Stanathan: this love, is brave and wild.

di HoranIsMySunshine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sometime ago. ***
Capitolo 2: *** Enchanted ***
Capitolo 3: *** Best handshake ever. ***
Capitolo 4: *** Our little infinity. ***
Capitolo 5: *** You and me, again. ***
Capitolo 6: *** You are back (?) ***
Capitolo 7: *** One step closer. ***
Capitolo 8: *** Wherever you will go. ***
Capitolo 9: *** Together ***
Capitolo 10: *** I don't wanna miss a thing. ***
Capitolo 11: *** Coincidence? ***
Capitolo 12: *** Something you should know. ***
Capitolo 13: *** Did you ever love me? ***
Capitolo 14: *** Liar. ***
Capitolo 15: *** Josh. ***
Capitolo 16: *** A little secret. ***
Capitolo 17: *** War. ***
Capitolo 18: *** Jelous ***
Capitolo 19: *** Bae ***
Capitolo 20: *** The only exception ***



Capitolo 1
*** Sometime ago. ***


STANA'S POV
Los Angeles, 21 giugno 2007. Mi ricordo questa data come fosse ieri. E' rimasta impressa nella mia mente, incisa nel mio cuore, ormai per sempre.
A volte mi viene da pensare che sia inutile, portarsi questa data dentro, tanto poi non è successo niente. O almeno così sembra. 
La verità è che da quel giorno, io sono cambiata. Non sono più la stessa. 
Sono diversa, migliore, anche se ho dovuto attraversare tutto il dolore che solo ora posso dire di aver sconfitto, per riuscirci. Ma viverlo, viverlo ne è valsa davvero la pena.
Lo rifarei, certo che lo rifarei. Per altre mille volte. Inifnitamente.

'Dai Stana, non fare la difficile, vieni con noi!'
Scuoto la testa, sorridendo alla mia amica Marika, e faccio segno di no con la mano.
'Ma perché? Vedrai che sarà divertente!'
'No, Marika davvero non preoccuparti, sai che questo genere di cose non fa per me..ma voi andate pure, e divertitevi!'
Marika sbuffa, raccogliendo velocemente le ultime cose che le restano da prendere prima di uscire. E' davvero bella stasera: indossa un  vestito rosso, piuttosto corto e aderente, ricco di strass, e dei tacchi a spillo a dir poco vertiginosi. Non è volgare, però, anzi; i tacchi e il vestitino la slanciano parecchio, e contrastano con i suoi capelli lunghi, biondi e boccolosi, e i suoi occhi color ghiaccio. Ho sempre invidiato Marika, sotto certi aspetti; invidiato in senso buono, s'intende, siamo amiche da una vita. Lei è così..frizzante, piena di vita; io sono quella riflessiva, quella che sceglie di darsi un freno piuttosto che esagerare, quella che preferisce stare a casa a guardare la tv e a piangere per i suoi telefilm preferiti, piuttosto che passare la serata in discoteca, in mezzo a centinaia di sconosciuti ubriachi che nel migliore dei casi provano ad attaccar bottone, o peggio, ti vomitano addosso. O almeno, questo è come io vedo le cose. Infatti, stasera, lascio a Marika tutto il 'divertimento'.
'e va bene, tanto sei sempre stata cocciuta. Allora io e Dana andiamo..buona serata!'
Saluto Marika con la mano, sorridendo. Spero solo che lei e Dana si comporteranno in maniera decente: non vorrei dover uscire di casa per andarle a raccattare in discoteca..non ora che siamo qui, tra i grattacieli più alti del mondo.
Mi affaccio alla finestra, aspettando che il taxi che Marika e Dana hanno preso sia abbastanza lontano; ho intenzione di uscire anche io. 
Non ho mai amato le discoteche, è vero, e non credo che comincerò proprio ora a farlo, ma un giretto per la città si può sempre fare. 
Siamo arrivate oggi a Los Angeles, ma anche se un giro turistico in effetti l'abbiamo fatto, Marika e Dana non mi hanno permesso di vedere niente: hanno passato ore e ore in negozi e camerini a cercare, provare, e comprare vestiti. 
Perciò, magari, un pò di pace mi farà bene, se non altro per farmi una passeggiata tranquilla.
Raccolgo anch'io le mie cose, il  minimo indispensabile in realtà; giusto la borsa, un giacchetto nel caso facesse freddo, e il cellulare. 
Tanto Marika e Dana non saranno a casa prima delle cinque del mattino, come minimo.
Il portone si chiude alle mie spalle, e l'aria tiepida e leggera di Los Angeles mi accarezza, scompigliandomi appena i capelli. Adoro questo posto. Adoro questo venticello fresco, che sembra quasi volerti coccolare, sembra che voglia invitarti a non poterne fare a meno. E poi, il panorama. Ho visto la spiaggia, oggi, il mare- per quel poco che ho potuto visitare- e ne sono rimasta letteralmente folgorata, ma anche il pieno centro è uno spettacolo.
Nonostante sia sera, il cielo è serenissimo, di un blu intenso, che infonde pace e serenità; le persone camminano ancora per strada, sorridenti. 
Sono tutti così gentili, qui.
So che c'è un pub molto carino, poco distante da dove sono ora. Per quello che ho sentito in giro, è anche un posto tranquillo..penso che andrò a dare un'occhiata, bere qualcosa non mi farà male con questo caldo.
Entro nel pub, un pò timidamente, e vengo accolta dal sorriso cordiale del barista, che mifa un cenno da dietro il bancone. Ci sono parecchi tavoli qua dentro, me ne aspettavo di meno: da fuori sembra un posto davvero piccolo. Nonostante la maggior parte dei  tavoli siano pieni, c'è una gran tranquillità. E direi che è proprio ciò che stavo cercando.
Mi siedo al bancone, su uno sgabello quasi più alto di me; in genere nei tavoli ci si siede in più di uno, e dato che sono sola, non mi sembrerebbe molto giusto occuparne uno intero solo per me. Certo, potrei sempre fare sedere qualcuno, se me lo chiedesse, ma a chi piacerebbe sedersi vicino ad un'estranea? 
'Cosa le posso offrire, signorina?'
'ohw, ehm..una coca alla spina, grazie.'

Il barista mi sorride, gentile, e in pochissimo tempo, un bicchiere enorme di coca cola appare davanti ai miei occhi. Amo la coca cola, e mi dispiace dirlo, ma berla in santa pace è anche meglio; quando ci sono Marika e Dana, me la finiscono sempre loro.
'anche tu non sei di qui, vero?'
Mi giro alla mia sinistra, perplessa, ma sorrido vedendo il volto dell'uomo, sconosciuto, che a quanto pare si sta rivolgendo a me.
E' seduto anche lui su uno sgabello gigante come il mio, ma si capisce che è piuttosto alto; è vestito in maniera elegante, con un completo blu notte e una camicia bianca mezza sbottonata. Mi rivolge un sorriso rassicurante e amichevole, e i suoi occhi blu si posano su di me. Wow.
Sorrido a mia volta, dopo qualche attimo di smarrimento, e annuisco.
'già, in effetti sono qui in vacanza. Come..l'hai capito?'
La mia curiosità lo stimola, e accende un guizzo luminoso nei suoi occhi, accompagnato da un sorriso intelligente.
'beh, sei sola, entri in un bar famoso per la sua tranquillità, e ti prendi una coca alla spina. Era chiaro che fossi una turista in cerca di un pò di calma.'
'ah, davvero è così evidente?
-Rispondo ridendo, con una certa confidenza. Non mi imbrazza neanche un pò parlare con lui.-però mi pare che abbiamo preso la stessa cosa'
Alza le mani, in segno di resa.
'touchè'
Bevo un altro sorso di coca, pensando a cosa potrei aggiungere. Mi fa piacere parlargli, anche se ci siamo appena incontrati.
'tu di dove sei?'
'Canada. Sono nato ad Edmonton,e ho sempre vissuto lì, poi qualche anno fa mi sono trasferito qui a Los Angeles.'
'aaahh, ma pensa un pò..sono canadese anch'io!'
'sul serio? Di dove?'
'Toronto.'

Sembra sorpreso dalla mia risposta, ed è buffo, se penso che veniamo entrambi dallo stesso paese, e non siamo neanche nati in città poi così lontane tra loro.
'davvero un bel posto, mio padre mi ci portava spesso, da piccolo. Cosa ti ha spinto a venire qui?'
Sospiro, accarezzando il bicchiere enorme di coca, che ormai è quasi vuoto.
'voglia di cambiare aria. Avevo davvero bisogno di riposarmi, così ho pensato che questo potesse essere il posto giusto..non posso pensare che tra una settimana sarò di nuovo a casa.'
Lo sconosciuto ride, per poi prepararsi a pormi un'altra domanda. Ha un tono di voce così caldo.
'e sei venuta da sola?'
'no, sono con delle amiche, ma loro..sono andate in discoteca divertirsi, stasera'
'ohw. E come mai tu non sei con loro?'

'beh..siamo arrivate oggi, e per tutto il giorno mi hanno trascinato in giro da un negozio all'altro, quindi..ho pensato che starmene un pò in pace dopotutto non mi avrebbe fatto male. Ma parliamo di te..che ci fai qui?'
'ho lasciato il Canada per inseguire il mio sogno, fare l'attore.'
'ohw, ma è fantastico!'
'tu dici?'

'certo! Anche a me piace molto recitare..ma non so ancora cosa farò nella vita. Però penso che se mai dovessi trasferirmi, verrei a vivere qui.'
'mh, non sarebbe male. Los Angeles merita davvero tanto.'
'lo so, si vede
.-Sorrido, e mentre sto per aggiungere qualcosa, un'immagine che davvero avrei desiderato non vedere si catapulta davanti ai miei occhi. Marika e Dana. Mezze ubriache. In questo bar. Ora. Mi avvicino subito a loro, scendendo dallo sgabello, e ce le porto, per evitare che possano iniziare a far baccano.-voi che cavolo ci fate qui?'
'siamo venute a fare un giro..ma tu sei impegnata, vedo.-Marika guarda il mio 'vicino di sgabello' con aria maliziosa, e gli porge la mano per presentarsi. Peccato che non si regga in piedi. La riprendo appena in tempo.-piacere..'
'queste sono..le tue amiche, immagino.'
'già..scusale, davvero, è che..'
'e tu chi sei?'

La voce di Dana, rotta dall'alcool, mi interrompe, e butto gli occhi al cielo, mortificata. Adoro Marika e Dana, ma non mi stanno facendo fare proprio un'ottima figura.
'io sono Nathan'
Nathan. Solo ora, che il suo nome appena pronunciato, con quel tono caldo e rassicurante rimbomba nella mia testa, mi rendo conto che non sapevo neppure come si chiamasse, fino a un secondo fa. Non sapevo che questi due occhi blu avessero un nome. Non ci siamo ancora presentati ufficialmente.
'ohw, giusto, io sono Stana'
Dopo un attimo di smarrimento riesco finalmente a presentarmi anch'io, e mollo Marika per potergli stringere la mano, calda e decisamente più grande della mia. Sono costretta a lasciarla, però, perchè se non tengo Marika buona andrà sicuramente a fare qualche danno in giro. Mi sembra di essere una specie di baby-sitter.
'che bel nome..'
'ohw, grazie! sai, i miei genitori sono croati, quindi..
-arrossisco, peggio di una bambina, e mi aggiusto un ciuffo di capelli dietro l'orecchio, abbassando la testa, con le guance in fiamme. Mi odio per questo.-ora però temo che sia ora che io vada..devo mettere a letto queste due pesti, prima che la situazione degeneri!'
'ma come, vuoi già liberarti di me?'

Scoppio a ridere, scuotendo la testa. Però mi dispiace. Si sta bene in sua compagnia.
'no, no, sono stata bene, sul serio, è solo che..non stanno nemmeno in piedi, devo davvero portarle a casa'
Lo vedo annuire, pensieroso; mi chiedo a cosa stia pensando. Sono un pò perplessa anch'io a dir la verità: capita di incontrare qualcuno in giro, trovarcisi bene e poi doversene separare..ma questa volta è diverso. Questa volta sono davvero dispiaciuta, di fronte a quello che sembrerebbe essere un addio. Perchè è questo che è; siamo solo due sconosciuti che si sono incontrati per caso mezz'ora fa in un bar.
'potrei..avere l'onore di accompagnarti? Così magari ti aiuto con le..pesti'
Il modo in cui indica Marika e Dana, spalancando un pò gli occhi blu, con un mezzo sorriso sulle labbra, mi fa ridere di nuovo, per l'ennesima volta nel giro di così poco tempo. Come posso non acconsentire? Infondo, sarà più piacevole sopportare le fantasie di queste due che quasi vedono unicorni e draghi per le strade, da quanto hanno bevuto. Sì, insomma, in due sarà meglio, ecco.
'd'accordo, ehm..Nathan-arrossisco di nuovo, dopo aver pronunciato il suo nome, e abbasso lo sguardo. Lo sento sorridere, compiaciuto. Dannazione.-vieni pure con me. Cioè, ehm, con noi'
Gli faccio un gesto veloce con la testa per indicargli la porta d'uscita, poi mi volto verso di essa e mi ci dirigo, sorreggendo Marika, e maledicendomi per essere così dannatamente imbranata. 
Ma non avevo detto di non sentirmi per niente imbarazzata?
-


 

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Capitolo 2
*** Enchanted ***


'Stana, io ti lascio sola un secondo, e tu ne approfitti così?'
Un pò la battuta di Marika mi fa sorridere, ma il fatto che sia così dannatamente ubriaca e non sappia nemmeno quello che dice, decisamente mi fa sorridere meno.
'già, ora capisco perchè non volevi venire con noi!'
Dana rincara la dose, guardando prima Nathan e poi Marika, e le due cominciano a ridere insieme, istericamente. Mi vergogno così tanto. 
Sospiro.

'Nathan, perdonale, non sanno nemmeno cosa stanno dicendo'
Mi giro verso di lui, riuscendoci a malapena; non sembra infastidito, tutto sommato. 
Anzi, potrei anche dire che è addirittura divertito. Insomma, sul serio?

'ah tranquilla, non c'è nessun problema..per me.-sottolinea le ultime parole con un tono sarcastico, come per evidenziare le mie guance ormai rosse e in fiamme per la vergogna e l'imbarazzo. Non appena me ne rendo conto, però, sorrido anch'io, con lui.-vuoi che ti aiuti?'
Beh, in effetti un aiutino non sarebbe male, dal momento che sia Marika che Dana hanno deciso che dovevo essere io, a sorreggerle entrambe, e non ce la sto più facendo, dato che riescono a malapena a camminare.
'beh..se ne hai voglia in effetti un aiuto sarebbe gradito'
Ride, per un ciuffo di capelli che proprio non vuole decidersi a stare al suo posto, nella coda di cavallo che ho disperatamente cercato di fare prima di iniziare quest'odissea verso casa.
Si diverte a prendermi in giro, eh?
Convince con fatica Dana a staccarsi da me, e ad appoggiarsi a lui: ma non sembra che a lei dispiaccia troppo, ad essere onesta. Anzi, per essere precisi, gli si arrampica addosso peggio di una di quelle piante che si vedono sulle pareti delle vecchie case in campagna.
Ma cos'è questa, gelosia?
Mi schiarisco la voce, per fermare le chiacchiere continue e deliranti di Dana, e Nathan mi guarda, sorridendo maliziosamente. Sono così antisgamo?
Sorrido a mia volta, abbassando la testa, e continuo a camminare, cercando di invogliare Marika a fare lo stesso; preferirei, piuttosto che doverla trascinare come un sacco di patate. La perdono solo perchè evidentemente non è in sè.

'immagino che non sia stato molto contento di lasciarti venire qui in vacanza da sola'
'chi, scusa?'
'beh, il tuo ragazzo. Dana mi stava giusto dicendo che..'

'oh no, no, no-arrossisco terribilmente, scuotendo la testa. Sono le amiche meno affidabili che possano esistere sulla faccia della Terra, mi chiedo proprio dove le ho trovate, due così.-no, io..non sono fidanzata'
Lo sguardo di Nathan si illumina improvvisamente, e le sue labbra si curvano in un sorriso piacevolmente sorpreso. Scommetto che lui ce l'ha, però, la dolce metà.
'che mi dici di te, piuttosto?'
Sorride ironicamente, per come ho rigirato la frittata. 
'sono solo anch'io..mi piace dire che sia una mia scelta, ma non lo è mica tanto!'
Rido, per la sua autoironia, e faccio spallucce.
'beh, magari il tuo grande amore deve ancora arrivare'
'tu ci credi, nel grande amore?'

La sua voce è più profonda adesso, più scura, i suoi occhi luccicano al buio, e nel mio petto, si scatena un inaspettato concerto di 'bum bum bum bum' accellerati. 
Respiro, cercando di calmarli.

'certo! Sono convinta che esista. E' solo che..- Marika e Dana staccate sia da me che da lui. Lui a un palmo da me. Io che non respiro più. Deglutisco, con fatica.-..devo ancora trovarlo'
Sorrido, velocemente, e volto la testa verso il portone d'ingresso, per sdrammatizzare. E il cuore che non si calma, manco per idea, come se avesse un paio di bacchette sopra che ci battono come fosse un tamburo. E' incredibile pensare quanto mi senta sciocca in questo momento: tutto questo casino, per uno sconosciuto.
'quindi è qui che..vivete? Cioè, è questo l'appartamento che avete in affitto per questa settimana?'
Sorrido leggermente, per il timido incespicare della voce roca di Nathan, poi chiudo gli occhi, immobilizzandomi, con le spalle ancora rivolte verso di lui. Che stupida, non l'ho nemmeno avvisato che siamo arrivati. Cosa dovrei fare ora? Invitarlo a salire? Salutarlo? Dirgli addio? Tutti questi pensieri si affollano nella mia mente, gettandosi su di essa come fossero avvoltooi che precipitano famelici sulla stessa preda. Sono nel panico più totale.
Mi volto lentamente, cercando di prendere tempo, e lo osservo. Sta aspettando. Aspetta chiaramente che io dica qualcosa, con le braccia lungo il corpo, le dita delle mani che si sfiorano tra loro un pò nervosamente, la sua bocca semiaperta, come se stesse per dire qualcosa, i capelli scompigliati da una leggera aria estiva, i suoi occhi che mi fissano. Abbasso lo sguardo, in cerca del coraggio necessario per dire due parole, due soltanto. Non ho la forza di incrociare i suoi occhi, ne ho paura.

'perchè non..sali a prendere qualcosa? Dopotutto mi hai aiutato,non mi sembrerebbe giusto lasciarti andare via così.'
Le sue labbra si curvano in un sorriso dolce, le sue guance diventano leggermente rosse, e suoi occhi, posso sentirli illuminarsi, dal momento che non ho avuto il coraggio di guardarli a fondo. 
'mh..direi che..accetto volentieri!'
Sorrido, luminosamente, per il fatto che ha accettato. Ha accettato. Ha detto di sì. 
Mi riprendo, scuotendo leggermente la testa e arrossendo. E' carino da parte sua aver accettato,ma infondo a me, cosa cambia?
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Capitolo 3
*** Best handshake ever. ***


Mi chiedo se gli piaccia questo appartamento; lui si guarda intorno con la curiosità di un bambino. Mi sono già abituata a chiamarlo 'casa mia', anche se sono consapevole che non lo sia affatto, o almeno non per un lungo periodo. Però, è davvero accogliente.
'attento Nathan, lì c'è il..-mi interrompo; il mio tentativo di avvisarlo della vicinanza forse non ben calcolata del tavolo è fallito. Ops.-troppo tardi..'
Mi mordo il labbro inferiore, sorridendo per la sua espressione di dolore dopo l'urto contro il tavolo. Non dev'essere stato piacevole,ma non posso fare a meno di ridere. Spero mi perdonerà.
Sto giusto per andare ad aiutarlo, vedendolo sempre più piegato in due per il dolore,quasi accasciato sul pavimento,ma Marika mi interrompe, con una delle sue battute d'esordio dovute all'alcool. Ogni volta che apre bocca tremo, non so mai cosa aspettarmi; quando poi svela finalmente ciò che fremeva tanto per dire, capisco che facevo bene ad avere paura. E a quel punto, non so più se è peggio ciò che ha detto, o il fatto che io non l'abbia impedito.

'Stana guarda, l'arcobaleno'
Marika indica con il dito un punto che sembra essere preciso e ben definito,fuori dalla finestra, ma è chiaro che non sappia nemmeno cosa stia dicendo, farnetica a malapena.
Cerco di trattenere la mia risata,che sorge spontanea nonostante la situazione di per sè sia drammatica, e vedo Nathan sollevarsi dalla sua posizione che esprimeva tutto il suo dolore,questa volta per ridere insieme a me. Finalmente.
Scoppia in una fragorosa risata, una risata sincera, che scopre i suoi denti lucidi, e provoca delle piccole pieghe di fianco agli occhi blu. Rimango ammaliata da quello sguardo, quasi non ne avessi mai visto uno simile, e non posso fare a meno di continuare a guardarlo,mentre ridiamo insieme. E' come se tutto il resto intorno si fosse appena isolato.
Arriccio il naso,come faccio sempre dopo una risata, e osservo la bocca di Nathan curvarsi in un dolce sorriso, forse dovuto proprio a questo. Possibile?
Mi aggiusto i capelli dietro l'orecchio, nervosamente, ma sorridendo a mia volta. Cosa diavolo mi sta succedendo?

'Stana..'
La voce persa di Dana mi riporta alla realtà, bruscamente, costringendomi a staccare tutto d'un tratto i miei occhi dal viso rassicurante di Nathan. Impiego qualche secondo per tornare  a capire dove sono e cosa stessi facendo prima di perdermi così, poi, con uno degli scatti migliori che abia mai fatto, corro a sostenere Marika, che sta per collassare. Giusto in tempo, sarebbe caduta.
Nathan accorre ad aiutarmi, e insieme la rimettiamo in piedi. Di nuovo, i nostri sguardi che si incrociano. Ho di nuovo la sensazione di voler dire qualcosa, o meglio, di avere qualcosa da dire, davanti a quel paio di cieli notturni che non posso non contemplare, avendoli a pochi centimetri da me. Ma di nuovo, non dico nulla, almeno non con le parole. E di nuovo, Marika cede.
Questa volta è lui a sorreggerla, con la sicurezza delle sue braccia forti e muscolose, che sembra ne abbiano passate delle belle, e delle sue mani grandi, ma allo stesso tempo aggraziate, gentili. Una perfetta contraddizione, in poco più che qualche centimetro di corpo. Mi chiedo come sia possibile.

'penso che dovremmo..portarle in camera'
Scuoto la testa, risvegliata improvvisamente dai miei pensieri, per poi annuire, e avvolgere Dana con un braccio, per aiutarla a camminare, dato che lui mi lascia intendere che farà lo stesso con Marika, e che non la lascerà cadere. Sono più che certa che sia al sicuro.
Ci muoviamo lentamente lungo il corridoio, verso la camera, mentre io gli faccio strada, dandogli le indicazioni, ma per qualche motivo a me sconosciuto- forse un tentativo di farmi divertire-Nathan sbaglia strada comunque, capitando in bagno, o nel ripostiglio.
E' così buffo, e spontaneo.
Appoggia con gentilezza Marika sotto le coperte, adagiandola sul letto con grazia, come avesse paura di farle male, come fosse una piccola bimba indifesa che va trattata con estrema cura. Ammaliata dai suoi gesti, cerco istintivamente di ripeterli con Dana, ma il peso del suo corpo abbandonato all'alcool trascina anche me, facendomi cadere sul letto. Idiota, stupida imbranata. Forse dovrei concentrarmi di più.
Nathan sorride, trattenendo a stento una risata delle sue, e scuote la testa, guardandomi. Non credo di potermi concentrare un granchè meglio,in questo modo.

'potresti aiutarmi? Credo che l'anello di Dana si sia incastrato nella mia..maglia'
Nathan accorre ancora una volta in mio soccorso, e io mi mordo istintivamente il labbro inferiore, pensando a cosa significherà avere le sue mani su di me. Che stupida, sembro una dodicenne alle prese con una cotta. Che sarà mai, sfilare da una maglia un anello incastrato? Ci vorranno a malapena due secondi, e credo che non proverò proprio nulla, se non forse un senso di liberazione, dato che a causa di questo benedetto anello, Dana mi tiene intrappolata tra le sue grinfie.
Pessima scelta, decisamente una pessima scelta, la maglia a rete, comunque. Non credo la metterò mai più. Nathan armeggia con pazienza tra i fili della mia maglia, cercando di staccare l'anello senza romperla. E' concentrato, attento, cauto e delicato, mentre io respiro a fatica e mi guardo in giro. L'anello di Dana è incastrato all'altezza del seno. Sto avvampando, e non so nemmeno il perchè. 

'cavolo,non riesco a staccarlo con le mani senza rompere la maglia, credo..credo di dover usare i denti.-avvampo di nuovo,spalancando la bocca, e sbatto velocemente le ciglia, come potessero farmi aria, mentre tento di respirare. Lui, invece, si diverte a guardarmi ironicamente, tenendo un sopracciglio sollevato.-sempre che non ti dispiaccia,ovvio.'
Un debole 'no, fà pure' è tutto ciò che riesco a dire, prima che Nathan cominci a mordicchiare la mia maglia, e io mi ritrovi impossibilitata a parlare. Ho il suo respiro sul collo, che scende lento verso la scollatura, provocandomi brividi fin troppo intensi e visibili. Una sua mano mi cinge timidamente la vita, per tenermi ferma, mentre l'altra aiuta il 'lavoro' dei denti tra i fili da non rompere e l'anello. La sua bocca mi solletica leggermente, in maniera quasi impercettibile, ma in questo momento mi sembra quasi di avere i sensi moltiplicati per mille, tipo un vampiro. Sto impazzendo forse? Mi torturo un labbro, come sempre, quando sono agitata. 
'ecco qua, l'anello e la maglia sono salvi!'
Non riesco a trattenere un sospiro di sollievo, spontaneo, e istintivamente mi aggiusto la maglia, la cui scollatura è leggermente abbassata. C'è una piccola macchietta scura, segno della saliva di Nathan e del suo ottimo lavoro. Arrossisco. 
'beh, ehm..grazie,non si è nemmeno rovinata'
E' un pò arrossito anche lui, mentre un dolce sorriso nasce sulle sue labbra, e sembra sul punto di dire qualcosa. Improvvisamente, mi ritrovo ad aspettare, accorgendomi di essere quasi dipendente dalle sue labbra e dal movimento che compiono mentre le socchiude per rompere il silenzio. 
'beh, adesso..credo proprio che dovrei andare'
Il mio sorriso si spegne, senza che io possa controllarlo, e la mia voce si fa più triste. 'ne sei sicuro? Insomma..se vuoi puoi rimanere ancora un pò..'
Sorride dolcemente, ma sembra stia per rifiutare. Sembra proprio un addio, quindi.
'mi dispiace, ma domani devo alzarmi molto presto, e ora che ci penso, sarei dovuto tornare a casa molto prima. Però..-però? però cosa? Sollevo le sopracciglia, aspettando che continui la frase, con un pizzico di ansia. Mi sta dicendo arrivederci?-tieni, questo è il mio numero.'
Prima che io possa dire o fare qualsiasi cosa, afferra il mio telefono appoggiato sul comodino, e salva il suo numero in rubrica, poi fa per restituirmelo. Deve essere un vero esperto in queste cose, io non ci capisco niente.
Notando, forse, la mia espressione un pò incerta, mi sorride. Sbaglio o mi sta accarezzando la mano, per ridarmi il telefono?

