The blood of the heroes.

di itsharrysharibo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1; Awakening ***
Capitolo 2: *** 2; Revolution ***
Capitolo 3: *** 3; Nigthmares ***
Capitolo 4: *** 4; Cyclops ***
Capitolo 5: *** 5; Fast ***



Capitolo 1
*** 1; Awakening ***





The blood of the heroes



Prefazione
 
Solo tre sono le mie sicurezze. La prima è che mio padre era un poco di buono che aveva abbandonato mia madre dopo la mia nascita. La seconda è che anche mio fratello ci aveva abbandonato per andarsene con i suoi amici e ora si trova chissà dove a spacciare droga. Ed infine l’ultima è che il mio migliore amico è su una sedia a rotelle dalla nascita.
Ma dopo quello che mi è successo ieri le mie convinzioni possono benissimo andare a farsi fottere.
Lasciate ora che mi spieghi meglio.
Come vi sentireste se il dolce barboncino di vostra nonna in realtà fosse un enorme cane che vuole uccidervi? Secondo il mio parere molto spaventati e confusi, perché è proprio come mi sono sentita io quando mi è capitato.
Ma quello che più mi ha sconvolta è stato vedere il mio migliore amico, che non può camminare, sfondare la porta di casa e trascinarmi in un campo estivo prima che quel segugio infernale, come l’ha chiamato lui, mi sbranasse.
E la parte divertente, sempre che ce ne sia una, è stata quando mi ha rivelato di essere metà uomo e metà capra e che la sedia a rotelle faceva parte del costume.
E ora sono qui, sdraiata in una brandina in una specie di ospedale mentre dei ragazzi con una maglietta arancione mi stanno medicando e uno strano tizio con il corpo da cavallo, che dice di chiamarsi Chirone, e una ragazza con i capelli rossi e una divisa scolastica mi stanno fissando.
Ma ora perdonate la mia maleducazione, vi ho fatto tutto questo monologo e non mi sono neanche presentata.
Mi chiamo Elizabeth Castellan e ho appena scoperto che mio padre è una divinità greca e che mio fratello è morto mentre tentava di distruggere l’Olimpo. Si prospetta un estate interessante.
 
 

ONE
AWAKENING
 


Passai la giornata insieme a Noah che mi parlò del suo compito da satiro che consisteva nel trovare nuovi mezzosangue e portarli sani e salvi al Campo Mezzosangue. Poi iniziò a spiegarmi le regole fondamentali per sopravvivere e che la mia dislessia e iperattività sono solo alcuni dei segni che identificano un semidio.
Voglio molto bene a Noah, ma sinceramente di tutto quello che mi sta dicendo non mi importa nulla, voglio solo sapere cos’è successo a mio fratello, ma nessuno vuole dirmi nulla.
Insomma, ho il diritto di sapere cosa ha combinato mio fratello per essere odiato da tutti, no?
Ricordo bene il giorno della sua partenza, aveva solo quattordici anni mentre io ne avevo cinque. Ricordo che mi aveva svegliato nel cuore della notte e mi aveva pregato di non dire nulla a mamma fino al giorno seguente, poi mi aveva promesso che sarebbe venuto a riprendermi.
Non si è mai presentato, pensavo si fosse scordato di me.
Mamma mi ha detto che era scappato per stare con i suoi amici e poi ha iniziato ad avere dei gran esaurimenti nervosi, così già all’età di sei anni ho dovuto imparare a cavarmela da sola.
Dalla porta entrò Chirone con la ragazza di prima, Noah smise di parlare e dopo avermi salutata se ne andò.
<< Non abbiamo ancora avuto l’occasione di presentarci. Io sono Rachel, il nuovo oracolo di Delfi. >> la ragazza mi porse la mano e aspettò che gliela stringessi.
<< Oracolo? Sei quella che predice il futuro o robe simili? >> chiesi cercando di ricordare cosa avesse detto il mio professore di letteratura durante una delle sue noiose lezioni.
 << O robe simili. >> sorrise cordialmente Rachel.
Chirone si avvicinò alla brandina << Sarai sicuramente sconvolta da tutto questo, ma ci farai l’abitudine prima o poi. >>
 << Prima o poi? Volete dirmi che devo rimanere qui per sempre? E mia madre? Me ne sono andata così di punto in bianco, sarà preoccupata. >>
Me ne sono andata proprio come Luke, pensai. Sono sicura che non riuscirà a reggere anche la mia di scomparsa.
<< Oh, non per sempre. Ma per ora è più sicuro che tu rimanga qui, la fuori ci sono cose più pericolose di un segugio infernale. Non ti preoccupare per tua madre, sapeva che prima o poi sarebbe successo. Ermes l’aveva avvisata. >> spiegò Chirone cercando di avere un tono calmo e rassicurante.
<< Ermes? >> chiesi io confusa.
<< Si, Elizabeth. Tuo padre, il dio dei mercanti e il messaggero degli dei. >>
<< Il dio dei ladri. Mamma mi aveva detto che papà era una specie di truffatore. >> dissi io amareggiata.
<< Non disprezzare così tuo padre. Tua madre è rimasta molto ferita quando se ne è andato dopo la nascita di Luke, ma dopo è tornato e sei nata tu. Le divinità hanno molte responsabilità, è raro che abbiano più figli dalla stessa donna, ma ci sono delle eccezioni e tu e Luke ne siete la prova. Ermes teneva molto a voi e vostra madre, ma ovviamente il lavoro di un Dio è pieno di sacrifici. >> Chirone non sembrava avercela con Luke come tutti gli altri, la cosa era rassicurante.
<< Chirone, cos’ha fatto mio fratello? >> chiesi io sperando che almeno lui possa dirmi qualcosa.
<< Luke non era felice di quello che la vita gli ha offerto. Era arrabbiato con gli dei perché non prestavano attenzione ai propri figli così Crono, il padre di tutti gli dei, l’ha convinto a ribellarsi. Quando ha capito il suo errore è stato troppo tardi. E’ morto comunque da eroe, è grazie a lui se Crono non è riuscito a risorgere. >>
Dopo questo decisi che non volevo più sapere nulla per oggi. I due mi spiegarono ancora qualcosa di base e poi Rachel se ne andò mentre io e Chirone uscimmo dall’infermeria. Fuori c’erano tanti ragazzi con le armature che combattevano tra di loro e io mi chiedevo che cosa centrassi con loro. Non so usare una spada e non ho una buona mira con l’arco, ma Chirone ha detto che non mi devo preoccupare e che è questo quello a cui serve il Campo Mezzosangue: ad addestrare giovani semidei.
Ci fermammo davanti a una casa a più piani chiamata Casa Grande.
<< Per qualunque cosa puoi trovarmi qui, ma ora devo andare. – Chirone guardò qualcosa dietro di me. – Ah, ecco Clarisse. Ti farà fare un giro del campo e poi ti mostrerà dove puoi sistemarti. >>
Intanto di fianco a noi arrivò una ragazza un po’ robusta con una treccia che le cadeva sulla spalla destra.
<< Di solito sono i fratelli Stoll che si occupano dei figli di Ermes, ma diciamo che non ho apprezzato un loro scherzo così ora sono impegnati in infermeria. – La frase di Clarisse mi fece sussultare, ci mancò poco che aprissi la bocca dallo stupore. – Forza andiamo, prima ci muoviamo, prima finiamo. >> non me lo feci ripetere due volte così seguii la ragazza.
 
Clarisse mi mostrò il campo da cima a fondo fino a quando arrivammo davanti alla casa numero 11.
<< E questa sarà la tua futura casa, ma la vedrai più tardi. >>
Mentre camminavamo per il campo tutti i ragazzi che incontravamo mi guardavano con aria dura e altezzosa, ma cercai di farci poco caso. Tutti sembravano sapere chi fossi, a quanto pare le notizie viaggiano veloci qui.
Ad un certo punto però un paio di ragazze si avvicinarono a noi. Una era mora con gli occhi verdi, mentre l’altra bionda con gli occhi azzurri ed entrambe avevano un fisico perfetto ed erano bellissime.
<< E così tu sei la sorellina di Luke? Spero che tu non ci tradisca come ha fatto lui. >> iniziò a canzonarmi la mora mantenendo il ghigno divertito che aveva da quando è arrivata.
<< Falla finita Drew, non sei nessuno per giudicarla. >> iniziò a rispondere Clarisse in modo molto aggressivo, quelle due non devono starsi molto simpatiche.
<< Come vuoi Clarisse. Socializza pure con la nuova arrivata, ma ti ricordo che è per colpa di suo fratello se l’unica persona che ti sopportava è morta. Ma forse meglio così, meno traditori ci sono meglio è, no? >> continuò Drew.
<< Non azzardarti a parlare di Silena, lei era molto più di quello che tu non potrai mai essere. Silena è morta da eroe e Luke pure. – Le parole di Clarisse erano così sincere, si vede che teneva a questa Silena. A quanto pare Luke aveva provocato la sua morte, ma Clarisse lo difendeva comunque. – Sai cosa mi dispiace? Che ora che Silena non c’è più quelli della tua casa si devono sorbire una vipera come te come capo. >> inizialmente Clarisse mi aveva intimorito molto e sono sicura che nessuno vorrebbe trovare da dire con lei, non ci sarebbe storia. In questi casi una ragazza con la sua personalità è sempre utile.
<< Silena era solo una traditrice. Era una spia che faceva il doppio gioco. Ha ingannato tutti, pure te. >> le parole che Drew stava dicendo sembravano come veleno, non potevo permettere che continuasse a ferire Clarisse.
<< Allora Drew, è così che ti chiami, no? Io non ti conosco, ma ne ho viste tante come te e sai a cosa le ha portate la vita? A rimanere sole come un cane. Quindi, cara mia, continua pure a pettinarti i capelli che fra poco il tuo unico amico sarà solo il pettine. A meno che qualcuno non ti rasi a zero accidentalmente, ti ho avvertita. >> gli risposi io contraccambiando con un sorrisetto falso.
 Drew era diventata talmente rossa che girò i tacchi e se ne andò senza dire nulla seguita dalla sua lecca culo bionda.
<< E brava ragazza. – Si complimentò con me Clarisse battendomi il cinque. - Le figlie di Afrodite non mi sono mai piaciute, Silena era l’unica eccezione. Coraggio principessa, dobbiamo scegliere la tua arma. >>
Insieme ci dirigemmo davanti a una parete piena di armi di tutti i tipi, ma venni attirata da una spada in particolare. La afferrai, non sembrava pesante. Me la feci passare da una mano all’altra e poi la afferrai saldamente con la mano destra.
<< Questa andrà bene. >> dissi io guardando Clarisse convinta.
La ragazza sorrise compiaciuta. << Era di tuo fratello. Si chiama Vipera. Chirone insisteva nel conservarla, ecco spiegato il perché. >> guardai ancora una volta Vipera, impugnando quella spada sentivo Luke vicino.
<< Ed ecco a te principessa. – Clarisse mi consegnò una maglietta arancione e un paio di short neri. – Non penserai di indossare quei vestiti qui? >>
Cosa c’è che non va nei miei leggins neri e nella mia maxi maglia bucata? Ma non osai contestare così afferrai i panni che mi stava porgendo.
<< Ora vatti a cambiare e poi cerca Rachel, ordini di Chirone. Buona fortuna, non vedo l’ora che impari ad usare quella spada. Tuo fratello era il migliore spadaccino qui, prima di Jackson. >> non sapevo a chi si stesse riferendo, ma non feci nemmeno tempo a chiederglielo che se ne andò.
 
Dopo essermi cambiata nella mia nuova casa parlai un po’ con gli altri figli di Ermes. Non erano tanto male e nessuno sembrava avercela con me.
Mi indicarono il mio letto e nessuno lo aveva accennato, ma a quanto pare era quello di Luke.
Sembrava che nessuno avesse intenzione di parlare di mio fratello e la cosa mi fece sentire sollevata, quei ragazzi cercavano di mettermi a mio agio e la cosa mi fece piacere.
Forse il fatto che mio fratello fosse un traditore non avrebbe influito con la mia presenza al campo come credevo.
Mi dovetti ricredere quando uscii per cercare Rachel. Gli altri ragazzi continuavano a guardarmi male, come se ce l’avessero a morte con me e iniziai a pensare che quello che avevano i figli di Ermes fosse solo solidarietà tra fratelli.
Non avevo un’idea di dove poteva essere Rachel così iniziai a girovagare sperando che prima o poi l’avrei trovata.
Camminai per un po’ fino a quando raggiunsi una specie di pista circolare come quelle dei corridori.
C’erano molti spalti che potevano benissimo contenere tutti i ragazzi del campo e poco più in la c’erano dodici bighe costruite tutte con stili diversi.
Ad un certo punto la mia attenzione venne catturata da un ululato. Davanti a me si presentò un segugio infernale, solo grande il doppio rispetto a quello che era a casa mia due giorni fa.
Il grosso cane iniziò ad avanzare e la prima cosa che mi venne in mente fu quella di scappare. Iniziai a indietreggiare, ma inciampai in un sasso e mi ritrovai con il culo a terra. 
Okay Liz, sei spacciata.
Udii un fischio da lontano e il segugio infernale smise di venire avanti. Pochi attimi dopo un ragazzo moro con una maglia nera che raffigurava un teschio affiancò il cane.
Ma questo qua ha mai pensato a farsi una lampada? Pensai appena notai la sua carnagione molto pallida. Quel ragazzo incuteva veramente timore con quello stile dark e le occhiaie sotto gli occhi, una bella dormitina gli avrebbe fatto bene.
<< Tranquilla, è innocua. >>il ragazzo fece una carezza sul muso di quella bestiona.
<< Oh si, uno di quei cosi ha solo tentato di uccidermi due giorni fa. >> ironizzai io.
<< Coraggio signora O’Leary, vallo a prendere. >> e lanciò un bastone che fece allontanare quella specie di cane enorme.
<< Signora O’Leary? Ma fai sul serio? >> lo guardai allibita.
Il ragazzo portò la sua attenzione su di me.
<< Nico Di Angelo. >> e mi tese la mano.
<< Elizabeth Castellan. >> Nico mi guardò con un ghigno divertito. Ecco, mi sta già sul cazzo.
<< Come mai qui? Non dovresti essere a socializzare con i tuoi nuovi fratellini? >> mi prese in giro Nico.
<< Per quanto mi riguarda io ho solo un fratello, ed è morto. Comunque cercavo Rachel. >>
<< La troverai sicuramente al Pugno di Zeus. >> mi rispose con indifferenza.
Come se sapessi dove si trova, sbuffai e feci per alzarmi.
<< Non preoccuparti, è il primo anno anche per me. >> Nico fece quello che assomigliava ad un sorriso.
<< Davvero? Non si direbbe, sembri così a tuo agio con… tutto questo. >>
<< So di essere un semidio da quando ho undici anni, non è la prima volta che vengo ala Campo Mezzosangue. – Lo guardai scettica. – Mio padre è il Dio degli Inferi e fino a poco tempo fa la mia presenza qui non era gradita. >>
<< Oh allora saprai come mi sento io. >>
<< Andiamo, non andrà tanto male. >>
<< No, mio fratello ha solo tentato di distruggere il mondo e tutti mi guardano come se fosse colpa mia. Andrà benone. >> risposi sarcastica.
<< Sei sempre così simpatica? >> mi canzonò lui.
<< Diciamo che è un dono naturale. >> sorrisi compiaciuta.
<< Anche tuo padre è una persona… sarcastica. >>
<< Si, mio padre… Insomma so che sono figlia di Ermes solo perché Luke è mio fratello, ma lui non mi ha mai realmente riconosciuta e secondo Chirone questo Percy Jackson, che tutti sembrano conoscere tranne me, ha fatto in modo che tutti i mezzosangue vengano riconosciuti entro l’età di tredici anni. Cosa c’è di sbagliato in me? >>
<< Sinceramente non ne ho idea, ma sono sicuro che con il tempo lo scopriremo. – Nico mi guardò con fare rassicurante. – Oh e per quanto riguarda Percy, lo conoscerai presto. >>
Che gioia, pensai tra me e me alzando gli occhi al cielo.
Improvvisai il miglior sorriso che mi riusciva al momento e dopo questo Nico - sono misterioso e lo so - Di Angelo se ne andò con il suo segugio infernale.


