The wedding of my best friend

di E M M A
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 parte 1. ***
Capitolo 8: *** capitolo 7 parte 2. ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Laney si avvicinò al suo amico, aveva una bruttissima faccia pensierosa, pensava così raramente lui, che vederlo così faceva quasi tristezza -Cos'hai?- gli chiese preparandosi ad una penosissima chiacchierata, si sedette su un gradino vicino a lui.
Susseguì un lungo minuto di silenzio, in cui il ragazzo cercò le parole
-Lo sai che un giorno diventeremo grandi..?- quest'esclamazione la lasciò un po' perplessa, strinse le labbra riflettendoci su
-Emh... non credo di seguirti Core...- rispose mortificata
-Insomma... un giorno dovrò andare a vivere per conto mio? E... dovrò lavorare? O... sposarmi?- pronunciò la parola "sposarmi" con una smorfia, suscitando un sorriso da parte dell'amica.
Laney amava Corey, con tutto il suo cuore, ma nelle sue rare riflessioni profonde non poteva nemmeno sentirlo, lo trovava piuttosto... deprimente, il 5% delle volte. Ma infondo, lei era sua amica, e se era Corey a chiederle qualcosa, anche volendo, non avrebbe potuto dirgli di no.
-Andiamo Corey... ce ne vorrà di tempo, prima di crescere!-
-Ma... se quel giorno dovesse arrivare e io non fossi preparato?- già, non poteva sentirlo, Corey aveva tutti i difetti del mondo, ma non si era mai fatto tutti questi problemi sul futuro... Lui era un ragazzo che si godeva il presente e che amava cogliere l'attimo, Laney sperava solo che quella pausa di riflessione finisse il prima possibile.
-Facciamo un patto?- le chiese tutto ad un tratto, svegliandola dai suoi pensieri, lei inarcò un sopracciglio fissandolo
-Che tipo di patto?-
-Tu sei una ragazza giusto?- lo fulminò con lo sguardo, stava per rispondergli MOLTO male, ma decise di ascoltarlo
-Che intuito...- rispose leggermente seccata, ma evidentemente lui non notò il sarcasmo nel suo tono
-Allora facciamo così, se prima dei nostri ventisette anni siamo ancora da soli... ci sposiamo noi!- la ragazza spalancò gli occhi, improvvisamente amava le sue pause di riflessione. Appena sentì la sua quasi dichiarazione smise di respirare.
-C... come dici?- chiese con il poco fiato che le rimaneva in corpo
-Hai capito no..?- il ragazzo sembrava imbarazzato e sicuro allo stesso tempo, cosa che Laney ammirava molto in lui, anche se tendeva a nasconderlo
-Va bene!- esclamò realizzando appieno la proposta del ragazzo
-Davvero?-
-Se a ventisette anni siamo ancora single, ci sposiamo noi!- allungò una mano, aspettando che il ragazzo gliela stringesse per sigillare il patto, ma lui preferì abbracciarla.
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Una promessa dimenticata.
Un patto archiviato nella parte più remota del tempo.
Un'amore svanito col passare degli anni.
Una settimana per mandare a monte un matrimonio.
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Narratrice Laney:
Corey Riffin? Wow ne sono passati di anni... era il mio migliore amico quando andavo ancora alle medie, ricordo che i miei non appoggiarono la mia decisione di suonare in una rock band e mi sono dovuta arrangiare per conto mio. Ho dovuto lasciare i miei amici per frequentare un corso di specializzazione per diventare medico. Ho abbandonato la band quando ho capito che medicina era una cosa seria, e... i miei non mi hanno permesso alcuna distrazione. Non ho idea di che fine abbia fatto... Chissà se si ricorda di me...

Narratore Corey:
Laney Penn? Cavolo quanti ricordi... era la mia migliore amica, o qualcosa di più... non lo so, insomma a quei tempi ero solo uno sciocco ragazzino di tredici anni... Le ho dato il mio primo bacio quella sera di capodanno... me lo ricordo bene. Se penso a lei? Sì ogni volta da quando ci ha lasciati per frequentare la scuola di medicina... Dovrei chiamarla... chissà se si ricorda di me... Da quando abbiamo sciolto la band, ho intrapreso l'esatta direzione opposta a quello che avrei voluto fare con i miei amici, ho frequentato un liceo alberghiero, sono uno chef ora! Già non è divertente... ma almeno non ho dovuto studiare molto...
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Maggio 2027
-La dottoressa Penn è pregata di recarsi in segreteria- la voce si espanse per i corridoi dell'ospedale, la giovane donna dai capelli rossi cominciò ad incamminarsi
-C'è un certo Corey Riffin al telefono per te...- disse una delle segretarie con cui aveva stretto amicizia, afferrò stranita la cornetta. Corey? Erano anni che non sentiva quel nome, ed era sorpresa che dopo tutto questo tempo, si ricordasse ancora di lei
-Sì..?- chiese incuriosita ed emozionata
-Laney? Ciao!- era proprio Corey, anche a distanza di secoli lo avrebbe riconosciuto
-Come hai avuto il mio numero?- chiese di nuovo, divertita
-E' lo stesso dal 2014...!- ed entrambi scoppiarono a ridere, continuarono a parlarsi per altri dieci minuti
-Dovremmo incontrarci un giorno di questi!-
-Sì, dovremmo...-
-Fantastico! Perché ho una notizia da darti! Ciao!- riattaccò.
Chissà notizia? Comunque era stato bello per lei risentirlo dopo tanto tempo, e se avesse riprovato le stesse cose che provava per lui tredici anni fa...?
Un uomo sulla cinquantina la fermò in corridoio, facendola tornare alla realtà... -Dottoressa Penn, mi auguro che quella non sia stata una telefonata di piacere..- sorrise, e la donna negò, poi con la scusa di un paziente scappò di corsa. Se il primario di medicina l'avesse beccata a farsi i cavoli suoi, avrebbe finito di lavorare, o almeno, il suo prossimo stipendio non avrebbe avuto più tre cifre.

Due settimane dopo, un uomo dai capelli blu, finì il suo turno in cucina
-Okay ci vediamo domani!- disse, salutando i suoi colleghi, fece una piccola sosta a casa sua, per prepararsi al meglio per l'incontro a cui stava andando.
Si fermò di fronte ad un ristorante, ad un tratto sentì caldo, era emozionato, stava per rivedere la sua migliore amica dopo tredici anni. Entrò e cominciò a squadrare ogni centimetro quadrato del ristorante alla ricerca di qualcuno che potesse essere Laney.
Il suo sguardo si sposò su una donna seduta al tavolo numero due, portava i capelli lisci e rossi sulle spalle, dai suoi grandi occhi verdi facevano capolino lunghe ciglia scure e sulle labbra aveva un filo di rossetto chiaro, pur avendo un aspetto diverso e più adulto della ragazzina che ricordava. Era Laney. Ne era sicuro!
Si avvicinò salutandola e lei si alzò per abbracciarlo. Erano passati tredici anni, tredici anni senza parlarsi, o abbracciarsi, dopo così tanto tempo, i due sentirono di essere tornati bambini.
Chiusero gli occhi e credeteci o no, si ritrovarono nel garage di casa Riffin, sul loro palco, accanto ai loro amatissimi strumenti. Tutto svanì quando riaprirono gli occhi.
Si sedettero al loro tavolo. Laney indossava un vestito verde che le arrivava sulle ginocchia, e Corey non poté pensare ad altro che: "Wow, è davvero cambiata"
-Allora Corey, come vanno le cose?- chiese lei sorridente
-Io... sì... tutto bene, e tu? Sei riuscita a diventare medico?- lei sorrise ancora di più
-Sì sono la migliore!- scherzò e i due scoppiarono a ridere. Forse erano l'unica coppia in tutto il ristorante a fare tanto rumore, ma infondo loro erano solo amici e niente di più.
-Cos'hai in programma?- chiese a bassa voce lei, dopo che una vecchia signora del tavolo accanto, la zittì bruscamente
-Io... io tra una settimana mi sposo..-

