunque dei suoi compagni più anziani.
«Ho saputo della domestica» replicò il bambino, con il medesimo cenno del capo. «Mi dispiace»
«Anche a me. Ma il vero problema è che chiunque ci sia dietro a tutto questo è ancora a piede libero» mormorò Naruto, cupo.
«Cosa avete intenzione di fare?» chiese Jin, moderatamente curioso. «Il sesto Hokage ha detto che ho troppa poca esperienza per essere del gruppo, e mi ha spedito a liquidare un po’ di missioni in sospeso» come prova, mostrò due rotoli evidentemente appena recuperati. Doveva essere di ritorno da una missione notturna, ma sembrava fresco e riposato.
«Non lo sappiamo con certezza, cosa fare» sospirò Naruto. «Penso che continueremo come abbiamo fatto finora, solo con un po’ più di sorveglianza. In fondo se l’intruso non si trova è ragionevole aspettarsi che abbia comunque a che fare con l’alleanza del nord-est, più probabilmente con la Roccia, e in questo caso ci conviene semplicemente prepararci meglio e con più attenzione»
Jin annuì, serio. «Immagino che sarà un periodo infernale per Hitoshi, Kotaro e Chiharu»
«Sarà peggio per me, fidati» sbuffò Naruto, pensando all’umor nero di Chiharu e all’improvvisa mollezza che colpiva Hitoshi e Kotaro quando si parlava di lei.
«Ora vado» Jin scrollò appena le spalle. «Penso che entro il tramonto mi affibbieranno almeno altre due missioni, quindi non ho tempo da perdere»
«Stai attento, e non esagerare» gli raccomandò Naruto mentre lui spariva all’interno dell’Ufficio.
Jin fu lieto di essere oltre la portata del suo sguardo, perché, contro ogni aspettativa, si sentì arrossire. Naruto era l’unico che, pur non trattandolo come uno stupido marmocchio, gli riservasse quel genere di attenzioni – cosa che di solito faceva soltanto suo padre e soltanto in privato. Da un lato – un lato minuscolo, beninteso – era persino piacevole.
Fuori, intanto, il jonin lanciò un’occhiata seccata all’orologio; mancavano ancora dieci minuti all’appuntamento, e avrebbe scommesso un braccio che quei tre sarebbero arrivati in ritardo.
Fortunatamente per il suo braccio, ebbe ragione.
Hitoshi e Kotaro furono i primi ad arrivare, con cinque modici minuti di troppo, e vedendolo già in attesa lo fissarono ad occhi spalancati. Tutti e due sapevano cosa era successo la sera prima, come probabilmente ogni singola persona al villaggio, e approfittarono dell’assenza di Chiharu per cercare di estorcere a Naruto qualche dettaglio.
«Non avrete intenzione di iniziare una stupida caccia all’uomo, mi auguro» sbottò lui squadrandoli con gli occhi stretti.
«Noi?» fecero loro innocentemente, e la menzogna fu visibile nel loro sguardo come una pianta di baobab in un campo di patate.
«Toglietevelo dalla testa!» li rimproverò Naruto minaccioso. «Non ne siete assolutamente in grado, e non voglio ripescarvi all’ospedale o, peggio ancora, all’obitorio. Sono stato chiaro?»
I due ragazzini fissarono a terra, nicchiando, e borbottarono una risposta stiracchiata e molto poco convincente.
Naruto sbuffò, ma se non altro aveva una consolazione: la lezione del giorno li avrebbe tenuti impegnati per un bel po’, ne era certo.
Chiharu li raggiunse dieci minuti dopo, l’aria seccata e il passo strascicato. Non sembrava affatto entusiasta di essere lì, e soprattutto non faceva nulla per nasconderlo. Eppure c’era, non poteva fare a meno di notare Naruto.
«Alla buonora» commentò il jonin, ma con una certa delicatezza. Nonostante il suo tentativo di non irritare Chiharu, si trovò ad essere squadrato malissimo. Con un sospiro decise di ignorare la cosa. «Oggi non andremo in missione» annunciò per tutti. «Voglio fare una lezione un po’ particolare con voi, una sorta di, uhm, corso speciale. Dato che le cose sembrano essersi messe in moto all’improvviso ai piani alti ritengono opportuno che voi miglioriate rapidamente, e io non accetterò nulla di meno del vostro più completo e totale impegno!» tacque, scrutando le reazioni dei suoi allievi.
Non ce n’era uno che lo ascoltasse.
Mentre una vena si gonfiava sulla sua fronte, vide Chiharu fissare il cielo con espressione assente, e Kotaro e Hitoshi fissare lei ansiosamente. Per un attimo ebbe la forte tentazione di picchiarli tutti, ma poi si disse che la sua sfida come insegnante era convincerli a seguire il suo metodo, non mutilarli, così inspirò a fondo e riacquistò una parvenza di calma.
«Seguitemi, andiamo in un posto un po’ più tranquillo» borbottò, iniziando a incamminarsi. Dopo un attimo di esitazione, i tre genin si avviarono dietro di lui.

Naruto li portò al solito parchetto, da cui i bambini si allontanarono con una rapidità quasi inumana non appena li videro avvicinarsi, e si piazzò davanti alla panchina dove solo pochi giorni prima aveva parlato con Chiharu, lasciando che i suoi allievi si sedessero. A quel punto incrociò le braccia sul petto, e Hitoshi riconobbe la sua posa da ‘sto per fare un lungo, lungo discorso’. Nascondendo uno sbuffo, si preparò alla filippica.
«Sarò breve» iniziò Naruto, e il piccolo Uchiha levò gli occhi al cielo. «Abbiamo bisogno che voi siate forti. Quindi ora dobbiamo iniziare a lavorare sulle tecniche»
Hitoshi rimase in attesa.
Niente, nessun altra parola.
Incerto, fissò Naruto.
«Tutto qui?» chiese.
«Ho detto che sarei stato breve» ribatté lui pragmatico. «Allora, ho delle cose per voi» aggiunse dopo un attimo, tirando fuori dalla tasca dei foglietti dalla strana consistenza. Li piazzò in mano ai tre genin, e quelli li fissarono perplessi, rigirandoli da una parte e dall’altra.
«Cosa sono?» chiese Kotaro per primo.
«Carta speciale» spiegò Naruto con malcelato orgoglio. «Reagisce al tipo di chakra che possedete»
Silenzio.
«Al cosa?» chiese Kotaro spiazzato.
«Il chakra di ogni ninja tende naturalmente a un determinato elemento» spiegò il jonin, gongolando perché, per una volta, aveva la completa attenzione dei suoi allievi. Anche Chiharu, che fingeva indifferenza, tendeva visibilmente un orecchio. «Come tutti potete immaginare, sto parlando di fuoco, vento, fulmine, terra, e acqua. A seconda dell’elemento che caratterizza un ninja, questi si troverà a padroneggiare con più sicurezza le tecniche di quel tipo. Facciamo un esempio: Hitoshi, il chakra di tuo padre è del tipo fuoco, quindi le tecniche di quel genere gli riescono bene. Il mio è vento, e mi riescono meglio altre. Esiste anche un ben preciso rapporto tra i vari elementi: guardate, vi faccio uno schema»
Naruto si accucciò, e disegnò per terra cinque piccoli cerchi, disposti come le punte di un pentagono. All’interno dei cerchi scrisse gli ideogrammi corrispondenti agli elementi, e poi disegnò delle frecce che congiungevano una parola all’altra.
«Guardate attentamente» disse, e Hitoshi e Kotaro si piegarono in avanti. «Il fuoco batte il vento, e quindi il vento è debole con il fuoco. Ma il vento batte il fulmine, che a sua volta batte la terra, che batte l’acqua e così via. Se riuscite a memorizzare questo schema, non dovreste avere problemi»
«Aspetta un attimo» lo interruppe Hitoshi, con un ghignetto. «Allora mio padre ti batte»
«Soltanto teoricamente» disse Naruto tra i denti, indispettito. «Ma se le mie tecniche sono dieci volte più forti delle sue, non basta che il suo elemento sia avvantaggiato»
«Ah sì?» fece il piccolo Uchiha, con un’aria di superiorità che irritò da morire il jonin.
Naruto si alzò di scatto e lo fulminò con lo sguardo. «Sta’ zitto o ti rimetto a raccogliere uova di nibbio»
Il ghigno di Hitoshi scemò fino a sparire, lasciando il posto a un pallore diffuso. Nibbi significava parete di duecento metri a strapiombo sulla foresta, e il solo pensiero gli rendeva le gambe di gelatina.
«Che colpo basso» bofonchiò impercettibilmente, e incassò la testa tra le spalle.
«Bene, pensate di aver capito?» chiese Naruto a tutto il gruppo, ignorandolo tutto soddisfatto.
Chiharu non lo guardò nemmeno, Kotaro gli lanciò un’occhiata disperatamente smarrita.
Il jonin sospirò, ma non si perse d’animo. «Te lo spiego dopo» liquidò il giovane Lee, che rimase abbacchiato a rigirarsi la carta bianca tra le mani. «Adesso dovete semplicemente far scorrere un po’ di chakra nel foglietto, ne basta una goccia. Se si accartoccerà sarete del tipo fulmine, se si bagnerà acqua, se brucerà fuoco, se si ridurrà in polvere terra, e se si taglierà a metà vento. Uno alla volta, per favore; Hitoshi, comincia tu»
Incapace di nascondere un sorrisino impaziente, Naruto fissò gli occhi su Hitoshi.
Ecco, lo sapeva, la curiosità aveva finito per cancellare ogni altro pensiero, anche le preoccupazioni relative all’ombra che si aggirava per il villaggio. In quel momento voleva solo scoprire quale fosse l’elemento dei suoi allievi, e vedere se magari qualcuno era del tipo vento, come lui. Gli sarebbe piaciuto addestrare un ninja in maniera speciale: in quegli ultimi anni il suo elemento non si era praticamente fatto vedere tra le fila dei novellini.
Hitoshi guardò il foglio imbarazzato, chiedendosi se era possibile fallire in una prova del genere. Si schiarì la voce e alzò il mento, ostentando un coraggio che non provava affatto. Sollevò il foglietto davanti a sé, stretto tra le dita, e lo fissò intensamente, lasciando scorrere il chakra.
Fu come se la carta esplodesse.
Con un gridolino molto poco virile lasciò andare il proiettile incendiario che si era ritrovato in mano, e quello cadde a terra spargendo scintille tutt’attorno. Nel giro di due secondi il piccolo incendio era ridotto a un cumulo di ceneri di un rosso acceso.
Naruto le spense con la scarpa, ridendo sotto i baffi. «Qualcuno ha esagerato con il chakra, eh?» commentò, leggermente strafottente.
Hitoshi lo guardò in cagnesco, tenendosi le dita ustionate e lottando per non lamentarsi. «Intanto sono del tipo di mio padre, il che significa che ti supero» bofonchiò.
«Neanche tra cent’anni!» scoppiò a ridere Naruto. «Dai Kotaro, tocca a te»
Il ragazzino, pallido dopo l’esperienza di Hitoshi, fissò il suo foglietto con gli occhi innaturalmente grandi. Deglutì, e, molto lentamente, si concentrò per immettere nella carta la minima quantità di chakra.
All’inizio sembrò non accadere niente, tanto che Kotaro temette di non aver fatto abbastanza. Poi iniziò a sentire il foglietto umido tra le dita.
“Ma quanto sto sudando?” si chiese spalancando la bocca, e quando vide le gocce iniziare a scivolare a terra, sui resti del piccolo falò di Hitoshi, iniziò a sentirsi molto più che imbarazzato. Gettò un’occhiata furtiva a Chiharu, ma lei guardava altrove, completamente disinteressata.
«Acqua» disse Naruto, distogliendolo dai suoi pensieri. Sorrideva. «Sei del tipo acqua»
Kotaro fissò il foglietto che aveva ancora in mano, e quando capì che ciò che gocciolava a terra non era il suo sudore, fu travolto da un’ondata di sollievo.
«M-ma certo» balbettò con un sorriso, e scosse il foglietto perché finisse di gocciolare.
«A quanto pare, Hitoshi, Kotaro ti batte, dopotutto» mormorò Naruto con voce flautata.
Il piccolo Uchiha lanciò un’occhiata indispettita al compagno di squadra, ma con aria di superiorità decise di ignorare il commento del suo maestro.
«Avanti Chiharu, manchi solo tu» disse lui intanto, vagamente in apprensione.
Era la sua ultima chance di avere un allievo del tipo vento, e se si fosse trattato proprio di lei sarebbe diventata indiscutibilmente la sua preferita. Ma se Chiharu si fosse realmente rivelata di quell’elemento, e poi avesse deciso di smettere di essere ninja? Sarebbe stata una doppia delusione per Naruto. E anche se avesse deciso di continuare la sua carriera, molto probabilmente non avrebbe mai voluto che lui le insegnasse qualcosa privatamente, a giudicare dalle condizioni dei loro rapporti attuali.
Sinceramente, non sapeva cosa sperare.
Haru fissò il foglietto con aria apatica, tenendolo con noncuranza tra indice e medio. Seduta sull’angolo della panchina, un ginocchio contro il petto e un braccio sullo schienale, sbuffò e lasciò partire una scarica calibrata di chakra.
La carta le si sbriciolò tra le dita.
«Terra» disse Naruto, forse un po’ troppo in fretta.
Si sentiva sollevato? O no? Non capiva. Almeno non avrebbe lasciato da parte Kotaro e Hitoshi per dedicarsi solo a lei... era pur sempre una consolazione.
«Bene, siete tutti e tre diversi» proseguì accantonando la psicanalisi, e abbracciò con lo sguardo l’intero gruppo. «Vi informo inoltre che Chiharu è l’unica a non avere punti deboli verso di voi, quindi sappiate regolarvi»
Kotaro lanciò alla compagna un’occhiata di ammirazione e Hitoshi una a metà tra l’odio e qualcos’altro, ma lei li ignorò tutti quanti, fissando ostinatamente avanti a sé.
Tsk, terra. E allora? Non sapeva nemmeno se sarebbe rimasta ninja così a lungo da imparare qualche tecnica davvero forte, figurarsi se le interessava una sciocchezza come l’elemento del chakra.
«Per oggi voglio che vi alleniate sul controllo del vostro chakra elementale» continuò Naruto, all’improvviso incerto. «Probabilmente non riuscirete a combinare niente, però… Va beh, in ogni caso voi cercate di arrivarci da soli, siete o non siete i migliori diplomati dell’anno?»
«Tu quanto ci hai messo a padroneggiare il tuo elemento?» chiese Kotaro, ansioso.
Naruto sogghignò, grondando orgoglio da ogni poro. «Due giorni»
«Allora dev’essere una passeggiata» insinuò Hitoshi, melenso. «In fondo tu sei stato il peggior diplomato del tuo anno, no?»
«Ma sta’zitto, che se ti va bene puoi sperare di diventare un decimo di quello che sono io!» bofonchiò il maestro, risentito. «E poi io seguivo un allentamento speciale, che voi non siete in grado di fare, quindi non chiedetemelo nemmeno!» si affrettò ad aggiungere, vedendo Kotaro aprire di nuovo la bocca. Il piccolo Lee la richiuse, mortificato, e guardò il suo foglietto ancora umido con aria desolata. Non era mai stato bravo nel controllo del chakra, non ci sarebbe mai riuscito, pensò.
«Se siete in cerca di consigli,» aggiunse Naruto alla fine, con un sospiro quasi indulgente. «Hitoshi può chiedere a suo padre, e tu, Kotaro, a Sai. Mentre Chiharu… uhm, quasi quasi…» le lanciò un’occhiata scettica, immaginando le conseguenze di ciò che stava per proporre.
Se avesse tirato fuori quel nome, cosa ne sarebbe uscito? I loro caratteri sarebbero stati compatibili?
Decise di correre il rischio.
«Per te ho qualcuno che non dovrebbe esserti nuovo» disse cauto. «E’ stato il mio maestro a lungo, è uno dei tre ninja supremi: Jiraiya; la prima volta ti accompagnerò io da lui, va bene?»
Chiharu gli lanciò un’occhiata distratta, quasi a dire ‘fai un po’ come ti pare, a me non interessa’, e tornò a fissare il vuoto.
Naruto sbuffò. Con tutto il bene che poteva volerle, quella ragazzina iniziava a irritarlo un po’ troppo.









Nel prossimo capitolo...

Quello era sicuramente il miglior fottuto bastardo che gli fosse capitato di cercare, dovette riconoscere Shikamaru.
Aveva ucciso una ragazza, si era sostituito a lei per più di una settimana, e non aveva lasciato una traccia che fosse una. Sbuffando, il jonin della foglia raddrizzò la schiena e gettò un’ultima occhiata al terreno battuto che aveva esaminato invano, nello sgabuzzino degli attrezzi di Naruto. Il loro mister X non aveva fatto cadere neanche una goccia di sangue della ragazza – che pure era morta per una ferita da taglio a pochi millimetri dallo sterno, come aveva accertato l’autopsia – figurarsi se si sbagliava a lasciare un’impronta.
Shikamaru detestava quel tipo di assassini pignolini e perfettini, maledizione.







* * *

Spazio autore

Anticipazione inutile stavolta, perchè nel prossimo capitolo cambiamo scena un sacco di volte e succedono un sacco di cose diverse.
Sappiate soltanto che c'è Shikamaru, e anche un bel po' di "grandi".
Poi. Voi non siete normali.
E con voi mi riferisco naturalmente a tutti coloro che continuano a farsi piacere Chiharu (Cami, Robi, io non vi comprendo!).
Il morto era un morto i infimo grado, e... che altro dovevo dirvi?
Uh, sì. Jiraya. A breve lo rivedrete, miei cari, lo rivedrete eccome!
Ah sì! Riprende l'iniziativa "la cinquecentesima è quella buona" (nome inventato su due piedi), ovvero:
l'autore della cinquecentesima recensione ha diritto a una domanda sulla fic con risposta assicurata al 100%.
La fortunata vincitrice della scorsa edizione è stata Urdi, che saggiamente non si è spoilerata cose troppo grandi, chi di voi oggi avrà l'ambito (?) premio?
Francamente non ero sicura di arrivare a 500 recensioni con questa fic, ma dato che mi fate sperare bene, io ci provo.
N.B: recensioni monoriga all'unico scopo di accaparrarsi il posto non verranno accettate.
Solo commenti come quelli che fate di solito, grazie - lunghi o corti che siano, ma comunque riconoscibili.
Mi arrogo ogni diritto di accettare o rifiutare la recensione come vincitrice.
(oddio, che è? Un contest? XD)
Uh, mettiamo in chiaro una cosa.
Sai non è innamorato di Chiharu! Non vi dirò mai cosa passa esattamente per la sua testa, ma non è un pedofilo!
Per concludere, la prossima volta vi lascio la scheda di Hinagiku, dato che me l'hanno chiesta.
Oggi sono in treno e pure malaticcia, lasciatemi stare! ç_ç
(e prossimamente avrete maggiori dettagli sulle allegre famigliole (?) di Konoha)


bambi88: sì, ehm, Hiashi è vecchio e stronzo, lo sappiamo tutti. Ma non sono così psicopatica da buttarlo totalmente OOC, quindi prendi con le pinze quello che succederà da qui in poi. Per quanto riguarda Chiharu, mi fa piacere sentire che la trovi umana, ma riconosci che è un'umana testa di cavolo, almeno! XD Persino io che sono la sua mamma lo dico!
Talpina Pensierosa: uhm, a dire il vero sto quasi pensando di scrivere uno spinoff con le motivazioni della ChoIno e la sua evoluzione, ma non ho poi tantissima voglia... XD Chissà, può darsi che mi venga il ghiribizzo prima o poi.
Hipatya: guarda, sto per farti la confessione del secolo: io non sono mosca nera. Sono mosca grigia. Per quel che mi riguarda, vedo bene sia Shika e Tema che Shika e Ino. Solo che qui le cose vanno così, e le mosche nere gongolano. Ma dato che a me Ino come personaggio non dispiace - non più - ho deciso che avrà la sua dignità. E dal mio punto di vista Choji è un degnissimo partito! (così come potrebbero esserlo Sai, Sasuke o Kankuro) Ahahah! Neji e Sai, eh... l'ho proposto a Camilla (arwen5786), fan sfegatata di Neji e dello Hyuugacest, e per poco non mi decapitava! XD Comunque mi piace giocare sulle ambiguità di Sai, confesso che lo faccio apposta! Ehm, la ribellione di Hinata in realtà è lontana anni luce. Per ora il suo sembra più che altro il canto del cigno, ma comunque succederà una serie di cose che cambieranno drasticamente la situazione, per cui ti consiglio di non fare alcun pronostico in merito. Oh, il morto alla fine non era Sai, spiacente. Lui mi serve ancora a luuungo!
arwen5786: lo confesso. Mi piace imboccare il sentiero del male e cercare di essere riportata indietro. Fossi un personaggio di Naruto, sarei Sasuke; ma non starei con Orociok per la vendetta, ci starei solo per essere riportata indietro da Naruto (*ç*) o anche Sakura, massì. L'importante è che qualcuno mi dica "torna, abbiamo bisogno di te!". E quindi continuerò lungo il sentiero del candore, lasciando che tu mi invii tutte le fanart shikatema che trovi! <3 Devo ancora capire se il mio stato grigio è perenne o momentaneo, per ora il giudizio è sospeso (e la mia pagina personale va benissimo così, credimi!). Rispondiamo ai tuoi punti, ora. 1) Ehi, mica siamo alla fiera del "Neji bello e dannato!" Tre righe, e ti bastino! Potrei sempre cambiare idea e demolirlo, comunque avrà i suoi momenti di gloria più avanti! U_U 2) Sono d'accordo sul "fragile" che hai affibbiato a Haru, ma assolutamente sono contro il "tenera"! XD 3) Prima di farti prendere dai dubbi riguardo alla ChoIno, ricorda quanto io amo Choji, su. 4) Hiashi "mi serve" stronzo. Anzi, lo vedrai addirittura andare molto fuori le righe, ma è tutto calcolato e voluto. Ora, che dire di questo capitolo? C'è stato Neji, almeno un po' (smile). E poi, uhm, Neji si preoccupa per Hinata <3 Oh sì, e i mocciosi hanno i loro elementi, che... va beh, scoprirai con il tempo quanto possono essere complicati e complicanti. Haru soprattutto. (per Itachi, vedrò se posso fare qualcosa. E, tra parentesi, mi preferiresti ShikaIno shipper o SasuIno shipper? Ricatto terribile ricatto!)
slice: argh, devo imparare a contenermi quando scrivo! Non volevo assolutamente sgridarti, anzi! Tutto ciò che volevo dirti con la scorsa risposta è che ho ben presenti le tue richieste, e ci sono misteri che verranno svelati a tempo debito. Quindi basta che tu ti metta comoda e attenda, perchè ogni cosa avrà il suo momento. Per quanto riguarda "tempi di pace", ci darò un'occhiata appena riuscirò a liberarmi dei contest cui ho follemente scelto di partecipare e mi sarò rimessa in pari con le storie che già devo recensire. Il tutto sperando di non ammalarmi, perché qui inizio a sentire i primi sintomi dell'influenza... ç_ç
SuperEllen: Chiharu è una persona molto, molto, molto particolare. Detto francamente, è come me, ma più stronza. Chiunque cercherà di aiutarla, lei lo respingerà, perché ce la fa da sola, perché nessuno può capirla, perché sono fatti suoi, perché vuole essere un'eroina tragica. Ogni parola che dice, ogni pensiero che le attraversa la mente, è qualcosa che posso capire perfettamente. E anche se io per prima le do della testa di ca**o, so che non può agire diversamente. Mi chiedi del suo rapporto con Naruto, e io ti chiedo: non hai letto Sinners, vero? Allora ti riassumo in due parole i motivi che hanno avvicinato Naruto a Haru: quando Naruto era più in crisi per la SasuSaku appena formatasi, Shikamaru lo ha in un certo senso aiutato a distrarsi con i suoi problemi relativi a Temari e Chiharu, e Naruto si è involotnariamente affezionato a lei quando ancora era a malapena un feto. Tutto qui. Ora, ruggisco. COME OSI CHIAMARE CHOJI PALLOTTOLA DI CICCIA?! Choji, l'adorabile, perfetto Choji! Lui è orgoglioso del suo corpo, lui ha molto più fegato di tutti i vari Sasuke e Neji messi insieme! Che nessuno osi parlar male di Choji, o mi altero! E anche Naruto! Neji non è nulla confrontato a Naruto! Hinata ha rifiutato Kiba e si è opoosta al matrimonio con il cugino per lui, e, diamine, ha fatto la scelta più giusta! (tra parentesi, perché sono circondata da amanti dello Hyuugacest quando io Neji non lo reggo? ç_ç) Riportando la conversazione su binari pseudo-normali (mi scuso per lo sclero, ma Choji e Naruto non si toccano proprio. U_U), questa volta Jin è apparso un pochettino, come hai visto. E ci sarà anche la prossima volta, ti anticipo, in posizione di primissimo piano! (ehm, più o meno) Gli spinoff mi frullano relativamente in testa, ma ci sono serissimi e contingenti motivi che, di fatto, mi impediranno di scriverli. Un giorno ti spiegherò perché, tranquilla. U_U Per stemperare i toni alticci di questa risposta, ti saluto con un abbraccio! (e tu mi manderai al diavolo XD)
Sky_Shindou: ok, tranquilla. La GaaSaku sta arrivando, devi solo pazientare ancora un pochino, perché l'allergia mista a influenza mi abbatte, ma giuro che sta arrivando! Per quanto riguarda Chiharu mi sa che sei un po' troppo tenera e ottimista... Naruto è convincente per le persone normali e per i pazzi - come me - che già lo amano e pendono dalle sue labbra, ma per i pazzi - come Chiharu - che hanno le loro idee e se ne sbattono di tutti, è soltanto uno tra i tanti che parla. Quindi, boh, fossi in te mi preoccuperei, diciamocelo. Ino è incinta di Choji, sì sì! E Sai, credimi, non è affatto preoccupato. Lo sarebbe se il bambino fosse suo, ma dato che non deve occuparsene, è contento così. Ino, ultimamente, la vedo più o meno con tutti! XD Da Sasuke, a Sai, a Shikamaru, ma non Kiba. Non so perché,  probabilmente è una cosa momentanea, ma va così. Hiashi lo vedrai fuori dalle righe, te lo annuncio subito. Ma non temere, è tutto organizzato e calcolato, non è un problema. U_U Ah sì, e Hanabi in realtà è già sposata e sistemata - Hiashi non è rimasto con le mani in mano. Che dire del primo morto? Che è abbastanza inutile. Ma ce ne saranno altri, hai indovinato. Ho capito cosa intendi quando dici che ti piacciono le storie in cui muore qualcuno, ma per ora confesso che l'angst non è la mia massima aspirazione, quindi non aspettarti "morti scottanti" (non troppo) e desolazione a goo goo. Come avevo già detto altrove (credo), questa storiella è su tinte piuttosto leggere.
yayachan: odiare una persona come Chiharu è fin troppo facile. Tu ne parli bene perché io ti dico cosa pensa e i suoi dubbi, ma se fosse accanto a te e vedessi solo il suo comportamento, la detesteresti, credimi! XD Ino non è proprio insignificante, nella mia testa. Kishi ne ha parlato poco, è vero, ma proprio per questo si può fantasticare su di lei senza troppa paura di andare OOC. L'unico limite, se così vogliamo definirlo, è che è stata trattata nella serie animata, e quando trattano i personaggi lì storco sempre un po' il naso... I filler sono una brutta bestia. Argh, se fai certi sogni dopo le nostre chiacchierate, la prossima volta parliamo di fiorellini gialli e puffi che saltellano! (O sono troppo osceni?)
kimi: il capitolo scorso era corto? Sai che non me ne sono mica accorta? XD Chiedo perdono, chiedo perdono! (e, ehm, mi sa che questo non è messo molto meglio in termini di dimensioni) Sai cosa ho scoperto riguardo a Baka Akeru? Che, analizzando un po' il suo personaggio al di fuori del contesto, cioè dimenticando che io parteggio per i mocciosi, è più simile a Naruto del previsto! XD Sarà per questo che mi piace? No, cos'hai contro la InoCho? é_è A me piace un sacco, Choji se lo merita! U_U E poi anche Ino potrebbe essere felice con lui, dopo che in due l'hanno scaricata senza pietà! XD Kiba comparirà tra qualche tempo, e confesso che nella prima versione della fic non era accoppiato, ma ora lo sarà. Scrivendo Sinners mi sono affezionata al suo personaggio, e ho deciso che dovevo trovargli una sistemazione! Uh, Hiashi è cattivo sì. Ma non esattamente. Cioè, ora non puoi capire, ma poi capirai! XD
fedecr90: oddio, già a metà di Sinners? °_° Pazzo! XD No, beh, in realtà mi fa piacere, e se alla fine vorrai lasciarmi un commento lo accetterò volentieri, buono o brutto che sia. Mi spiace, ma la cena di Naruto a casa degli Uchiha è saltata! XD Sarà un po' un tormentone, uhuh. Per i "consigli" non saprei proprio come aiutarti, se non dicendoti che io passo davvero un sacco di tempo a scrivere, e che fino ai 16-17 anni ho letto montagne e montagne di libri. Poi, beh, ci vuole impegno. Cioè, mettersi a pensare se le cose filano, come si comporterebbe un personaggio in una determinata situazione, verificare la plausibilità del tutto... Ora che ci penso, è un mestieraccio! XD
sammy1987: eheh, Ino e Choji sono ridicoli a un primo impatto, ma poi acquistano un loro perché, dai! A me piacciono insieme! Sai è il personaggio ambiguo per antonomasia, e in effetti vederlo aggirarsi sulla scena per me è abbastanza divertente. Poi, beh, a voi decidere come interpretarlo... Io vi dirò sempre pochissimo di ciò che pensa! ^^ Uh, vuoi una dose di Sasuke, eh? Bene, sappi che nel prossimo capitolo la avrai, e pure consistente! Tra l'altro, vedendo una fanart splendida ho avuto un'illuminazione riguardo all'Uchiha, e ho deciso che non è male come sembra, anzi. Ma potrebbe essere una passione momentanea. U_U
Janagoci: se non sbaglio mi hai commentato Sinners qualche volta! ^^ Comunque sono contenta di rivederti e di sentire addirittura che recensisci! Mi fa molto piacere! Chiharu è una testa d'uovo, si sa (e la sua somiglianza con Sasuke è un dato di fatto, senza contare che sono molto felice di vedere che qualcuno l'ha notata!), e la InoSai era destinata a sfaldarsi sin dal primo momento! I mini Uchiha compariranno nel prossimo capitolo, e dovrò anche tirar fuori una schedina su di loro, visto che me l'hanno chiesta! Per ora ti saluto! ^^
lale16: come "mamma" di Chiharu sono contenta che ti faccia pena e non la odi, ma come persona ti trovo incomprensibile! XD Io la prenderei a sberle, punto. Peccato che poi il mio lato mammoso prenda il sopravvento, e inizi a coccolarla a spron battuto! XD Ultimamente non ho molto tempo né voglia di leggere fic, comunque se un giorno mi annoierò andrò a dare un'occhiata a quella che mi consigli! Grazie per avermela suggerita! ^^
Ino_Chan: povero Sai! XD Pensa che quando ho scritto questi capitoli lui mi piaceva, e Ino no! Ora lui mi è indifferente, e lei mi piace... mistero! XD Uh, campo scuola! Mare o monti? Ti sei divertita? ^^
Gaachan: hai sintetizzato perfettamente il pensiero di Sai riguardo a Chiharu: è... interessante. XD No, dai, non sto scherzando. E' un'opinione giustissima, forse la più centrata che abbiano espresso finora! Non è positiva né negativa, ma è assolutamente esaustiva! Sai non ha 26 anni, dove l'hai letto? XD Ne ha più di trenta, ma visto che Kishi non ci ha mai detto la sua età precisa, non saprei con esattezza... E sei indecisa tra Kotaro e Jin come personaggio preferito, eh? Strano dubbio, considerati i caratteri! Ma in effetti sono tutti e due creaturine tenere! <3
Urdi: bentornataaaaa! ^^ Mi fa piacerissimo risentirti! I mini Uchiha non sono tutti maschi, tranquilla! Più avanti ci sarà la scheda della famiglia intera, quindi li vedrai tutti al completo! Mi fa piacere che apprezzi il rapporto tra Sakura e Naruto, visto che è nato prima che io scrivessi Sinners, ero preoccupata che ora non funzionasse più, ma invece va. Per fortuna. Che Chiharu ti stia simpatica mi fa piacere, ma mi lascia stupita! XD D'altronde mi stupisco sempre quando qualcuno la trova simpatica... E confesso che mi stupisco praticamente per tutti, perché ormai ci sono odi e amori che si intrecciano e mi lasciano davvero perplessa! XD Oh, grazie mille per i complimenti su Hinata! Rileggendo il pezzo non saprei dirti se è IC o no, ma posso garantire che nel periodo in cui scrivevo la adoravo! XD E si sente. Ma no! Anche tu con l'ipotesi SaiNeji? XD Se davvero la scrivessi un paio di persone vorrebbero la mia testa! XD Però in effetti la fic è carente di yaoi... Va beh, sarà per la prossima! XD Un bacione, e a presto!
Maobh: uh, va beh. Ormai sono stufa di ripetere a tutti che Chiharu non è umana né scusabile, ma è un prodotto del demonio scampato all'inferno... d'altronde, de gustibus sunt non disputandi, e quindi ognuno decida ciò che vuole! XD Ino e Choji a me piacciono davvero tanto, ma anche qui parliamo sempre di gusti! Dovrei solo essere contenta che nonostante le diverse opinioni continui a leggere! E quindi mi inchino e ringrazio! Ahahah!! Hiashi-Lucius! XD Non ci avevo pensato, ma l'immagine calza a pennello! Eheh... lo vedrai farsi sempre più stronzo, ma don't worry, anche se scapperà dalle righe è tutto calcolato! E Neji è lì per faccende brocratiche "normali", non succede nulla di strano, tranquilla.
Yume_Tsuki: sigh, un'altra adoratrice di Chiharu! Creature incomprensibili che non siete altro! ç_ç Ma tanto prima o poi cambierete idea, uhuhuh...
maninja87: tranquilla, le voci sulla pedofilia di Sai hanno iniziato a circolare spontaneamente, non è colpa tua! XD Sei salva, non sentirti in colpa! Olè, almeno tu continui a odiare Chiharu pur ammettendo che ha un lato fragile! Olè, persone sane di mente! Ma Sasuke potrà anche piacermi (ho avuto un'illuminazione su di lui grazie a una fanart stupenda), però non verrà trattato meglio per questo! XD Non qui, se non altro!
gracy110: Neji ha le guardie del corpo perché girare oltre confine in questo periodo da soli non è molto consigliabile. Invece di avere un team ha le guardie, tutto qui. E' una personcina importante il nostro Hyuuga, sai? ^^ Hinata e Naruto hanno difficoltà come tutti, lo sappiamo. E non è detto che le risolvano!
Elisir86: ahahah! Geniale! Fumi non ti piace! XD E infatti Fumi non era Fumi, ma era il cattivo di turno! Tu sì che sei intuitiva! *_* Meriteresti un premio solo per questo, ma per tua sfortuna sono abbastanza stronza da non dartelo! XD
Reina: e chi ha detto che mi spiace sopportarti? XD Anzi, i tuoi commenti sono divertenti ma intelligenti, e dunque mi piacciono un sacco! Ehi, guarda però che Sai non ha mai detto di vedere in Haru la sua anima gemella, anzi! XD E' ancora alla ricerca dei titoli per i suoi quadri, dopotutto, non si può certo dire che sia una cosiddetta "persona completa"! E chi non è completo, a parer mio, difficilmente Ama. Uh, Sakura in combattimento, dici? Difficile, temo, per otivi che comprenderai presto. U_U Gli Hyuuga sono una faccena a parte, un po' stupidi, un po' cattivi, un po' ridicoli. I cecchini possono andare a prendersi un caffè, per il momento li risparmiamo! ^^
Kiaretta_chan_94: sì, va beh, lottare contro i fan di Chiharu ormai è una crociata persa. ç_ç Amatela, fate un po' quel che vi pare, ma quando poi resterete scioccati non date la colpa a me! U_U Hinata invece è dolce e carina e remissiva come sempre, non si può pretendere nulla di diverso! XD I mocciosi hanno il chakra che hanno, come hai letto, e il morto per ora non è un problema! Al prossimo capitolo! ^^
ciuiciui: ooooooh, non immaginavo certo che ti avrei vista qui tanto in fretta! *_* Tu mi dicevi che non ce l'avresti mai fatta, ma la tua congiuntivite ha operato il miracolo! XD Che bello, che bello, mi rendi felice! Sono contenta che ti piacciano i Lee, e soprattutto che ti piaccia Mei! (a me sta molto a cuore!) Ed ecchila con le sue tendenze NaruSakuose! Ma basta! XD Lascia stare Hinata e Sasuke, finalmente sono più o meno felice, che si godano il periodo! Jin ti ricorda Itachi? Mah, chissà... sarà stronzo? O sarà il salvatore del villaggio? Magari non sarà nulla di tutto questo... Ed eccola, l'ennesima fan di Chiharu! ç_ç Oh, quanto non vi capisco! Ma va beh, tanto prima o poi prenderete le mie parti, lo so già. U_U E Baka Akeru lasciamolo così, che mi diverte! XD E' sfigato, ma proprio per questo il suo accanirsi è semplicemente adorabile! Oh, sono contenta che ti piacciano i nomi! So che mi ci sono scervellata un po'! XD
muccina89: argh, una fan di Sasuke! XD Non sarai contenta di vedere come lo maltratterò, mi sa! Ma su, lasciamela passar liscia! In fondo anche Chiharu avrà le sue belle grane! Comunque grazie per il commento e anche per i complimenti, mi hanno fatto molto molto piacere! ^.^
lilithkyubi: attenta, attenta agli "indizi" che lascio... Spesso sono fuorvianti! ^_^ Ma chissà, magari mento per sviarti! Allora, Ino e Sai si erano lasciati prima che lei si avvicinasse a Choji. E credimi, basta davvero poco per mettere in cantiere un bimbo, conosco qualcuno che in quattro mesi di conoscenza (non di coppia, ma proprio di conoscenza) ha deciso di figliare e sposarsi (nell'ordine). Indi per cui, va bene così! ^^ Dunque, vita di famiglia e scenette divertenti? E' questo che vuoi? Ci si prova, ci si prova... Per ora un abbraccio e un ciao! ^^

Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** C'è sempre qualcuno che è un passo avanti ***


Naruto2-15

C'è sempre qualcuno che è un passo avanti



- Quindici -







Jiraiya.
Cazzo, Jiraiya!
Chiharu si buttò sul letto, con il cuore a mille. Avrebbe avuto consigli da uno dei tre ninja supremi, l’unico ancora in vita!
Aveva fatto una fatica del diavolo a mostrarsi indifferente con Naruto, perché i ninja supremi erano i suoi eroi. Sì, persino Orochimaru. In fondo, anche se si era rivelato marcio, era un vero genio. E poi lei era convinta che le persone non nascano cattive: se Orochimaru era diventato così, doveva essere colpa della sua educazione, senza dubbio. Sono sempre i genitori a rovinare i figli, lo diceva per esperienza personale.
Sapeva che Jiraya abitava un po’ fuori dal villaggio, da qualche anno a quella parte. Sapeva anche che era stato maestro del quarto Hokage, e poi per un certo tempo di Naruto. Sapeva persino che era l’autore della serie della pomiciata che il sesto Hokage collezionava sin dal primo numero – ma preferiva dimenticare quel particolare aspetto del suo eroe.
A otto anni, quando aveva saputo dell’esistenza dei ninja supremi, ne era rimasta assolutamente e incondizionatamente affascinata. Ricordava di aver letto chili di libri su quei tre, e di aver passato ore a rimpiangere la morte di Tsunade, avvenuta appena un anno prima che lei capisse chi fosse. All’epoca sognava davvero di diventare forte come uno dei ninja supremi.
Rimase a fissare il muro, con la guancia appoggiata al cuscino.
All’epoca sognava davvero di essere ninja, passava ore e ore a fantasticare di missioni e riconoscimenti.
“Cosa è cambiato ora?” si chiese rotolando sulla schiena. “E’ cambiato che tutti si aspettano qualcosa da me. Quando avevo otto anni e volevo essere ninja erano tutte carezze e sorrisi. Adesso che la sono tutti mi ripetono che è soltanto il mio dovere. Allora non c’è più merito nell’essere ninja, nell’essere speciali? Finché ero piccola essere intelligente era straordinario, ora è una cosa scontata. Perché dovrei proteggere persone per le quali non conto praticamente nulla?”
Chiuse gli occhi, accigliata.
Eccolo, il dilemma.
Lei voleva incontrare Jiraya, ne era certa. Con gli anni la sua venerazione per i tre ninja supremi era scemata, sì, ma non era mai scomparsa del tutto. Allo stesso tempo, però, non voleva far credere agli altri di aver scelto di restare ninja, perché non era così. Lei non aveva ancora fatto una scelta, e nessuno, nessuno in quel maledetto villaggio – o anche fuori da lì – avrebbe potuto costringerla a farla.
“Perché le cose devono essere così complicate?” si chiese nascondendo gli occhi dietro un braccio.
A un tratto aveva voglia di rivedere Sai. Ma lui sarebbe stato freddo, magari anche tagliente. D’altronde era un ninja, che si aspettava?
Stupidi, odiosi ninja…


Sai rientrò a notte fonda in quello che per abitudine definiva ‘il suo appartamento’.
Guidato dalla tenue luce che entrava dalle finestre, attraversò il pavimento silenziosamente e si liberò dei kunai e degli shuriken che teneva addosso, posandoli sul tavolo tra gli attrezzi da disegno. Sospirò, massaggiandosi le spalle indolenzite.
Aveva passato tutta la notte precedente e tutto il giorno alla ricerca di tracce dell’assassino della domestica di Naruto, ma senza risultato. Chiunque fosse, si era dileguato nel nulla.
Neanche un’ora prima era stato da Neji, alla residenza principale, e lo aveva aggiornato sullo svolgersi delle ricerche, mentre Shikamaru riferiva a Kakashi.
Neji avrebbe voluto partecipare, e sarebbe anche stato indubbiamente utile, ma aveva ritenuto opportuno rientrare prima di ogni altra cosa, considerato anche il malumore di Hiashi negli ultimi tempi. Così aveva chiesto a Sai di collaborare, e lui aveva obbedito. Inutile dire che neanche Neji era stato lieto delle notizie ricevute.
Ora finalmente sembrava che Sai potesse godersi un po’ di meritato riposo, in un letto vero, e la cosa rendeva tutto in un certo senso più bello. Sbadigliando, si allontanò dal tavolo per andare a farsi una doccia.


«Papà, mi dai una mano?» chiese Hitoshi torcendosi le mani dietro la schiena, umiliato.
Aveva provato a controllare il suo chakra elementale per tutta la mattina, ma non aveva cavato un ragno dal buco. Avrebbe preferito tagliarsi la lingua piuttosto che chiedere aiuto – soprattutto a suo padre – ma di fronte all’ennesimo fallimento aveva dovuto riconoscere la propria debolezza.
Sasuke lo fissò perplesso.
«Una mano?» ripeté come se non avesse capito.
Da che ricordava, Hitoshi aveva smesso di cercare le sue attenzioni in quel modo verso i cinque anni; da lì in poi era sempre stato in grado di fare tutto da solo. All’epoca della prima prova con Naruto gli aveva chiesto cosa lo aspettava, era vero, ma da tantissimo tempo non chiedeva esplicitamente una mano per allenarsi.
«Chakra elementale» borbottò il ragazzino, guardando altrove.
«Ah» fece Sasuke, inarcando appena le sopracciglia. «Di già? Naruto non perde tempo, eh. Che tipo?»
«Fuoco»
Sasuke ghignò appena.
«Lo sapevo» soddisfatto, posò una mano sulla spalla del figlio. «Seguimi in giardino, ho intenzione di allenarti personalmente»
Gli occhi di Hitoshi brillarono di gioia, mentre aumentava il passo per stare dietro al padre che si era avviato. Lungo la strada incrociò un paio dei suoi fratelli, che decisero di accodarsi curiosi, ma lui non aveva occhi che per la schiena ampia del capoclan degli Uchiha.
Mentre ancora camminavano, questi si voltò e gli rivolse un breve sorriso. «Alla tua età ho impiegato una settimana per padroneggiare il chakra del fulmine. Ma voglio che tu ci riesca in tre giorni»
Erano fiducia, orgoglio e aspettativa quello che Hitoshi sentiva nella sua voce? Deglutì, sorridendo estasiato. Per la maggior parte del tempo suo padre era freddo e distaccato, e parlava poco con i figli. Una volta accertatosi che fossero forti e dotati di talento, li lasciava proseguire per la loro strada da soli, sostenendo che dovevano imparare a cavarsela.
Che all’improvviso quel padre lontano e irraggiungibile avesse iniziato a considerarlo era indubbiamente qualcosa di meraviglioso.
Accelerò ancora, fino a camminargli al fianco, con orgoglio e un pizzico di timore. Sasuke gli gettò un’occhiata fugace, e trattenne un sorrisino.
Solo allora Hitoshi si accorse che nel discorso di suo padre qualcosa non tornava.
“Fulmine?” si chiese corrugando la fronte. “Naruto non aveva detto fuoco? Fulmine, fulmine…” rifletté a fondo, fino a visualizzare lo schema disegnato nella polvere il giorno prima. E con orrore ricordò che il vento batte il fulmine.
“Devo aver sentito male” concluse. “Papà deve sicuramente aver detto fuoco”
Raggiunsero il giardino ancora pedinati da due degli Uchiha più piccoli. Sasuke ordinò loro di stare a guardare dal portico senza disturbare, poi mise piede nell’erba perfettamente curata fino ad avvicinarsi al laghetto dalle acque calme.
Un sorriso appena venato d’amarezza gli increspò le labbra. Da piccolo, aveva ricevuto gli apprezzamenti di suo padre in una situazione simile. Non poteva non avvertire una stilettata di nostalgia nello stomaco.
«Avanti, mostrami quello che sai fare» disse ricomponendosi e incrociando le braccia sul petto. Corrugò la fronte, e i suoi occhi si fecero acuti e distaccati.
Hitoshi deglutì, a disagio, ma desideroso di fare buona impressione. Staccò una foglia da un cespuglio lì accanto, la chiuse tra le mani e si concentrò a fondo.
Chakra. Doveva solo evocare il chakra, e in qualche modo farlo diventare caldo.
In linea teorica era semplice. Ma lui non aveva idea di come trasformare la teoria in pratica.
Rimase immobile finché non iniziarono a tremargli le braccia e la sua fronte fu imperlata di sudore, sentendo il chakra fluire abbondantemente dai palmi delle mani serrate in una morsa convulsa.
Non poteva fallire, non davanti a suo padre!
«Basta così»
Sussultò, perdendo la concentrazione, e le sue mani si aprirono quel tanto che bastava per far scivolare a terra la foglia. Ancora verde e perfetta.
Mortificato, Hitoshi la fissò per un attimo, e anche dopo non osò alzare lo sguardo.
«Non va per niente bene» decretò Sasuke, con una nota di stizza nella voce. Hitoshi strinse i pugni. «Sbagli tutto»
E ora? Suo padre se ne sarebbe andato sdegnato, lasciandolo di nuovo solo e umiliato, finché non avesse imparato a controllare il chakra per i fatti suoi?
«Per prima cosa» iniziò invece l’Uchiha, senza la benché minima intenzione di muoversi, in apparenza. «Non sei uno stupido. Sei un Uchiha, non hai bisogno di foglie per dar fuoco a qualcosa»
Hitoshi alzò lo sguardo senza capire. «Cosa brucio allora?» chiese perplesso.
Sasuke sollevò una mano, il palmo rivolto verso l’alto. All’improvviso, con un crepitio secco, una fiammata si sollevò dalla sua pelle e rimase sospesa a qualche centimetro d’altezza. Hitoshi spalancò gli occhi, sbalordito; quello era davvero semplice chakra?
«Di cosa ha bisogno il fuoco per alimentarsi?» chiese Sasuke lasciando che la lingua aranciata danzasse allegra sul suo palmo.
«Ossigeno» rispose pronto Hitoshi, e nello stesso istante in cui lo diceva capì e si illuminò. «Ma certo, l’ossigeno! Bisogna creare il movimento, che genera calore, e l’ossigeno fa il resto!» corrugò la fronte. «Ma per riuscirci bisogna muovere le molecole dell’aria… E’ possibile?»
«Ti sembra impossibile?» Sasuke sorrise, ponendo il fuoco nella sua mano tra sé e lui.
All’improvviso richiuse le dita, e con una sottile spira di fumo la fiamma si estinse. «Avanti, abbiamo molto lavoro da fare» annunciò convinto. «Entro stasera voglio i primi risultati»
«Si papà!» esclamò Hitoshi orgoglioso, senza preoccuparsi della difficoltà dell’esercizio.
L’attenzione di suo padre era come una droga. Una droga eccitante.
Seduti sotto il portico, le corte gambe a penzoloni verso l’erba, Nobi e Liara, rispettivamente quartogenito e quintogenita di Sasuke, sei anni lui e quattro lei, osservavano l’allenamento con occhi annoiati. Tutti e due assomigliavano ai genitori, ma erano quasi speculari: lui aveva i capelli del padre e gli occhi verdi della madre, che un giorno avrebbero steso metà delle ragazze del villaggio, e lei i capelli chiari di Sakura e gli occhi penetranti di Sasuke, che in futuro avrebbero fatto abbassare ben più di uno sguardo.
Anni dopo anche loro sarebbero stati in quello stesso giardino ad allenarsi con il padre, ma per il momento la cosa non li interessava affatto. Nobi guardò la sorellina.
«Andiamo a giocare?» propose.
«Okay» acconsentì lei, incredibilmente in fretta.
Ed entrambi si alzarono e corsero via.
Hitoshi e Sasuke neanche se ne accorsero.


Assurdo.
Non poteva crederci.
Sembrava… sembrava un sogno quasi!
Kotaro disegnava ragnatele d’acqua impalpabili nell’aria immobile. Le gocce restavano sospese per un istante, indugiavano sulla punta delle sue dita, e poi scivolavano al suolo frantumandosi sull’erba, e separando i mille raggi del sole in altrettanti riflessi multicolori.
Attorno a lui suo padre, sua madre e sua sorella lo guardavano estasiati, complimentandosi per il suo incredibile e inaspettato talento.
Forse era il giorno più bello della sua vita…
…E si svegliò.
Fissò il soffitto bianco della sua camera, familiare e ora così odioso.
“Lo sapevo. Era un sogno” constatò depresso, richiudendo gli occhi.
Ripensò al giorno prima, quando aveva passato l’intera mattinata, il pomeriggio e la sera a cercare di usare il suo stramaledettissimo chakra elementale, senza cavare un ragno dal buco. Per quanto ci avesse provato, non aveva visto nemmeno una gocciolina. E Mei, sua sorella, si era premurata di farglielo notare con un’assiduità che aveva un che di diabolico.
Sollevò di nuovo le palpebre, girandosi su un fianco sotto le coperte leggere, e posò gli occhi neri sul foglietto rovinato che giaceva sulla sua scrivania, ondulato come solo la carta bagnata e poi asciugata sa essere.
Perché allora era stato così facile creare l’acqua, senza neanche accorgersene? E perché ora quello stupido chakra si opponeva al suo volere?
Gemette, nascondendo la testa sotto il lenzuolo; se anche quel giorno non avesse combinato nulla, avrebbe dovuto rassegnarsi a chiedere consiglio a Sai. Non che non gli piacesse il jonin, anzi; era forte, era uno dei migliori. Ma era sempre così freddo… Anche quando sorrideva, sembrava in qualche modo finto. E poi prendeva in giro Haru, il che non gli andava proprio giù.
Sbuffò, gettando indietro le coperte, e si alzò a sedere di scatto scompigliandosi i capelli lisci e perfettamente in ordine.
Ce l’avrebbe assolutamente fatta da solo, questa era una promessa.
Se entro il tramonto non fosse riuscito a tirar fuori un po’ d’acqua dal suo stupido chakra, allora avrebbe fatto il giro del villaggio di corsa per cen… ehm, dieci volte. Su una gamba sola.

Quella sera, molti testimoni riferirono d’aver visto un pazzo che si aggirava per le strade saltellando su una gamba sola.
Il giorno dopo, quello stesso pazzo si trascinò fino a un anonimo appartamento in un quartiere appartato del villaggio, e suonò a un campanello senza nome.




Quello era sicuramente il miglior fottuto bastardo che gli fosse capitato di cercare, dovette riconoscere Shikamaru.
Aveva ucciso una ragazza, si era sostituito a lei per più di una settimana, e non aveva lasciato una traccia che fosse una. Sbuffando, il jonin della foglia raddrizzò la schiena e gettò un’ultima occhiata al terreno battuto che aveva esaminato invano, nello sgabuzzino degli attrezzi di Naruto. Il loro mister X non aveva fatto cadere neanche una goccia di sangue della ragazza – che pure era morta per una ferita da taglio a pochi millimetri dallo sterno, come aveva accertato l’autopsia – figurarsi se si sbagliava a lasciare un’impronta.
Shikamaru detestava quel tipo di assassini pignolini e perfettini, maledizione.
«Allora?» chiese Sasuke, facendosi avanti senza molto entusiasmo.
«Niente» l’altro scosse la testa. «Neanche mezzo capello»
«Come immaginavo» l’Uchiha sbuffò.
Shikamaru, Kiba e Shino erano i migliori quando si trattava di cercare prove e tracce, ma chissà perché Sasuke sentiva che quella volta non avrebbero trovato nulla. Forse, nel profondo, sapeva che se l’assassino avesse commesso anche il benché minimo errore Naruto se ne sarebbe accorto prima di chiunque altro. Ma non era disposto ad ammetterlo.
«Non importa, va bene così» disse a Shikamaru, voltandogli le spalle.
«Prego» ribatté lui sarcastico, levando gli occhi al cielo. «Allora io me ne vado, eh»
Sasuke non si sprecò neanche a rispondergli. Pensieroso, raggiunse la piccola squadra di membri scelti che lo attendeva a qualche passo di distanza.
Erano quattro ragazzi delle età più disparate, da Byaku che era fresco di studi – ma che era un vero genio – a Reiki che aveva un’esperienza praticamente infinita, passando per Fay – l’unica e diabolicamente affascinante donna – che riusciva a far confessare anche reati inesistenti a chiunque, e Taira, colui che Sasuke amava considerare il suo mentore, e che aveva una decina d’anni in più di lui.
Quella era la sua squadra. Gli elementi scelti personalmente per il capo della polizia dal capo della polizia.
Alla fine, una volta tornato a Konoha e una volta sistemata – più o meno – la sua vita accanto a Sakura, Sasuke aveva finito per entrare nell’orbita del commissariato, attratto da vaghi ricordi della sua infanzia. Il clan Uchiha era stato il clan della polizia. Con la loro intelligenza e abilità e la loro rigida disciplina i membri della casata avevano sempre fatto rispettare la legge all’interno del villaggio, almeno prima che venissero sterminati dal loro orgoglio, dal membro più forte e lodato del gruppo. E poi, quando l’unico superstite era ritornato, aveva deciso di ripristinare le vecchie tradizioni.
Si avvicinò ai suoi ragazzi, senza l’ombra di un’espressione sulla faccia.
«Niente, eh?» chiese Fay, espirando dalle labbra di un rosso intenso una sottile spirale di fumo, che andò ad attorcigliarsi ai ricci neri.
«Niente» confermò Sasuke senza smontarsi. «Ma non è finita qui. Dobbiamo ancora controllare dentro, e interrogare i membri della famiglia»
«Ah, posso dire una cosa?» intervenne Byaku, il giovane genio, alzando una mano.
«Sì?» fece Sasuke, attento: sapeva che se lui apriva la bocca stava per esserci una svolta, piccola o grande che fosse.
Il ragazzo abbassò gli occhi nocciola su un taccuino nero coperto da una grafia fitta e minuta, e scorse alcune righe per un istante. Poi iniziò, con voce leggermente monotona: «l’ultima volta che il presunto assassino sostituitosi alla vittima è stato visto, ha asserito di voler accompagnare Hiashi Hyuuga alla porta. Quella sera il soggetto in questione si trovava sul luogo dei fatti, e sembra che sia stato l’ultimo ad avere contatti con il sospetto» richiuse il taccuino. «Mi risulta che nessuno sia andato a interrogarlo»
Sasuke si trattenne dal fare una smorfia.
Hiashi Hyuuga, una bella gatta da pelare. Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontare quel particolare aspetto della faccenda, ma la cosa non lo allettava per niente: se quel diabolico uomo era a casa di Naruto la sera della scomparsa della domestica, non era certo per prendere un tè con la figlia; e sinceramente Sasuke dubitava che il capoclan degli Hyuuga si trovasse con Hinata, da solo, per puro caso.
Se lo avessero interrogato, Naruto sarebbe venuto a saperlo. Se lo avesse saputo, avrebbe anche saputo della visita, e sarebbe scoppiato un immane casino. Meglio evitare, se possibile.
Ma, d’altro canto, avevano bisogno di interrogare l’ultima persona che aveva visto il presunto assassino, anche se lui personalmente non credeva di riuscire a cavarne qualcosa di utile, se non insulti gratuiti e collaborazione zero.
Sbuffò, tentennando; ma alla fine prese la sua decisione. Se proprio dovevano interrogare Hiashi, che almeno avvenisse in segreto.
Posò lo sguardo su Byaku, il novellino. Mandare lui? Avrebbe fatto le domande giuste, sì, ma in che tono? Hiashi Hyuga lo avrebbe tollerato? No. Decisamente no. Non da solo, almeno.
Spostò gli occhi su Reiki, il più anziano del gruppo, che sembrava farsi i fatti suoi con aria tranquilla. Lui aveva un sacco di esperienza, aveva trattato con ogni genere di persone – aveva trattato anche con lui, anni addietro, quando si era fatto zittire in tre battute mentre cercava di accusare Naruto di chissà quale reato – ma non ci metteva molto spirito, o convinzione. Anzi, presto Sasuke gli avrebbe cortesemente illustrato i mille vantaggi della pensione, per quanto più volte gli fosse stato utile.
Cambiò ancora soggetto di studio, e incontrò gli occhi verdi di Fay fissi nei suoi. Lei gli fece l’occhiolino, e sollevò la sigaretta in un cenno aggraziato. Ci mancava solo che mandasse quella e Byaku insieme: Hiashi li avrebbe lanciati dalla finestra.
Rimaneva solo un’ultima possibilità, Taira.
Taira era un uomo davvero immenso; ma invece di incutere timore, come ogni colosso umano che si rispetti, lui aveva l’aria del bue pacifico dalla suola delle scarpe alla punta dei capelli appena brizzolati. Gli occhi neri e profondi erano pozzi di tranquillità zen, qualcosa che una volta qualcuno aveva definito ‘di una pace divina’ – un criminale sotto l’effetto di funghi allucinogeni, probabilmente, ma aveva reso bene l’idea. E poi era il miglior attore del corpo di polizia: dietro a un’apparenza totalmente inoffensiva, si celava la mente più freddamente e spietatamente calcolatrice degli ultimi vent’anni, un cervello che probabilmente era simile a quello di Itachi Uchiha, ma che per fortuna era dalla parte giusta – e infatti, in qualche modo, Taira aveva un dieci per cento di sangue Uchiha nelle vene.
Inizialmente Sasuke lo aveva tenuto a distanza, incerto se fidarsi o meno. Quando di lui vedeva solo il lato inoffensivo si sentiva inquieto, a disagio. E un giorno aveva preso il coraggio a due mani e gli aveva chiesto chi fosse in realtà, senza tanti mezzi termini.
Taira era rimasto sorpreso dal suo colpo d’occhio, ma poi era scoppiato a ridere – di una risata genuina – e gli aveva lanciato un’occhiata – una delle sue occhiate vere – che gli aveva strappato un brivido; perché in quello sguardo aveva rivisto suo fratello.
Da quel momento Taira lo aveva preso sotto la sua ala, e gli aveva insegnato tutto quello che sapeva sul loro lavoro. Era stato anche grazie ai suoi consigli se Sasuke era salito di grado tanto rapidamente, e se prima dei quarant’anni era diventato capo della polizia. Ora, dovendo scegliere qualcuno da accoppiare con Byaku per interrogare nientemeno che quel piantagrane di Hiashi Hyuuga, la sua scelta non poteva che cadere spontaneamente su di lui.
Non ci fu neanche bisogno di dirlo, bastò uno sguardo. Taira annuì, e gli fece intendere che avrebbe tenuto d’occhio il novellino.
Era confortante avere uno come lui nel gruppo – pregando che non tradisse mai… e al tradimento Sasuke era parecchio suscettibile – risolveva un sacco di problemi.
Purtroppo, per ogni problema risolto Hiashi Hyuuga ne creava altri tre. Quindi, prevenendo per quanto possibile le probabili obiezioni dell’eccentrico capoclan, Sasuke concluse che avrebbe dovuto accompagnare Taira e Byaku: se qualcuno doveva interrogare un membro – il membro più importante – del prestigioso clan Hyuuga, il migliore del villaggio – ma solo perché il clan Uchiha era in via di rodaggio, beninteso – allora quel qualcuno doveva essere un pezzo davvero grosso.
Insomma, o il capo o niente. L’onore è tutto.


«Forse se tu ti interessassi almeno un po’ alla tua famiglia le cose andrebbero meglio!»

Temari Nara sbatté sul tavolo la ciotola dell’insalata, facendo finire qualche foglia per terra.
Shikamaru incassò la testa tra le spalle, brontolando mentalmente.
“Se mi interessassi a Chiharu, quella correrebbe via veloce come il vento” pensò, ma ritenne più saggio non aprire la bocca. Allungò la mano verso l’insalata e se ne servì un po’ nel piatto.
«E invece tu niente!» continuò Temari lanciandogli di tanto in tanto un’occhiata assassina. «Tu passi il tuo tempo in giro per il villaggio a fare il detective part-time e a salvare Konoha! E io qua mi devo occupare di tutto! Insomma, Chiharu è venuta su così anche per colpa tua!»
«A me non sembra che vada tanto male…» si azzardò a borbottare Shikamaru, ma quando incrociò lo sguardo di sua moglie comprese al volo di aver commesso un errore.
«Certo, tu non la vedi mai!» recriminò Temari, assottigliando pericolosamente gli occhi grigio-verdi. «Tu non ti assumi mai alcuna responsabilità, vero? Io resto incinta, e devo praticamente costringerti a sposarmi! Se fossi rimasta ad aspettare te, a quest’ora sarei l’unico genitore di Chiharu!»

“E io un uomo più felice” sospirò Shikamaru, mangiucchiando svogliatamente un minuscolo pezzo di bistecca. “Che poi è stato Gaara a insistere per il matrimonio, e sono stato io il primo ad accettare l’idea”
«Anche adesso!» sbottò Temari esasperata. «Non ti sprechi nemmeno ad ascoltarmi! Non ti immagini che voglia ho di chiedere il divorzio!»
«Non ho più fame» Shikamaru lasciò cadere la forchetta e si alzò in piedi con indolenza. «Esco»
«Sempre dietro a scappare!» bofonchiò sua moglie, afferrando di scatto i piatti e rovesciandone il contenuto nella spazzatura. «Tanto qua ci sono io, no?»
Shikamaru si defilò dalla cucina con una rapidità sorprendente, raggiungendo l’ingresso pronto per uscire. Sulla soglia trovò Chiharu.
«‘Pà» lo salutò lei con un cenno quasi invisibile, infilandosi una scarpa.
«‘Haru» ricambiò lui imitandola. «Esci?»
«Stiamo scappando tutti e due dall’ira funesta della signora del castello, no?» domandò lei con un mezzo ghigno.
«Meglio correre al riparo quando le nubi si addensano sulla cucina» annuì il padre cupo. «Dove vai?» le chiese poi, mentre apriva la porta e cavallerescamente la lasciava uscire per prima.
«Mah, ad allenarmi un po’» Haru si strinse nelle spalle, indifferente. «Chakra elementale»
«Naruto vi fa sgobbare, eh?»
«Neanche tanto»
«Mi stai dicendo che riesci già a padroneggiare quel tipo di chakra?» Shikamaru inarcò le sopracciglia in una delle sue rare espressioni di sorpresa.
«Non tanto bene. Ma qualcosa combino» Haru non diede il minimo segno di gioia.
«Non mi sembri entusiasta» le fece notare suo padre.
«Dovrei?» domandò lei con pigra indolenza.
«Solitamente ci vogliono mesi per arrivare alle basi del chakra elementale, senza un insegnante»
Haru sbuffò. «A chi la dai a bere, ‘pà? Sono figlia tua, sono un genio, no? Arrivo alla soluzione anche senza guida»
«Non prendere il vizio di sopravvalutarti»
«Sopravvalutarmi?» leggermente irritata, Haru congiunse le mani. «Per chi mi hai preso?» sibilò, e l’ombra che si delineava appena davanti a lei smise di seguire i contorni del suo corpo per unirsi a quella del padre. Lei smise di camminare, e anche lui dovette farlo, costretto dalla sua tecnica, che seppur debole aveva la sua consistenza.
«Il controllo dell’ombra?» allibì Shikamaru. «Quando l’hai imparato?»
Haru, con il respiro appena accelerato, sciolse la tecnica e lanciò al padre un’occhiata di sufficienza. «Sono figlia tua. Ti osservo» disse, come se quelle frasi spiegassero tutto. Tacque accuratamente delle sue saltuarie visite al nonno, visite in cui lo tormentava per ore e ore finché non otteneva un’ora di addestramento gratis.
Shikamaru la fissò per un istante, pensoso.
Forse Temari non aveva proprio tutti i torti, rifletté. Quando si era davvero interessato a Chiharu, l’ultima volta? Quando le aveva chiesto come andavano gli studi, chi erano i suoi amici, quali tecniche aveva imparato? Probabilmente quando aveva sette anni.
Ma sua figlia era sempre stata indipendente, non amava le intromissioni e le domande, e lui aveva ritenuto che lasciarla libera le avrebbe fatto piacere, e che fosse la cosa giusta. D’altronde scoprire ora, all’alba dei suoi tredici anni, che sapeva tanto poco non era piacevole.
Sbuffò, distogliendo lo sguardo. Detestava che Temari fosse nel giusto: significava settimane di torture e recriminazioni, di solito. E detestava anche rendersi conto che forse aveva sbagliato qualcosa: significava anni di impegno per rimediare.
«Comunque vantarsi non fa mai bene» mormorò mantenendosi sul vago.
«Lezioni di morale: proprio ciò di cui sentivo un disperato bisogno» rise Haru, di un riso cinico e vagamente inquietante. «Risparmiami la paternale: sono intelligente, lo so io e lo sanno gli altri»
«Ma tu non sai cosa c’è fuori di qui» l’ammonì Shikamaru. «Che tu voglia riconoscerlo o meno, il mondo è pieno di persone decine di volte più in gamba di te, e partire con il piede sbagliato può significare la morte»
«Per un ninja» sibilò Chiharu prima di riuscire a controllarsi.
Shikamaru corrugò la fronte. «Tu sei un ninja» le fece notare, cauto.
Lei non replicò. Il silenzio dilatò i secondi fino a renderli tangibili e a farli pesare su entrambi, espandendosi con la corsa delle lancette.
«Hai intenzione di smettere di essere ninja?» chiese a un tratto Shikamaru, con voce pacata e occhi insolitamente intensi.
Chiharu evitò accuratamente di incrociare il suo sguardo, ma si strinse nelle spalle. «Boh. Forse non sono tagliata per questo mestiere…» mormorò in un sussurro appena udibile, guardando un punto distante.
Il solco tra le sopracciglia di Shikamaru si approfondì.
«E perché?» chiese senza muoversi.
L’aria restò congelata in un attimo di attesa, specchio dell’incertezza di Chiharu. Finché lei scosse la testa.
«Bisogna essere convinti per fare il ninja, no?» disse vaga, gli occhi sempre sfuggenti. «Io forse non la sono. Credevo di essere portata, e invece, a quanto pare, mi manca qualcosa…»
Shikamaru si lasciò andare a un mezzo sorriso, vagamente amaro.
«Sei proprio mia figlia» commentò infilando le mani in tasca, e riprese a camminare. «Anche a te ci vorrebbe qualcuno come quella strega di tua madre»
«Eh? Che vuol dire?» chiese Chiharu senza capire, seguendolo.
«Vuol dire che prima o poi ogni membro della casata Nara arriva a pensare di essere inadatto a fare il ninja» spiegò lui, procedendo con passo spedito, ora molto più tranquillo. «Di solito tiriamo fuori motivi profondi e innegabili, balle esistenziali che vengono disintegrate dal commento giusto al momento giusto. Nel mio caso, avevo fallito la mia prima missione come chunin e pensavo di non valere nulla come ninja. All’epoca fu tua madre a darmi del vigliacco, seguita a ruota da tuo nonno»
«Ed è bastato a convincerti?» insisté Chiharu scettica.
«No, ci si è messa anche il quinto Hokage, in una certa misura» ammise Shikamaru.
Haru fece una smorfia. «I maschi sono davvero creature semplici»
«Possibile che tu riesca a trovare ovunque motivi per vantarti?» brontolò suo padre. «Il prossimo passo sarà decantare i mille vantaggi dei capelli neri?»
«Forse. La mamma è bionda, e il fatto che io sia nera mi distingue da lei, visto che secondo il Kazekage siamo due gocce d’acqua»
«Gaara dice così?» chiese Shikamaru, studiando il viso di Chiharu. «Mah, forse ha ragione. In effetti assomigli molto a tua madre alla tua età»
«Eccone un altro!» sbuffò lei. «Sto iniziando a valutare seriamente l’ipotesi di una plastica facciale»
«Lasciala alle povere sfortunate che ne hanno davvero bisogno»
«Tipo ninja sfigurate in una missione? Vedi? Il mestiere di ninja è uno schifo»
«Ma perché non sei venuta fuori accondiscendente come me?»
«Perché di tuo ho la pigrizia»
«Prima di nascere hai fatto una lista dei difetti che intendevi ereditare?»
«Potrebbe anche essere»
Arrivarono a un bivio, e lì si fermarono.
«Io vado di qua, devo vedere Naruto. Tu che fai?» chiese Shikamaru.
«Vado di là» rispose Chiharu, accennando all’altra strada. «Devo allenarmi, no?»
«Ci vediamo a cena?»
«Credo di sì»
«Va bene. Divertiti»
«Come no» mormorò Chiharu, allontanandosi dal padre.
Shikamaru la guardò camminare, le mani in tasca e la lunga coda corvina che ondeggiava pigra sulla schiena.
“Alla sua età i ragazzi dovrebbero divertirsi e combinare pasticci. Perché lei non ci riesce?” si chiese sbuffando appena.
Sperava che fosse solo una fase, il naturale momento in cui ogni bambino che diventa ragazzo sente che nessuno è in grado di capirlo, e allora si isola e persegue da solo i suoi obiettivi, facendosi problemi inesistenti e tormentandosi per puro autolesionismo. Il momento in cui ogni ragazzino si sente un eroe tragico, e pretende di fare tutto da solo.
Solo anni dopo si sarebbe reso conto che la sua era solo una misera e vana speranza; un errore di valutazione che avrebbero commesso tutti, dal primo all’ultimo, nessuno escluso.

Haru vagò per diversi minuti senza meta, girando in lungo e in largo attorno al villaggio.
Le prime ore del pomeriggio erano una benedizione per lei: i seccatori dormivano, le strade erano deserte, tutto era tranquillo e lei poteva farsi una santa manica di fatti suoi, magari stesa al sole a pancia all’aria. Anche perché all’improvviso la voglia di allenarsi era scomparsa.
Studiò per qualche istante una coppia di ghiandaie che si lisciavano le penne su un ramo, e mentre lo faceva scorse un movimento oltre le foglie del sottobosco. Corrugò la fronte, e colse anche un fruscio velato.
Avrebbe potuto chiedere chi fosse. Avrebbe potuto nascondersi per scoprirlo, pronta a qualunque evenienza. Avrebbe potuto fare una cosa qualsiasi per capire se si trovava davanti a un animale o a cosa d’altro. E invece riprese a camminare. Troppa fatica.
“Se lo ignoro, non mi coinvolgerà” pensò distaccata, proseguendo con passo sciolto.
Si sbagliava.
«Chiharu» la chiamò una voce, e con una smorfia lei capì che non solo aveva commesso un errore pensando che ignorare significasse non essere coinvolti, ma ne aveva commesso anche un altro pensando che i seccatori dormissero a quell’ora.
Lentamente, senza nemmeno mascherare l’improvviso cattivo umore, si voltò e fece un cenno con il capo. «Jin» mormorò, di fronte al bambino dagli occhi blu che la fissava con quella sua solita faccia inespressiva, così simile a quella paterna. «Che ci fai in giro?»
«Mi allenavo nella foresta» rispose lui avvicinandosi.
«Ti ho sentito»
«No, hai sentito il topo che è scappato quando sei arrivata. Io ero su un ramo, e non faccio mai rumore»
“Bambino spocchioso” si trovò a pensare Haru, accigliandosi appena. Forse iniziava a capire gli ammonimenti paterni sul vantarsi.
«Tu perché sei qui?» chiese Jin a quel punto, e lei si strinse nelle spalle.
«Faccio un giro» mormorò, annoiata. Avrebbe dovuto specificare che voleva stare sola?
«Sì?» fece Jin, quasi disinteressato. «A proposito, ho saputo che Naruto ha iniziato a farvi studiare il chakra elementale»
«Perché tutti lo prendono come un evento eccezionale?» bofonchiò Haru, irritata.
«Beh, un po’ lo è» ribatté Jin incurante, e sollevando una mano creò una sorta di minuscola tempesta elettrica tra le dita.
Suo malgrado, Chiharu spalancò gli occhi.
«Cos… Da quando lo sai fare?» domandò con un filo di voce.
Jin si strinse nelle spalle e smise di far fluire il chakra. «Qualche mese. Ma ho impiegato almeno una settimana per imparare a controllarlo»
Una settimana. Lei in quel tempo era riuscita a malapena a ricombinare qualche minerale.
Strinse i denti involontariamente.
Che tu voglia riconoscerlo o meno, il mondo è pieno di persone decine di volte più in gamba di te”, le aveva detto suo padre solo poco prima. Ma non c’era bisogno di cercare nel mondo intero, in effetti bastava guardare lì al villaggio.
All’improvviso, davanti a quel bambino così piccolo e tremendo, si sentì stupida. Stupida e immensamente debole.
Chi era lei per credere davvero di competere con mostri simili? Fuori da Konoha dovevano essercene altri, probabilmente tutti ninja assolutamente imbattibili, tanto superiori da non doversi nemmeno vantare della propria abilità.
Il problema tutt’a un tratto non era più se voleva proteggere il villaggio o meno; il problema ora diventava: sarebbe stata in grado di farlo?
Deglutì, incapace di trovare una risposta a quella domanda.
«Tutto bene?» le chiese Jin, scrutandola perplesso.
Senza accorgersene, doveva essere rimasta in silenzio abbastanza a lungo da impensierirlo.
«Benissimo» sibilò, involontariamente brusca. «Beh, allora continuo il mio giro»
«Posso accompagnarti?»
Attimo di rigidità totale.
“Cosa? Accompagnarmi?” si chiese Haru irritata. “Ma ‘sto bambino li ha gli occhi? Non vede che sono a un passo dal prenderlo a botte?”
«Non ti stavi allenando?» chiese trattenendo il nervoso.
«Uhm, sì. Ma da soli si finisce in fretta» replicò Jin scrollando le spalle. «Che elemento sei?» chiese poi, affiancandosi a lei con naturalezza.
Haru impiegò qualche preziosa frazione di secondo per convincere la parte più bellicosa di sé a non saltare al collo del figlio dell’Hokage, e riprese a camminare quasi a scatti.
«Terra» disse tra i denti, mentre l’uno accanto all’altra proseguivano lungo la strada deserta.
«Davvero? Non conosco nessuno che sia di quel tipo, a parte Jiraya»
Chiharu ebbe quasi una convulsione involontaria.
E che cavolo, quel dannato moccioso era anche amico dell’ultimo dei tre ninja supremi?
La sorte era una gran stronza, decise.










Nel prossimo capitolo...

All’improvviso la porta si aprì con un fruscio, facendo scattare tre paia d’occhi verso l’ingresso.
Il domestico che li aveva accolti al loro arrivo si piegò in un nuovo inchino, comparendo sulla soglia, ed entrò a testa china.
«Padron Hiashi» annunciò con deferenza, inginocchiandosi a lato della porta e toccando il tatami con la fronte.
Sasuke si degnò di alzarsi, mentre Hiashi metteva piede nella stanza, la destra saldamente ancorata al suo bastone nero e le sopracciglia altrettanto scure corrugate. Avanzò nel silenzio generale, e fissò i tre ufficiali come in attesa.








* * *

Spazio autore

E qui si dimostra che Chiharu non è proprio marcia fino in fondo!
Almeno i suoi eroi hanno un senso (se ne escludiamo uno)!
Peccato che sia una creaturina irritante e aspirante Mary Sue.
Ma in compenso vi siete goduti un po' di Shika e, per chi lo apprezza, pure Sasuke.
Come vi ho già detto, ignorate Hiashi.
Nel prossimo capitolo, altro Sasuke (ne avrete fino alla nausea) e... uhuhuh...
Novità per chi auspica beghe amorose tra i mocciosi!
XD
Ah, solo una cosa.
Temari sarà pure vento (presumibilmente), ma Gaara non sarà terra?

Ora scusatemi, scusatemi davvero! ç_ç
Per l'ennesima volta non mi sono organizzata in tempo, e non riesco a rispondere ai vostri commenti.
Mi spiace davvero tantissimo, vorrei sempre farlo meglio che posso,
ma finché ho queste stupide lezioni che mi portano via tutto il pomeriggio, avrò qualche difficoltà.
Per favore, perdonatemi. ç_ç
In compenso vi lascio la scheda di Hinagiku (ammesso che vi interessi),
e vi chiedo, per favore, se nella recensione allo scorso capitolo c'erano cose che vi stavano particolarmente a cuore,
richiedetemele.
La prossima volta risponderò sicuramente! >_<


- Hinagiku Uzumaki -

Età: 6
Compleanno: 17 aprile
Primogenita di Naruto, è la sua copia femmina e con i colori degli Hyuuga.

E' iperattiva, arrogante, esuberante e capricciosa.
Suo padre l'ha sempre viziata e spronata ad essere ciò che voleva, ma per ora non ha ancora sviluppato l'autocontrollo necessario
e combina un pasticcio dietro l'altro - con gran disperazione materna e delle domestiche.
Nonostante i suoi modi spicci sa anche riflettere in fretta, e raramente non raggiunge gli obiettivi che si è prefissata.
Sulle orme paterne sogna di essere ninja, e fa imboscate alla sorellina Hinako praticamente dietro ogni angolo.
Contro tutte le evidenze, tuttavia, è molto affezionata a lei, e quando è sicura di non essere vista le dimostra tutto il suo affetto.
Al momento sta scommettendo con sé stessa sul sesso del futuro membro della famiglia - anche se non ha ancora capito esattamente
da dove arriverà.
Dei genitori sembra preferire nettamente il padre, ma il suo lato più tenero stravede per la madre.
Del nonno non sa bene che pensare.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Mezze verità ***


Naruto2-16

Mezze verità



- Sedici -







La residenza principale degli Hyuuga era il palazzo più imponente a Konoha dopo quello dell’Hokage. Ai tempi dello splendore del clan Uchiha, le due casate rivaleggiavano in quanto a opulenza e potenza; ma da quando Itachi Uchiha aveva bruscamente ridotto il numero dei suoi parenti a uno, il clan Hyuuga aveva prosperato fino a diventare il più importante del villaggio.
Non a caso, quando Sasuke si trovò davanti al monumentale ingresso della residenza degli Hyuuga storse il naso.
“Presto le cose torneranno come devono essere” si disse con un pensiero ai sei figli che lo aspettavano a casa, e, affiancato da Byaku e Taira, rispettivamente il geniale novellino del gruppo e il suo mentore, attese che uno dei domestici venisse ad accoglierli.
Nel giro di pochi secondi il pesante portone di ebano si aprì con un fruscio inquietante e silenzioso, e un uomo anziano dall’aria severa squadrò i visitatori con occhi penetranti. Soffermò lo sguardo sulle divise nere e sugli stemmi della polizia, e solo allora piegò la schiena in un inchino neanche troppo rispettoso.
«Accomodatevi» disse con voce bassa e allenata da anni e anni di impeccabile servizio, e si fece di lato.
Sasuke e i suoi oltrepassarono la soglia, e l’Uchiha scoccò al domestico un’occhiata d’insofferenza: da quando servire gli Hyuuga permetteva di fraintendere la propria posizione? Avrebbe dovuto fare un appunto a Hiashi: sempre che fosse riuscito a non far degenerare le cose.
«Seguitemi» mormorò ancora il domestico, mentre due servitori di rango inferiore richiudevano il pesante portone, lasciando all’esterno suoni e luci.
Byaku si guardò attorno con moderata curiosità, appuntando mentalmente i particolari salienti dell’immenso ingresso, ma Taira rimase impassibile, le mani in tasca e un’espressione bonaria negli occhi neri.
Il domestico li condusse oltre l’ingresso fino a un corridoio più stretto ma ancora dall’aria ufficiale, e infine li fece accomodare in una stanza che conteneva divani comodi e un tavolino al centro. Una classica sala d’aspetto da ricconi, che Sasuke si appuntò mentalmente di far aggiungere alla sua già grande casa.
«Attendete qui, prego» disse il vecchio a quel punto, piegandosi in un altro inchino. «Il padrone verrà informato della vostra presenza» e poi se ne andò silenzioso, lasciandoli soli.
Per qualche attimo nella stanza regnò il silenzio.
Sasuke andò ad accomodarsi sul divano, appoggiando i gomiti alle ginocchia, e intrecciò le mani fissando il vaso di iris sul tavolino.
Avrebbe dovuto prestare molta attenzione alle domande da fare, ricapitolò. Sapeva che Byaku ne aveva già una lista, ma dubitava che Hiashi l’avrebbe apprezzata. E inimicarsi il clan Hyuuga quando era un elemento tanto importante nelle indagini non sarebbe stata una buona mossa, decisamente. Anzi, l’interrogatorio avrebbe dovuto apparire estremamente informale, con una patina di cameratismo rispettoso che facesse sentire a Hiashi che si trattava di una vera sciocchezza.
«Byaku» chiamò Sasuke, alzando gli occhi verso il novellino e il compagno, che erano rimasti in piedi accanto al divano.
«Sì capo?» ribatté quello con efficienza, facendo un passo avanti.
«Mostrami la lista delle domande»
«Subito capo»
Senza un commento, il ragazzo frugò nella borsa blu che portava a tracolla e tese a Sasuke il taccuino nero che era lo strumento di lavoro per lui più importante. Sasuke lo prese e lo sfogliò, soffermandosi sulle righe più recenti.
Si trovò davanti a tre pagine di fitta scrittura minuta, coperte di domande dal tono indubitabilmente professionale, ma disgraziatamente aggressivo. Sbuffò appena. Avrebbe dovuto fare un energico lavoro di taglia e cuci.
«Hai anche una penna?»
Un quarto d’ora dopo il lavoro era completo: si erano salvate si e no tre domande, ed erano state ridimensionate notevolmente nel loro significato originario.
«Questo lo tengo io finché non usciamo di qua» disse Sasuke facendo scivolare il taccuino in tasca.
Byaku annuì, senza aprire bocca, e l’Uchiha si trovò ad apprezzarlo per il suo silenzio.
Ma la domanda più pressante era: che fine aveva fatto Hiashi?
Va bene, era il rappresentante del clan più potente del villaggio, ma lui era il rappresentante della legge, e che diavolo. Gli faceva soltanto un favore a venire a cercarlo a casa, senza convocarlo direttamente in centrale.
Sasuke corrugò la fronte, intrecciando strette le dita. Presto il clan Uchiha sarebbe tornato ai suoi antichi fasti, e le cose sarebbero cambiate. Anzi, sarebbero tornate alla normalità.
Per quante volte se lo sarebbe ripetuto, quel giorno?
All’improvviso la porta si aprì con un fruscio, facendo scattare tre paia d’occhi verso l’ingresso.
Il domestico che li aveva accolti al loro arrivo si piegò in un nuovo inchino, comparendo sulla soglia, ed entrò a testa china.
«Padron Hiashi» annunciò con deferenza, inginocchiandosi a lato della porta e toccando il tatami con la fronte.
Sasuke si degnò di alzarsi, mentre Hiashi metteva piede nella stanza, la destra saldamente ancorata al suo bastone nero e le sopracciglia altrettanto scure corrugate. Avanzò nel silenzio generale, e fissò i tre ufficiali come in attesa.
Quelli non mossero un muscolo. Il pensiero di inchinarsi non sfiorò le loro teste nemmeno per un istante.
«Esci» ordinò Hiashi al domestico, che obbedì svelto e silenzioso. Quando la porta si fu richiusa assottigliò gli occhi candidi, irritato dall’oltraggioso comportamento dei suoi ospiti. «Dunque?» chiese brusco. «Immagino che la vostra non sia una visita di cortesia»
«No, infatti» confermò Sasuke, impassibile. «E’ un interrogatorio informale»
Hiashi si accigliò maggiormente. «Un interrogatorio?» ripeté.
«Qualche giorno fa la domestica di Naruto Uzumaki è stata uccisa, e…»
«Io non ho alcun legame con quella famiglia» interruppe Hiashi secco.
«Mi risulta che vostra figlia sia entrata a farne parte» lo corresse Sasuke atono.
«Mia figlia mi è stata sottratta con la forza! E se voi faceste il vostro lavoro come si deve, sarebbe tornata da molto tempo!»
Sasuke preferì non raccogliere la provocazione, anche se avrebbe potuto ribattere che la firma di Hiashi sul contratto matrimoniale di Hinata era grossa come una casa, e invece tirò fuori il taccuino nero e lo aprì, mantenendosi distaccato.
«Posso farvi qualche domanda?» chiese retorico, e lo Hyuuga non rispose. «Dunque, i testimoni riferiscono che voi siete stato l’ultimo a vedere in vita Fumi Harada, domestica di casa Uzumaki. Questa è una foto della vittima, confermate?» tese una foto di Fumi, e Hiashi annuì rigido, palesemente irritato dall’intera faccenda.
A quel punto le note di Byaku proseguivano con domande del tipo ‘dove eravate a quell’ora? Cosa avete fatto? Avete qualcuno che può provarlo?’, il che era la procedura standard, ma era anche altamente sconsigliabile. Sasuke aveva tirato una spessa riga su un bel po’ di cose, e aveva scritto a margine poche parole prese da una pagina più in là.
«Che ricordiate, vi sembra che il suo atteggiamento fosse strano?» domandò.
«Ho già detto di non aver legami con quella famiglia» rispose Hiashi secco. «Come posso sapere come si comporta abitualmente la serva di altri?»
«Sembrava nervosa? Impaurita? Ha detto qualcosa?» insisté Sasuke, iniziando a pensare che ‘la patina di cameratismo’ poteva andare al diavolo.
«No!» ringhiò quasi Hiashi, irrigidendo la mandibola. «Mi ha accompagnato fino alla porta senza aprire bocca, e mi ha lasciato uscire limitandosi a un inchino patetico»
«Qualcuno può confermarlo?» chiese Sasuke, ormai definitivamente freddo, al che Hiashi lo fulminò con lo sguardo.
«Mi stai accusando di mentire, ragazzino?» sibilò.
Alla parola ‘ragazzino’, fu Sasuke ad assottigliare gli occhi. «Sto facendo il mio lavoro» ribatté cercando di mantenere la calma. «Sono domande standard»
«Allora la mia risposta standard è ‘no, nessuno. Gli uomini che erano con me hanno aspettato fuori dal giardino, e non credo che l’abbiano vista, perché è rimasta dentro casa’» ribatté con arroganza.
«Bene» mormorò Sasuke, pericolosamente vicino a perdere le staffe. «Era entrato in contatto altre volte con la vittima?» proseguì quasi tra i denti.
«Ho già detto di no»
«Non è esatto: avete detto di non avere legami con la famiglia Uzumaki, ma avreste potuto conoscere la loro domestica in altri modi»
«Non la conoscevo!» sbottò Hiashi battendo a terra il bastone. «Si era parlato di un interrogatorio informale, perché all’improvviso sembra che vogliate accusarmi di omicidio?»
«E’ la procedura» replicò Sasuke freddo.
«Ma siete in casa mia» scattò lo Hyuuga.
Sasuke strinse le dita attorno alla carta del taccuino. Come osava quel vecchio? Lui era il capo della polizia. Lui riferiva direttamente all’Hokage. Ma, soprattutto, lui era il capoclan degli Uchiha, l’unica casata del villaggio che potesse vantare origini nobili quanto e più degli Hyuuga.
«Questa è la legge» disse trattenendo a stento l’ira. «Non considera il cognome degli interrogati. Ma tranquillizzatevi, siamo giunti all’ultima domanda: per quale motivo eravate in casa Uzumaki quel pomeriggio?»
«Per svolgere il lavoro che voi non fate» sibilò Hiashi, con voce intrisa di veleno, e fu subito chiaro a tutti a cosa, anzi a chi alludesse. «Ora avete finito?»
«Sì» replicò Sasuke con lo stesso tono, richiudendo di scatto il taccuino.
«Allora andatevene» ordinò Hiashi, voltandosi di scatto.
«Un minuto» lo fermò Sasuke, con tono improvvisamente imperioso. Hiashi si fermò, e gli scoccò un’occhiata furente. «Questo era tutto ciò che avevo da dire come capo della polizia» riprese lui, trattenendo a stento la voce. «Ora voglio aggiungere una cosa in qualità di privato cittadino e capoclan degli Uchiha» sibilò duro.
Hiashi fece una smorfia di derisione. «Il clan Uchiha esiste ancora?» domandò sarcastico.
Negli occhi di Sasuke lampeggiò l’ira, un’ira furente e impossibile da arginare, questa volta.
«Il clan Uchiha è superiore al clan Hyuuga sotto ogni punto di vista!» scattò.
«Anche quello numerico?» insinuò lo Hyuuga, beffardo. «O vogliamo parlare di abilità? Vogliamo mettere a confronto Neji e il patetico capo della polizia, che crede di essere tanto grande?»
«Neji non è tuo figlio!» ringhiò Sasuke. «Le tue figlie sono state solo una fonte di delusione, i miei diventeranno strutture portanti di questo villaggio! Attento, Hyuuga, perché tra poco dovrai abbassare la cresta!»
«Il sangue Uchiha è veleno!» sbottò Hiashi, con una vena di disprezzo negli occhi. «Il clan che ha dato vita a un mostro come Itachi Uchiha avrebbe dovuto essere sterminato prima di potersi riprodurre ancora!»
Gli occhi di Sasuke si tinsero di scarlatto prima ancora che lui potesse accorgersene, il chakra prese a fluire senza che se ne rendesse conto. Solo un altro istante e si sarebbe avventato su Hiashi Hyuuga. E invece una mano si posò sulla sua spalla, con una stretta incredibilmente salda.
«Sasuke…» si limitò a mormorare la voce bassa di Taira, a breve distanza dal suo orecchio.
Sasuke fremette per un istante, mentre il chakra si azzerava di botto, e si accorse solo in quel momento di avere le unghie conficcate nei palmi delle mani. Distese le dita lentamente, sentendole tremare di ira repressa, e si costrinse a respirare a fondo, distogliendo lo sguardo dagli irritanti occhi neri di Hiashi. Abbassò le palpebre. Quando le rialzò, dello sharingan non era rimasta traccia.
«Bene. Ce ne andiamo» disse tra i denti, scoccando un’occhiata feroce al capoclan degli Hyuuga. «Ma potremmo dover tornare» precisò dopo un istante, facendo in modo che nella sua voce risuonasse una minaccia non troppo velata.
«Potrei non essere in casa» sibilò Hiashi in risposta.
«Potremmo dovervi convocare in centrale, in quel caso» replicò Sasuke tagliente.
«Andiamo» intervenne di nuovo Taira, aumentando lievemente la stretta sulla sua spalla.
Hiashi strinse gli occhi un’ultima volta, poi voltò le spalle al gruppo e aprì la porta della stanza con un gesto imperioso.
«Fawan!» chiamò furente, e il vecchio domestico che aveva accolto Sasuke e compagni comparve sulla soglia come spuntando dal nulla. «Accompagnali alla porta!» ordinò come se la cosa lo disgustasse, e poi si allontanò pestando con forza sul bastone nero, senza più guardarli. Il rumore dei suoi passi sul legno del corridoio era come lo scricchiolio del legno della foresta in una notte di vento.
«Seguitemi, prego» disse il servitore chinando a malapena il capo, in apparenza per nulla turbato dalla rabbia del suo padrone, e solo a quel punto Taira lasciò andare la spalla di Sasuke.
Lui strinse i denti e i pugni, irritato. Non appena fosse tornato a casa, si sarebbe allenato fino allo sfinimento; aveva bisogno di sfogare la frustrazione stancando il corpo.
«Ehm, capo?» chiamò Byaku mentre venivano accompagnati fino all’ingresso dal domestico. «Il mio taccuino»
Quel ragazzino non aveva il minimo tatto. Poteva anche essere un genio, ma non capiva un tubo delle persone. Forse Sasuke avrebbe dovuto consigliargli di cambiare mestiere, se non fosse stato tanto importante lì con lui.
Con un gesto secco gli tese il notes nero, e il ragazzo lo infilò subito nella borsa, diligente quasi in maniera ossessiva. A quel punto gli occhi di Sasuke scivolarono su Taira, che camminava al suo fianco. Avrebbe dovuto ringraziarlo: se non fosse stato per lui, a quell’ora sarebbe scoppiata una faida probabilmente insanabile tra Hyuuga e Uchiha.
I loro sguardi si incrociarono per una frazione di secondo, il nero cupo degli Uchiha nel nero più leggero di chi degli Uchiha aveva solo un decimo del sangue. E Sasuke capì che Taira non ne aveva bisogno, che gli bastava semplicemente che un giorno lui ricambiasse.
Trattenne un sorriso. Ecco perché quell’uomo, e non un altro, era il suo mentore: dopo Naruto e Sakura, solo lui sembrava capirlo con un’occhiata.
«Buona giornata» mormorò il domestico quando i due servi aprirono il pesante portone di ebano, i meccanismi silenziosi più di un ninja.
Sasuke lo fissò di nuovo con irritazione: ora non piegava neanche più la testa. La casata Hyuuga era veramente squallida, concluse.
Uscirono dalla residenza con passo più rapido di quello usato per entrare, e quando si trovarono fuori tutti e tre sentirono di respirare aria più leggera.
«Forse dovremmo parlare anche con Neji Hyuuga» ipotizzò Byaku a quel punto, rientrando in modalità ‘poliziotto intraprendente’ alla velocità della luce.
«Per quello basta una cena a casa» borbottò Sasuke, passandosi una mano sulla spalla sinistra, là dove si congiungeva al collo. Avvertiva un fastidioso pizzicorino, solo vagamente doloroso, ma bastava per fargli corrugare la fronte. Non avrebbe dovuto perdere la calma, poco prima.
«Stai bene?» gli chiese Taira notando il suo gesto.
«Sì, sì; la solita storia» rispose lui con un’occhiata rapida. «Quando torno Sakura mi rimette a posto»
Taira annuì, senza commentare.

Non che Sakura fosse esattamente al settimo cielo quando se lo vide arrivare a casa di umore nero e con la spalla dolorante. Anzi, gli fece una sfuriata in piena regola dopo averlo trascinato nel suo laboratorio.
«Ti ho detto mille volte di non perdere il controllo!» sbottò infilando con poca gentilezza un ago nel braccio del marito. Quello fece una smorfia di dolore. «Ma no, tu devi andare a rompere le scatole proprio a Hiashi Hyuuga! Perché non vai direttamente a farti un giro nel Paese della Roccia, già che ci siamo?»
«Ti ricordo che il clan Uchiha è anche il tuo, ora!» le fece notare Sasuke risentito. «E il suo onore è il tuo»
«Onore!» ripeté lei con disprezzo. «Una cosa per cui solo voi uomini buttate al vento tutto il resto!»
Estrasse lo spesso ago, e una goccia di sangue color porpora si formò rapida là dove era penetrato. Lei ci sbatté sopra un batuffolo di cotone impregnato di alcool, e scoccò un’occhiataccia al marito.
«Adesso vedi di startene buono per un po’, diciamo una vita, eh?» ordinò. «Il segno maledetto non è uno scherzo. Ho provato a rimuovere il virus anni fa, ma non è così semplice: serve anche la tua collaborazione»
«Ho un’indagine da portare avanti» ribatté Sasuke piegando il braccio e premendo il cotone sulla leggera ferita.
«Hai sempre qualche indagine da portare avanti» sospirò Sakura, scuotendo la testa. All’improvviso l’aggressività di poco prima sembrò evaporare, lasciando il posto solo a una sconsolata rassegnazione. «Ti ricordi della tua famiglia solo quando calcoli il numero degli Uchiha» constatò sbuffando.
Sasuke borbottò qualcosa di indefinibile, guardando altrove.
Sakura lo fissò, lì, seduto sul tavolo tra provette e polverine, con il braccio bianco scoperto fino al gomito e il profilo perfetto che lei amava, illuminato dai raggi del sole che entravano obliqui dalla finestra rivolta a ovest.
Doveva ammettere che all’inizio era stata proprio la sua aria scorbutica ad attirarla, così come aveva attratto tutte le ragazzine del villaggio. Ma poi, quando era tornato a Konoha dopo la morte di Itachi, era stato il suo lato più fragile a farla ricadere nella trappola; quella parte che lui aveva sempre seppellito sotto un orgoglio smisurato, e che nei mesi successivi alla morte del fratello era emersa inaspettatamente. Certo, poi era scomparsa di nuovo, ma lei ricordava che era sempre lì. E che, in fondo, Sasuke aveva bisogno di qualcosa attorno che lo sostenesse. Di un clan. Di una famiglia. Di lei.
Tutto ciò naturalmente non toglieva che Sasuke Uchiha fosse un uomo dannatamente bello, pensò con una punta di orgoglio. I capelli scuri ricadevano sulla fronte lisci, e solo lei sapeva quanto fossero morbidi, e gli occhi neri erano profondi e distanti, ma quando ti guardavano erano in grado di trapassarti. Per non parlare di quel corpo che sembrava scolpito, tanto era perfetto. E lei poteva dire di conoscerlo davvero bene, dopo sei figli.
Ma forse era un tantino di parte, doveva ammetterlo. Probabilmente Hinata avrebbe detto le stesse identiche cose di Naruto, se qualcuno gliele avesse chieste – e se lei avesse trovato il coraggio di rispondere a una domanda tanto imbarazzate.
A quel pensiero sorrise appena, constatando per l’ennesima volta quante fossero le cose che legavano lei e Sasuke a Naruto e Hinata. Presto avrebbe dovuto organizzare una nuova cena, dopo quella saltata l’ultima volta, anche perché c’era un’altra cosa che li univa, e ancora nessuno la sapeva, a parte lei. Ma di lì a breve avrebbe dovuto renderlo pubblico.


«Che cosa?!»
L’urlo di Naruto riecheggiò per il villaggio, rimbalzando di casa in casa e facendo scattare sull’attenti uno dei gatti color crema che se ne stava a ronfare in giardino, sotto il sole del primo pomeriggio.
«Ha esagerato!» sbraitò il jonin biondo, fuori di sé dall’ira. «Questa volta non la passerà liscia!»
“Sapevo che sarebbe finita così” pensò Sakura sospirando.
«Ma dove vuoi andare?» fece Shikamaru in tono quasi annoiato, con un’occhiataccia a Naruto.
«Sapete benissimo dove voglio andare!» sbottò quello, furente.
«A uccidere tuo suocero. Bella roba» borbottò Sasuke freddo. «Siediti qua e non fare il solito bambino»
«Cos… Il solito bambino?!» balbettò lui sconvolto.
Come si permettevano di chiamarlo bambino? Suo suocero entrava in casa sua quando lui non c’era, gli distruggeva psicologicamente la moglie, e loro chiamavano lui bambino?
«Siediti» ripeté Sakura accennando al cuscino davanti a quelli occupati da lei, Shikamaru e Sasuke.
«Io non mi siedo da nessuna parte!»
«Io l’ho detto che era meglio non dirglielo» mormorò Shikamaru.
«Tu sta’ zitto» lo seccò Sakura. «Naruto, vieni qui, non abbiamo finito»
«C’è dell’altro?!»
«Siediti e non rompere!» rincarò Sasuke.
Ci misero almeno dieci minuti a costringerlo di nuovo a sedersi, con le buone e con le cattive.
Alla fine Naruto si accomodò sul suo cuscino, con le gambe incrociate, e li fissò tutti come se avesse voluto incenerirli.
«Perché mi avete detto cosa ha combinato quel bastardo, se poi non volevate che andassi a svitargli la testa?» chiese tra i denti.
«Per metterti in guardia» sbuffò Sasuke. «Vedi di non lasciare più Hinata da sola. Hai quella cavolo di tecnica della moltiplicazione superiore, usala»
«Credi che non lo stia facendo?»
«Usala di più»
«Io ti uccido!»
«Buoni» intervenne Sakura, vicina all’esasperazione. «Non iniziate, fatemi il favore!»
«E’ colpa sua!» scattò Naruto additando Sasuke.
«Sei rimasto il solito ragazzino» ribatté quello con un ghigno sprezzante.
«E’ la seconda volta che mi dai del moccioso! Alla terza ti ammazzo!»
«Moccioso»
Sakura si passò una mano sul viso, mentre Shikamaru bloccava le ombre di Naruto e Sasuke un attimo prima che iniziasse la colluttazione. Era dannatamente vero: Naruto era l’unico in grado di alimentare la fiamma di Sasuke. Purtroppo.
«Tu e Hinata siete invitati a cena da noi la settimana prossima» buttò lì mentre i due litiganti facevano sudare sette camicie a Shikamaru cercando di divincolarsi dalla sua tecnica. «Cerchiamo di tenere tutti in vita, non come l’ultima volta, okay? Venerdì alle otto puntuali. E portate anche le bambine»
E ciò detto, decise di infischiarsene dei problemi degli uomini, si alzò e lasciò la stanza.


“Sì!” pensò Hitoshi raggiante, quando vide la grande palla di fuoco bruciare davanti ai suoi occhi, tra le braccia stese a un metro l’una dall’altra.
La guardò crepitare, e sentì il suo calore propagarsi sulla pelle e fino in faccia, ma non distolse lo sguardo neanche quando gli occhi iniziarono a fargli male. Dopo parecchi minuti, leggermente a corto di fiato, lasciò che rimpicciolisse fino alle dimensioni di una fiammella e che si spegnesse in una voluta di fumo.
«Ce l’ho fatta!» esultò a quel punto, tirando un pugno all’aria. «Aspetta aspetta, com’era la palla di fuoco?» si chiese gongolante, mentre congiungeva le mani nelle posizioni richieste.
Prese un respiro profondo e soffiò, e un’altra palla di fuoco prese vita dalla sua bocca, restando sospesa in aria per un attimo prima di dissolversi.
«Wow! E’ il doppio di prima!» constatò con orgoglio. «Accidentaccio, dov’è papà quando serve?» mugugnò poi, indispettito. Voleva mostrargli tutti i suoi progressi, e quello spariva. Tipico.
“Appena torna lo trascino qui” pensò risoluto, ancora ebbro del suo successo. “Ma intanto vediamo un po’, con chi potrei vantarmi?”
Rientrò in casa, alla ricerca dei suoi mille fratelli. Sapeva che anche sua madre era uscita con suo padre – avevano detto che andavano da qualcuno, ma lui era stato troppo distratto per ascoltarli – e quindi in casa c’erano solo loro e i domestici. Pazienza, avrebbe dovuto accontentarsi.
Per prima cosa si fiondò nella stanza di Arina e Liara, le sorelline più piccole, rispettivamente di tre e quattro anni. Le trovò addormentate secche, dato che era primo pomeriggio, e trovò pure una domestica che lo cacciò via in malo modo. Accidenti. Ma va beh, loro erano le più piccole, e poi erano femmine: non avrebbero potuto capire. Chi poteva comprenderlo meglio era senza dubbio Nobi, il fratellino di sei anni. Ma quello sembrava impegnatissimo a scavare una buca nel secondo giardino della casa, chissà poi perché, e allontanò Hitoshi con una ferocia inaudita, sostenendo che quello era il suo segreto e nessuno doveva scoprirlo. Stupido bambinetto! Iniziando a sentirsi irritato, Hitoshi prese a cercare una persona qualunque all’interno della casa, e si trovò a mostrare i suoi progressi con il chakra a domestici sconosciuti che si profondevano in lodi esagerate, tipiche di chi non capisce niente ma sa che il suo stipendio viene dalla persona che deve lodare. A quel punto arrivò a pensare di dar fuoco all’intera abitazione. Finché, nel terzo cortile interno, quello con il giardino di pietra – che per lui erano solo sabbia e sassi – s’imbatté nei fratelli più grandi, Mikoto e Fugaku.
«Ah, finalmente qualcuno che può apprezzarmi!» esclamò pieno di entusiasmo.
Mikoto, fredda bambina di sette anni, lo degnò soltanto di una pallida occhiata; Fugaku, di nove anni, aprì a malapena gli occhi dal suo sonnellino contro un pruno.
«Che vuoi?» borbottò infastidito.
«Guardate qua!» disse Hitoshi mostrando forse per la sesta volta la sua palla di fuoco – che ormai, a causa della stanchezza, si era ridotta di circa un terzo.
«Che rottura» bofonchiò Fugaku, richiudendo gli occhi.
«Papà la fa più grande» commentò Mikoto, perdendo subito interesse.
Hitoshi lasciò che la palla si esaurisse da sola, lanciando un’occhiata carica di rancore ai fratelli.
«Voi non capite niente!» decretò sprezzante. «Prima che arriviate a questo livello ci vorranno anni!»
«Direi: siamo più piccoli di te» borbottò Fugaku dalla sua postazione. «Sei venuto a disturbarci solo per queste scemenze?»
Hitoshi si sentì arrossire fino alla radice dei capelli.
«Ahh, andate al diavolo!» sbottò furioso. «E’ inutile parlare con dei mocciosi come voi!» e così com’era arrivato, se ne andò a passo di carica.
Fugaku e Mikoto lo degnarono a malapena di un’occhiata. La loro opinione era che il fratello più grande, notoriamente il cocco di papà, godesse già di troppe attenzioni per meritarsi anche le loro: miglior diplomato dell’anno, primogenito del celebre Sasuke Uchiha, tutti sapevano che aveva svolto una missione di livello B e che era stato al villaggio della Sabbia in una delegazione ufficiale; decisamente troppo per essere amato.
Ma Sasuke non smaniava per l’amore dei suoi fratelli. Magari per quello del padre, e, forse, per quello della madre, ma di fratelli ne aveva così tanti che non sapeva nemmeno quale preferiva. E poi li trovava tutti troppo deboli per essere considerati.
Così, come conseguenza perfettamente logica, si trovò sulla strada per casa Lee, infuriato con il mondo intero.
“E che cavolo, possibile che nessuno riconosca i miei sforzi ora che ho raggiunto un risultato?” si chiese frustrato, tirando un calcio a un sassolino e mandandolo a sbattere contro la parete di una casa. “Mi andrebbe bene anche Naruto!” arrivò a dirsi, quasi disgustato da sé stesso.
Per la prima volta nella sua vita, si sentì felice di appartenere ad un gruppo e di poter sfruttare i suoi membri per il proprio profitto personale. E al diavolo l’etica.
Raggiunse la casa di Kotaro in pochi minuti, e bussò energicamente. Venne ad aprirgli Tenten, donna che onestamente gli incuteva un certo timore, e forse fu per quello che la sua aria baldanzosa sfiorì leggermente.
«Ehm, c’è Kotaro per favore?» chiese con inaspettata educazione.
«Ah, Hitoshi. Si c’è, vieni» rispose lei facendolo entrare. Neanche un sorriso. «Kotaro! C’è Hitoshi, scendi!»
Dalle scale in fondo al corridoio si sentì silenzio. Poi, dopo un istante, un trapestio veloce e un’imprecazione a mezza voce – «Ma porc…!» – seguita a ruota da un corpo che scivolava sul terzo gradino e percorreva gli altri diciassette con il sedere.
«Ahia!» piagnucolò Kotaro arrivando al pianterreno.
«Il solito» commentò Tenten levando gli occhi al soffitto. «Tienitelo Hitoshi, è tutto tuo»
«Ehm, grazie» rispose l’Uchiha, incerto sulla risposta corretta da dare, poi guardò il compagno di squadra che si rialzava massaggiandosi il didietro.
«Che botta…» bofonchiò dolorante. «E tu che ci fai qui?»
Il motivo della visita balzò nella testa di Hitoshi come una pallina di gomma, e gli accese lo sguardo.
«Voglio farti vedere una cosa!» disse orgoglioso. «Sono riuscito a controllare il chakra elementale!»
Per Kotaro fu un brutto colpo. Cioè, se l’era aspettato, in fondo; sapeva che sarebbe stato l’unico a non saperlo usare, ma vederlo con i propri occhi faceva comunque male.
«Ah sì? Bravo…» si sforzò di dire, con un sorriso tirato.
«Vieni fuori, voglio fartelo vedere!» continuò Hitoshi, senza accorgersi della sua tiepida reazione, e Kotaro fu costretto a seguirlo all’esterno, con la testa incassata tra le spalle e gli occhi cupi.
Per la settima volta, l’Uchiha creò la sua palla di fuoco – che, in effetti, era l’unica cosa cui fosse pervenuto – e la mostrò orgoglioso.
«Hai visto?» chiese dopo averla fatta scomparire. «Praticamente convinco le molecole a muoversi, e loro si scaldano, e poi con il chakra faccio così e così e quelle wamp!, prendono fuoco!» spiegò gesticolando.
Per non confessare la propria ignoranza e rivelare che non aveva capito un tubo del prodigioso processo creativo del piccolo piromane, Kotaro si limitò prudentemente ad annuire.
«Non è una figata?» chiese ancora Hitoshi con gli occhi che brillavano.
«Sì» ammise Kotaro, ed era vero. Anche a lui sarebbe piaciuto fare quel genere di cose.
«E tu? A che punto sei?» si informò l’altro, con l’aria di superiorità di un maestro conciliante.
«Ehm, io…»
«Lui non è neanche a zero» disse una vocina acuta dalla finestra della cucina. «Per ora è a meno venti, direi»
Kotaro e Hitoshi si girarono verso la casa, e videro Mei, la sorellina di Kotaro, che li fissava dal davanzale della finestra, il mento appoggiato sul dorso delle mani e lo sguardo furbo.
«Fatti gli affari tuoi!» sbottò il fratello irritato, arrossendo. «Torna dentro! Perché non dormi come tutti i mocciosi della tua età?»
Mei gli mostrò la lingua, e poi scomparve sotto il davanzale. Kotaro sbuffò.
«Andiamo a farci un giro? Qui non tira mai una bella aria, con tutte quelle femmine nei paraggi» borbottò scontroso.
Hitoshi non fece commenti, ma dentro di sé calcolò accuratamente che in quel momento aveva molti vantaggi sul compagno di squadra. Gli sarebbe bastato affinare le tecniche di combattimento, e lo avrebbe superato definitivamente.
Nascondendo un sorrisino, si apprestò a seguirlo.
«Dove andiamo?» chiese mentre camminavano per il villaggio.
«Boh» ribatté Kotaro, apparentemente distratto. Tacquero entrambi per qualche minuto, poi il figlio di Rock Lee riprese a parlare. «Sono stato da Sai» annunciò cupo.
«Come aveva detto Naruto?» fece Hitoshi, guardandosi bene dal dire che anche lui aveva chiesto aiuto a suo padre. Kotaro annuì. «E com’è andata?»
«Uno schifo»
Kotaro alzò una mano e sembrò fissarla tutto intento, a lungo. Hitoshi lo guardò, poi guardò la mano, poi ancora lui, e notò che aveva la fronte imperlata di sudore.
«Toh, senti» sbottò l’altro alla fine, tendendogli la mano che aveva fissato come un invasato fino a quel momento. Hitoshi la strinse e la sentì a malapena umida al tatto.
«Vedi? E non so nemmeno se è acqua o solo sudore» gemette Kotaro, affranto. «Senza contare che le lezioni con Sai sono una tortura!»
«Con noi è stato un bravo insegnante» obiettò l’Uchiha, asciugandosi di nascosto la mano sui pantaloni.
«Sì, quando doveva mantenersi sui livelli standard. Ora se ne è uscito con storie tipo ‘sei uno dei migliori diplomati, non avrò pietà, devi impegnarti più del massimo, insomma mi aspettavo di meglio’... E’ uno schifo» afflitto, Kotaro rallentò il passo e si fissò i piedi. «E non faccio progressi»
Hitoshi rimase in silenzio. Non era mai stato un granché a consolare la gente, quindi di solito optava per una reazione quanto mai neutra.
«E quello continua a chiedermi di Haru» aggiunse Kotaro dopo un istante, con inaspettata asprezza. «Non fa altro che prenderla in giro!»
«Davvero?» si informò Hitoshi, improvvisamente attento.
«Sì! Con quel suo ghignetto malefico mi chiede di lei, fa la sua battutina cattiva e poi continua a ridacchiarci sopra per tutto il tempo! Mi fa venire una rabbia!»
«Perché lo fa?»
«E che ne so! So solo che è insopportabile!»
Che strano. A Hitoshi era sempre piaciuto Sai. Era forte, era freddo, era un Vero Ninja. E poi assomigliava vagamente a suo padre.
Eppure, in quel preciso istante, sentì di odiarlo, o perlomeno di trovarlo molto irritante.
Strano strano.
«Che poi io dico:» proseguì Kotaro, ormai lanciatissimo. «Va bene scherzare un po’, ma perché sempre su Haru? Non potrebbe farlo, che so, su di te?»
«Ehi!»
«Era per dire!»
«Trova qualcun altro su cui dire!»
«Va beh, comunque hai capito il concetto, no?»
«Sì: lui parla male di Haru, e tu ti incazzi»
I due genin si fermarono all’improvviso in mezzo alla strada. Ehi, messa giù così suonava un po’ equivoca…
Hitoshi fissò Kotaro.
«Non è che ti sei preso una cotta per Haru?» chiese diretto, corrugando la fronte.
Kotaro avvampò. «No!» disse convinto, ma mentre apriva la bocca scoprì che non ne era più tanto certo. Per correre ai ripari, rivoltò l’arma contro chi l’aveva lanciata, chiedendo a bruciapelo: «E tu?»
Con sua grande sorpresa, anche Hitoshi si sentì arrossire, ma non distolse lo sguardo. «Certo che no» rispose secco.
I due si fissarono ancora per qualche attimo.
«Okay» disse poi Kotaro, stringendosi nelle spalle. «Allora siamo a posto» e, distogliendo finalmente lo sguardo, si rimisero a camminare.
A posto. Come no.


*


«C’è un messaggio» annunciò Loria, la rossa segretaria del Kazekage, lasciando cadere un foglietto scritto con una calligrafia minuta sulla sua scrivania. Fissò il suo principale, con uno sguardo che voleva dire molto.
Gaara distolse in fretta gli occhi dai suoi e li posò sulla carta che gli aveva portato.
Sopra, soltanto poche parole che lui decodificò in un attimo:
A partire da questo momento e per tutto il prossimo mese, vedi di essere impreparato a qualunque proposta della Foglia. Lei sta bene, per adesso. Attento a quello che fai
Nessuna firma. Ma non serviva.
Gaara sollevò il foglietto di una decina di centimetri, e guardò Loria. Lei, efficiente come un orologio, estrasse di tasca un accendino e lo accese appena sotto l’angolo inferiore.
La carta bruciò, lenta, troppo lenta, e alla fine l’ultimo brandello fiammeggiante cadde nel posacenere sulla scrivania, vuoto fino a un attimo prima, spegnendosi in una scintilla di un rosso cupo.
Come i suoi capelli.
Come il sangue.
Gaara alzò lo sguardo sulla segretaria dai capelli di un rosso acceso, più chiaro del suo, e per un attimo i suoi occhi verdi si fecero cupi, e vagamente minacciosi.
Loria sorrise, e si chinò appena sulla scrivania.
«Attento, ragazzino…» mormorò con sguardo improvvisamente acuto. «Siamo noi ad avere il coltello dalla parte del manico»
Tornò a raddrizzare la schiena, e divenne nuovamente la fredda segretaria del Kazekage, che si nascondeva dietro occhiali dalla montatura spessa.
«Buona giornata, nobile Kazekage» disse con voce flautata, e, rivolgendo a Gaara un ultimo inchino beffardo, se ne andò.









Nel prossimo capitolo...

Scosse la testa, frustrato, e si passò una mano tra i capelli.
Che stronzata.
Che immensa, colossale, assurda stronzata!
Era per questo che detestava la guerra, per questo che la odiava con tutto se stesso: perché la guerra porta a cose senza senso, come mandare un bambino di sette anni ad ammazzare gli adulti.
Si alzò dalla sedia, scuro in viso, e guardò Kakashi. «Dammi una missione» mormorò. «Livello A. Sarà il test finale per Chiharu»







* * *

Spazio autore

Dal prossimo capitolo siete liberi di odiarmi.
Ma fino a oggi, siate clementi! <3
Anche perché l'allergia mi sta letteralmente massacrando e se voi foste creaturine dolci e comprensive capireste quanto sto male!
Cooomunque, che dire di questo capitolo?
Decisamente troppo Sasuke! XD
Ma i momenti SasuSaku saranno graditi dagli amanti del pairing, e per tutti gli altri ci sono i mocciosi alle prese con sé stessi!
E che dire di Gaara? Che succede? Cos'è quel messaggio?
Non è detto che io ve lo sveli, dopotutto. <3

Mi scuso per il ritardo nell'aggiornamento, ma ieri IE mi dava seri problemi (e ho tormentato qualcuno per questo).
Il prossimo capitolo, comunque, sarà il 23 aprile, come previsto.
Anche perché quel giorno sarà il mio augusto compleanno, e quindi esigo i vostri auguri! U_U

Ah, da oggi vi lascerò ogni tanto schede random, assolutamente casuali.

- Mei Lee -

Età: 9
Compleanno: 29 ottobre.
Secondogenita di Rock Lee e Tenten.
Per ora non sembra aver ereditato nessun lato paterno.

E' uno dei rarissimi casi di ragazzina normale a Konoha.
Non ha particolari talenti, la sua infanzia è stata serena, e non è ossessionata da obiettivi irraggiungibili.
Un po' solitaria e introversa, adora prendere le sue piccole rivincite sul fratello perfettino,
spalleggiata dalla madre che comunque sa sempre come e quando fermarla.
Attualmente frequenta l'Accademia di Konoha, ma non dimostra preferenze per nessun insegnamento in particolare.
Di Hitoshi e Chiharu non si sa bene cosa pensi, ma in fondo invidia un po' Kotaro.
Chi adora davvero è il padre - ma si guarda bene dall'esternarlo in pubblico.


Gaachan: insomma, nello scorso capitolo si sono fatti tutti più pucciosi? Tranne la Mary Sue di turno, che comunque manca di un dettaglio fondamentale per essere davvero Mary Sue: non è unanimemente amata, proprio no!
Lady and Baby: non ti hanno ancora riabilitato l'account? ç_ç Mi spiace!
ciuiciui: uhm, al momento non mi pare che siano previse scene Nara a breve. Ma presto o tardi torneranno, credo. Quindi don't worry, be happy! Hiashi lascialo perdere, non è il caso di soffermarsi a rifletterci. Kankuro non sono del tutto certa che tornerà sulla scena, in compenso avremo altri momenti Hitoshi-Sasuke, anche se tra un po' di capitoli.
lilithkyubi: ma Shika e Tem si amano eccome! Solo che non sono tipi da effusioni pubbliche! U_U E neanche private, al momento. Insomma, una tredicenne problematica come Chiharu può creare una certa tensione! Però mi fa piacere vedere che apprezzi lei e i suoi trip, credo - e sottoline, credo - che sia questo che mi piace di lei. L'unico che nel manga abbia espresso qualche dubbio sul suo mestiere è Shikamaru, tutti gli altri danno per scontata la loro condizione. E così volevo analizzarla un po', ecco.
Hipatya: il problema di voi fan di Sasuke è che non ve ne stancate mai! Ma come fate? Cioè, capisco Naruto che è solare e allegro, e si può tollerare a lungo, ma Sasuke... Alla quarta riga mi vien voglia di suicidarmi. O di ucciderlo. Grazie per i complimenti su Chiharu, lei la prenderei volentieri a sberle ma mi piace la sua complessità! Per quanto riguarda gli "intrecci amorosi", insomma, non sono poi quel granché! XD Hanno pur sempre 13 anni, ricordiamocelo! Ah, ho deciso di seguire il consiglio delle schede random, vedrai anche qualche Uchiha prima o poi. Quelli che mi torneranno utili, ecco. Oh, mi conosci molto bene, sembra! <3 Con l'accenno alla tensione smorzata ci hai preso in pieno! XD Per la sasusaku, dammi il tempo di smaltire il colpo. Ne ho viste comparire tante che ho avuto un piccolo mancamento... Ma prima o poi tiuscirò a leggerla! U_U
Ino_Chan: e certo che seguo Bleach, scherziamo? *_* All'epoca in cui ho scritto questo capitolo però non sapevo nemmeno che esisteva! Mi piace il paragone tra lui e Taira! <3 Mi onora moltissimo!
SuperEllen: e invece Hitoshi è riuscito a raccapezzarsi un attimo con il chakra di fuoco! Ma questo non vuol dire che sia giunto ai livelli di Naruto alla fine del combattimento, anzi ne è lontano anni luce. Naruto è Naruto, dopotutto. Oh, dicevano che muovevo bene Naruto, ma tu dici Shika? E' sempre un complimento! XD Jiraya quando comparirà? Chissà! E Jin dal mio punto di vista è un po' troppo piccolo per prendersi una cotta... ma potrebbe avere una simpatia, non lo escludo. Se non altro, questa volta l'anticipazione dice un sacco di cose! <3
Elisir86: di Haru e Temari torneremo a parlare abbondantemente, fidati! Devi solo aspettare un po'!
Sky_Shindou: uhm, secondo me Sasuke non è poi il miglior insegnante in circolazione, ma per uno come Hitoshi è sufficiente. U_U E un'altra che mi dice che mi esce bene Shikamaru! Wow, sono davvero onorata! XD Ehm, sei davvero sicura che Jiraya avrà un ruolo determinante? (non dire nulla, Susi, non dire nulla...) Jin non ricordo più quando ricompare, ma sappi che ricompare! E spero tu ti sia goduta Sasuke, perché nel prossimo capitolo non ci sarà.
sammy1987: se Kotaro fosse stato il migliore dei tre mocciosi sarebbe stato bello ma improbabile! Razionalmente parlando, Hitoshi e Chiharu sono i più probabili! Jin fa tenerezza? Vero! ^^ E' così piccolo e puccioso! Per Jiraya invece dovrai aspettare ancora, ma non so quanto.
bambi88: ok, ormai ho capito come funziona. Tu parlerai sempre dei Nara, anche quando non compariranno! XD Ma te lo perdono, dopo il trauma che ti ho causato... ç_ç
fedecr90: caspita, è vero! Non mi ero accorta dell'assenza di Naruto nello scorso capitolo! Per fortuna da oggi torna tutto alla normalità! Uhm... non ho la minima idea di quando e se i mocciosi scopriranno di quanto è grande Naruto! XD Leggi per saperlo!
arwen5786: avrei dovuto immaginare che ti sarebbe piaciuto il rapporto Sasuke-Hitoshi. Credo che ti sarebbe piaciuto in qualunque modo! XD Sorvoliamo su Fay per non spoilerare niente, chino il capo per le scene ShikaTema (oggi mi sento mosca nera, la cosa risolleva il tuo morale dopo il fake? ç_ç), e ridacchio sommessamente per "l'intromissione" di Kotaro (la possibile intromissione di Kotaro) nella tua desiderata HitoshixChiharu. Un bacio, e ricordati che dopotutto ti voglio bene...
kimi: ti capisco con i problemi scolastici... sigh, ti capisco fin troppo. Ma parliamo di cose più allegre. Jira e Tsu. (ç_ç) Non avrai flashback su di loro, te lo dico da subito. Questi sette anni resteranno avvolti nel mistero, punto. Di Jin non vi è dato sapere, e vedrete ancora tanti momenti in famiglia! <3 Almeno questo...
Yume_Tsuki: era tanto che non sentivo il termine "stupendamente eccezionale"! XD Mi ricordi tanto una mia amica! (non sono del tutto sicura che sia un complimento, ricordando l'amica in questione...)
crilli: tre amiche? °_° Wow, che onore! Grazie davvero! >_< Ma ricordati che Jin per ora ha soltanto sette anni... Non so quanti ne abbia tu, ma mi sa che è comunque pedofilia! XD E per quanto riguarda Haru, mi rendi felice! Finalmente qualcuno che la apprezzava e ora inizia a trovarla irritante! Evvai, era proprio il mio obiettivo! (ma che razza di persona malata sono?) Comunque, grazie per il commento e i complimenti, mi hanno fatto molto piacere! ^^
lale16: Shika e Tem non sono in crisi! Sono solo una coppia un po' particolare, in un momento particolare. Chiharu non è una figlia facilmente gestibile! Oh, una delle poche persone che trovano Jin irritante! Dovrei esserne felice, ma la cosa mi spiace... Povero cucciolo! Scoprirai che non è soltanto un piccolo mostro di perfezione, ma molto di più! Di sicuro l'ultima cosa che vuole è farsi notare per la propria abilità. E' già stufo di tutto quelli che lo chiamano mostro.
maninja87: uhm... Haru non è la mia "preferita". Diciamo che è la più problematica, e che quindi devo dedicarle un pizzico di attenzione in più. Jin forse sarà più genio di lei, ma per ora è troppo piccolo per certe riflessioni. Oh, Jiraya. Dovrai aspettare un po' per rivederlo! Prima di salutarti, grazie per tutti i complimenti che mi hai fatto! Sono quasi arrossita! >_<
yayachan: TU. E dico solo TU. Meno male che ti ho già perdonata via messenger...
DuniettaS: al momento Jiraya ha 70 anni. Solo due in più del terzo Hokage quando ha combattuto con Orociok, insomma. E' molto arzillo e in forma, per giunta! XD Ma vedrai tu stessa - quando comparirà - se e come è cambiato dopo la morte di Tsunade. Ahah, che invettiva contro la povera Haru! XD Si crederà pure un genio, ma è anche tanto tormentata! Non avete un briciolo di pietà per lei?
rina: argh, università! Perchè pronunci queste parole blasfeme? Uh, l'intermezzo... è inutile, devo rimettermi a scrivere. E a studiare. Basta feste! Sotto con il lavoro intellettualeeeee! >_<
Urdi: beeeeeep! Ipotesi errata sull'ombra! Ritenta, sarai più fortunata! XD Allora, com'è una mary sue? E' bella, intelligente, benvoluta, forte, generosa, severa ma dolce, tenera ma dura, ha un passato difficile e si riscatterà con la sua grande forza. U_U Questa è una Mary Sue, più o meno. Il personaggio perfetto che fa girare le balle. E Haru si avvia inesorabilmente su quella strada! XD Eheh, chi sarà mai la madre del piccolo Jin?
Reina: oh, lo so che Jin si avvicina al GaryStuesimo (?), ma non sarà per molto. Ha anche lui un lato infantile, dopotutto. Per quanto gli altri lo giudichino un mostro, è pur sempre umano (a meno che Kakashi non ci abbia nascosto qualcosa. ò.ò)
Lily_90: rilassati per quanto riguarda i Nara. Non c'è aria di crisi da nessuna parte, sono tutti felici et contenti (più o meno). I veri casini con loro ci saranno più avanti, naturalmente, e saranno già abbastanza grandi senza che mi metta a complicarli adesso! XD Piuttosto, BB?! (domanda-trabocchetto. Lo so che ti assillo già via messenger, ma non potevo esimermi dal ricordarti la tua opera omnia anche qui! U_U)
Maobh: Fugaku è secondo me la fonte di ogni male. Se lui non fosse stato un imbecille Itachi non sarebbe venuto su come è venuto, non lo avrebbe ammazzato, e Sasuke sarebbe rimasto l'esserino puccioso che era un tempo! Mi piace che pronostichi una fuga da casa di Temari, non è mica un'ipotesi da scartare, lo sai? La scena con Sai invece era puro fanservice! XD E poi, un pochettino aggiornava sulla situazione delle ricerche.

Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** L'ultimo test ***


Naruto2-17

L'ultimo test



- Diciassette -







«Comandante, un ordine dal Daimyo!» il giovane tenente piegò la schiena mentre tendeva il foglio ripiegato al suo superiore.
Quello, un uomo vicino alla mezza età dai capelli neri come pece, prese il messaggio e lo lesse corrugando le sopracciglia ben delineate. I suoi occhi, di un verde-grigio indefinibile, ebbero un minuscolo guizzo. Accartocciò il messaggio tra le dita e guardò il tenente davanti a lui.
«Partiamo» annunciò con voce bassa e potente. «Il Paese della Roccia scende ufficialmente in campo»
«E’ la guerra, signore?» si azzardò a chiedere il suo sottoposto, impallidendo leggermente.
«Forse» rispose lui stringato. «E ora muoviti»
Il tenente scattò sull’attenti, si inchinò, e corse via veloce.
Rimasto solo all’interno della tenda da campo, il comandante della prima divisione dell’esercito della Roccia, la divisione d’assalto, l’élite del corpo combattente, rimase a fissare l’aria davanti a sé con sguardo vacuo.
Era la guerra? No, non ancora.
Quella programmata per il venerdì della settimana successiva era solo una sorta di missione dimostrativa, conseguente allo sterminio della decima divisione. Ma se il paese del Fuoco avesse resistito e si fosse passati alle trincee, si sarebbe immediatamente trasformata nella guerra che tutti paventavano da anni.
Akiyoshi Tsuda era un uomo che aveva visto molti combattimenti: diventare Comandante della prima divisione del paese della Roccia non era una passeggiata, e che lui fosse ancora vivo dopo tre anni di missioni con l’élite dell’esercito dimostrava quanto fosse capace e quanto avesse allenato bene i suoi uomini. Era da prima del suo arrivo che l’esercito si preparava per la guerra, dopotutto; volevano fare le cose per bene.
Da quando il paese del Fuoco e quello del Vento si erano alleati tutte le altre terre erano entrate in allarme: sebbene i due paesi in questione avessero dichiarato di non voler formare una coalizione a scopi bellici, nessuno ci aveva creduto. Erano passati troppi pochi anni dall’epoca delle guerre dei ninja, e ancora non ci si fidava della parola dei Kage e dei Daimyo.
I paesi del’Acquaa, della Roccia e del Fulmine avevano richiesto lo scioglimento dell’alleanza, venendo ignorati. Sembrava che i villaggi ninja dei paesi del Fuoco e del Vento premessero particolarmente per non separarsi, il che aveva portato a un aumento esponenziale dei sospetti, e nel giro di pochissimo tempo la situazione si era fatta incandescente: o la separazione immediata, o un’alleanza tra i paesi dell’Acqua, della Roccia e del Fulmine. A scopo difensivo.
Ovviamente la separazione non c’era stata, e così era nata un’altra coalizione.
Ma, mentre i paesi dell’Acqua e del Fulmine avevano preferito equipaggiarsi unicamente per la difesa, come annunciato, il paese della Roccia aveva ritenuto opportuno incrementare anche l’attacco: dopotutto era l’unica delle tre terre a trovarsi di fronte a entrambi i membri dell’altra coalizione, e Acqua e Fulmine non le avevano dato torto, permettendo che si armasse.
A quel punto i Paesi del Fuoco e del Vento avevano iniziato a loro volta ad allertarsi, e la tensione aveva iniziato a salire e salire, fino a raggiungere i livelli in cui si dibatteva in quei giorni, livelli pericolosamente vicini alla guerra vera e propria.
E dire che i più alti strateghi avevano pronosticato che per dieci anni almeno non sarebbero scoppiati conflitti.
Ecco perché Tsuda odiava la strategia e amava molto di più l’istinto: quello e solo quello permetteva di prevedere le mosse avversarie e preparare una controffensiva. Non i calcoli e le statistiche, non i conti fatti a un tavolo a decine di chilometri dal campo di battaglia: l’istinto di chi combatteva per davvero.
E lui poteva dire di averne abbastanza per vincere quella battaglia e, nel caso, l’intera guerra.