'sai, te lo lascio, in caso dovessi avere bisogno d'aiuto con..le pesti-sorride, indicando Marika e Dana che dormono, e pronunciando le ultime parole a bassa voce per non svegliarle. Poi però torna serio, ma sempre con un mezzo sorriso sulle labbra, le mani calde, e le guance mezze rosse, che contrastano con gli occhi profondi.-no però sul serio, se hai bisogno chiamami. E poi magari..qualche volta si potrebbe uscire insieme,no?'
Mi affretto ad annuire, ridendo, confermando la sua ipotesi. Certo che si può uscire insieme, che domanda è? Come amici, si intende.
'certo, affare fatto!-mi incanto per qualche secondo ad osservare i suoi occhi grandi e rassicuranti, perchè anche se non è un addio, chissà quando li rivedo. Oh cielo, sta aspettando che lo accompagni fuori, e invece resto qui imbambolata come una stupida!-ehm..vieni, ti accompagno'
Attraversiamo di nuovo il corridoio, e arrivati davanti alla porta, la apro, svelando di nuovo le poche scale che la separano dal marciapiede, i grattacieli, la strada, la gente. Sembra un pò titubante. Poi però attraversa la soglia, e, una volta sul pianerottolo, si gira di nuovo verso di me, porgendomi una mano per stringere la mia.
'è stato un piacere incontrarti, Stana'
Allungo timidamente la mia mano, stringendola nella sua, e per qualche secondo, mi sembra di sentirmi coccolata, a casa, come forse non sono mai stata, protetta da un calore umano e familiare. 
'già, anche per me'
Il vento tiepido della meravigliosa serata estiva mi invade la casa, scompigliandomi i capelli, ma le piccole carezze di Nathan di cui la mia mano si bea, mi scompigliano i pensieri, invece.
E forse quelli che sto facendo ora, non sono proprio casti.
Miglior stretta di mano di sempre.
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Capitolo 4
*** Our little infinity. ***


E' buffo pensare come le persone entrino nella nostra vita, a volte. Il destino ce le fa incontrare, la vita fa in modo che i nostri cammini, prima distanti, separati, si incontrino. Magari è per renderci felici, o magari è per punirci. Fatto sta, che si incontrano delle persone, nella vita, che si percepisce a pelle che sono diverse. Puoi averle incontrate due minuti prima, ma ti sembra di conoscerle da sempre. E conoscere da sempre una persona, non è come 'conoscerla già'. Se 'conosci già' una persona dopo che l'hai appena incontrata, vuol dire che quella persona è prevedibile, monotona, e probabilmente la tua vita non verrà segnata da quell'incontro, perchè forse è uno come tanti. Ma quando ti sembra di conoscere da sempre qualcuno, anche se non l'hai mai visto prima, è diverso. Significa che hai trovato ciò che, inconsciamente, stavi cercando. Ciò che tutti, in un modo o nell'altro, cercano. La tua anima gemella, la tua dolce metà, il pezzo mancante del puzzle. Non sempre però, purtroppo, questo ti da la felicità: perchè se la vita vuole punirti, quelle persone poi te le toglie. Ed è proprio questo il punto: se le vostre strade si dividono, devi capire che sei stato messo alla prova. E se ci tieni, quella prova devi superarla, per essere felice. Finchè ti accorgi che nulla, nemmeno ciò di più sbagliato o proibito può esserci, è sbagliato davvero. Nemmeno lo stare tra le braccia di un uomo che hai conosciuto da appena qualche giorno, proprio mentre le vostre strade stanno per separarsi, perchè sai che l'indomani dovrai partitre. Queste persone hanno il potere di far sembrare tutto così perfetto. Al punto che arrivi a chiederti, per quale motivo non le hai incontrate prima.
'ehi.-sollevo lo sguardo, alzndo leggermente la testa dal petto forte e sicuro di Nathan. La stretta dolce delle sue braccia si allenta leggermente, per permettermi di muovermi,e le sue labbra si curvano in un sorriso.-a cosa pensi?'
Sento le sue mani passarmi tra i capelli, lentamente, come volessero accarezzarmi, ma allo stesso tempo cercare di catturare i pensieri che mi passano per la testa. 
Sospiro; vorrei poter non rispondere. O perlomeno, vorrei che la risposta che devo dare, potesse essere diversa.

'sai che domani devo partire..' 
Lo sento sospirare, avvertendo il movimento del suo torace, mentre mi lascia un bacio tra i capelli.
'lo so, piccola, lo so..-Vorrei poter controllare le lacrime, ogni istinto, impulso, sentimento o reazione che mi porta a sentirmi così in questo momento, e a piangere come sto facendo, ma non posso. Significherebbe essere fredda, significherebbe che il tempo trascorso con Nathan non mi ha toccato minimamente, che non mi ha nemmeno scalfito. E invece, ho come l'impressione che il segno sarà indelebile.-no, no, non piangere..ascolta, so io come possiamo fare.'
'Nathan, non..'
'sssh, ascoltami.-lo sussurra a malapena, con le labbra sulle mie, e poi riprende a baciarmi profondamente, come a toccarmi dentro, come a farmi sentire davvero quello che ha da dire. Com'è possibile che il dolore svanisca così, all'improvviso, dopo un bacio del genere?-ascoltami. So che domani devi partire, ma domani..è domani. Oggi possiamo non pensarci. Oggi possiamo rendere questa giornata eterna, possiamo renderla nostra. Non possiamo piangerci addosso però, perchè non voglio che una volta tornata a casa ricorderai tutto questo come qualcosa di negativo'
Le sue carezze sulle braccia mi fanno rabbrividire, e sono completamente stregata dai suoi occhi. E' riuscito a convincermi, ad aprirmi gli occhi, con così poco. Torno a baciarlo, portando le mani sulle sue guance, e gli sorrido, nonostante le mie siano ancora lucide e umide di lacrime. Ha ragione, infondo. Non mi perdonerei mai di aver passato l'ultima giornata che avevo a disposizione con lui piangendo come una stupida. Possiamo fermare il tempo. Facciamolo.
'cosa..pensavi di fare, allora?'
'beh, prima di tutto pensavo di portarti al mare, perchè merita davvero; conosco una spiaggetta tranquillissima. Poi si vedrà, un programma ce l'avrei, ma non voglio rovinarti la sorpresa'
Sorrido,  baciandogli il petto, mentre lui intreccia una sua mano con la mia, e con l'altra mi accarezza la schiena. E' così bello averlo accanto.
'e allora andiamo! A questo punto sono curiosa...'
Ride, e mi riempie il viso di baci, facendo ridere anche me. Ho imparato a conoscere anche le piccole rughe che gli si fromano intorno agli occhi quando ride: le amo tutte quante.
Si alza dal letto, svelandomi nuovamente il suo corpo forte, ma che ho scoperto saper essere dolcissimo, e mi incanto per un pò a guardarlo. Persino guardarlo così, sembra essere diverso che guardare un qualsiasi altro uomo.
Mi sorride, porgendomi una mano per accoglierci la mia; trema un pò, leggermente, ma i suoi occhi infondono fiducia. So quanto gli costi tutto questo, trattenersi dal dimostrare quanto anche lui sia triste, solo per non far sentire triste me. Eppure ci riesce, e spero sappia che tutta la forza che lui mi sta trasmettendo ora, io, da sola, non l'ho avuta mai.
Afferro la sua mano, stringendola forte, e mi lascio avvolgere nuovamente dalle sue braccia. Mi sento così protetta, così..a casa. Gli bacio un piccolo neo su una spalla, sorridendo, per poi alzare la testa e incrociare di nuovo le sue labbra. Le sue mani mi accarezzano la schiena, tenendomi al sicuro, il battito del suo cuore determina il mio, e i suoi baci, i suoi baci mi fanno pensare che forse davvero il tempo non conta. 
Rivestirsi costa davvero molto ad entrambi, ma allo stesso tempo lo facciamo volentieri, forse perchè sappiamo che il nostro piccolo infinito, sta per cominciare.

'non sapevo avessi una macchina d'epoca'
'questo bolide..è il mio più grande orgoglio'

Sorride, togliendo il telone che copre l'auto proteggendola dalla polvere e dal tempo, e la osserva per qualche secondo, orgoglioso del suo gioiellino. Devo ammettere che non è per niente male.
Appoggiando il telo da una parte, su un qualche scatolone dimenticato nell'ombra del garage, mi apre lo sportello rosso fiammeggiante, invitandomi ad entrare con un inchino da galantuomo esagerato, per poi salire lui dall'altra parte. Con un telecomando apre il garage, e ne aziona la chiusura dopo che ne siamo usciti, mentre premendo un piccolo tastino davanti a sè, scopre il tettuccio dell'auto, dando il benvenuto al fresco venticello dovuto alla velocità, e al sole scottante di un meraviglioso pomeriggio estivo. 
Mi infilo gli occhiali da sole, sorridendo, e accarezzandogli la mano appoggiata sul cambio, mentre lo osservo sorridermi di ricambio. Vorrei dirgli di fermarsi solo per poterlo baciare.

'allora capitano, dove siamo diretti?'
'alla spiaggia più bella che tu abbia mai visto, baby!'

Rido, per i suoi atteggiamenti stravaganti e per l'accento da film stile anni '50 che ha appena cercato di imitare, e scuoto la testa, osservando il panorama fuori dal finestrino. Stiamo uscendo dalla città, e ci avviciniamo sempre di più al mare. Il mare è qualcosa che ho sempre amato, fin da quando ero piccola, ma qui sembra avere davvero tutto un'altro aspetto. Del resto, qui tutto è diverso.

Take my hand,
take my whole life too, 
'cause I can't help
fallin' in love with you
La voce di Elvis Presley riempie l'abitacolo, insieme ad altre vecchie e indimenticabili canzoni. Non posso credere che abbia persino adattato la musica all'auto, è tutto troppo perfetto.
'hai pensato proprio a tutto, eh?'
'già. Ho preparato questa tracklist da ascoltare ogni volta che tiro fuori quest'auto. Mi ricorda i bei tempi,quelli in cui ero ancora bello e giovane..'

Scoppio a ridere, accarezzandogli piano una coscia, e butto la testa all'indietro. Non penso di aver incontrato qualcun altro nella mia vita che mi abbia fatto divertire in questo modo.
'beh, calcolando che la differenza d'età tra noi due non è poi così tanta, se tu ti reputi vecchio, la considero un'offesa!'
Ride lui, questa volta, borbottando che non avrei dovuto rigirare la frittata in questo modo. Amo il suo modo di ridere.
Mi ruba un bacio al volo, distogliendo per un secondo gli occhi dalla strada; un solo secondo, durante il quale un brivido profondo mi attraversa. Mi sento così viva, viva come non mi succedeva da tempo di sentirmi.
Vorrei ringraziarlo per tutto ciò che mi sta regalando, per i baci, le risate spontanee, ma prima ch eio possa dire qualsiasi cosa, mi accorgo che siamo finalmente arrivati in spiaggia. La nostra prima tappa di una giornata infinita.
Parcheggia la macchina con destrezza, e io controllo istintivamente il telefono: Marika e Dana mi hanno promesso di fare le brave, ma visto come è andata a finire l'ultima volta, non so se è il caso di fidarsi.

'eh no, per oggi la regola è: niente telefono!'
'ma..'

cerco invano di protestare, ma Nathan mi sottrae il telefono dalle mani, e lo infila nella tasca dei suoi pantaloni, spegnendolo. Forse ha ragione lui: per oggi esistiamo solo noi.
Non importa quanto starò male domani, o fra una settimana, o fra un mese; sono davvero grata, di questo nostro piccolo infinito.
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PS: scusate, non c'entra nulla con il capitolo, ma avrei un favore da chiedervi lol sareste così gentili da visualizzare questo video che ho fatto per Stana https://www.youtube.com/watch?v=pKh9nG7TVjY&list=HL1400676098&feature=mh_lolz&hd=1 e da #RT questo tweet?https://twitter.com/cabeyosvoicex/status/468836015034368000 grazie a chi lo farà, vi amo <3 XX Horan

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Capitolo 5
*** You and me, again. ***


A volte penso a quanto sia strano il fatto che questi ricordi siano ancora così vividi nella mia mente, nonostante appaiano un pò come flashbacks, visioni astratte, dejavù; sembra quasi che queste cose siano successe ieri, e invece erano due anni fa. In questo momento, però, non mi stupisco poi così tanto che tutto stia tornando a galla improvvisamente. Non ora che i nostri occhi si incontrano di nuovo, dopo tutto questo tempo. Sei sempre lo stesso, Nathan, non sembri affatto cambiato. Sembra quasi che il tempo si sia fermato per te, che abbia deciso di lasciarti com'eri allora. In questi due anni ho cercato di andare avanti, mi sono rimboccata le maniche, e ho deciso di non guardarmi indietro. Non perchè volessi rinnegare il tempo trascorso insieme, te lo giuro; l'ho semplicemente fatto per me, per non morire dentro.
E tu invece, tu cosa hai fatto? Hai una famiglia ora, una casa diversa, una moglie? La passione per la recitazione a quanto pare non l'hai persa, altrimenti non saresti qui,ma chissà se hai ancora la tua auto d'epoca. 
Mi ricordo di quando mi hai portata al mare, e hai iniziato a rincorrermi per tutta la spiaggia, facendomi quasi cadere in acqua per circa una ventina di volte. Mi ricordo i tuoi abbracci, i baci sul collo al tramonto, la sabbia fredda, le carezze, mi ricordo le risate, la gioia, gli urli di felicità su quell'auto, e le curve spericolate sullo strapiombo. E poi, quando mi sono alzata in piedi mentre tu guidavi, te lo ricordi? E quando eravamo in spiaggia, e ti eri fssato che dovevi assolutamente farmi una foto? Mi dicevi di sorridere. Poi ti sei bloccato, tutto d'un tratto, e io pensavo di aver fatto qualcosa di sbagliato. 
Invece, tu mi hai detto che ero bellissima. 
Questi ricordi mi fanno arrossire ancora, soprattutto adesso, che sento di avere i tuoi occhi su di me, e sento che pesano come il mondo. Del resto, ho sempre pensato che ci fosse un pò di tutto, lì dentro.  Posso percepire le tue domande, i tuoi dubbi, i tuoi pensieri: sono come i miei. Buffo, probabilmente stiamo pensando le stesse cose e non ce ne rendiamo nemmeno conto per davvero.
'..e Nathan, lei è Stana, Stana Katic. Da oggi, puoi considerarla la tua partner.'
Marlowe, il produttore della serie televisiva per cui entrambi siamo stati scelti, ci presenta, facendo gli onori di casa. Lui non sa, non sa quanto bene io e te ci conosciamo. Buffo, no? Ma forse, sai, è meglio così; del resto ciò che stato è stato, ormai è passato, e magari non andiamo nemmeno più d'accordo come una volta. Tu che ne dici, Nate?
Allunghi la mano verso di me, proprio come la prima volta che ci siamo incontrati, e la prima in cui ci siamo salutati, mentre te ne andavi dal mio appartamento a Los Angeles, entrambi convinti che chissà quando ci saremmo rivisti. Non potevamo immaginare che pochi giorni dopo ci saremmo ritrovati insieme, abbracciati sul tuo letto, uniti come non lo eravamo mai stati, e liberi. Sì, perchè non so se te l'ho mai detto, ma mi sono sentita libera con te, non contava nient'altro al di fuori di noi, delle attenzioni che avevamo l'uno per l'altra, dei baci dati sottovoce, dei sospiri di abbandono.
Mi aspettavo un sorriso ironico da parte tua in una circostanza del genere; ho sempre pensato che se mai ci fossimo rincontrati, di sicuro avresti tirato fuori  una battuta delle tue, ma ti trovo stranamente riflessivo, serio, catturato dal mio sguardo. Sembra quasi che tu ne dipenda, come io dipendo dal tuo, fin da quando ci siamo incontrati.
Le nostre mani si sfiorano, timidamente, per poi allacciarsi, attirate l'una dall'altra come due calamite che non possono fare a meno di congiungersi. Riconosco la tua stretta, forte e dolce allo stesso tempo, delicata, se vuoi, e calda come sempre. Mi è capitato di pensare spesso che le nostre mani fossero fatte per unirsi insieme, che forse nessun altro avrebbe riempito meglio di me lo spazio nella tua mano, e nessuno meglio di te avrebbe riempito quello nella mia. Non so se te lo dirò, però: potresti pensare che sono parecchio stupida. Eppure, anche a distanza di anni, sembra che non mi sia sbagliata di tanto. 
'piacere di conoscerti, Stana'
La tua voce, sapessi quanto mi è mancata in tutto questo tempo. Soprattutto durante i primi periodi. Avevo le foto, i messaggi, che sono andati sempre diminuendo dopo che sono tornata a casa; avevo i ricordi, era tutto impresso nella mia mente, come la tua risata, il tuo profumo, la sensazione delle tue mani su di me e delle tue braccia intorno al corpo. Ci sono cose che, nonostante sembrino così astratte e siano impalpabili, ti rimangono per sempre. E quando diventano così infinite, così indelebili in te, ti mancano talmente tanto che puoi scegliere se morire per loro, o ridimensionarle, chiudendole in scatole di ricordi che poi decidi di tenere in soffitta. E sai che da lì, a meno che tu non decida di riaprirle, non usciranno. Però poi quelle cose, rinchiuse lassù in soffitta, ti mancano, e tanto. E allora, decidi di riaprire quelle scatole, di tirare di nuovo fuori ciò che ci avevi chiuso dentro,nonostante la consapevolezza che ti farà sicuramente male. A volte però sai, si preferisce soffrire, piuttosto che non sentire nulla. E poi, soffrire per qualcosa di bello che si è vissuto, è diverso.
'piacere mio,Nathan'
Ti osservo sorridere leggermente, per la mia pronuncia un pò strana e calzata del tuo nome. Ricordo benissimo quante volte mi hai detto che fosse strano, il modo in cui lo dicevo. Me ne accorgo ancora, dopo anni passati senza pronunciarlo.
'bene ragazzi, ora che abbiamo fatto le presentazioni, direi che possiamo andare a cena tutti insieme, così vi illustrerò meglio i dettagli.'
Io  e te, a cena insieme? Rido, un pò imbarazzata, e ti sorprendo a fare lo stesso. Sembra quasi uno scherzo del destino, non trovi?
Marlowe si dirige verso la sua auto, fecendoci strada fino al ristorante, e io mi affretto a salire nella mia: non vorrei ti venisse in mente di chiedermi un passaggio, sarebbe davvero troppo, e non si sa mai. 
Questo posto è stupendo, è così elegante; i grandi lampadari appesi al soffitto conferiscono alla sala un qualcosa di scenico, e la illuminano vivacemente. E' un posto molto grande, pieno di piccoli tavoli, addobbati con vasi dai fiori grandi ed esotici come  centrotavola, tovaglie bianche e raffinate, e tovaglioli color panna. Immagino non sia proprio il più economico dei ristoranti.
'prego, accomodatevi.'
La voce di Marlowe mi distoglie dai miei pensieri, invitandomi a sedermi al tavolo tondo che indica il suo nome come prenotazione. Anche tu, Nathan sembri pensieroso; chissà quante cose ti passano per la testa ora, mi piacerebbe saperlo. Mi piacerebbe conoscere ogniuno dei tuoi pensieri per vedere se corrispondono con i miei; chissà, magari potrei pensare ancora una volta che siamo compatibili, che ci capiamo al volo. O forse, non è più così, chi lo sa.
Marlowe ordina velocemente gli antipasti di base scritti sul menù, così intanto abbiamo tempo per pensare a cosa prendere dopo. Ti dirò la verità, però: non riesco tanto a concentrarmi sul cibo, in questo momento. Mi sembra quasi di essere rinchiusa in una specie di bolla, o qualcosa di simile; in quella bolla, però, ci sei anche tu con me. Non sento più nulla intorno, i rumori, le voci, è tutto scomparso, ma di te, di te posso ancora percepire ogni cosa, Nathan. Il ritmo rilassato del tuo torace mentre respiri, le tue mani grandi e ora un pò nervose che giocano con il bicchiere, sul tavolo,-che cosa ti impensierisce?- e poi la tua risata, per le battute che suppongo Marlowe stia facendo, le meravigliose rughe intorno ai tuoi occhi, che brillano ancora, proprio come due anni fa. Sembrano due stelle.
Ti ricordi la prima volta che te l'ho detto? Eravamo in spiaggia, era una notte stellata, meravigliosa, e  tu, per tutta risposta, mi hai baciata, accarezzandomi il viso, e mi hai detto a bassa voce: 'strano, pensavo che la stella più bella fosse proprio qui, accanto a me'. Spero davvero tu non l'abbia dimenticato.
'scusatemi un secondo,credo di aver dimenticato qualcosa in macchina'
Probabilmente ho interrotto una conversazione interessante, forse ho fatto un intervento del tutto inutile, fuori luogo e spropositato,ma non mi interessa; le lacrime mi stanno invadendo gli occhi, e se non esco ora, giuro che inizio a piangere. Non voglio che tu mi veda così. E poi, se Marlowe intuisse qualcosa? Se questo potesse compromettere la riuscita di quello che stiamo per iniziare, della nostra collaborazione? So quanto ami recitare, e non voglio mettere  a rischio tutto questo. E poi, lo amo anch'io, per merito tuo.
Ho sempre pensato, dopo che ci siamo separati, che magari un giorno ci saremmo rincontrati proprio per questo, per merito della recitazione. Forse, se mai avrò il coraggio di dirtelo, ne sarai sorpreso, ma è proprio grazie a te che ho scoperto di amare follemente qualcosa, tanto follemente da lasciare tutto e tutti per tornare qui, proprio dove ci siamo conosciuti. Ora che siamo qui per davvero,però..
Con un sorriso mi alzo da tavola, e cammino più veloce che posso verso l'uscita. E' incredibile che tu mi faccia questo effetto ancora, dopo due lunghi anni senza averti nè visto nè sentito. E poi pensa che buffo, il cielo di questa sera è proprio come quello che c'era l'ultima volta che siamo stati insieme, prima che io partissi. Oppure come quello del giorno in cui sono partita, all'aeroporto; non volevo mi accompagnassi, ma tu hai insistito, e io infondo lo desideravo così tanto che mi sono lasciata convincere, e non ho saputo dire di no. Sapevo bene che era un'addio, o quanto meno un'arrivederci, ma credimi, non ero mai stata così felice in vita mia, come nei momenti in cui mi baciavi. Anche se forse era per l'ultima volta. Avrei davvero voluto poter avere più tempo per dirtelo.
'sicura di stare bene?'
Pensa un pò, riconosco la tua voce ormai senza alcun dubbio, senza nemmeno essermi accertata che ci sia davvero tu, dietro di me. Posso percepire i tuoi movimenti senza vederti, sentire il tuo respiro, il rumore dei tuoi passi, e riconoscerlo tra un milione, anche bendata, ad occhi chiusi, girata di spalle. Sorrido lievemente, cercando qualcosa in me che mi dia la forza di girarmi e fingere un sorriso il più sincero possibile. Ora che ci siamo ritrovati, non voglio che la cosa sia troppo brusca; se mi vedessi piangere dovrei spiegarti tutto adesso, e sarebbe troppo. Del resto, probabilmente sono cambiate troppe cose rispetto a due anni fa, forse è cambiato addirittura tutto, non avrebbe senso. Mi limito a bearmi del tuo profumo però, di nascosto, e in silenzio.
'sì, tranquillo, è tutto a posto. Credevo di aver lasciato il telefono in macchina, e invece..'
Persino il tuo modo di sorridere, è rimasto lo stesso. E anche le immancabili pause che ogni volta seguitavano al dolce curvarsi delle tue labbra, e che, a quanto pare, lo fanno ancora. E' come se cercassi qualcosa da dire, è come se entrambi stessimo girando intorno ad uno stesso nocciolo, ma nessuno dei due vuole arrivarci direttamente. Eppure, prima o poi, uno dei due dovrà farlo.
'è strana la vita, non è vero?'
'già..due anni fa sembrava la fine di tutto, e invece..invece adesso siamo qui.'

Improvvisamente, è come se avessi deciso inconsciamente che quella dei due destinata ad arrivare al punto dovessi essere proprio io; è solo che ho l'impressione di esserci arrivata fin troppo in fretta. Ti sento sospirare, alla ricerca di qualche frase, parola, ricordo a cui aggrapparti, mentre io mi maledico dentro. Non avrei dovuto, spero tu capisca quanto mi sento stupida ora.
'senti Stana, a proposito di due anni fa, io..-Tu? Tu cosa? Sorridi, un pò imbarazzato, e grazie a Dio non sai quanta voglia avrei adesso di baciarti. Trattengo il fiato, in attesa che tu continui la frase, ma capisco che non aggiungerai altro, quando mi accorgo che le lacrime mi rigano già le guance, senza controllo, e vedo il tuo viso cambiare espressione. Sei addolorato, sembri ferito, e non so se ritenermi responsabile di questo. Giuro che non volevo piangere Nate, ma non reggo più. E' l'effetto che mi fai.-oh no, Stana, no. Sai che mi fa male vederti così'
Cosa significa, questo? Che ci tieni a me? Che provi ancora qualcosa? Che non mi hai dimenticata? Sai che se reagisci così, non riesco a non illudermi. Nonostante la tristezza, un lieve sorriso mi curva leggermente le labbra, per un secondo. Forse, forse non ti sono del tutto indifferente.
'mi dispiace Nathan, io..'
'ssh, vieni qui.'