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


-Io... io tra due settimane mi sposo­!- e cadde il silenzio.
Laney lo fissava seria, il suo sguardo sembrava spento e i suoi occhi vuoti, non poteva credere che Corey si sposasse, insomma, stiamo parlando di Corey! Il ragazzo che non conosceva l'amore, che non aveva mai pensato a qualcuna come la SUA ragazza, lo stesso Corey di cui si era perdutamente innamorata durante la sua adolescenza e lo stesso per cui ora... non provava più niente. Infatti, non si sentiva arrabbiata, e questo, le sembrava strano...
Corey non sapeva come avrebbe reagito alla notizia, continuava a fissarla, preparato a qualsiasi reazione. Infondo lei era stata il suo primo bacio, e soprattutto era stata la prima ragazza per cui avesse provato quel qualcosa in più dell'amicizia, anche se non lo aveva mai ammesso, forse, perché quando se n'era accorto... ormai era troppo tardi. Avrebbe accettato ogni tipo di scenata, ma invece...
-Che bella notizia, sono felice per te!- che cosa?
-Che cosa?-
-Sono contenta- disse sinceramente -Ti sposi!- non era esattamente la reazione che si aspettava, ma se non si era arrabbiata tanto meglio.
-Posso chiederti una cosa?- continuò
-Certo!-
-Vedi, quella che doveva essere la damigella d'onore ci ha dato buca all'ultimo momento... ti andrebbe di... sostituirla?- lei lo fissò, lo sguardo che viaggiava dall'arrabbiato all'incredulo.
"Cioè, dopo tredici anni ti ricordi che esisto solo per chiedermi di salvare il tuo matrimonio!?" ma non lo disse, qualcosa la bloccò, o meglio, qualcuno. La vecchia signora che prima ordinò a Laney di stare zitta, cominciò ad urlare e i due si girarono, così come il resto del ristorante. L'anziano che stava seduto accanto al lei era a terra e respirava a fatica. Laney si buttò su di lui appoggiandogli due dita sul collo
-Non sento il battito, ha un attacco cardiaco- esclamò seria mentre gli sbottonava la camicia -Corey chiama un'ambulanza!- l'uomo si affrettò a prendere il cellulare e compose il numero, poi s'inginocchiò vicino alla vecchia signora per soccorrerla, si era accasciata a terra per lo spavento.
L'ambulanza caricò l'uomo e sua moglie, poi sparirono dietro un angolo, vedere Laney fare un massaggio cardiaco ad un uomo di settant'anni, sembrava così... strano e... meraviglioso! Non che vedere un anziano signore in fin di vita fosse meraviglioso, ma vedere Laney svolgere il suo lavoro lo era, eccome.
-Gli ho rotto due costole, ma si riprenderà...- disse
-Due costole?-
-Può capitare... ma infondo gli è andata bene! Poteva non farcela!-
-Sei stata grande!-
-Grazie!- fece una pausa, riflettendo un attimo su tutto quello che era accaduto negli ultimi venti minuti. Perché non sarebbe dovuta andare al suo matrimonio? Infondo lui non le piaceva più! -Sai, credo che potrei sostituire la vostra damigella!- si sorrisero.

Il matrimonio si sarebbe svolto a Los Angeles, città natale di lei e luogo in cui i due si sono conosciuti per la prima volta.
Lui, ragazzo venticinquenne laureato in albergheria, si trasferì a Los Angeles alla ricerca di un locale da trasformare nel suo ristorante. Aveva ormai dimenticato la sua vecchia vita a Preanceville, si era lasciato alle spalle il suo garage, i suoi amici, Trina e il suo diario, suo padre e Laney...
Era andato lì per diventare chef e, per quanto odiasse quel lavoro, doveva mettercela tutta, anche se si ritrovava per la prima volta da solo in una grande città.
Si sedette al tavolo di un piccolo bar lì vicino, ordinò un caffè e si mise ad osservare quell'immensa città che aspettava solo lui, deglutì. Non si era mai trovato da solo prima d'ora, erano sempre stati la Grojband, e ora lui... avrebbe solo voluto che Kin e Kon fossero lì.
-Scusa posso sedermi?- si girò di colpo, attirato da quella vocina docile. Una donna che doveva avere più o meno la sua età gli si avvicinò puntando alla sedia accanto a lui -Qui è tutto pieno...-
Aveva i capelli biondi corti tenuti indietro da un cerchietto rosa, un vestito corto rosa pallido, mentre ai piedi portava delle ballerine... rosa... Chiunque l'avesse vista, avrebbe potuto definirla una barbie. Anche Corey lo pensò a prima vista, e ovviamente, odiando quella stupida bambolina famosa in tutto il mondo... accettò volentieri la sua compagnia. Forse, se non fosse stato così solo...
-E pensare che dopo solo un anno, ci sposiamo!- Laney ascoltò distrattamente la sua storia, in poche parole, il loro primo incontro ricordava tanto, una delle solite scene che si vedono nei film... capirai... Non sapeva bene da dove arrivasse tutta questa ostilità, ma sapeva già di non sopportare la fidanzata di Corey. L'aereo atterrò e la rossa si slacciò in fretta la cintura, non voleva sentire una parola di più sulla fidanzatina perfetta!
-Cos'hai?- chiese l'uomo preoccupato
-Ehm... non vedo l'ora di scendere dall'aereo, voglio conoscere Mary!- mentì, lui sorrise e insieme uscirono.

In aeroporto fiumi di gente li travolse, in quel luogo padronava il caos. Poi successe qualcosa, qualcuno saltò addosso a Corey era la barbie, che a distanza di un anno si era fatta crescere i capelli, ma sembrava ancora ossessionata dal colore rosa. Le sue labbra si scontrarono contro quelle dell'uomo in un bacio disgustosamente impacciato.
Ad un tratto Laney sentì che la sua cena le ritornava su, sempre più su fino a... *Splat*, riempire un sacchetto per il vomito distribuito sull'aereo per le emergenze.
-Tutto okay?- chiese lui preoccupato piantando la sua fidanzata
-Sì... sono solo un po'... scombussolata per il volo- mentì ancora
Mary si buttò su di lei abbracciandola. "Ma che fai? Levati!" avrebbe voluto urlarle ma... no...
-Sei sicura di sentirti bene?- chiese prendendole le mani, come se si conoscessero da una vita
-Certo...-
-Urrà! Sono sicura che diventeremo ottime amiche, damigella!-
"Urrà?... Povera me!"

Angolo Autrice:
Salve ^_^
Volevo giusto accennare un paio di cose...
Ho fatto diventare Laney un medico perché amo Scrubs, è il mio telefilm preferito <3, (già non ci sono altri motivi).
Poi... so che quando mi rivolgo ad una persona sui settant'anni dovrei utilizzare il termine "anziano" ma visto che ha insultato Laney, ad un'anziana acida si può dare della vecchia! Tutti d’accordo vero?
So anche che una Laney che vomita non è il massimo... ma volevo dare l'idea di quello che si prova vedendo Corey che bacia una "barbie" (ammettetelo che anche voi avreste avuto la medesima reazione ^_^)
Okay credo di aver detto tutto ciaooo!!! P.S. Auguri a tutte le mie lettrici!

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


"Urrà?... Povera me!" pensò, per poi essere riabbracciata dalla bionda, chiedendosi chi glielo avesse fatto fare.
-Non vedo l'ora di farti vedere il tuo vestito!-
"L'areo è già ripartito?" pensò ancora la rossa, con l'intenzione di andarsene, ma per sua sfortuna era bloccata lì.
-Okay, vi lascio alle vostre cose da donne...- disse Corey prendendo i due bagagli di Laney
"No, non mi lasciare da sola con lei...- lo supplicò con lo sguardo, ma lui baciò la sua ragazza e diede una piccola pacca affettuosa sulla spalla dell'amica per poi dirigersi in hotel a scaricare i bagagli. Intanto le due rimasero sole.
La barbie alzò un braccio per farsi notare da un taxi, fece salire prima Laney, e quando toccò a lei, riuscì a sbattere la testa sul tettuccio dell'auto, cadendo a terra
-O mio Dio! Tutto bene?- chiese preoccupata la rossa, coprendosi con entrambe le mani la bocca, in realtà sarebbe voluta scoppiare a ridere, e coinvolgere il tassista a ridere con lei di quella scena comica, ma purtroppo Laney non era fatta così. Porse la mano alla donna aiutandola ad alzarsi
-Non ti preoccupare, mi succede molto spesso...- rispose sorrisero, adesso con quel piccolo livido in testa, Mery sembrava una persona vera e non una barbie, chissà... magari sarebbero potute diventare veramente amiche...