*


Sulla fronte di Kakashi, solitamente bianca e liscia, si formò una ruga verticale scura e profonda, nascosta a metà dal coprifronte calato sull’occhio sinistro. Mentre le pupille nere correvano sulle linee fitte del messaggio appena recapitatogli da un falco pellegrino, che ora riposava sul davanzale e si lisciava le penne grigie, qualcuno bussò alla porta.
Il sesto Hokage gettò una rapida occhiata all’ingresso dello studio e finì il messaggio velocemente.
«Avanti» disse a quel punto, infilando il foglio sotto una pila di documenti da firmare.
La porta si aprì, e Naruto fece la sua comparsa sfoggiando un umore a dir poco corvino.
«Cosa vuoi?» sbottò seccato lasciandosi cadere sulla sedia davanti alla scrivania dell’Hokage. «Ho un sacco da fare, sai?»
Sì che lo sapeva. Kakashi era l’Hokage, sapeva tutto ciò che accadeva nel villaggio; e dunque era a conoscenza del fatto che Naruto aveva saputo della visita di Hiashi a casa sua, che aveva accennato a un tentativo di demolizione della residenza principale degli Hyuuga, che era stato fermato appena in tempo, che ora si distraeva buttandosi completamente nella ricerca dell’assassino della sua domestica, e che, in summa, aveva aggiunto altro oneroso lavoro alla sua già pesante vita.
L’unico aspetto positivo era che Hiashi aveva finalmente smesso di venire a lamentarsi da lui, ma poteva anche voler dire che stava tramando qualcosa.
«E’ arrivato un messaggio dalla Roccia» disse sintetico, tirando fuori il foglio da sotto il plico dove l’aveva nascosto. «Non appena è atterrato il falco ti ho fatto chiamare»
«E quindi?» chiese Naruto, improvvisamente attento di fronte alla prospettiva di una missione con cui distrarsi.
«E quindi la settimana prossima dobbiamo aspettarci un attacco»
«Cos… la settimana prossima? Così presto?» allibì Naruto.
Kakashi annuì, cupo, e aprendo un cassetto tirò fuori un sacchetto. «La prima divisione della Roccia si sta mobilitando» spiegò sciogliendo il laccetto di cuoio che lo chiudeva. Ne estrasse un topo morto, che gettò al falco pellegrino. Quello lo afferrò con il becco e lo ingoiò in un sol boccone, strappando una smorfia di leggero disgusto a Naruto. «Saranno qui non più tardi di sabato»
Naruto gemette sconsolato. «Accidenti, Sakura aveva progettato una cena»
«Dovrà cancellarla»
«Sarebbe già la seconda volta…»
«Se vuoi posso gentilmente chiedere al paese della Roccia di posticipare, che ne dici?» chiese Kakashi con voce flautata.
«Ahah, sì, prendiamo per il culo il nostro uomo migliore a una settimana dalla guerra!» rognò Naruto contrariato, e sbuffò.
«A proposito, come procedono i ragazzi?» domandò Kakashi a un tratto, fingendo di studiare distrattamente un documento come un altro.
Naruto gli lanciò un’occhiata di sottecchi.
«Scordatelo» decretò secco.
Il sesto Hokage smise di fingersi distratto e lo fissò.
«Ci servono» ribatté con disarmante semplicità.
«Non sono pronti» ribatté Naruto, rigido.
«Ti è tornato il morbo dell’insegnante smidollato?»
«No, ma non sono pronti! Kotaro non sa gestire il suo chakra, Hitoshi è un egocentrico individualista, Chiharu… bah, Chiharu è un’incognita. Mandarli in battaglia in questo stato è come giocare alla roulette russa»
«Potranno avere tanti difetti, ma sono in gamba, e sono giovani. Potrebbero tornare utili per sfoltire il lavoro degli altri ninja»
«E aumentare quello dei becchini. No»
«Fino a prova contraria, l’Hokage sono io» fece notare Kakashi, iniziando a stizzirsi.
«Anche se non si capisce perché» ribatté Naruto tra i denti. «E se invece di proporre i miei ragazzi mandassi il tuo, eh? E’ più in gamba, no? Jin avrebbe sicuramente più possibilità di tornare indenne»
«Adesso non metterla sul personale»
Naruto mugugnò, affondando nella sedia.
Non la metteva sul personale, voleva solo far capire a Kakashi che stava proponendo un’assurdità: Chiharu, Kotaro e Hitoshi non erano ancora pronti per una guerra, e forse non lo sarebbero stati per anni. Come poteva un Hokage con un po’ di cervello mandarli allo sbaraglio?
«Naturalmente dovrai tenerli d’occhio tu» disse Kakashi, come se fosse stato ovvio. «O credi di non avere abbastanza tempo?» aggiunse dopo un istante, con un’occhiatina obliqua.
Qualcosa scattò nella testa di Naruto. Forse una vena.
«Riuscirei a tenere d’occhio un intero asilo nido anche durante l’Apocalisse!» disse tra i denti, gli occhi brillanti di sdegno.
«Allora non avrai problemi con loro tre, giusto?» domandò Kakashi gentilmente. «Quindi vengono» concluse con tono pericolosamente definitivo.
“Merda” pensò Naruto spalancando la bocca. “Mi ha fregato!”
«Ma, ehm, ecco…» iniziò a dire, arrampicandosi sugli specchi. E all’improvviso fu colto dall’Illuminazione. «Non possono» annunciò trionfante. «Chiharu è ancora in crisi mistica!»
A quelle parole Kakashi corrugò la fronte.
Chiharu. Una bella grana, in effetti. Gaara lo aveva avvisato: glielo aveva detto che aveva ereditato la testardaggine di Temari, e che gestirla sarebbe stato difficilissimo, ma lui non gli aveva dato abbastanza retta. Sospirò.
«Deve prendere una decisione entro giovedì» decretò. «O la prende da sola, o qualcuno lo farà al posto suo»
Naruto rimase in silenzio.
Diamine. Non pensava che la sua Illuminazione avrebbe portato a un ultimatum così definitivo. Deglutì, riconoscendo di aver combinato un bel pasticcio, e studiando Kakashi di sottecchi si sistemò meglio sulla sedia.
«Qualcuno dovrà decidere per lei?» ripeté incerto. «E… chi?»
L’Hokage lo fissò sorpreso. «Tu, naturalmente»
«Io?»
«Sei il loro maestro, giusto?»
«Ma-ma… mi rifiuto! Non ho alcuna intenzione di assumermi la responsabilità di dire a Chiharu cosa essere o non essere! E’ assolutamente al di fuori delle opzioni disponibili!»
«Non dovrai condizionare il suo futuro: basterà includerla o escluderla dal gruppo che parteciperà alla missione»
«E andare solo con Kotaro e Hitoshi?» Naruto strabuzzò gli occhi. «Questo sì che significherebbe mandarli davvero al macello!»
Kakashi sospirò, chiudendo per un attimo gli occhi. Quando li riaprì, puntò l’unica pupilla visibile su Naruto, insolitamente serio.
«Abbiamo bisogno di loro» disse cupo. «Per quanto poco possano aiutare, abbiamo bisogno di chiunque possa dare una mano. Anche Jin verrà con noi, l’avevo deciso prima che lo proponessi tu. Non è un fatto personale»
Kakashi parlò senza esternare emozioni, ma Naruto sapeva cosa gli frullava davvero in testa: per quanto Jin fosse eccezionale, suo padre non avrebbe smesso di essere in ansia un solo minuto, per tutti i giorni a venire.
Scosse la testa, frustrato, e si passò una mano tra i capelli.
Che stronzata.
Che immensa, colossale, assurda stronzata!
Era per questo che detestava la guerra, per questo che la odiava con tutto se stesso: perché la guerra porta a cose senza senso, come mandare un bambino di sette anni ad ammazzare gli adulti.
Si alzò dalla sedia, scuro in viso, e guardò Kakashi. «Dammi una missione» mormorò. «Livello A. Sarà il test finale per Chiharu»


Mattina di sbattimento.
Da quando Haru aveva iniziato a evitare sistematicamente Kotaro e Hitoshi, anche il più piccolo, insignificante, insomma l’ultimo barlume di divertimento era scomparso dalla vita della già apatica tredicenne, lasciando una noia infinita e un’insoddisfazione tanto pesante da essere percepibile come un macigno sullo stomaco.
Perché da qualche giorno snobbava i suoi compagni di squadra? Perché da quando aveva incontrato Jin e il suo chakra elementale era scesa su di lei una cappa di denso umor nero, e aveva iniziato a vedere la vita come un tunnel oscuro in cui tutti si rivelavano migliori di lei.
Che poi, a ragionarci a mente fredda, era una gran stronzata. Peccato che la sua mente non fosse affatto fredda, ma si aggirasse attorno al milione di gradi.
E così aveva iniziato a stare da sola, come un gatto randagio schivo e sospettoso, e a guardare di sottecchi tutti quelli che incontrava, chiedendosi chi fossero realmente. Lei stessa era arrivata a riconoscersi ossessivo-compulsiva, ma non aveva potuto farci niente.
Anche quella mattina si aggirava per il villaggio, le mani affondate in tasca e la testa incassata tra le spalle, e scrutava le persone che le capitava di incrociare con occhi torvi.
Ma nessuno risvegliava la sua attenzione: tutti sembravano comunissimi uomini e donne mezze addormentati, desiderosi di essere nel proprio letto, e la maggior parte di loro era al massimo affamata. Oltre al danno anche la beffa: già aveva i nervi a fior di pelle, in più quelli si permettevano di essere noiosi. L’apoteosi dello sbattimento.
Fu quando arrivò nei pressi della parete degli Hokage che fece il primo incontro interessante della mattinata; interessante inteso come contrario di noioso, beninteso, perché sin dall’avvistamento in lontananza non si preannunciò affatto piacevole.
Baka Akeru.
Haru fece una smorfia.
Eccolo lì, che la guardava in cagnesco, con quell’aria di sfida mista a un velo di paura. Aveva ancora la spalla fasciata, Stupido. Era proprio di cartapesta.
Chiharu camminò fino a un metro da lui, e a quel punto si fermò.
«Che vuoi?» fu la prima gentile frase che le venne rivolta, con acredine e un filo d’ansia.
Lei non rispose, e si limitò a fissarlo.
Anche Stupido poteva essere meglio di quel che sembrava? Anche lui poteva essere meglio di lei?, si chiese. No. No, decisamente no. Avanti, chiunque poteva essere meglio di lei, ma non Stupido!
«Umph» mormorò, con una piccola smorfia.
«Tu hai qualcosa che non va» le disse Akeru assottigliando gli occhi slavati. «Non sei normale»
«Ha parlato quello che lancia shuriken come aeroplanini di carta» lo rimbeccò lei, offesa.
«Che anche un bambino di tre anni avrebbe schivato!» aggiunse lui malevolo.
«Ma vai al diavolo!» borbottò Haru, aggrottando la fronte e guardando altrove.
Già, quella faccenda.
Gli shuriken di Stupido erano davvero tanto prevedibili? E lei era stata colpita per debolezza? O no? O cosa?
Dio, quell’ossessione iniziava a diventare preoccupante.
«Lanciali ancora» disse all’improvviso, colta da un raptus momentaneo.
«Cosa?» chiese Akeru spiazzato.
«Gli shuriken. Questa volta li evito»
«Tu sei completamente matta: siamo in mezzo a tutta la gente, ho una spalla slogata… che diavolo hai in quella testa?»
Chiharu si rabbuiò, e i suoi occhi si fecero truci.
«Schiatta» sibilò acida.
«Fatti ricoverare» ribatté lui.
Probabilmente sarebbe finita con una rissa. Ma, per somma fortuna di Akeru, qualcuno intervenne prima che iniziasse il corpo a corpo.
«Niente liti in mezzo alla strada» disse la voce neutra di Sai, alle spalle di Chiharu. Lei si irrigidì. «Siete peggio di due furetti, piccoli ma cocciuti»
Haru strinse i denti.
Olé, la fonte e cagione di metà dei suoi mali, colui che non solo era immensamente superiore a lei, ma che era anche l’irraggiungibile obiettivo della sua prima cotta, le si presentava davanti con la sua aria di strafottente superiorità nel bel mezzo di una crisi d’isterismo.
L’ideale per portare la calma.
«Sai» ringhiò la genin tra i denti, pericolosamente vicina a urlare.
«Naruto mi ha incaricato di portarti da lui» disse quello, senza dar segno di aver notato la sua aperta ostilità. «Pare che abbiate una nuova missione»
L’ira nel corpo di Chiharu scomparve come un miraggio, lasciando il posto alla perplessità.
«Cos… Una missione?» ripeté incredula. «Sicuro che ti abbia detto di cercare me
L’ultima volta che lei e Naruto avevano parlato, le era sembrato che lui la considerasse pericolosa per gli altri. Pensava che l’avrebbe tenuta lontano dal campo per un po’.
«Secondo te lasciano che il primo cretino diventi jonin?» replicò Sai con assoluta indifferenza. «Certo che ha detto te. Non mi sbaglio mai»
Sulla fronte di Haru si gonfiò una vena. Maledetto spocchioso!
«Dove?» domandò, cercando di non aggiungere un insulto per buona pace.
«Ufficio missioni. Ti accompagno. Ciao Akeru»
Stupido assottigliò gli occhi, guardingo, e rispose con un magro cenno. Dato che Haru si era già avviata senza nemmeno degnarlo di un’occhiata, non ci fu bisogno che salutasse – o almeno che cercasse di salutare – lei. Alla fine anche Sai gli diede le spalle e si allontanò, e a quel punto lui tirò un profondo sospiro di sollievo.
Quando aveva visto Chiharu lungo la strada con quell’espressione torva, aveva seriamente temuto per la sua vita, questa volta. Ma forse la sua buona stella non era ancora tramontata.

Haru e Sai camminavano a qualche passo di distanza, lei più avanti, lui più indietro. Un osservatore esterno avrebbe detto che era in corso un inseguimento, perché lei, la preda, sembrava affannata; e lui, il cacciatore, la puntava come un bersaglio, sogghignando in maniera inquietante, appena appena.
In effetti, forse non era un inseguimento, ma una fuga la era di sicuro. Perché in quel preciso momento l’ultima cosa che Haru avrebbe voluto era intavolare un discorso con Sai. E tenerlo a distanza sembrava il miglior modo per evitarlo.
Purtroppo per lei non aveva calcolato un particolare di discreta rilevanza: lui era molto più rapido di quel che immaginasse.
A un tratto se lo trovò accanto, il respiro calmo e il passo silenzioso, e incrociando per sbaglio i suoi occhi si vide rivolgere anche un mezzo sorrisino di accondiscendente superiorità.
Ringhiò in fondo alla gola.
«Ho sentito che sei stata tu a slogargli la spalla» commentò Sai con un sorriso standard – terribilmente irritante.
Lei rispose con un grugnito.
«Ho sentito anche che non vuoi più essere ninja» aggiunse lui.
Haru non rispose. Da quando Konoha era il covo delle pettegole del paese del Fuoco?
«Credo che tu abbia ragione» disse ancora luio.
Haru si bloccò in mezzo alla strada, girandosi di scatto a guardarlo, gli occhi fiammeggianti.
«Ma che ne sai tu!» sbottò, improvvisamente furente – il che andava contro ogni logica, dal momento che fino a un attimo prima era lei stessa a pensarla così.
«Finalmente un barlume di attenzione» sorrise Sai, grondando superiorità da ogni poro.
Per Chiharu fu troppo. Contro ogni logica e razionalità, agì senza pensare: tese una mano e lo afferrò per il bavero, avvicinando il viso al suo.
«Mi hai rotto le palle, okay?» sibilò a un centimetro da lui, senza rendersi conto di quanto fosse molto poco minacciosa e discretamente ridicola, senza pensare che era riuscita a bloccarlo soltanto perché lui glielo aveva permesso. «Questo tuo modo di fare mi dà ai nervi!»
«Non sei tu che ti dai ai nervi da sola?» replicò Sai senza scomporsi.
Ci fu un istante di immobilità assoluta da entrambe le parti.
Da sola? Che cavolo voleva dire?
Haru non capiva. Non capiva e non voleva nemmeno capire.
Solo che si era improvvisamente resa conto di essere a un centimetro dal viso di Sai, e più precisamente a un centimetro dalla sua bocca.
Era una tredicenne fuori dagli schemi, questo sì, ma per molti versi era una tredicenne comune. E a quell’età il mito del primo bacio ha un’attrazione irresistibile.
Sentì il sangue salire alle guance, arrossandole in maniera imbarazzante, ma non si mosse. Lui nemmeno.
Le persone passavano loro accanto senza vederli, limitandosi a gettare vaghe occhiate noncuranti. I loro passi, le loro voci, i colori tutt’attorno erano distanti. Per Haru c’era solo lui, lì, davanti a lei. Che non si spostava.
«Vuoi baciarmi?» le chiese a un tratto.
Dentro Haru scattò qualcosa. Lo mollò bruscamente, spingendolo indietro, e si voltò. Urtò un uomo, si sentì rimproverare, ma non se ne curò. Ondeggiò per un attimo, poi corse via, scomparendo tra i passanti.
Sai passò una mano sulle pieghe della maglia là dove Chiharu lo aveva stretto, guardandola sparire, confondersi tra gli altri.
Sbuffò appena.
“Come al solito, le persone sono un gran dilemma” rifletté accigliato. “Mi spiace Naruto, credo di averti reso il compito più difficile, anziché facilitartelo”

«Sai, ho bisogno di un favore»
«Di che tipo?»
«Chiharu. Devi mettermela di buonumore»
«Perché io?»
«Non prendiamoci per il culo, sai perché»
Un sorriso appena accennato, davanti alla fronte accigliata di Naruto.
«Cosa devo fare?»
«Vedi un po’ tu. Vai a prenderla, e accompagnala all’Ufficio missioni; per strada inventati qualcosa»
«E va bene...»


Naruto guardò nervosamente l’orologio appeso all’esterno dell’Ufficio per lo smistamento delle missioni. Chiharu sarebbe arrivata da un momento all’altro, e non poteva fare a meno di chiedersi se Sai era riuscito nel compito che gli aveva affidato.
Kotaro e Hitoshi, a qualche passo dal maestro, lo studiavano con aria guardinga.
«Non ti sembra teso?» chiese il primo in un bisbiglio.
«Decisamente» rispose il secondo, annuendo.
«Secondo te pensa che Haru non verrà?»
«Cosa vuoi che ne sappia? Per fortuna non penso come lui…»
«Ti ho sentito» rognò Naruto, senza neanche alzare lo sguardo.
Hitoshi arrossì e mise il broncio. Una sua ex compagna di Accademia, passandogli accanto con il suo gruppo, lo trovò semplicemente adorabile e rischiò lo svenimento.
«Stiamo aspettando Haru, giusto?» chiese Kotaro esitante.
Naruto rispose con un monosillabo a metà tra il grugnito e il mugolio.
I due genin si scambiarono un’occhiata d’intesa, confortati. Erano un paio di giorni che Haru li evitava come la peste. All’inizio avevano pensato che fosse perché voleva allenarsi senza intralci, ma poi avevano scoperto che la maggior parte del suo tempo la passava a poltrire, e allora avevano capito che aveva proprio deciso di evitarli.
Fino a qualche attimo prima avevano addirittura pensato che volesse smettere di essere ninja.
Ah, che assurdità.
«Eccola!» esclamò Kotaro all’improvviso, additando la strada. In fondo alla via, a passo spedito, Haru stava effettivamente arrivando.
Naruto tirò un sospiro di sollievo, ma fu di breve durata: non appena la genin fu abbastanza vicina da poterne vedere l’espressione, si rese conto che Sai doveva aver combinato un qualche immane casino, di quelli così grossi che non sai neanche da che parte iniziare per sistemarli.
Fece una smorfia, e si ripromise di incrinargli almeno una costola quando lo avesse rivisto. Sperava solo che Haru non avrebbe buttato al vento tutta la sua vita solo per un attimo di rabbia.
«Bene, ci siamo tutti» disse lanciando un’occhiata veloce all’ultima arrivata, e rabbuiandosi. «Entriamo»
Kotaro e Hitoshi fecero un cenno speranzoso verso Haru. Lei guardò altrove evitando palesemente il loro sguardo. I due si scambiarono un’occhiata nervosa. Okay, che avevano fatto?
Entrarono nell’Ufficio Missioni tutti e tre, dietro Naruto, e aspettarono che lui andasse a scambiare qualche parola con Konohamaru, lasciandoli soli. A quel punto Kotaro si fece avanti coraggiosamente.
«Ehm, Haru? Come va con il chakra elementale?» chiese sforzandosi di sorridere cordiale.
Lei, le braccia incrociate sul petto e la schiena contro la parete, non rispose. Rimase a fissare cupa davanti a sé, come se avesse voluto incenerire le assi del pavimento con gli occhi.
Kotaro rimase impalato dov’era, e gettò uno sguardo disperato su Hitoshi, chiedendogli silenziosamente di intervenire.
Lui, a disagio, si fece avanti fino a fermarsi accanto al compagno. Si schiarì la voce.
Okay, non era mai stato una cima nei rapporti interpersonali. Ma doveva esserci qualcosa che smuovesse Haru dal suo stato catatonico, no?
«Perché sei sparita ultimamente?» disse, e scoprì con orrore che la sua voce suonava addirittura aggressiva.
Si può dire che ebbe un effetto: Chiharu lo trapassò con lo sguardo, letteralmente. Senza rendersene conto Hitoshi arretrò di un passo, e Kotaro raggelò nel profondo. Scoccò un’occhiataccia all’Uchiha.
«Cretino!» gli sibilò rabbrividendo, quando Haru fu tornata ad ignorarli.
«Almeno a me ha risposto!» ribatté l’altro tra i denti.
«Che state combinando?» chiese Naruto tornando da loro, e li guardò stranito.
«Niente» risposero quelli all’unisono, evitando accuratamente di guardare Haru.
«Mmh» mugugnò Naruto poco convinto, scrutandoli attento. «Andiamo» si arrese alla fine, e con un sospiro si avviò all’uscita.
Kotaro e Hitoshi lo seguirono in fretta; Chiharu si staccò dal muro con indolenza e li raggiunse qualche attimo dopo.
«Che livello è?» chiese Hitoshi una volta che furono fuori.
Naruto corrugò la fronte. «Come va con il chakra elementale?» domandò a sua volta, ignorandolo.
«Meravigliosamente» ghignò Hitoshi sollevando il mento.
«Ehm…» fece Kotaro afflitto.
«Ah sì, Sai me ne ha parlato» mormorò Naruto gettando un’occhiata al piccolo Lee.
A quanto pareva, non aveva alcun talento per il controllo del chakra; doveva essere la sua eredità genetica, visto che Rock Lee non era mai riuscito a usare una tecnica e che Tenten aveva sempre privilegiato le armi.
«Non preoccuparti, tuo padre è uno dei migliori ninja del villaggio, e non ha mai usato il chakra» disse per confortare Kotaro, e lo vide sorridere timidamente.
Spostò lo sguardo su Chiharu. E per poco non fece un salto di lato.
“Ma che cavolo ho detto?” si chiese quando vide lo sguardo terribile con cui lei fissava il terreno davanti ai suoi piedi.
Ripercorse mentalmente ogni parola degli ultimi due minuti, e finì per cadere su ‘Sai’.
“Merda. Certo che me le tiro proprio addosso…” rifletté funereo.
«Allora? Che livello è?» insisté Hitoshi, accelerando il passo per raggiungerlo.
«A» rispose cupo.
«Cosa?» Kotaro strabuzzò gli occhi. «Quello è il livello per i jonin!»
«Credi che non lo sappia?» si stizzì Naruto.
«Ma-ma noi non siamo così bravi…» protestò Kotaro, pallido.
«Questo lascialo decidere a me, okay?»
Kotaro abbassò lo sguardo, mortificato, mentre Hitoshi accanto a lui faticava a contenere l’esaltazione. Qualche passo più indietro, anche Chiharu era stata momentaneamente riportata indietro dal suo limbo di rancore, e ora fissava Naruto accigliata.
Perché richiamarla nel gruppo per una missione tanto difficile? Cosa voleva? Forse solo il numero. Una missione di livello A in due era improponibile per il suo gruppo di principianti
Naruto incrociò il suo sguardo, e lei si affrettò a distoglierlo.
Strinse i pugni.
Maledetto Sai…

«Vuoi baciarmi?»
Certo che lo voleva. Lo voleva da un sacco di tempo, ovviamente. E sapeva che lui lo sapeva.
Ma sentirselo dire, con quell’indifferenza, con quegli occhi freddi, con quella noncuranza, era stato peggio di quanto potesse aspettarsi.
Aveva creduto che lui non la considerasse una bambina.
Che stupido errore.
E allora era scappata. Sì, era fuggita gettando alle ortiche il suo orgoglio, e ora si disprezzava, per la propria stupida mente infantile, e disprezzava lui, per la sua stupida mente troppo adulta e troppo lontana dai sentimenti.
Aveva pianto, prima di raggiungere gli altri, e non ricordava nemmeno più l’ultima volta che lo aveva fatto. Aveva pensato di lasciar perdere tutto e andare a nascondersi in un angolo, per uscirne solo quando uno dei due fosse morto, non prima.
Ma poi si era trovata sulla strada per l’Ufficio per lo smistamento delle missioni. Dopotutto, alla fine era più facile andare avanti così.
Si era asciugata le lacrime, ed era entrata nel confortante cerchio del gruppo sette, dove poteva ancora essere protetta e fingere che andasse tutto bene.
O almeno provarci.

«…E voi avete il compito di catturarla» concluse Naruto.
Si erano fermati alle porte del villaggio, e lui aveva parlato con un’insolita serietà, le mani sui fianchi e gli occhi che passavano da un allievo all’altro.
«Avete capito?» disse dopo un attimo, assottigliando lo sguardo.
Haru rimase a fissare il bosco davanti a sé, senza un cenno del capo. Kotaro e Hitoshi annuirono. Anche l’Uchiha ora era vagamente pallido.
“Una spia della Roccia nel villaggio” pensò con un brivido. “E noi dobbiamo prenderla? Forse Kotaro ha ragione, questo è un po’ troppo”
«Pensate di farcela?» chiese Naruto bruscamente.
I due deglutirono, annuendo con una certa esitazione, più per spirito di obbedienza che per volontà. Il jonin spostò lo sguardo su Chiharu, e lei si degnò di fare un cenno impercettibile. Non che le fregasse molto della missione, in quel momento.
«Allora muoviamoci. Le ultime notizie dicono che la spia si trova dalle parti della parete dei Nibbi» Naruto chiuse il discorso, voltando le spalle ai suoi allievi.
Chiharu non gli piaceva, in quel momento, son gli piaceva per niente. Sperava solo che ignorandola si sarebbe calmata.
Hitoshi spalancò appena gli occhi. La parete dei nibbi? O cavolo, la odiava. Era così dannatamente alta!
Deglutì a vuoto, e con meno entusiasmo si avviò dietro agli altri.

Il gruppetto che raggiunse la cima della parete dei nibbi era decisamente cupo. Chi per un motivo, chi per l’altro, tutti avevano qualcosa di cui preoccuparsi profondamente.
Naruto distribuì gli ordini, e affidò a ciascuno dei suoi allievi un’area da controllare. Spese dieci minuti più del solito in raccomandazioni, fissando soprattutto Chiharu, e alla fine li lasciò andare, prendendo il suo posto al centro del virtuale triangolo che formavano le zone degli altri.
Per almeno mezzora non successe nulla, tanto che iniziarono a pensare che la spia si fosse spostata. Poi Naruto captò un rumore quasi inaudibile al confine tra la sua zona e quella di Kotaro.
Si spostò silenzioso, i sensi all’erta.
Questa non era la solita missione. Questa poteva diventare un massacro, per davvero.
La spia della Roccia che avevano individuato si era infiltrata nel villaggio da almeno due mesi. Se per tutto quel tempo era riuscita a restare invisibile e passare informazioni al nemico, doveva essere in gamba. Ma alla fine si era fatta scoprire, ed era scattato l’inseguimento.
Naruto aveva chiesto a Konohamaru di tenere lontana la squadra Anbu per un po’, perché voleva sfruttare l’occasione e mettere alla prova i ragazzi su qualcosa che fosse sicuro di gestire. E un solo shinobi non era un problema per lui.
Ma doveva arrivare in tempo.
E controllare ogni cosa.
Tanto per dirne una, la spia aveva preso la direzione sbagliata. Tendendo le orecchie il più possibile, seguendo i suoi movimenti quasi perfetti, cercò di guidarla altrove.
Lentamente, la sua preda si allontanò dalla zona di Kotaro e si immerse nella sua. Ora arrivava il difficile. La parte più rischiosa.
Naruto calò sulla spia dall’alto, bloccandola a terra. Lo shinobi, un ragazzino a una prima occhiata, cadde sulla pancia, ma con un movimento di reni riuscì a liberarsi del peso di Naruto e a rotolare di lato. Si rialzò, svelto e agile, e si buttò nella boscaglia.
Naruto si lanciò al suo inseguimento, avendo cura di indirizzarlo dove voleva, e, quando la spia fu entrata nella zona tra il territorio di Chiharu e quello di Kotaro, fece in modo di perderla.
Il test aveva inizio.

Chiharu era seduta su un ramo, immobile.
Cercare la spia? E perché? C’erano tre possibilità su quattro che non entrasse neppure nel suo territorio, e in ogni caso lei muovendosi avrebbe fatto abbastanza rumore da mettere in allerta chiunque. Molto meglio starsene ferma e aspettare la fine di quella messinscena.
Perché di una messinscena si trattava: era ovvio che non ce l’avrebbero fatta. Anche Naruto doveva saperlo, e probabilmente alla fine sarebbe intervenuto a salvare la situazione. Solo, lei non capiva il perché di tutto quello. Qual era la prova questa volta?
Fu un fruscio a distrarla.
Istintivamente abbassò lo sguardo, e con sua enorme sorpresa e disappunto vide un ninja senza coprifronte sotto il suo albero.
Alla faccia delle tre possibilità su quattro.
Per un attimo valutò l’ipotesi di trattenere il respiro e aspettare che quello se ne andasse. Ma una vocina dentro di lei le suggeriva che non sarebbe stata la mossa giusta, che probabilmente Naruto era da quelle parti e la controllava. E allora con una smorfia si rese conto che sarebbe dovuta intervenire.
Seccante. Seccante, noioso, inopportuno.
Sapeva perché amava il mestiere di ninja: perché le permetteva di mettersi in luce e di far vedere quanto valeva, le permetteva di essere una spanna sopra gli altri. Finché era riuscita a farlo senza sforzo, era stata la realizzazione del suo sogno. Ma ora che significava faticare ed essere sempre una spanna sotto, ora che non era più la geniale allieva dell’Accademia ma una stupida e debole genin, ora odiava quello stupido mestiere. Lo odiava con tutta sé stessa! E che Sai fosse un ninja non aiutava di certo.
Sfilò uno shuriken dalla cintura e lo scagliò nella boscaglia, lontano.
La spia sotto l’albero si voltò di scatto, i muscoli tesi, e lei colse l’occasione per lasciarsi cadere su di lui, silenziosa come un gatto.
Precipitò esattamente sulla sua schiena, mandandolo a terra per la seconda volta in dieci minuti. Il ninja cercò di disarcionarla così come aveva fatto con Naruto, ma lei, più leggera, lo assecondò e lo bloccò dopo un giro, questa volta schiena a terra. Si fissarono per un istante brevissimo, gli occhi neri di lei in quelli grigio-verdi, indefinibili, di lui. Poi quello scattò di nuovo, e con un colpo di reni si liberò del suo peso.
Chiharu cadde all’indietro e si rialzò con una capriola agile. Il giovane ninja dai capelli neri le lanciò un’occhiata incerta: scappare o eliminarla?
«Sei solo una ragazzina» le disse con un ghigno, cercando di spaventarla.
«Non mi sembri molto più vecchio di me» ribatté lei irritata, e lanciò un kunai al suo indirizzo.
La spia lo schivò facilmente, ma così facendo incappò in un altro filo, teso tra due alberi nel momento in cui a Haru era stata assegnata quella zona. Immobile ad aspettare sì, stupida no.
La trappola scattò, e una pioggia di chiodi a cinque punte cadde tutt’attorno al suo avversario.
Chiharu fece scivolare due dita tra le labbra e lanciò un fischio acuto. Se gli altri non avevano ancora sentito i rumori della lotta, ora sarebbero arrivati di sicuro.
«Sei in trappola» disse, per un attimo trionfante.
Fu solo un istante brevissimo, ma bastò perché si sentisse decisamente meno ostile al mestiere di ninja. Aveva vinto. Era stata brava. Di nuovo.
Lo shinobi davanti a lei le sorrise, di un sorriso per la verità abbastanza affascinante.
«Come sei ingenua» disse, e con un unico agile salto si aggrappò a un ramo a portata di distanza.
«Come sei ingenuo tu» replicò lei, sorridendo a sua volta, e il ramo si ruppe sotto le dita del ninja, attivando la seconda trappola.
Una rete calò dall’alto, pronta a chiudersi sulla spia, ma i suoi riflessi furono più rapidi: scagliò una manciata di shuriken, mandandoli a impigliarsi tra le maglie, e quelli trascinarono la trappola con loro, lontano dalla sua preda. Haru fece una smorfia di disappunto, sfilando a sua volta gli shuriken dalla cintura, e ne scagliò un paio verso il ninja, ancora a mezz’aria. Quello li parò con un kunai, rapido, e ricadde nel punto da cui era saltato, evitando abilmente i chiodi a terra.
Mentre Haru imprecava mentalmente e iniziava a rendersi conto della difficoltà di un livello A, una fiammata illuminò il bosco, costringendo la spia a buttarsi a terra nonostante i chiodi.
«Haru!» esclamò Hitoshi sbucando dal fogliame, a corto di fiato. «Tutto bene?!»
«Alla buonora» sbuffò lei, passandosi una manica sulla fronte umida di sudore. «L’ho preso»
L’Uchiha abbassò lo sguardo, incredulo, e vide il ninja a terra che dolorante sfilava un chiodo dalla mano, lanciandogli un’occhiata carica di rancore.
«Incredibile» si trovò a mormorare, sinceramente stupito. Sentì l’invidia gorgogliare dello stomaco.
«Cos’ è successo?» gridò anche la voce di Kotaro, e il genin saltò giù da un ramo tutto affannato. «Haru, stai bene?!»
«Non certo grazie a voi» sbuffò Chiharu. «Dov’è Naruto?»
«Non so, non l’ho visto… ma l’hai preso!»
«Che acume» sibilò Hitoshi irritato con entrambi.
«Tu dove credi di andare?» chiese Chiharu al ninja intrappolato, che si era rialzato in piedi.
Quello ghignò.
«Forse non potrò muovermi, con voi lì a guardarmi» mormorò. «Ma non ci vuole nulla a liberarsi di tre ragazzini»
Kotaro e Hitoshi ebbero appena il tempo di spalancare le palpebre, che tre kunai partirono dalle mani della spia. Haru fu più svelta ad abbassarsi, e schivò quello indirizzato a lei. Gli altri due commisero l’errore di parare con le braccia: la lama si conficcò nella carne per diversi centimetri, e un istante dopo la bomba carta arrotolata attorno al manico esplose, facendoli ricadere all’indietro.
Haru strinse i denti, si rialzò, e prese la rincorsa. Con un balzo superò la barriera di chiodi che lei stessa aveva gettato, e ricadde addosso alla spia. I loro kunai si incrociarono a mezz’aria, stridendo nel silenzio innaturale della foresta.
«Te la sei presa tanto per i tuoi amici?» ghignò il ninja.
«Non scherziamo» replicò lei, truce. «Io me la sono presa per te»
«Strano, sapevo che i ninja del paese del Fuoco sono maniacalmente attaccati gli uni agli altri» insinuò lui, aumentando la stretta.
«Hai sbagliato prototipo» rispose lei spingendo più a fondo.
Naruto, sul suo ramo a breve distanza, chiuse gli occhi, un’espressione quasi di sofferenza dipinta sul viso.
Poi saltò giù.
«Basta così» disse in tono che non ammetteva repliche, andando a mettersi tra Haru e il luogo in cui Kotaro e Hitoshi cercavano di sistemarsi le ammaccature.
Chiharu non si mosse, mantenendo la sua posizione. «Se mollo mi ferisce» si giustificò, senza guardare Naruto.
Il jonin, senza una parola, sollevò una mano. Il chakra prese a vorticare sul suo palmo, senza aggregarsi, e lingue di vento gli scompigliarono i capelli. Tese il braccio verso Chiharu e la spia, e fu come se un piccolo tornado spazzasse il terreno e, con lui, i chiodi.
Allora raggiunse il ninja, ancora immobile, e gli abbassò il braccio a forza.
Anche Haru mollò la presa, i muscoli della spalla leggermente doloranti, e incrociò lo sguardo grigio-verde della spia, neanche tanto turbato.
«Chiharu» la chiamò Naruto, e lei corrugò la fronte nel sentirlo tanto serio. «Da questo momento e fino a data da destinarsi sei sospesa dal gruppo sette»
Silenzio.
Haru, immobile, fissò Naruto senza nemmeno sbattere le palpebre, con espressione neutra. Onestamente, lo shock era tale da impedirle di imbastire qualunque smorfia.
«Cosa?!» esclamò Kotaro a distanza, mentre cercava di fermare l’emorragia sul braccio, nel punto in cui il kunai si era conficcato. «Perché?! Ha completato la missione!»
«Chiharu» disse Naruto, senza guardare Kotaro. «Ti sei girata una volta, una sola volta, a guardare in che condizioni erano i tuoi compagni?»
«Non è la nostra balia!» protestò Hitoshi alzandosi in piedi, incurante del sangue che colava lungo l’avambraccio e la mano. «Ha fatto quello che doveva! Un ninja deve pensare prima alla missione, non può stare dietro ai suoi compagni incompetenti! Un ninja deve seguire le regole!»
Naruto abbassò le palpebre. «Un ninja che non segue le regole è considerato feccia, ma un ninja che non tiene da conto i propri compagni è feccia della peggior specie» disse cupo. «Questo è uno degli insegnamenti del quarto Hokage»
«Haru sapeva che stavamo bene! Non c’era motivo perché si girasse!» insisté Kotaro.
«E’ stupido buttarla fuori dal gruppo solo per questo!» aggiunse Hitoshi con veemenza.
Naruto guardò Chiharu.
Lei non abbassò lo sguardo, né mutò espressione. Lo shock si stava riassorbendo velocemente, e, per assurdo, veniva sostituito da una calma innaturale e fin troppo fredda.
Ero indecisa, vero?
«Da questo momento non sono più un ninja» mormorò.
Ero indecisa…
«No!» urlarono Kotaro e Hitoshi all’unisono. «Naruto, ripensaci!»
La spia socchiuse le palpebre, studiando Haru. C’era qualcosa di strano in quella ragazzina, qualcosa che forse non gli dispiaceva poi tanto.
«Non ho detto che devi smettere di essere ninja» la corresse Naruto, piano. «Solo per un certo periodo non farai più parte del…»
...Ora non più.
«No» lo interruppe lei, abbassando di poco il capo ma senza smettere di fissarlo. «Da questo momento non sono più un ninja.
E non lo sarò mai più»









Nel prossimo capitolo...

Prima di tutto doveva andare da Kakashi.
Se voleva ratificare seduta stante le sue dimissioni, doveva rivolgersi all’Hokage, prima che Naruto lo incontrasse e gli rigirasse la frittata. Doveva mettere in chiaro le cose, far capire che il suo non era un capriccio, e che non aveva più la benché minima intenzione di continuare ad essere ninja.
Questo si poteva fare.
Poi, doveva annunciarlo alla sua famiglia.
E questo era già più difficile.







* * *

Spazio autore

Ehm, ehm. Diciamo che non mi esprimo.
Ho riletto questo capitolo prima di postare quello scorso, e poi non l'ho più riguardato,
non so se mi soddisfa, non so se avevo iniziato a impazzire a questo punto,
comunque le cose stanno così e così ve le prendete.
Ricordate che ero più giovane e più bimbaminkia!

Scusate per le risposte stringatissime, ma sono in ritardissimo con l'autobus!
E devo andare a lezione, sigh.

E... tanti auguri a me!
Oggi, 23 aprile 2008, compio 20 anni!
Ringrazio di cuore tutte le persone che mi hanno fatto gli auguri nel commento!
=^^=


sammy1987: la metà di voi lettori vuole sapere qual è il segreto di Sakura e cosa succederà alla cena, ma mi sa che la seconda domanda resterà senza risposta, perché la cena salterà di nuovo! XD Povera Sakura, non fa che programmarle, e poi vanno a catafascio! Sulle tue opinioni riguardo a Sasuke non mi esprimo, che è meglio! XD Kotaro, eh, riuscirà mai a superare Hitoshi? O sarà sempre il personaggio sconfitto? Chi lo sa? <3 Sai e Chiharu sono una "coppia" pressoché incomprensibile anche per me. Però mi piace la loro ambiguità, non ci posso fare niente. Ovvio, finché lei ha 13 anni accantonate i progetti di pedofilia, grazie. Uh, la faccenda della segretaria di Gaara... chissà se la spiegherò entro breve?
arwen5786: odi la segretaria di Gaara, dunque? Uhuhuh... bene. Molto bene. Io sogghigno, ma si sa: sogghigno sempre. Eh, sapevo che ti sarebbe piaciuto vedere così tanto Sasuke! XD Tu, folle maniaca che non sei altro! Aha, siamo un po' in ansia per il futuro di Chiharu, eh cami? Hitoshi o Kotaro? O cosa? <3 Ricorda: mai, mai, mai dare nulla per scontato... Dopo il ribaltamento di Sinners, puoi anche aspettarti dei morti. Un'altra alle prese con la cena inesistente! XD Rinuncia all'idea di vedere Hinata e Sakura a confronto, almeno per ora! Un bacio! E grazie per gli auguri! <3
killkenny: oh, sei stato male? é_è mi spiace! Ma tanto non hai "perso" nulla di nuovo, tranquillo! XD
Hipatya: dai, Sasuke non lo maltratto proprio tantissimo! XD Comunque ha una sua dignità e una sua reputazione, su! Sono contenta che ti piaccia Hitoshi, ma attenta: le sue fan sono inspiegabilmente (attratte da lui) ehm, dicevo, inspiegabilmente aggressive nei confronti delle altre. Quindi almeno prepara uno scudo, che non si sa mai! Però hai azzeccato un lato di Chiharu che non tutti colgono: per lei Hitoshi e Kotaro sono ragazzini. Se deve considerare "seriamente" qualcuno, verte su personaggi come Sai! Ormai questa fic è un giallo! XD Fai bene a non perderti particolari, perché tra poco scuoterò le acque e tu ti scorderai delle faccende in sospeso... finché non svelerò all'improvviso ogni segreto! <3 E' divertente! Prima o poi mi farò un giretto nel tuo account e mi porterò in pari con tutto!
muccina89: ohoh, ambisci alla 500esima recensione, eh? Buona fortuna allora! E noto una leggerissima  tendenza ad idolatrare gli Uchiha, sbaglio? XD Comunque, che tu sia ShikaIno fan non mi disturba, visto che ultimamente sono mosca grigia! Quindi va tutto bene! (normalmente, da una mosca nera avresti sentito improperi o lacrime e suppliche)
fedecr90: uhm... tu sei un narusaku fan, sì? XD E' per questo che gongoli quando vedi la sasusaku traballare? (che poi non è che traballi proprio... XD)
bambi88: ehi, se vuoi parlare dei Nara sei liberissima di farlo! XD Non mi spiace affatto, anzi! Dai, i bacioni me li merito! ;_; Almeno al mio compleanno, su!
maninja87: uhm, in sintesi: il sigillo di Sasuke tornerà nella storia. Grazie per i complimenti sui mocciosi, sono sempre molto dubbiosa su quello che devono dire e su come devono comportarsi, per fortuna sembra che le cose vadano bene! XD Per Gaara dovrai aspettare ancora, ma non temere! Ogni nodo verrà al pettine! Forse.
slice: prima di farmi regalare quello che voglio, vorrei sapere cos'è che voglio! XD
lale16: oh, ma nessuno sta minacciando Gaara. Si limitano a ricattarlo gentilmente, com'è giusto che sia! XD
rina: è incredibile, riesci ad essere più entusiasta tu di tanti altri che leggono per la prima volta! XD Sei una gran consolazione!
crilli: il problema dell'età di Jin è una piaga comune! U_U Già altri mi han detto "ma non potevi farlo un po' più grandicello?", e io ho dovuto rispondere con un laconico "NO"! XD Quindi mettiti il cuore in pace e lascialo stare così com'è! XD Uh, grazie per gli auguri, faccio finta che tu ti sia decisa e me li abbia fatti in anticipo! XD
Maobh: wow, quanti complimenti! XD E grazie mille per gli auguri e per l'indirizzo! >_< Ci sentiamo via mail non appena torno da questa stupida lezione di storia!
gracy110: Taira è stato paragonato anche a Chad di Bleach, e la cosa incredibile è che quando l'ho creato non leggevo né Bleach né fma! XD E cosa pensa Haru dei compagni di squadra? Che sono esseri indegni di considerazione, ovvio.
Gaachan: come hai visto per ora Jin non sta andando ad ammazzare nessuno, ma potrebbe doverlo fare in futuro e quindi fossi in te non abbasserei la guardia per quanto lo riguarda! XD
yayachan: i regali li vedrò stasera dopo la lezione e dopo la cena per le coinquiline! @_@ Ma perché ogni volta che compio gli anni sgobbo il triplo del solito?!
Ino_chan: uhm, di Bleach me ne hanno parlato la prima volta quasi due anni fa! Anzi, più di due anni fa! XD E sono orgogliosa di averlo seguito sin dal primo numero!
kage_naru89: anche io vado di fretta, quindi ti ringrazio tantissimo! >_< Un bacione!
lilithkyubi: alt! Sai non si è preso una cotta per Chiharu! XD Lo capirai nel prossimo capitolo, o in quelli un po' dopo, comunque resta un personaggio ragionevolmente ambiguo! U_U sasuke e Sakura in fondo erano carini, dai! XD Litigavano ma è il loro modo di dimostrare affetto! U_U Ohh, mi è piaciuto molto l'accenno al manga, ai ragazzi che sono sempre loro, quelli che conosciamo! *_* Per quanto riguarda Loria, invece, non mi esprimo. U_U Uhuhuh...
Reina: sì, uhm, avevo pensato di far comparire qualche ragazzina irritante, ma per il momento non mi si incastra nelle vicende! Più avanti scoprirai che in realtà ho già i miei assi nella manica, nel frattempo preditela comoda! XD
SuperEllen: oh no, PER ORA non succede niente di male a Jin! Devi aspettare qualche capitolo, credo! XD Ti è piaciuto Hiashi?! XD Penso proprio che tu sia l'unica! E stai tranquilla che Hitoshi ha i suoi bei talloni di achille, non è mica perfettino come si vede! U_U


Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** La scelta di Chiharu ***


Naruto2-18

La scelta di Chiharu



- Diciotto -







Esistono mille modi per ferire una persona.
Si può lasciarla, oppure starle accanto fino all’esasperazione.
Si può toglierle il saluto, oppure insultarla.
Si può dirle ciò che si pensa di lei, o esserle indifferenti.
E poi, si può darle ciò che vuole.
E farle scoprire che è ciò che non vuole.
Esistono mille modi per ferire una persona.
Ma forse quella che fa più male è la ferita che non puoi evitare, quella che scopri soltanto dopo che viene inferta.
E Chiharu voleva fare del male. Lo voleva come non aveva mai voluto altro nella sua vita.
Non le interessava essere o non essere ninja, non le interessava essere o non essere nel gruppo sette, non le interessava nemmeno sapere cosa ne pensassero Kotaro e Hitoshi.
A lei interessava ferire Naruto.
E con lui tutte le persone che non la giudicavano adatta ad essere una kunoichi e che avevano sempre qualcosa da criticare.
Visto? Vi ho accontentati. E ora vediamo come ve la cavate senza di me…
Non era una stupida, Chiharu.
Sapeva che nessuno sarebbe morto solo perché lei non era più ninja. Sapeva di non essere straordinaria in rapporto agli altri ninja del villaggio. Ma sapeva anche di avere un cervello maledettamente buono. Sapeva che con il tempo, anche se non sarebbe diventata la ninja più forte del villaggio, comunque sarebbe stata un valido contributo.
E con una guerra alle porte, ogni contributo era indispensabile.
E ora vediamo come ve la cavate senza di me…


«Sei impazzita?!» scattò Kotaro, afferrandola per una spalla e facendola voltare bruscamente. «Non puoi smettere di essere ninja!»
Lei allontanò la sua mano e gli lanciò uno sguardo aspro. «Perché no?» chiese. «Da quando si ha diritto di esistere solo come ninja?»
«Tu sei nata per essere ninja!» ribatté lui, allibito.
Haru scoppiò in una risata amara.
«Nessuno nasce per essere qualcosa» sibilò. «Ciascuno nasce e poi diventa qualcosa. Non fare il bambino»
«Sei tu che stai facendo la bambina!» sbottò Hitoshi affiancandosi a Kotaro. «Il tuo è soltanto uno stupido capriccio!»
Chiharu gli scoccò un’occhiata irritata.
«Ti sei sentita offesa perché Naruto ti ha buttato fuori, e allora te ne esci con quest’assurdità!» continuò l’Uchiha, furioso, con un unico pensiero in testa: Haru non poteva smettere di essere nel loro gruppo! Non poteva smettere di essere ninja! Era inconcepibile.
Ma per quanto le sue intenzioni fossero le più nobili, lui con le persone non sapeva proprio trattare.
«Chiamalo capriccio, chiamalo decisione...» mormorò Haru, mentre i suoi occhi si assottigliavano lentamente. «Ma non cambierà! Proprio tu vieni a farmi la predica? Tu che vuoi essere il primo da sempre? Se io sparissi ne saresti soltanto felice, tu e la tua stupida boria, tu e il tuo inutile cognome, e soprattutto tu e la tua maledetta ipocrisia!»
Hitoshi arrossì, punto sul vivo.
Ma come? Lui si preoccupava per lei, e lei lo insultava?
Fece per ribattere qualcosa, ma fu preceduto da un’altra voce.
«Chiharu» chiamò Naruto, sforzandosi di mantenere un tono moderato.
Lei non si girò. Si limitò ad abbassare lo sguardo, in ascolto.
«Ripensaci»
Se Haru si fosse voltata, lo avrebbe visto con un’espressione inedita per molti: amarezza.
Non era stata sua intenzione spingerla in quella direzione, voleva solo evitare che costituisse un pericolo per sé e per gli altri. Chiharu era un ottimo ninja, con il tempo sarebbe diventata una delle colonne portanti del villaggio; non poteva mollare tutto e compromettere una vita intera. Non per uno stupido errore del suo maestro.
«Stai dicendo che hai commesso un errore di valutazione?» chiese lei, ricalcando involontariamente i suoi pensieri. «Che mi rivuoi nel gruppo, che non potete fare a meno di me?» sotto l’asprezza, il sarcasmo era tagliente quanto la lama di un kunai.
Naruto non rispose.
«Ma certo che no» rise lei, di una risata amara e spezzata. Gli rivolse a malapena un’occhiata da sopra la spalla, rancorosa. «Tu mi hai appena buttata fuori» sibilò. «Significa che non mi ritieni un buon ninja. Le cose non cambieranno con il tempo. Com’è che mi hai definita? Feccia. Bene. Se sono feccia, perché dovrei continuare ad essere ninja? Danneggerei l’intero villaggio, no?»
«Non ho mai detto che tu sia feccia…» tentò di ribattere Naruto.
«Allora non ti ascolti quando parli!» abbaiò Haru, voltandosi a fronteggiarlo. «Non puoi dirmi ‘ti sbatto fuori dal gruppo ma sei un buon ninja’! Non esiste! Tu mi hai portato a questo, tu, il tuo amico Kazekage e anche il sesto Hokage! Nessuno di voi pensa che io sia un buon ninja, perché dovrei accontentarmi di essere un ninja mediocre?!»
«Nessuno ha mai detto che non sei un buon ninja!» protestò Naruto alzando la voce.
«E nessuno ha mai detto che sei la barzelletta del villaggio» ringhiò Chiharu. «Nessuno te lo ha mai detto in faccia. Ma tutti lo pensano, tutti lo dicono e tutti lo sanno
«Adesso stai diventando ridicola!»
Negli occhi di Haru passò un lampo d’ira.
La spia della Roccia lo vide, e un sorriso gli sfiorò le labbra, arricciando appena gli angoli della sua bocca.
«Stai zitto!»
Un grido di ragazzina.
Qualcosa che si sente nei parchi, di pomeriggio.
E poi un rombo.
La terra tremò, si spaccò sotto i piedi di Chiharu. La polvere si sollevò in aria, densa, e Naruto perse l’equilibrio e la presa sul braccio del suo prigioniero. Kotaro urlò, cadendo in una spaccatura profonda mezzo metro. Hitoshi, accanto a lui, ondeggiò pericolosamente sull’orlo della buca, ma riuscì miracolosamente a mantenersi in piedi. Tutt’attorno il legno delle piante crepitava, le radici gemevano piegandosi e spaccandosi, e le foglie piovevano mescolandosi alla polvere, come piume nella nebbia.
«Chiharu, basta!» gridò Naruto cercando di rialzarsi.
Così com’era iniziato, tutto finì all’improvviso.
La terra smise di tremare, il legno smise di gemere, le fronde si scossero un istante più a lungo e le ultime foglie si posarono lente a terra. La polvere rimase sospesa nell’aria per un attimo, come indecisa, e poi iniziò a scendere in volute scure e pesanti.
Haru si trovò in piedi sull’unica zona integra di terreno. Ansante, con i capelli scompigliati e lunghe ciocche corvine sparse sul volto, non staccò gli occhi da quelli di Naruto neanche per un secondo.
«Sono forte» disse tra i denti. «E ora vediamo come ve la cavate senza di me… Io mollo tutto»
«Haru, no!» gridò Kotaro un’ultima volta, issandosi fuori dalla cavità in cui era caduto.
Ma lei già si stava allontanando verso il villaggio, a passo pesante. Lui cercò di inseguirla, e una mano si posò sulla sua spalla, trattenendolo.
«Non puoi fermarla» disse la voce di Naruto, cupa.
Con sguardo turbato fissò la schiena di Chiharu che rimpiccioliva in lontananza, e un vecchio dolore tornò a rodere leggero dentro di lui.
«Ma devo provarci!» insisté Kotaro. «Devo provarci!»
Naruto allentò appena la stretta.
Anni e anni prima, ricordava due scene simili.
Il fratello a lungo cercato che lo abbandonava e tradiva tutto ciò in cui entrambi credevano, e la ragazza che amava che lo lasciava, dopo aver tradito non un ideale, ma lui stesso in prima persona.
Come allora, di nuovo si allontanava chi lui aveva più a cuore.
Rafforzò la stretta.
«Lasciala sbollire. Lascia passare qualche giorno, poi torna a parlarle» consigliò, ricacciando indietro i pensieri più cupi. «Se lo facessi ora, peggioreresti solo le cose»
Perché adesso, in fondo, la situazione era diversa.
Haru non si stava allontanando dal villaggio, da tutto ciò che esso rappresentava e dalla sua vita, né stava troncando per sempre un certo tipo di rapporto. Non aveva tradito Konoha, non l’aveva abbandonata per unirsi a un altro paese. Non era un addio.
Chiharu si era limitata a farsi da parte, rinchiudendosi nel suo angolo di frustrazione solitaria, probabilmente in attesa di qualcuno che la implorasse di riunirsi al suo gruppo.
E Naruto voleva credere che avrebbe capito da sola. Che sarebbe tornata prima e più semplicemente di quanto aveva fatto Sasuke, che non sarebbe stata come Sakura, che tutto si sarebbe sistemato in qualche modo.
Ne era davvero convinto.
Una blanda illusione… destinata a svanire nella consapevolezza che lei non era mai stata ‘una di loro’.
Ma lo avrebbe scoperto soltanto anni dopo, in un’alba grigia e rosa, l’alba di un giorno radioso e immensamente triste.
Kotaro chinò la testa, mentre gli occhi grandi e rotondi si offuscavano di lacrime. Si passò un braccio sul viso, stringendo i denti.
Non doveva andare così!
Hitoshi, più in là, rimase a fissare la schiena di Haru finché non fu scomparsa tra gli alberi.
E scoprì che si sentiva vuoto.
Ora capiva cosa voleva dire essere traditi. Perché lei, e questa era la sua verità, li aveva traditi tutti.
Hitoshi aveva dodici anni, e una vita di una semplicità disarmante alle spalle. Nessuno si era mai allontanato, nessuno aveva mai litigato seriamente con lui. Era la prima volta che sentiva aleggiare la possibilità che ciò che accadeva fosse definitivo, e la cosa lo spaventava.
Senza contare che Haru era quella più intelligente tra loro, quella su cui erano certi di poter fare affidamento nelle situazioni di emergenza. Lasciandoli, era come se avesse espresso chiaramente il desiderio che finissero male.
E ora vediamo come ve la cavate senza di me”, aveva detto.
E Hitoshi non lo avrebbe dimenticato.
Strinse i pugni.
“Lo vedrai” pensò, mordendosi il labbro inferiore. “Lo vedrai… e quando sarò abbastanza forte, ti riporterò indietro, che tu lo voglia o no”
Si girò, guardò Naruto, guardò Kotaro che piangeva in silenzio. Guardò ancora Naruto. Abbassò le palpebre.
«La spia è scappata» realizzò, mentre la rabbia e il senso di sconfitta si contendevano l’ultimo brandello lasciato libero dalla delusione.
«Lo so» mormorò Naruto, con un’occhiata distratta al punto in cui per l’ultima volta aveva stretto il braccio del ninja della Roccia. La spia era scappata quando Chiharu aveva perso il controllo, scivolando dalla sua stretta. Indirettamente, qualcuno avrebbe potuto accusarla di qualcosa.
«Adesso torniamo al villaggio» disse a bassa voce. «E se vi chiedono cosa è successo, limitatevi a dire che la missione è fallita. Se vogliono sapere di Chiharu, rispondete di rivolgersi a lei»
Hitoshi e Kotaro annuirono, l’ultimo tirando su con il naso.
«Forza, andiamo» disse Naruto, e posò una mano sulla schiena del piccolo Lee.
Soltanto mentre si allontanavano, si levò il primo cinguettio nel tratto di foresta che fino ad allora era rimasto immerso in un attonito silenzio.

Tra le fronde più alte, la spia guardò in basso.
Eccola lì, giovane e ambiziosa. La kunoichi che aveva causato tutto quel trambusto tornava al villaggio a passo spedito, guardando dritto avanti a sé.
Non piangeva. Non digrignava i denti. Impassibile, fredda. Quasi come una regina, pensò.
Gli piaceva. Lo eccitava.
La spia sorrise, mentre lei scompariva nell’oscurità più avanti.
Era riuscito a scappare grazie al suo aiuto, anche se involontario. Avrebbe dovuto ricambiare in qualche modo, no?
Abbassò le palpebre sugli occhi grigio-verdi, e rifletté per meno di un istante.
“Cresci bene” pensò a quel punto, con un brillio nello sguardo. “E tra qualche anno tornerò con una proposta. Vedi di non deludermi”
Poi sparì nel folto.
E la foresta non lo rivide se non anni dopo, come aveva promesso.


Prima di tutto doveva andare da Kakashi.
Se voleva ratificare seduta stante le sue dimissioni, doveva rivolgersi all’Hokage, prima che Naruto lo incontrasse e gli rigirasse la frittata. Doveva mettere in chiaro le cose, far capire che il suo non era un capriccio, e che non aveva più la benché minima intenzione di continuare ad essere ninja.
Questo si poteva fare.
Poi, doveva annunciarlo alla sua famiglia.
E questo era già più difficile.
In effetti avrebbe potuto rimandare, e aspettare un momento in cui sua madre era particolarmente di buon umore; ma non si sarebbe sentita a posto con la sua coscienza. Le sarebbe sembrato di non essere più sicura della sua scelta, di rimandarne l’accettazione a più tardi, mentre lei sapeva esattamente cosa voleva.
Dunque, subito dopo Kakashi, veniva per forza la sua famiglia.
Altro tassello sistemato.
Era sorprendente quanto si sentisse calma ora. Fino a dieci minuti prima era così fuori di sé dalla rabbia che aveva inavvertitamente lasciato esplodere il proprio chakra, lo aveva sentito fluire e farsi spazio tra le radici e le rocce, allargare i passaggi scavati dagli animali, insinuarsi nelle fenditure più piccole e sconvolgere tutta la trama del sottobosco. E adesso, invece, pianificava il suo immediato futuro con una lucidità impressionante.
Camminava sicura, un passo avanti all’altro, le braccia lungo i fianchi e gli occhi puntati dritti sulla strada che percorreva. Aveva anche messo ordine nei capelli.
Eppure, anche se non se ne rendeva conto, si concentrava minuziosamente sul futuro per non pensare all’enormità di ciò che aveva fatto nell’immediato passato.
Le persone che incrociò le rivolsero sorrisi fiduciosi, probabilmente guardando il suo coprifronte e fraintendendo la sua espressione determinata, e solo allora Chiharu ricordò di avere ancora il simbolo della Foglia sopra gli occhi.
Fu il suo ultimo istante di rabbia: lo strappò via con un gesto secco, e lo strinse tra le dita.

Per una volta Kakashi leggeva con attenzione un dispaccio, e non l’ultimo libro della serie della Pomiciata. Sulla carta ruvida erano scritte le ultime notizie dal fronte della Roccia, e non erano affatto confortanti: sembrava che l’esercito si stesse mobilitando in grande stile; avevano addirittura richiamato la prima divisione, l’élite, e questo non era certamente un buon segno.
Il sesto Hokage sospirò, lasciando ricadere il foglio con espressione greve. Spostò lo sguardo su un altro messaggio, lì accanto, posato sopra la sua copia chiusa dell’Antologia della Pomiciata, e si incupì ulteriormente.
Quello arrivava dalla Sabbia: Gaara non sarebbe stato disponibile.
Diceva che una tempesta di sabbia aveva devastato il villaggio, e che c’erano stati parecchi feriti, danni ingenti… insomma, per almeno un mese non avrebbe avuto uomini da inviargli.
Anche il clima si metteva contro di loro, adesso. Qualcuno avrebbe pensato che quella serie di incredibili coincidenze fosse un segno divino, ma lui credeva solo alla sfiga, se proprio doveva credere a qualcosa. E in ogni caso, aveva un’arma segreta che avrebbe potuto sistemare tutto.
Finché quell’arma fosse rimasta al suo fianco, nulla avrebbe potuto impensierirlo.
Qualcuno bussò alla sua porta, facendogli alzare la testa.
«Sì?» disse, facendo scivolare in un cassetto l’Antologia della Pomiciata e i messaggi dalla Sabbia e dalla Roccia.
Dall’ ingresso entrò, a sorpresa, Chiharu. E Kakashi, vedendo la sua fronte nuda, capì che i suoi guai non erano che all’inizio. Sospirò.
«Siediti» mormorò accennando alla sedia davanti alla scrivania, ma Haru si fermò qualche passo indietro, rigida.
«No, grazie» disse senza vacillare. «In realtà è una cosa brevissima»
Il sesto Hokage la fissò per qualche minuto senza che nessuno dei due aprisse bocca.
«Non vuoi parlarne?» le chiese poi, ma nei suoi occhi leggeva già la risposta.
«No. Non ho nulla da dire» Chiharu si fece avanti fino a raggiungere la scrivania, e posò il suo coprifronte impolverato sul piano lucido di mogano. «Rassegno le mie dimissioni» scandì piano, fissando Kakashi negli occhi come per essere certa che lui sentisse. «Consegno il coprifronte, e chiedo che il mio nome venga cancellato dai registri»
«Non è così semplice» ribatté l’Hokage, sospirando. «Un ninja non può semplicemente smettere di lavorare, ci sono delle procedure, dei giuramenti, dei contratti…»
«Quando vuole»lo interruppe Haru, senza scomporsi. «D’ora in poi avrò un sacco di tempo libero, mi faccia chiamare quando più le fa comodo»
Lui la guardò di nuovo.
«Ne sei proprio sicura?» chiese, e la sua non era la domanda di un amico di famiglia, non era un affettuoso tentativo di farle capire il suo errore: era una domanda ufficiale presentata da un Hokage volutamente freddo. Forse se l’avesse messa giù in quei termini, se le avesse fatto sentire sulla sua pelle cosa voleva dire prendere una decisione ufficiale, ci avrebbe ripensato.
Di fronte a quella richiesta, di fronte a quel tono, Chiharu esitò per una frazione di secondo.
Ma poi strinse un pugno, e il dolore delle unghie che incidevano la pelle la riportò alla realtà.
«Cerchi di sbrigare le pratiche il prima possibile» disse, con più acredine di quanto fosse nelle sue intenzioni, e si inchinò, a significare che per quanto la riguardava l’incontro era concluso.
«Ci vorrà del tempo» mormorò Kakashi, guardando con rassegnazione la sua testa piegata. «Come ben sai, questo non sarà un periodo facile, e probabilmente non sarò nemmeno qui»
Haru si morse appena il labbro.
Avrebbe preferito che la cosa diventasse subito ufficiale. Anche se non lo avrebbe mai ammesso, un po’ aveva paura dei ripensamenti.
«Va bene» si costrinse a dire, rialzando il capo. «Posso andare?»
Il sesto Hokage sospirò, e chiuse gli occhi. «Sì, puoi andare»
Mentre Haru usciva, il suo coprifronte restò inerte sul ripiano lucido della scrivania. Il simbolo della Foglia, di solito tanto pulito da sembrare uno specchio, era offuscato dalla polvere.


Pausa caffè. Il momento della giornata preferito da Shikamaru, quello in cui poteva stravaccarsi sulle poltroncine del corridoio e fissare il soffitto per ben quindici minuti, anche se il caffé non lo toccava nemmeno.
Da tempo era impiegato negli uffici militari, come stratega. Con la guerra alle porte la mole di lavoro era aumentata in maniera esponenziale, e tra piani d’attacco, di difesa, ipotesi, probabilità, stime, aveva la testa come un pallone. Per coronare il tutto, solitamente arrivava a casa e doveva sorbirsi mezzora di lamentele da parte di Temari su Chiharu.
Che poi lui non trovava alcun problema nella figlia: sì, era un po’ svogliata, un po’ distaccata, un po’ irrispettosa; ma era anche una tredicenne. Tutti i ragazzi attorno a quell’età erano così. Lui era così ancora adesso, per esempio.
E poi era una kunoichi.
Finché restava tale, voleva dire che andava tutto bene: aveva regole da seguire, disciplina, missioni… Si sarebbe controllata, o qualcuno l’avrebbe fatto per lei. Lui e Temari avrebbero dovuto iniziare a preoccuparsi solo nel momento in cui Chiharu avesse deciso di mollare tutto, ma per come la vedeva Shikamaru quel momento poteva anche non arrivare mai.
All’improvviso un ombra andò a nascondere il soffitto, e una cascata di capelli corvini raccolti in una coda gli solleticò il naso.
«Ciao ‘pà» disse Chiharu, scostandosi prudentemente mentre Shikamaru starnutiva.
«Haru?» fece lui tirando su con il naso. «Che ci fai qui? Già finita la missione?»
«Mm, sì» lei si strinse nelle spalle, con aria vaga. «Senti, oggi a che ora finisci?»
Lui la fissò. Dagli occhi spostò lo sguardo più su, verso la fronte nuda, e si accigliò.
«Dov’è il tuo coprifronte?» chiese.
Lei non rispose. E il silenzio si dilatò per un lungo istante tra i due, impregnando lentamente l’aria.
Lui e Temari avrebbero dovuto iniziare a preoccuparsi solo nel momento in cui Chiharu avesse deciso di mollare tutto, ma per come la vedeva Shikamaru quel momento poteva anche non arrivare mai.
Col cavolo.
Shikamaru si passò una mano sugli occhi.
«Ti servo a casa per tua madre, eh?» chiese con un sospiro profondo.
Haru annuì.
«E va bene» cedette lui. «Immagino che comunque non ci sia nulla che possiamo dire per farti cambiare idea, giusto? Sei già stata da Kakashi?»
«Ho fatto tutto quello che dovevo, papà» ribatté Chiharu con una certa rigidità.
Shikamaru sbuffò.
Stupido Kakashi: invece di accettare le sue dimissioni avrebbe dovuto farle un discorsetto sul genere di quello che avevano fatto a lui anni prima.
Comunque, se conosceva un po’ il sesto Hokage, non c’era ancora nulla di definitivo: tutto poteva ancora cambiare, con un po’ di tempo a disposizione; e lui poteva cercare qualcuno che avesse su Chiharu l’effetto che a suo tempo avevano avuto Temari, Shikaku e il quinto Hokage.
«Torno per cena» disse alla figlia. «Tu fatti un giro fino ad allora. Tieni, mangia fuori» le tese qualche banconota, che lei intascò senza commentare, e poi le posò una mano sulla testa.
«Tua madre non è poi male come sembra» borbottò.
Lei si sforzò di sorridere sarcastica. «Vuoi dire che è peggio?»
«Vai, prima di farmi dire cose di cui potrei pentirmi, o peggio, di cui lei potrebbe farmi pentire»

Fu un pomeriggio strano per Chiharu, dominato dall’ansia e dal disperato tentativo di ignorare la presente situazione, evitando ovviamente di soffermarsi su quel che era riuscita a combinare in sì e no quaranta minuti.
Passò almeno quattro ore a guardare le nuvole, trovando somiglianze più o meno con ogni volto che le venisse in mente, poi gironzolò senza meta, dondolò sulle altalene, spaventò i bambini al parco, diede la scalata all’albero accanto alla giostra e si trovò persino a disegnare cerchi nella sabbia. Ma quando quell’immagine le portò alla mente lo schema che Naruto aveva fatto per spiegare il chakra elementale, li cancellò subito.
Alla fine, quasi per miracolo, arrivò il tramonto; e con lui l’ora di cena.
Chiharu fissò il sole morente con una strana determinazione negli occhi. Era giunto il momento.
Si incamminò verso casa, le labbra serrate e i battiti del cuore accelerati.
Poteva dire razionalmente di odiare sua madre.
Perché? Perché era troppo testarda, troppo arrogante, troppo diretta, troppo pretenziosa. Anche quando Haru eccelleva all’Accademia, lei trovava qualcosa da ridire su ciò che faceva, e in generale sulla sua persona.
Chiharu poi si era convinta di essere una bambina indesiderata, uno dei tanti incidenti di percorso che capitano agli incauti; ma mentre Shikamaru aveva accettato la sua esistenza con un sospiro, come accettava ogni cosa, Temari l’aveva sempre presa come un’offesa personale, lo sfacciato tentativo del destino di metterle i bastoni tra le ruote. E Haru, nel momento in cui l’aveva capito, aveva deciso di ricambiarla con la stessa intolleranza.
Ora però le sembrava di essere stata stupida. Se avesse coltivato i rapporti con sua madre, forse dirle che smetteva di essere ninja sarebbe stato meno, ehm, turbolento.
Sapeva di essere nata prima del matrimonio tra i suoi genitori, e immaginava che Temari avesse dovuto interrompere bruscamente la sua carriera alla Sabbia nel momento in cui aveva scoperto di essere incinta. Dal momento che un ninja non può passare da un Paese all’altro e pretendere di continuare il suo lavoro, deduceva che sua madre aveva cambiato completamente vita a causa sua, e probabilmente in peggio, considerata la frequenza dei litigi e delle sue lamentele di casalinga disperata. Il che l’aveva portata a credere che Temari considerasse ovvio e necessario che Chiharu riprendesse il filo da dove lei l’aveva lasciato, trasformandosi nella kunoichi perfetta.
Ora, comunicare all’adorabile madre che non aveva alcuna intenzione di seguire le sue orme e completare il suo karma poteva rivelarsi leggermente rischioso: Temari aveva smesso di andare in missione, sì, ma ciò non voleva dire che si fosse anche indebolita, nel frattempo. Haru ricordava certi scapaccioni da bambina che ancora tornavano nei suoi incubi notturni.
Per fortuna aveva avuto la brillante pensata di aspettare suo padre, e, anche se provava un po’ di rimorso al pensiero, sperava che le ire materne si sarebbero concentrate su di lui e sul suo snaturato metodo educativo – che poi Haru aveva sempre adorato.
Raggiunse l’ingresso di casa ed esitò.
Shikamaru era già arrivato? Doveva aspettarlo? Se fosse entrata e lui non fosse stato lì?
Meglio non rischiare.
Si sedette accanto alla porta, raccogliendo le ginocchia contro il petto, e aspettò.
Aveva passato tutto il pomeriggio a cercare di non pensare a ciò che aveva fatto e a ciò che avrebbe comportato, e ci era riuscita benissimo. Fino a quel momento.
Ora una morsa le strinse improvvisa lo stomaco, e una voce irritante le urlò nel cervello che era una stupida. Le urlò che essere ninja era tutto ciò che aveva sempre voluto, che quando aveva due anni non faceva che ripetere a sua madre ‘sarò come te’, che quando aveva ricevuto il coprifronte aveva ostentato indifferenza, ma in realtà era stato il giorno più bello della sua vita. E che smettendo di essere ninja avrebbe smesso di contare davvero qualcosa.
“Col cavolo!” pensò rabbiosa. “Al mondo non esistono solo i ninja! E neanche al villaggio! Troverò qualcos’altro da fare, dimostrerò a tutti che posso cavarmela benissimo da sola!”
A interrompere la brusca svolta presa dai suoi pensieri comparve l’ombra di Shikamaru, che si delineò davanti ai suoi piedi netta e scura nella luce del tramonto.
«Meno male che non sei ancora dentro» le disse, mentre lei alzava lo sguardo. «Come va?»
«Bene» Haru si rialzò, fingendo indifferenza, ma si rese conto di essere leggermente impallidita. «Andiamo?»
«Suppongo di sì» borbottò Shikamaru, per niente entusiasta. Aveva pregato che in quelle quattro ore sua figlia rinsavisse, ma i geni cocciuti di Temari erano troppo forti.
Entrarono in casa assieme, in silenzio, e ad accoglierli trovarono il profumo della cena che cuoceva sul fuoco.
Sentendo la porta aprirsi e chiudersi, Temari comparve in corridoio con un grembiule legato in vita e, anziché il classico mestolo di ogni massaia, un coltello lungo trenta centimetri e spesso cinque.
«Dove eravate finiti?» li apostrofò al volo, seccata. «Ancora due minuti e mi bruciava tutto!»
«Scusa» brontolò Shikamaru, sbuffando piano.
Ahi, non iniziavano bene.
«Muovetevi, andate a lavarvi le mani e sedetevi» ordinò Temari sbrigativa, e scomparve di nuovo in cucina.
Shikamaru fece un cenno a Chiharu, e insieme obbedirono all’ordine.
Quando si sedettero a tavola, entrambi rigidi, calò il silenzio.
«Perché non mangiate?» chiese Temari guardandoli di sottecchi. «C’è qualche problema?»
Chiharu scambiò un’occhiata con suo padre, che sospirò e la fissò.
«Tocca a te» le disse con uno sguardo significativo, e lei capì che lui voleva si prendesse le sue responsabilità.
Deglutì e intrecciò le mani sul tavolo. Sollevò gli occhi neri e fissò sua madre nelle iridi grigio-verdi, senza lasciarsi smontare dal suo tono già di rimprovero.
«Oggi ho rassegnato le mie dimissioni a Kakashi» annunciò, e la sua voce sembrò rimbombare per tutta la cucina. «Non sono più ninja»
Silenzio di tomba.
Temari la guardò come avrebbe guardato un alieno, le bacchette ancora a mezz’aria e un pezzo di carne stretto tra di esse.
«Tu cosa?» fu ciò che alitò dopo un tempo che parve infinito, e contemporaneamente le bacchette si frantumarono tra le sue dita.
Haru si fece piccola sulla sedia, improvvisamente poco sicura di avere avuto una grande idea a dare le dimissioni, e cercò di sparire incassando la testa tra le spalle e scivolando sotto il tavolo.
Anche Shikamaru sembrò avere la stessa intenzione, ma la sua adorabile moglie lo catturò prima che potesse proteggersi a sufficienza.
«Questo è il risultato della tua disgraziata educazione!» ruggì puntandogli contro un dito. «L’ho sempre detto che non eri abbastanza severo, che le lasciavi troppo libertà! E guarda cosa è successo! Scommetto anche che tu c’entri qualcosa! Cosa mi è saltato in mente il giorno in cui ti ho sposata?!»
Guardando suo padre, Chiharu si sentì un verme.
Ma, dopotutto, in effetti era colpa di Shikamaru se lei era nata, almeno per il cinquanta percento. Solo che avrebbe preferito non vedere quella scena.
Come una manna dal cielo, il campanello dell’ingresso suonò, offrendole una via di fuga.
Haru schizzò giù dalla sedia prima che sua madre potesse inchiodarcela, e, mentre la voce di Temari riecheggiava tra le pareti della cucina, corse all’ingresso ringraziando mentalmente chiunque fosse stato oltre la porta, anche un venditore ambulante, nel caso.
Aprì, piena di fiducia e sollievo, e si trovò davanti un Kotaro dall’espressione più che determinata.
«Tu che ci fai qui?» chiese basita.
«Senti!» iniziò lui stringendo il pugno, come se fosse stato in procinto di sfidarla all’ultimo sangue. «Non puoi smettere di essere ninja!» esclamò convintissimo.
Chiharu chiuse gli occhi, e una vena pulsò sulla sua fronte.
Ecco, ci mancava solo quello: già si sentiva in colpa per suo padre, ora Kotaro voleva anche metterle addosso il rimorso! E poi? Sarebbero arrivati Sai e Hitoshi a girare il coltello nella piaga?
«Non ti sembra di arrivare un po’ tardi?» sbottò acida. «Ormai ho fatto tutto, non seccarmi!»
E gli sbatté la porta in faccia.
Kotaro, all’esterno, si sentì come se qualcuno gli avesse rovesciato un secchio d’acqua in testa.
Raggelato, fissò davanti a sé con gli occhi rotondi spalancati, e una folata di vento gli scompigliò i capelli lisci, beffarda, insinuandosi sotto la maglietta.
Il genin si voltò lentamente, allontanandosi di qualche passo, e solo allora crollò la testa, il mento contro il petto, pericolosamente vicino alle lacrime.
“Naruto aveva detto di lasciarla sbollire” pensò sconsolato. “Aveva detto che dovevo lasciarle tempo! Ma secondo lei ho parlato troppo tardi! Maledizione! Possibile che non scelgo mai l’opzione giusta?!”









Nel prossimo capitolo...

«Ah. Quindi tu dici che se convincessi Jiraya a parlarle, forse potrebbe cambiare idea?»
«E che ne so? Te l’ho detto, aveva la mania dei ninja supremi attorno agli otto anni, adesso non ho idea di cosa le piaccia e cosa no»
«Mm, in ogni caso è tutto ciò che abbiamo, giusto?» chiese Naruto dopo una piccola riflessione.
Shikamaru si strinse nelle spalle. «Se vuoi a tutti i costi che torni ad essere ninja…»
«Io non voglio che torni ad essere ninja a tutti i costi» puntualizzò Naruto risentito. «Voglio soltanto che si chieda se la sua decisione è una decisione giusta, o se non è stata un tantino influenzata dal momento particolare!»







* * *

Spazio autore

Sarà che sono piuttosto nervosa oggi, ma leggevo il capitolo come se non sapessi come andava avanti.
Ed è stato... stranissimo.
Per la prima volta credo di aver capito com'è che lo leggete voi, e confesso che è molto più bello così che nel mio solito modo! XD
Comunque, ho qualcosa come un'ora e mezza per aggiornare, quindi vi lascio e vado a rispondere ai vostri commenti.
Nel prossimo capitolo, il segreto di Sakura e Jiraya!

Di nuovo, grazie mille a tutti per gli auguri! ^^

NOTA BENE: la spia di questi ultimi due capitoli non è l'ombra che avete visto aggirarsi furtiva!
Questa la conoscevano già da un po', e la tenevano pure d'occhio. E' un caso che abbiano deciso di prenderla ora.

Un appello.
Qualche tempo fa in una recensione mi avevano detto che c'era un compleanno attorno al 4 o 5 maggio.
Ho riletto le recensioni, ma non trovo più quella!
E quindi chiedo alla persona in questione di riscrivermelo nel commento a questo capitolo, insieme alla richiesta per la shot!
Grazie in anticipo, e chiedo perdono! ç_ç


Yume_Tsuki: grazie mille per gli auguri! E non preoccuparti se qualche volta non riesci a commentare, lungi da me l'idea di offendermi! Per quanto la storia sia imprevedibile, comunque - anche se a me non sembra, ma va beh! XD - rilassati: è già tutto pronto, esiste un finale ed è pure più o meno logico! XD
rina: 25 anni non sono tanti, tranquilla! E' solo che affronto il trauma di scrivere 2 come prima cifra della mia età, cosa che non mi succedeva da diciotto anni, e la cosa spiazza sempre un po'!
Izayoi007: Maura! Quanto tempo, è vero! ^^ Mi fa davvero piacere risentirti, anche se immagino che la scuola sia una bella botta - ehm, ehm, Susi, ignora l'esame di TTCM che si avvicina... - Oh, finalmente qualcuno che resta indifferente di fronte a Hitoshi! Di solito lo si ama o lo si odia, sei una bestia rara! XD Per quanto riguarda Naruto, personalmente non ritengo che al momento sia abbastanza sotto pressione da liberare Kyuubi, quindi mettiti il cuore in pace! E Chiharu... sì, è una gran testa di bip, si sa - quindi l'adoro! <3
bambi88: io dovrei essere in visibilio per il mio compleanno, e soprattutto per i meravigliosi regali che mi avete fatto arrivare! *_* Davvero, sono ancora tutta emozionata! E molto nera, grazie a te. U_U - siine orgogliosa!
fedecr90: beh, Kakashi manda in missione tutti i jonin che ha, ovvio, ma se i tre mocciosi possono effettivamente aiutare, spedisce pure loro! Oh, ma certo che ho letto la recensione di Sinners! E mi inchino e ti ringrazio davvero tanto! Così come ti ringrazio per gli auguri! Sempre gentilissimo! ^^
arwen5786: il fascino di Sai sta proprio nella sua ambiguità. Non si capisce mai cosa pensa, e per Haru una persona del genere è infinitamente attraente. Hitoshi e Kotaro sono fin troppo prevedibili, praticamente non c'è gusto ad avere a che fare con loro! Per quel che riguarda Haru, non essere così catastrofica. U_U Certo, è casinista e insopportabile, ma ha solo tredici anni. Di sicuro non smembrerà nessuna nazione! E non ucciderà gente. Forse. La cena Uzumaki-Uchiha, boh... vedrò se riesco a inserirla da qualche parte! XD Per sapere cosa penso dell'ultimo capitolo dovrai attendere. C'è un motivo, ed è un motivo ben preciso, ma questo segreto resterà tale ancora un po! <3 Tu abbi fede!
slice: eheh, povera Haru! Per una volta che tira fuori la tredicenne che è in lei, le cose si complicano! XD Comunque mi piace che ti piaccia (?), e se temi per un suo eventuale avvicinamento al nemico... diciamo che mi piace tenerti in sospeso. Fossi in te direi 50 e 50! (in termini di probabilità) Un bacio! ^^
muccina89: non parlarmi di rughe! ç_ç Perché infierisci, perché? Uhm, mi pare che il tuo rapporto con Chiharu sia uno di quelli amore-odio della serie: "se ci sei ti disprezzo, ma se non ci sei mi manchi"! XD Mi piace! E grazie per il complimento su Sai! Grazie al cielo non ho mai incontrato ragazzi del genere, ma se mi dici che è plausibile ti credo e ringrazio!
sammy1987: grazie mille per gli auguri, ma soprattutto per i complimenti su Sai e Haru! XD In effetti confesso che è la loro ambiguità a piacermi, anche se non riesco a trovare tante scuse per il comportamento di Haru quante ne trovi tu! XD Mi spiace, ma niente Sasuke in questo capitolo! Nel prossimo però avrai una bella panoramica di Sai! <3 Trip inclusi!
Hipatya: ho seguito il link! *_* E sai anche che sono andata in brodo di giuggiole, se hai letto la recensione! Grazie, grazie, grazie! Non mi aspettavo davvero un regalo così! >_< Parlando del capitolo (tempus fugit) ti dico che Haru in realtà è fin troppo determinata. Purtroppo ha ereditato uno dei lati peggiori del mio carattere, ovvero quello della primadonna. Se pensa di non essere tenuta abbastanza in considerazione, deve gettarsi in scene teatrali quanto inutili, finché qualcuno non arriva a supplicarla di fare qualcosa. Ovviamente il più delle volte spinge gli altri a volerle fare del male fisico, altro che suppliche, ma la sfortunata non se ne rende conto. Mi chiedi se avrà un ruolo nella bug war che si prospetta, eh... E io ti rispondo: mentre scrivevo questi capitoli, non sapevo esattamente come sarebbero andate avanti le cose. Per cui aspettati di tutto! Sperando - ovviamente - che la coerenza sia ancora di casa! Per fortuna rileggo i capitoli come una lettrice inconsapevole, quindi più o meno mi rendo conto se le cose funzionano o no... O almeno ci provo! XD
DuniettaS: oooooh, che gentile! *_* Grazie mille davvero, i tuoi auguri mi hanno fatto un piacere infinito! >_<
endlesstars: prima di tutto grazie per gli auguri! ^^ Poi parliamo della scena di combattimento dello scorso capitolo. Credimi, so che in alcuni punti non funziona. La tentazione di riscriverla è stata forte, ma alla fine ho scelto di lasciarla così com'è. So che questa dovrebbe essere la versione riveduta e corretta della storia, ma allo stesso tempo non voglio stravolgere completamente lo stile, e per questo motivo non ho modificato quella scena (anche perché non essendo poi fondamentale, va bene così). Mi spiace che risulti un po' confusa, ma l'unica cosa che posso - stupidamente - dirti è: lavora di fantasia! XD
Ino_Chan: la psicologia è una cosa cui tengo particolarmente. Quando ho per le mani personaggi complessi come Haru, poi, ci tengo ancora di più. In fondo è l'unico modo che ho per far capire a voi lettori il perché di certe azioni, è fondamentale. E quindi resto a rifletterci anche molto a lungo! XD
killkenny: la guerra è sempre piena di vittime. U_U Addio soldati di Iwa, sarete sempre nel nostro cuore. Tra l'altrio e il ventricolo destro, per la precisione.
lilithkyubi: Haru è fin troppo umana! XD Più uno si fa trip, più è umano. Certo, se Haru iniziasse a pensare "devo conquistare il mondo, ma come è meglio farlo?" allora potremmo preoccuparci! Ma finché si chiede "ninja o non ninja?" siamo tutti a posto! U_U
kimi: uh, sei messa bene. Adori Chiharu, Sasuke e Sakura... Vuoi che ti consiglio un buon manicomio? Ne conosco di molto efficaci, oh sì. XD Scherzi a parte, ancora un periodo no? é_è Ehi, guarda che così non va mica bene! Riprenditi! >_<
yayachan: ho visto i tuoi regalucci, a breve riceverai un commento esaustivo su tutti quanti! Nel frattempo ti dico chiaramente che sono splendidi! >_< Per quanto riguarda i nomi, li ho scelti in base a come suonavano accanto al cognome, e solo dopo ho scoperto che in realtà avevano un senso! Per esempio, il "Chi" di Chiharu può significare anche "terra", ma l'ho scoperto solo dopo aver deciso il suo argomento! E anche Hitoshi, l'ho scelto per il suono che ha... ora cerca di capire a quale nome somiglia!
gracy110: non so cosa ti aspettavi, ma Haru ha davvero mollato tutto! U_U Ebbene sì, quella testa d'uovo di ragazzina lo ha fatto, pace all'anima sua. Uh, grazie mille per gli auguri! Il 23 non è stata proprio la giornata più felice del mondo, ma va beh, è stata ampiamente compensata dal 25, quando ho fatto la vera festa! XD
MarianTheRogue: certo che mi ricordo di te! Anche quando una persona commenta solo una o due volte il suo nome resta a vagolare nella mia testa! C'è così tanto spazio, in fondo! Uhm, segno mail e invio! U_U I disegni sono ciò che voglio, eccome! *_*
SuperEllen: povero Sai, ignaro burattino nelle mie sante manine! *_* Cosa gli combinerò la prossima (le prossime) volte? Comunque mi fa piacere vedere che ti aspettavi che la questione di Chiharu si sistemasse, perché come vedi non è così! XD E questo è uno dei momenti in cui mi rendo conto che un po' di imprevedibilità ce l'ho ancora! Jin in guerra ci andrà? Non ci andrà? Ci andrà da solo? O no? E gli succederà qualcosa? Mistero! Quel bambino è un vero mistero! XD Non so, ma a me dà l'idea di un personaggio che davvero non si sa cosa sta per combinare... E' quello che l'autrice coccola e maltratta al tempo stesso! Ahahah! XD Hiashi è il tuo nuovo idolo, eh? Beh, comparirà ancora. Devi solo pazientare qualche attimo.
maninja87: il dramma tra Sai e Chiharu si consuma, e lei che fa? Ride. ç_ç Poveri piccini... XD Però mi fa piacere sapere che ti è piaciuta la missione, e ti ringrazio tanto per gli auguri di compleanno! ^^ Una curiosità: ma per caso fai medicina? °_°
Urdi: mille grazie per gli auguri! Appena hai finito il disegno dimmelo! *_* E se vuoi la mia mail, eccola: ayachan152003@hotmail.com (si accettano allegati, bonus, assegni circolari, tangenti e qualunque tipo di dolcetto! <3) In questi ultimi capitoli tutti si aspettano che Haru rinsavisca... ma mi sa che oggi ho demolito ogni vostra speranza! XD E beh, che ci vogliamo fare? C'est la vie! Oh, sei rimasta affascinata da Mr. spia? Chissà, da come ne ho parlato oggi sembra che avrà qualche ruolo in futuro... Ma come? E perchè? Tutto a tempo debito! ^^
crilli: wah! E pensare che io di solito mi dico: ho già vent'anni e sono solo a questo livello! Comunque, arrossisco e chino il capo, per deviare prudentemente su Jin. Chissà quando si rivedrà il piccolo Hatake? E che ruolo avrà nella guerra imminente? (Anzi: avrà un ruolo?)
1992: la spia non è il ragazzino scemo che è stato quasi preso in questi capitoli, rilassati! E, se fossi in te, non cestinerei affatto l'idea che hai riguardo al segreto di Sakura... Chissà, potresti aver ragione. O potrei prenderti per il culo, ovvio. Anche ammesso che fosse così, scordati che io battezzi qualcuno MODESTINO, persona reale o personaggio che sia. U_U
kiaretta_chan_94: ehi, per me rivederti tra le recensioni è solo un piacere, non una sofferenza! U_U Per quel che riguarda Chiharu, al momento non sembra profilarsi nel suo orizzonte una brillante carriera da ninja, anzi... In cmpenso nel prossimo capitolo farà la sua ricomparsa Jiraya! ^^ Dai, la metà degli obiettivi è achieved!
Reina: 10 a 1, eh? Io punto su quell'1. U_U
lale16:  non affliggerti per Chiharu, non acora. Limitati ad avere fede! E grazie mille per gli auguri! ^^

Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** L'eroe ***


Naruto2-19

L'eroe



- Diciannove -







Ai tempi della leggendaria Tsunade-Hime, lo studio dell’Hokage era sempre frequentato da donne.
Shizune era la sua consigliera più fidata, l’unica di cui tenesse in considerazione i consigli, e la stessa Tsunade era indubbiamente un’esponente del gentil sesso, considerato il prosperoso seno che toglieva ogni dubbio anche nei più scettici – ovvero coloro che collegavano forza inumana e testosterone.
Poi, nello studio del quinto Hokage, c’era spesso una ragazzina che molti ritenevano troppo giovane per essere tanto importante: Sakura Haruno.
Ora quella stessa ragazzina, cresciuta e con un cognome diverso, si trovava davanti al sesto Hokage nel punto in cui usava sostare all’epoca del quinto. Ma questa volta era una visita straordinaria, perché da tredici anni a quella parte Sakura Uchiha aveva smesso di uscire in missione, e se si interessava di politica lo faceva solo saltuariamente.
I maligni insinuavano che all’epoca le fosse interessato più il recupero di Sasuke che il vero e proprio bene del villaggio, e una volta che l’Uchiha era diventato suo marito, il resto fosse passato in secondo piano. Forse erano solo pettegolezzi, ma in effetti, anche ora che si trovava di nuovo faccia a faccia con l’Hokage, era lì per motivi strettamente personali.
«Proprio nel fine settimana?» chiese con una smorfia. «Cos’è, la Roccia ha lo scopo dichiarato di boicottare le mie cene con Naruto e Hinata?»
«Non credo facciano di questi calcoli quando decidono di attaccare» ribatté Kakashi atono. «E l’ultima volta non siamo nemmeno sicuri fosse la Roccia»
«Sì, sì… L’assassino della domestica non è ancora stato trovato» sbuffò. «So ogni singolo particolare del caso, Sasuke mi fa una testa così tutte le sere»
«Evidentemente si fida di te»
«Non mi avrebbe sposata se non fossi stata il meglio sulla piazza»
Kakashi non ribatté, cercando di mantenersi impassibile.
Tutti bene o male avevano notato che da quando Sakura aveva messo le mani su Sasuke la sua seconda personalità, quella più diretta e, talvolta, sgradevole, aveva fatto lunghi balzi avanti. Ma se ciò poteva risultare irritante, era anche vero che quella nuova personalità era indubbiamente più genuina, quindi andava bene così.
«Comunque sono qui per un altro motivo» proseguì Sakura, cambiando bruscamente tono e facendosi seria. «Non potrò scendere in campo contro la Roccia»
Kakashi corrugò la fronte.
Da tredici anni Sakura non svolgeva più missioni, ed era passata come ninja medico all’ospedale della foglia; ma lui aveva dato per scontato che, in caso di estremo bisogno, come nella situazione presente, lei avrebbe dato una mano.
«Perché?» chiese, e ricordando anche le dimissioni di Chiharu si trovò a pensare che le donne fossero una brutta grana.
Con sua grande sorpresa, Sakura gli rivolse un sorriso che nulla aveva di ironico o supponente. Se proprio aveva un difetto, era forse un po’ troppo orgoglioso.
«Avrei dovuto rivelarlo alla cena di venerdì» disse, sfarfallando letteralmente. «Ma a quanto pare tu lo saprai prima di tutti: aspetto un bambino»
L’unica cosa che riuscì a dire Kakashi, inarcando le sopracciglia, fu: «Un altro?»


«Il vero problema è che ha ereditato i tratti peggiori dei suoi genitori» concluse Naruto buttando giù l’ultima sorsata del suo tè, e a quel punto lanciò un’occhiata eloquente a Shikamaru, che gli stava seduto davanti con aria vagamente seccata.
«Insomma, cosa hai intenzione di fare?» chiese quello ignorando saggiamente la frecciatina. «Hai detto che vuoi convincere Chiharu a cambiare idea, ma conoscendola non so se esiste davvero un modo per farlo»
«Non ti viene in mente nessuno di cui seguirebbe i consigli? Qualcuno di cui si fidi ciecamente? Qualcuno che ammiri e stimi?» indagò Naruto ansiosamente.
L’idea di essere stato in parte la causa che aveva spinto Haru verso la scelta del giorno prima lo turbava troppo per permettergli di restare con le mani in mano; l’ultima cosa che voleva era condizionarla in un momento tanto delicato, e invece ci era cascato in pieno, cedendo alla sua solita impulsività. Poteva averlo fatto con le migliori intenzioni, certo, ma non riusciva a non riconoscere di aver combinato un gran pasticcio.
Shikamaru rifletté pigramente, grattandosi il mento. Poi abbassò lo sguardo e bevve un sorso dalla tazza che gli stava davanti.
«Allora?» insisté Naruto.
«Uhm, Sai?» buttò lì il moro, poco convinto.
«Sai deve ancora vedersela con me» grugnì il biondo. «C’è una probabilità del cinquecento percento che parte della responsabilità sia sua, e credo anche che in questo momento Chiharu non sia affatto disposta a parlarci»
«Ah sì?»
«Ne sono certo»
«Uhm, allora la cosa si fa più complicata»
Cadde il silenzio. Sia Naruto che Shikamaru rifletterono per qualche minuto, poi il primo aprì di nuovo bocca.
«Non ha mai avuto un eroe? Che so, un ninja famoso?» domandò.
L’altro socchiuse gli occhi, pensoso.
«In effetti c’è stato qualcosa del genere, ma risale a quattro o cinque anni fa…» borbottò.
«I miti non tramontano mai! Avanti, spara» lo incitò Naruto.
«I tre ninja supremi» si arrese Shikamaru.
«Cosa? Ne sei sicuro?» fece l’altro con una smorfia perplessa.
«Perché?»
«Quando ho proposto a Haru di accompagnarla da Jiraya, sai, se avesse avuto bisogno di aiuto con il chakra elementale, non ha fatto nemmeno mezza piega»
«Tipico di lei» Shikamaru sbuffò. «Morirebbe piuttosto che dare una soddisfazione a qualcuno»
«Ah. Quindi tu dici che se convincessi Jiraya a parlarle, forse potrebbe cambiare idea?»
«E che ne so? Te l’ho detto, aveva la mania dei ninja supremi attorno agli otto anni, adesso non ho idea di cosa le piaccia e cosa no»
«Mm, in ogni caso è tutto ciò che abbiamo, giusto?» chiese Naruto dopo una piccola riflessione.
Shikamaru si strinse nelle spalle. «Se vuoi a tutti i costi che torni ad essere ninja…»
«Io non voglio che torni ad essere ninja a tutti i costi» puntualizzò Naruto risentito. «Voglio soltanto che si chieda se la sua decisione è una decisione giusta, o se non è stata un tantino influenzata dal momento particolare!»
«Va bene, va bene…» Shikamaru fece un cenno annoiato. «Non ne voglio sapere niente. Lei resta mia figlia in ogni caso, ninja o non ninja»
Si interruppe per un istante, abbassando appena il capo, e fissò Naruto di sottecchi.
«Solo una cosa» aggiunse, pericolosamente pacato. «Falla stare male e ti metto in un pacco regalo per la Roccia»
Naruto iniziò a pensare che i Nara erano troppo complicati, per i suoi gusti.


A quanto pareva era l’unico ad avere un po’ di tempo libero, in quel periodo turbolento.
Seduto su un tetto scolorito Sai disegnava con aria assorta, passando alternativamente lo sguardo dal cielo al foglio posato sulle ginocchia. Il carboncino nella sua mano scorreva fluido, lasciando un segno sfumato là dove si posava, e la gomma pane posata sulla tegola accanto alla gamba era a malapena grigia.
A un tratto si fermò. Guardò il disegno, posò il carboncino.
Sebbene il cielo in quel momento fosse solcato da qualche vaga nuvola bianca, la riproduzione sul foglio di Sai presentava strisce e spirali che di naturale avevano ben poco. Ma il suo stile non prevedeva realismo e proporzioni perfette, e dal suo punto di vista l’opera era riuscita bene. Le mancava solamente un titolo.
Anni prima Sakura gli aveva detto che un titolo rispecchia il soggetto, o i sentimenti dell’autore nel momento della creazione dell’opera. Di disegni intitolati Cielo – con le mille varianti Cielo all’alba, Cielo al tramonto, Cielo nuvoloso, eccetera – ce ne erano migliaia al mondo, e in casa ne aveva già uno – peraltro poco soddisfacente; se doveva pensare a ciò che provava in quel momento, poi, non gli veniva in mente molto; si preannunciava un’ardua impresa, insomma.
Incrociò le braccia sul petto, fissando il foglio con occhi neutri ma attentissimi, come faceva sempre. Inclinò la testa da un lato e poi dall’altro, ma la Musa sembrava essersene irrimediabilmente andata.
Alla fine sospirò, e richiuse il blocco. Quell’opera sarebbe andata ad aggiungersi ai tanti fogli raccolti nella cartelletta “Schizzi senza nome”, era evidente.
Raccolse le sue cose e si alzò in piedi, guardandosi attorno. Una folata di vento gli scompigliò i capelli lisci, mentre, frugando in una tasca, estraeva un pacchetto di sigarette. Se ne accese una, inspirò, espirò. Lasciò che il fumo fosse trascinato via e dissipato dall’aria, lo sguardo distante.
“Gli esseri umani sono creature davvero troppo complesse” si disse quando gli parve di intravedere una ragazza dalla lunga coda corvina in strada. “Non sai mai come prenderle, e anche quando capisci cosa vogliono, loro decidono che quello è il momento giusto per cambiare idea”
La ragazza che aveva adocchiato si rivelò non essere Chiharu, e lui spostò l’attenzione con fare annoiato.
“Dovrei cercarla?” si chiese. “Parlarle? E dirle cosa? ‘Scusa’? Ho il sospetto che se lo facessi peggiorerei soltanto le cose, e poi francamente non capisco di cosa dovrei scusarmi, visto che le stavo regalando su un piatto d’argento ciò che voleva. E’ inutile: gli esseri umani sono complessi, ma le ragazzine sono ancora peggio”
Con un balzo scese dal tetto, atterrando in mezzo alla strada. Una donna di ritorno dalla spesa cacciò un urlo vedendoselo piombare davanti, e lui la guardò stranito.
«Oh! Un ninja!» fece quella con una mano sul cuore, e lo fissò. Guardò la borsa che le era caduta, rovesciando il suo contenuto, e poi guardò ancora lui.
Sai le diede le spalle e si allontanò.
“Creature davvero troppo complesse” pensò accigliato, gettando a terra la sigaretta e spegnendola sotto le scarpe.
Alle sue spalle, la donna gli lanciò un insulto molto fantasioso e si diede da fare per raccogliere da sola la spesa, imprecando contro ‘i giovani d’oggi, ancora peggio i ninja, maleducati e irrispettosi!’.
Sai proseguì lungo la sua strada, sempre interrogandosi su cosa fare o non fare con Chiharu. Il blocco da disegno sotto il braccio e le mani in tasca, accalappiò parecchie occhiate ammirate da parte degli esponenti di sesso femminile del villaggio, ma non se ne curò.
Per lui era normale essere desiderato. Ed era normale che ogni tanto – anzi spesso – accontentasse chi lo desiderava, perché in fondo, pensava, non faceva male a nessuno. Il più delle volte usciva da queste brevi ma intense relazioni con una guancia livida, era vero, ma sia lui che la controparte si riprendevano incredibilmente in fretta, o così gli sembrava.
Per Sai un bacio era una sciocchezza di poco conto, praticamente. Ma Sai non aveva mai avuto un’infanzia e un’adolescenza, si era perso i passaggi fondamentali della crescita; e per questo non poteva capire Chiharu.
Aveva pensato che accontentandola l’avrebbe messa di buonumore, come gli aveva chiesto Naruto. Ma a quanto pareva aveva fatto un grosso passo falso. E ora cercare di riparare in qualche modo poteva rivelarsi ancora più dannoso… Dunque come agire?
Accidenti, era molto meglio quando gli altri davano gli ordini, e lui si limitava ad eseguirli.
Senza rendersene conto, si trovò nel parchetto che Haru frequentava di solito, stranamente deserto a quell’ora del pomeriggio. Si fermò accanto alle altalene, guardandosi attorno con pacata curiosità, passando lo sguardo su un castello diroccato nella buca della sabbia, sulla giostra ferma, sulle panchine solitarie. Non un suono oltre ai soliti uccelli sugli alberi.
Ma a quell’ora del pomeriggio il parchetto non avrebbe dovuto essere deserto. Per quel che ne sapeva lui, era deserto solo quando Chiharu ne prendeva possesso.
Un idea gli balenò nel cervello.
Probabilmente Haru era lì, nascosta da qualche parte.
Se l’avesse incontrata, forse avrebbe deciso cosa fare. Magari, vedendola e studiando il suo umore del momento, sarebbe riuscito a farla ragionare e a tornare in rapporti pacifici con lei, o perlomeno a stabilire una tregua. Valeva la pena fare un tentativo, o si sarebbe trasformato in un disastro ancora maggiore?
Fu sollevato dall’incombenza di scegliere da uno sbuffo di polvere dietro le sue spalle, seguito dall’improvvisa comparsa di un chuunin della Foglia.
«Sai-kun?» chiese quello in tono rispettoso. Sai lo guardò appena. «Nara-san richiede la sua presenza all’Ufficio per le Strategie»
Sai si concesse un’ultima panoramica del parchetto, nel tentativo non troppo convinto di vedere Chiharu, e quando non la trovò, si rassegnò ad andare con il chunin che era venuto a cercarlo. Il suo tempo libero era appena terminato bruscamente.
Dopo che entrambi furono scomparsi lungo la strada, ci fu un istante di assoluta immobilità.
Poi una testa corvina spuntò dalla sabbia, tossicchiando e starnutendo.
«Maledizione!» imprecò Haru demolendo il castello che i bambini avevano costruito la mattina, gli occhi brucianti. «Ho granelli di questa stupida cosa dappertutto!»
Si scrollò sommariamente, facendo scivolare al suolo sottili cascate di frammenti luccicanti, e poi tentò invano di scuotere la testa.
«Oh, al diavolo!» grugnì, congiungendo le mani sotto il mento, e in un attimo la sabbia che aveva addosso andò a formare una specie di sottile nebbia attorno al suo corpo, per ricadere poi a terra e lasciarla più o meno pulita. Forse il chakra di tipo terra poteva rivelarsi più utile del previsto.
A quel punto Haru sbuffò, gettando un lungo sguardo alla strada per la quale Sai si era allontanato.
L’aveva visto arrivare da quella stessa direzione pochi minuti prima, con aria distratta, e si era infilata nel primo posto che le era venuto in mente – e che ora riconosceva essere un posto dannatamente stupido.
Non aveva la benché minima intenzione di incontrarlo. Che sapesse delle sue dimissioni o meno, non gli avrebbe rivolto la parola ancora per molto, molto tempo. Almeno finché non si fosse sentita un po’ meno bambina e un po’ meno presa per il culo.
Ripensò al chunin che era venuto a prendere Sai; aveva parlato di Shikamaru, portandolo via.
“Beh, grazie papà” pensò.


Le Terme di Konoha non erano poi tanto rinomate, per ovvi motivi di segretezza del villaggio intero, ma erano qualcosa di prodigioso.
L’acqua calda, bollente quasi, sorgeva dal suolo in spire leggere e si accumulava in bacini naturali coperti di cristalli di sale. Attorno alle polle era stato costruito un grande complesso di spogliatoi, saune, piscine fredde, ponti e docce, e i ninja che tornavano dalle missioni avevano l’abitudine di rilassarsi per qualche ora nell’acqua calda – complice anche la gratuità a loro concessa.
La zona dei maschi era separata da quella delle femmine tramite un sottile paravento di bambù, fatto in modo da sembrare quasi naturale, ma solo pochi bene informati sapevano che tra la sedicesima e la diciassettesima canna esisteva una fessura artificiale, esattamente all’altezza degli occhi.
In quel momento, uno dei già citati bene informati spiava attraverso la suddetta fessura.
«Prevedibile» commentò una voce in tono annoiato, e l’uomo dai lunghi capelli bianchi che sghignazzava contro il paravento girò appena la testa con espressione seccata.
«Che vuoi stavolta?» chiese con disappunto, vedendosi interrotto.
Naruto, le braccia conserte e un’espressione niente affatto stupita, sospirò.
«Non cambi mai, eh eremita porcello? Spierai le donne fino alla morte. E poi qualcuno si chiede perché non ti sei mai sposato»
«Non mi sono sposato perché ho più cervello di te» ribatté Jiraya, tornando a girare le spalle a Naruto. «Perché accontentarsi di una donna quando si possono avere tutte?»
Parole arroganti, dalla bocca di un uomo che aveva passato due interi anni cercando di convincere il quinto Hokage a diventare sua moglie.
Ma Tsunade era morta prima che lui riuscisse a farla cedere, e da allora il sennin si era mostrato più che mai refrattario al matrimonio, e aveva aumentato il suo interesse per le giovani ragazze e il numero di volumi della serie della Pomiciata che uscivano ogni anno.
Non aveva mai parlato a nessuno della morte di Tsunade.
Mai, nemmeno a Naruto.
«Ho una cosa seria da chiederti» Naruto cambiò argomento, decidendo di soprassedere. «Potresti per favore smettere di mostrarmi il fondoschiena e ascoltarmi con tutte e due le orecchie?»
Jiraya sbuffò, seccatissimo, e si girò di malumore.
«Cosa c’è?» chiese in un grugnito, con una smorfia sul viso solcato dalle rughe ma sempre con un che di giovanile.
«Ho bisogno che tu parli con una persona»
Jiraya scoppiò a ridere. «Ah! Io?» chiese incredulo. «L’ultima volta che ho cercato di convincere qualcuno a fare qualcosa, è stato quando ti ho detto di lasciar perdere Sasuke, e sappiamo tutti com’è finita. Niente da fare, scordatelo»
Naruto sbuffò. Aveva sospettato che sarebbe andata così, in effetti. Conosceva abbastanza il suo vecchio maestro per dire che non avrebbe voluto grane, in quelli che ormai da un decennio definiva ‘gli ultimi anni della mia vita’ – e che, detto francamente, passavano tra giochetti stupidi, libri ancora più stupidi e occasionali capatine alle terme. Ma lui aveva bisogno di Jiraya.
«Questa volta sarà una cosa facile» mentì.
«Quando mai è esistita una cosa facile?» sbuffò il sannin con l’aria di chi la sa lunga. «Stai davvero cercando di fregarmi?»
Naruto soffocò un ringhio in fondo alla gola.
«Non sto mentendo» insisté. «Si tratta della figlia di Shikamaru, ed è una ragazza molto, ehm, razionale e collaborativa»
La bugia ormai aveva assunto le dimensioni di un pallone aerostatico, ma Naruto la ignorò con nonchalance.
Jiraya inarcò un sopracciglio. «Avevo sentito dire che la figlia di Shikamaru è un genio come il padre» disse.
«Sì» Naruto si strinse nelle spalle.
«E allora non è né razionale, né collaborativa. I geni sono per definizione un’enorme gatta da pelare» lo seccò Jiraya asciutto.
Ma quante obiezioni era in grado di fare quell’uomo?
«Okay, va bene, la metterò giù in un altro modo» fece Naruto, più che mai determinato. «Tu sei ancora il mio maestro, no?»
«Uhm, forse. Dove vuoi arrivare?»
«Lo sei o non lo sei?»
«Diciamo di sì»
«Bene. Un maestro è responsabile dei guai che combina il suo allievo, giusto?»
Jiraya mise le mani avanti come per proteggersi da un’invisibile minaccia.
«No. No, scordatelo assolutamente!» disse scuotendo la testa. «Non so cosa tu abbia combinato con quella ragazza, ma io non voglio assolutamente entrarci, è chiaro?»
«Tu devi! Sei il mio maestro!» esclamò Naruto.
«Rassegno le mie dimissioni»
«Non puoi!»
«Chi lo dice?»
«Io lo dico!»
«Ah! Come se tu avessi mai potuto dire qualcosa!»
“Lo uccido” pensò Naruto mentre una vena pulsava sulla sua fronte.
«Devo passare alle maniere forti?» minacciò.
«Sì, dai, scemo colossale che non sei altro!» sogghignò Jiraya, in posizione di difesa.
Ci fu un attimo di immobilità da entrambe le parti. A un tratto, gli occhi di Jiraya scivolarono di lato a seguire una giovane donna che camminava sul ponticello più in là, avvolta in un costume da bagno quanto mai striminzito.
E fu allora che Naruto ebbe l’illuminazione.
«Ascolta, ho tenuto questo particolare in serbo per il gran finale» disse catturando l’attenzione del maestro, e allargando le braccia per mostrargli di non essere pericoloso.
«Qualunque cosa sia non funzionerà» lo avvertì Jiraya guardingo.
«Tu ascoltami» sogghignò Naruto. «Vedi, questa ragazza, Chiharu, è una tua grandissima ammiratrice…»
«Non mi interessa»
«…ed è una gran bella ragazza…»
“O almeno la sarà tra qualche anno” aggiunse Naruto mentalmente, per correttezza.
Jiraya tacque, con un guizzo d’interesse.
«…Non credo che farmi questo piccolo favore si rivelerà poi troppo spiacevole» concluse Naruto, morbido quanto il velluto.
Jiraya cincischiò. Si guardò attorno, con una smorfia di indifferenza sulla faccia, poi fissò Naruto.
«Quanti anni ha?» buttò lì in tono fintamente casuale.
Naruto sogghignò. Bingo.
«Sedici» mentì di nuovo, tanto ormai ci era abituato.
«Siamo sicuri che Shikamaru l’abbia avuta a sedici anni? Non mi sembra di ricordare…» indagò Jiraya dopo un breve calcolo, dubbioso.
Naruto si strinse nelle spalle buttando lì qualcosa sulla memoria che scemava, sperando che non andasse più a fondo, e, cercando di sostenere lo sguardo del maestro senza vacillare, iniziò a sentire il sudore colare lungo la schiena.
«Stai sudando» gli fece notare Jiraya, assottigliando gli occhi.
«Ho una piscina con acqua a sessanta gradi dietro alle spalle» si giustificò lui.
«Mm…»
I due si fissarono ancora un po’.
«E cos’è che dovrei fare con questa ragazza?» chiese Jiraya dopo qualche minuto.
«Ma niente di che, nulla di complesso…» disse Naruto vago, guardando altrove.
«E’ qualcosa di quasi impossibile, immagino» commentò Jiraya piatto.
«No, non per te»
«Da quando sei un lecchino?»
«Mai stato!» s’indignò Naruto, arrossendo appena. Si schiarì la voce. «Comunque... insomma, questa ragazza, Chiharu, ha deciso di smettere di essere ninja tutt’a un tratto perché si è, ehm, arrabbiata con me» Ma sì, in fondo poteva bastare una descrizione dei fatti a grandi linee, no? «Tu dovresti convincerla a cambiare idea»
«Perché?» chiese Jiraya, scettico. «Può vivere anche senza essere ninja»
«Il punto è che la sua è stata una scelta impulsiva» insisté Naruto. «Non vuole davvero essere una persona come le altre, lei vuole spiccare, lei vuole essere ninja. Che cavolo, io lo so! Sono il suo maestro! E poi sai qual è la situazione con il Paese della Roccia, abbiamo bisogno di ogni singolo ninja disponibile, e lei è brava, e ha ampi margini di miglioramento»
Jiraya si grattò il mento coperto da una corta barba ispida, riflettendo.
«Uhm, hai detto che avete litigato» borbottò. «Perché?»
Naruto sbatté le palpebre, poi si sciolse in un sorriso plastico e fintissimo.
«Ho già detto che è una gran bella ragazza?» svicolò.
«Come faccio a farle cambiare idea se non so qual è il motivo che l’ha spinta a dare le dimissioni?» chiese Jiraya in tono piatto, incrociando le braccia sul petto. «Di’ la verità, hai combinato tu il pasticcio»
«Non del tutto» bofonchiò Naruto ripensando a Sai. «Ma, aspetta un attimo, allora accetti?»
Jiraya tentennò un istante. Poi guardò Naruto.
«E’ bella come hai detto?» chiese, e lui annuì. «E pensi che mi sarà molto grata dopo che ci avrò parlato? Che so, potrebbe diventare la mia Musa per i prossimi libri della serie della Pomiciata?»
Naruto esitò. «Ehm, forse… può darsi»
Jiraya sogghignò.
«Allora è fatta»
E anche Naruto, spingendo via il transatlantico delle sue bugie che cozzava contro gli scogli della sua coscienza, ricambiò il sorriso, e incrociò le dita sperando che tutto andasse bene.









Nel prossimo capitolo...

«Secondo te chi sarà il nuovo membro della squadra?» chiese Kotaro nervosamente, accucciato sui talloni.
Già, Naruto aveva annunciato che quel giorno avrebbero anche provato con un nuovo elemento per il gruppo sette.
«E che ne so?» scattò Hitoshi irritato. «Spero soltanto non Stupido»
«Io spero che abbiano preso qualcuno che si adatti alle nostre personalità, e non che sia solo forte» sospirò Kotaro abbracciandosi le ginocchia. «Ricordo che fatica abbiamo fatto per collaborare con Chiharu…»
Scese il silenzio.
Nessuno dei due aveva perdonato alla compagna di averli lasciati, nessuno dei due aveva dimenticato la frase ‘e ora vediamo come ve la cavate senza di me. Ma pensare a lei faceva ancora male.
«Sta arrivando» disse Hitoshi, accennando con la testa al fondo della strada. «E mi sa che le tue speranze si sono rivelate vane»







* * *

Spazio autore

Capitolo breve e, dal mio punto di vista, abbastanza inutile.
Mi sono riletta quello dopo, e devo dire che mi piace molto di più!

Comunque, mi scuso per il mancato aggiornamento del 29 aprile.
Mi ero bellamente scordata di essere completamente impegnata quel giorno e pure il successivo,
così ho deciso di far saltare direttamente il capitolo.
Mi spiace, ma ogni tanto anche io mi trovo con l'acqua alla gola!

La prossima volta, finalmente ci sarà il confronto tra Jiraya e Chiharu!
Chiharu che è considerata in modi molto diversi da voi lettori, direi.
I commenti allo scorso capitolo sono stati esilaranti:
vi alternavate nell'odiarla e adorarla, neanche a farlo apposta, e tutti per le stesse identiche ragioni! XD
Siete grandiosi! <3

EEEE... ABBIAMO SUPERATO LA META'!
Ancora altri diciotto capitoli, signore e signori.


bambi88: uhm, per ora mi sento ancora nera, sai? Si vede che non sto leggendo molto su Ino, eh? XD Anche se il volume 36 del manga un pochettino... ma va beh, non voglio spaventarti! XD Per ora nessun pericolo! (ehm, so che cami non apprezzerà, ma al momento Ino la vedo molto di più con Sasuke, per accarezzare la mia anima NaruSaku!)
rina: sì, che intenzioni ho? Oh, io lo so benissimo, credimi. Solo, come dire, a voi non piaceranno. Forse. Ma c'è tempo per leggere ogni cosa, tranquilla... Sappi solo che mi sono decisamente sbizzarrita!
lilithkyubi: è vero, sai? Per certe cose Hitoshi somiglia più a Naruto che a Sasuke! Forse è per questo che lo trovo più o meno tollerabile! Ehm, sei proprio sicura che Jiraya demolirà Chiharu? Non so quanti anni tu abbia, ma io ricordo che quando ne avevo 13 potevano anche dimostrarmi mille volte che la terra era tonda, ma se nella mia testaccia bacata volevo che fosse piatta, non c'era viaggio nello spazio che mi facesse cambiare idea! XD Chissà cosa succederà davvero tra Chiharu e Jiraya? XD
gracy110: la razionalità va a farsi fottere quando hai tredici anni e l'aggressività di un facocero femmina. XD Comunque, non posso rispondere alla tua domanda sugli sbalzi temporali. Il perché lo capirai a tempo debito, per ora ti consiglio di dimenticare i miei accenni sul futuro e goderti serenamente (?) quello che accadrà! Avrai già abbastanza su cui rimuginare, credimi!
crilli: argh, povera te! Hai attaccato Sinners? Mon dieu, buona fortuna... Attenzione a Temari! Finora l'ho presentata prevalentemente dal punto di vista di Chiharu. I pensieri che la riguardano sono quelli della piccola pazza, non i miei. Per sapere com'è realmente Temari, dovrai aspettare ancora un po'! ^^
sammy1987: gioisci! Poiché la tua shot è a buon punto! Ancora non capisco come in una SasuSaku Sakura possa comparire solo alla settima pagina, ma comunque in qualche modo la gestisco! XD Ah, è un'AU, va bene comunque? Oh, mi piace che tu abbia notato che i problemi di Haru nascono dal suo rapporto con Temari! E' vero, è vero! Volevo proprio che qualcuno ci arrivasse! ^^ Ma riusciranno ad appianare i contrasti, o io ci metterò il mio malefico zampino? Oh, sai che rileggendo la fic mi rendo conto che Kotaro è molto più puccioso di quanto ricordassi? Davvero, fossi una lettrice tiferei per lui! XD
killkenny: i tuoi commenti mi fanno morire! XD Un povero lettore ingenuo pensa che tu sia un gran veggente, e invece...!
Urdi: come to the dark side: we have cookies! Okay, sclero a parte io confesso di amare alla follia i personaggi che passano al lato oscuro. Tranne Sasuke. Proprio perché lui non è davvero cattivo, ma solo idiota, potrebbe allearsi con Orociok mille volte, e non lo sopporterei mai! Ma va beh, per quanto io ami i personaggi double-face, allo stesso tempo so che sono davvero ma davvero difficili da gestire e rendere plausibili. Perché una persona che ha sempre pensato determinate cose all'improvviso dovrebbe cambiare completamente? Sono mutamenti difficili da descrivere, e non so nemmeno se ne sarei in grado. A questo punto, però, posso anche dirti che le sfide mi piacciono molto! E allora, che ne sarà di Chiharu? Oh, la spia è un figo sì! XD A me piace un sacco, e, ti svelo un segreto, tornerà in scena a breve! ^^ Uhm, per quanto riguarda Temari e Chiharu, ritengo che una certa quantità di incomprensioni tra loro siano praticamente dovute. Sono due testacce bacate, non sanno parlarsi, e anche quando lo fanno dicono boiate! XD Chissà se riusciranno mai a comprendersi? (voglio il disegnoooooo! ç_ç Scanner, scanner, perché non sei la fata madrina e non fai tu tutto il lavoro, in autonomia?)
maninja87: oh, la tua descrizione di Chiharu me la rende adorabile! <3 Uhm, solo che non è proprio fortissima... diciamo che è molto incazzosa, e che anche se non sembra ne sa di chakra! XD In realtà basta poco per scuotere un pezzettino di terreno, anche piantare un paletto in un prato fa vibrare un po' di zolle! Oh, le frasi sul futuro puoi anche accantonarle per ora! Credimi, avrai ben altri problemi di cui occuparti! Eheh, avevo capito medicina proprio da anatomia! Povera te, che sbatti di facoltà! E non guadagnerai per un sacco di tempo! (questo si chiama girare il coltello nella piaga...)
arwen5786: sì, va bene, l'ho capito. Anche se Chiharu impazzisse e facesse a pezzi un asilo nido, tu troveresti delle scuse per lei. Però, uhm, se facesse del male a Hitoshi? (faccina perfida) Con Jiraya avrai ancora a che fare nel prossimo capitolo e in quelli a venire, ma non sono sicura che riuscirò ad inserire dei flashback! Chissà, chissà. Oh, vuoi scene arf shikatema? Beh... resterai delusa! XD Non abbiamo tempo, e soprattutto non è il momento adatto! U_U (però potresti avere un Neji figo! <3)
Hipatya: i personaggi di Naruto sono tutti eroi. A dodici anni rischiano la vita, proteggono gli amici, sputano sangue e fanno grandi discorsi sull'onore e sul rispetto. L'unico che si comporta davvero come un ragazzino, Konohamaru, scambia due parole con Naruto e diventa Superman anche lui. E' per questo che ho deciso che, se loro già sono eroi, i figli saranno persone normali. Volevo ragazzini in tutto e per tutto, un Kotaro che se la fa sotto all'idea di combattere, una Chiharu che è cocciuta fino a rasentare l'idiozia, un Hitoshi borioso e sciocco. I loro genitori hanno avuto un'infanzia difficile, ok, ma loro no. Loro sono cresciuti praticamente come ragazzini normali, e volevo che si vedesse. Poi, beh, Chiharu è femmina, vicina al menarca e pure figlia di Temari. Non è che sia in crisi, è che è una cretina. Ohh, la prima fan della ChiharuxKotaro! Che bello! <3 I belli e dannati dopo un po' rompono, giusto? (conosco qualcuno che mi smentirebbe in un istante, ma va beh, de gustibus) Oh, ti ringrazio ancora per la shot! Quando mi sveglierò e la smetterò di ricordare le cose che preferisco a memoria, la metterò tra i preferiti. Nella mia testa c'è già, a pieno titolo.
muccina89: il paragone tra Chiharu e Sasuke che fa Naruto non è sul piano delle motivazioni dell'abbandono, ma sulla sensazione. Ancora una volta Naruto è quello che vede gli amici andar via, e ancora una volta non capisce perché (non condivideva i pensieri di Sasuke così come ora pensa che Chiharu sia una ragazzina testarda). Che poi potremmo sindacare sulla legittimità o meno dell'abbandono di Sasuke, ma va beh, non in questa sede. Perché non lasciarla cuocere nel suo brodo, mi chiedi. Perché quando vuoi bene a una persona, non resti a guardare mentre si fa a pezzi da sola.
lale16: Temari si sarebbe ammorbidita? Chiedi un po' a Shikamaru cosa ne pensa, và! XD Grazie mille per i complimenti, quando riesco ad essere conematografica sono sempre molto contenta!
fedecr: ehm, mica tanto "a presto", alla fine! Ho saltato l'aggiornamento! XD
Talpina Pensierosa: che tu voglia sapere cosa accadrà poi lo capisco. Ma che tu sia preoccupata per Chiharu... beh, credi che potrei farle peggio di quel che già le ho fatto? XD
Maobh: uhuhuh, che serviranno a fare le frasette che lascioo cadere riguardo al futuro? Avranno un senso o saranno soltanto buttate a caso? Comunque grazie mille per i complimenti, mi hanno resa molto felice! ^^ E non scusarti per non aver commentato, 4 giorni di vacanza li vorrei pure io! ç_ç
Scorpyon: uhm, l'attuale gruppo sette assomiglia a quello vecchio, ma non solo: assomiglia un pochino anche agli altri, e ognuno dei singoli personaggi assomiglia a qualcuno che magari non ha niente a che fare con gli altri due! XD O almeno così mi hanno detto! Comunque sono contenta che apprezzi Kotaro, e anche che mi hai lasciato un commento! ^^ Mi ha fatto molto piacere!
Yume_Tsuki: lo confesso. Le frasi iniziali dello scorso capitolo le ho scritte con particolare cattiveria. Sono cose che mi sono trovata a pensare anche io, e conosco bene la sensazione che si prova a desiderare di ferire qualcuno, per cui per me hanno molto valore. Sono contenta che qualcuno le abbia notate! ^_^
Izayoi007: ma salve! Ormai parliamo più di Bleach che di Naruto, ma bisogna variare un po' i propri interessi, giusto? Oh, che bello quando le persone si preoccupano di Naruto! <3 Anche io lo faccio sempre, stella mia, diciamo che è sempre lui il mio vero protagonista! XD Chiharu gli darà qualche gatta da pelare, è vero, ma non sarà poi per moltissimo, rilassati. Ci penserò io a dargli preoccupazioni più pressanti!
kage_naru89: dai, dai! Sono masochista, amo le sfide! Fammi la tua richiesta per il 9 maggio!
yayachan: oddio, io Haru non la vedo affatto come un povero personaggio tormentato dal passato difficile! XD Personalmente la trovo una ragazzina viziata - ma c'è da dire che tollero come "bambini dal passato difficile" soltanto tipi come Naruto, Sasuke, Gaara e Haku - e nutro ben poca compassione per lei. Certo, mi piace e sogghigno spesso e volentieri quando fa le sue uscite, ma la comprensione è l'ultimo dei sentimenti che provo per lei!
Elisir86: magistralmente sintetica: Haru è troppo Haru. In effetti ci vorrebbero un po' troppi aggettivi per descriverla, e tutti un po' poco carini! Grazie per gli auguri! ^^
kiaretta_chan_94: oh, tranquilla! Come vedi io per prima ho saltato il capitolo! XD Mea culpa, mea culpa!
Ino_Chan: ahi, ti immedesimi in Chiharu? Brutto, bruttissimo segno! XD Scherzi a parte - anche se io mi immedesimavo in Sweeney Todd, e questo la dice lunga - mi fa piacere sentire che la sua caratterizzazione ti convince! ^^ E mi fa un po' meno piacere che ti si sia rotto il pc - lo dico per te! XD - ma il buon Dio ha inventato anche i tecnici! U_U
Reina: eheh, niente Tsunade nei segreti! Non ancora, perlomeno. E Chiharu sa bene che fare se non è ninja. Suo padre aveva imparato la nobile arte di prendere il sole e guardar le nuvole, chi è lei per non seguire i suoi insegnamenti? XD
Killer Queen 7: non puoi nemmeno immaginare quanto io sia felice di vederti tra le recensioni al Peggior bla bla bla (abbreviazione ufficiale)! Stavo già pensando di usare il servizio "contatta autori" per cercarti e versare su di te i litri di lacrime di commozione che ho pianto con il tuo commento a Sinners, ma per fortuna ti ho trovata qui! Che cosa devo dire, se non un immenso grazie? Sapere che hai letto 500 pagine in un giorno solo mi ha lasciata allibita e lusingata, e sapere che ti sono anche piaciute mi ha scaldato il cuore! Certo, tutti hanno i loro difetti - amare Sasuke, per esempio - ma con te soprassiederò, lo giuro! E... mamma mia, compaio sulla tua pagina autore? *_* Oddio, ho sempre sognato che un giorno mi accadesse! Sono feliceeee! *_* (ecco, se prima pensavi che io fossi una persona sana di mente, ora ti sembrerò un'emerita idiota... ;_;) Tra parentesi, posso chiederti se il nick che hai si riferisce alla celebre canzone dei Queen?

Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Matching ***


Naruto2-20

Matching



- Venti -







Per come la vedeva Kakashi, Chiharu non era tipo da convincersi a parole.
Secondo lui qualunque tentativo avesse fatto Naruto in quella direzione, qualunque persona avesse tirato fuori dal cappello, la piccola Nara si sarebbe impuntata ancora di più nella sua decisione di non essere più ninja.
Naruto era in gamba, era forte. Ma lui era più vecchio. Sapeva come girava il mondo e, forse, sapeva valutare meglio le persone.
Seduto alla scrivania del suo ufficio, con l’Antologia della Pomiciata in mano, vedeva le pagine ma non distingueva le parole. Cercò di concentrarsi su un paragrafo particolarmente interessante, ma con un sospiro dovette chiudere il libro e arrendersi. Lo appoggiò sulla scrivania con un’occhiata sconsolata: ultimamente non era riuscito a leggerlo molto spesso. Brutto mestiere quello dell’Hokage.
Il problema era l’eccessiva quantità di problemi da risolvere, ecco tutto. Per esempio, in quel momento lui si trovava a gestire una guerra imminente, un omicidio, improvvise defezioni causa gravidanza, una lite familiare di proporzioni potenzialmente colossali – né Hiashi, né Naruto erano da sottovalutare in quanto a forza e testardaggine – e una ragazzina cocciuta che aveva evidentemente deciso di votare la sua vita a rendergli le cose più complicate di quanto già non fossero. Mentre la sua scrivania si piegava sotto il peso dei mille dispacci che arrivavano ogni giorno dal Daimyo e dal Paese del Vento, lui aveva anche dovuto infilare un coprifronte in un cassetto in attesa che la sua proprietaria rinsavisse.
Chiharu Nara era nata per essere ninja, glielo si leggeva negli occhi – e nei geni. Solo che lei non se ne era ancora accorta, o pretendeva di non saperlo e voleva attirare un po’ di attenzioni su di sé. Tipico della sua età, certo. Ma pur sempre diabolico, in quel momento.
Cosa avrebbe potuto convincerla a tornare quella che era?
Uno shock, probabilmente. Qualcosa di così incredibile e che la colpisse tanto a fondo da lasciare in secondo piano l’orgoglio e la testardaggine.
Ma lui non aveva tempo per questo, Naruto avrebbe dovuto pensarci da solo nei momenti liberi – sperando che non facesse altri errori. E in ogni caso non avevano alcuna certezza che Chiharu avrebbe cambiato idea entro venerdì.
Dunque ora il sesto Hokage doveva occuparsi del gruppo sette che sarebbe sceso in campo, gruppo mutilato che richiedeva un nuovo membro.
Senza stare troppo a pensarci, sapeva che c’era solo una persona in grado di unirsi a Kotaro e Hitoshi, e, in caso di estrema necessità, un’altra… ma temeva che nessuno dei due accoppiamenti avrebbe funzionato.
In ogni caso, doveva provare.


Naruto gli aveva detto meraviglie di questa Chiharu Nara. Secondo la sua descrizione era intelligente, cortese, visceralmente attratta dalla sua magnetica persona e dai suoi meravigliosi libri, mora, bella, sedicenne.
Fin troppo perfetta per essere vera – e infatti Jiraya pensava che, probabilmente, non era mora né bella, e Naruto lo aveva detto solo per convincerlo. Ma si poteva almeno darle un’occhiata, e in caso di castana scialba defilarsi e rifiutare l’incarico.
Secondo le informazioni che aveva ricevuto, questa Chiharu passava gran parte del suo tempo al parco per bambini nella zona ovest del villaggio, generalmente sulla seconda panchina da destra, coricata, quindi non doveva essere difficile individuarla. Ma se, come aveva intenzione di fare, voleva prima spiarla da lontano, avrebbe dovuto partire da una certa distanza.
E così si trovava acquattato su un tetto, una mano sopra gli occhi a difenderli dal sole e le palpebre strette nel tentativo di capire che aspetto avesse.
Da lì poteva dire che era mora, e questo era già confortante, poi… beh, avrebbe potuto avere qualunque età fra i tredici e i vent’anni, per quanto riusciva a capirne – ma se era una sedicenne, come sosteneva Naruto, aveva troppo poco seno. E poi la maledetta teneva un braccio sulla faccia, forse perché dormiva, e lui non riusciva a capire se fosse bella o meno.
“Mi devo avvicinare per forza?” si disse con disappunto, ma in quel preciso istante avvertì un fruscio alle sue spalle, e gettò un’occhiata indietro.
«Chi sei?» chiese Chiharu, un kunai puntato contro la sua schiena.
Jiraya guardò la panchina su cui lei sembrava addormentata, e la vide improvvisamente vuota.
«Moltiplicazione?» chiese con un mezzo sorriso.
Haru corrugò la fronte. Quella sagoma aveva un che di familiare. Dove aveva già visto quel vecchio dai cespugliosi capelli bianchi che, a essere oneste, le ricordava un po’ Naruto?
Jiraya si alzò in piedi e si voltò, senza che Chiharu abbassasse il kunai. A quel punto le rivolse un sorriso che però scemo rapidamente.
«Quel Naruto…» disse tra i denti, contrariato.
Per essere carina era carina, sì. Ma sedici anni non li aveva neanche a pagarla.
Haru spalancò la bocca, scioccata. Il kunai le scivolò dalle dita e cadde sulle tegole del tetto tintinnando brevemente, per poi scivolare verso il basso e fermarsi in una grondaia.
«J-Jiraya-sama?» balbettò impallidendo. «Il ninja supremo?»
Beh, almeno lo venerava, constatò Jiraya.
«In persona» disse additandosi con il pollice.
«Perché mi spiava?» chiese Haru sbattendo le palpebre, sempre più incredula.
Non poteva essere vero: il suo eroe si era appena materializzato davanti a lei! Probabilmente si era addormentata senza saperlo.
Jiraya sfoderò il suo ghigno più affascinante. «Qualcuno mi ha detto che eri una mia fan»
Haru arrossì violentemente. Aveva sempre immaginato che un giorno avrebbe conosciuto Jiraya e si sarebbe mostrata impassibile ed elegante, matura e affascinante; una donna di mondo, insomma. E invece scopriva che qualche cretino l’aveva già presentata come un’oca che stravedeva per lui.
«D-Diciamo di sì» mormorò guardando altrove, stringendosi un braccio al petto indispettita.
Jiraya inclinò la testa di lato.
Beh, carina era carina. Forse poteva anche ispirarlo per il suo prossimo libro, dopotutto. E se avesse dato inizio a una serie per adolescenti?
In ogni caso, Naruto non aveva mentito se non sull’età, e quella, era risaputo, era estremamente soggetta a variazioni. Quindi lui poteva anche considerarsi soddisfatto e cercare di riportare la sua piccola fan sulla ‘retta via’.
«Ho saputo che sei una ninja» disse prendendola alla larga, e la vide rabbuiarsi.
«Non più» affermò secca sollevando uno sguardo duro.
«Come? E perché?» chiese ostentando la più profonda sorpresa.
«Perché a quanto pare non sono mai abbastanza per nessuno» bofonchiò lei, sentendo che all’improvviso le sue motivazioni sembravano un po’ stupide.
«Che strano. Io direi che sei in gamba, invece, visto che mi hai beccato qua su»
«Grazie» mormorò Chiharu arrossendo.
«Sei la figlia di Shikamaru Nara, vero?»
«Sì»
«Hai la sua espressione»
Haru sbatté le palpebre, piacevolmente stupita; era la prima volta che qualcuno la paragonava così esplicitamente a suo padre, prima che a sua madre. E che quel qualcuno fosse il suo idolo le metteva le farfalle nello stomaco.
«Davvero?» disse compiaciuta. «Beh, sì, in effetti lo penso anche io. Ma… lei è qui per me, insomma?» si azzardò a chiedere.
«Sì, in un certo senso sì»
«Davvero?»
«Senti, hai mai letto uno dei miei libri?»
Haru fece una smorfia. «Ecco… veramente apprezzo di più il suo lato ninja»
Jiraya si accigliò. Naruto gli aveva assicurato che Chiharu adorava i suoi libri. Le discordanze iniziavano già ad essere due.
«Non ti piace ciò che scrivo?» chiese.
Chiharu si strinse nelle spalle a disagio. «Beh, non è che non mi piaccia… diciamo che non amo leggere in generale…» bugia. Aveva letto dozzine di fumetti nella sua vita. «E poi sono molto più affascinata dalle sue imprese insieme a Tsunade e Orochimaru, perché, ehm, perché quelle sono più vere, diciamo»
Jiraya le rivolse un sorriso indulgente. «Ti presterò la mia serie completa, così potrai farti un’idea. Leggere è molto importante per un ninja»
Haru tenne per sé che pensava che la serie della Pomiciata non fosse esattamente la lettura più indicata per un ninja, e invece gli ricordò che aveva smesso di esserlo.
«Ah, è vero. Me ne ero dimenticato, è che ne hai tutta l’aria» fece lui quasi distrattamente.
«Cosa vuol dire che ‘ne ho tutta l’aria’?» chiese lei accigliandosi.
«Ma niente, è l’atteggiamento, come ti muovi, come parli» Jiraya si strinse nelle spalle con noncuranza. «Hai molto l’aria di un ninja»
Haru non ribatté, inquieta.
Lui non era il primo a dirle che era una ninja fatta e finita, certo; ma le sue parole avevano tutto un altro peso rispetto a quelle, per esempio, di Naruto.
Naruto…
“Aspetta un attimo” corrugò la fronte. “Jiraya è stato il maestro di Naruto. Ha detto che qualcuno lo ha informato del fatto che sono una sua fan, e guarda caso ora mi mette dei dubbi sulla scelta che ho fatto” sollevò lo sguardo e puntò gli occhi in quelli del ninja supremo, che ricambiò, innocuo e all’apparenza innocente.
«Mi scusi» iniziò con voce flautata, nascondendosi dietro a un sorriso cordiale. «Chi le ha detto che sono una sua fan?»
Ci fu un attimo di silenzio, in cui i due si guardarono. Non ricevendo risposta, Haru proseguì, sempre sullo stesso tono:
«Per caso la persona che glielo ha detto le ha anche detto che ho smesso di essere ninja? E che il villaggio invece insiste perché io la sia?»
Jiraya si lasciò sfuggire un mezzo sorriso.
«Sei proprio figlia di tuo padre» commentò, comprendendo che la sua bella costruzione di menzogne e innocenza si era appena sgretolata davanti ai suoi occhi.
«E figlia anche di mia madre» disse Chiharu tra i denti, per una volta soprassedendo sull’odio che provava per Temari. «E se ha una vaga idea di com’è mia madre, immaginerà che non la sto prendendo affatto bene»
«Insomma, non è poi la fine del mondo essere ninja…»
«Zitto!» scattò Haru, facendo ammutolire Jiraya. «Lei non sa niente di me, non venga a dirmi cosa è meglio per la mia vita! Per quanto sia stato il mio idolo quando avevo otto anni, ora mi sembra solo un vecchio che si permette di sputare sentenze!»
«Piano con le parole, ragazzina!» la additò Jiraya, profondamente offeso per il ‘vecchio’.
«Oh no, se lo scorda!» continuò lei, sempre più furiosa. «Sa cosa? Può andare a dire a Naruto che il suo tentativo è stato una stronzata, e che ha ottenuto come risultato di farmi disprezzare anche l’ultimo eroe tra i ninja che avevo! Io non tornerò nel suo gruppo, non tornerò a combattere, né, se ci riesco, mi farò mai più vedere da lui! Ha commesso l’ennesimo errore! E questa volta lo pagherà caro!»
«Non vedo perché dovresti prendertela con me!» borbottò Jiraya, mentre anche le voci ‘cortese’ e ‘visceralmente attratta dalla sua magnetica persona’ venivano cancellate con una X mentale.
Chiharu lo fulminò con lo sguardo.
«Me la prendo con lei perché anche lei, come tutti gli altri, mi ritiene soltanto una ragazzina stupida, non è così? Sono intelligente perché sono figlia di mio padre, sono ninja perché i miei genitori lo erano, e sono ingenua perché si suppone che penda dalle sue labbra come un bambino di due anni! E’ questo che pensa, come tutti gli altri! In questo stupido posto io non esisto se non come ‘la figlia di Shikamaru Nara, lo strumento da spedire sul campo di battaglia quando serve’! Perché dovrei rischiare la mia vita per un villaggio che non vede altro in me?!»
«Tutti siamo figli dei nostri genitori prima di diventare qualcuno» le fece notare Jiraya.
«Mi faccia il favore!» ringhiò Haru. «Senta, la bambina di otto anni che è in me le consiglia di andarsene, perché se no inizierà ad odiare ogni suo aspetto!»
Jiraya le lanciò un’occhiata scettica. Non si era aspettato tutta questa grinta dalla figlia di Shikamaru, ma, come gli aveva fatto notare lei stessa, Chiharu era anche figlia di Temari.
«Insomma non hai intenzione di tornare ad essere ninja?» chiese per conferma.
«Nessuna!»
«Peccato» sbuffò, in fondo neanche troppo costernato. «Secondo me eri tagliata per questo mestiere»
Quante volte se lo era sentito ripetere, incazzandosi sempre un po’ di più?
Chiharu assottigliò gli occhi, preparandosi alla stilettata di perfidia finale, e, prima che Jiraya se ne andasse, sibilò: «E i suoi libri fanno davvero schifo»
Questa volta profondamente scioccato, Jiraya cancellò anche l’ultima voce nell’elenco che gli aveva fornito Naruto, cioè ‘intelligente’.