Ovviamente, anche questa volta, risolvi tutto così, attirandomi a te e stringendomi al tuo petto. Era così che mi calmavi, quando piangevo, due anni fa, perchè sapevo che di lì a poco non ci saremmo più rivisti. Funzionava sempre, e anche ora-ti sembrerà stupido- mi sento già meglio. Il tuo profumo è forte, ma allo stesso tempo dolce, proprio come lo ricordavo, e le tue braccia, mi fanno venire in mente tante, troppe cose, Nathan. E' come se colmassero improvvisamente il vuoto che in tutto questo tempo non sapevo come riempire, e che poi ha finito per riempire me.
Mi stringi più forte, sentendomi singhiozzare, e io affondo istintivamente le unghie nella tua giacca morbida. Vorrei che mi dicessi che va tutto bene, che questa strana sensazione che mi assale non è nulla, che ora che ci siamo ritrovati possiamo ricominciare, che adesso non abbiamo aerei da prendere, malinconie da nascondere.
Mi lascio cullare dal tuo respiro, che mi tranquillizza- come fai ad essere così calmo?. Noto, però, una certa inquietudine in te. Forse riesci a controllarla, a non mostrarla, mentre per me è più difficile, ma mi sembri comunque un pò inquieto. E mi chiedo perchè, vorrei poter avere il potere di scoprirlo, di distruggere quel muro che si è formato tra noi. O forse sei tu a volerlo fare, dal momento che, senza darmi il tempo di accorgermi di cosa sta succedendo, mi prendi il viso tra le mani, e riempi i miei occhi con i tuoi. Mi sembra improvvisamente di tornare indietro nel tempo. Le tue carezze ad aggiustarmi un ciuffo ribelle di capelli, la vista appannata dalle lacrime, le guance bagnate, i nostri corpi e i nostri bacini sempre più vicini. Se solo sapessi quanto in questo momento vorrei poter avere di più, di più da te, di più da me, dal coraggio che mi manca, da noi.
Inclini leggermente la testa, facendo per avvicinarti di più alle mie labbra, ma poi ti blocchi, rimanendo per qualche secondo immobile. Il telefono ti squilla.
Ti stacchi da me un pò controvoglia- non mi dispiace ammetterlo- e rispondi, scusandoti con lo sguardo. Vedo un timido sorriso posarsi sulle tue labbra, mentre tiri un pò su con il naso. Non volevo provocare tutto questo, stavi piangendo.
Chiudi la telefonata dopo poco, con un 'ciao Crì, a dopo' e un bacio mandato a chi sta dall'altra parte del telefono. Già, ma chi è? Abbassi lo sguardo, come a doverti giustificare, e sospiri, come per ammettere una verità terribile.
'ti va se rientriamo?'
Annuisco, automaticamente, senza nemmeno rendermene conto, e lascio che sia tu a tornare dentro per primo. Chiunque fosse al telefono poco fa, non era di sicuro qualcuno di insignificante. Sarà tua moglie, come minimo, o tua figlia, forse. Dopotutto, non ne abbiamo ancora parlato, non so nulla della vita che ti sei fatto in tutto questo tempo. Una parte di me è felice che tu ci sia riuscito. Ma l'altra si chiede, quand'è che ce la farò anch'io?.
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Capitolo 6
*** You are back (?) ***


L'idea che tra poco sarò a casa mi consola, e mi rassicura come fosse la perfetta garanzia che almeno lì dentro i ricordi non mi assaliranno, il sonno mi coglierà, e niente potrà ferirmi. Ma cosa sono queste lacrime,allora? Domani mi accorgerò forse che sono davvero così amare come sembrano? Perchè sai,sto guidando verso casa,nel buio della notte calda di Los Angeles, senza nulla in mente, se non il tuo profumo inebriante, e i tuoi gesti lenti ma profondi. Cosa sei stato capace di farmi, Nathan, dopo tutto questo tempo?
La tua auto è proprio dietro la mia: chissà, sarai contento di tornare finalmente a casa, e scommetto che non vedi l'ora di riabbracciare la tua famiglia, o chiunque sia lì ad aspettarti, anche a quest'ora della notte. Devo ammettere, che mi dispiace non poter essere io stessa parte di ciò che credo tu abbia da tempo ricostruito. La tua vita. 
Anche se, devo ammettere, se noi due stessimo insieme, non sarei contentissima di vederti guidare mentre parli al telefono,come stai facendo ora; ma è una cosa che hai sempre fatto, e del resto, io mi fidavo talmente tanto di te che non ho mai nemmeno pensato che sarebe potuto succedere qualcosa, s enon tenevi entrambe le mani sul volante.
Osservo la tua auto prendere una stradina secondaria, svoltando a sinistra. Chissà dove abiti,ora, chissà se è sempre lo stesso posto.
Sospiro,sollevata. Non so perchè, ma mi immaginavo- e forse da una parte lo speravo,inconsciamente- che il tuo percorso sarebbe stato lo stesso mio, e che ci saremmo ritrovati sul pianerottolo di casa. Non so quanto posso essere stata stupida a pensare a tutto questo, ma ci ho pensato e basta, e ora sapere che evidentemente le nostre strade si separano ancora, mi delude. Forse,sai, non era destino. Forse eravamo le persone giuste ma al momento sbagliato, e nel posto sbagliato, o forse, forse non eravamo proprio destinati ad incrociarci,e non lo siamo nemmeno adesso. Capita di sbagliarsi, a volte. Ma credo che a ferirmi,sia il fatto che mi sono sbagliata proprio con te.
Eppure sai, due anni fa tutto questo non sembrava affatto un errore, o qualcosa di cui poi ci saremmo anche potuti pentire, una volta scesi dal nostro piccolo paradiso e tornati sulla terra. Tu sapevi quanto bisognava aspettare per sentire davvero un profumo: riuscivi ad attendere per i pochi minuti necessari, sembravi saper controllare anche il tempo, i secondi, e ogni volta che lo prevedevi, il profumo che tanto aspettavamo mi penetrava le narici, le inebriava, e mi si infiltrava sotto la pelle. Potevo rimanere per ore, così, davanti alla pasticceria in cui andavamo sempre, ad assaporare odori, profumi, e persino ogni colore di quel posto, finchè tu mi offrivi qualcosa, e ti divertivi a vedermi mangiare come una bambina maldestra che tenta invano di non sporcarsi di cioccolata il vestito nuovo. Ti meravigliavi sempre davanti ad un arcobaleno comparso dopo il temporale, e a volte riuscivi persino ad indovinare se sarebbe apparso oppure no. Ogni volta- me lo ricordo ancora, e il solo pensiero riesce a farmi sorridere nonostante tutto- mi dicevi che quell'arcobaleno,qualunque fosse, in qualsiasi momento delle giornata illuminasse il cielo,non era completo, perchè tra tutti i colori, mancava quello dei miei occhi.
E poi facevi di tutto per farmi sbagliare mentre cercavo di prepararti la frittata, di mattina, tentavi di deconcentrarmi, e ci sei praticamente sempre riuscito, perchè poi, invece di mangiare la colazione che stavo tentando di cucinare, finivi per mangiare me, e la giornata iniziava col sole.
Tutto questo mi stregava di te, Nathan, i tuoi modi da dolce bambino nascosti da un corpo da finto duro,ma grande e forte quanto basta per proteggermi da qualunque cosa. Nei miei momenti di felicità con te, però, non immaginavo di certo che quel corpo non avrebbe saputo difendermi da me stessa, e dal male che avrei fatto ad entrambi solo poco tempo dopo. Mi dispiace. Mi dispiace poter parlare di tutto questo solo al passato,senza poter immaginare un bel futuro che lo rispecchi.
Spengo definitivamente la macchina, sistemandola nel parcheggio di fronte all'appartamento in cui abito, anche se solo da poco. Avevo un  piccolo appartamento più in periferia, prima, ma poi ho trovato questo, più centrale, e ho pensato che sarebbe sicuramente stato più conveniente, nel caso fossi riuscita trovare un  lavoro. E ora, eccomi qua, infatti. Mi sembra di vivere qui da sempre.
Infilo le chiavi nella serratura del mio portoncino rosso, pronta più che mai ad abbandonarmi al sonno, sperando che basti a dimenticare almeno un pò di tutte le emozioni che questa sera si sono accavallate e sovrapposte, prendendo il sopravvento su di me, e costringendomi ad alzarmi ed uscire nel bel mezzo di una cena.
Un rumore mi porta a voltarmi, però, verso la mia destra, e nel giro di appena un secondo, posso sentire il cuore esplodermi e il respiro fermarsi. Le mani mi tremano, le gambe sembrano cedere, e improvvisamente, ho la mente annebbiata, incapace di ricordare qualsiasi cosa che non ti riguardi.
'Nathan'. Un filo di voce è più che sufficiente per farmi sentire da te, che ti giri a guardarmi, cercando di trattenere un'emozione che, l'ho visto, ti attraversa gli occhi come un lampo di luce.
'Stana..' deglutisco lentamente, stringendo con forza le chiavi di casa per sentirle affondare nella pelle morbida, tanto per essere sicura che posso ancora sentire qualcosa.
'cosa..cosa fai qui?' Ti osservo sorridere, arrossendo un  pò, mentre sollevi le chiavi che anche tu tieni in mano, appena estratte dalla tasca dei tuoi pantaloni.
'beh..ci vivo. Che strana coincidenza, non pensavo che tu abitassi qui'
'in effetti,io..mi sono trasferita da poco. Proprio una coincidenza.'

Il rumore leggero del tuo sorriso invita a sorridere anche me,mentre le tua bocca rimane curvata dolcemente, e i tuoi occhi splendono. Sei ancora quel dolce Nathan che consocevo,lo so. E sono davvero contenta che tu non sia cambiato, nonostante il tempo, l'età, e tutto.
'beh, allora..buonanotte, Stana. Magari ci vediamo domani per la colazione'
Sorrido, ripensando per un istante alle nostre colazioni, quelle insieme, che di certo non erano uguali a un 'forse ci incontriamo per sbaglio domattina nella sal del'hotel'. Ma sono costretta a riprendermi presto dai miei pensieri, perchè tu rimani lì, come in attesa di una mia risposta, e io non posso certo deluderti, non ora che sembro avere quella forza minima che serve per riuscire a dire qualcosa che abbia un senso compiuto.
'già, magari. Buonanotte, Nate'
Era da tanto che non ti chiamavo così, e questa consapevolezza remota mi costringe a mordermi il labbro, come per rimangiarmi qualcosa che non volevo mi sfuggisse. E arrossisco.
Entro in camera, girando lentamente la chiave, e chiudo timidamente la porta, girandomi verso di essa, quasi timorosa di fare troppo rumore, ora che so che sei proprio lì accanto.
Non credo riuscirò a dormire, questa notte: troppi pensieri, che fanno decisamente troppo,troppo rumore.
E a proposito di rumore, un timido ma allo stesso tempo deciso picchiettio contro la prota mi distrae, costringendomi ad avvicinarmi ad essa per aprirla. Non sapevo di aspettare visite. Sovrappensiero, spalanco la porta, e ti ritrovo proprio qui davanti a me, fermo, con la giacca ancora addosso, e un'espressione seria che mi fa venire voglia di abbracciarti più che mai.
'Nathan, è..successo qualcosa?'
'Stana, io non ce la faccio più.'

Dopo queste poche parole come risposta, senza darmi tempo di elaborare una qualsiasi reazione, mi prendi il viso tra le mani, e ti impossessi delle mie labbra, sfiorandole dolcemente con le tue. Cosa dovrei fare, ora? Mandarti via, respingerti? Dirti di fermarti forse, staccarmi da te, senza lasciarmi minimamente prendere dalle tue carezze sulle guance, dai tuoi occhi sempre più scuri, e dai tuoi baci così profondi? Mi piacerebbe essere forte abbastanza.
Appoggi la fronte contro la mia, spingendomi delicatamente contro il muro, e posso notare i tuoi occhi scurirsi sempre di più, carichi di desiderio, mentre il tuo profumo unito a ricordi ormai indelebili mi inebria la mente. Riprendi a baciarmi, questa volta con più calma, lentamente, e profondamente, scendendo poi sotto l'orecchio,verso il collo. Sai che è il mio punto debole, lo sai benissimo,e francamente non so se è essere contenta perchè te lo ricordi ancora, o preoccupata, perchè se continui così non so qaunto a lungo potrò resistere ancora. Le gambe cedono, non sono più stabili.
'quanto mi sei mancata, Stana' la tua voce è rauca, il tuo profumo più forte che mai, e le tue mani corrono decise dietro la mia nuca, perdendosi in mezzo ai miei capelli. Mi sfugge un debole gemito, al suono del mio nome pronunciato così, con così tanta lussuria, passione, Nathan ma cosa mi fai? Sembra quasi un sogno, uno dei migliori che abbia mai fatto, e credimi, vorrei poter dormire molto, molto a lungo. Ma non posso permetterlo.
'Nathan..-fermarti è difficile, difficile quasi quanto è stato, due anni fa, decidere di tornare a casa.-Nathan fermati..devi fermarti, Nathan'
Mi baci leggermente il mento, le guance, passandomi con un dito il contorno delle labbra. Continua così, e non riuscirò più a controllarmi.
Ansimi, tenendo gli occhi chiusi come per trattenerti, e mi accarezzi il viso con i pollici, per poi fissare i tuoi occhi nei miei. Non ho mai visto nulla di tanto infinito.
'vuoi che me ne vada?'
Chiudo gli occhi, sospirando. No, tecnicamente no, non lo vorrei, ma credimi, devi farlo. Non può succedere ora, no. Anche se non sai quanto lo desidero. Appoggio le mani sul tuo petto, staccandoti leggermente da me, e improvvisamente non riesco nemmeno più a guardarti negli occhi. So benissimo che mentirei, e tu lo capiresti. Mi leggi dentro, l'hai sempre fatto. 
'va bene, vado, se è questo che vuoi.-spalanco gli occhi, guardandoti stupita e  beandomi ancora un pò delle tue dolci carezze sul viso.-farò di tutto Stana, di tutto, te lo giuro.'
Sto per rispondere, per chiederti cosa intendi per 'tutto', cosa vuoi esattamente, am tu riesci elegantemente ad azzittirmi, baciandomi ancora una volta, ora con il solo scopo di essere dolce, dolce più che mai, quasi volessi scusarti.
Ti stacchi da me, sorridendomi, e strofini il naso contro il mio, per poi lasciarmi un delicato bacio a stampo, e uscire dalla mia camera. Il rumore della porta che si chiude sembra rimbombare all'infinito, sembra diventare quasi assordante, tanta è la confusione nella mia mente. Ma sento di essere felice; è coem se qualcosa in me si fosse finalmente ricomposto.
Sì, mi sei mancato anche tu.
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Capitolo 7
*** One step closer. ***


E' dura starti alla larga, anche sul set. Insomma, sei bello, attraente, intelligente, e ormai mi conosci abbastanza bene da poter sapere perfettamente cosa mi fa più impazzire, e cosa desidero. Riesci ancora a farmi ridere durante le pause.  Ma solo perchè c'è stato un bacio, non significa certo che è tutto risolto. Purtroppo, temo non possa essere così semplice, caro il mio principe dagli occhi blu.
'ceni con me, stasera?'
Mi pietrifico, spiazzata dalla tua domanda che, ovviamente, contrasta in tutto e per tutto i miei pensieri. Come posso mantenere i miei propositi, rimanere ferma nella mia posizione, se poi tu mi fai certe proposte? Mi sforzo di mandare giù il caffè, che improvvisamente mi sembra più bollente del solito, e cerco con tutta me stessa di farlo come una persona normale. Tu sembri divertirti, però, eh. Magari, se ci fossi tu nella mia situazione, ti divertiresti meno, caro Fillion.
'Nathan, sinceramente, non so se è il caso, insomma..'
'dai, perchè no?'
Cammini avanti e indietro per la stanza, impaziente di sentirti dare la risposta che vorresti. Nathan, credi che per me sia facile resisterti? Ti direi di sì a qualsiasi ora del girono! Ma non posso, e vorrei lo capissi. Prendo un respiro profondo, chiudendo per un attimo gli occhi, e non riesco ad evitare di arrossire. Perchè, perchè, perchè mi fai questo effetto? Perchè?
'Nathan ti prego, noi..'
Ti fai serio, improvvisamente, e mi constringi a troncare la frase a metà, avvicinandoti a me in modo a dir poco pericoloso. Ma rispetti i miei spazi: ti avvicini ma non troppo, e mi guardi dritta negli occhi, infondendomi fiducia. Vorrei tanto non riuscire a leggerci fiducia lì dentro, perchè se ce la leggo, automaticamente significa che mi fiderò. E so già che è sbagliato.
'ti prometto che sarà senza impegno,okay? Voglio solo..invitarti a cena. Penso che abbiamo molte cose da dirci.'
Ho la bocca semiaperta, gli occhi fossilizzati su di te, la mente annebbiata, sono immobile e incapace di pensare. Se solo potessi sentire la tua voce in questo momento nello stesso modo in cui l'ho appena sentita io, capiresti. E' diventata scura, profonda, come i tuoi occhi, che sembrano quasi divorarmi. Come ti riesce? Ti ci alleni, per caso?.
Respiro a malapena, a pochi centimetri dal tuo viso, che mi sembra essere sempre più vicino, per poi riprendermi, e arrossire come una stupida. Chissà cosa penserai di me ogni volta che mi succede. Sorrido, un pò imbarazzata, e stringo più forte la tazza del caffè tra le mani: il fatto che riesco ancora a sentirne il calore mi rassicura, significa che mi è rimasta ancora un briciolo di lucidità, nonostante tutto.
'allora, in questo caso..ci sto. A che ora?'
Sorridi, annuendo compiaciuto, e ci pensi un attimo su. O almeno, così sembra. 
'facciamo..alle otto?'
Acconsento, annuendo, e bevo l'ultimo goccio di caffè rimasto.  Senza guardarti, però, altrimenti non credo mi sarebbe possibile non strozzarmi.
'mi piacerebbe poter dire che ti passo a prendere,ma abitiamo così vicini che..non credo ce ne sia bisogno!-Scoppio a ridere, appoggiando la tazza sul tavolo, e ti sento ridere a tua volta, contento. No, non sei cambiato affatto.-grazie Stana'
Lo dici in modo serio, sincero, sussurrato appena, ma abbastanza forte da permettermi di sentirlo benissimo, e torni ad avvicinarti a me, baciandomi  dolcemente una guancia. Il solo contatto delle tue labbra morbide con la mia pelle mi fa rabbrividire. Ed è solo un bacio sulla guancia, durato poco più di due secondi. Ma ti giuro, mi è sembrato infinito. 
Alzo lo sguardo, vedendoti andare via con sorriso sincero sul viso, e in men che non si dica, quel sorriso si dipinge anche sulle mie labbra. Ma forse dovrei trattenermi, dato che Tamala, appoggiata alla porta, mi sorride in maniera maliziosa, tamburellando sul muro con le lunge unghie rosse. Mi fissa, sopracciglio destro alzato, e con un dito mi fa segno di avvicinarmi. Non riesco a non ridere. 
'c'è per caso qualcosa che dovrei sapere, miss Katic?'
Mi volto verso la macchinetta del caffè, mettendo a posto il mezzo casino che ho fatto, e incapace di guardare seriamente Tamala. Tanto alla fine lo so che riuscirà a farmi dire tutto quello che vuole sapere. E' fattà così: è curiosa, non le sfugge mai niente, e ha l'assurdo potere di farti confessare anche ciò che di più nascosto vorresti tenere. Ma mi fido di lei, quindi, in ogni caso, penso che le dirò tutto. Ma magari non ora.
'non so Tam, per esempio riguardo a cosa?'
Ride, divertita, e applaude, saltando sul posto, esaltata più che mai. Credo che il mio atteggiamento stia rivelando più di quanto non vorrei in realtà.
'lo sapevo, lo sapevo!'
Rido, sconcertata, e scuoto la testa, continuando a riordinare ciò che forse è già a posto. Che il nervosismo e l'ansia stiano iniziando a prendere il sopravvento su di me?
'sapevi..cosa?'
Tamala butta gli occhi al cielo, sbuffando, e si avvicina a passo di carica, determinata più che mai a farmi 'sputare il rospo'. 
'andiamo Stana, puoi smettere di fingere con me. Ho visto come si comporta Nathan con te, e come tu lo guardi..quando è iniziata?'
Sospiro, questa volta girandomi verso di lei, e abbasso la voce, in modo che lo faccia anche lei, ridendo un pò per i suoi occhi assetati di conoscenza. Appena saprà della cena, vorrà sapere ogni dettaglio..
'due anni fa. Noi..ci siamo incontrati qui, io ero in vacanza, e abbiamo avuto un mezza storia. Poi però sono tornata a casa, ed è tutto finito lì. O almeno lo credevo..'
Mi sorride dolcemente, accarezzandomi un braccio, e proprio come una sorella, tenta di confortarmi.
'oh, tesoro..ci andrai alla cena,vero?'
'beh, ecco, io..-mi interrompo, realizzando improvvisamente che, almeno in teoria, lei non dovrebbe sapere della cena! Meschina Jones, davvero un colpo basso.-ommioddio, ma tu stavi origliando!'
'non esattamente, diciamo che..'
'Tamala Jones!'
'senti, ero curiosa, che dovevo fare? Ricavare informazioni da te è più difficile che far confessare un serial killer psicopatico dal passato oscuro!'
Riesce a farmi ridere, forte come forse non facevo da tempo, e ride anche lei, fino a non avere più il respiro. Non mi sarebbe mai e poi mai potuta capitare un'amica e collega migliore. A volte penso che eravamo proprio destinate ad incontrarci, e ringrazio che sia successo.
'ma se hai sentito tutto, perchè mi fai il terzo grado?'
'beh..-accende nuovamente la macchinetta, per prepararsi un caffè, e anche per farmi indispettire un pò, dato che mi ha visto pulire tutto pochi minuti fa. Attenta Jones, stai giocando col fuoco.-sentire confessare tutto proprio dalle tue labbra, fa un'altro effetto! Ormai dovresti conoscermi..'
'sei veramente perfida, Tamala'
Lo dico ridendo, ma lei, maliziosa, sembra già avere un'altra idea in mente. E io non so se avere paura o pregare che non sia nulla di troppo grande, nulla di catastrofico, nulla..in stile Tamala.
'mi perdonerai presto, promesso.'
'come fai ad esserne così sicura? Potrei legarmi al dito questa violazione della privacy..'
Sorseggia sicura il suo caffè, sorridendo sotto i baffi, e vedo i suoi occhi luccicare per via di qualcosa che sicuramente sta macchinando e che vuole propormi. Ormai, da lei, mi aspetto di tutto. Anche se, sinceramente, le sue idee si dimostrano sempre le migliori. E' diversa da me, è molto più aperta, e deve insistere un pò prima di convincermi a cedere, ma quando ci riesce, scopro che in fondo in fondo, aveva ragione, e che avrei dovuto cedere un pò prima. 
'oh non lo farai, te lo assicuro. Non dopo che ti avrò fatto passare il miglior pomeriggio di shopping di tutta la tua vita!'
Spalanco gli occhi,trattenendo il respiro: io detesto lo shopping! Cioè, sì, mi piace comprare qualcosa ogni tanto, ma il concetto di 'shopping alla Tamala' è qualcosa di molto, molto più intenso. Lei non si accontenta di un acquisto ogni tanto.
'il miglior ..cosa?!? Perchè mai dovrei aver bisogno di fare shopping tutto il pomeriggio?'
'beh, per la cena, no?'
'veramente,non sono nemmeno sicura di andarci..'
Ride, come se conoscesse una verità nascosta che io non riesco a vedere, e mi guarda, scuotendo la testa. 
'andiamo Stana, non ci credi nemmeno tu. Ti si legge in faccia che vuoi andarci.'
'davvero, è così evidente?-Annuisce, sorseggiando il caffè. Mi capita spesso di pensare che Tamala mi conosca meglio di chiunque altro, persino di me stessa.-e va bene, e allora..shopping sia!'
Emette un urletto stridulo, e mi salta letteralmente addosso, abbracciandomi fortissimo. Inutile dire che anche in questo caso, le risate si sprecano. 
'sarai bellissima, te lo prometto. Cioè, non che tu abbia bisogno di chissà cosa per esserlo, ma ti giuro che questa volta ti supererai. Sarai uno schianto, e lui non riuscirà a toglierti gli occhi di dosso. E forse, non solo quelli..'
'TAMALA!'
In un altro momento il mio rimprovero, forse sarebbe stato più covinto, più severo, ma ora, riesco solo a ridere, e ad essere felice. Felice che Tam, con il suo aiuto, sia riuscita a farmi vedere le cose da un altro punto di vista, e sia riuscita a farmi capire cosa voglio davvero, e che non c'è motivo di trattenersi o avere paura. Devo lasciarmi andare, soprattutto ora che Nathan sembra aver fatto un passo verso di me.
Voglio una serata magica, ecco cosa voglio. E la voglio con lui.
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Capitolo 8
*** Wherever you will go. ***