"No, no, no e ancora no!" pensò di fronte all'abito, non sarebbero mai diventate amiche.
Laney scese dal piedistallo su cui si era posizionata affinché la sarta finisse di apportare le modifiche sull'abito.
-La mia sorellina doveva farmi da damigella, ha solo diciannove anni, ha le curve di un'adolescente, ma tu sei magra e ti starà bene- la rossa osservò il vestito che aveva addosso, o meglio, osservò quella specie di tenda rosa-fuxia in cui era avvolta. Adesso capiva perché sua sorella si fosse ritirata dal ruolo di damigella, in quel mini-vestito non ci sarebbe entrata nemmeno una ragazzina di dodici anni, se lei lo stava indossando, era la dimostrazione che i miracoli esistono.
-Allora ti piace?- chiese la quasi sposina congiungendo le mani, e sbattendo le lunghe ciglia appesantite dal troppo mascara.
"La verità? No! Odio questo vestito! Tu non mi piaci! E il solo pensiero di saperti con Corey mi da i voltastomaco!", ma disse solo: -Non riesco a muovermi- "O a respirare".
-Ma no! Va benissimo!- rispose l'altra.
"Una settimana Laney, una sola settimana!" pensò mentre si chinava per prendere la sua borsa, quando un brutto *Trash* la bloccò. Se era successo quello che pensava fosse successo...
Alcune cuciture del vestito avevano ceduto, ora l'abito aveva uno strappo sulla parte della gamba destra, e sotto le braccia. Anche se aveva distrutto quel vestito, non poteva sentirsi meglio di così.

Finalmente quando fu nel suo camerino poté togliersi quell'orrore di abito, ma qualcuno entrò senza bussare
-Corey!- esclamò, e l'uomo si coprì gli occhi più veloci che poteva, imbarazzato
-Scusami! Non ho visto niente!- rispose lui, facendola arrossire a sua volta
-Me lo auguro!-
Rimase lì altri cinque secondi in cui spiare da dietro le dita gli venne naturale, non sapeva perché, ma doveva farlo, e più spiava la sua amica mentre si rivestiva, più la sua pelle assumeva il colore rosso
-Okay, ho fatto...- disse, adesso indossava finalmente qualcosa adatta a lei, un paio di jeans chiari e una t-shirt verde, Corey la trovava ancora più affascinante
-Ero solo venuto per riprendermi questo- disse afferrando l'abitino rosa
-A quanto pare, bussare non va più di moda eh?- sorrisero entrambi, poi lui aggiunse con tono dolce:
-Comunque, senza questa roba addosso- si rivolse al vestito -Stai molto meglio-
Laney lo guardò andarsene, con la bocca semi aperta. Almeno qualcuno la pensava come lei.


Angolo Autrice:
Ciao a tutti!
Scusate se questo capitolo è un po' cortino (disastroso). Cercherò di farmi perdonare con il prossimo capitolo
Buona notte <3

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Erano le nove di sera passate, e presa da tante emozioni contrastanti, Laney cominciò a vagare per la sua camera, aveva bisogno di sfogarsi, di parlare con qualcuno e di raccontare tutto ciò che stava passando. Decise di chiamare Elena, la sua migliore amica, l'infermiera più pazza e divertente dell'ospedale in cui lavorava, la prima persona che aveva conosciuto durante il suo primo giorno di lavoro. Come poteva dimenticarselo...

Aveva appena messo piede in ospedale, era ancora un medico alle prime armi e non aveva la minima idea di cosa fare, o da quale parte cominciare, ad un tratto vide il suo mentore, e un sorriso le si disegnò in volto, stava per seguire il suo gruppo di specializzandi quando un uomo mezzo insanguinato le si gettò contro
-O mio Dio!- esclamò spaventata, era suo dovere fare qualcosa… ma cosa? Era troppo impressionata per muoversi, allora un'infermiera dai lunghi e nerissimi capelli mossi, le si avvicinò correndo
-Signor Morrey, venga con me, sta perdendo sangue un'altra volta- disse prendendolo per le braccia e staccandolo dalla rossa, che in quel momento era paralizzata per lo spavento e ricoperta di sangue. Osservò l'infermiera riaccompagnare il paziente nella sua camera, gli tamponò il sangue e questo si addormentò beato, la rossa la guardò ancora avvicinarsi
-Tutto a posto?- chiese con tono divertito e preoccupato allo stesso tempo
-Gr... Grazie!- rispose ancora un po' scioccata -Ma... cos'aveva quel paziente..?- chiese osservando le ferite fasciate dell'uomo
-Il signor Morrey ha una grave emorragia esterna, ha riperso sangue dalle mani e dal naso...- spiegò porgendole un fazzoletto. Laney si guardò, era ricoperta da quel disgustoso liquido rosso sul camice, e sulle mani, accettò il  fazzoletto e si diresse in bagno a lavarsi
-Per qualsiasi cosa io sono Elena!- esclamò l'infermiera dai capelli nerissimi
-Laney!- rispose la donna.


Sorrise ripensando a quel ricordo, di certo non era così che si era immaginata il suo primo giorno di lavoro, ma... l'aver conosciuto Elena le aveva fatto dimenticare tutte le esperienze più disastrose.
Il telefono aveva smesso di squillare, e al suo posto ora, stava parlando una voce femminile
-Elena!- la salutò entusiasta di sentirla
-Laney! Ciao! Com'è Los Angeles?- chiese
-Oh qui è tutto bellissimo, la città, le persone... la sai la novità? Io odio la fidanzata di Corey!- esclamò con un filo di sarcasmo nel tono di voce. Dall'altra parte, dapprima regnò il silenzio, poi l'infermiera scoppiò a ridere
-Cosa?- domandò confusa, ma per sua sfortuna aveva capito bene
-Elena, questo matrimonio non si può fare!- ancora il silenzio, e poi una risatina
-Da quando mi sei diventata una sentimentalista gelosa?- scoppiò di nuovo a ridere, le sue parole la ferirono un po’, ma poi la fecero riflettere. Gelosa? Non ci aveva mai pensato... Corey non le piaceva più... oppure sì? Si riprese dalle sue riflessioni
-Gelosa io? Ma dai Ele... è solo che questa "Mary" è una gallina senza cervello, e Corey sta facendo un grosso errore- si giustificò lei, e in parte era così, ma forse… qualche motivazione in più c’era..
-Sei sicura che sia SOLO per questo?- Laney ci pensò, era davvero pronta a lasciar andare Corey senza prima avergli detto quello che provava sin da ragazzina? E che forse... provava anche adesso...
-No- rispose soltanto.
-Avevo ragione. Senti adesso ho un turno di dodici ore, ci sentiamo domani!- si salutarono e la donna riattaccò ripensando alla conversazione. Amava Corey da giovane? Sì. Lo amava ancora? Sì...
Ma lui si stava sposando e dopo il dieci di maggio, niente avrebbe avuto più senso. Né le sue emozioni, né i suoi pensieri, o la loro amicizia… niente…
"Devo far annullare questo matrimonio. Costi quel che costi!"

Il mattino seguente Laney si svegliò presto, aveva intenzione di mandare a monte quel matrimonio e l'avrebbe fatto, se non fosse che… non aveva né un piano, né uno straccio di idea...
"Come faccio? Questa è la prima volta che mando a monte un matrimonio!" pensò prima di uscire dalla sua camera, sfiorò la maniglia e appoggiò la testa sulla porta "Mi serve un piano, non posso andare lì e... improvvisare!" o forse poteva?
Le venne un gran mal di testa, durante la sua infanzia solitamente era Corey a inventarsi piani assurdi, lei si imitava solo ad aiutalo, e a pagarne le conseguenze… in quel momento voleva solo essere stata più attenta alle sue folli idee in passato, cominciò allora a pensare a cosa avrebbe fatto lui al suo posto… ma ancora niente, decise di uscire lo stesso dalla sua camera
"Mi inventerò qualcosa lì..." si chiuse la porta alle spalle.