Mi ritrovai ancora una volta da sola alla ricerca di Rachel mentre cercavo di raggiungere questo Pugno di Zeus come mi aveva detto Nico. Quel maleducato non mi aveva nemmeno detto dove si trovasse, devo pensare sempre a tutto io.
Ero talmente assorta nei miei pensieri che andai a sbattere contro qualcuno. Il ragazzo si girò e devo dire che è veramente muscoloso e alto.
<< Ehi, vuoi stare attenta a dove metti i piedi? >> mi disse in modo aggressivo.
Ma come si permette? A lui non è mai capitato di andare a sbattere contro qualcuno mentre stava maledicendo Nico Di Angelo? 
<< Senti coso, intanto ti calmi. E poi mi dispiace, non ti avevo visto. Anche se è quasi impossibile non notare un bestione come te. >>
<< Come mi hai chiamato? Novellina non sai contro chi ti sei messa, io sono un figlio di Ares. >> si vantò lui.
Intanto iniziai a notare che molti ragazzi si stavano avvicinando a noi due.
<< Non mi interessa di chi sei il figlio. Tuo padre potrebbe essere anche il presidente degli Stati Uniti che non me ne fregherebbe una beata minchia. – Il ragazzo estrasse la spada. – Non dirmi che sei così viscido da batterti con una ragazza? >>
<< Al Campo Mezzosangue non si fanno distinzioni. >> il ragazzo tentò un affondo che non so come riuscii a schivare.
<< La cavalleria è andata a farsi fottere a quanto pare. >> e detto questo estrassi Vipera.
Il ragazzo tentò un altro affondo che riuscii a bloccare con la spada.
<< Senti perché non ne discutiamo da persone civili? Magari davanti a un caffè. >>
Il figlio di Ares sembrò non essere d’accordo perché avanzò e scagliò un colpo che mi causò un taglio al braccio. Osservai il sangue uscire mentre il ragazzo se la rideva, tutti i ragazzi erano arrivati per assistere alla scena.
<< Questo non dovevi farlo. >> cercai di assumere un tono più intimidatorio possibile, come avevo visto fare in un film.
Avanzai velocemente scagliando Vipera contro il ragazzo che sembrava riuscire a evitare i miei colpi.
Ma cosa pretendevo? Come potevo battere un figlio di Ares io che non avevo mai maneggiato una spada in vita mia? Sarebbe stato un grande passo se fossi uscita viva da quel combattimento.
In quel momento mi tornarono in mente le parole che Luke mi aveva detto qualche giorno prima di scappare. << Devi essere astuta, focalizza i punti deboli. >>
Pensa Liz, pensa. Tu sei più agile, più veloce…
Mi avvicinai al ragazzo e prima che lui potesse colpirmi schivai il colpo e mi ritrovai dietro di lui. Con tutta la forza che avevo gli tirai un calcio nella schiena che lo fece stendere a terra e poi mi affrettai per raccogliere la spada che gli era caduta.
Guardai il figlio di Ares ancora steso a terra e conficcai la spada nel terreno a pochi centimetri dalla sua testa.
Il resto dei ragazzi mi guardava increduli mentre Clarisse sorrideva soddisfatta. Un boato di grida gioiose si alzò da parte di tutti i ragazzi.
Stavano esultando? Per me?
In quel momento arrivò Chirone con due ragazzi. Il ragazzo era alto, aveva i capelli mori spettinati e due occhi verdi come il mare. La ragazza invece aveva i capelli biondi raccolti in una coda disordinata e due occhi grigi come non avevo mai visto. Sembravano avere la stessa età e si tenevano per mano.
<< Perché quella ragazza ha Vipera in mano? >> chiese il ragazzo sorpreso.
<< Non può essere. >> la bionda mi guardò come se avesse visto un fantasma e lasciò la mano del ragazzo.
<< Si Annabeth, è lei. >> Chirone appoggiò una mano sulla spalla della ragazza.
<< Ha i suoi stessi occhi. Azzurri come il cielo in tempesta. >> una lacrima solitaria rigò il suo volto mentre il ragazzo la guardava preoccupato.
Ero l’unica che non ci stava capendo niente?
 

NEXT CHAPTER

 
<< Tu sapevi della mia esistenza? >>

 

Attention to me.

La prefazione è un po' un casino, ma era essenziale per introdurre la storia.
Per quanto riguarda il primo capitolo Elizabeth inizia a capire un po' come funziona il Campo Mezzosangue anche se ha ancora multi dubbi riguardo suo fratello.
Il resto dei ragazzi ha il sospetto che anche lei possa essere una minaccia per il campo come Luke. Gli unici che sembrano trattarla normalmente sono Clarisse e Nico.
Vediamo anche il primo combattimento di Liz che riesce a sconfiggere un figlio di Ares anche se non ha mai combattuto in vita sua e si guadagna la stima del resto dei ragazzi.
Infine vediamo arrivare Chirone con Percy ed Annabeth e la bionda sembra riconoscere la ragazza e ne rimane sconvolta.
Questa è la prima storia che scrivo per questo fandom e spero vi possa piacere.
Questo primo capitolo è un po' piatto, ma la storia diventerà più emozionante con il tempo.
Per quanto riguarda il volto di Elizabeth ho pensato all'attrice Willa Holland, ma ovviamente voi la potete immaginare come preferite.
Mi piacerebbe tantissimo sapere che ne pensate  e se vale la pena continuare, quindi recensite! :)
Ciao, al prossimo capitolo ;)


 

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Capitolo 2
*** 2; Revolution ***





TWO
REVOLUTION
 
 


Mi ritrovai all’interno della Casa Grande con gli occhi di tutti puntati su di me. Ci eravamo seduti nel grande tavolo del salotto, Chirone era in piedi a capo tavola, il ragazzo moro era seduto nell’altro estremo della tavola, mentre Annabeth era di fronte a me e vicino a lei c’era Nico.
Annabeth era ancora sconvolta e non riuscivo a capire lo sguardo con cui mi guardava. Il suo ragazzo, invece, mi guardava abbastanza confuso, ero felice di non essere l’unica a non capiva cosa stava succedendo.
Nico era totalmente assente, sembrava che lo avessero portato li con la forza e continuava a rigirarsi il braccialetto con le borchie che aveva al polso.
Nessuno si decideva a parlare e io volevo tanto che quel silenzio così pungente finisse.
<< Allora? Qualcuno mi spiega? >> il ragazzo moro sembrò rispondere alle mie preghiere con quella domanda.
<< Davvero non ci sei ancora arrivato? >> domandò Nico atono.
Oh scusa signorino Di Angelo se non siamo tutti intelligenti come te. Ma chi si crede di essere questo qui? Pensai mentre lo fulminai con lo sguardo.
<< Coraggio Annabeth. >> Chirone sembrò incitare la bionda a parlare.
<< Lei è Elizabeth Castellan, Percy. La sorellina di Luke. >> a quella affermazione il moro si irrigidì e mi guardò allibito.
<< Da quando Luke ha una sorella? >> chiese poi sconvolto.
<< Dall’otto Ottobre di quindici anni fa. >> risposi io ovvia.
<< E perché io l’ho saputo solo ora? >> chiese arrabbiato Percy alzandosi in piedi.
<< Tutti l’hanno scoperto oggi, Testa d’Alghe. Tranne me ovviamente. >> rispose la bionda afferrando il polso del ragazzo per farlo sedere di nuovo.
<< Un momento. Tu sapevi della mia esistenza? Perché nessuno mi è mai venuto a cercare prima d’ora? >> chiesi io fissando la ragazza negli occhi.
<< Luke mi ha fatto giurare sullo Stinge che non l’avrei rivelato a nessuno, nemmeno a Chirone. >> spiegò Annabeth affranta.
<< E perché lei lo sapeva allora? >> mi rivolsi a Chirone, che fino ad ora era rimasto in silenzio.
<< Io so sempre tutto, mia cara, o almeno ci provo. Fino ad ora eri al sicuro e non c’era bisogno che ti portassimo al campo. >>
<< Aspettate un secondo. Un anno fa io e Nico siamo stati a casa di Luke, perché non l’abbiamo vista? >> chiese Percy guardandoci a tutti.
<< Frequento una scuola privata da quando ho sei anni. Ci è concesso far ritorno a casa solo due volte l’anno e per le emergenze. >> spiegai io.
Nonna mi aveva mandato in quella scuola perché mamma non poteva occuparsi di me. Ricordo che il giorno della partenza mamma mi pregò di non andare. Diceva che lei non era mia nonna, ma una donna cattiva che voleva allontanarmi da lei.
Ma io che potevo fare all’età di sei anni? A volte capitava che mamma si scordasse pure di me quindi diedi la colpa alla sua malattia.
Poi due giorni fa nonna mi venne a prendere dal collegio dicendo che a mamma avrebbe fatto bene la mia presenza, ma non feci nemmeno tempo a sistemare le mie cose che il suo cane si trasformò un segugio infernale.
<< Luke mi ha detto che era troppo piccola e che sarebbe stato troppo rischioso portarla con sé, ma aveva detto che quando il momento giusto sarebbe arrivato sarebbe tornato a prenderla. >> esordì Annabeth.
In quel momento gli occhi di Nico si illuminarono, si vedeva che era arrivato alla conclusione giusta.
<< E il momento giusto era arrivato. La signora Castellan ci aveva detto che Luke le aveva fatto visita. Era tornato per prendere te, ma ovviamente tu non c’eri e la signora Castellan non è stato in grado di dirgli dove ti trovavi. Luke voleva che anche tu ti alleassi con Crono. >> disse Nico sorprendendo tutti quanti.
Luke non si era dimenticato di me allora.
La nostra discussione venne interrotta da un enorme goccia d’acqua che si stava creando davanti a noi come uno specchio.
<< Un messaggio Iride. >> sentì pronunciare da Chirone.
Da quella specie di specchio comparve la figura di una ragazzina, pareva fosse quasi una bambina di undici anni. Aveva i capelli raccolti in treccia a spina e indossava un’armatura che sembrava il doppio del suo corpicino.
Da dietro la schiena le sbucava un grosso arco con una sacca che sembrava contenere un’innumerevole quantità di frecce.
Dietro di lei c’erano tante ragazze vestite in modo simile che sembravano avere tutte età differenti, ma erano comunque tutte molto giovani.
<< Percy, Annabeth, finalmente sono riuscita a contattarvi. >> la ragazza aveva un tono molto preoccupato.
<< Artemide, cos’è successo? >> chiese Percy alla dea.
Volete dirmi che quella ragazzina è la dea della caccia?
Avevo sentito parlare qualche volta del mito delle Cacciatrici di Artemide: ragazze che avevano rinunciato all’amore per gli uomini per giurare fedeltà alla dea.
Tutte stronzate, pensai all’epoca. Non che io fossi una paladina dell’amore, ma non riuscivo a immaginare la mia vita senza.
<< Si tratta di Talia. E’ stata rapita. >> la dea soffocò in un pianto disperato e una ragazza le poggiò una mano sulla spalla per consolarla.
<< Delle chimere ci hanno attaccato e l’hanno portata via. La stiamo cercando da per tutto, ma abbiamo bisogno di una mano. Non abbiamo idea di dove sia. >> spiegò la ragazza guardandoci con sguardo supplichevole.
<< Potete contarci. Troveremo Talia. >> Percy sembrava sicuro di quello che stava promettendo.
<< Grazie mille Percy, sapevo che stavo chiedendo aiuto alla persona giusta. >>
La dea sembrò più tranquilla e poi il messaggio Iride svanì.
<< Chi può aver fatto una cosa del genere? >> chiese Annabeth spaventata.
<< Non lo so, ma lo scopriremo presto. Partiamo oggi stesso. >> disse Percy con tono autoritario.
<< Fermo li ragazzo. Non penserai che ti lasci partire così di punto in bianco? Ti serve una missione. >> disse Chirone con  tono severo.
<< Chirone non so se ti è arrivato il messaggio, ma Talia è stata rapita! Dobbiamo partire subito e trovarla. >> disse Percy ancora finalmente convinto.
Dio quanto è testardo questo ragazzo.
<< Percy sai bene cosa succede ai semidei che non rispettano l’ordine delle cose. Anche io voglio che Talia trovata, ma prima bisogna consultare l’oracolo. >> Chirone stava cercando di convincere il ragazzo a non compiere la pazzia che aveva in mente.
<< Si e poi da dove pensi di iniziare? Talia potrebbe essere ovunque. Vuoi setacciare tutto il mondo? >> disse il figlio del dio degli inferi.
<< Nico ha ragione. Dobbiamo prima sentire cosa dice Rachel. >> disse Annabeth e Percy si calmò.
Era davvero incredibile come il ragazzo faceva tutto quello che diceva la bionda.
<< Si parla di me? >>
Nella stanza fece il suo ingresso la chioma rossa di Rachel. Ora non indossava più l’uniforme scolastica con cui l’aveva vista poche ore prima, ma la maglia arancione che avevano tutti i ragazzi al campo.
Aveva legato i capelli in un concio lasciando che qualche ciocca di capelli le cadessero in faccia mentre le mani erano sporche di quella che sembrava vernice.
<< Scusate, stavo dipingendo e mi sono dilungata. E’ successo qualcosa? >> chiese la rossa con un sorriso innocente.
Sbaglio o è lei l’oracolo? Non dovrebbe sapere già tutto o che so io?
<< Talia è stata rapita. >> spiegò Chirone alla ragazza.
<< Oh, ecco spiegato questo. – Rachel tirò fuori un foglio che raffigurava una ragazza legata in una sedia in quella che sembrava una specie di nave. – Non so come mi è venuto da disegnarlo. >> disse la rossa facendo passare il foglio.
<< Io so dove si trova questo posto. – Esclamò Percy soddisfatto quando afferrò il foglio. – E’ la Principessa Andromeda, la nave di Luke. Ci basterà solo localizzarla per trovare Talia. >> la bocca di Percy si trasformò in un sorriso raggiante.
Quando il foglio arrivò nelle mie mani rimasi quasi allibita. Sembrava che in quei due giorni il destino ce l’avesse con me.
Cosa avevo fatto di male per meritarmi tutto questo? Se è perché mi sono finta malata per saltare l’interrogazione di scienze sappi che me ne sono pentita.
<< E’ questa Talia? Talia Grace, giusto? >> chiesi io per ricevere quella che sapevo sarebbe stata una conferma.
<< Si, come la conosci? >> chiese Annabeth sorpresa dal fatto che sapessi chi fosse la sua amica.
<< So che la cosa può sembrare assurda, ma Talia è venuta a farmi visita al collegio un anno fa. – Tutti i presenti si girarono a guardarmi. – Si, venne nella mia stanza e mi disse che per qualunque ragione non sarei dovuta andarmene da casa, poi se ne andò subito. La cosa mi spaventò molto, ma dopo pensai che fosse solo uno stupido scherzo dei miei amici, così me ne dimenticai presto. >> spiegai cercando di ricordare al meglio il fatto accaduto un anno prima.
<< Talia sapeva già che Luke sarebbe venuto a cercarti? Ma perché non ce l’ha mai detto? >> chiese Annabeth confusa, tutte queste notizie in un solo giorno devono averla stressata molto.
<< Sono sicuro che avrà avuto le sue buone ragioni. >> disse Chirone serio, sono sicura che la notizia avesse sbalordito anche lui.
<< Certo che è buffa la cosa, no? – Tutti ci girammo non capendo a cosa volesse arrivare Nico. – Insomma, improvvisamente compare la sorellina di Luke Castellan e nello stesso giorno Talia, che un anno fa si era assicurata che Liz non andasse con il fratello, viene rapita e il posto in cui è tenuta prigioniera è proprio la vecchia nave di Luke. Non credo che queste siano solo coincidenze. >> Nico si alzò dalla sedia. << Mi sono stancato di stare qui. Ci si vede. >> e così uscì dalla stanza.
<< Già, penso che abbiamo tutti bisogno di riposare. Ne riparleremo stasera quando consulteremo l’oracolo. >> e dopo averci fatto un segno con il capo Chirone ci fece uscire.
Prima che me ne potessi andare Chirone attirò la mia attenzione. << Liz, Nico ha ragione. C’è un motivo se tutto questo sta succedendo ora. >> non replicai nulla e me ne andai.
 