Questo posto è semplicemente stupendo. E' magico. 
E' un ristorante in riva al mare, grande ma allo stesso tempo intimo quanto basta per farti sentire a casa. Ha un parcheggio enorme proprio di fronte all'entrata, e sul retro, c'è una meravigliosa spiaggia, candida, tiepida per l'aria della sera e il calore accumulato durante il giorno, e c'è un mare bellissimo, che si infrange, con solenne tranquillità, contro gli scogli. Non è ancora totalmente buio, anzi, non sembra nemmeno che siano le otto di sera, e come se non bastasse, un numeroso gruppo di gabbiani vola sul mare, quasi ad inseguire un sole che ormai, comincia a non vedersi quasi più.
'oh santo cielo Nathan,ma..dove mi hai portato?'
'ti piace?'
Me lo chiedi serio, sincero, ma sorridendo, con le guance leggermente rosse, le mani nelle tasche, e il vento che ti scompiglia i capelli. Va bene che con la tua compagnia- devo ammetterlo- qualsiasi posto sarebbe stato fantastico,ma questo..questo supera di gran lunga le mie aspettative, perisno quelle migliori.
'è..è magnifico, io sono davvero senza parole'
Ti sento sorridere, soddisfatto, ma in maniera dolce, come solo tu sai.
'ed era proprio questo il mio scopo..lasciarti senza parole! Ma il bello deve ancora venire..-sgrano gli occhi, stupita più che mai, e tu mi porgi la tua mano, sorridendo con aria rassicurante.-vieni, ti faccio vedere il nostro tavolo'
Esito un secondo, poi stringo la mia mano nella tua, sorridendoti, e mi lascio guidare, ancora una volta. Sai, improvvisamente sembra che quello che abbiamo passato, il dolore, e tutto quanto, sembra non sia mai esistito. Questo posto è perfetto, l'atmosfera è perfetta, il mio umore è perfetto, tu lo sei, noi, inisieme, lo siamo.
Ringrazi il cameriere, dopo esserti fatto indicare il nostro tavolo, e posso cogliere nei tuoi occhi uno scintillio di emozione, emozione che forse provi nell'avermi davanti? 
Sorrido, per poi rimanere senza fiato di fronte a quello che vedo. Tu sei pazzo Nathan, sei completamente pazzo. 
Il nostro tavolo è poco distanza dal punto in cui eravamo noi prima; si trova in un angolino appartato, vicino ad un parapetto il cui scopo è garantirci una vista mozzafiato e allo stesso tempo proteggerci dalla caduta, in un punto in cui il balconcino del ristorante si trova proprio sospeso sull'acqua, sorretto da dei pali alla base. Anche la visuale è mozzafiato: oltre al mare bellissimo, agli scogli, e al sole calato, si possono vedere in lontanaza i grattacieli, la città, una relatà totalmente diversa rispetto a questa. Sono completamente senza parole.
Da vero galantuomo, allontani la mia sedia dal tavolo per permettermi di sedermi, e la riavvicini, sedendoti poi di fronte a me. 
'ho fatto di tutto per ottenere il tavolo migliore'
'bè, direi che ce l'hai fatta! Tu sei matto, questo tavolo..'
'ssh, questa sera non voglio pensare a niente. Voglio regalarti una serata perfetta, Stana'
Un brivido mi attraversa la schiena, mentre una tua mano accarezza la mia, sul tavolo, e il tuo sorriso mi travolge. Dio mio, cosa mi fai.
'cosa vi porto, signori?'
'una bottiglia di vino bianco, per favore, leggermente frizzante, e degli antipasti di pesce'
'certo, subito'
Incredibile, ti ricordi ancora che adoro il vino bianco col pesce, e ti ricordi persino come mi piace che sia. Sembra quasi assurdo.
'wow, che memoria'
Sorridi timidamente, sospirando un pò.
'già..ma non credere che l'abbia fatto per te. Adoro quel tipo di vino, l'ho ordinato solo per questo'
'certo, come no'
Riesco a farti ridere,-lo stesso che fai tu con me- e continuo ad avere la sensazione che nulla,ma proprio nulla, tra noi sia cambiato. Anzi, sembra che il tempo non sia proprio mai passato.
Il tuo modo di sorseggiare il vino, di tenere il bicchiere, di mangiare, è sempre lo stesso. E anche i tuoi gusti sembrano essere ancora compatibili con i miei, perchè è tutto squisito! 
'Nathan, dove vai?'
'vieni con me'
Mi sfiori la mano, per portarmi, con ancora il bicchiere di vino, al parapetto, sul mare. Ti ci appoggi, girato verso di me, mentre io osservo il panorama. E' incredibile quanto forte riesca a sentire che mi stai guardando. Chissà cosa pensi. Ma non ho il coraggio di girarmi, e nemmeno di pensare. Voglio solo sentire che mi guardi, e magari, immaginare che mi guardi ancora come due anni fa.
'questo panorama è mozzafiato'
'no, tu lo sei.-trovo la forza di sollevare lo sguardo, e vedo i tuoi occhi correre lungo le mie gambe, soffermarsi sulle mie spalle, lasciate scoperte dal vestito a fascia, e incantarsi sulle mie labbra, che mi mordo, nervosamente. Non puoi fare così, non puoi guardarmi in questo modo. Il cuore perde un battito, e le gambe sembrano cedere. Non puoi, se vuoi che io sopravviva a questa serata.-sei bellissima, Stana.'
Sorrido, un pò in imbarazzo, e abbasso la testa, con le guance completamente rosse e bollenti, e i capelli che ora mi sembrano tutti fuori posto e da aggiustare. Ma ci pensi tu a farlo. Con dolcezza, e lasciandomi assaporare una scia del tuo profumo, mi sistemi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, anticipando un gesto che, ormai lo sai, avrei fatto io nel giro di pochi secondi. Mi conosci ancora così bene.
'ti va se andiamo a passeggiare un pò in spiaggia?'
'mmh perchè no, questa sabbia sembra così invitante..'
Mi sorridi, dolcemente, e mi sfiori appena un braccio, per indicarmi di non muovermi da qui.
'aspettami solo un secondo, torno subito'
'dove vai?'
'a pagare il conto!'
Butto gli occhi al cielo, facendoti ridere mentre ti allontanti. Te l'ho chiesto sentendo ancora il solletico delle tue dita sulla mia pelle. Te l'ho chiesto con ancora i brividi addosso, per pochi secondi di contatto. Te l'ho chiesto con un'inconscia paura di vederti andare via per non tornare. Tu invece, mi hai risposto con la sicurezza di una decisione indiscutibile,ma con la dolcezza di un ritorno promesso. E infatti eccoti di nuovo qui, con il vento tra i capelli, elegante come non ti avevo mai visto prima. Vorrei poterti dire quanto sei bello stasera, perchè lo sei più del solito. E ora che ci penso, forse non mi sento tanto bene.
 Ti avvicini a me, e indicandomi la spiaggia con un gesto, mi tendi la mano per venire con te. E io la afferro, accarezzandola. La voglio la tua mano Nathan, voglio venire in spiaggia con te, voglio che mi guidi, voglio venire con te ovunque tu voglia. Voglio che mi tieni per mano.
'dove hai trovato questo vestito bellissimo?'
'ohw, ti piace?'
'bè..ti sta da favola.-sorrido, e tu ti fermi proprio davanti a me, tornando a guardarmi come poco fa. Nathan, ti giuro che è davvero troppo, il modo in cui mi guardi.-anche se..con questi tacchi sei troppo alta, quasi più di me!'
'e quale tipo di problema ti crea, questo?-mi tolgo i tacchi, per poi avvicinarmi al tuo orecchio. Allora anche tu rabbrividisci, se faccio così. Pensavo di essere solo io la debole.- Non ti senti abbastanza..uomo, forse?'
Spalanchi gli occhi e la bocca, con aria teatrale, e riesci a farmi ridere, divertendomi.
'cosa?! prova a ripeterlo se hai il coraggio!'
'e tu prova a prendermi'
Sorrido maliziosamente, e ti sento fare lo stesso, poco prima che io inizi a correre, con i tacchi ancora in mano, vicino all'acqua, sentendola bagnarmi i piedi e le caviglie, e fare rumore al mio passaggio. Mi sento così libera, sai?
In poco tempo mi raggiungi, sollevandomi da dietro, per poi finire a terra, e ritrovarti sopra di me. Il corpo contro il mio. Il viso a pochi centimetri dalle mie labbra. Non respiro.
Mi sfiori leggermente il naso, e mi solletichi le labbra, sospirando, e causando in me migliaia di brividi che davvero non vorrei vedessi. Ma è inevitabile, suppongo. 
Con mia sorpresa ti alzi, e aiuti anche me a rimettermi in piedi, sorridendo. Credo che tu abbia appena fatto centro. Avresti potuto approfittarne, e non l'hai fatto. E non sai quanto ti sia grata per questo.
Ti ringrazio con lo sguardo, sistemandomi il vestito, e sorridendoti. Dio Nathan, sei bellissimo. Un brivido mi scuote, per il tuo meraviglioso, fottuto sorriso solo per me. 
'senti freddo?'
'solo un pochino..'
Mi accarezzi la schiena dolcemente, posandomi la tua giacca sulle spalle. Dolce, maledettamente dolce.
'aspettami un secondo..ma chiudi gli occhi!-Ti allontani un attimo, facendomi ridere, nonostante io rimanga qui, in riva al mare, senza sapere dove tu sia. Ma immagino tu sia qui vicino. Posso ancora sentire il tuo profumo inebriarmi la mente.-et voilà, signorina'
Apro gli occhi, ritrovandoti di fronte a me, con una bellissima rosa in mano. Okay, sto per piangere.
Rimango senza parole, e mi porto una mano al cuore, stupita. Sei meraviglioso, in tutto quello che fai.
'Nathan, io..'
'ssh, vieni qui'
Mi stringi forte, sorridendo, e io, per una volta mi lascio andare, appoggiando la testa sul tuo petto. E' tutto così bello, Nathan, è tutto così..normale. Come due anni fa. O forse, anche meglio,dato che questa volta nessuno dei due va da nessuna parte. Vero?
Ti porti una mano nella tasca, tirando fuori un mp3 e un paio di cuffie. Ti osservo, senza dire nulla, e tu, in silenzio, capisci i miei dubbi,e mi sorridi, mettendomi una cuffia nell'orecchio. Parte una canzone. E' dolcissima, lenta, romantica, perfetta.
[And maybe, 
I'll find out
a way to make it back someday
to watch you, to guide you,
through the darkest of your days
if a great wave shall fall
and fall upon us all
then I hope there's someone out there
who can bring me back to you'
Mi scende una lacrima, per le parole di questa canzone, ma tu la alsciughi, accarezzandomi delicatamente i capelli, per poi stringermi di nuovo a te, e baciarli appena. Oh, Nathan.
'andiamo a casa, Nate'
Ti sento distaccarti leggermente da me, per guardarmi negli occhi, mentre un raggio di luce ti illumina lo sguardo, più brillante che mai. Sono sopresa anch'io dalle mie stesse parole, non so perchè le ho dette, non so nemmeno come mi sia venuto in mente. Ma evidentemente le pensavo così tanto da aver bisogno di dirle.
'ne sei sicura?'
Ti accarezzo il viso, come non facevo da tanto, e ti bacio. Sì, Nathan, ti bacio, finalmente. In riva al mare con i gabbiani, l'aria fresca della sera, il rumore delle onde, la sabbia fredda. Mi stringi di più, rispondendo al bacio, lasciandomi sentire perfettamente quanto mi vuoi, avvicinando il bacino al mio. Oh santo cielo. Mi cedono le gambe, tanto che sono costretta ad aggrapparmi a te, che mi sostieni, impedendomi di cadere. Forse sto impazzendo, non lo so, ma dio mio, se ti voglio.
Sussurri un 'andiamo' sul mio collo, facendomi rabbrividire, e nel giro di poco ci ritroviamo a correre come matti verso un taxi, nemmeno fossimo due ragazzini. 
E' bello sentirsi come se il tempo non si fosse mai mosso da lì.
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Capitolo 9
*** Together ***


Mi sembra quasi di bruciare, per i tuoi baci così appassionati, Nathan. Da qualche minuto buono siamo attaccati l'uno all'altra, quasi senza ossigeno. Ma di respirare, in questo momento non m'importa, se posso sentirmi viva attraverso te. Mi fai appoggiare contro il muro, senza staccarti da me, e scendi a baciarmi il collo, lentamente, lasciando correre le mani lungo il mio corpo. Arrivano sul mio seno, che stringi leggermente, ansimandomi sul collo, e facendomi gemere. Oh Nathan, santo cielo.
Arrivi a baciarmi lungo la scollatura del vestito, e fai scendere lentamente la zip per togliermelo, scoprendomi senza reggiseno. Ti vedo sorridere, malizioso, mentre ti abbassi un pò per torturarmi il seno, con le tue mani grandi e i tuoi baci passionali, che non tralasciano nemmeno un centimetro di pelle. Ti stai prendendo cura di me.
'Dio, Stana, quanto sei bella'
Sorrido, stringendoti di più al mio petto, e cercando di rispondere, nonostante il modo in cui mi stuzzichi non renda le cose molto facili.
'che c'è, credevi che col tempo mi fossi sfiorita?'
Abbandoni i miei capezzoli, e risali fino alle labbra, lasciando una scia calda lungo il collo. Mi guardi con dolcezza, ma allo stesso tempo con serietà, come a volermi rassicurare di qualcosa, e tieni il mio viso tra le mani.
'no, no. Non l'ho mai pensato, mai'
Ti sorrido, per rassicurarti a mia volta, e ti bacio dolcemente, portando di nuovo la tua mano sul mio seno. Avvicini di più il bacino al mio, stringendomi, e io, istintivamente, butto la testa all'indietro, cercando di trattenermi, mentre tu ne approfitti per riprendere a baciarmi il collo. Brividi, brividi ovunque in me.
'ti voglio Nathan'
Rispondi con un sospiro, e improvvisamente mi prendi in braccio, appoggiandomi dolcemente sul letto, e sedendoti su di me,attento a non pesare. Non mi faresti mai del male, mai. Anzi, ho bisogno di averti addosso.
Rimani un pò a guardarmi, con il viso leggermente rosso, e mi sento avvampare, per il tuo sorriso dolce e i tuoi occhi che viaggiano ovunque su di me.
Ti sfili la maglia, poi ti abbassi, lentamente, e mi accarezzi le gambe, scendendo a baciarmi la pancia e le cosce, e ti avvicini sempre di più alla mia intimità, ora scoperta, stuzzicandomi come se davvero ti divertisse vedermi impazzire.
'aaah Nathan, oddio'
Stringo le coperte così forte da farmi male, buttando la testa all'indietro, con un gemito che mi rimane soffocato in gola, mentre tu sorridi, e ansimi su di me. Sei soddisfatto, sì, ma io non mi sento affatto usata.
Risali lungo il mio corpo, tornando alle mie labbra, e mi baci dolcemente, accarezzandomi le guance e i capelli. Mi chiedo come tu riesca ad essere così disarmante. 
Ti stringo di più a me, e mi ritrovo seduta su di te, intenta a slacciarti la zip dei pantaloni. Ti sento tremare, mentre affondo una mano nei tuoi boxer, stuzzicandoti, e tu appoggi le mani sui miei fianchi, solleticandoli. Voglio vederti, voglio vederti tutto. Sei così bello, dio mio. 
Ti sfilo totalmente i pantaloni e i boxer, velocemente, e li lancio a terra con il resto di cose inutili di cui abbiamo volentieri fatto a meno da quando siamo rientrati.
Mi avvicino al tuo orecchio, leccandolo un pò, e ti bacio proprio tra l'orecchio e il collo, succhiandoti la pelle, per lasciare una piccola macchia rossa e calda.
'adesso tocca a me.-Muovo la mano, toccandoti, e tu inizi subito ad agitarti sotto di me, avvampando e sospirando. Ti giuro che sei uno spettacolo.-lasciati andare, Nate'
'sei crudele, Stana'
'prova a dirmi che non vuoi'
Mi rispondi con un gemito, mentre ridi, per il mio tono provocatorio che, evidentemente, ha colto nel segno. 
'sei bellissimo, Nathan'
Con un grande sforzo, lasci le coperte che tenevi strette tra le mani, e  ti alzi per metterti a sedere,appoggiando la fronte sulla mia. Adoro, sentirti respirare così affannosamente per merito mio.
Abbandoni la testa all'indietro, con i capelli sudati, quando finalmente decido di concederti una pausa, leccandomi le dita. Ti bacio il petto, così forte e muscoloso, e tu mi stringi forte, tornando a dominare su di me, ma senza farmi male. 
'sei perfetta Stana.-Affondi gli occhi nei miei per dirmelo, riempiendomi di fiducia, e mi accarezzi il viso, iniziando a spingere dentro di me. Istintivamente spalanco la bocca, emettendo un gemito che tentavo invano di reprimere, e tu torni a prendermi il viso tra le mani, baciandomi lentamente.-rilassati Stana, sei bellissima. Fidati di me'
Mi abbandono a te, lasciandoti fare ciò che vuoi. Sono tua Nathan, lo sono sempre stata, e lo sono una volta ancora. 
Inizi a spingere più forte, vedendomi impazzire, e mi stringi, proteggendomi. Non mi sono mai sentita meglio in vita mia. Sono così rilassata, felice, al sicuro tra le tue braccia, che, davvero Nathan, non penso sarei mai stata destinata a sentirmi così con qualcun altro. Voglio solo te, ecco cosa voglio.
'ti amo Nathan'
'oh, Stana'
Sospiro, affondando le unghie nella tua pelle morbida e leggermente sudata, piangendo improvvisamente. Non vorrei, ma se potessi mi rimangerei le parole che ho appena detto, perchè so che inevitabilmente causeranno problemi, tu mi respingerai, non ci sarà mai più nulla tra noi, io mi sentirò in colpa, e tutto questo riempie i miei occhi di lacrime. Sarà tutto per colpa mia.
'scusami Nate, perdonami..'
Ho appena la forza di sussurrarlo, ma tu ti fermi, sorridendomi dolcemente, e mi asciughi le lacrime con dei baci sulle guance e sulle labbra. 
Scendi fino all'orecchio, mordendolo piano, e mi baci delicatamente il seno,  trattandomi come se fossi la cosa più preziosa che hai. Mi accarezzi il viso con un pollice, fissando i tuoi occhi dentro i miei-forse non hai ancora capito quanto questo possa farmi morire- e ti avvicini alle mie labbra per sussurrare qualcosa.
'volim te, Stana'
Sento un brivido potente quanto una scarica elettrica attraversarmi il corpo come un terremoto, non appena pronunci questa frase. Mi ricorda due anni fa, quando una sera me l'hai detto. Eravamo in terrazzo, era caldo, e si stava da dio. Cenavamo a lume di candela. Tu mi hai detto che volevi imparare qualcosa in serbo, e io ti ho insegnato un pò di parole, poi tu mi hai sorpreso, tirando fuori questa frase tutta d'un tratto,e  mi hai lasciato senza parole. Proprio come ora. Tutto questo, non fa altro che aumentare la voglia assurda che ho di te. Assurda, sì, perchè non c'è nulla di logico in questo, nulla di razionale. Ma è tutto maledettamente perfetto.
Ti rispondo baciandoti con foga, profondamente, quasi volessi mangiarti. Voglio recuperare i due anni passati senza di te, senza di noi, Nathan.
Anche tu però non sei male. Mi riempi di attenzioni, tenendomi stretta a te, e aumenti il ritrmo delle tue spinte, lasciandomi quasi senza fiato. 
'vieni per me, Stana. Vieni per me'
'oh Dio, Nathan'
Ti guardo, presa da noi due almeno quanto te, e posso vedere le tue pupille ingrandirsi, sembri quasi mangiarmi, mentre una tua mano gioca con il mio clitoride. 
Chiudo gli occhi, abbandonando la testa all'indietro, e lascio andare qualsiasi sensazione, qualsiasi reazione, mi lascio libera. 
Gemi con me, a lungo, soddisfatto,  per poi lasciarti andare di fianco a me, accogliendomi tra le tue braccia. Se solo sapessi quanto mi era mancato tutto questo, e quanto la tua assenza mi aveva logorata dentro, come una malattia.
Mi baci i capelli, teneramente, accarezzandomi un braccio con la punta dei polpastrelli. Vorrei parlare, vorrei dirti tante cose, ma prima che possa farlo, il sonno mi assale, e sento le palpebre farsi sempre più pesanti, mentre la stanchezza si impadronisce di me. Scusa.
Ti vedo sorridere, dolce, mentre mi baci piano una guancia, mi accarezzi i capelli, e mi tieni stretta a te come a non lasciarmi mai andare.
'buonanotte Stana, sogni d'oro.'
-





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Capitolo 10
*** I don't wanna miss a thing. ***


Dio, Stana, sei bellissima, persino mentre dormi.
Sei girata su un fianco, la schiena nuda, illuminata dai primi raggi di sole del mattino, i capelli sciolti e morbidi che ti ricadono sulle spalle, e avvicinandomi, posso vedere un dolce sorriso sulle tue labbra. 
Potrei farti una foto. Potrei scattarla, di nascosto, e tenerla sempre con me. Ma forse, forse non ce n'è nemmeno bisogno, perchè proprio nell'istante in cui ti guardo, so già che queste immagini rimarranno scolpite nella mia mente, disegnate in maniera indelebile.
Le porterò sempre con me, ovunque io vada, anche se tu sarai al mio fianco.
Lo sguardo cade sulla sveglia: sono già le 6.30, sembra che il 'per sempre' durante il quale sarei rimasto a guardarti dormire debba fermarsi..devo svegliarti.
Prendo il mio mp3 - ricordo ancora quanto ti piace la musica- e infilo delicatamente le cuffie nelle tue orecchie, mantenendo un volume abbastanza basso, per non interrompere  i tuoi sogni - che a giudicare dalla tua espressione devono essere proprio belli- troppo bruscamente. 

[I could stay awake just to hear you breathing
watch you smile while you are sleeping
while you're far away and dreaming
I could spend my life in this sweet surrender
I could stay lost in this moment forever
every moment spent with you is a moment I treasure.
Mi soffermo con lo sguardo sui piccoli nei che hai sulle braccia. Sembrano quasi disegnati, piccoli cerchi perfetti che rendono la tua pelle ancora più bella. Sfiorandoti un braccio con le dita, ti vedo rabbrividire, ma forse non te ne rendi nemmeno conto, stai ancora sognando.
Mi ricordo che ti avrò ripetuto almeno un centinaio di volte al giorno quanto le tue braccia fossero troppo magre, quanto dovessi mangiare di più, e tu ogni volta ridevi, declinando l'argomento, - e quelle che tu chiamavi 'raccomandazioni da mamma'- con un gesto della mano. Sembri più forte ora. Intendo, sei sempre magra, e bellissima, e slanciata, ma sembri più forte, sembri cresciuta. E forse è proprio questo che, ancora una volta, mi fa impazzire di te. La tua aria da donna, ma il viso da bambina.
Don't wanna close my eyes, 
I don't wanna fall asleep
'cause I'd miss you babe
and I don't wanna miss a thing
'cause even when I dream of you
the sweetest dream would never do 
I'd still miss you babe
and I don't wanna miss a thing.
Le piccole lentiggini che con l'arrivo dell'estate si sono disegnate sulle tue guance mi fanno ancora sorridere; dicevi sempre di odiarle, dicevi che con quelle 'cose' addosso ti sembrava di essere una mocciosetta. Ma da quando ti ho detto che a me piacevano, però, hai smesso di coprirle. E sei ancora più bella, adesso che le tieni ancora in mostra. 
Ti bacio piano una spalla, solleticandoti appena, e sento il profumo della tua pelle morbida entrarmi nelle narici e rimanere imprigionato, anche lui, nella mia mente. Mi è mancato questo profumo, mi è mancato tantissimo, e ora, a sentirlo di nuovo, mi sentirei quasi di dover ringraziare per questo. Perchè sei di nuovo qui.
Apri gli occhi, lentamente, riprendendoti da un sonno profondo, e sorridi, canticchiando un pò le note della canzone. Allora hai sentito tutto, bella addormentata.
Ti giri verso di me, rivelando il sorriso più dolce che abbia mai visto, e due occhi ancora un pò stanchi ma grandi, vivi, dentro i quali ho sempre letto il mondo.
'che facevi, mi spiavi?'
Vedi? Anche senza trucco e con la voce mezza rauca riesci a farmi ridere. 
'ti guardavo. Sei così bella che non ho potuto farne a meno'
'beh..non è che ci sia molto da guardare..'
Abbassi lo sguardo sul tuo seno mezzo scoperto, praticamente quasi piatto, ridendo con me. Tu non ti rendi conto di quanto bella sei, forse è questo il punto. 
'invece sì..- Tiro giù del tutto il lenzuolo che ti copre, ma piano, abbassandomi un pò per baciarti all'altezza del cuore, per sentirlo accelerare man mano che mi avvcino.
Mi stringi di più a te, accarezzandomi i capelli, e canticchi sottovoce, nel modo più dolce e delicato che abbia mai sentito.

Lying close to you, felling your heart beating, 
and I'm wondering what you're dreaming, 
wondering if it's me that you're seeing. 
Then I kiss your eyes, 
and thank God we're together.
I just want to stay with you,
in this moment, forever.]
Ti sorrido, ricordando quella sera in cui io, te, Marika e Dana ci siamo piantati nel bel mezzo di una spiaggia con tanto di falò a cantare canzoni country. Chissà se sai ancora suonare così bene la chitarra. In ogni caso, quello che so per certo, è che la tua voce è rimasta meravigliosa; calda, profonda, e dolce. Ho i brividi ogni volta che ti sento anche solo parlare.
Ti sento accoccolarti contro il mio petto, quasi in cerca di protezione,e baciarlo piano, con gli occhi chiusi. Ti amo, Stana.
Sali un pò fino alle mie labbra, che baci, sorridendo, e sussurrando un dolce 'buongiorno Nate' che, ancora una volta, mi fa sorridere. Buongiorno anche a te, raggio di sole.
'grazie di tutto, Stana, è stata..una notte meravigliosa'
Sorridi, lasciando che intorno alla tua bocca si rendano visibili i piccoli muscoli che permettono il tuo bellissimo sorriso, poi, però, sembri rattristarti un pò, e di conseguenza, io faccio lo stesso. E' come se fossi totalmente dipendente da ogni tuo sorriso, da ogni reazione, da ogni tuo pensiero, da te.
'quindi questo è..un modo per dirmi addio, ora che hai avuto quello che volevi?'
Vedo i tuoi occhi spegnersi lentamente, svuotarsi, per riempirsi di qualcosa che non saprei definire, ma che mi distrugge, perchè non è niente di buono. 
E solo ora capisco quanto le mie parole possano averti ferita.
Non volevo pensassi quello che, a quanto pare, stai pensando. Non volevo pensassi che le mie parole significassero 'ormai ti ho avuta, addio'. Ora so come ti senti. Ti stai sentendo usata, forse, ferita dalle mie parole perchè sono suonate come un 'pagamento' dopo una notte d'amore,e  io ti giuro che non volevo questo. Mi viene da piangere solo a pensare a quanto male posso averti fatto con una semplice frase, detta con le migliori intenzioni. 
'no, no, Stana, no..- ti accarezzo i capelli, affondandoci le dita in mezzo, e percepisco il tuo sguardo che si aggrappa al mio, come in cerca di un'ancora di salvezza. Sei la cosa più devastante che abbia mai incontrato.-no, io, davvero, non volevo ferirti. Volevo davvero ringraziarti per tutto ciò che mi hai dato Stana, non solo fisicamente, perchè so quanto tutto questo ti sia costato, e non ho intenzione di mollarti ora. Io ti amo Stana, e ti voglio al mio fianco.'
Mi butti le braccia al collo, stringendomi forte, con il viso allargato in un dolcissimo sorriso, e gli occhi lucidi. Piccola, piccola mia.
Ti lascio scomparire, così piccola come sei, tra le mie braccia grandi, accarezzandoti la schiena e ridendo con te, anche se in realtà sono quasi sul punto di piangere. E' come se ti avessi vista morire dentro, e ti giuro che in quel momento, avevo il cuore fermo.
Ti bacio il collo, e una spalla, e qualsiasi punto della tua pelle in cui io riesca ad arrivare, sentendoti sospirare come ad esserti tolta un macigno enorme dallo stomaco.
Sto per dire qualcosa, o forse stai per farlo, tu, insomma, c'è l'aria tipica di quando due persone stanno per parlare, solo che poi le parole rimangono sospese lì, mai pronunciate.
'oddio Nate, ma è tardissimo!- Ci guardiamo un secondo, per poi buttarci entrambi giù dal letto. Fantastico, magia finita, faremo tardi.- Nathan i miei vestiti!'
Sorrido, malizioso, senza poter evitare di guardarti, in tutto il tuo splendore.
'oh, beh, sono qui in giro..da qualche parte.-Tiri fuori un 'non è divertente' poco convinto, tra le risate, e in fretta e furia ti rivesti, cercando reggiseno e quant'altro fin sotto il letto.-beh, devo ammettere, che ci siamo dati piuttosto da fare..-mi guardi in cagnesco, cercando di trattenere una risata. Oh sì, sei davvero minacciosa.-che c'è, sei tu che ieri sera non potevi resistere dalla voglia di spogliarmi e hai buttato tutto in terra!'
Spalanchi la bocca, come avessi appena rivelato la più grossa assurdità, e cammini verso di me a passo di carica, alzando la mano come per mollarmi un ceffone. Poi però, quella stessa mano, la usi per prendermi il viso, e baciarmi profondamente. 
Decisamente meglio, direi. 
Ti stacchi da me controvoglia, lanciandomi un'occhiata piuttosto eloquente, e ti rivesti in fretta e furia, invitandomi, ogni volta che puoi, a fare lo stesso. 
'che facciamo, prendiamo un taxi?'
'beh sì, secondo me facciamo prima. Anche perchè, vorresti perderti il viaggio in mia compagnia?'
'ma và, scemo'
Mi lasci un buffetto sulla guancia, ridendo, e mi costringi a correre fuori, tirandomi per una manica.
Fino a cinque minuti fa eri dolce, una bambina in cerca di affetto tra le mie braccia, e ora sei già un uragano pronto a travolgermi con le sue mille idee, con i suoi impegni, le sue ansie, e le manie da donna.
Sei una botta di vita. La migliore che mi sia mai capitata.