*

Martedì mattina, tre giorni alla partenza per la battaglia.
Kotaro e Hitoshi attendevano nervosamente che Naruto li raggiungesse davanti all’Ufficio per lo smistamento delle missioni, l’uno scaldandosi distratto, l’altro schioccando le dita per formare una fiammella a comando.
Un paio di giorni prima li avevano informati che quel venerdì sarebbero scesi in campo contro l’esercito della Roccia.
Kotaro, pallido, aveva chiesto a sua madre se non era illegale far combattere ragazzi della loro età, e Tenten gli aveva lanciato un’occhiata che esprimeva a chiare lettere ‘se non lo fai ti disconosco, smidollato!’. Allora aveva commesso l’errore di rivolgersi a suo padre, il quale era partito con una serie di rituali portafortuna e allenamenti da far girare la testa, annunciando con orgoglio a tutto il villaggio che lui sarebbe diventato un eroe, e che ‘il fuoco della giovinezza non si spegne mai, ma sopravvive attraverso le generazioni’, o qualcosa di simile. Per coronare il tutto anche Mei aveva voluto esprimere il suo parere, e se ne era uscita con un candido: ‘Tu?’ così intriso di incredulità da farlo indignare. Dopo quel momento aveva deciso che avrebbe combattuto e sarebbe tornato vincitore, solo per il gusto di averla vinta con quel piccolo diavolo che condivideva almeno il sette percento del suo patrimonio genetico. E comunque lo confortava parecchio sapere che in battaglia con lui ci sarebbero stati sia Rock Lee che Tenten.
Hitoshi invece si era subito calato nella parte dell’eroe. Aveva informato della missione i suoi genitori in piedi in fondo al tavolo, la schiena dritta e le mani lungo i fianchi, e Sasuke aveva annuito con l’aria di chi approva – Hitoshi non poteva sapere che per un attimo nella sua mente era passato il pensiero ‘se per qualunque motivo si fa del male, uccido Naruto e Kakashi’ – mentre Sakura aveva sospirato scuotendo la testa, e si era rimproverata di non aver messo al mondo solo docili figlie femmine dedite alla cura della casa. Giusto il giorno prima aveva informato la famiglia che aspettava un altro bambino, e che per quello non sarebbe scesa in campo, ma ciò evidentemente non impediva a Sasuke di essere in prima fila.
Alla notizia della battaglia i fratelli di Hitoshi non si erano scaldati più di tanto. Soltanto Liara, la sorellina di quattro anni, si era fatta un po’ pallida e gli aveva chiesto se sarebbe tornato. Lui, con un attimo di improvviso e irrazionale affetto per lei, le aveva accarezzato la testa dai capelli chiari – era l’unica ad averli ereditati da Sakura – e le aveva assicurato che si sarebbe fatto onore e sarebbe tornato fortissimo. Liara non era sembrata molto confortata, ma almeno Hitoshi sapeva che qualcuno lo aspettava a casa insieme a sua madre.
Quella mattina avrebbero provato qualche schema, aveva detto Naruto. Qualcosa per impratichirli un po’, allenandosi con le sue copie. L’ultima cosa che volevano al villaggio era che qualcuno di loro si facesse del male, quindi la prima cosa che dovevano imparare era non strafare, avere mille occhi, e analizzare attentamente la forza del nemico prima di buttarsi nella mischia.
Facile a dirsi. Kotaro e Hitoshi già si sentivano tremolare all’idea delle copie di Naruto, figurarsi se avrebbero avuto tempo di pensare mentre venivano attaccati da nemici determinati a ucciderli.
E poi c’era anche un’altra cosa che li turbava.
«Secondo te chi sarà il nuovo membro della squadra?» chiese Kotaro nervosamente, accucciato sui talloni.
Già, Naruto aveva annunciato che quel giorno avrebbero anche provato con un nuovo elemento per il gruppo sette.
«E che ne so?» scattò Hitoshi irritato. «Spero soltanto non Stupido»
«Io spero che abbiano preso qualcuno che si adatti alle nostre personalità, e non che sia solo forte» sospirò Kotaro abbracciandosi le ginocchia. «Ricordo che fatica abbiamo fatto per collaborare con Chiharu…»
Scese il silenzio.
Nessuno dei due aveva perdonato alla compagna di averli lasciati, nessuno dei due aveva dimenticato la frase ‘e ora vediamo come ve la cavate senza di me’.
Ma pensare a lei faceva ancora male.
«Sta arrivando» disse Hitoshi, accennando con la testa al fondo della strada. «E mi sa che le tue speranze si sono rivelate vane»
Kotaro alzò il capo ansiosamente, e vide Naruto avanzare dal fondo della via. Accanto a lui camminava Jin, le mani in tasca e la solita espressione vaga negli occhi blu.
Il piccolo Lee sospirò.
«Almeno lo conosciamo» mormorò rassegnato.
“Maledizione… tra tutti proprio lui” pensò Hitoshi facendo schioccare la lingua. “Mi rifiuto di collaborare con quel piccolo mostro, e se osa mettermi in ombra lo uccido!”
«Ciao» li salutò il figlio dell’Hokage una volta che li ebbe raggiunti. «Pare che faremo gruppo assieme per oggi»
«Già» fece Kotaro sforzandosi di sorridere.
«Tsk» fece Hitoshi senza quasi guardarlo.
«Allora, vi sentite pronti?» chiese Naruto con forzata allegria. Neanche a lui piaceva quel gruppo tutto maschile, in fondo, e dubitava seriamente che Jin sarebbe riuscito a collaborare con gli altri, sia per la sua natura individualista, sia per la spiccata antipatia che Hitoshi sembrava nutrire per lui.
Lo aveva detto all’Hokage, ‘non funzionerà. Quelli riuscivano a malapena a collaborare con Chiharu’, ma lui aveva insistito per provare. Forse voleva un gruppo attorno a suo figlio, in modo che fosse protetto in battaglia, o forse voleva che si integrasse con i compagni, o ancora pensava semplicemente che fosse l’unico in grado di unirsi a Kotaro e Hitoshi. Ma qualunque fossero le sue ragioni, lui era l’Hokage, e lui aveva l’ultima parola. Maledizione.
«Andiamo, ho riservato il campo d’addestramento più grande e simile al territorio in cui combatteremo, va bene?» chiese ai ragazzi, avviandosi, e cercò di mantenere un tono discorsivo che non li impensierisse troppo.
Jin annuì sereno, Hitoshi fece uno scatto secco della testa, ansioso di superare il figlio di Kakashi anche in quello, e Kotaro fece solo una mezza smorfia. Oltre che con il chakra, quel ragazzo doveva anche avere qualche problema con i nervi.
Raggiunsero il campo dopo una ventina di minuti di cammino, trovandosi fuori dalle mura del villaggio e quasi nella foresta. Il cartello appeso alla recinzione diceva “Campo di addestramento n° 37. Pericolo”, ed era quasi nascosto dalle foglie di un cespuglio di rovi.
«Non fatevi incantare dalle piante» li ammonì Naruto aprendo il cancello. «Più in là diventa molto più scoperto. Ricordatevi che saremo al confine con il paese della Roccia»
I tre ragazzi entrarono nel campo, Kotaro con un nodo alla gola, e seguirono Naruto lungo un sentiero tra le fronde che presto si fece scoperto e circondato solo d’erba. Altri pochi minuti di cammino, e anche quella scomparve, lasciando il posto a una distesa di terreno brulla e impervia.
Naruto si fermò in mezzo al nulla, guardandosi attorno; i confini del campo si intravedevano in lontananza, dove non erano nascosti dalla vegetazione, e una folata di vento spazzò la spianata sollevando una polvere sottile.
Avrebbero davvero dovuto combattere così all’aperto?, si chiese Kotaro con un brivido.
Naruto socchiuse appena le palpebre. Se ci fosse stata Chiharu, avrebbe già trovato punti di forza e di debolezza del terreno. Certo, anche Jin era perfettamente in grado di farlo, ma non era tanto sicuro che Kotaro e Hitoshi avrebbero accettato consigli da lui. Con il tempo si erano abituati a Chiharu, avevano lavorato insieme per quasi tre mesi, ma non sarebbero stati altrettanto disposti a tollerare i difetti di Jin, con cui parlavano poco in fondo, e che probabilmente, alla stregua del resto del villaggio, consideravano un piccolo mostro.
D’altronde, sembrava proprio che per Chiharu non ci fossero speranze, almeno nell’immediato futuro…

«Scordati che ti faccio un altro favore finché campo!» aveva esclamato Jiraya di ritorno dalla missione ‘convinci Chiharu’ – di livello SS, in caso di classificazione.
Naruto aveva sospirato, passandosi una mano sul viso.
«Non è andata, eh?» aveva chiesto deluso.
«Vedi di starmi alla larga per un po’, o in alternativa vedi di regalarmi qualcosa di molto buono per Natale!» gli aveva intimato Jiraya, rendendo esplicito che non era andata per niente, e poi, incarognito come un calabrone, se ne era andato.

Da questa conversazione Naruto aveva potuto benissimo intuire quale doveva essere l’umore di Chiharu al momento, e sinceramente dubitava che entro venerdì sarebbe tornata docile e gentile.
«Va bene» disse battendo le mani una volta. «Ora io sparirò per una decina di minuti, e voi vi consulterete sulla strategia da adottare. Poi inizierò ad attaccarvi da dove meno ve lo aspettate, e voi dovrete sopravvivere. E’ tutto chiaro?»
Kotaro alzò una mano.
«Ehm, non hai davvero intenzione di ucciderci, vero?» chiese nervosamente.
Naruto lo fissò. «Pensi di chiederlo anche ai ninja della Roccia?»
«No, ehm, credo di no» mormorò il piccolo Lee mortificato.
«Allora avete tempo… da ora» annunciò Naruto, e prima che la frase fosse finita, sparì in una nuvoletta di polvere.
«Siamo troppo scoperti» iniziò subito Jin, guardando i compagni di squadra. «Il che significa che dobbiamo stare attentissimi, potrebbe arrivare da tutte le parti, anche da sottoterra»
«Creiamo delle copie e le facciamo acquattare sotto terra anche noi» disse Hitoshi, seccato per essersi fatto fregare l’incipit.
«Okay, va bene come prima mossa» annuì Jin. «Ma funzionerà solo una volta. Quanto siete veloci a posizionare trappole? E come ve la cavate con la tecnica della sostituzione?»
La migliore a creare trappole era sempre stata Haru. Ma se Hitoshi e Jin le ideavano, Kotaro poteva essere veloce quanto lei a piazzarle. E per quanto riguardava la tecnica della sostituzione, solo Kotaro aveva ancora qualche problema.
«Va bene, allora la prima fase comprenderà trappole e copie» decise Jin in tono pratico. «Poi dovremo introdurre qualche schema, se siete d’accordo. L’ideale sarebbe che Kotaro, il più veloce, lo distraesse, e poi con una tecnica illusoria…»
«Kotaro ha sempre avuto problemi con le tecniche» lo interruppe Hitoshi, stizzito. «Non va bene»
«Ah. Allora potrei io…»
«Perché non io
Ci fu un attimo di silenzio teso. Jin fissò Hitoshi con espressione neutra, poi, in tono quasi casuale, chiese:
«Hai già lo sharingan?»
Hitoshi si accigliò. No che non l’aveva. Ma d’altronde anche suo padre lo aveva sviluppato attorno a quell’età, quindi era normale.
«No» disse risentito.
«Allora è meglio che sia io ad agire, perché non riusciresti a decidere in tempo cosa fare» spiegò Jin, cercando di mantenere un tono diplomatico. «Poi sta a voi adattarvi alla mia tecnica e proseguire nell’attacco»
«Cioè, io attacco, tu distrai, e poi si vede?» chiese Kotaro incerto.
«E’ un piano troppo a spanne» disse Hitoshi tra i denti. E lui non sembrava avere alcuna rilevanza, il che era anche peggio.
«Per un ninja è importante l’istinto» si limitò a dire Jin, stringendosi nelle spalle. «La fantasia e la prontezza di riflessi possono fare la differenza tra la vita e la morte, soprattutto quando è impossibile prevedere quali saranno le mosse del nemico. Questo non sarà un combattimento uno contro uno, saremo noi tre contro un intero esercito. Bisognerà liberarsi degli avversari il più in fretta possibile e andare avanti finché non ce ne saranno più»
«Stai facendo lezione?» chiese Hitoshi, ormai vicino al suo limite di sopportazione. L’infinita saccenza di quel ragazzino gli dava sui nervi.
«Beh, veramente pensavo fossero cose che già sapevate»
“Io lo uccido. Giuro che lo uccido!” pensò Hitoshi sentendo una vena pulsare sulla fronte.
«Attenti!» gridò Kotaro. «Ha iniziato!»
«Non siamo ancora pronti!» scattò Hitoshi, vedendo due copie di Naruto a pochi passi da loro.
«La prima fase!» gridò Jin, e scagliò due shuriken verso uno degli avversari.
“Prima fase? E chi la ricorda?” si disse Kotaro, rischiando di inciampare sui suoi stessi piedi.
“E’ troppo tardi per le trappole!” pensò Hitoshi stizzito. “Stupido imbecille, ci ha fatto perdere tempo a blaterare!”
Mentre il Naruto di destra schivava gli shuriken di Jin, la copia del ragazzino sorse dal terreno alle sue spalle e conficcò un kunai nella sua schiena, facendolo scomparire in uno sbuffo di fumo. Guardando la scena Hitoshi si sentì terribilmente sminuito, e allora si esibì nella palla di fuoco più convinta della sua vita, mancando clamorosamente il Naruto di sinistra ma prendendo in pieno la copia di Jin, che scomparve in uno sbuffo di fumo.
«Che stai facendo?!» scattò il bambino.
«E’ stato un errore, okay?!» ribatté l’Uchiha indispettito.
Per poco un nuovo Naruto spuntato alle sue spalle non lo colpì con un pugno, ma Kotaro intervenne in tempo e parò, stringendo i denti di fronte alla forza inaspettata del jonin.
«Ehi, non sta scherzando!» avvisò i compagni, mentre Naruto faceva un balzo indietro e improvvisamente scompariva dalla loro vista.
«Dov’è?» chiese Hitoshi, guardandosi attorno rapido.
La spianata era deserta, spazzata dalla brezza leggera. Oltre a loro non si vedeva anima viva, nessuno dei due avversari che ora sapevano di dover affrontare sembrava essere da quelle parti.
Ma, anziché diminuire, la tensione era improvvisamente aumentata.
All’improvviso Jin saltò, gridando: «Sotto!», ma Hitoshi non fece in tempo a evitare lo smottamento del terreno, e perse l’equilibrio. Una mano si serrò sulla sua caviglia, e nello stesso istante uno shuriken si conficcò nella pelle leggermente abbronzata, facendole mollare la presa. Hitoshi concentrò il chakra nelle piante dei piedi e si spinse via con troppa forza, ricadendo più in là faccia a terra.
«Tutto bene?» chiese Kotaro, e Hitoshi si rialzò seccato.
Tutto bene cosa? Era stato Jin a salvarlo lanciando lo shuriken, quella era un’onta sull’onore degli Uchiha! Niente andava bene!
Il figlio di Sasuke strinse i denti e congiunse le mani sotto il mento.
“Ora vedremo” pensò furioso, e creò cinque copie perfette di sé stesso.
«Via!» ordinò, facendole sparpagliare.
Jin lo fissò stranito, chiedendosi cosa avesse in mente, e quando lo domandò a voce alta Hitoshi si limitò a lanciargli un sorriso altero, consigliandogli di restare a guardare.
«Si suppone che facciamo lavoro di squadra!» intervenne Kotaro, furibondo. «Che diavolo è questo atteggiamento?»
«La sistemo io da solo!» esclamò Hitoshi. «Voi restate a guardare!»
Non fece in tempo a richiudere la bocca che Naruto comparve dal nulla alle sue spalle, e, con una mossa così veloce da essere a malapena comprensibile, lo fece voltare e gli assestò un pugno nello stomaco che gli mozzò il respiro. Le copie che aveva creato con tanto impegno si dissolsero nel momento in cui la sua concentrazione venne meno, trasformandosi in sbuffi di polvere inconsistente, e l’Uchiha cadde sulle ginocchia tossendo.
«Mai moltiplicarsi e far sapere qual è l’originale» commentò Naruto in tono neutro, un attimo prima che Jin lanciasse uno shuriken tra i suoi occhi. Anche quella copia scomparve, ma lasciò il posto ad altri tre ninja identici, subito dietro il punto in cui si era trovata.
«Non finiscono mai?» si chiese Kotaro a voce alta, tra i denti.
«E’ un allenamento» gli ricordò Jin. «Ci metterà davanti al peggio del peggio, nella speranza che le cose si rivelino più facili! Senti, ho un piano»
Kotaro esitò per una frazione di secondo, guardando Hitoshi che a terra gemeva debolmente. Sapeva che accettare la collaborazione di Jin lo avrebbe portato a litigare con il compagno di sempre, ma sapeva altrettanto bene che Jin e i suoi piani erano forse l’unica cosa che avrebbe loro permesso di difendersi dagli attacchi di Naruto. Strinse i pugni e si avvicinò al bambino, ignorando deliberatamente l’occhiata astiosa che gli arrivò da Hitoshi.
«Cosa devo fare?» chiese deglutendo nervoso.
Hitoshi, più in là, distolse lo sguardo con rabbia e disgusto.
“Traditore!” pensò di Kotaro, cercando di rialzarsi in piedi nonostante le gambe tremanti e lo stomaco dolorante. “Io me la caverò anche da solo! In fondo l’ho sempre detto che non avrei fatto parte del gruppo sette!”
Si raddrizzò faticosamente, guardando le tre copie di Naruto che sembravano attendere in distanza. Socchiuse gli occhi di fronte alla loro espressione indifferente e strinse i pugni.
“Sono un Uchiha! Ho un onore da difendere!” pensò furioso, e congiunse le mani sotto il mento, moltiplicandosi di nuovo. Questa volta non commise l’errore precedente, e si mescolò alle copie prima di farle sparpagliare, allontanandosi con loro.
“Pensate pure ai vostri bei piani” pensò con disprezzo guardando Kotaro e Jin. “Intanto io vincerò questa battaglia”
Le copie di Naruto aumentarono di numero, una per ogni Hitoshi, ma lui non sembrò preoccuparsi. Schivò ed evitò ogni colpo, ribattendo con shuriken e kunai, finché, in qualche modo, non riuscì a raggruppare tutti gli avversari in un unico punto, e a circondarli. Allora ordinò alle sue copie di usare la palla di fuoco contemporaneamente, e in un’unica fiammata tutti gli avversari scomparvero.
«Sì!» esultò Hitoshi, grondando orgoglio da ogni poro.
Non si accorse degli shuriken che fischiavano nell’aria finché tre delle sue cinque copie non furono scomparse in uno sbuffo di fumo, e allora ordinò in fretta e furia di abbassarsi, ma un attimo troppo tardi perché non se ne andasse anche un’altra.
«E’ scorretto attaccare da dietro!» gridò da terra, con un’occhiata offesa al Naruto che lo attaccava alle spalle.
«In guerra nulla è scorretto» disse una voce pericolosamente vicina al suo orecchio, e furono solo i suoi riflessi che lo salvarono da potenziale morte, facendolo rotolare di lato nell’istante in cui un’esplosione dilaniò il punto in cui era stato. Si rialzò di scatto, pronto a fronteggiare anche quell’avversario, quando un’ombra gli saettò accanto, precedendolo, e Kotaro si avventò sulla copia di Naruto con il meglio delle sue arti marziali.
«Lui è mio!» ringhiò Hitoshi indispettito, ma Jin lo afferrò per una spalla e lo tirò indietro bruscamente.
«Lascia fare a noi, abbiamo un piano» disse senza staccare gli occhi dal suo obiettivo, e poi intrecciò le dita in almeno dieci posizioni diverse, il tutto in pochi secondi. «Fatti indietro!» ordinò a Hitoshi, mentre una scarica di elettricità si formava tra le sue mani e faceva rizzare i peli delle sue braccia e di quelle del compagno accanto.
«Scordati che mi levo dai piedi!» esclamò quello, nonostante il suo cuore avesse appena mancato un battito.
Ma Jin già non lo ascoltava più, intento a fissare Kotaro.
“Ora!” pensò, accigliandosi. “Cosa sta aspettando?”
Kotaro schivò un calcio di Naruto, e ricambiò con un pugno prontamente parato. Sentì uno spostamento d’aria alle sue spalle, si abbassò appena in tempo per evitare una gomitata e cercò inutilmente di sgambettare l’avversario. Anche il terzo Naruto si unì alla lotta, rendendogli la vita ancora più difficile, e la sua fronte iniziò a imperlarsi di sudore.
“Cavolo, cavolo, cavolo!” pensò ansante, cadendo sulle ginocchia e spingendosi in alto così in fretta da farsi dolere i muscoli. “Dai, acqua! Acqua!
Cercò di convincere il suo chakra a trasformarsi in acqua, ma ottenne solo di stancarsi e perdere la concentrazione. Fu raggiunto da un pugno sotto l’occhio destro, sicuro che il giorno dopo si sarebbe svegliato con un livido sullo zigomo, e in quel momento si ricordò di qualcosa che portava sempre con sé.
Vicino al limite della sua pazienza Jin cercò di trattenere la massa di molecole surriscaldate che, sotto forma di plasma, cercava di esplodere attraverso le sue mani, in attesa di un segno.
All’improvviso lo vide: una scia d’acqua, mille gocce brillanti che attraversavano l’aria sopra la testa di Kotaro.
«Ora!» gridò, lanciando la sfera densa di elettricità verso i tre Naruto che ancora lottavano.
Quelli si voltarono con espressione vagamente sorpresa, mentre Kotaro si lanciava fuori dal cerchio che loro formavano e rotolava più in là, proteggendosi la testa con le braccia.
Ci fu un’esplosione, e tutti chiusero gli occhi e sollevarono le mani a difendersi dal pietrisco che piovve sulle loro teste.
“Ha funzionato?” si chiese Jin ansiosamente, aprendo gli occhi quando ancora la polvere impregnava l’aria.
Due elementi combinati erano in grado di sopraffarne uno solo, così gli avevano insegnato: e il suo fulmine e l’acqua di Kotaro erano perfetti se assimilati, forse abbastanza forti da sconfiggere il vento di Naruto.
All’improvviso una folata d’aria creò mulinelli nella nube di polvere, facendola disperdere lentamente; dietro la coltre, tre Naruto stavano ancora in piedi, fermi, a malapena graffiati.
«Buon tentativo» disse uno di loro. «Ma conosci troppo poco i tuoi compagni di squadra»
Jin si accigliò, e poi spostò lo sguardo su Kotaro, inginocchiato più in là. Solo allora vide la borraccia che stringeva tra le mani, dalla quale qualche goccia cadeva leggera sul terreno.
«Non era chakra?» esclamò furioso. «Ma cos’hai nella testa?! Con acqua normale non poteva funzionare!»
Kotaro arrossì sotto il viso sporco di terra, risentito. Lui non riusciva a creare l’acqua dal chakra nemmeno durante i tranquilli allenamenti con Sai, come potevano pretendere che lo facesse in quella confusione?
«E che ne sapevo io?» si difese, offeso. «Hai chiesto solo dell’acqua!»
Jin chiuse gli occhi.
Era inutile. Non poteva collaborare con loro.
Risollevò le palpebre, le iridi blu cupe e determinate.
«Cosa vuoi fare?» gli chiese Hitoshi sospettoso, ancora risentito e, purtroppo, stupito dalla potenza della sua tecnica.
Ma Jin non rispose, e semplicemente si lanciò in avanti congiungendo le mani per l’ennesima volta. Due copie si materializzarono al suo fianco, e nella corsa si incrociarono e intrecciarono con lui, così che alla fine era impossibile capire quale fosse l’originale. Una affrontò un Naruto, un’altra un altro e la terza l’ultimo, ingaggiando tre combattimenti contemporanei in cui la fantasia la faceva da padrone.
Con sorpresa e sconcerto, Kotaro e Hitoshi videro Naruto leggermente spiazzato.
Jin non era abbastanza forte da impensierirlo, ma era dannatamente pieno di inventiva. Creava mosse nuove dal nulla, schivate e finte in cui cambiava idea a metà strada, mosse istintive e letali che finivano per coglierlo alla sprovvista. A un tratto si trovò uno sconcertante tentativo di Raikiri a un soffio dal naso, e lo schivò solo per un pelo e perché non era ancora completo.
E va bene, le cose si facevano serie.
Dal nulla si materializzarono altre copie, forse dieci. Jin le contò con un’occhiata rapida e ne creò altrettante, ma ora le cose si fecero improvvisamente più complicate. Con una smorfia di disappunto il figlio dell’Hokage si rese conto che non era in grado di controllare un simile numero di altri sé, e si rassegnò a vederne cinque distrutti in un attimo.
Naruto lo accerchiò, ne eliminò altri, lo spinse in un angolo, e alla fine lo trovò solo e ansante, coperto di sudore, bloccato da non meno di quindici avversari. La maggior parte di loro scomparve, lasciandone solo uno, e quello, veloce come il vento, afferrò Jin prima che potesse tentare qualunque cosa e fece passare un braccio attorno al suo collo, ponendolo tra sé e gli altri due genin.
«Arrendetevi o lo uccido!» gridò nel tono più minaccioso di cui era capace, aumentando la stretta sulla giugulare del bambino e strappandogli un leggero singulto.
Kotaro e Hitoshi non si mossero. Si guardarono per un istante, improvvisamente dimentichi che solo pochi minuti prima il piccolo Lee era stato dalla parte di Jin, e poi, in perfetta sintonia, ribatterono:
«Fai pure»
Ci fu un attimo di silenzio sconcertato, mentre Jin li fissava a bocca spalancata.
Naruto sospirò, allentando la stretta sul suo collo, e lasciò che i suoi piedi toccassero di nuovo terra.
«Credo ci sia un fraintendimento di fondo» borbottò accigliato. «Ho detto ‘o lo uccido’»
«E noi abbiamo detto ‘fai pure’» ripeté Hitoshi incrociando le braccia sul petto. «Ma tanto non hai mai neanche provato a ferirlo davvero. Cioè, lui è il figlio dell’Hokage, no? Nessuno fa del male al figlio dell’Hokage»
«Già» annuì Kotaro, assumendo la stessa posizione del compagno, tutt’a un tratto schierato nuovamente dal vecchio lato della barricata.
«State dicendo che con lui non ho fatto sul serio?» allibì Naruto.
I due genin gli lanciarono un’occhiata eloquente, e poi un’altra astiosa a Jin, e allora Naruto si passò una mano sul viso, esausto.
«Voi non avete capito niente di questo allenamento!» mormorò scuotendo la testa.
«Beh, in sostanza dobbiamo cercare di sopravvivere venerdì, no?» fece Hitoshi stringendosi nelle spalle, con molta più spavalderia di quanta ne provasse davvero, ansioso di cancellare l’immagine di un sé stesso tremante e gemente al suolo.
Naruto fece un cenno stanco e demotivato. «A grandi linee…» borbottò. «Sentite, diciamo che questo esperimento è fallito, okay? Voi due, vi voglio qui domattina all’alba, proviamo con un altro compagno. Jin, sei stato bravo, ma penso che lavori meglio da solo che in gruppo»
«Non sono riuscito a sconfiggerti » disse Jin a sorpresa, con una strana voce.
«Non potevi riuscirci» lo blandì Naruto, ma quello scosse la testa rabbiosamente, e con uno scatto improvviso corse via. Naruto avrebbe scommesso di aver sentito un singhiozzo.
«Tsk. Bambino» commentò Hitoshi con aria di disprezzo.
«Quel bambino ha dieci volte le possibilità che hai tu di sopravvivere» ribatté Naruto tagliente. «E la prossima volta che ti sento parlare così ti faccio pentire di essere entrato in questo gruppo, è chiaro?»
Di fronte all’azzurro ghiacciato degli occhi di Naruto, Hitoshi deglutì e non aprì più bocca, limitandosi ad annuire sotto il pallore improvviso.
«Andate a casa. Ci vediamo domani» mormorò il capogruppo, e poi, come tutte le altre copie, scomparve in uno sbuffo silenzioso di polvere.









Nel prossimo capitolo...

«Anche Ino avrà un bambino» se ne uscì Choji in tono allegro.
Neji, che stava sorseggiando un’ultima tazza di tè con aria molto nobile, la sputò tutta in faccia a Shino.
«Cosa?» chiese senza fiato, spalancando gli occhi candidi.
«Non ve l’ho detto?» fece Choji perplesso.
Cinque paia di occhi lo fissarono sconvolti. Shino, borbottando maledizioni, cercava di ripulirsi gli occhiali senza levarli.
«Siamo sicuri che sia tuo?» indagò Kiba con cautela.







* * *

Spazio autore

Promemoria: mai più pubblicare cose vecchie! A rileggerle fan sempre schifo.
A proposito.
E' evidente che mi son presa un sacco di libertà con il chakra. U_U
(ma, almeno per una volta, Jin è stato un bambino di sette anni!)

- 500 RECENSIONI -
ABBIAMO UN VINCITORE!
Era sera, gironzolavo sul web e mi sono accorta che eravamo alla 499esima recensione.
Perfida, ho detto a tutti i contatti con cui chattavo che avevano l'occasione di essere i fortunati vincitori della domanda premio.
Solo a una persona non ho detto nulla, perché in quel momento ero distratta.
Ebbene. Bluffando Mala_Mela e Harryherm, che si son fiondate a scrivere,
l'ingenua arwen5786 aveva finito la sua normalissima recensione e l'aveva inviata, agguantando per un soffio il 500!
Quindi, congratulazioni
arwen5786!
Sfortunatamente per voi lettori, la sua domanda era troppo spoilerosa per avere risposta qui. Indi per cui ce la siam giocata su messenger! XD
Mi spiace, niente spoiler pubblici!

Prima che vi facciate venire una sincope, come è successo ad arwen5786 (sì, sempre lei),
sappiate che la preview non dice assolutamente che Neji e Ino hanno una storia!
E' solo che il povero Neji ha immaginato per un terribile istante il perché e il percome del concepimento del figlio di Ino e Choji.
Penso che a questo punto sia comprensibile lo sputo. U_U
Oh, e finalmente si saprà qualcosa anche di Kiba, seppur non molto! ^^
Ma, per essere sinceri, succederanno milleuno cose... e d'altronde, che che vi aspettate da un capitolo che si intitola "vigilia"?

OT
Sapete? Mi sono impegolata davvero con troppi progetti! XD
La mia pagina autore non riesce a starmi dietro, e quindi se vi capitasse di guardarla non datele molto credito!
Soprattutto i coming soon... fidatevi solo di ciò che vedete con i vostri oculi tra le nuove fanfic!


bambi88: oh, signora giudicessa, colgo l'occasione per proporle lo splendido contest dedicato a Kanky! Suvvia, mi dica che lo giudica con me, così prende avvio! Non vuole leggere tante belle fyccyne sul suo uomo preferito? <3
Killer Queen 7: uff, non vorrei mai e poi mai doverlo dire... ma se tutto va bene oggi pubblico la prima parte di una cosa che letteralmente straborda di Sasuke. -.- Non so perché, ma più li odio e più li descrivo nei dettagli; più li amo, e più maltratto. Che qualcuno mi lobotomizzi! Coooomunque! Sakura e Sasuke in questa fanfic sono ricci. Ma direi che 7 è un buon numero per fermarsi, giusto? Chiharu e Sai sono una bella macchia scura sul futuro, per adesso, mentre di Jiraya hai saputo tutto oggi! Poverino, forse l'ho trattato un po' troppo male! XD Parlando dei Queen, confesso che la mia "cultura" nei loro riguardi si è formata con gli special di mtv (best of...), e con Guitar Hero. Di quel poco che so, però, posso dire con assoluto rammarico una cosa: peccato che Freddy Mercury fosse della sponda sbagliata - rispetto a me. Non solo a livello fisico (anche perché è andato a periodi, come estetica dal collo in su XD), ma proprio per quanto riguarda il carisma. Cioè, era uno con le contropalle! Se fossi nata nella sua epoca probabilmente me ne sarei innamorata, e ai suoi concerti sarei stata tra le ragazzine urlanti in prima fila che si emozionano ad ogni acuto! (oddio, adesso mi insulterai! XD Io, profana, che blatero così sui Queen!)
SuperEllen: oh, ogni tanto mi trovo recensioni che risalgono alle 4 e mezza di mattina. Non so ancora come faccia la gente a scrivere cose di senso compiuto a quell'ora, ma a quanto pare ci riesce! Comunque, non essere troppo cattiva con Naruto: in fondo non ha mentito sul colore dei capelli! <3 Il nuovo compagno era Jin, o almeno, avrebbe dovuto esserlo, e la cosa non è andata. Ora bisogna vedere come sistemerà le cose Kakashi e cosa deciderà di fare! Per quanto riguarda Sasuke e Sakura... beh, un clan non si rifonda con cinque persone! U_U E perché porre limiti alla natura, così benevola con gli uomini di buona volontà? <3 Sai e Shikamaru mi risultano abbastanza oscuri, per ora. Come ho già detto più su, rileggere le cose a distanza di tempo è sempre traumatico, e l'IC e lo stile sono le cose che più spesso mi lasciano allibita! XD
lilithkyubi: ehi, non dimentichiamo che Jiraya non sa nemmeno chi è Chiharu! Onestamente, non so quanto potrebbe fregargliene se lei resta ninja o no! XD Chiharu è cocciuta. Cocciuta, cocciuta, cocciuta. Punto. XD Shika e Tem, invece, al momento non sono molto inclini a coccole. Sai com'è, tira aria di crisi, e non è che in questi periodi ci si spupazzi un granché! XD In compenso ci avevi azzeccato con il nuovo - tentativo di - compagno! E come già sai è miseramente fallito! XD
Talpina Pensierosa: ehm, firulì, firulà... Dai, che lo sai che voglio bene a Haru! (e la cosa dovrebbe essere preoccupante, visto quanto volevo bene a Naruto in Sinners!)
Maobh: mah, il nuovo Uchiha in arrivo è frutto di una proficua collaborazione tra Sasuke e Sakura, direi! Non diamo la colpa soltanto a uno dei due! XD Mi spiace deludere le tue alte aspettative su di me, ma ero a Milano per accompagnare un'amica che andava... al concerto dei Backstreet Boys. Lo so, è terribile. Come unica consolazione ti dico che non mi sono neanche avvicinata al forum di Assago, e che mi sono limitata a farle compagnia la notte e il giorno dopo, quando abbiamo gironzolato per la città - e, orrore, siamo finite sotto il balcone di TRL in orario di ripresa!
Killkenny: sì, un altro Uchiha! Lo so, sono stupita persino io!! Mamma mia, che colpo di scena!! (modalità bimbaminkia-on)
Hipatya: guarda, spero che ad ogni bambino non arrivi davvero una cicogna con tanto di fagotto, o in casa Uchiha ormai hanno un allevamento! Per carità, non abbandonare il pairing ChiharuxKotaro! Se l'unica sostenitrice della coppia, ora come ora, non lasciarliiiii! Ognuno ha bisogno del suo fanclub! Sai e Chiharu hanno già tanta gente che li sostiene! ç_ç Oh, parliamo di Chiharu e la sua idiozia. Il punto è esattamente questo: se non mostra un po' di carattere, è fuori. Per un po' la si aspetta, la si vezzeggia, le si dice "dai, non fare così" - e nemmeno tutti lo fanno: fosse per Hitoshi una botta in testa e un calcio nel... e vedi come corre in missione - ma poi basta. Si vive anche senza essere ninja. Certo, tutto questo ha un sacco di senso... finché non ci mettiamo i sentimenti. Perché se Kakashi può allegramente mandarla al diavolo, suo padre no. Suo padre le vuole bene, sa che vuole essere ninja e che al momento sta mandando tutto al diavolo, e quindi cerca di farla ragionare fino all'ultima goccia. Se poi non ne vorrà davvero sapere, allora boh. Non se ne parlerà più. Ma intanto, con discrezione, cerca di aiutarla a capire cosa vuole davvero - e lo vedrai nel prossimo capitolo! Con "rivelazione sul nuovo pargolo in arrivo in casa Uchiha" cosa intendi esattamente? Sakura che lo dice a marito e figli? Beh, c0è solo uno scorcio minuscolo... Dopotutto è la settima volta che lo annuncia, ormai è come il capodanno! XD
crilli: no, non sono una maga, e anzi il mio IC traballa! Me ne accorgo rileggendo, ma cambiare tutto sarebbe semplicemente estenuante, e allora lascio perdere! XD Però i complimenti mi fanno molto piacere, sul serio! Ti ringrazio tanto, e mi unisco a te nel cordoglio per Jiraya... ç_ç Dovevamo aspettarci che morisse, in quanto maestro di Naruto, ma è stata comunque una mazzata!
gracy110: beh, dai, Jiraya l'ha presa meglio del previsto! XD E' stato un po' un trauma, ma non gli è andata così male... fino a un certo punto. XD
Ino_Chan: la psicologia complicata è qualcosa che personalmente odio e adoro al tempo stesso. E sempre per lo stesso motivo, cioè perché è complicata. XD Però sono contenta di sentire che mi riesce bene, ho sempre paura che le decisioni dei personaggi non siano chiare! >_<
muccina89: oddio, non parliamo del Sasuke vendicatore testa di... ehm, vendicatore, che se no mi scaldo. -.- E' inutile, per me è un imbecille fatto e finito quando fa così, e francamente leggendo le ultime scan sto godendo come un riccio, ma va beh, non credo che ne uscirebbero cose civili se dovessi parlarne con te! XD E poi il mio amore per Sasuke va e viene come la marea!
arwen5786: Sai e Haru? Mon dieu, non pensavo che avrei mai sentito uscire dalla tua bocca una simile proposta! Che ti è successo? Stai poco bene tesoro? é_è Comunque, congratulazioni! Ignara e inconsapevole hai vinto la tua bella domanda, e la risposta... ha fatto schifo come risposta, lo so! XD Ma io te l'avevo detto di ponderare bene la domanda, te l'avevo detto... Sakura intanto è ancora incinta, ma, come hai detto tu, loro vogliono una bella squadra di calcio! Chi siamo noi per impedirglielo? In più puoi pure immaginarteli tutte le volte, contenta? <3 E nei tuoi sogni, se ti va, immagina pure Neji e Hinata, che non fa mai male. U_U A proposito, alla fine non era mica Akeru il "nuovo membro" del team, come hai notato!
Mala_Mela: anche se tu fossi stata la cinquecentesima, con una recensione del genere non ti avrei mai accettata come vincitrice! XD Tra parentesi, l'hai fatta nello stesso identico minuto in cui l'ha fatta Cami! Ma questa è sfiga! XD (magari il sito le ha ordinate seguendo le lettere dell'alfabeto!)
harryherm: guarda te se una deve indire un premio ogni 500 recensioni per avere uno straccio di commento tuo! Sappi soltanto che se fossi stata la cinquecentesima avrei risposto a una tua domanda, perché la tua recensione ha un briciolo di senso, al contrario di quella di claudia! XD Dai, su non te la prendere. Pensa che il 13 maggio è molto vicino, che il tuo spinoff è tipo a tre righe dalla fine, e che oggi ho messo le mani sulla fanart! (L)
rina: oh, come sei brava a non lasciarti scappare niente! Davvero, mi vien voglia di abbracciarti, considerati i molteplici rischi che ho corso lungo il cammino con le persone che sanno come andrà la storia! XD
Scorpyon: è inutile, ho una spiccata preferenza per le persone che adorano Kotaro! Quindi ho deciso che da oggi tu sei tra i miei commentatori preferiti! XD
sammy1987: allora, per ragioni purtroppo a me ben note, la tua AU è arrivata con un giorno di ritardo, e persino divisa in due parti. Non solo. Non essendo io in grado di scrivere una SasuSaku pura e semplice, ho dovuto inserirli in un contesto complicato e macchinoso, tanto che la loro vicenda passa in secondo piano e lascia spazio prevalentemente a Sasuke! Sigh, non so nemmeno perché sia successa una cosa simile... Comunque, la pubblicherò subito dopo il peggior bla bla bla, la trovi nella mia pagina personale! Parlando del capitolo, ebbene, Sakura NON scenderà in campo. Sakura resterà a casa ad allevare i suoi piccoli mostri e a mangiare per due, servita e riverita dai domestici! XD A meno che Jiraya non decida di passare a trovarla, passerà giornate molto noiose! Uh, ci hai azzeccato con il nuovo membro del team 7! ^^
maninja87: credimi, prima della fine sapremo esattamente cosa pensa Jiraya della morte di Tsunade. Non devi aspettare molto, in fondo restano solo sedici capitoli, più o meno un mese e mezzo. Per quanto riguarda il settimo mini Uchiha (e uso il maschile per comodità), ti dico solo che sarà... ehm... un po' problematico. Cioè. Anche la nascita, se mi capisci... che non è detto arrivi al termine, tra l'altro... Il nuovo componente (quasi componente) del team 7 era proprio Jin. E in effetti le parole di Hitoshi e Kotaro (ma più Hitoshi) sono dettate principlamente dall'invidia nei suoi confronti., che non da un suo reale caratteraccio. Chiharu e Baka sono decisamente più stronzi di lui! XD Dai, dai. Oggi hai solo intravisto Sasuke, ma next time ci sarà in pompa magna, con atteggiamenti da gran f...iero!
fedecr90: ma che gare fate tu e il tuo amico? XD Oh beh, per un contatto non morirò mica: ayachan152003@hotmail.com Comunque, parlando d'altro, impara questa cosa: in ognuna delle storie che scrivo, Naruto ne esce invariabilmente eroe. U_U Anche se la vicenda è ambientata in un mondo popolato di topi, lui sarà il topo che alla fine salva la comunità, è matematico. Purtroppo sono fatta così, idolatro Naruto e se non lo glorifico non mi sento a posto! XD Quindi tranquillo: i mocciosi sapranno di che pasta è fatto Naruto! <3
izayoi007: hai iniziato a chiederti di Kiba nel momento giusto! Comparirà nel prossimo capitolo, anche se solo per un breve inciso e solo per farvi chiedere: EH?! Di che sta parlando? Ad ogni modo i casini sono tutti destinati ad aumentare, quelli che mi hai elencato nella recensione sono nulla se confrontati con quelli che devono venire! Preparati, perché io mi sono divertita parecchio a scrivere i prossimi capitoli! (e quando io mi diverto, il sangue scorre a fiumi...)
DuniettaS: saprai fin troppo di come è morta Tsunade, e proprio per bocca di Jiraya, credimi. U_U Ma attenzione! Jiraya non vuole allegramente rotolarsi tra le lenzuola con Chiharu! Cioè, ha sedici anni! A lui basta... uhm... "discutere" con lei del mondo dei giovani e dei suoi desideri... più nascosti... U_U (beh, sappi solo che non è un pedofilo!) Shikamaru in versione padre protettivo non è troppo lontano, sappilo! D'altronde io amo i Nara, che posso farci? <3
kiaretta_chan_94: rileggendo la fic ho pensato molto al Jiraya post-Tsunade, e mi sono detta tante cose. In generale, si possono riassumere con: ormai è quasi un uomo anziano, sa che le persone attorno a lui inizieranno a morire a breve, e che lui stesso non ha molto tempo. Oltretutto è anche un ninja, e quindi ipoteticamente d'animo più forte, e, dulcis in fundo, Tsunade non lo ha mai assecondato del tutto nel suo amore, per il semplice motivo che anche lei sapeva che le restava poco da vivere, e voleva limitare "i danni" una volta morta. E' per queste ragioni che lui è ancora un pervertito, ed è per le stesse ragioni che non parla della morte di Tsunade. Nel prossimo capitolo scoprirai anche la reazione di Shikamaru all'incontro Haru-Jiraya!
Yume_Tsuki: spero che l'incontro tra Chiharu e Jiraya non ti abbia deluso! XD Ho cercato di renderlo moderatamente divertente, chissà se ci sono riuscita?
Urdi: eh, Sakura e Sasuke sono benedetti dal signore! U_U Dal signore dei conigli, nello specifico. Oddio. Ho letto bene? SACHER? *_* Tu! Se ben ricordo non mi hai regalato nulla per il compleanno! Che cattiveria! Che terribile cattiveria! BENE. Gioisci, perchè puoi rimediare! Ti mando l'indirizzo e tu mi invii una sacher, ok?? *__* (sigh, sniff, ho la dispensa vuota! La mia merenda sarà a base di tè verde e cracker! La mia cena pasta con il tonno, e pure il pranzo di domani! Salvami!) Oddio, la parolina magica mi ha distratta da tutto il resto. Mi perdoni se ti saluto e inizio a sbavare su ciò che non ho? *_* Sacher...


Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Vigilia ***


Naruto2-21

Vigilia



- Ventuno -







«Lasciami indovinare: è colpa di Naruto»
Chiharu alzò gli occhi cupi sul padre, che fermo sulla soglia della camera fissava la sua sagoma nell’oscurità. Seduta sul letto, strinse di più le ginocchia contro il petto, senza rispondere.
Shikamaru sospirò e accese la luce, entrando nella stanza improvvisamente illuminata. Chiuse la porta, prima che Temari comparisse improvvisamente sulla scena, e poi raggiunse il letto e ci si lasciò cadere seduto, a breve distanza dalla figlia.
«Io lo avevo avvisato» borbottò allora. «Adesso dovrò ucciderlo»
Chiharu si lasciò scappare un sorriso amaro.
«Se dovessi uccidere tutti quelli che mi fanno incazzare, papà, avresti un bel po’ di lavoro da fare» disse senza particolari intonazioni.
«Diventi più socievole ogni anno che passa» commentò lui roteando gli occhi.
Ci fu un attimo di silenzio.
«Se non sbaglio Naruto aveva intenzione di farti parlare con Jiraya…» proseguì Shikamaru guardandola. «E’ colpa sua se in questa stanza il rancore si può tagliare con il coltello?»
Chiharu si rabbuiò.
«Lo sapevi?» chiese sulla difensiva.
«Naruto mi ha chiesto se non avessi qualche eroe, e io gli ho detto della tua passione per i ninja supremi» rispose lui calmo.
«Cos… Perché lo hai fatto?» scattò lei.
«Credi che mi piaccia vederti ciondolare per il villaggio tutto il giorno, o sapere che eviti di avere contatti con chiunque?» ribatté lui in tono più secco. «Non ho alcuna intenzione di criticare la tua scelta, ma a un bel punto credo che ti dovrebbe sorgere spontanea la domanda: ‘quale vita era migliore?’»
«Non avevi alcun diritto di…!»
«Fammi il favore. Fino a prova contraria sono ancora tuo padre, ho il diritto di tentare di vederti felice, okay?»
«Tu non sai cosa mi renderebbe felice!»
«E allora dimmelo»
«No!» Chiharu distolse lo sguardo.
«Visto? Non lo sai neanche tu» brontolò Shikamaru.
«Ma avete finito tutti di chiedermi di essere un’adulta?» sbottò lei esasperata. «Non so cosa sarò di qui a dieci anni, e che cavolo! Sono solo una tredicenne!»
«Strano. Avevo capito che volevi ti considerassimo più grande» le fece notare lui.
Chiharu gli scoccò un’occhiata rovente.
«Se eri qua per calmarmi hai fallito in pieno» lo informò.
«Eh, io ho sempre avuto problemi con le donne…» sospirò lui, niente affatto impensierito.
«Vattene» ringhiò lei.
«Così torni a deprimerti?»
«Sì!»
«Mah, contenta tu… Comunque sappi che venerdì i tuoi ex compagni scenderanno in battaglia contro la Roccia. Se fossi in te andrei almeno ad augurare loro buona fortuna»
Shikamaru si alzò dal letto e raggiunse la porta, sprofondando le mani in tasca.
«Spegni la luce» disse Haru tagliente, senza muoversi dalla sua posizione, e lui, prima di uscire, obbedì.
La porta si richiuse.
Se fossi in te andrei almeno ad augurare loro buona fortuna
Haru strinse i pugni, irritata.
“Non me ne importa niente, di nessuno di loro!”

*

Dopo l’esperimento fallito del giorno prima, Kotaro e Hitoshi erano di pessimo umore. Come sempre fermi sotto l’orologio dell’Ufficio per lo smistamento delle missioni, evitavano di parlarsi e di guardarsi, entrambi soprappensiero.
Alla fine dell’ultimo allenamento si erano coalizzati contro Naruto e Jin, sì, ma era bastato pochissimo perché Hitoshi ricordasse che a un certo punto Kotaro era stato con il figlio dell’Hokage. E un Uchiha non soprassiede mai sulle questioni d’onore.
Al momento non si rivolgevano neanche la parola, eppure pensavano entrambi alla stessa cosa: quale sarebbe stato il nuovo compagno da provare quel giorno?
Dopo Jin, se guardavano alle graduatorie dei diplomati, veniva Stupido. Ma l’idea che l’Hokage avesse anche solo considerato la prospettiva di unirlo a loro due era semplicemente assurda: tutti sapevano che Stupido li odiava e li invidiava fino alla morte: un eventuale gruppo sette con lui dentro non avrebbe mai funzionato.
Ah beh. Ovviamente il gruppo sette avrebbe funzionato solo con Chiharu, questo era scontato.
Ma se potevano escludere Stupido, allora chi restava? Gli altri diplomati erano a un livello troppo basso rispetto al loro. Forse qualcuno dei ragazzi più grandi? Ma quelli avevano il proprio gruppo, e sia Kotaro che Hitoshi sapevano che tutti sarebbero scesi in campo venerdì, e che gli unici a non muoversi dal villaggio sarebbero stati i neo-diplomati, con la loro luminosa eccezione.
Allora chi? Un adulto? No, impossibile.
Kotaro alzò la testa di scatto quando vide Naruto comparire dietro l’angolo. Attirato dal suo movimento, anche Hitoshi lo imitò e aguzzò la vista.
Per un attimo il jonin sembrò solo; poi, una figura comparve al suo fianco.
Ed entrambi i genin raggelarono.
«Ma sono impazziti?» disse Hitoshi tra i denti, incredulo.
Kotaro non riuscì neanche ad aprire la bocca, tanto era sconvolto.
Lì, davanti ai loro occhi, accanto a un Naruto piuttosto scontento, procedeva Baka Akeru, colui che entrambi avevano scartato a priori. E sembrava anche parecchio felice.
«Ciao, ciao… allora, vi conoscete già, no?» disse Naruto una volta che li ebbe raggiunti, in un borbottio cupo. Non fingeva neanche entusiasmo, come il giorno prima.
«Sì…» brontolò Kotaro lanciando un’occhiata astiosa a Stupido, ma quello si limitò a ricambiare con un ghigno trionfante.
Ed era anche comprensibile: finalmente aveva realizzato il suo sogno, era entrato nel gruppo dei migliori, avevano riconosciuto il suo valore.
«Oggi ritentiamo l’esperimento di ieri» annunciò Naruto con poca convinzione. Si bloccò un attimo. «Potreste cercare di non farvi fuori mentre ci alleniamo?» aggiunse poi corrucciato.
«Non garantisco niente» sibilò Hitoshi guardando da un’altra parte.
«Nessun problema» assicurò Akeru con un sorriso smagliante. Di sicuro lui non avrebbe fatto nulla per mettere a rischio la sua posizione. Anzi, avrebbe vigilato affinché tutto fosse perfetto.
Naruto guardò Kotaro e Hitoshi pieno di incertezza, poi con un sospiro disse di seguirlo.
Mentre camminavano, diretti ancora verso il campo d’addestramento che avevano usato il giorno prima, lui si chiese cosa diavolo aveva in testa l’Hokage. Rape?
No, perché per trovare un abbinamento peggiore al gruppo sette avrebbe potuto cercare solo fra i nemici: era risaputo che Baka Akeru odiava Kotaro, Hitoshi, Jin e Chiharu, era risaputo che detestava essere stato lasciato fuori dal gruppo dei migliori, ed era altrettanto risaputo che era individualista esattamente come loro, ma meno abile. Una miscela esplosiva, insomma.
E Kakashi glielo piazzava così, en passant, come se gli avesse offerto una ciotola di ramen.
Quell’uomo doveva avere qualche motivo per odiarlo, perché altrimenti le sue azioni non si spiegavano.
Il gruppo raggiunse il campo senza che una sola parola volasse tra i suoi membri.
Sempre in silenzio, entrarono dal cancello e seguirono Naruto fino allo spiazzo brullo in cui si erano già allenati, che portava ancora i segni delle due esplosioni provocate da Jin e Naruto. Quel giorno non c’era vento e il cielo era nuvoloso, ma per il resto le condizioni erano esattamente identiche.
«Come ieri, sparirò per una decina di minuti. Voi create una strategia e applicatela» disse Naruto, scettico lui per primo. Ma questa volta non se ne andò subito.
Incerto, fissò Kotaro e Hitoshi, e poi Stupido, che ancora sorrideva raggiante. Dio, si aspettava il peggio del peggio…
Con un sospiro, alla fine, si dissolse nell’aria.
«Allora?» chiese Akeru tutto pimpante, voltandosi immediatamente verso gli altri. «Abbiamo un piano?»
Kotaro e Hitoshi lo guardarono sospettosi.
«Ce lo stai davvero chiedendo?» domandarono guardinghi.
Negli occhi azzurri di Stupido passò un lampo di stizza, e il sorriso scomparve in fretta.
«Sentite, nemmeno io faccio i salti di gioia all’idea di collaborare con voi, okay?» borbottò guardandosi attorno, per essere certo che Naruto non lo sentisse. «Ma non ho intenzione di sprecare questa occasione, quindi sto cercando di fare il gentile e cooperare. Possiamo provarci?»
«Tu non fai parte di questo gruppo» sibilò Hitoshi acido.
«Ma Nara è scappata» replicò lui secco. «E voi avete bisogno di un altro membro»
«Non di te» disse Kotaro accigliato. «Adesso fai tanto il simpatico, ma io ricordo che hai piantato uno shuriken nel braccio di Chiharu, e che da quando ci conosciamo ci hai sempre trattato malissimo. Sei uno schifoso lecchino, ecco la verità»
«Un’altra parola e sei morto» minacciò Akeru, puntandogli contro un dito. «Non saranno due cretini come voi a rovinare la mia opportunità!»
«E’ qui che ti sbagli» Hitoshi sogghignò, minaccioso e vagamente crudele. «Noi non faremo niente. Farai tutto da solo»
Stupido lo guardò senza capire. Ma un attimo dopo, con la coda dell’occhio, vide due copie di Naruto materializzarsi a poca distanza, e non ci fu più tempo per discutere.
Ansioso di fare una buona impressione, il genin si lanciò immediatamente all’attacco, procedendo con una finta e un lancio di shuriken che Naruto evitò facilmente. Mentre ancora aveva il braccio teso, vide l’altra copia correre verso Kotaro, e bloccò la sua corsa con un kunai preciso sui suoi piedi, costringendola a deviare. Il primo Naruto intanto era tornato all’attacco, e per schivare il suo pugno Akeru si sbilanciò e rischiò di cadere indietro. Sfruttò il movimento per fare una capriola e rialzarsi, ma quando fu con le ginocchia per terra due kunai si conficcarono nei suoi pantaloni, bloccandolo al suolo.
«Basta così» disse, a sorpresa, la voce di Hitoshi.
Sia Akeru che la copia di Naruto lo fissarono con tanto d’occhi. Ci fu un attimo di silenzio generale, in cui Kotaro, le braccia conserte sul petto, non fece una grinza, poi Naruto sbatté le palpebre e chiese:
«Scusa?»
«Andiamo, è evidente che non tiene il ritmo» sbuffò Hitoshi con aria annoiata. «Il suo lancio di shuriken era pessimo, la capriola goffa, il tempismo orribile, e, ovviamente, ha fatto tutto da solo. Anche se fosse stato bravo, sarebbe inutile metterlo in gruppo con noi o con chiunque altro. E’ troppo individualista»
«Senti da che pulpito!» scattò Akeru, facendo per alzarsi e ricadendo sulle braccia a causa degli shuriken. Li staccò con un moto di stizza.
«E’ vero, anche noi lavoriamo meglio da soli» disse Kotaro abbastanza diplomaticamente. «Ma proprio per questo non abbiamo bisogno di te»
«Ehi, ehi…» intervenne Naruto. «Questo lasciatelo decidere a me»
«Dai, neanche tu eri convinto di provare con lui!» sbottò Hitoshi additandolo. «Poteva andare solo in due modi: o così, o con una strage»
«Vero» annuì Kotaro, di nuovo alleato con il vecchio compagno. «Se proprio dobbiamo stare con qualcuno che non sia Haru, credo ci voglia una persona molto tranquilla e remissiva, e decisamente più abile di Stupido»
Naruto si passò una mano sul viso, stanco, infinitamente stanco.
“Che sia maledetto il giorno in cui ho accettato di essere il loro jonin!” pensò sfibrato.
«Ma tiratevela meno!» esclamò Akeru rialzatosi in piedi, il volto arrossato dall’indignazione. «Maestro, non li ascolti!»
Il lei e la parola maestro scaldarono piacevolmente lo stomaco di Naruto, ma solo per un istante. Poi rinsavì.
«Buono Stup… Cioè, Akeru» lo blandì. «Ci penso io» guardò i suoi allievi, ora entrambi con le braccia incrociate e l’aria battagliera. «Pensate di sapere meglio di me ciò che è meglio per un gruppo?» chiese gentilmente, ma senza sorridere.
Quelli rimasero un istante in silenzio. Sul volto di Akeru comparve un ghigno tronfio, che comunicava a lettere scintillanti: “Visto? Ve l’avevo detto”.
«Forse no» ammise Hitoshi in tono sostenuto, dopo un attimo. «Ma di sicuro in battaglia con lui non ci vado: sarebbe solo una zavorra, non si preoccuperebbe minimamente per noi e non riusciremmo mai a collaborare. Pensate di me quello che volete, ma se lui fosse in difficoltà io non rischierei la mia vita per salvarlo, e credo che nemmeno Kotaro lo farebbe» guardò il compagno in cerca di sostegno, e quello, dopo un’iniziale esitazione, annuì.
Il sorriso di Akeru scemò fino a scomparire, sostituito da un “bastardi!” mugugnato tra i denti.
Naruto guardò Stupido che masticava bile, e poi i suoi allievi che emanavano decisione e rancore quanto una lampadina di media potenza, letteralmente. Alla fine sospirò.
Sì, mandare in campo quella squadra sarebbe stato un suicidio per tutti.
«L’allenamento è finito» annunciò in tono neutro. «Potete andare a casa. Vi farò sapere qualcosa in giornata»
E, ciò detto, sparirono sia lui che l’altra copia.
I tre genin rimasero soli nello spiazzo, a fissarsi in cagnesco.
«Me la pagherete!» sibilò Akeru stringendo i pugni, contendendo a malapena la rabbia. Aveva oltrepassato il rossore, ora era livido in faccia.
«Fammi il favore» sbottò Kotaro, insolitamente astioso. «Tu ci hai fatto molto peggio in tutto questo tempo!»
«Non sapete contro chi vi siete messi!» tuonò lui, rinunciando definitivamente all’autocontrollo.
«Senti, queste sparate valle a fare a chi ti ascolta, va bene?» sbuffò Hitoshi, dandogli le spalle.
Avvertì un fruscio dietro di sé, e poi il sibilo di qualcosa che vola. Prima che potesse anche solo girarsi, Kotaro aveva già fermato i due shuriken che volavano verso di lui.
«Non sai mai accettare la sconfitta» disse sprezzante, gettandoli a terra. «La tua spalla non è neanche guarita del tutto, da quando Chiharu te l’ha slogata, e ti sei lanciato su Naruto come un pesce! Non sei al nostro livello, non puoi nemmeno pensarlo il nostro livello!»
«Ma credete di essere i nuovi Hokage?!» li schernì Akeru, pesantemente sarcastico. «Non fate che ripetere quanto siete superiori a tutti gli altri, e in realtà non siete altro che tre ragazzini idioti! Vi vantate tanto della vostra abilità e dei vostri genitori, ma sinceramente non credo che tornerete vivi, dopo venerdì!»
«Se torneremo o non torneremo sono solo fatti nostri» puntualizzò Hitoshi. Poi sogghignò, perfido. «Ma se torneremo, vedi di trovarti molto lontano… hai capito, Stupido?»
Akeru strinse i pugni, fuori di sé dalla rabbia.
Voleva un’occasione, soltanto un’occasione!
E invece doveva vedersi sbattere la porta in faccia da quel pugno di arroganti che avevano la fortuna di possedere geni migliori dei suoi!
«Un giorno vi supererò tutti!» gridò minaccioso, ma sia Kotaro che Hitoshi gli avevano già voltato le spalle e avevano iniziato ad allontanarsi.
«Io non sono inferiore a voi!»


Naruto bussò alla porta dello studio dell’Hokage, e rimase in attesa.
Da dentro nessun rumore.
Accigliandosi, abbassò la maniglia per entrare, ma trovò la porta chiusa a chiave. A quel punto inarcò le sopracciglia, al colmo della sorpresa. Dov’era finito l’Hokage a tre giorni dalla prima battaglia con la Roccia?
«Ehi, hai visto dov’è andato?» chiese al chunin che sbadigliava sulle scale, la guardia.
Quello gli rivolse un cenno annoiato. «Sul tetto. Ma mi ha detto di non dirlo a nessuno»
«Gli dirò che l’ho scoperto da solo, grazie»
Naruto percorse il corridoio circolare fino a una seconda rampa di scale che portavano verso l’alto, e le salì facendo i gradini due a due. Quando raggiunse la terrazza del palazzo, subito sotto i volti degli Hokage, la prima cosa che vide fu il panorama, e restò senza fiato.
Konoha si stendeva sotto i suoi occhi nella luce del mattino, luminosa e circondata dal verde. Sembrava impossibile che un simile paradiso fosse sull’orlo di una guerra.
«Si direbbe che è molto tempo che non vieni quassù» commentò Kakashi gettandogli un’occhiata distratta.
Seduto a gambe incrociate con la schiena contro la parete degli Hokage, teneva tra le mani l’Antologia della Pomiciata.
«Quasi tre mesi» ribatté Naruto, avvicinandolo. «Da quando ho fatto lezione ai ragazzi sulla testa del terzo Hokage»
«Una delle prime lezioni, giusto?» si informò Kakashi riabbassando gli occhi sul suo libro.
«Già» mormorò Naruto.
Da allora erano già successe molte e molte cose... I ragazzi erano cresciuti, lui si era affezionato, e poi c’era stata la missione alla Roccia, adesso le sue conseguenze, Chiharu aveva deciso di smettere di essere ninja… solo tre mesi, e sembrava quasi una vita.
Sospirò.
«Fare l’insegnante si è rivelato ancora più impegnativo del previsto» borbottò.
«Sì, ma solo con te loro potrebbero davvero diventare grandi» ribatté l’Hokage. Alzò di nuovo gli occhi. «Hai capito perché te li ho affidati, adesso?»
«Vuoi la verità? Perché sei pazzo»
«No, non direi. L’ho fatto perché solo tu potevi insegnare loro ad essere veri ninja. Per imparare le tecniche e le arti marziali basta un insegnante qualunque; se avessi voluto solo dei ragazzi preparati da quel punto di vista li avrei messi in mano a Ebisu. Ma io volevo che capissero cosa significa davvero essere ninja, cosa mancava loro per diventarlo. Sono individualisti, arroganti, cercano la realizzazione personale, questo lo so. Solo tu potevi insegnargli l’impegno, il desiderio di proteggere e la dedizione. Sei il migliore esempio in circolazione, al momento»
Naruto si sentì arrossire, e guardò con finto interesse una fila di formiche che attraversava la terrazza.
«Mah… Veramente Chiharu ha smesso di essere ninja dopo che mi ha conosciuto» borbottò.
«Cambierà idea» ribatté Kakashi sereno, riprendendo a leggere.
“Non so come o quando, ma la cambierà” aggiunse mentalmente.
«Comunque, perché sei qui, Naruto?» chiese con un sospiro.
«Ah sì. L’esperimento con Akeru. E’ stato un fiasco completo, Hitoshi e Kotaro si rifiutano di collaborare»
L’Hokage sbuffò. «Immaginavo qualcosa di simile. Ma speravo che per una volta avrebbero messo davanti a tutto la sopravvivenza, ovviamente sbagliandomi. E poi volevo dare un’occasione ad Akeru»
«Kotaro e Hitoshi dicono che lui li farebbe ammazzare, perché non è al loro livello»
«Senza dubbio. Ma è solo perché loro sono straordinariamente dotati. Dovrebbero smettere di disprezzare Akeru, non fanno che aizzarlo e demoralizzarlo, e invece anche lui è un buon ninja, nella media ma in gamba. E’ meglio di quanto loro pensino, e se per un attimo abbassassero i loro standard se ne accorgerebbero»
«Ciò non toglie che il suo soprannome, ‘Stupido’, non derivi soltanto dal cognome. Insomma, sarà anche capace, ma è parecchio ingenuo per quanto riguarda la vita. E’ un bambino fatto e finito»
«Già una tipologia molto diffusa nel villaggio, non ti pare?» Kakashi fissò Naruto con intenzione.
«Ehi!» protestò lui accigliandosi. «Io sono cresciuto da un pezzo!»
«Ma davvero?» celiò distratto l’Hokage. «Comunque. Togli Akeru dal gruppo. La notizia non gli piacerà, ma pazienza. Se resterà al villaggio almeno non ci lascerà le penne»
«Quindi il gruppo sette resta formato da due membri?»
«Sì. In due giorni non troverei nessuno da integrare. Dovrai tenerli particolarmente d’occhio, okay? Cerca di controllare se stanno bene, ogni tanto»
«Io l’ho sempre detto che era troppo presto per mandarli in battaglia» borbottò Naruto tra i denti.
Kakashi sorrise, sotto la maschera. «Fidati di me. All’inizio potrebbero essere un peso, ma alla fine si riveleranno utili, vedrai. A loro manca solo… un po’ di esperienza»

«Esperienza!» sbottò Naruto, sbattendo sul tavolo il bicchiere e facendone uscire qualche goccia di sakè. «Col cavolo che gli manca l’esperienza! A loro manca tutto, l’età anche!»
«Che poi sarebbe l’esperienza, no?» fece Shikamaru annoiato, guardando con scarso interesse la macchiolina sui suoi pantaloni, dovuta allo scatto di Naruto.
«Hanno fatto a malapena una missione di livello B, e quello li manda in guerra!» continuò il jonin biondo, ignorandolo, e con mano leggermente tremante riempì di nuovo il bicchiere. Il viso arrossato e gli occhi vacui, le sopracciglia corrugate tanto da formare un’unica linea, sembrò studiare il liquido trasparente per un istante, come se la liscia superficie nascondesse qualche segreto. «Forse ha deciso di eliminarli per avere un problema in meno» se ne uscì.
«Questo sì che è probabile» mormorò Neji con un sospiro molto simile a uno sbuffo. «Basta sakè, Naruto»
«Cosa? Perché?»
Seduti a un tavolo nel loro ristorante, quello in cui cenavano sempre prima di ogni missione particolarmente impegnativa, Naruto, Shikamaru, Neji, Rock Lee, Kiba, Shino e Choji si stavano godendo i meravigliosi minuti che seguono la cena, quegli attimi in cui il mondo sembra sorriderti e ti senti felice di essere vivo. Stravaccati sul divanetto di un rosa tenue, i gomiti appoggiati sul tavolo nero e lucente o dietro le spalle dei compagni, avevano visto i clienti uscire uno dopo l’altro, fino a restare soli con l’uomo dietro il bancone, che puliva i bicchieri sbadigliando. L’orologio appeso alle sue spalle segnava le tre di notte.
«Ti ricordo che dopodomani patiamo per una missione» disse Shino, da dietro gli immancabili occhiali scuri – che probabilmente lo avrebbero reso cieco, un giorno. «Anzi, guardando l’ora direi domani» si corresse dopo un istante.
«Lo so!» abbaiò Naruto guardando con astio Neji, che gli aveva requisito il sakè. «E’ per questo che mi do all’alcol!»
«Qualcuno lo distragga…» mugugnò Choji a mezze labbra, masticando uno stuzzicadenti.
«E Sai?» chiese Rock Lee, accogliendo la richiesta.
All’istante il pugno di Naruto si abbatté sul tavolo, facendo tintinnare i piatti e sussultare l’oste dietro il bancone.
«Non parlarmi di lui!» strillò il biondo, fulminandolo con un’occhiata. «Quel maledetto bastardo! Non è un caso che non sia venuto, eh? E’ scappato!»
«Aha…» fece Shikamaru vago, distratto da una mosca che volava sulla sua testa.
Naruto aveva conti in sospeso con la metà del villaggio, a quanto pareva. Sai, Kakashi, Jiraya... e pure lui, a voler ben vedere. Ma l’aveva visto deluso già di per sé per il fallimento della ‘tattica dell’eroe’ con Chiharu, e non se l’era sentita di infierire.
«Senti, e Hinata come sta?» buttò lì, salvando la situazione in extremis.
Naruto sembrò sgonfiarsi come un palloncino bucato, incassando la testa tra le spalle.
«Il bambino nascerà tra pochissimo» mormorò con disappunto. «E io devo andare a una stupida guerra causata da uno stupido Hokage…»
«Anche Ino avrà un bambino» se ne uscì Choji in tono allegro.
Neji, che stava sorseggiando un’ultima tazza di tè con aria molto nobile, la sputò tutta in faccia a Shino.
«Cosa?» chiese senza fiato, spalancando gli occhi candidi.
«Non ve l’ho detto?» fece Choji perplesso.
Cinque paia di occhi lo fissarono sconvolti. Shino, borbottando maledizioni, cercava di pulirsi gli occhiali senza levarli.
«Siamo sicuri che sia tuo?» indagò Kiba con cautela.
Videro Choji irrigidirsi, e lanciargli un’occhiata peggiore di quelle che lanciava quando accennavano alle sue dimensioni.
«Qualcuno dice che non è mio?» scattò minaccioso.
«Noooo, certo che no!» ritrattò Kiba al volo, arretrando sul divanetto. «E’ che, sai, la domanda sorgeva così… Cioè, siamo tutti felici che vi siate sposati, anche se lei ha mostrato interesse solo nell’ultimo mese! Anche Tsume è felicissima che lo siate, non fa che dirmi ‘facciamo un maledetto bambino, come loro!’, ma non è questo il punto!» si impappinò, i pensieri leggermente confusi dall’alcool.
«E’ mia moglie» lo interruppe Choji. «E potrebbe esserlo anche da due secondi, che nessuno dovrebbe azzardarsi a dire una sola parola cattiva contro di lei!»
«Hai assolutamente ragione!» Naruto annuì vigorosamente. «Nessuno dovrebbe parlare male delle mogli degli altri! Prendi quello stupido Hyuuga!»
«Stai parlando di mio zio?» intervenne Neji assottigliando gli occhi.
«Proprio lui! Continuare a interferire così con – hic – con Hinata!»
«Se tu non fossi stato tanto arrogante e presuntuoso nel momento in cui l’hai chiesta in sposa, forse le cose si sarebbero risolte più pacificamente!» disse Neji asciutto.
«Ah! Adesso è colpa mia perché quell’uomo è pazzo?!»
Shikamaru si passò una mano sul viso, e tra le dita lanciò un’occhiata all’orologio. Tre e dieci. Con un po’ di fortuna, Sasuke sarebbe arrivato a momenti.
Come richiamata sai suoi pensieri, una figura comparve oltre la porta, e la aprì, facendo tintinnare il campanello appeso sopra l’ingresso. Sasuke Uchiha, in tutto il suo splendore da uomo-buttato-giù-dal-letto, fece la sua comparsa con un vistoso sbadiglio.
«Allora, dov’è?» chiese, avvicinandosi cupo.
«Vuoi combattere?!» strillava Naruto, un piede sul tavolo. Neji, dall’altra parte, stava con la schiena dritta come la coda di uno scorpione pronto a colpire.
«Mi sembra piuttosto evidente» borbottò Shikamaru, accennando con il pollice al biondo. «Portalo via, sta dando fuori…»
Sasuke sbuffò. Detestava che Shikamaru lo chiamasse ogni volta che Naruto alzava troppo il gomito. Di solito significava accompagnarlo a casa e sorbirsi mezzora di lamentele su quanto fosse schifoso il mondo.
D’altra parte lui era l’unico cui Naruto desse retta da ubriaco.
«Forza, andiamo» brontolò afferrando per una spalla e tirandolo fuori dal divanetto a forza.
«Noi due non abbiamo finito!» urlò Naruto additando Neji.
«Sì, sì…» sospirò Sasuke, trascinandolo via. Passando davanti all’oste, gli fece un cenno, che quello ricambiò. Era una scena abituale.
Quando la porta si fu richiusa sulla voce di Naruto, Shikamaru guardò Neji.
«Non prendertela» gli disse in tono diplomatico.
«Non me la prenderò» ribatté lui abbastanza sostenuto. «Era ubriaco, non sapeva cosa diceva»
«Oh, ma io non intendevo quello» fece Shikamaru, alzandosi e raccogliendo la sua giacca. «Volevo dire: non prendertela, non è colpa tua se tuo zio è una completa testa di cazzo. Buona notte, ragazzi»
E, nel più totale e attonito silenzio, lasciò il locale perso nei suoi pensieri.

*

Il Villaggio della Foglia aveva un’aria particolare quando si avvicinava una guerra. Anche se la battaglia doveva svolgersi ben lontano dai suoi confini, l’intera popolazione la avvertiva come se fosse stata sulla porta di casa. Bene o male tutti erano imparentati in qualche modo con un ninja, e tutti avevano qualcosa per cui preoccuparsi.
La sera di giovedì, l’ultima sera prima della partenza, i ristoranti di Konoha chiusero al tramonto; nessuno sarebbe andato a mangiare fuori quel giorno, tutti sarebbero rimasti in casa per preparare le ultime cose e per congedarsi dalla famiglia.
Sai, che una famiglia non l’aveva né l’aveva mai cercata dopo la scomparsa del fratello, controllò che tutte le sue armi fossero in ordine; poi, prima di coricarsi, rivolse un fuggevole pensiero a Naruto: aveva evitato la serata tra amici del giorno prima, ma l’indomani lo avrebbe incontrato per forza. Prevedeva astio, molto astio.
In casa Lee, Kotaro era seduto sul bordo del suo letto e fissava il muro bianco davanti a sé.
“Domani saremo soli” si disse, pallido. Se Chiharu fosse stata ancora nel loro gruppo, probabilmente sarebbe stato meno terrorizzato: lei aveva sempre una soluzione per tutto, non si lasciava prendere dal panico, e anche nella missione di livello A si era dimostrata di gran lunga la migliore. Ma Chiharu non c’era, e non ci sarebbe stata.
«Posso entrare?» disse una voce a un tratto, e la sagoma scura di Rock Lee si delineò sulla soglia della camera. Kotaro, con la gola secca, si limitò ad annuire.
Suo padre entrò nella stanza, con un sorriso orgoglioso che sembrava illuminare l’ambiente circostante, e si fermò davanti a lui con le braccia incrociate sul petto.
«Domani è il gran giorno!» annunciò fiero.
«Ehm, già…» mormorò Kotaro desiderando sprofondare nel materasso. Avrebbe saputo dire anche quante ore, minuti e secondi mancavano alla partenza, senza bisogno che qualcuno gli ricordasse il giorno. E soprattutto non aveva alcuna necessità di sentirselo dire con quel tono gongolante.
«Figliolo, comunque vada, sono fiero di te!» continuò Rock Lee raggiante.
«C-Comunque vada?» ripeté Kotaro con voce strozzata. «Cosa significa? Può anche andare male
Rock Lee piazzò le mani sulle spalle del figlio, gli occhi accesi e intensi. «Non hai nulla di cui preoccuparti!» esclamò convinto. «La forza della giovinezza può superare qualunque ostacolo!» e poi gli fece l’occhiolino. L’occhiolino.
Kotaro sentì la disperazione insinuarsi nella sua mente e nel suo stomaco come ghiaccio fuso, e per la prima volta nella sua vita invidiò intensamente Mei, che in quegli stessi momenti probabilmente veniva messa a letto dai genitori di Tenten.
In casa Uchiha Hitoshi fremeva, incapace di prendere sonno. Mancavano poche ore, così poche ore alla partenza! Di lì a breve avrebbe dimostrato a tutti quanto valeva, avrebbe dimostrato di essere mille volte superiore a Chiharu, che era scappata piantandoli in asso, e soprattutto le avrebbe dimostrato che potevano benissimo fare a meno di lei. Lui e Kotaro… anzi, lui e basta sarebbe stato perfetto, impeccabile; tutti i ninja del villaggio avrebbero dovuto riconoscere il suo indiscusso ed eccezionale talento, avrebbe salvato vite su vite, e suo padre sarebbe stato immensamente fiero di...!
«Ma sei ancora in piedi?» chiese Sakura fissandolo con aria di rimprovero.
Hitoshi, che senza accorgersene si era piantato in mezzo alla stanza con i pugni stretti davanti a sé e lo sguardo invasato, si maledisse per essere stato tanto stupido da lasciare la porta aperta, e arrossì bruscamente.
«Piantala di vaneggiare, e vai a dormire» sbuffò Sakura prendendolo per le spalle e dirottandolo verso il letto. «Domattina partirete all’alba, e non voglio sentire nessuno che mi venga a dire che camminavi dormendo, è chiaro? Tuo padre sta già riposando, quindi adesso ti infili sotto le coperte anche tu»
Hitoshi sbuffò, mugugnando, ma obbedì docile. Una volta che fu nel letto, lanciò uno sguardo allo zaino che giaceva accanto al muro, e fu colto da una fitta d’ansia.
«Ho messo tutto, vero?» chiese a Sakura.
Lei inarcò un sopracciglio. «Se hai preso tutto ciò che c’era scritto nella lista che ti sei fatto, allora hai preso anche troppo. Guarda che stai andando in battaglia, non ti stai trasferendo dall’altra parte del mondo. Te la caverai benissimo»
«Certo» disse Hitoshi in fretta, forse abbastanza da tradire il nervosismo che cercava di nascondere anche a sé stesso.
Sakura sorrise, e gli accarezzò la fronte per un istante.
«Che fai?» s’indignò lui arrossendo. «Non sono più un moccioso!»
«Già…» sospirò lei. «E’ proprio questo il problema»
In casa Nara la voce di Temari non smetteva di levarsi alta per le stanze. La Padrona del Castello si aggirava di qua e di là come un’anima in pena, portando in mano di volta in volta qualcosa di diverso, dal kunai lucidato, alla cartina, al paio di mutande. E mentre infilava tutto nello zaino di Shikamaru, non stava zitta un secondo.
«Lo sapevo che avresti dimenticato questo… Ma tu non ci pensi mai alle cose essenziali… Sei così distratto che morirai senza rendertene conto!... Forse dovrei chiedere a Kakashi di lasciarti a casa… E se non fosse stato per te anche Chiharu sarebbe scesa in campo…»
«Allora dovresti ringraziarmi, direi» la interruppe Shikamaru all’ultima frase. «Ogni madre lo farebbe»
Temari lo fulminò con lo sguardo, infilando nello zaino un paio di calzini con particolare violenza.
«Non tirarmele fuori!» lo minacciò. «Sai benissimo come la penso a questo proposito!»
Shikamaru sospirò, distrutto. Non vedeva l’ora di partire. Sì, gli dispiaceva abbandonare Haru in quella casa, ma per il proprio bene era meglio andarsene in fretta. Mille volte meglio un campo di battaglia che sua moglie.
«Se domani morissi, le ultime parole che mi avresti rivolto sarebbero queste» disse laconico.
Ma Temari a quanto pare non lo sentì.
Chi sentì ogni cosa, dal primo all’ultimo urlo nella casa, fu invece Chiharu.
Rintanata nella sua stanza al buio, seduta sul letto con la schiena contro il muro e le ginocchia raccolte, fissava cupa l’oscurità.
Se fossi in te andrei almeno ad augurare loro buona fortuna
“Ma io sono soltanto io, e non ho alcuna intenzione di farlo!” si disse rabbiosa, ricordando il consiglio di Shikamaru. “Che si arrangino! L’avevo detto che avrebbero dovuto cavarsela senza di me! Io non mi muoverò di qui, e domattina mi alzerò dopo mezzogiorno!”
E con questa ferrea convinzione, ore dopo cadde in un sonno popolato di incubi cosparsi di sangue e morti che lei non aveva salutato.
Naruto fu l’ultimo ad addormentarsi, quella notte; anzi, non chiuse gli occhi fino all’alba.
Pensando e ripensando alle sue bambine, a sua moglie, al figlio che non aveva ancora conosciuto, si chiese quanto era saggio lasciarli soli.
Non avrebbe voluto allontanarsi. Avrebbe preferito restare al villaggio di guardia, per ogni eventualità, restare accanto a Hinata e tranquillizzarla sulla sua sorte.
Ma non poteva.
Sapeva che non poteva.
Steso nel buio della sua stanza, accarezzava piano il pancione di Hinata che dormiva accanto a lui. A un tratto gli parve di avvertire un leggero movimento al di sotto della stoffa e della pelle, e per un istante pensò di svegliare sua moglie per dirglielo, estasiato. Ma non lo fece.
Per una volta, stranamente, sentì di non voler condividere quel momento con colei con cui aveva condiviso tutto da sette anni a quella parte. Restò immobile nel buio, la mano posata sul suo ventre, e sentì gli impercettibili movimenti del bambino che cresceva, maschio o femmina che fosse.
Senza alcuna ragione logica, avvertì il disperato desiderio di conoscere quella piccola vita, di essere presente al momento della sua nascita, di proteggerla con tutte le sue forze.
E decise che, in un modo o nell’altro, avrebbe reso la battaglia imminente incredibilmente breve.










Nel prossimo capitolo...

“Io non ci penso, okay?” si ripeté vicina a infuriarsi.
«Non ci penso!» insisté a voce alta, serrando i pugni.
“E non sono qui per evitare di andare a salutarli! Sono qui perché… perché…”
Mentre si scervellava alla ricerca di una risposta più ovvia di quella già ovvia che si rifiutava di accettare, avvertì un fruscio in lontananza.
Con i nervi a fior di pelle, alzò la testa di scatto e trattenne il fiato, tendendo le orecchie.
Voci. Passi. Leggeri, quasi completamente silenziosi, ma tanti. Troppi.
Cosa poteva essere?
Inquieta, iniziò a farsi strada tra la boscaglia con estrema cautela, senza fare rumore, scivolando da un cespuglio all’altro e salendo su un albero nei pressi del sentiero. Accucciata su un ramo, all’ombra delle foglie folte, si spinse un po’ più avanti per vedere… e agghiacciò.
L’intera truppa della Foglia stava passando di lì.
In quel preciso istante.








* * *

Spazio autore

E la prossima volta si parte per la battaglia, finalmente!
Spero che vi siate goduti Akeru e le scenette familiari, perché ritorneranno anche nel prossimo capitolo!
Godetevi questi stralci vagamente comici, perché presto verranno sostituiti dalle scene della battaglia...
E preparatevi a rivedere una vecchia conoscenza.

Questione Chiharu.
Allora, visto che ad ogni capitolo qualcuno di voi si lamenta perché Chiharu non viene pubblicamente messa alla gogna,
ho intenzione di chiarire la faccenda una volta per tutte.
A Konoha vogliono che lei sia ninja.
Per convincerla a tornare tale, di sicuro non possono urlarle contro (funzionerebbe quanto sputare guardando in alto).
Possono vezzeggiarla, coccolarla un po'.
E quando vedono che neanche così funziona, semplicemente se ne sbattono.
Mi spiego meglio:
c'è una guerra imminente, tutti rischiano la vita e non hanno tempo da perdere, e lei fa la ragazzina bisognosa di attenzioni.
A un bel punto uno non ha nemmeno più la capacità di pensare ad arrabbiarsi con lei, e semplicemente la lascia cuocere nel suo brodo.
Ed è quello che stanno facendo i nostri cari ninja di Konoha: la lasciano cuocere nel suo brodo,
con una linea d'azione che è più o meno simile a "ci pensiamo dopo".
Il che non significa "dopo torniamo a coccolarla", ma, presumibilmente, "dopo facciamo i conti".
In poche parole, proprio perché non possono stare tutti dietro a Chiharu, non si mettono nemmeno a farle la mega-predica.

Tra parentesi...
Qualcosa come quindici capitoli fa vi avevo promesso che l'avreste odiata, e tutti mi avevate detto: no, mai!
Chi ha vinto, eh? <3


sammy1987: vediamo un po'... Rivincita di Kotaro, rivincita di Kotaro... uhm, non la trovo! XD Ma può anche essere che io me ne sia dimenticata, eh! Non disperare! <3 Sappi che dei tre mocciosi lui è il mio preferito affettivamente!
fedecr90: immagino che anche Kakashi a 7 anni piangesse, ogni tanto. E quindi non vedo perché Jin non dovrebbe farlo! XD
DuniettaS: e chi ha mai detto che "il miracolo" con Chiharu avverrà? (faccina molto, molto perfida) Vuoi le scene d'azione "serie"? Tranquilla, non dovrai aspettare molto a lungo. U_U Per quanto riguarda Hitoshi, è la versione "tutto fumo e niente arrosto" di Sasuke. Parla parla, ma in realtà se IN PRIVATO la sua famiglia se lo spupazzasse tutto sarebbe felicissimo! <3 Jin invece è considerato un piccolo mostro perché è nella natura umana tenere a distanza ciò che è potenzialmente pericoloso. Un genio può fare un gran bene, ma anche un gran male, ed è meglio risparmiarsi il gran bene piuttosto che trovarsi - orrore - ad affrontare il gran male. Forse il vecchio ricordo di Itachi influenza un po' la gente di Konoha, ma se noti bene chi gli sta più vicino e ha un briciolo di cervello lo considera un genio, non un mostro! ^_^ Oh, la questione Chiharu mi si ripropone ad ogni capitolo! Leggi più su e avrai una risposta esauriente (che magari non condividerai, ma va beh, ci ho provato!) Oh, sul Naruto dagli occhi di ghiaccio (ma anche di fuoco <3 Kyuubi...) io ci sbavo sempre!
lale16: eheh, ma Kotaro e Hitoshi sapevano benissimo che non sarebbe successo niente a Jin, dai! XD Fosse successo in battaglia non si sarebbero mai azzardati a rispondere così! Sono contenta che ti siano piaciute le scenette famigliari! XD All'epoca erano nate per riempire gli spazi, ma rileggendole mi sono accorta che sono carine!
Hipatya: il tuo commento sulla verosimiglianza dei personaggi mi ha emozionata non so nemmeno quanto! >_< Oddio, ti ringrazio davvero, mi hai sollevata un palmo da terra! Uhm, però se hai letto con trepidazione questo stupido allenamento, cosa diavolo farai con la battaglia seria? ò.ò Anche perché ci ho creato su un montaggio alternato (sì, sono reduce dallo studio di istituzioni di storia del cinema) che fa invidia a Griffith! XD (cerca su Wikipedia, se vuoi more infos. U_U) Uffa, perché tiri fuori dalla mia caratterizzazione degli Uchiha cosa che cerco di tenere nascosta anche a me stessa? ç_ç Quelli lì io voglio solo prenderli in giro e umiliarli, non ricordarmi che sono personaggi tristi, se no poi mi intenerisco!! (e ciò è male, molto male. U_U) ...Ora che ci penso. Pronostichi che con la guerra arriverà la maturità per Chiharu. Ehm. Ho paura di no. ^^'' Anzi, dal mio punto di vista si fa ancora più bambina! XD Magari sono io a sbagliarmi, eh. NOOOOOO! Hai abbandonato la KoHaru per la SaiHaru? Come hai potuto?! Sigh, sigh, viscida traditrice... Ora solo io resto a sostenerli? ç_ç Uh, la tua ipotesi di KibaIno... Mi dispiace, voglio troppo bene a Choji. U_U E poi per lui ho già altri piani! XD Argh, il contest ShikaTema! Se tu sapessi per quali cavilli idioti mi sono bruciata la vetta, ti mangeresti le mani con me. ç_ç Basta, d'ora in poi rileggerò ciò che scrivo 600000 volte! >_< (e comunque quando avevano allargato il numero dei partecipanti ed è comparsa all'orizzonte Chimera, io me lo sentivo che me ne sarei pentita! XD Detesto questo genere di preveggenza. -.-)
Ino_Chan: immagino che il "Hitoshi assomiglia sempre di più a suo padre" non fosse un complimento, eh? XD Non angustiarti per Jin, un po' di batoste non possono che fargli bene prima di scendere in battaglia. U_U
Killkenny: no, giuro, con i corsivi sono morta! XD Tanto che ho dovuto  copia-incollare il tuo commento nel mio messaggio personale di messenger, e - incredibile - nessuno ha capito un tubo!
acdcman: oh, Jiraya avrà di che recuperare. U_U Solo, ehm, non so se le cose per lui andranno sempre  meglio... ^^'
arwen5786: al momento siete in molti a pensare che debba morire qualcuno per far rinsavire Haru... Beh, come dire... uhm... e se la cosa fosse, in un certo senso, invertita? Ok, lo so, con questa frase non ho fatto capire un tubo di niente, ne sono perfettamente consapevole, ma tu prova a riflettere sulle possibili implicazioni delle mie ambigue parole. Però sono contenta che ti sia piaciuto l'incontro tra lei e Jiraya, all'epoca in cui l'ho scritto mi sono divertita un sacco! XD Ehm, cosa dicevi lo scorso capitolo? "Meglio Jin che Baka", giusto? XD "Per inciso, la preview è orribile" XD La prima volta che ho letto questa frase ho strabuzzato gli occhi! XD Meno male che l'hai spiegata meglio, perché già mi era preso un coccolone! Vuoi un flashback di Itachi? Oddio, mi sa che non è proprio previsto...! XD Dai, mettiti il cuore in pace! <3
maninja87: Hitoshi unisce all'impulsività la stupidità, è per questo che fa certe figure in combattimento con Jin. E hai ragione, io ghignavo mentre lui falliva clamorosamente! XD Oddio, ma... che cattiveria verso Jin! Sono rimasta allibita! C'è da dire che hai ragione: l'educazione non è stata molto insegnata! Uhm... direi che oggi Sasuke non ha restituito un tubo di niente al suo cognome! XD Ma chissà, magari la prossima volta... O forse no!
Talpina Pensierosa: certe volte mi chiedo se te li ricordi tutti i capitoli XD
muccina89: ehi, non ho mai detto che Jin non avesse un cuore! XD Anzi, ho sempre sostenuto che in fondo resta sempre un bambino! Beh, jiraya che è intoccabile lo capisco, ma rilassati: non se l'è presa troppo a male per quel che ha detto Chiharu! XD In fondo la conosce appena! Oh no, Sasuke non lo si può affatto amare, anzi. Ti prego non farmi parlare di lui o do fuori. -.-
lilithkyubi: Haru è ancora il tuo mito? Ma davvero? ò.ò Bah... Mi è piaciuto il commento sull'allenamento, però! Mi ha fatta sentire originalissima, anche se non è vero! XD Ehi, e Sasuke pensa sempre al bene dei suoi figli! Se non crescono non possono più riprodursi! U_U
gracy110: non è che Sasuke ha un cuore solo nelle mie fic! XD E' che da me è cresciuto e ha vissuto una serie infinita di sfighe! Prima o poi dovrà pur uscirgli un nervetto! E Naruto, al momento, ha deciso di non far funzionare il gruppo, dopotutto XD
Maobh: Jiraya comparirà eccome! Scherzi? E' una fonte straordinaria di gioia/dolore, non potrei mai farne a meno! Meno male che dici che mi vien bene! XD Vuoi adottare jin? Ma no, dai, lascialo stare nel suo brodo, così si emoizza un po' e diventa come Itachi! ^_^ Oh, ti è piaciuta la preview? Bene, perché racconta solo un'unghia di quel che accadrà nel prossimo capitolo! Ecco, sto aggiornando prima del solito solo per te, sappilo! E rispondere alle recensioni prima è stato drammatico! XD
Yume_Tsuki: secondo me Naruto diventerà parecchio simile a Jiraya, oh sì. Ci sono tutti i segni, andiamo! E jiraya è un uomo che diffonde il verbo! Ahahah! XD
crilli: sì, sto cercando con tutta me stessa di farvi odiare Chiharu! Che bello, ci riesco pure! <3 Eheh, in compenso mi sembra di capire che Jin ti piace parecchio, vero? O almeno, ti fa tenerezza. Mi fa piacere, visto che anche a me fa un sacco di tenerezza! XD Dai, dovesse davvero restare senza madre ti concedo l'affidamento! XD
SuperEllen: e fu così che l'eccessiva cocciutaggine divenne un pregio! XD Ma quando? E' molto bello che tu trovi Jin davvero tenero, è bello e anche... come dire... equivoco, visti gli accenni all'adorabile papino! XD Di' la verità, tu miri al suo corpo virile, sì?? Ma non toccare gli Uchiha... Ammesso che succeda qualcosa a Jin, la colpa non sarebbe comunque loro! XD Ehm, mi sa che Baka dopotutto non sarà il nuovo membro del gruppo! XD Ci speravi, eh? ci speravi un sacco, ammettilo!
yayachan: wow, sembra un commento da "prima lettura"... XD Oh, sai che ci stavo davvero pensando alla ChoIno? Chissà, magari in futuro, se e quando avrò tempo... E voglia. ci vuole un sacco di voglia, per una cosa simile XD

Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** La partenza ***


Naruto2-22

La partenza



- Ventidue -







L’alba di venerdì mattina.
L’aria era frizzante, il sole ad est nascosto dietro nubi basse ma rosa, e il villaggio della Foglia fremeva silenziosamente.
Accalcati al di qua e al di là del portone principale, separati da una larga striscia di ‘terra di nessuno’, due folti gruppi di persone vociavano sussurrando.
Da un lato uomini e donne per la maggior parte in vestaglia, assonnati e ansiosi, qualcuno tremante, un paio di bambini che ciondolavano il capo, un altro paio che piangevano, e, ai lati opposti della calca, due gruppi più compatti: da una parte gli Hyuuga, Hiashi e nipoti in testa, dall’altra gli Uchiha, tutti i bambini in piedi e morti di sonno a salutare il capoclan e il primogenito.
Oltre la striscia vuota che corrispondeva al luogo in cui il portone veniva chiuso, stavano uomini e donne giovani, abbigliati più o meno nello stesso modo, serrati in ranghi rigorosi e tutti con un pesante zaino sulle spalle.
Davanti a loro, a qualche passo di distanza, il sesto Hokage sistemava gli ultimi dettagli, spostando le tre reclute più giovani, Jin, Kotaro e Hitoshi, in terzultima fila, al centro.
«Cercate di non esagerare, e obbedite agli ordini» sussurrò prima di lasciarli, il primo impassibile, gli ultimi due pallidi ed esangui sotto i capelli nerissimi.
I due schieramenti sembravano perfetti, perfettamente divisi e perfettamente precisi. Ma, naturalmente, non esiste nulla di perfetto.
E infatti una zazzera bionda, seminascosta dietro uno degli zaini dei ninja fuori dal villaggio, si aggirava di qua dalla barriera, attorno a un piccolo gruppetto di una decina di persone delle età più diverse, accanto agli Uchiha.
«Due giorni e siamo a casa» diceva Naruto con nonchalance a Hinata e alle bambine. «Una robetta da niente, vedrete. Non capisco perché ci sia tutta questa confusione»
Hinagiku e Hanako non erano abituate a vederlo andare e tornare dalle missioni, visto che quasi sempre si lasciava alle spalle una copia, e per questo lo fissavano ansiose, terrorizzate dall’idea di non vederlo più. Che Hinata fosse pallida quanto un morto, poi, di certo non aiutava.
«Non c’è niente di cui preoccuparsi, davvero» insistette Naruto. «E l’ansia non fa bene né a te né a lui» indicò il suo pancione. «O lei» aggiunse dopo un attimo.
Hinata si sforzò di sorridere, ma la sua sembrò più che alto una smorfia.
«E’ inutile, eh?» sbuffò Naruto. «Qualunque cosa io dica, tu non riuscirai a rilassarti, tsk»
«Voi uomini la fate sempre facile, tanto siamo noi donne che restiamo a casa a soffrire» intervenne Ino, fissandolo a braccia conserte accanto a Hinata.
«Tu? Soffrire?» ribatté Naruto in tono piatto.
«Ehi, ehi! Io ho un animo molto sensibile!» sbottò Ino caustica. «E gli ormoni alle stelle! Ti ricordo che sono incinta!»
«Come se fosse qualcosa di straordinario» sbuffò Sakura alle sue spalle.
Ino le rivolse un sorriso amabile. «Solo perché tu e Sasuke siete conigli, non vuol dire che la maternità sia una cosa tanto banale»
Temari sbuffò rumorosamente. «Ma avete finito?» le seccò. «Metà del villaggio va a combattere per voi, e tutto ciò cui riuscite a pensare è quanti figli sfornare!»
«Ecco qualcuno che l’istinto materno non l’ha mai conosciuto» sussurrò Ino a mezze labbra, e, con Sakura, scoccò un’occhiataccia a Temari.
Naruto ignorò la momentanea alleanza delle due, e invece si rivolse all’oggetto del loro odio.
«E Chiharu?» chiese.
Temari, con un moto d’irritazione, si strinse nelle spalle. «Quando io e Shikamaru siamo usciti, dormiva ancora. E non aveva alcuna intenzione di alzarsi. A quanto pare odia i ninja di qualunque tipo, grazie a qualcuno»
«I suoi geni non aiutano, però» intervenne la voce bassa di Shikaku Nara, padre di Shikamaru ormai troppo anziano per scendere in campo, e assegnato alla retroguardia al villaggio. «Non la rendono molto tollerante» sogghignò all’indirizzo della nuora.
Per sua fortuna, Temari sopportava Shikaku abbastanza da non ribattere – il che equivaleva a dire che lo venerava, praticamente – ed evitò di aprire di nuovo la bocca.
A pochi passi di distanza i genitori di Tenten guardavano Naruto ansiosamente.
«Siamo sicuri che Kotaro non sia troppo giovane?» chiese la madre tenendo in braccio Mei, che dormiva con la testa reclinata sulla sua spalla.
«Per questo particolare aspetto della faccenda, credo che dovrebbe rivolgersi al nostro amabile sesto Hokage» bofonchiò lui, e gli sguardi andarono automaticamente a Kakashi, che in quel momento sussurrava qualcosa ad Asuma e suo figlio Tobi, tra i ranghi speciali.
La nonna di Kotaro non seppe che ribattere, e confusa guardò la famiglia Sarutobi e poi ancora Naruto. A quel punto lui sospirò e le sorrise.
«Lo terrò d’occhio per tutto il tempo» garantì. «Lui e anche Hitoshi» aggiunse dopo un attimo, abbassando lo sguardo su Liara, penultima figlia di Sakura e Sasuke, unica ad essere ben sveglia e ansiosa. «E pure tuo padre, va’. Mi sa che ne avrà bisogno»
«Chi è che si fa riportare a casa ubriaco perso alle tre di notte, tra noi due?» brontolò Sasuke, raggiungendolo seccato. «Non infilare nella testa dei miei figli concetti distorti!»
Naruto ghignò con aria di superiorità, e sulla fronte di Sasuke si gonfiò una vena. «Siamo pronti per partire, piantala di perdere tempo!» abbaiò.
«Uff, va bene, va bene… Allora ci vediamo tra un pio di giorni, eh» salutò Naruto con un sorriso allegro.
«Tieni un occhio su Hitoshi» disse Sakura a Sasuke, e prima che lui avesse il tempo di allontanarsi lo afferrò per il bavero e se lo tirò vicino, baciandolo per un breve ma intenso istante.
Inutile dire che tutti i bambini li fissarono a bocca aperta, improvvisamente attentissimi, e i genitori di Tenten fecero in modo di guardare altrove in quel preciso momento.
Naruto osservò il tutto con un leggero moto di irritazione. Le scene romantiche non erano prerogativa di quei due, assolutamente no!
Senza preavviso afferrò Hinata e quasi la coinvolse in un ardito casquet da tango, completo di bacio appassionato – naturalmente non tenendo in conto le condizioni della poveretta. Quando la lasciò, lei, più scombussolata che mai, gli lanciò uno sguardo stralunato.
Naruto si limitò a sogghignare in direzione di Sasuke e Sakura, i quali per tutta risposta lo guardarono con lo stesso identico pensiero stampato in faccia: ‘ma è scemo?’
«Mmh, mossa intelligente» commentò Temari accennando con il capo all’altro lato del gruppo, da dove Hiashi lanciava occhiate velenose nella loro direzione. «Proprio ora che vai via»
«Oh, guardate, un asino che vola!» esclamò Naruto additando il cielo, e tutti i bambini alzarono al volo lo sguardo. Mentre loro erano distratti, lui rivolse a Hiashi un gesto discretamente osceno, che scatenò i sospiri di tutti gli adulti che lo circondavano. Poi, con aria minacciosa, gli fece capire a gesti che lo teneva d’occhio, anche se era lontano.
Sasuke colse quel momento per afferrarlo per la collottola.
«Noi andiamo» bofonchiò, e lo trascinò dove gli altri ninja aspettavano.
Quando furono a una certa distanza, Naruto si liberò dalla sua stretta e cercò di darsi un tono. Sasuke gli si avvicinò impercettibilmente, e sussurrò: «Quella cosa? E’ tutto a posto?»
«Certo, per chi mi hai preso?» ribatté lui, e fece un rapido cenno in direzione di Kakashi. L’Hokage si voltò a guardarlo, e annuì appena. «Visto?» ghignò Naruto.
«Bah» brontolò Sasuke, suo malgrado indispettito. «Un giorno questa tua mania di fare l’eroe ti porterà alla tomba»
«Dove ti raggiungerò, visto che sarai morto molto prima di me»
Sasuke gli tirò una gomitata che lo fece piegare in due dal dolore.
Insultandosi a vicenda e cercando di azzopparsi lungo il breve tragitto, i due raggiunsero Kakashi. Scambiarono qualche breve parola con lui, e poi andarono a colmare i due posti lasciati vuoti in prima fila, tra Rock Lee e Shikamaru.
«Partiamo!» annunciò l’Hokage, e i ninja, come un sol uomo, si mossero.
La folla dall’altra parte del portone fece ancora qualche cenno di saluto, e quelli nelle file in fondo iniziarono a tornare a casa. Gli Hyuuga e gli Uchiha rimasero piantati sui loro piedi finché anche l’ultimo ninja non fu scomparso, e ancora mentre le persone che li circondavano se ne andavano, chi a iniziare la giornata, chi a dormire di nuovo. Gli ultimi a cedere furono Hinata e le bambine, Ino, e i genitori di Tenten, che sbadigliando salutarono e si congedarono. Alla fine anche Temari si arrese: si guardò attorno per un attimo, sperando per l’ultima volta di vedere Chiharu da qualche parte, ma scuotendo la testa accertò che non c’era, e tornò a casa.
Sakura fissò Hiashi senza abbassare lo sguardo, ora che i due gruppi erano gli unici rimasti; Sasuke le aveva raccomandato di tenere alto l’onore della casata, e lei sospettava che lasciare il portone per ultimi fosse una delle cose che potevano aiutare.
Anche le guardie sopra le mura li scrutavano con vago interesse, lanciando scommesse su chi avrebbe ceduto prima. Sakura, circondata da bambini mezzi addormentati, era la meno quotata; ma a sorpresa fu Hiashi ad abbandonare per primo il campo, tirandosi dietro il seguito di nipoti e cadetti che sempre lo circondavano. Tra loro, anche i due figli di Hanabi – che era tra le fila dei ninja con il marito – due maschi di otto e dieci anni dall’aria compassata e gli occhi candidi.
Sakura tirò un sospiro di sollievo: sua figlia Arina, di soli due anni, ciondolava la testa aggrappata alla sua mano, molto vicina a cadere per terra e addormentarsi seduta.
«Torniamo a nanna» disse alla bambina, sbadigliando. Quando una domestica si offrì di prendere in braccio la piccola, per la prima volta fu grata di avere un sacco di soldi.
Da un lato all’altro delle mura volarono i sacchetti di monete scommesse dalle guardie.


«Cosa ci faccio qui?» si chiese Chiharu, profondamente irritata, ferma su un tratto di terreno miracolosamente illeso, ma circondato da crepe e fenditure che sembravano i resti di un terremoto particolarmente violento. Gli alberi attorno a lei erano immobili nell’aria frizzante dell’alba, gli animali silenziosi.
Quello era il luogo in cui aveva deciso di non essere più ninja.
“Ma questo non spiega cosa ci faccio qui” si ripeté accigliata.
Non stava avendo ripensamenti, assolutamente no. Era lì perché… perché… beh, e che cavolo, un motivo doveva pur esserci!
Mentre fissava una radice che sporgeva dal terreno, intaccata e quasi spezzata, senza una precisa ragione le tornò in mente la spia della Roccia che dovevano catturare, e il suo sguardo un attimo prima che lei perdesse il controllo
Aveva sorriso? Sì, aveva sorriso.
Ma perché? Ricordava quegli occhi grigio-verdi socchiudersi appena, le labbra incurvarsi, e poi… poi c’era stata la polvere, e la spia era scomparsa.
Haru corrugò la fronte, incapace di comprendere.
Che quel ninja avesse previsto cosa stava per succedere? No, impossibile… e anche in quel caso, non avrebbe potuto sapere che avrebbe avuto occasione di liberarsi. Anche perché in quel momento lei non aveva minimamente pensato a lui, e solo dopo si era accorta che era scappato – con un certo rimorso, visto che era stata lei a catturarlo.
In ogni caso probabilmente non lo avrebbe rivisto mai più, perché perdere tempo a pensarci?
“Per non pensare a loro
La risposta le attraversò la mente prima che potesse rendersene conto, e quando se ne accorse arrossì d’indignazione.
“Non è vero!” scattò. “Io non ci penso già di norma!”
Eppure gli incubi di quella notte, quegli stessi incubi che l’avevano spinta ad alzarsi non appena i suoi genitori erano usciti, per non impazzire, sfrecciavano davanti ai suoi occhi in immagini frammentate, brandelli di angoscia e rimorso in cui il rosso dominava su ogni altro colore.
“Io non ci penso, okay?” si ripeté vicina a infuriarsi.
«Non ci penso!» insisté a voce alta, serrando i pugni.
“E non sono qui per evitare di andare a salutarli! Sono qui perché… perché…”
Mentre si scervellava alla ricerca di una risposta più ovvia di quella già ovvia che si rifiutava di accettare, avvertì un fruscio in lontananza.
Con i nervi a fior di pelle, alzò la testa di scatto e trattenne il fiato, tendendo le orecchie.
Voci. Passi. Leggeri, quasi completamente silenziosi, ma tanti. Troppi.
Cosa poteva essere?
Inquieta, iniziò a farsi strada tra la boscaglia con estrema cautela, senza fare rumore, scivolando da un cespuglio all’altro e salendo su un albero nei pressi del sentiero. Accucciata su un ramo, all’ombra delle foglie folte, si spinse un po’ più avanti per vedere… e agghiacciò.
L’intera truppa della Foglia stava passando di lì.
In quel preciso istante.
“Porca puttana!” imprecò Haru acquattandosi nell’ombra, e sentì il sangue salirle alle guance.
Non poteva sgattaiolare via, ora erano troppo vicini, l’avrebbero sentita sicuramente, e non poteva farsi vedere, o avrebbero pensato che era lì per salutarli, cosa profondamente e indubitabilmente falsa.
Poteva solo sperare di passare inosservata, e trattenere il fiato per tutto il tempo necessario.
La colonna di ninja si avvicinò compatta, in file da tre che si guardavano attorno in maniera piuttosto rilassata – erano ancora in territorio amico, non avevano di che preoccuparsi. In cima al gruppo stava Kakashi, avvolto in un mantello da viaggio che lo rendeva a malapena visibile, e subito dietro di lui Naruto, Sasuke e Shikamaru, seguiti da Rock Lee, Tenten e Neji. Sai aveva fatto in modo di trovarsi in terza fila, e sembrava evitare accuratamente di incrociare lo sguardo di Naruto.
Chiharu ebbe il tempo di notare diversi particolari mentre i ninja si avvicinavano, e cercò una posizione più comoda in cui attendere che l’intero gruppo passasse, disperando di riuscirci quando vide la colonna continuare fin dove il suo occhio arrivava.
“Sono spacciata” pensò quando Kakashi fu a pochi passi dall’albero in cui si nascondeva. “Se la prenderanno tutti con me, io me la prenderò con me! Perché, perché sono venuta qui?!”
fece un movimento impercettibile, e rischiò di scivolare. All’ultimo istante recuperò l’equilibrio, ma un rametto si spezzò dietro alla sua schiena, producendo quello che a lei sembrò uno schiocco assordante. Chiuse gli occhi, senza respirare.
Sotto di sé sentì i passi di Kakashi rallentare appena il ritmo, come esitanti, e poi riprendere. Si azzardò ad aprire un occhio, e, con suo profondo orrore, incontrò lo sguardo del sesto Hokage.
Era fatta. L’avevano vista.
Il suo cuore precipitò a livello dello stomaco, mentre sentiva un nodo formarsi rapido in gola, e fu incapace di trattenere il respiro più a lungo. Ora l’avrebbero fatta scendere, e poi? L’avrebbero costretta a seguirli o l’avrebbero rispedita al villaggio? Probabilmente l’avrebbero mandata indietro, e sua madre le avrebbe fatto una ramanzina infinita, rendendole i giorni successivi un inferno, fino al punto di farle desiderare la morte in battaglia, e…
All’improvviso interruppe il filo dei suoi apocalittici pensieri.
Perché Kakashi era andato oltre?
E perché le aveva sorriso? – o così aveva intuito da un leggero movimento nella maschera sul suo volto. Accigliata, Chiharu riprese a respirare piano, quasi impercettibilmente. Si azzardò a far scivolare gli occhi su Naruto, e incrociò anche il suo sguardo sorridente. Accanto a lui, Sasuke Uchiha restava impassibile, ma Shikamaru, suo padre, nascondeva appena un leggero ghigno. Colse sguardi veloci dalla seconda fila, un cenno impercettibile da Tenten, e, con uno scatto di rabbia, un’occhiata indecifrabile di Sai.
Ma nessuno le disse nulla.
Tutti passarono oltre fingendo di non vederla, o così le parve, e la lasciarono stare.
Per qualche strana ragione, Chiharu si sentì confortata.
Allora non ce l’avevano con lei per essere stata così stupida da…
Si interruppe di nuovo.
Stupida da cosa?
Da niente. Non era stupida, non aveva fatto nulla di male o di sbagliato.
Cambiò le proprie sensazioni quando si accorse che, a parte le persone che la conoscevano, gli altri ninja non sembravano averla notata, e con un sorriso amaro ripeté dentro di sé: “Sono forte, e ora vediamo come ve la cavate senza di me
Rimase a guardare la colonna che sfilava sotto il suo albero fino all’ultimo, chiedendosi con forzata indifferenza quanti degli uomini che vedeva sarebbero tornati vivi. Quando gli occhi le caddero su Jin, Kotaro e Hitoshi, per un attimo il suo cuore sobbalzò. I suoi vecchi compagni di squadra erano pallidi, nervosi, e si fissavano i piedi mentre avanzavano, ansiosi di non commettere errori. Accanto a loro Jin camminava apparentemente sereno, guardandosi attorno con pacato interesse. Come Kakashi, Naruto e gli altri prima di lui, anche il bambino la individuò. Le sue sopracciglia si inarcarono in un moto di sorpresa, mentre lei gli faceva velocemente segno di stare zitto, arrossendo furiosamente. Jin obbedì, ma senza smettere di guardarla, e solo quando la sua fila fu passata oltre, lei si permise di imprecare silenziosamente.
Passava per l’Hokage, e anche per i jonin… ma che quello spocchioso bambinetto l’avesse vista era intollerabile! Avrebbe dovuto lavorare sulle tecniche di mimetizzazione, molto più di quanto non avesse fat…
Si bloccò di nuovo.
No, non aveva nulla su cui lavorare, rifletté amaramente. Lei non era più ninja.
E, quella volta, le bruciava.
Avrebbe voluto essere migliore di Jin, più abile, più forte, più intelligente. Avrebbe voluto essere in quella colonna con Kotaro e Hitoshi, in fondo. Ma loro l’avevano rimpiazzata, evidentemente non era abbastanza dotata, abbastanza in gamba… eppure no, maledizione! Lei era in gamba, era intelligente, era forte! Era una buona ninja! Forse non era un genio come Jin, ma era migliore della media!
Strinse un pugno, mentre anche l’ultima retroguardia superava il suo albero e si allontanava.
All’improvviso un nibbio lanciò il suo richiamo acuto, a breve distanza. Chiharu sussultò, riscuotendosi dai suoi pensieri, e si rese conto dell’enormità di ciò che era passato per la sua mente. Per l’ennesima volta quella mattina, arrossì.
Che cumulo di sciocchezze!
Lei non era più ninja.
Punto.
Questo chiudeva definitivamente il discorso.
Con uno scatto irritato, si lasciò cadere dal ramo e imboccò il sentiero che l’avrebbe riportata al villaggio.

*

Akiyoshi Tsuda si guardò attorno con aria compiaciuta.
La prima divisione dell’Esercito della Roccia si stendeva davanti ai suoi occhi, una moltitudine uniforme e compatta, illuminata dai primi raggi dell’alba. Il confine con il Paese del Fuoco era a pochi passi, dove il terreno brullo iniziava a coprirsi di erba.
«Comandante, la sveglia è stata data» annunciò un luogotenente dai capelli rossi, inchinandosi alle sue spalle.
«Bene. Quanto tempo per la partenza?»
«Mezzora al massimo»
«Ottimo. Le avanguardie?»
«Non sono ancora tornate»
Tsuda si accigliò. Aveva fatto uscire in perlustrazione tre ninja un’ora prima. Dove erano finiti? Avevano incontrato qualche problema?
«Mandiamo qualcuno a cercarli?» suggerì audacemente il luogotenente.
«No» scattò Tsuda brusco. «Aspettiamo. Voi preparatevi normalmente»
«Sissignore»
«Un’ultima cosa: trova mio figlio e mandamelo»
«Sissignore»
Il luogotenente si inchinò e si allontanò silenzioso, lasciando il comandante da solo. Tsuda rimase immobile dove si trovava, le mani intrecciate dietro la schiena e lo sguardo a scrutare la sua armata. Più lontano, dove finiva la prima divisione, poteva vedere la terza e, ancora oltre, la settima, per un totale di centinaia di uomini.
Sarebbe stato un attacco in grande stile. Se tutto fosse andato come previsto, avrebbero anche potuto ottenere la vittoria della guerra non ancora iniziata, con la completa distruzione del villaggio ninja del Paese del Fuoco.
Un sorriso gli stirò le labbra sottili, un sorriso pieno di orgoglio. Quello sarebbe stato anche il giorno del trionfo degli Tsuda: lui, il capo dell’armata, avrebbe ricevuto glorie ed onori; suo figlio, promosso tenente per l’occasione, avrebbe compiuto qualche impresa eroica da inserire negli annali, in un modo o nell’altro.
Mentre il comandante meditava sulla ricompensa esorbitante che avrebbe ricevuto dal Daimyo, un rumore di passi lo raggiunse alle spalle.
«Mi cercavate, padre?» chiese una voce, e Tsuda, voltandosi, sorrise apertamente.
Davanti a lui stava un ragazzo giovane, troppo giovane per essere tenente; aveva gli stessi capelli neri e gli occhi grigio-verdi del padre, ma era diametralmente opposto a lui, con un viso molto più delicato e liscio; soprattutto, poi, era molto più conosciuto al villaggio della Foglia: se Naruto o uno qualsiasi dei membri del gruppo sette fosse stato presente, in Ariyoshi Tsuda avrebbe subito riconosciuto la spia che avevano cercato invano di catturare pochi giorni prima.
«Sei pronto?» gli chiese padre, con un fremito nella voce corposa.
«Certo» sorrise Ariyoshi, calmo come un lago di montagna. «La vittoria è sicura»
«Così si fa!» approvò il comandante, battendogli una pacca sulla spalla. «Sarai schierato in terza fila, sei d’accordo? Le prime due solitamente cadono al primo assalto, nella tua posizione riuscirai sicuramente a farti valere»
«E’ un onore, padre»
Il ragazzo si inchinò, piegando la schiena in modo aggraziato ma deciso, e a Tsuda ricordò la moglie morta anni prima, scatenando in lui uno slancio d’affetto misto a orgoglio che lo galvanizzò ulteriormente – come se fosse stato necessario. Avrebbe speso qualche altra parola di lode per il figlio, se in quello stesso momento quattro persone non li avessero raggiunti camminando rapide e accigliate.
«Comandante» salutarono i tre ninja accompagnanti dal luogotenente con i capelli rossi. «Cattive notizie: si sta avvicinando un folto gruppo di quelli che presumiamo essere ninja della Foglia »
«Com’è possibile?» scattò Tsuda, con una morsa allo stomaco. «Questo dovrebbe essere un attacco a sorpresa! C’è una spia?»
«Sospettiamo di sì» annuirono i ninja, preoccupati.
Il luogotenente accanto a loro rimase perfettamente impassibile, ma una goccia di sudore si formò sulla sua tempia, e scivolò giù lungo il collo.
«Fermate i preparativi per la partenza!» ordinò Tsuda, in un ringhio rauco. «I piani cambiano! Voglio qui i responsabili della terza e della settima divisione e tutti i luogotenenti! Muoversi!»
Mentre i tre ninja e l’ufficiale che era con loro si inchinavano e si allontanavano, Ariyoshi fece due più due, e la goccia di sudore a malapena intravista lo portò al quattro.
«Padre, avete intenzione di cercare la spia immediatamente?» chiese vago.
«No, non c’è tempo. Non appena questa battaglia sarà finita ce ne occuperemo» rispose brusco Tsuda. «Tu resta qui. Voglio metterti al corrente delle operazioni, così da avere tutte le informazioni necessarie; anche se la situazione è cambiata, potrai comunque farti onore»
«Come desiderate»
Inchinandosi, Ariyoshi nascose un sogghigno.
“Padre, quanto siete ingenuo...”

*

Chiharu tornò al villaggio di umore più che cupo. Il sole era già sorto, e le strade iniziavano a popolarsi in quei minuti.
Era strano non vedere ninja che andavano all’Ufficio missioni o che correvano da una parte e dall’altra, strano e quasi sinistro.
Naturalmente al villaggio era rimasta una retroguardia, composta da ninja meno abili o di una certa età, ma quelli di turno al momento ciondolavano accanto al bar, offrendosi birra a vicenda. Passando loro accanto, Chiharu li guardò con leggero disprezzo. Erano tutti tranquilli e rilassati… probabilmente pensavano che la battaglia non avrebbe mai raggiunto il villaggio.
“Ma a me che frega?” si chiese irritata, arrivando davanti a casa.
Entrò cercando di non fare rumore, in punta di piedi, ma non appena ebbe raggiunto la porta della cucina, la testa di sua madre spuntò come il clown di una scatola a sorpresa.
«Dov’eri?» chiese al volo.
Con suo profondo disgusto, Haru si sentì arrossire. «Da nessuna parte» bofonchiò, e cose verso la sua stanza prima che Temari potesse replicare.
Lei la guardò sbattersi la porta alle spalle, e le sue sopracciglia si inarcarono sorprese.
“Vuoi vedere che…” pensò, e poi un sorriso affiorò alle sue labbra.
Di umore decisamente migliore, tornò in cucina e decise di preparare un’immensa torta al cioccolato.
Per la prima volta da molti anni, in quella casa si sentì una donna fischiettare.
Haru, dalla sua stanza, sentì le note incerte che provenivano dalla cucina e, interrompendo per un attimo la sua sfuriata mentale contro i vasi sanguigni, spalancò la bocca in una muta ‘O’ di stupore.
Dio, ma quel giorno impazzivano tutti? Prima l’Hokage e gli altri ninja che la lasciavano stare, poi sua madre che fischiettava! Cosa sarebbe venuto dopo? Hiashi Hyuuga che offriva tè e pasticcini a tutto il villaggio?
“Devo andarmene da qui, o rischio di impazzire” si disse con una mano sugli occhi, e immediatamente le tornò alla mente il parchetto.
Raccolse il marsupio con l’attrezzatura ninja solo per abitudine, scavalcò la finestra e lasciò la sua stanza, ansiosa di trovarsi da sola e circondata dal silenzio.
Attraversò il villaggio praticamente di corsa, senza incrociare lo sguardo di nessuno, e non rallentò neppure quando sentì il cuore scoppiare nel petto e il respiro affannoso torturarle i polmoni. Raggiunse il parchetto in un terzo del tempo che avrebbe impiegato normalmente, ma non appena i suoi occhi si furono posati sulle panchine al di là della buca della sabbia, il suo stomaco fece una capriola: qualcuno le aveva fregato la piazza.
Si immobilizzò a pochi passi dallo scivolo di legno scrostato, un tempo rosso, e, ansante, rimase a fissare il gruppetto di ragazzi che ciondolavano attorno al suo posto.
Come… come osavano?, si chiese, sentendo la rabbia montarle dentro come un’onda.
Era già irritata, profondamente irritata per i fatti suoi, in più sua madre impazziva, quei maledetti ragazzini ingombravano la piazza, e lei, lei voleva soltanto farli a pezzi. Letteralmente. Quando poi vide in mezzo a loro, stravaccato sulla sua panchina con l’aria di un re, Baka Akeru, la proverbiale goccia fece traboccare il vaso.
Prima ancora di accorgersene era già partita verso il gruppo, i pugni serrati e le labbra ridotte a una fessura livida; a metà strada i primi ragazzi la videro e si immobilizzarono, interdetti; quando raggiunse la panchina, ormai aveva l’attenzione di tutti.
Akeru, dopo l’iniziale esitazione, leggermente pallido raddrizzò la schiena e la fissò.
«Che vuoi?» chiese con aria spavalda.
«Via da qui» sibilò lei assottigliando gli occhi.
«Questo è un parco pubblico, abbiamo i nostri diritti…»
«E io ho il diritto di farti del male fisico se non alzi i tacchi!»
Ci fu un attimo di silenzio, in cui Akeru sbiancò ulteriormente e i ragazzi che li circondavano iniziarono a guardarsi attorno nervosi.
«Sono già incazzata, non provocarmi» minacciò Haru.
«Akeru, andiamo…» bisbigliò uno dei ragazzi, un biondino pallido che era risultato tra i primi dieci diplomati.
«No, non è giusto!» protestò lui, e il sangue affluì alle sue guance per l’indignazione. «Chi l’ha detto che lei può fare tutto quello che vuole? Non è neanche più ninja, perché dovrei ascoltarla?» abbaiò, fissandola con astio. «E’ scappata! A un passo dalla guerra se l’è fatta sotto ed è scappata! Noi siamo mille volte meglio di lei!»
Fu uno scatto istintivo: in un attimo Haru lo afferrò per la spalla ancora non del tutto guarita e lo spinse giù dalla panchina. Si sollevò un coro di proteste dai ragazzi attorno, ma nessuno osò alzare un dito.
Ansante più per la rabbia che per lo sforzo, Haru zittì tutti con un’occhiata.
«Non sono scappata!» esclamò. «Avevo i miei motivi per smettere di essere uno stupido giocattolo dell’Hokage!»
«Un ninja non è un giocattolo!» urlò Akeru indignato, rialzandosi nonostante il dolore alla spalla. «Un ninja combatte per difendere il villaggio! Un ninja è un eroe!»
«Un ninja muore per difendere uno stupido villaggio che comunque non gli sarà mai abbastanza grato! Un ninja diventa un eroe solo quando è nella tomba
«Se la pensavi così, perché hai perso tutti questi anni all’Accademia?!»
«Perché ho fatto un errore, a quanto pare!»
Cadde un silenzio teso, quasi palpabile. I ragazzini che li circondavano si lanciarono sguardi rapidi. Tra le loro fila corse un mormorio concitato, qualcosa di molto simile a ‘andiamocene, è meglio’, e, qualcuno lanciando un’occhiata veloce ad Akeru, se la filarono veloci, lasciando lui e Haru da soli.
«Vattene» sibilò Haru lasciandosi cadere sulla tanto desiderata panchina.
«Io non smetterò di essere ninja» disse Akeru stringendo i pugni.
«E a me che cosa dovrebbe fregare?» ringhiò lei astiosa.
«Tu non hai capito niente dell’essere ninja… La gente potrà anche dire che sei intelligente, ma in realtà sei più stupida dell’ultimo degli stupidi!»
Con queste parole rabbiose, Akeru se ne andò, pestando i piedi per la rabbia e portando la mano alla spalla ferita e ora di nuovo dolorante. Chiharu lo guardò allontanarsi, e con l’aumentare della distanza tra loro due sentì scemare l’irritazione irrefrenabile che aveva provato fino a un attimo prima.
Lasciò ricadere la testa indietro, chiudendo gli occhi.
“Dove ho sbagliato?” finì per chiedersi. E poi, rabbiosa, si rispose che non aveva sbagliato da nessuna parte.
Eppure, continuava ad esserci qualcosa che non andava…










Nel prossimo capitolo...

«Avete caldo?» chiese a un tratto la domestica di Hinata, chinandosi sulla sua padrona. «Siete sudata, forse è meglio rientrare»
Chiharu lanciò un’occhiata al suo fianco, e constatò che sulla fronte di Hinata si erano formate delle gocce di sudore. Eppure non le sembrava che facesse tanto caldo.
Poi vide i suoi occhi correre tutt’attorno al parco, diversi dal solito. La vide muovere impercettibilmente una mano, e la domestica accanto a lei si immobilizzò, tornando immediatamente al suo posto e irrigidendosi. Haru corrugò la fronte, accigliata.
All’improvviso il silenzio che le circondava non le parve più così naturale e tranquillizzante; c’era qualcosa di strano nell’assenza di rumori e fruscii: dove erano finiti gli animali?








* * *

Spazio autore

Oh, non ricordavo che i capitoli da qui in poi fossero tanto incasinati! XD
Stavo rileggendo un po' quello che succederà, e finalmente ho riconosciuto la vecchia atmosfera dei primi capitoli di Sinners,
con gli inganni, le battaglie, le strategie, le sottotrame...
E' più divertente del previsto! <3

Una precisazione: mi sono accorta che la scansione temporale non funziona affatto.
Praticamente il Paese del Fuoco è grande come San Marino, nella concezione che avevo allora, e le distanze si percorrono in men che non si dica.
Ignorate la cosa, per favore! ^^'

ATTENZIONE!
Sono aperte le scommesse!
arwen5786 se ne è uscita dicendo che vuole scommettere su chi morirà nel conflitto che deve venire, e qualcun altro nei comenti si è agganciato a lei...
Ebbene, apro ufficialmente la disfida!
Al fortunato vincitore andrà... qualcosa, non so bene neanche io cosa! XD
Nota: potete anche scommettere su nessuno.

Altro spaventoso ritardo nell'aggiornamento, chiedo perdono. U_U
Sono in periodo assolutamente emo, mi dispiace ma le cose vanno così!
(e in più ho scoperto che devo dare non tre, ma quattro esami entro il 5 giugno! E quindi mi sa che devo mettermi un po' sotto...)