Erano ormai le sette di sera quando decisi di uscire dalla casa 11 e tutti i ragazzi si stavano dirigendo alla mensa per cenare, così mi incamminai anche io al mio tavolo. Quando arrivai notai che già molti semidei avevano preso posto.
Annabeth stava parlando con altri ragazzi della casa 6, ma si vedeva che qualcosa la turbava, Clarisse rideva e scherzava con gli altri figli di Ares, tra cui riconobbi quello con cui mi ero battuta quella mattina, e quando mi vide mi fece un segno con il capo per saluto.
Percy era seduto ad un tavolo con un satiro e a giudicare la faccia di quest’ultimo dovevano raccontarsi cosa era successo oggi. Nico, invece, era seduto tutto solo in un tavolo in disparte mentre, con la forchetta, punzecchiava il suo cibo.
Quando raggiunsi il tavolo venni accolta da due ragazzi identici. Si alzarono dalla loro postazione e mi vennero incontro con un sorriso raggiante.
<< Buona sera, tu devi essere Liz. Io sono Connor e questo è mio fratello Travis. >> mi tese la mano il primo, che era leggermente più alto di suo fratello.
<< Ci dispiace averti lasciato fare il giro con Clarisse, ma c’è stato un piccolo problemino. >> continuò divertito il secondo.
<< Ma ora stiamo bene e siamo felici di darti il benvenuto nella casa 11. >> dissero insieme all’unisono.
Non riuscii a far a meno di ridere e poi mi accomodai nella panchina di fianco a loro dove altri figli di Ermes erano già seduti.
Notai il tavolo in cui erano seduti Chirone, il signor D e Rachel. Quando la ragazza si accorse che la stavo guardando mi sorrise gentilmente e poi continuò la sua conversazione con Dioniso.
<< Allora, mi hanno detto che hai battuto un figlio di Ares oggi. Notevole. >> iniziò il discorso Travis.
<< Sarà stata la solita fortuna del principiante. >> risposi io imbarazzata.
<< Oh no, al Campo Mezzosangue la fortuna non c’entra mai. Sei speciale, se ne sono accorti tutti qui, e non solo perché sei la sorellina di Luke Castellan. >> mi disse Connor serio.
Sono così speciale che Ermes non mi ha ancora riconosciuta, avrei voluto rispondere, ma non mi sentivo pronta per intraprendere quel tipo di discorso.
Mi chiesi che cosa sarebbe successo se Luke quel giorno mi avesse trovato. Che cosa avrei fatto?
Sicuramente l’avrei ascoltato perché era pur sempre mio fratello e io gli voglio bene, anche se ha fatto la cosa sbagliata. Se le cose fossero andate in modo diverso forse ora anche io sarei risultata una traditrice oppure sarei morta come Silena.
Ma come dice Chirone: le coincidenza non esistono, se le cose sono andate in questo modo sicuramente c’è un motivo.
E sinceramente non mi interessa se Ermes non vuole riconoscermi; ho vissuto quindici anni senza la presenza di un padre, posso cavarmela benissimo senza di lui.
Portai la mano lungo i miei short e strinsi l’impugnatura di Vipera, sapevo che in qualche modo Luke mi stava guardando. Forse se gli avessi raccontato cosa era successo oggi con quel ragazzo mi avrebbe detto << Brava piccola Lizzie, hai proprio preso dal tuo fratellone. >>, poi mi avrebbe presa in braccio e mi avrebbe portato a prendere un gelato come faceva sempre quando ero piccola e in quel momento, lo giuro, mi sentivo la bambina più felice al mondo.
Riportai la mia mano sopra il tavolo e iniziai ad ascoltare le conversazioni che stavano affrontando i miei compagni, anche se, in modo molto assente.
Piano, piano tutti i semidei finirono di mangiare e si diressero al falò.
<< Coraggio Liz, avrai il privilegio di sentire le mie doti canterine durante i canti in onore degli dei. >> Connor mi tese la mano per farmi alzare con il suo solito sorriso raggiante.
<< Non me lo perderei mai al mondo. >> gli sorrisi anche io e dopo avergliela stretta mi feci condurre fino al falò.
I ragazzi del capo iniziarono a cantare canzoni che ovviamente non conoscevo così mi limitai ad ascoltare. Tutti cantavano in modo gioioso e spensierato attorno al fuoco e anche Annabeth sembrava più tranquilla: era stretta tra le braccia di Percy, che qualche volta doveva stonare un po’ perché la ragazza si interrompeva di cantare e si metteva a ridere.
Clarisse aveva deciso di abbandonare i suoi fratelli per sedere di fianco a me e si sforzava di cantare anche se, ovviamente, non ne era molto contenta.
Chirone e il signor D si godevano la scena in silenzio e Rachel prendeva il suo solito posto accanto a loro.
All’appello mancava solo una testa mora. Mi misi a cercare Nico in mezzo a tutta la folla di ragazzi senza ottenere alcun risultato.
Poco dopo una mano non famigliare si appoggiò sulla mia spalla e il ragazzo prese posto al mio fianco.
<< Cerchi qualcuno? >> mi chiese il moro con un sorriso furbo.
<< Nessuno in particolare. >> scossi la testa e riportai la mia attenzione sul fuoco cercando di trattenere un sorriso.
<< Ho visto che hai legato particolarmente con Connor. >> Nico mi guardò divertito.
<< Geloso? >> gli chiesi io in tono provocante.
Il ragazzo alzò le mani in segno di resa. << No, no. Solo che non credevo fosse il tuo tipo. >>
<< Nico, sto cercando di ascoltare la canzone. >> gli dissi io seria per troncare il discorso che si stava per creare.
Il ragazzo sorrise soddisfatto e poi si voltò, portando la sua attenzione sulle voci degli altri ragazzi. Quanto mi da sui nervi.
Quando anche l’ultima canzone terminò, Chirone cercò di attirare l’attenzione di tutti i semidei.
<< Come forse qualcuno avrà già saputo, Talia è stata rapita e la stessa dea Artemide ci ha chiesto di aiutarla nelle ricerche. – Alcuni ragazzi sembrarono un po’ scossi, ma la maggior parte rimase inflessibile, come se un rapimento fosse pane quotidiano per loro. – Ora ascolteremo cosa ci comunicherà l’oracolo e poi potremmo decidere chi partirà per trovare Talia. Rachel… >>
La ragazza si alzò dalla sua postazione mentre tutti i ragazzi riversavano la loro attenzione su di lei.
Gli occhi gli erano diventati bianchi mentre le ciocche rosse cominciavano a fluttuare nell’aria. Sembrava che qualcuno si fosse impossessato del suo corpo, non era più lei.
Dalla sua bocca uscì una voce quasi metallica che iniziò a pronunciare versi in rima.
 
 
Astuzia e audacia insieme trionferanno
e un cuore di pietra scalderanno.
 
Il Principe dei Morti molti sacrifici dovrà fare
se il suo tesoro più grande vorrà salvare.
 
Il futuro dell’eroe in pericolo sarà
se la progenie di Atena la scelta sbaglierà.
 
Quattro mezzosangue alla chiamata risponderanno
se la Cacciatrice salvare vorranno.
 
 
Rachel si riprese e due semidei l’aiutarono a sedersi, intanto tutti i ragazzi sembrarono sconvolti.
<< Assurdo, i prescelti per le missioni sono sempre stati tre. >> osò dire un figlio di Apollo.
<< La profezia è stata chiara, ce ne servono quattro. >> disse in tono scocciato il signor D.
<< Ma sarebbe andare contro tutte le tradizioni degli dei. >> continuò a ribattere il ragazzo.
<< Anche due anni fa nel labirinto di Dedalo siamo partiti in quattro e non è andata poi così male. >> Annabeth si alzò in piedi.
C’era chi la osservava con ammirazione, chi con invidia e chi con approvazione. Dopo quell’affermazione nessuno disse più nulla e pure il ragazzo che aveva parlato tornò composto al suo posto.
<< Bene, se non c’è più nulla da contestare ora dobbiamo capire chi sono i semidei di cui parla la profezia. >> disse Chirone in modo calmo.
<< Direi che con l’affermazione “Principe dei Morti” ci si possa riferire solo a una persona. >> disse Travis facendo attirare lo sguardo dei tutti i presenti sul moro di fianco a me.
<< Complimenti Nico, ti sei guadagnato la tua prima missione. >> gli disse Connor in modo canzonatorio mentre gli stringeva una guancia come si fa con i bambini piccoli.
Nico rimase indifferente alle frecciatine e alle battutine che gli stavano arrivando e quando Chirone gli chiese se se la sentiva rispose con un banale “okay” impassibile senza lasciare trasparire alcuna emozione.
E’ veramente incorreggibile. Quale può essere il suo tesoro più grande se è indifferente a qualsiasi cosa?
Rimasi a fissarlo, ma questa volta Nico non si girò né mi disse nulla. Continuava a guardare il terreno sotto di lui come se dovesse far nascere un albero con il pensiero, così decisi di rinunciare e portai il mio sguardo su Percy.
Il ragazzo continuava a battere il piede al suolo e a mordersi il labbro inferiore insistentemente come se dovesse esplodere da un momento all’altro.
<< Devi dire qualcosa Jackson oppure devi solo andare al bagno? >> evidentemente non ero l’unica ad essersene accorta perché quello di Clarisse era un invito poco carino a dirci che gli passava per la testa.
<< Io trovo che sia evidente che gli altri mezzosangue siamo io e Annabeth. L’anno scorso ho salvato l’Olimpo e voi tutti mi considerate un eroe. >> disse Percy non sapendosi trattenere.
<< Poco modesto mi dicono. >> lo canzonò Clarisse provocando una risatina a quasi tutti i presenti.
<< Percy ha ragione. Due anni fa Era mi ha detto che prima o poi il momento della mia scelta sarebbe arrivato, forse si tratta proprio di questo. Poi io e Percy siamo i migliori amici di Talia, chi meglio di noi per salvarla? >> disse Annabeth in tono duro.
<< Annabeth ha ragione, loro due devono esserci per forza. >> disse Nico che non aveva ancora dato un segno di vita facendo rimanere tutti sorpresi.
<< Okay, Di Angelo calma. Tu, Annabeth e Jackson ci sarete, ma chi è il quarto? >> chiese Clarisse rivolgendosi a tutti.
<< Liz, Liz è la quarta. >> disse Percy convinto.
<< Che cosa? Ti è forse andato di volta il cervello. >> chiesi io con una voce più acuta e stridula del solito.
<< No, sei per forza tu. Ne sono convinto,è come una sensazione. >> lo guardai ancora più allibita.
<< Lei? Ma se è qui solo da un giorno? Non sa neanche usare una spada. >> disse Drew irritata.
<< Perché tu si? >> chiese Clarisse divertita.
<< Ha battuto un figlio di Ares senza saper usare una spada. Se la caverà benissimo. >> disse Percy ancora più convinto.
<< Non è neanche stata riconosciuta da suo padre. >> continuò la ragazza.
Un lampo di luce si scagliò nel cielo, accecando quasi tutti i presenti, posizionandosi sopra la mia testa.
Uno scettro circondato da due serpenti legati tra loro si trovava luminoso sopra di me.
<< Il simbolo di Ermes. >> dissero felici i fratelli Stoll.
Non ci potevo credere, mi padre alla fine aveva deciso di riconoscermi. Sempre nei momenti meno inopportuni, è papi?
Ad un certo punto la luce finì e il simbolo del Messaggero degli Dei svanì nel nulla.
<< Okay, direi che mio fratello Ermes in qualche modo vuole dirci che è lei quella giusta e bla bla bla… Congratulazione signorina Castellan. Voi quattro partirete domani e ora tutti a letto. >> disse il signor D annoiato mentre tutti gli altri semidei iniziarono a saltare e ad acclamarci gioiosi.
Perché ero l’unica che vedeva la cosa in modo negativo?