[I don't want to miss one smile
I don't want to miss one kiss
I just wanna be with you
right here with you
just like this.]

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Capitolo 11
*** Coincidence? ***


'qui c'è aria di sesso!'
Rido, rimanendo a bocca aperta dallo stupore, per l'affermazione di Tamala. Okay che sei intelligente, va bene che sei una persona che nota tutto, persino i dettagli più piccoli, ma sul serio, leggere nella mente delle persone dovrebbe essere illegale. Insomma, non è violazione della privacy?
'come, scusa?'
'oh andiamo Stana, non sono mica nata ieri. Si vede lontano un chilometro che sei diversa.'
'diversa? Diversa..come?'
Istintivamente inizio ad aggiustarmi i capelli, preoccupandomi un pò. Perchè mai dovrei essere diversa? O forse sono io che non me ne rendo minimamente conto. E ovviamente, Tamala se la ride.
'intendo..si ancora più raggiante del solito. Sorridi sempre, hai una luce diversa negli occhi,come se qualcosa di bellissimo ti fosse appena capitato. E considerando che proprio ieri hai accettato su mio modesto consiglio un invito a cena, posso imaginare chi ci sia dietro..'
'e va bene, e va bene.-alzo le mani in segno di resa, mordendomi un labbro. Tanto non c'è niente da fare, sono come un libro aperto per lei. Beccata.'
'aaahhhh!-Tamala mi salta letteralmente addosso, abbracciandomi. Improvvisamente mi sembra di essere tornata indietro nel tempo di parecchi anni; sembra quasi di essere alle superiori, quando un'amica ti abbracciava e urlava come una pazza mentre le stavi confessando di aver avuto il tuo primo rapporto.- E dimmi, com'è stato?'
'beh, ecco, io non so se è il caso di parlarne,ecco..'
Tamala mi implora con lo sguardo, il che non mi lascia nessuna alternativa, se non quella di rispondere a questa domanda piuttosto sconveniente. E sto per farlo, in effetti, ma per mia fortuna la porta si spalanca, e come vedo entrare Nathan, il sento il mio sguardo illuminarsi. Forse Tamala ha ragione.
'ehi, che ci fai qui tutta sola?'
Un dolce bacio sulla fronte mi fa sorridere, insieme ad un 'ehm ehm' in sottofondo di Tamala, che si sente esclusa. Penso di adorare questa ragazza, sì.
'ohw, ciao Tamala..non ti avevo vista,scusami'
'oh beh, lo so. Come stai,Nathan?'
La scintilla maliziosa negli occhi di Tamala ci fa ridere entrambi, mentre lei cerca di non farlo. Ormai lo so che dovrò raccontarle tutto, non ho via d'uscita a quanto pare. Ma non so se mi dispiace poi così tanto.
'bene, sto bene, grazie.Ehm..vorrei trattenermi,ma..sapete,devo andare in bagno. Ehm..ero solo passato per una proposta al volo.-ti osservo voltarti verso di me, completamente rosso in viso,ma con il tuo sorriso di sempre,quando mi guardi.-pranziamo insieme oggi?'
Senza che io possa controllare un singolo muscolo del mio viso, la mia bocca si curva in un sorriso enorme, e istintivamente una mia mano corre ad accarezzarti una guancia. Non so perchè non riesco più a controllarmi quando ci sei tu. E' qualcosa di indescrivibile.
'certo, volentieri!'
'peretto, allora..a dopo'
'a dopo,Nate'
Mi sorridi, dolcissimo, e mi lasci un leggero bacio a stampo sul naso, per poi uscire dalla stanza.     Già, è questo l'effetto che mi fai. Mi lasci qui,nel mezzo di una stanza, a  sorridere come un'idiota.
'Terra chiama Stana, ripeto, Terra chiama Stana!-Scoppio a ridere, insieme a Tamala, che ovviamente non perde l'occasione per prendermi in giro. Immagino non si sia dimenticata della sua domanda, però.-lo vedi, sei persa per lui. Ma non pensare che ti basti per passarla liscia tesoro, hai ancora una domanda a cui rispondere!'
'vuoi davvero sapere come è stato?'
'ho l'aria di una che scherza,per caso?'
Rido, scuotendo la testa, e sento la felicità invadermi, gli occhi riempirsi di lacrime, se solo ripenso alla cena, e alla notte passata insieme, Nathan. Mi rendi così..così felice.
'beh, è stato magico. Il posto in cui siamo andati a cena era in riva al mare, era uno spettacolo. Non c'era nulla fuori posto, niente di niente. Ogni singolo granello di quella spiaggia sembrava essere stato messo lì apposta per noi.'
'oh santo cielo, e poi?'
La sua aria sognante di sprona ad andare avanti, a questo punto senza più vergogna. Mi fido di Tamala, e merita una risposta soddisfacente.
'poi..abbiamo camminato sulla spiaggia,mi ha fatto ascoltare una canzone e mi ha regalato una rosa. Poi gli ho chiesto di andare a casa,e..ed è successo. E' stata una notte perfetta, sembrava non fosse cambiato niente. E la sensazione più bella è stata svegliarmi stamattina, e trovarlo di fianco a me che mi guardava.'
'oh mio dio, sono così felice per te.-Tamala mi abbraccia, piangendo, e mi stringe forte. Ma siamo sicuri non sia mia sorella per davvero?-tutto questo è meraviglioso, Stana, sono senza parole.'
'già,anche io. Sembra quasi un sogno,insomma,dopo tutto il tempo passato lontani..'
'ehm..scusate'
Una voce sconosciuta richiama la nostra attenzione, portandoci a voltarci entrambe verso la porta. Una ragazza mora, con dei grandissimi occhi azzurri, rimane all'ingresso, sembra abbia bisogno di informazioni. Sarà qualcuno del cast? Non l'ho mai vsta prima.
'possiamo..aiutarti?'
Sorride, un pò timida, e sembra focalizzare soprattutto su di me la sua attenzione.
'sì, ecco, credo di sì. Sto cercando Nathan, Nathan Fillion. Per caso sapete dove posso trovarlo?'
Nathan? E cosa vuole questa da Nathan?
'sì, è laggiù, insieme a Marlowe.'
Tamala risponde al posto mio, dato che mi sono improvvisamente bloccata. Che c'entra lei con Nathan? 
'eh, ecco. grazie mille'
La tipa se ne va, prima che i miei dubbi possano essere risolti, e Tamala sembra già aver capito come mi sento.
'ehi, tutto bene?'
'sì, io sto..bene'
'Stana so cosa stai pensando,ma non trarre conclusioni affrettate, okay? Hai visto com'è quella ragazza, assomiglia un pò a Nathan. Magari sono parenti'
'ma non me ne ha mai parlato..'
'beh..se devo essere sincera, da quando vi siete ritrovati avete fatto altro che parlare..'
Scoppio a ridere, dando un buffetto sulla guancia a Tamala, che come sempre, è già riuscita ad aggiustare tutto. Come sarebbe la mia vita senza lei? Dio.
La porta si apre di nuovo: credo la pausa sia finita, Andrew deve averci mandate a chiamare. Invece, alzando gli occhi, vedo te, Nathan, davanti a me. Sembri un pò teso, preoccupato, ma è come se cercassi di mascherarlo. C'è forse qualcosa che non so?'
'Sei il messaggero di Andrew?'
Sorridi, sforzandoti un pò, ma cerchi di non darlo a vedere.
'no, cioè..sì, dovete andare, ma prima devo dirti una cosa'
'dimmi tutto'
'ecco..il nostro pranzo..è rimandato.'
Il mio sorriso si spegne improvvisamente, e vedo l'espressione sul tuo viso farsi sempre più seria. Devo essermi persa qualcosa.
'è successo qualcosa, Nate?'
'no, no, è solo..ho avuto un impegno improvviso, e..non posso proprio rimandarlo. Scusami..'
Sembri così triste. E io non posso fare a meno di volerti consolare. Voglio vederti sorridere Nathan, ma sul serio, è tutto ciò che regala il sole alle mie giornate.
'ehi, non fa niente, voglio dire..siamo vicini di casa'
'gìà'
'sicuro che vada tutto bene?'
'sì,certo.-Mi sorridi, tentando di rassicurarmi, e mi accarezzi una mano, scaldandola.-forse è meglio se andiamo, Andrew non sarà contento di aspettare'
Mi limito ad annuire, e ti seguo fuori dalla stanza, portando Tamala con me.
Sembra che sia io che lei, pensiamo la stessa cosa. 
Arriva una sconosciuta che ti cerca, senza nemmeno dire chi è, e due minuti dopo il nostro pranzo insieme salta. Coincidenze? Io credo di no.
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Capitolo 12
*** Something you should know. ***


Chiudo il portone di casa alle mie spalle, appoggiando la giacca sul divano del salotto, incapace di stare ferma, mentre tu mi segui tutto intorno per la stanza.
Discutiamo da stamattina, e sembra che non riusciamo proprio a smettere. Mi chiedo cosa sia cambiato rispetto a quando ci siamo rincontrati. In fondo, è passato così poco tempo.
'è che da un pò di giorni sei strano, Nate, e non vuoi nemmeno dirmi cosa c'è che non va.'
'Stana, non c'è nulla che non va, è..'
'Nathan, ti prego. Senti, fermiamoci.- sospiro, fermandomi al centro della stanza, mentre tu rimani di fronte a me, tenendo un pò la testa bassa. Dovrei davvero credere che è tutto a posto, vedendoti così?-sono giorni interi che mi eviti, parliamo a stento, non ti fai più sentire. Questo mi porta davvero a pensare che volessi solo andare a letto con me, e ora che ce l'hai fatta, puoi anche sparire,tanto di me non ti importa'
Scuoti la testa, contrariato, e cerchi di contrastarmi. Eppure, non sembri convinto nemmeno tu.
'Stana, ti ho già detto che..'
'mi hai già detto cosa, eh? Tu non sei sincero con me, Nathan, non lo sei. E evidentemente non ti fidi nemmeno abbastanza da potermi dire cos'è successo, o se qualcosa è cambiato. Io so solo che non ce la faccio così.'
Non vorrei piangere, non vorrei davvero, ma è più forte di me. Ci tengo a te, Nathan, a noi due, e non capisco perchè ora che abbiamo un'altra possibilità, dobbiamo buttarla via.
Ti sento sospirare, mentre lascio che tu mi stringa al petto, accarezzandomi i capelli. Tutto questo mi calma. Il movimento delle tue mani sulla mia schiena, il tuo respiro profondo, il leggero dondolio del tuo corpo. Sei come il mio rifugio, il mio posto nel mondo, in cui improvvisamente tutto ciò che fino a poco prima mi preoccupava, svanisce, nonostante i mille punti interrogativi.
Mi baci delicatamente una guancia, asciugandomi un pò di lacrime, per poi appoggiare la fronte sulla mia, rassicurandomi con lo sguardo. Non ho ancora capito come tu ci riesca, so solo che ce la fai, nonostante tutto.
'va meglio?'
Vorrei dirti di sì. Vorrei dirti che sto bene, che i miei dubbi sono svaniti, che non c'è nulla di sbagliato, che è tutto a posto, ma Nathan, non ci riesco. Non sto bene. I miei dubbi non sono scomparsi, c'è fin troppo che sembri sbagliato in questa situazione, e niente è a posto.
Distolgo per un attimo lo sguardo da te, cercando di controllare le lacrime, poi torno a guardarti. Voglio la verità.
'Nathan io ho bisogno di sapere cosa non va'
Mi sorridi leggermente, e, con pazienza, mi accarezzi una guancia, con il dorso della mano.
'non c'è niente che non va Stana, davvero. Sono solo un pò stanco, e ti chiedo scusa se in questi giorni ti ho trascurata. Non volevo.-Riesci a farmi sorridere un pò, e felice di questa mia reazione, torni a stringermi a te, più forte di prima.-però non piangere,mh?'
'non voglio perderti di nuovo, Nate'
'no, no, ehi..-mi prendi il viso tra le mani, baciandomi delicatamente, e torni a sorridermi, strofinando il naso contro il mio. Come posso essere arrabbiata con te?-non succederà,va bene? Non succederà,io sono qui.'
Mi asciugo definitivamente le lacrime, e ti butto le braccia al collo, baciandoti più che posso. E' vero, tu ci sei, sei qui con me, ora, e io non potrei chiedere di meglio.
Sento le tue mani correre lungo la mia schiena, percorrendola in ogni suo centimetro, il tuo bacino è sempre più vicino al mio, e le tue labbra calde sembrano divorare lentamente le mie. Se stai cercando di farmi impazzire, ci stai riuscendo.
Sorrido, per il tuo respiro sempre più affannato, e per un 'ti amo' sussurrato appena all'orecchio. Sì, ti amo anch'io, non c'è nulla di più vero.
Continui a baciarmi dolcemente, quasi volessi prenderti cura di me ancora una volta, ma il tuo telefono prende a squillare, interrompendoci. Sembri esitare, non vorresti tirarlo fuori dalle tasche. Eppure, forse dovresti, insomma, magari è urgente.
'forse dovresti rispondere'
Annuisci in segno di assenso, ma continui a baciarmi il collo, lentamente, facendomi ridere. Alla fine cedi, dati gli squilli insistenti del telefono, e ti fermi, decidendo di rispondere. Mi sorridi, ma proprio mentre vedo il tuo sguardo rabbuiarsi un pò, ti giri dall'altra parte, allontanandoti come se volessi mantenere la conversazione segreta. Pensavo non avessi nulla da nascondere.
Ti vedo tornare verso di me, sorridente, con il telefono ancora in mano.
'era mia madre, vuole che stasera andiamo a cena insieme'
'oh.'
Annuisco, abbassando lo sguardo. Credevo che saresti venuto a cena con me.
Come se potessi aver capito i miei pensieri, prendi una mia mano tra le tue, accarezzandola, e la baci, come se io fossi una principessa.
'mi dispiace dover scappare così, ma sai, i miei abitano ancora in Canada, e non vengono spesso a farmi visita, perciò..'
Forse sono io che mi sto facendo mille paranoie. Forse i tuoi arriveranno davvero tra poco dal Canada, e in tal caso tu hai un taxi da prendere per correre all'aeroporto e aiutarli con i bagagli, per poi pagargli una camera nel migliore albergo della città e portarli a cena nel ristorante più tipico. Forse non mi stai mentendo,e dovrei smettere di fare la ragazzina gelosa. Ma sì. Che motivo avresti di mentirmi?
Ti sorrido, scacciando ogni pensiero negativo dalla mente, e ti bacio ancora, mordendoti leggermente le labbra.
'allora vai, e salutali da parte mia. Io credo che passerò la serata con Tamala..sai, cose fra donne'
Ridi con me, baciandomi a tua volta.
'mi piacerebbe prendere parte alle vostre..cose da donne.'
'pervertito! Vattene vah, che far aspettare i propri genitori che partono apposta dal Canada non è proprio carino.'
'hai ragione, ora vado.-Mi regali un altro dei tuoi sorrisi,e rimani un pò a guardarmi, con le mani appoggiate sui miei fianchi.-mi concede solo un altro bacio, signorina?'
'mmh, perchè dovrei?'
'perchè lei è così bella..'
'le ho già detto che è un pervertito?'
Ti sento ridere sulle mie labbra, e lascio che te ne impossessi ancora, per poi accompagnarti alla porta. La prossima volta però, genitori o no, dovrai farti perdonare, e parecchio. 
Ti mando un bacio, prima di chiudere definitivamente la porta, e chiamo subito Tamala, per 'prenotarla' per questa serata tra donne. Non sopporterei l'idea di dover rimanere sola.
Riattacco la telefonata, forse anche Tam è impegnata,dato che non risponde. Qualcuno però, bussa alla mia porta, distogliendomi almeno per ora, dai miei sospetti e da pensieri poco rassicuranti. Corro ad aprire, anche se in effetti Nathan non ha dimenticato nulla qui da me, e io non aspetto visite. Con mia grande sorpresa trovo Tamala di fronte a me, che mi sorride, alzando una vaschetta di gelato sciolto in una mano e dei dvd nell'altra. Ecco perchè la adoro.
'Tam, ti stavo giusto chiamando!'
'Lo so tesoro! Scusa se non ho risposto,ma sai com'è, avevo le mani piuttosto occupate!'
'oh, non dovevi disturbarti, davvero.-Mi ringrazia con lo sguardo, sorridendo, ma posso notare anche in lei l'ombra di qualcosa che mi nasconde. Possibile?-vieni Tam, accomodati'
Sorride ancora, e mentre io chiudo la porta alle sue spalle, si posiziona sul divano, pronta a una scorpacciata di film e gelato. Come ai bei tempi del college, anche se non ci conoscevamo ancora.
'allora signorina Jones, quali film offre la casa?'
Tamala incrocia le gambe, sedendosi più comoda, e estrae i dvd proprio come farebbe un mago che nasconde un coniglio nel cappello, per accattivarmi.
'allooooora, per cercare di accontentarla, signorina Katic, ho portato un film comico, e uno romantico. Sta a lei scegliere! Però visto che abbiamo il gelato..'
'sei la solita romanticona.-Rido, spingendola un pò sul divano, e lei ride con me, ma solo per poco. Sembra sia successo qualcosa che non le permette di lasciarsi andare del tutto, di ridere in modo sincero. Di solito non è così, questa non è la Tam che conosco.-ehi ma è tutto a posto? Sembri..strana.'
Scuote la testa, sembra pensarci su. Sembra indecisa sul da farsi.
'no, sai, è che..-alza lo sguardo, forse è finalmente decisa.-c'è una cosa che dovresti sapere, Stana.'
Ho come la sensazione di sapere già di cosa si tratti. In fondo è stata lei a venire da me ancora prima che la chiamassi, senza preavviso. Avrei dovuto immaginare che qualcosa non andava.
'dimmi tutto, Tam. E' successo qualcosa? Sai che puoi fidarti di me, se hai bisogno di sfogarti io..'
'no, tesoro, non riguarda me.'
'ohw. E chi riguarda, allora?'
Sospira, tenendomi la mano, e questo mi agita più che mai. E' come se stesse cercando le parole per rivelarmi qualcosa che non vorrei sentirmi dire. Qualcosa che in fondo so, ma che cerco di nascondere a me stessa, per paura.
'riguarda te e Nathan.-Parla lentamente, con calma, e studia ogni mia reazione. Sì, questa è la conferma. Sta cercando il coraggio per dirmi qualcosa di spiacevole.-ti ricordi quella ragazza che è venuta oggi sul set, e lo cercava?'
'sì, quella carina, che non ci ha nemmeno detto chi fosse.'
'esatto. Si chiama Christina.-Ad un tratto il cuore comincia a battere più forte, come impazzito. Un flashback mi attraversa la mente. La prima sera che io e Nate ci siamo ritrovati, eravamo a cena con Marlowe. Io sono uscita fuori, abbiamo parlato, e ad un certo punto lui ha risposto al telefono, e ha detto 'ciao Crì'. Ora ricordo. Gli occhi si riempiono di lacrime, e le mie labbra sussurrano un leggero 'no', quasi impercettibile. Ma Tamala ha capito.-lei dice che..hanno una relazione..da più di un anno.'
'no..no..non può essere'
Scoppio in lacrime, lasciando che Tamala mi stringa forte, più forte che mai.
'mi dispiace tesoro,ho dovuto dirtelo'
Ecco perchè Nathan mi ha sempre evitato, in questi giorni. Perchè ora sa che ho incontrato Christina, anche se per sbaglio, perchè sa che era un rischio troppo grande, quello di essere smascherato e scoperto. 
Questo è decisamente un colpo basso.
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Capitolo 13
*** Did you ever love me? ***


Mi abbandono sul letto, stringendoti forte sopra di me, e lasciandomi sopraffare dal tuo corpo muscoloso e forte. 
Sono tua, ancora una volta. 
Forse ho sbagliato, Nathan, non avrei dovuto accettare questo invito a cena. Ma tu sei venuto da me dicendo che volevi farti perdonare per gli ultimi giorni, per le discussioni continue, e io non ho avuto la forza di rifiutare. Questo però mi da anche modo di verificare fino a dove puoi spingerti, fino a che punto hai intenzione di mentirmi. Speravo che non avresti più retto, e che mi avresti raccontato la verità, o magari avrei potuto fartela confessare io. Ma sai, il mio problema con te è che tu mi disarmi, ogni volta. Parto con l'idea di dirti qualcosa, di fare chiarezza, di obiettare, ma poi ti vedo ed è così poco quello che ricordo di volerti dire, che mi ritrovo ad improvvisare. Essere un'attrice, in questo aiuta. Solo che io non ti ho mai mentito. 
Non so perchè tu lo stia facendo, ma la cosa strana è che anche se evidentemente mi nascondi la verità, il tuo corpo non sembra mentire. E' facile raccontare una bugia a qualcuno, anche se è una persona a cui si tiene. Basta abbassare un pò lo sguardo, mantenere i nervi saldi, sorridere appena, resistere quel tanto che basta per essere credibili,e avere una forte motivazione con sè. Il corpo però non mente mai, tende a rivelare tutto. Anche se si prova a controllarlo, ci sono sempre quelle piccole reazioni, impercettibili movimenti involontari, che rendono le cose trasparenti, limpide come l'acqua. E se dovessi pensarci ora, proprio in questo momento, mentre le tue mani si prendono cura di me così, come fai tu, non direi proprio che sei un bugiardo.
Ti lasci andare di fianco a me, cercando di riprendere a respirare in maniera regolare, mentre resti a guardarmi, in silenzio, e con una mano tracci il contorno del mio seno.
Perchè mi fai tutto questo? Perchè tornare, riallacciare i rapporti, dirmi che mi ami, fingere di voler curare le mie ferite, quando non fai altro che renderle più profonde, e farle seguinare ancora?
Passo un dito sulle tue labbra, sfiorandole appena, e ti sento baciarlo, di tanto in tanto. E' che è sempre tutto così perfetto con te. Quando facciamo l'amore, io e te, potrei anche dimenticarmi che la terra gira,che il tempo passa, e che le cose cambiano. 
'sei straordinaria, lo sai?'
Alzo gli occhi, seria, e incrocio i tuoi, che mi sorridono.
'solo perchè sono brava a letto, è questo che intendi?'
Scuoti la testa, sorridendo, e mi baci una mano. Ruffiano.
'no, no, voleva solo essere un complimento. Perchè devi sempre pensare che dietro le cose carine che dico ci sia un secondo fine?'
Tu ridi, e forse in un altro momento, l'avrei fatto anch'io. Forse in un altro momento ti avrei abbracciato, e magari sarei stata tua di nuovo. Ma ora proprio non mi va di scherzare.
'perchè c'è, un secondo fine.'
Sorridi ancora, baciandomi una spalla, scendendo giù per il braccio, e seminando brividi sulla mia pelle. Possibile che non ti sia accorto di nulla?
'volevo solo essere carino'
'già. Peccato che io non ci sto, a fare l'amante, Nathan.'
Ti blocchi, e in un attimo il tuo sguardo cambia. Sei più teso ora, sei nervoso. Ops, ho appena scoperto il tuo piccolo insignificante segreto.
'come scusa?'
'Nathan, mi hai capito benissimo. So tutto di te e Christina.'
'chi te l'ha..'
'non importa chi me l'ha detto, Nathan! Ma non capisci che non è questo il punto?-Mi fermo, per calmarmi e darti tempo di replicare, ma tu abbassi lo sguardo, colpevole, e sembri non avere più nulla da dire. Chissà perchè, mi aspettavo che smentissi, ma non hai fatto altro che confermare che è tutto vero, e che ho ragione, proprio questa volta, che desideravo di essermi sbagliata. Le lacrime mi allagano gli occhi, impedendomi quasi di vederti, e la voce si abbassa automaticamente, fino ad essere poco più di un sussurro.-il punto è che hai finto di tornare solo per poterti divertire un paio di volte con me,ti è bastato dirmi quello che sapevi volevo sentirmi dire. Mi hai nascosto la verità pur di avere ciò che volevi, e te ne sei fregato del male che mi stavi facendo. E non dire che non lo sapevi.'
Sospiri, accarezzandomi un braccio. Credi davvero che possa bastare?
'Stana, posso spiegarti..'
Cerchi di abbracciarmi, ma questa volta mi sposto, più arrabbiata che mai. Tutto questo è squallido, e non credevo davvero che saremmo mai arrivati a questo punto.
'non voglio! Non voglio sentire un'altra bugia.-Rimani zitto, con la bocca semiaperta sul punto di dire qualcosa, solo che poi le parole rimangono bloccate lì, sulla punta della lingua. Mi alzo dal letto, tirando su con il naso, per cercare di dare dignità a queste lacrime che vorrei non aver mai versato, e che credevo mi avresti risparmiato, e raccolgo i tuoi vestiti da terra, passandoteli, senza nemmeno avere il coraggio di guardarti negli occhi. Non so più chi sei.-voglio che te ne vai, Nathan.'
'Stana, ascoltami..'
'ho detto vattene! Non voglio più vederti, capito? Vai via.'
Ti vesti in fretta, e credo tu stia cercando di elaborare quello che è appena successo. O forse, stai solo pensando ad una nuova bugia da raccontarmi per tenermi buona. Ma non ci casco più.
Fai per andartene, ma poi ti fermi sulla soglia, a guardarmi. Forse, in un altro momento, saresti rimasto lì col sorriso, a lasciar correre gli occhi sul mio corpo e a dirmi quanto bella fossi, ma ora sembri anche tu senza forze, stremato. Come se fossi stata io a farti del male.
'se sapevi tutto, perchè hai accettato di venire a cena?'
Ma sai che me lo chiedo anch'io? Non so che scherzo la testa mi abbia giocato, sinceramente. Ma di certo non è al risposta che posso darti ora,no.
'perchè speravo fossi abbastanza uomo da dirmi la verità. E poi perchè ti amo, e a differenza tua, io non mento!'
Te lo urlo contro, tirando fuori una forza che nemmeno io sapevo di avere, e ti spingo fuori, sbattendo la porta e inchiavandola. Quando ci siamo riappacificati, non pensavo lontanamente che poi sarebbe andata a finire così.
Mi accascio contro il muro, raccogliendo le ginocchia al petto, e circondandole con le braccia. Fuori piove. L'acqua si infrange rumorosa contro i vetri delle finestre, lasciando intravedere una città enorme, ma improvvisamente grigia, che sembra quasi piangere.
Osservo le gocce che scivolano lungo i vetri trasparenti, e quelle che cadono sulla strada, sui tetti, sulle persone, e che sembrano tutte uguali e chissà da dove vengono.
Vorrei essere una di quelle gocce, e poter scomparire lì in mezzo.
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Capitolo 14
*** Liar. ***