Appena raggiunse la "coppietta felice" seduta ad un tavolo di un piccolo bar, si sentì strana, si sentiva "il terzo incomodo" della situazione, e per quello che aveva intenzione di fare, si sentiva una persona orribile.
-Ehi Laney! Ciao!- la saluto la barbie
-Ciao Mary, Ciao Core..!- ricambiò il saluto, sedendosi al loro tavolo
-Oggi ti faccio conoscere le altre damigelle, sono due troiette, ma... tu non farci troppo caso...- sorrise, e Laney ricambiò con un falso sorriso
-Già, e mentre voi vi fate un giro, io finisco di preparare la tua sorpresa!- disse l'uomo rivolto alla rossa, si alzò in piedi, dopo aver finito il suo caffè, per poi baciare la sua quasi mogliettina
-Che sorpresa?- chiese incuriosita la donna, senza dare troppo peso al bacio
-Se te lo dicessi non sarebbe una sorpresa!- rise contagiandola -Ciao!- e se ne andò. Rimasero sole.
-Andiamo?- parlò la biondina
-Okay!-

Si incamminarono verso un grande edificio, dove sarebbe avvenuto il ricevimento, entrarono in ascensore dirette al nono piano, si avvertiva una grande tensione tra le due, e un grande silenzio imbarazzante le avvolgeva, fu Mary a spezzare la monotonia di quel momento, quando, premendo un tasto rosso, bloccò l'ascensore
-Ma cosa...- provò a dire Laney, ma fu subito interrotta
-Ascoltami Laney...- disse l'altra, e quel serio ma semplice tono di voce, riuscì a zittirla -Io amo Corey!- la rossa sorrise in modo sarcastico
-Beh... ci mancherebbe altro....- ma fu di nuovo zittita da un'occhiataccia della barbie
-E lui ama me!- questa conversazione era già partita male, e sarebbe finita peggio…
-Ma c'è comunque qualcosa che lo blocca, dal... lasciarsi andare completamente...- lasciarsi andare? In che senso lasciarsi andare?
-Vedi Laney, per quanto io lo conosca, e per quanto lo ami e per quanto sia sicura che lui sia quello giusto, c'è qualcosa che mi intralcia... tu!- Laney avrebbe voluto ascoltare quello che aveva da dirle, cioè, in realtà no, ma aveva altro a cui pensare.
Era bloccata in ascensore, e le pareti cominciarono a stringersi intorno a lei, l'ossigeno scarseggiava e le venne il fiatone, provò ad avvertire Mary che da qualche giorno soffriva di claustrofobia, ma non riusciva ad emettere alcun suono dalle sue labbra e l’aria cessò di penetrare nei suoi polmoni, cadde a terra seduta, senza che la barbie se ne accorgesse, ansimando dalla paura e finalmente riuscì a parlare
-FAI PARTIRE QUESTA GABBIA DI METALLO!- urlò serrando gli occhi con entrambe le mani
-Cosa..?- chiese la bionda girandosi verso di lei, si inginocchiò accanto a lei per soccorrerla -Ti senti male?-
-FAI RIPARTIRE QUEST'AFFARE!- gridò ancora, e lei obbedì.
L'ascensore ripartì, e la donna riprese a respirare regolarmente, arrivarono subito al nono piano, e appena poté scappo fuori da quella trappola
-Quindi hai capito..?- chiese Mary, appena si accertò che la rossa stesse meglio
-Certo..- mentì tranquillamente in un sospiro, non aveva tempo di pensare alle sue lamentele.

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


-Certo...- mentì
-Allora vuoi vedere la tua sorpresa?- chiese prendendole la mano. Ma quanti anni aveva? Laney non aveva bisogno che qualcuno la prendesse per mano per farle federe una sorpresa!
-Ehm... sì certo!- disse liberandosi dalla sua "presa di dimostrazione d'affetto". La bionda aprì le porte della grande sala del ricevimento, e presto, furono sommerse dal caos più totale
-Ciao!- esclamarono due voci da oca, appartenenti a due ragazze
-Noi siamo Patty e Matty, damigelle tu devi essere Laney! Ciaooo!- quelle vocine fastidiose risuonavano nella testa di Laney come tanti martelli, pronti a tamponarle il cervello.
-Piacere- rispose la rossa fingendo un sorriso, e cercando di essere più cortese possibile. Poi, in lontananza, vide due sagome vagamente familiari, rimase senza parole dallo stupore, n...non potevano essere loro... oppure sì?
Tra una chiacchiera e l'altra, le due ragazze non si erano fermate un solo secondo, nemmeno per prendere fiato, Laney non le aveva nemmeno ascoltate, ma doveva liberarsi di loro... in un modo o nell'altro
-Ehi! Ma quello non è Justin Biber?- esclamò la prima cosa che le passò per la mente, per quanto stupida e insensata, indicando un ragazzo, probabilmente che lavorava lì, in lontananza che dall'apparenza portava un folto ciuffo castano
-Oh mamma dove?- starnazzarono all'unisono le due, allentando la presa che esercitavano sul braccio della rossa da troppo tempo
-C... certo! G... guardatelo bene... è proprio lui!- mentì ancora, fortunatamente con gran successo, le due ragazze strillarono, saltarono, gioirono e... Laney ebbe campo libero per fuggire. Cominciò a incamminarsi verso i due personaggi che aveva intravisto prima, poi si fermò girandosi
"Ma se la sono bevuta sul serio?" pensò guardando Matty e Patty, (che nomi assurdi...) e sì... se l'erano bevuta eccome, se ne stavano lì, vicino alla porta d'ingresso, a cercare un cantante pop dal ciuffettino che non sarebbe mai arrivato, chiamandolo con le loro insopportabili vocine. Laney si posò le mani sui fianchi -Ma si può essere così...- non finì la frase che qualcuno la interruppe, cercando di attirare la sua attenzione.
Si voltò di colpo, non amava chi continuava ripetutamente a stuzzicarla con delle fastidiose pacche sulle spalle, era una cosa che non sopportava minimamente, nemmeno da ragazzina, l'ultima volta che l'era capitato era stato con...
-Kin! Kon!- esclamò entusiasta, abbracciandoli. Tredici anni.
-Cavolo quanto mi siete mancati!- continuò a parlare mentre i due la stringevano più forte. Tredici anni a provare invano di dimenticarli.
-Anche tu ci sei mancata!- rispose l'uomo con gli occhiali. Tredici anni di totale solitudine...
-Sorpresa!- Corey sbucò da... boh... nessuno l'aveva visto arrivare, che si fosse nascosto per gridare "sorpresa" al momento più opportuno? Può darsi.
Probabilmente qualsiasi donna, considererebbe una vera sorpresa, un oggetto materiale di valore, o cavolate del genere... ma non Laney...
Adesso lei non si sentiva più così sola, finalmente, dopo tanto tempo, la Grojband era tornata!
 
Si ritrovarono seduti su un muretto di marmo, a guardare i passanti che camminavano frettolosi per le strade di Los Angeles, Laney leccò il suo cono gelato, imitata dai suoi amici, con cui finalmente si era riconciliata dopo tanto tempo
-Salute- disse Kon ad una ragazza che passava di lì, e successivamente questa starnutì, facendo scoppiare in una gran risata i tre uomini
-Avanti...- disse Kin trattenendosi la pancia dal ridere, e cercando di soffocare una risata -Quante possibilità c'erano che succedesse veramente?- continuarono a ridere a crepapelle, suscitando un sorriso da parte della donna, che li fissava sorridente, non erano affatto cambiati dall'ultima volta
-Mal di testa da gelato...- esclamarono all'unisono, massaggiandosi le tempie. Già... non erano affatto cambiati.
Se ne dovettero andare subito dopo, lei e Corey li salutarono, osservandoli mentre si dileguano, in lontananza.
Loro si rivedranno durante l'addio al celibato di Corey... mentre lei, fedele al suo ruolo di damigella, doveva organizzare l'addio al nubilato di Mary, (che sfiga...) li avrebbe comunque rivisti al matrimonio...
Wow, strano pensare che un avvenimento per lei così deprimente come il matrimonio del suo migliore amico, che ancora amava, potesse portare tante cose belle come l'incontro dei suoi migliori amici, infondo un matrimonio non univa solo due persone, univa tutti! Univa tutti, tranne lei e Corey…
-Posso dirti una cosa?- le domandò l’uomo fissando serio il pavimento
-Certo... Che cosa?- rispose lei in tono preoccupato, ma poi lui si riprese dai suoi pensieri
-No... Niente... Lascia perdere!- cercò di rimediare sorridendo, ma poi il suo sguardo tornò ad essere serio, e Laney si sentì male a vederlo così
-No dai dimmi...- si avvicinò prendendogli il viso tra le mani -Guardami, a me puoi dire tutto! Cosa c'è che non va?- sorrise, trasmettendogli fiducia
-Io…Io non sono sicuro di quello che sto facendo!- sussurrò, lasciandola a bocca semi aperta. "Aspetta che cosa!?"
-Aspetta che cosa?- esclamò priva di emozioni, dando animo ai suoi pensieri, che al contrario erano più emozionati
-Tu... Non ti vuoi sposare?- avrebbe voluto sorridere, soprattutto perché non aveva un piano preciso su come mandare all'aria un matrimonio, ma lui sembrava troppo sconsolato
-C'è qualcosa che non mi hai detto?- continuò, notando che era ancora serio
-Mary è Londinese- disse, lasciandola perplessa, non aveva mai notato alcun accento inglese da parte della "barbie", e comunque non ci trovava niente di strano…
-E allora..?-
 
-Adesso che la scuola è finita cosa farai?- chiese il ragazzo alla bionda
-Il mio permesso di studi finirà tra due o tre anni, ho tutto il tempo di trovarmi un lavoro- spiegò lei legandosi i lunghi capelli in una coda di cavallo alta -Magari in una pasticceria...-
-E se il tuo permesso scade troppo presto?- insistette lui, temendo il peggio, lei si fermò guardandolo seria
-Sarò costretta a tornare a Londra...- rispose, proprio quello di cui aveva paura. Aveva già perso la sua migliore amica una volta, non poteva perdere anche lei adesso...
 