 

NEXT CHAPTER



 << Sei essenziale. >>

 

Attention to me.

Ciao, sono tornata con un altro capitolo appena sfornato. Allora, che dire?
Nella prima parte si scoprono un po' di cose sul passato di Liz e sui piani che aveva Luke quando era ancora in vita, ma altri particolari si scopriranno con l'andare anvanti della storia.
Liz rivela agli altri che Talia le aveva fatto visita in passato per avvertirla su Luke e poi si scopre che proprio questa è stata rapita ed è tenuta in ostaggio nella Principessa Andromedra. 
Nella seconda parte si vede Liz socializzare con i fratelli Stoll e ripensare al tempo passato con il fratello quando ancora era piccola. 
Poi vediamo uno dei soliti "battibecchi" tra Liz e Nico e scopriamo la nuova profezia, su cui si baserà tutta la storia.
Infine Liz viene riconosciuta da suo padre e viene scelata insieme a Percy, Annabeth e Nico per la missione.
Ora vorrei tanto ringraziare le sei persone che hanno messo la storia tra le seguite, la persona che l'ha messa tra le preferite e le due persone che hanno recensito il primo capitolo.
Ci terrei tanto se mi faceste sapere che ne pensate della storia, se vi piace, se è troppo noiosa oppure se non ne vale la pena di continuare, quindi recensite! ;)
Per ora sono stata abbastanza puntuale nell'aggiornare, spero di continuare con questo passo.
Alla prossima! :)

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Capitolo 3
*** 3; Nigthmares ***





THREE
NIGHTMARES
 
 
Sognare mi era sempre stato difficile, era una delle cose che proprio non riuscivo a fare.
Quando le maestre ci domandavano qual’era la nostra più grande difficoltà i miei compagni rispondevano con cose tipo non saper disegnare bene, non sapere la tabellina del sette perfettamente o non riuscire a fare goal in partita, ma poi con il tempo le loro difficoltà cambiavano e quello era un fattore che dipendeva dall’età.
La mia invece rimaneva sempre quella.
All’età di sei anni non ho mai sognato unicorni ed arcobaleni, all’età di otto anni non ho mai sognato di diventare una principessa e all’età di tredici anni non ho mai sognato il mio primo bacio.
Semplicemente non sognavo.
Non lo facevo più da quando Luke se ne era andato, da quel giorno facevo sempre lo stesso incubo ogni notte e mi risvegliavo in lacrime.
C’ero io che cercavo di raggiungere Luke e ogni volta che cercavo di stringerlo tra le mie braccia scompariva.
E come ogni notte quell’incubo era tornato a tormentarmi solo che questa volta non mi svegliai.
Il cielo si ricoprì di nuvole e l’erba sotto di me iniziò a seccarsi, il corpo di mio fratello ricomparve steso a terra in fin di vita.
Cercavo di chiamarlo, urlavo il suo nome, ma dalla mia bocca non usciva alcun suono. Volevo assolutamente svegliarmi da quella tortura.
<< Non preoccuparti figlia di Ermes, potrai rivederlo presto se farai come dico io. >> una voce iniziò a espandersi nell’aria, ma non riuscivo a capire da dove provenisse.
Mi giravo intorno, ma non c’era nessuno.
<< Chi sei? >> chiesi spaventata.
<< Non importa chi sono, ma so come riportare indietro Luke se lo vorrai. Devi solo darmi ascolto >> la voce continuò a parlare.
<< Chi ti dice che lo farò? >> dissi cercando di nascondere tutta la paura che mi scorreva nelle vene.
<< Oh, so che lo farai. >> la voce scoppiò in una risata poi tutto intorno a me iniziò a svanire.
Mi svegliai di colpo nel letto della casa 11 tutta sudata e con il fiatone.
Mi assicurai che nessun figlio di Ermes fosse sveglio ed uscii fuori per prendere una boccata d’aria.
Dopo aver raggiunto il lago iniziai a guardare il riflesso della luna proiettato nell’acqua e iniziai a pensare a quanto fosse cambiata la mia vita da un giorno all’altro.
Improvvisamente mi ero ritrovata in uno strano campo con tutti gli altri figli delle divinità greche e tra qualche ora sarei partita per salvare una ragazza che a malapena conoscevo con altri tre ragazzi, uno più strano dell’altro.
Questa non era di certo l’estate che mi ero programmata, no non ci si avvicinava proprio per niente.
Udii un rumore provenire dalla vegetazione e tirai fuori Vipera se avessi avuto bisogno di difendermi, ma prima che potessi fare qualcosa un ragazzo spuntò fuori dagli alberi.
<< Ehi, facci piano con quella. >> disse il ragazzo riferendosi alla spada.
<< Percy? Mi hai spaventata. >> misi a posto Vipera dopo aver riconosciuto il ragazzo.
<< Non dovresti essere a nanna a quest’ora? >> chiese con un tono canzonatorio.
<< Potrei benissimo dire la stessa cosa. >> dissi io risiedendomi sul masso su cui ero prima.
<< Touché. Che fai qui? >> Percy si sedette di fianco a me.
<< Avevo un po’ di cose su cui riflettere. >>
Non avevo intenzione di raccontare a qualcuno del mio sogno, il giorno dopo me ne sarei già dimenticata.
Non ci credi nemmeno tu.
<< Così domani è il grande giorno, eh? Cavolo, non si può stare neanche un anno tranquilli qui. Ricordo quella volta in cui Grover ed io… Liz mi stai ascoltando? >>  mi chiese il moro preoccupando notando che non stavo seguendo nemmeno una parola di quello che mi stava dicendo.
<< Io? Certo, è solo che… Percy tu sei sicuro che sono io la persona giusta? >> chiesi io titubante.
<< Sicuro. Non può essere nessun altro, ne sono convinto e anche gli altri lo sono. >> mi rispose sicuro.
<< Ma Drew ha ragione. Non so nemmeno usare una spada, sarei solo un impiccio. >> riportai lo sguardo a terra mentre sentivo gli occhi di Percy addosso.
Mi era venuta improvvisamente voglia di contare i granelli di sabbia nel terreno.
<< Liz, guardami. – Il ragazzo mi afferrò il viso con le mani e mi costrinse a guardarlo negli occhi. – Tu non sarai mai un impiccio. Sei essenziale per la missione. Ti fidi di me? >> annui e Percy si alzò in piedi porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi.
<< Coraggio, dobbiamo essere in forma per domani. >>
Raggiungemmo insieme le case e poi ci salutammo.
<< Percy, grazie. >> dissi io sincera.
<< E di che? E’ a questo che servono gli amici. >> mi sorrise e poi si diresse verso la casa numero 3.
Amici. A parte Noah non ne avevo mai avuti di sinceri, ma qualcosa mi diceva che le cose sarebbero cambiate.
Mi stesi nel mio letto fissando il soffitto.
Non so che cosa voglia quella voce da me, ma se mi avrebbe fatto riavere Luke indietro avrei fatto qualsiasi cosa.
Mi riaddormentai e per fortuna non ebbi più incubi.
 