Mi ritrovo nel corridoio dell'appartamento, davanti alla tua porta, che mi hai appena sbattuto alle spalle. Mi dispiace Stana, non avrei voluto che scoprissi tutto così. Avrei voluto raccontarti la verità, avrei davvero voluto con tutto me stesso dirti che non mentivo, ogni volta che ti dicevo di amarti. Ma ho avuto l'impressione che fosse troppo tardi. Vorrei bussare a questa benedetta porta, bussare così forte da buttarla giù, se tu non vuoi aprirmi, e vorrei poterti consolare, potermi scusare in maniera credibile, e poter cancellare il dolore. Non pensavo che un giorno sarei stato proprio io a spezzarti il cuore, io che ho sempre cercato di difenderti da qualsiasi cosa potesse farlo.
Forse devo andare da Christina. Stiamo insieme da diverso tempo, ma orma non provo più nulla per lei, e non è solo da quando sei tornata, Stana, ma da molto prima. Solo che non ho mai avutola forza di lasciarla. Christina ha avuto una relazione molto lunga con un uomo che l'ha fatta soffrire parecchio, prima di stare con me, così quando io mi sono accorto di non essere più innamorato di lei e ho provato a chiudere la storia in maniera pacifica, lei è caduta in depressione. Minacciava di uccidersi, aveva crisi isteriche, e non voleva assolutamente farsi aiutare. Voleva solo che io rimanessi con lei. Non ne ero più innamorato, è vero, ma volevo prendermene cura, perchè non me la sentivo davvero di lasciarla sola. E' proprio buffo che un gesto del genere, compiuto in buona fede, ora mi si stia ritorcendo contro.
Se solo avessi avuto il coraggio di dirti tutto, Stana.
Sospiro, iniziando a muovermi verso l'uscita. Ho come un presentimento, sento la necessità di passare da Christina. Se non altro, potrei approfittare del fatto che ultimamente sta meglio, per provare a parlarle. Potrei sempre rimanere al suo fianco se avesse bisogno di un'amico, ma non voglio più essere vincolato da lei. Sai Stana, io amo te.
Salgo in macchina, dove una certa canzone di un certo Elvis Presley porta alla luce fin troppi ricordi. 

[Take my hand, 
take my whole life too,
'cause I can't help
fallin'in love with you]

Eravamo in macchina, ed era l'ultimo giorno insieme prima della tua partenza. Il nostro piccolo infinito,ricordi?
In pochi minuti arrivo a casa di Christina, e sono costretto ad asciugarmi velocemente le lacrime, per concentrarmi su quello che devo fare. Devo accertarmi che stia bene, e poi, se è il caso, parlarle. Non c'è altra soluzione, Christina deve curarsi e deve essere indipendente da me, e io devo esserlo da lei.
C'è un'altra auto però, parcheggiata qui fuori, e ora che ci penso, non mi sembra di averla mai vista. Forse è un'amico di Christina: potrebbe essere positivo per lei ricevere visite da qualcuno di esterno, potrebbe aiutarla a capire che non è sola.
Stranamente la porta è inchiavata, di solito Christina la lascia aperta..in ogni caso, ho le chiavi. Entro, e sto per avvisarla che sono tornato, ma dei rumori catturano la mia attenzione, e una specie di sesto senso, mi impone di stare zitto e fare meno rumore possibile.
I rumori provengono dalla camera di Christina, sembra non sia sola, appunto. Silenziosamente mi avvicino alla porta chiusa, e pochi istanti mi bastano per non avere più dubbi.
Spalanco la porta, e ciò che vedo mi conferma che non sbagliavo. Christina è sul letto, e sopra di lei, l'amico che dev'essere passato a trovarla. Guarda caso, proprio oggi che non era previsto che io capitassi qui.
'sono a casa, tesoro.'
Christina spalanca gli occhi, coprendosi col lenzuolo, e cerca inutilmente di ricomporsi. 
'Nathan, ma cosa..io non..aspetta'
'no, no, no, non c'è bisogno di spiegare, è tutto molto chiaro.'
Esco dalla stanza, mentre lei mi segue. Forse farebbe meglio a starmi alla larga, non so come potrei reagire se dicesse anche solo una parola in più. 
'Nathan, ascoltami'
Mi prende un braccio, guardandomi con aria supplichevole, ma questa volta non attacca. Non ci casco, e sono stato uno stupido a crederci fino ad ora.
'da quanto tempo va avanti questa farsa,eh?'
Mi appoggio al tavolo della cucina, cercando di starle il più lontano possibile, per via della rabbia che sento crescere.Ho come l'impressione che potrei esplodere se solo mi sfiorasse ancora, se solo ripenso al male che ho fatto a Stana per salaguardare qualcosa che scopro non essere mai esistito.
'Nathan, è stato solo uno sbaglio,davvero..'
La fisso, furioso, e le parole mi escono automatiche, senza doverci pensare poi tanto. Non posso credere che continui a fingere.
'Christina sai che non mi riferisco alla nostra relazione. Io non ti amo più. Mi riferisco alla storia del suicidio, della depressione. Da quanto tempo reciti, eh?'
Abbassa gli occhi, colpita e affondata. Non mi da fastidio il fatto che mi tradisca, in fondo il nostro rapporto era morto ormai da tempo. Quello che mi ferisce davvero, piuttosto, è che ho sacrificato parte della mia vita per star dietro a una persona di cui credevo di potermi fidare nonostante tutto,ma che in realtà si è solo presa gioco di me, mentre io pur di salvaguardarla, ho fatto male alla donna che amo di più, che non lo meritava. 
'Chris, che succede?'
Osservo l'uomo con cui Christina era a letto venire verso di noi, con aria interrogativa. Ma io l'ho già visto. Era il dottore che ogni volta prescriveva a Christina delle pasticche per la depressione, e poi gliele consegnava. C'era sempre e solo lui a prescrivergliele, lei non voleva vedere nessun'altro dottore. E forse ora capisco perchè fosse tanto ostinata. Anche perchè poi, lei, quei farmaci non li ha mai presi davvero. Ogni volta cercava di non farsi vedere da me, diceva che si vergognava a farsi vedere in quelle condizioni. Ora capisco.
Sono complici. Ma che senso ha tutta questa enorme bugia?
'cosa vuoi da me, Christina?-Non parla, e guarda il suo amico dottore, attaccandosi a lui, con lo sguardo basso. Tutto questo mi fa solo innervosire di più, voglio andare fino in fondo.-senti, ora parli, è chiaro? Per colpa tua la persona a cui tengo di più sta soffrendo,quindi ora mi spieghi,se hai ancora un briciolo di dignità, perchè per tutto questo tempo hai finto di avere problemi. Parla, Christina! Parla, o non so se riuscirò più a controllarmi.'
Il dottore mi guarda con aria di sfida, e si  ferma davanti a lei, come per proteggerla e farle da scudo. Posso comprendere il suo comportamento solo perchè sono complici, altrimenti mi verrebbe da dire che è proprio un coglione, come me.
'che vuoi fare, eh? Metterle le mani addosso? Se fossi in te non ci proverei, perchè..'
Ora basta. Questa faccia da strafottente mi ha stufato, non si scherza col fuoco. 
Colpisco sul naso il dottore, con il migliore destro che abbia mai tirato, facendolo sanguinare. Oh oh, sembra che il medico abbia bisogno di una crocerossina.
'no, sono io che al posto tuo non ci avrei provato.-alza lo sguardo, mentre Christina gli tampona il naso, per farlo smettere di sanguinare. Non sono violento, di solito, ma se solo ripenso a come stava Stana, a quanto fosse sconvolta, sento la rabbia impossessarsi completamente di me, capace di rendermi anche ciò che non sono.-ora, vi decidete a parlare? Non me ne vado finchè non mi raccontate la verità. O forse, preferisci un altro assaggio delle mie abilità da pugile?'
Faccio per colpirlo di nuovo, dato che non si decide a parlare, ma questa volta interviene Christina, per fermarmi. Proprio quello che volevo.
'volevo i tuoi soldi, Nathan'
Abbasso il braccio, che tenevo alzato per caricare il colpo, e rimango ammutolito a fissarla. 
'che cosa?'
Non posso davvero crederci.
Christina annuisce, e forse, per la prima volta da quando sono qui, sembra vergognarsi.
'già. Mi ero innamorata di Phillip e la nostra relazione andava avanti già da tempo, così mi ero decisa a dirti la verità, e anche lui era d'accordo. Poi però ci abbiamo pensato, e abbiamo deciso che sarebbe stato più conveniente per noi mandare avanti la cosa, per avere i tuoi soldi. Così abbiamo ideato la depressione, il suicidio, sapendo che non mi avresti lasciata sola, e avrei potuto ottenere il denaro che volevo.'
Credo di essere sotto shock.
'non credevo fossi così squallida, Christina.-Per ora è tutto quello che riesco a dire. La rabbia di poco fa si è trasformata in un senso di desolazione, mi sento vuoto, e tremendamente stupido. E ferito a morte, se solo penso che ora starai piangendo a causa mia, quando tu più di chiunque altro per me, meriti solo giornate perfette e sorrisi lucenti. Come quelli che mi regalavi prima che ti deludessi così, come un cretino.-non voglio vederti mai più.'
Chiudo violentemente la porta alle mie spalle, uscendo definitivamente da casa sua, questa volta con la consapevolezza che non ci metterò mai più piede, per nessun motivo. 
Non posso fare a meno di pensare quanto sia buffo, che io abbia appena pronunciato le stesse parole che tu hai usato poche ore fa per cacciarmi da casa tua. Forse è per questo, che non mi sento affatto sollevato ad aver chiuso questa storia, anche se era ciò che aspettavo da tempo di poter fare.
Mi sento solo uno stupido. E venire da te ora sarebbe inutile, non mi lasceresti nemmeno entrare. 
Si può tornare indietro nel tempo e cancellare tutto?
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Capitolo 15
*** Josh. ***


Scoprire che tu mi abbia mentito in questo modo è stata una delusione a dir poco enorme. Mi fidavo di te Nathan, credevo che dopo tutto il tempo passato distanti avremmo finalmente potuto avere un'altra possibilità, dopo che la fortuna ha voluto che ci ritrovassimo. Ma evidentemente tu non la pensi così.
Evidentemente non puoi nemmeno immaginare come mi sono sentita e come sono stata in questi due anni senza di te. Forse è per questo che per te è così semplice giocare con me.
Questa mattina arrivo sul set un pò prima del solito: questa notte non ho chiuso occhio,per questo sono in anticipo.
Marlowe arriverà come sempre un pò in ritardo,quindi ho di sicuro il tempo per un buon caffè. Magari mi aiuterà a concentrarmi sul lavoro, invece che su di te. Sento il tuo profumo ovunque, e tutto questo non fa altro che disorientarmi.
'ehi tu,che pensi di fare?'
La voce squillante di Tamala mi fa sobbalzare, constringendomi ad alzare le mani in segno dir esa, davanti alla macchinetta del caffè. Non pensavo che farsi un caffè fosse illegale.
'non si capisce?'
Sorride, e mi si avvicina, accarezzandomi la schiena.
'come stai?'
Sospiro, cercando di farmi forza. Se davvero dovessi dire come sto realmente, e se dovessi veramente tirare fuori tutto quello che penso, non finiremmo più, e so che piangerei. E questo non mi sembra il momento adatto.
'bene, tiro avanti'
'tesoro, mi dispiace così tanto. Ma ehi, forse è ora che inizi a guardarti intorno. Sei giovane, bellissima, e io ho in mente un paio di amici che farebbero pazzie per te.-E' incredibile pensare come in un momento del genere, Tamala sia capace di farmi ridere. E' davvero un'amica preziosa. Con strane idee in testa, ma pur sempre preziosa.
Riprendo a preparare il caffè, scuotendo la testa, ma ancora una volta Tamala mi blocca, sorridendo maliziosa.-non c'è bisogno che ti prepari il caffè. Qualcuno ci ha già pensato al posto tuo.'
Senza capire, seguo lo sguardo di Tamala, fino a notare una tazza di caffè sopra la scrivania in cui di solito mi siedo nel ruolo di Kate Beckett, detective della polizia di New York. 
Chi può essere stato? Forse qualcuno che sapeva che sarei arrivata prima, oggi, qualcuno che è arrivato addirittura prima di me per prepararmi questa piccola sorpresa.
Sorrido, avvicinandomi alla scrivania, e noto un bigliettino giallo proprio sotto la tazza. E' il mio colore preferito, non può essere un caso.
'cena stasera?'
C'è scritto. Riconosco questa calligrafia, e non mi ci vuole molto perchè le lacrime tornino a prendere il sopravvento. Josh. Dopo tutto questo tempo.
Dopo che la mia vacanza a Los Angeles è finita, due anni fa, sono tornata a casa distrutta. Per un lungo periodo mi sono rifiutata di uscire, e di vedere chiunque non si chiamasse Nathan Fillion, e avesse due meravigliosi occhi blu come il mare. Poi però mi sono rassegnata, e una sera, ho conosciuto Josh. I miei avevano organizzato una cena con dei loro vecchi amici, i suoi genitori, e lui era stato invitato. I miei dicevano che io e lui eravamo sempre stati amici, fin da piccoli.  C'è stato subito feeling tra di noi, gli ho raccontato tutto di Nathan, della mia vacanza a Los Angeles, e siamo usciti per un periodo. Abbiamo avuto una storia. Ma io poi l'ho troncata perchè Nathan era tutto ciò a cui potevo pensare. E lui ha deciso di lasciare il Canada per studiare negli Stati Uniti, e non l'ho più visto. Ma ora sembra essere tornato.
'allora, il bel principe azzurro ha i sensi di colpa?'
Mi volto verso Tamala, sciugandomi una lacrima, e sorrido, senza sapere bene cosa dire.
'non è di Nathan. E' da parte di Josh.'
'Jo..chi?!'
Scoppio a ridere, sospirando. Ora Tam vorrà sapere ogni minimo dettaglio di questa storia.
'vecchia e lunga storia..'
'non ti azzardare ad avere segreti con me!'
Abbraccio Tamala, ridendo, e mi rassegno all'idea che dovrò raccontarle tutto. Lo avrei fatto comunque, solo non ora, non mi sembra il caso.
'ti racconterò tutto, promesso. E' un bel casino però. E poi..'
'Stana Katic. Non sei cambiata affatto.'
Mi interrompo bruscamente, riconoscendo la voce di Josh. E' sempre la stessa, solo un pò più adulta. 
Rimango senza parole alla vista di ciò che è diventato. E' sempre stato bello, ma si vede che crescendo è migliorato ancora. Il ciuffo di capelli biondi, spettinati e fini,  gli copre ancora leggermente gli occhi, come tanto tempo fa. Ha sempre il solito sorriso furbo, i denti bianchi splendenti, e gli occhi cristallini. E' bello, sì.
Gli butto le braccia al collo, per salutarlo, e lo sento abbracciarmi forte. Devo ammettere che forse un pò mi mancava.
'Josh, mio dio, quanto sei cresciuto!-Ride, la voce vispa,trasparente, le fossette sulle guance.-che ci fai qui?'
'Marlowe mi ha offerto una parte. Sembra che lavoreremo fianco a fianco per un pò!'
'fantastico! Mi fa piacere che ora siamo colleghi.'
'già,anche a me. E tra colleghi si cena anche insieme, vero?'
Forse dovrei accettare. In fondo non lo vedo da secoli, andiamo ancora d'accordo come una volta, e sono sicura che sarebbe davvero una bella serata. Poi però il pensiero di te mi attraversa la mente. Il ristorante sul mare, i gabbiani, la sabbia fresca, le onde, la canzone. Mi gira la testa.
'Josh io non lo so,insomma,non sto molto bene oggi,e..'
'andiamo, non fare la difficile! Non sei curiosa di sapere cos'ho fatto in tutto questo tempo, a parte diventare sempre più bello?'
Rido, scuotendo la testa. Il solito pompato.
'e va bene, e va bene. Una cena informale però,eh?'
'agli ordini!'
Si allontana da me, facendomi l'occhiolino, e in poco tempo sparisce dalla mia vista. 
Ho appena accettato il suo invito a cena, sapendo benissimo che sarà tutto meno che informale.
Chissà tu cosa diresti,se solo lo sapessi. Tamala intanto ne sembra felice, e non fa altro che sorridermi maliziosamente impaziente di conoscere tutta la storia. 
'cosa pensi che dovrei mettermi,Tam?'
Butta gli occhi all'indietro, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Eppure io ho una tale confusione in testa, non ci sto capendo più niente.
'ma è logico,no? Stupiscilo. Vestito e tacchi.'
'Tam ma sei pazza?'
'e perchè? Lo lascerai senza parole!-si interrompe, notando la mia perplessità, e ancora una volta, capisce perfettamente qual è il punto.-o forse è proprio questo il problema. Tu hai paura di piacergli.'
Sospiro, e improvvisamente ho solo voglia di piangere. Non so davvero cosa devo fare.
'è che Nathan..io..mi sento in colpa. Non voglio ferirlo,Tam.'
Tamala mi asicuga le lacrime, dolcemente, e cerca di consolarmi. Perchè è sempre così dura quando si parla di te?
'lo so,tu lo ami. Però lui non si è fatto molti scrupoli a ferire te. Forse è il momento di guardare avanti.'
'ma non so se voglio farlo'
Sembra rifletterci su un secondo, poi il suo sguardo si illumina,come se le fosse appena venuto in mente qualcosa di straordianario ed efficace. E' un vulcano di idee.
'beh, puoi sempre usare tutto questo a tuo favore.'
La osservo,perplessa. Non capisco. Potrei comunque uscire vincente da una situazione così disperata?
'cioè?'
Tamala sorride, tutta impettita, e orgogliosa del suo piano. Se qualcuno ancora crede che le donne non siano in gtrado di essere vendicative anche quando c'è di mezzo l'uomo che amano, credo che non abbia mai conosciuto una come Tamala.
'dunque, Josh spunta nella tua vita di nuovo dopo anni che non vi vedete, e tu credi che questo invito a cena non sia per niente disinteressato. E forse questo Josh non ti è del tutto indifferente..-Scoppia a ridere, vedendomi alzare lo sguardo al cielo, e con una mano mi fa segno di fermarmi.-però, dall'altra parte c'è Nathan. Sei pazza di lui,ma ti ha ferito. Potresti almeno farlo ingelosire, per capire se davvero tiene a te abbastanza da farsi perdonare e provare a riconquistarti.'
Sorrido anch'io, annuendo. E' un genio, non c'è che dire.
'ma sai che non è per niente una brutta idea?'
'lo so, cara, lo so. E so anche come realizzarla.'
La solita modesta. C'è da dire, però, che i suoi piani li studia proprio bene, non fanno mai una piega.
'vai,spara'
'allora,è necessario che Nathan sappia che andrai a questa cena. Secondo me deve vederti agghindata e elegante, pronta per uscire con Josh. Gli serve una bella botta nei denti.'
'ma come posso fare a farmi vedere vestita per uscire? Dovrò tornare a casa per cambiarmi, e così lui non mi vedrà'
'beh, diciamo che hai due possibilità. La prima, è sperare di incrociarlo sul pianerottolo proprio mentre stai uscendo. Ma se succedesse, so che non reggeresti. La seconda, è cambiarti qui.'
Il caffè che stavo bevendo mi va improvvisamente di traverso, facendomi tossire. 
'che cosa?'
'è l'unico modo. Io ho la giornata libera,quindi dovrai solo dirmi quale vestito vuoi, consegnarmi le chiavi di casa tua, e io andrò a prendertelo. Così ti cambierai qui, Nathan ti vedrà andare via con Josh, e si mangerà le mani.'
'ma non credi che così userei Josh?'
'beh tecnicamente no. Dopotutto, non sei sicura di piacergli..-Sorride, vedendomi alzare un sopracciglio in segno di disapppunto. Sappiamo entrambe come stanno davvero le cose. Ti amo Nathan, e voglio che torni da me, ma non so se me la sento di fare tutto questo a Josh.-e va bene, diciamo che non si è ancora dichiarato, e tra voi non è successo nulla da quando vi siete ritrovati. Quindi tu, in fin dei conti, non sai nulla di certo. E a Nathan basterà vederti con lui per andare fuori di testa'
Tamala mi fa l'occhiolino, tenendo una mano appoggiata con sicurezza sul fianco. E' semplicemente geniale, credo che starò al gioco. Forse è sbagliato, forse sarà un confronto fin troppo diretto, ma voglio capire fino a che punto sei disposto ad arrivare, e fino a che punto mi mentivi ogni volta che dicevi di amarmi.
Se mi ami, non mi lasci andare.