-Non ha trovato un lavoro... E se vuole rimanere come cittadina americana... L'unica alternativa è sposarsi...- finì di spiegare
-Quindi tu lo fai, solo per farla rimanere qui?- lui annuì, sospirando
-Ma... Non lo sai che è una cosa illegale?- esclamò, prendendolo per il colletto della camicia bianca d’impulso
-Sì... Lo so bene, ma lei è troppo importante per me...-
-Ma non così importante da diventare tua moglie...- lui annuì ancora
-Io non la amo in quel senso, all'inizio pensavo di sì… Poi di farle un favore ma...- la guardò profondamente, così profondamente da farla quasi arrossire -Adesso, penso che sia un passo troppo importante!- tornò a fissare il pavimento
-Oh Core...- appoggiò la testa sulla sua spalla, e lo strinse cercando di consolarlo. Cominciò a piovere!
 
Angolo Autrice:
Allora! Niente male come colpo di scena eh! Ahahaha a parte il mio sbalzo di autostima di quanto sia brillante la mia idea (non molto brillante) vi è piaciuta? Spero di sì ciaooo!

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Si diresse con passo svelto verso il garage e, appena fu dentro, un forte odore di muffa la travolse, un odore che, per quanto sgradevole, non avrebbe mai dimenticato. Scrutò quel luogo in cui aveva passato gran parte della sua infanzia da cima a fondo, e già sapeva che le sarebbe mancato tutto: il palco su cui facevano le loro prove, il divanetto di pelle blu, il tavolo su cui c'era la televisione da cui ascoltavano le notizie giornaliere... Ma più di tutto... A lei mancheranno loro...
 
Si risvegliò da quei suoi bei ricordi asciugandosi una lacrima, era stata lei a rovinare tutto, e adesso le sarebbe toccato solo guardare, doveva stare lì, zitta, e osservare il suo migliore amico salvare la sua fidanzata, doveva lasciare che lui giocasse nuovamente il ruolo di eroe della situazione, perché era quello che lui tendeva a fare, salvare le persone che più avevano bisogno di lui. Lo faceva anche con lei quando erano giovani, ma lei aveva deciso di abbandonare tutto pur di aiutare sua madre... E adesso... Doveva solo lasciar andare, quello che non era più il suo eroe...
 
-Mi dispiace, ma... Io mi devo trasferire a Londra per studiare medicina...- doverli abbandonare non era sufficiente no... Doveva anche subirsi le facce sconvolte dei suoi amici, che ovviamente contribuivano a spezzarle il cuore, più di quanto non fosse già rotto...
-Ma... Perché..?- riuscì solo a dire il blu
-Sapete che dopo quello che è successo, adesso sono io che mi devo prendere cura di mia madre- non amava tirare fuori questo deprimente argomento, le metteva tristezza, ma non lo aveva ancora convinto. Corey non riusciva nemmeno a guardarla in faccia, aveva troppa paura che il minimo contatto visivo, avrebbe solo contribuito a farlo soffrire di più
-Farei di tutto per renderla felice...- continuò lei cercando di soffocare i singhiozzi, e sperando con tutto il cuore che lui potesse capire, il ragazzo strinse i pugni
-E quello che rende felice te! A quello non pensi?- sbottò, lasciandola allibita.
Non rispose, Corey aveva ragione, ma... Non poteva restare, sua madre aveva bisogno di soldi e toccava a lei mantenerla, perciò avrebbe dovuto sfruttare a pieno la sua unica possibilità
-Mi dispiace...- disse frettolosamente, scappando fuori dal garage, sempre più in preda alle lacrime, nessuno avrebbe mai dovuto vederla piangere, specialmente i suoi amici, se l'era promesso…
Uscì dal garage e si coprì la bocca con una mano, poi i suoi occhi cedettero e le sue guance si ricoprirono di lacrime.
-Laney...- una voce alle sue spalle la richiamò, si asciugò in fretta il viso, prestandogli tutta la sua attenzione
-Corey...- ma non poté dire niente che lui l'abbracciò, così forte da coinvolgerla a ricambiare
-Mi mancherai...- disse guardandola in faccia, lei notò che anche lui stava piangendo, gli posò una mano sulla guancia asciugandogli la lacrima con il pollice
-Anche tu mi mancherai...-
Stava abbandonando i suoi amici, ma ancora non capiva la gravità della situazione, non aveva avuto l'occasione di valutare le conseguenze delle sue azioni...
 
Anche a distanza di anni, tutti questi ricordi le stavano spezzando il cuore, ancora, appoggiò la borsa beige su una sedia, lasciandosi cadere sul letto, esasperata da tutto quello che aveva subito in quella strana giornata, l'ultima che avrebbe passato da sola con il suo amico, perché ormai doveva accettarlo, Corey non sarebbe mai più stato “il suo Corey”, mai più...
 
Sentì delle urla provenire dal piano inferiore, erano passate le due di notte, e ancora lei non riusciva a dormire.
Erano settimane che questa storia andava avanti così: uno dei due cominciava con il dire qualcosa, l'altro rispondeva in tono brusco, e da lì, si poteva dare il via all'ennesimo litigio. Si sedette sul letto, passandosi una mano tra i capelli rossi, lei era piccola non stupida, lei sapeva cosa stava succedendo, anche se ancora c’erano dei “perché”, a cui nessuno voleva rispondere...
S’infilò le pantofole rosa, dirigendosi verso le scale, e accostandosi da un punto da cui non potessero vederla.
Scorse ancora qualche urla e poi i volti dei suoi genitori, sulla guancia di suo padre, c'era stampata una manata rossa, Laney non riusciva nemmeno a ricordarsi l'ultimo momento felice passato con i suoi genitori.
L'uomo aprì la porta d'ingresso, entrambi urlavamo, sempre più forte, l'uno che cercava di prevalere sull'altro, entrambi volevano avere l'ultima parola. La rossa non sapeva se era peggio sentirli litigare, o se erano peggio i rari momenti di silenzio in cui non si degnavano di rivolgersi la parola.
Sua madre stava per "vincere" quell'assurda "sfida", gridando l'ultimo definitivo insulto, quando Laney, perdendo l'equilibrio, cadde dalle scale, e rotolando giù, le atterrò di fronte, le parole le morirono in bocca appena la donna vide sua figlia. Nonostante la caduta, nessuno delle due urlò, si limitarono a fissarsi negl'occhi, entrambe terrorizzate, chiedendosi che cosa avrebbero fatto ora... Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime, sua madre non fece in tempo a soccorrerla che lei si rialzò di colpo, trattenendo tutto il dolore morale e fisico che in quel momento era intrappolato dentro di lei, risalì le scale, chiudendo la porta a chiave. Si nascose sotto il copriletto, scoppiando in lacrime, infondo cosa ne sapeva lei? Era solo una ragazzina di dieci anni, come poteva sopportare da sola tutto questo? Semplice, non poteva.
Ignorò la voce supplicante di sua madre che la implorava di aprire la porta, si asciugò le lacrime e in quel momento si ripromise di non piangere più. Mai più...
 
Avvicinò le mani verso di sé, coprendosi la faccia, era solo colpa sua se lei era dovuta partire, se era stata costretta ad abbandonare tutto e tutti, se la sua infanzia era stata condizionata a tal punto da doversi occupare lei di sua madre, se la sua vita, era arrivata a prendere quell'orribile piega.
Chiuse gli occhi cercando di dormire, ma un'ondata di preoccupazioni le occupavano la mente, il giorno seguente, Corey si sarebbe sposato, e lei non poteva fare più niente per impedirlo, perché ormai, aveva già perso...

