Konradin - L' ultimo degli Svevi

di jaseylover
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Avrà il silenzio la voce che ho ***
Capitolo 2: *** La fine della grande Aquila ***



Capitolo 1
*** Avrà il silenzio la voce che ho ***


12 Marzo 1252.
“Maestà...”
Elizabeth si volse, stremata, verso la porta. Frau Herrensbach, la sua dama di corte, era ancora incerta sulla soglia, e sembrava aspettare un cenno di assenso per porgerle il neonato che aveva tra le braccia, avvolto in un drappo rosso.
“Portatemelo qui, per favore.” Elizabeth protese le braccia verso suo figlio, e lasciò che la cortigiana glielo adagiasse sulla camicia da notte ancora madida di sudore. Il bambino aveva gli occhi chiusi, le palpebre gonfie e rosse per lo sforzo. Lo sforzo di venire al mondo, pensò la madre, mentre gli accarezzava, titubante, il capo. Il sole non era ancora tramontato, e l’ odore dei campi bavaresi in fiore aveva pervaso la stanza. Quel pomeriggio di marzo, credeva Elizabeth, la sua esistenza aveva finalmente trovato il suo compimento. Un cerchio finalmente chiuso, una freccia scoccata. Una sofferenza dovuta, un compito assolto.
“Maestà, il Re arriverà domattina a Wolfstein. E’ a poche ore di cavallo da qui. Chiede di riferirvi che domani si terrà la cerimonia di consacrazione dell’ Erbe Prinz...”
“Helene...” Elizabeth si schiarì la gola, visibilmente infastidita. La stanchezza per il parto le era scivolata via di dosso, lasciandola svuotata, con solo un vago sapore di amarezza sulle labbra. “Questo bambino ha visto la luce solo stamattina. Il Re forse non sa che nascere è faticoso anche per i principi ereditari.”
La cortigiana guardò la sovrana per alcuni istanti, prima di chinare il capo. Prese a fissare i complicati arabeschi che la luce pulviscolare del sole, filtrando dalle tende del baldacchino, disegnava sul letto della regina, e cercò di trovarvi un’ impronta, un segno del favore divino. Ma tutto ciò che vedeva era una giovane donna, stanca di millenni, che cullava un bambino innocente suo malgrado.
“Domani si dirà chr ho partorito l’ erede degli Hohenstaufen di Svevia, il principe del Sacro Romano Impero. Ma per oggi, Helene... per oggi io dico che ho dato alla luce solo l’ erede di un mondo che si sta cadendo addosso da solo. Il Re crede forse che togliere a Manfred la Sicilia sarà facile, indolore... ma non finirà lì. Una madre sa quando temere per il proprio bambino... e io ho paura.”
 

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Capitolo 2
*** La fine della grande Aquila ***


26 Maggio 1254

Ludwig si aggirava quasi febbricitante per le navate laterali della Cattedrale di Messina.
I suoi passi riecheggiavano per il duomo, scandendo ritmicamente il flusso caotico dei suoi pensieri. Guardò ancora una volta il feretro, che sembrava conservare ancora quell’ antica fierezza senza virtù che l’ imperatore aveva avuto in vita, e si accorse con sollievo che la messa volgeva ormai al termine.
Un sorriso beffardo gli si disegnò sul volto. Quel funerale era quanto di più insensato e beffardo fosse mai stato concepito dalla corte imperiale. Non solo quella ridente cattedrale, dorata e splendente com’ era, sembrava del tutto inadatta alla mesta solennità di un rito funebre, ma, pensò il duca, era un paradosso dell’ altromondo che uno scomunicato lasciasse questo mondo con un rito cattolico.

La funzione finì con lo stesso silenzio con cui era iniziata, e per un alcuni attimi i presenti si trattennero attorno al feretro. Solo Elizabeth parve accorgersi di suo fratello, e gli si avvicinò con discrezione, raggiungendolo nella navata laterale.
“Ludwig...”
Il duca si voltò lentamente, con un accenno di sorriso, e portò la mano della regina alle labbra. “Sorella... Forse un giorno capirò perchè avete voluto che a vostro marito fosse concesso un funerale così...”
La sovrana lo interruppe con un lieve cenno del capo, mentre una ricciolo biondo le sfuggiva dal velo nero che aveva sul capo. “Vi prego, Ludwig...”
Respirò a fondo, e le sembrò già una fatica immane. Era stanca. Quell’ aria di mare le pungeva le narici forse più del dolore, e per un attimo contemplò l’ idea di non tornare più in Baviera. Di continuare ad andare avanti senza in realtà muoversi, lasciarsi scorrere via come aveva fatto negli ultimi cinque giorni, dalla morte del marito. Ma si fece forza, e si risolse a sostenere lo sguardo del fratello. “Voi non capite. Non importa niente. Niente di quanto l’ imperatore sembrava aver ottenuto negli ultimi mesi ha più importanza ora che è morto.”
“Credete davvero che Corrado fosse ancora imperatore? Di quale impero, sorella? Di quello che Innocenzo IV vuole dare a quel gobbo d’ Inghilterra?”
Elizabeth trattenne a stento la smorfia di disgusto di fronte all’ impudenza del fratello. Strinse i pugni attorno ad un lembo del corpetto della sua veste, e trovò piacevole il contatto pungente con il pizzo nero dell’ abito. “Il papa l’ ha scomunicato, ma non ha chiesto che persino suo cognato gli mancasse di rispetto anche da morto.”
Ludwig sorrise, e con un gesto brusco le sollevò il mento. “Non sono io che spazzerò via la memoria del grande Corrado IV di Svevia!” le sussurò, sperando che il fiele del suo sarcasmo potesse pervaderla come un tempo lo aveva fatto il seme degli Hohenstaufen. “Ci penserà il figlio bastardo del suo stesso padre.”
“Manfred... Manfred non è ancora Re di Sicilia. E di certo non avrà mai il ducato di Svevia.”
“E’ questione di tempo.”
“No, Ludwig: Corrado ha affidato nostro figlio alla custodia della Chiesa. Non capite? Così ha fatto sì che il papa potesse essere nominato reggente delle terre degli Hohenstaufen in nome di Konradin. Ormai Innocenzo IV non potrà dare la Sicilia nè a Manfred nè tantomeno ad Edmondo di Inghilterra. Sarebbe uno stolto, se lo facesse.”
“Konradin... Manfred vorrà sbarazzarsi di vostro figlio proprio come ha fatto con vostro marito. Non crediate alla storia della malaria. Corrado è stato avvelenato.”

Note:
Ok uhm, scusate se i primi cap sono brevi ma sono ancora in fase di collaudo, è la prima prima ff ^_^
Allora, per chiarire un po’: siamo arrivati al 1254, Konradin ha due anni quando lui, sua madre Elizabeth e suo zio Ludwig von Wittelsbach si recano a Messina per i funerali di Corrado IV, padre di Konradin e Re di Germania, di Sicilia e di Gerusalemme e duca di Svevia. Corrado IV si era scontrato con il suo fratellastro Manfredi, principe di Taranto, che, dopo averglielo inizialmente consegnato nel 1251, avanzava pretese sul regno di Sicilia, e con il papa Innocenzo IV, che non accettava che uno Svevo riavesse la sovranità sull’ Italia meridionale, e tentava quindi di insediare altri pretendenti sul trono di Sicilia (tra cui Edmondo il gobbo).
Dopo questa pallosa pappardella.... vi prego, recensite!! ^_^ mi fareste davvero felice! Un bacio!!
 

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