Il giorno seguente decisi di non andare a fare colazione così rimasi da sola nel letto.
Presto saremmo partiti per cercare Talia, ma oggi la mia intenzione era quella di rimanere tutto il giorno sotto le coperte.
Era un’abitudine che avevo fin da piccola: quando non volevo fare qualcosa mi rifugiavo nel mio letto e aspettavo che Luke mi venisse a tirar fuori.
Presto però dovetti imparare che Luke non sarebbe più venuto a chiamarmi e che quella era un’abitudine che doveva essere cambiata.
Venni interrotta da una mano che bussò alla porta e in pochi secondi trovai la figura del mio migliore vicino alla sponda del letto.
<< Buon giorno bella addormentata. Ti ho preparato questo. – Noah indicò lo zaino che aveva in mano. – Dentro c’è un cambio, del nettare e dell’ambrosia e dei soldi americani per le emergenze. >> il ragazzo mi sorrise.
Mi faceva così strano vederlo in piedi e camminare su quelle zampe caprine, per non parlare delle piccole corna che spuntavano dai riccioli biondi.
<< Grazie Noah, non dovevi. >> mi alzai dal mio stato di coma e mi misi seduta nel letto e il mio migliore amico fece lo stesso.
<< Di solito bisognerebbe mangiare in mensa, ma per questa volta Chirone ha fatto un’eccezione. >> Noah mi porse due brioche alla marmellata di albicocche.
<< Tesa per oggi? >> mi domandò poi.
<< Già. – Annuii io mentre addentai il primo pezzo di brioche. – Stanno succedendo troppe cose in una volta. >>
<< Partecipare a una missione non è poi così male. C’è gente che è qui da anni e non ne ha mai preso parte a neanche una, tu sei… >> non lo lasciai finire.
<< Speciale, lo so. Non fate altro che ripetermelo da quando sono arrivata, ma se essere speciali è così allora non voglio esserlo. >> dissi io irritata.
<< Veramente stavo per dire fortunata. >> Noah sorrise divertito e io cercai di colpirlo con il cuscino solo che riuscì a parare il colpo.
La parte positiva di tutta quella faccenda era lui.
Se non fossi stata una mezzosangue non lo avrei mai incontrato e Noah era davvero importante per me.
<< Senti so che ora tu vedi le cose in modo negativo, tutta questa pressione ti sta mandando fuori di testa. Ma io so che puoi farcela Liz, sei più forte di quanto pensi. >> cercò di rassicurarmi il ragazzo.
<< Ti voglio bene Noah. >> allargai le braccia e le circondai attorno al corpo del ragazzo che ricambiò il l’abbraccio.
<< Anche io e cerca di rimanere viva, ho ancora bisogno di una rompiscatole come te. >>
Sciogliemmo l’abbraccio proprio quando la figura di Annabeth si presentò sullo stipite della porta.
<< Liz, dobbiamo andare. >> annuii seria e uscii dalla casa 11 con lo zaino in spalla.
Fuori c’erano già Percy e Nico ad attendermi.
C’erano anche alcuni mezzosangue tra cui riconobbi i fratelli Stoll e Clarisse, poi in lontananza stavano arrivando Chirone e Rachel.
Mi avvicinai a Connor e Travis per salutarli.
<< Ciao Liz, cambieremo i tuoi lenzuoli e manterremo pulita la tua parte di stanza. >> disse Connor in tono drammatico.
<< So che non lo farete, ma grazie comunque per il pensiero. >> sorridemmo e poi mi avvicinai a Clarisse.
<< Allora ciao. >> dissi semplicemente aspettando una sua reazione.
<< Buona fortuna principessa. >> disse la ragazza abbracciandomi facendo rimanere tutti sorpresi.
Abbracciai anche Rachel e poi portai il mio sguardo su Percy.
<< Sono pronta. >> gli dissi convinta mentre lui annuì soddisfatto.
<< Possiamo andare. >> il ragazzo si rivolse a Chirone per ottenere indicazioni.
<< Argo vi sta aspettando fuori dal campo, vi condurrà in città e da li potrete iniziare a cercare Talia. >> spiegò Chirone a noi quattro.
<< La troveremo. >> tutti annuimmo seri alle parole di Percy.
Ci dirigemmo verso l’uscita del Campo Mezzosangue, Percy e Annabeth camminavano davanti a noi mano nella mano.
Quei due erano bellissimi insieme: Annabeth era come un gancio d’appiglio per Percy mentre invece si vedeva che lui l’avrebbe protetta da qualsiasi cosa.
La guardava con due occhi sognati come se fosse una gemma preziosa, anche quando lei non se ne accorgeva.
Quei due devono averne passate tante inisieme.
Chissà se anche io un giorno avrei trovato un ragazzo come Percy.
Nico e io li seguivamo da dietro, lui aveva una faccia davvero scocciata e tutti le volte che Percy diceva qualcosa nell’orecchio ad Annabeth e lei rideva alzava gli occhi al cielo.
Quando si accorse che lo stavo guardando iniziò a fissarmi pure lui.
<< Che c’è? Sono disgustosi. >> lo guardai ancora più accigliata e dopo avermi fatto una smorfia iniziò a fissare il terreno.
Fuori dal campo Argo ci aspettava con la sua vecchia auto. Salimmo in auto, Percy aveva occupato il posto del passeggero mentre io ero rimasta schiacciata tra Annabeth e Nico.
Ad ogni buca della strada la macchina tremava e dovetti impiegare tutta la mia forza e la mia buona volontà per non finire addosso a uno dei due durante le curve.
Ora capivo perché Percy aveva insistito tanto per stare davanti.
Il viaggio sembrò durare un’eternità e ogni volta che la mia pelle entrava in contatto con quella del moro mi irrigidivo e diventavo rossa in viso.
Nico sembrò accorgersene perché ogni volta tratteneva delle risatine e sembrava farlo apposta a far scontrare le nostra braccia.
Dopo dieci minuti di viaggio decisi di tirare fuori l’ipod e infilarmi le cuffie nelle orecchie.
Annabeth mi guardò male, ma non disse nulla, Nico invece mi rubò una cuffietta e se la portò all’orecchio.
Chiusi gli occhi e appoggiai la testa completamente sul sedile sperando che quel viaggio finisse presto.
Era già la sesta volta che Nico mi chiedeva di cambiare canzone quando la macchina si fermò.
Arrivammo a New York e dopo che fummo scesi dall’auto Argo se ne andò subito, forse era stanco di sentire i miei continui bisticci con Nico.
<< Allora che si fa? >> chiese il ragazzo annoiato.
<< Sappiamo che Talia è sulla Principessa Andromeda, ci basterà scoprire dove si trova la barca. >> spiegò Percy.
<< Ma Percy, l’oceano è enorme. >> disse Annabeth affranta.
<< Sono o non sono il figlio del dio del mare? >> chiese il ragazzo retorico.
<< E allora? >> disse Nico scettico.
<< E allora chiederemo aiuto a papino. >> Percy sorrise.
Il ragazzo ci fece camminare per moltissime miglia non sapendo di preciso dove ci stava conducendo.
Erano le dieci passate e le strade di New York erano già piene di persone che camminavano frettolosamente non badando a quattro ragazzini che dovrebbero essere ancora a scuola.
<< Percy si può sapere dove ci stai portando? >> chiese la bionda stanca.
<< Siamo quasi arrivati. >> rispose il ragazzo sbrigativo.
Svoltammo ancora un paio di isolati fino a quando raggiungemmo un condominio in mattoni. Era molto alto, poteva contenere benissimo quindici o sedici piani.
Percy ci fece entrare poi ci condusse davanti a un ascensore e poi premette il tasto per chiamarlo.
Sbiancai e iniziai a torturarmi le mani.
<< Io penso che… prenderò le scale. >> dissi cercando di attirare l’attenzione dei tre ragazzi.
<< Vuoi farti veramente dieci rampe di scale? >> mi chiese Percy allibito.
Le porte dell’ascensore si aprirono e guardai ancora per poco negli occhi il ragazzo.
<< Vado io con lei. >> si propose Nico e dopo aver fatto un cenno a Percy iniziò a salire le scale.
Percy e Annabeth mi guardarono e poi entrarono dentro l’ascensore e mi rivolsero dei piccoli sorrisi così raggiunsi Nico sulle rampe di scale.
I primi due piani li avevamo superati nel totale silenzio e anche se io avevo sempre bisogno di un rumore in sottofondo questa volta mi andava più che bene.
Mancavano ancora otto rampe di scale e per quanto Nico fosse un tipo che sta molto sulle sue sapevo che quel silenzio non sarebbe durato molto.
Nico era l’unico ragazzo al campo che non indossava la solita maglietta arancione, indossava quelle felpe in stile dark che erano il doppio di lui, ma che comunque le cadevano alla perfezione sul corpo.
Ero riuscita anche a notare una strana collana con appeso una piccola statuetta in ora che sembrava raffigurare un uomo e mi chiesi che cosa ci facesse lui con un ciondolo del genere.
Il ragazzo mi guardò di sbieco e poi si fermò per aspettare che raggiungessi il suo stesso gradino.
Quando lo feci riprese a camminare svogliatamente al mio fianco.
<< Così hai paura degli ascensori. >> Nico accennò un piccolo sorriso.
Colpita e affondata.
<< Ho paura di rimanerci bloccata dentro. – Risposi io vergognandomi. – Qual è la tua paura, Nico? >> il ragazzo mi guardò sorpreso, evidentemente non si aspettava quella domanda.
Fissò per un minuto il pavimento poi tornò a guardarmi.
<< Della morte. >> mi rispose semplicemente.
Starà scherzando spero?
<< Cosa? Ma tu sei il figlio del dio degli Inferi, non puoi averne paura. >> dissi io quasi sconvolta.
<< Proprio perché so com’è la temo. – Mi guardò serio. – Mia sorella è morta per recuperare questa stupida statuina, per me, perché si sentiva in colpa e voleva rendermi felice. >> disse afferrando la collana.
Si fermò e si sedette nello scalino e anche io feci lo stesso mettendo di fianco a lui.
<< Come si chiamava? >>
<< Bianca, è morta durante la sua prima missione, era appena diventata una Cacciatrice. >>
Avvolsi il suo braccio con le mie mani e appoggiai la testa sulla sua spalla e lui appoggiò la sua testa sulla mia.
Rimanemmo così per alcuni minuti.
<< Sono sicura che è molto fiera di te. >>
Nico mi spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e sorrise.
<< Anche Luke è fiero di te. >>
Dopo tutto io e Nico non eravamo così diversi, forse un giorno avremmo smesso di litigare e saremmo potuti diventare amici.
<< Andiamo, gli altri si chiederanno che fine abbiamo fatto. >> mi alzai in piedi e tesi una mano al ragazzo per aiutarlo ad alzarsi e poi percorremmo insieme le ultime rampe di scale mentre lui mi diceva quanto fossero pessimi i miei gusti musicali.
Quando finalmente raggiungemmo il decimo piano Annabeth e Percy stavano chiacchierando e quando si accorsero della nostra presenza riportarono la loro attenzione su di noi.
<< Finalmente. Ce ne avete messo di tempo. >>
Percy mise un braccio intorno al collo di Nico e si posizionò davanti a una porta.
Dopo che ebbe bussato aspettammo qualche minuto prima che una donna venisse ad aprirci.
Era davvero bella, i capelli mossi e scuri le ricadevano perfettamente sulla schiena mentre gli occhi castani erano contornati da un filo di matita.
Quando riconobbe il ragazzo davanti a lei la sua bocca si aprì in un grande sorriso mentre circondò il corpo del ragazzo con le sue braccia.
<< Percy, ma che ci fai qui? >> chiese la donna sorpresa mentre continuava ad accarezzargli la faccia amorevolmente.
<< Ciao mamma, abbiamo bisogno del tuo aiuto. >> la donna annuì seria e poi riportò la sua attenzione su di noi.
<< Annabeth, come stai? Ogni giorno diventi sempre più bella. – La bionda arrossì e poi abbracciò la donna. – Nico? Quanto sei cresciuto. Avanti, fatti abbracciare. >> la madre di Percy abbracciò pure il moro che non sembrò infastidito.
Infine la donna posò il suo sguardo su di me mentre io le sorrisi cordialmente.
<< Mamma, ti presento Liz, una nuova amica. >> Percy ci presentò e poi sorrise divertito.
<< Piacere, signora Jackson. >> le dissi io gentilmente.
<< Chiamami pure Sally. Sei una ragazza davvero adorabile. >> mi disse prima di stritolarmi in un abbraccio.
Nessuno mi aveva mai detto che ero adorabile, di solito era più facile che mi dicessero che ero una ragazza arrogante o acida.
<< Oh che sbadata, accomodatevi pure. Ho appena finito di preparare i biscotti che piacciono tanto al mio bambino. >> disse Sally stringendo la guancia di Percy prima di dirigersi in un’altra stanza.
Percy alzò gli occhi al cielo e noi tre scoppiammo in una risata, quella donna era fantastica.
Ci accomodammo nel soggiorno. La casa di Percy non era tanto grande: la porta d’ingresso dava sul salotto e poco più in la c’era un corridoio che conduceva a delle altre stanze.
Sally uscì poco dopo da quella che doveva essere la cucina con un vassoio pieno zeppo di biscotti blu.
Sorrisi alla vista di quei strani dolci e la donna non fece nemmeno tempo ad appoggiare il vassoio sul tavolino davanti al divano che Percy ci si fiondò sopra prendendo tre biscotti per mano.
La donna sorrise divertita e poi si accomodò nella poltrona all’angolo della stanza.
<< Allora, che è successo? >> domandò poi.
<< Talia è stata rapita, la tengono rinchiusa nella vecchia nave di Luke. >> spiegò Annabeth alla donna.
<< Oh povera ragazza, sarà spaventata. >> disse Sally preoccupata.
<< Sli, dobbliamo localizzale la navle pel tlovalla e potella salvale. >> disse Percy con un pezzo di biscotto ancora in bocca.
<< Perseus Jackson quante volte dovrò ripeterti che non si parla a bocca piena? >> lo sgridò la madre facendoci ancora una volta ridere.
<< Mamma, ci serve l’aiuto di papà. Sai come poterlo contattare velocemente? >> disse il ragazzo dopo aver ingoiato l’ultimo pezzo di biscotto.
Sally annuì e dopo essersi alzata si diresse dentro un’altra stanza.
Pochi minuti dopo tornò con qualcosa in mano e la porse a Percy che la guardò perplesso.
<< Una conchiglia? >> chiese il ragazzo dubbioso.
<< Si, me la diede tuo padre. Disse che serviva per le emergenze. >>
Nico prese la conchiglia dalle mani di Percy e iniziò a rigirarsela tra le dita osservandola curioso.
<< Come funziona? >> chiese prima che Percy potesse riprendergliela infastidito.
<< Basta immergerla nell’acqua. >> disse semplicemente la donna.
Tutti e quattro ci alzammo dal divano pronti a lasciare la casa per continuare la missione.
Percy si guardò un po’ in giro e poi guardò la madre.
<< Dov’è Paul? >> domandò il ragazzo.
<< E’ a scuola, doveva sbrigare delle ultime faccende prima della fine delle lezioni. Perché? >>
<< Penso ci servirà il suo pick-up. >> le rispose il moro con un sorrisetto furbo.
Salutammo la donna e poi ci dirigemmo fuori dal palazzo.
Percy ci condusse davanti a un’auto nera e dopo aver posizionato gli zaini nel bagagliaio salimmo al suo interno.
Percy si mise alla guida mentre Nico si posizionò al suo fianco nel posto del passeggero, Annabeth ed io ci accontentammo dei sedili posteriori.
<< Dove si va ora? >> chiesi io curiosa.
<< Al mare. >> rispose Percy divertito e dopo aver messo in moto si insediò nel traffico newyorkese.
 
La nave era affollata da mostri di ogni tipo che facevano da guardia in ogni punto.
Talia era rinchiusa in quella che sembrava una prigione mentre si dimenava per cercare di sciogliersi dalle corde che le circondavano il corpo.
Non si accorgeva della mia presenza e io non potevo far nulla per avvicinarmi o per chiamarla.
Poco dopo si udirono dei passi scendere le scale e un ragazzo si portò davanti alla cella dove si trovava la ragazza.
Non l’avevo mai visto in vita mia. Talia invece lo guardò con gli occhi pieni di odio e disprezzo.
<< Suvvia non c’è bisogno di agitarsi tanto Grace, prima o poi i tuoi amici saranno qui. – il ragazzo assunse un ghigno divertito. – A meno che uno dei nostri alleati li uccida prima. >> poi scoppiò in una risata.
Sapevo a chi si stesse riferendo il ragazzo e anche Talia sembrò capirlo bene perché assunse un’espressione sorpresa e poi i suoi occhi iniziarono a diventare lucidi.
Quindi il rapimento di Talia era solo una trappola per attiraci su quella nave.
<< Non posso credere che dopo tutto quello che hanno fatto per te tu li ripaghi così, tradendoli. >> gli disse la ragazza furiosa.
<< Vedi Talia, Silena non era l’unica spia al Campo Mezzosangue. >> il ragazzo se ne andò soddisfatto lasciando la ragazza di nuovo sola e poi la scena cambiò.
May Castellan si trovava seduta davanti alla finestra che dava sul vialetto di casa.
Piangeva mentre continuava a sussurrare parole incomprensibili e si torturava le mani.
Dall’altra stanza sbucò un uomo che si mise accanto a lei e le appoggiò una mano sulla spalla per confortarla.
In quel momento capii che in casa mia, di fronte a me c’era mio padre.
<< Io so che ce la farà, me lo riporterà indietro. I miei bambini. >> disse mia madre con la voce rotta dal pianto mentre mio padre iniziò ad accarezzarle i capelli.
Una lacrima rigò il mio viso, sarei voluta andare da lei ed abbracciarla più forte possibile e dirle che andava tutto bene, ma ovviamente non potevo.
<< Non ti piace vederla così vero? >> la solita voce tornò a tormentarmi.
<< Cose vuoi da me? Lasciami in pace. >> urlai in preda al nervosismo.
<< So che anche tu vuoi Luke indietro e so come fare perché possa tornare. >>
Sapevo che mentiva, ormai non c’era più nulla da fare per mio fratello.
<< Luke è morto, non si può fare nulla. >> le risposi io con disprezzo.
<< Oh, ma io conosco un modo per riportarlo in vita e anche il tuo amico Nico lo conosce. – la voce rise divertita producendo un suono che mi fece rizzare la pelle. – Se mi ascolterai ti dirò come fare. >> continuò poi.
<< Perché fai tutto questo? >> le chiesi incredula.
Non ci capivo più nulla, volevo che tutto finisse. Non sopportavo più questi incubi.
<< Perché voglio aiutarti. Sei molto importante per me figlia di Ermes. >> la voce tornò a ridere e poi tutto sparì.
Aprii gli occhi di colpo quando realizzai di trovarmi ancora in macchina.
<< Ehi, tutto bene? >> Annabeth mi osservò preoccupata.
A parte lei sembrò che nessun’altro si fosse accorto di cosa fosse successo: Percy osservava concentrato la strada mentre Nico teneva lo sguardo fuori da finestrino.
<< Si, era solo un brutto sogno. Per quanto ho dormito? >> chiesi stiracchiandomi.
<< Circa dieci minuti. >> mi sorrise lei.
Ricambiai il sorriso, ma non riuscii a levarmi dalla mente i miei incubi continui.
Avrei dovuto dire agli altri che stavamo andando incontro a una trappola, che ci stavano aspettando, ma ancora non me la sentivo di raccontare della voce che mi minacciava.
<< Quanto manca? >> chiese Nico scocciato.
Percy sbuffò e guardò male il ragazzo. << Nico, me lo hai chiesto appena due minuti fa. >>
<< Sono tre ore che siamo dentro questa macchina, sono stufo. >> continuò a lamentarsi il moro.
<< Te l’ho detto, siamo quasi arrivati. >> rispose Percy irritato mentre Nico riportò la sua attenzione annoiato fuori dal finestrino.
Anche io osservai il paesaggio intorno a noi e notai che ci stavamo avvicinando al mare.
Dopo una quindicina di minuti Percy parcheggiò l’auto davanti a una villetta.
<< Che posto è questo? >> chiese Nico mentre scaricava gli zaini dal baule.
<< Ci venivo con mia madre da piccolo. Parleremo con mio padre e poi per questa notte potremmo riposarci qui. >> spiegò Percy e dopo aver portato le nostre cose all’interno della casa ci dirigemmo in spiaggia.
Quando raggiungemmo la riva del mare il ragazzo appoggiò la conchiglia a terra che venne risucchiata dal mare.
Pochi minuti dopo dall’acqua emerse un uomo alto circa sei metri che più si avvicinava alla riva più diventava a grandezza naturale.
Sorrise riconoscendo il figlio.
<< Papà. >> Percy lo salutò felice.
<< Figlio mio. – Poseidone allargò le braccia per abbracciarlo. – Annabeth, Nico… Oh, tu devi essere la figlia di May. Tuo padre mi ha parlato di te. >> rimasi sorpresa dall’affermazione del dio.
<< Mio padre le ha parlato di me? >> domandai stupita.
<< Certo, ne abbiamo riparlato proprio ieri sera durante il banchetto. Voi non sapete quanto sia irritabile Ares quando Afrodite… >>
<< Papà, papà, fermo. Abbiamo bisogno di una favore. >> Percy lo fermò prima che potesse rivelarci qualche dettaglio della vita privata del padre di Clarisse.
<< Dimmi Percy. >> Poseidone assunse un posa seria.
<< Dobbiamo localizzare la Principessa Andromeda. Sai dove si trova? >> chiese il ragazzo al padre.
Poseidone chiuse gli occhi e serrò la fronte e un tridente spuntò tra le sue mani.
<< In questo momento la Principessa Andromeda sta navigando nel Golfo del Messico. Si, si trova in quelle acque da settimane. Che è successo? >> domandò il dio del mare.
<< Talia è stata rapita, dobbiamo salvarla. >>  spiegò Percy a suo padre.
<< Ah, la giovane figlia di Zeus. Sapevamo che prima o poi sarebbe successo. >> disse Poseidone accarezzandosi la barba.
<< Si può spiegare meglio, signore? >> chiese Annabeth gentilmente.
<< Un nuovo pericolo si sta risvegliando, ragazzi. Sentiamo la sua presenza da molti anni e quando lo farà sarà ancora più distruttivo di Crono. >>
<< A cosa si riferisce di preciso? >> questa volta fu Nico a parlare.
<< Non lo sappiamo ancora, ma il rapimento della ragazza centra con il suo risveglio. Dovete stare all’erta, presto una nuova guerra potrebbe scagliarsi sull’Olimpo. >>
Percy, Annabeth e Nico sembravano paralizzati.
Un nuovo nemico, peggio di Crono, si stava per risvegliare per distruggere l’Olimpo e qualcosa mi diceva che i miei sogni centravano con tutto quello.