RETTIFICA:
di ritorno dal supermercato con un libro di Stephen King in mano, mi sono resa conto che le cose non vanno affatto bene.
Non sto più leggendo, scrivo poco, e passo la gran parte del mio tempo a chattare e dormire.
Ergo, devo prendermi una pausa e afferrare qualche libro, perché qua le pile si sono scaricate.
Per questa ragione, da oggi gli aggiornamenti saranno ridotti drasticamente a uno ogni sei giorni.
Chiedo scusa, ma è necessario.


lilithkyubi: uhm, se Haru avesse sentito il tuo elenco delle ragioni per cui dovrebbe tornare ninja, avrebbe definitivamente appeso il coprifronte al chiodo! XD Sei riuscita a riassumere esattamente tutte le cose che lei più odia riguardo alla questione, e tutto per spiegare che tornerà ninja! Non male! XD Ad ogni modo, non ti è dato sapere cosa ha intenzione di fare, almeno non per ora. Lascia che crogioli nel suo brodo e che io mi diverta un po', più avanti tutto ti sarà chiaro... Baka fa pena anche a me, lo confesso! E le scenette familiari, se non sbaglio, dovrebbero esserci ancora, sporadicamente... Ma presto avrai altro cui pensare!
rina:
ebbene sì, ho deciso di dare una moglie a Kiba! U_U Ne saprete qualcosa di più andando avanti, ma se fossi in te cercherei indizi nell'epilogo di Sinners... ^_* Oh, immagino che la scena divertente di questo capitolo fosse la macchietta tra Hiashi e Naruto, con tanto di citazione di Babbo Natale nella scorsa versione, e asino volante in questa! - non sono tanto sicura che nel mondo di Naruto esista Babbo Natale... Eheh, ma Naruto è Naruto, e ci piace proprio per questo! ^^
arwen5786: non ho un'orrida passione per i personaggi un po' sfigatini! ç_ç Perché la metti giù così dura? Io voglio bene ai personaggi che tutti disprezzano, perché so che hanno i loro lati positivi e necessitano solo di un modo per dimostrarlo! ç_ç Ma tu sei sempre così drastica, così dura... giustifichi quell'idiota di Chiharu, ma condanni Baka solo per il cognome che si ritrova! Comunque, le tue fisime da HaruHito shipper le conosco fin troppo bene, non sto nemmeno a dilungarmi che lo facciamo già abbastanza su messenger! =_= Sono contenta che tu sia contenta (XD) che Kiba si sia sistemato, andando avanti con la storia saprai anche con chi e perché (almeno vagamente). Ma sappi che il figlio di Ino è di Choji, su questo non c'è alcun dubbio! U_U Lo sai che lo amo (altro personaggio sfigatino... XD), non posso dargli il dolore di crescere il figlio di un altro! Prevedibile la tua reazione davanti a Sasuke, ma sul finale NaruHina mi trovo a contraddirti! Sebbene ultimamente io verta più sul lato Hyuugacest, quella parte, rileggendola, a me è piaciuta molto! <3 Anche perché so cosa succede poi... Dai, dai, sono aperte le scommesse, come hai letto più su!
sammy1987: oh che bello, voglio che Akeru venga amato! <3 Sono contenta quando spunta qualcuno che dice di volergli bene! ç_ç E se ami le scene di guerra, beh, tra due capitoli avrai tutte quelle che vorrai! XD
Killkenny: ti spiace per Shika? Ma sai bene che prima della fine... E pensi che Kyuubi avrà a che fare con i futuri avvenimenti? Ma sei consapevole che poi... (Ok, era una risposta in cui non volevo dire assolutamente niente! XD)
bambi88: uff, ultimamente anche io penso che dovrei starmene lontano dai contest... T_T Ma poi sai che ci ricasco sempre! Che dramma!
fedecr90: per i capitoli movimentati dovrai aspettare un po'. U_U Abbi pazienza, figliolo! Naruto e Sasuke protagonisti di un combattimento... ma intendi uno contro l'altro o uno accanto all'altro? No, perché al momento è un po' improbabile che si mettano a sfidarsi in mezzo alla battaglia! XD
slice: e va bene, te lo dico! Sapremo qualcosa della probabile madre di Jin soltanto al capitolo 37! Eheh, anche tu come gli altri affascinata dalla scena al ristorante? XD Il cameratismo fa un sacco di vittime, eh!
harryherm: oddio. Hai davvero commentato positivamente una scena NaruHina? ò.ò Ma che hai, stai male? XD Però sono contenta che ti abbia strappato un sorriso, e sono ancora più contenta che tu abbia lasciato un commentino! XD Finalmente! (sì, beh, con lo schifo di risposta che ti ho lasciato non ti invoglio di certo...)
Hipatya: oddio, i personaggi che si nascondono dietro l'orgoglio ti fanno tenerezza? °_° A me fanno incazzare e basta! XD Forse perché anche io sono proprio così! Comunque sono contenta che Akeru ti faccia ridere e non ti faccia venire i cinque minuti, tengo tanto a lui! ^^ Daiiii! Ma ti pare che Neji - Neji - abbia un interesse verso Ino? Ino che sfarfallava con Sai ed è finita con Choji? Ma no, lui ha standard ben più elevati! XD E Haru si sveglierà o no? Mah, mah, mah...
GaaChan: aaaaaargh! Un'altra fan di Chiharu! ç_ç Non so più cosa fare per farvi capire che è una testa di cavolo! XD Va beh, preferenze a parte, bentornata!  ^_^ Mi fa piacere rivederti su queste pagine!
Kaho_chan: ahahahah! XD Il sottofondo musicale è qualcosa di splendido! Comunque, rispondere nel dettaglio a un commento tanto lungo e articolato mi ucciderebbe, quindi mi limito a inchinarmi di fronte alla tua magnificenza nel creare una cosa così splendida e articolata, e a ringraziarti per l'impegno che hai messo nel raggiungere l'ultimo capitolo pubblicato! So che la pigrizia è dura da combattere, ti capisco benissimo... ç_ç e quindi il mio grazie raddoppia! Per la scommessa, ti segno sul mio libercolo! Chissà se ci hai preso o no!
maninja87: oibò, al momento Shikamaru è il più gettonato come cadavere! XD Ma che vi ha fatto 'sto poveretto? Comunque le scene di battaglia sono imminenti, e finalmente saprai se i ragazzini hanno imparato qualcosa o no dal loro maestro!
muccina89: sì, beh, per la vera azione dovrai aspettare ancora due capitoli, ma poi ci siamo, è confermato! ^^ Mi chiedi di accasare Neji, eh... ma sappi che ho già i miei piani per lui, e che non ho intenzione di cambiarli! Ma potrebbero piacerti... o forse no, chissà! XD
SuperEllen: a dire il vero Kotaro è geneticamente predisposto a fare amicizia con Hitoshi! XD E' Hitoshi che solitamente non lo considera di striscio. Comunque, ti vedo molto preoccupata per Jin... ma ricordati che è il figlio dell'Hokage! Mezza Konoha si sacrificherebbe per lui! XD E riguardo a Haru... mah, fossi in te non metterei la mano sul fuoco riguardo a nulla...
Talpina pensierosa: riletta due volte? °_° Maria, ma così mi monto la testa! XD
GoHaN: oddio, davvero hai portato a termine l'intera maratona? °_° Ma io mi inchino a tanta resistenza! Scherzi a parte, grazie per l'impegno! Mi onori, dico sul serio! Ho solo una domanda per te: Chris sta per...?
Ino_Chan: sì sì sì sì!! Convinciti sulla InoCho! E' una coppia bellissima, è così dolce, così... così... così perfetta! (propaganda spudorata! Ascolta la voce della convinzione!)
izayoi007: ohohoh, ebbene sì, Kiba si è accasato! Con chi? Come? Quando? Sono domande la cui risposta vi sarà nota non tanto a breve! XD Ma prima o poi lo saprete, tranquilli. E smettila di chiedere di Kyuubi!!! Ci sarà fin troppo, ma non ora! Rilassati! Ri-las-sa-ti! XD
gracy110: ehi ehi ehi! Naruto non è un triste e incallito ubriacone! XD L'abitualità della scena al ristorante è dovuta al fatto che Naruto va spesso a divertirsi con gli amici ma non regge l'alcol! XD Rilassati, non è un casalingo sull'orlo si una crisi di nervi! E per quanto riguarda Chiharu, dopotutto ti eri sbagliata: vede gli altri passare, ma non si unisce mica a loro!
crilli: ho, dunque dici che Haruka non è scomparsa, eh? Chissà, chissà... ma te lo dico che fine ha fatto, tranquilla! Una cosa per cui invece puoi ben preoccuparti è ciò che succederà nei prossimi capitoli! Hai visto bene, con le scene d'azione sono sadica... eheh...
yayachan: ChoIno, ChoIno... il mio cervello ci sta lavorando, in standby. XD Dagli un po' di tempo e ti sforna qualcosa, su! Sperando che la pigrizia non sia davvero eccessiva...!
Elisir86: ehi, sono pur sempre due ragazzini! XD Pretendevi maturità e coscienza da loro? Se possono vendicarsi di Baka lo fanno, che diamine! Lo odiano proprio al 100%!
lale16: ahahah! Sakura non è un forno, è solo una donna con tanta tanta energia! <3 Sì, il figlio è il settimo, ed è un ottimo numero per fermarsi direi! XD Grazie ancora per i complimenti, ogni volta sono un balsamo per il mio ego! XD
Yume_Tsuki: tuo fratello? E che c'entra, poverino? XD Perché lo tormenti con scene di battaglie e sangue? Ti basta aspettare due capitoli e avrai tutte quelle che vuoi, tranquilla! Ma lascia in pace quel poveretto, per carità! XD
kage_naru89: beh, in effetti quando non ti ho più sentita per chiedere il regalo di compleanno ho tirato un sospiro di sollievo! XD Ero presissima in quel momento, davvero credo che non ce l'avrei fatta... Però un po' mi dispiace! é_è Ad ogni modo, credo che all'epoca la storia andasse lenta per mia precis volontà. Mi spiego: avevo una paura folle di descrivere le scene di guerra! XD Non le sapevo fare, ne ero terrorizzata, e ho cercato di posticiparle il più possibile. Quando poi si sono presentate, beh, lì ho ingranato la quarta e ne ho infilata una dietro l'altra! XD Ma lo vedrai da sola tra due capitoli, rallegrati! Comunque, bentornata! ^^


Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Il biglietto ***


Naruto2-23

Il biglietto



- Ventitré -







I ninja della Foglia arrivarono in vista dell’esercito della Roccia un paio d’ore dopo la partenza, trovandolo là dove la loro spia aveva detto che era.
Videro le centinaia di uomini che lo componevano già in posizione, schierati a fronteggiarli come un’immensa mano pronta a colpire, compatti e lucidi, pallidi forse, ma ugualmente determinati. Oltre la striscia di terreno in parte erboso e in parte arido che li separava, davanti a tutti, c’erano tre uomini: quello al centro, di gran lunga il più corpulento, anche nella distanza mostrava folti capelli neri e un’armatura scintillante; gli altri due, ai lati, almeno in termini di prima impressione non potevano competere con il loro aspetto comune.
«Quella centrale è la prima divisione» comunicò Kakashi a Naruto, Sasuke e Shikamaru, mentre tutti e quattro fissavano il nemico a un centinaio di metri di distanza. «Il comandante è un certo Tsuda, dicono che sia in gamba sia come stratega sia come guerriero. L’ideale sarebbe farlo prigioniero subito, se possibile»
«Un ostaggio?» intervenne Sasuke accigliandosi.
«Può sempre tornare utile» annuì Naruto.
Shikamaru fece roteare gli occhi. «Tu e la tua mania di salvar vite…» brontolò a mezze labbra. «Se riusciamo a prenderlo vivo okay, altrimenti va bene anche morto» aggiunse ad alta voce.
«Va bene, va bene…» sbuffò Naruto, contrariato.
«Il loro numero è decisamente superiore al nostro» continuò Kakashi additando i nemici. «Naruto può usare la moltiplicazione superiore del corpo per confonderli, ma gli altri non sarebbero in grado di creare abbastanza copie, quindi, salvo in caso di necessità estrema, è meglio che evitino e concentrino il chakra in un solo corpo…»
«Queste sono banalità» sbuffò Sasuke, interrompendolo.
Il sesto Hokage lo fulminò con lo sguardo. «Hai qualcosa di profondo e illuminante da rivelarci?» chiese secco.
«Tu che dici? Qualche strategia, magari? Si vede che non sei abituato a dirigere la gente…»
Naruto gli rifilò una gomitata in pieno stomaco, che lo fece piegare in due senza fiato.
«Bene così… Eliminiamo gli alleati…» mormorò Shikamaru esasperato. «Sesto Hokage, cosa ha combinato…»
In fondo allo schieramento, nelle ultime file, Kotaro e Hitoshi continuavano a deglutire a vuoto e a schiarirsi la voce.
«Volete un sorso d’acqua?» offrì Jin.
«No!» scattarono entrambi, i nervi a fior di pelle. Incrociarono lo sguardo per un attimo e compresero di essere nella stessa barca.
«Inizio a pensare che Haru sia davvero la più intelligente tra noi…» sussurrò Kotaro fissandosi i piedi, più a sé stesso che agli altri.


Dall’altra parte del campo di battaglia, tra le file dei nemici, Akiyoshi Tsuda attendeva, mantenendosi impassibile.
I suoi peggiori timori dopotutto non si erano verificati: aveva temuto di trovarsi contro l’intero esercito del Fuoco, e invece aveva davanti soltanto un gruppetto di ninja che, secondo il suo modesto giudizio, non avrebbero creato poi tanti problemi. L’unica difficoltà poteva stare in un piccolo, a parer suo insulso particolare, che però aveva allarmato i ninja della Roccia che li accompagnavano, rendendoli agitati come mai lui li aveva visti. Ma anche per quello avevano già preparato un rimedio, anzi di lì a poco qualcuno sarebbe tornato a riferire.
Tsuda guardò il cielo, trapunto di nuvole verso est, ma sgombro sul campo. Il fronte tra i due eserciti si snodava da est ad ovest, quindi non avrebbero avuto il sole negli occhi, ma rischiava di fare caldo. Avrebbe fatto bene a terminare la battaglia il prima possibile.
«Comandante» lo chiamò una voce alle sue spalle, in tono dimesso. Voltandosi, Tsuda vide un ninja a pochi passi dalla sua schiena.
«Allora?» si limitò a chiedere, e quello annuì senza aprire bocca. «Bene» sorrise lui, soddisfatto. «Quanto tempo?»
«Un’ora, per sicurezza una e mezza»
«Tergiverseremo. Vai, hai fatto un buon lavoro»
Il ninja chinò la testa e si allontanò, scomparendo tra le fila dei soldati che affollavano il terreno.
Akiyoshi Tsuda tornò a guardare il piccolo esercito che avrebbe affrontato di lì a poco, e il sorriso sulle sua labbra si trasformò in un ghigno.
«Abbiamo la vittoria in pugno»

*

Se qualcuno le avesse predetto che quel giorno avrebbe rischiato la vita e faticato come mai nella sua breve esistenza, Haru avrebbe riso in faccia a quella persona, sprezzante.
Seduta sulla sua panchina a godersi i raggi del sole quasi allo zenit, sonnacchiosa e annoiata, era davvero convinta che fino al ritorno di suo padre non avrebbe avuto assolutamente nulla da fare.
Aveva guardato una famiglia di merli becchettare tra la sabbia, aveva visto un gatto poltrire sul tetto e andarsene, un gruppetto di bambini aveva provato timidamente ad avvicinarsi ma, quando l’aveva riconosciuta, se l’era data a gambe.
Poi, erano arrivate loro.
E da lì era iniziato tutto.
Le aveva viste in lontananza, mentre si avvicinavano con passo tranquillo, due donne e due bambine, una delle donne con un ombrello bianco a ripararla dal sole. Quando erano state a pochi passi Haru le aveva riconosciute, e aveva raddrizzato la schiena irrigidendosi.
«Chiharu, ciao» l’aveva salutata Hinata Uzumaki, rivolgendole un impercettibile inchino.
«Mamma, noi giochiamo!» aveva esclamato la bambina più grande, trascinando la più piccola verso le giostre, e lasciando Haru, Hinata e la donna che le accompagnava da sole.
«Fa caldo, vero?» chiese la moglie di Naruto, sedendosi accanto a lei e sventolandosi con un ventaglio di un tenue rosa.
«Già» rispose lei stringata, a disagio.
La moglie di Naruto era la primogenita di Hiashi Hyuuga, e la sua storia era nota in tutto il villaggio: come una donna nobile, delicata e gentile qual era lei si fosse sposata con il ninja più imprevedibile, eccentrico e turbolento di Konoha era ancora un mistero, ma Haru non poteva scordare che, qualunque fosse stato il motivo per cui si erano trovati, quella era pur sempre la moglie di un uomo che lei aveva quasi insultato solo pochi giorni prima. Anzi, poteva togliere il ‘quasi’.
Ora, Hinata poteva essere dolce e gentile quanto voleva, ma come si sarebbe comportata con lei in quella particolare situazione? Sicuramente era cresciuta a pane e onore, e, come Akeru e i ragazzi di prima, probabilmente la considerava un’irrimediabile codarda.
“E se anche fosse?” si chiese irritata. “Non devo certo rendere conto a lei!”
«Hai mangiato?» domandò Hinata all’improvviso, facendola trasalire.
«Cos…? Eh? Ah, il pranzo? No, veramente no» rispose arrossendo senza motivo.
«Vuoi un panino?»
«Prego?»
Allibita, Chiharu fissò il panino avvolto in un fazzoletto che Hinata le porgeva sorridendo. A occhio e croce sembrava ai pomodori.
«Ehm, no, grazie… io non…» tentò di rifiutare, ma, come nella più classica delle occasioni, alla vista del cibo il suo stomaco prese a brontolare. Avvampò.
«Immagino tu non abbia fatto colazione» rise piano Hinata, con una risatina che normalmente avrebbe fatto saltare i nervi a Haru, ma che in quel momento le sembrò molto educata. «Prendi» la incitò ancora, e lei capitolò.
Afferrò il panino, mormorando qualche ringraziamento a mezze labbra, e lo addentò con cautela.
«E’ buono?» le chiese Hinata offrendone un altro alla domestica di mezz’età che la accompagnava.
«Sì» rispose lei, e suo malgrado finì per rilassarsi.
Hinata era infinitamente più dolce di Temari; era il prototipo di madre divenuto realtà, il modello ideale che vagava nella testa di Haru e non aveva mai trovato concretizzazione, fino a quel momento.
Era tutto ciò che poteva renderla mansueta come un agnellino, perché chi mai avrebbe avuto il coraggio di far del male a una creatura candida come la neve?
Lì, seduta su quella panchina e circondata dal silenzio, Haru smise per la prima volta di pensare – o di evitare di pensare – a cosa avrebbe potuto fare, a dove avrebbe potuto essere in quel momento, e si trovò a guardare Hinagiku e Hanako che giocavano nella buca della sabbia con una tranquillità insospettabile.
«Avete caldo?» chiese a un tratto la domestica di Hinata, chinandosi sulla sua padrona. «Siete sudata, forse è meglio rientrare»
Chiharu lanciò un’occhiata al suo fianco, e constatò che sulla fronte di Hinata si erano formate delle gocce di sudore. Eppure non le sembrava che facesse tanto caldo.
Poi vide i suoi occhi correre tutt’attorno al parco, diversi dal solito. La vide muovere impercettibilmente una mano, e la domestica accanto a lei si immobilizzò, tornando immediatamente al suo posto e irrigidendosi. Haru corrugò la fronte, accigliata.
All’improvviso il silenzio che le circondava non le parve più così naturale e tranquillizzante; c’era qualcosa di strano nell’assenza di rumori e fruscii: dove erano finiti gli animali?
Lentamente, guardandosi attorno senza muovere il capo, Haru raddrizzò la schiena. Un cenno di Hinata le impose di non muoversi, e la vide chiudere gli occhi.
Quando li riaprì, Chiharu capì per la prima volta cosa fosse il “byakugan”, la tecnica esclusiva degli Hyuuga; cosa fosse davvero, al di là delle descrizioni che gliene avevano fatto, e dei libri che aveva letto in proposito.
E per un attimo tremò.
Non era uno sguardo particolarmente cattivo, e non era nemmeno rivolto a lei; ma, solo intuitivamente, Chiharu poteva ipotizzarne la potenza: poteva sentire il suo chakra messo a nudo, esposto, rivelato in ogni suo punto debole. Non si era mai sentita tanto inerme… e tutto finì all’improvviso, quando gli occhi di Hinata tornarono normali e lei espirò lentamente.
«Vuoi un altro panino?» domandò in tono discorsivo, rivolgendole un sorriso. Mentre lo faceva Haru sentì la sua mano premere sulla propria, e le sembrò di vederla annuire appena.
«Ehm, sì, grazie…» mormorò interdetta.
Iria, la domestica, intervenne pronta ad annunciare che erano finiti.
«Oh, che peccato» cinguettò Hinata alzandosi in piedi con insolita rapidità. «Allora facciamo così, sei invitata da me per il pranzo, ti va? Chiamo le bambine»
Haru fece per protestare, ma uno sguardo della domestica la zittì; e mentre Hinata radunava le figlie, fu costretta ad alzarsi e ad unirsi a loro che si allontanavano dal parchetto a passo rapido.
Che diavolo era successo? Perché tutt’a un tratto erano schizzate via così? E cos’era quella vaga sensazione di pericolo che avvertiva alla bocca dello stomaco?
Prima di lasciare il parco, Haru si voltò; il silenzio era ancora completo e impenetrabile, ma ora tra le piante sembravano nascondersi mille e mille ombre, il che probabilmente era dovuto al suo nervosismo. Inquieta, si affrettò a girarsi ancora e a riprendere il passo di Hinata.
Tra le fronde, qualcosa si mosse…


Un’ombra sostava nell’ultimo angolo del chiosco di ramen, mangiando piano la sua scodella senza allontanare il cappuccio scuro.
Ichiraku aveva adocchiato lo strano individuo nell’istante in cui si era seduto, e aveva iniziato a insospettirsi quando non aveva dato segno di voler mostrare il suo volto; ma fino a quel momento si era comportato in maniera impeccabile: aveva ordinato, aveva mangiato, non aveva neanche versato una goccia sul tavolo, e non disturbava nessuno.
Eppure aveva un che di familiare, e anche qualcosa di strano.
A un tratto interruppe il tragitto delle bacchette verso la sua bocca e alzò il capo, come in ascolto.
Affascinato, Ichiraku lo vide chinarsi verso un piccolo cane dal naso affilato, che scodinzolava selvaggiamente, e accarezzarlo sotto il muso con due dita bianche. Poi il cane abbaiò una volta e corse via, e la mano scomparve al di sotto del mantello.
«Grazie per l’ottimo pasto» disse lo sconosciuto scivolando giù dallo sgabello.
«Non avete finito…» tentò di dire l’uomo, ma quando due banconote scivolarono sul ripiano ammutolì.
«Tenete anche il resto» aggiunse lo straniero, e mentre le falde del suo mantello ondeggiavano pigre, si allontanò.
Ichiraku rimase impalato dove si trovava, con una mano sul denaro – che avrebbe ampiamente ripagato una cena per due – e la bocca spalancata.
Eppure quella voce non gli era nuova…


«Forse è meglio se avvisi tua madre» disse all’improvviso Hinata, fermandosi così bruscamente che Haru per poco non le finì addosso. «Sì, è sicuramente meglio. Casa tua è dietro quell’angolo, no? Fai un salto veloce, e… aspetta solo un attimo» accigliata, Hinata frugò nella piccola borsa che si portava appresso, alla ricerca di qualcosa che evidentemente non trovava. Nel giro di due secondi la domestica le tese un piccolo notes e una matita, con aria impassibile.
«Oh, grazie» fece lei con un sorriso veloce, e poi scrisse rapida alcune righe. Strappò il primo foglio, lo piegò in quattro e lo tese a Chiharu. «Portalo a tua madre, sono due parole da parte mia» spiegò gentilmente. «E non leggerlo, eh» aggiunse strizzandole l’occhio, in tono leggero. «Vai, noi ti aspettiamo qui»
Haru esitò, incerta. Poi strinse il biglietto e annuì, allontanandosi.
Se conosceva anche solo vagamente gli adulti, quando facevano sembrare una cosa banale e irrilevante voleva dire che era di importanza vitale. Dunque, nel momento in cui Hinata, scherzosa, le aveva detto di non aprire il foglio, aveva voluto farle credere che si trattava di qualcosa di tanto piccolo da non dover destare neppure la sua curiosità, quando probabilmente era qualcosa di fondamentale.
Fu per questo che, appena girato l’angolo, Haru si fermò e aprì il messaggio.


L’ombra avvolta dal mantello scuro era ora ferma all’ingresso del bar, e si stagliava netta sulla soglia.
All’interno il barista puliva qualche bicchiere con aria svogliata, sbadigliando e lanciando di tanto in tanto un’occhiata all’orologio.
Lo sconosciuto entrò con passo incredibilmente silenzioso, e andò a sedersi sull’unico sgabello libero al bancone, accanto a una fila di ubriachi con la testa pesantemente appoggiata al ripiano lucido. Sembrò guardare gli addormentati con vago interesse.
«Desidera?» chiese il barista squadrandolo diffidente, e fece un passo verso la zona del bancone in cui teneva i coltelli.
«Un latte alla fragola, grazie» rispose l’incappucciato in tono noncurante.
Il barista inarcò involontariamente le sopracciglia: da quando i misteriosi figuri avvolti in mantelli neri chiedevano latte alla fragola?
«Ehm, subito» balbettò spiazzato, e si voltò per preparare quanto richiesto.
Mentre gli dava le spalle, l’uomo sotto il mantello si mosse rapido e prese il bicchiere che stava davanti all’ubriaco più vicino. Lo avvicinò al cappuccio, e più precisamente al naso, e lo odorò silenziosamente. Poi, altrettanto veloce, lo rimise giù, nella stessa posizione in cui lo aveva trovato.
Il barista tornò a voltarsi verso di lui, sospettoso, e gli mise davanti il bicchiere pieno fino all’orlo di latte alla fragola. Lo fissò per tutti i cinque secondi che ci mise a svuotarlo, e poi lo vide alzarsi in piedi e far scivolare una banconota sul banco.
«Grazie» disse. «E arrivederci»
Mentre lui oltrepassava i ninja che avrebbero dovuto stare di guardia alla Foglia, e che ora se la ronfavano sul bancone del bar, il barista si trovò stranamente a pensare che la sua voce aveva un che di familiare.
Uscendo nell’aria luminosa del mezzogiorno, una parola attraversò la mente dell’uomo incappucciato, un’unica parola che pure spiegava tante cose strane:
“Sonnifero”


«Mamma, Hinata Uzumaki mi ha invitata a pranzo da lei» annunciò Haru rientrando.
«Come come?» fece Temari, spuntando dalla cucina con la bocca piena. «Ritorni a quest’ora e mi dici anche che ho preparato il pranzo invano?»
Chiharu si strinse nelle spalle e le tese il biglietto. «Me lo ha dato lei, ha detto che era per te»
Temari corrugò la fronte e lo prese. Lo aprì, e i suoi occhi vagarono rapidi sulle poche righe scritte in fretta.
Haru la fissò attentamente mentre i secondi scorrevano; a una prima impressione poteva sembrare che l’espressione di sua madre non cambiasse, ma lei la conosceva troppo bene per non individuare il guizzo che le passò nello sguardo quando arrivò alla fine del messaggio.
«Allora? Posso andare?» disse riportandola alla realtà, con un certo tono di sfida.
«Mm, no, non ci vai» rispose Temari, accartocciando il foglietto e ficcandolo in tasca. «Fila in cucina e mangia, io esco»
«Per andare dove?» domandò Haru con tutta l’innocenza di cui era capace, mista all’insofferenza tipica degli adolescenti, giusto per non destare sospetti.
«E’ una faccenda che riguarda tuo padre» rispose lei evasiva, evitando di incrociare il suo sguardo. «E ora muoviti, che si fredda»
«Va bene…» mormorò Haru, entrando in cucina lentamente.
Non appena fu oltre la soglia, si fermò e si appiattì contro il muro, in ascolto. Sentì sua madre entrare nella camera da letto, raccogliere qualcosa in fretta e furia, ma silenziosa. La sentì uscire in corridoio, raggiungere il salotto, e lì non sentì più nulla per quasi un minuto. Poi, di nuovo i suoi passi e la sua sagoma che sfrecciava veloce davanti alla porta della cucina.
«Io vado!» le gridò dalla porta. «Tu non azzardarti a lasciare qualcosa del pranzo o a uscire, oggi! Se scopro che hai anche solo pensato di fare una di queste cose, non ti asciugherai più gli occhi, sono stata chiara?»
«Sì mamma!» rispose Haru nel suo miglior tono da brava bambina, e contemporaneamente incrociò le dita dietro la schiena. Attese che la porta si fosse richiusa, aspettò ancora qualche secondo, e poi si fiondò nella camera dei suoi genitori.
Come previsto, tra il letto basso in legno chiaro e i mobili dello stesso materiale c’era un quadrato di tela che Haru conosceva bene, un fazzoletto che aveva sempre visto chiuso, e una borsa di stoffa svuotata in fretta. Con un sorriso di trionfo Haru lasciò quella stanza ed entrò nel salotto arredato in stile tipicamente orientale. Il tavolino al centro del pavimento era immacolato, con il suo bravo soprammobile sulla superficie lucida, e il divano era intatto e perfetto, come sempre. I vasi pieni di fiori secchi negli angoli mandavano un tenue profumo, e il tappeto sul pavimento era morbido come nuovo, illuminato da una lama di sole che penetrava dalla porta scorrevole aperta sul giardino interno. L’unica, immensa falla nel perfetto arredamento della sala era la nuda parete spoglia che torreggiava al di sopra del divano.
Quello era l’indizio finale: il grande ventaglio che da sempre era stato appeso lì era scomparso.
«Bingo» sussurrò Haru.
Fin da quando aveva imparato a capire il linguaggio umano le avevano raccontato che sua madre combatteva con il prezioso ventaglio del salotto. Da piccola non ci aveva mai creduto, perché lo aveva considerato troppo fragile, e crescendo un po’ lo aveva toccato e considerato troppo pesante per essere un’arma. Ma ora che lo vedeva scomparso, si convinceva che sua madre era abbastanza forte da usarlo come una vera ninja.
Un fremito di emozione le attraversò la schiena.
Sua madre era appena andata a combattere.
Lei non l’aveva mai vista lottare con qualcuno, come ninja. Da piccola le avevano ripetuto fino alla nausea che era fortissima, e lei si era convinta di volerla imitare, ma, in concreto, non l’aveva mai vista in azione.
E poteva accadere proprio adesso che aveva deciso di interrompere la sua carriera di ninja appena iniziata.
A quel pensiero il suo entusiasmo scemò bruscamente.
Haru si accigliò, ferma in mezzo al salotto, e rimase immobile senza pensare a niente.
Da una parte sua madre, bella ed eroica come le avevano sempre solo raccontato, e il mondo dei ninja da cui lei si sforzava di allontanarsi; dall’altra, l’apatia. Il nulla, l’immobilità più completa mentre qualcosa di grosso succedeva nel villaggio.
Perché lei aveva letto il messaggio di Hinata, e sapeva che non aveva nulla a che fare con Shikamaru. Sapeva che Hinata diceva di aver visto dei ninja nascondersi attorno al parchetto, e che sentiva che qualcosa non andava. Sapeva che aveva chiesto a sua madre di raggiungerla con qualcun altro perché temeva che fosse qualcosa di più grande del previsto, e sapeva che sua madre non si sarebbe lasciata sfuggire l’occasione di combattere, dopo quattordici anni di inattività.
E lei, lei che aveva atteso quel momento per tutta la vita, non poteva andare. O sarebbe stato come dire ‘voglio riprendere da dove mi ero interrotta, ci ho ripensato, le faccende dei ninja mi attirano più di quanto sia lecito’.
Eppure… eppure quell’occasione era così unica…
Strinse i pugni, e in un unico istante prese la sua decisione. Si voltò di scatto, facendo ondeggiare la lunga coda corvina nell’aria chiara, ed uscì dal salotto a passo deciso.
“Pensino un po’ quello che vogliono, io vado!”

*

C’era fermento tra le fila dell’esercito della Roccia.
Kakashi studiò l’andirivieni dei luogotenenti che correvano da un lato all’altro del fronte con le sopracciglia corrugate.
«Stanno per attaccare» disse Shikamaru accanto a lui, come avrebbe potuto parlare del tempo.
«Finalmente» commentò Naruto annuendo. «Siamo rimasti tutti fermi per ore, la tensione iniziava a strangolarci»
«Tu teso? Quando mai?» chiese Sasuke con indifferenza, fissando un uccello che disegnava cerchi sopra il capo di battaglia.
«Attento, qualche tecnica potrebbe casualmente colpire te invece del nemico…»
«Buoni» borbottò Shikamaru.
Per come la vedeva lui, l’inizio delle ostilità poteva essere solo benedetto: non avrebbe retto quei due che si punzecchiavano un secondo di più.
«I ragazzi là dietro?» aggiunse dopo un attimo, per distrarli.
Funzionò, perché sia Naruto che Sasuke, a un passo dalla rissa, lo degnarono della loro attenzione.
«Li ho controllati dieci minuti fa, sono vicini a svenire» rispose Naruto con uno sbuffo. «L’ho sempre detto io che non erano pronti»
«Hitoshi è perfettamente pronto» lo corresse Sasuke.
«Per la tomba»
«Non se il suo incompetente maestro si occupa di lui come dovrebbe»
«Oh, attaccano» disse Shikamaru leggero.
«Che cosa?» scattarono entrambi, voltandosi bruscamente verso la Roccia.
Ma sull’altro fronte nulla era cambiato, i luogotenenti andavano e venivano e nessuno dava segno di volersi muovere.
«Che razza di scherzo idiota!» bofonchiò Sasuke tra i denti, fulminando Shikamaru con lo sguardo.
«Non era uno scherzo, era per distrarvi» replicò lui seccato. «E’ tutta la mattina che vi irritate a vicenda e mi fate girare i santissimi, che cavolo! Sapete qual è la situazione, sapete che siamo soli e che dobbiamo cavarcela come possiamo, quindi evitate di esasperarmi!»
Naruto e Sasuke si scambiarono occhiate ostili, ma non ribatterono.
Poi Neji posò la mano sulla spalla di Kakashi.
«Arrivano» si limitò a dire.
Tutti, voltandosi verso l’esercito della Roccia, videro che l’andirivieni era cessato.
Ora regnava l’immobilità più completa e angosciante, i tre comandanti delle divisioni erano immobili davanti ai loro plotoni, il falco che sorvolava il campo aveva preso a disegnare cerchi più stretti.
«Ci siamo» mormorò Sasuke, scivolando al suo posto in prima fila.
Shikamaru lo seguì senza commentare, impassibile come suo solito, e Neji si accodò silenzioso.
«Si va» disse Naruto, inspirando a fondo. Guardò Kakashi, che ricambiò l’occhiata, e gli batté una pacca sulla spalla. «Nel bene e nel male la responsabilità comunque è tua» sogghignò e scosse la testa. «Che meravigliosa consolazione…» mormorò ben poco divertito, e si allontanò per riprendere il suo posto.
«Aha» gli rispose l’Hokage in tono sostenuto, lanciandogli un insulto tra i denti. A quel punto rivolse la sua attenzione al nemico.
I comandanti di entrambi gli schieramenti si guardarono, a distanza.
Tsuda sollevò un braccio, e l’attimo dopo anche i due che lo affiancavano lo imitarono. Ci fu un istante di immobilità assoluta, in cui i soldati presero un respiro profondo e raccomandarono l’anima al loro dio…
Poi le mani calarono.










Nel prossimo capitolo...

Diverse file più indietro, Kotaro e Hitoshi fissavano la battaglia che si combatteva a due metri di distanza con gli occhi sbarrati, pallidi come mai in vita loro.
«Ehm, iniziamo ad andare?» propose Hitoshi schiarendosi la voce.
«O-Okay» balbettò Kotaro. «Ti seguo»
«Tecnicamente tu sei più grande di me…»
«Ma tu sei più bravo, no? Non ti stanchi mai di ripeterlo. E poi tu sai usare il chakra elementale…»
«Sì, ma se facessi una palla di fuoco adesso manderei arrosto amici e nemici senza distinzione… Tu invece, con la tua superba tecnica di combattimento…»
«Che diavolo state facendo?»








* * *

Spazio autore

Bleah.
Ho riletto il prossimo capitolo, e francamente non ha nulla a che vedere con le scene di lotta di Sinners!
Argh, se solo avessi tempo e voglia lo riscriverei tutto... ma va beh.
Amen.
(Però l'uomo in nero mi soddisfa! XD)

Ah, qua non ce la facciamo mica. ò.ò Con i tempi, dico.
E quindi al diavolo la mia pausa di riflessione, si torna agli aggiornamenti ogni tre giorni!
Sì, lo so, mi odiate perché cambio sempre... ç__ç

Scommesse sui morti
Shikamaru - 2 voti
Kakashi - 1 voto
Akiyoshi Tsuda - 1 voto
Asuma - 1 voto
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Nessuno - 1 voto


sammy1987: hai il presentimento che entro breve Chiharu rimetterà il coprifronte? Ehm. Ehm, ehm, ehm. Dicevamo? La spia è un personaggio molto, molto ambiguo. Il che significa che mi piace da impazzire! <3 Ma per ora non hai nulla da temere da lui! Per ora. U_U Sono contenta che la scena dei saluti ti sia piaciuta! ^^ In effetti era piuttosto nostalgica, ma prima della fine di questa storia ne vedrai altre simili!
arwen5786: Neji c'era, nello scorso capitolo! Era ovviamente dall'altra parte dello schieramento insieme agli shinobi che sarebbero partiti. Solo che, a differenza tua, io non lo cito ogni volta che posso. -.- E poi scusa... perché quelle di Sasuke e Sakura sono scene carine e quelle di Naruto michiate? ç_ç Povero Naruto... Razzista! Fingerò di non aver sentito i tuoi commenti sulle capacità amatorie, Cami, e giuro sulla mia mano destra che troverai arf sia Choji che Shino che Kankuro e Lee, un giorno! Comunque... personalmente ritengo che la morte di Hitoshi sarebbe la meno angst. ò.ò Cioè, se morisse Kotaro si verserebbero fiumi di lacrime perché è tenerissimo, se morisse Chiharu succederebbe dopo un bell'atto eroico e redentore, e quindi altre lacrime, ma se morisse lui... beh. Se lo sarebbe meritato. ò.ò Per ora ti lascio a pensare, vediamo cosa mi tirerai fuori... E sì, anche Baka può essere nell'elenco dei papabili, come scoprirai nel prossimo capitolo!
Hipatya: uhm, mi chiedi di Baka... guarda, ti dico che all'inizio doveva essere lo stronzetto di turno, e basta. Poi però, mentre scrivevo questi capitoli e quelli che seguiranno, mi ci sono appassionata sempre più. E infatti la questione dei suoi genitori che ho sviluppato in Sinners è nata proprio perché Baka avrà molta più importanza di quella che credi! ^_^ Io personalmente lo adoro, ma sappi che di solito - come dice arwen - adoro sempre i personaggi più sfigatini e idioti... -.-'' Sei liberissima di astenerti dalle previsioni, non te ne farò una colpa, anche perché da questo capitolo in poi le cose prendono la piega della complicazione a oltranza, e dunque sarà - spero - impossibile capire cosa ho in testa... Però, dai, sparane una! XD (a proposito, le recensioni a Das Parfum stanno arrivando. U_U Piano piano, ma arrivano)
fedecr90: stavo per chiedertelo via messenger, ma poi ho realizzato che sarebbe stato incredibilmente faticoso, così ho optato per la domanda qui: come mai dovrebbe morire proprio Shika? ò.ò E, a proposito, hai visto che ho di nuovo ridotto il tempo di aggiornamento? XD
Talpina pensierosa: sì, ovviamente sei esclusa dalle scommesse! XD Ma non crucciarti, tanto il premio per l'eventuale vincitore farà schifo! XD
Killkenny: la fortuna di Naruto al gioco d'azzardo? ò.ò Volevi dire Tsunade o mi sono persa qualcosa? XD
bambi88: e sì, all'epoca di Sinners ero nerissima! Pensavo che non sarei mai e poi mai riuscita a scrivere una ShikaIno, pensa un po' tu... E poi guarda cosa sono diventata! Non è meravigliosa questa repentina metamorfosi? Non ti dimostra quanto le convinzioni siano labili? Dai, che scherzo. Come fan sono nera, lo garantisco! U_U Certo, come scrittrice...
Maobh: e così sei convinta che questa volta qualcuno schiatterà per forza, eh? Ha anche un senso, il tuo ragionamento... dopotutto in Sinners l'han scampata tutti, perché non immergersi nell'angst adesso? Chissà, vedremo... Io comunque segno il tuo voto - Asuma - e ti grido un grandissimo "bentornata"!! ^^ (Ah, per il libro... se lo trovo e se trovo il tempo quest'estate, tra una vacanza e l'altra, è mio! XD)
maninja87: beh, ehm, sulla "dislocazione" dello scontro principale fossi in te aspetterei a pronunciarmi... Magari le cose fossero semplici come ipotizzi... -.- Oh, non ti piace Tsuda Jr? Comprensibile, comprensibile... a me invece piace un sacco! XD (e ti ho dato fin troppi indizi sul ruolo che avrà in futuro, dicendoti questo! XD)
Ino_Chan: evvai, un'altra convertita alla ChoIno! Sono davvero orgogliosa di me! XD Comunque grazie mille per le dichiarazioni di fedeltà, mi hanno fatta arrossire un po'... E certo che conosco la leggenda di Otori! ^_^ Me lo sono letto tutto forse un anno e mezzo fa...
muccina89: ahh, la maturità... Quanto preferirei dare quella piuttosto che gli esami universitari! ç_ç Quando l'avrai passata la penserai come me, credimi! Comunque, parlando velocemente del capitolo, sappi che gli intrighi spionistici (chiamiamoli così) non sono affatto finiti, e anzi sono destinati a complicarsi ancora di più!
crilli: T_T Ok, ti ho mentito. Io e l'angst tendenzialmente non andiamo d'accordo, amo fare del male ai miei personaggi ma entro certi limiti! Perché, perché i lettori invece vogliono sempre i morti?! Siete... Siete... Siete crudeli, ecco! Sigh. Va beh, leggendo deciderai se sono stata troppo buona...
GoHaN: la domanda sul nome è stata fatta per un'unica, semplicissima ragione: dovevo capire se fossi maschio o femmina senza incappare nel solito errore del femminile dato ai ragazzi! U_U Che ne so io? Potresti essere Christian o Christine! U_U Ma le mie speranze di una tenera e francese ragazzina che implora scene romantiche sono andate al creatore. Ecco l'ennesimo patito del sangue che impazzisce per le scene di guerra! ç_ç Che cosa ho fatto di male per meritarmi questo? Dovrei darmi alle commedie scolastiche... Ovviamente sto scherzando! XD Sono contenta che tu attenda la battaglia con tanto entusiasmo, davvero. Solo, non aspettarti poi tantissimo! XD All'epoca ero quel che ero...
Elisir86: evvai, un'altra fan di Baka! Sono orgogliosa di lui! *_*
Urdi: Kakashi Hokage ti ispira fiducia, eh? Vederlo alle porte prima della battaglia ti ispira fiducia... Bene. Ne riparleremo, vedrai... e capirai anche quando! (Smetti di crucciarti riguardo a Haruka! XD Ne saprai qualcosa soltanto tra un sacco di capitoli!) La spia è più complessa di quel che credi, mi sa. In una parola: pazza. U_U Mentre Hiashi... pfft: uahahah! Anche io ridevo come una scema immaginandomelo come lo hai descritto! XD Mi spiace che l'uni ti distrugga, io cerco di ignorarla. Fallo anche tu: combatti la stitichezza, mandala a c...! (XD Scherzo, scherzo...)
Yume_Tsuki: *sospiro profondo* va bene, va bene... Avrai il tuo sangue, fidati. -.- Devi solo aspettare un po'! XD
Wolly: wow, 5.28 di mattina! XD Beh, la recensione successiva ti batte... 8.53, ma senza sonno durante la notte! XD Comunque, mi ha fatto davvero piacere leggere il tuo commento! Sono contenta di averti rapito a tal punto, anche se mi sento pure un po' in colpa! Spero solo che con l'andar della lettura tu non sia rimasta delusa da qualcosa, e non privarti del sonno per me! XD Ohh, ma sai che io ti adoro già? *_* Una fan di Kotaro! Evviva, evviva! >_<
SuperEllen: di grazia, ma che facoltà fai? ò.ò A parte tutto, esiste un motivo per cui la scena della partenza è stata scritta così com'era. Nello specifico: c'è un motivo per cui Hiashi ha lasciato che fosse Sakura a vincere, e lo capirai più avanti, con un minimo di intuito. Oh, la spia. Sì, è un pezzo grosso ma è anche un po' un cretino. E' la classica persona che non pensa molto alle conseguenze e agisce seguendo prevalentemente l'istinto. Se lui ha deciso che Haru è abbastanza interessante da lasciarsi catturare, lui si fa catturare. E' pazzo, esatto. E molto più doppiogiochista di quel che pensi. Per quanto riguarda la torta fischiettante di Temari, anche io sono rimasta piuttosto perplessa, rileggendo. ò.ò Immagino e spero che fosse questo l'effetto voluto, quando l'ho scritta! L'assurdità più completa! XD Uhm... hai presente le tue previsioni? Bene. Cestinale. XD Ma stai anche tranquilla, finora nessuno si è avvicinato nemmeno lontanamente a ciò che accadrà! XD E spero che tu sia andata a dormire dopo la recensione! ò.ò
DuniettaS: uhm, sai perché i protagonisti escono sempre vivi dai combattimenti? Perché sono i protagonisti. Nel senso: uno che va in battaglia e ci lascia le penne non fa notizia, è come mille altri. Uno che va e - per culo o bravura - torna a raccontarlo, invece, può essere un degno eroe. Tutto qui. Ciò detto, sarò assolutamente esplicita con te: io li tengo in vita finché mi servono. Nel senso: uccidere un personaggio è una cosa complicata, se la storia prosegue a lungo. Le conseguenze, le reazioni, i pensieri di chi rimane sono materia delicatissima e pericolosa, e per trattarli bisogna avere un sacco di coraggio e abilità. Per questo cerco sempre di non uccidere a caso, solo per una questione di probabilità. DOpotutto qualcuno dice che la probabilità non esiste, ed è vero: anche quando le possibilità che accada qualcosa sono quasi nulle, però ci sono. E se la tal cosa accade, al diavolo ogni calcolo: è accaduta. Quindi se la probabilità che tutti tornino vivi è solo dell1%, bisogna anche considerare che esiste, tale probabilità. Ora, dopo tutto questo bel discorso, non illuderti che non ci sia nemmeno un morto tra gli alleati. U_U Oh, puoi immaginare un po' come si comporteranno Hitoshi e Kotaro in guerra leggendo la preview... XD
lale16: beh, goditi la pace fintanto che c'è... Sparirà già dal prossimo capitolo! XD


Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Illusioni di vittoria ***


Naruto2-24

Illusioni di vittoria



- Ventiquattro -







Chiharu correva ben al di sopra del livello della strada, saltando da un tetto all’altro come un gatto. Qualche passante, più in basso, per un attimo captò la sua ombra, ma ogni volta che un paio di occhi si alzava a scrutare il cielo, lei era già scomparsa.
Era da tempo che non si sentiva tanto eccitata.
Qualunque cosa fosse in corso, qualunque pericolo minacciasse Konoha, lei riusciva solo a pensare che di lì a poco avrebbe visto sua madre in azione per la prima volta, e la sola idea le metteva in corpo tutto l’entusiasmo di cui era stata carente fino a quel momento.
Non si soffermò a chiedersi cosa significasse la sua esaltazione verso un ninja, né cosa implicasse, ma vagamente, nel profondo, sentì che sarebbe stato quanto mai pericoloso far scivolare la mente in quella direzione, e se ne astenne per bene.
Sapeva che la casa di Naruto era un po’ fuori dal villaggio, a una certa distanza dall’abitato, e indispettita constatò che avrebbe dovuto saltar giù dai tetti. Raggiunse l’ultimo edificio disponibile, e lì rallentò per un attimo. Guardò in basso, e vide un balcone qualche metro più sotto. Si lasciò cadere, agile e silenziosa, e da lì raggiunse il terreno, atterrando accucciata. A quel punto, leggermente ansante, sorrise da sola; aveva fatto incredibilmente in fretta.
Quando rialzò lo sguardo incontrò l’ennesima – ma non ultima – sorpresa della giornata.
«E adesso cosa vuoi?» chiese Baka Akeru esasperato, con uno sguardo astioso. «Non possiamo stare neanche qui?!»
Lui e il gruppo dei neodiplomati erano arroccati su un muretto che costeggiava la strada per raggiungere la casa di Naruto, e quando si erano visti Haru piombare da un tetto avevano spalancato la bocca increduli. Ora, spaventati, la squadravano in attesa della sua replica.
«Ma cosa me ne frega di voi!» fu la stupefacente risposta, mentre Haru si rialzava in piedi. Sogghignò con aria gongolante. «Vi consiglio di tornare a casa, qui sta per succedere qualcosa di interessante!»
E ciò detto, senza altre spiegazioni, corse via ignorandoli completamente.
I ragazzi rimasero immobili dove si trovavano, guardandosi spaesati.
«Cosa vuol dire che sta per succedere qualcosa di interessante?» chiese uno.
«Perché sembrava così allegra?» domandò una ragazzina con una smorfia.
«Di là…» mormorò Akeru, fissando pensoso la strada lungo cui Haru si era allontanata. «…Non c’è la casa di Naruto Uzumaki?»
Prima il silenzio, poi un teso: «Sì…»
«Ma lui è a combattere, giusto?»
«Ehm»
Akeru assottigliò gli occhi azzurri, riflettendo.
‘Qualcosa di interessante’, il sorriso gongolante di Chiharu, la direzione che aveva preso… Non riusciva a capire cosa collegasse tutti gli elementi, ma di una cosa Akeru era certo: ‘qualcosa di interessante’ per Chiharu Nara, significava ‘qualcosa di davvero interessante’ per lui; in poche parole, qualcosa da non perdersi.
«Tornate a casa» ordinò agli altri, ripetendo le parole di Haru.
«E tu?» scattò un ragazzino moro in tono sostenuto. «Cosa vuoi fare?»
Akeru, come già Chiharu, sogghignò. «Oh, non ne ho la più pallida idea. Ma sembra davvero interessante»
I ragazzi che lo circondavano lo fissarono come se fosse impazzito.
«Vuoi seguire la Nara?» insisté lo stesso che aveva parlato prima. «Perché? Cosa succede?» assottigliò gli occhi.
«Te l’ho detto, non lo so. Ora tornate a casa»
«No»
Akeru fissò il ragazzino inarcando le sopracciglia. «Prego?»
«No!» ripeté quello arrossendo per la propria audacia. «A nessuno di noi sta bene che tu ci tratti sempre come dei cretini. Tante volte sei uguale al gruppo sette! Adesso vogliamo sapere cosa succede! In fondo non può essere nulla di pericoloso, no? La retroguardia se ne sarebbe accorta!»
«Per favore…» Akeru fece una smorfia. «Le recriminazioni da poppanti possiamo rimandarle alla prossima volta? Dite che sono arrogante quanto vi pare, ma almeno riconoscete che sono una spanna e mezza sopra di voi. Se la Nara sogghigna così, vuol dire che c’è in ballo qualcosa di grosso, è ovvio. Ricordate al terzo anno di Accademia, quando ha ceduto il tetto di quell’aula? Chi gongolava e correva da un corridoio all’altro, strafelice di dare una mano in qualunque modo e mettersi in luce? Lei. Ora sembrava ancora più contenta, quindi si può pensare che siamo vicini alla Quarta Guerra Mondiale dei ninja, o qualcosa di simile… e, senza offesa, ma voi non siete in grado di sostenerla»
«Tu sì, invece?» protestò il ragazzino. «Guarda che non sei tanto più bravo di noi! E sicuramente lo sei molto meno della Nara! Magari lei è anche forte abbastanza, ma tu no!»
«Devo dartele per farti stare zitto?»
Il ragazzo ammutolì, lanciandogli uno sguardo colmo di risentimento. Quando Akeru picchiava, lo faceva con tanto, troppo impegno. Meglio non rischiare.
«Tornate a casa, e non lo ripeto più» ordinò lui, asciutto. «Io seguo la Nara, se voi restate a gironzolare non so cosa può succedere. Vi ho avvertiti»
Senza guardare nessuno si voltò e corse lungo la strada presa da Chiharu.
I ragazzi che lasciava si fissarono incerti.
«Cosa facciamo?» chiese una ragazzina giocherellando nervosamente con i ricci neri.
Quello che aveva protestato con tanta veemenza strinse i pugni. «Torniamo a casa!» sbottò amaramente. «E spero che si facciano ammazzare tutti e due»

*

L’urto tra le prime linee fu assordante.
Le urla, il clangore, shuriken che fischiavano da tutte le parti, e, in alto, il falco che gridava al cielo. Giù, sulla terra, gli uomini avevano iniziato a cadere, il sangue a macchiare il prato.
Il comandante Tsuda era indispettito: non appena era partito l’attacco, aveva visto il numero degli avversari raddoppiare, e con suo profondo disgusto aveva notato che le nuove reclute avevano tutte la stessa identica faccia circondata da una scompigliata zazzera bionda.
“Maledetti ninja!” pensò calando la preziosa spada di famiglia su uno dei tanti volti tutti uguali.
Si guardò attorno, alla ricerca della sagoma familiare di suo figlio, ma non fu in grado di vederlo nella calca. Strinse le dita sull’elsa e con un urlo si avventò sull’avversario che si trovò davanti.
Sasuke Uchiha, vedendo il comandante dei nemici lanciarsi su di lui, subodorò la gloria e l’occasione di essere l’eroe del combattimento. Stirò le labbra in un ghigno, sfoderando un kunai per parare la lama della spada, ma un attimo prima che avvenisse lo scontro vide un altro militare attaccarlo da destra. Dovette schivare, arretrando, e una delle copie di Naruto prese il suo posto e ingaggiò una lotta cruenta con l’ultimo arrivato.
Con un’imprecazione sorda e un insulto a Naruto, Sasuke constatò che il comandante della Roccia era scomparso nella calca. Per vendetta, lanciò uno shuriken a una seconda copia di Naruto, che combatteva poco più in là, e quella si dissolse in uno sbuffo di fumo.
«Viscido traditore!» ringhiò una voce al suo orecchio, e poi fu raggiunto da un pugno alla nuca. «Ti sembra il caso di rendere vano tutto il mio lavoro?»
«Tu per primo hai interferito!» ringhiò l’Uchiha piantando un dito minaccioso contro il petto di Naruto.
«Vuoi dire salvandoti la vita?»
«Ma quando?!»
«Cosa sentono le mie orecchie?! Come se fosse la prima volta che succede!»
Con un urlo selvaggio un soldato della Roccia piombò su entrambi, spada alla mano.
«E tu non rompere!» sbottarono loro insieme, colpendolo con due calci perfettamente sincronizzati.
«Evitiamo di scannarci» propose Sasuke a quel punto, ma tanto per gradire lo disse con il dito medio bello dritto. «Vai a vedere come stanno i tuoi pulcini, mamma chioccia» ghignò.
«Ho la vaga impressione che casualmente lascerò schiattare tuo figlio» ribatté il biondo con un sorriso diabolico, e il suo saluto fu un altro dito medio. Poi scomparve nella calca.
Diverse file più indietro, Kotaro e Hitoshi fissavano la battaglia che si combatteva a due metri di distanza con gli occhi sbarrati, pallidi come mai in vita loro.
«Ehm, iniziamo ad andare?» propose Hitoshi schiarendosi la voce.
«O-Okay» balbettò Kotaro. «Ti seguo»
«Tecnicamente tu sei più grande di me…»
«Ma tu sei più bravo, no? Non ti stanchi mai di ripeterlo. E poi tu sai usare il chakra elementale…»
«Sì, ma se facessi una palla di fuoco adesso manderei arrosto amici e nemici senza distinzione… Tu invece, con la tua superba tecnica di combattimento…»
«Che diavolo state facendo?»
La voce di Jin li riportò bruscamente sul campo di battaglia. Kotaro e Hitoshi fissarono il bambino di ritorno dalle prime file, e con orrore lo videro sporco di sangue.
«Non è mio» spiegò lui incontrando la direzione del loro sguardo. «E voi dovreste muovervi da qui! Siete bersagli troppo esposti, state tremando in mezzo al nulla, non ci vuole niente perché un pivellino della Roccia decida di aumentare il numero dei suoi trofei! Confondetevi nella mischia!»
«C-Cosa?» balbettò Kotaro con voce strozzata. «Lì in mezzo?!»
Jin gli lanciò un’occhiata seccata, e nel frattempo stese con una gomitata il primo dei preannunciati pivellini in cerca di trofei. «Perché siete venuti se ora ve la fate sotto?» chiese arrabbiato. «Probabilmente Chiharu si sarebbe comportata molto meglio di voi! E’ un peccato che non ci sia lei
L’Orgoglio, il terribile e sacro Orgoglio degli Uchiha, punzecchiò le guance di Hitoshi tingendole di un rosso acceso.
«Ehi, noi non siamo scappati, almeno!» protestò indignato.
«Dimostralo con i fatti!» ribatté Jin lanciandogli un’ultima occhiata arrogante, e poi li lasciò per andare a immergersi un’altra volta nel combattimento.
Ancora fermi al loro posto, Kotaro e Hitoshi lo videro sfrecciare tra i nemici, comparire di tanto in tanto al di sopra della calca, colpire, schivare e, onestamente, farsi onore.
E loro cosa stavano facendo?
Niente. Assolutamente niente.
Entrambi strinsero i pugni.
«Io vado» disse Hitoshi con voce leggermente tremante.
«Ve-Vengo anch’io» balbettò Kotaro pallido, ma senza esitare.
Si guardarono e annuirono. Presero un kunai per uno, lo strinsero convulsamente tra le dita, abbassarono la testa e scattarono insieme.
Il primo impatto fu assolutamente traumatico.
Si trovarono immediatamente nel bel mezzo di un accanito scontro a due tra militari, e per poco Hitoshi non ci rimise un orecchio quando una spada gli fischiò accanto alla testa. Lui e Kotaro si allontanarono precipitosamente, cercando disperatamente di stare uniti, ma ad ogni passo uno shuriken volante o un militare della Roccia sbarrava loro la strada. Terrorizzati e incapaci di pensare, non si accorsero che almeno dieci volte una delle copie di Naruto salvò loro la vita, finché Hitoshi non inciampò in quello che con orrore riconobbe come un cadavere e piombò ai piedi di un sottotenente della Roccia, che alzò la spada su di lui. Gridò, mentre Kotaro fissava la scena impietrito, ma un attimo prima che la lama lo colpisse il Naruto originale si frappose tra lui e l’avversario, mandandolo KO con un colpo preciso sotto il collo.
«In piedi!» gridò tirando su Hitoshi a forza. «Che state facendo? Correte qua e là come oche impazzite! Che cavolo, avete dei kunai, usateli!»
I due ragazzi abbassarono lo sguardo in automatico, e videro le proprie mani ancora armate, le nocche bianche da quanto serravano la stretta.
«N-Noi…» balbettò Kotaro, tremando.
Naruto sbuffò. «Non ho tempo da perdere» disse secco. «Se non siete in grado di combattere allontanatevi, nascondetevi da qualche parte. Basta che non vi facciate ammazzare e non intralciate gli altri, è chiaro? Vi voglio via da qui!» sibilò additandoli. «Ora»
Naruto li fulminò con gli occhi azzurri, poi voltò loro le spalle e scomparve nella calca, dove il combattimento era più serrato.
Kotaro e Hitoshi si fissarono, annichiliti.
Cosa avevano pensato di poter fare, davvero, in battaglia? Credevano sul serio che sarebbero riusciti a combinare qualcosa, a non tremare come foglie, a rendersi utili? Credevano davvero che avrebbero avuto il fegato di Jin, che completava missioni di livello B da solo a soli sette anni?
Mentre abbassavano i kunai, capirono con loro profonda delusione che forse Naruto aveva avuto ragione: non erano ancora pronti.
Non si accorsero del militare che li aveva adocchiati, alle loro spalle.

*

Chiharu era appostata dietro uno dei cespugli appena fuori dal giardino di casa Uzumaki, vicinissima alla foresta. Silenziosa e immobile sbirciava tra le foglie i muri chiari, ma nulla si muoveva. Non riusciva nemmeno a vedere Hinata o qualche domestico oltre le finestre.
“E se alla fine non fosse rientrata?” si chiese inquieta. “Se lei e mia madre si incontrassero altrove, in un posto che io non conosco? Ma no, il biglietto non diceva nulla del genere…”
Cambiò appena posizione, per evitare un crampo alla gamba, e riprese le sue osservazioni. Per come la pensava lei, sua madre doveva già essere in casa, con la moglie di Naruto. E quindi, se davvero un pericolo minacciava Konoha, entrambe dovevano essere concentrate nella preparazione di una contromossa. Forse era per quello che non si vedeva nessun movimento. Dovevano dare l’illusione di essere altrove. Ma certo.
All’improvviso Haru avvertì un fruscio alle sue spalle, vicinissimo.
Scattò subito, imprecando per la propria distrazione, e infilò una mano nel marsupio che aveva preso prima di uscire di casa. Quando puntò il kunai davanti a sé, lo fece a meno di dieci centimetri dalla gola di Baka Akeru.
«Giù quella roba» sibilò lui senza muoversi, con sguardo offeso.
«Che diavolo ci fai qui?» sussurrò lei astiosa, senza abbassare il braccio. «Vi avevo detto di andarvene!»
«Gli altri infatti se ne sono andati» sogghignò il ragazzo. «Io voglio partecipare, qualunque cosa stia succedendo»
Chiharu combatté l’impulso folle di dargli una botta in testa e lasciarlo esanime sul terreno.
Poi le venne un dubbio.
Esitò per un attimo, socchiudendo gli occhi, e all’improvviso si mosse veloce, afferrando Akeru per il braccio. Lo tirò a terra, soffocando il suo lamento con una mano sulla bocca, e quando quello iniziò a imprecare fastidiosamente, tenendosi la spalla dolorante, lei tirò un sospiro di sollievo.
«Okay, almeno ora so che sei davvero tu» commentò.
«E chi cazzo dovrei essere?» biascicò lui tra i denti, trucidandola con lo sguardo.
«Un nemico trasformato, un cadavere manovrato, un’illusione… Questo genere di cosucce» ribatté Haru scrollando le spalle. «Ma sono riuscita a toccarti, la spalla ti fa male, i tuoi insulti sono la cosa più strana che io abbia mai sentito, come al solito… Insomma, non puoi che essere tu»
«Chiedermelo no?»
«Vedi, questa è la differenza tra te e me, tra un buon ninja e uno mediocre»
«Tu non sei più ninja»
Haru tacque, ricordandosene all’improvviso.
«Ma se lo fossi, sarei migliore di te» puntualizzò alla fine, risentita. «E ora chiudi quella bocca, io qui sto cercando di appostarmi»
«Okay. Allora, che succede?» Akeru si tirò su e si accucciò accanto a lei, massaggiandosi ancora la spalla.
«Scordati che te lo dico. Non sono cose per te»
«Sì, ma ormai sono qui. Farmi andare via significa farsi probabilmente scoprire»
«Se non ci hanno già scoperto, visto come sei arrivato rumorosamente»
Akeru sbuffò con noncuranza. «Dettagli. Avanti, qual è il piano?»
«Che ti do una botta in testa, così magari chiudi la bocca»
«Ah-ah, esilarante. Senti, vuoi fare la seria per una volta? Questa è una di quelle occasioni in cui il lavoro di squadra non guasterebbe»
«Non ho mai imparato il lavoro di squadra»
«Ma sei così geniale che ti verrà naturale» Akeru sorrise, melenso e palesemente falso. Chiharu fu molto, molto vicina a renderlo innocuo.
Peccato per quella piccola parte del suo cervello chiamata buonsenso, che le suggeriva di accogliere la proposta ed elaborare qualcosa.
“Sì, ma cosa?” si chiese nervosa. “Non ho la più pallida idea di cosa stia succedendo!”
«E se ci avvicinassimo un po’?» propose Akeru.


In casa Uzumaki, Hinata, le bambine e i domestici erano radunati in una stanza segreta della casa, senza finestre ed illuminata soltanto da una lampadina fioca. I muri spogli erano freddi al tatto, e il silenzio era pesante.
A un tratto dall’unica porta provenne un colpo sordo. Una pausa, poi altri due. Un’altra pausa, e l’ultimo.
All’interno della stanza tutti rimasero immobili. Passarono almeno dieci secondi, e solo allora Hinata fece cenno a Iria di alzarsi e andare ad aprire. La domestica eseguì con passo silenzioso, aprendo la porta di una fessura minuscola. Gettò un’occhiata dall’altra parte e aprì del tutto, lasciando passare Shikaku Nara e Temari.
«Allora?» chiese Hinata ansiosamente.
Shikaku scosse la testa. «La squadra di ronda è tutta addormentata al bar. Sonnifero. Ho chiesto a Horiuchi di prendersene cura, e lui li ha sistemati sul retro finché non si riprenderanno»
«E gli altri?»
«Avvisati» Temari annuì, posando a terra il suo pesante ventaglio e appoggiandosi con il gomito. «Sakura, Ino, gli Hyuuga, gli Inuzuka, i Nekozuka… Un po’ tutti quelli che sono rimasti al villaggio. Ho mandato una donnola quasi in ogni casa»
«Bene» sospirò Hinata, stringendo istintivamente al petto un pesante kunai dalla forma strana. «Ora do un’occhiata fuori»
Chiuse gli occhi, rimase immobile per un istante, e poi attivò il byakugan. Mentre il sudore le imperlava la fronte, si spinse lungo quasi tutto il villaggio. Le persone attorno a lei la videro impallidire, e quando infine richiuse gli occhi, Iria temette di doverla sostenere. Lei la allontanò con una mano, e poi guardò Temari e Shikaku senza nascondere la preoccupazione.
«Sono decine, nella foresta e qua attorno» mormorò. «Siamo praticamente circondati… e…» deglutì. «Chiharu sta strisciando lungo il mio giardino insieme a un altro ragazzo moro»
Noti per la loro impassibilità anche nei momenti peggiori, i Nara non erano solito stupirsi. Ma questa volta Shikaku spalancò la bocca, e l’algida Temari rischiò di lasciar scivolare il ventaglio.
«Che cosa?!» sbottò. «Qua fuori?! Ma è scema?! Le avevo detto di stare in casa!» come una furia si voltò e fece per raggiungere la porta, ma Shikaku la fermò.
«Aspetta. Hinata, i nemici hanno notato i ragazzi?» chiese rapido.
Lei scosse la testa. «Non ancora, credo. Ma dovranno attraversare un tratto di prato scoperto, e temo che lì…»
Ci fu un attimo di silenzio. Poi, con voce pacata, Shikaku disse: «Uscire adesso li condannerebbe e basta, e farebbe scoprire anche noi. Dobbiamo lasciare che se la cavino da soli… e sperare che siano abbastanza in gamba»
«Ehilà?! Sveglia! Siamo circondati da nemici!» esclamò Temari. «E quelli là fuori sono solo due ragazzini! Non saranno mai abbastanza in gamba! Stiamo parlando di mia figlia, e io non ho alcuna intenzione di lasciare che la ammazzino per metterla alla prova!»
«Geniale: vai là fuori e fai ammazzare entrambe, allora» disse sarcastico Shikaku. Temari fece una smorfia irritata. «Oltre ad essere tua figlia, Chiharu è anche mia nipote. Credi che non sia preoccupato per lei?»
Come la voce di Shikaku si fu spenta, risuonò un colpo alla porta. Nella stanza calò un silenzio istantaneo, che spense la replica di Temari. Tutti si voltarono. Dopo una pausa seguirono altri due colpi. Di nuovo silenzio, e poi l’ultimo. Dieci secondi di immobilità, e Iria andò ad aprire.
Questa volta dallo spiraglio comparvero Sakura e Ino.
«Cosa sta succedendo?» chiese la prima non appena ebbe messo un piede dentro. «Abbiamo ricevuto il messaggio di Temari»
«Ci sono intrusi nel villaggio» spiegò Hinata in fretta. «Centinaia. E la retroguardia è stata addormentata»
«Da che villaggio?» domandò Ino.
«Roccia»
«Cosa? Ma non dovrebbero essere sul campo di battaglia?»
«A quanto pare non tutti…» mormorò Shikaku.
«Il problema è un altro» intervenne Sakura. «Perché sono qui? E’ stupido mandare avanti un gruppo così piccolo, quando non è certo chi vincerà»
«Presumibilmente il loro obiettivo è un altro» commentò Shikaku. «Ma ancora non abbiamo idea di quale sia»
Hinata corrugò la fronte, distraendosi per un attimo. Rifletté, riportando alla mente l’immagine dei ninja che aveva visto poco prima, e si accorse di un particolare che poteva essere del tutto casuale… o no. Iniziò ad agitarsi, pensando e ripensando a tutto tranne che all’ipotesi peggiore, ma alla fine si accorse che non poteva che essere quella.
«Qui» disse all’improvviso, interrompendo Ino che parlava.
«Come?» fecero gli altri, colti in contropiede.
«E’ qui…» ripeté lei deglutendo. «Il loro obiettivo è qui. Sono disposti attorno a questa casa, non all’intero villaggio. Stanno puntando qui»


Chiharu fece segno ad Akeru di non respirare, mentre strisciavano tra il muro e i cespugli di oleandro sul lato ovest di casa Uzumaki.
Avevano attraversato il giardino coperti da un telo mimetico che Akeru aveva ripescato dal marsupio, e adesso erano a un passo dall’ingresso. Che però era assolutamente esposto.
«Ora?» sussurrò Akeru impercettibilmente. Lei gli tappò la bocca stizzita, e fece un cenno verso gli alberi della foresta.
Akeru fissò le ombre tra le foglie, ma non vide nulla. Incapace di capire, scoccò un’occhiataccia a Chiharu e cercò di allontanare la sua mano. Lei dovette ricorrere alle maniere forti, e lo sbatté a terra dietro un cespuglio, chinandosi su di lui.
Mentre Akeru tratteneva il fiato, all’improvviso disorientato e infinitamente a disagio, lei avvicinò la bocca al suo orecchio e sussurrò: «Siamo circondati, testa di cazzo!»
Molto poco romantico.
Ciò che non avevano considerato era il leggero fruscio del cespuglio mentre cadevano a terra.
Chi invece lo notò perfettamente fu il ninja della Roccia appostato sul muro di recinzione dietro un albero. Il che lo fece sorridere, anzi sogghignare, pieno di soddisfazione.
Sullo stesso muro, dall’altra parte delle fronde, stava un uomo avvolto in un lungo mantello nero.

*

Kotaro e Hitoshi si guardarono, e il primo aprì bocca per esprimere il pensiero comune, ovvero: “che ne dici di trovare un angolino tranquillo, acquattarci lì e far finta di niente finché non hanno finito di combattere? In fondo abbiamo tutta una vita per farci onore
Sfortunatamente per loro non era quello il giorno designato perché si nascondessero da qualche parte insieme.
Prima che la voce uscisse dalla gola del piccolo Lee, lui e il compagno avvertirono alle spalle un rumore, e istintivamente saltarono di lato.
La successiva serie di azioni fu molto confusa, e difficilissima in seguito da ricordare; entrambi fecero una capriola, e Kotaro piombò sulle gambe di un ninja della foglia. Quello perse l’equilibrio, un attimo prima che un kunai fischiasse là dove si era trovato il suo collo, e mentre cadeva riuscì a lanciare uno shuriken colpendo il militare della roccia al polso e recidendogli il tendine. Il nemico crollò al suolo urlando, e il ninja della foglia tirò in piedi Kotaro con un ringraziamento frettoloso. Contemporaneamente, da un’altra parte, Hitoshi si era rialzato in piedi e aveva visto il militare della Roccia che li aveva attaccati avventarsi nella sua direzione. Aveva agito prima di pensare, scagliando il kunai verso di lui, e lo aveva preso a una coscia. La gamba del giovane aveva ceduto, e la spada gli era scivolata dalle mani. Con uno scatto assolutamente non premeditato, Hitoshi gli aveva sferrato un calcio alla testa e quello era crollato a terra privo di sensi.
Per un attimo il combattimento attorno a entrambi si fermò, immobilizzato in un attimo di silenzio assoluto, invaso soltanto dal rombo dei loro cuori.
“Okay” pensarono contemporaneamente. “Okay. Sono ancora vivo” pausa. “Cioè… Sono ancora vivo!”
Mentre la battaglia riprendeva e il tempo tornava a scorrere, un sorriso incredulo si disegnò sulle labbra di entrambi, seguito un attimo dopo da un pensiero arrogante, molto relativo e pesantemente condizionato dal sollievo: “Beh. Non è poi così difficile”
All’improvviso tutto il loro sfacciato coraggio era tornato a invadere le vene e le arterie, e si sentirono in grado di vincere quella battaglia anche da soli. Dimenticandosi del compagno a pochi passi, tutti e due partirono in quarta verso il nemico più vicino, constatando con sorpresa di essere più agili di tutti i militari della Roccia che incrociavano. Euforici e assolutamente pazzi iniziarono a saettare di qua e di là, senza uccidere davvero nessuno, ma facendo sgambetti da tutte le parti e confondendo gli avversari.
Le copie di Naruto che li videro, strabuzzarono gli occhi. Il primo pensiero che passò nella loro mente fu: “Quegli idioti! Avevo detto di nascondersi!”; e il secondo, dopo che tre militari della Roccia avevano rischiato di uccidersi a vicenda nel vano tentativo di colpire un’ombra piccola e velocissima tra loro, fu: “Oh. Ma dai, ce la fanno?”
Dopo l’iniziale sollievo, una punta di risentimento si fece strada nella sua testa: alla fine il sesto Hokage aveva avuto ragione, dunque. Kotaro e Hitoshi si stavano rendendo utili.
Una delle copie che li avevano visti combattere scomparve sotto il colpo di una spada, e ciò che aveva visto si trasmise anche al Naruto originale, che stava combattendo tra le prime file. Lo stupore lo rallentò per un attimo, rischiando di farlo colpire da un ninja della Roccia.
A pochi passi da lui Kakashi, abbandonato il mantello, combatteva contro il comandante della settima divisione, un uomo inaspettatamente abile nel gioco di gambe. Dall’altra parte Sasuke abbatteva nemici come birilli, più in là Shikamaru eliminava avversari a mazzi con lo strangolamento dell’ombra, Sai saltava da una parte e dall’altra colpendo a tradimento i militari più ingenui, i cani di Kiba e del suo clan abbaiavano furiosamente e affondavano i denti nelle gambe degli avversari, le bombe di Tenten esplodevano ad ogni passo, spargendo shuriken e chiodi nei gruppi di nemici e copie di Naruto, il clan Akimichi, sul fondo, ogni tanto spuntava sopra gli altri ingigantendo le più svariate parti del corpo, e la delegazione degli Hyuuga, capeggiata da Neji, per l’ennesima volta si distingueva senza sforzo. Contrariamente ad ogni previsione della Roccia e di Akiyoshi Tsuda, sembrava che le cose volgessero a favore della Foglia.
Naruto mise KO il ninja che stava affrontando e si voltò per accogliere l’avversario successivo. Fu allora che si trovò davanti nientemeno che il capitano della Prima Divisione dell’esercito della Roccia, con la sua armatura lucente, i capelli neri e gli occhi iniettati di sangue.
«Tu!» gridò l’uomo avventandosi su di lui con inaudita ferocia.
Naruto schivò per un pelo, mise una mano a terra e cercò di colpirlo con un calcio in faccia, che però quello evitò. Ebbe appena il tempo di rialzarsi, che dovette piegare la schiena all’indietro per non farsi tagliare la testa. Mentre cadeva indietro lanciò una serie di shuriken, e uno andò a conficcarsi nel braccio dell’avversario, che con un grugnito cambiò la spada di mano.
Tsuda era sempre stato un ottimo guerriero. Agile, forte, con la mente pronta. Ma se c’era una cosa che non riusciva a digerire erano i maledetti ninja, mostruosamente veloci con il corpo e il pensiero, e dotati di armi subdole. L’onore stava solo in un combattimento alla pari, lama contro lama, non in una lotta tra un soldato e un furetto sleale.
Ora, poi, si trovava contro il nemico numero uno. L’unico ninja della Foglia che avesse fatto rabbrividire i ninja della Roccia con il semplice nome.
Quando lo Tsuchikage aveva fatto arrivare i ninja in supporto all’esercito, aveva fatto recapitare a Tsuda un messaggio personale, in cui lo metteva in guardia dal ninja della Foglia chiamato Naruto Uzumaki, un uomo biondo che si diceva potesse moltiplicarsi un’infinità di volte. Dopo aver letto le poche righe dello Tsuchikage, Tsuda era scoppiato a ridere.
Leggende. Esagerazioni. I ninja erano mostruosi, ma arrivare a dire che qualcuno potesse moltiplicarsi un’infinità di volte era troppo: chiunque fosse quel Naruto, era pur sempre un essere umano.
Poi, all’inizio della battaglia, aveva visto tutti quegli avversari con la stessa faccia e gli stessi capelli biondi.
Ma non erano un’infinità. Erano tanti, tantissimi, ma non un’infinità. Era l’unica convinzione cui riuscisse ad aggrapparsi.
Durante il combattimento aveva lottato con ferocia. Aveva ucciso i suoi avversari, si era imbattuto più volte nel ninja con la zazzera bionda, lo aveva eliminato una, due, tre volte, e poi si era fatto prendere dalla frustrazione: ogni volta che la sua spada calava, ogni volta che il trionfo brillava nel suo sguardo, il suo avversario scompariva in uno sbuffo di polvere. Non sapeva se il Naruto che affrontava ora fosse una copia o meno, ma doveva credere che fosse l’originale, perché altrimenti non avrebbe avuto senso combattere.
Lui voleva vincere sul campo di battaglia.
Voleva l’onore, voleva la gloria.
Era un soldato.
Anche se avevano un piano di riserva, lui voleva battere quel maledetto bastardo con le sue sole forze.
Tsuda si avventò su Naruto con un urlo selvaggio, la spada nella sinistra e lo shuriken ancora conficcato nel braccio destro. Naruto schivò, gli afferrò il braccio e cercò di spezzargli il gomito piegandolo all’indietro. Tsuda si contorse, assecondò il movimento ed evitò il peggio, ma così facendo si trovò faccia a faccia con il suo avversario, a meno di una spanna di distanza. Quasi avvinghiati in un abbraccio, entrambi potevano sentire il petto dell’avversario alzarsi ed abbassarsi con il respiro, potevano vedere le gocce di sudore che imperlavano i loro volti…
Anche se avevano un piano di riserva, lui voleva battere quel maledetto bastardo con le sue sole forze.
Già, con le sue sole forze…
Ma in fondo… chi avrebbe mai saputo che aveva avuto un briciolo d’aiuto? E poi, se l’idea veniva da lui, si poteva ancora dire che fosse tutta farina del suo sacco, tutto merito suo… E il braccio faceva davvero male…
Digrignò i denti. Avvicinò la faccia a quella di Naruto, finché non fu sicuro che nessuno avrebbe sentito ciò che stava per dire. E poi, in un sibilo malevolo, sussurrò:
«Arrenditi. Abbiamo dei ninja al villaggio della Foglia, e hanno preso tua moglie. Smetti di combattere se vuoi rivederla viva»










Nel prossimo capitolo...

L’uomo ammantato era penetrato nella casa di Naruto assolutamente invisibile, non notato e non udito. Le stanze erano silenziose e vuote, innaturalmente deserte. Il cappuccio si mosse da una parte e dall’altra mentre lo sconosciuto si guardava attorno, e le ultime falde del mantello frusciarono quando si mosse silenzioso. Attraversò un locale, poi il corridoio, ed entrò in un altro: la camera da letto, vuota come tutto il resto. Lì esitò qualche secondo, per poi dirigersi verso il comodino più distante su cui stava un vaso pieno di fiori freschi, per la maggior parte papaveri. Scostò il vaso e liberò una porzione di muro assolutamente anonima, ma bastò appoggiare due dita e rilasciare una minima quantità di chakra perché si udisse un debolissimo clack e il letto si spostasse in avanti, mentre il muro scompariva silenzioso liberando uno stretto varco.facendo?»







* * *

Spazio autore

Ma dunque. Più rileggo questa fic e più le mie sensazioni oscillano. ò.ò Bah, che roba.
Un momento mi piace, quello dopo non mi piace più... Va beh, in ogni caso non posso farci niente! XD
Cooomunque, l'uomo in nero ha messo gli occhi su Chiharu e Akeru! E nel prossimo capitolo entrerà nella casa di Naruto!
Perché? Che è successo? E i due piccoli idioti? Che fine avranno fatto?
Oh, lo saprete già nel prossimo capitolo!
(in cui Naruto figheggia a tutto spiano! *_*)

Scommesse sui morti
Shikamaru - 3 voti
Asuma - 2 voti
Kakashi - 2 voti
Tsuda senior - 2 voti
Tsuda junior - 1 voto

Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Temari - 1 voto
Nessuno - 1 voto


bambi88: Shika defunto... uhm... aspetta, com'era? Ah sì, ho letto una storia... una certa KakaTema... in cui si accennava a qualcosa di simile... e dopo quella cosa tu osi venire da me e dirmi che come scrittrice sono cattiva?! Argh! Ti mangio, appena ti becco online!
Urdi: ah, che belle le certezze dei lettori! Soprattutto quando sbagliano totalmente! ^_^ Ah, ma sai che dal mio punto di vista il latte alla fragola è assolutamente disgustoso? XD Come può piacerti? Deve essere così... nauseante, bleah! Compatisco il povero man in black! Oh, Kakashi è il tuo uomo ideale? Bene bene bene... eheheh... <3 Vedrai cosa ho in serbo per lui!
Killkenny: perché perdere tempo con scontri secondari? Mandiamoli subito in pasto al drago, no? Così è molto più divertente, non ti pare?
Wolly: wow, ti piacciono Temari e Hinata? Due più diverse non le ho mai viste! XD Comunque sono contenta che per una volta qualcuno mi chieda di far morire meno ninja possibile! Grazie, non ne potevo più delle richieste di sangue e dolore! Oh, per quanto riguarda la segretaria di Gaara, la questione è più complessa. Talmente complessa che al momento è incomprensibile! ^_^ Armati di santa pazienza e attendi, che prima o poi svelerò il mistero! Coomunque, congratulazioni per essere riuscita a metterti in pari! ^^ Spero di non annoiarti, ora, e spero anche di risentirti, con recensioni sempre più contorte! XD
slice: eh, ma Naruto è naturalmente figo! <3 Come si fa a non dipingerlo così? *_*
Ino_Chan: fiuu, meno male che aveva un senso ciò che scrivevo! Mi fa piacere vedere che ha ancora presa, e non è una serie di cavolate senza capo né coda! E spero che anche le scene di battaglia siano soddisfacenti! Ah, i nomi non li ho presi da La leggenda di Otori... XD Penso di averli estrapolati dalle mie scarse conoscenze di giapponese!
sammy1987: dunque dunque... l'uomo con il mantello scoprirai chi è nel prossimo capitolo! E gli uomini del parco, invece, ormai si sa. Cioè, sono semplici e banalissimi ninja della Roccia, anche se sono più idioti della media! <3 Sono contenta che la scena pre-battaglia ti sia piaciuta, spero che anche quelle del combattimento non siano da meno! ^^
arwen5786: sono contenta che ti alletti la prospettiva dei combattimenti, ma se aspetti ancora un po' a farmi le tue previsioni sui defunti, non varranno più niente. Quindi orsù, Cami, spara un nome! Se vuoi ti do anche una rosa dei più papabili... anzi no. Non te la do, o mentirei XD Comunque, di sicuro non ucciderò per fare un dispetto a te, visto che la storia è stata scritta molto prima di conoscerti! Almeno su questo, mettiti il cuore in pace!
Hipatya: il morto del secolo! XD See, magari! Comunque, chiunque ci lasci le penne, non credo che andrò a ripescare coppie già morte e defunte, almeno da questo lato mettiti il cuore in pace! Daiii, dammi un nome certo per il cadavere che cammina! XD Oh, spero che i mocciosi in battaglia non siano stati troppo assurdi ò.ò E, come avrai notato, per ora non hanno ucciso nessuno... le conseguenze psicologiche di una cosa simile forse sarebbero un po' troppo anche per me, lo confesso. Grr, Baka è adorabile! Uffa, nessuno capisce l'adorabilità intriseca dei personaggi bistrattati! ç_ç Tutte a sbavare sugli strafighi, sempre... che cattiveria inaudita!
Maobh: oh, poveretti davvero quelli della Roccia! XD Temari che sfoga le frustrazioni è qualcosa di pericolosissimo! Dunque, uhm... quanto tempo fa ho scritto la fic? Mah, direi l'anno scorso. So che ero in ballo con la maturità - e me ne fregavo altamente! L'ho iniziata a febbraio dell'anno scorso, ecco, e queste parti le avrò scritte attorno a luglio-agosto. Comunque, l'uomo in nero non è la spia che si era introdotta nel villaggio tanto tempo fa! E' un personaggio che lascerà tutti sorpresissimi, ahah! XD
Talpina Pensierosa: ...dopo la tua fantasiosa versione del prosieguo della storia, credo che farò gli incubi per le prossime due settimane. T__T
Kiaretta_chan_94: non ti preoccupare, so che hai problemi di connessione, non me la prenderò se non commenti! ^^ Tra l'altro, tra tutte le tue ipotesi qualcosa hai azzeccato! Ma ovviamente non posso dirti cosa! XD Comunque, per quel che riguarda Jiraya, direi che finché non entra in scena non ci sono pericoli per lui!
fedecr90: ovviamente non liquiderò il combattimento in due righe, per chi mi hai preso? ò.ò
Yume_Tsuki: olè, finalmente un apprezzamento per una parte tenera! Sono commossa! Al di là dei traumi e della viulenza, sono anche pucciosa io! ^.^ (Ma dove?)
Kaho_chan: eheh, le tue parole riguardo a Temari e Ino fino a che punto posso prenderle per imparziali? XD E la NaruSaku, è alquanto improbabile a questo punto delle cose... (ma sto scrivendo l'intermezzo, che sarebbe ciò che è accaduto prima di Sinners, quando Naruto e Sakura erano la coppia perfetta... e quello dovrebbe soddisfarti, visto che soddisfa Silvia! XD) Ehm, mi spiace deluderti, ma la questione del latte alla fragola non trova soluzione in Sinners. Anzi, è stata un'idea improvvisa e sulla quale non ho pensato un granché, quindi non scervellarti troppo! Argh! Non ti piace Hinata? Povera piccola... ç_ç E dire che la maltratterò non poco... ehm. Comunque, non ti preoccupare, io nelle tue recensioni il filo logico lo trovo sempre! Ancora non so come, ma lo trovo! XD Un bacione! (e sia maledetta la tua linea, perché mi spedisce sempre indietro i messaggi! Argh!)
RedCrossBook: auguri! ^^ Anche una mia amica compie gli anni il 22 maggio, sai? Sono contenta di aver aggiornato proprio in quel giorno! Per il resto, grazie mille per aver letto e recensito! ^^ Credimi, è un caso che ciò che pubblico sia "triste", ed è dovuto solo al fatto che sono in periodo emo... In realtà sono un personcina simpatica! <3
Reina: come puoi presentarti e vantarti della tua libertà dagli esami? ç_ç Io ne ho uno giovedì e due entro il 6 giugno, e al momento sento di odiarti... (non che mi stia ammazzando di studio per prepararli, eh, ma il senso di colpa rimane) Beh, parliamo di cose più allegre. Mi chiedi cosa spinga Chiharu a seguire Temari, quale gene malsano la faccia comportare come si comporta... e io ti rispondo che i figli non sono soltanto l'unione delle caratteristiche dei genitori, ma sono anche qualcosa di nuovo. Forse l'eccessiva curiosità di Chiharu contrasta con la pigrizia paterna? Ma un nascosto senso del dovere potrebbe bilanciare la cosa, e l'orgoglio materno portare il piatto a pesare dall'altra parte. Oh, sai che in realtà vorresti essere al posto della spia? Uhuh... tra tutti, lì, è quello che se la passa meno peggio...
SuperEllen: io ti odio. <3 Anche io voglio fare la webmaster, sigh! ç_ç Perché non mi è concesso, perché? Perché non sono nata con una mente informatica?! Maledizione! Comunque... Ehm. Lascia perdere le intuizioni su Hiashi, se ti portano a Sasuke morto. ò.ò Sono carenti di senso. In compenso credo che in questo capitolo ci sia stata una quantità di sangue soddisfacente, no? Oddio, non che io l'abbia riletto... comunque, mi pare che bastasse. ò.ò L'uomo incappucciato invece resterà misterioso soltanto per i prossimi tre giorni, perché nel prossimo capitolo la sua misteriosa e inarrivabile identità sarà svelata! XD (è davvero inarrivabile, fidati!) Oh, e Chiharu combatterà, eccome se combatterà! ^^ Taaanto sangue scorrerà nei prossimi capitoli! *_* (sigh, sei giorni per te erano troppi. Per me erano adorabili! ç_ç)
maninja87: è ovvio, figliola. Il pc è la maledizione moderna: lui o gli esami. Solo che non ho abbastanza autocontrollo per non accenderlo almeno una volta al dì... e lasciarlo acceso 24 ore. ç_ç
lale16: il parere sulle scene di guerra lo stai chiedendo alla persona sbagliata! XD Al momento nemmeno io riesco a capire se mi piacciono o no! ç_ç Che dramma! Sono diverse, ecco... O almeno lo credo. Per quel che riguarda Hinata, aspetta a crearti un giudizio su di lei... tra qualche capitolo potrai farlo meglio.
muccina89: per quel che mi riguarda, la maturità è un bel ricordo che non tornerà più! ç_ç Eravamo tutti così solidali, sigh... Ehm, dicevi, riguardo a Temari? Che sarebbe stata l'unica a scendere in campo...?
GoHaN: vuoi del sangue? Bene, tra questo capitolo e il prossimo sarai molto più che servito...
gracy110: e me lo auguro! XD Se non sei curiosa adesso, allora ho fallito completamente come scrittrice!
crilli: eccolo, eccolo! XD Calma, il nuovo capitolo è qui!
lilithkyubi: è bello come tutti voi mi mostriate ottime ragioni per cui nessuno dovrebbe morire... ed è altrettanto bello che io me ne sbatta altamente delle vostre ottime ragioni! ^__^ XD Ehh, chissà, chissà cosa accadrà! Le scommesse sono ancora aperte, e resteranno tali fino all'ultimo capitolo! ^^


Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Il più forte ***


Naruto2-25

Il più forte



- Venticinque -







Era a malapena il primo pomeriggio, e il sole svettava in cielo, oscurato di tanto in tanto da leggere nubi passeggere. Il villaggio della Foglia taceva, rinchiuso nella pennichella post pranzo, ma un occhio molto più che allenato avrebbe potuto scorgere un’affollata immobilità attorno a una casa al limitare della foresta: ninja e ninja, quasi un centinaio, occupavano il terreno circostante, fermi e silenziosi, in attesa. Solo uno si muoveva. Appostato sul muro di cinta, stringeva tra le mani due kunai, gli occhi puntati sui ragazzini che, seminascosti dietro un cespuglio, scrutavano la striscia d’erba che li separava dall’ingresso. Vide la femmina alzare gli occhi, e indicare al compagno la finestra sopra il loro capo. Scelta suicida in ogni caso. Ma che importava, in fondo? Non avrebbero potuto mettere in atto nessuno dei due piani, lui li avrebbe eliminati prima.
Sogghignò, pregustando lo schizzo di sangue che avrebbe macchiato l’erba, il rosso così squisitamente in contrasto con il verde intenso, e si preparò a lanciare.
Fu allora che un kunai gli si conficcò nel fianco, e una mano soffocò il suo ultimo gemito. Il ninja roteò gli occhi e perse l’equilibrio, accasciandosi tra le braccia dell’uomo ammantato di nero. Questo con un rapido movimento lo calò dal muro, dietro l’albero che li aveva nascosti l’uno all’altro, e lo lasciò esanime sul terriccio umido. Il suo sangue scorse scuro, quasi nero sulle zolle brune. Niente contrasto.
Lo sconosciuto alzò lo sguardo e vide Chiharu e Akeru che decidevano di tentare la finestra. Se avessero rotto il vetro, una selva di shuriken li avrebbe attaccati alla parete, indubbiamente.
Le falde del suo mantello svolazzarono appena, e un attimo dopo era scomparso dal muro, come se non ci fosse mai stato.

Chiharu sfilò dal marsupio un kunai, stringendolo nervosamente. Si guardò alle spalle, oltre le fronde del cespuglio che nascondeva lei e Baka, ma tra le ombre che li circondavano non vide nulla – e d’altronde il suo occhio non era abbastanza allenato.
Sapeva che rompere il vetro della finestra per entrare era una mossa che avrebbe sicuramente attirato l’attenzione. Ma forse, se lei e Akeru fossero stati abbastanza veloci, avrebbero avuto più probabilità di quante ne avrebbero avute alzandosi e andando a suonare alla porta. Se non altro, lei aveva più probabilità. E se, con un po’ di fortuna, i nemici che li circondavano avessero colpito solo Stupido, beh, Chiharu lo aveva avvertito.
Si mosse impercettibilmente, mettendosi in una posizione più favorevole per saltare verso la finestra. Akeru la guardò nervosamente, armandosi di shuriken per ogni evenienza, e combatté l’impulso di chiederle per la centesima volta se sapeva quel che faceva. Già pochi minuti prima aveva avuto un momentaneo black out mentale quando si era ritrovato a terra con lei sopra, ora non aveva alcuna intenzione di rendersi nuovamente ridicolo facendo il pappamolle terrorizzato.
Eppure gli sfuggì un gridolino quando l’ombra ammantata si materializzò al suo fianco.
Per fortuna una mano bianca e insospettabilmente forte gli tappò la bocca prima che ne uscisse qualunque suono, e Akeru vide un braccio fuoriuscire dal mantello e posarsi sulla spalla di Chiharu.
Lei si voltò di scatto, il kunai sollevato, ma lo sconosciuto le afferrò prontamente il polso e la attirò a sé, così da riuscire a parlarle in un sussurro appena udibile. Anche Akeru, che pure era vicinissimo, riuscì a malapena a intenderlo.
«Va tutto bene. Ci penso io» mormorò, e con sua immensa sorpresa Chiharu riconobbe la sua voce e si rese conto all’improvviso di conoscere anche il leggero e familiare odore che si sollevava dal mantello. «Manda un messaggio a Naruto, sai come fare?» proseguì l’uomo, con voce calma ma che tradiva una certa urgenza. «Digli che sua moglie è al sicuro, che ci penso io. Digli di non preoccuparsi e non fare sciocchezze. Sottolinea quest’ultima frase, grazie»
Senza fiato, Chiharu annuì appena, e l’uomo la lasciò andare. Prima che lei potesse aprire la bocca e chiedergli qualcosa, quello era già scomparso con un fruscio silenzioso.
«M-Ma che…?» balbettò Akeru, spiazzato e pallido. «Chi era quello?»
Chiharu deglutì, fissando il punto in cui il mantello scuro era scomparso, poi si riscosse all’improvviso.
«Accidenti…» bofonchiò tra i denti, mordendosi a sangue il pollice. Fece una smorfia di dolore, e tracciò a terra segni rapidi e per Akeru incomprensibili.
«Cosa stai facendo?» sibilò lui nervosamente.
«Stai zitto!» ringhiò lei aprendo la mano sul terreno freddo.
Ci fu uno sbuffo minuscolo, e poi un piccolo uovo comparve al centro dei disegni di sangue tracciati da Chiharu. Mentre lei e Akeru lo guardavano, quello si crepò sulla sommità, tremò, e sotto i loro occhi si schiuse. La testa di un pulcino di un rosso intenso si fece largo verso l’uscita, umida e appiccicosa, e l’uovo si rovesciò su un fianco.
«Merda» fu il commento di Chiharu, mentre uovo e pulcino scomparivano in un altro piccolo sbuffo di fumo.
«Cosa stai cercando di fare, esattamente?» chiese Akeru perplesso.
«Sto cercando di mandare un maledetto messaggio!» sibilò Haru addentando nuovamente il proprio dito.
«Cosa?» sbottò Akeru mentre lei faceva un altro tentativo con la tecnica del Richiamo. «Ma ti fidi di quell’uomo?»
«Idiota, non l’hai riconosciuto?» chiese Chiharu aspra, mentre contemplava con odio lo spennato uccellino rosso che pigolava debolmente sotto la sua mano. «E va bene. Stupido, fammi incazzare»
«Eh?»
«Avanti, non è così difficile! Fammi incazzare!»
«Perché diavolo dovrei fare una cosa simile?!»
«Così magari riesco ad accumulare abbastanza chakra da tirar fuori qualcosa che voli, che ne dici?! Sei inutile per il novantanove percento della tua vita, almeno una volta dai una mano!»
Risentito, Akeru sollevò il dito medio nella sua direzione.
«Così non basta» gli sibilò Chiharu.
«Lo so, cretina! Era per sfogarmi! Ma tanto cosa ne vuoi sapere tu, ti sei sempre creduta tanto superiore! Mai una volta ti sei fermata a giocare quando eravamo piccoli, tu te ne stavi sempre sola con la puzza sotto al naso, e…»
«Naa, cambia argomento» lo interruppe lei, a malapena infastidita. «Così mi lusinghi e basta»
«Ah, davvero? E allora cosa suggerisci, piccola traditrice cacasotto?»
Una vena pulsò sulla fronte di Chiharu, e strinse le labbra.
«Ohh, ho trovato il punto debole, allora?» sogghignò Akeru, diabolicamente soddisfatto nonostante la situazione non esattamente consona. «Beh, certo. Nessuno sarebbe a posto con la propria coscienza se a metà strada se la fosse fatta sotto e avesse mollato tutto. Ancora di più se avesse passato tutta la vita a gridare ai quattro venti quanto è forte, e insuperabile, e agile, intelligente… La verità è che sei solo una codarda, e l’intero corpo dei ninja sta molto meglio senza di te. Ma non ti preoccupare, perché prenderò io il tuo posto nel gruppo, e nessuno si accorgerà della differenza!»
Chiharu affondò i denti nel pollice con insolito ardore. Sbatté la mano a terra, premendo le dita sul terriccio, e questa volta lo sbuffo di fumo fu nettamente più grande. Quando si fu diradato, un uccello delle dimensioni di una mano mosse la testa curiosa a guardarla. Era rosso fuoco, con una coda lunga e morbida di un arancione dorato. Il becco era sottile e acuminato, gli occhi neri e vispi, ma soprattutto sembrava dotato di un paio di ali robuste, lisce e coperte di penne vermiglie.
«Finalmente» ringhiò Haru tra i denti, sfilando dal marsupio un foglio di carta strappata. Con il pollice ancora sporco di sangue scrisse in fretta alcune righe confuse, che Akeru lesse al di sopra della sua spalla. Per capirle dovette impegnarsi a fondo, ma alla fine riuscì a decifrarne il senso.
Arrivato alla firma, strabuzzò gli occhi.
«Che cosa?» alitò senza fiato. «Era lui?»
«Vedi?» ghignò Haru, arrotolando il messaggio e legandolo alla zampa che l’uccello le tendeva. «Tu non potrai mai sostituirmi, il nostro livello è abissalmente diverso» prese delicatamente il pennuto tra le mani, che arruffò le piume attorno al collo, e lo fissò negli occhi. «Schiva tutto ciò che vola» gli sussurrò, come se avesse potuto capirla.
Mentre Akeru la guardava indispettito, Chiharu lanciò in aria l’uccello.
Subito una selva di shuriken si conficcò nel muro alle loro spalle, ma per miracolo il piccolo proiettile scarlatto ne uscì illeso. Mentre volava via veloce, non più disturbato, lasciò cadere una piuma rossa che andò a posarsi sulla mano di Chiharu. Lei la infilò distrattamente nel marsupio.
«E ora?» chiese Akeru nervosamente.
«E ora, per quanto io detesti l’idea, aspettiamo. Ma in maniera costruttiva»


L’uomo ammantato era penetrato nella casa di Naruto assolutamente invisibile, non notato e non udito. Le stanze erano silenziose e vuote, innaturalmente deserte. Il cappuccio si mosse da una parte e dall’altra mentre lo sconosciuto si guardava attorno, e le ultime falde del mantello frusciarono quando si mosse silenzioso. Attraversò un locale, poi il corridoio, ed entrò in un altro: la camera da letto, vuota come tutto il resto. Lì esitò qualche secondo, per poi dirigersi verso il comodino più distante su cui stava un vaso pieno di fiori freschi, per la maggior parte papaveri. Scostò il vaso e liberò una porzione di muro assolutamente anonima, ma bastò appoggiare due dita e rilasciare una minima quantità di chakra perché si udisse un debolissimo clack e il letto si spostasse in avanti, mentre il muro scompariva silenzioso liberando uno stretto varco.
Senza dare segni di sorpresa, l’uomo entrò nell’apertura, e un paio di secondi dopo il suo passaggio il muro tornò al suo posto, il letto si mosse e la stanza divenne ancora una volta vuota e silenziosa.
Lo sconosciuto scese le ripide scale che si trovò davanti, immerse assolutamente nel buio. Con le dita poteva sfiorare le strette e umide pareti del passaggio, ma non gli serviva: anche nell’oscurità vedeva bene quasi come alla luce del giorno.
Alla fine della rampa si fermò, esattamente davanti a una porta massiccia e gelida al tatto.
Bussò una volta, poi fece una pausa. Bussò di nuovo, due volte, e si interruppe ancora. Un ultimo colpo, e attese. Passò una decina di secondi, quando finalmente qualcuno venne ad aprire, e una lama di luce andò ad illuminare l’antro buio.
Il viso diffidente della domestica Iria fece capolino, la luce come un’aureola attorno ai capelli grigi, e al vedere l’uomo incappucciato i suoi occhi si sbarrarono spaventati. Fece per richiudere la porta, ma lo sconosciuto la fermò.
«Sono io» si limitò a dire, così che tutti all’interno lo sentissero.
Iria esitò guardandosi alle spalle, dove una discreta folla occupava la stanza, ora che li avevano raggiunti anche i membri del clan Inuzuka, Nekozuka, Akimichi e altri.
Hinata, circondata da Temari, Shikaku, Ino e Sakura, levò uno sguardo speranzoso alla porta e tirò un sospiro di sollievo, stringendo il pesante e strano kunai al petto.
«Entra» disse. «Ti stavamo aspettando»

*

Arrenditi. Abbiamo dei ninja al villaggio della Foglia, e hanno preso tua moglie. Smetti di combattere se vuoi riaverla viva
Poche frasi, poche parole. Semplici suoni usciti dalla bocca di qualcuno.
E il vuoto nella testa di Naruto.
Hinata.
Hinata.
Hinata
Hanno preso tua moglie.
Arrenditi, se vuoi vederla viva…
Hinata!
Fu uno scatto spontaneo, più che altro.
Un attimo prima teneva Tsuda per un braccio, e l’attimo dopo lo scaraventava a terra con tutta la sua forza.
«Cosa le avete fatto?!» ruggì, e nel raggio di venti metri tutti si voltarono per un istante.
«Non così» ghignò il comandante, asciugandosi un filo di sangue che colava dalle labbra. «Non è così che migliori la sua situazione»
Naruto lo riacciuffò, sollevandolo da terra per il bavero. Piantò gli occhi azzurri infuocati nei suoi, i denti serrati fino a far male, sulle guance segni pericolosi simili ai graffi di un gatto.
«Lasciatela. Subito» ringhiò. «O giuro che vi distruggo tutti, dal primo all’ultimo»
«Potresti» sibilò Tsuda, cercando invano di liberarsi. «Ma non le salveresti comunque la vita. Ho saputo che aspetta un figlio…» rise appena, una risatina nervosa e venata di disperazione.
Naruto lo colpì con un pugno in pieno viso, facendogli piegare il collo in maniera quasi sinistra. Tsuda sputò a terra un grumo di sangue, e gli lanciò un’occhiata astiosa. Tornare dal daimyo con la guancia livida non era nei programmi.
«Mettimi giù» disse minaccioso. «O non vedrai mai nascere tuo figlio»
Naruto strinse la presa.
«Mettimi giù ora!»
Naruto non si mosse.
Immobile, rimase a fissare quell’uomo negli occhi grigio-verdi, desiderando con ogni più piccola fibra del suo corpo di farlo a brandelli, sentirlo gridare e chiedere perdono… Avvertiva una familiare sensazione di calore, bruciore quasi, allo stomaco, un ringhio sommesso che assomigliava a fusa di piacere. Sulle sue guance, i graffi di gatto si erano ampliati, e i suoi canini avevano assunto una forma più definita.
Tsuda osservò i piccoli cambiamenti del viso di Naruto con un misto di orrore e sbalordimento. Sentì una sorta di calore provenire dalla mano che gli sfiorava il mento, e un brivido in fondo alla schiena lo avvertì di una cosa ormai ovvia: questo non è un uomo da far arrabbiare.
Prima che le cose degenerassero, un ninja della Foglia raggiunse Naruto e lo afferrò per il braccio con cui teneva stretto Tsuda. Il jonin istantaneamente si voltò e ringhiò minaccioso, ma davanti agli occhi incontrò solo la familiare figura di Sasuke.
«Non perdere il controllo» gli disse l’Uchiha, scrutandolo accigliato.
«Non una parola» sibilò Tsuda a Naruto, con sguardo eloquente.
Lui passò lo sguardo dal soldato al compagno, ancora in bilico tra sé e la volpe.
C’era una voce, in profondità. Una voce che si alternava alle fusa intrise di macabro piacere di Kyuubi. E quella voce gli sussurrava di fare come diceva Tsuda. Gli sussurrava che non poteva, non poteva assolutamente permettersi di perdere Hinata. Anche se perdere avrebbe significato condannare l’intero villaggio, lei inclusa, lui non poteva correre il rischio di vincere e restare solo, di nuovo.
Non poteva.
«Che sta succedendo?» indagò Sasuke assottigliando gli occhi, confuso.
Tsuda scrutò Naruto, lo vide fissare il compagno per un lungo, lunghissimo minuto. Poi, sentì la stretta sulla sua maglia allentarsi impercettibilmente. Sogghignò.
«Abbiamo vinto» disse trionfante.
Sasuke gli lanciò uno sguardo diffidente. Un attimo dopo fu colpito alla nuca da un colpo netto di Naruto.
Cadde a terra stordito, incredulo, e l’ultima cosa che i suoi occhi videro in maniera confusa furono i piedi del compagno di una vita, fermi e impassibili davanti a lui.
Tsuda si trovò improvvisamente libero, e la prima cosa che fece fu raccogliere la spada, il cimelio di famiglia che si tramandava al primogenito da otto generazioni. La sollevò in alto sulla testa, e poi, senza esitare, senza perdere nemmeno un secondo del suo tempo, la calò su Naruto.
La lama si conficcò nella sua spalla, fermandosi solo quando incontrò la clavicola, e con un grido che sembrava il lamento di un animale ferito Naruto crollò in ginocchio, mentre il sangue zampillava dalla ferita e andava a macchiare i piedi di Tsuda e il terreno circostante.
Il comandante estrasse la spada, e con profonda soddisfazione vide le copie di Naruto sparire improvvisamente in uno sbuffo di polvere, dimezzando le forze della Foglia. Ghignò, e lanciò uno sguardo di ostentata superiorità al jonin che a terra stringeva i denti e si contorceva per il dolore.
«Ninja!» commentò sprezzante, e con un calcio colpì la spalla offesa.
Naruto gemette, rotolando sul ventre, e restò ansante sul terreno.
«Muori dissanguato» gli augurò Tsuda, osservando tronfio i suoi uomini che riprendevano coraggio. «Non voglio darti nemmeno una morte onorevole. Resterai qui, sempre più debole, e giacerai come un traditore, che non era in grado di fare nulla se non arrendersi e condannare il suo villaggio, per colpa di una stupida femmina. Io ho vinto di nuovo»
Naruto vide i suoi piedi allontanarsi, confondersi tra i mille altri che combattevano e sollevavano polvere ed erba. La spalla pulsava, ma il dolore era sordo e lontano se confrontato all’angoscia.
Hinata, il loro bambino… bastava un nulla per fare del male a entrambi. Un nulla. E Naruto amava il villaggio della Foglia, lo amava con tutto sé stesso. Ma i suoi compagni potevano combattere, potevano difendersi, potevano ancora farcela… Hinata no. Era lui a proteggerla, era di lei che lui aveva un bisogno disperato. Era lei che non poteva permettersi di perdere.
Sentì un gemito poco distante, e vide Sasuke aprire gli occhi e sollevarsi faticosamente sulle ginocchia. L’Uchiha scosse la testa cercando di snebbiarla, e la prima cosa che gli cadde sotto gli occhi fu il corpo di Naruto, circondato da una pozza di sangue.
«Che diavolo…» bofonchiò, la bocca impastata, trascinandosi fino a lui. «Cosa hai combinato?»
«Loro hanno Hinata» disse Naruto in un soffio. «Hanno detto che dovevo smettere di combattere...»
«E tu gli hai creduto?!» sbottò Sasuke indignato. «Non c’è nessuna prova che…»
«Lo so» la sua voce era poco più di un soffio, ma riuscì a interrompere l’altro. «Però non posso rischiare… Se ce l’hanno… se lei è davvero nelle loro mani… Non posso… non posso…»
Sasuke tacque. Vide le lacrime scendere dagli occhi di Naruto e perdersi nel sangue sotto il suo viso.
«Hai tradito il villaggio della Foglia» mormorò l’Uchiha piano, senza particolari intonazioni, come un dato di fatto. D’altronde era una cosa che lui poteva capire. Avere qualcosa cui non si può assolutamente rinunciare vuol dire fare delle scelte, anche dolorose. E finché si resta fedeli a sé stessi e alle proprie priorità, non si tradisce mai davvero.
Ma Naruto… Naruto amava il villaggio della Foglia in maniera quasi ossessiva…
L’Uchiha portò una mano alla nuca, là dove era stato colpito. Naruto non ci era andato pesante, stranamente. Il suo era stato un colpo leggero, lo aveva lasciato tramortito solo per pochi minuti.
Corrugò la fronte e fissò il jonin. Poi, colto da un pensiero improvviso, alzò lo sguardo, alla ricerca di una persona, un’unica figura che doveva trovare… e la vide, poco più in là, ancora impegnata con il comandante della settima divisione della Roccia. Kakashi.
Sasuke tornò a guardare Naruto, iniziando rapidamente a capire, e quando incontrò i suoi occhi si rese conto di aver visto giusto.
Naruto non si era arreso. Non aveva tradito. Stava semplicemente fregando il nemico.
«Affido tutto a te, per un po’» mormorò il biondo abbassando le palpebre. «Qui avrò bisogno di qualche tempo…»
Sasuke spostò lo sguardo sulla ferita, dalla quale un leggero filo di fumo si alzava inosservato. Ma certo. La volpe. Naruto si stava lentamente curando, e nel frattempo voleva che loro vincessero quella battaglia.
«Va bene» disse con un ghigno convinto. «In fondo l’ho sempre detto che sono il più forte»
«Sta’ zitto, inutile Uchiha» bofonchiò Naruto.
Sasuke si rialzò, e fece scrocchiare il collo. Si guardò attorno, fece una rapida stima dei numeri e delle probabilità, e realizzò che la cosa si sarebbe rivelata impegnativa.
«Okay…» prese un respiro profondo, e si moltiplicò. Una decina di copie, non molte a dire il vero, ma avrebbero pur sempre fatto qualcosa. Ne spedì una a cercare Tobi, il figlio di Asuma, e poi mandò le altre a sparpagliarsi sul campo e a far fuori più nemici possibile, lasciandone soltanto un paio a presidiare il corpo di Naruto.


I due eserciti erano in perfetta parità, e si affrontavano con ondate di aggressività regolari da parte dell’uno e dell’altro. La stanchezza iniziava a colpire più o meno tutti, e anche Jin si trovò affannato e coperto di sudore.
Estrasse il kunai dalla gola dell’uomo che aveva ucciso e si guardò intorno alla ricerca del prossimo avversario. Vide Kotaro apparire e scomparire dietro un soldato, e vide lo stesso soldato perdere l’equilibrio e rovinare a terra, dando l’occasione a un ninja della Foglia di eliminarlo. Dall’altra parte vide Hitoshi giocare a lanciare palle di fuoco sui nemici, farli gridare con i capelli in fiamme e inciampare sui corpi a terra. Da un po’ di tempo si stavano dando da fare, quei due. E si comportavano anche bene. Se non altro, fino a quel momento non avevano intralciato nessuno.
Ma c’era purtroppo una cosa che lo turbava, e con lui turbava molti altri: che fine avevano fatto le copie di Naruto?
Quando erano scomparse all’improvviso c’era stata un’ondata di panico tra le fila della Foglia. Poi però tutti avevano visto Kakashi eliminare – finalmente – il comandante della settima divisione, e avevano tirato un sospiro di sollievo. Ma ancora Jin non capiva cosa fosse successo. Forse avevano riacquistato fiducia grazie a suo padre?
Cercò di guadagnare il centro del combattimento, facendo fuori un paio di nemici lungo il tragitto, ma a un tratto si trovò davanti un ninja della Roccia.
«Un bambino?» commentò quello fissando il suo coprifronte, disgustato. «Mandano in guerra i bambini in quel villaggio?»
Una vena pulsò sulla fronte di Jin. Cos’era tutta quell’arrogante supponenza?
Si chinò fulmineo e con una spazzata mandò a terra l’avversario impreparato. Quello cadde sorpreso, e subito si trovò il piccolo corpo del figlio dell’Hokage sul petto, con un kunai a due centimetri dalla gola.
«Bambino a chi?» sibilò, e affondò senza esitare.
Si rialzò offeso, ripulendo il kunai sulla divisa dell’uomo, e riprese la sua avanzata, finché non gli sembrò di intravedere una zazzera bionda e familiare sul terreno poco più in là, difesa da due copie di Sasuke Uchiha.
«Cosa…?» mormorò avvicinandosi, e vide Tobi chino sul corpo di Naruto, le mani premute sulla sua spalla. Sotto di loro si allargava un’ampia chiazza di sangue.
«Che è successo?» chiese smarrito, contemplando il sangue a metà tra il disgustato e lo sconcertato.
«Jin!» esclamò Tobi guardandolo sorpreso. Il bambino notò che aveva la fronte imperlata di sudore. «Che ci fai qua davanti? Non dovresti essere indietro?»
«Tutti si chiedono che fine hanno fatto le altre copie…» mormorò lui, incapace di staccare gli occhi dai curiosi segni sulle guance di Naruto, segni che non aveva mai visto.
«Ah, sì, quello…» borbottò Tobi tornando a concentrarsi sul paziente.
«Stai tranquillo» intervenne Naruto sfoderando uno dei suoi sorrisi, anche se molto poco convincente. «Va tutto bene, ho un piano»
«Davvero?» chiese Jin perplesso, fissando il sangue sotto di lui.
«Ah, ‘sti bambini che non credono più a niente!» borbottò il Jonin. «Senti, perché non vai ad ammazzare qualcuno un po’ più in là? Oppure dai una mano a Kotaro e Hitoshi, va’»
«A dire il vero se la cavano bene anche da soli. Ma tu cos’hai in faccia?»
«Ferite» minimizzò Naruto, vago. «E ora vai, c’è bisogno di tutto l’aiuto possibile, fintanto che sono in questo stato»
Jin esitò ancora, ipnotizzato dal sangue sotto Naruto e dai suoi occhi così strani. E dai suoi canini. E, naturalmente, da quei segni sul volto. Ma poi un’occhiataccia di Naruto – ehi, aveva gli occhi viola? – lo spinse finalmente ad allontanarsi.
Decise che avrebbe dato una mano nella zona in cui combatteva suo padre, e oltrepassò la piccola barriera umana creata da due copie di Sasuke, che impediva al combattimento di disturbare il lavoro di Tobi.
Fu così che medico e paziente rimasero soli, e per qualche minuto regnò il silenzio. Poi il ragazzo parlò, piano, quasi timoroso.
«Questa ferita sarebbe mortale per chiunque, lo sai?»
«E’ per questo che il mio piano ha funzionato» rise Naruto, e un accesso di tosse lo portò a sputare sangue. «Io non sono chiunque»
Il figlio di Asuma sospirò e fece un mezzo sorriso. «Tu sei un pazzo»
«Non è vero…» mormorò Naruto chiudendo gli occhi. «Sono soltanto un fifone»
«Tu? E allora noi altri cosa siamo?» domandò Tobi sarcastico.
Il jonin ghignò. «Voi siete mezze seghe»
«Divertente...»
Un’ombra passò sul volto di Naruto, nascondendo per un attimo il sole. Lui non ci fece caso, forse perché aveva gli occhi chiusi, ma Tobi alzò lo sguardo e seguì la sagoma scura che volava rapida controluce, tanto veloce da essere a malapena distinguibile. Descrisse un cerchio sulle loro teste, e poi calò in picchiata, così bruscamente da far temere che si schiantasse. Tobi la fissò con tanto d’occhi, e quando il piccolo uccello rosso si fermò davanti al suo naso, dapprima non vide nemmeno il messaggio legato alla sua zampa. Sorpreso e incantato dalla coda di un sorprendente arancione iridato, interruppe senza volerlo il flusso di chakra sulla ferita di Naruto. Lui aprì gli occhi per chiedere cosa succedeva, e allora vide il messaggero e il foglietto che recava.
«La zampa» fece notare a Tobi, e il ragazzo si risvegliò dalla contemplazione e vide il messaggio.
«Oh. Sì. Subito» si affrettò a dire. «Ma da chi arriva? Chi usa questo tipo di uccelli?»
Come ebbe slegato il foglio, il volatile scomparve in uno sbuffo di fumo.
«Tecnica del Richiamo» mormorò Tobi pensieroso. «Di chi sarà?»
Naruto srotolò il pezzo di carta, gemendo leggermente quando la spalla mandò segni di protesta, e al vedere le scritte cremisi corrugò la fronte. Ma una volta arrivato alla fine del messaggio i suoi occhi erano semplicemente spalancati dallo stupore più completo.
E dal sollievo.
Ed erano tornati del solito, limpido azzurro.
«Ma certo…» mormorò, mentre un sorriso gli si disegnava sulle labbra. «Che idiota, come ho potuto non pensarci subito… E’ rimasto lì apposta…»
«Delirium tremens» commentò Tobi, guardandolo preoccupato. «Naruto, mi riconosci?»
«Oh, sta’ un po’ zitto!» ridacchiò il biondo, all’improvviso quasi folle. «Ohh, non ha idea di cos’ha combinato…» i canini, che si erano momentaneamente ritratti, tornarono terribilmente definiti. I segni sulle guance si ispessirono, gli occhi assunsero una vaga tonalità violacea, per convertirsi poi al rosso più intenso.
«Naruto?» mormorò Tobi leggermente impaurito, arretrando.
Vide del fumo sollevarsi dalla ferita alla spalla, ed aumentare insieme a una sorta di sfrigolio che gli mise i brividi. Naruto posò a terra una mano e, di fronte ai suoi occhi sbalorditi, fece forza e si tirò su, con un ghigno sinistro stampato in faccia. Metà del suo viso era cremisi, macchiato del sangue che tingeva il terreno.
«Tobi» disse. «Vai indietro, nelle ultime file. Di’ a tutti quelli che incontri di seguirti, e allontanatevi»
«Cosa? Che vuoi fare?» chiese il ragazzo allibito, osservando con sconcertato orrore che la ferita si era completamente rimarginata.
Naruto lo guardò, e gli sorrise snudando le zanne.
«Sto per vincere questa battaglia. E non vi conviene essere nei paraggi»
Era assurdo. Razionalmente impossibile. Nessun uomo poteva vincere da solo una battaglia, nemmeno Naruto. Era folle... avrebbe dovuto fermarlo, farlo desistere…
…Ma, cinque minuti dopo, Tobi correva a tutta velocità verso i margini del combattimento, dicendo a tutti quelli che incontrava di imitarlo, perché di lì a poco sarebbe successo qualcosa di terribile.
E in effetti aveva visto giusto. Lo aveva letto negli occhi rossi di Naruto.

Sasuke avvertì un brivido e una vibrazione quando sentì Naruto impastare il chakra. Istintivamente guardò nella sua direzione e vide un’area vuota attorno a lui, e un vento rossastro e caldo mulinargli attorno.
Tutti i ninja avevano smesso di combattere, e si erano fermati a fissarlo, ammutoliti. Anche i soldati, dopo l’iniziale smarrimento, erano stati attirati dallo strano movimento che avevano colto più in là. Tsuda, dall’altra parte del campo di battaglia, non riusciva a vedere cosa accadeva, ma aveva uno strano presentimento.
E all’improvviso furono lì.
Centinaia e centinaia di copie, tutte assolutamente identiche, tutte coperte di sangue e terribili, con il loro ghigno e i loro occhi rossi. Alcuni tra i soldati più giovani lasciarono cadere le armi per lo spavento, ma anche tra i ninja della Foglia corse un brivido.
Eppure quelle copie non erano lì per attaccare. Come un sol uomo si mossero e bloccarono i soldati e i ninja della Roccia, e con un’unica, tuonante voce ordinarono ai compagni di allontanarsi in fretta.
Ci furono alcuni secondi di smarrimento, e poi il fuggi-fuggi generale. I soldati della Roccia poterono solo guardare mentre gli avversari si allontanavano come acqua che scorre attraverso le rocce, chi correndo, chi trascinandosi sulle gambe ferite, i ninja medici trascinando i corpi dei compagni caduti. In pochi minuti sul campo erano rimasti solo loro e quel guerriero terrificante replicato centinaia di volte.
Oltre la calca, dopo una striscia di terreno deserto, c’erano i ninja della Foglia. Ridotti di un quarto, i morti adagiati alle loro spalle, osservavano e attendevano, ansiosi e vagamente inquieti.
Kotaro e Hitoshi, leggermente ammaccati ma nel complesso molto più in salute del previsto, cercarono e raggiunsero Jin, che stava tra Sasuke e Sai, e nervosamente chiesero cosa stava succedendo. Sasuke fece una smorfia di disappunto.
«Se siete deboli di stomaco è meglio che vi giriate» bofonchiò di malumore.
«Beh, è un po’ ferito, però…» iniziò a dire Kotaro, alludendo a Naruto, ma il capoclan degli Uchiha scosse la testa.
«Non per quello che vedete» disse stringato. «Per quello che deve succedere»
I due ragazzini si guardarono perplessi, mentre Jin cominciava a capire. Il figlio dell’Hokage sollevò lo sguardo su Sai, e chiese, scettico: «E’ davvero così forte?»
Lui, imperturbabile, rispose: «E’ il più forte»
Lì accanto, Sasuke fece una smorfia e borbottò qualcosa.
Prima che si allontanasse dal combattimento, una copia di Naruto lo aveva avvicinato, già con i segni della volpe ben visibili sul corpo, e digrignando i denti in una specie di sorriso a metà tra le scuse e la follia gli aveva chiesto di occuparsi di Hitoshi e Kotaro per un po’.
Lui, così da vicino, aveva potuto avvertire l’immensa potenza che era trattenuta in quel corpo così ingannevolmente familiare e rassicurante. E ancora una volta si era reso conto che era qualcosa contro cui non avrebbe potuto competere. Come era già accaduto anni prima, come testimoniavano le cicatrici sul suo corpo e i suoi stessi ricordi, di nuovo era impotente di fronte a Naruto e Kyuubi.
In silenzio posò una mano sulla spalla, là dove il segno maledetto era a malapena visibile, e per un istante lo sentì pulsare al ritmo della sua frustrazione.

Al centro del combattimento, il vero Naruto attendeva.
A un tratto intravide un movimento davanti a sé, e vide Tsuda avanzare trattenuto da due copie.
«Bastardo!» ringhiò il comandante, vedendolo. «Perché sei vivo?»
«Perché tu sei un grosso idiota» ghignò Naruto, e gli occhi rossi mandarono lampi. Tsuda ebbe un brivido involontario. «Non ce l’avete. Lei sta bene, è in buone mani. E tu sei morto»
Il comandante deglutì a vuoto. «Menti» ringhiò, pur sapendo di dire una sciocchezza; Naruto non si sarebbe esposto se non fosse stato più che sicuro di quel che diceva.
«A differenza di te, io ho le prove» ribatté infatti lui, mostrando un foglietto che da quella distanza era impossibile leggere. Sembrava scritto con il sangue. «E tu… tu mi hai fatto molto, molto arrabbiare…»
Tsuda si guardò attorno, alla disperata ricerca di un aiuto, un appiglio qualsiasi. Ma gli uomini della Roccia che lo circondavano erano tutti bloccati dalle copie del ninja biondo, e da quella direzione non poteva sperare nulla. Cercò il figlio, ansioso soltanto di vederlo, di sapere che era vivo e stava bene, ma non lo trovò. Ormai nel panico, rivolse gli occhi grigio-verdi verso Naruto e ansimò rapido. Serrò le labbra. Non avrebbe chiesto pietà. Almeno sarebbe morto con onore.
Sperava soltanto che suo figlio non fosse scappato vergognosamente.
«Ora tocca a me» sibilò Naruto, e sapeva che non era lui a parlare, ma la creatura che faceva le fusa nel suo stomaco.
Eppure la lasciò fare. Si esiliò, dimenticò chi era e per cosa lottava, dimenticò che stava per uccidere centinaia di persone solo per far del male a una di loro, e si limitò a innalzare la barriera che innalzava quando Kyuubi prendeva il sopravvento: un leggero strato del proprio chakra, più forte e più denso di quello della volpe, che lo proteggeva dai suoi effetti corrosivi. Solo lo stomaco restò libero dalla barriera, perché era da lì che il chakra rosso fluiva verso l’esterno, sgorgando attraverso il sigillo di Yondaime con uno sfrigolio leggero.
Sotto gli occhi colmi di orrore di Tsuda, una sorta di spuma rossa lo ricoprì veloce, disegnando su di lui nuovi contorni vaghi, e poi sempre più netti. Gli occhi scarlatti brillavano, le zanne si facevano minacciose, si acquattò come un animale. Dalla base della schiena crebbe una coda, poi due, tre, quattro. Il chakra rosso iniziò a sfrigolare, sulla sua pelle si formarono chiazze scarlatte.
Naruto liberò un ringhio basso, e le copie attorno a lui scomparvero in un istante, donandogli il chakra che aveva ceduto.
Jin, ai margini del combattimento, intravide suo padre tra le copie di Naruto, e si chiese con una punta di panico perché non se ne fosse andato con gli altri. Poi, quando le copie scomparvero, anche lui si dileguò in uno sbuffo di fumo.
«Cosa?» fece il bambino, sorpreso.
E mentre il chakra giallo tornava a proteggere la pelle di Naruto, un’ondata di quello rosso, nel raggiungere di colpo le nove code, esplose e fece cadere a terra Tsuda, sollevando polvere e piccoli sassi; nel suo turbinoso vorticare, catturò anche un biglietto scritto con il sangue, su cui gli ideogrammi si confondevano, rossicci.



Hinata è al sicuro.
Non fare sciocchezze!!!
Qui penso a tutto io.

Kakashi









Nel prossimo capitolo...

«Cosa succede?» domandò Hitoshi, obbedendo. Vide il padre unire le mani sotto il mento, imitato da Sai e anche Jin, a cui bastò un’occhiata per capire cosa fare, e il chakra prese a scorrere tra loro creando una barriera azzurra fiocamente illuminata.
Hitoshi scambiò un’occhiata con Kotaro, e lui, livido, gli fece cenno di guardare avanti. Deglutendo, il piccolo Uchiha lo fece.
Il vento era cessato di colpo.
Le nove code di chakra erano scomparse.
Le nubi in cielo restavano sospese, muovendosi debolmente, per inerzia.
L’intero campo di battaglia tratteneva il respiro.
Più agghiacciante della tempesta.
L’attimo che precede la distruzione.
E all’improvviso iniziò.








* * *

Spazio autore

Ora capisco perché la fic è piaciuta tanto, ai tempi della prima pubblicazione.

Oh, scusate, scusatemi davvero tanto!
E' stata una giornata davvero pesante, non ho la minima forza per rispondere ai vostri commenti...
Mi limiterò ad aggiornare l'elenco delle scommesse sui morti e a implorare il vostro perdono, sperando che Naruto almeno vi abbia soddisfatto!
Scusatemi ancora! ç_ç
(e sono davvero molto contenta che nello scorso capitolo vi siate divertiti! XD)

Uh, a proposito.
Qualcuno mi ha parlato di cattiveria, dicendo che non sono così cattiva da uccidere questo e quello...
Purtroppo per voi, la sono.

Scommesse sui morti
Tsuda senior - 5 voti
Shikamaru - 3 voti
Asuma - 3 voti
Kakashi - 2 voti
Tsuda junior - 1 voto

Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Temari - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto (ebbene sì, Cami!)
Nessuno - 2 voti

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Il piano di Naruto e Kakashi ***


Naruto2-26

Il piano di Naruto e Kakashi



- Ventisei -







Chiharu si annoiava. A morte.
Con la schiena appoggiata al muro della casa di Naruto, nascosta insieme ad Akeru dietro un cespuglio, fissava svogliata le nubi bianche che attraversavano lente il cielo.
«E adesso?» chiese Stupido, seduto accanto a lei.
«E adesso niente» ribatté acida. «Non possiamo fare altro»
Il ragazzo si asciugò il sudore dalla fronte. Faceva caldo, ma forse dipendeva dal fatto che avevano passato l’ultima mezzora a disseminare il giardino di trappole, muovendosi impacciati sotto il mantello mimetico. Beh, almeno avevano fatto un buon lavoro: Chiharu era davvero geniale nel piazzare trappole, sapeva esattamente dove e come metterle, e soprattutto come renderle invisibili. Ora però non avevano più nulla da fare, e da bravi preadolescenti invasi dagli ormoni, si annoiavano.
Akeru lanciò un’occhiata distratta al suo fianco, e vide il terriccio del prato muoversi impercettibilmente.
Scattò di lato, sull’attenti, ma Chiharu gli rivolse un sorrisino arrogante.
«Non ti agitare» gli sussurrò. «Sono io»
«Cosa?» fece lui senza capire.
Lei mosse appena le dita, e dal terreno prese vita un minuscolo promontorio, come la cima di un formicaio, dal quale la sabbia scivolò verso il basso in piccoli granelli. I suoi polpastrelli la sfiorarono, e sotto gli occhi attoniti di Akeru nacque una minuscola e baluginante scultura dalla forma indefinibile.
«Beh» commentò Haru indispettita. «Devo ancora fare pratica»
Ma Akeru non sembrava per nulla deluso dal risultato. Con gli occhi scintillanti, fissava il terriccio affascinato.
«Come fai?» sussurrò incredulo.
«Chakra elementale» spiegò lei con aria di sufficienza. «Ognuno ne ha un tipo diverso»
«E io?»
«E che ne so?»
«Come si fa a saperlo?»
«Serve una carta speciale: a noi l’ha data Naruto qualche tempo fa, quella ti dice di che tipo sei, e poi tu ti alleni…»
«Una carta? E quanti tipi di chakra ci sono?»
Con uno sbuffo Chiharu spiegò la complessa questione del chakra elementale, cosa abbastanza complicata dato che doveva sussurrare anche quando lui non capiva le ovvietà e lei avrebbe voluto urlargli insulti, e alla fine Akeru la fissò a bocca aperta.
«Ma questa è roba avanzata…» borbottò accigliato. «Perché voi l’avete già fatta?»
«Perché noi siamo i migliori, ovviamente» ribatté seccata. «Cioè, eravamo. Io non sono più ninja» si corresse dopo un attimo, prima che fosse lui a farglielo notare. Akeru la squadrò scettico.
«Ma ne sei proprio sicura?» le chiese con una smorfia. «Sei davvero sicura che non vuoi più essere ninja?»
«Ne sono certa» sibilò irritata. «Perché me lo chiedete tutti?»
«Beh, guardati»
Chiharu abbassò lo sguardo su di sé.
Abiti ninja. Marsupio. Capelli raccolti, comodi ma poco estetici. Scarpe morbide e silenziose. Posizione naturalmente rannicchiata, perfetta per appostarsi senza stancarsi. Arrossì.
«E questo cosa dovrebbe voler dire?» ringhiò indispettita.
«Che hai dato le dimissioni ma ancora l’idea non ti è entrata in testa» spiegò Akeru pronto. «E io credo che non ti entrerà mai in testa. Sei nata per essere ninja, lo dicono tutti»
«E tutti dicono che tu sei un idiota»
«Stronza, lo dicevo per te! Tu guarda…» bofonchiò il ragazzo offeso, abbracciandosi le ginocchia e distogliendo gli occhi. «Comunque, qualunque cosa dicano gli altri e qualunque cosa pensi tu, anche inconsciamente, per me è molto meglio se smetti di essere ninja. Tu non sai cos’è un vero ninja, non saresti mai in grado di esserlo!»
«Ma sentitelo!» fece Haru sprezzante. «Non sa nemmeno da che parte è girato, e pretende di sapere tutto della vita. Fammi il favore, chiudi la bocca se non vuoi ritrovarti anche l’altra spalla malridotta»
E, irritata, gli voltò la schiena.

All’interno della casa, nella stanza segreta il cui accesso era nascosto dietro il letto matrimoniale e in profondità per diversi metri, il mantello nero in cui era stato avvolto l’uomo misterioso giaceva in un angolo, ben ripiegato. Al suo posto Kakashi stava in piedi in mezzo agli altri, la maschera sul viso, i capelli argentei leggermente schiacciati e l’aura di pacata tranquillità che riusciva a diffondere anche nelle situazioni più critiche con il semplice nome di Hokage.
«In realtà non sono più di una decina» stava spiegando. «Ma si sono moltiplicati. Ho ucciso uno degli originali sul muro di cinta, quindi dovrebbero essere meno ora. Il problema è che probabilmente i compagni se ne sono accorti, dato che sono tutti qui attorno: il loro obiettivo è sicuramente questa casa, e nello specifico ritengo si tratti di Hinata o comunque della famiglia di Naruto»
«Ma perché?» chiese Hinata pallida, avvicinando istintivamente le figlie.
«Paura. Probabilmente sanno che Naruto è il nostro asso nella manica, e hanno cercato un modo per fermarlo»
E lui, scioccamente, aveva creduto che bastasse la semplice presenza della loro ‘arma segreta’ per sconfiggere i nemici, senza pensare che quelli avrebbero cercato di fermarlo in ogni maniera, anche slealmente.
«Un modo subdolo e meschino» disse infatti Sakura tra i denti.
«In amore e in guerra tutto è lecito» le ricordò Temari pragmatica.
«Buone» le ammonì Shikaku notando l’occhiataccia che era volata dall’una all’altra.
«Comunque ho la situazione sotto controllo» riprese Kakashi. «Credo di aver individuato gli originali e di poterli eliminare, e ho chiesto a Chiharu di mandare un messaggio a Naruto…»
«Mia figlia?» intervenne Temari. «E’ ancora là fuori?»
«L’ho lasciata dietro un cespuglio con Baka Akeru»
«Che cosa?» sbottò lei. «Il ragazzino che è con lei è Baka Akeru? Quello che le ha piantato uno shuriken nel braccio e a cui lei ha slogato una spalla? Ma sei così ansioso di liberarti di entrambi?»
«Non è che potessi fare molto altro…»
«Vado a riprenderla»
Temari prese il suo ventaglio e risoluta si diresse verso la porta. Shikaku con un sospiro la riacciuffò e la tirò indietro.
«Fermati» le disse, vicino all’esasperazione. «Capisco che il tuo istinto materno si sia improvvisamente risvegliato dal letargo, ma ora non puoi andare fuori e diventare il perfetto bersaglio per tutti gli shuriken della Roccia»
«Letargo?» ringhiò Temari offesa.
«Non venirmi a dire che sei sempre stata la madre dell’anno»
«Ehi, io ho sempre voluto il meglio per mia figlia!»
«Per favore» si intromise Kakashi con un sospiro. «Potreste rimandare questo genere di discussioni a più tardi? Ora abbiamo altri problemi più pressanti...»
«Tanto per dirne uno» intervenne Sakura. «Gli Hyuuga non hanno risposto al messaggio»
Scese il silenzio.
Kakashi si accigliò, all’improvviso preoccupato.
«E’ la prima volta che ti vedo ansioso da quando sei sceso quaggiù» mormorò Sakura, fissandolo. «E, anche se sono contenta che tu sia qui, è un po’ che mi chiedo… perché sei rimasto indietro? E gli altri lo sanno? Ti abbiamo visto partire con loro, ma immagino si trattasse di una copia»
L’Hokage alzò lo sguardo a incontrare gli occhi verdi della jonin. Dietro di lei vide altri occhi, tutti puntati su di lui, tutti in attesa. Poi incrociò le iridi candide di Hinata, che annuì appena.
«Certo che lo sanno» sospirò, rassegnandosi a raccontare tutto. «A dire il vero è stata un’idea mia e di Naruto, ma ne sono stati informati anche gli altri, per dare una mano all’occorrenza»
Sakura inarcò le sopracciglia. Perché lei non ne sapeva niente?
«Avevate previsto che ci sarebbe stato tutto questo casino?» domandò Ino accennando a tutti loro, riuniti in una stanza stretta e buia alla ricerca di un piano d’azione.
«Veramente no» ammise Kakashi. «Per essere sinceri, Naruto ha insistito per trasformare una sua copia in me e portarla in battaglia all’unico scopo di lasciarmi a controllare che Hiashi non tentasse nulla di strano verso Hinata o le bambine»
Sakura e Ino fissarono Hinata inarcando le sopracciglia, e lei arrossì.
«Wow» commentò la bionda. «Ti ama proprio tanto, eh?»
«E’ stato per caso che uno dei miei cani ninja mi ha informato di movimenti sospetti, mentre pranzavo. E da lì mi sono insospettito e messo in azione» concluse l’Hokage.
«Il punto è» intervenne Temari, lontana mille miglia da concetti come ‘romanticismo’ e ‘momento poetico’ «che ora gli Hyuuga hanno iniziato a muoversi in modo strano. Non si sono presentati, e non hanno nemmeno risposto al mio biglietto»
«Infatti» annuì Kakashi. «Il tuo messaggero? Riesci a richiamarlo?»
Temari si morse il pollice, mentre tutti si rintanavano istintivamente in un angolo alla prospettiva del suo ventaglio che veniva agitato per la stanza ristretta. Lei, ignorandoli totalmente, disegnò una linea di sangue sull’arma e la agitò. L’improvvisa folata di vento mandò Kakashi contro il muro, mentre Temari si scusava distrattamente, e poi in uno sbuffo di fumo comparve una piccola donnola grigia dagli occhi neri.
«Sei tu che hai portato il messaggio agli Hyuuga?» indagò lei accucciandosi. La donnola annuì con aria intelligente. «L’hai consegnato a Hiashi Hyuuga?» Annuì di nuovo. «E lui non ti ha lasciato risposte?» Un cenno di diniego. «Ma lo ha letto?» Sì. «E non ha commentato?» No. «Cosa ha fatto del biglietto? Lo ha bruciato? Strappato? Accartocciato?» No. No. No. «Lo ha semplicemente lasciato lì?» Sì. Temari si accigliò. «E questo che diavolo vuol dire?» commentò a voce alta, lasciando sparire la donnola.
Kakashi si allontanò con cautela dal muro, lanciando un’occhiata al grosso ventaglio. «Vuol dire» rispose per tutti, inspirando a fondo. «che non lo interessava minimamente»
«Ma parlava della sicurezza di sua figlia e delle sue nipoti!» borbottò Ino indignata.
«A meno che…» sussurrò Sakura, preoccupata. «A meno che lui non fosse già al corrente di tutto…»
Shikaku la guardò. «Immagino che con questo tu non intenda dire che si sta già preparando per difendere il villaggio» sospirò.