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Capitolo 7
*** capitolo 7 parte 1. ***


*TI-TI-TI* *TI-TI-TI* La sveglia cominciò a suonare, espandendo quel suo chiassoso rumore assordante e fastidioso per tutta la camera. Laney aprì gli occhi lentamente, aveva dormito si e no  due o tre ore, e di certo non era una cosa che le giovava molto... Lanciò irritata, il cuscino contro la sveglia, dato che questa si trovava dall'altra parte della stanza, si alzò dal letto svogliatamente, chiedendosi perché avrebbe dovuto lasciare il paradiso del sonno per assistere al matrimonio che probabilmente le avrebbe sconvolto la vita... era un po' come se fosse tornata a tredici anni fa, quando si doveva svegliare presto per andare in quell'odioso e insopportabile istituto chiamato scuola, solo che oggi doveva partecipare ad un noioso matrimonio. "Che strano... Adesso vorrei quasi essere a scuola..." pensò tristemente, infilandosi una maglietta bianca che le calzava un po' larga, dei pantaloni beige e delle scarpe da ginnastica rosse, si legò i capelli in una coda bassa che fece ricadere sulla spalla sinistra, e uscì frettolosamente.

***
 
Poco dopo raggiunse la chiesa, bianca e candida, come se fosse uscita da una uno di quei film sentimentali e romantici che lei odiava tanto, salì le lunghe scalinate coperte dal tappeto di velluto rosso, quanta esagerazione...
Appena entrò, la bionda le si avvicinò a braccia aperte, intenta a stringerla forte forte per esprimere tutta la sua felicità, cosa normale dato che si stava per sposare.
In quel momento si stava preparando, indossava già il suo abito da sposa, ma i capelli erano ancora raccolti in due bigodini.
Si affrettava a raggiungerla, camminando a piccoli ma veloci passi, cercando di non cadere dai tacchi, purtroppo non ci riuscì e ruzzolò a terra, atterrando sdraiata sulla schiena, proprio di fronte alla rossa.
-Tutto a posto!?- chiese spaventata, precipitandosi ad aiutarla
-Sì, tranquilla... è solo colpa dei tacchi!- rispose in tono rassicurante, alzando una gamba e mostrandole le scarpe, poi le prese le mani e si lasciò aiutare per alzarsi. La barbie sorrise abbracciandola
-Ho modificato il tuo abito, perché so che non ti piaceva!- le sussurrò tutta emozionata, e questo la sorprese, si separarono da quel luuungo abbraccio, e Laney non sapeva se provare odio o affetto per quella strana, stranissima ragazza.
Infondo lei era dolce, graziosa, e si preoccupava di quello che pensavano gli altri... e forse, proprio perché lei era così perfetta che la detestava. La rossa starnutì.
-Oh no... Sei allergica ai fiori? Li posso cambiare..!- la ragazza si soffiò il naso, facendo di no con la testa.
Avrebbe addirittura eliminato i fiori a distanza di venti minuti dal matrimonio, solo per farla stare a suo agio, Corey aveva scelto una ragazza speciale... Laney infatti odiava le cose troppo speciali....
 
Fece il suo ingresso in chiesa, avvolta nel suo candido vestito bianco, i biondi capelli boccolosi erano raccolti e abbelliti da perline, anch'esse bianche, le scarpine parevano di cristallo, come quelle della fiaba, e in mano reggeva un mazzo di rose.
Si avvicinò al suo "futuro marito", sorridendo e cercando di non gridare dalla gioia, gli si posizionò davanti, e il prete cominciò a recitare il "rito" o "formula" (o come la volete chiamare), ma Laney non credeva nemmeno un po' alle sue parole, insomma, cosa poteva saperne lui del vero amore? Era un prete non poteva innamorarsi, non poteva rinunciare ad una persona che amava e cederla a qualcun'altro, ma non solo lui, nessuno poteva capire cos'era il vero amore, nessuno poteva senza prima perderlo per sempre.
Laney aveva smesso di prestare attenzione alle sue parole, era troppo occupata a fissare il blu, non riusciva più a credere che fosse proprio lui a sposarsi, e per un attimo, sembrò aver rivisto il suo Corey, quel piccolo Corey di tredici anni che non sapeva il significato del termine "amore", che non riusciva a comprendere la psicologia delle persone innamorate, che non capiva cos'avesse di tanto importante la festa di S.Valentino, quello che non riusciva a vedere quanto la sua amica soffrisse per lui, anche se infondo a lei andava bene così.
Laney sentì la sua mancanza, e voleva solo tornare indietro... Ma ormai non poteva più... E quando il suo amico la baciò, capì che ormai non lo avrebbe mai più riavuto indietro.
 
-Laney? Laney?- una voce la portò alla realtà, era talmente in ansia per le nozze da immaginarsi quello che a momenti sarebbe successo, non voleva esserci, non voleva assistere a quella scena. Avrebbe potuto simulare qualche malattia, perché no? E a cosa sarebbe servito? Avrebbero solo posticipato il matrimonio, ma si sarebbero comunque sposati prima o poi... La barbie le chiese qualcosa a cui lei non prestò la minima attenzione, quindi annuì semplicemente per farla smettere di parlare, in quel momento aveva altro a cui pensare, voleva solo parlare con Corey...
 
***

Cominciò a disfare la sua valigia, conservando tutti i suoi indumenti nei vari cassetti e nell'armadio del dormitorio, sul fondò trovò qualcosa di... curioso...
Era piccolo, soffice e arancione, un capo insolito per lei, che non faceva assolutamente parte del suo guardaroba, era... il cappello di Corey... I suoi occhi si illuminarono, che cosa ci faceva lì?
Lo prese lentamente fra le mani, cercando di danneggiarlo il meno possibile. Perché si trovava lì e non sulla testa di Corey? Affondò il viso sulla superfice morbida del berretto, riuscendo a percepirne il profumo di brezza marina, che Corey si portava sempre dietro.
Laney non capiva come un ragazzo nato e cresciuto in una piccola cittadina, potesse portare il profumo di una fresca brezza di mare... Ma per quanto fosse strano... a lei piaceva... tanto…
Se lo infilò d'impulso, senza sapere perché, ma ad un tratto si sentì meglio, si sentì come... a casa.
Già, casa, di fronte a quella parola gli occhi di Laney si riempirono di lacrime, aveva abbandonato i suoi amici e tutti quelli che amava solo per aiutare sua madre, ma in realtà non era quello che voleva... Abitava in una grigia camera di un triste dormitorio che condivideva con un'altra ragazza con cui parlava a malapena, ma quella non si poteva definire una casa... era più... una prigione, sì ecco, una vera e propria prigione che la costringeva a studiare medicina, una professione che poi, riusciva ad appassionarla e a coinvolgerla, tanto quanto quelle robe da ragazzina…
Si specchiò osservando il berretto color arancio, forse era un segno? Forse avrebbe dovuto prendere il primo volo e tornare a casa da Corey, solo per restituirglielo? No... Impossibile... Lei doveva rimanere lì per aiutare sua madre, e poi... Laney non credeva nei segni...