 
NEXT CHAPTER


<< Non pensarci neanche, Testa d'Alghe. >>

 
Attention to me. 

Non so con quale faccia tosta io riesca a postare.
Scusate, scusate, scusate per l'immenso ritardo.
Questa settimana è stata veramente un inferno con lo studio, avevo il capitolo pronto, ma non riuscivo mai a trovare il tempo per trascriverlo al computer.
Spero di essermi fatta perdonare con un capitolo più lungo del solito.
Allora, la nostra Liz ha il suo primo sogno da semidea e sembra che qualcuno la voglia aiutare a far risorgere suo fratello. 
Poi vediamo una scena dove Percy incoraggia Liz che si sente tesa per la missione che dovranno affrontare.
Nella seconda parte vediamo un dolce momento tra Liz e Noah prima che lei parta e poi vediamo i nostri quattro eroi arrivare in città.
Nico si confida con Liz per la prima volta e poi incontreremo la fantastica mamma di Percy che li aiuterà a contatattare Poseidone.
Liz fa il suo secondo sogno dove vede Talia e una ragazzo misterioso che con il tempo si scoprirà di chi si tratta, poi vede sua madre piangere per la sua scomparsa e, colpo di scena, suo padre.
Infine Poseidone rivela che un nuovo pericolo si sta risvegliando e sarà veramente distruttivo.
Vi ho incuriosito almeno un po'? Chi pensate che sia questa nuova minaccia? La voce che compare in sogno a Liz? E il ragazzo che tiene prigioniera Talia?
Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo con una piccola recensione, mi fareste davvero contentissima.
Intanto volevo ringraziarvi infinitamente per le 5 recensioni che la storia ha avuto e volevo ringraziere le 4 persone che l'hanno messa tra i preferiti, le 2 che l'hanno messa nei ricordati e le 11 che l'hanno messa nei seguiti.
Volevo informarvi che "The blood of the heroes" viene anche trascritta nella pagina Facebook L'altra parte, Nico. Ci vedremo là, capito? Promettimelo quindi se per caso qualcuno segue la storia, ma non è iscritto ad efp e vuole farmi sapere che ne pensa potete farmelo sapere anche qui :)
Vi ho già ribato troppo tempo.
Baci, al prossimo capitolo :D

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Capitolo 4
*** 4; Cyclops ***





FOUR
CYCLOPS
 
 

Quando rientrammo nella casa sul mare di Percy era ormai ora di cena.
 Annabeth aprì il frigorifero e la dispensa speranzosa di trovare qualcosa di commestibile da cucinare.
Alla fine optammo per un semplice piatto di pasta in bianco visto che era l’unica cosa che avevamo trovato oltre a una scatoletta di tonno andato a male.
La bionda si mise subito ai fornelli mentre gli altri due ragazzi ed io apparecchiammo la tavola.
Dopo la rivelazione del padre di Percy nessuno aveva più osato accennare alla missione.
A tavola si parlava di quale alleanza avesse vinto l’ultima partita di Caccia alla Bandiera, di quanto fossero aumentati i ragazzi al campo rispetto all’anno precedente e di quali fossero le armi più potenti.
Quando Percy accennò al pugnale di Annabeth si ammutolì subito pentendosi di aver tirato fuori l’argomento.
Io lo guardai confusa non riuscendo a capire cosa avesse detto di male.
Fu Annabeth a spiegarmi cos’era successo.
<< Il mio pugnale me lo regalò Luke quando lui e Talia mi trovarono. E’ stata l’arma con cui Luke si è tolto la vita sbarazzandosi di Crono. >>
Quando Chirone mi raccontò che cosa avesse fatto Luke per morire non ci potevo credere.
Non potevo credere che mio fratello fosse stato capace di arrivare a tanto.
Liberare Crono dal Tartaro e scatenare una guerra contro l’Olimpo solo perché era arrabbiato con nostro padre.
Non l’avrei mai creduto una persona così vendicativa e non riuscivo a credere a come fosse cambiato, a cosa fosse diventato solo per rabbia e delusione.
In quel momento mi resi conto di non saper nulla della mia famiglia e mi sentivo stupida perché non ero riuscita a capire che quella di mia madre non era solo una malattia, ma c’era ben altro se era diventata così.
Mi sentivo stupida per non aver capito tutto prima e per non aver potuto far niente per fermare Luke.
Se avessi saputo forse sarei riuscita a convincerlo a non compiere quella pazzia oppure non mi sarei lasciata portare in quella stupida scuola rimanendo vicino a mia madre.
<< Come ha fatto mia madre a ridursi così? >>
Volevo sapere, ora volevo sapere tutta la verità. Non mi accontentavo più di sentirmi dire che Luke era morto da eroe, volevo conoscere veramente la mia famiglia.
I tre ragazzi si guardarono perplessi poi, con un cenno della testa, decisero di parlarmi.
Mi aspettavo fosse stata Annabeth a raccontarmi l’accaduto, invece con mia sorpresa fu Nico ad affrontare il discorso.
<< Quando Bianca ed io nascemmo il vecchio oracolo di Delfi aveva appena rivelato la prima grande profezia che stabiliva che uno dei figli dei “Tre pezzi grossi” avrebbe potuto salvare o distruggere l’Olimpo. Così Zeus, preoccupato per il futuro degli dei, provocò un incendio nell’hotel dove si trovava la mia famiglia. Mio padre riuscì a salvare mia sorella e me, ma mia madre morì così lanciò una maledizione all’oracolo. >> il moro iniziò a raccontare la sua storia.
Quello che gli era accaduto era davvero sorprendente e triste, se non fosse stato per suo padre a quest’ora Nico sarebbe morto per mano di Zeus.
Quello che non capivo però era come tutto quello potesse centrare con mia madre.
<< May Castellan era capace di vedere oltre la Foschia e anche se sapeva dell’enorme pericolo a cui andava in contro decise di prendere il posto dell’oracolo. La maledizione di mio padre si realizzò e l’oracolo non accettò il corpo di tua madre facendola diventare quello che è ora. >>
Nico mi guardò dispiaciuto mentre gli altri due mi osservavano preoccupati.
In quel momento non sapevo se essere confusa o arrabbiata.
Confusa perché non riuscivo a capire perché mia madre avesse preso quella decisione anche se sapeva quello che le sarebbe potuto capitare e arrabbiata perché mio padre non aveva fatto nulla per convincerla a rinunciare.
<< Luke lo sapeva? >>
<< Luke non riusciva più a vivere con tua madre che ogni giorno prevedeva la sua morte e con tuo padre che non faceva nulla per aiutarlo. Quando si assicurò che la Foschia non ti avrebbe fatto scoprire nulla sul comportamento di May scappò di casa. >> spiegò Annabeth con un filo di tristezza nella voce.
Ora, invece, sapevo bene il mio stato d’animo: ero furiosa.
<< Mio padre sapeva cosa sarebbe capitato a Luke? >> domandai io con tono arrogante, ma nessuno osò fiatare.
Fu quella la mia conferma.
<< Ho bisogno di una boccata d’aria. >> mi alzai dalla sedia e uscii dall’ingresso principale sbattendo la porta.
Raggiunsi la spiaggia e mi sedetti sulla spiaggia scoppiando a piangere.
Tirai fuori Vipera e con le lacrime agli occhi pensai all’uomo che affiancava mia madre nel mio sogno.
Ero sicura che quello che quello che vedevo stava succedendo in questo momento quindi mio padre aveva fatto ritorno da mia madre.
Fino a quel momento non capivo perché Luke se la fosse presa tanto, dopotutto tutti i mezzosangue venivano abbandonati dal loro genitore divino, ma ora comprendevo la sua ira.
Ermes non ci aveva mai abbandonati veramente, tornava da mia madre e Luke poteva vederlo, però non ha mai fatto nulla per evitare la morte di suo figlio.
La cosa che però non mi era ancora chiara era perché Ermes non si fosse mai fatto vedere da me.
Cosa avevo io di tanto sbagliato? Io avevo il diritto di sapere cos’era successo alla mia famiglia proprio come Luke.
Mio padre aveva sbagliato con tutti e due.
Lanciai Vipera lontano da me e mi alzai in piedi trattenendo le lacrime che volevano ancora scendere.
<< Ehi, se mi senti sappi che ti ascolterò. Farò tutto quello che vuoi per riavere mio fratello. >> gridai alla voce dei miei sogni.
Ero determinata a compiere qualsiasi sacrificio per riportarlo indietro. Lo facevo per lui, lo facevo per mia madre e lo facevo anche per me stessa.
Aspettai un po’ sperando di ricevere una risposta, ma la voce non apparse.
Poco dopo sentii dei passi avvicinarsi a me, ma erano troppo pesanti per poter essere quelli di Percy, Annabeth o Nico così decisi di allontanarmi e nascondermi dietro alcuni scogli.
Era ormai notte fonda e le nuvole coprivano la poca luce che emanava la luna, ma riuscii comunque a distinguere una gigantesca figura che si guardava intorno.
Sarà stata alta circa tre metri ed era molto muscolosa, ma la cosa che faceva più rabbrividire era il suo unico occhi in mezzo alla fronte: un ciclope.
L’unica cosa che sapevo riguardo i ciclopi era che erano i figli del Dio del mare e di una ninfa, quindi in teoria quel coso era un fratello di Percy, e che mangiavano carne umana.
Questo ultimo dettaglio poteva essere un piccolo problemino per la mia.
In quel momento mi maledissi per aver lanciato via Vipera perdendo la mia unica possibilità di difesa.
Le opzioni erano due: o sarei dovuta correre in casa, che troppo distante da dove mi trovavo, rischiando così di essere catturata e diventare cibo per ciclopi, o aspettare che gli altri si accorgessero della presenza del ciclope e venissero a salvarmi, ma ci avrebbero potuto metterci troppo tempo e la creatura avrebbe potuto trovarmi prima e anche in quel caso sarebbe stata la fine.
Ero in trappola e non sapevo cosa fare, e io odio non saper cosa fare.
Vedevo il ciclope avvicinarsi sempre di più agli scogli e iniziai a sudare freddo.
La paura e la tensione mi circolavano per tutto il corpo, ancora due passi e sarei stata spacciata.
Il ciclope si accorse della mia presenza e assunse un’espressione soddisfatta.
<< Ma guarda chi abbiamo qui. Mi è sempre piaciuta la carne di mezzosangue. >>
Indietreggiai spaventata, era la mia fine.
Il ciclope però iniziò ad urlare e notai che Percy aveva appena conficcato Vortice nel suo tallone; dietro di lui Nico e Annabeth ci stavano raggiungendo.
<< Liz, corri! >> mi ordinò Percy e senza farmelo ripetere due volte scavalcai la scogliera e mi portai alle spalle del mostro alla ricerca di Vipera.
Quando la trovai corsi per raccoglierla mentre Annabeth e Nico mi raggiunsero.
La ragazza mia abbracciò sollevata e poi riportò la sua attenzione sul suo ragazzo che stava combattendo con il ciclope.
<< Tu portala al sicuro, io aiuto Percy. >> le disse Nico prima di correre in soccorso del moro.
<< Coraggio, vieni. >> Annabeth cercò di portarmi via, ma io non mi mossi dal mio posto.
La ragazza mi rivolse uno sguardo di rimprovero mentre io continuavo a guardare paralizzata il ciclope che si scagliava contro Nico e Percy.
<< No, non ce la faranno mai da soli. >> obbietti io.
Il ciclope era troppo forte per i due ragazzi e loro non l’avrebbero battuto facilmente, ci avrebbero sicuramente rimesso la pelle.
<< Prima ti porto in salvo e poi tornerò ad aiutarli. >> mi disse la mora cercando di rimanere calma, ma si vedeva che era tremendamente preoccupata.
In quel momento la creatura sollevò Nico in aria e lo stritolò nella sua mano mentre il ragazzo gemeva dal dolore.
Percy tentò di sguainare la spada per salvare l’amico, ma il ciclope lo colpì con l’altra mano spingendolo a terra privo di sensi.
Scossi la testa e raggiunsi i due ragazzi seguita da Annabeth.
Il ciclope si portò il corpo di Nico vicino alla bocca e sorrise divertito, ma prima che potesse fare altro conficcai la mia spada nel suo piede destro.
La creatura urlò dal dolore e mollò la presa per potermi colpire, ma riuscii ad evitare il colpo, mentre Nico cadde sulla sabbia.
Approfittando della distrazione del mostro Annabeth prese la spianta da una scogliera e si lanciò lungo la schiena del ciclope.
Dopo essersi arrampicata abbastanza conficcò il suo pugnale nel collo della creatura.
Questa emise un altro urlo e in pochi secondi si disintegrò in mille pezzi d’oro e scomparve in pochi secondi.
Non essendo più sorretta dal corpo del mostro anche Annabeth cadde a terra sulla sabbia.
Io rimasi ancora qualche secondo immobile sbalordita dalla facilità con cui il corpo del ciclope si era disintegrato, ma poi mi ripresi ed aiutai la ragazza ad alzarsi.
Alcune ciocche di capelli era uscite dalla sua coda di cavallo e le cadevano spettinate lungo il volto mentre la sua maglietta presentava alcuni strappi.
Respirava in modo pesante e irregolare per la fatica che aveva fatto per arrampicarsi sul corpo del mostro.
Nico e Percy però erano quelli messi peggio: i loro corpi erano ricoperti di lividi e graffi che si erano provocati durante lo scontro.
Quest’ultimo si era ripreso e Annabeth corse ad abbracciarlo.
La bionda nascose il volto nel petto del ragazzo del ragazzo mentre con la mano sinistra stringeva la sua maglietta come se avesse avuto paura che ne sarebbe potuto andare da un momento all’altro.
Il ragazzo la stringeva a sé con le sue braccia e sorrideva felice di quel contatto.
Le accarezzava la schiena con la mano destra per rassicurarla mentre le dava dei baci in fronte.
<< Ehi Sapientona, va tutto bene. >> le sussurrò Percy all’orecchio e Annabeth lo strinse ancora di più facendo ridere.
Fu in quel momento che mi ricordai di Nico.
Il ragazzo era ancora seduto sulla sabbia mentre si massaggiava una spalla con la mano mentre imprecava in greco.
Sorrisi sapendo che anche lui si era ripreso e lo raggiunsi.
Lui mi guardò non capendo le mie intenzioni e io gli tesi una mano per aiutarlo ad alzarsi.
Il moro, però, non l’accettò e si alzò da solo facendomi rimane confusa.
<< Ti avevo detto di rimanere al sicuro. >> mi disse con tono freddo e duro.
<< Oh, non c’è bisogno che mi ringrazi per averti salvato la vita. >> gli risposi io ironicamente.
Nico continuava a guardarmi con quello sguardo severo che mi vece sentire messa in soggezione.
<< Saresti potuta morire. >> continuò il ragazzo.
<< E tu saresti potuto diventare cibo per ciclopi. >> controbattei io irritata.
Non capivo perché doveva trattarmi così.
Non avevo più cinque anni, sapevo cavarmela benissimo da sola senza che lui mi facesse da babysitter.
Percy e Annabeth ci raggiunsero mettendo fine alla nostra conversazione.
<< Ci hanno trovati, non è più sicuro rimanere qui. Ci riposeremo per qualche ora e poi dovremmo andarcene. >> spiegò Percy.
Raggiungemmo l’interno della casa e Annabeth ed io curammo le ferite che si erano causate i due ragazzi e poi decidemmo di schiacciare un pisolino per qualche ora.
Quando salimmo al piano di sopra ci accorgemmo che c’erano solo due camere da letto.
Percy osservò la sua ragazza con un sorriso malizioso dipinto in viso e quando la bionda si rese conto delle intenzioni del moro arrossì.
<< Non pensarci neanche, Testa d’Alghe. >> disse imbarazzata al ragazzo e poi mi trascinò per un polso dentro una delle due stanze.
Non era molto grande, ma era comunque molto accogliete.
C’era un grande letto matrimoniale nel mezzo della stanza mentre l’arredamento era molto semplice.
Osservai una foto contenuta in una cornice sopra uno dei due comodini.
Ritraeva Poseidone che abbracciava Sally mentre lei teneva in braccio quello che doveva essere Percy appena nato.
La donna sorrideva felice all’obbiettivo mentre il dio guardava amorevolmente il figlio.
Un sorriso involontario si creò sul mio viso.
Dall’altra parte della porta sentimmo Percy sbuffare mentre Nico rideva.
<< Okay, faccio io il primo turno di guardia. >> sentimmo dire poi dal ragazzo.
Una porta venne chiusa mentre i passi del ragazzo scendevano le scale per tornare al piano inferiore.
Annabeth ed io ridemmo e poi ci coricammo sotto le coperte iniziando, entrambe, a fissare il soffitto.
<< A cosa pensi? >> le chiesi io notando il suo sguardo turbato.
<< A Talia, mi chiedo se stia bene. >> mi rispose sospirando la ragazza.
Ripensai a quello che avevo visto accadere sulla nave, al ragazzo che teneva prigioniera Talia e a quanto lei lo disprezzasse.
Al Campo Mezzosangue c’era un’altra spia.
<< Voi tre eravate molto uniti? Intendo voi due e Luke. >> domandai io e Annabeth si girò a guardarmi.
<< Certo. Luke si è sempre preso cura di noi, soprattutto di me visto che ero la più piccola. – lo disse con un po’ di amarezza sulla bocca. – Ci sapeva fare con i più piccoli. Tu gli mancavi moltissimo. >>
Mi sorrise, un sorriso incoraggiante e dopo quelle parole mi addormentai.
 