*

Il tempo aveva assunto una strana forma.
Guardando in alto, Jin vide le nubi addensarsi a una velocità spropositata, non più soffici, bianche e distanti, ma dense, grigie e basse. Vorticavano sopra il campo di battaglia, scontrandosi con rombi assordanti e scariche di elettricità, e sembravano agitate da un vento innaturale che si alzava da terra in spirali rossastre. Seguendo l’invisibile scia scarlatta, Jin vide l’altra forma del tempo.
L’Immobilità.
Decine, centinaia di uomini inchiodati sui loro piedi, gli occhi sbarrati e fissi al centro del vortice. Incapaci di fare un solo passo, incapaci di reagire. Incapaci persino di scappare.
Affascinati e terrorizzat,i erano stati intrappolati, catturati da quelle nove code color del sangue che non avrebbero permesso a nessuno di uscire vivo da quella lotta impari.
Erano spacciati, e non lo sapevano neppure, non se ne rendevano conto.
Di fianco a Jin, Hitoshi e Kotaro avevano perso tutta la spavalderia di cui si erano fregiati soltanto pochi minuti prima. Nervosi, fissavano le nubi vorticanti, cercando di ripararsi dal vento dietro a Sasuke e Sai, e il sangue sembrava aver abbandonato completamente le loro guance.
Fissavano anche Jin, chiedendosi come potesse essere, o almeno sembrare tanto sereno in mezzo a quella che loro avrebbero tranquillamente classificato come l’Apocalisse. Ma i loro occhi, invariabilmente, erano attratti dal centro del vortice, insieme agli occhi di tutti.
Non vedevano Naruto, c’erano di mezzo troppe persone, ma vedevano nove code di rosso chakra traslucido agitarsi nell’aria, incredibilmente alte, creare correnti e scuotere il cielo. Anche da una certa distanza il vento scompigliava i loro capelli.
Eppure non era ancora successo nulla.
Lampi, tuoni, vento, ma nulla di concreto. Naruto non aveva ancora mosso un passo.
Rabbrividendo, Hitoshi si chiese cosa sarebbe accaduto quando lo avesse fatto.
«Dietro di me» disse a un tratto Sasuke, spingendolo dietro la sua schiena. «Stai attento»
«Cosa succede?» domandò Hitoshi, obbedendo. Vide il padre unire le mani sotto il mento, imitato da Sai e anche Jin, a cui bastò un’occhiata per capire cosa fare, e il chakra prese a scorrere tra loro creando una barriera azzurra fiocamente illuminata.
Hitoshi scambiò un’occhiata con Kotaro, e lui, livido, gli fece cenno di guardare avanti. Deglutendo, il piccolo Uchiha lo fece.
Il vento era cessato di colpo.
Le nove code di chakra erano scomparse.
Le nubi in cielo restavano sospese, muovendosi debolmente, per inerzia.
L’intero campo di battaglia tratteneva il respiro.
Più agghiacciante della tempesta.
L’attimo che precede la distruzione.
E all’improvviso iniziò.
Ci fu un lampo di luce, un’esplosione di chakra che investì la barriera azzurra eretta dai ninja della foglia in prima fila. Il muro tremolò, vibrò, i ninja strinsero i denti e piantarono i piedi, Kotaro e Hitoshi chiusero gli occhi, abbagliati. Sentirono il terreno tremare sotto di loro, i sassolini rimbalzare contro le caviglie, era come quando Chiharu aveva perso il controllo, ma diverso: l’energia non proveniva dal basso, ma dall’alto. Veniva dall’alto eppure era così forte da scuotere il basso.
«Cosa succede?!» ripeté Hitoshi accucciandosi per mantenere l’equilibrio.
Il lampo di luce passò rapido come era arrivato, lasciando sprazzi di macchie colorate dietro le palpebre di tutti. Hitoshi e Kotaro aprirono lentamente gli occhi, e quando riacquistarono la vista… il campo di battaglia era sparito.
Al suo posto c’era una conca immensa, profonda quanto un palazzo; un cratere dai bordi frastagliati, percorso da cascatelle di sabbia che scivolavano verso il fondo, granelli infinitesimali che erano i detriti più grandi rimasti; al centro, nel punto più profondo, stava una massa di chakra rosso che si muoveva rapida e confusa.
«Che diavolo…» mormorò Hitoshi senza fiato, posando gli occhi sul cielo improvvisamente sgombro da nubi. Brandelli sfilacciati di un bianco abbacinante indugiavano sul campo, incerti sulla direzione da prendere. Il resto dello spazio era di un azzurro intenso e pulito.
«Cos’è… quella cosa… quel… quello?» alitò Kotaro, additando la massa confusa al centro del cratere.
«Naruto» rispose Sai senza scomporsi, la barriera eretta da lui e dagli altri ninja ancora alta. «E questa è la minima distanza di sicurezza che dobbiamo rispettare»
«Minima?» ripeté Kotaro sbiancando.
«Da dove arriva quel chakra rosso?» domandò Jin, suo malgrado turbato.
Sai e Sasuke si scambiarono un’occhiata.
«Quella è la speciale abilità di Naruto» rispose il primo.
«Meno ne sapete, meglio è» aggiunse il secondo.
«Può controllarla?» indagò Jin, deglutendo.
Sasuke ghignò amaramente. «Di solito sa bene quando usarla»
Hitoshi gli lanciò un’occhiata incerta. Cos’era quella nota che aveva avvertito nella voce di suo padre?
Invidia?
«Guardate bene» riprese Sai, con voce pacata. «Non avrete molte occasioni di rivederlo. Guardate e imparate perché quell’uomo può fare paura»
“E perché gli starò molto lontano finché non avrà scordato la faccenda di Chiharu” aggiunse tra sé e sé.
Kotaro e Hitoshi obbedirono, e anche se inquieti osservarono.

Sul fondo del cratere le nove code si agitavano irrequiete, veloci come il vento, creando lame d’aria che sferzavano il terreno entro un breve raggio. All’interno della barriera cui davano forma, Naruto stringeva la mano attorno al collo di Tsuda, miracolosamente illeso. Dalle dita del jonin, circondate da un alone scarlatto, scaturiva un leggero flusso di chakra giallo, che andava a ricoprire il comandante della Roccia.
«Ora siamo solo io e te» disse Naruto con voce bassa e innaturale. «I tuoi uomini sono morti tutti»
Tutti…
Quindi anche suo figlio…
Tsuda strinse i denti, furibondo e impotente.
«Questo è sleale!» ringhiò, artigliando la mano di Naruto e cercando di staccarla, inutilmente. «Tu sei un mostro! Non sei umano!»
Naruto snudò le zanne in un ghigno macabro.
«Arrivi tardi. Ormai sono abituato a sentirmelo dire» sussurrò, e nella sua gola gorgogliarono le fusa della bestia. «Ma tu? Cosa mi dici di un uomo che per vincere pulito minaccia una donna incinta e due bambine? Che mi dici? Dov’è l’onore, dov’è la lealtà in questo?» aumentò la stretta delle dita.
Tsuda ansimò, a corto di ossigeno.
«L-Lasciami» si trovò a balbettare, benché non fosse nelle sue intenzioni. Per rimediare alla patina di gemente sconfitta nella sua voce cercò di essere aggressivo, ma il risultato fu molto povero.
«Esistono due parti distinte dentro di me…» mormorò Naruto, senza staccare gli occhi scarlatti da quelli grigio-verdi dell’uomo. «Una ride, e mi consiglia di farti a pezzi lentamente, di staccarti un arto per volta e guardarti morire soffrendo… L’altra mi dice di ucciderti subito, di togliermi la soddisfazione immediatamente. Purtroppo per te nessuna mi dice di risparmiarti. Avevate ragione, voi della Roccia: toccando Hinata avete toccato il mio punto debole. Tu cosa scegli?» chiese, e rise. Una risata fredda, senza pietà né umanità. La scelta era una sola, naturalmente.
«Non finirà qui…» ringhiò Tsuda, gli occhi sbarrati nella rabbia. «La Roccia tornerà ad attaccare, e alla fine vinceremo! Non è finita qui!»
«Risparmiami le solite frasi vuote» disse Naruto, quasi annoiato. Poi ghignò per l’ultima volta. «Sicuramente per te finisce qui. Questa volta tu hai perso» sibilò.
Le code smisero di agitarsi, immobilizzandosi alte nel cielo in un semicerchio perfetto.
Naruto sollevò Tsuda, ad almeno un metro da terra, e smise di far scorrere chakra giallo sul suo corpo.
Un grido lacerò l’aria.
Sotto gli occhi disgustati e orripilanti di Kotaro e Hitoshi, il chakra rosso risalì lungo la mano di Naruto fino al collo di Tsuda. Da lì scivolò in basso, come spuma animata di vita propria, e dove si posava la pelle si corrodeva, con un inquietante sfrigolio. Scese lungo tutto il corpo, bruciando abiti, armatura e ossa, come un acido inarrestabile ribolliva e sfidava la gravità. Ben presto Tsuda non ebbe più voce per gridare, e rimase ansante, gli occhi fuori dalle orbite e la bocca spalancata in un grido muto.
Come chi lascia il dolce per ultimo, Naruto lasciò che il chakra risalisse verso il capo.
Per un attimo strinse tra le dita una sagoma scarlatta che si contorceva debolmente e sfrigolava.
Poi la lasciò cadere a terra, e la guardò. La guardò finché non ci fu più nulla da vedere, e la massa rossa tornò ad aumentare quella che già lo circondava, donandogli code e orecchie e artigli di volpe.
Solo a quel punto Sasuke rilassò le spalle e lasciò che la barriera si estinguesse, inspirando piano.
«E’… è finito?» chiese Jin con un filo di voce, mentre tutti gli altri ninja imitavano l’Uchiha. Anche l’apatico figlio dell’Hokage non era riuscito a restare impassibile.
Sasuke annuì, massaggiandosi un muscolo contratto, e asciugò il sudore dalla fronte pallida.
Si voltò a cercare Hitoshi, e lo vide alle sue spalle che fissava il cratere con gli occhi sbarrati.
«Girati» gli ordinò, e quello, come un automa, obbedì. «Dimentica quello che hai visto, se non puoi sopportarlo. Quello non è il vero Naruto»
Il piccolo Uchiha annuì, e il suo corpo rigido prese a tremare.
Kotaro non aveva voluto vedere. Quando Tsuda aveva gridato, lui si era accucciato e aveva serrato le palpebre, premendo le mani sulle orecchie. Sai gli batté un colpetto sulla spalla.
«E’ finita» gli fece capire a cenni.
Kotaro annuì, ed esitante si rialzò. Fece girare lo sguardo tutt’attorno, e vide soltanto volti turbati e lividi, come probabilmente era il suo. Adocchiò Tobi che si piegava e vomitava, un ragazzo dai capelli rossi che indossava la divisa della Roccia che gli batteva piccole pacche sulla schiena, ma non riuscì a soffermarsi a pensare a cosa significasse. Vide anche i suoi genitori, a una certa distanza, e si affrettò a raggiungerli.
«Voglio tornare a casa» sussurrò a suo padre, quando Tenten non era a portata di orecchio. Non gli importava di sembrare un bambino, voleva solo andarsene di lì, tornare in un mondo in cui le cose giravano nel modo giusto e in cui i maestri dai capelli chiari non erano mostri color del sangue. Voleva tornare nell’atmosfera familiare della sua casa e dormire nel suo letto, e litigare con Mei e fingere che nulla fosse successo, voleva correre il più lontano possibile da lì, e da quella realtà.
Rock Lee gli posò una mano sulla testa, e annuì. Kotaro notò che anche lui era pallido.


Nella generale agitazione, un puntolino distante non poteva certamente essere motivo di interesse.
Oltre la conca, lontano sulla collina appena accennata, l’unico superstite della Roccia osservava il cratere con una certa preoccupazione e una smisurata ammirazione.
«Incredibile…» mormorò Ariyoshi Tsuda, le braccia incrociate sul petto. «Padre, avevate perso in partenza»
Rimase a contemplare l’opera di Naruto ancora qualche istante, pensieroso, e infine un leggero sorriso si fece strada sulle sue labbra.
«Una morte onorevole, come avete sempre desiderato. Sul campo di battaglia. Ma siete stato davvero ingenuo…»
Avevano avuto la spia a portata di mano, avrebbero potuto farsi svelare i piani della Foglia, vincere forse; se non avessero fatto arrabbiare quel Naruto Uzumaki… E invece, nella foga di combattere, avevano puntato tutto su un piano che li aveva condotti alla rovina.
«Addio, padre» mormorò Ariyoshi voltando le spalle al campo di battaglia. «Forse vi farà piacere sapere che ufficialmente anche io sarò morto da eroe in questa guerra»
Mentre camminava, allontanandosi dal confine con il Paese del Fuoco, vide una figura ammantata attenderlo in lontananza. Sorrise brevemente, e la raggiunse.
«Mi dispiace» disse una voce di donna da sotto il cappuccio. Un’unica ciocca turchese correva sul petto appena accennato.
«Sì, è stata una sconfitta pesante» commentò Ariyoshi.
«Io parlavo di tuo padre»
«Oh, quello. Beh, prima o poi tutti i padri muoiono, è un’idea con cui ho imparato a convivere da quando avevo sei anni» si strinse nelle spalle. «E comunque è morto come voleva, cosa può desiderare di più?»
La donna ammantata non ribatté, sapendo che sarebbe stato inutile, e invece gli si affiancò e riprese a camminare con lui.
«Qual è la nostra meta?» domandò.
«Devo ancora pensarci» rispose Ariyoshi. «Ah…» fece subito dopo, fermandosi.
«Cosa c’è?»
«Niente. Solo mi chiedevo…» si voltò, e lanciò un’occhiata agli uomini della Foglia che iniziavano ad avvicinarsi al cratere. «Non penseranno davvero che sia finita qui?»
«Anche tuo padre aveva detto qualcosa di simile, prima di morire. Non erano frasi vuote?»
«Incredibile a dirsi, per una volta no, anche se probabilmente lui non lo sapeva. Stranamente la Roccia ha fatto le cose per bene: hanno ancora due agenti infiltrati, e la Foglia non sa nemmeno della loro esistenza. Tra l’altro sono anche in ottime posizioni, se ben ricordo: la segretaria del Kazekage e un altro che al momento mi sfugge, alla Foglia. E dovrebbe essere in azione proprio ora, anzi credo che stia combinando un bel casino laggiù Bah. Che si arrangino»
«Sono spie svogliate come eri tu?» domandò la donna con una punta di ironia nel tono, mentre riprendevano a camminare. «Da quanto tempo non lavoravi più per la Roccia, praticamente?»
«No» rise Ariyoshi. «Loro fanno le cose per bene» sospirò. «Spero solo che non me la uccidano»
«Chi?» chiese la donna mascherando il leggero dispetto con la freddezza.
Ariyoshi sorrise, ripensando a una ragazzina dalla lunga coda nera.
«Lo saprai a tempo debito» cantilenò. «Tutto a tempo debito»


Era solo.
Era sempre solo, in quei momenti.
Che sciocchezza. Tu non sei mai stato solo. Ci sono sempre stata io
Kyuubi. Con la sua voce bassa e ghignante e quel tiepido rumore di fusa in fondo alla gola.
“Sono solo, invece” pensò Naruto, mentre le nove code purpuree si agitavano sopra la sua testa come quelle di un gatto nervoso. “Quando devo ricacciarti nel profondo, sono sempre solo”
Mentre lo spirito della volpe tornava a giacere nelle profondità della sua anima, rinchiuso dietro quelle sbarre sigillate da una pergamena malridotta e mantenute serrate più che altro dalla sua volontà, a Naruto parve di sentire una risata bassa e carica di minacce e promesse. E, in sottofondo, fusa.
Riaprì gli occhi.
Era sul fondo del cratere che lui stesso aveva creato, completamente solo. Sopra la sua testa il cielo era azzurro, e nuvole filamentose ruotavano pigre, incapaci di prendere una direzione certa. Sollevando lo sguardo, Naruto vide i bordi irregolari della conca che lo circondava, e sospirò.
Aveva cercato di trattenersi. Blandamente, ma ci aveva provato.
E invece, ancora una volta, aveva constatato che, quando lasciava libera Kyuubi, anche se poteva proteggere sé stesso non era in grado di proteggere gli altri.
«Tutto bene?» chiese una voce dall’alto. In cima alla conca, inginocchiato sul limite ultimo del precipizio, Sasuke lo chiamava. «Sei tornato il solito idiota?»
«Ti ammazzo!» sbraitò Naruto agitando il pugno verso l’alto, i crucci esistenziali scordati in un baleno..
«E’ okay» commentò Sasuke rivolto verso qualcuno alle sue spalle, che dal fondo della conca restava invisibile. «Reagisce agli insulti, è normale»
«Ma che cavolo di metodi usi per controllarmi?!» chiese Naruto indignato, mentre arrancava verso il bordo della conca. «Un giorno ti faccio rimangiare tutto!»
«Tutto cosa?» sbuffò Sasuke con un ghignetto di superiorità. «Questa volta non ti ho neanche insultato davvero. E poi è evidente che io sono migliore sotto ogni aspetto, non riuscirai mai ad essermi superiore»
«Piccolo bastardo dall’ego smisurato…» ringhiò Naruto raggiungendo il bordo, mentre una vena si gonfiava sulla sua fronte. «Con chi cavolo credi di parlare, eh?»
Sasuke sorrise. «Con il peggior ninja del villaggio della Foglia»
Ecco chi aveva diffuso la voce.
Ripensando alla loro prima prova con Naruto, Hitoshi e Kotaro si resero conto che avrebbero dovuto ammazzare l’Uchiha, se volevano mantenere il giuramento di quella volta. Ma preferirono fare finta di niente e cancellare quella fugace e sconsigliabile riflessione.
Sasuke posò una mano sulla spalla di Naruto, e, prima ancora che quello potesse reagire, gli diede una leggera spintarella. Le dita del biondo si staccarono dal bordo del cratere, lui impallidì, e poi con un urlo che era un insulto prolungato scivolò nuovamente verso il basso, trascinandosi appresso una cascata di detriti.
L’Uchiha si alzò in piedi, spolverandosi le mani.
«Va bene, due ore di riposo e poi tutti a casa!» annunciò prendendo in mano la situazione.
«Bastardo, il capo ero io!» gridò la voce di Naruto dal basso.
Tra i ninja si diffuse una risata leggera, che riportò il colore sulle loro guance.
Kotaro guardò Hitoshi, perplesso.
«Di’ un po’… Tuo padre è un gran fanfarone, vero?» chiese.
Il piccolo Uchiha arrossì d’indignazione. «Non è vero!» sbottò.
«Ma ha appena detto di essere migliore di Naruto, quando è evidente che…»
«Sta’zitto! Mio padre è migliore di lui! E’ il miglior ninja dopo l’Hokage! Insomma, non basta essere forti per essere in gamba! Bisogna anche essere intelligenti, e lui di sicuro non lo è!» additò Naruto, che risaliva per la seconda volta dal bordo.
Sai gli tese una mano, sperando così di fargli dimenticare il leggero screzio che coinvolgeva Chiharu, e Naruto la afferrò e si tirò in piedi. Guardò il ninja moro per qualche istante, gli sorrise, lo ringraziò, e poi lo scaraventò giù per la conca.
«Io non dimentico!» gli gridò con un gesto osceno.
«Visto?» esclamò Hitoshi, piccato.
Kotaro scambiò un’occhiata con Jin, che si strinse nelle spalle. «Teoricamente ha ragione» confermò.
Il piccolo Lee si grattò la nuca, ancora poco convinto. Sospirò. Ehh, ce n’erano di cose da imparare…

L’ora successiva fu la più rilassante nella breve vita dei tre neodiplomati.
Avevano provato il riposo dopo una lezione all’Accademia, dopo una missione, dopo un’esercitazione di sopravvivenza, ma nulla riusciva a eguagliare il senso di profondo benessere che provarono quando realizzarono che erano usciti vivi dalla loro prima, vera battaglia.
Hitoshi, Kotaro e Jin si sedettero tra Sasuke, Naruto, Sai, Neji, Shikamaru, Lee, Tenten e tutti gli altri ninja più o meno loro coetanei. Mentre la squadra medica controllava i feriti e contava i morti – in numero sorprendentemente esiguo, considerate le premesse – loro riprendevano fiato, e Kiba blaterava qualcosa sulla moglie che ora lo avrebbe costretto a fare figli, giusto perché sarebbe tornato vivo, e malediceva Naruto che con il suo matrimonio gliel'aveva fatta incontrare.
«Guarda l’eroe» ghignò Sasuke adocchiando Naruto che ronfava poco più in là, sicuro e tranquillizzato dal messaggio di Kakashi. «Dice tanto, e poi è il primo a crollare»
«Tu hai prodotto seicento copie, sterminato un esercito e controllato un demone?» gli chiese Shikamaru con voce atona.
Tutti risero, mentre Sasuke per vendetta spolverava un po’ di terriccio sulla faccia di Naruto, ma quello era soltanto lo schema che si ripeteva ogni volta che ne uscivano vivi, nessuno se la prendeva davvero.
Kotaro e Hitoshi si sentirono immensamente grandi a stare tra le leggende del villaggio. Sapere che il proprio padre è famoso e vederlo mentre ronfa sul divano è molto diverso dal vederlo sul campo di battaglia, che ride e scherza dopo aver rischiato la vita. Ed essere accanto a lui, e sapere di aver fatto esattamente – beh, più o meno – le stesse cose, avrebbe riempito di orgoglio chiunque.
«Chiharu è stata un’idiota» sorrise il piccolo Uchiha, di nuovo avvolto dall’eccitazione, ora che Naruto era tornato innocuo.
«Già» annuì il piccolo Lee, seduto accanto a lui. «Chissà cosa starà facendo adesso»
Sfortunatamente per loro e per gli altri ninja, lo avrebbero saputo anche troppo presto.
Nemmeno dieci minuti dopo, mentre si crogiolavano al sole e davano fondo alle loro borracce, un puntolino si disegnò all’orizzonte, verso il Paese del Fuoco. Il primo ad avvistarlo fu Tobi, mentre prendeva fiato tra una medicazione e l’altra.
«E’ un altro di quegli uccelli!» esclamò additando il cielo.
Tutti seguirono il suo sguardo, e videro una sagoma appena percepibile ingrandirsi mano a mano che si avvicinava, sorprendentemente veloce.
Quando fu sulle loro teste divenne chiaramente visibile per ciò che era: un uccellino scarlatto dalle piume arruffate. La sua coda non era nemmeno lontanamente paragonabile a quella del suo predecessore, corta e opaca com’era, e il messaggio che portava legato alla zampa era piegato alla bell’e meglio e sembrava troppo pesante per lui.
Con una certa difficoltà fece un giro sopra le teste dei ninja che lo fissavano perplessi, poi planò incerto verso il corpo di Naruto addormentato.
L’atterraggio fu brusco, ma pienamente centrato: l’uccellino piombò dritto sul naso del jonin, che si svegliò di soprassalto.
«Ma che cavolo…?!» imprecò quando una piuma andò a solleticargli le narici. Starnutì, e si rizzò a sedere.
«Ha un messaggio» disse Kotaro sporgendosi per prendere il volatile, ma quello gli sgusciò tra le mani, facendo roteare gli occhietti neri, e tornò a svolazzare sulla faccia di Naruto.
«Okay, okay! Ho capito!» sbottò lui afferrandolo. Tolse il foglietto ripiegato dalla zampa, e come l’ebbe fatto l’uccellino si dissolse in uno sbuffo di fumo.
«Sembrava proprio debole» commentò Jin inarcando le sopracciglia.
Naruto aprì il messaggio, e corrugò la fronte quando vide che ancora una volta era scritto con il sangue. Forse si sarebbe preoccupato anche di più se avesse osservato le spesse gocce scure che intridevano i bordi della carta, ma prima che potesse farlo ciò che era stato scritto attirò la sua attenzione.
Questa volta non ebbe neanche il tempo di impallidire, come quando Tsuda gli aveva detto che avevano preso Hinata.
Questa volta lasciò andare il biglietto e unì le mani così rapidamente che nessuno riuscì a vederlo.
Ci fu solo una leggerissima, impalpabile e oscura vibrazione.
E un attimo dopo era sparito.










Nel prossimo capitolo...

“Ci siamo…” pensò il ninja con un altro sospiro. Il messaggio tra le sue dita prese fuoco, riducendosi a cenere in una manciata di secondi, e la leggera brezza ne spazzò via i resti.
La copia trasformata nello scoiattolo, che ancora correva tutt’attorno, drizzò la coda e si bloccò su un ramo. Corse veloce sulla sua estremità, un punto visibile da ogni direzione, e, scrutando con gli occhi acuti due ragazzini nascosti tra il muro e il cespuglio che giocavano a morra cinese, si tinse all’improvviso di un rosso acceso.
Il segnale era stato dato.








* * *

Spazio autore

Allora, volevate il capitolo crudo? E l'avete avuto.
Certo, non arriva ai livelli del sequel di Redenzione che mio malgrado sto scrivendo, ma comunque è già qualcosa.
E ora, per un po', di Naruto non saprete nulla.
(Non osate lamentarvi perchè al momento sono tutti vivi! Il capitolo 36 è ancora lontano!)

Riguardo alla mia pagina personale.
Qualcuno l'ha letta e si è chiesto con preoccupazione che diavolo mi sia successo.
Ebbene, dopo il capitolo 402 di Naruto c'è stato un certo scombussolamento nel mio cuore,
e, pur non sapendo se sia definitivo o transitorio, devo prenderne atto.
Ma attenzione!
Ciò non significa che metterò mano alla fanfic e la modificherò per seguire le mie nuove, perverse tendenze!
Questa storia è già stata scritta per intero ormai un anno fa, e se la modifico è solo per evdenti errori di battitura o dettagli ininfluenti!
Anzi, al momento sono un po' dispiaciuta per quello che deve accadere...

Fino al capitolo 36, questo elenco resterà qui,
ma decurtato dei nomi che hanno già fatto storia.

Scommesse sui morti
Shikamaru - 3 voti
Asuma - 3 voti
Kakashi - 3 voti
Tsuda junior - 2 voti

Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Temari - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Nessuno della Foglia - 2 voti


slice: io povera ignorante non so cosa voglia dire "strappà"! XD Spero per Sasuke che sia un complimento, comunque, e grazie per aver detto che a leggere sembra di vedere un film!
SuperEllen: uhm, all'epoca della prima pubblicazione del peggior bla bla bla qualcuno aveva ipotizzato che si trattasse di Jiraya, in effetti... Anzi, mi ero stupita perché questa volta non lo avevano detto in tanti! E dire che temevo che il cane fosse eccessivamente spoileroso! XD Ma a quanto pare queste cose esistono solo nella mia testa, e dopotutto sono davvero imprevedibile! U_U Per quanto riguarda Naruto, francamente io l'avevo pensata in un altro modo: lui non si fa colpire per amore di Hinata. Lo fa perché se Tsuda pensa che lui sia KO, quando le prende, le prende peggio! <3 (questo è il genere di trip malati che mi faccio) Oh, tra parentesi, non è la prima volta che Naruto mette nove code. Lo aveva fatto anche quando ha quasi massacrato Sasuke, in Sinners, ma all'epoca non sapeva mantenere il controllo. Dunque, su Tsuda jr ci hai preso, come hai letto, e invece non posso dirti se morirà qualcun altro... XD Sappi solo che finché l'elenco dei morti resta lì dov'è, i nomi che vengono indicati sono a rischio. E anche qualcuno che non è ancora stato tirato fuori...
arwen5786: ma dunque, tutti dicono che Kakashi è stato un grosso colpo di sorpresa, e io continuo a non capacitarmene! XD Va beh, mi fiderò della vostra parola e chinerò la testa. Oh, guarda, al momento mi piange il cuore a pensare a Sasuke che si sente inferiore a Naruto e a quello che succederà... ç_ç Ma non parliamone, pensiamo ad altro! Haru e Baka, Haru e Baka... Tu sai che lui mi piace, sì sì. E sai che con lei ho un rapporto conflittuale, ma che è l'unica fanciulla nei paraggi... Ciò detto, cosa succederà tra loro? Oh, Neji! <3 Che ne farò del giovane Neji? (e qui, davvero, non mi sbottono!) A proposito: non esistono personaggi che non ucciderei mai. Credimi, con le giuste motivazioni farei fuori davvero tutti. Ma povera Hanabi! Lasciala perdere, la pulzella, che già è abbastanza sfigata così com'è! XD
Killkenny: uhm... ogni tanto ho la tentazione di cambiare qualcosa, solo per sorprendere te. XD
sammy1987: ebbene sì, l'uomo in nero era Kakashi! E ancora non so perchè beve latte alla fragola! XD Comunque direi che Naruto ha fatto sfoggio della sua potenza oggi, non tanto nello scorso capitolo! E la cosa è abbastanza piacevole... <3 (anche se ora mi spiace per Sasuke! ç_ç)
bambi88: non so se ti darò più della sanguinolenta, sai? Dopo quello che uscirà dall'ultima masochistica cosa che ho deciso di scrivere, temo che nessuno reggerà il confronto con me. ç_ç Anche a me Sasuke fa tenerezza, maledizione! Tanta tenerezza! ç_ç Perchè, perché Kishi ha fatto quel che ha fatto?!
Hipatya: calma, prima di pronosticare Naruto che perde la testa! XD Ricorda che sono passati 13 anni da Sinners, anni di allenamenti e crescita! Per ora ha ancora le redini. Oh, non mi parlare dell'infigheggiamento di Naruto! Ora come ora a leggere di Sasuke che rosica mi viene da piangere! Voglio dargli le sue soddisfazioni, lo voglio con tutta me stessa! ç_ç E odio Kishi che mi fa pensare queste cose. Se non altro Haru e Baka mi tirano un po' su di morale... Sono adorabili, soprattutto nel prossimo capitolo! <3
muccina89: ehm, sei davvero sicura che il povero Tsuda si meritasse tutto quello che gli è capitato? XD Non è stato forse un po' troppo...? Naaa...! XD Uh, povero Sasuke sì! ç_ç Mi pento e mi dolgo di farlo rosicare così tanto, e mi pento anche per quello che accadrà...
maninja87: taciiiiiii! Io soffro più di tutti per le figure che ci fa Sasuke! Io, che mi sono convertita all'improvviso e non so come devo comportarmi, io, che so cosa succederà e non posso fare niente per impedirlo! ç_ç Accidenti, accidenti, accidenti a me! Tu potrai anche consolarti con il manga, ma io sul manga ci piango! ç_ç Per quanto riguarda la fanfic, direi che al momento le scene sono due, ma già nel prossimo capitolo diventeranno tre. E davvero, rileggendola mi chiedo come cavolo sono riuscita alla fine a riunire tutto in un unico luogo! ò.ò Sono meglio del previsto! XD Anche se ricordo che verso la fine di questa storia stavo impazzendo, con tutti gli intrecci vari... Non so nemmeno quante volte ho dovuto rileggerla per essere sicura di non scordare niente!
yayachan: ed ecco il tuo amato capitolo 26, come da richiesta. E la minuscola aggiunta che, ne sono sicura, tu hai notato! XD Uh, per quanto riguarda il piccolo Tobi, in realtà non si chiama Tobi. Il suo pomposissimo nome è Toshibimaru, ma da quando era all'accademia hanno sintetizzato nome e cognome in Tobi, e tale è rimasto!
lale16: eddai, questa piccola anticipazione te la faccio... Vuoi vedere Temari che combatte? Prossimo capitolo! Oh, grazie per i complimenti sulla scena, sono contenta che si sia mantenuta più o meno sui livelli di Sinners... la cosa mi angosciava parecchio, in effetti.
DuniettaS: uhuhuh, sai, non è affatto detto che i mocciosi riconoscano la bravura di Naruto... Potrei anche essere particolarmente bastarda e saltare quel momento! Però già nello scorso capitolo hanno avuto un assaggio di quel che poteva essere, e in questo una piccola batosta. Poverini, mi fanno un po' pena, ora... Oh, sono felice che Kakashi sia risultato così sorprendente, alla fine! XD
fedecr90: qual è l'unica cosa che convertirebbe Haru? Boh, ma personalmente ritengo che se Shika morisse lei si incazzerebbe e direbbe che è colpa del fatto che era ninja. U_U Sì, sì, mi maledirai per la risposta breve e stringata, ma so che poi continuerai a volermi bene e a istigarmi alla socializzazione! <3 Tra parentesi, in giugno salgo a Milano, ma non ti dico mica quando! <3
Yume_Tsuki: meno male che ti sei divertita nello scorso capitolo, perché da ora, a parte qualche breve siparietto, ci sarà meno di che gioire! XD
Talpina pensierosa: sì, in effetti lo adoro anche io, ma credo che ormai sia risaputo, no? XD
crilli: no che non sei un'idiota in paranoia! XD Su su è normale temere: sono abbastanza stronza da essere pericolosa. E poi, onestamente, non avevo dato nessun segno perché si capisse che era kakashi. U_U A parte il cane, beh. Per quanto riguarda le tue perplessità sul mio cambio d'orientamento (metaforico, eh XD), puoi leggere più su e basarti sulle quattro cose che ti dirò in questo momento. Sembra stupido, a me pure folle, ma io capisco Sasuke alla fine del 402. E lo spalleggio completamente. A livello razionale, so che è un cazzone, ma a livello emotivo lo amo. Punto. E con lui anche Itachi, e pure gli Uchiha che progettavano il colpo di stato, ecco. Tutto a livello emotivo, eh.
Ino_Chan: mah, a me Kotaro e hitoshi sembrano due deficientelli, ma va beh! XD Sono felice che ti siano piaciuti e che ti siano piaciute anche le scene di guerra! ^^
RedCrossBook: ahimé, questa fic è stata scritta nel periodo in cui ancora amavo Naruto. U_U Ora penso di vertere più su Sasuke, e infatti ciò che di nuovo c'è sul mio pc maltratta lui, ma ancora per un po' leggerai di naruto in seri casini...
Maobh: uhm, bene, direi che ora sono soddisfatta delle scene di battaglia! XD Ero davvero insicura, non sapevo se avrebbero reso bene come quelle di Sinners e Redenzione, ma dai commenti mi sembra di capire che erano decenti anche un anno fa. E dunque gioisco! XD Oh, come prendi alla leggera il conto dei morti... non dovresti stare tanto serena, sai? Uh, colgo l'occasione per rispondere qui al tuo messaggio su hotmail (ho seri problemi con quella cavolo di posta, le volte in cui mi apre i messaggi di solito non mi fa accedere al servizio "rispondi"... -.- E, visto che questo è uno spazio in cui posso scrivere quello che voglio, a differenza di quello dei commenti, lo sfrutto!). Per vederci, guarda, non è questione di essere timida o meno (non solo! XD), è che in questo periodo sono leggermente subissata di esami, e la cosa non mi rende molto incline a gironzolare, per il semplice motivo che so che quando lo faccio arrivo a casa e mi dico "sono stanca, mica posso mettermi a studiare!" Quindi, facendo un rapido calcolo riguardante i miei impegni, o dopo il 26 (e con questo intendo dire il 27, che poi torno a casa) o dopo il 10 luglio (e lì credo di aver tempo quattro o cinque giorni) o se ne riparla a settambre. Mi spiace, ma purtroppo non posso fare diversamente! ç_ç Ah. E Angels è splendida, lo so *_* Non ho ancora trovato una persona a cui non sia piaciuta!
Izayoi007: ed eccola che invoca il sangue. Ma che ho fatto di male io, mi chiedo? Va beh, in fondo se do un dito devo dare anche tutto il braccio, suppongo sia mio dovere... E dunque, sangue a te! In questo capitolo e in quelli a venire! ^^ E ancora tanta, tanta, tanta Kyuubi...
1992: ma ciao! Quanto tempo! *_* Ehi, sai che mi puoi contattare su messenger, vigliacchetta? ò.ò Mica mi offendo - anche se tendiamo all'impazzimento collettivo. Uff, comunque... parlando di questa fic, è meno cupa e opprimente di Sinners perché l'ambiente è tutto diverso. All'epoca i personaggi stessi avevano problemi più grandi di loro, mentre ora ho per le mani dei tredicenni idioti la cui maggior preoccupazione è: sono o non sono il più figo del gruppo? Mi capisci che in queste condizioni l'atmosfera non può che farsi più rilassata... Con ciò, ovviamente, voglio dire che quando ci saranno delle scene riservate agli adulti, e saranno scene un po' più spesse delle cretinate dei tre mocciosi, i toni si faranno un filino più cupi, perché sono obbligata. Hai visto che ho risposto alla tua recensione? E meno male che ogni tanto mi ricordi Yumi-chan, o rischio di dimenticarla! XD
gracy110: uh, quanto entusiasmo! ^^ Mi fa davvero tantissimo piacere leggere che ti sei entusiasmata a tal punto, e spero che questo capitolo non abbia deluso le tue aspettative! Hai avuto abbastanza sangue? ^^


Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Battaglia in giardino ***


Naruto2-27

Battaglia in giardino



- Ventisette -







Jiraya era alla ricerca di idee per il suo nuovo libro. Acquattato tra le fronde di un albero che si tendevano al di sopra delle terme, scrutava con occhi molto poco lucidi ciò che accadeva più in basso. Ridacchiava piano, senza farsi sentire, quando a un tratto rischiò di scivolare dal ramo. All’ultimo istante si aggrappò al tronco e non perse l’equilibrio, ma qualche foglia ondeggiò pigra verso l’acqua calda, e un paio di ragazze alzarono lo sguardo verso il suo nascondiglio.
«Accidenti!» bofonchiò, dileguandosi.
Da qualche giorno le cose non andavano più bene come prima.
Da quando aveva avuto quella discussione con la figlia di Shikamaru Nara, per la precisione.
“Sciocchezze” si disse minimizzando, mentre attraversava il villaggio con aria pensierosa. “Una spocchiosa bambinetta non può sapere nulla dell’immenso valore artistico della mia opera. Andiamo, quella non saprà nemmeno cosa vuol dire pomiciata!”
Eppure, da quando lei gli aveva sibilato che i suoi libri facevano schifo, lui non era più riuscito a scrivere una parola. Nessuno gli aveva mai detto quelle cose con tanta acidità, nemmeno Naruto da ragazzino – che poi, un po’ cresciutello, qualche suo libro se lo era letto pure lui.
Il ninja sbuffò, e si fermò in mezzo alla strada.
“Quasi quasi la cerco e la faccio ritrattare” pensò. “No. Scherziamo? Io che inseguo una mocciosa per farle cambiare idea? Che si arrangi, sono fatti suoi se non capisce niente!”
Sbuffò contrariato, e, anche se non lo avrebbe mai ammesso, combattuto. Rialzò lo sguardo dalla strada e vide che si trovava in una zona del villaggio un po’ in periferia, a quell’ora della giornata deserta. Non conosceva bene quelle vie, e impiegò qualche istante per orientarsi. Alla fine decise che sarebbe tornato a casa, e che avrebbe cercato di buttare giù qualche riga.
Si voltò, e per poco non inciampò su qualcosa di piccolo, peloso e terribilmente veloce.
«Ma che…!» bofonchiò, mantenendo l’equilibrio per un soffio. L’animaletto che aveva rischiato di farlo cadere scivolò rapido su per le sue gambe e lungo la schiena, piantandogli nella pelle artigli minuscoli e affilatissimi, e alla fine gli si fermò su una spalla muovendo il musetto color sabbia con insistenza.
«Una donnola?» fece Jiraya, sorpreso. Quella gli girò una volta attorno al mento, e poi gli tese un foglietto di carta ben ripiegato.
Il ninja lo prese, lo aprì, e fece scorrere velocemente gli occhi sul breve messaggio. Alla fine corrugò la fronte.
«Puoi andare» disse alla donnola, che con uno squittio sommesso si dileguò in uno sbuffo di polvere. Lui accartocciò il foglio e lo nascose tra le dita.
“C’è una cosa che devo controllare” rifletté. E quando riaprì la mano del foglietto era rimasta solo polvere volatile.


Nelle profondità della casa di Naruto Il Piano era pronto.
Per la verità era elementare, banale quasi, e prevedeva sostanzialmente che tutti uscissero in massa dalla porta secondaria del rifugio e attaccassero i nemici alle spalle, mentre Hinata e la sua famiglia restavano dentro insieme a Sakura e Ino, nell’improbabile eventualità di doversi difendere.
In un angolo della stanzetta che occupavano, a malapena visibili sull’intonaco, c’erano le linee di uno stretto passaggio che poteva essere aperto solo con il chakra; Kakashi aveva detto agli altri che li avrebbe condotti nella foresta, a qualche centinaio di metri dalla casa.
«Va bene. Siamo pronti?» chiese l’Hokage spostando il coprifronte e sollevando la palpebra che copriva lo sharingan. «Non manca nessun altro, oltre agli Hyuuga?»
Temari fece mente locale. «Dovremmo esserci tutti» confermò facendo scrocchiare il collo.
Non aveva ancora finito di parlare che un colpo risuonò sulla porta. Scese il silenzio. Altri due colpi. Una pausa, e poi l’ultimo.
All’interno della stanza gli astanti si scambiarono occhiate preoccupate. Dopo una decina di secondi Iria fece per andare avanti, ma Kakashi la fermò con una mano. ‘Vado io’ le fece capire con un cenno, e si fece avanti al suo posto.
Esitò prima di aprire, chiedendosi se non sarebbe stato più saggio mandare una copia; sapeva che nel messaggio di Temari erano incluse le istruzioni per entrare nella stanza, e che quindi solo qualcuno da lei contattato avrebbe potuto conoscerle, ma se gli Hyuuga avevano iniziato a comportarsi in modo strano, non sapeva quanto potesse fidarsi.
Tese una mano, cautamente, e aprì uno spiraglio.
«E’ qui la festa?» chiese una voce a lui ben nota.
Inarcando le sopracciglia Kakashi spalancò lentamente la porta, e fissò Jiraya che, appoggiato al muro con nonchalance, esibiva un sorriso spavaldo.
«Cos’è quella faccia?» chiese vagamente deluso quando l’Hokage non ribatté. «Ho ricevuto la donnola»
Kakashi si voltò a fissare Temari. Lei rifletté qualche istante, e alla fine batté il pugno sul palmo della mano.
«Ah già! L’ho mandata anche a lui» si ricordò improvvisamente.
«Vi eravate dimenticati di me?» chiese Jiraya scioccato.
Temari si strinse nelle spalle. «Sei in ritardo. E poi la tua battuta d’ingresso faceva veramente pena»
«Che diavolo c’entra quello che ho detto entrando?!» inveì il ninja, sul piede di guerra. «Sono arrivato appena ho potuto, e porto anche qualche informazione utile, maledetta saccente! Uguale a tua figlia, sei…!»
«Informazioni?» intervenne Kakashi, mentre Shikaku soffocava la replica di Temari tappandole la bocca.
«La retroguardia è stesa nel bar» spiegò Jiraya. «Dorme come un angioletto, sonnifero credo. E gli intrusi che Hinata dice di aver visto sono tutti accalcati qua attorno. Fanno un ampio uso di copie»
«Questo lo sapevamo già» sibilò Temari con un ghigno supponente. «Tutte qui le tue ‘informazioni utili’?»
Jiraya la fulminò con lo sguardo, ma Kakashi si mise tra i due e gli impedì di ribattere.
«Quanti sono ora?» chiese in fretta.
«Una sessantina. Gli originali sono quindici se va bene»
«Hanno creato altre copie…» mormorò l’Hokage. «Ma noi siamo comunque abbastanza. Penso che il loro obiettivo fosse colpire la casa di sorpresa, quasi sicuramente non si aspettano una reazione. Possiamo prenderli alle spalle»
«Frena» lo interruppe Sakura. «C’è qualcosa che non torna. Se vogliono colpire di sorpresa, perché non hanno ancora attaccato? Eppure sanno che Hinata è entrata»
«Forse si sono fatti cauti dopo che ne abbiamo eliminato uno» ipotizzò Kakashi, ma lei scosse la testa.
«No» disse accigliandosi. «Secondo me aspettano qualcuno»
«Gli Hyuuga?» chiese Ino inarcando le sopracciglia.
«No!» scattò Hinata. «No, mio padre non tradirebbe mai il villaggio solo per riportarmi a casa! Per lui Konoha è sempre stata mille volte più importante di me!»
«Ma adesso hai anche le bambine» le fece notare l’Hokage, parlando piano e con infinita cautela. «Immagino che tu sia al corrente del motivo per cui ti ha lasciato sposare Naruto… Oltre alle minacce, s’intende. Lui voleva i suoi figli. Naruto è la nostra arma segreta, nelle sue vene scorre il sangue più forte della Foglia. Hyuuga e Uzumaki uniti possono rivelarsi un cocktail esplosivo, qualcosa che non si è mai visto»
Hinata attirò a sé le bambine, che si guardavano attorno smarrite. Erano ancora troppo piccole, e non avevano un’indole battagliera, per cui non si sapeva quanto fossero o non fossero dotate come ninja. Ma, a livello teorico, in effetti il potenziale c’era.
«No» ripeté comunque la loro madre, con piglio deciso. «Mio padre non tradirebbe mai Konoha solo per me, o per chiunque altro. Per lui il villaggio è sacro, viene sempre prima di tutto. Il villaggio e il clan sono le sue uniche priorità»
«Va bene, lasciamo perdere…» sospirò Kakashi lasciando cadere il discorso. «Può darsi che i ninja là fuori attendano rinforzi dall’esterno, in fondo. Oppure, come suggerivo io prima, si sono semplicemente fatti più cauti. In fondo non vedono movimenti oltre i vetri, è normale che si chiedano che fine ha fatto Hinata. Noi procediamo con il nostro piano, d’accordo?» I ninja nella stanza annuirono. «Jiraya, voglio che tu resti qui con Sakura e Ino»
«Con le donne?» ripeté Jiraya indignato. Poi sembrò pensarci più attentamente, e un sorriso ampio gli si disegnò sul volto. «Okay, nessun problema» si affrettò a garantire, con voce calda.
«Guarda che siamo tutte sposate» gli fece notare Ino in tono piatto.
«Certo, certo» borbottò Jiraya senza ascoltarla. Nella sua mente stava giusto vagando un nebuloso progetto per l’ennesimo libro della pomiciata, qualcosa che aveva a che vedere con le madri di famiglia.
Kakashi si chiese se non stava commettendo un errore. Poi sospirò; non avevano tempo per essere indecisi.
«Prepariamoci» ordinò.


I ninja della Roccia non si muovevano. Immobili, nascosti tra i rami o dietro ai cespugli, attendevano gli ordini senza quasi respirare.
A guidarli era un giovane e talentuoso jonin dai capelli di un castano leggero, appostato sul ciliegio del giardino. Tre sue copie coprivano altrettanti lati della casa, e una quarta, trasformata in innocuo scoiattolo, correva su e giù dai rami controllando ogni anfratto da ogni angolazione.
Anche lui era in attesa di ordini.
Poche ore prima, mentre con i compagni attendeva l’inizio del combattimento al confine tra il Fuoco e la Roccia, era stato chiamato in tutta fretta e convocato insieme alla sua squadra per iniziare una missione speciale imbastita in quattro e quattr’otto dalle alte sfere. Non erano stati molto chiari, a dire il vero: gli avevano ordinato di raggiungere il villaggio della Foglia – e meno male che gli avevano almeno fornito una cartina, perché lui non era tra coloro che, da anni ormai, si preparavano ad attaccare Konoha – e di cercare una donna, di cui per fortuna avevano una foto. Avrebbero dovuto seguirla senza farsi notare, e restare in posizione fino a nuovo ordine.
L’unico piccolo inconveniente era che il loro obiettivo apparteneva al tristemente noto clan Hyuga, famoso per il suo byakugan e la sua capacità di vedere a trecentosessanta gradi, anche oltre gli ostacoli.
Il ninja si era chiesto quante probabilità di riuscita aveva la missione. Poi, dopo il calcolo, per tirarsi su di morale, si era detto che in fondo dovevano solo controllarla, e poi, eventualmente, agire. Che comunque sembrava una donna fragile, che aspettava un figlio, che forse, incrociando le dita, il suo byakugan ne sarebbe stato influenzato negativamente. E che gli ordini non si discutevano.
Era partito, prelevando una decina dei suoi uomini più fidati, e aveva lanciato un’ultima occhiata nostalgica alla terra in cui era nato. Chissà perché, presentiva che non l’avrebbe mai più rivista.
Ora, rannicchiato su un albero nel folto del fogliame, attendeva di sapere quale sarebbe stata la sua sorte.
Fino a quel momento aveva fatto tutto come si doveva, un’azione da manuale. Non aveva neanche trent’anni, eppure era già a capo di un nutrito gruppo di jonin. Poteva essere orgoglioso di sé. E anche la moglie che lo aspettava alla Roccia poteva esserlo. Suo marito sarebbe stato un eroe, in ogni caso.
Sospirò, e vide un piccolo falco grigio descrivere cerchi veloci al di sopra dell’albero che lo nascondeva. Il ninja lanciò un breve richiamo, del tutto simile a quello che avrebbe lanciato l’uccello, e quello mosse la testa e planò verso terra. Atterrò tra le fronde del ciliegio e si districò a fatica fino a raggiungere il ninja; alla zampa aveva legato un messaggio.
Il giovane lo tolse delicatamente e lo lesse veloce, sfiorando le piume cinerine con dita distratte. Quando smise di accarezzarlo, il falco riprese il volo e si allontanò nell’aria limpida. Il ninja esitò un istante. Sollevò lo sguardo, scostò un ramo e guardò lungo la strada. Deserta. Se non fosse stato per quell’unica figura incappucciata che gli rivolse un cenno accanto a un cespuglio. E che poi scomparve.
“Ci siamo…” pensò il ninja con un altro sospiro. Il messaggio tra le sue dita prese fuoco, riducendosi a cenere in una manciata di secondi, e la leggera brezza ne spazzò via i resti.
La copia trasformata nello scoiattolo, che ancora correva tutt’attorno, drizzò la coda e si bloccò su un ramo. Corse veloce sulla sua estremità, un punto visibile da ogni direzione, e, scrutando con gli occhi acuti due ragazzini nascosti tra il muro e il cespuglio che giocavano a morra cinese, si tinse all’improvviso di un rosso acceso.
Il segnale era stato dato.


Il passaggio sotterraneo si rivelò stretto e umido esattamente come Kakashi aveva pensato che fosse. Quando Naruto aveva fatto costruire quella casa e la stanza segreta nei sotterranei, anni prima, gli aveva confidato in gran segreto che non avrebbe mai voluto trovarsi in condizioni di dover passare attraverso quel corridoio buio. Ma una seconda via di fuga era sempre necessaria.
I ninja della Foglia strisciarono lungo il budello angusto sulle mani e sulle ginocchia, scivolando sul muschio e bagnandosi i pantaloni con i minuscoli rigagnoli d’acqua che lo percorrevano. Kakashi, davanti a tutti, reggeva una torcia tra i denti e faceva strada, augurandosi che l’oscurità finisse presto.
«Quanto manca?» chiese Temari dal fondo, trascinandosi dietro il ventaglio con evidente fatica e irritazione.
«Poco» le assicurò Kakashi.
“Spero” aggiunse mentalmente.
Da quanto proseguivano? Diversi minuti. L’Hokage sperava soltanto che ormai tutti fossero fuori dal rifugio, in fila lungo lo stretto passaggio, e che nessuno si facesse prendere da un attacco di claustrofobia.
A un tratto la luce della torcia smise di andare in profondità. Come un occhio di bue pallido si fermò contro una parete nera come l’oscurità, e uno spiffero d’aria fresca e odorosa di muschio fece ondeggiare appena il ciuffo di Kakashi.
«Ci siamo!» sibilò indietro, e il sussurro corse fino in fondo alla coda. Ora dovevano essere silenziosi.
L’Hokage tastò il terriccio compatto davanti a sé, e poi puntò la torcia verso l’alto. Il tunnel che stavano percorrendo piegava improvvisamente di novanta gradi, fino a una sorta di botola scura e coperta di muschio bruno. Kakashi si alzò in piedi e constatò che era a un paio di metri d’altezza. Più o meno a metà della parete che risaliva c’era un unico piolo in metallo.
«Merda» si sentì commentare Temari dal fondo, un’imprecazione soffocata ma molto appropriata. «Il ventaglio non ci passa per la curva. E non si piega»
«Con un po’ d’impegno lo spingiamo» la rassicurò Shikaku, nel tono rassegnato che aveva imparato quasi a nascondere, dopo tutti gli anni di convivenza con sua moglie.
Kakashi li ignorò, e tastò la botola alla ricerca di una maniglia. Sotto un’incrostazione di muschio la trovò, e fece scorrere una leggera quantità di chakra in quella che al tatto riconobbe come una sorta di serratura, qualcosa di infinitamente particolare che Naruto aveva ordinato appositamente e che si trovava anche nella sua camera. Era un ritrovato recente, e aveva a che fare con l’albero da cui si ricavavano i foglietti per il riconoscimento elementale.
Con un clack un po’ troppo rumoroso per i gusti di Kakashi, la serratura scattò e la maniglia girò cigolando lievemente. L’Hokage aprì di uno spicchio, posò il piede sul piolo e si issò per controllare attraverso la fessura.
Ai suoi occhi si presentò un tratto di fitto sottobosco assolutamente anonimo. Gli uccelli cinguettavano e il sole illuminava piccoli sprazzi di foglie secche e torba. Non c’era traccia di presenze estranee alla foresta.
Senza abbandonare la cautela, Kakashi aprì del tutto la botola ed emerse dal tunnel, avvertendo immediatamente la differenza di temperatura. Spense la torcia, issandosi sul terreno, e lentamente fece un rapido controllo delle immediate vicinanze. Nulla. Nessun rumore.
«Fuori» disse ai ninja che attendevano nel tunnel, e quelli, rapidi e sollevati, uscirono uno dopo l’altro.
Presto il piccolo spiazzo che li accoglieva fu gremito, e quando anche Temari e Shikaku emersero dal passaggio, ipotizzando che, forse, avevano fatto cedere una piccolissima parte di soffitto là dove la strada si piegava, furono al completo.
«Il villaggio è da quella parte» disse Kakashi indicando verso nord. «Ho controllato mentre voi risalivate. E’ vicino, a pochi minuti di corsa, ma ben prima di raggiungerlo dovremmo incontrare i nemici»
«Ottimo» commentò Temari, scrollando del terriccio dal ventaglio.
«Dobbiamo arrivare il più vicino possibile senza farci scoprire» proseguì Kakashi. «E’ di fondamentale importanza che non si accorgano di noi, per cui dobbiamo cercare di liberarcene prima che diano l’allarme» I ninja attorno a lui annuirono gravemente. «Va bene. Allora in marcia»
Fu come tornare ai tempi del gruppo sette di Naruto, Sakura e Sasuke. Guidare altri ninja, preoccuparsi della loro sicurezza, elaborare piani in cinque minuti… erano tutte cose che l’Hokage non faceva più da anni. E che, si accorse, gli mancavano.
Involontariamente, mentre saltava da un tiglio a un sorbo, si lasciò sfuggire un sorriso.
“Naruto, non so se potresti mai essere Hokage. Soffriresti troppo la mancanza di tutto questo” rifletté con una punta di malinconia e invidia.
Non dovettero correre a lungo. Bastarono pochi minuti, e poi il suo sharingan vide la prima copia appostata tra i cespugli.
Con un cenno brusco Kakashi fermò gli altri che lo seguivano. Istantaneamente tutti si nascosero, silenziosi e invisibili, e lui diede a gesti le direttive, indicando come spostarsi. Non avrebbero potuto circondare gli avversari come loro circondavano la casa, ma potevano sperare di far fuori quanti più originali possibile.
Lasciò pochi istanti perché i ninja della Foglia prendessero posizione, e a quel punto si preparò a dare il segnale dell’attacco. Nascosto tra le fronde di un albero, ad appena pochi passi dalla copia che avevano individuato, Shikaku lo fissava in attesa.
Fu un cenno infinitesimale, un movimento che solo un occhio più che allenato avrebbe colto. Ma Shikaku era un ninja esperto, e, anche se forse ora gli mancava il fiato, non aveva smesso di allenarsi.
In meno di un battito di ciglia unì le mani sotto il mento nelle posizioni necessarie per lo strangolamento dell’ombra, e una sagoma nera schizzò da sotto il cespuglio verso la schiena del ninja della roccia.
Come lui si fu mosso il ninja che stava a qualche metro di distanza entrò in azione, e così gli altri che seguivano, in una catena tanto veloce da sembrare istantanea, un macchinario efficiente e ben oliato.
Ma qualcosa non andò per il verso giusto.
Si trattò di sfortuna, probabilmente.
Un attimo prima che l’ombra di Shikaku toccasse il ninja della Roccia quello fece un balzo in avanti e corse via, verso la fine del bosco. Anche i suoi compagni, presi di mira da altri ninja della Foglia, sgusciarono dalle dita un secondo prima che si accorgessero di essere attaccati, e tutti, veloci e rapidi, conversero verso il loro obiettivo.
Kakashi e gli altri non potevano saperlo: nell’attimo in cui l’Hokage aveva dato il via a Shikamaru, uno scoiattolo sull’estremità di un ramo si era tinto di un rosso intenso.
«Che diavolo hanno?» ringhiò Temari contrariata, e fu la prima a partire all’inseguimento.
Shikaku lanciò un’occhiata a Kakashi, e quando vide che anche lui correva dietro i ninja della Roccia si affrettò a imitarlo, seguito immediatamente dagli altri.
«Cosa è successo?» chiese all’Hokage.
«Non lo so» confessò lui. «Sembra che abbiano reagito a un segnale. Forse hanno iniziato ad attaccare»


«Ho vinto» ghignò Chiharu. «E ora siamo ventidue a tre per me»
«Non so come, ma sono sicuro che bari» ringhiò Akeru tra i denti, ritirando la mano e guardandola come se l’arto lo avesse profondamente offeso.
«E come si fa a barare a morra cinese?» sbuffò Chiharu con aria di superiorità.
In realtà si poteva eccome, visto e considerato che lei aveva un occhio ben più allenato di quello di Stupido e che lui aveva il brutto vizio di muovere le dita prima di lei, ma si guardò bene dal dirlo.
«Mi sono stufato» piagnucolò lui incrociando le braccia sul petto.
«Pfui. Moccioso. Solo perché perdi»
«Cioè perché tu bari»
«Dai, ancora una, l’ultima. Ti lascio vincere, gioco a occhi chiusi»
«Abbi almeno la decenza di non sfottere!»
«Hai paura di perdere anche se tengo gli occhi chiusi?»
Akeru arrossì furiosamente per l’indignazione, e, esattamente com’era nei piani di Chiharu, accettò l’ultima sfida con aria agguerrita. Lei chiuse gli occhi con un sorrisino appena accennato. Entrambi sollevarono i pugni, li agitarono in aria e poi si bloccarono a un segnale prestabilito.
«Sasso!» esultò Akeru vedendo le due dita tese di Chiharu. Lei riaprì gli occhi contrariata – aveva osservato Stupido, e le era sembrato che seguisse uno schema che prevedeva che ora giocasse Carta. Maledizione!
«Rifacciamo» disse testardamente, lanciando al compagno un’occhiata raggelante, ma lui optò per un po’ di presa in giro radicale e continuò ad agitarle davanti al naso il pugno.
«Ahah… Sasso! Non lo avevi previsto, eh? Sasso, anzi Roccia, e… va a vincere con un bam!» mimò l’ultima mossa.
E contemporaneamente un’esplosione dilaniò il giardino.
I due ragazzini si appiattirono contro il muro, proteggendo la testa dai detriti e dalle zolle che piovevano dall’alto. Sentirono un lamento, poi altre voci concitate, e quando Chiharu si azzardò a sbirciare tra le foglie del cespuglio vide un’ampia buca aprirsi là dove fino a un attimo prima c’era stato un cespuglio di rose alto più di un metro. Un ninja sconosciuto che le dava le spalle si sporse sui resti fumanti appena prima che l’uomo a terra si dissolvesse in uno sbuffo di fumo.
«Trappole!» gridò qualcuno.
«Come lo sapevano?»
«Fate attenzione!»
«Qua non si vede niente!»
Un altro grido, e un ninja cadde a terra reggendo il braccio con una serie di kunai infilzati dal polso al gomito.
«Non hanno lasciato tracce, i bastardi!» strillò un altro, e nello stesso momento mise un piede in fallo e fece scoppiare le bombe-carta sui cespugli che lo circondavano. Prese fuoco come un fiammifero, e con lui foglie e rami.
Chiharu, dal suo nascondiglio, sorrise lusingata dal complimento.
Akeru le lanciò un’occhiata a metà tra l’ammirato, l’invidioso e lo spaventato, e si acquattò meglio nell’ombra del cespuglio. Deglutendo, vide il giardino improvvisamente pieno di ninja che indossavano il coprifronte della Roccia, ed ebbe paura che li trovassero. Per la prima volta, quel pomeriggio, iniziò a sospettare di non essere stato tanto geniale a seguire Chiharu.
Eppure i ninja non sembravano notarli. Dopo il primo slancio di entusiasmo, avevano iniziato ad avanzare cauti e studiando ogni centimetro di erba. I più svelti a pensare saltarono sul muro di cinta, e da lì al tetto, e anche gli altri non impiegarono molto ad arrivare a quella soluzione.
Vedendoli cambiare prospettiva, Chiharu imprecò e si infilò più sotto al cespuglio, stendendo frettolosamente il telo mimetico. Akeru dovette scivolarle accanto di propria iniziativa, perché lei non gli propose nulla né lo richiamò.
«Tu mi vuoi morto, vero?» le sibilò risentito.
«Io ti voglio zitto» ribatté lei tappandogli la bocca.
L’uno accanto all’altro, spalla contro spalla, tesero le orecchie ai rumori che provenivano da fuori. Ora le voci erano pressoché scomparse. Di tanto in tanto c’era un sibilo sommesso o un fruscio, ma sembrava che la calma fosse tornata all’improvviso.
Eppure sapevano bene che era un’illusione.
Erano ancora in serio pericolo, veramente serio, e avrebbero fatto bene ad evitare anche di respirare se volevano salvare la pelle.
Ma nonostante tutto Akeru, dandosi del cretino integrale, non poté fare a meno di notare che lui e Chiharu erano di nuovo parecchio vicini. E che il suo cervello iniziava a prendere il largo come un batuffolo di cotone su un mare di caramello e liquirizia… mentre un’altra parte del suo corpo decideva di prendere le redini…
“Oh cazzo” pensò avvampando, e si rannicchiò un po’ meglio.
«Sta’ fermo!» gli sussurrò Chiharu acida.
«‘Fanculo!» bofonchiò lui mentre lei ancora gli tappava la bocca. «E’ colpa tua!»
«Cosa?»
«Niente»
Avvertirono un fruscio decisamente più vicino, e ammutolirono entrambi. Trattennero il fiato, cercando di diventare invisibili con il pensiero, ma il telo mimetico venne sollevato da una mano, e loro non poterono farci proprio niente quando capirono che erano stati scoperti.
Il ninja che li squadrava dall’alto al basso era giovane, e aveva capelli castano chiaro. Li fissò accigliato per qualche istante, e con un sospiro alzò il kunai.
«Non mi piace uccidere i bambini» disse, quasi per scusarsi.
«E a me non piace essere uccisa» replicò Chiharu tentando di colpirlo con un calcio alla caviglia.
Lui lo schivò facilmente e poi la afferrò per un braccio, mentre Akeru fissava la scena ad occhi sbarrati, incapace di reagire.
Haru non pensò che sarebbe morta lì. Non pensò neanche per un secondo a rivivere la propria vita all’indietro, o a ricordare le persone che le erano care, o a tutte le cose che avrebbe voluto fare…
Semplicemente, azzannò il polso dello shinobi.
«Piccola bastarda!» scattò lui, colpendola alla tempia con il kunai.
Prima che lei potesse rispondere con una ginocchiata tra le gambe, però, il ninja ricevette un pugno nella schiena che gli mozzò il respiro. Lasciò la presa sul braccio di Haru e inarcò la spina dorsale, dando l’opportunità a due mani bianche e forti di afferrargli la testa e farla ruotare di novanta gradi. Ci fu un secco crack, e poi la copia si dissolse in uno sbuffo di fumo.
«Cosa diavolo credeva di fare?» disse sprezzante la voce di Temari, interrotta da un leggero fiatone.
«Mamma!» esclamò Chiharu fermando il sangue che le macchiava la tempia con un braccio. Alla vista di Temari in perfetta tenuta da ninja, con tanto di ventaglio alla mano, i suoi occhi si illuminarono.
«E tu?» chiese la madre, piantandole addosso uno sguardo che avrebbe gelato un pinguino. «Tu cosa diavolo credi di fare? Non ti avevo detto di restare a casa?»
Ma Haru non era dell’umore per farsi spaventare, e non si tolse dalla faccia il ghignetto gongolante che le stirava le labbra. «Come puoi chiedermi di starmene buona a casa quando ho l’occasione di vederti combattere per la prima volta nella mia vita?» chiese con sguardo acceso.
Temari si fermò un istante, piacevolmente lusingata dalle parole della figlia. Poi si ricordò che non aveva tempo per quel genere di cose, e che rischiavano di essere infilzate da uno shuriken da un momento all’altro, e allora si riscosse.
«Non è un buon motivo!» sbottò. «Voglio che adesso voi due ve ne torniate a casa immediatamente!» fulminò anche Akeru, che si fece piccolo piccolo nel suo angolino. «E senza uccidervi!»
«Mamma!» protestò Haru accigliandosi. «Perché? Guarda, ho collaborato! Ho messo io le trappole, e loro ci sono cascati! Mi hanno anche dato della bastarda perché sono perfette
«Mai quanto le cinque dita che lascerò sulle tue guance se non te ne vai immediatamente»
«No!»
«Vuoi vedere come combatto sulla tua pelle
«Che palle! Non volevi che fossi ninja? Non volevi che oggi andassi in battaglia? Bene, ci sono! E’ quello che vuoi, ed è quello che voglio anche io!»
Chiharu ammutolì all’istante, rendendosi conto di quanto aveva appena detto. Temari la fissò inarcando le sopracciglia, ma non si lasciò impressionare.
«Va bene. Continueremo questo discorso a casa. Ora vattene da qui» le intimò per l’ennesima volta. «Non ho intenzione di ripeterlo; se non obbedisci ti do una botta in testa»
Chiharu le scoccò un’occhiata astiosa.
«No!» sibilò tra i denti, e nello stesso istante si gettò oltre il cespuglio e rotolò sull’erba.
«Ferma!» chiamò Temari facendo per seguirla, ma lei, rialzatasi con un’agile capriola, la fermò ghignando.
«Non ti conviene» le disse con voce mielata. «Solo io so dove sono le trappole»
«Stai giocando con il fuoco…» ringhiò sua madre.
«Può darsi. Ma se sopravvivo, avrai l’occasione di mostrare al mondo la miglior scenata della tua vita, quindi lasciami combattere»
«Cosa credi di essere, eh?! Credi davvero di poter competere con dei veri jonin? Credi davvero che ne usciresti viva?» esplose Temari, esasperata.
«Tu eri tra quelli che pensavano che sarei uscita viva da una battaglia, se ben ricordo!» ribatté Chiharu risentita.
«Ma qui non si tratta di stupidi soldati, e non c’è Naruto!»
«E questo cosa c’entra?»
Temari trattenne l’imprecazione tra le labbra e si passò una mano sul viso. «Io non ho tempo di starti dietro, né la capacità! E’ per questo che devi tornare a casa!»
«Ma ce la posso fare!» insisté Chiharu stringendo i pugni. Passò rabbiosamente la manica sulla ferita alla tempia, che pulsava debolmente, e disegnò una striscia di sangue sulla guancia. «Tu non mi hai mai dato fiducia!»
«Cosa stai dicendo?» allibì Temari. «Ti ho sempre dato quintalate di fiducia!»
«In quanto tua figlia! Non come persona! Ora lasciami fare, lasciami combattere… come ninja!»
Ci fu un attimo di silenzio, rotto soltanto dagli echi del combattimento dall’altra parte della casa, nel giardino interno.
Temari fece una gran fatica a far uscire dalle sue labbra le parole seguenti, ma si costrinse a farlo: «Tu non sei più ninja. Hai scelto di non esserlo. E una ragazzina qualunque non può stare qui. Vattene»
Chiharu avvampò, e poi impallidì. Livida, fissò sua madre con odio.
Questa volta non si sprecò neanche a rispondere. Con un salto balzò fino al sentierino di pietre che attraversava quel tratto di giardino, e da lì corse verso la casa e fino al porticato, ci salì sopra e volò verso il giardino interno.
«Giuro che la uccido io se non ci pensano gli altri!» ringhiò Temari, fuori di sé dalla rabbia. Prima di scattare al suo inseguimento lanciò una veloce occhiata fulminante ad Akeru. «Tu vattene a casa!» gli ringhiò, e poi se ne andò.
«Asp…!» tentò di dire lui, ma lei era già lontana.
Il ragazzino si guardò attorno smarrito, deglutendo.
«Merda…» mormorò fissando l’erba verde, pallido e afflitto. «Io non mi ricordo con esattezza dove sono le trappole!»


La battaglia infuriava nel giardino interno.
Il ciliegio contro cui Naruto si era seduto tante volte era coperto di schizzi di sangue, che colava dalle foglie goccia a goccia. Un ramo giaceva spezzato su un cespuglio, sopra il corpo di un ninja della Roccia. Tutt’attorno le copie scomparivano una dopo l’altra, nel clamore delle urla e dei gemiti.
Shikaku non poteva usare le sue tecniche, il numero dei nemici lo avrebbe esposto al rischio di attacchi mentre era impegnato con un altro, e quindi, ansante, si accontentò di combattere nel modo tradizionale.
«Non ce la fai più, eh?» gli chiese Inoichi Yamanaka comparendo al suo fianco.
«Senti chi parla…» ribatté lui con un ghigno, accennando al fiatone del vecchio compagno. «E Chouza?» domandò.
Un urlo orripilato li fece voltare, e videro un braccio immenso abbattersi su un ninja della Roccia e far crollare anche due delle colonne del patio. Alcune copie scomparvero insieme all’originale.
«Là» disse Inoichi con un cenno. «Andiamo a prenderlo?»
«Se proprio insisti…» ghignò Shikaku, e insieme attraversarono il giardino di corsa.
Passarono accanto a Kakashi, che faceva lavorare lo sharingan alla ricerca dei corpi originali, e poi Shikaku credette di intravedere una lunga coda corvina che ondeggiava tra due nemici.
Si fermò di scatto, ma era scomparsa. Mentre si chiedeva se non iniziasse ad essere troppo vecchio, vide Temari sfrecciare a gran velocità per lo stesso punto, e la sentì gridare il nome della figlia.
“Cosa ci fa Chiharu qua?” si chiese allora, raggelando. “Perché non è tornata a casa?”
«Torno subito» disse in fretta a Inoichi, e si lanciò all’inseguimento delle due.
Scoprì di averle perse di vista, e mentre le cercava schivò per un pelo un kunai che gli lasciò uno sfregio sul braccio destro. Imprecò, ignorò la ferita e riprese a guardarsi attorno.
Occhi candidi.
Tornò indietro con lo sguardo, con una stretta allo stomaco; ma il viso che aveva intravisto era scomparso.
“Forse sto davvero perdendo i numeri…” si disse accigliato.
Riprese a cercare Temari e Chiharu, e vide quest’ultima balzare sul ciliegio e da lì scagliare una selva di shuriken su due copie che l’avevano presa di mira. Una si dissolse, ma l’altra riuscì ad afferrarla per la caviglia e a tirarla giù. Cadde strusciando la schiena contro il tronco, e per un attimo credette di riuscire a sentire ognuna delle infinite schegge che le si erano infilate sotto la pelle.
Un attimo prima che il ninja della Roccia abbassasse la sotetsu su di lei, Shikaku gli piantò un kunai nel fianco, e lo fece scomparire in una voluta di fumo.
«Cosa ci fai qui?!» chiese iroso alla nipote. «Vattene a casa!»
«Un altro!» bofonchiò lei furiosa, rialzandosi in piedi. «No, non me ne vado!» gridò, e di nuovo scomparve nella battaglia, schivando per un pelo il tentativo di Shikaku di fermarla.
«L’hai lasciata andare!» ringhiò Temari comparendo accanto al suocero un istante dopo. «Voi Nara non sapete fare un tubo!» esclamò, e si gettò dietro la figlia.
Shikaku si passò una mano sul viso e affondò le dita sulla fronte.
“Quelle donne sono assolutamente impossibili! Dopo oggi giuro che vado in pensione e mi ritiro a vivere in un eremo! Vedo cose che non esistono, mi faccio mettere i piedi in testa… vuol dire che per me è finita”
Ma la sua vista funzionava benissimo, in realtà.
Di fatti non fu l’unico ad accorgersi che i nemici si erano improvvisamente rimpolpati. E fu solo il primo ad accorgersi del brillio inquietante di un paio di occhi candidi sotto i cappucci dei nuovi arrivati…










Nel prossimo capitolo...

“Pensavo che le donne sposate fossero un po’ più interessanti” ragionò afflitto. “Forse sarebbe stato meglio combattere con gli altri, là fuori… Qui non succede niente”
Un colpo risuonò alla porta.
Tutti scattarono sull’attenti.
“No, forse no” pensò Jiraya, ma senza allegria.
Si alzò in piedi, facendo cenno alle donne di allontanarsi, e si avvicinò alla porta. Ci furono altri due colpi, la pausa e l’ultimo.
Era il codice. Il che poteva significare due cose diverse: o avevano vinto e venivano a comunicarlo – avevano stabilito di non aprire a nessuna voce familiare che li chiamasse da fuori senza conoscere la sequenza di colpi – o avevano perso e si erano fatti strappare il codice.
“Ma è meglio essere ottimisti nella vita, no?” si disse Jiraya, aprendo appena appena.
Come ebbe abbassato la maniglia, fu scagliato insieme alla porta contro la parete opposta.
dato.







* * *

Spazio autore

Scusate il ritardo, ero sotto esame e mi svenavo dalla frustrazione... -.-
Ma ora sono qui, e francamente non ricordo che succede nel capitolo! XD
Però so che nel prossimo torna Naruto, per la gioia degli amanti del sangue!
Grazie per l'attenzione, ci risentiamo fra tre giorni!

Nota: "fra tre giorni" significa il 9 giugno.
Avrei dovuto pubblicare ieri questo capitolo, ma poi sono stata rapita da un mostruoso alieno chiamato "Saggio-di-Danza-di-mia-Sorella",
e ho dovuto sprecare tre ore della mia vita a sentire una pazza che introduceva balletti di scarso valore artistico
con componimenti di valore ancor più scarso.
Che fine ha fatto la buona danza?
Sigh.

Oh, giusto! <3
Ho pubblicato l'Intermezzo, la parte che sta tra Ali di Cera e Sinners!
Narusaku 100%!

Scommesse sui morti
Shikamaru - 3 voti
Asuma - 3 voti
Kakashi - 3 voti
Tsuda junior - 3 voti
Temari - 2 voti (uno molto in forse)
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Ino - 1 voto
Sasuke - 1 voto
Un Uchiha - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Nessuno della Foglia - 2 voti


crilli: e dopo le preoccupazioni per il mio stato di Uchiha-ite acuta, eccoti a lodare Naruto e Kyuubi! Beh, se non altro qui concordiamo alla peeeeerfezione! Oh, le tue ipotesi sulla spia di Konoha sono molto interessanti, davvero. E scoprirai quanto ci sei andata vicina tra meno capitoli di quelli che pensi! ^_^
rina: uhm, del mio primo amore ricordo solo nome e faccia. Comunque dopo il capitolo 402 è di Sasuke che mi sono innamorata, perché più li fanno patire e più li amo! E se non sta patendo lui... Ad ogni modo, in bocca al lupo per l'uni!
bambi88: all'epoca disprezzavo follemente Sasuke, lo ammetto! U_U E la cosa mi dava un sacco di gioia! <3 Comunque, oggi hai avuto un assaggino dell'arrivo di Temari, e la prossima volta la vedrai combattere davvero! Senza contare le due ShikaTema che sto scrivendo... Insomma, non mi vuoi bene??
DuniettaS: più Kishi li cazzia, più io li amo. Vivo per i personaggi bistrattati dagli autori, e a Sasuke manca solo la leucemia perché gli sia capitato davvero tutto! Quindi, il mio more si diffonde verso Itachi, verso Naruto, e anche verso di lui. (Nonché verso Obito che, essendo morto, è decisamente maltrattato!)
Reina: tu sei pericolosa. ò.ò Ci vai un po' troppo vicina, lo sai...? Comunque, grazie per i complimenti sul risparmio dello splatter (preferisco veder grondare malvagità, piuttosto che sangue), e ti rispondo subito riguardo a Konan: è morta, stecchita, sepolta e tutto quello che vuoi. U_U E' cenere ormai. Dunque il misterioso personaggio dai capelli azzurri deve essere qualcosa (o qualcuno) d'altro! Per tutto il resto... Non mi esprimo! XD
RedCrossBook: dunque. Naruto che figheggia = Naruto che in un modo qualunque umilia Sasuke e fa sentire inferiori tutti gli altri. <3 Questa è la mia versione di Naruto che figheggia! U_U Uh, ma perché uccidere Kakashi per far diventare Naruto hokage? Che ipotesi terribilmente macabra! Una bella e semplice destituzione no?
sammy1987: uhm, in effetti la volta scorsa sono riuscita a infilare in un solo capitolo una certa quantità di misteri, lo riconosco! E la cosa migliore è che non tutti verranno svelati! Per quanto riguarda Sasuke, io spero intensamente che voglia fare quel che minaccia di fare! <3 Ma sono tra i pochissimi che lo bramano!
Killkenny: niente parentele con Konan, mi spiace! I capelli erano azzurri perché mi ero stufata dei soliti, banali: nero, castano, biondo e rosso. U_U Oh, alla fine non credo che cambierò qualcosa... XD Sai com'è: troooppa fatica!
maninja87: uhm, mai dare nulla per scontato con me, soprattutto i morti. Tendo a sbattermene delle probabilità, delle necessità, e di tutto quello che ci ruota attorno! <3 E di conseguenza li gestisco in modo molto arbitrario! ^_^ Per quanto riguarda Sasuke, io sono d'accordo con lui. Itachi avrà anche fatto tutto per la Foglia, ma alla fine la cosa più importante non era il villaggio, ma il fratello. E a questo punto suppongo che per lui la cosa importante sia diventata Itachi. E perché ha sofferto, Itachi? Per colpa della Foglia. Quindi, la Foglia pagherà. Per una volta Sasuke lo appoggio in pieno.
Hipatya: HaruBaka coppia Canon? AHAH! XD Conosco un paio di persone che ti guarderebbero storto per questo, fervide sostenitrici della HitoHaru! Comunque, francamente di tutti i casini che succedono io preferisco nettamente le scenette idiote tra quei due! XD Mi fanno un sacco di tenerezza! Chi invece non mi fa tenerezza, ma mi fa piangere, sono gli Uchiha. ç_ç Sei riuscita a rendere in sintesi tutto ciò che provo per loro, e mi hai resa davvero triste... Cioè, non è colpa tua! E' colpa di Kishi! ç_ç Però sono davvero triste...
arwen5786: ahah! Sei davvero così convinta che Baka diventerà tanto fondamentale? Beh, si vedrà... Per ora ti dico che mi piace, nel senso che lo trovo molto divertente! Dei mocciosi probabilmente è quello più simile a Naruto, e dunque è sicuramente il mio preferito! Per quel che riguarda il flashback su Itachi, al momento la vedo un po' difficile... Però, visto che sono buona, ti faccio notare che il nome Hitoshi ricorda un po' Itachi, come suono... e che questo l'ho stabilito appositamente. Dunque, Itachi tornerà nei pensieri dei nostri prodi.
slice: francamente non ricordo nemmeno perchè ci ho messo kakashi spiaccicato contro il muro, ma ci stava bene! XD Comunque grazie per i complimenti! Ora che so cosa vuol dire strappa' ne sono lusingata!
Ino_Chan: certo che seguo il manga in originale, settimana dopo settimana... Ma anche se le mie simpatie cambiano, non trovo giusto né giustificato modificare la storia su due piedi! U_U
lale16: io sono rimasta traumatizzata dal capitolo 402, altro che colpita! ç_ç Sono rimasta così scossa che ho iniziato a scrivere il sequel di Redenzione... E credimi, sarebbe stato meglio per tutti se non lo avessi mai fatto. Poi capirai perché...
muccina89: uhm, attualmente conosco tipo due persone che non sono rimaste sconvolte da quel capitolo del manga. Tutte le altre, bene o male, hanno avuto una reazione! Insomma, che gente insensibile conosci?? XD
gracy110: anche se rileggendo il pezzo di Kyuubi mi accorgevo di tutte le mancanze che aveva, in tutta coscienza posso dire che riconosco di averlo scritto con tanto amore! E si vede! <3 Ma Kyuubi è Kyuubi... e io non smetterò mai di adorarla, per quanto possa rivalutare gli uchiha!
Maobh: seee, speravi di vedere subito percxhé Naruto è corso via tanto in fretta? Ma resterai delusa! Perché lo saprai soltanto nel prossimo capitolo! <3 OT: oh, non mi ringraziare per il sequel di Redenzione... Non avresti mai voluto vederlo, credimi. E il capitolo 402 di Naruto mi vede solidale con Sasuke, mi spiace. Per sapere nei dettagli il motivo, leggi la risposta alla recensione di maninja87!
Yume_Tsuki: siparietti comici finiti? Ma tu sottovaluti le potenzialità dei mocciosi, mia cara! Chiharu e Baka possono tirar fuori ridicolaggini da ogni magico cappello! XD
Talpina Pensierosa: adori questa parte della fic? Giusto perché è molto dolce e molto tenera, eh? XD
fedecr90: è bello che minacci di bloccarmi e poi mi supplichi di mollare lo studio e connettermi per chattare, sai? <3 Dimostra molta coerenza e sicurezza! Senza contare che puoi anche presentarti in centrale domenica 8, ma il mio treno ha un orario decisamente particolare... a meno che tu non voglia accamparti dalle 6 di mattina alle 3 di pomeriggio, non so come farai a beccarmi! Certo che... Oh, il vecchiaccia potevi anche risparmiartelo, moccioso! è_é
Sky_Shindou: argh! Pensavo di aver scansato il problema GaaSaku, e invece sei tornata...! Ovviamente scherzo! XD Rieccoti qui! Bentornata su queste stupide pagine, come va? ^_^ Tranquilla, mettiti in pari con calma, che qua anche io con l'uni mi trovo un po' costretta... Beh, se ogni tanto vuoi farmi un salutino io sono qui! (e, tra l'altro, arriverà anche la GaaSaku, giuro!)
ShAiW: bentornata anche a te! ^_^ Come va? Tutto bene? Ho visto il disegno dei mocciosi, e sono molto carini! Certo che Haru sembra biondo platino a causa della tua pigrizia! AHAH! XD Ehh? Che sentono le mie orecchie? Vorresti Naruto come padre? Pazza! Devi desiderare di essere Hinata, non una delle figlie! XD E poi, opzionalmente, Sakura. e lo dico solo a causa della mia recente conversione, sia chiaro. Coooomunque, sono felice di rivederti qui e che la storia ti piaccia. ^_^ Se ogni tanto ti va di passare a salutare, sono sempre qua!
kage_naru89: arriverai al capitolo 402 quando noi poveri mortali leggeremo della morte di Tsunade, mi sa (che io ipotizzo, sia chiaro! Non sto spoilerando nulla!) Per quanto riguarda il combattimento, che finalmente è arrivato, non è che all'epoca ero più giovane (si tratta solo di un anno fa!), è che non avevo ben chiaro il concetto di suspense... XD Non che ora abbia ricevuto l'illuminazione, eh, comunque credo di saper gestire gli avvenimenti un pochino meglio. Lo spero, almeno! ç_ç
yayachan: susi-sama sibila! XD Fa troppo Orociok! Torniamo al vecchio susi, che ne dici? XD Comunque, wow! Questo sì che è un signor commento! Peccato solo che non sia la prima volta che me lo mandi! Ahah! XD Cioè, che non sia la prima volta che leggi! E meno male che hai tenuto la bocca cucita sugli spoiler, perché avrei potuto mangiarti! *_*
Elisir86: non ti odio, ma in compenso voglio farti dannare, visto che ci ho messo una settimana ad aggiornare! XD Scusa, è che l'uni mi ha rapita dal mondo, e o dcagliavo cuscini per la stanza, o mi imbottivo di yogurt... ç_ç Che vita triste!


Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Tradimento ***


Naruto2-28

Tradimento



- Ventotto -








“Qualcosa non torna… Stanno aumentando”
Kakashi sforzò lo sharingan al massimo, ma tutto ciò che vide fu il numero dei nemici che cresceva lentamente ma costantemente. Confuso fece girare lo sguardo attorno, e per la prima volta si accorse degli uomini incappucciati che erano comparsi all’improvviso sul campo.
“E questi chi sono?” si chiese accigliato quando vide che attaccavano i ninja della Foglia.
Uno gli passò accanto, sfiorandogli quasi il braccio, e lui colse l’occasione per afferrarlo e fermarlo.
Quello si divincolò dalla sua presa con un’abilità sorprendente, e con un colpo di palmo lo respinse indietro. Stranamente, Kakashi non sentì solo la forza dei muscoli, ma anche la familiare sensazione del chakra. Prima che il ninja si allontanasse scagliò uno shuriken, che andò a impigliarsi nel bordo del cappuccio e lo tirò giù, ma tutto ciò che vide furono capelli neri tagliati corti. Poi l’uomo scomparve nella confusione. Aveva bisogno di trovarne un altro.
Prese a correre per il giardino, muovendo lo sguardo tutt’intorno, ignorando i tanti piccoli combattimenti che avevano luogo qua e là, finché i suoi occhi non trovarono di nuovo una sagoma incappucciata. La afferrò appena prima che colpisse alle spalle un ninja della Foglia, e questa volta non le lasciò nemmeno il tempo di pensare: mentre ancora la tirava indietro le strappò il cappuccio dal capo, e quando incontrò gli occhi candidi e freddi degli Hyuga un brivido gli corse lungo la schiena.
«Ci avete traditi?» chiese allibito.
L’uomo che teneva strinse i denti e si liberò con lo stesso colpo di palmo che aveva usato il compagno prima.
«Noi seguiamo gli ordini!» gridò con voce roca, quasi con rabbia. «Non possiamo scegliere!»
Mentre Kakashi si chiedeva invano cosa significasse, lui si rimise il cappuccio e si allontanò veloce.


Negli stessi istanti in cui il combattimento del giardino interno si faceva sempre più cruento, dall’altra parte della casa la quiete era assoluta, quasi irreale. Gli echi della battaglia giungevano smorzati e distanti, il fumo che si levava dal gruppo di cespugli ancora ardenti saliva lento verso il cielo tra crepitii sommessi.
Baka Akeru non si era ancora mosso dal suo nascondiglio.
Forse era colpa della paura, forse dello shock, ma non si sentiva più le gambe. E non ricordava assolutamente dove lui e Chiharu avevano sistemato le trappole.
“Prima o poi finiranno di combattere” si disse con un senso di nausea allo stomaco, stringendosi le ginocchia al petto. “Qualcuno verrà a riprendermi”
Naturalmente dava per scontato che la Foglia avrebbe vinto.
Mentre si mordeva il labbro inferiore, incapace di cancellare dalla mente l’immagine del sangue che macchiava la fronte di Chiharu, all’improvviso sentì un rumore di passi. Alzò lo sguardo di scatto, speranzoso, ma tutto ciò che vide fu un uomo con un lungo mantello scuro e un cappuccio.
Istintivamente si ritrasse tra le fronde.
Chi non aveva nulla da nascondere non si aggirava con un mantello addosso, era uno dei primi postulati cui era giunto all’età di sette anni.
Acquattato tra le foglie guardò lo sconosciuto attraversare rapidamente il vialetto e salire sul patio rialzato, davanti alla porta d’ingresso. Lo vide posare una mano sulla serratura, e poi intravide il leggero bagliore azzurrino del chakra. Ci fu uno schianto leggero, la maniglia tintinnò al suolo e la porta si aprì. L’uomo scomparve all’interno, lasciando aperto.
Akeru riprese a respirare.
Cosa avrebbe fatto Haru nella stessa situazione?
Sarebbe entrata, sicuramente. Avrebbe seguito l’uomo con il cappuccio e scoperto cosa nascondeva.
Guardò lo spiraglio dell’ingresso buio, e un brivido gli corse lungo la schiena.
“Io non sono folle come Chiharu!” si disse convinto, e girò la testa dall’altra parte.


Nella stanza segreta Hinata era agitata. Dall’esterno non proveniva alcun rumore, ma non era certa che Naruto non avesse fatto insonorizzare l’ambiente. Non sapeva cosa stava accadendo fuori, non sapeva cosa fare, non sapeva nemmeno come stava Naruto… Il messaggio di Chiharu gli era arrivato? La battaglia come andava? Sapeva cosa era successo a Konoha?
«Fareste bene a calmarvi» le sussurrò Iria pragmatica. «Agitarsi è inutile e non vi fa bene»
«Ha ragione» confermò Sakura, seduta a gambe incrociate accanto a lei. «E io sono un medico, lo so»
Hinata sorrise debolmente, incapace di seguire il consiglio. Si passò una mano sul ventre, quasi come se la piccola vita che cresceva sotto la sua pelle avesse potuto parlarle di Naruto, e guardò Hanako e Hinagiku che dormivano rannicchiate accanto a lei, sfinite dalla tensione.
Avrebbe voluto potersi rendere utile, sarebbe riuscita a calmarsi un po’. Invece era in quelle condizioni, e tutti non facevano che ripeterle di rilassarsi e non muoversi… Avrebbe tanto voluto che il bambino fosse già nato. Almeno avrebbe potuto combattere con gli altri. O, perlomeno, avrebbe potuto usare il byakugan. Dopo averla vista impallidire, infatti, Iria e Sakura glielo avevano proibito categoricamente.
Jiraya era seduto in un angolo, e sbadigliava vistosamente.
“Pensavo che le donne sposate fossero un po’ più interessanti” ragionò afflitto. “Forse sarebbe stato meglio combattere con gli altri, là fuori… Qui non succede niente”
Un colpo risuonò alla porta.
Tutti scattarono sull’attenti.
“No, forse no” pensò Jiraya, ma senza allegria.
Si alzò in piedi, facendo cenno alle donne di allontanarsi, e si avvicinò alla porta. Ci furono altri due colpi, la pausa e l’ultimo.
Era il codice. Il che poteva significare due cose diverse: o avevano vinto e venivano a comunicarlo – avevano stabilito di non aprire a nessuna voce familiare che li chiamasse da fuori senza conoscere la sequenza di colpi –, o avevano perso e si erano fatti strappare il codice.
“Ma è meglio essere ottimisti nella vita, no?” si disse Jiraya, aprendo appena appena.
Come ebbe abbassato la maniglia, fu scagliato insieme alla porta contro la parete opposta. Un’ondata di chakra prese in pieno lui e il metallo, e insieme lasciarono crepe profonde nell’intonaco. Jiraya si accasciò al suolo e lì rimase, mentre il sangue scorreva lungo il suo collo e fino a terra.
Le bambine si svegliarono di soprassalto gridando, mentre Hinata si alzava in piedi con leggera fatica e Sakura, Ino e Iria le si piazzavano immediatamente davanti.
Una figura incappucciata si stagliava sulla soglia scura, illuminata dalla lampadina che ancora ondeggiava per la bordata di chakra, senza parlare.
«Chi sei?» chiese Sakura squadrando il nuovo arrivato. «Come conoscevi il codice?» gettò una rapida occhiata anche a Jiraya, e il suo colorito non la tranquillizzò per niente.
«Cosa vuoi da noi?» aggiunse Hinata, con un filo di voce.
L’uomo sulla porta sorrise al di sotto del bordo del cappuccio, un sorriso sottile e per nulla allegro.
«Sciocca Hinata, non riconosci nemmeno più tuo padre?» chiese a bassa voce, e contemporaneamente mostrò il suo viso.
Hiashi Hyuuga.
Hinata sbiancò, le altre strinsero i pugni.
«Tu!» esclamò Sakura tra i denti. «Cosa vuoi qui? Sfrutti la confusione per avere Hinata e le bambine?»
«In un certo senso…» rise lui. «Diciamo che basta mia figlia»
«Eh?» fece Ino, perplessa. «Non erano i bambini a interessarti?»
Hiashi le rivolse uno sguardo freddo e supponente, senza risponderle, e poi guardò Hinata alle spalle delle tre donne.
«Vieni» le ordinò, con il tono di voce basso e imperioso che lei conosceva fin troppo bene. «Se non farai storie, lascerò in pace tutte le altre persone in questa stanza»
«No, Hinata» disse Sakura secca, senza staccare gli occhi da lui. «E’ una balla, non dargli retta. Resta qui»
«Voi non mi interessate» disse lui annoiato. «Evitiamo di trasformare questa sciocchezza in una faccenda lunga e penosa… In sé il concetto è molto semplice: fatevi da parte e tra qualche mese potrete veder nascere i vostri figli. Intralciatemi, e probabilmente le vostre famiglie non si allargheranno»
«Cosa vuoi?» continuò Sakura, senza dar segno di averlo sentito. «Perché ti serve Hinata?»
«Non vedo alcun motivo per dirtelo»
«Allora nessuno si muove da qui»
Un ghigno stirò le labbra sottili dello Hyuuga. «Ma davvero?» chiese con voce vellutata. «E saranno due donne incinte e una vecchia a fermarmi? Oh, dimenticavo le bambine…» rise. «Commovente. Ora levatevi dai piedi»
Sakura raccolse del chakra attorno alle mani, affilato come bisturi, e non si spostò di un passo.
«Ah» fece Hiashi, mentre il sorriso scompariva dal suo volto bianco. «Capisco… A quanto pare per voi conta più una completa estranea dei vostri figli. Molto nobile. E infinitamente stupido» commentò atono.
Unì le mani sotto il mento, fissando davanti a sé freddamente, e si preparò alla sua tecnica.
«Non credo proprio!» esclamò Ino pronta, le mani già posizionate. «Tecnica del capovolgimento spirituale!»
Forse Hiashi non l’aveva previsto, ma di sicuro aveva riflessi eccezionali per la sua età: si abbassò di scatto e schivò la tecnica per un soffio. Ino invece perse i sensi, e Iria la sostenne un attimo prima che cadesse, lasciandola scivolare a terra dolcemente.
«Una si è eliminata da sola» commentò Hiashi rialzandosi. «Allora? Avete cambiato idea?»
«Iria…» mormorò Sakura senza abbassare lo sguardo. «Schema standard» dietro la schiena le mostrò il numero tre.
Hiashi corrugò la fronte.
«Cosa volete fare?» domandò asciutto.
La domestica spinse ancora più indietro Hinata, raccomandandole di non muoversi, e andò ad affiancarsi a Sakura.
Ci fu un attimo di immobilità generale… poi Iria estrasse dal kimono una serie di shuriken e li scagliò contro di lui, con una rapidità del tutto insospettabile. Sakura intrecciò le dita veloce, e prima che le stellette raggiungessero Hiashi presero a sfrigolare come incandescenti.
Due si persero oltre la soglia, fischiando nel buio, una si conficcò nel muro per metà e le ultime due andarono a segno.
Lo Hyuuga imprecò, strappandosi di dosso il mantello, e con enorme disappunto le due donne constatarono che non era stato colpito il corpo. La stoffa scura ricadde a terra, e rimase inerte e sfrigolante accanto al suo proprietario.
«Avete finito?» chiese Hiashi cupo, ora molto meno incline a scherzare. «I vostri stupidi quanto vani tentativi di fare le eroine terminano qui»
Intrecciò le dita davanti al petto, e fu come se una scarica di elettricità gli percorresse il braccio. Sakura agì d’istinto, e lame di chakra fendettero l’aria tutt’attorno a lei, Hinata e le bambine, creando una barriera invalicabile. Iria non fu abbastanza veloce, e quando il fulmine in miniatura attraversò la stanza fu colpita in pieno. Hanako e Hinagiku gridarono, nascondendo il viso nel kimono della madre, e la domestica cadde al suolo senza un gemito.
«Ora sei sola» disse Hiashi, impassibile. «E credo che la vecchia abbia qualche problema al cuore, in questo momento»
Sakura lanciò un’occhiata allarmata a Iria, e la vide immobile e pallida; ma non poteva muoversi. Restava solo lei a difendere Hinata, se avesse lasciato perdere chi l’avrebbe salvata…?
All’improvviso si trovò Hiashi davanti al naso. Non riuscì neanche ad esclamare qualcosa per la sorpresa, che lui l’afferrò per il collo e la sbatté violentemente contro il muro. Si lasciò scappare un gemito strozzato, piantando le unghie nella mano liscia che le artigliava la giugulare, e si rese conto che nascondeva una forza straordinaria.
«Avresti fatto meglio a ritirarti subito…» sibilò Hiashi con sadico compiacimento.
«No!» gridò però Hinata, e un attimo dopo la sua mano era sotto il mento del padre, pericolosamente vicina alla gola e pericolosamente impregnata di chakra.
Per qualche lungo istante nessuno parlò, mentre il rumore dei loro respiri affannosi e dei singhiozzi soffocati delle bambine riempiva l’aria pesante. Poi Hiashi volse lentamente gli occhi sulla figlia e sorrise.
«Non ne sei in grado» mormorò con voce carezzevole. «Sono tuo padre»
Hinata tremò, gli occhi pieni di lacrime, e la sua mano sfiorò la gola di Hiashi. Lui fece una smorfia, lei la allontanò bruscamente.
«Hinata, sì che ne sei in grado!» esclamò Sakura con il filo di voce che le rimaneva. «Lui è tuo padre solo per la genetica! Pensa alle tue bambine!»
Hinata represse un singhiozzo.
Hiashi sogghignò.
«Giusto. Mi hai dato una buona idea» commentò rivolto a Sakura.
La lasciò andare, e nello stesso momento l’altra sua mano corse al kunai che Hinata stringeva convulsamente tra le mani, quello pesante e dalla forma strana. Sotto gli occhi terrificati di sua figlia, schivò la sua mano, afferrò Hinagiku per il braccio sottile, la attirò a sé e conficcò il kunai nella sua spalla.
Le sue grida di dolore si confusero con quelle di Hinata e della sorellina più piccola, che scoppiò in un pianto isterico e incontrollato.
Hiashi estrasse il kunai e lasciò la bambina, che cadde in ginocchio singhiozzando, e a quel punto afferrò la madre per il braccio con una stretta d’acciaio.
«No!» gridò Sakura facendosi avanti, ma lui scosse la testa ghignando.
«La bambina…» le ricordò con una risata bassa e intrisa di piacere. «Ho mirato a un’arteria, se la lasci così nel giro di dieci minuti muore dissanguata»
«Hina!» gridò Hinata, nel panico più completo. «Sakura, salvala! Ti prego, fa’ qualcosa! Hina! Non ti addormentare! Non chiudere gli occhi!»
«Urlare non semplificherà le cose a nessuno, meno che mai a te» le disse Hiashi strattonandola. «Vieni e taci»
Sakura si maledisse mille volte. Maledisse il bambino che portava in grembo, e la sua debolezza, e sé stessa per aver smesso di uscire in missione ed essersi rammollita. Fu costretta a vedere Hiashi Hyuuga che portava via Hinata, mentre lei era china su Hinagiku, una bambina di soli sei anni che faticava a tenere gli occhi aperti ed era fredda, sempre più fredda ad ogni secondo che passava…
Hinata, arrancando sulle scale umide che l’avrebbero portata nella sua stanza da letto, aveva la vista offuscata dalle lacrime. Il dolore che provava al braccio era quasi impercettibile, le sue orecchie erano piene dei singhiozzi strazianti di Hinagiku e anche dei propri… poi, all’ultimo gradino, quando suo padre aprì il passaggio che li avrebbe portati alla luce del sole e ordinò a due uomini ammantati di bloccare la via, avvertì la prima fitta al ventre.


Chiharu non credeva che avrebbe fatto tanto male.
Il kunai penetrò tra la seconda e la terza costola, mozzandole il fiato, e le strappò un gemito a suo dire vergognoso.
La sua prima reazione fu di rabbia, rabbia intensa e smodata. Estrasse da sola il kunai e lo rilanciò indietro, mandandolo dritto dritto tra collo e spalla del ninja della Roccia, e solo allora avvertì il dolore. Cadde in ginocchio, le mani premute sulla ferita, e sentì il sapore del sangue sulla lingua.
«Merda…» masticò tra i denti, sputando a terra. Si trascinò ai margini del combattimento e frugò nel marsupio freneticamente. Alla fine trovò ciò che cercava, carnose foglie di un verde malato e un impacco pronto. Masticò le prime e posizionò in qualche modo il secondo, e finalmente si concesse un minuto per riprendere fiato.
Sentì il dolore scemare lentamente, insieme al sapore amaro che le invadeva la bocca e che era comunque meglio del sangue, e avvertì una piacevole sensazione di freschezza in corrispondenza della ferita.
Tirò un sospiro di sollievo.
Finché non dovette schivare gli shuriken.
Si buttò di lato con un gemito per il dolore alle costole, e vide il ninja della Roccia che aveva scoperto lei e Akeru avvicinarsi a passo sostenuto.
“No, per favore, il patito della vendetta no…” pensò con una smorfia, e si sforzò di rialzarsi. L’impacco si era spostato, aveva smesso di lenire il dolore.
L’uomo ormai le era davanti, e tentò di afferrarla per il collo. Lei gli allontanò la mano e cercò di colpirlo con un pugno. Quello, irritato, lo schivò facilmente e glielo restituì. Haru vide le stelle, e sentì che il suo sopracciglio non sarebbe mai più stato lo stesso.
Sputò sangue ai piedi del ninja, ma non abbassò la testa.
«Allora ti piace uccidere i bambini…» ghignò amara.
«Meglio io di tanti altri» rispose lui corrucciato.
«Ma ci credi davvero?» ribatté lei lasciando che il sangue colasse dalla bocca a terra. «Per me sei pazzo…»
L’uomo distolse lo sguardo. Non gli piaceva vederla in quelle condizioni e sapere che l’occhio gonfio glielo aveva fatto lui. Nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto ucciderla nella maniera più indolore possibile. Erano in guerra, ma lei era pur sempre una ragazzina.
Tese di nuovo la mano, e questa volta raggiunse il suo collo.
Lei gli lanciò un ultimo sguardo carico d’odio. Poi la sorpresa prese il posto del rancore.
«Mamma…» sussurrò guardando alle spalle del ninja.
«Pensi davvero che ci creda?» le chiese lui, seccato.
Quei bambini… troppo giovani per combattere, e troppo giovani per morire. O piangevano, o tentavano di distrarti con stupidi trucchetti cui nessun ninja sano di mente avrebbe abboccato.
Per fortuna lui aveva cervello.
E un attimo dopo un pesante ventaglio lo colpì alla nuca – un po’ più forte del dovuto – e lo mandò a terra privo di sensi. Le sue copie che ancora combattevano scomparvero.
Chiharu tossì sangue, e Temari la sorresse appena in tempo.
«Come diavolo ti sei conciata?» le ringhiò, ma senza nascondere la preoccupazione nel tono.
Lei rise piano. «Ho masticato un anestetico, va tutto bene» le assicurò.
«No che non va bene» borbottò la madre, sollevandole bruscamente la maglia e squadrando preoccupata la ferita tra le costole. «Qui ci vuole un medico»
«Magari dopo che abbiamo salvato il villaggio, eh»
«Il plurale non esiste. Tu non farai più niente»
«Certo, e mi lasceranno riposare tranquilla in un angolo…»
Sulla fronte di Temari pulsò una vena. Nonostante le penose condizioni di Haru, le lasciò volare una sventola dal lato dell’occhio gonfio.
«Ribatti un’altra volta e te ne do due» disse perentoria.
«Mah… Te l’ho detto, non sento il dolore» ghignò lei con vacua indifferenza.
«Tu non hai idea di quanto possa incazzarmi…» disse sua madre tra i denti.
«Fammelo vedere» la incitò lei, fissandola con gli occhi neri brillanti.
Temari si bloccò.
Quelli erano gli occhi di Shikamaru.
Li aveva visti brillare così, sul padre di Chiharu, soltanto un’altra volta nella sua vita.
E a quegli occhi non aveva saputo resistere allora, né sarebbe riuscita a resistere adesso.
Un sorriso le sfuggì, involontario.
«Va bene» si trovò a dire, contro ogni buon senso. «Ma devo portarti più su di qui»
Con un solo gesto fluido se la caricò in spalla, strappandole l’ennesimo gemito. Alzò lo sguardo verso il tetto, e saltò.
Quando atterrò sulle tegole, silenziosa e sicura, lasciò andare il respiro e la mise giù. «Sei ingrassata» le disse accigliata.
«L’ultima volta che mi hai preso in braccio avevo cinque anni» replicò lei offesa. «Certo che sono ingrassata. E comunque se fai fatica è perché sei vecchia»
«Senti un po’ la mocciosa… Senza di me saresti nella tomba, anzi non saresti nemmeno mai venuta al mondo»
«Sì, sì, certo… Posso ricordarti che sono stata un incidente di percorso?»
«Che cavolo dici?» scattò Temari. «Chi te lo ha detto?»
Colta alla sprovvista dalla reazione della madre, Chiharu restò spiazzata.
«Beh, pensavo che… insomma, tu e papà ogni tanto litigate, e tu dici che hai dovuto costringerlo a sposarti perché c’ero io…» rispose impacciata. «E poi hai dovuto lasciare la Sabbia, e smettere di essere ninja…» si strinse nelle spalle, facendosi piccola.
Temari la scrutò turbata, senza parlare. Poi sbuffò. «Quando finisce questa storia io e te dobbiamo fare una bella chiacchierata» disse secca. «Ci sono un paio di cose che non hai capito per niente. Ora resta lì e non muoverti, va bene?»
Haru annuì, rannicchiandosi un po’ più su, e Temari le si parò davanti con il ventaglio stretto in mano.
In piedi davanti a lei, a nascondere il sole alto nel cielo, sembrava bella e forte come non l’aveva mai vista. Non poteva sapere che anni prima anche suo padre aveva avuto la stessa prospettiva della sua schiena, né che avrebbe assistito alla stessa tecnica cui lui aveva assistito allora, ma se lo avesse saputo avrebbe finalmente capito perché quei due erano finiti insieme.
Fascino.
Puro e denso come miele, si irradiava dalla sua figura con l’alone di luce che la circondava, e le rapiva gli occhi. Un’arma in mano a una donna può fare molto.
Per diversi secondi l’aria fu riempita da un unico fischio acuto e prolungato, che Temari lanciò dal tetto. Tutti i ninja in basso alzarono lo sguardo e la videro, confusi, ma quelli della Foglia riconobbero il segnale d’emergenza che avevano stabilito quando ancora erano nella stanza segreta con Hinata e le bambine. Ricordarono al volo cosa significava: allontanatevi il più possibile. Avrebbe dovuto essere lanciato nel caso in cui qualcuno avesse deciso di usare una tecnica ad ampio raggio.
Tra gli sguardi sorpresi e inquieti dei ninja della Roccia e degli incappucciati nascosti tra loro, i ninja della Foglia si allontanarono precipitosamente dal campo di battaglia, chi imitando Temari e saltando sul tetto, chi gettandosi nella casa di Naruto da una finestra.
Lei, ancora ferma davanti alla figlia, lasciò loro appena il tempo di muoversi, e poi aprì il ventaglio tenendolo con una mano sola; Chiharu vide i muscoli del braccio tendersi ma non cedere, e ricordando quanto fosse pesante ciò che dovevano sostenere non poté fare a meno di provare un’ondata di ammirazione per sua madre.
Temari si morse il pollice e rapida disegnò una linea di sangue sul ventaglio, agitandolo come se fosse stato di carta velina. Anche Chiharu sentì lo spostamento d’aria alle sue spalle, e dovette chiudere gli occhi quando da una nube di fumo comparve una grossa donnola con il capo bendato e armata di falce.
Non ci fu neanche un attimo di pausa, nemmeno il tempo di sorprendersi, che Temari gridò un ordine, parole che nell’orecchio di Chiharu suonarono come “ballo del taglia e taglia”.
Poi la donnola agitò la falce.
Chiharu si sentì trascinare in avanti a causa dello spostamento d’aria, e dovette aggrapparsi alle tegole per non urtare le gambe di sua madre.
Si sentirono una serie di crack sonori, il vento fischiò nel giardino interno della casa e il ciliegio venne letteralmente spazzato via. Tra le grida soffocate dai sibili dell’aria alcune tra le colonne del patio cedettero, cadendo con uno schianto. Una parte del pergolato scivolò a terra con loro, crollando su un gruppo di nemici più sotto, e il resto del portico gemette come una foresta sotto una tempesta.
Passarono solo pochi secondi, e poi la donnola smise di muoversi, e la sua falce smise di fendere l’aria. Temari la congedò, e la sua voce fu l’unica nota nel silenzio irreale calato all’improvviso.
Chiharu riprese a respirare e cautamente si fece avanti. In ginocchio sul bordo del tetto, abbassò lo sguardo… e vide la devastazione più totale.
Corpi e macerie, fenditure nelle colonne rimaste in piedi, finestre frantumate, sangue ovunque, schizzi cremisi anche in punti lontanissimi dai corpi… sembrava passato un tifone.
«Non è stato un granché…» commentò Temari appoggiandosi al ventaglio. «Peccato che non ci fossero più alberi nei paraggi»
Chiharu le lanciò un’occhiata intrisa di confusa ammirazione. «Hai… hai vinto» disse in un soffio. «Da sola»
Sua madre le sorrise condiscendente. «E che ci voleva?»
Non lo faceva apposta, ma quando guardava negli occhi Chiharu ritrovava l’espressione dello Shikamaru di tanti anni prima, e le veniva naturale comportarsi come una quindicenne.
«La solita esagerata» commentò Kakashi raggiungendole con un balzo. «Lo dici tu a Naruto che gli hai demolito la casa?»
«E salvato la famiglia» puntualizzò lei.
«Aspettate un attimo» intervenne Chiharu, che stava ancora guardando giù. «C’è qualcosa che non va…»
Temari e Kakashi si sporsero accanto a lei, e impiegarono qualche istante per capire dove stava il problema; ma poi ci arrivarono.
«Non ci sono mantelli neri» disse l’Hokage accigliato. «Né corpi degli Hyuuga»
«Eh?» fecero le due ragazze. «Ma di che parli?»
«Non intendevate questo?» domandò Kakashi smarrito.
«Mantelli? Hyuuga?» ripeterono loro due perplesse. «Noi stavamo solo notando che ci sono troppi pochi cadaveri della Roccia… non saranno neanche una decina»
«C’è qualcosa che hai dimenticato di dirci?» indagò Temari socchiudendo gli occhi.
«Laggiù hanno combattuto anche gli Hyuuga» spiegò Kakashi. «Alcuni, almeno… coperti da mantelli neri. Ma non vedo nemmeno uno dei loro corpi»
«Beh, ci aiutavano, no?» chiese Chiharu.
«No»
«Oh»
«Allora il clan ha tradito la Foglia?» domandò Temari sprezzante.
«Non ne sarei così sicuro…» mormorò Kakashi facendo vagare lo sguardo sui resti del giardino. «Forse non è l’intero clan. Forse… è soltanto il capoclan»
«Hiashi Hyuuga?» Temari quasi scoppiò a ridere. «No, non esiste. Come ha detto sua figlia, per lui il villaggio è più sacro della vita stessa. Al massimo potrebbe essere qualcuno all’interno della casata, un gruppo isolato…»
«Sarà…» disse l’Hokage, diffidente. «Ma se fossi in voi terrei gli occhi aperti»
«Dov’è Chiharu?»
I due si voltarono, convinti di vederla ancora inginocchiata sul bordo del tetto, ma scoprirono soltanto di essere rimasti soli.
«Occhi aperti, eh…?» disse Kakashi piano.
Temari digrignò i denti. «Quando la pesco l’ammazzo»

Ma Haru non aveva neanche per l’anticamera del cervello di starsene buona a sorbire le ramanzine materne. Soprattutto ora che aveva capito quanto poteva essere forte.
Non appena aveva visto Temari e Kakashi distratti, era silenziosamente scivolata fino a una delle colonne e da lì si era calata giù, sentendo a malapena il dolore della ferita tra le costole – non pensava che l’anestetico fosse così efficace! Ora correva leggera sul patio, incrociando qua e là ninja della Foglia che sospiravano e scuotevano la testa, pensando alla reazione di Naruto nel vedere in che stato era il suo giardino. Si sentiva bene, leggera e sollevata. E si sentiva grande.
“Altro che una stupida battaglia” si disse pensando a Kotaro e Hitoshi. “Io qui ho sventato un complotto!”
Non si soffermò a pensare che la maggior parte del lavoro l’avevano fatta gli altri.
Mentre correva davanti alle finestre infrante dall’attacco di Temari, le parve di sentire un sospiro noto. Si fermò di colpo, inarcando le sopracciglia, e sporgendosi all’interno della casa vide suo nonno seduto sul pavimento e circondato da frammenti di vetro.
«Lei e le sue manie di protagonismo…» borbottava il jonin togliendosi brandelli di finestra dai capelli brizzolati. Haru sorrise.
«Ehilà nonno» commentò con un cenno allegro. «Tutto bene?»
«Hn? Tu che diavolo ci fai qui?» chiese Shikaku scoccandole un’occhiataccia. «Ti sei infilata nella mischia, eh?»
Lei si limitò a ridere, e lui sospirò di nuovo. «In questo non hai proprio preso da tuo padre» disse alzandosi in piedi. «Sei ferita?»
«Niente di grave» Haru si strinse nelle spalle, sfiorando l’occhio gonfio. «E poi ho masticato un anestetico che ha dell’incredibile. Non sento assolutamente niente!»
«Che anestetico?»
«Boh, l’ho trovato in casa, nel laboratorio del clan. Era tra le provette e i veleni»
Shikaku fece mente locale. L’ultima volta che era stato nel laboratorio, cosa c’era lì?
«Foglie verdi e carnose, terribilmente amare?» tentò.
«Esatto»
Lui chiuse gli occhi, e si passò una mano sul viso.
«Ho sbagliato qualcosa?» chiese Haru con un mezzo ghigno. «Erano una pianta rara e preziosa che avete impiegato anni a coltivare? Beh, c’era scritto anestetico sopra…»
«Perché non impari a guardare un po’ meglio quello che fai?» la interruppe Shikaku. «Anestetico era la targhetta della provetta lì accanto, quella piena di liquido rosa»
«Ah sì?» ribatté Haru stringendosi nelle spalle. «Finché non mi fa male, ben venga»
«Il punto è esattamente questo…!»
Ma Shikaku non riuscì a spiegarsi. In quel preciso istante qualcosa attrasse la sua attenzione oltre le spalle della nipote, e improvvisamente la afferrò per le braccia e la tirò dentro la casa di peso.
«Che succ…?» tentò di chiedere lei, e lui le tappò la bocca.
«Shh» le sibilò in un orecchio. «Zitta. Non ti muovere»
Haru smise di divincolarsi, trattenendo il respiro, e Shikaku si sporse appena sopra il davanzale.
Nel giardino l’aria si era come congelata.
A un tratto, mentre i ninja della Foglia tiravano il fiato, avevano fatto la loro comparsa sul portico due figure del tutto inaspettate: Hiashi Hyuuga e Hinata. E il capoclan degli Hyuga aveva lanciato un ordine sinistro che sembrava uscito da un romanzo di terza categoria: «Che nessuno si muova»
Tutti lo fissarono con tanto d’occhi. Da dove spuntava? E perché Hinata era con lui?
«Cosa succede?» intervenne Kakashi saltando giù dal tetto, davanti a loro.
All’istante due figure ammantate comparvero dal nulla e lo afferrarono per le braccia, immobilizzandolo. Nello stesso tempo altre spuntarono in ordine sparso nel giardino e impedirono ai ninja della Foglia di intervenire.
«Ah… Ecco il nostro prezioso Hokage» disse Hiashi con un mezzo sorriso di derisione. «Abbastanza codardo da rifuggire la battaglia»
«Cosa stai combinando?» insisté lui senza smontarsi, apparentemente poco impensierito dai due che lo tenevano fermo.
«Non ti riguarda» ribatté lo Hyuuga atono. «Storditelo» ordinò ai suoi uomini.
Questa volta Kakashi cercò di reagire, ma invano. Il colpo lo raggiunse alla nuca dritto e preciso e, roteando gli occhi all’indietro, perse i sensi.
«Trattatelo bene, il suo corpo ci serve» aggiunse Hiashi disinteressandosi di lui. I due sembrarono esitare per un istante. Poi depositarono il corpo contro una colonna, e andarono a posizionarsi alle spalle del capoclan.
Mentre loro prendevano posto, dal tetto balzò un’altra figura incappucciata.
«Ha cercato di fare resistenza» disse depositando rudemente a terra Temari, dalla cui bocca usciva un filo di sangue. Chiharu inspirò bruscamente nel vederla priva di sensi.
«Lasciatela perdere» disse Hiashi annoiato. «Ora siamo a posto… Prendila» strattonò Hinata, e la spinse giù dal portico. Lei inciampò sui gradini, rischiando di cadere, ma l’uomo incappucciato l’afferrò in tempo. «Rinchiudetela da qualche parte, io devo mandare un messaggio»
L’uomo che doveva eseguire l’ordine esitò.
Abbassò lo sguardo su Hinata e la sentì gemere piano; vide il suo volto coperto di sudore, gli occhi ancora umidi di lacrime, e la sentì sussurrare un “ti prego” infinitamente fievole. Alzò la testa a cercare gli occhi di Hiashi, ma il capoclan lo squadrò con la freddezza più completa.
«Muoviti» gli ordinò impaziente.
«Padron Hiashi…» mormorò quello, confuso.
Aveva più o meno l’età di Hinata, ed erano cresciuti nella stessa casa. Ricordava la ragazzina gentile che aveva una parola cortese per tutti… e ricordava che suo padre era sempre stato severo con lei. Ma non crudele. Non così.
«Tu» scattò Hiashi, additando un altro uomo. «Portala via»
Anche quello non eseguì subito. Si avvicinò al compagno lentamente, poco convinto, e guardò a sua volta la pallida Hinata.
«Non valete niente» disse allora Hiashi in tono pieno di disprezzo. Scese i gradini a passo pesante, afferrò Hinata per un braccio e se la tirò vicino, ignorando il suo gemito di dolore. «Verrà con me. Voi restate qui, e prendetevi cura degli altri. Che nessuno si muova, sono stato chiaro?»
Gli uomini annuirono, ancora a disagio.
Hiashi diede loro le spalle e risalì la breve scaletta che lo portò al portico, trascinando Hinata con sé. All’ultimo gradino lei rischiò di inciampare, e lui la tenne su per un braccio. Nel movimento improvviso perse momentaneamente l’equilibrio, e il kunai che aveva usato per colpire Hinagiku scivolò dalla tasca del kimono e tintinnò sordo sul patio di legno.
«Sciocca idiota!» disse tra i denti.
Hinata cadde in ginocchio, con un lamento penoso, e portò una mano al ventre.
«Alzati!» le ordinò Hiashi, ma lei scosse la testa, gli occhi pieni di lacrime. Ansante, cercò debolmente di rannicchiarsi su sé stessa.
Sentiva un dolore lancinante alla pancia, qualcosa che non aveva mai provato prima. Era infinitamente diverso dalle familiari doglie del parto, e lei sapeva che non poteva essere nulla di buono.
“Il bambino… Il nostro bambino…” pensò disperata. “Devo difenderlo… sta male… cosa posso fare…?»
Chiharu, dal suo nascondiglio, ancora con la mano di Shikaku sulla bocca, la vide gemere sul legno del portico. E poi, spostando di poco lo sguardo, vide il sangue che le macchiava il kimono poco più su delle ginocchia.
«Il bambino!» sibilò strappandosi di bocca la mano del nonno. «Sta succedendo qualcosa al bambino! Guarda, è sangue!»
«Accidenti…» mormorò Shikaku stringendo i denti.
Chiharu lo fissò ansiosa. «Dobbiamo fare qualcosa!» sussurrò angosciata.
Hinata era la cristallizzazione del suo concetto di madre. Hinata era semplicemente troppo perfetta perché le accadesse qualcosa di male. Non doveva succedere!
«Gli Hyuuga sono ovunque…» disse tra i denti Shikaku. «Sarà difficile»
Haru strinse i denti. Non avevano tempo per pensare!
Con uno scatto si liberò della stretta di Shikaku e balzò in piedi.
«Ferma!» le sibilò lui cercando di riacciuffarla, ma lei sgusciò via veloce e silenziosa, correndo verso la porta della stanza.
Suo nonno imprecò e fece per seguirla, ma quando posò la mano a terra rischiò di scivolare. Accigliato si guardò il palmo… e lo scoprì coperto di sangue.
Del sangue di Chiharu.

Haru attraversò mezza casa tenendo la schiena piegata al di sotto del livello delle finestre. Si azzardò a guardare fuori solo una volta, quando pensò di essere arrivata, e scoprì che avrebbe dovuto raggiungere la stanza successiva. Lo fece, e a quel punto si appiattì contro il muro accanto alla finestra sfondata. Frammenti aguzzi sporgevano dagli infissi.
Fuori, pressoché in linea d’aria, Hiashi Hyuga cercava di costringere Hinata ad alzarsi in piedi.
Haru sentì un’ondata d’odio risalire dallo stomaco fino al cervello, annebbiandole la vista.
Si passò il dorso della mano sulla bocca e fece lavorare il cervello in maniera febbrile, senza accorgersi della striscia color sangue rimasta sulla pelle.
Naruto. Doveva avvertire Naruto.
“Dai…” pensò bagnando il dito nel sangue della ferita al fianco, incurante della macchia scura che si era ampliata esageratamente. “Vieni fuori!”
Intrecciò le dita nella sequenza che si era esercitata a ripetere mille volte, le posò a terra, infondendo nella tecnica ogni briciolo di convinzione che le era rimasta, e strinse i denti fino a farsi male. Ci fu uno sbuffo di fumo, e poi un uccellino scarlatto malandato. Ma che sembrava in grado di volare.
Ansante, Haru estrasse dal marsupio un altro pezzo di carta. Le dita insanguinate lasciarono tracce sui bordi irregolari del biglietto, e mentre si chinava e scriveva a Naruto di tornare indietro il più presto possibile, raccontando a grandi linee cosa era successo, dalle sue labbra alcune spesse gocce scarlatte andarono a macchiare il foglio. Si pulì la bocca distrattamente, firmando il messaggio, e lo piegò in qualche modo. Lo legò alla zampa dell’uccello e poi lo prese tra le mani, parlandogli come si farebbe a un bambino.
«Trovalo… non importa come…» gli sussurrò con un filo di voce. «E fai in fretta»
L’uccellino le lanciò un’occhiata poco intelligente, ma poi si staccò dalle sue mani e volò fuori dalla finestra.
«Cos’è?» esclamò uno dei ninja incappucciati vedendolo sfrecciare sotto il portico.
Hiashi alzò lo sguardo e gli gettò un’occhiata irritata. «E’ un uccello, sarà entrato prima. Maledizione, tu alzati!»
Haru sbirciò oltre la finestra. Vide le dita di Hiashi Hyuuga serrate attorno al braccio bianco di Hinata, tanto strette da segnare un solco. Vide il sangue sul suo kimono, la chiazza che si era allargata, e poi vide le sue lacrime.
“Naruto non farà in tempo” realizzò con orrore, e nello stesso istante captò il rumore impercettibile dei passi di Shikaku che la raggiungeva. “Ora o mai più” pensò in un istante di follia.
Intrecciò le dita davanti al petto, lasciò in sospeso la tecnica e scavalcò il davanzale.
Hiashi ebbe appena il tempo di stupirsi vedendo comparire una ragazzina coperta di sangue, che lei si abbassò di scatto e premette le mani sul legno. Le assi si spaccarono con uno schiocco secco, facendo perdere l’equilibrio al capoclan, e Haru si lanciò su Hinata. La afferrò per un polso e la tirò via di forza, odiandosi quando sentì il suo gemito, ma si disse mille volte che era necessario, che non c’era altro modo. Anche Hinata sembrò capirlo, e si sforzò di seguirla nonostante il dolore le annebbiasse la mente.
«Prendetele!» gridò Hiashi aggrappandosi a una colonna, quando loro oltrepassarono la soglia di una porta.
Shikaku non permise a nessuno di fare nemmeno un passo, e fece il suo ingresso in scena dalla stessa finestra per cui era arrivata Haru. Un istante e né gli incappucciati, né Hiashi riuscirono più a muoversi, intrappolati dalla sua ombra. Tentò di prolungarla anche ai loro compagni, ma i più distanti sfuggirono oltre la sua portata. I ninja della Foglia ne approfittarono per rimettersi in moto, e in men che non si dica furono loro addosso.
Hiashi lanciò un’occhiata carica d’odio a Shikaku; per un attimo lui fu seriamente tentato di strangolarlo. Ma poi, inspirando a fondo, decise che avrebbe fatto scegliere a chi di dovere.
«Svegliate Kakashi» ordinò.

All’interno della casa, Hinata si accasciò lungo il corridoio, incapace di proseguire.
«No, no… ancora un passo… fino al letto almeno…» gemette Haru cercando di aiutarla.
«Non ce la faccio!» sussurrò Hinata, con la testa che le vorticava in maniera nauseante. «Naruto…»
«Accidenti!» imprecò Chiharu stringendo i denti, sentendo il sapore del sangue in bocca. «Abbiamo bisogno di un medico!»
«Hinata!» esclamò all’improvviso una voce di donna.
Hinata alzò lo sguardo e, come una visione, vide Sakura affrettarsi lungo il corridoio. «Cos’è successo?» chiese subito, adocchiando il sangue che le macchiava il kimono.
«Il bambino…» mormorò Hinata aggrappandosi a lei quando si fu inginocchiata. «Hinagiku e Hanako dove sono? Come stanno? E il bambino… Non lo so… sto male, lui sta male… Qualcosa non va… Sakura…» singhiozzò. «Ho paura…!»
«Va bene, va tutto bene» disse Sakura rapidamente, facendola stendere lì dove si trovava. «Le bambine sono a posto, anche Iria e Jiraya. Stanno uscendo dall’altra parte del tunnel»
Alla faccia del ‘tranquilla e riposata’ della gravidanza. In una sola giornata aveva salvato la vita a una bambina e a una domestica di mezza età, aveva steso due uomini del clan Hyuuga e ora cercava di salvare un bambino non ancora nato. Per fortuna Iria si era ripresa abbastanza da badare a Hinagiku e Hanako, altrimenti non avrebbe saputo cosa fare.
Con la coda dell’occhio vide Chiharu che la fissava nervosamente.
«Acqua. Procurati dell’acqua!» le ordinò; lei corse a obbedire.


Sul portico Kakashi e Temari avevano ripreso i sensi, l’uno cupo e accigliato, l’altra imprecando a destra e a manca.
Hiashi era ancora immobilizzato da Shikaku, oggetto degli sguardi di tutti, e con espressione indecifrabile faceva saettare gli occhi da ogni parte.
«Hai fatto la mossa più sbagliata della tua vita» mormorò l’Hokage avvicinandolo. «Quando Naruto tornerà, prega di essere nelle mie mani, e non nelle sue»
Per la prima volta lo Hyuuga ebbe un fremito. Ma non ribatté, limitandosi a ricambiare lo sguardo con occhi carichi di rabbia.
Quegli ingenui non lo sapevano, ma quasi sicuramente il loro Naruto non sarebbe tornato. E sarebbero stati loro ad avere una bella sorpresa, quando avrebbero visto l’esercito della Roccia alle porte del villaggio. Consolandosi con questo pensiero, riuscì a simulare indifferenza e impassibilità.
Kakashi scosse la testa.
«Dov’è Hinata?» chiese a Shikaku, e lui fece un cenno con il capo verso la casa. «E tra l’altro c’è anche un problema con lei…»
L’Hokage fece per muoversi in quella direzione, ma si bloccò con il piede ancora alzato.
Una vibrazione.
Un fremito.
Qualcosa di spaventoso.
Si voltò, e per un istante vide, tra i frammenti di legno divelto, un kunai dalla lama lucente. Sul manico recava simboli complessi e… noti. Anche lui ne aveva avuto uno, un tempo.
Erano i kunai del quarto Hokage.
E, come aveva visto accadere per l’ultima volta anni e anni prima, Kakashi vide di nuovo una scompigliata zazzera bionda apparire dal nulla in corrispondenza dell’arma.
Ma questa volta, circondato da un minaccioso e vibrante alone scarlatto, Naruto non sarebbe mai stato in grado di tranquillizzarlo come il quarto Hokage avrebbe fatto allora.









Nel prossimo capitolo...

«Basta, Naruto!» gridò Kakashi, schivando per un pelo una delle code di Kyuubi, che si abbatté sul tetto e distrusse l’intera ala ovest. «Stai esagerando!»
Il corpo di Hiashi cadde a terra e rimbalzò sui resti dell’erba, con gemiti pietosi a ogni colpo.
Coperto di ferite e ustioni, il capoclan degli Hyuuga aveva perso ogni traccia di nobiltà. Eppure aveva ancora la forza di rialzarsi.
«Dove vai?» gli chiese Naruto con un ghigno, e un artiglio di chakra si tese e lo afferrò, trasportandolo di nuovo sul tetto.
Kakashi strinse i denti, e provò con una tecnica ninja, una qualunque. La cascata d’acqua si abbatté su Naruto come su un ammasso di rocce, senza avere alcun effetto.
Un occhio scarlatto si piantò nel suo sharingan.
«Non disturbarmi. Da te vengo dopo» sogghignò Naruto deliziato, mentre il sangue copriva ormai quasi tutto il suo corpo.







* * *

Spazio autore

Okay, il prossimo capitolo è il regno delle Mary Sue e dei Gary Stu!
Rileggendolo, nonostante in teoria succedano cose di una certa rilevanza drammatica, me la ridevo come una pazza!
Certo, Baka e Haru ci han messo del loro, ma davvero... roba da matti!
(nota: dopo aver riguardato il prossimo capitolo, mi trovo a cantare I puffi sanno che un tesoro c'è... nel fiore accanto a te!)
Comunque, per voi amanti del sangue, sappiate che ne vedrete scorrere a fiumi! U_U
E che sul finale, ci sarà qualcosa che - si spera - vi scioccherà!

Parlando invece di questo capitolo, ho deciso di accanirmi indiscriminatamente sulle Uzumaki.
E la cosa mi rende anche molto orgogliosa.
Ora sapete dov'era andato Naruto, che i Nara sono avviati lungo una strada bruttissima - Shika escluso, per il momento -
e che le cose stanno per incasinarsi clamorosamente.
Beh, dovevate anche aspettarvelo.

Nota: mi scuso, questo capitolo doveva essere pubblicato ieri ma la connessione è partita in pellegrinaggio per le terre di 'fanculo.
Ho anche tardato la consegna per un contest, a causa di questo... Non dite nulla, volevo mangiarmi quella maledetta chiavetta.
Oggi sono momentaneamente stanziata da un'amica, e spero che per il 12 ci sia una magica resurrezione!
Prossimo capitolo: Kyuubi.