***

Bussò alla porta, e lui le diede il suo permesso per entrare
-Ciao- disse mentre apriva la porta
-Ehi Lanes!- la salutò lui mentre di fronte allo specchio cercava di aggiustarsi il papillon nero, appena ebbe finito, prestò tutta la sua attenzione alla donna che le sorrise subito
-Come va? Nervoso per il tuo finto matrimonio?- chiese in maniera scherzosa
-Certo! Questo è il finto momento più importante della mia vita!- esclamò ironico in tutta risposta. Poi, inaspettatamente, un silenzio imbarazzante si espanse per tutta la camera, lei si sedette su una sedia a fianco a lui e rimase lì a fissarlo intensamente.
-Ma tu almeno la ami?- chiese tutta presa a scrutare i suoi occhi blu, poi lui abbassò lo sguardo, serio
-Io le voglio bene...- si giustificò insicuro
-Ma questo non basta per sposarti! E se poi ti scoprono! I matrimoni di convenienza sono molto gravi!- se c'era un ultima chance di farli lasciare era usare la ragione, e anche se era una cosa abbastanza inutile dato il "buon senso" del blu, lei ci doveva provare
-E' un rischio che devo correre per Mary, lei è mia amica!- esclamò deciso, con la determinazione negli occhi
"No io sono tua amica! E tu devi sposare me, perché io ti amo!" avrebbe voluto urlargli, ma non ne aveva il coraggio.
Il matrimonio si sarebbe svolto a momenti, perciò Laney cercò di sfruttare questi ultimi minuti
-Ho una cosa per te...- la guardò frugare nella borsa incuriosito, poi lei gli mostrò il suo berretto arancione preferito, forse ricordandogli il passato... no... lui non avrebbe lasciato Mary, ormai si era messo in testa di sposarla e non avrebbe cambiato idea, lo conosceva troppo bene, lui lo prese tra le mani, osservandolo attentamente, era molto più piccolo di quanto se lo ricordasse, ed era leggermente sbiadito per il troppo tempo e per il troppo uso.
-Lo avevi tu per tutto questo tempo?- chiese quasi commosso, come se ogni ricordo della sua infanzia stessa riaffiorando nella sua mente
-Sì...-
***
 
Corey se ne stava sull'altare, con le mani in mano, aspettando che la sua ragazza facesse la sua entrata in chiesa, e intanto pensava al suo passato, a tutte quelle giornate passate con la sua band a suonare e a non fare nient'altro, ripensò al loro ultimo concerto e a come avevano salvato la Terra da una brutta fine che coinvolgeva uno scontro mortale con un asteroide, ma soprattutto ricordò quel particolare capodanno, quello che concluse l'anno più memorabile della loro vita, e quello in cui ricevette per sbaglio, il suo primo bacio dalla sua migliore amica, quell'ardente ma razionale rossa, che in qualche modo era riuscita a fargli provare per la prima volta, quello che tutti chiamavano amore.
Cosa? No! Non poteva pensare a lei adesso! Non appena prima del suo matrimonio! Cercò di pensare a Mary, e al motivo per cui stava per sposarla
 
Non si aspettava di incontrarla quel giorno, era domenica e di solito la domenica lui non faceva niente, se ne stava a casa, ad annoiarsi o fare pratica in cucina, ma quel giorno decise di uscire.
Lei se ne stava lì, seduta su una panchina con la testa fra le mani, gli occhi rossi e gonfi e le guance bagnate dalle lacrime, si soffiò il naso con un fazzoletto e poi tornò a fissare il pavimento
-Cos'hai? Perché piangi?- le chiese visibilmente preoccupato, sedendosi accanto a lei, la ragazza si asciugò le lacrime, guardandolo, all'inizio non disse niente, ma di lui poteva fidarsi, lei sapeva di potersi fidare...
-Tra un mese me ne dovrò andare, non posso più stare in America! Ma... io non voglio..!- si gettò su di lui abbracciandolo
-Io non posso tornare a Londra lo capisci..?- lui le diede qualche pacca sulla schiena, tentando di consolarla
-Dai, potrai trovare un  lavoro anche lì...-
-No tu non capisci! Io sono venuta a studiare qui per allontanarmi dalla mia vecchia vita, io non posso tornare! Mia madre non c'è più da quando io ero piccola, e dopo la sua morte mio padre prese la strada sbagliata, finendo in prigione! Io... io vivevo con mia nonna e lei mi odia, ogni volta che mi guarda rivede in me la sua ormai defunta figlioletta... e... e...- non finì di parlare che cominciò a piangere, di nuovo, stringendosi più forte al blu in cerca di conforto, lui non sapeva bene cosa dire
-Lei pensa che sia tutta colpa mia, la morte di mamma e quello che è successo a papà, io... non voglio tornare!- rimasero lì, ancora e ancora, poi a Corey venne un'idea, una di quelle assurde idee così assurde da funzionare sempre
-Mary...- disse prendendole il viso tra le mani -C'è un modo per farti restare qui-
-E quale?- chiese cessando di piangere
-Sposami!- lei gli prese le mani, continuando a fissarlo, erano solo amici niente di più, nessuno dei due avrebbe mai provato qualcosa di più significativo per l'altro
-Tu... lo faresti per me?- aspettava ansiosa una risposta, ancora incredula di fronte a quello che sarebbe disposto a fare, lui in tutta risposta si inginocchio di fronte a lei, tenendole strette le mano
-Mary, vuoi sposarmi e diventare cittadina americana?- chiese sorridente, e con un leggero accenno di ironia nell'ultima parte della frase
-Sì!-
 
E adesso lui si trovava lì, per rispettare quella "promessa" fatta un mese fa ad una sua amica qualsiasi. Finalmente il portone della chiesa si aprì, ma al posto di rivelare la sposina dal candido abitino bianco latte, Laney cominciò ad camminare velocemente, restando in equilibrio su quei trampoli che le donne normalmente chiamano tacchi, e cercando di non strappare nuovamente quell'abito rosa dal corpetto stretto, che questa volta era più lungo e morbido dai fianchi in giù, continuò a percorrere il lungo tappeto rosso fino a raggiungere l'altare
-Scusate, c'è stato solo un piccolo contrattempo, ma adesso sistemiamo tutto non preoccupatevi!- disse cercando di rassicurare tutti gli invitati per il ritardo, poi si rivolse verso lo sposo sussurrandogli qualcosa
-Il giudice di pace ha scoperto il vostro matrimonio di convenzione, ha detto che non avvertirà le autorità ma... si è rifiutato di sposarvi...- sembrava mortificata, anche se in realtà, non le dispiaceva affatto
-Cosa!- urlò lui, poi si accorse di essersi fatto sentire troppo dalla gente presente e prese a sussurrare -Come sarebbe a dire che si rifiuta?- la rossa alzò le spalle -Devo fermarlo!- scese gli scalini dell'altare, attraversò il tappeto rosso e uscì dalla chiese, lasciando la donna lì da sola, a dover intrattenere il "pubblico"
-Eh eh... è tutto... sotto controllo!- disse incerta, poi andò da Kin afferrandolo per un braccio e trascinandolo sull'altare
-Suona qualcosa!- sussurrò frettolosamente
-E cosa?- chiese lui agitato, non suonava da mooolto tempo, troppo
-Qualsiasi cosa!- lo spinse verso il pianoforte per poi uscire dalla chiesa e raggiungere il suo amico, che in quel momento cercava invano di convincere il prete a rimanere.
Li raggiunse insieme alla barbie, e poi non poté far altro che ascoltare la loro "allegra" conversazione
-Io non intendo sposare due persone che non si amano!- esclamò
-Ma noi ci amiamo! Davvero!- aveva già ingannato Barney, fingendo di amare Laney per suonare al matrimonio di sua figlia, non sarebbe stato così difficile ingannare il giudice di pace
-Mi dispiace ma non posso credervi, e adesso fatemi andare via, se non volete che avverta le autorità!- i due "quasi sposini" rimasero lì, senza poter far niente, e la rossa nascose un sorriso, non si sarebbero sposati!
Fine parte 1

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Capitolo 8
*** capitolo 7 parte 2. ***


Parte 2
 
-Mi dispiace ma non posso credervi, e adesso fatemi andare via, se non volete che avverta le autorità!- i due "quasi sposini" rimasero lì, senza poter far niente, e la rossa nascose un sorriso, non si sarebbero sposati!
Però alla fine dovette assistere ad una deprimentissima scena, la bionda abbracciò il suo fidanzato, cerando di non scoppiare a piangere, e lui ricambiò l'abbraccio, anch'esso cercando di non farsi sopprimere dalle emozioni, Laney sospirò, come poteva non aver pietà di loro? Non era mica senza cuore… era semplicemente innamorata…
-Aspetti!- esclamò sconsolata ma abbastanza decisa per guadagnarsi l'attenzione di ogni persona lì presente, intimidita si avvicinò al prete
-Lei ha ragione, questo è un matrimonio convenzionale!- disse decisa, mentre Corey le chiedeva che diavolo stava facendo, ma lei, sicura di sé e di quello che faceva, lo zittì con un gesto della mano
-Lui vuole sposarla solo perché diventi cittadina americana...- sospirò chiedendosi se continuare o meno, ma ormai c'era troppo dentro, e doveva continuare fino infondo
-Lo fa solo per renderla felice e per restare insieme a lei...- fece un'altra pausa, cercando di liberare tutto il suo lato sensibile, ormai disperso da anni
-Ma infondo non è questo l'amore? Rinunciare a qualcosa... o a qualcuno, per rendere una persona per te importante... felice!- sorrise appoggiandosi una mano sul petto, in direzione del cuore
-L'amore non è anche... mettere da parte l'egoismo e aprire il proprio cuore?- aveva detto tutto quello che pensava e adesso le toccava solo aspettare, e aspettare... e ancora aspettare...
-Okay mi hai convinto..!- esclamò l'uomo -Sei una brava ragazza- le accarezzò il braccio amichevolmente, per poi dirigersi in chiesa, appena la rossa fu fuori dalla sua vista, inspirò profondamente, triste.
-Laney, hai salvato il mio matrimonio!- esclamò il blu abbracciandola -Grazie… davvero…- le sussurrò stringendola più forte, lei non ricambiò l’abbraccio, si limitò a cingergli la vita, poi, quando si dovettero separare dal loro ultimo abbraccio da migliori amici, i due entrarono, la donna sospirò, capendo di aver fatto la cosa giusta, anche se molte volte, la scelta giusta non è sempre quella che ci piace di più (cit. me).
 