Il sole non era ancora sorto quando aprii gli occhi.
Quella notte non avevo fatto nessun incubo e ne ero rimasta parecchio delusa.
Anche la voce aveva deciso di abbandonarmi.
Vidi le possibilità di far tornare indietro mio fratello svanire sempre di più, ma mi ricordai di quello che mi aveva detto la voce in sogno.
Nico sapeva, sapeva un modo per far risorgere Luke e in quel momento avevo assolutamente bisogno dell’aiuto di Nico Di Angelo.
Mi girai di lato e notai che Annabeth non era più a letto così decisi di alzarmi.
Mi diressi nel bagno della camera e mi diedi una sciacquata alla faccia poi legai i miei capelli in una coda disordinata e decisi di cambiarmi gli abiti.
Afferrai lo zaino che mi aveva preparato Noah e tirai fuori un paio di short bianchi e una canottiera nera che raffigurava le ossa della gabbia toracica e li indossai.
Quando scesi in cucina notai che la bionda era seduta sulla sedia davanti al tavolo da pranzo mentre consultava delle cartine geografiche.
Chissà dove le avrà prese.
Anche lei si era cambiata gli abiti: aveva sostituito la maglietta arancione del campo con una canottiera bianca mentre dalla tasca dei suoi jeans chiari e aderenti le usciva il cappello che le era stato regalato dalla madre.
Quella mattina aveva deciso di lasciare i capelli biondi liberi lungo la schiena.
Annabeth era davvero bellissima.
 Se non avessi saputo che sua madre era la dea Atena l’avrei scambiata per una delle figlie di Afrodite con quei lunghi capelli color oro e quei particolarissimi occhi grigi.
E’ davvero perfetta confronto ai miei banali capelli castani e ai miei banali occhi azzurri.
Non mi ero mai lamentata del mio corpo prima d’ora.
Avevo una statura abbastanza regolare per la mia età ed ero magra, fatta eccezione per i fianchi leggermente più accentuati, ma mi andavo benissimo così.
Ora invece, guardando la ragazza, non facevo altro che trovarmi difetti e non solo estetici.
Annabeth è la classica brava ragazza intelligente e matura che sa farsi adorare da tutti, pure Nico sembrava dargli retta.
Ma non fraintendetemi, io non ce l’ho con Annabeth. E’ proprio per questi aspetti che l’ammiro molto.
La ragazza si accorse della mia presenza solo dopo che anche Nico fece il suo ingresso in cucina.
Dai suoi capelli cadevano delle gocce d’acqua, doveva aver fatto la doccia prima di scendere.
Annabeth alzò lo sguardo dalle carte per rivolermi un sorriso e poi portò la sua attenzione sul moro di fianco a me.
<< Percy? >> domandò la bionda non vedendo il figlio di Poseidone fare il suo ingresso in cucina.
<< E’ ancora a letto. Il tuo ragazzo fa schifo quando dorme. >> le rispose Nico con una faccia disgustata mentre si sedeva al tavolo.
La ragazza non replicò nulla e si alzò dalla sedia per raggiungere il piano superiore.
Nico ed io eravamo rimasti soli così mi sedetti nella sedia di fronte a lui, quella che occupava Annabeth un secondo prima.
<< Mi aspetto ancora delle scusa. >> dissi io cercando di rimanere indifferente appoggiando i gomiti sul tavolo.
<< Non so di cosa tua stia parlando. >> mi rispose lui atono.
<< Riguardo a come mi hai trattato ieri sera. >> il mio tono di voce era freddo e seccato.
<< Io non ti devo proprio niente, caso mai il contrario. >> controbatté lui.
<< Sei sempre così cocciuto? >>
Mi alzai dalla sedia, allungai il corpo verso di lui e appoggiai le mano sul tavolo cercando di fare la dura, anche se sicuramente non ci stavo riuscendo.
<< Sei sempre così petulante? >>
Nico fece i miei stessi movimenti e in pochi secondi ci ritrovammo a soli due centimetri di distanza.
Potevo sentire il suo respiro sulla mia pelle e ringraziai gli dei  che in quel momento ci fosse il tavolo a dividerci.
Mi risedetti irritata non riuscendo più a reggere il suo sguardo mentre Nico sbuffò e poi anche lui tornò seduto.
Incrociai le braccia al petto e per qualche minuto rimanemmo in silenzio guardandoci in cagnesco.
<< Come si riportano in vita i morti? >> gli chiesi io improvvisamente, sapevo dove volevo andare a parare.
Nico mi guardò sconvolto, ma poi si riprese subito.
<< Che hai in mente? >> mi domandò serio.
<< Niente in particolare, allora? >> mentii io, di certo non potevo rivelargli nulla.
<< Di certo non lo vengo a dire a te. >> mi rispose lui divertito.
Io lo guardai male e la sua espressione assunse un ghigno.
<< Attenta ragazzina, non ti conviene giocare con il fuoco. >>


 

NEXT CHAPTER



<< Perché fai tutto questo? >>


 

Attention to me.

Ciao belle, sono tornata.
Spero che questo capitolo vi piaccia perché è anche uno dei miei preferiti.
Succedono tante cose: Liz scopre cos'è successo veramente alla madre e scopre anche che Ermes sapeva tutto quello che sarebbe successo a Luke, quindi si arrabbia.
Accetta di ascoltare la voce dei suoi sogni anche se non sa chi sia e che alla fine non si fa viva.
Inoltre vediamo i nostri mezzosangue durante il loro primo scontro con un ciclope.
Nico e Liz litigano (di nuovo) e lei vuole sapere come poter riportare in vita suo fratello.
Credete che prima o poi Nico gli dirà come fare?
La gif qui sopra rappresenta la bellissima Kaya Scodelario che secondo me è perfetta per il ruolo di Talia Grace.
Che ne pansate del capitolo? Vi sto incuriosendo? Spero di si :)
Bene ora passiamo ai rigraziamenti.
Grazie, grazie, grazie, infinitamente grazie. Siamo solo al quardo capitolo e la storia ha gia ricevuto 10 recensioni.
Ci tengo anche a ringraziare le 2 persone che hanno messo la storia tra le ricordate, le 13 che l'hanno messa tra le seguite e le 5 che l'hanno messa tra le preferite.
Oggi non vi ho rotto le scatole, ho cercato di essere breve.
Al prossimo capitolo, che spero di pubblicare al più presto ;)

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Capitolo 5
*** 5; Fast ***







FIVE
FAST


 
 