Scommesse sui morti
Shikamaru - 4 voti
Asuma - 3 voti
Kakashi - 3 voti
Tsuda junior - 3 voti
Temari - 2 voti (uno molto in forse)
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Ino - 1 voto
Sasuke - 1 voto
Un Uchiha - 1 voto
Hiashi - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Nessuno della Foglia - 2 voti


bambi88: detto, fatto. Temari si è incazzata. U_U E se non ha vinto la battaglia, ha fatto sicuramente la sua sporca figura! <3 Tra l'altro in questo capitolo è un tripudio di Nara, se non erro, quindi puoi parlarne ancora senza che ti prendano per pazza assatanata. Oh, gli Hyuuga più sono stronzi e più sono angst, quindi che male c'è? Li amiamo anche per questo (oltre all'arf, beninteso)! POSTILLA DEL 10/6: congratulazioniiiii!! >_< Sono orgogliosa di te!
DarkMartyx 93: ehi, ma io mi ricordo di te! Bentornata! <3 Oh, mi spiace, ma Naruto in questo capitolo è arrivato solo all'ultimo istante! Per vederlo fare fuoco e fiamme dovrai attendere tre giorni, procurarti qualcosa da sgranocchiare mentre leggi, e poi accomodarti davanti al pc! Uh, perché sterminare gli Hyuuga, quando Neji e Hinata insieme sono così arf? Che muoiano gli Uchiha, che non hanno gentil donzelle tra le loro fila! XD Non so se segui le scan, quindi non aggiungo altro, ma mi limito a dire che in questa storia al momento gli Uchiha sono arrivati a quota nove (contando anche il bambino che deve ancora nascere), e hanno ottime prospettive di crescita! XD
Hipatya: esordirò chiedendoti se hai un indirizzo messenger! (wow, che incipit originale!) Dopodiché, mi dilungherò nel rispondere alla tua recensione... Spinoff? SPINOFF? SPINOFF?! Oddio. Mi fa male il lato sinistro del petto e mi formicola la mano. Oddio. Credo sia un infarto! Argh! Non hai idea dell'onore che mi fai in questo modo! Davvero, non ne hai la minima idea! Puoi farlo SasuSaku o quello che vuoi, anche BakaHaru se ti va! Mamma mia, sono in fibrillazione! Ora capisci che urge un contatto messenger?? Ohh, sono ancora tutta emozionata! *_* In due parole liquido la faccenda Hiashi: ci hai preso. XD Ma nel prossimo capitolo saprai davvero tutto, quindi ancora un attimo di pazienza! Certo che hai ragione: non era proprio antisgamo! XD Oh, scherzetti... Chissà, gli scherzetti sono belli quando coinvolgono Kyuubi... Ma io sono anche il ninja più imprevedibile (?), e quindi non si sa mai cosa aspettarsi da me! ^^ Ah, harryherm ti ha eletta a suo mito per la citazione riguardante Sasuke (quella che riesce a unire magistralmente bomba H e capelli a culo di gallina), e io penso che la inserirò nella mia pagina personale... Ho il tuo permesso? <3
Sky_Shindou: dire ti voglio bene è molto più difficile che dire ti odio, è risaputo... e quando c'è di mezzo l'orgoglio non può essere altrimenti, quindi Temari e Chiharu non possono che incasinarsi la vita! Il rapporto tra Haru e Akeru, invece, è sostanzialmente stupido. Per me, molto divertente! XD Ho segnato il tuo voto per Shikamaru, che balza in cima alla classifica come morto numero uno! Wow, quanta fiducia che avete in lui - e in me! XD
crilli: è bello quando i lettori hanno le idee chiare... (mi riferisco alle tue ipotesi sulla spia, ovviamente! XD)  Però su una cosa hai ragione: Temari è Temari, e con lei la standing ovation è sempre doverosa! U_U
sammy1987: wow, è la prima volta che mun lettore mi dice che sperava il capitolo non finisse! Mi sento davvero onorata per questo, lo sai? Comunque sì, pare proprio che Hiashi abbia perso la testa. Ma probabilmente di qui a poco si troverà a farne a meno anche non metaforicamente, per cui... Festa! <3
Talpina Pensierosa: sì, ehm, accetto il "brava", ma francamente se avessi potuto riscrivere tutta l'ultima parte della storia forse ne sarei stata più soddisfatta... Va beh, è importante anche mostrare l'evoluzione di un autore, o no? (dimmi di sì, ti prego! ç_ç)
gracy110: la retta via: prendere in mano un kunai e gettarsi a pesce su tutti i nemici che si incontrano, facendo schizzare il sangue da ogni parte. Wow! XD AAAAAAAAARGH, non parlarmi del 402! Forse sono a malapena riuscita a metabolizzare il trauma, lasciami nella mia piccola e momentanea bolla di felicità! (errore: ho appena finito di leggere il 403 e ho deciso che Itachi mi fa ancora piangere... Ma Sasuke con quella frangetta fa cagare!)
Killkenny: non so perché, ma la BakaHaru sta riscuotendo un grande successo! XD Che io sia finalmente riuscita a trasmettere ai lettori l'amore per i personaggi un po' sfigatini? (testuali parole di qualcuno) E gli Hyuuga commettono errori, eh... Uhm, relativamente...
Ino_Chan: e ci credo che mi distacco da ciò che scrive Kishi. Dalla morte di Jiraya in poi, se dovessi scrivere attenendomi agli sviluppi del manga, mi suiciderei di depressione alla terza riga, diamine. Cooomunque, se ti piace l'azione il prossimo capitolo sarà più soddisfacente di questo. Purtroppo, se non erro, sarà anche l'ultimo riservato ai combattimenti, e dunque cerca di godertelo!
Rhymes: bentornato! ^_^ Mi fa piacere risentirti, ormai ti davo per disperso, messenger a parte! Certo è che con le vacanze il tempo libero si moltiplica, è risaputo, e forse è per questo che finalmente sei approdato qui! Per quello che riguarda i mocciosi, Chiharu è in crisi esistenziale più o meno tre volte al giorno, perché quando sei testa di beep come lei, ti fai un sacco di seghe mentali, è appurato. Che Hitoshi invece non ti sia simpatico... eheh, me lo aspettavo! XD Sta antipatico anche a me! U_U Uh, non ho intenzione di ucciderti per la tua richiesta. Più che altro, tenterò disperatamente di portarla a termine in tempo, ma se non dovessi riuscirci non prendertela, ti prego! ç_ç
RedCrossBook: oh povero Kakashi. -.- Certo che l'hai messa giù proprio dura, eh... ^^' Solo una cosa: io ho mai accennato a una fede al suo anulare sinistro...? Parlando di cose più allegre, Baka verrà sfruttato ancora un bel po', povero cucciolo! Ma visto che è divertente, ben venga! E nel prossimo capitolo avrai sangue e combattimenti a iosa, tranquillo, per cui mettiti comodo e attendi pazientemente! Uhm, stavo ragionando sulla tua ipotesi Hiashi-spia... In che senso non potrebbe essere per colpa del Byakugan? Perché non è una tecnica replicabile con una copia? O c'entra con il chakra?
arwen5786: è arcinoto che nel mondo di Naruto le femmine sono bestie rare. Ora, se il povero Baka, che ha sempre pensato solo a sé stesso, all'improvviso si trova a così stretto contatto con una femminuccia, a tredici anni è anche normale che gli vengano certi bollori, a parer mio. Poi, beh, lui ci mette anche del suo abbondando in idiozia, però va bene così perché è tanto carino! Ad ogni modo, parlando iperbolicamente, Haru può anche avere una schiera di ammiratori, ma se lei non li vuole, non li vuole! XD Ricordi Sai? Ecco, pensa a lui. Ahahah! XD Dove sta Neji? Ehh, bella domanda, bella domanda sì! (te lo dico subito: sta a tirare il fiato con gli altri che hanno combattuto, e a breve lo rivedrai! U_U)  Oh, giusto un appunto: scoprirai presto che sugli Hyuuga non pensa bene nessuna di noi, ma forse io un filino meglio sì... Ah, nemmeno io so come ho fatto a rendere il vecchio team 10... Mistero! ò.ò Vuoi Sasuke, Shikamaru e/o Itachi? Per un bel po' resterai delusa, mi spiace! XD Accontentati (si fa per dire... è_é) di Naruto e Baka! (ehm... non sono proprio il massimo... XD) Oooora, parliamo per due secondi del nostro incontro! <3 Ahhh, dobbiamo assolutamente rifarlo! E sto cercando di ricattare Robi in ogni modo possibile e immaginabile, cerco pure di coinvolgere Fabri e spedisco le mie referenze ai suoi genitori! Dio, se ci riesco è un miracolo... e io voglio essere fatta santa! >_< Ciò detto, non vedo l'ora di rivederti! Solo che mi è venuto un dubbio... Noi siamo d'accordo per giovedì, vero? Te lo chiederò anche via sms, per stare più sicura...
muccina89: oh, chissà se Hiashi è tutto marcio o no? Credo proprio che lo scoprirai nel prossimo capitolo (idiota quanto inutile tentativo di fare la simpatica)! Oh, sei in pena per Akeru? Ma è forte lui, mica si lascia abbattere così! Ci vuole molto di più per fargli del male! XD
maninja87: a me il soldato della Roccia della volta scorsa stava parecchio simpatico. Così simpatico che ho deciso di rendere vedova sua moglie! XD No scherzo... è che a me stanno a cuore tutti i personaggi, buoni o cattivi che siano. Non posso farci niente, eh. AAAAAAAAAAARGH! Il 6 era il tuo compleanno? Beh, in effetti non sarei riuscita a prepararti il regalo... La settimana prima era infernale. Ma se ti va sono disposta a fartelo lo stesso, in ritardo! XD Dal 23 in poi non avrò più nulla da studiare, e la mia testolina sarà libera di elaborare mille cose da scrivere, lasciando che le gambe cuociano sotto il calore del pc! (PS: ovviamente in caso di scontro Naru VS Sasu, io tiferei Naruto. Tsk)
Topy: giuro. Sto ridendo anche io! XD
Maobh: no! Non sprecare le melanzane per leggere, con quello che costano! XD Poi tuo marito che dice, eh? Oh, la domanda riguardo a Gaara è destinata a rimanere senza risposta! U_U Lui e la segretaria saranno un bel punto interrogativo, che sarà molto divertente svelare, prima o poi... (su Kishi non mi esprimo più: ci manca solo che Naruto diventi un Uchiha e si scopra che Jiraya ha il macico jutsu della risurrezione, ma soprattutto... che cavolo è la nuova frangetta di Sasuke?!)
fedecr90: one-shot? Scadenza? Ma di che stai parlando? ò.ò Per quanto riguarda Bleach, ti ho già spiegato la situazione: potrei scriverci fanfic solo se sapessi gli spoiler, e inizierò a cercarli nel momento in cui rallenterà la pubblicazione italiana, non prima. Senza contare che non è detto che io scriva IchiRu... Al momento la OriIchi non mi spiace mica! <3
Yume_Tsuki: 1 - "toccatemi tutto, ma non la Pomiciata!" by Jiraya; 2 - la storia della morra cinese l'ho copiata da Hunter x Hunter! XD; 3 - ehm, wow, grazie! °///° (ho il magnifico dono della sintesi, si nota?)
Reina: ma guarda, non è la prima volta che ti avvicini alla verità... Il che probabilmente significa che dopo un po' divento banale! XD Ma va beh, non si possono sfornare nuove idee all'infinito, a meno di chiamarsi Stephen di nome e King di cognome.
ShAiW: ammutinamento! Il primo posto è stato usurpato dalla HaruBaka! Com'è possibile? La SasuSaku trema! XD Beh, capisco il fascino che irradia da Stupido (?), ma arrivare a dire di preferire la sua coppia alla SasuSaku è un bell'azzardo! XD E infatti subito dopo vuoi essere Sakura! XD Il mondo è bello perché è vario!


Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Kyuubi ***


Naruto2-29

Kyuubi



- Ventinove -






C’era una volta uno spirito malvagio dalle sembianze di una gigantesca volpe a nove code.
Con il solo movimento delle sue code, la volpe poteva provocare frane e maremoti.

Per far fronte a quello spirito, la gente invocò l’aiuto dei ninja.
Uno solo di quei ninja, a costo della propria vita, riuscì ad imprigionare lo spirito…
Quel ninja era il Quarto Hokage.*





Il colore del sangue fresco e denso.
Un rosso scuro e intenso, un porpora corposo dai riflessi opachi.
Luminoso.
Oscuro.
Ma soprattutto spaventoso.
Tale era il colore degli occhi di Naruto, quando comparve tra le macerie di quello che era stato il suo portico, davanti al giardino distrutto, i ninja feriti, la devastazione più completa. E attraverso quegli occhi, guardò il panorama che mai avrebbe voluto vedere.
Era stanco, Naruto.
Neanche un’ora prima aveva combattuto e vinto una guerra, aveva liberato il chakra di Kyuubi all’interno del suo corpo e l’aveva di nuovo sigillato. Se fosse stato per lui avrebbe dormito almeno mezza giornata, prima di fare alcunché.
Ma poi, era arrivato quel messaggio da parte di Chiharu: il messaggio in cui gli diceva che Hinata stava molto male… e che la causa era Hiashi Hyuuga.
Non aveva pensato che a Konoha c’era Kakashi. Non aveva pensato che una ragazzina avrebbe potuto fraintendere le cose. Non aveva pensato a nessun errore.
Era stanco, Naruto.
E quando era stanco, quando era arrabbiato, e quando era entrambe le cose insieme… Kyuubi prendeva il sopravvento.
Massacralo” gli aveva sussurrato, con quella sua voce bassa e familiare. “Subito
Un attimo dopo aveva intrecciato le dita, e con la tecnica di dislocazione istantanea del quarto Hokage si era trovato a casa, accanto al kunai che aveva consegnato a Hinata tanti anni prima, dicendole di tenerlo sempre con sé. O meglio: Kyuubi si era trovata a casa.
Ma ormai aveva davvero senso parlare di lei o di lui? La distinzione tra sé e la Volpe si era fatta infinitamente vaga e sottile, specialmente in battaglia. Condividevano lo stesso corpo da più di trent’anni, la sopravvivenza dell’uno era indispensabile a quella dell’altra, e avevano finito per instaurare una sorta di rapporto malato a base di fiducia, odio, abitudine… Nessuno conosceva Naruto meglio di Kyuubi, e nessuno conosceva le debolezze di Kyuubi meglio di Naruto.
Eppure non erano la stessa entità. Erano ancora divisi, all’interno di quel corpo, erano ancora in grado di riconoscere il sottile confine che li separava. Naruto poteva guardare attraverso gli occhi di Kyuubi, poteva vedere la sua casa distrutta e i ninja feriti, e sapeva di essere lui a vederli, ma attraverso lo schermo distorto della visione della volpe. Riconosceva il ciliegio sotto cui si era riposato, provava tristezza perché era stato abbattuto, e nel contempo gli era totalmente indifferente. Era una strana sensazione, ma aveva imparato a conviverci quando aveva smesso di essere totalmente succube del demone dentro di lui.
Questa volta però le loro emozioni erano molto simili; troppo simili, perché la sua parte umana fosse in grado di controllarsi.
Dov’era?
Hinata, sua moglie, e il loro bambino… dov’erano? Come stavano? E le altre sue figlie?
Girò lo sguardo lentamente, in parte ansioso e in parte gustando la distruzione davanti agli occhi scarlatti. Vide i suoi compagni, vide i loro volti inquieti, spaventati. Provò un sottile piacere nel sapere che faceva quell’effetto, e sapeva che in realtà era Kyuubi a provarlo, ma non se ne curò.
«Naruto» lo chiamò la voce di Kakashi, lontana e distorta come se provenisse da una distanza infinita.
Lo guardò, quell’Hokage tutto sommato giovane e così debole… quanto sarebbe stato facile schiacciarlo, adesso che era anche ferito… ucciderlo, e prendere il suo posto…
E’ quello che hai sempre desiderato. Essere Hokage
“Non distrarti” si disse Naruto, sforzandosi di ignorare la voce della Volpe. “Non ora. Ora conta Hinata”
Non lo Hyuga?
“Anche lui”
«Naruto, abbiamo preso Hiashi, Hinata è nelle mani di Sakura…» continuò Kakashi, ma senza che Naruto desse segno di ascoltarlo. «La situazione è sotto controllo!»
«Dov’è?»
Una voce distorta, un ringhio represso.
«Hinata è dentro…» fu costretto a rispondere Kakashi, mentre una goccia di sudore colava lungo la sua tempia.
Gli occhi di Naruto non mentivano, anzi la dicevano molto lunga sulle sue condizioni.
Se la volpe si fosse scatenata, chi avrebbe potuto fermarla?
Se Naruto l’avesse lasciata davvero a piede libero, se a un tratto non fosse più stato in grado di controllarla, cosa sarebbe successo?
Il quarto Hokage non era più lì per salvarli.
La testa bionda di Naruto si voltò verso l’interno, ma l’alone scarlatto che la circondava restò fisso, come annusando l’aria.
E la vide, stesa nel corridoio.
Sakura era china su di lei, Chiharu era lì accanto, il sangue era sulle loro mani e sotto il corpo riverso di Hinata, privo di conoscenza…
Sentì qualcosa scattare dentro di lui.
Qualcosa di caldo. Bollente.
Doveva correre da Hinata… Chi l’aveva ridotta così?... Perché c’era tutto quel sangue?... Dov’era il bastardo che l’aveva ridotta così?!... E anche Chiharu sembrava ferita… Lo Hyuuga!
Si voltò di scatto, quando il pensiero di Kyuubi gli trapassò il cervello come una freccia.
Ed eccolo lì, Hiashi Hyuuga, immobilizzato da Shikaku Nara. Osava fissarlo, osava puntargli addosso quegli occhi candidi, con tanta sfacciataggine…
Un ringhio basso riempì la gola di Naruto, e le code di Chakra abbatterono una colonna nel loro ondeggiare minaccioso.
«Naruto, aspetta!» esclamò Kakashi, ma troppo tardi.
La volpe si era già scagliata.
Shikaku fu sbattuto a terra con una sola mano, sentì i polmoni svuotarsi per il colpo e un dolore sordo alla schiena. Da terra vide Hiashi che veniva scaraventato attraverso il giardino, fino a schiantarsi contro il muro dall’altro lato. Vide il chakra rosso della volpe allungarsi verso l’apertura fresca nella parete, e vide i ninja della Foglia farsi da parte precipitosamente, spaventati e incapaci di prendere una decisione qualunque.
Poi, vide il sangue che iniziava a colare, come linfa che trasudasse dai pori della pelle di Naruto.
E quando la coda di chakra abbatté la colonna che sorreggeva il porticato sotto cui si trovava, non vide più nulla.

«Non ci siamo…» disse Sakura tra i denti. «Hinata! Hinata, non puoi svenire adesso! Chiharu, colpiscila»
«Ehm…»
Incerta, Haru si spostò e diede un leggero schiaffo alla guancia pallida di Hinata. Niente. Ritentò un po’ più forte, ma la sua testa si limitò a ondeggiare debolmente, senza altre reazioni.
«Non si sveglia!» disse angosciata a Sakura.
«Il bambino sta nascendo…» mormorò lei corrucciata. «Ma non va bene così… è podalico, maledizione. E Hinata non collabora! Io non ho esperienza di parti!»
«Trasportarla all’ospedale?»
«La maggior parte dei ninja medici in gamba sono in battaglia»
«Ma ce ne sarà uno normale!»
«Chiharu, stai zitta! So cosa abbiamo a disposizione, va bene? So che faccia hanno tutti i medici della Foglia, e nessuno di loro è in grado di salvare Hinata o il suo bambino!»
«Neanche tu?»
Sakura si morse il labbro.
No, dannazione, no! Doveva esserci qualcosa che era in grado di fare!
Perché aveva passato tutti quegli anni a sfornare figli se poi non sapeva come muoversi in caso di emergenza?
“Vorrei aver curato meno ferite da kunai e più future mamme” si trovò a pensare. “E vorrei avere più esperienza… più esper…”
Si bloccò.
Più esperienza.
Una montagna di esperienza in più.
C’era qualcuno così, al villaggio.
Ma era lontano… lontanissimo. E ci voleva qualcuno che portasse Hinata. Qualcuno che fosse veloce e delicato. Possibilmente che fosse ansioso per la sua sorte.
Il rumore di un crollo le fece distogliere lo sguardo, e alzando gli occhi vide il patio crollare davanti all’ingresso del corridoio in cui si trovavano.
Una leggera vibrazione scosse l’aria, andando a toccare tasti sensibili della sua pelle.
Un chakra noto.
Familiare e pericoloso.
Naruto.
Ci voleva lui.
«Chiharu, dobbiamo fermarlo» disse in fretta.
«Chi?» chiese lei confusa.
«Naruto»
«Ma Naruto è ancora…»
«No! E’ tornato! E’ qua fuori e sta facendo un macello»
«Che cosa? Come ha potuto tornare così…»
«Lascia perdere! Non abbiamo tempo! Tu resta con Hinata, io provo qualcosa!»
«Eh? No, aspetta! Se dovesse succ…»
Sakura si alzò in piedi, ripulendo sommariamente le mani nei pantaloni. Chiharu, pallida, la fissò ad occhi sbarrati.
Restare lì, sola, con Hinata?
E se fosse morta?
Se fosse morta e non ci fosse stato nessuno accanto a lei?
«As… aspetta, vado io!» esclamò disperata scattando in piedi. «Resta tu… tu qui puoi fare qualcosa…»
«Cosa?» fece Sakura con una smorfia. «Non se ne parla. Non sai come prendere Naruto, e in questo momento è pericoloso anche solo essere nei suoi paraggi. Non ti muovere, io torno subito»
«No!» gridò Haru aggrappandosi alla sua manica. «Io posso davvero fare qualcosa! Te lo giuro! Permettimi di andare…!»
«Adesso basta! Non è il momento per farsela sotto!» Sakura liberò bruscamente il braccio. «Tu resterai qui, e io sarò di ritorno in dieci minuti con Naruto! E’ chiaro?»
Chiharu sbiancò. Sakura le scoccò un’occhiata penetrante, e poi si allontanò di corsa, lasciandola sola con Hinata.
La ragazzina abbassò lo sguardo, su quel suo idolo ora così pallido e debole.
La sentì gemere, ma senza che riaprisse gli occhi.

«Basta, Naruto!» gridò Kakashi, schivando per un pelo una delle code di Kyuubi, che si abbatté sul tetto e distrusse l’intera ala ovest. «Stai esagerando!»
Il corpo di Hiashi cadde a terra e rimbalzò sui resti dell’erba, con gemiti pietosi a ogni colpo.
Coperto di ferite e ustioni, il capoclan degli Hyuuga aveva perso ogni traccia di nobiltà. Eppure aveva ancora la forza di rialzarsi.
«Dove vai?» gli chiese Naruto con un ghigno, e un artiglio di chakra si tese e lo afferrò, trasportandolo di nuovo sul tetto.
Kakashi strinse i denti, e provò con una tecnica ninja, una qualunque. La cascata d’acqua si abbatté su Naruto come su un ammasso di rocce, senza avere alcun effetto.
Un occhio scarlatto si piantò nel suo sharingan.
«Non disturbarmi. Da te vengo dopo» sogghignò Naruto deliziato, mentre il sangue copriva ormai quasi tutto il suo corpo.
L’Hokage ebbe un brivido.
Kyuubi.
Erano anni che non la incontrava… ed erano anni che non prendeva il sopravvento così.
Come diavolo aveva fatto il Quarto Hokage a sconfiggerla? Dove aveva trovato il coraggio?
«Ricordati di Hinata!» tentò ancora Kakashi. «Sta male! E tu stai perdendo tempo qui!»
Ma Naruto non sentiva.
L’odio gli annebbiava la mente, e il chakra della volpe faceva il resto, riempiendogli le orecchie di ronzii e fusa di piacere.
Massacralo. Guarda il suo sangue colare a terra. Assaporane il gusto. E goditelo
Hiashi lanciò un urlo di agonia quando il chakra rosso gli ustionò la carne.
Ansante lottò per non perdere coscienza, e sentì un artiglio penetrare al di sotto della pelle. Il dolore si diffuse a macchia d’olio, attraversando muscoli e tessuti come lava incandescente, strappandogli un altro urlo.
Ricordi confusi si ammassarono nella sua mente, voci e rumori…
Naruto Uzumaki…”
E’ lui il più pericoloso…”
Invincibile…”
Da evitare assolutamente…”
Migliaia di copie…”
Un demone…”
Perché si era imbarcato in quell’impresa?
Perché non aveva dato retta alle voci che correvano?
Perché aveva creduto di poterlo davvero ingannare… e forse anche sconfiggere?
L’ultimo alito di ossigeno uscì dai suoi polmoni insieme a un gemito. Gli artigli di Naruto lo spingevano contro il tetto, sentiva le costole scricchiolare. Quel corpo era troppo vecchio per resistere. Con uno sforzo sovrumano inspirò, e sentì un dolore lancinante allo sterno.
«Fa male?» gli chiese la voce melliflua di Naruto. «Fammi sentire la tua voce, ancora, e ancora…» ogni parola era un aumento della pressione, e un gemito nuovo.
Il demone rise, beandosi del gioco perverso che nessuno osava interrompere.
All’improvviso sollevò Hiashi e lo scaraventò giù dal tetto.
Kakashi tentò di lanciarsi prima di lui, di afferrarlo e portarlo via in qualche modo, sperando così di calmare Naruto, ma il demone lo anticipò ghignando.
«Non disturbarmi» ringhiò, e con un colpo di coda lo mandò a sbattere contro una colonna, anche se all’ultimo Temari attutì l’impatto con il suo ventaglio.
Indisturbato, atterrò sulla sua vittima e riprese da dove si era interrotto, lanciando al cielo una risata.
«Naruto!» gridò la voce di Sakura in quel momento, mentre lei compariva al limitare del giardino. «Cosa stai facendo?! Abbiamo bisogno di te! Hinata sta male, dobbiamo portarla via di qui! Smetti di perdere tempo!»
«Taci!» ringhiò la volpe scoccandole un’occhiata intrisa di furore.
Riconosceva quella donna, sempre cercava di opporsi al suo potere e sempre ne usciva sconfitta. Anni prima, grazie alla stupidità di quell’umana, era stata a un passo dall’essere libera; ma a causa di ciò che lei rappresentava per Naruto, ancora una volta era stata sconfitta e rinchiusa.
Lei era un disturbo.
Kyuubi mosse una coda, e quella si abbatté nel punto in cui si trovava Sakura, che balzò di lato, evitandola per un pelo.
«Naruto!» insisté, tendendo le mani sporche di sangue davanti a sé. «Questo sangue non è mio! E’ di Hinata! Se la lasceremo così, morirà!»
La volpe snudò le zanne in un sorriso. «Vuoi che te lo lecchi dalle dita?» chiese sarcastica.
«Voglio parlare con lui!» gridò lei, furiosa. «Se Hinata morirà perché me lo hai impedito, sarai tu a farne le spese!»
«Ma davvero? Allora aspetta un attimo…» ghignò, sorniona.
Vuoi vendicarti?
Le orecchie ovattate di Naruto sentirono la voce di Kyuubi forte e chiara, solo quella. Gli invase la mente come un ordine e una promessa, una gradevole speranza…
“Sì” rispose, senza esitare.
Subito?
“Sì!”
«Niente da fare…» ghignò la volpe, di nuovo rivolta a Sakura. «Lui ora vuole vendicarsi. Pensa tu alla mogliettina… sei un medico, è il tuo lavoro, no? O non ne sei in grado?» rise, di una risata piena e appagata.
«Maledizione…» sussurrò Sakura tra i denti. «Non c’è più tempo!»
Farlo le costò un’enorme fatica, e un peso sul cuore.
Ma alla fine voltò le spalle a Naruto, e se ne andò, scavalcando una finestra per entrare di nuovo in casa.
Kyuubi, nel giardino, scoppiò a ridere.
«Era tanto che non mi divertivo così!» gridò, e la sua voce risuonò fino al bosco.

«Allora?» chiese Chiharu ansiosamente, quando vide tornare Sakura.
Hinata, a terra, si era fatta ancora più pallida. E il sangue era aumentato.
«Niente da fare, non ragiona» rispose Sakura in fretta. «Aiutami. Dobbiamo sollevarla, e portarla da una persona… Da sola non ci riesco»
«Non sei riuscita a chiamare Naruto?» Haru spalancò la bocca.
«No, va bene? No!» sbottò la jonin nervosamente. «E ora chiudi la bocca e dammi una mano!»
«Ma hai detto che senza Naruto non avremmo fatto in tempo…» balbettò la ragazzina obbedendo. «In due saremo lente!»
«Lo so! Ma non abbiamo altri modi! Non ho idee!»
«Io ne ho!»
«Lascia perdere!»
«Perché?!»
«Non sei in grado ti trattare con Naruto! Sei solo una ragazzina!»
Chiharu si morse il labbro, livida.
«Lasciami provare!» sibilò furente.
«No»
Haru dovette ingoiare tutte le successive repliche, e aiutare Sakura a portare fuori il corpo di Hinata. Decisero di passare dall’ingresso principale, perché era il più distante dal giardino interno, e per farlo dovettero attraversare un lungo corridoio. Alla fine, quando Sakura ebbe oltrepassato i resti della porta, Chiharu aveva il fiatone.
«Vieni, ora ti guido io…» le disse Sakura.
«No…» ansimò Haru tra i denti, posando a terra Hinata.
«Come sarebbe a dire no?» si accigliò Sakura.
«Vuol dire… no!» rispose lei, stringendo i pugni.
«Nara?» Akeru spuntò dal cespuglio dietro il quale era rimasto nascosto, con espressione stupita. «Sei ancora viva?»
«Stup… Akeru!» esclamò Sakura sorpresa. «Che ci fai lì?»
«Beh, dall’altra parte vengono certi rumori… ho pensato che, ehm, qualcuno dovesse controllare questo lato» borbottò lui arrossendo. «Ma quella non è la figlia di Hiashi Hyuuga? Ehi, è ferita!»
«Sì, ma tu puoi darci una mano…» mormorò Sakura. In tre sarebbero stati più scomodi, ma con un po’ di coordinazione… Chiharu era stanca, forse aveva perso troppo sangue.
«Sì, puoi dare una mano» intervenne Haru a sorpresa, alzando bruscamente il capo e fissando Akeru come se lo vedesse per la prima volta.
Lui guardò entrambe, a disagio.
«Ehm…» sussurrò incerto. «Io?»
Chiharu scattò prima che Sakura potesse fare qualunque cosa, e lo afferrò per il polso.
«Vieni con me!» gli ordinò.
«Cosa?» sbottò la jonin contrariata. «Chiharu, per l’ennesima volta…!»
«Porta Hinata dall’altro lato della casa!» la interruppe Haru. «In un punto da dove sia ben visibile per Naruto! Muoviti!»
«Cos’hai intenzione di fare?!» chiese Sakura.
«Già, cosa?» aggiunse Akeru con voce strozzata.
«Lo vedrai presto» sorrise lei e, trascinandosi appresso Stupido, tornò dentro in tutta fretta.

Si divertiva da morire, a torturare quell’umano. Non godeva tanto da anni e anni, le sembravano secoli.
Sotto i suoi colpi ben calibrati, non troppo forti né troppo deboli, Hiashi perdeva rapidamente le forze; attorno a lui gli altri ninja della Foglia osservavano impotenti, dopo che due uomini del clan Hyuuga erano già stati abbattuti con un semplice colpo di coda.
Kakashi, immobile come tutti, era in una situazione ancor più critica.
Come Hokage avrebbe dovuto intervenire, mettendo a rischio anche la propria vita; ma se fosse morto così stupidamente, lanciandosi in un’azione dichiaratamente suicida, non avrebbe più potuto essere d’aiuto al villaggio. Anche il suo maledetto sharingan era inutile quel giorno.
L’unica nota positiva era che Temari, Inoichi e Chouza avevano estratto Shikaku dalle macerie del crollo del patio, e lo avevano portato via. Non sembrava in condizioni critiche.
Mentre guardava Naruto e il sangue che lo ricopriva, si rese conto di quanto fosse assolutamente impotente.
In quel momento, avrebbe voluto non essere l’Hokage, non essere indispensabile per il villaggio.
Avrebbe voluto poter intervenire e morire, se doveva… pur di fermarlo.
Pur di smettere di vedere il sangue sul suo corpo.

E intanto Hiashi soccombeva lentamente all’ultima lotta impari della sua vita.
Debole e sfibrato, cercava di concentrare tutte le ultime energie in un unico sforzo, nel vano tentativo di salvare almeno la propria identità. Una volta morto sarebbe venuta fuori, certo, ma intanto non voleva che gli facessero domande…
«Non mi piace» disse la voce dell’essere che lo sovrastava, carica di dolce disappunto. «Non sei abbastanza spaventato. Forse posso darti una mano…»
Naruto staccò gli artigli dal suo corpo, concedendogli un attimo di respiro, solo per unire le dita in una tecnica illusoria. Prima di completarla, ghignò.
E poi ci fu solo il Terrore.
Una paura assolutamente irrazionale e immotivata, un orrore atavico che impregnava le viscere; il chakra di Hiashi, turbato, vorticava e lo confondeva, bruciava nelle sue vene, corrodeva la sua gola, asciugava le sue lacrime. Gridò e gridò, anche quando non ebbe più fiato, gli occhi sbarrati e la bocca asciutta, contorcendosi e divincolandosi come in preda alle più atroci torture.
I ninja attorno a lui non riuscirono a restare impassibili, qualcuno distolse lo sguardo. Kakashi imprecò contro sé stesso.
E Kyuubi, su di lui, rideva.
Poi, all’improvviso, ci fu il mutamento.
Assolutamente imprevisto. Durò un istante, un misero battito di ciglia.
E, dove prima c’era Hiashi Hyuuga, ora restava solo un uomo vicino alla mezza età, dai capelli castani e ricci.
Per qualche secondo tutti restarono immobili, scioccati, anche Kyuubi. Per il colpo, il ronzio nelle orecchie di Naruto scemò.
«Una spia» disse Kakashi a voce alta, riscuotendosi.
Il ninja, con lo sguardo appannato, non cercò nemmeno di negare.
«Da quanto tempo? Sei della Roccia» continuò l’Hokage, allibito, e si avvicinò in un balzo.
Quello sorrise compiaciuto, anche nell’ottenebramento. «Idioti... Sono giorni…» sussurrò con voce roca. «E voi… non lo avete mai capito…»
«Hai ucciso Hiashi Hyuuga?»
La spia rise, una risata convulsa che lo portò a tossire sangue, ma non diede una risposta.
Kyuubi, davanti a lui, faceva ondeggiare lentamente le nove code.
“Non era davvero il padre di Hinata” pensò Naruto, stordito.
E con ciò? Le ha fatto comunque del male, ricordi?” insisté la volpe, ansiosa di riprendere da dove si era interrotta.
“E’ vero”
Uccidilo. Fai scorrere il suo sangue. Se lo merita
“Sì…”
«Kakashi. Spostati» disse piano.
«Cos…?» fece l’Hokage, voltandosi a guardarlo. Per un attimo aveva scordato la volpe. «Aspetta un attimo… dobbiamo interrogarlo…»
«No» la volpe ghignò. «Dobbiamo farlo gridare»
E fu allora che ebbe inizio il terremoto.

«Non piagnucolare! Ma sei un uomo?!» sbottò Chiharu trascinando a forza Akeru lungo i corridoi di casa Uzumaki.
«Dove vuoi andare?» chiese lui cercando invano di divincolarsi. «Sei pazza, completamente pazza!»
«Chiudi quella bocca!» ansimò Haru pulendosi la bocca dal sangue, che indisturbato le macchiava le labbra. «Dobbiamo farlo!»
«Fare cosa?! Tu sei malata di protagonismo, hai un problema! Forse facendoti ammazzare potrai vedere il tuo nome sulla lapide degli eroi, ma io ci tengo ad arrivare ai trent’anni! Non ti reggi neanche in piedi!»
«Non è vero» protestò Chiharu, mentre il suo ginocchio cedeva momentaneamente. «Cazzo… Senti, tu non rompere e vieni. Tanto i rischi li corro io, che ti frega? Sei al sicuro»
«Wow. Grazie. Ora che me lo dici tu sto tranquillo… Ma ti sembra?!»
Lei sbuffò, ignorandolo.
Se tutto andava secondo i suoi piani, potevano sistemare le cose, o almeno far tornare Naruto come prima. Insomma, Sakura poteva avere i suoi metodi di persuasione e le sue belle parole, ma lei poteva confondere le idee su vasta scala con mezzi leggermente più bruschi. E poi… Naruto non poteva mica essere un mostro, no? Lei non lo aveva visto arrivare, ma chiunque poteva fare un po’ di casino.
«Ci siamo» disse entrando in una stanza dalle finestre frantumate.
«Oh no…» gemette Akeru.
«Sei una palla al piede!» sbottò lei.
«Potevi lasciarmi indietro!» protestò lui.
«No! Ora fammi incazzare»
«Che? di nuovo? Adesso non ti servirebbero a nulla quei tuoi uccellini!»
«Obbedisci, razza di deficiente! O giuro che ti ammazzo io, qui e ora, e non dovrai più preoccuparti degli altri!»
«Io ti odio!» sbottò Akeru furibondo. «Non fai altro che cacciarmi nei guai, sei irritante, indisponente, e debole! Guardati, non hai più fiato! Cosa speri di fare?!»
Chiharu fece per protestare, ma si trattenne. In fondo andava bene così, doveva arrabbiarsi, no? E comunque non era vero, perché lei non sentiva dolore da nessuna parte, e quindi stava bene.
«Non ho alcuna intenzione di collaborare a questa assurdità!» continuò Akeru sempre più infervorato, trascinato dal panico e dall’esasperazione. «E se proprio vuoi saperlo, nessuno ti ha mai sopportata! Parli tanto ma alla fine vuoi solo farti vedere e non sei in grado di fare nulla! Sei inutile, combini solo danni! Mi chiedo come i tuoi genitori abbiano potuto volere una figlia come te! Ah già, ma tu sei stata un ‘incidente di percorso’, giusto?! Non avresti dovuto esistere! Non ci servi!»
Okay. Ancora una parola ed esplodeva.
Di scatto Chiharu tappò la bocca di Akeru, prima che gli scappasse l’ultimo insulto.
«Tienilo sulla punta della lingua» gli sibilò affondando le unghie nella sua pelle. «E vieni fuori»
D’un balzo lo trascinò oltre la finestra, graffiandosi un braccio con i frammenti di vetro. Senza notare il sangue che colava lungo il gomito, corse con Akeru fino ai resti del giardino, sotto gli sguardi increduli degli altri ninja della Foglia. Quando fu esattamente nel mezzo, si fermò.
Vide un ammasso scarlatto e vibrante, una sottile nota oscura nell’aria del pomeriggio. Al di sotto del chakra color porpora, la sagoma di Naruto, altrettanto rossa. Coperta di sangue.
Merda.
No, merda era riduttivo: era molto peggio di quanto si aspettasse!
Ma ormai era lì. Non poteva rimangiarsi le promesse, non poteva tornare indietro e scappare.
Non davanti a Stupido.
«Ora spara l’ultima» ordinò ad Akeru, trattenendosi a stento.
Lui la fissò con odio.
Perché lo aveva trascinato in quella storia?
Lui non voleva restarci secco a causa sua! Non avrebbe collaborato, non l’avrebbe fatta arrabbiare… non l’avrebbe aiutata, solo per rischiare di…
«Il tuo problema è la carenza d’affetto!» gridò senza rendersene conto, incapace di controllarsi. «Nessuno ti ha mai amata, e nessuno ti amerà mai!»
Il chakra esplose con fin troppa rapidità.
S’irradiò da Chiharu in cerchi concentrici, si espanse verso il basso e tutt’attorno, poteva sentirlo fluire, sentirlo sfiorare rocce e minerali, insinuarsi tra le zolle, sentirlo caldo e potente, vibrante… Ancor più di quando lo aveva fatto il giorno in cui aveva smesso di essere ninja.
Haru lo lasciò andare, lasciò che si ingigantisse e che sfuggisse al suo controllo, e poi sentì un rombo lontano, in profondità.
La terra iniziò a tremare, mentre il chakra si faceva largo nel terreno e rompeva equilibri vecchi di millenni.
Akeru sbiancò, e cadde in ginocchio. Si guardò attorno esterrefatto, mentre il giardino e la casa sussultavano nella polvere che si alzava a sbuffi, eppure si rese conto che il punto occupato da lui e Chiharu era relativamente calmo, se confrontato al terreno che li circondava.
I ninja della Foglia, Kakashi incluso, gridarono, cercando di mantenere l’equilibrio e allontanarsi dalla casa che crollava. Come in una moviola le colonne cedettero lentamente, piegandosi su sé stesse, e trascinarono il patio e parti di tetto. Nei muri si aprirono larghe crepe, polvere e detriti scivolarono lungo i resti dell’intonaco, insieme a frammenti di vetro lucente, e le pareti si sgretolarono come se fossero state di sabbia.
Naruto distolse gli occhi dal corpo esausto della spia della Roccia, si guardò attorno, e vide Chiharu ferma in mezzo alla confusione, l’unica a fissare lui e solo lui.
«Tua moglie sta male!» gridò nel clamore, superando il rombo del terreno. «Perché tu perdi tempo qui!» gocce di sangue iniziarono a colarle dal naso e dalla bocca ansanti. «E ora, con questo casino, chi credi che possa proteggerla? Chi credi ne sia in grado?»
Kyuubi sentì Naruto porgere orecchio, e si innervosì.
«Taci!» ringhiò e, lasciando perdere la spia della Roccia, si scagliò su di lei, un attimo prima che il crollo del tetto sommergesse la sua vittima precedente.
«No!» gridò la voce di Sakura dal lato aperto del giardino.
Naruto si girò involontariamente, soltanto per istinto, quasi per caso, come ci si gira per una mosca che ronza…
e vide Hinata.
E vide il sangue.
In uno scatto repentino si bloccò a un passo da Chiharu, e, con gli occhi rossi fissi su sua moglie, dischiuse le labbra.
«Hinata…» mormorò, in un attimo di sospensione.
No! Massacralo!” ruggì Kyuubi dentro di lui. “Uccidi quell’uomo! Lascia perdere le femmine! E poi prendi il posto di Hokage! Solo così potrai evitare che si ripeta! Solo così potrai essere soddisf…
La spinse indietro.
In un colpo solo, per la seconda volta nello stesso giorno, le sbarre si richiusero sull’oscura prigione della volpe, e il sigillo tornò al suo posto, mentre ancora le code di Kyuubi sferzavano il metallo.
Il suo ringhio di dolore fu come un lamento lontano, nelle orecchie di Naruto.
Il chakra rosso si dissolse come nebbia.
I suoi occhi tornarono celesti.
In meno di un attimo.
Chiharu smise di lasciare libero il suo chakra, e lo imbrigliò rapidamente. Il terreno smise di sussultare, e il rombo cupo che aveva pervaso l’aria si dissolse in un mormorio distante, mescolato all’acciottolio dei resti della casa, distrutta.
Con il respiro affannoso, rimase ferma, in piedi sulle gambe tremanti, a un passo da Naruto.
«Vai…» sussurrò con un filo di voce, e tono di leggero rimprovero. «Muoviti»
Naruto le lanciò una rapida occhiata.
«Io sto bene!» insisté lei, stringendo i denti come avrebbe fatto sua madre, e gli batté una pacca distratta sul braccio, ingoiando il brivido che provò a contatto con il sangue e le ferite ancora caldi. Si sforzò di ghignare. «Penso che tornerò a fare la kunoichi»
Naruto le rivolse un sorriso appena accennato, un sorriso grato e affettuoso al tempo stesso.
«Quando torno ti ringrazio come si deve» le promise, e poi si allontanò veloce verso Hinata.
Akeru, a terra, sollevò lo sguardo su Chiharu.
Esisteva una leggenda, all’Accademia, su di lei.
Si diceva che fosse nata con i capelli legati, e che nessuno l’avesse mai vista tenerli sciolti.
Probabilmente erano solo maldicenze dettate dalla noia e dall’invidia. Tuttavia era vero che nessuno aveva mai visto Chiharu Nara con i capelli sciolti, neppure da bambina.
Quel giorno, Baka Akeru ebbe il privilegio di vederla.
Con uno schiocco secco l’elastico che raccoglieva la coda si ruppe, troppo provato dagli eventi del giorno, e una cascata di capelli neri e lucenti ricadde sulle sue spalle e fino alla base della schiena.
Chiharu, seria e ferita, immobile come una statua, per un attimo ad Akeru sembrò molto più grande dei suoi tredici anni. Troppo più grande e in qualche modo distante. Diversa.
Mentre Naruto si allontanava di corsa, lei strinse il braccio con la mano e rabbrividì.
«Sai…» mormorò, gli occhi fissi su quello che poteva tornare ad essere il suo maestro. «Mi sbagliavo… Era veramente un mostro»
Eppure non sembrava spaventata. Non solo, almeno.
Sembrava… eccitata.

Naruto raggiunse Hinata e crollò in ginocchio davanti a lei. Con una mano le sfiorò la fronte, sentendola fredda, e avvertì a malapena il gemito che sfuggì alle sue labbra.
«Naruto… fermo» mormorò Sakura bloccandogli la mano. «Sei coperto di sangue»
Il jonin abbassò lo sguardo su di sé, e si scoprì in condizioni pietose. Non c’era centimetro del suo corpo che non fosse ferito o dolorante, ma mentre sentiva che le lesioni guarivano, il denso liquido rosso che lo ricopriva non svaniva.
«Non importa» disse rapido. «Dobbiamo portarla all’ospedale, qualcuno deve fare qualcosa…»
Sakura scosse la testa. «No, dobbiamo portarla da un’altra parte» disse decisa. Fissò Naruto intensamente. «C’è solo una persona che possa salvare madre e figlio… e questa persona è Tsunade»








* Queste parole non sono mie, bensì di Kishimoto (tradotte, naturalmente), prese dalla prima pagina del primo volume; ma sono sicura che ve ne sarete già accorti!







Nel prossimo capitolo...

«E’ stato forte» commentò lei pragmatica. «Non so se la casa ha resistito»
«Non credo. Per fortuna siamo usciti dal tunnel prima che iniziasse il terremoto… Forse anche quella via è crollata, ormai»
Iria annuì. «Probabilmente. Ora dobbiamo tornare indietro e trovare la signora. La moglie dell’Uchiha ha detto che se ne sarebbe occupata, ma potrebbe aver bisogno di aiuto»
«Voi restate qui. Non sappiamo come sia laggiù la situazione, è più prudente che le bambine non si muovano» ordinò Jiraya.
«Dov’è la mamma?» chiese Hinagiku staccandosi dalla domestica, e lo fissò con occhi accusatori. «Voglio vedere la mamma!»
«Se tutto va bene sto andando a ripescarla» ribatté Jiraya. «E voi la aspetterete qui»
«No! Voglio venire anche io!» insisté lei, testarda.








* * *

Spazio autore

Tanto sangue, tanti supereroi, e pure lei.
Ma perché Sakura l'ha tirata in ballo? Cosa vuol dire? Che succede?
Ve lo dirò nel prossimo capitolo - la cui preview è volutamente inutile - nel quale ci sarà anche il ritorno di Haru e Akeru in solitaria!
E quando quei due sono l'uno accanto all'altra, la demenzialità si spreca.
(sebbene io debba ammettere che è nel capitolo ancora successivo che do il meglio di me, con un Gai e un Lee che ve li raccomando... XD
Questo lo scrivo solo per Cami: ci sarà anche un accenno di Neji. U_U)

Scommesse sui morti
Shikamaru - 4 voti
Asuma - 3 voti
Kakashi - 3 voti
Tsuda junior - 3 voti
Temari - 2 voti (uno molto in forse)
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Ino - 1 voto
Sasuke - 1 voto
Un Uchiha - 1 voto
Hiashi - 1 voto
Naruto - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Nessuno della Foglia - 2 voti


Sky_Shindou: povero Hiashi, condannato da tutti! E dire che in realtà è già morto da un po'! XD Insomma, non ha colpa in quel che sta accadendo, e mai avrebbe messo le mani addosso a Hinata o alle nipoti, mai. I Nara, al contrario, hanno figheggiato parecchio! <3 Beh, era ora che dessi un po' di onore a quella famiglia, giusto?
Hipatya: dunque, se non ricordo male all'epoca avevo bisogno di liberarmi di Ino. Tanto che, ora che lo noto, nel prossimo capitolo non è nemmeno menzionata, sebbene ci siano Jiraya e le bambine! XD Oddio, che svista! Uh, riguardo allo ShikaIno... Non so se ne vedrai mai scritto da me in una longfic (a parte una one-shot futura), ma non so se leggevi Redenzione, comunque lì c'è. ò.ò Waaaaa! Il commento su me e Kishi mi ha mandata in brodo di giuggiole! *_* E, davvero, sono io che sono onorata per lo spinoff. Per il semplice motivo che, se qualcuno ha trovato quello che scrivo abbastanza interessante da scriverci sopra a sua volta, allora io mi sciolgo! <3
Talpina Pensierosa: adorabile volpina. Ehm, sì. -.-''
Topy: io non odio Hiashi! XD Semplicemente, non era lui! Anzi, personalmente lo trovo un personaggio piuttosto interessante. E' severo e moderatamente bastardo con Hinata, ma ha un suo perché e un forte senso dell'onore. In compenso, comunque, Narutino è stato diabolico!
Mary_Cry: oh, un membro della vecchia guardia! Che nostalgia! E' davvero bello vedere che ti ricordi ancora di me, mi fa davvero molto piacere! ^_^ Grazie!
bambi88: andiamo, lo sai che sono troppo buona... Ti pare che incasino le cose così, giusto per sport, e faccio impazzire del tutto Naruto? (sì, ne sono capace. Ma non qui! XD) Parlando di Ino... Dovevo liberarmene. ò.ò Se ti può consolare, quando ho scritto quel pezzo ero nerissima. Ma proprio nera-nera, e non avevo nemmeno per la testa ipotesi grigiastre! Dunque lascia correre! <3
gracy110: sono orgogliosa dell'accanimento contro le Uzumaki perché amo essere sadica! <3 E su Hiashi, ormai è chiaro che non era Hiashi! XD Quindi caliamo le sciabole e lasciamolo respirare (cioè, non che sia ancora vivo...) Chissà che ha combinato Haru? Tanto è scema, non ci interessa. U_U Oh, e Temari ringrazia per l'attenzione! XD
arwen5786: tu sei ancora preoccupata per gli esami, ma io gioisco per sabato! Ormai non ci speravo nemmeno più, e invece...! *_* Che meraviglia! Un vero miracolo! Parlando del capitolo, ho palesemente esagerato. Cioè, ora che si sa che Hiashi non era Hiashi, ci sta pure, ma prima non era ponderabile che l'adorabile nonnino raggiungesse simili livelli di marciume! In compenso mi hai resa davvero felice quando hai detto che leggendo ha dimenticato il resto, e mi hai resa soprattutto orgogliosa di quel che ho scritto! Grazie, davvero. (E' anche pensando a questo che ho regalato una riga in più a Neji nel prossimo capitolo! XD)
DarkMartyx_93: sì, per un motivo o per l'altro ho finito con il ritardare la pubblicazione... XD Esami, soprattutto! Orsù, ora però hai letto e hai anche visto Naruto che fa schizzare un po' di sangue in giro! E Hiashi che non era Hiashi, e se le è prese comunque alla grande, per cui... cosa vuoi di più dalla vita? Riguardo ai kunai di Yondaime, credo che Kakashi avesse ancora il suo, e credo soprattutto che fossero replicabili. Era il segno ad essere fondamentale, non il kunai in sé! Si potrebbe mettere anche su una tazzina da tè! XD
Kage_Naru89: dai, Hiashi era meno cattivo di quel che tutti pensavano! XD Semplicemente, non era lui! E sì, come hai visto ho aggiornato la NaruSaku. Ma tranquilla, non sei stata l'unica a farmi notare il ritardo, e avevi pure ragione! -.- (in compenso, colta dai sensi di colpa, ho finito anche la quarta shot)
slice: beh, sono contenta se sono riuscita a tenerti lontana dalle sigarette! XD Ti ho regalato mezzo minuto di vita in più! U_U Per tutto il resto, anche io, che posso fare se non ringraziare ogni volta? Sono i commenti che mi spronano ad andare avanti e dare il meglio di me, sempre e solo loro, per cui... Grazie. Davvero.
lilithkyubi: e fu così che si scoprì che Hiashi non era Hiashi! Ta-daaaaan! XD Tutti a sputare veleno su di lui, ma alla fine non aveva colpe, povero ragazzo. Haru invece è la solita Mary Sue. Bah, chi mi capiva all'epoca era bravo. ò.ò Shikaku per fortuna figheggia senza uscire dai canoni, mentre Kakashi... Tutti hanno i loro attimi di distrazione, penso. Soprattutto quando credono di essere fuori pericolo. Soddisfatta del sangue? direi che ce n'è stato in grandi quantità...
Elisir86: una sorta di ammirazione? XD Wow, io lo prendo come un complimento, eh!
crilli: presumibilmente il bambino di Hinata si trova sul punto di nascere. Con tutte gli strattoni che han dato a Hinata, si è lacerata se non la placenta direttamente l'utero, e così crisis est! U_U Su, in compenso Hiashi non era cattivo come sembrava... Non era proprio Hiashi! XD E non biasimare troppo Chiharu. Tanto è scema, chi si cura di lei? E Jiraya ha molti, molti anni. Una botta e va KO, per forza. Povero Baka! XD E dire che questa volta  stato trascinato in battaglia anche contro la sua volontà! Se l'è quasi fatta addosso, concediamogli un minimo di onore! (Noi puffi siam così, noi siamo tutti blu, puffiamo suppergiù, due mele - un metro? - o poco più...)
RedCrossBook: se la spia è stata in grado di mimetizzarsi per tutto il tempo, vuol dire che non si è allenato. Penso che chiunque con un minimo di cervello possa sopprimere il chakra, e non è che ogni giorno la gente si sveglia al mattino e decide di controllare se lo zio/papà/vicino di casa è proprio chi dice di essere! XD Senza contare che, trattandosi di Hiashi, non lo si mette in dubbio facilmente, anche quando ci sono buoni motivi per farlo. E' vero, quando è entrato nella "stanza segreta" ha usato il chakra, ma vedendoselo spuntare all'improvviso nessuno si è messo a pensare "uh, è lui o non è lui?" (ovviamente, liberissimo di controbattere!) Ciò detto, Kakashi non è messo poi così male! Presumo che abbia almeno una cameriera, e comunque per ora suo figlio è stato cresciuto a "sani valori": uccidi tutto ciò che si muove e non canta l'inno di Konoha. Ultima cosa: francamente, lì dentro Baka è il tredicenne più umano. ò.ò Kotaro e Hitoshi sono praticamente stati lanciati in battaglia, e Chiharu la pazza ci si è buttata allegramente, almeno lui ha capito la gravità della situazione e si è rintanato nel suo angolino!
sammy1987: e Hiashi non era Hiashi! XD Tanta indignazione per niente, perché il poveraccio è una vittima come tutti gli altri! In compenso sì, ho voluto dare a Temari un po' del vecchio smalto. Mamma, ok, ma con criterio! U_U
Ino_Chan: ormai ho perso il conto delle volte in cui l'ho detto, ma Hiashi non era Hiashi! XD Tutti ad accusarlo, e poi non c'entrava niente, poveraccio!
Killkenny: che belle quelle due cifrette in fondo al commento, lì, una accanto all'altra... Balsamo per i miei occhi! <3
Maobh: ritira gli ormoni, donna! Hiashi non era Hiashi! XD Anzi, pure Hiashi nel gran bordello è soltanto una vittima! Per questo mirava a Hinata e non alle bambine. U_U Sai che le tue ipotesi su ciò che ha ingoiata Chiharu forse sono quelle che più si avvicinano alla verità? XD (le terre di 'fanculo sono un regno angusto e arido, nel quale non vorresti mai finire, credimi. Altrimenti perché ci spedirei la chiavetta ogni volta che fa i capricci?)
Lily_90: ci vuole ben altro per rimbambirmi di chiacchiere, tesoro! XD Anzi, il tuo commento pieno di entusiasmo mi ha illuminato la giornata! Sapevo che a te questo capitolo sarebbe piaciuto, perché è un gran concentrato di Nara e di figaggine Nara! XD Cioè, persino Shikaku riesce a fare la sua sporca figura! Sono contenta che apprezzi Chiharu, nonostante ogni tanto prenda il sopravvento sulle mie dita e svirgoli dai piani iniziali - credo che abbia preso il carattere ribelle della madre, da questo punto di vista... - e po, beh, Tema e Shika come si può non amarli? Anche se, a onor del vero, li amiamo quando sono IC. E quindi, se tu mi dici che li apprezzi, vuol dire che sono IC. E, per ultima conseguenza, io gongolo! <3 Grazie Sara, e sei autorizzata a stritolarmi in un abbraccio quando ci vediamo, pescuccia! XD
Rhymes: non ci credo neanche io, ma mi è uscito il tuo regalo di compleanno! Lo vedrai pubblicato sabato, presumibilmente verso sera (a meno che dopo la mezzanotte di venerdì io non sia ancora in piedi). Francamente non so come sia venuto, perché l'ho scritto ieri sera e poi non l'ho riguardato, ma spero non sia una completa schifezza... E spero di aver fatto ciò che tu volevi. Ciò detto, non vedi bene né Hiashi né Haru, eh? Potresti avere sorprendentemente ragione...
Yume_Tsuki: oddio. ò.ò E dire che a me lo splatter non piace nemmeno, e cerco di contenerlo! Sigh, questo dimostra per la millesima volta che non capisco quello che faccio! T_T Comunque, ormai dovresti aver imparato che più li amo e più li maltratto! E' per questo che sono proprio Hinata, Naruto e Temari a pagare lo scotto maggiore! Insomma, che gusto ci sarebbe a far soffrire Sasuke? Lasciamolo nell'anonimato e nell'indifferenza! XD
lale16: non so quanto sia complicata la personalità di Hiashi (personalmente la ritengo molto lineare, ma divisa in due: da un lato l'uomo severo che tiene in conto l'onore ma senza lasciarsi deviare da un'eccessiva rigidità; dall'altro il capoclan impassibile che deve presentare una certa figura di sé), ma di sicuro non è pazzo come sembrava! XD Infatti non era nemmeno lui! Mi rendevo conto che sembrava parecchio forzato, ma ho fatto pressioni sulle mie ditina perché non si lasciassero scppare niente, e spero che in questo capitolo ci sia stato il colpo di scena! ^_^
kiaretta_chan_94: mi scuso per averti lasciata indietro la volta scorsa! Mi sono accorta della tua recensione solo quando ormai avevo già aggiornato... ç_ç Comunque, rispondo qui: Chiharu non è una calamita. Sono i maschietti di Kishi che vivono in perenne carenza da femmine! E' normale che perdano la testa per quella più vicina! Hinagiku e Hanako sono potenziali geni. Poi magari sono incapaci! XD Scusa ancora per il ritardo! ç_ç

Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** La chiocciola sul precipizio ***


Naruto2-30

La chiocciola sul precipizio



- Trenta -







«E’ finito» disse Jiraya, quando la terra smise di tremare.
Lentamente raddrizzò la schiena, lasciando che le bambine che aveva protetto con il suo corpo sgusciassero verso Iria e Ino, e scosse dalla schiena foglie e piccoli rami.
Hinagiku e Hanako, singhiozzando, si strinsero alla domestica pallida che respirava con una certa fatica.
«E’ stato forte» commentò lei, pragmatica. «Non so se la casa ha resistito»
«Non credo. Per fortuna siamo usciti dal tunnel prima che iniziasse il terremoto… Forse anche quella via è crollata, ormai»
Iria annuì. «Probabilmente. Ora dobbiamo tornare indietro e trovare la signora. La moglie dell’Uchiha ha detto che se ne sarebbe occupata, ma potrebbe aver bisogno di aiuto»
«Voi restate qui. Non sappiamo come sia laggiù la situazione, è più prudente che le bambine non si muovano» ordinò Jiraya.
«Io vengo con voi» intervenne Ino, avanzando immediatamente.
«No, resta con loro. Non si sa mai cosa può succedere» la fermò Jiraya, e lei, mortificata, dovette farsi indietro.
«Dov’è la mamma?» chiese Hinagiku staccandosi dalla domestica, e lo fissò con occhi accusatori. «Voglio vedere la mamma!»
«Se tutto va bene sto andando a ripescarla» ribatté Jiraya. «E voi la aspetterete qui»
«No! Voglio venire anche io!» insisté lei, testarda.
Il sannin le si chinò davanti, e posò una mano sulla piccola spalla ancora sporca di sangue, al di sopra della cicatrice curata da Sakura.
«Ti fa male?» chiese alla bambina. Lei scosse la testa. «Ricordi quando ti faceva male?» Hinagiku impallidì bruscamente. «A casa potrebbero ancora esserci le persone che ti hanno fatto questo. Vuoi davvero venire con me?»
Lei esitò.
Non aveva mai provato un grande amore per suo nonno, perché non era mai stato esattamente ‘affettuoso’ con le sue eredi, e perché sentiva istintivamente che qualcosa non andava, quando erano tutti insieme. Ma non avrebbe mai pensato che sarebbe stato proprio lui a farle così tanto male, come era successo prima.
Se fosse stato un altro, forse ne avrebbe avuto meno paura... Ma, con lui, era davvero terrorizzata.
Tremante, sentì le lacrime inondarle gli occhi.
Voleva andare con quell’uomo, incontro al suo nuovo incubo?
«No…» sussurrò. «Non voglio venire»
Jiraya sorrise. «Bene. Aspettatemi qui. Ino, le affido a te»
Si rialzò, facendo scrocchiare la schiena con un lieve gemito, e poi si voltò indietro. A qualche metro dai suoi piedi c’era la botola che collegava il bosco con la casa di Naruto. Dalle sue profondità saliva un leggero filo di polvere.
Davvero per un soffio.

*

«Che cos’è questo?» sussurrò Sasuke, scorrendo con gli occhi il foglietto sporco di sangue che Naruto aveva lasciato cadere prima di scomparire. Si accigliò.
«Allora?» domandò Shikamaru sporgendosi al di sopra della sua spalla.
«Hinata sta molto male, Hiashi Hyuuga ha tradito la foglia… e ora con un gruppo di ninja della Roccia vuole prendere Hinata» lesse l’Uchiha.
«Cosa?» fece Neji, irrigidendosi. «Non è possibile, se…»
«Ne parliamo dopo» tagliò corto Sasuke.
«Ma la battaglia è già finita!» esclamò Kotaro. «Non ha più senso continuare a…!»
«Loro non lo sanno» mormorò Jin, interrompendolo. «Però al villaggio dovrebbe esserci l’Hokage, no?»
«E tu come lo sai?» allibì Sasuke.
«Cosa?» fece Tobi strabuzzando gli occhi.
«Quello che ha combattuto con noi era una copia trasformata di Naruto» spiegò il bambino. «Quindi, per logica, lui è rimasto a Konoha. Non ti sei accorto che mancava, quando ci riposavamo?»
Shikamaru annuì, stupendosi per l’ennesima volta per l’occhio di quel ragazzino.
Tobi e gli altri ninja che non sapevano del piano, invece, cascarono completamente dal pero. Nel sollievo generale per la vittoria, non avevano minimamente pensato a cercare l’Hokage, dando per scontato che fosse con Naruto e gli altri, l’élite. E Tobi, francamente, non ci aveva proprio pensato.
«Comunque, credo che Naruto sia tornato al villaggio» disse Sasuke accigliato, e nella sua mente sfrecciò il pensiero della famiglia a casa. «Dobbiamo andare anche noi. Potrebbe aver bisogno di aiuto»
«Va bene» annuì Jin, già in piedi. «Com’è che ha fatto?» chiese, le mani pronte davanti al petto.
Shikamaru lo guardò e scoppiò a ridere. «No, lascia perdere. Lui ha usato la tecnica della dislocazione istantanea, ti ci vorrebbero anni per impararla… era una specialità del Quarto Hokage»
«Oh» fece Jin corrucciato. «Ma allora ci metteremo ore a tornare indietro»
«E’ per questo che dobbiamo muoverci» disse Sai, e si alzò in piedi.
Neji fu il primo ad allontanarsi per radunare gli altri, ancora nervoso e incredulo. Il messaggio parlava chiaro, ma ciò che diceva era assolutamente inconcepibile.
Kotaro e Hitoshi, inquieti, si scambiarono un’occhiata.
Al villaggio era rimasta Chiharu.
Era stata coinvolta?

*

Kakashi e altri ninja della Foglia sollevarono anche gli ultimi frammenti di muro e tetto, e intravidero il piede della spia della Roccia.
«E’ qui!» esclamò uno degli shinobi, mentre tutti aumentavano il ritmo.
Nel giro di pochi secondi il corpo fu completamente visibile.
E fu evidente che era morto.
Nessuno sopravviveva con la testa in quelle condizioni.
«Accidenti…» mormorò Kakashi, ora con lo sharingan coperto.
Avrebbe voluto interrogare la spia, ne avrebbero sicuramente ricavato informazioni importanti…
Sospirò. Poco male. Le cose erano andate così, e se non altro non era morto nessuno dei loro.
Si guardò attorno, e vide i feriti rialzarsi grazie all’aiuto dei compagni. Per miracolo non c’erano morti, nonostante i ninja della Roccia e Naruto, ma con la confusione del terremoto i prigionieri erano fuggiti.
Già, Naruto… dov’era?
L’Hokage si guardò intorno alla ricerca della familiare zazzera bionda. La trovò ai margini del prato, sul lato che dava all’esterno, e vide il jonin chino su qualcuno accanto a Sakura.
L’immagine di Hinata, stesa nel corridoio con la moglie di Sasuke, gli tornò alla mente in un lampo.
Li raggiunse in fretta, ansioso, e quando vide lei priva di sensi e la quantità di sangue che macchiava i suoi abiti e quelli di Sakura, ebbe un brutto presentimento.
«Dobbiamo portarla all’ospedale» disse subito.
Nessuna risposta.
Alzò lo sguardo, perplesso, e vide Naruto fissare Sakura ad occhi sbarrati.
«T-Tsunade?» mormorò il jonin con un filo di voce.
Lei annuì.
Kakashi passò lo sguardo dall’una all’altro, senza capire cosa stava succedendo, e mise da parte per un secondo le condizioni di Hinata.
«Tsunade è morta!» esclamò aspro Naruto.
«No» ribatté Sakura impassibile.
E questa volta Kakashi strabuzzò gli occhi.
«Che cosa?» chiese, e finalmente sembrò che gli altri due si accorgessero della sua presenza. «Che state dicendo?»
«Dobbiamo portare Hinata da Tsunade. E’ l’unica che possa salvare lei e il bambino» spiegò Sakura con insistenza.
«Ma Tsunade è morta» ripeté l’Hokage, stordito.
«No che non è morta!» sbottò lei esasperata. «Ha solo finto di essere morta!»
«Non è possibile!» insisté Naruto. «Siamo stati al suo funerale! L’intero villaggio c’è stato!»
«Avete visto il suo corpo?»
Silenzio.
«No, non lo avete visto» insisté Sakura, parlando concitata. «Ho pensato io a tutto, lo so. E vi garantisco che in quella tomba non c’è nessuno!»
Un altro silenzio attonito.
«Ma… perché avrebbe…» mormorò Naruto confuso.
Sakura sbuffò. «Non è il momento! Non abbiamo tempo! Tsunade è viva, ed è l’unica che può salvare Hinata, ma solo se non perdiamo altro tempo in chiacchiere! Le farai tutte le domande che vuoi quando la vedremo!»
«Ha ragione» intervenne Kakashi abbassando lo sguardo su Hinata. «Dobbiamo fare in fretta, o nessuno dei due sopravvivrà»
Naruto deglutì. Lo shock era forte.
Tsunade… viva. Quando loro la credevano morta da anni.
Ma ora non aveva tempo per sconvolgersi. Ora doveva pensare solo a sua moglie e al suo bambino, e smettere di perdere tempo, come continuava a ripetergli Sakura.
Strinse i denti e passò delicatamente le mani sotto il corpo esanime di Hinata.
«Muoviamoci»


Jiraya si era perso.
Ebbene sì, era riuscito a smarrire la strada in neanche cento metri quadrati di foresta che avrebbe dovuto conoscere a menadito.
“Evidentemente sono incappato nei resti di una tecnica illusoria” si disse, quando per l’ennesima volta finì davanti al tronco che aveva inciso. Flebile scusa, ma con uno sforzo di volontà poteva reggere.
Come diavolo aveva fatto a perdersi in quel maledetto bosco? Lo conosceva da più sessant’anni!
“Ecco perché mi ero ritirato a vita privata…” pensò cupamente, contemplando con odio il segno profondo nella corteccia del gelso.
Mentre cercava una soluzione al suo dilemma, il suo orecchio per fortuna ancora allenato captò un rumore lontano.
Due persone, anzi tre. Respiri rapidi ma silenziosi, prudenti ma affrettati. Amici o nemici?
Decise di dare un’occhiata. Nel peggiore dei casi avrebbe catturato gli invasori e li avrebbe costretti a riportarlo al villaggio, per quanto la prospettiva fosse umiliante. Di sicuro era meglio che tornare indietro e confessare alla domestica di Naruto che si era perso. Sempre che fosse riuscito a ritrovare la strada per raggiungere lei e le bambine.
Silenziosamente saltò su un albero e, seguendo l’orecchio, si mosse veloce e quasi invisibile. Gli ci vollero un paio di minuti per intercettare i tre che attraversavano il bosco, ma finalmente, acquattato tra le fronde di un pruno selvatico, li sentì vicini. Afferrò i suoi shuriken, per ogni evenienza, e si tenne pronto.

Kyuubi era sigillata nel profondo dell’anima di Naruto, rinchiusa dietro i suoi cancelli di oscurità e un sigillo stinto. Eppure brandelli di chakra rosso erano rimasti all’esterno, e ora si agitavano debolmente come creature vive e dotate di volontà propria, influenzando leggermente le sue capacità.
Fu per questo che si accorse di Jiraya anche nel silenzio più completo.
Ne avvertì l’odore.
«Aspettate un attimo» disse, bloccandosi di colpo.
«Cosa c’è?» chiese Sakura pressante.
«C’è… l’eremita porcello!» rispose lui sconcertato, dopo un attimo di riflessione.
Uno shuriken volò a pochi centimetri dalla sua testa, perdendosi nel folto.
«Piantala di chiamarmi così, razza di demente!» sbottò Jiraya, comparendo tra i rami di un albero con il dito medio bene in vista. «Uh? E’ Hinata?» realizzò un attimo dopo, tornando serio al volo. «Cosa è successo al villaggio?»
Naruto guardò Sakura. «Neanche lui lo sa?» chiese, e lei scosse la testa.
Il jonin biondo si incupì, esitando per un attimo. Poi rialzò gli occhi sul suo maestro.
«A Konoha è tutto a posto» disse cupo e rapido. «Ma Hinata sta male, e l’unica che può salvarla è… Tsunade»
Ci fu qualche secondo di silenziosa immobilità.
Poi Jiraya aggrottò la fronte. «Mi stai dicendo che è spacciata?»
«No. Ti sto dicendo che Tsunade può aiutarla»
«Ma Tsunade è morta»
«No. Tsunade è viva»
Jiraya rimase assolutamente immobile. Smise anche di respirare per un certo periodo. E poi si portò una mano al cuore.
«Oh accidentaccio!» esclamò Naruto. «Sapevo che gli sarebbe preso un infarto! Sakura!»
Lei e Kakashi in un balzo furono accanto al sannin, ma quello li allontanò con una mano. Rialzò la testa, ansante, e fissò Naruto sbattendo le palpebre.
«Non è una presa per il culo?» tentò.
«E’ l’unica speranza di salvare Hinata, quindi spero proprio di no» rispose il biondo guardando Sakura.
«Ti sembra che mi permetterei di scherzare in un momento simile?» sbottò lei indignata. «E, per la cronaca, se aspettiamo ancora un po’ neanche Tsunade potrà farcela!»
«E’ vero, che diavolo stiamo facendo?» disse Naruto tra i denti. «Andiamo, e tu, eremita porcello, occupati del villaggio!»
«Scordatelo!»
Di fronte a una risposta tanto secca, Naruto rischiò di perdere l’equilibrio e cadere dal ramo. «Eh?» fece, sbalordito.
Jiraya sbuffò. «Ma ti sei visto? Magari non sarai ferito, però sei coperto di sangue. Chi credi di essere per fare queste sparate?»
«Che cavolo stai…»
«Zitto. Se c’è qualcuno deve occuparsi del villaggio, se mai è l’Hokage. Io vengo con voi»
Un brivido corse lungo la schiena di tutti.
Jiraya e Tsunade ancora una volta l’uno davanti all’altra, dopo che lei, a quanto pareva, aveva ingannato tutti con un finto funerale e annessi e connessi.
Questa volta ci sarebbe scappato il vero morto.
Kakashi fece per aprire la bocca e cercare di farlo ragionare, di dirgli che la sorpresa era ancora fresca e che forse aveva bisogno di tempo, ma lui non gliene diede il tempo.
Prima che chiunque potesse parlare, creò una copia di sé stesso e la rispedì tra gli alberi.
«Che hai fatto?» chiese Naruto, allibito.
«Ho mandato una copia dalle tue figlie» il sannin sfoderò un ghigno poco promettente. «E, visto che mi sono occupato di loro in maniera impeccabile fino a questo momento, mi devi un favore. Quindi chiudi quella bocca e portami da Tsunade… Già che ci siamo, lungo la strada spiegatemi in maniera breve e concisa perché tutti la credevamo morta»


Chiharu e Akeru erano seduti con la schiena appoggiata a uno dei pochi frammenti di muro della casa rimasti integri. Erano dall’altra parte rispetto al giardino interno, in una zona deserta in cui le voci dei ninja al lavoro arrivavano lontane e attutite, e stavano entrambi in silenzio.
Una leggera brezza fece stormire le foglie degli alberi; un rametto si staccò e planò dolcemente sull’erba, cullato dalle foglie verdi. La trappola che sfiorò esplose e lo incenerì, mentre una colonna di fumo si sollevava verso il cielo.
Akeru non sussultò. Non aveva abbastanza forze per farlo.
Quel giorno aveva rischiato la vita in mille modi – tra cui ‘insultare Chiharu Nara’ – e alla fine non aveva combinato nulla di eroico. In balia degli eventi, si era limitato a farsi trascinare di qua e di là da Haru e, volente o nolente, a fare quello che voleva lei.
Appunto mentale: ‘qualcosa di interessante’ per Chiharu Nara, non voleva dire ‘qualcosa di davvero interessante’ per lui. Voleva dire ‘qualcosa di assolutamente folle, potenzialmente mortale e totalmente insensato’.
Con un cenno stanco, voltò la testa e la guardò.
Lei era seduta contro la sua spalla, e teneva gli occhi chiusi e la nuca contro la parete. Aveva già raccolto di nuovo i capelli, anche se ora sfoggiava una coda bassa e disordinata che non aveva nulla a che vedere con l’impeccabile coda alta di sempre, e teneva le mani abbandonate in grembo.
Che strano vederla così vicina. Tanto da poter notare ogni singola goccia di sangue rappreso sulla sua fronte, ogni centimetro del gonfiore che le circondava l’occhio sinistro. Normalmente si sarebbe seduta ad almeno dieci metri da lui. O da qualunque altra forma di vita umana, Hitoshi Uchiha e Kotaro Lee esclusi.
In effetti, anche se non ci aveva mai fatto caso, era una bella ragazza, nonostante le ferite. Soprattutto quando non ti squadrava come qualcosa di estremamente sgradevole rimasto sotto una scarpa. Ed era in gamba. Davvero infinitamente più in gamba di lui o di qualunque suo coetaneo.
Distolse lo sguardo e sbuffò, indispettito.
E quindi? Era brava, okay, ma lui poteva migliorare. E poi lei non sapeva nulla del vero ‘essere ninja’!
«Che hai da borbottare?» gli chiese Haru con voce annoiata e impastata, senza neanche aprire gli occhi.
«Niente» bofonchiò Akeru. Fece una pausa. «Sei pallida» aggiunse poi.
«Capita» ribatté lei atona.
«Ma sei sicura che non ti faccia male da qualche parte? Sul fianco sembra che ci sia una brutta ferita…»
«Se non fa male, non è grave»
«Non l’hai neanche vista»
«Non rompere…»
La conversazione cadde, e Chiharu non fece nulla per farla ripartire.
Lì, seduta in mezzo al silenzio, finalmente si sentiva tranquilla.
Non le succedeva da molto, molto tempo. Da quando aveva incontrato Gaara nel villaggio della Sabbia, e lui aveva iniziato a farle frullare in testa la domanda ‘perché sono ninja?’.
Era una bella sensazione… quasi dimenticata.
“Certo che quell’anestetico è una manna” rifletté, distratta e assonnata. “Sento ancora il suo disgustoso sapore in bocca, ma a quanto pare arriva persino a curare le ferite…”
Rilassata, serena e quasi felice, lasciò che il suo ultimo pensiero fosse una nebulosa riflessione sul tornare ad essere ninja, e poi scivolò dolcemente in un sonno senza sogni.
Akeru sentì la sua testa posarsi contro la spalla, e questa volta sì che sussultò.
Rigido, rimase a fissare dritto davanti a sé, immobile come una statua.
Cosa si supponeva che facesse in una situazione del genere? Un braccio attorno alle spalle? O cosa? Che diavolo, quello non c’era nei manuali ninja!
«Ehm…» tentò, schiarendosi la gola. «Se… se proprio devi… ma solo pochi minuti»
Lei non rispose, e lui cercò di rilassarsi impercettibilmente.
Non era poi tanto male, in fondo. Era lì, seduto, e non doveva fare niente; una brezza leggera soffiava tra gli alberi, radunando le nubi al di sopra delle chiome, e Chiharu Nara riposava sulla sua spalla. L’intera Accademia lo avrebbe invidiato, da un certo punto di vista.
Sorrise da solo, come un ebete.
…Finché la testa di Chiharu non scivolò dalla spalla e ricadde sulla sua gamba.
Senza che lei reagisse.
Akeru abbassò lo sguardo, confuso, e si rese conto che Haru non era semplicemente addormentata: in una posizione complessa e indubitabilmente scomoda, si era accasciata contro di lui priva di sensi.
«Nara?» la chiamò con voce flebile, girando la testa dalla sua parte.
E allora si accorse del sangue fresco che le macchiava le labbra e il naso.


«Qui?» chiese Naruto quando si trovò in cima alla parete dei nibbi, accigliato. «Tsunade starebbe qui?»
«Sì» confermò Sakura guardandosi attorno.
«Impossibile» sbottò Naruto. «Neanche una settimana fa ho affidato al gruppo sette una missione in questa zona, e non c’era niente e nessuno! Ho controllato»
Jiraya sbuffò. «Se quella non vuole farsi trovare, stai sicuro che non la trovi» masticò tra i denti, e poi continuò a borbottare tra sé e sé, come faceva da quando aveva saputo di Tsunade, praticamente.
«Infatti non è proprio qui…» mormorò Sakura frugando in un gruppo di cespugli spinosi.
«Cos’è, vive nel guscio di una lumaca?» chiese Naruto sarcastico. «Non credo che riesca a nascondersi dietro due foglie e un rametto»
«Vuoi chiudere quella bocca?» scattò Sakura fulminandolo con lo sguardo. «Sempre se non ti va di diventare vedovo a breve»
Con perfetto tempismo, Hinata gemette lievemente tra le sue braccia, e lui smise immediatamente di fare dell’ironia.
«Stai cercando qualcosa per la quale potrei aiutarti?» si inserì Kakashi, portando la mano al coprifronte.
«No…» rispose lei irritata. «Era qui… maledizione… e se l’avesse cambiato?»
«Cambiato cosa?» chiese Naruto, ma non ebbe alcuna risposta.
«Un passaggio» disse Jiraya all’improvviso.
Sakura alzò la testa di scatto, e nel farlo si graffiò la mano con una spina. «Dove?» chiese in fretta.
«Qui, dov’è più umido» rispose il sannin scostando un cespuglio che nascondeva un tratto di sottobosco coperto di muschio, a qualche passo di distanza. Lungo i tronchi degli alberi che lo delimitavano, per terra, e anche sui rami più alti, strisciavano lente le lumache. Jiraya sospirò. «Tipico. Con gli anni stava diventando una lumaca anche lei, questi posti le piacevano sempre di più… o dovrei dire piacciono?» bofonchiò asciutto.
«Sì, è questo il passaggio!» esultò Sakura. «Andiamo!»
Senza altre esitazioni si infilò tra i cespugli, chinandosi per evitare un ramo basso, e gli altri le furono subito dietro.
Il sentiero era pressoché invisibile; si snodava attraverso la vegetazione compiendo mille giravolte e restringendosi sempre più. Presto iniziò a declinare, e a farsi sempre più scivoloso; le lumache calpestate non si contavano più, e la vegetazione sopra di loro era così fitta da lasciar trapelare soltanto una luce fioca e a malapena sufficiente per vedere qualcosa. Ma Sakura sembrava sicura di quello che faceva, e li guidò senza incertezze.
«Ecco, ora state attenti» disse a un certo punto, parlando involontariamente sottovoce. «Qui c’è un dislivello»
Non aveva ancora finito di parlare, che scomparve verso il basso con un fruscio lieve.
«Sakura!» esclamò Naruto.
«Scendi!» gli rispose la sua voce dal basso. «Non è neanche due metri, e c’è un tappeto di muschio!»
Naruto obbedì, e cadde attraverso una massa di foglie fino a un cuscino verde e umido, che per poco non lo fece scivolare. Una volta lì scoprì di essere all’interno di un vecchio nido di nibbio ormai inutilizzato, una grande cavità buia e fredda in cui i resti di piccoli scheletri e di sterco d’uccello si mescolavano alle radici sporgenti.
«Adesso diventa un po’ difficile» li avvisò Sakura dirigendosi all’entrata dell’apertura, da cui il sole entrava per un tratto. «Il sentiero è strettissimo»
Naruto, Kakashi e Jiraya capirono cosa intendeva solo quando, seguendola, si trovarono davanti a una mulattiera larga non più di trenta centimetri, sospesa a strapiombo sul vuoto. Naruto deglutì.
«Usate il chakra» consigliò Sakura, facendosi avanti.
Quello fu il tratto peggiore. A trenta metri da terra, su un lembo di roccia friabile, camminarono senza aprire bocca, evitando quasi di respirare. Naruto stringeva Hinata fin quasi a farle male, per paura che potesse scivolargli dalle braccia, e Jiraya dietro di lui camminava rasente il muro.
La parete curvò dolcemente mano a mano che procedevano, inoltrandosi in una gola poco conosciuta. Il sole, ormai coperto dalle nubi, smise di illuminare il loro cammino.
«Manca ancora molto?» chiese Naruto ansiosamente, dopo neanche cinque minuti di cammino. Lanciò un’occhiata cupa al sangue che gocciolava dalle sue mani, e sentì le leggere convulsioni che scuotevano il corpo di Hinata.
«No, siamo arrivati» rispose Sakura con un cenno del capo.
Tutti guardarono avanti, e non videro assolutamente niente, oltre alla solita parete.
«Siamo arrivati?» ripeté Jiraya scettico.
Sakura indicò una roccia vagamente tondeggiante, di dimensioni notevoli, che si protendeva sul precipizio. Gli altri, aguzzando la vista, alla fine riuscirono a intravedere qualcosa di molto simile a finestre… e dei vasi sui davanzali.
«Chi aveva ipotizzato che vivesse nel guscio di una lumaca?» chiese Kakashi mentre si avvicinavano a passo più spedito.
«Io» rispose Naruto senza capire.
«Ci sei andato vicino: quello è un gigantesco fossile» spiegò l’Hokage.
Jiraya mugugnò qualcosa tra sé, e Sakura gli gettò una rapida occhiata, vagamente in ansia.
Lungo il tragitto dal villaggio alla parete dei nibbi si era rifiutata di spiegare il perché della finta morte di Tsunade. Aveva detto che avrebbero dovuto chiedere alla diretta interessata, e che non era autorizzata a parlarne, ma in realtà le sue erano più che altro scuse: avrebbe potuto benissimo rivelare ogni cosa. Tuttavia era convinta che, se mai c’era la possibilità che loro capissero le ragioni della sua maestra, di sicuro non sarebbe stato possibile se non era lei stessa a parlarne.
Probabilmente, se avesse spiegato tutto lungo il percorso, in quel momento si sarebbe trovata con un Jiraya molto più che irritato e mugugnante…
Mentre raggiungevano l’immensa chiocciola pietrificata, videro un tratto di quella che avevano creduto roccia muoversi e aprirsi come una porta. Dal nero rettangolo d’oscurità che nascondeva, emerse una figura piccola e vagamente nota. Non sembrò vederli, ma voltò loro le spalle e tese le mani verso i vasi sul davanzale, trafficando con un debole acciottolio.
Sakura deglutì e si fece avanti.
«Maestra» chiamò, cercando di cancellare l’esitazione dalla sua voce.
La donna davanti alla finestra sussultò e girò il capo verso di loro. Quando li vide, e quando loro videro lei, il vaso che teneva in mano scivolò e si fracassò sulle rocce sotto i loro piedi, spargendo terriccio scuro e foglie di un verde intenso ovunque.
I ragazzi dietro Sakura si fermarono di botto, spalancando gli occhi.
I soliti lunghi codini chiari, ma ora più tendenti al bianco.
I soliti occhi color nocciola.
I soliti abiti familiari, ma non più scollati come prima.
E poi le rughe. La pelle tesa sulle ossa, il seno cadente, la schiena curva e le mani ossute.
Ebbero solo un attimo per vederla.
Poi quella vecchia sconosciuta e familiare si rifugiò in casa sfoderando riflessi insospettabili, e si sbatté la porta alle spalle.
«Maestra!» ripeté Sakura raggiungendo la chiocciola in pietra, e batté un pugno sulla porta. «Non ho potuto fare altrimenti! E’ un’emergenza!»
«Andate via!» rispose una voce roca e furente da dentro. «Io non ho più nulla a che fare con voi! Io sono morta!»
Sulla fronte di Sakura si gonfiò una vena.
«Ho detto che è un’emergenza!» ripeté. «E’ Hinata! Se voi non l’aiutate, moriranno lei e il suo bambino!»
Silenzio dall’altra parte.
«Tsunade!» insisté Sakura, passando a modi meno rispettosi ma più spicci. «Siete ancora un ninja medico! Il vostro compito è salvare la gente!»
Ancora nessuna risposta.
Alle sue spalle, Naruto sentì Hinata muoversi tra le braccia. Abbassò lo sguardo, e la vide aprire lentamente gli occhi.
«Si è svegliata!» disse in fretta. Non aveva finito di parlare, che lei gemette flebilmente e il suo respiro si fece all’improvviso affannoso.
Sakura le gettò un’occhiata. Poi guardò la porta.
“Volente o nolente, la deve salvare!” pensò furibonda.
E fece una cosa che da anni non si sognava nemmeno di tentare: tirò indietro il braccio, caricò il pugno, e lo abbatté sulla porta.
Quella si frantumò in mille pezzi, sollevando una leggera nube di polvere, e i ciottoli esplosero dentro e fuori l’abitazione, graffiandole il braccio ed evitando per un soffio Kakashi e Jiraya.
Nella penombra della chiocciola, si udirono dei leggeri colpi di tosse.
«Sciocca ragazza…» commentò la voce roca di prima, mentre la vecchia Tsunade si faceva avanti, una mano appoggiata ai resti dello stipite. Sollevò gli occhi a incontrare quelli di Sakura, seccata. «Stavo per aprire»
«Perdonatemi» disse lei senza la minima traccia di afflizione. «Ma non abbiamo tempo»
Tsunade spostò lo sguardo da lei a Naruto, che si era fatto avanti. Indugiò per un istante su di lui, e poi su Kakashi, ma evitò scrupolosamente Jiraya. Alla fine vide Hinata. E le bastò quell’unica occhiata per accigliarsi.
«Portala dentro» disse sbrigativa. «E poi esci. Sakura, tu mi assisterai»
«Ma…» tentò di protestare Naruto, però Tsunade lo zittì con un’occhiata.
«Tu farai come ti dico» sibilò. «L’ultima cosa che mi serve è un marito apprensivo che crei confusione. Senza contare che sei coperto di sangue, e cioè infinitamente sporco»
Naruto entrò, afflitto e anche irritato. La chiocciola all’interno era composta di una sola stanza abbastanza ampia, con un arredamento più che essenziale. Sul grande tavolo posizionato da un lato stavano diversi tipi di erbe, alcune essiccate, altre fresche. Solo un piccolo angolo era riservato ai pasti, e ancora coperto da un piatto mezzo vuoto.
Naruto depose Hinata sul letto stretto e apparentemente scomodo, e poi le lanciò un’occhiata ansiosa.
«Non poss…?» iniziò a dire, ma prima che completasse la frase Sakura gli piantò le mani sulla schiena e lo spinse fino ai resti della porta.
«No» disse, dura. «Ti conosco, e so quanto sei paranoico quando qualcuno sta male. Quindi mi dispiace, ma devi restare fuori»
«Sakura, l’acqua nel secchio accanto alla porta!» chiamò Tsunade.
«Arrivo!» rispose lei. Lanciò un’ultima occhiata a Naruto, e decise che la prudenza non era mai troppa. Così, prima di lasciarlo, creò una copia e la mise a fare la guardia.
Naruto, afflitto e inquieto, non ebbe altra scelta che tornare da Kakashi e Jiraya, che erano rimasti a qualche passo di distanza. E lì nessuno osò aprire bocca, ognuno per i propri motivi.










Nel prossimo capitolo...

«Hai mai sentito parlare del principio dello scambio equivalente?» domandò con noncuranza.
«Certo»
«Ci stavo riflettendo. Mi chiedevo se, per ogni uomo, donna o bambino che perde la vita, da qualche parte, ci sia un altro essere vivente che bilancia l’equilibrio generale»
«E’ strano sentirti fare questi discorsi»
«Già, hai ragione» Ariyoshi rise piano. «La verità è che il mio pensiero era molto meno generale e molto più ristretto: Naruto Uzumaki, oggi pomeriggio, ha tolto la vita a centinaia di persone. E in questo mondo esisteranno sicuramente altre centinaia di persone che per questo soffriranno. Quindi, per logica, e tenendo conto dello Yin e dello Yang, dell’equilibrio tra tutte le cose e della seppur modesta influenza del caso, mi viene da pensare: tutto il dolore che ha inferto, in quale misura ricadrà su di lui?»








* * *

Spazio autore

Dai, ditemi che non ve l'aspettavate, vi prego!
Negli scorsi commenti avete parlato tutti di libri e tecniche lasciati da Tsunade, e invece le cose non stavano proprio così...
Per conoscere nel dettaglio le vicende che hanno portato a questo, però, dovrete attendere due capitoli.
Altra cosa: la preview di questo capitolo, anche se non è poi così evidente,
è legata sia a Hinata che a Chiharu.
E non dico altro.
(si vede l'accenno a FullMetal Alchemist, sì? XD)

Ah, una cosa.
Insomma, io amo e adoro Kyuubi, e ok, ma la adoro perché è una viscida e sadica bastarda,
pronta a tradire da un momento all'altro e mandare tutto al diavolo.
Ma voi perché continuate a parlarne come se fosse un tenero batuffolino di cotone e zucchero filato?
XD

Scommesse sui morti

Shikamaru - 4 voti
Kakashi - 4 voti
Asuma - 3 voti
Tsuda junior - 3 voti
Temari - 2 voti (uno molto in forse)
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Ino - 1 voto
Sasuke - 1 voto
Un Uchiha - 1 voto
Hiashi - 1 voto
Naruto - 1 voto
Hinata - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Nessuno della Foglia - 3 voti


Talpina Pensierosa: ohohoh, Maria, preparati... Nei prossimi capitoli succederà una certa cosa, che sicuramente ti farà spalancare la bocca. Mi ci gioco la mano destra!
thembra: wow, grazie mille per il commento e soprattutto per i complimenti! Sono contenta di vedere che sei riuscita ad arrivare fino al capitolo 29 senza annoiarti o restare delusa, non sai che fonte di orgoglio è per me! ^^ Spero che riuscirai a seguire fino alla fine!
bambi88: ho il terribile sospetto che tu legga una fic diversa da quella che scrivo. ò.ò La volpina è simpaticissima, ha sempre la battuta sulla lingua! Ma parliamo della stessa Kyuubi? Dello stesso spietato, sanguinolento, truce, bastardo e sexyssimo demone sterminatore? Volpina. Tsk.
Hipatya: quando ho scritto lo scorso capitolo non ho mai pensato di replicare le vicende del quarto. Per il semplice motivo che ho altre cose da fare prima, cose più importanti e che mi danno molte più soddisfazioni! <3 (leggi: bastardate maggiori)  Io mi iscrivo al Baka fanclub, io, io, io! *_* E grazie per i complimenti sulla volpe, sono la cosa che più mi fa gongolare...! ^///^ Ah, non farti prendere dalla nostalgia già ora! ò.ò Mancano ancora un po' di capitoli!
endlesstars: e questa volta ho la risposta! Aha! Allora, secondo i miei calcoli Haru dovrebbe aver perso dai due ai tre litri e mezzo di sangue. U_U E il motivo per cui ancora si regge in piedi lo scoprirai nel prossimo capitolo. Riguardo alla sua "tecnica", francamente rileggendo ha lasciato perplessa anche me. Poi, però, ho cercato di spiegarla in termini di fisica: il chakra ha una certa sostanza, no? Se può scavare dei buchi quando lo usa Neji, vuol dire che in una certa misura ha del volume. E se ce l'ha, e se lo si fa scorrere in un ambiente stretto, deve per forza creare degli smottamenti per semplice spostamento di sostanza. Così ho cercato di spiegarmi la cosa! XD Se poi proprio vogliamo, possiamo dire che essendo di tipo terra ha un minimo di facilità in più a scorrere nel terreno? (cioè, guarda te se devo spiegare a me stessa come funzionano le tecniche che creo io... -.- Ahh, devo crescere!) Riguardo ad Akeru, non potrei esprimere un parere imparziale! XD Io lo amo, e basta! <3 E penso che si senta pure!
rina: eheh, stai attenta... Ho in serbo una grande sorpresa, per i prossimi capitoli! Fossi in te mi terrei all'erta!
slice: ho capito, tranquilla! ^^ E le tue parole mi hanno fatto davvero benissimo! Grazie, per loro e anche per i commenti che mi lasci sempre e mi danno la carica! Di sicuro non sei pazza, e anzi se avevi subodorato la faccenda di Tsunade sei anche piuttosto intuitiva!
kage_naru89: ovviamente non faccio resuscitare nessuno. U_U La resurrezione-no-jutsu non è nei miei programmi, diciamo... Se no non potrei più usare le scene drammatiche e strappalacrime quando muore qualcuno! Come in dragon ball: con le sfere del drago morire è come partire per il campeggio. (oh, e i complimenti non fanno male se vengono accompagnati da critiche costruttive! XD O uno finisce per pensare di essere Dio!)
gracy110: uhm, sì, c'era un po' di sangue in eccesso... U_U Ma va beh, son dettagli! XD Hinata è una buona madre, diciamo. Magari non proprio perfetta - credo che manchi un po' di autostima per essere tale, ma si bilancia perfettamente con Naruto! XD - ma buona. E per Tsunade, ora conosci qualcosa della faccenda, ma ancora molto poco... Porta pazienza!
crilli: dunque, direi propri che la seduta BakaHaru ha comportato molto imbarazzo per lui! XD Quindi puoi ritenerti soddisfatta, al riguardo... E Tsunade, sì, è viva! U_U (Puffi di quà, puffi di là, loro ti vedono sai! Puffi di qua, puffi di là, ma dove sono, chissà?)
Urdi: Kakashi è un po' inutile sì. Credo che in tutta la storia di Konoha solo il primo Hokage e il quarto siano davvero stati in grado di affrontare la Volpe, anche se dicevano che il terzo fosse il più forte. Il mio Kakashi, poi, è lì per rappresentanza, perché palesemente non è il ninja più forte di Konoha. U_U E a me piace pensare che quando Kyuubi si scatena, anche Naruto ci mette del suo, e quindi mooooooltiplica le sue possibilità! (<3) Senza contare che al momento ha 47 anni. Non è più il giovincello di un tempo, e non vuole nemmeno fare del male a Naruto. Insomma, ci sono mille motivi per cui Kakashi risulta un po' inutile. Non ultimo la mia viscerale passione per Naruto. <3
RedCrossBook: chiusa la questione Hiashi, ecco che compare la questione Baka! Ma insomma! non puoi paragonarmelo a Naruto! Era troppo esaltato anche per gli standard dei ninja, alla sua età! XD Diciamo che Baka non brilla per eroismo, ma che i suoi sono ragionamenti tutto sommato logici. In fondo si comporta un po' come faceva Sakura: ci sono nel momento del bisogno, ma non mi butto nella mischia gridando "evviva!".
Sky_Shindou: dai, Tsuande era il mio asso nella manica! XD Dovevo stupirvi con quello, o non vi avrei stupiti mai più! Comunque sono contenta che hiashi sia stato leggermente redento, non si meritava proprio tutto quell'astio! XD E ora? Che succederà? Beh, poco, visto che siamo quasi alla fine! XD
Elisir86: grazie mille! Spero di non calare prima della fine! XD
arwen5786: e allora segno il tuo voto per "non morirà nessuno"... Ma non dico nulla di nulla di nulla! <3 Oh, non disperare sulla HaruHito! O, perché no, una bella HitoBaka? (sì, uccidimi prima che pensi altri orrori simili!) Ehm, sì, so che stai per uccidermi per l'infima comparsata di Neji, ma ricordati che mi vuoi bene! Molto bene! ^^'' E che i miei progetti prevedono un Neji arf e ignudo entro l'anno prossimo! U_U Oh, sigh. Nella recensione eravamo tutte felici per sabato... T_T E poi non se ne è fatto niente! Depressione.
muccina89: sto cercando di visualizzare Kyuubi su un bianco destriero... E non è un bel vedere. ò.ò Povero cavallo. XD A proposito, forse nasce il Baka Akeru fanclub! XD Vuoi unirti?
DarkMartyx_93: uhm, più che di intelligenza, in quella situazione c'era bisogno di qualcosa di efficace, per quanto poco elaborato. E Chiharu era anche un tantino di fretta! XD Comunque l'importante è che abbia funzionato, no? Uh, devo mettere il tuo voto per la morte di Kakashi? XD E, a proposito, grazie mille per i complimenti riguardo a Kyuubi! Io la adoro, mi impegno sempre molto, quando parlo di lei... e spero che si senta!
Killer Queen 7: bentornata! XD Tranquilla per il "ritardo", a me fa piacere se leggete e commentate, ma non è assolutamente un obbligo! Ahah, un'altra fan della BakaHaru! XD Ormai siete fin troppe! Lasciateli in pace, hanno solo 13 anni! Uhm, riguardo a Kyuubi... Ho una curiosità: in che senso ti mette "a disagio"?
sammy1987: sì, Kakashi è stato pateticamente inutile, nello scorso capitolo! Ma dai, ha tante altre qualità, no? (...) E ora sai che Tsunade non è mai morta, o almeno così sembra. Ma perché inscenare la sua prematura dipartita? U_U Lo scoprirai tra un paio di capitoli! In compenso Sasuke è comparso in questo! XD Ahh, voi Uchiha-obsessed!
Ino_Chan: seeeeee! Aspetta e spera, per il figlio di Naruto! Maschio o femmina? Chissà, chissà?
Killkenny: niente corpo, niente morto! Esatto, kenny, esatto! *_* E questa cosa mi tornerà molto utile poco più avanti... Preparati a grandi sorprese!
Topy: eheh, niente da fare! Nessun diario, ma proprio Tsunade in carne ed ossa! Oh, sai che hai ragione? Hinagiku terrà molto alto l'onore degli Uzumaki!
fedecr90: signorinello, mai più tanti puntini tutti in fila! E' illegale, mettici uno spazio ogni tanto! Così eviterò di malederti in 15 lingue ogni volta che dovrò rispondere ai commenti nella pagina in cui compaiono i tuoi! ho segnato le tue scommesse per i morti, e confesso che non so quanto sangue ci sarà ancora. In compenso, siamo vicini alla fine! U_U
Reina: esemplare purosangue di genio del male! XD Guarda, se solo tu lo avessi detto di me sarei stata felice come una pasqua! E per una volta hai sbagliato riguardo a Tsunade! Aha! Semplicemente, non è mai morta!
Yume_Tsuki: insomma, tu vedi in pericolo Hinata e Chiharu... ma non abbastanza da darle per morte! E quindi non segno niente! XD In compenso, tra tanti possibili morti, è "resuscitato" qualcuno! Splendido! XD
Maobh: Naruto+Kyuubi=ARF: tu sì che sei una donna che ha capito tutto della vita! Beh, ormai sai dov'è Tsunade, ma ti dico subito che Shizune è all'ospedale della Foglia a fare la brava ninja medico! U_U
ShAiW: waaaaa, Grecia! Non ti preoccupare per me e goditi assolutamente le vacanze!! >_<
SuperEllen: eh sì, dalle superiori in poi l'estate non è più una gran pacchia... ç_ç Comunque mi fa piacere se continui a leggere! ^.^ E un commento corto è sempre meglio di un commento inesistente! Parlando del capitolo, guarda: non sei la prima ad auspicare intrecci sentimentali tra Haru e Baka... Io non cambierò i miei piani, ma fossi in te non dispererei. Dunque. Che Jin sia figlio di Tsunade mi sembra se non altro improbabile... Dovrebbe averlo concepito a 63 anni. -.- Quindi ti dico subito che non è lui! E che dovrai aspettare ancora poco per sapere qualcosa da questo frangente....
maninja87: beh, se riesci a leggere questo oggi, tanto meglio! Se no a sabato! ^^ Allora, che dire? Il tuo commento mi ha resa molto felice, sprizzava entusiasmo da tutti i pori! Sia gli accenni a Naruto, che le invettive contro Hiashi, che l'inutilità di Sakura e Ino (XD), tutto mi ha resa felice! E no, tranquilla: Tsunade non è un piccolo clone dell'altra Tsunade, fatto da Sakura nel suo laboratorio alla Frankenstein! XD Quando torni pensa con calma al regalo che vuoi, e io cerco di provvedere! >_< Buone vacanze!
FefyNiisan: wow, nessuno mi aveva mai definita pericolosa! XD Mi sento onorata! Ma mi sento più onorata dal tuo apprezzamento per quello che scrivo! Grazie davvero! So che non è possibile commentare tutto in blocco, ma sapere che hai letto e apprezzato è già tantissimo! Ultime due paroline su Haru e Baka: è una coppia molto gettonata, io consiglio di non perdere le speranze...


Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Scambio equivalente ***


Naruto2-31

Scambio equivalente



- Trentuno -







Il viaggio di ritorno dal confine fu infinitamente più duro dell’andata.
Questo, per la maggior parte dei ninja che avevano preso parte alla battaglia.
Poi c’era un gruppetto davvero minuscolo, un gruppetto formato da due soli elementi, che camminava in prima fila nel pieno delle forze.
Kotaro e Hitoshi da un lato erano spinti dall’ansia, dal timore che Chiharu, nonostante non fosse più ninja, si fosse fatta coinvolgere; dall’altro lato erano mossi dal desiderio pressante di tornare a casa, di allontanarsi dal cratere che quel Naruto così strano e spaventoso aveva creato, dai ricordi di quel chakra rosso che sembrava vivo. Insieme, queste due ragioni li spingevano a un passo ben più che sostenuto, seguiti dagli altri ninja che, stanchi, correvano alle loro spalle. Per quel che riguardava loro, la spossatezza era scomparsa nel momento in cui erano ripartiti.
«Senti…» chiese Kotaro con il respiro leggermente affannato, mentre percorrevano il sentiero a passo veloce. «Secondo te ci è finita in mezzo?»
Non ebbe bisogno di dare un soggetto alla sua frase.
«Non lo so» rispose Hitoshi. «E’ abbastanza egocentrica da aver tentato qualche cazzata, ma allo stesso tempo ha abbastanza cervello per non finire in casini troppo grandi»
«E’ quel ‘troppo grandi’ che mi preoccupa. Cioè, cosa vuol dire? E’ un termine troppo generico… magari ‘casini grandi’ per noi significa qualcosa di diverso da quello che significa per lei…»
«Se vuoi chiedermi se secondo me è viva, non c’è bisogno che ci giri attorno così»
Kotaro sbiancò. «Secondo te potrebbe essere morta?» chiese senza fiato.
«No!» sbottò Hitoshi fulminandolo con lo sguardo. «Certo che no! Magari là ci sono stati un po’ di casini, ma c’erano anche altri ninja… c’era persino l’Hokage! Non avrebbero mai lasciato che lei morisse!»
«Già…» Kotaro si sforzò di sorridere, un po’ incerto.
Da quello che ricordava, l’autorità non era mai stata un grande ostacolo per Chiharu. Però, forse, la pigrizia poteva averla fermata?
«Guardate, maestro!» gridò una voce in quel momento, piena di tracotante soddisfazione.
Sia Hitoshi e che Kotaro sussultarono, e per poco non inciamparono: all’improvviso due ombre nere si erano materializzate al loro fianco, più veloci di loro e ancora più entusiaste.
Per un attimo i due genin furono colti dal panico; finché non si accorsero che i due nuovi arrivati non erano altri che Rock Lee e Gai Maito.
E allora sì che desiderarono intensamente di essere altrove.
«Sì, Rock Lee, vedo!» esclamò Gai con un sorriso a mille denti. «Il fuoco della giovinezza e dell’amore arde nei loro muscoli!»
«Sì maestro!»
«Sono davvero tuoi figli!»
«Sì maestro!»
«No!» intervenne Hitoshi indignato. «Piuttosto che essere suo figlio mi farei un trapianto di DNA!»
«Grazie, eh» disse Kotaro piatto.
«Beh, è vero»
«Ahah, la giovinezza!» esultò Gai, come se avesse appena assistito allo sketch più divertente degli ultimi dieci anni. «Due giovani fiammelle che si spingono verso il buio! La vera forza della Foglia! I veri eroi! E corrono impavidi verso l’oggetto del loro amore…!»
«Ma quale amore?!» sbottarono entrambi, arrossendo contemporaneamente. «Siamo solo ragionevolmente preoccupati come ex compagni di squadra!»
Gai si bloccò a bocca aperta, stupefatto. Scambiò un’occhiata con Rock Lee, altrettanto sbalordito, e poi insieme ghignarono.
«E chi ha parlato di Chiharu Nara?» chiese l’eterno rivale di Kakashi. «Io mi riferivo al villaggio»
Se prima Kotaro e Hitoshi avevano desiderato trovarsi altrove, ora desiderarono intensamente sprofondare.
«Il che non toglie che anche io sia piuttosto preoccupato per la giovane Nara» aggiunse Gai dopo un attimo, improvvisamente di una serietà assoluta e vagamente melodrammatica. «Quel biglietto era un bel po’ sporco di sangue, eh…»
«Il biglietto?» chiese Hitoshi drizzando le orecchie, mentre Kotaro ancora cercava di riprendersi dall’umiliazione. «Era di Chiharu?»
«La firma era sua…» Gai guardò Rock Lee. «Nessuno lo aveva detto ai ragazzi?»
«Non lo so» rispose l’allievo, pronto.
Kotaro e Hitoshi si scambiarono un’occhiata allarmata.
Chiharu era stata coinvolta, dunque. E probabilmente era anche incappata nei ‘casini troppo grandi’ di cui stavano parlando fino a qualche minuto prima.
Istintivamente, entrambi aumentarono la velocità.
Qualche metro più indietro, Shikamaru fissò cupo Gai e Lee.
“Che due cretini… Non era un caso che non avessimo letto la firma a voce alta”
Naturalmente anche lui era preoccupato per Chiharu, ma potevano esserci mille motivi per cui quel pezzo di carta era sporco di sangue. Senza contare che al villaggio c’era anche Temari. E lei sicuramente non avrebbe permesso che succedesse qualcosa a Chiharu.
Aveva sacrificato tutto per lei. La sua vita, il suo villaggio, la sua vocazione. Forse non lo dimostrava come una madre normale, ma per Chiharu avrebbe davvero dato ogni cosa.
Anzi, aveva davvero dato ogni cosa.

*

L’Ospedale della Foglia era straordinariamente pieno.
Ogni reparto, dal primo al penultimo piano, traboccava di parenti.
I feriti in sé non erano tantissimi, e la maggior parte non avevano neanche bisogno di cure intensive, ma i veri problemi erano rappresentati da tutte le persone che erano venute a sapere dell’attacco a casa di Naruto e che ora si affollavano davanti alla reception e sulle scale per cercare di capire se dovevano incidere un nuovo nome sulla lapide di famiglia. E poi c’erano anche quelli che, non si sapeva bene perché, erano convinti che lì all’ospedale si sapesse già com’era finita la battaglia al confine, e quindi chiedevano informazioni totalmente fuori luogo e mandavano in paranoia le infermiere.
I dottori, invece, si erano saggiamente defilati, e ora si occupavano dei pazienti più gravi in un’ala riservata dell’ultimo piano.
In una delle tre camere ad accesso ristretto, c’era anche Shikaku Nara. E ovviamente, come luminosa eccezione ed esempio di infrazione delle regole sui parenti, Temari era su una sedia accanto al suo letto.
«Sotto una colonna» disse secca, le gambe accavallate e il piede che si muoveva ritmicamente. «Sotto una colonna!» Il ventaglio era appoggiato contro il muro, ancora macchiato di sangue e terra. «Come diavolo hai fatto a restare sotto una colonna quando quella cosa sbatteva le sue code in giro?»
Shikaku le lanciò un’occhiata stanca. «Non ho più vent’anni» si limitò a dire.
«Tsk!» commentò lei, guardando altrove con evidente disprezzo. «Anche un paralitico si sarebbe spostato da lì!»
«Curioso che tu parli di paralitici, visto che non riesco a muovere le gambe» commentò Shikaku vago.
«Stronzate» sacca, Temari colpì il suo polpaccio sotto le coperte, con il taglio della mano, e lui gemette. «Se le senti allora funzionano» decretò in tono che non ammetteva repliche.
Shikaku sospirò penosamente, e gli altri pazienti – quelli svegli, perlomeno – gli lanciarono occhiate di compassionevole simpatia.
«Allora stai bene» disse lei pragmatica, alzandosi in piedi. «Visto che puoi cavartela da solo, vado a riprendere quella cretina di tua nipote, sperando che sia ancora viva»
Shikaku tirò un sospiro di sollievo. Prima di tutto perché Temari se ne andava, e poi perché se poteva scherzare sulla morte di Chiharu voleva dire che era sicura della sua buona salute.
Ma… c’era qualcosa che gli sembrava di aver dimenticato. Una cosa importante.
Corrugò la fronte, mentre sua nuora prendeva il ventaglio.
E poi, quando lei scoccò un’occhiataccia a un paziente che aveva osato guardarla troppo a lungo, lui all’improvviso ricordò.
«Lophenaria!» esclamò tirandosi a sedere di colpo. Gemette per lo sforzo improvviso, mentre Temari si girava a guardarlo.
«Cosa?» chiese senza capire.
«Chiharu… non sta bene per niente» rispose lui tra i denti. «Pensa di aver preso un anestetico qualunque, ma non è così!»
Temari corrugò lentamente la fronte.
L’immagine di sua figlia che, ghignando, le diceva di stare bene nonostante la ferita al fianco e il sangue che le macchiava il viso, le baluginò davanti agli occhi.
«E’ passata dal laboratorio» continuò Shikaku. «Ha trovato delle foglie, e ha pensato che fosse anestetico! Ma era l’etichetta sbagliata!»
«Cos’era invece?» chiese Temari, mentre con un brivido ricordava che il sangue su Chiharu era davvero un po’ troppo
«Lophenaria. Praticamente una droga» spiegò Shikaku, teso. «La stavamo studiando, è una sorta di allucinogeno che aumenta la sopportazione al dolore e dà l’impressione di moltiplicare le forze… di sicuro non sentiva male, ma questo non vuol dire che le sue ferite non fossero gravi»
Temari rimase immobile, tra il letto di Shikaku e la porta. Nella stanza nessuno parlava più, tutti fissavano la scena come l’ultima puntata di una soap-opera particolarmente appassionante.
Temari aveva sempre saputo che sua figlia era intelligente, molto più intelligente della media.
Si era sempre fidata del suo giudizio per le cose che la riguardavano, aveva sempre creduto che avesse abbastanza cervello per risolvere tutti i problemi che potevano presentarsi nella vita di una tredicenne.
Aveva sempre pensato che non fosse capace di commettere errori – o almeno, commetteva solo errori riparabili, e li sistemava da sola. Come l’essere o non essere ninja.
Chiharu non era come lei, non era come sua madre, che aveva commesso un infinità di sbagli irrimediabili; né come suo padre, che tante volte rinunciava, tornava indietro e poi andava avanti per un’altra strada.
Aveva sempre creduto che quella bambina, e poi quella ragazza nata da lei e Shikamaru, fosse la compensazione di tutti i loro difetti, l’unione dei loro meriti senza alcuna macchia.
Ma a quanto pareva era un essere umano come tutti.
Anche lei sbagliava.
Forse poteva risolvere tutti i problemi di un’adolescente, sì; ma se il problema era più grande, se era qualcosa al di là dei suoi tredici anni…
Forse poteva rischiare di non farcela.
Temari strinse le dita attorno al ventaglio, e serrò i denti.
«Maledizione!» imprecò, e si lanciò fuori dalla porta.
Da quanti anni non correva così? Con il ventaglio alla mano, i muscoli tesi per lo sforzo, i denti serrati. Aveva corso tanto veloce quando Kankuro era stato avvelenato da Sasori? No. Le sembrava di aver corso molto, molto più lentamente. E nonostante ciò sentiva, in quel momento, di non essere abbastanza rapida.
Raggiunse il fondo del corridoio in un baleno, senza salutare i ninja di guardia che le fecero un cenno, e gettò uno sguardo giù per la tromba delle scale. Troppa gente. Impossibile passare.
Vide la finestra con la coda dell’occhio, non ci pensò neanche; l’aprì, e, tra gli avvertimenti dei ninja dietro di lei, saltò fuori. Sentì le urla degli uomini alle sue spalle, urla comprensibili visto che era ad almeno venticinque metri da terra, ma non se ne diede pensiero. Mentre il vento fischiava nelle sue orecchie, lei aprì il ventaglio.
Fu come un paracadute improvvisato, che le fece deviare bruscamente la rotta. Esattamente come aveva previsto, atterrò sul tetto di un edificio più basso senza alcun problema, e immediatamente si rimise a correre. Dalle finestre dell’ultimo piano dell’ospedale, i ninja di guardia la fissarono sbalorditi.
Temari attraversò Konoha passando sui tetti, come aveva fatto Chiharu neanche quattro ore prima. Balzò da un cornicione all’altro, sui balconi, attraversò le strade a dieci metri d’altezza, il respiro affannoso e i muscoli brucianti, ma non rallentò né si fermò.
Aveva fatto di tutto per quella sua figlia tanto importante!
Non poteva perderla adesso, non così, non per una disattenzione!
Arrivata all’ultima casa saltò a terra dal secondo piano, senza neanche aprire il ventaglio, e continuò a correre dimentica dei suoi trentacinque anni e della mancanza di allenamento. A metà strada vide delle crepe nel sentiero, come i resti di un terremoto che si fosse fermato prima di raggiungere il villaggio, e una fitta d’ansia le attanagliò lo stomaco.
Dov’era Chiharu? Dove l’aveva lasciata quando aveva portato via Shikaku?
Doveva essere al sicuro, altrimenti non l’avrebbe mai lasciata lì… ma dove…?
Sakura.
Ma certo, era rimasta con Sakura accanto a Hinata. Erano rimaste nella casa di Naruto.
Ed eccola, in lontananza; eccola… in macerie.
Il suo cuore mancò un battito. Accelerò ancora, nonostante i suoi polmoni gridassero pietà, e finalmente raggiunse i resti della casa. Quattro o cinque shinobi ancora perlustravano tra i detriti, alla ricerca di corpi sommersi. I cadaveri dei ninja della Roccia giacevano allineati in una zona di terreno libera, mentre i superstiti erano già stati portati alla centrale di polizia del villaggio dai poliziotti che non avevano seguito il loro capo in battaglia, e con loro erano stati prelevati anche gli Hyuuga traditori.
Il corridoio in cui Temari aveva visto per l’ultima volta sua figlia era sepolto da una cascata di cemento. Non ne restava quasi traccia.
Raggelata, lo fissò per almeno mezzo minuto, senza aprire bocca. Poi si voltò e afferrò di scatto il primo shinobi che le passò accanto.
«Dov’è mia figlia?» ringhiò, stringendo la presa sulla maglia del malcapitato.
«I-Io non so…» balbettò quello, scombussolato. «Dopo il terremoto se n’è andata con il ragazzino che era con lei…»
“Terremoto?” pensò Temari, ma allontanò il pensiero in fretta. Non aveva tempo!
«Da che parte?» chiese invece.
«Non lo so!»
Lo insultò mentalmente, lasciandolo andare, e si allontanò a grandi passi.
Dove potevano essersi rintanati? Haru non poteva arrivare troppo lontano, per cui dovevano essere da quelle parti; se conosceva un po’ sua figlia, avrebbe cercato un angolo in cui starsene tranquilla, una zona pressoché deserta…
E fu mentre si avvicinava al giardino anteriore che sentì la voce di Baka Akeru.
Che articolava un ‘aiuto!’ con voce stridula.
Scattò immediatamente, svoltando i resti dell’angolo della casa, e sbucò sul portico dell’ingresso, incappando quasi nella serratura che il sosia di Hiashi Hyuga aveva fatto saltare dalla porta. Subito le cadde l’occhio su un frammento di parete integro, a una certa distanza, e vide due sagome scure contro il muro.
Non le ci volle nemmeno mezzo secondo per riconoscere in quella inerme sua figlia.
«Io non so cosa le sia successo!» strillò Akeru quando Temari lo raggiunse, bianco come un lenzuolo. «Stavamo parlando normalmente, e poi si è addormentata all’improvviso, e adesso non si sveglia!» le mani strette convulsamente sulle spalle di Chiharu, non sembrava aver alcuna intenzione di lasciarla andare.
Temari studiò con una veloce occhiata le condizioni di sua figlia.
Pallida, anzi anemica. Sangue fresco da naso e bocca. Fresco e vecchio dalla ferita tra le costole. Lividi sul viso e sul collo, per non parlare delle braccia.
E… il suo petto non si alzava ed abbassava regolarmente.
In uno scatto rapido staccò le mani di Akeru da lei, e la stese sull’erba, ignorando i suoi piagnistei. Si chinò e posò l’orecchio sul petto di Chiharu, facendo cenno a lui di tacere, e si mise in ascolto.
Il cuore era debole. Aritmico.
«Dobbiamo portarla in ospedale…» gemette Akeru, incapace di stare ancora zitto.
E in quel preciso momento il cuore di Chiharu si fermò.

*

«Se non la pianti ti butto giù dal burrone» bofonchiò Jiraya, guardando truce Naruto.
Seduto su una roccia, con il mento sorretto dalla mano, aspettava insieme a Kakashi. Naruto invece scavava un solco profondo lungo il sentiero facendo avanti e indietro davanti alla chiocciola fossilizzata di Tsunade, e cercando di superare la guardia della copia di Sakura che gli impediva di sbirciare all’interno della casa.
Non sembrò nemmeno sentire le parole del suo vecchio maestro.
Da dentro ogni tanto si sentiva provenire la voce di Sakura, o quella strana e arrochita di Tsunade. Ma, anche se ormai erano passati parecchi minuti – troppi, secondo Naruto – non c’era l’ombra di un vagito.
Kakashi sbuffò piano, guardando le nubi che si addensavano su di loro come neri presagi.
C’era qualcosa che non aveva ancora tentato per distrarre Naruto. Un asso che, forse per scaramanzia, non aveva ancora tirato fuori dalla manica. Ma, a giudicare dalla pesantezza dei passi dello shinobi, ora si rendeva necessaria una misura di emergenza.
«Se è la terza femmina?» buttò lì quasi casualmente.
Naruto si bloccò per un istante, sbattendo le palpebre. Poi si accigliò e riprese a camminare. «Dobbiamo trovare un altro nome» borbottò. «Ormai abbiamo già usato i nomi della madre e della nonna materna di Hinata, e quello della nonna paterna è il suo… quindi dobbiamo trovare qualcosa d’altro»
«Aspetta, com’è che era?» intervenne Jiraya, momentaneamente distratto dalle sue riflessioni. «Kushina?»
«Chi, mia madre?» chiese Naruto di scatto. «No, è fuori discussione»
«E perché?»
Naruto arrossì. «Perché mi metterebbe a disagio» bofonchiò tra i denti.
«Però potrebbe anche essere un maschio» ipotizzò la copia di Sakura, evidentemente ansiosa di unirsi alla conversazione. «In quel caso avreste a disposizione ancora tutti i nomi del mondo»
«Escludendo Hiashi, Sasuke e Jiraya» rognò Naruto in tono quasi di sfida.
«Ehi, perché anche il mio?» protestò il sannin indignato. «Qualunque bambino sarebbe orgoglioso di portare il mio nome!»
«Ma io non riuscirei a sopportarlo su mio figlio! Potrebbe avere influssi terribili!»
«Che cosa?»
«Beh…» intervenne Kakashi flemmatico. «Se fosse davvero un maschio credo che il suo nome sarebbe ovvio, no?»
Sia Naruto che Jiraya si bloccarono sul posto, colti da un’improvvisa consapevolezza, e per un attimo, nella gola che ospitava la casa di Tsunade, regnò il silenzio più completo.
Poi, si udì un debole vagito.
Naruto girò la testa di scatto, così come gli altri saltarono in piedi bruscamente. Anche la copia di Sakura sulla porta si voltò, e nel farlo ebbe un attimo di distrazione, che permise a Naruto di sgusciare fino alla finestra e guardare dentro.
Ciò che vide fu la faccia di Tsunade, infinitamente più vecchia e troppo, decisamente troppo vicina.
Per la sorpresa cacciò un urlo e fece un salto indietro.
«Puoi andare» disse il quinto Hokage, al di sotto delle urla di un bambino con i polmoni evidentemente pieni d’aria, e la copia di Sakura annuì e scomparve in uno sbuffo di fumo. «E tu puoi entrare» aggiunse poi rivolta a Naruto, che, con un mezzo infarto in corso, si trascinò fino alla porta.
L’interno era troppo scuro per i suoi occhi, tanto che impiegò qualche istante per abituarsi alla penombra. A quel punto, socchiudendo le palpebre, vide la sagoma di Hinata ancora stesa sul letto di Tsunade, con una coperta addosso, e Sakura, di spalle, che sembrava tenere tra le braccia qualcosa di urlante e terribilmente piccolo.
Naruto deglutì, incapace per un attimo di andare oltre. Ma l’esitazione non durò a lungo, subito vinta dalla curiosità.
Si fece avanti, trepidante e trattenendo il fiato, fino a raggiungere la sua vecchia compagna di squadra, che stava posando in quel momento un asciugamano accanto a una bacinella di acqua tiepida e torbida.
«Tieni, gli ho appena fatto il bagno» disse piano, mentre il pianto si placava lentamente. Sistemò delicatamente i panni che coprivano la cosetta che teneva in mano, e poi, con una gentilezza infinita, la tese a Naruto.
Lui la prese tra le braccia.
Era piccola, leggera e calda. Aveva le guance piene e arrossate, con le labbra socchiuse e le palpebre morbide abbassate, e nessun capello sulla testolina delicata.
Non era la prima volta che Naruto si trovava con un figlio appena nato contro il petto, ma mai aveva temuto tanto per la vita di quella piccola creatura come quella volta. Stringerla a sé gli sembrava un miracolo.
«Ed è…?» non poté fare a meno di chiedere, emozionato fin quasi a tremare.
Sakura sorrise con tenerezza. «Maschio»
Il bambino decise allora di aprire gli occhietti, solo per un breve istante, prima di richiuderli esausto, e anche nel buio della sala Naruto ne individuò il colore.
«Sono azzurri…» mormorò con voce quasi incrinata, sfiorando con un dito la guancia soffice.
Tutti gli occhi dei bambini appena nati assumono una colorazione tendente al blu. Poi, con il passare del tempo, la pigmentazione dell’iride si normalizza e prende la tonalità che porterà per tutta la vita.
Ma per gli Hyuuga non era così.
Hinagiku e Hanako, già dalla nascita, avevano sempre posseduto gli occhi candidi della loro madre, e dunque questo nuovo bambino doveva avere per forza quelli del padre.
«Congratulazioni» disse Sakura posando una mano sulla spalla di Naruto. Lui riuscì solo ad annuire.
Finché all’improvviso non alzò bruscamente il capo.
«Hinata?» chiese ansioso, cercando con gli occhi il letto e la moglie.
A quella domanda Tsunade sospirò profondamente, voltandogli le spalle e avvicinandosi alla donna stesa immobile.
Il cuore di Naruto mancò un battito.
La mano rugosa e ruvida del quinto Hokage si posò sulla sua fronte, e le scostò i capelli senza che lei aprisse gli occhi.
«Tsunade?» mormorò Naruto corrugando adagio la fronte. «Sta bene, vero?»
La vecchia sollevò lo sguardo su di lui, con lentezza esasperante, e puntò gli occhi nocciola e gravi nei suoi, azzurri.
«Purtroppo, per lei non andrà affatto bene»

*

Le nubi ammassate a sud erano lontane e prive di importanza.
Il sole brillava sul Paese della Roccia, volgendo ad Ovest, e faceva scintillare i mille minerali che costellavano le rocce dell’impervia regione centrale. Rupi e gole si innalzavano o abbassavano improvvise e inaspettate, creando sculture naturali d’inestimabile bellezza, e in alto nel cielo un unico falco volava in cerchio alla ricerca del pasto quotidiano.
Sulla cima di un promontorio di roccia rossa e densa, due figure erano sedute a godere dei raggi del sole, come elementi del panorama. Una era un ragazzo dai capelli neri e occhi grigio-verdi che, socchiusi contro la luce, diventavano quasi azzurri; l’altra celava il suo viso sotto un cappuccio scuro, apparentemente incurante del caldo.
«Ti vedo pensieroso» disse quest’ultima, con voce fredda ma corposa di donna. Una ciocca di capelli turchesi che sfuggiva al cappuccio donava un briciolo di colore alla sua figura altrimenti nera.
Ariyoshi Tsuda sorrise, pensoso, ma non rispose subito. Dopo qualche istante, però, prese la parola.
«Hai mai sentito parlare del principio dello scambio equivalente?» domandò con noncuranza.
«Certo»
«Ci stavo riflettendo. Mi chiedevo se, per ogni uomo, donna o bambino che perde la vita, da qualche parte, ci sia un altro essere vivente che bilancia l’equilibrio generale»
«E’ strano sentirti fare questi discorsi»
«Già, hai ragione» Ariyoshi rise piano. «La verità è che il mio pensiero era molto meno generale e molto più ristretto: Naruto Uzumaki, oggi pomeriggio, ha tolto la vita a centinaia di persone. E in questo mondo esisteranno sicuramente altre centinaia di persone che per questo soffriranno. Quindi, per logica, e tenendo conto dello Yin e dello Yang, dell’equilibrio tra tutte le cose e della seppur modesta influenza del caso, mi viene da pensare: tutto il dolore che ha inferto, in quale misura ricadrà su di lui?» voltò la testa, e cercò gli occhi della sua interlocutrice con sguardo sornione. «Dimmi cosa ne pensi, Mine»
La donna non dovette pensarci molto; in tono perfettamente neutro, rispose:
«Seguendo il principio dello scambio equivalente, dovrebbe soffrire molto. Perdere qualcosa che a lui è molto caro, abbastanza da compensare il dolore di centinaia di persone»
«Eh già» sospirò Ariyoshi con un risolino leggero. «E io? Cosa dovrei perdere io, eh Mine?»
«Tu dovresti perdere qualcosa di meno importante, ma non privo di significato»
«Lo prendo come un complimento?»
«No. Prendilo come un monito»
«Eh già, eh già…» mormorò Ariyoshi, senza che il sorriso sornione scomparisse dalle sue labbra.
Distolse lo sguardo, e tornò a fissare la distesa di rocce che si stendeva fin dove l’occhio poteva arrivare, verso sud.
E l’immagine di una ragazzina dalla lunga coda nera s’impose ancora una volta alla sua mente.
“Chissà…”











Nel prossimo capitolo...


«Vieni fuori»
«Cosa?»
Kakashi, Naruto e Sakura si scambiarono un’occhiata allarmata: era forse giunto il momento della tanto temuta rissa?
«Esci, dobbiamo parlare a quattr’occhi» insisté Jiraya, asciutto e vagamente minaccioso.
«Non ho nulla da dirti» tagliò corto lei, schiva.
«Io sì» replicò lui secco. «Parlerei volentieri anche qua, davanti a loro… ma credo che qualcuna delle mie frasi potrebbe ferire le loro orecchie, per quanto siano allenate. Quindi VIENI FUORI
»
Tsunade chinò appena la testa, mentre una vena si gonfiava sulla sua fronte non più liscia. «Da quando ritieni di potermi dare ordini, Jiraya?» mormorò con voce vibrante.







* * *

Spazio autore

Se vedete qui questo capitolo, dovete ringraziare Hipatya.
Che, partendo domani, mi ha chiesto di farle leggere almeno questo.
Fosse stato per me, emo come sono, chissà quando lo avreste visto...

Oh ma che capitolo bastardo! <3
Bellino, mi piace. <3
Come dire... ho ucciso Chiharu?
Chi lo sa?
Ma ricordate sempre: niente corpo, niente morto!
E nel prossimo capitolo, Jiraya e Tsunade...

Comunicazione di servizio
Essendo che voi lettori siete adorabilmente pazzi, avete dato vita a due fancub.
Sì, lo so, sembra assurdo anche a me, ma sono ufficialmente nati il
Baka Akeru fan club
e il
Jin fanclub
(il suo cognome è irrilevante, a quanto pare)
Iscrizioni aperte.
U_U

Scommesse sui morti
Shikamaru - 4 voti
Kakashi - 4 voti
Asuma - 3 voti
Tsuda junior - 3 voti
Temari - 2 voti (uno molto in forse)
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Ino - 1 voto
Sasuke - 1 voto
Un Uchiha - 1 voto
Hiashi - 1 voto
Naruto - 1 voto
Hinata - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Nessuno della Foglia - 3 voti


bambi88: come sta Haru? Beh. Direi decisamente male. ò.ò Ma non lo saprai veramente fino al capitolo dopo il successivo! Perchè? Perché sono perfida, naturalmente.
Talpina Pensierosa: sì, in effetti è qualcosa di molto grosso... Devo solo trovare il tempo di attuare il piano malvagio. Preparati al botto tra due capitoli...
Sky_Shindou: sì, beh, in questo capitolo non ho risposto a molte delle tue domande, devo ammettere! XD Ma visto che siamo molto vicini alla fine, direi che posso allegramente cucirmi la bocca e dirti di pazientare, perché ogni nodo verrà al pettine! Oh, tra parentesi, Haru non aveva ingerito nulla di "dannoso". Solo, se ne andava in giro con un buco tra le costole, come niente fosse. U_U Meraviglia delle droghe made by Nara!
muccina89: la grande Tsunade non ha mai deluso, eh... Beh, lo saprai solo nel prossimo capitolo! Uh, sai che mi hai fatto vedere un lato della situazione che non ricordavo di aver considerato? Jin e i suoi "limiti", per intenderci. Ogni tanto tendo a scordare che non è superman, lo confesso! XD Ma tra qualche capitolo dimostrerà appieno tutti i suoi orgogliosi sette anni!
Urdi: riguardo ai ninja medici, ti ricorderei volentieri che esiste ancora Shizune, se non fosse che al momento sembra un po' inutile tirarla in ballo... o no? Ad ogni modo, Kakashi è forte, yes, ma da quando ho visto Naruto battere Kakuzu, contro il quale lui non aveva potuto niente, penso che un eventuale scontro Kakashi/Naruto sarebbe un suicidio per Kakashi. Se poi ci mettiamo anche la volpe, adieu. E, francamente, a me Kakashi piace da matti come stratega, più che come combattente - sarà perchè da stratega non lo collego a Sasuke? Quel mille falchi maledetto... 'Sti favoritismi del cavolo! Stupido Kakashi! E so che lui ti piace, ma non posso fare a meno di inalberarmi quando ricordo quanta preferenza aveva per l'emo-scemo! XD
maninja87: beh, Tsunade sarà anche un'esteta, ma non mollerebbe la carica di Hokage solo per il suo aspetto, ritengo. Certo, potrebbe affidarla a tanti altri ninja in gamba, però mi sembra un tantino sciocco... o no? A meno che non la uccida prima, ce lo dirà solo Kishi. Nel frattempo, io le ho dato anche un'altra ragione per scomparire! Dunque, mi pare di ricordare che mentre scrivevo questa parte della storia volevo strapparmi i capelli dalla testa per aver messo insieme troppe scene diverse, e non sapevo più come collegarle nella maniera migliore! XD Sono felice che i miei sforzi non siano stati vani, se tu li hai apprezzati! Oh, Baka non è stupido. Anzi, è piuttosto intelligente... Solo che, a differenza di tutti i personaggi di Kishi - e relativi, megalomani eredi - lui non è un eroe. E' solo una persona normale con un po' di cervello, e forse un giorno le situazioni lo porteranno a fare l'eroe, ma non lo è 365 giorni all'anno, ecco.
sammy1987: per sapere come reagirà Jiraya alla faccenda di Tsunade dovrai attendere il prossimo capitolo! Che non so quando pubblicherò! XD Ma lo pubblico, di questo puoi essere certa, abbi solo un pizzico di pazienza - odio gli esami! ç_ç
Killkenny: guarda, l'idea malvagia per la sorpresa doveva essere davvero perfida. Ma, dato che non avrebbe avuto senso, ho deciso di girarla in un'altra maniera... Facendo prendere un colpo a tutti. E sarà davvero divertente - per me.
Ino_Chan: è maschio! XD Ebbene sì, è un pupetto con gli occhi azzurri! E il nome sarà...? Eheh, non lo dico mica ora! Ti chiedi se può nascere qualcosa tra Haru e Baka? Uhm, una storia tra il mondo dei morti e quella dei vivi? XD Ammesso che Chiharu sia morta...
arwen5786: le disgrazie non vengono mai da sole. U_U Ed è per questo che oltre a Baka, Haru si trova anche senza un cuore che batte. Ok, l'ho detta per seguire il filo della tua frase, ma sia chiaro: Baka Akeru non è affatto una disgrazia! E' un dono divino! *_* Se io avessi uno come lui, dopo averlo pestato a sangue per tre anni gli salterei addosso in men che non si dica! Oh, amoruccio. Dopo che tu continui a blaterare di Hitoshi, che ha tipo 10 anni meno di te, come puoi opporti all'idea di diventare mia cognata?! A-ehm, piccola divagazione... Kiba sta tornando dalla guerra insieme agli altri, e di Gaara sapremo a breve. Non posso mollare a metà la battaglia per dirti che si sta mettendo un dito nel naso, solo per farlo comparire. ò.ò Tra parentesi, nel prossimo capitolo ho aggiunto un pizzico di JiraTsu che nella versione originale non c'era... e l'ho fatto solo per te. U_U Un piccolo grazie me lo dici?
DarkMartyx_93: Tsunade ha le sue ragioni per scomparire... ma le scoprirai solo nel prossimo capitolo, perché balzo da lei a Haru ogni volta che posso, lasciando tutto in sospeso. Sì, me perfida. <3 Ah, l'incursione in FullMetal Alchemist... risale praticamente a un anno fa, e rileggendola mi si contorcono le budella. -.- Doveva esserci la promozione paghi uno prendi diecimila sui puntini di sospensione, come direbbe una mia amica... Comunque, un giorno mi farò forza e la pubblicherò. Ma credo che dovrò essere davvero emo per farlo! XD
rina: sì, direi che ho modificato una parte consistente della trama... uhuhuh, vedrai, vedrai! Spero di sconvolgere i vecchi lettori! <3
endlesstars: niente corpo, niente morto. Se presenterò Chiharu e descriverò accuratamente il come e il perché della sua morte, allora sarà davvero morta. Ma finché non lo farò, tutto è in sospeso! Oh, come hai fatto a scoprire di Bob l'autista pazzo di Konoha?! Pensavo fosse un segreto! Sai com'è, dopo che Kishi in shippuden ha tirato fuori Tenzo, Sai, Danzo e tutta quella bella gente, anche io mi sono lasciata un po' trascinare! <3
Yume_Tsuki: ...ok. E' giunto il momento di mettere in chiaro una cosa: Kyuubi è mia. Mia, mia, mia. MIA. Devo ripeterlo ancora? *sguardo molto minaccioso* Lei e, ovviamente, il suo Jinchuuriki. *sguardo molto perverso*.
SuperEllen: se ci sarà qualcosa tra Jiraya e Tsunade - e ci sarà - devi ringraziare solo arwen5786, che mi ha chiesto di farlo accadere. Nella versione originale del capitolo, infatti, non era contemplato nulla di esplicitamente romantico tra i due!
RedCrossBook: Naruto è il mio adoratissimo personaggio preferito! Certo che lo faccio soffrire! <3 Così poi posso elevarlo alla gloria massima, magari dall'aldilà... U_U Oh, non ti preoccupare se rompi, mi spingi a trovare soluzioni ai casini che io stessa combino! XD Senza contare che mi dai ottimi spunti per questa fic, e faccio spesso piccoli aggiustamenti quando la gente mi fa notare le cose... XD
thembra: sì, beh, se la storia del principio dello scambio equivalente ricadesse su chi l'ha tirata in ballo, mi sa che a rimetterci sarebbe Chiharu... XD Comunque, chissà? Nel prossimo capitolo saprai come si conclude la "questione fullmetalliana" ! XD ...Nel bene e nel male.
crilli: ahahah! XD Lo confesso, ho imbastito un crossover tra Naruto e Fullmetal Alchemist! Ora Ed arriva e spacca tutto, muahahahah! Naturalmente scherzo. U_U Ahahah! Sono morta dal ridere con gli scleri finali della recensione, quelli riguardanti Jin! XD Povero bimbo... va beh, a tua discolpa diremo che prima o poi crescerà. Solo, ti prego, aspetta almeno che abbia sedici anni, così non è più illegale...
slice: quando una persona scrive i suoi pensieri, filtra la verità attraverso la tastiera, ma nello stesso tempo si espone un po' di più grazie alla barriera dello schermo. Io mi limito a prendere ciò che voi mi dite e a cercare di estrapolare qualcosa di voi, perché se no non saprei come rispondere, o mi sembrerebbe di rispondere a macchine, e non è bello. Io voglio parlare con le persone, ecco. Se ho capito più di tuo padre, però, mi spiace.... prova a scrivergli una mail? - battutaccia, lo so. -.-
Topy: al momento Chiharu diventa la signora morta, al massimo. XD Ok, niente corpo, niente morto, ma le probabilità che sposi Baka mi sembrano un tantinello assottigliate... XD
Hipatya: come puoi disgustarti per le braccia irsute di Jiraya?! Indignazione! Quell'uomo, con tutti i libri che ha scritto, se non è un dio del sesso poco ci manca! U_U Ma saprai perché Tsunade ha inscenato la sua morte soltanto nel prossimo capitolo, ergo mettiti il cuoricino in pace e vai in Irlanda senza crucciarti! <3 Argh, disegno di Baka? ò.ò Uhm, nella mia testa, per oscure ragioni, è uguale a Kakashi, ma con l'occhio più vispo e i colori diversi! XD Ah, e se non ci sono storie d'amore al momento è solo perché hanno tredici anni, diamine! Anche se facessi mettere qualcuno con qualcun altro, sarebbero al massimo teneri, o, più probabile, ridicoli. Eddai, Ino è importante nel suo piccolo mondo avulso dalla fic! <3 Credi che non sia la regina incontrastata di casa Akimichi? Zut zut, la è eccome, invece! Solo che non te lo dico! Prima di lasciarti, ti auguro buone vacanze! ^^ Se non riesci a trovare un pc fa niente, e se vuoi farmi del male fisico perché ti lascio andar via sul cuore di Chiharu che si ferma, ricorda: me lo hai chiesto tu! *susi fugge a gambe levate*
Serrua_chan: io - ti - adoro. *__* Chiunque ami i personaggi che sembrano sfigatini e invece poi sono i più fieri, non può che avere tutto il mio affetto! Mia compagna di trip! Ogni volta che compare il personaggio scemo, io sono quella che tifa per l'exploit eroico! XD E immagino che si veda eccome, eheh... Coooomunque, la tua recensione non era affatto incomprensibile, e non sai quanta fatica faccio io a non usare faccette ogni due secondi! Le mie conversazioni di messenger sono un tirpudio di emoticon, vedessi! XD E vado in cridi quando trovo amici che hanno ancora la versione paleolitica, è praticamente un dramma. Ciò detto, grazie davvero per il commento lungo e lusinghiero! Non è affatto la recensione più noiosa e inutile di efp, anzi! Ho visto, su altre fic, commenti che rasentavano il vuoto assoluto, roba che li guardavi e tutto ciò che riuscivi a dire era: eh? E non pensare che io sia poi così giovane e brava... Conosco sedicenni che mi fanno le scarpe alla velocità della luce, per non parlare delle mie sporadiche visite in libreria, dove ormai l'età media degli esordieniti è 17 anni... -.- Oddio, non che gli ultimi libri usciti siano eccelsi, eh, però fa pensare.
fedecr90: per quanto possa sembrarti incomprensibile, la gente invecchia. E poi muore pure. Dubito che Kishi ci lascerà solo l'immagine di Tsunade giovincella... cioè, a me spiacerebbe. Prima di ucciderla, vorrei vederla almeno una volta con la sua vera età. Le darebbe più realtà, ecco. E gli insulti in 15 lingue era chiaramente una figura iperbolica! Arrivo solo a... 7. Uhm, Dovrò darmi da fare per imparare Russo, Olandese, Tedesco e altre cinque lingue random! <3
lale16: francamente, se avessi commentato lo scorso capitolo probabilmente ti avrei uccisa! XD Ho ricevuto 31 recensioni, per rispondere ero arrivata molto vicina a tagliarmi le vene! XD Comunque ci hai preso su Jiraya, anche se lo vedrai soltanto nel prossimo capitolo: farà il diavolo a quattro. U_U
kage_naru89: se io svelassi tutto nell'arco di tre capitoli, voi che commentereste a fare? XD Lasciami saltellare da Hinata a Chiharu, così tengo viva la suspance e voi continuate ad allietare le mie giornate con i vostri commenti! Comunque, è bello vedere che inizi ad amare Chiharu quando il suo cuoricino fa stop. <3 Sono malvagia, vero? <3
Maobh: oh, Jiraya nel prossimo capitolo esplode. Cucciolo. <3 Ed è anche normale, no? Riguardo alla mia presunta bastardaggine, direi che l'anticipazione era anche meno cattivella del capitolo, considerato a che punto metto la faccenda dello scambio equivalente. Credo che si senta la malvagità scorrere nelle parole! Ahh, che bella sensazione...
Reina: confesso che anche io vedo la volpe come una che rosica, sotto sotto. Però la vedo anche come un essere arrogante e orgoglioso, che appena può cerca di guadagnare la libertà tirando fuori tutte le carte più basse per non mostrare la sua frustrazione. La mia Kyuubi è una sadica bastarda, però alla fine perde sempre, con Naruto. Alla fine cede, e lui la ricaccia indietro. E io, mea culpa, godo. U_U Non so se siano più crudeli gli uomini o i demoni, ma credo che tutti siano portati bene o male a ragionare su parametri umani. Anche quando si parla di entità diverse, i concetti di bene e male sono inevitabilmente quelli umani; di solito un demone è un umano molto malvagio e molto potente, per intenderci!
gracy110: ragazza intuitiva! La più a rischio era evidentemente Haru, non Hinata... ma a lei che sarà successo? Lo saprai nel prossimo capitolo, quando ci sarà anche il chiarimento tra Tsunade e Jiraya!


Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** Il desiderio di Tsunade ***


Naruto2-32

Il desiderio di Tsunade



- Trentadue -







Shizune appoggiò la schiena al muro e chiuse gli occhi.
Si trovava ancora in ospedale, in una zona riservata al personale, e aveva dovuto rifugiarsi in quel corridoio deserto per non dar fuori e insultare tutti i pazzi parenti che la intralciavano per chiedere notizie di gente di cui lei non immaginava neanche l’esistenza.
Inspirò a fondo, e cercò di convincere il suo cuore a pompare ancora sangue nelle gambe stanche.
Da quante ore operava e correva da un reparto all’altro? Quanta gente era passata sotto le sue mani in quel pomeriggio d’inferno?
Ricordava il primo arrivo, un ninja più morto che vivo di Konoha, con un grosso pezzo di legno – un frammento di colonna, a prima vista – conficcato in una gamba. Si era sorpresa, aveva pensato a un incidente… ma subito dopo altri ninja erano piombati nell’atrio, feriti, malandati, di Konoha ma anche del villaggio della Roccia.
Shizune non aveva ben capito cosa fosse successo, all’inizio. Si era limitata a curare i feriti più gravi e a piazzarli in un letto, e poi, quand’era venuto il momento di interrogare qualcuno, era stata la volta dei parenti: centinaia di pazzi invasati che strillavano istericamente per vedere il proprio figlio/zio/vicino di casa. Li aveva dribblati come aveva potuto, e alla fine si era rifugiata in quel corridoio deserto al pianterreno. Oltre il muro poteva ancora sentire il vociare confuso della sala d’ingresso. Povere infermiere.
L’unico lato positivo della calca era che aveva captato qualche brandello di conversazione, anche se non poteva essere sicura al cento per cento dell’attendibilità: secondo ciò che aveva sentito, c’era stato un attacco a sorpresa di ninja della Roccia, che si erano portati dietro un mostro, un demone invincibile; a quanto pareva, però, gli eroici ninja di Konoha avevano sconfitto il mostro e sgominato gli avversari, con una potenza tale da scuotere la terra.
Beh, sì. Indubbiamente doveva esserci molto di inventato.
Shizune non era riuscita a capire dove fosse avvenuto l’incidente né chi avesse sistemato le cose o come, ma scremando con un po’ di giudizio le sue informazioni, aveva raggiunto la conclusione che Konoha era più o meno nel caos.
Proprio ora che tutti i ninja migliori erano a combattere al confine, e l’Hokage era irreperibile.
Corrugò la fronte.
Ai tempi di Tsunade, lei era stata molto addentro a quel genere di faccende. A grandi linee sapeva gestire le situazioni di emergenza, e forse, e forse era venuto il momento di rispolverare le sue conoscenze.
Trattenne un gemito di stanchezza. Sarebbe davvero dovuta uscire lì fuori, tra quelle belve assatanate?
«Forza…» si disse, staccandosi dal muro.
E per la prima volta dopo tanti anni, rimpianse che Tsunade non fosse lì a guidarla.

*

Il bambino che Naruto teneva tra le braccia scoppiò a piangere all’improvviso, gridando con i piccoli polmoni pieni d’aria.
Suo padre sussultò, rendendosi conto di averlo stretto troppo, e allentò immediatamente la presa, mentre Sakura faceva un passo avanti per prenderlo.
Lui non sembrò neppure vederla, e non le permise di averlo. Gli occhi celesti, blu nell’oscurità, erano fissi su Tsunade e sulle coperte sotto cui giaceva Hinata. Non si era nemmeno accorto che Kakashi e Jiraya erano fermi sulla porta.
«Cosa… cosa vuol dire?» chiese con la bocca asciutta, mentre le parole del quinto Hokage gli rimbombavano nelle orecchie.
Purtroppo, per lei non andrà affatto bene
Era successo qualcosa a Hinata.
Qualcosa che forse l’avrebbe condizionata per sempre…
…e l’unico colpevole era lui.
Lui.
Perché si era distratto, perso in una vendetta senza scopo e guidato dal suo stupido rancore.
Perché non aveva pensato a lei prima di ogni altra cosa, come sarebbe stato suo dovere.
Perché l’aveva lasciata sola. Quando aveva promesso che non lo avrebbe mai fatto.
«Cosa è successo a Hinata?» insisté, alzando la voce.
Tsunade distolse gli occhi dai suoi e li posò sul viso addormentato della Hyuuga.
Per un attimo, nella casa dalle pareti di roccia non volò una mosca; poi ci fu un breve sospiro, di polmoni ormai non più forti.
«Purtroppo per lei, potrà ancora avere figli» disse Tsunade.
Silenzio.
Naruto si accigliò.
«Non potrà, vero?» chiese in tono incerto.
«No no, potrà» lo corresse lei secca.
Lui sbatté le palpebre, completamente spiazzato. Si guardò attorno, e vide Sakura altrettanto sorpresa, e Kakashi e Jiraya, sulla porta, che sembravano convinti che la vecchia fosse impazzita.
«E… dove starebbe il problema?» chiese, incapace di formulare un pensiero più profondo.
Il quinto Hokage gli rivolse un’occhiata fulminante, e all’improvviso puntò un dito ossuto verso di lui.
«Naruto Uzumaki, ti conosco fin troppo bene» decretò. «Finché non avrai sfornato lo stesso numero di figli di questa qui» indicò Sakura «e di Sasuke Uchiha, non ti riterrai soddisfatto! Ma Hinata oggi ha avuto un parto molto difficile, ha sofferto come un uomo non potrà mai immaginare, e ogni volta che tu nel tuo egoistico desiderio le imporrai un altro figlio, lei potrebbe averne un trauma! E’ per questo che dico che non le andrà affatto bene»
Nella casa ci fu un attimo di attonito silenzio.
«Ma, ehm…» mormorò Naruto, imbarazzato e mortificato. «Tutti e due volevamo questo bambino, giusto?» chiese conferma a Sakura, che con una certa reticenza annuì.
«Maestra Tsunade» disse facendosi avanti. «Credo che sia per Naruto che per Hinata questa sia una bella notizia… meravigliosa, quasi. Non vedo nessun motivo per metterli in ansia a questo modo»
«Bah» sbuffò la vecchia. «Come volete. Ma verrà il giorno in cui questa povera donna si ribellerà, statene certi»
Il pensiero unanime che attraversò le menti dei presenti fu: “che razza di carattere le è venuto a stare in questo posto dimenticato da Dio?”
Per un attimo nella stanza aleggiò uno spesso silenzio imbarazzato. Mai studio dei propri piedi fu più accurato, e tosse più finta. Poi Tsunade guardò tutti e scosse la testa.
«Ahh, se voi siete in queste penose condizioni, tremo al pensiero di ciò che è accaduto a Konoha…» borbottò allontanandosi dal letto. Raggiunse la sedia massiccia che era accostata al tavolo e si sedette, piegando cautamente la schiena. «Su, forza. Raccontatemi cosa è successo»
«Non pensavo che ti interessasse» rispose la voce di Jiraya, intrisa di amaro sarcasmo. Appoggiato ai resti dello stipite della porta con le braccia incrociate, scoccò alla vecchia compagna un’occhiata cupa.
Tsunade ricambiò lo sguardo per pochi istanti, e poi distolse il viso.
«Cosa ti devo dire? Qui gli intrattenimenti scarseggiano» disse con noncuranza.
«Vieni fuori»
«Cosa?»
Kakashi, Naruto e Sakura si scambiarono un’occhiata allarmata: era forse giunto il momento della tanto temuta rissa?
«Esci, dobbiamo parlare a quattr’occhi» insisté Jiraya, asciutto e vagamente minaccioso.
«Non ho nulla da dirti» tagliò corto lei, schiva.
«Io sì» replicò lui secco. «Parlerei volentieri anche qua, davanti a loro… ma credo che qualcuna delle mie frasi potrebbe ferire le loro orecchie, per quanto siano allenate. Quindi vieni fuori»
Tsunade chinò appena la testa, mentre una vena si gonfiava sulla sua fronte non più liscia. «Da quando ritieni di potermi dare ordini, Jiraya?» mormorò con voce vibrante.
«Da quando ti sei trasformata in una vecchia rugosa che si rintana nel suo guscio» rispose lui, senza la minima clemenza o pietà.
Gli occhi di Tsunade dardeggiarono fino alla porta.
«Credi che non sia più in grado di romperti sei costole?» minacciò.
«Hai paura di dimostrarmelo?» replicò Jiraya.
Pietrificati – e, onestamente, terrorizzati – Kakashi, Naruto e Sakura passavano gli occhi dall’uno all’altro, senza osare aprir bocca.
Dopo l’ultima sprezzante provocazione di Jiraya, Tsunade scattò in piedi sbattendo una mano sul tavolo. Con un crack sordo una miriade di crepe si allargò sul legno.
«Non ho mai sentito sciocchezza più grande!» disse tra i denti, marciando verso la porta. «Hai trenta secondi del mio tempo, non un attimo di più. E vedi di sbrigarti e di non irritarmi, o dovrai davvero salutare un paio di costole. Alla nostra età non si riparano più tanto facilmente, lo sai?»
Jiraya si fece da parte senza ribattere, e lasciò che uscisse per poi seguirla lungo lo stretto sentiero che costeggiava il dirupo.
All’interno della chiocciola fossilizzata, Kakashi, Sakura e Naruto ripresero a respirare.
«Uuf…» fece il biondo sbirciando attraverso la parete distrutta. «Non so se sarebbe peggio trovarsi nei panni di Jiraya o in quelli di Tsunade, in questo momento»
«Per quel che mi riguarda, sono molto felice di essere nei miei» mormorò Sakura con un leggero brivido.
Kakashi si avvicinò a entrambi, e chinò la testa sul visetto addormentato del bambino tra le braccia di Naruto.
«Mi sembra in perfetta forma, no?» chiese, con un sorriso nascosto dalla maschera.
«Cosa ti aspettavi? E’ mio figlio» rispose il padre orgogliosamente.
L’Hokage a quel punto alzò gli occhi su Sakura, e la fissò per un istante.
«Penso che sia ovvio l’argomento che quei due stanno trattando…» disse accennando ai sannin fuori. «Per semplificare le cose, potresti riassumerlo per noi? Perché inscenare la morte di Tsunade?»
Skura esitò un attimo, gettando un’occhiata alla sagoma della sua vecchia maestra, lungo il sentiero. Alla fine sospirò, e fu costretta a cedere.
«E va bene. Le cose stanno così…»


«Infarto. Nel cuore della notte» disse Jiraya a braccia conserte, fissando una Tsunade dagli occhi sfuggenti. «Questa è la causa ufficiale della tua morte»
«Lo so» si limitò a rispondere lei, studiando distrattamente una fila di formiche che attraversava il sentiero.
«Oh, bene. Splendido. E allora dimmi perché il tuo cuore batte ancora!» l’aggredì Jiraya, tra i denti.
«Miracoli della scienza moderna» borbottò lei ironica.
«Io non sto scherzando!»
Dagli alberi sulla sommità della parete un piccolo stormo di uccelli si levò in volo al grido del sannin.
«Sono stato al tuo funerale!» continuò Jiraya, sempre più alterato. «Ho visto la tua bara, ho visto la pietra del sarcofago che veniva sigillata, ho portato dell’incenso davanti a un pezzo di marmo vuoto! Ho creduto di essere l’ultimo dei tre ninja supremi! Ho creduto davvero che te ne fossi andata per sempre!»
Fece una pausa per riprendere fiato, e lei rimase chiusa nel suo ostinato mutismo.
Jiraya si passò una mano sul viso.
«Immagino che tu non abbia pensato a noi che non sapevamo nulla, quando hai preso la tua bella decisione, eh?» disse amaro. «Non hai pensato a me, a Naruto, Shizune, a tutte le persone che in qualche modo ti amavano, vero? Non hai pensato al dolore che ci avresti causato?»
«Ma che razza di persona credi che sia?» scattò Tsunade, alzando finalmente lo sguardo. «E’ ovvio che ci abbia pensato!»
«Non abbastanza!»
«E invece sì!» fece un passo avanti. «Cosa vuoi sapere di quanto ho rimuginato su questa decisione? Cosa vuoi sapere delle notti insonni che ho passato chiedendomi se facevo la cosa giusta?! Cosa vuoi sapere del dolore che ho provato io?!»
«E’ esattamente questo il punto! Non so nulla! Non capisco nulla! Non riesco a trovare nessuna ragione plausibile per questa immensa stronzata!»
«Io sto morendo!» gridò lei, furiosa.
«A me sembri viva e vegeta!» replicò lui, sugli stessi toni.
Tsunade strinse i denti in un impeto di rabbia, e afferrò il kimono che indossava con le dita ossute. Bastò un gesto secco per scoprire il petto, e lì, dove una volta era stato il seno prosperoso, ora c’erano le ossa sotto la pelle sottile… una pelle nera. Come una grossa macchia che raggiungeva a malapena l’altezza del cuore, e scompariva sotto gli abiti.
Per un attimo Jiraya si bloccò, colpito.
«Cos’è?» chiese poi, ridimensionando notevolmente il tono.
«Sto marcendo, Jiraya» rispose Tsunade, acida. «Le cellule del mio corpo si sono riprodotte troppe volte, e adesso stanno morendo. Mentre il mio cuore continua a battere. Sapevo che la mia vita si era accorciata già da molti anni, ma quando ho visto la prima macchia nera non ci ho fatto caso, ho pensato che si trattasse di un livido… E poi ha iniziato a crescere. E cresceva, cresceva, cresceva inarrestabile: mi addormentavo la sera e il mattino dopo era più estesa. Ho chiesto consiglio a Sakura, perché non volevo che Shizune sapesse, e lei è giunta alla mia stessa conclusione: sto morendo»
Jiraya strinse i denti. «Ma non sei ancora morta!» insisté.
Tsunade gli rivolse un sorriso amaro. «Solo per un errore di calcolo» disse piano. «Credevo che il mio cuore avrebbe cessato di battere anni fa. Ho chiesto a Sakura di aiutarmi a inscenare la mia morte, le ho chiesto di non mostrare a nessuno il mio corpo, con la scusa che non volevo vedeste il mio vero aspetto, e poi mi sono ritirata qui. Senza mantenere le sembianze di una ventenne la macchia si allarga più lentamente, ma non ha mai smesso. E ormai credo davvero mi sia rimasto poco tempo: tutto il tronco è nero, così come le braccia e le gambe, e anche io sono sempre più debole e incapace… che abbia salvato Hinata è un miracolo. Che lei non abbia riportato conseguenze una grazia divina. Guarda le mie mani, Jiraya» sollevò le dita ossute, e Jiraya le vide tremare. «Non stanno ferme da molto tempo, ormai. Credi che un Hokage possa fare qualcosa per il villaggio, ridotto così? Credi che possa anche solo dare fiducia alle persone? No. Ormai non posso più fare niente per loro… e dunque lascio un ricordo immacolato, e mi ritiro in buon ordine. Ho anche scelto un successore in gamba, non è forse vero?»
Jiraya tacque.
«Ho fatto tutto con la massima razionalità, non puoi negarlo» proseguì allora lei, acquistando forza ad ogni parola. «Mi sono occupata prima di tutto del villaggio, fino all’ultimo secondo, e quando non ne sono più stata in grado ho lasciato che qualcuno di più giovane mi succedesse. Non ho commesso sciocchezze, e non ho commesso errori al di fuori delle previsioni sulla mia morte. E ora tu osi rinfacciarmi qualcosa? Osi venire qui, e accusarmi di leggerezza… tu, che hai vissuto la tua vita in maniera dissoluta dal primo all’ultimo istante, tu che ancora ti porti dietro l’ossessione di aver lasciato andare Orochimaru, e ad essa anteponi tutte le cose? Osi davvero parlarmi così?»
Ansante, Tsunade rimase a fissare Jiraya senza più distogliere gli occhi.
Lui ricambiò lo sguardo. Strinse i pugni.
«Hai pensato al villaggio, sempre al villaggio…» mormorò amaro. «Ma non hai pensato una sola volta a noi che ti eravamo vicini. Non hai pensato una sola volta a me. A me davanti alla tua morte. A me davanti alla tua tomba»
E a questo Tsunade non poteva ribattere. Non sapeva ribattere.
Per un attimo restò completamente spiazzata, inarcando le sopracciglia sottili, e poi si accigliò di nuovo.
«Jiraya, non abbiamo più dieci anni» disse in tono di rimprovero. «Sappiamo entrambi che non vivremo a lungo…»
«Ma io ti ho vista morire» la interruppe lui, e la smorfia di rabbia che fino a quel momento gli aveva segnato il viso sfumò in una di rimprovero e sofferenza . «Io ti ho vista morire»
Cadde il silenzio.
Tsunade scavò nella propria mente alla ricerca di una replica, una qualsiasi… ma scoprì che nella sua testa c’era solo una grandissima confusione, e nessun pensiero coerente.
Aveva pensato a Jiraya prima di scegliere di ‘morire’?
Sì… sì, certo che ci aveva pensato.
E si era detta che lui era il più forte tra loro. Quello che avrebbe sofferto meno.
Non come lei… lei, che se si fosse trovata davanti alla sua morte…
Cancellò in fretta il pensiero, incrociando le braccia sul petto. A disagio, distolse gli occhi.
«Mi dispiace» si lasciò sfuggire in un borbottio. «Volevo che il villaggio non perdesse la fiducia nell’Hokage, ma non volevo nemmeno che mi vedeste con questo aspetto di vecchia rugosa. Ho cercato di proteggere anche me stessa. E’ umano, no?»
Sollevò ansiosamente lo sguardo, alla ricerca di una comprensione e un perdono che non era certa sarebbero venuti.
Jiraya la fissò, freddo, senza muovere un muscolo.
Ma alla fine sospirò e rilassò le spalle.
«E’ umano» le concesse. «Stupido, egoista, vigliacco… ma umano» esitò un istante. «Dimmi solo una cosa… davvero credi che per noi sarebbe stato un problema il tuo aspetto?»
«Per me lo era. E lo è tuttora, a voler essere onesti» bofonchiò, le guance leggermente arrossate.
«Non sei messa tanto male» commentò lui, vago.
«E’ arrivato il momento di romperti qualche costola»
Jiraya fece un mezzo sorriso sghembo.
Gli erano mancati i loro battibecchi. Il modo in cui lei lo minacciava, la paura che gli faceva. E anche se ora forse non era più in grado di sopraffarlo, era sempre Tsunade.
Era viva.
«Non rifarlo di nuovo» le disse con una nota supplice e una di rimprovero.
«Morire?» Ribatté lei ironica. «Beh, forse ottenere l’immortalità potrebbe essere un po’ difficile»
«Non voglio che diventi immortale… mi basta morire prima di te» ribatté lui.
«Oh, che gentile. Vuoi una mano già adesso?»
Jiraya rise sottovoce, e si rese conto che il rancore provato fino a quel momento si era dissolto e trasformato in sollievo.
«Va bene così, grazie. Lasciami morire naturalmente» rispose con il solito tono leggero, e finalmente guardò verso la chiocciola fossilizzata, dove gli altri li aspettavano. «Saranno in ansia» disse con un cenno del capo. «Inizieranno a pensare che siamo a un passo dall’ammazzarci a vicenda… il che potrebbe anche essere vero. Torniamo?»
Tsunade annuì, con un mezzo sorriso.
Non pensava che avrebbe mai vissuto una scena simile, di nuovo.
Non pensava che avrebbe mai rivisto Jiraya.
E, all’improvviso, l’idea di morire senza averlo accanto la spaventò più della morte stessa.
Jiraya le si avvicinò, e posò gentilmente una mano sul suo braccio, scivolando a sfiorarle la mano.
Delicatamente, si piegò fino a raggiungere il suo orecchio con le labbra, e posò la fronte contro la sua testa.
«Non farlo più» sussurrò in un soffio, ad occhi chiusi. «Non lasciarmi più»
Lei abbassò le palpebre, e chinò leggermente la testa.
Era troppo vecchia per sentire gli occhi bruciare?

Insieme, senza scannarsi o scagliarsi shuriken a vicenda, Tsunade e Jiraya percorsero la strada che li separava dall’attuale abitazione del quinto Hokage, l’uno accanto all’altra.
Quando misero piede all’interno, si videro scrutati come animali rari da Naruto e Sakura.
«Vi siete, ehm, chiariti?» chiese il biondo con cautela. «Non avete, che so, del rancore inespresso da sfogare?»
«Sei lontano mille miglia dal capire un adulto, ragazzino» l’apostrofò Tsunade in tono saccente. «Non essere arrogante e trattaci con il dovuto rispetto»
«Ehm, maestra?» intervenne Sakura prima che Naruto replicasse. «Mi sono permessa di raccontare a Naruto e Kakashi i motivi che vi hanno spinto alla vostra scelta… ho fatto bene?»
La vecchia sbuffò. «E’ inutile chiederlo, ormai l’hai fatto. Credo fosse prevedibile che qualcun altro venisse a saperlo, prima o poi… non potevo restare morta per sempre, essendo viva»
«Ma ora tornerai al villaggio, vero?» chiese Naruto con un velo d’ansia nel tono.
Silenzio.
Tsunade studiò un angolo del tavolo per qualche istante. Quando rialzò lo sguardo, la sua risposta era chiara nei suoi occhi.
«No»
«Cosa? Perché?» scattò Naruto immediatamente, ricordandosi solo all’ultimo istante che aveva ancora il bambino in braccio.
«Perché non è bene che i defunti tornino in vita» ribatté lei. «Lascia che il villaggio mi creda morta. Lascia che conservino un buon ricordo di me. Io resterò qui, dove ora vivo, e aspetterò che il mio cuore cessi di battere» si portò una mano al petto, nero sotto la stoffa. «In fondo non dovrò attendere molto a lungo»
«Però…!» insorse Naruto, cocciuto.
«Però niente, Naruto» lo interruppe lei. «Non tornerò. Su questo non transigo»
La fronte del biondo si corrucciò.
«E Shizune? Non sei preoccupata per lei? Non vorresti rivederla?» insisté.
Tsunade si intristì appena. «Lei… è bene che continui a credermi morta. Ormai ha imparato ad andare avanti senza di me» mormorò, scrollando debolmente le spalle.
«Ma se sapesse che sei viva ne sarebbe sicuramente felice! Perché non vuoi dirglielo?»
Tsunade sbuffò piano. «Naruto, tu sei stato felice la prima volta che ti hanno detto che non ero morta?» chiese.
«Io… sì! Eri l’unica speranza per Hinata!» esclamò lui, cocciuto.
«Ma quando ti hanno detto perché ho inscenato la mia morte, sei stato arrabbiato?» proseguì lei, senza farsi toccare.
«Mh… Sì…» ammise lui tra i denti, quasi controvoglia.
«Ecco» Tsunade si lasciò andare a un sorriso malinconico. «Non voglio che Shizune si arrabbi con me. E non voglio che debba affrontare la mia morte una seconda volta. E’ una ragazza in gamba, ma non ha la corazza che avete voi… Per questo non saprà nulla»
Naruto non ribatté subito, ma rimase cupo.
«Però non è giusto» sbottò alla fine, risentito.
«Sono tante le cose ingiuste» sospirò Tsunade. «Devi imparare a conviverci»
Per qualche attimo nella stanza scese il silenzio, rotto solo dal respiro profondo e regolare di Hinata, e quello più leggero del bambino in braccio a Naruto. Poi fu Kakashi a prendere la parola.
«Scusate, mi rendo conto che non è il momento» disse, con un cenno del capo. «Ma io devo tornare al villaggio. E sarebbe bene che anche gli altri mi seguissero. Hinata può restare qui, se Naruto vuole può lasciare una copia con lei… ma là ci saranno un bel po’ di cose da sistemare, e ho bisogno di tutto l’aiuto possibile»
«Prego» disse Tsunade, stringendosi nelle spalle. «Fate come vi pare»
«Grazie»
Kakashi piegò la schiena con rispetto.
Ricordava ancora il giorno in cui Tsunade lo aveva convocato per dirgli che lo voleva come sesto Hokage. Ricordava la sorpresa, la confusione iniziale, e il sorriso di lei. Un sorriso che sprizzava fiducia da ogni poro.
Non l’avrebbe tradita.
Guardò Naruto, Jiraya e Sakura, e loro si limitarono ad annuire. Naruto creò una copia e le ordinò di unirsi a chi tornava, dicendo che lui sarebbe rimasto con Hinata, dopodiché il gruppetto si avviò verso l’uscita.
Fuori il sole era stato oscurato da nubi grigie e sfilacciate, che si muovevano lente verso Konoha.
Quando loro misero piede all’esterno, cadde la prima goccia di quello che sarebbe diventato un violento temporale.
Prima di uscire, Jiraya lanciò ancora un’occhiata a Tsunade.
«Tornerò» le promise, quasi minaccioso. «Non ho alcuna intenzione di fingere che tu sia morta, ora»
Lei si limitò a ribattere con un sorriso rassegnato.

*

«Forza, allontanatevi! Qui non saprete nulla!»
Shizune spinse fuori dalle porte dell’ospedale un nutrito gruppo di persone vocianti.
«Questo è un luogo in cui la gente riposa!» gridò. «Esigo silenzio! Se volete informazioni rivolgetevi allo studio dell’Hokage! Fuori dai piedi!»
Con modi militari e passo svelto abbrancò anche l’ultimo gruppo e lo trascinò fino all’uscita. Solo quando ebbe chiuso le porte alle loro spalle, tirò un sospiro di sollievo.
«Bene. Ora possiamo tornare al lavoro» disse secca, con un’occhiata alle infermiere.
Loro ricambiarono con sguardi ammirati: in mezzora Shizune aveva completamente liberato l’ospedale di tutti i seccatori che lo affollavano. Meglio di un bulldozer.
Soddisfatta nonostante il rifiuto ad ammetterlo, l’eroina del giorno si allontanò a testa alta.
«Shizune, abbiamo bisogno di aiuto con l’ultimo arrivato» disse un’infermiera affannata, comparendo lungo il corridoio.
Lei sospirò, ricordando ciò che aveva pensato neanche mezzora prima.
Tutte le sue capacità e buona parte del suo carattere erano merito di Tsunade… non doveva rimpiangerla, perché da lei aveva imparato tutto ciò che poteva. Doveva invece ringraziarla, perché in fondo le aveva dato ottimi strumenti per condurre la sua vita.

*

Il sole volgeva al tramonto, tingendo del colore del sangue gli ammassi pietrosi della regione centrale del paese della Roccia.
Due figure, ancora sedute su un pinnacolo, erano tuttora immobili, rivolte a sud.
«Mine» disse Ariyoshi Tsuda, del tutto all’improvviso. «Ci ho riflettuto, e sono giunto a una conclusione»
«Cioè?» domandò la donna al suo fianco, in tono neutro.
«Il principio dello scambio equivalente è una stronzata. Il caso ha almeno il novanta percento dell’importanza a questo mondo, non è affatto certo che ognuno riceverà la ricompensa e la punizione che merita»
«E quindi?»
«Quindi…» Ariyoshi si alzò in piedi. «Ripartiamo. Siamo rimasti fermi anche troppo a lungo» ghignò. «E speriamo che la fortuna giri dalla mia parte»
La sua compagna si alzò a sua volta, spolverando appena il retro del mantello, e si incamminò accanto a lui verso nord.
Nessuno dei due poteva saperlo… ma solo poche ore prima il cuore di Chiharu Nara si era fermato.











Nel prossimo capitolo...


Onestamente, cosa avrebbe fatto se lei fosse rimasta coinvolta? O magari ferita, o addirittura MORTA? Come compagno di squadra e ninja, avrebbe evitato di mostrare i propri sentimenti, naturalmente. Era il suo dovere, la sua missione, il suo ordine. Ma quella parte di lui che NON era ninja? Quella piccola, infima e potentissima parte, come l’avrebbe presa?
Non riusciva nemmeno a immaginarlo; principalmente perché anche il suo inconscio si rifiutava di visualizzare Chiharu in un letto d’ospedale o addirittura in una tomba, e poi perché faceva male. Ed era imbarazzante. E il fatto che fosse imbarazzante lo rendeva anche irritante, perché lui era un Uchiha, e non poteva provare imbarazzo.
Ma che diamine mi prende?” si chiese, a disagio. “Chiharu sta bene. E’ la mia compagna di squadra, e sta bene. E' la mia compagna di squadra”







* * *

Spazio autore

Non ci sono parole per scusarmi con tutti voi.
Questo capitolo arriva così in ritardo perché ho avuto una serie di disguidi universitari che si sono conclusi solo oggi,
quando ho scoperto che l'esame a cui credevo di essere stata bocciata in realtà era stato passato con un buon voto,
e dopo aver sclerato per una buona mezzora - nota: volevo ridare l'esame domani, e ho studiato per tutta la settimana... -
ho realizzato che ero finalmente libera e che potevo aggiornare!
Ahh, che liberazione!

Non appena torno a casa faccio il disegno di Jin e Baka, lo giuro.
Per tutti coloro che me lo chiedevano con una certa insistenza...
...e perché ho scoperto che tra i lettori ci sono ottimi creatori di bannerini, e i fan club li necessitano!
*_*
Tra parentesi.
Sì, c'è anche il:
"Hitoshi fan club"
- perché i più fighi, alla fine, siamo noi Uchiha! -

E probabilmente nascerà anche il Kotaro fan club, per non fare ingiustizie, no? U_U
Ma comunque, iscrizioni a settembre, non prima!
Così ho modo di organizzarmi! ^_^

Scommesse sui morti
Shikamaru - 4 voti
Kakashi - 4 voti
Asuma - 3 voti
Tsuda junior - 3 voti
Temari - 2 voti (uno molto in forse)
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Ino - 1 voto
Sasuke - 1 voto
Un Uchiha - 1 voto
Hiashi - 1 voto
Naruto - 1 voto
Hinata - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Nessuno della Foglia - 3 voti


thembra: eh, chissà quale sarà il nome del bimbo? Ricorda solo questo: la storia è stata scritta un anno fa... All'epoca si conosceva quel nome?
endlesstars: pensa un po', io sono la prima a rileggere criticamente il marysuismo, ma sembra che invece vada molto di moda... Il che la dice lunga sul livello dei lettori italiani, non solo di fanfic!
Talpina Pensierosa: le tracce della sorpresa si trovano già in questo capitolo... Attenta al prossimo!
Killkenny: orsù, rileggi la preview del prossimo capitolo... Ti dice niente?
Topy: ehm, le tue elucubrazioni sul piccolo Uzumaki mi lasciano spiazzata! XD Quel bambino ha il futuro già scritto, insomma! Ah, ma la vera crudeltà non era nello scorso capitolo... Sarà nel successivo!
Hipatya: rilassati pure: come vedi, mi sono penosamente arenata sullo scorso capitolo causa esame, e arrivo ad aggiornare solo ora, che praticamente tu sei quasi a casa! Avrei dovuto concludere la fic oggi, e invece sono ancora in alto mare... Oh, mi chiedi dove tiro fuori i nomi dei personaggi? Beh. Dalla mia testa. ò.ò Prendo un traduttore giapponese qualunque e una parola italiana che rispecchi un aspetto del loro carattere, et voilà. Non riesco a tirar fuori nomi composti a meno che io non li conosca da prima, ma finora i risultati mi piacciono, quindi sono a posto! XD Spesso poi mi baso molto sulla musicalità di nome e cognome, eh. Ah, ho in serbo una bella sorpresa per voi lettori... che indirettamente riguarda Ariyoshi Tsuda... Uhuhuh, vedrai, vedrai. Forse non sarà necessario eliminarlo fisicamente!
arwen5786: ti ho accontentata con la storia dell'Hitoshi fanclub, visto? Anche l'orribile scritta di sottofondo... Solo una cosa non mi è chiara: ma a te Jin non stava simpatico? ò.ò Da quando è "il perfettino"? A proposito, chi ha mai detto che Tsunade deve morire? Insomma, non vedo ragioni per farla tanto tragica... di lei sarà quel che sarà! Ah, una sola, piiiiiccola cosa: questa è la tua ultima occasione per ringraziarmi della JiraTsu...
sammy1987: ehm, Sasuke... Fammi pensare... Torna, come dire... tra due capitoli! XD E in un ruolo non esattamente fiero! Ma tra poco avrò molto a cui pensare, e lo vedrai più spesso! Tranquilla, take it easy e consolati con il bambino di Naruto! ^_^ (anche perché su Tsuda e compagna non ti dirò altro per un po'! XD)
slice: ma non è stato Tsuda a iniziare la guerra, poveretto! XD E' stato il suo capo, lui ha solo eseguito gli ordini, e ora fa un po' di ragionamenti astrusi sullo scambio equivalente... Ma anche tu hai letto che alla fin fine lo considera solo una sciocchezza!
gracy110: non so se tu sia tornata o meno, ma io ho tardato davvero tanto! XD Chiedo scusa se sono arrivata così in là! Ad ogni modo, i dubbi non sono ancora stati sciolti tutti, e nel prossimo capitolo non ho buone notizie! Chi vivrà vedrà! ^_^ (tra parentesi... Jiraya era arrabbiato, sì, ma a dire il vero voleva che gli altri non ascoltassero l sua conversazione con Tsunade perché alla fine si è lasciato andare alle romanticherie!)
Sky_Shindou: Gaara ricomparirà, questo è certo. Accadranno cose all'interno della fic che richiederanno la sua presenza, senza contare che la faccenda della segretaria è ancora tutta in sospeso! Per tutto il resto... uhm, sì, forse era un capitolo relativamente da cardiopalma. Ma penso che il prossimo sarà peggio, almeno nel finale! Ho in serbo delle grandi sorprese... Ah, visto che c'è anche il fanclub di Hitoshi? XD Vuoi aderire? O ne creiamo uno pure per Kotaro?
fedecr90: giugno è finito, luglio è arrivato, ma finalmente si può parlare davvero di mare e sole! Ahh, come sono felice! Così felice che nei prossimi capitoli sarò assolutamente perfida!
kage_naru89: chiedo scusa, ma alla fine ho tardato davvero! Colpa dell'esame che pensavo di avere, giuro! Infatti non appena ho saputo che non l'avevo, mi sono lanciata ad aggiornare! Puoi perdonarmi, vero? In fondo ho salvato Hinata! >_<
muccina89: il tuo commento mi ha fatta sogghignare malignamente... scoprirai perché nel prossimo capitolo, oh se lo scoprirai... Ma intanto Hinata è viva, e puoi gioire!
Lily_90: trallalà, manca ancora un po' alla riunione di Shika e Temari... E intanto, il prossimo capitolo scioccherà tutti, te inclusa! Oh, non vedo l'ora di postarlo! Ma su, ci saranno altri momenti dedicati ai Nara, e la cosa sarà per te molto piacevole! ^_^
Ino_Chan: beh, Hinata è viva e vegeta! L'unica incognita resta Chiharu, direi, ma di lei non saprai nulla fino al prossimo capitolo!
bambi88: ma da quando i Nara sono tutti dolci? Cioè, Temari dolce... bleah! definiamoli fighi e arguti, ma non dolci, per carità! XD Comunque, nel prossimo capitolo conoscerai il destino di Chiharu! Stai pronta!
Serrua_chan: da che mondo è mondo, quando c'è una recensione c'è anche la sua risposta, nelle mie storie! Se me ne dimentico sono sviste, oppure è un caso particolare in cui non riesco a rispondere a tutti e sono costretta a non rispondere a nessuno! Ma, credimi, se riesco a trovare qualcosa da dire a commenti come "bella, aggiorna presto!", riesco sempre a trocare qualcosa! Ciò detto, mi scuso di nuovo per il ritardo, poco sopra ho spiegato ampiamente i motivi del disguido... senza contare che i giorni mi sono sfuggiti di mano e sono scorsi senza che io me ne accorgessi! Ma ora gli aggiornamenti saranno veloci, e il finale molto vicino! ^_^ Manca davvero poco ormai! E nel prossimo capitolo mi aspetto occhi spalancati per lo stupore! XD (continua a studiare le faccine, per quanto servano...! XD)
RedCrossBook: grazie per la pianificazione del futuro della storia, ma credo di avere le idee già chiare! XD senza contare che te l'ho già detto: perché uccidere Kakashi, poveraccio?? Lascia che io diffonda la mia malvagia idea... U_U
crilli: tranquilla! Arriverai liscia liscia alla fine di questo e del prossimo capitolo! ^_^ Ma sarà che morirai! Muahahahah! Comunque, scherzi a parte, non sono poi tanto sadica... forse... E' che ho un diverso concetto di sadismo rispetto a voi comuni mortali! XD Diciamo che amo divertirmi a vostre spese! Ma in fondo vi voglio bene, perciò non sarò davvero malvagia...
lale16: mi spiace deluderti, ma tu la bastardaggine riguardo a Haru non l'hai ancora vista davvero... uhuhuh...
maninja87: eheh, per ora di Chiharu non si sa ancora nulla... ma tutto sarà chiaro nel prossimo capitolo! Su su, non ho intenzione di uccidere Jin! U_U Rilassati e prendila semplice, che tra due capitoli torna anche Sasuke! ^^
Maobh: ed eccomi finalmente qui ad aggiornare! Chiedo scusa per il ritardo, ma in compenso Hinata sta bene e non ha nulla di storto, visto? ^^ E anche la JiraTsu ha avuto i suoi pseudo-esiti! Daaaai, mi perdoni il ritardo?
DarkMartyx_93: sì, era un capitolo un po' bastardo... ma nel prossimo sarà peggio, credimi. So fare di peggio, oh sì! <3 Oh, e hai visto? E' nato anche l'Hitoshi fan club! XD Ti hanno letto nel pensiero!
Elisir86: a me vanno anche bene i commenti brevi brevi, l'unico problema è che il sito rischia di cancellarli! ^^'
Yume_Tsuki: ma ceeeeerto, tieni pure la parte pelusciosa di Kyuubi... Io mi prendo quella cattiva e spietata! Ovvero tutta. XD
Reina: devo segnare il tuo voto per Sakura tra i morti? XD Comunque, metto subito in chiaro una cosa su Kyuubi: da me sarà cattiva fino all'ultima, maledetta pagina. Fino all'ultima riga. Fino alla fine.
Kira33: innanzitutto ti ringrazio profondamente per la recensione, mi ha fatto davvero molto piacere! Quando i lettori si presentano dopo tanto tempo, con le idee già chiare e bene in testa, è molto più semplice parlare con loro! XD Ho una curiosità riguardo a ciò che dici nella tua recensione: parli di una sola altra autrice che riesce a "infilare" personaggi coerenti nel mondo di Naruto... ma chi sarebbe? Così, per curiosità, mi piacerebbe leggere qualcosa di suo, ammesso che io non l'abbia già letto! ^^ Non so a che punto sia con Sinners, ma quella è la mia fatica più recente, e personalmente credo che per molti aspetti sia meglio del Peggior.. tanto per dirne una: non ci sono Mary Sue come Haru! XD C'è solo Haruka, ma è ancora relativamente gestibile... Mi chiedi come mai ho fatto Hiashi stupido e incestuoso, e ti rispondo che tra cugini non è incesto - non in Giappone - e che per la maggior parte del tempo in cui è idiota Hiashi non era Hiashi! Se invece ti riferisci a Sinners, beh, io e Hiashi abbiamo un rapporto controverso... -.-* Ora ti saluto, e ti garantisco che non è stata la tua recensione a farmi cadere in coma, ma l'esame che pensavo di dover dare! ^^ Spero di risentirti prima della fine!
Urdi: sì, il bimbo di Naruto è carinissimo! Piace tanto anche a me, forse perché è piccino piccino... Vorrei spupazzarmelo tutto! >_< Ok, il caldo colpisce anche me... Cooomunque, fidati: il prossimo capitolo sarà più bastardo del precedente! ^^
1992: ehm... ops! ^^' Non ho decisamente fatto in tempo ad aggiornare prima di Bologna, direi... Però magari sei già tornata, no? ^^'
DuniettaS: esattamente, Hinata è salva! E Chiharu? Beh, di lei saprai nel prossimo capitolo! Oh, credimi, lo so... Ci vuole un sacco di coraggio per uccidere, anche in una fanfic... Ehm, ehm...


Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** Quando tutto sembra correre in un'unica direzione... ***


Naruto2-33

Quando tutto sembra correre

in un'unica direzione...



- Trentatré -







Il rumore di un’esplosione è assordante.
L’onda d’urto aggredisce l’orecchio, fa vibrare il timpano, magari lo strappa persino, precludendo per sempre ogni possibilità auditiva all’incauta vittima – posto che sopravviva. Comunemente si pensa che sia il rumore più intenso udibile in natura.
Dimenticando il suono del silenzio.
Temari capì appieno l’espressione ‘un silenzio assordante’ solo quando il tu-tum del cuore di sua figlia si spense, sotto il petto su cui premeva l’orecchio.
Sentì il silenzio dilatarsi, improvviso e tremendo, lo sentì riempirle il timpano e la testa, e risuonare in ogni angolo della sua mente.
Nessun battito. Nulla di nulla.
Nulla.
Il respiro le si congelò nei polmoni, cristallizzato da una gelida colata di panico.
«No» le sfuggì alle labbra, in un rantolo asciutto, e di scatto raddrizzò la schiena percorsa dai brividi. «No, no, no, no, no...» mormorò tra i denti, mentre il corpo agiva senza seguire le indicazioni della mente confusa.
Incrociò le mani sul petto di Chiharu, fece forza sulle spalle e premette sulla cassa toracica, sentendola cedere di qualche centimetro. Ripeté il movimento subito dopo, una, due, tre, quattro volte, e si fermò.
«Dai...!» sussurrò, stringendo le dita sul naso di Chiharu e aprendole la bocca a forza, per respirare nei suoi polmoni.
Lì accanto, Baka Akeru fissava la scena paralizzato dall’orrore, ancora inginocchiato accanto alla testa di Chiharu. Continuava ossessivamente a pensare che un attimo prima lei era lì, e si muoveva, e gli parlava, e un attimo dopo era un fantoccio inerte di un orribile grigio spento. Sentirsela cadere sulle ginocchia era stata la cosa più orribile della sua vita; di gran lunga peggiore della battaglia che, fino a quel momento, aveva orgogliosamente occupato il primo posto nella sua scala degli incubi.
Temari smise di respirare contro la bocca della figlia, e riprese con il massaggio cardiaco, fissando ad occhi sbarrati il suo viso alla ricerca di un minimo segno di vita. Vedeva la testa sobbalzare leggermente ad ogni spinta, e le sembrò un orribile palla di legno che rimbalzava sul terreno morbido.
Poco oltre, quell’idiota di Stupido riusciva solo a boccheggiare e a fissarla allibito.
«Sveglia!» ringhiò furiosa. «Vai a chiamare qualcuno!»
Lui la fissò vacuo, e l’ordine penetrò le sue barriere con una lentezza estrema. Ma alla fine raggiunse il cervello, e fece scattare la molla giusta, portandolo a sussultare bruscamente.
Incespicando nei propri passi, si alzò in piedi e corse via, senza nemmeno rispondere.
Temari gli gettò soltanto una breve occhiata, e poi tornò a fissare ansiosamente il viso esangue di Chiharu, riprendendo i ritmo sul suo cuore.
Sbrigati!”
Non vide né sentì la prima goccia di pioggia.

Akeru corse senza nemmeno capire dove stava andando. Oltrepassò le macerie della casa di Naruto, si infilò lungo la strada che portava al villaggio, e inciampò più volte, rialzandosi sempre e riprendendo ad avanzare.
Non sentiva la pioggia che ticchettava sulle sue spalle e tra i capelli, né il vento che iniziava a insinuarsi sotto i vestiti, freddo nonostante la stagione.
Se qualcuno lo avesse fermato per chiedergli nome e cognome, non se li sarebbe nemmeno ricordati. Probabilmente, a una domanda simile, avrebbe risposto con l’unico pensiero che riusciva a mettere insieme in quel momento: Chiharu.

*

«Lumache!» con un velo di disgusto, Sakura si staccò di dosso una chiocciola, che andò ad aderire a un tronco con un curioso rumore viscido.
«Sono gli ormoni a parlare, eh?» ghignò Jiraya. «Sei l’allieva di Tsunade, non puoi disgustarti per le lumache»
«Il fatto che io le tolleri non significa che le adori» puntualizzò lei, schivando l’ennesima chiocciola ed evitando per un soffio di calpestarne un’altra.
«Ah, ma tu stai bene, sì?» si intromise Naruto all’improvviso, scoccandole un’occhiata preoccupata. «Intendo il bambino... E’ tutto a posto, non hai fatto sforzi?»
Sakura ripensò a Hinata, Hinagiku, Naruto, la Volpe e, dulcis in fundo, Hiashi – il finto Hiashi – e la scarpinata fino a Tsunade. Sbuffò.
«Ringrazia che sono di ferro» commentò roteando gli occhi.
Si passò una mano sul ventre, con una leggera preoccupazione. Era da qualche ora che avvertiva un lieve fastidio... ma, dopo sei gravidanze, sapeva riconoscere i sintomi di qualunque problema. E quello che sentiva era soltanto la tensione che si scioglieva lentamente. Il che non significava, naturalmente, che ora non avesse bisogno di riposo assoluto.
Senza contare che qualcosa la turbava, riguardo a quel bambino: il ricordo di ciò che aveva pensato quand’era stata costretta a restare indietro rodeva lentamente la sua coscienza, ricordandole il senso di colpa. Per un attimo aveva provato insofferenza per suo figlio. Per un attimo aveva desiderato che non ci fosse.
Non le era mai capitato prima. E, anche se capiva che era un’emergenza, che la situazione era particolare, che era in momento orribile... anche se lo capiva, aveva un filo di paura.
Nonostante tutta la sua mentalità scientifica, nonostante i mille studi che aveva fatto, forse stupidamente temeva che lui o lei l’avesse sentita.
Non sapeva nemmeno perché pensasse una cosa simile, non ne aveva la minima idea. Ma la pensava. E la spaventava.
«Comunque stai bene, no?» insisté Naruto, riportandola bruscamente con i piedi per terra. «Intendo, non vuoi che ti porti in spalla, magari?»
Come non accadeva da molti anni, Sakura si sentì arrossire.
«Senti un po’, per chi mi hai presa?» sbottò indispettita, aumentando il passo. «Non sono una stupida e fragile ragazzina! A furia di preoccuparti dei tuoi allievi hai iniziato a pensare che nessuno di noi sappia più stare in piedi da solo?»
Naruto la fissò sbigottito, sbattendo le palpebre sugli occhi chiari. «Ehi, volevo solo essere gentile!» protestò.
D’altro canto, sapeva fin troppo bene che quando Sakura si sentiva minacciata o comunque fragile, finiva per diventare piuttosto aggressiva. Soprattutto con lui.
«Comunque se sei stanca dimmelo» mugugnò, offeso, voltando la testa.
«Francamente penso che siano molto più in pericolo tutti gli altri, che non noi» si intromise Kakashi, laconico. «Noi stiamo tutti bene, e anche Naruto, con tutto il sangue che ha addosso, è vispo come un grillo. E’ al fronte che non sappiamo come vanno le cose, e nemmeno a Konoha, a voler ben vedere»
«Al fronte sono tutti a posto» assicurò Naruto pronto, e poi, ricordando esattamente come e perché erano a posto, arrossì leggermente. «Ehm... non hanno fatto in tempo a farsi troppo male» spiegò in un borbottio.
Kakashi gli lanciò un’occhiata confusa, lui tossicchiò, e nella sua tosse sembrò risuonare un vago e roco Kyuubi.
«Comunque...» riprese dopo un attimo di vistoso imbarazzo. «Non è andata proprio tutta liscia. Ci sono dei morti»
Quando viene portato in causa l’argomento, tutti hanno qualcosa di strettamente privato cui rivolgere i loro pensieri, e Sakura, Kakashi e Jiraya abbasarono istintivamente lo sguardo, incupendosi.
«Quanti?» chiese Kakashi.
«Non lo so, non... ehm, non li ho contati» dovette ammettere Naruto, mortificato. Un aspirante Hokage non avrebbe dovuto mostrare tanta leggerezza.
«Capisco» si limitò a rispondere Kakashi, senza infierire.
Alzò lo sguardo e fissò il sentiero umido che si snodava davanti a loro, intravedendo in lontananza la luce che indicava la fine del tratto tra gli alberi. Fece un cenno con il mento, e tutti alzarono gli occhi.
«Ci siamo, ora possiamo aumentare il passo» commentò.
«Sì, e andare ad accertarci che tutti stiano bene» aggiunse Naruto in tono sostenuto.
E in quel momento calpestò una chiocciola, il cui guscio si frantumò con uno schiocco fragile.
«Oh, che cavolo...» brontolò, dispiaciuto.
Kakashi, Sakura e Jiraya si fermarono e lo fissarono, sbuffando piano.
«Che gran ninja, eh?» commentò il vecchio maestro, con un ghigno di scherno.
«Mi sono solo distratto!» protestò lui fulminandolo con lo sguardo.
«Su, muoviamoci» Kakashi sedò le sue proteste sul nascere. «Altrimenti non arriviamo più»
Lui, Sakura e Jiraya tornarono ad avanzare, voltandogli la schiena, ma Naruto rimase fermo ancora un istante.
Fissò i resti della lumaca sul sentiero, sentendosi vagamente stupido. Come aveva potuto non vederla?
Mentre se lo chiedeva, un soffio d’aria scosse a malapena le foglie che lo circondavano, e lo spinse a guardarsi alle spalle.
Non c’era nulla, naturalmente, o i suoi sensi l’avrebbero avvertito. Ma aveva un brutto presentimento...

*

«Che male!» con gli occhi tondi pieni di lacrime, Kotaro si rialzò, dolorante.
«Il solito demente!» lo riprese Hitoshi, aspro, tirandolo su di peso. «Come cavolo hai fatto a inciampare?»
«Se tu non avessi lasciato rimbalzare indietro quel ramo, non mi sarebbe arrivato tra i piedi!»
«Su, su! Il dolore fortifica lo spirito di noi intrepidi!» esclamò la voce corposa di Gai, mentre con nonchalance caricava sotto le braccia entrambi, e riprendeva a balzare di ramo in ramo.
«Mi metta subito giù!» strillò Hitoshi, arrossendo d’indignazione.
«Maestro Gai, possiamo camminare!» si unì Kotaro, mortificato.
«Scherzate? Questo è tutto allenamento, allenamento!» rise lui, orgoglioso come un bambino, e Rock Lee gli si affiancò veloce.
«Maestro! Lasci che ne porti uno!» si offrì solerte.
«Ma certo!» approvò Gai, e Hitoshi affondò le unghie tra le sue costole.
«No, ve lo scordate!» gridò con voce strozzata. «Sono un Uchiha! Non potete trattarmi come un pacco!»
«Maestro!» chiamò Kotaro all’improvviso, colto da un’illuminazione. «Capisco che il suo allenamento sia importante, ma io e Hitoshi dobbiamo impegnarci cento volte di più! Se non corressimo lungo questo tragitto saremmo dei veri smidollati, e il fuoco della giovinezza non, ehm, non arderebbe, ehm, in noi...»
La voce scemò lentamente, affossata dal rossore improvviso che lo aveva colto di fronte a frasi tanto imbarazzanti, ma sia Gai che Rock Lee gli lanciarono occhiate intrise di orgoglio.
«Figliolo, allora hai finalmente capito!» esultò il vecchio maestro, con sguardo brillante.
«Ero così preoccupato per la tua attitudine!» si unì il primo allievo, stringendo un pugno per l’emozione. «Ma alla fine hai compreso il valore della vera forza!»
«Sì, ehm, certo» bofonchiò Kotaro, schivando penosamente le occhiate allibite di Hitoshi.
Gai si fermò bruscamente, tanto che i due genin sotto le sue braccia rischiarono di scivolare e cadere, e mise giù Kotaro con un movimento fluido.
«E io?» chiese subito Hitoshi, cercando inutilmente di divincolarsi.
«Tu non mi sembri così volenteroso» commentò Gai con aria severa. «Forse sarai più incline a ragionare, dopo aver visto con i tuoi occhi il fuoco della giovinezza che arde in me!»
Hitoshi pensò alla posizione in cui si trovava, e più che al fuoco pensò al sudore. Sbiancò velocemente, gettando un’occhiata supplice a Kotaro.
«Maestro, ho bisogno di un avversario!» esclamò lui allora, costringendosi a stringere il pugno e fingere un’espressione determinata. «Ho bisogno di un compagno con cui provare la mia velocità!»
Negli occhi di Rock Lee brillò un lampo di trionfo, e subito posò la mano sulla spalla di Gai, commosso.
«Maestro!» chiamò.
«Sì, Lee, ho capito!» rispose quello, commosso quanto e più di lui. «Finalmente il momento è giunto!» con un unico gesto fluido mise giù Hitoshi, e lo prese orgogliosamente per le spalle. «Da oggi tu sei per Kotaro quel che Neji è stato per Rock Lee, figliolo! Siine orgoglioso!»
Hitoshi lo fissò stralunato, e tutto ciò che riuscì a farfugliare fu: «ma devo esserne felice o cosa
Per sua immensa fortuna, Shikamaru scelse quel momento per raggiungerli, e quando vide che tirava aria di filippica, si affrettò ad aumentare il passo. Ma la sua fugace comparsa bastò a Kotaro e Hitoshi per ricordarsi improvvisamente di Chiharu, e si scambiarono un’occhiata di intesa.
Senza una parola, quindi, scongiurando il pericolo che Gai riattaccasse a parlare, partirono veloci dietro a Shikamaru, e si lasciarono alle spalle maestro e allievo. Loro sospirarono, persi in un attimo di struggente nostalgia.
«Non ti sembra di essere tornato indietro nel tempo, Rock Lee?» chiese Gai, mentre il resto del gruppo li raggiungeva e oltrepassava, senza che si muovessero.
«Sì, maestro. E’ commovente, vero?»
Gai lo guardò, sorridente.
Lee ricambiò lo sguardo.
E quando la retroguardia arrivò a loro, e li vide abbracciati e in lacrime, per poco i più stanchi non scivolarono giù dai rami.


A metri di distanza, Kotaro e Hitoshi raggiungevano Shikamaru, con il fiatone.
Gli si affiancarono per riprendere un attimo le forze, ed entrambi si trovarono istintivamente a scoccargli occhiate preoccupate di sottecchi. Lui sembrava tranquillo, apatico come sempre. Sulla sua fronte c’era forse una leggera ruga tra le sopracciglia, ma poteva anche esserci sempre stata, per quel che ne sapevano loro.
Morivano dalla voglia di chiedergli se fosse preoccupato.
Per quanto fossero ninja, responsabili, semi-adulti, eccetera eccetera, Kotaro e Hitoshi trovavano che il padre di Chiharu fosse un uomo abbastanza enigmatico da destare il loro interesse. E la preoccupazione per Chiharu e il pudore non erano abbastanza forti da uccidere i bambini che ancora erano in loro. Ma naturalmente le loro madri e i loro insegnanti avevano anche inculcato nelle loro testarde personalità un minimo di buonsenso, e dunque ebbero l’accortezza di rimanere in silenzio, anche se rosi dalla curiosità.
Shikamaru ingoiò una smorfia, accorgendosi del loro arrivo; riusciva a percepire gli sguardi che gli trapassavano la schiena con assoluta precisione, quasi sentisse un prurito tra le scapole, e la cosa gli dava parecchio fastidio.
Certo che sono preoccupato, razza di nanerottoli indisponenti!” pensò, indovinando i pensieri che vagavano nelle loro teste. “Ma voi non mi aiutate certo a star tranquillo!”
Sbuffò, e Kotaro e Hitoshi sussultarono leggermente, temendo un rimprovero; ma Shikamaru non si disturbò nemmeno ad aumentare la velocità, limitandosi ad ignorarli totalmente, e continuò ad avanzare alla solita maniera.
I due genin tirarono un sospiro di sollievo, e di nuovo scambiarono un’occhiata veloce, deglutendo.
Certo, avrebbero voluto sapere quanto era preoccupato Shikamaru, ma erano curiosi anche riguardo al compagno di squadra. Hitoshi studiò Kotaro per un lungo istante, pensieroso, e quando incrociò il suo sguardo si affrettò a puntarlo avanti.
Oh, che sciocchezza. Che stupida sciocchezza.
Chiharu sta bene. E quando torneremo indietro sarà tutto come prima. Perché lei non... non può...” deglutì a vuoto, incapace di continuare il pensiero, e una piccola fitta gli strinse lo stomaco.
Onestamente, cosa avrebbe fatto se lei fosse rimasta coinvolta? O magari ferita, o addirittura morta? Come compagno di squadra e ninja, avrebbe evitato di mostrare i propri sentimenti, naturalmente. Era il suo dovere, la sua missione, il suo ordine. Ma quella parte di lui che non era ninja? Quella piccola, infima e potentissima parte, come l’avrebbe presa?
Non riusciva nemmeno a immaginarlo; principalmente perché anche il suo inconscio si rifiutava di visualizzare Chiharu in un letto d’ospedale o addirittura in una tomba, e poi perché faceva male. Ed era imbarazzante. E il fatto che fosse imbarazzante lo rendeva anche irritante, perché lui era un Uchiha, e non poteva provare imbarazzo.
Ma che diamine mi prende?” si chiese, a disagio. “Chiharu sta bene. E’ la mia compagna di squadra, e sta bene. La mia compagna di squadra
Ed era così impegnato a convincersi della sua tesi che dimenticò totalmente che solo pochi mesi prima aveva rifiutato con tutto sé stesso l’idea di avere dei compagni.
Stava ancora rimuginando sulla sua crisi di identità – o quasi – quando arrivarono in prossimità del villaggio. Non appena lui e Kotaro videro le mura di Konoha tra le foglie degli alberi, la loro gola si seccò e i palmi iniziarono a sudare.
«Andiamo all’ospedale, prima?» chiese Kotaro, incapace di trattenersi.
«Eh?» fece Shikamaru, atono, mentre atterravano davanti alle porte.
Ma il piccolo Lee non fece in tempo a ribattere, perché un uomo si fece avanti in tutta fretta, con un bloc notes in mano e l’aria severa.
«Venite dal fronte?» chiese, senza lasciar loro nemmeno il tempo di riprendere fiato.
«Sì» rispose Shikamaru, mentre Kotaro e Hitoshi si fermavano accanto a lui ma gettavano occhiate desiderose alla strada.
«Numero dei morti?»
«Prego?» fece Shikamaru, accigliandosi.
«Sono l’incaricato dei decessi» spiegò l’uomo, con una fretta che nascondeva un certo disagio. «Stiamo facendo la conta»
Nella testa di Hitoshi sfrecciò l’orribile idea di chiedergli se nella sua brutta lista ci fosse una certa Chiharu Nara, ma prima che la sua bocca agisse, il cervello gli sconsigliò di farlo con Shikamaru presente.
E in ogni caso, non fu lui a turbare Shikamaru.
«Ando!» chiamò una voce dal villaggio, e un ninja si avvicinò di buon passo, con in mano un foglio leggermente spiegazzato. L’uomo con la lista dei morti si fermò a guardarlo, mentre Hitoshi e Kotaro scalpitavano per andare avanti, ma Shikamaru non diede segno di volersi muovere.
(presentimento?)
«Ho gli aggiornamenti dall’ospedale» disse il nuovo arrivato, mostrando il foglio con un cenno, e lo tese all’altro.
«Andiamo...» mormorò Hitoshi a Kotaro, con una gomitata leggera.
L’uomo chiamato Ando scorse la lista che gli avevano dato, leggendo senza voce i nomi che c’erano scritti, e annotò qualcosa sul suo blocco.
«Aspetta, il papà di Chiharu è ancora fermo...» rispose Kotaro, a disagio.
La matita smise di raschiare sulla carta, e Ando si accigliò.
«Che nome è questo?» chiese al nuovo arrivato, mostrandogli il foglio.
«Ah, sì... una ragazzina, che cosa orribile» mormorò quello, scuotendo la testa. «E’ arrivata in condizioni disperate... L’hanno scritto male, ma credo si tratti di un nome come Chiharu Nara»
Qualcosa, nelle orecchie di Hitoshi e Kotaro, si spezzò.
E Shikamaru, per la prima volta dopo molti anni, rimase completamente, rigidamente, pietrificato, privo del benché minimo barlume di geniale autocontrollo.


*


In una stanza come tante altre, su un letto come tanti altri, Chiharu era stesa, immobile, le braccia ordinatamente posate lungo i fianchi. Con le palpebre abbassate e il colorito cereo, sembrava semplicemente addormentata, forse molto stanca. Sul suo sopracciglio sinistro un ampio livido si allargava fin quasi all’occhio, ancora sporco di sangue rappreso, e tutt’attorno, come in un’atmosfera di gelatina, si muovevano figure indistinte.
Temari, seduta a terra con la schiena contro il muro, si teneva la testa tra le mani...










Nel prossimo capitolo...


Pioveva ininterrottamente da più di due giorni.
La battaglia al confine si era conclusa con una schiacciante vittoria della Foglia, sotto un sole caldo e accecante, ma già nel pomeriggio le nubi si erano ammassate ed era scoppiato il temporale. Il verde dei boschi che circondavano Konoha risplendeva cupo sotto le migliaia di gocce che lo picchiettavano gentilmente. Il cielo plumbeo, sopra il villaggio, sembrava un pallido riflesso di ciò che accadeva sulla terra.
Nero.
Ovunque.
Abiti scuri, volti scuri, pochi sorrisi.
Il tetto del palazzo dell’Hokage era gremito di ninja e persone comuni, riunite in ranghi serrati. Davanti al loro schieramento ordinato, delle bare.








* * *

Spazio autore

Nessuno, nemmeno uno di voi, nemmeno il più cinico odiatore di Mary Sue ha avuto il fegato di puntare su di lei.
Ma questa volta c'è il morto e c'è pure il corpo.

*Aya si allontana rapidamente prima che abbia inizio il linciaggio*

Nota: ogni vostra richiesta verrà cestinata; la fic è già tutta pronta e non si cambia.
Non sono Toriyama che resuscita anche le sedie!

Capitolo dedicato a Camilla, che oggi compie gli anni e lo ha letto in anteprima!
Auguri, tesorino! <3
(sì, sono una sadica bastarda)
(e la tua NejiHina è online! ^^)

AVVISO
So che molti di voi sono già in vacanza, e anche io partirò il 19 luglio per circa un mese;
per questo comunico che finirò di pubblicare questa fanfiction e poi mi prenderò una pausetta fino a settembre
(così porto avanti i progetti che sono a metà strada!)
La pubblicazione di "Intermezzo - The first time we..." è sospesa fino al primo settembre!


Scommesse sui morti
Shikamaru - 4 voti
Kakashi - 4 voti
Asuma - 3 voti
Tsuda junior - 3 voti
Temari - 2 voti (uno molto in forse)
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Ino - 1 voto
Sasuke - 1 voto
Un Uchiha - 1 voto
Hiashi - 1 voto
Naruto - 1 voto
Hinata - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Nessuno della Foglia - 3 voti


Urdi: oooookay, mi prendo le mie responsabilità! <3
Kira33: francamente non ti considero affatto patetica, se ti scappa una lacrima su qualcosa che scrivo. Anzi, probabilmente quella patetica sono io, che mi esalto quando succede! D'altro canto se scrivo qualcosa che arriva a toccare tanto le persone che leggono, potrò almeno un po' sentirmi orgogliosa? Ciò detto, apriamo una piiiiiccola parentesi sulla questione del matrimonio tra cugini: non è reato in giappone, e nemmeno in Italia. E' sconsigliato per motivi genetici, perché tra cugini di primo grado ci possono essere molti geni comuni, ma certe volte nascono bambini evidentemente "difettati" (e uso questo termine perché non me ne viene in mente uno migliore) anche da matrimoni tra razze diverse, sebbene sia più difficile, per cui non vedo grandi problemi. Non credo abbia molto senso stupirsi se un paese "avanzato" come il Giappone non vieta il matrimonio tra cugini.
arwen5786: tu approvi le storie tra cugini solo perché sogni un Neji tutto tuo, perversa creatura! Non commento sulle tue elucubrazioni riguardo alla supposta fragilità di Hinata (che scompare con Neji? Com'è che funziona?), ma ti dico che Jiraya e Tsunade sono stati un esplicito regalino per te, perché il finale con le "coccole" l'ho scritto dopo che mi hai chiesto di farlo! Sto schivando l'argomento Haru? Direi! XD Considerato quello che è successo quando hai letto il capitolo, mi sembra evidente che dribblo la faccenda! Insomma, sei arrivata a dire che preferiresti leggere ShikaIno e SasuIno...
Dark_Martyx93: io l'ho detto che questo capitolo sarebbe stato peggio... Uhm, mi chiedi se moriranno ancora tante persone? E pensi davvero che te lo dirò? <3 Consolati. se mancano pochi capitoli, a meno di un impazzimento generale, difficilmente ci saranno stragi... Uh, solo una cosuccia: per carità, non dire mai più che sono la migliore scrittrice del fandom... Prima di tutto io non mi sento tale (e il numero di recensioni non basta a convincermene), e secondariamente conosco autrici davanti alle quali chino umilmente il capo. A scanso di equivoci, prima che scoppino faide di qualunque tipo (oh, scoppiano eccome!), limitiamoci ai complimenti in generale! ^^'
RedCrossBook: amo essere definita bastarda in senso buono! Ma proprio per questo, caro mio, direi che sperare nella morte di Kakashi perché Naruto diventi Hokage è perlomeno utopistico...! Oh, e come mai pensi che io non sia un'amante dei lieto fine?
Sky Shindou: oh, ma io so benissimo che la morte di Haru significa fiumi di lacrime! Divertente, nevvero? <3 Sì, sono una sadica bastarda e me ne vanto pure! Ma dopo aver letto Harry Potter e i suoi piccoli simili, che cambiano le carte in tavola e mi fanno disidratare da quanto piango, ho deciso di mettermi dall'altra parte della barricata e far piangere voi. Io che posso. U_U
slice: speriamo si compia il miracolo, dicevi nella recensione... Ehm. Niente miracolo! XD
Topy: ebbene sì, lo scorso capitolo era senza sangue e morti orribili, ma direi che questo si è rifatto ampiamente, no? ^_^ (che sorrisino odioso, eheh...)
fedecr90: ho sempre un sacco di problemi a rispondere a te, si nota? E' che parliamo troppo via messenger, se devo dirti qualcosa te lo dico lì! XD Ah, e Tsunade me la lasci vecchia e ingobbita, tsk! Aumenta di molto la drammaticità dell'azione! (di grazia, ma che cavolo sto dicendo?)
Talpina Pensierosa: ohibò. Che è successo con questo capitolo? Non te lo ricordavi, eh... diciamo che ho apportato qualche leggera modifica alla storia come la conoscevi tu... (e, francamente, che è per questo che ci ho messo dieci giorni ad aggiornare, la volta scorsa! XD)
maninja87: tu pensi di mollare tutto e andare in cerca di lavoro, ma io penso di mollaare tutto e iscrivermi clandestinamente alla prima superiore, di nuovo. Dici che ci riesco? Parlando della storia, te lo dico chiaro e tondo: Tsuda è partito per un viaggio intorno al mondo insieme alla sua misteriosa compare dai capelli azzurri! U_U Salutiamolo commossi. Tra parentesi, se mi dici anche solo i personaggi del tuo "regalo di compleanno", ci penso io a inventarmi qualcosa! XD Ma fallo prima della fine del Peggior bla bla bla, così ho tempo durante le vacanze!
sammy1987: è strano, ma lo scorso capitolo era sia triste che divertente... ò.ò Che cosa buffa! E mi sa che anche questo lo è, in fondo! XD
Killkenny: ta-daaaaaan! E ora che combino? XD Dai, dimmi che sei sorpreso!
Kiaretta_chan_94: beh, mi spiace che tu perda proprio gli ultimi capitoli! Mi spiace soprattutto che tu perda questo, in cui ho dato decisamente il meglio di me, ma va beh, c'est la vie...! Avrei dovuto sbrigarmi prima con la pubblicazione! ç_ç
gracy110: speravi di sbagliarti, e invece vedevi giusto! Se da un lato ho "resuscitato" qualcuno che tutti davano per morto, dall'altro ho ucciso qualcuno che tutti davano per vivo! Me terribile! XD
muccina89: tutte le cose hanno una fine, è la legge della vita! U_U Certo, se mi prendesse un colpo in questo momento e stincassi sul divano, questa storia non avrebbe una fine, ma francamente spero di arrivare viva e vegeta al capitolo 37! XD Oh, e non hai considerato una cosa riguardo alla questione figli... Sasuke vorrà anche rifondare il clan, ma Sakura è d'accordo?
Yume_Tsuki: auguriiiii!! >_< Buon compleanno! ^_^ Sei libera di considerare lo scorso capitolo il tuo regalo ufficiale! Beh, direi che però non era molto allegro... Mi spiace! XD
Ino_Chan: io apprezzo davvero tantissimo il vostro entusiasmo riguardo ai fan club, ma davvero, riparliamone a settembre! XD O qui la cosa si complica decisamente troppo!
thembra: alla luce dell'ultimo capitolo, sì, sono davvero perfida. ò.ò
Maobh: la tua sicurezza nell'affermare che Haru sarebbe sopravvissuta mi ha davvero commossa, sai? No, sto mentendo, mi ha fatta scompisciare dalle risate! Ahh, adoro essere così malvagia... Oggi, poi, mi sento particolarmente nera (e non parlo di Shikamaru), dunque gongolo come non mai!
Reina: e supponevi bene, mia cara! Questo è stato decisamente il turno di Haru! L'ultimo turno di Haru. U_U
Lily_90: ...ehm. -.-'' Sono pronta a sopportare le conseguenze delle mie azioni! U_U

Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** Dopo il funerale ***


Naruto2-34

Dopo il funerale



- Trentaquattro -







Pioveva ininterrottamente da più di due giorni.
La battaglia al confine si era conclusa con una schiacciante vittoria della Foglia, sotto un sole caldo e accecante, ma già nel pomeriggio le nubi si erano ammassate ed era scoppiato il temporale. Il verde dei boschi che circondavano Konoha risplendeva cupo sotto le migliaia di gocce che lo picchiettavano gentilmente. Il cielo plumbeo, sopra il villaggio, sembrava un pallido riflesso di ciò che accadeva sulla terra.
Nero.
Ovunque.
Abiti scuri, volti scuri, pochi sorrisi.
Il tetto del palazzo dell’Hokage era gremito di ninja e persone comuni, riunite in ranghi serrati. Davanti al loro schieramento ordinato, delle bare.
Tante.
Nere.
Meno del previsto, ma sempre troppe.
Quel giorno sulla lapide degli eroi a Konoha erano stati incisi molti nuovi nomi.
La pioggia cadeva sui teli che coprivano le casse, impregnandoli delle lacrime che scorrevano sui volti insieme all’acqua.
Era una scena triste.
Come ogni funerale.
In prima fila al centro, davanti a tutti, c’erano Naruto e Kakashi. Accanto a loro Sakura e Sasuke con l’intero corpo di polizia, Neji nelle sue nuove vesti di capoclan degli Hyuuga con una cupa Hanabi subito alle spalle, e poi Shikamaru, Rock Lee, Tenten, Sai, Chouji, Ino, Chouza e Inoichi, Jiraya, Kiba con la moglie e Akamaru accanto, Shino, Shizune, Iruka, Gai, Asuma, Kurenai, Tobi, Konohamaru, ognuno compreso nel gruppo del suo clan, eppure tutti insieme.
Un po’ più indietro, tra le file centrali, stavano Kotaro, Hitoshi e Jin, a disagio negli abiti scuri che non avevano mai indossato prima, e ancora più indietro, tra i giovani allievi dell’Accademia e i neodiplomati, c’era un Baka Akeru più pallido del solito.
Nessuno aveva una bella faccia. Naruto sembrava il più cupo di tutti, ma forse solo perché Kakashi aveva addosso la sua perenne maschera, e riusciva a nascondere bene le emozioni. Gli Hyuuga emanavano un alone gelido solo a guardarli, e stavano leggermente discosti dagli altri gruppi. Una bara leggermente spostata in avanti raccoglieva i resti di Hiashi Hyuuga, ritrovati poco dopo il ritorno dei ninja dal campo di battaglia. Sembrava morto da giorni. A qualche passo di distanza Sai manteneva la sua espressione compassata, ma lì accanto Shikamaru mostrava spesse occhiaie sotto gli occhi scuri. Temari non era accanto a lui.
La pioggia scrosciava nel silenzio.
Kakashi avrebbe dovuto fare un discorso, dire almeno due parole. Ma gli sembrava che, facendolo, avrebbe concluso ogni cosa. E invece c’erano ancora così tanti problemi da risolvere… cose da fare, da dire, persone di cui occuparsi… la guerra con la Roccia era stata solo posticipata, nel clan Hyuuga erano sorte nuove e immense complicazioni, avevano ripreso a serpeggiare voci che si chiedevano quanto fosse sicuro Naruto, e si supponeva che lui sistemasse tutto. Con due parole.
Impossibile.
Eppure anche questo faceva parte del suo dovere di Hokage. Quando aveva accettato l’incarico da Tsunade lo sapeva.
Mentre cercava di racimolare il coraggio e la volontà, e di trovare qualche parola che, per quanto banale, soddisfacesse i presenti, sentì un singhiozzo sommesso qualche fila più indietro.
Mosse appena lo sguardo, e intravide Kotaro che cercava di asciugare le lacrime senza farsi vedere. Hitoshi, di fianco a lui, stava con gli occhi bassi, senza parlare. E invece Jin, il suo Jin, manteneva un contegno irreprensibile. Era pallido, sì, ma quello era il suo colore naturale; nei suoi occhi c’era solo una compassata tristezza.
Sospirò.
Doveva fare l’Hokage, il padre, il ninja… forse era un po’ troppo.
Ma era il suo dovere.
Inspirò a fondo e fece un passo avanti.


«Dov’è Temari?» chiese Naruto a Shikamaru, quando le persone iniziarono lentamente a disperdersi. I corpi sarebbero stati sepolti o cremati con ordine a partire dall’indomani, per quel giorno avevano finito.
Lui si passò una mano sulla fronte bagnata, con uno sbuffo stanco. «All’ospedale, ovviamente. Credo che stia facendo diventare pazzo mio padre»
«E… come sta?»
Shikamaru si strinse nelle spalle. «E’ insopportabile»
«E’ comprensibile, in fondo» intervenne Sakura, per una volta a favore di Temari. «Si sente responsabile...»
«E scarica la sua frustrazione su di me» concluse Shikamaru stancamente. «Ora scusate, devo andare»
Lasciarono che si allontanasse, solo e con le mani in tasca. Qualche passo più in là incrociò Chouji, Ino, Asuma e la sua famiglia. Li videro scambiare qualche parola e poi incamminarsi insieme.
«Io vado da Hinata» annunciò Naruto in quel momento.
«Salutala» disse Sakura. «E anche il piccolo Minato»
Lui sorrise, e scomparve in uno sbuffo di fumo.
«Quando tornano a casa?» domandò Sasuke, sfavillante nella sua divisa d’ordinanza, mentre contava quanti figli aveva intorno.
«Domani o dopo, credo. Tsunade è stufa di averli in giro per casa… E pensare che Naruto ha anche riparato il danno che ho fatto io»
«Considerato con chi abbiamo a che fare, una donna che ha inscenato la propria morte per paura di farsi vedere vecchia e debole, non mi aspettavo altro»
«Come se tu non faresti la stessa cosa» sbuffò Sakura. «Hai ancora più paura di lei di mostrarti debole, ricordi?»
Sasuke le scoccò un’occhiata offesa. Poi tornò a concentrarsi sui bambini e le domestiche che li seguivano, e si accigliò. «Dov’è Hitoshi?» chiese.
«Si è allontanato con Kotaro e Jin. Credo che anche Baka Akeru li abbia seguiti di soppiatto… incredibile, vero?»
«Mh? E chi è Baka Akeru?»
Sakura sospirò. «Dovresti imparare a interessarti un po’ di più alla vita dei tuoi figli, Sasuke»


«Smettila! Mi dai sui nervi!» sbottò Hitoshi per la milionesima volta, mentre con Kotaro e Jin attraversava il villaggio a passo rapido.
Kotaro tirò su con il naso, guardandolo male attraverso i gonfi occhi a palla.
«Io non sono come te» disse con un piccolo singhiozzo.
«Non importa, smettila!» insisté l’altro.
«Litigare non risolverà i problemi di nessuno» intervenne Jin in tono pacato. «E, se non ve ne foste accorti, Stupido ci sta ancora seguendo»
L’irritazione unì i due genin all’istante.
«Ma che vuole?» sibilò Hitoshi. «Solo perché era con lei mentre noi eravamo via, non vuol dire che abbia qualche diritto!»
«Giusto» approvò Kotaro. «Fermiamoci e picchiamolo»
Sia Jin che Hitoshi lo fissarono con tanto d’occhi. Da quando Kotaro il pacifista faceva proposte del genere?
«Credo che faremmo meglio a ignorarlo» suggerì il più piccolo. «Lasciamolo perdere»
«Sarà…» borbottò il ragazzino accigliato.
Accidenti. La situazione era peggiore del previsto, pensarono gli altri due. Ma fecero come suggerito fino alla loro meta, l’ospedale della Foglia.
Una volta arrivati all’ingresso, si fermarono esitanti. Nonostante la pioggia scrosciante, si presero almeno dieci minuti di riflessione, scrutando le pareti lisce dell’edificio.
«E’ qui, vero?» chiese Kotaro deglutendo. «Lo ha detto Shikamaru»
«Già, quella donna…» mormorò Hitoshi con un velo d’inquietudine.
«Se stiamo fuori ancora un po’ ci prenderemo tutti qualcosa» fece notare Jin, pragmatico.
«Sì, ma…» bisbigliò Kotaro in tono cospiratorio. «Quella donna fa proprio paura»
Hitoshi annuì, partecipe. Poi starnutì. Cavolo.
Scambiò un’occhiata incerta con il compagno, dopodiché fissò il figlio dell’Hokage, che fece un cenno verso l’ospedale. Deglutì.
«E va bene…» fu costretto a bofonchiare alla fine. «Entriamo»
L’aria tiepida e impregnata di disinfettante dell’ingresso fu da subito un toccasana. Entrando i tre genin sentirono un brivido di piacere, seguito da uno di imbarazzo quando si resero conto che stavano gocciolando sul pavimento. Nell’atrio c’erano poche persone silenziose, e una delle infermiere li adocchiò subito.
«Avete bisogno di qualcosa?» chiese gentile, affrettandosi a raggiungerli.
«Ehm, noi siamo qui per…» iniziò Hitoshi nervoso, ma la voce gli morì in gola quando intravide una sagoma nota oltre la donna. «Occavolo…» borbottò quando quella si voltò.
E gli occhi neri degli Uchiha incontrarono quelli grigio-verdi di Temari, che teneva in mano un tè caldo appena preso a una macchinetta.
Lei inarcò un sopracciglio. Lui corrugò la fronte, preoccupato.
Lei prese ad avvicinarsi. Lui involontariamente fece un passo indietro.
L’infermiera si guardò alle spalle confusa. Jin e Kotaro deglutirono.
Poi lei li raggiunse.
E calò il silenzio.
«Ehm… Li conosce?» tentò di dire l’infermiera con una gentilezza piena d’ansia.
Temari sembrava invecchiata in quei giorni.
I capelli biondi si avvicinavano al castano a causa della scarsa luce grigia che entrava dalle finestre, sotto gli occhi c’erano pesanti borse scure, e la sua pelle era tutto fuorché tonica. Era totalmente diversa dalla dea della guerra che aveva devastato il giardino di casa Uzumaki.
Sbuffò, dando loro le spalle. «Sono con me. Li lasci passare»
«Ma, ehm, i loro vestiti…» mormorò l’infermiera guardando con preoccupazione le gocce che bagnavano il pavimento.
«Mh?» fece Temari scoccandole un’occhiata terribile da sopra la spalla.
«Prego, passate pure!» disse in fretta la povera infermiera, facendosi da parte spaventata.
Con timorosa cautela i tre genin si fecero avanti, mantenendosi a qualche passo di distanza. Senza parlare, Temari li condusse fino alle scale e iniziò a salirle facendo risuonare i tacchi bassi su ogni gradino.
«Noi siamo qui per…» iniziò coraggiosamente Hitoshi, e lei lo fulminò con lo sguardo.
«So perché siete qui» disse secca.
Loro non ebbero più la forza di aprire nuovamente la bocca, e così la seguirono docili lungo la prima e le successive rampe, fino all’ultimo piano. Lì i ninja che presidiavano il corridoio erano scomparsi, ora che la situazione era tornata alla calma, e per tutto il piano regnava un silenzio innaturale.
Temari continuò a camminare sicura, la schiena dritta e il mento sollevato. Quando arrivò davanti a una porta bianca, si fermò e li guardò torva.
«Niente casino» ordinò perentoria. «E solo pochi minuti»
I tre genin annuirono freneticamente, rabbrividendo. Lei li squadrò ancora una volta, per essere sicura che avessero recepito, e poi finalmente aprì.
La stanza era una singola. Per l’aria risuonava un leggero bip-bip, e nessun altro rumore al di fuori della pioggia all’esterno. C’era un letto dalle lenzuola candide. Una finestra da cui entrava la luce spessa del cielo coperto. Un paravento.
E nel letto, sotto le lenzuola, Chiharu Nara.
In coma.
Dopo essere rientrati dal confine e aver sentito che Haru era nella lista dei decessi, Kotaro e Hitoshi si erano precipitati all’ospedale della Foglia senza nemmeno tirare il fiato. Kotaro era arrivato già in lacrime, Hitoshi era quasi vicino a imitarlo, e quando avevano urlato che dovevano vedere Chiharu le infermiere avevano dovuto chiamare Shizune perché li calmasse. E allora avevano saputo, e maledetto l'errore.
Haru era arrivata all’ospedale insieme a Temari e a un medico che avevano incontrato a metà strada, portato da Akeru. Il suo cuore aveva ripreso a battere, debole e aritmico, e aveva bisogno di cure urgenti, anzi urgentissime. Ma era innegabilmente viva, e Shizune stessa si era occupata della ferita al fianco, la più profonda, e di stabilizzare le sue condizioni.
Ma non si era svegliata.
E Temari ancora non se lo perdonava.
Quella non era la prima volta che Hitoshi e Kotaro visitavano Chiharu. Il primo giorno Shizune aveva impedito a chiunque di avvicinarsi, genitori compresi, e di fronte al triste quadro di Shikamaru e Temari che non sapevano nemmeno cosa dirsi, i due genin avevano gettato la spugna e lasciato l’ospedale.
L’indomani si erano ripresentati, ansiosi di vederla, e solo dopo molte reticenze le infermiere li avevano lasciati passare. Ma Chiharu non aveva dato nessun segno di risveglio, e Temari incombeva come un falco su di loro, contribuendo a rendere l’atmosfera inumanamente pesante. Così erano stati costretti a lasciarla di nuovo, e una volta fuori, sorpresa e dispetto, avevano trovato Baka Akeru, con una lunga e dettagliata storia da raccontare.
Inutile dire che nel giro di due secondi avevano trovato mille motivi per accusarlo di negligenza e, in sostanza, dargli la colpa per lo stato di Haru: lui era lì, lui avrebbe dovuto impedirlo. Si erano messi a litigare nel bel mezzo del corridoio, finché Temari e un paio di infermiere non erano piombate su di loro e li avevano scaraventati fuori dall’ospedale.
Da quel giorno le loro visite erano avvenute in momenti nettamente separati.
Kotaro e Hitoshi si avvicinarono al letto di Chiharu camminando quasi in punta di piedi, mentre Jin restava un po’ indietro.
«Non è ancora guarita sopra l’occhio» commentò Kotaro accennando al sopracciglio sinistro, coperto da un cerotto.
«Mi sembra il minore dei suoi problemi» ribatté Hitoshi acido.
«Scusa» arrossì Kotaro.
Hitoshi si sentì indispettito per quelle scuse.
Non avrebbe voluto essere tanto brusco, ma lui e Kotaro erano troppo diversi per capirsi in quelle occasioni.
Mentre il piccolo Lee si abbatteva e passava il suo tempo a sperare che Chiharu si riprendesse, lui non poteva fare a meno di essere furioso. Furioso con lei che si era cacciata in guai troppo grossi, e furioso con sé stesso, per non essere arrivato a ‘portarla indietro’, come si era ripromesso di fare ancora prima di partire per la battaglia.
Senza volerlo, finiva per riversare la sua frustrazione su chi gli stava attorno; persino a casa i suoi fratelli circolavano ad almeno due metri da lui. Solo Liara, l’unica sorellina che si fosse preoccupata per lui prima della battaglia, si azzardava ancora a stargli dietro, e soltanto perché era contenta di averlo visto tornare vivo.
Chiharu era più bianca delle bende che spuntavano sotto la camicia. A una prima occhiata si sarebbe detta addormentata, ma poi ci si sarebbe resi conto che il suo viso era troppo molle per essere semplicemente sopito, e che, oltre ai tubicini che correvano sotto le lenzuola e al naso, la sua posizione era innaturale. Troppo perfetta e regolare, troppo artificiale. Frutto di mani esperte ma prive di amore.
Jin, ancora accanto alla porta, guardò Temari che attendeva appoggiata al muro, con le braccia conserte. Il tè era scomparso.
«Mi dispiace» si azzardò a dirle, e lei lo fulminò con lo sguardo. «Comunque… ho saputo che si è comportata molto bene in combattimento» aggiunse, in un tono che sperava fosse abbastanza gentile.
Temari sembrò apprezzare, e la sua espressione si fece meno dura. Distolse lo sguardo.
«Restate quanto volete» disse a mezza bocca. «Vi lascio soli» e uscì.
Jin decise che aveva concesso abbastanza tempo agli altri due, e andò ad affiancarsi a loro.
Sospirò, guardando Chiharu. «Che razza di ninja… C’è sempre lei in ospedale» commentò.
«E’ una stupida» disse Hitoshi tra i denti.
«No, è solo molto più coraggiosa di noi» lo corresse Kotaro. «E sfortunata...»
«Stupida» insisté il piccolo Uchiha, e nessun altro tentò più di fargli cambiare idea.
«Ho sentito che ha deciso di tornare ad essere ninja» borbottò Jin.
«Mh, in un ottimo momento» ringhiò Hitoshi.
«Sì, lo sappiamo» annuì Kotaro ignorando il compagno. «Quindi, per quel che mi riguarda, il gruppo sette è tornato quello delle origini. Senza offesa, Jin»
«Non ti preoccupare. Non sono mai stato ufficialmente parte di un gruppo, non me la prendo»
«Tsk» si inserì Hitoshi. «Finché resta qua a perdere tempo, noi ci alleneremo. E quando si sveglierà ci troverà cento volte più forti, e dovrà riconoscere la nostra superiorità…»
“Perché allora non abbiamo potuto fare niente per fermarla. Niente” aggiunse mentalmente, ricordando il momento in cui lei li aveva lasciati.
«Giusto» approvò Kotaro determinato. «Diventeremo così forti che non ci riconoscerà nemmeno più»
«E ci supplicherà di combattere con lei»
«E noi, gentilmente, le concederemo di pensarci su»
«Ottima idea. Non possiamo certo darle tutto subito»
Jin sospirò.
Sperava per Chiharu che si svegliasse molto presto, anche se i medici avevano detto di non potersi esprimere a quel proposito. Di solito quando parlavano così era per non dire che non c’era una possibilità… ma forse, quella volta, erano sinceri. O almeno, lui si aspettava la sincerità più completa da Shizune.
Mentre la guardava respirare piano, chiedendosi cosa accadesse sotto quelle palpebre abbassate, ricordò l’ultima volta che l’aveva vista sveglia, mentre con gli altri ninja si avviava verso il confine. Lei era stata lì, nascosta su un albero, e gli aveva fatto segno di stare zitto con quel suo modo impacciato e iroso, il modo di qualcuno che vuole apparire più grande di quanto è, e in fondo ne è cosciente. Ricordò quando la studiava, per vedere se riusciva a imparare qualcosa, e ricordò di quanto gli fosse sembrata strana in quei momenti, quella ninja che era una guerriera eppure no, pigra e svogliata ma, quando ci si metteva, incredibilmente dotata.
Era un enigma, Chiharu Nara. Un enigma controverso.
Gli sarebbe dispiaciuto non poterla osservare più a lungo.
«Voi avete già visto il figlio di Naruto?» chiese a un tratto, per alleggerire l’aria pesante che si respirava nella stanza.
«Mh? No, che io sappia nessuno l’ha visto» rispose Hitoshi accigliandosi. «Mia madre e mio padre sembrano sapere dove si trovi, ma nessun altro lo sa al villaggio. Lui si rifiuta di dirlo, non si capisce perché»
«Io ho sentito che dovrebbe tornare a casa presto» aggiunse Kotaro. «E che lo ha chiamato con il nome del quarto Hokage»
«Che sfacciataggine!» commentò Hitoshi scuotendo la testa.
«Beh, lui è forte… se suo figlio gli somiglierà, potrà portare degnamente quel nome» Kotaro scrollò le spalle, e nella mente dei due genin passò il ricordo del chakra rosso che ricopriva Naruto, e il lampo che li aveva accecati e aveva fatto vibrare la barriera degli altri ninja.
«Tsk. Comunque non sarà mai al livello del quarto Hokage» insisté Hitoshi. «Non hanno nulla da spartire quelle due famiglie»
«Una» lo corresse Jin distrattamente.
«Come?»
«Una famiglia»
«Che diavolo vuoi dire?»
Il figlio dell’Hokage fissò il piccolo Uchiha con espressione serena. «Mi stupisce che tu non lo sappia… Naruto Uzumaki è il figlio del quarto Hokage. E quindi Minato Uzumaki è il nipote di Minato Namikaze, ovvero il quarto Hokage»
Le mandibole di Kotaro e Hitoshi toccarono terra.
«Che cosa?!» esclamarono insieme, stupefatti.
«E tu come lo sai?» alitò il piccolo Uchiha. «Come fai ad esserne sicuro?»
«Il sesto Hokage dimentica spesso le chiavi dell’archivio segreto della Foglia sulla mensola del bagno, accanto a quei suoi strani libri…» Jin si strinse nelle spalle. «Ogni tanto vado là dentro e do un’occhiata. Ci sono tante cose interessanti, sapete?»
Ma Kotaro e Hitoshi erano troppo sbalorditi per meravigliarsi della distrazione di Kakashi, e continuavano a fissare Jin con gli occhi spalancati.
Quel buono a nulla del loro maestro, che loro avevano creduto relativamente in gamba ma nulla di speciale – se non quando impazziva – era il figlio dell’ultimo eroe della Foglia?
Lui?
Non riuscivano a capire se la notizia elevava improvvisamente Naruto o faceva precipitare Yondaime nella loro stima, ma prima che raggiungessero un compromesso la porta della stanza si aprì e Temari comparve sulla soglia.
«Niente urla qua dentro» disse secca, riferendosi al “che cosa?!” che avevano lanciato poco prima. «Ora andate, siete rimasti fin troppo»
«Ci dispiace» si scusò Jin chinando il capo. «Togliamo subito il disturbo»
Temari assottigliò gli occhi e li guardò sfilare finché non fu certa che fossero usciti. A quel punto li seguì e richiuse la porta. In corridoio c’era Shikamaru ad aspettarla.
«Sto io con lei» le disse. «Tu vai pure a tormentare un po’ mio padre»
«Bah, almeno lì si fa un po’ di conversazione…» borbottò lei. «Ci vediamo dopo»
Prima che si allontanasse, Shikamaru la afferrò per un polso e la trattenne.
«Andrà tutto bene» le sussurrò all’orecchio. «Chiharu è in gamba, ti assomiglia»
Temari esitò per un istante, e poi si lasciò andare a un piccolo sorriso.
«Lo so» disse, e si allontanò di umore leggermente migliore.
Dal fondo del corridoio, Kotaro, Jin e Hitoshi se la svignarono pieni di imbarazzo: avevano assistito a una scena che non avrebbero mai voluto vedere.
Agitati scesero le scale in fretta fino ad arrivare al pianterreno, e solo lì tirarono un sospiro di sollievo.
Jin si dissociò dalla gioia degli altri due, e invece si trovò per un attimo a pensare ad altro.
Una madre che si preoccupasse così per lui… come doveva essere?
Forse l’avrebbe trovata irritante, o forse no…
In ogni caso, se fosse rimasto bloccato in un letto di ospedale, suo padre non avrebbe mai potuto restare con lui troppo a lungo. Sicuramente ci sarebbero stati molti momenti che avrebbe passato completamente solo…
Uno starnuto lo distolse dai suoi pensieri.
Alzò lo sguardo insieme a Kotaro e Hitoshi, e vide Baka Akeru che, più in là, discuteva animatamente con un’infermiera e tirava su con il naso.
«Non ho il raffreddore!» esclamò esasperato. «E non ho bisogno di nessuna visita di controllo! Sono solo venuto a trovare una persona!»
«Ma sei così bagnato…» insisté l’infermiera.
«Mi lasci passare!» sbottò lui indignato.
Kotaro e Hitoshi ghignarono.
Nel profondo dei loro cuori erano giunti a una conclusione: Akeru doveva essersi preso una bella cotta per Chiharu.
Ma, chissà perché, il pensiero non era affatto gradevole. E allora si limitavano a gongolare della sua impossibilità di salire a vederla, senza domandarsi nulla, e in quella particolare occasione decisero di sfilare davanti a lui con lentezza esasperante e un ghigno sardonico.
Lui li vide, e immediatamente i suoi occhi azzurri si strinsero per la rabbia. Poi, dopo essere passati su loro due, scivolarono anche su Jin. E lì si tinsero d’odio vero e proprio.
Il figlio dell’Hokage ricambiò lo sguardo con uno disinteressato. Ma, un attimo prima di perdere il contatto visivo, i suoi occhi si fecero per un attimo freddi. Irritati.
Per tornare subito del solito blu velluto, come niente fosse.
Inspiegabilmente, Akeru avvertì un brivido.











Nel prossimo capitolo...


«Sapevo che ti avrei ritrovato qui»
Kakashi riaprì gli occhi bruscamente.
Per un attimo credette di aver sentito male. Non era possibile. Non poteva essere…
«Non mi guardi neanche più?»
Lentamente, lentissimamente, si voltò.
E quando vide una giovane ninja dai corti capelli castani e gli occhi blu, che lo fissava con un mezzo ghigno e una mano sul fianco, perse la parola.
«Non mi avevano detto che eri diventato muto» commentò lei con un piccolo sbuffo. «O non mi riconosci? Beh, capisco che siano passati molti anni…»
Lui deglutì. «Natsumi…» mormorò.








* * *

Spazio autore

La preview: per la serie, siamo vicini alla fine e i nodi si ingarbugliano ancora di più! Ve la ricordate ancora Natsumi?
Comunque, ho riletto i capitoli a venire e li ho trovati più piacevoli del previsto! Soprattutto la parte finale del prossimo!
Ricordo che li ho scritti a settembre dell'anno scorso, al ritmo di uno al giorno, terrorizzata dalla mia partenza per Bologna...
Ahh, alla fin fine è stato un bel periodo! Anche se un po' triste.
Ma immagino che non sia questo ciò che volete sentire da me! XD
Chiedo scusa, ma ho fregato tutti.
Lo scorso capitolo, francamente, non esisteva.
Poi ho avuto uno schizzo di malvagità e ho deciso di scriverlo per movimentare un po' le acque... (ed è il motivo principale del ritardo due capitoli fa!)
Chiedo scusa a tutti i lettori che hanno deciso di complimentarsi con il mio coraggio, ma fossi in voi starei in guardia...
Non ho detto che Chiharu è morta, ma nemmeno che sia fuori pericolo.
In linea di massima ricordate sempre questo principio: ogni personaggio ha una sua funzione.
Morirà solo una volta che l'avrà esaurita.
Chiedo ancora scusa a tutti coloro che mi avevano lodata per il coraggio.

Pensate positivo.
Ai miei contatti su messenger avevo assicurato che Haru era morta! XD

Una precisazione.
Mi prendo una pausa dal 19 luglio al primo settembre solo per quello che riguarda le longfic.
Ma c'è mezzo che compaiano sulla mia pagina personale delle one-shot, in questo periodo!
Se vi annoiate, sono lì! ^^

Scommesse sui morti
Shikamaru - 4 voti
Kakashi - 4 voti
Asuma - 3 voti
Tsuda junior - 3 voti
Temari - 2 voti (uno molto in forse)
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Ino - 1 voto
Sasuke - 1 voto
Un Uchiha - 1 voto
Hiashi - 1 voto
Naruto - 1 voto
Hinata - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Nessuno della Foglia - 3 voti


muccina89: in effetti si può dire che con questo capitolo io abbia detto: era tutto uno scherzo! XD Francamente mentre lo scrivevo non ero in vena di tristezze, anzi ridacchiavo come una matta... ma tant'è, così va il mondo! XD
Lily_90: ok. Ok, sono stata una gran bastarda! Ma guarda il lato positivo... Chiharu è - per ora - viva! Ciò detto, la mia parte di scrittrice si è molto emozionata per il tuo commento. Sentire che hai sofferto è stato molto lusinghiero per lei... Cerca di capirla, quella parte è una sadica bastarda! Ora però le carte sono di nuovo sul tavolo. Temari ha una remota possibilità di chiarirsi con Haru, e lei potrebbe anche sopravvivere. Insomma, non hai finito di seguire le vicende di quel minuscolo fagiolino che hai quasi visto nascere - quasi perché Sinners era a rating arancio e certe cose le ho lasciate all'immaginazione! XD Per il resto, presumo che tu sia rimasta discretamente delusa dallo scarso spazio riservato a Shika e Tem in questo capitolo. Io la sono rimasta. Quindi ho deciso di mettere mano ai prossimi e approfondire un filino la loro psicologia... E' bello poter modificare così una vecchia storia, perché le linee guida sono già segnate, e tra te con i Nara e Cami con gli Hyuuga, riesco ad approfondire meglio certi personaggi cui prima non facevo caso! XD
akane_val: ma salve, qual buon vento? XD Allora, che devo dire? Che il tuo commento, come tanti altri commenti malinconici, mi ha fatta ridere come una demente. Io sapevo che vi stavo prendendo in giro, e quindi quell'infima parte di me che ancora conserva un briciolo di umanità si sentiva in colpa, ma la parte restante gongolava come un macaco davanti a un casco di banane! XD Direi che in questo capitolo Konoha non era in lutto per Chiharu, e che la faccenda non si è rivelata poi così tragica... Certo, un coma è meglio di un decesso, ma Chiharu non è fuori pericolo, e Temari ha ancora un milione di faccende in sospeso con lei, e un senso di colpa opprimente. Per quanto riguarda il controverso rapporto tra Sakura e il settimo mini-Uchiha, sappi solo che la cosa non cadrà nel dimenticatoio, ma avrà conseguenze - anche se, te lo dico subito, non ci saranno chiacchierate con Sasuke. Mai dire a Sasuke "scusa, sai, ma per un attimo ho pensato di non voler far nascere tuo figlio!" - Infine, la sorpresina che mi stai preparando... Cos'è, cos'è? *_* Me curiosa! E non ti preoccupare se non la prepari entro il 19: parto per le vacanze, ma mi porto dietro sia computer che chiavetta internet! XD Ti pare che riuscirei a stare quasi un mese senza scrivere e sentire gli amici di messenger? Ovviamente no!
1992: l-le sfere di Orochimaru...? Ma perché lui, perché?! Credo che questa sia la cosa più macabra che ti abbia mai sentito dire, tra tutte le stronzate! XD Devo purtroppo deluderti riguardo l'aggiornamento della storia: quasi sicuramente non la finisco entro l'11, perché secondo i miei calcoli in quella data avrò pubblicato al massimo il capitolo 35, e dunque perderai gli ultimi due! Che forse sono i migliori, ovviamente! XD Mi spiace, ma davvero, se dovessi accelerare morirei...! Anche perché ho in ballo un paio di contest e devo darmi da fare a scrivere in tempo le fanfiction! Comunque, sono contenta che ti sia "piaciuta" la parte angst dello scorso capitolo, ma soprattutto quella comica! XD Ci tenevo particolarmente, lo confesso, anche se strideva nettamente con il resto della storia! Per quanto riguarda le tue congetture sulla morte di Sasuke, non credo davvero che tu vogla una risposta... -.- E riguardo a Tsuda jr e compare:
"sono andati in giro per il mondo e sono annegati in un lago dopo essere inciampati in un sasso". XD
arwen5786:
sì, Cami, certo. Se avessi scritto la fic in questo periodo non avrei ucciso Haru! ...Veramente è il contrario! XD Un anno fa lo scorso capitolo non esisteva, e l'ho creato apposta per voi utenti di efp! Ciò dimostra che la malvagità è come l'amore: non può che crescere! <3 Dai, guarda il lato positivo: non è stato un capitolo lacrimoso, anzi! E nel prossimo, arriva Neji! Su, dillo che sei felice! Tra parentesi... vorrei ricordarti queste tue esatte parole: se salvi Haru sono disposta a leggere ShikaIno e SasuIno. Me ne ricorderò.
lale16: mi spiace di aver "sprecato" le tue preziose lacrime, ma Haru è ahinoi ancora viva! XD E dunque le reazioni dei compagni sono molto mitigate dal "semplice" coma!
Kira33: innanzitutto sappi che leggere che ti sei svegliata pensando a Haru è fonte di grandissimo orgoglio per me! Anche la prima recensione non era così priva di senso - amo lo shock <3 - ma la seconda mi ha resa davvero felice! Tra l'altro posso anche rispondere alla tua domanda. Perché Chiharu?: dovessi ucciderla, lo farei perchè è una Mary Sue, e le Mary Sue nelle storie vincono sempre o muoiono eroicamente. E l'unico modo per nobilitare davvero una Mary Sue è farla morire come un personaggio qualunque, dal mio punto di vista. Senza contare che devo pur difendere la mia fama da "ninja più imprevedibile del villaggio di efp!" XD Ora veniamo all'ultimo dei Mohic... ehm, degli Uchiha. Oh poverino, devo proprio ucciderlo? ò.ò E dire che io gli ho già creato una faccia, nella mia testolina... e adorabili capelli rosa! Sasuke deve per forza soffrire, povera stella? Non basta che io lo ridicolizzi ad ogni capitolo? XD Dai, spero che questa volta andrai a dormire un po' più serena... e ti sveglierai pensando a belle cose!
Maobh: guarda. Avessi scritto la storia oggi, Haru sarebbe morta nello scorso capitolo. E proprio perché le Mary Sue non muoiono mai! XD Comunque ho i miei assi nella manica, ancora per qualche pagina... non tutto è definito! Leggendo tutte le possibilità di resurrezione che elenchi mi sono fatta quattro risate! La soluzione era molto più semplice! Errore umano. XD Ora un brevissimo OT: we have a problem! Causa improvvisi problemi con il padrone di casa, mi sto trasferendo... e dunque ho le giornate un tantinello impegnate. Se rinviassimo il nostro meeting a settembre per te sarebbe un problema? Credo che faccia abbastanza caldo da permetterci ancora un gelato da Gianni! XD
Killkenny: morire se frego te, eh... XD Non hai pensato neanche per un attimo che avrei potuto cambiare l'intero finale, vero? Comunque, ho una domandina da farti! Voci non confermate mi dicono che forse tu recensivi sul vecchio FFFever, è vero? La mia è pura e semplice curiosità, non ho secondi fini vostro onore! XD
slice: le mie meschine intenzioni! XD E poi! Alla fine non ho indirizzato la mia malvagità-mica-tanto-latente nemmeno su Chiharu... sono una tenerona, in fondo! (Naaah...) Ovviamente, prima della fine tutto può ancora succedere...
Serrua_chan: tranquilla, non ho nessuna "lista nera" su cui annotare i nomi di chi non commenta! Può capitare, non sempre c'è tempo, e i miei aggiornamenti sono discretamente rapidi! Quindi risponderò al tuo commento su entrambi i capitoli: ovviamente Naruto continuerà a procreare. Insomma, un bel giorno lui e Sasuke si troveranno a lottare per chi avrà la chioma più lunga, vuoi che non combattano sul numero dei figli? E dopo il numero, vuoi che non concorrano per la percentuale di maschi e di femmine? XD Il tuo commento sulla scena JiraTsu mi ha resa molto felice, perché tenevo parecchio a quei due. Trattare due personaggi così al di là della mia comprensione è molto, molto difficile... Io ho solo vent'anni e una vita priva di qualunque ostacolo, come faccio a entrare nella testa di due che sono praticamente veterani di guerra, e a rendere la profondità dei loro sentimenti senza farli sembrare due Peter Pan? Come faccio a farli avvicinare ricordando che gli ormoni vengono soffocati dai sentimenti, con loro, perché non c'è più un certo tipo di desiderio, ma c'è la volontà di stare insieme. E' stato piuttosto difficile calibrare l'intensità delle emozioni e la disillusione dei loro anni, ma confesso che alla fine il risultato non mi dispiace, anzi. Rimpiango solo di non aver concesso ai due più spazio, nella storia... Parlando dello scorso capitolo, niente fazzolettini, direi! Alla fine Chiharu non è morta, e i tuoi sogni HitoHaru hanno ancora qualche speranza! Oddio, fossi in te non ci conterei più di tanto, contando i suddetti ragazzini, ma puoi sempre cercare di corrompermi in qualche modo! Qualcuno è riuscito a farmi scrivere stralci HitoHaru, ma non ti dico con che fatica...! XD Dunque, se sono riuscita a stupire con la morte di Haru, sono riuscita a farlo anche con la sua non-morte? XD
Sky_Shindou: tu sei una delle persone con cui devo scusarmi. La desolazione del tuo commento è una di quelle che mi ha fatta sentire davvero in colpa, perché sapevo che il mio era solo uno scherzo di cattivo gusto. Ora, all'interno della narrazione ci sta. Gli errori di questo tipo sono plausibili in guerra, e di fatto non ho cambiato sostanzialmente la trama. Ma so che ho fatto "sprecare" a qualcuno un certo numero di lacrime, e di questo mi spiace molto. Spero che il sollievo basti a compensarle! Tra l'altro, con Chiharu è successo esattamente ciò che succede sempre quando muore qualcuno: tutti a dire "era tanto una brava persona...! Ogni tanto aveva i suoi momenti, ma era così bravo!" XD E dire che questa volta era solo il personaggio di una fanfiction, nemmeno tanto simpatico! Dovesse davvero morire Chiharu, comunque, hai azzeccato il vero problema: cosa farà Naruto?
Urdi: non è che stai impazzendo. E' che io non posso ragionevolmente mettere d'accordo tutti! Insomma, non è detto che una cosa che fa ridere Pinco faccia ridere anche Pallino. Così come io posso commuovermi come una scema per Itachi e non versare mezza lacrima per Naruto e Jiraya - non so se segui le scans, ma se non le segui spero di essere stata abbastanza enigmatica... E' anche giusto che ci siano pareri del genere, perché altrimenti inizierei a pensare che qualcosa non va, e che semplicemente i difetti in ciò che scrivo siano tanti da togliere la voglia di elencarli! XD Per assurdo, le fic con solo commenti entusiasti di solito sono le più vuote! Comunque, tornando al Peggior bla bla bla, Haru non è morta. Sono stata abbastanza stronza da limitarmi a illudervi che la fosse, ecco. Troppa cattiveria?
Ulixes: ok. Ok, ce la posso fare. La prima parte della tua recensione mi ha mandata nel panico! Non è che non riuscissi a leggerla, è che terribili memorie scolastiche mi hanno assalita a tradimento, cose come "Paradiso-canto XXXIII" e "questo è l'orale di maturità, prendiamo un argomento di ampio respiro: stabiliamo un paragone tra la Divina Commedia dantesca e il De Rerum Natura lucreziano". Ora, capisci che la tentazione di scagliare in aria il pc e gridare era forte. Molto forte. Poi, per fortuna, ho tenuto duro e constatato che a metà recensione ti sei rimesso a parlare come mangi, e ho tirato davvero un gran sospiro di sollievo! Allora, prima di tutto mi devo scusare. La morte di Chiharu era un vile inganno, per ora è ancora sospesa sul filo del rasoio, e forse questo potrebbe essere una delusione. Il capitolo magistrale con la sofferenza, le reazioni, l'introspezione, eccetera, sarebbe stato davvero bello e difficile da scrivere, ma non c'è stato. Non in questa sede. Ciò nonostante mi piace pensare che sia stata la storia in sé a piacerti - o così ho capito dal tuo commento - e che la presunta morte di Chiharu fosse solo uno dei particolari che ti hanno spinto a commentare. Francamente non so se potrebbe essere un seguito del manga di Kishimoto... Quando l'ho scritta, ci stava pure; ora, con gli ultimi sviluppi, credo che l'autore stesso inizi a incontrare le prime difficoltà ad orientarsi, e dunque come immaginare dove andrà a parare? XD Ma resta comunque una storia plausibile all'interno del mondo di Naruto, o così penso, e dunque non mi pento di averla scritta con le conoscenze che avevo allora. Se resterà una "storia famosa" sarà solo il tempo a dirlo (sì, so che sono molto altisonante! XD), ma io posso garantire di averci messo il cuore. E so che nelle pietre miliari di questo sito c'è tutto il cuore e l'impegno dei loro creatori, dunque almeno una vaga possibilità ce l'ho. Ammesso che il turpe voltafaccia di questo capitolo non precipiti l'intera storia nella mediocrità! XD
kage_naru89: sì, è piuttosto evidente che tu sia sconvolta! XD E ora cosa mi scriverai? "Viva... sono sconvolta..."?
SuperEllen: ahimé, mi sarebbe un po' difficile uccidere Jin! Conosco un paio di persone che pretenderebbero la mia pelle per un atto simile... e sono un paio di persone pericolose. Senza contare che, a conti fatti, Haru è viva! Quindi non hai ragione alcuna di prendertela con me! E, tra parentesi, gli Uchiha non diventeranno mai immortali. Hanno una loro utilità solo in funzione di personaggi angst, che gusto ci sarebbe a non ucciderli mai? Ad ogni modo, ti ho dato la dimostrazione tangibile che la speranza è l'ultima a morire! Haru è viva! Non proprio vegeta, ma comunque viva... E dunque niente capitolo strappalacrime con riflessioni e struggimenti, e balle varie. Per quel che riguarda Sakura, la questione del settimo figlio non morirà così, ma avrà ripercussioni. Solo, non posso dirti quando! XD
bambi88: ti prego, ti prego, ti prego, dimmi che lo scorso capitolo non ti ha depressa troppo! Dimmi che non ha avuto niente a che fare con la tua vita negli scorsi giorni! Haru è viva! Hai capito? E' viva! Il tuo personaggio preferito è ancora tra noi! Ti prego, dimmi che mi perdoni! Avrei voluto dirtelo via messenger, ma non potevo! Ti prego, comprendimi... Doveva essere il grande colpo di scena! Non potevo! ç_ç Ora non dedichi più la NaruIno a Haru, vero? ç_ç
Yume_Tsuki: abito in uno sperduto paesino della Val Camonica, con tante casette dal tetto rosso e le pecore in giardino... Ovviamente sto mentendo. Ma non ti darò mai i mezzi per cercarmi e linciarmi, debbo tutelarmi dai lettori io! E comunque, Haru non è mica - ancora - morta! <3
gracy110: sono d'accordissimo sui troppi morti. Ma direi che ormai ho assimilato la questione Jiraya e pure quella Itachi - Sasuke che fa il coglione lenisce ogni dolore! - e soprattutto che io non ho contribuito ad allungare l'elenco dei defunti! XD
Topy: ho riso mezzora con la tua recensione! XD Giuro, mi è piaciuta tantissimo!
izayoi007: ed è viva! Sì, lo so, sono un essere malvagio. Ho continuato a dire che era morta via messenger, e alla fine avevo già pronto il capitolo con il suo "misero" coma... In compenso non dovrai venire a cercarmi per farmi a pezzi! E mi spiace che tu abbia dovuto commentare tutti i capitoli in botta... Davvero, non era necessario! é_è
maninja87: gli esami dovrebbero essere andati bene. Quello che era fallito e poi non era fallito era andato bene! XD Ma se lo avessi ridato avrei preso trenta, visto che l'ho studiato di nuovo da capo, e ormai lo so perfettamente... Se poi quel gentile GNOMO del professore di storia si decidesse a pubblicare i risultati del compito, sarei anche una donnina felice... Ma comunque, non divaghiamo! Avevi un'inspiegabile speranza per Haru? Bene. Non era a vuoto! L'hai trattata male nei commenti? Puoi fare ammenda ora! Mamma mia, che tono marziale...! XD Comunque, niente lacrime e disperazione attorno alla nostra Mary Sue preferita, e tutto ciò accade nel resto dell'universo della fic troverà una sua soluzione, fidati. So che sembra impossibile, ma è così. Ho solo una piccola cosa da chiarire riguardo a ciò che dici nel commento: per me scrivere è riposare. L'estate non è il periodo in cui tiro il fiato dalla scrittura, ma quello in cui poso i libri e mi appiccico al pc nonostante il caldo! XD Per quel che riguarda la tua richiesta di regalo, potremmo avere qualche piccolo problema... Dopo l'uscita di Itachi, ho perso le speranze con Kishi. Immaginare ciò che ha intenzione di fare è troppo complicato, e non basterebbe una serie di cinque fanfiction per stargli dietro! D'altronde ci piace proprio per questo, e mi sono resa conto che forse preferisco chiudere la mente e godermi ciò che ci regala lui, sperando di non soffrire troppo alla fine... Mi auguro solo che non ragioni proprio esattamente come il fratello Seishi, che ha finito 666 Satan in modo molto, ehm, ambiguo? Insoddisfacente? Tristino? I presupposti di partenza delle sue serie sono paurosamente simili, ma Masashi tende ad avere una capacità narratoria più marcata... Mah, chi vivrà vedrà! Diciamo che per il tuo regalo sono più propensa a una fic in cui Sasuke, per una volta, sia un protagonista serio e fiero! XD Mi ci metto sotto!
Talpina Pensierosa: sì, io ti adoro! Che bello, un vecchio lettore sorpreso è il massimo per questa povera anima stanca! ç_ç Naturalmente, lo scorso capitolo era solo un inserto fake che non ha modificato la storia! XD Da ora e fino alla fine non cambierò più nulla, tranquilla!
sammy1987: ricomponiti, donna! Haru c'è! A metà, ma c'è! XD Non ti dico se ci sarà ancora sul finale, ma per ora è ferma immobile e non si muove dal suo lettuccio bello! Diciamo che Temari ha ancora la sua possibilità di spiegarsi...
DarkMartyx_93: non ti preoccupare, il tono dimesso del commento mi ha immalinconita un po', ma era solo il senso di colpa per la Grande Menzogna! XD Comunque facevi bene a sperare, visto? Io per prima so che i veri "problemi" non sarebbero con lei, ma con chi resta, e infatti tiro da sola un sospiro di sollievo salvandola! Certo, non è ancora fuori pericolo, e le mie parole potrebbero anche essere vili menzogne, ma intanto la speranza è una buona cosa! ^_^ Divertita in vacanza?
Ino_Chan: a-ehm, parlavi di morte necessaria? XD Direi che anche con Chiharu viva non cambia molto! <3

Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** A proposito di Jin ***


Naruto2-35

A proposito di Jin



- Trentacinque -







Kakashi capiva fin troppo bene che i veri problemi non sorgevano prima o durante la battaglia, ma dopo.
Per preparare i ninja che avevano combattuto al confine aveva impiegato una decina di giorni, scrivendo e cancellando nomi su una lista. Quando aveva affrontato il drappello di ninja della Roccia che avevano attaccato Hinata si era fatto un po’ male, sì, ma era riuscito in qualche modo a salvare la situazione, grazie anche a Naruto, in poche ore.
Adesso invece era in Grossi Casini.
C’erano gli Hyuuga nel caos, Naruto che non aveva un tetto sulla testa, Tsunade che lo voleva fuori di casa entro due giorni, la Sabbia che era entrata inspiegabilmente in una crisi agraria di proporzioni enormi e tutti i morti della Foglia che reclamavano vendetta. O così sostenevano i parenti, perché lui dalle bare non aveva sentito una voce. E, come ciliegina sulla torta, c’era Chiharu Nara, rivelatasi ancora una volta insperatamente utile, che dopo aver deciso di tornare ad essere ninja, come gli aveva riferito Naruto, cadeva in coma.
Se Kakashi non fosse stato assolutamente certo della superiorità del caso sulla consequenzialità, avrebbe quasi detto che era la contropartita della loro vittoria sulla Roccia.
Che bello essere Hokage in quei momenti.
Sospirò, mentre, solo davanti alla lapide degli eroi di Konoha, cercava un po’ di conforto tra i morti, lasciando che la pioggia inzuppasse gli abiti neri che aveva indossato per il funerale.
Probabilmente se Obito fosse stato vivo gli avrebbe tirato un pugno e gli avrebbe ordinato di non perdere tempo, ma di darsi da fare.
Obito… lo aveva visto morire due volte e seppellito una sola.
E continuava tuttora a sentirsi disperatamente in colpa.
Lesse il nome di Tsunade, e un sorriso gli stirò le labbra sotto la maschera. Era un errore sulla lapide, ma lì sarebbe rimasto, perché era giusto che fosse inciso.
Poco più su trovò nomi noti, vecchi compagni, conoscenti, ninja che aveva solo sentito nominare. Qualcuno della squadra Anbu, ninja semplici, gli Hokage, Uchiha, Nara, Akimichi, Hyuuga… c’era anche il nome di Hiashi, in coda.
Solo lui sapeva che mancava qualcuno.
E fu a quel nome che pensò per ultimo, con un senso di colpa ancora maggiore di quello che provava per Obito.
Abbassò le palpebre.
Chiese perdono per la milionesima volta.
Ma non ottenne risposta.
«Sapevo che ti avrei ritrovato qui»
Kakashi riaprì gli occhi bruscamente.
Per un attimo credette di aver sentito male. Non era possibile. Non poteva essere…
«Non mi guardi neanche più?»
Lentamente, lentissimamente, si voltò.
E quando vide una giovane ninja dai corti capelli castani e gli occhi blu, che lo fissava con un mezzo ghigno e una mano sul fianco, perse la parola.
«Non mi avevano detto che eri diventato muto» commentò lei con un piccolo sbuffo. «O non mi riconosci? Beh, capisco che siano passati molti anni…»
Lui deglutì. «Natsumi…» mormorò.
«Ah, ma allora ricordavi» sorrise lei.
«Non dovresti essere in missione nel Paese della Pioggia?» chiese Kakashi pressante.
«E’ saltata la mia copertura» rispose lei stringendosi nelle spalle. «Sono, come si suol dire, scappata con la coda tra le gambe»
«Non abbiamo ricevuto nessun messaggio, nulla che…»
«Non ho avuto tempo. Ehi, che fine ha fatto il tuo spirito di osservazione? Sono appena arrivata, non vedi che non faccio una doccia da almeno tre giorni e che darei il mio braccio destro per un letto?»
Kakashi abbassò lo sguardo dagli occhi blu della kunoichi ai suoi abiti sporchi e strappati. Lei sbuffò.
«Ah già, finalmente posso mettere questa» sembrò ricordarsi all’improvviso, ed estrasse dalla magra scollatura un coprifronte con il simbolo della Foglia. Con evidente soddisfazione se lo legò in fronte. «Allora? Come mi sta?» chiese. «Sono invecchiata?»
«…Non saprei» rispose Kakashi ricomponendosi rapidamente.
Obbligò il suo cuore a rallentare, a non tradirlo, e cercò di sciogliere i muscoli irrigiditi della schiena. Respirò a fondo senza farsi notare.
Natsumi gli lanciò un’occhiata indagatrice. «Mi sembri nervoso, Kakashi. Non me lo aspettavo dal nuovo Hokage» sorrise. «A proposito, congratulazioni. Anche se…» il sorriso si tramutò in un ghigno. «La sorpresa più grande è stata indubbiamente un’altra. Non hai idea di quante informazioni viaggino da un Paese all’altro, soprattutto se sono pettegolezzi… e ho sentito che il piccolo Jin è un bambino in gamba»
Il cuore di Kakashi ebbe un sussulto.
No. No, doveva stare calmo…
«Ha gli occhi blu, vero?» chiese lei in tono discorsivo. «E visto che i tuoi occhi sono neri, devo dedurre che siano della mamma… ma i capelli sono tuoi, mi dicono. Peccato. Rossi sarebbero stati più belli, anche se su un maschio fanno meno effetto» il suo sorriso si fece più serio. «Dimmi, Kakashi…» mormorò avvicinandosi, con aria quasi minacciosa. «Gli occhi del piccolo Jin sono forse come i miei?» si fermò a pochi centimetri da lui. «Hanno questa tonalità, o una simile?» lo fissò. «Guardali, Kakashi. Guardali e dimmi se li riconosci in tuo figlio»
L’Hokage rimase immobile per qualche secondo. Poi abbassò le palpebre, accigliato.
Natsumi sorrise, e fece un passo indietro.
«Mi basta questo» commentò. «Anzi, no…» si corresse dopo un attimo, all’improvviso seria. «Dov’è la cara mamma? Dove hai lasciato Haruka?»
«Non posso dirtelo»
A Kakashi costò molto lasciar uscire quelle parole dalla bocca. Gli fecero male.
Natsumi sbuffò. «Uff… L’ennesima missione super segreta?» chiese in tono lamentoso. «Ma non è possibile! Come puoi tollerare che la donna che ami stia lontana da te? Non sei un vero uomo! Sei l’Hokage, ordinale di tornare a casa!» sorrise con aria furba. «Immagino che ti manchi almeno quanto manca a me, anche se tu non sei sua sorella… Ma, d’altronde, ci sono cose che non si possono fare con una sorella. Come un piccolo Jin»
Smettila!, avrebbe voluto gridarle. Smetti di torturarmi, smetti di parlarmi di lei!
Ma non poteva. Non poteva dire a Natsumi la verità, non poteva dirle che sua sorella era già morta da tanto tempo… da anni… e che lui…
«Va bene, ho capito!» sbottò lei all’improvviso, interrompendo il flusso dei suoi pensieri. «Non vuoi dirmelo! Sei perfido, Kakashi» gli mostrò la lingua. «Io non sono ancora adulta nel vero senso del termine, quindi per oggi lascio perdere perché sono stanca, ma da domani tornerò alla carica finché non ti avrò fatto parlare! Preparati!»
Kakashi le lanciò un’occhiata neutra, ringraziando la maschera che portava sul viso.
Guardandola, e stentando a riconoscere la ragazzina che aveva incontrato alla Pioggia, si rese conto che il tempo ultimamente aveva accelerato bruscamente. Anche lui ormai aveva quarantasette anni, e si avvicinava inesorabilmente alla vecchiaia. Anche quel Naruto che aveva visto nascere ora cresceva figli suoi… il tempo andava avanti, scorreva, e nessuno ne era immune…
Nessuno, tranne i morti.
«E con questo silenzio che la dice lunga su quanto io sembri invecchiata, me ne andrò a fare la tanto desiderata doccia» sbuffò Natsumi. «In questi anni sei diventato parecchio distratto, lo sai Kakashi?»
Lui le rivolse un mezzo sorriso sotto la maschera. Lei inarcò un sopracciglio.
«Stai sorridendo?» chiese perplessa. «E levati quella roba, che non si capisce mai cosa pensi»
«La tengo apposta» ribatté lui piano, e le parole che Haruka tanto spesso gli ripeteva, parole molto simili a quelle di Natsumi, tornarono pungenti alla sua memoria.
«Come vuoi… allora inizio a braccarti da domani» fece Natsumi con un cenno vago. «Ah sì, dovrò andare a trovare anche il tuo gruppo… mi pare abbiano prolificato anche loro! Dev’essere un virus! Buona giornata»
E con un ultimo sorriso e l’accenno di un inchino, scomparve in uno sbuffo di fumo.
Kakashi si ritrovò di nuovo solo, confuso e inquieto.
Natsumi era tornata.
E con lei tutta una serie di pensieri che aveva nascosto per anni e anni anche a sé stesso.
E Jin… come avrebbe reagito alla sua comparsa? Forse avrebbe dovuto chiarire le cose con lui prima che lei facesse danni…
Ma era così difficile
Ancora più difficile che sistemare i guai di un dopo battaglia.
Sospirò, e si passò una mano sul viso, sentendo sotto le dita la stoffa scura.
La maschera.
La portava da sempre, fin da bambino, e la toglieva solamente quando era completamente nudo. Persino per mangiare si limitava a scostarla.
Al mondo esistevano solo due donne che potevano dire di aver visto il suo volto con calma.
E una di loro era la madre di Jin.

*

Natsumi dovette frugare nella terra dei vasi davanti all’ingresso per almeno mezzora prima di trovare le chiavi di casa. Arrugginite e sporche, alla fine riuscì a stringerle in mano, e decise di pulirle sugli abiti, che tanto erano già da buttare. La maglietta avrebbe anche potuto essere lavata, le piaceva abbastanza, ma aveva uno strappo sulla spalla che si era fatta buttandosi in quella scarpata coperta di rovi, e lei non era assolutamente in grado di ripararla.
Una ninja, letale con uno spillone ma anche con un peluche, che non sapeva nemmeno rammendare un calzino. Che pena.
Sorrise di sé stessa, scavalcando i resti dei vasi che aveva frantumato per cercare le chiavi. Le erbacce che da anni avevano soppiantato i gerani sembravano lanciarle occhiate d’accusa, con le radici al vento.
«Scusate, belle» disse Natsumi senza ombra di rimorso.
Scrollò le chiavi dalle ultime tracce di terriccio e le inserì nella serratura della porta. Per fortuna giravano.
«Vediamo un po’ questo luogo oscuro…» mormorò aprendo con cautela.
La casa era una piccola villetta color terra tra altre due molto simili. Aveva un minuscolo giardino incolto sul davanti, e le persiane sprangate da anni e anni.
Natsumi non ci era mai entrata. Non che ricordasse, almeno.
Le avevano detto che era nata lì, che vi aveva trascorso il primo anno della sua vita, ma era stata troppo piccola per serbare memoria di un periodo tanto lontano.
Entrando trattenne il respiro.
Quella era la casa dei genitori che non ricordava.
La casa in cui aveva vissuto sua sorella.
Però… che strano.
Mentre i suoi occhi si abituavano all’oscurità e distinguevano i mobili del salotto coperti da teli chiari, passò una mano sulla mensola accanto all’ingresso. Sui polpastrelli delle dita rimase uno spesso strato di polvere.
Haruka era via da tanto tempo?
Sospirò, esasperata. Kakashi era un uomo troppo ligio al dovere… avrebbe dovuto essere egoista ogni tanto. Se non per sé stesso, almeno per suo figlio: quel bambino aveva il diritto di passare del tempo con sua madre.
Ah già. Chissà se c’era l’acqua.
Ma prima di pensare alla doccia doveva far prendere aria alle stanze.
Mentre si muoveva a tentoni cercando di non urtare i mobili, i suoi pensieri, inevitabilmente, divagarono.
Kakashi…
Erano passati quattordici anni dall’ultima volta che l’aveva visto, e, le rare volte che aveva dovuto mandare dispacci alla Foglia dopo la sua nomina a Hokage, comunque non aveva potuto ricevere risposte.
“E’ passato così tanto?” si chiese realizzandolo con orrore. “Dio mio… Dobbiamo essere proprio invecchiati, tutti e due. Forse dovrei procurarmi anche io una maschera, tanto per nascondere le rughe”
Sospirò, e sorrise appena, malinconica.
Quattordici anni.
Buffo.
La gente diceva che il tempo cancella ogni cosa…
Ma a quanto pareva, la sua ‘cotta adolescenziale’, come l’aveva classificata allora, non era ancora passata.