***
 
-Tu ballerai con me…- scherzò mentre si sistemava vicino a Kin, che fungeva da primo testimone, lui sorrise, infondo ballare con uno dei suoi migliori amici non era una brutta idea per distrarsi e dimenticarsi di Corey… per sempre…
-Mi usi come rimpiazzo?- ribatté lui altrettanto scherzoso, e lei impallidì
-C… cosa?- chiese imbarazzata
-Credi che non abbia notato il tuo evidente “interesse” nei confronti del nostro Core?- disse incrociando le braccia e sorridendo -Infondo sono quello intelligente no?- si sistemò gli occhiali sul naso, con affare arrogante ma spiritoso
-Si nota tanto?- i suoi occhi si inumidirono dalle lacrime e la sua voce singhiozzò leggermente, si avvicinò di più a Kin, appoggiando la testa sulla sua spalla, era diventato più alto col passare degli anni, perciò non dovette abbassarsi per farlo
-Tranquilla… passerà…- rispose lui in tono rassicurante, cingendole la vita con un braccio, era bello avere un amico vicino…
 
***

Il giudice di pace finì di parlare, rivolgendo a Corey l'ultima, definitiva domanda
-Corey Riffin, vuoi prendere la qui presente Maryenne Miller come tua legittima sposa, per amarla onorarla, nella buona e nella cattiva sorte, finché morte non vi separi?- lei sorrideva, attendendo con ansia quel momento decisivo che avrebbe segnato per sempre le loro vite, il blu la guardò fingendo un sorriso, era bellissima nel suo abitino bianco, le piaceva molto, le piaceva il suo carattere, le piaceva il suo modo di sorridere, le fossette che le segnavano le guance rosee in modo così adorabile da renderla ancora più graziosa e conferendole un'aria ancor più deliziosa, il suo cuore d'oro e il suo modo di trovare sempre il lato buono delle persone, la sua costante allegria e gentilezza, le piacevano tutte queste cose di lei... ma non le amava...
-Io...- balbettò insicuro, nessuno dei presenti comprese le sue parole, nemmeno la rossa che aspettava ardentemente la sua risposta, o almeno, sperando in un ennesimo colpo di scena, come… che so… la chiesa in fiamme, o qualcosa di simile... al dire il vero nemmeno l'uomo riuscì a capire cosa voleva veramente
-Io... io...- la bionda lo fulminò con lo sguardo, lei di colpi di scena invece ne aveva avuto abbastanza
-Allora Corey?- disse stringendo i denti in un sorriso forzato
-Io non posso!- esclamò tutto ad un fiato, rendendosi conto troppo tardi di quello che aveva detto
-COSA!- urlò l'altra lasciandogli le mani, che prima con tanto amore stava stringendo (immaginatevi la principessa di Colorado quando dice “cosa!” è semi ispirata a lei).
Il blu, controllò imbarazzato, e tra i volti scioccati dei parenti presenti, tre in particolare si distinguevano per l'enorme sorriso che avevano stampato addosso.
Kin e kon trovavano quel particolare matrimonio estremamente interessante e divertente, ma sapevano che mettersi a ridere sarebbe stato troppo inadeguato, quindi decisero di limitarsi ad un enorme ghigno.
Laney da suo canto, era emozionata, i suoi occhi stavano brillando dalla gioia, stava succedendo sul serio non era un'illusione provocata dalla sua disperata mente bisognosa di Corey!
-Tu, tu sei una ragazza magnifica, una splendida donna, buona, gentile e bellissima- disse suscitando il voltastomaco della rossa, e le lacrime di Mary
-Ma io non faccio per te, tu… devi stare con qualcosa che ama tutto di te, non possiamo stare insieme rimpiangendo una scelta fatta di fretta, un matrimonio organizzato all'ultimo momento, e… e di certo non possiamo ritrovarci tra vent'anni a rimuginare su come sarebbe andata se avessimo preso un'altra decisione….- le strinse le mani, cercando ancora di far incrociare i loro occhi in un ennesimo sguardo
-Mi dispiace...- era incredibile come Corey potesse essere dolce, anche  quando scaricava qualcuno, pensò la rossa, erano disgustosamente smielati, ma questa sarebbe stata l'ultima volta che li avrebbe visti insieme, perciò poteva resistere ancora un po’...
Corey la baciò delicatamente sulla fronte, per darle un ultimo addio e la bionda scoppiò in lacrime.
-Come puoi farmi questo! Il giorno del nostro matrimonio!- esclamò dandogli uno spintone.
La rossa si alzò di colpo, avvicinandosi intenta a calmarla
-Avanti Mary, cal...- ma non la fece nemmeno finire, che la bionda cominciò a fissare lei, furiosa, con gli occhi rosso fuoco dalla rabbia, ricordava tanto Trina nel suo personale “momento del diario”
-Tu! E' colpa tua!- Laney sgranò gli occhi, la barbie cominciò a correre verso di lei, come se volesse abbatterla, ma la donna si scansò semplicemente, e lei continuando a correre finendo direttamente fuori dalla chiesa.
-Guarda il lato positivo- disse Kon avvicinandosi all’amico, cercando di non scoppiare a ridere -Almeno non c'erano i suoi parenti ad assistere...- continuò Kin, altrettanto divertito da quell’assurda scena, entrambi inopportuni come sempre. Il blu li ignorò, per poi dirigersi verso la rossa
-Corey! Ma perché lo hai fatto!- esclamò esterrefatta
-Io…- rispose mortificato -Io non lo so!-
-Ma non è una scusa decente! Come fai a non saperlo? Sei stupido?! Stavi per imp…- ma non la fece nemmeno finire che le prese il viso fra le mani, baciandola, all’inizio tutto questo sembrava inadeguato, inidoneo e manchevole, ma poi quel bacio cominciò ad essere… perfetto!
-Cosa… cosa significa?- chiese la donna appena si separarono, tutto era confuso, eppure niente era mai stato più chiaro di così
-Ti ricordi… tredici anni fa… ci siamo fatti una promessa tu ed io…- lo guardò confusa… promessa…? Che promessa?
-Ci saremmo sposati se prima dei ventisette anni fossimo stati ancora soli!- lei lo guardò ancora, sì si ricordava vagamente, ma non aveva ancora capito dove voleva andare a parare… -Oggi non è il tuo compleanno?- chiese, compleanno? Laney cercò di ricordarsi la data di quel giorno… il 10 di maggio… sì è vero era il suo compleanno! Con un matrimonio da salvare, mandare a monte, salvare ancora e distruggerlo per sempre… si era dimenticata… che sciocca!
-Sì ma…-
-E quanti sono?- chiese ancora, sorridendo
-Venti…- realizzò -… sette!-
-Allora…- sorrise di più
-Corey io…-
-Una promessa è una promessa!- disse con affare sfrontato ma dolce allo stesso tempo, lei sorrise abbracciandolo e incollando nuovamente le labbra alle sue
-Io amo te Laney!- disse guardandola negli occhi
-Anche io ti amo Core…-
 
Angolo Me:
Ta ta ta ta!!!! Ecco la tanto attesa fine *il coro della chiesa canta un alleluia* mi sa che l’attendevo solo io così tanto perché finalmente ho finito!!!
FINE!
THE END!
EL FINAL!
LA FIN!
TΟ ΤΕΛΟΣ (greco)
FINIS! (latino)
Ero totalmente esaurita perché temevo di non riuscire a finire questa long quindi spero che vi piaccia, e visto che i finali non sono il mio forte! Abbiate pietà di me!
La vostra amichetta Lanes!

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