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Capitolo 16
*** A little secret. ***


'e appena arrivato qui, cos'hai fatto?'
Josh è sempre così carino. Al primo impatto potrebbe sembrare uno troppo convinto di sè, ma io so che non è così. E' simpatico, ha sempre la battuta pronta, sa farmi divertire.
E ha anche degli ottimi gusti, dal momento che questo ristorante è bellissimo. Anche se non può essere minimamente paragonato a quello in cui mi hai portato tu. Prima di tutto, perchè tu non ci sei. 
'beh, inizialmente pensavo di studiare economia, per seguire le orme di mio padre. Poi però mi sono appassionato alla recitazione,e mi sono iscritto alla Goodman a Chicago.'
'oh, ho sentito parlare davvero bene di quella scuola'
'già,è stata un'esperienza meravigliosa. L'ho conclusa al massimo, e ho iniziato ad ottenere qualche parte,un pò qui, un pò lì. Così, eccomi qua.-Mi sorride, sorseggiando lentamente il suo bicchiere di vino rosso. Ha gli occhi che brillano di curiosità, vivaci, accesi. Mi piacciono, i suoi occhi. Ma non sono i tuoi. Quando guardo te negli occhi, non riesco a farlo per più di mezzo secondo. Sento lo stomaco rimpicciolirsi, le lacrime salire, le mani che tremano, e la testa che gira.-tu invece, che hai fatto?'
'mi sono trasferita subito qui a Los Angeles,e ho iniziato a cercare lavoro. Ho ottenuto anch'io qualche parte, ho girato un paio di film, e poi Marlowe mi ha voluto nel cast.'
'wow, e ce l'hai fatta senza nemmeno studiare. Sono davvero colpito,sei meglio di me.-Rido con lui, lasciandogli un leggero pugno sulla spalla.-e quel Nathan, l'hai più rivisto?'
Un brivido mi attraversa la schiena, e posso rendermi conto che il mio sguardo si stia rabbuiando sempre di più. Perdo il luccichio degli occhi ogni volta che si parla di te. 
Ho come l'impressione che il mio piano stia andando a farsi benedire, e che stiamo arrivando al punto un pò troppo presto. Ho paura che Josh stia per dirmi cosa prova per me, e a quel punto non saprò davvero più cosa fare. Forse è stato stupido pensare che tutto si sarebbe potuto risolvere così.
'sì,lui..fa parte del cast.'
'ah,ma guarda. E avete risolto?'
'beh..avevamo. Poi sono successe delle cose, e abbiamo litigato.' 
Annuisce,serio, poi sorride, lo sguardo intelligente.
'ecco perchè hai accettato la cena'
Sgrano gli occhi, cercando di rimediare. Temo sia impossibile, mi ha scoperta.
'ma no Josh, mi fa davvero piacere passare del tempo con te, dopo tutti questi anni,ho davvero bisogno di svagarmi un pò,e..-Mi blocco, vedendolo ridere. Ho forse detto qualcosa di sbagliato? O magari devo aver detto qualche stupidaggine davvero grossa, perchè semba parecchio divertito.-che c'è, perchè ridi?
'tu non immagini proprio perchè ti ho invitata a cena, vero?'
Ecco, avevo ragione. Stiamo arrivando al punto troppo presto. Non siamo nemmeno a metà cena, e lui già vuole dichiararsi. Immagino di dovergli delle scuse, ora.
'senti Josh, mi dispiace. Non volevo ferirti, è solo che non pensavo che dopo tutto questo tempo volessi riallacciare i rapporti che avevamo. Non voglio che tu ti senta usato,ti chiedo scusa.'
Ride ancora, ma non mi spiega il perchè, come se io non potessi capirlo. Forse tutto questo inizia ad infastidirmi un pò.
'Stana io non sono qui per dichiararmi'
'cosa?'
Sorride,scuotendo la testa.
'no. Ti ho invitata perchè volevo scambiare due chiacchiere con te, e perchè devo dirti una cosa importante.'
Ora inizio a preoccuparmi. Dopo anni che non lo vedo, il mio unico collegamento con il Canada entra di nuovo nella mia vita sbucando dal nullla,dice di non volersi dichiarare, ma vuole dirmi qualcosa di importante. Forse riguarda la mia famiglia, dev'essere successo qualcosa.
'Josh,cos'è successo?'
Mi accarezza una mano, tranquillizzandomi.
'no, no, ehi, non è successo niente. E' solo che..dato che ci conosciamo praticamente da sempre,io ti considero come una sorella. Quindi..c'è una cosa che mi riguarda che vorrei sapessi. Ho pensato di dirtelo perchè ho notato che andiamo ancora molto d'accordo,non sei affatto diversa da come ti ricordavo, e mi fido di te.'
'd'accordo,dimmi pure. Che hai combinato? Hai svaligiato una banca, ucciso un uomo, nascosto soldi in nero per un malavitoso?'
Scoppiamo a ridere entrambi, e per fortuna, l'atmosfera si alleggerisce. E' lo stesso Josh di sempre, solo con un segreto in più. E ora che non ho motivo di preoccuparmi, sono contenta che abbia pensato di dirlo proprio a me. E' bello sapere che si fida ancora.
'no,niente di tutto questo. Prima di tutto,volevo dirti che mi dispiace per il malinteso,magari Nathan non prenderà molto bene questa nostra cena,quando lo saprà.'
Sorrido, senza pensarci troppo. 
'tranquillo,è quello che ci vuole. Però ora non tenermi sulle spine!'
'no, prima devi dirmi cosa ha combinato di tanto grave per costringerti a scatenare la sua gelosia'
E' incredibilmente perspicace, comunque. E ora so di potermi fidare abbastanza da raccontargli tutto.
'ci siamo ritrovati per caso sul set,e ci siamo riavvicinati,parecchio. Ero felice perchè la nostra relazione era finalmente tornata ad essere qualcosa di concreto,ma poi ho scoperto che lui è già impegnato con un'altra, e se non lo fossi venuto a sapere da Tamala,Nathan non mi avrebbe detto nulla. E' anche per questo che sono qui con te. Voglio capire se ci tiene davvero come dice'
Mi guarda, serio, e sembra sinceramente dispiaciuto. Si vede che mi vuole bene.
Ad un  tratto sorride, ironico, e riprende a ridere come poco fa.
'chissà cosa dirà quando scoprirà che si è ingelosito per una cena con un tuo vecchio amico che per di più è gay'
In un primo momento mi lascio coinvolgere dalla sua risata, poi realizzo veramente quello che mi ha appena detto. Josh,gay?
'aspetta,ma tu sei..'
'proprio così.'
'ma è fantastico!-solleva un sopracciglio,sorridendo, e continua a sorseggiare il vino. Solo ora mi rendo conto di non essere in grado di dire qualsiasi cosa che abbia un senso compiuto. Devo ricompormi.-cioè, è fantastico che tu me lo stia dicendo. Mi fa piacere che ti fidi,Josh.'
Sorride, arrossendo, e per la prima volta vedo un Josh timido ma felice, e incredibilmente maturato. 
'mi fido di te,Stana. E poi a qualcuno dovevo pur dirlo'
'aspetta,ma i tuoi non lo sanno?'
'beh sì,ma con loro ho dovuto andarci piano. Non ho potuto raccontarglielo facendo i salti di gioia,sai,soprattutto con mio padre. Mia madre sarà sempre e comunque orgogliosa di me.-Ride, sdrammatizzando, e torna a far i brillare i suoi denti lucenti e i suoi occhi cristallini. Voglio davvero che sia felice, è sempre stato un bravo ragazzo, e se lo merita. Dopotutto,viviamo una volta sola. Non c'è tempo per mettere da parte ciò che vogliamo veramente solo perchè non è lo stesso che gli altri vorrebbero per noi.
Josh si alza, infilandosi sopra la camicia una giacca leggera ma elegante, regalo del padre, presumo. Però anche lui ha sempre avuto degli ottimi gusti.-ti va di fare un giro?'
'sì,perchè no!'
Lo prendo a braccetto, e dopo aver lasciato il conto sul tavolo, usciamo dal ristorante, passeggiando per le strade di Los Angeles. E' una zona tranquilla, ma motlo carina, piena di negozi e di vivacità. Credo che questa città non finirà mai di stupirmi. Forse è perchè non ho poi tanto tempo per visitarla tutta.
'comunque, sei bellissima'
Rido, appoggiando la testa sulla sua spalla. Fa uno strano effetto sentirselo dire da un amico gay. Però in un certo senso è rassicurante, soprattutto in una situazione di confusione come la mia. Ora, se Josh mi fa un complimento, posso stare tranquilla ed essere sicura che sia pura cortesia.
'ti ringrazio,Josh. Anche tu non scherzi'
Riesco a farlo ridere, poi però torna serio, e mi parla dolcemente, quasi a bassa voce, per essere più sicuro che le sue parole arrivino a destinazione,credo.
'lo ami proprio,vero?'
Appunto. Sospiro, sorridendo amaramente. Non voglio piangere questa volta,no. Questa dev'essere una serata che entrambi ricorderemo positivamente,non ho intenzione di rovinarla.
'già. Ma purtroppo non credo sia lo stesso per lui'
'magari le cose non sono come sembrano'
'o magari sono stata una stupida ad aver pensato che avremmo potuto ricominciare. Forse avrei dovuto calcolare che nei due anni durante i quali non ci siamo visti, lui probabilmente si era fatto una vita,a differenza mia. Mi sento un'idiota a non averci pensato.'
Josh si ferma, e ferma anche me, mettendomi le mani sulle spalle e guardandomi dritta negli occhi,con determinazione.
'Stana, ascoltami bene. Tu non sei una qualunque. Insomma,guardati. Hai mollato tutto per inseguire il tuo più grande sogno,e l'hai realizzato solo grazie a te stessa e al tuo talento. Ce l'hai fatta da sola. Sei caduta,ma ti sei sempre rialzata. E ora sei qui, attrice di Hollywood, bellissima e talentuosa. Stana tu vali tanto,davvero. E io non credo che Nathan non lo sappia. Però non devi dimenticartelo nemmeno tu.'
Avevo detto di non voler piangere? Bene, non ci riesco. Scoppio,abbracciando Josh, e do sfogo a tutto il mio dolore, alla mia confusione, alle mie domande, e ai dubbi tenuti per me. E al mio amore per te, Nathan, che comunque mi accompagna sempre. 
'allora dimmi cosa devo fare,Josh, perchè io non lo so. Con Nathan per la prima volta mi sono trovata a pensare che la mia vita avrebbe potuto prendere una svolta positiva, ma ora non lo so più. E non so se sono pronta ad ammettere di essermi sbagliata,proprio con lui.'
Josh mi sorride, e mi asciuga un pò di trucco colato.
'vieni, ti accompagno a casa.'
Mi prende la mano,dolcemente, da amico, per farmi capire che non sono sola, e mi fa salire in macchina, iniziando a guidare a veocità sostenuta verso casa. Durante il viaggio nessuno dei due parla, ma poi Josh tira fuori un pacchetto di sigarette,e ne accende una per sè. Non è affatto cambiato, con il suo bel sorriso, i capelli ribelli, e l'aria di uno che non ha paura di niente,sprezzante del pericolo. E questo mi fa sorridere.
'ne vuoi una?'
Lo osservo,mentre con una mano tiene il pacchetto verso di me, e con l'altra maneggia con il volante, esperto. Ogni tanto allontana il pacchetto da me per togliersi la sigaretta dalla bocca, facendomi ridere, e allora accetto. Di solito non fumo,ma che male può fare? Ogni tanto ci vuole.
Prendo una sigaretta dal pacchetto, e la accendo, aprendo il finestrino per fare circolare l'aria e guardare un pò fuori. La città, il buio, le luci degli edifici. Giusto in tempo per rendermi conto che siamo arrivati.
Josh scende dalla macchina, con la sigaretta ancora in mano, e da vero signore apre il mio sportello,facendomi scendere con il sorriso.
'riguardo alla domanda che mi hai fatto prima,sai cosa? Forse non ti sei sbagliata affatto,con lui. Forse la svolta che volevi non solo sarà positiva,ma anche inaspettata.-Mi bacia una guancia, per salutarmi, e poi torna verso la sua auto,sicuro di quello che dice.-non mollare, Stana.'
Mette in moto, e in poco tempo lo vedo scomparire dalla mia vista. E rimango qui, davanti al portone dell'appartamento, con una sigaretta in mano e un milione di pensieri per la testa.
Sorrido, però,perchè forse ha ragione lui. 
In fondo, chi lo sa cosa può succedere?
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Capitolo 17
*** War. ***


Lo so che sei arrabbiato con me. Siamo qui sul set da ore, e tu a malapena mi guardi. E' così dura starti lontano, Nathan, non sai quanto, ma la chiacchierata con Josh mi ha davvero illuminata. Non posso essere io a chiederti scusa,non avrebbe senso.
Tamala oggi non c'è, perciò non ho assolutamente nessuno a cui appoggiarmi, e mi sento veramente sola, perchè non so proprio come affrontarti.
Credo che mi ci voglia un caffè.
Accendo la macchinetta, assorta nei miei pensieri più che mai, ma giuro che mi sforzo per concentrarmi sul caffè. Non posso pensare a te, non ora, altrimenti ricschio di allagare tutta la stanza col caffè, se mi metto a guardarti come sto facendo. E' che non posso farne a meno, non ci riesco. Non so se hai una specie di calamita da qualche parte con te, o se magari mi hai lanciato qualche stregoneria oscura,ma io, Nathan Fillion, non riesco a toglierti gli occhi di dosso, è più forte di me.
'forse dovresti stare attenta, con quel coso.-Mi giro di soprassalto, riconoscendo la voce di Josh, e solo ora mi rendo conto di sentire un calore tremendo alla mano. Avevo detto che sarei affogata nel caffè,no? Ecco. E' praticamente ovunque, tranne che dentro la tazza. Sono proprio un'imbranata.
Josh sorride, e mi aiuta a pulire, prendendomi un pò in giro. E' facile per lui essere così disinvolto. A me basta vederti per andare in tilt e non ricordarmi nemmeno più come mi chiamo,figuriamoci se potevo riuscire a fare il caffè.-e così, lui è il famoso Nathan?'
'già. Si capisce così tanto, che è lui?'
Josh ride, avvicinandosi alla macchinetta.
'no, scherzi? Mica si vede che vorresti saltargli addosso!'
'ma Josh!-Arrossisco violentemente, lasciandogli uno schiaffo sul braccio muscoloso. Forse mi sono fatta più male io.
Ride ancora, alzando le mani, e prepara un caffè che sembra proprio essere per me.-che fai,ti senti in colpa?'
'mettila così se vuoi. Diciamo che sto cercando di aiutare una disperata donzella in difficoltà'
'stupido'
Prepara un caffè anche per sè, poi torna serio,sembra aver visto qualcosa.
'forse è meglio che ti lasci sola. Potrei essere d'impiccio'
Con un gesto della testa mi indica la porta, da cui tu stai per entrare, ma prima che io possa chiedergli di rimanere, sparisce, lasciandomi inevitabilmente sola con te. Forse non ha tutti i torti, ti salterei addosso.
'oh, ciao'
Sembri quasi stupito di vedermi,quasi sorpreso,ma non troppo felice. O forse è solo una mia impressione. Mi piace pensare che lo fai apposta, e che in realtà stai solo nascondendo i tuoi sentimenti per orgoglio,ma chissà se è davvero così. Magari mi sbaglio, e davvero non senti più niente per me.
'ciao'
Cammini a testa bassa, senza nemmeno sorridere o guardarmi, e ti prepari un caffè anche tu, dandomi le spalle. Ci sono così tante cose che vorrei dire. Solo che le lacrime mi frenano, e in uno scatto di orgoglio, faccio per uscire. Non voglio farmi vedere così da te. Se non hai intenzione di tornare indietro,allora non voglio che tu sappia quanto male mi stai facendo.
Sto per aprire la porta, ma con la coda dell'occhio ti vedo girarti improvvisamente, mettendo giù il caffè.
'Stana aspetta.-Mi blocco, e rabbrividisco al suono del mio nome pronunciato di nuovo da te, dopo giorni di silenzio. Mi viene quasi da sorridere.
Ti guardo, timidamente, e ti vedo avvicinarti, sempre serio ma questa volta più dolce, pacifico.-dobbiamo parlare'
Alzo un sopracciglio, e la mia espressione si indurisce, diventando più severa. Non so se ho davvero intenzione di essere così cattiva con te, ma non posso nemmeno perdonarti subito. Anche se, credimi, sarei davvero tentata di farlo. Sarei così tentata di baciarti e distruggere l'orgoglio di entrambi e il muro che si sta costruendo tra noi.
'ah sì?'
'sì. Vieni a pranzo con me,oggi?'
Chiudo gli occhi, indecisa. Dovrei dire di sì, è una chiara dimostrazione che vuoi provare a farti perdonare,e io non posso negartelo. E non voglio, sono stanca di tenerti il muso.
'd'accordo.'
Sorridi leggermente, ma con gli occhi spenti, e mi fa morire vederti così. Non sembri nemmeno più tu, sei così abbattuto, e spento. Non immagini nemmeno quanto mi costa fare l'arrabbiata con te quando piuttosto, vedendoti così, vorrei stringerti e non lasciarti andare più.
Mi accarezzi un braccio, per poi ritrarre la mano, quasi avessi paura di toccarmi.
'okay,allora a dopo.'
'a dopo'
Ti sorrido timidamente, e ti sfioro una mano, prima di uscire dalla stanza, per cercare di controllare il respiro. Ti ho sfiorato per mezzo secondo, e ho sentito una scarica elettrica attraversarmi. Non è possibile, per così poco. Oggi, allora, cosa succederà quando finalmente parleremo, e chiariremo le cose?
Mi piacerebbe pensare che in fondo ho ancora molto tempo per rifletterci e trovare una soluzione, ma purtroppo non è così, mi hai presa alla sprovvista. La pausa pranzo comincia tra poco, e io non ho affatto tempo per razionalizzare. E questo gioca a tuo favore.
'cosa ti va di mangiare?'
Me lo chiedi affiancandomi,mentre usciamo camminando sul marciapiede. Di solito non me lo chiedevi, dicevi semplicemente di volermi portare in un posto fantastico, e mi lasciavi sempre senza parole. Però apprezzo che tu me lo stia chiedendo, vuol dire che stai cercando in qualche modo di riprendere il rapporto. E credimi, non c'è altro che io voglia,adesso.
'non saprei, però non ho molta fame ad essere sincera. Ma proponi tu,va bene qualsiasi posto se sei con me.'
Ecco, il primo di quella che sarà una lunga serie di passi falsi. Non dovevo dirti queste cose, questo non è il momento,non ora, non così, no, no, no. Ma cosa mi è venuto in mente? Ora penserai che ti basterà un sorriso e un buon pranzo per considerarti perdonato, e vorrai venire a letto con me di nuovo solo perchè pensi che te lo concederò, giusto per divertirsi un pò. Ho sbagliato tutto, ed è solo l'inizio.
Però tu mi sorridi, tenero, spazzando via in un secondo le maledizioni mentali che mi stavo lanciando, forse l'hai capito. Devo avere le orecchie che fumano per quanto sto cercando di concentrarmi e comportarmi da persona normale. Ma sai com'è, con te non è mai facile, mandi tutti i miei neuroni in tilt.
'ti va un hot dog in quel parco laggiù? Ci sono delle panchine proprio sotto l'ombra,potremmo sederci lì.'
La tua voce è così dolce ora, delicata, sembra quasi che tu mi stia baciando. E invece, mi stai semplicemente guardando, lasciandomi notare con molto piacere che finalmente i tuoi occhi stanno tornando a splendere. 
'mi sembra una proposta fantastica'
Ti sorrido, lasciando che il mio sorriso questa volta possa essere al massimo di ciò che è, che possa essere libero, perchè è un sorriso vero che ti meriti.
Sussurri un 'vieni' appena percettibile, e, come quella sera al ristorante al mare, mi offri la mano, portandomi verso una panchina tranquillissima, all'ombra di una grande quercia.
C'è un parco enorme davanti a noi, e nonostante i bambini che corrono ovunque, sembra tutto così tranquillo e pacifico. Sembra che questo sole abbia finalmente un senso.
Mi chiedi di aspettarti solo un secondo, e nel giro di poco, sei di nuovo da me, con due hot dog in mano, di cui uno per me. Come al solito, hai pagato anche la mia parte. Già questo mi basta per riflettere, per capire che sicuramente non sei un cafone, e che forse questa situazione deve essere più complicata di quello che sembra.
'allora, cosa volevi dirmi?'
Butti via la carta dell'hot dog in un bidone vicino, e per un attimo sfiori la mia mano, per buttare via anche i miei rifiuti. Inutile dire che devi ancora parlare, ma io già tremo.
'volevo dirti che ti amo, Stana'
Abbasso lo sguardo, annuendo, e le tue parole mi rendono davvero difficile il controllo di me stessa. Anche io ti amo, ma temo non sia così semplice.
'ho paura che non basti,Nathan. Non basta se non posso fidarmi di te'
Ti volti totalmente verso di me,e mi guardi serio, un pò ferito.
'tu puoi fidarti di me, e lo sai. Non ti farei mai del male'
Scuoto la testa,sospirando. No ti prego, non costringermi a dire quello che non vorrei.
'ma l'hai fatto! Avevi una relazione e non hai nemmeno pensato di dirmelo, hai aspettato che lo scoprissi da sola. E tutte le volte che hai avuto la possibilità di far valere il tuo coraggio, hai sempre negato, e hai sempre detto che andava tutto bene nonostante non fosse così. Come posso fidarmi,Nathan?'
Sospiri tu, ora, e per un attimo chiudi gli occhi, per cacciare via le lacrime. Stai davvero così male? Ci stiamo davvero distruggendo in questo modo,nemmeno fossimo in guerra?
'senti, mi dispiace non so quanto per quello che ho fatto. Non avrei voluto,ma non volevo perderti avevo bisogno di tempo per elaborare la situazione.-Ti fermi, vedendomi piangere, e allunghi una mano per accarezzarmi una guancia. Questo semplice gesto mi riempie di calore, e il dolore sembra affievolirsi. Tu non immagini nemmeno quanto posso aver bisogno di te.-con Christina è finita, l'ho lasciata,non voglio più vederla.'
Improvvisamente la dolcezza che vedevo in te sembra dissolversi, e la delusione torna a prendere il sopravvento su tutto. Come puoi credere che mi basti questo? Io non volevo questo,non è il motivo principale per cui stiamo litigando, e oltreutto come puoi pensare che io sia contenta di sapere che l'hai lasciata solo perchè magari fisicamente preferivi me, e magari lei ora sta soffrendo per colpa di entrambi? Davvero mi reputi così superficiale?
'Nathan,non hai capito niente.'
Mi alzo dalla panchina, incamminandomi verso non so dove, basta che sia lontano da qui,ma tu mi fermi, trattenendomi per un braccio.
'Stana, cos'ho detto di sbagliato? L'ho lasciata, ora possiamo risolvere questo casino e andare avanti con la nostra storia'
Non riesco a credere che tu davvero non capisca.
'ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? Non è questo il punto,Nathan!-mi vedo costretta ad alzare la voce, notando la confusione nel tuo sguardo, e a questo punto chissenefrega se la gente mi prende per pazza.Sono talmente ferita che potrei mordere.-è a questo che mi riferivo quando dicevo di non potermi fidare di te. Tu hai scelto me solo perchè ti eri stancato di lei,perchè avevi voglia di novità,e ora hai infranto due cuori,anzichè uno. Come puoi pensare che io sia contenta di questa situazione, e che possa essere così semplice? Non capisci che non basta? Pensavo volessi riconquistarmi per dimostrare che posso davvero fiarmi di te.'
Mi guardi, disorientato, sembra che tu non sappia davvero cosa dire, o cosa fare. E' così strano quello che ti sto dicendo, sul serio?
'era esattamente ciò che volevo fare, per quale motivo credi che siamo qui,ora?'
Mi allontano definitivamente, guardandoti con aria di disprezzo. Non credevo che sarei mai ruscita a guardarti così,per l'amore che mi fuoriesce da ogni poro della pelle ogni volta che ti vedo anche solo da lontano.
'non hai capito niente di me,Nathan. Lascia perdere.'
Ti sento dire qualcosa,mentre mi allontano, ma ho la mente offuscata, e non riesco nemmeno a vedere dove sto andando.
E' come se mi avessero accoltellato, e poi avessero girato il coltello nella ferita. 
E' così che mi sento, lacerata. Dal momento che quella che doveva essere la nostra occasione di pace, è ufficialmente diventata guerra.
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Capitolo 18
*** Jelous ***


Sto passando più tempo con Josh,ultimamente, e mi sembra di vivere. La sua presenza mi aiuta,lui mi diverte e mi fa stare bene, e mi toglie un sacco di pensieri dalla testa. Ogni tanto usciamo, andiamo a bere qualcosa insieme,e  quasi sempre ci sono anche i suoi amici con lui. Sono tutti molto divertenti. Io però non ho intenzione di dare troppa confidenza a nessuno di loro. Sono ancora in confusione, non so cosa devo fare con te, Nathan, perchè ti voglio più di qualsiasi altra cosa ma mi stai distruggendo, e io devo ancora capire se è quello che voglio. Forse è solo una mia impressione. 
Ma è meglio non pensarci ora, perchè se mi metto a pensare non smetto più. E Josh dice che quando penso così intensamente, ha paura che io possa surriscaldarmi e che la testa mi scoppi. So che mi prende in giro,ma se avesse ragione?
'dai Stana,vieni a ballare!-Josh mi fa alzare,anche se lo faccio controvoglia, e mi trascina verso la pista da ballo,dove gli altri aspettano. Siamo sicuri che sia una buona idea? Perchè forse ho bevuto un pò tanto,e non so se ho voglia di ballare.-su non fare la modesta,lo sappiamo tutti che balli bene'
Mi provoca, facendomi l'occhiolino, tra le risate die suoi amici. Metterei la mano sul fuoco,che non hanno nemmeno il sospetto che Josh sia gay. Ma lo capisco,nemmeno io rivelerei un segreto del genere a una comitiva come questa.
'sfacciato!'
Ride, prendendomi la mano per ballare, e decido di lasciarmi andare. In fondo sono in buone mani. Lo conosco da una vita, e so che se dovesse succedere qualcosa,mi proteggerebbe. E' un vero amico, e per quanto ne so, svagarmi ora mi serve proprio.
Mi abbraccia da dietro, e si muove come fosse il ragazzo più etero sulla faccia della terra. Beh, devo dire che gli riesce bene; se non sapessi la verità e non fossi tremendamente innamorata di te, ci farei un pensierino.
I suoi amici ridono,e  uno di loro insiste per ballare con me. Ecco, Stana, hai presente quello che pensavi fino a poco fa dei veri amici? Cancella tutto. Josh è più ubriaco di te, e ti lascerà ballare con questo pervertito.
Vorrei dirgli di no, ma in fondo cosa importa, è solo un ballo. E qui tutti ballano con tutti. E poi se facessi la difficile rischierei di rovinare l'atmosfera, e non mi sembra il caso, dal momento che ci stiamo divertendo tutti molto.
Il tipo mi pare si chiami Ryan, ed è più piccolo di me. Però è alto, muscoloso, ed è un sacco pieno di sè. Non so se mi piace questo, però è simpatico, e ha voglia di divertirsi. Credo di averne voglia anch'io.
'vado a prenderti qualcosa da bere'
Sto per rifiutare, ma lui, dopo avermi sorriso, è già in mezzo alla gente che sgomita per arrivare al bar e prendere qualcosa. Come non detto, vorrà dire che berrò un pochino.
Dopotutto, sono in grado di controllarmi, che male può fare?
Lo vedo tornare verso di me, con un bicchierone di vodka in mano, mischiata con non so cosa. Dice che è buona.
In effetti non sbaglia, per essere buona lo è, ma comincio a preoccuparmi, perchè è poco più di un ragazzino, e sembra non reggere molto ben l'alcool.
'e così tu lavori a Hollywood?'
'già'
'mmh in effetti..si vede che hai qualcosa di diverso dalle altre'
Mi sorride, decisamente poco lucido, e butta giù la vodka. Già solo il fatto che devo urlare come un'idiota per farmi sentire mi innervosisce, figuriamoci se continua a dire cose del genere per tutta la sera. Credo di essere pronta a spararmi, se Josh non torna subito qui.
'che dici, me lo dai un bacio?'
E' ubriaco. E' un pallone gonfiato. Lo detesto. Dovrei dire no. Poi però mi tornano in mente le nostre discussioni, le litigate degli ultimi giorni, le incompresioni, la gelosia, e in men che non si dica, ti immagino con Christina, mentre le dici le stesse cose che dicevi a me, giurandomi di essere sincero. Perchè dovrei rinunciare a divertirmi e ad andare fino in fondo? Per te, forse? Davvero ne vale la pena?
Senza rispondere, butto le braccia al collo di Ryan, e lo bacio, lasciando che possa stringermi a sè. E' sudato, e sa di alcool e sigarette. Lo odio, lo odio davvero tanto. E poi mi sta praticamente mangiando, non ha la minima idea di come si baci una ragazza. Ma non se ne rende nemmeno conto probabilmente, perchè ha bevuto talmente tanto che se ora gli chiedessi come si chiama, sono convinta che non si ricorderebbe nemmeno.
Vorrei che avesse il tuo sapore. Vorrei che sapesse baciarmi come te, che sapesse prendersi cura di me, che gli importasse come importava a te. Vorrei che le sue mani non mi dessero fastidio, ma davvero, credo di star per scoppiare. Mi viene da vomitare, e mi vergogno di me stessa.
Mi stacco da lui, confusa e tremendamente umliata, e corro via, all'aria aperta. Non riesco a respirare, sono in panico. 
Prima che possa rendermi conto di qualsiasi cosa, mi ritrovo in un angolo a vomitare, mentre le lacrime non mi danno tregua. Cosa mi è venuto in mente? Cosa cavolo avevo per la testa? 
'non sei abituata a bere, eh?'
'Josh, ti prego, non è il momento'
E' tutto ciò che riesco a dire, prima di vomitare ancora. Mi dispiace che Josh debba vedermi così, ma al solo pensiero delle mani di Ryan su di me,mi si stringe lo stomaco.
Josh invece ride, un pò canzonatorio, ma vedendomi così torna serio, e mi aiuta a reggermi in piedi.
'dai, ti riporto a casa, non posso vederti così.-Mi limito ad annuire, e lascio che possa condurmi fino alla macchina, sostenendomi. 
Salgo in auto,e inizio a sentirmi già meglio. Voglio casa mia. Voglio te, voglio le tue braccia, le tue carezze. E invece ci pensa Josh a scaldarmi, mettendomi la sua giacca sulle spalle.-bella botta di vita,eh?'
'avresti dovuto impedirmelo'
Vorrei essere severa con lui,ma nonostante tutto, non riesco a non ridere,anche se mi prende in giro. 
'magari ora hai le idee un pò più chiare'
'no,mi sento una stupida invece. Ora è come se io avessi tradito, e per di più nel modo più squallido che potevo.'
Josh ferma la macchina, proprio davanti casa, e mi accarezza un braccio, affettuoso. 
'ehi. Tu non devi sentirti colpevole di niente, Stana. E' stato solo un bacio, che per te non significava niente. E oltretutto, non t'è nemmeno piaciuto'
Rido con lui, di gusto, e lo abbraccio. Gli riesce così semplice farmi stare meglio, anche in una situazione così.
Scendo dall'auto, e abbraccio Josh di nuovo. Ho così tanto bisogno di sentirmi dire che andrà tutto bene.
'grazie di tutto, Josh. Sei davvero prezioso.-Mi sorride, comprensivo, e mi fa segno che non c'è bisogno di ringraziare.-ti andrebbe di salire da me?'
'certo,volentieri'
Lo porto su con me, e lo lascio entrare per primo, aprendo la porta. Tremo se penso che tu sei proprio qui accanto,magari da solo davanti all tv. O magari ti stai consolando con la 'Christina' della situazione. Sarei così tentata di correre da te, bussare alla tua porta, e risolvere tutto questo.
'vieni, accomodati pure qui, vado in cucina a prendere qualche stuzzichino. E' ora di bere qualcosa come si deve'
Mi sorride, sedendosi sul divano, e sto per andare in cucina, ma qualcuno bussa alla porta, costringendomi ad andare ad aprire. 
Apro, senza sapere chi trovarmi davanti, e in pochi secondi realizzo di averti davanti a me. Bello come sempre, un pò stanco, ma bello. 
'Nathan'
Un sussurro appena basta per farmi sentire da te,che mi sorridi,un pò timido.
'ti ho portato una cosa.-Sollevi una mano, e noto solo ora che hai una bottiglia di vino rosso con te. Sai quanto lo adoro.-non abbiamo chiarito tutto,Stana. C'è ancora una cosa che devi sapere prima di decidere se sei sicura di non volermi più vedere'
Ho gli occhi pieni di lacrime, e le mani mi tremano. Chi ha detto che non volevo più vederti? Sto male senza di te.
Ci penso su, e sto proprio per rispondere, ma improvvisamente vedo il tuo sguardo cambiare, e rabbuiarsi. Non capisco perchè, finchè non mi giro verso il salotto, e mi rendo conto della presenza di Josh sul divano. Ti sei accorto di lui,e ora so cosa stai pensando. Peccato tu non sappia che è gay, e tra noi non c'è nulla.
'lascia stare, me ne vado'
'no, no, aspetta'
Faccio per trattenerti, ma tu ti sposti, arrabbiato.
'no,non c'è problema, davvero. E' tutto molto chiaro.'
Ti guardo allontanarti, deluso, senza poter fare nulla per tenerti con me.
Perfetto. Ora mi sento ancora più stupida.
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Capitolo 19
*** Bae ***