*

La residenza principale degli Hyuuga era un’arnia in fermento.
Silenziosa e immobile se vista dall’esterno, traboccante di vita e movimento all’interno.
Hiashi Hyuuga, il capoclan, era morto.
Da giorni, a quanto pareva.
Più o meno due secondi dopo il cordoglio erano nate le recriminazioni e le accuse, alle guardie che non lo avevano sorvegliato, alle cameriere che non avevano notato nulla, ai parenti stretti che non erano stati in grado di capire.
Altri cinque secondi e l’odio si era trasformato in ferma decisione a diventare il nuovo capoclan.
C’erano almeno una decina di persone che, per un motivo o per l’altro, potevano accampare quel diritto, e nessuna di loro era disposta a cedere ora che si presentava un’occasione tanto ghiotta.
Dalla parte della casata principale qualcuno aveva suggerito che Hinata prendesse le redini del comando in quanto figlia maggiore; l’ipotesi era stata subito scartata non appena i consiglieri anziani avevano ricordato con chi era sposata e in che rapporti questa persona era con Hiashi. Allora qualcuno aveva tirato fuori Hanabi e suo marito, sicuramente coloro che si presentavano meglio per quel ruolo; ma anche la controparte maschile della secondogenita di Hiashi non incuteva molta fiducia, e dunque qualcuno storceva il naso davanti alla loro candidatura. Subito dietro venivano cugini e parenti acquisiti che improvvisamente giuravano di essere stati i migliori amici del defunto capoclan e di aver sentito dalla sua voce che li voleva come suoi successori, ma loro non venivano presi seriamente in considerazione.
E poi c’era la casata cadetta.
Riunita in massa nell’affermare che Neji Hyuuga era l’unico in grado di sostituire Hiashi, e nel ricordare a tutti quanto fossero stati legati zio e nipote negli ultimi tempi.
C’erano state discussioni a non finire, riunioni, piccole campagne elettorali da un’ala all’altra della residenza.
Molti premevano per avere un nuovo capo ufficiale entro i funerali, ma presto era diventato evidente che non avrebbero raggiunto un accordo in tempo. Alla fine avevano optato per un compromesso, ovvero l’elezione di un capoclan temporaneo che presenziasse ai funerali, e la successiva richiesta all’Hokage di intervenire personalmente e decretare il vero successore di Hiashi Hyuuga.
Si erano allora svolte delle brevi elezioni formali, in cui si erano riuniti i dieci rappresentanti più importanti della casata principale e i cinque della casata cadetta. La casata principale era convinta di uscire vincitrice dallo scontro, con almeno uno dei suoi candidati, ma sorprendentemente – neanche tanto, in realtà – là dove loro avevano finito per dividersi tra quattro aspiranti diversi, la casata cadetta era rimasta compatta e aveva dato tutti i suoi cinque voti a Neji.
Era stata una vittoria schiacciante, alla quale erano seguite ovvie polemiche. Ma i funerali erano imminenti, il clan aveva bisogno di un capo di rappresentanza, e così alla fine la casata principale aveva dovuto attenersi al piano di partenza e nominare Neji capo provvisorio.
Naturalmente ai funerali l’aria era stata satura di tensione nel gruppo degli Hyuuga, e non solo perché si trovavano davanti alla bara del loro assassinato ex-capo, ma anche perché Hanabi dietro a Neji continuava a lanciare occhiate roventi al cugino.
Lui si era comportato in maniera impeccabile.
Compassato, dignitoso, aveva ignorato i sussurri alle sue spalle e mostrato il giusto cordoglio. Aveva riaffermato per l’ennesima volta l’innocenza del clan davanti agli avvenimenti dei giorni precedenti e la ferma convinzione che nessuno dei suoi parenti avrebbe mai potuto tradire il villaggio, e alla fine si era anche scusato per i disagi causati dalla negligenza delle loro guardie nel sorvegliare e proteggere Hiashi.
E, subito dopo il funerale, tra l’indignazione della casata principale, era andato da Sasuke per chiedere il rilascio dei membri del clan che erano stati trattenuti dopo il combattimento a casa di Naruto.
Ora, seduto su una morbida poltroncina rivestita di cuoio nell’ufficio del capo della polizia, attendeva pazientemente.
La stanza non era molto grande, ma ben arredata. Per terra si stendeva uno spesso tappeto che attutiva il rumore dei passi, sopra il quale posavano una scrivania di mogano lucido e due poltroncine. Alle pareti c’erano scaffali coperti di libri, fotografie e onorificenze ricevute nel corso degli anni dal corpo della polizia, e, dietro la sedia dallo schienale alto del capo, una grande finestra che dava sul cortile interno, coperto di ghiaia e ben curato. Una finestra con vetri a specchio, ovviamente.
Dopo almeno dieci minuti di attesa, Neji prese a tamburellare con le dita sul bracciolo della poltrona, facendo vagare gli occhi sui documenti che coprivano il piano di lavoro lucido.
Anche Sasuke sembrava avere le sue belle grane. E la quantità di lavoro che doveva ancora sbrigare era inquietantemente simile a quella di Kakashi.
Lo Hyuuga sorrise. E dire che una volta la loro maggiore preoccupazione era essere l’uno più forte dell’altro, e poi entrambi più forti di Naruto.
Mentre involontariamente i suoi pensieri prendevano la via del passato, la porta dell’ufficio finalmente si aprì, e Sasuke fece il suo ingresso.
«Scusa l’attesa» si affrettò a dire attraversando rapido il tappeto. Neji, alzatosi in piedi, chinò brevemente il capo. «Dovevo decidere come punire la retroguardia che si è fatta addormentare prima dell’attacco al villaggio…» borbottò l’Uchiha aggirando la scrivania e lasciandosi cadere sulla poltrona. Neji, risedendosi, notò che indossava ancora gli abiti da lutto del funerale di quella mattina. «Kakashi sta smaltendo il lavoro piazzandolo sulle spalle di tutti… come se noi non avessimo già i nostri problemi!» sbuffò passandosi una mano sul viso. «Allora» riprese dopo un attimo di pausa, in tono più professionale. «Immagino tu sia qua per il dossier sull’omicidio di Hiashi Hyuuga»
Neji rimase spiazzato per un istante. «Veramente ero qua per gli uomini del mio clan» lo corresse piano. «Però, già che ci siamo…»
Sasuke inarcò le sopracciglia scure. «Vuoi dirmi che appena finito il funerale non ti hanno tolto la carica di capoclan provvisorio?» domandò con un ghigno ironico. «Mi aspettavo che ti assalissero dietro la porta»
«Non ho dato loro il tempo» ribatté Neji. «Ma parlavi di un dossier… cioè?»
«Tieni» Sasuke prese una spessa cartella che era posata sulla scrivania e gliela gettò sulle gambe. «Se vuoi ti faccio un rapido riassunto di quello che c’è scritto» offrì.
«Sarebbe utile, grazie…» mormorò lo Hyuuga sfogliando le pagine coperte di una scrittura fitta e minuta.
«Ricordi l’intruso che era penetrato nel villaggio qualche tempo fa? Quello che aveva preso il posto della domestica di Naruto?» chiese l’Uchiha, e Neji annuì. «La sera della scomparsa della ragazza, Hiashi era stato da Hinata, ed era stato l’ultimo a parlare con la domestica. Quando l’abbiamo interrogato ha assicurato di essere stato accompagnato alla porta e di aver lasciato la ragazza senza degnarla di uno sguardo, ma le nostre indagini sono arrivate ad altro. Confesso che buona parte di ciò che c’è scritto in quel dossier è frutto di supposizioni impossibili da provare ora che la spia è morta, ma sono sicuro quasi al cento per cento che sia tutto giusto. Quella sera l’intruso, che allora aveva le sembianze della domestica, ha ucciso Hiashi e preso il suo posto. Credo che abbia passato mesi a studiarlo, anche in privato, per sapere esattamente come comportarsi, e infatti non ha sollevato sospetti fintanto che non è entrato in azione, riuscendo anche a evitare il riconoscimento per mezzo del byakugan. Ma l’altro giorno, a casa di Naruto, il suo comportamento ha iniziato ad apparire strano agli uomini del tuo clan, che hanno iniziato a non eseguire i suoi ordini. Lui in quel momento non aveva più bisogno della copertura, sicuro com’era della vittoria, e non si è curato di sembrare il vero Hiashi. Il resto, dall’arrivo di Naruto a quello che è successo poi… beh, lo sai, credo. La notizia non è stata divulgata, ma suppongo che tu ne sia al corrente»
Neji annuì, accigliato. Richiuse il dossier e se lo posò in grembo, tornando a guardare Sasuke. «Gli uomini del clan Hyuuga sono abituati ad obbedire agli ordini del capoclan» disse. «Fintanto che erano convinti di seguire le direttive di padron Hiashi, sono stati soltanto meri esecutori. E poi, quando hanno iniziato a dubitare, si sono tirati indietro. Non credo che possano essere considerati traditori»
«No, infatti» assentì Sasuke. «A dire il vero sembrano costernati, attualmente, e qualcuno è in stato di shock. Affermano di essere stati sbalorditi dall’apparente tradimento di Hiashi, e qualcuno è addirittura stato felice quando ha scoperto che seguiva gli ordini di una spia, e che il capoclan non era impazzito. Ad ogni modo…» frugò tra le carte sulla scrivania. «Qui, da qualche parte, ho l’ordine di scarcerazione per loro. Viene direttamente da Kakashi e dagli anziani, e mi serve solo una firma del capocl… cioè, una tua firma per lasciarli sotto la vostra custodia. Poi sarete voi a decidere cosa farne. Ah, ecco» finalmente sembrò trovare il documento che cercava, e, dopo aver sistemato un angolo leggermente piegato, lo tese a Neji. «Lì, metti una firma sotto la mia e quella di Kakashi»
Neji diede una rapida occhiata al documento, e poi firmò.
«E’ tutto?» chiese a Sasuke.
«Sì. Vieni; ti accompagno alle celle, così puoi portare subito a casa i tuoi uomini…» rispose lui alzandosi in piedi. «A proposito. Ho sentito che la decisione finale sul capoclan degli Hyuuga è in mano a Kakashi. Pensi che ti lascerà sulla poltrona più alta?»
«Qualunque cosa faccia, sarà per il bene del clan, e io lo appoggerò» rispose Neji impassibile.
L’Uchiha ghignò. «Mi sa che sei piuttosto convinto di restarci, eh?» commentò.
Neji si accigliò, mascherando il leggero imbarazzo con un colpo di tosse, e così facendo mancò l’arrivo ancheggiante di Fay, l’unica donna nella squadra speciale di Sasuke.
«Salve capo» salutò lei strizzando l’occhio a Neji, che la fissò perplesso. «Le ho portato l’elenco che cercava»
Per lei l’uniforme era un’optional. Fasciata in un attillato abito nero lungo fino al ginocchio e stretto in vita da una spessa cintura di coccodrillo, giocherellava con il pendente di smeraldo che cadeva dritto dritto nella generosa scollatura. I neri capelli ricci ricadevano sulle spalle fino a confondersi con la stoffa del vestito, e gli occhi verdi continuavano a saettare sullo Hyuuga.
«Ah, le nuove opzioni…» borbottò Sasuke corrucciato.
Quando era tornato dalla battaglia al confine aveva gentilmente suggerito a Reiki, il membro più anziano della sua squadra, di fare richiesta per la pensione. Lui aveva accettato di buon grado, confessando che da qualche tempo il lavoro si era fatto pesante, ma ora Sasuke doveva trovare qualcuno con cui sostituirlo. Possibilmente un uomo che avesse altrettanta esperienza. E così aveva chiesto a Fay di stilare un elenco dei possibili candidati – incredibile a dirsi, quella donna non aveva solo un corpo, ma anche un cervello – e di portarglielo il prima possibile.
“Accidenti… saranno cinquanta pagine” constatò con un gemito interiore. Alzò lo sguardo su Neji, e poi fissò Fay.
«Neji, scusa, al momento sono un po’ impegnato» esordì. «Prendi il documento con le firme e fatti accompagnare da Fay fino alle celle, per favore. Noi dobbiamo salutarci qui. Fay, per te è un problema?»
La donna gli rivolse un sorriso smagliante.
«Certo che no, capo» esclamò per poi rivolgere un’occhiata carezzevole a Neji. Gli tese una mano dalla manicure perfetta e le unghie di un rosso intenso. «Piacere, Fay. Neji Hyuuga, non è così? Ho sentito molto parlare di lei… beh, chi non ne ha sentito parlare?» rise, con una risata sicura e niente affatto sciocca, e tuttavia per certi versi inquietante. «Mi segua, per favore» aggiunse dopo che lo Hyuuga le ebbe stretto la mano.
Prima di allontanarsi dietro al rumore secco dei suoi tacchi, Neji lanciò un’ultima occhiata incerta a Sasuke, ma lui era già immerso profondamente nella lettura del suo plico. Lo Hyuuga, con un velo d’ansia negli occhi, si incamminò diretto alle celle…

*

Baka Akeru non era mai stato un tipo coraggioso.
Era piuttosto intelligente, aveva talento come ninja, imparava in fretta, ma cercava sempre, prima di tutto, di non correre rischi inutili. Il che sarebbe anche stato positivo, se per lui la voce ‘rischi inutili’ non fosse stata comprensiva di qualunque cosa che potesse anche solo danneggiarlo lievemente.
Di solito era un tipo prudente. Non cercava la rissa se non lo mandavano fuori dai gangheri, ma si limitava a stracciare l’occasionale avversario con la propria superiorità intellettuale – o così amava definire la lingua tagliente e l’insolita abilità nell’individuare i punti deboli del nemico. E gli unici in grado di mandarlo fuori dai gangheri erano i tre membri del gruppo sette e il figlio dell’Hokage.
Ora, il suo odio per Jin Hatake era noto anche a chi non conosceva nessuno dei due, così come i suoi disperati quanto vani tentativi di mostrarsi superiore a lui, ed era risaputo che ogni volta che si incontravano scoccavano scintille.
Akeru non andava spesso in cerca di Jin. Ogni tanto, dopo un allenamento secondo lui particolarmente fruttuoso, si imbarcava nella folle impresa di sfidarlo al riparo di occhi indiscreti, e puntualmente veniva sconfitto su tutta la linea.
L’ultima volta che avevano combattuto in quel modo risaliva a mesi prima, quando erano ancora allievi dell’Accademia ninja, e lo scontro era finito nel solito modo: con Akeru a terra e Jin che se ne andava senza neanche un graffio.
Solo che lui, lo sconfitto, non era riuscito a tenere la bocca chiusa. E, anche se all’inizio non ci aveva fatto molto caso, con il tempo si era accorto che qualcosa era cambiato nell’atteggiamento di Jin, dopo quella sua uscita.
Prima c’era stata indifferenza. Fastidio. Insofferenza.
Ora c’era una vena di rancore. Vero rancore.
Akeru era insolitamente abile nell’individuare i punti deboli dell’avversario. Non doveva neanche pensarci, che le parole uscivano da sole dalla sua bocca e colpivano là dove faceva più male, incidendo a fuoco una ferita che non poteva rimarginarsi con una benda.
Durante la sua ultima sfida con Jin, era riuscito per la prima volta a farlo arrabbiare.
Nessuno aveva mai visto Jin Hatake alterato; qualcuno diceva che era un bambino strano e apatico, che non aveva sentimenti; ma Akeru lo aveva fatto arrabbiare.
Aveva visto quei suoi occhi blu come velluto ribollire d’ira non repressa, aveva visto la sua mascella indurirsi e aveva sentito le ossa della sua mano scricchiolare.
Era stato il pugno più forte che avesse ricevuto in vita sua. Aveva fatto male per almeno due settimane, prima di sistemarsi. E i segni erano rimasti molto più a lungo, fino al diploma dell’Accademia.
Ovviamente lui non aveva detto a nessuno come se li era procurati.
Ora, però, erano cambiate un po’ di cose, almeno dalla sua parte. C’erano stati avvenimenti che Akeru pensava avessero avuto un certo influsso su di lui.
E quindi si buttava dritto verso il suicidio.
“No, dai, non mettiamola così” si disse nervosamente. “Non è detto che me le prenda per forza… In fondo voglio solo parlare. Giusto?”
Si torse le mani sudate, seduto rigidamente su una delle panchine del parco. Nella buca della sabbia i bambini giocavano felici, ora che la terribile ragazzina che li terrorizzava sembrava scomparsa, e il sole faceva finalmente capolino tra le nubi, dopo che quella mattina, al termine di almeno trentasei ore di pioggia ininterrotta, l’acqua aveva smesso di cadere. Faceva anche caldo.
Akeru inspirò a fondo.
“Beh. Non è detto che venga” rimuginò, inspiegabilmente confortato. “Magari ha un impegno. Una missione”
Poi avvertì un brivido gelido.
Alle sue spalle c’era qualcuno.
«Quando ho visto questo, mi sono detto: che stronzata» mormorò una voce fredda, subito dietro la panchina. Akeru sentì il rumore di carta strappata, e poi, con un notevole sforzo di immaginazione, il fruscio che fecero i frammenti toccando il suolo.
Deglutì.
«Però sei venuto» si costrinse a dire, cercando di mantenere un tono neutro e ritrovandosi con una vocetta stridula e irriconoscibile.
«Cosa vuoi?» chiese duro Jin.
Akeru dovette racimolare tutto il suo coraggio per alzarsi in piedi e girarsi a fronteggiarlo. La panchina che li separava gli sembrò improvvisamente qualcosa di meraviglioso.
Il figlio dell’Hokage era fermo dall’altra parte, le piccole mani lungo i fianchi e quegli occhi blu, rancorosi, che non sembravano affatto appartenere a un bambino di soli sette anni, puntati su di lui. Lo fissava, in irritata attesa, e sembrava che attorno alle sue spalle ci fosse un leggero strato di elettricità statica.
«Ecco, sì, ehm…» iniziò Stupido schiarendosi la voce. «Ricordi quella piccola sfida che abbiamo fatto all’Accademia?» chiese, in tono discorsivo.
Gli occhi di Jin lampeggiarono. «Quella in cui mi hai tanto gentilmente parlato di mia madre?» sibilò, e questa volta la minaccia fu tangibile nell’aria. «Non ti avevo già spaccato la mandibola per questo? Ne vuoi ancora?»
«Era solo slogata!» protestò Akeru indignato. «Ma non sono qui per questo. Io volevo… ecco, beh, sai tutto quello che ho detto, no?»
«Potrei ripetertelo parola per parola…» Jin strinse gli occhi.
«Sì, ehm… che memoria. Comunque» inspirò a fondo. «Non era vero»
Jin si accigliò, scettico.
«Me lo sono inventato» continuò Akeru rapidamente. «Sì, tutta la storia che lei era… una di quelle donne che passeggiano eleganti, ehm, e che tuo padre era ubriaco… che tutti lo sapevano al villaggio…»
“Non ripeterglielo, e che cavolo! Vuoi morire?” si disse disperato, mentre la sua bocca continuava da sola.
«Sì, insomma, quello. Non era vero. Nessuno sa chi sia tua madre» riassunse in poche parole.
Jin continuò a fissarlo.
«Hai paura di me?» chiese a un tratto.
«Certo che no!» sbottò indignato Stupido.
“Certo che sì!” gridò la sua testa, notevolmente più razionale.
«Non me lo stai dicendo solo perché hai paura?» insisté Jin. «Non è che quello che hai detto è vero, però tu non vuoi rischiare…»
«No! Assolutamente no!» Akeru scosse in fretta la testa. «E’ la pura verità. Chiedi a chi vuoi, a tuo padre, al primo che incontri per strada… ti diranno che un giorno l’Hokage è spuntato al villaggio con te, e che non ha mai detto a nessuno di chi eri figlio»
Jin abbassò lo sguardo, riflettendo.
Erano più di quattro mesi che rimuginava sulle parole di Stupido, senza mai trovare il coraggio di chiedere a suo padre se fossero vere o meno… mesi che si chiedeva se la sua nascita fosse un errore, se sua madre lo avesse lasciato perché era un fastidio, se suo padre lo avesse raccolto per pietà… mesi e mesi e mesi…
Ed era tutta una balla?
Normalmente si sarebbe infuriato.
E invece all’improvviso si rese conto che era solo immensamente sollevato.
Poteva ancora immaginare qualunque cosa, la principessa di un Paese nemico, una storia drammatica in cui i due amanti sono ostacolati dalle famiglie, un demone che aveva rapito sua madre, qualunque cosa.
Non più una squallida tresca finita male, con perenne vergogna di suo padre.
Non più un desolante abbandono.
Non più pena anziché amore paterno.
Fu come se gli avessero tolto un grosso peso dal cuore.
Prima di accorgersene, si trovò con la fronte distesa e un sorriso ebete stampato in faccia. Quando tornò ad accorgersi anche di ciò che gli stava attorno, vide Akeru ricambiare esitante il sorriso.
Tornò immediatamente serio.
Okay, confessando lo aveva reso sollevato e più felice, ma questo non cancellava i mesi di angoscia che la sua perfetta recitazione e la sua fantasia malata gli avevano inflitto.
«Va bene» disse soltanto, freddo.
«Ehm, tutto qui?» chiese Akeru incerto, lasciando scemare il sorriso.
«Cosa vuoi ancora?» frecciò Jin. «Che per una volta ti lasci vincere, visto che non sarai mai al mio livello?»
Una vena si gonfiò sulla fronte di Stupido.
«Io ti batterò, imbecille! Prima o poi ti supererò!» gridò additandolo.
«Sta’ zitto… che pena…» ribatté il figlio dell’Hokage, scuotendo la testa.
Una nube andò ad oscurare il sole, mentre la rabbia montava dentro Akeru e gli faceva serrare i pugni frementi.
«Ti toglierò quella smorfia dalla faccia!» ringhiò furente. «Non avrei mai dovuto chiamarti qui oggi!»
«E’ solo l’ultimo dei tuoi mille errori, allora»
«Senti un po’, tu…!» iniziò Akeru, con una mezza intenzione di scavalcare la panchina e saltare addosso a Jin, ma prima che potesse farlo sentì una voce chiamare il suo avversario, alle proprie spalle.
Irritato dovette bloccarsi e girarsi, solo per vedere un Kotaro evanescente e tremolante correre verso di loro tutto affannato.
«Jin… Jin!» strillò la copia malandata, raggiungendoli. «E’ Chiharu! Sta… sta male… presto!»
Quel Kotaro semitrasparente forse non era un prodigio del chakra, ma manteneva tutti i sentimenti e il carattere di chi lo aveva creato.
E quando vide Jin accigliarsi e Akeru sbiancare, non poté fare a meno di provare un po’ di pena per quello Stupido che aveva mirato troppo in alto.


*


C’è lei.
E c’è un’altra lei.
Nient’altro.
Bianco tutt’attorno, un candore accecante e insopportabile.
Abbassa lo sguardo sul suo corpo, sulle sue mani innaturalmente pallide, e scopre che ha addosso una camicia da ospedale.
Dove sono?’
L’altra lei le sorride, arrogante.
Perché tu sei vestita da ninja e io ho questa schifezza?’ chiede contrariata.
Ma quella non sembra avere intenzione di parlare.
La guarda un po’, inclinando la testa di lato come fa solo quando pensa intensamente, e il suo sguardo corre sui sandali, sui vestiti, sul coprifonte lucente legato sopra gli occhi.
Quello è mio’ dice indispettita, e tende una mano. ‘Ridammelo’
L’altra continua a sorridere, scuotendo la testa.
Non è tuo!’ insiste lei, e fluttua in avanti, senza corpo e senza peso.
Il sorriso dell’altra si allarga.
Sangue sugli angoli della bocca.
Una goccia, una grossa goccia scarlatta che cresce sulle labbra rosee, e poi scende lungo il mento e cade in quel biancore senza fine.
E poi un’altra, e un’altra ancora.
Cosa stai facendo?!’ grida allarmata, con uno scatto in avanti. ‘Quello è il mio corpo!’
Ma l’altra sorride e sorride ancora, e arretra mano a mano che lei si avvicina.
No!’ grida, terrorizzata, le mani tese e le dita aperte, i muscoli sforzati al massimo. ‘No no no no!’
Il sangue continua a cadere nel vuoto, non più solo dalla bocca ma anche dal naso e dalla fronte, ora. Sul fianco destro, sotto il seno appena accennato, sembra esserci una fontanella d’acqua scarlatta che qualcuno ha lasciato aperta.
Il bianco che circonda entrambe osserva, silenzioso e indifferente.
La sua voce non riecheggia.
La sua angoscia può solo aumentare.
Fermati!’ ansima, senza fiato.
E all’improvviso l’altra si ferma davvero.
L’afferra per un braccio, e le sue dita non hanno il colore malato di quelle di lei. Sono scure, sono calde, e sono forti. Troppo forti.
Sotto il palmo inizia ad allargarsi una chiazza rossa, ma di un rosso malato e pallido, e capisce che quello è il suo sangue, e non dell’altra.
Che cosa stai facendo?’ alita spaventata, gli occhi spalancati per il terrore.
L’altra ghigna, con il viso sporco di quel liquido denso, e si strappa il coprifronte dalla testa. Le unghie insanguinate lo macchiano, ne offuscano la lucentezza, sembrano quasi scioglierlo.
Glielo tende.
Ma lei non lo vuole.
No, così non lo vuole, non può volerlo…
Cerca di respingerlo, cerca di liberarsi dalla stretta che le serra il braccio, ma le unghie dell’altra sono penetrate nella carne, e fanno male, troppo male!
Smettila!’ grida angosciata, e le lacrime le offuscano la vista. ‘Smettila!’
La smorfia terribile dell’altra si amplia smisuratamente, il suo sorriso si fa più largo dei limiti della faccia, i denti diventano acuti e spaventosi.
Un chakra rosso e vibrante la ricopre, e brucia, brucia come carbone ardente sulla sua pelle troppo bianca. Code, nove code tutt’attorno, contaminano il bianco, lo corrodono, e poi si avvolgono attorno a lei.
Grida.
Grida con tutto il fiato che ha in corpo, con tutte le energie, con tutta la sua ultima disperazione.
Tu verrai con me
La voce dell’altra la coglie impreparata. Un ringhio basso con qualcosa di familiare, e sullo sfondo fusa soddisfatte.
Non può opporsi.
Non può fare altro che gridare.
E inizia a precipitare, avvolta in un abbraccio rovente…
cade, sempre più giù, sempre più giù, sempre più giù, sempre più giù…




In una stanza d’ospedale affollata, le lenzuola si tingono di sangue.
E il bip-bip della macchina collegata al cuore si trasforma in un cupo, singolo, bip prolungato…








* * *

Spazio autore

Niente preview oggi per il semplice motivo che non riesco a rileggere il prossimo capitolo e prepararvela.
Sorry, guys, ma anche io mi stanco di tanto in tanto!
E se voglio pubblicare tutti i restanti capitoli in un tempo ragionevole, non posso concedermi distrazioni.
Tra l'altro, vedendo che abbiamo raggiunto le 900 recensioni, stavo vaneggiando sulla possibilità di arrivare a mille...
...Ma essendo la metà di voi in vacanza, mi sembra alquanto improbabile! ç_ç
Poteva essere - e sarà - la mia unica possibilità di arrivarci, sigh, per cui, doveste approdare su queste pagine anche dopo la fine della fic,
me lo lasciate un commentino-ino-ino? *occhioni dolci*
Dai, giusto perché vi ho fatto il capitoletto con Jin puccioso e tenero!

Ah, giusto.
Dopo il trentasettesimo ed ultimo capitolo, ci sarà un piccolo e stupido special.
Ve lo ricorderò per allora, ma intanto vi preparo già all'idea che non abbandonerete i personaggi troppo bruscamente!

Attenzione!
Ho ricevuto un regalo.
Un regalo davvero splendido.
Ed è un regalo che ha bisogno di essere citato qui, per me e per voi tutti.
Ringrazio davvero profondamente akane_val... davvero.
Sono ancora sconvolta ed emozionata, ma la ringrazio!
http://aya.forumcommunity.net

Scommesse sui morti
Shikamaru - 4 voti
Kakashi - 4 voti
Asuma - 3 voti
Tsuda junior - 3 voti
Temari - 2 voti (uno molto in forse)
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Ino - 1 voto
Sasuke - 1 voto
Un Uchiha - 1 voto
Hiashi - 1 voto
Naruto - 1 voto
Hinata - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Nessuno della Foglia - 3 voti


bambi88: vedi? Per questo non volevo che tu leggessi il capitolo della "morte di Haru"... Perché non volevo che ti deprimessi così! Ma alla fine le cose si sono sistemate per il meglio, direi! ^^
Kira33: aaaaallora, Natsumi è la sorella di Haruka, esatto, e direi che Sasuke ha avuto la sua bella comparsata già in questo capitolo, non pare anche a te? ^_^ Per il resto, non credo ci sia davvero bisogno di ringraziarmi per aver tenuto in vita Haru... Non ucciderla significa avere mille chances in più per torturarla.
Talpina Pensierosa: sì, beh, non vantiamoci di sapere tutto! In fondo il capitolo speciale non lo conosci nemmeno tu! ^_*
akane_val: ah, che dolore sentire che la tua coppia preferita è la SasuSaku... confesso di non trovarli molto simpatici, si vede? XD Eppure li ho anche messi insieme... Ma si sa, quando si meritano, nel bene e nel male, Dio li fa e poi li accopp(i)a! Lieta di sapere che ti piace Jin, ma chiariamo subito un malinteso: ha solo sette anni, e non è decisamente il tipo da innamorarsi della più scontrosa e scassaballe del circondario! Vuole avere lui in mano la situazione. Ehm, vorrà. A sette anni non vuole nulla. ò.ò Per quanto riguarda Neji, diciamo che gli indizi sono tutti in questo capitolo! E Hitoshi... bah, il solito pirla. -.-
slice: molto semplice: Natsumi - e la sorella Haruka - sono state ampiamente citate in Sinners, il prequel del Peggior bla bla bla. Non è fondamentale conoscerle ai fini della vicenda, ma potrebbe essere utile per farsi almeno un'idea! ^_^ Se non altro per la descrizione fisica! XD
Lily_90: perché nella recensione ci sono critiche e complimenti, e quando siamo via messenger mi insulti e basta? T_T Tu sei troppo affezionata a chiunque abbia nel cognome Nara, mia cara! Riguardo alla scenetta pseudo-tenera di loro all'ospedale, come già ti ho anticipato non sarà l'ultima. Insomma, direi che li maltratto abbastanza con Chiharu, senza andare a ficcare il naso nella loro intimità! Comunque, se mi scrivi queste recensioni stillanti miele e amore, mi invogli da matti a uccidere e resuscitare tutti i Nara in sequenza! <3
Ino_Chan: mi spiace, ma devo contraddirti. Ci sono anche morti necessarie, e spero di riuscire a dimostrartelo! Certo, gli autori possono trovare scappatoie e vie di fuga, ma quando un personaggio viene salvato "per i capelli" è lo stesso lettore a rendersi conto dell'assurdità della cosa...
arwen5786: niente HitoHaru. Basta. Ho chiuso, mi sono disintossicata! Ora nella mia testa vagano solo nebulose e impossibili JinxHinagiku - la prima figlia di Naruto, per intenderci - e su di loro niente lemon, che sono bambini! E preparati a vedere ShikaIno e SasuIno abilmente nascoste qua e là! E accontentati del Neji di questo capitolo, che lo vedrai ancora... uhm, una volta credo. E poi stop! Ma la sua uscita di scena sarà molto figheggiante! Per quello che riguarda la mamma di Jin, qui se n'è parlato un po'... Ma se io non confondo le acque non sono felice!
Yume_Tsuki: eheheh... sai che il compito di un personaggio potrebbe anche essere proprio morire? Nel senso: può darsi che certi personaggi esistano soltanto per modificare qualcosa in quelli che li circondano, magari proprio morendo sotto i loro occhi. Ipotesi interessante, non trovi? Tra parentesi... Sasuke sembrava persino intelligente in questo capitolo? Sono o non sono stata brava?
sammy1987: nella mia testa Baka, dei mocciosi, è il più simile a Naruto. E' testardo, gradasso, un po' tonto ma di acciaio inossidabile! Gli altri possono accusarlo e denigrarlo più e più volte, ma lui non si lascerà abbattere, perché è uno che sa il fatto suo e sa cosa vuole. E' un tantino frustrato, povero ragazzo, ma non è debole. Mai. Al contrario di hitoshi, che invece parla e parla, ma al primo sbuffo di vento si disintegra come un castello di carte. U_U Prima che tu mi uccida per quest'uscita, ricorda che Sasuke è stato molto presente in questo capitolo!
RedCrossBook: ma nooooo! Ti sei perso l'effetto a sorpresa dello scorso capitolo, mannaggia a te! Peccato, avevo infuso ogni goccia di malvagità che avevo in corpo in quella sorpresa... Comunque, non è che Naruto può diventare Hokage solo se Kakashi muore. Ricordati che il quarto Hokage è stato eletto mentre il terzo era ancora vivo! Dunque che ragioni avrei per uccidere il nostro capelli d'argento?
Ulixes: ...per caso, sai, in maniera del tutto aleatoria, eri un utente di manga.it? Tu sai che se così fosse e tu me l'avessi tenuto nascosto, potrei trovare il modo di ledere permanentemente una parte del tuo pc? Rileggendo la recensione mi sa proprio di sì, e dunque preparati! Cavallo di troia in arrivo! Nel caso tu ti chieda perché, ho anche una comoda ed efficiente risposta: io pensavo di poterti ingannare impunemente!! Ma tu devi dirmelo se sai già come vanno le coseeeeee! Se no sembro una cretina! ç__ç
kage_naru89: ahah, cercavo solo di sdrammatizzare! Non volevo certo ridere alle tue spalle! (ehm... diciamo che l'ho fatto alle spalle di tutti i lettori)
Urdi: a me dispiace per Hiashi, e tanto. Con il senno di poi, mi sono pentita di averlo ucciso in maniera tanto infima... Avrei potuto donargli una morte gloriosa! Va beh. Amen. (mi sono ripresa dal dolore straordinariamente in fretta, vero? XD) Sul futuro di Haru, mi sento di commentare con la descrizione di una carinissima emoticon di messenger che patpatta (voce del verbo patpattare) la testolina gialla dell'altra, come a dire "ceeeerto!". Mi sembra alquanto esemplificativa. Il fatto invece che tu abbia preferito il Peggior bla bla bla a Sinners mi stupisce parecchio! Rileggendoli mi sono accorta che gli ultimi capitoli sono meglio di quanto ricordassi, ma ero davvero convinta che Sinners fosse migliore sotto molti aspetti! XD Mistero! Beh, a un certo punto suppongo anche che si tratti di impressioni personali, e de gustibus eccetera eccetera! XD
Sky_Shindou: abbiamo qui una sostenitrice della HaruBaka? (mi era uscito HitoBaka, mentre ero soprappensiero... Ho immaginato la scena e ho vomitato, prima di continuare a rispondere al commento) Ammesso che Chiharu si svegli, fossi in te non perderei le speranze riguardo a questi due! Hanno una compatibilità che rasenta lo zero cosmico, ma non si sa mai... XD Magari crescendo cambiano! (o magari peggiorano, adesso che ci penso... -.-)
maninja87: mi piacerebbe poter dire, traboccando orgoglio: sì, il capitolo in più l'ho scritto in un'ora mentre ripassavo per l'esame in cui ho preso trenta! Ma, ahimé, non ho preso nessun trenta e ci ho messo addirittura sei giorni, tra una balla e l'altra! T_T Me tapina, la mia immagine distrutta! Per il resto, vorrei saltellare gioiosa a causa del tuo commento, ma mi trovo a scuotere la testa pensando alla tu opinione su Jin e a quello che è successo tra lui e Baka. Ora che lo sai, non pensi che Jin abbia un minimo di ragione, almeno? Allora, la tua storia arriverà. Con calma e sangue freddo, ma arriverà! XD Sai quanto sarà difficile, lo sai?? Sasuke eroico... brr... era dai tempi di Redenzione che non lo dipingevo così! Riguardo a Itachi, ho sperato fino alla fine che Kishi ci stupisse uccidendo Sasuke, ma di fatto mi aspettavo che le cose sarebbero andate come sono andate. Ciò che mi ha stupito è la nuova e inedita caratterizzazione di Itachi - che, a voler ben vedere, è ancora tutta da appurare...
Killkenny: e dopo l'ennesima di una lunga serie di gaffes, stendiamo un velo pietoso e andiamo oltre... Devo imparare a non fidarmi di chi mi mette le pulci nell'orecchio!
izayoi007: io opto per l'opzione "saltami al collo e coccolami per aver salvato Haru"! Si può? Se non altro mi sono salvata la vita, e poi in questo capitolo hai fatto indigestione di Jin! Che vuoi di più, un Lucano??
Hipatya: minuscola puntualizzazione: lo ammetto pubblicamente, è Kotaro il mio preferito tra i mocciosi! U_U Baka e Jin a seguire. (uhm... però in effetti Baka sta guadagnando un sacco di punti...) Ah, mi tiri in ballo addirittura Tsuda per la (seconda) resurrezione di Haru? XD E poi? La fata madrina chi è, Konan? (affinità cromatica... e lo so che quella turchina era di pinocchio, ma concedimi il crossover!)(ok, ho perso il filo di quello che stavo dicendo) Comunque, tranquilla: continundo ad aggiornare ogni due giorni, come ora, il 15 luglio dovrei aver postato anche lo special finale, e chiuderò baracca e burattini con la coscienza a posto! Senza contare che pc e vodafone key mi seguiranno fedelmente nel mio tour vacanziero, dunque, in effetti, non sarò mai sola! *_*
muccina89: perché, perché, perché tanti tra voi vogliono sapere che ne è degli Uchiha?! Ma chi se ne frega, dico io! Finché non creano problemi, che se ne stiano al loro posto inascoltati! ARGH! Comunque, parlando di cose nettamente più piacevoli, le sorelle Muto (ci hai azzeccato, bravissima! ^^) sono tornate in scena (a metà) per quel che riguarda proprio Jin... Ma ancora non ti è dato sapere in che senso! E ti chiederai: quando, allora, visto che mancano tre capitoli alla fine?? E io risponderò: presto, molto presto...
Serrua_chan: ti adoro, ormai è ufficiale. *_* Sei la prima che tira fuori un po' di cervello e ipotizza che Haru potrebbe anche rimanere sola, cosa che sembra scandalizzare tutti gli altri lettori. Insomma, con il caratterino che si ritrova dove va a prenderlo un uomo che la sopporti?! E' peggio persino di sua madre, e ha un gigantesco complesso di Edipo irrisolto, visto che riesce a perdere la testa per uno come Sai! Mi è piaciuto da impazzire che tu abbia notato l'ironia del capitolo. Pensavo di vederla solo io, perché non avevo futili angosce del tipo: oh mio dio, sono morti un sacco di ninja e Chiharu è in coma!, e invece c'è sempre qualche persona che sviluppa una sensibilità più acuta e trova le sottotrame che infilo qua e là. Lo scorso capitolo mi è servito molto per delineare il rapporto tra i mocciosi, e fa un po' il paio con questo che precisa la situazione tra Akeru e Jin. Riguardo a Temari, confesso che questa volta le ho donato una parte del mio carattere: se per qualche ragione sto soffrendo, per quanto tu cerchi di starmi accanto, io sarò sempre portata a trattarti male. E' una forma di autodifesa, la sublimazione del dolore con la rabbia, e anche se detta così fa schifo, in realtà è una reazione molto più comune di quanto si pensi. Se si ha la fortuna di avere accanto qualcuno che sa come penetrare la barriera dell'astio, però, allora quello è il momento in cui tutto si scioglie, compreso il grumo di rancore che allontanava il mondo intero, e si torna a respirare. Ma fintanto che le porte sono chiuse, potresi avere davanti anche il Mahatma Gandhi (pace all'anima sua), e lo tratteresti inevitabilmente male. Ehm... la shottina sulle doppie punte potrebbe anche starci, ma temo che uscirebbe decisamente nonsense! °_°
DarkMartyx_93: nessuno sarebbe capace di uccidere qualcuno per ben due volte  <-- buffo. Io continuo a uccidere e uccidere e uccidere Naruto, e non mi sento nemmeno particolarmente malvagia... Natsumi era un personaggio di Sinners, insieme alla sorella Haruka. Tutto ciò che puoi sapere di loro, tuttavia, è quello che leggi in questo capitolo, e, opzionalmente, che in passato Kakashi ha avuto una relazione con la misteriosa, scomparsa e (a quanto pare) morta Haruka. Prima di lasciarti, confesso che adoro depistare le persone, ma il vero problema sorge nel momento in cui rivelo la mia vera identità... Perché tutti pensano che io depisti verso il male e poi viri al bene, e invece... potrebbe essere tutta una grande operazione di depistaggio...
Topy: oh, ma vi siete fissati tutti con la storia che Haru è figlia unica! Insomma, non è che Temari e Shika sono sterili adesso! Anche ammesso che lei muoia, potrebbero sempre avere altri figli! (che io affettuosamente ho già battezzato haru2, 3, 4, 5...)
Maobh: ora sai perché Jin e Baka non si possono vedere! XD Direi che la causa di tutto sono la demenza di Baka e l'ingenuità di Jin, o forse la mia mente malvagia che si diverte a creare queste sottotrame stupide... Tra parentesi, ho avuto un terribile flash di Sailor Haru che scaglia il suo Shuriken di Luna contro il malvagio demone della Roccia... sai che questo mi porterà alla psicanalisi per i prossimi 25 anni, e che sarai tu a pagarla? (e mi porterà anche a uno stupido disegno, oh sì!) Ah, prima di settembre mi ricordi ancora il tuo compleanno, che estraggo un regalo dal cappello? XD
gracy110: nella mia testa suspance è sinonimo di sofferenza. Quindi sì, mi diverto molto a farvi soffrire! <3 Ah, dei ragazzini c'è Jin che non si è mai preso una cotta per Haru. Tutti sembrano convinti del contrario, ma io garantisco per la sua rettitudine! Mi chiedi perché Kushina spaventasse Naruto e Minato no, e ti rispondo molto semplicemente: la mamma è sempre la mamma! XD Naruto ha passato una vita intera a cercare di superare il padre, e ora che ci è riuscito (è più forte di lui, non mi stancherò mai di dirlo) può permettersi di "rendergli onore" dando il suo nome al figlio appena nato. Ma Kushina nella sua (e mia) testa rimane un'icona, la donna per eccellenza. Non si può dare un nome tanto prezioso al proprio figlio, per quanto lo si ami. E' un po' lo stesso motivo per cui nessun papa prende il nome di Pietro: chi si accollerebbe un distintivo tanto impegnativo? Ah, naturalmente Kishimoto può smentirmi in qualunque momento... e, basically, quando ho scritto lo scorso capitolo era appena uscito il nome di Minato! E io me ne sono innamorata! <3
lale16: dillo che la volevi morta, confessalo! XD Comunque in questo capitolo hai visto che anche Baka ha le sue colpe... non tutti sno candidi e puri come il mio piccolo Kotaro! OuO

Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** Un buon inizio ***


Naruto2-36

Un buon inizio



- Trentasei -







Sakura arrivò all’ospedale ansante, coperta di sudore, accaldata e, contro ogni logica e buon senso, disperatamente desiderosa di sukiyaki bollente. Stupide voglie da donna incinta. E dire che solo quella mattina aveva vomitato tutta la colazione dieci minuti dopo averla mangiata.
Senza ascoltare l’infermiera che le venne incontro preoccupata, attraversò l’atrio diretta alle scale. Sapeva che non avrebbe dovuto fare sforzi e che avrebbe dovuto stare calma e a riposo – era un medico, e che diamine! – però nel tempo che avrebbe perso ad aspettare l’ascensore, sarebbe salita e scesa quattro volte dall’ultimo piano. Era una donna incinta e un medico, ma soprattutto era una kunoichi.
Salì i gradini due a due, ricordando a sé stessa di riprendere gli allenamenti il prima possibile, e quando arrivò all’ultimo piano si scoprì affannata ma lucida.
Il corridoio era deserto, ad eccezione di quattro persone ansiose davanti a una stanza dalla porta chiusa.
«Mamma!» esclamò Hitoshi vedendola affrettarsi dalla loro parte.
«Da quanto sono dentro?» chiese lei rapida prima ancora di averli raggiunti.
«Pochi minuti» rispose Shikamaru, seduto su una panca davanti alla stanza a torcersi nervosamente le mani. Le sue occhiaie si erano fatte più spesse dal giorno dei funerali.
Seduto a una certa distanza da lui c’era un Kotaro bianco come un lenzuolo e sull’orlo delle lacrime, e Temari faceva avanti e indietro mordendosi le unghie.
«Okay. Non vi preoccupate, ci penso io» li rassicurò Sakura passando loro davanti. Aprì la porta della stanza senza bussare, ed entrò, richiudendosela immediatamente alle spalle.
La prima regola di ogni medico è: menti sempre sulle condizioni del tuo paziente, perché il più delle volte i parenti prendono ogni goccia di sangue per l’ultima; la mossa più saggia, sempre e comunque, è parlare prima di mostrare. Quando un medico ha le mani su un paziente, ciò di cui ha più bisogno è concentrazione. E un parente isterico che strilla “lo state ammazzando!” non aiuta.
Shikamaru e Temari erano ninja, erano abituati al sangue, e Kotaro e Hitoshi erano stati addestrati abbastanza bene da non avere reazioni esagerate – o almeno lo sperava. Ma, quando gli occhi le caddero per la prima volta su Chiharu, Sakura ritenne di aver fatto davvero molto bene a chiudere in fretta la porta.
C’erano due medici e almeno quattro infermiere attorno al suo letto, tutti freneticamente impegnati a far ripartire il suo cuore.
«E’ arrivata la dottoressa!» esclamò una delle infermiere con infinito sollievo. Aveva uno schizzo di sangue sulla guancia.
«Cosa è successo?» chiese Sakura facendosi infilare un paio di guanti in fretta. Non c’era tempo per lavarsi, ma almeno i guanti sterili erano necessari.
«Il ventricolo destro è collassato, la pressione è crollata» rispose pronto uno dei medici. «Collasso dei vasi. Da qualche secondo ECG piatto»
«Spostati» lo scostò bruscamente, e posò la mano sul petto di Chiharu.
Un leggero strato di chakra andò a rivestire palmo e dita, a sondare, a cercare il problema in profondità.
Ed eccolo.
Una piccola, minuscola bolla d’aria incastrata in una delle arterie che avvolgono il cuore. Probabilmente un residuo dell’ultima operazione, quella al fianco. Qualcuno doveva aver sbagliato qualcosa, e quella piccola mina vagante aveva circolato per il corpo di Chiharu fino ad andare a incastrarsi lì.
Sakura si morse il labbro inferiore. Uno stupido errore medico! La cosa che odiava di più.
«Dobbiamo fare in fretta» disse in un mormorio rapido, mentre il chakra attorno alle sue dita si faceva tagliente come un bisturi. «Ho bisogno di tutto l’aiuto possibile»


Akeru e Jin arrivarono dopo pochi minuti, affannati per la corsa, e quando Hitoshi vide Stupido scoccò un’occhiataccia a Kotaro.
«Perché c’è anche lui?» sibilò.
«Era lì…!» si giustificò il piccolo Lee, offeso. «Non potevo mica dirgli: ‘fatti da parte, ho un segreto da rivelare solo a Jin’»
«Sì che potevi!» brontolò Hitoshi.
«Come sta?» chiese Jin avvicinandosi a loro, mentre Akeru restava su una panchina più distante, bianco come un lenzuolo.
«Non lo sappiamo» rispose Kotaro con un sospiro.
«Mia madre è entrata da poco» aggiunse Hitoshi. «Lei sistemerà tutto»
Jin annuì, e si sedette tra il piccolo Lee e Shikamaru, che, come sua moglie, non aveva aperto bocca da quando era arrivata Sakura.
«Ho mandato un messaggio anche a Naruto» disse.
«E io uno a Sai» borbottò Kotaro accigliato.
«Perché a lui?» scattò Hitoshi. «La farà soltanto incazzare, quando si sveglierà!»
Kotaro corrugò ancora di più la fronte.
Non aveva mandato il messaggio per lui… ma per lei. L’arrivo di Sai avrebbe fatto incazzare Haru, ma probabilmente sarebbe anche stata contenta di vederlo.
«Perché sì» si limitò a dire, secco.
Hitoshi scosse la testa.
Calò il silenzio. Oltre la porta della stanza di Chiharu potevano sentire vaghi rumori e voci soffuse, ma non riuscivano a capire cosa dicessero, né come stessero andando le cose.
La tensione si poteva tagliare con il coltello, il silenzio era pesante come un macigno.
A un tratto, il rumore di una porta che si apre.
Tutti alzarono la testa di scatto, speranzosi, ma era soltanto Shikaku Nara che usciva dalla sua stanza sul fondo del corridoio. Le stampelle risuonavano sinistre sul pavimento lucido, che rimandava l’immagine sfocata della sua faccia solcata dalle cicatrici.
«Perché siete tutti qui?» chiese sorpreso.
Temari scambiò un rapido sguardo con Shikamaru. Nessuno di loro aveva pensato ad avvertirlo, presi com’erano dal panico.
«Chiharu» disse Shikamaru. «Sta male»
«Cosa? E perché nessuno mi ha detto niente?» chiese lui accigliandosi.
«Tanto anche se stiamo qua in trecento le cose non cambiano» rispose Temari tra i denti, e il suo tono fece sussultare Kotaro e Hitoshi. Con tutte le volte che l’avevano incontrata ultimamente, mai l’avevano vista più irritabile e minacciosa.
«Ma cambia per me» ribatté Shikaku, raggiungendoli. «Te l’ho già detto, Temari: lei è tua figlia, ma anche mia nipote»
Senza che lei ribattesse, lui si sedette accanto a Shikamaru, in silenzio.
Seguirono altri penosi secondi di vani tentativi di capire cosa succedeva oltre la porta. Temari si alzò e risedette almeno duecento volte, e Kotaro iniziò a pensare che avrebbe scavato un solco nel pavimento lucido.
Poi arrivò Sai, con la solita espressione indifferente e il passo silenzioso e misurato. Temari si degnò di scoccargli un’occhiata raggelante, alla quale lui rispose inclinando semplicemente la testa, ma nessuno aprì bocca al suo arrivo. Lui, come Akeru, andò a sedersi a una certa distanza dagli altri.
Alla fine, dopo altro tempo ancora, si sentì il netto rumore di passi pesanti sulle scale, e Naruto comparve nella sua chiassosa maniera.
«Come sta?» esclamò, ignorando completamente i mille cartelli che tappezzavano l’ospedale e imponevano il silenzio.
«Non lo sappiamo» rispose Shikamaru come una tiritera. «E’ dentro da… non so nemmeno quanto. C’è anche Sakura con lei»
«Maledizione!» imprecò Naruto fissando nervosamente la porta bianca. «Proprio adesso…!»
Jin lo guardò inarcando un sopracciglio.
«Proprio adesso cosa?» si lasciò sfuggire.
Naruto lo guardò come se lo vedesse per la prima volta.
«Ci sei anche tu?» chiese. «Ah, ma certo, che idiota… il messaggio era tuo… Niente. Lascia perdere»
Distolse lo sguardo, per paura che quel bambino straordinariamente intuitivo vi leggesse il suo senso di colpa.
Quando aveva ricevuto il suo messaggio, stava giocherellando con Minato insieme a Hinata. Solo il giorno prima si erano trasferiti in una delle residenze secondarie degli Hyuga, che Neji – ancora capo provvisorio del clan, dato che impediva agli altri di riunirsi di nuovo e che Kakashi tergiversava – aveva gentilmente concesso, e lui si stava godendo beatamente un po’ di sana vita familiare, mentre Hanako e Hinagiku giocavano a fare le ninja in giardino – con scarsi risultati, peraltro, soprattutto considerato che la più piccola aveva due anni e la più grande la costringeva a fare il cattivo.
Poi aveva visto quel passero volare nella stanza e attorno alla sua testa.
Aveva letto il messaggio che portava.
Si era lasciato alle spalle una copia e, con il suo corpo originale, era schizzato via.
Chiharu non poteva morire.
Non ora.
Già che fosse in coma era profondamente ingiusto, ma che morisse…
non poteva succedere!
Lui doveva ancora ringraziarla per Hinata.
Lei doveva tornare ad essere ninja.
Doveva tornare nel gruppo sette, doveva mettere in riga Hitoshi e Kotaro, fare la sbruffona, l’arrogante, e imparare a controllare il suo chakra.
Doveva vivere.
Aveva ancora tutto il tempo del mondo davanti a sé…
Non poteva sprecarlo perché loro si erano distratti.
Naruto sapeva che era suo compito controllare gli allievi. E Haru era rimasta tale, anche quando aveva smesso di essere ninja.
Era suo compito occuparsi di lei!
Era suo compito accorgersi delle sue ferite!
Era suo compito che sopravvivesse!
E invece si era distratto. Quale Hokage avrebbe commesso un simile errore?
Se Kakashi le fosse stato vicino come lui, se avesse visto il sangue su di lei, non l’avrebbe lasciata con Stupido per correre dietro a sua moglie, ma avrebbe fatto in modo di occuparsi di ogni cosa, ne era certo.
Non come lui.
E adesso, poteva solo aspettare.
Fuori da quella porta, senza fare niente, aspettare.
Aspettare e affidarsi a Sakura.
Strinse i denti, e serrò i pugni.


La porta della stanza di Chiharu si aprì dopo un tempo che a loro parve ore, e che invece si riduceva a trenta minuti scarsi.
Chi era seduto scattò immediatamente in piedi, e chi era già in piedi si fece avanti ansiosamente.
Sakura uscì e si richiuse la porta alle spalle, passandosi una manica sulla fronte.
«Allora?» chiese Temari pressante.
«Vivrà» rispose lei stancamente. «E… è sveglia»
Un generale sospiro di sollievo si diffuse lungo il corridoio e, come previsto, gli occhi di Kotaro si riempirono di lacrime. Hitoshi gli tirò una gomitata.
«Possiamo vederla?» chiese Shikamaru, speranzoso.
«Non ora» Sakura scosse la testa, gli occhi sfuggenti.
Jin la scrutò dal basso, posizione privilegiata in quel momento. E lesse nel suo sguardo che qualcosa non andava.
«Sakura» la chiamò Shikaku, costringendola a guardarlo. Ci fu un istante di silenzio, in cui sembrò che tutti trattenessero il fiato. «Chiharu è viva, ed è sveglia… ma sta bene?» chiese lui alla fine.
I sorrisi sui volti degli altri scemarono.
«Cosa vuol dire?» scattò Naruto. «Certo che sta bene!»
«Non è così semplice» lo interruppe Sakura.
Tutti la fissarono.
«C’è stato… un problema» rispose lei, come se le costasse fatica. «Con il suo cuore. E’ stato… molto provato dall’intervento… Si era… fermato. E poi l’operazione, lo stress… Forse… attenzione, forse e solo forse, potrebbe non… non essere più proprio sano»
Fu come se la neve si fosse posata all’improvviso sulle loro spalle. Freddo. Provarono tutti un gran freddo.
«Mi stai dicendo…» disse poi Temari. «Che mia figlia non potrà più essere ninja?»
Silenzio.
Sakura inspirò a fondo, e poi scosse la testa. «Non lo so. Teoricamente potrebbe, ma non so fino a che punto possa fare sforzi»
«Tu non puoi fare niente per lei?» chiese Naruto.
«Se avessi potuto l’avrei già fatto, non ti pare?» ribatté Sakura aspra.
«E quella persona? Non potrebbe fare nulla?» insisté lui.
«No» Sakura gli scoccò un’occhiata eloquente, proibendogli di andare oltre.
Tsunade forse avrebbe potuto, un tempo, aiutare Chiharu; ma ora le sue mani tremavano, e il suo chakra non era preciso come prima. E lei, Sakura, non era abbastanza brava né esperta per una cosa del genere.
«Però è viva» disse Shikamaru, a sorpresa, e tutti lo fissarono. «Il suo cuore magari è debole, ma batte... Giusto? E si è svegliata. E potrà essere ninja, anche se non come prima» sorrise, con la sua solita smorfia un po’ pigra. «Se la conosco solo un po’, questo le basterà come inizio»
Temari lo guardò.
Di solito era lei quella forte. Lui era quello che svicolava e la lasciava con i problemi.
Però, come già era successo un’altra volta – un’unica, altra volta, più di tredici anni prima; una volta che, ancora, aveva a che fare con Chiharu – lui tirava fuori quegli occhi.
E rendeva tutto semplice.
Temari sorrise.
Un sorriso stanco, timido, quasi.
Shikamaru, senza farsi vedere, fece scivolare la mano fino a stringere la sua.
«Comunque…» riprese Sakura, in tono più convinto. «Adesso bisogna solo aspettare. Può darsi che le cose migliorino, con il tempo; e molto dipenderà anche da lei, da come prenderà la cosa»
«Se fossi in te, direi ai medici di trovarsi molto lontano da qui quando si sveglierà» commentò Shikamaru. «Non sarà per niente contenta»
Sakura sorrise. «Sarebbe un ottimo segno»

*

Di nuovo quel candore.
Di nuovo lei.
E l’altra lei.
Ma ora i ruoli sono invertiti, lei indossa i suoi abiti ninja e l’altra la camicia da ospedale.
Si guardano.
Poi lei alza la mano e cerca il coprifronte, ma non lo trova.
L’altra, con la sua camicia bianca, glielo tende, offuscato e sporco di sangue.
Lo vuoi?
Dammelo’
Vieni a prenderlo
Lei fa un passo avanti, e sente un tintinnio lontano.
Abbassa gli occhi, e scopre spesse catene legate alle sue caviglie.
Queste cosa sono?’ chiede.
L’altra ghigna. ‘I tuoi limiti. Superali, se vuoi raggiungermi
Lei riflette, il capo inclinato da un lato.
E poi sorride.
Ho già un obiettivo. E’ un buon inizio’
E il bianco inizia a tingersi di grigio… inizia a farsi più reale.

*

Kakashi era nel suo studio, con dieci Hyuuga incazzati oltre la scrivania e semi-nascosti da pile e pile di documenti da firmare. Due di loro facevano anche parte del Consiglio della Foglia.
Sospirò sotto la maschera, cercando di non farsi vedere. La sua povera copia dell’Antologia della Pomiciata era nascosta sotto il piano di lavoro, con un dito in mezzo a tenere il segno; sarebbe mai riuscito a finirla?
«E’ giunto il momento che l’Hokage prenda una decisione!» ripeté per la terza volta un vecchio calvo, con il doppio mento che tremolava. «Il clan non può restare nell’incertezza più a lungo, e se voi non farete la vostra scelta, dovremo occuparcene personalmente»
Il che, tradotto, voleva dire guerra civile tra le casate.
«Dove sono i rappresentanti della casata cadetta?» chiese Kakashi.
Gli Hyuuga sembrarono vagamente a disagio.
«Non li avete avvertiti, immagino»
«Non è importante!» scattò il vecchio di prima.
«Sì che lo è» li zittì lui, con un’occhiata fredda. «Il consiglio dei rappresentanti degli Hyuuga è costituito da membri della casata principale e membri della casata cadetta. Nessuna decisione può essere presa senza tutti i membri. E’ scritto sul vostro statuto, se non sbaglio»
I vecchi mormorarono.
«Volete una decisione subito?» li incalzò Kakashi. «Bene. Portatemi i membri della casata cadetta e io ve la do»
Accigliati, gli Hyuuga esitarono.
«Buffo» commentò l’Hokage. «Mi era parso di capire che aveste una certa urgenza…»
Indignati e oltraggiati, i vecchi del consiglio per un attimo pensarono di insorgere. All’ultimo istante, però, uno di loro si fece avanti.
«Va bene. Concedeteci un quarto d’ora» si arrese.
Kakashi annuì e li lasciò andare.
Una volta che furono fuori dal suo ufficio, sospirò profondamente.
Che seccatura. Gli Hyuuga erano una piaga per il villaggio; non avrebbe mai pensato che si sarebbero rivelati una tale fonte di problemi.
Si lasciò andare contro lo schienale imbottito della sedia, chiudendo gli occhi, e sentì un leggero picchiettare alla finestra alle sue spalle.
«E adesso che c’è?» chiese sconsolato, alzandosi.
Fuori, oltre il vetro, un passero becchettava educatamente, sospeso quasi immobile nell’aria.
Kakashi lo riconobbe al volo: quello era il modo in cui Jin mandava i suoi messaggi.
Aprì la finestra e lasciò entrare l’uccellino, che si fece un giro della stanza, orgoglioso di aver raggiunto il destinatario della sua lettera. Alla fine planò sulla scrivania, e il movimento delle sue ali fece volare per terra una pila di documenti. Kakashi sospirò, e tese una mano per prendere il messaggio legato alla sua zampa. Gli ci vollero pochi secondi per leggerlo, mentre il passero esplorava la superficie ingombra della scrivania, e quando arrivò all’ultima riga, un sospiro cupo gli sorse spontaneo. Guardò l’uccellino, che esaminava la copertina dell’Antologia della Pomiciata, e con un cenno della mano lo allontanò.
Quello uscì dalla finestra, indignato per non aver ricevuto alcuna ricompensa, e l’Hokage richiuse, e rimase per un attimo a fissare Konoha.
Dopo qualche minuto si staccò dal vetro, e tornò a sedersi alla scrivania, pensoso.
Fissò il primo cassetto sulla destra, appena socchiuso. Allungò la mano, lo aprì, e tirò fuori il coprifronte che conservava da giorni; lo posò sopra l’Antologia della Pomiciata, e lo fissò.
Era ancora leggermente sporco di terriccio, e sul metallo erano rimaste le impronte di Chiharu. Non luccicava come un coprifronte ben tenuto.
“Quasi quasi lo lucido, prima di andarla a trovare…” pensò. “O magari chiedo ai miei assistenti di farlo, che è meglio”
Neanche a farlo apposta, uno degli assistenti scelse quel momento per bussare alla porta dell’ufficio.
«Sesto Hokage?» chiamò con un inchino, e in un attimo registrò le pile di documenti e i fogli sparsi a terra. «Cosa è successo qua dentro?» si accigliò.
«Ah… passeri» rispose lui distrattamente.
L’assistente non gli credette neanche lontanamente. Si schiarì la voce, in tono leggermente sostenuto. «Sembra che il clan Hyuuga sia in rivolta qua sotto»
«Tutto?» Kakashi strabuzzò gli occhi.
«No, solo i suoi rappresentanti. Stanno sfiorando la rissa ai piedi delle scale»
L’Hokage sospirò profondamente.
«Falli salire» ordinò laconico. «Ah… e lucida questo, per favore» lanciò il coprifronte verso il ninja.
Quello lo afferrò al volo, regalandogli in cambio un’occhiata perplessa, ma Kakashi si limitò a chiedergli di riportarglielo pulito.
Il suo assistente assottigliò gli occhi. «E immagino, naturalmente, che quando tornerò metà dei documenti sulla sua scrivania, e anche per terra, sarà sistemato. Vero?»
«Ehm, non c’erano gli Hyuuga da far salire?»
«Sesto Hokage…» gemette l’assistente. Poi, rassegnato, fece un inchino e se ne andò.
Fu sostituito pochi minuti dopo dalla solita truppa Hyuuga, ora più numerosa e più bellicosa. Tra loro, a sorpresa, anche Neji in qualità di capo provvisorio. I rappresentanti della casata principale schiumavano di rabbia.
«Mi dicono che è pronto per la sua scelta» disse Neji, un passo avanti a tutti. «Io mi sottometterò docilmente al volere dell’Hokage, com’è tradizione e uso a Konoha. Sono certo che agirà per il meglio» si inchinò profondamente.
“Guarda il piccolo bastardo” pensò Kakashi, vagamente divertito. “Come se non sapesse perfettamente cosa ho deciso”
«Dunque?» incalzarono i vecchi della casata principale.
Kakashi fece un respiro profondo.
Qualunque decisione avesse preso, non sarebbe stata priva di conseguenze. Ma sperava che gli Hyuuga, con un po’ di buonsenso, sapessero adattarsi. Oh, lo sperava intensamente.
«In virtù delle sue abilità come ninja, come diplomatico e come leader» iniziò, con voce stentorea. «e tenuto conto della sua ascendenza, nomino Neji Hyuuga, nipote del defunto Hiashi Hyuuga, capo del clan Hyuuga della Foglia»
Si sollevò immediatamente un mormorio indignato, che andò a soffocare quello soddisfatto della casata cadetta. I vecchi della casata principale si fecero avanti, ansiosi di protestare, ma Kakashi li fermò con un cenno.
«Comprendo le vostre perplessità» assicurò laconico.
«E’ un membro della casata cadetta!» esplose uno dei vecchi, incapace di trattenersi.
«Per un caso sfortunato » lo corresse l’Hokage. «Suo nonno era il padre di Hiashi, il vostro ultimo capoclan, e dunque la sua ascendenza più lontana affonda le radici nella casata principale. Inoltre il suo sangue è il più puro del clan, e molte volte ha dimostrato di essere il più forte e il più dotato, sia come ninja che come leader. Se suo padre Hizashi fosse nato pochi minuti prima di suo zio Hiashi, ora sareste tutti entusiasti di vederlo alla guida degli Hyuuga. Ma la sorte ha voluto che Hizashi nascesse per secondo, e andasse così a far parte della casata cadetta»
«Ma la tradizione, lo statuto…!» insorse il solito vecchio.
Questa volta fu Neji a sollevare la mano e zittirlo.
Fece scomparire il sorriso che gli illuminava il volto, rivolto a Kakashi, e quando si voltò a guardare gli ora ‘suoi’ uomini, mostrò solo un’orgogliosa e fredda dignità.
«L’Hokage ha parlato» disse perentorio. «E la sua volontà va accettata. Mi ha nominato capo del clan, e di questo non posso che essere lieto, ed evidentemente ha visto in me le qualità adatte per assumere questo ruolo. Io, come capoclan, mi sottometto al suo desiderio. Voi non avete alcun diritto di opporvi alla duplice volontà mia e sua»
Il vecchio strinse i denti, impossibilitato a ribattere.
Iroso, fu costretto ad arretrare e tornare a mischiarsi ai suoi pari.
Neji tirò un sospiro di sollievo interiore. Se non altro la prima prova di forza era stata vinta.
«Bene» disse Kakashi rapidamente. «Ufficializzo da questo momento il ruolo di Neji Hyuuga all’interno del clan, e vi permetto di allontanarvi. Domani vorrei discutere con il nuovo capoclan di alcune cose, ma per oggi abbiamo finito»
I rappresentanti del clan, in parte soddisfatti e in parte furibondi, attesero che Neji passasse tra loro e poi lo seguirono sciamando fuori dall’ufficio.
Kakashi, rimasto finalmente solo, tirò un profondo sospiro di sollievo.
Sapeva che nominare Neji era la mossa giusta, anche se la casata principale non glielo avrebbe mai perdonato.
Hiashi avrebbe voluto così. Negli ultimi tempi si era affezionato molto a quel nipote che soppiantava il figlio maschio mai avuto. Hinata e Hanabi per lui si erano rivelate soltanto una delusione, in fondo, mentre quel ragazzo di cui non era il padre era tutto ciò che aveva amato negli ultimi giorni della sua vita.
Bussarono alla porta. Era di nuovo l’assistente.
Il coprifronte di Chiharu era pronto.








* * *

Spazio autore

Ed è così che salutiamo Neji, nuovo capoclan degli Hyuuga!
Sì, Cami, non lo vedrai più.
Ora, chiedo di nuovo scusa ma a quanto pare fare nulla mi stanca parecchio,
ed è per questa ragione che sarò breve e vi liquiderò dicendo: prossimo ed ultimo capitolo, domenica.
E sarà bello corposo... visto che in un modo o nell'altro risolverà tutto.

I saluti saranno davvero striminziti oggi.
Mi dispiace tanto, siamo a un passo dalla fine e mai come ora vorrei rispondervi, ma, seriamente, non riesco a guardare la tastiera del pc,
quindi mi vedo costretta a rispondere soltanto a quelle persone che mi hanno rivolto domande inevitabili.
Chiedo ancora scusa.
Nonostante tutto, voi lettori restate davvero importantissimi per me.
E la prossima volta, naturalmente, la risposta sarà d'obbligo!

Breve spiegazione riguardo a "Kyuubi-in-Chiharu".
Non fraitendete.
Non ho infilato la nove code nella mocciosa.
Cioè che avete letto in corsivo nello scorso capitolo e anche in questo è una sorta di proiezione mentale di Haru, diciamo così.
Se deve pensare a qualcosa di spaventoso e insuperabile, la nostra piccola, stupida ed egocentrica kunoichi pensa
a sé (autostima a mille)
e alla Volpe (da quando l'ha vista all'opera).
Tutto qui.

Scommesse sui morti
Shikamaru - 4 voti
Kakashi - 4 voti
Asuma - 3 voti
Tsuda junior - 3 voti
Temari - 2 voti (uno molto in forse)
Sai - 1 voto
Jin - 1 voto
Rock Lee - 1 voto
Shikaku - 1 voto
Tenten - 1 voto
Neji - 1 voto
Ino - 1 voto
Sasuke - 1 voto
Un Uchiha - 1 voto
Hiashi - 1 voto
Naruto - 1 voto
Hinata - 1 voto
Baka - 1 voto (con riserva)
Nessuno della Foglia - 3 voti


akane_val: sì, lo so, dopo un po' divento ripetitiva, ma non potevo fare a meno di ringraziarti di nuovo per lo splendido regalo che mi hai fatto! Ancora adesso fatico a crederci, e confesso che un tempo leggevo una fic discretamente famosa, e quando ho saputo che per quella fic era stato creato un forum mi sono detta: "wow, che bello sarebbe se un giorno qualcuno lo facesse anche per me!" Quindi... meno male che ci sei! XD (tra parentesi. Hitoshi è un pirla fatto e finito! E lo dico proprio perché l'ho creato io! XD)
Reina: è una cazzata, ma non potevo non dirtela: scrivendo di Akeru mi sento probabilmente come Kishi quando scrive di Naruto; so esattamente come e quanto vale, ma mi diverto da matti a fargliene capitare di tutti i colori! Naruto lo amo troppo per maltrattarlo consapevolmente e senza scopo, ma Baka... ihih!
Vodia: detto fatto, ogni domanda ha la sua risposta: 1) la "seconda morte di Obito" è uno dei mille e passa avvenimenti di Sinners, il prequel di questa fanfiction. Una voce che girava all'epoca diceva che sotto la maschera di Tobi ci fosse Obito, e io ho riciclato l'idea. Al momento sembra che sotto la maschera di Tobi non ci sia affatto Obito, ma va beh, dopo il-buon-Itachi mi aspetto di tutto da Kishi. 2) dal mio punto di vista il nome Obito è un filino troppo importante per Kakashi. Se ancora si sente in colpa per la sua morte, con che coraggio darebbe quel nome al figlio? In ogni caso, e te lo dico ma tu fingi di non saperlo, il nome di Jin non l'ha scelto Kakashi. 3) la terza domanda mi lascia un po' spiazzata. Che io sappia, Obito è morto, nessuno lo sta tenendo nascosto da qualche parte. E in ogni caso sono passati molti anni, e dubito che in questo tempo Kakashi abbia evitato gli shinobi della Roccia solo perché gli ricordano Obito. E' un ninja, se gli ordinano una cosa lui la fa. A maggior ragione una volta che diventa Hokage.
wolvie91: non ci sono domande cui rispondere nella tua recensione, ma volevo almeno darti il benvenuto, per quanto nello sprint finale! ^^ Grazie per il commento, sono felice che la fic ti sia piaciuta e ti abbia appassionato. Sentirlo dire è balsamo per le mie orecchie, e probabilmente pompa un po' troppo il mio ego, ma ne sono contentissima! XD
Urdi: giuro che non volevo trattarti come una scema, e se ti ho dato quest'impressione mi scuso profondamente!
Serrua_chan: ahinoi, il Kotaro tremolante ed evanescente dello scorso capitolo era soltanto una copia qualunque, pure malfatta! XD Niente cloni d'acqua per lui, Haru basta e avanza come Mary Sue! Ciò detto, le tue recensioni non sono affatto cretine, anzi. A me piacciono molto, anche se a rispondere impiego un maaaaaare di tempo! (Accidenti a me e alla mia logorrea!) Francamente mi fa piacere parlare con qualcuno che non nota solo le banalità, che sa apprezzare la mia ironia un tantino cinica, e, diciamocelo, si sa che generalmente gli otaku non si trovano ogni due passi! Io ho avuto la fortuna di convertire le amiche e di abitare vicina ad alcuni utenti di efp, ma capisco benissimo cosa vuol dire stare tra gente che ti capisce se fai un paragone tra gli emo e Sasuke, e non ti fissa chiedendosi da quale universo provieni! XD Su su, è solo la fine della fic, mica del mondo! Io sono sempre qui, e ho anche un *magnifico* (?) indirizzo messeger all'occorrenza! XD (ho anche una linea internet saltellante, però, ti avviso subito!)
lale16: tesoro (mi permetto di chiamarti così), e da dove ti esce che io sia una ferma sostenitrice degli happy ending? Mi piacciono, mi piacciono da matti... Ma al momento la fanfiction più bella che io abbia mai letto mi fa ancora scoppiare a piangere quando ricordo come finisce. Per carità, amo i lieto fine, ma non mi sognerei mai di forzarli, ecco. Se deve finire male, che finisca male.
Hipatya: perché sei un po' troppo intuitiva... (e ora scervellati a capire cosa intendo!)
Sky_Shindou: uh, meno male che mi hai ricordato Akeru...! Sì, devo prendere carta e penna e disegnarlo!
Ulixes: prima di tutto, se sei come Akeru voglio adottarti. *_* Posso? Secondariamente... di che ragionamento parlavi, riguardo a Chiharu? ò.ò


Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** Il miglior ninja del villaggio della Foglia! ***


Naruto2-37
Dedicato a Hipatya per i suoi diciotto anni!
So che non è molto, ma spero che sia comunque un regalo piacevole!





Il miglior ninja del villaggio della Foglia! 



- Trentasette -







Le visite a Chiharu furono centellinate e somministrate con il contagocce, nei primi tempi.
C’era così tanta gente che premeva per incontrarla subito, e tutti erano tanto insistenti, che Kakashi decise di restare per ultimo, e ponderare con calma la sua mossa.
Avrebbe dovuto fare un discorso lungo e ben articolato, presentare a Chiharu tutte le opzioni e offrirle tutto ciò che aveva da darle… dopodiché avrebbe dovuto attendere.
Non sarebbe stata una scelta facile, per lei.
Sarebbe stata la scelta più difficile della sua vita, forse.
Ma avrebbe dovuto compierla da sola.
E lui era convinto che ne fosse in grado.


Le prime persone che ottennero l’accesso alla sua stanza furono, ovviamente, Temari e Shikamaru.
Haru non li vedeva insieme senza che litigassero da anni, probabilmente, e nonostante fosse parecchio debole e assonnata, riuscì a sorprendersi.
«Com’è che non vi state tirando dietro padelle?» chiese con un minuscolo ghigno.
«Perché non si possono portare in ospedale» spiegò Temari sedendosi sull’unica sedia accanto al letto e accavallando le gambe. Assunse un’espressione severa. «Avanti, rinfrescami la memoria. Cosa ti avevo detto?» chiese minacciosa.
Shikamaru, alle sue spalle, levò gli occhi al soffitto.
«Quando avevo tre anni mi hai detto di picchiare chiunque mi prendesse in giro» rispose Chiharu, pronta. «Ed è quello che ho fatto. Quei ninja non credevano che ce l’avrei fatta, perché sono solo una ragazzina…»
«Non è questo il punto, miseriaccia!» la interruppe Temari. «Hai rischiato di morire! Quando io ti avevo espressamente ordinato di non muoverti di casa! Questo dovrebbe insegnarti qualcosa!»
«Che devo imparare a disobbedire meglio?» provò Haru.
«Shikamaru, dille qualcosa!» abbaiò la madre esasperata.
«Uhm… Le trappole che hai messo erano davvero ben fatte, mi dicono» fu il sorridente commento del Nara.
«Grazie papà»
«Voglio il divorzio!» sbottò Temari, fulminandolo con lo sguardo.
«Non è vero, tesoro» Shikamaru batté una pacca leggera sulla spalla della moglie. «Non ora che Chiharu è così debilitata»
Haru distolse lo sguardo, e il sorriso scemò rapido.
«Voi lo sapete?» chiese in tono forzatamente neutro, fissando il soffitto. «Del mio cuore, intendo»
Nella stanza scese il silenzio.
«Me lo ha detto la mamma di Hitoshi» spiegò lei, come se fosse stato importante.
«Beh, non mi sembra una cosa così grave» borbottò Shikamaru grattandosi la nuca. «Insomma, non dovrai stare in un letto per il resto della tua vita, giusto? E poi potrai ancora essere ninja, almeno in via teorica»
Chiharu annuì, sempre senza guardarli.
«Allora vuoi tornare ad esserlo?» chiese Temari ansiosamente. In quel momento non riusciva a capire se sua figlia lo desiderasse o meno, e non sapeva fino a che punto avrebbe potuto premere in una direzione o nell’altra.
«Ci devo pensare...» rispose lei, piano. «Ora sono un po’ stanca»
I suoi genitori la fissarono per un lungo e penoso istante di silenzio.
«Forse è meglio se andiamo» mormorò Shikamaru alla fine.
«No, aspetta. C’è una cosa che devo dirle» lo fermò Temari, e poi cercò l’attenzione della figlia. «Riguarda quello che pensi della tua nascita»
Haru si voltò a guardarla. Ricordava il loro discorso sul tetto della casa di Naruto, quando si era detta convinta di essere un incidente di percorso, e ricordava che allora Temari aveva iniziato una certa spiegazione, ma non aveva avuto il tempo di finirla.
Shikamaru passò lo sguardo dall’una all’altra, confuso.
«In effetti non ti avevamo programmata» confessò Temari, gli occhi grigio-verdi piantati in quelli della figlia. «Sei capitata in un momento di distrazione, è vero. Ma dal primo istante in cui ho saputo della tua esistenza, ho deciso che ti avrei fatta nascere. Non ho pensato neanche per un istante che tu fossi un incidente. O qualcosa di sbagliato. Il mio unico problema era convincere quello scansafatiche di tuo padre a sposarmi e mantenerci»
Shikamaru tossicchiò.
«Ma… hai dovuto rinunciare a un sacco di cose, per me» sussurrò Chiharu, con un inspiegabile nodo in gola. «Hai dovuto lasciare il tuo villaggio, la tua carriera… e non fai che litigare con papà…»
«E meno male. Significa che non siamo indifferenti l’uno all’altra» sbuffò Temari. «E tutto quello che ho lasciato, l’ho lasciato consapevolmente. Avrei potuto benissimo non tenerti. Eliminarti nei primi mesi di gravidanza. So di essere brutale parlando così, ma è quello che avrei potuto fare. E invece ho lasciato tutto senza nemmeno pensarci. Ogni tanto ciò che ho lasciato mi manca, lo ammetto... Ma poi ci sono i momenti come quelli dell’altro giorno, in cui devo per forza tornare a combattere, e allora capisco cosa è davvero importante per me: non essere la prima sul campo, non uccidere più nemici degli altri. Ma tornare a casa da mia figlia»
«E tuo marito» le ricordò Shikamaru.
«Sì, anche lui» borbottò lei.
Chiharu li guardò.
Lei seduta sulla sedia, lui subito dietro con una mano sulla sua spalla, entrambi lì, insieme, senza litigare… per lei.
Deglutì a vuoto.
«Va bene» sussurrò chiudendo gli occhi. «Ora… ho sonno»
«Okay» sospirò Temari, alzandosi in piedi. Si chiese se Chiharu avesse davvero capito ciò che voleva dire, ma non aveva modo di accertarsene.
«Una cosa…» aggiunse la ragazzina quando lei le ebbe voltato le spalle. Si girò in fretta.
«Sì?» chiese, suo malgrado ansiosa.
Haru, con il naso sotto le lenzuola e la fronte arrossata, borbottò qualcosa di inintelligibile.
«Come?» chiese Temari, avvicinandosi.
Ascoltò le sue parole appena bisbigliate, accigliata, e alla fine Shikamaru la vide arrossire come un palloncino che esplode.
«Non se ne parla nemmeno!» scattò, raddrizzando la schiena. «Che razza di richieste fai?»
«Perché? Cosa ha chiesto?» domandò Shikamaru perplesso.
«N-Niente!» ringhiò Temari, stranamente... in imbarazzo?
«Non è vero!» protestò Chiharu corrucciata. «Ho chiesto… soltanto… un bacio»
«Tu?» fece suo padre basito.
«Non io. Voi»
Silenzio nella stanza.
«Oh» commentò Shikamaru, mentre Temari si passava una mano sul viso, chiedendosi che razza di figlia avesse allevato.
«Piccolo piccolo» insisté Haru, dicendosi che aveva fatto trenta, e tanto valeva fare trentuno. «Non vi ho mai visti scambiarvi un segno di affetto da che ho memoria»
«Beh, potremmo anche concederglielo…» borbottò Shikamaru guardando altrove, quasi annoiato.
«Sei pazzo?» scattò Temari. «Non esiste! Non siamo due galletti da esposizione!»
«Ahh, che donna problematica…» sbuffò lui.
La guardò. Lei inarcò un sopracciglio.
«Non ti avvicinare» lo minacciò mentre quello faceva un passo avanti. «Giuro che ti stendo!» esclamò alla fine appiattendosi contro il muro, aggressiva come un gatto in trappola.
Shikamaru appoggiò l’avambraccio sopra la sua testa, sogghignando.
«Ma dai. E dire che una volta i ruoli erano invertiti» commentò leggero.
«Ti arriva un calcio nel…» sibilò Temari, e poi lui le sfiorò le labbra per un microsecondo.
«Wow» sussurrò Chiharu dal letto, con appena gli occhi che spuntavano dalle coperte.
«E che ci voleva?» fece Shikamaru, riprendendo una delle tipiche frasi di lei.
Temari lo fissò allibita.
Poi il calcio promesso arrivò a destinazione.
«Ho sposato un idiota!» sbraitò uscendo dalla stanza, e lasciando uno Shikamaru piegato in due dal dolore e con le lacrime agli occhi.
«Tutto bene, ‘pà?» chiese Chiharu ansiosamente, sentendosi un po’ in colpa.
«Ahi… sì…» rispose lui, mentendo spudoratamente. «Anche se temo che non avrai mai più fratellini. Ora vado anche io… argh… là fuori c’è la coda per vederti, chi mando? O hai ancora sonno?»
«Credo che vedrò ancora qualcuno… Fai entrare un po’ chi vuoi» si strinse nelle spalle lei, di umore inspiegabilmente migliore.
Mentre Shikamaru arrancava faticosamente fino all’uscita, per un attimo la mente di Haru fu sfiorata dal pensiero di Sai.
Che sciocchezza. Sicuramente non era lì fuori.
Quando la porta si aprì di nuovo fecero il loro ingresso Kotaro, Hitoshi e Jin.
E i primi due iniziarono a parlare insieme, sovrapponendosi e quasi saltandole sul letto.
«Basta!» li zittì lei, già esasperata. «Sono malata, andateci piano! Uno per volta»
«Sei stata grandiosa!» esclamò Kotaro, con gli occhi che brillavano. «Ci hanno raccontato delle trappole, e del terremoto, di tutto!»
«No, è stata stupida!» rettificò Hitoshi. «Ci stava per lasciare la pelle!»
«Non è vero!»
«Ma stai zitto, che fino all’altro giorno singhiozzavi e la davi per morta!»
Kotaro avvampò. «Non è vero!» ripeté, più forte. «E allora tu? Non sei riuscito a lanciare neanche uno shuriken finché non si è svegliata!»
«Vuoi botte?!»
«Qui?! Va bene!»
«Ehi!» intervenne Haru. «Non siamo qua per voi
I due genin sbatterono le palpebre e abbassarono lentamente le braccia, umiliati.
«Scusa…» borbottò Kotaro a testa china.
«Oh. Bene» sbuffò lei. «Ho capito. Eravate preoccupati. Grazie per i complimenti e vai al diavolo per gli insulti»
«Ehi!» protestò Hitoshi, ma Haru non lo degnò più di uno sguardo.
«Allora? Voi come vi siete comportati in battaglia?» chiese a Jin, ignorando l’offesissimo Uchiha.
«Tutti e tre bene» rispose lui, tralasciando che gli altri due avevano soltanto distratto gli avversari, mentre lui ne aveva eliminati almeno una ventina. «Ma il grosso del lavoro lo ha fatto Naruto»
«Ah sì…» Haru ghignò. «Quel chakra rosso, eh?»
«Tu sai cos’è?» indagò Kotaro, preoccupato. Ricordava ancora il terrore che aveva provato nel vederlo la prima volta.
«No» rispose lei, ma sembrava gongolante. «Non lo so, però ho intenzione di scoprirlo. Era grandioso, vero?»
«Ehm…» fecero i tre genin, scettici.
«Grandioso non è il termine che userei io» la contraddisse Jin dopo un attimo. «Però… Ha avuto il suo effetto, sì»
Haru sospirò soddisfatta.
«Va bene, chi c’è dopo di voi?» chiese rapida.
«Ci mandi già via?» ribatté Hitoshi indignato. «Noi siamo i tuoi compagni di squadra!»
«Tecnicamente non sono ancora tornata ninja…»
«Ma vuoi farlo, no?» la interruppe Kotaro ansioso.
«Ci devo pensare» borbottò lei vaga, così come aveva detto ai suoi genitori.
I due genin le lanciarono occhiate offese.
«Cosa cavolo vuol dire?» chiese il piccolo Uchiha, risentito.
«Non è tanto difficile, impegnati e capisci la frase. E intanto che ci pensi fai entrare qualcun altro» Haru sbadigliò. «Inizio ad essere stanca»
«Dai, andiamo» consigliò Jin diplomaticamente. «Non siamo gli unici che vogliono vederla»
Di malavoglia, Kotaro e Hitoshi si diressero verso la porta, mogi.
Che diavolo voleva dire che doveva pensarci?
Non c’era niente da pensare!
Uscirono, e per dieci secondi Haru prese fiato, cercando di prepararsi psicologicamente al prossimo ingresso.
Per sua fortuna il nuovo visitatore fu molto gradito: Shikaku.
«Nonno!» esclamò vedendolo, e poi notò le stampelle. «Che ti è successo?»
«Un soffitto in testa» rispose lui con un ghigno. «Ma neanche tu sei messa tanto meglio. Guarda che occhio… una donna dovrebbe curare di più l’aspetto fisico»
«Lascia perdere» sospirò Haru, sfiorando il sopracciglio sinistro. Sospettava che le sarebbe rimasta la cicatrice, e che sarebbe stata molto antiestetica. «Sto prematuramente diventando troppo simile a te»
«Allora?» chiese Shikaku, sedendosi con cautela sulla sedia già occupata da Temari. «Farai di nuovo un giro nel laboratorio tanto presto?»
«Non saprei… forse, se voglio sballarmi…» rispose lei, mantenendosi sul leggero e sorridente.
Suo nonno smorzò appena i toni. «Scherzi a parte… la prossima volta stai più attenta. Hai rischiato grosso. Già sei una ninja, e quindi la tua vita è sul filo di un rasoio… se poi sbagli anche là dove dovresti essere aiutata, sei finita»
«Lo so» rispose Haru, a malapena mogia. «Però alla fine è andato tutto bene, no?»
«Perché sei fortunata» tese una mano, e la posò sui suoi capelli. «E perché sei figlia dei tuoi genitori, ed è quasi impossibile spezzarti»
Haru sorrise.
«Quasi» sottolineò suo nonno, perché se ne ricordasse.
«Senti, ma cos’è che ho preso, invece dell’anestetico?» chiese lei tutta interessata.
«Una specie di droga. La stiamo ancora studiando, e a dire il vero tu ci hai portato via l’ultimo campione… speriamo che non provochi assuefazione»
«Aspetta, forse ne ho avanzato un po’»
Haru si tese verso il comodino, lasciando che i tubicini che scomparivano sotto le sue coperte tirassero, e afferrò il marsupio che qualcuno le aveva lasciato. Lo aprì, frugò dentro per qualche attimo, e poi tirò fuori una foglia verdastra e carnosa, un po’ ammaccata.
«Potete ancora usarla?» chiese.
«Sì, per i test principali sì» rispose Shikaku prendendola. «Meno male, possiamo anche controllare che non sia velenosa »
«Se sono ancora viva, non ha un veleno molto forte» sdrammatizzò Chiharu, con uno sbadiglio.
«Speriamo. Comunque, ora è meglio che vada. Siamo entrambi stanchi»
«Sì, mi sa di sì» approvò lei, chiudendo gli occhi.
Shikaku si aggrappò alle stampelle e si alzò faticosamente, con una leggera smorfia.
Tutti quelli che ancora sostavano fuori dalla porta, decise, avrebbero aspettato fino al giorno dopo.


E, il giorno dopo, quelli puntualmente si ripresentarono.
Aumentati di numero.
Kakashi sospirò profondamente quando vide Hitoshi, Kotaro, Jin, Naruto, Sai, e persino Baka Akeru davanti alla porta, mentre Temari li fissava come se avesse voluto divorarli.
«E secondo voi ha l’energia per vedervi tutti?!» sbottò, piazzata davanti alla porta a gambe larghe.
«Se facciamo in fretta sì» ribatté Kotaro con una buona dose d’ottimismo.
«Voi l’avete già vista!» scattò Temari irosa. «Fuori dai piedi!»
«Ma è una nostra compagna!» esclamarono lui e Hitoshi indignati.
«Beh, se c’è tempo…» intervenne Shikamaru con diplomazia, spuntando dalla stanza di Shikaku. «Prima lasciate passare chi non l’ha ancora vista, però»
«Esatto» approvò Sai facendo un passo avanti.
«Tu no» dissero in fretta entrambi i genitori.
«E perché?» chiese il jonin con un sorriso neutro.
Temari e Shikamaru si guardarono, e poi guardarono gli altri che li fissavano perplessi.
«Perché, ehm, tu la fai incazzare facilmente» buttò lì Temari.
“E perché sei pericoloso” aggiunse mentalmente.
Sai rise appena. «Sarò buono, lo giuro» promise con il falso sorriso di Satana.
«L’importante è che si muova!» saltò su Naruto sbuffando. «Deve chiederle scusa, non è così?» minacciò.
«Assolutamente» garantì Sai.
Temari e Shikamaru non poterono fare a meno di farlo passare, nonostante la loro espressione tradisse il più completo disappunto. Il jonin chinò appena la testa in un gesto beffardo e li oltrepassò silenzioso. La porta si richiuse sulle sue spalle.
Temari e Shikamaru sperarono che la stanza non saltasse in aria.

Dentro, Haru fissò il nuovo arrivato senza sapere neanche che espressione avere.
Con un misto di indignata offesa, incertezza, indifferenza e vaga felicità, coordinate da un rossore diffuso e non omogeneo, sbatté le palpebre senza sapere cosa dire.
Poi, all’improvviso, lo seppe.
«Che diavolo vuoi?» se ne uscì.
Sai sorrise imperturbabile, e andò a occupare la sedia accanto al letto.
«Sono qui per visitare un’ex allieva» annunciò tranquillo.
«Bene. Mi hai vista. Ciao» ribatté lei distogliendo lo sguardo.
«Non vedere, ma visitare» puntualizzò lui, al che Haru lo fulminò con lo sguardo.
«Ti diverti?» sibilò.
«Discretamente»
«Vai al diavolo. Perché sei qui? Per provocarmi?»
«Qualcuno sostiene che dovrei chiederti scusa»
Chiharu, inaspettatamente, sorrise e sbuffò. «Per favore…» mormorò. «Chiedermi scusa? Ma tu hai mai chiesto scusa in vita tua? E per cosa dovresti farlo oggi?»
«Non l’ho ben capito, in effetti» Sai sorrise sornione.
«Non hai mai ben capito niente, in effetti» lo corresse lei, e finalmente lo guardò. Sembrò studiarlo per un attimo, la testa inclinata e le palpebre socchiuse, e alla fine sbuffò ancora. «Tu sai che mi sono presa una cotta per te, no?» chiese, arrossendo leggermente.
Il sorriso non scomparve dalle labbra di Sai. «Lo sospettavo» si limitò a dire.
«Brutto bastardo» rognò lei. «Lo sapevi da un bel po’, e non era solo un sospetto. Ti sei divertito, hai giocherellato con me come e quanto ti pareva… e non hai pensato che a tredici anni una è più influenzabile delle donne che ti fai di solito»
«Che linguaggio»
«Ma stai zitto. Non hai mai sentito mia madre che insulta mio padre. Lei lo ha obbligato a sposarla, lo sai? E io e lei ci assomigliamo tantissimo, o così dicono»
«Stai cercando di obbligarmi a sposarti?»
«No» Chiharu sogghignò. «Non subito, almeno»
Il sorriso di Sai lasciò il posto a un’educata perplessità. «Come?» chiese.
«Dammi tempo» rispose lei, sfoderando gli occhi di Shikamaru a cui Temari non sapeva resistere. «Qualche annetto, facciamo cinque. Lasciami arrivare ai diciotto anni, così diventa anche legale… e poi ti farò perdere la testa»
Sai inarcò le sopracciglia. «Davvero?» chiese, quasi interessato.
«Ci puoi giurare» garantì lei.
Lui sorrise, e si alzò dalla sedia, pensando che tutti i tredicenni fanno promesse più grandi di loro.
«Va bene. Allora aspetto, giusto?» chiese.
«Sì. E cerca di non impegnarti nel frattempo» rispose lei, sfacciatamente sicura.
«Bene. Guarda che ci conto» ribatté lui, mascherando l’ironia.
Sorridente e scettico, Sai raggiunse la porta. Prima di abbassare la maniglia si girò ancora una volta a guardarla. Che razza di ragazzina.
La seconda visita fu annunciata da un discreto tumulto al di là del muro. Mentre Haru si chiedeva quale mostro stesse per comparire, e cercava di cancellare dalla mente l’inebriante sensazione lasciatale dall’incontro con Sai, la porta si aprì e svelò… Baka Akeru. Profondamente imbarazzato.
Questa volta non ci fu confusione, né incertezza, offesa o felicità. Solo la più pura sorpresa, mescolata a un pizzico di fastidio.
«E tu che ci fai qui?» chiese prima ancora che Akeru chiudesse. Lui arrossì.
«Sono, ehm, venuto a trovarti» disse poi sollevando il mento in un impeto d’orgoglio.
«Perché?» insisté lei, con la strana sensazione di ripetere un copione troppo noto.
«Perché ho contribuito a salvare quella tua pellaccia ingrata, ecco perché!» insorse lui, indignato. «Mi sei quasi morta tra le mani, ho dovuto lottare con i tuoi due tirapiedi per passare, e tu mi tratti così?»
«Ehi, io e te ci odiamo, ricordi?» sbottò lei. «Cosa te ne esci con queste sciocchezze all’improvviso?»
«M-ma» balbettò Akeru, spiazzato. «Io pensavo che… insomma, quello che abbiamo fatto insieme… quello che è successo…»
«Pensavi che due ore di simil-collaborazione avrebbero cancellato anni di rancore?» completò lei secca.
Lui avvampò.
«No» ringhiò.
“Sì” pensò simultaneamente.
«Va bene. Spero che schiatti. Di nuovo» sibilò acido, dandole le spalle bruscamente. Afferrò la maniglia come se le avesse fatto un torto personale, la abbassò ferocemente e uscì sbattendosi la porta alle spalle.
Chiharu rimase senza parole.
Ma perché tutti impazzivano improvvisamente? Era l’ospedale che faceva quell’effetto o il fatto che fosse quasi morta?
Ricadde sui cuscini, esasperata; se tutte le visite di quel giorno erano così, non sarebbe arrivata viva alla sera. Forse, per convenienza, poteva quasi tornare in coma.
Aspettò che qualcun altro entrasse, magari anche Kotaro e Hitoshi, ma per qualche minuto non successe niente. Accigliata, si alzò a sedere e fissò l’ingresso.
“Tutta qua la coda?” si chiese delusa.
E Naruto non veniva a trovarla?
Fu allora che la porta si aprì di nuovo.
E questa volta era Jiraya.
Okay. Probabilmente era un virus nell’aria. Ciò che sapeva di quell’uomo, del suo ex eroe, era che non la sopportava, giusto? Lei aveva insultato lui, il suo lavoro e i suoi libri… Forse voleva ucciderla mentre era debole?
«Sono appena arrivato» annunciò lui con un ghigno. «Scusa se ti ho fatto aspettare, ho scambiato qualche parola con gli altri, fuori. E ti ho portato un regalo» sollevò una busta di plastica apparentemente pesante, e la depositò sul letto, sulle sue gambe.
«Cos’è?» chiese Haru perplessa. «E perché lei è qui?»
Jiraya corrugò la fronte e si sedette sulla sedia, incrociando le braccia sul petto. Chiuse gli occhi, con aria grave.
«Ho pensato una cosa durante questi giorni» disse serio. «Insomma, non è giusto che io me la prenda con te perché le nostre idee sono un po’ divergenti. Sei ancora giovane, devi essere formata, e il compito di noi vecchi è fornire tutti gli strumenti che possono essere necessari ai giovani per questo scopo. Quindi eccoli» tese una mano verso il sacchetto.
Chiharu lo aprì e ci gettò un’occhiata dentro.
Sbiancò.
L’intera opera di Jiraya, dalla prima pomiciata all’ultima, passando per “La violenza della pomiciata”, “Il paradiso della pomiciata”, “Le tattiche della pomiciata”… tutto. Più le antologie complete.
«Sono autografate» le fece notare lui, particolarmente orgoglioso. «I collezionisti venderebbero la nonna pur di averle»
“E allora perché non le offri a loro?” si chiese lei, disperata. “Oddio, ora che me le ha regalate dovrò anche leggerle?”
«Mh? Non dici niente?» chiese Jiraya, moderatamente offeso. «Non mi ringrazi?»
«Ehm, sì…» mormorò Chiharu. «Grazie…»
«Ma ti pare?» rise il sannin. «Noi due abbiamo iniziato con il piede sbagliato, ora metteremo le cose a posto!»
«Ah, bene…» bisbigliò lei.
«Okay, ora ti lascio agli altri fan! Mentre entravo mi è parso di vedere all’orizzonte persino il Kazekage in persona, lo sai? Adesso i Kage fuori dalla tua porta sono due!»
Nonostante la perplessità provocata dalla visita di Jiraya, Haru non poté fare a meno di sentirsi piacevolmente lusingata. E mentre lui usciva, allungò il collo per sbirciare fuori. Intravide la zazzera bionda di Naruto, Kotaro e Hitoshi, i capelli bianchi di Jin e… capelli rossi? Non ne era sicura.
Quando però la porta si riaprì di nuovo, fu proprio Gaara a fare il suo ingresso. Accompagnato da un uomo con il viso pesantemente truccato di viola, e vestito di nero.
«Gaara?» chiese Haru al Kazekage, sempre più sorpresa. Le visite di quel giorno diventavano sempre più strane e inaspettate.
«Ti fai chiamare per nome da tua nipote?» ironizzò l’uomo al suo fianco.
«E chi è lui?» domandò lei accigliandosi, e lo indicò.
«A quanto pare tua nipote invece non sa nemmeno chi sei, Kankuro» disse Gaara imperturbabile.
Quello, scioccato, si bloccò qualche passo più indietro.
Naturalmente Haru aveva già sentito parlare dell’altro suo zio, ma di fronte a una figura del genere non riuscì a impedirsi di arrossire.
«Scusi» borbottò, usando istintivamente il lei.
«Va bene così…» mormorò Kankuro, una mano sul viso. «In fondo ben pochi si ricordano di me… Fammi solo un favore: non darmi del lei. E chiamami zio»
«Ci… ci proverò» disse Haru turbata. Già faticava a chiamare sua madre mamma, figurarsi se riusciva a dire zio. «Ma perché siete qui?»
«Siamo venuti a visitare nostra nipote» disse Gaara con un impercettibile sorriso. «Ci hanno detto che hai creato un po’ di confusione»
«Beh…» Haru sorrise, lusingata. Poi ricordò che l’ultima volta il Kazekage le aveva fatto saltare i cinque minuti. «Ah…» fece, accigliandosi.
«Qualche problema?» domandò lui.
Lei lo fissò.
Era il Kazekage.
E si era spostato dal villaggio della Sabbia solo per lei, una nipote ingrata che vedeva una volta ogni dieci anni.
E poi era così affascinante.
Esitò, e alla fine sorrise di nuovo. «No, niente» garantì.
I successivi dieci minuti furono molto piacevoli, in definitiva. Senza eccessivo calore, con un cortese Gaara anziché zio, e costellati di chiacchiere neutre e leggere.
Alla fine il Kazekage disse che dovevano andare.
«Ah, solo una cosa» si bloccò a metà strada verso la porta. «Mi hanno detto che il tuo chakra è di tipo terra» sorrise. «Nell’improbabile caso che tu volessi un aiuto, io sono sempre disponibile»
Chiharu stava per fornire la risposta standard ‘non so ancora se tornerò ninja’, ma all’ultimo secondo si trattenne. E, arrossendo leggermente, mormorò: «Va bene… grazie»
Gaara e Kankuro se ne andarono, lasciandole probabilmente la migliore impressione del giorno.
Haru sospirò, affondando piacevolmente nei cuscini, e facendo due calcoli giunse alla conclusione che restavano fuori solo Naruto e il sesto Hokage.
Per fortuna ebbero la felice idea di entrare insieme.
«Finalmente si riesce a vederti!» esclamò Naruto allegramente. «Faccio prima a vedere l’Hokage che te»
«La verità è che sei impegnato con tuo figlio, no?» insinuò Haru con un ghignetto.
«Ehi tu, non dovresti essere debole e carina?» protestò lui indignato. E poi sorrise da un orecchio all’altro. «Sai che è un bambino bellissimo? Mi assomiglia tutto. Lo dice anche il maestro Iruka, anche se ormai dovrei smettere di chiamarlo maestro… Va beh, quando esci di qui te lo faccio vedere, anche perché è in parte merito tuo se è nato! Solo che, essendo maschio, non potevamo mica chiamarlo Chiharu. Abbiamo pensato anche a un secondo nome, ma è sempre da femmina, e poi suonava male, e allora io e Hinata…»
«Naruto» lo interruppe Kakashi, mentre Chiharu scuoteva la testa sorridendo. «Basta così»
«Ah. Certo. E’ che quando parlo di Micchan perdo la testa!» si scusò lui. «Di solito sono di poche parole, ma con lui divento logorroico… Ah, giusto, tu torni ninja, vero?»
Chiharu smise di sorridere.
Guardò Naruto. Guardò Kakashi.
L’Hokage si avvicinò al letto e sfilò di tasca il coprifronte che lei gli aveva lasciato in ufficio qualche giorno prima. Lo posò sul comodino, pulito e luccicante, accanto al marsupio.
«I medici ti hanno detto tutto, vero?» chiese. Lei annuì. «La scelta è solo tua. Conosci i rischi e sai cosa guadagneresti… ora devi solo capire cosa vuoi. Comprendo che sia difficile. Probabilmente è la scelta più difficile che possa capitarti in tutta la tua vita, o almeno lo spero. Vorrei solo farti sapere che…»
«Non ce n’è bisogno»
Kakashi si interruppe a metà, con la bocca ancora aperta sotto la maschera.
«Come?» chiese, momentaneamente spiazzato. Aveva perso il filo.
«Non c’è bisogno che mi dica tutto questo» spiegò Haru, guardandolo. «Io ho già deciso»
Silenzio.
«Cioè?» chiese dopo qualche attimo Naruto, impaziente.
Chiharu sorrise. «Sono nata per essere ninja» disse, allungando la mano per prendere il coprifronte lucente. «O così dicono. E io devo dimostrare che è giusto, no?» si fece seria. «Capisco che ci saranno molti problemi, che avrò nuovi… limiti. Ma i limiti esistono per essere superati, o così ho sempre creduto. E avere un obiettivo già in partenza è un ottimo inizio. Quindi… dovrò solo riprendere da qualche metro più indietro, e riguadagnare il terreno perso. Insomma, sono un genio, non mi ci vorrà tanto» ghignò, stringendo la placca in metallo tra le dita. «E poi volete scherzare? Una vita intera nella stessa casa dei miei? Uno impara a schivare padelle e coltelli volanti anche se non vuole»
«Ahah, in effetti Temari fa davvero paura!» concordò Naruto, di umore più che ottimo. «Allora, quando riprendi gli allenamenti?»
«Questo lascialo stabilire ai medici» sospirò Kakashi, rimpiangendo leggermente il meraviglioso discorso che aveva preparato con tanto impegno. Ma pazienza, andava bene anche così… In fondo il suo risultato lo aveva ottenuto.
«Oh sì, giusto» ritrattò Naruto accigliandosi. «Allora vado a chiedere a Sakura di farti uscire il prima possibile!»
«Veramente non intendevo quest…» tentò di dire l’Hokage, ma lui era già praticamente fuori dalla porta. Lo lasciò andare, ormai abituato ai suoi colpi di testa. «Ci penserà Sakura a riportarlo con i piedi per terra» rifletté tra sé.
«Beh, ma è abbastanza divertente, no?» chiese Haru in tono leggero, il coprifronte ora posato sulle sue ginocchia, accanto ai libri di Jiraya. «Stancante, ma divertente. E, a proposito, se chiedo cos’era il chakra rosso dell’altro giorno posso sperare in una risposta?»
Kakashi la guardò per un attimo, e poi abbassò l’unica palpebra visibile. «E’ meglio se chiedi direttamente a lui» consigliò.
«Oh» fece lei con disappunto. «Beh, forse… immagino di sì»
Ci fu un attimo di silenzio nella stanza, durante il quale Chiharu e Kakashi riuscirono a sentire le voci nel corridoio sotto forma di bisbiglio. Poi lei si ricordò di una cosa.
«Ah sì!» esclamò afferrando il marsupio. Lo aprì, e frugò al suo interno per qualche attimo. Alla fine tirò fuori una morbida piuma scarlatta, ancora perfettamente intatta, e la tese all’Hokage con un sorriso orgoglioso. «Ci sono riuscita»
Lui la prese, sorpreso. «Davvero?» chiese inarcando le sopracciglia.
«Già» annuì Haru. «Due volte. Va beh, la seconda volta era proprio messa male, volava appena, ma la prima era bellina. Piccola ma perfetta. Le ho usate per mandare i messaggi a Naruto»
«Hai usato questa tecnica? Pensavo che avresti preso un uccellino, o qualcosa di simile»
«Più o meno l’ho fatto, no?» si strinse nelle spalle. «E comunque ci sono riuscita. Sono brava, eh?»
«Sei una piccola ladra con un sacco di fortuna. Ma, te lo concedo, sei anche bravina»
Haru si accigliò. «Solo?» chiese offesa. «Ehi, ho fatto una cosa difficile! Probabilmente nessuno dei ninja del mio anno ci sarebbe riuscito. Neanche Hitoshi o Jin»
«Oh, questo è poco ma sicuro» disse Kakashi distrattamente, facendo ruotare la penna scarlatta tra le dita. La tese ancora a Chiharu. A onor del vero, neanche lei avrebbe dovuto riuscirci. Forse era più dotata di quanto avesse ipotizzato al principio; ma era meglio non dirglielo, o il suo ego sarebbe esploso. «Tieni. E’ tua» mentre lei la sistemava nel marsupio, assottigliò gli occhi. «Se non sbaglio in quel momento con te c’era Baka Akeru… Non gli hai detto nulla, vero?»
«Certo che no. E comunque non avrebbe capito un tubo»
«Non sottovalutarlo, Chiharu. Potrebbe sorprenderti un giorno»
Haru scoppiò a ridere senza ritegno. «Lui?» chiese incredula. «No. No, assolutamente impossibile»
«Spesso ci ricrediamo su molte più cose del previsto…» mormorò lui, inconsapevole veggente.
Haru smise di sghignazzare. «Forse è vero» ammise. «Per esempio, quattro mesi fa pensavo che Naruto Uzumaki fosse un buono a nulla, il peggior ninja di Konoha… mentre adesso mi sembra che le cose non stiano così» corrugò la fronte. «Ehi… solo ora mi viene in mente una cosa…»
«Cioè?» si informò Kakashi, moderatamente curioso.
Haru alzò gli occhi a incontrare i suoi.
«Posso farle una domanda che potrebbe risultare offensiva?»


Gli ultimi reduci dalla visita uscirono dall’ospedale tutti insieme, Gaara compreso. Il suo impegno era risultato essere un colloquio privato con Kakashi, ma se lui era con Haru la cosa non si poteva fare, così avevano aspettato. Alla fine si erano trovati nell’atrio i due Kage, Kankuro, Loria l’onnipresente segretaria, Kotaro, Hitoshi, Jin, e Shikamaru, che tornava a casa a farsi una dormita.
«Accidentaccio… però poteva evitare di sbatterci via così» bofonchiò Hitoshi risentito. «E’ stanca, lei. Col cavolo!»
«Magari è vero» tentò Kotaro senza molto successo. Alla fine sospirò. «Beh. Sappiamo come è fatta, giusto?» sorrise. «E va bene così. L’importante è che sia tornata nel gruppo»
«Bah, se lo dici tu» bofonchiò il piccolo Uchiha. Ma arrossì un po’.
Jin, a qualche passo di distanza, si sentì improvvisamente posare una mano sulla spalla.
«Io e te dobbiamo fare due chiacchiere» gli disse la familiare voce di suo padre, a pochi centimetri dall’orecchio.
«Ho fatto qualcosa?» domandò lui confuso.
«No, tu no; ma devo metterti in guardia a proposito di una persona… che forse ti dirà cose strane su tua madre»
Bastò quel breve accenno perché gli occhi opachi di Jin si tingessero di vita. Alzò la testa di scatto, speranzoso e stupito, e di fronte a quell’espressione da bambino Kakashi si lasciò sfuggire un sorriso. Senza dire nulla, posò una mano sulla sua testa, su quei capelli uguali nel colore e ugualmente spettinati, come i suoi. E per un attimo si perse negli occhi blu che gli ricordavano invece sua madre…
Naruto scelse quel momento per irrompere nell’atrio sbuffando.
«Non si può!» esclamò inviperito. «Sakura non la lascia uscire domani! Che seccante!»
«Chiudi quella bocca, incosciente!» gridò Sakura sporgendo la testa dal suo ufficio. Sasuke gettò un’occhiata dietro di lei, e per buona pace rimandò a Naruto il gesto osceno che lui aveva lanciato ad entrambi. Bambini.
«Non sarai tu ad essere troppo esigente?» ipotizzò Gaara. «E’ più importante la sua salute del tuo allenamento. Tu distraiti con tuo figlio»
«Ma lo sto già facendo!» protestò Naruto.
E mentre Kotaro e Hitoshi si chiedevano che cavolo stesse dicendo, dato che evidentemente non era con suo figlio ma con loro, la rossa segretaria del Kazekage degnò il biondo di una lunga e minuziosa occhiata. Sorrise impercettibilmente, sistemandosi gli occhiali sul naso. Solo Gaara se ne accorse, e una ruga sottile gli segnò la fronte.
«Su, andiamo» sospirò Kakashi riconducendo tutti all’ordine. «Abbiamo i nostri impegni, e chi non li ha deve allenarsi» scoccò un’occhiata ai piccoli. «Non è mica finita qui»
«See, see…» bofonchiò Naruto. «Solo io sto qui ad annoiarmi! Non ho mai un tubo da fare, mi sento quasi inutile!»
L’Hokage lo guardò e sorrise segretamente.
Inutile.
Che sciocchezza…


«Posso farle una domanda che potrebbe risultare offensiva?»
Kakashi inarcò le sopracciglia; questo andava oltre ogni sua possibile previsione, doveva ammettere: Chiharu Nara che chiedeva il permesso di essere tagliente?
«Prego» si limitò a dire, comunque.
«Ecco… L’Hokage non dovrebbe essere il miglior ninja del villaggio della Foglia? Il più forte?» indagò Haru. «Ma mi è parso di capire che tra lei e Naruto… sì, insomma, ho già detto che avrebbe potuto offendersi… ma mi sembra che il più forte sia Naruto. Sbaglio?»
L’Hokage sembrò riflettere un attimo sulle sue parole. Alla fine sospirò impercettibilmente – quel giorno lo stava facendo davvero troppe volte.
Ricordava benissimo quando Tsunade gli aveva offerto la sua poltrona. Jin era ancora piccolo, e lui faceva fatica a barcamenarsi con le missioni. Allora aveva pensato che sarebbe stato molto comodo un lavoro di ufficio. Ma anche lui si era chiesto perché non Naruto.
E alla fine ne aveva capito la ragione.
«Insomma, vuoi sapere perché l’Hokage sono io e non Naruto, esatto?» chiese, tanto per essere sicuro. Chiharu annuì. «In realtà è molto semplice. Pensa per un attimo alla situazione di Konoha cinque anni fa: eravamo sull’orlo di una guerra mondiale, il nostro esercito era in ottime condizioni ma ci mancavano gli strateghi, e dalla Sabbia iniziavano ad arrivare notizie dei primi problemi, che poi si sarebbero protratti fino a oggi… in una simile ottica, come ci vedresti Naruto a dirigere tutto?»
Haru ci pensò.
Fece una smorfia.
«Esattamente» annuì Kakashi. «Naruto sarebbe un Hokage perfetto… se fosse solo un po’ più riflessivo. Ma è ancora un adolescente dentro, e manderebbe al diavolo in due secondi le trattative diplomatiche che il Paese ha imbastito per anni e anni» sospirò. «Purtroppo è quasi certo che al prossimo turno sarà in prima linea, pronto ad uccidere chiunque gli soffi il posto… Per me prova un briciolo di rispetto, ma se a sostituirmi fosse tuo padre, o Sakura, o, Dio non voglia, Sasuke Uchiha, credo che farebbe una strage» sorrise. «Essere Hokage è sempre stato il suo sogno. E, affiancato da qualcuno che si occupi delle pratiche più delicate, potrebbe davvero essere il miglior Hokage che il villaggio abbia mai avuto… migliore anche di Yondaime»
Chiharu restò suo malgrado ammirata.
Nel tono di Kakashi riuscì a leggere un profondo affetto, rispetto, e anche una grande stima.
Tirò le somme nella sua mente, e scoprì che il pensiero di questo nuovo Naruto non era poi così sgradevole.
«Insomma, lui è…» iniziò, e lasciò in sospeso la frase.
Kakashi sorrise sotto la maschera.

«Sì. Naruto è il miglior ninja del villaggio della Foglia»












FINE











* * *

Spazio autore

...Ho mentito spudoratamente. <3
La volta scorsa vi avevo assicurato che in questo capitolo si sarebbe sistemata ogni cosa,
ma come vedete non è successo nulla di simile!
Sì, sono la figlia segreta di Crudelia Demon.
Ed è carina l'idea del capitolo che riprende il primo, vero? Vero? VERO?
Comunque, a questo punto tutti voi vi starete dicendo: ah, esiste un seguito!
E io vi risponderò... no.
Dovrebbe esistere, ma francamente è più di un anno che sono in ballo con Chiharu, Kotaro, Hitoshi, Jin, Baka...
E credo di essermi stufata.
Sono sempre stata una persona incostante...
Ok, ok, ok, buoni lì! Pensate al lato positivo!
Ora potete immaginare tutti i seguiti e i pairing che volete, senza che io vi angosci con i miei trucchetti!
Sapete che sono il Male.
La mia malvagità è tanta e tale da spaventarmi, sono un distillato di cattiveria, di marciume, di acredine, e di bugie.
Bugie, sì.
Perché ovviamente sto scherzando!
Il seguito c'è, e al momento ha raggiunto il terzo capitolo + prologo nella mia cartellina sul desktop.
Insomma, i lettori di vecchissima data hanno avuto la pazienza di aspettarlo per praticamente un anno, tradire la loro fiducia sarebbe veramente troppo.
(E poi ormai devo arrivare alla fine di questa storia e scrivere quello che succede nell'ultimo capitolo... è un dovere morale!)
A questo punto, vi garantisco che a settembre vedrete online il primo capitolo di "Piume nella cenere",
unico e vero seguito del Peggior bla bla bla!
Se vorrete restare con me anche il prossimo autunno, io non chiuderò la porta a nessuno.
Dunque, vediamo un po' di farci un minimo di pubblicità! XD

Per tutti coloro che si chiedono ancora qualcosa sulla madre di Jin, e non hanno gettato la spugna;
Per le persone che aspettano di vedere sviluppi sentimentali tra i mocciosi;
Per chi vuole sapere se la gara sul numero di figli tra Naruto e Sasuke avrà fine;
Per chi vuole conoscere i bambini che ora sono troppo piccoli per parlare;
Per chi si domanda "ma Neji resta nubile?";
Per chi pensa che Baka Akeru sarà sempre in seconda fila;
Per chi spera che Naruto diventi Hokage;
Per chi si ricorda di Loria l'ambigua segretaria;
Per chi si è insospettito riguardo alla piuma rossa di Chiharu;
Per chi SA che Tsuda junior non può essere scomparso e basta;
Per chi aspetta la riscossa degli Uchiha;
Per chi vuole farsi del male, ancora, insieme alla mia malvagità;
E per chi, semplicemente, si è affezionato ai personaggi che ho creato;
Se appartenete a una o più delle categorie elencate qua sopra,
allora a settembre ci ritroveremo.
Io sarò qui.


* Settembre - Piume nella cenere *
(imparate già a chiamarlo Penne nel fango, va'! E' il soprannome ufficiale! XD)


Ora, prima di lasciarvi all'ultima serie di risposte ai commenti, ho ancora un'ultima cosa da dirvi.
Dopo questo capitolo ci sarà un piccolo e stupido fuori-serie che mi è stato chiesto con insistenza sei mesi fa.
Io ve lo presento, così potrete vedere un accenno dei mocciosi nel futuro - nello specifico, di Stupido e Jin.
Sarà una mini-anteprima di due personaggi, diciamo.
Più uno, ehm, una, che non dovrete considerare granché. -.-
Se lo leggerete, tranquilli, non faticherete! XD


Ok, era la penultima cosa! XD
Questa è l'ultima:
essendo che mi è stato regalato un forum (indirizzo reperibile nella mia pagina personale),
ed essendo che è dedicato alle mie fanfic, ho deciso di sfruttarlo per fare tutto ciò che non posso fare nella pagina personale di efp!
E quindi, dopo il capitolo extra, troverete laggiù il prologo di Piume nella cenere!
Su, su, una visitina vale la pena di farla, no? <3


Topy: mi spiace che tu sia partita per le vacanze proprio oggi! ^^' Su, dai, quando tornerai avrai ben due capitoli da leggere, e la sorpresa del seguito! XD Ma per adesso ti ringrazio tanto per essere arrivata fin qui con me. Ho visto anche le recensioni alle one-shot e mi hanno resa davvero felice! Sarà dura fare a meno di "chiacchierare" con voi lettori fino a settembre... ç_ç
Kira33: nello scorso capitolo Naruto si lamentava del momento perché si supponeva che, con la battaglia finita e il nuovo nato, tutti dovessero essere felici. E invece Haru va a demolire l'umore generale! Comunque, Natsumi non si è vista, e nemmeno personaggi come Choji e Ino, a ben vedere! Sì, questo capitolo non aveva proprio il sapore della fine... XD Grazie per essere arrivata fin qui, mi ha fatto davvero piacere scambiare messaggi con te! ^_^
Ino_Chan: il finale è sempre la parte più difficile di una storia (insieme all'inizio). Come si fa a scrivere qualcosa che non risulti forzato ma nemmeno banale? E' ancora un mistero. Ma io ci provo, e tento ogni volta strade diverse. Chissà mai che mi vada bene! XD Poi c'è chi apprezza e chi non apprezza, ma nessuno ha detto che devo mettere d'accordo tutti! Ciò detto, il peggior bla bla bla finisce qui, ma spero di ritrovarti sul forum durante l'estate! ^_^ Un bacione!
RedCrossBook: io per prima sto iniziando a pensare che i miei aggiornamenti siano troppo rapidi... XD Ma se aggiornassi una volta a settimana ci avrei messo più di un anno per postare tutto Sinners. E quindi va bene così! U_U La frase sul Byakugan nello scorso capitolo era per te, esatto! XD Ma Kakashi non morirà solo per farti felice! Dimenticalo! U_U Certo... magari, nella prossima serie...
slice: sarò scema, ma sono convinta che siano i dettagli a trasformare una bella trama in una bella storia. Si può avere l'idea migliore del mondo, ma se non si costruisce dietro a quest'idea un intero universo, sembrerà sempre campata per aria! Grazie per essere arrivata fin qui, i tuoi commenti erano una certezza e mi hanno sempre fatto molto piacere! ^_^
arwen5786: essendo che è qualche giorno che non ci becchiamo via messenger, avevo scordato quanto potevi essere, uhm, ossessionata da Neji! XD Dai, almeno è uscito di scena con classe e charme, no? Non era ciò che volevi? (sì. Di' di sì, te lo ordino!) Ad ogni modo, io ero seria quando parlavo di Fay. Solo che non ho specificato che parlavo della prossima serie! <3
sammy1987: beh, Haru è fin troppo Mary Sue. un po' di sofferenza se la merita, diciamocelo! U_U Cooomunque, dopo aver letto anche l'ultimo capitolo, sei soddisfatta? Ovviamente ho lasciato tutto in sospeso, ma si sa, sono perfida... Ed esiste un'altra serie! XD
maninja87: sì, ci vuole molto di più a rispondere alle recensioni che a scrivere il capitolo, lo confermo! E per quanto la cosa mi renda molto felice, giuro che è massacrante! XD Tra parentesi, sì. Siamo praticamente a metà storia. U_U Comunque, tornando a questa, temo che Sasuke non abbia fatto una gran figura nell'ultimo capitolo! XD Sakura invece non è che si stufa del bambino... E' che quando ne fai 7 e sei un medico, sai cosa puoi e cosa non puoi fare. Mia madre quando aspettava me sbrinava il freezer! E in ospedale, prima di partorire, si è messa a sterilizzare i ferri da sola! (era infermiera, ed io ero la seconda figlia! XD) Le altre pazienti la fissavano terrorizzate e chiedevano se dovevano farlo anche loro... Tralasciando la mia biografia, comunque, grazie per essere arrivata fino a questo punto! ^_^ Ho tutte le intenzioni di procurarti un degno regalo di compleanno, per cui abbi fede!
lale16: diciamocelo, nessuno si aspettava davvero che Haru morisse! XD E infatti è viva e vegeta! Ehm, ok, forse non troppo vegeta, ma il senso è chiaro! XD Grazie per essere arrivata fin qui insieme a me, mi ha fatto molto piacere scambiare due chiacchiere!
SuperEllen: ovviamente un solo capitolo non bastava a sistemare tutto! XD Ma la postilla riguardante il seguito mi sembra più che sufficiente! E, come vedi dal mini-angolino pubblicitario poco più su, le domande che anche tu ti ponevi troveranno una soluzione... Ciò detto, mi sono quasi commossa quando hai detto di esserti innamorata di questa fic dal primo capitolo. E' stato... non so, strano e bello insieme. Grazie, perché penso che queste siano le parole che ogni scrittore sogna di sentire.
akane_val: psst... Mi sa che ora ci vuole una nuova sezione nel forum! XD Pensi che sia possibile crearla? Ebbene sì, la fine è vicina, ma non è una vera fine. Le cose in sospeso sono tante e tali che ci vuole un'intera nuova serie, altro che allungare la fic! Quindi bando alla malinconia, e fatti un sorriso con lo special che pubblicherò fra tre giorni! Ancora, grazie per aver commentato fino a qui, e - lo so, sono noiosa - grazie per il forum! >_<
Sky_Shindou: tutto ha una fine, sì, ma non sempre è vicina quanto si pensa! XD Infatti esiste un altro sequel - sono ripetitiva, lo so - e sarà sugli schermi a partire da settembre! Per maggiori dettagli su date e spoiler, c'è tutto sul forum! ^_^ E... oddio. Ti sei innamorata di come scrivo, e questo mi manda letteralmente in brodo di giuggiole! Perché un conto è innamorarsi di una storia, che non si ripeterà mai più, e un conto è innamorarsi di uno stile che invece verrà replicato nel futuro. Insomma, mi inorgoglisce da matti! Un bacione, e arrivederci sul forum! >_<
Killkenny: oooh, finalmente si può parlare del sequel come Dio comanda! Allora, sai che mi ero dimenticata dei problemi di cuore di Chiharu? XD Meno male che per pubblicare il Peggior ho dovuto rileggerlo tutto... e mi sono dovuta fare un file corposo con gli appunti, ma si può?
thembra: so che è brutto da dire, ma credo che Hinata sia stata una delusione, per Hiashi. Alla fine ha sviluppato una sua personalità indipendente in funzione di Naruto, e non ha mai capito l'attaccamento al clan del padre. Si è limitata a prendere le distanze, diciamo, e anche Hanabi non è stata un esempio di rettitudine e crescita morale! Ma Hiashi è morto e di lui non ci importa più nulla, amen. U_U Di chi ci importa, invece, è il piccolo Micchan! Adorabile piccolo pulcioso! <3 Un amore di bimbo, ecco! Nella prossima serie ho intenzione di farlo apparire sin dal primo capitolo, e, credimi, io lo amo! <3
bambi88: io ho provato a uccidere Haru, ci ho provato davvero! Ma la fetente si è ribellata. ç_ç Me tapina, penso di essere dio, ma sono soltanto una mano che obbedisce ai supremi ordini dei personaggi! Che amarezza...
Serrua_chan: tutto molto semplice, mia cara! Per andare a capo nelle recensioni devi scrivere, alla fine del paragrafo,
(con le virgolette). La frase successiva sarà automaticamente una riga più sotto! E, per contattarmi, esiste il *magnifico* messenger, e il mio molto poco originale contatto: ayachan152003@hotmail.com! XD Parlando della fic, non è che la gente si preoccupa più di Haru-ninja che di Haru-persona, è che sanno che quando si sveglierà vorrà dimostrare al mondo intero quanto è fiera e possente, e se non potrà farlo sarà piuttosto difficile da gestire! XD Grazie mille per i complimenti sulla scena ShikaTema, ultimamente sono mosca grigia (a metà tra la ShikaIno e la ShikaTema), e ho un paio di persone che continuano a sperare che io torni sulla vecchia, solida, nera via! XD A risentirci  via messenger, allora! ^_^ O, se ti sembra troppo complicato (XD), c'è il forum linkato nella mia pagina personale!
Hipatya: diciamocelo. Se riuscirò a tenere le vostre idee confuse fino alla riga precedente la rivelazione, riguardo la madre di Jin, mi potrò considerare una donna felice! XD Riguardo a tutto il resto, beh, ho un'intera terza serie per demolire e far risorgere gli Uchiha! Hitoshi non avrà affatto vita facile! E Neji... diciamo che Cami avrà di che disidratarsi di bava. U_U Comunque, mi piace parecchio il mio nuovo nomignolo! Posso adottarlo ufficialmente o dici che è troppo lungo? XD
muccina89: piega tragica? Ma dai, pensavi davvero che avrei ucciso Haru? XD Non prendiamoci in giroooooo... XD Si vedeva da metà fic che non l'avrei ammazzata, almeno secondo me! Oh, non essere triste! Perché Il peggior bla bla bla era ben lungi dall'essere l'ultimo capitolo della "saga"! XD Infatti, ce n'è già un altro. Mi limito a prendere una pausetta durante le vacanze, così riesco a mettere in cantiere qualche capitolo, e poi sarò tutta vostra, di nuovo! ^_^
Yume_Tsuki: ma quali lacrime d'addio? XD Sono lacrime di arrivederci, niente di più! A settembre sarò di nuovo in prima fila, e anche Kotaro ci sarà, sebbene non proprio in forma... Ma capirai cosa intendo quando avrò pubblicato il prologo! E ora, si stappi lo spumante! Il Peggior bla bla bla è giunto a conclusione! ^_^ Gioia, gaudio e tripudio! XD
Lily_90: dai, dai, dai, non ti arrabbiare! Lo so che il bacio è stato minuscolo e concluso nel peggiore dei modi per Shika, ma almeno c'è stato, su! XD E poi ho dimostrato che sono ancora molto giovanili! *sorriso maligno* Ah, comunque anche io adoro Shikaku e Temari a confronto. U_U Quindi ti capisco benissimo! Uh, ritieni che io abbia maltrattato i Nara a sufficienza? ^_^ Non hai ancora visto niente.
izayoi007: c'era una precisa ragione per l'assenza di Naruto, eheh... Per farlo fiereggiare come si deve nell'ultimo capitolo, doveva passare un po' di pagine in sordina! Muahahah! Coooomunque, un bel po' di nodi non sono stati sciolti, e infatti c'è un'intera nuova serie per ingarbugliarli ancora di più e poi districarli all'improvviso! Ahh, sarà un'estate divertente!
Reina: ah, spero di essere arrivata in tempo per la tua partenza, ma se così non fosse ti auguro comunque buon divertimento! >_< (che senso ha farlo se leggerai al tuo ritorno?) Ad ogni modo, i tuoi ringraziamenti mi hanno fatta pentire di concludere la fic. Sì, quando sento che qualcuno si è emozionato anche solo un pochino, concludere la cosa che lo ha emozionato mi sembra quasi un crimine... per fortuna ho ancora un seguito da proporre, e questo stempera molto la malinconia... Senza contare che, preveggente come sei, ti sei già proposta tra i lettori del seguito, e mi hai resa davvero ma davvero felice! ^_^


Aya

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** Extra - Omake ***


Naruto2-Omake

Omake 



- Extra -







Mi muovo silenziosa nella boscaglia.
Come un serpente.
No. I serpenti non mi piacciono.
Come uno scoiattolo.
Col cavolo che quello è silenzioso.

Mi muovo silenziosa nella boscaglia come sabbia.
Ecco, così potrebbe andar bene.
No. La sabbia fruscia.

E che diamine.

Mi muovo silenziosa nella boscaglia.
So dove mettere i piedi, so esattamente cosa fare.
Ho una missione.
Il mio compito.
E lo porterò a termine.
Sono brava, lo dicono tutti.
Cioè, non proprio tutti.
Ma quelli che contano (per me). Ed è abbastanza.
Nella destra tengo stretto un kunai freddo, i miei sensi sono all’erta dal primo all’ultimo...
...Diamine. Ragnatela.
Me ne libero.
Sono di nuovo silenziosa.
Efficiente.
Letale.
Come un embolo al cervello.
...
...Dovrei lasciar perdere i paragoni.

Proseguo.
La meta è tutto, l’obiettivo è tutto, la missione è tutto.
Così mi hanno insegnato (tralasciando di aggiungere che c’è un altro bel po’ di cose al mondo), e io ho imparato bene gli insegnamenti.
Forse non ero la migliore nelle ore di Poesia Ispirata, ma a muovermi silenziosa me la cavavo benissimo.

CRACK

Stupido rametto.

STHUD

Ahia!




«Ehi, hai preso qualcosa»
Nella piccola radura, due ragazzi erano fermi in posizione di difesa. Tutt’attorno a loro, conficcati nel terreno e nei tronchi degli alberi, kunai e shuriken, insieme a tracce di tecniche andate a vuoto.
Quello che aveva parlato, il più piccolo, aveva capelli tendenti al grigio e occhi blu, e non dimostrava più di dieci anni. L’altro, alto e moro, ne aveva sicuramente qualcuno in più, ma sembrava anche più malridotto.
«...Eh?» ansimò, senza capire.
«Là» spiegò il ragazzino, indicando un punto alle sue spalle, sulla destra. «Quando mi hai lanciato quel kunai e mi hai mancato di venti centimetri, hai preso qualcosa nel bosco»
Il moro sbatté le palpebre sugli occhi azzurri, slavati.
«Ah... ma certo!» esclamò all’improvviso. «Lo sapevo. Sicuro. Avevo sentito un rumore, e ti ho mancato apposta»
Il ragazzino più giovane gli lanciò un’occhiata piatta. «Interrompiamo la sfida e andiamo a vedere?» propose.
«Ho vinto io?»
«Ti concedo al massimo un pareggio»
«Accidentaccio... va bene. Solo perché sei piccolo»
Insieme si avvicinarono cautamente alla boscaglia. Poco prima avevano sentito un rametto spezzarsi, poi c’era stato il kunai, e più nulla. Di qualunque cosa si fosse trattato, o era stata colpita, o se ne era andata molto in fretta.
«E’ un cinghiale, vedrai» se ne uscì il moro con aria convinta. «Enorme. Li so riconoscere io»
Scostarono le fronde di un cespuglio e si liberarono di una ragnatela, e, scavalcando radici e sassi, avanzarono ancora un po’... Finché il luccichio di un kunai tra le foglie non attirò la loro attenzione.
Si fermarono.
«Un cinghiale, eh» commentò il ragazzino, piatto.
«Ehm...» si schiarì la voce quello più grande, arrossendo. «...Più o meno»
Faccia a terra, sul terriccio scuro, c’era una sagoma indubbiamente umana, circondata da una massa di folti capelli rossi sparsi sulla schiena e tutt’attorno al capo. A una prima occhiata sembrava sprovvista di zanne, peli o coda.
«Mi sa che l’hai anche colpito con il retro del kunai» commentò il più piccolo, raccogliendo l’arma del delitto. «Non sai nemmeno lanciare come si deve, razza di Stupido»
«Ehi, almeno io me ne ero accorto!» protestò l’altro, indignato.
«Comunque, controlliamo se è vivo»
Con poca delicatezza, i due si posizionarono ai lati del loro cinghiale e lo voltarono sulla schiena.
La prima cosa che scoprirono fu che era davvero stato colpito con il retro del kunai, a giudicare dal bernoccolo sulla tempia sinistra. La seconda, che era femmina.
Il ragazzino posò due dita sul suo collo, alla ricerca di battito cardiaco, e lo individuò subito.
«Viva» decretò con calma. «Non sai nemmeno uccidere con un colpo solo»
«Potrei imparare in fretta» bofonchiò il moro tra i denti.
«Che ne facciamo?»
«Non possiamo portarla a Konoha, guarda il coprifronte»
«Già. Allora proviamo a svegliarla»
Non aveva nemmeno finito di proporlo, che la sua piccola e tenera mano aveva già colpito con uno schiaffo secco.

Ahia!
Non ci va leggero il marmocchio!
Ma col cavolo che apro gli occhi, non sono mica scema.
In questi casi la mossa migliore è fingersi morti.
Io queste cose le so.

Il ragazzino fissò il volto addormentato, che sul lato destro si stava colorendo di rosso.
Ritentò.
«Ahia, e che cavolo!» sbottò allora il cinghiale, scattando a sedere con una mano alla guancia. «Basta, però!»
«Fatto» commentò il ragazzino tutto tranquillo. «Va bene, ora dicci chi sei e cosa vuoi»
La kunoichi dai capelli rossi assottigliò gli occhi castani, studiando i due che si trovava davanti.
Carini, fu il suo primo pensiero. Nemici, fu il secondo.
«Dalla mia bocca non uscirà una parola!» esclamò spavalda.
«Prego?» chiese il ragazzino, serafico, e la lama del kunai andò a solleticare la gola di lei.
«Oh, ehm, beh... se proprio insistete... insomma, in fondo è scortese non presentarsi» ritrattò la rossa stiracchiando un sorriso. «Chiamatemi Kuro. Vengo dal Villaggio del Sushi»
Il ragazzo più alto scoppiò a ridere. «Da dove?»
«Villaggio del Sushi» bofonchiò lei, arrossendo. «Non si vede dal coprifronte?»
«Ah, è sushi quello? Credevo fosse una ciabatta»
«Senti, se esiste il Villaggio del Tè non vedo perché non dovrebbe esserci anche quello del Sushi!»
«E perché sei qui?» intervenne il più piccolo, prima che scattasse la rissa.
«No, dai, questo non posso proprio dirvelo!»
«Devo torturarti?»
Kuro sbiancò. «Lo faresti davvero?»
«Ma sei una ninja o no?»
«Certo che sì. Ho anche gli shuriken»
Silenzio.
«Okay, lasciatelo dire. Mi fai pena» se ne uscì il ragazzino dopo qualche istante.
«Se non vuoi torturarla possiamo legarla e portarla al villaggio»propose l’altro, con un sorrisino allegro. «Sarebbe divertente vederla fare l’idiota con i veri ninja»
«Voi non siete veri ninja?» chiese lei, illuminandosi all’improvviso.
«Ver...» iniziò l’altro, ma non ebbe il tempo di finire.
In un attimo sia lui che il compagno si trovarono bloccati da uno shuriken conficcato nel terreno attraverso la stoffa dei loro pantaloni, e con profondo stupore si resero conto che alla stelletta erano avvolte carta bombe... rosa leopardate?
Esplosero quasi subito, dando a malapena il tempo a Kuro di balzare indietro, e sollevarono una nube di polvere e foglie secche.
La kunoichi, appollaiata su un ramo, rise piano, con l’aria del serial killer professionista.
Hn. Mai mettersi contro una vera ninja” pensò, inspirando a fondo.

CRACK

Il ramo si spezzò.
Kuro perse l’equilibrio.
La sua testa andò a cozzare contro il tronco.
Svenne.
Di nuovo.
Ricadde a terra, dieci centimetri più in là di dove era stata stesa poco prima, e i due ragazzi che l’avevano trovata, tossendo, dissiparono le ultime spire di fumo con la mano, e la guardarono.
«Io mi vergogno a portarla al villaggio» commentò il più piccolo, osservandola desolato.
«Già. Senti, lasciamola qua e facciamo finta di niente» approvò l’altro.
«E se riesce a trovare la strada per Konoha?»
«Ci penserà qualcun altro a ucciderla»
«Ma no, poverina. La condanniamo a morte, così, e invece dovremmo averne compassione»
«Allora cosa ne facciamo?»
Il ragazzino si prese qualche istante per riflettere.
«Beh...» disse poi, esitante. «Secondo me se la appoggiamo contro un albero, girata dalla parte opposta rispetto a Konoha, non ci arriva mai più»
«Dici che funziona?»
«Tanto vale provare»



Funzionò?
Forse.
Ma probabilmente non ne sapremo di più.







Continua...?
(Spero vivamente di NO)



* * *

Spazio autore

Io l'ho detto che era una scemenza. U_U
Se non altro, è una scemenza che renderà la separazione meno dolorosa!
Se vi avessi lasciati con un drammatico capitolone intriso di morti, sarebbe stato molto più triste, no?

Nota: Kuro è una persona realmente esistente.
Ahimé.



Arrivederci a settembre!
(oppure, arrivederci sul forum, dove troverete il Prologo di Piume nella Cenere!)



Aya

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=214606