 
Percy premette più forte che poté l’acceleratore della vecchia auto del suo patrigno mentre sfrecciava per le strade di Long Island.
Sebbene fosse mattina presto i raggi del sole splendevano lucenti sul paesaggio americano mentre alcune persone passeggiavano sui marciapiedi o guidavano per quelle strade.
Io mi domandavo che cosa la Foschia mostrasse ai passanti.
Forse le persone vedevano solo un vecchio pick-up che viaggiava circa ai 120 km/h mentre dei dolci uccellini volavano leggiadri in cielo.
Anche io avrei tanto preferito quella versione dei fatti, ma ovviamente non era così.
Quei dolci uccellini in realtà erano tre furie, creature mostruose con il viso di donna e il corpo d’uccello.
I capelli erano formati da moltissimi serpenti, in mano avevano delle fruste e dei tizzoni ardenti mentre dalle loro bocche fuoriuscivano delle urla terribili.
A scuola avevo letto alcuni miti in cui le furie perseguitavano molti eroi della mitologia greca, come Alcmeone che venne maledetto dalla madre prima che la uccidesse.
Poco dopo che Percy e Annabeth scesero in cucina quelle bestiacce ci attaccarono e per poco riuscimmo a raggiungere l’auto.
Ad un certo punto sentimmo un grosso peso appoggiarsi sulla parte superiore dell’abitacolo, stavano tentando di sfondare il tetto.
Uno di quei uccelli invece si piazzò sul fianco dell’auto e con il suo muso colpì il finestrino anteriore facendolo frantumare in mille pezzi.
Io urlai spaventata mentre Annabeth gridava a Percy con tono supplichevole di accelerare.
Nico estrasse la sua spada e l’avvicinò al viso del mostro per farlo allontanare, ottenendo il risultato desiderato.
Le arpie sopra la macchina se ne andarono e per un attimo tutti e quattro tirammo un sospiro di sollievo.
Improvvisamente però la macchina venne sollevata dalla parte posteriore.
Percy continuava a dare gas invano, le arpie erano troppo forti.
In pochi secondi ci ritrovammo sollevati in aria di qualche centimetro dal suolo, ma poi le arpie mollarono la presa e ci ritrovammo schiantati nel terreno.
La macchina era capovolta nel mezzo della strada facendo fermare moltissime macchine di passaggio.
La caduta ci aveva provocato molte ferite, ma per fortuna nulla di rotto anche se potevo sentire il sangue scorrere dalle mie tempie.
Le arpie si fiondarono attorno agli sportelli dell’auto, uscire dal di li era un suicidio.
Percy sfondò il parabrezza e ci urlò di uscire più in fretta possibile e quando tutti riuscimmo a scappare dal pick-up iniziammo a correre a perdi fiato per i campi mentre le furie ci stavano alle calcagna.
Non potevo permettermi di rallentare o distrarmi o quelle creature sarebbero riuscite a prendermi e io non volevo vedere come funzionavano quelle fruste che tenevano in mano.
Odiavo quella situazione, solo poche ore prima ero riuscita a sfuggire dalle grinfie di un ciclope e subito mi ritrovavo a scappare per salvarmi la pelle.
Prima che succedesse tutto questo la cosa più pericolosa che mi era successa in vita mia era quella di essermi sbucciata un ginocchio cadendo dalla bicicletta all’età di nove anni, non poteva di certo essere paragonato al fatto di rischiare di essere divorata da delle bestiacce di cui qualche giorno prima non credevo nemmeno l’esistenza.
Percy si fermò sguainando Vortice mentre noi tre lo imitammo.
Sapeva il fatto suo e se aveva deciso di fermarsi mentre dei mostri che volevano ucciderci ci stavano seguendo era perché aveva un piano.
In pochi secondi le furie ci circondarono e noi quattro indietreggiammo finché non ci ritrovammo spalla contro spalla.
In quel momento avrei voluto essere ovunque tranne che li, sentivo che il cuore sarebbe potuto esplodermi da un momento all’altro.
Il moro ci scambiò uno sguardo d’intesa e dopo aver annuito iniziò ad avanzare contro le benevoli intronando un urlo di guerra.
Annabeth lo seguì a ruota mentre Nico si diresse dalla parte opposta, io rimasi immobile non sapendo bene dove andare.
Mi accorsi che una furia si stava fiondando verso di me così mi posizionai davanti al nemico.
Piede sinistro avanti, bacino ruotato, gomito piegato, sguardo puntato sull’avversario, come mi aveva spiegato Clarisse.
Quando fui sicura che il mostro fosse abbastanza vicino per poterlo colpire sguainai Vipera e la conficcai nel petto dell’uccello che si disintegrò in mille pezzi d’oro come aveva fatto il ciclope.
Sospirai sollevata, ma mi accorsi troppo tardi che un’altra furia si stava fiondando verso di me.
Iniziai a scappare più veloce possibile, ma ad un certo punto sentii degli artigli conficcarsi sulle mie spalle e non sentii più il terreno su di me.
La creatura mi stava alzando in aria mentre io cercavo di dimenarmi.
Le lacrime iniziarono a rigarmi il viso mentre con tutta me stessa gridavo sperando che uno dei miei amici potesse sentirmi e salvarmi.
La furia mollò la presa troppo presto e mi ritrovai sdraiata al suolo, solo che questa volta non ero protetta dalla macchina.
Emisi un gemito di doloro mentre il mostro atterrò a solo a pochi metri da me, ma Nico si fiondò verso di me e si mise in mezzo a noi due.
Avanzò velocemente e la lama della sua spada trapassò il corpo del mostro che scomparve.
Guardai il ragazzo grata e lui mi aiutò ad alzarmi, una volta in piedi però le gambe mi cedettero e se non fosse stato per il moro che mi sorresse in tempo mi sarei ritrovata di nuovo per terra.
<< Ehi, tutto bene? >> chiese Nico preoccupato.
<< La caviglia, penso si sia rotta. >> risposi io mentre imprecavo per il dolore.
In quel momento Percy  disintegrò l’ultima furia e con Annabeth ci raggiunse allarmato.
Il moro mi circondò con il suo braccio per aiutare Nico a sorreggermi meglio mentre Annabeth prelevò dal suo zaino un po’ di ambrosia.
<< Dovrebbe aiutarti a guarire più in fretta. >> disse la bionda porgendomela.
Io annui, ma dopo pochi secondi la testa iniziò a girarmi finché non riuscii più a vedere nella e caddi svenuta nel terreno.
Questa volta il ragazzo del mio sogno si stava dirigendo verso la parte sinistra dell’imbarcazione.
Percorse un po’ di corridoi incontrando milioni di mostri di tutti i tipi, ma lui non sembrava spaventato e nessuna delle creature lo attaccarono, poi entrò dentro una della cabine.
<< Eccomi qua, mia signora. >> disse il ragazzo inchinandosi.
Non riuscivo a vedere a chi si stesse rivolgendo, qualcosa me lo impediva.
<< Avvicinati ragazzo. – comandò la voce di una donna e il ragazzo ubbidì all’ordine. – Come stiamo procedendo? >>
<< Il ciclope è stato ucciso. Un gruppo di arpie è partito poche ore fa, ma temo siano state sconfitte. >> spiegò il ragazzo.
<< Meraviglioso. Questi mezzosangue sono degli ossi duri, sarà più divertente. Sai quel è la prossima mossa. >>
<< Si sta già preparando, questa volta non avranno scampo. >> disse il ragazzo divertito, la donna si unì a lui.
<< Riguardo la nostra prigioniera? >> domandò poi quasi curiosa.
<< E’ rinchiusa nelle prigioni, tra pochi giorni potremmo darla in pasto ai Lestrigoni. >>
A quella affermazione assunsi un’aria più spaventata di quella che avevo già, dovevamo assolutamente salvare Talia prima che potesse accadergli qualcosa.
<< Perché non le vai a dare una controllatina? Ti va? >> la donna assunse un tono dolce e gentile che fece sorridere il ragazzo.
<< Certo, mia signora. >> fece un altro inchino e lasciò la stanza dirigendosi nel luogo in cui tenevano rinchiusa Talia.
La ragazza aveva la testa appoggiata al muro e gli occhi chiusi, stava dormendo.
Il ragazzo afferrò una cassa appoggiata li vicino e la scaraventò a terra provocando un gran baccano che svegliò Talia.
La mora aprì gli occhi infastidita e quando riconobbe la figura di chi l’aveva disturbata sbuffò.
<< Andiamo Talia, perché mi tratti così? Pensavo fossimo amici noi due. >> la prese in giro il ragazzo.
Talia lo guardò furiosa, il ragazzo era fortunato che fosse legata e non si potesse muovere.
<< Perché fai tutto questo Chris? Non ci pensi a tutti quelli che ti vogliono bene? Che ti hanno aiutato? I tuoi fratelli, Chirone, Percy, Annabeth, Clarisse! Non contano più nulla per te? >> domandò la ragazza affranta.
<< Per potere, per cosa se no? Sono stanco di non essere considerato e quando i tuoi amici saranno qui Lei risorgerà e porrà fine all’età degli Dei. Una nuova epoca inizierà e io ne sarò il padrone. >>
A Chris gli si illuminarono gli occhi mentre parlava, bramava veramente quelle cose e a me pareva tanto uno di quegli idioti montati senza alcuno scrupolo.
<< Sei sempre stato invidioso di Luke. Non posso credere che tu faccia tutto questo per superarlo. >> gli rispose Talia con un po’ di amarezza in bocca.
<< Luke era un idiota. Ha fallito miseramente solo perché provava dei sentimenti per quella sciocca figlia di Atena, non era degno di governare. Con me non accadrà. >>
In quel momento avrei tanto voluto dargli un pugno per far tacere la sua stupida boccaccia.
Talia fissò il pavimento però il ragazzo richiamò di nuovo la sua attenzione e rialzò lo sguardo.
<< Comunque Clarisse serviva solo come copertura. >> concluse Chris lasciando la stanza.
<< Figlia di Ermes, finalmente hai deciso di ascoltarmi. >> iniziò a parlare la solita voce dei miei sogni, ora non mi spaventava neanche più.
Non mi trovavo più nella nave, veramente non capivo dove ero capitata questa volta.
<< Che cosa devo fare per riavere Luke indietro? >> domandai schietta.
<< Basta che tu porta i tuoi amici giù negli Inferi, a tutto il resto penserò io. >>
<< Gli Inferi? Dobbiamo salvare Talia, non riuscirò a portarli laggiù. >> obbiettai io.
Era troppo complicato, non potevo di certo rivolgermi a loro dicendogli “Ehi, una strana voce che mi compare sempre in sogno mi ha detto che per riavere mio fratello indietro devo portarvi nel posto più spaventoso al mondo. Coraggio, lasciamo perdere Talia e andiamo.”
No, non avrebbe mai funzionato per ovvie ragioni.
<< E’ il prezzo che devi pagare per riavere Luke, mia cara. Prendere o lasciare? >> mi chiese la voce.
Quella era la mia unica chance per salvare mio fratello, lo dovevo fare per lui, per riparare all’errore che aveva commesso mio padre.
<< Ai miei amici non capiterà nulla vero? >>
Non volevo metterli in mezzo a tutta questa storia, loro erano alcune delle poche persona che non mi avevano giudicato per il passato della mia famiglia, che parlavano di Luke con rispetto e nostalgia e che mi erano state accanto in quel periodo.
Non sarebbe dovuto capitargli nulla.
<< Non gli verrà torto nemmeno un capello. >> mi rispose lei.
<< Allora okay, accetto. >>
Tutto iniziò a girare, mi sentivo dentro a una centrifuga.
Vedevo scorrere davanti a me immagini di ogni tipo, poi le scene iniziarono a rallentare permettendomi di vedere meglio quello che stava succedendo.
Quattro bambini correvano veloci verso il Campo Mezzosangue, ma una di loro morì per salvare gli altri tre e si trasformò in un albero, riconobbi mio fratello.
Luke impugnava Vipera e la scagliava contro Percy, poi se ne andò pensando agli enormi progetti che aveva in mente.
Ora si trovava sulla Principessa Andromeda mentre una voce che proveniva da dentro uno scrigno gli parlava, Luke sorrideva.
Quello che gli aveva detto Percy su nostro padre lo aveva già scordato.
Osservava Annabeth sorreggere il peso del mondo senza farsi notare, una lacrima rigò il suo viso e cercò in tutti i modi di convincere Atlanta a non ucciderla.
Uscì arrabbiato e deluso da un appartamento di San Francisco, non era riuscito a convincere Annabeth ad andare con lui.
Lei preferiva rimanere fedele a Percy e questo lo fece infuriare.
Guardava impassibile May Castellan mentre lo pregava di non andarsene, non era riuscito ad ottenere ciò che voleva.
Sapeva di non poter far più niente per rivedermi.
Luke si immerse nello Stige per sopportare il corpo di Crono e diventare invulnerabile, il suo pensiero per sopravvivere ero io.
Crono si impossessò del suo corpo, i suoi occhi diventarono d’orati.
Si scusò per quello che aveva fatto e rivolse il suo ultimo sguardo ad Annabeth prima di togliersi la vita per salvare l’Olimpo.
Un drappo venne gettato in suo onore durante la commemorazione per i caduti durante la battaglia.
Annabeth piangeva sul petto di Percy mentre Talia tentava di trattenere le lacrime.
Sentivo gli occhi iniziare a pizzicare mentre osservavo quello che stava succedendo.
Mi inginocchiai a terra coprendomi il viso con le mani quando le lacrime iniziarono a scendere.
 
Quando riaprii gli occhi il sole splendeva sulla mia faccia, mi trovavo stesa sul retro di un furgoncino.
Mi guardai intorno spaesata non capendo né cosa ci facessi li né come ci fossi arrivata, quando incontrai gli occhi grigi di Annabeth mi tranquillizzai.
La ragazza mi sorrise e mi porse del nettare.
<< Dove siamo? >> domandai io ancora un po’ rintontita.
<< Stiamo arrivando nel New Jersey , quell’uomo si è offerto gentilmente di accompagnarci. >> la ragazza indicò il finestrino che dava sull’interno del furgone.
Dentro c’era un signore alla guida e Percy era al suo fianco, i due stavano parlando animatamente.
<< Quanto tempo sono rimasta svenuta? >>
<< Una ventina di minuti, ti sei addormenta subito dopo. Siamo in viaggio da circa cinque ora, Nico ti ha portato in braccio finché non abbiamo trovato un passaggio. >>
Solo in quel momento mi ricordai della presenza del ragazzo sul retro del furgoncino, era seduto a pochi metri da noi mentre osservava il paesaggio.
Nico era davvero incredibile: si arrabbiava con me, ma allo stesso tempo era disposto a salvarmi da una furia e portarmi in braccio per chissà quanti kilometri.
Gattonai per il furgone raggiungendo il moro per poi sedermi affianco a lui.
<< Ehi. >> richiamai la sua attenzione sorridendo.
<< Ehi. >> mi rispose semplicemente girandosi verso di me.
<< Nico, ho bisogno di parlarti. >> gli dissi io mentre lui assunse un’espressione curiosa.
Sapevo che quello che stavo per compiere era la decisione giusta, che Nico mi avrebbe capita e aiutata.
<< Da un po’ di giorni sto facendo dei sogni strani. Riesco a vedere Talia sulla Principessa Andromeda. >>
Nico non sembrava sorpreso di quello che gli stavo dicendo, forse anche lui sognava quelle cose.
<< Vedo anche un ragazzo. Viene al campo, anche lui è una spia. Da quel che ho capito si chiama Chris. >> continuai io.
<< Chris Rodriguez. >> mormorò lui a bassa voce arrabbiato, come se non si volesse far sentire.
<< Ho sentito la voce del “nuovo pericolo” a cui si riveriva il padre di Percy. Sono loro che ci hanno mandato il ciclope e le furie, questa volta però hanno parlato di qualcosa di ancora più spaventoso. Sono preoccupata. >> spiegai io al moro.
Nico mi guardò tranquillo e mi sorrise, il primo vero sorriso che gli vidi in volto.
<< Siamo sopravissuti contro Crono e un esercito di mostri, una nuova creatura mitologica non potrà fermarci. >> disse per rassicurarmi anche se vedevo che sotto sotto era preoccupato pure lui.
Non riuscivo però a non convincermi che fosse così, sentivo che di lui potevo fidarmi e anche se può sembrare strano mi dava sicurezza, più di chiunque altro.
<< C’è dell’altro. Ho visto mia madre, mio padre era li con lei. Dopo quello che ho scoperto ieri sera diciamo che non vedo più gli dei con buon riguardo, soprattutto Ermes. Temevo che se ne avessi parlato con Annabeth o Percy mi avessero potuto giudicare o comunque cambiare atteggiamento nei miei confronti. Con te invece, malgrado tutto, sento di potermi aprire. >>
Non sapevo ancora come l’ultima parte possa essermi uscita dalla bocca, soprattutto nei confronti di Nico, ma avevo bisogno di fargli capire che comunque stava diventando importante per me.
<< Sono sicura che farai la scelta giusta. >>
Ebbi la sensazione che Nico non si stesse riferendo solo al fatto di parlarne con Percy e Annabeth, ma che ci fosse stato ben altro dietro le sue parole, così mi sentii tremendamente in colpa.
Una follata di vento mi fece venire la pelle d’oca e iniziai a strisciarmi le braccia per riscaldarmi.
Nico mi guardò per un attimo, poi si tolse la felpa rimanendo con una maglia a maniche corte e me la porse.
Io gli sorrisi grata prima di prenderla e indossarla .
Non parlammo più, ci limitammo ad osservare il paesaggio davanti a noi e a scambiarci qualche sguardo ogni tanto perché con Nico Di Angelo il silenzio vale più di mille parole.


 


NEXT CHAPTER



<< Chi sei tu? >>


 


Attention to me.

Ehilà people, cavolo da quand'è che non mi faccio viva? Circa tre settimane, sono veramente una persona orribile.
Finalmente però la scuola è finita e ora posso dedicarmi maggiormente alla scrittura.
Questo capitolo l'avevo pronto già da tempo, ma non sapevo se pubblicarlo perché non ne sono pienamente soddisfatta però non volevo farvi attendere più del dovuto.
Allora nella prima parte i nostri eroi combattono contro delle furie uhuh :)
Diciamo che hanno rischiato di nuovo la pelle.
Nella seconda parte Liz fa di nuovo un sogno e finalmente scopriamo chi è il traditore: Chris Rodriguez signori e signori. Ve lo aspettavate?
La voce da un compito molto difficile a Liz perchè gli Inferi sono praticamente dalla parte opposta a dove devono andare loro per salvare Talia. Ce la farà?
Nella terza e ultima parte Liz si confida con Nico, che bellini **
Io adoro Nico ( e penso l'abbiate capito ) e Skandar Keynes lo trovo assolutamente perfetto per il suo ruolo anche se dovrebbe avere i capelli un po' più lunghi, ma chissene frega è figo comunque, no? Ahahaha ;)
Vi ringrazio tanto per le ultime recensioni che mi avete lasciato e per le nuove persone che hanno iniziato a seguire la storia, siete meravigliosi.
Volevo farvi sapere che ho scritto una nuova One-shot, è stata un'idea stramba che mi è venuta in mente, ma se voi me la recensiste mi fareste davvero tanto felice. La potete trovare cliccando qui.

Bene come al solito ho parlato troppo, al prossimo capitolo :D

 

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