Rimango sull'uscio, intontita, e non so davvero cosa fare. Vorrei correrti dietro, e spiegarti tutto, ma tu sei così convinto,e poi qui c'è Josh. Sono confusa. Perchè dobbiamo sempre rincorrerci e farci male? Perchè non possiamo semplicemente trovarci e basta?
Come se potesse aver capito cosa sto pensando, lo ritrovo vicino a me, che fa per uscire.
'Josh, dove vai? Non ti ho ancora offerto nulla'
Mi sorride, educato e dolce, e scuote la testa per rifiutare.
'sai,credo che me lo offrirai la prossima volta,credo tu abbia qualcosa di più importante da fare'
'secondo te dovrei..-Annuisce, comprensivo, regalandomi l'ennessimo consiglio. E' davvero importante per me, tutto quello che sta facendo. E' buffo come all'inizio pensavo che il suo arrivo potesse essere un danno, una distrazione da te, mentre invece si è rivelato un vero amico, che è riuscito a farmi aprire gli occhi nei momenti in cui ne avevo davvero bisogno. Tipo questo. Lo abbraccio, cercando in lui un pò del coraggio che mi serve per affrontarti.-grazie di tutto Josh'
Lo sento ridere, e stringermi di più.
'buona fortuna Stana.-Mi sorride ancora, sincero, e se ne va, ma poi si gira e fa qualche passo indietro verso di me.-ah, e domani pretendo di sapere tutto eh!'
Rido, guardandolo andare via, e torno a concentrarmi su di te. Cioè, su di noi. Cosa devo fare?
Forse nessuno può darmi davvero le istruzioni.  Credo che quando si tratta di queste cose, quando si parla di amore, possiamo ricevere dei consigli, ma in fondo, cosa dobbiamo fare, possiamo saperlo solo noi. Per questo ora vengo da te così come sono, un pò stanca, confusa. Sono sicura che saprò al momento cosa è giusto fare.
Respiro profondamente, e busso timidamente alla tua porta, aspettando che tu mi apra. Di sicuro immaginerai che sono proprio io a venirti a cercare a quest'ora, e non so se ne sei felice o meno. Ma ora non mi importa, perchè improvvisamente sento di avere tutto il coraggio di cui ho bisogno. 
Vedo la porta aprirsi, e tu sei proprio lì, davanti a me, serio. Non mi sorridi, sembri ferito e triste, ed è per colpa mia.
'cosa vuoi Stana?'
Non mi hai mai trattato così, non sei mai stato così freddo e distaccato con me, e nemmeno così brusco. Ma immagino di meritarmelo.
'ti prego Nathan fammi entrare'
Con una mano spingo la porta, per aprirla, ma tu la blocchi. Non vuoi che io entri.
'perchè dovrei? Che bisogno hai di venire a bussare alla mia porta? Immagino che Josh possa tenerti compagnia molto meglio di me,no? Anzi forse dovresti tornare da lui, che magari ti sta aspettando'
Non so proprio come risponderti. Vorrei spiegarti la situazione, perchè è chiaro che hai frainteso, ma non mi stai dando nemmeno la possibilità di poterlo fare. E allora è inutile.
Abbasso la testa, tirando su con il naso, e faccio per andarmene. Ma l'orgoglio mi impone di difendermi, tanto per mettere in chiaro le cose, almeno un minimo. Tanto ormai ti ho perso.
'sai, forse avrei dovuto fare quello che tu credi io abbia fatto.'
Mi allontano definitivamente dalla porta, ferita ora almeno quanto te, ma tu mi trattieni, per l'ennesima volta.
'Stana aspetta, mi dispiace'
'dispiace anche a me. Ma non puoi pensare che ogni volta basti questo per farmi tornare indietro e aggiustare tutto'
'Stana ti prego.-Scuoto la testa, piangendo, e mi allontano sempre di più. Forse dobbiamo semplicemente accettare il fatto che io e te, non siamo fatti per incontrarci. Forse è ora di dividersi definitivamente perchè evidentemente non siamo fatti per rimanere uniti. E non sai qaunto mi faccia male tutto questo, perchè in noi avevo riposto le mie speranze. Ma a quanto pare, è questa la verità, e va accettata.-bimba.'
Mi blocco, improvvisamente colpita da questa parola peggio che da un pugnale, e mi volto verso di te, fulminandoti con lo sguardo. Come puoi farmi questo?
Vorrei urlare, sfogarmi, ma forse nel bel mezzo del corridoio di un condominio non è il massimo. Ma ne ho bisogno. E allora torno verso di te, furiosa, e spingo più forte che mai contro la porta per riuscire ad entrare nel tuo appartamento, e mi sfogo su di te, spingendoti.
'non farlo mai più'
'Stana ti prego,ascoltami'
Ascoltarti? Perchè mai dovrei ascoltarti? Mi chiamavi sempre 'bimba' due anni fa, prima che ci dividessimo, e tu non hai idea di quanto questa parola possa riportarmi alla mente tutto. Mi riporta alla mente quello che c'è stato con te, e anche il dolore che c'è stato dopo. Non hai nessun diritto di ferirmi così,sapendo bene quanto tutto questo faccia male.
'non provarci mai più,capito? Tu non sai come sono stata in questi due anni,tu non lo sai'
Cerco di divincolarmi dalla tua presa, ma tu sei più forte di me, le tue braccia sono troppo grandi, quello che provo per te è troppo grande, e così mi lascio stringere, piangendo ancora una volta contro il tuo petto. Mi tieni stretta a te come fossi la cosa più preziosa che hai mai avuto, e che non vuoi perdere. Ma è davvero così? Perchè forse tu non lo sai, ma io senza te sarei persa seriamente.
'mi dispiace Stana,te lo giuro'
'dimmi che non è come sembra, ti prego'
Mi prendi il viso tra le mani, accarezzandomi, e mi guardi, deciso ma allo stesso tempo dolce, e trattieni a stento le lacrime.
'infatti non lo è. C'è una cosa che devi sapere riguardo a Christina.-Non so se fidarmi. Vorrei, vorrei davvero farlo, perchè sei tu, perchè mi sono sempre fidata di te, e farlo ora mi serve, perchè senza te non saprei proprio cosa fare. Ma se mi stessi dicendo l'ennesima bugia, solo per accontentarmi?-noi avevamo una relazione,è vero. Ma da troppo tempo ormai era come se il nostro rapporto fosse inesistente. Volevo lasciarla e chiudere la storia,ma lei ha iniziato a minacciare di suicidarsi se l'avessi fatto, ed è caduta in depressione, prendeva dei farmaci. Per questo ho deciso di rimanerle accanto,solo per evitare una tragedia. Ma non c'era più niente tra noi, niente. Per questo quando dicevo di amarti non mentivo. Purtroppo però,lei mentiva a me.'
Alzo lo sguardo, incuriosita da quest'ultima tua frase, e decisa a saperne di più. Dobbiamo andare fino in fondo Nathan, voglio sapere tutto. Voglio sapere che è ancora possibile ricominciare.
'cosa intendi?'
'Christina non era davvero malata,l'ho scoperto solo pochi giorni fa. Dopo che abbiamo litigato e mi hai sbattuto fuori dal tuo appartamento,sono passato da lei perchè avevo una specie di presentimento. Di solito concordiamo sempre i giorni e gli orari in cui io passo a casa sua, così mi sono chiesto cosa sarebbe successo se per una volta fossi passato senza preavviso.-ti fermi, sospirando. Forse sta diventando difficile anche per te, mostrarti forte. Ma non piangere, ti prego non farlo ora, perchè se lo facessi, potrei baciarti senza voler più sentire quello che hai da dirmi.-io l'ho..trovata a letto con un uomo. Era il dottore che le prescriveva le medicine, ed era tutta una truffa fin dall'inizio. Loro volevano solo i miei soldi,progettavano una fuga insieme. Per questo lei ha finto di essere caduta in depressione. E quando me l'ha detto, mi sono sentito ancora peggio. Ho pensato che ti avevo appena lasciata qui, a piangere da sola, tutto per colpa di un segreto che avevo mantenuto per proteggere una donna che non era nient'altro che una bugiarda. Mi si è spezzato il cuore, Stana, pensando a quanto potessi aver spezzato il tuo.'
'Nathan mi dispiace, davvero, io..non immaginavo che le cose stessero così.'
Mi accarezzi una guancia con il dorso della mano, vedendomi seriamente dispiaciuta, e mi sorridi un pò, per rassicurarmi. Sei così dolce.
'no, no, ehi, tu hai fatto la cosa giusta, e magari senza di te non avrei mai scoperto la truffa di Christina. Però quello che volevo dirti, è che..anche se non fosse stata tutta una bugia,con lei avrei chiuso comunque.Non immaginavo che mi stesse mentendo,e volevo solo aspettare che accettasse di curarsi. Era solo una questione di tempo,Stana. Io amo te, e voglio solo te. Ti voglio più di qualsiasi altra cosa al mondo.'
Ti sorrido un pò anch'io,cedendo definitivamente, e lasciando che le tue labbra possano finalmente appoggiarsi di nuovo sulle mie, dopo tanti giorni passati senza assaporarsi. Mi sei mancato come l'aria. Ed è incredibile pensare quanta cura e quanta attenzione sei in grado di mettere in un bacio. Ho i brividi, e sorrido, perchè finalmente sono felice, perchè sei di nuovo tu a baciarmi, e improvvisamente non mi sento più sola. Questo però mi fa tornare in mente Josh, e Ryan, e la cavolata che ho fatto di cui tu non sei a conoscenza. Non è nulla di serio, ma forse sarebbe meglio se te lo dicessi. Non voglio che un altro stupido segreto si metta tra noi.
'Nathan, aspetta. Devo dirti una cosa.-Mi stacco un pò da te, ma continuo ad accarezzarti le guance, vedendoti preoccupato. Forse hai paura di un rifiuto. Ma quello che non sai, è che non potrei mai, mai, e poi mai, allontanarti davvero da me. Mai. Mantengo lo sguardo sulle tue labbra, e cerco le parole migliori per dirti di Ryan. Spero che questo non sarà l'ennessimo ostacolo.-poco fa, ero in un locale con Josh. Noi..stavamo ballando,e c'erano i suoi amici, e uno di loro voleva ballare con me. Io..lo so che è stupido, ma ero arrabbiata, confusa, non avevo idea di cosa stessi facendo, e..ci siamo baciati. Ma per me non significa nulla davvero,era solo un ragazzino ubriaco, e mi sono sentita malissimo dopo averlo fatto. Se solo potessi tornare indietro non lo rifarei, ma pensavo fosse giusto dirtelo, e..spero che non te la prenderai più di tanto'
Abbasso lo sguardo, preparandomi ad una tua sfuriata, ma quando lo alzo di nuovo, non sentendoti reagire, ti vedo ridere, e sembri sincero. E' davvero così divertente?
'tu hai..baciato un amico di Josh in discoteca?'
Forse in un'occasione diversa, vederti ridere così mi avrebbe innervosito, ma la verità è che anche io mi sento tremendamente ridicola per quello che ho fatto. Così, pensandoci un pò su, scoppio a ridere anch'io, insieme a te.
'già. Proprio una stupida,eh?'
Ridi ancora un pò, poi torni a sorridermi un pò più serio, mettendomi le mani sui fianchi.
'no. Stavi male, e io ti capisco. Dopotutto,non sono sicuramente nella condizione di poterti giudicare.-Mi baci dolcemente, sorridendo, e mi stringi di più a te.-ma che mi dici di Josh?'
'beh, lui è..un caro amico. Non avrebbe mai potuto funzionare tra noi,se è questo che vuoi sapere'
'ah sì? E come fai ad esserne certa?'
Oh credimi, lo saresti anche tu, se solo sapessi che risposta sto per darti!
'ne sono più che sicura,credimi.-ti bacio io,stavolta, prendendo tempo per raccontarti il piccolo segreto di Josh in modo da lasciarti a bocca aperta. Voglio proprio vedere che faccia farai.-Nathan, Josh è gay.'
'cosa?'
'già.'
Rido con te, finalmente sollevata da tutto il peso che mi portavo dentro, e ti butto le braccia al collo,baciandoti più che posso. Sei mio.
'davvero crudele da parte tua,farmi ingelosire così. Un colpo di classe però,lo ammetto'
Rido, scuotendo la testa. Se solo sapessi che c'è Tamala dietro a questo piano geniale!
'ah, quindi ha funzionato'
'certo che ha funzionato. Nessuno ha il diritto di guardarti, e tantomeno di baciarti, oltre a me.'
Scendi a baciarmi il collo, dolcemente, e io ti lascio fare, perchè non voglio altro. E poi adesso siamo così sereni, ora che tutto si è risolto, sembra quasi che fosse una stupidaggine, ciò che ci divideva. E invece sembrava un burrone invalicabile.
'oh, allora fai sul serio. Ma sai una cosa?-Ti guardo dritto negli occhi, con le braccia intorno al tuo collo, e ti sorrido, fissando prima le tue labbra, e poi i tuoi bellissimi occhi blu.-penso di essere totalmente d'accordo a riguardo.'
Lascio che tu possa prendermi in braccio come una principessa, per farmi stendere sul letto, e appoggiarti su di me.
Ho di nuovo tutto il mio mondo tra le braccia.
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Capitolo 20
*** The only exception ***


Apro gli occhi, leggermente assonnata, e spengo la sveglia, che fa un rumore assurdo. Una nuova giornata di lavoro mi aspetta, e come tutte le mattine, mi alzo fin troppo presto. Questa volta però, è diverso. Questa volta ci sei tu vicino a me, che non hai sentito la sveglia, e dormi ancora tranquillo. Sei girato verso me, con il petto scoperto, gli occhi chiusi, i capelli spettinati, e un leggero sorriso sulle labbra. Sei così bello.
Sorrido, e mi infilo tra le tue braccia, stringendomi a te, e ricordando ieri sera, quando finalmente abbiamo fatto pace dopo giorni passati senza parlarci e tutto il casino che c'è stato di mezzo. E' meraviglioso essere di nuovo tra le tue braccia. E' meraviglioso pensare che non ci siamo arresi, nonostante tutto, e che non abbiamo smesso di lottare per quello che volevamo di più. Tu mi fai sentire così importante, mi rendi felice nonostante tutto, sei ciò per cui vale la pena di lottare. Non smetterò mai di volerti,Nathan.
Ti bacio dolcemente le labbra, per svegliarti, e ti sento sorridere, mentre apri gli occhi e sbadigli un pò, facendo ridere anche me.
Osservo le tue braccia allungarsi, i tuoi muscoli distendersi e poi rilassarsi. E' incredibile. Hai delle braccia così grandi, e forti, e delle mani che, se solo volessi, potresti rompermi a metà. E invece quelle stesse braccia e quelle stesse mani, le usi per farmi sentire la persona più fortunata e più al sicuro di questo pianeta.
'ehy'
'buongiorno amore mio.-Mi baci piano, sorridendo, e accarezzandomi i capelli. Sembra un sogno, e mi viene quasi da piangere per quanto sono felice.-hai dormito bene?'
'sì,molto.-sorrido, e mi stendo su di te, accarezzandoti il viso, poi mi accorgo della tua intimità che preme contro la mia, e scoppio a ridere, abbassandomi verso il tuo 'amichetto'.-e tu, come hai dormito?'
Ridi anche tu, con me, e mi stringi forte, guardandomi con una luce che fa sembrare i tuoi occhi due meravigliose stelle.
'lui non ha dormito molto,in effetti..'
Trattengo una risata e mi fingo dispiaciuta,lasciandoti ribaltare la situazione e ritrovandomi sotto di te.
'oh, e come mai?'
'beh, perchè..-ti interrompi,mordicchiandomi un orecchio, e scendendo verso il collo e le spalle, per poi tornare a guardarmi negli occhi, e lasciando che io possa leggerci dentro tutto l'amore di questo mondo, solo per me.-perchè muoio dalla voglia di fare l'amore con te di nuovo, e ti amo davvero tanto, Stana.'
'ti amo anch'io Nathan.-Sorrido, e ti bacio ancora, lentamente. Anche io vorrei poter avere il tempo dirifare tutto daccapo, ma anche se per ora non ce l'abbiamo, che importa? Avremo tante altre occasioni per recuperare,da adesso in poi.-noi non..non ci lasceremo più,vero?'
Fai segno di no con la testa, dolcemente, e mi riempi il viso di baci sparsi, prima di impossessarti ancora delle mie labbra.
'io non ti mollo più'
Rido, stringendomi a te, e affondo la testa nel tuo collo, lasciandomi coccolare. Sei tutta la mia vita Nathan, tutta intera.
'e non mi mentirai di nuovo, nemmeno quando ti stancherai di me,vero?'
Mi sorridi,ma un pò più serio di prima, e ti alzi da sopra di me per metterti a sedere sul letto, con le braccia aperte verso di me, e un sorriso dolce sulle labbra.
'vieni qui.-Mi accoccolo tra le tue braccia, lasciandomi dondolare lentamente, e lasciandomi cullare dalle tue carezze delicate sulla mia schiena, e dai tuoi baci tra i capelli. Sei così rassicurante. Mi baci una spalla, solleticandola leggermente,e mi tieni stretta a te. Credimi, è come se il tempo si fosse fermato, in questo preciso istante.-so di aver sbagliato, e per questo non farò più una cosa simile. Nemmeno se fosse a fin di bene,come in questo caso, te lo prometto. Però c'è una cosa che dovresti capire, e accettare.'
Alzo la testa, guardandoti con aria interrogativa, e tu mi sorridi, spostandomi una ciocca di capelli dal viso.
'io non mi stancherò mai di te.'
Sospiro, appoggiandomi di nuovo contro il tuo petto muscoloso.
'e se non fosse così,Nate? Insomma, può succedere. Con il tempo anche io diventerò vecchia, brutta, e noiosa, e tu..'
Mi zittisci con un bacio, più dolce che mai, e mi obblighi a guardarti negli occhi, sollevandomi il mento con una mano.
'invecchierò anch'io,sai? E voglio farlo con te.-Ti ringrazio con gli occhi, sforzandomi di non piangere, e ti abbraccio forte, baciandoti il collo e sentendoti sorridere mentre tu fai lo stesso. Mi sento così fortunata Nathan, non immagini. Ho il cuore che quasi esplode se solo ti sfioro.-anche perchè..insomma,sul serio, potresti diventare più noiosa di così?'
Ti schiaffeggio la schiena, trattenendo una risata, e mi sforzo di sembrare seria. Noiosa, io?
'Nathan Fillion!'
'poi per non parlare di quanto brutta potresti diventare. Ci riusciresti davvero,ad essere peggio di così? Cioè guarda qua'
Ti stendi di nuovo su di me,mordicchiandomi nei punti in cui forse una bella dieta non farebbe male, fino ad arrivare al seno, sul quale ti soffermi, baciandolo poi dolcemente.
'finirai per farmi venire i complessi,così'
Ridi,buttando la testa all'indietro, e mi baci le labbra. 
'allora per rimediare,posso dirti che eri davvero bellissima l'altra sera, con quel vestito. Anche se..stavi decisamente andando a cena con l'uomo sbagliato.'
Rido anch'io, ricordando la cena con Josh, e ti stringo di più, scuotendo la testa. Dio solo sa quanto mi sono sentita in colpa prima che Josh mi confessasse di essere gay.
'mi avrebbe fatto molto più piacere uscire con te,credimi'
'beh, potremmo sempre rimediare stasera'
Sorrido, affondando le mani nei tuoi capelli spettinati. Sei ancora più bello,se possibile.
'siamo in ritardo,ho come l'impressione che non avremo la serata libera. O perlomeno, non per l'ora di cena'
Sospiri, sorridendomi ironico.
'allora in tal caso, è colpa tua.'
'come,scusa?! Io sono sempre puntualissima. E per essere precisi,mi sono svegliata anche prima di te!'
'ma tutto questo è inutile se continui a distrarmi così'
Rido, mentre ti sento baciarmi i seni con avidità, ma dolcezza, allo stesso tempo, e mentre mi accarezzi, facendomi rabbrividire. A volte mi viene da pensare che tu abbia quasi dei poteri magici. So che è stupido, e assurdo, ma come puoi non averli, se mi fai provare tutto questo, e tutto insieme, per di più?
'Nate..- cerco di farmi forza per riuscire a parlare e a fermarti, perchè altrimenti credo che a lavoro non ci andremo affatto.-Nate,fermati..'
Ti sento sorridere, soddisfatto forse della mia voce supplichevole e di quello che sai di riuscire a provocare in me. Sei la mia tentazione più grande.
Alzi la testa per arrivare all'altezza delle mie labbra e baciarle ancora, per poi alzarti e darmi le spalle. Devo dire, che anche visto da dietro non sei per niente male.
'direi che per ora, ho avuto le mie soddisfazioni!'
Ridendo, gattono sul letto fino a raggiungerti, e buttandoti le braccia al collo mi aggrappo a te, mordicchiandoti un orecchio.
'tu spera che non abbiamo la serata libera, altrimenti ti faccio vedere io.'
Ti giri verso di me, con un sorriso malizioso sulle labbra, e mi metti le mani sui fianchi, baciandomi profondamente.
'spero proprio che Marlowe sia clemente,allora.'
Scoppio a ridere, baciandoti tra l'orecchio e il collo, e mi lascio stringere, chiudendo gli occhi. Non  me ne importa niente se faremo tardi. Che poi, non è nemmeno detto, perchè i taxi sono davvero veloci, e se non c'è traffico arriveremo perfettamente in orario. Così avremo la serata libera.
Anche se dovessimo essere impegnati al lavoro,comunque,non mi dispiacerebbe più di tanto. Prima di tutto,perchè amo il mio lavoro. Poi perchè lavoriamo insieme, e in qualche modo, anche se dovessimo lavorare fino a tardi, sarebbe comunque piacevole perchè tu saresti con me. E poi alla fine, anche se dovessimo tornare a casa in piena notte, cosa importerebbe? Finiremmo per volerci comunque. Come ieri sera, come la prima sera che abbiamo litigato, e come la prima in cui siamo usciti dopo esserci ritrovati. Come durante questi due anni passati lontani, in cui qualsiasi uomo vedessi o baciassi, mi ricordava sempre te, anche se tu sei tutta un'altra cosa.
Ma del resto, lo sei sempre stato, e lo sarai sempre.
Sarai sempre la mia più grande e sola eccezione.
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